attenti a quei due

di parveth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Knowing me, knowing you ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Quel 25 maggio Brett Sinclair e Danny Wilde  furono convocati dal giudice Fulton nel suo ufficio londinese nei pressi di Piccadilly: era da gennaio che non si vedevano affidare missioni (o ricatti come le definivano loro) e in quei cinque mesi ne avevano approfittato per occuparsi ognuno dei propri affari senza pensieri per la testa, quasi non si sentivano nemmeno per telefono, non che ne avessero la necessita’ ma quando eran vicini capitava che ognuno pensasse che in fondo, moltoin fondo l’altro gli fosse mancato e non poco.  Chiaccherando arrivarono all’ultimo piano dove vi era l’ufficio:
 
“mi chiedo cosa ci fara’ fare questa volta”  disse Danny con tono lievemente scocciato lisciandosi le pieghe dei Jeans
 
“ giuro che se finisce come la volta in cui passavamo nottatacce in macchina a sorvegliare quel negozio pieno di oggetti d’arte per  evitare che li rubassero gli torco il collo , carcere o meno” sbotto’ Brett tutto a un tratto accelerando il passo.
 
“beh almeno eravamo a New york   ed io conoscevo la zona”  replico’ Danny.
 
“sicuro, come no, la conoscevi talmente bene che quando siam saltati giu da un muro dicevi che saremmo atterrati in un parcheggio invece siam finiti nei bidoni dell’immondizia”  rispose  Milord    in tono sarcastico
 
“mica sono onnisciente, l’ultima  volta che ci sono stato non c’era niente laggiu’”  obietto’ il petroliere.
 
Continuando a  punzecchiarsi i due finalmente arrivarono nell’ufficio del giudice che li accolse con un’espressione enigmatica, i due si guardarono  e, - quasi che  possedessero il dono della telepatia ,cosa non impossibile in un certo senso visto che dopo cosi tanto tempo e tante missioni affrontate insieme il  loro legame era diventato sempre piu saldo malgrado frecciate e battutine varie e malgrado il fatto che almeno una volta al giorno fossero li li per fare a pugni , sapendo benissimo tuttavia che se uno dei due fosse stato in pericolo l’altro non avrebbe esitato a sacrificare persino la sua stessa vita per salvarlo – capirono all’istante che quell’espressione non significava  nulla di buono per loro.
 
“ Buongiorno ragazzi, vi ho convocato perche devo affidarvi un incarico molto delicato…”    inizio’ Fulton,  Danny e Brett alzarono gli occhi al cielo pensando: “ma va?? E quando mai  non lo  e’?” 
 
Il giudice gli fece cenno di seguirlo e li condusse verso la porta alla loro sinistra che, scoprirono, era una sorta di salottino privato con frigobar   e televisione : sul divano di velluto color prugna   vi era una ragazza che, cosi a prima vista non poteva essere piu che adolescente:  lunghi  capelli corvini  le incorniciavano il volto dalla pelle color alabastro in cui spiccavano gli occhi color smeraldo, indossava  un abito a maniche lunghe beige con ballerine  nere,  era molto bella  e li osservava con inevitabile   curiosita’
“ Daniel, Brett, vi presento Charlotte Parker”  disse il giudice con un lieve sorriso
 
“Buongiorno”  disse la ragazza   timidamente,
 
“mi perdoni giudice ma non capisco…” disse Daniel  volgendosi a guardarlo
 
“Beh, visto che conviverete da qui ad ottobre….”        I   due lo  guardarono con uno sguardo che definire stupefatto era poco, per non parlare della faccia della   ragazzina che sembrava dire: “devo proprio??”
Fulton versandosi dell’altro whisky comincio’ le spiegazioni:  “Charlotte e’ la figlia di Richard Parker il Ministro degli interni…”       “ecco dove avevo gia sentito quel nome”  penso’ Brett.    “negli ultimi mesi la sua famiglia e’ stata minacciata da dei criminali  e hanno paura di ritorsioni, li conosco da una vita e mi hanno chiesto di trovarle un posto sicuro”  continuo’ il magistrato.   “mi scusi”  intervenne Brett  “ ma questa ragazza non ha parenti  o proprieta’ fuori londra in cui nascondersi? In fondo e’ la figlia di un ministro”
 
“Naturalmente, la famiglia ha molte proprieta’, ma avrebbe dovuto andarci da sola per sicurezza e Charlotte e’ ancora minorenne quindi vi sarebbero delle ripercussioni legali, e comunque la troverebbero troppo facilmente, no, e’ meglio che stia con voi fino al suo diciottesimo compleanno , il primo ottobre,  il due vi saluterete”  concluse sedendosi in poltrona
 
“Mi faccia capire”   inizio’ Danny con un tono che non prometteva niente di buono   “noi dovremmo badare a questa ragazza per tre mesi, trascinandocela dietro ogni volta che facciamo due metri….”   
 
“Charlotte non e’ una bambina, anche se la lasciate  sola in casa per un’ora non corre rischi, sicuramente se volete percorrere grandi distante dovra’ sempre essere con almeno uno di voi”    lo interruppe il giudice
 
“Io non ho alcuna intenzione di fare il babysitter”   disse Danny  con stizza
 
Charlotte ,che fino ad allora non aveva proferito verbo  guardo’ il nobile ed il petroliere  con freddezza e lascio’ la stanza, Brett guardo’ l’amico come per dirgli :  “non ti sembra di esagerare?”
 
“Senti, lo so che non sara’ facile ma e’ una brava ragazza e questa  e’ l’unica soluzione per proteggerla. Sara’ una situazione difficile e non so per chi dei tre lo sara’ di piu ma in fondo tre mesi passano in fretta”  continuo’  il giudice.     “ora potete andare: vi chiamero’ tra qualche giorno  per sapere come vanno le cose. E mi raccomando:  abbiate pazienza”  disse congedandoli.
 
I due  sospirarono e si diressero  verso la porta, Charlotte era seduta alla scrivania di Fulton e leggeva un giornale   “coraggio vieni, dobbiamo andare”   disse Brett rivolgendole un sorriso che lei non ricambio’ affatto  anzi, lancio’ un’occhiata di profondo disprezzo se non di puro odio in direzione di Danny.
 
Quando furono in macchina si diressero verso Regent’s Street e, una volta arrivati  Brett mostro’ a  Charlotte la sua stanza, nella quale si rinchiuse  subito dopo aver cenato ed essersi lavata, in tutto quel tempo non aveva detto una parola.
 
“Non la sopporto non posso farci niente Milord”   stava dicendo Danny mentre bevevano il the’ in salotto
“ma se la conosci da meno di un giorno”   risposse Brett buttando la cenere del sigaro nel portacenere sul tavolino,  “ cerca di capirla   e’ una situazione difficile per lei,  tu come ti sentiresti al suo posto?”  gli chiese   versandosi dell’altro the’.
 
“Sara’, ma a me sembra solo una ragazzina viziata e spocchiosa, ma forse parlo da plebeo, sei tu l’esperto di ricchi”   aggiunse il petroliere sistemandosi meglio in poltrona,
 
“Ma  quale esperto di ricchi suvvia, qui dobbiamo occuparci di una ragazzina che non potra’ vedere la sua famiglia per tre mesi e per di piu deve convivere con dei perfetti sconosciuti durante questo periodo, a questo aggiungiamoci il fatto che praticamente le hai detto in faccia che non la vuoi  tra i piedi e…”      cosi dicendo lo guardo’ come se gli stesse spiegando che due piu due fa quattro.
 
“ E questo cosa c’entra? “  chiese Danny arrossendo lievemente    “ma come cosa c’entra?? L’hai praticamente etichettata senza quasi guardarla in faccia,  ti ricordo che al nostro primo incontro ci siamo presi a  pugni e abbiam  mezzo distrutto un bar, eppure ora sei qui in casa mia”  lo   redargui’  Brett
 
“Era una cosa completamente diversa,  e se proprio lo vuoi sapere a me pare proprio che la signorina abbia pure un carattere freddo altero e scostante”   rispose Danny alzandosi    “shhh abbassa la voce che puo’ sentirti, e comunque non giudicare un libro dalla copertina”   ripete’ il nobile    “io vado a dormire, buonanotte”   biascico’ Danny dopo un sonoro sbadiglio    “a  domani”.
 
Poiche’ entrambi  una volta nelle loro stanze chiusero subito la porta dietro di se’  non poterono mai udire  una ragazzina dal carattere freddo altero e scostante  piangere silenziosamente nella sua camera

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Capitolo 2
*** Knowing me, knowing you ***


Erano passate due settimane dall’inizio di quella strana convivenza tra Brett, Danny e Charlotte, la rampolla di Richard Parker, ministro degli Interni britannico, purtroppo le cose andavano di male in peggio: la ragazzina parlava poco, quando vi era obbligata dalle circostanze lo faceva con livore e, come se non bastasse aveva cominciato delle piccole rappresaglie nei loro confronti:una mattina era sparita subito dopo colazione e c’eran volute tre ore per scovarla in una stanza dell’appartamento solitamente in disuso sdraiata sul tappeto a leggere un libro, un’altra era uscita per comprare il giornale all’edicola di fronte ed era tornata mezz’ora dopo senza dare spiegazioni. In quelle occasioni ci furono grandi litigi, volavano parole grosse, e il tutto si concludeva invariabilmente con Charlotte che saliva in camera sua sbattendo la porta. Ma la cosa che fece davvero uscire Brett dai gangheri fu quando in piena notte la ragazza usci’ , si procuro’ degli alcolici in un supermercato vicino e fece ritorno alle quattro del mattino completamente ubriaca e fradicia perche’ nel frattempo aveva cominciato a piovere: appena varco’ la soglia si trovo’ i due davanti in pigiama, seduti in poltrona che la squadravano con odio, almeno cosi le era parso:
 
“si puo’ sapere dove sei stata a quest’ora?”  chiese Brett con calma, quella calma innaturale che preannuncia una tempesta
“non.. sono… affari tuoi”  biascico’ lei in risposta
Milord si alzo’ e lentamente le si pose davanti, Danny non l’aveva mai visto cosi furioso.
“Invece SONO affari miei: tu sei sotto la nostra tutela ora e non per una cosa da niente, perche’ sei in pericolo e non trovi di meglio da fare che andartene in giro di notte ad ubriacarti??”  le urlo’ a pochi centimetri dal viso, il petroliere lo raggiunse e gli strinse il braccio per invitarlo a calmarsi. Brett si volse per andare in camera sua,  “ora vai ad asciugarti  e poi fili a letto chiaro?”  disse Daniel con una freddezza tale che gli occhi parvero due pezzi di ghiaccio sul suo volto solitamente allegro e gioviale.  Per tutta risposta Charlotte prese a urlare: “ E VA BENE CI VADO!!! NON NE POSSO PIU DI STARE QUI, VI ODIO TUTTI E DUE!!!!!!” e fece per salire le scale quando i due la raggiunsero e dopo un lunghissimo istante le rifilarono uno schiaffo ciascuno, che lei peraltro restitui’ ad entrambi lasciandoli basiti, dopo un altro sguardo di disprezzo misto ad odio li mollo’ li in mezzo al salotto per andare ad asciugarsi ed infine a coricarsi.
Come se non bastasse circa tre ore dopo squillo’ il telefono, Brett ancora intontito scese a rispondere:  “Pronto?”
“Brett sono Fulton, scusa l’ora..” disse la voce all’altro capo del filo.
“Guardi, se vuole sapere come va, a parte che poteva scegliere un’altra ora le dico subito che va maliss…”  comincio’ il nobile
“Lascia perdere non e’ per questo: ho saputo dai miei informatori che quelli che cercano Charlotte han scoperto dove siete e dovete andarvene subito”  rispose il giudice con foga.  “sai gia dove andare vero?”
“cos… ma si certo” disse Brett colto alla sprovvista,
“Bene, fate i bagagli, ci sentiamo tra qualche giorno”
Brett corse ad avvisare Danny e Charlotte di fare le valige,  in capo ad un’ora erano in macchina diretti verso Greenleaf, purtroppo la pioggia non accennava a smettere e il viaggio fu lungo per via delle deviazioni che dovettero fare piu volte, finche’ verso le diciassette si fermarono in un piccolo centro a circa trenta km dal maniero ma data la pioggia incessante ritennero opportuno fermarsi nell’albergo locale, presero una tripla e vi trascinarono dentro i bagagli fatti in fretta e furia.
Charlotte appena oltrepassata la soglia accuso’ un forte capogiro ma penso’ che fossero i postumi della sbronza e sedette sul letto mentre Danny e Brett disfavano i bagagli:
“ehm…ragazzi…”  inizio’ con voce flebile.
“che c’e’?” chiese Daniel irritato, era chiaro che non aveva ancora digerito lo schiaffo di poche ore prima.
La ragazza fece per aggiungere altro ma non fece in tempo perche’ la colse un altro fortissimo capogiro che la costrinse a sdraiarsi sul letto,  “oh accidenti”  fece Brett correndo verso di lei e, colto da un’intuizione le poso’ una mano sulla fronte, scottava.
“ha la febbre alta”  disse rivolto all’amico  “ci credo, e’ stata sotto l’acqua tutta la notte”  commento’ Danny
“senti, facciam cosi: io corro in farmacia a prenderle qualcosa e tu stai qui con lei”   alla faccia fatta dal compare aggiunse: “ ma che ti frega non riesce neanche a reggersi in piedi, non ti beccherai un altro schiaffo.  Misurale la febbre tra un’ora se non torno ok?”  e detto questo usci’.
La stanza era modesta ma decente, le pareti erano bianche vi era un armadio e una scrivania con un mobiletto per la tv  e i tre letti singoli. In quello a destra giaceva Charlotte con quasi 39 di febbre che dormiva profondamente, in quello all’altro capo della stanza stava seduto Danny che sfogliava un quotidiano, dopo un po’ poso’ il giornale per andare a controllare l’ammalata: le si sedette al fianco sul letto e l’osservo’: sembrava cosi tenera e dolce li’ sotto tre coperte coi lineamenti stravolti dalla febbre, com’era possibile, si chiese, che fosse la stessa ragazza che solo poche ore prima gli urlava dietro piena di rabbia e che li avesse pure schiaffeggiati?
Un’ombra di rimorso lo colse all’improvviso: possibile che fosse stato lui col suo atteggiamento ostile e per nulla accogliente tenuto il giorno del loro primo incontro a scatenare nella ragazza tutta quella ribellione?  “Quanto sono idiota!”  penso’  era naturale che lei reagisse in quella maniera, si sentiva rifiutata…
Desideroso di parlarle e chiarire tutto Danny le cerco’ la mano sotto la coperta e gliela strinse:  era bollente, le rinnovo’ il fazzoletto d’acqua bagnata in fronte.  “Danny…”  il suono della sua voce lo fece sobbalzare 
“Sei sveglia, come ti senti?”  chiese gentilmente
“Ho…freddo…”   balbetto’ tremante
 
“Saranno i brividi della febbre, stai giu e riposati ok?”  disse rimboccandole le coperte ma  non fece in tempo a stenderle  che Charlotte ne usci’ e stando inginocchiata sul letto mezzo disfatto avanzo’ verso di lui e l’abbraccio’ stringendolo sotto le ascelle, Danny rimase sbalordito da quel gesto piu che dallo schiaffo:  “mettiti giu ora dai, devi riposare” disse cercando di sciogliersi da quell’abbraccio ma lei lo strinse piu forte andandogli in braccio.  Danny non trovo’ altro da fare che avvolgere se stesso e Charlotte in una coperta sedendosi contro il muro.
“forse non ami gli abbracci ma in questo momento non so cos’altro fare…”  gli sussurro’ poggiandogli la testa sulla spalla   “ho troppo freddo” .
“non preoccuparti”  fece lui di rimando
Con sua grande sorpresa Charlotte scoppio’ in lacrime.  “ehi, che c’e’?” mormoro’
“mi…dispiace tanto…”  singhiozzo’  “per lo schiaffo e per tutto il resto. Ma ero cosi arrabbiata…”  cosi dicendo ringrazio’ che fosse buio nella stanza, non sarebbe mai riuscita a dirgli quelle cose fissando quegli occhi azzurri che tra non molto sarebbero stati quattro.
“Perdonami per il mio comportamento di questi giorni: io non sono cosi ma percepivo cosi tanta ostilita’ da parte vostra che non ho saputo agire diversamente”  disse calmandosi un poco.
“quando sparivo e non mi trovavate… quando alzavo la voce e poi tornavo in camera sbattendo la porta in realta’ sotto sotto vi stimavo perche’ non mi mollavate li ma mi tenevate testa”
“Charlotte…io…sono io che devo scusarmi non avrei dovuto giudicarti senza conoscerti”  la sua voce era bassa e grave, non sapeva cos’altro dire cosi serro’ piu forte la ragazzina tra le sue braccia.
“ domani quando arriviamo voglio parlare anche a Brett, voglio chiedergli scusa”  mormoro’
“certo, ora pero’ dormi ok?” le disse piano mettendola sotto le coperte,  lei si lascio’ sistemare ma mentre scivolava giu gli chiese: “Brett e’ il tuo migliore amico vero?”
“mmm beh… si, ma perche’ questa domanda?”  fece lui titubante
“giusto per avere una conferma”   sorrise guardandolo, per quel che poteva.
“senti, ce la fai a metterti il pigiama? Abbiam dovuto metterti a letto vestita”  le disse alzandosi
“si  ci provo”  cosi dicendo si alzo’ e ando’ in bagno a cambiarsi.
Pochi minuti dopo era di ritorno.  “Bene, mettiti sotto che ti provo la febbre”  disse Daniel prendendo il termometro, lei ubbidi’ ed insieme controllarono la temperatura
“37,5. Bene ti si e’ abbassata”  disse lui soddisfatto
“gia, sara’ stato solo un raffreddamento preso sotto l’acqua”  sorrise lei
“cosi’ impari a scappare”  e cosi dicendo le alzo’ le coperte.
“forza, sotto ora. Ah, e guai a te se dici a Brett quello che ti ho detto poco fa” la redargui’ col solito tono finto-serio
“ok capo i keep the secret”  rispose lei  sdraiandosi e chiudendo gli occhi
Circa dieci minuti dopo entro’ Brett con lo sciroppo.
“allora come va?”  chiese levandosi il cappotto.
“la febbre le e’ scesa a 37,5”  rispose Danny sedendosi sul letto.
“abbiamo parlato”  disse mentre Brett si cambiava in bagno
“mi ha chiesto scusa, e dice che vuole scusarsi  anche con te”
“ah, bene. Forse ora andra’ meglio dopotutto”  Brett si sistemo’ sotto le coperte sbadigliando.
“buonanotte”
“notte”
La mattina dopo fecero colazione e alle nove ripartirono alla volta del maniero di Brett,  per loro fortuna la pioggia era cessata e non ci misero piu di un’ora a raggiungerlo, durante il tragitto Charlotte chiacchero’ piuttosto amabilmente come non era sua abitudine, tant’e’ che il nobile di tanto in tanto lanciava occhiate stupite a lei e a Daniel chiedendosi cosa diamine fosse successo la notte prima per aver indotto un tale cambiamento.
Finalmente giunsero a destinazione e mentre Danny e Brett disfavano i bagagli, Charlotte ancora febbricitante si sdraio’ sul divano a riposare con una coperta in grembo, quando ebbero finito si ritrovarono tutti e tre in salotto dove, davanti ad una tazza di the’ la ragazza comincio’ a parlare:
“Innanzitutto volevo chiederti scusa per come mi sono comportata Brett: io…non sono cosi”  disse distogliendo lo sguardo  dai due amici seduti nelle poltroncine di fronte, cosi dicendo si levo’ la coperta di dosso e si alzo’ incamminandosi piano verso la finestra,  “una volta lo ero…”
“Eri come?”   chiese Danny perplesso
Voltandosi a guardarli  Charlotte prosegui’: “esattamente come pensavate che fossi quando ci siam incontrati tre settimane fa:  ero una ragazzina viziata e capricciosa e anche un po prepotente”
“Come sapete, mio padre e’ il ministro degli interni, mia madre, Phoebe Bell, e’ la proprietaria di una delle piu grandi catene di prodotti di bellezza.  Potete immaginare da soli come sono cresciuta: i miei genitori sono sempre stati poco presenti, mi amano certo, ma per via dei loro impegni li ho sempre visti poco, sono cresciuta con i domestici e con dei miei parenti, tra cui la piu importante e’ mia cugina Lisa di qualche anno piu grande di me, che per me e’ come una sorella”
“Beh ma se c’era questa tua cugina perche’ dici che diciamo cosi, hai avuto un brutto carattere per anni? Lei non ti aiutava?”  chiese Brett
“certo, un po mi gestiva ma non sempre c’era.  Fatto sta.”  Riprese accomodandosi sul divano  “che io per via di frequentazioni familiari avevo il mio gruppo d amici, tutti di buona famiglia certo, ma buona famiglia non e’ sempre sinonimo di per bene”
“quasi tutti i weekend andavamo in giro a sbronzarci, io un po meno degli altri, insomma ci comportavamo da ricchi viziati e snob”  sospiro’
“finche’ un giorno arrivo’ in compagnia una ragazza nuova: si chiamava Anne, ma lei benche’ frequentasse una scuola privata non era di famiglia ricca e lo si vedeva dal suo atteggiamento, inoltre era piuttosto timida, a me stette subito simpatica forse perche’ era diversa da noi. Purtroppo quella sera durante il giro in macchina fra le nostre varie case (raramente andavamo ad ubriacarci nei club privati poiche’ avevamo paura di essere scoperti) avemmo un incidente, nulla di serio ma ci portarono subito alla centrale di polizia, e siccome eravamo quasi tutti minorenni chiamarono i nostri genitori, i miei non c’erano quindi chiamai Lisa, eravamo in dieci solo i genitori di due miei amici diedero uno schiaffo ai figli per quello che avevano fatto, in tre addirittura si arrabbiarono coi poliziotti.”  Ormai si era infervorata nel suo racconto e proseguiva quasi senza prender fiato.
“ma Anne ebbe paura a chiamare i suoi genitori, cosi proposi di fingere che fosse mia sorella, chiesi a mia cugina di prestarsi al gioco e ce ne andammo, la riaccompagnammo a casa”  li guardo’ negli occhi senza ormai alcuna timidezza
“tutto cio’ accadde due anni fa e io e lei siamo ancora molto amiche, i miei genitori non seppero nulla, ma io cominciai a riflettere anche sul motivo per cui avevo aiutato Anne: non trovavo giusto che solo perche’ possediamo molti soldi e abbiamo un cognome importante la possiam passare sempre liscia. Da li e’ avvenuto un cambiamento sostanziale nel mio carattere”
Nel frattempo Brett e Danny, colpiti da quanto stavano ascoltando si erano spostati di fianco a lei
“ Ho cercato di migliorarmi per quanto possibile: ho smesso di frequentare quei ragazzi, tranne Anne ed ho avuto una lunga discussione coi miei genitori, gli dissi che non sarei mai piu uscita con quei ragazzi e che da quel momento sarei cambiata, e cosi e’ stato.  Bene, ora sapete tutto”  concluse bevendo l’ultimo sorso di the’.
“ Complimenti, non e’ da tutti maturare una simile decisione, specialmente alla tua eta’”  si congratulo’ Danny
“anche io ho avuto un periodo cosi”  disse Brett rievocando ricordi lontani  “avevo un paio di miei amici e andavamo in giro nei club vantandoci dei nostri titoli nobiliari, poi abbiam smesso perche’ il padre di uno dei due ci fece la ramanzina”
“beh, e’ stato bravo: fossi stato io li’ vi avrei mollato anche un paio di ceffoni”   osservo’ il petroliere.
“ce li saremmo meritati. Vabbe’, ora andiamo che dobbiam preparare il pranzo, Charlotte, rimani pure li’ ti chiamiamo quando e’ pronto”   disse Brett alzandosi
“no, vi do’ una mano, tanto mi sento meglio” disse la ragazza togliendosi di dosso la coperta, ma nel farlo incespico’ e fini’ addosso a Daniel che non essendosi neanche accorto del movimento fini’ a terra con lei sdraiata sul suo stomaco
“ ehi, stai bene?”  le chiese lui preoccupato
“si, tutto a posto e tu?”  rispose lei sedendoglisi sulle gambe
“non c’e’ male”  sorrise lui
“aspetta che mi alzo”   cosi dicendo poggio’ le sue mani sullo stomaco dell’amico per puntellarsi meglio, a quel contatto lui ebbe uno spasmo.
“scusa, ti ho fatto male?”  chiese allarmata
“no”  disse lui sorridendo
Charlotte aveva una domanda sulla punta della lingua ma non oso’ farla, invece stuzzico’ con le dita il fianco dell’amico
“eeeehi hahhaah. No, mi fai il solletico”  disse lui bloccandole la mano
“ma davvero?”  chiese ironica sedendoglisi a cavalcioni sullo stomaco  e solleticandogli i fianchi
“hahahahahahah noooo smettilaaa”  rise lui cercando di bloccarle le mani senza riuscirci,
 
La ragazza provava un divertimento indicibile nel vedere l’amico sdraiato sotto il suo peso che rideva a crepapelle ad ogni suo tocco, a quella vista Brett penso’ a cos’avrebbe provato se ci fosse stato lui al posto di Daniel…brr meglio non pensarci!
Quando le dita di Charlotte cominciarono a pizzicarlo poco sopra le ginocchia le risate di Danny divennero grida:” HAHAAHAHAHAHAHAHAHAH basthaahahahahah non ce la faccio piu” la ragazza smise e rotolo’ sul pavimento osservando Danny che riprendeva fiato.
“tu sei matta”  disse infine, Charlotte non si scompose e anzi ridacchio’ divertita.
I due compari si scambiarono uno sguardo rapido e in pochi istanti furono su di lei: Daniel  le blocco’ le gambe e Brett i polsi
“ti faccio male?” le chiese quest’ultimo
“no”  rispose lei sorridendo.  La stretta era ferma ma gentile e non dolorosa,
Nel frattempo Danny aveva cominciato a solleticarla nelle costole: una risata le eruppe dalla gola provocandole degli spasmi   “hahaahahahah no smettilaaa”  provo’  a divincolarsi senza riuscirci, il petroliere non contento, continuo’ quella “tortura”  arrivandole prima alle ascelle e poi cominciando a pizzicarla dalle ginocchia in su, Charlotte non resistette e prese a strillare per il gran ridere, il tutto duro’ almeno dieci minuti che a lei parvero un’eternita’, infine Brett le lascio’ i polsi e lei stette qualche secondo sul pavimento a riprendere fiato: “e poi la matta sarei io eh?”  disse lei attirandoli entrambi in un abbraccio.  I due la ricambiarono sorridendo , infine si alzarono e andarono a preparare il pranzo e la ragazza ormai archiviati rabbia e rancore nei loro confronti ando’ ad aiutarli vedendo i successivi due mesi e mezzo sotto un’altra luce.

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