Unholy Confessions

di Lady Numb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Flashback 1 ***
Capitolo 7: *** Chapter 6 ***
Capitolo 8: *** Flashback 2 ***
Capitolo 9: *** Chapter 7 ***
Capitolo 10: *** Flashback 3 ***
Capitolo 11: *** Chapter 8 ***
Capitolo 12: *** Flashback 4 ***
Capitolo 13: *** Flashback 5 ***
Capitolo 14: *** Chapter 9 ***
Capitolo 15: *** Flashback 6 ***
Capitolo 16: *** Flashback 7 ***
Capitolo 17: *** Flashback 8 ***
Capitolo 18: *** Flashback 9 ***
Capitolo 19: *** Chapter 10 ***
Capitolo 20: *** Chapter 11 ***
Capitolo 21: *** Chapter 12 ***
Capitolo 22: *** Chapter 13 ***
Capitolo 23: *** Chapter 14 ***
Capitolo 24: *** Chapter 15 ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***
Capitolo 26: *** Flashback 10 ***
Capitolo 27: *** What If....? ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Un gradino.

Due gradini.

Tre gradini.

Arrivata al quarto gradino, Natalie aveva la sensazione di aver scalato una montagna, ma finalmente era finita.

Ora c’era solo la porta, bastava suonare il campanello.

Come se fosse facile.

Cosa avrebbe detto una volta che si fosse aperta? “Ehy, ciao fratellone, cosa hai fatto negli ultimi quattro anni?”.

Fra l’altro, conosceva benissimo la risposta a quella domanda, non solo perché suo fratello faceva parte di una band famosa a livello mondiale, ma anche perché non aveva tagliato i contatti con tutti quanti, come aveva voluto far credere.

Jimmy sapeva tutto, sapeva dov’era stata in quegli anni, si sentivano costantemente, per quanto avesse voluto farlo, Nat non era riuscita a tagliare i ponti anche con lui, non con il suo migliore amico di sempre.

Jimmy era l’unico a conoscere il suo segreto, il vero motivo per cui se ne era andata, era l’unico che sapeva, ma che nonostante tutto, nonostante odiasse avere segreti con i suoi migliori amici, aveva mantenuto il suo segreto per tutto quel tempo.

Ma ora Jimmy non c’era più.

Un mese prima, esattamente un mese prima, Jimmy se ne era andato per sempre.

Nat ancora stentava a crederci: il giorno prima le aveva telefonato, le aveva raccontato del Natale, di quanto si erano divertiti, dei programmi per il più folle capodanno della storia.

Tutto andato in frantumi nel giro di poche ore.

Aveva saputo quello che era successo come una fan qualunque dal sito internet della band e le era crollato il mondo addosso, non Jimmy, non il suo Jimmy, tutti ma non lui.

Era stato allora che aveva capito che doveva tornare, doveva farlo per se stessa, ma soprattutto per suo fratello, perché sapeva benissimo come stava in quel momento e nonostante sapesse che ci sarebbero stati tutti gli altri con lui, sentiva di doverglielo, loro due avevano un rapporto speciale con Jimmy, solo loro potevano capire reciprocamente i loro stati d’animo in quel momento terribile.

Poco importava cosa quella decisione avrebbe significato, almeno questo glielo doveva.

Le ci erano volute tre settimane per decidersi, una settimana per organizzare tutto, ma ora era lì, davanti a quella porta, terrorizzata dalla reazione che l’aspettava una volta che fosse stata aperta.

Prima che avesse il tempo di cambiare idea suonò il campanello e il rumore le parve quasi assordante, ma probabilmente si stava solo lasciando prendere dal panico.

Qualche secondo dopo sentì dei passi dietro la porta e fu tentata per un attimo di correre via, scendere alla velocità della luce quei gradini che aveva salito con tanta fatica, saltare in macchina e tornare alla vita tranquilla che aveva condotto negli ultimi anni, ma non lo fece.

In realtà, dal momento stesso in cui aveva rimesso piede ad Huntington Beach aveva capito che non se ne sarebbe mai più potuta andare.

Le era mancata la sua California, il rumore del mare in sottofondo, il sole caldo che accarezzava la pelle per quasi tutto l’anno, quella brezza così piacevole, tutto in quel posto era familiare per Nat, era come tornare finalmente a casa dopo un’assenza forzata.

In effetti era proprio così, sebbene fosse stata lei ad imporsela, in fondo si era trattato di un’assenza forzata.

Sentì la serratura scattare e le ginocchia cederle, ciononostante lottò con tutte le sue forze per rimanere in piedi, anche quando si trovò davanti lo sguardo sbalordito di suo fratello.

Rimasero per un attimo a fissarsi a vicenda, lui talmente shockato da non riuscire a proferire parola, lei registrando ogni più piccolo dettaglio di quel fratello che le era mancato più di quanto avesse mai ammesso anche con Jimmy: gli occhi arrossati e un po’ gonfi, ma che nonostante questo avevano sempre quella sfumatura nocciola uguale a quella che aveva anche lei, i capelli neri più disordinati del solito, quegli zigomi un po’ marcati che avevano fatto sognare le ragazzine di Huntington Beach anni prima e che ora facevano sospirare milioni di ragazzine nel mondo.

Brian non era cambiato di una virgola.

‘Na...Natalie?’ chiese infine lui, esitante, quasi sussurrando, come se avesse paura che dicendolo a voce troppo alta lei potesse scomparire di nuovo.

‘Ciao Bri...’ rispose lei, sussurrando a sua volta, non perché avesse paura che Brian potesse scomparire, ma perché temeva che lui non fosse affatto felice di vederla: nonostante Jimmy non avesse fatto altro che ripeterle, negli ultimi quattro anni, che Brian sentiva da morire la sua mancanza, Nat non poteva dimenticare che era stata lei a sparire, non avrebbe potuto biasimare Brian per essere furioso con lei.

Invece Bri sciolse immediatamente questi suoi dubbi, senza dire una parola di più si avvicinò a lei e l’abbracciò.

Natalie non se lo fece ripetere due volte e ricambiò l’abbraccio, solo cominciava a rendersi conto di quanto le fosse mancato il suo adorato fratellone.

Quando Brian si separò da lei, senza però lasciarle andare il braccio, quasi avesse paura che scappasse di nuovo, la fissò ancora un attimo prima di parlare, come per assicurarsi che fosse reale e non un’allucinazione.

‘Come... cosa... Dio Nat, dove diavolo sei finita?’

‘Questa è una storia lunga Bri...’

‘Perché?’ chiese lui, e Nat non aveva certo bisogno che lui specificasse il resto: d’altronde sapeva che tutti si sarebbero chiesti il motivo della sua partenza improvvisa, senza lasciare alcuna traccia di sé, soprattutto Brian e... beh, non aveva ancora bisogno di pensare ad altro.

‘Ecco...questo fa parte della storia complicata... ma posso illustrartene parte fin da subito... se mi lasci un attimo il braccio, si intende...’ rispose lei, ridacchiando sull’ultima parte.

Brian fissò la sua mano sorpreso, probabilmente nemmeno si era accorto di avere il braccio della sorella ancora saldamente stretto e la lasciò immediatamente andare, osservandola però preoccupato mentre scendeva i gradini e si dirigeva verso la sua macchina, parcheggiata nel vialetto.

‘Non ho intenzione di darmi alla fuga...’ lo rassicurò lei, aprendo lo sportello posteriore ‘Devo solo recuperare...questo ghiro...’.

Nat per poco non scoppiò a ridere davanti alla faccia di Brian, era talmente sconvolto da essere quasi divertente.

‘Oh...quando? Chi?’ fu tutto quello che Brian riuscì a dire, indicando il bambino che dormiva in braccio a Nat.

In quel momento il piccolo si mosse e un attimo dopo spalancò gli occhi.

‘Mamma, dove siamo?’.

Nel frattempo, Nat era tornata alla porta di ingresso, davanti a Brian, che se possibile fu ancora più sconvolto quando riuscì a guardare in faccia il piccolo.

‘Ok... credo di poter ritirare la mia domanda precedente...’ disse lui, non aveva più alcun dubbio riguardo al “chi”.

‘Lo avevo immaginato...’ rispose lei ‘Amore, ti ricordi che ti ho parlato dello zio e degli amici della mamma? Ecco, lui è lo zio Brian’ disse poi rivolgendosi al piccolo, che si voltò verso il ragazzo, studiandolo con gli occhietti ancora assonnati.

‘Ciao zio Brian!’ disse infine, sfoderando un sorriso allegro, che contagiò immediatamente anche Brian.

‘Ciao piccolino... ehy, ma entrate, fra un po’ dovrebbe tornare anche Michelle, sarà al settimo cielo Nat...’ disse Brian, facendo strada alla sorella.

Una volta in salotto i tre si sedettero su uno dei divani e ci fu ancora qualche attimo di silenzio prima che Brian ricominciasse a parlare.

‘Piccolino, ce l’hai un nome o devo continuare a chiamarti piccolino?’ chiese sorridendo al bambino, che si guardava intorno incuriosito da quell’ambiente nuovo.

‘Jess’ disse il bambino, che improvvisamente aveva deciso di diventare timido e nascose il volto nell’incavo del collo di Nat mentre rispondeva.

‘Solo Jess amore?’ gli disse la ragazza, spostandogli la testolina così da poterlo guardare negli occhi e sorridendogli per incoraggiarlo.

‘Jesse James Haner’ rispose infine il bambino, riportando timidamente lo sguardo su Brian, che gli sorrise prima tornare a guardare la sorella.

‘Non chiedermelo Brian’ disse semplicemente lei, lanciando un’occhiata significativa al bambino: lui non sapeva nulla per il momento e Natalie preferiva continuare così finché poteva farlo.

‘Ok...’ rispose Bri, capendo cosa la sorella intendesse ‘Sbaglio o ha sonno?’ le chiese poi, vedendo che il bambino continuava a stropicciarsi gli occhi.

‘Sì... si era appena addormentato quando sono arrivata qui...’

‘Vuoi metterlo di là? Non puoi negarmi qualche spiegazione e lo sai, piccoletta’ le disse lui, ridacchiando, a giudicare dall’occhiataccia che gli aveva lanciato Natalie ancora non sopportava quando lui la chiamava “piccoletta”.

‘Chiamami un’altra volta così e non sentirai una parola da me...’ rispose lei, confermando i suoi sospetti ‘Comunque, sì, grazie, sarebbe l’ideale...’

‘Per di qua’ disse Brian, alzandosi in piedi e facendo strada alla sorella verso la zona notte, dove la fece entrare in una delle stanze degli ospiti.

Quando Jess si fu addormentato, Nat raggiunse di nuovo Brian, che nel frattempo era tornato in salotto, e si sedette vicino a lui sul divano.

‘Lui lo sa?’ chiese Brian, facendosi improvvisamente serio e a Nat non sfuggì la leggera irritazione nel suo tono di voce.

‘Certo che non lo sa Brian, altrimenti perché credi che non ne voglia parlare davanti a Jess?’ rispose lei.

‘Giusto...’ convenne lui, rilassandosi.

‘Però...’ riprese lei, facendosi nervosa ‘Beh... qualcuno che lo sapeva c’era... ed è anche il motivo per cui sono tornata...’ continuò Nat, torturandosi il bordo della maglietta: sapeva che Brian si sarebbe arrabbiato, o almeno era quello che temeva.

‘Sarebbe?’ chiese Brian, cercando di mantenere la calma, nonostante, Nat lo notò immediatamente, quel piccolo dettaglio lo irritasse non poco.

‘Jimmy’ rispose Nat, sussurrando appena il nome, faceva ancora troppo male.

Brian non disse nulla, ma la ragazza glielo lesse in faccia che anche per lui i sentimenti erano gli stessi, Jimmy era il suo migliore amico e la ferita era ancora troppo fresca.

‘Non me lo ha mai detto...’ disse infine il ragazzo, anche se era evidente che non c’era il minimo risentimento nei confronti dell’amico, sarebbe stato inutile e anche impossibile vista la situazione.

‘L’ho dovuto implorare Bri... non faceva altro che dirmi che sarei dovuta tornare... ma alla fine lo ha accettato...credo preferisse continuare a tenere il segreto piuttosto che rischiare che sparissi per davvero per tutti... e comunque, sono certa che odiasse profondamente la situazione’ si affrettò a spiegare Nat, l’ultima cosa che voleva era che a Jimmy fosse attribuita in qualche modo la colpa di quello che lei aveva fatto.

Il ragazzo annuì, poi ricominciò a parlare.

‘Immagino che avrei dovuto capirlo...continuava a ripetermi che sicuramente stavi bene e avevi i tuoi motivi... era troppo convinto quando lo diceva...’

‘Era Jimmy, era un ottimo attore’ rispose Nat, sentendo chiaramente la fitta al cuore che provava ogni volta che doveva usare i verbi al passato riferendosi al suo amico.

‘Già... lo avevi sentito... di recente?’ chiese Brian: stava per dire “prima che succedesse”, ma era troppo difficile.

‘Il giorno prima... mi aveva raccontato di Natale... soprattutto di Johnny che si era ‘accidentalmente’ versato in testa la maionese...’ ricordò lei, ridacchiando: ovviamente con ‘accidentalmente’ si intendeva ‘per mano di Jimmy ‘The Rev’ Sullivan’.

Brian sorrise al pensiero, si erano divertiti un mondo.

Se solo avessero saputo che tre giorni dopo gli sarebbe crollato il mondo addosso...

‘Sono tornata per questo...’ continuò Nat ‘Io... non lo so, ho pensato che... che non volevo stare lontana da qui proprio ora... lo so che non sei da solo e nemmeno gli altri lo sono, però...’

‘Sono contento che tu sia tornata’ la interruppe Brian, sorridendole, e lo era davvero, anche se aveva passato gli ultimi quattro anni ad essere anche profondamente arrabbiato con Nat per essere scomparsa in quel modo, ora che ce l’aveva finalmente davanti era solo felice come un bambino.

‘Anch’io sono contenta di averlo fatto...’ disse lei, sorridendo a sua volta ‘Credo che questo posto mi sia mancato più di quello che pensassi... tutti mi siete mancati...’

‘Anche Zack?’ chiese a bruciapelo Brian, sapeva che non era molto corretto da parte sua, ma aveva davvero bisogno di una risposta.

‘Non... non lo so...’ ammise Nat: se lo era chiesta anche lei, ma proprio non sapeva se le fosse mancato, o meglio, sì, in un certo senso le era mancato, ma non era certa di essere pronta a rivederlo.

‘Cos’è successo Nat?’

‘Quando... ti ricordi che dopo City of Evil c’erano un po’ di alti e bassi fra me e Zack?’.

Brian annuì: se ne ricordava bene, non era chiaro a nessuno il perché, ma da quando era uscito l’album, fra quei due le cose avevano cominciato ad andare male, lui aveva sempre pensato che il successo improvviso che li aveva travolti avesse pesato in qualche modo sulla relazione fra Nat e Zack, ma ai tempi era convinto che si trattasse solo di una fase.

‘Beh... una settimana prima che me ne andassi, io e Zack abbiamo avuto una lite peggiore del solito... ci siamo detti di tutto, anche cose di cui sinceramente mi pento... la sfortuna ha voluto che la sera ci fosse la festa di una nostra amica... le avevamo promesso che ci saremmo andati e lo abbiamo fatto... ovviamente non ci rivolgevamo la parola... almeno finché non abbiamo ricominciato a litigare... e per ripicca lui ha flirtato tutta la sera con una delle invitate...’.

Brian annuì, in realtà lo sapeva, Zack glielo aveva raccontato dopo che Nat era sparita e non ne era stato propriamente entusiasta, ma ormai era acqua passata.

‘Due giorni dopo ho scoperto di essere incinta...cioè, in realtà avevo il dubbio già da prima, ma ne ho avuto la conferma... e forse ho sbagliato a decidere per lui, ma... insomma Bri, forse mi sbagliavo, ma Zack non era assolutamente pronto a fare il padre... non che io fossi da meglio, ma non ero io quella che faceva le cose per ripicca come i bambini, no?’.

Ancora una volta, Brian non poté fare altro che annuire, almeno su quel punto Natalie aveva ragione.

‘E poi c’era la band... ce l’avevate fatta, avevate il mondo ai vostri piedi... e nonostante tutto Zack non lo avevo lasciato, quindi qualcosa per lui la provavo ancora... e non volevo che dovesse rinunciare a tutto quello che aveva sempre sognato... se fosse successo ora sarebbe un discorso diverso, ma ai tempi non potevate permettervi di rallentare il ritmo o di annullare tour perché Zack potesse stare dietro ad un bambino... ma non potevo nemmeno concepire l’idea di liberarmene... e l’unica soluzione logica mi è sembrata quella di andarmene...’

‘Avresti potuto dirmelo...’ intervenne Brian.

‘Ci ho pensato Bri... credimi, ci ho pensato, ma sapevo che avresti cercato di farmi cambiare idea e che non mi avresti mai lasciata andare... non volevo dirlo nemmeno a Jimmy, volevo solo andarmene, ma mi ha vista... ha visto che caricavo le valigie in macchina e mi  ha chiesto cosa stesse succedendo... e sai che sono una pessima bugiarda...’

‘Quello è vero...’ concordò Brian ‘Ok...ora che pensi di fare? Ehy, aspetta un attimo, dove vivi ora?’

‘Ho chiamato Viki quando ho deciso di tornare... il caso ha voluto che l’appartamento sopra il suo fosse libero, ci ha messo una buona parola col proprietario ed ora sto là...’

‘Anche lei lo sapeva?’ le chiese Brian: Viki era sempre stata la migliore amica di Nat e quindi era stata anche la prima persona da cui Brian era andato quando la sorella era scomparsa, ma lei aveva sempre giurato di non avere nessuna idea riguardo a dove fosse Nat.

‘No... anzi, in realtà pensavo che mi avrebbe sbattuto in faccia il telefono... l’unica persona che ho visto e sentito in questi anni è stato Jimmy, Bri, nessun’altro’

‘Aspetta... visto?’ chiese perplesso Brian.

‘Sì... solo un paio di volte, quando eravate in tour dalle mie parti...’

‘Ecco, dov’erano le tue parti, per esempio? Dove sei stata tutto questo tempo?’

‘Washington... una mia amica dell’università abitava lì, mi ha ospitato per un po’ finchè non ho trovato un lavoro... e a proposito, faccio la traduttrice, il che non è male, lavoro a casa, con Jess è l’ideale...’

‘Sapevo che saresti finita a fare la traduttrice...’ commentò Brian, sorridendo, Natalie aveva sempre avuto il pallino per le lingue straniere.

‘Oh mio Dio!’.

Brian e Natalie si voltarono verso la porta del salotto, da dove Michelle fissava la ragazza a bocca aperta.

‘Oddio, Nat!’ urlò l’altra ragazza, prima di saltarle praticamente addosso.

‘Anch’io sono felice di vederti Mich...’ rise Nat, abbracciando a sua volta la ragazza.

‘Ma che è successo? Dove sei finita? Perché...’

‘Shhhh!’ fecero in coro Brian e Nat, dal momento che Michelle aveva un tono di voce decisamente alto.

‘Ma... che c’è?’ chiese confusa Michelle, abbassando la voce e fissando alternativamente i due.

‘Vieni...’ le disse Nat, prendendola per un braccio e portandola verso la stanza dove dormiva Jess.

Michelle si sporse dalla porta e quando vide il bimbo che riposava tranquillo sul letto, sorrise.

‘Oh, è adorabile, Nat!’ sussurrò, voltandosi verso la ragazza.

Nat si limitò a sorridere a sua volta, poi tornò con Michelle in salotto prima che il bambino si svegliasse.

‘Allora...’ cominciò Michelle ‘Prima di chiederti spiegazioni dettagliate riguardo al perché tu sia sparita nel nulla, devo saperlo: Zack lo sa?’

‘Ehy, aspetta un secondo, come lo sai?’ le chiese Brian, fissando sconvolto la sua ragazza.

‘Andiamo Brian, solo un cieco non lo capirebbe, è la copia sputata di Zack!’ gli fece notare lei ‘Ma perché, lui non ci è arrivato subito?’ chiese poi rivolta a Natalie.

‘Ha dovuto vedergli gli occhi’ rispose Nat, ridacchiando davanti all’espressione di Brian.

‘Verdi, scommetto’ disse Michelle.

‘Esattamente’ rispose Nat.

‘Oh, insomma, la smettete?’ intervenne Brian ‘Mi sento escluso...’ si lamentò poi, mettendo il broncio e facendo ridere le ragazze.

‘Oh, gli altri saranno elettrizzati! Val impazzirà, ne sono assolutamente certa... e poi lei adora i bambini!’

‘Ecco... veramente c’è una cosa che vorrei chiedervi...’ disse Nat, diventando improvvisamente nervosa.

‘Ehy, che c’è?’ le chiese Brian.

‘Ecco... almeno per il momento vorrei tenere nascosta l’esistenza di Jess...’

‘Jess sarebbe quell’adorabile frugoletto che dorme di là, giusto?’ chiese conferma Mich.

‘Sì...’

‘Cioè...fammi capire... possono sapere che tu sei tornata, ma non che hai un figlio?’ domandò Brian.

‘Esattamente...’

‘Nat... Zack ha il diritto di saperlo...’ disse il ragazzo.

‘Lo so Brian, lo so... ma una cosa per volta... fammi affrontare una cosa per volta... non è stato facile tornare Bri, sono felice di averlo fatto, ma non è stato facile... e poi credo che sia meglio anche per Zack... non credo che per lui sarà facile accettare il fatto che sia tornata dopo essere sparita nel nulla per quattro anni... e credo che una notizia per volta sia più che sufficiente... soprattutto considerata... beh, la situazione attuale...’ disse Nat, parlare della “morte di Jimmy” ad alta voce era una delle cose che ancora non riusciva a fare.

‘Forse hai ragione...’ dovette ammettere Brian, messa in quel modo non faceva una piega.

‘Glielo dirò Brian, te lo prometto... solo non ora... e poi devo preparare Jess... ha solo tre anni Bri, non è facile spiegarglielo... dammi un po’ di tempo, ok?’

‘D’accordo... posso chiederti una cosa?’

‘Certo fratellone’

‘Hai detto che sentivi Jimmy...’ iniziò lui, ignorando l’occhiata sconvolta di Michelle ‘Non ti ha mai detto nulla di Zack?’ chiese: a giudicare da quello che aveva appena detto la sorella, forse non le era ben chiaro quello che il ragazzo aveva passato dopo che se ne era andata.

‘Più o meno... cercavo di cambiare discorso... ma c’è stata una volta in cui è venuto a casa mia a Washington in particolare, la primissima volta in cui l’ho rivisto, lì non l’ho potuto proprio fermare...’.

 

2007:

Natalie aprì la porta e per poco non si mise a saltellare dalla gioia quando si trovò davanti Jimmy: Dio, se le era mancato.

‘Ehy, piccoletta!’ la salutò lui, abbracciandola immediatamente.

‘Jim...non respiro...’

‘Uff, ma quanto sei diventata fragilina...’ finse di lamentarsi lui, entrando in casa e adocchiando immediatamente la culla ‘Allora, è lui?’ chiese il ragazzo.

‘Sì, è lui’ rispose Nat, avvicinandosi insieme a Jimmy alla culla.

‘Nat, è... è adorabile’ disse Jimmy, guardando il piccolino che dormiva tranquillamente.

‘Già...’ rispose lei, sorridendo davanti all’espressione adorante di Jimmy: un gigante buono, lo aveva sempre detto lei, in quel momento aveva lo sguardo più dolce del mondo.

‘Sai...’ disse lui dopo un po’, spostandosi dalla culla per non svegliare il piccolo e spostandosi sul divano, dove nel frattempo si era seduta Nat ‘Se Bri sapesse che sono qui, probabilmente mi ucciderebbe’

‘Lo so...’ rispose Natalie, fissandosi le ginocchia ‘Jim, ascolta, lo so che ti sto chiedendo molto, ma ti prego, non lo deve sapere... né lui, né nessun altro’

‘Sai benissimo che non glielo direi mai, Nat, non te la farei mai una cosa del genere... però devo dirtelo, ci sta male, tanto... i tuoi sono disperati...’

‘Lo so  Jim, lo so, ma se lo dicessi a loro, poi dovrei dirgli di Jess, e lo verrebbe a sapere anche Zack, e sarebbe un gran casino’

‘Nat... sinceramente... hai mai pensato a come ci sta Zack?’

‘Jim...’

‘No, Nat, ascoltami, ti giuro che non ne parlerò mai più, ma lascia che te lo dica: Zack non è felice, è vero, ultimamente fra voi due le cose non andavano bene e probabilmente hai ragione quando dici che non era affatto pronto a fare il padre...no, che dico, hai assolutamente ragione... ma ciò non toglie che da quando te ne sei andata lui stia da schifo’

‘Pensavo che stesse uscendo con una ragazza ora...’ ribatté debolmente Nat, senza osare guardare in faccia l’amico.

‘Gena? Sì, da qualche mese... ed io gli auguro che funzioni, Gena è una ragazza fantastica, ma non credo che dureranno a lungo... anche se lo nega, lo conosciamo bene, non ha superato voi due e temo che prima o poi anche Gena se ne renderà conto... e sinceramente, non si merita un ragazzo che pensa ad un’altra, decisamente si merita qualcosa di meglio...’

‘Jim... lui... la supererà, voglio dire... è Zack, è fatto così, fa delle tragedie per qualsiasi cosa, ma poi si dimentica di tutto e va avanti... lo ha sempre fatto...’

‘Lo spero Nat... lo spero davvero...’ rispose Jimmy, anche se in realtà aveva l’impressione che la ragazza stesse più che altro cercando di convincere se stessa.

 

‘Le cose non sono cambiate di molto Nat... e Jimmy aveva ragione, con Gena è durata poco più di un anno...’

‘Bri, ti prego...un problema per volta, ok?’ lo implorò Nat, pensare a Zacky in quel momento era l’ultima cosa che voleva e riusciva a fare, non dopo aver parlato di Jimmy.

‘Ok, ok... Bri, ascolta, credo che abbia ragione lei...’ intervenne Mich ‘Ci parla con Zack, lo ha detto, lasciaglielo fare con i suoi tempi, ok?’

‘Ok’ si rassegnò Brian, in fondo era tornata, tutto si sarebbe sistemato alla fine.

‘Grazie Bri’ disse Nat, accennando un sorriso.

‘E di che? Scusa tu, piuttosto... non volevo insistere, è solo che...beh, lo sai, Zack è mio amico, avrà anche sbagliato ai tempi, ma l’ha pagata alla grande...’

‘Tutto ok, Bri’

‘Bene... ora, a meno che tu non voglia mandare in fumo tutti i tuoi buoni propositi Nat, credo sia meglio che ti dia alla fuga...’ intervenne Michelle.

‘Eh?’ chiese confusa lei.

‘Cazzo, me ne ero completamente dimenticato!’ esclamò Brian ‘Ci troviamo qui con gli altri, fra... dieci minuti?!’ constatò lui sorpreso.

‘Ok, allora vado a prendere Jess e vado’ disse Nat, scattando in piedi, l’ultima cosa che voleva era farsi sorprendere lì dagli altri... o meglio, da Zack.

Mentre stava caricando Jess in macchina, Brian le si avvicinò.

‘Nat... non sparisci un’altra volta, vero?’.

La ragazza si voltò verso di lui, sorridendogli.

‘Te lo prometto Bri, non ho alcuna intenzione di sparire di nuovo’ lo rassicurò lei, abbracciandolo.

‘Certo... a meno che papà e mamma non mi leghino in cantina, in quel caso però non è colpa mia’ aggiunse poi lei, facendo ridere il fratello.

‘Deduco che è esattamente dove stai per andare’

‘Già... augurami buona fortuna’

‘Servirebbe a qualcosa?’ chiese scettico lui.

‘No, non credo...’ riconobbe lei, sorridendo ‘Beh, ci vediamo... il numero te l’ho lasciato, fammi sapere...sì, come la prendono, ok?’

‘Ok... ehy, ciao piccolino!’ disse Brian, abbassandosi per salutare Jess, che fissava lui e Nat con occhi assonnati.

Il bambino agitò la manina, poi Nat salì in macchina e partì alla volta della casa dei suoi, mentre Brian tornava in casa da Michelle: lo aspettava una conversazione per nulla facile coi suoi compagni di band, soprattutto con uno di essi.

 

 

Salve a tutti!

Eccomi di nuovo con una storiella senza pretese sui miei adorati A7X (lo so che siamo in arrivo del primo anniversario della triste dipartita del Rev, suppongo sia anche quello che mi spinge a scrivere su di loro...)... un paio di note:

  1. 1.      Non l’ho ancora finita, anche se a grandi linee l’ho in mente, quindi gli aggiornamenti saranno a volte più lenti, a volte più rapidi, dipende se ho già scritto o meno le parti successive
  2. 2.      Solito disclaimer: io gli Avenged Sevenfold non li conosco (purtroppo) e questa storia e quanto vi è dentro è frutto della mia mente malata (non tutto, ma molto)
  3. 3.      Io non ho nulla contro Gena, anzi, la trovo una ragazza assolutamente deliziosa... ma non mi serviva ai fini della storia...=)

Detto ciò, spero che possa piacervi questa mia storiella... e se vi piace, perché non mi lasciate una recensione per dirmelo? E se non vi piace... lasciatemela lo stesso! (ovviamente sarebbero graditi toni civili =)...)

Xxx

Lady Numb

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Doveva dirglielo.
Brian Elwin Haner Junior doveva assolutamente prendere in mano un briciolo di coraggio e riferire la novità ai suoi amici.
Erano due ore, da quando gli altri erano arrivati, che se lo ripeteva, senza contare che Mich continuava a lanciargli occhiate intimidatorie, o almeno quella era la sensazione.
Doveva proprio dirglielo.
'Dirci cosa?'.
Brian si voltò verso Matt, che aveva fatto la domanda, e si accorse che tutti lo stavano fissando: dannazione a lui e al suo vizio di pensare a voce alta.
'Io...' cominciò Brian 'Ok, ragazzi, ho una notizia da darvi'
'Sarebbe?' chiese Johnny.
'Oggi ho ricevuto una visita...inaspettata, decisamente inaspettata...' continuò Brian, voltandosi istintivamente verso Zack.
'E guardi me perché...?' chiese l'altro chitarrista perplesso.
'Da chi?' domandò Matt.
'Natalie' rispose Brian.
In quel momento, tutti si voltarono verso Zack e a nessuno sfuggì che improvvisamente il ragazzo sembrava estremamente interessato alle proprie scarpe.
'Nat?' chiese infine Val, rompendo il silenzio che era calato.
'Già...a quanto pare era rimasta in contatto con Jimmy... e dopo...sì, beh, dopo quello che è successo ha deciso di tornare...'.
A Brian non sfuggì il fatto che Zack aveva bruscamente rialzato la testa quando aveva detto che Jimmy sapeva dove fosse Nat ed era certo di non aver immaginato la leggera irritazione che per un momento aveva oscurato il volto dell'amico.
'Come sta?' chiese Lacey.
'Bene...è...complicato...il perché se ne è andata intendo, lascerò che sia lei a spiegarvelo...però sta bene...e credo che abbia intenzione di restare...' spiegò Brian, tenendo sempre sotto controllo le reazioni di Zack, che però era tornato a fissarsi le scarpe e sembrava completamente assente.
'Beh...è una bella notizia...no?' chiese Matt, ignorando volutamente Zacky, non si aspettava nessuna risposta da lui in quel momento.
'Eccome se lo è!' intervenne Michelle, finalmente libera di parlarne.
'Quando pensa di farsi vedere anche da noi?' chiese Val, che dopo la tensione iniziale stava iniziando ad essere molto contenta del ritorno dell'amica, così come Lacey di fianco a lei.
'Suppongo che si possa organizzare qualcosa tutti insieme...' azzardò Brian, ricevendo una serie di risposte affermative da tutti tranne che da Zack, che si stava comportando come se nulla stesse succedendo attorno a lui.
'Ok, allora è deciso...domani?' propose Matt.
'Devo sentire Nat, ma penso che si possa fare...' rispose Brian.
'Zack?' chiese Matt, decidendo che era il momento giusto per smettere di ignorare l'amico e coinvolgerlo volente o nolente nella conversazione.
L'altro si limitò ad alzare le spalle, senza degnare di uno sguardo o di una parola il resto del gruppo.

Matt si scambiò un’occhiata preoccupata con Brian e Johnny: decisamente la reazione di Zack non lasciava sperare in nulla di buono.

 

Più tardi quella stessa sera, Nat stava cercando di far addormentare Jess, che tuttavia sembrava troppo eccitato per mettersi a dormire.

‘Mamma, mamma, mare!’

‘Amore, ci siamo stati tutta la sera al mare, adesso dormi e domani ci torniamo, ok?’ rispose lei, accarezzandogli la testa, generalmente funzionava.

Il bambino annuì, soddisfatto di quella promessa e fortunatamente quindici minuti dopo dormiva come un angioletto.

Nat riuscì finalmente a concedersi una lunga doccia calda, si infilò il pigiama e si lasciò cadere sul letto, quella era stata una giornata veramente stancante.

Sobbalzò quando sentì squillare il cellulare e rispose prima che potesse svegliare Jesse.

‘Pronto?’

‘Ehy, piccoletta!’

‘Vuoi che ti sbatta il telefono in faccia, Bri?’ chiese lei, ributtandosi sul letto.

‘No...ma è troppo divertente, scusami...’

‘Ok, sorvoliamo... com’è andata?’ chiese Nat, nervosa: non sapeva cosa aspettarsi, in fondo non vedeva i ragazzi da quasi quattro anni.

‘Le ragazze sono al settimo cielo... gli altri sono contenti... quasi...’

‘Quasi?’ chiese perplessa Nat, o meglio, fece finta di esserlo, credeva di aver capito cosa intendesse Brian.

‘La domanda che vuoi farmi è ‘cosa ne pensa Zack?’, credo...’

‘Non credo proprio...’

‘Ok, rettifico, la domanda che dovresti farmi è ‘come l’ha presa Zack?’, così va meglio?’

‘Come se te lo avessi chiesto, allora’ ribatté Nat.

‘E va bene, mi hai fregato...’ fu costretto ad ammettere Brian ‘Tornando seri... non l’ha presa molto bene Nat... ma prima che tu lo dica, non credo sia per i motivi che pensi tu... senti, dovrei spiegarti esattamente quello che è successo quando te ne sei andata perché tu capisca, diciamo che Zack si sente in colpa, ok?’

‘Bri... era plausibile allora, ma sono passati tre anni e mezzo!’

‘Nat... senti, hai da fare ora?’

‘A parte dormire no...’

‘Bene, vengo lì, dobbiamo farci una chiacchierata’

‘Io...oh, e va bene’ si rassegnò lei, guardando tristemente il cuscino che mai le era parso così invitante ‘Ma azzardati a suonare il campanello e ti fratturo il polso’.

Per tutta risposta, Brian scoppiò a ridere e riattaccò, mentre Nat fissò perplessa il cellulare: non c’era nulla da ridere, lei faceva sul serio, se avesse svegliato Jess gli avrebbe fatto quello ed altro.

 

‘Guarda che te lo avrei fratturato davvero il polso se avessi suonato...’ esordì Nat mentre aspettava che Brian salisse la rampa di scale per arrivare alla sua porta.

‘Anch’io ti voglio bene, sorellina... a proposito, come l’hanno presa mamma e papà?’ chiese, mentre seguiva la sorella nell’appartamento ‘Ehy, carino...’

‘Certo che è carino, è mio... comunque, credo di aver quasi ucciso nostra madre... ho davvero temuto che le venisse un infarto...’.

Brian ridacchiò, non faticava a crederci.

‘Posso solo immaginare la reazione che hanno avuto davanti a Jess’

‘Ah, guarda, sarei potuta scappare di nuovo e nemmeno se ne sarebbero accorti...’ commentò Natalie divertita.

‘Parlando di questo... veniamo al motivo per cui sono qui, che dici?’

‘Sarebbe?’

‘Credo che sia il caso che ti racconti cos’è successo quando te ne sei andata...’

‘Ok, spara’ disse Nat, abbracciandosi le ginocchia e raggomitolandosi sul divano.

 

Settembre 2005

Brian si diresse a passo spedito verso la porta, chiunque si fosse attaccato al campanello o aveva molta fretta, o aveva voglia di farsi picchiare.

‘Zack, accidenti, che c’è?’ chiese seccato Brian quando vide che il disturbatore era il suo amico.

‘Nat è da te?’ chiese l’altro.

‘No che non è da me, perché dovrebbe essere qui?’ chiese perplesso Brian.

‘L’ho cercata a casa e non c’è, ho chiamato Viki e non l’ha vista, i tuoi non l’hanno sentita, ha il cellulare staccato, Val e Mich non hanno idea di dove sia, Lacey nemmeno, ho chiamato Matt, Jimmy e Johnny e loro non la sentono da ieri sera’.

Brian ci mise un attimo prima di rispondere, non gli piaceva affatto, nemmeno lui sentiva la sorella dal giorno prima e non era da lei sparire in quel modo.

‘Ok, manteniamo la calma... considerato che ultimamente il vostro passatempo preferito è litigare, potrebbe aver pensato di fartela pagare giusto un po’, no?’

‘Andiamo Brian, nemmeno tu sai dov’è, ti pare normale?’ chiese Zack, evidentemente preoccupato.

Brian dovette ammettere che aveva ragione, qualcosa non quadrava.

‘Ma ci sei entrato in casa sua?’ chiese il ragazzo.

‘No, mi sono scordato le chiavi... se ne hai una copia possiamo andare a dare un’occhiata, una cosa è certa, se è in casa non mi vuole aprire’.

Che strano, si ritrovò a pensare Brian, ultimamente molto spesso Nat non voleva parlare con Zack o viceversa.

‘Ok, andiamo’ disse Brian, recuperando la sua copia delle chiavi di casa di Nat e seguendo l’amico verso la sua macchina.

Cinque minuti dopo, Brian stava aprendo la porta dell’appartamento della sorella, dopo aver suonato diverse volte senza ottenere risposta.

Una volta dentro, Zacky si diresse deciso verso la stanza della ragazza, Brian invece andò in cucina.

‘Brian!’.

Il ragazzo corse verso la camera della sorella e la prima cosa che vide fu Zack seduto sul letto che stringeva qualcosa fra le mani.

‘L’ho trovato sul cuscino...’ disse, porgendo quello che sembrava un foglietto di carta a Brian.

Il ragazzo lo lesse e per un istante non capì più nulla.

Mi dispiace.

Non cercatemi, N.

‘Manca tutto... vestiti, oggetti... ha portato via tutto’ disse Zack, che non si era mosso di un centimetro dalla sua posizione.

‘Non... non ha senso... perché lo avrebbe fatto?’ chiese Brian, più a se stesso che a Zack in realtà, non riusciva a realizzare la cosa, sua sorella non poteva essersene semplicemente andata senza una parola.

‘Credo sia colpa mia’.

Brian si voltò di scatto verso Zacky.

‘Cioè?’.

Zack tirò un respiro, poi raccontò a Brian tutto quanto del litigio che aveva avuto con Nat la settimana prima e del suo comportamento da idiota, perché tale era stato e se ne era reso conto, alla festa di Lindsay.

‘Zack...’ iniziò Brian, senza guardarlo in faccia ‘Tu prega, PREGA che io ritrovi mia sorella alla svelta... altrimenti tu con me hai CHIUSO, sono stato chiaro?’.

L’altro si limitò ad annuire, si riteneva già abbastanza fortunato che Brian non avesse cercato di picchiarlo, anche se senza dubbio se lo sarebbe meritato, aveva mandato in fumo da solo una delle cose migliori che gli fossero capitate.

 

‘Non gli ho rivolto la parola per un mese’ continuò Brian ‘Poi Matt e Jimmy mi hanno convinto che forse non era colpa sua... ora che ci penso, Jimmy più che Matt... avrei dovuto capire che sapeva qualcosa...’

‘Beh, ma... è stato allora, no? Voglio dire, sono passati tre anni e mezzo, Brian...’ disse Natalie.

‘Nat, fidati di me, lo conosco, non gli è mai passata, lui è ancora convinto che sia colpa sua se te ne sei andata... e non credo che sarà molto confortante per lui sapere che in parte aveva ragione, ma questo è un altro discorso... quello che sto cercando di dirti è che devi metterti in testa che le cose con  Zack potrebbero essere più difficili di quanto tu stessa non pensi...’

‘Io... Dio, Bri, io non credevo... voglio dire, Zack si è sempre fatto scivolare tutto addosso...se  l’è sempre presa per tutto, ma se l’è sempre fatta passare alla svelta...’

‘A quanto pare tu sei un’eccezione...perché credimi, quando oggi ho detto ai ragazzi che sei tornata, non mi è sembrato propriamente indifferente alla cosa’

‘Cioè?’

‘Credo che non abbia più detto una parola per il resto della serata...no, anzi, ne sono sicuro... a proposito, gli altri proponevano un ritrovo da me per domani, ti va?’

‘Credo di sì... devo chiedere a Viki s può tenermi Jess, ma non credo ci saranno problemi, se ne è innamorata...’

‘Una cosa però devo dirtela: io non mi aspetterei di vedere Zack domani... sa che ci vediamo perché era lì e ha sentito, ma non credo abbia la minima intenzione di esserci’

‘Non è solo perché si sente in colpa, vero? Ce l’ha con me?’

‘Non lo ha mai detto esplicitamente, ma potresti biasimarlo?’.

Nat scosse la testa, era esattamente quello che si aspettava da Zack e, in realtà, che si sarebbe aspettata anche da tutti gli altri, uno su tutti era un prezzo accettabile da pagare, anche se quell’uno su tutti non era un “uno” qualsiasi.

‘Comunque, forse è meglio così... una cosa per volta, come ho detto oggi, gli altri domani...e quando capiterà, anche Zack’ disse infine Nat.

‘Posso darti solo un consiglio?’

‘Certo Bri’

‘Questa cosa dei tuoi tempi va bene, ci ho pensato oggi e hai ragione...ma Huntington non è Washington, a meno che tu non abbia intenzione di tenere Jess chiuso in casa, prima o poi lo verranno a sapere da qualcuno... o incrocerai qualcuno dei ragazzi per strada... potrebbe essere uno degli altri o potrebbe essere lui... e non credo che tu voglia che lo venga a sapere così... quindi in sostanza, ok i tuoi tempi, ma forse conviene che li acceleri un po’, ecco...’.

Nat annuì, Brian aveva ragione, c’erano ottime probabilità che si trovasse davanti a Zack, soprattutto se la passione per la spiaggia del ragazzo era rimasta immutata in quegli anni.

‘Beh...sicuramente prima dovrò convincerlo a rivolgermi la parola... ma hai ragione, so benissimo che non posso evitarlo per sempre... soprattutto perché a Jess il mare piace anche troppo’ rispose lei, sorridendo sull’ultima parte: fortunatamente al bambino non sembrava dispiacere il trasferimento, anzi, aveva la netta sensazione che avrebbe dovuto passare molto tempo sulla spiaggia di Huntington.

‘Se posso... figlio di suo padre’ osservò Brian.

‘Già...’ commentò Nat, indubbiamente suo fratello aveva ragione su quel punto.

‘Ok, ti lascio dormire, ma domani sei attesa da me alle due... e vedi di essere puntuale, se non vuoi che Valary DiBenedetto Sanders venga a prenderti di persona... a proposito, io ti avviso, sarai punita per esserti persa il suo matrimonio’ disse Brian solennemente, facendo ridacchiare Nat.

‘Lo avevo immaginato...ok, a domani fratellone’

‘A domani piccol... Nat, Nat!’ si corresse lui, vedendo che Nat stava per afferrargli il polso.

‘Buonanotte!’ lo salutò angelica lei, prima di chiudersi la porta alle spalle e correre verso il suo agognato letto: aveva bisogno di dormire, dopo quella conversazione aveva decisamente bisogno di spegnere il cervello per una notte intera.

 

‘Sei sicura che non è un problema, Viki?’.

La ragazza si voltò verso Natalie, sorridendo.

‘Nat, ti ho detto che va bene! Vai tranquilla, rivedi tutti quanti e lasciaci qui che noi ci divertiamo, vero Jess?’.

Per tutta risposta, il bambino sorrise e annuì, continuando nel frattempo a giocare con le sue macchinine.

‘Grazie Viki... davvero... avresti tutte le ragioni di odiarmi, lo sai, vero?’.

L’altra si alzò dal tappeto dove stava giocando con Jess e si portò davanti a Nat.

‘Ascoltami bene, Natalie Christine Haner... è vero, ho avuto una certa voglia di prenderti a schiaffi per tutto questo tempo, ma sei tornata, sei qui ed io sono la persona più felice della terra... mi sei mancata, tanto... e non azzardarti mai più a sparire o stavolta verrò davvero a cercarti in capo al mondo, sono stata chiara?’

‘Limpida, Viki... e anche tu mi sei mancata’ rispose Nat, sorridendole.

‘Ovviamente, chi non sentirebbe la mia mancanza?’ ribatté Viki, mentre l’altra scuoteva la testa divertita: Viki era sempre la solita.

‘Ok, allora...vado?’ chiese Nat: era piuttosto agitata all’idea di rivedere tutti, moriva dalla voglia, ma era anche nervosa.

‘Muoviti!’ disse Viki, spingendola scherzosamente verso la porta.

‘Ehy, aspetta...amore, lo dai un bacio alla mamma?’ disse Nat rivolta al figlio.

Il bambino scattò in piedi e corse ad abbracciare la ragazza, dandole un bacio sulla guancia.

‘Dove vai mamma?’

‘La mamma deve andare dallo zio Brian, ma torno presto... tu fai il bravo con Viki, va bene?’

‘Io sono bravo!’

‘Certo che lo sei’ rispose Nat, sorridendo e scompigliandoli i capelli ‘A dopo Viki, e grazie di nuovo’

‘Ma figurati! Divertiti, a più tardi!’.

Nat uscì dall’appartamento di Viki, lanciando un’ultima occhiata a Jess, era nervosa quando si trattava di lasciarlo con qualcuno, anche se si trattava di Viki.

Salì in macchina e dopo qualche istante mise in moto: aveva una paura folle, ma doveva farlo.

E il peggio poi doveva ancora venire, e rispondeva al nome di Zachary James Baker.

 

‘NATALIE!!!!’.

Brian fece appena in tempo a scansarsi prima che Val, Lacey e, per solidarietà, Michelle, si lanciassero addosso alla sua malcapitata sorellina, facendola cadere a terra.

‘Ragazze... ragazze, non respiro... Bri!!’

‘Veditela da sola, fossi matto!’ rispose lui: cercare di ragionare con quelle tre? Lui ci teneva alla vita.

‘Maledetto traditore!’ ribatté Nat, guardandolo molto male mentre Val la aiutava a rialzarsi.

‘NATALIE!!!’

‘Matthew Sanders, non pensarci nemmeno, loro ok, tu mi schiacci!’ esclamò Nat, nascondendosi dietro Brian.

‘Credi che abbia paura a saltare addosso a tuo fratello?’ le chiese Matt, ricevendo un’occhiata sconvolta da Brian.

‘No, è esattamente quello che voglio che tu faccia’ rispose lei: la vendetta era sempre meravigliosa.

‘Presa!’ urlò Johnny, arrivandole alle spalle e abbracciandola da dietro, mentre Brian si spostava e Matt si univa all’abbraccio.

‘Non vale!’ protestò Nat, cercando contemporaneamente di non soffocare.

‘Ci sei mancata, piccoletta’ le disse Matt, ignorando il pizzicotto che Nat gli diede sentendo il soprannome, Brian ai tempi aveva contagiato tutti quanti.

‘Anche voi mi siete mancati... sì, anche tu nanetto!’ rispose Nat, rivolgendosi a Johnny, che le rivolse un gentilissimo terzo dito in risposta.

‘Lo sai che ci devi una lunghissima spiegazione, vero?’ le chiese Val, mentre tutti prendevano posto in salotto.

Nat tirò un bel respiro, ora cominciava la parte difficile, raccontare tutto... o meglio, la storia che si era inventata, non poteva certo dire la verità per il momento, avrebbe significato parlare di Jess, ma non voleva nemmeno che gli altri pensassero che se ne era andata per colpa di Zack.

‘Ok...ragazzi, è... non so bene come spiegarvelo, perché mi rendo conto che può suonare assurdo, ma ho sentito il bisogno di staccare da tutto... mi sentivo come... come se la mia stessa vita mi stesse schiacciando... so che suona assurdo, ma non era una bella sensazione... ci ho pensato bene, ma non riuscivo a vedere nessun’altra soluzione...’

‘Perché sei sparita però?’ chiese Lacey.

‘Perché se ve lo avessi detto avreste cercato di fermarmi... o sbaglio?’ chiese Nat, ricevendo in cambio una serie di negazioni, certo che avrebbero cercato di fermarla ‘Appunto... e poi... avevo paura che se ve lo avessi detto poi non avrei avuto il coraggio di farlo... ma sapevo che dovevo... ne avevo bisogno...’

‘E... con Jimmy?’ chiese Matt, e a Nat non sfuggì la smorfia di dolore sul volto del cantante nel pronunciare il nome dell’amico, la stessa che avevano tutti i presenti in quel momento.

‘Lui... lui mi ha vista mentre caricavo le valigie e... beh, conosci...conoscevi... Jimmy, con lui non si discuteva, o parlavi, o parlavi... e alla fine ho dovuto dirglielo, ma gli ho anche fatto promettere che non avrebbe detto nulla...e come ho detto a Bri, probabilmente per quanto odiasse tenere tutti voi all’oscuro della cosa lo preferiva a perdere definitivamente qualsiasi contatto...’.

Gli altri annuirono e Nat tirò mentalmente un sospiro di sollievo: a quanto pare le avevano creduto.

‘Sei tornata per restare, Nat?’ le chiese Val e le si leggeva negli occhi la speranza di una risposta positiva.

‘Sì... direi di sì...’

‘Oh, questo è quello che volevo sentire!’ esclamò Lacey, battendo il cinque con Val e Michelle.

‘Beh... bentornata Nat!’ disse Matt.

‘Già... siamo tutti contenti di riaverti qui!’ le disse Johnny e Nat non poté fare a meno di pensare che non proprio tutti erano felici.

‘Gli passerà, Nat...’ le disse Michelle, quasi le avesse letto nel pensiero ‘O se la dovrà far passare, comunque...’ aggiunse poi e solo Nat e Brian capirono a cosa si riferiva realmente.

Nat si limitò ad annuire, Zack era un argomento troppo delicato, non era certa di avere il totale controllo delle proprie emozioni quando si trattava di lui e l’ultima cosa che voleva era lasciarsi troppo andare con tutti quanti lì presenti.

 

Zack spense la televisione, a giudicare dalla programmazione di quel pomeriggio, aveva decisamente scelto il modo sbagliato per distrarsi.

Pensò di provare con la Wii, ma subito dopo si ricordò quanto fosse noioso giocarci da solo, per cui lasciò perdere anche quell’idea.

Eppure doveva trovare qualcosa da fare, qualunque cosa, purché lo distraesse dal pensiero che in quel momento Natalie era a casa di Brian.

Complimenti Zack, ti sei appena incastrato con le tue stesse mani, pensò, ormai i suoi pensieri avevano preso vita propria.

Natalie era senza dubbio l’unica vera ferita aperta di Zack, eccezion fatta per Jimmy, ma quello era un altro tipo di discorso e più che di ferita aperta, in quel caso si parlava di ferita fresca.

Jimmy... Jimmy sapeva dov’era Natalie e non gli aveva mai detto nulla.

Il giorno prima, quando Brian lo aveva rivelato, per un attimo aveva provato una fortissima rabbia, Jimmy era uno dei suoi migliori amici, aveva visto quanto ci era stato male, sapeva che continuava a sentirsi in colpa in fondo, eppure non glielo aveva mai detto.

Tuttavia, si era trattato solo di un attimo, in fondo Jimmy aveva solo fatto quello che avrebbe fatto per ciascuno dei suoi amici, seppur a malincuore aveva custodito gelosamente quel segreto fino alla fine.

Ora però Natalie era tornata e con lei tutti i fantasmi del passato di Zack.

Il principale problema di Zachary Baker era che non si era mai davvero disinnamorato di Natalie Haner.

Certo, era uscito con Gena per più di un anno, ma lo aveva capito quasi subito che non avrebbe mai funzionato, perché quando ti ritrovi a paragonare il tempo che passi con la tua ragazza con quello che passavi con la tua ex, decisamente c’è qualcosa che non va.

A volte Zack pensava di essere veramente egoista, perché Gena avrebbe dovuto lasciarla molto prima e non permettere che passasse così tanto tempo e che lei si accorgesse da sola della situazione, ma dopo Natalie Zack aveva perso gran parte del suo coraggio, non aveva il coraggio di lasciare Gena perché sapeva che sarebbe stato di nuovo solo dopo, per cui aveva semplicemente deciso di prolungarla finché poteva.

E ora lei era tornata.

E avrebbe dovuto vederla.

Era inevitabile, d’altronde: era la sorella di Brian, amica per la pelle di Val, Mich e Lacey, compagna di follie di Matt e Johnny, era logico che prima o poi l’avrebbe rivista.

Eppure avrebbe fatto di tutto per evitarlo, soprattutto in quel periodo, dove di motivi per stare male ne aveva più che a sufficienza.

Si alzò in piedi e si diresse a passo deciso verso l’uscita: un giro alla spiaggia, gli ci voleva decisamente un giro alla spiaggia.

 

Zack guardò l’orologio: le nove di sera.

Il suo giro sulla spiaggia si era decisamente trasformato in un soggiorno sul bagnasciuga.

Non era certo di essere sorpreso di vedere Brian che lo aspettava sul portico, in fondo se lo era aspettato, quando quella mattina aveva deciso che non avrebbe messo piede a casa Haner nel pomeriggio sapeva perfettamente che qualcuno avrebbe avuto qualcosa da dire al riguardo, era solo indeciso se puntare su Brian o su Matt.

‘Pensavo fossi andato a lanciarti dalla scogliera’ disse Brian scherzando, una novità in quell’ultimo mese, nessuno aveva molta voglia di scherzare da quando Jimmy non c’era più.

‘E tu te ne stavi tranquillo ad aspettare la notizia?’ ribatté Zack, cercando le chiavi.

‘A dire la verità ti avrei concesso ancora trenta secondi prima di chiamare gli altri e cominciare a mettere sottosopra la spiaggia...’ rispose l’altro, seguendolo in casa.

‘Che c’è Brian?’ chiese Zack, tagliando corto, tanto valeva arrivare subito al punto.

‘Lo sai che non la puoi evitare per sempre, vero?’ chiese Brian, sedendosi al tavolo della cucina mentre Zack metteva una vaschetta pronta in forno, si era reso conto di avere una certa fame.

‘No?’ chiese speranzoso l’altro, ricevendo in cambio un’occhiataccia da Brian.

‘Zack...che ti piaccia o no, è mia sorella e non ho la minima intenzione di perderla un’altra volta... e comunque, credo che farebbe bene anche a te farci due chiacchiere’

‘Prego?’ chiese Zack, sorpreso, aveva un paio di idee sulle cose che facevano bene, ma “fare due chiacchiere con Nat” non era affatto fra quelle.

‘Ascolta... non sta a me dirtelo e non lo farò... ma dal momento che nonostante tu lo neghi sappiamo tutti benissimo che ti addossi ancora la colpa per la sua partenza, forse parlare con Nat potrebbe farti più bene di quanto non credi’

‘Sai qualcosa che dovrei sapere?’ chiese Zack sospettoso: Brian era diventato decisamente strano negli ultimi trenta secondi, sembrava che non riuscisse nemmeno a guardarlo in faccia, come se gli stesse nascondendo qualcosa di importante.

‘Come ti ho già detto, non sta a me...’

‘Senti Brian, senza offesa, ma penso che anche tu possa capire perché Nat non è fra le persone che muoio dalla voglia di rivedere... te lo concedo, forse un minimo di senso di colpa mi è rimasto, ma capirai anche che non è nemmeno una delle persone che più amo al mondo’ pensò, mentre la vocina nella sua testa urlava ‘ipocrita’ a tutto volume.

‘Che tu ce l’abbia con lei è plausibile... ma ti prego, ti prego Zack, fidati di me... parlaci, non dico che devi parlarci domani, ma prima o poi parlaci, ok?’ ribattè Brian, praticamente implorandolo: cominciava a capire come doveva essersi sentito Jimmy in quegli anni, teneva quel segreto da appena ventiquattro ore e già si sentiva un mostro per il fatto di nascondere una cosa così importante ai suoi migliori amici, Zack primo fra tutti.

‘Perché ci tieni tanto, Brian?’ chiese sospettoso l’altro: decisamente quell’atteggiamento non era da Brian, lui era insistente di natura, ma questa volta c’era qualcosa di diverso, Zack era quasi certo ormai che lui sapesse qualcosa di veramente essenziale che però non gli riusciva proprio di cogliere.

‘Perché siamo tutti stufi, io per primo, di vedere che ti fustighi ogni volta che viene fatto il nome di Nat... è ora che anche lei si prenda la sua dose di responsabilità... e c’è, credimi’ rispose Brian.

‘Senti Brian... dammi solo un po’ di tempo, ok? Non sono stupido, lo so che non la posso evitare per sempre, dubito che Val e Mich me lo lascerebbero fare comunque...’ commentò lui, ricevendo in cambio uno sguardo divertito dall’amico ‘Io... non sono pronto a rivederla, non me lo aspettavo, ok?’

‘Ok... te l’ho detto, nessuno pretende che tu la riveda domani, solo non fare l’idiota, d’accordo?’

‘Certo che no, non sono mica te...’

‘Crepa Baker’

‘Ecco, due secondi fa eri il mio migliore amico, adesso mi vuoi male...’.

Per tutta risposta, Brian scosse la testa divertito, poi si alzò in piedi.

‘Ok, io torno a casa... ho lasciato Matt solo con Val e Michelle, credo sia il caso di andare a salvarlo...’

‘Sei malefico, Gates...’ commentò Zack, tirando fuori la sua cena dal forno.

‘Lo so... ci si vede in giro’

‘Ovviamente, buonanotte’

‘Notte Vee!’.

Una volta che Brian se ne fu andato, Zacky finì velocemente la sua cena, poi salì in camera sua e si lanciò sul letto, nascondendo la testa sotto il cuscino: il suo amico aveva ragione e lo sapeva benissimo, ma lui non voleva, non voleva rivedere Natalie.

Trovarsela davanti avrebbe riportato indietro tutte quelle orribili sensazioni che aveva tanto faticato a cacciare via, avrebbe significato sentirsi dire che era colpa sua se lei aveva deciso di andarsene senza nemmeno una parola.

Avrebbe significato, soprattutto, ammettere che nonostante la rabbia verso Natalie per essere scomparsa nel nulla era ancora innamorato di lei.

 

 

Salve a tutti!

Beh, che dire... sono commossa dalle recensioni che ho ricevuto… mi inchino e ringrazio tutti! (dovreste aver ricevuto un messaggio di risposta…se non lo avete ancora fatto, controllate la vostra casella messggi !)

Spero che anche questo chap sia di vostro gradimento...

Bacioni!

Lady Numb

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


‘Sai... è incredibile quanto assomigli a Zack pur non avendolo mai visto’.

Nat si voltò verso Viki, che stava seduta al tavolo della sua cucina mentre lei finiva di lavare i piatti della cena.

Erano quasi le undici, ma quella sera ci era voluto parecchio tempo per far addormentare Jess, che a quanto pareva si era talmente divertito con la sua nuova amica Viki che aveva sentito il bisogno di raccontare a Nat ogni singolo dettaglio del suo pomeriggio.

‘In che senso?’ chiese Natalie.

‘Beh... al di là dell’aspetto fisico, ha alcuni atteggiamenti che mi ricordano Zack in maniera impressionante... il modo in cui si impunta sulle cose...’

‘Lo sguardo da cucciolo bastonato per ottenere quello che vuole...’ aggiunse Nat, sorridendo: in effetti Viki aveva ragione, quelle erano cose tipiche di Zack e lei lo sapeva benissimo.

‘Esattamente!’ esclamò l’amica, soddisfatta dal fatto che Nat avesse capito cosa intendesse.

‘Credo sia la punizione divina per aver deciso di non dirgli nulla e di sparire... trovarmelo davanti praticamente ogni giorno, anche se in una versione decisamente più adorabile’ commentò Nat, riponendo lo strofinaccio e sedendosi al tavolo, di fronte a Viki.

‘In effetti è un’ottima supposizione... non potrebbe essere più uguale a Zacky...’

‘Viki... ci è stato davvero così tanto male come dice Brian?’ le chiese Nat.

L’altra ragazza rimase un attimo in silenzio, poi finalmente rispose.

‘So che non vuoi sentirtelo dire, ma sì, credo proprio di sì...  ed io non credo di averlo aiutato in quel senso’

‘Che vuoi dire?’

‘Nat, quando te ne sei andata... beh, come credo tutti quanti, anch’io ero convinta che fosse colpa di Zack...solo che non sono diplomatica come gli altri e alla prima occasione gli ho urlato veramente di tutto... poi mi sono scusata più e più volte, nonostante lui continuasse a ripetermi che avevo ragione...mi sento ancora da schifo se ci penso, credo di non essere mai stata più cattiva in vita mia...’

‘Lo avrei fatto anch’io se fossi stata tu al mio posto, Viki’ la confortò Nat, era evidente che la sua amica si sentiva terribilmente in colpa e temeva che lei potesse avercela con lei per quel suo atteggiamento decisamente impulsivo ‘Il patto è questo, no? Io e te contro tutti gli altri... e chi fa uno sgarro ad una delle due, deve vedersela con la furia cieca dell’altra, sbaglio?’

‘No, non  sbagli’ rispose Viki, sorridendo.

‘Parlando di cose serie... quando torna Kevin? Non vedo l’ora di rivederlo... ed ero assolutamente certa che vi avrei trovato ancora insieme!’

‘Premettendo che lo sapevi perché te lo aveva detto Jimmy...’ iniziò Viki, e Nat fu costretta ad annuire ‘Torna dopodomani... devo ancora capire perché questi stupidissimi convegni sono sempre a New York... comunque, ieri l’ho chiamato per dirgli che sei tornata... era incredulo e anche lui non vede l’ora di rivederti’

‘Mi fa piacere... e soprattutto mi fa piacere che sia riuscito a realizzare il suo sogno’

‘Già... non che avessi dei dubbi al riguardo, sapeva tutto della pediatria anche prima dell’università... oh, a proposito, potrei aver omesso la presenza di Jess...’

‘Sei diabolica...’ commentò Nat, divertita.

‘Non sono l’unica, tesoro...’ puntualizzò Viki.

‘Touchée’

‘Quando pensi di dirlo agli altri?’

‘Non appena avrò il coraggio di dirlo a Zack... è giusto che lo sappia prima di loro... magra consolazione, ma è qualcosa, no?’

‘Eccome se è qualcosa... e quando pensi che succederà?’

‘Temo che dovrà succedere presto... ho parlato con Brian ieri sera e ha ragione, Huntington non è Washington, se non voglio che lo venga a sapere da qualcun altro o, peggio ancora, che lo scopra incrociandoci per strada, è meglio che mi sbrighi’

‘Non potrei essere più d’accordo... era proprio lì che volevo arrivare’

‘Sai... se non avessi la certezza che non lo siete, a volte giurerei che tu e Brian siate gemelli separati alla nascita... siete troppo simili...’

‘Siamo andati a scuola insieme per 13 anni Nat, se ricordi ci finivamo anche le frasi a vicenda quando eravamo piccoli’

‘Veramente lo facevate anche tre anni fa...’ osservò Natalie.

‘Giusto...’ ammise Viki, ridendo ‘Beh, io adesso ti abbandono... tuo figlio è adorabile, ma mi ha distrutta... è instancabile con quelle macchinine’

‘Credi che non lo sappia?’ commentò Nat, ridendo a sua volta ‘Grazie ancora Viki, buonanotte’

‘Quando vuoi Nat...anche perché dopo che sarà tornato Kev, credo che diventerà il baby sitter ufficiale di Jess... dici che sta cercando di mandarmi dei messaggi subliminali?’ chiese Viki, facendosi pensierosa.

‘Nemmeno troppo subliminali, tesoro...’ rispose l’altra divertita.

‘Vedremo, vedremo... buonanotte tesoro!’ la salutò Viki uscendo.

Una volta sola, Nat si diresse verso il bagno, decidendo di concedersi un lungo bagno, dopo quella giornata sentiva di averne bisogno e di esserselo meritato.

Una volta che si fu rilassata a sufficienza, uscì dalla vasca, decidendo che avrebbe pulito tutto la mattina dopo, si infilò il pigiama e dopo aver controllato per un’ultima volta che Jess dormisse tranquillo andò a letto, avvolgendosi nel lenzuolo e ripensando alla giornata.

Rivedere gli altri era stato fantastico, in quei tre anni e mezzo la cosa che più le era mancata erano dei veri amici, certo, aveva conosciuto delle persone, ma non potevano essere nemmeno lontanamente paragonati a Brian e gli altri, alle persone che la conoscevano da quando era una bambina, con cui era cresciuta e aveva condiviso tutto quanto.

Forse era anche per quello che aveva deciso di tornare, non solo per stare vicino a Brian dopo la morte di Jimmy, ma anche e soprattutto per avere qualcuno vicino, qualcuno che capisse fino in fondo quello che aveva perso: non si trattava semplicemente del suo migliore amico, Natalie considerava Jimmy un fratello tanto quanto Brian, tutti, Matt, Johnny, Val, Mich, Lacey e Viki erano membri della sua famiglia per lei.

Anche Zack, certo, ma per lui il discorso era diverso.

Zack aveva smesso di essere il suo fratellone adottivo esattamente cinque anni prima, quando aveva realizzato di avere una cotta incredibile per lui.

Sorrise ricordando la prima volta che avevano capito di provare qualcosa l’uno per l’altra, erano talmente stupiti, nessuno dei due lo aveva capito prima.

Ricordava ogni singolo dettaglio, come se fosse successo il giorno prima...

 

Luglio 2004:

Natalie si trovava alla festa per i ventitré anni di Brian, i loro genitori erano stati abbastanza gentili da andarsene per il weekend e lasciare la casa libera, col risultato che in quel momento stava succedendo di tutto, c’era persino un piccolo fiume di birra con delle barchette di carta dentro proprio al centro del salotto.

Quando la situazione aveva cominciato a degenerare per davvero, Nat era scappata dalla porta sul retro ed era scesa in spiaggia, dal momento che dal cortile vi si accedeva direttamente.

Non era andata troppo lontano, si era seduta con la schiena appoggiata al muro di casa sua, avrebbe voluto andare vicino alla riva ma era da sola, non era riuscita a convincere Viki a seguirla e non si fidava della spiaggia di notte, troppi pericoli.

‘Brian non te lo ha mai detto che la spiaggia di notte è pericolosa?’.

Natalie alzò lo sguardo e sorrise a Zack, che si lasciò cadere di fianco a lei.

‘Infatti mi sono fermata qui’ ribatté lei ‘Tu che ci fai qui? Non credevo che Zacky Vengeance scappasse da un party’

‘Jimmy e tuo fratello hanno deciso che vogliono trasformarmi in una fontana di birra... e sono troppo ubriaco per difendermi, quindi ho optato per la fuga’ spiegò lui, facendola ridere.

‘Non mi sembri poi così ubriaco’ osservò Natalie.

‘Non molto... ma non sono nemmeno abbastanza lucido da evitare i loro attacchi’ spiegò, facendole vedere la macchia di birra sulla sua maglietta ‘Sono scappato prima che la situazione degenerasse’

‘Zack, c’è un ruscello fatto di birra con delle barchette di carta nel mio salotto, la situazione è già degenerata’ osservò lei, ridacchiando.

Lui si voltò verso di lei con un sorriso strano ‘Geniale, vero?.

Natalie scoppiò a ridere, seguita dal ragazzo.

‘Avrei dovuto immaginare che era opera della tua mente malata...’ disse lei una volta che riuscì a smettere di ridere.

‘Hey!’ si lamentò lui ‘Io ho solo idee geniali!’

‘Certo Zacky...’ rispose condiscendente lei ‘Ok, visto che non sono più sola, vado a farmi un giro, che ne dici?’ propose, alzandosi in piedi.

‘Che ne dico?’ ripeté lui, alzandosi a sua volta ‘Che non sarei un cavaliere se ti lasciassi camminare’ disse lui, caricandosela sulle spalle prima che avesse il tempo di reagire.

‘Che accidenti hai in mente Zack? Mettimi giù!’ urlò lei, cercando di scendere, invano.

‘Volevi fare una passeggiata, no? Ed io ti ci sto portando!’ spiegò lui.

Natalie scoppiò di nuovo a ridere, guardando per terra, dal momento che non poteva fare altro.

Dopo qualche istante, vide che Zacky lanciava via le sue scarpe e all’inizio non capì il perché, ma poi vide l’acqua.

‘Zachary James Baker, non pensarci nemmeno!’ urlò lei, ricominciando a dimenarsi.

‘Non so di cosa tu stia parlando’ rispose lui prima di lanciarla in acqua.

‘Non scappare Baker, cazzo se sei morto!’ urlò lei, una volta che fu riemersa dall’acqua, mentre Zack rideva sguaiatamente dopo essersi allontanato dalla riva ‘Cazzo, che freddo! Ti odio!’ continuò lei, dirigendosi verso di lui.

‘Tieni...’ disse lui, togliendosi la felpa e mettendogliela sulle spalle, sempre ridacchiando.

‘Mi vendicherò, lo sai, vero?’ disse lei, avvolgendosi nella felpa, nonostante non facesse affatto freddo dopo quel tuffo improvviso stava tremando.

‘Certo, certo...’ rispose lui, seguendola mentre tornava verso la casa.

Natalie arrivò di nuovo davanti la muro di casa sua e si lasciò cadere di nuovo a terra, ignorando il fatto che era completamente bagnata e quindi la sabbia le si incollava ovunque.

‘Ehy, stai bene?’ le chiese preoccupato Zack, si accorse solo in quel momento che stava tremando.

‘Benissimo, sono bagnata fino all’osso e sto congelando, tu che dici?’

‘Dai, vieni qui’ disse Zack, sedendosi di fianco a lei e cingendole le spalle col braccio, attirandola a sé.

Nat continuò a tenergli il broncio, ma si avvicinò a lui e appoggiò la testa sulla sua spalla, aveva troppo freddo per fare l’orgogliosa.

E fu in quel momento che sentì che c’era qualcosa di strano.

Inconsciamente si irrigidì e percepì che anche il ragazzo lo aveva fatto, ma nessuno dei due disse una parola al riguardo, o meglio, nessuno dei due disse una parola, punto.

Qualche istante dopo, Nat si spostò dal ragazzo e si alzò in piedi.

‘Io... io torno dentro... è meglio se mi cambio...’ disse, evitando di guardare il ragazzo negli occhi.

‘Ok...sì, io resto ancora un attimo...’ rispose lui, giocherellando con la sabbia.

Nat annuì, poi si diresse verso il cancello di casa sua, chiedendosi che accidenti le fosse preso.

 

Ci avevano messo una settimana, dopo quell’episodio, per capire cosa fosse successo, ma alla fine, grazie anche ai saggi consigli di Viki, ci era scappato il bacio, nel backstage di un concerto in un locale ad Huntington... seguito dal tentato omicidio di Zack da parte di Brian in versione fratello protettivo, dal momento che non erano stati abbastanza furbi e si erano fatti beccare.

Erano bei tempi quelli, nulla a che vedere con gli ultimi mesi prima che Natalie decidesse di andarsene, allora lei e Zack andavano d’amore e d’accordo, anche troppo secondo Brian, che doveva fare uno sforzo incredibile per non “staccare le mani a morsi” a Zack.

A Nat venne da ridere, Brian era sempre stato geloso di lei, o meglio, più che geloso, la parola giusta era “protettivo”, voleva semplicemente evitare che lei soffrisse e comunque, nonostante tutto, lei sapeva che lui era contento che lei stesse con Zack, finché Nat fosse stata felice lui lo sarebbe stato per lei.

Natalie avrebbe tanto voluto che le cose potessero tornare come allora, avrebbe dato qualsiasi cosa, ma sapeva che non era possibile.

Spense la lampada sul suo comodino, non era l’ora adatta per quei pensieri.

 

Doveva succedere.

Natalie lo sapeva, ma non credeva che sarebbe successo così presto.

Era tornata solo da quattro giorni.

Certo, dipendeva dai punti di vista: Brian e Viki insistevano che era tornata “già” da quattro giorni, ma lei aveva sempre dato retta prima a se stessa e poi agli altri, anche se si trattava di suo fratello e della sua migliore amica.

Comunque, erano passati solo quattro giorni, lei non era affatto pronta a rivedere o tantomeno a parlare con Zack.

Tuttavia, sembrava proprio che qualcuno lassù avesse programmi diversi per lei, perché quello che si era trovata davanti non appena era entrata in spiaggia era decisamente Zack.

I due rimasero pietrificati a guardarsi per qualche istante, durante i quali Nat ringraziò tutte le divinità che conosceva per aver deciso di lasciare Jess dai suoi per quel giorno, non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo altrimenti.

‘Ciao Zack’ disse infine lei, rompendo il ghiaccio che si era letteralmente creato fra di loro.

‘Nat’ rispose lui, sussurrando appena il suo nome, poi le passò di fianco e si diresse a passo spedito verso la strada.

Nat sospirò, non era andata come sperava, ma per lo meno non l’aveva insultata.

Andò a sedersi in un angolo tranquillo della spiaggia, lontana dalle famiglie felici e dai ragazzini che si divertivano a spruzzarsi con l’acqua, stese il suo asciugamano e tirò fuori dalla borsa il suo portatile, dal momento che era una bellissima giornata e in casa c’era troppo silenzio senza Jess, aveva pensato che lavorare in spiaggia non era una brutta idea.

‘Ehy’.

Natalie alzò lo sguardo e fu a dir poco sorpresa di trovarsi davanti Zacky, ma quello che la stupì ancora di più fu il fatto che il ragazzo sembrava quasi dispiaciuto per qualcosa, conosceva bene quell’espressione, era la stessa che aveva quando si sentiva in colpa.

‘Mi dispiace per prima...’ continuò lui, sedendosi vicino a dove si trovava lei ‘Non... non mi aspettavo di vederti, ecco tutto’ le spiegò.

‘Non mi aspettavo nulla di diverso Zack, hai tutto il diritto di avercela con me’ rispose lei, accennando un sorriso.

‘Forse... ma non mi è mai piaciuta la gente che non chiede spiegazioni prima di giudicare, non voglio diventare uno di quelli’ commentò lui, lasciandosi scappare un mezzo sorriso a sua volta ‘Allora... come stai?’ le chiese poi.

‘Beh... credo bene... in realtà non ne sono sicura... sono contenta di essere tornata... ma considerando il motivo per cui l’ho fatto... beh, sinceramente preferirei essere ancora a Washington e non avere nessun motivo per prendere la decisione’ spiegò lei.

Zack si limitò ad annuire, non poteva che essere d’accordo su quel punto, Brian aveva detto che Nat era tornata perché aveva saputo di Jimmy e lui non aveva dubbi, se avere ancora Jimmy significava non rivederla mai più, era decisamente disposto al sacrificio.

‘Tu come stai?’ chiese poi lei.

‘Potrebbe andare meglio... sì, potrebbe decisamente andare meglio... ma suppongo che la vita continui, giusto?’

‘Già...’

‘Nat... devo chiedertelo...’

‘Me ne sono andata per vari motivi... forse c’entrava anche quello che era successo a quella maledetta festa, ma non era l’unica ragione’ disse lei, anticipando la sua domanda.

‘Cioè?’

‘Io... ho avuto paura Zack... ho avuto paura di quello che sarebbe successo... nessuno di noi aveva il coraggio di lasciare l’altro, su quello sarai d’accordo con me, ma così non si andava da nessuna parte... e ho... beh, suppongo di aver scelto la via più facile, ho aggirato il problema anziché affrontarlo... non è molto ammirevole da parte mia, ma ormai quel che è fatto è fatto...’

‘Quello che ha detto Brian... è vero? Sei qui per restare?’.

Nat annuì ‘Non ne ero certa... ma non credo che riuscirei ad andarmene di nuovo, non... non ne avrei il coraggio...’

‘Ok...’

‘Zack, non ho mai avuto la pretesa che tu mi perdonassi per essermene andata... so di aver sbagliato e di aver rovinato tutto, per cui non sentirti in colpa se proprio non ce la fai a rivolgermi la parola...’

‘Se non ce la facessi a rivolgerti la parola me ne sarei tornato a casa, non ti pare?’ ribatté lui e Nat fu costretta ad annuire, aveva ragione, nessuno lo aveva obbligato a tornare indietro prima, eppure lo aveva fatto.

‘Senti Nat... a parte il fatto che l’ho promesso a tuo fratello, voglio veramente mettere da parte il passato e ripartire da zero... ti chiedo solo di sopportarmi se sarò un idiota all’inizio’

‘Certo Zack’ rispose lei, cercando di non pensare al fatto che entro poco avrebbe dovuto sganciare una bomba di proporzioni epiche sul ragazzo.

‘Ok...volevo solo dirti questo...beh...direi che ti lascio a...qualunque cosa tu stessi facendo in spiaggia con un computer?’ disse lui, squadrando il computer perplesso.

‘Traduzioni... tu vivi suonando, io vivo traducendo’ spiegò lei.

‘C’era da immaginarselo...’ fu il commento di Zack ‘Beh... ci si vede in giro, suppongo’ continuò lui, alzandosi in piedi.

‘Certo’ rispose Nat, poi Zack le fece un cenno di saluto con la mano, che lei ricambiò, e si diresse verso l’uscita della spiaggia.

Natalie tornò a dedicare la sua attenzione al computer, ma le riusciva difficile concentrarsi: ora sì che si sentiva davvero in colpa, conoscendo Zack e il suo orgoglio quella chiacchierata doveva essergli costata molto e ora lei avrebbe dovuto raccontargli la verità e vanificare tutti i suoi sforzi, senza contare che dopo Zack l’avrebbe odiata sul serio.

 

‘Ehy, Nat!’ la salutò Brian, spostandosi per farla entrare ‘Jess?’

‘Da mamma e papà... hai cinque minuti per me?’

‘Anche dieci’ disse Brian ‘Tutto a posto Nat?’ le chiese poi, vedendo la sua espressione cupa.

‘Ho parlato con Zack’

‘Eh?’

‘Ho parlato con Zack’

‘Quello lo avevo capito... ma come? Cioè, non... sei andata da lui?’

‘Certo che no Brian!’ rispose lei, sedendosi su una poltrona ‘No, l’ho incrociato alla spiaggia... all’inizio mi ha salutato a fatica e se ne è andato, ma poi è tornato indietro, si è scusato, abbiamo parlato... mi sento uno schifo’.

Brian si avvicinò a lei e l’abbracciò, avrebbe voluto dirle che non ce ne era bisogno, ma avrebbe mentito, non era stupido, sapeva benissimo che Zack non l’avrebbe presa bene.

‘Nat, ascolta... non mentirò, non è una situazione facile... ma è inutile, ormai il danno è fatto, ora devi dirglielo...e sperare che la prenda bene... e comunque vada, tu devi preoccuparti solo di Jess, ok?’

‘Lo so... ma... non riesco a sopportare...’

‘Che ti odi?’ chiese Brian.

‘Già...soprattutto dopo aver saputo che non mi odia quanto pensavo’

‘Zack non è stupido, Natalie... forse era davvero immaturo ai tempi, lo eravamo tutti e cinque, ma è cambiato, fidati... sono certo che dopo aver fatto sbollire la rabbia ricomincerà a ragionare... non dico che te la perdonerà facilmente, questo  no, ma credo che alla fine lo farà...’

‘Spero che tu abbia ragione, Bri...’

‘Passata?’

‘Diciamo che va meglio... devo dirglielo’ ammise Natalie per la prima volta: ora era ufficiale, non poteva più rimandare, doveva parlare di Jess a Zack.

‘Devi... posso chiederti una cosa?’

‘Quello che vuoi, Bri’

‘Jess... cosa sa?’ chiese Brian, quel dettaglio lo aveva incuriosito da subito.

‘Sa qualcosa... gli ho detto che il suo papà è famoso e che deve girare il mondo, ma che un bel giorno sarebbe tornato da lui... non è stato difficile, è bastato tenersi aggiornati sui vostri concerti, guardarsi qualche video e gli ho potuto raccontare tutto quello che voleva sentirsi dire... in realtà non credo che abbia capito molto, voglio dire, ha tre anni, non credo che per lui “essere famoso” significhi qualcosa... comunque, questo è quello che sa, ecco’

‘Questo dovrebbe rendergli le cose più facili, no?’

‘Suppongo di sì... ha una specie di venerazione per suo padre... spero solo che suo padre abbia la stessa venerazione per lui... io avrò sbagliato Brian, ma se delude Jess lo faccio fuori con le mie mani’

‘Non credo che lo farà... ed in caso ti aiuterò’ rispose lui, riuscendo a strapparle un sorriso ‘Andiamo, Nat, è adorabile... so che è inquietante detto da me, considerando che quel bambino è un piccolo Zacky, ma lo è’ aggiunse poi e questa volta Nat rise di gusto.

‘Grazie fratellone... avevo bisogno di parlarne con qualcuno...’

‘Quando vuoi sorellina’ rispose lui, scompigliandole i capelli.

‘Domani sera allora vi aspetto a cena da me, vero?’

‘Puoi contarci, voglio proprio vedere cosa mi cucini’

‘Sono molto migliorata, sai?’

‘Non ho dubbi...’ disse Brian, ridacchiando e ricevendo un’occhiataccia da Nat.

‘Saluta Mich...santa donna quella...ciao!’ lo salutò lei, uscendo prima che Brian avesse il tempo di capire la sua battuta.

 

Buonasera a tutti!

Eccomi col capitolo 3... ho aggiornato un po’ prima, dai che sono stata brava... =)

Innanzitutto, di nuovo grazie a chi ha recensito (come sempre dovreste aver ricevuto una risposta, controllate la casella messaggi!)!

Punto secondo... un po’ di pubblicità occulta... se avete tempo, io avrei scritto altre due cosine sugli Avenged (pregasi ignorare tutto il resto, ero giovane e immatura quando ho scritto le altre e sono cosciente dello stile terrificante... non che adesso sia una scrittrice, ma almeno son leggibili) e ad una in particolare, che risponde al titolo di Memories, sono affezionata in modo speciale... quindi se ne avete voglia e tempo (nessuno meglio di me sa quanto 24 ore in una giornata non siano affatto sufficienti u_u) e soprattutto vi fa piacere leggerle e magari lasciarmi un commento, io ne sarei tanto felice =D... altrimenti siamo amici come prima! ;)

XXX, al prossimo chap!

Lady Numb

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


Tre giorni più tardi, Natalie si trovava un’altra volta davanti ad una rampa di scalini, questa volta quelli di casa di Zacky.

Era arrivato il giorno.

Aveva chiesto a Brian di accompagnarla, o meglio, aveva fatto credere a Brian di voler essere accompagnata, gli aveva detto di arrivare per le due e mezzo ed erano solo le due.

In realtà, Natalie pensava che Zacky avrebbe avuto bisogno del suo amico per digerire il colpo.

Suonò il campanello, ricacciando indietro la voglia di correre: buffo come ultimamente quello fosse il sentimento più normale per lei davanti ad una porta chiusa.

‘Nat?’ chiese stupito Zack.

‘Ciao... ti disturbo?’ chiese timidamente lei.

‘No, no, sono solo... sorpreso, diciamo?’

‘Immagino... ho bisogno di parlarti’

‘Nat...’ cominciò Zacky: le aveva promesso che ci avrebbe provato, ma in quel momento proprio non era dell’umore giusto.

‘Per favore Zack... non ti disturberei se non fosse importante... e se non riesco a dirtelo ora, non credo troverò il coraggio un’altra volta’.

Zack la fissò confuso per qualche istante, ma alla fine le fece cenno di seguirlo in casa.

‘E’ successo qualcosa?’ chiese Zack, sedendosi al tavolo del salotto, mentre Nat decise che preferiva restare in piedi.

‘Non esattamente... Zack, l’altro giorno... ecco, non... diciamo che non ti ho detto proprio tutta la verità sul perché me ne sono andata’

‘Non credo di capire...’ rispose lui confuso.

‘Ok... non esiste un modo più o meno delicato per dirtelo, quindi te lo dirò e basta: due giorni dopo la festa ho scoperto di essere incinta... e quello è fondamentalmente il vero motivo per cui ho deciso di sparire’.

Nat osservò Zack, la stava fissando con gli occhi sgranati e poteva anche sbagliarsi, ma le sembrava decisamente più pallido del solito.

‘Io... noi... abbiamo un figlio?’ chiese infine sussurrando appena.

Nat annuì.

‘Sai una cosa, Nat?’ riprese il ragazzo, mentre lei pensava che quell’espressione che aveva in volto Zack non le piaceva per niente ‘Ho passato gli ultimi quattro anni a sentirmi uno schifo, credendo di essere stato un completo idiota per aver mandato a monte l’unica storia decente che avessi mai avuto... e poco importava che tu ti fossi comportata da indicibile egoista sparendo nel nulla, ho sempre dato la colpa solo a me... sempre... ed invece salta fuori che sei molto più egoista di quanto non pensassi’

‘Zack...’

‘Zack un accidente!’ sbottò lui, facendola sobbalzare ‘Per l’amor del cielo Nat, ho un figlio e non ne sapevo niente, ti sembra una cosa normale?!’

‘Ho... ho sbagliato, io...’

‘Oh, puoi giurarci che hai sbagliato, alla grande... ero una persona così orribile da non meritare nemmeno di saperlo, Nat?’

‘Non l’ho mai pensato’

‘E allora spiegami, illuminami sul perché hai pensato che sparire nel nulla e non dirmi niente fosse un’idea tanto geniale!’

‘Voi... avevate appena avuto successo... era il momento più sbagliato... e non facevamo altro che litigare...’

‘E non hai mai pensato che avrebbe potuto sistemare le cose? Dannazione Nat, credi davvero che ti avrei mollata perché eri incinta?’.

Nat scosse la testa decisa: quello non  lo aveva mai pensato, Zack non lo avrebbe mai fatto, che lei fosse o meno la sorella di Brian.

‘Fuori di qui Natalie’ disse Zack, a voce talmente bassa che la ragazza fece quasi fatica a sentirlo.

Nat non disse una parola, semplicemente si voltò e si diresse verso la porta, cercando di ricacciare indietro le lacrime, non voleva piangere, non prima di aver raggiunto casa sua almeno.

Una volta fuori si trovò davanti Brian, che la fissò sorpreso, poi la sua espressione cambiò quando capì cosa probabilmente era successo.

‘Glielo hai detto’ disse lui e non era una domanda, gli bastava guardare sua sorella in faccia per capirlo.

Natalie si limitò ad annuire e cercò di passargli di fianco, ma lui la fermò.

‘Stai bene Nat?’

‘Io sto bene... vai da lui, ne ha più bisogno di me’ disse, riuscendo a liberare il polso dalla presa di Brian e correndo alla sua macchina.

Mise in moto prima che Brian potesse avere il tempo di raggiungerla e nel giro di cinque minuti arrivò a casa sua.

Sorpassò l’appartamento di Viki senza nemmeno pensarci, Jess era con la sua amica e stava decisamente meglio lì in quel momento.

Una volta in casa sua, si lasciò cadere sul divano e finalmente si concesse di scoppiare in lacrime.

 

Natalie sobbalzò al suono del campanello, doveva essersi addormentata.

Cercò di sistemarsi come meglio poteva, anche se era assolutamente certa che i suoi occhi fossero ancora rossi, e andò ad aprire.

‘Mamma!’ urlò Jess, abbracciandole la gamba.

‘Ehy, amore...’ lo salutò lei, abbassandosi per abbracciarlo ‘Hai fatto il bravo con Viki?’.

Il piccolo annuì vigorosamente, poi si diresse verso l’angolo del salotto dove Nat aveva steso il suo tappetino di gomma colorato e dove si trovavano anche alcuni dei suoi giochi.

‘Ehy...’.

Nat alzò lo sguardo su Viki, che la osservava preoccupata.

‘Brian mi ha chiamato... mi ha chiesto di controllare se stessi bene... è evidente che non stai bene’ le disse la ragazza, rispondendo per Nat.

‘Non adesso...’ rispose l’altra, facendo un cenno a Jess: non ne voleva parlare davanti a lui.

‘Certo... dimmi solo cosa devo dire a Bri, voleva venire qui...’

‘No... ringrazialo, ma digli che sto bene... cioè, potrei stare meglio, ma non ho voglia di parlarne ora...’

‘Ok... se più tardi invece passo io? Diciamo verso le cinque, quando il signorino dorme?’ chiese Viki.

‘Sì... quello mi va bene’ rispose Nat, accennando un sorriso.

‘Ok, a dopo tesoro... ciao Jesse!’.

Il bambino si voltò verso la porta e cominciò ad agitare la manina in segno di saluto.

‘Cia Viki!’ urlò, sorridendo e facendo sorridere anche Natalie.

Quando Viki se ne fu andata, Nat andò a sedersi sul tappeto di Jess, guardandolo giocare, completamente perso in chissà quale mondo: avrebbe pagato per poter fare lo stesso, invece sfortunatamente era adulta e doveva prendersi tutte le responsabilità del caso.

Aveva sbagliato, aveva seguito l’istinto e aveva sbagliato e ora Zack la odiava.

‘Mamma, giochi?’.

Nat sorrise al piccolo Jess, pensando che era stato provvidenziale: non voleva pensarci, ricordarsi dello sguardo gelido di Zack era come ricevere un pugno direttamente nello stomaco.

 

Erano quasi le dieci quando il suo cellulare squillò.

Nat non guardò chi la stesse chiamando, tanto sapeva benissimo di chi si trattava: a quell’ora non poteva che essere Brian che, doveva riconoscerglielo, era stato davvero bravo a lasciarle i suoi spazi per tutto il giorno.

‘Dimmi Bri’ rispose lei, sdraiandosi sul suo letto.

‘Posso vederlo?’.

Nat scattò a sedere: normalmente avrebbe risposto con una battuta del tipo “ciao anche a te, Zack”, ma in quel momento le sembrava decisamente fuori luogo.

‘Certo... certo che sì’ rispose infine lei.

‘Quando?’ chiese lui.

‘Anche domani... sì, domani sera può andar bene? Così ci parlo prima...’

‘Perfetto, a che ora?’

‘Sette e mezzo?’ propose Nat.

‘Ok, a domani’ rispose lui, riagganciando.

Natalie rimase a fissare il telefono per qualche istante: ok, forse l’avrebbe odiata a vita, ma almeno voleva conoscere Jess, quella era la cosa più importante.

Solo in quel momento si rese conto che Zack non le aveva chiesto né dove abitasse, né soprattutto qualche informazione sul bambino, ma immaginò che ci avesse già pensato Brian, in fondo era anche per quello che lo aveva fatto andare da Zack, sotto sotto sperava che suo fratello facesse esattamente quello che aveva fatto, ossia raccontare tutta la storia a Zack così da non doverlo fare lei.

Il telefono ricominciò a squillare e stavolta controllò chi la stava chiamando e vide che si trattava davvero di Brian.

‘Ehy Nat, tutto ok?’ chiese preoccupato il ragazzo: Viki gli aveva riferito che sua sorella stava meglio, ma preferiva sentirselo dire di persona.

‘Mi ha appena chiamato Bri... vuole vedere Jess’

‘Beh...’ rispose Brian, dopo qualche secondo di silenzio ‘Suppongo che stia seguendo il mio consiglio e non stia facendo l’idiota, almeno con suo figlio’

‘Bri, sinceramente... puoi biasimarlo?’ chiese Natalie: sapeva che Brian voleva solo farla stare meglio, ma non ne aveva bisogno, sapeva di aver sbagliato.

‘In effetti, conoscendomi avrei reagito anche peggio di come ha fatto lui... beh, un passo alla volta, sbaglio?’

‘Al momento l’unica cosa che mi interessa è Jess, può odiarmi per tutta la vita, basta che le cose con Jess vadano bene’ rispose lei ed era sincera, per quanto le facesse male sapere che Zack la detestava, non le importava se in cambio suo figlio poteva avere un padre.

‘Sai una cosa Nat? Non che prima tu fossi un’irresponsabile, sia chiaro, quelli siamo sempre stati noi cinque... ma sei davvero... molto mamma, ecco’ le disse Brian, non riuscendo a trovare un’espressione migliore.

‘Beh, considerato che lo sono, è decisamente un complimento, quindi grazie fratellone... ti lascio, sono un po’ stanca...’

‘Ti va se passo domani pomeriggio?’

‘Certo... ma sappi che Jess è rimasto molto affascinato dalla tua abilità di giocare con le macchinine, ti toccherà’

‘Sarà un piacere! Buonanotte piccoletta’

‘Notte Bri’ rispose lei, ignorando per una volta quell’odioso soprannome e riagganciando.

Natalie rimase a fissare il telefono per qualche istante: non aveva per nulla sonno, le era completamente passato dopo la chiamata di Zack.

Decise di andare a controllare che fosse tutto a posto in camera di Jess, giusto per fare qualcosa.

Si avvicinò lentamente al lettino per non svegliarlo e, come sempre, rimase incantata: certo, lei non era obiettiva perché si trattava di suo figlio, ma Nat aveva sempre pensato che Jess fosse semplicemente meraviglioso quando dormiva, aveva qualcosa di così innocente, così angelico, era impossibile non trovarlo adorabile.

Sperò ardentemente che anche Zack la pensasse come lei.

Ora aveva paura, ma non per quello che sarebbe successo quando si fosse trovata di nuovo faccia a faccia con Zack, era terrorizzata all’idea che Jess potesse soffrire per colpa di quella situazione: in tutta quella storia Jess era assolutamente innocente, lui non aveva nessuna colpa dei loro errori e nessuno poteva permettersi di farlo soffrire, nemmeno Zack, anzi, soprattutto Zack.

Gli accarezzò la testolina delicatamente, facendo attenzione a non svegliarlo, poi tornò in camera sua: doveva sforzarsi di dormire, il giorno dopo sarebbe stato stressante sotto ogni punto di vista.

 

‘Buongiorno piccolino!’ disse Brian a Jess, che aveva aperto la porta, o meglio, era in braccio a Nat che aveva aperto la porta.

‘Zio Brian!’ esclamò lui, tendendo le braccia verso il ragazzo per farsi prendere in braccio.

Nat sorrise, passandogli il bambino: Jess adorava Brian, dopo il primo giorno, in cui era stato un po’ timido, fra quei due era scoppiato l’amore.

‘Ciao anche a te, Brian...’ commentò divertita Nat, mentre il fratello si dirigeva alle macchinine di Jess, un po’ troppo volentieri per un ragazzo di ventotto anni, in realtà.

‘Oh, ciao sorellina!’ la salutò lui, alzando lo sguardo verso di lei ‘Tutto ok?’ chiese poi più serio e Nat si limitò ad annuire: non era propriamente vero, ma di quello ne avrebbero discusso dopo.

‘Zio Brian! Oggi vedo il mio papà, lo sai?’ esclamò Jess, sfoderando uno dei suoi sorrisi più allegri.

‘Ah sì?’ chiese Brian, lanciando una rapida occhiata alla sorella.

Jesse annuì vigorosamente, poi cominciò a giocare con le sue macchinine.

‘Ehy, piccolino, io vado a prendere un caffè con la mamma, torno dopo, ok?’.

Di nuovo, Jess annuì, perso in chissà quale mondo fantastico.

Il ragazzo andò a sedersi al tavolo del salotto insieme alla sorella e sorseggiò per qualche istante il suo caffè prima di parlare, tenendo il tono di voce volutamente basso per non farsi sentire da Jess, anche se dubitava che fosse interessato alla loro conversazione.

‘Beh... mi sembra che l’abbia presa bene, no?’ chiese Brian.

‘Già... spero che la prenda bene anche Zack’ rispose lei, chiaramente preoccupata.

‘Sai... ci ho parlato ieri...’

‘Di cosa?’

‘Gliel’ho detto chiaro e tondo Nat: per quel che mi riguarda può fare quello che vuole, ma se sceglie di entrare nella vita di Jess, che non faccia cazzate o stavolta lo rovino con le mie stesse mani’

‘Wow... mi piaci quando fai così...’ disse Nat, sorridendo.

‘E vedi di deciderti però... quando vi ho beccati che vi baciavate hai detto che mi odiavi in versione fratello protettivo, ora ti piace...’

‘Mi piace lo zio protettivo, non il fratello ossessionato’ puntualizzò lei.

‘Questione di punti di vista... comunque, lo conosco abbastanza da pensare di potermi fidare di lui... se ha deciso così, sono sicuro che ci ha pensato bene...’

‘Credimi, me lo auguro per il suo bene...’

‘Sei sempre più mamma...’

‘Vorrei vedere’

‘Sai...è strano...voglio dire, tu sei la mia sorellina, è strano vederti così...ah, non lo so, sto diventando sentimentale’

‘Effetto Mich’ disse lei, sorridendo.

‘Probabile, sì...beh, comunque, tornando a noi... fossi in te, starei tranquilla...’

‘Come hai detto tu, sono mamma, ho perso la facoltà di stare tranquilla quasi quattro anni fa, Brian’

‘Vero anche questo...ok, allora cerca di stare un po’ più tranquilla di come sei ora, ok?’

‘Non è solo Jess, Brian...’

‘Ah, lo vedi che c’era qualcos’altro?’ disse lui, sorridendo.

‘Ieri... ieri non ti ha detto nulla di me?’

‘No... credo che non l’abbia fatto perché si trattava di me, Nat... sono pur sempre tuo fratello e questo Zack lo sa benissimo...’

‘Lo so che ora mi odia, non ho bisogno che lo dica a te o a chiunque altro... è solo che... beh, volente o nolente Jess è figlio di entrambi... non voglio che respiri tutta questa tensione... e non mi piace che mi odi, ma questo già lo sai’

‘Dagli tempo sorellina... non è un colpo facile da digerire... soprattutto perché credo che gliene importi molto...’

‘Cioè?’

‘Nat... non è una situazione facile per me, tu sei mia sorella, ma lui è il mio migliore amico... non posso dirti tutto quello che mi ha detto, tradirei la sua fiducia e non voglio farlo... però questo posso dirtelo, gliene importa’.

Nat annuì, Brian aveva ragione, in fondo c’era un motivo se aveva fatto in modo che lui fosse lì quando Zack avrebbe ricevuto la notizia.

‘Lo so Brian, scusa... è solo che questa cosa sta cominciando a terrorizzarmi... sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non pensavo che... non so nemmeno io che pensavo, di certo non che facesse i salti di gioia... ma ha fatto più male di quanto non pensassi’

‘Passerà Nat...’ la consolò il fratello, abbracciandola.

Nat si lasciò abbracciare volentieri da Brian, lui era una delle pochissime persone che avevano il potere di farla sentire bene qualunque cosa succedesse.

Tuttavia, non le era sfuggito come Brian avesse detto ‘passerà’ e non ‘gli passerà’: certo, probabilmente era lei che andava a cercare dettagli che non c’erano, ma se persino Brian non credeva che a Zack sarebbe passata, allora aveva definitivamente perso qualsiasi chance di avere un rapporto di qualsiasi tipo con lui.

 

Natalie continuava a girare nervosamente per casa, passando da una stanza all’altra senza una ragione apparente.

Jess, che come sempre stava giocando tranquillo, le aveva lanciato un paio di occhiate perplesse e Nat si chiese se non era il caso di calmarsi, arrivare al punto di far preoccupare un bambino di tre anni era decisamente qualcosa che doveva far riflettere.

Quando il campanello suonò, sobbalzò visibilmente, ma si impose immediatamente di calmarsi: non sarebbe successo nulla di grave, non era niente di tragico.

Certo, continua a ripetertelo, Nat.

Andò ad aprire la porta e la prima cosa che vide furono gli occhi, gelidi, di Zack.

‘Nat’ disse lui, distogliendo immediatamente lo sguardo.

‘Ciao Zack’ disse lei, spostandosi per farlo entrare: ok, decisamente era tragica.

Mentre Nat stava cercando disperatamente un modo per sciogliere la tensione, sentì Jess correre e un attimo dopo se lo trovarono davanti.

Vide Zack sobbalzare, d’altronde trovarsi davanti un mini se stesso doveva essere un’esperienza già di per sé shockante, senza contare il fatto che lui sapeva che quel bambino era suo figlio.

Jess si avvicinò a Zack, osservandolo incuriosito.

‘Sei il mio papà?’ gli chiese lui con tutta l’innocenza che contraddistingueva i suoi tre anni.

Zack gli sorrise, quel sorriso che Nat conosceva anche troppo bene, e fece un passo verso il bambino.

‘Pare di sì’ gli rispose lui.

Jess allora gli prese la mano e lo portò con sé verso il salotto, fermandosi davanti ai suoi giochi.

‘Queste sono le mie macchinine’ disse lui, orgoglioso e a Nat venne quasi da ridere: aveva la netta sensazione che quel bambino da grande avrebbe avuto una passione smodata per le automobili.

‘Wow...’ disse Zack e Nat pensò che, come Brian, pareva un po’ troppo sinceramente entusiasta.

‘La sai una cosa?’ gli disse Zack, sedendosi sul tappeto di fianco al bambino ‘Io adoro le macchinine’ continuò a voce più bassa, come se gli stesse rivelando un segreto.

Jess sorrise passandogliene una, poi i due cominciarono a giocare, o meglio, il bambino giocava e Zack gli andava dietro, assecondando qualsiasi cosa Jess dicesse e, Nat lo notò immediatamente, osservandolo estasiato.

Dopo qualche minuto, vedendo che Jess non sembrava aver bisogno di lei si spostò il più silenziosamente possibile in cucina, lasciandoli da soli.

Si mise a sedere al tavolo dove aveva lasciato il portatile e lo riaccese, decidendo di lavorare un po’, se avessero avuto bisogno di lei l’avrebbero chiamata, ma era giusto che Zack potesse restare da solo con Jess, finché lei fosse stata presente il bambino avrebbe fatto riferimento a lei e lo sapeva.

Cercò il file che stava traducendo in quei giorni e si mise al lavoro, stando comunque attenta a quello che succedeva in sala, ma tutto quello che sentiva erano le risate di Jess e quelle di Zack mentre giocavano.

 

‘Credo che abbia sonno’.

Natalie alzò la testa dallo schermo, non aveva sentito Zack entrare in cucina.

‘Che ore sono?’ gli chiese, distogliendo immediatamente lo sguardo, non sopportava le sue occhiate gelide.

‘Nove e mezza’.

Nat fu sorpresa, non si era accorta che fosse passato così tanto tempo.

‘Allora è probabile, di solito alle nove dorme già’

‘Ok, allora lo saluto e vado’ disse Zack, voltandosi per tornare in salotto, ma Nat lo richiamò prima.

‘C’è una cosa che dovresti sapere...’.

Il ragazzo si fermò e si voltò verso Nat, in attesa.

‘Ecco... fra quattro giorni è il suo compleanno’.

Zack sembrò per un attimo confuso, non capiva perché Nat si fosse incupita in quel modo per quella semplice informazione.

Poi ci arrivò.

‘Stai scherzando?’ chiese Zack, che sembrava quasi essersi dimenticato di avercela con lei.

Nat scosse la testa ‘No... Jess è nato il 9 Febbraio del 2006’.

Zack annuì un paio di volte, assorbendo l’informazione.

‘Grazie...’ disse infine, tornando però all’atteggiamento freddo di poco prima ‘Ok...io vado allora’

‘Non andare via!’ disse Jess, entrando in cucina e aggrappandosi alla mano di Zack.

‘Ehy, prometto che...’ iniziò il ragazzo, lanciando suo malgrado un’occhiata a Nat, che annuì, capendo cosa stesse per dire ‘Domani torno, ok?’

‘Davvero?’ chiese Jess.

‘Promesso’ gli rispose lui, prendendolo in braccio e dandogli un bacio sulla guancia ‘Buonanotte cucciolo’

‘Buonanotte papà!’ rispose lui, abbracciandolo e dandogli a sua volta un bacio.

Nat ebbe l’impressione che per Zack fosse estremamente difficile rimettere il bambino a terra, poi si diresse, seguito da Jess, verso l’ingresso, senza averla degnata di uno sguardo, non che ne fosse sorpresa d’altronde.

Sentì che il ragazzo salutava il piccolo un’altra volta, poi la porta si chiuse e un attimo dopo Jess tornò in cucina, stropicciandosi gli occhi.

Nat sorrise prendendolo in braccio, era evidente che moriva di sonno, ma probabilmente aveva resistito fino a quel momento solo perché finalmente il suo papà era lì.

Certo, questo non aiutava il suo senso di colpa, pensò mentre preparava Jess per la notte, ma non le importava quanto prima, vedere il suo bambino così felice come in quel momento valeva qualsiasi sofferenza.

 

 

Brian rimase alquanto sorpreso quando aprì la porta e si trovò davanti Zack, anche se tutto considerato, vista l’ora quel giorno poteva trattarsi solo di lui o di sua sorella.

‘So che sei l’ultima persona da cui sarei dovuto venire, ma non so davvero da chi altro andare’ disse Zack.

‘Mi dimenticherò che Natalie è mia sorella per una mezz’oretta’ gli disse Brian, facendogli cenno di entrare.

‘Grazie’ rispose Zack, accomodandosi in soggiorno ‘Mich?’

‘Da Val’

‘Ok’

‘Spara Zack’

‘Perché mi ha fatto una cosa del genere Brian?’.

Solo in quel momento si accorse che Zack era veramente sconvolto, Brian non ci aveva fatto molto caso sul momento, ma ora che lo osservava bene, il suo amico sembrava davvero a pezzi.

‘Che è successo Zack?’ chiese perplesso.

‘Che è successo? È successo che ho un figlio che non avevo mai visto prima di oggi e che la sola idea di essermi perso quattro anni della sua vita mi fa seriamente venir voglia di spaccare qualcosa, ecco cos’è successo’ disse tutto d’un fiato Zack.

‘Zack... hai ragione, non so che altro dirti se non che hai ragione...’

‘È...è stata la cosa più bella della mia vita Bri... persino meglio che salire sul palco...e tutto quello che riesco a pensare adesso è che la odio per avermi impedito di scoprirlo prima’.

Brian annuì, aveva promesso che non sarebbe stato il fratello di Natalie, quindi ignorò l’ultima parte, senza contare che non poteva davvero biasimare l’amico, chi avrebbe potuto farlo?

‘Posso solo immaginarlo Zee e credimi, sono convinto anch’io che abbia sbagliato... ma ora Jess è qui, nessuno ti può ridare quello che hai perso, ma se posso darti un consiglio, non vale la pena perdere tempo ad odiare... fregatene di Nat, l’unica cosa davvero importante è Jess, che tu passi più tempo possibile con lui e impari a conoscerlo, il resto è sinceramente irrilevante’

Zack osservò l’amico perplesso e rimase in silenzio per qualche istante.

‘Caspita... eri serio quando dicevi che ti saresti dimenticato che è tua sorella’ osservò infine Zack, accennando un sorriso.

‘Certo che lo ero... Zack, il fatto che sia mia sorella non significa che non possa sbagliare e per quanto la difenderei in qualsiasi caso, non posso farlo stavolta... avrei reagito molto, molto peggio di te se mi fosse capitata una cosa del genere...’

‘Comunque hai ragione... so che devo concentrarmi solo su Jess ed è quello che voglio fare... è solo che non è facile... doverla vedere ogni singola volta e far finta di niente’

‘Vedila così: che ti piaccia o no, le cose stanno così e non puoi cambiarle e lei resta sempre la madre di Jess... e credo che la cosa migliore per lui sia una pacifica convivenza, non certo capire che odi Natalie... so che non è facile, te lo ripeto, capisco che tu ce l’abbia con lei ora e va benissimo... ma i casi sono due Zack, o gliela perdoni, o ti supplico non fare mai, mai capire a Jess questa cosa...’

‘Quello era logico, Brian... non avrò mai fatto il padre prima, ma un briciolo di buonsenso ce l’ho’

‘Non si sa mai...’

‘Sei innamorato perso di lui anche tu, vero?’ gli chiese Zack.

‘Completamente andato... credo che lo saranno tutti’

‘Gli altri lo sanno ora?’ domandò Zack: il giorno prima, Brian gli aveva spiegato come stavano le cose, che per il momento lo sapevano solo loro due, Mich e Viki.

‘Sì...Nat mi ha chiesto di dirglielo oggi... sono tutti entusiasti’

‘Posso immaginarlo...’

‘Zack... se ti faccio una domanda, prometti di non picchiarmi?’ chiese all’improvviso Brian, cambiando discorso.

‘Posso provarci... ma non posso garantire che ti risponderò, vista la premessa’ ribatté Zack, perplesso, aveva la netta sensazione che Brian stesse per andare a toccare un tasto dolente.

‘Sei sincero quando dici che non sei più innamorato di lei? Perché ho l’impressione, ma potrei sbagliarmi, che un’altra cosa che ti dia fastidio sia il fatto di odiarla...’.

Zack non rispose subito, ma resse lo sguardo di Brian, nonostante avesse una voglia incredibile di abbassare la testa: come volevasi dimostrare, tasto molto dolente.

‘Ha qualche importanza?’ chiese infine a Brian.

‘Ancora non lo so... voglio solo capire’

‘Posso avvalermi della facoltà di non rispondere? Perché sinceramente, non lo so’ ammise Zack: era solo una mezza bugia, non era affatto sicuro che ciò che provava per Nat fosse lo stesso sentimento di tre anni prima, ci aveva pensato, ma non ne era ancora venuto a capo.

‘Ok...’ rispose rassegnato Brian: da un lato avrebbe voluto capirci qualcosa, ma gli sembrava evidente che Zack fosse sincero.

‘Ok, torna pure ad essere suo fratello, credo di aver finito’ disse Zack.

‘Quando lo rivedi?’

‘Domani... poi con lo studio non sarà una passeggiata, ma farò l’impossibile’ rispose Zack, riferendosi al fatto che di lì a due giorni lui e gli altri sarebbero entrati in studio per registrare il loro nuovo album.

‘Già...’ commentò Brian, facendosi pensieroso: non era stato facile decidere di farlo, ma glielo dovevano a Jimmy, quell’album dovevano farlo.

Il futuro... beh, il futuro era ancora lontano, troppo presto per pensarci.

‘Jess è nato il 9 Febbraio, sai?’.

Brian strabuzzò gli occhi, questa era un’informazione che gli mancava.

‘Lo so, ho avuto la stessa reazione...’ commentò Zack.

‘C’è un non so che di macabro e ironico in tutto questo...’ ribattè Brian.

‘Io preferisco vederci un buon motivo per non passare la giornata a piangerci addosso...’

‘Messa così in effetti suona meglio’

‘Già... beh, notte Brian... e grazie, sul serio’

‘Ah, non dirlo neanche Zack... piuttosto... pensaci, ok?’ gli disse Brian e non c’era bisogno che specificasse a cosa, Zack lo capì da solo: doveva chiarire la confusione che aveva in testa, ma questo lo sapeva benissimo da solo.

‘Ok... notte, saluta Mich’ rispose, uscendo di casa e salendo sulla sua auto.

Una volta a casa, si cambiò e si mise subito a letto, erano solo le dieci e mezzo, ciononostante si sentiva incredibilmente stanco.

Tuttavia, una volta che ebbe spento la luce anziché dormire si mise a pensare: aveva un figlio, un bambino assolutamente meraviglioso, un piccolo miracolo che gli aveva fatto dimenticare tutto il resto per due ore intere.

Non aveva pensato a Jimmy e quanto gli mancasse, non aveva pensato a Nat, non aveva pensato assolutamente a nulla, solo a quel cucciolo che si divertiva un mondo giocando con le sue macchinine.

Sorrise, ripensando alla serata appena trascorsa, a come Jesse era sembrato felice di vederlo.

Era incredibile quanto gli assomigliasse: gli stessi occhi, gli stessi lineamenti, con l’unica eccezione del naso, quello era di Natalie, così come il colore dei capelli.

Natalie.

Sospirò, rigirandosi nel letto: si sentiva un bambino cocciuto, ma lui non ci voleva pensare a Nat.

La verità era che, in fondo, sapeva benissimo la risposta alla domanda di Brian: certo che vi ho mentito, nonostante tutto sono ancora un idiota innamorato di lei.

Odiava ammetterlo, era orgoglioso e odiava doverlo fare, ma non aveva mai avuto la possibilità di dimenticarla, non dopo che se ne era andata senza una spiegazione.

Però al tempo stesso sentiva di essere molto più che furioso con lei per avergli tenuto nascosta l’esistenza di Jess ed era certo che non fosse solo una falsa impressione, si conosceva, sapeva capire quando era arrabbiato e quando non lo era e questa volta lo era decisamente.

Brian aveva ragione, doveva proprio fare un po’ di ordine nella sua testa.

 

Buongiorno a tutti!

Dunque, avendo io la stessa forza di volontà di una pera cotta, non ce l’ho fatta a farvi penare ulteriormente…anche perché mi avete lasciato delle recensioni così belle che sarebbe stato molto più che crudele…per cui ecco qui la rivelazione! Mamma mia, spero di non aver deluso nessuno… mi pare di aver capito che c’erano grandi aspettative su questo momento…

Una piccola nota: rileggendo la storia, mi sono resa conto di un’imprecisione temporale, che vi spiego in breve: all’inizio ho detto che Nat è sparita per tre anni e mezzo, ma come ho scritto qui, Jess ha quasi quattro anni, per cui rettifico, Nat è stata via per quattro anni e qualche mese… appena riesco lo correggo anche nei capitoli precedenti (abbiate pazienza, è già tanto se riesco ad aggiornare, la tecnologia è contro di me sembra XD)… nel resto della storia invece dovrebbe essere stato corretto, se doveste trovare degli errori d’ora in poi, bacchettatemi a dovere =).

E ora una piccola news: con la sua recensione, PublicEnemy mi ha dato un’ideuzza…

Se non sbaglio, avevo detto che questa storia non è ancora stata scritta per intero… la situazione attuale mi vede a quota 109 pagine, ma a partire dal prossimo capitolo rallenterò gli aggiornamenti perché quelli che ho soni pezzi sparsi, per lo più alla fine… ma per non lasciarvi senza nulla, ho pensato (se vi piace l’idea, vi invito a dirmelo nelle recensioni) di pubblicare fra un capitolo  e l’altro dei piccoli capitoli bonus…cosa sono? Beh, dovete sapere che quando comincio una storia, nella mia testolina malata i personaggi prendono vita loro e gli creo una vita prima e dopo la storia raccontata nella fan fiction… ora,  io ho moltissimi ipotetici flashback della relazione fra Zack e Nat di cui magari ho parlato, ma che non riesco ad inserire perché sarebbero troppo forzati, quindi pensavo appunto di pubblicarli a parte…sono molto brevi, ma li ho scritti comunque perché mi piacevano… insomma, il concetto è: se pensate che sia un’idea simpatica, dimmelo e li pubblicherò ben volentieri!

Ok, credo di aver detto tutto… come sempre, GRAZIE a chi ha recensito (le risposte sempre nelle vostre caselle personali o di fianco alla vostra rec).

Al prossimo capitolo!!!

LadyNumb

 

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


Nota dell’autrice: questo capitolo parla molto di Jimmy... e siccome so che qui c’è gente emotiva quanto me... beh, prendete le precauzioni del caso, ecco. *foREVer*

 

Natalie si alzò di malavoglia dal divano quando suonò il campanello, stava guardando un bel film ed era stanca dal momento che aveva dormito poco la notte prima.

Guardò dallo spioncino e vide che si trattava di suo fratello, allora aprì la porta e lo guardò molto male.

‘Ehy, sorellina, non è colpa mia, mi hanno costretto’ disse subito lui, a cui non era sfuggito lo sguardo omicida di Natalie.

‘Loro chi?’ chiese curiosa Nat.

In quel momento vide spuntare da dietro Brian Johnny, Matt, Val, Mich e Lacey.

‘Vogliono conoscere il nuovo membro della famiglia...’ si giustificò Brian e Nat scoppiò a ridere.

‘Immagino che me lo sarei dovuto aspettare... entrate, dai!’ li invitò lei ‘Io vado a recuperare la star’ aggiunse poi, andando a prendere il bambino dal suo tappetino con i giochi di fianco al divano.

‘Zio Brian!’ urlò Jess, ignorando tutti gli altri e correndo ad abbracciare la gamba di Brian.

‘Ehy, piccolino!’ lo salutò lui, prendendolo in braccio e portandolo con sé sul divano.

Solo allora il bambino si guardò intorno e vide tutte le persone nuove e Nat si accorse subito che si era intimidito, almeno finché il suo guardo non si posò su un’altra persona.

‘Zia Michelle, zia Michelle!!!’ esclamò Jess, tendendo le braccia verso Michelle, che lo prese dalle gambe di Brian.

‘Uffa, perché tutti preferiscono lei a me?’ si lamentò Brian, facendo ridere gli altri.

‘Perché lei è molto più carina, fratellone’ rispose Natalie, sedendosi fra lui e Matt.

‘Tesoro, ha ragione lei...’ disse Mich, ricevendo un’occhiataccia da Brian ‘Ehy, piccolo, questi sono gli amici della zia e della mamma...’ disse poi rivolta a Jess, che si guardava timidamente intorno ‘Lei è Val, è mia sorella’ continuò, indicando Val, seduta lì a fianco.

Jess la osservò confuso per un istante, poi si voltò verso Michelle, poi di nuovo verso Val.

‘Siete uguali!’ esclamò, facendo scoppiare a ridere tutti quanti.

‘Il bambino è decisamente intelligente...’ osservò Matt dopo aver smesso di ridere.

‘Matthew Sanders, è figlio mio’ gli fece notare Natalie, ridendo.

‘Sì, siamo uguali... lei invece è Lacey’ continuò Michelle, indicando la ragazza al bambino ‘Lui è Johnny e lui è Matt’ concluse la ragazza.

Jess scese dalle gambe di Michelle e si diresse deciso verso Matt, inclinando la testa e osservandolo per qualche istante.

‘Mi devo preoccupare, Nat?’ chiese Matt sottovoce alla ragazza, mentre tutti trattenevano a stento le risate: vedere Matt intimidito da un bambino di tre anni era uno spettacolo unico nel suo genere.

‘Amore, che c’è?’ chiese Nat a Jesse.

Il bambino si voltò verso la mamma, con un sorriso a trentadue denti in viso.

‘Mamma, lui è quello della televisione di ieri!’ esclamò trionfante.

Natalie scoppiò a ridere, mentre gli altri, non capendo di cosa Jess stesse parlando, la osservavano confusi, Matt soprattutto.

‘Cioè?’ chiese il cantante.

‘No, amore, non è lui...’ gli spiegò lei, poi si rivolse a Matt ‘Ieri sera facendo zapping ho beccato un programma di wrestling... credo che ti abbia appena scambiato per un wrestler’.

A quel punto, Johnny e Brian caddero letteralmente dal divano, mentre le ragazze scoppiarono a ridere senza ritegno, Val inclusa, e anche a Matt scappò una risata.

‘Mi dispiace piccolino...’ disse Matt, prendendolo in braccio e mettendoselo sulle gambe ‘Però ti svelerò un segreto: io sono molto, molto meglio...’ gli disse e Jess lo guardò incuriosito.

‘Sì?’

‘Oh sì, fidati!’ rispose Matt, scompigliandogli i capelli e ridendo.

‘Nat, è identico’ disse Johnny, sapendo che la ragazza avrebbe capito a cosa si riferiva.

‘Lo so, nanetto...’ rispose lei, ricevendo un’occhiataccia dall’interessato.

‘Nanetto!’ ripeté Jess indicando Johnny col dito e per l’ennesima volta tutti risero, meno Johnny, che ora guardava tutti male.

‘Ripeto, il piccolino è davvero molto intelligente...’ commentò Matt.

‘Smettetela!’ protestò Johnny, mentre Lacey gli dava un bacio sulla guancia per consolarlo.

‘Nat, è un amore’ disse Val, che era chiaramente estasiata e la ragazza non poté fare a meno di pensare che se Matt non coglieva il messaggio subliminale era proprio ingenuo.

‘Sono poco obiettiva, ma lo so...’ rispose guardando Jess, che trovava estremamente interessanti i Rayban del cantante che incredibilmente glieli stava lasciando provare ‘Ehy! A me non lo lasci mai fare, Matt!’ protestò Natalie.

‘Scusa Nat, ma lui sa come prenderti...’ si giustificò Matt, mentre Jess si infilava gli occhiali.

‘Mamma, sono bello?’ chiese lui.

‘Bellissimo, tesoro’ rispose lei, mentre Brian tirava fuori il cellulare e gli faceva una foto.

‘Ottimo soggetto... è un Haner, non ci sono dubbi’ scherzò Brian, osservando la foto.

‘Scusate se non ve l’ho detto subito, ragazzi...’ intervenne Natalie, abbassando lo sguardo ‘Però... beh, prima dovevo dirlo... a lui’ finì lei, stando bene attenta a non pronunciare il nome di Zack davanti a Jess, innanzitutto per evitare che il bambino cominciasse a chiedere dove fosse e in secondo luogo perché preferiva così, anche se dubitava fortemente che Jess potesse capire il suo discorso.

‘Tutto a posto, piccoletta, mi sembra giusto’ rispose per tutti Matt.

‘Infatti... comunque, ora sappi che questo cucciolo dovrà recuperare tutto il tempo che ha perso con la zia Val!’ aggiunse Valary, rubando il bambino a Matt.

‘Ehy!’ protestò il ragazzo, ma desistette non appena Val gli lanciò un’occhiata minacciosa.

 

La settimana successiva passò senza che nulla di particolarmente rilevante si verificasse.

Anzi, in realtà un paio di eventi meritavano di essere menzionati.

Innanzitutto, i ragazzi avevano ufficialmente iniziato ad incidere il loro nuovo cd, che si sarebbe intitolato “Nightmare” e che i ragazzi avevano già finito di scrivere prima della morte di Jimmy.

Per la batteria avevano chiesto e ottenuto aiuto da Mike Portnoy, batterista dei Dream Theater e uno dei miti di Jimmy.

Nat aveva avuto occasione di incontrarlo quando, dietro esplicita richiesta di Brian, Matt e Johnny, o forse sarebbe stato più accurato parlare di intimidazioni, aveva portato Jess con sé allo studio per festeggiare il compleanno del bambino, che era anche il secondo evento della settimana.

La cosa buffa, o almeno Natalie cercava di vederla come tale, era che nonostante fossero tutti nella stessa stanza, Zack aveva fatto un lavoro egregio nell’ignorarla per tutto il tempo, persino quando Jess lo aveva letteralmente trascinato sul divanetto dove in quel momento lei stava seduta chiacchierando con Mike.

Nat non ci aveva fatto caso, come già le altre volte, d’altronde non si aspettava certo che Zack la perdonasse di punto in bianco, se mai lo avrebbe fatto, però faceva sempre male vedere come lo sguardo del ragazzo cambiasse drasticamente quando si posava su di lei: un secondo era la persona più simpatica del mondo, o adorabile se stava parlando col bambino, l’attimo dopo i suoi occhi erano due blocchi di ghiaccio.

In effetti la settimana non era proprio passata senza che nulla di rilevante si verificasse, ma nulla era paragonabile a quello che sarebbe successo quel giorno, almeno per Natalie.

Jess avrebbe passato l’intera giornata con Zack, da mattino a sera, quando il ragazzo glielo avrebbe riportato.

Sapeva che era stupido, incredibilmente stupido, ma non ne poteva fare a meno: fino a quel momento, nonostante li avesse sempre lasciati da soli, Jess era sempre stato semplicemente nell’altra stanza mentre quel giorno, per la prima volta da quando il bambino era nato, Nat avrebbe passato un’intera giornata senza di lui.

Il problema non era Zack, che anzi in quella settimana si era dimostrato fantastico con Jess e in fondo Nat sapeva che il bambino sarebbe stato a casa del ragazzo o, al massimo, in giro per Huntington con Zack, ma era più forte di lei e doveva fare di tutto per mantenere la calma in quel momento.

Nonostante i suoi sforzi, quando il campanello suonò Nat sobbalzò, mentre Jess corse eccitato verso la porta, sapeva infatti che Zack sarebbe dovuto arrivare da un momento all’altro.

‘Papà!’ urlò lui, saltando in braccio a Zack non appena Nat ebbe aperto la porta.

‘Ehy, cucciolo!’ lo salutò Zack, sorridendogli e scompigliandogli i capelli.

‘Vado a prendere lo zainetto!’ esclamò poi il bambino, correndo verso la sua camera.

Non appena Jess se ne fu andato, Nat vide il gelo tornare sul volto del ragazzo, che improvvisamente trovava estremamente interessante il suo cellulare.

‘Lo riporto per le sette, va bene?’ chiese Zack, facendola sobbalzare, non si aspettava che le rivolgesse la parola.

‘Sì... sì, benissimo’ disse lei, evitando di guardarlo in faccia, non solo perché odiava vedere quanto ce l’avesse con lei, ma anche perché era troppo nervosa e non voleva darlo a vedere.

‘...Stai bene?’ le chiese lui e Nat si trattenne a stento dal lanciargli un’occhiata sconvolta, non si aspettava una domanda del genere da Zack.

‘Sì... sì, tutto a posto’ rispose lei e fu ben felice di vedere Jess correre verso di loro, la situazione si stava facendo imbarazzante, almeno per lei.

‘Ehy, amore, e il bacio alla mamma?’ chiese Natalie, abbassandosi per abbracciare il bambino.

‘Ciao mamma!’ esclamò Jess, gettandole le braccia al collo e scoccandole una bacio sulla guancia.

‘Fai il bravo, ci vediamo stasera, ok?’ gli disse lei, dandogli un bacio sulla fronte e lasciandolo poi andare da Zack.

‘A stasera’ disse il ragazzo, uscendo e prestando tutta la sua attenzione a Jess, che aveva cominciato a parlare con lui di chissà cosa.

Nat si spostò alla finestra della cucina e li vede scendere in strada, salire in macchina e partire.

Si lasciò cadere su una sedia, cercando di convincersi che non era una tragedia, era perfettamente normale che succedesse.

Al diavolo, era la prima volta che si separava da suo figlio e lei era giustamente ansiosa.

Decise che l’ideale era uscire e dato che quel giorno erano tutti a casa, dal momento che era sabato, pensò che era un’ottima idea andare a dare un po’ fastidio al suo adorato fratellone.

 

‘Ehy, Nat!’ la salutò Michelle ‘Qual buon vento?’

‘Ciao Mich... è che Jess è tutto il giorno con Zack ed io ho bisogno di distrarmi’

‘In effetti sei un po’ agitata’ commentò la ragazza.

‘Oh, credimi, agitata è un eufemismo... dov’è il mio fratellone che lo disturbo un po’?’

‘Di sotto... si è chiuso nel suo studio due ore fa e non l’ho più visto... forse è il momento in cui dovrei cominciare a preoccuparmi...’ spiegò lei, facendosi pensierosa sull’ultima parte.

‘No... conoscendolo ha tirato fuori la Play Station segreta... o almeno è quello che faceva quando diceva a mamma che saliva in camera a studiare’ spiegò Natalie, facendo ridere l’altra ‘Lo raggiungo, vieni anche tu?’

‘Dopo, ora devo assolutamente finire un paio di cose per il lavoro... vai e coglilo in flagrante!’

‘Sarà fatto!’ esclamò Nat, battendo il cinque con Mich prima di scendere al piano di sotto e dirigersi verso la stanza che era diventata lo studio di Brian.

Aprì la porta senza far rumore e vide il fratello seduto alla scrivania che le dava le spalle, allora pensò bene di arrivargli dietro e farlo spaventare.

‘Che combini fratellino?’ esclamò Nat.

Brian saltò sulla sedia, portando istintivamente la mano sul foglio su cui stava scrivendo e suscitando in questo modo la curiosità di Natalie.

‘...Che stai combinando Bri?’ domandò lei, cercando invano di prendergli il foglio.

‘Niente... stavo... facendo una cosa...’ disse lui.

‘Ma dai? Non ci ero arrivata, Brian...’ commentò sarcastica lei ‘Tutta questa segretezza?’

‘Ecco... è che stavo... sì, scrivendo una cosa... una specie di testo...’.

Nat inclinò la testa di lato, fissandolo incuriosita.

‘Bri, da quando scrivi testi?’ gli chiese, sinceramente curiosa.

‘No, è solo che... non lo so, mi girava in testa, ecco...’.

Solo in quel momento Nat registrò gli occhi vagamente arrossati del fratello e capì tutto.

‘Jimmy?’ chiese lei, lasciandosi cadere sulla sedia di fianco a quella di Brian.

Il ragazzo annuì, abbassando lo sguardo sul foglio che teneva in mano.

‘Posso?’ chiese Natalie.

Brian sembrò pensarci un attimo, ma alla fine allungò il foglio alla sorella.

Due minuti dopo, Nat era sull’orlo delle lacrime.

‘Brian è... è... è bellissima’ disse lei, facendo scorrere ancora una volta lo sguardo su quello che aveva scritto Brian: il titolo che il ragazzo aveva dato a quella ipotetica canzone era “So Far Away” e c’erano delle frasi veramente bellissime, almeno secondo lei. Una in particolare le continuava a ronzare in testa: plans of what our futures hold, foolish lies of growing old, it seems we’re so invincible, but the truth is so cold.

Mai nulla era suonato più vero a Natalie.

‘Sì, beh... non è nulla...’

‘Non è nulla? Brian, tu questa la porti a Matt e Johnny seduta stante... non a Zack magari che è con Jess oggi, ma a loro sì’

‘No, Nat, non credo che...’

‘Non credi cosa Bri? Questa è... è una delle cose più belle che abbia mai letto... triste, ma bellissima... è... è il modo migliore per ricordare Jimmy...’ disse Nat, asciugandosi gli occhi con la mano, stava di nuovo per mettersi a piangere

‘E va bene...ok, se lo dici tu...’

‘Certo che lo dico io Bri, andiamo?’ lo esortò lei, alzandosi in piedi.

‘Oh, ok, facciamolo!’ disse lui, scattando in piedi a sua volta e seguendo la sorella verso il piano di sopra.

Una volta che ebbero spiegato tutto a Michelle, e dopo che anche l’altra ragazza fu sul punto di scoppiare a piangere, tutti e tre si prepararono ed uscirono per andare a casa di Matt, mentre Natalie chiamava Johnny e Lacey e gli diceva di incontrarsi là.

 

Dopo aver passato la mattinata alla spiaggia, con grande gioia di Jess che adorava quel posto tanto quanto lui, Zack aveva deciso di portare il bambino a casa sua, così da poterlo lavare e soprattutto per rilassarsi, stare dietro ad un bambino di quattro anni su una spiaggia affollata non era stata una passeggiata.

Ora lui e Jess stavano giocando con le macchinine del bambino, o meglio, Jess giocava, lui stava di fianco a lui ad osservarlo, pensando a quanto quel piccolo diavoletto gli avesse rivoluzionato la vita, in meglio.

Jesse era arrivato nel momento peggiore per tutti quanti e aveva portato con sé un’allegria e una voglia di vivere che avevano finito per contagiarli: certo, i problemi non si erano magicamente risolti e tutte le ferite erano ancora aperte, ma ogni volta che si trovava col suo bambino tutto sembrava meno difficile da affrontare.

‘Papà?’ lo chiamò Jess, facendolo tornare alla realtà.

‘Che c’è?’ chiese Zack, seguendo lo sguardo del bambino e trovandosi a fissare una delle foto di lui e i ragazzi che teneva sul tavolino del salotto.

‘Conosci Jimmy?’.

Zack si irrigidì impercettibilmente alla domanda: giusto per restare in tema di ferite aperte.

‘Sì... tu lo conosci?’ gli chiese a sua volta Zack.

Jess annuì vigorosamente ‘Jimmy è amico di mamma...qualche volta è venuto da noi...è simpatico, ma la mamma ha detto che adesso è dovuto andare via e non può tornare’ rispose il bambino, con un broncetto triste sull’ultima parte.

‘Già, la mamma ha ragione cucciolo...’ disse Zack,accarezzandogli i capelli.

‘Tu come fai a conoscerlo?’ gli chiese Jess.

‘Jimmy er... è anche un amico di papà, da tanto, tanto tempo’ rispose il ragazzo, correggendosi all’ultimo sul verbo al passato, Jess fino a quel momento aveva usato solo il presente e non voleva rischiare di dover dare troppe spiegazioni, non era sicuro di farcela.

Jess annuì, soddisfatto della risposta, poi prese in mano una macchinina, un po’ più grande delle altre, che riproduceva una Ferrari.

‘Questa me l’ha data Jimmy!’ disse Jess, mettendola in mano a Zack, poi, con la stessa velocità con cui aveva introdotto l’argomento, il bambino ritornò al suo gioco.

Zack si fece girare fra le mani l’automobilina, sorridendo: tipico di Jimmy, lui capiva sempre al primo colpo cosa piaceva alle persone. Il ragazzo, infatti, aveva notato sin dalla prima volta come Jess si prendesse particolarmente cura di quella macchinina: mentre alle altre faceva fare “incidenti”, che consistevano nel lanciare un modellino contro l’altro, con quella non lo aveva mai fatto, forse perché aveva paura che si rovinasse e Zack aveva notato anche come la tenesse sempre in un angolino protetto rispetto alle altre.

La rimise sul tappeto di fianco a Jess, che come volevasi dimostrare la spostò in quello che poco prima aveva chiamato “il garage”, uno spazio ottenuto fra la gamba del tavolino e il suo zainetto appoggiato per terra.

‘Ehy, che ne dici se facciamo merenda?’ propose Zack al bambino: aveva bisogno di fare qualcosa, qualunque cosa per distrarsi.

‘Sì!’ esclamò entusiasta Jess, scattando in piedi e dirigendosi di corsa verso la cucina, con Zack che lo seguiva per evitare che si facesse male: la sua tecnica decisamente funzionava, stare dietro a Jess, per quanto lo adorasse, era un lavoro che non lasciava molto tempo per pensare.

 

Quando Nat arrivò a casa erano quasi le sette e si rese conto che non era stata una giornata poi così terribile come aveva temuto, anzi, in realtà quel pomeriggio era riuscita a non farsi ossessionare dal pensiero di Jess.

Certo, il fatto che lei e gli altri avessero passato tutto il pomeriggio a casa di Matt a raccontarsi storie divertenti o tristi su Jimmy aveva contribuito.

Sperò che Jess non notasse il velo di tristezza che non ne voleva sapere di andarsene, in un certo senso era stato terapeutico parlarne con gli altri, era una cosa che non aveva potuto fare quando era successo il fatto e la faceva stare davvero bene, ma ciò non toglieva che fosse anche un modo per rendere più reale il tutto e per rigirare il coltello in una ferita ancora troppo fresca.

Non appena sentì suonare il campanello si diede una sistemata veloce davanti allo specchio e andò ad aprire.

‘Ciao mamma!’ la salutò Jess, abbracciandola.

‘Tesoro mio! Ti sei divertito?’ gli chiese lei.

Il bambino annuì vigorosamente ‘Sì! Siamo andati al mare e poi abbiamo giocato con le macchinine! Mamma, lo sai che papà conosce Jimmy?’.

Nat fece del suo meglio per mantenere il sorriso che aveva in volto e non le sfuggì che anche Zack aveva leggermente cambiato espressione.

‘Sì, lo so amore... ehy, vai a portare in camera lo zainetto, io arrivo subito, ok?’

‘Ok! Ciao papà!’ disse Jess, voltandosi verso Zack e abbracciando anche lui.

‘Notte cucciolo’ lo salutò Zack, dandogli un bacio sulla fronte prima che il bambino corresse in camera.

‘Tutto a posto?’ chiese Zack a Natalie e la ragazza pensò che sembrava quasi preoccupato, sebbene fosse stata solo l’impressione di un attimo.

‘Sì... tutto ok, niente di che...’

‘Ok...beh... notte’ la salutò Zack, fissando il pavimento.

‘Notte’ rispose lei.

Zack sembrò esitare qualche istante, poi si voltò e si diresse verso le scale, tirando fuori dalla tasca il cellulare e rileggendo il messaggio che Matt gli aveva mandato mezz’ora prima: “Non appena lasci Jess da Nat, vieni da me. Immediatamente”, chiedendosi cosa poteva mai esserci di tanto urgente.

 

‘Ehy, entra Zack’ lo accolse Matt, facendolo entrare.

Zack si diresse in salotto e rimase a dir poco sorpreso di vedere anche Johnny e Brian e solo in quel momento si rese conto che Lacey, Val e Mich erano in cucina.

‘Mi devo preoccupare?’ chiese Zack.

‘Non esattamente... ehy, tutto bene con Jess?’ chiese Brian.

‘Sì... e dai, mi state facendo spaventare...’

‘Gates ha pensato di portarmi via il lavoro nella band e si è dato ai testi’ spiegò Matt.

‘E da quando?’ chiese sorpreso Zack.

‘Da oggi, a quanto pare’ intervenne Johnny ‘Anche se probabilmente avrebbe tenuto la cosa per sé se Nat non lo avesse colto in flagrante’.

‘E questo testo dov’è?’ chiese Zack, ignorando volutamente il coinvolgimento di Natalie nella storia.

‘Eccolo qua’ disse Matt, porgendo il foglio al ragazzo.

Zack lesse in silenzio per qualche minuto, poi alzò lo sguardo sugli altri, riuscendo incredibilmente a mantenere un certo controllo sulle sue emozioni, evidentemente la pratica di quel pomeriggio era stata utile.

‘Brian, sei un fottuto genio’ fu la prima cosa che disse.

‘Lo sapevo, ma grazie’ rispose Brian, decidendo che buttarla sul ridere era il modo migliore, avevano passato l’ultimo mese a deprimersi, era ora di cominciare a reagire.

‘Ci abbiamo passato tutto il pomeriggio sopra, abbiamo qualche idea, tu che dici?’

‘Ho un paio di idee anch’io... tutto il pomeriggio hai detto?’ chiese Zack.

‘Sì... perché?’

‘Niente... mi sono andati a posto un paio di pezzi del puzzle’ spiegò lui senza dilungarsi oltre, ignorando gli sguardi curiosi degli amici: ora capiva la strana espressione di Nat quando aveva aperto la porta e la reazione che aveva avuto quando Jess aveva nominato Jimmy.

‘Tutto ok Zack?’ gli chiese Johnny.

‘Sì, sì... è solo che tanto per restare in tema, Jess oggi mi ha chiesto di Jimmy, è stato un pomeriggio così...’.

Gli altri annuirono, sapevano tutti che Jimmy sapeva di Jess, quindi la cosa non li sconvolgeva più di tanto.

‘Facciamo che rimandiamo tutto a lunedì? Il testo lo hai letto, così non puoi dire che ti escludiamo dalla band...’ intervenne Matt, strappando un sorriso divertito agli altri tre ‘Ci vediamo allo studio con Mike e vediamo cosa ne esce’.

Gli altri furono d’accordo con lui, allora si salutarono e dopo aver recuperato le rispettive ragazze salutarono Matt e se ne andarono.

 

Ma buongiorno!

Eccomi qui col mio aggiornamento settimanale (sì, se non lo aveste ancora capito aggiorno una volta a settimana...XD).

Dunque, che dire...capitolo un po’ tristino, assolutamente non previsto quando ho cominciato la storia, ma è venuto da sé e non ho potuto fare a meno di scriverlo, ci stava...

Bene... detto questo, GRAZIE per le recensioni, lo sapete che vi adoro (come sempre, controllate la casella messaggi per la risposta, se non ho risposto, picchiatemi virtualmente XD)... continuate così, eh? =)

Ed ora...SURPRISE! Piccola cosina speciale...

Dovete sapere che la cara Tragedy è un’ottima photoshoppeggiatrice (parola di mio conio u_u) e mi ha fatto un banner per la storia... è o non è un’adorabile creatura? =)

Eccolo:

 

Unholy Confessions

Vero che è tanto bello? A me piace tanto... quindi grazie Tragedy... (fra parentesi, sappiate che la ragazza ha vari motivi per volermi uccidere, quindi special thank you perché mi sopporta pure XD).

Un altro piccolo appunto fotografico: questa è più o meno l’idea che ho io di Zacky e Jess:

Photobucket

 

Beeeeene... il prossimo aggiornamento sarà il primo flashback!

Parlando dei flashback, una nota: quelli che erano nati come momenti a volte legati, a volte slegati dalla storia stanno iniziando a prendere il sopravvento... nel senso che ora sono diventati cose a cui i nostri beniamini accennano nel corso della storia... quindi non li pubblicherò in ordine cronologico, ma mi baserò sulla loro utilità ai fini della comprensione della storia e sul fatto che siano già stati nominati o meno (non sia mai che vi spoilero...XD).

Ok, detto questo (molto confusamente, ma l’ho detto), vi lascio e vi invito nuovamente a recensire, che mi fate tanto, tanto, taaaaanto felice! (e il cielo sa quanto ho bisogno di un po’ di conforto...fidatevi delle mie parole, la selva oscura di  Dante è il paese delle meraviglie in confronto alla mia tesi...*_*).

xxx

Lady Numb

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Capitolo 6
*** Flashback 1 ***


2004:

Natalie si trovava nel backstage del concerto dei ragazzi insieme a suo fratello e insieme stavano osservando la folla sotto il palco.

‘Wow... è un bel po’ di gente Bri!’ commentò Natalie, entusiasta.

‘Già...’ rispose lui, non potendo nascondere il suo sorriso soddisfatto, nonostante non fosse certo il primo concerto dopo “Waking the Fallen” si emozionava sempre vedendo tutta quella gente lì per ascoltare la loro musica, specie se il concerto era ad Huntington Beach ‘Beh, io vado a finire di prepararmi, tu resti qui dietro o vai là in mezzo?’

‘Bri... ho il posto d’onore qui, secondo te vado a farmi schiacciare là in mezzo?’ chiese lei, facendolo ridere ‘Solo perché Kev e Viki sono pazzi, non significa che lo sia anch’io...oh, giusto, dimenticavo che Viki è tua amica prima che mia, un motivo ci sarà...’.

Brian le alzò il medio per tutta risposta e lei fece altrettanto, ma entrambi stavano ridendo, poi il ragazzo le disse che si sarebbero rivisti dopo e tornò verso il camerino.

Nat lanciò un’altra occhiata verso la folla, cercando di trovare fra le teste quella della sua amica e del suo ragazzo.

Improvvisamente sentì qualcuno che la prendeva per un polso e la trascinava verso il corridoio dei camerini.

Stava per mettersi ad urlare, ma quando si voltò si trovò davanti Zack, o meglio, la schiena di Zack, che la trascinava oltre il camerino dei ragazzi senza dirle una parola.

‘Che accidenti stai facendo Zack?!’ chiese lei, abbastanza irritata, le aveva fatto prendere un colpo non indifferente.

Il ragazzo non le rispose, continuò a tirarsela, letteralmente, dietro finché non entrò in una stanza vuota e si richiuse la porta alle spalle, voltandosi finalmente verso di lei.

‘Che ti ho fatto, Nat?’ chiese il ragazzo, estremamente serio.

‘Che mi hai fatto? Niente Zack, che accidenti di domanda è?’ chiese perplessa lei.

‘E allora spiegami perché è una settimana che mi eviti in ogni modo possibile’ ribatté lui.

‘Non... non ti sto evitando Zack’ rispose lei poco convinta: la verità era che in effetti lei lo stava evitando, dalla sera della festa esattamente.

Non era ancora riuscita a venire a capo di quello che era successo, quello che aveva sentito quando Zack l’aveva abbracciata, era confusa ed era per quel motivo che aveva deciso di stare il più lontana possibile da lui.

‘Certo, come no...’ rispose ironico lui ‘Nat, fai di tutto per non restare da sola con me, mi saluti a fatica e non mi rivolgi la parola se non è più che necessario... santo cielo, non pensavo che per uno scherzo idiota te la prendessi fino a questo punto’

‘Cosa? No, io non ce l’ho con te per avermi lanciato in acqua, ma ti pare Zack?’ rispose lei quasi indignata, Zack lo sapeva che aveva senso dell’umorismo da vendere nonostante sul momento avesse fatto l’offesa.

‘E allora che c’è Nat, me lo vuoi spiegare?’ chiese di nuovo lui esasperato.

‘Io... non lo so... senti, dimentichiamo questa settimana, ok? Mi dispiace, forse hai ragione, ma se ti ho evitato non l’ho fatto volontariamente...’ rispose Nat, ed era vero in parte, non è che volesse evitare il ragazzo, era il suo istinto che la portava a stare il più possibile lontana da lui... o meglio, la sua parte razionale, il suo istinto in realtà era totalmente opposto all’idea.

‘Ma...oh, ok, come credi’ rispose lui e a Nat non sfuggì l’espressione di Zack e ne fu sorpresa: sembrava quasi deluso.

‘Ma cosa?’ chiese incuriosita lei.

‘Lascia stare’ rispose lui dirigendosi verso la porta, ma venne bloccato da Natalie, che si appoggiò ad essa impedendogli di passare.

‘E no Zack, adesso mi dici qual è il tuo problema, perché a quanto pare non sono l’unica qui ad averne uno’.

Zack rimase in silenzio per un attimo, fissandosi le mani senza alzare lo sguardo sulla ragazza, poi finalmente si decise a guardarla negli occhi.

‘Sarebbe tanto strano se... beh, sì, insomma, se ti dicessi che non faccio altro che pensare a te dalla sera della festa?’ chiese infine lui.

Natalie per poco non perse l’equilibrio per la sorpresa, non solo perché era esattamente la stessa cosa che le aveva fatto notare Viki riguardo a se stessa, ma anche perché da Zack proprio non se lo aspettava.

‘Io...non... non lo so... non credo, no...’.

Zack la fissò sorpreso all’inizio, poi sembrò prendere coraggio e fece un passo verso di lei.

‘Io non ho idea di cosa caspita sia successo Nat, non lo so, so solo che è dalla sera della festa che...Dio, non ci capisco più niente, so che non ha minimamente senso, ma...’.

Zack non riuscì a finire la frase, Nat aveva dato finalmente retta all’istinto che aveva represso per tutta la settimana e si era sporta verso di lui, fino a sfiorargli le labbra con le proprie.

Dopo qualche istante di stordimento iniziale, il ragazzo la prese per i polsi e subito dopo Nat si ritrovò contro il muro di fianco alla porta, mentre Zack la baciava con un’urgenza che l’avrebbe quasi sorpresa se non fosse stato per il fatto che provava esattamente la stessa sensazione.

Portò una delle sue mani nei capelli del ragazzo avvicinandolo ancora di più a sé, pensando che era tutto semplicemente perfetto, quel momento era perfetto.

‘Io ti ammazzo Zack!’.

Nat fece appena in tempo a vedere Zack staccarsi da lei e cominciare a correre, un attimo dopo il ragazzo era dall’altra parte della stanza, con Brian che lo inseguiva furibondo.

‘Brian, posso... spiegarti... tutto...’ cercò di calmarlo Zack, continuando a correre ed evitando per un pelo che l’amico lo prendesse per la maglietta.

‘Prima ti ammazzo, poi me lo spieghi!’ gli urlò di rimando Brian, continuando a corrergli dietro.

Natalie e il resto della band seguirono i due fuori dalla stanza e l’inseguimento continuò nel corridoio e fino a dietro il palco.

‘Fermati, vigliacco!’ urlò Brian a Zack, che però non aveva la minima intenzione di dargli retta.

‘Brian, piantala, ora!’ gli intimò Natalie, ma il fratello non le prestò la minima attenzione.

Quello che accadde dopo fu talmente rapido che Nat quasi non capì quello che era successo: Zack, che stava correndo come se fosse inseguito dal diavolo in persona, improvvisamente sparì.

Natalie e il resto della band corsero verso il punto del backstage in cui era sparito e un attimo dopo Matt, Jimmy e Johnny ridevano alla vista di Zack disteso a terra a pancia in giù, chiaramente dolorante, col piede incastrato in un cavo.

‘Autopunizione, succede quando inconsciamente sai di aver fatto una cazzata’ disse soddisfatto Brian, ignorando l’occhiataccia della sorella e tornando fischiettando verso il camerino.

‘Stai bene?’ gli chiese Natalie, fulminando con lo sguardo gli altri tre che continuavano a ridere e chinandosi su Zack.

‘Il ginocchio, cazzo...’ si lamentò lui, mettendosi a sedere e portandosi le mani sul ginocchio destro.

‘E voi tre invece di ridere dateci una mano, vi ricordo che senza di lui non suonate!’ disse Nat, rivolta a Jimmy, Johnny e Matt.

I tre si fecero improvvisamente seri, era chiaro che nessuno dei tre aveva ancora visto la situazione sotto quella prospettiva.

‘Ehy Zee, stai bene?’ gli chiese preoccupato Matt.

‘A parte il fatto che non riesco a stare in piedi dici? Sì, tutto bene...’ rispose ironico il ragazzo.

‘E dai, non scherzare Zack...’ disse Jimmy.

‘Non-sto-scherzando’ scandì lui.

‘Ok, niente panico!’ intervenne Nat ‘Jimmy, vai a prendere la cassetta del pronto soccorso, Johnny, ghiaccio, Matt, trova un modo per posticipare di una decina di minuti, su, andate!’ ordinò Natalie e i tre partirono come razzi ad eseguire gli ordini.

‘...Autoritaria’ commentò Zack divertito.

‘Abituatici’ rispose lei.

‘Volentieri’ rispose lui, sporgendosi verso di lei per baciarla.

‘Ma allora sei recidivo!’ esclamò Brian, che aveva scelto proprio quel momento per tornare.

‘Brian Elwin Haner Junior, vedi di smetterla!’ gli intimò Nat, mettendosi davanti a Zack, che fissava l’amico sinceramente terrorizzato ‘Cosa credi, che sia arrivata fino ad oggi pura e sola?’ chiese lei.

Zack trattenne a stento una risata davanti all’espressione pietrificata dell’amico, che però sembrò riprendersi velocemente.

‘Non vedevo, quindi non esistevano... e poi lui è mio amico!’ protestò Brian.

‘E allora?’ gli chiese Nat con aria di sfida ‘Oh, eccoti Jimmy’ disse poi, ignorando il fratello e prendendo la cassetta del pronto soccorso da Jimmy.

Dopo aver medicato il ginocchio di Zack fra le lamentele del ragazzo, dal momento che “il disinfettante gli stava facendo patire le pene dell’inferno” con gran soddisfazione di Brian, Natalie prese il ghiaccio che Johnny aveva nel frattempo portato e lo piazzò sempre sul ginocchio di Zack.

‘Fermo immobile per dieci minuti e stasera vedi di non saltare troppo, ok?’ gli disse Nat.

‘Agli ordini!’ rispose lui.

‘Bene... intanto che sei fermo immobile... io e te chiacchieriamo un po’, che ne dici caro Zack?’ chiese Brian, sedendosi di fronte a Zack, che istintivamente afferrò il braccio di Natalie.

‘Io ho paura di lui...’ piagnucolò Zack, facendo scoppiare a ridere tutti, persino lo stesso Brian.

 

Ciao a tutti!
Ecco il primo flashback... come vi avevo anticipato, sono corti rispetto ai soliti capitoli (non tutti, ma sono giusto dei momenti di vita...)... come avrete capito, questo fa riferimento alla volta in cui Zack e Nat si sono messi insieme... fatemi sapere cosa ne pensate!

Il prossimo aggiornamento dovrebbe essere il capitolo sei, che è già pronto! =)

E ora vi voglio attenti, ripetete con me:

Tanti auguri a te!

Tanti auguri a te!

Tanti auguri a Tragedy!

Tanti auguri a te!

Buon compleanno fanciulla… adesso ho ufficialmente esaurito i posti in cui farti gli auguri! ;)

Bene, ho detto tutto quello che c’era da dire... come sempre, ringrazio infinitamente chi ha recensito e chi ha letto (ma se leggete perché non recensire, eh? XD) e spero di ritrovarvi tutti nel prossimo capitolo!

xxx

Lady Numb

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Capitolo 7
*** Chapter 6 ***


Due giorni più tardi, Natalie era in piscina a casa di Brian con Jess, che in quel momento stava giocando con Mich mentre lei e il fratello si godevano il sole.

‘Io adoro quando tocca a Zack registrare’ disse Brian, sistemandosi il cuscino gonfiabile sotto la testa.

‘Tu adori quando sono gli altri a dover lavorare, Bri’ lo prese in giro Natalie, mettendosi sul fianco per poterlo guardare.

‘Ehy! Non è vero!’ protestò lui, imitando la posizione della sorella e abbassandosi gli occhiali per guardarla male ‘Quando tocca a Zack ci godo particolarmente’ aggiunse poi con un ghigno malefico che fece ridere Natalie.

‘Senti...’ disse poi Brian ‘Come vanno le cose con Zack?’

‘Quali cose?’ chiese Natalie ‘Zack si comporta come se non esistessi Brian, quando c’è Jess fa finta che vada tutto bene, non appena lui gira le spalle... beh, il gelo’.

Brian annuì, restando in silenzio qualche istante prima di parlare di nuovo.

‘Sai... mi dispiace davvero che le cose stiano così... però hai fatto la scelta migliore che tu potessi fare tornando e raccontandogli di Jess’

‘Beh... se non avessi pensato che fosse una buona idea non lo avrei fatto Bri’

‘Sì, volevo solo dire che... beh, Nat, in tutta sincerità era da tempo che non vedevo Zack così felice, ecco’

‘Sì?’ chiese lei, sorridendo davanti all’espressione di Brian: sapeva benissimo quanto ci tenesse ai suoi amici, dal primo all’ultimo e di conseguenza sapeva che non doveva essere stato facile per lui in quegli anni vedere Zack soffrire per la sua partenza.

‘Sì... tu Zack lo conosci quanto me Nat... quindi puoi immaginare quanto male abbia preso la morte di Jimmy...’ iniziò Brian, per poi fermarsi solo un attimo, non era un argomento facile nemmeno per lui ‘Non sto dicendo che per qualcuno sia stata facile, ma... beh, lui non parla, lui soffre in silenzio, non si sfoga, o almeno non tanto quanto noi... ed eravamo tutti davvero preoccupati, non sapevamo come sarebbe andata a finire... e poi è arrivato Jess e ci siamo ritrovati un nuovo Zack... non sto dicendo che sia tutto passato, in tutta sincerità non so se passerà mai, ma di sicuro quel piccoletto lo ha tirato fuori dal baratro’ concluse Brian, lanciando un’occhiata a Jess, che giocava sul bordo della piscina con Mich.

‘Posso farti una domanda Bri?’

‘Certo’

‘Tu come stai?’ gli chiese Nat: non le era sfuggito come per fare quel discorso suo fratello si fosse rimesso gli occhiali da sole, senza contare l’episodio della canzone un paio di giorni prima.

Brian sembrò pensarci su un attimo, poi si rimise a pancia in su sul lettino, fissando il cielo.

‘Non lo so Nat... mi manca, cazzo se mi manca... è strano pensare che non... non ci saranno più tutte quelle piccole cose a cui eravamo abituati... le telefonate, la sala di incisione, le serate al bar... sai... a volte mi chiedo cosa sarebbe successo se quella sera avessimo deciso di uscire, di fare qualsiasi cosa...’

‘Bri...’ cominciò Nat, ma fu interrotta dal ragazzo.

‘Lo so, non è colpa nostra eccetera eccetera eccetera... però non posso fare a meno di chiedermelo... magari non sarebbe cambiato nulla, o forse sarebbe cambiato tutto... e il fatto che non lo saprò mai... beh, di certo non è di gran conforto... però tutto sommato credo di stare bene...per lo meno non mi lascio più vivere dalla vita come prima che arrivaste tu e Jess’ concluse lui, girando la testa per tornare a fissare la sorella.

‘Sai... da un lato ti capisco...’ disse Nat, ricevendo in cambio un’occhiata confusa da Brian ‘Vedi... avevo pensato di tornare già qualche mese fa... a Jimmy non lo avevo detto perché altrimenti mi sarebbe venuto a prendere con la forza questa volta... e alla fine ho deciso di non farlo... e ogni tanto anch’io mi domando se le cose non sarebbero andate diversamente se invece avessi preso il maledetto coraggio in mano e fossi tornata a casa... penso che forse quel giorno Jimmy non sarebbe stato a casa da solo... forse sarebbe stato con qualcuno e magari ora sarebbe ancora qui...’

‘Ehy...’ disse Brian, spostandosi sul lettino di fianco a lei, la voce di Nat tremava e lui sapeva benissimo cosa questo significasse, sua sorella era prossima alle lacrime ‘Santo cielo Nat, non puoi pensarlo davvero’

‘Tu sì ed io no?’ ribatté lei.

‘Ok, touché... allora facciamo così: io do ascolto a te se tu dai ascolto a me, io smetto di farmi domande inutili e tu fai altrettanto... ok?’ propose lui, circondandole le spalle col braccio.

‘Ok’ rispose lei, calmandosi.

‘E poi Jess non ha fatto bene solo a Zack, sai? È un piccolo uragano di vita, come si fa ad essere tristi con lui intorno?’ aggiunse Brian, facendo cenno con la testa al bambino, che in quel momento stava spruzzando Michelle con l’acqua.

‘Quello lo so... come credi che abbia fatto io?’ disse lei, guardando a sua volta il bambino, che in quel momento si voltò verso di lei e le rivolse un sorriso enorme.

‘Mamma, mamma! Vieni a giocare?’ chiese lui, cominciando poi a urlare quando Michelle lo prese da dietro e cominciò a fargli il solletico.

‘Arrivo!’ gli rispose Nat, alzandosi e dirigendosi insieme a Brian verso la piscina.

Non appena Nat si fu seduta sul bordo il bambino, che nel frattempo si era liberato da Michelle, le saltò in braccio.

‘Ehy, amore!’ lo salutò Natalie, spostandogli i capelli bagnati dagli occhi.

‘Cosa fa lo zio?’ chiese il bambino, osservando perplesso Brian, che stava camminando sul bordo della piscina.

‘Sto facendo vedere alla zia e alla mamma quanto sono bravo a stare in equilibrio!’ gli rispose serio Brian, mentre Nat e Mich scoppiavano a ridere.

‘Ehy, Jess, ora ti prendo!’ esclamò Michelle, dirigendosi verso Nat e il bambino, che per tutta risposta scosse la testa e ridendo cominciò a correre per il giardino, inseguito da Michelle.

‘Sai Brian...’ cominciò Natalie, osservando suo figlio e l’amica rincorrersi ‘Credo che quello che Michelle vuole farti capire è che è ora di fare un bambino!’ esclamò Natalie, scoppiando a ridere quando vide il fratello strabuzzare gli occhi, perdere l’equilibrio e finire direttamente in acqua.

 

La mattina successiva, quando andò a svegliare Jesse, Natalie sapeva benissimo che l’aspettava una lotta senza quartiere: doveva portare il bambino dal dottore per una visita di controllo, da quando era tornata in California non ci era ancora stata, ma era decisamente arrivato il momento.

Il piccolo problema era che Jess detestava i dottori.

‘Amore, svegliati’ gli disse Natalie, scuotendolo delicatamente.

‘No mamma...’ si lamentò lui, stropicciandosi gli occhi.

‘Tesoro, te l’ho detto ieri sera... più tardi dobbiamo andare dal dottore e prima dobbiamo andare dai nonni’

‘No,no, no! Io non ci vengo!’ piagnucolò Jess.

‘Non cominciare a fare i capricci’ gli disse lei, prendendolo in braccio e portandolo in cucina.

‘Non ci vengo!’ esclamò lui, dando un calcio alla sedia.

‘Jesse James Haner! Sai benissimo che non ti devi comportare così!’ lo riprese lei.

‘Non ci voglio andare...’ ripeté lui, tenendo però lo sguardo basso, il bambino non era stupido e sapeva che quando Natalie si arrabbiava non c’era niente di buono.

‘Jesse, ci devi andare, fine della discussione’

‘Voglio anche papà!’disse il bambino.

Natalie per poco non fece cadere la bottiglia del latte, quella non l’aveva proprio messa in conto.

‘Per favore mamma, può venire anche papà?’ chiese di nuovo Jess.

‘Amore... papà deve lavorare, non...’

‘Per favore!’ la implorò di nuovo il bambino.

Natalie sospirò, non era in una posizione facile: se gli avesse detto di sì Jess avrebbe potuto credere che poteva ottenere quello che voleva, ma se gli avesse detto di no il bambino lo avrebbe detto a Zack e quello avrebbe portato a tutta una serie di domande e spiegazioni che le davano il mal di testa solo a pensarci.

Allo stesso tempo la prospettiva di passare almeno un’ora in compagnia di Zack in quel particolare periodo non era delle più rosee.

‘Facciamo così...’ disse lei, inginocchiandosi davanti al bambino ‘Adesso chiamo papà... se ha tempo, allora ok, ma se non ha tempo tu la smetti di fare i capricci e ci vieni senza fiatare, ok?’.

Jess annuì, allora Nat lo mise sulla sedia e gli diede la sua colazione, poi prese il cellulare e si spostò per chiamare Brian.

‘Pronto?’ rispose Brian.

‘Ehy, Bri...’

‘Nat, tutto a posto?’ chiese il ragazzo.

‘Sì... cioè, dipende dai punti di vista... ti prego, dimmi che oggi non potete fare a meno di Zack’ disse lei, parlando a bassa voce per non farsi sentire da Jess.

‘A dire il vero oggi Zack ha poco da fare...perchè?’

‘Dannazione...’

‘Nat?’

‘Devo portare Jess dal dottore... lui detesta i dottori... e mi ha detto che ci viene solo se c’è anche Zack... e normalmente non mi farei troppi problemi a dirgli che comando io e si fa quel che dico io, ma visto che qui di normale non c’è niente...’

‘Hai paura che Zack lo venga a sapere e non la prenda bene, capito’ finì per lei Brian ‘Vuoi che glielo chieda io?’

‘Ti adoro Bri’

‘Lo so piccoletta... ok, ti richiamo’ disse lui, riattaccando.

Natalie tornò in cucina, dove Jess stava facendo colazione tranquillamente.

‘Viene?’ chiese speranzoso il bambino e per un attimo Natalie si sentì terribilmente in colpa per il fatto che dentro di sé sperava ardentemente che Zack non potesse esserci.

‘Non lo so, dovrebbe richiamarmi... oh, eccolo qui!’ disse lei, rispondendo al suo cellulare, che aveva iniziato a squillare ‘Dimmi Bri’

‘Zack’ la corresse il ragazzo dall’altra parte e Natalie pensò che doveva fare un lungo discorsetto a Bri riguardo a farla chiamare da Zack col suo cellulare.

‘Scusa, dimmi’ rispose lei.

‘Per me non c’è problema, a che ora?’ chiese lui e Natalie si trattenne a stento dal fare una battuta ironica sul gelo del ragazzo e lo fece solo ed esclusivamente perché sapeva di meritarselo.

‘L’appuntamento è per le quattro... tre e mezza qui?’

‘Ok, a oggi’ disse semplicemente lui, riattaccando.

‘Mamma, mamma, c’è papà?’ chiese Jess, che nel frattempo aveva terminato la sua colazione e la fissava speranzoso.

‘Sì amore, c’è papà’ gli rispose lei sorridendogli, poi lasciò che andasse in salotto a giocare, mentre lei si lasciava cadere sulla sedia e si prendeva la testa fra le mani: non doveva piangere, doveva trattenersi, non voleva che Jess capisse qualcosa.

Però era dannatamente difficile.

Era stupido, ma quando Zack aveva riattaccato senza aggiungere una parola più del necessario le aveva fatto male, quella dannata situazione le stava facendo male, per quanto una parte di lei fosse felicissima di essere tornata e di vedere Jess così felice di stare con suo padre, c’era un’altra parte di lei, quella che non aveva mai smesso di amare Zachary Baker, che sanguinava ogni volta che il ragazzo la trattava come se fosse invisibile.

Sobbalzò quando sentì il suo cellulare squillare di nuovo e vide che si trattava di Brian, o per lo meno del cellulare di Brian, motivo per cui esitò qualche istante prima di rispondere.

‘Pronto?’ rispose esitante lei, cercando di mantenere la voce il più normale possibile.

‘Scusa, sono un idiota, avrei dovuto farlo chiamare col suo telefono, scusa, scusa, scusa’.

Natalie sorrise sentendo suo fratello profondersi in scuse, in fondo era adorabile.

‘Tutto a posto, non preoccuparti... almeno così ho risposto, in tutta sincerità non so se lo avrei fatto se avessi visto che era davvero lui’

‘Stai bene? Ho sentito la telefonata... se non ci fosse la situazione che c’è sarebbe già morto, lo sai, vero?’ le disse lui, facendola ridere.

‘Lo so Bri, ti adoro anche per questo molto, molto in fondo...’ rispose lei ‘Comunque sto bene... credo... in realtà non lo so, ma non ha importanza’

‘Ce l’ha per me’ ribatté lui.

‘Sto Bri, né bene né male, credo che dovrai accontentarti di questo, è tutto quello che posso dirti’

‘Ed io sto tranquillo?’

‘Tranquillissimo... pensa all’album, non a me, me la so cavare, promesso’

‘E va bene... però io te lo dico Nat: lo capisco e lo sai bene... ma se continua così, io non garantisco nulla...’

‘So che non dovrei incoraggiarti, ma sei il mio fratellone protettivo preferito’ rispose lei, facendolo ridere.

‘Quando ti fa comodo... buona giornata piccoletta, saluta Jess’

‘A te, saluta gli altri’ rispose Natalie, riattaccando.

Tornò in cucina per lavare la tazza di Jess, ringraziando il cielo per Brian, sinceramente a volte si chiedeva cosa avrebbe fatto senza di lui.

 

Natalie finì di pulire la cucina, sorridendo quando vide Brian rincorrere Jess in salotto.

Aveva trovato suo fratello che l’aspettava davanti alla porta di casa quando era tornata dal dottore con Zack e Jess ed era rimasto lì a cena, approfittando anche del fatto che Michelle era dai suoi con Val.

In realtà Nat stava abbastanza bene, quel pomeriggio non era stato poi così terribile come aveva temuto all’inizio: una volta che Zack era arrivato, Jess aveva cominciato a tenere banco e aveva colmato il silenzio fra loro due, poi c’era stato il dottore e lì aveva parlato lui per tutta la durata della visita, poi di nuovo Jess sulla strada del ritorno e per finire aveva trovato Brian davanti alla porta di casa.

Nonostante tutto, era davvero felice che suo fratello fosse lì con lei in quel momento, sapeva che una volta che Jess fosse andato a letto avrebbe ricominciato a pensarci e sapeva che Brian era lì esattamente per evitarlo, o quanto meno per fornirle il suo inestimabile supporto morale.

‘Mamma!’ urlò Jess, nascondendosi dietro le gambe di Natalie.

‘Ti prendo!’ esclamò Brian, cercando di afferrare il bambino.

‘Mamma, mamma, aiuto!’ urlò Jess.

‘Ehy, zio Brian, lascia stare il mio ometto!’ disse lei ridendo, prendendo Jess in braccio.

‘Uff... non vale... tu hai lei!’ protestò Brian, facendo ridere ancora di più la sorella.

‘Amore, non è ora di andare a nanna?’ chiese Natalie al bambino.

‘No!’ si lamentò lui, ma era evidente che aveva sonno.

‘E dai piccoletto, devi dormire se vuoi diventare bello come lo zio!’ gli disse Brian, ricevendo un’occhiata divertita da Nat.

‘Qualcosa del genere amore... su, andiamo a prepararci!’ disse lei.

‘Io voglio giocare...’ piagnucolò Jess.

‘Facciamo così: una sera tu e la mamma venite da me e dalla zia Mich e ci divertiamo un sacco, ok?’.

Jess sembrò soddisfatto di quella promessa, augurò buonanotte a Brian, che rimase in salotto ad aspettare che Nat avesse messo a letto il bambino.

Venti minuti più tardi, Nat tornò in salotto e andò a sedersi di fianco a Brian, decidendo che era un’ottima idea usarlo come cuscino.

‘Mettiti pure comoda, eh...’ commentò lui divertito.

‘Certamente’ ribatté serissima lei.

‘Allora, qualcosa di cui vuoi parlarmi?’ le chiese lui.

‘Sei tu che sei venuto qui, mica ti ho chiamato io’ ribatté Nat.

‘Dimmi che non ne sei contenta se ne hai il coraggio’

‘In effetti hai ragione... Brian, che cosa devo dirti...lo hai visto anche tu, quando c’è Jess è perfetto, quando non c’è lui è il gelo’

‘Questa non è una novità... quello che voglio sapere è come stai tu adesso... e non mi venire a dire che non hai altra scelta se non sopportarlo e che te lo meriti... potrebbe anche essere vero, ma voglio sapere come stai, non come pensi che dovresti stare’

‘Io... da schifo Bri, sto da schifo, ok? Mi ignora, mi tratta come se non esistessi ed è la cosa peggiore del mondo...’

‘Sei ancora innamorata di lui Nat, vero?’ le chiese Brian, decidendo che era inutile girarci troppo intorno.

‘Credo... credo di sì...’ rispose lei, cercando invano di non mettersi a piangere, non poteva lasciare che Zack le facesse quell’effetto, non poteva assolutamente permetterselo.

Tuttavia si lasciò volentieri abbracciare da Brian e decise che per quella volta poteva anche concederselo, ne aveva disperatamente bisogno.

‘Va meglio?’ le chiese Brian, quando si fu finalmente calmata.

‘Un po’... ma non cambia le cose temo’

‘Lo so piccola...’ le rispose lui, facendola appoggiare a sé con la schiena ‘Lo so e mi dispiace... vorrei poter fare qualcosa, ma immagino che non ci sia molto che io possa fare, giusto?’

‘A meno che tu non sia in grado di convincerlo a perdonarmi, non credo’

‘Non sono così onnipotente temo...’ dovette ammettere Brian, sapeva che quella volta Zack era davvero arrabbiato.

Certo, lui restava fermamente convinto che Zack fosse ancora innamorato di Natalie a sua volta, ma sfortunatamente il suo migliore amico conviveva con un orgoglio spropositato e quando era quello a prendere il controllo delle sue azioni non c’era modo di ragionare con lui.

‘Forse è meglio così...’ disse a sorpresa Natalie ‘In fondo non sarebbe così facile... non potremmo semplicemente riprendere da dove abbiamo interrotto, nemmeno se lui lo volesse... c’è Jess, non possiamo fare un tentativo e vedere se va bene o meno... perché se va male è Jess che ne soffre di più e questo non posso permetterlo’.

Brian annuì, Nat aveva ragione su quel punto.

‘Però nemmeno questo cambia le cose, giusto?’ commentò il ragazzo.

‘No... però le rende decisamente più sopportabili...’.

Furono interrotti dallo squillo del cellulare di Nat e quando videro che si trattava di Michelle, Brian le prese il telefono dalle mani e rispose.

‘Amore della mia vita!’ la salutò lui.

‘Sì, ciao Bri, passami Nat’ fu la sua risposta, cui Brian reagì mettendo il broncio.

‘Sì, mi manchi anche tu tesoro...’ ribatté Brian, facendo scoppiare a ridere la sua ragazza dall’altra parte.

‘Scemo, non ci vediamo da meno di sei ore!’

‘Sembrano sei anni’

‘Ma che cosa ti ha fatto fumare Natalie? Dai, passamela amore... bacio!’

‘Ecco, così va meglio...’ disse soddisfatto lui, prima di passare il telefono alla sorella.

‘Nat, cosa hai fatto al mio ragazzo?’ fu la prima cosa che Michelle le chiese, facendola ridere.

‘Nulla, è tutto repertorio Haner’ rispose Natalie.

‘Bene... devo essere davvero pazza a viverci insieme... ora che ci penso anche tu sei una Haner... andiamo bene... comunque, parlando di cose serie: io e Val abbiamo deciso che quando torniamo domani si va a rapire Lacey e si passa un pomeriggio tutto al femminile... e non ti sto chiedendo se vuoi venire o meno, ti sto semplicemente comunicando che ci verrai’ spiegò Michelle, mentre Natalie ridacchiava.

‘Ci sto... ma devo portare anche Jess’

‘Lui può, è l’unico uomo tollerabile’

‘Ehy!’ protestò Brian, che sentiva tutto quello che Mich diceva dal momento che Nat era seduta addosso a lui.

‘Digli che se davvero ci tiene può venire anche lui, un po’ di gossip è quello che gli ci vuole’ disse candidamente Michelle, mentre Nat scoppiò a ridere davanti all’espressione atterrita di Brian, la prospettiva doveva essere terrificante per un ragazzo.

‘Dalla sua faccia direi che non è più offeso... per che ora?’

‘Passiamo per le tre, poi decidiamo dove andare’

‘Ok, a domani, saluta Val!’

‘Senz’altro... saluta quel pazzo del mio ragazzo’

‘D’accordo, notte!’ la salutò Nat, riattaccando.

‘Sole donne, eh?’ chiese conferma Brian.

‘Già’ rispose lei, la prospettiva le suonava decisamente allettante, era proprio quello di cui aveva bisogno.

‘Bene... avviserò Matt e Johnny di non farsi venire l’insana idea di cercare le loro ragazze prima di domani sera...’ commentò lui, ricevendo in cambio un cuscino in faccia dalla sorella, azione che diede il via ad un’epica quanto silenziosa, per non svegliare Jess, battaglia a cuscinate in salotto.

 

Brian fu svegliato da un rumore simile a un mugolio.

Guardò l’orologio e vide che erano le tre di notte, doveva essersi addormentato sul divano di Nat, che dormiva placidamente sul lato opposto.

Fece scorrere la stanza con lo sguardo per capire da dove venisse quel rumore e sorrise quando vide Jess in piedi sulla porta, salvo poi capire che stava piangendo.

‘Ehy, che succede piccolino?’ sussurrò Brian, alzandosi lentamente per non svegliare la sorella.

‘Ho fatto un brutto sogno’ piagnucolò Jess ‘Voglio la mamma’

‘Ehy, facciamo una cosa: io vengo di là con te e lasciamo dormire la mamma, ok?’ propose Brian, abbassandosi per poter guardare in volto il bambino

Jess non sembrava molto convinto, ma alla fine disse di sì, tirando su col naso mentre smetteva di piangere.

‘Bravissimo!’ disse Brian, prendendolo in braccio e riportandolo nella sua cameretta.

Il ragazzo si mise sul letto con Jess, che si accoccolò immediatamente fra le sue braccia.

Fu così che li trovò Natalie diverse ore dopo, quando si svegliò.

Sorrise davanti a quell’immagine: Jess aveva la testa appoggiata sul petto di Brian, che probabilmente lo stava tenendo abbracciato prima di addormentarsi e lasciar cadere il braccio a fianco del bambino.

Uscì in punta di piedi dalla stanza per non svegliarli, erano quasi le otto ed era effettivamente un po’ tardi per Brian, che doveva essere in studio per le nove, però erano talmente adorabili che non aveva il coraggio di disturbarli.

Andò in cucina e decise di cominciare a preparare la colazione: se conosceva suo fratello, l’odore di cibo sarebbe stato più che sufficiente per risvegliarlo.

 

Quel pomeriggio, Nat e le ragazze come d’accordo si erano incontrate e dopo una decina di minuti passati a decidere cosa fare, si trovavano in quel momento in centro per un giro di “sano shopping femminile”, come lo aveva definito Lacey.

Ovviamente si era portata anche Jesse, che però non sembrava entusiasta quanto la mamma e le sue amiche per ogni vetrina.

Improvvisamente però Natalie lo sentì saltellare e tirare verso la direzione opposta a quella in cui stavano andando loro, allora si voltò e vide Zack e Matt.

‘Papà, papà!’ urlò allegro Jess, lanciandosi verso Zack una volta che Nat lo ebbe lasciato andare.

‘Ehy, cucciolo!’ gli sorrise Zack, abbassandosi per prenderlo in braccio.

‘Ragazze’ le salutò Matt, sorridendo alla vista del suo amico, completamente perso in una conversazione col bambino.

‘Ehy Matt’ lo salutò Nat, sorridendo a sua volta alla vista, così come tutte le altre, persino Michelle, che pur capendolo ce l’aveva un po’ con Zack per il gelo che dimostrava con Nat, non poté trattenere un sorriso, quei due erano adorabili.

‘Pensavo che aveste in programma un pomeriggio di... gossip femminile’ disse Matt, facendo una smorfia sull’ultima parte, era risaputo che qualunque ragazzo sano di mente non volesse essere coinvolto in quel genere di cose.

‘Alla fine abbiamo pensato che più che di gossip avevamo bisogno di shopping’ spiegò Val ‘Voi non dovreste essere in studio, piuttosto?’

‘Abbiamo finito prima del previsto oggi... non ti ho chiamato perché non volevo disturbarti...’ spiegò il ragazzo, anche se il messaggio subliminale era chiaro per tutte: fossi matto ad intromettermi volontariamente in un pomeriggio di sole donne.

‘Certo...’ rispose Val, ridacchiando.

Nat nel frattempo continuava ad osservare Jess e Zack, che sembravano completamente ignari di qualsiasi cosa succedesse intorno a loro, Jess in particolare era così contento di vedere il suo papà che a Nat venne quasi da piangere dalla gioia, adorava vedere quella luce nei suoi occhi.

‘Ehy Matt, avete qualche programma particolare?’ gli chiese Nat.

‘No, stavamo facendo un giro per far passare il tempo, perché?’

‘Beh...se ti va potrebbe stare con voi... con noi si sta annoiando a morte...’ rispose Nat, rivolgendosi però a Zack, cercando di evitare per quanto possibile il suo sguardo, sebbene con Jess fosse la persona più adorabile del mondo, riusciva comunque ad essere di ghiaccio con lei.

‘Ok...Matt, per te va bene?’ chiese Zack all’amico.

‘Portarmi dietro questo piccoletto? Ben volentieri’ rispose l’altro.

‘Va bene... ehy, che ne dici cucciolo, vieni con papà?’ chiese Zack a Jess, che annuì entusiasta ‘Ok allora... te lo porto stasera?’

‘Ok... oh, però avevamo in programma anche una cena fuori... se non puoi fino a tardi portamelo pure prima...’

‘Nessun problema, per che ora?’

‘Dopo le otto e mezza?’ chiese Nat.

‘Va bene’ rispose Zack.

‘Ciao mamma!’ urlò Jess, facendole ciao con la mano.

‘Ehy, e il bacio?’ chiese lei, fingendosi offesa, allora il bambino corse verso di lei e le stampò un bacio sulla guancia.

‘Fai il bravo!’ gli disse lei, mentre tornava, sempre di corsa, da Zack ‘E non correre qui che c’è pieno di gente!’ aggiunse poi, ridendo quando vide che Jess annuiva, continuando però a correre e Nat si sentì enormemente più tranquilla quando vide che Zack gli prendeva saldamente la manina, tenendolo di fianco a sé.

‘Beh, buon pomeriggio fanciulle’ le salutò Matt, seguendo Zack.

Le ragazze lo salutarono e aspettarono che i due si fossero allontanati prima di rivolgersi a Nat.

‘Ottima mossa, Nat’ le disse Val.

‘Non è una mossa... è solo che... beh, Jess è così contento quando lo vede... ed io l’ho avuto tutto per me per tre anni, suppongo di poterne fare a meno ogni tanto’ spiegò lei.

‘A giudicare dalla tua faccia non puoi...’ intervenne Lacey ‘Ma hai fatto bene comunque’ aggiunse sorridendole.

‘Concordo su tutte e due le cose’ disse Michelle.

‘Sì, beh, che non mi va di farne a meno ogni tanto è vero...ma è il mio cucciolo, che ci posso fare?’ ammise Nat.

‘Giusto... adesso però torna sulle nostre frequenze... shopping... solo donne...cosa ti fa venire in mente?’ le disse Val.

‘...Spero che abbiate portato le carte di credito dei ragazzi’ chiese Nat, prendendo per un polso le gemelle e trascinandole, insieme a Lacey, che si era aggrappata a Michelle, nel negozio che stavano osservando poco prima, mentre tutte e quattro ridevano.

 

Nat era rientrata da appena una mezz’oretta quando suonò il campanello.

Andò ad aprire, controllando chi fosse dallo spioncino e vide che si trattava di Zack e Jess.

‘Mamma!’ urlò il bambino, una volta che ebbe aperto.

‘Amore mio!’ lo salutò Nat, abbassandosi per abbracciarlo ‘Hai fatto il bravo?’

‘Sì!’ esclamò Jess, poi corse verso i suoi giochi, non prima di essere tornato da Zack per salutarlo.

‘Se domani sera si fermasse da me sarebbe un problema?’.

Natalie avrebbe messo la mano sul fuoco sul fatto che Zack odiasse doverglielo chiedere, d’altronde non poteva fare altrimenti.

Cercò di non dare a vedere l’angoscia che quella richiesta le causava, sapeva benissimo che prima o poi sarebbe successo, ma una cosa era pensare di passare una notte senza Jess, un’altra era farlo per davvero.

‘Nessun problema’ disse infine lei ‘Glielo hai già detto?’.

Zack scosse la testa e Nat pensò che quanto meno era stato corretto, se lo avesse già detto a Jess e lei avesse avuto anche solo una minima intenzione di negarglielo sarebbe passata per la mamma cattiva.

D’altronde non era sorpresa, conosceva Zack, era molto meglio di così.

‘Ehy Jess!’ lo chiamò Nat e un attimo dopo il bambino stava correndo verso di lei.

‘Cosa?’ chiese lui.

‘Domani sera ti va di dormire da papà?’ gli chiese Nat, abbassandosi per poterlo guardare in faccia.

‘Tu vieni?’ chiese subito Jess.

‘No tesoro...’ rispose Nat e il bambino si fece immediatamente pensieroso, guardando lei e Zack.

‘Ehy cucciolo...’ intervenne Zack, avvicinandosi e portandosi anch’egli alla stessa altezza del bambino ‘Facciamo così: tu vieni da me, se vuoi tornare a casa saliamo in macchina e ti porto dalla mamma, ok?’.

Jess sembrò pensarci ancora un attimo, poi annuì, sorridendo a Zack.

‘Allora ci vediamo domani cucciolo!’ gli disse Zack, scompigliandogli i capelli.

A Nat non era sfuggita l’espressione incredibilmente felice del ragazzo quando Jess aveva detto di sì ed era in momenti come quelli che si dava della stupida, forse aveva davvero sbagliato a credere che Zack non sarebbe stato un buon padre ai tempi.

‘Passo per le sei?’ chiese Zack, tornando ad assumere l’atteggiamento gelido di sempre non appena Jess tornò a giocare.

‘Ok, a domani’ rispose Nat, abbassando lo sguardo, come sempre.

Una volta che Zack se ne fu andato, Nat tornò in salotto, dove aveva lasciato tutte le borse con i suoi acquisti e finì di sistemarle, poi prese un riluttante Jess, che avrebbe voluto giocare ancora per un po’, e lo portò nella sua cameretta, preparandolo per la notte e cercando di non pensare che la sera successiva non avrebbe dovuto farlo: sapeva che per molte persone sarebbe stato bello avere una sera per sé una volta ogni tanto, ma non per lei, Jess era il suo mondo, sebbene fosse cosciente che lasciare che passasse del tempo con Zack era la cosa più giusta, non poteva imporsi di farselo piacere.

Il problema non era Zack, ovviamente, anzi, il ragazzo era assolutamente fantastico con Jess, persino meglio di quanto Nat avesse sperato.

Sospirò pensando a Zack: erano settimane ormai che il trattamento di ghiaccio andava avanti e Nat si chiese se sarebbe mai finito, non pensava di poterlo sopportare ancora a lungo.

 

Bonjour!

Eccomi qui puntuale con l’aggiornamento...

Innanzitutto ringrazio tutti per le meravigliose recensioni al primo flashback… mi commuovete, sono contenta che sia piaciuto... ovviamente ne arriveranno altri! ;)

Parlando di questo, non ho ancora deciso con cosa aggiornerò la settimana prossima... quindi surprise, potrebbe essere un flashback, potrebbe essere il capitolo sette, chi lo sa… XD

Bene, detto questo un bacione a tutti, buona domenica e mi raccomando, fatemi sapere cosa pensate del capitolo!

xxx

Lady Numb

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Capitolo 8
*** Flashback 2 ***


Jimmy era preoccupato.

Era il suo compleanno, erano le sei di sera e lui avrebbe dovuto essere completamente ubriaco sulla spiaggia con i suoi amici, invece era sulla spiaggia leggermente brillo controllando di tanto in tanto il cellulare.

Non aveva sentito Natalie per tutto il giorno e non era normale, Nat non si sarebbe mai scordata del suo compleanno.

Aveva provato a chiamarla, ma il cellulare era sempre staccato.

Per un attimo aveva temuto che avesse deciso di sparire definitivamente, ma continuava a ripetersi che non aveva senso, perché avrebbe dovuto farlo, ormai di fidava di lui, non aveva detto nulla agli altri e non aveva intenzione di farlo.

Fortunatamente i suoi amici erano troppo ubriachi per accorgersi del fatto che non si stava comportando normalmente e Jimmy scoppiò a ridere quando vide Zack lanciarsi a faccia in giù nella sabbia, il perché nemmeno se lo chiese, non era certo di volerlo sapere.

Il suo cellulare cominciò a vibrare proprio in quel momento e tirò un sospiro di sollievo vedendo che si trattava di Nat.

Si spostò leggermente dal gruppo per non farsi sentire, soprattutto da Bri, e rispose.

‘Buon compleanno Jimmy!!’ esclamò Nat.

‘Grazie piccoletta! Dov’eri finita, mi sono preoccupato... e poi che caspita, mi aspettavo gli auguri allo scoccare della mezzanotte!’ scherzò lui.

‘Lo so, scusa... ero impegnata a fare un bambino’ rispose lei.

‘Oddio, è nato, è nato?’ chiese Jimmy, cominciando a saltellare.

‘Due ore fa...è già segnato dal suo compleanno, a quanto pare...’

‘Oh, è vero, è nato il mio stesso giorno,  è un genio! Devo regalargli una batteria…’

‘Ti taglio le mani, sappilo’ scherzò lei.

‘Allora, lo hai chiamato fagiolino oppure posso chiamarlo con un nome finalmente?’ chiese Jimmy.

‘Jesse James Haner’ rispose lei.

‘E qui ti fa molto comodo che sia nato il mio stesso giorno, quando si tratta di spiegare il James...’ commentò Jimmy.

‘In realtà era già stato scelto e mi dispiace, ma non in tuo onore...per quanto tu sia un mito, eh!’ puntualizzò divertita Nat.

‘Tranquilla, lo so... bell’idea, comunque...’

‘Grazie, ma è un’idea mia, che ti aspettavi?’

‘Spero sia modesto quanto te, Natalie...’ scherzò Jimmy ‘Sta bene?’

‘Benissimo, se prometti di stare attento domani mattina ti mando una foto’

‘Fai domani sera... domani mattina sarò ancora ubriaco... qui in realtà sono l’unico solo leggermente brillo...’ commentò Jimmy, mentre da lontano vedeva Brian e Michelle lanciarsi in un’improbabile danza sul bagnasciuga.

‘Mio Dio, eri davvero preoccupato allora!’ commentò Nat, sapendo benissimo che non era normale che Jimmy fosse ancora pseudo-sobrio alla sua festa di compleanno.

‘Già...ma ora che sono sereno posso darmi alla pazza gioia e compiere venticinque anni con stile’ rispose lui.

‘In perfetto stile Sullivan intendi?’

‘Chiaramente’

‘Beh, vai a divertirti allora! Ma ti prego... non lanciarti in acqua come lo scorso anno...’ lo implorò lei, ridacchiando.

Jimmy sorrise al pensiero: gli avevano raccontato che a fine nottata era talmente ubriaco che aveva deciso di fare un bagno nonostante non si reggesse in piedi e per poco non era affogato. Fortunatamente Matt e Brian si erano addormentati qualche ora prima, quindi avevano già smaltito l’ubriacatura e lo avevano recuperato in tempo.

‘Non prometto nulla, se Jack Daniel’s decide di farsi un bagno, chi sono io per fermarlo?’ la prese in giro Jimmy.

‘Bene, starò in ansia fino a domani... buona serata Jim!’

‘Grazie piccoletta! E dai un bacione al fagiolino... anzi, pardon, a Jess!’

‘Sarà fatto!’ gli rispose Nat prima di riattaccare.

Jimmy rimise il cellulare in tasca, rivolgendo uno sguardo a Brian e Zack: e così erano rispettivamente zio e papà, ma nessuno lo sapeva.

Ora sarebbe stato anche peggio di prima.

L’unico motivo per cui continuava a resistere alla tentazione di raccontargli tutto era che conosceva Natalie, sapeva che sarebbe stata capace di sparire davvero nel nulla e in quel caso sarebbe stato difficile trovarla, come dimostrava il fatto che in sei mesi nessuno era ancora stato capace di rintracciarla.

Scacciò quei pensieri dalla testa, era il suo compleanno e aveva un nuovo nipotino acquisito, il resto prima o poi si sarebbe risolto, per il momento la vita era meravigliosa.

Tornò verso i suoi amici, reclamando a gran voce la sua meritata dose di Jack Daniel’s e birra.

 

Poteva forse mancare un update in occasione del compleanno del nostro amato Jimmy? Ovviamente no... quindi ecco questo brevissimo flashback...

Non so voi, ma per me oggi è un giorno triste... pensare che oggi The Rev avrebbe compiuto trent’anni e invece è andata esattamente come aveva sempre detto lui, non ci è arrivato vivo ai trent’anni... e dico vivo perché sono sicura che così come me, anche per tutti voi il Rev è e resta fra noi foREVer...

Colgo l’occasione per invitarvi a contribuire a rendere #NeverForgetTheRev trending topic su Twitter, se avete un account lì... dimostriamo a Beliebers e compagnia bella quanto è fantastica l’A7X Family!

Bene, detto questo, ci risentiamo domenica con il consueto update (no, non so ancora cosa sarà XD).

xxx *foREVer*

HAPPY BIRTHDAY JIMMY, WE MISS YOU. TAKE CARE OF THE GUYS, I’M SURE THEY’LL ALWAYS NEED THAT.

Lady Numb

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Capitolo 9
*** Chapter 7 ***


‘Natalie... sinceramente non riesco a capire tutta quest’ansia...’.

Brian si lasciò cadere sul divano di casa sua, era appena tornato dallo studio di registrazione e aveva passato tutto il tragitto in macchina al telefono con la sorella, fatto che lo stava portando a odiare profondamente gli scomodi auricolari del proprio BlackBerry.

‘Non devi capirla Bri, devi solo ascoltarmi in religioso silenzio mentre io mi lamento del fatto che per la prima volta da che l’ho messo al mondo Jess non passerà la notte con me’ rispose lei, mentre Brian si mordeva la lingua per non risponderle che non aveva fatto altro negli ultimi quaranta minuti.

‘Nat, Zack abita a dieci...no, che dico, cinque minuti di strada da te’

‘Non è questo il punto Brian, non è questo il punto!’ esclamò lei, mentre Brian alzava gli occhi al cielo: le voleva bene, ma un’altra fase isterica non la poteva proprio reggere.

‘Sarebbe?’

‘Io... e se si sveglia? Se ha un incubo? Jess ha spesso incubi, adora i mostri ma poi se li sogna e ha paura...’

‘Nat, con tutto il rispetto ma credo che Zack abbia dimostrato di sapersela cavare...’

‘Non è Zack il problema’

‘E allora qual è il problema?’

‘Non... non lo so, ok? So solo che mi sento male all’idea che domani mattina non dovrò andare a svegliarlo e preparargli la colazione... e stasera non lo devo preparare, mettere a letto, fargli ascoltare la solita canzone... oddio, devo ricordarmi di dirglielo, se non ascolta Dear God Jess non dorme’

‘Dear God?’ chiese divertito Brian.

‘L’anno scorso non riusciva a dormire una sera, è venuto in camera mia e la stavo cantando, si è addormentato e da allora la pretende tutte le sere’

‘Interessante... Nat, credo che Zack non avrà nessunissimo problema con Dear God... non so se lo sai, ma è nella band che l’ha fatta quella canzone’ scherzò Brian.

‘Spiritoso’

‘Nat, ascolta, devi calmarti e lo sai perché? Perché è la prima di una serie di volte, prima ci fai l’abitudine, meglio è per te... e se Jess vede che sei così agitata perché va da Zack potrebbe pensare che non vada bene, quando invece sappiamo tutti che va benissimo, giusto?’

‘Giusto, sì...’

‘Ecco, io capisco il tuo punto di vista, lo capisco veramente, ma devi rilassarti... Jess è al sicuro, è felice, è a un passo da casa, è tutto perfetto’

‘Ok... devo solo abituarmi all’idea suppongo’

‘Esattamente’

‘Scusa Bri...’ mormorò lei.

‘Di che?’ chiese perplesso il ragazzo.

‘Sono cinquanta minuti che sei al telefono con me’

‘Figurati piccoletta’ le rispose Brian, decidendo di non dirle che fino a un minuto prima voleva amorevolmente spegnere il cellulare e fingere che fosse caduta la linea.

‘Ok... io vado allora... devo preparargli la borsa... Zack passa fra mezz’ora...’

‘Calma e rilassata, ok?’

‘D’accordo...calma e rilassata’ ripeté Natalie, per niente convinta.

‘Bravissima... stasera una bella tazza di tè, un film trash e poi a nanna’

‘Tè? Brian, con quest’ansia come minimo mi do alla vodka...’ ribatté lei, facendo scoppiare a ridere il fratello.

 

Mezz’ora più tardi, Natalie stava fissando la porta come se fosse il suo peggior nemico.

Sapeva che prima o poi il maledetto campanello avrebbe suonato.

Si voltò verso Jess, sentendosi un po’ in colpa per il suo atteggiamento quando lo vide raggiante, in realtà Nat aveva l’impressione che non fosse ancora del tutto convinto di passare la notte senza di lei, ma al momento l’unica cosa che il bambino aveva in mente era vedere Zack e tanto bastava per farlo contento.

Fu colta alla sprovvista quando il campanello suonò, quel maledetto aveva approfittato del suo unico attimo di distrazione.

Mentre andava ad aprire cominciò a chiedersi se non fosse grave aver ingaggiato una battaglia psicologica col campanello, ma decise che in quel frangente poteva assolutamente permetterselo.

Aprì la porta e automaticamente volse lo sguardo a terra, ormai ci era abituata, era una reazione istintiva che aveva per evitare gli occhi di Zack..

‘Zack’ lo salutò lei.

‘Nat’ rispose lui, per poi portare la sua attenzione su Jess, che stava correndo verso di lui ‘Ehy, cucciolo!’ lo salutò lui.

‘Ciao papà!’ esclamò Jess, saltellando per farsi prendere in braccio, cosa che il ragazzo fece immediatamente, dandogli un bacio sulla guancia.

‘Ehy Jess, vai a prendere lo zainetto in camera?’ gli disse Nat.

 Il bambino annuì, Zack lo rimise giù e Jess corse verso la sua cameretta.

‘Qualcosa che devo sapere?’ chiese Zack, ovviamente evitando di guardarla in faccia.

‘Niente dolci prima di dormire anche se ti implora, poi non dorme, prima di dormire vuole sentire Dear God, se ha degli incubi di solito funziona accarezzargli la testa finché si calma’ disse tutto d’un fiato lei.

‘...Dear God?’ chiese lui.

‘Già...’.

In quel momento Jess arrivò di corsa dalla sua cameretta, fermandosi di fronte a Nat.

‘Ehy, amore!’ disse lei, prendendolo in braccio ‘Me lo dai il bacio della buonanotte?’ gli disse lei.

Jess le mise le braccia attorno al collo, dandole un bacio sulla guancia, ricambiato dalla ragazza.

‘Mamma, non hai paura, vero?’ chiese il bambino.

Natalie gli sorrise, accarezzandogli una guancia e notò che persino Zack si era lasciato scappare per un istante un sorriso divertito.

‘No amore, stai tranquillo... lo sai che la mamma fa scappare tutti i mostri, no?’ gli rispose lei sorridendogli.

‘Ok’ disse il bambino, poi Natalie lo mise giù e un attimo dopo era in braccio a Zack.

‘Buonanotte!’ esclamò Jess, mentre Zack si dirigeva con lui verso le scale.

‘Notte amore’ disse lei, salutandolo con la mano e facendo bene attenzione a continuare a sorridere finché il bambino fu in vista.

Non appena sentì la porta dell’ingresso chiudersi tuttavia, Nat smise di sorridere, cominciando ad agitarsi.

Andò a sedersi sul divano e prese il telecomando, decidendo di provare a seguire il consiglio di Brian di guardare un bel film trash: la parte della vodka l’avrebbe aggiunta solo in caso di disperazione.

 

Natalie fu sorpresa di sentire il campanello, erano quasi le nove, però accettò di buon grado quella distrazione, qualsiasi cosa le impedisse di pensare che Jess non era con lei in quel momento era la benvenuta.

Si sentiva sempre più stupida, ma non era qualcosa che poteva controllare, Jess era il suo bambino, era tutta la sua vita, gli ultimi quattro anni erano stati vissuti con lui al centro di tutto, la sua routine era basata sui ritmi del bambino e ora che per la prima volta non era lei a doversi preoccupare di lui si sentiva completamente persa.

Fu sorpresa di vedere Johnny dallo spioncino e aprì osservandolo confusa.

‘Che c’è Johnny?’ chiese Natalie al ragazzo.

‘Jess è da Zack, giusto?’ chiese conferma il ragazzo.

‘Sì...’

‘E tu sei in piena crisi d’ansia, giusto?’

‘Un po’, forse’

‘Allora hai bisogno di noi!’ le disse lui ‘Ragazzi!’.

Natalie scoppiò a ridere vedendo Matt e Brian sbucare dalle scale, portando una cassa di birra ciascuno, seguiti da Michelle, Val e Lacey.

‘Voi siete completamente pazzi’ commentò Nat, spostandosi per farli entrare.

‘Oh, ma è per questo che tu ci adori, giusto piccoletta?’ le disse Matt, cingendole le spalle col braccio e ignorando l’occhiata omicida di Nat, lui era l’unico a poterla chiamare piccoletta senza conseguenze, era troppo bravo a parare i colpi della ragazza, che ormai nemmeno provava più a fargliela pagare ripiegando generalmente sui poveri Brian e Johnny.

‘A volte mi chiedo se non sia pazza anch’io, ma sì, credo di sì...’ rispose lei ridendo.

‘Che la festa abbia inizio!’ urlò Brian, aprendo una bottiglia di birra e facendola tintinnare con quella ancora chiusa di Lacey.

 

Due ore e due casse di birra più tardi, l’atmosfera nel salotto di Natalie era decisamente allegra, complice il fatto che Brian aveva avuto la brillante idea di andare a rapire anche Kev e Viki al piano di sotto, la quale stava dando il meglio di sé con l’appoggio di quel folle del suo migliore amico.

In quel momento in particolare, Viki e Brian si stavano esibendo in una perfetta imitazione delle loro madri quando, anni prima, avevano passato un’ora intera a cercarli mentre loro stavano nascosti, completamente ubriachi, nel ritrovo segreto dei ragazzi al parco di Huntington Beach.

‘Victoria Elizabeth Kingston, esci immediatamente fuori!’ fece Viki, imitando la voce leggermente acuta di sua madre.

‘Briiiiiiiiiaaaaaaaan! Esci fuori, brutto disgraziato!’ le fece eco Brian, riproducendo perfettamente la voce della madre, facendo scoppiare a ridere Natalie, era assolutamente uguale.

‘E non dimenticare papà, Bri!’ gli disse lei, ricordandosi di come quella volta fosse dovuto intervenire suo padre per farli uscire allo scoperto.

Brian sbiancò al ricordo, mentre Viki scoppiava a ridere seguita dagli altri.

‘Non è divertente’ commentò il ragazzo, buttando giù un altro sorso di birra.

‘Com’era? Aspetta...’ iniziò Viki, cercando di ricordare la scena.

‘Brian Elwin Haner Junior, esci immediatamente fuori o giuro che la tua chitarra va a fare compagnia agli squali!’ esclamò Nat, cercando di imitare al meglio il tono furioso e autoritario di suo padre.

‘Dovevate vederlo... persino da ubriaca mi sono accorta che era diventato bianco dalla paura’ disse Viki.

‘Ha sempre tenuto più alla chitarra che a se stesso’ fu il commento di Natalie.

‘E se non sbaglio quella volta non si è potuto sedere per un paio di giorni’ intervenne Matt, mentre Brian lo fulminava con un’occhiataccia.

‘Sì, è vero!’ gli diede ragione Val, scoppiando a ridere.

‘E vogliamo parlare di te, Viki?’ disse Kev, ricevendo in cambio uno schiaffo sulla nuca dalla ragazza ‘Ehy!’ si lamentò lui.

‘Sì, giusto, parliamo di te Vik’ gli diede manforte Brian, con un sorriso malefico stampato in volto.

‘Impiccati Haner’ ribatté lei.

‘Oh, è stato esilarante... sua madre la rincorreva per il parco con il battipanni in mano!’ disse Nat, ricevendo un’occhiata oltraggiata dall’amica mentre gli altri scoppiavano a ridere e Brian sorrideva sadicamente soddisfatto.

‘Ehy, e tu come facevi a saperlo?’ chiese Viki a Kev, rendendosi improvvisamente conto che il suo ragazzo non avrebbe dovuto essere a conoscenza di quel piccolo, imbarazzante episodio.

‘Tesoro, io e Natalie eravamo in prima fila a goderci lo spettacolo!’ le rispose lui angelico.

‘Non sono egoista, uno spettacolo del genere andava condiviso e ho chiamato lui’ spiegò altrettanto candidamente Nat, sogghignando.

‘Malefica, sei malefica!’ la accusò Viki.

‘Te l’ho sempre detto, ma tu la difendi!’ le fece notare Brian.

‘Avevi ragione, perdonami Bri!’ disse drammaticamente Viki, mettendosi in ginocchio davanti all’amico e implorandone il perdono, facendo di nuovo ridere tutti quanti.

‘E voi smettetela di ridere che potrei raccontarne a centinaia di episodi con voi ubriachi, chiaro Sanders?’ esclamò Viki.

‘E perché te la prendi con me?’ chiese il ragazzo, smettendo di ridere.

‘Perché sei tu quello che si è lanciato nel laghetto per recuperare “il sasso perfetto”...’ osservò la ragazza.

‘Sì, me lo ricordo!’ esclamò Val.

‘Me lo spieghi allora?’ chiese Matt.

‘Oddio, non se lo ricorda!’ intervenne Johnny, ridendo incredulo.

‘Avevi trovato questo sasso e dicevi che era perfetto... era piatto ma non troppo, grande ma non troppo, liscio ma non troppo... non guardarmi male amore, parole tue!’ gli disse Val ‘E poi Brian te lo ha rubato e lo ha lanciato nel laghetto... e non abbiamo fatto in tempo a fermarti, ti ci sei lanciato dentro’

‘Ad angelo... a volo d’angelo...’ specificò Johnny, in lacrime dalle risate.

‘Urlando “sassoooooooooo”... oddio, lo urlava davvero!’ intervenne Lacey, nelle stesse condizioni del suo ragazzo.

‘Ma seriamente?’ chiese incredulo Matt, fissando i suoi amici.

‘Molto seriamente Matt... ti hanno dovuto tirare fuori Zack e Brian a forza’ gli disse Michelle, l’unica a non essere in preda a risate isteriche.

‘E vogliamo parlare della cara, dolce Natalie?’ disse Johnny, una volta che si fu ripreso dalle risate.

‘Oh, sì, parliamo di Nat...’ intervenne Viki, desiderosa di vendetta.

‘Io sono una bravissima ragazza’ asserì con certezza Nat, facendo mente locale nel frattempo: qualcosa lo aveva combinato anche lei, ma non si ricordava di nulla che potesse competere con le prodezze dei suoi amici.

‘Oh, io sono certo che Brian non è poi così d’accordo... vero Brian?’ disse Matt, mentre l’amico lo guardava malissimo, aveva capito dove stava andando il discorso e non gli piaceva per niente ricordare quell’episodio.

‘...C’è qualcosa di cui io non mi ricordo, vero?’ chiese Nat, realizzando improvvisamente che i ragazzi erano un po’ troppo sicuri di sé per stare semplicemente bluffando.

‘Ci puoi giurare’ disse Michelle, ridacchiando così come la sorella.

‘Aspettate!’ disse Natalie, rubando la bottiglia di birra a suo fratello e bevendone un lungo sorso ‘Ok, sono pronta, sparate’ aggiunse poi.

‘Quando è stato Viki?’ chiese Johnny.

‘Circa quattro mesi dopo che lei e Zack si erano messi insieme...’ rispose lei.

‘Già... eravamo tutti a casa di Matt e voi a un certo punto siete spariti... ovviamente siamo venuti a cercarvi, primo perché tuo fratello ci ha stressati per farlo...’ disse Johnny, ignorando il terzo dito di Brian ‘Secondo, effettivamente eravate un po’ troppo ubriachi per andarvene in giro da soli per Huntington...’

‘Ad un certo punto sentiamo Matt che urla che ha trovato qualcosa...’ intervenne Viki ‘Corriamo tutti da lui e sta tenendo in mano il reggiseno di Nat’

‘Cosa?’ esclamò Nat, diventando rossa in volto.

‘E già...’ confermò Mich, mettendo una mano sulla spalla a Brian, che odiava proprio ricordarsi di episodi come quello, erano i momenti in cui il fratello protettivo che era in lui veniva allo scoperto.

‘A quel punto abbiamo escluso d’ufficio i ragazzi dalla ricerca e abbiamo continuato noi...’ continuò a spiegare Val ‘E alla fine vi abbiamo trovato...’ disse ridendo.

‘E grazie al cielo vi abbiamo trovato prima che la cosa sfociasse in atti osceni in luogo pubblico’ aggiunse Viki, mentre Nat nascondeva la testa sotto uno dei cuscini del divano ‘E comunque Zack resta ancora un mito per averti tolto il reggiseno senza toglierti la maglietta...’ aggiunse poi la ragazza, che si stava divertendo un mondo a mettere in imbarazzo l’amica.

‘Non me lo ricordavo!’ si lamentò lei, mentre Matt le toglieva il cuscino di dosso.

‘Lo avevamo capito’ rispose il cantante, ridendo davanti alla sua espressione imbronciata.

‘Io stavo bene anche senza ricordarmelo’ precisò Brian.

‘Aww, il mio fratellone ossessivo!’ esclamò Nat, andando a sedersi in braccio a lui.

‘Sì, fai la ruffiana... tutte le volte che ho dovuto vedere cose di cui avrei fatto a meno...’ ribatté lui.

‘Ehy, ma è finita la birra?’ chiese sconvolto Johnny.

‘No!!’ si lamentò Val.

‘Andiamo ragazzi... avrò anche un figlio, ma sono pur sempre sua sorella’ disse Natalie, indicando Brian e alzandosi in piedi.

Tutti la seguirono con lo sguardo mentre si dirigeva verso un armadietto chiuso a chiave e sorrisero felici quando la videro tirarne fuori della birra.

‘Io ti amo Natalie!’ esclamò Mich.

‘Ehy!’ protestò Brian.

‘Mi dispiace tesoro, è lei quella che voglio!’ disse, abbracciando la ragazza e ricevendo in cambio tre occhiate molto interessate dai ragazzi e una risata da parte delle ragazze.

 

La mattina seguente, Natalie fu risvegliata dal suono del campanello.

Si guardò intorno e vide che Val, Brian e Michelle erano pacificamente addormentati dove li aveva lasciati la sera prima, mentre all’appello mancava Matt, che però comparve quasi subito, sbucando dalla cucina.

‘Oh, meno male, almeno non devo svegliarti io’ disse il ragazzo.

‘Mmh... che ci fai già sveglio?’ chiese lei.

‘Non ne ho idea... ma ne ho approfittato per sistemare’ spiegò lui e solo in quel momento Natalie notò che tutte le bottiglie vuote della sera precedente erano sparite.

‘Matt, molla Val e sposa me’ fu il commento divertito della ragazza, mentre apriva la porta.

Il sorriso si spense come al solito non appena vide Zack.

‘Ciao’ disse Nat, portando lo sguardo su Jess, almeno lui era felice di vederla.

‘Ciao mamma!’ esclamò il bambino.

‘Amore mio!’ gli rispose lei, prendendolo in braccio ‘Hai fatto il bravo?’

‘Sì... c’erano i mostri?’ le chiese Jess.

‘Dipende... se lo zio Brian e Matt sono mostri, allora sì, decisamente...’

‘Piccoletto!’.

Natalie si voltò e vide suo fratello, che si era evidentemente appena svegliato.

‘Zio Bri!’ esclamò Jess, facendosi mettere a terra da Nat e correndo verso il ragazzo.

‘Ciao papà!’ urlò poi Jess in direzione di Zack.

‘Ciao cucciolo’ gli rispose lui ‘Beh, io vado’

‘Quando passi?’ gli chiese Nat.

‘Domani pomeriggio?’

‘Ok, a domani’.

Zack si voltò e si diresse verso le scale, ma in quel momento Matt lo chiamò.

‘Aspetta Vee, scendo con te... meglio che queste bottiglie non restino qui, giusto?’ disse, rivolgendosi a Nat sull’ultima parte.

‘Già...’ rispose semplicemente lei, era sempre così, dopo aver avuto a che fare con Zack restava sempre un po’ giù di morale.

‘Ok’ rispose Zack, fermandosi per aspettarlo.

Una volta che furono in strada, Zack salutò Matt e fece per andarsene, ma il cantante lo fermò.

‘Zack, mi permetti di dirti una cosa?’

‘Cioè?’

‘Io capisco tutto quanto, ma non la puoi trattare così per sempre...’.

Zack si fece decisamente più serio, odiava quel discorso.

‘Senza offesa Matt, ma credo che tu non possa minimamente capire la situazione’

‘Hai ragione, non la posso capire, però una cosa credo di capirla, che Jess non è stupido e prima o poi capirà che c’è qualcosa che non va... per l’amor del cielo, ogni volta che siete nella stessa stanza la tensione si taglia col coltello!’

‘Me lo ha tenuto nascosto per quattro anni Matt, quattro fottutissimi anni... scusa se non la adoro per questo’ ribatté scocciato Zack ‘E comunque Jess non ha mai sentito mezza parola di critica da parte mia su Nat, né la sentirà mai’

‘Non ho mai insinuato questo Zack, ti conosco, so che sei molto meglio di così... ti sto solo dicendo che prima o poi la tensione la sentirà anche Jess, che vi piaccia o no... e visto e considerato che Nat ci sta male per questa situazione, è probabile che sia prima che poi...’

‘Matt...’

‘No, fammi finire Zack: siamo tutti d’accordo, Nat ha fatto una cazzata colossale il giorno in cui ha deciso di sparire senza dirti nulla, sono il primo a dirlo e lei lo sa... però l’ha pagata alla grande, non ha visto nessuno per quattro anni, non ha potuto esserci quando è morto Jimmy, ha rinunciato alla sua vita Zack e lo ha fatto per te, che ti piaccia ammetterlo o meno... e non glielo ha chiesto nessuno, d’accordo, ma lo ha fatto... ti chiedo solo di pensarci bene, ok?’

‘Lo hai detto tu Matt, non glielo ha chiesto nessuno e di certo non lo avrei fatto io’ ribatté Zack, che stava cominciando a essere davvero irritato ‘Adesso posso andare?’

‘Ok’ rispose rassegnato Matt, quando fra il mondo e Zack si metteva in mezzo Zacky Vengeance col suo maledettissimo orgoglio sarebbe stato molto più produttivo parlare con un muro.

‘Perfetto, a domani’ disse Zack, dirigendosi verso la sua auto mentre Matt tornava nel condominio di Nat.

 

Il venerdì, quando Nat si svegliò pensò che l’unica cosa che voleva fare era girarsi dall’altra parte, avvolgersi nelle coperte e tornare a dormire.

Sapeva già dalla sera prima che sarebbe successo, il mal di testa e la debolezza erano un segnale che non mentiva mai, stava per arrivare un’influenza coi fiocchi, ma lei si era rifiutata di accettarlo.

Affondò il volto nel cuscino, lasciandosi scappare un mugugno di pura disperazione: badare a Jess in quelle condizioni era sempre terribile, stare dietro ad un bambino di quattro anni decisamente vivace non era qualcosa che favoriva una rapida guarigione.

Improvvisamente si ricordò che non doveva necessariamente fare tutto da sola: non era più a Washington, Viki abitava al piano di sotto e poteva darle una mano.

Benedicendo per l’ennesima volta la decisione di tornare a casa, allungò la mano sul suo comodino per recuperare il cellulare e chiamare l’amica.

 

‘Viki, sposami’.

La ragazza scoppiò a ridere alla proposta di Nat, passandole la tazza di tè che le aveva preparato.

‘Non credo che Kev apprezzerà che rompa così il fidanzamento... ma posso forse dirti di no?’ le rispose, sedendosi di fianco a lei sul letto.

‘Sul serio, grazie... mi sento uno straccio’

‘Ci credo, hai quasi 39 di febbre, mi chiedo come facessi prima’

‘Credimi, me lo domando anch’io...’

‘Comunque ho chiamato i rinforzi, dovrebbero arrivare anche Mich e Val... sorelle DiBenedetto alla riscossa!’

‘Sei un mito’ le disse Nat, cominciando a bere il suo tè.

‘Mamma?’.

Le due si voltarono verso la porta, da dove un assonnato Jess le fissava.

‘Ehy piccolino! La mamma ha la febbre, quindi oggi stai con me, sei contento?’ gli disse Viki, saltando giù dal letto e andando da lui.

‘Mamma, stai male?’ le chiese preoccupato il bambino.

‘No amore, ho solo un po’ di influenza, come ti è successo a ottobre, ti ricordi?’ gli disse Nat, sorridendogli per tranquillizzarlo.

Jess annuì, facendosi pensieroso.

‘Adesso dormi e passa tutto?’ le chiese infine, ricordando che era quello che Nat gli ripeteva quando aveva la febbre.

‘Sì amore, esatto... però stai con Viki così non la prendi anche tu, ok?’

‘Ok’ rispose lui, mandandole un bacio con la mano che Nat ricambiò.

‘Bene, che ne dici di una bella colazione?’ gli disse Viki ‘Non dirlo alla mamma, ma la zia Viki ha portato la cioccolata’ aggiunse poi abbassando la voce e sul viso di Jess apparve un sorriso enorme.

‘Sì!’ disse contento.

‘Allora è deciso... mamma, noi andiamo in cucina, se hai bisogno di qualcosa mi chiami, ok?’ disse Viki rivolta a Nat, che annuì.

‘Ok, grazie... e non esageriamo con la cioccolata!’ rispose lei, ridacchiando.

‘Accipicchia, ci ha scoperto...via, via, andiamo!’ disse Viki al bambino, correndo con lui in braccio in cucina.

 

‘Ragazze, ho cambiato idea: io non voglio sposare Viki, io voglio sposare Viki e voi due!’ disse Nat alle gemelle, che scoppiarono a ridere.

‘Ti prego, se decidi di dirlo ai ragazzi voglio esserci’ fu il commento di Val.

‘Anch’io... potrebbero uscirgli gli occhi dalle orbite a un’immagine del genere’ disse Michelle.

‘Davvero ragazze, io vi amo... e Val, ti prego, cucina più spesso per me’ la implorò Natalie, era assolutamente convinta di aver appena mangiato il pollo più buono della sua vita.

‘Grazie tesoro... ti senti un po’ meglio?’ le chiese Val.

‘Ora sì... ma non sono così ottimista, tempo un paio d’ore e la febbre comincia a risalire... e lì saranno dolori...’

‘Jess dorme, Dio benedica il pisolino pomeridiano!’ disse Viki, entrando nella stanza e sedendosi con le gemelle sul letto, davanti a Nat ‘Senti tesoro... io te lo terrei più che volentieri e lo sai... ma non sarebbe il caso di pensare di fargli passare il weekend da Zack?’ le chiese.

Nat rimase sbalordita per un attimo, doveva ammettere che il pensiero non l’aveva nemmeno sfiorata: nonostante avesse più o meno superato la fase in cui vedere Jess passare la notte fuori per stare con Zack la mandava in crisi d’ansia, era molto diverso pensare ad un intero weekend senza il bambino.

‘Effettivamente ha ragione, Nat’ intervenne Mich ‘Insomma... se sapesse che ha passato tutto il weekend da Viki potrebbe pensare che non ti fidi di lui...’

‘E considerata la situazione attuale non mi sembra una grande idea...’ finì per lei Val.

‘Io mi fido ciecamente di lui... è solo che ammetto che non ci avevo pensato...’ spiegò Natalie.

‘Lo so che l’idea di averlo via per tutto il weekend non ti piace... ma doveva succedere anche questo prima o poi, no?’ le disse Michelle.

‘Credo di sì... ok, penso sia la soluzione migliore... però potete chiamarlo voi?’ le implorò Nat,non avrebbe potuto reggere un’altra telefonata come quella della settimana precedente.

‘Tranquilla, chiamo Bri e gli dico di dirglielo’ rispose Michelle, andando in cucina per recuperare il suo cellulare.

‘Non è cambiato niente quindi?’ domandò Val: Matt le aveva confidato di aver provato a parlare con Zacky qualche giorno prima e lei aveva davvero sperato che fosse servito a qualcosa.

‘No...’ ripose Nat, abbassando lo sguardo ‘Non che io lo biasimi...’

‘Nat, sinceramente deve darsi una regolata’ la interruppe Val ‘Non sto dicendo che abbia del tutto torto, ma per la miseria, non può continuare così... non ne verrà fuori nulla di buono per nessuno’.

Nat si limitò a scrollare le spalle, non le andava di parlarne, Zack era un argomento che da quattro anni a quella parte cercava di evitare con tutta se stessa, specie da quando lui aveva cominciato a odiarla per avergli tenuto nascosta l’esistenza di Jesse.

‘Brian ha detto che per Zack non c’è problema, passa di qui quando hanno finito allo studio’ disse Michelle, ritornando nella stanza ‘Dobbiamo preparargli qualcosa da portare dietro?’ chiese a Nat.

‘Ci penso io, figurati’ disse Natalie, che provò ad alzarsi, ma fu letteralmente placcata da Viki e Val.

‘Nemmeno per sogno, tu te ne stai bella tranquilla...’ le disse Viki, anche se a Nat suonava più come un minaccioso ordine.

‘E va bene... allora qualche cambio e poi senti lui per sapere che giochi vuole portarsi dietro... e il pigiamino con le macchinine, è quello della settimana’ disse Natalie a Michelle.

‘Ok, vado, preparo e torno!’ rispose la ragazza, dirigendosi in salotto per andare a parlare col bambino dei giochi.

‘Adesso è il caso che ti riposi un po’, così torni in forma entro domenica sera, ok?’ le disse Val, alzandosi dal letto seguita da Viki.

‘Ok infermiera’ scherzò Natalie, avvolgendosi nelle coperte e decidendo di dar retta all’amica, soprattutto perché sapeva di dover approfittare di quel momento in cui stava abbastanza bene per dormire un po’, la notte con la febbre sarebbe stata un inferno.

 

‘Nat, sveglia...’

‘Ti odio Bri...’ mugugnò la ragazza, alzando appena la testa dal cuscino.

‘Sì,anch’io ti voglio bene Nat...’ commentò divertito il ragazzo ‘Comunque, ho pensato che volessi salutare Jess... Zack è di là con lui, ma sta seriamente per svenire sul divano, quindi è meglio che vada a casa e si riprenda... ho la vaga impressione che Jess gli farà passare un lungo weekend di minimotori...’ le disse poi.

‘Oh, certo!’ esclamò lei, mettendosi a sedere.

‘Ferma lì!’ le disse lui ‘Te lo porto io!’

‘Guarda che ho la febbre, non sono invalida...’ commentò Nat, ciononostante non obiettò, almeno così non avrebbe dovuto vedere Zack, il che non le dispiaceva poi tanto, le bastava la febbre a farla star male, lo sguardo gelido del ragazzo poteva risparmiarselo per quella volta.

‘Ciao mamma!’ urlò Jess, saltando sul letto e abbracciando Natalie.

‘Ciao amore! Fai il bravo e mi raccomando, domani mi telefoni, ok?’ gli raccomandò Natalie.

‘Sì... mamma?’

‘Cosa c’è tesoro?’

‘Poi stai bene, vero?’ chiese il bambino.

‘Certo che sì!’ lo rassicurò lei, dandogli un bacio sulla fronte ‘Adesso però scappa prima di ammalarti anche tu!’ gli disse poi lei.

‘Ciao!’ le urlò ancora Jess, prima di correre in salotto.

‘Come stai?’ le chiese Brian, sedendosi sul letto vicino a lei.

‘Intendi per l’influenza o per il fatto che Jess sta via di casa due giorni?’

‘Pensavo all’influenza, ma se vuoi condividere i tuoi pensieri anche sulla seconda...’ le rispose il fratello.

‘Non mi fa stare molto tranquilla il fatto che non lo vedrò per due giorni di fila... ma è con Zack, suppongo vada bene’ rispose Nat.

‘Doveva succedere prima o poi...’

‘Parli come la tua ragazza’ commentò Natalie, ricordando che Michelle aveva detto la stessa cosa quella mattina.

‘Che ci vuoi fare...’ rispose Brian divertito ‘L’influenza?’

‘Ecco, quella andava meglio prima...ho un mal di testa atroce e credo che mi sia salita la febbre’ rispose lei, che si sentiva decisamente più debole di qualche ora prima.

‘Vado a chiamare le infermiere!’ disse Brian, scattando in piedi e andando a recuperare Mich, Viki e Val, mentre Nat scoppiava a ridere: aveva la sensazione che quel weekend avrebbe avuto tutti al suo servizio e la cosa le piaceva molto in tutta sincerità.

 

Il sabato sera, Zack stava guardando un cartone animato con Jess, pensando che era probabilmente uno dei sabati sera migliori della sua vita, il che suonava incredibile detto da lui, ma vedere il bambino entusiasmarsi per ogni più piccolo colpo di scena e spiegargli cose che a parer suo il ragazzo non poteva capire col sorriso sulle labbra era secondo Zack uno spettacolo senza paragoni.

Verso le dieci, tuttavia, Jess cominciò a sbadigliare sempre più spesso e alla fine Zack lo convinse che era ora di andare a dormire e infatti quando lo ebbe cambiato e messo nel lettino, il bambino si addormentò praticamente all’istante.

Zack sorrise vedendolo dormire pacificamente, gli sembrava ancora incredibile aver contribuito a creare una cosa tanto perfetta.

Uscì dalla stanza stando attento a non fare rumore e lasciò la porta socchiusa, così da poter sentire Jess nel caso si fosse svegliato, Nat non scherzava quando gli aveva detto che spesso aveva gli incubi, in quelle settimane gli era capitato spesso di svegliarsi in piena notte per calmare un Jess in lacrime.

Decise di andare a letto a sua volta, quel pomeriggio erano finiti come al solito in spiaggia e per quanto si fosse divertito, Zack si era anche stancato non poco.

Una mezz’oretta più tardi era a letto, ma proprio mentre stava per addormentarsi ritornò quel pensiero molesto che lo tormentava dal giorno prima.

Sbuffò, arrabbiandosi con se stesso, possibile che non avesse un minimo di controllo sul proprio cervello?

Odiava ammetterlo, lo odiava davvero, ma da quando Brian gli aveva chiesto se per lui era un problema tenere Jess per il weekend perché Natalie non stava bene, non aveva fatto altro che preoccuparsi per lei.

Certo, non che la odiasse a tal punto di augurarle nulla di male, ma non avrebbe dovuto essere così preoccupato, senza contare che si trattava di una banalissima influenza.

Si voltò di scatto sull’altro fianco, incredibilmente irritato, imponendosi di dormire.

 

Zack si svegliò sentendo un rumore sommesso che riconobbe in pochi istanti come Jess che piangeva.

Si alzò e andò in camera del bambino, che stava raggomitolato in un angolo del letto col lenzuolo fin sopra la testa.

‘Ehy, cucciolo, è tutto a posto...’ lo rassicurò Zack, sedendosi sul letto e prendendolo in braccio, lasciando che Jess si accoccolasse addosso a lui.

‘Ci sono i mostri cattivi, volevano prendere la mamma’ disse Jess in lacrime.

‘Tranquillo cucciolo, nessuno prende la mamma’ cercò di tranquillizzarlo lui, pensando contemporaneamente che qualcuno lassù ce l’aveva decisamente con lui quella notte: allora non era solo il suo cervello il nemico.

‘Ehy, cucciolo, tranquillo...’ gli disse dopo un po’, vedendo che Jess non sembrava volersi calmare ‘Ci sono lo zio Brian e la zia Michelle con la mamma, non le succede niente, ok?’.

Jess alzò finalmente il volto dal petto di Zack e annuì debolmente, tirando su col naso.

‘Bravo cucciolo, va tutto bene...’ gli disse il ragazzo, accarezzandogli la guancia.

‘Papà?’

‘Che c’è cucciolo?’

‘La mamma ti ha fatto arrabbiare?’.

Zack rimase sinceramente spiazzato da quella domanda, mentre quella maledettissima vocina interiore, che assomigliava vagamente a quella di Matt, gli urlava trionfante che avevano ragione gli altri.

‘Perché?’ domandò lui.

‘Non ridi mai quando c’è la mamma... è stata cattiva?’ chiese di nuovo Jess.

‘Certo che no, cucciolo’ gli rispose lui, nemmeno se avesse odiato Nat col cuore avrebbe mai detto una cosa del genere a Jess ‘No Jess, la mamma non mi ha fatto niente, ok?’

‘Non sei arrabbiato con lei allora?’ insistette il bambino.

Zack ci rifletté per un istante: non era esattamente vero dire che non lo era, ma non voleva nemmeno spiegare a Jess tutto quanto, o forse quella era solo la scusa con se stesso per giustificare la risposta che stava per dargli.

‘No cucciolo, non sono arrabbiato con la mamma, promesso’ gli rispose Zack, abbracciandolo di nuovo ‘Proviamo a dormire?’ propose poi al bambino, che lo guardò con gli occhi ancora lucidi.

‘Non andare via…’ lo implorò Jess.

‘E va bene’ cedette lui, sistemandosi più comodamente sul lettino e lasciando che Jess si sdraiasse di fianco a lui.

‘Buonanotte cucciolo’ gli disse Zack, spostandogli i capelli dagli occhi.

‘Notte papà!’ rispose lui, accoccolandosi vicino al ragazzo, che gli passò un braccio intorno.

Dopo una decina di minuti, Zack osservava Jess dormire tranquillo, pensando che era stato davvero un illuso a pensare che quella storia potesse funzionare, gli altri avevano sempre avuto ragione, Jess doveva per forza accorgersene e infatti era successo, fortunatamente senza che ci fossero conseguenze gravi, perché una cosa era certa, Zack non avrebbe mai più permesso che il suo bambino avesse dubbi del genere.

 

Bonjour!

Alla fine ho optato per un nuovo capitolo... sono stata tentata di mettere un flashback, ma lo metterò la prossima settimana... a tal proposito vorrei ricordare ancora una volta che i flashback NON saranno pubblicati in ordine cronologico, quindi preparatevi ad un po’ di salti temporali...

Detto questo... innanzitutto spero che abbiate notato il flashback pubblicato mercoledì (si sente un po’ trascurato, poverino XD) e spero che come al solito vogliate farmi sapere cosa pensate di questo capitolo, che mi fa sempre tanto, tanto taaaaaanto piacere leggere le vostre recensioni *.*...

Che altro dire... a domenica prossima!!! ;)

xxx

Lady Numb

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Capitolo 10
*** Flashback 3 ***


Natalie corse giù dalle scale infilandosi contemporaneamente la prima maglietta che aveva trovato – di Brian – e maledicendo il campanello, che aveva iniziato a suonare mentre si stava vestendo dopo la doccia.

‘Zack?’ chiese sorpresa lei, cercando di ricordare se avesse un appuntamento col ragazzo di cui si era dimenticata.

‘Dovrei regalarti magliette da ragazzo, stanno molto meglio a te che a tuo fratello’ disse lui, lanciandole un sorriso malizioso.

‘Scemo’ lo prese in giro lei, facendolo entrare in casa ‘Mi sono dimenticata che dovevamo uscire per caso?’ chiese poi.

‘No...’ rispose lui, ridacchiando quando vide Nat tirare un sospiro di sollievo ‘In realtà cercavo tuo fratello...il piano era quello di rapire lui, andare a rapire gli altri e finire la giornata in spiaggia con varie bionde... birre, ovviamente...’ si affrettò a precisare lui.

‘Lo avevo capito...mi dispiace deluderti, Brian è da una bionda, Michelle, e non credo lo rivedremo tanto presto, se capisci quello che intendo...’ spiegò Natalie.

‘Beh... vorrà dire che mi consolerò con la sorella’ disse lui, prendendola per la vita e cominciando a farle il solletico prima che la ragazza avesse tempo di reagire.

‘Zack, smettila!’ urlò lei, cercando di divincolarsi mentre il ragazzo rideva.

‘E perché dovrei, scusa?’ rispose lui, continuando.

‘Baker, ora basta!’ esclamò lei, riuscendo a voltarsi verso il ragazzo e atterrandolo, ritrovandosi sopra di lui sul pavimento.

‘La situazione si fa interessante...’ scherzò lui, circondandole la vita con le braccia.

‘Sto per farti del male Zack, io non sarei così allegra se fossi in te’ ribatté lei, fissandolo minacciosa.

‘Scommettiamo che ti faccio cambiare idea?’ la sfidò lui.

‘Non ce la farai’ replicò decisa lei.

‘Scommettiamo?’ ripeté lui, dandole un bacio sul collo e proseguendo lungo la spalla della ragazza.

‘Dio, se ti odio quando fai così...’ disse Nat, mordendosi il labbro, il suo orgoglio non ne voleva sapere di cedere, ma il suo cervello era di tutt’altro avviso.

‘Secondo me non mi odi...’ sussurrò lui prima di baciarla.

‘Mmh... devo andare a cambiarmi’ disse Natalie dopo che si furono divisi, ricevendo in cambio un’occhiata sbalordita da Zack.

‘Seriamente Nat?’ le chiese lui, leggermente frustrato.

‘Molto seriamente... ho il dubbio che questa non sia una delle magliette più pulite di mio fratello... non voglio prendermi le pulci!’ disse lei ridendo.

‘Ho una soluzione al problema’ commentò il ragazzo, prendendo i bordi della maglietta e sfilandogliela.

‘Sai una cosa Baker?’ disse lei, dandogli una bacio sulla punta del naso ‘Mi piacciono certe tue idee...’ spiegò lei, levando a sua volta la maglietta al ragazzo.

‘Sono geniale a volte...’ commentò Zack, baciandola prima che avesse il tempo di rispondere.

Qualche minuto dopo, gli shorts di Natalie e i pantaloni di Zack facevano compagnia alle magliette e le cose si stavano facendo decisamente interessanti, almeno per come la vedeva Natalie, quando sentirono la porta di ingresso aprirsi.

‘Cazzo i miei occhi!’ urlò Brian, mentre Nat si nascondeva dietro il divano, recuperando la maglietta di Brian che aveva indossato fino a poco prima seguita a ruota da Zack.

‘Che caspita ci fai a casa?’ esclamò Natalie, alzandosi in piedi dopo essersi rivestita e cercando di distrarre il fratello da Zack per dare al ragazzo il tempo di rivestirsi.

‘Scusa se ci vivo!’ rispose Brian, che stava lanciando occhiate assassine all’amico.

‘Ma eri da Michelle!’ protestò Natalie.

‘Michelle è fuori con Val!’ ribatté Brian ‘E comunque non è una buona scusa!’

‘Andiamo Brian, adesso vieni a dirmi che andavi da Michelle per contare le crepe sul muro...’ commentò ironicamente la ragazza lanciandogli un’occhiata scettica.

‘Cosa c’entra?!’ rispose lui, leggermente isterico: Nat aveva centrato il segno e non gli andava affatto bene.

‘C’entra eccome... fratellino...’ cominciò Nat con un tono più calmo e condiscendente ‘Non per rovinare la tua immagine mentale... ma hai presente te e Michelle? Ecco, io e lui siamo come voi, che tu ci creda o no’ disse Natalie riferendosi a Zack, che nel frattempo si era rivestito e si trovava dietro la ragazza, mantenendo però una buona distanza di sicurezza dall’amico.

‘Shh!!’ esclamò Brian, ricevendo un’occhiata confusa dagli altri due ‘Non è vero! Voi due vi tenete per mano, vi abbracciate, ogni tanto vi baciate e basta, ok?!’ spiegò serissimo Brian.

Natalie dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a ridere e anche Zack dovette fare uno sforzo incredibile.

‘Non provare a ridere Zack!’ lo minacciò Brian e l’altro tornò immediatamente serio, facendo un ulteriore passo indietro, era assolutamente convinto che in quel momento il suo amico fosse capace di uccidere, ricordava ancora molto chiaramente cos’era successo quando lo aveva sorpreso a baciare Nat e questa volta era infinitamente peggio.

‘Datti una calmata Brian, non è successo niente’ intervenne Nat, mettendosi davanti a Zack.

‘Non era ancora successo niente...’ puntualizzò Brian, inorridito alla prospettiva, se fosse entrato in casa solo cinque minuti dopo... no, non voleva pensarci, rischiava di restare traumatizzato a vita.

‘Ecco, quindi calmati, rilassato e tranquillo...’ continuò Nat, mentre Zack la osservava confuso, la ragazza aveva infatti fatto un passo indietro e gli aveva preso la mano, il tutto cercando di non farsi notare da Brian.

Qualunque cosa avesse in mente, Zack era certo che dopo che lei l’avesse fatta, lui sarebbe morto per mano del suo migliore amico.

‘Beh, ora se non ti dispiace, noi ce ne andremmo...’ disse Natalie.

A quelle parole, Brian alzò di scatto lo sguardo su di loro.

‘Dove andreste voi?’ chiese, guardando molto male Zack, che stava tenendo lo sguardo basso.

‘Oh, sai... tenerci per mano, abbracciarci, quel genere di cose’ disse Nat un attimo prima di tirare Zack dietro di sé e cominciare a correre su per le scale.

‘Tornate immediatamente qui!’ urlò Brian, correndogli dietro, fatto che diede a Zack tutta la motivazione di cui aveva bisogno per trasformarsi in un podista e salire le scale a tempo di record.

Natalie chiuse a chiave la porta della sua camera un attimo prima che Brian abbassasse la maniglia, facendo tirare a Zack un sospiro di sollievo.

‘Aprite questa porta!’ urlò Brian.

‘Tu sei pazza...’ le disse Zack divertito ‘Mi uccide quando esco’ aggiunse poi, osservando preoccupato la porta.

‘Tranquillo, non è una cosa di cui dovrai preoccuparti tanto presto...’ disse lei, avvicinandosi a lui e circondandogli il collo con le braccia.

‘Ah no?’ le sussurrò lui, appoggiando la fronte a quella della ragazza e ignorando Brian che continuava a urlare da dietro la porta.

Natalie scosse la testa prima di far scontrare le proprie labbra con quelle di Zack, che la spinse contro l’armadio senza interrompere il bacio.

‘Natalie Christine Haner, esci di lì! E poi rivoglio la mia maglietta!’ urlò Brian.

Natalie rivolse a Zacky uno sguardo strano, uno di quelli che il ragazzo aveva imparato a classificare come “sono malefica e so di esserlo”, poi lo spostò così da poter andare verso la porta mentre lui la osservava atterrito: se avesse fatto entrare Brian avrebbe a malapena fatto in tempo a dire le proprie preghiere prima di finire all’altro mondo.

Quando fu davanti alla porta, dietro la quale Brian continuava a urlare minacce di fini lente e dolorose per il suo amico, Nat si tolse la maglietta, con grande gioia di Zack, che nonostante il terrore non era affatto cieco, poi fece girare la chiave e aprì leggermente la porta.

Brian fu talmente sorpreso che non pensò nemmeno di spingerla per entrare e rimase a fissare sconvolto la sorella, che era troppo svestita per i suoi gusti.

‘Tienitela la tua maglietta’ disse la ragazza, lasciando cadere l’indumento a terra per poi richiudere la porta sul naso del fratello, più shockato che mai.

‘Sei diabolica...’ commentò Zack divertito, abbracciandola da dietro e dandole un bacio sulla nuca ‘Tu sei diabolica ed io sono morto’ aggiunse, girandola verso di se per baciarla.

‘Ci pensiamo più tardi...’ rispose lei, spingendolo verso il proprio letto.

 

Buongiorno a tutti!

Ecco il terzo flashback, una parentesi un po’ comica... visto che di comico, fidatevi di me, per un po’ nella storia non ci sarà nulla… *sogghigna*

Che altro dire... fatemi sapere cosa ne pensate, sono sempre felicissima di leggere le vostre recensioni... oh, sì, il prossimo aggiornamento sarà un capitolo, poi è probabile che metta due flashback per le due settimane successive, ma devo ancora decidere esattamente cosa fare...

A domenica prossima darlings!

xxx

Lady Numb

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Capitolo 11
*** Chapter 8 ***


Natalie era piuttosto confusa.

Era da quattro giorni che quella strana situazione era iniziata e lei ancora non era riuscita a venirne a capo.

Tutto era cominciato la domenica sera, quando Zack le aveva riportato Jess dopo il weekend passato da lui, fortunatamente la febbre era durata solo fino al sabato sera, per cui aveva potuto dire a Zack che Jess poteva tornare a casa, o meglio, Brian lo aveva comunicato all’amico, lei cercava di evitare i contatti quando era possibile, non era ancora così masochista.

Tuttavia, quando il ragazzo era arrivato a casa di Nat l’aveva a dir poco stupita.

Quando aveva aperto la porta aveva notato subito che lo sguardo di Zack non era gelido come al solito, era serio, stava sulle sue, parlava a monosillabi, ma non c’era il solito gelo, proprio no.

Subito dopo le aveva persino chiesto se stesse meglio e Nat aveva dovuto fare del suo meglio per non restare letteralmente a fissarlo a bocca aperta, non tanto per la domanda in sé, non era la prima volta che Zack le chiedeva se stesse bene, ma per il tono che aveva usato: non era la solita cortesia di facciata, sembrava che gli interessasse per davvero.

Con la coda dell’occhio, Nat aveva visto che anche Michelle e Brian erano rimasti a bocca aperta, fortunatamente però erano fuori dal campo visivo di Zack.

Da quella sera le cose non erano cambiate, sul momento Nat aveva pensato che fosse una situazione particolare, ma in quei tre giorni aveva visto Zack un paio di volte, quando aveva passato il pomeriggio con Jess e quella sera, quando era venuto a prendere il bambino, che avrebbe passato la notte da lui e l’atteggiamento era stato lo stesso: non eccessivamente espansivo, ma decisamente più gentile.

Natalie non riusciva proprio a spiegarselo.

Non che si stesse lamentando, anzi, ne era davvero molto felice, per lo meno ora interagire con Zack non era più tanto difficile per lei, anche al telefono il ragazzo era riuscito a essere sufficientemente gentile, ma non capiva il perché di quel repentino cambiamento d’umore.

I suoi pensieri furono interrotti dallo squillo del telefono e Nat impiegò qualche istante prima di trovare il cordless, nascosto sotto i cuscini del divano.

‘Pronto?’

‘Ehy, sorellina!’ la salutò Brian.

‘Fratello, a che devo?’

‘Io e Mich siamo curiosi... Zack continua a darti tregua?’ domandò Brian, sapeva infatti che Zack quella sera doveva passare a prendere Jess.

‘Incredibile ma vero sì, anche stasera è stato tutto quasi normale’ rispose lei.

‘Wow... sono sbalordito’ commentò sinceramente Brian, nemmeno lui si spiegava quel cambio repentino di atteggiamento da parte di Zack, lo conosceva da anni e sapeva che mettere da parte l’orgoglio era per il suo amico una cosa praticamente impossibile.

‘Qualche idea su cosa sia successo? Io ho controllato su Internet, ma non mi pare che siano cadute meteoriti o che la terra abbia iniziato a girare al contrario...’ scherzò lei, facendo ridere Brian.

‘Non ne ho idea... beh, in realtà so che Matt gli ha parlato la settimana scorsa... ma non credo che sia stato quello il fattore scatenante... voglio dire, conosci Zack quanto me, non basta certo una chiacchierata a fargli mettere da parte quel maledetto orgoglio che si ritrova, quindi non ho proprio idea’

‘Beh, qualunque cosa sia va benissimo come sta andando’ commentò Natalie.

‘Concordo...senti, in realtà ti chiamo anche perché io e Mich stavamo per uscire con Val e Matt per una pizza e sono appena stato brutalmente picchiato dalle gemelle DiBenedetto perché non te l’ho detto’ spiegò Brian.

‘E che faccio, il lumino?’

‘No, fai quella che salva me e Matt intrattenendo le ragazze...’ spiegò lui, lamentandosi subito dopo per il dolore e Nat immaginò che Michelle o Val, o probabilmente entrambe, gli avessero dato il loro famoso calcio nelle caviglie.

‘Vengo solo per salvarti la vita, mi sembra che tu ne abbia bisogno...’ rispose Nat.

‘Sei un angelo, sei un meraviglioso angelo... passiamo fra mezz’ora, rapida!’ le disse Brian, mentre Nat correva in camera sua: mezz’ora di tempo per lei era decisamente troppo poca, doveva attivarsi all’istante.

 

Era quasi mezzanotte quando Zack decise di andare a dormire, Jess dormiva da un pezzo e lui si era messo a suonare senza nemmeno accorgersi di quanto tempo fosse passato, ogni tanto gli piaceva chiudersi nel suo studio e cominciare a suonare senza una ragione, senza regole, senza schemi fissi, semplicemente per il piacere di farlo.

Dopo circa mezz’ora era pronto per infilarsi sotto le coperte e dieci minuti più tardi era già mezzo addormentato, ma sentì Jess lamentarsi dalla cameretta e si alzò immediatamente, probabilmente Jess aveva avuto uno dei suoi soliti brutti sogni.

Tuttavia, una volta che fu entrato nella stanza del bambino notò che Jess non era raggomitolato sotto le coperte come suo solito e gli parve strano, quando aveva un incubo si tirava sempre le coperte fin sopra la testa, non aveva mai fatto diversamente.

‘Ehy, cucciolo, che succede?’ gli chiese Zack, sedendosi sul bordo del letto.

‘Mi fa male la pancia’ si lamentò lui.

‘Dove?’ gli chiese Zack, accarezzandogli la testa per calmarlo, il bambino era infatti quasi in lacrime.

‘Qui’ disse lui, coprendosi con le manine la parte destra.

Zack era ufficialmente preoccupato, non ci voleva certo un genio per sapere che poteva trattarsi di un’appendicite.

‘Ti fa tanto male cucciolo? Ce la fai ad alzarti?’ gli chiese lui.

Jess scosse la testa, poi Zack lo vide appoggiarsi di nuovo le manine sul fianco destro e cominciare a piangere, lamentandosi che gli faceva male.

‘Ok, adesso ti porto dal dottore’

‘No, no!’ urlò il bambino, sempre in lacrime.

‘Cucciolo, non è il momento di fare i capricci, ok? Adesso papà va a vestirsi e poi andiamo’.

Jess continuò a scuotere la testa, ma Zack non avrebbe sentito discussioni, era evidente che il bambino non stava affatto bene e lui non aveva la benché minima intenzione di correre alcun rischio.

 

Natalie si tirò il lenzuolo sopra la testa, pensando che chiunque fosse lo scocciatore che stava suonando il campanello non avrebbe ricevuto risposta, il minimo che gli toccava per averla svegliata era aver fatto un viaggio a vuoto.

Tuttavia, dopo qualche istante cominciò a ragionare in modo più lucido: la sua camera era buia, la radiosveglia segnava le tre di notte, non era normale che il campanello suonasse alle tre di notte.

Jesse era a casa di Zack e il campanello suonava alle tre di notte.

In meno di un secondo Natalie si precipitò alla porta e quando si trovò davanti suo fratello, fu certa che sarebbe svenuta.

Come se lo avesse capito, Brian entrò immediatamente in casa e mise un braccio intorno alla vita alla sorella.

‘Nat, è tutto a posto, non svenire per l’amor del cielo’ le disse Brian, facendola sedere sul divano.

‘Sei qui alle tre di notte, non è tutto a posto Bri!’ esclamò lei, estremamente agitata.

‘Nat, fammi parlare! Jess è al pronto soccorso...’

‘Oddio, che gli è successo?’ chiese lei, sull’orlo delle lacrime.

‘Nat, fammi finire! Ce lo ha portato Zack, si lamentava perché gli faceva male la pancia, ma visto che si lamentava soprattutto della parte destra ha pensato all’appendicite, invece non è nulla, lo hanno già visitato, è stata solo una colica, lo tengono in osservazione, ma sta bene...’

‘Sul serio?’ chiese Nat, dubbiosa.

‘Giuro Nat... Zack non voleva nemmeno chiamarti, te lo avrebbe riportato domani mattina, ma Jess continua a piangere e a dire che vuole te’

‘E perché ha chiamato te?’ chiese lei.

‘Perché ha giustamente pensato che se avesse chiamato te, ti saresti schiantata addosso al primo muro disponibile sulla strada...’.

La ragazza annuì, non aveva tutti i torti.

‘Vado a cambiarmi, due minuti e sono pronta’ disse lei, dirigendosi verso la sua stanza.

Quando fu pronta, costrinse Brian a correrle dietro fino alla macchina e partirono verso il pronto soccorso.

Dieci minuti più tardi, il ragazzo la lasciò davanti all’entrata mentre lui andava a parcheggiare.

Nat entrò e si diresse immediatamente verso il bancone, chiedendo all’infermiera dove potesse trovare suo figlio.

La donna le fece cenno di seguirla e la portò fino ad una camera, Nat bussò e subito dopo aprì la porta.

‘Mamma, mamma!’ urlò Jess, in lacrime in braccio a Zack, che cercava inutilmente di calmarlo.

‘Amore, stai bene?’ gli chiese Nat, andando a sedersi sul letto e prendendolo dalle braccia di Zack.

‘Mamma, mamma, andiamo a casa’ la implorò lui, calmandosi però un po’ dopo aver visto Natalie.

‘Adesso non si può tesoro... ma la mamma resta qui con te...’ aggiunse poi, alzando lo sguardo su Zack, che annuì.

‘Hanno detto che non c’è problema, possiamo restare’

‘Hai sentito papà? Adesso stai tranquillo, ok? Facciamo la nanna?’.

Jess annuì, asciugandosi con le manine le ultime lacrime.

‘Bene... sotto le coperte, su!’ gli disse Natalie sorridendo, coprendolo e accarezzandogli la testa per farlo dormire.

Quando Jess si fu addormentato, Nat cercò di scendere dal letto, ma il bambino si era aggrappato al suo braccio, bloccandola dov’era, per cui rinunciò.

‘Tutto ok?’ chiese a Zack, ora che poteva osservarlo meglio le sembrava abbastanza scosso.

‘Sì... sì, è solo che mi ha fatto prendere un colpo’ rispose lui, spostando una ciocca di capelli dalla fronte del piccolo.

‘Non dirlo a me’

‘Non volevo farti spaventare, ma non c’era modo di calmarlo’.

Nat scosse la testa, sorridendo.

‘Va bene così, tranquillo... sono sicuri che sia tutto a posto, vero?’ chiese conferma lei.

‘Sicurissimi... ho visto tutto, gli hanno fatto tutti i controlli possibili e non c’è nulla... quando siamo arrivati qui in realtà stava già meglio, è stata solo una colica particolarmente forte’.

Nat annuì, guardando sorridendo il suo angioletto che ora dormiva tranquillo.

In quel momento sentirono bussare alla porta e subito dopo entrò Brian.

‘Ehy’ sussurrò il ragazzo, vedendo che Jess dormiva ‘Sta bene?’

‘Sì, si è calmato non appena l’ha vista’ rispose Zack.

‘Io resto qui Bri... anche volendo non potrei muovermi’ disse lei, facendo cenno al suo braccio bloccato da Jess ‘Ti chiamo domani mattina, mi dai un passaggio a casa?’

‘Non ce n’è bisogno, vi porto io se vuoi’ intervenne Zack, ricevendo un’occhiata abbastanza stupita sia da Brian che da Nat.

‘Ok... sì, se non è un problema ok’ rispose infine lei.

‘Nessun problema’

‘Va bene allora... chiamami quando siete a casa, ok?’ disse Brian, rivolto a Nat, ma continuando a lanciare occhiate perplesse a Zack.

‘Ok... notte Bri, grazie ancora’

‘Di nulla, sorellina... notte Zee’

‘Notte Brian’.

Una volta che Brian fu uscito, nella stanza calò il silenzio, Nat non sapeva cosa dire, ancora una volta Zack la sorprendeva con un comportamento che fino a qualche giorno prima, quando manteneva la facciata gentile solo per Jesse, lei non avrebbe nemmeno osato sperare di vedergli assumere, ora addirittura si offriva di portare a casa entrambi.

Certo, probabilmente lo faceva per Jess, ma era comunque strano.

‘Sono stufo, Nat’.

La ragazza alzò lo sguardo su di lui, era talmente persa nei suoi pensieri che non si era accorta che lui la stava osservando.

‘Cosa?’

‘Sono stanco di essere arrabbiato con te Nat’.

La ragazza lo fissò senza dire nulla, che cosa avrebbe potuto rispondergli d’altronde?

‘Non... se penso che mi sono perso quattro anni della sua vita, dovrei essere furioso... ma tutta questa falsa cortesia mi sta facendo letteralmente impazzire... e non mi ridarà niente... per cui ricominciamo da zero, ti va?’.

Di nuovo, la ragazza non disse nulla, si limitò ad annuire: non avrebbe potuto chiedere di meglio.

‘Ok allora...’ disse lui.

‘Sai...’ iniziò lei ‘Non avevo intenzione di tenertelo nascosto per tutto questo tempo... avrei... avrei voluto dirtelo subito... avevo già pianificato tutto con Jimmy, sarei tornata quando Jess aveva sei o sette mesi... ma poi hai conosciuto Gena e ho pensato che non avevo nessun diritto di sconvolgerti la vita un’altra volta... ho pensato che avrei aspettato che voi due vi frequentaste per un po’ prima di uscire allo scoperto... poi però vi siete lasciati e ho pensato che non era il momento più adatto... e dopo... beh, per dopo non ho più scuse, mi è semplicemente mancato il coraggio... ma Jimmy ha sempre insistito perché te lo dicessi... non dare la colpa a lui, se non ha detto niente lo ha fatto solo perché l’ho implorato, Zack... e prima che tu me lo chieda, so che lo hai pensato’.

Zack annuì in silenzio, Nat aveva ragione, era stato arrabbiato con Jimmy all’inizio, ma ormai gli era passata e poi Jimmy gli mancava talmente tanto che essere arrabbiato con lui gli sembrava sinceramente stupido.

‘Sai... credo che l’importante sia che alla fine tu lo abbia fatto’ disse infine Zack, lanciando un’occhiata adorante a Jesse.

Nat si lasciò scappare un sorriso, era una delle cose che aveva sognato da quando Jess era nato quella di vedere Zack guardarlo così, come se quel bambino fosse la cosa più importante del mondo.

‘Oh, a proposito... per caso hai pensato di portare la sua tessera sanitaria?’ chiese Zack.

Nat allungò la mano verso la sua borsa e dopo qualche istante passato a cercarla, la porse al ragazzo.

‘Sono previdente...’ disse lei.

‘Ottimo...’ rispose lui, accennando un sorriso ‘Vado a portarla all’accettazione, torno subito’

‘Ok’ rispose lei, seguendolo con lo sguardo finché non fu uscito.

Solo quando Zack non fu più nella stanza si concesse di sorridere come avrebbe voluto: sapere che  era riuscito a perdonarla per avergli tenuto nascosta l’esistenza di Jess la faceva stare incredibilmente bene, nemmeno riusciva a descrivere quanto.

 

‘Andiamo a casa papà?’

‘Shh, piano che sennò svegli la mamma...’ disse Zack, accarezzando la testa di Jess.

Nat aprì appena gli occhi e vide Jesse, sveglio e apparentemente molto pimpante, che sfoderava i suoi occhioni da cucciolo con Zack che per tutta risposta gli scompigliò i capelli.

Aveva una gran voglia di tornare a dormire, ma poi si ricordò dov’era, all’ospedale dopo che Zack aveva portato Jess al pronto soccorso la notte prima.

Si accorse di avere qualcosa sulle spalle che la copriva e le ci volle poco per capire che si trattava della felpa di Zack.

Sorrise fra sé e sé, pensando che faceva decisamente progressi: prima le parlava a fatica, poi aveva deciso di perdonarla e ora si preoccupava anche per lei.

Si mise a sedere sul letto, attirando l’attenzione dei due.

‘Mamma, mamma, andiamo a casa!’ disse Jess, abbracciando Nat.

‘Buongiorno anche a te amore...’ rispose Nat, abbracciandolo a sua volta e sorridendo ‘Ciao’ disse poi a Zack.

‘Buongiorno’ le rispose lui.

‘Non si è ancora visto nessuno?’

‘No, ma dovrebbero arrivare a momenti, mi hanno parlato delle otto stanotte, sono quasi le otto e un quarto...’

‘Ok... ehy, amore, ancora un po’ di pazienza e poi andiamo a casa, ok?’ disse Nat rivolta a Jess.

‘Andiamo a casa adesso...’ rispose lui, mettendo il broncio.

‘Ancora un attimo, promesso... ehy, grazie’ disse poi a Zack, porgendogli la felpa.

Il ragazzo si limitò a scrollare le spalle, prendendola e infilandosela di nuovo.

In quel momento la porta della stanza si aprì e un dottore fece il suo ingresso.

‘Allora, vediamo un po’ come sta questo signorino stamattina?’ chiese, avvicinandosi al letto.

Nat fece per scendere, ma non appena Jess vide che si allontanava, scoppiò di nuovo a piangere.

‘Mamma, mamma!’

‘Ehy, amore, sono qui...’ lo rassicurò Nat, sedendosi su una sedia lì di fianco e tenendogli la manina ‘Adesso il dottore controlla che sia tutto a posto così andiamo a casa, va bene?’.

Jess tuttavia continuò a scuotere la testa, sempre in lacrime.

‘Ehy, cucciolo...’ lo chiamò Zack, prendendogli l’altra mano ‘Glielo facciamo vedere alla mamma quanto sei bravo? Come ieri sera, eh?’ continuò il ragazzo, sorridendo al piccolo.

Jess sembrò pensarci un attimo, poi annuì, togliendo la manina da quella di Nat per asciugarsi le lacrime, finalmente calmo.

‘Così Jess, bravissimo’ disse Zack, scompigliandogli i capelli.

Il dottore controllò che il bambino non avesse più alcun tipo di dolore, poi disse a Nat e Zack che potevano portarlo a casa tranquillamente, raccomandandogli però di tornare immediatamente se fosse successo di nuovo.

Non appena Jess sentì la parola “casa”, tese le braccia verso Zack, che lo prese in braccio, dandogli un bacio sulla fronte.

‘Sentito cucciolo? Adesso ti portiamo a casa... Nat, mi passi il suo giubbotto?’.

Natalie si guardò intorno e vide il giubbottino di jeans del bambino su una sedia lì vicino e lo infilò a Jess, che non sembrava avere alcuna intenzione di staccarsi dal padre, quasi avesse paura che lui e Nat avessero intenzione di lasciarlo in quella stanza.

‘Vado a recuperare la macchina, ci vediamo qui fuori?’ chiese Zack alla ragazza, passandole Jess.

‘Ok’ annuì lei, prendendo in braccio il piccolo, che ora che aveva visto che erano davvero usciti dalla camera sembrava più tranquillo, evidentemente aveva capito che stavano davvero andando a casa.

Qualche istante dopo, Nat vide l’auto di Zack fermarsi davanti all’entrata del pronto soccorso, allora uscì con Jess e si sistemò con lui sul sedile posteriore: aveva pensato per un attimo di mettersi davanti, ma era meglio non rendere le cose troppo strane, avevano appena ricominciato ad avere un rapporto civile, un passo alla volta.

Dopo dieci minuti di viaggio in cui Jess, che era ufficialmente tornato la piccola peste di sempre, aveva cercato in tutti i modi di saltare sul sedile anteriore per guidare con Zack, arrivarono a casa di Nat.

Non appena Jess vide Viki, che era scesa di sotto quando li aveva visti arrivare, saltò giù dalla macchina e corse verso di lei.

‘Viki!’ urlò lui, mentre lei lo prendeva in braccio.

‘Ehy, topolino, ti sembrano spaventi da far prendere questi?’ gli disse la ragazza, dirigendosi con lui verso Natalie e Zack ‘Mi ha chiamato Brian stamattina, mi ha raccontato tutto...sta bene, vero?’

‘Tutto ok Viki, solo una colica’ spiegò Nat, mentre Zack annuiva.

‘Beh, io raggiungo gli altri, ho detto a Brian di aspettarmi in studio... se passo stasera va bene?’ chiese il ragazzo a Natalie.

‘Certo... grazie del passaggio’

‘Nessun problema Nat... ehy, cucciolo, vieni qui che papà deve andare!’ disse poi al bambino, prendendolo dalle braccia di Viki e dandogli una bacio sulla guancia.

‘Papà non andare via! Stai qui!’ piagnucolò Jesse, stringendogli le braccia al collo.

‘Ehy, torno stasera, promesso... e fai il bravo, ok?’ lo consolò lui.

Jess annuì, senza però togliersi l’espressione imbronciata dal volto.

‘Su, un bel sorriso me lo fai piccolino?’ gli disse Zack ‘Altrimenti dovrò fartelo fare io...’ disse poi, cominciando a fargli il solletico.

Jess cominciò a dimenarsi in braccio a Zack e a ridere, facendo sorridere anche Nat e Viki.

‘Ecco, così va meglio’ disse Zack ‘A stasera cucciolo!’ lo salutò di nuovo, passandolo a Nat.

Jess gli fece ciao con la mano finché non fu salito in macchina e non ripartì, poi si rivolse verso Natalie.

‘Mamma, macchinine?’

‘Certo tesoro, andiamo in casa dalle tue macchinine’ gli rispose Natalie, dirigendosi verso il suo appartamento, seguita da Viki.

Una volta che Jess si fu sistemato sul suo tappeto a giocare, Natalie si diresse in cucina e cominciò a preparare del caffè.

‘Ti va?’ chiese a Viki.

‘Che domande, certo... stanca?’ le chiese poi, sedendosi al tavolo.

‘Un po’... ho dormito, ma è stata comunque una nottata movimentata’

‘Posso immaginare...sai, dovresti chiamare Bri... era un po’ agitato...’

‘Ma ha visto che Jess stava bene...’

‘Non per Jess... per Zack... ammetterai che è strano che si sia offerto di portare a casa anche te... aveva paura che dicesse qualche cazzata’

‘Abbiamo parlato stanotte...o meglio, ha parlato lui... abbiamo deciso di ricominciare da zero...’

‘Oh...wow... non me lo aspettavo da Zack, se devo essere sincera...’ confessò Viki, stupita.

‘Nemmeno io... ma sono contenta... e stavolta non solo per Jess...’

‘E meno male, un po’ di egoismo non fa male, sai?’ scherzò Viki, strappando un sorriso all’amica.

‘Già... comunque, dici che devo chiamarlo ora?’

‘Direi di sì...se vede arrivare Zack senza che tu l’abbia ancora chiamato, potrebbe pensare che ti ha uccisa e scaricata da qualche parte...’.

Nat scoppiò a ridere e andò a prendere il telefono per chiamare suo fratello.

 

Alle cinque in punto quel pomeriggio il campanello suonò e Nat sorrise trovandosi davanti Zack, un sorriso ricambiato per la prima volta dopo un mese di gelo.

Natalie voleva quasi piangere dalla gioia.

‘Ehy, nulla da segnalare, vero?’ chiese Zack, entrando in casa.

‘Tutto perfettamente a posto, ha passato la giornata tranquillo a giocare...’

‘Papà!’ esclamò allegramente Jess, accorgendosi dell’arrivo di Zack e correndogli incontro.

‘Ehy, cucciolo!’ lo salutò lui ‘Tutto a posto?’ gli chiese.

‘Sì! Vieni a giocare?’ gli chiese il bambino.

‘Amore, papà ha disperatamente bisogno di andare a casa a dormire... non dirgli che te l’ho detto, ma oggi Larry è stato molto cattivo con papà...’

‘Perché?’ chiese curioso Jess, mentre Natalie ridacchiava.

‘Perché ha fatto lavorare papà tanto, troppo, tantissimo’ spiegò lui, sorridendo.

‘Non voglio che vai via...’ si lamentò il bambino, mettendo il broncio.

‘Amore, papà è stato sveglio tutta la notte con te, adesso deve dormire anche lui’ gli spiegò dolcemente Nat, abbassandosi per poterlo guardare in viso.

Jess annuì rassegnato, sempre però con un’espressione contrariata.

‘Ehy, facciamo così: domani scappo via presto e...’ cominciò lui, ma si bloccò e si voltò verso Natalie, che gli fece cenno di sì con la testa ‘E vieni da me, ok?’

‘Sì?’ chiese il bambino, un po’ meno triste.

‘Certo che sì... ehy, dobbiamo finire la gara di ieri sera!’ aggiunse poi Zack e a quel punto Jess sorrise, annuendo.

‘Tanto vinco io’ disse il bambino e Nat scoppiò a ridere, mentre Zack osservava il figlio divertito.

‘Lo vedremo, le vedremo... a domani cucciolo!’ lo salutò lui, dandogli un bacio sulla guancia.

‘Ciao papà!’ rispose Jess, abbracciandolo per poi tornare di corsa in salotto.

‘Un ciclone...’ commentò Zack divertito, vedendolo frenare bruscamente davanti al suo tappetino per poi saltarvi sopra.

‘Questo non è niente...oh, aspetta un secondo!’ disse Nat, scomparendo un attimo in cucina per poi tornare con qualcosa in mano, che porse a Zack.

‘...Nat, io i cd li faccio di solito’ commentò divertito Zack, guardando il porta-cd che aveva in mano.

‘Simpatico... lì dentro c’è tutto quello che ho di Jess... foto, video, qualsiasi cosa... avrei voluto dartelo prima, ma... beh, sì, te lo sto dando adesso, ecco...’ spiegò lei.

‘Oh... grazie...’ rispose lui, guardando con un occhio completamente nuovo quel porta-cd che racchiudeva i primi quattro anni del suo bambino ‘Te lo riporto domani’

‘Tienilo pure, ne ho un paio di copie... sai, giusto in caso...’ spiegò lei, abbassando lo sguardo leggermente imbarazzata: sapeva che avrebbe dovuto darglielo molto prima, ma facevano fatica a rivolgersi la parola, non aveva mai trovato il coraggio.

‘Ok allora... beh, a domani, buona serata Nat’

‘Anche a te’

‘Oh, credimi, se riuscirò a strisciare fino al mio letto sarà un’ottima serata’ commentò lui, facendo ridere Nat, poi la salutò di nuovo e la ragazza lo osservò scendere le scale prima di chiudere la porta dietro di sé.

 

Zack aveva passato le ultime tre ore sul suo letto, il portatile sulle gambe, la pizza alla sua sinistra e il porta-cd che gli aveva dato Natalie alla sua destra.

Aveva fatto passare ogni singola foto di Jess e ogni singolo video almeno tre volte, ma non si era ancora stancato e dubitava che sarebbe successo presto.

Fortunatamente Nat aveva sempre avuto l’ossessione per le fotografie, ce ne erano veramente tantissime, scrupolosamente organizzate per anno.

C’era Jess appena nato all’ospedale, Jess a casa i primi mesi, Jess ad uno, due, tre anni in tutte le occasioni possibili: carnevale, natale, compleanni, persino il più banale giro al parco era stato immortalato.

C’era anche una foto di Jess con Jimmy, dalla data Zack aveva dedotto che era stata scattata durante il tour per il loro quarto album, Jesse aveva poco più di un anno allora e Jimmy lo teneva in braccio fissandolo adorante.

Ogni tanto, per quanto si sentisse una persona orribile ad ammetterlo, quel piccolo dettaglio gli bruciava ancora, capiva perché Jimmy lo avesse fatto, ciò non toglieva che il pensiero che il suo amico avesse sempre saputo di Jess gli desse un po’ fastidio.

Decise di non pensarci, non voleva pensare a Jimmy, quella era decisamente una delle cose che ancora non riusciva a fare troppo a lungo.

Fece partire di nuovo uno dei video, per la precisione il primissimo video che Natalie aveva fatto al bambino dopo che era tornato dall’ospedale: era una ripresa apparentemente banale, Jess era nella sua culla e faceva dei versetti felici, allungando le manine un po’ verso Nat, un po’ verso la copertina, il tutto facendo delle facce buffissime.

Forse era banale, ma a Zack sembrava la cosa più bella del mondo.

Il suo preferito in assoluto però era uno di quelli di Jess al parco, il bambino aveva circa due anni e stava giocando nella sabbia. Anche in questo caso, in realtà, non succedeva nulla di eccezionale, ma Jess sembrava così particolarmente felice in quel video, continuava a lanciare sabbia alla telecamera, finché l’inquadratura non si fermava su di lui e un secondo dopo Natalie entrava in scena, prendendolo in braccio e cominciando a fargli il solletico, mentre il bambino cercava di divincolarsi ridendo divertito.

Per quanto odiasse ammetterlo a se stesso, quel video gli piaceva così tanto non solo per Jess, ma anche per l’espressione di Natalie mentre giocava col bambino.

Se da un lato le invidiava tutte quelle foto, quei video e quel tempo passato insieme a Jess che lui non avrebbe mai potuto avere, dall’altro lato sentiva che ormai era acqua passata, non avrebbe più potuto portarle rancore neanche volendo.

Non le aveva mentito la notte prima, lui era stanco di quella situazione, ma non per tutta quella falsa cortesia che doveva esistere fra di loro, no, lui era stanco delle lotte fra la parte di sé che gli diceva che avrebbe dovuto odiare a morte Natalie e quella che era ancora perdutamente innamorata della ragazza e che, dopo aver visto Jess, lo era anche di più per il semplice motivo che era stata lei a regalargli la cosa più bella che avesse al mondo.

Fermò il video, decidendo che per quella sera era meglio smetterla, non doveva andare a finire lì, non poteva permettersi di lasciar vincere quella parte che avrebbe voluto ricominciare con Nat esattamente da dove avevano lasciato la loro storia quattro anni prima, era sbagliato, per tanti motivi.

In primo luogo, non si erano mai veramente chiariti, l’ultima volta che si erano visti lui si era comportato da emerito idiota e lei era stata gelida con lui, in effetti non era proprio l’ideale riprendere da lì.

In secondo luogo, ora le cose erano molto diverse, c’era Jess e qualunque decisione avessero preso riguardo alle loro vite ora coinvolgeva anche lui in tutto e per tutto e Zack avrebbe preferito morire in solitudine piuttosto che far soffrire il suo bambino.

No, decisamente doveva fare uno sforzo e far funzionare l’amicizia con Nat, era la soluzione migliore per Jess e anche per se stesso.

 

Salve a tutti!

Innanzitutto... KILLJOYS MAKE SOME NOISE!!!

Lo so, lo so che siamo in una fic sugli Avenged Sevenfold, ma si dà il caso che Miss Tragedy mi abbia fatto come regalo di compleanno in anticipo il biglietto per il concerto dei My Chem... Lady Numb è molto felice... e questo potrebbe (condizionale, attenzione) avere riflessi positivi sulla storia... chissà...

Parlando della storia... come vi avevo anticipato, probabilmente ora pubblicherò due flashback di fila, forse anche tre... so che mi odierete perché vi faccio aspettare il capitolo nove, ma punto primo, non l’ho ancora finito e ho bisogno di tempo, punto secondo alcuni di questi flashback potrebbero esservi utili per capire dei dettagli del suddetto capitolo 9...

Un’ultima precisazione: visto che io sono una fan del maggiore realismo possibile, ci tenevo a dirvi che la presunta appendicite di Jess non è una cosa che non può esistere nella realtà... esiste e fa un male fottuto L, se mi passate il francesismo.

Che altro dire... grazie mille delle recensioni, vi adoro tutte!

xxx

Lady Numb

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Capitolo 12
*** Flashback 4 ***


‘Io mi auguro che tu stia scherzando Zachary Baker!’ esclamò Nat, alzandosi dal divano e fissando Zack furiosa.

‘Nat, per l’amor del cielo, non è che lo abbia deciso io...’

‘Avevi promesso, cazzo, avevi promesso che ci saresti stato almeno per il mio fottutissimo compleanno!’

‘Non posso farci nulla se mi hanno fissato una cazzo di intervista a Miami per quel giorno Nat!’ sbottò lui, alzandosi in piedi a sua volta.

‘E com’è che sei sempre solo tu quello che non può spostarle? Com’è che Matt e Brian le hanno spostate quando c’era il compleanno di Val e Mich? Cazzo Zack, dillo che non ci hai nemmeno provato! Ormai devo prendere appuntamento col vostro manager per uscire con te, ti sembra normale?!’

‘Adesso vedi di non esagerare Natalie...’

‘Non esagerare? Stai scherzando, vero? Sai quando è stata l’ultima volta che mi hai promesso che avremmo fatto qualcosa e l’abbiamo fatta davvero? La fottutissima festa di compleanno di Brian, a luglio... ops, è Settembre, guarda un po’...’ commentò ironica lei.

‘Stasera ci sono alla festa di Lyn!’ protestò lui.

‘Oh, grazie per questa concessione...’ lo prese in giro acidamente lei ‘Almeno Lyn sarà contenta’

‘Dannazione Nat, scusa se mi sto ammazzando di lavoro per realizzare il sogno della mia vita’

‘Non trattarmi come se non lo capissi Zack, cazzo, lo so, lo so benissimo, vorrei giusto ricordarti che sono la sorella di Brian, lo so che è il vostro sogno, ma non ce la faccio più ad andare avanti così, gli altri non sono così... così fottutamente egoisti!’

‘Io sarei egoista?!’ chiese indignato il ragazzo.

‘Dio, sì! Ogni volta che ti chiedo qualcosa è sempre la stessa storia ‘devo fare questo, devo fare quello’... non sto chiedendo tanto, voglio solo stare col mio ragazzo per il mio compleanno! Dio, ultimamente non mi sembra nemmeno di avercelo un ragazzo!’ disse lei, praticamente urlando.

‘Allora sai che ti dico? Vacci da sola alla maledetta festa di Lyn!’ urlò lui, dirigendosi verso la porta.

‘Ci avrei giurato!’ gli urlò lei di rimando, lasciandosi cadere sul divano.

Solo una volta che ebbe sentito la macchina di Zack partire si concesse di mettersi a piangere: non ce la faceva più, lei e Zack non facevano altro che litigare, sentiva che sarebbe impazzita presto.

Odiava quella situazione, voleva solo che tutto tornasse come prima, per quanto fosse felice che i ragazzi avessero avuto il successo che si meritavano voleva solo che tutto tornasse come prima.

 

Natalie rimase a dir poco sconcertata quando, più tardi quella sera, Zack si presentò alla sua porta per andare alla festa di Lyn, ma non fece obiezioni, non aveva voglia di andarci da sola e sapeva benissimo che la sua amica le avrebbe fatto pesare a vita la sua assenza se avesse deciso di non andarci.

Il viaggio fu silenzioso, nessuno dei due aveva voglia di parlare con l’altro e lo sapevano benissimo, ma fortunatamente si trattava solo di dieci minuti.

Non appena Zack fermò la macchina, Nat aprì la portiera e scese, respirando a pieni polmoni, aveva la sensazione di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo tanta era la tensione fra di loro.

Entrarono in casa, stando bene attenti a non stare troppo vicini, e lì furono immediatamente salutati da Lyn, che fortunatamente non si accorse di nulla e li lasciò abbastanza rapidamente per andare ad accogliere altri nuovi arrivati.

Nat andò a sedersi il più lontano possibile dal cuore della festa, mentre vide che Zack si dirigeva senza esitazione verso il bar, non che ne fosse stupita, non solo perché era il primo posto che i suoi amici normalmente cercavano alle feste, ma soprattutto perché conosceva Zack come le sue tasche e sapeva che quando era particolarmente nervoso come quella sera aveva bisogno di bere qualcosa, qualcosa di alcolico, ovviamente.

In realtà ci aveva fatto un pensierino anche lei, ma alla fine aveva optato per una Coca, anche perché finché non avesse saputo con certezza se aveva ragione o meno era meglio evitare l’alcool.

Si lasciò scappare un sorriso a quel pensiero, che però durò poco: bella situazione davvero, se avesse avuto ragione.

Sobbalzò quando vide Zack in piedi di fianco a lei, non lo aveva nemmeno visto arrivare.

‘Hai intenzione di startene in un angolo per tutta la festa?’ le chiese lui.

‘Perché, fa qualche differenza per te?’ rispose lei.

‘Cielo Nat!’ esclamò esasperato lui ‘Perché non si può mai parlare con te?’

‘Con me puoi parlare tranquillamente, Zack... non sono io quella che non c’è mai’ replicò acida lei.

‘La vuoi piantare, Natalie?’

‘Non che non la pianto, Zachary... oh, ma forse dovrei prendere appuntamento per questa conversazione, giusto?’ rispose lei, caustica.

‘Ah, al diavolo, fa come ti pare’ sbottò lui, andandosene prima che lei avesse il tempo di replicare.

La ragazza si morse il labbro, come sempre ora che lui non era più lì aveva una voglia matta di piangere, ma doveva trattenersi, primo, perché non voleva dargli quella soddisfazione, secondo, perché c’era decisamente troppa gente a quella festa.

Dopo che fu passato qualche minuto, Natalie cominciò seriamente a prendere in considerazione l’ipotesi di andare sul portico sul retro della casa.

Fu allora che, cercando di vedere se fosse possibile farlo senza farsi vedere da Lyn, li vide.

Zack stava chiacchierando con una ragazza che non aveva mai visto, anzi, Zack stava palesemente flirtando con quella ragazzina bionda.

Natalie era certa che se fosse stata un fumetto avrebbe avuto la mandibola a terra: non credeva ai suoi occhi.

C’era un limite alle provocazioni e Zack lo stava clamorosamente oltrepassando.

Sapeva che stava solo giocando, si era accorta di come le lanciasse delle occhiate ogni tanto, ma lei decise di ignorarle, soprattutto per non fargli capire quanto le stesse facendo male.

Per poco non cadde dalla sedia quando lo vide avvicinarsi all’orecchio di lei sussurrandole qualcosa che la fece ridere, il tutto lanciandole l’ennesima occhiata.

Senza degnarlo di un ulteriore sguardo si alzò e si diresse verso l’uscita sul retro, non preoccupandosi di Lyn, aveva intravisto la ragazza e anche lei stava osservando sbalordita Zack.

Una volta che fu fuori dalla confusione della festa prese il suo cellulare dalla borsetta e chiamò un taxi: non voleva restare in quella casa un minuto di più e il taxi le era sembrato l’idea migliore, se avesse chiamato Brian avrebbe dovuto spiegargli quello che era successo e se lo avesse fatto era certa che Zack avrebbe passato la notte al pronto soccorso e suo fratello alla stazione di polizia.

Decisamente meglio evitare.

Fortunatamente il taxi arrivò in pochi minuti e dopo aver dato il suo indirizzo al taxista si permise di pensare a quello che era appena successo, mentre osservava il paesaggio fuori dal finestrino.

Non era mai stata così ferita e arrabbiata in vita sua, stavolta Zack aveva esagerato.

Per la prima volta da quando aveva cominciato ad avere quel sospetto, Nat pregò tutti gli dei che conosceva di avere torto, perché se avesse avuto ragione arrivata a quel punto non avrebbe davvero saputo cosa fare.

 

Buona domenica a tutti!

Ecco il primo flashback promesso... beh, non credo ci sia bisogno di spiegarvi di cosa si sta parlando, giusto? (se ne avete bisogno vuol dire che non avete letto il resto...correte a leggere, su! XD)

Cooooomunque... come al solito ringrazio di cuore chi ha lasciato una recensione, lo sapete che mi fanno felice :D... vi invito a lasciarmi una recensione anche questa volta... e parlando di recensioni, ho iniziato a pubblicare una nuova storia... ci tengo in modo particolare perché è una cosa un po’ diversa e se voleste farmi sapere cosa ne pensate (anche se non vi piace, ovviamente!    ) mi farebbe tanto piacere... dai, le date una chance? I can't dream without you

Ok, per oggi ho finito... se domenica prossima non vedete aggiornamenti le possibilità sono due:

1)      Sono diventata parte integrante degli spalti del Palasharp

2)      Sono fuggita ai Caraibi con Frank, che mi ha aiutato anche a portare con me Zack e Syn ;)

xxx

Lady Numb

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Capitolo 13
*** Flashback 5 ***


Due giorni dopo quella maledetta festa, Natalie si trovava nel suo appartamento, distesa a pancia in su sul proprio letto in contemplazione del soffitto.

Ora era ufficiale, aveva ragione.

Non che ne avesse mai davvero dubitato.

Nonostante in quei due giorni avesse sperato con tutto il cuore di sbagliarsi, non poté trattenere un sorriso sfiorandosi la pancia con la punta delle dita.

Lì dentro c’era il suo bambino.

Il bambino di Zack.

Sospirò pensando al ragazzo: il giorno dopo la festa, Zack non aveva nemmeno provato a chiamarla, neppure per sapere se fosse arrivata a casa sana e salva, per quel che ne sapeva lui in quel momento Natalie poteva essere chissà dove.

D’altronde lo conosceva bene, orgoglioso com’era non avrebbe mai ammesso di avere clamorosamente esagerato.

Era esattamente per quel motivo che era rimasta sorpresa quando lui aveva provato a chiamarla quella mattina, ma lei aveva ignorato la telefonata e anche le otto successive, non solo perché era ancora furiosa con lui, ma soprattutto perché non voleva tradirsi.

Ci aveva pensato bene in quelle ore, molto bene e di una cosa era certa: era escluso che lei lo dicesse a Zack.

Forse non era moralmente corretto, ma Zack non era assolutamente pronto a fare il padre, aveva dimostrato tutta la sua immaturità due giorni prima.

E poi c’era la band, un bambino avrebbe significato tempo e in quel periodo i ragazzi non ne avevano, come era abbastanza evidente, c’era un motivo se lei e Zack ormai passavano la metà del poco tempo assieme a litigare.

Tuttavia, sapeva che Zack sarebbe stato pronto a sacrificare tutto quanto per suo figlio, forse era immaturo, ma non era una persona scorretta ed era certa che si sarebbe preso le proprie responsabilità, ma lei non poteva permetterglielo.

Se Zack lo avesse saputo avrebbe mandato in fumo il sogno della sua vita e quello degli altri insieme al suo e Natalie questo non avrebbe mai potuto perdonarselo.

Era per quel motivo che aveva deciso che se ne sarebbe andata.

Aveva preso in considerazione l’ipotesi di dirlo a Brian, ma era troppo complicato, conosceva suo fratello e sapeva che non sarebbe riuscito a tenere il segreto con Zack, era pur sempre il suo migliore amico.

Il solo pensiero di lasciare tutti quelli che più amava al mondo la faceva stare male, ma non vedeva nessun’altra via d’uscita, a meno che non decidesse di liberarsi del bambino, ma lo aveva escluso da subito, non lo avrebbe mai potuto fare e, in fondo, non era nemmeno quello che voleva.

Il suo cellulare decise di ricominciare a squillare in quel momento e vide che si trattava di nuovo di Zack.

Decise di ignorare nuovamente la chiamata, pensando che era veramente triste che l’ultima frase che Zacky aveva sentito da lei, che sarebbe stata anche l’ultima che avrebbe sentito per molto tempo, fosse stata la quint’essenza dell’acidità.

 

Quattro giorni più tardi era il compleanno di Natalie e la ragazza stava approfittando del fatto che fossero tutti a casa di Viki a prepararle una festa, che avrebbe dovuto essere a sorpresa ma che lei aveva scoperto leggendo i messaggi dell’amica, per caricare le valigie in macchina.

Se ne sarebbe andata quel pomeriggio.

Non era stato facile organizzare tutto in così poco tempo, ma era stato necessario, non avrebbe potuto evitare Zack ancora a lungo, per tutta la settimana non aveva risposto alle sue chiamate e ai suoi messaggi, aveva finto di non essere in casa quando suonava il campanello o gli aveva detto di andarsene, ma non poteva durare ancora per molto, prima o poi Zack avrebbe usato la sua copia delle chiavi, anzi, in realtà era stata fortunata che non lo avesse ancora fatto.

Mentre caricava le ultime cose, cercò di non pensare ai suoi genitori e a Brian, l’ultima cosa che le serviva in quel momento era una scusa per lasciar perdere.

‘Che diavolo stai facendo Nat?’.

La ragazza sobbalzò, pregando di essersi solo immaginata la voce di Jimmy, ma quando si voltò il ragazzo era proprio davanti a lei, con gli occhi azzurri confusi puntati sulla macchina.

‘Brian non mi ha detto che andavi da qualche parte... e poi oggi c’è la tua festa!’ protestò lui, in realtà tutti sapevano che Nat lo sapeva.

‘Io...’ iniziò Natalie, cercando una scusa plausibile senza riuscirci.

‘Oh cielo... Brian lo sa, vero Nat?’.

La ragazza non disse nulla, si limitò a guardare l’asfalto.

‘Nat, che diavolo succede? Non... non stavi scappando senza dire nulla a nessuno, vero?’ chiese incredulo lui.

‘Io... non ho scelta, Jim’ rispose lei, cercando di non mettersi a piangere.

‘Nat... cosa... perché?’ chiese lui, era talmente sconvolto da non riuscire nemmeno a parlare.

‘Sono incinta Jim’ disse lei, ignorando l’espressione ancora più sconvolta di Jimmy e andando avanti ‘Non so che altro fare...’

‘Non mi dire che Zack ti ha mollata... perché giuro che vado ad ammazzarlo seduta stante’

‘No, no... lui... lui non lo sa e non lo deve sapere Jimmy. Nessuno deve saperlo, ok?’

‘Cosa?’

‘Nessuno Jimmy, nessuno... Dio, nemmeno tu dovresti saperlo, che diavolo ci fai qui?’

‘Fortunatamente ho deciso di venire a controllare che stessi bene, dal momento che Zack non riesce a vederti da una settimana... Nat, non puoi fargli una cosa del genere... ha il diritto di saperlo’

‘Andiamo Jimmy, ce lo vedi Zack a fare il padre? Ha dei seri problemi a pensare a se stesso e poi... è un ragazzino, io non sarò un’adulta fatta e finita, ma lui è troppo immaturo’

‘Ma è pur sempre il padre’ ribatté Jimmy.

‘Jim... e la band? Io non posso permettergli di mandare all’aria tutto... e lo conosci, lo farebbe...’

‘Nat...non sono d’accordo...’

‘Senza offesa Jimmy, ma la decisione è mia’ disse seccamente lei, non poteva lasciarlo parlare, sapeva che l’avrebbe convinta a cambiare idea.

‘A Brian e ai tuoi ci hai pensato Nat? Dio, tuo fratello potrebbe impazzire se sparissi nel nulla...’

‘Non penso ad altro da quattro giorni, credimi... ma è meglio così... ti prego Jimmy, non devono saperlo...’

‘Nat, non puoi chiedermi di tenere un segreto del genere, non potrei più guardare in faccia Zack e Brian, o i tuoi o chiunque altro se è per questo...’

‘Jimmy, io non cambio idea, non me lo lasci fare oggi, lo farò domani, o dopo... le cose fra me e Zack... beh, non c’è bisogno che te lo dica io che vanno male... in realtà ci sono una serie di novità che non credo vi abbia riferito, se ci tiene alla vita... glielo dirò prima o poi, ti giuro che glielo dirò, ma... non ora, ecco, non come siamo adesso, non con tutto quello che avete da perdere voi’.

Vide Jimmy pensarci su per un attimo, poi alla fine tornò a parlarle.

‘Una sola condizione Nat’

‘Cosa?’

‘Voglio il tuo nuovo numero di telefono, indirizzo ed e-mail... per quanto mi costi, ti prometto che gli altri non sapranno dove sei, né che io so dove sei, non sapranno nemmeno il perché, non sapranno niente... ma non posso lasciarti sparire nel nulla Nat’.

Natalie annuì, poteva farlo, anzi, in fondo era felice di farlo, tagliare i ponti con la sua vita si stava rivelando più difficile di quanto non avesse pensato e poi sapeva di potersi fidare di Jimmy.

‘Washington, sto a casa di una mia amica, si chiama Rebecca Carson... il suo numero è sull’elenco, il cellulare lo compro là, la mail te la mando appena creo il nuovo account...’

‘Nat... sei davvero sicura che sia quello che vuoi fare?’ provò di nuovo Jimmy, ma la ragazza glielo leggeva in faccia che si era, seppur a malincuore, rassegnato, questa volta non avrebbe vinto.

‘Sì Jim... è la cosa migliore per me al momento... e sì, so che mi sto comportando da indicibile egoista, ma Zack è stato egoista per troppo tempo ultimamente, ora ho bisogno di esserlo io’ rispose lei.

‘Quindi stasera vado alla tua festa fingendo di non sapere nulla’

‘L’idea sarebbe quella...’

‘Vieni qua piccoletta’ le disse Jimmy, abbracciandola.

Nat lo abbracciò a sua volta, pensando che era un bene che non lo avesse detto a Brian, se dover salutare Jimmy era così doloroso, non voleva nemmeno pensare a come sarebbe stato con suo fratello.

‘Mi mancherai spilungone’ gli disse lei.

‘Anche tu piccoletta... ehy, tienimi aggiornato sul fagiolino’ disse lui, indicando la pancia di Nat.

‘Fagiolino?’ chiese lei, accennando un sorriso divertito.

‘Sì, ho deciso che lo chiamerò fagiolino finché non deciderai un nome vero... ovviamente se è femmina sarà fagiolina’ spiegò lui, facendola ridere.

‘Ok allora...Jim... grazie’

‘Non lo faccio volentieri, sappilo Nat... e spero che tu cambi idea presto’ precisò lui, aveva accettato di mantenere quel segreto, ma ci teneva a farle sapere che non era minimamente d’accordo.

La ragazza annuì, capiva benissimo quanto costasse a Jimmy e proprio per quel motivo gliene era ancora più grata.

‘Io vado...’ disse lui ‘Così puoi... beh, andare senza che nessuno ti veda, ecco...’ si giustificò lui e Nat capì che non avrebbe sopportato di vederla andarsene senza fare nulla.

‘Ciao Jimmy’ disse semplicemente lei ‘Ci sentiamo, allora’.

Il ragazzo accennò un sorriso su quell’ultima frase, per lo meno avrebbe avuto la certezza che Nat stava bene, anche se sarebbe stato straziante non poter rassicurare gli altri, soprattutto Brian.

Si prospettava un futuro veramente difficile.

 

Buona domenica people!

Allora, innanzitutto aggiorno anche voi sul fatto che il concerto dei MCR è stato favoloso... e rimando anche voi al mio canale Youtube se vi interessano dei video: www.youtube.com/user/LadyNumb

Bene, eccoci col secondo flashback... come avrete capito è il seguito logico di quello della settimana scorsa... con una gradita partecipazione del nostro batterista preferito :(

Che altro dire... la settimana prossima dovrebbe tornare un capitolo, o almeno spero... vi confesso che è l’unico pezzo che mi manca per scrivere la parola fine ad UC, dal momento che il resto è già scritto... ma don’t worry, in caso pubblicherò un altro flashback abbastanza lunghino, che in teoria pubblicherei fra due settimane, quindi avrete il vostro aggiornamento...

Bene, spero che questo flashback vi sia piaciuto! Oh, e vi ricordo che I can’t dream without you continua a sentirsi molto, molto, molto trascurata... =(

Alla prossima my darlings!

xxx

Lady Numb

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Capitolo 14
*** Chapter 9 ***


‘Jesse, è tardi, vai a vestirti, su!’

‘Ma voglio finire di giocare!’ protestò il bambino.

Natalie alzò gli occhi al cielo, chiedendosi perché suo figlio avesse tutta quella fantasia e concludendo che era senza dubbio colpa di suo padre, la creatività doveva pur averla presa da qualcuno.

‘Jess, hai giocato tutto il pomeriggio, puoi finire da papà, adesso vai a vestirti o giuro che non te le faccio portare le macchinine, chiaro?’.

Il bambino mise il broncio, ma si alzò in piedi e si diresse verso la sua cameretta, con Natalie che lo seguiva per controllare che eseguisse gli ordini.

Tuttavia, proprio in quel momento suonò il campanello.

‘Vestiti alla svelta Jess, io vado ad aprire, ok?’.

Il bambino annuì, allora la ragazza corse verso la porta, vedendo dallo spioncino che dall’altra parte c’era Zack.

‘Ehy, entra pure, tuo figlio è in ritardo, ha una dipendenza cronica da macchinine’ disse Nat facendolo entrare, mentre Zack ridacchiava.

‘Come se non lo sapessi...’ commentò il ragazzo.

‘Ciao papà!’ esclamò Jess, uscendo dalla stanza con i pantaloni della tuta e la maglietta che gli aveva preparato Natalie.

‘Jess, vai a finire di vestirti!’ gli disse Nat, cercando invano di non ridere, Jess era buffissimo, aveva i capelli in disordine per aver infilato la maglietta e lo trovava assolutamente adorabile.

‘Ehy cucciolo, ascolta la mamma, su!’ disse Zack, sorridendo a sua volta.

‘Ok!’ rispose il bambino, tornando nella cameretta.

‘Ma qualunque cosa gli abbiano dato ieri al pronto soccorso non è che ce ne passano una scorta, vero?’ chiese Nat, facendo scoppiare a ridere il ragazzo ‘Io lo adoro, ma se ogni tanto facesse un sonnellino come tutti i bambini di quattro anni non sarebbe male’

‘In effetti è un po’... vivace?’ convenne Zack, pensando che stare dietro a Jess era decisamente più stancante che saltare per due ore su un palco e non era affatto facile battere quel tipo di stanchezza.

‘Non sta fermo un minuto, dillo pure’ rispose Nat.

‘Eccomi!’ esclamò Jess, entrando in salotto finalmente vestito.

‘Ok cucciolo... zainetto?’ chiese Zack e Jess lo prese dal divano, dove lo aveva appoggiato Natalie, poi alzò lo sguardo sulla ragazza.

‘Le posso prendere le macchinine, mamma?’ chiese lui.

‘Ma certo tesoro’ gli rispose lei, sorridendogli e Zack le lanciò un’occhiata interrogativa ‘Ho dovuto minacciarlo che non gliele avrei fatte portare se non fosse andato a vestirsi’ spiegò lei.

‘Chiaro...ehy, vieni qui!’ disse Zack al bambino, prendendolo in braccio ‘Saluta la mamma’

‘Notte mamma!’

‘Notte mamma’ ripeté Zack rivolgendosi a Natalie.

‘Notte tesoro, notte Zack’ rispose lei, dando un bacio sulla guancia al bambino ‘E fai il bravo, ok?’.

‘Sì!’ rispose lui.

‘Ok, te lo riporto domani mattina prima di andare allo studio... undici e mezza credo, va bene?’

‘Mi stai dicendo che salti la mattina?’

‘Ovvio, ogni scusa è buona, no?’ commentò il ragazzo, facendo ridacchiare Nat.

‘Ovviamente... a domani allora’ disse lei, accompagnandoli alla porta e richiudendola una volta che Zack e Jess furono fuori dal suo campo visivo.

 

Quando il campanello suonò, Natalie si mise a sedere di scatto sul letto, fissando l’orologio: le undici e mezza di mattina.

Rimase qualche istante a fissare incredula la radiosveglia, nemmeno se la ricordava l’ultima volta che aveva dormito fino a tardi.

Fu riportata alla realtà da un secondo suono del campanello, allora si alzò, si infilò un paio di pantaloncini cercando  nel frattempo, invano, di dare un’aria rispettabile ai suoi capelli e corse alla porta.

Guardando dallo spioncino, vide Jess in braccio a Zack.

‘Uh uh, mi sa che abbiamo svegliato la mamma...’ commentò divertito Zack, vedendo i capelli di Nat.

‘Divertente... mi sono dimenticata di puntare la sveglia’ spiegò lei, poi lo sguardo le cadde su Jess in braccio al ragazzo.

Natalie fissò prima il bambino, poi Zack, poi ancora il bambino, infine tornò a guardare il ragazzo, alzando un sopracciglio divertita.

‘Sul serio, Zack?’ commentò lei, riferendosi alla felpa che indossava Jess, della Vengeance University e identica a quella di Zack.

‘Ehy, è bellissima!’ rispose il ragazzo.

‘Ce l’abbiamo solo noi, mamma!’ esclamò orgoglioso il bambino.

‘Essere il capo avrà i suoi vantaggi, no?’ commentò Zack, mente Nat scuoteva la testa divertita: in realtà trovava la cosa adorabile, oltre che assolutamente divertente.

‘Brian non sarà entusiasta quanto te...’ disse Natalie, sempre ridendo.

‘Andiamo, lo sanno tutti che la Vengeance University è meglio della SynGates... giusto Jess?’

‘Giusto!’ rispose convinto il bambino, facendo ridere Natalie ancora di più.

‘Brian ti ucciderà per questo...’ commentò lei.

‘Sono sopravvissuto a Brian tante di quelle volte ormai...’ fu la risposta di Zack ‘Parlando di Brian, io devo scappare, Larry mi ha già fatto una ramanzina infinita perché ho saltato la mattina... ciao cucciolo!’ disse il ragazzo, dando un bacio sulla guancia a Jess prima di metterlo a terra.

‘Ciao papà!’ lo salutò Jess, lasciandosi nel frattempo prendere in braccio da Nat.

‘Saluta mio fratello... è da due giorni che non si fa vedere, sto seriamente cominciando a pensare che Larry esageri con voi...’

‘Lo vedi che alla fine lo hai capito?’ scherzò Zack, salutando sia lei che Jess.

Quando se ne fu andato, Nat chiese a Jess se voleva andare a cambiarsi, ma il bambino scosse la testa deciso, dirigendosi verso i suoi giocattoli.

Natalie sorrise: aveva la vaga impressione che togliere quella felpa a Jess sarebbe stata un’impresa non da poco.

 

 ‘Ehy, guardate un po’ chi ho trovato qui fuori!’.

I ragazzi si voltarono verso Mike, che era appena entrato nello studio di registrazione e a nessuno sfuggì il sorriso di Zack.

‘Ehy, cucciolo!’ disse il ragazzo, mentre Jess correva verso di lui.

‘Sorpresa!’ disse Nat, che era appena dietro Mike.

‘Ehy, sorellina!’ la salutò Brian.

‘A cosa dobbiamo piccoletta?’ le chiese Matt, ridendo quando Natalie, stando bene attenta a non farsi vedere da Jess, gli mostrò il terzo dito.

‘Avevo voglia di fare un giretto a LA... e ho pensato di dare corda alla vostra scarsa voglia di lavorare per una volta’ rispose lei, ignorando le occhiate indignate dei suoi amici.

‘Beh, noi stavamo andando di là a fare un caffè se la cosa ti interessa...’ le disse Brian.

‘Mi interessa molto!’ rispose la ragazza seguendoli nella saletta accanto, adibita a cucina.

‘Christ, al lavoro!’ disse Zack, sedendosi al tavolo con Jess in braccio.

‘Perché devo sempre preparare io il caffè?’ si lamentò Johnny.

‘Perché sei il più basso, muoviti’ gli spiegò tranquillamente Brian, facendo ridere gli altri.

‘Mamma, dove sono i miei giochi?’ chiese il bambino a Natalie.

‘Sono nel tuo zainetto... è di là, vai a prenderli?’

‘Sì!’ rispose lui, saltando giù dalle gambe di Zack e dirigendosi verso la stanza a fianco.

‘Allora... visto che sono venuta fino a qui me la fate sentire qualche canzone o no?’ chiese Natalie.

‘Eh, sorellina, c’è il segreto su queste cose...’ la stuzzicò Brian.

‘E piantala Bri... sono curiosa, dai!’

‘Che dite ragazzi?’ chiese Brian agli amici.

‘Mmh... ci dovrei pensare...’ disse Matt.

‘Non saprei...’ commentò Zack.

‘Che pretese Nat’ intervenne Johnny.

‘Siete crudeli!’ piagnucolò lei.

‘Diabolici...’ fu la risposta di Matt.

‘Ehy, ma Jess non ci sta mettendo un po’ troppo?’ disse Zack.

‘In effetti...’ rispose Nat, alzandosi per andare a controllare il bambino, seguita da Brian e dagli altri.

Quando arrivò nell’altra stanza, era indecisa se ridere o meno: Jess aveva visto le chitarre e in quel momento si stava divertendo ad usare quella di Brian come batteria, pestando con le manine le corde.

Si voltò verso Brian e decise che non era il caso di ridere, suo fratello era chiaramente sotto shock e fissava quella scena con gli occhi sbarrati.

‘La chi... la chi... la chi...’ cominciò a balbettare lui, immobile.

‘Inspira... espira... inspira... espira...’ gli disse Zack mettendogli una mano sulla spalla e trattenendo a fatica le risate, così come Matt, Johnny e Mike dietro di lui.

‘Jess, tesoro, lascia stare la chitarra dello zio, su!’ intervenne Nat, decidendo di fermare il figlio prima che a Brian venisse un infarto.

‘La chitarra dello zio è bella!’ esclamò Jess, facendo sorridere Nat.

‘Eh già amore...’ gli rispose lei divertita, prendendolo in braccio.

‘Zio, stai bene?’ chiese Jess a Brian, vedendo la sua espressione sconvolta.

Il ragazzo portò lo sguardo sul bambino, annuendo lentamente.

‘Sì piccoletto... sì... tutto bene...’ rispose Brian e la sua voce leggermente stridula diede il colpo di grazia a tutti quanti, facendoli scoppiare a ridere disperatamente.

 

Nat era seduta sul divano col lettore mp3 nelle orecchie e tratteneva a fatica le lacrime.

Alla fine aveva convinto Zack a passarle una copia del demo del nuovo cd, o meglio, aveva spudoratamente usato suo figlio e i suoi occhioni da cucciolo per convincere Zack a dargliene una copia e ora che aveva quasi finito di ascoltarlo era davvero provata.

Certo, c’erano canzoni assolutamente normali come Danger Line o Nightmare, ma poi c’erano So Far Away, che i ragazzi avevano arrangiato in maniera spettacolare, Victim e poi Fiction.

Bri le aveva già spiegato come Jimmy, qualche giorno prima di morire, avesse dato ai ragazzi quella canzone, scritta interamente da lui, le aveva accennato di come suonasse quasi come una sorta di ultimo lascito, ma ora che l’aveva sentita capiva perfettamente quello che suo fratello intendeva dire.

Era struggente, era angosciante, era semplicemente piena di Jimmy.

Le faceva un effetto strano sentire la voce del suo amico in quei pochi punti in cui i ragazzi erano riusciti a riutilizzare le registrazioni originali, era strano pensare che nonostante quella fosse la sua voce lui non era più lì con loro.

Sobbalzò al suono del campanello e si ricordò che Zack le aveva detto quella mattina che sarebbe passato a salutare Jess prima di tornare a casa.

Quando aprì la porta, vide la faccia del ragazzo farsi improvvisamente seria.

‘Stai bene?’ le chiese lui.

‘Sì... vorrei solo non aver insistito per quel demo ora’ rispose lei, accennando un sorriso.

‘Io te lo avevo detto...’ rispose lui, ricordando che le aveva chiaramente fatto notare che non era un album leggero.

‘Oh, piantala!’ rispose lei, mentre lui tratteneva a stento una risatina ‘Non c’è niente da ridere!’ aggiunse lei.

‘Lo so...’ commentò lui, continuando però a ridacchiare.

Certo, non c’era davvero nulla da ridere, ma dopo più di due mesi stava iniziando a vivere tutta quella storia un po’ meglio, era arrivato alla conclusione che Jimmy non avrebbe voluto vederli come erano fino a poco tempo prima, totalmente passivi e privi di quella voglia di scherzare e ridere che li aveva sempre contraddistinti.

Era lui il primo ad avere una voglia incredibile di scoppiare a piangere ogni volta che dovevano lavorare su certe canzoni e non era un mistero per nessuno quanto costasse a Matt doverle cantare, specie Victim, Zack ricordava benissimo la faccia del  cantante dopo la prima registrazione, “a pezzi” non era decisamente una descrizione sufficiente.

‘Ci sei?’ gli chiese Nat, osservandolo perplessa.

‘Sì, ci sono... beh, al di là dell’ovvio, come ti sembra?’ le chiese sinceramente interessato.

‘Mi sembra ottimo...  God Hates Us è spettacolare...’

‘Fidati, è la chitarra di introduzione che dà quel tocco di classe in più’ commentò Zack, ricevendo in cambio un’occhiata divertita da Nat.

‘Veramente pensavo all’assolo di mio fratello...’ lo provocò lei, ridendo quando lui cominciò a borbottare fra sé e sé.

‘Sempre a difendere il fratellino...’ fece Zack, interrotto dall’arrivo di Jess ‘Ehy, cucciolo!’

‘Ciao papà!’ lo salutò Jess, abbracciandolo.

‘Hai fatto il bravo oggi?’ gli chiese Zack, abbassandosi alla sua altezza.

‘Sì, ho giocato con la mamma in spiaggia!’

‘Ma davvero?’

‘Sì! Abbiamo fatto un castello bellissimo! E ho conosciuto una bambina simpatica!’.

Zack lanciò un’occhiata divertita a Natalie, che alzò le spalle in risposta.

‘Non sono io quella che punta le femmine, prenditi le responsabilità del caso’ rispose la ragazza, mentre Zack scompigliava i capelli a Jess.

‘E bravo il mio cucciolo!’ gli disse, non senza una punta di orgoglio, notò Natalie, che scosse la testa divertita ‘Beh, adesso scappo...’

‘No, papà, non andare via!’ piagnucolò Jess, abbracciandolo e appoggiando la testa sulla sua spalla.

‘Cucciolo...’ cominciò Zack, ma il bambino scosse la testa e lo interruppe.

‘Per favore...’ disse Jess, con quello sguardo da cucciolo qual era che faceva puntualmente sciogliere Zack.

Il ragazzo sospirò, era comprensibile d’altronde, il giorno prima era tornato troppo tardi e non aveva fatto in tempo a passare e dal momento che Jess si era abituato a vederlo praticamente tutti i giorni era normale che ora facesse un po’ di capricci.

‘Senti... avevamo deciso di prenderci una pizza, se vuoi fermarti...’ propose esitante Natalie: non era certa che fosse una buona idea, ma non ce la faceva proprio a sopportare Jess in lacrime e poi le cose fra lei e Zack erano abbastanza buone, una serata non avrebbe ucciso nessuno.

Il ragazzo si fece un attimo pensieroso, probabilmente riflettendo sulle stesse cose, ma l’espressione implorante di Jess alla fine lo fece desistere.

‘Ok, se non è un problema...’

‘Nessun problema’ gli rispose la ragazza, mentre Jess saltellava felice.

‘Evviva, evviva! Vieni di là con me!’ esclamò il bambino, prendendo Zack per mano e portandolo verso il salotto con sé.

 

Un paio d’ore più tardi, dopo cena, Zack e Nat stavano parlando tranquillamente nel salotto della ragazza, lei seduta su una poltrona, Zack sul divano tenendo in braccio Jess, che nonostante volesse restare sveglio dava segni di cedimento sempre più evidenti ogni minuto che passava.

Il bambino però si riscosse quando sentì suonare il campanello, mentre Nat lanciava un’occhiata confusa alla porta.

‘E chi è adesso?’ si chiese ad alta voce, andando ad aprire.

‘Sorellina!!’ esclamò Brian, abbracciandola.

‘Soffoco Bri!’ si lamentò lei, ridendo per la veemenza di suo fratello.

‘E il mio nipotino preferi...  Zack?’ chiese sorpreso Brian, entrando in salotto e vedendo l’amico sul divano con Jess.

‘Non sapevo di essere diventato il tuo nipotino preferito’ scherzò Zack.

‘Sce... stupido’ si corresse rapidamente Brian, vedendo l’occhiataccia che gli stava lanciando l’amico, doveva ancora abituarsi a controllare il linguaggio in presenza di Jess.

‘Zio Brian!’ esclamò il bambino, correndo da lui.

‘Ehy, piccoletto!’ rispose il ragazzo, prendendolo in braccio ‘Io e te è un po’ troppo che non ci vediamo!’ aggiunse poi, sedendosi sul divano a fianco a Zack, mentre Nat tornava sulla poltrona ‘E lui che ci fa qui?’ chiese alla sorella, indicando Zack.

‘Lui è il padre di quel cucciolo che tieni in braccio’ rispose Zack.

‘Che dovrebbe proprio andare a dormire...’ aggiunse Natalie.

‘Non ho so... sonno’ disse il bambino, sbadigliando e facendo sorridere i tre.

‘Certo che non hai sonno cucciolo...’ gli rispose Zack, prendendolo dalle braccia di Brian ‘Però che ne dici se io e te andiamo nella tua cameretta, eh? Ci mettiamo almeno il pigiamino, ok?’ propose il ragazzo e il bambino annuì, abbracciandolo e lasciandosi prendere in braccio.

Il bambino salutò sia Brian che Natalie, poi Zack lo portò nella sua cameretta e non appena l’amico fu sparito, Brian si voltò verso la sorella.

‘Me la spieghi?’

‘Non c’è niente da spiegare Bri’ rispose lei, ignorando il fatto che suo fratello stava facendo la cosa che lei odiava di più al mondo, farle il terzo grado ‘Jess ha cominciato a lamentarsi perché non voleva che andasse via, gli ho proposto di fermarsi a cena e stavamo cercando di farlo addormentare perché era l’unico modo in cui Zack potesse andarsene senza creare tragedie’ spiegò Natalie.

‘Sicura?’

‘Brian, non iniziare, ti avverto’ lo minacciò Nat.

‘Ok, ok...’ rispose lui, alzando le mani in segno di resa ‘Tranquilla...’

‘Ecco, sarà meglio per te...’

‘E ricordiamo che lui non aveva sonno’ disse Zack, rientrando in salotto senza Jess.

‘Già dorme?’ chiese sorpresa Nat.

‘Puoi giurarci, come un ghiro’ rispose il ragazzo ‘Quindi io leverei le tende prima di imitarlo, se non vi dispiace... grazie della cena Nat, notte a tutti e due!’

‘Figurati Zack, notte’ rispose lei, alzandosi e accompagnandolo alla porta, ignorando Brian che seguiva ogni loro movimento con lo sguardo.

‘Brian, smettila, ora!’ gli intimò di nuovo lei.

‘Non ho fatto niente!’ protestò lui.

‘Certo... come mai qui?’ gli chiese poi.

‘Era un po’ che non vi vedevo, ecco tutto’

‘Oh, il mio fratellone!’ esclamò lei, saltandogli addosso sul divano e abbracciandolo.

‘Ecco, vedi che mi vuoi bene?’ commentò lui divertito.

‘Ho sentito il demo, sai?’ disse lei.

‘E come l’hai avuto?’ chiese sorpreso lui.

‘Potrei aver usato Jess per chiederlo a Zack’ spiegò angelica lei.

‘Sei sleale, sai benissimo che Zack non sa resistergli’

‘Appunto’ rispose lei, alzando le spalle soddisfatta.

‘Bah... e come ti sembra?’ chiese il ragazzo.

‘Mi piace molto... anche se credo che Fiction mi abbia quasi ucciso’

‘Già... fa quell’effetto, sì...’ commentò Brian, facendosi serio.

‘Non è... beh, sì, non vi fa un effetto... strano, ecco?’ chiese lei.

‘Sì... in realtà ripensandoci col senno di poi è come se lui lo avesse saputo... ci sono state tante piccole cose... non lo so, non mi piace pensarci, la vedo così però’.

Natalie si limitò ad annuire, cercando di scacciare via quei pensieri ‘Ma tu non dovresti essere a casa a dormire per essere fresco e riposato domani?’

‘No, domani do’ buca a Larry e allo studio di registrazione’

‘Come gli dai buca?’

‘Ho una ragazza che reclama la mia presenza, nemmeno Larry è tanto pazzo da andare contro Mich...’ spiegò Brian divertito: a volte il fatto che Michelle fosse un tantino testarda gli faceva decisamente comodo.

‘Sei terribile’ commentò Natalie ridacchiando.

‘Ehy, lei è quella che minaccia Larry ed io sarei terribile?’ protestò lui.

‘Lei può’ rispose semplicemente la ragazza, mentre Brian alzava gli occhi al cielo, lui ormai ci aveva rinunciato da tempo a capire le donne.

‘In realtà volevo chiederti come andavano le cose con Zack dopo l’altro giorno, ma mi è parso di capire che vanno bene...’ aggiunse lui, ricevendo un’occhiata storta dalla sorella ‘Ehy, frena, non intendevo in quel senso... al di là del mio essere un adorabile fratellone protettivo, volevo solo essere sicuro che stesse veramente facendo quello che aveva detto... lo sai, gli voglio bene, ma se ricomincia a fare l’idiota gli faccio del male’

‘No, va... vanno bene, sul serio Bri... voglio dire, parliamo, riusciamo addirittura a cenare insieme senza momenti strani... e Jess sta molto meglio, forse mi sbaglio, ma mi sembra più tranquillo...’

‘E questo è tutto quello che conta... ok, allora posso tornare tranquillamente dalla mia dolce metà’

‘Che fate domani?’

‘La porto a fare shopping e poi fuori a cena... basta poco per farla felice’

‘Oh, sei un ragazzo adorabile!’ disse lei.

‘Lo so, lo so... beh, buonanotte... e magari ripasso dopodomani nel pomeriggio, così mi coccolo un po’ il piccoletto di là... oppure venite a cena da noi? Oh, sì, che bell’idea!’ esclamò Brian, saltellando allegramente e lasciando molto perplessa Nat.

‘Ok... se serve a farti smettere di saltellare...’ rispose lei.

‘Notte sorellina!’ le disse Brian, abbracciandola.

‘Notte pazzoide’ rispose lei, facendogli una linguaccia quando Brian le mostrò il terzo dito.

 

Qualche giorno più tardi, Natalie e Viki erano sedute al tavolo della cucina, la ragazza e Kev avevano cenato lì e ora loro due chiacchieravano mentre il ragazzo giocava con Jess in salotto.

‘Come stanno andando le cose con Zack?’ chiese Viki, prendendo un biscotto dal vassoio che Nat aveva messo fra di loro.

Natalie sorrise, pensando che ultimamente quella era una domanda piuttosto ricorrente.

‘Credo bene... ora le cose sono molto più... normali...sì, normali direi, siamo tornati ad essere amici... non i migliori amici che eravamo una volta, ma abbiamo un rapporto civile vero e non solo di facciata come prima...’

‘Cioè?’

‘Beh, prima fingeva che andasse tutto bene quando c’era Jess, ma poi il trattamento era gelido nei miei confronti... ora invece riusciamo persino a chiacchierare... ha cambiato radicalmente atteggiamento’

‘E tu ne sei felice’ disse Viki e non era una domanda.

‘Beh, certo... non sarò ipocrita Viki, il fatto che mi odiasse mi faceva male, anche più di quanto avessi ipotizzato... per cui sapere che nonostante tutto è riuscito a perdonarmi mi rende molto felice, sì... e  poi fa solo bene a Jess, in futuro sarebbe stato impossibile continuare con la recita, così per lo meno cresce in un ambiente sereno ed è la cosa più importante per me’

‘Quello era sottinteso, qualunque cosa succeda Jess è la priorità... e devo ammettere che Zack è stato fantastico in questo senso...’

‘Non te lo aspettavi, vero?’ chiese divertita Nat.

‘Non lo so... voglio dire, è sicuramente cambiato negli ultimi quattro anni, non è più il ragazzino immaturo di allora... che poi, ragazzino, aveva quasi venticinque anni... comunque, è diventato una persona più responsabile, tutti lo sono diventati... però ciò non toglie che prima di due mesi fa non avesse mai fatto il padre, eppure sembra quasi che gli venga naturale...’

‘Su quello concordo... però in realtà non mi sorprende, nemmeno io avevo la più pallida idea di come fare la mamma quando è nato Jess, ma non mi sembra di aver fatto un brutto lavoro tutto sommato’

‘No, anzi...’.

La conversazione delle due fu interrotta dallo squillo del cordless, che si trovava in quel momento sulla credenza.

‘E chi è a quest’ora?’ si domandò Natalie, alzandosi per andare a rispondere ‘Pronto?’

‘Ciao Nat’.

Natalie fece di tutto per mantenere un’espressione neutra, ma sentì il sangue gelarsi nelle vene: no, non poteva essere vero, sicuramente era solo suggestione.

‘Chi parla?’ chiese esitante lei, notando che Viki la stava guardando in modo strano.

‘Nat, andiamo, non dirmi che non mi riconosci più... sono Charlie tesoro, chi vuoi che sia?’

‘Non sono interessata, mi dispiace’ disse lei, decidendo di fingere che si trattasse di un venditore telefonico.

‘Oh, capisco, non puoi parlare... chi c’è, tuo fratello? O forse la tua amica? Capisco comunque, non vuoi che sappiano di noi...’

‘Mi dispiace, buonasera’ disse Nat, riattaccando.

‘Chi era?’ chiese Viki.

‘I soliti venditori telefonici’ rispose Nat, lanciando un’occhiata fuori dalla finestra, ma non le parve di vedere nulla di strano, probabilmente aveva tirato ad indovinare.

Però sapeva dove viveva.

Sapeva di suo fratello

Sapeva di Viki.

Probabilmente sapeva anche di Zack.

‘Nat? Stai bene tesoro?’ le chiese preoccupata Viki.

‘Sì, tutto ok’

‘Sicura?’ insistette Viki, affatto convinta.

‘Sicurissima... è solo che mi irritano terribilmente quando sono così insistenti... alle nove di sera, gli sembra il caso?’ spiegò lei.

‘Oh, su quello hai ragione... e quando diventano maleducati poi...’ rispose Viki e Nat tirò un sospiro di sollievo, fortunatamente era riuscita a convincerla.

‘Ehy, Viki, io torno di sotto, domani mattina devo alzarmi presto’ disse Kev, entrando in cucina seguito da Jess.

‘Vengo con te, almeno Nat può mettere questa piccola peste a letto’ gli rispose Viki, scompigliando contemporaneamente i capelli a Jess.

‘Buonanotte allora!’ li salutò Nat, prendendo in braccio Jess e accompagnandoli alla porta.

Una volta che i due se ne furono andati, Nat controllò che tutte le finestre e la porta fossero chiuse bene e per un attimo pensò persino di chiamare Brian, ma poi cambiò idea.

Charlie non era mai stato davvero pericoloso, solo molto fastidioso, era inutile mettere in allarme suo fratello, avrebbe significato allarmare tutti, Zack incluso e lei non voleva che questo succedesse, se conosceva il ragazzo avrebbe insistito perché lei e Jess si trasferissero da lui o almeno da Brian e Nat non voleva assolutamente farlo.

Mise Jess a letto e fortunatamente il bambino si addormentò quasi subito, aveva passato tutta la serata a giocare con Kev e Viki ed era davvero stanco.

Si preparò per la notte e venti minuti dopo era a letto, ma a quanto pareva il sonno non ne voleva sapere di arrivare.

La verità era che continuava a sobbalzare per ogni minimo rumore.

Si diede della stupida, non poteva entrare in casa, lo avrebbe sentito.

E poi Charlie non era pericoloso, era noioso, inquietante, forse un po’ ossessivo, ma non era mai stato pericoloso per lei o per Jesse.

L’unico motivo per cui lo aveva denunciato alla polizia era stato proprio il suo essere ossessivo, era arrivato al punto di spiare Jess in giardino mentre giocava, ma non aveva mai pensato che potesse fare del male a lei o al bambino.

Però era sparito da un anno e ora riappariva misteriosamente, di sicuro non era rassicurante.

Natalie cercò di non pensarci, c’era comunque l’ordine restrittivo, non poteva avvicinarsi a loro se non voleva venire arrestato e se avesse continuato con le chiamate avrebbe semplicemente cambiato numero.

Sì, si convinse, non c’era nulla di cui preoccuparsi.

 

Buona domenica!

Allora, lo so che il capitolo non è il massimo della vita, in realtà era un capitolo di transizione ed è per questo che ho deciso di regalarvi il colpo di scena alla fine di questo anziché all’inizio del prossimo (non siete commossi dalla mia magnanimità XD?).

Altro... innanzitutto credits a Magical_Illusion per l’idea delle felpe uguali (in realtà erano nati come giubbottini di pelle uguali, ma ho virato sulle felpe della VU...).

E credits anche a Tragedy per l’idea della scena della chitarra di Brian! =)

Ulteriore cosa: devo fare una menzione speciale per le povere Amor Vincit Omnia e Arimi_chan, che hanno sopportato tutto il mio teasing su FacciaLibro... ora insieme a Tragedy sono in tre ad avere ottime ragioni per uccidermi XD

Bene, credo di aver detto tutto... no, una cosa: quanto mi faccio odiare se vi dico che la prossima settimana pubblico un flashback e non il capitolo? :P

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Capitolo 15
*** Flashback 6 ***


Zack e Natalie erano usciti insieme agli altri, ma verso la fine della serata, grazie anche alla copertura di Viki, erano riusciti a sfuggire alla sorveglianza di Brian, che nonostante stessero insieme da quasi due mesi continuava implacabile a ‘tenerli d’occhio’.

‘Dove andiamo?’ chiese Natalie al ragazzo, appoggiando la testa sulla sua spalla mentre camminavano nel parcheggio.

‘Dove vuoi tu’ rispose lui, cingendole la vita col braccio e dandole un bacio sulla fronte.

‘Mmh...’ cominciò lei, pensierosa ‘Andiamo in spiaggia?’ propose infine, ricevendo in cambio un sorriso da Zack.

‘Aggiudicato!’

‘Guarda un po’ chi si vede...’.

Natalie sentì Zack irrigidirsi di fianco a lei e un attimo dopo il ragazzo l’aveva spinta dietro di sé.

‘Vorrei dire che è un piacere rivedervi, ma odio mentire’ disse Zack, stringendo la mano di Natalie, che fissava terrorizzata i due ragazzi davanti a loro: li conosceva bene, Gregory Anderson e Mitchell Johnson, ai tempi del liceo erano i bulli della scuola e ora erano fra le compagnie meno raccomandabili di Huntington Beach.

Tuttavia c’era un ulteriore dettaglio, che era anche quello che al momento la spaventava di più: sin dai tempi della scuola Zack era la loro vittima preferita e le cose non erano cambiate.

‘Andiamo Zack, non sei carino...noi siamo così felici di rivederti’ lo prese in giro Anderson, mentre il suo amico rideva.

Improvvisamente Zack si sentì tirare indietro da Natalie mentre la ragazza urlava, allora si voltò e si trovò davanti al terzo della comitiva, Paul Corey, che aveva preso Nat per un polso e la stava tirando verso di sé.

‘Baker, da quando te la fai con la piccola Haner?’ chiese il ragazzo divertito.

‘Lasciala stare’ ringhiò Zack, tirando Nat verso di sé.

‘Oh, ma che cavaliere...’ lo prese in giro Johnson ‘Però la sai una cosa Baker? Credo proprio che Paul si sia offeso...’ aggiunse poi.

In quel momento, Natalie si rese conto che li avevano accerchiati, Corey era davanti a lei, Anderson a destra e Johnson a sinistra, se avessero provato a correre dietro li avrebbero bloccati comunque.

‘Non mi piace che mi si offenda, Baker’ disse Corey al ragazzo, dandogli una spinta che lo fece finire direttamente addosso a Johnson.

Natalie non avrebbe saputo dire esattamente come fosse successo, un attimo era di fianco a Zack, l’attimo dopo era stata spinta per terra mentre i tre si accanivano sul suo ragazzo.

In preda al panico, cercò di raggiungere la sua borsa per prendere il cellulare e chiamare Brian, ma sfortunatamente Corey la vide e in un attimo le fu addosso, bloccandole le braccia da dietro.

‘Lasciami andare, stronzo!’ urlò lei, cercando di prenderlo a calci.

‘Accipicchia se sei vivace, Haner... mi sono sempre piaciute le ragazze vivaci’ commentò lui, bloccandole le gambe usando le proprie e spostando le braccia intorno alla vita della ragazza.

A quel gesto, Nat vide Zack lanciarsi in avanti, ma fu prontamente bloccato dagli altri due, che continuarono a picchiarlo più forte di prima.

‘Adesso io e te andiamo a divertirci un po’...’ disse Corey alla ragazza, cominciando a trascinarla senza sforzo verso il vicoletto a fianco del locale, nonostante lei cercasse in tutti i modi di divincolarsi.

Improvvisamente sentì Corey staccarsi da lei e un attimo dopo lo vide a faccia in giù sul cofano di una macchina poco distante, con addosso un Brian furioso come nemmeno lei lo aveva mai visto.

Contemporaneamente vide Jimmy e Matt prendere da dietro Anderson e Johnson, buttarli per terra e tenerli fermi in quella posizione mentre Kev andava a controllare Zack, che non appena non li aveva più avuti addosso si era lasciato cadere a terra.

Natalie sentì qualcuno che l’abbracciava e si accorse che era Viki, in ginocchio di fianco a lei.

Ne fu sorpresa, non si era nemmeno accorta di essersi seduta per terra, tuttavia non appena sentì le braccia dell’amica intorno a sé scoppiò a piangere, aveva capito che era finita ed ora aveva bisogno di sfogarsi, senza contare che non ci voleva un genio per capire che Zack non stava affatto bene.

Sentì Kevin chiamare un’ambulanza e Jimmy urlare a quelli della sicurezza del locale di raggiungerli.

Qualche minuto dopo, sentì le braccia dell’amica staccarsi da lei solo per essere immediatamente sostituite da quelle di suo fratello.

‘Nat, calmati, è tutto a posto...’ cercò di calmarla lui, attirandola a sé.

‘Zack...’ sussurrò lei, voltandosi verso il ragazzo, che era ancora immobile vicino alla macchina con Kev di fianco a lui.

Brian la lasciò fare quando la ragazza si divincolò dal suo abbraccio e si diresse verso Zack, però le andò dietro, sua sorella gli sembrava decisamente sotto shock.

‘Stai bene?’ le chiese Zack sussurrando appena quando Nat fu di fianco a lui.

‘Non sono io quella che non sta bene qui, Zacky’ rispose lei, spostandogli una ciocca di capelli dall’occhio destro, completamente pesto così come l’altro.

‘Zack, ti ho detto di stare fermo...’ gli disse Kevin, vedendo che il ragazzo stava cercando di voltarsi verso Nat.

‘Ecco, dai retta a Kev, ok?’ gli disse lei.

‘Ok’ rispose rassegnato Zack con una smorfia di dolore in volto.

‘Che succede?’ gli chiese lei, cercando di non fargli capire quanto fosse terrorizzata.

‘Il fianco...’ disse lui, portandosi la mano sul fianco sinistro.

Natalie alzò lo sguardo su Kev, era l’unico fra loro che avesse qualche conoscenza di medicina e non le piacque per niente l’espressione sul suo viso.

‘Cosa Kev?’ chiese lei.

‘Non ne sono sicuro Nat...’ iniziò lui, lanciando un’occhiata a Brian, che si mise di fianco alla sorella, aveva l’impressione che Kev non stesse per dire nulla di buono ‘Ma a giudicare dal complesso potrebbero avergli spappolato la milza, ecco’.

Nat annuì, prendendo la mano di Zacky e stringendola il più delicatamente possibile fra le proprie, chiedendosi dove accidenti fosse finita la maledetta ambulanza.

Proprio in quel momento sentì le sirene in lontananza e qualche minuto dopo la videro fermarsi nel parcheggio, a poca distanza da loro.

Brian dovette trascinare via Natalie a forza, sua sorella non ne voleva sapere di lasciare Zack da solo, ma i paramedici erano stati chiari, nessuno poteva salire, era una situazione troppo imprevedibile, il che aveva avuto come risultato di far di nuovo scoppiare in lacrime Nat e di far preoccupare ancora di più lui e tutti gli altri che si erano radunati intorno a loro.

Matt disse a Brian e Nat di salire sulla sua auto, il ragazzo aveva intelligentemente pensato che fosse meglio che guidasse lui, Nat aveva bisogno di Brian e Jimmy gli sembrava decisamente troppo nervoso.

Brian annuì, portando Nat fino all’auto di Matt e dicendo a Viki e Kev che si sarebbero visti al pronto soccorso.

Non appena si furono allacciati le cinture di sicurezza, Matt mise in moto e partì, seguendo l’ambulanza che era appena uscita dal parcheggio a sirene spiegate.

 

Un paio d’ore più tardi, i ragazzi si trovavano nella sala d’aspetto del pronto soccorso ed erano stati raggiunti anche dai genitori di Zack e da quelli di Brian e Nat, che Viki e Matt avevano chiamato una volta arrivati all’ospedale.

L’ipotesi di Kev si era rivelata esatta e in quel momento i medici stavano operando Zack e loro erano in attesa di sapere qualcosa, non gli avevano detto molto in realtà.

Natalie e Brian avevano appena raggiunto gli altri, la ragazza era stata a farsi medicare i graffi sulle gambe e a prendere un po’ di ghiaccio per il livido sul polso, anche se sarebbe stato più corretto dire che ce l’aveva trascinata suo fratello, da cui peraltro non si era staccata nemmeno un minuto e infatti in quel momento era seduta su una delle sedie della sala d’aspetto, abbracciandosi le ginocchia accoccolata addosso a Brian, che le cingeva le spalle col braccio.

Dopo qualche minuto, un paio di agenti di polizia fecero il loro ingresso e chiesero a Nat se poteva seguirli nella stanza accanto per raccogliere la sua versione della storia.

La ragazza esitò, non voleva andarsene, anche se per poco, ma alla fine Brian e gli altri la convinsero, promettendole che se avessero avuto qualsiasi notizia sarebbero andati a chiamarla immediatamente.

Tuttavia, quando tornò venti minuti dopo la situazione era sempre la stessa, allora tornò al suo posto di fianco a Brian, che l’abbracciò di nuovo.

‘Tutto ok?’ le chiese lui.

‘Sì...’ rispose lei, appoggiando la testa sulla spalla del fratello.

Dopo altri interminabili, almeno per lei, venti minuti videro un medico dirigersi verso i genitori di Zack, che si alzarono in piedi, mentre tutti gli altri erano dritti sulle loro sedie, cercando di capire dalle espressioni dei genitori dell’amico se dovessero aspettarsi buone o cattive notizie.

‘Ragazzi, è tutto a posto, si riprenderà’ disse infine il padre di Zack, facendo tirare a tutti un sospiro di sollievo, Natalie inclusa, che si rilassò fra le braccia di Brian.

‘Nat, tesoro, vai a casa a riposarti, sei a pezzi’ le disse la madre del ragazzo, andando a sedersi di fianco a lei.

‘Ma...’ cominciò a protestare lei, ma la donna la fermò.

‘Non lo lasciano vedere nemmeno a noi adesso, cara... ti prometto che domani mattina appena si può entrare ti chiamo, ok?’

Nat sembrò pensarci un attimo, ma alla fine annuì, era stanca e ora che sapeva che Zack sarebbe stato bene lo sentiva chiaramente.

‘Dai, andiamo’ la incoraggiò Brian, aiutandola ad alzarsi in piedi.

Gli altri salutarono i genitori di Zack e li seguirono, Matt si offrì di riaccompagnare anche Viki e Kev, dal momento che i due erano chiaramente troppo stanchi per guidare, mentre Brian e Nat salirono in auto con i propri genitori.

Brian sorrise quando finalmente arrivarono a casa loro, Nat si era addormentata quasi subito, allora la prese in braccio, facendosi aiutare da suo padre, e decise che era meglio che la portasse in camera con sé, conoscendola sarebbe stata capace di svegliarsi in preda al panico nel bel mezzo della notte.

 

Quando Natalie si svegliò la mattina dopo fu sorpresa di trovarsi nel letto di Brian, ma subito dopo si ricordò della sera prima e non le fu difficile capire perché suo fratello l’avesse portata lì, lei per prima era sorpresa di non essersi mai svegliata, probabilmente era l’effetto degli antidolorifici che le avevano dato in ospedale.

‘Ben svegliata’ la salutò Brian, appoggiandosi alla porta della stanza.

‘Ehy... che ore sono?’ chiese lei.

‘Le nove... stavo venendo a svegliarti, ho appena sentito la mamma di Zack’

‘Sta bene?’ chiese lei preoccupata.

‘Se ti dai una mossa puoi andare a vedere di persona’ rispose lui, ridendo quando vide Nat sfrecciare fuori dalla stanza per andare nella propria.

Nel giro di venti minuti la ragazza era pronta, un record per quel che ricordava Brian, e dopo un viaggio di circa dieci minuti arrivarono all’ospedale, dove il ragazzo ancora una volta osservò divertito Nat che camminava a passo spedito verso l’ingresso, salvo poi dover bruscamente rallentare, le gambe le facevano male dalla sera prima, aveva una botta non indifferente.

‘Vacci piano piccoletta...’ le disse Brian, prendendola a braccetto.

Una volta arrivata davanti alla stanza di Zack, vide i genitori del ragazzo che stavano uscendo e la signora Baker le sorrise.

‘Tutto a posto Nat?’ le chiese, avvicinandosi a lei e Brian.

‘Sì, grazie... lui come sta?’

‘Benino... fa l’eroe però’ commentò la donna, sorridendo.

‘Tipico’ commentò Natalie, sorridendo a sua volta.

‘Dai, entra pure, noi andiamo a casa a dormire un po’ ora...’ le disse, salutando sia lei che Brian e seguendo il marito verso l’ascensore.

‘Vai, dai, ti aspetto qui...’ le disse Brian.

‘Sul serio?’ chiese sorpresa Natalie.

‘Basta che mi chiami prima di andare, così lo saluto... ma non ti abituare al fatto che vi lasci da soli, eh!’ le rispose lui, mentre lei rideva.

Natalie entrò nella stanza e richiuse la porta dietro di sé.

Sentì una morsa al cuore quando vide Zack, ora che erano passate alcune ore i lividi erano ancora più evidenti, soprattutto quelli sul volto, quei bastardi non ci erano andati per niente piano.

‘Ehy’ disse lui, aprendo gli occhi e notando la presenza di Nat.

‘Ehy a te’ rispose lei, sedendosi su una sedia di fianco al letto e posandogli un leggero bacio sulle labbra, stando attenda a non fargli male.

‘Dio, odio questa cosa...’ disse lui.

‘Cioé?’

‘Non mi piace non riuscire a baciarti come si deve’ protestò lui, facendo scoppiare a ridere Natalie.

‘Zacky, io non mi lamenterei se fossi in te... sai che casino se ti avessero strappato i piercing? Allora sì che avresti ragione di lamentarti, ce ne sarebbe per mesi in quel caso...’.

Ancora una volta, Nat scoppiò a ridere davanti all’espressione inorridita del ragazzo a quella prospettiva.

‘Comunque, se posso, sei davvero terribile’ gli disse lei.

‘Tante grazie...’ commentò ironico lui.

‘Figurati’

‘Mi dispiace Nat, io... io avrei voluto fermare quel bastardo...’ iniziò lui, rabbuiandosi: era dalla sera prima che ci rifletteva, se Brian e gli altri non fossero arrivati in tempo... non voleva nemmeno pensarci.

‘Ma che stai dicendo Zack?’ chiese lei, sinceramente sorpresa ‘Ti vorrei ricordare che ne avevi due addosso... due, ho reso il concetto?’ disse lei, spostandogli i capelli dalla fronte.

‘Lo so... è solo che... non riesco a non pensare che se gli altri non fossero arrivati...’

‘Ma lo hanno fatto Zack, è questo quello che conta, ok? Non voglio mai più sentirti fare un discorso del genere, sono stata chiara?’ gli intimò dolcemente lei.

‘Ok... ai tuoi ordini!’ rispose lui, sorridendole, per quel che gli riusciva, credeva che la sua espressione assomigliasse di più ad una smorfia di dolore, non c’era un muscolo del viso che non gli facesse male in quel momento.

‘Così ti voglio...’

‘Ehy, ma Brian ti ha lasciato davvero venire qui da sola?’ chiese lui.

‘Non solo...Brian è qui fuori’ spiegò lei.

‘E non ci sta spiando?’ chiese incredulo Zack.

‘Pare di no... ieri sera hai fatto spaventare da morire tutti Zack... credo proprio che ti convenga sfruttare l’effetto ‘grazie al cielo stai bene’ finché dura...’ gli spiegò Nat divertita.

‘Puoi giurarci che lo farò...’ rispose lui ‘Ehy, ma tu hai dormito?’ le chiese poi, vedendo che Nat sembrava parecchio assonnata.

‘Sì... beh, non molto, siamo usciti di qui che erano le cinque, per cui... quattro ore, più o meno’ spiegò la ragazza.

‘Dovresti dormire ancora un po’... sei stravolta e si vede’ le disse dolcemente lui, accarezzandole il dorso della mano col pollice.

‘Mi stai cacciando?’ gli chiese lei divertita.

‘Mai... non ho mica detto che devi andare a casa a dormire’ ribatté lui, facendo cenno al suo letto.

‘Brian ci fa fuori sul serio...’ obiettò Nat, che però era molto tentata dalla proposta, nonostante avesse davvero sonno non voleva lasciare Zack.

‘L’effetto ‘grazie al cielo stai bene’ ci salverà, ne sono certo...’ rispose lui.

Nat ci pensò un attimo, poi decise che Brian sarebbe sopravvissuto e si sdraiò vicino a Zack, stando attenta a non fargli male.

Quando, venti minuti dopo, Brian decise di entrare per vedere che cosa stessero combinando quei due, si ritrovò suo malgrado a sorridere vedendoli entrambi addormentati.

Decise di lasciarli in pace, in fondo nelle ultime ore ne avevano passate talmente tante che si meritavano un po’ di sopportazione persino da parte sua e uscì dalla stanza, non prima di aver coperto Nat con la propria felpa e lasciato sullo schermo del cellulare della sorella un messaggio in cui le diceva di chiamarlo non appena avesse voluto tornare a casa.

 

Buona domenica my darlings!

Dunque... spero che questo flashback vi sia piaciuto, personalmente è uno dei miei preferiti... sono una drama sucker e fiera di esserlo!

Domenica prossima avremo senza dubbio un capitolo... e anche quella dopo... ho ancora qualche flashback per voi, ma possono aspettare...

Che altro dire, come sempre grazie delle vostre recensioni, che sono sempre bellissime e mi fanno tanto, tanto piacere!! =)

Oh, e a costo di diventare noiosa vorrei di nuovo invitarvi a dare un’occhiata all’altra storia che sto scrivendo, sempre sugli Avenged Sevenfold, “I Can’t Dream Without You”, e anche a farmi sapere cosa ne pensate! =)

A domenica prossima beautiful people!

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Capitolo 16
*** Flashback 7 ***


Natalie era furibonda.

Quella sera Zack e gli altri erano veramente riusciti a farle saltare i nervi.

Era ben felice che con City of Evil i ragazzi avessero finalmente raggiunto il successo che meritavano, lo era davvero e poteva accettare certe piccole follie, ma c’erano altre cose che non avrebbe assolutamente mai tollerato.

Una di queste era essere troppo carini con le fans mentre non erano esattamente single.

Non era irrazionale, sapeva da sempre che in caso i ragazzi avessero avuto successo ci sarebbero state delle ragazzine disposte a tutto per loro e non era certo un problema fino a quando i ragazzi si fossero comportati in maniera responsabile, esattamente quello che non era successo quella sera.

Certo, doveva riconoscere che non avevano portato la cosa a livelli troppo elevati – non erano arrivati a flirtare, tanto per intendersi – ma comunque erano stati decisamente troppo espansivi, specie considerando che Natalie e Michelle erano dietro le quinte che li stavano aspettando.

Non ce l’aveva solo con Zack, oh no, ce l’aveva soprattutto con Zack perché era il suo ragazzo, ma in realtà era furiosa con tutti e cinque e, fra gli altri, con Brian in particolar modo, da lui proprio non se lo sarebbe aspettato.

Sapeva per certo che Michelle aveva fatto una scenata a lui e a Matt, che nonostante di solito fosse quello più responsabile aveva seguito a ruota gli amici quella sera, mentre lei non aveva nemmeno avuto voglia di sprecare fiato, semplicemente aveva preso le sue cose ed era tornata a casa, salendo poi sul tetto dalla finestra della sua camera, era una cosa che faceva spesso quando voleva stare da sola.

Lo aveva scoperto quando aveva dodici anni, dal balcone della sua stanza riusciva a salire abbastanza facilmente e c’era una rientranza grande abbastanza per un paio di persone che Nat aveva trasformato nel suo piccolo angolo di pace.

Sentì la porta della sua stanza aprirsi, doveva essere Brian che la cercava, suo fratello sapeva di averla fatta arrabbiare.

Tuttavia, qualche istante dopo sentì la porta che si richiudeva e un attimo dopo fu quella della stanza di Bri a sbattere, evidentemente aveva concluso che non era una buona idea andare a disturbarla, sebbene Nat era certa che lui sapesse benissimo dove si trovasse.

Una scelta intelligente, pensò Nat, non che lasciarle sbollire la rabbia avrebbe risparmiato a Brian la ramanzina che si meritava, ma suo fratello sapeva che era molto meglio la ramanzina di una sfuriata in piena regola, che era l’unica cosa che avrebbe ottenuto da lei in quel momento.

Si tirò su il cappuccio della felpa, appoggiando la testa contro il muro e osservando le stelle della notte californiana: adorava quel cielo sempre così limpido.

Sentì il cellulare vibrare di fianco a sé per l’ennesima volta e stava seriamente considerando l’ipotesi di riportarlo di sotto quando vide che questa volta il messaggio era di Michelle.

Sorrise quando lo lesse, la ragazza la informava che aveva “fatto il culo a quel branco di idioti”, ma che se voleva “continuare l’opera era la benvenuta”.

Mentre le stava rispondendo sentì un rumore provenire dal suo balcone e sobbalzò, era certa di non aver sentito la porta della sua stanza aprirsi, quindi era qualcuno che si stava arrampicando da fuori.

Si sporse appena per vedere se ci fosse qualcuno e la paura scivolò immediatamente via sostituita da una forte irritazione non appena vide Zack che faticosamente riusciva ad atterrare sul balcone.

Decise di ignorarlo, inviò la risposta a Michelle e si mise in un angolo il più lontano possibile dal bordo avendo cura di dare le spalle al punto in cui Zack sarebbe salito, perché Nat era assolutamente certa che sarebbe salito fin lassù.

Come volevasi dimostrare, due minuti dopo sentì il ragazzo sedersi dietro di lei, col fiatone per la salita.

Rimasero entrambi in silenzio per diversi minuti, Natalie non aveva la benché minima intenzione di rivolgergli la parola.

‘Dio Nat, non puoi fare una scenata come Mich e la chiudiamo lì?’ disse infine Zack.

Natalie si voltò di scatto, incenerendolo con lo sguardo.

‘Punto numero uno: tu e mio fratello siete dei poveri illusi se pensate che sia “chiusa lì”, Brian ha appena messo piede all’inferno e ci passerà come minimo la prossima settimana... punto secondo, non ho più voglia di parlare con te’ rispose lei, tornando a dargli le spalle.

‘Perché non si può mai ragionare con te, Nat?’ ribatté esasperato lui.

‘Torna a ragionare con la rossa, mi sembrava molto più ragionevole di me’ gli disse lei acida, senza nemmeno voltarsi verso di lui questa volta, lo odiava quando si comportava da bambino, non poteva davvero credere che tutto si risolvesse come se non fosse successo nulla di grave.

‘Non stavamo facendo nulla di male Nat, stavamo solo parlando!’ protestò di nuovo lui.

‘Oh, credimi, esiste una bella differenza fra una chiacchierata e quello che stavate facendo voi’

‘E dimmelo un po’, cosa facevamo noi?’ chiese irritato il ragazzo.

‘Le stavate lasciando fare... loro ci stavano chiaramente provando e voi le lasciavate fare!’

‘Andiamo Nat, sono cazzate!’

‘Non mi venire a dire che sono cazzate!’ esclamò lei, alzandosi in piedi e rischiando anche di cadere in avanti per la troppa foga ‘Cazzate un accidente Zack! Facciamo così allora, visto che sono cazzate, domani sera esco con Viki e Kev e gli amici di Kev e faccio la stessa cosa che avete fatto tu e gli altri e poi ne riparliamo di queste cazzate!’ gli disse lei, cercando di non urlare per non farsi sentire dai suoi.

Zack non disse nulla, in effetti pensata in quel modo non gli sembrava più tanto innocente.

Natalie approfittò dell’attimo in cui il ragazzo era sovrappensiero per passargli di fianco e scendere sul suo balcone, era decisamente molto più agile di Zack e prima che il ragazzo fosse riuscito a scendere lei si era già chiusa la porta finestra alle spalle.

Zack bussò diverse volte sul vetro ma Natalie lo ignorò e anzi, si mise le cuffie per non doverlo sentire.

Si mise a letto senza cambiarsi, la felpa era abbastanza comoda e così anche gli shorts che indossava e dopo appena un paio di canzoni si addormentò.

 

La mattina successiva, Natalie fu svegliata dalla troppa luce, accidenti a lei, si era completamente scordata di chiudere le persiane la sera prima.

Fece per tirarsi il cuscino sopra la testa e tornare a dormire, ma qualcuno bussò alla porta e un attimo dopo vide Brian fare un passo nella stanza.

‘Ehy’ disse esitante lui.

‘Brian’ rispose fredda lei, senza nemmeno alzarsi dal letto.

‘Possiamo... parlare?’ le chiese lui tenendo lo sguardo basso.

‘In tutta sincerità, non mi va di parlare né con te né con nessun’altro di voi cinque al momento’

‘Per favore Nat, non... Zack?’ disse sorpreso Brian.

‘Non venire a fare l’ambasciatore ora!’ esclamò Natalie.

‘No, intendevo... che accidenti ci fa Zack addormentato sul tuo balcone?’ chiese il ragazzo, indicando col dito la finestra.

Natalie scattò in piedi e una volta davanti alla porta finestra vide che Zack era effettivamente seduto per terra sul balcone, pacificamente addormentato.

‘Un idiota... è un idiota...’ disse fra sé e sé, uscendo ‘Zack?’ lo chiamò lei.

Il ragazzo si risvegliò di colpo, guardandosi intorno vagamente disorientato.

‘Si può sapere che accidenti pensavi di fare?’ gli chiese lei: da un lato era leggermente preoccupata, erano in California, ma dormire all’aperto in maglietta e jeans al ginocchio non era comunque il massimo, tuttavia fondamentalmente Nat era ancora furiosa per la sera prima e al momento quella era la sua parte dominante.

‘Eh?’ chiese ancora confuso lui, si era appena svegliato in fondo.

‘Perché hai dormito qui?’

‘Non lo so...’ iniziò lui ‘Speravo che aprissi... e poi devo essermi addormentato’.

Nat scosse la testa, indecisa se ridere o meno, ma alla fine decise di non farlo, rientrò in camera e si rivolse a Brian.

‘Ora vado in bagno... e quando torno vi voglio entrambi fuori di qui’ disse lei, uscendo poi dalla sua stanza.

Quando tornò nella sua stanza, dieci minuti più tardi, Natalie constatò che di Brian non c’era più traccia, ma fu alquanto irritata dalla presenza di Zack, che si era spostato dal pavimento del balcone a quello della sua camera.

‘Mi pareva di aver detto entrambi, Baker’ disse secca lei, tornando a sedersi sul letto e mettendosi a leggere una rivista: il fatto che lui avesse deciso di ignorare quello che voleva lei l’autorizzava a fare altrettanto, specie perché lei lo aveva avvisato che non aveva alcuna intenzione di interagire con lui.

‘Sono stato un idiota’ disse lui.

‘Te lo avevo già detto io’ rispose lei, senza alzare gli occhi dalla rivista.

‘Parlavo di ieri notte, non di ieri sera... ma sì, anche ieri sera in realtà...’.

Questa volta la ragazza lo fissò, questa decisamente non se l’aspettava.

‘Ho banalizzato la cosa, non... è stato stupido pensare che fosse una cazzata, ci ho pensato e nemmeno io penserei che sia una cazzata se le posizioni fossero invertite... però non l’ho fatto sapendolo... ero davvero convinto che non ci fosse nulla di male...’ disse lui, tenendo lo sguardo fisso a terra.

‘Zack...’ cominciò lei, lasciando perdere la rivista ‘Io posso anche credere al fatto che non lo abbiate fatto intenzionalmente, vi conosco, lo so che non siete così... ma mettiti un attimo nei miei panni, non è stato per nulla divertente, né per me né per Mich... io non sono gelosa e lo sai, quindi se me la sono presa un motivo evidentemente c’era’

‘Mi dispiace... davvero... volevo solo dirtelo, ecco’ disse lui, torturandosi il bordo della maglietta con le mani.

Nat sospirò, per quanto fosse davvero arrabbiata quella volta, vederlo così la faceva stare male, senza contare che sapeva riconoscere quando Zack stava mentendo e stavolta non era proprio il caso.

Si alzò dal letto e andò a sedersi per terra accanto al ragazzo, che decise intelligentemente di non rischiare nessun movimento, ma che la osservava attentamente.

‘Sai qual è stata la cosa peggiore? Sapere che tu sapevi perfettamente che io ero dietro le quinte e che vedevo tutto, ma te ne sei fregato altamente’ disse lei dopo qualche attimo di silenzio.

‘Beh... lo hai detto tu che sono un idiota, no?’ rispose lui e Natalie si lasciò scappare il primo sorriso rivolto a lui dalla sera precedente.

‘Sono stufa di aver sempre ragione Zack’

‘Sarò mia premura far sì che tu non abbia più ragione d’ora in poi’ rispose lui.

‘...Beh, magari non sempre, che dici?’ commentò lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.

‘Come vuoi tu’ rispose lui, decidendo che poteva correre il rischio di cingerle la vita col braccio.

‘La prossima volta ti strozzo’

‘Non ci sarà una prossima volta, ma lo terrò a mente’

‘Molto bene...’ commentò lei, dandogli un bacio sulla guancia ‘Adesso però fila a casa, hai dormito all’aperto senza uno straccio di coperta, rischi di farti venire un accidente... e di contagiare me!’esclamò lei, staccandosi immediatamente da lui a quel pensiero, ottenendo in cambio un tipico broncio di stampo Baker.

‘Ehy!’ si lamentò lui, alzandosi in piedi.

‘A casa!’ disse ridendo, spingendolo sul balcone.

‘Posso uscire dalla porta almeno?’ la implorò lui, le sue doti atletiche erano davvero scarse, era stato abbastanza difficile arrampicarsi la sera prima.

‘Scordatelo, non può andarti così liscia...’ rispose lei sogghignando.

‘Sei malefica’ commentò lui, rubandole un bacio prima di saltare giù dal balcone, atterrando quasi elegantemente nel giardino.

La ragazza fece un’espressione impressionata a cui il ragazzo rispose con un inchino mentre si incamminava, andando all’indietro, verso il cancello che dava sulla spiaggia, col risultato che inciampò in una sedia di vimini e si ritrovò faccia a terra, facendo scoppiare a ridere Natalie.

 

Salve a tutti!

Innanzitutto chiedo scusa per il mancato aggiornamento di domenica… e qui veniamo al punto principale di questa nota di fine capitolo.

Fondamentalmente la storia è finita, mi mancano solo alcuni pezzi… ultimamente però per vari motivi (in ordine: tesi, lavoro, vita sociale resuscitata) non ho moltissimo tempo per scrivere... quindi mi vedo costretta a rallentare il ritmo di aggiornamento sia di questa storia, sia di I can’t dream without you (per chi la stesse seguendo).

Mi dispiace, non è una cosa che mi fa piacere fare, ma la tesi è (ahimé) fondamentale, il lavoro mi piace un sacco e quindi ci tengo a farlo bene e la vita sociale... beh, diciamo solo che è uno dei momenti migliori dei miei 25 anni di vita socialmente parlando e non ho la minima intenzione di sprecarlo =).

Spero che comprendiate... ovviamente la storia finirà, non ho intenzione di lasciarla in sospeso (anche perché ci sono troppo affezionata... e come ho già detto,  è praticamente finita).

Un bacione a tutti!

xxx

Lady Numb

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Capitolo 17
*** Flashback 8 ***


Viki fu accolta in casa Haner dal padre di Brian, che le disse che avrebbe trovato il ragazzo nella sua stanza.

Lei lo ringraziò, notando come quello che lei aveva sempre considerato una specie di mito indistruttibile sembrasse improvvisamente semplicemente un uomo disperato a causa dell’improvvisa decisione della figlia di sparire nel nulla.

Come se quello non fosse sufficiente, Brian aveva deciso di far disperare i suoi genitori ulteriormente non rivolgendo più la parola ad anima viva e rinchiudendosi nella sua vecchia stanza, l’unica concessione che aveva fatto ai suoi infatti era di non restare da solo nel suo appartamento in quelle condizioni.

Mentre saliva le scale per raggiungere la stanza del ragazzo, ripensò alla chiamata di Michelle quel pomeriggio: quella ragazza le era sempre piaciuta, non solo perché era indubbiamente simpatica, ma soprattutto perché era l’unica che aveva capito sin da subito che essere gelose del rapporto fra lei e Brian era del tutto irrazionale, si conoscevano dall’asilo, erano come fratelli e anzi, Viki non avrebbe mai potuto nemmeno pensare a una storia di tipo diverso con Bri, era assolutamente inconcepibile.

Un’altra cosa che ammirava di Mich era la sua determinazione e la sua forza, erano sempre state lei e Val le prime a infondere ottimismo nei ragazzi quando sembrava che le cose con la band non dovessero funzionare, ma quel pomeriggio Michelle l’aveva implorata in lacrime di parlare con Bri perché nemmeno lei riusciva a penetrare il muro di silenzio dietro il quale si era barricato, il che non era poco, considerato che lei sapeva per certo che il ragazzo adorava Mich.

Arrivata davanti alla porta della camera di Brian non perse nemmeno tempo a bussare, sapeva che sarebbe stato inutile, da quello che le aveva raccontato Mich, o meglio, Val che era subentrata al posto della gemella che era scoppiata a piangere quasi subito, il ragazzo non si sarebbe nemmeno degnato di risponderle.

Quando spalancò la porta, la prima cosa che vide fu l’occhiataccia che l’amico le lanciò per aver disturbato qualunque cosa stesse facendo, ascoltare musica, dedusse Viki vedendo il lettore mp3 di fianco al ragazzo.

Si guardò intorno mentre andava a sedersi sul letto di Brian esattamente davanti a lui: la stanza era un disastro, ma quella non era certo una novità, da quando era una bambina non ricordava di averla mia vista in ordine e le cose erano andate peggiorando esponenzialmente man mano che Brian cresceva, ormai persino sua madre, una delle persone più costanti che Viki conoscesse, aveva rinunciato alla disperata impresa di riordinare quella stanza.

‘Non provare nemmeno a guardarmi male, Haner’ gli intimò lei, appoggiando la schiena a uno dei poster appesi al muro e incrociando le gambe.

Per tutta risposta, il ragazzo distolse lo sguardo e fece per riaccendere il suo lettore mp3, ma Viki fu più veloce di lui e glielo prese, lasciandolo con gli auricolari in mano.

‘Che accidenti vuoi Vik?’ chiese Brian, evidentemente irritato.

‘Che tu parli, urli, ti incazzi, spacchi qualcosa, quello che ti pare, basta che cominci a comportarti normalmente’ gli rispose lei tranquillamente.

‘E cosa ti fa pensare che io non mi stia comportando normalmente?’ chiese lui, cercando nel frattempo di recuperare il suo lettore mp3, che però Viki teneva stretto in mano.

‘Andiamo Brian, ti conosco da quando avevamo tre anni, quando mai te ne sei stato zitto chiuso nel tuo guscio? Tu ti arrabbi, urli, arrivi anche alle mani se necessario, ma di sicuro non ti rinchiudi nella tua stanza ad autocommiserarti’ rispose Viki.

‘Chiedilo a Zack se non sono arrabbiato’ ribatté il ragazzo, riferendosi al fatto che nelle ultime due settimane, ossia da quando si erano perse le tracce di Natalie, Brian non aveva rivolto la parola a Zack, o meglio, Brian si comportava come se Zack proprio non esistesse.

‘Se tu ti stessi comportando normalmente, a quest’ora Zack avrebbe un occhio nero... o comunque avresti almeno provato a farglielo... e non ti sto dicendo di andare a farlo, sia chiaro’ aggiunse rapidamente Viki, era stata la prima ad attaccare Zack, ma ci aveva pensato bene in quelle settimane e aveva concluso che forse aveva esagerato, senza contare che non ce l’aveva mai avuta con lui così tanto da volerlo vedere all’ospedale.

‘E che accidenti dovrei fare Vik?’ sbottò Brian.

Viki si trattenne dal sorridere, il ragazzo si stava arrabbiando, esattamente quello che voleva ottenere.

‘Te l’ho detto Brian, urla, spacca qualcosa, fai quello che vuoi, basta che la smetti di comportarti da egoista, stai facendo soffrire tutti e basta’

‘Io sarei egoista?!’ esclama lui ‘Io?! Non sono io quello che è sparito senza dire nulla a nessuno, non sono io quello che ha lasciato un cazzo di bigliettino pensando solo ai fottutissimi affari propri, non...’.

Brian si bloccò, rendendosi conto che per la prima volta aveva riversato tutta la sua rabbia su Natalie, l’unica cosa che non avrebbe mai voluto fare.

‘Cazzo Brian, ci voleva tanto?’ disse Viki, osservandolo soddisfatta ‘Guarda che non c’è nulla di male ad avercela con Nat, sai? Io sono furiosa con lei, in realtà’

‘Sul serio?’ chiese il ragazzo, fissandosi le mani, ancora stentava a crederci, non si era reso conto di avercela con la sorella fino a quel punto.

‘Per l’amor del cielo Bri, certo che sì! Mi manca, mi manca da morire, ma cazzo, è sparita nel nulla senza nemmeno prendersi la briga di parlare di qualsiasi cazzo di problema avesse... sono la sua migliore amica e non ha nemmeno pensato che fosse il caso di dirmi qualcosa, ha semplicemente deciso di scappare... se ce l’avessi davanti... Dio, altro che spaccare tutto...’ gli spiegò Viki.

Un attimo dopo sentì il braccio di Brian sulle spalle e si accorse che stava per mettersi a piangere, era la prima volta che riusciva a dirlo ad alta voce a qualcuno.

‘Hai ragione... scusa se ho fatto l’idiota’ le disse lui, abbracciandola.

‘Non è con me che ti devi scusare, cretino’ lo prese in giro lei ‘Michelle, idiota!’ aggiunse lei ridendo davanti all’espressione perplessa dell’amico.

‘Eh?’ chiese lui, parecchio confuso.

‘Hai idea di quanto sia disperata quella ragazza, Brian? Per l’amor del cielo, non parli con lei né con nessun’altro da due settimane, c’è Val che vuole farti la pelle per quanto stai facendo piangere sua sorella...’.

‘Stai scherzando?’ chiese Brian e Viki vide subito quanto la sola idea di aver fatto piangere Michelle lo inorridisse.

‘No Bri, non scherzo... lo so che non lo hai fatto volontariamente, ma lo hai fatto...’ spiegò lei, vedendo l’espressione atterrita dell’amico ‘Lo sa Mich e lo sa perfino Val... ciò non toglie che una telefonatina gliela farei... e striscerei notevolmente ai suoi piedi, fossi in te... oh, e ci aggiungerei anche un paio di scuse a Val, non scherzavo prima, vuole tirarti il collo’ continuò Viki, riuscendo a strappargli un sorriso sull’ultima parte.

‘Ok...’ acconsentì lui.

‘E prima di questo, vai a parlare coi tuoi... non sapere dove sia Nat è più che sufficiente, un figlio emo non gli serve’

‘Io non sono emo!’ replicò inorridito Brian.

‘Dimostralo’ rispose semplicemente Viki.

‘Io... è solo che... mi manca...’ disse Brian, abbassando lo sguardo.

‘Lo so... però non possiamo interrompere la nostra vita Bri, non è giusto... e se posso...’

‘Cosa?’ la incoraggiò Brian, vedendo che Viki si era fatta esitante.

‘Brian... credo che dovresti parlare anche con Zack’ disse finalmente lei, notando come Brian si fosse fatto immediatamente serio ‘Lo so che ce l’hai con lui, anch’io ero furibonda all’inizio, ma pensaci un attimo Brian... qualunque cosa Zack possa aver fatto non può essere tanto grave da giustificare una scelta così drastica... Zack avrà anche sbagliato, si sarà comportato da idiota, ma nemmeno se l’avesse tradita riuscirei a giustificare la scelta di Natalie... se avesse voluto punire lui non sarebbe sparita per tutti...quello che sto cercando di dirti è che Zack non è del tutto innocente, ma non puoi nemmeno dare tutta la colpa a lui... sono sicura che non sia stato lui a dirle di sparire, anzi, a giudicare da come sta credo proprio che fosse l’ultima cosa che volesse...’

‘...Per caso hai parlato con Jimmy o Matt di recente?’ chiese il ragazzo, pensando che i suoi amici avevano usato più o meno le stesse motivazioni per convincerlo a parlare con Zack.

‘Un po’... ma soprattutto ho parlato con Zack, Brian... non sta affatto bene, il fatto che Natalie sia sparita è già di per sé abbastanza, non si merita di perdere anche il suo migliore amico...’.

Brian rimase in silenzio per un attimo, Jimmy non faceva che ripetergli esattamente la stessa cosa, quanto Zack ci stesse male, quanto fosse disperato, ma c’era qualcosa che lo bloccava, nonostante ce l’avesse con Nat, nonostante in fondo sapesse che qualunque cosa Zack avesse fatto nulla giustificava una scelta così drastica, Brian non riusciva a convincersi ad andare a parlare con lui.

‘Vik... ti prometto, e non scherzo, ti prometto che ci penso... ma non... non so se ci riesco...’

‘Prenditi tempo, Bri... chiama Michelle ora, parla con lei, nessuno pretende che tutto si risolva magicamente adesso, un passo alla volta... ti sto solo dicendo di non chiudere con Zack a priori senza nemmeno aver ascoltato quello che ha da dire, io e tutti gli altri te lo chiediamo, ok?’.

Brian annuì, almeno quello poteva farlo.

‘Chiamo Mich... grazie Vik...’ disse il ragazzo.

‘Dovere Bri, solo dovere... ok, quello che c’era da fare l’ho fatto, ti lascio alla chiacchierata con Michelle’

‘Ti va se un giorno di questi ci facciamo una serata delle nostre?’ le chiese Brian: con “serata delle nostre” si intendeva birra, pizza e film a casa di uno dei due.

‘Assolutamente sì, ho bisogno di un bel film trash’ rispose lei, sorridendogli ‘Fammi sapere... e la birra la metti tu!’ aggiunse poi prima di uscire dalla stanza, mentre lui annuiva ridendo.

 

Bon jour!

Allora, ho pensato che almeno i flashback posso continuare a pubblicarli, visto che sono già scritti... per cui eccovi un altro flashback! xD

Vi aggiorno sulla situazione se può interessarvi: questa settimana dovrebbe essere più tranquilla, per cui potrei, ma uso il condizionale, trovare il tempo di scrivere il pezzo di capitolo che mi manca… e da lì non ci sarebbero più problemi perché come vi ho già detto la storia poi è tutta scritta...

E basta direi, tutto qui... come sempre grazie delle recensioni e alla prossima!

xxx

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Capitolo 18
*** Flashback 9 ***


Zack lanciò l’ennesimo sasso in mare, guardandolo scomparire oltre la superficie.

A giudicare dal sole, che stava chiaramente tramontando, doveva essere ora di tornarsene a casa, ma lui non ne aveva voglia.

In fondo non aveva nulla da fare: nessun appuntamento, nessuna Natalie che lo aspettava.

Natalie se ne era andata un mese prima senza una parola ed era solo colpa sua.

Si lasciò cadere sulla sabbia, fissando il cielo reso arancione dal sole che tramontava e ricacciando indietro le lacrime, era stufo di piangere.

Non era facile però.

Per qualche strana ragione tutti credevano che lui fosse una persona particolarmente forte, ma non era vero, non lo era per niente e ora che non c’era Nat con lui se ne rendeva conto anche di più.

Aveva rovinato la cosa migliore che gli fosse capitata solo per una stupida ripicca, accidenti al suo maledetto orgoglio.

Lo aveva messo in conto fin dal momento in cui aveva deciso di fare il cretino con quella ragazza alla festa che avrebbe dovuto avere a che fare con una reazione da parte di Nat, ma aveva pensato a una sfuriata, a Brian che lo avrebbe cercato per picchiarlo, a essere ignorato per una settimana intera, non certo a vedere la ragazza di cui era perdutamente innamorato sparire nel nulla senza nemmeno una parola.

La trovava la cosa più egoista del mondo, nonostante ciò non poteva fare a meno di pensare che fosse colpa sua, unicamente colpa sua e che Brian avesse ragione a essere arrabbiato a morte con lui, Zack era il primo ad avercela con se stesso.

Se solo avesse dato ascolto a Nat quando gli diceva che doveva crescere, se solo avesse insistito con Larry per avere più tempo libero, se solo, se solo, se solo, in quei giorni i suoi pensieri erano una sequenza infinita di “se solo”.

Ma i “se solo” ormai erano inutili, se conosceva Natalie sapeva che la sua decisione era definitiva e non l’avrebbe cambiata tanto presto, se mai lo avesse fatto, e sapeva che se non voleva farsi trovare, semplicemente loro non ci sarebbero riusciti.

Quel pensiero non gli dava pace, l’ultima cosa che voleva era perdere Natalie, eppure era esattamente quello che aveva fatto, col suo atteggiamento da idiota l’aveva persa per sempre.

Il successo, la sua musica, i fans, non gliene importava più nulla senza di lei.

So what if  I’ll never hold you or kiss your lips again…

Davvero una bella idea quella di ascoltare quella canzone Zack, complimenti, pensò fra sé e sé.

Ciononostante non fece nemmeno un tentativo di cambiare, continuando a rimuginare su quella frase.

Quando avevano scritto quella canzone di certo non pensavano a nulla del genere, le loro vite erano perfette, la sua vita era perfetta, aveva una band, aveva i migliori amici del mondo, aveva Natalie, non avrebbe potuto chiedere di meglio.

Non era passato nemmeno un anno da allora e il suo mondo era andato completamente in frantumi.

La sola idea di non poter più abbracciare Natalie, baciarla, svegliarsi la mattina con lei di fianco lo stava facendo impazzire.

Sobbalzò quando sentì l’inizio di Warmness on the soul, era escluso, quella proprio non poteva sentirla.

Cercò freneticamente il lettore mp3 di fianco a sé e spinse immediatamente il tasto per cambiare canzone, tirando un sospiro di sollievo quando sentì le prime note di King Nothing dei Metallica, tornando a rilassarsi e a fissare il cielo.

Improvvisamente gli sembrò di scorgere un’ombra sopra di lui e un attimo dopo sentì chiaramente qualcuno sedersi lì di fianco.

Si voltò e scattò a sedere quando capì che si trattava di Brian.

‘Zack’ disse il ragazzo, guardando dritto davanti a sé e giocherellando con la bottiglia di birra che aveva in mano.

‘Brian’ gli rispose Zack, tenendo lo sguardo fisso a terra, impaurito, certo, se Brian avesse voluto finalmente picchiarlo non si sarebbe fatto vedere, gli sarebbe semplicemente saltato addosso, ma continuava comunque ad avere un certo timore quando lui era in zona.

‘Sei stato un emerito coglione con mia sorella...’ esordì Brian, voltandosi finalmente verso di lui ‘Ma in fin dei conti non sei stato tu a dirle di andarsene, quindi potrei avere esagerato’ aggiunse poi.

Zack sgranò gli occhi, fissando incredulo l’altro: era sicuramente un sogno, non era possibile che Brian gli stesse dicendo che non era colpa sua se Natalie se ne era andata, specialmente considerando che era lui stesso il primo a esserne convinto.

‘Io...no, però...’ cominciò Zack, ma fu interrotto da Brian.

‘Zack, seriamente, piantala, per quanto mi piacerebbe poter dare la colpa a qualcuno che non sia Natalie, non credo di avere scelta, a meno che tu non abbia fatto qualcosa di veramente orribile...’ e a quel punto Brian si interruppe, lanciandogli un’occhiata inquisitoria prima di continuare ‘La scelta l’ha fatta lei, solo e soltanto lei, e in ogni caso non era la sua unica opzione, avrebbe potuto parlare con chiunque, con me, i miei, Vik, Mich, chiunque l’avrebbe ascoltata e invece ha preferito scappare... scelta sua, quindi no, non è colpa tua, ok?’.

Zack era senza parole, se c’era una persona da cui non si aspettava un discorso del genere, quello era Brian.

‘Lo so, sono l’ultima persona al mondo da cui ti aspettavi un discorso del genere’ disse Brian, leggendogli nel pensiero ‘Però... beh, è la verità... e ho già perso mia sorella, non voglio perdere anche il mio migliore amico’ aggiunse poi.

‘Sull’ultima parte sono d’accordo’ gli rispose Zack, uscendo dalla trance in cui sembrava essere caduto ‘Per il resto... apprezzo, ma non sono convinto che tu non avessi ragione a pensare che sia colpa mia... io lo penso ancora’ ammise, trovando il coraggio di fissare Brian in faccia.

‘Le hai mai chiesto di sparire dalla tua vita?’ ribatté Brian.

‘No, ma...’

‘Di non farsi più vedere?’

‘No...’

‘Che per te poteva anche non esistere più?’

‘Dio, no...’

‘Allora non è colpa tua Zack, fine della discussione, puoi averla fatta arrabbiare finché vuoi, ma quello che ha fatto non ha giustificazioni’.

Zack rimase in silenzio a fissare Brian per qualche istante, era strano vederlo così arrabbiato con Natalie.

‘Non pensare che non mi manchi’ disse dopo un po’ Brian, spostando lo sguardo davanti a sé ‘Mi manca da morire, cazzo, e questo mi fa arrabbiare anche di più... vorrei solo capire perché lo ha fatto, ecco’

‘Non l’ho mai pensato’ gli rispose Zack ‘E vorrei avere una risposta’ aggiunse poi.

Brian si limitò ad annuire, poi improvvisamente si alzò in piedi.

‘Andiamo a sequestrare gli altri? Questa è finita...’ disse, facendogli vedere la bottiglia di birra vuota ‘Ma non ho la minima intenzione di lasciarla sola’ aggiunse poi.

Zack si alzò in piedi a sua volta, annuendo.

‘Non sia mai’ rispose e si diressero entrambi verso l’uscita della spiaggia.

 

Salve a tutti!

Allora, non c’è assolutamente NULLA che io possa dire a mia discolpa... in realtà sì, ovvero non riesco a finire il capitolo, non tanto per questioni di tempo stavolta, si tratta proprio di non sapere cosa scriverci dentro... mi sto impegnando, davvero, ma temo che dovrete prepararvi ad una lunga attesa... ci sono state delle leggere complicazioni con la mia tesi e credo possiate capire tutti perché questa passa davanti a tutto ora... =)

Per il resto... beh, questo è l’ultimo flashback, a meno che non me ne vengano in mente altri... so che non mi farà perdonare dell’imbarazzante mancanza di aggiornamenti, ma è meglio di niente, no?

Un bacione a tutti quelli che ancora mi seguono (e chi può biasimare chi non lo fa più invece?).

xxx

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Capitolo 19
*** Chapter 10 ***


Due giorni più tardi, Nat stava accompagnando Jess da Zack dopo aver passato il pomeriggio dai suoi, quella notte il bambino sarebbe rimasto da lui infatti.

‘Buonasera!’ li salutò il ragazzo, facendo entrare sia Nat che Jess.

‘Ciao papà! Sai che il nonno mi ha regalato un gioco nuovo?’

‘Ah davvero?’ gli rispose Zack, abbassandosi all’altezza del bambino.

‘Sì!’ esclamò Jess sorridendo.

‘Fantastico, allora che ne dici se vai di là a sistemare tutto e poi lo vediamo?’ propose Zack.

‘Ok! Ciao mamma!’ disse il bambino, voltandosi verso Nat, che lo prese in braccio e gli diede un bacio sulla guancia.

‘Ciao amore, fai il bravo, ok?’.

Jess annuì, allora Nat lo rimise a terra e il bimbo scomparve in salotto.

‘A tuo padre verrà un colpo ogni volta che lo chiama nonno’ commentò Zack, divertito all’idea.

‘Adesso non più, si è abituato... ma i primi tempi era piuttosto divertente in realtà’ rispose lei, sorridendo al ricordo.

‘Immagino... oh, Brian ti ha detto della prossima settimana, vero?’.

Per tutta risposta, Natalie gli lanciò un’occhiata confusa.

‘E mica lo sapevo io? A Brian nemmeno la sua stessa chitarra dovrebbero affidargli...’ commentò Zacky, facendola ridere ‘Beh, comunque abbiamo uno show a LA, una cosa saltata fuori un po’ dal nulla, ma alla fine abbiamo deciso che si poteva fare... e ovviamente tu sei dei nostri’

‘Perché non mi suona come una domanda?’ chiese divertita lei.

‘Perché non lo è’ replicò tranquillamente Zack ‘Oh, e Jess è anche lui dei nostri...’

‘Anche perché non credo che se ne resterebbe a casa comunque sapendo dove vado’ gli fece notare Nat ‘Ok, precisamente quando sarebbe?’

‘Mercoledì prossimo, senti Brian, ha detto che aveva pensato lui a tutto... spero...’ disse Zack, facendola di nuovo ridere.

‘Ok, gli faccio una chiamata... scappo, ho Viki e Kev a cena, buona serata’

‘A voi, salutali... oh, ed estendi l’invito ovviamente!’ le disse il ragazzo.

‘Sarà fatto!’ gli urlò di rimando Nat prima di salire sulla propria auto e partire alla volta di casa sua.

 

 ‘Wow... direi che la dimensione del pubblico è decisamente lievitata dall’ultima volta...’ commentò Natalie, guardando le persone davanti al palco dal backstage.

‘Già... giusto un po’ direi’ le rispose Brian, che osservava la scena di fianco a lei, stando bene attento a non farsi vedere dalla prima fila per non scatenare il caos generale.

‘Siete dei miti!’ esclamò lei, voltandosi verso di lui ‘Oh, mi fai un autografo?’ lo implorò lei, facendolo scoppiare a ridere.

‘Senti, sai che fortuna ci faccio rivendendolo? Comunque... Zack e Jess?’ chiese Nat.

‘L’ultima volta che li ho visti erano in camerino, Zack stava mostrando a Jess quanto è divertente fare scherzi a Johnny’

‘Povero Johnny... è maltrattamento questo...’

‘Disse quella che lo chiama nanetto nove volte su dieci...’ commentò ironicamente Brian.

‘Dettagli... oh, parli del diavolo... ehy, amore!’ disse lei, vedendo arrivare Jess, saldamente tenuto per mano da Zack.

‘Mamma, abbiamo fatto uno scherzo a Johnny!’ esclamò entusiasta il bambino, mentre Zack ridacchiava.

‘Ah sì? Cosa avete fatto?’ chiese Natalie, lanciando un’occhiata divertita a Zack, che stava seriamente rischiando di soffocare per le risate.

‘Gli abbiamo legato le stringhe delle scarpe!’ spiegò Jess.

‘Sta “riposando gli occhi”... lo vedi che volo quando si alza...’ aggiunse Zack.

‘E che stiamo aspettando? Tutti in camerino, non me lo voglio perdere!’ disse Brian, prendendo Zack e Nat per le braccia e trascinandoseli dietro, con la ragazza che fece appena in tempo a prendere la mano di Jess per portarlo con sé.

 

Due ore più tardi i ragazzi rientrarono nel camerino, assolutamente sfiniti dallo show.

‘Oh mio Dio, un divano!’ esclamò Zack, lanciandosi sopra l’oggetto dei suoi desideri.

‘Vengeance, spostati o mi siedo addosso a te e sai che lo farò’ gli intimò Matt.

‘Sedia!’ urlò Brian, correndo a sedersi prima che Johnny lo battesse sul tempo.

‘Beh, devo dire che siete uno spettacolo molto divertente’.

Tutti si voltarono verso Natalie, seduta sull’altro divano del camerino insieme a Jess, Mich, Val e Lacey, mentre Kev e Viki osservavano la scena appoggiati alla finestra.

‘Siamo stanchi’ disse semplicemente Brian.

‘Quello lo avevamo capito...’ commentò divertita Michelle.

‘Ehy, cucciolo, piaciuto il concerto?’ chiese Zack a Jess, che annuì.

‘Sì! Che bello!’ rispose entusiasta lui.

‘E chi è più bravo, papà o lo zio?’ gli chiese Brian.

‘Papà!’ esclamò Jess, correndo verso Zack, che lo fece sedere in braccio a sé.

‘Visto cosa si ottiene a sfidare un bimbo intelligente?’ disse Zack a Brian, che osservava il nipotino sconvolto.

‘Natalie, sai che devi fare qualcosa, vero?’ disse poi alla sorella, che ridacchiò.

‘Rassegnati Gates, il piccoletto è la voce della verità’ lo provocò Matt, passando i Rayban a Jess, che aveva sviluppato una vera e propria passione per gli occhiali del cantante.

 ‘Gnè gnè gnè’ gli fece il verso Brian, mentre gli altri ridevano ‘Sì, ridete, ridete... adesso lo vedremo chi è il più intelligente’

‘Cioè?’ chiese incuriosito Johnny.

‘Il bagno è mio!’ urlò Brian, scattando in piedi e venendo immediatamente inseguito dagli altri quattro, con Zack che passò Jess a Natalie in corsa.

 

Un’ora più tardi, tutti i ragazzi meno Johnny erano ‘lavati, puliti e presentabili’, come aveva detto Val e stavano appunto aspettando che ‘il nanetto portasse a termine le sue operazioni di lucidatura’, come aveva detto Michelle.

Natalie e Zack stavano sulla porta del camerino con Jess, che era affascinato dal movimento dei tecnici che si stavano decisamente dando da fare per smontare e caricare sui camion l’attrezzatura.

In realtà, Natalie osservava Zack spiegare a Jess ogni singola cosa che succedeva, il bambino era curiosissimo e il ragazzo aveva una pazienza infinita a quanto pareva.

‘Eccomi qui!’ esclamò Johnny, attirando l’attenzione di tutti.

‘Alla buon’ora!’ disse Brian.

‘Infatti Johnny, stavamo per venirti a cercare’ intervenne Nat.

‘Ti sarebbe piaciuto, eh?’ ribatté Johnny, facendole l’occhiolino.

‘Santo cielo, no, ho un figlio da crescere, occhi e sanità mentale mi servono... senza offesa, Lacey’ gli rispose Natalie prima di scoppiare a ridere così come tutti gli altri, inclusa la stessa Lacey, che alle scuse di Nat fece un cenno che era chiaramente interpretabile con un ‘hai ragione’.

‘Sì, ok, siete una banda di gran simpaticoni’ borbottò Johnny ‘Andiamo a mangiare ora?’ chiese poi, cercando di cambiare discorso.

‘Mi sembra un’ottima idea’ commentò Zack.

‘Dov’è Jess?’.

I ragazzi si voltarono verso Natalie, che fissava il punto dove fino a pochi secondi fa c’era il bambino.

Tutti notarono come sia lei che Zack fossero vistosamente impalliditi, perdere Jess in mezzo al trambusto che c’era in quel momento non era decisamente una buona cosa.

‘Ci siamo girati un secondo, non può essere andato lontano’ disse infine Zack, guardando Nat.

‘Ok, ragazzi, calmiamoci...’ iniziò Brian, ma venne bruscamente interrotto dai due.

‘No che non mi calmo Brian, cazzo!’ dissero all’unisono Zack e Nat.

‘Era per dire... Nat, io e te andiamo verso il retro, Zack e Matt, verso il palco, Johnny e Kev, verso l’ingresso principale, Mike e Vik, piano di sopra, Lacey, Mich e Val, restate qui nel caso torni indietro’ ordinò Brian, prendendo la sorella e dirigendosi con lei verso il retro, mentre gli altri si dividevano nelle zone assegnategli dal chitarrista.

Mentre seguiva il fratello, guardandosi intorno sperando di vedere Jess, Natalie non poté fare a meno di ripensare alla telefonata di Charlie della settimana prima: sicuramente era un caso, ma sentì comunque un brivido percorrerle la schiena.

Tuttavia, cacciò immediatamente quel pensiero: Charlie non aveva mai fatto nulla del genere, non avrebbe mai preso Jess, non ne avrebbe avuto nessun motivo.

E se invece lo avesse fatto?

‘Nat, lo troviamo, stai tranquilla’ le disse Brian e solo in quel momento si accorse di essere prossima alle lacrime, suo fratello come al solito lo aveva notato prima di lei.

La ragazza si limitò ad annuire, poi tornò a seguire Brian, che fermava tutti quelli che incontrava per chiedergli se avessero visto passare Jess.

Mentre stavano per imboccare l’uscita sul retro, Natalie sentì il cellulare vibrarle nella tasca e quando vide che la stava chiamando Zack fermò Brian.

‘Zack?’

‘Uscita dietro il palco, l’ho trovato’

‘Arrivo’ gli rispose Nat, tirando contemporaneamente un sospiro di sollievo.

‘Nat?’ la chiamò Brian.

‘Dietro il palco, lo ha trovato Zack’ gli disse lei.

‘Ok, passiamo di qui, facciamo prima’ le rispose il ragazzo, facendole cenno di seguirla.

Quando arrivarono nello spiazzo dove conduceva la porta che si trovava dietro il palco, Nat vide immediatamente Jess e Zack, quest’ultimo abbassatosi all’altezza del bambino che teneva lo sguardo basso, evidentemente Zack lo stava sgridando.

Lei sarebbe stata la prossima, su quello Jesse poteva giurarci.

‘Ci siamo capiti Jess?’ sentì che gli chiedeva Zack e vide il bambino annuire, senza però sollevare lo sguardo da terra.

‘Santo cielo, Jess!’ esclamò Natalie, inginocchiandosi di fianco a Zack davanti al bambino ‘Quante volte ti ha detto la mamma di non allontanarti senza dire nulla?’ aggiunse poi.

Jess tenne lo sguardo basso per qualche secondo ancora, poi alzò la testa, rivelando a Zack e Natalie gli occhi lucidi.

‘Scusa mamma’ disse semplicemente il bambino.

Natalie si sciolse, non riusciva proprio a restare arrabbiata con lui, era talmente felice di averlo ritrovato sano e salvo.

‘Dai, vieni qui’ disse lei, abbracciandolo ‘Amore, mamma e papà si sono spaventati tantissimo, lo sai che è pericoloso andare in giro da soli, te lo dico sempre, vero?’ chiese lei, un po’ più dolcemente rispetto a prima.

‘Sì’ rispose Jess con aria colpevole.

‘Ehy cucciolo’ intervenne Zack, decisamente più tranquillo di qualche istante prima, in fondo lo aveva già sgridato, poteva anche ammorbidirsi un po’ ‘Ce lo dici perché sei venuto qui?’

‘Ho visto l’orso arcobaleno!’ spiegò Jess, un po’ più allegro.

Nat vide gli sguardi di Zack, Brian e Matt puntarsi confusi sul bambino, evidentemente non avevano capito a cosa si riferisse.

Lei invece lo aveva capito e stava facendo di tutto per non lasciare che il panico avesse la meglio: era solo una coincidenza, solo una stupidissima coincidenza.

‘È una gelateria di Washington... ci andavamo sempre, Jess adora il cioccolato che fanno lì’ spiegò Nat ‘Probabilmente ha visto qualcuno con la maglietta del posto, so che le vendono, sono piuttosto famosi’ aggiunse poi.

I tre annuirono, ora la cosa aveva più senso.

‘Ok, adesso che ne dite se andiamo a mangiare sul serio?’ propose Brian.

In quel momento lo stomaco del bambino brontolò e tutti scoppiarono a ridere, cancellando definitivamente qualsiasi traccia di tensione rimasta.

‘Mi sa che qualcuno qui è d’accordo con te Bri... su, andiamo cucciolo!’ disse Zack, prendendo in braccio Jess e dirigendosi con lui, Nat e gli altri verso la porta che portava al palco.

Prima di rientrare, Nat si diede un’ultima occhiata intorno, ma alla fine si diede della paranoica, era solo una coincidenza, forse qualche fan che aveva fatto una trasferta ed era riuscito a intrufolarsi dietro le quinte, con una maglietta del genere sarebbe stato insospettabile.

Sollevata quando vide che nello spiazzo non era rimasto nessuno se non un tecnico che caricava delle attrezzature su un furgoncino, seguì gli altri all’interno dell’edificio.

 

Zack aprì la portiera a Nat, erano quasi le undici di sera e lui l’aveva accompagnata a casa dopo che Jess si era addormentato al ristorante in cui avevano cenato dopo il concerto del pomeriggio.

‘Grazie del passaggio’ gli disse Nat, scendendo con Jess in braccio, il bambino infatti non si era svegliato per tutto il tempo e non sembrava avere la minima intenzione di farlo, quel giorno era stato molto stancante per tutti quanti e infatti anche la ragazza faticava a tenere gli occhi aperti.

‘Figurati... ti serve una mano per aprire la porta?’ le chiese lui.

‘Se prendi Jess forse potrei fare più in fretta in effetti’ rispose lei, passandogli il bambino.

‘Accipicchia, dorme come un sasso’ commentò divertito Zack, notando che Jess non sembrava minimamente disturbato da tutto quel movimento continuo.

‘Quando è veramente stanco non lo svegliano neanche le cannonate’ gli disse Natalie, salendo nel frattempo le scale col ragazzo subito dietro di lei ‘Eccoci!’ esclamò poi, aprendo la porta e riprendendo Jess dalle braccia di Zack.

‘Notte allora... ah, domani riesco a passare verso le otto, troppo tardi?’ chiese il ragazzo.

‘Nessun problema, io non mi muovo di qui... come mai così tardi?’

‘Chiedilo a Larry...’ commentò ironico Zack ‘Quando ci si mette è uno schiavista...’ aggiunse poi.

‘Poveri voi...’ rise Natalie, ricevendo un’occhiataccia da Zack.

‘Insensibile...’

‘Notte Zack!’ gli disse lei, ignorando il commento e continuando a ridere.

‘Notte!’ rispose lui, scendendo le scale mentre Nat richiudeva la porta col piede, poi si diresse verso la stanza di Jess per mettere a letto il bambino.

 

Natalie era ormai sicura di essere diventata paranoica.

Forse era a causa dello spavento per aver perso Jess qualche giorno prima al concerto dei ragazzi, ma ora ogni singolo evento della sua vita le sembrava strano.

Il giorno prima si era convinta che ci fosse qualcuno che la stesse osservando mentre faceva la spesa con Jess, poi aveva avuto la sensazione che ci fosse qualcuno che girava sul suo pianerottolo, senza contare gli scatti che faceva ogni volta che il telefono squillava.

Sobbalzò anche in quel momento sentendo il campanello suonare, ma si impose di mantenere la calma e andò ad aprire, rilassandosi notevolmente quando vide suo fratello dallo spioncino.

‘Ehy Bri’ lo salutò lei, facendolo entrare.

‘Buongiorno sorellina... ehy, piccoletto!’ esclamò Brian, vedendo Jess correre in corridoio.

‘Zio Bri!’ rispose il bambino, correndo verso il ragazzo, che lo prese in braccio.

‘Tutto bene piccoletto?’

‘Sì, stasera vado da papà!’ esclamò Jess entusiasta, in quei giorni Zack e i ragazzi erano stati molto impegnati e Jess lo aveva visto poco, motivo per cui era felicissimo di passare finalmente la notte dal ragazzo.

‘Tutto questo entusiasmo mi è familiare...’ commentò divertito Brian, ripensando al fatto che Zack aveva manifestato la stessa gioia per tutto il giorno allo studio ‘Beh, ora devo parlare un secondo con la mamma piccoletto, ok?’

‘Ok!’ rispose Jess, correndo verso i suoi giocattoli una volta che Brian lo ebbe rimesso a terra.

‘Che c’è fratellone?’ gli chiese Nat, sedendosi al tavolo della cucina subito imitata dal fratello.

‘Dimmelo tu Nat, sei strana ultimamente... è successo qualcosa?’ le chiese lui, evidentemente preoccupato.

‘No... no, non è successo nulla’ mentì lei, decidendo che nonostante tutto no nera il caso di parlare di Charlie a Brian, non finché non fosse stata davvero certa che tutte le paranoie di quei giorni non fossero solo il frutto della sua immaginazione un po’ troppo creativa.

‘Sicura Nat?’ insistette Brian.

‘Sicurissima Bri... davvero, stai tranquillo... non volevo farti preoccupare, scusa’

‘No, sarò solo io un po’ paranoico... ehy, me lo devi anche concedere’ rispose lui, facendola sorridere.

‘Concesso fratellone’ commentò lei.

‘Ok, ora veniamo al secondo motivo della mia visita...’ riprese Brian ‘Tu sai che giorno è martedì prossimo, vero?’

‘Il compleanno delle adorabili gemelle DiBenedetto!’ rispose Natalie.

‘Esatto... party da me... ho già parlato con mamma e papà, sono estasiati alla prospettiva di tenere Jess, quindi non hai scuse’

‘Non ne avrei cercate Bri... anche perché nessuno sano di mente direbbe di no a Val e Mich, sbaglio?’

‘No, in effetti no’ convenne lui, facendo un’espressione incredibilmente buffa che fece scoppiare a ridere la ragazza.

‘Ok, quindi martedì prossimo presso la mia umile dimora alle dieci... d’accordo?’

‘Ci sarò Gates!’ confermò lei.

‘Bene... sicura che sia tutto ok Nat?’ chiese di nuovo lui.

‘Brian, va tutto bene, stai tranquillo... sono un po’ nervosa, ma non c’è davvero nulla di cui preoccuparsi... sono lunatica, dovresti saperlo ormai’ tentò di rassicurarlo lei.

Il ragazzo annuì, evidentemente Nat era un’attrice migliore di quanto lei stessa non pensasse.

‘Ok... ehy, piccoletto, vieni qui che devo scappare!’ disse poi a Jess, che si diresse di corsa verso di lui, non cadendo a terra solo perché Brian lo prese in tempo.

‘Un giorno o l’altro ti farai del male Jess...’ commentò divertita Nat, mentre Brian ridacchiava.

‘Ciao zio!’ esclamò Jess.

‘Fai il bravo piccoletto... e tieni d’occhio la mamma!’ aggiunse poi, facendogli l’occhiolino e ignorando l’occhiataccia della sorella.

‘Ok!’ rispose il bambino entusiasta.

Una volta che Brian se ne fu andato, Nat non poté fare a meno di controllare che sulle scale fosse tutto tranquillo prima di richiudere la porta, dandosi contemporaneamente della stupida: erano solo paure assurde, di Charlie dopo quella telefonata non c’era stato più nessun vero segnale, stava solo facendo preoccupare quelli che le volevano bene senza una ragione.

 

…Dite la verità, mi davate per dispersa ormai?

E invece sono vivaaaaaaaa!

Beh, diciamo che tiro avanti... la tesi mi sta prosciugando le forze vitali se devo dirla tutta... e infatti la parte finale di questo capitolo è davvero bruttina, ma mi mancava aggiornare e sentire il vostro parere tramite le vostre meravigliose recensioni... sempre che mi sia rimasto qualcuno disponibile a recensire, se mi aveste abbandonato vi capirei -.-

Che dire... spero che vi piaccia... d’ora in poi dovrei riuscire ad aggiornare più regolarmente, perché tecnicamente la storia è scritta...

Un bacione!

xoxo

Lady Numb

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Capitolo 20
*** Chapter 11 ***


Il martedì successivo, quando si recò da suo fratello per il party delle gemelle, Natalie si ritrovò a fissare sorpresa Zack, che aveva aperto la porta di casa di Brian.

‘Da quando fai gli onori di casa per Bri?’ chiese divertita lei, entrando.

‘Da quando tuo fratello è fuori come un balcone’ spiegò Zack, ridacchiando.

‘Cioè?’

‘Guarda’ disse Zack, facendole cenno a qualcosa alla sua destra.

Natalie si voltò e scoppiò a ridere davanti a Brian, che fissava il pendolo come se dovesse succedere qualcosa da un momento all’altro.

‘Ma che diavolo sta facendo?’ chiese a Zack.

‘Oh, lui crede che sia stato quello a suonare, non il campanello... credo stia aspettando di vedere se qualcuno esce da lì’.

Natalie fissò incredula il ragazzo, riportando poi lo sguardo su Brian.

‘Oh mio Dio... una arriva un’ora in ritardo e sono già tutti andati’ fu il commento di Natalie.

‘Già, come mai così tardi?’ chiese Zack, erano quasi le undici e la festa era iniziata alle dieci ‘Tutto a posto con Jess, vero?’ si sincerò lui.

‘A parte il fatto che ha voluto che lo mettessi a letto dai miei ma non ne voleva sapere di addormentarsi, dici?’ scherzò lei, facendo ridere il ragazzo.

‘Capito... ehy, io sono ancora sobrio comunque!’ fece notare lui.

‘Già... a cosa dobbiamo l’onore?’ chiese lei, prendendo una birra dal tavolo.

‘Qualcuno deve pur controllare che non mandino a fuoco la casa, no?’ rispose il ragazzo.

‘Addirittura...’ commentò Natalie.

‘Non sto scherzando Nat, Johnny e Matt stavano giocando col camino, prima... e lì ho deciso che era meglio sacrificare l’ubriacatura se vogliamo uscirne vivi’

‘Nat, nostra salvezza!’.

La ragazza si voltò, vedendo Lacey e Val correrle incontro e abbracciarla.

‘Ehy, ragazze!’ le salutò a sua volta, divertita dalle loro espressioni sollevate.

‘Santo cielo, meno male che sei arrivata...tuo fratello ubriaco è un incubo’ le disse Val, facendola ridere.

‘E noi non ce la facciamo a stare dietro anche a lui... ci sono già Mich e Johnny... e grazie a Dio Zack sa come prendere Matt’ aggiunse Lacey, lanciando uno sguardo adorante a Zack.

‘E meno male che è il tuo compleanno, Val...’ ridacchiò Natalie.

‘Non me ne parlare...’ fu il commento della ragazza ‘Ah, ma questa Matt me la paga... sono io quella che dovrebbe ubriacarsi, non dovrei preoccuparmi di restare sobria per riportarci a casa entrambi interi!’ sbottò lei, facendo ridere gli altri tre.

‘Ok...vediamo di metterli al sicuro così ci possiamo divertire anche noi...no, Brian, il pendolo!’ urlò Nat, correndo verso il fratello, che dopo essere stato a lungo in contemplazione dell’orologio ora stava cercando di entrarci.

 

Un’ora più tardi la situazione si era calmata, Brian, Matt e Johnny erano seduti sul divano e ogni tanto uno di loro diceva qualcosa che faceva scoppiare a ridere gli altri, mentre Michelle si era addormentata di fianco a Val, che stava seduta sul tappeto con Lacey e Nat, chiacchierando del più e del meno.

Zack se ne stava in disparte, tenendo d’occhio i suoi amici, ma lanciando continuamente sguardi furtivi a Nat.

Quando le aveva aperto la porta quella sera, per un attimo aveva pensato a una visione: negli ultimi due mesi aveva visto Nat in versione mamma di Jess, ma quella sera aveva improvvisamente ricordato perché Natalie era sempre stata in grado di fargli girare la testa.

Si sentiva un adolescente alla prima cotta, ma quella minigonna e quella canottiera a rete lo stavano facendo letteralmente impazzire.

Nat si voltò verso di lui e Zack distolse rapidamente lo sguardo, anche se era assolutamente certo che lei lo avesse visto.

Si maledisse mentalmente, possibile che non fosse in grado di comportarsi da persona adulta quale era? Era passato il tempo delle cotte, doveva darsi un contegno, aveva quasi ventinove anni, non diciannove.

Non solo, era pure padre, doveva tenere in conto il bene di Jess e lui e Nat insieme erano un potenziale pericolo in quel senso.

Ciò non toglieva che ogni volta che guardava la ragazza ogni pensiero coerente andasse a farsi benedire.

Fortunatamente, prima che Natalie lo sorprendesse di nuovo o, peggio, Val o Lacey lo facessero per lei, Michelle si svegliò, attirando l’attenzione di tutti, inclusi i suoi amici parecchio ubriachi.

‘Dov’è Jack?’ esclamò la ragazza, mettendosi a sedere ed evitando di cadere in avanti solo perché Val l’aveva presa in tempo.

‘Jaaaaack!’ urlò Brian, mettendosi in piedi sul divano.

Zack scattò in piedi, pronto a prendere l’amico nel caso fosse caduto, invece Brian scese dal divano e si diresse verso il tavolo degli alcolici, seguito da Matt, Johnny e Michelle, mentre lui e le ragazze si scambiavano uno sguardo esasperato: si ricominciava.

 

Erano quasi le due e un quarto quando Natalie decise che era ora di levare le tende, Matt e Val se ne erano andati da un pezzo, gli altri stavano per fare lo stesso e la ragazza non voleva per nessuna ragione al mondo restare da sola con suo fratello e Mich in quel momento, erano decisamente ubriachi e lei non voleva essere il terzo imbarazzante ed imbarazzato incomodo.

Salutò tutti quanti, anche se probabilmente l’unico che la sentì fu Zack e uscì di casa dirigendosi verso la sua auto.

Dieci minuti più tardi sentì qualcuno picchiettare sul finestrino, si voltò e vide che si trattava di Zack.

‘Tutto a posto?’ le chiese lui dopo che Nat ebbe aperto la portiera.

‘Non parte...’ si lamentò lei, cercando per l’ennesima volta di mettere in moto l’auto.

‘Apri il cofano’ le disse Zack, portandosi davanti all’auto.

‘E da quando sei un esperto di motori?’ chiese divertita lei, tirando la levetta che apriva il cofano dell’auto.

‘Ehy, mi ritengo offeso!’ ribatté lui, dando nel frattempo un’occhiata al motore ‘Ehm... vuoi la buona notizia o quella cattiva?’ chiese poi alla ragazza.

‘Comincia con la buona’

‘Non devi cambiare il motore... però per stasera non parti’

‘Dannazione!’ esclamò lei.

‘Sai... è strano in realtà... se non sapessi che non ha senso, giurerei che te li abbiano staccati di proposito questi fili...’ disse il ragazzo, indicando col dito i cavi in questione.

‘Ma non ha senso, infatti...’ rispose lei, cercando di non far capire al ragazzo quando l’idea la spaventasse e convincendosi contemporaneamente che era assurdo.

‘Dai, ti do un passaggio...’ le disse lui, facendo cenno alla sua macchina.

‘Grazie Zack’ rispose lei, scendendo dalla propria auto e dirigendosi verso quella del ragazzo.

 

‘Ed eccoci!’ disse Zack, fermando la macchina davanti a casa di Natalie.

‘Grazie mille del passaggio... per fortuna non ve ne eravate andati tutti, io non ci volevo restare a casa di Brian, mi sentivo leggermente di troppo stasera’.

Zack rise, Nat non aveva poi tutti i torti, Bri era completamente ubriaco e anche Michelle, nemmeno lui avrebbe voluto trovarsi nella stessa casa con loro in quel caso.

‘E già...beh, buonanotte’

‘Notte Zack... passi domani?’ gli chiese poi.

‘Sì, verso le cinque?’

‘Perfetto, a domani allora’ lo salutò lei, scendendo dall’auto.

Si diresse verso l’entrata del palazzo, ma si bloccò non appena vide la porta di ingresso.

Fortunatamente Zack aveva deciso di aspettare che entrasse e quando vide che non si muoveva, scese dalla macchina e la raggiunse.

‘Nat, che succe... oh caspita’ esclamò lui, non appena vide la porta: qualcuno si era divertito a rompere il vetro, probabilmente per entrare o forse solo per fare uno scherzo di cattivo gusto.

‘Scusa... saranno i soliti ragazzini, mi sono solo spaventata’ si giustificò lei, non potendo però fare a meno di sentirsi più al sicuro sapendo che il ragazzo era lì con lei.

‘Saranno anche dei ragazzini, ma io ti accompagno fino alla porta di casa’ obiettò lui, precedendola all’interno.

Fortunatamente non c’era nessuno sulle scale e arrivarono alla porta di Nat senza nessun inconveniente.

‘Grazie mille Zack’ disse lei, voltandosi verso di lui.

‘Figurati... sicura che vuoi restare da sola?’ le chiese lui, continuando a guardarsi intorno, sapeva che Viki e Kevin non erano in casa quella notte, dal momento che avevano passato un paio di giorni dai genitori del ragazzo a San Francisco, e la cosa non lo faceva affatto sentire tranquillo.

‘Tranquillo, te l’ho detto, probabilmente è solo una ragazzata... adesso entro in casa e mi chiudo a chiave’ cercò di rassicurarlo lei e di rassicurare se stessa, in realtà.

‘Ok, se sei sicura... guarda che se vuoi ti porto dai tuoi’ provò di nuovo Zack, appoggiandosi al muro di fianco alla porta di Nat.

‘Non ce n’è bisogno, davvero... sono già le due e mezzo, Viki e Kev dovrebbero essere a casa per le otto, non è poi così tanto tempo quindi davvero, stai tranquillo’

‘D’accordo... allora di nuovo buonanotte’ disse Zack.

‘Buonanotte’ rispose Nat, cercando di convincersi a distogliere lo sguardo dagli occhi di Zack: era tutta la maledetta sera che non riusciva a smettere di fissarli, c’era qualcosa di diverso in quegli occhi, qualcosa che non riusciva a decifrare e che la stava facendo andare al manicomio.

‘Sì... notte...’ ripeté lui a voce più bassa, senza muoversi di un centimetro e senza distogliere lo sguardo da Nat.

La ragazza si impose di riprendere il controllo, inserì la chiave nella serratura e dopo un paio di tentativi andati a vuoto riuscì ad aprire la porta.

‘Fammi uno squillo domani mattina, ok?’ le disse lui, prima che lei richiudesse la porta.

‘Ok Zack’

‘Ok...ciao’ ripeté per l’ennesima volta lui, facendole un cenno con la mano.

Nat rispose allo stesso modo, poi chiuse la porta e vi appoggiò la testa contro: che diavolo le prendeva?

Era Zack per l’amor del cielo, solo e semplicemente Zack.

Solo e semplicemente Zack? Bella battuta, Natalie.

Sobbalzò quando sentì qualcuno bussare e cominciò a tremare: non poteva essere, Zack aveva controllato che non ci fosse nessuno.

Guardò dallo spioncino chi fosse e fu a dir poco esterrefatta di vedere gli occhi verdi del chitarrista.

‘Zack, che succede?’ chiese lei, aprendo la porta.

Per tutta risposta, il ragazzo la prese per un polso, entrò in casa e dopo averla spinta contro la porta, si chinò su di lei e la baciò.

Natalie impiegò solo pochi secondi per rispondere al bacio, sorpresa dall’urgenza con cui le labbra del ragazzo cercavano le sue, quella stessa urgenza che sentiva anche lei, non avrebbe mai voluto staccarsi da lui, si sentiva in paradiso.

Sussultò quando sentì la mano di Zack lasciarle il polso per risalirle lungo il fianco e temette seriamente che le cedessero le ginocchia, non importava che fossero passati anni, lui riusciva sempre ad avere quell’effetto su di lei.

Come se lo avesse capito, con l’altro braccio Zack le cinse la vita, attirandola a sé, senza staccare le labbra dalle sue.

La ragazza sentiva quella fastidiosa vocina razionale nella sua testa che le diceva che non era una cosa sana, che doveva fermarsi finché era in tempo, ma decise che poteva benissimo ignorarla, fosse stato anche solo per una notte.

Si spostò dalla porta quel che bastava per riuscire a spingere Zack verso il corridoio che portava alla sua camera, spegnendo completamente il cervello, non ne aveva bisogno, tutto quello che le serviva era che Zack non smettesse di baciarla.

 

Quando riaprì gli occhi, Nat provò un attimo di panico sentendo qualcuno che le bloccava la schiena, ma si ricordò immediatamente di chi si trattava.

Era solo Zack.

Solo Zack? Sei spiritosa stanotte, Nat.

Voltò la testa quanto bastava per guardarlo in faccia senza svegliarlo: le era sempre piaciuto osservarlo mentre dormiva, era semplicemente adorabile.

Jess gli assomigliava moltissimo anche in questo.

Tutta quella storia era sbagliata, non potevano semplicemente pensare di ricominciare come se nulla fosse.

‘Smettila Nat’.

La ragazza sobbalzò, non si era accorta che Zack si era svegliato e la stava fissando.

‘Di fare cosa?’ chiese lei, cercando invano di ignorare il fatto che il ragazzo stava le facendo scorrere un dito lungo la schiena.

‘Di pensare che è un gran casino’ rispose lui, chinandosi per posarle un bacio sul collo, facendola rabbrividire.

‘Zack...’ cominciò lei, ma lui la interruppe immediatamente, sfiorandole appena le labbra con le proprie.

‘Lo so che è un gran casino, d’accordo? Ma ormai il danno è fatto, non perdiamoci il sonno stanotte, ok?’ disse lui.

Natalie ci pensò per un attimo, o almeno provò a farlo, Zack che continuava imperterrito a tracciare disegni immaginari sulla sua schiena non aiutava affatto.

‘Ho solo un’obiezione’ disse infine lei, sorridendo quando lo vide roteare gli occhi.

‘Sarebbe?’ chiese lui, rassegnato.

Natalie lo colse di sorpresa, voltandosi sul fianco e avvicinando il volto a quello di Zack, abbracciandolo.

Fece scorrere il dito lungo il fianco del ragazzo ripercorrendo una cicatrice che ricordava benissimo, era l’unico segno ancora visibile di una delle peggiori serate della loro vita, mentre lui osservava la sua mano senza dire una parola, probabilmente ripensando a sua volta a quel pestaggio in cui se l’era vista davvero brutta.

‘Per rovinarmi il sonno dovrei avere intenzione di dormire...’ sussurrò infine lei, guardandolo negli occhi e dandogli un bacio sull’angolo della bocca.

‘Ecco, lo vedi che tu ed io cominciamo a essere sulla stessa lunghezza d’onda?’ rispose divertito lui, baciandola.

Nat sapeva che la mattina dopo, quando la realtà sarebbe tornata a reclamare la sua attenzione, se ne sarebbe pentita, ma proprio non ce la faceva, non poteva e non voleva resistere a Zack, per una volta, una sola volta poteva permettersi il lusso di lasciare da parte la ragione.

Alle conseguenze ci avrebbe pensato poi.

 

Natalie aprì gli occhi, ma questa volta li richiuse immediatamente, troppa luce per i suoi gusti.

Capì che Zack non c’era prima ancora di cercarlo con la mano e quello bastò per risvegliarla del tutto: si rifiutava di credere che l’avesse lasciata così.

Come a voler smentire il suo pensiero, sentì dei passi in corridoio e un attimo dopo vide Zack fare capolino dalla porta, con in mano un sacchetto di carta che fece definitivamente risorgere Nat.

‘Starbucks!’ esclamò contenta lei, mettendosi a sedere.

‘Caramel Macchiato e brownie al cioccolato, dico bene?’ chiese Zack, andando a sedersi di fianco a lei sul letto e porgendole la colazione.

‘Dici benissimo’ rispose lei, allungando la mano per prendere il sacchetto.

Zack lo spostò all’ultimo momento, così lei cadde in avanti, ritrovandosi addosso a lui.

‘Buongiorno’ le sussurrò, prima di baciarla.

Natalie ricambiò il bacio ben volentieri, ma nel frattempo allungò la mano e gli rubò il sacchetto, per poi tornare trionfante a sedersi sul suo lato del letto.

‘Così non vale!’ protestò Zack, ma rideva mentre lo diceva.

‘Certo che vale’ ribatté lei, appoggiando il sacchetto sul comodino per infilarsi il suo pigiama, che era una maglietta da uomo della SynGates Clothing.

Vide che Zack la squadrava con disapprovazione e lei alzò le spalle.

‘Zack, è mio fratello, è logico che gli dia un po’ di supporto!’

‘Veramente è la maglietta in sé il problema... stava molto, molto meglio dov’era trenta secondi fa...’ ribatté lui, ridacchiando.

‘E piantala!’ protestò lei, cercando di colpirlo sul braccio, invano ‘E lasciami fare colazione in pace’ aggiunse poi, prendendo il caffè e il brownie.

‘Agli ordini!’ rispose lui, mettendosi comodo mentre Natalie mangiava.

‘Sai...’ disse Nat dopo un po’, voltandosi verso il ragazzo ‘Per quanto odi rovinare il momento, credo proprio che io e te dobbiamo fare una chiacchierata’.

Zack annuì, rassegnato, sapeva che dovevano proprio farlo, ma non ne aveva per nulla voglia.

‘Natalie... cosa vuoi che ti dica?’ iniziò il ragazzo ‘Le ho provate tutte con te... ho provato a dimenticarti e tutto quello che ho ottenuto è stato far sprecare un anno a Gena... ho provato ad ignorarti e sono durato meno di una settimana, ho provato ad odiarti e anche se sono andato meglio,  ho miseramente fallito anche in quello... ho provato a fare l’amico, ma credo che di poter dichiarare ufficialmente fallito anche questo tentativo...’.

Nat era ammutolita, non aveva idea di cosa rispondergli.

‘Senti Nat, lo so che è un casino, lo so che c’è Jess e le cose sono più complicate, so che ci dovremmo andare molto più che piano...ma sinceramente? Preferisco fare un tentativo, piuttosto che rovinare tutto un’altra volta...’.

Nat rimase in silenzio per qualche istante, poi alla fine si voltò verso il ragazzo, che era molto più ansioso di quanto non volesse dare a vedere.

‘Ti rendi conto che comunque vadano le cose io e te non possiamo arrivare al punto di odiarci, vero? Non possiamo permettercelo’ disse seria, fissando Zack dritto negli occhi.

Il ragazzo annuì, altrettanto serio.

‘E quando dici andarci piano, si intende molto, molto piano’ continuò lei e lui annuì di nuovo, lasciandosi scappare un sorriso.

‘Se la mettiamo così... beh, perché no?’ disse lei, sorridendogli a sua volta.

Zack a quelle parole l’attirò a sé, facendola sedere sulle proprie gambe.

‘Lo vedi? Tu ed io cominciamo proprio a essere sulla stessa lunghezza d’onda...’ le disse lui, sfiorando le labbra di Nat con le proprie.

‘Dici?’ chiese lei, passandogli una mano fra i capelli.

Lui annuì, poi lo sguardo gli cadde sulla maglietta di Natalie e di nuovo scosse la testa.

‘Vengeance University starebbe molto meglio...’ commentò lui, passando una mano sotto l’oggetto della discussione e sollevandola lentamente verso l’alto.

‘Non ci pensare nemmeno... devo andare a prendere Jess’ disse lei, non molto convinta in realtà, d’altronde era difficile sembrarlo con la mano di Zack sotto la maglietta.

‘Alle sette e mezzo?’ gli chiese scettico il ragazzo, avvicinandola a sé.

‘Oddio, ma che accidenti ci faccio sveglia così presto?’ si lamentò lei, facendo ridere Zack.

‘Io un paio di idee le avrei...’ rispose lui, baciandola prima che avesse il tempo di ribattere.

‘Non vedo l’ora di sentirle...’ gli sussurrò lei, mordendogli leggermente il labbro inferiore: sapeva che era una cosa che lo faceva impazzire.

Come volevasi dimostrare, Zack tornò a baciarla, questa volta con più urgenza, non prima di averle sussurrato qualcosa che Natalie non capì bene, ma che assomigliava vagamente a un “diabolica”.

 

Quando Nat si svegliò di nuovo vide che erano le nove.

Si mise sul fianco, non aveva affatto voglia di alzarsi, anche se sapeva che era necessario, aveva detto ai suoi che sarebbe passata a riprendere Jess per le dieci e mezza, sapeva quanto potesse diventare noioso se non la vedeva per troppo tempo.

Stava già mettendo una gamba giù dal letto quando si sentì tirare indietro e finì con la schiena appoggiata al petto di Zack.

‘Dove credi di andare?’ le chiese lui, dandole un bacio sulla nuca.

‘Vediamo... a lavarmi così da potermi poi preparare e andare a recuperare il piccolo demonio di tuo figlio?’ disse lei, prendendogli una mano con le proprie.

‘Mmh... mi piace la prima parte...’ commentò lui.

‘Intendevo lavarmi da sola, Baker’

‘Ecco, hai già rovinato tutto il divertimento...’ protestò lui, cominciando a baciarla dietro l’orecchio.

‘Oh, credimi, il divertimento sto per rovinartelo ora’ commentò lei, ridendo.

‘Cioè?’ chiese curioso Zack.

‘Tu sei cosciente del fatto che dobbiamo dirlo a Brian, vero?’.

Natalie sentì Zack irrigidirsi e trattenne a stento una risata, pensando che era davvero un peccato che gli stesse dando le spalle, era certa che la sua espressione in quel momento fosse impagabile.

‘Dobbiamo proprio?’ chiese Zack: in fondo sapeva che Brian non lo avrebbe davvero ucciso, ma il suo amico era un po’... inquietante quando si metteva a fare il fratello di Natalie.

‘Se preferisci che lo venga a sapere come l’altra volta...’ ribatté lei.

Zack rabbrividì al pensiero, Brian lo aveva rincorso per tutto il backstage, rinunciando solo quando, nel tentativo di seminarlo, Zack era inciampato in un cavo e si era schiantato a terra “autopunendosi”, come aveva detto Brian.

‘Però glielo dici tu’ disse infine lui.

‘Cavaliere...’ commentò divertita lei, decidendo di voltarsi per poterlo guardare in faccia.

‘E come dovrei dirglielo io? ‘Ehy, ragazzi, vi siete ripresi da ieri sera? Oh, Brian, a proposito, io ho passato la notte con tua sorella, sai?’... è la volta buona che mi rompe la chitarra in testa...’ commentò lui ‘E non c’è niente da ridere...’ aggiunse poi, dal momento che la ragazza aveva affondato la testa nel cuscino, ridendo di gusto.

‘Certo che no...’ rispose ironica lei ‘Ok, ok, ci penso io, so come prendere il mio fratellone... ma fossi in te, mi aspetterei visite in giornata...’ aggiunse poi prima di dargli un bacio sulla guancia e alzarsi dal letto.

‘Ehy, non vale!’ protestò lui, che aveva cercato invano di fermarla di nuovo.

‘Sai una cosa?’ disse lei, fermandosi sulla porta, divertita ‘Potrei averci ripensato riguardo al lavarmi da sola...’ continuò lei, facendogli l’occhiolino e ricominciando a camminare verso il bagno.

Zack non ebbe bisogno di farselo ripetere e qualche secondo dopo Natalie gli stava intimando di metterla giù mentre lui si chiudeva la porta del bagno alle spalle.

 

‘Grazie a te sono in ritardo sulla tabella di marcia, Baker’ disse Nat, finendo di mettersi l’ombretto davanti allo specchio della sua camera, mentre Zack la osservava divertito.

‘Non mi sembrava che ti dispiacesse’ commentò lui.

‘Mmh... forse’ rispose lei, trattenendo a fatica una risata davanti all’espressione indignata di Zack.

‘Lo sai che dei ‘forse’ come questo possono uccidere l’autostima di un uomo?’

‘Certo che lo so... è proprio per quello che ho detto forse’ rispose lei, finendo di mettersi il rossetto e sorridendo angelica al ragazzo.

‘Tu sei il diavolo in persona’ commentò lui, scuotendo la testa divertito.

‘Diavolo o voce della verità?’ lo provocò di nuovo lei, passandogli davanti per dirigersi in salotto.

‘Sei incredibilmente frustrante, Nat’ ribatté lui, seguendola.

‘Grazie’ rispose lei, fermandosi in mezzo al salotto.

Zack quasi cadde a terra, era dietro di lei e aveva rischiato di finirle addosso a causa della brusca frenata.

‘Che c’è Vengeance, manchiamo di equilibrio?’ lo prese in giro lei abbracciandolo.

‘No... sei tu che mi fai perdere qualsiasi forma di equilibrio’ ribatté lui abbracciandola a sua volta.

‘Romantico...’ commentò lei prima di baciarlo.

‘Ti serve un passaggio dai tuoi?’ le chiese Zack, senza lasciarla andare e appoggiando la propria fronte contro quella di Nat.

‘No, faccio quattro passi... così poi vado direttamente da Bri’

‘Beh, allora vai pure!’ disse lui, sentendo l’ultima parte.

‘Scemo...’ lo insultò scherzosamente lei ‘Allora passi stasera?’

‘Mi stai cacciando?’ ribatté lui, ridendo.

‘Forse...’

‘Piantala coi forse, Nat...’

‘Non ti sto cacciando, stupido...ma vorrei ricordarti che oggi devi andare in studio con Matt e non hai dormito quasi per nulla stanotte’

‘Chissà perché poi...’ commentò lui, ricevendo in cambio un’occhiataccia da Nat ‘Ok, ok la smetto... comunque sì, passo per le cinque’

‘A più tardi allora’ disse lei.

‘A più tardi’ ripeté lui, baciandola di nuovo prima di uscire.

‘Tutto a posto?’ chiese lei, vedendo che Zack si guardava intorno.

‘Sì... giusto un controllino...’ rispose lui, dubitava che se anche ci fosse stato qualcuno la sera prima si trovasse ancora lì, ma meglio non rischiare.

‘A volte sei adorabile Baker...’

‘Lo so... dà un bacio a Jess, a dopo’

‘Sarà fatto, a dopo’ rispose lei chiudendosi la porta alle spalle.

Ok, aveva bellamente mandato a monte qualsiasi progetto avesse riguardo ai suoi rapporti con Zack, ma non gliene importava assolutamente nulla.

Sentì bussare alla porta e le venne da ridere, evidentemente Zack si divertiva un mondo a scendere le scale per poi risalire.

‘Che vuoi anc...’.

Le parole le morirono in gola e cercò di richiudere la porta, ma Charlie fu più veloce, entrò in casa e le tappò la bocca con la mano prima che potesse urlare.

Natalie sentì un forte odore che le pizzicava il naso e si rese conto che le aveva messo un fazzoletto sulla bocca ed era impregnato di qualcosa.

Cercò invano di divincolarsi, ma tutto quello che riuscì a ottenere fu di far cadere a terra il vaso che le aveva regalato sua madre.

L’ultima cosa che sentì fu lui che le sussurrava quanto le fosse mancata, poi divenne tutto nero.

 

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Capitolo 21
*** Chapter 12 ***


Zack prese il cellulare dal comodino, proprio ora che era riuscito a prendere sonno, accidenti.

Rimase perplesso quando vide che era il padre di Brian che lo chiamava, ma poi pensò immediatamente che fosse successo qualcosa a Jess e rispose.

‘Ehy, che succede?’

‘Zack, non è che potresti fare un salto qui? Nat non è ancora passata e Jess continua a piangere perché vuole uno di voi...’.

Zack guardò l’orologio: era quasi mezzogiorno, alle dieci, quando l’aveva lasciata, Nat aveva detto che sarebbe andata subito a prendere il bambino.

‘Passamelo, per favore’.

Zack udì qualche rumore, poi finalmente sentì Jess, con la voce ancora impastata di lacrime.

‘Papà?’

‘Cucciolo, che c’è?’

‘Dove siete tu e mamma?’

‘Tesoro, fra un po’ vengo a prenderti... fai il bravo ancora un po’, va bene?’

‘Va bene’ acconsentì il piccolo.

‘Mi ripassi il nonno?’

‘Sì... ciao papà’

‘Ciao cucciolo’

‘Zack, che succede?’ chiese Brian Senior, preoccupato.

‘Hai chiamato Nat?’

‘Sì, ma non risponde... ho pensato che stesse dormendo, non sarebbe strano per lei...’

‘Ok, vado a controllare e ti richiamo, a dopo’ disse Zack, riagganciando: dubitava che Nat fosse tornata a dormire, ma fece di tutto per non pensarci, soprattutto fece di tutto per scacciare quella sgradevole sensazione: non poteva averlo fatto di nuovo, non poteva avergli fatto una cosa del genere un’altra volta.

 

Brian aveva la netta sensazione di essere tornato indietro nel tempo.

Dieci minuti prima si era trovato fuori dalla porta Zack che diceva che Nat non si trovava.

Mentre saliva le scale che portavano all’appartamento di Viki, ripensò alla conversazione avuta col ragazzo poco prima: quando Brian aveva azzardato la domanda che logicamente gli era venuta in mente, se Nat lo avesse fatto di nuovo, la sicurezza con cui Zack aveva risposto “no” lo aveva sconcertato, eppure non aveva potuto fare a meno di credergli.

E poi c’era Jess, Nat non lo avrebbe mai lasciato, di questo erano certi entrambi.

‘Che succede ragazzi?’ chiese Viki, ancora evidentemente assonnata.

‘Hai le chiavi di Nat?’ chiese Brian.

‘Sì, una copia... perché?’ chiese preoccupata lei.

‘Non riusciamo a contattarla...’.

Brian vide chiaramente la paura farsi largo sul volto di Viki, d’altronde era normale, visti i precedenti di Nat tutti loro erano terrorizzati in quel momento.

‘Te le prendo subito’ disse Viki, sparendo un attimo in casa e riapparendo subito dopo con un mazzo di chiavi.

I tre salirono fino al pianerottolo di Natalie, Brian aprì la porta e di nuovo fu come rivivere nel passato, lui e Zack che entravano nell’appartamento di sua sorella, lui che andava da una parte, Zack dall’altra...

‘Brian!’.

Ecco, anche questo era tremendamente familiare.

Tuttavia, questa volta quando Brian raggiunse Zack in salotto non c’era nessun biglietto né nessun Zack affranto seduto sul divano, ma non era sicuro che la scena che si trovò davanti fosse migliore.

Il telefono era caduto e questo spiegava perché avevano trovato sempre la linea occupata, mentre un grosso vaso che normalmente stava sul mobiletto vicino al telefono era a terra in mille pezzi.

‘Io chiamo Nathan’ disse Viki, tornando a casa sua per chiamare il fratello, che per loro fortuna era il commissario del posto di polizia di Huntington Beach.

 

‘Vediamo di fare il punto della situazione...’ cominciò Nathan, ripercorrendo con lo sguardo i suoi appunti ‘Zack, sei l’ultimo ad averla vista quando l’hai riaccompagnata a casa alle due e mezza, hai visto la porta di ingresso rotta, l’hai accompagnata fino alla porta di casa e non hai notato nulla di strano giusto?’.

Zack annuì.

‘Perfetto... quindi, la mia ipotesi è che chiunque sia entrato lo abbia fatto tra stanotte e stamattina... probabilmente stanotte, subito dopo che Zack se ne è andato...’ continuò Nathan, rivolgendosi anche a Viki e Brian.

Zack ci pensò un attimo: non voleva che Brian lo sapesse così, ma quella era proprio un’informazione che doveva dare a Nathan.

‘Posso garantirti che è successo stamattina, Nate’.

Tutti si voltarono verso Zack, confusi.

‘Come fai a esserne sicuro?’ chiese Nathan.

Zack tirò un lungo respiro prima di parlare, sentendo lo sguardo di Viki e soprattutto quello di Brian puntati addosso.

‘Perché sono andato via alle dieci da qui e Natalie stava bene’.

Zack evitò volutamente di guardare in faccia chiunque non fosse Nathan, che mantenne perfettamente la sua maschera da poliziotto in servizio, sebbene, ne era certo, fosse curioso esattamente quanto la sorella e Brian, in fondo erano tutti amici da una vita, anche lui conosceva alla perfezione la storia.

‘Ok... e quando sei uscito hai notato nulla di strano? Qualcuno in giro, una macchina...’

‘No... ho controllato le scale, ho guardato fuori, non ho visto nessuno’ rispose Zack, continuando però a ripetersi che avrebbe dovuto guardare meglio, qualcuno doveva esserci per forza stato.

‘Ok... chiederò ai ragazzi di controllare comunque le scale per sicurezza...’ disse Nathan, facendo cenno agli agenti che stavano controllando il soggiorno di Nat ‘E Zack, qualsiasi cosa ti venisse in mente, sai dove trovarmi, vero?’.

Il ragazzo annuì, continuando volutamente a non guardare Brian, nonostante sentisse il suo sguardo piantato addosso.

‘Bene... ho già chiesto di fare una chiamata ai colleghi di Washington, può darsi che salti fuori qualcosa... in tutta sincerità, spero che salti fuori qualcosa, altrimenti siamo senza uno straccio di pista, se devo essere completamente sincero...’ disse Nathan ‘Oh, scusate, torno subito’ disse poi, dopo essere stato chiamato da uno degli agenti.

Zack era già pronto a essere bombardato di domande da Brian, ma fortunatamente per lui in quel momento vide un agente che accompagnava in cucina Brian Senior con in braccio il piccolo Jess in lacrime.

‘Papà!’ urlò il bambino, sporgendosi verso di lui, che lo prese in braccio prima che il padre di Brian perdesse la presa su di lui, che si dimenava disperatamente.

‘Ehy, cucciolo, vieni qui...’ gli disse Zack, cercando di calmarlo, ma Jess non sembrava volerne sapere, si era aggrappato al collo del ragazzo senza smettere di piangere.

‘Jess, sono qui, non è successo niente, basta piangere, ok?’ riprovò dolcemente Zack, spostandolo quel che bastava per poterlo guardare in faccia.

‘Dov’è mamma?’.

Quello era decisamente il momento di inventarsi una scusa plausibile,pensò Zack, tuttavia non aveva la minima idea di cosa dire.

‘Tesoro... la mamma è dovuta andare via per un po’... ma resti con me, ok? Torna presto, promesso’ disse lui, aggiungendo la promessa finale quando si accorse che il bambino era di nuovo sul punto di scoppiare in lacrime: non era molto corretto promettergli cose di cui non era certo, ma non aveva scelta, inoltre sperava davvero che ritrovassero Nat molto presto.

Jess annuì debolmente, appoggiando la testa sulla spalla di Zack e nascondendovi il volto, tuttavia il ragazzo notò che per lo meno aveva smesso di piangere.

‘Così ti voglio cucciolo... ehy, andiamo a prendere le tue macchinine, ok?’

‘Ok’ rispose il piccolo, che aveva alzato la testa sentendo nominare i suoi giochi preferiti.                           

Zack fece per metterlo a terra, ma il piccolo si aggrappò saldamente al collo del ragazzo, allora lasciò perdere e lo tenne in braccio, alzandosi in piedi per dirigersi verso l’angolo dove Nat aveva sistemato i suoi giocattoli.

Fortunatamente i poliziotti avevano già controllato quella zona e quindi Zack poté sedersi tranquillamente con Jess sul tappetino e solo a quel punto il bambino lo lasciò andare, senza però scendere dalle gambe del ragazzo, e allungò timidamente la mano verso una delle sue macchinine.

Il ragazzo lo lasciò fare, Jess aveva solo bisogno di calmarsi un po’ e lasciargli fare qualcosa di assolutamente normale per lui era il modo migliore.

‘Sembra che tu faccia il papà da sempre’.

Zack sobbalzò appena, non aveva sentito Brian avvicinarsi.

‘Zio!’ esclamò Jess, alzando lo sguardo verso il ragazzo e porgendogli una macchinina.

Brian gli sorrise, si sedette davanti a lui e Zack e prese il giocattolo, poi Jess ricominciò a giocare, apparentemente un po’ più tranquillo.

‘Lo sai che mi aspetto una spiegazione, vero?’ gli chiese dopo un po’ Brian, senza distogliere lo sguardo da Jess.

‘Certo che lo so’ ribatté Zack ‘Ma dopo’ aggiunse poi, indicando Jess con un movimento della testa.

Brian annuì ‘Ovviamente... ma non pensare nemmeno di uscire di qui prima di aver parlato’.

L’altro si limitò ad annuire, sapeva benissimo che non l’avrebbe passata liscia.

‘Zack, Brian, avrei bisogno di parlarvi un attimo’.

I due alzarono lo sguardo su Nathan per poi tornare a fissarsi a vicenda: pensavano entrambi la stessa cosa, la faccia dell’amico non prometteva nulla di buono.

Brian si alzò in piedi e anche Zack stava per fare lo stesso, ma Jess gli si aggrappò al braccio.

‘Non andare via papà!’

‘Cucciolo, vado solo in cucina con lo zio, ok?’.

Jess però continuò a scuotere la testa, senza lasciare andare il braccio di Zack.

‘Ehy Jess, e se ci resto io qui con te?’ intervenne Viki, che era arrivata dietro al fratello ‘Così papà può parlare con lo zio e con Nathan e noi due ci divertiamo, ok?’ continuò lei, mettendosi in ginocchio vicino a Zack e Jess.

Il bambino sembrò pensarci per un istante guardando esitante il padre, poi alla fine annuì e lasciò andare il braccio di Zack, che gli diede un bacio sulla guancia e mormorò un “grazie” a Viki prima di alzarsi e seguire Nathan e Brian in cucina.

‘Allora?’ chiese Brian, sedendosi al tavolo insieme agli altri due ‘Che succede Nate?’

‘Ho una buona notizia... che in realtà è anche la cattiva notizia...’ iniziò l’altro.

‘Cioè?’

‘A Washington Natalie aveva denunciato un certo Charles Dawson per stalking... a quanto pare abitava nell’appartamento sopra il suo e si era follemente innamorato di lei, la seguiva ovunque... la polizia ha emesso un’ordinanza restrittiva, non può avvicinarsi né a Nat, né a Jess, ma questo è stato un anno fa, almeno secondo quanto sanno i miei colleghi di Washington non le ha più dato fastidio... a questo punto ho chiesto di fare un controllo su questo tizio e pare che abbia preso un aereo per Los Angeles un mesetto fa, ma non risulta registrato in nessun hotel, o almeno in nessuno di quelli che abbiamo controllato fino ad ora... inoltre abbiamo chiesto i tabulati dei suoi recapiti telefonici, potrebbe essere semplicemente a Los Angeles per motivi personali, ma per esperienza credo di doverlo escludere, gli stalkers sono persone ossessionate e raramente si lasciano scoraggiare’.

Brian e Zack erano ammutoliti, ma alla fine fu Zack a prendere la parola.

‘Viki ha nominato una telefonata strana qualche tempo fa... Nat ha subito cambiato discorso, ora che ci penso, ma mi ricordo che lei sembrava preoccupata...’

‘Ok, devo parlarne con lei...’

‘Lei chi?’ chiese Viki, entrando in cucina ‘Jess è con Kev’ aggiunse, rispondendo all’occhiata interrogativa di Zack.

‘Giusto te sorellina... Zack mi diceva che gli hai parlato di una strana telefonata che ha ricevuto Nat...’

‘Sì, circa un mesetto fa... ha detto che era un venditore telefonico, ma era strana... al telefono sembrava spaventata e anche dopo, continuava a guardarsi intorno... e fuori dalla finestra, ha guardato diverse volte dalla finestra... ma perché, c’entra qualcosa?’

‘Forse... ok, vado a mettere un po’ di fretta a quelle richieste... noi ce ne andiamo, abbiamo finito qui, se ci sono novità vi chiamo... chi chiamo?’ chiese poi Nathan, guardando alternativamente fra Brian e Zack.

‘Chiama lui’ disse infine Zack ‘Tanto mi avvisa all’istante, sbaglio?’ chiese rivolto a Brian, che annuì.

‘Perfetto... e Zack, mi permetti un consiglio?’

‘Dimmi Nate’

‘Stai attento... magari non è questo il caso, ma queste persone a volte tendono a essere possessive... se ti ha visto con Nat, potrebbe cercare di fartela pagare...’.

Zack si limitò ad annuire, in realtà il pensiero lo aveva già sfiorato, ma sentirselo dire chiaro e tondo non era per niente piacevole.

‘Ok... beh, ragazzi, spero di chiamarvi presto con delle buone notizie’ disse Nate, poi li salutò e se ne andò.

Viki rimase per un attimo sulla porta, incerta sul da farsi, ma alla fine decise di tornare in salotto con la scusa di controllare Jess e Kev, per quanto fosse curiosa sapeva che era il caso che i due parlassero da soli per il momento.

‘Parla’ disse semplicemente Brian.

‘Senti... è successo e basta, ok? Non era pianificato, non era assolutamente una cosa che pensavo avrei fatto, ma l’ho fatto... nessuno dei due lo aveva pianificato, è solo che... Dio, non lo so Brian, ok?’

‘Non pretenderai davvero che mi accontenti, vero Zack?’

‘Non so davvero che altro dirti, Brian...è...è complicato...’

‘Che state combinando, Zack? Non siete solo voi due, lo sai, vero?’

‘Certo che lo so Brian, non sono un idiota... E per quanto riguarda cosa stiamo facendo... credo che ci stiamo provando, o almeno, è quello che voglio fare io...e stando a quanto mi ha detto stamattina, credo che sia d’accordo anche Nat...’

‘Voi due non ce la fate proprio a non incasinarvi l’esistenza, vero?’ chiese Brian, lasciandosi scappare un mezzo sorriso, in realtà era abbastanza contento della cosa, anche se non lo avrebbe mai ammesso, soprattutto non con Zack.

‘Fidati di noi Brian... abbiamo sbagliato una volta, non lo rifaremo un’altra... non con Jess in mezzo, soprattutto’.

Brian si limitò ad annuire, poteva concedergli il beneficio del dubbio.

‘Parlando di Jess... forse è il caso che lo porti via di qui, no?’

‘Non potrei essere più d’accordo... gli preparo una borsa con dei vestiti e lo porto da me’ rispose Zack, alzandosi in piedi e dirigendosi verso la stanza di Jess: in realtà non vedeva l’ora di portare via suo figlio da quell’appartamento, la prima cosa che aveva pensato quando Nathan gli aveva detto di quel tizio era che potesse tornare indietro per prendere anche Jess e la sola idea lo faceva rabbrividire.

 

Quando Natalie aprì gli occhi capì subito che c’era qualcosa che non andava.

Un secondo dopo i ricordi della mattinata cominciarono a riaffiorare, confermando la sua intuizione: decisamente qualcosa non andava.

Si mise a sedere e si accorse di essere su una brandina in una stanza completamente buia, eccezion fatta per la debole luce di una lampada appoggiata su una scrivania poco distante.

Cercò istintivamente una via d’uscita, ma la finestra era sbarrata e l’unica porta era chiusa, sicuramente a chiave.

Si impose di calmarsi, dal momento che sentiva il panico farsi strada, quello era il momento di pensare lucidamente.

Tuttavia, non poteva fare a meno di essere terrorizzata: Charlie era molto più pazzo di quanto non credesse e questo era un dettaglio già di per sé terrificante, ma c’era dell’altro.

Per la seconda volta era sparita senza dire una parola e la paura che gli altri pensassero che se ne fosse andata di nuovo era più forte del resto.

Cercò di convincersi che non lo avrebbero creduto: ricordava di aver rovesciato il vaso vicino al telefono, quello avrebbe sicuramente fatto pensare che era successo qualcosa.

E poi c’era Jess.

Lei non avrebbe mai abbandonato il suo bambino, era certa che nessuno ci avrebbe creduto.

Zack non avrebbe mai potuto crederlo, o almeno lo sperava.

Sentì una morsa al cuore pensando al ragazzo: e se fosse stato in pericolo? Se Charlie lo avesse visto uscire da casa sua e ora volesse vendicarsi di lui? Le vennero i brividi al solo pensiero, soprattutto quando pensò che probabilmente Jess ora era con Zack.

Si raggomitolò in un angolo del letto, cercando di ricacciare indietro le lacrime: sarebbe andato tutto bene, loro sarebbero stati bene, aveva bisogno di convincersene.

Se non fosse stato così, non avrebbe avuto nessun motivo di resistere.

 

Zack non riusciva a dormire.

Si mise su un fianco e sorrise vedendo Jess profondamente addormentato vicino a lui: sapeva che non avrebbe dovuto farlo dormire lì, rischiava di diventare un vizio, ma cosa avrebbe dovuto fare?

Jess era letteralmente terrorizzato dall’assenza di Nat, quella sera, quando aveva cercato di metterlo a dormire, il bambino si era messo in piedi sul letto e lo aveva guardato con quei due occhioni verdi lucidi e lo aveva praticamente implorato di non lasciarlo da solo.

A quel punto, Zack aveva dovuto scegliere: passare la notte nel lettino di Jesse oppure portarlo nel letto con lui e alla fine aveva optato per la seconda opzione, più comoda per  entrambi.

Gli sistemò il lenzuolo, il bambino era agitato quella notte e continuava a levarselo di dosso.

D’altronde non c’era da stupirsi, Nat era stata il mondo di Jess per quattro anni, non aveva passato un giorno lontano da lei e improvvisamente era sparita, lasciandolo senza l’unico punto di riferimento fisso che avesse mai avuto.

Per tutto il resto della giornata, Jess non era stato lo stesso bambino allegro che Zack aveva conosciuto in quei mesi, certo, aveva passato il pomeriggio a giocare con lui e gli altri, che si erano radunati nel pomeriggio lì, ma lui aveva notato come di tanto in tanto alzasse la testa e si guardasse intorno, quasi sperasse di vedere la sua mamma apparire all’improvviso.

Gli si era stretto il cuore ogni singola volta, se c’era una cosa al mondo che lo faceva stare male era vedere Jess triste.

Zack si riscosse quando vide il bambino spalancare gli occhi e mettersi a sedere sul letto, guardandosi intorno spaventato.

‘Papà, ci sono i mostri’ sussurrò lui, con gli occhi pieni di lacrime.

‘Vieni qui... non c’è nessun mostro, ok?’ gli rispose lui, lasciando che si accoccolasse vicino a lui.

‘Sì invece...’ protestò Jess.

‘No che non ci sono Jess...ehy, io li mando via i mostri, non lo sai?’ scherzò Zack, dandogli una bacio sulla fronte.

‘Davvero?’ chiese il bambino.

‘Davvero... torna a dormire adesso, ok?’

‘Papà?’

‘Cosa c’è cucciolo?’

‘Quando torna mamma?’.

Zack esitò un attimo, sperava che Jess non gliela facesse più quella domanda.

‘Presto amore, vedrai che la mamma torna presto...’ rispose infine lui, accarezzandogli la testa per farlo addormentare, Natalie gli aveva confermato che funzionava a meraviglia.

Come volevasi dimostrare, qualche minuto dopo Jess dormiva, un po’ più tranquillo rispetto a prima.

Zack cercò di sistemarsi senza svegliarlo, doveva assolutamente cerca di dormire anche lui, non voleva correre il rischio di essere troppo stanco il giorno successivo e di perdere d’occhio Jesse, forse si stava preoccupando per nulla, ma finché Nat non fosse tornata a casa e quel pazzo non fosse stato dietro le sbarre di una cella lui non sarebbe stato tranquillo.

 

Natalie aprì gli occhi e fece un balzo all’indietro quando si trovò davanti la faccia di Charlie, che la fissava mentre dormiva.

‘Ciao Nat’ la salutò lui, sorridendole.

‘Che vuoi?’ chiese lei, indietreggiando finché non si ritrovò con la schiena contro il muro di fianco al letto.

‘Mi sei mancata, sai? Sei sparita così all’improvviso...’ disse lui, avanzando verso di lei, che lo fissava terrorizzata ‘Non mi avevi mai detto di avere un fratello così famoso...ehy, cos’è quel faccino spaventato?’ le chiese, mettendole la mano sotto il mento e costringendola a guardarlo in viso.

A Natalie venne quasi da ridere: perché era terrorizzata? Forse perché Charlie era completamente pazzo e l’aveva rapita?

‘Oh... ho capito...’ disse lui, mentre lei lo fissava perplessa ‘Stai tranquilla... non ce l’ho con te per il tizio di ieri sera... in fondo hai ragione, ti sei sentita abbandonata perché non sono venuto subito da te... non preoccuparti, acqua passata’ spiegò lui, sorridendole.

Nat si costrinse ad annuire e si sforzò di sorridere a sua volta, mettere al sicuro Zack era immediatamente passato in cima alla sua lista di priorità.

‘Il padre di Jesse, giusto?’ chiese Charlie, lasciandole andare il mento e sedendosi di fianco a lei, cominciando ad accarezzarle un braccio.

Di nuovo, Natalie annuì, cercando di resistere l’istinto di spostare il braccio, l’ultima cosa che voleva in quel momento era farlo arrabbiare, non ci teneva a sapere come avrebbe potuto reagire Charlie.

‘Che bambino adorabile... lo so che ti manca, ma non preoccuparti, presto saremo di nuovo tutti insieme e potremo ricominciare da capo’.

Natalie si sentì gelare il sangue nelle vene: no, Jesse no.

‘Non... perché non restiamo solo io e te? Niente Jess, sarebbe di troppo...’ provò lei, cercando di mantenere un tono di voce più dolce e calmo possibile, nonostante avesse voglia di urlare.

Charlie la osservò per qualche secondo, poi cominciò a ridacchiare.

‘Non essere sciocca, Nat... tu adori quel bambino... e poi che famiglia saremmo senza di lui?’.

Natalie aveva voglia di piangere, il suo bambino era in pericolo e lei non poteva fare nulla per proteggerlo, non poteva avvisare Zack, non poteva avvisare nessuno, solo sperare che qualunque cosa Charlie avesse in mente non funzionasse.

Zack non avrebbe mai permesso che prendesse Jess e poi dopo quello che era successo a lei probabilmente erano tutti più attenti, non avrebbero lasciato nessuna occasione a Charlie.

O almeno lo sperava con tutto il cuore.

‘Vedrai Nat... sarà tutto perfetto’ le disse lui, accarezzandole la guancia con la mano, poi si alzò in piedi ‘Ora devo andare...ma torno presto, tranquilla’ continuò, dirigendosi verso la porta.

Non appena fu uscito, Nat si sfregò violentemente la guancia che le aveva toccato con la manica della felpa, poi tornò a sedersi sul letto, stringendosi le ginocchia fra le braccia.

Vide che Charlie aveva lasciato dell’acqua sul comodino e ne bevve un bicchiere, si era resa conto di avere una sete incredibile, d’altronde non beveva nulla dal giorno prima, o almeno credeva fosse il giorno prima, non era certa di quanto avesse dormito dopo che lui l’aveva presa da casa sua.

Non si accorse di aver cominciato a piangere finché non vide la macchia bagnata sulle ginocchia dei pantaloni: non aveva paura per se stessa, non in quel momento per lo meno, l’unica cosa a cui riusciva a pensare era Jess, il suo piccolo, adorabile Jess che probabilmente in quel momento giocava tranquillamente, del tutto ignaro del pericolo che rischiava di piombargli addosso da un momento all’altro.

 

Zack era furibondo.

Era furioso con quel maledettissimo pazzo, non solo perché aveva preso Nat, anche se quella sarebbe stata una ragione più che sufficiente, ma anche perché per colpa di tutta quella storia, Jess stava soffrendo e la cosa lo stava facendo letteralmente impazzire.

Lui e il bambino erano in giardino, faceva troppo caldo per restarsene chiusi in casa e poi c’era l’allarme inserito, si sarebbe accorto se qualcuno avesse cercato di entrare, senza contare che non aveva la minima intenzione di perdere Jess di vista.

All’inizio il bambino sembrava normale, era stato contento di andare in giardino, ma più passava il tempo, più Zack notava che si guardava in giro, esattamente come il giorno prima, alla ricerca di Natalie.

Il ragazzo aveva provato più volte a distrarlo e in effetti ci riusciva, ma sfortunatamente non per molto tempo.

‘Papà?’.

Zack alzò lo sguardo su Jess, che aveva smesso di giocare con le sue macchinine e lo stava fissando.

‘Dimmi cucciolo’ rispose lui.

‘Andiamo in piscina?’ chiese Jess, dirigendo lo sguardo verso l’oggetto dei suoi desideri.

Zack ci pensò un attimo, ma gli bastò vedere il sorriso di Jess alla sola prospettiva di passare il pomeriggio in piscina per farlo capitolare.

‘E sia! Su, andiamo a cambiarci, ok?’.

Per tutta risposta Jess saltò in piedi felice e gli corse in braccio, lasciandosi portare in casa per mettere il costume.

Mentre tornavano in giardino qualcuno suonò alla porta e Zack si bloccò in mezzo al salotto con Jess in braccio.

‘Andiamo a vedere chi è?’ chiese il ragazzo a Jess, che annuì.

‘Zio Brian!’ esclamò Jess non appena vide chi c’era dall’altra parte, sporgendosi verso suo zio e quasi scivolando dalle braccia di Zack.

‘Piccoletto!’ lo salutò Brian, prendendolo in braccio prima che Zack perdesse la presa.

‘Vieni in piscina?’ chiese Jess entusiasta e Brian annuì, anche perché era convinto che nessuno avrebbe potuto dire di no a quegli occhioni.

Mentre si dirigevano verso la piscina, Zack lanciò un’occhiata preoccupata all’amico, temeva che la sua presenza lì fosse dovuta a notizie su Nat, ma l’altro scosse la testa.

‘Volevo solo vedere se andava tutto bene’ disse Brian una volta che furono arrivati sul bordo della piscina.

Zack annuì, poi lasciò che Jess entrasse in acqua, controllando che non si spostasse troppo in là dove la piscina era più profonda.

‘Diciamo che è tutto ok...’ disse Zack dopo qualche attimo di silenzio, tenendo la voce volutamente bassa per non farsi sentire dal bambino ‘Però gli manca e si vede’

‘Immagino... ma veramente al momento sono più preoccupato per te... Nate ha ragione, se quel pazzo ti ha visto uscire da casa di Natalie potrebbe avercela con te’

‘Sinceramente, Brian? Non me ne importa nulla... l’unica cosa che mi interessa è che non provi nemmeno a sfiorare Jess, o giuro che lo faccio fuori con le mie mani’

‘Oh, credimi, avresti più di una mano in caso... credi che sia un obiettivo anche lui?’ gli chiese Brian, osservando il bambino che giocava con l’acqua.

‘Non ne ho idea Brian, so solo che viveva con Nat a Washington e quello sa della sua esistenza... cosa succeda nella sua mente malata non lo so, ma siccome non ci tengo a scoprirlo preferisco prestare una dose extra di attenzione a Jess’

‘Giusto...’

‘Quindi nulla di nuovo?’ chiese poi Zack.

‘Temo di no... ho chiamato Nathan stamattina, mi ha detto che non hanno nulla per il momento, ma dice che è molto probabile che abbia usato un nome falso se si è registrato in un hotel o ha noleggiato una macchina... comunque stanno mandando in giro la sua foto, magari qualcuno lo ha notato’.

Zack si limitò ad annuire, non c’era molto che potesse dire.

‘Papà! Giochiamo?’ chiese Jess, distraendo i due e porgendo un pallone di gomma a Zack.

‘Vinca il migliore!’ gli rispose Zack prendendogli il pallone dalle mani, poi lo tirò addosso a Brian che per tutta risposta placcò l’amico e lo fece finire sott’acqua, facendo scoppiare a ridere Jess che fu poi seguito a ruota anche dai due adulti.

 

 

Avete visto che brava che sono? Ora aggiorno pure più di una volta a settimana!!

Non c’è molto da dire… grazie a chi sta ancora recensendo, lo apprezzo moltissimo!

Alla prossima!

xxx

Lady Numb

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Capitolo 22
*** Chapter 13 ***


Quando Natalie si svegliò di nuovo, la prima cosa che pensò fu che aveva un mal di testa lancinante.

Provò a mettersi a sedere, ma desistette subito, tornando ad affondare la testa nel cuscino: in realtà non era nemmeno sicura che fosse dolore quello che provava, era più simile a una sensazione di pesantezza.

Allungò il braccio verso il comodino e riuscì a prendere il bicchiere dentro cui c’era ancora un po’ d’acqua e bevve, aveva la gola incredibilmente secca.

Molto lentamente riuscì a raggiungere il suo obiettivo, ossia sedersi sul letto, con la testa appoggiata al muro dietro di sé.

Dopo essere rimasta immobile qualche istante le sembrò che andasse meglio, aveva ancora quel senso di pesantezza, ma per lo meno riusciva a guardarsi intorno senza provare un moto di nausea ogni volta.

Aveva una voglia incredibile di farsi una doccia, ma non osava, non con Charlie che poteva tornare da un momento all’altro, il solo pensiero che la potesse sorprendere sotto la doccia le dava il voltastomaco.

Si alzò, barcollando leggermente e si diresse verso il piccolo bagno annesso alla stanza in cui si trovava.

Si diede una rinfrescata al viso, guardandosi nel piccolo specchio sopra il lavandino: si sentiva uno straccio e lo sembrava anche, non che le importasse in realtà.

Tornò verso il letto, vi si sedette e si guardò intorno per vedere se c’era qualche modo per capire che giorno fosse e da quanto tempo era lì, ma nella stanza non c’erano orologi né calendari e quando Charlie l’aveva presa Natalie non aveva ancora indossato il proprio orologio, quindi l’unica cosa che poteva dedurre dalla poca luce che filtrava dalle persiane era che fosse giorno.

Nella stanza non notava nulla di diverso, per cui pensò che Charlie non fosse tornato mentre lei dormiva.

Si rese conto di avere davvero fame nel momento in cui il suo sguardo si posò su un minuscolo frigorifero sotto la finestra, allora sempre barcollando leggermente vi si diresse e lo aprì: qualche panino confezionato, delle bottigliette d’acqua e una torta pronta, meglio di nulla.

Prese uno dei panini e una bottiglia di acqua fresca e tornò di nuovo sul letto, cominciando a mangiare.

Se da un lato era contenta che Charlie non fosse tornato, dall’altro era estremamente preoccupata, perché sapeva che qualunque cosa il ragazzo stesse facendo aveva come unico obiettivo quello di prendere Jess.

Il solo pensiero che il suo bambino potesse vivere un incubo del genere stava rischiando di farla impazzire.

Si voltò di scatto verso la porta quando sentì il rumore della chiave nella toppa, pentendosene subito, il mal di testa era prepotentemente ritornato a quel movimento.

‘Buongiorno, Nat’ la salutò Charlie, andando a sedersi sul letto vicino a lei.

Natalie si scostò leggermente, ma il ragazzo non sembrò notarlo o comunque decise di non farci caso.

‘So che ti avevo promesso che Jess sarebbe tornato con noi presto...’ iniziò il ragazzo, mentre Natalie sentiva un brivido percorrerle la schiena ‘Ma vedi, quel tipo, suo padre, sì, beh... mi sta dando un po’ di noie... lo sta soffocando quel bambino, i bambini dovrebbero essere liberi di giocare senza guardie del corpo, non credi Natalie?’.

La ragazza annuì senza dire nulla, era sempre dell’opinione che era meglio evitare di contraddirlo se le era possibile.

‘Già... e invece non lo ha perso d’occhio un attimo... in piscina, in giardino, in casa...’.

Natalie ora era terrorizzata, il solo fatto che Charlie fosse riuscito ad arrivare tanto vicino a Jess e Zack la stava facendo sentire male.

In realtà lei non si sentiva affatto bene, ma non era sicura che fosse tutto dovuto alla paura.

‘Sembri stanca Nat...’ le disse lui, con un sorriso strano in volto, che la ragazza non capì ‘Riposati ancora un po’...’ continuò, facendola stendere.

Natalie avrebbe voluto protestare, da quando era lì non faceva altro che dormire, ma improvvisamente la sua testa sembrava fatta di piombo e le palpebre faticavano a stare aperte, per cui suo malgrado si ritrovò distesa sul letto.

L’ultima cosa che vide prima di lasciarsi andare al sonno fu Charlie che la osservava compiaciuto, prendeva il suo mazzo di chiavi e usciva dalla stanza fischiettando.

 

Zack stava seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi della paranoia.

Certo, la situazione attuale giustificava i suoi timori, soprattutto quando si trattava di Jess, ma aveva la netta sensazione di aver già visto quel ragazzo anche alla gelateria e non gli piaceva per niente il modo in cui fingeva di leggere un libro mentre guardava verso lui e Jess.

Certo, probabilmente Zack era solo molto paranoico e il ragazzo stava davvero leggendo, oppure si trattava di un suo fan, ma ciò non toglieva che la situazione lo stesse inquietando non poco, però non voleva semplicemente andarsene, primo, perché in caso avesse avuto ragione non voleva che il ragazzo capisse che lui sospettava qualcosa, secondo, perché Jess si stava divertendo un mondo e Zack non aveva il coraggio di rinchiuderlo in casa per un’altra giornata, non erano usciti per due giorni interi, il bambino stava letteralmente impazzendo.

‘Papà, papà! Salva i tuoi dinosauri!’.

Zack tornò a concentrarsi su Jess, per una volta aveva sostituito le macchinine con dei dinosauri e ormai il ragazzo era abbastanza certo che Nat gli avesse fatto vedere Jurassic Park, oppure suo figlio era veramente un piccolo genio dal momento che stava riproducendo alla perfezione alcune scene del film.

‘Non li avrai!’ scherzò Zack, cominciando a nascondere quello che Jess aveva definito ‘il suo team’, mentre il bambino fingeva di rincorrerli con uno dei propri, ridendo divertito.

‘Sei più bravo della mamma, lei la prendo sempre!’ disse Jess e a Zack non sfuggì come improvvisamente avesse fermato la sua ‘corsa’ e il suo sguardo si fosse fatto triste.

‘Vieni qua cucciolo’ disse lui, prendendolo in braccio.

‘Voglio la mamma’ si lamentò il bambino, sul punto di piangere ‘Quando torna, papà?’

‘Cucciolo, non lo so quando torna, ma torna, quindi non piangere... ehy, non vorrai mica farti trovare con i lacrimoni, vero?’ gli disse lui, asciugandogli le lacrime che avevano cominciato a scendergli sul volto ‘Sei o non sei l’ometto della mamma?’.

Jess sussurrò una risposta affermativa calmandosi, però continuava a tirare sul col naso e ad abbracciare Zack.

‘Ehy, torniamo a casa? Facciamo così, chiamiamo lo zio Brian e la zia Michelle e passiamo il resto del pomeriggio in piscina, ok?’

‘Anche Val e Lacey?’ chiese Jess speranzoso e Zack sorrise divertito, Jess si era molto affezionato alle ragazze, anche perché avevano passato molto tempo a casa di Natalie in quei mesi e lo avevano riempito di coccole.

‘Anche Matt e Johnny, se vuoi’.

Jess sorrise, per la gioia di Zack.

‘Sì!’ esclamò il bambino.

‘E allora recuperiamo questi poveri dinosauri e andiamo!’ gli disse Zack, aiutandolo a rimettere i suoi giochi nello zainetto, poi lo riprese in braccio e si diresse verso la macchina, tenendo d’occhio nel frattempo quel ragazzo sospetto.

Si diede dell’idiota mentalmente, quello non aveva mostrato il minimo interesse per il fatto che se ne stessero andando, forse stava diventando davvero paranoico.

Mise Jess sul sedile posteriore, poi si diresse verso la portiera del guidatore e salì in auto.

Fece retromarcia per uscire dal parcheggio e fu allora che si accorse che il ragazzo si trovava ora all’uscita del parco, a poco più di cinquanta metri da dove erano loro.

Forse Zack non era poi così paranoico.

 

‘Zia Michelle!’ urlò Jess, correndo incontro alla ragazza, che era appena entrata in casa di Zack insieme a Brian, Matt, Johnny, Val e Lacey.

‘Ehy, piccolino!’ lo salutò lei, prendendolo in braccio.

‘Ehy, e noi chi siamo?’ si lamentò scherzosamente Lacey, mettendosi le mani sui fianchi così come Val.

‘Ciao Lacey!’ la salutò il bambino, sporgendosi verso di lei, che lo prese dalle braccia di Michelle.

‘Lo hai capito il piccolo? Subito dalle ragazze va...’ commentò divertito Matt.

-‘Matt, è mio nipote, è furbo e geniale’ spiegò Brian, come se fosse ovvio, facendo ridere tutti quanti.

‘Andiamo in piscina?’ chiese Jess alle ragazze, sfoderando il suo sguardo da cucciolo e facendole letteralmente sciogliere.

‘Andiamo!’ esclamò Val dirigendosi insieme alle altre ragazze verso il giardino di Zack.

I ragazzi gli furono subito dietro, ma Zack fermò Brian, facendogli segno di restare in casa.

‘Che succede?’ chiese preoccupato a Zack.

‘Potrei essere solo paranoico Bri... ma credo che qualcuno stesse seguendo me e Jess oggi’.

Brian si fece serio e molto, molto preoccupato.

‘Perché lo pensi?’

‘C’era questo tizio... mi sembrava un ragazzo, ma non l’ho visto molto bene... comunque, forse mi sbaglio, ma mi era parso di averlo visto in gelateria... e dopo era anche al parco... e quando siamo andati alla macchina, me lo sono ritrovato dietro...’

‘Ok... hai chiamato Nathan?’

‘Non ancora... aspettavo di sentirmi dire che non sono pazzo... potrebbe essere anche un fan per quel che ne so’

‘In ogni caso vale la pena di dirglielo... se fosse un fan sarebbe un po’ troppo stalker, se non fosse un fan... beh, lo sai meglio di me cosa vorrebbe dire’.

Zack annuì, certo che lo sapeva e non voleva nemmeno pensarci.

‘Vado a chiamarlo... ci pensi tu a dirlo agli altri?’.

Brian annuì, dirigendosi verso il giardino mentre Zack faceva una telefonata a Nate.

 

‘Quindi non lo hai visto bene, giusto?’ chiese Nathan, che era arrivato una decina di minuti prima a casa di Zack.

‘No, l’ho riconosciuto per il modo in cui era vestito, aveva una maglietta gialla e blu, l’ho notata subito alla gelateria’ spiegò Zack, salutando Jess, che continuava a fissare lui e Nate dalla piscina, d’altronde l’ultima volta che aveva visto Nathan era stato quando Nat non era tornata a casa, probabilmente aveva paura che sparisse anche lui.

‘Quindi... alto più o meno uno e settanta, corporatura media, capelli scuri, giusto?’

‘Sì... però aveva un cappellino, potrei sbagliarmi sui capelli... so che non è un granché Nate, ma sono quasi certo che non fosse un fan...’

‘Non sarà un granché, ma è più di quello che abbiamo avuto fino ad ora...la descrizione coincide con quella di Dawson, il che può essere una buona o una cattiva notizia a seconda di come la vedi...’

‘Vedila come cattiva per un attimo’ gli chiese Zack.

‘Punta a Jess, ne sono quasi certo...’ disse Nate e Zack, nonostante se lo aspettasse in fondo, fu attraversato da puro panico alla sola idea ‘Se volesse vendicarsi di te... beh, sarebbe stato sufficiente manomettere i freni, Jess o non Jess non gliene sarebbe importato nulla... invece mi sembra che ti stia studiando... aspetta il momento in cui ti distrarrai per fare la sua mossa’.

Zack annuì, incapace di proferire parola: sapeva che non era quella l’intenzione del suo amico, ma ora si sentiva doppiamente responsabile, se fosse successo qualcosa a Jess sarebbe stata solo colpa sua e di una sua disattenzione.

‘La cosa positiva è che probabilmente non si è reso conto che lo avevi visto...’ aggiunse Nate, notando l’espressione sconvolta dell’amico ‘Questo può giocare a nostro favore... dammi il tempo di organizzare la squadra, da domani pomeriggio qualsiasi movimento tu faccia con Jess, avrai degli agenti in borghese dietro di te... e se fa un passo falso lo prendiamo subito’

‘Se fa un passo falso? Non potete prenderlo e basta?’ chiese Zack, non gli andava per nulla a genio l’idea di dover aspettare quel famigerato passo falso.

‘Non sappiamo dove sia Natalie, Zack... se lo prendiamo come dici tu risolviamo solo metà del problema... e se poi non parla, rischiamo di condannare Nat’.

Di nuovo Zack annuì senza proferire parola: quella situazione gli ricordava tanto una delle loro nuove canzoni.

Era un maledettissimo incubo.

‘Zack, la troviamo... non dovrei farlo, ma te lo giuro, la troviamo Natalie’ gli disse Nathan.

‘Lo spero Nate... lo spero davvero’.

Il poliziotto gli diede una pacca sulla spalla per rincuorarlo, poi lo salutò, dicendo che sarebbe andato direttamente al commissariato per organizzare tutto quanto.

Zack lo accompagnò alla porta, poi tornò verso la piscina e venne immediatamente raggiunto da Jess.

‘Papà, zia Michelle mi sta insegnando a nuotare!’ esclamò orgoglioso lui.

‘Ah sì?’ rispose Zack, sorridendogli ‘E come va il cucciolo, zia Michelle?’ chiese Zack alla ragazza.

‘Ha ottime potenzialità’ rispose lei, sorridendo al bambino, che stava tornando verso di lei.

Vide che Val formulava un ‘tutto a posto?’ muto e Zack le fece capire che gli avrebbe spiegato tutto dopo e si diresse verso Brian, prima ne avrebbe parlato con lui, poi avrebbero coinvolto anche gli altri.

 

‘Papà!’.

Zack aprì gli occhi e la prima cosa che vide furono quelli verdi di Jess che lo fissavano.

‘Ehy, cucciolo’ bisbigliò Zack, per non svegliare Matt, Brian e Johnny: la sera prima, dopo che lui e Brian gli avevano spiegato la situazione, i ragazzi avevano deciso di fermarsi lì, mentre le ragazze, seppure a malincuore, erano tornate a casa, e avevano finito per addormentarsi tutti in salotto, Jess incluso.

Ci avevano pensato bene prima di decidere di restare tutti lì, ma avevano concluso che non sarebbe parso troppo strano a quel Dawson se li stava osservando, per loro era assolutamente normale finire a dormire gli uni nei salotti degli altri, soprattutto in quegli ultimi mesi.

‘Mi fai il latte?’ gli chiese Jess, stropicciandosi gli occhietti ancora assonnati.

‘Certo che sì’ rispose Zack, alzandosi in piedi e dirigendosi col bambino verso la cucina.

Il piccolo si sedette al tavolo, appoggiando a fatica le manine sopra di esso, facendo ridere Zack: Jess era un piccolo concentrato di orgoglio a volte, odiava quando gli si mettevano sotto dei cuscini per farlo stare più in alto e infatti ogni volta che doveva mettersi a tavola provava, invano, a farne a meno.

‘Ti prendo i cuscini’ gli disse lui.

‘Non li voglio!’ protestò Jesse, mettendo il broncio.

‘O i cuscini o niente latte, signorino... non voglio ritrovarmelo per terra e su di te’ rispose deciso Zack, prendendo i cuscini che teneva su una delle sedie e mettendoli su quella del bambino, facendolo poi risedere.

‘E puoi tenermi il broncio tutta mattina, li tieni’ gli disse Zack, trattenendo a stento le risate vedendo Jess imbronciato che guardava fisso la sua tazzina vuota, era adorabile, ma doveva mantenere un minimo di autorità, lo stava viziando anche troppo quel cucciolo, almeno su quelle piccole cose doveva mantenere una posizione decisa.

Mentre gli stava versando il latte, Brian fece il suo ingresso in cucina, osservando Jess perplesso.

‘Qualcuno sta facendo i capricci qui?’ chiese il ragazzo, sedendosi di fronte a Jess, che aveva cominciato a bere il suo latte in silenzio.

‘Non vuole i cuscini’ spiegò Zack, indicando il corpo del reato all’amico.

‘Orgoglioso come il padre...’ commentò Brian, ricevendo in cambio un’occhiataccia da Zack, che però ignorò amabilmente ‘Hai del caffè in giro?’

‘Stavo per farlo, ma non so se ho voglia di condividerlo con te...’ rispose Zack, piccato per il commento: lui non era così orgoglioso.

‘Appunto, come dicevo io...’ disse Brian, ridacchiando.

Zack si fermò un attimo per pensarci, poi si maledisse da solo: praticamente gli aveva appena dato ragione.

‘Sei troppo sveglio per esserti appena alzato, Gates’

‘Io sono solo intelligente, Vengeance... ehy, piccolino, non parli?’ chiese Brian rivolto a Jess, che non aveva detto una parola.

‘...Io sono alto’.

Brian e Zack dovettero fare uno sforzo immane per non scoppiare a ridere, Jess era talmente serio mentre lo diceva da risultare paradossalmente comico.

‘Certo che lo sei, cucciolo’ gli rispose dolcemente Zack, scompigliandogli i capelli ‘Ti dirò la verità: è il tavolo che è troppo alto, non tu che sei basso’

‘Davvero?’ chiese Jess, dimenticandosi di essere arrabbiato e fissando Zack curioso.

‘Certo... ed è per questo che devi usare i cuscini, per fargli vedere che tu sei più furbo di lui!’ rispose Zack, serissimo.

‘Ok!’ disse Jess, decisamente più allegro di qualche minuto prima, riprendendo a bere il suo latte e lanciando occhiate trionfanti al tavolo, facendo ridere Brian che lo aveva proprio davanti a sé.

‘Programmi per la giornata?’ chiese Brian a Zack.

‘Aspetto che mi chiami, poi si vedrà’ rispose l’altro, evitando volutamente di fare il nome di Nathan, non voleva spaventare Jess.

Brian annuì, voltandosi verso la porta che si era aperta in quel momento e salutando Johnny e Matt.

‘Ciao Matt, ciao Johnny!’ li salutò Jess.

‘Ehy, piccoletto’ gli rispose Matt, lasciandosi cadere sulla sedia di fianco a quella del bambino, mentre Johnny si sedette vicino a Brian.

‘Ecco, vedi Jess? Tu diventerai alto come lo zio, lui invece sarà in lotta con il tavolo per tutta la vita’ disse Brian al bambino, indicandogli Johnny.

Per tutta risposta, il bassista diede un pugno sul braccio all’amico, che non se lo aspettava, perse l’equilibrio e cadde dalla sedia, il tutto fra le risate degli altri, Jess incluso.

‘Christ, sei morto!’ urlò Brian, cominciando a rincorrere l’amico per tutta la casa di Zack.

 

Quel pomeriggio, Zack si trovava con Jess a casa di Brian e Mich, aveva sentito Nathan la mattina e lui gli aveva raccomandato di comportarsi nel modo più normale possibile per non insospettire Dawson, ma Zack si sentiva poco tranquillo ad andare al parco o in spiaggia con Jess e aveva pensato che passare il pomeriggio a casa dell’amico fosse tutto sommato un buon compromesso, una cosa abbastanza normale e relativamente sicura.

‘Zack?’.

Il ragazzo si riscosse quando sentì l’amico che lo chiamava, era seduto nella veranda sul retro e aveva approfittato del fatto che Jess era con Michelle e quindi controllato a vista per immergersi completamente nei suoi pensieri.

‘Scusa, pensavo’

‘Lo avevo notato...’ scherzò Brian, sedendosi a sua volta ‘Ehy, stai tranquillo, deve solo provarci a far vedere la sua faccia in casa mia, lo uccido personalmente’ aggiunse poi, notando che l’amico sembrava piuttosto ansioso.

‘Lo so... ma non posso fare a meno di pensare che è riuscito a prendere Natalie da sotto il mio naso’ rispose Zack.

‘Zack... tu non stai pensando qualcosa di simile a un “è colpa mia se ha preso Nat”, vero?’ chiese Brian, facendosi serio.

‘Beh... è evidente che era nascosto da qualche parte prima che me ne andassi... se avessi controllato meglio magari...’ iniziò Zack, ma fu interrotto dall’amico.

‘Zack, punto primo, visto il tipo non sono sicuro che sarebbe stata una buona cosa se lo avessi trovato, punto secondo... beh, Natalie ha questo vizio di non condividere i suoi problemi col resto del mondo... nessuno aveva alcun motivo di pensare che ci fosse qualcuno che poteva farle qualcosa, figuriamoci rapirla o essere ossessionato da lei...’

‘So anche questo Brian... ma ciò non toglie che sia successo... e sono terrorizzato all’idea che possa succedere con Jess’ rispose Zack.

‘Non lasceremo che accada, né io né gli altri, dovrà passare sul mio cadavere Zack, di questo puoi stare certo’.

Zack accennò un sorriso, sapeva che gli altri avrebbero fatto qualsiasi cosa in loro potere per proteggere Jesse e lui non avrebbe potuto essergliene più grato di quanto già non fosse.

‘Papà!’.

Entrambi si voltarono verso Jess, che un attimo dopo era sulle ginocchia di Zack.

‘Ehy, cucciolo, ti stai divertendo?’ gli chiese lui, ritrovando immediatamente il sorriso, si era promesso di fare qualsiasi cosa in suo potere per dare a Jess l’impressione che andasse tutto bene.

‘Sì! La zia Michelle ha detto che fra un po’ nuoto meglio di lei!’ esclamò lui orgoglioso.

‘E bravo il mio cucciolo!’ commentò Zack, scompigliandogli i capelli.

‘Mmh... secondo me non sei bravo quanto me però’ intervenne Brian.

‘Invece sì!’ replicò il bambino, che essendo orgoglioso quanto il padre non sopportava di essere sfidato.

‘Scommettiamo?’ disse Brian, prendendolo in braccio e correndo con lui verso la piscina, mentre Jess rideva.

 

‘Zio Bri?’.

Brian osservò perplesso Jess, che stava giocando con lui fino ad un secondo prima e improvvisamente si era fatto serio senza un motivo.

‘Che c’è piccoletto?’

‘Papà è triste perché non c’è la mamma?’ chiese il bambino, sedendosi sul materassino su cui giocava poco prima.

‘Un po’ piccoletto, sì’ rispose lui, aiutandolo a sedersi.

‘Perché non torna? Non voglio che papà è triste... anch’io voglio la mamma...’ disse Jess, facendosi triste.

‘Jess, non è così facile...’ iniziò Brian, mettendosi in piedi di fronte a lui di modo che Zack non si accorgesse dell’espressione cupa del bambino, una preoccupazione in  meno non poteva che fargli bene ‘Sono sicurissimo che la mamma tornerà presto... ma ci sono delle... delle cose per cui adesso non può tornare...’

‘Ma io voglio la mamma...’

‘Credimi piccoletto, la vogliamo tutti la mamma’ gli disse Brian, accarezzandogli la testa ‘Ascolta, facciamo una cosa: adesso io e te prepariamo i gavettoni e li lanciamo addosso a papà, così non è più triste, ok?’ propose Brian: non voleva addentrarsi troppo nei meandri di quel discorso, Zack aveva deciso di non dire nulla a Jess riguardo a quello che stava succedendo e lui era d’accordo con l’amico, aveva solo quattro anni, sarebbe stati inutile caricarlo di un peso del genere.

‘Ok...’ rispose Jess, poco convinto.

‘Ehy, non vedo entusiasmo qui!’ disse Brian, schizzandolo con l’acqua.

‘Ok!’ disse Jess un po’ più convinto, spruzzando Brian a sua volta.

‘Su, vieni con me piccoletto, andiamo a far rifornimento dalla zia Michelle!’ disse il ragazzo, prendendo il bambino dal materassino e dirigendosi verso la ragazza.

 

Rieccomi di nuovo!

Lo so, sono in ritardo, ma abbiate pietà della mia anima... questa tesi mi sta debilitando anche fisicamente ormai, sono sostanzialmente un rottame in questi ultimi giorni soprattutto...

Comunque, back to business... so di essere crudele, che ci volete fare, sono e resto una drama sucker... XD

Spero che il capitolo vi piaccia... e se le cose vanno come dico io... a presto col seguito!

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Capitolo 23
*** Chapter 14 ***


Due giorni più tardi, Zack e Jess si trovavano al parco e il ragazzo stava facendo di tutto per non farsi prendere dal panico.

Nathan era stato da lui quella mattina, gli aveva detto che dopo quei tre giorni passati a pedinare Dawson non erano arrivati a nulla, era fermamente convinto che non si fosse accorto di essere seguito, ma per qualche motivo, forse scrupolosa prudenza, non era mai tornato ovunque tenesse Nat, aveva sempre passato le notti in motel.

Il suo amico gli aveva spiegato che a quel punto l’unica soluzione era quella di coglierlo in flagrante, perché di quel passo non solo non avrebbero scoperto dove si trovava Nat, ma non avrebbero avuto alcun elemento per collegarlo alla sparizione della ragazza.

Zack era d’accordo su quel punto, l’idea che Dawson venisse arrestato e messo sotto torchio gli piaceva molto, era il modo in cui questo sarebbe dovuto succedere che non gli piaceva affatto.

Dovevano fargli fare quel famoso passo falso.

Nathan lo aveva rassicurato che non avrebbe avuto modo di scappare e Zack aveva appurato di persona che il parco era pieno di poliziotti in borghese, sulle panchine a fianco della sua si trovavano alcuni degli agenti che avevano perquisito la casa di Natalie e tutto intorno ce ne erano altri, ma lui non era affatto tranquillo, era Jess quello di cui si stava parlando, la remota possibilità che qualcosa andasse storto lo faceva sentire male.

Mentre osservava Jess giocare di fianco a lui, vide avvicinarsi una figura che si rivelò essere Dawson.

Si impose di non fissarlo, lui non doveva capire che sapeva qualcosa, ma continuò a seguire i suoi movimenti con la coda dell’occhio e lo vide fermarsi a due panchine da lui.

Zack sentì il cellulare vibrare nella tasca, lo tirò fuori e vide che si trattava di un messaggio di Nathan, una parola semplicissima che suonava tanto come una condanna: “Adesso”.

Il ragazzo guardò di nuovo Jess, che ignaro di quello che stava succedendo continuava a giocare tranquillamente con le sue macchinine, poi respirò a fondo e fece quella che, ne era certo, era la cosa più difficile che avesse mai dovuto fare.

Si alzò in piedi, fingendo di rispondere al telefono, e diede le spalle al bambino.

Mentre fingeva di parlare con un immaginario interlocutore, Zack era in realtà molto attento ai rumori dietro di sé, in particolare al suono delle macchinine di Jess.

Improvvisamente non le sentì più e dovette lottare contro ogni fibra del suo essere che gli stava urlando di girarsi.

Un attimo dopo sentì gli agenti urlare a Dawson di fermarsi e allora si voltò.

Vide il ragazzo che cercava di scappare, mettendosi a correre con Jess in braccio, ma venne bloccato da Nathan, nascosto poco lontano, mentre un altro agente gli toglieva immediatamente Jess dalle mani.

Zack raggiunse di corsa il bambino, prendendolo dalle braccia del poliziotto e abbracciandolo, ringraziando nel frattempo tutti i santi che conosceva, Jess stava bene grazie al cielo.

‘Ehy, cucciolo, tutto a posto?’ chiese a Jess, che non sembrava particolarmente sconvolto da quello che era appena successo.

‘Sì... perché la polizia prende Charlie?’ gli chiese poi e Zack capì perché il bambino non pareva spaventato, conosceva Dawson, non gli era parso strano che lo prendesse in braccio.

Paradossalmente si ritrovò a esserne contento, era meglio così, almeno Jess non si era accorto di nulla.

‘Beh... diciamo che ha fatto delle brutte cose, tesoro...ma tu non ci pensare, ok?’ gli rispose Zack, dandogli un bacio sulla fronte ‘Noi possiamo andare, Nate?’ chiese poi all’amico.

‘Sì, portalo a casa... ti chiamo appena so qualcosa’ gli rispose Nathan, andando poi a raggiungere gli agenti che avevano preso in custodia Dawson.

Zack non se lo fece dire due volte e si diresse immediatamente alla sua auto col bambino, chiamando nel frattempo Brian per rassicurare lui e gli altri che era andato tutto bene.

Ora c’era solo da sperare che quel tizio parlasse e potessero finalmente ritrovare anche Natalie.

 

Zack non fu affatto sorpreso di trovare Brian e Viki che lo aspettavano davanti a casa, nonostante avesse detto all’amico che Jesse stava bene, era assolutamente certo che gli avrebbe fatto visita, così come Viki, c’era un motivo se quei due erano tanto amici.

‘Ehy, piccolino!’ esclamò Brian quando li vide scendere dall’auto, prendendo in braccio Jess, che gli era corso incontro.

‘Ciao zio! Ciao Viki!’

‘Ehy, Jess’ lo salutò Viki, sorridendogli ‘Tutto bene?’ chiese poi rivolta a Zack.

‘Andiamo dentro, ok?’ le rispose Zack, facendo cenno ai due di seguirlo in casa.

I tre si accomodarono in salotto e Jess si mise sulla veranda, facendo pensare a Zacky che finalmente poteva lasciarlo lì tranquillamente, senza il terrore che scomparisse da un momento all’altro, quel pomeriggio era stato una gran liberazione in quel senso.

‘Quindi ci è cascato?’ chiese Brian, riportandolo alla realtà.

‘In pieno... aveva già... già preso Jess e se lo stava portando via...’ spiegò Zack, rabbrividendo al solo ricordo ‘Ora lo interrogheranno... e possiamo solo sperare che dica dov’è Nat’ continuò lui.

Viki e Brian annuirono e né alla ragazza né a Zack sfuggì l’espressione angosciata sul suo volto, nel caos generale diventava facile scordarsi che Nat era prima di tutto sua sorella.

‘Ehy, Bri, vedrai che andrà tutto bene...’ cercò di rincuorarlo Viki ‘Lo conosci mio fratello, se vuole spremerti, lo fa per benino’ aggiunse poi, riuscendo a strappare un sorriso a Brian.

‘E tu dovresti saperlo molto meglio di altri, Gates’ intervenne Zack divertito, sapeva perfettamente a cosa Viki si stesse riferendo.

‘Piantatela, non è stato affatto divertente’ rispose il ragazzo, ripensando a quell’episodio: Brian aveva sedici anni e Nathan ventiquattro e lui si era convinto che Bri avesse una relazione con Viki, il che era anche comprensibile dal momento che passavano tutto il tempo insieme, quindi un bel giorno lo aveva fatto andare a casa della ragazza quando lei non c’era e lo aveva sottoposto ad un terzo grado da incubo.

Inutile dire che quando Viki lo aveva scoperto aveva fatto una scenata incredibile a Nathan e aveva promesso al povero Brian, enormemente traumatizzato dall’esperienza, che gli altri non lo avrebbero saputo, però aveva fatto l’errore di dirlo a Natalie.

‘Oh, invece è stato molto divertente Brian...sembravi un pulcino bagnato il giorno dopo’ ridacchiò Zack.

‘Vedi un po’ di piantarla Vengeance’ gli intimò Brian, ma stava sorridendo e a Zack non sfuggì l’espressione soddisfatta di Viki, non solo era riuscita a tirare su il morale ad entrambi, ma aveva anche sviato il discorso da Natalie, in quel momento non serviva a nulla tormentarsi.

‘Viki, Viki! Vieni a giocare con me?’.

Tutti e tre si voltarono verso Jesse, che era entrato in salotto e ora era in piedi davanti alla ragazza.

‘Molto volentieri!’ rispose lei, alzandosi in piedi per seguire il bambino ‘Anzi...cosa ne dici se facciamo una gara? Io e te contro papà e lo zio?’ propose Viki, lanciando un’occhiata di sfida ai due ragazzi.

‘Sì!’ esclamò Jess felice.

‘Preparati a perdere, Kingston’ le disse Zack, alzandosi in piedi a sua volta.

‘Oh sì Vik, sarai stracciata’ gli fece eco Brian e tutti insieme si diressero verso la veranda.

 

Natalie ormai era convinta che ci fosse qualcosa che non andava in lei.

Più passavano i giorni e peggio si sentiva e non riusciva a spiegarsi il perché, non aveva preso nulla, Charlie non le aveva dato nulla, perché stava così male allora?

Si alzò dal pavimento del bagno, dove aveva passato le ultime ore, o forse l’intera giornata, non ne aveva idea, ormai aveva completamente perso la cognizione del tempo, non avrebbe nemmeno saputo dire quanto tempo fosse passato da quando Charlie l’aveva rapita, poteva essere un mese così come due giorni per quello che ne sapeva.

Arrivò a fatica fino al letto, lasciandosi cadere su di esso e raggomitolandosi sotto le coperte, non si era mai sentita tanto male in vita sua.

Si chiese dove accidenti fosse finito Charlie, non le piaceva quando stava via così a lungo, non perché ci tenesse a rivederlo, ma perché temeva che quella lunga assenza significasse che il suo piano per rapire Jess stava avendo esito positivo.

Si tirò il lenzuolo sopra la testa, forse avrebbe dormito un po’, si disse, magari dopo una bella dormita sarebbe stata meglio.

Le parve di sentire un colpo alla porta, ma pensò di esserselo immaginato, non ne sarebbe stata sorpresa, ultimamente aveva l’impressione di inventarsi molte cose, più di una volta era stata sicura di aver sentito la voce di Zack, altre ancora Jess piangere, ma fino a quel momento non sembrava mai aver avuto ragione.

Probabilmente stava impazzendo.

Eppure la porta che veniva spalancata le sembrava un’immagine così reale, anche se un po’ offuscata,  e persino la voce di Nathan le parve vera.

‘Eccola, è qui...Nat, ehy, mi senti?’ le chiese il ragazzo, chinandosi di fianco al letto ‘Oh cazzo... Jaz, fai salire quelli dell’ambulanza, immediatamente’ urlò lui al suo collega.

‘Nate?’ chiese incerta Nat, la sua voce appena un sussurro: forse questa volta non era solo la sua immaginazione.

‘Ehy, Nat, resta con me, ok, non dormire, capito?’ le disse lui, cercando di metterla a sedere mentre lei protestava, le stava facendo tornare la nausea in quel modo.

‘Mi gira la testa...’ protestò lei, cercando invano di stendersi di nuovo.

‘Lo so Nat, ma fidati di me, ok?’ le disse lui, facendo contemporaneamente cenno a quelli dell’ambulanza di raggiungerlo.

Nat sentì che la sollevavano e la mettevano su una barella e le parve di vedere uno sguardo molto preoccupato sul volto di Nathan, ma non capiva perché, era solo un po’ di malessere, le sarebbe passato o almeno sperava.

Improvvisamente le venne in mente che poteva essere successo qualcosa a Jess e si sentì prendere dal panico, avrebbe voluto chiederlo a Nate ma non ci riusciva, voleva parlare, ma sembrava che le parole non volessero saperne di uscire dalla sua bocca.

Le girava la testa, le girava davvero tanto la testa, il terrore che provava in quel momento stava peggiorando notevolmente il suo malessere.

Quando tornò a guardare Nathan, non solo era un’ombra indistinta ai suoi occhi, ma si erano aggiunti dei puntini luminosi, come tante piccole stelle, poi divenne tutto nero, per un po’ sentì delle voci concitate attorno a sé, ma ben presto anche quelle si attutirono fino a scomparire del tutto.

 

Quella sera, nemmeno Viki riusciva più a essere tanto positiva.

Erano passate diverse ore ormai, nessuno di loro si aspettava che Dawson arrivasse in commissariato e cominciasse felicemente a raccontare tutto quanto, ma era da quel pomeriggio che non sentivano Nathan, il che secondo la ragazza poteva significare due cose.

Numero uno, erano entrati in azione e non glielo avevano detto per non dargli speranze nel caso ci fosse il sospetto che qualcosa non andasse.

Numero due, lo stavano ancora interrogando.

Nessuno dei tre avrebbe saputo dire quale fosse la peggiore delle ipotesi.

Forse la seconda, se Dawson non parlava, significava che Nat era abbandonata a se stessa, certamente non poteva scappare, altrimenti lo avrebbe già fatto e quindi più tempo passava, più rischiavano di non trovarla viva.

Nessuno dei tre voleva pensare a quell’ipotesi.

‘Se non chiama entro mezz’ora, giuro che lo chiamo io’ disse Viki, rompendo il silenzio che era sceso nel salotto di Zack.

‘Sono con te’ disse Brian, reso talmente nervoso dall’attesa da non riuscire a stare seduto per più di cinque minuti di fila.

‘Ci sto’ intervenne Zack, stando attento a non svegliare Jess, che si era addormentato in braccio a lui.

Zack gli sorrise, sistemandogli la copertina addosso: almeno qualcuno non risentiva di tutta quella tensione.

‘Beato lui...’ sussurrò Viki, riferendosi a Jess.

‘Mi hai letto nel pensiero’ le rispose Zack ‘Credo sia meglio che lo porti...’.

Zack fu interrotto dal cellulare di Brian, che aveva iniziato a squillare.

Il chitarrista scattò in piedi come una molla, prese il telefonino dal tavolo e rispose.

‘Pronto? Sì dimmi... ok, sì, arriviamo, grazie Nate’ disse Brian, riattaccando.

‘Allora?’ chiese impaziente Viki.

‘L’hanno trovata... però è in ospedale, Nate ha detto di raggiungerlo là’ spiegò Brian.

‘Beh, che aspettiamo?’ disse Viki, dirigendosi verso l’uscita ‘No, aspetta, Jess?’

‘Lo portiamo dai miei, che dici Zack?’ chiese Brian.

‘Direi che è il caso, l’ospedale sarà pieno di giornalisti’ concordò il ragazzo, ma quando si alzò in piedi Jess si sveglio.

‘Dove andiamo papà?’ chiese Jess stropicciandosi gli occhi, vedendo che Zack stava prendendo il suo giubbino dall’appendiabiti.

‘Cucciolo, ti porto dai nonni, ma torno presto, ok?’

‘No, no!’ protestò Jess, cominciando a piangere e aggrappandosi al collo di Zack.

‘Cucciolo, domani mattina torno a prenderti, promesso...’ provò a calmarlo il ragazzo.

‘No!’ ripeté Jess, senza lasciare andare Zack.

‘E va bene... andate voi ragazzi, fatemi sapere immediatamente, ok?’ disse rassegnato il ragazzo a Brian e Viki, non sarebbe riuscito a far cambiare idea a Jess e poi vederlo così disperato gli spezzava il cuore, non avrebbe potuto lasciarlo nemmeno volendo a quel punto.

‘Sicuro Zee?’ gli chiese Brian, evidentemente impaziente di arrivare all’ospedale.

‘Sì, andate... e chiamatemi’ ripeté l’altro.

Sia Brian che Viki annuirono, poi entrambi corsero fuori dalla porta e un attimo dopo Zack sentì la macchina dell’amico partire sgommando.

 

Brian e Viki entrarono al pronto soccorso e la ragazza avvistò immediatamente il fratello, che non appena li vide si diresse verso di loro.

‘Ehy, ragazzi... Zack?’

‘Jess non voleva lasciarlo andare’ spiegò Brian ‘Allora?’

‘Ci sediamo?’ propose Nathan, dirigendosi verso la sala d’aspetto.

‘Allora...’ ricominciò il ragazzo, con Viki e Brian che lo osservavano ansiosi ‘La buona notizia è che starà bene, quindi rilassatevi, tutti e due, non voglio farvi ricoverare per esaurimento nervoso’ disse Nate, sorridendo ai due, che in effetti si rilassarono notevolmente, il tono leggero che il ragazzo aveva usato li aveva convinti.

‘Che le è successo?’ chiese Brian.

‘La stava drogando... ho parlato con quelli della scientifica dieci minuti fa, hanno trovato tracce di qualcosa nel bicchiere che aveva sul comodino, quindi ipotizzano che Dawson avesse messo qualcosa nell’acqua... e a giudicare dallo stato in cui l’abbiamo trovata, è probabile che ne trovino tracce in tutte le bottiglie d’acqua...’

‘Cosa intendi con “lo stato in cui l’abbiamo trovata”, Nate?’ chiese Brian, tornando ad essere preoccupato.

‘Tipici sintomi da assunzione prolungata di stupefacenti, Brian... era confusa, le girava la testa, non si sentiva bene, credo che non fosse nemmeno molto cosciente di quello che succedeva attorno a lei... comunque le stanno facendo una lavanda gastrica, poi faranno anche gli esami del caso, ma dopo la prima flebo in ambulanza la situazione era già molto migliorata, tranquillo... ci sarà da aspettare ancora un po’, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi’

‘Quindi siete riusciti a farlo parlare?’ intervenne Viki.

‘In realtà no... siamo stati fortunati, molto fortunati... oggi è arrivata una signora per una denuncia, aveva affittato il suo appartamento ad un tizio che però non aveva mai pagato e voleva che andassimo a prenderlo... sai, le classiche padrone di casa che pensano che la polizia sia il loro servizio di vigilanza personale... la fortuna ha voluto che mentre stava per uscire, Dawson fosse portato fuori dalla stanza degli interrogatori e ha cominciato ad urlare che era lui il famoso inquilino... e a quel punto è stato sufficiente farsi dare l’indirizzo dell’appartamento’ spiegò Nathan.

‘Ma lui lo avete arrestato, vero?’ chiese Brian.

‘Certo che sì, se non altro per tentata sottrazione di minore... e non appena Nat starà meglio lo incastriamo anche per sequestro di persona e tentato omicidio’

‘Tentato omicidio?’ chiesero insieme Viki e Brian.

‘Già... sinceramente, se non l’avessimo trovata stasera, non so quanto avrebbe retto ancora... continuava a prendere quella roba senza nemmeno accorgersene, rischiava un’overdose da un momento all’altro’.

I due annuirono e Viki mise una mano sulla spalla di Brian, che era impallidito vistosamente.

‘Tutto ok, Bri?’ gli chiese lei.

‘Nate, mi giuri che ora sta meglio?’ domandò Brian.

‘Te lo giuro Brian, te lo avrei detto se ci fossero state complicazioni...’ lo rassicurò il ragazzo.

‘Ok... beh, credo che dovrei proprio chiamare i miei... Vik, ti dispiace chiamare Zack?’ chiese poi all’amica, che annuì.

‘Ci penso io, tu avvisa i tuoi e Michelle e non preoccuparti nemmeno degli altri, li chiamo io’ rispose lei.

‘Grazie Vik... e grazie Nate, sul serio’

‘Ho fatto solo il mio lavoro Brian... e sono felice quanto voi che sia finito tutto bene’ rispose il ragazzo, sorridendo ai due.

In quel momento un agente entrò nella sala d’aspetto, scusandosi e chiedendo a Nate di raggiungerlo per il verbale.

Quando il ragazzo se ne fu andato, anche Brian e Viki si alzarono e si diressero verso l’uscita del pronto soccorso per telefonare, dal momento che all’interno dell’edificio non c’era campo.

Brian fu il primo a finire, aveva chiamato i suoi e Michelle e non doveva più preoccuparsi di nessun’altro dal momento che ci stava pensando Vik, per cui fece segno all’amica che sarebbe tornato dentro: sapeva che probabilmente aveva ancora una lunga attesa davanti, ma non aveva la minima intenzione di muoversi da quell’ospedale finché non gli avessero lasciato vedere sua sorella.

 

Natalie strizzò gli occhi, c’era decisamente troppa luce per i suoi gusti, ma scattò a sedere sul letto non appena sentì qualcuno che le toccava il braccio.

‘Nat, calmati, sono io’ le disse Brian, vedendo lo sguardo terrorizzato della ragazza.

Natalie si voltò verso suo fratello, non ricordava di essere arrivata all’ospedale, ma era evidente che era quello il luogo dove si trovava ora.

Si lasciò cadere la testa fra le mani, scattando a sedere così rapidamente si era resa conto di quanto le facesse male, senza contare che le sembrava più pesante di un macigno.

‘Mettiti giù Nat...’ le disse Brian, facendola stendere di nuovo ‘Il dottore ha detto che ci vorrà un po’ prima che l’effetto di... qualunque cosa ti abbia dato...svanisca’ le spiegò il fratello.

Nat sussurrò un debole ‘sì’ e stava seriamente considerando l’ipotesi di ritornare a dormire quando un pensiero le attraversò la mente, che in tutta sincerità era piuttosto confusa in quel momento.

‘Zack e Jess? Ha detto che voleva prendere Jess...’ disse Nat.

‘Stanno bene, non li ha nemmeno sfiorati’ la rassicurò Brian, accarezzandole delicatamente la testa.

‘Davvero?’

‘Te lo giuro Nat... Zacky voleva venire qui, ma Jess non ne vuole sapere di staccarsi da lui e portarlo qui non è una buona idea... è pieno di giornalisti fuori’.

Natalie annuì debolmente, le faceva troppo male la testa.

‘Dov’è?’ chiese Nat.

‘Lo hanno preso... e spero per lui che me lo tengano lontano...’ rispose Brian, che non aveva certo bisogno di chiederle di chi stesse parlando ‘Adesso cerca di dormire, ok?’

‘Non te ne vai, vero?’

‘Certo che no piccoletta... e se non ci sono io ci sono mamma e papà, tranquilla’.

Nat annuì di nuovo e chiuse gli occhi, la sua testa era davvero insopportabilmente pesante, tenere gli occhi aperti stava diventando sempre più difficile e fu ben felice di lasciarsi andare al sonno.

 

Quando Nat si svegliò di nuovo, la prima cosa che vide fu Zack che parlava sottovoce al telefono in un angolo della stanza e pensò che non era niente male come risveglio, il migliore dell’ultima settimana senza dubbio.

‘Ehy, guarda chi è tornato fra noi...’ commentò Zack sorridendo, si era accorto che Nat aveva gli occhi aperti ‘Sei dell’umore per una telefonata?’ le chiese poi, avvicinandosi.

Natalie annuì e prese il telefono che il ragazzo le stava passando.

‘Pronto?’

‘Mamma, mamma!’

‘Amore mio!’ esclamò Nat, sentendosi improvvisamente molto meglio al suono della voce del suo bambino.

‘Dove sei mamma? Torni?’

‘Amore, la mamma deve riposarsi un po’... ma ti prometto che torno presto, ok? Tu fai il bravo... dove sei?’

‘Dalla zia Michelle! Stiamo giocando con le macchinine nuove che mi ha regalato Matt!’

‘Fai il bravo... bacio!’

‘Bacio!’ esclamò il bambino.

Natalie riattaccò e ripassò il telefono a Zack.

‘Come va?’ le chiese il ragazzo, accomodandosi sulla sedia di fianco al letto.

‘Meglio dell’ultima volta che mi sono svegliata... almeno riesco a tenere la testa sollevata’ rispose lei, mettendosi a sedere.

‘Il dottore ha detto che ormai l’effetto delle droghe dovrebbe essere sparito, in effetti...’

‘Eh?’ chiese perplessa lei ‘Non mi ha dato niente, come...’

‘L’acqua... hanno trovato tracce nel bicchiere che avevi sul comodino’.

Natalie rimase a fissare il ragazzo per qualche istante, incredula.

‘Che idiota...’

‘Non avevi molta scelta Nat... non credo volessi morire disidratata, sbaglio?’

‘Già... ciò non toglie che mi abbia ingannato un’altra volta’

‘Avresti dovuto dirlo a qualcuno Nat... hai idea di quello che hai rischiato?’.

La ragazza abbassò lo sguardo sulle proprie mani, cominciando a torturare il lenzuolo.

‘Non... io non pensavo fosse così pericoloso... quando ero a Washington era fastidioso... un po’ ossessivo...ma dopo che lo avevo denunciato non si era fatto più vivo... e dopo che mi ha chiamato... non lo so Zack, non so perché non l’ho voluto dire nemmeno a Brian... ho mentito anche a Viki, c’era quando mi ha chiamato... non lo so, non credevo arrivasse a questo...’

‘Ehy... è tutto a posto, nessuno ce l’ha con te Nat, ok?’ la rassicurò lui, mettendole una mano sulla spalla.

Nat gli sorrise sentendosi molto meglio, Zack le aveva sempre fatto quell’effetto d’altronde.

‘Quando posso uscire di qui?’ chiese lei, facendolo ridere.

‘Ci fai prendere un colpo e poi fai anche l’impaziente?’ scherzò lui ‘Il dottore ha detto che se i valori restano stabili puoi uscire anche domani mattina, comunque... oh, e non pensare nemmeno per un secondo di tornartene nel tuo appartamento, almeno per una settimana stai da Brian’

‘Ma...’

‘Non si accettano obiezioni... primo, perché il dottore ha detto che è meglio che tu sia sotto controllo, non hanno ben capito che caspita ti ha dato quel... quel pazzo...’ disse Zack e a Nat non sfuggì la rabbia nei suoi occhi mentre parlava di Charlie ‘Secondo... Nat, è un ordine di Michelle DiBenedetto, se vuoi contraddirla fai pure, ma io ci penserei bene...’.

Nat rise alla battuta di Zack, anche se il ragazzo non aveva torto, non era una buona idea cercare di contraddire una delle gemelle.

‘E va bene... come hai fatto a convincere Jess a restare da Mich?’ chiese la ragazza, ricordando vagamente che Brian le aveva detto che Jess non voleva staccarsi da Zack per nessun motivo.

‘Non è stato facile... le macchinine che gli ha regalato Matt hanno aiutato la causa... e anche il fatto che abbia un amore smodato per Mich, direi... e il fatto che Mich mi abbia anche buttato fuori di casa, forse?’ spiegò lui, ridacchiando sull’ultima parte.

‘Cioè?’ chiese lei, confusa dall’ultima parte.

‘Mettiamola così...’ cominciò Zack ‘Dopo quello che abbiamo dovuto fare per... per prendere quello, l’idea di lasciare Jess non mi piace molto... ma ne parliamo quando stai meglio, ti basti sapere che lui sta bene, ok?’

‘Ok... Zack?’

‘Che c’è?’

‘Brian lo sa, vero? Di noi, intendo...’

‘Ho dovuto dirglielo... in realtà lo sanno anche Viki e Nathan... il che vuol dire che in realtà lo sanno tutti’ rispose Zack.

‘E sei ancora vivo?’ chiese lei, ridacchiando.

‘Ehy, non c’è niente da ridere, signorina...’ rispose lui, sorridendo però a sua volta ‘Se non ci fosse stata la polizia intorno, sono convinto che tuo fratello mi avrebbe fatto del male come l’altra volta...’

‘Tecnicamente l’altra volta te lo sei fatto da solo il male...’ puntualizzò lei.

‘Natalie, la vuoi smettere di essere così pignola?’ rispose lui esasperato.

‘Ok, ok... ehy, che hai?’ chiese lei, dal momento che Zack la stava guardando in modo strano.

‘Niente... pensavo che c’è una cosa che voglio fare...’

‘Sarebbe?’

‘Questo’ rispose lui prima di chinarsi su di lei per baciarla.

‘Vengeance, stai cominciando estremamente male...’.

Natalie scoppiò a ridere quando Zack si staccò bruscamente da lei al richiamo di Brian.

‘E riecco il mio fratellone ossessivo alla riscossa!’ disse Nat a Brian, che senza scomporsi si avvicinò alla sedia e lanciò un’occhiataccia a Zack, che immediatamente scattò in piedi, lasciando che si sedesse al suo posto.

‘Mi piace in questa modalità...’ commentò Brian riferendosi a Zack, facendo di nuovo ridere Natalie mentre l’altro lo guardava malissimo, rendendosi conto di quello che aveva appena fatto ‘Stai bene?’ chiese poi alla sorella.

‘Meglio dell’altra volta... ieri?’ chiese Nat, rendendosi conto di non avere la più pallida idea di che giorno fosse.

‘L’altro ieri... hai dormito un bel po’, piccoletta’

‘Bri, ti giuro che se non la smetti di chiamarmi piccoletta, chiamo un’infermiera e le dico di usare un ago contro di te’.

Zack scoppiò a ridere vedendo Brian sbiancare, il suo terrore per gli aghi era noto a tutti e infatti si chiedevano come avesse fatto a restare nella stanza di Nat mentre le preparavano le flebo.

‘Vengeance, fossi in te smetterei di ridere ora...’ gli intimò Brian, ottenendo l’effetto desiderato, il suo tono di voce era piuttosto minaccioso ‘E tu, tu sei malefica, sorellina’

‘Lo so, grazie...’ rispose lei angelica ‘Ora renditi utile Bri, vai a cercare il dottore e chiedigli se posso tornare a casa domani, ok?’.

Brian lanciò un’occhiata scettica a lei e poi a Zack.

‘Non vi lascio qui da soli’ disse infine lui.

‘Bri, per quanto un letto d’ospedale non sia male come idea, non credo proprio di avere in programma nulla di più faticoso di un’altra dormita, fidati’.

Zack per poco non soffocò dalle risate a quella risposta, mentre Brian fissò la sorella esterrefatto, ma poi scosse la testa rassegnato.

‘E va bene... occhio a dove metti le mani, Vee...’ disse Brian a Zack, alzandosi in piedi.

Una volta che fu uscito, Zack tornò a sedersi di fianco a Nat, che gli prese una mano nelle proprie.

‘Beh, direi che sopravviverai all’ira di Brian’

‘Dici?’ le chiese lui, un po’ preoccupato in realtà, Brian era sempre così... imprevedibile, quando diventava il fratello di Nat.

‘Dico, dico... e poi abbiamo detto che dobbiamo andarci piano, no? Lo abituiamo poco per volta’

‘Giustissimo’ concordò lui, dandole un bacio sulla fronte ‘Se ti invitassi a cena non appena starai meglio sarebbe andare abbastanza piano?’ le chiese poi lui.

‘Direi di sì... ma Jess dove lo mettiamo?’

‘Sono sicuro che lo zio Brian sarà elettrizzato all’idea di passare una serata intera con Jess... o con le sue macchinine, ma è la stessa cosa’ rispose Zack, facendo ridere Natalie ‘Oppure c’è sempre mia madre... da quando ha scoperto di avere un nipotino è impazzita...’ commentò lui.

‘Come la mia... è normale, non ti preoccupare’ lo confortò Nat.

‘Voi due!’ esclamò Brian, rientrando nella stanza ‘Oh, mannaggia, era più divertente sorprendervi’ disse deluso, vedendo che stavano solo parlando.

Nat scosse la testa divertita, mentre Zack lanciava un’occhiataccia all’amico.

‘Va beh... comunque, sorellina, domani mattina puoi uscire, contenta?’

‘Sì!’ esclamò felice Nat, abbracciando Zack, che ricambiò.

‘Ecco, questo è quello che voglio vedere... Vengeance!’ sbottò Brian, guardando poi male entrambi quando vide che nessuno dei due faceva una piega.

 

Quando Brian entrò nella stanza della sorella, scoppiò a ridere vedendola seduta sul letto, Natalie era già vestita e picchiettava impazientemente le dita sul comodino.

‘Alla buon’ora fratellone! Portami fuori di qui!’ esclamò lei, saltando in piedi e appoggiandosi subito dopo al letto, il dottore le aveva detto che probabilmente per qualche giorno avrebbe avuto degli occasionali giramenti di testa e sicuramente con scatti improvvisi come quello Nat non si aiutava.

‘Vacci piano Nat...’ la riprese il ragazzo, cingendole la vita col braccio ‘Ce la fai?’

‘Sì, mi sono solo alzata troppo in fretta, sto bene... andiamo? Ho già firmato tutto, aspettavo te’

‘Ok, ok...’ le rispose Brian, divertito dalla fretta di Nat ‘Zack ci aspetta sul retro, i giornalisti sono ancora qui fuori’

‘Tenaci’ commentò Natalie.

‘Non me ne parlare...’ le rispose il fratello, guidandola verso l’ascensore.

Una volta che furono arrivati al piano terra, Brian la condusse verso l’uscita posteriore e lì vide la Mercedes nera coi finestrini oscurati di Zack.

Quando Natalie aprì la portiera posteriore fu travolta da qualcuno, che si rivelò essere Jess.

‘Mamma, mamma, mi sei mancata tanto!’ esclamò il bambino, abbracciando Nat felice.

‘Ehy, cucciolo, lascia almeno salire la mamma in macchina’ disse Zack divertito dal sedile del guidatore.

‘Amore, sei mancato tantissimo anche tu alla mamma’ disse Nat, abbracciando il bambino a sua volta e sedendosi in auto con lui in braccio.

‘Tutto ok?’ le chiese Zack, mettendo in moto dopo che Brian era salito sul sedile anteriore.

‘Sì... oddio, ogni tanto mi gira un po’ la testa, ma hanno detto che è normale’

‘Sicuri?’ chiese preoccupato lui.

‘Sì, tranquillo...’ lo rassicurò lei.

‘Ok... ah, fossi in te mi coprirei la faccia, sono capacissimi di saltarmi sull’auto per fare foto dal parabrezza...’ le disse Zack, riferendosi ai giornalisti.

‘Oh mamma...’ fu il commento di Nat, che prese la felpa che Brian le aveva passato e la mise sulla testa, coprendo anche Jess ‘Che dici amore, giochiamo a nascondino?’ gli chiese lei, dandogli una bacio sulla guancia.

‘Sì!’ esclamò lui, estremamente divertito, facendo ridere anche Zack e Brian.

Il viaggio per arrivare a casa di Brian fu abbastanza tranquillo, nonostante i giornalisti ci avessero messo impegno per cercare di bloccarli in un quarto d’ora erano arrivati a destinazione.

‘Siamo arrivati!’ esclamò Zack.

Quando non ricevettero risposta né da Nat né da Jess, sia lui che Brian si voltarono e videro che erano entrambi addormentati, il bambino ancora in braccio alla ragazza.

‘Tu prendi lui ed io prendo lei’ disse Brian, aprendo la portiera.

‘Se proponessi il contrario?’ azzardò Zack, ridacchiando.

‘Scordatelo Vee’ ribatté Brian, anche se in realtà stava ridacchiando a sua volta.

 

Quando si svegliò, Natalie si chiese come fosse finita nella stanza degli ospiti di Brian, lei ricordava di essere salita in macchina di Zack e di aver coperto se stessa e Jess per proteggersi dai fotografi, poi più nulla.

Doveva essersi addormentata per l’ennesima volta, quella situazione stava cominciando a essere estremamente seccante.

Decise di scendere di sotto, se avesse dormito ancora sarebbe arrivata a sera senza avere sonno.

Una volta che si fu voltata per alzarsi dal letto, si ritrovò a sorridere davanti alla scena più tenera che avesse mai visto.

Jess era addormentato sul letto di fianco al suo, ai piedi del quale era seduto Zack, che dormiva a sua volta con la testa appoggiata sul materasso vicino a dove si trovavano le mani del bambino.

Prese la coperta che aveva sul suo letto e la mise addosso a Zack cercando di non svegliarlo, poi uscì dalla stanza e si diresse al piano di sotto, dove la prima persona che incontrò fu Michelle.

Non appena la vide, la ragazza corse ad abbracciarla.

‘Nat, tesoro, stai bene?’ le chiese.

‘Sì... sono stufa di dormire però’ scherzò lei, facendo ridere anche Mich ‘Ehy, e quei due di sopra?’

‘Jess l’altra notte non ha dormito quasi niente e Zack... beh, logicamente se non ha dormito Jess non ha dormito nemmeno lui... e in verità credo che sia un bel po’ che non dorme decentemente...’ spiegò la ragazza.

‘E mio fratello sa che Zack era nella stessa stanza con me?’ chiese divertita Nat, facendo sorridere anche l’amica.

‘Sì... e fossi in te sfrutterei l’effetto ‘grazie al cielo stai bene’ finchè dura...’.

Natalie sorrise, ripensando che quel famoso effetto aveva fatto comodo più di una volta a lei e Zack.

‘Ehy, hai fame? Stavo giusto preparando qualcosa...’ le chiese Michelle.

‘Sai che ti dico? Ho decisamente fame!’ rispose lei, seguendola in cucina ‘Brian?’ chiese poi, notando che non aveva ancora visto in giro suo fratello.

‘Da Larry con Matt e Johnny... devono mettere giù un bel calendario di lavoro per finire l’album... ultimamente non è stata decisamente aria, ora dovranno mettersi sotto’ spiegò Michelle, mentre Natalie annuiva.

‘In realtà il piano originario prevedeva che ci andasse anche Zack...’ continuò Mich ‘Ma poi Jess si è svegliato, Zack lo ha riportato di sopra e si è addormentato con lui... e ho minacciato Brian che lo avrei ucciso se lo avesse svegliato, quindi hanno deciso che Zack accetterà tutto quello che decidono di fare’ concluse, facendo ridere Nat.

‘Ehy’.

Le due si voltarono verso la porta e si trovarono davanti Zack, ancora evidentemente assonnato.

Il ragazzo si lasciò cadere si fianco a Natalie, dandole un bacio sulla guancia.

‘Mi potresti fare il favore di non sparire in questo modo? Ne ho avuto abbastanza di sparizioni misteriose da parte tua’ le disse lui, sorridendo.

‘Vedrò che si può fare’ rispose Natalie, appoggiandogli la testa sulla spalla.

‘Ma quanto siete adorabili!’ esclamò Michelle facendoli sorridere, nessuno degli altri in effetti li aveva ancora visti insieme, avevano a malapena fatto in tempo a decidere di riprovarci prima che l’inferno si scatenasse.

‘Se ne sono andati senza di me?’ chiese Zack a Michelle e la ragazza annuì ‘Bene... non avevo nemmeno voglia di andarci’.

Per tutta risposta, Nat gli diede un colpo sulla nuca.

‘Ehy! E questo per che cos’era?’ si lamentò lui, massaggiandosi la parte colpita.

‘Zachary Baker, la band è una cosa seria, devi fare la persona responsabile!’ disse lei, cercando di non scoppiare a ridere.

Zack rimase a fissarla qualche istante, poi si voltò verso Michelle.

‘L’hai fatta parlare con Larry, ammettilo!’ la accusò scherzosamente lui, facendo sì che le due ridessero ‘Andiamo, questa non è di certo opera di Brian, lui non è così responsabile e ligio al dovere!’

‘Vorrei farti notare che non sono io quello che ha saltato la riunione usando suo figlio come scusa, Vengeance’ disse Brian, entrando in quel momento in cucina ‘Tutto ok sorellina?’ chiese poi a Natalie, andando a sedersi alla sua sinistra.

‘Sì, tutto a posto Bri’

‘Tanto che me ne ricordo, ho promesso a Matt che ti avrei fatto chiamare Val e a Johnny che ti avrei fatto chiamare Lacey... sono in piena crisi d’ansia, a quanto pare’ spiegò Brian.

‘Dopo pranzo le chiamo, adesso ho fame!’ disse lei, facendo ridere il fratello.

‘Zack, ti fermi?’ gli chiese Michelle.

‘Dipende... Brian, posso fermarmi?’ chiese all’amico, ricevendo in cambio un’occhiataccia.

‘Come se potessi dirti di no...’ rispose Brian.

‘Però non puoi negare che io sia cooperativo’ ribatté Zack.

‘...Ahhhhh! Ti odio Vee’ esclamò Brian ‘Considerati ufficialmente cancellato dalla lista dei testimoni’

‘Eh?’ chiese Natalie, osservando suo fratello stupita.

‘Idiota!’ esclamò Michelle, dando uno schiaffo sulla nuca al suo ragazzo.

‘Scusa, mi è scappato!’ si lamentò lui.

‘Non si può fare una cosa per bene se ti ci metti in mezzo, Gates!’ rincarò la dose Zack, ignorando Nat, che continuava a picchiettargli la spalla e a chiedergli cosa stesse succedendo.

‘Qualcuno mi dice che succede?’esclamò Nat, picchiando entrambe le mani sul tavolo.

‘Ecco...’ cominciò Brian ‘Ok, le cose stanno così: io e questa splendida fanciulla...’ disse indicando Michelle, che nonostante il complimento continuava a guardarlo male per aver rovinato la sorpresa ‘Avevamo deciso di sposarci lo scorso Settembre...e poi c’è stato... beh, Jimmy... e avevamo deciso di rimandare... e poi sei tornata e ne abbiamo parlato ancora... e Jimmy non avrebbe voluto che saltasse tutto, per cui abbiamo deciso di sposarci comunque... a Maggio...e lo abbiamo deciso la sera prima della festa... ve lo volevamo dire alla festa, ma le cose sono andate chiaramente fuori controllo... e poi è successo quel che è successo...’

‘E poi, giusto per concludere questa serie di “e poi”, abbiamo deciso che te lo avremmo detto stasera con tutti gli altri, ma il genio ha pensato di “farselo scappare” prima’ concluse per lui Michelle.

‘Oh mio Dio!! Ma è fantastico!’ esclamò Nat, alzandosi e correndo ad abbracciare prima Michelle, poi Brian.

‘Sono così contenta fratellone!’ gli disse lei, abbracciandolo.

‘Grazie piccoletta... no, no, basta picchiarmi, per la miseria!’ protestò lui, vedendo che Nat stava per dargli una sberla.

‘Ovviamente tu sei una delle mie damigelle’ le disse Michelle, ricevendo in cambio un sorriso a trentadue denti da Nat.

‘Ooooh, sì, mi piace, mi piace!’ disse la ragazza, saltellando allegramente.

‘Shh!’ disse Zack, attirando l’attenzione degli altri.

Rimasero tutti in silenzio e dopo qualche istante sentirono distintamente Jess piangere.

Un secondo dopo, Nat e Zack si stavano letteralmente precipitando su per le scale.

Una volta in camera, videro Jess seduto sul letto in lacrime, allora Nat andò a sedersi vicino a lui, prendendolo poi in braccio, mentre Zack si sedette di fianco a lei, fissando preoccupato il bambino.

‘Amore, che succede?’ gli chiese dolcemente Nat, accarezzandogli la testa per calmarlo dal momento che il bambino stava ancora singhiozzando.

‘Non... non... non vai via, vero mamma?’ le chiese infine lui fra le lacrime.

A Natalie si strinse il cuore vedendo la paura negli occhi di Jess, il bambino era terrorizzato all’idea che lei potesse sparire di nuovo.

‘Tesoro mio, la mamma non va da nessuna parte, ok?’

‘Promesso?’ chiese Jess, un po’ più calmo.

‘Promesso’ rispose Nat, abbracciandolo e dandogli una bacio sulla fronte ‘L’unico posto dove va la mamma adesso è a mangiare... che ne dici?’ gli chiese lei, sorridendogli.

Jess annuì, poi però sembrò ricordarsi di qualcosa.

‘E tu papà?’ chiese, rivolto a Zack.

‘Io torno a casa dopo, ma non vado da nessun’altra parte cucciolo, tranquillo’ gli rispose lui, scompigliandogli i capelli e prendendolo in braccio per portarlo di sotto.

‘Tutto a posto?’ chiese Brian quando li vide entrare in cucina.

‘Tutto a posto’ confermò Natalie, sedendosi di fianco a Jess, che si trovava fra lei e Zack.

‘E dimmi Jess, hai fame? Perché la zia Michelle ha preparato la pizza...certo, se non ti va...’ gli disse Michelle, sorridendo divertita.          

‘Sì, sì, la pizza! Posso mamma, posso papà?’ chiese Jess, guardando speranzoso i due, che scoppiarono a ridere davanti alla sua espressione buffissima e annuirono.

‘Ma solo se la può avere anche la mamma!’ disse Natalie, rivolgendosi a Michelle mentre lo diceva.

‘Ovviamente, tu puoi!’ rispose l’altra ragazza.

‘Ehy, e noi?’ chiese Brian, indicando se stesso e Zack.

‘Voi due dovete guadagnarvela... preparate la tavola, su!’gli ordinò Mich ed entrambe scoppiarono a ridere vedendo le facce sbalordite dei due, ancora più sconvolti quando si resero conto che Michelle non stava affatto scherzando.

 

Salve!

Lo so, vi ho fatto aspettare un po’…ma capitolo più lungo del solito, mi son fatta perdonare, vero?

Beh, non ho molto da dire….un grosso ringraziamento alle due fanciulle che hanno recensito, non vi ho risposto, sono pessima, ma lo sapete che vi adoro, miss Arimi_chan e Amor vincit omnia, giusto????).

Lasciatemi una recensione se leggete, fareste questa ragazza stressata mooooolto felice!! =D

xxx

Lady Numb

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Capitolo 24
*** Chapter 15 ***


Maggio 2010:

Zack andò a sedersi di fianco a Nat sul divano, facendola accoccolare fra le sue braccia.

La ragazza era finalmente ritornata nel suo appartamento dopo aver passato due settimane a casa di Brian, inizialmente l’idea era di restare là solo una settimana dopo essere stata dimessa, ma Michelle aveva insistito e alla fine l’aveva avuta vinta, non che la cosa fosse dispiaciuta a Zack, che non si sentiva affatto tranquillo sapendola da sola con Jess.

‘Dorme?’ chiese Nat a Zack, il ragazzo aveva infatti appena messo a letto il bambino.

‘Come un ghiro’ rispose lui, dandole un bacio sulla fronte ‘E dovresti farlo anche tu’

‘Non mi va’ protestò lei, in quelle due settimane non aveva fatto altro che dormire, stare sul divano, stare in giardino, tornare a dormire, quella routine era un tantino noiosa ‘Guarda che sto bene adesso’

‘Lo so... ma riguardarti un po’ non ti può fare che bene’ ribatté lui.

‘Uff!’ si lamentò lei, mentre lui sorrideva davanti alla sua espressione imbronciata.

‘Se vado a dormire tu te ne vai’ disse poi Natalie, mettendo il broncio e facendolo sorridere, sembrava una bambina.

‘Credimi, ne farei a meno’ le rispose lui, accarezzandole la guancia col dito.

‘Ehy, guarda che non c’è più nessun pericolo...’ disse lei, notando che il ragazzo era preoccupato.

‘Lo so... ma non mi piace comunque lasciarvi qui da soli’

‘Non succederà nulla, ok?’ lo rassicurò lei, voltandosi verso di lui ‘Giuro che non ho altri stalkers in giro!’ scherzò poi, riuscendo a far ridere anche Zack.

‘Vorrei ben vedere...’ commentò lui, sporgendosi per sfiorarle le labbra con le proprie.

‘Ti propongo un accordo: ci guardiamo la fine del film...’ disse, facendo cenno alla televisione, dove il film che stavano guardando fino a mezz’ora prima era in pausa ‘E poi io vado a dormire e tu vai a casa tranquillo, ok?’

‘Affare fatto’ rispose Zack, prendendo il telecomando e facendo ripartire il film.

 

Quando Zack si svegliò notò due cose: primo, il suo letto era molto più scomodo di quello che ricordasse, secondo, si era dimenticato di chiudere le finestre perché c’era decisamente troppa luce.

Fece per alzarsi, non ne aveva voglia, ma se non avesse almeno tirato le tende non si sarebbe mai riaddormentato, tuttavia mentre lo faceva sentì qualcosa che gli impediva di muoversi.

Fu a dir poco sbalordito quando vide che si trattava di Natalie, ma dopo essersi guardato attorno rapidamente capì cosa doveva essere successo: il film era noioso, si erano addormentati entrambi e nessuno dei due si era accorto che era finito.

Notò che mettendosi a sedere aveva svegliato Nat, che ora lo fissava altrettanto stupita.

‘E tu che ci fai ancora qui?’ chiese lei, notando che era mattina.

‘Credo di essermi addormentato durante quello splendido film’ commentò divertito lui, dandole un bacio sulla guancia.

‘Già... non ascolterò mai più i consigli del nanetto...era terribile...’

‘Meglio che scappi prima che Jess si svegli’ disse Zack, per quanto avrebbe preferito restare lì era meglio che Jess non lo vedesse, non volevano che si facesse idee strane, non ancora per lo meno.

‘Già...’ concordò lei, nonostante fosse chiaro che non le andava minimamente.

‘Passo dopo pranzo, ok?’ le disse lui, alzandosi in piedi e recuperando le sue scarpe.

‘Benissimo...ehy, mi porti al centro commerciale?’ chiese la ragazza, sorridendo all’idea.

‘Perché pensi allo shopping già di mattina?’ ribatté Zack, sorridendo rassegnato, non provò nemmeno a combattere per opporsi, sapeva che alla fine avrebbe ceduto comunque.

‘Perché sono tre settimane che non ci vado, ecco perchè’ rispose lei, aprendogli la porta.

‘Donne...’ commentò Zack, scuotendo la testa.

‘Che fareste senza di noi?’ finì lei per lui, baciandolo prima che avesse tempo di ribattere.

‘No comment... a più tardi’ rispose divertito lui, aspettando che Nat avesse chiuso la porta a chiave prima di scendere le scale.

 

3 Agosto 2010:

Natalie andò ad aprire la porta, chiedendosi chi potesse essere alle otto di sera, Zack era dai suoi quindi era escluso, Brian e Michelle erano fuori a cena, Viki e Kev erano sicuramente di sotto perché li aveva sentiti per telefono pochi secondi prima, quindi non sapeva cosa pensare.

‘Zack?’ chiese perplessa Natalie, trovandosi davanti il ragazzo, poi la sua espressione si fece ancora più stupita ‘Signora Baker?’ domandò la ragazza, notando la donna.

‘Hai un quarto d’ora, preparati, io e te dobbiamo uscire, mia madre resta con Jess, domani mattina lo porta da lei e andiamo a prenderlo domani sera’ disse il ragazzo

‘Non che non mi fidi di te... ma una spiegazione un po’ più elaborata non guasterebbe’ rispose Nat.

‘Invece sì, guasterebbe la sorpresa’ ribatté Zack, mentre la madre di fianco a lui ridacchiava a quello scambio di battute.

‘Papà!’ urlò Jess non appena vide Zacky, correndo verso di lui.

‘Cucciolo!’ lo salutò lui, prendendolo in braccio ‘Stasera stai con la nonna, ok?’ gli spiegò lui, sapendo prima ancora di iniziare che non sarebbe stato così semplice, Jess aveva ancora qualche problema quando si trattava di stare senza lui e Nat, soprattutto dopo la sparizione di Natalie qualche mese prima.

‘Perché?’ chiese il bambino, guardando prima lui, poi Nat, che gli sorrise.

‘Mamma e papà hanno un impegno... ma domani sera torniamo a prenderti dalla nonna, ok?’

‘Perché domani sera?’ domandò di nuovo Jess, stavolta mettendo il broncio.

‘Ehy, piccolino... sai chi c’è domani dalla nonna?’ intervenne la madre di Zack, prendendolo dalle braccia del figlio.

Jess sembrò pensarci per un attimo, poi sorrise, facendo tirare un sospiro di sollievo a Zack e Nat, quello era un buon segno.

‘Gavin?’ chiese Jess, che adorava il suo cuginetto più grande.

‘E anche Gianna’ gli disse la nonna, dandogli un bacio sulla guancia.

‘Sì!’ esultò Jess, improvvisamente molto più felice alla prospettiva di stare con lei.

‘E domani sera se la mamma vuole fermarsi a mangiare facciamo la pizza, ok? E puoi anche aiutarmi!’ gli propose lei, ridendo quando il bambino cominciò a dimenarsi dalla gioia.

‘Volentieri, grazie’ le rispose Natalie, sorridendole: era ancora meravigliata di come la madre di Zack non la odiasse a morte per averle tenuto nascosto Jess per anni, ma a quanto pareva se mai c’era stato del rancore ormai era del tutto scomparso.

‘Nat, fossi in te mi darei una mossa, non sei famosa per la tua velocità...’ intervenne Zack, facendo cenno all’orologio.

‘Oddio, sì!’ esclamò lei, correndo verso la sua stanza mentre Zack e sua madre scoppiavano a ridere.

‘Zack?’ lo chiamò lei, facendo capolino dalla sua camera.

‘Sì?’

‘Mi puoi dare almeno un’idea del dove stiamo andando, giusto per sapere cosa mettermi?’

‘Mmh... fai conto che sia una serata al bar di Johnny’ rispose lui.

‘Ok! Dieci minuti e ci sono!’ rispose lei, mentre Zack scuoteva la testa divertito, se ci avesse messo davvero solo dieci minuti avrebbe urlato al miracolo.

 

Venti minuti più tardi, Zack e Natalie uscirono di casa e il ragazzo continuò a mantenere il mutismo più assoluto, nonostante lei lo stesse pressando con le sue domande.

‘Mi piace la scelta dell’abbigliamento...’ commentò Zack, lanciando l’ennesima occhiata agli shorts di jeans e al top verde che Nat aveva scelto.

‘Non sviare il discorso... dai, sono curiosa!’ si lamentò lei, saltellando sul sedile.

‘Ancora un attimo di pazienza... eccoci!’

‘Zack... ma siamo da Johnny’ commentò lei, confusa: tutto quel mistero per una serata al solito bar?

‘Ok, adesso suppongo sia arrivato il momento di svelarti perché siamo qui’ disse lui, tirando fuori dalla tasca il cellulare e passandolo alla ragazza.

Natalie stava per chiedergli cosa dovesse farci, ma vide che sullo schermo Zack aveva aperto un messaggio, di Larry secondo quanto recitava il mittente.

“Gira voce che i prossimi numeri uno della Billboard siate voi...CE L’AVETE FATTA!”.

Natalie fissò lo schermo per qualche istante, poi appoggiò il cellulare sul cruscotto e un secondo dopo saltò letteralmente addosso a Zack.

‘OH MIO DIO!’ urlò la ragazza, abbracciandolo ‘Oh mio Dio, oh mio Dio!’

‘Oh mio Dio, dici?’ scherzò lui, abbracciandola a sua volta, se non altro per tenerla ferma prima che gli facesse sbattere di nuovo la testa contro il finestrino.

‘Zack è... aiuto, non capisco più niente’

‘Lo dici a me?’ rispose lui, che da quando aveva letto quel messaggio aveva dei serissimi problemi nel connettere il cervello: era a casa di sua madre quando gli era arrivato ed era certo che per un attimo i suoi avessero pensato che fosse impazzito, dal momento che aveva iniziato a saltellare per il salotto urlando.

‘Ve lo siete meritato’ gli disse Natalie, sporgendosi per baciarlo.

Furono interrotti da qualcuno che bussava al finestrino, che si rivelò essere Brian.

Nat notò come il fratello non sembrasse per nulla disturbato dalla scena che si era trovato davanti, segno che era già tendente all’ubriaco.

‘Ehy, Bri!’ esclamò Natalie, scendendo dalla macchina e saltando in braccio al fratello ‘Siete grandi!’ gli disse lei, stampandogli un bacio sulla guancia.

‘Lo so!’ le rispose lui, mettendola giù, era ancora abbastanza lucido da capire che non era in grado di tenere in braccio qualcuno a lungo senza perdere l’equilibrio.

‘Ehy, gli altri?’ chiese Zack.

‘Peggio di me!’ rispose Brian, dirigendosi di nuovo verso il bar ‘Io ero venuto a cercare voi!’ spiegò poi, facendo ridere Zack e Nat che lo stavano seguendo.

 

‘E adesso come la apriamo la porta?’.

Zack si voltò verso Natalie, osservandola come se avesse appena fatto la domanda del secolo: erano appena scesi dal taxi e ora fissavano la porta di casa di Zack come se fosse un ostacolo insormontabile, cosa che, considerato il loro scarso livello di lucidità in quel momento, probabilmente era vera.

‘Non ne ho idea’ rispose lui, scoppiando a ridere.

‘Oh, dammi le chiavi, io non ci dormo fuori’ disse lei, ridendo a sua volta.

Dopo dieci minuti buoni di tentativi andati a vuoto, finalmente Natalie riuscì ad aprire la porta e i due entrarono in casa, Zack richiuse la porta e un attimo dopo aveva spinto la ragazza contro il muro, cominciando a baciarla.

Nat gli circondò il collo con le braccia, lasciandosi prendere in braccio da Zack, che si diresse verso le scale.

Tuttavia, una volta arrivato davanti al primo gradino si fermò, osservandolo per qualche istante.

‘Zack?’ chiese Natalie.

‘Non credo di farcela a salire’ disse, indicando le scale.

Natalie le fissò a sua volta, decidendo che aveva ragione, non era nelle condizioni di fare tutti quei gradini, era certa che avrebbe finito per rotolare di sotto.

‘Beh, hai o non hai il divano con la penisola?’ chiese infine lei, mentre lui la fissava estasiato.

‘Ma quanto sei geniale?’ rispose lui, tornando con lei in braccio verso il salotto finché non ebbero raggiunto la loro meta.

 

Quando si svegliò, Natalie notò come prima cosa che si trovava nel salotto di Zack.

Le ci volle un attimo per ricordare perché era lì e non in camera, ma sorrise quando i fatti della sera prima cominciarono a riaffiorare, erano entrambi troppo ubriachi per salire le scale.

Tirò verso di sé la coperta, non perché facesse davvero freddo, ma solo perché le era sempre piaciuta la sensazione, per quanto stupido le aveva sempre dato un certo senso di protezione.

Vide Zack strizzare gli occhi senza però aprirli, evidentemente doveva essersi svegliato.

‘Aspirina’ fu la prima cosa che il ragazzo disse, sempre con gli occhi chiusi.

‘Ma buongiorno anche a te...’ rispose ironicamente lei, mettendosi sul fianco e pentendosi immediatamente del movimento ‘Uh... aspirina’ disse a sua volta.

Zack aprì un occhio, sorridendole divertito.

‘Visto?’ commentò il ragazzo.

‘E cosa stai aspettando? Aspirina!’ ripeté lei, affondando il viso nel cuscino.

‘E perché ci devo andare io?’ protestò lui, l’ultima cosa che voleva fare in quel momento era muoversi, figurarsi alzarsi in piedi.

‘Perché sei l’uomo, perché è casa tua, perché te lo sto chiedendo... devo continuare?’ rispose lei.

‘La seconda mia aveva quasi convinto, sei caduta sulla terza’ commentò Zack.

Per tutta risposta, Natalie alzò la testa dal cuscino e ignorando il dolore lancinante si sporse verso il ragazzo.

‘Per favore?’ lo implorò lei, dandogli un bacio sul collo e passandogli contemporaneamente una mano fra i capelli.

‘Dio, quanto sei sleale’ commentò Zack, alzandosi in piedi sconfitto, non prima però di aver rubato un bacio alla ragazza.

‘Lo so...’ rispose angelica lei, mentre lui si infilava i boxer e si dirigeva poi verso la cucina.

‘E non dimenticarti l’acqua!’ gli disse lei dal divano.

‘Altro signorinAAH!’.

Natalie scattò a sedere vedendo Zack volare a terra e le servì qualche istante per mettere a fuoco la scena, un movimento così brusco con un mal di testa come il suo non era stato affatto una buona idea.

‘Zack, stai bene?’.

Per tutta risposta, il ragazzo prese qualcosa da terra, che si rivelarono essere gli shorts di Natalie.

‘Come diamine ci sono finiti qui? Hanno cercato di uccidermi!’.

Natalie scoppiò a ridere, tornando ad appoggiare la testa sul cuscino per alleviare il dolore.

‘Sul come ci siano finiti ho un paio di teorie...’

‘Bah...’ commentò il ragazzo, rialzandosi e andando in cucina.

Qualche minuto dopo Natalie lo vide tornare verso di lei con in mano un bicchiere d’acqua e la scatola di aspirine.

‘Ti adoro’ gli disse, prendendo un’aspirina dalla scatola e ingerendola immediatamente con l’acqua.

‘Basta poco per corromperti’ commentò divertito lui, tornando a sdraiarsi di fianco a lei e abbracciandola, tirandola verso di sé finché non ebbe la fronte premuta contro la sua.

‘Buongiorno numero uno’ gli sussurrò lei, abbracciandolo.

‘Mmh... mi piace, suona proprio bene’ commentò lui, facendola sorridere.

‘Sì, in effetti non è male... potrei cominciare a chiamarti così... ma poi Brian diventerebbe geloso...’ rispose Nat.

‘Brian se ne farà una ragione’ ribatté lui, annullando la distanza fra di loro e baciandola.

‘Credo di aver bisogno di dormire di nuovo’ disse dopo un po’ Natalie, il mal di testa andava già meglio, ma non così tanto da potersi alzare.

‘E secondo te per quale motivo ho chiesto a mia madre di tenere Jess fino a stasera?’ le rispose Zack.

‘Sei geniale, numero uno’ gli rispose lei, sorridendogli.

‘Lo so, grazie’ disse lui, lasciando che Nat appoggiasse la testa sulla sua spalla.

‘Zack?’ lo chiamò Natalie dopo qualche minuto con voce evidentemente assonnata.

‘Mmh?’ le rispose il ragazzo, che così come lei stava per riaddormentarsi.

‘Sono certa che Jimmy è fiero di voi’.

Zack non disse nulla, limitandosi a sorridere e a darle un bacio sulla fronte: in fondo era anche per quello che ci avevano messo l’anima in quell’album ed era assolutamente certo che dovunque fosse in quel momento, il suo amico stesse celebrando alla grande esattamente come loro.

 

21 Ottobre 2010:

Zack salutò i suoi amici e si diresse verso la sua camera, fortunatamente non dovevano partire per la tappa seguente del tour prima della sera successiva, per cui poteva godersi una lunga dormita dopo il concerto di quella sera e anche un bel giro per Milano nel pomeriggio.

Aprì la porta e non appena mise piede nella stanza rischiò di inciampare in un trolley che non era decisamente suo.

Sorpreso si guardò intorno e un sorriso enorme si fece strada sul suo volto quando vide Nat addormentata nel suo letto: adesso si spiegava perché un’ora prima Brian aveva fatto di tutto perché lui salisse in camera a recuperare il suo portatile per dare “un’occhiata ai primi feedback dei fans”, tentativo fra l’altro fallito miseramente, Zack si era categoricamente rifiutato di fare le scale se non quando fosse stato il momento di andare a dormire.

Andò a sdraiarsi di fianco alla ragazza e cominciò ad accarezzarle delicatamente la guancia col dito finché non la vide strizzare gli occhi prima di aprirli e sorridergli.

‘Non sei un buon soggetto per una sorpresa’ commentò assonnata Natalie, sporgendosi verso di lui quel che bastava per baciarlo.

‘Non è colpa mia, è tuo fratello che è un pessimo alleato’ rispose Zack, abbracciandola e facendole appoggiare la testa sulla propria spalla ‘Da quanto sei qui?’

‘Che ore sono?’ chiese lei.

‘Mezzanotte e mezzo’

‘Allora sono due ore’ rispose Natalie.

‘Oh, mi dispiace’ le disse lui, dandole un bacio sui capelli.

‘Fa niente, almeno mi sono ripresa dal viaggio...’

‘Jess?’

‘L’ho lasciato con i miei... non è stato facile, ma alla fine l’ho convinto che cinque giorni non sarebbero stati la fine del mondo’ spiegò lei.

‘Sei tutta mia per cinque giorni?’ chiese lui, sorridendole.

‘Ci puoi giurare... Milano, Parigi... pensavi veramente di non portarmici?’ rispose divertita lei, facendolo ridere.

‘Ecco, ed io che speravo che fossi qui per me...’ commentò lui, mettendo il broncio.

‘Scemo’ lo prese bonariamente in giro lei.

‘E mi insulta pure...’ continuò lui, mentre lei decideva di farlo tacere baciandolo.

‘Pensi di stare zitto, Vengeance?’ gli chiese lei, sedendosi sopra di lui.

‘Dipende... fammi cambiare idea’ la sfidò il ragazzo, con un sorriso stampato in volto che parlava da sé.

‘Mmh... non so...’ rispose lei fingendosi pensierosa, ma in realtà stava sorridendo a sua volta ‘Non che non abbia un paio di idee su come farti cambiare idea... ma mio fratello è nella stanza di fianco...’ disse lei, facendo cenno con la testa al muro dietro il letto.

‘Beh...io direi...’ cominciò Zack,  mettendole le mani sui fianchi e avvicinandola a sé ‘Direi che almeno la prossima volta impara ad essere un po’ più convincente...’

‘Mmh... perché se lui fosse stato convincente tu saresti salito prima e lui non avrebbe dovuto sentire nulla...’ rifletté lei, usando contemporaneamente quella che sapeva essere la mossa decisiva, ossia mordere leggermente il labbro inferiore a Zack.

‘G-già...’ rispose lui, mente il cervello cominciava decisamente ad annebbiarsi.

‘Mi hai convinto’ disse lei, non riuscendo a dire altro prima che Zack tornasse a baciarla, sdraiandosi sul letto e portandola con sé.

 

Quando Zack si svegliò, la prima cosa che vide fu Nat addormentata di fianco a lui.

Sorrise, pensando che era una delle cose che più gli erano mancate durante quel tour.

Le diede un bacio sulla fronte e la ragazza a quel gesto si spostò ancora più vicino a lui fino ad appoggiare la testa sul suo braccio, mentre Zack le cingeva la vita con l’altro.

‘Buongiorno’ le disse lui.

‘Giorno’ rispose lei, aprendo appena gli occhi.

‘E dai, non venirmi a dire che hai ancora sonno!’ la prese in giro lui.

‘Se qualcuno mi avesse lasciato dormire stanotte non avrei sonno’ rispose lei, dandogli un bacio sulla spalla.

‘Ti stai lamentando?’

‘Certo che no’ rispose lei, alzando la testa per baciarlo ‘Scendiamo a fare colazione?’

‘Vista l’ora dovresti chiedermi se scendiamo a pranzo...’ commentò divertito lui, mentre Natalie spalancava gli occhi stupita.

‘Ma che ore sono?’

‘L’una di pomeriggio... in realtà dobbiamo uscire a pranzo, perché qui in hotel finisce ora’ spiegò lui.

‘Ok... mi preparo allora... vado a farmi una doccia’ disse lei, alzandosi in piedi ‘E stammi alla larga mentre mi lavo... ho fame e tu finiresti per distrarmi dall’obiettivo’ gli disse lei, facendolo scoppiare a ridere.

 

Mezz’ora più tardi, Zack e Nat stavano scendendo nella hall e notarono Johnny, Matt e Brian seduti sui divanetti che chiacchieravano.

Matt fu il primo a vederli, dal momento che era rivolto verso le scale.

‘Bentornati fra noi piccioncini!’ li salutò il cantante, facendo sì che anche gli altri due si girassero verso di loro e sia Zack che Nat ridacchiarono vedendo lo sguardo omicida di Brian.

‘Voi due non osate rivolgermi la parola’ disse il ragazzo, fulminandoli con un’occhiata.

‘Fratellone, è così che mi accogli dopo due mesi che non ci vediamo?’ chiese Nat mentre si sedeva di fianco a Matt, fingendosi offesa.

‘Io vi odio... per colpa vostra non ho dormito... io vi odio’ le disse Brian, mentre Johnny e Matt trattenevano a fatica le risate.

‘Guarda che noi non abbiamo fatto niente’ continuò Natalie con un sorriso angelico, mentre Zack di fianco a lei rideva sotto i baffi, se Nat avesse continuato a provocare il fratello in quel modo, tempo qualche minuto e avrebbero assistito alla fase isterica.

‘Non avete fatto niente?!’ esclamò Brian, mentre Zack pensava che era arrivata prima del previsto quella famosa fase ‘Fino alle quattro... fino alle fottutissime quattro di mattina!’ continuò il ragazzo, mentre tutti scoppiavano a ridere, alla voce acuta del ragazzo era impossibile resistere.

‘Non c’è niente da ridere’ bofonchiò Brian risentito, continuando a guardare estremamente male Zack e Natalie.

‘Beh, io e lui andiamo a mangiare... per qualche strano motivo ho più fame del solito’ disse Nat, alzandosi in piedi e tirandosi dietro Zack, mentre Brian le lanciava l’ennesima occhiata omicida.

‘Ti odio sorellina!’ gli urlò lui.

‘Ti adoro fratellone!’ rispose lei, dirigendosi verso l’uscita dell’albergo insieme a Zack.

 

8 Dicembre 2010:

‘Ragazze, tutte pronte per il lancio del bouquet!’ urlò Viki, portandosi al centro del giardino dove si stava tenendo il ricevimento del suo matrimonio con Kev.

‘Nat, tu non vai?’ le chiese Michelle.

‘No... perché rischiare di rovinarsi il vestito?’ rispose lei, facendo ridere Lacey, Mich e Val.

Le ragazze si trovavano poco distanti dal gruppo di aspiranti future spose con Matt, Brian, Johnny e Zack e osservavano la scena divertiti.

‘Beh, però avrebbe senso... voglio dire, noi ormai abbiamo quel che abbiamo...’ disse Val, ricevendo un’occhiataccia sia da Matt che da Brian.

‘E se poi prendo il bouquet e devo sposarmi entro l’anno? A questi gli prende un infarto’ si giustificò Nat, indicando Brian e Zack, che annuirono.

‘Così ti voglio sorellina’

‘Senza offesa, eh’ le sussurrò all’orecchio Zack, dandole un bacio sulla guancia.

‘Tranquillo...’ rispose lei sorridendogli.

‘E uno... e due... e tre!’ urlò Viki, lanciando il suo bouquet.

Un istante dopo, tutti fissavano sbalorditi Zack, che reggeva in mano il bouquet fissandolo altrettanto esterrefatto.

In realtà, i suoi amici lo fissavano estremamente divertiti, mentre il gruppo di aspiranti spose gli stava lanciando sguardi omicidi.

‘Ehy, non l’ho fatto apposta!’ si giustificò lui, leggermente spaventato da quel gruppo di ragazze che sembravano volerlo aggredire.

A quel punto tutti i suoi amici scoppiarono a ridere, soprattutto i ragazzi, che avevano le lacrime agli occhi.

‘Ehy, Nat, Zack, qualcosa che avete dimenticato di dirci?’ scherzò Johnny.

Brian a quelle parole smise immediatamente di ridere e lanciò un’occhiata omicida a Zack, che indietreggiò verso Natalie.

‘In realtà sì... mi dispiace Natalie, io amo lui!’ esclamò Zack, fingendo di voler abbracciare Johnny, che indietreggiò inorridito.

A quel punto anche Brian tornò a ridere, mentre gli altri risero ancora più forte.

‘Zack!’ esclamò Natalie, quando riuscì a smettere di ridere ‘Se devi piantarmi, almeno fallo per Matt!’ gli disse lei, mentre Johnny le rivolgeva un’occhiata indignata.

‘Giusto, così poi io e lei ci consoliamo a vicenda...’ scherzò Val, facendo l’occhiolino a Nat, che ricambiò sotto lo sguardo incredulo dei ragazzi.

‘Ok, questa conversazione rischia di diventare molto vietata ai minori... e noi ne abbiamo uno in arrivo’ disse Zack, indicando con un cenno della testa Jess, che stava correndo verso di loro seguito da Kevin.

‘Ehy Zack, non sapevo che ambissi al bouquet!’ scherzò Kev, ridacchiando.

‘Spiritoso... ehy, cucciolo!’ disse Zack, riponendo il famigerato bouquet su un tavolo e prendendo in braccio il bambino.

‘Papà, papà, io so un segreto!’ esclamò Jess.

‘Ah sì?’ chiese Zack divertito dall’entusiasmo del figlio.

‘Sì, me lo ha detto Viki, ha detto che lo sappiamo solo io e Kevin!’ spiegò il bambino e questa volta si fecero tutti molto curiosi.

‘E ce lo puoi dire questo segreto?’ chiese Natalie lanciando un’occhiata a Kev, che stava ridacchiando sotto i baffi.

Jess scosse la testa.

‘No, Viki ha detto... ha detto... che dovete...’ iniziò Jess, facendosi pensieroso.

‘Stare un po’ sulla graticola’ finì per lui Kev, guadagnando l’attenzione del gruppo.

‘Sì!’ concordò Jess, soddisfatto come se lo avesse detto lui stesso.

‘Kevin!’ protestò Natalie, curiosa.

‘Devo tornare da Viki, a dopo!’ disse il ragazzo, defilandosi prima che gli altri potessero fermarlo.

‘Amore, lo puoi dire alla mamma, dai...’ Nat cercò di convincere il bambino, prendendolo dalle braccia di Zack.

‘Non posso’ disse semplicemente Jess, con un sorriso smagliante in volto.

‘Victoria Elizabeth Kingston Riley!’ urlò Nat, attirando l’attenzione dell’amica, che si avvicinò al gruppo con un’espressione angelica in volto.

‘Ehy, ragazzi, vi state divertendo?’ chiese.

‘Non fare finta di nulla!’ esclamò Michelle, curiosa quanto Nat e gli altri.

‘Usare un bambino per torturarci è veramente crudele, Viki’ intervenne Zack e Brian annuì vigorosamente.

‘Oh, Jess, allora hai fatto quello che ti ho detto?’ chiese al bambino, che annuì ‘Sei bravissimo!’ gli sorrise lei.

‘Viki!!!’ esclamarono in coro le ragazze, frustrate.

‘Mmh...’ Viki si fece pensierosa, mentre otto paia di occhi la fissavano impazienti ‘Ok... allora... diciamo che...’

‘Diciamo che?’ chiese Brian, evidentemente impaziente ‘Andiamo Vik!’ la incitò, facendo ridacchiare la ragazza.

‘Ok, mettiamola così... dovrò rinunciare alla parte più divertente della festa...’

‘Sarebbe?’ chiese confuso Zack.

‘L’ubriacatura dopo che i miei genitori e quelli di Kev se ne saranno andati’.

Rimasero tutti perplessi per un attimo, poi le ragazze si guardarono fra di loro.

‘Zack, ti dispiace prendere Jess?’ disse Nat, passando il bambino a Zack, che così come gli altri ragazzi continuava a non capire.

‘OH MIO DIO!’ urlò Nat, lanciandosi addosso all’amica insieme alle altre ragazze.

‘Ehy, così mi soffocate!’ esclamò Viki, cercando di abbracciare tutte quante.

‘Oddio, sono così felice tesoro!’ esclamò Nat.

‘Qualcuno ci spiega che cosa ci siamo persi?’ chiese Matt, ricevendo in cambio un’occhiata divertita da ciascuna delle ragazze ‘E non mi guardate così, non sono l’unico a non averci capito nulla!’ protestò lui, indicando i suoi amici, confusi quanto lui.

‘Jess, tesoro, glielo dici tu?’ chiese Viki al bambino.

‘A luglio Kev e Viki hanno un bambino!’ spiegò il piccolo.

‘Congratulazioni!’ esclamò Brian, il primo a riprendersi dallo shock, abbracciando l’amica.

‘Grazie Bri!’ rispose lei, abbracciandolo a sua volta.

Dopo che anche gli altri si furono congratulati con Viki, la ragazza decise che era il momento di dare il via alle danze e trascinò un riluttante Kev, che aveva sempre odiato ballare, al centro della pista, mentre anche le altre ragazze recuperavano i rispettivi mariti e fidanzati prima che riuscissero a eclissarsi.

 

Più tardi, intorno alle nove, Natalie era in un angolo un po’ isolato del cortile con Jess, che aveva cominciato a mostrare segni di cedimento una decina di minuti prima e si era addormentato poco dopo in braccio a lei.

‘Nat?’

‘Shh!’ fece lei a Zack, indicando Jess che dormiva.

Il ragazzo annuì e si sedette di fianco a lei, sorridendo alla vista del piccolo pacificamente addormentato.

‘Non ce la faceva più, eh?’

‘Già, stava per crollare... ma nonostante questo non ne voleva sapere di smettere di ballare... temo che sia egocentrico tanto quanto lo zio’ commentò lei, riferendosi al fatto che fino a poco prima Jess era il centro dell’attenzione.

‘Non poteva essere perfetto...’ rispose Zack, facendola ridere.

‘Gli altri?’ si informò Natalie.

‘Li abbiamo persi... gli unici sobri siamo io, te, Viki e Lacey... e tua madre, anche tua madre’

‘Non so se sono felice di sapere che mio padre è andato...’ osservò Natalie.

‘Ah, tuo padre è un grande, può farlo... senti...’

‘Che c’è?’

‘Mi chiedevo... sì, insomma...’ cominciò lui, indeciso su come andare avanti.

‘Zack, che c’è? Il bouquet ti ha scombussolato?’ lo prese in giro lei, ricevendo un’occhiata divertita dal ragazzo.

‘In realtà potrebbe essere...no, scherzi a parte, è un po’ che ci sto pensando... so che abbiamo detto di andarci piano ed in una relazione normale non sarebbe il momento giusto, però la nostra non è una relazione propriamente normale, voglio dire, usciamo da otto mesi e abbiamo un figlio di quasi cinque anni...’

‘Zack... sono sinceramente molto confusa...’ gli disse Nat, che non capiva dove il ragazzo volesse andare a parare con quel discorso, poco chiaro fra l’altro.

‘Ecco, insomma...vuoi venire a vivere con me?’ disse lui, abbassando lo sguardo.

‘Io... noi... cioè, nella stessa casa, tutti insieme?’ chiese Nat, sentendosi vagamente stupida, ma era troppo sorpresa.

‘Beh, l’idea sarebbe quella... certo, se poi preferisci la cuccia di Ichabod, chi sono io per giudicare le tue scelte?’ scherzò lui, ricevendo in cambio una gomitata dal braccio libero di Natalie.

‘Scemo... è che non me lo aspettavo...’

‘Te l’ho detto, so che non è esattamente nell’ottica dell’andarci molto piano, ma più ci penso, più io, te e Jess nella stessa casa è un’idea che mi piace... sarà l’atmosfera di matrimonio nell’aria, non lo so... però niente mi è mai sembrato un’idea migliore’ spiegò lui.

‘Ok’ disse lei, dopo qualche istante di silenzio.

‘Ok?’ si sincerò lui, non potendo trattenere un sorriso.

‘Ok’ confermò lei, sorridendogli a sua volta.

‘Beh... non dirlo a Viki, ma ha appena perso il titolo di persona più felice della giornata’ disse Zack, sporgendosi verso la ragazza per baciarla.

‘Parlando di casa...’ disse Zack dopo qualche istante ‘Forse è il caso di portarci questo piccolino, che dici?’

‘Mi sembra un’ottima idea’ rispose lei, alzandosi in piedi dopo che Zack aveva preso Jess in braccio ‘E gli altri?’

‘Tua madre pensa a tuo padre, Mich e Brian, mentre Lacey pensa agli altri’

‘Avevi pianificato proprio tutto’ scherzò lei, seguendolo verso l’uscita.

‘Nei dettagli, aggiungerei’ ribatté lui.

‘Diabolico...’

‘Ho un’ottima insegnante’ ribatté lui, aprendo la portiera posteriore dell’auto, dal momento che nel frattempo erano arrivati al parcheggio, e stendendo Jess sul sedile.

‘Ti dispiace aspettarmi qui per due minuti? Almeno Viki la volevo salutare’ gli disse Nat.

‘Non mi muovo di qui’ rispose lui.

Nat gli diede un bacio a fior di labbra e si diresse di corsa verso l’interno del ristorante.

‘Oh, l’unica altra persona sobria oltre a me e quella santa!’ esclamò Viki, facendo riferimento a Lacey, che stava spiegando a un Johnny molto ubriaco perché non fosse una buona idea mettere la testa sotto la fontana di cioccolato.

‘Ehy, volevo salutarti’ le disse Nat, lanciando un’occhiata solidale a Lacey, che a giudicare dallo sguardo disperato che stava lanciando al suo ragazzo stava meditando se non fosse una buona idea affogarcelo in quella maledetta fontana.

‘No, mi abbandoni?!’ chiese Viki, sconvolta.

‘Jess è crollato...e sinceramente, sto per crollare anch’io, è stata una giornata stancante... ma complimenti tesoro, è stato un matrimonio epocale’ le disse Nat ed era sincera, era stato tutto assolutamente meraviglioso ‘E tu... beh, tu sei meravigliosa, tesoro’ aggiunse Nat.

‘Oh, grazie!’ esclamò Viki, abbracciandola ‘Ecco, vedi? Sono già emotiva, troppo emotiva!’ si lamentò lei, asciugandosi una lacrimuccia.

‘Oh, il peggio arriva ai cinque mesi, lì ti metterai a piangere anche se per sbaglio pesti una formica’ la prese in giro Natalie ‘Scappo, c’è Zack che mi aspetta fuori...oh, a proposito...’

‘Cosa?’

‘Potrei avere una novità... ma mi devi giurare di non dirlo a nessuno, ok?’

‘Spara’ la incitò Viki.

‘Potrebbe avermi chiesto di andare a vivere insieme...’ spiegò Nat, osservando divertita l’amica strabuzzare gli occhi.

‘COSA?!’ esclamò lei, fortunatamente non attirando troppo l’attenzione, dal momento che la musica era abbastanza alta in quel momento ‘Ma è fantastico tesoro! Aspetta... gli hai detto di sì, vero?’ si sincerò lei.

‘Certo che gli ho detto di sì, Viki!’ rispose Nat come se fosse ovvio, e in fondo lo era, a quel punto.

‘Sono così felice...oh, allora vai, su, non farlo aspettare, vai!’ disse Viki, spingendola verso l’uscita e facendo ridere Nat.

‘Ok, ok... oh, e buon viaggio, mandami una cartolina dalle Hawaii!’ le disse Natalie.

‘Contaci!’ esclamò allegra Viki.

Nat la salutò di nuovo e tornò alla macchina, dove Zack la stava aspettando.

‘Lo hai detto a Viki per caso?’ chiese lui divertito.

‘E tu come lo sai?’ chiese sorpresa lei.

Per tutta risposta, Zack le passò il proprio cellulare, su cui campeggiava un messaggio di Viki.

Pensavo di doverti mandare i segnali di fumo, go Vengeance!’.

Nat si trattenne dallo scoppiare a ridere solo per non svegliare Jess ‘Viki è incorreggibile... oddio, spero non le venga in mente di dirlo a Bri’

‘Premettendo che non credo lo farebbe mai...’ iniziò Zack, mettendo in moto ‘Tu credi davvero che conciato com’è Brian domani mattina se ne ricorderebbe?’ finì lui, facendola di nuovo ridere.

‘In effetti no...’ dovette convenire lei ‘Ehy, ho una certa confusione... a che casa andiamo?’ chiese poi la ragazza.

‘La tua... così domani mattina sarà mia premura aiutarti a fare le valigie’ spiegò lui.

‘E chi ti ha detto che puoi fermarti da me?’ lo stuzzicò Natalie.

‘Credo di avere degli argomenti molto convincenti’ rispose sicuro lui.

‘Mmh... forse...’ ribatté lei.

‘...Natalie, tu e i tuoi forse mi manderete al manicomio’ commentò lui, mentre lei rideva divertita.

 

 

Buonasera!!

Allora… dietro suppliche di Amor vincit omnia ho aggiornato un po’ prima del previsto...

Ho un paio di news gaiose fra l’altro...se a qualcuno interessano...

Punto primo: MI LAUREO!!!!! È ufficiale... il 30 Giugno sarà il mio giorno ;)

Punto secondo: vado a vedere il concerto di Avril... non insultatemi... a me piace :P

Beh, che altro dire... questo è il penultimo capitolo e come avete visto, sono una serie di momenti di Zack e Nat insieme... il prossimo capitolo sarà l’epilogo... non vi anticipo nulla, vedrete!

Grazie a tutti per le recensioni... sono diventata pigra, non ho risposto di nuovo, sappiate solo che VI ADORO! E devo citare Arimi_chan e Amor vincit omnia, che con le loro recensioni mi hanno accompagnato fin dall’inizio e mi hanno sempre lusingato un sacco... siete fantastiche!!

Che dire... al prossimo (ultimo L) capitolo!!!

xxx

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Capitolo 25
*** Epilogo ***


Epilogo

Natale 2011

‘Mamma, papà, è arrivato Babbo Natale!’ urlò Jess, saltando sul letto e ricevendo in cambio dei mugugni di disapprovazione sia da Nat che da Zack.

‘Mamma, papà, sveglia!’ insistette Jess, saltellando sul letto.

‘Ok cucciolo, ora basta’ disse Zack, prendendo Jess per i fianchi e trascinandolo sotto le coperte, cominciando a fargli il solletico.

‘Basta papà!’ esclamò il bambino ridendo, cercando di divincolarsi ‘Ci sono i regali!’ aggiunse poi con un sorriso enorme.

‘E andiamo a vederli questi regali!’ disse Zack, lasciandolo andare e ridendo quando vide il bambino saltare giù dal letto e precipitarsi in salotto.

‘Buon Natale, eh’ gli disse Natalie, attirando la sua attenzione.

‘Buon Natale’ le rispose lui, sfiorandole le labbra con le proprie ‘Scendiamo prima che lui distrugga il salotto ed io ti salti addosso?’ disse poi, facendo scoppiare a ridere Nat, che annuì alzandosi dal letto.

Quando arrivarono al piano di sotto, sorrisero entrambi vedendo Jess saltellare davanti all’albero, evidentemente impaziente di scartare i suoi regali.

‘Forza amore, cominciamo!’ disse Nat, sedendosi sul divano e prendendo un pacco che poi porse al bambino.

‘Sì!’ esultò lui entusiasta, specie dopo aver visto le dimensioni del suo regalo, cominciando a scartare.

‘Lo sai che ce ne pentiremo, vero?’ le sussurrò all’orecchio Zack, che nel frattempo si era seduto di fianco a lei, cingendole la vita col braccio e appoggiando il mento sulla sua spalla.

‘Temo di sì...’ rispose lei, mentre Jess cominciava a urlare di gioia.

‘Che bella, che bella!!! Papà, papà, la montiamo, la montiamo?’ chiese eccitatissimo Jess, osservando la batteria: alla fine Zack e Brian avevano dovuto cedere, Jess adorava la chitarra, ma venerava nella maniera più assoluta la batteria, probabilmente una conseguenza della simpatia che aveva sempre dimostrato per Jimmy.

‘Andiamo!’ gli disse Zack, prendendo il pacco mentre Jess gli correva dietro felice.

‘Io preparo la colazione!’ disse Nat, dirigendosi in cucina.

Una ventina di minuti più tardi, Nat sentì Zack che l’abbracciava da dietro e in sottofondo il rumore di Jess che cominciava a usare il proprio regalo.

‘Dimmi che gli hai già trovato un insegnante’ lo implorò Natalie.

‘Arin è assolutamente estasiato dalla prospettiva’ rispose Zack, facendo tirare un sospiro di sollievo a Nat: le piaceva Arin, quel ragazzo si era trovato nella difficilissima posizione di dover prendere un posto che per tutti sarebbe sempre stato di Jimmy e lei lo ammirava per il modo assolutamente discreto in cui lo aveva fatto.

‘Ehy, c’è una cosa che vorrei darti’ disse poi Zack.

Natalie si voltò verso di lui, fissandolo confusa.

‘Sbaglio o avevamo detto che aspettavamo di essere con tutti gli altri oggi pomeriggio per scambiarci i regali?’ chiese lei.

‘Lo so, lo so... ma non è esattamente un regalo...’ spiegò lui.

‘Cioè?’chiese lei, inclinando la testa e fissandolo sempre più confusa.

‘Vieni con me’ disse lui, prendendola per mano e portandola di nuovo sul divano di fianco all’albero.

‘Ecco qui’ disse, prendendo un pacchetto da sotto l’albero e porgendoglielo.

‘Zack... non è per contraddirti, ma questo è un regalo’ disse divertita lei, cominciando ad incuriosirsi.

‘Natalie, vuoi smetterla di puntualizzare per favore?’ chiese esasperato lui.

‘Ok, ok...’ rispose divertita lei ‘Posso aprirlo o non essendo un vero regalo c’è qualche rito particolare?’ chiese poi lei, ridendo all’occhiataccia di Zack.

‘Questo humour marchio Haner è uno dei tuoi pochi difetti Nat’ osservò Zack.

‘Io la trovo una cosa molto buona, ma sono punti di vista’ ribatté lei, scartando il regalo e osservando alquanto perplessa la scatolina che aveva in mano: secondo quanto c’era scritto sulla confezione, si trattava di un nuovo IPod.

‘Cos’è, un modo carino di dirmi che il mio lettore mp3 è superato?’ chiese Natalie.

‘In effetti anche quello...’ rispose Zack, ridacchiando ‘Ma non solo... se permetti...’ disse lui, prendendoglielo dalle mani ed estraendolo dalla confezione ‘Ecco...adesso metti le cuffie...’ continuò, porgendole gli auricolari ‘E play!’ concluse, premendo il tasto per far partire la canzone.

Natalie per poco non lanciò un urlo quando sentì l’inizio: era una delle sue preferite, “With me” dei Sum 41, meglio nota come una delle canzoni più romantiche in circolazione.

Lanciò un’occhiata adorante a Zack, abbracciandolo e baciandolo prima di chiudere gli occhi e godersi la canzone, accoccolata fra le braccia del ragazzo.

I don’t want this moment
To ever end
Where everything’s nothing, without you
I wait here forever just to
To see you smile
Cause it’s true
I am nothing without you

Through it all
I’ve made my mistakes
I’ll stumble and fall
But I mean these words

I want you to know
With everything, I won’t let this go
These words are my heart and soul
And I’ll hold on to this moment you know
As I bleed my heart out to show
And I won’t let go

 

‘Se non disturbo...’ commentò Zack, togliendole un auricolare.

‘Non si disturba una canz... oh mio Dio!’ esclamò Natalie, vedendo quello che Zack teneva in mano.

‘Natalie Christine Haner... vuoi sposarmi?’ le chiese il ragazzo, aprendo la scatoletta che aveva in mano e scoprendo uno degli anelli più belli che Nat avesse mai visto.

‘Io... oddio, sì, sì, certo che sì, sì!’ urlò lei, lanciandosi addosso al ragazzo.

‘Ehy, così mi uccidi però!’ le disse ridendo Zack, evitando per un pelo di cadere dal divano.

‘Dio quanto ti amo Baker’ fu la risposta di Natalie.

Zack le sorrise, attirandola a sé.

‘Idem’ le rispose prima di baciarla ‘Fammi vedere un po’ se ci ho azzeccato’ disse poi, infilandole l’anello al dito.

‘Perfetto... hai fatto tutto da solo?’ chiese impressionata lei, rimettendosi a sedere in braccio a Zack.

‘Ammetto di aver chiesto la consulenza di mia sorella...’ rispose lui, abbracciandola ‘Ma io ho fatto la scelta, lei ha solo confermato che sono un genio’ finì lui.

‘Scommetto che non l’ha detto proprio in questi termini...’

‘Va beh, sono dettagli...e sai qual è la parte migliore?’

‘Quale?’ chiese curiosa lei, piegando la testa all’indietro per poterlo guardare in viso.

‘Tuo fratello non lo sa’ rispose lui.

‘Ti amo’ rispose Natalie, sorridendo ‘Sarà fantastico guardare la sua faccia... hai pronta la macchina fotografica, vero?’

‘Ovviamente’ rispose lui, dandole un bacio a fior di labbra.

I due si divisero quasi subito però, sentendo Jess correre per il corridoio e infatti un attimo dopo se lo trovarono davanti.

‘Amore!’ lo accolse Natalie, lasciando che le saltasse in braccio ‘Ti piace il tuo regalo?’

‘Sì, è bellissimo, è bellissimo!’ esclamò allegro Jess, abbracciando Natalie.

‘Ehy, quanto amore!’ commentò lei, abbracciandolo a sua volta mentre Zack sorrideva a quella scena.

‘Mamma, c’è il latte?’ chiese poi il bambino.

‘Ma certo tesoro! Tutti a mangiare, su!’ esclamò lei, alzandosi e tirandosi dietro Zack, che scoppiò a ridere quando la vide osservasi la mano sinistra e rimirarsi l’anulare nel tragitto fra la sala e la cucina.

 

‘Sai cosa pensavo?’.

Nat si voltò verso Zack, appoggiato con la schiena alla porta della camera, che aveva appena fatto quella domanda: si stavano preparando per andare da Brian, avrebbero passato lì il Natale tutti insieme ed erano già notevolmente in ritardo a causa di Jess, che fino alle undici non ne aveva voluto sapere di staccarsi dalla sua nuova batteria.

‘Cosa?’ chiese lei.

‘Che anche se ha indubbiamente molta fantasia, Jess a volte si annoierà a essere sempre da solo...’.

Nat gli rivolse un’occhiata sorpresa, poi gli sorrise.

‘Sarebbe un modo contorto per chiedermi di fare un altro figlio?’ domandò la ragazza, avvicinandosi a lui e circondandogli il collo con le braccia.

Il ragazzo scrollò le spalle, cingendole la vita e sorridendole.

‘Mmh... forse, sì...’ rispose il ragazzo, dandole un bacio sulla fronte.

‘Tu hai proprio deciso di far prendere un colpo a mio fratello oggi, vero?’ scherzò Natalie, appoggiando la testa sulla sua spalla.

‘No... quest’ultima parte non la deve necessariamente sapere...’ ribatté Zack.

‘Comunque io ci sto’ disse Nat.

‘Ottimo’ rispose lui, sorridendo ancora di più.

‘Però sei sleale’

‘Cioè?’ chiese confuso Zack.

‘Non puoi mettermi in testa certe idee quando sai benissimo che non possono essere messe in pratica immediatamente’ lo provocò lei, senza spostare la testa dalla sua spalla e dandogli un bacio sul collo.

Il ragazzo rise, anche se effettivamente il pensiero, che non lo aveva affatto sfiorato fino a poco prima, cominciava a farsi fastidioso.

‘Non posso darti torto in effetti...’.

Entrambi sobbalzarono sentendo un rumore provenire dalla stanza di Jess, voltandosi contemporaneamente verso la fonte del suono.

‘Ok, io vado a controllare che non distrugga la camera...’ commentò Zack divertito, dando un bacio a fior di labbra alla ragazza prima di dirigersi verso la stanza del figlio.

Natalie tornò davanti allo specchio, raggiante: la vita poteva essere più perfetta?

Lei era assolutamente convinta di no.

 

‘Buon Natale!’ urlò Jess quando Brian gli aprì la porta.

‘Ehy, buon Natale piccoletto!’ lo salutò Brian, prendendolo in braccio ‘Santo cielo, stai diventando pesantuccio Jess...’ commentò poi, portandolo in casa.

‘Buon Natale anche a te fratellone...’ commentò Nat, facendo ridere Zack.

‘Ormai lo abbiamo perso...’ commentò il ragazzo.

‘Come se non lo sapessi...’ replicò Nat, poi la sua attenzione fu attirata da un’altra persona.

‘E come sta il mio nipotino?’ esclamò la ragazza, rivolgendosi a Michelle, o meglio, alla pancia della ragazza, che scoppiò a ridere: non che non ci fosse abituata, da quando lei e Brian avevano comunicato a Natalie che entro fine Marzo sarebbe diventata zia, la ragazza non faceva altro che parlare con la sua pancia ogni volta che la incontrava.

‘Il nipotino sta molto meglio della mamma... a quanto pare abbiamo un futuro calciatore... o un altro batterista, probabilmente’

‘Nemmeno per sogno, sarà un chitarrista!’ esclamò Brian.

‘O una chitarrista... sì, una chitarrista metal in una band di soli uomini, sarà la leader!’ ribatté Natalie, scoppiando a ridere quando vide il fratello sbiancare alla prospettiva di una figlia in una band di soli uomini.

‘Nat, così me lo uccidi’ le disse Mich, che però stava ridendo a sua volta.

‘Zio, Babbo Natale ha portato a me la batteria!’ esclamò Jess euforico.

‘Zack, avresti dovuto insistere comunque...’ gli disse Brian.

‘Credi che non ci abbia provato?’ ribatté l’altro.

‘Ehy! La porta era aperta! Possiamo?’.

Tutti si voltarono verso l’ingresso e videro Viki seguita da Kev, dal passeggino e dal resto dell’allegra compagnia, ovvero Matt, Val, Johnny e Lacey.

‘Tesorini della zia!’ urlò Natalie, correndo verso il passeggino spinto da Kev, dove i gemelli stavano seduti tranquilli.

‘Oh, ma guarda quanto sono adorabili!’ disse Val, affiancando Natalie.

‘Certo, adorabili... prova a passare una settimana di notti in bianco e poi ne riparliamo’ intervenne Viki, lanciando però uno sguardo adorante ai suoi bambini.

‘Lei in particolare è un piccolo demonio’ disse bonariamente Kev, indicando la piccola Phoebe ‘Lui invece è più tranquillo...’

‘Di notte, perché invece di giorno anche Josh è un piccolo diavolo’ aggiunse Viki.

‘Io li trovo comunque adorabili’ ripeté Val, mentre Nat annuiva.

‘E guarda che manine, amori... hanno delle mani bellissime Viki!’ disse Nat, lasciando che Phoebe giocasse col suo dito.

‘Cosa vedo su quel dito Natalie?’ chiese Kev, attirando l’attenzione di tutti sulla ragazza.

‘Oh mio Dio!’ esclamò Val, abbastanza vicina da vedere subito di cosa si trattasse.

‘Vengeance, per la miseria, non sei affatto stupido come stavo iniziando a temere!’ disse Viki al ragazzo, dandogli una pacca sulla spalla e ignorando l’occhiataccia di Zack.

‘Cosa? Cosa?’ chiese incuriosito Brian, che non riusciva a vedere nulla a causa della ressa che si era creata attorno alla sorella.

‘Mi sposo Bri!’ urlò lei, facendosi largo fra la folla dei suoi amici e saltando in braccio al fratello, che la prese al volo per un pelo.

‘Congratulazioni piccoletta... VENGEANCE!’ urlò Brian, facendo sobbalzare Zack.

‘Sì?’ chiese il ragazzo, nascondendosi dietro a Viki.

‘Io e te dobbiamo parlare... molto, molto a lungo...’

‘Lascialo stare Bri!’ gli disse Nat.

‘Ma che divertimento c’è se lo lascio stare?’ chiese innocentemente Brian, facendo scoppiare a ridere tutti i presenti meno Zack.

‘Solo perché ci sono minorenni Gates... solo perché ci sono minorenni...’ disse Zack, facendo cenno a Jess.

‘Zio, zio!’ urlò in quel momento il bambino ‘Io voglio fare una band come te e papà e Matt e Johnny!’.

Le ragazze scoppiarono a ridere davanti alle espressioni adoranti dei quattro e Natalie avrebbe potuto giurare che a Brian e a Zack fossero anche venuti gli occhi lucidi dalla commozione.

‘Ma certo cucciolo! E sarai bravo e bello come papà!’ gli disse Zacky, prendendolo in braccio.

‘No, lui sarà bello e bravo come lo zio’ disse Brian e Zacky gli lanciò un’occhiataccia, ricambiata dall’altro.

‘Oh, insomma, basta!’ intervenne Nat ‘Lui sarà bello come la mamma, intelligente come la mamma e soprattutto andrà a scuola come la mamma’ esclamò lei.

Brian e Zack si scambiarono un’occhiata perplessa, poi scoppiarono a ridere.

‘Povera illusa...’ disse Brian.

‘Lasciaglielo credere’ gli diede manforte Zacky.

‘Matt?’ chiamò Nat ‘Prendi Jess?’ gli chiese poi.

Una volta che il cantante ebbe preso Jess da Zack, che continuava a ridere insieme a Brian, Natalie diede un sonoro schiaffo sulla nuca a entrambi, che urlarono di dolore.

‘Assassina!’ urlò Brian.

‘Così imparate’ disse semplicemente Nat ‘Allora, fanciulle, tutte in cucina con me, diamo un senso a questa giornata con del cibo!’ urlò Nat, dirigendosi verso la cucina seguita dalle altre ragazze.

 

‘Tu sei un attentato alla mia sanità mentale’.

Zack alzò lo sguardo su Natalie, che era tornata in salotto dopo aver messo a letto Jess, impresa particolarmente facile dal momento che a casa di Brian si era scatenato per tutto il pomeriggio.

‘Che ho fatto?’ chiese lui, mentre lei gli si sedeva in braccio.

‘Gli occhiali’ rispose lei.

Zack si mise a ridere: non ci aveva pensato minimamente quando si era infilato gli occhiali, non era una cosa che amava fare in realtà, ma ogni tanto doveva concedere un po’ di tregua ai suoi occhi e soprattutto sapeva che facevano impazzire Nat.

Ok, forse in realtà ci aveva pensato un po’.

‘Non sono gli occhiali Nat, sono io’ commentò lui, sdraiandosi sul divano e portandola con sé.

‘Forse... ma gli occhiali aiutano, fidati...’ rispose lei, mettendosi a pancia in giù sopra di lui ‘E soprattutto mi fanno venire strane idee...’ aggiunse poi, dandogli un bacio sulla punta del naso.

‘Ecco, questa parte la trovo molto più interessante’ commentò lui, appoggiando la fronte contro quella di Nat e sfiorandole le labbra con le proprie.

‘Sì?’

‘Già... quindi se non hai cambiato idea da stamattina, io direi di andare di sopra e metterle in pratica’ rispose lui, lanciandole un’occhiata significativa.

‘Su quale delle due proposte vuoi sapere se ho cambiato idea?’ chiese Nat, baciandolo poi sull’angolo della bocca.

‘Mmh... pensavo alla seconda, ma per sicurezza controllerei anche sulla prima’ rispose lui, mettendosi a sedere e facendola sedere a sua volta senza staccarla da sé.

‘Beh, sarai felice di sapere che confermo entrambe le risposte’ rispose lei, mordendogli il labbro.

‘Ok, bene, felice di saperlo’ disse lui, alzandosi in piedi e prendendola in braccio per poi dirigersi verso le scale, mentre Natalie scoppiava a ridere: certe mosse non fallivano proprio mai.

 

Prima o poi doveva arrivare… this is the end.

Ebbene sì, per quanto sia quasi impossibile da credere, almeno per me, con questo epilogo Unholy Confessions giunge ufficialmente al termine.

Che dire... un enorme GRAZIE a tutte le persone che hanno letto  e recensito questa storia, mi hanno dato tanta motivazione per andare avanti e, in molti casi, tanto supporto nei momenti in cui ho dovuto sospendere gli aggiornamenti... siete speciali!!

Spero di ritrovarvi tutti quanti nella mia prossima storia... non so ancora dirvi quando la pubblicherò, ma ci sto già lavorando, appena sarò certa di riuscire a finirla partirò...

Di nuovo grazie, mi inchino davanti a tutti voi, siete dei miti!

xxx

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Capitolo 26
*** Flashback 10 ***


Natalie controllò per l’ultima volta che Jesse dormisse tranquillamente, poi uscì dalla stanza del bambino e si diresse nella propria, chiudendo la porta dietro di sé.

Si sedette sul proprio letto a gambe incrociate, fissando quel quadrato bianco davanti a sé come se fosse il suo peggior nemico.

Era una settimana che lo aveva comprato, eppure ancora non si era decisa ad aprirlo, passava le serate così, fissando la copertina bianca con quel deathbat nero nel mezzo senza riuscire a togliere la plastica protettiva, aprire la custodia e mettere il cd nello stereo.

Lo prese in mano e lo voltò per poter rileggere i titoli delle canzoni, anche se ormai li conosceva a memoria.

Jimmy le aveva parlato di “A little piece of heaven” e lei moriva dalla voglia di ascoltarla, ma proprio non riusciva a decidersi.

Aveva paura, temeva come non mai le reazioni che quelle canzoni, quelle voci, quella musica potevano causare in lei.

Quelle chitarre.

In realtà era proprio quella la parte che temeva di più, gli assoli di suo fratello e... e il resto, le parti di Zacky.

Erano passati quasi due anni da quando aveva lasciato Huntington Beach, ma la mancanza peer i suoi amici, per la sua famiglia, per Zack non si erano placate per nulla e sapeva benissimo che ascoltare quel cd non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.

Al tempo stesso però aveva bisogno di avere qualcosa che le ricordasse tutto quanto, la sua vecchia vita, le sue vecchie amicizie, qualcosa che le facesse rivivere le emozioni più belle che avesse mai provato.

Fu quest’ultimo pensiero a convincerla, anche perché non poteva certo continuare a passare le sue serate fissando quel benedetto cd.

Lo scartò, lo aprì e senza darsi troppo tempo per pensare lo infilò nello stereo e premette il tasto d’avvio.

Immediatamente il silenzio della stanza fu rimpiazzato dalla musica dell’organo di “Critical Acclaim” e Natalie si stese sul letto, ascoltando attentamente quella canzone che già dal testo, che le era stato letto in anteprima da Jimmy, prometteva di essere molto forte.

Quando finì, immediatamente partì “Almost Easy” e Nat non potè fare a meno di battere le dita a tempo sul letto, aveva una melodia trascinante e la chitarra di suo fratello dava il meglio di sè.

Sobbalzò quando “Scream” iniziò, non si era aspettata quell’urlo, ma poi tornò a calmarsi, ascoltando la canzone e ridacchiando, c’era davvero da chiedersi come fosse venuto in mente ai ragazzi un testo del genere, anche se in realtà non ci teneva affatto a saperlo, certe cose era molto meglio continuare ad ignorarle.

Qualche minuto dopo, quando “Afterlife” terminò, Natalie era in pura adorazione, quella canzone era assolutamente fantastica, l’assolo di suo fratello era qualcosa di divino e il testo era al tempo stesso meraviglioso ed inquietante, aveva una voglia incredibile di riascoltarla subito, ma decise di aspettare e di ascoltare anche le altre.

Decise che “Gunslinger”, “Unbound” e “Brompton Cocktail” le piacevano, ma non sarebbero diventate le sue preferite, mentre trovò un cambio di stile interessante “Lost”, che pur conservando quell’impronta tipica degli Avenged Sevenfold era al tempo stesso una piacevole novità... e non perché si trattava di suo fratello, ma Brian e la sua chitarra sul finale erano la ciliegina sulla torta.

Finalmente venne il momento di “A little piece of heaven” e Natalie rimase spiazzata da quella canzone: definirla strana era poco, ma al tempo stesso la trovava incredibilmente geniale, Jimmy non si smentiva mai, se faceva una cosa, si poteva stare certi che l’avrebbe fatta alla grande e con stile.

Infine l’ultima canzone, “Dear God”, che la incuriosiva molto già dal titolo.

Tuttavia, Natalie non era affatto pronta al testo di quella canzone.

Certo, probabilmente quella canzone era stata scritta da quel romanticone di Matt per la sua adorata Val, ma non poteva fare a meno di pensare che il ritornello era così perfetto per lei e Zack.

Dear God, the only think I ask of you is to hold her when I’m not around, when I’m much too far away...

Ecco, quella parte avrebbe potuto essere tranquillamente opera di Zacky, da quello che le raccontava Jimmy, molto poco in realtà, dal momento che lei puntualmente lo interrompeva, il ragazzo sentiva terribilmente la sua mancanza e nonostante ora avesse una ragazza, continuava a pensare alla loro storia e a sentirsi in colpa per la sua sparizione improvvisa.

We all need that person who can be true to you, I left her when I found her, and now I wish I’d stayed cause I’m lonely and I’m tired, I’m missing you again...

Quella seconda parte invece era perfetta per descrivere i suoi sentimenti, era sufficiente sostituire “her” con “him” e la parte finale del ritornello diventava la storia della vita di Natalie in quegli ultimi anni.

Non lo aveva mai ammesso con Jimmy e non aveva intenzione di farlo, ma Zack le mancava da morire, non solo, lei era ancora innamorata di Zack e quella distanza forzata, quel dover continuamente far finta che tutto andasse bene per il benessere di Jess, quel dover fingere che fosse felice che finalmente il ragazzo si stesse rifacendo una vita con un’altra la facevano stare male.

A volte aveva la forte tentazione di fare le valigie e tornare a casa, perché per quanto cercasse di convincersene, Washington per lei era solo un posto dove stare, Huntington Beach era e sarebbe sempre stato il solo luogo che avrebbe mai potuto chiamare “casa”.

C’erano giorni in cui le cose sembravano più difficile del solito e avrebbe solo voluto prendere il telefono e chiamare Brian per sentirsi dire che andava tutto bene, che tutto si sarebbe risolto, le mancava da morire il suo adorato fratellone.

La persona che però le mancava più delle altre era comunque Zack.

Le mancava il modo in cui la guardava, il modo in cui le sorrideva, il modo in cui l’abbracciava, le mancava sentirlo sussurrare nel suo orecchio che la amava, il modo in cui la stringeva prima di addormentarsi, le mancava tutto, persino quella sua irritante abitudine di accendere e spegnere la luce almeno quattro volte prima di mettersi a dormire.

Sospirò, lasciando che il cd arrivasse alla fine e il silenzio tornasse a regnare sovrano nella stanza.

Spense lo stereo col telecomando e si infilò direttamente sotto le coperte, spegnendo la luce e affondando la testa nel cuscino.

A volte si chiedeva se scappare era stata la scelta giusta, se davvero aveva fatto il bene di Zack e quello di Jess andandosene senza dire una parola, ma quella sera, dopo aver sentito quel cd, si sentì un po’ meglio: certo, sapeva benissimo che quando avesse deciso di tornare a casa, perché sapeva che prima o poi lo avrebbe fatto, quella non sarebbe stata una ragione sufficiente a giustificare il suo comportamento agli occhi di Zack, ma lei si consolava sapendo che se fosse rimasta, se avesse detto a Zack che era incinta, lui avrebbe tralasciato la band e la preparazione dell’album per lei e questo non sarebbe mai stata capace di perdonarselo, teneva agli Avenged Sevenfold quasi quanto i ragazzi e non avrebbe mai potuto sopportare di causarne la fine.

Invece ora gli Avenged Sevenfold erano sulla cresta dell’onda e questo rendeva tutto più tollerabile, inclusa la consapevolezza che quando fosse tornata a casa, lei aveva la certezza che l’unica persona di cui fosse mai stata davvero innamorata l’avrebbe odiata con tutto se stesso.

 

Sì, lo so che la storia è finita e blablabla... ma avevo in mente questo flashback e ho pben pensato di scriverlo, sperando di farvi cosa gradita in attesa di qualcosa di nuovo, che spero non tardi ad arrivare... in realtà sto già scrivendo un paio di cosine (se vi piacciono i My Chemical Romance, sappiate che ho un progettino anche per quella sezione), ma prima di pubblicarle voglio essere certa che le finirò...

Che altro dire... 9 recensioni per l’epilogo... sono commossa!!!

xxx

Lady Numb

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Capitolo 27
*** What If....? ***


Natalie si mise a sedere sul divano, felice che Jess si fosse finalmente addormentato, da due settimane a quella parte era difficile per lei fare finta che tutto andasse bene, il suo uni co pensiero era Jimmy, il suo Jimmy che non avrebbe mai più rivisto.

Ogni tanto si connetteva al sito degli Avenged Sevenfold e rileggeva quel brevissimo annuncio pubblicato dai ragazzi, quello che diceva che Jimmy non c’era più, e scoppiava inevitabilmente a piangere, esattamente come stava facendo in quel momento, il pensiero era sufficiente.

Si sentiva persa, quella era la realtà, oltre al dolore insostenibile dell’aver perso uno dei migliori amici che avesse mai avuto al mondo, per la prima volta si trovava davvero nella situazione che aveva desiderato quando se ne era andata: da sola, senza più nulla che la tenesse legata alle persone che amava, alla sua famiglia.

A Zack.

Non era certa di esserne contenta, anzi, era assolutamente certa di non esserlo.

Per quanto ai tempi avesse avuto veramente l’intenzione di tagliare tutti i ponti, quel contatto quasi quotidiano con Jimmy le era sempre stato di conforto, sapere che Brian, i suoi genitori, Zack e gli altri stavano bene l’aveva aiutata a continuare la sua vita senza venir divorata dal senso di colpa.

Ora non sapeva cosa fare.

Una parte di lei avrebbe voluto chiamare Brian non appena aveva letto la notizia, non riusciva nemmeno ad immaginare come stesse suo fratello in quel momento, lui e Jimmy avevano un rapporto speciale, diverso da quello, seppur forte, che tutti avevano con lui, ma non aveva ancora trovato il coraggio per farlo davvero, non avrebbe saputo cosa dirgli.

Un’altra parte di lei, piuttosto insistente in realtà, le urlava di fare le valigie, prendere Jesse e tornare ad Huntington.

Tuttavia, anche in questo caso non aveva ancora trovato il coraggio di agire, ma non si trattava di Brian in quel caso, si trattava di Zack.

Sapeva che tornare ad Huntington avrebbe significato rivedere Zack e, soprattutto, rivelargli l’esistenza di Jesse.

Sapeva che avrebbe dovuto farlo molto tempo prima, Jimmy glielo aveva sempre detto, così come sapeva che prima o poi avrebbe comunque dovuto dirglielo, non aveva intenzione di lasciare Jess senza un padre per colpa di un suo errore, però pensarlo era molto più facile che farlo per davvero.

Sobbalzò quando sentì qualcuno suonare alla porta, non era tardi, erano solo le nove, ma non riusciva a pensare a nessuno che potesse venirla a trovare a quell’ora, specialmente considerando che la simpatica signora che abitava nell’appartamento di fronte al suo era a New York dalla figlia.

Si asciugò le lacrime e andò a guardare dallo spioncino chi fosse e per un attimo credette di essere davvero impazzita.

Aprì la porta e per un attimo rimase immobile sulla soglia a guardare l’altra persona.

‘Beh... non c’è che dire, non sei cambiata di una virgola Nat’

‘Tu invece sei un po’ diverso da come ti ricordavo Bri’ rispose lei, accennando un sorriso.

Lui le sorrise a sua volta e poi l’abbracciò, immediatamente ricambiato dalla sorella.

‘Non puoi capire quanto sia felice di vederti’ le disse lui, lasciandola andare ed entrando in casa su invito di Nat.

‘Anch’io Bri... anch’io’ disse lei ed era sincera, era davvero felice di avere finalmente il suo fratellone lì con lei ‘Ma come hai fatto a trovarmi?’ chiese curiosa, facendogli cenno di sedersi di fianco a lei sul divano.

‘Kelly ha trovato questa mentre sistemava le... le cose di Jimmy’ disse Brian, mostrandole una busta e Natalie si avvicinò a lui per abbracciarlo, non le era sfuggito come la voce di suo fratelli si fosse incrinata sul nome dell’amico ‘Io non so se Jimmy se lo sentisse o cosa... beh, insomma, c’è scritto dove vivi, che ha sempre saputo tutto e che non ha mai potuto dire nulla... il resto me lo devi spiegare tu, Nat’.

‘Non c’è scritto perché me ne sono andata, quindi?’ chiese conferma lei.

‘No, esatto, quello non c’è...’

‘Mamma?’.

Brian e Nat si voltarono verso Jess, che era appena entrato in salotto e la ragazza vide il fratello sobbalzare, ma d’altronde non ne era affatto sorpresa, Jess era la copia esatta di suo padre.

‘Amore, che succede?’ chiese lei, prendendolo in braccio una volta che il bambino si fu avvicinato al divano.

‘Non ho sonno’ disse Jess, nascondendo il volto nella spalla di Nat.

La ragazza sorrise vedendo come la sua piccola peste fosse improvvisamente diventato il bambino più timido del mondo davanti a Brian.

‘Amore, lui è zio Brian, il fratello della mamma, ti ricordi che te ne ho parlato tante volte?’ disse lei, facendogli alzare lo sguardo.

Jess annuì, poi rivolse un timido cenno di saluto al ragazzo, che ricambiò sorridendo, lo shock si era trasformato in tenerezza verso quel piccolino.

‘E dimmi la verità... non hai sonno o ci sono i mostri?’ chiese Natalie al bambino.

‘I mostri’ sussurrò Jess.

‘Cosa ti aveva detto la mamma oggi?’ lo riprese bonariamente lei, avvolgendolo nella coperta in cui stava lei prima che arrivasse Bri ‘Sai, questo piccoletto adora i cartoni con mostri di ogni tipo, poi però se li sogna di notte’ spiegò al fratello, che annuì divertito.

‘Posso dormire con te?’ chiese il bambino.

‘E va bene... su, mettiti comodo!’ gli disse Nat, facendolo sdraiare addosso a lei.

Quando Jess si fu addormentato, Natalie tornò a rivolgersi al fratello.

‘Beh... direi che hai capito perché me ne sono andata’

‘In realtà non l’ho capito bene...’ rispose Brian ‘Cioè, non capisco perché non potevi dirglielo e basta’

‘Due motivi Brian: numero uno, io e Zack eravamo in crisi, ma conosco abbastanza bene Zack da sapere che non si sarebbe tirato indietro e questo avrebbe significato trascurare la band e non lo volevo... numero due: non che io fossi messa molto meglio, ma Zack non era assolutamente pronto a fare il padre, non quando per ripicca contro di me flirtava con la prima venuta...’ spiegò la ragazza.

‘Ok... non sono sicuro di condividere, ma capisco... però pensavi di non dirglielo mai? Cioè... se non ti avessi trovata io ti saresti fatta sentire prima o poi?’

‘Da quando ho saputo di Jimmy non ho fatto altro che pensare di tornare... lui cercava di convincermi da quando me ne sono andata, ma con una scusa o con l’altra non gli ho mai dato retta... però ora stavo seriamente considerando di tornare, è solo che non ne ho ancora avuto il coraggio’

‘Torna Nat... ti prego, torna... manchi a tutti, a me, a mamma e papà, a Vik, ai ragazzi... e a Zack, anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, so che gli manchi’

‘Io... io ho paura Bri... non la prenderà bene, lo sai che non la prenderà bene...’ disse Nat, spostando lo sguardo su Jess, inutile specificare a chi si riferisse, era certa che Brian ci fosse arrivato da solo.

‘Non posso dirti il contrario... ma Nat, ha il sacrosanto diritto di saperlo... e non credo tu voglia togliergli il diritto di conoscere suo padre’ ribatté Brian, sorridendo alla vista del bambino profondamente addormentato.

Natalie sospirò, restando in silenzio per un lungo istante e sentendo lo sguardo di Brian addosso.

‘Dammi una settimana Bri... devo sistemare alcune cose... poi ti prometto che torno’ si arrese infine lei, anche se in realtà era felice, sapeva che tutto quello di cui aveva bisogno era qualcosa che la obbligasse a tornare e suo fratello davanti a lei era decisamente una buona ragione.

‘Fantastico!’ esclamò Bri, cercando di non alzare troppo la voce per non svegliare Jess ‘Ti sentiresti offesa se restassi qui per tutta la settimana, giusto per controllare che non cambi idea?’ aggiunse poi, sorridendole.

‘Certo che no’ rispose lei divertita ‘Anzi, se ti accontenti del divano ti faccio pure risparmiare l’hotel... mi manca passare un po’ di tempo con te’

‘Sarà un piacere... e il divano è una favola’ rispose lui ‘E poi voglio recuperare il tempo perduto con questo piccoletto’

‘Già... senti, posso chiederti solo una cosa?’

‘Quello che vuoi Nat’

‘Non dire a nessuno di Jess per ora... soprattutto a Zack... voglio essere io a dirglielo, soprattutto lui si merita almeno quello’

‘Mi sembra ragionevole... nessun problema, sarò muto al riguardo... in realtà nessuno sa perché sono qui, ho solo detto che avevo una questione da risolvere e non hanno fatto troppe domande... beh, Mich ne ha fatta qualcuna, ma l’ho convinta che gliene avrei parlato presto’

‘Perfetto... allora direi che li aspetta una bella sorpresa!’ commentò divertita Nat ‘Ehy, ma tu hai mangiato qualcosa stasera?’

‘In realtà no... sono sceso dall’aereo e mi sono precipitato qui’ rispose Bri.

‘Ok, allora lasciami mettere a letto Jess e ti preparo qualcosa, come ti sembra?’

‘Mi sembra fantastico Nat’ rispose lui.

‘La cucina è di là, arrivo subito’ disse lei, prendendo il braccio Jess e portandolo nella sua cameretta, sorridendo: finalmente sarebbe tornata a casa sua e anche se non sarebbe stato un ritorno indolore, Natalie non avrebbe potuto essere più felice.

 

Cucù!
Che vi devo dire... oggi ho avuto questo flash, questo “E se le cose fossero andate diversamente?”... spero vi piaccia!! :D

Ne approfitto per ricordare a chi non lo sapesse che esiste un seguito di Unholy Confessions, che risponde al titolo di “There’s no me without us”... sta andando un po’ a rilento, ma ho tutte le intenzioni di finirlo, quindi se volete dargli un’occhiata vi invito a cercarlo nella mia pagina... e ne approfitto per dire agli eventuali fan dei MCR che ho iniziato una piccola avventura anche con questa band, “We’ll meet again when both our lives collide”... anche questa va un po’ a rilento, ma anche questa sarà portata a termine, pinky promise :)

Altro... beh, con questo piccolo What If credo di poter ufficialmente dichiarare conclusa Unholy Confessions... anche se, come si dice, ‘mai dire mai’, la mia mente è imprevedibile ;)

 

Xoxo!

Lady Numb

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