La Luna rossa

di Elie_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La luna rossa ***
Capitolo 2: *** Che centra la luna? ***
Capitolo 3: *** Gli altri sciamani vengono avvertiti ***
Capitolo 4: *** Incontri Inaspettati ***
Capitolo 5: *** Spariti ***
Capitolo 6: *** Quel Giorno ***
Capitolo 7: *** Il passato di Hao-prima parte ***
Capitolo 8: *** Il passato di Hao-seconda parte ***
Capitolo 9: *** Il presente (Epilogo) ***



Capitolo 1
*** La luna rossa ***


Non so se vi piacerà (spero di si comunque) accetto anche critiche! Anzi se c’è qualcosa che non va non tardate a dirmelo mi raccomando.

ATTENZIONE: questa fanfiction non l’ho ancora conclusa, quindi mi scuso già da adesso se passerà un po’ di tempo tra un aggiornamento e l’altro.

Per qualunque cosa potete mandarmi una e-mail a hana.chan@live.it.

 Buona lettura a tutti. (Almeno spero).

 

 

La Luna Rossa

 

Un ragazzo con lunghi capelli neri e occhi altrettanto scuri era seduto su una roccia mentre osservava il cielo stellato.

 

Una voce infantile lo destò dai suoi pensieri “Che cosa le prende signor Hao?”

 

“Nulla Opacho. Stavo solo ripensando a una cosa” disse il moro alzandosi.

 

“Qualcosa di triste?” ribatté il piccolo ai suoi piedi.

Hao si girò verso il suo seguace accennando  uno di quei suoi soliti sorrisi ipocriti, sì ipocriti, proprio come era lui infondo.

Non disse nulla e facendo comparire Spirit of fire volò via lasciando il povero Opacho con uno sguardo interrogativo.

‘Qualcosa di triste’ quelle tre parole l’avevano turbato non poco, forse perché era proprio qualcosa di triste a cui stava pensando.

Odiava quelle stupide debolezze umane!

Chiuse gli occhi cercando di scacciare dalla mente quei ricordi orribili che lo turbavano, ricordi che risalivano a mille anni prima e che avrebbe voluto dimenticare per sempre.

“Che cosa?”  urlò Silva appena Godva smise di parlare.

“Non ti scaldare così tanto. Ti verranno un sacco di rughe lo sai?” disse Godva girato di spalle.

“Non è il momento di fare del sarcasmo! È una situazione gravissima, ma ne sei certo al cento per cento?” chiese Silva perplesso.

“Temo di si, Silva. Ho ricontrollato più volte, ma il risultato è sempre lo stesso. Quello che ti ho detto succederà tra poco e per di più durante lo shaman fight. Adesso cerca di stare calmo però.”

 Improvvisamente entrò nella stanza Kalim.

 

“Cos’è successo? Mi è stato detto che volevi vedermi Godva, ah! ci sei anche tu Silva”

Kalim” interviene Silva con tono allarmato. “È capitato un disastro, secondo le previsioni di Godva tra meno di una settimana ci sarà la luna rossa.”

 “Cioè?” rispose Kalim non riuscendo a capire di cosa stava parlando l’amico.

 “Che cosa vuol dire "cioè"? Dovresti saperlo sei uno degli officianti del torneo!”

“…”

“Uff… Vorrà dire che te lo racconterò io, ma stammi a sentire perché non ho intenzione di ripeterlo. La luna rossa avviene una volta ogni mille anni ed è segno di grande presagio perchè…”

Hao nel frattempo si era sdraiato su un praticello. Purtroppo sapeva che quella notte non sarebbe riuscito a dormire, come sapeva che quel giorno si stava avvicinando, quel giorno che odiava con tutto se stesso, lo stesso giorno che…

 “Mh?” disse alzandosi di scatto sui gomiti, un rumore l’aveva destato dai suoi pensieri, forse più che un rumore una presenza, ad un tratto, però, si rimise nella stessa posizione di prima “Chi sei?” disse con una voce annoiata e chiudendo gli occhi.

 Nessuno rispose a quella domanda.

 “Fa come ti pare” disse infine Hao girandosi su un lato, non gli importava sul serio chi fosse, anche se lo intuiva, voleva solo essere lasciato in pace.

 “Ci incontriamo di nuovo…Come hai fatto ad accorgerti di me? Non mi sembra di essere stata rumorosa stavolta “ contestò una voce femminile da dietro un albero.

 “Per chi mi hai preso?” rispose il ragazzo.

 “Per Hao naturalmente! Me l’hai detto tu ricordi?”

 E come dimenticarlo’  pensò il moretto.

 Il ricordo risaliva a qualche giorno prima.

 Hao stava seduto su un tronco e aveva gli occhi chiusi  mentre il vento del mattino gli scompigliava i capelli, all’improvviso sentì una voce “Come ti chiami?”

 Il ragazzo dai lunghi capelli aprì gli occhi, si ritrovò davanti una ragazzina magra con capelli e occhi marroni.

Dopo averla squadrata per un po’ richiuse gli occhi ignorandola completamente.

 “Ehi tu? Non hai sentito quello ti ho detto?” domandò la ragazza seccata.

 “Lo sai che sei rumorosa! Vattene” rispose il ragazzo non degnandola nemmeno di uno sguardo.

Ma come ti permetti? Sei proprio un maleducato!” esclamò la ragazza irritata.

 “Vorrà dire che rimarrò qui seduta a guardarti finche non mi dirai il tuo nome” finì di dire.

Passò qualche ora e la ragazza stava ancora lì a fissarlo. Hao un po’ perché si era rotto di averla tra i piedi, un po’ perché era rimasto stupito dalla sua tenacia decise di dargliela vinta e fissandola nuovamente disse “Mi chiamo Hao. Adesso vattene”

 “Piacere, io sono Momoko” rispose subito la ragazza.

 “Benissimo! Perché ora tu Momo, Moka o come diavolo ti chiami, adesso che hai saputo il mio nome non te ne vai?” disse prontamente Hao.

Momoko ho detto! Ma perché non te ne vai tu?” protestò  la ragazza.

 Hao allora, visto che al momento non aveva voglia di uccidere nessuno, la guardò nuovamente e sussurrò “ Ringrazia che oggi mi senta buono...”  alle sue spalle comparì Spirit of fire e se ne andò.

 Momoko rimase stupita non tanto dalle parole del ragazzo ma dalla cosa che gli era comparsa alle spalle. Che diavolo era? Non aveva mai visto niente del genere… E poi poteva persino volare.

 Non sapendo cosa rispondersi continuò a guardare, fin dove la sua vista poteva, il grande spirito del fuoco che volava con Hao sul dorso.

I pensieri di Hao tornarono al presente.

Momoko si avvicinò si avvicinò al ragazzo e gli si sedette vicino.

 “Lo sai che l’altra volta mi hai stupito? Non pensavo te ne andassi sul serio e per di più con quel “Coso” si può sapere cos’era?” domandò curiosa Momoko.

Hao si girò verso si lei e la guardò negli occhi. Questo imbarazzò un po’ la ragazza che però non lo fece vedere ma disse solamente “Perché mi fissi invece di rispondermi?”

Quello che tu chiami “Coso” è il mio spirito custode, Spirit of fire per l’esattezza, sono uno sciamano ecco perché c’è l’ho. Mi diverte anche uccidere gli umani se vuoi saperlo, quindi se fossi in te starei alla larga.” inveì Hao un po’ incavolato.

 

C’era una cosa che lo turbava di Momoko però, per qualche assurdo motivo non riusciva a leggerle il pensiero. Non era mai successo con nessun altro e quindi non sapeva come spiegarselo. Anche la prima volta che l’aveva vista non c’era riuscito.

“Tutto qui?” disse la ragazza con arroganza.

Tutto qui cosa? Che vuoi da me?” rispese Hao.

Quindi dovresti uccidermi?” chiese la giovane.

 “Perché dovrei ucciderti?” ripetè il moro.

 “Perché sono un’umana” rispose lei.

Kalim era rimasto sbalordito dalle parole di Silva, non avrebbe mai pensato a una cosa del genere. Fece un respiro profondo e calmatosi un attimo prese parola. “ Quindi se quello che ho capito è esatto, il giorno della luna rossa ogni sciamano perderà…Insomma"

Si Hai capito bene Kalim, tra meno di una settima ci sarà la luna rossa che farà perdere, per un giorno intero, ad ogni sciamano i suoi poteri- finì di dire Godva.

“Sapevo che eri umana, un’umana che vede gli spiriti. Se mi hai chiesto perché non ti uccido è perché vuoi morire?" chiese Hao.

Certo che non voglio morire, era solo una curiosità” rispose immediatamente lei.

Non ti uccido perché non ne ho voglia, tutto qui” concluse Hao

Non gli importava se era un’umana o meno e sinceramente parlando non gliene fregava niente! Almeno era quello che pensava al momento. Intanto nella sua mente ricominciarono, come una pellicola di un film, le immagini di quel dannato giorno di mille anni prima, quel giorno indimenticabile in cui c’era la luna rossa.

 

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Capitolo 2
*** Che centra la luna? ***


Hello! Come va gente? Eccomi qui con la continuazione della storia. Sono rimasta  davvero commossa dai vostri commenti perciò grazie mille.

 Buona lettura.

 

 

 Che centra la luna?

 

 

-Non ti uccido perché non ne ho voglia, tutto qui-

Queste erano state le ultime parole che Hao aveva detto prima di ritornare in silenzio.

Momoko cominciò ad osservalo, ovviamente senza darlo a vedere, e capì subito dal suo sguardo che c’era qualcosa che non andava. Lei era stata sempre molto brava a capire lo stato d’animo delle persone solamente guardandole.

Pensò subito di avere di fronte a sé un ragazzo con una mente tanto contorta da non poter far niente per capire quello che gli ci frullava dentro.

Ma lei voleva scoprirlo, si che lo voleva, non sapeva precisamente il perché…Curiosità? Sicuramente, anzi certamente per quella ma c’era qualcos’altro, qualcosa che l’attraeva nel moro tanto silenzioso. 

Avrebbe voluto tanto sapere se c’era qualcosa che lo turbava ma non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederglielo. In che modo poteva fargli una domanda del genere? Infondo di lui conosceva solo il nome.

Alla fine cercando di scacciare dalla mente quei pensieri prese coraggio e disse la prima cosa che gli saltò in mente “Come mai sei tutto solo?”

 domanda più stupida di questa non ci poteva essere ’ pensò Momoko.

“Ma sei scema? Che domande fai? Sto solo perché mi va di starci!” esclamò seccato il ragazzo “Potrei farti la stessa domanda.” concluse poi.

“Mi trovavo a passare di qua…” disse Momoko.

Ricadde il silenzio trai due. Momoko cominciava a sentirsi in imbarazzo e Hao sembrava essersene accorto e con voce da ‘non me ne frega più di tanto ’ disse

“Guarda che non sei obbligata a stare qui a guardarmi, perché rimani?”

“Per i tuoi occhi” sussurrò Momoko.

“Eh?Cosa hai detto?” disse Hao “Se devi dire qualcosa parla con un tono di voce comprensibile.” finì poi.

“Ho detto Per  i tuoi occhi” rispose Momoko alzando un po’ la voce.

“Per i miei occhi cosa?ti ha dato di volta il cervello? Che hanno i miei occhi?” chiese il moro.

“Come dire… Sembrano…” indugiò la ragazza.

“Sembrano?” intervenne Hao.

“Sembrano tristi… Stavi forse pensando a qualcosa di triste?” disse infine Momoko.

Hao si chiedeva come diavolo era possibile che nello stesso giorno, due persone gli avessero fatto la stessa domanda, la domanda a cui non voleva rispondere…Aveva forse scritto in fronte ‘ragazzo triste’?

Si appoggiò sui gomiti e con voce rassegnata disse solamente “ Ci credi se ti dico che sei la seconda persona che mi fa una domanda del genere oggi?”

“ È un modo di dire che ho colpito nel segno?” constatò la ragazza.

“Non interpretare come vuoi, ho solo detto che…”

“Si…si…ho capito!  stavo solo scherzando” mentì Momoko, in realtà era certa che aveva colpito nel segno.

“Quindi se quello che ho capito è giusto, tu rimani a guardarmi perché ‘secondo te’ ho gli occhi tristi?” domandò Hao.

“Si, lo so che può sembrarti assurdo” rispose la ragazza.

“Assurdo? Per me è ridicolo!” esclamò Hao.

Dopo qualche altro minuto di silenzio, Momoko decise di chiedere un ultima cosa al ragazzo  “ Allora non vuoi proprio dirmi perché sei triste? Lo sai che potrei aiutarti?”

“Aiutarmi? Ma nemmeno mi conosci!” disse Hao.

“Sono una tipa altruista.” scherzò Momoko. 

“Non ho bisogno dell’aiuto di una ragazzina umana” continuò Hao.

“Fa come ti pare allora!” rispose Momoko alla provocazione del ragazzo.

“Me ne vado” si limitò a dire il moretto alzandosi.

“Te ne vai?sei proprio un codardo! Sai solo piangerti addosso.” insistette Momoko.

“Non puoi aiutarmi, nessuno può farlo…” disse Hao con un filo di voce.

Momoko era rimasta molto stupita dalla risposta del ragazzo, così tanto che rimase zitta a fissarlo.

Ad un certo punto Il moretto alzò  gli occhi al cielo  “ Oggi la luna è davvero bella.” sospirò “Peccato che domani non lo sarà più di tanto...” concluse infine andandosene con il suo spirito.

-La luna?- si interrogò Momoko rimasta da sola.

Che diavolo centrava la luna adesso? Lei voleva sapere il perchè era triste e lui gli risponde che trova la luna bella? Sinceramente parlando non gliene fregava niente della luna.

Cercando di capire come mai il moro se ne fosse uscito con quella frase, Momoko si avviò verso casa.

 

 

 

Purtroppo in questo capitolo non è successo niente di rilevante comunque qui di seguito ci sono le risposte alle vostre recensioni. 

Shark attack: Vedo che Hao piace a tutti. Certo che continuo.

Mimichan: Lo spero proprio! Grazie del commento.

Darkrose86: Grazie del commento! Sono felice che ti piace la fanfction.

Yoru: Grazie!

Mao chan: ops! Ora che ci faccio caso noto anch’io un po’ di ripetizioni. Comunque sono felice che la trovi carina lo stesso.

Tomokachan: Ecco il continuo. Concordo con te nel dire che Hao è il meglio.

Kris: Non lo so nemmeno io dove voglio arrivare (so che la cosa non è rassicurante ma la storia mi viene in mente man mano che scrivo.) Comunque, se non si era capito, anche il mio personaggio preferito è Hao.

 Lucifer_the_Darkslayer: Sono contenta che trovi la mia fanfiction interessante.

 

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Capitolo 3
*** Gli altri sciamani vengono avvertiti ***


Ciao! Auguro a tutti Buon Natale!

Buona lettura, Elie_chan.

Grazie a Mao chan, tomokachan e Shark Attack per aver recensito il capitolo precedente. 

 

GLI ALTRI SCIAMANI VENGONO AVVERTITI

 

Momoko si trovava in una casetta piccola e modesta ma dall'aspetto molto caldo e confortevole.

Viveva lì da sola da quando il suo povero nonno, che l’aveva cresciuta, era venuto a mancare a causa della vecchiaia.

In quel momento stava seduta su una sedia con la testa appoggiata ad un tavolino di legno mentre i capelli castani le ricadevano sulla faccia.

Dall’espressione stanca che aveva si poteva ben capire che la ragazza non avesse dormito per niente, era stata, infatti, tutta la notte a pensare e ripensare alle parole di Hao.

 

“Oggi la luna è davvero bella!

 Peccato che domani non lo sarà più di tanto...”

 

La notte passata insonne, però,  l’aveva portata solo a due possibili conclusioni sul significato(almeno se c’era un significato) di tali parole:

 La prima: Hao era un pazzo e se ne usciva all’improvviso con frasi senza senso.

 La seconda: Erano parole dette al solo scopo di farle capire qualcosa cioè una sorta di indizio da decifrare.

 Certamente Momoko optava più per la seconda ipotesi anche perché non gli andava bene l’idea di essersi scervellata tutto quel tempo per uno psicopatico sciamano che dice cose senza senso.

Contenta del risultato raggiunto, Momoko si alzò in piedi e dopo un lungo sbadiglio entrò dentro una stanza dove c’era un soffice letto ad aspettarla.

Il suo ultimo pensiero fu che nel pomeriggio sarebbe andata a cercare qualche informazione sugli sciamani, poi si addormentò.

 “Credo che avverrà prima di quanto pensassi”

la voce di Godva fece sussultare Silva e Kalim che, dopo aver fatto svariate ricerche per trovare un modo di contrastare l’influsso della luna rossa, si erano addormentati non riuscendo a trovare niente per risolvere il problema.

“Eh?…” dissero entrambi con voce assonnata.

“Ho detto che credo che avverrà prima di quanto pensassi” ripeté Godva con tono abbastanza scocciato.

“Che…cosa…?”chiese Silva mentre si stiracchiava e sbadigliava.

“La luna rossa naturalmente! Di cosa potrei parlare se no?” inveì Godva un po’ inquietato.

“Prima? e quando?” domandò Kalim preoccupato.

“Non mi dica domani” intervenne subito Silva sperando a una risposta negativa alla sua domanda.

“No” Fu la risposta del più anziano.

“Grazie al cielo” mormorò Silva “ mi hai fatto quasi prendere un colpo…Quando ci sarà allora?” chiese infine.

“Stasera”

“EhEh! Ormai se ne saranno accorti anche loro! Vero Opacho?” La domanda era stata fatta da un ragazzo moro di nostra conoscenza.

Al momento si trovava seduto poco distante dal grande spirito ed era circondato dai suoi seguaci.

Gli piaceva osservare l’immensità dello spirit King che sicuramente alla fine del torneo sarebbe stato suo.

Il piccolo Opacho, sentendosi interpellato, si avvicinò ad Hao e disse “Si…Si… signor Hao! Lei ha proprio ragione, il vecchio Godva ha dato la notizia pochi minuti fa”

Gli scagnozzi di Hao non capendo di cosa stesse parlando Opacho cominciarono a farsi domande tra di loro.

Quasi immediatamente intervenne Hao che, per placare la curiosità dei suoi “amici”, disse “Non vi preoccupate saprete tutto tra poco…Tra quanto Opacho?”

“Godva annuncerà la cosa ai concorrenti tra ben quaranta minuti” rispose Opacho.

“Sentito? Durante l’attesa potete andarvi a fare un giro no?” disse Hao come se fosse un ordine più che un suggerimento.

Voleva restare un po’ da solo a pensare.

I seguaci del moretto se ne andarono senza storie anche perché non ci tenevano a far innervosire il loro capo.

Vicino ad Hao rimase solo Opacho che disse “Ma quando gli altri sciamani sapranno che durante la luna rossa anche tu perderai i poteri non pensi che cercheranno di ucciderti?”

“Non lo penso… ne sono certo Opacho”rispose Hao come se avesse detto la cosa più normale del mondo.

“Non ti preoccupare per me… Saprò difendermi lo stesso.” concluse infine con un sorrisino.

Anche questo era uno dei suoi sorrisi ipocriti…da quanto era che non sorrideva più in modo sincero? Non se lo ricordava nemmeno.

Opacho capì che quelle ultime parole, per il moretto, volessero dire “argomento chiuso” quindi si girò e se ne andò.

Prima che potesse allontanarsi del tutto però Hao lo chiamò.

“si?” rispose Opacho girandosi.

“Perché…quella volta mi hai chiesto se pensavo qualcosa di triste?” domandò Hao tutto in un fiato.

“Come mai me lo chiedi?” chiese Opacho con curiosità.

“Perché c’è stata un'altra persona che mi ha fatto la stessa domanda…” rispose Hao.

In quel momento gli ritornò in mente Momoko, quella ragazza umana a cui non riusciva a leggere il pensiero.

“Mi è sembrato che eri triste dai tuoi occhi…” riprese Opacho che si rigirò e camminò via.

Opacho gli aveva risposto nello stesso modo di Momoko ed Hao non era rimasto nemmeno tanto stupito perché in fin dei conti si aspettava proprio quella risposta.

Anche se era stato sempre bravo a mascherare i suoi sentimenti, in quel periodo non gli riusciva molto bene ed era quindi normale che qualcuno si accorgesse del suo stato d’animo dagli occhi…gli occhi dopotutto erano lo specchio dell’anima.

“Stasera?” urlarono Kalim e Silva all’unisono.

Dopo quella notizia si erano svegliati del tutto, come poteva Godva starsene lì tranquillo come se niente fosse? 

“Si avete capito bene, adesso dobbiamo avvertire gli altri officianti e poi darò la notizia anche ai  concorrenti del torneo”  disse il vecchio sciamano.

Kalim e Silva , quindi, alle parole di Godva si precipitarono subito dagli altri pache, organizzatori del torneo, per dirgli tutto.

Dopo poco tempo tra tutti i partecipanti dello Shaman fight si diffuse la notizia di andare immediatamente nell’arena principale e di prendere posto per un’importante avvertimento da parte degli officianti.

In poco tempo molti posti furono occupati e al centro del campo, dove in genere si disputavano gli incontri, c’erano Godva e gli altri pache.

Quando lo sciamano più anziano cominciò a parlare, il vociferare tra i concorrenti smise di colpo.

Godva raccontò a tutti della luna rossa e di quello che avrebbe comportato il suo apparire e che per questo motivo il torneo sarebbe stato sospeso per due giorni.

Detto ciò se ne andò insieme agli altri officianti lasciando tutti gli sciamani presenti con uno sguardo incredulo.

 

 

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Capitolo 4
*** Incontri Inaspettati ***


Ok, potete anche uccidermi non ve lo impedirò!
Mi dispiace di aver impiegato così tanto tempo ad aggiornare, ma ero  rimasta bloccata (avevo le idee ma non sapevo come riportarle)! Dopo svariati tentativi la mia mente malata ha partorito questo capitolo.
Qualcuno, nei commenti, mi chiedeva di quanti capitoli sarà la storia, la risposta è che non lo so per certo ma penso non più di dieci (almeno spero!)
Adesso vi saluto un grande bacio.

Ringrazio Mao_chan, tomokachan e Shark Attack per le recensioni!
Scusate se la fanfiction sta rasentando il ridicolo.

 

Elie_chan

 

 

 

INCONTRI INASPETTATI

 

 

 

Momoko non era riuscita a trovare molte informazioni sugli sciamani  quelle poche cose che aveva letto andando in biblioteca già le sapeva.

 

Vi chiederete come ci sia arrivata in biblioteca vero? Semplice dopo essersi svegliata nel primo pomeriggio, si vestì in fretta e si diresse nel piccolo villaggio vicino casa sua dove, appunto, si trovava la biblioteca.

 

Scoraggiata più che mai si avviò verso un bar lì vicino pensando che forse una cioccolata calda le avrebbe schiarito le idee facendole venire in mente qualche altro luogo in cui cercare.

 

Non fece nemmeno in tempo a pensare a questa possibilità che, appena entrata nel locale, andò a sbattere contro un ragazzo.

 

Fino a qui niente di strano, tranne il fatto che questo ragazzo era quasi identico ad Hao. Le uniche differenze erano nei capelli, molto più corti, e in delle cuffie che portava sopra questi.

 

Nella testa della ragazza cominciarono a vorticare solo le parole “non può essere solo una coincidenza”

 

“Scusami ti sei fatta male?” chiese il ragazzo.

 

Momoko era rimasta ferma a fissarlo pensava e pensava a cosa fare. “E se gli chiedessi se conosce un certo Hao? Oppure se sa qualcosa riguardante gli sciamani? Però se mi prende per pazza? Cavolo! Cosa faccio?

 

“Ehi Yoh chi è questa bella signorina?” disse un altro ragazzo, alto con i capelli pettinati alla Elvis e vestito in modo buffo (almeno per Momoko) che si trovava alle spalle del moretto identico ad Hao.

 

“Non lo so Ryu l’ho urtata per sbaglio” rispose Yoh. “Come ti chiami?”

Momoko, a quella domanda, interruppe subito quelle che erano le sue elucubrazioni  mentali e un po’ titubante disse “…Momoko”

 

“Ciao Momoko, io mi chiamo Yoh mentre lui è Ryu” detto questo Yoh si avvicinò all’orecchio della ragazza   “Non ti preoccupare, anche se non sembra è innocuo” finì a bassa voce, in modo che il suo amico non lo potesse sentire.

 

Il ragazzo alto allora le prese la mano “ Piacere! Lo sai che hai un bellissimo nome? Perché non ti siedi con noi? Vero che può Yoh?”

 

“Certo! Così mi faccio perdonare di esserti venuto addosso, ti va Momoko?” chiese il ragazzo con le cuffie accennando un sorrisino.

 

Se fosse stata una situazione normale, Momoko avrebbe sicuramente rifiutato quell’invito (anche perché trovava troppo appiccicoso il ragazzo alto), ma quella non era assolutamente una situazione normale, quel ragazzino somigliava troppo ad Hao, troppo per essere solo un caso.

 

Voleva saperne di più, molto di più quindi decise di accettare, sarebbe riuscita a scoprire se era una coincidenza o no con qualche domanda ben fatta.

 

“Va bene, grazie dell’invito” disse Momoko con fare educato.

 

Yoh e Ryu le fecero subito strada fino a che non si fermarono davanti ad un tavolo occupato da altri quattro ragazzi.

 

Due di loro erano nel bel mezzo di un litigio –“È impossibile! Hai sicuramente barato!” urlò un ragazzo dagli strani capelli azzurri.

 

“Tsk! Sei proprio un’idiota, ammetti la sconfitta che fai più bella figura!” ribatté “l’amico” con la cresta, facendo un ghigno.

 

Quello che aveva potuto capire Momoko dalla scenetta in corso, era che i due litigavano per una partita a carte.

 

“Ren, Horo Horo su smettetela” disse poi un ragazzo di colore “Guardate c’è Yoh” concluse.

 

I quattro (tra loro c’era anche un ragazzino molto basso intento a scrivere su un computer portatile) guardarono tutti verso Yoh e si accorsero immediatamente anche di Momoko, ma prima che potessero fare qualsiasi domanda, intervenne Yoh dicendo “Lei è Momoko! Per sbaglio lo scontrata all’ingresso quindi, con richiesta di Ryu, lo invitata a bere qualcosa con noi”

 

Tutti (tranne il ragazzo cinese) la salutarono con la mano.

 

“Passiamo alle presentazioni ora, allora loro sono Ren, Horo Horo, Chocolove e Manta”

 

“Piacere di conoscervi” disse Momoko.

 

Ryu le fece segno di sedersi.

 

“Dove sono Tamao e Anna?” domandò Yoh appena prese posto.

 

“Mi hanno detto che andavano a comprare una cosa…” rispose Chocolove mentre stava per addentare una torta.

 

Trascorsi alcuni minuti (nei quali un cameriere aveva portato a Momoko la tanto ambita cioccolata calda) qualcuno parlò.

 

“Secondo te è vera la notizia di Godva?” La domanda era stata fatta da Ren a Yoh.

 

“Non credo che avrebbe scomodato tutti quanti solo per una bugia Ren…” sopirò il ragazzo con le cuffie.

 

“Concordo con te Yoh! Guardate qui…” disse Manta girando il pc con cui aveva trafficato fino a quel momento.

 

Il monitor riportava una pagina di internet con il titolo: “LA LUNA ROSSA”

 

‘Fenomeno naturale che avviene una volta ogni mille anni. La luna appare con un insolita coloritura rossastra dovuta al riflesso del sole sul pianeta Marte. L’evento dura ventiquattro ore (anche se il giorno la luna non è visibile questo non vuol dire che non ci sia)’

 

Sotto questa breve sintesi c’era un altro titoletto: “LEGGENDE”

 

‘ Nell’antichità la comparsa della luna rossa era sinonimo di disgrazia, secondo alcune leggende questo fenomeno portava alla perdita di poteri da parte di maghi, stregoni o sciamani.

 

La luna rossa aiuterà

 

Chiunque vorrà

 

Finché l’effetto svanirà ’

 

Non c’erano più dubbi ormai, Momoko aveva fatto centro. Appena lesse quell’articolo ripensò alle parole di Hao riguardanti la luna e gli fu tutto più chiaro!

 

  ‘[…]questo fenomeno portava alla perdita di poteri da parte di maghi, stregoni e sciamani ’ 

 

Combaciava  tutto quanto! Chissà forse non si era nemmeno sbagliata su Yoh, forse aveva veramente a che fare con Hao. Prese coraggio e disse. “Voi siete sciamani?”

 

Tutti si girarono a guardala e dopo un minuto buono di silenzio la voce di Yoh riecheggiò nell’aria. “Si proprio così… da dove l’hai capito?”

 

Momoko non rispose a voce, si limitò solamente ad indicare il computer di Manta con un cenno della testa.

 

“Comunque anche se non ho poteri da sciamano riesco a vedere gli spiriti” disse poi la ragazza notando che tutti la fissavano.

 

‘ È impossibile che abbia capito che siamo sciamani da un semplice articolo… deve aver già conosciuto qualcun altro come noi… forse è una spia! Meglio non fidarsi.’  Pensò il ragazzo con la cresta.

 

“AH!!” urlò Horo Horo destando Ren dai suoi pensieri.

 

“Ma sei scemo mi hai fatto prendere un colpo! Che ti urli?” disse Chocolove.

 

“Tutti gli sciamani perdono i poteri, ma è stupendo!” esclamò il ragazzo con i capelli azzurri.

 

“Ma ti sei bevuto il cervello? Come puoi dire una cosa del genere?” inveì il ragazzo cinese (con una venuzza particolarmente pulsante sulla tempia) pronto a dargliele.

 

Ma prima che potesse dare un pugno al povero Horo Horo, quest’ultimo alzò le mani in segno di resa.

 

“Aspetta! Aspetta! Ascoltami prima- disse e, constatando che Ren si fermò, continuò- Prima ho detto che trovo stupendo il fatto che tutti gli sciamani perdono i poteri solo per una cosa…”

 

“E sarebbe?” intervenne Chocolove.

 

“Ma come non ci arrivi? Questo vuol dire che anche Hao perderà i poteri!”

 

Alla parola ‘Hao’, Momoko, che stava placidamente bevendo la sua cioccolata per poco non si strozzò. Spalancò gli occhi verso il ragazzo che aveva appena finito di parlare assumendo uno sguardo stupito.

 

Nessuno però, parve accorgersi della reazione inaspettata della ragazza… erano tutti presi dal discorso di Horo Horo che, sinceramente parlando, non faceva una piega.

 

“Tse!”  ghignò Ren.

 

“Che hai da ridire Ren? Che cosa c’è di sbagliato nelle mie parole?” inveì il ragazzo con i capelli azzurri, indicando con un dito il ragazzo cinese.

“Io non ho da ridire proprio niente, solo che  il tuo  “discorsetto” è tanto da vigliacchi…”

 

“DA VIGLIACCHI? Ma come ti permetti? Hai visto quanto è forte Hao? Non c’è nessun modo di farlo fuori e quando ci si presenta un’occasione come questa tu dici che è da VIGLIACCHI?” urlò tutto di un fiato Horo Horo.

 

“Smettila Horo Horo, io sono d’accordo con Ren” disse tranquillamente Yoh.

 

“Ma…”

 

“Niente ‘ma’, non mi sembra giusto attaccare Hao perché non ha i poteri… vedrai che troveremo un altro modo”

 

Adesso era proprio troppo, il nome di Hao era stato ripetuto ben tre volte e in ognuna di queste il cuore di Momoko aveva perso un battito.

 

Non c’è la faceva più ad ascoltare senza intervenire, voleva sapere anzi doveva sapere chi era Hao, da dove veniva e perché odiava gli umani!

Chiuse gli occhi pochi secondi per poi riaprili e formulare un'unica e semplice domanda “ Conoscete Hao?”

 

Piombò il silenzio totale, tutti i ragazzi si girarono verso la fautrice di quella domanda.

 

Il silenzio non fu affatto breve, tanto che Momoko cominciò a maledirsi e a chiedersi perché non tenesse mai chiusa quella sua boccaccia.

 

Si sentiva troppo in imbarazzo cavolo! E poi quelli che avevano da guardare? In fondo aveva fatto solo una domanda se non volevano rispondere potevano benissimo ignorala.

 

“Perché ci domandi una cosa del genere?” a spezzare quel disagiato silenzio era stata la voce di Chocolove.

 

Momoko si era cacciata proprio in un bel guaio e dire che aveva fatto tutto da sola! Ma era troppo tardi per i ripensamenti, doveva rispondere alla domanda che gli era stata fatta e, mentre il suo cervello le consigliava

instancabilmente ‘ inventati una cavolata qualsiasi!’, il suo cuore le diceva di dire la semplice verità. Alla fine era stato il cuore a vincere.

 

“Beh… io vi ho chiesto se conoscete Hao perché l’ho

incontrato…” Ecco l’aveva detto. Tanto il danno ormai era fatto perché non continuare? Possibilmente facendo qualche domanda in più. “ Io ci ho parlato ma non ho capito bene perché odia tanto gli umani… voi lo sapete?”

 

“Non sa nessuno perché odia gli umani! Se fossi in te ne starei alla larga è il male in persona” disse Ren quasi spietatamente.

 

“Per questa volta sono d’accordo anch’io con Ren, sei stata fortunata a non essere stata uccisa… Hao è crudele Momoko” intervenne Horo Horo.

 

Momoko non riusciva a crederci, non riusciva minimamente a pensare ad Hao come qualcuno di crudele e spietato.

 

 Perché gli stavano dicendo quelle cose? Lasciò la presa dal bicchiere della cioccolata che aveva tenuto tra le mani fino a quel momento e si alzò da tavolo.

 

Voleva andare a cercare Hao, voleva chiedergli perché odiava gli umani e soprattutto perché uccideva tanto da essere considerato crudele… ma dove andare a cercarlo?

 

Forse sapeva dove, era l’unico posto che gli era venuto in mente. Lasciò cadere delle monete sul tavolo e corse via.

 

“Ehi Momoko dove stai andando?” Le urlò dietro Ryu.

 

Ma la ragazza non gli rispose  non accorgendosi nemmeno dello splendido sorriso che si era aperto sulle labbra di Yoh.

 

 

 

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Capitolo 5
*** Spariti ***


SPARITI

 

 

 

 -Anf…Anf..- Da quanto tempo era scappata di corsa da quel bar? Mezzora? Un’ora? Non lo sapeva nemmeno lei, era solo certa che se non si fosse fermata un attimo sarebbe sicuramente svenuta.

 

Ancora ansimante a causa del fiatone che le era venuto per la faticosa corsa, si appoggiò con le spalle al tronco di un albero.

 

-Cavolo! Ero...anf…sicura…che fosse di qua…anf- mormorò Momoko dopo aver preso un po’ di fiato.

 

Purtroppo era successo, si era persa in quella foresta nel vero senso della parola, ormai si stava facendo sera e la luna rossa sarebbe apparsa di li a poco.

 

-Dove avrò sbagliato questa volta? Forse al bivio dovevo girare a sinistra invece che a destra!-

 

Finito di dire ciò, la ragazza con un ultimo sforzo ripercorse (questa volta più lentamente) la strada che aveva fatto e, quando giunse nuovamente al bivio, imboccò la stradina opposta a quella che aveva percorso precedentemente.

 

Dopo circa un quarto d’ora finalmente Momoko raggiunse la sua meta, il luogo in cui sperava di trovare Hao.

 

‘Non è cambiato di una virgola qui’  pensò subito la brunetta.

 

Il suo sguardo si posò immediatamente sul tronco nel quale era stato seduto Hao la prima volta che lo aveva visto, l’unica differenza era che questa volta sul tronco non ci fosse nessuno.

 

Come poteva credere che l’avrebbe trovato lì?

 

Era stato il suo cuore a indicarle quel posto, quel posto dove si erano conosciuti.

 

Perché adesso le veniva da piangere? Forse perché in fondo ci sperava tanto di trovalo…

 

FRUSH

 

Cos’era stato? Proveniva da…

 

 Momoko guardò in su e, con grande sorpresa mista a sollievo, riuscì a scorgere il ragazzo che stava cercando, sopra  un albero di fronte a lei.

 

-Ti piacciono i posti alti? Cosa stai facendo la sopra?- chiese la ragazza provocandolo.

 

-Ma sei sempre tu? Non dirmi che anche questa volta ti trovavi a passare di qua…- rispose Hao ricordandogli la conversazione che avevano avuto il giorno prima.

 

-Queste sono le coincidenze della vita mio caro- mentì Momoko- A proposito, visto che hai messo in ballo il nostro incontro precedente ti dico che ho scoperto tutto!- continuò a dire poi.

 

-Scoperto tutto? E cosa avresti dovuto scoprire?- chiese scocciato Hao.

 

-Non fare il finto tonto! Le parole che mi avevi detto ieri sera prima di andartene erano un indizio vero?-

 

-Non so di cosa stai parlando… ti immagini le cose e poi interpreti le parole altrui. A proposito e cosa avresti scoperto?- disse Hao.

 

-Se se, va bene…comunque ho saputo della luna rossa, solo questo. E non darmi della pazza ancora!- rispose Momoko

 

-La luna rossa? E cosa sarebbe?-

 

-Non fare il ragazzo che non sa niente! Non ti si addice… sai benissimo a cosa mi sto riferendo come sai perfettamente che la luna rossa fa perdere i poteri agli sciamani- inveì la ragazza.

 

-Potrebbe essere…ma a te cosa importa? Oppure c’è qualcos’altro, qualcosa che vuoi sapere- disse Hao.

 

Si c’era proprio qualcos’altro che voleva chiedergli e adesso che era giunto il momento giusto non si sarebbe tirata indietro.

 

Il vento leggero soffiò un po’ più forte e un brivido salì lungo  la schiena di Momoko.

 

-Si c’è qualcos’altro che voglio sapere…- cominciò.

 

Hao la guardò facendogli un cenno con la stessa che stava a significare “vai avanti”.

 

-Vorrei sapere…insomma…-

 

-Problemi di dialettica?- la prese in giro Hao.

 

-Senti vuoi stare zitto? Volevo sapere perché odi gli umani!- esclamò la brunetta un po’ arrabbiata.

 

-Tse!-

 

-Come sarebbe a dire tse! Sarei io ad avere “problemi di dialettica” ora? Ti ho fatto una domanda e gradirei una risposta se non ti dispiace!- ops, forse aveva esagerato.

 

Con un po’ di timore aspettò la reazione del ragazzo che non tardò ad arrivare, infatti Hao scese subito dall’albero con un salto e le si avvicinò sempre si più fino a ritrovarselo di fronte.

 

-Vuoi sapere il perché odio gli umani?- le inveì contro Hao con un tono rabbioso.

 

-La risposta è semplice mia cara, perché li odio!- esclamo il morendo assottigliando gli occhi a fessure e calcando la parola ODIO.

 

 

Rancore, dolore, tristezza ma soprattutto odio…erano queste tutti i sentimenti che Momoko stava leggendo in quegli occhi neri come la pece.

 

-Perché li odi? Ci sarà pur un motivo…- constatò la brunetta per continuare quel discorso.

 

-Perché sono esseri impuri, inutili e che distruggono la natura e…-

 

-Smettila con queste scuse Hao! Dimmi il vero motivo perché odi tanto gli umani- lo interruppe Momoko.

 

Quei motivi che le stava elencando erano solo apparenza ne era certa, c’era qualcos’altro sotto, qualcosa di più profondo tanto da trasformare un ragazzo qualunque in un crudele assassino.

 

Era con le spalle al muro, quella ragazza poteva leggergli negli occhi come lui poteva leggere il pensiero.

 

Ma cosa credeva quella mocciosa che adesso si sarebbe messo a raccontarle tutta la sua vita per filo e per segno? Nemmeno fosse sua madre cavolo! Ma cosa…

 

-Allora ti sei incantato?- chiese Momoko.

 

-Shhh…sta zitta c’è qualcuno- rispose Hao.

 

-Eh? Ma dov…-

 

-Ho detto di stare zitta! Ti conviene nasconderti se non vuoi farti male…- le sussurrò interrompendola e poi con voce un po’ più alta e strafottente prese a dire- Fatti vedere avanti!-

 

-Non ti sfugge niente eh?- rispose un uomo uscendo da dietro alcuni alberi. Era abbastanza alto con capelli biondi e portava un paio di occhiali e teneva una pistola nella mano destra.

 

-Sei solo soletto? Che fine hanno fatto i tuoi amichetti?- Domandò con finta allegria Hao.

 

-Stanno venendo non preoccuparti e quando arriveranno diventerai solo un ricordo. Ma fino ad allora ti terrò impegnato contento?- rispose l’uomo puntando addosso ad Hao la sua arma.

 

-Marco, Marco me l’ho dovevo aspettare da voi codardi X-laws! Attaccarmi tutti insieme quando non ho poteri…non pensavo foste così meschini… Ti conviene abbassare quella cosa se non vuoi ritrovarti morto manca ancora un po’ al grande “evento”- disse Hao.

 

Anche se Momoko non conosceva quel tizio ne tanto meno gli X-laws qualcosa aveva capito, quel Marco doveva trattenere Hao finché non sarebbe apparsa la luna rossa, dopodiché sarebbero arrivati i rinforzi e…

 

-Oh, a quanto vedo hai fatto amicizia! Chi è la ragazza?- chiese Marco con tono ironico.

 

-Nessuno di importante… se ne stava giusto andando- rispose Hao.

 

Ma Momoko non era intenzionata a muoversi di li per ben due motivi, il primo era che non avrebbe mai lasciato Hao da solo nelle mani di quel tizio (benché sapesse quanto fosse forte), il secondo invece era che voleva scoprire il vero motivo del perché odiasse gli umani.

 

-Non mi sembra che la tua amichetta sia del tuo stesso parere- constatò il biondo – Oh guarda lassù credo sia giunta la tua ora- continuò poi indicando con il dito il cielo blu.

 

Momoko e Haosi girarono a vedere cosa stesse indicando Marco. La ragazza rimase a bocca aperta, non aveva mai visto niente di così bello e nello stesso tempo così inquietante: la luna piena si stava colorando di rosso porpora.

 

Il suo sguardo andò poi a posarsi sul ragazzo vicino a lei, ancora intento a fissare la luna, e sentì una sensazione stranissima invadergli il corpo fino a giungere al cuore con una fitta.

 

Hao si rigirò verso Marco –Guarda che siamo sulla stessa barca. Nemmeno hai i tuoi poteri e quindi non potrai usare quel veicolo per formare l’oversoul- disse poi indicando l’arma di Marco.

 

-Credo proprio che ti stia sbagliando mio caro! Questa posso usarla anche come una semplice pistola vuoi vedere?- propose il biondo puntandola su Momoko.

 

-Codardo fino a questo punto Marco? Prenderla con una femmina umana, avanti non mi sembra il caso.- disse Hao facendo qualche passo avanti.

 

-Chiunque abbia a che fare con te deve morire… ma se insisti tanto sarai tu il primo- e così dicendo Marco cambiò bersaglio puntando la sua arma al moretto.

 

Ma in che situazione si era cacciata adesso? Ma tutte a lei dovevano accadere? Quello psicopatico faceva sul serio e Hao non sembrava nemmeno preoccupato.

 

-Ciao, ciao…- disse infine il biondo premendo il grilletto.

 

-NO!- urlò Momoko afferrando con forza il braccio di Hao e nello stesso istante che lo fece nella sua mente si fece strada una specie di filastrocca. Ma dove l’aveva già letta? Si certo in quel bar sul computer dell’amico di Yoh.

 

La luna rossa aiuterà

 

Chiunque vorrà

 

Finché l’effetto svanirà

 

Era proprio aiuto quello che le serviva adesso,lei non voleva che Hao morisse, non lo voleva disperatamente,ma non fece nemmeno in tempo a pensare altro che qualcosa di straordinario accadde.

 

I due giovani, infatti, sparirono sotto gli occhi increduli di Marco il cui colpo era andato miseramente a vuoto.

 

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Capitolo 6
*** Quel Giorno ***


Quel Giorno

 

 

 

* SBAM *

 

-Ahia che male!- si lamentò Momoko massaggiandosi la testa con una mano.

 

Dopo un po’ di disorientamento iniziale cominciò a guardarsi intorno rendendosi conto di non sapere minimamente dove si trovasse.

 

Ma che diavolo era successo?

 

L’ultima cosa che il suo cervello aveva registrato era stata Marco che aveva premuto il grilletto della sua pistola, lo sparo indirizzato ad Hao e poi…Puff… non ricordava nient’altro.

 

A proposito, dov’era finito Hao?

 

E se gli fosse successo qualcosa?

 

Ma prima che potesse entrare in una vera e propria crisi di panico un rumore destò Momoko dalle sue elucubrazioni.

 

-Lo sai che sei pesante? Togliti!- disse una voce proveniente da sotto di lei.

 

La ragazza abbassò lo sguardo accorgendosi di essere praticamente seduta sopra la schiena del moretto.

 

Si senti avvampare un po’ per la situazione veramente ridicola.

 

-Ehi! Hai sentito?- continuò a dire Hao.

 

-Ehmm… si, scusami- disse la ragazza alzandosi.

 

Fece lo stesso anche il ragazzo che dopo essersi stiracchiato per bene non si risparmiò nel dire: -Mi hai quasi distrutto la schiena! Ti credevo più leggere, ti consiglierei una diet…-

 

Ma,  visto che prendere in giro una ragazza sul peso e una delle cose che andrebbero assolutamente evitate, non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Momoko intervenne infuriata.

 

-MA COME TI PERMETTI!?!? VUOI LITIGARE? SE SI BASTA CHIEDERE!-

 

-Avanti calmati, io sono solo realistico…- constatò Hao per niente turbato intento a spolverarsi i vestiti.

 

Momoko allora non ci vide più e si avvicino al moretto con due falcate.

 

-Ora che sei un misero umano, avrei tanto voglia di darti un bello schiaffone in faccia!- soffiò Momoko.

 

Ma invece di un’altra provocazione (almeno così si aspettava), ottenne come risposta uno sguardo gelido.

 

-Tu non osare mai più paragonarmi a voi umani- disse poi Hao con voce piatta e minacciosa.

 

Cavolo l’aveva fatto arrabbiare sul serio stavolta!

 

Quella frase però  l’aveva ferita…

 

Perché quel testardo doveva disprezzare a tal punto gli umani compresa lei?

 

Hao interruppe il contatto visivo con Momoko decidendo di ispezionare un po’ la zona.

 

Ne era certo ormai…anzi un po’ se lo aspettava.

 

Aveva capito benissimo dove si trovavano…

 

Quel grande prato verde, quelle casette che si vedevano in lontananza nonostante fosse sera e infine ma non meno importante quella luna che sembrava un’immensa pozzanghera di sangue.

 

Non  c’erano dubbi in proposito, si trovava proprio nell’ultimo posto dove voleva essere, proprio in quel fottutissimo giorno che avrebbe voluto dimenticare.

 

Che fosse tutto un gioco del destino? Impossibile, lui non ci credeva nemmeno nel destino, nel fato… credeva fermamente che la vita di qualsiasi persona dipendesse solo da lei stessa e nessun altro.

 

Ma ora era inutile scervellarsi in quel modo, prima di tutto doveva sapere come aveva fatto

a ritrovarsi li insieme a quella ragazzina.

 

Le si avvicinò nuovamente.

 

-Sai come abbiamo fatto a finire qui?- chiese Hao

 

-Mi ricordo solo che quando quell’uomo ha sparato ho ripensato a una filastrocca che avevo letto e poi siamo spariti- rispose la ragazza

 

-Fantastico! Per caso l’hai trovata mentre facevi ricerche sulla luna rossa?-

 

Momoko annuì e poi domandò ad Hao come faceva a saperlo.

 

-Conosco quella filastrocca! Chi la pensa in una situazione di reale pericolo, avviene una specie di magia che riporta quella persona nel momento più brutto della sua vita…- spiegò Hao.

 

-Ma io non ho mai trascorso un periodo bruttissimo… tralasciando quando e morto mio nonno… ma ormai me ne sono fatta una ragione- disse Momoko.

 

-Non ci arrivi ancora? Quando hai pensato a quella specie di incantesimo e mi hai toccato, la magia ha avuto effetto su entrambi facendoci scomparire ma avendo io ricordi più dolorosi dei tuoi siamo…-

 

 E a questo punto Hao inspirò profondamente per poi dire tre e concise parole.

 

-Nel mio passato-

 

 

 

 

 

 

Un’ultima cosa! La filastrocca che ha portato Momoko e Hao nel passato di quest’ultimo naturalmente funziona solo quando c’è la luna rossa (se non si fosse capito) baci e baci!

Ringrazio tutti quelli che commentano la mia storia:

 

Lunetta, Mao chan, kia&alter ego, shark attak, Enjio… Vi adoro tutti quanti!

 

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Capitolo 7
*** Il passato di Hao-prima parte ***


Salve! Come state? Io sono abbastanza stressata, causa troppi compiti! Il capitolo non è uno dei migliori ma purtroppo,come già detto,  non sono in forma… Ne mancano due o tre alla fine! Ho deciso di mettere finalmente la parola fine a questa storia perché ho voglia di dedicarmi ad un'altra fanfiction, preferibilmente su Harry Potter (una Harry/Draco) l’unica cosa sicura è che la pubblicherò solo quando terminata!

Ringrazio tutti quelli che hanno commentato il capitolo precedente! Le vostre recensioni mi danno la carica a continuare quindi GRAZIE DI CUORE!

Mi sono anche accorta che in confronto alle persone che commentano ce ne sono molte altre che leggono ! Ringrazio tutti anche se mi farebbe piacere se qualche volta commentaste anche voi.

Un bacione e buona lettura Elie_chan

 

 

 

IL PASSATO DI HAO- PRIMA PARTE

 

 

 

 

Nel suo passato…aveva proprio capito bene.

 

Finire nel passato di qualcun altro! Non avrebbe mai creduto che potesse accadere una cosa del genere.

 

 Adesso che ci pensava questa poteva essere anche una fortuna.

 

Trovandosi nel passato di Hao forse avrebbe potuto comprenderlo meglio e riuscire a capire finalmente a cosa è dovuta tutta la sua tristezza, tristezza che riesce sempre a mascherare più che bene.

 

Per di più, da quello che le aveva detto, si trovava nel suo passato doloroso.

 

‘Chissà cosa gli sarà capitato di tanto brutto…’ pensò ad un tratto.

 

Momoko guardò il moretto con compassione senza farsi vedere.

 

Hao stava in piedi non molto lontano da lei con lo sguardo perso nel vuoto.

 

Ci risiamo! Ecco che risentiva quel calore alla base dello stomaco, lo stesso che aveva provato poco tempo prima.

 

‘Non può essere!’ Cominciò a pensare Momoko con grande insistenza.

‘Si che può...’ controbatté la vocina del suo cuore.

‘No! È una cosa impossibile…completamente fuori luogo! Non posso essermi…’

Innamorata’

‘No e mille volte no! Non devo pensare a quella parola, non devo pensare a quella parola’ iniziò a ripetere Momoko come un tantra nella sua mente.

‘E se invece fosse così? Cosa dovrei fare?’

 

Dopo le ultime domande dettate dal suo cuore la brunetta voleva piangere… poteva negarlo quanto voleva ma era semplice…lo amava disperatamente.

 

Amava un ragazzo che la odiava perché umana,

 

amava un ragazzo che non voleva confidarsi con lei,

 

un amore impossibile…

 

Lo fissò nuovamente ma stavolta il suo sguardo venne intercettato.

 

Stettero un poco in silenzio a fissarsi finché Momoko non parlò.

 

-Quindi questo è il tuo passato?-

 

-Si-

 

-Ed è questo giorno che ti rende così triste?- chiese con fermezza la ragazza.

 

-Cosa ti interessa saperlo?-

 

-Cosa ti interessa dirmelo?- continuò imperterrita.

 

Un ghigno si aprì sulle labbra di Hao.

 

-È il giorno in cui ho cominciato ad odiare gli umani-

 

Momoko non fece in tempo a chiedere altre spiegazioni perché un bambino stava andando incontro ai due.

 

Hao rimase quasi sconvolto…quel bambino.

 

-Ciao! Dove stai andando a quest’ora piccolino?- chiese dolcemente la brunetta.

 

Ma il bimbo dallo sguardo un po’ bieco non rispose, mostrò solamente un vaso e indicò il fiumiciattolo a poco metri da lì.

 

Momoko comprese subito che sicuramente doveva prendere dell’acqua e accarezzandogli i lunghi capelli corvini lo lasciò andare.

 

Si girò nuovamente verso Hao e vedendolo leggermente turbato gli chiese.

 

-Tutto bene?-

 

Hao si limitò ad annuire.

 

 -Ma in che epoca siamo? Mi sembra strano che la gente prenda ancora l’acqua dai fiumi! Siamo nel tuo passato giusto?  Dall’età che dimostri dovrebbe essere si è no sedici o quindi anni fa…-

 

-Siamo a mille anni dalla tua epoca! Al tempo della mia prima vita… vedi quel bambino di fronte a te? Sono io all’età di quattro anni…- spiegò il moretto.

 

-COSA? MILLE ANNI? E QUELLO SARESTI TU?- urlò non poco sorpresa indicando il bimbo intento a prendere l’acqua.

 

-Vorrei sapere perché ti scaldi sempre così tanto! -

 

Dicendo ciò, Hao si avvicinò al suo se stesso del passato chiedendogli qualcosa che Momoko, a causa della lontananza, non riuscì a capire.

 

Quando sembrò aver finito le si avvicinò nuovamente dicendole che aveva chiesto al piccolo ospitalità per la notte.

 

-E ha accettato?- chiese Momoko perplessa.

 

-So essere persuasivo, soprattutto con me stesso! Gli ho solo detto che sono anch’io uno sciamano tutto qui-

 

Il bambino finito quello che doveva fare fece segno ai due di seguirlo.

 

Dopo circa dieci minuti di cammino lungo una stradina finalmente il piccolo Hao si fermò davanti a una piccola capanna di legno.

 

-Aspettate qui…- disse poi entrandoci.

 

-Allora questa era casa tua…Abitavi con i tuoi genitori?- chiese Momoko al ragazzo di fianco a lei.

 

-Con mia madre- mormorò il moro.

 

-E tuo padre?-

 

-Mai conosciuto-

 

Il bambino uscì fuori dalla capanna accompagnato da una giovane donna di circa ventisei anni. Aveva lunghi capelli neri e occhi altrettanto scuri molto simili a quelli del figlio. Era molto bella.

 

-Mio figlio mi ha detto che siete sciamani e che vi servirebbe ospitalità- disse con voce dolce.

 

-Si signora… non vorremmo arrecare disturbo ma non sappiamo dove andare. Per prima cosa lasci che le dica i nostri nomi: io sono Momoko mentre lui e Ha…-

 

-Haru- intervenne prontamente il ragazzo.

 

-Piacere io sono Haori mentre lui e mio figlio Hao, non vi preoccupate non date disturbo per una notte…avanti entrate-

 

-Grazie tante- disse Momoko.

 

I due entrarono nella capanna scortati da Haori e suo figlio.

 

All’interno si scorgevano una specie di caminetto dove c’era un focherello acceso, un tavolino basso in legno con sopra delle ciotole dello stesso materiale.

 

Nella parte destra della sala poi c’era l’entrata ad un'altra stanza nella quale si vedevano delle coperte ammucchiate, quindi doveva essere quella per dormire.

 

Quell’abitazione a Momoko ricordava la sua, infatti anche se non lussuosa era calda e confortevole.

 

Haori intanto cominciò ad osservare Hao fino a chiedergli.

 

-Lo sai che hai un aria famigliare? Ci siamo visti da qualche parte?-

 

-Che io sappia no- rispose Hao mentre Momoko era quasi andata nel panico.

 

-Mi sarò sicuramente sbagliata allora. Va bene per voi dormire qui? Sapete la stanza da letto è troppo piccola per tutti quanti-

 

-Nessun problema- disse Momoko.

 

-Benissimo allora vado a prendervi delle coperte-

 

Dopo averle prese le ammucchiò a terra fino a formare due giacigli abbastanza comodi e augurando la buonanotte ai suoi nuovi ospiti se ne andò.

 

Hao e Momoko si sdraiarono.

 

-Sei impazzita…prima stavi quasi per farmi scoprire rivelando il mio nome!- esclamò Hao.

 

-Non l’ho fatto apposta! Ma poi perché non puoi rivelare chi sei?-

 

-Ma sei scema? Se dovessi in qualche modo cambiare il passato potrei causare gravi conseguenze al futuro!-

 

-Come mai mi hai detto che oggi è il giorno in cui hai cominciato ad odiare gli umani? Cos’è successo?-

 

-Non è successo proprio oggi… ma accadrà domani sera- disse Hao.

 

-Cosa succederà?- chiese Momoko desiderosa di saperne di più.

 

-Lo scoprirai presto…- disse solamente Hao girandosi sul fianco opposto alla ragazza.

 

Momoko non osò più fiatare, probabilmente Hao non voleva parlarne per non soffrire di più di quando stesse già soffrendo…per di più tra delle ore avrebbe rivissuto tutto in prima persona!

 

Si accomodò come meglio poté tra le coperte pensando di nuovo ai sentimenti che aveva scoperto di provare per il moretto cadendo poco dopo tra le braccia di Morfeo.

 

 

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Capitolo 8
*** Il passato di Hao-seconda parte ***


Salve a tutti! Ecco finalmente l’ottavo capitolo della mia fanfiction, ormai siamo agli sgoccioli, infatti il prossimo sarà l’ultimo.

Kristin mi ha fatto notare nelle recensioni che la madre di Hao ha i capelli chiari e mi sono accorta che ha proprio ragione! Ho commesso questo sbaglio perché non avevo ancora letto il numero 26 del manga; vi chiedo quindi di chiudere un occhio su questa mia piccola mancanza ok? Adesso vi saluto…ciao e a presto!

Baci Elie_chan

 

Ringrazio Happy78, KiaeAlterEgo, kristin, Aya_Chan, _Lunetta_, Francesca Akira89, Shark Attack per aver commentato il capitolo precedente!

 

             

IL PASSATO DI HAO- SECONDA PARTE

 

 

 

Un urlo di una donna rimbombò nella sua mente, un urlo che conosceva molto bene…l’urlo di sua madre.

 

 

 

Hao si svegliò di soprassalto.

 

Era da troppo tempo che non aveva quell’incubo; non se lo ricordava così spaventoso.

 

 Ma per quale assurdo motivo si trovava in quella situazione?

 

 Cominciò a guardarsi intorno e pensò immediatamente che, benché fossero passati mille anni dall’ultima volta che aveva vissuto in quella capanna, se la ricordava benissimo.

 

I suoi occhi si posarono sulla ragazza che gli dormiva vicino. La sua fonte di disgrazie a dirla tutta, causa di quel “viaggetto” nel passato.

 

Nonostante ciò però non riusciva a odiarla come di solito faceva con gli umani, sicuramente non sarebbe nemmeno riuscito ad ucciderla. Che si stesse affezionando?

 

Si alzò dal letto dirigendosi a fare una passeggiata, voleva restare un po’ da solo a pensare.

 

 

Passata una buona mezzora, la giovane Momoko aprì gli occhi. Dopo variati sbadigli e stiracchiamenti si accorse che del suo “amico” non c’era traccia.

 

-Stai cercando il ragazzo che era con te?-

 

-Buongiorno signora. Non mi ero accorta che c’eravate. Avete visto Ha…ehm Haru?-

 

-Quando sono venuta non c’era già…comunque penso sia andato a fare un giro.-

 

-Ah grazie, credo che andrò a cercarlo …-

 

Detto ciò la brunetta cominciò a sistemarsi come meglio poteva e dopo aver salutato Haori e il piccolo Hao si diresse alla ricerca del grande.

 

Lo trovo non molto lontano sdraiato lungo un prato verde.

Chissà a cosa stava pensando… da quando aveva scoperto di essere innamorata di lui se ne preoccupava molto di più.

 

Si avvicino cautamente e arrivatagli di fianco gli si sedette vicino.

 

-Che fai?-

 

-….ancora tu?-rispose Hao degnando Momoko solo di uno sguardo.

 

-Si perché? Ti da tanto fastidio la mia presenza?- disse la ragazza un po’ offesa.

 

-Smettila… non mi va di litigare!-

 

 

 

-Morirà tua madre non è vero?-

 

 

 

Questa domanda Hao non se l’aspettava proprio; Perché quella doveva sempre azzeccare tutto? Si mise seduto abbracciandosi le ginocchia.

 

-Anche se fosse? Cosa te ne importa? E perché diavolo me lo chiedi? Tanto adesso succederà di nuovo quindi non c’è bisogno che io ti dia delle risposte….Ora vedrai tutto con i tuoi occhi…Vedrai come degli idioti della tua specie l’abbiano uccisa solo perché ci credevano dei mostri!- Sputò fuori Hao.

 

-….-

 

-Se non hai più niente da dirmi e meglio che me ne vada.- constatò infine Hao alzandosi e andandosene

 

Momoko non osò seguirlo, rimase immobile a pensare che forse non avesse dovuto fargli quella domanda.

 

Sperava soltanto che tutto si sarebbe risolto quella sera stessa nel migliore dei modi.

 

 

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Capitolo 9
*** Il presente (Epilogo) ***


Prima di cominciare vorrei ringraziare di cuore tutti quelli che hanno recensito anche solo una volta la mia storia e quelli che hanno solo letto.

 

Ringrazio: Enjio, Shark Attack, Happy78, KiaeAlterEgo, kristin, Aya_Chan, Lunetta_, Francesca Akira89, Mao chan, tomokachan, Mimichan, DarkRose86, Yoru, kris, Lucifer_the_Darkslayer.

 

Spero di non aver dimenticato nessuno! Ma se fosse così fatemelo sapere. La mia email hana.chan@live.it hana.chan@live.it è sempre disponibile.

 

Ora vi saluto con le lacrime agli occhi, vi voglio bene! Un bacione Elie_chan.

 


IL PRESENTE (EPILOGO)


Era tardi ormai.

 

Erano passate parecchie ore dall’ultima volta che Momoko aveva parlato con Hao e il moretto non si era fatto più vedere.

 

Adesso la ragazza si trovava da sola, non molto distante dalla casa di Haori e suo figlio.

 

Dopo che vide il piccolo Hao uscire per andare a fare chissà cosa, una presenza le si avvicinò.

 

Non era minimamente spaventata perché aveva già capito di chi si trattava.

 

-Finalmente ti sei fatto vivo- disse Momoko.

 

-Non possiamo andarcene se non stiamo insieme- rispose Hao.

 

-Quindi quando la luna rossa non ci sarà più ritorneremo al presente?- domandò la brunetta.

 

-Si… nello stesso modo in cui siamo venuti- continuò Hao.

 

-Capisco…Vuoi andare a salutare tua madre?-

 

-….-

 

Hao non rispose a quella domanda anche perché non fece in tempo a farlo.

 

Infatti in lontananza si sentì il rumore di alcuni spari.

 

-Ma che diavolo?- si chiese Momoko un po’ scossa.

 

-Stanno arrivando-

 

-Chi?-

 

-Quelli che uccideranno mia madre-

 

Hao si stava chiudendo in se stesso e Momoko se ne era accorta.

 

-Perché?- domandò la ragazza.

 

-Perché cosa?-

 

-Perché ti ostini a comportanti in questo modo tenendoti tutto dentro?

 

Vedrai tua madre morire per la seconda volta e la cosa non ti turba minimamente?-

-Non venirmi a dire quello che devo o non devo fare perché…-

 

-Perché cosa? Neghi l’evidenza Hao? Io ti vedo, vedo dentro di te. E vuoi sapere cosa vedo? Un ragazzo solo che finge di essere freddo e imperturbabile ma che in realtà soffre come qualsiasi essere umano-

 

-Non ti Permettere di paragonarmi a loro!- esclamò quasi urlando Hao.

 

Momoko si voltò all’improvviso verso la casa nella quale aveva passato la notte prima.

 

A farla voltare erano state delle voci e, infatti, davanti alla capanna c’erano quattro uomini.

 

-Dobbiamo andare ad avvertire Haori prima che sia tardi- disse velocemente Momoko.

 

 Ma prima che potesse muoversi fu afferrata con forza dal moretto.

 

-Lasciami Hao! Ma?- Momoko si irrigidì improvvisamente.

 

-Ricordi? Non bisogna cambiare il futuro! Noi siamo solo visitatori…- disse Hao con le lacrime agli occhi.

 

Momoko rimase imbambolata, il ragazzo che amava stava piangendo come un bambino.

 

-Hao, mi dispiace…- disse solamente la ragazza che avvicinatasi un po’ di più allo sciamano lo abbracciò fortissimo.

 

Hao pianse sempre più forte, era da tanto che non piangeva così. Si sentiva vulnerabile in quel momento, ma la cosa non gli interessava più di tanto.

 

Momoko non ci credeva ancora. Finalmente il ragazzo le aveva aperto il suo cuore.

 

Momoko continuò a consolarlo accarezzandogli i lunghi capelli.

 

Di lì a poco un urlo.

 

Lo stesso urlo del sogno. Hao si strinse ancora più forte a Momoko.

 

-Perché le hanno fatto questo?- domandò Momoko.

 

-Perché… in quest’epoca noi… sciamani venivamo considerati dei mostri…- rispose Hao

dopo essersi calmato un po’.

 

I due si staccarono dall’abbraccio e di fissarono negli occhi.

 

Gli uomini che avevano commesso l’orribile omicidio uscirono dalla capanna correndo.

 

-Se ne sono approfittati perché sapevano che perdevamo i poteri… che vigliacchi- constatò semplicemente Hao.

 

-Vieni- disse Momoko tendendogli la mano.

 

Il ragazzo la prese e la brunetta lo trascinò dentro davanti alla capanna.

 

-Forse so il motivo per cui sei diventato, in apparenza, così distaccato e privo di sentimenti…Ti senti in colpa vero? Perché non c’eri a proteggerla?-

 

-Che me le dici a fare più le cose. Tanto hai sempre ragione- disse Hao con un sorriso, un sorriso vero e non più ipocrita.

 

Hao entrò nella capanna facendosi forza. Il corpo di sua madre era disteso a terra ricoperto di sangue.

 

Il ragazzo avanzò e le si inginocchiò vicino prendendole la mano.

 

Momoko rimase sulla porta guardando la scena piangendo.

 

Haori aprì gli occhi. –Chi è?- sussurrò con quella poca voce che gli era rimasta.

 

-Shhh… Non ti sforzare. Sono io, Hao.-

 

-Hao? Ma?-

 

-Vengo dal futuro-

 

-Ecco perché avevi qualcosa di famigliare…- disse Haori tossendo. Allungò la mano verso il volto del figlio sfiorandogli la guancia con il pollice.

 

-Mi dispiace che sia finita così. Ricorda solo che ti voglio un bene infinito Hao- e sospirando quest’ultime parole la donna chiuse gli occhi per sempre.

 

- Anch’io ti voglio bene madre- disse Hao baciandola sulla fronte.

 

Si girò verso Momoko che era in preda ad un pianto.

 

Non fecero in tempo a dire nulla che sparirono ritrovandosi nella loro epoca.

 

Erano ritornati nel boschetto del loro primo incontro e li si addormentarono ormai esausti per le troppe lacrime versate.

 

Era mattina.

 

Hao fu il primo a svegliarsi; si sentiva stranamente leggero e libero come non gli succedeva da troppo tempo.

 

Guardò Momoko e pensò che questo suo stato d’animo lo doveva solo a lei.

 

 Forse aveva capito il perché non riusciva a leggerle il pensiero.

 

L’amava, solo che prima era stato troppo cieco per accorgersene.

 

Nonostante tutto quello che era accaduto in quei giorni però non avrebbe mai cambiato il suo modi di pensare, di comportarsi, di agire.

 

Anche se ormai aveva smesso di soffrire come prima, avrebbe continuato ad odiare gli umani, anche se non tutti, e questo perché il rancore che provava per loro era incolmabile.

 

L’unica cosa certa era quella di continuare lo Shaman Fight per vincerlo ed ottenere lo Spirit King. Solo ad allora avrebbe pensato a cosa fare.

 

Ora voleva solo godersi il presente, era sereno e felice di provare un sentimento per quella ragazza che gli dormiva di fianco.

 

Momoko aprì gli occhi.

 

-Buongiorno…Come stai?- Chiese subito preoccupata la ragazza.

 

-Bene- si limitò a dire Hao.

 

-Sempre pieno di parole tu?- domando ironica Momoko alzandosi.

 

-Guarda come sono ridotta, non è che mi accompagneresti a casa a prendere un cambio?-

 

-Solo perché se ci vai da sola ti perderesti-

 

-Non è vero!-

 

-Avanti vieni o ti lascio qui- continuò Hao e Momoko lo segui.

 

Mentre camminavano fianco a fianco Hao penso che aveva fatto proprio un gran passo avanti.

 

-Non è vero Yoh?- sussurrò sovrapensiero.

 

Momoko lo sentì. –Yoh? Lo conosci?- disse poi.

 

Hao la guardò incredulo. –Sono io che dovrei farti questa domanda?-

 

-L’ho incontrato in un bar quando cercavo informazioni sulla luna rossa. È stato grazie a lui che poi ne ho scoperto il significato. Ma dimmi lo conosci?-

 

-È mio fratello-

 

-Sapevo che doveva avere qualcosa a che fare con te! Siete identici-

 

-Sai- disse la ragazza –forse Yoh è un po’ più bello di te…- continuò.

 

Hao si bloccò. –Cosa?-

 

-Geloso? Scherzavo comunque…-

 

-Ma io ti ammazzo!- esclamo il moretto.

 

Momoko cominciò a correre ridendo come una pazza.

 

Si un gran passo avanti l’aveva proprio fatto, quello di innamorarsi proprio di quella pazza di tante che ce ne sono in giro.

 

Cominciò a correrle dietro pensando che aveva trovato finalmente qualcuno in grado di scaldare il suo freddo cuore.

 

 

 

Fine?

 

 

 

 

Qualche minuto più tardi a casa di Momoko.

 

I due erano seduti sul tavolo e stavano parlando.

 

-Posso farti una domanda?- chiese la ragazza.

 

Hao annuì.

 

-Perché non hai voluto cambiare il futuro salvando tua madre?-

 

-…-

 

-Se non vuoi rispondermi non fa nulla; anzi fa finta che non ti abbia detto nien….-

 

-Se lo avessi cambiato forse non sarei stato qui.- rispose Hao, “e non avrei potuto incontrarti” pensò.

 

Momoko trovò quella risposta tremendamente dolce dopotutto. Lo amava tantissimo.

 

-Hao io ti…- ma non fece in tempo a finire che venne interrotta prontamente.

 

-Sai che posso leggere nel pensiero?- disse Hao. Lo sapeva che non avrebbe dovuto dire quella piccola bugia ma non era ancora pronto a sentire quelle parole.

 

Momoko diventò di tutte le tonalità di rosso esistenti.

 

-Cosa? E non me l’hai mai detto?- La ragazza ripensò a tutte le volte che aveva pensato di essere innamorata di lui mentre gli era accanto.

 

La ragazza ancora rossa come un peperone nascose la faccia tra le mani.

 

Ad Hao la cosa lo stava divertendo non poco.

 

Momoko era più carina quando arrossiva.

 

Pensò che per il momento si sarebbe tenuto per se quella piccola bugia. Poi avrebbe rimediato sicuramente.

 

-Momoko?-

 

La ragazza lo guardò sgranando gli occhi. –Mi hai chiamata per nome?-

 

Hao si fece forza e rendendo la sua voce più ferma possibile disse solo.

 

-Ti amo-

 

 

Fine

 

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