~Love Bug ♥

di 1_Conci
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~Love Bug ♥


Prologo

Ero una delle poche persone che non credeva ai colpi di fulmine. No, non ci credevo, fino a quel giorno. Lo guardavo muoversi e cantare,pieno di energia, su quel palco. Non stava un attimo fermo. Le luci lo rendevano, per quanto fosse possibile, ancora più bello. La canzone finì e lo lasciarono da solo sul palco. Si accomodò su una sedia, prese la sua chitarra ed iniziò a cantare una delle tante canzoni d’amore che aveva scritto. Guardava il pubblico con quello sguardo serio. Le sue dita scorrevano veloci sulle corde della chitarra, creando un melodia stupenda. Colpi di fulmine. Che cosa sciocca. Incrociai il suo sguardo e tutto si fermò. Le urla, la canzone, non c’era più niente, solo io e lui. Qualcosa era cambiato, ne ero sicura.


Questo è il prologo, che ne dite?

P.S= I Jonas, nè gli altri personaggi che appariranno nella storia, non mi appartegono.
Ogni riferimento a fatti o a persone è puramente casuale. La storia è frutto della mia immaginazione.

Bene, adesso sono apposto, mi raccomando, recensite =D


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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


Osservavo le persone che camminavano velocemente verso le aule. Poi finalmente mi decisi anche io ad entrare nell’aula di biologia.

Mi lasciai cadere pesantemente sulla sedia accanto alla mia migliore amica.

"Ehi Ashley.." sospirai.

"Nicole!Qualcosa non va?"

Sorrisi. Lei mi capiva sempre, le bastava solo un’occhiata. "No mi manca un po’ l’Italia, niente di che."

"Capisco.. un giorno mi ci porterai vero?" chiese

"Ci puoi contare.. Ma a te?" Anche a me bastava solo uno sguardo o solo sentire il tono della sua voce. "C’è qualcosa che non va?"

Sospirò pesantemente. "Niente, qualche problemino.."

"Andiamo Ash, ti conosco meglio di chiunque altro. Non è sicuramente un problema da niente. Scommetto casa mia che ha a che fare con  Jake."

"Hai scommesso bene, la casa è ancora tua."

"Che è successo?"

"Abbiamo litigato per una cavolata."

"Se è per una cavolata, allora si sistemerà tutto presto.."

"Il problema è che non sono più tanto sicura che lui mi ami ancora.."

"Non lo so, a me sembra ancora innamorato.."

"Lo spero Nì.."

Il professore, come al solito, ci sgridò perché non eravamo attente alla lezione, ma io mi limitai ad annuire senza ascoltarlo più di tanto.

Io e Ash avevamo la maggior parte delle lezione insieme, tranne filosofia, che avevo proprio quel giorno all’ultima ora.

Il tempo passò lentamente e quando, finalmente, suonò la campanella che annunciava la fine delle lezioni, mi lanciai nel cortile.

Ashley mi inseguì. "Perché sei scappata così?" chiese.

"Odio filosofia. Odio la prof. Odio essere in classe con quell’essere appiccicoso chiamato Chris."

Lei ridacchiò. "Che ha fatto stavolta?"

"Niente. Mi ha ‘solamente’ mandato per tutta la lezione bigliettini smielati. Questo fino a quando la prof non l’ha seduto accanto a me. Lì ha iniziato la vera tortura. Ci ha provato tutta l’ora. E’ stato terribile." dissi accentuando l’ultima parola.

"Non demorde, eh?!"

"Demorde? Quello è peggio di prima!" esclamai sbuffando.

"Che ne dici di andare a fare shopping, pomeriggio?"

"Non lo so.."

"Tanto non lavori, vero?"

"No, ma.."

"Eddai! Per svagarci un po’." supplicò

"E va bene, vada per lo shopping!"

"Ok, ti passo a prendere alle 5.Mi raccomando, puntuale."

"Guarda chi parla."

Rise. "A pomeriggio, Nì."

"A pomeriggio" salutai la mia amica e mi incamminai verso casa.

 

                                                ***

"Oh mio Dio!Guarda che bello quel vestito!" urlò Ashley indicando un vestitino. "Nicole? Ci sei?"

"Si Ash, ci sono"

"A me non sembrava che tu mi stessi ascoltando."

"E allora dimmi cosa ho appena detto." chiese con aria di sfida.

"Hai detto qualcosa su qualche altra cosa." spiegai ridendo.

"Si vede che mi stavi ascoltando. Ma si può sapere cosa ti prende?"

"Niente, perché?"

"Ho capito cosa hai. Devi smetterla di pensare a lui." sbuffò.

"A chi?"

"Ad Eric. Insomma, è finita, adesso devi rifarti una vita. Non puoi stare per sempre appresso a lui."

"Guarda che non ci stavo pensando. Ma grazie per avermelo fatto ricordare." sospirai.

Mi abbracciò, forse perché aveva paura di rivedermi a pezzi, distrutta. Erano stati i mesi peggiori per entrambe. Per me perché non smettevo di piangere in ogni singolo istante e per lei perché non ce la faceva più a vedermi in quello stato.

"Io..ecco..Io non volevo." balbettò.

"Fa niente.." risposi cercando di scacciare i ricordi che avevano iniziato ad affollarmi la mente.

Lei se ne accorse, così cambiò subito discorso. "Guarda che bello quel vestito!" quasi urlò, indicando una vetrina dove troneggiava un vestitino nero a fascia.

"E’ troppo semplice per i tuoi gusti. Qual’è il trucco?" chiesi sarcastica.

"Scommetto che ti sta benissimo"

Mi trascinò dentro il negozio e poi dentro il camerino, ignorando le mie urla.

Mi ritrovai dentro il camerino con un bellissimo vestito su un braccio e delle scarpe appoggiate accanto ai miei piedi.

Iniziai a indossare il vestito, poi passai ad allacciare il cinturino delle altissime scarpe con il tacco che mi aveva rifilato Ash. Ma voleva uccidermi?!

Mi guardai allo specchio. Certo che il risultato non era niente male. La ragazza sapeva farci con i vestiti.

"Oh mio Dio! Sei stupenda!" esclamò Ashley appena uscii dal camerino.

"Grazie .. Ma non posso permettermelo Ash.."

"E cosa ti metterai per il ballo di fine anno?"

"Io non ci vado al ballo di fine anno."

"Ma sei pazza?"

"Non mi ha invitato nessuno, e poi non mi va."

"Vedrai che ti inviterà qualcuno.."

"Comunque sia, costa quasi quanto il mio stipendio."

"Non hai soldi da parte?" chiese con aria di chi la sapeva lunga.

"Sono per l’Università." risposi riappendendo il vestito da dove l’aveva preso e posando le scarpe.

"Ma non puoi rinunciare ad un vestito così! Se vuoi posso.."

"Non se ne parla Ash! Tu non mi comprerai niente!Capito?" esclamai intuendo cosa mi stava per chiedere.

"Ma è un regalo di compleanno!"

"Il mio compleanno è tra 6 mesi."

"Eddai Nì!"

"No, e non ci pensare nemmeno."

"Ok, ok.. " rispose afflitta uscendo dal negozio.





Grazie a chi ha recensito e a chi legge questa storia =D

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


2-
Drin. Drin. Quell’oggetto infernale continuava a suonare senza sosta. L’afferrai e la lanciai da qualche parte della stanza,provocando il tipico rumore di un vetro infranto.
Guardai il display del cellulare. Le 7:50. Oddio, le 7:50. Devo sbrigarmi, è tardissimo!
Feci una doccia velocissima, afferrai qualche biscotto e mi lancia fuori dall’appartamento.
Presi l’ascensore e quando arrivai a piano terra, iniziai a correre verso la fermata dell’autobus.
“E’ già passato ragazzina” gracchiò una vecchietta.
“Oh.. beh, grazie.”
Sospirai pesantemente.
“Bene.. adesso devo correre fino alla scuola. Fantastico.”
Sistemai lo zaino sulle spalle e iniziai a correre. Osservai di nuovo l’orologio. Ero in ritardo pazzesco, ma se aumentavo un po’ la velocità, ci sarei riuscita.
Infilai le cuffiette bianche nelle orecchie ed iniziai ad estraniarmi dal mondo.
Iniziai a canticchiare  mentalmente, fino a quando venni colpita a scaraventata a terra da qualcuno, o qualcosa.
Aprii gli occhi sfilando le cuffie e riponendole nelle tasche dei Jeans e osservai il ragazzo che mi stava seduto sul ventre che mi fissava divertito.
“Ma lo guardi dove vai?” urlai.
“Shht! Non urlare!” sussurrò tappandomi la bocca con una mano.
Arrossii violentemente. Guardò dietro di sé ed impallidì, mentre sentivo delle voci avvicinarsi.
“Andiamo!” urlò trascinandomi in un vicolo malandato
“Che diavolo.. Chi sei?” chiesi iniziandomi a preoccupare.
“Non sai chi sono?” chiese.
“Dovrei saperlo?”
“Ovvio! Davvero non sai chi sono o è solo una strategia?”
“Strategia? Che diavolo stai dicendo?” sbottai infastidita.
“Vediamo se mi riconosci adesso” sussurrò abbassandosi il cappuccio della felpa che gli copriva il viso e sfilandosi i Ray-Ban a goccia.
Mosse la testa a destra e a sinistra per sistemarsi meglio i folti capelli biondi che gli ricaddero sul viso come se lo accarezzassero.
“Allora?” chiese osservandomi con i suoi vispi occhi color nocciola.
“Ecco… beh..No, mi dispiace. Non so davvero chi tu sia.”
“E’ impossibile! Sono Justin Bieber!” disse sospirando pesantemente.
“Ti ho sentito nominare.. Non mi ricordo dove, ma il tuo nome non mi è nuovo” risposi
“E’ ovvio che non ti è nuovo! Sono un cantante di fame internazionale! Tutti i giornali parlano di me..Non ci posso credere” disse sospirando.
“Che vuoi fare? Vuoi denunciarmi solo perché non so chi tu sia?”
“No.. solo che mi sembra strano. Tutti mi conoscono.”
“Molto modesto Bieber, davvero”
Rise imbarazzato, mettendosi una mano tra i capelli. “Lo prendo come un complimento.. tu come ti chiami?”
“Nicole, piacere..” risposi stringendo la mano che mi aveva teso.
“Perché mi sei finito addosso?” gli chiesi.
“Stavo scappando dalle fan.”
“Dalle fan? Sei davvero molto famoso ragazzo.”
“Te l’avevo detto. Mi dispiace molto, ti sei fatta male?”
“Niente di che. Ho fatto cadute peggiori.”
Rise. “Posso fare qualcosa per farmi scusare?”
“Oh no, niente.. – guardai l’orologio- Oppure potresti accompagnarmi a scuola. Tanto la prima ora me la sono giocata, ma posso arrivare in tempo per la seconda. Hai una macchina?”
“Certo. Una bella Range Rover grigia.”
“Allora andiamo Bieber!”
“Aspetta” disse rimettendosi gli occhiali e il cappuccio.
“Hai ragione, potrebbero riconoscerti. Sei un cantante di fama internazionale.” Risposi prendendolo in giro.
“Grazie, grazie” fece un inchino molto teatrale,
 
“Siamo arrivati” annunciò fermandosi.
“Guarda che la scuola è lì” dissi indicando un cancello non molto distante dalla macchina.
“Non posso avvicinarmi troppo. Potrebbero riconoscermi.”
“Chi vuoi che ci sia in giro? Adesso accompagnami fino al cancello.”
“Sei una sfaticata, lo sai?” rispose mentre parcheggiava davanti al cancello della scuola.
“Beh.. Grazie del passaggio Bieber. Si ci vede in giro”
“Ciao Nicole” esclamò salutando con la mano.
“Cerca di non finirmi addosso la prossima volta”
“Non posso assicurarti niente. Sai, le fan sono sempre in agguato.. e ce ne sono a milioni”
“Ancora più modesto Bieber, davvero”
“E’ la verità.”
“Devo andare. A presto Bieber”
“Potresti chiamarmi Justin o Juss”
“Preferisco Bieber!
“Come vuoi.. A presto Nicole”
Scesi dalla Range Rover, salutai per l’ennesima volta il ragazzino ed entrai nell’edificio.
Era appena suonata la campana della seconda ora, quando vidi una figura corrermi incontro  per poi finirmi tra le braccia.
“Oh mio Dio, Ash! E’ la seconda volta che vengo investita da qualcuno!Due in un giorno!” esclamai sorridendo.
Intanto Ash iniziò a piangere tra le mie braccia.
“Ehi Ash, che è successo?”
“Io.. Jake.. abbiamo rotto!” singhiozzò
“Perché?” chiesi stringendola.
“Lui.. ha.. Victoria..” balbettò tra le lacrime.
Non l’avevo mai vista stare così male per un ragazzo. La strinse forte, stritolandola.
“Ti ha tradito con Victoria?”
Annuì. “Vedi? I ragazzi sono tutti dei bastardi.. e l’amore è una cavolata”
Annuì di nuovo. La trascinai nel bagno; il corridoio non era il luogo adatto per piangere.
Quando la crisi di pianto finì, Ashley si lavò il viso ed esclamò:”Andiamo a fare matematica!”
Guardai l’orologio. “E’ troppo tardi” dissi ridendo.
“Beh.. Ops!”
“Non preoccuparti, tanto ho anche saltato la prima!”
“Stavo per chiederti come mai hai saltato biologia”
“Beh.. è una lunga storia..”
“Guarda che ne abbiamo di tempo”
Sospirai.”Ok, ho capito. Avevo perso il bus, così stavo correndo per arrivare in tempo, quando un ragazzo mi è finito addosso.”
“Uhuh.. e come era?”
“Beh.. carino. Biondo, caschetto lungo e scalato, occhi nocciola, non molto alto e magro.”
“E quindi sarebbe solo carino?”
Scoppiai a ridere vedendo la sua espressione. “Lo sai che preferisco i mori!”
“Ma chi se ne frega del colore dei capelli! Comunque, sorpassiamo la ‘bellezza’ del ragazzo. Cosa è successo dopo che ti è finito addosso?”
“Mah… niente di che. Ho solo che è un cantante di fama internazionale e le sue canzoni sono famose in tutto il mondo!”
“OH MIO DIO! Tu hai conosciuto un cantante!”
“Beh si.. mi ha anche dato un passaggio a scuola..”
Lanciò un urlo.”Non ci posso credere! Non mi dire che hai anche il suo numero perché svengo.”
“Non ti preoccupare, non ho il suo numero”
“E come farai a rivederlo?”
“E perché dovrei rivederlo?”
“Perché sono sicura che ti piace”
Iniziai a ridere. “Te l’ho detto preferisco i mori. E poi non ci credo più nell’amore. E’ solo una cosa che esiste nelle favole.”
“Dici così solo perché non hai trovato il ragazzo giusto”
“Non esistono i ragazzi perfetti. E non incontrerò mai il ragazzo giusto
“Tutti lo trovano prima o poi.”
Annui distrattamente. Chissà se le parole di Ashley erano vere..
 


Che ne dite del secondo capitolo?
Mi raccomando, recensite in tanti ^^
Spero di riuscire a postare più in fretta la prossima volta ^^'

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


3-
Il resto delle ore passarono velocemente fino al suono liberatore della campanella che annunciava la fine delle lezioni.
Mi diressi verso casa parlottando con Ashley, fino a quando una Range Rover parcheggiata di fronte al cancello della scuola, catturò la mia attenzione.
Qualcuno dentro la macchina suonò il clacson e mi fermai cercando di capire chi fosse.
I vetri oscurati mi impedivano di vedere dentro così decisi di riprendere a camminare.
Salutai Ashley e attraversai ritrovandomi di fronte alla macchina “misteriosa”.
Mentre l’affiancavo mi sentii chiamare:”Ehi Nicole!Pssst!”
Mi girai e vidi dei capelli biondi spuntare dal finestrino appena aperto dell’auto. Mi sporsi dentro ed esclamai:”Ehi Bieber! Che ci fai qui! Potrebbero riconoscerti sai?!”
“Non è il momento di scherzare. Sali.”
Salii preoccupata. “Che succede?” chiesi.
“Ti ho portato questo. Ti sarà caduto oggi in macchina” spiegò porgendomi un bracciale.
“Pensavo fosse qualcosa di più importante.. comunque grazie” risposi afferrandolo e sorridendo.
“Vuoi.. vuoi un passaggio?” chiese.
“E me lo chiedi pure Bieber? Metti in moto, su!”
Infilò la chiave, la girò e partimmo.
“E’ la seconda volta che ti do’ un passaggio e non so niente di te”
“Cosa vuoi sapere?”
“Uhm.. quanti anni hai?”
“16.. tu?”
“Anche io..” rispose accigliato fissando la strada.
Era.. diverso. Rispetto a stamattina sembrava mogio.
“Che hai Bieber? La ragazza ti ha lasciato?”
“Non ho una ragazza e non voglio averla.”
“Non dirmi che sei ..”
“No! – mi interruppe- è solo che non ho trovato la ragazza giusta..”
“Siete tutti fissati con questa storia della ragazza giusta o dell’anima gemella o come la volete chiamare voi!”
“Perché?”
“Oh andiamo! Lo sapete anche voi che la ragazza giusta o perfetta non esiste!”
“Cosa ti è successo?”
Lo guardai interrogativa. “Per dire queste cose, intendo. Devi aver avuto una brutta esperienza.”
Perspicace il ragazzo. “Si!” sbottai.
“Ne vuoi parlare?”
“Perché ne dovrei parlare con te Bieber?”
“Perché siamo amici.”
“E da quando?”
“Da quando ti do’ passaggi in auto. Ma se non ne vuoi parlare proprio..”
Mi guardò sporgendo il labbro inferiore e facendo gli occhi da cucciolo.
“E va bene Bieber, mi hai convinto. Come prima cosa io non sono americana.”
“Sul serio?”
“Ti pare io stia scherzando?”
“Se non sei americana perché sei qui?”
“Perché mi sono trasferita in America. Ma in realtà io sono Italiana”
“E come mai sei venuta in America?”
Sospirai. “I miei sono morti 2 anni fa in un incidente aereo e per non essere mandata in un orfanotrofio, ho deciso di andare ad abitare da mia zia qui a Los Angeles.”
Mi guardò apprensivo. “Io..beh..mi dispiace.. non lo sapevo” balbettò.
Cercai di scacciare le lacrime che erano solite a spuntare quando ricordavo i miei genitori. “Appena arrivata qui, una persona si è affezionata molto a me e mi ha aiutato molto. Eric, fu prima il mio migliore amico, ma presto mi innamorai di lui. Ci mettemmo insieme e la mia vita andò a gonfie vele fino a quando non lo beccai in atteggiamenti molto ‘intimi’ con Amber.”
Si fermò allo stop e mi guardò. Mi accarezzò la guancia, raccolse qualcosa e me la mostrò. Una lacrima brillava sul polpastrello del suo indice sotto il sole cocente.
“Mi dispiace, non dovevo chiedertelo” sussurrò
“Beh.. non preoccuparti.” Risposi girandomi verso il finestrino per nascondergli le lacrime che iniziarono ad inondarmi il viso.
Mi poggiò una mano sulla spalla, confortandomi in silenzio. Dopo qualche minuti, asciugai le lacrime e decisi di accendere la radio.
Iniziai a canticchiare una delle mie canzoni preferite:

“Girl you're so one in a million
You are
Baby you're the best I ever had
Best I ever had
And I'm certain that
There ain't nothing better
No there ain't nothing better than this”
Ne-yo – One in a million

“Ehi, studi canto?” mi chiese Justin.
Arrossii violentemente. “N-n-no” balbettai.
“Mai?”
“No, e se proprio ci tieni a saperlo, sei il primo che mi sente cantare.”
“Non hai mai cantato davanti a qualcuno? Nemmeno alle recite di Natale?”
“Solo una volta. E non ho intenzione di rifarlo”
“Come dici tu.. ma per me canti benissimo”
“Non c’è bisogno di fare i gentili per tirarmi su il morale, Bieber”
“Se tu non sai cantare, io sono bruttissimo”
“Infatti Bieber, lo sei” scherzai.
“Dovresti chiederlo alle mie fan”
Sospirai scuotendo la testa a destra e a sinistra. “Perché mai dovrei chiederlo a delle ragazzine con gli ormoni schizzati a mille?”
“Comunque, penso che tu abbia una bella voce. Sul serio”
“Grazie. Comunque gira a destra e siamo arrivati”
Il biondini mi lasciò davanti all’immenso grattacielo grigio e cupo che conteneva anche il mio appartamento.
“Grazie del passaggio. Di nuovo” ringrazia ridendo.
“Prego. Ci vediamo in giro Nicole”
“Si” sussurrai sbattendo la portiera e salutando il ragazzo incappucciato dentro l’auto.
Appena entrai nell’appartamento buio, il cellulare iniziò a squillare.
“Cosa ti è successo?” urlò Ashley su tutte le furie.
“Eh?!” commentai confusa.
“Ti ho salutato e poi ti ho visto salire su una macchina. Con chi era? Ti ha fatto del male? Cosa diavolo è successo?!”
“Se ti calmi potrei spiegarti tutto.”
“Ok.. sono calma. Racconta!”
“Era Justin, stamattina mi era scivolato il bracciale nella sua macchina e lui me l’ha riportato. Così ne ho approfittato per farmi dare un passaggio in auto. E basta
“Ah.. e io che ero così in pensiero per te.. beh allora vado devo fare un mare di compiti”
“Ci sentiamo”
Chiusi la telefonata e mi buttai sul letto stremata.
 
                                                        ***
Toc. Toc. Andai ad aprire la porta chiedendomi chi fosse.
“Ehilà Bieber!”
“Ehi Nicole … Posso entrare?” chiese.
“Non so.. dovrei pensarci..” commentai scostandomi per fargli spazio.
“Ti va di andare a mangiare qualcosa?”
“Certo.. Devi però aspettare qualche minuto che mi sistemo.”
“Meglio, così  mi riposo dopo tutte le scale che ho fatto. Perché non lo fate riparare l’ascensore?”
“Guarda che funziona”
“Che cosa?! E allora perché c’è quel cartello?!”
“Qualcuno si sarà scordato di toglierlo”
“E io ho fatto tutte quelle scale quando potevo tranquillamente prendere l’ascensore?”
“Esatto Bieber”
“Ma che..” sussurrò sprofondando nel divano.
Misi un paio di jeans chiari, una maglietta nera a maniche corte, un paio di converse nere e qualche bracciale e afferrai al volo una borsa di pelle nera.
Andammo in una pizzeria non molto affollata, in modo che le probabilità che qualcuno riconoscesse Justin fossero ridotte al massimo.
“Bene, che devi dirmi Bieber?” chiesi sedendomi nel tavolinetto che avevamo scelto.
“Quando oggi ti ho sentito cantare mi hai colpito molto. Quindi ho pensato che potresti venire al mio concerto se vuoi.”
“Che cosa c’entra il tuo concerto?”
“Ci saranno dei rappresentanti di molte case discografiche..”
“E?”
“Ti credevo più intelligente Nicole. Te li farò conoscere e sono sicuro che appena ti vedranno e ascolteranno quello che gli dirò, vorranno avere un appuntamento con te per conoscerti meglio.”
“Io non so se mi sento pronto ad una cosa del genere..” commentai insicura.
“Ti piace cantare?”
“E’ una delle cose che amo fare di più, ma..”
“E allora niente ma. E’ la più grande occasione della tua vita, devi coglierla al volo.”
“Hai ragione. Sai come farti apprezzare Bieber”
“Ovvio.. Secondo te, perché le ragazze mi cadono ai piedi?”
“Perché inciampano?” risposi ridendo.
“Sai Nicole, amo le tue battutine ironiche.”
“Ehi Bieber, sei anche gentile! Grazie” sorrisi.
“Tieni” dissi porgendomi due biglietti.
Rimasi a fissarli estasiata, non perché lo ritraevano, ma perché per me significavano molto di più di due semplici biglietti per vedere il proprio idolo.
Per me erano la possibilità di riuscire finalmente a realizzare il mio più grande sogno.
Fin da bambina, sognavo di diventare una rockstar e i miei genitori mi ripetevano sempre di sperarci e continuare a sognare, perché, i sogni, prima o poi, diventano realtà.
“Avanti..” sussurrò Justin avvicinando sempre di più quei due pezzi di carta.
Li afferrai e li riposi in borsa come se fossero una delle cose più preziose del mondo.
Forse mi ero sbagliata su quel ragazzo. Non era affatto viziato, pieno di sé, sgarbato, anzi, sembrava l’esatto contrario.
“Grazie Justin. Questa è una grande opportunità. Se conoscerò qualcuno di importante non saprò mai come ringraziarti.”
“Mi hai chiamato Justin!” esclamò.
“Io faccio un bel discorso che viene dal cuore, dove per la prima volta di tratto bene e tu pensi solo al fatto che ti ho chiamato Justin!”
“Ehi, sto scherzando. Non c’è bisogno di ringraziarmi.”
“Ma.. ma per conoscere ‘queste persone’ non dovrei avere un pass per il backstage?”
“Purtroppo non ne ho più. Li ho regalati a qualche fan” disse tranquillo alzando le spalle.
“E allora? Come farò a passare?”
“Mica è un problema. Non preoccuparti, faccio tutto io. Tu devi solo presentarti al concerto almeno 20 minuti, metterti nel tuo posto che si trova nelle prime file e aspettare. Al resto ci penso io. Basta che arrivi in anticipo.”
“Ok. Mi fido di te, non combinare cavolate.”
“Non preoccuparti.”
“Ultima domanda e poi non ti stresso più: perché due biglietti?”
“Pensavo vorresti portare una tua amica in modo da non stare sola.”
“Pensavi bene.. Credo porterò Ashley.”
“Ashley?”
“Si, la mia migliore amica. Così te la farò conoscere.”
“Non vedo l’ora” affermò malizioso.



Commentate, se si va :) P.S=Buon Natale a tutti :D

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


4-
“Non posso credere che il biondino ti stia offrendo questa possibilità …” ripetè ancora una volta Ashley.
“Si Ash, è circa la decima volta che lo dici. Invece di continuare a ripeterlo, aiutami a trovare qualcosa da mettere per stasera!” urlai isterica.
“Nn è che hai una cotta per il biondino?”
“Che cosa te lo fa pensare?” chiesi inarcando un sopracciglio.
“Il fatto che tu stia svuotando un’ armadio e non trovi ‘niente di carino’ da metterti.”
“Questa è la mia opportunità,Ash! Quel ragazzo mi farà conoscere un sacco di persone importanti. Devo essere almeno presentabile.”
“Ma queste cose sono carine..” disse indicando un top e un paio di Jeans.
“Non mi stanno bene!” dissi gettandoli nel mucchio di vestiti attorcigliati che giaceva accanto al letto.
“Ti vuoi calmare?” sbuffò Ashley.
“Ma io sono calmissima – guardai l’orologio – Mancano solo 4 ore!!” urlai.
“E così saresti calma? Comunque, qualsiasi cosa ti metterai sarai sempre perfetta.”
“Non è il momento di fare le gentile. Devi essere spietata”
“Cosa vuoi che ti dica? Andiamo a fare shopping?”
“Non c’è tempo!” urlai in preda ad una crisi isterica.
“Ti vuoi calmare?!” mi urlò Ashley afferrandomi per le spalle e scuotendomi fortemente.
Mi buttai sul letto sospirando. “Ti prego aiutami..” la supplicai.
“Va bene.”
Si accovacciò accanto a mucchio e ne tirò fuori un paio di cose che poggiò delicatamente sul letto.
“Allora, cosa preferisci, Jeans e top o vestito?”
“Jeans e top.”
“Allora vai a provarti questi” disse porgendomi un top nero molto semplice e un paio di Jeans chiari.
Li indossai e mi guardai allo specchio.
“Perfetto. Te l’ho mai detto che sei un genio?”
“Giusto un paio di volte. Tieni, ci stanno benissimo.”
Mi porse un paio di zeppe.
“Devo mettere queste trappole?”
“Ovvio. Sbrigati.”
Infilai le scarpe e allaccia il cinturino. Poi mi alzai in piedi ed iniziai a camminare un po’ per tutta la stanza.
“Non sono un po’ troppo alte?”
“Hai voluto il mio aiuto e si fa come dico io.”
“Non posso mettermi un paio di converse?”
“No. Queste sono perfette.”
Sospirai affranta. “Tu cosa ti metterai?”
“Questi” dissi indicando un paio di Jeans, un top viola e delle zeppe abbinate.
“Farai un figurone!
“Adesso vieni che ti devo truccare.”
“Cerca di non esagerare, non è Carnevale” commentai sedendomi sulla sedia che mi aveva indicato.
“Fidati di me”
“Il problema è proprio questo” sospirai.
Mi diede un pizzicotto sulla guancia.
Iniziò a truccarmi e dopo circa 20 minuti mi mise uno specchio davanti al viso.
“Come ti sembra?”
Rimasi a bocca aperta.
“Come hai fatto?”
“Pratica. E un po’ di matita nera, mascara, phard e lip-gloss.”
“Sei fantastica. Dovrebbero farti santa.”
“Si, lo so. Adesso tocca ai capelli.”
Iniziò a spazzolarli, poi prese la schiume e, con le mani, mi formò dei boccoli perfetti.
Infine, afferrò una fermaglio di swarosky e lo usò per fermare il ciuffo.
“Sei una maga. Te l’ho mai detto che ti voglio bene?”
“Ogni tanto..”
“Smettila di fare la scema. Te lo dico ogni giorno.”
“Lo so.. anche io ti voglio bene” disse abbracciandomi.
 
                                                         ***
Mostrai il biglietto al controllore che ci fece passare. Iniziammo a inoltrarci in mezzo alla folla fino alle prime file.
Prima che riuscissimo a raggiungere la prima fila, qualcosa mi afferrò il polso ed iniziò a trascinarmi. Di conseguenza afferrai anche Ashley e ci ritrovammo, non so come, nel backstage.
“Justin! Ma che diavolo hai fatto?!” urlò un uomo che si parò davanti a noi coprendoci la visuale.
“Calmati Jim! Sto bene, in quel manicomio non mi ha riconosciuto nessuno!” sogghignò.
“Ma loro?”
“Tranquillo, le conosco”
Mi sorrise e poi si girò ad osservare Ash. La squadrò dalla testa ai piedi soffermandosi in particolar modo sugli occhi.
Anche Ash aveva avuto la stessa reazione.
Lentamente, su entrambi i volti si aprì un’enorme sorriso.
“Ashley?” sussurrai.
Non rispose.
“Justin? Bieber? Juss?”
Nemmeno lui rispose.
“Justin dove sei? Fra 10 minuti devi iniziare e ci sono ancora un sacco di cose da fare!” urlò un uomo di mezza età.
Afferrai Bieber per le spalle per scuoterlo ed iniziai ad urlare:”Terra chiama Bieber! Su ragazzo devi iniziare un concerto!”
Gli diedi due schiaffi in pieno viso.
“Che diavolo fai! Non vedi che stavo..”
“Le chiacchiere le rimandiamo a dopo. Adesso devi iniziare un concerto.”
“Beh, allora vado..” disse rivolgendo un sorriso mozzafiato ad Ashley.
Presi Ash da un polso e la trascinai ancora imbambolata fuori dal backstage.
Solo quando ci ritrovammo in mezzo alla folla urlante e spintonante, si sveglio un pochino.
“Dove siamo?” chiese.
“Stiamo cercando di raggiungere i posti per andare a vedere il concerto del tuo caro Justin.”
Appena sentì il suo nome assunse una faccia sognante.
“Ma si può sapere cosa ti è successo?”
“Non lo so.. appena l’ho visto è cambiato tutto..”
“Che vuoi dire?”
“Hai mai sentito parlare di colpi di fulmine?”
Sospirai. Lei lo prese come un si e continuò: “Ecco, credo che sia successo questo con Justin. Appena ho incontrato i suoi occhi è stato come se tutto si fosse fermato, come se esistesse solo lui. Credo sia stato proprio un colpo di fulmine.”
Annuii. “Tu ci credi ai colpi di fulmine?” mi chiese.
“No, non ci credo. Se è per questo non credo più manco nell’amore.” Dissi.
“Oh andiamo Nì! Non puoi non credere più nell’amore solo per colpa di un ragazzo stronzo che ti ha fatto soffrire!Devi ricominciare a vivere, cazzo! Non lo dimenticherai mai così!” esclamò.
Annuii assorta nei miei pensieri. Ashley aveva ragione, dovevo ricominciare a vivere. Ma come?
 



Ho postato in fretta questa volta :)
Volevo ringraziare chi legge questa storia, grazie :)
Certo, una piccola recensione potreste lasciarla ogni tanto xD
A presto, baci.♥
I love you♥

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