Not the end, not yet.

di May Katje
(/viewuser.php?uid=118608)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stranger? ***
Capitolo 2: *** Coffee! ***



Capitolo 1
*** Stranger? ***


Il grande atrio che fungeva anche da cucina e sala da pranzo era silenzioso, immerso nella luce velata delle stelle che filtrava a mala pena dalle finestre schermate.
La nonnina che era stata la Strega delle Lande sonnecchiava nel suo letto al piano terra mentre di sopra Markl giaceva scomposto sul suo giaciglio eternamente sfatto. Nella loro stanza, anche Sopie e Howl erano scivolati nel sonno qualche ora prima, lentamente passati al sonno abbracciati, dopo essersi scambiati parole e frasi sussurrate per molto tempo. In fondo avevano molto da dirsi, dopo quello che era successo appena qualche giorno prima.
Calcifer era quindi la sola creatura sveglia all'interno della casa, solo come spesso accadeva, con i rumori della notte come unica compagnia, insieme a quei pochi ragni sfuggiti alle attenzioni di Sophie, che avevano trovato riparo al di sotto della poltrona sempre posizionata davanti al suo focolare.
Il demone stava borbottando, allungandosi al massimo per afferrare un ciocco di legna rotolato troppo lontano dalla pila in cui era stato posto per permettergli di non spegnersi mentre nessuno poteva badargli, quando il campanello della porta suonò brevemente una volta, scattando sul quadrante verde.
Dal battente aperto sul buio emerse un'ombra alta e silenziosa, avvolta in un lungo cappotto sdrucito, che si richiuse la porta alle spalle e salì gli scalini come se si trattasse di quelli di casa propria. La figura si avvicinò al camino senza badare all'espressione stupefatta che si era dipinta tra le fiamme e, preso il pezzo di legno, lo avvicinò a una delle mani gialle ancora tese con un sorriso gentile dipinto sulle labbra ora illuminate, insieme alla metà inferiore di quello che era indubbiamente un bellissimo volto coperto per il resto da un ampio cappuccio.
-Buona notte, Calcifer, come sta il caro Howl?- chiese la figura, rivelando una voce dolce e femminile che ben si accordava a quelle labbra piene e delicatamente rosate.
La donna si allontanò dal focolare, slacciando il cappotto che la copriva e appendendolo al gancio dell'attaccapanni che sempre rimaneva vuoto, accanto al mantello magico che Markl usava per accogliere i clienti. Alla luce del demone si rivelò una cascata di lunghi capelli neri, lustri e sciolti sulla schiena coperta da una semplice camicia da uomo.
Alla fine la bocca del demone riprese la sua consueta implacabile parlata e lui rispose alla domanda della giovane -Sta bene, sta bene. Continua a usare troppa acqua calda in bagno, ma come di certo sai è riuscito a sciogliere il patto.-
-Non sono cose che passano sotto silenzio.- assentì l'altra, che non sembrava per nulla colpita, prima di spostarsi a frugare nelle credenze che tappezzavano una parete. L'inizialmente silenziosa ricerca non doveva essere facile come lei si era aspettata, e i suoi lievi borbottii lo lasciavano bene a intendere; tuttavia lei continuò a parlare con il demone come se fosse perfettamente in diritto di rovistare tra gli scaffali di quella casa -Com'è che ti trovi ancora qui, allora? Pensavo non vedessi l'ora di tornare a fare quello che voi demoni fate - anche se non hai mai spiegato esattamente cosa sia.-
Evidentemente non si aspettava una risposta perchè, non appena concluse, richiudendo l'ultima antina e fermandosi in mezzo alla stanza con i pugni sui fianchi, fece correre uno sguardo tutt'intorno, evidentemente contrariata e riprese in tono scocciato -C'era da aspettarselo, trasloca una volta, una, e cosa perde se non le mie cose?-
-Dubito che sia andata persa nel trasloco, anzi, sono certo che non abbiamo lasciato indietro niente, quella volta.- rispose pacatamente Calcifer, favorevole al cambio di argomento, visto che la risposta avrebbe intaccato grandemente il suo orgoglio di demone o qualcosa del genere. -Credo sia stata scambiata per un pezzo di stoffa vecchio e utilizzata per farne degli stracci.-
Nello sguardo della ragazza fu per un momento riconoscibile l'irritazione, poi sostituita da uno sbuffo a metà tra lo sconsolato e il divertito mentre lei avanzava fino a lasciarsi cadere di traverso sulla poltrona, con le gambe abbandonate su un bracciolo e la testa appoggiata sull'altro. -Beh, in fondo lo era. Questo però vuol dire che dovrò accontentarmi di questa poltrona; spero non ti dispiaccia se mi addormento qui, Cal, ma dubito di riuscire a tenerti compagnia tanto a lungo.-
-Oh, figurati!- si lamentò Calcifer, in tono petulante -Tanto ormai nessuno fa più caso a me e a quello che potrebbe dispiacermi o...- la giovane donna alzò appena un'indice e diversi pezzi di legno rotolarono fuori dal loro cesto per piazzarsi sul bordo del focolare, a portata del demone che si interruppe prontamente per servirsi di un nuovo ciocco. -Grazie Seren.-
Sul volto ora semicoperto dai capelli si stagliò un sorriso e la ragazza rispose in tono riconoscibilmente semi addormentato -Figurati Cal, se hai altre urgenze basta chiedere.- un'altro moviemento appena accennato dell'indice e il cappotto si staccò ubbidiente dal gancio e andò a coprirla, rannicchiata in una posizione che sembrava risultarle tutto meno che scomoda.
-Se puoi però... aspetta fino a domani mattina e chiedi a Howl. Non vorrei che ora che è innamorato, cominci a pensare che il resto dei problemi lo lascerà in pace....- continuò, interrompendosi svariate volte per sbadigliare, fino a che la sua voce non si spense nel sonno, gli occhi chiusi coperti dalla tenda dei suoi lunghi capelli scuri.

****** *******************
 

Beh, come già detto nell'introduzione, questo è il modo in cui io - in un qualche momento di sovrapproduzione cerebrale - ho deciso continuerei la storia di Howl e del castello.
La fic è appena uscita dalle dita e quindi mi scuso già per gli strafalcioni che possono essermi sfuggiti e resto in attesa di commenti o recensioni; le correzioni sono sempre benvenute!

Seren è un personaggio di mia completa invenzione, che verrà poi spiegato meglio nei capitoli -forse- seguenti, per il resto chiedo scusa se finirò leggermente OOC.

MayK.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Coffee! ***


L'alba del mattino seguente penetrò gentile attraverso le imposte ancora chiuse, cominciando a risvegliare gli abitanti del castello con i suoi raggi tiepidi. Qualche ora prima, anche Calcifer si era assopito, affondando nelle proprie braci con un sommesso russare, e quando la quiete di quelle prime ore del mattino venne rotta da una voce squillante, che irruppe nel silenzio raggiungendo tutte le stanze, fu proprio lui quello a sobbalzare maggiormente, con uno scoppiettio sorpreso.
-La mia cucina!-
La voce di Sophie riuscì a risvegliare anche il padrone di casa dal suo sonno profondo, facendolo al contempo balzare fuori dal letto per raggiungere la cima delle scale in un ciabattare di piedi nudi che inciampavano.
Stava in piedi, nel bel mezzo della stanza che sembrava tornata pericolosamente simile alla situazione in cui era stata prima del suo arrivo e si guardava intorno senza riuscire a capacitarsi di quel disordine comparso nel giro di una sola notte. Sembrava che qualcuno avesse rivoltato ogni singolo mobile: le sedie giacevano rovesciate sul pavimento, punteggiate qua e là dal luccicare dei coltelli che sembravano essere esplosi fuori dal loro cassetto insieme con tutto il resto della posateria, per poi dirigersi in ogni direzione, cadendo sul pavimento o finendo per infiggersi nelle pareti di legno e nei mobili che avevano incontrato. Nel focolare, un Calcifer appena sveglio aveva preso a borbottare rimproveri a quello che sembrava un ammasso di stracci scomposto sulla poltrona davanti a lui.
In tutto quel trambusto, Markl raggiunse la cima delle scale stropicciandosi gli occhi e sgranandoli sorpreso quando il mucchio di stoffa si mosse, facendo sentire una voce impastata e confusa dal dormiveglia e rendendo visibile una mano -Oh, lasciami dormire Cal.- erano le parole, a mala pena distinguibili mentre un'altro pezzo di legno volava a bloccare le proteste del demone -... dieci minuti.-
-Seren!?- l'esclamazione detta in stereo da tre voci, in toni di rimprovero, sorpresa e domanda,  fu sufficiente a sbalzare fuori dal sonno una volta per tutte la giovane, che si drizzò a sedere con un mugolio di disappunto.
I capelli neri erano in uno stato caotico che lasciava a immaginare una nottata non molto tranquilla e anche il volto che si sporse da dietro la poltrona non sembrava aver avuto un sonno ristoratore. Un paio di occhi grandi e grigi, segnati da pesanti occhiaie, vagarono su tutti quegli sguardi posati su di lei e poi si posarono su una forchetta, infilzata nell'imbottitura della poltrona. -Suppongo "buongiorno" non sia un saluto molto appropriato... beh, spero per voi che migliori.- considerò, tirandosi in piedi e afferrando solo all'ultimo il cappotto rattoppato che stava per cadere a terra e andandolo ad appendere insieme a tutti gli altri soprabiti che erano caduti ai piedi dell'attaccapanni. -Caffé, caffé, caffé...- ripeteva a mezza voce nel silenzio che era sceso mentre i tre la fissavano, afferrando un pentolino e riempiendolo d'acqua.
La prima a riprendersi dallo shock fu Sophie, che si voltò verso Howl con uno sguardo che non ammetteva di non ricevere una risposta -Seren? La conosci? E' lei che ha ridotto così la mia cucina?-
-Calmati Sophie.- rispose l'uomo, tentando di passarle una mano attorno alle spalle ma affrettandosi a rispondere quando lo sguardo si punteggiò di irritazione -E' una strega, l'ho conosciuta per caso e l'ho aiutata per un po' con un problema che aveva.- il tono quasi spaventato del mago fece sfuggire una risata a Seren, che nel frattempo si era avvicinata al focolare.
Quando la padrona di casa si voltò per fulminarla con uno sguardo, però, lei era già tornata a rivolgersi al demone nel focolare -Cal, solo per il caffé, posso? Ho sentito la mancanza del tuo caffé così buono.- disse con voce genuina che convinse subito l'essere così sensibile ai complimenti a prestarsi per cucinare -Markl, per favore, riesci a trovarmi il caffé in questo caos?-
-Vorrei farti notare che "questo caos" è solo merito...- scoppiettò scortese Calcifer, zittendosi subito quando la ragazza estrasse un coltello da carne da quello che era stato il piano del tavolo e lo osservò con occhio critico, borbottando qualche parola tra sè.
Sophie si fece avanti con le mani sui fianchi -Beh, piacere di conoscerti, Seren.- disse in tono palesemente non sincero, anche se le si leggeva in faccia che la sua ostilità era dovuta solo all'irritazione momentanea -Ora dimmi, come hai intenzione di rimettere a posto tutto questo?-
Un sorriso si disegnò sulle labbra pallide della mora -Tranquilla, Sophie.- rispose serenamente, guardandola con ancora quell'inquietante lama in mano -Posso chiamarti Sophie, vero?- aggiunse subito, cortesemente
A quella domanda, la giovane dai capelli argentati batté le palpebre sbigottita -Beh... sì.- disse e subito l'altra sorrise, appoggiando la lama su un ripiano ancora miracolosamente parallelo al suolo.
-Ottimo. Mi daresti una mano a raddrizzare i mobili?- chiese Seren, tirando in piedi una sedia che occupava spazio e afferrando un'estremità del piano del tavolo, pronta a raddrizzarlo.
Prima che potesse accorgersene, Sophie stava indicando alla nuova arrivata dove stavano i pochi piatti ancora integri e la stava aiutando a organizzare una colazione per cinque.
-Ho trovato il sacchetto del caffé!- irruppe Markl in tono festoso, mostrandolo come se fosse un trofeo dal forte aroma e subito un sorriso fiorì sul viso della ragazza cancellando la stanchezza dai suoi tratti -Oh, fantastico!- esclamò, prendendo distrattamente il pentolino di acqua bollente da sopra Calcifer e affrettandosi verso il tavolo -Howl, hai intenzione di andare almeno a chiamare la nonnina o credi di aver messo radici nel pavimento?-
Il mago la guardò per alcuni secondi prima di sospirare e voltarsi verso la camera della nonnina, ridacchiando tra sé.
Quella ragazza certo era sempre stata strana.

****************************************

Ok, questo capitolo di certo ha tardato un po' e mi scuso per questo con tutti coloro che hanno inserito la fiction tra le seguite.
Come se non bastasse, devo confessare che ancora questo capitolo mi pare mancare di qualcosa e continuo a non capire cosa sia... boh, forse è semplicemente a causa del disordine imperante nella mia scatola cranica, ma se voi riuscite a trovare cosa sia, ve ne sarò grata.

 

MayK.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=625287