Lezioni di Equitazione

di Mei91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO! ***
Capitolo 2: *** raddoppiare il lavoro e nuove presentazioni ***
Capitolo 3: *** Bentornata Aelita! ***
Capitolo 4: *** dichiarazione inaspettata ***
Capitolo 5: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO! ***


 

 

INTRODUZIONE

Aelita Larson è un attrice di fama mondiale.  Donna di umili origini ma con coraggio in passato si era traferita a New York per avere un futuro e un avvenire migliore di quello che le si prospettava nel proprio villaggio. E’ una donna che sa cosa vuole nella vita e fa di tutto per ottenerlo. Però, le riprese del film che sta girando si dimostrano più impegnative del previsto ma Aelita non si da per vita. Anche se il regista le fa provare decina di volte le stesse scene, perché mai soddisfatto, lei è un osso duro e non molla , fino però al giorno del collasso emotivo. Aelita è in preda al panico e il giorno della prima si avvicina. Il film è finito, ma il regista continua a  non essere soddisfatto e tenta di modificare le scene del film. Aelita decide di scappare e rifugiarsi nelle zone e nella montagne in cui è cresciuta. Nel cuore del Texsas, dove Aelita si trasferisce con la scusa personale di far visita alla propria famiglia. Ma è proprio sicuro che Aelita sia tornata a casa solo per la famiglia o per sfuggire allo stress della vita d’ attrice e newyorkese ? O e tornata per altri motivi ben più profondi?

Zane Aquila Selvaggia è  un indiano dagli occhi color del mare, carnagione ambra e capelli neri come la pece. Zane è un istruttore di equitazione, sexy da mozzare il fiato, muscoli scolpiti e uno spirito libero.  Oltre ad essere un istruttore di equitazione Zane e proprietario di un Ranch. Inoltre alla notizia che la sua migliore amica dai tempi dell’ infanzia stia tornando a casa, lo spingono  a porsi delle domande. Cosa rappresenta in realtà Aelita per lui? Un amica o qualcosa di più? Lei, ha ancora il desiderio di imparare a cavalcare? E se si chi meglio di lui poteva insegnarle a farlo. Il problema è che Zane Ha una figlia a carico e non vedeva Aelita da circa sette anni e Lorelai, sua figlia, aveva  sei Anni. Come avrebbe preso Aelita la notizia che lui aveva una figlia? E come l’ avrebbe prese Lorelai, la notizia che la più famosa attrice di tutti i tempi era amica del suo papà e che forse lui voleva che fosse qualcosa di più. E se prima di chiarire le cose, all’ incontro alla stazione tra i due  scoppiasse la passione?

Nonostante la consapevolezza di appartenere a due mondi diversi ,Aelita e Zane non possono fingere. Aelita non può fingere che Zane la realizzazione dei suoi sogni proibiti e Zane non può fingere che forse quella è la donna per lui e adatta a fare da madre a sua figlia. Così quando lui si appresta a darle lezioni di equitazione, il loro legame e la loro intimità si rafforzano ancora di più, a tal punto che lei spesso fantastica  di diventare “ LA  SPOSA DELL’ INDIANO” ma il loro idillio rischia di interrompersi bruscamente quando Aelita scopre che l’ uomo che credeva di conoscere così bene, non le ha detto tutta la verità.

PROLOGO

 

SCOOP DEL MOMENTO NEW YORK 2011

Le riprese del film “Un amore sotto copertura!” sono giunte l termine. Il regista, DAVID CARSON ci ha assicurato ,in una delle sue interviste, che presto ci sarà la prima.  Il regista ha  anche rivelato che la protagonista femminile  del suo capolavoro sarà interpretata dall’ ormai nota attrice AELITA LARSON e ha anche rivelato che si aspetta molto da lei. Mentre il protagonista maschile sarà interpretato dall’noto CHRISTOFER LEWIS. Inoltre Carson non ha voluto rivelare nessun dettaglio riguardante il film, ha solo aggiunto che ci saranno abbastanza colpi di scena e una amore assai frastagliato tra i due attori protagonisti. Chissà se anche nella vita reale Larson e Lewis hanno una qualche tipo di relazione. Non ci resta che aspettare la prima e le uscite nelle sale per vedere questo capolavoro.

Da New York John Smith.

“Ma guarda un pò in che guaio mi sono cacciata!”

Aelita Larson continuava a ripetersi quelle parole, mentre guardava il telegiornale e le notizie riguardanti lei e il film di cui Carson non era mai soddisfatto.  I Media e i giornalisti avevano assediato l’ albergo in cui alloggiato lei e gli altri attori del film. I Giornalisti sembravano dei cani pronti ad agguantare la prima carne a fuoco che veniva loro lanciata, in questo caso lei e Christofer.  Non ne poteva più. Il caos caotico della città era già assillante in più adesso con l’ uscita del nuovo film e i giornalisti alle porte, lei era costretta a starsene rinchiusa in camera senza uscire, ORDINI tassativi di Carson. Ma anche se Carson non le avesse ordinato di stare in camere, di non uscire, e di non rivelare nulla ai giornalisti, lei non aveva proprio voglia di venire intervistata dai quei paparazzi che cercano notizie o sul film, o su di lei, o su una sua presunta relazione con Chris. Cosa assai falsa. Christofer Lewis per lei era il suo migliore amico e niente di più e invece i giornalisti storcevano la verità per creare uno scoop su di lei e Chris.  Un colpo al porta la fece sussultare. Lentamente Aelita si alzò dal divano e andò ad aprire.

“Chris che ci fai qui, se ti vedono i paparazzi siamo fritti sia io che tu.”  Dissi sorpresa.

“Lo so, lo so Aelita, ma sono stato attento e poi avevo bisogno di parlarti.”

“Ok, entra!”

Chris entrò. Era stato imprudente ma ormai era li.

“Aelita, la situazione è grave. Non si può continuare così! Marion mi ha chiamato cinque minuti fa decisa a rompere il fidanzamento. Io la amo Aelita ma i Media mi stanno rovinando la vita.”

Marion Lennox la modella più promettente dell’ anno scorso e di questo era l’ ormai nota fidanzata di Chris  e i giornalisti erano i primi a rovinare la vite alle persone.

“Lo so Chris, ma che ci possiamo fare se non aspettare uno scoop più sconvolgente di quello che loro si sono inventati per noi.”

“Oh, Aelita” si lamentò Chris in preda al panico. Lei non lo aveva mai visto in questo stato eppure ora eccolo li a chiedere il suo aiuto in materia di sentimenti. Ma che ne poteva sapere lei? In fatto di sentimenti lei era una vera frana. Chissà che avrebbe pensato Zane se la notizia fosse arrivata fino a lui.

“Potresti provare a chiamarla e spiegarle la situazione…”

“Ho provato Aelita, non risponde ne al cellulare ne alle Mail, ne ai fax…Niente.”

“Allora salta sul primo aereo, va da lei spiegale la situazione e torna qui solo fra un mese in modo che Carson possa organizzare le ultime cose  con noi per la prima di Marzo.” Dissi convinta sapendo che avrei dovuto sorbirmi Carson da sola per quel mese, ma Chris aveva bisogno di chiarire con Marion il prima possibile.

“Aelita sei un genio… oh, ma Aelita se io parto, dovrai sorbirti le prediche e le modifiche delle scene che secondo Carson non vanno bene da sola.” Mi disse Chris preoccupato per me.

Io alzai le spalle, presi il telecomando e accesi il televisore sul canale notizie

“Non ti preoccupare per un mese me la caverò, Chris.”

“Sicura?”

Io Annui e accennai un sorriso poi io e Chris ci bloccammo ad ascoltare la notizia più falsa e sconvolgente del secolo.

“Interrompiamo le notizie per informare il gentili telespettatori che abbiamo appena ricevuto una notizia sconvolgente. Pare che i due attori del l’ ultimo film di Carson, Aelita Larson e Christofer Lewis stiano veramente insieme. Uno dei nostri report sul posto ha visto Lewis entrare nella camera d’ albergo delle Larson e ci dicono che ha anche delle fotografia che manderemo in onda domani sempre alla stessa ora.

Se la Larson e Lewis stanno veramente insieme, ci è giunta anche notizia che Lewis abbia anche una fidanzata all’ alto capo del paese, la nota modella Marion Lennox. Chissà cosa penserà la Lennox del tradimento del suo lui.  Siamo sicuri che però la Larson possa avere la meglio sul cuore di Lewis o lui la lascerà per tornare tra le braccia della Lennox?

Dalle notizie dell’ ultima ora è tutto

New York Georgina Mcguire.

 

“Incredibile! Non è possibile!” esclamò Chris.

“A quanto pare si! Che mucchio di frottole.”

“Aelita io…”

“Prenota un aereo Lewis, tu andrai da Marion.”

“E tu?”

“Me la caverò!”

“Io…Grazie Aelita!”

“Bene adesso Vai!”

Lui annuì e andò via. Io mi sedetti sul divano sconsolata. Volevo fuggire da quella situazione orribile ma che potevo fare. Il cellulare squillo e risposi senza nemmeno guardare chi era.

“Pronto!” dissi stanca.

“Aelità, ho appena sentito il notiziario! E’ tutto vero o sono frottole?”

“Erin?”

“Si!”

Erin Larson mia sorella un tipo eccentrico ma a cui voglio un mondo di bene.

“Sono tutte frottole ,Erin.” Dico seria

“Ti credo! Allora dimmi come posso aiutarti.”

“Prenotami un aereo per domani, voglio tornare a casa per un mese!”

“Consideralo fatto!”

“Grazie sorellina.”

“Di niente. Comunque sono sicura che a tornare a casa ti farà bene. Ti divertirai, ti rinnamorerai di questi luoghi, incontrerai qualcuno e te la spasserai con lui, ti innamorerai e soprattutto rivedrai Zane e finalmente imparerai a cavalcare!”

“Erin!”

“Ok, Ok, a presto!”

“A domani sera Erin, voglio essere li per sera.”

“Ok”

Riagganciai.

Mia sorella, a casa nel Texsas, ha un agenzia di viaggi oltre che ha un Ranch e lei e suo marito, nonché mio cognato Noah  White, sono felicemente sposati da un anno e lei aspetta un bambino. e io non vedo l ora di veder nascere mio nipote e staccare la spina una volta tanto fa pure bene.

 

AELITA LARSON SI TORNA A CASA!"

 

 

salve allora che ve ne sembra....fatemi sapere un kiss  mei  E' la primas volta che mki cimento in una storia con lo sport di mezzo.

un kissone e alla prox Mei chan

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Capitolo 2
*** raddoppiare il lavoro e nuove presentazioni ***


Salve a tutti, ben trovati. Per iniziare auguro un buon anno a tutti; si so che in ritardo, ma come si suol dire meglio tardi che mai. Adesso vorrei ringraziare quelle persone che hanno messo questa storia tra le seguite, chi tra le ricordate e chi tra le preferite, vorrei inoltre ringraziare chi ha commentato questo primo capitolo di lezione di equitazione. Grazie di cuore e buona lettura un kiss Mei chan

 

//                       

Stavo passeggiando nervosamente nella mia camera. La sera prima Chris era partito per andare a chiarire la situazione con la sua fidanzata Marion Lennox, e mi aveva lasciata a New York a sorbirmi Carson. Ieri sera dopo che Chris era partito mi è arriva nuovamente una telefonata da parte di Erin che mi avvisava che per quella sera non poteva tornare in agenzia perché aveva nausee e tutto ciò che una gravidanza comporta.  Mi aveva promesso di chiamarmi l’ indomani, cioè oggi, per dirmi a che ore fosse l’ aereo. Volevo scappare da quel luogo infernale e da Carson e rifugiarmi a casa mia e rivedere il mio migliore amico dopo tanto tempo : Zane Aquila Selvaggia.

“Oh, ma perché ci metti tanto Erin…” non terminai quella frase che sentii la porta della mia stanza spalancarsi e pensate un po chi c’era alla porta …

“Aelita Larson, dov’è finito quello scansafatiche di Lewis; abbiamo una montagna di lavoro da fare. Melissa, chiama Lewis al telefono e riportalo qui.”

“Ma signore, il signor Lewis ha staccato il telefono e…”

“Non mi interessa Melissa, Trovalo! E tu signorinella, finchè Lewis non tornerà il tuo lavoro sarà raddoppiato, le pause dimezzate e la tua camera perennemente sorvegliate dalle guardie del corpo, intesi?”

Ero pietrificata. Carson si era presentato alla mia porta, senza bussare era entrato e come se si sentisse chissà chi aveva cominciato a sputare sentenze e ordini. Accidenti, era veramente odioso!

“Sara, chiama Larabeth e dille di presentarsi al mio studio tra due minuti, la signorina Larson  avrà da provare nuovamente la scena della sparatoria, e la proverà talmente tante di quelle volte finchè non le riesce alla perfezione.”

“Signore, Larabeth è entrata in maternità e non,..”

“Non mi interessa, chiamala!” esordì infuriato Carson.

“Ma signore, il medico le ha detto che se continua a lavorare può perdere il bambino e…”

“Non mi interessa! Sara, chiamala o sei licenziata.” Disse serio e sempre più furioso Carson.

“Carson, lei è in umano! Mettiamola così, se lei non si da una calmata io non reckito più per il suo film!” dissi veramente furiosa. A tutto c’ era un limite.

“Non minacciarmi Aelita, perché ti posso rovinare. E inoltre anche se te ne andassi non mi cambierebbe nulla, posso benissimamente trovarmi un'altra attrice.” Mi sfidò, ma io ero più forte.

“Si, forse questo è vero! Ma lei non avrà mai più Aelita Larson in uno dei suo film e credo che non avrà più nemmeno Christofer Lewis, se al suo ritorno  non mi trovasse. Lei dirà che si può trovare altri due attori protagonisti? Be, è vero! Ma come farà af insegnare a due perfetti estranei tutte le battute del copione in un mese? E se continua a minacciarmi non credo che in un suo prossimo film l’ attrice più nota di tutti i tempo, ovvero io vorrà recitare ancora in un suo film. Parlo per me perché non so se Chris sia dì accordo con me!”

“Lewis è sparito Aelita! E’ sparito a un mese dalla prima!” esordì esasperato Carson.

“Non è sparito David, è a cercare di chiarire con la sua ragazza tutte le menzogne che hanno propinato i paparazzi su di me e lui!”dissi orgogliosamente.

“Giuro che se non si presenta entro cinque giorni, gli faccio vedere le stalle, non le stelle!”

Emisi un sospiro esasperato, ma che dovevo farde con Carson non potevo dirgli dove si trovava Lewis o sarebbe volato a ripescarlo. Non potevo dirgli che Chris era in Canada.

Vidi Larson continuare a dettare legge, ma per fortuna aveva rinunciato all’ idea di mandare a chiamare LaraBeth e di conseguenza dal licenziare Sara.

“Sara, manda a chiamare Saetta.”

“Subito signore.” E Sara sparì.

Vi domandate chi sia Saetta? Ve lo dico subito. Sebastian Carson, figlio di David Carson e vice regista denominato anche Saetta in quanto non sta mai fermo e un attimo lo vedi quello dopo non c’è più. Al contrario del padre Saetta e molto socievole e giocherellone, passare le giornate con lui è divertente e se un giorno prenderà il posto di suo padre sarà un piacere lavorare con lui.

“Sara, manda a chiamare anche Tun e Phil!” disse Carson a Sara che annuì e sparì dietro la porta bianca della mia camera d’ albergo.

Tun e Phil Carson i gemelli di Carson da noi denominati Tuono e Fulmine che ovviamente loro gradiscono di più dei loro veri nomi.

Tun è soprannominato Tuono perché fa un chiasso che lo senti da qui a Manhattan. Mentre Phil è soprannominato Fulmine a causa del fatto che non riesce a stare mai fermo. Be, che dire sono giovani, hanno entrambi diciotto anni e anche se sono gemelli, dire che sono gli opposti è un eufemismo.

Tuono è indisciplinato, disubbidiente e casinaro. Non perde occasione per dare feste e party che finiscono inevitalbilmente  con fumo e alcool Adora il rock e tutto ciò che è Emo.  Fulmine invece è un tipo calmo, sta studiando per i test di ingresso alla facoltà universitaria di ingegneria genetica. Si è diplomato con il massimo dei voti mentre il fratello con il minimo dei voti . E’ fidanzato con una ragazza che se ricordo bene si chiama Evelyn Holmes e studia per diventare Detective. Strano, porta lo stesso cognome di Sherlock Holmes e vuole fare il suo stesso lavoro. Che sarà stata influenzata da questo personaggio? Non saprei.  Saetta ha venticinque anni ed è fidanzato con Leyla Queen da circa cinque anni e sta tentando di trovare il coraggio di dire a suo padre che ha intenzione di sposare la ragazza. E’ un ragazzo dai capelli castano chiaro e occhi castani, carnagione bianca e viso furbetto. Fulmine è fidanzato  con Evelyn da un anno ma ancora il padre non ne sa niente. E’ un ragazzo dai capelli biondo chiaro e occhi blu.  Invece Tuono cambia ragazza ogni mese e ormai si è perso il conto di quante ne abbia passate, è identico al fratello ma veste sempre di nero e con borchie.. Anf, a confronto a lui mi sento una nullità. Lui, a diciotto anni non conta più quante ragazze ha avuto e io alla veneranda età di ventiquattro anni ho solo avuto due ragazzi di cui ricordo ancora il nome, Tayler Griffin e Eric Sincai, e sono ancora vergine. Zane ha sempre avuto ragione: sono una puritana! Mi io non voglio esserlo! Uff. Sarei una ragazza comune se non fosse per il fatto che sono una attrice. Ho lunghi capelli mossi e neri e occhi di un verde topazio/smeraldo. Ho una corporatura normale, le curve sono al loro posto, porto una terza di reggi seno e un quarantadue di vestiario e…anf, Tralasciamo non stiamo parlando di me ma di Carson e della sua famiglia.  Carson ha anche una figlia. L’ unica femmina in quella gabbia di matti, Ariel Carson. Ariel Carson, Diciassette anni è più piccola in quella casa ma la più responsabile. Da quando Lisa Carson, la moglie di Carson, è morta è lei a prendersi cura della casa e dei tre fratelli che a detta sua, ogni sera puzzano come maiali. E’ una ragazza tranquilla, frequenta il quarto anno di liceo sociologico, e non è fidanzata dice che i maschi portano solo guai e io non potrei essere più d’ accordo con lei, ma mi ha confidato un piccolo segreto: le piace un ragazzo della sua scuola. Un certo Damon Stiles. Il problema sorge nel fatto che lei vive sola con quattro maschi estremamente gelosi, suo padre in primis e a seguire i suoi tre fratelli, compreso Tuono che lui di criticare non dovrebbe proprio avere nulla. Ma che ci vuoi fare così è la vita, così sono i maschi e noi povere piccole e ingenue donne siamo costrette a sorbirceli ogni giorno. Assurdo e Ingiusto. Finalmente Saetta è arrivato.

“Salve a tutti, Ciao Aelita! Papà ?Dimmi?”                    disse Saetta entrando. Io accennai a Saetta un sorriso e un cenno di saluto con la mano prima che lui si rivolgesse a suo padre.

“Prepara gli oggetti scenici, oggi Aelita proverà il doppio dato che Lewis se l’ è svignata chissà dove e chissà con chi! Chissà che disastro se i paparazzi lo beccano.” Proruppe e io sospirai angosciata. Scorsi Saetta lanciarmi uno sguardo di scuse per suo padre abbastanza eloquente. Mi stava venendo un mal di testa terribile e mi sentivo in procinto di un esaurimento nervoso. Il vaso era colmo fino all’ orlo, una goccia e sarebbe esploso.

Una tempesta spalancò la porta con un asciugamano bianco in testa.

“Si può sapere che vuoi da me, papà? Mi stavo facendo la doccia!”

Tuono era entrato infuriato e facendo un baccano del diavolo, subito seguito dal fratello.

“Ti stavi facendo la doccia a causa di una maratona di sesso, Tun! Devi smetterla!” disse Carson

“Ma non rompere e dimmi che vuoi?”

“Ho del lavoro per te!”

“Non mi interessa!” Tuono va per andarsene ma il padre lo richiama.

“Tun, torna subito qui!”

“Mi chiamo Tuono, e  io non prendo ordini da nessuno specialmente da te! Da quando la mamma è morta tu sei diventato insopportabile  e adesso me ne vado.” Disse a Carson suo figlio poi rivolgendosi a me disse “ Scusa Aelita non ti ho nemmeno salutato…”

Stavo per rispondergli che non importava ma lui mi si avvicinò e mi stampò un bacio sulla guancia poi con un cenno della mano mi salutò.

“Ciao Baby.” Detto questo scomparve dietro la porta.

Io ero completamente sotto Shock, ma tentai di riprendermi.

“Oh, accidenti! Saetta, vai a preparare gli oggetti scenici. Fulmine, tu la scenografia…. Ariel Tu… dov’è Ariel?” cominciò Carson a dettare legge.

“A scuola, papà!” disse Fulmine rivolto al padre e accennando a me un saluto.

“Oh, già. Aelità tra un ora in sala prove. Fulmine, Seatta…dileguatevi…. Melissa, Sara … sparite….Aelita? Aelita noi dobbiamo fare due chiacchiere più tardi, ma adesso ti lascio riposare!”

Quando tutti se ne furono andati  e rimasi sola, mi lasciai cadere come un peso morto sul divano e misi un braccio sugli occhi. Ero al limite. Ero sul punto di un esaurimento nervoso.

Stavo per addormentarmi quando il mio cellulare squillò. Risposi stanca.

“Pronto?”

“Aelita?”

“Erin!” urlai ora del tutto sveglia “ Ma dove eri finita dovevi chiamarmi un ora fa!” dissi furiosa e sul punto di scoppiare a piangere. Ma un attrice è forte e non mostra mai le proprie debolezze, nemmeno alla propria sorella specie se quest’ ultima è incinta di cinque mesi.

“Si, si, lo so scusa ma ci sono stati degli imprevisti.”

“Quali imprevisti,Erin?”

“Non ci sono voli disponibili per il Texsas per per oltre un mese.”

“Cosa! Erin ma stai scherzando? Se è uno scherzo non è divertente. Sono stressata da morire, Carson è una belva. Mi ha raddoppiato il lavoro e io sono sul punto di uno esaurimento nervoso e voglio tornare a casa.”

“Tesoro, ho detto che non ci sono voli disponibili, ma non treni.”

“Cosa?”

“Tra due giorni la linea rossa del treno American exspress farà un solo viaggio da New York fino al Texsas.”

“Cosa? Due giorni, stai scherzando? Io in questa gabbia di matti non resisto un ora di più.”

“Mi dispiace è l’ unica possibilità, sorellina.”

“Va bene prenotalo! Quanto dura il viaggio?” gli chiesi sconsolata.

“Ehm….ventiquattro ore…”

“Oh, Dei un giorno di viaggio! Uhmm” Gemetti ma poi confermai avevo bisogno di staccare la spina dalla vita newyorkese, hollywoodiana , e da attrice. A casa, nel Texsas e nella riserva indiana ero solo Aelita e non vedevo l’ora di essere li, ma il viaggio in treno sarebbe stato davvero faticoso.

“Bene, fatto!”

“Cosa?” chiesi. Mi ero distratta un attimo

“Ho prenotato il biglietto per il treno, dopo domani alle dieci di mattina c’è l’ imbarco bisogna essere la un ora prima.”

“Ok, grazie Erin.”

“di niente! Ci vediamo fra tre giorni sorellina.”

“Ok. Ciao.”
“Ciao.”

Tre giorni. Dovevo sorbirmi Carson per un altri due giorni e poi un viaggio stressante in treno e poi sarei stata a casa e da Zane. Con questi pensieri mi addormentai tranquillamente. Mi svegliai un ora dopo e andai alle prove che si rivelarono stancanti da morire. Carsaon continuava a dettare legge ea gridare che questo e quello non andava e che era da rifare. Il giorno seguente fu anche peggio e mi ritirai nelle mie stanze solo verso l’ una di notte e crollai in un sonno profondo. Avevo detto che partivo solo a Saetta, Fulmine, Tuono e Ariel oltre che a Chris che dopo avergli raccontato tutto e lui scusato un milione di volte, si rivelò essere contento per me, ma mi annunciò anche che fra lui e Marion era tutto Chiarito ma che voleva passare quel mese con lei.  Di Saetta, Fulmine, Ariel, e Tuono e Chris potevo fidarmi ciecamente anche perché appena avrebbero potuto la famiglia Carson senza il padre mi sarebbe venuta a trovare in Texsas e io avrei potuto presentare loro la mia famiglia, mia madre, mio padre, mia sorella e mio fratello oltre che a Zane e tutta la riserva indiana. Non vedo l’ ora di partire e per domani alle nove, mancano solo otto ore.

AELITA

 TUONO

FULMINE

CHRIS

SAETTA

MARION

ARIEL

ERIN

come vi sembra? Fatemi sapere se devo continuarla o no, o se poi coinvolgente, fatemi sapere se vi va come procede. Ringrazio in anticipo un kiss Mei Chan



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Capitolo 3
*** Bentornata Aelita! ***


Le fastidiose otto ore d’ attesa prima della  mia partenza sono finalmente passate e adesso mi trovo alla stazione ad attendere che arrivi quel dannato treno che mi riporti finalmente a casa.

Non vedo l’ ora di vedere mia sorella, i luoghi dove sono cresciuta  e tutti i miei amici che ormai da molto tempo ho lasciato senza alcuna notizia.

 Mi sembra assurdo; se qualche anno fa volevo scappare dal Texas per diventare qualcuno, adesso che sono qualcuno, non vedo l’ ora di scappare da ciò che sono diventata per tornare alla quiete e alla tranquillità di casa mia.

Voglio tornare almeno per un po’ ad essere l’ anonima Aleita Larson.

Solo Aelita.

 Senza fotografici e giornalisti. Senza la paura di uno scoop alle porte. Senza il terrore di qualche notizia falsa  pubblicata su

 “My gossip NY”.

 

Finalmente quel treno è arrivato e io salgo abbordo. Travestita come sono nessuno deve avermi riconosciuta e tra l’altro è meglio così.

 

Sul treno finalmente posso rilassarmi e il viaggio passa in fretta. I ricordi riaffiorano sovrani nella mia mente.

Il ricordo di Zane si fa largo nella mia mente prepotente.

Ero così piccola quando l’ ho conosciuto.

Avevo si e non dodici anni e per Zane era la prima volta che usciva dalla riserva indiana. Da quel giorno avevamo sempre giocato insieme. In breve tempo era diventato il mio migliore amico.

Crescemmo insieme felici e spensierati.

Ricordo quando per la prima volta a 14 anni potetti mettere piede nella riserva.

 A Zane erano occorsi due anni per convincere suo padre che non ero un pericolo.

I Apache erano una tribù molto riservata e protettiva. Quel popolo aveva ancora usanze dei loro avi. Ballavano attorno al falò e guardarli era uno spettacolo indimenticabile.

 Ricordo le lunghe cavalcate che io e Zane ci facevamo per le montagne e le praterie. I bagni al fiume.

Mi manca da morire quell’ indiano dal particolare occhi blu.

Zane Aquila Selvaggia.

Nome azzeccato fino al midollo. Era un ragazzo libero, selvaggio, forte.  Passavamo momenti unici insieme.

E’ sempre stato così protettivo nei miei confronti. Ricordo che quando un ragazzo al villaggio aveva provato a invitarmi a uscire insieme, lui si era comportato peggio di mio padre.

Durante quella sera non aveva fatto altro che pedinarmi, controllarmi e evitare che Howak mi si avvicinasse più del dovuto e quando aveva tentato di baciarmi, lui era uscito come una furia dal suo nascondiglio e lo aveva riempito di pugni.

 Ricordo che quella sera litigammo di brutto.

Lui mi disse che quel tipo non gli piaceva e io lo avevo del tutto ignorato dicendogli che io sapevo scegliere le persone. Per l’ appunto cosa non vera, un mese dopo Howak aveva tentato di portarmi a letto senza il mio consenso. Per fortuna era riuscita a scappare ed ero corsa a gambe levate alla riserva dove incontrai il padre di Zane.

Mi disse che in quel momento Zane non c’era ma io avevo bisogno di parlare con qualcuno e mi sfogai con lui che aveva cominciato ad abbracciarmi e a breve mi ero addormentata tra le braccia del padre di Zane, rassicurata da un calore che raramente sentivo a casa mia.  Poi era arrivato Zane e il padre gli raccontò tutta la storia che poco prima io avevo raccontato a lui. Non mi consolò andò a pescare Howak e lo riempì di botte poi venne a consolare me.

Quella notte per la prima volta dormii nella riserva e a casa di Zane ignara che di quelle notti in futuro ce ne sarebbero state a bizzeffe.

Da quella sera era sempre e sempre lo sarà Zane. Il mio migliore amico.

L’ uomo di cui mi fido di più a questo modo.

Con questi ricordi mi addormentai serena.

Stavo lasciando Aelita  Larson l’ attrice per tornare a essere la semplice Aelita Larson, la Texana.

 

Arrivai la mattina successiva, riposata e felice. Ero sicura, quella vacanza mi avrebbe proprio giovato. Scesi dal treno e aspettai Erin ma come suo solito la mia sorellina è in ritardo.

Dopo circa mezzora d’ attesa eccola spuntare correndo e trafelata.

“Aelita, Aelita scusami, ma mi ero addormentata e avevo dimenticato e …” comunicò mia sorella.

“Non ti preoccupare e adesso portami a casa che mi sento esausta.” La interrupi. Stanca non lo ero affatto, avevo dormito tutto il viaggio il fatto è che volevo rivedere i luoghi della mia infanzia e le persona che l’ avevano popolata. Soprattutto Zane.

 

“Va bene andiamo.” Disse sorella e io annuii lentamente.

Camminavamo lentamente e notai che il paesino non era poi cambiato di molto da quando lo avevo lasciato anni prima.  Arrivammo a casa e sorpresa delle sorprese c’ era una festa in mio onore e dire che c’ erano tutti e poco. C’erano anche tutti quelli della riserva. C’erano tutti i Apache ma a quanto pare Zane no e questo mi ferì non poco.

 

La festa si protrasse  a lungo e io mi avvicinai al vecchio capo della tribù degli Apache Il padre di Zane.

 

“Salve Yuma Fenice Nera.” Dissi timorosa di rivolgermi dopo tanti anni al capo della tribù degli Apache ma soprattutto al padre di Zane.

“Salve Aelita piccola lince” mi disse con un piccolo sorriso.

 

E si anche io avevo un nome indiano. Lo acquisii due anni prima che partissi per New York.

 

“Le volevo chiedere…”

 

“Dov’è Zane?” mi anticipò e io arrossi ma annui e il grande capo sorrise beffardo. Ne era capace?”

 

“Io non sapere dove si trova Aquila Selvaggia, ma non temere piccola lince…lo rivedrai.”

 

“Uff…” quel lamento mi uscì involontario e Fenice Nera mi scompiglio i capelli.

 

Uhm…. volevo vedere Zane.

 

Feci un piccolo inchino a Fenice Nera in segno di rispetto e andai fuori.

Fuori urlai tutta la mia rabbia.

 

“Dove Sei Cretino!” urlai

“Dietro di te Aelita piccola lince.”

Incredibile… incredibile…incredibile…da dove cavolo era spuntato.

 

“Zane Aquila Selvaggia.” Dissi lentamente e girandomi altrettanto lentamente verso di lui che sorrideva beffardo. Aveva lo stesso sorriso del padre.

 

“Ciao…”

 

“Ciao? Non ci vediamo da anni e mi sai dire solo Ciao Zane…”

“Che altro dovrei dirti Aelita.” Mi disse tornando serio. La scintilla divertita nei suoi occhi blu era del tutto sparita.

“Be, magari come sto ? oppure…”

“Aelita te ne sei andata senza dire niente. Almeno a me non hai detto niente. Ero il tuo migliore amico meritavo un addio adeguato.”

 

Come ero? Non voleva più essere mio amico? Però ha ragione..

 

“Non vuoi più essere il mio migliore amico Zane?” lo dissi tristemente e lo vidi sussultare e avvicinarsi a passo spedito verso di me e afferrarmi per le spalle.

“Che diavolo ti salta in mente! Certo che sono ancora il tuo migliore amico. Cosa ti ha fatto pensare che non lo fossi più?”

“Hai detto ero.” Mi sto  comportando come una bambina.

“Aelita ti prego io…”

“Zane, abbracciami.” Dico triste. Lui sospira e mi stringe a se e io scoppio a piangere. Dio quanto mi è mancato. Il suo profumo, il suo tocco, il suo sguardo…

 

“Mi sei mancata Aelita…” Mi sussurra in un orecchio e io ancora con le lacrime agli occhi lo stringo più forte a me e gli sorrido di rimando.

 

“Anche tu mi sei Mancato Zane, tanto.”

 

Restiamo così abbracciati a frescore  serale  per non saprei dire quanto tempo.

 

To be continued

 

 

ZANE,AQUILA,SELVAGGIA 

Allora che cosa ve ne sembra di questo capitolo?. Si so che ho aggiornato in tremendo ritardo ma che dire a mia discolpa, non trovavo il tempo di aggiornare.

Spero vi sia piaciuto a prestissimo Mei.

 

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Capitolo 4
*** dichiarazione inaspettata ***


 

 

Non so per quanto tempo stetti abbracciata a Zane, il mio eterno migliore amico d’infanzia, in quella frescura serale, ma mi sentivo bene. Mi sentivo finalmente a casa. Il calore di Zane mi era mancato così tanto che non mi ero nemmeno resa conto che in realtà non era il suo calore ad essermi mancato, ma Zane stesso.

“Mi sei mancato tanto, Zane Aquila selvaggia. Davvero tanto!” Dichiarai stringendolo maggiormente a me.

“Anche tu mi sei mancata molto Aelita piccola lince, ma devo confessarti una cosa.” Mi disse e io sollevai il viso dal suo petto per osservarlo meglio. Sin dai tempi più antichi della nostra infanzia, io e Zane, ci eravamo sempre detto tutto. Non avevamo segreti  l’uno per l’altro e credo proprio che tutto questo non sia per niente cambiato.

“Dimmi.” Lo incitai. Lo vidi arrossire e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Caspita Zane non arrossiva mai! Ma allora che era successo di così eclatante da farlo arrossire?

“Non so come la prenderai!” mi sussurrò e io per poco mi strozzai con la mia stessa saliva.

“Zane, non sei mai stato  un tipo timido, ne quanto meno ti impappini con le parole. Quindi adesso mi spieghi che diavolo ti succede?” gli chiesi allontanandomi da lui.

“Ecco, vedi Aelita…io …io ho una figlia: Lorelai.” Mi rivelò e io diventai bianca quanto un cadavere. Zane aveva una figlia? Quindi se lui aveva una figlia, aveva anche una dannatissima moglie.  Presa in contro piede mi allontanai da lui.

“Aelita…” Mi chiamò e io sollevai lo sguardo lucido sul suo e gli sorrisi.

“Una figlia? Bè, congratulazioni amico mio. Quando avevi intenzione di dirmelo!” esclamai con sarcasmo staccandomi del tutto da lui e voltandomi di spalle. Il cielo sembrava aver capito come mi sentissi e per questo  cominciò a piovere.  Il silenzio tra di noi regnò sovrano.

“Non conto veramente nulla per te, Zane. “ sussurrai infine con tono affranto.

“Lo sai che non è vero Aelita.  Ma cosa ti aspettavi? Io ho una vita da vivere e…”

“Ho capito Zane Aquila Selvaggia, auguri! Io torno dentro e tu dovresti tornare da tua moglie e da tua figlia.” Dichiarai cominciando a camminare verso l’entrata.

In un attimo mi era sembrato di vedere nei suo occhi uno sguardo incredulo e ferito, ma non ci diedi molto peso. Sentii Zane afferrarmi un polso e costringermi a voltarmi verso di lui. I miei occhi erano pieni di lacrime, ma la pioggia che scendeva, faceva da perfetto mimetizzatore.  Per tutti, ma non per lui. Lo sentii sussultare.

“Perché piangi, Aelita?” mi chiese. Io staccai con forza il mio polso dalla sua presa.

“Io non sto piangendo! Lasciami stare e torna dalla tua famiglia…da tua moglie” l’ ultima parola la sussurrai ma continuavo a sottovalutare Zane.

“Moglie? Aelita chi ti ha detto che io abbia una moglie? Ho solo detto di avere una figlia e non una moglie!” urlò lui e io mi bloccai di scatto. Non aveva una moglie?

“E’ Lorelai?” gli chiesi titubante.

“E’ mia figlia! Ma il rapporto che ho avuto con sua madre è stato di una notte e via. Eravamo entrambi ubriachi, tu te ne eri andata da poco e io mi sentivo solo. Non avevo più la mia migliore amica con cui confidarmi e che trovava sempre una parola adatta a confortarmi, ma a quel tempo eri tu che mi facevi soffrire e ho cercato di alleviare la sofferenza nell’ unico modo umano possibile per alleviare il dolore: Il sesso. Da li è nata Lorelai.” Mi spiegò e io rabbrividii.

“Non dare la colpa a me Zane.”

“Infatti non te la do, perché Lorelai è la cosa più importa della mia vita dopo di te! Non te ne sei mai accorta Aelita, ma è da quando avevo diciotto anni e tu sedici che Ti amo… non lo hai mai capito e di questo io ne soffrivo e ne soffro tutt’ora! Ma ormai tutto questo è inutile visto che sei sposata con quel Chris Lewis.”

Per poco non mi venne un collasso. Zane era innamorato di me e credeva che io fossi sposata con chi?

“Dico, ma ti si è ammattito il cervello? Io sposata con Chris Lewis, il mio collega che stravede per la sua fidanzata e modella e che i giornalisti hanno fatto quasi separare? Io sposata con la persona che considero un fratello! E poi rivelarmi così di avere una figlia, di aver fatto sesso solo per lenire una sofferenza, di essere innamorato di me da quando avevi diciotto anni. Cristo santo, io sono innamorata di te da quando avevo sedici anni, ma tu sembravi troppo perfetto per una come me. Una che non era indiana per nascita. Ho cercato di essere perfetta! Sono diventata un’attrice per te, per poter minimamente poter essere perfetta come te. Io ti amo dannazione e non sono mai riuscita a guardare un altro uomo  per come guardo te!” dichiarai con gli occhi pieni di lacrime e l’anima scossa dai singhiozzi.

“Perfezione? Aelita, io vedevo in te la perfezione! Tu eri perfetta in tutto. Che importanza poteva avere per me se non eri un Apache puro sangue, anche mio padre ti ha accettata affibbiandoti un nome indiano e questo ti rende parte integrante della mia tribù. Non avevo bisogno che tu diventassi un attrice, avevo bisogno di averti al mio fianco. Quando i giornali hanno detto che ti eri sposata con Lewis il mio cuore è andato in mille pezzi e l’ unica cosa che mi ha risollevato è stata Lorelai e vedere la tua reazione quando ti ho parlato di lei mi ha ferito ancora di più. Mi ferisce il fatto che tu odi Lorelai senza nemmeno conoscerla e…”

“ehi, ehi, ehi, chi cavolo ti ha detto che io odio Lorelai? Io odio semplicemente il fatto che tu sia stato a letto con un'altra donna che non sia io, che Lorelai in realtà non è mia figlia. Oddio, Zane, io ti amo e il non sentirti mio è…”  Non riuscii a terminare la frase che sentii le calde labbra di Zane sulle mie. Dolci e sensuali.

Mi strinsi maggiormente a lui e gli circondai il collo con le braccia. Il bacio divenne più passione e intimo. La pioggia aveva smesso di scendere, ma ne io ne Zane, ce ne eravamo realmente resi conto.

“Ti Amo Aelita piccola Lince.”

“Ti amo anche io Zane Aquila selvaggia.” Gli sussurrai stringendomi a lui.

“Senti Aelita, so che è da un po’ che non ci vediamo e che probabilmente questa mia proposta ti sembrerà un po’ troppo affrettata, ma per mancanza di comunicazione e forse anche per orgoglio, abbiamo sofferto troppo, ma ci voglio provare lo stesso. Vorresti sposarmi?” mi disse Zane e per me fu come volare. Poter sposare Zane… un sogno.

“Oh, mio Dio…”

“Lo so, Aeli…”

“Si, si, si, Voglio sposarti, Zane! Oh, mio Dio! Si!” gridai e lo sentii scoppiare a ridere.

“Ci conosciamo da anni, siamo cresciuti, eppure sei sempre la stessa Aelita che ricordavo! Ti amo piccola mia!” dichiarò Zane e io gli saltai al collo.

“ Questo è il giorno più bello della mia vita, mio indiano dagli occhio color del mare limpido e cristallino. Mio cavaliere dal cuore d’oro scintillante. E’ vero sono anni che non ci vediamo, ma ci conosciamo da quando eravamo piccolissimi e entrambi conosciamo l’ uno dell’ altro quasi tutto e ciò che non conosciamo impareremo a conoscerlo con il tempo.” Dichiarai e lo vidi sorridere e annuire per poi baciarmi nuovamente con passione.

“Ehi, campione, che ne pensi di presentarmi mia figlia?” gli chiesi con dolcezza e lui scoppiò a ridere.

“va bene, poi prepariamo il tutto per andare a New York per sposarci!”

Che? Manco morta!

“Scherzi, Zane, vero? Non mi voglio sposare a New York, mi voglio sposare qui nel  Texas e nella riserva degli Apache! E poi secondo te perché sono tornata qui? Sto scappando da Carson Zane, non sopporto quelli idiota e tutte le sue assurde imposizioni! Sia chiaro, se mi vuoi ci sposiamo qui!” dissi risoluta staccandomi da lui e incrociando le braccia sul petto.

Lo vidi sgranare gli occhi per poi lasciarsi andare in un risata liberatoria.

“Caspita, Aelita, non chiedo di meglio! Lo volevo fare solo per te!”

“Grazie, ma non era necessario. Allora, Lorelai?” gli chiesi felice. Lo vidi annuire e prendermi per mano.

“Va bene amore mio, andiamo a conoscere meglio nostra figlia.”

“Ah, una cosa Zane!” esclamai.

“Dimmi?”

“Non sono qui solo per te, o per mia sorelle e via dicendo…mi devi insegnare a cavalcare, sia chiaro!” esclamai risoluta.

“Non vedo l’ ora amore mio!”

“Bene, chi lo dice a tuo padre?” gli chiesi e lui mi sorrise.

“Io! Ma sta tranquilla non avrà nulla da ridire!”

To be continued.

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** EPILOGO ***


 

 

 

 

 

 

 

EPILOGO

 

Sono passate due settimane piene da quando io e Zane ci siamo dichiarati e ho conosciuto la sua adorabile figlia Lorelai, che fra parentesi, ci siamo affezionate l’ una a l’altra in così poco tempo che già sembriamo  mamma e figlia.

 La settimana scorsa ho chiamato Carson annunciandogli che da quel giorno se mi avrebbe voluta come sua attrice, doveva rispettare i miei tempi e separare la mia vita privata da quella cinematografica. Zane, è rimasto piacevolmente sorpreso al fatto che io non abbia rivelato a Carson la tribù degli Apache e lui stesso ma che ho detto a Carson che ero tornata a casa per sposarmi. Il regista ha protestato parecchio, ma alla fine ha acconsentito concedendomi un anno di pausa da tutti i film e telefilm che avevamo in programma. Il padre di Zane ha accolto a braccia aperte la notizia che suo figlio, Zane Aquila Selvaggia sposasse me Aelita piccola lince. Purtroppo circa tre giorni fa era sorta una questione, dove si sarebbe dovuta sposare la neo coppia, cioè noi? I chiesa o in tribù?  Gli indiani non erano affini con le tradizioni cristiane ne quanto meno con le usanze di sposarsi in chiesa con abito bianco e smoking. I festeggiamenti indiani di un matrimonio erano intimi, familiari. Non c’erano sfarzi, ne sprechi, solo lo stretto necessario per celebrare davanti qualsiasi Dio, cristiano o indiano, l’ unione nel sacro vincolo del matrimonio di un uomo e di una donna. Sapevo che Zane avrebbe fatto qualsiasi cosa per rendermi felice anche rinunciare al suo modo di celebrare un matrimoni e quel giorno a parlare, durante la riunione delle famiglie,  era stato proprio Zane, annunciando che si sarebbe sposato in chiesa, sorprendendo e ferendo me. Io però non mi sarei arresa,  sapevo che il suo più grande desiderio e onore era sposarsi in tribù e che stava facendo quel sacrificio così grande  per me. Però io non ero felice, non ero una di quelle ragazze che desiderava il pomposo abito bianco e lo sposo vestito da pinguino, no, io volevo sposare Zane come un indiana e con gli abiti tradizionali indiani. Dopotutto io ero cresciuta insieme alla tribù degli Apache e allora perché mi dovevo sposare come una cristiana e non come un indiana? Fosse stato solo questo il problema lo avrei potuto accettare, ma la famiglia di Zane non era presente in chiesa, non era nella loro cultura adorare un Dio chiusi in un luogo. Mia sorella aveva appena finito di sistemare il pomposo vestito, che talaltro mi stava pure scomodo.

“Sei bellissima, sorellina.”  Dichiarò mia sorella con enfasi ma io la gelai con lo sguardo.

“Ok, Ae, ti lascio un po’ sola tra quindi minuti inizia la cerimonia.” Dichiarò ancora mia sorella deglutendo terrorizzata dal mio sguardo per poi sparire dietro la porta.

In queste sue settimane Zane, ha mantenuto la sua promessa e mi ha insegnato a cavalcare e devo dire che una di quelle sensazione che raramente si dimentica. Cavalcare esprime libertà, felicità. Grinta, passione, fiducia, e chi più ne ha più ne mette. Per questo non smetterò mai di ringraziare Zane, cavalcare mi ha ridato la vita, la fiducia in essa e nel prossimo, la stima di me stessa, la libertà e la felicità di non controllare sempre me stessa e il mio corpo, ma anche la capacità di lasciarmi finalmente andare ed essere la vera Aelita. L’ Aelita che ho sempre sognato di essere. Basta, ho deciso, non mi sposerò con questo affare pomposo, ma mi sposerò in tribù!

Decisa e con coraggio afferrai  tutto quel tulle e pizzo e uscii fuori sorprendendo mia sorella.

“Aelita…”

“Non ora, Erin! Ho un marito da prelevare!” dichiarai poi mi diressi alla stalla dove feci uscire dal suo box Furia, il cavallo di Zane. Uno stallone nero e puro sangue che fino a quel momento mi aveva sempre fatto una paura terribile.

“Buono…buono…Furia dobbiamo impedire al tuo padrone di sposare in un posto che non è speciale ne per me ne quanto meno per lui…Buono!” dichiarai risoluta e lo stallone nitrì e acconsenti a farmi salire sul suo dorso. In un certo senso mi sembrò che Furia accompagnasse la mia salita chinandosi sulle gambe per permettere a me di salire su di lui con quell’ orribile vestito. Non lo sellai, non c’era tempo, avrei cavalcato come una vera indiana.

Cavalcai fino all’ ingresso della chiesa dove mi bloccai un attimo. Le porte erano aperte e gli invitati erano impazienti. Con coraggi spronai Furia e entrammo in chiesa, e mi diresse al trotto all’altare dove uno Zane osservava prima me e poi Furia con sguardo incredulo.

“Furia? Aelita….ma cosa…?”

“Non mi voglio sposare qui pinguino, ma a casa, nella tribù! Secondo te è possibile?”  dichiarai mentre Furia nitrì in mio sostegno.

“Siiii…mamma sei forte!” urlò Lorelai e io arrossi. Mi aveva chiamata mamma. Per la prima volta mi aveva chiamata mamma. Vidi Zane guardare la figlia a occhi sgranati, ma poi sorrise e tornò a guardare me. Si avvicinò a Furia e con una specie di salto, salì su Furia e dietro di me e mi strinse in un abbraccio.

“Ti vuoi sposare a casa? Bene sposiamoci a casa! Lorelai viene!” io sorrisi vidi la bambina correre verso il cavallo e Zane chinarsi per prenderla in braccio, poi la mise poggiata davanti a me sulle mie gambe, e la bambina mi stampò un baciò sulla guancia.

“Le persone che potranno assistere al nostro matrimonio sono solo la mia famiglia! La tribù di mio marito non accetta estranei. Ringrazio tutti coloro che sono venuti oggi qui e farò recapitare a ognuno di voi un prossimo invito a rinfresco, ma non per il mio matrimonio. Erin….” Mi bloccai e mi voltai verso Zane che annuì. “ Tu e tuo marito potete  venire. Seguiteci!” conclusi infine. Mia sorella annuì e Zane diede un colpo a Furia che parti al galoppo tra gli applausi e i fischi dei presenti in chiesa.

Giunti in tribù, Zane venne catturato dai maschi del villaggio e io dalle donne. Le notizie a quanto pare volano.

“Ma, cosa …come?” balbettai, e Lupa Selvaggia, la madre di Zane mi spiegò che nelle vicinanze della chiesa il padre di Zane aveva mandato, Cerbiatto aitante, che si può definire la spia del villaggio per visionare cosa succedeva, poi era tornato e aveva spiegato tutto alla tribù che si erano appunto preparati a riceverci.

Due ore dopo sia io che Zane e Lorelai eravamo pronti , i vestiti erano di una semplicità tale che erano addirittura commuoventi, le piume tra i capelli davano un tocco sofisticato. Non erano vestiti lussuosi, bianchi, e spendenti ma rappresentavano la purezza e la candidità con cui si ci apprestava a fare quel passo e davanti al capo villaggio, il padre di Zane, fummo dichiarati marito e moglie. I festeggiamenti e i balli furono meravigliosi e io mi sentivo veramente a casa e avevo un famiglia tutta mia.

“Mamma, la nonna mi ha detto che questa sera io devo dormire da loro perché tu e papà dovete fare cose che a una bambina non è concesso vedere. Cosa dovete fare?” chiese Lorelai con una semplicità disarmante sia a me che a Zane. Io arrossii di brutto mentre Zane scoppiò a ridere insieme a tutto il villaggio.

“Lori, ti avevo detto di tenerti questo per te!” protestò Lupa Selvaggia con un sorriso.

“Be, se non le puoi sapere non le puoi sapere ed è veramente meglio che tu resti con i nonni sta notte, Lorelai.” Dichiarò Zane.

“Perché?” chiese ancora ingenuamente Lori e io decisi di prendere la situazione in mano.

“Perché la mamma si vuole godere e far godere il papà tutta la notte, figliola.” Dichiarai e Zane arrossi e nel villaggio calò il silenzio.

“Capito, mamma, ma allora dovete fare le cosette sporche! Zia Erin me ne ha parlato!” dichiarò Lorelai e i strabuzzai  gli occhi fuori dalle orbite e lo stesso fece Zane.

“Erin!”

“Non ho fatto niente ! Non ho detto niente! Solo che ieri sera ne parlavamo io e …” protestò mia sorella rossa come un peperone.

“E io ero dietro la tenda zia, ti volevo fare un sorpresa ma tu e lo zie dicevate cose tipo…-vuoi fare le cosette sporche passerottina,  e la zia rispondeva,  si si mio stallone facciamo sesso sfrenato- ma che cos’è il sesso sfrenato, poi? E poi la zia e lo zio si sono messi a gridare –sì, si…passerotta stiamo attenti al bambino però- poi non ho sentito più nulla perché mi sono addormentata!” spiegò Lorelai facendo arrossire a dismisura Erin e suo marito e mandare sotto shock l’intero villaggio.

“Hai deviato mia figlia, Josh! Io ti distruggo!” urlò Zane  pronto a buttarsi addosso a Josh, ma Lorelai parlò.

“Papà, tu sai che cosa è il sesso sfrenato?” incredula sgranai gli occhi, Zane per poco non svenne e  Josh si nascose dietro la moglie.

“Tesoro, queste cose le saprai quando sarai più grande, ok?”

“OK,mamma!” mi rispose Lorelai e io vidi Zane calmarsi e sorridermi.

“Dormirai da Yuma Fenice Nera e da Lupa Selvaggia, sta notte?” le chiese il padre titubante. Lorelai sorrise.

“Dormire dal nonno e dalla nonna, si papà così tu fai le coccole alla mamma.” Dichiarò Lorelai per poi andare a giocare con gli altri bambini. Zane era diventato un pomodoro e io scoppiai a ridere. I festeggiamenti erano ormai finiti e io e Zane nella nostra capanna cominciammo a farci le coccole, come aveva detto Lorelai, per poi finire con il fare l’ amore.

Dopo aver fatto l’amore, io e Zane restammo abbracciati nel letto.

“Tu sei pazza, lo sai Aelita?”

“Perché, Zane?” gli chiesi dubbiosa.

“Cavalcare Furia, entrare in chiesa con lui, prelevarmi….”

“Zitto, che ti ha reso orgoglioso!”

“Vero! Ma quel pervertito di tuo cognato me la deve pagare per aver cercato di deviare mia figlia.” Dichiarò Zane grugnando i denti e stringendo un pugno.

“Nostra figlia, Zane, ma lascia stare mica sapeva che Lorelai era li. Comunque che ne pensi di dare un fratellino a Lori?” gli chiesi maliziosa.

“Con vero piacere, amore.  Con vero piacere” dichiarò Zane prima di baciarmi e cominciare la nostra nuova vita insieme.

 

 

 

                          LORELAI PICCOLA VOLPE                                                                                                    AELITA PICCOLA LINCE

 

 

 

                                                       

                                                                                      ZANE AQUILA SELVAGGIA

 

 

 

 

                                                                   

 

                                                                              AELITA PICCOLA LINCE E ZANE AQUILA SELVAGGIA

                                                                                                    IL MATRIMONIO

 

 

The end

 

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