Io, il demone

di Cinerea92
(/viewuser.php?uid=118723)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sensazione di presagio ***
Capitolo 2: *** Missione ***
Capitolo 3: *** Attacco nemico ***
Capitolo 4: *** Sangue rosso comei il fuoco ***
Capitolo 5: *** Promesse ***
Capitolo 6: *** Incubo ***
Capitolo 7: *** Un mistero e un nuovo amico ***
Capitolo 8: *** Mistero svelato? ***
Capitolo 9: *** Mezzo-demone ***
Capitolo 10: *** Dalla sofferenza nasce l'odio ***
Capitolo 11: *** Una speranza oscura ***
Capitolo 12: *** Odore di vendetta ***
Capitolo 13: *** verso la distruzione ***
Capitolo 14: *** Io, il demone ***



Capitolo 1
*** Sensazione di presagio ***


 

IO, IL DEMONE

 

CAPITOLO 1: SENSAZIONE DI PRESAGIO

Naruto stava passeggiando tranquillamente per le vie del villaggio, con un'espressione soddisfatta e con gli occhi socchiusi, non per via del sole battente ma per il senso di sazietà.

Infatti si era appena fermato da Ramen Ichiraku, divorandosi una quantità infinita di ciotole del cibo di cui era più ghiotto, più di quanto una persona normale potesse arrivare a divorare e lui ne mangiava praticamente tutti i giorni.

Non si stancava mai di mangiarne, la sensazione degli spaghetti, del brodo caldo, della carne, uniti a tutta una serie di condimenti, che scendevano giù per la sua gola lo inebriavano e questo lo spingeva a mangiarne fino a non poterne più.

E anche ora era arrivato di nuovo al punto di non riuscir più a mangiar nemmeno uno spaghetto, tanto il suo stomaco era pieno.

Camminava lentamente, massaggiandosi di tanto i tanto la pancia rigonfia. Era felice, non solo per il suo senso di sazietà, ma anche perchè passeggiare per le vie gli dava un senso di pace, gli si riempiva il cuore di una sensazione di sicurezza nel sentire i rumori che provenivano da intorno a lui: il chiacchierare delle persone, le risate dei bambini, tutto era così perfetto, così calmo da sembrare quasi innaturale tutta quella pace, o almeno, così sembrava a lui.

'E' tutto molto bello ma...' si fermò e guardò il sole, quel giorno batteva più del solito era, infatti, una bella e serena giornata primaverile, il cielo era azzurro e privo di nuvole.

Anche in quel cielo turchino vi erano una calma e una perfezione innaturali.

Abbassò lo sguardo, puntandolo dritto davanti a sé e riprese per la sua strada '...ma è anche tutto così innaturale...che sia...la quiete prima della tempesta?'. Si fermò nuovamente, scuotendo furiosamente la testa 'naaah! Che vai a pensare Naruto! Sii un po' ottimista! Ormai la pace non è più un sogno irraggiungibile...è la realtà ormai!...o forse no?'.

Non gli erano mai passati per la testa simili pensieri da quando si era concluso il suo scontro con Pain e non riusciva a comprendere perchè ora la sua testa si affollava di tutti quegli inquietanti dubbi e insicurezze. Dopotutto Pain aveva riposto in lui tutte le sue speranze, il suo sogno: la pace. Ciò si era finalmente avverato, ma allora perchè veniva assalito da quei dubbi, come se fossero lupi affamati desiderosi di divorarlo finchè non ne sarebbe rimasto nulla di lui.

'Finchè esisterà l'odio non esisterà mai la vera pace'.

' L'odio è un sentimento e come tale non può cessare per sempre di esistere' pensò Naruto sconsolato.

Scuotè nuovamente la testa, questa volta sorridendo: “Beh! Chiunque si azzarderà a fare qualcosa al villaggio e alla gente che ci vive...dovranno prima vedersela con il futuro Hokage del villaggio di Konoha!”. Detto questo si diresse verso un praticello poco lontano per stendersi un momento e rilassarsi:' Cavolo stavolta ho proprio esagerato con il ramen! Mi ci vuole una bella dormitina!'.

 

Arrivò in quel bel prato ricco di fiori di ogni genere, tanto che si potevano sentire una miriade di profumi diversi. Naruto annusò quell'aria carica di profumi e questo gli provocò ancora più sonnolenza. Si guardò in giro, cercando un posto adatto dove starsene tranquillo per un paio d'ore. Vide un albero e decise che si sarebbe sdraiato all'ombra di esso, affinchè il sole non gli avesse dato fastidio agli occhi. N:.

Si lasciò cadere sull'erba soffice e subito fu sopraffatto dal desiderio di dormire, infatti pochi minuti dopo stava già dormendo come un sasso.

Dormì tranquillamente per un paio d'ore, senza che nessun rumore, nessun incubo lo facesse svegliare di soprassalto. Era completamente immerso in uno stato di tranquillità assoluta, solo flebile rumore del vento, il canto degli uccelli e il rumore delle foglie mosse dal vento interrompevano di tanto in tanto la pace del silenzio che regnava in quel luogo.

Improvvisamente il suo sonno venne interrotto dal sopraggiungere di una sensazione allarmante, come se si sentisse in pericolo. Aprì gli occhi ma intorno a sé non vide nessuno, era solo una sensazione, nulla di concreto. Tuttavia questo gli succedeva spesso ultimamente, da quando era tornata la pace al villaggio. 'La pace regna nel villaggio....ma non nella mia testa...nella mia testa è come se infuriasse ancora la guerra!'.

Dubbi, perplessità, paure si scontravano nella sua testa contro il suo desiderio di conoscere tregua una volta per tutte ma tutte le volte i pensieri negativi avevano sempre la meglio, così come un esercito più numeroso ha inevitabilmente la meglio su uno di numero esiguo. Il suo cuore ormai era stato intaccato come un virus da tutti queste preoccupazioni, preoccupazioni a cui non sapeva dare un motivo della loro esistenza, era solo consapevole che esistevano. . Non fece in tempo a finire la frase che si sentì chiamare da qualcuno: riconobbe la voce, come poteva non riconoscerla? Ogni volta che sentiva quella voce il suo cuore sussultava, batteva all'impazzata contro il suo petto, come se tutti i sentimenti che provava volessero uscire dal suo corpo e vagare liberi come il vento. Tuttavia lui non permetteva loro di uscire allo scoperto perchè ormai si era reso conto che non sarebbero mai stati corrisposti, poteva fare solo questo ma cancellarli completamente sarebbe stato impossibile.

Sakura lo raggiunse in fretta, il suo viso era chiaramente allarmato e ansimava, tanto che ci volle un po' prima che dalla sua bocca fuoriuscisse qualche parola. Naruto era preoccupato, non l'aveva mai vista così in preda al panico. Di solito manteneva sempre il controllo di sé ma questa volta era diverso: i suoi occhi erano spalancati quasi oltre il possibile, le pupille si erano ridotte ad una fessura minuscola e il volto era sfigurato da smorfie di fatica per aver corso oltre i limiti di un essere umano. Sakura.< Naruto...è successo un disastro...Tsunade vuole che...>.

Si lasciò andare, era così affaticata da non reggersi in piedi. Naruto la prese tra le sue braccia, cercò di controllarsi poiché il suo battito cardiaco aumentò a dismisura e da quella distanza Sakura avrebbe potuto sentirlo e capire ciò che provava quando le stava vicino.

N:< Sakura calmati...sei esausta. Riposati un attimo...>. Lei alzò lentamente lo sguardo, notando il rossore di lui e si accorse anche del suo cuore che batteva incessantemente, aumentando, minuto dopo minuto, la sua velocità.

S:< Naruto...sei tutto rosso in viso e....>.

Naruto si girò, nascondendo il suo volto:' oh caspita! Naruto controllati!'.

Sakura lo guardò con fare interrogativo, ma non fece ulteriori domande. Quello non erano né il luogo né il tempo adatti per affrontare simili discorsi.

S:< Scusa Naruto non volevo....comunque non c'è tempo! Dobbiamo andare immediatamente da Tsunade! Siamo stati convocati per una missione della massima urgenza!>.

Naruto annuì e la aiutò a rialzarsi, tirando un sospiro di sollievo per il fatto che Sakura non avesse indagato oltre sul suo rossore. N:< Andiamo! Mi spiegherai tutto strada facendo>. Detto questo si diressero correndo alla velocità della luce da Tsunade.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Missione ***


 

CAPITOLO 2: MISSIONE

Tsunade, il quinto Hokage del villaggio di Konoha, nonché massima autorità i cui ordini non potevano essere discussi da nessuno all'interno del villaggio. Era uno dei tre ninja leggendari, conosciuti anche con il nome di sannin, insieme a Jyraya e a Orochimaru.

Era una donna alta, dai capelli biondi raccolti in due lunghe codine e dagli occhi color nociola. Sulla fronte aveva un piccolo rombo che la rendeva subito riconoscibile. All'apparenza poteva sembrare una donna tranquilla e benevola ma la realtà era ben diversa: ossessionata dal gioco d'azzardo, era famosa perchè riusciva a perdere anche le scommesse più facili; era anche una donna molto irascibile che non ammetteva una parola di troppo né mosse false. Infatti, oltre ad essere famosa per il suo caratterino, lo era anche per la forza tremenda dei suoi pugni, che in una occasione hanno lasciato un ninja come Jyraya in fin di vita.

Naruto e Sakura si trovavano davanti alla porta della stanza di Tsunade, con il fiato sospeso, sapevano in che cosa sarebbe consistita la loro missione. Sakura aveva spiegato tutto a Naruto: un gruppo di ninja pericolosi, di cui erano sconosciuti la provenienza e l'identità, avevano cominciato a d attaccare i piccoli villaggi nei dintorni, uccidendo chiunque avessero a portata di mano, uomo, donna o bambino che fosse. Nessuno veniva risparmiato dalla loro furia omicida. I motivi di tali attacchi erano ancora sconosciuti poiché da quei villaggi non portavano via nulla, nessun bottino veniva infatti sottratto. Si era cominciato a pensare che non ci fosse un motivo apparente, che venissero mossi solo dall'istinto animalesco di uccidere e di provare piacere nel sottrarre la vita ai più deboli. Tuttavia c'era anche chi era convinto che in realtà dietro questi attacchi apparentemente privi di qualsiasi scopo concreto, ci potesse essere una macchinazione contro il villaggio, scaturita dalla mente di qualcuno che portava rancore. Dopotutto non erano di certo rare cose di questo genere, anche se ultimamente non se ne erano più verificate.

Naruto deglutì e appoggiò la mano sulla maniglia, abbassandola lentamente. La porta si aprì, rivelando quella stanza immersa in un silenzio soffocante, quasi visibile e palpabile. Sakura rimase dietro di lui, seguendolo a passi lenti ma regolari; il rumore prodotto da essi era l'unico udibile e questo rendeva ancora più opprimente l'atmosfera che regnava attorno a loro.

Tsunade era seduta alla sua scrivania, con le braccia conserte ed un'espressione impassibile, lo sguardo fisso sui ragazzi in piedi dinanzi a lei. Dietro quella totale impassibilità si nascondeva sicuramente una grande preoccupazione che lei, nel pieno rispetto del suo ruolo, non lasciava trasparire.

Naruto ruppe il silenzio parlando a voce bassa, guardando negli occhi la sua interlocutrice: < Sakura mi ha già raccontato tutto. Non ho parole! La dovranno pagar cara!>. Serrò il pugno così forte da farsi del male, qualche goccia di sangue cadde a terra ma non ci fece caso, era troppo furibondo per le atrocità commesse da quegli esseri umani. ' No...non sono nemmeno degni di essere definiti tali! Dei normale esseri umani non sarebbero capaci di commettere crimini così atroci e spietati...solo un demone è più spietato di loro...'.

Tsunade annuì: ' E sarà così! Ora vi spiegherò tutto nei dettagli...'.

Diede loro indicazioni dettagliate sui volti degli aggressori, ottenute grazie a dei testimoni oculari sopravvissuti ai loro attacchi, e di quello che poteva essere il loro prossimo obiettivo. Sakura e Naruto ascoltarono con estrema attenzione ogni minuzioso dettaglio, annuendo di tanto in tanto.

T: < bene! Ci sono domande?>.

Sakura:< Tsunade-sama è stata chiarissima!>.

T:< E tu Naruto...non hai domande?>.

S:< ehm...Naruto..?>.

Naruto se ne stava lì, in piedi completamente immobile, con la testa abbassata, lo sguardo perso nel vuoto. Alzò lo sguardo, nei suoi occhi c'era odio, odio nei confronti di tutti coloro che si divertivano ad uccidere solo per divertimento. Serrò nuovamente i pugni; il suo viso era contorto in una smorfia carica di disgusto e repulsione; dirignò i denti, sentendo crescere dentro di sé quell'odio incontrollabile.

Fu però svegliato da quello stato di semincoscienza dalla mano di Sakura sulla sua spalla.

< Naruto che hai? Sei strano. Ti senti bene?>.

Naruto si scrollò di dosso tutti quei pensieri, come un cane che tenta di asciugarsi da gocce fastidiose che invadono il suo pelo e si girò verso Sakura.

N:< Tutto bene! Non preoccuparti!>.

S:< Ok! Andiamo allora! Non c'è tempo da perdere!>.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Attacco nemico ***


 

CAPITOLO 3: ATTACCO NEMICO

I due correvano all'impazzata, saltando da un albero all'altro. Durante il tragitto nessuno dei due pronunciò una parola né si giro per guardare l'altro negli occhi. Le loro menti erano pervase da innumerevoli pensieri che si scontravano e si aggrovigliavano tra loro fino a generare una confusione immensa, intricata come la foresta che stavano attraversando.

Sakura si accorse tuttavia che a causa della sua distrazione stava rimanendo indietro e Naruto non sembrava essersene nemmeno accorto, anzi continuava ad aumentare la sua velocità.

Lo chiamò per dirgli di rallentare ma ci mise un po' per farsi sentire, lui era decisamente più sovrappensiero di lei se non riusciva a sentirla; o forse non voleva darle retta.

Urlo con maggior forza e questa volta funzionò, infatti Naruto non si limitò a rallentare ma si fermò per aspettarla.

Lei lo raggiunse e capì anche perchè si era fermato: erano arrivati a destinazione ma furono costretti ad assistere ad uno spettacolo disastroso. Il villaggio era completamente distrutto.

N:< E così quei farabutti ci hanno preceduto eh?>. Saltò giù dall'albero per osservare meglio la scena: < E a quanto pare è successo da poco....>.

I segni che l'aggressione era avvenuta poco prima del loro arrivo erano evidenti: i fuochi causati dai kunai esplosivi stavano ancora divampando, le impronte dei ninja aggressori erano chiaramente ancora fresche e i cadaveri erano ancora caldi, sangue caldo sgorgava dalle ferite appena inferte.

Naruto era furibondo sia verso quegli esseri ignobili, sia verso sé stesso per non essere arrivato in tempo per salvare quella povera gente.

N:< DANNAZIONE!!!>. Tirò un pugno all'albero che aveva vicino, sbucciandosi profondamente le nocche. Tuttavia non fece caso al dolore fisico; il dolore che provava per ciò che era accaduto a quelle persone era ancora più forte; divampava con lo stesso ardore del fuoco, pervadendolo e bruciandolo dall'interno.

Sakura lo raggiunse e lo fermò prima che si facesse del male inutilmente.

S:< Fermati! Lo so che sei arrabbiato ma...ormai non c'è più nulla da fare. Non li riporterai indietro facendoti del male!Capisco quello che provi ma non è così che si sistemeranno le cose!>.

Naruto si fermò e si calmò sentendo le sue mani posarsi dolcemente sulle sue. La guardò sussurrando semplicemente:< Hai ragione...Sakura>.

Il cuore di lui prese di nuovo a martellare. Le lasciò le mani e si mise a camminare tra le macerie del villaggio. Una tale devastazione regnava in quel luogo, sembrava che fosse appena passato un demone furibondo!

Le case erano completamente distrutte, ridotte ad un cumulo di macerie e quelle che non lo erano faticavano a restare in piedi come se un minimo soffio di vento o sussulto della terra le potesse far crollare da un momento all'altro. La terra era stata smossa dalla cruenta aggressione.

Qua e là c'erano impronte confuse, segno che la gente aveva tentato invano di opporre resistenza.

Sakura camminava di fianco a lui rimanendo nel silenzio più assoluto quando ad un tratto entrambi si fermarono di colpo allarmati. Avevano sentito un rumore sospetto provenire dalle vicinanze, un lieve frusciare di foglie. I banditi potevano benissimo essere ancora nelle vicinanze, come hanno potuto non pensarci?!

Naruto e Sakura si misero schiena contro schiena e lui le sussurrò piano:< Sono ancora qui...potrebbero aver architettato un'imboscata...e ci siamo cascati! Dannazione!>.

Sakura annuì e disse con un filo di voce:< Già hai ragione. Dobbiamo stare in guardia! Ci attaccheranno da un momento all'altro. Stai pronto!>.

N:< Contaci! Io sono sempre pronto!>.

I rumori provocati dai loro movimenti aumentarono, ora potevano sentire chiaramente i loro passi sugli alberi.

N:< Non si stanno nemmeno prendendo la briga di non farsi sentire! Si stanno prendendo gioco di noi!>.

Poteva semplicemente essere una provocazione e lui non amava essere provocato, così non si trattenne dallo sfidarli apertamente:< VENITE FUORI CODARDI CHE NON SIETE ALTRO!AVETE FORSE PAU....>.

Sakura gli mise una mano sulla bocca per zittirlo guardandolo con occhi fiammeggianti:< Ma che ti salta in mente idiota! Devi sempre fare di testa tua....AAAAAH!>.

N:< SAKURA!>.

Un kunai era stato lanciato dalle fitte foglie di un albero delle vicinanze, colpendo Sakura.

Naruto controllò subito dove era stata ferita, temendo il peggio ma fortunatamente scoprì che il kunai l'aveva colpita solo di striscio, provocandole solo un graffio superficiale. Tuttavia la vista del sangue lo fece infuriare proprio perchè si trattava del sangue di Sakura.

S:< Stai tranquillo! E' solo un graffio superficiale!>.

Il ragazzo non fece in tempo a dire nulla che sentì delle voci provenire da dietro di lui.

'Sono loro...'. Si girò e si trovò davanti i ninja che avevano assalito il piccolo villaggio, corrispondevano alle descrizioni fornite da Tsunade: il loro capo era un uomo alto, di corporatura robusta e con una benda che gli copriva l'occhio sinistro. Era di aspetto ripugnante, gli abiti erano sporchi e maleodoranti. Ma la cosa più sgradevole a vedersi era il suo viso: l'occhi destro sporgente come quello di un pesce, la pelle unta e lurida, la bocca sembrava quasi deforme e troppo grossa per il suo viso così come il suo naso dotato di una gobba molto pronunciata. I suoi capelli erano anch'essi unti, mal tenuti e pieni di nodi. Era uno spettacolo orribilante e i suoi compagni non erano di certo messi meglio di lui.

Naruto li squadrò cercando di capire da quale villaggio potessero provenire ma notò che non indossavano nessuna fascia che potesse far capire la loro provenienza.

Il loro leader parlò a Naruto con quella sua voce cavernosa e con un tono di sfida:< Bene bene. Finalmente Konoha si è decisa ad inviare qualcuno. Tutto secondo i nostri piani! Ahahaah!>.

La sua risata era una tortura per le orecchie, sembrava che stesse per rigurgitare mentre rideva.

Sputacchiò per terra e guardò Naruto dall'alto in basso, sentendosi superiore.

Il suo gesto lo disgustò ancora di più, lo guardò con fare minaccioso rispondendo alla provocazione del suo sguardo carico di superbia:< Tutto secondo i vostri piani? Che intendi dire? E dammi una risposta chiara!>.

< Oh ma come siamo minacciosi! Io e i miei uomini stiamo morendo dalla paura! Non preoccuparti di questo. Lo capirai presto, caro Naruto!eheehh!>.

N:< Ma come sai il mio....?>.

Non fece tuttavia in tempo a finire la frase che il capo gli fu addosso in un istante ma lui riuscì tuttavia a schivarlo e a indietreggiare di qualche metro.

Sakura tentò invano di attaccare il ninja ma fu più veloce di lei e la colpì in pieno petto con un pugno, mandandola a finire proprio addosso a Naruto.

N:< Sakura...stai bene?>.

S:< Beh...sono stata meglio diciamo...>. Tossì perdendo sangue dalla bocca a causa del potente colpo ricevuto. La vista le si annebbiò e si accasciò sopra Naruto.

N:< SAKURA! SAKURA! COSA LE HAI FATTO?!?!>.

Il capo ridacchiò tra sé: < Oh nulla l'ho solo addormentata con un mio colpo speciale! Tranquillo si risveglierà tra qualche ora. L'ho fatto affinché non interferisse nel nostro scontro e anche perchè....uhuh no...non dirò nulla lo scoprirai da te!>.

Naruto alla vista del sangue cominciò a perdere il controllo. Attaccò il ninja più volte furiosamente e alla cieca ma il bersaglio veniva sempre mancato e più lo mancava più la sua furia aumentava. Il ninja rideva di questo suo atteggiamento, del fatto che colpiva come se fosse un animale, senza badare a nulla se non colpire con la maggior forza possibile, senza pensare a strategie ma seguendo solo l'istinto animalesco che si era impossessato di lui.

E questo era ciò che il suo avversario voleva: la sua furia. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sangue rosso comei il fuoco ***


 

CAPITOLO 4: SANGUE ROSSO COME IL FUOCO

Il corpo di Naruto si stava lentamente ricoprendo di chakra rosso ma il suo avversario non sembrava spaventato da questo, anzi sembrava divertito. Non aspettava altro, era la sua occasione per concludere il piano che aveva architettato; ancora poco e sarebbe andato tutto perfettamente secondo i piani.

Intanto il capo si limitava a respingere o ad evitare gli inutili attacchi di Naruto ma non prendeva mai l'iniziativa di attaccare e questo fece innervosire ulteriormente il ragazzo.

' Ancora un po'...arrabbiati ancora un po'! Basta lo stadio delle tre code affinchè tutto funzioni!

Lasciati sopraffare da kyuubi!'.

Il ragazzo-demone cercò di conficcare gli artigli in gola al suo avversario per farlo morire di dissanguamento andando a colpire il punto vitale ma il ninja gli bloccò la mano, non facendo caso che il contatto con il chakra demoniaco gli stesse ustionando la pelle.

Anziché fare una smorfia di dolore sorrise malignamente, ormai era ad un passo dal raggiungere il suo scopo. Estrasse un kunai e colpì il ragazzo al braccio che gli stava bloccando; gli provocò solo un graffio superficiale ma nel momento steso in cui quel kunai sfiorò la sua pelle il dolore, già forte a causa del chakra infuocato che lo pervadeva, aumentò a dismisura fino a diventare insopportabile. Il dolore era talmente forte che non riuscì nemmeno a urlare, sentì come se lava bollente gli stesse penetrando da quel taglio e stesse invadendo tutto il suo corpo.

Il ninja gli lasciò il braccio e Naruto cadde a terra sfinito. La ferita, almeno sembrò a lui, stava prosciugando le sue energie, tanto che il chakra di kyuubi sparì improvvisamente.

< Il nostro compito è finito per il momento! Torneremo quando sarà il tempo!ahahaah!>.

Detto questo i ninja sparirono lasciando Naruto pieno di dubbi su ciò che aveva affermato il loro leader.

N:< Ma che cosa...ugh...significa?>. Sentì una fitta terribile al braccio, cadde a terra e svenne.

Tutto ciò che ricordò prima di svenire era la ferita che sembrasse che pulsava e il dolore che pian piano si affievoliva, poi tutto fu immerso nel buio.

 

Passarono forse un paio di ore prima che riuscì a svegliarsi e la prima cosa che vide quando aprì gli occhi fu Sakura che lo fissava con occhi preoccupati.

N:< Sakura...stai bene?>.

S:< Io sto bene. Non preoccuparti! Tu piuttosto non sembri stare molto bene.>.

Era vero, non aveva una bella cera. I suoi occhi avevano un'espressione spenta e la sua pelle era pallida come il latte.

N:< Non preoccuparti! Mi ha fatto solo un graffietto sul braccio! Nulla di grave! Ti ha fatto più male a te che a me! La prossima volta non la passerà liscia! Che nessuno osi più a metterti le mani addosso!>.

Sakura nel sentire quell'affermazione rimase sorpresa e, senza sapere perché, si trovò imbarazzata.

Naruto cercò di alzarsi ma nello stesso momento in cui cercò di alzarsi, il dolore alla ferita si fece nuovamente sentire. Si strinse il braccio e sentì il sangue caldo colare tra le sue dita.

N:' Ma....perché sanguina ancora? La ferita mi è stata inferta ore fa...sembra che...mi stia prosciugando le energie....'. Si lasciò cadere sul prato.

S:< Stai sanguinando troppo! Devo assolutamente curarti quella ferita!>.

Naruto ansimava, anche respirare gli richiedeva uno sforzo sovrumano. La ferita continuava a succhiare energia con avidità lasciandolo quasi privo di energie.

Sakura cercò di curare la ferita ma le sue tecniche curative non sortirono alcun effetto. Più cercava di curarla e più si sentiva affaticata anche lei. S:< Ma che ferita è?! Come possibile che non riesca a curarla! NARUTO! NARUTO!>.

Aveva gli occhi chiusi ma era ancora cosciente. Vicino a lui l'abbondante quantità di sangue che aveva perso aveva formato una pozza che stranamente iniziò a brillare di una strana luce rossa; sembrava che stesse prendendo fuoco. Nello stesso istante la ferita smise lentamente di sanguinare.

I due ragazzi assistettero alla scena senza dire neanche una parola.

N&S:< Ma che cosa...?>. Improvvisamente Naruto perse i sensi. L'ultima cosa che sentì fu solo la voce allarmata di Sakura che lo chiamava disperatamente.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Promesse ***


 

CAPITOLO 5: PROMESSE

Il ragazzo si risvegliò in ospedale. Chissà da quanto tempo era privo di sensi? La prima cosa che fece fu controllarsi la ferita e vide che la benda era ancora sporca di sangue fresco.

N:< Non è una ferita normale questa...sanguina come se fosse una ferita ben più grave di quello che in realtà è...non capisco...>. Guardò fuori dalla finestra: era ancora una bella giornata di sole, nel cielo c'era solo qualche nuvola e non c'era un filo di vento.

Sospirò:< Chissà se Sakura sta bene?>.

In quello stesso momento sentì dei passi che si dirigevano proprio verso la sua stanza.

' Sarà lei?'. Il cuore ebbe nuovamente un sussulto: era proprio lei. Vederla lo rese felice, ogni volta che la vedeva era felice. Si avvicinò al suo letto e si sedette sulla sedia: aveva un cesto di mele in mano.

S:< Buongiorno Naruto! Vedo che stai meglio!>. Gli sorrise mentre si mise a sbucciargli una mela.

Naruto ricambiò con un sorriso altrettanto affettuoso:< Si sto molto meglio grazie! Vederti mi fa stare meglio!>. In un attimo si rese conto troppo tardi di ciò che aveva detto e si mise d'istinto una mano sulla bocca. Era tutto rosso, aveva caldo e il suo cuore accelerò il suo ritmo.

Sakura si girò con uno sguardo sorpresa, tuttavia non sembrava arrabbiata.

S:< Ma...ma cosa dici?>. Stranamente arrossì pure lei e fini frettolosamente di sbucciare la mela e gliela porse:< Prendi....>. Prese la mela senza dire nulla e la mangiò lentamente. Erano tutte due imbarazzati. Naruto cercò di cambiare discorso:< ehm scusa Sakura...dovrei chiederti una cosa?>.

< Si dimmi pure>.

< Ricordi quando hai tentato di guarirmi questa ferita e non ci sei riuscita?>.Sakura annuì.

< E che dopo il sangue che ho perso ha iniziato a...brillare di rosso...non so come spiegarmi...ma ricordo bene giusto? Cioè...lo hai visto anche tu no? O è stato solo uno scherzo della mia immaginazione?>. Sakura spalancò gli occhi:< Allora lo hai visto anche tu?!>. Naruto annuì.

< Stentavo a crederci! Credevo fosse un'allucinazione dovuta alla stanchezza! io...non so nemmeno spiegarmela una cosa del genere!>.

Naruto abbassò lo sguardo: < Nemmeno io...>.

< Non riuscivo nemmeno a guarirla. Continuavi a perdere tantissimo sangue nonostante fosse solo un graffio superficiale!>.

N:< Non so spiegarmi nemmeno questo...so solo che questa cosa non è affatto normale...>.

Si sforzò cercando di ricordare quanti più dettagli possibili affinchè potesse riuscire a darsi una spiegazione a ciò che gli stava succedendo ma più ci pensava e meno ci capiva. I dubbi aumentavano anziché diminuire. Chiuse gli occhi e rivide tutto ciò che era successo, tutte le immagini apparirono nitide davanti a lui ma in esse non riuscì a vedere nulla di più se non quello che stava effettivamente accadendo.

' Torneremo quando sarà il tempo'. Naruto si innervosì perché non riusciva a trovare risposte e si mise le mani nei capelli:< aaaah! Ma che avrà voluto dire? Quando sarà il tempo? E perchè il mio sangue si è illuminato di rosso? Perchè questa dannata ferita mi fa continuamente male?>.

Sakura lo guardò con aria preoccupata:< Calmati! Agitarsi non servirà a nulla!>.

N:< Lo devo scoprire! Non possono starmene qui mentre quei bastardi continuano ad andare in giro ad uccidere e a distruggere villaggi! E poi...> dirignò i denti e strinse il pugno:< Ho un paio di domande da fare al loro capo. Dopodichè, una volta che mi avrà risposto, lo farò fuori! Una persona così non merita la vita!>.

S:< Naruto...>.

N:< Lo farò anche per ciò che ti ha fatto! La pagherà te lo prometto! E questa volta manterrò la mia prom...>. Improvvisamente si ricordò della promessa che fece tempo fa a Sakura ma che non era ancora riuscito a mantenere: ' Sasuke...non sono riuscito a riportartelo indietro...Sakura..'.

Fu sopraffatto dalla tristezza. Faceva promesse di cui non era neanche sicuro di riuscire tener fede e questo lo demoralizzò.

S:< Naruto?>.

N:< Sì?>.

S:< Stai pensando a...Sasuke vero?>. Anche lei si fece sopraffare dalla tristezza, dopotutto le dispiaceva che Naruto si tormentava per via di quella promessa non mantenuta.

N:< Si capisce così tanto eh? Non volevo risollevare brutti ricordi...mi dispiace>.

S:< No...voglio solo che tu la smetta di tormentarti. Hai già fatto tutto il possibile per sistemare le cose. Sasuke non tornerà. Lo sappiamo bene tutte due...>. Non ce la fece più a contenersi, una lacrima solitaria le scese lungo la guancia, brillando per un istante alla luce del sole che entrava dalla finestra per poi cadere sulla sua mano liscia e vellutata.

N: ' E' ancora innamorata di lui nonostante si sia alleato con il nemico...e questo purtroppo non potrà mai cambiare...'.

La guardò e le asciugò il viso trovando la forza di sorriderle per tirarle su il morale, nonostante dentro di lui regnava la tristezza:< Farò come dici! Comunque non mi rimangio la parola! Lo sai che non è da me farlo!>.

Lei rise:< Certo! Testone come sei non potresti mai cambiare idea! Ahahaah!>.

N:< Eh già! Hai perfettamente ragione! Ahahah!>.

Nel frattempo si era fatto tardi ormai:< Meglio che vada! Spero che tu guarisca presto!>.

N:< Grazie per la compagnia! Ormai la ferita ha smesso di sanguinare e farmi male. Domani posso anche andarmene da qui!>.

S:< Non strafare come tuo solito! Ciao!>.

N: < Ciao! Sakura!>.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Incubo ***


 CAPITOLO 6: INCUBO

Quella notte Naruto fu tormentato dagli incubi: si trovò in un posto buio poi tutto ad un tratto fu circondato dalle fiamme. La cosa strana era che nonostante quelle fiamme lo toccassero non lo bruciavano, passavano semplicemente sopra la sua pelle senza lasciare alcun segno. Ad un tratto quelle fiamme si riunirono tutte in un unico punto formando una sfera da cui sembrò che stesse per materializzarsi qualcosa. Da quella sfera comparvero due occhi fiammeggianti poi fu la volta di un muso con una lunga fila di denti aguzzi ed infine comparvero un corpo esile e delle zampe altrettanto magre.

Il ragazzo osservò tutta la scena in preda al terrore perchè conosceva bene quel mostro e la comparsa di nove code da volpe ne fu la prova.

N: ' Kyuubi...'.

Ciò che comparve davanti ai suoi occhi era proprio il demone volpe a nove code che fu sigillato nel suo corpo 16 anni fa quando era solo un neonato allo scopo di proteggere il villaggio di Konoha dalla furia del Bijuu. Questo fece di Naruto un Jinchuurichi, ossia un umano a cui un demone è stato sigillato all'interno del corpo, e per questo motivo odiato e temuto da tutti gli abitanti del suo stesso villaggio.

Una sensazione di rabbia sopraggiunse quando pensò a quanto avesse sofferto a causa di ciò che gli era stato fatto da bambino, alla solitudine che era stato costretto a sopportare, al fatto di essere stato odiato per ciò di cui non aveva nemmeno colpa.

Il demone la fissava ma non fece nulla, non lo attaccò. Cominciò a sudare freddo non era tranquillo poiché sapeva che avrebbe potuto attaccarlo da un momento all'altro ma poi si ricordò che quello era soltanto un sogno, solo uno stupido sogno. Che cosa sarebbe mai potuto capitare in un sogno, non era nulla di reale era solo la sua immaginazione che faceva brutti scherzi. Una proiezione delle sue paure nascoste: un incubo. Questi pensieri lo tranquillizzarono e attese per vedere che sarebbe successo o una possibile reazione della creatura che aveva davanti. Vedendo che il demone non faceva altro che starsene lì senza far nulla si fece coraggio e gli rivolse la parola:< Ehi tu demone! Devi venire a disturbarmi anche mentre dormo! Almeno la notte non potresti startene buono buono nella tua gabbia che quello è il tuo posto!>.

Kyuubi sembrava fosse seccato da quelle parole e dal tono in cui Naruto si era rivolto a lui, tuttavia rispose alla provocazione semplicemente sogghignando poi cominciò a ridacchiare. Dapprima di una risata debole appena percettibile all'orecchio umano poi fini col diventare una vera e propria risata di scherno, come se la volpe sapesse qualcosa che il ragazzo ignorava.

Kyuubi:< Mi fai solo pena Naruto! Credi che io mi prenda la briga di rispondere alle provocazioni di un moccioso come te? Non hai nemmeno idea di ciò che sta succedendo e non hai molto tempo per scoprirlo!ghgh!>.

N:< Eh! Cosa intendi dire!>.

Kyuubi scosse la testa divertito:< Oh Naruto! Povero Naruto! Te ne renderai conto da te! Io non sto di certo dalla tua parte e non lo sono mai stato, non otterrei nessun vantaggio dicendoti tutto! Ti sfido a trovare un motivo per cui dovrei diventare...uhm...una specie di “alleato” per te!>.

Si ritrovò spiazzato, l'unico essere che aveva le risposte a tutto era proprio chi non lo avrebbe mai aiutato senza avere nulla in cambio. Pensò tuttavia che scendere a patti con un demone non sarebbe risultato vantaggioso. I demoni sono scaltri e abili oratori, di sicuro non avrebbe mai proposto un patto vantaggioso se non solo per lui stesso; ormai aveva imparato fin troppo bene a diffidare di Kyuubi.

Il suo scontro con Pain glielo aveva insegnato fin troppo bene. Il demone, grazie alle sue capacità oratorie e alle sue parole che fecero presa sulle paure del ragazzo, riuscì a convincerlo a togliere il sigillo permettendogli di liberarsi di quel misero involucro umano. Se non fosse stato per il Quarto Hokage, il padre di Naruto, ora Kyuubi sarebbe a piede libero a seminare morte e distruzione.

N:< Non me ne importa! Piuttosto che scendere a patti con uno come te preferisco impazzire nel tentativo di scoprire cosa sta accadendo a me!!!>.

K:< Uhuh! E che ha mai accennato al fatto di scendere a patti? Io non ho mai detto nulla del genere!>.

N:< Quindi vorresti dire che non me lo avresti detto in nessun caso?>.

K:< No perchè...uhuh!>. Si avvicinò lentamente a Naruto sorridendo e mostrando le sue due file di denti candidi quasi come per vantarsene:< ...perché così non sarebbe affatto divertente!Ahahah!>.

N:< Ma che bastar....!>. Non riuscì a finire ciò che stava per dire: si era svegliato dall'incubo.

Si ritrovò tutto sudato e quasi senza fiato. Doveva fare qualcosa e al più presto perchè se ciò che gli aveva detto la volpe era vero molto probabilmente erano tutti in pericolo. La sua non era solo una sensazione, quindi tutti i suoi dubbi, tutte le sue preoccupazioni erano forse un presagio a ciò che stava per accadere? Voleva risposte e le avrebbe ottenute.

 

 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Un mistero e un nuovo amico ***


 

CAPITOLO 7: UN MISTERO E UN NUOVO AMICO

Il mattino seguente uscì dall'ospedale di nascosto. Non c'era più tempo e restare su un letto ad arrovellarsi non sarebbe servito a nulla. Fece molta attenzione a non farsi notare da nessuno ma a quanto pare c'era chi lo conosceva troppo bene. Infatti, essendo troppo intento a guardarsi intorno, non fece caso a Sakura che lo stava pedinando da un bel pezzo.

S:< Naruto!>. Il suo tono era chiaramente seccato. Aveva fatto bene a tenerlo d'occhio, sapeva che sarebbe uscito dall'ospedale prima del tempo testone com'era.

Si bloccò temendo di beccarsi la solita ramanzina, o peggio, il solito ceffone ma questo non accadde mai. Si girò verso di lei attendendo che gli dicesse qualcosa ma lei rimase in silenzio.

N:< Lo so perchè mi hai seguito...lo posso immaginare>.

S:< Beh se lo sapevi allora perchè te ne stai andando come se fossi un ladro?>.

Naruto chiuse gli occhi e si morse il labbro:< Tu non capisci...>.

Sakura inarcò leggermente il sopracciglio:< E così io non capisco eh?>. Scosse la testa ridacchiando:< Credi forse che non lo abbia capito che sta succedendo qualcosa di strano? Oh andiamo! Secondo te quei ninja si sarebbero presi la briga di venir qui solo per farti un taglietto? No c'è qualcosa sotto. L'ho capito come lo hai capito tu immagino>.

Naruto pensò che era meglio che anche lei la pensasse come lui, il suo aiuto sarebbe stato prezioso.

Tuttavia non c'erano molti motivi per rallegrarsi perchè anche se lei era dalla sua parte ne sapeva quanto lui di quella storia. Decise quindi che era il caso di raccontarle del sogno anche se in esso non c'erano le risposte che cercavano.

Le raccontò di ciò che gli era apparso, di ciò che aveva detto Kyuubi e della paura che aveva provato quando aveva visto materializzarsi tutti i suoi timori in esso.

Le disse anche di tutte le inquietudini che lo avevano tormentato prima che tutto ciò accadesse e da questo Sakura, che era una ragazza molto perspicace, trasse una conclusione:< Le tue inquietudini, l'attacco dei ninja e il tuo sogno sono tutti collegati. Anche se purtroppo questo non ci aiuta. Non ci dicono nulla se non quello che già sappiamo...>.

Naruto sospirò, si mise un dito sulla bocca e riprese a pensare a tal punto che la sua testa sembrò che stesse per scoppiare:< Vorrei proprio sapere che c'entra Kyuubi in questa storia?>.

S:< Non lo so...a proposito io ero svenuta mentre tu combattevi con il loro capo e non so cos'è successo...cioè non so...è successo qualcosa di insolito, qualche indizio che ci possa essere utile?>.

Il ragazzo si sforzò di ricordare anche il dettaglio più insignificante ma nulla. Ricordava tutto perfettamente, in ciò che aveva visto e affrontato non c'era nulla di insolito.

< No...niente. A parte la mia ferita non c'è nulla di insolito. Hanno agito come dei ninja nulla di più nulla di meno. Però ora che ci penso! Quando mi sono arrabbiato e ho perso il controllo lui sembrava divertito, come se non aspettasse altro! Questo si che è strano!>.

S:< Mmmm...cioè vuoi dire che mentre ti trasformavi in Kyuubi lui ne era felice?>.

Annuì in modo esagerato con la testa, emozionato dal fatto che ora avevano almeno uno straccio di indizio su cui ragionare:< Si esatto! So che sembra strano ma è così! Subito dopo mi ha inferto questo taglio poi è scappato dicendo ' torneremo quando sarà il tempo'. Secondo me Kyuubi e questo taglio in qualche modo sono collegati!>.

Sakura ascoltò attentamente Naruto ma alla fine scuoté la testa:< Ma se il loro obiettivo era il demone che ti porti dentro...perché non rapirti? Sarebbe stato più facile.>.

N:< Forse perchè...non sono in grado di estrarre il demone come quelli dell'Akatsuki...forse hanno usato un altro metodo...o forse ci sbagliamo...non lo so>.

S: < Io penso che volevano solo valutare la forza dei ninja di Konoha per poi sferrare un attacco decisivo...volevano solo raccogliere informazioni forse>.

N:< E se non fosse così?! E' strano anche il fatto che sapeva il mio nome! Secondo me sapeva anche di ciò che porto dentro anche se non l'ha detto apertamente!>.

Sakura sospirò non sapendo più che pesci pigliare:< Non lo so Naruto...ne so quanto te...>.

 

I due decisero di andare in un posto più tranquillo dove parlare: il solito posto dove andava Naruto quando era troppo pieno di ramen, dove si rilassava all'ombra di un albero.

I due si sedettero e continuarono a parlare per ore dell'argomento senza tuttavia venirne a capo.

Improvvisamente sentirono qualcosa muoversi in mezzo all'erba.

N:< Uh? Sakura c'è qualcosa che si muove in mezzo all'erba...AAAAH!>.

Anche Sakura si spaventò ma subito dopo si mise a ridere di gusto vedendo quello che li aveva spaventati entrambi:< AHAHAHA! E' solo un cane Naruto!>.

Il cagnolino lo aveva fatto spaventare perè era sbucato improvvisamente dall'erba e gli era saltato addosso.

N:< Ma che...?>.

Entrambi guardarono il cagnolino, sgranando gli occhi: era simile a una volpe, aveva due bellissimi occhi azzurri e uno sguardo intelligente, il pelo era rossiccio, folto ed estremamente morbido al tatto, tanto che sembrava di toccare la seta. Intorno agli occhi aveva degli aloni di un rosso più scuro e la coda aveva il pelo ancora più folto di tutto il resto del corpo. Le orecchie erano lunghe e a punta come quelle dei gatti. Sulla testa aveva un folto ciuffo, con peli selvaggi che andavano un po' da tutte le parti. Se non fosse stato che la punta della coda non era bianca, avrebbero potuto scambiarlo per una volpe.

Sakura lo guardò e non riuscì a trattenere le risate. Naruto la guardò con fare interrogativo:< Perché ridi?>.

Sakura continuava a ridere ma alla fine riuscì tra una risata e l'altra a spiegare il motivo della sua ilarità:< Rido perchè, non so se hai notato, ma i ciuffi di quel cagnolino somigliano tanto ai tuoi capelli!ahahah!>.

Naruto ci rimase un po' male per quell'affermazione:< Cioè vuoi dire che i miei capelli somigliano a l pelo di un cane? Ma non sono messi così male...>. D'istinto si toccò i capelli e notò che in effetti non aveva tutti i torti, i suoi capelli erano sempre ritti e andavano un po' dove volevano loro.

Sakura riprese a ridere:< Però gli occhi azzurri di questo cane sono stupendi...somigliano ai tuoi...>.

N:< Eh?>. Si girò verso la ragazza: era tutto rosso, cercò di nascondersi ma Sakura non glielo permise. Anche lei aveva le guance tinte di rosso.

S:< Dimmi la verità Naruto...>.

Il ragazzo deglutì quando si accorse che lei stava avvicinando lentamente il suo viso al suo.

N:< Io...Sakura...>. Si avvicinarono ancora un po', chiusero gli occhi ma il cane si intromise tra di loro, rovinando quel momento magico.

N:' Dannato cane! Doveva interromperci sul più bello!'. Il cagnolino infatti si era messo tra loro, leccando la guancia di Sakura.

S:< Ahahah! No basta mi fai il solletico!>.

N:< Simpatico questo cane!>. Stentava a trattenersi dal mandarlo via ma più lo guardava e più gli faceva tenerezza, decisero di dargli un nome e lo chiamarono Akai.

Così passarono il resto della giornata a giocare con lui


 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Mistero svelato? ***


 

CAPITOLO 8: MISTERO SVELATO?

Tuttavia nessuno dei due non si era accorto che qualcuno li stava spiando: erano loro, i ninja nemici.

Ninja 1:< Ma capo questo non era previsto! Cioè che ce ne facciamo di quello?!?!>.

Capo:< Mmmm...qualcosa non è andato come doveva ma presto le cose si sistemeranno. Dobbiamo solo avere pazienza. Quella è solo la parte buona che presto sarà sopraffatta da quella malvagia vedrai!>.

Ninja 2:< Dopotutto il sangue di quel ragazzo non è malvagio, quindi c'era da aspettarsela una cosa simile.>.

Capo:< Questo è vero...ma se non c'era anche sangue umano tanto valeva estrarre il demone. A noi serve avere il controllo della creatura generata, quindi ci serviva del sangue umano.>.

' A quanto pare dovremo aspettare ancora un po'...ma a me non piace aspettare meglio accelerare il procedimento anche se sarà rischioso'.

Ninja 1:< Che facciamo? Ce ne andiamo?>.

Il leader rise:< No restiamo un attimo a vedere che succede...magari chissà potrebbe succedere qualcosa di inaspettato....>.

Ma quel qualcosa di inaspettato non accadde mai e finirono tutti con l'annoiarsi, tant'è che decisero di andarsene perché non valeva la pena aspettare ciò che molto probabilmente non sarebbe mai accaduto. Ciò che aspettavano si sarebbe verificato solo con il tempo....

 

Passarono i giorni che si trasformarono in settimane senza che nulla accadesse. I ninja non si erano più fatti vivi: sembrava tutto tranquillo ma per Naruto non lo era per niente.

Lo stesso incubo continuava a tormentarlo senza tuttavia fornirgli le risposte che cercava, Tsunade non li aveva più convocati e Sakura sembrava che non volesse più affrontare il discorso perché secondo lei ormai era tutta storia passata e che non c'era più motivo di parlarne.

' Non si è affatto sistemato tutto...ne sono certo. Stanno aspettando l'occasione giusta...'.

In quel momento stava passeggiando tranquillamente per le strade in compagnia del suo nuovo amico, il piccolo cane che avevano trovato lui e Sakura.

Aveva deciso di prendersene cura perché a quanto pare non aveva un posto dove andare e gli sarebbe dispiaciuto abbandonarlo.

Abbassò lo sguardo nella sua direzione e lui, con i suoi occhietti azzurri e intelligenti, fece lo stesso.

' Se solo potessi parlare...vorrei che potessi dirmi cosa penseresti di tutto questo...non so guardandoti mi sembra quasi che...che tu sappia tutto...'. Pensando a ciò che aveva pensato ebbe uno scoppio d'ilarità e il cane lo guardò con aria interrogativa: aveva un muso molto espressivo per essere solo un cane.

N:< Oh! Ma che vado a pensare! Sei solo un cane!>. Tuttavia il cane lo guardò come se avesse capito ciò che lui aveva detto, come se fosse arrabbiato, offeso. Naruto era inquietato da quella espressività quasi umana, lo spaventava, era quasi anormale.

Fu svegliato dalla marea di pensieri che gli stavano riempiendo la testa dalla voce di Sakura che lo chiamava. N:< Si Sakura? Che è successo?>.

Sakura lo guardò con un espressione strana, che non seppe decifrare.

S:< Tsunade ti ha convocato...Naruto>.

La guardò cercando ulteriori risposte sul suo viso ma non vide altro che una maschera impassibile, se prima non era riuscito a decifrare le sue emozioni ora non c'erano più nemmeno quelle.

Non disse nulla e si limitò a seguirla senza proferire parola e neppure lei disse nulla.

N:' Ma che ha? Non mi ha nemmeno spiegarmi il perché di questa convocazione improvvisa...>.

Il ragazzo si abbassò e fece capire al cane che doveva rimanere lì ad aspettarlo e lui fece esattamente ciò che Naruto gli aveva fatto capire.

I due si avviarono verso la dimora dell'hokage.

 

Nonostante il tragitto che li separava dalla loro destinazione fosse molto breve a loro sembrò che fosse durato una vita, forse dovuto al fatto che tra loro era calato il silenzio più completo.

Arrivarono ed entrarono nello studio di Tsunade dove, esattamente come quando erano stati convocati per la loro missione settimane fa, regnava un silenzio opprimente e soffocante.

Tsunade non perse tempo a spiegare la situazione, arrivò subito al punto senza inutili giri di parole.

T:< Ascolta Naruto ti ho convocato perché mi è giunta notizia di altri attacchi e...>.

Naruto deglutì nervoso. <...e questa volta i responsabili non sono quel gruppo di ninja...>.

Abbassò lo sguardo aspettando una reazione del ragazzo a ciò che aveva sentito ma lui rimase fermo e immobile in attesa che lei continuasse il suo discorso.

N:< La ascolto...>.

T:< Ci sono dei testimoni che mi hanno riferito ciò che hanno visto. Io all'inizio non volevo crederci ma i testimoni mi riferiscono tutti la stessa cosa e non posso pensare che stiano mentendo tutti...>.

N:< Che cosa intende dire...sia chiara per favore>. Era preoccupato dalle parole dell'hokage.

T:<...mi hanno descritto ciò che ha assalito i villaggi e...mi hanno detto di aver visto un demone rosso coperto dalle fiamme dalle sembianze umane e con quattro code...>. Abbassò nuovamente lo sguardo addolorata da ciò che aveva dovuto riferirgli.

N:< COSA?! MA...NON E' POSSIBILE!>.

T:< Si Naruto è proprio così...non mi rimane molta scelta...mi dispiace...>.

Naruto indietreggiò spaventato da quelle parole, sul suo viso comparve un'espressione di puro terrore, una sensazione mai provata prima di allora:< Ma che cosa...?>.

Tsunade fece un cenno a delle presenze invisibili poiché in quella stanza non c'era nessuno a parte loro tre. All'improvviso dalle pareti comparvero due ninja che si erano mimetizzati con una tecnica particolare alle pareti e che si avventarono sul ragazzo bloccandolo a terra.

L'Hokage si alzò e si avvicinò lentamente a passi lenti; si abbassò per poter guardare il viso sconcertato di Naruto: i suoi occhi si erano rimpiccioliti mostrando tutto il terrore intriso in essi per la sua sorte.

T:< Che altro potevo fare? Dimmi che altro potevo fare? Ho le mani legate Naruto...non esistono altr creature che corrispondano a quella descrizione...sei stato tu! Forse non eri cosciente...ma non possiamo comunque permetterci che questa storia vada avanti!>.

Il biondo cerco di liberarsi ma la stretta dei ninja era troppo forte per lui:< E i veri responsabili?! LI LASCERETE SCAPPARE?! IO NON HO FATTO DEL MALE A NESSUNO! NON SONO STATO IO! SONO STATI LORO HANNO ARCHITETTATO UNA SPECIE DI PIANO PER INCASTRARMI! Se mi lasciate andare...lo scoprirò...ve lo proverò! Per favore Hokage non potete farmi questo!>. Riuscì a stento a trattenere le lacrime:< Perché..perché anche quando cerco di fare del mio meglio per aiutare il mio villaggio devo subire questi trattamenti?! Non ho nessuna colpa! E' forse colpa mia se mi è stata inflitta questa maledizione? Perché devo pagare io per gli sbagli degli altri?! PERCHE'!?>. Le lacrime e le emozioni presero il sopravvento.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Mezzo-demone ***


 

CAPITOLO 9: MEZZO-DEMONE

L'hokage e il Jinchurichi si fissarono a lungo senza che nessuno dei due osasse abbassare lo sguardo: quello di lui era uno sguardo fermo, carico di rabbia, frustrazione ma anche di tristezza e sofferenza, sentimenti nascosti dall'ira che predominava su questi ultimi. Tsunade, nonostante conosceva Naruto e sapeva che non le avrebbe mai mentito, si attenne al suo ruolo anziché cedere alle sue parole.

T:< Naruto! Non si può negare la realtà! Chi altri poteva essere se non tu?! Se sai qualcosa che non sappiamo...beh..TI ORDINO DI DIRCELA IMMEDIATAMENTE!>.

Naruto guardò la sua compagna di squadra, una lacrima scese lungo il viso:< Tu lo sapevi già da prima di questa storia? Lo sapevi che mi avrebbero fatto questo vero?>.

La ragazza annuì senza dire una parola e senza guardarlo negli occhi.

Il ragazzo chiuse gli occhi e lasciò andare di peso la testa sul pavimento: si udì un tonfo sordo.

N:< Dovevo immaginarlo...anche tu pensi che sia stato io credendo a voci di chi non conosci neppure...e non credendo a chi conosci veramente>.

Facendo un sforzo sovrumano riuscì ad alzarsi e liberarsi dalla stretta dei ninja che lo bloccavano.

Fissò dritto negli occhi prima Sakura:< Non mi sarei mai aspettato un comportamento simile da te...>, poi Tsunade:<...e nemmeno da te...ma dovete capire che non mi lascerò fermare da voi...scoprirò da solo cosa sta succedendo che lo vogliate o no!>.

T&S:< Cosa...?>.

Detto questo Naruto spiccò un balzo verso la finestra e, prima di saltar fuori da essa, guardò un'ultima volta Sakura e disse qualcosa ma lei non riuscì a sentirlo; poi sparì senza dire altro.

Il suo gesto fu talmente inaspettato che l'Hokage non fece in tempo ad ordinare ai suoi uomini di fermarlo cosa che non fece nemmeno dopo.

Sakura le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla; Tsunade trasalì, come se l'avesse svegliata da un incubo e si girò verso di lei.

S:< Non ordinate a loro di seguirlo?> disse indicando i due ninja che avevano bloccato Naruto.

Tsunade non rispose. Uno dei ninja intervenne:< Sakura ha ragione! Non dovremmo inseguirlo? E' un pericolo che se ne vada in giro, ormai abbiamo capito che è stato lui, per quanto riguarda l'ultimo attacco intendo...almeno un responsabile sarà sotto il nostro controllo!>.

T:< No....prima è meglio concentrarci sui veri responsabili...dopotutto Naruto non aveva tutti i torti...è sempre stato “punito per una colpa non sua...> abbassò la testa, sentendosi tremendamente in colpa per come aveva trattato Naruto. 'Ha già sofferto abbastanza...'.

Riprese il suo tono autoritario di prima, dopotutto era l'Hokage di Konoha e non poteva farsi vedere così dai suoi ninja:< VOI! Voi vi occuperete dei veri responsabili! Mi occuperò personalmente di Naruto!>. I ninja annuirono e sparirono velocemente senza alcun rumore.

S:< Posso fare qualcosa...?>.

T:< Si...nel caso trovassi Naruto...riportalo indietro...devo scusarmi per il mio comportamento..>.

Sakura sgranò gli occhi:< Tsunade!> non si era mai comportata così. Era una donna molto orgogliosa che non chiedeva scusa tanto facilmente e questo suo atteggiamento la stupì.

' Già..anche io ho un motivo per scusarmi...se veramente è stato lui...non è comunque colpa sua...ma di Kyuubi!>.

T:< E' tutto>. Sakura si congedò con l'Hokage e se ne tornò a casa.

 

Naruto si era allontanato di corsa dal villaggio temendo di essere inseguito ma poi si rese conto che era completamente solo. Era notte ormai e nella sua fuga non aveva trovato nessun indizio che potesse aiutarlo nel risolvere il mistero che si celava dietro quegli strani attacchi e dietro la sua ferita. Era stanco, avrebbe continuato l'indomani nelle ricerche così trovo riparo in una grotta nelle vicinanze, non prima di aver preso qualche ramoscello per accendere un fuoco che l'avrebbe riscaldato durante la notte gelida. Si stese a terra tormentato da mille domande e pensieri, quand'ecco che senti qualcuno o qualcosa che si avvicinava alla grotta. Estrasse un kunai e si tenne pronto ad una possibile aggressione ma ciò che vide di certo di intenzioni aggressive non ne aveva:< Akai! Ma come hai fatto a trovarmi?! E cosa ci fai qui?>.

Il cagnolino corse verso di lui saltandogli addosso e “lavandogli” completamente il viso.

N:< BASTA!BASTA! AHAHAH! MI FAI IL SOLLETICO!>.

Akai appena gli disse questo smise, come se avesse compreso subito il messaggio e per l'ennesima volta, da quando lo aveva incontrato, Naruto venne assalito dal solito senso di inquietudine.

Akai lo stava fissando con quegli enormi occhi azzurri pieni di espressività umana, capaci di far capire tutto ciò che gli passava per la testa.

Non ce la fece a reggere l'umanità di quegli occhi così decise che era il caso di farsi una dormita.

Si sdraiò con il cane accoccolato in parte a lui. Si addormentarono subito grazie a tepore del fuoco che garantì loro un sonno tranquillo per un paio d'ore.

Il ragazzo fu di muovo tormentato dagli incubi e si svegliò di soprassalto sentendo il braccio che gli bruciava là dove era stato ferito. Si guardò il braccio: là dove prima c'era solo una cicatrice ora c'era un taglio che sembrava appena stato inferto che sanguinava.

N:. Sentì un guaito, si girò e vide Akai a terra che si dimenava come se fosse in preda ad un dolore immane. Corse subito da lui non badando minimamente al suo dolore ciò che vide lo spaventò: un occhio di Akai era diventato rosso con una pupilla simile a quella di un gatto, il suo sguardo era carico di dolore ma anche di ferocia animalesca ma ciò che lo colpì maggiormente era che sulla sua zampa destra si stava formando un piccolo taglio che cominciò a sanguinare copiosamente.

N:< MA COSA STA...?!?! AKAI! AKAI!>.

Akai si rialzò di scatto ringhiando contro il ragazzo che si allontanò subito prima che riuscisse a morderlo. Cadde di nuovo in preda al dolore: il suo corpo cominciò a deformarsi, si sentirono degli scricchiolìì provenienti dalle ossa che si rompevano e si ricostruivano per adattarsi al nuovo corpo. Tuttavia quella trasformazione era troppo per un esserino così piccolo e fragile; vomitò sangue varie volte a causa di tutti quei cambiamenti all'interno del suo corpo. Il pelo diventò ancora più rosso e folto e straordinariamente gli crebbero altre due code.

Naruto assistette in silenzio a tutta la scena, era così spaventato che non si mosse, quasi non respirò neppure. Quella creatura così innocente e fragile si stava trasformando in un essere demoniaco dalle sembianze quasi umane: la sua struttura scheletrica stava mutando, tanto che riuscì a stare, anche se a fatica perchè era pur sempre un animale, dritto su due zampe. Una cosa non era cambiata; il suo occhio sinistro era rimasto azzurro mentre l'altro era mutato come tutto il resto del corpo.La trasformazione era completa davanti a lui c'era un demone metà animale e metà umano. 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Dalla sofferenza nasce l'odio ***


     

CAPITOLO 10: DALLA SOFFERENZA NASCE L'ODIO

Naruto continuava ad assistere alla scena senza muovere un solo muscolo, quasi senza respirare.

Era troppo sconvolto per rendersi conto di ciò che stava accadendo: Akai era un mostro, un mostro simile a lui, la volpe a nove code. Ma com'era possibile se lo spirito della volpe era dentro di lui?

N:”Akai....”. Il demone ebbe uno scatto nel sentirsi chiamare così ed emise un ringhio quasi ad esprimere una sensazione di repulsione per quel nome; mostrò i denti come per avvertirlo che se lo avesse chiamato ancora in quel modo lo avrebbe divorato senza pietà. Tuttavia non sembrava ancora perfettamente in grado di reggersi bene sulle zampe e non lo attaccò, ma presto lo avrebbe fatto appena avrebbe conquistato la padronanza di quel nuovo corpo.

Naruto intanto approfittò dell'impossibilità del demone di muoversi liberamente per pensare a come levarsi da quella spiacevole situazione; non voleva ferire Akai e poiché si trattava proprio di lui la situazione era ancora più complicata.

Fece qualche passo indietro ma fu bloccato da qualcuno o qualcosa che gli arrivò improvvisamente alle spalle. Tuttavia fu abbastanza svelto da reagire e fare un balzo all'indietro per vedere in viso il suo aggressore: era il capo dei banditi.

N:” TU?!?!”. D'istinto Naruto estrasse un kunai e lo puntò verso di lui che non mostrò la minima

intenzione di voler intraprendere uno scontro, anzi camminò lentamente fino ad arrivare vicino ad Akai.

N:” FERMO! STAI ATTENTO! LUI E'...!!!”. il ragazzo rimase sconcertato da quello che vide: il demone non mostrò alcun segno ostile nei suoi confronti, anzi abbassò il capo e le orecchie in segno di sottomissione emettendo solo un ringhio appena percettibile all'orecchio umano.

“E' in parte demone...lo so...sono stato io a crearlo> si girò verso il ragazzo mostrando un sorriso come di gratitudine

“Gr-grazie a-a me...? che vorresti dire?”.

“ si grazie a te! Vedi... non hai notato la sua somiglianza con Kyuubi?”

“Sì...e allora?” Naruto non capiva come quel dettaglio potesse essergli utile per capire.

Il capo sbuffò spazientito dalla scarsa capacità di quel ragazzo di ragionare e dal fatto che avrebbe dovuto perdere tempo a spiegargli come stavano le cose. Non perchè realmente ci teneva che lui lo sapesse ma solo per il fatto di vedere il terrore nei suoi occhi mentre scopriva la verità che si nascondeva dietro tutto ciò che si era verificato ultimamente. Quell'orrore lo avrebbe fatto sentire in estasi vedere l'orrore e la sofferenza negli occhi altrui.

“ Mmmm....mi sa che è meglio se ti spiego tutto dall'inizio...prima che tu muoia di una morte atroce annegato nel tuo stesso sangue! Ahahah”.

“Credi che te lo permetterò forse?”

“Mmmm...vedremo...dunque iniziamo...tutto iniziò anni fa quando ero solo un ragazzino, all'epoca era in corso una guerra tra il villaggio della foglia e un villaggio poco distante dal mio che si trovava proprio in mezzo ai due....sfortunatamente...le battaglie continuavano e continuavano per giorni che si trasformarono in mesi...mesi vissuti nel terrore che il nostro villaggio venisse coinvolto nelle loro dispute senza senso! Infine quel fatidico giorno arrivò...il nostro villaggio fu usato come campo di battaglia non curandosi minimamente di noi che ci vivevamo! Ogni giorno vedevo persone a me care che mi lasciavano in un bagno di sangue senza potersene andare con dignità ma immerse nella polvere come se fossero solo oggetti non esseri umani! Ho visto i miei genitori venire uccisi brutalmente solo per aver chiesto disperatamente di uccidere pure loro ma di lasciare in vita me...e ho visto l'indifferenza più totale negli occhi dei vostri ninja mentre toglievano vite innocenti...sono scappato dal villaggio e ho vagato in lungo e io largo meditando vendetta per anni ma non sapendo come averla e alla fine ho scoperto la tua esistenza...il fatto che tu portassi dentro di te lo spirito della volpe a nove code e ho pensato che questa cosa potesse tornarmi utile per avere ciò che cercavo...VENDETTA! Così ti ho osservato a lungo ma ho notato che nonostante la tremenda forza che sprigionavi...eri comunque instabile e anche usandoti avrei corso il rischio che un giorno ti saresti rivoltato contro di me. Ho pensato a lungo su come aggirare questo problema e ho messo a punto un kunai speciale, che è quello con cui ti ho provocato quel taglio, che mi permettesse di mischiare sangue umano con il chakra di Kyuubi”.

N:” E come ci saresti riuscito?!?!”.

“Datti una calmata! Ora spiego anche questo! Come ci sono riuscito? Semplice...con quel kunai oltre che ferirti fisicamente ha anche intaccato i vasi del chakra facendolo fuoriuscire insieme al tuo sangue: così si sono fusi creando una creatura che possedesse la forza della volpe unita alla ragione umana in modo che possa avere il suo pieno controllo e usarla per vendicarmi di Konoha! Akai è l'arma creata da me per sbarazzarmi per sempre di Konoha! Certo adesso non è ancora completata del tutto la trasformazioni ma presto lo sarà! Avrò Kyuubi sotto il mio controllo! AHAHAH”.

Il ragazzo rimase impietrito di fronte alla realtà che si nascondeva dietro Akai...in lui c'era il suo sangue e il chakra di Kyuubi...erano simili dopotutto!

Guardò Akai negli occhi con uno sguardo sofferente, implorandolo di non fare quelle cose orribili che aveva già fatto lui in passato. Era però troppo tardi ormai.

Il mondo gli sembrava diventato un luogo privo di suoni, non si accorse nemmeno di Akai che gli si avventava contro, lo sentì solo quando gli fu addosso e le sue zanne gli penetravano profondamente nella carne. Non urlò di dolore, non ne fu capace, in quel momento il dolore più grande era rappresentato dalla sua sofferenza interiore.  

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Una speranza oscura ***


   

CAPITOLO 11: UNA SPERANZA OSCURA

Buio...Naruto non fu più in grado di percepire nulla, nessun suono, nessun dolore.

L'unica cosa che fu in grado di percepire era l'odore pungente del sangue che gli impregnava i vestiti; nonostante Akai lo attaccasse con una furia inaudita non sentì alcun dolore.

Sangue fresco schizzava da tutte le parti mentre gli artigli demoniaci continuavano ad infierire sulla fragile ed indifesa carne umana. Era in uno stato confusionale, come se fosse caduto sotto ipnosi: non riusciva né voleva agire, lasciava che le cose facessero il suo corso.

'Mi ucciderà...e io sono qui che me ne sto immobile in preda alla paura...non posso far nulla, è più forte i me...'. Il tempo passò lento e inesorabile ma al ragazzo sembrò un'eternità anche se effettivamente era passato solo un minuto.

Intanto, nel corpo di Naruto, la volpe aspettava pazientemente il momento in cui lui sarebbe morto.

“Uhuhuh! Bravo...lasciati andare...appena sarai morto il sigillo perderà tutto il suo potere e io potrò sbarazzarmi di questo tuo corpo debole e fragile così da prendere il controllo del suo!”.

Il ragazzo si svegliò improvvisamente dallo stato di trance, guardò il demone dritto negli occhi e lui fece altrettanto e fu così che comprese a fondo il legame che li univa: lo poteva sentire in tutto il suo corpo come una fiamma che lo possedeva e bruciava intensamente.

Decise che non poteva restare lì a farsi sopraffare da lui ma non poteva nemmeno ucciderlo...quello che stava accadendo non era colpa sua: era una vittima, come lui.

Entrambi si trovavano all'interno di un gioco crudele architettato dalla mente più diabolica che esiste: quella umana. Con le ultime forse che gli rimaneva cercò di afferrare le zampe anteriori di Akai anche se non e fu un'impresa facile ma alla fine riuscì a tenerle bloccate e a toglierselo di dosso facendolo finire a metri di distanza. Questo gesto gli prosciugò quasi tutte le su energie e non fu abbastanza repentino da impedire che la bestia gli saltasse di nuovo addosso, stavolta con più ferocia di prima.

'E' forse finita ormai?...ma forse...no!'.

Cercò di pensare ad un modo per liberarsi da quella situazione difficile ma il dolore delle ferite il fatto che avesse perso molto sangue gli annebbiava la mente togliendogli la lucidità di pensiero per poter elaborare un piano efficace. L'istinto di sopravvivenza prese però il sopravvento e fece la prima cosa che gli venne in mente senza pensarci un'ulteriore volta: accanto a lui vide un bastone, era lontano ma con qualche sforzo lo avrebbe preso..doveva riuscirci altrimenti sarebbe morto dissanguato.

Nel frattempo il capo dei ninja si stava godendo la scena, deridendolo in continuazione e dicendo, come se fosse un consiglio: “ non tentare di combattere una battaglia già persa in partenza! Non sperare quando la speranza si è ormai dissolta! Lasciati andare al freddo abbraccio della morte...la senti? Ti sta chiamando...perchè resisterle quando tutto è ormai vano? ARRENDITI!”.

Con le forse restanti il ragazzo dai capelli più splendenti del sole riuscì ad afferrare il bastone colpendo Akai ad un fianco che, pur essendo un demone, guaii come un cucciolo indifeso e cadde a terra. Naruto si rialzò alzò lo sguardo verso il capo con occhi pieni di una determinazione che neppure lui aveva mai avuto quello sguardo era una chiara risposta alle domande del ninja: non si sarebbe mai arreso, quello era il suo credo.

“perchè? Lo vuoi sapere? PERCHE' IO NON MI ARRENDO MAI! Perchè io non perdo mai la speranza anche là dove sembra non esserci...perchè sarò io a creare nuove speranze!”.

Grazie a questa determinazione sembrò che il dolore fosse sparito ma solo per un attimo poiché esso si fece sentire in quel momento, era allo stremo non avrebbe potuto resistere ad un altro combattimento.

Il ninja lo guardò quasi con compassione:”ma guardati! Non ce la fai più! Sei allo stremo! Cosa ti dà tutta questa forza?”.

Per naruto la risposta era fin troppo scontata la sua forza poteva provenire solamente da ciò che gli era più caro:”dai miei amici e dai miei maestri!” disse ansimando “ loro mi trasmettono la forza di andare avanti per la mia strada e che mi incoraggiano a non arrendermi mai nemmeno quando...ugh!” sputò a terra un grumo di sangue, non aveva più fiato e parlare diventava sempre più difficoltoso “ ….nemmeno quando sembra non esserci più niente da fare!”.

Il ninja rimase spiazzato dalle sue parole e commise l'errore di abbassare la guardia.

Qualcosa uscì dall'erba nelle vicinanze veloce come un fulmine e lo colpì al petto provocandogli un taglio profondo. Ciò che era uscito dall'erba si mise davanti a naruto per proteggerlo:era Sakura!

Il ninja imprecò sottovoce coprendosi la ferita infertagli con un kunai e in poco tempo si ritrovò la mano imbrattata di sangue fresco:”TU! MALEDETTA!”.

In quello stesso momento Akai si rialzò sentendo il suo padrone urlare, si mise davanti a lui ringhiando contro il suo aggressore mostrando i denti come avvertimento a non avvicinarsi.

“SAKURA....NON...ugh! Non avvicinarti è pericoloso! Quello è Akai...ma non è più lui...è posseduto da...Kyuubi!”.

Cadde a terrà sfinito e l'ultima cosa che vide fu Sakura che si girò verso di lui sussurrando qualcosa che non riuscì a cogliere e che si avventò su Akai.

 

Non seppe quanto tempo rimase incosciente ma quando si risvegliò vide Sakura che cercava di curargli le ferite ma senza riuscirci fino in fondo, non erano ferite normali quelle che gli erano state inferte. Non parlò ma la guardò soltanto e vide che anche lei era ferita: sul petto aveva tre profondi squarci sicuramente provocati dagli artigli demoniaci di Akai; il vestito era zuppo di sangue fresco che colava ancora dalle ferite.

I suoi occhi erano colmi di dolore e stanchezza anche lei era allo stremo doveva aver combattuto una battaglia furiosa contro...

Naruto:” AKAI!!!”.

Sakura lo guardò preoccupata: “naruto...calmati! Sei senza forze non devi far così!”.

La guardò allarmata:”Akai! Hai combattuto contro Akai! Che è successo? Dove sono?”.

Gli mise un dito sul labbro per zittirlo scuotendo la testa:” ne riparliamo un'altra volta ora devi pensare a te! Sei ridotto male! Se non fossi arrivata io....!” abbassò la testa, gli occhi furono coperti dai capelli ma lui si accorse che stava piangendo anche se tratteneva i singhiozzi.

Lo guardò profondamente negli occhi avvicinandosi ad ogni parola al suo viso:...”tu....”si avvicinò sempre di più “...saresti...”i visi erano vicini, un solo millimetro in più e si sarebbero incontrati.

Tuttavia non fu lei a finire la frase:” ….morto?”.

Lui abbassò la testa e diresse lo sguardo altrove, si fece scuro in volto:” forse sarebbe stato meglio per tutti...se io fossi morto...”.

Improvvisamente sentì la guancia scottare: Sakura, come era prevedibile, gli aveva mollato uno schiaffo. Forse se lo meritava...aveva detto una cosa orribile ma in fondo,forse, anche vera.

Si girò di nuovo verso di lei: lo stava fissando con occhi fiammeggianti ma al tempo stesso piangeva disperata: “Come...come puoi pensare una cosa del genere?!?!?”.

“ lo penso perchè...se io morissi morirebbe anche...” si toccò la pancia, dove c'era il sigillo di Kyuubi “Kyuubi...e questo sarebbe meglio per tutti...sarebbe una liberazione...quella bestia non sarebbe più in circolazione...capisci?”.

Sakura rimase di sasso di fronte alle sue parole, non sembrava nemmeno che fosse lui a parlare.

Non era da lui, lo conosceva troppo bene e sarebbe mai capace di concepire pensieri simili, oscuri e inquietanti.

“ non è una buona ragione per pensare cose del genere...”.

“ hai ragione.....”.

Tuttavia Naruto disse una cosa ma ne pensò un'altra totalmente diversa ' farò ciò che è giusto per la salvezza di tutti soprattutto....' guardò Sakura ' ...soprattutto per lei...'. 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Odore di vendetta ***


 

CAPITOLO 12: ODORE DI VENDETTA

I due decisero di tornare al villaggio affinchè si rimettessero in sesto entrambi ma soprattutto anche perchè dovevano riferire l'accaduto all'hokage.

Per buona parte del tragitto rimasero silenziosi, ognuno immerso nei propri pensieri e nelle proprie domande. Fu naruto ad interrompere il silenzio, doveva sapere cosa era successo mentre era svenuto anche se in parte poteva immaginarlo e la ferita sul petto di Sakura ne era la prova ma voleva sapere di più. Dove erano spariti Akai e il suo “padrone”?

Il ragazzo disse in modo del tutto impassibile, come un ordine impartito da un sergente ad un soldato semplice:” Sakura...fermiamoci...dobbiamo parlare”.

Sakura si fermò di colpo e senza opporsi disse semplicemente:” ok...”.

Scesero dai rami con un balzo,tuttavia entrambi appena toccarono terra fecero una smorfia di dolore per l'impatto. Erano così esausti e doloranti che non riuscirono ad atterrare correttamente e si fecero ulteriori ferite minori ma quella era una cosa di poca importanza in confronto a ciò che era successo nelle ultime ore.

N:” Non ci girerò molto attorno alla questione...raccontami tutto quello che è successo mentre io ero svenuto...anche se posso anche vagamente immaginare cosa sia successo...visto “quella” dicendo questo osservò la ferita di Sakura e lei, istintivamente, ci mise la mano sopra per coprirla, abbassando lo sguardo come imbarazzata. Pochi attimi dopo decise di parlare; il suo tono era basso quasi un sussurro come se avesse paura a far conoscere a Naruto ciò che era successo...e ciò che aveva sentito.

“ Dopo che tu sei svenuto mi sono avventata contro quel...non so cosa fosse ma era simile a Kyuubi ma non riesco a spiegarmi cosa sia...un demone forse...comunque aveva una forza spaventosa e..non sono riuscita a tenergli testa. Quello che so è che nel momento in cui mi ha ferito...ho sentito qualcosa di familiare, come se lo avessi già visto e ho anche sentito qualcosa di...”umano” dentro di lui.”.

Naruto ascoltò con attenzione senza parlare ma annuendo solo di tanto in tanto.

Era a conoscenza del motivo per cui Sakura aveva provato quelle sensazioni: in parte quel demone era umano, parte del suo sangue scorreva dentro di lui e quindi era normale quella sensazione di familiarità.

“ quando mi ha atterrato il ninja, non so per quale motivo lo ha fermato prima che mi desse il colpo di grazia e...ha detto che ci saremmo reincontrati presto...al villaggio della foglia..o di quelli che ne sarebbe rimasto...”.

Il ragazzo chiuse gli occhi e si lasciò andare ad un sospiro; non era niente di più di quello che si era immaginato. Il suo scopo era la distruzione della foglia, dopotutto desiderava vendetta per ciò che era accaduto al suo villaggio proprio a causa di Konoha.

Sakura notò questo suo strano atteggiamento e domandò: “E' come se tu sapevi tutto...è così?”.

“ Sì....sapevo che il suo scopo fosse quello e...mi ha anche raccontato altre cose..cose terribili accadute al suo villaggio a causa di Konoha. Il suo è un atto dovuto alla vendetta.”.

“ E quel...demone?”.

“ Quello era...”. Deglutì prima di dare la terribile risposta “..Akai...”.

La ragazza rimase sconcertata da quella affermazione:” Akai?! ma...com'è possibile?!”.

Naruto le raccontò in ogni singolo dettaglio tutto ciò che il bandito gli aveva raccontato: di come il suo villaggio era stato usato come campo di battaglia da Konoha, coinvolgendo gente innocente, e di come avesse architettato la sua vendetta grazie al fatto che era venuto a conoscenza dell'esistenza del jinchurichi del Kyuubi e di come lo avesse usato per creare un essere metà umano e metà demone potendo avere così il pieno controllo di esso e di sfruttarlo come arma per la distruzione di Konoha.

Durante tutto il racconto, parola dopo parola, l'espressione di Sakura passò lentamente dall'incredulità al terrore.

 

Nel frattempo, poco distante dal luogo dove era avvenuta la furiosa battaglia, qualcosa di terribile stava accadendo. Nei paraggi si cominciarono a sentire dei ruggiti misti a rabbia ma anche di un grande dolore come se qualche creature stesse subendo le torure più crudeli e cruente.

La mutazione di Akai non era conclusa: era solo agli inizi. Ciò che Naruto e Sakura avevano affrontato non era altri che un cucciolo in confronto alla creatura che stava nascendo.

Il capo era lì, seduto sotto un albero dolorante ma al tempo stesso una smorfia più di gioia folle che di dolore si intravedeva sul suo viso. Si stava semplicemente godendo lo spettacolo: presto il suo piano si sarebbe attuato del tutto e niente lo poteva fermare.

Ad un tratto i versi di Akai crebbero di intensità e comiciò a dimenarsi sempre di più in preda a fitte che provenivano da ogni parte del suo corpo che si modificava in continuazione fino a diventare sempre più grosso e muscoloso e il pelo farsi sempre più fitto. Durante la trasformazione le sembianze umane si fecero meno evidenti ma si mantennero; il sangue umano si ribellava e sembrava che non volesse lasciare al sangue demoniaco il pieno controllo sul corpo.

Si potevano udire anche i terribili rumori delle ossa che d'apprima scricchiolavano e poco dopo si rompevano per adattarsi al corpo su cui se ne potevano intravedere i movimenti bruschi sottostanti.

Ad ogni scricchiolio Akai emetteva versi sempre più acuti e gli occhi si spalancavano fino a che sembrava che da un momento all'altro schizzassero fuori dalle orbite. Dalla bocca fuoriusciva bava mista a sangue poiché anche le sue zanne stavano cambiando: denti nuovi crescevano costringendo quelli vecchi a staccarsi brutalmente ferendolo per far spazio ai nuovi arrivati, più lunghi e più affilati. Le sue dimensioni crescevano sempre di più fino ad arrivare ad essere decisamente più alto di un normale essere umano. Altre code crebbero ed arrivarono ad essere cinque; attorno al corpo aleggiava un'aura di chakra rosso come il fuoco: sembrava avvolto dalle fiamme. L'unica cosa che non era mutata era l'occhio sinistro che manteneva ancora il suo colore, azzurro come il cielo, la prova del suo legame con Naruto.

Infine cadde a terra sfinito dal dolore con un'espressione di un cucciolo ferito che non lo faceva minimamente sembrare al demone spaventoso che era, ma quella ormai era la sua natura e doveva accettarla per quello che era.

Dall'occhio sinistro straordinariamente cadde una lacrima limpida: quello era il vero Akai che si manifestava, per un momento la sua parte demoniaca fu messa da parte.

Il capo dei ninja si accorse di questo e lo punì con la forza, non doveva abbandonarsi alla sua parte debole:”IL TUO COMPITO NON E' FARE IL CUCCIOLO INDIFESO! TU SEI UN DEMONE! NON DEVI LASCIARTI SOPRAFFARE DALLA TUA PARTE DEBOLE!”.

Per Akai questa fu presa come un'offesa pesante, ma non potè fare altro che trattenersi ed obbedire.

'maledizione! C'è mancato poco! Se si lasciasse sopraffare dai sentimenti...potrebbe....ritornare allo stadio iniziale...e sarebbe tutto inutile allora!'.

Si morse il labbro a quel pensiero ma pensò che non era il caso di preoccuparsene troppo.

Si rivolse ad Akai con un sorriso maligno:”bene” Akai! È giunto il momento tanto atteso! Konoha la pagherà e avrò finalmente la mia vendetta! AHAHAHAH! ANDIAMO MIO DEMONE!”.

Akai lanciò un ruggito di battaglia udibile anche da lontano. Tutta la foresta sembrò tremare, interi stormi di uccelli si alzarono in volo spaventati e gli animali, sia erbivori che non, fuggirono terrorizzati. Stava per cominciare la grande battaglia. 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** verso la distruzione ***


 

CAPITOLO 13: VERSO LA DISTRUZIONE

 

Nel frattempo i due ragazzi si erano messi in cammino per raggiungere il villaggio di Konoha il più in fretta possibile. Non sapevano quanto tempo avessero a disposizione e poteva già essere anche troppo tardi. Il tragitto fu totalmente silenzioso: parlare era inutile ormai, bisognava agire ed in fretta anche.

Si trovarono in un lampo all'entrata del villaggio, esitarono un attimo ma non per riprendere fiato.

Stavano entrambi riflettendo su come raccontare l'accaduto all'Hokage ma effettivamente si resero conto che stavano perdendo tempo prezioso.

Ripartirono alla velocità della luce ritrovandosi senza nemmeno accorgersi davanti allo studio di Tsunade.

La sensazione di trovarsi ancora lì durante una situazione d'allarme pareva loro una specie di dejà-vu come quando avevano ricevuto la missione: l'atmosfera era la stessa solo più tesa.

Fu Naruto ad aprire la porta lentamente come aveva già fatto quella volta.

Vide Tsunade in piedi che dava le spalle alla scrivania e senza che nessuno parlasse si girò verso i ragazzi mantenendo lo sguardo su Naruto. Non era sorpresa nel vederlo lì.

Senza girarci tanto intorno chiese con tono autoritario: “Ebbene? Che è successo? Voglio ogni dettaglio anche il più insignificante!”. Non si sedette rimase in piedi mentre a turno i due raccontavano ciò che sapevano riguardo la situazione attuale.

Pur soffermandosi su ogni particolare cercarono comunque di eliminare cose superflue e di parlare il più in fretta possibile. Non c'era più tempo per pensare a ciò che era ormai passato.

Alla fine del racconto Tsunade si limitò a d annuire posando il suo sguardo alternativamente prima su sakura poi su Naruto, soffermandosi con più attenzione su quest'ultimo.

Il ragazzo si innervosì parecchio per questo suo atteggiamento sconsiderato: non c'era tempo per pensare a come convincere l'Hokage che lui era solo una vittima e non c'entrava nulla con le aggressioni. Tuttavia Tsunade non sembrava ancora convinta della sua innocenza ma anche se non lo era la colpa non poteva ricadere totalmente su di lui dato che, nei momenti in cui si lasciava sopraffare dal demone, non era cosciente.

Nel momento esatto in cui etrambi stavano per parlare, si sentì un rombo che li zittì entrambi.

Il volto dei ragazzi si sbiancò come un lenzuolo mentre Tsunade riuscì a mantenere uno sguardo impassibile e si limitò a chiudere gli occhi.

Si sentirono urla provenire da ogni parte, urla che venivano spezzate improvvisamente da una forza oscura, senza pietà che privava la vita a chissà quanti innocenti.

Non ci fu bisogno di ordini poiché entrambi i ragazzi erano già schizzati via per risolvere al più presto la tragica situazione.

“per quanto tragica sia...non mi arrenderò finché questo mio corpo sarà dotato di forze...fino alla morte!” pensò Naruto. I pensieri della ragazza furono gli stessi, erano come connessi telepaticamente.

Arrivarono sul posto ed entrambi ebbero un conato di vomito alla vista di tutta quella gente brutalmente squartata da quella forza animalesca. Il terreno era completamente impregnato di sangue. Videro i volti dei cadaveri: gli occhi privi di vita che li “fissavano” quasi come per chiedere disperatamente di essere riportati in vita e di uccidere la cosa che gliela aveva brutalmente sottratta.

Cercarono di distogliere lo sguardo dai cadaveri ma uno di essi li lasciò di sasso: era il capo dei ninja!.

“Alla fine la bestia gli si è rivoltata contro...non si può domare un demone...che sciocco! Idiota! ! Causa della sua bramosia di vendetta si è fatto uccidere!” disse tristemente il biondo.

Sakura non disse nulla: la parola vendetta le suonava troppo familiare e dolorosa.

“Anche...lui...finirà per fare questa fine?...”.non versò neppure una lacrima, in fondo, dentro sé stessa, pensava che colui per cui era nato quel pensiero non se le meritasse più le sue lacrime.

Ormai non c'era più tempo per pensare. Naruto le mise una mano sulla spalla per svegliarla dai suoi tristi pensieri e le disse dolcemente come se fosse qualcosa di assolutamente normale:” Sakura...questa è una cosa che devo risolvere per conto mio...tu non c'entri nulla. Porta in salvo più vite che puoi. Io...me la caverò...” sapeva che non era così, sapeva che le cose non sarebbero mai andate come dovevano andare. La ragazza ovviamente si ribellò e stava per mollargli il suo solito schiaffo di ammonimento e naruto lo sapeva, quindi la intercettò bloccandole il braccio.

Il volto di sakura era sconvolto e zuppo di lacrime: lui era meritevole di queste sue lacrime e anche di qualcos'altro. Si avvicinò al suo volto e lui fece lo stesso fino a quando non si incontrarono e nello stesso istante in cui le loro labbra si incontrarono la bestia fece irruzione interrompendo quel momento a lungo desiderato. Il ragazzo a malincuore si staccò da lei dicendo in modo ironico per sdrammatizzare:”hai lasciato che ti baciassi senza mollarmi uno schiaffo....sto facendo progressi!”

tornò serio:”Ora...vai però...questa è la mia battaglia...non la tua”.

La ragazza non obiettò e eseguì l'ordine, non per codardia ma perchè si fidava di lui più di chiunque altro. Gli sussurrò qualcosa all'orecchio e se ne andò di corsa. Naruto restò di sasso in seguito a quelle parole ma non si lasciò distrarre: si girò per affrontare la bestia e....sè stesso.

Non parlò....ormai non serviva più parlare ad Akai, ormai non ne era rimasto più nulla.

Chiuse gli occhi....la battaglia contro sé stesso era cominciata e si sarebbe risolta solo con la morte di uno o, nel peggiore dei casi, di entrambi. 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Io, il demone ***


CAPITOLO 14: IO, IL DEMONE

 

La battaglia che avrebbe deciso le sorti de Naruto ma soprattutto del villaggio iniziò in fretta senza cerimonie, in silenzio. Ci fu solo un breve attimo di sguardi carichi d'odio prima che i combattenti inziassero la loro furiosa battaglia personale che avrebbe portato la pace o la totale distruzione della vita. Naruto non si fece impietosire dal pensiero di cosa fosse stato quell'essere per lui, se si fosse lasciato andare alla pietà sarebbe stata la fine.

Nemmeno il suo avversario sembrava rimuginare sul passato: tutto ciò che restava di essi none era altro che una fitta nube nera.

La bestia era enorme cresceva in continuazione tuttavia le sue dimensioni non erano ancora lontanamente paragonabili a quelle del Kyuubi ma per il ragazzo le difficoltà a tenergli testa non erano poche.

Cercò di infierire sui suoi punti deboli ma lui fu sempre più veloce di lui anche se di poco.

Il suo kunai si schiantava sempre e solo sugli artigli che non si scalfirono per nulla.

All'ennesimo colpo parato il kunai si frantumò andando a finire in mille pezzi.

Non si arrese e utilizzò tutte le armi che gli erano rimaste ma ilo demone sembrava non risentire dei colpi subiti anzi ad un certo punto cominciò a ridere di gusto, quasi provasse un piacere immenso nell'essere colpito.

La battaglia era arrivata ad un punto morto ma solo Naruto era passato all'offensiva: Akai si era solo limitato ad assorbire i colpi disperati del ninja.

Si fermò un attimo per riflettere. Temette tuttavia che fermandosi il demone ne avrebbe approfittato ma non fu così e si limitò a fissarlo e a deriderlo.

Aprì la bocca e il ragazzo pensò che stesse per cercare di afferrarlo con le sue tremende fauci.

Chiuse gli occhi e attese, ormai si sentiva sconfitto.

Non sentì nulla e riaprì gli occhi rimanendo di stucco: il demone stava farfugliando qualcosa, cercava di parlare.

Il biondo spalancò la bocca anche lui, stupito.

“st-sta cer-cercando di dirmi qua-qualcosa...?” attese ancora ed ecco che riuscì a parlare anche se non molto chiaramente.

“Per-perdonami....Na-Naruto....”. La sua voce era strana, non era quella di un demone...era quella di....

“AKAI!AKAI! SEI TU! ALLORA ESISTI ANCORA! OPPONITI! OPPONITI AL DEMONE CHE TI IMPRIGIONA TI PREGO!”

“No-non posso....non ho più le for-forze...queste sono le mie ultime parole....”

il demone sembrò combattere contro una forza invisibile....la flebile forza di akai.

“AKAI! TI PREGO!” il suo volto fu rigato da un fiume di lacrime al pensiero di perdere un amico così prezioso...un altro amico. Era furibondo, furibondo con sèstesso per la sua totale incapacità di proteggere ciò a cui teneva di più.

“A-addio....amico mio...ti voglio....be...ne....”.

Akai era morto e il demone viveva.

Naruto capì, capì che Akai non esisteva più, capì che ora tutto era finito che non poteva fare più niente se non aspettare.

Il demone rise, la risata si trasformò in un ruggito e si avventò sull'indifesa e fragile carne umana di naruto. Trovò la forza di schivarlo e riprendere il combattimento ma era allo stremo delle forze: aveva a disposizione un unico colpo, un ultimo rasengan e se avesse fallito sarebbe veramente stata la fine. Si concentrò, caricò il colpo e poco prima che il demone gli sferrò un colpo con le poderose zampe riuscì a colpirlo ma non fu abbastanza potente da stenderlo.

“eheheheeheh......AHAHAHAHAAHH! COSA CREDI DI POTER FARE IDIOTA! TU NON PUOI UCCIDERMI! NESSUNO PUO'! MA NEMMENO IO POSSO UCCIDERE TE!”

“e....perchè? Anf anf....”

“Non perchè non possa! Ma perchè...uhuhuh mi servi per essere completo...per essere ciò che sono veramente....”

“Non vorrai dire....”

“Sì caro Naruto! Il Kyuubi AHAHAHAAHAH!

“no....nononononon! NON DOVEVA FINIRE COSI'!” Si gettò a terra in preda al panico e alla paura. L'ultima cosa che vide fu il demone che rideva e che dal suo corpo si levarono zampe artigliate di chakra rosso che lo afferrarono e lo trascinarono verso il demone stesso.

Non si oppose, non ne ebbe nemmeno la forza.

“E' così....è così che deve finire..?” si avvicinò sempre di più al demone finchè non entrò in contatto con esso. Sentì un lieve bruciore su tutto il corpo per un secondo e si ritrovò in un luogo diverso.

Ci mise un po' a capire dove fosse e quando lo scoprì pensò che sarebbe stato meglio morire prima di rendersene conto....era stato assorbito dal demone...vedeva con i suoi occhi,,,sentiva i suoi battiti... i suoi pensieri...tutto; ed era orribile. Ora si era trasformato in kyuubi. La ferocia e la perfidia che trasudava quell'essere erano così forti da essere insopportabili. Temette di impazzire ma ciò che vide dopo fu anche peggio. Vide Sakura davnti al demone che urlava disperata.

Sentì che pronunciava il suo nome, sapeva che lui era dentro il demone.

Cercò di urlarle di andarsene ma lei non sentì nulla.

Ciò che accadde dopo per lui fu come ricevere una pugnalata al cuore...il demone afferrò Sakura e la squartò brutalmente e gettò il cadavere come se fosse spazzatura. La ragazza farfugliò qualcosa guardando in direzione del demone prima di morire in una pozza di sangue.

Per Naruto fu come se la morte lo avesse preso, il battito del suo cuore cessò per un istante infinito prima di riprendere e fu costretto ad assistere a molte altre morti violente, in parte per mano sua anche se non ne era consapevole.

Vide sangue, sangue ovunque e gli artigli del demone che diventavano sempre più rossi.

Non si fermò finchè l'ultimo cuore non cessò di battere e l'ultima goccia di sangue innocente versata.

Uno scenario apocalittico si parò di fronte agli occhi del ninja: la vita era cosa ormai inesistente, erano morti tutti e lui non aveva fatto nulla per impedirlo.

Non riuscì a sopportare il peso di tutte quelle morti e infine morì diventando anch'esso un ricordo e da ricordo sparì definitivamente diventando una nube nera.

“.... come avrei potuto impedirlo...dopotutto sono io il responsabile sono.....io, il demone....”.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=629658