City of Angels

di FairyCleo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi incontri ***
Capitolo 2: *** I cacciatori e le cacciatrici ***
Capitolo 3: *** Una cena per 4 ***
Capitolo 4: *** L' Angelo del Signore ***
Capitolo 5: *** Il rapimento ***
Capitolo 6: *** Un'unica madre ***
Capitolo 7: *** La verità ***
Capitolo 8: *** Angeli e Demoni ***
Capitolo 9: *** Responsabilità ***
Capitolo 10: *** Basta nascondersi ***
Capitolo 11: *** Il magazzino ***
Capitolo 12: *** So cosa si prova ***
Capitolo 13: *** La città degli angeli ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Nuovi incontri ***


 
City of Angels

 

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.

Nuovi incontri

 
Era un freddo pomeriggio di pioggia nel Michigan. La Chevrolet Impala del '67 sfrecciava sicura sulla M- 76 nonostante il maltempo imperversasse senza tregua. Non c’era un minuto da perdere se volevano evitare altre morti inutili. Ma, nonostante tutto, l’atmosfera nell’abitacolo era estremamente rilassata. Era il loro lavoro e sapevano perfettamente come affrontarlo, dopotutto.
 
"Cazzo Sammy, potresti almeno smetterla di russare? Sto guidando e mi deconcentri!".
 
Dean Winchester era fatto così: arrogante, irascibile, strafottente, ma anche simpatico e premuroso. Guardava suo fratello Sam con aria estremamente soddisfatta. Come non godere da matti dopo averlo finalmente svegliato?
 
"Grazie tante Dean...".
 
Sam, ormai sveglio, guardava il fratello con profonda irritazione mentre si massaggiava il collo con la mano destra. Dopo ore e ore di caccia dietro uno stupido succhia-sangue dispettoso che non aveva la benché minima intenzione di andarsene da dove era venuto, era crollato sul sedile del passeggero con il capo riverso all'indietro. Si era addormentato tante volte in quella posizione e ogni volta, puntualmente, il torcicollo si impossessava di lui, e questo Dean lo sapeva bene. Non poteva lasciarlo dormire dato che ormai la frittata era fatta o svegliarlo prima per evitare che ciò accadesse??
 
"Così impari a non farmi compagnia mentre guido!".
"Dean..." - Sam lo guardava con sufficienza. Era davvero odioso quando si comportava in quel modo.
Lui, dal canto suo, con un sorrisetto fastidiosissimo stampato in viso, continuava a guidare, felice di aver portato a termine la sua piccola personalissima missione.
 
"E dimmi... Esattamente, cosa ti ha detto Bobby a riguardo?".
"Riguardo a cosa, Sam?".
"Secondo te?".
 
I due si erano fermati in uno spiazzale davanti al cimitero di Flint, anche se non sapevano esattamente cosa dovessero cercare. Bobby Singer, il loro ‘padre surrogato’, li aveva avvertiti di aver letto sul giornale di una serie di omicidi brutali avvenuti in quella zona. Le povere vittime erano state semi- decapitate e in parte sventrate. Nessuno era sopravvissuto e, di conseguenza, nessuno aveva visto niente, ma forse era meglio così. Nessuno avrebbe dovuto ricordare una simile esperienza.
 
"Potrebbe essere un fantasma, un poltergeist, un demone... o un cavaliere".
Sam guardava il fratello con aria rassegnata. Ci prendeva proprio gusto a sparare cretinate!
"Di sicuro, si tratta di qualcuno che è molto, molto incazzato!".
 
Dean, negli ultimi giorni, era diventato molto strafottente, e questo innervosiva molto Sammy.
Aveva deciso di continuare a dare la caccia agli esseri più insignificanti perché riteneva fosse giusto così, ma il minore dei Winchester non sembrava della stessa opinione. Non aveva obiettato, ma il lavoro andava svolto con criterio. Non potevano permettersi di andare all'arrembaggio come dei dilettanti. Perché Dean facesse finta di essere tale non riusciva proprio a capirlo.
 
"Senti Dean, non so se tu te ne sia accorto o meno, ma ti informo che siamo nel bel mezzo dell'Apocalisse, e credo proprio che tu sia mezzo rincretinito, se non lo sei già del tutto!".
Ma Dean continuava a guardarlo, sprezzante.
"DEAN!".
"SAM!".
 
Scoraggiato da quell’atteggiamento, Sam aveva mollato il fratello dietro di lui con un gesto plateale. Non lo sopportava proprio quando si comportava in modo così infantile.
Avevano dato il via all'Armageddon? Benissimo! Non era il momento di andare in giro a fare gli idioti! Salvare il mondo era una loro responsabilità, e non lo era mai stata tanto come allora.
 
"Che ti prende, Sammy?".
Sam guardava il fratello in silenzio.
"Cosa mi pende?" - era sempre più infuriato - "Sto cercando di capire che fine ha fatto Dean Winchester, e chi è questo idiota con il sorrisetto da ebete stampato in faccia che mi ritrovo davanti!".
Dean aveva cambiato espressione, che improvvisamente era di irritazione.
"Senti Sammy, sto disperatamente cercando di non pensare a tutto il casino che abbiamo combinato perché non ho idea di come risolverlo, al momento. Almeno per cinque minuti, ti prego, non continuare a sputare sentenze, perché potrei davvero non rispondere più delle mie azioni".
"Non ti riconosco più!! Un minuto prima sembri Bruce Willis che cerca di evitare l'Armageddon, e un attimo dopo... un attimo dopo sembri strafatto come Ewan Mc Gregor in Trainspotting!".
"Ma non ero io quello che faceva le citazioni dei film?".
 
All'improvviso, però, il battibecco familiare era stato interrotto: qualcosa si era scagliata su Sam, facendolo piombare al suolo diversi metri più lontano rispetto al punto in cui era stato aggredito.
 
"SAMMY!".
"D-DEAN!".
 
L’essere che lo stava attaccando era orripilante: si trattava di una donna in abiti ottocenteschi e con la testa semi- recisa dal collo penzolante da un lato. Stava cercando di decapitarlo a mani nude. Si trattava sicuramente di un fantasma.
 
"FA QUALCOSA!" – aveva urlato Dean, ma inutilmente: Sam stava diventando viola. Non era in grado di difendersi.
Il maggiore dei Winchester era corso verso la sua Impala. Sale, gli occorreva immediatamente qualche proiettile riempito con del sale. Aveva afferrato il fucile e lo aveva caricato prima di dirigersi verso Sam, che nel frattempo cercava di divincolarsi con tutte le sue forze da quella presa letale.
 
"RESISTI!".
Dean aveva preso la mira, stava per sparare e... BOOM.
Un solo precisissimo colpo aveva centrato in pieno quell'essere orripilante, facendolo dissolvere come neve al sole.
Sam, che cominciava a respirare regolarmente, guardava Dean con aria interrogativa.
"Dovreste fare più attenzione, ragazzi!".
Posso assicurarvi che i fratelli Winchester non avevano mai assunto un’espressione così ebete in tutta la loro vita. Almeno non contemporaneamente.
 
Continua…
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Salve!
Dunque… Che dire? Questa è la prima long che ho deciso di pubblicare. Supernatural è un telefilm che mi ha letteralmente rapita, e anche se sono una fan Destiel, non ho resistito dallo scrivere una Het (o pseudo-tale).
Essendo il mio primo lavoro, spero che i personaggi risultino IC e che la trama sia attinente alla serie. Ho immaginato questa long come un episodio da inserire nella stagione in corso!
Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito almeno un pochino. =)
A presto, mi auguro…
Un bacione
Cleo
          
                                                                        

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Capitolo 2
*** I cacciatori e le cacciatrici ***


I cacciatori e le cacciatrici

 
 
"Bè? Cosa sono quelle espressioni da ebeti? Forza, c’è del lavoro da fare".
 
Due ragazze, di cui una con in mano un fucile ancora fumante per il colpo appena sparato, li guardavano con aria soddisfatta.
Due ragazze, anche piuttosto carine, avevano appena salvato il culo a due energumeni che avevano dimostrato di avere un bel po’ di muscoli ma davvero molto poco cervello.
 
Sam, che nel frattempo si era rimesso in piedi, continuava a spostare lo sguardo da Dean alle due ragazze e viceversa. Avevano incontrato altre cacciatrici sulla loro strada, ma loro...loro non avevano esattamente l'aria da cacciatrici. Sembravano più due liceali che avevano marinato la scuola.
Entrambe avevano capelli lunghi color castano chiaro, ma erano una riccia e l'altra liscia. Erano di simile altezza e simile corporatura e avevano entrambe gli occhi castani. Sì, erano ordinarie, ma erano veramente molto, molto carine.
 
"Ma si può sapere che vi prende?"- aveva detto la ragazza dai capelli lisci - "Il fantasma vi ha mangiato la lingua?".
Avanzava verso di loro senza il minimo timore, continuando ad impugnare il fucile. Neanche fosse stato l’applicatore di un mascara!
"Tranquille dolcezze… Non ho nessuna intenzione di usarlo su voi due".
 
Si era accorta che i due ragazzi continuavano a fissare l'arma che imbracciava e la cosa sembrava divertirla molto. Era evidente che non pensava di incutere tanto timore.
 
La ragazza riccia si era dileguata all'improvviso, per poi tornare con una tanica di benzina. Seguiva l'altra ragazza che non si stava affatto dirigendo verso Sam e Dean – come avevano inizialmente pensato - ma li aveva superati a grandi passi, andando verso il cimitero.
Dopo essersi guardati giusto il tempo di scambiarsi un cenno di intesa, i Winchester si erano affrettati nel seguire le due strane ragazze. Che avessero davvero intenzione di…?
 
Così, le avevano trovate sul bordo di una tomba già scavata intente una (la riccia) a svuotare la tanica sui resti del defunto, e l'altra (la liscia) a buttarvi sopra un accendino fiammeggiante. In un istante, nella fossa si era innalzato un muro di fuoco.
Per quanto potesse continuare a sembrare strano, le due ragazze erano proprio ciò che sembravano. Due piccole, dolci, carinissime esperte cacciatrici.
 
"S-scusate...!"- aveva appena sussurrato - e balbettato, a onor del vero - Dean alle suddette cacciatrici per attirarne l'attenzione.
Sam guardava il fratello stranito. Nessuna ragazza intimidiva Dean Winchester, eppure lì, davanti ai suoi occhi, ce n'erano ben due!
Da un lato poteva capirlo: all'apparenza dolci e indifese, si erano rivelate due cacciatrici dal sangue freddo che sapevano esattamente come agire.
Dean era rimasto col dito indice della mano sinistra sospeso per aria nell'attesa di fare una domanda o di dire qualunque cosa. Si rendeva conto di star facendo la figura del cretino, ma proprio non sapeva come proseguire.
Le due ragazze, illuminate dalla luce del fuoco, attendevano pazientemente che il giovane proferisse parola.
 
"Ma come cavolo avete fatto a scavare la tomba così in fretta??".
 
E dopo tutta quell’attesa, quello era il massimo che quell’idiota era stato in grado di formulare??
Sam lo guardava allibito. Non aveva più dubbi ormai: suo fratello era rimbambito sul serio.
 
Dean, però, non sembrava essersi accorto della gaffe, e continuava a sorridere come un ebete, soddisfatto di aver portato a termine il suo compito.
E, dopo l’ennesima occhiata fugace e non ce l'avevano fatta più. Le due ragazze erano scoppiate in una risata talmente fragorosa da coinvolgere persino Dean e Sam, che continuava a chiedersi se le ragazze ridessero per spirito o perché pensavano che fossero due idioti patentati.
Dopo lunghi minuti trascorsi a ridere a crepapelle, la ragazza dai capelli lisci, mentre si asciugava le lacrime dagli occhi, aveva chiesto ai fratelli Winchester da dove fossero usciti.
 
"Sembrate due personaggi di una sit-com!"- aveva esclamato, cercando disperatamente di trattenere le risate.
La ragazza dai capelli ricci era tutta rossa in viso, e persino le lentiggini che aveva in viso sembravano aver assunto un tono più acceso.
"Perfetto Dean...siamo diventati lo zimbello del cimitero...Grazie tante..."- aveva sussurrato Sam al fratello, che finalmente si era reso conto di aver fatto la figura del cretino.
 
"Voi due siete troppo forti!"- aveva detto la ragazza liscia avvicinandosi a Dean a mano tesa - "Io sono Vanessa...Vanessa Forrest-Carter!" - e aveva stretto la mano di Dean con tanto vigore da fargli male - "E lei è mia sorella Lexie!"- aveva aggiunto, senza lasciare a Dean il tempo di rispondere.
Lexie si era avvicinata timidamente a Sam, che solo allora si era accorto che proprio come Dean, aveva il viso adorno di tante piccole lentiggini che la rendevano ancora più dolce di quanto già non fosse. Eh sì… era davvero molto, molto carina.
"E voi siete?"- aveva chiesto Lexie. Improvvisamente, come per magia, si erano ricordati di saper parlare, e che FORSE – ma solo FORSE, sia ben chiaro - avrebbero dovuto rispondere alla domanda posta dalle due ragazze.
"Io sono Dean, e lui è mio fratello Sam".
Il viso di Lexie si era illuminato improvvisamente.
"Sam e Dean...Winchester?" - aveva chiesto loro.
I due fratelli avevano risposto abbozzando un sorriso.
 

*

"Fatemi capire: voi due sareste i due geni che hanno dato il via all'Apocalisse?".
"Vanessa, non fare così...".
Sul viso della ragazza dai capelli lisci era sparita qualunque parvenza di un sorriso. C’era posto solo per il disprezzo.
"Andiamocene da qui, per favore" – e si era avviata a gran velocità verso i cancelli del cimitero, lasciando dietro di sé i due Winchester e sua sorella.
"Torna qui!"- ma più che aspettare che la sorella tornasse indietro, Lexie la stava seguendo, lasciandosi alle spalle Sam e Dean esattamente come aveva fatto quando era entrata nel cimitero.
Dean si era girato verso Sam, sconvolto. Davvero non pensava di poter essere tanto disprezzato.
 

*

 
"Ehi, voi due! Aspettate!" - aveva urlato Sam mentre correva verso di loro seguito da Dean.
"Andiamo ragazze..."- aveva aggiunto quest’ultimo. In un'altra circostanza gli avrebbe già urlato contro che non sapevano un cazzo delle loro vite, e che per quanto potesse essere vero ciò che avevano detto, non dovevano permettersi di esprimere pareri talmente duri su cose che non conoscevano fino in fondo.
Ma stavolta era diverso. Era come se il parere di quelle due sconosciute fosse più importante di qualsiasi altra cosa, e dunque avrebbe dovuto fare di tutto per spiegarsi e fare ammenda. Era assurdo, ma era così.
 
Le avevano trovate davanti all'ingresso del cimitero che si osservavano in silenzio.
Lexie guardava a sua sorella con occhi colmi di dolcezza mista a decisione che sembrava quasi non appartenerle.
Vanessa la osservava immobile, con le braccia incrociate e lo sguardo accigliato. Era ancora furiosa, ma sembrava lo fosse meno di prima. Si era accorta della presenza dei due fratelli, e sosteneva il loro sguardo con severità e ardore.
"Sentite, voi due..."- era stato Sam ad infrangere quel silenzio forzato.
"Credo che abbiamo iniziato con il piede sbagliato" – lo aveva però interrotto Vanessa, lasciandoli di basito.
Sembrava che in quella sorta di dialogo silenzioso, Lexie avesse fatto capire alla sorella di aver esagerato.
Ma come poteva essere? Dovevano ammettere di essere un bel po’ confusi.
"Che ne dite se ne riparliamo davanti a qualcosa da bere?".
Sam guardava Dean aspettando che rispondesse alla proposta di Vanessa.
"Fantastico!"- aveva risposto infine, dirigendosi verso l'Impala.
"Ehi genio..."- Vanessa lo guardava con rassegnazione - "Dove stai andando?".
Dean non capiva. Stava andando verso la sua auto, no? Chiunque sapesse qualcosa sui Winchester, sapeva che guidavano un’Impala! Che LUI guidava un’Impala.
MaVanessa aveva estratto dalla tasca un mazzo di chiavi, ridendo divertita per l’idiozia dimostrata dal ragazzo.
"Mi spiace deluderti, ma credo proprio che quella sia la mia!".
 

*

Sam e Dean seguivano la macchina di Lexie e Vanessa, una Chevrolet Impala praticamente identica alla loro, nella ricerca di un posto dove prendere qualcosa da bere.
"E' assurdo..."- aveva detto Sam.
"Cosa, fratellino? Che abbiamo conosciuto due tipe strambe di cui una soffre di sindrome di sdoppiamento della personalità? Che le stiamo seguendo per 'bere qualcosa insieme?' O che io abbia confuso la MIA piccola con la loro auto?".
Sam non sapeva cosa rispondere. Era tutto assurdo! Anche se, conoscendo Dean, probabilmente la cosa più assurda era proprio quest’ultima.
"Diavolo però! Sono proprio assurde!" - aveva esclamato Dean all'improvviso. Ma aveva il volto compiaciuto.
Ci sapevano davvero fare le due bamboline! E poi, era convinto che una delle due avesse colpito Sammy… Vecchio volpone! Magari sarebbe arrivato in terza base, e…
"Vedi di stare attento Dean...” – aveva esclamato Sam, che sembrava davvero avergli letto nel pensiero –“stanno per svoltare! Non ho nessuna intenzione di mettermi a girare la città nella speranza di ritrovarle”.
A volte, suo fratello era davvero impossibile.
 
Continua…
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Eccoci qui con questo secondo capitolo!
Le due piccole cacciatrici hanno fatto il loro ingresso trionfale! Sì Dean, sei un idiota! Ancora non lo avevi capito? Ma noi ti amiamo anche per questo! ;)
Al prossimo capitolo!
Baci
Cleo

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Capitolo 3
*** Una cena per 4 ***


                     

Una cena per quattro

 
 
Si erano fermati in un bar piuttosto elegante situato alla periferia della città. Era un luogo con le pareti tinte di rosso e i tavolini e le sedie foderate di velluto nero e rosso. Non era di certo il posto adatto ai Winchester, ma sarebbe stato meglio non fare troppe storie.
 
Dean e Sam avevano ordinato due birre, mentre Lexie e Vanessa avevano ordinato due Baileys.
I due fratelli si sentivano un po' a disagio, non avendo mai fatto un’uscita a quattro. Non che quella lo fosse, sia ben chiaro. Solo che non erano mai stati seduti allo stesso tavolo con due ragazze contemporaneamente.
 
Le due sorelle sorseggiavano dal bicchiere con gusto, assaporando ogni singola essenza della crema di Whiskey, ma Vanessa era molto meno tesa: aveva in parte scaricato la tensione guidando (non era quasi mai scesa sotto i 110 km/h!), ma evidentemente non era stato abbastanza.
Lexie era seduta accanto a lei, in silenzio, sempre col capo leggermente chino. Nessuno aveva avuto il coraggio di rompere il ghiaccio.
"Dunque..."- aveva improvvisamente esordito Dean dopo un gioco di fugaci occhiate col fratello.
"Dunque..."- aveva replicato Vanessa.
"Credo che abbiamo iniziato col piede sbagliato!"- aveva proseguito Dean.
Vanessa lo guardava dritto negli occhi, indispettita e incuriosita allo stesso tempo.
Dean Winchester. Non immaginava che fosse così bello. Bello e totalmente idiota, per essere precisi.
 Sam, invece, era così diverso. Più pacato...taciturno...timido...le ricordava molto sua sorella Lexie.
 
"Ok, diciamo che non mi sono comportata come si conviene, ma voi due l'avete fatta proprio grossa!" – aveva esclamato ad un certo punto, battendo una mano sull’elegante tavolino.
"Vanessa!!!".
Lexie l'aveva detto con tono sfinito, lasciandosi ricadere indietro sulla sedia. Doveva averla ammonita per tutto il tempo in auto, e purtroppo si era accorta che si trattava di tutto fiato sprecato.
"Lo so Lex...non devo essere così dura, ma devi ammettere che i due fratellini qui hanno fatto proprio un gran casino! Ma come si fa, dico io?!".
Era sceso di nuovo il silenzio.
Lexie non aveva neanche provato a dire altro alla sorella.
E Sam e Dean sapevano di aver torto, dopotutto. Si sentivano tremendamente colpevoli.
 
"Ma voi come fate a sapere chi siamo?"- aveva chiesto Sam, cercando di smorzare i toni.
"Le voci corrono tra i cacciatori, ragazzi. Ormai siamo tutti in contatto"- aveva risposto Lexie.
‘Le voci corrono’. Sam era davvero molto imbarazzato. Si era fatto un’idea di che tipo di voci corressero fra i cacciatori, e non era stato il solo.
 
"Quanto tempo è che cacciate? Voglio dire... Siete giovanissime..." - aveva poi domandato Dea, cercando di cambiare argomento.
"Cacciamo da molto più tempo di quello che sembra".
Lexie aveva risposto con un briciolo di amarezza nella voce, e il ragazzo aveva capito che non fosse il caso di approfondire.
 
"Sapete...tutto questo è un po'...strano! Voi due...sorelle cacciatrici...noi due...fratelli cacciatori...".
"Non siamo mica in un episodio di Beautiful, Dean Winchester!"- aveva risposto Vanessa, divertita dall’osservazione.
"Beautiful o no" - aveva esordito Lexie - "siamo tutti dalla stessa parte. E altre quattro braccia possono farvi comodo".
 
Né Dean né Sam avevano saputo cosa rispondere.
"Sono sicura che non è stato casuale il nostro incontro" – aveva proseguito la ragazza, che guardava Sam dritto negli occhi.
"Sapete dove alloggiare, questa notte?".
Vanessa li aveva colti di sorpresa con quella domanda.
"Pensavamo di fermarci in qualche motel sulla strada..." - aveva risposto Dean, poco allettato dall’idea di trascorrere la notte in una topaia.
Ma qualcosa stava per cambiare. Le due ragazze si erano scambiate un breve sguardo d'intesa, prima di rivolgersi ai due fratelli all’unisono.
"Possiamo decisamente offrirvi di meglio".
 

*

 
La loro casa distava pochi isolati dal luogo in cui si trovava il bar, e Dean e Sam dovevano ammettere di non potevano sperare di meglio. Si trattava di una tipica villetta bianca su due livelli con un ampio giardino molto curato.
L'interno era grazioso e accogliente: l'ingresso principale dava direttamente sul salotto. Sulla destra, un arco faceva da cornice ad un'ampia e luminosa cucina con i pensili bianchi con accanto un piccolo bagno adibito anche a lavanderia e un ripostiglio.
 
"Julie!"- avevano urlato all'unisono appena entrate. Una piccola cagnolina meticcia dal pelo color caramello gli era corsa incontro, festante.
"Ciao piccolina mia! Loro sono Sam e Dean"- aveva detto Lexie mentre le grattava dietro le orecchie.
La piccola meticcia, dopo aver annusati i due estranei, aveva dimostrato simpatia, lasciandosi coccolare a lungo dalle loro mani grandi e calde.
"Sei proprio un amore, piccolina..."- Sam la accarezzava con dolcezza. Gli aveva fatto tornare in mente il suo adorato Bones. Non avrebbe mai smesso di desiderare un cane.
"I vostri genitori non sono in casa?"- aveva chiesto Dean.
"Winchester...tu continui a sorprendermi...in senso negativo, ovviamente. Se avessimo vissuto con i nostri genitori, come credi che gli avremmo spiegato la presenza di una brutta faccia come te in giro per casa loro?".
Vanessa aveva colpito e affondato.
"Sei sempre così acida?".
"Sei sempre così prevedibile?".
Si guardavano senza fiatare. Sembrava proprio che non riuscissero ad andare d’accordo!
 
"Vado a prendervi degli accappatoi..." - aveva detto Vanessa all'improvviso - "E usate senza fare complimenti lavatrice e asciugatrice, se vi occorre. Mi pare di aver capito che viviate in macchina".
E si era allontanata su per le scale senza permettere a Dean di replicare.
"Io, invece, vado a preparare le vostre stanze. Con permesso..." – così, li aveva congedati anche Lexie.
 
Sam e Dean, dopo aver coccolato per un altro po' la piccola Julie, erano saliti al piano superiore, curiosi di scoprire come fosse fatto il resto della casa.
Vi erano ben cinque camere da letto e due bagni. Il lungo corridoio era molto luminoso, e quasi tutta la parete era occupata da una libreria colma di libri di ogni genere, dai classici della letteratura mondiale a libri più commerciali. Da Suskind a Nicholas Sparks e Cecelia Ahem. Uno scaffale, poi, era stracolmo di fumetti.
 
'Chissà se sono di Vanessa o di Lexie' - si era chiesto Sam - 'Probabilmente piacciono di entrambe'.
 
"Se prendete libri o fumetti trattateli come delle reliquie, e dopo rimetteteli esattamente dov'erano, per piacere".
 Lexie si rivolgeva a loro sempre con un timido sorriso.
"Altrimenti tua sorella potrebbe ucciderci?"- aveva ironizzato Dean.
"Non sarebbe la sola".
Quella era solo l'ottocentoventisettesima volta che Dean Winchester si era pentito di quello che aveva detto da quando le avevano incontrate.
 
Una serie di volumi avevano attirato l'attenzione di Sam.
"Non pensavo che leggeste anche questa robaccia!". E, sorridendo ,ne aveva preso uno in mano. 'Supernatural', recitava la copertina.
"Diciamo che ci piace...'spaziare' !".
I due continuavano a sorridersi, e Dean era sempre più certo di non essersi sbagliato. Si sentiva quasi di troppo!
 
"Le vostre camere sono pronte, comunque. Dean, quella sulla destra è la tua camera. Sam, quella subito dopo è la tua"- aveva aggiunto, indicando le rispettive porte - "Troverete gli accappatoi sui letti. Fate con comodo" – e dopo aver detto ciò, era scesa al piano di sotto, lasciandoli nuovamente soli.
"Mi fanno girare la testa!" – aveva detto Dean.
"Sì...anche a me!".
 
La sorpresa nel vedere le loro camere era stata enorme. Erano praticamente identiche. Cambiava solo il colore della tappezzeria: quella in cui alloggiava Dean era in sfumature blu notte e azzurro, mentre quella in cui avrebbe dormito Sam era giallo e arancio.
Lexie aveva lasciato sui comodini accanto ai loro letti un vassoietto stracolmo di cioccolatini di ogni tipo. Ovviamente, Dean ne aveva divorato già la metà dei suoi ed era partito all'attacco con quelli di Sam.
"Sei sempre lo stesso!".
Dean guardava il fratello felice come un bambino.
In ogni camera c'erano TV al plasma 26", lettore blue-ray e palystation 3, una collezione infinita di ogni genere di film, serie televisiva e videogioco, e tantissimi altri libri.
"Però...o hanno fatto una rapina, o hanno vinto alla lotteria, o sono figlie di papà!"- aveva detto Dean- "Sto seriamente pensando di stabilirmi qui!".
"Dean..."- l'occhiataccia di Sam era stata più che eloquente.
"Che c'è??Oh, andiamo Sammy, rilassati un po'! Questo posto e le loro proprietarie iniziano proprio a piacermi!"- e, dicendo ciò, si era sdraiato sul letto del fratello con le mani dietro la testa.
"Vado a fare la doccia..." - Sam era davvero esasperato.
"Sì, anche io!". Sam lo guardava, allarmato.  Che gli era venuto in mente??
"Sta tranquillo fratellino… c'è un altro bagno su questo piano! Non nutro il desiderio di fare la doccia insieme a te... Non ancora, almeno!".
Così dicendo, era uscito dalla stanza, lasciando Sam in camera a bocca aperta. Diventava sempre più idiota. E purtroppo, ciò accadeva alla velocità della luce.
 

*

 
Vanessa era uscita dalla sua camera proprio nel momento in cui Dean aveva chiuso la porta del bagno alle sue spalle, ed era scesa in cucina per aiutare Lexie a preparare la cena.
"I due fratellini si fanno belli"- aveva detto a Lexie, che si era limitata a sorridere - "Preparo il sugo?".
"Certo Va...fa pure!".
Sarebbe stata una cena davvero fuori dal comune.
 

*

 
La cena stava proseguendo con una discreta allegria, superati gli imbarazzi iniziali.
Sam e Dean erano talmente abituati a mangiare in fast-food che gli sembrava quasi un sogno trovarsi in una casa vera davanti a cibo vero, con delle persone vere.
Lexie e Vanessa avevano cucinato per un esercito, ed era tutto sorprendentemente buono!
Si stava discutendo di film e musica e, spesso e volentieri, Vanessa tirava fuori una delle avventure dei fratelli Winchester direttamente da 'Supernatural'! Ma nessuno si era preso la briga di aprire l'argomento ‘Armageddon’. Era una serata fra amici, se così si potevano definire. E doveva rimanere tale.
 
"Vedo che la crostata di Vanessa è di tuo gusto!"- aveva detto Lexie a Dean dopo che quest'ultimo ne aveva divorato ben quattro porzioni.
"L'hai fatta tu??"- avrebbe voluto dire alla ragazza dai capelli lisci, se solo un boccone immenso di dolce non gli fosse andato di traverso.
"Vedo che la notizia ti ha piacevolmente sconvolto!"- aveva detto Vanessa mentre gli porgeva un bicchiere d'acqua.
"Cough! Cough!".
"Dean, sei il solito ingordo!” - e, nel frattempo, Sam gli aveva dato dei colpetti sulla schiena.
Lexie cercava di nascondere un sorriso dietro la mano. Quel ragazzo era davvero buffo!
"E'...andato!Uh!".
Dean aveva gli occhi rossi e pieni di lacrime.
'Che idiota!'- pensava Vanessa, che non voleva ammettere con se stessa quanto in realtà lui le stesse simpatico.
"Sono felice che tu sia ancora tra noi!"- aveva detto, e subito dopo si era allontanata per portare in cucina i restanti piatti sporchi. Lexie si era alzata per aiutare la sorella, e Sam l'aveva imitata.
"Grazie Sammy..." - a queste parole, Sam Winchester era lievemente arrossito, sorridendo.
Accortosi poi che Dean non accennava al alzarsi, anzi, si era avventato sopra l'ennesima porzione di dolce, gli aveva dato uno scappellotto sulla nuca.
"Ehi!" – si era lamentato quello.
"Alzati! Pozzo senza fondo! Non ho nessuna intenzione di farti da cameriere”.
Dean non capiva perché Sam dovesse essere sempre così antipatico.
 
Continua…
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Anche io voglio i Winchester a cena a casa miaaaa!!! =( =( =(
E ho voglia di crostata! U.U
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! ;)
Un bacio
Cleo

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Capitolo 4
*** L' Angelo del Signore ***


L'angelo del Signore

 
Erano passati all'incirca venti minuti, e la lavastoviglie era in funzione, i fornelli splendevano e in sala da pranzo era tornato tutto al suo posto.
"Grazie per l'aiuto ragazzi...non dovevate..." - Lexie stava mettendo in frigo gli avanzi. Era davvero entusiasta di come stava proseguendo la serata.
"Figuratevi! E' il minimo che possiamo fare per sdebitarci. Ci avete 'salvati' prima dal fantasma, e poi da qualche terribile motel. E tutto in un'unica giornata. Sicure di essere umane?”.
Le due ragazze si erano scambiate uno sguardo indecifrabile prima di tornare ai loro mestieri.
Sam continuava a guardare Lexie con un briciolo di imbarazzo, anche se era visibilmente più rilassato ad ogni minuto che trascorreva in sua compagnia. Le piaceva. Era così evidente. Ma sapeva bene di non doversi illudere. Erano cacciatori. Non c’era posto per l’amore nelle loro vite.
 
Vanessa aveva messo il bollitore sul fuoco e aveva preso le tazze per il thè. Aveva voglia di qualcosa di caldo, e cosa c’era di meglio dopo una giornata come quella?
 
"Ma dunque. Che cosa porta qui i mitici fratelli Winchester?"- aveva poi chiesto, appoggiandosi di schiena al bancone e incrociando braccia e gambe.
La conversazione stava per raggiungere proprio l'unico argomento che durante la cena era stato evitato di proposito. Per un attimo era calato il silenzio.
"Sapete benissimo il casino che abbiamo combinato. E’ inutile che stiamo qui a raccontarci di nuovo vecchie storie..."- aveva esordito Dean serio.
Lexie e Vanessa lo ascoltavano senza fiatare. L'unico rumore appena percettibile era quello della fiamma che ardeva sotto il bollitore.
"Per quanto possa sembrarvi una cosa scontata, noi stiamo cercando di rimediare a questo casino. E stiamo cercando di farlo nel modo più indolore possibile".
"Che vuoi dire, Dean?" - Lexie si era seduta sulla sedia accanto a Sam.
"I cavalieri.... noi...stiamo cercando i cavalieri dell'Apocalisse".
La frase pronunciata da Sam le aveva lasciate di stucco.
"Esistono... esistono per davvero?" - Lex era sconcertata almeno quanto Vanessa.
"E... li cercavate... nel cimitero?"- aveva detto dopo una lunga pausa. L'idea che si sarebbero potute trovare a pochi centimetri da un cavaliere l'aveva profondamente turbata.
Sam sorrideva mesto - "No, no! Cioè, noi non sappiamo dove si trovano con esattezza. Ci trovavamo lì perché avevamo letto delle morti sospette sul giornale... Non avevamo idea di cosa potessimo trovarci davanti".
"Meno male che due giovani ed esperte cacciatrici passavano 'casualmente' di lì, armate di tutto punto..."- aveva ironizzato Dean.
Sam e Lexie si guardavano e sorridevano.
"Ne avete incontrato qualcuno, fin ora?"- Vanessa era diventata seria. Era evidente che tenesse molto al suo lavoro, e questo le faceva onore.
"Abbiamo incontrato Guerra e Carestia"- aveva risposto Dean.
"E...li avete uccisi?".
"Mi spiace deluderti Lex, ma non credo che i cavalieri possano essere uccisi... ma si può fare di meglio".
Dean, dopo aver detto ciò, aveva estratto dalla tasca due anelli.
"Questi due anelli sono la fonte del loro potere. Loro, ora non sono più niente".
Era nuovamente calato il silenzio.
"E, nonostante tutto, continuate ad occuparvi delle 'quisquiglie' ..."- aveva detto Vanessa - "Perché?".
Sam e Dean si erano guardati, sorridendo tristemente.
"Perché abbiamo bisogno di un motivo che ci spinga ad andare avanti, che ci faccia capire che possiamo ancora lavorare insieme e lavorare bene, che ci dimostri che serviamo ancora a qualcosa".
Dean aveva pronunciato quelle parole guardandola dritta negli occhi. Vanessa capiva perfettamente ciò che stava provando il cacciatore, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
"Avete idea di come ricacciare quel bastardo nel buco da cui l'avete tirato fuori?".
Sam e Dean erano rimasti sorpresi dal modo in cui si era espressa Lexie.
"Ragazza, quando vuoi sai essere pungente".
"Ancora no" -Sam non aveva avuto il coraggio di guardarla.
"Abbiamo provato a farlo fuori con la Colt, ma non è servita a nulla...".
"La Colt? Quella Colt?".
Vanessa fremeva.
"Vuoi vederla?".
"Dean, tu non puoi neanche immaginare quanto io voglia vederla".
Dean le sorrideva. Era veramente tosta! Le piaceva un sacco, molto più di quanto stava dando a vedere. Magari, più tardi, avrebbe fatto una visita nella sua camera e le avrebbe mostrato qualcosa di meglio della Colt. O sì… Qualcosa di molto, molto meglio.
Improvvisamente, il suo cellulare aveva iniziato a squillare.
"Pronto?"
"Dean".
"Cass!".
"Dove siete? Ho bisogno di parlarvi".
"Siamo a casa di due amiche...Lexie e Vanessa Forrest- Carter... Centosedice…".
Ma non c’era stato bisogno di comunicargli indirizzo alcuno. Castiel era comparso improvvisamente nel bel mezzo della cucina, creando un autentico marasma.
"NO!".
Ma Sam non aveva fatto in tempo a fermare le due ragazze che, credendolo un nemico, erano partite all'attacco.
Lexie gli aveva buttato addosso dell'acqua santa, mentre Vanessa cercava di pugnalarlo.
"Ferme ragazze! NO!" - avevano gridato Sam e Dean all'unisono.
Ma Cass si era difeso, scaraventando Vanessa contro il frigorifero e Lexie contro la parete alle sue spalle.
"Fermati Cass!".
Non sapevano davvero come fermare quella battaglia fra alleati.
 
Le due ragazze guardavano Castiel con un misto di timore e rabbia. Lexie si stringeva forte il polso destro, e Vanessa tamponava la ferita dietro la nuca con la manica della camicia.
Sam e Dean si erano avvicinati per aiutarle.
"Va tutto bene"- aveva detto Sam a Lexie mentre la aiutava a tirarsi su - "E' un amico".
Castiel era rimasto immobile al centro della stanza, guardandosi attorno incuriosito. Chi erano quelle due ragazze? E perché lo avevano attaccato? Che lo credessero un nemico?
 
Julie, la piccola meticcia, aveva fatto capolino nella cucina, e dopo un attimo di esitazione, si era avvicinata scodinzolando all'angelo, sedendosi ai suoi piedi.
Castiel la guardava stranito. I cani... Animali fedeli spesso maltrattati e abbandonati dai propri padroni... Si sentiva un po' come loro, da qualche tempo.
"Julie... vieni qui" - Lexie l'aveva chiamata a sé poco prima che Castiel la toccasse -"Chi, o cosa diavolo sei, tu?"- gli aveva chiesto subito dopo.
Vanessa aveva iniziato a guardarlo con curiosità. Quell'uomo con l'impermeabile era così... misterioso...
Castiel aveva atteso a lungo prima di rispondere, reclinando leggermente il capo da un lato.
"Io sono Castiel... E una volta... una volta ero un angelo del Signore".
 

*

 
Le ragazze si erano medicate rispettivamente le ferite mentre cercavano di dare un senso a quello che gli era stato appena riferito da quell'uomo.
'Ero un angelo del Signore'.
 
Entrambe non riuscivano a smettere di pensarci. Un angelo, un angelo si era materializzato nella loro casa.
 
"Lucifero non resisterà ancora a lungo nel corpo di questo tramite" – aveva detto Castiel, visibilmente preoccupato.
"Che cosa significa?"- aveva chiesto Lexie confusa.
 
Sam e Dean si erano guardati per un lungo istante. Non erano riusciti ad affrontare quel passaggio con le ragazze (e, forse, non avevano neanche intenzione di farlo), ma ormai era troppo tardi.
"Che essendo un angelo, Lucifero deve rispettare delle regole precise, e ha bisogno di un tramite che gli dia il suo consenso per venire in terra. In questo momento, non occupa il suo reale 'contenitore' , e questo per noi è un vantaggio, perché i suoi poteri non sono completi".
Lexie era sconvolta dalla risposta datale da Dean.
"E... sapete chi è il vero tramite?" aveva chiesto, anche se non era certa di volerlo sapere.
Il minore dei Winchester si era improvvisamente irrigidito. Qualcosa gli suggeriva che presto la ragazza avrebbe cambiato opinione su di lui.
 

*

 
Né Lexie né Vanessa riuscivano a credere a ciò che gli era stato appena riferito. Eppure, quella parole non potevano non essere vere. Lo avevano capito dal tono con cui Sam le aveva pronunciate, e dalla profonda tristezza che traspariva dai suoi occhi.
 
"Il suo vero tramite sono io".
 
Lexie era certa che il suo cuore si fosse fermato per un istante.
 
"Io non gli dirò mai di si. MAI” – si era poi affrettato a precisare - "Io non sono un mostro".
 
Continuava a guardare Lexie dritto negli occhi, e senza capire esattamente perché, gli sembrava che lei capisse alla perfezione quello che provava, quasi come se lo stesse provando anche lei.
 
"E tu....nel corpo di chi ti sei insidiato, Castiel?".
Vanessa era caduta in un silenzio tombale dopo aver appreso che Castiel fosse un angelo, e aveva esordito improvvisamente con quella domanda dopo un lasso di tempo lunghissimo.
Cass la guardava con un misto di curiosità e severità. Continuava a inclinare la testa da un lato e dall'altro e a stringere gli occhi, come se cercasse di mettere Vanessa a fuoco, ma non si era preoccupato di risponderle.
"Tu non mi piaci" – aveva poi sentenziato, ferendo irrimediabilmente la creatura che aveva di fronte.
"Neanche tu".
Cercava, con difficoltà estrema, di mantenere la calma, ma i suoi occhi erano liquidi. Aveva indugiato fin troppo, prima di rispondergli.
"Cass..."- lo aveva ammonito Dean - "Devi essere sempre così socievole? Sono cacciatrici... vogliono aiutarci".
Ma Castiel non sembrava troppo convinto.
"Non sei qui per farci un resoconto, Castiel.... Hai qualche informazione da darci?" - Sam cercava di smorzare i toni, ma ormai il danno era fatto. La tensione si percepiva nell'aria.
"Lucifero si sta avvicinando".
Lexie si era coperta la bocca con le mani, sconvolta, e Vanessa si era stretta le braccia al petto. Non era una notizia facile da accettare, soprattutto per un cacciatore. Era sintomo di un fallimento imminente. E loro non avevano ancora i mezzi per fermarlo.
"Di quanto, Castiel?".
L'angelo aveva chinato il capo prima di rispondere a Sam.
"Troppo. Prima di domani si renderà conto che sta seguendo la pista giusta. E Sam, farà di tutto per convincerti. Farà qualunque cosa".
Il ragazzo sembrava diventato di pietra. Dean si era messo le mani tra i capelli, impotente. Non potevano aver perso così in fretta. Non potevano aver perso senza neanche aver provato per davvero a contrastarlo.
 
"La nostra casa è un luogo abbastanza sicuro. Vi sono ovunque simboli, amuleti, sacchetti di sale che possono proteggerci da demoni, mostri...".
"Ma non dagli angeli" - Vanessa aveva interrotto sua sorella - "Non dagli angeli Lex...”.
“E Lucifero… Oddio, non voglio neanche pensare che lui possa entrare qui" – aveva proseguito Lexie.
 
La ragazza dai capelli lisci continuava a fissare Castiel con estrema tristezza.
"Tu... Voi… Voi sapete come uccidere Lucifero. E' talmente ovvio"- aveva poi affermato con determinazione Vanessa - "L'arcangelo Michele può uccidere Lucifero".
"Vedo che hai letto l'Apocalisse..."- aveva risposto Dean ironico.
"Non prendermi in giro..."- Vanessa aveva quasi le lacrime agli occhi.
"Sapete già chi è il suo tramite, non è così?".
Sam era piacevolmente sconvolto dalla perspicacia di quelle due ragazze.
Era come se Lexie gli avesse letto dentro pronunciando quelle parole. Nessuno, però aveva avuto il coraggio di rispondere.
"Dean... sei tu. Tu sei il tramite dell' Arcangelo Michele".
Dean aveva storto le labbra alle parole di Vanessa. Erano davvero così poco bravi a mentire? Dovevano fare pratica, o durante il prossimo travestimento li avrebbero scoperti! Ammesso che ci fosse stato, un prossimo travestimento…
"Non dirò mai di sì a quell'essere".
"Dean...avete la soluzione sotto mano e non volete accettarla! E' un Arcangelo, Dean! Un Arcangelo! Una delle creature più potenti e giuste mai create...".
"Levati dalla testa queste idee celestiali, Va!".
"Ma come sarebbe?!?".
"SE LUI!... Se lui dovesse entrare nel mio corpo... Se io gli dico di sì, moriranno miliardi di persone innocenti. Lui non si curerà di noi stupidi esseri umani".
Vanessa lo guardava sconcertata.
"Ma tu..."- guardava Castiel speranzosa.
"Io mi sono ribellato... Ho perso la mia Grazia... Sono caduto, e non potrò mai più tornare a casa mia".
A quelle parole, Vanessa si era alzata dalla sedia, e con lo sguardo fisso nel vuoto si era diretta verso la sua camera.
L'unica cosa che avevano sentito, era stata la porta che si chiudeva alle sue spalle.
 
Lexie era visibilmente preoccupata. Guardava Castiel con immensa tristezza. Quell'angelo aveva compiuto un grosso sacrificio nel voltare le spalle ai suoi fratelli. Nel voltare le spalle a suo Padre. Doveva sentirsi molto solo.
Solo come nessun altro al mondo.
 
"Dovete nascondervi" – aveva asserito Castiel, serio più che mai. Voleva proteggerli con tutto il cuore, ma non aveva abbastanza energie per farlo. Non sapeva come aiutarli, e il suo cuore sanguinava. Era completamente intuile.
"Puoi stare tranquillo Castiel. Loro qui sono al sicuro" - Lexie si era rivolta a lui con una dolcezza infinita.
L’angelo non aveva replicato. Non credeva che la ragazza avesse ragione, ma un aiuto non guastava.
"Andate a riposare..."- aveva detto a Sam e a Dean.
Stava per sparire, quando la ragazzo lo aveva afferrato per la logora manica del trench.
"Io non so se gli angeli riposino o meno, ma sarei molto felice se volessi fermarti qui".
Non se l’era sentita di rifiutare. Dopotutto, non aveva un posto dove andare.
 
Continua…
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Ed ecco che ha fatto la sua entrata in scena il nostro angelo preferito.
Io amo Castiel, e amo Misha! E’ una creatura straordinaria… Lo vedo come un super eroe bambino troppo cresciuto che non sa come utilizzare il potere che gli è stato donato.
La reazione di Vanessa nel vederlo è stata particolare, così come quella di Castiel, dopotutto.
“Tu non mi piaci”… Vedremo presto perché!
Baci
Cleo

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Capitolo 5
*** Il rapimento ***


Il rapimento

 
Sam, Dean e Castiel si trovavano a discutere nella camera preparata per quest'ultimo. Ovviamente, era identica alle altre due, ma la tappezzeria era completamente bianca.
"Dimmi un po', c'era proprio bisogno di essere così antipatico?"- gli aveva detto Dean - " Cazzo Cass, si vede che non sai proprio come comportarti con le donne! Ma non ti sei accorto che da quando sei arrivato non ti ha staccato gli occhi di dosso neanche per un secondo??".
Castiel lo guardava, confuso.
"Oh Cass! Vanessa era ADORANTE! Avevi fatto centro e l'hai trattata come un perfetto bastardo, complimenti!".
"Non ho...non ho il tempo per cadere nella perdizione, Dean!".
"Ed è per questo che morirai vergine!".
"Basta voi due!"- Sam non ne poteva più di sentire quei due litigare - "E poi cercate di non urlare! Cavolo, dormono qui accanto!"- aveva sussurrato.
Dean sorrideva divertito, mentre Cass era visibilmente... imbarazzato.
"Non possiamo fare niente ora, purtroppo. E non potremo fare niente finché non troveremo una soluzione. E ho scarse speranze di poterla trovare nei prossimi minuti".
Le parole di Sam stavano facendo riflettere i due amici.
"Vado a riposare" – aveva poi aggiunto.
"Sì, anche io" – lo aveva seguito Dean, ed entrambi si erano diretti verso la porta.
"Buonanotte Castiel"- Sam era stato il primo ad uscire dalla stanza, mentre Dean si era attardato.
"Cass... ".
L'angelo lo guardava, in attesa.
"Fossi in te, le chiederei scusa".
 

*

 
Vanessa si trovava nella propria camera da ore, ma non riusciva ad addormentarsi. Non dopo quella che aveva scoperto. Non dopo averne conosciuto uno.
Angeli.
Per tutta la vita aveva desiderato di poterne vedere uno, aveva sperato anche solo che si mostrasse per qualche istante nella sua purezza e nella sua infinita Grazia, ed ecco che ciò era finalmente avvenuto. Aveva sempre creduto che fossero completamente avvolti da un manto di luce bianca, anzi, che emanassero una luce talmente calda e intensa da non poter non rimanere incantati. Gli Arcangeli poi... Non aveva mai osato neppure immaginarli. Ed ora che il suo sogno si era realizzato, aveva scoperto che non erano niente di tutto ciò.
Castiel era così... umano. Escludendo la sua notevole forza, era ovvio.
Ma forse, la sua normalità dipendeva dal fatto che fosse caduto. Non sapeva cosa pensare.
E quella storia sugli Arcangeli, poi... Non poteva essere vera. Non potevano essere crudeli.
Si era messa seduta sul letto, con le mani fra i capelli.
Continuava a pensare a Castiel, a ciò che le aveva detto, al suo aspetto. E non poteva non trovarlo irritante.
 
Era inutile provare ad addormentarsi. Si era infilata una felpa pesante, ed era uscita dalla stanza.
Aveva deciso di andare a prendere un po' d'aria sul patio, e magari bere quel thè che aveva cercato si preparare molte ore fa.
 

*

 
Castiel era seduto sul letto, al buio.
Si sentiva profondamente a disagio. Aveva provato a sdraiarsi e a riposare, proprio come facevano gli umani, ma gli sembrava solo di perdere tempo prezioso.
Avrebbe dovuto essere in giro a cercare Dio, ma c'era qualcosa che lo tratteneva lì, in quella casa.
Ma non riusciva a comprendere appieno la ragione del proprio disagio.
 
Si era avvicinato alla finestra per guardare il cielo. Chissà se un giorno avrebbe potuto fare ritorno a casa. La bontà di Dio era infinita, e lui non poteva proprio fare a meno di sperare.
 
Improvvisamente, aveva visto una luce accendersi all'esterno della casa. Vanessa, seguita dalla cagnolina, era uscita sul patio.
 

*

 
Vanessa era uscita fuori con la tazza di thè fumante e si era avvolta dentro una coperta dopo essersi seduta sulla sedia a dondolo blu. La piccola Julie si era accoccolata ai suoi piedi affettuosa.
L'aria della notte era pungente, e il cielo era stellato come non mai.
'La quiete dopo la tempesta '- aveva sussurrato, pensando a ciò che stava accadendo nel mondo, a come tutto stesse andando a rotoli.
Soffiava sulla tazza mentre cercava di riscaldarsi le mani stringendole forte attorno alla ceramica bollente.
Era triste, e si sentiva terribilmente stanca, nonostante il sonno si rifiutasse di farle visita. Ma, soprattutto, si sentiva vuota.
Tutto ciò in cui aveva sempre sperato era andato in frantumi in un solo istante. Era talmente ingiusto.
 
Stava sorseggiando la bevanda, quando, all'improvviso, Castiel aveva fatto capolino davanti a lei, facendola sussultare.
"Dovresti smetterla di comparire in questo modo davanti alla gente. Esistono le porte, sai?".
Cass la stava squadrando dall'alto verso il basso. Sembrava, anzi no, era sospettoso. Ma lei proprio non ci riusciva. Non poteva proprio lasciarlo stare, nonostante gli avesse detto che non gli piaceva affatto.
Non era davvero brava a mentire.
 
"Ti va di sederti?".
Dopo averci riflettuto per qualche istante, Cass si era seduto accanto a lei.
Julie era saltata in braccio all'angelo, cercando le sue coccole, ma lui non sapeva cosa fare.
"E' un cane..."- aveva detto Vanessa.
"Lo so".
"Dovresti accarezzarla..."- lei gli aveva preso la mano - "Così..."-  e, con la mano sulla sua, gli stava mostrando come accarezzare Julie.
Castiel era confuso. Non si sarebbe mai aspettato un gesto del genere, così improvviso.
 
Non era preparato a quel genere di contatto fisico. La mano di Vanessa era calda, i polpastrelli erano piacevolmente ruvidi. Con grande stupore, aveva provato una fitta di delusione quando aveva tolto via la mano dalla sua.
Ma lei non sembrava affatto turbata. Aveva ripreso a bere il suo thè come se niente fosse.
 
"Come va la..."- Castiel si era toccato la nuca.
Vanessa lo guardava in silenzio, un po' confusa.
"Oh, quella..."- e si era toccata il cerotto - "Non fa più così male".
Avrebbe voluto chiederle scusa. Guarirla, se fosse stato ancora nelle sue facoltà, ma, purtroppo, non era più così.
Lei era tornata a sorseggiare il suo thè, lo sguardo perso nel vuoto e la mente persa in chissà quali pensieri.
I suoi pensieri... erano proprio questi ultimi a tormentarlo.
"Ti andrebbe di bere del thè?".
L'aveva colto nuovamente di sorpresa. Continuava a trattarlo come un umano nonostante sapesse che era un angelo. Era una creatura bizzarra. Forse, l’aveva mal giudicata, dopotutto.
Castiel aveva annuito con un cenno del capo. Non ne aveva alcuna voglia, in realtà, ma gli era sembrato un gesto cortese accettare.
Improvvisamente, la cagnolina aveva incominciato a ringhiare senza una motivazione apparente.
L'angelo la guardava, confuso. Cosa le era preso?
 
"Castiel..."- Vanessa si era irrigidita, lo sguardo dritto davanti a sé, le labbra e il viso cadaverici - "Non lasciarmi".
 
Il cuore dell’angelo aveva perso un battito.
 
Continua…
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Ed ecco che cominciano i guai!
Un bacione
A presto!
Cleo

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Capitolo 6
*** Un'unica madre ***


Un’unica madre

 
Un lungo e assordante guaito, seguito da una luce accecante, avevano svegliato Dean, Sam e Lexie, che si erano precipitati al piano di sotto per vedere cosa fosse accaduto.
Di Vanessa e Cass non c'era traccia.
Avevano trovato la piccola Julie che piangeva accucciata sotto la sedia a dondolo. La tazza preferita di Vanessa era al suolo, ridotta in decine di cocci inutilizzabili.
"Cass!"- chiamava Dean, sconvolto - "Vanessa!".
Ma non aveva ricevuto risposta. Non aveva ricevuto alcuna risposta.
"Dean...".
"Che c'è Sammy?".
Dean si era precipitato per strada dal fratello, rimanendo di sasso.
Sam guardava l'asfalto, proprio davanti alla staccionata bianca della casa, con occhi torvi: un simbolo enochiano era stato tracciato col sangue.
Erano appena finiti in un mare di guai.
 

*

 
"Un simbolo enochiano?".
Non era sicura di aver capito. Questo enochiano era la lingua degli angeli. Ma cosa ci faceva davanti casa loro?  
I due fratelli avevano risposto con un cenno del capo.
"E' un simbolo molto potente... serve per allontanare gli angeli".
 
Dean aveva provato a chiamare Cass sul cellulare, ma aveva scoperto che quest'ultimo si trovava nella tasca dell'impermeabile che aveva lasciato sul letto.
"Fantastico...".
"Dean, è evidente che chi l'ha tracciato sapeva esattamente chi fosse Castiel. Ma perché rapire Vanessa?".
Dean lo guardava serio.
"Quindi, tu credi che lei sia stata rapita".
"Non vedo altre spiegazioni Dean" aveva detto, rivolgendosi poi a Lexie - "Avete stretto un patto con qualche demone?".
Lexie lo guardava dritto negli occhi, ma era come se fosse nervosa. Sembrava quasi che stesse nascondendo qualcosa, anche se non sapeva di cosa potesse trattarsi.
 
All'improvviso, dal nulla, era ricomparso Castiel. Era pallido e sanguinante, e stava per cadere al suolo, stremato. Sembrava che lo avessero torturato.
 
"Cass!" - Dean cercava di sostenerlo per come poteva. Era sì un angelo, ma pesava come un uomo!
"L'ha presa... lei... l'ha presa...".
"Chi l'ha presa, Cass?".
"Sam, aiutami a stenderlo sul divano! Prendi delle coperte Lex. Per favore!".
Tremava, tremava disperatamente. Ma chi poteva averlo ridotto in quello stato?
 
A fatica, i due fratelli avevano portato l'angelo in casa, sul divano. Non l'avevano mai visto soffrire così tanto.
"Sta calmo Cass...respira..."- Dean cercava di reggergli il capo, dopo averlo avvolto con numerose coperte.
"L'ha presa...".
"Cass...guardami...Chi è stato? Chi ha rapito Vanessa?".
Castiel guardava Lexie sofferente.
"Meg"-  la voce della ragazza aveva interrotto l'attesa, sconvolgendoli -"L'ha rapita Meg".
 

*

 
Dean e Sam non riuscivano a credere a quello che avevano appena sentito, eppure erano state proprio quelle le ultime parole pronunciate da Lexie. Come faceva ad esserne così sicura?
Che cosa voleva quella puttana da quelle due ragazze? Avevano dimostrato di non essere delle sprovvedute, come avevano fatto ad accettare un patto con un demone tanto infido?
 
Lexie si era lasciata cadere sulla poltrona sistemata accanto al divano.
L'angelo stava molto male. Continuava a sanguinare dalla bocca e dal naso, e sudava freddo. La ragazza gli aveva posato una mano sui capelli.
"Sei solo una vittima innocente...".
La piccola Julie era sdraiata ai piedi della sua padroncina, ancora tremante.
Dean e Sam la guardavano torvi.
"Lex...".
"Dammi un minuto Sam... Dammi solo...solo un minuto...".
Aveva gli occhi sbarrati.
I fratelli non riuscivano a rendersi conto di quanto tempo fosse passato in realtà, ma quella fissità apparentemente inviolabile era stata interrotta da una lacrima salata che scendeva lungo la guancia della ragazza.
 
"Noi non siamo state sincere con voi, Sam... non fino in fondo. E non sai quanto mi dispiace. Non avreste mai dovuto sapere tutto questo. Non adesso, per il momento. Non adesso".
 
Sam si era lasciato cadere su di una sedia, mentre Dean si era seduto sul bracciolo del divano, ai piedi di Castiel. Erano pervasi da un misto di timore ed eccitazione.
Lexie non riusciva a guardare Sam negli occhi, e ciò, non era un buon segno.
 
"Ricordi Dean... ci avevi chiesto quanto tempo è che cacciamo... forse, Dean, la domanda più corretta era perché cacciamo".
Faceva spesso lunghe pause tra una frase e l'altra, come se stesse cercando le parole più adatte per descrivere ciò che nella sua mente era chiaro come il sole.
 
"Vedete... io e Lexie siamo nate una il 29 agosto.... e l'altra il 21 di settembre..." - Sam e Dean non vedevano cosa ci fosse di così straordinario in quelle date - "...Del 1989".
Si erano evidentemente dovuti ricredere.
"Ma come è possibile?".
Dean era sconcertato.
"Siete sorellastre".
Lexie guardava Sam, compiaciuta e sconfitta allo stesso tempo.
"Sì, Sam. Stesso padre, ma madri diverse".
 
La notizia, per quanto fosse sconvolgente, non sembrava essere di vitale importanza, ma nessuno tra i presenti si era preso la briga di farglielo notare.
Lexie proseguiva il suo racconto con lentezza, per evitare che i suoi spettatori perdessero anche solo una parola.
"Nostro padre era un ragazzo molto bello... forse troppo... tutte cadevano ai suoi piedi".
Inutile dire che Dean si sentiva un po' chiamato in causa, anche se non era di lui che stavano parlando.
"E..."- per lei era difficile da spiegare, era evidente.
"E diciamo che ha ritenuto opportuno sedurre e abbandonare tua madre per dedicarsi a quella di Vanessa dopo poche settimane, giusto?" - non c'era ironia nella voce di Dean.
La ragazza aveva trovato il coraggio di guardarlo.
"Non credo che mia madre sia stata scaricata, Dean".
Quello che era accaduto pochi istanti dopo, aveva permesso loro di comprendere tante cose: gli occhi di Lexie, anche se per un breve istante, erano diventati neri.
 
Continua…
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Ed ecco che i misteri stanno pian piano venendo a galla! Povero Cass… Ridotto in quello stato! E chissà cosa starà accadendo a Vanessa! =(
Lo sapremo presto!
Un bacio
Cleo

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Capitolo 7
*** La verità ***


La verità

 
Vanessa si era destata dal suo sonno in un luogo buio e umido. Aveva fortissimi dolori in tutto il corpo, ma principalmente alla testa e allo stomaco. Si era accorta di aver perso sangue dalla bocca. Ma che diavolo le era capitato? Improvvisamente, si era resa conto di essere incatenata, e il panico l’aveva assalita.
"Cass... Castiel!".
Ma non era stato lui a risponderle. Era stata un’altra la voce giunta alle sue orecchie.
"Chiama il tuo adorato angelo custode quanto ti pare, sciocchina... lui non verrà a salvarti".
Vanessa non riusciva a credere ai suoi occhi.
"Meg" – aveva sussurrato, incredula.
"Benvenuta".
 

*

 
Sam e Dean erano piombati in piedi, pronti a colpire se fosse stato il caso, nonostante lo shock.
"Tu...".
"Sì... e no"- aveva risposto Lexie a Sam.
Quest'ultimo si sentiva talmente stupido: sembrava che i demoni lo attirassero come una calamita.
"Sedetevi... e lasciate che vi spieghi... per favore".
 
Sam e Dean non riuscivano a capire.
Castiel era ancora troppo debole per potersi difendere da un eventuale attacco, ed era loro compito proteggerlo.
Dean si chiedeva come fosse possibile che non se ne fossero resi conto prima. E come faceva Lexie a vivere in una 'casa a prova di demone'?
 
"Tua madre... tua madre era..." – aveva chiesto l’angelo con un filo di voce.
"Sì Castiel, mia madre era un demone".
Lexie aveva iniziato a pulire il sangue dalla bocca dell'angelo con le proprie dita dopo essersi inginocchiata accanto a lui. Cass non aveva opposto resistenza.
 
"Non ho mai conosciuto la donna che mi aveva concepita mentre il demone si trovava dentro di lei".
Si era alzata per dirigersi verso la cucina per riempire una bacinella con dell'acqua fredda, lasciando i presenti in attesa. Dopo essere tornata e avervi immerso un fazzoletto lindo, aveva ripreso il suo compito di pulizia del volto di Castiel, riprendendo a parlare.
 
"Mio padre aveva stretto un patto con quel demone... Uno notte, un cacciatore la stava inseguendo...
Io sono stata messa al mondo quando si trovava ancora nel corpo del suo tramite. Poi è stata uccisa dall'uomo che la braccava".
Il suo pubblico la ascoltava in silenzio.
"Non so perché non abbia ucciso anche me... forse pensava che fossi umana". 
Castiel sembrava completamente rilassato dal tocco delicato di Lexie.
Lei, però, era da tutt'altra parte con la mente.
"Mi aveva portata in un orfanotrofio. E' paradossale, ma sono stata allevata dalle suore. Sono cresciuta con gli altri bambini, ma sin da piccolissima, ero capace di fare cose che gli altri potevano solo immaginare".
"Spostavi gli oggetti col pensiero, vero?".
Aveva annuito con un cenno del capo alla domanda di Sam.
"E, almeno in parte, alcune cose che desideravo si avveravano. Gli altri bambini evitavano la mia compagnia, nonostante non avessi mai fatto sfoggio delle mie capacità in pubblico. Ma loro... era come se mi temessero... Forse, avevano capito ancor prima di me che avevo dentro qualcosa di marcio".
 
Sam la guardava con profondo rispetto e immensa comprensione: capiva perfettamente cosa avesse provato Lexie, ed era certo che, in tante occasioni, continuasse a provarlo ancora adesso.
"Nessuno voleva adottarmi. Così, sono stata in quel posto fino a diciott'anni. Non mi dispiaceva stare lì, non fraintendetemi. Ma non avevo mai visto nulla oltre quel po' che riuscivamo a vedere durante le pochissime gite fuori porta. Avevo ottenuto maggiore libertà nel momento in cui avevo iniziato a frequentare le scuole superiori al di fuori dall'orfanotrofio".
Dean e gli altri avevano intuito che di lì a poco sarebbe entrata in scena Vanessa.
"Frequentavo il primo anno di liceo quando, qualche mese dopo l'inizio dell'anno scolastico, una ragazza trasferitasi da un altro istituto era entrata a far parte della nostra classe".
Ormai il volto di Castiel era quasi del tutto pulito.
"Vanessa era stata accolta da tutti con calore, ma, stranamente, continuava a stare sulla difensiva.
Tutti sapevamo che era stata abbandonata quando era ancora in fasce, esattamente come me, ma questo dettaglio non ci aveva fatto avvicinare. A dirla tutta, non riuscivo proprio a sopportarla, i primi tempi.
Tutto ciò che io adoravo, per lei era spazzatura. Eppure, c'era qualcosa in lei che attirava la mia attenzione".
 
Nessuno aveva avuto il coraggio di interromperla o farle domande.
Cass non aveva più una goccia di sangue in viso, anche se era pallidissimo. Lexie, inginocchiata al suo fianco, continuava a fissarlo.
 
"Era arrivato il giorno del primo colloquio tra gli insegnanti e i genitori. Vanessa soffriva almeno quanto me.
Riuscivo a leggerlo nei suoi occhi.
Sapete, io ero solita confidare segreti e paure ad un grosso quaderno blu... Anche lei riversava i suoi timori su carta, ma in modo diverso".
E, così dicendo, si era alzata in piedi, dirigendosi verso un mobiletto all'ingresso.
Apertone il cassetto, ne aveva estratto un blocco di carta da schizzi con la copertina nera, e lo aveva consegnato a Dean.
"Angeli"- aveva detto quest' ultimo dopo averlo visionato.
"Sì..." - aveva risposto Lexie - "Vanessa non faceva altro che disegnare angeli".
Castiel aveva socchiuso gli occhi, incuriosito dalla rivelazione.
Era però ancora troppo debole per mettersi seduto. Avrebbe dovuto pazientare. Sam aveva preso il blocco da disegno in mano, esaminandolo a sua volta.
"Dean...guarda qui". Dean Winchester non riusciva a crederci.
"Oh porca putt..." - e, con questo francesismo, entrambi avevano sollevato il capo, puntando i loro sguardi verso Castiel, che non capiva il motivo di tutto quell'interesse. "Credo che questo tu debba proprio vederlo".
Dean aveva mostrato all'angelo il disegno.
Cass riusciva finalmente a comprendere il disappunto dei suoi amici. Aveva trovato persino la forza di prendere in mano il blocco da disegno e tenerlo stretto davanti al suo volto.  Tutto, tutto avrebbe creduto di trovare, fuorché un suo ritratto. O meglio, un ritratto di Jimmy. Era evidente c non potesse essere solo una coincidenza.
 
Castiel continuava a fissare il ritratto con sorpresa. Sfiorava la carta leggermente ingiallita seguendo i contorni di quelle labbra, di quei capelli che da più di un anno erano i suoi.
 
"Castiel..."- Lexie aveva posato la mano sul suo braccio - "Vuoi che ti prenda qualcosa da bere?".
L'angelo la guardava, confuso.  Dean e Sam non capivano dove volesse arrivare.
All'improvviso, sembrava che Cass avesse avuto un'illuminazione.
 
"Non può essere...".
"Ma non può essere che cosa??" - Dean cominciava a non poterne più di tutti quei misteri.
"Sua sorella… Vanessa è la figlia di un angelo".
 
Dean aveva guardato Lexie, poi Cass, poi Sam e viceversa, cercando di elaborare la frase pronunciata dall’amico.
"Ok, ora ho davvero bisogno di un drink".
Forse, ce ne sarebbero voluti due.
 
Continua…
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Ed ecco che si comincia a capire qualcosa di più! ;)
Un bacio
Cleo

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Capitolo 8
*** Angeli e Demoni ***


                        

Angeli e Demoni

                                                                              
Meg continuava a girare attorno a Vanessa sghignazzando crudele. La ragazza sapeva perfettamente che quella bastarda avrebbe cominciato con le sue torture da un momento all'altro, e quell'attesa la stava facendo impazzire. Voleva mettersi all’opera? Bene, che lo facesse immediatamente! Preferiva sopportare il dolore fisico piuttosto che quella tortura psicologica! Ma era più che evidente che il demone ci avesse preso gusto a tenerla sulle spine. Lo si poteva leggere sul suo viso così umano, eppure così malvagio.
 
"Oh, andiamo piccolina... Non guardarmi con quegli occhioni accigliati. Sai benissimo che potrei evitarti tante inutili sofferenze se esaudissi quel mio piccolo, insignificante desiderio".
 
Vanessa era attenta a non perdere di vista i suoi movimenti. La conosceva bene ormai, e sapeva che Meg era capace di qualsiasi cosa.
 
"Se è talmente insignificante, non vedo perché dovrebbe essere esaudito" – aveva poi commentato, sfidandola apertamente.
Meg aveva cambiato espressione, che da vittoriosa era diventata colma d’odio e di disprezzo.
"Vedremo se avrai ancora voglia di scherzare quando avrò finito".
   
 

*

 
Castiel, con uno sforzo incredibile, era riuscito a mettersi seduto sul divano.
Dean era tornato con una bottiglia di liquore e ne aveva versato una quantità piuttosto considerevole in tre bicchieri. Castiel aveva buttato giù il suo in un solo colpo.
 
"Prima o poi dovremo iscriverti agli alcolisti anonimi!" – aveva commentato Dean, ma Cass non lo aveva neppure ascoltato. Sam non riusciva a capire come potesse scherzare in un momento così delicato.
 
"Ora capisco perché non riuscivo a leggere nella sua mente..." – aveva detto Cass.
"Quando vuole sa farsi rispettare" - Lexie aveva un malinconico sorriso sulle labbra.
 
L'angelo non riusciva a togliersi dalla mente il ricordo della mano di Vanessa sulla sua. Si sentiva tremendamente responsabile per quello che le era accaduto.
"Castiel... non è stata colpa tua".
Ma non sembrava molto convinto di quell'affermazione. Quel gesto apparentemente così insignificante l'aveva sconvolto a tal punto da non rendersi conto del pericolo imminente. Si sentiva talmente stupido. Stupido e inutile.
Lexie stava per riprendere il suo racconto, nonostante volesse fare ben altro. Ma doveva farlo se voleva salvare sua sorella. E lei lo voleva con tutta l’anima.
 
"E’ stato il giorno dell' incontro scuola-famiglia che ho deciso di mettermi alla ricerca dei miei genitori, ma non sapevo bene da dove partire... Diciamo che avevo bisogno di un consiglio, ecco. E potete immaginare a chi l’ho chiesto. Quando me la sono trovata davanti, l’indomani, le ho chiesto cosa avrebbe fatto se avesse deciso di mettersi alla ricerca dei suoi genitori. Io, che le parlavo appena… Non l’avevo neppure salutata…
Ripensandoci adesso, mi chiedo come diavolo mi sia venuto in mente.
Ma la cosa più strana, è stata la sua reazione. Mi ha guardata per un minuto interminabile come se fossi un'aliena, mi ha poi sorriso, e mi ha detto che avrebbe iniziato dal cercare una persona fidata, una persona con cui poter condividere gioie e dolori.
Quello stesso pomeriggio, con la scusa di dover studiare insieme in biblioteca per un progetto di scienze, ci siamo messe all’opera, cercando una qualsiasi notizia su coloro che vi avevano messo al mondo.
Io non avevo elementi per cercarli, ma Vanessa sì. Era stata sua madre, in punto di morte, a consegnarla ad una suora quando era ancora in fasce. Suor Palma era il nome di quella pia donna.
 
E’ stato piuttosto semplice rintracciarla, ma le sue consorelle ci avevano comunicato che per colpa dell'età spesso era vittima di vaneggiamenti. Ma, nonostante tutto, avevamo deciso di parlare ugualmente con lei.
Ricordo l'emozione di Vanessa quando si è trovata davanti a quell'anziana donna tutta rugosa. Una donna che ci ha raccontato l’ultima cosa che avremmo creduto di sentirci dire.
Secondo la sua testimonianza, la madre Va era comparsa davanti le porte del convento all'improvviso in una notte di gelo, completamente ricoperta di sangue, morente. Ma la cosa più strana, era che, secondo suor Palma, quella donna emanava una sorta di calore non comune ad un essere umano.
Le aveva messo la bambina tra le braccia dicendole che un giorno avrebbe dovuto cercare 'Joseph Laureen' e poi ha detto di averla vista dissolversi in luce, finché a terra non era rimasto solo un corpo senza vita".
 
Dean e Sam non avevano interrotto il suo racconto, entrambi troppo scossi per finire i loro drink.
Castiel, al contrario, ne aveva già ingurgitato una quantità esorbitante. Era un miracolo che fosse ancora sveglio.
 
"Assurdo.E voi... Ecco, come avete preso la notizia?" - aveva chiesto Sam.
"Ci siamo messe alla ricerca di Joseph Lareen, ovviamente".
Sam le sorrideva compiaciuto. Come poteva essere altrimenti?
"Era una storia talmente assurda, ma Vanessa l'aveva presa molto seriamente. Sembrava credere veramente che sua madre si fosse 'illuminata' e poi fosse 'sparita'.
Ho provato a farle capire che era a dir poco impossibile ma, come in tutte le storie che si rispettino, era accaduto un impensabile imprevisto. All’uscita dal convento, stavo per essere investita, ma, all'improvviso, mi sono ritrovata dall'altra parte della strada perfettamente illesa".
"Come Bella salvata da Edward Cullen!".
"Da chi?".
Sam guardava Dean con rassegnazione. Era davvero rincretinito!
Ma quella battuta sembrava aver divertito molto Lexie.
"Più o meno Dean… Solo che mi ha salvata una creatura molto più preziosa di uno sciocco e crudele vampiro".
"Che storia. Vanessa ti ha voluto bene sin da subito. E' stato un gesto così nobile il suo... Si fidava così tanto di te da esporre i suoi poteri al mondo senza remora. E’ da ammirare" - Sam le aveva detto ciò con un sorriso indecifrabile in viso. Si sentiva un po’ in colpa.
 
"Si trovava nelle mie condizioni dopo che ti ha aiutata?".
Lexie guardava Castiel, rammaricata.
"Non stava così male... Ma ricordo di essermi molto spaventata vedendola sanguinare dalle orecchie e dal naso... Ma le avevo promesso che mi sarei presa cura di lei, è così è stato".
"Le hai mostrato i tuoi poteri?"- aveva chiesto Dean.
"Sì...ma non subito... mi vergognavo... lei riusciva a controllarli e, anche se con uno sforzo immane, a volte riusciva a curare anche le ferite di animali che trovavamo in giro.
Io, non ci riuscivo. Era come se sin da allora avessi capito che i miei poteri non potevano essere comparati ai suoi, senza sapere cosa fossimo in realtà. Non so come spiegarvi: ogni volta che li usavo, ero guidata dalla rabbia, e dopo mi sentivo... diversa... come se la cattiveria si fosse impossessata sempre più di me.
Per tutta la vita ho creduto di essere una specie di mostro. Ma, quando ho avuto la forza di rivelarmi a lei, Vanessa mi ha detto che mi aveva letto dentro da tempo e che io… Che io ero molto più forte della mia stessa natura, che ci era stata data la capacità di scegliere, e noi potevamo farlo. E se la scelta positiva per me era non utilizzare più quel lato di me, noi non li avremmo più utilizzati".
"Vanessa ha messo da parte i suoi poteri per aiutarti... " - Dean aveva pronunciato quelle parole con lo sguardo perso nel vuoto.
Il peso della colpa si era insinuato in Sam.
Anche suo fratello aveva sperato in un gesto del genere da parte sua, e invece, lui aveva continuato a fare come meglio aveva creduto. Se solo gli avesse dato retta sin dall'inizio, tutto quello non sarebbe mai accaduto.
 
"Nessuna delle due a più utilizzato le sue doti?".
"Solo in casi straordinari, Sam. E solo uno dei nostri doni continua ad essere regolarmente utilizzo, e non sai quanto mi sarebbe utile in questo momento, se lei no mi stesse impedendo di farlo".
"Di fare cosa?" - Dean aveva paura di sapere.
"Di leggere nella sua mente..." - Castiel aveva lasciato il secondo bicchiere a metà - "Lei... non vuole farsi trovare".
Lexie aveva gli occhi pieni di lacrime.
"Si sta comportando da sciocca ragazzina con la sindrome da wonder woman...".
"No Lex... è solo una ragazza che ama troppo sua sorella" - Dean aveva guardato Sam con gli occhi colmi di tristezza.
 

*

 
"Non sei stanco angioletto mio? Forza su... fa venire qui la sorellina, e tutto questo dolore svanirà in un istante. Avanti… fallo per me!".
Vanessa era allo stremo delle forze, ma non avrebbe ceduto.
"Torna all'inferno brutta puttana”.
 
Continua…
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Eccoci qui con un nuovo capitolo!
Povere ragazze, che shock! =(
A prestissimo!
Baci
Cleo

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Capitolo 9
*** Responsabilità ***


             Responsabilità                                                                                      

 
"Ma ancora non mi è chiaro cosa vuole Meg da voi!".
Sam era ancora molto confuso, come il resto dei presenti, dopotutto.
"La storia è lunga, vi chiedo scusa, ma era necessario partire da così lontano per farvi capire.
Dunque, trovare nostro padre è stato più semplice del previsto, perché il caro e amabile Joseph Laureen era diventato mega-miliardario otto mesi prima della mia nascita".
"Il bastardo aveva fatto un patto con tua madre, scommetto".
Lex aveva storto il muso sentendo quell'affermazione. Sentire chiamare un mostro "madre" le faceva sempre uno strano effetto.
"Avreste dovuto essere lì con noi quando ci ha aperto la porta...".
Gli altri erano impazienti di sapere.
"Era in tenuta da golf, e vi giuro, credevo che da un momento all'altro sarebbe morto vestito in quel modo ridicolo. 'Voi che ci fate qui?? Avevate detto che non ci saremmo mai più rivisti!'. Potete immaginare le nostre espressioni. Vanessa pensava che fosse mezzo rimbambito. Ricordo la scena così bene… Cielo, quasi mi viene da ridere!
'Prego?' gli aveva detto mia sorella, e lui, con quella sua voce piena, ci aveva chiesto cosa ci facessimo lì, solo che non ci aveva chiamate con i nostri nomi. Lui si era rivolto a noi chiamandoci Reena e Catherine”.
Lexie sorrideva, divertita dal ricordo.
"Pensavamo fosse pazzo! Non vi dico poi la mia, di faccia, quando si è rivolto a me dicendo che Il patto diceva che sarei andata a riscuotere il pagamento tra 25 anni mentre ne erano trascorsi solo diciassette. Proprio non riuscivo a capire! E poi ha detto a Vanessa, chiamandola ‘Cath’, che non devi guardarlo in quel modo, che non doveva avercela con lui perché l’aveva amata, anche se solo per una notte, e che non poteva continuare a stare con lei dopo la sua rivelazione! Eravamo allibite.
Non capivamo se fosse ubriaco, in overdose, o semplicemente fuori di testa! Da non credere. E poi, come se niente fosse, aveva concluso quel monologo dicendo che non capiva cosa ci facessero un angelo e un demone insieme sotto il portico di casa sua”.
 
Dean non riusciva crederci.
"Bel modo di scoprire la verità!".
"Sì Dean... è stato proprio un modo molto originale".
"Bè, se vi ha scambiate per le vostri madri, dovevate essere a dir poco identiche a loro".
Lexie aveva risposto a Sam con un cenno del capo.
Castiel aveva finito il suo ennesimo bicchiere di liquore d'un fiato.
"Come avevi ben intuito, il bastardo aveva stretto un patto con 'mia madre ' per poter diventare miliardario, ma ovviamente non aveva previsto che restasse incinta, essendo un demone”.
"Che verme!".
"Oh Dean, credimi, se non ci fosse stata Vanessa l'avrei incenerito sul posto!".
"Bè, forse se lo meritava!".
 
Dean era furioso! Ma che razza di persona dice alla propria figlia che è stata solo un incidente di percorso?
"E... sua madre?".
Lexie guardava Castiel con tristezza.
"Vi ho già detto che si trattava di un bellissimo bastardo? Aveva incontrato Cathrine, la madre di Vanessa, qualche giorno dopo aver stretto il patto con Reena...
Aveva detto di non aver mai conosciuto una ragazza così ingenua, che si era innamorata di lui all'istante, e che sembrava che non avesse mai conosciuto altro uomo in vita sua. Se l’è spassata, il bastardo.
Quando però è tornata da lui in festa rivelandogli di essere incinta, ha scoperto di essere già stata scaricata per un'altra.
Più volte gli aveva spiegato quanto lo amasse, e che aveva rinunciato a tutto per lui, ma a nostro padre non importava. Non voleva un figlio. Non dalla prima sciocchina che passava. Lo cito testualmente, perché cose del genere non si possono dimenticare:
'E' stato allora che una luce l'ha avvolta, e un paio di enormi ali erano apparse dietro la sua schiena. Poi, è sparita nel nulla... Ma è stato meglio così. Una seccatura in meno’. Delicato, non trovate? ".
 
Castiel aveva lasciato cadere il bicchiere sul tavolino e si era nascosto il viso tra le mani, sconvolto.
"Cass..."- Dean stava cercando di consolare il suo amico, ma ogni gesto sembrava vano.
"Gli avete detto che entrambe erano morte?".
"Altro tasto dolente Sam... Gioiva come un folle per la scomparsa di Reena. Non doveva più pagare nessun riscatto. Di Cathrine, poco gli importava. Almeno, fino a quel momento".
Gli sguardi interrogativi dei ragazzi l’avevano spinta a proseguire il suo racconto.
"Non chiamateci opportuniste se campiamo di rendita. Ma grazie ai soldi che ci passa quel bastardo noi possiamo dare la caccia ai demoni. Nessuno deve soffrire come è successo a noi. E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pura farlo".
 
I ragazzi la guardavano, seri.
Dean si stava tormentando le mani. La loro era stata una scelta coraggiosa, ma sicuramente troppo avventata.
Nonostante ciò, le ammirava molto. Nessuno le aveva spinte a cacciare. Erano mosse da un profondo senso di lealtà e giustizia.
Sentirsi diverse per tutta la loro vita, non avere avuto la possibilità di scegliere.
Sì, aveva proprio ragione: nessun altro al mondo avrebbe mai più dovuto soffrire come loro.
 
"Stavamo cacciando. Avevamo iniziato da qualche mese. Eravamo alle calcagna di un bastardo che si era impossessato di un ragazzino. L'avevamo in pungo... non mancava molto per terminare l'esorcismo..." - si era accorta che Sam l'aveva guardata turbato - "Oh, no. Non come pensi tu. Metodo classico! Formule e rituali comuni. Non usiamo i nostri poteri, ve l'ho detto, a meno che non sia strettamente necessario.
Si era incupita all’improvviso.
"Scommetto che subito dopo è stato strettamente necessario".  
"Meg ci ha colte di sorpresa. Eravamo alle prime armi, eravamo ancora inesperte. Era riuscita a liberare quel bastardo dalla nostra trappola e rovinare tutto a metà dell'opera. Quel demone si era scagliato subito contro Vanessa ed io... io non sono riuscita a trattenermi. L'ho rispedito a casa, e ci ho provato anche con lei, ma non è stato possibile. Era troppo forte per me. Mi ha scaraventata contro una parete, si è avvicinata, e ha cominciato ad accarezzarmi i capelli dicendomi che era un essere strano... un 'caso singolare'. Ha aggiunto che ero interessante e sarei potuta essere preziosa per i loro scopi, se non fossi stata imperfetta.
Ha cercato di uccidermi. Ma mia sorella mi aveva salvato la vita per la seconda volta in poco tempo.
Vanessa l'aveva ferita piuttosto gravemente, e Meg, prima di sparire, aveva giurato che sarebbe tornata a cercarci per distruggerci".

 

*

 
Meg continuava a tormentare Vanessa.
"Scommetto che la tua adorata sorellina sarà in pensiero per te..." - diceva, mentre continuava a graffiarle il viso con le unghie.
Vanessa cercava di non urlare, nonostante il dolore fosse insopportabile. Non voleva dargliela vinta a quella puttana demoniaca.
"Oh, ma come sei coraggioso, angioletto mio... Ma sono convinta che la sorellina arriverà presto. Molto più presto di quanto possiamo immaginare.
 
Continua…
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Quando si dice “la sfiga”.
Sì, sono due sfigate!
A presto!
Baci
Cleo

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Capitolo 10
*** Basta nascondersi ***


Basta nascondersi

 
"Che storia...".
Dean, Sam e Castiel avevano mandato giù quasi tutta la bottiglia di liquore.
Lexie aveva radunato la sua attrezzatura sul tavolo del salotto, pretendendo di correre in aiuto si sua sorella.
Sam la guardava con profondo rispetto. Si sentiva così vicino a quella ragazza come a nessuna altra fin ora.
Sì, Jessica per lui aveva rappresentato tutto. Il suo mondo dei balocchi, il suo rifugio sicuro, ma lei non aveva idea di chi fosse Dean Winchester in realtà. Lexie sì. Lexie era l'unica che poteva capirlo fino in fondo. Lexie era l’unica che avrebbe potuto stargli vicino.
 
"Che hai intenzione di fare, Lex?".
La ragazza aveva caricato un fucile.
"Non lo so ancora, Dean. Mi cerca da troppo tempo, ormai. Non posso più nascondermi. Stavolta deve sparire, Dean, ma sparire definitivamente".
Sam si era alzato in piedi e, con la scusa di portare il suo bicchiere in cucina, aveva trovato il coraggio di parlare con Lexie a cuore aperto.
"Non devi fare così... Non è colpa tua...".
Lexie non lo guardava neanche in viso.
"Io... io ti capisco. So esattamente cosa significa sentirsi un mostro, sentirsi sempre responsabile di tutte le cose brutte che accadono ai nostri cari. Ma non è colpa tua. Non sei tu che l'hi voluto. E' stato solo un caso. Uno sfortunato incidente di percorso di cui non sei responsabile".
Lei lo guardava, seria. Stava per rispondere alle sue affermazioni quando, improvvisamente, si era come estraniata, come se il suo corpo fosse lì ma la sua mente si trovasse altrove.
"Lex... tutto bene?".
Ma lei non lo ascoltava. Era come se fosse in trance.
"Sono qui Va...sono qui...".
"Cosa??".
All'improvviso, per Sam tutto era diventato chiaro.
"Ragazzi, correte qui!".
Dean aveva aiutato Cass a mettersi in piedi e li avevano raggiunti in cucina, allarmato.
"Che succede Sammy?".
Sam guardava Lex.
"Ma cos...??". "
E' Vanessa..." - Castiel era diventato più pallido di prima. Dean lo guardava con aria preoccupata e interrogativa.
"E' ferita... e vulnerabile... E Lex può leggerle di nuovo nella mente".
"Ma che state aspettando?? Chiedetele dove si trova!!!".
Ma i due erano caduti nel silenzio. Lexie aveva iniziato a piangere a dirotto.
"Non sa dove si trova... e anche se lo sapesse, non ce lo direbbe mai".
"Ma...Castiel...".
"Non consegnerà mai Lexie a Meg su di un piatto d'argento".
 

*

 
"Forse la tua sorellina non ti vuole così bene come credi, se non è ancora venuta a salvarti".
Vanessa era incatenata ad una parete. Aveva il volto tumefatto e pieno di graffi.
"Sa zitta brutta puttana" – aveva reagito, ma Meg l'aveva nuovamente schiaffeggiata.
"Penso seriamente che tu tragga piacere nella sofferenza fisica... o, forse, sei solo molto stupida".
Aveva estratto uno strano pugnale dalla giacca. Vanessa non ne aveva mia visti di simili.
"Sai cos'è questo, angioletto mio?" - Meg le aveva avvicinato la punta del pugnale al volto -"Questo è un giochino molto speciale...un giochino fatto apposta per quelli come te...".
Il volto di Meg era una maschera di perfidia.
"Bene, tesorino…Giochiamo".
 

*

 
Castiel si era irrigidito... la sofferenza era padrona del suo volto e della sua anima. Lexie aveva preso a piangere più forte.
"NO!".
"Che sta succedendo??".
Castiel aveva stretto forte il braccio di Dean. Un istante dopo, era scomparso.
 
Continua…
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Capitolo corto, ma spero che vi sia piaciuto! =)
Povera Vanessa! =( Mi fa tanta pena…
Cosa starà facendo Castiel? Lo scopriremo presto!
Un bacione
Cleo

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Capitolo 11
*** Il magazzino ***


                                            Il magazzino                                                                                 

 
Vanessa stava male... molto male... Era stata ferita numerosissime volte.
La sua natura per metà angelica le aveva consentito di guarire rapidamente dalle ferite riportate in altre occasioni, ma stavolta era diverso.
L'arma con cui Meg la stava torturando doveva essere fatta apposta per ferire gli angeli. Probabilmente, poteva anche ucciderli.
Il demone era profondamente compiaciuto.
 
"Ti piace questo gioco, tesoro mio?" - le diceva, mentre le infliggeva nuove ferite, sempre più profonde.
Ma per ora, erano state inutili: Vanessa non aveva detto una sola parola su sua sorella.
"MA POSSIBILE CHE TU NON LO CAPISCA?" - Meg l'aveva afferrata per i capelli - "Così facendo mi sproni solo a farti ancora più male".
Di certo, non si sarebbe fermata.
 
 

*

 
Sam stringeva Lexie tra le sue braccia.
"Ascoltami… ascoltami... andrà tutto bene... andrà tutto bene...".
Non era affatto convinto di ciò che le stava dicendo, ma sentiva che quella fosse la cosa più giusta da fare.
Lei singhiozzava con il viso affondato sul suo enorme petto, le braccia strette attorno alle sue spalle talmente forte da fargli quasi male.
Sam aveva preso ad accarezzarle i capelli, piano, quasi avesse paura di ferirla, di farle del male.
Dean lo guardava in silenzio.
Era preoccupato. Preoccupato per Vanessa, che si trovava nelle mani di quella bastarda di Meg. Era preoccupato per Lexie, che non riusciva più a mantenere la calma. Era preoccupato per Castiel, che era sparito all'improvviso nonostante le sue condizioni critiche. Ed era preoccupato per Sam. Il suo fratellino provava qualcosa per quella ragazza. Ma provava qualcosa per lei solo per via della sua 'diversità' ? O le piaceva per come era realmente?
Aveva persino provato a chiamare Bobby per farsi aiutare, ma non ne avevano cavato un ragno da un buco. Meg era introvabile. Ma dove cazzo poteva essersi cacciata?
 
"La sta... la sta torturando..." - continuava a ripetere Lexie.
I due fratelli avevano avuto un colpo al cuore nell’accorgersi che la ragazza stava vivendo ogni singolo istante del dolore di Vanessa senza poter intervenire.
Sapevano che fosse forte, ma non sarebbe stata in grado di resistere in eterno.
Sam guardava Dean con il cuore in mano. Si sentivano completamente impotenti.
"Ma dove è finito Castiel?".
Dean non aveva neanche avuto il tempo di allargare completamente le braccia in segno di esasperazione che Castiel era piombato tra di esse, ed era caduto a terra con lui addosso.
"Cass!Devi smetterla si svenirmi tra le braccia, amico!".
Stava peggio di quando era partito. Lexie e Sam si erano precipitati a soccorrerlo.
"Tirati su Cass..." - Sam lo aveva aiutato ad alzarsi.
"L'ho trovata..." -  quelle parole erano state sperate ma disattese.
"Dove?".
Castiel faceva fatica a parlare. Tossiva sangue, ma non poteva demordere.
"E' in un magazzino abbandonato sulla 18°. C'è pieno di simboli enochiani... Se non li fate sparire, io non posso entrare e... ".
"E lei non potrà uscire"- aveva concluso Sam.

*

 
"Vuoi sapere qual è la cosa più buffa, Vanessa cara?".
Meg l'aveva ridotta uno straccio. Non avrebbe resistito ancora a lungo.
"Come avrai avuto modo di sperimentare, questo è un pugnale fatto apposta per voi angeli... Sai, con questo, se volessi, potrei anche ucciderti...".
Vanessa ormai faceva fatica a seguirla. Era semi- svenuta, aveva la vista annebbiata e i suoni erano ovattati.
Meg era sempre più compiaciuta.
"Sai di chi era questo pugnale, angioletto mio?" - si era avvicinata al suo orecchio.
"Apparteneva alla tua cara mamma...".
 
Continua…
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Grande Castiel!!
Vai angioletto, siamo tutti con te! Fai presto, o per Vanessa sarà tardi!
A presto!
Baci
Cleo

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Capitolo 12
*** So cosa si prova ***


                                       So cosa si prova                                             

 
Era quasi l'alba.
Dean e Sam stavano caricando l'attrezzatura di Lexie nel portabagagli della Impala.
La ragazza era sconvolta, ma determinata ad aiutare sua sorella.
Erano armati di tutto punto, ma da brava cacciatrice, Lexie era molto affezionata alle proprie armi e aveva insistito per portare con sé le proprie.
Sam era silenzioso. Nonostante si ritrovasse molto in Lexie, aveva capito che lei era centomila volte più forte e più leale di lui che, per inseguire una strada solo apparentemente corretta, invece di ascoltare i consigli di suo fratello, aveva provocato l'irreparabile.
 
"Castiel è a pezzi" - Dean era molto preoccupato per l'angelo. Cass se ne stava seduto sul dondolo del patio a fissare il vuoto. Troppe emozioni in un solo giorno lo avevano stravolto. Non c'era abituato.
 
Catherine...
Non aveva avuto molte occasioni per parlare con lei. Era caduta, esattamente come lui, solo che lei era caduta per amore. Si era innamorata di Joseph ancora prima che diventasse umana. Aveva perso la sua grazia per un uomo che non si meritava niente.
Non riusciva a smettere di pensare a Vanessa. La sentiva soffrire e non poteva fare nulla. Era davvero inutile.
 
"Ehi Cass..." - Dean si era avvicinato a lui.
"Eravamo seduti qui quando è scomparsa... mi aveva chiesto di non lasciarla ed io... io non ho fatto niente...”.
"Cass...".
"Non mi sono neanche accorto di avere davanti un mio simile, anche se solo in parte... Non me ne sono accorto".
Dean ascoltava l'angelo senza interromperlo.
"Lei è già completa così Dean... Completa in quella che gli altri chiamerebbero imperfezione. Ed io non me ne sono accorto".
"Non puoi stare qui a disperarti per questo Cass...".
"Hai ragione... Forse dovrei concentrare la mia disperazione sul fatto che non mi sono accorto neanche della presenza di Meg... Sono completamente inutile".
"Andiamo vecchio mio! Può capitare a tutti di commettere un errore!".
Ma l'angelo non accettava sconti.
"Cass..." - aveva proseguito Dean con un tono più dolce - "Io... io non riesco neanche ad immaginare come potessi sentirti quando eri un super- angelo arrogante e pieno di sé... Ma riesco perfettamente a capire come ti senti adesso...".
Castiel lo ascoltava in silenzio.
"Ti senti debole... e inutile. Sentirsi impotenti è terribile. Tutto ciò che ci sta capitando è una cosa un miliardo di volte più grande di noi, che potrebbe schiacciarci in qualunque momento. Siamo così Cass. Siamo degli umani imperfetti. Ma non per questo possiamo sottrarci ai nostri errori. Siamo in grado di rimediare ai nostri sbagli e alle nostre mancanze, dopotutto. Basta volerlo".
Castiel sembrava rincuorato dalle parole di Dean.
"Puoi aiutare Vanessa anche così, Cass, con solo la metà dei tuoi poteri, ma con la consapevolezza di aver fatto tutto ciò che è nelle tue possibilità".
L'angelo lo guardava con profonda ammirazione e rispetto.
"Mettila così: sei più simile a lei, adesso. E ciò deve spronarti ad andare avanti in ogni caso, e mettercela tutta, sempre. Noi siamo qui per aiutarti. Tu sei qui per aiutarci, Cass?".
Così dicendo, aveva allungato la mano in attesa che l'angelo la stringesse.
"Sempre e comunque, Dean".
 
Continua…
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Quando vuole, Dean ci sa fare per davvero…
Mi è piaciuto scrivere questo discorso… Spero che a voi sia piaciuto leggerlo!
Un bacione
Cleo

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Capitolo 13
*** La città degli angeli ***


La città degli angeli

"Tu...tu! PUTTANA! HAI UCCISO MIA MADRE!!".
"Perché utilizzare parole che a te non si addicono per niente? Sei un angioletto... dovresti scandalizzarti solo a sentirle".
Meg era oltremodo soddisfatta.
"E' stato... eccitante, lo sai? L'ho incontrata per puro caso. Lei era raggiante per la tua nascita... Ma il metterti al mondo l'aveva molto indebolita. Uccidere un angelo col suo stesso pugnale... Un' occasione troppo grande per lasciarmela sfuggire di mano. Così, l'ho colta di sorpresa. Lei era troppo impegnata a proteggere la sua bambina per difendere se stessa. E' bastato un attimo di distrazione, e l’ho uccisa con l’arma che avrebbe dovuto proteggerla".
Leccava il sangue di Vanessa dalla lama fra una frase e l’altra. Era disgustosa e immonda. Doveva essere eliminata. Tutti quelli come lei dovevano essere eliminati.
"Perché mi hai risparmiata?".
"Bella domanda. Uccidere un inutile neonato mezzo- angelo. Troppo semplice. Che gusto c'era? No... se tu fossi cresciuta, la caccia sarebbe diventata più esaltante".
 
Vanessa aveva avuto un colpo al cuore. Allora non era stato un caso la prima volta che si erano incontrate? Era per colpa sua se Meg dava la caccia a sua sorella?
 
"Non stare ad arrovellarti il cervello tesoro mio...".
"Sono qui... fammi fuori, adesso" – l’aveva provocata.
"No… Prima, devi far venire qui tua sorella".
"Lexie non verrà".
"Oh...sì che lo farà... Anzi! Diamole il benvenuto, perché la piccola Lexie è appena arrivata".
 

*

 
La porta del magazzino si era aperta, e Sam e Dean erano entrati, armati fino ai denti.
Meg non sembrava affatto sorpresa.
"I fratelli Winchester... quale onore".
"Fidati, per noi non è la stessa cosa".
Dean avrebbe voluto dire ben altro, ma si era trattenuto.
I suoi occhi si erano posati su Vanessa. Era ridotta uno straccio.
Quella bastarda si divertiva a torturare, e non aveva idea di cosa fosse la pietà.
"Brutta puttana...".
Meg rideva divertita.
"Non fatemi perdere tempo, Winchester. Lei dov'è?".
"Lexie non è qui".
Meg sapeva che Sam stava mentendo.
"D-Dean..."- Vanessa faceva fatica persino a parlare.
 
Per prima cosa, Dean aveva sparato alle catene che la tenevano prigioniera, catene che, finalmente, si erano spezzate.
Sam lo guardava sorpreso per la micidiale mira.
"Ogni tanto anche io ho un po' di culo Sammy!... ORA!".
Dean aveva lanciato addosso a Meg dell'acqua santa, mentre Sam era corso da Vanessa per aiutarla.
"Coraggio... tirati su! Dobbiamo andare via!".
Ma il simbolo enochiano sulla parete dietro di lei la indeboliva troppo.
"Forza! Forza!".
 
"Credevi davvero che fosse così facile, Sammy?".
Il ragazzo si era pietrificato.
Dean era steso al suolo, svenuto, e lui sentiva ringhiare. E quello era il ringhio di quegli schifosi bastardi rognosi che venivano dall’inferno.
"Su...non ho niente contro di voi... non adesso... soprattutto, non ho niente contro di te... mio padre mi ucciderebbe se ti torcessi anche un solo capello. E' una cosa personale, Sam. Una cosa tra me e le sorelline".
Sam era terrorizzato. Vanessa perdeva molto sangue, e quell'odore non faceva altro che eccitare i cerberi.
"Dov'è Lexie?".
"Sono qui, puttana".
All'improvviso, un muro di fuoco aveva avvolto completamente la struttura. I simboli enochiani sarebbero andati distrutti in pochissimo tempo.
 
Le due donne- demone avevano ingaggiato una lotta all'ultimo sangue. Era impari, ma Lexie stava dimostrando il suo valore. Dean, Sam e Vanessa stavano per essere attaccati dai cerberi. Dean era rinvenuto, ma non riusciva a mettersi in piedi.
 
"Dean!".
Il bastardo gli era vicino, e l'avvertimento di Sammy non sarebbe servito ad aiutarlo.
Ma un istante prima che si avventasse su Dean, il cane rognoso era stato colpito da una raffica di proiettili di ferro.
"Castiel!".
"Coraggio Dean".
Stavolta i ruoli si erano invertiti: era l'angelo ad aver preso tra le sue braccia Dean, proprio come la volta in cui lo aveva salvato dalla perdizione.
"Vecchio mio...".
"Ho seguito il tuo consiglio: sto facendo tutto quello che posso".
Dean era stato tratto in salvo, così come Vanessa e Sam.
Lexie e Meg continuavano a lottare tra le fiamme.
"LEX!".
Vanessa cercava di mettersi in piedi per tornare dentro ad aiutare sua sorella, ma continuava rovinosamente a capitolare al suolo.
"Vanessa...".
Castiel le si era avvicinato, e le aveva posato la mano sulla sua.
"Da soli abbiamo fatto tutto ciò che c'era da fare...ora, ci tocca fare tutto il possibile insieme".
Dean e Sam erano stati costretti a coprirsi gli occhi.
 

*

 
Lexie si stava facendo onore. Combatteva con ardore e con la ferocia necessaria. Meg era piacevolmente sorpresa.
"Lo sai, credo di averti sottovalutata. Vieni con me, e insieme faremo grandi cose! Serviremo nostro padre con dedizione e rispetto!".
"Taci! Io e te non abbiamo lo stesso padre. Io non servo il diavolo!".
"Oh, ma sentitela! Tu, un mezzo demone, chi serviresti? Dio?".
Lexie era furiosa.
"Non osare".
Animata dalla fede, era riuscita a ferire gravemente Meg.
"E' stato l'angelo... lei... ti ha plagiata!".
"No Meg... è proprio questo che quelli come te non capiscono. Io sono chi decido di essere. Potrò anche essere stata concepita in seno al male, ma ho scelto di non servirlo. Ho scelto di servire Dio e di rispedire all'inferno il maggior numero di voi esseri privi di cuore. Provo pietà per voi, perché non conoscerete mai sentimenti come l'amore e il rispetto verso gli altri. E passerete la vostra vita a bruciare!".
Ma si era lasciata prendere troppo dalla foga, e Meg ne aveva approfittato. Aveva ferito Lexie.
 
"Ora siamo pari... ora sei mia... e voglio proprio vedere se Colui che dici di servire verrà a salvarti".
Ma, pochi istanti prima di infliggerle il colpo finale, Vanessa era comparsa sulla soglia dell'edificio ormai quasi completamente eroso dalle fiamme.
Non aveva neanche più una ferita sul suo corpo, ed emanava una luce calda e abbagliante.
"Vanessa...".
Lexie non riusciva a credere ai suoi occhi: Vanessa aveva spento il fuoco che li circondava solo inclinando il capo.
Meg non capiva, ma era terrorizzata.
Lexie piangeva dalla gioia. Non riusciva a spiegarsi come fosse possibile, ma Vanessa era un angelo.
Un angelo completo.
Aveva scaraventato Meg lontano da Lexie con un semplice gesto delle dita.
Avanzava verso la sorella sicura e determinata.
Quello sguardo non era lo sguardo di Vanessa. O meglio, non era solo il suo. Ma continuava ad avere qualcosa di familiare.
Si era chinata su di lei e le aveva curato la ferita.
"Va..." - Lex la stava guardando. I suoi occhi erano azzurri.
"Dovete farlo ora... e dovete farlo insieme".
Lex aveva capito.
Vanessa si era lanciata su Meg, tenendole le braccia dietro la schiena, e la testa immobilizzata.
Guardava Lex terrorizzata.
"Muori, puttana!".
L'aveva colpita col suo pugnale dritto al cuore, mentre guardava sua sorella negli occhi.
Quegli occhi, che erano tornati marroni.
 
Continua…
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Sììììì!!!
Meg non c’è più! Ha avuto quello che si meritava! S*****A!! U.U
A presto per l’epilogo!
Baci
Cleo

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


Epilogo

 
Dean e Sam non avevano avuto un ruolo decisivo in questa battaglia, ma avevano avuto l'opportunità di vedere che per quanto si potesse essere di versi, ci si poteva amare e rispettare, imparando tutto ciò che c'era da imparare da chi si aveva di fronte. E, soprattutto, avevano capito che tra di loro l'avevano sempre fatto.
Sbagliando, molto spesso, era vero, ma avevano la consapevolezza che l'uno per l'altro ci sarebbe sempre stato, nonostante gli alti e i bassi e i momenti di sfiducia. Proprio come Lexie e Vanessa, che erano di nuovo insieme, più unite che mai.
Due angeli, perché entrambe erano tali, due angeli che proteggevano la loro città, senza che nessuno lo sapesse. Senza chiedere nulla in cambio.
 
"Non so come ringraziarvi, ragazzi".
Lexie sarebbe stata eternamente grata ai due fratelli.
"Bè, noi non abbiamo fatto niente" - le aveva risposta Sam - "Siete state voi stesse a salvarvi".
Lex sorrideva radiosa.
"Cass..." - Lexie gli si era letteralmente buttata al collo.
Castiel era imbarazzato, ma timidamente aveva ricambiato quello slancio di affetto.
"Grazie Cass...grazie, grazie, grazie!".
L'angelo continuava ad abbracciarla, in silenzio.
Sciolto quell'abbraccio, si era poi diretta verso Dean e gli aveva dato un bacio sulla guancia.
"Prenditi cura del tuo fratellino, hai capito?".
Dean era leggermente arrossito. Quelle due ragazze non smettevano mai di metterlo a disagio.
Stava per fare una battuta, ma vedendo come Lex guardava Sammy, aveva capito che era il momento di farsi da parte.
Tirando Castiel per un braccio, lo aveva portato fuori dalla cucina.
Erano finalmente rimasti soli.
 
"Sam...".
"Lex...".
Sorridevano entrambi.
All'improvviso, Sam l'aveva abbracciata.
"Pensami, ogni tanto..." - gli aveva detto lei con le lacrime agli occhi.
"Solo se prometti di farlo anche tu...".
Dean osservava la scena con orgoglio, anche se con un pizzico di invidia: di solito era lui il rubacuori di turno. Pazienza… si sarebbe rifatto la prossima volta!
 
"Non ti sembra che sia poco carino spiarli in questo modo spudorato?".
Vanessa era tornata quella di prima.
Dean si era accorto che Castiel aveva chinato il capo nel guardarla e che lei gli sorrideva triste.
"Oooooh! Ho capito..."  - ed era uscito sul patio, a metà fra l’offeso e il divertito.
"Poverino... non se lo fila nessuno!".
Vanessa aveva seguito l'uscita di scena di Dean con lo sguardo.
L'angelo si era fatto coraggio, ed era riuscito a guardarla negli occhi.
"Non smetterò mai di ringraziarti Cass...".
"Grazie a te".
Castiel stava per uscire dalla stanza.
Era confuso, scosso. Avrebbe voluto dirle tante cose, ma non sapeva come fare, da dove iniziare, e aveva preferito tacere.
"Ci rivedremo, Castiel?".
Si era fermato sulla soglia, ma non si era girato.
Guardarla ancora una volta gli avrebbe fatto troppo male.
 

*

 
Dean aspettava Sam e Cass seduto sul dondolo del patio, con in braccio la piccola Julie che si stava godendo le ultime carezze del ragazzo.
"Sei proprio una brava cagnolina, tu!".
Castiel era stato il primo ad uscire da casa, seguito poi da Vanessa, da Lexie e da Sam.
Era arrivato il momento di andare.
 
Si erano salutati con mestizia. Si conoscevano da poco più di un giorno, eppure sembrava che fossero amici da una vita intera.
 
"Se dovesse mai servirvi una mano, non esitate a chiamarci".
 
Vanessa stava stringendo con vigore la mano di Dean, esattamente come la prima volta che si erano conosciuti.
Erano proprio due piccole grandi donne.
Sam era già entrato in macchina. Aveva nascosto metà volto con la mano, poggiandosi al finestrino. Aveva le lacrime agli occhi, e non voleva che Dean e Castiel lo vedessero.
I due lo stavano per raggiungere.
 
"Per te sarà lento viaggiare in macchina Cass, ma cerca di accontentarti! Almeno fin quando non ti sarai rimesso completamente".
L'angelo non era molto entusiasta, ma non aveva molta scelta.
Dean aveva ragione. E, forse, non era neanche il caso di restare solo.
 
Ma, un istante prima che Castiel aprisse la portiera, Dean l'aveva fermato.
"Posso dirti una cosa, Cass?".
L'angelo lo guardava in silenzio.
"Se aspettavi un'occasione per baciarla, posso assicurarti che te le sei persa".
Così dicendo, erano entrati in auto.
 
Vanessa e Lexie li guardavano allontanarsi dal patio.
Nella Chervolet Impala del ' 67dominavanol silenzio e la tristezza di due amori mai sbocciati.
 
Ma, paradossalmente, quello più sconfortato di tutti era proprio l’unico che non c’entrava niente con quell’ultimo punto. Dean continuava a guardare suo fratello e Cass, basito.
"Non ho dubbi… Sarà un viaggio davvero molto, molto allegro...".
 

Fine

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Ed eccoci giunti al termine di questa storia!
Che dire, non ho grandi pretese, ma spero che per voi sia valsa la pena leggerla!
Spero che in futuro leggiate qualche altra mia storia!
Un bacio
E grazie!
Cleo

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