Seduzione, che stress!

di Aching4perfection
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** QUI URGE UNA TATTICA ***
Capitolo 2: *** LA TATTICA DELLA PREDA ***
Capitolo 3: *** LA TATTICA DELL'ANIMA GEMELLA ***
Capitolo 4: *** LA TATTICA DELLA GATTA MORTA ***
Capitolo 5: *** LA TATTICA DELLA DISPERAZIONE ***
Capitolo 6: *** LA TATTICA DEL BASTARDO ***



Capitolo 1
*** QUI URGE UNA TATTICA ***


Qui urge una tattica

Mi piace. Non c’è niente da fare, mi piace. E’ inutile continuare a negarlo, ed è inutile anche ripetermi che prima o poi passerà, perché so benissimo che non è così.
Del resto non è poi una cosa così sorprendente, era inevitabile che prima o poi succedesse.
Lo conosco fin da quando riesco a ricordare, e forse anche prima; è presente in tutti i miei più bei ricordi, e anche in molti di quelli più brutti. E come potrebbe non essere così? Lo vedo praticamente ogni giorno, tanto che ormai quando capita che è fuori in missione, la notte non riesco a dormire per l’inquietudine.
Lui è una parte insostituibile della mia vita, lo è sempre stato e lo rimarrà qualunque cosa succeda...ma non è più come quando eravamo bambini...o forse sì, è sempre stato così, ma non l’avevo mai realizzato.
Fino a qualche tempo fa, quando lo incontravo, saltellavo serena verso di lui e mi ci appiccicavo, divertendomi a vedere la sua aria infastidita, e nell’accanirmi su di lui ed osservare come incrociava le braccia e scuoteva la testa, ero così felice...così calma, così serena...ero esattamente dove dovevo essere. Come lo rimpiango quel periodo della mia vita, come mi sembra lontano.
Ora ogni incontro con lui è emozione, ansia, terrore, fiato sospeso...Lo vedo e comincio a tremare, lo guardo da lontano sperando che non si accorga di me e pregando perché mi noti, e quando gli sono vicina...ci sono dei momenti in cui sento chiaramente che sto per svenire.
Quando mi sorride con quel suo ghigno insopportabile, e mi si accosta fin quando riesco a sentire il suo profumo pungente, allora tutto comincia a girare e poco a poco le mie ginocchia vengono meno, come se quel profumo fosse odore di vino.
La sera prima di dormire rivivo i nostri incontri, ripercorrendo gesto per gesto tutte le mie emozioni, e nel ricordare tutto mi sento così euforica che mi alzo dal letto per aprire la finestra, e poi torno a coricarmi e sogno che lui entri e si sdrai accanto a me...
Vorrei fare l’amore con lui. Carezzargli i capelli sulla nuca, aggrapparmi alla sua schiena...muoio di piacere solo al pensiero, e muoio di rabbia quando riapro gli occhi e realizzo che sono sola nel mio letto, e ci rimarrò, mentre lui è a divertirsi da qualche parte con quella strega.
Pensare a Temari mi manda fuori di testa: non so mai se odiare di più lei che me lo porta via o lui che preferisce quella vipera a me...ma mi consolo ricordando a me stessa che probabilmente la sta solo usando, come ha più volte lasciato intendere...la sta usando...dev’essere orribile venire usati...
Eppure io la invidio.
Sì, la invidio a morte perché a me basterebbe anche solo quello che ha lei: un’illusione. Una notte, una notte sola, mi andrebbe bene, non chiedo altro...ma di nuovo mento a me stessa.
Se solo riuscissi a passare anche solo un’ora con lui, smetterei vivere; mi torturerei col ricordo, mi struggerei nella speranza, mi consumerei nell’attesa...morirei per la delusione...
Perché lui, Shikamaru Nara, è come una droga: ti attira quando non l’hai ancora provato, ti travolge quando entra nella tua vita, e ti distrugge quando non ce l’hai più.

Il brusco suono della sveglia mi ridestò violentemente dai miei pensieri con quel suo irritante trillare che mi catapultava di nuovo nella vita reale. Aprii pigramente gli occhi, ricordandomi in un istante che mi trovavo a casa di Hinata, dove avevo dormito quella notte insieme alle mie amiche Sakura e Tenten...certo anche se non mi fossi ricordata questa cosa da sola comunque sarebbero bastate le urla di Ten, già attiva e vergognosamente allegra di prima mattina.
-Sveglia pigrone la sveglia è suonata e la giornata comincia!
-Fanculo!
Le rispose con voce impastata Sakura, lei sì che era una persona come si deve!
-Dai Sakura lasciala stare- intervenne dolcemente Hinata -è molto felice perché ieri si è finalmente messa con Neji!
-Sì è così!!!
La voce di Ten si fece talmente acuta mentre confermava la sua gioia, che giuro di aver sentito il bicchiere che tenevo sul comodino vibrare.
-Ok abbiamo capito!- ringhiai spazientita -evviva l’amore! Ora taci!
Hinata mi guardò accigliata.
-Che hai Ino?
-Non ho niente, è solo che l’amore fa schifo, quindi non vedo il bisogno di svegliare una povera ragazza che stanotte ha dormito solo 11 ore e deve smaltire una sbronza, solo per ciarlare d’amore!
-Cavoli Ino sei un po’ acida stamattina- mi fece notare con tono critico Sakura -ieri ci siamo ubriacate, abbiamo spettegolato alla grande, e la nostra superinformata Ten qui ci ha rivelato che l’ultimo reggiseno comprato da quella strega di Temari era a doppia imbottitura...a quest’ora dovresti essere più felice e rilassata di Dumbo quando vedeva gli elefanti rosa!
Sorrisi abbassando lo sguardo, mentre Tenten si portò una mano alla tempia con una smorfia di dolore
-Lascia perdere gli elefanti rosa, io ce li ho in testa ancora adesso, e penso che stiano ballando la conga! Dai ragazze andiamo in cucina, ho bisogno di un caffè!
Così ci alzammo tutte e ci trasferimmo ciabattando in cucina, dove Hinata preparò premurosamente una massiccia dose di caffeina per tutte noi, che ci eravamo abbandonate intorno al tavolo boccheggiando come meduse spiaggiate.
-Allora Ino?- si rivolse a me la Hyuga versandomi il caffè nella tazza- ci vuoi dire perché l’amore fa schifo?
Presi un bel sorso di quella che ormai era diventata la mia droga e risposi biascicando le parole.
-Tanto per cominciare perché ha trasformato Ten in una pazza isterica che si sveglia allegra e pimpante di prima mattina
-Veramente é mezzogiorno e mezzo- s’intromise Sakura.
-Appunto e io che ho detto!
Ten si spiaccicò una mano sulla faccia scuotendo rassegnata la testa.
-E in secondo luogo- continuai depressa -perché sta trasformando me in una triste e patetica etilomane che se la prende con le proprie amiche quando si dimostrano felici...
Le tre ragazze ammutolirono stupite. Non capivano perché avessi detto quella frase, e nemmeno io...forse ero solo stanca di tenermi dentro la sofferenza che provavo per Shika, o forse, cosa più probabile, la bottiglia di Vodka che mi ero scolata la sera prima aveva un tantino lesionato il mio autocontrollo.
-Che vuoi dire Ino?
Hinata mi aveva fatto la domanda che tutte le mie amiche sembravano volermi porre con i loro sguardi interrogativi.
-Voglio dire...- cominciai prendendo coraggio-che sono innamorata di un essere odioso ed irritante, noto per la sua scarsa voglia di vivere e la sua presunta genialità, che, vi assicuro, è solo una voce di corridoio...è conosciuto dai più con il nome di Shikamaru Nara.
Gli sguardi d’intesa che corsero fra le tre mi fecero capire che la notizia non le aveva sorprese...il chè sorprese me.
-Beh?! Non dite nulla?
-E che possiamo dire...Alleluja!
Incenerii Sakura con lo sguardo
-Come sarebbe a dire!
-Dai è dalle elementari che tutti sanno che vi sareste sposati o roba simile!
-Io dalla materna- precisò Hinata
Rimasi assolutamente basita...mi sentivo lo scemo del villaggio, peggio di quella volta che ad una festa ero uscita dal bagno con un pezzo di cartaigenica attaccata sotto ad una scarpa, e me ne ero accorta solo tre mesi dopo riguardando le foto.
-Beh...wow...questa non me l’aspettavo...ma sentite...non è che per caso sapete dalle elmentari anche come devo fare a mettermi con lui?
-Mi dispiace- disse Ten -questo la nostra sfera di cristallo non ce l’ha mostrato, sai è il vecchio modello...
-Lo sapevo siete inutili!!
Hinata mi poggiò una mano su una spalla comprensiva, mentre io nascondevo il viso fra le braccia incrociate sul tavolo.
-Ino...stai tranquilla, ti aiuteremo noi...
-Ma certo!
Urlò sovraeccitata Sakura
-Faremo squadra e ti aiuteremo ad incastrare Shika! Potrà anche vantarsi di essere un genio, ma contro i subdoli trucchetti di quattro ragazze in pieno sviluppo ormonale non potrà nulla! Giusto Ten?
-Giusto!- rispose Ten ancora più elettrizzata -Vedrai Ino: se è Shikamaru che vuoi, stai pur certa che entro un paio di mesi al massimo ti arriverà a casa nudo e infiocchettato come un cucciolo di labrador!
Sembravano davvero convinte e determinate, ed io non potei che sentirmi un po’ più ottimista sapendo di avere al mio fianco tre consiglieri di guerra così esperti e pronti a tutto...anche se nutrivo ancora qualche piccolo dubbio
-Ok ragazze vi ringrazio, ma esattamente...come farete ad aiutarmi?
Silenzio di tomba.
-Non ci avete minimamente pensato vero?
Qualche altro secondo di silenzio.
-E che cavolo Ino!- sbottò Sakura -non siamo mica Megamind! Noi ti abbiamo offerto il nostro aiuto, ma tu dacci tempo! Ma guarda questa, le dai un dito e si prende tutto il braccio...
-Io avrei un’idea...
Intervenne timidamente Hinata, mentre Sakura, tentando di salvarsi il cuolo in calcio d’angolo aggiungeva:
-Visto? Hinata ha un’idea...su, digliela!
-Ognuna di noi potrebbe insegnarle la propria tecnica per conquistare i ragazzi: con tre diversi metodi a disposizione le possibilità di successo si triplicheranno...
La fissavamo, assolutamente ammirate dal semplice ma sottile ingegno di quella tranquilla e riservata fanciulla. Hinata era come una mina antiuomo:se ne stava nascosta nascosta, ma quando usciva allo scoperto, faceva i fuochi d’artificio!
-Sentito?
Mi rivolsi dunque a Sakura e Ten.
-Questa, è un’amica utile. Prendete esempio!


Hinata era stata la prima a volermi suggerire la sua tecnica. Me l’aveva confidata quando Sakura e Tenten erano già uscite per tornare a casa, e l’aveva chiamata “la tattica della preda”, suscitando istantaneamente la mia curiosità.
-Di che si tratta?
Le chiesi bramando avidamente una risposta.
-Gli uomini sono cacciatori, o almeno gli piace pensare di esserlo, anche se hanno l’istinto di caccia di un cucciolo di kohala....
Annuii, trovandomi perfettamente d’accordo su ogni sua parola.
-Per conquistarli devi dargli l’illusione di essere macchine della seduzione, e quindi recitare la parte della preda, della fanciulla timida e riservata che va conquistata e scoperta.
Non potevo credere alle mie orecchie...il carattere insicuro e teneroso che ai nostri occhi aveva sempre contraddistinto Hinata...era un subdolo piano per fare fessi gli uomini...quella ragazza mi piaceva ogni giorno di più!
-Hina sei un genio, un autentico guru...io non mi capacito...
-Lo so, lo so...ora ascolta.
Mi preparai a prendere appunti mentalmente, ancora più ammirata da quel lato nascosto e un po’ sconvolgente della ragazza.
-Dunque, la prima regola è tenere sempre gli occhi bassi
Poco male, pensai, avrei avuto più tempo per contemplare le mie meravigliose scarpe (avrei duvuto comprarmene qualche nuovo paio).
-Secondo: devi parlare il meno possibile
Qui pensai che mi stesse prendendo in giro.
-E terzo: devi creare mistero vestendoti in modo tale da nascondere le tue forme
E qui le scoppiai a ridere in faccia.
-E’ una cosa seria Ino!
Mi riprese severa Hinata
-Ma non ci riuscirò mai!
La mia amica mi mise le mani sulle spalle e mi guardò dritta negli occhi con sguardo serio e determinato.
-Ino...Shika ti piace? Intendo sul serio...sei convinta al 100% che è lui l’uomo per te?
Ripresi un’aria composta e ricambiai il glaciale sguardo di Hina con uno sguardo altrettanto fermo e deciso
-Si- risposi secca -lui è quello per me...io so di per certo che è così...anche se sul fatto che si possa definire uomo ho i miei dubbi...
Hinata rise dolcemente, riprendendo la sua consueta aria da graziosa punzella.
-Vedrai che funzionerà Ino...e nel caso non dovesse funzionare ti porterò a fare shopping per farmi perdonare!
La cosa prendeva una piega interessante...


La mattina di due giorni dopo, stavo correndo come una dannata per strada, ansimando, mentre imprecavo mentalmente, e non solo, contro quella maledettissima sveglia che non funzionava...o meglio...che suonava troppo piano. Fortunatamente le donne possiedono un cervello polifunzionale, il che mi permetteva, nel frattempo che ideavo un modo per ditruggere la sveglia, di cercare una scusa da rifilare al prof per il mio ritardo, e di ripassare mentalmente i consigli di Hina. Mettere in atto quel piano non sarebbe stato affatto semplice, soprattutto perchè procedendo ai ritmi di Hinata prima di conquistare Shika mi si sarebbero formate le ragnatele in mezzo alle gambe! Mi consolava però il fatto che ero riuscita, per l’occasione, a comprare un bel vestito azzurro cielo e delle fantastiche ballerine intonate, il tutto completato da una morbida sciarpa bianca dove nascondere il viso: anche nella situazioni estreme non bisogna mai dimenticare gli accessori! Finalmente giunsi a scuola e, precipitatami davanti alla porta della mia aula, presi un bel respiro, poggiai la mano sulla maniglia, pensai alle mie favolose scarpe nuove, ed entrai. Non appena ebbi varcato la soglia il prof mi squadrò con disappunto, con un’espressione che mi diede molto fastidio, tanto che ero già pronta a rispondergli: “Oh prof se la mia sveglia e sminchia non è mica colpa mia!”, ma memore dell’impegno preso mi limitai ad abbassare istantaneamente lo sguardo, affondando la faccia nella sciarpa e giocherellando con i piedi.
-S...salve prof...io...ecco io sono così dispiaciuta per il ritardo...p...purtroppo la mia sveglia si è rotta e...
Il professore mi fissò con un espressione intenerita in volto ed un grosso sorriso sorpreso.
-Oh non preoccuparti Ino cara!-urlò quasi commosso -Cosa vuoi che sia un piccolo ritardo!
(Ero in ritardo di mezz’ora!)
-Su, ora vai a sederti, non è carino che un uomo grande e grosso come me se la prenda con una povera fanciulla indifesa non trovi?
Oh. Mio. Dio.
Filai obbediente a sedermi, mentre Sakura mi guardava dal suo posto interrogativa e disgustata.
-Ti spiego più tardi- le sussurrai, dopo essermi seduta accanto a lei -ti dico solo che Hinata ha capito tutto della vita!

********Note Dell'autrice********

Sono passati quasi due anni e mezzo da quando avevo pubblicato la mia prima fic Boom Demografico, ora ho deciso di scrivere una breve fic su quello che accadde cinque anni prima, a quando Ino, Sakura, Hinata e TenTen erano delle ragazze felici, spensierate e single!
Spero che vi piaccia, un bacione e Buona Epifania Kiss by Aching4perfection

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Capitolo 2
*** LA TATTICA DELLA PREDA ***


La tattica della preda

Dopo tre infinite ore di lezione finalmente suonò la campanella, ma contrariamente al mio solito, questa volta mi costrinsi a non scattare in piedi come una molla per poter correre fuori a far casino, e rimasi seduta al mio posto ancora per un minuto buono...così...giusto per dare di più l’idea della brava ragazza...Conclusa quella tremenda e snervante farsa, mi alzai lentamente, sempre guardandomi le scarpe (scarpe waaaa...), mentre con la coda dell’occhio sbirciavo cautamente un paio di banchi in là: ovviamente Nara era come sempre riversato sul suo banco praticamente morto, mentre quel poveraccio di Choji ancora sperava di riuscire a smuoverlo...mi chiedo perché ancora non l’abbia mandato a quel paese! Mi mossi con passi piccoli e titubanti fino alla porta dell’aula, giusto per non correre rischi, cercavo di controllare ogni minimo movimento, mentre a bocca chiusa digrignavo i denti, ansiosa di potermi allontanare e tornare finalmente me stessa. Ero ormai in vista della porta e già sentivo il meraviglioso profumo della libertà (o forse erano le brioches appena sfornate del bar?), quando una voce alle mie spalle mi bloccò crudelmente.
-Ehy Ino!!!!!!!!!!!!!!!!
Trattenni le lacrime e le imprecazioni e mi voltai forzando un sorrisetto.
-Choji! Caro....d...dimmi tutto....
-Volevo solo dirti che oggi io e Shika dobbiamo andare ad un allenamento al campo 5, quindi ne approfittiamo e ti accompagniamo a casa ok?
Sbiancai.
-M...mi acc...accompagnate a c...casa dici?...o..ok...bello...
-Bene!-mi sorrise dolce Choji -allora ti aspettiamo a fine lezione!
-E vedi di non metterci le ore come tuo solito!
La voce di Shika, sebbene ancora impastata di sonno giunse quantomai irritante dall’altra parte dell’aula.
-Bruttorompipalleinsolentepresuntuosoimbecilletestadi....- bofonchiai ribollente di rabbia
-Cosa dici Ino?
Mi domandò Choji con innocenza.
-Eh!? Io? N...no nulla...c..ci vediamo dopo!
Sorrisi teneramente e mi catapultai oltre la soglia, ed una volta fuori, non feci in tempo a richiudermi la porta alle spalle che cominciai a correre come una forsennata,travolgendo qualunque cosa (ripeto: qualunque cosa) si ponesse sulla mia strada.
Due piani, venti metri e cinque morti dopo giunsi all’aula di Hinata e mi ci fiondai dentro investendo in pieno Kiba.
-LEVATI DI MEZZO KIBA!!!!!!!
Gli sbraitai contro.
-Hina cara!
Chiamai poi la mia amica.
-Ino, che ci fai qui?
-Ho un bisogno disperato di te!
Le urlai implorante cadendo in ginocchio davanti ai suoi piedi.
-Dopo scuola Shika e Choji mi accompagnano a casa, cosa devo fare?!
-Ok Ino calmati
La corvina mi rassicurò dolcemente.
-Adesso ti do una mano...
-Ehy Yamanaka!
Ma un urlo seccato alle mie spalle la interruppe.
-Potresti almeno chiedermi scusa! Porca miseria, con la tua grazia mi hai quasi rotto tre costole!
Mi girai verso Kiba incazzata come un pinguino, già pronta a saltargli addosso per staccargli il naso a morsi, quando Hinata mi afferrò delicatamente per una spalla e mi sussurrò:
-Tranquilla Ino, ci penso io
A quel punto la mia amica avanzò lentamente fino a portarsi di fronte all’Inuzuka, dopo di che, tenendo gli occhi cerulei rigorosamente incollati al pavimento, cominciò a parlargli con voce soave:
-Oh Kiba, scusala tanto...s...sai, lei è un po’ nervosa...è che la scuola in questo periodo è così faticosa...io stessa...mi s...sento un po’ stanca...
Qui la cara e dolce Hinta si preparò a sfoderare la sua arma segreta, uno strumento di una potenza devastante, di fronte al quale nemmeno l’animo più burbero avrebbe potuto opporre resistenza:con lentezza esasperante, quasi come se fosse pericoloso, la Hiyuga alzò delicatamente le palpebre, e piano, senza fretta, portò il suo sguardo dritto negli occhi scuri del ragazzo, e fu allora, che gli diede il colpo di grazia. Continuò a fissarlo, e con eleganza ed un’aria ingenua da bambina, sbattè tre volte le lunghe ciglia nere.
-N...non fa niente Hinata...figurati...vi capisco...anzi...se davvero sei stanca...m...magari oggi p...potrei venire da te...sai per...darti una mano coi compiti...
La mia mascella ormai era completamente abbandonata sul pavimento...anzi...credo che ci sia ancora la crepa nel punto esatto dov’è precipitata.
E mentre ancora io cercavo di accettare la situazione, quell’altra aveva già concluso gli accordi per il suo appuntamento, e ritornava soddisfatta verso di me.
-Visto? Non è difficile
Cercò di toccarmi un braccio, ma io mi scansai rapidamente.
-Che hai?
-Stammi lontana mostro mi fai paura! Chi sei tu e dov’è Hinata Hyuuga?!
- È proprio qui davanti a te
Mi rispose maliziosa
-Solo che non la conosci bene...
Rimasi muta a fissarla per una manciata di secondi
-...Ok. Dopo questa io me ne vado, e non parlarmi più finché non avrai di nuovo seppellito questo lato di te... mi spaventa!
Mentre ancora tentavo disperatamente di recuperare la mia mascella, girai i tacchi e me ne tornai in classe scandalizzata.


Altre due ore trascorsero,ma queste erano volate via in un batter d’occhio, contrariamente alla mia volontà. Qell’infame puttana della campanella suonò puntuale ed io la odiai profondamente (mi ricordava tanto la sveglia), mentre tutti i miei compagni di scuola gioirono come sempre al suo arrivo e svuotarono l’aula in meno di venti secondi...eh...beata gioventù...
Io invece me ne rimanevo lì: in piedi impalata davanti al mio banco...ero terrorizzata, e ancora mi maledicevo per aver accettato tanto ingenuamente di fare da cavia agli esperimenti perversi delle mie amiche.
-Allora Ino?!
Il familiare tono alla mia sinistra mi ridestò bruscamente dal turbine della mia depressione.
-E meno male che ti avevo detto di muoverti...la vuoi fare quella cartella si o no?!
Infatti ora il turbine che mi travolgeva era quello dell’incazzatura più nera! Per quanto Shikamaru potesse piacermi lo odiavo da morire quando faceva così: io ero lì che mi dannavo per riuscire a coronare il mio sogno d’amore e quello lì sapeva solo stressarmi l’anima con la cartella! Stavo già per tirargli dietro il vocabolario quando Santo Choji intervenne a salvare la situazione:
-Dai Shika non torturare così la povera Ino
Sì Shika non rompere così le palle alla povera Ino che oggi è particolarmente nervosa e potrebbe staccarti uno ad uno i capelli da quella testa ad ananas che ti ritrovi!
-G...grazie Choji...s...sei gentile
Ormai ero diventata così brava a recitare che mi facevo paura da sola!
-Oh ma come sei carina oggi!
Il mio amico mi fissava con due stelline al posto degli occhi ed un sorrisone estasiato sulle labbra
-Si, si...carina come un piraňa affamato, stai attento Choji, vedrai che fra poco scatenerà la sua natura da zitella isterica...
Prima ancora di potermi dare anche solo la possibilità di pensare a quale tortura infliggere a quello stramaledetto stronzo del mio amore, mi affrettai ad infilare subito tutti i libri nello zaino e , sempre sforzandomi di mantenere una dolce apparenza, raggiunsi la porta della classe, dove mi fermai e mi rivolsi ai miei compagni di team con un sorriso di miele.
-A...andiamo?
Choji rimase fermo a fissarmi sempre più innamorato del mio cambiamento, mentre quell’altro bastardo del suo compare si dipinse un ghigno sarcastico sul volto e mi superò dicendo con aria saccente:
-Occhio a tenerti tutto dentro Ino, o prima o poi esploderai...e sarà peggio del solito...
Digrignai i denti e strinsi i pugni fino a farmi male, dopodiché stentai un sorrisetto e mi incamminai decisa verso l’uscita della scuola, ignorando i rimproveri che Choji faceva a Shika, ed ignorando anche il fatto che Shika non lo ascoltava!
Percorsi il tragitto interamente in silenzio, facendo uno sforzo quantomeno immane per soffocare la mia natura logorroica, ma mi consolò molto vedere che Shika apprezzava parecchio quel silenzio: avevo quasi l’impressione che da zitta gli piacessi di più...ehy un momento...questa non è una cosa bella....Comunque sia in quel momento ero accecata dall’amore, così non stetti troppo a pensare ai dettagli e mi impegnai a tenere la bocca chiusa.
Mentre camminavamo, lui e Choji davanti, io qualche passo più indietro, lo fissavo e lo analizzavo: ammiravo la sua nuca scoperta, le sue spalle larghe, così diverse da quelle del bambino di una volta, la sua altezza, e ricordando tutti i suoi gesti ed i suoi atteggiamenti vedevo in lui, nel mio amico d’infanzia, un uomo...e mi domandavo quando fosse successo che fosse cresciuto, e se forse... non avessi aspettato altro che la sua maturazione per rendermi conto dei miei sentimenti....
Giungemmo davanti al cancelletto rosso di casa mia dopo circa un quarto d’ora, e lì, per quanto l’idea mi terrorizzasse, pensai che fosse arrivato il momento di cominciare a giocarmi le mie carte.
-A...allora...ci salutiamo?
Domandai nascondendo la bocca nella sciarpona con un’espressione da bambina scontenta.
-NosevuoirimaniamoconteanchetuttoilgiornoInochan!
Esclamò tutto d’un fiato Choji, completamente perso per la nuova, dolcissima (e assolutamente falsa) Ino. Ma non era la sua risposta quella che attendevo; sempre tenendo gli occhi bassi mi voltai a guardare i piedi di Shikamaru, sui quali il ragazzo faceva dondolare svogliatamente le gambe.
-Ma che dici Cho?! È ovvio che ci salutiamo! Abbiamo cose più importanti da fare che restare qui ad aspettare che questa psicopatica esploda e ci sputi addosso veleno!
“Psicopatica?! Psicopatica a chi razza di sbruffone! Ha parlato Mr svacco qui, che crede di essere normale!”
-M...ma cosa dici Shika...
Io l’ho sempre detto che sono una star di Hollywood mancata...
Shikamaru, ovviamente sorpreso da questa mia reazione, o meglio, da questa mia non-reazione, cominciò a farsi sospettoso. Con due dita afferrò la sigaretta ormai consumata che teneva fra le labbra e, dopo aver buttato fuori un’ultima nuvoletta di fumo, la gettò lontano, riducendo gli occhi a due fessure ed avvicinando lentamente il suo viso al mio....mi sentii avvampare e le mie gambe cominciarono a sciogliersi...peggio di quando mi ubriacavo alle feste di Sakura.....
-Ino....
Mi domandò con voce grave
-Quella sciarpa, questo tuo nasconderti...
“Si? Dimmi pure tesoro, sono pronta ad ascoltare la tua dolcissima dichiarazione!” -Ino...
“Si?....”
-Ino quante volte te lo devo dire?! Se ti spunta un brufoletto sul mento non devi coprirti tutta la faccia...questa mania dell’aspetto estetico...
-Che cosa hai detto razza di...
Mi bloccai appena in tempo e riportai il mio sguardo di fuoco sulle ballerine, sperando di non incenerirle, con quello che le avevo pagate...
-Razza di...sc...sciocchino...
Choji quasi si strozzò scoppiando a ridere, mentre testa ad ananas mi guardava con aria schifata. Avevo evitato il peggio per un pelo...
-Sciocchino?!
Ma non sapevo che la vera catastrofe doveva ancora venire...
-Qui la situazione è più grave di un semplice brufoletto....
“Buongiorno! Q.I.200 un paio di palle!!”
-Ah ho capito!
“Oddio”
-Avevi finito la ceretta e non ti sei potuta fare i baffi! Ma scusa non potevi usare il rasoio anziché mettere la sciarpa all’alba del 23 Maggio?
Se come nei cartoni fosse possibile vedere cosa pensano le persone in una bella nuvoletta che spunta dalla loro testa...io avrei avuto di certo di fianco una magnifica illustrazione completa di tutti i mali più crudeli e perversi che si possano infliggere ad un essere umano, prima di ucciderlo nella maniera più lenta e dolorosa possibile e con un ghigno sadico sulle labbra!
-Shika! Finiscila!
Come sempre Choji mi salvò (forse sarebbe stato più vantaggioso andare dietro a lui...no...se fossimo andati a vivere insieme la spesa mi sarebbe costata un occhio della testa!)
-Ma non vedi com’è tenera oggi la povera Ino?
A quest’affermazione dell’amico, al genio venne in mente il pensiero che forse forse quel giorno ero veramente più tenera del solito, così, per appurare la validità di quella sua strabiliante scoperta, si girò e mi squadrò con aria interessata, ma non del tutto convinta. Pensai che, visto che finalmente Shikamaru cominciava a capire (occasione più unica che rara), mi conveniva approfittarne subito e dargli un piccolo incoraggiamento...era arrivato il momento: mi giocavo il tutto per tutto.
Lentamente portai lo sguardo dalle mie scarpe a quelle di Shika (le mie erano più belle!) e poi su, sulle sue gambe, e ancora su sulle sue cosce, e poi ancora più su sul suo...torace ..., ed infine giunsi a guardarlo negli occhi...in quei suoi profondi, meravigliosi occhi castani....
Lo fissai intensamente per alcuni secondi, dopodiché...la mossa decisiva. Raccolsi tutta la forza e la concentrazione che trovai dentro di me, e con grazia, fascino ed eleganza sbattei lentamente tre volte le lunghe ciglia nere di mascara. Poi attesi...
-Ino...
Era fatta...
-Hai qualcosa nell’occhio?
Un’incazzatura di proporzioni titaniche si impossessò completamente e definitivamente del mio corpo e del mio spirito, e tutta l’ira che avevo così faticosamente represso nel profondo del mio animo, riemerse come un fiume in piena e si abbattè funesta e distruttrice sullo sventurato che aveva osato farmi girare i coglioni fino a tal segno.

-IO TI AMMAZZO!!!!

Saltai addosso a Shikamaru con una furia omicida e mi aggrappai violentemente ai suoi capelli, tirando e scuotendolo come se volessi fargli lo scalpo, e intanto urlavo come una pazza insulti irripetibili, e anzi immemorabili, tanta era la loro mostruosità.
Dopo cinque minuti che andavo avanti così, senza dar cenno di volermi fermare, il povero Choji fu costretto a prendermi di peso e a staccarmi (letteralmente) da dosso all’amico. Così mi caricò in spalla e mi trasportò fino alla porta di casa (dalla quale mi avrebbe fatta passare a forza), mentre io ancora scalciavo e rivolgevo minacce a Shikamaru, il quale se ne restava lì impalato massaggiandosi la testa con aria per nulla sorpresa, e anzi quasi soddisfatta...cosa che, ovviamente non faceva altro che farmi imbestialire, se possibile, ancora di più.
-IO TI UCCIDO HAI CAPITO?! E UCCIDERO’ ANCHE QUESTO BASTARDO DEL TUO COMPARE! HAI CAPITO CHOJI?! LASCIAMI ANDARE! LASCIAMELO TI HO DETTO! VOGLIO FARE COME MI HA CONSIGLIATO ED USARE IL RASOIO... PER TAGLIARGLI LA GOLA!!! MI SENTI SHIKAMARU?! GIURO SU MIA MADRE CHE TI FACCIO FUORI!!!!!!
-Si, si Ino lo uccidi dopo....
Al ché Choji mi scaricò dentro casa, ed io fuggii in camera mia a reprimere la rabbia fra lacrime, cioccolato, ed urla soffocate su un cuscino.

********Note Dell'autrice********

Buonasera, ecco il capitolo con la prima tattica suggerita dalla dolce (e pericolosa) Hinata, ma la povera Ino ha miseramente fallito, tra l'altro facendo la figura dell'isterica...
La prossima tattica sarà quella firmata TenTen!

Grazie infinite a coloro che sono stati così gentili da voler recensire questo capitolo. Grazie mille a coloro che hanno già inserito la storia tra i seguiti e le preferite e, ovviamente, a chi a deciso di passare per dare una sbirciatina al parto del mio bisogno impellente di scrivere!

Kiss by Aching4perfection!
Spero che vi piaccia, un bacione e Buona Epifania Kiss by Aching4perfection

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Capitolo 3
*** LA TATTICA DELL'ANIMA GEMELLA ***


La tattica dell'anima gemella

Me ne stavo in camera mia, gettata sul letto, con la TV accesa e la porta sbarrata dalla montagna di carte di dolci vari che ricoprivano il pavimento...già...il pavimento...chissà dov’era finito.... Ormai ero completamente ed irrimediabilmente vittima della depressione, della più nera malinconia, di una tristezza che sapeva di sconfitta. Era passata una settimana, ed io ancora non mi capacitavo del disastroso fallimento riportato nel mio primo, disperato tentativo di conquistare Shikamaru, quella testa di ciuffolo che non si decideva ad aprire gli occhi ed accorgersi di come dipendessi completamente da lui e gli scodinzolassi dietro come un cagnolino (cosa che, nonostante tutto, continuavo a fare imperterrita).
Avevo appena finito di guardare l’ultimo, sdolcinato film d’amore della mia collezione (e deciso di infilare due dita nella presa della corrente), quando una voce familiare giunse alle mie orecchie dal corridoio dietro la porta.
-Si,si signora, non si preoccupi, penserò io a Ino
“Benissimo” pensai “sono arrivati quelli del manicomio a portarmi al mio giusto posto!”, e, infilatami sotto il piumone, me lo tirai su fin sopra la testa e rimasi lì in attesa del mio destino...il quale però non poteva entrare in camera mia, visto che non si riusciva ad aprire la porta...
-Ino? Mi apri per favore?
Riconobbi la voce di Ten (forse avevo ancora una possibilità di non venire ricoverata), la quale tradiva uno sforzo disumano, forse dovuto ai tentativi di riuscire ad entrare in camera, così decisi di risorgere dalle profonde oscurità del piumone e di andare a vedere cosa si poteva fare per quella porta.
Arrivai ciondoloni davanti all’ingresso, e dopo qualche secondo passato ad aguzzare l’ingegno mi venne una brillante idea: messami in ginocchio per terra, allungai un braccio e , usandolo a mo’ di spazzaneve, raccolsi tutto il delirio che ostruiva il passaggio e lo trasferii sotto il letto.
-Ino adesso sfondo la porta eh!
Sentii Ten fare qualche passo indietro, prendere una bella rincorsa, e, prima che potessi fermarla, lanciarsi furiosamente conto la porta aperta... e andò a schiantarsi dritta dritta contro il muro.
-Ahio!
-Tutto bene Ten?
-Si,si- rispose lei massaggiandosi la fronte -solo un piccolo trauma cranico....tu piuttosto...ti vedo conciata male...
La mia amica si diede un occhiata intorno, rabbrividendo a quella vista mostruosa, resa ancora più inquietante dalla penombra causata dalle tapparelle semichiuse.
-Hem...già...diciamo che ho passato momenti migliori
-E’ ancora per Shika?
Automaticamente a quel nome il mio labbro inferiore sporse in fuori ed i miei occhi si fecero più grandi e pieni di lacrime, rendendomi molto simile ad un bambino a cui è stato appena tolto il suo ciuccio.
-Si!!!!!!
-Oh dai Ino!
Mi prese poco sul serio la moretta.
-Non è possibile che tu stia così per quello! Scommetto che una bella passeggiata ed un gelato di rimetteranno a nuovo
E nel dire questo si lasciò cadere allegramente sul materasso, andando a finire proprio sul telecomando del videoregistratore: immediatamente la TV si accese e le immagini del film che stavo guardando prima dell’arrivo di Tenten ripresero a scorrere sullo schermo.
-Jack, sto per morire...
-Oh kate! Che ne sarà del nostro bambino!
-Digli che gli voglio bene
-Kate...mi dispiace...
-No! Amore significa non dover mai dire “mi dispiace”!

Ten sgranò gli occhi, ed io ripresi a piangere urlando più forte di prima.
-Oh Ten! Com’è triste! L’amore fa male!!!
-....Ok....in effetti forse un gelato non basta...ma ora svelta- si affrettò a dirmi prendendo dei vestiti per me e spingendomi fuori dalla camera -usciamo da quest’inferno!!!!

Fuori la primavera stava ormai diventando estate, nell’aria già c’era odore di vacanze, piscina, amici, feste...amore....ed io che tanto amavo l’estate ed i girasoli, non mi sentivo felice come avrei voluto essere, e non provavo quel desiderio di libertà che mi aveva sempre caratterizzata.
-Ino?
La voce di Ten mi scosse.
-Si?
-Non ce la faccio più a vederti così
-Così come?- Feci finta di niente.
La mia amica portò lo sguardo verso l’orizzonte e cominciò a parlare come con se stessa, mentre camminavamo lentamente in mezzo al parco ricco di profumi e colori, ancor più bello e triste a quell’ora della sera, quando il sole si accingeva a tramontare, e la luce, anche se fioca, era più intensa.
-Sei triste, taciturna, solitaria, malinconica: questa non sei tu.
Chinai lo sguardo sentendomi quasi in colpa
-Tu che sei sempre così allegra e logorroica, tu che pur di non restare sola ad annoiarti ti attacchi alle gambe delle persone, tu che pur di divertirti scavalchi il muro della piscina pubblica e ci trascini tutti a fare il bagno a mezzanotte
Sorrisi ricordando le estati trascorse della mia esistenza con orgoglio...modestamente, se si trattava di godersi la vita, io ero una vera fuoriclasse...
-E ora non sei più tu, sei così nera da trasmettere malinconia a chiunque ti stia vicino
Alzai lo sguardo di scatto e la fissai stranita.
-Non ti diverti più, non ridi più è davvero orrendo pensare di dover passare l’estate con una persona così!
-Cosa?!
TenTen si bloccò e mi guardò con aria comprensiva.
-Tesoro lo sai che ti voglio bene e che non ti lascerò nel momento del bisogno, ma così non si può andare avanti
-Hai ragione!
Ammisi con un urlo quasi scoppiando a piangere.
-Ti serve Shika per essere felice? Benissimo. Allora ti aiuterò ad avere Shika, basta che ti levi quel broncio dalla faccia, ti lavi, ti vesti come cristo comanda e ce ne andiamo a far baldoria!
-Si...
-Cosa hai detto?!
-Si
-Non ti ho sentito bene!
-SI!!!!!!!!!!!!!!
-Così mi piaci!
La mia amica mi sorrise ed io la abbracciai stringendola forte.
-Grazie
Sussurrai, e lei mi afferrò per le spalle e mi guardò dritta negli occhi.
-E promettimi un’altra cosa
Aggrottai le sopracciglia curiosa.
-Se ti dovesse andar male anche questa volta, non ricadermi in depressione che non ho voglia di rifarti tutto questo discorso serio di nuovo! Ho 17 anni, le cose noiose lasciale a tua madre!

PIANO B: L’ANIMA GEMELLA
Il profumo dell’erba mi avvolgeva, sopra di me l’alto albero di ciliegio in fiore, cresciuto con me nel mio giardino, mi faceva un po’ d’ombra, e mi ricordava quando, da bambina, giocavo ad arrampicarmici sopra sbucciandomi le ginocchia. Tutti i miei amici mi imitavano volentieri in quel gioco, tutti tranne uno. Lui era troppo pigro e “troppo serio per quei passatempi da bambini” (vecchio già a dieci anni), e mentre io e Choji sedevamo sui rami dell’imponente albero, Shika se ne restava svaccato sul prato a guardare le nuvole, ignorando i fiori che io e l’altro gli gettavamo addosso sperando di smuoverlo.
Per questo ora stavo anch’io sdraiata sull’erba guardando il cielo.
Stavo per mettere in atto la tattica suggeritami de Ten, la sua infallibile “tecnica dell’anima gemella”: -Ti assicuro che è portentosa, è grazie a questa tattica che sono riuscita a conquistare Neji
-Ma sei sicura che funzionerà anche con Shika? Sai lui non è esattamente un tipo normale...
-Fidati, funziona con chiunque
-...ok...e ...in che cosa consisterebbe?
-È molto semplice: lo scopo è fargli credere che tu sia perfetta per lui, la sua anima gemella
-Grazie...ma come?
-Ci stavo arrivando! Allora: devi seguire tre semplici regole
-Avanti, la suspance mi uccide!
-Regola numero uno:imitare i suoi comportamenti abituali
-Questo è facile, basterà svaccarsi tutto il giorno!
-Regola numero due: accettare ogni sua proposta
-Vedi sopra!
-Ed infine, regola numero tre: fargli credere che tutto quello che dice, pensa o fa è esattamente quello che diresti, penseresti o faresti tu
-...a me sembra una lecchinata...
-Convinta te...oh, aspetta, mi sta chiamando Neji. Pronto? Amore ciao...come?...vuoi portarmi fuori a cena?...e poi farmi un regalo?...e poi tornare a casa a fare sesso sfrenato? Si, certo tesoro...ok...ci vediamo stasera...bacio!...Hem, scusami Ino, dicevi?
-Comincerò domani stesso!

Così adesso ero svaccata nel mio giardino, aspettando che Shika, come d’accordo, arrivasse per consegnare a mia madre la nuova, rivoluzionaria ricetta della torta di limoni di sua madre: certamente sarebbe stato scazzato come una merda, ed io sarei allora giunta come un angelo del cielo a chiedergli “che vuoi fare?”, al ché lui avrebbe certamente risposto: “svaccarmi!”, io avrei dunque accettato, e lui, con la sorpresa e l’amore negli occhi avrebbe realizzato che ero la sua anima gemella, ci saremmo svaccati insieme, vicini, vicini e poi lui, col cuore colmo di folle passione mi sarebbe saltato addosso, e lì il gioco era fatto!
Un piano semplice e geniale, oserei dire infallibile, assolutamente perfetto.
Distesa in mezzo al giardino tenevo la lingua fuori dalle labbra e ghignavo soddisfatta immaginandomi con gusto la scena.
-Oh, Shikamaru caro sei arrivato!
Quando la voce squillante di mia madre mi mise in allarme (l’aveva chiamato “caro”...sarebbe stato ancora più scazzato di quel che speravo!).
Dopo alcuni minuti di attesa la porta finestra si spalancò e ne uscì uno Shikamaru non scazzato, ma assolutamente e straordinariamente scoglionato come un gatto bagnato...praticamente ce l’avevo già in pugno!
-Ehilà!
Ringhiò stizzito sedendosi accanto a me.
-Cia...
Sbiascicai io con aria assonnata.
-Che sclero oggi! Sono stato costretto da mio padre a fare i compiti tutta la fottutissima mattinata, mi hanno rifilato minestrone per pranzo, e poi, proprio quando ero a letto sul punto di raggiungere l’abbraccio di Morfeo, arriva quell’isterica di mia madre e mi spedisce a consegnare la sua ricetta del cazzo!
-Che sbatta...
Lo compatii svogliata.
Il ragazzo mi guardò sconvolto, traumatizzato da quel mio commento comprensivo, così diverso dal mio solito “oh povera stella che ha dovuto alzare le chiappe e risvegliarsi dal coma narcolettico per un’intera giornata!”, ma alla fine decise di ignorare quella mia strana uscita e di cambiare argomento.
-Che tempo fastidioso eh?
Io sbarrai gli occhi senza farmi vedere: c’era un tempo meraviglioso, caldo, ma arieggiato, soleggiato, ma non troppo, gli uccellini cantavano e le coccinelle si accoppiavano, meglio di così!
-Già...
Mi costrinsi a concordare.
-E’ proprio quello che stavo pensando...
Come mi facevo schifo!
Rimanemmo in silenzio per un po’, per un po’ troppo a mio parere, ma io assunsi un’aria di assoluto godimento, come se quel silenzio per me fosse nient’altro che pace, tranquillità, svacco...pura libidine. Mentre invece ai miei occhi quel mutismo significava solo ansia, angoscia, ed una serie di “oddio che silenzio imbarazzante! Perchè non parla?! Perchè non parlo io?!, e se si è addormentato?!”
-Allora che programmi hai per oggi?
Grazie a dio mi chiese infine.
-Boh...
-Ce l’avrai un programma
-Oh che ne so...
Certo che lo imitavo alla perfezione!!!! Stesse risposte, stesso tono sbiascicato, stessa aria da “perché tutto il mondo mi rompe le palle?!”
-Svaccarmi
“Eccoti illustrato il programmino dei tuoi sogni: allora? Ti sei già perdutamente innamorato di me?”
-Si vabbé, a parte quello?
Evidentemente ancora non cedeva, mi voleva far lavorare eh?
-Boh...tu cosa vorresti fare?
-Boh..
L’ho detto che le risposte erano identiche!
-E senti, domani che non c’è scuola qual’è il piano?
Ormai sapevo a memoria tutte le frasi da rifilargli
-Io per me...non farei nulla...poi boh...-gli risposi chiudendo gli occhi, mentre pian piano entravo sempre più nel personaggio
-Ok ho capito....e nel weekend?
“Oh ma questo è un osso duro! E va bene. Vuoi mettermi alla prova? Ci sto!”
-Dunque io pensavo: dormire fino all’una, mangiare, dormire ancora fino alle sei, farmi un bagno rilassante, cenare, chiamare te e Cho e svaccarci tutti insieme...
Shikamaru mi guardava basito come se avesse appena sentito Choji rifiutare un pacchetto di patatine. Ero totalmente soddisfatta del mio operato, ma sapevo di poter raggiungere ben altri livelli...
-Ehy Shika?
Domandai così, quasi per caso.
-Non è che hai una sigaretta?
-COSA?!
Nara scattò in piedi con una prontezza che non gli apperteneva completamente spaesato.
-Ino ma tu fumi?!
-Quando capita...
-Quando....capita...Ino....sigaretta...vabbé comunque....
Cambiò argomento cercando di riprendersi dallo shock.
-Questo weekend hai detto che vuoi svaccarti?
“Ecco ci siamo!...forse comincia a muoversi qualcosa...
-Ma non dovremmo comprare un regalo a Lee?...fra un paio di settimane è il suo compleanno...c’è quella festa con cui mi hai rotto le scatole per giorni
-Ah si....
Cazzo me n’ero scordata!
-Beh...troppo sbatta...anzi stavo pensando...e se non ci andassimo alla festa? Sai che rottura vestirsi, truccarsi, uscire, ballare...
Trattenevo le lacrime nel forzarmi a dire quelle oscenità.
-Ino...
Shikamaru mi si rivolse con serietà. Oddio c’eravamo! Tutta quella fatica e quella sofferenza stavano per ricompensarmi! L’indomani stesso sarei andata a baciare in fronte Ten: il suo consiglio di imitare Shika si era rivelato miracoloso!
-Non ti facevo così...
E poi ovviamente, subito dopo Ten sarei duvuta passare da Sakura e Hinata a dare la bella notizia, e anche da Cho e tutti gli amici, e i parenti...forse mi conveniva appendere dei cartelli...
-Insomma io...
No, ecco la soluzione: bigliettini! Tipo partecipazioni di nozze! “Ino e Shikamaru finalmente
insieme”...perfetto!
-Non pensavo che tu fossi così...
No troppo costoso...forse era più semplice affidarsi al caro e vecchio passaparola...
-Così noiosa!
Sì, il passaparola, come il telegrafo senza fili di Pongo e...COSA?!
Quando realizzai e mi misi velocemente a sedere, Shika si stava già incamminando a grandi falcate verso il cancello, con le mani affondate nelle tasche ed un’aria ancora più scazzata di quando era arrivato.
Io, dal canto mio, me ne rimanevo seduta sul prato con le bracia abbandonate a terra e la mascella di piombo, ancora cercando di capire cosa diavolo fosse successo, come diavolo fossi passata dalle partecipazioni di nozze all’essere noiosa in meno di due secondi.
Caddi in uno stato di catalessi irreversibile, mi persi nei meandri della mia mente, in un mondo fitto ed oscuro, dove scoprii che la logica non esisteva, come dimostrava il fatto che sebbene fosse Shika quello con problemi di autostima (infatti aveva dato della noiosa alla copia di se stesso), alla fine ero io quella che rimaneva fregata...
Interrogativi di tale risma mi tennero impegnata altrove, mentre il mio corpo continuava a giacere sotto il ciliegio.
-Ino!
E fu proprio lì che mi ritrovò mia madre verso le otto di sera, quando venne a cercarmi per dirmi che era pronta la cena.

********Note Dell'autrice********

Buon pomeriggio, scusate il ritardo ma l'influenza mi impedisce di stare al computer per più di trenta secondi senza che mi brucino gli occhi... comunque!
Per Ino non si mette affatto bene, adesso si che avrebbe ragione a farsi venire qualche nevrosi...
La prossima tattica sarà quella suggerita da Sakura!

Grazie infinite a coloro che sono stati così gentili da voler recensire questo capitolo. Grazie mille a coloro che hanno già inserito la storia tra i seguiti e le preferite e, ovviamente, a chi a deciso di passare per dare una sbirciatina al parto del mio bisogno impellente di scrivere!

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Capitolo 4
*** LA TATTICA DELLA GATTA MORTA ***


La tattica della gatta morta


-NOIOSA! NOIOSA CAPISCI?!!
-Calmati Ino...magari hai sentito male.....
-HO SENTITO MALE UN CORNO!!! MA TI GIURO CHE QUESTA E’ L’ULTIMA VOLTA! APPENA LO INCROCIO E’ MORTO E’ UNA PROMESSA!!!!!!!!!
Mi trovavo a casa di Sakura, il mattino dopo la mia seconda disfatta: ero pienamente uscita dallo stato di catalessi che mi aveva stordita la sera prima, passando in tal modo allo stadio superiore della reazione, ovvero l’incazzatura più nera!
Mi ero svegliata nel mio letto ricordando di aver fatto uno strano sogno, un sogno nel quale quel farabutto di Shikamaru Nara in un secondo mandava a puttane tutto il mio cervellotico piano per conquistarlo; pensando a quel sogno mi era venuto da ridere, così le mie labbra si erano inarcate in un lieve sorriso. Ad un certo punto però avevo realizzato che il sogno era realtà... e non mi era più sembrato così divertente.
Quindi ora ero da Sakura, la quale ascoltava pazientemente tutta la mia infinita e spietata sfuriata contro Shika, Ten, l’amore, la seduzione, la fame nel mondo, la guerra, la pioggia ed il minestrone di mia madre!
-Ok Ino, ora calmati...
-NO!
Urlai come una bambina che fa i capricci.
-Ino...dai non fare la bambina...
-NO!
-Ino...
-NO!
-Oh, ma la finisci?!
-Scusa....sono ancora un po’ sottosopra perchè mi sono innamorata di uno psicopatico!
La mia amica corrugò la fronte e mi guardò comprensiva e materna.
-Ino...lo capisco che sei giù...ma non devi arrenderti alla prima difficoltà
-All’ennesima difficoltà vorrai dire!!
Urlai spazientita lasciandomi cadere sul divano.
-Ok il tuo piano di conquista si sta dimostrando più difficile di quanto credessimo... ma l’unica alternativa è arrendersi, e dopo tutta la fatica che hai fatto non ne vale la pena non credi?
-....si....
Abbassai gli occhi umidi e presi a fissarmi i piedi, che giocherallavano sospesi a mezz’aria.
-Dai Ino! Ti ricordi quando ci litigavamo Sasuke?
Riandai con la mente a qualche anno prima, quando io e Sakura avevamo cominciato ad odiarci e a farci la guerra per quel ragazzo tanto bello quanto sociopatico.
-Si ricordo... ma che c’entra?
-Sei stata un’avversaria formidabile, sul serio molte volte avevo perso le speranze di riuscire a batterti
La mia amica mi sorrideva dolcemente cercando di darmi un incoraggiamento.
-Ma alla fine non ti ho battuta Sakura... Sasuke ora è tuo
-Certo perchè quando se n’è andato tu hai perso ogni interesse, mentre io che sono masochista ho continuato a scodinzolare per lui!
Cara, dolce, insicura e autolesionista amica...
-Ok, ma anche ammesso che sia vero, resta il fatto che con Shika non riesco a combinare niente! Davvero io non so più cosa provare! Ho cercato di essere più dolce, di essergli più affine, e quel crucco non si accorge assolutamente di niente! Ma cosa devo fare spogliarmi nuda per attirare la sua attenzione??
-Ma certo è un’idea geniale!
Un’inquietante bagliore scintillava negli occhi della mia amica.
-...cosa?!!!!
Chiesi visibilmente preoccupata dalle sue intenzioni.
-Massì non capisci?
Sakura mi guardava tutta emozionata, con sorriso a 36 denti che ricordava l’espressione che ha Bugs Bunny quando architetta un piano malefico
-Cioè...tu vorresti farmi spogliare? ...Beh non era proprio quello che avevo in mente, ma se per te funziona...
-Ma no, che hai capito imbecille,il fatto è che non avevamo ancora pensato alla soluzione più ovvia!
-....quindi non mi devo spogliare...
-No Ino, fai funzionare quella nocciolina che chiami cervello! Rifletti: tu come ti sei accorta di essere innamorata di Shikamaru?
Improvvisamente la mia mente tornò ad un recente pomeriggio di fine febbraio: faceva incredibilmente freddo,gli alberi erano ancora tutti spogli, e il cielo era plumbeo...c’era odore di neve...Quel giorno ero sul balcone di casa mia, con Shika, che stava fumando; parlavamo del più e del meno ed io lo guardavo...come mi piaceva guardarlo...guardare la sigaretta fra le sue labbra morbide, la sua nuca scoperta, le sue spalle...e lo vidi cresciuto...lo vidi uomo. All’improvviso lui mi aveva guardata negli occhi e mi aveva rivolto uno dei suoi soliti sorrisetti sghembi. Ma quella volta, mi sembrò la cosa più sensuale del mondo, mi girò la testa dall’eccitazione ed il freddo sparì.
Scossi la testa e tornai al presente.
-Allora?
Mi incalzava Sakura.
-Ecco io...è stato quando ho cominciato a vederlo come un uomo, quando mi sono sentita attratta da lui credo...
-Ok... per prima cosa, dopo mi dovrai spiegare come si fa ad essere attratti da Shikamaru, dai... ha il sex appeal di un comodino scheggiato!
-De gustibus...
-Secondo:hai capito qual’è il problema? Probabilmente Shika ti vede ancora come la sua compagna di giochi, non si è ancora accorto che sei una donna!
-Il solito spirito d’osservazione...
-Devi fare il modo che si senta fisicamente attratto da te
Scattai in piedi terrorizzata e risposi con voce acuta agitando le braccia.
-Cosa sei pazza? No ma come faccio! Dai, è assurdo insomma... Shika è troppo complicato, è un tipo di ragazzo geneticamente modificato...e se non sono il suo tipo?
-Sciocchezze- sbuffò Sakura -è un uomo, qualsiasi donna è il suo tipo!
Sakura era da sempre una vera esperta della mente maschile, basti pensare che era riuscita ad incastrare Susuke, un tipo non certo facile e socievole!
Forse aveva ragione, e la dura verità è che gli uomini aprono gli occhi solo quando gli ci metti davanti un bel paio di tette...forse Shika, per quanto tutti lo ritenessero un genio ed un tipo eclettico, poteva essere tranquillamente ricondotto alla forma elementare di “essere con buona parte dei neuroni spostati ai piani inferiori”...Poteva funzionare.
-Si ma...allora che dovrei fare?
-Devi smetterla di cercare di capire a cosa pensa Shika e cominciare a capire con che cosa pensa, e fare quello che fai con tutti i ragazzi Ino...devi sedurlo!

PIANO C: LA GATTA MORTA

E così eccomi lì, in pieni preparativi per la festa di Lee, una festa a bordo piscina: l’ideale per creare l’atmosfera. Ero stata dal parrucchiere e dall’estetista, avevo girato ben 12 negozi per trovare vestito e scarpe abbinate adatti all’occasione, ero stata a dieta mangiando gambi di sedano per due settimane, ed infine avevo trascorso un’ora in bagno per dedicarmi al trucco. Perfetto.
Ora dovevo solo attendere che Shika e Cho passassero a prendermi, e che mi vedessero scendere le scale con il mio vestito attillato bianco e semitrasparente, la mini vertiginosa e il tacco 12, dopodichè i cari vecchi ormoni avrebbero fatto il resto.
Finalmente udii il suono brillante del campanello...il momento era finalmente giunto!!! Ma proprio mentre cominciavo ad esibirmi in una ridicola danza della vittoria, ecco che un dubbio atroce mi assalì: come facevo a fare la mia entrata se dovevo aprire la porta? Problema idiota direbbe chiunque, ma per una ragazza rincitrullita dall’amore che ha passato gli ultimi venti minuti in cima alle scale, in piedi sui tacchi a spillo, senza aria per poter tenere la pancia in dentro, e immobile per non rovinare vestito, trucco, e capelli...beh...per una ragazza che ha passato tutto questo vedere la propria entrata che le fa ciao ciao col dito medio è semplicemente catastrofico.
Fortunatamente le sofferenze patite avevano acuito la mia astuzia, così feci un’imbranata corsa giù per la scalinata in legno e, dopo aver evitato per un pelo di schiantarmi contro la porta, gridai:
-Ehy ciao!!! Scusate, ma non è che già che siete fuori mi ritirereste la posta?
In effetti ora che l’avevo detto ad alta voce non mi sembrava più una trovata tanto geniale, comunque ormai ero in ballo, quindi non mi restava che ballare...
-O...ok...-sentii rispondere Choji da fuori.
-Grazie mille!!!
Non appena ebbi sentito i suoi passi allontanarsi feci scattare la serratura, e con una corsa ancora più imbranata di quella di prima ritornai in cima alle scale e mi rimisi in posa: mani sui fianchi, una gamba leggermente piegata, pancia in dentro e poppe in fuori, ed un espressione in volto che sembrava dire “oh siete qui, non vi aspettavo così presto..”. Il campanello suonò nuovamente, allora io feci uno sforzo immane per nascondere il fatto che avevo il fiatone e risposi:
-Entrate pure...uff...è aperto!
E mentre lo dicevo per poco non mi era venuto un embolo!
La porta si aprì lentamente, mentre il mio cuore correva all’impazzata risuonandomi in gola...del resto non poteva che essere finito lì visto come quel vestito mi strizzava le tette! Ma ecco entrare Choji. Mi guardò dal basso verso l’alto e rimase a bocca aperta, con gli occhi che gli luccicavano dall’ammirazione.
-Oh Ino...sei bellissima stasera...
-Grazie caro- risposi con finta noncuranza.
Cominciai a guardare un po’ intorno, attendendo l’entrata di Shika, ma non riscontrando la sua presenza infine domandai:
-Choji...amicone...dove diavolo è Shika?!
-Oh non te l’ho detto?
-No non me l’hai detto!!!!
Le orecchie mi fumavano come in un cartone animato.
-Shika doveva passare dall’Hokage andando alla festa, quindi ci becchiamo lì
Rimasi interdetta per qualche secondo.
-Ci...ci becchiamo lì?
-Si ci becchiamo lì
-...Ci becchiamo lì...bene Choji...sai che ti dico? Se stasera dovessi bere un po’ troppo e cominciassi a fare cose imbarazzanti di cui potrei pentirmi, come baciare sconosciuti o picchiare gente a caso...non mi fermare, ne ho bisogno fidati! Ora andiamo a fare fiesta!!!
Ridiscesi le scale con l’eleganza di un camionista nel pieno di un indigestione e uscii di casa sbattendo la porta; ero così tremendamente incazzata che non me ne fregava un fico secco che Choji fosse ancora dentro.

Si fece mezzanotte, ero alla festa di Lee e sentivo un intrinseco bisogno di spararmi un colpo...Shika era arrivato alla festa mezz’ora dopo di noi e a stento mi aveva salutata...aveva passato tutta la sera seduto su una sdraio a trincare e sparare cazzate con i suoi amici idioti. Io avevo provato a bere con lui, e mi aveva detto di andarci piano o sarei finita in piedi su un tavolo a cantare “voulevuz cushè avec moi” con le scarpe in mano, avevo provato a farlo ingelosire flirtando con i suoi amici, ma avevo rimediato solo una pacca sul sedere (e non da Shika!!!), avevo provato a ballare sensualmente di fianco a lui, e mi aveva detto con la voce impastata che, cito testualmente, “disturbavo il suo pisolino”.
Nel mentre, come se non bastasse, le mie tre care amiche andavano via come il pane senza il minimo sforzo apparente: Hinata ballava con Kiba, mentre da lontano Naruto li guardava ribollendo di rabbia; Tenten stava limonando alla grande con Neji ed era quasi disgustoso per quanto ci davano dentro; per quanto riguarda Sakura...beh lei in giro non si vedeva, ed era sparito anche Sasuke...quindi probabilmente si erano imboscati al piano di sopra!
Guardavo queste scene con un misto di odio ed invidia, chiedendomi perchè mentre quelle facevano le ragazze allegre io dovessi rimanere lì, ad una festa piena di alcol e feromoni, senza poter combinare assolutamente niente. Mi sentivo come un cieco in un cinema porno!
Dopo svariati altri vani tentativi di smuovere un po’ quella specie di cataplasma per il quale il mio cuore palpitava, alla fine ero rimasta a corto di idee e mi ero scolata quattro mohito per trovare l’ispirazione. Fortunatamente questa non tardò ad arrivare, il suo nome era: Kiba completamente sbronzo. L’Inuzuka era arrivato ridendo come un cretino, mi aveva sollevata di peso ignorando i pugni che gli tiravo e aveva gridato:
-E’ l’ora del bagno!!!!
Udito quel grido di battaglia tutti presero ad incoraggiarlo e lo accompagnarono con un coro nella sua corsa verso la piscina. Fu così che nell’esultanza generale venni buttata in acqua.
Quando riemersi in superficie la prima cosa che pensai fu “Kiba sei morto, mi devi 100 euro di parrucchiere”, la seconda fu che il mio vestito bianco semitrasparente era ora completamente trasparente, che non portavo il reggiseno, e che il mio perizoma era fucsia.
Se fossi uscita dalla piscina in quello stato tutti mi avrebbero vista seminuda e mi avrebbero lanciato disgustose battutine a doppio senso per anni, eleggendomi a protagonista delle loro perverse e deviate fantasie adolescenziali...tutti...magari anche Shika...
-Ah ah, molto divertente ragazzi ora esco! Guardate tutti come mi ha ridotta il vostro scherzone! GUARDATE!
Man mano che salivo i gradini della scaletta della piscina, molto simile alla pubblicità del Brancamenta, vedevo i ragazzi intorno a me sgranare gli occhi, sbavare, sussurrare chissà quali porcate agli amici, addirittura uno svenne... ma quando mi voltai verso Shika alla ricerca del suo sguardo voglioso... lo trovai che stava dormendo.
Shikamaru Nara, l’uomo per il quale avevo appena fatto mostra gratuita delle mie grazie, era ancora preso dal suo “pisolino”.
Bagnata, infreddolita, e visibilmente umiliata recuperai un asciugamani, mi coprii, e implorai Choji di portarmi a casa.

********Note Dell'autrice********

Buona sera a tutti.
Questa era di sicuro la disfatta più umiliante per la povera Ino. Io, se avessi a che fare con un uomo ottuso come Shikamaru, come minimo lo avrei già preso a testate, altro che provare tattiche su tatti che si rivelano un disastro dietro l'altro!
La prossima tattica è decisamente quella di Ino!

Grazie infinite a coloro che sono stati così gentili da voler recensire questo capitolo. Grazie mille a coloro che hanno già inserito la storia tra i seguiti e le preferite e, ovviamente, a chi a deciso di passare per dare una sbirciatina al parto del mio bisogno impellente di scrivere!

Kiss by Aching4perfection!

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Capitolo 5
*** LA TATTICA DELLA DISPERAZIONE ***


La tattica della disperazione

Sedevo in macchina, sul sedile posteriore, e reggendomi il mento con una mano guardavo distrattamente fuori dal finestrino, troppo stanca e delusa per pensare ad una qualsiasi cosa. Avevo provato ormai di tutto per conquistare quell’idiota di Shikamaru: avevo rinunciato alla mia personalità forte e dominante, avevo cercato di assumere i suoi stessi difetti, gli avevo sbattuto in faccia le mie grazie come un’oca, ed infine mi ero umiliata davanti a tutti...solo per rimanere esattamente al punto di partenza. E forse anche più indietro.
In fondo era solo colpa mia, povera stupida, che avevo deciso di sacrificare tutto per qualcuno che non dava il minimo segno di voler fare lo stesso per me. Tutte quelle palle che mi raccontavo sul fatto che in realtà eravamo destinati, che lui doveva solo aprire gli occhi...che certamente anche lui mi voleva con sè...solo ora mi rendevo conto di quanto fossero ingenue ed infantili.
Cominciai a nutrire un profondo odio per me stessa, l’unica responsabile della sofferenza che provavo in quel momento...dopo il mio “spettacolo” alla festa di Lee mezza Konoha sbavava per me...e non mi ero mai sentita così brutta.
Avevo tre amiche stupende pronte a consolarmi...e non mi ero mai sentita così sola.
Era piena estate...e sentivo così tanto freddo...
Avevo preso tutte le precedenti sconfitte come una sfida, e mi ci ero fatta su una risata con le mie amiche, divertendomi ad ideare nuovi piani, quasi come se fosse una partita a begemon, ma questa volta qualcosa dentro di me si era spezzata, e non riuscivo a trovare il modo di rimetterla insieme.
-Allora sicuri che volete tornare a casa subito?
Il povero Choji, già seduto al posto di guida con le mani sul volante, non si rassegnava all’idea di dover abbandonare la festa per colpa di uno Shikamaru troppo stanco e di una Ino troppo bagnata.
-Si Cho, mi dispiace portarti via, ma muoio di sonno e sei tu quello con la macchina
Biascicò Nara con voce impastata.
-Ok...ma sappi che mi devi un favore Shika!
-Si, si va bene, io salgo davanti!
Non feci nemmeno caso al fatto che non avesse voluto sedersi vicino a me.
-Ah Ino, quasi dimenticavo...
“Oddio mi ha rivolto la parola, che emozione...”pensai infastidita.
-I tuoi mi hanno chiesto di tenerti d’occhio visto che stanotte sono fuori città, quindi dormo da te.
Sentendo quelle parole non riuscii a trattenere una lacrima, che da tempo si nascondeva dietro i miei occhi, mentre nella mia testa scandivo forte e chiaro un bel VAFFANCULO. Shika aveva dormito da me almeno un milione di volte, ma proprio stanotte...oltre al danno la beffa! Ricordo, però, che nonostante avessi il morale completamente a terra riuscii anche in quella circostanza a trovare il lato divertente:i miei avevano fatto bene a mandare Shika a farmi la guardia, visto che si poteva star certi che non mi avrebbe mai toccata nemmeno con un dito!
-Ok...-risposi distrattamente, mentre dentro la mia testa maledicevo mio padre per essere un geloso ed iperprotettivo troglodita, e mia madre per avermi partorita ed avermi data in pasto al mondo.
Il viaggio fu molto silenzioso, e passò tutto sommato abbastanza in fretta, così in breve fummo davanti a casa mia e Choji fermò l’auto con una brusca frenata da neopatentato.
-Ecco la vostra fermata signori!-esclamò con un sorriso.
-Si buona notte-accennò frettolosamente Shika.
Io non dissi niente e scesi dall’auto.
Ora che ci ripenso in effetti non siamo stati molto carini col povero Choji...
Il nostro amico ripartì non troppo sorpreso del nostro atteggiamento, ed io entrai veloce in casa, ansiosa di togliermi quel vestito trasparente, che ormai non faceva altro che imbarazzarmi, e di infilarmi la mia bella camicia da notte color puffo con su i tre porcellini.
Andai diretta in camera mia e mi cambiai in fretta e furia senza nemmeno preoccuparmi di struccarmi, per poi tornare in soggiorno, dove Shika stava facendo uno spuntino in tutta tranquillità, con la fastidiosa noncuranza di chi si sente a casa sua.
Aprii l’anta del mobile vicino alla porta della cucina e ne estrassi coperta e cuscino, che allungai stizzita a Shikamru.
-Dormi sul divano no?
Mi guardò con aria sprezzante.
-Ovvio, se l’alternativa è dormire con te...
Solita battuta, momento sbagliato.
-Vaffanculo Nara!
Feci per andarmene, ma venni trattenuta con forza per un braccio.
-Ehy che ti prende?
La mano di Shika che mi stringeva mi fece salire un intenso calore alle guance, ed anche una forte rabbia, perchè era evidente che ancora non avevo capito di non avere speranze.
-Niente scusa...-mi forzai a rispondere-è che sono davvero stanca...
-Va bene- disse lui lasciando la presa -allora buona notte miss maglietta bagnata!
Mi mostrò il suo ghigno beffardo, tutto fiero dello spassoso appellativo che si era inventato...tronfio ed insensibile pallone gonfiato! Quanto lo odiavo! Ma proprio mentre mi preparavo a lanciargli contro imprecazioni di ogni sorta, ecco che lui mi prese il viso fra le mani e mi posò un bacio sulla fronte.
Era un gesto che poche altre volte aveva fatto,durante le missioni, quando le cose si mettevano male, e che mi aveva sempre fatto sentire al sicuro da ogni pericolo...non avrei mai pensato, a quei tempi, che un giorno quel piccolo bacio mi avrebbe spaventato più di ogni trappola, o nemico.
Mi stava succedendo ancora: la vista che si annebbiava, le ginocchia che cedevano, le guance che avvampavano, il cuore che palpitava...
Sentivo che dovevo avvicinarmi a lui, dovevo toccarlo e strigerlo, dovevo afferrargli la maglietta e baciarlo con passione e...e dovevo fare una doccia fredda e piantarla.
-B...buona notte Shika...
Mi liberai in fretta dalla sua presa e me ne andai di sopra, arrivando in camera con la chiara sensazione di avere una morsa al petto, petto che ormai era stato ammirato e apprezzato da tutta Konoha...o quasi...
Ero distrutta, così mi infilai subito sotto le lenzuola, desiderosa di cadere al più presto nell’oblio del sonno, le cui proprietà curative e distensive mi erano state spesso decantate dal caro testa d’ananas; ma Morfeo tardava ad arrivare, lasciandomi in balia dei miei pensieri e dei sogni a cui sapevo di dover rinunciare.

Scoccarono le 4:00. Ancora non ero riuscita a chiudere occhio e cominciavo ormai a perdere le speranze di trovare un po’ di pace, così mi misi a sedere sul letto e presi a guardare la luna fuori dalla finestra, pensando che in quel momento ciò che più mi serviva era un amico...un amico come quello che ora dormiva al piano di sotto. Shika mi aveva sempre aiutata, e persino in quella situazione sentivo che l’unica cosa che mi avrebbe consolato sarebbe stata piangere un po’ sulla sua spalla e poi prenderlo in giro.
La cosa più brutta quando ci si innamora del proprio migliore amico, è che se questo non ricambia, hai perso in una botta sola l’uomo dei sogni e l’amico del cuore...quando si dice sbancare! Spostai lo sguardo verso la porta, ripetendomi ancora una volta quanto fossi stata cretina ad innamorarmi proprio di lui, e non so perchè cominciai a sentire come un battito regolare nel corridoio, che diventeva man mano più forte e chiaro...non mi ci volle molto per realizzare che erano dei passi che si avvicinavano.
Il cuore mi saltò in gola. Non avevo più speranze, ma il pensiero che Nara potesse entrare nella mia camera in quel preciso istante mi agitava troppo; sarebbe stato l’ennesimo colpo basso di una serata fin troppo crudele...il destino non poteva essere così spietato.
-Disturbo?-Esordì Shika aprendo la porta.
Ti sottovaluto sempre bastardo d’un fato!
-No non disturbi, tanto non riuscivo a dormire...che ci fai qui?
Shika entrò nella stanza e si lasciò cadere pesantemente sul letto.
-Ho dormito troppo alla festa e ora non ho sonno-“Si me ne sono accorta che dormivi Mr libido a zero”!
-quindi ho pensato di venire a darti un po’ il tormento!
-Sono lusingata che tu abbia pensato a me! Ma ti avviso se mi viene sonno tu finisci fuori a calci nel sedere!
Il che tradotto voleva dire:”rimani solo finchè starti vicino senza saltarti addosso non mi sarà diventato insopportabile”.
-Ok ok...allora mi dica miss maglietta bagnata, come ci si sente ad essere la nuova musa ispiratrice delle fantasie di tutti gli adolescenti perversi del villaggio?
“Sarebbe meglio se fra quegli adolescenti perversi ci fossi anche tu” pensai, ma trattenni la lingua e mi limitai a rispondere con una smorfia.
-Guarda, ringrazio solo che fra quegli adolescenti perversi non ci fossi anche tu!
Mentii spudoratamente.
Shika mi fece una faccia schifata e facendo il gesto di coprirsi gli occhi esclamò:
-Per carità ringrazio anche io, anzi: la prossima volta vedi di coprirti un po’ di più che non ci tengo a rivedere il tuo perizoma fucsia.
Non appena ebbi udito quelle parole una lucetta si accese nella mia testa: una parola, anzi una sillaba della frase pronunciata da Shika catturò la mia attenzione, facendomi pensare che forse il caro vecchio amico mi stesse nascondendo qualcosa...’sto infame....
-In che senso...RIvedere?
Testa d’ananas incollò lo sguardo sull’armadio di fronte a lui, sgranò gli occhi e ammutolì all’istante, avvalorando così la mia tesi.
-Ehy Nara? C’è forse qualcosa che vorresti dirmi?
Chiesi inquisitoria.
-I..io? Nooo...
-Shika!?!
-Che c’è?!
Shikamaru cominciò a guardarsi in giro cercando di evitare i miei occhi.
-Hai ridipinto il soffitto per caso? No, perchè è un colore molto bello...
-SHIKA!!??
Mi alzai in piedi sul materasso e puntai i pugni sui fianchi indirizzando al ragazzo uno sguardo di fuoco, al chè Shika decise finalmente di abbandonare ogni resistenza, e così cantò come un uccellino.
-E va bene! Ti ho vista anche io! Scusami se volevo risparmiarti l’imbarazzo di essere stata vista seminuda dall’amico di infanzia con cui condividevi il calippo!
Quella rivelazione produsse in me una reazione inaspettata: gli occhi mi si inumidirono, e sentii il bisogno di scappare via e di nascondermi alla vista di Shikamaru; lui mi aveva vista, ma non mi voleva, e questo non faceva altro che umiliarmi ancor di più.
Mi alzai in fretta dal letto ed uscii dalla stanza sotto lo sguardo interrogativo di Shika, mi lanciai giù per le scale, ed attraversata di corsa tutta la casa, uscii in giardino ansiosa di prendere una boccata d’ossigeno. Le notti d’estate erano incantevoli: avevano un profumo esotico, profumo di mare e di fresco, la brezza era frizzante e paradisiaca dopo una giornata di caldo, e tutto sembrava così tranquillo eppure così attraente in quell’atmosfera...forse è per questo che mi piaceva Shika...lui era come quelle sere di inizio estate:pigro, svogliato,placido...eppure sembrava avere un non so che di magnetico che attraeva tutto ciò che lo circondava, come un buco nero...La sua pelle era sempre fresca, ed il suo odore pungente ed inebriante...sapeva di fumo e di fiori.
Proprio mentre pensavo a quel profumo cominciai a sentirlo davvero; proveniva dalle mie spalle e giungeva a me accompagnato da una piccola nuvoletta grigia.
-Ehy Yamanaka...
Sussurrò greve Nara prendendo un tiro di sigaretta e rimettendosi in tasca l’accendino.
-La devi smettere di fare queste uscite teatrali...
Il solo suono della sua voce profonda mi faceva mancare il respiro.
-Perchè sei scappata così? Per caso ti ho offesa?
Non risposi. Ci provai, lo giuro, ma non mi riuscii.
-Guarda che non devi sentirti in imbarazzo perchè ti ho vista alla festa...sono io...
Già sei tu...il mio amico d’infanzia, quell’insopportabile moccioso che mi sfotte sempre e poi d’un tratto diventa un uomo e mi salva da ogni pericolo. Ma questa volta non puoi salvarmi...perchè è da te che sto scappando.
-Ino...
Dio sa quanto avrei voluto rispondergli e far tornare tutto alla normalità...ma non potevo, tutto l’amore che provavo si era trasformato in sofferenza e mi stava consumando...un altro giorno così e sarei esplosa.
Non feci neanche in tempo a sentire i passi di Shika sull’erba che si avvicinavano, che d’improvviso mi ritrovai le sue braccia avvinghiate intorno alla vita, e il suo viso premuto sul mio collo. Il suo respiro mi solleticava la nuca mentre si impadroniva dell’odore dei miei capelli donandomi in cambio quello del fumo.
-Ino...probabilmente combinerò un casino...ma devi sapere...
La sua voce era grave e fioca, quasi sofferente...un po’ come sarebbe stata la mia se fossi riuscita a parlare.
-Devi sapere che ho mentito: non è vero che sono io, non è vero che sono come quando eravamo piccoli, sono cambiato e non in meglio.
Ero spaventata dalle sue parole, ed ero spaventata dalle sue mani su di me.
-Io ti ho sempre protetta, ti ho difesa, ti ho amata come una sorella...ora quando ti sto vicino mi sento come il lupo cattivo...non sono più io...sono malato...ti penso in un modo in cui non dovrei pensarti...
La sua voce si fece più simile ad un sospiro, e sentii le sue mani cominciare a muoversi e spostarsi lungo il mio corpo facendomi salire un violento rossore alle guance.
-Io non sono più tuo amico...dovresti avere paura di me, perchè oggi non ti ho solo vista...io ti ho guardata...ho osservato ogni singola goccia d’acqua che scivolava sul tuo corpo..
Prese a sollevare l’orlo della mia camicia da notte con una mano, mentre con l’altra saliva dal ventre al mio petto.
-Ho osservato la stoffa che aderiva al tuo seno...i capelli che ti cadevano sulla schiena...ho osservato come la tua biancheria traspariva da sotto al vestito...
Ora mi stava toccando...mi toccava il seno e la coscia...mentre io sentivo il cuore pulsare talmente forte da stordirmi...mi sentivo come ubriaca...
-Non devi più fidarti di me Ino...io non sono lo stesso...lo Shikamaru che ero non si comporterebbe così...
Quando sentii la mano che aveva poggiato sulla mia coscia toccarmi l’orlo degli slip per un istante tutto si fermò...non sentii più alcun rumore, sentivo solo il sangue che mi pulsava violentemente nelle tempie, e quelle dita di uomo che procedevano sicure sulla mia pelle tremante.
Mi lasciai sfuggire un piccolo gemito, e fu come se avessi innescato una bomba. Shikamaru cominciò a baciarmi il collo e l’orecchio destro, mentre si stringeva sempre più a me, facendomi sentire piccola, incapace di opporre resistenza. “Non fidarti di me” continuava a sussurrare...ma anche con tutta la paura che avevo non potevo fare a meno di fidarmi di lui.
Mi prese per le spalle e mi girò, facendomi ritrovare faccia a faccia con lui. Lo guardai terrorizzata...guardai il suo viso, i suoi occhi, i suoi capelli, le sue spalle...anche io ero malata...
Allungai titubante una mano e gli carezzai il viso, mentre lui piegava la testa da un lato socchiudendo gli occhi, per meglio far aderire la sua guancia alla mia mano.
Lì smisi di avere paura, e finalmente riuscii a dire:
-Anch’io
Non servì aggiungere altro:Shika mi trascinò giù sul prato e si mise sopra di me, mi baciò tutta, mi accarezzò tutta, ed io feci lo stesso, e ci stringemmo con violenza l’uno all’altra, fino a perdere le testa e raggiungere il limite.

Un’ora dopo giacevamo ancora sdraiati sul prato, io messa su un fianco e lui dietro di me che mi abbracciava. Il sole cominciava a sorgere ed i miei occhi cominciavano a chiudersi. Ce l’avevo fatta: testa d’ananas era finalmente mio...

********Note Dell'autrice********

Buona sera a tutti.
Siamo finalmente giunti alla tanto attesa tattica personale della Yamanaka, che si è rivelata "sorprendentemente" vincente!
Ma la storia non finisce qui, nono!
Manca ancora una tattica, non è tanto difficile scoprire di chi sia, magari lo sarà un pò di più per quanto riguarda la sua fonte d'ispirazione!
Ci rivedremo al prossimo, e ahimè ultimo, capitolo!

Grazie infinite a coloro che sono stati così gentili da voler recensire questo capitolo. Grazie mille a coloro che hanno già inserito la storia tra i seguiti e le preferite e, ovviamente, a chi a deciso di passare per dare una sbirciatina al parto del mio bisogno impellente di scrivere!

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Capitolo 6
*** LA TATTICA DEL BASTARDO ***


La tattica del bastardo

Ricordo ancora la mattina dopo che io e Ino facemmo l’amore per la prima volta. Era estate e il sole era appena sorto, Ino si era da poco addormentata con un sorriso sulle labbra ed io la guardavo incantato, chiedendomi cosa stesse pensando. Quanto l’avevo desiderata Ino...ormai erano mesi che le mie attenzioni per lei avevano cominciato a cambiare, ed i miei pensieri a farsi sempre meno innocenti, finchè una mattina di Dicembre mi resi conto che provavo qualcosa per lei. Fu strano: il primo giorno delle vacanze natalizie lei si era presentata a casa mia con delle brioches e non si era fatta problemi a tirarmi giù dal letto per urlare con voce stridula che aveva dei pettegolezzi sulla neonata storia fra Hinata e Kiba.
Mi aveva portato praticamente di forza in cucina e, senza mai smettere si parlare, mi aveva fatto sedere al tavolo allungandomi una brioches al cioccolato. Io la ascoltavo distrattamente, e mentre lei preparava il caffè mi accesi una sigaretta.
-Shika!!!
Urlò lei tanto forte da farmi cadere la sigaretta dalle mani
-Non hai ancora preso il caffè e già fumi? Vuoi proprio ammazzarti tu!
Maledetti estrogeni, cosa combinano alle persone!
-Si voglio uccidermi, almeno so che potrò dormire senza che tu venga a svegliarmi per spettegolare come un’oca sui fatti degli altri!
Ino mi fulminò con lo sguardo, facendomi quasi rabbrividire, e rimase a fissarmi così per qualche secondo. Di colpo poi la sua espressione tornò rilassata e serena in modo un po’ inquietante; mi sorrise dolcemente, raccolse la sigaretta da terra e, davanti ai miei occhi increduli, la spezzò in due e me la restituì.
-Accomodati Nara...ma stai attento a non farmi arrabbiare...perchè sono in piena sindrome premestruale.
Dopodichè riprese tranquillamente a riferirmi gli ultimi pettegolezzi.
Rimasi stranamente affascinato dal modo in cui si era comportata, lo trovai magnetico...ed improvvisamente mentre Ino parlava e parlava e parlava, io la guardavo, e vedevo la sua bocca muoversi ma non ascoltavo le parole, la squadravo dalla testa ai piedi, e poi dai piedi alla testa e di nuovo da capo. Così d’improvviso sentii che desideravo prenderla per quei fianchi sui quali mi addormentavo da bambino, e afferrarla per quei capelli che mi aveva costretto ad acconciarle il giorno del suo settimo compleanno; desideravo mordere quella bocca logorroica che avevo maledetto tante volte, e carezzare quelle gambe con le quali mi prendeva a calci ogni volta che la sfottevo.
Lì, in quel preciso istante io mi innamorai di Ino Yamanaka, la più insopportabile e fastidiosa fra le donne, genere già insopportabile e fastidioso di suo...ma incredibilmente attraente.

Da quella mattina non feci altro che consumarmi fra il desiderio di conquistarla e la paura di rovinare il nostro rapporto. Temevo che se avessi cercato di farle capire cosa provavo mi avrebbe tirato una sberla e urlato qualcosa tipo “razza di maniaco pervertito io e te giocavamo con le bambole insieme!”. Se avesse reagito così avrei perso subito ogni possibilità...ed inoltre se l’avesse urlato tutti avrebbero scoperto che da piccolo giocavo con le bambole...decisamente non si poteva fare. Tutta la storia era una tremenda e gigantesca seccatura, è questo che succede quando si ha a che fare con le donne: neuroni che fondono e palle che girano!
Un pomeriggio di inizio maggio stavo fumando una sigaretta nel cortile davanti alla scuola, e pensando a Ino e a tutti i miei problemi feci l’errore di lasciarmi scappare ad alta voce una considerazione:
-Le donne sono guai...solo guai mendokuse!
Il destino infame volle che in quel preciso istante passasse di lì Sasuke il bastardo traditore, il quale mi sentì e pensò bene di prendermi un po’ per il culo.
-Problemi con il gentil sesso Nara?
-Problemi a farti i fatti tuoi Uchiha?
Sasuke si sedette accanto a me sulla panchina di pietra.
-Avanti Shika! Quand’è che mi perdonerai per essermene andato? Sei l’unico che ancora ce l’ha con me
-Lo so, sono brutto e cattivo, ora se non ti dispiace evapora, ho già abbastanza seccature
-Si ho sentito. Non ti facevo uno con problemi di cuore
-Che vuoi che ti dica, ho una scorza dura all’esterno, ma sono tenero dentro come un tronky, ora sparisci!!!
Mi guardò con aria pensierosa, mentre un sorrisetto maligno si allungva sghembo sul suo viso, ed io capii che non mi sarei liberato di lui tanto in fretta.
-Ho una proposta Nara
-Siamo a posto...- risposi sospirando. Avevo solo voglia di trovare un muro e prenderlo a testate per una mezzoretta circa.
-Ti aiuterò a conquistare la Yamanaka, e se ci riesco tu mi perdoni.
Il fiato mi morì in gola.
-C...cosa c’entra Ino...non penserai mica...insomma...dai è ridicolo...
-Andata?
-Ok andata
Sasuke mi sorrise soddisfatto tendendomi una mano. La guardai con disprezzo; Uchiha era un bastardo traditore ed un pallone gonfiato, lo detestavo e mi faceva una rabbia incredibile che tutti lo avessero perdonato...d’altra parte il desiderio di avere Ino mi stava facendo impazzire e volevo solo risolvere al più presto quella snervante situazione. Inoltre, sebbene Sasuke fosse davvero un bastardo egoista ed egocentrico, e avesse una grandissima faccia da schiaffi, era un dato di fatto che rastrellasse femmine come se piovessero...indubbiamente aveva una gran tecnica.
-Speriamo bene
Dissi infine sospirando e stringendogli la mano.
-Hai fatto bene Nara. Ora ascolta, se vuoi che una donna cada ai tuoi piedi devi fare solo una cosa: devi ignorarla spudoratamente.
-Come hai detto scusa?
-Devi ignorarla- mi ripetè sicuro Sasuke
-Oh, bene!-esclamai ironico -che gran piagnone! Sai che ti dico? Forse dovevo provare a chiedere consiglio al cane di Kiba, magari anche lui ha qualche ideona del genere!
-Shikamaru
Sasuke mi fissava per nulla scomposto, quasi come se gli facessi pena.
-Non volevo arrivare a tanto, ma devo ricordarti che fino a qualche anno fa la tua cara Ino mi correva dietro proprio come il cane di Kiba...
Piegai all’istante le ginocchia, pronto a spiccare un salto e piombargli addosso come un falco per poi cavargli gli occhi, ma fui interrotto.
-Non ti piacerebbe rivivere quella situazione...trovandoti al mio posto?
Lo fissai interdetto ed allettato, poi inclinai la testa da un lato ed alzai lo sguardo, cercando di immaginare Ino che scodinzolava ai miei piedi.
-Farò giusto una prova! Ma solo perchè mi fai pena e voglio concederti una possibilità di essere perdonato.
Detto questo, con una portentosa faccia da culo mi alzai e me ne andai altezzoso. Infondo non avevo nulla da perdere, e Sasuke, che oggi è un mio grande amico, aveva l’espressione sicura di chi la sa lunga, il che nello stato in cui mi trovavo era una garanzia più che sufficiente.

Così presi ad ignorare sistematicamente Ino: fingevo di non ascoltare quel che diceva, mi sforzavo di non guardarla, cercavo in tutti i modi di darle l’impressione che non mi accorgevo nemmeno della sua esistenza, che fosse l’ultimo dei miei pensieri. Un giorno lei mi fece notare le sue scarpe nuove, ed io risposi distrattamente che Temari ne aveva un paio uguale...ho ancora un bernoccolo sulla tempia dove Ino mi tirò il tacco (lei odiava Temari perchè aveva sempre vestiti più belli e costosi dei suoi, anche se io speravo sempre che in realtà fosse gelosa del fatto che ero uscito con lei). Ci furono volte però che mi fu molto difficile ignorarla, come quel giorno in cui si comportava in modo così gentile...mi aveva guardato sbattendo dolcemente le ciglia, ed io ero andato in panico e mi ero salvato all’ultimo dicendole che sembrava avesse qualcosa in un occhio.
Si era letteralmente imbestialita, e mentra Choji la portava via di peso lei giurava vendetta con la schiuma alla bocca e gli occhi iniettati di sangue.
Era così sexy...
Oppure ci fu la volta in cui ero andato a casa sua e lei sembrava essersi trasformata nella donna ideale: continuava a dire che voleva svaccarsi e fare pisolini, che non aveva sbatti di andare alla festa di Lee, addirittura voleva fumare una sigaretta con me! Quel pomeriggio ero arrivato molto vicino a chiederle di sposarmi, ma il ricordo di quello che mi aveva detto il bastardo traditore mi aveva attraversato la mente come un lampo ed io mi ero affrettato a criticarla dicendole la prima cosa che mi era passata per la testa:che era noiosa.
Tornai a casa tirandomi ripetutamente la borsa dell’allenamento sulle palle...
Per non parlare poi della festa di Lee, dove arrivai al limite della sopportazione. Ino si era vestita in modo un po’ troppo succinto ed ogni parte di lei gridava “fatti un giro con me!”. Del resto era prevedibile che si sarebbe conciata così: a lei era sempre piaciuto mettersi in ghingheri e farsi guardare da tutti, perchè era vanitosa ed anche cronicamente insicura, la sua era (ed è) una debolezza che non andava incoraggiata.
Peccato che un qualunque essere, dotato di una certa dose di testosterone, se messo di fronte ad uno spettacolo simile non tende molto a preoccuparsi di come accrescere l’autostima di una ragazza mezza nuda...e fra quegli esseri dotati di testosterone c’ero anch’io adesso, ridotto ad un cagnolino con la bava alla bocca.
Ino continuava a ballare in modo provocatorio proprio sotto il mio naso, beveva gigantesche quantità d’alcol, si sedeva troppo vicina a me parlandomi con sussurri all’orecchio, faceva la svenevole con i miei amici, ed io fumavo come un turco e mi fustigavo virtualmente.
Finalmente sembrava che “Jessica Rabbit” lì si fosse placata, quando quell’idiota ubriaco di Kiba (che Dio lo benedica) aveva avuto la brillante idea di prenderla e buttarla in piscina!
Quando Ino era uscita dall’acqua potei sentire chiaramente il cavallo dei pantaloni cominciare a tirare mentre realizzavo cosa ci fosse sotto quel vestitino striminzito e ormai trasparente; vedendola poi mentre si piegava a raccogliere un asciugamani vidi distintamente la madonna sul windsurf che mi passava davanti, ed il sangue defluì velocemente dal mio cervello verso zone più a sud.
Guardai in basso per controllare la situazione, e notai che era decisamente fuori controllo e ben visibile, tanto che Naruto,seduto accanto a me e anche lui decisamente alticcio, mi guardò stranito e mi chiese biascicando le parole:
-Ehy Shika...! Hai una pistola nella tasca o si solo felice di vedermi? Ahahah!!
Lo buttai a terra con uno spintone e mi affrettai a rannicchiarmi sulla sdraio facendo finta di dormire.
Il fatto di dover passare la notte da Ino poi non mi aiutava, è come se ogni cosa quel giorno fosse stata calcolata appositamente per costringermi a spararmi nei coglioni. Maledettissimi genitori! Siccome sono amici da una vita devono sempre farsi favori a vicenda, ma ovviamente perchè scomodarsi in prima persona quando puoi mandare i figli a fare il lavoro sporco!
Arrivato a casa sua mi lanciai sul frigorifero per sfogare i miei istinti sul cibo, ma mentre mi facevo fuori un bel panino notai che quella sera Yamanaka era molto seria e sembrava anche un po’ triste. Così le avevo dato un bacio sulla fronte, non resistendo alla tentazione di consolarla dopo la figuraccia che aveva fatto, e dovetti ricorrere a tutto il mio autocontrollo, perchè la sensazione che mi dava poggiare le mie labbra sulla sua pelle era impossibile da sostenere lucidamente.
Lei comunque rimaneva malinconica e silenziosa, ed io aggravai la situazione quando nel cuore della notte mi infilai in camera sua e mi feci sgamare in pieno facendole capire che l’avevo vista come mamma l’ha fatta.
Era scappata correndo in giardino ed io le ero corso dietro senza pensarci due volte.
Fu proprio in quel giardino che esplosi e le confessai senza mezzi termini tutto quello che sentivo, e fu proprio in quel giardino che facemmo l’amore per la prima volta...
Fu tutto perfetto, neanche il minimo dettaglio andò storto, ogni particolare fu esattamente come l’avevo immaginato....tranne una cosa in effetti, un errore a cui avremmo dovuto fare attenzione...ma forse è stato meglio così, perchè se ci fossimo accorti che non stavamo usando precauzioni...ora non avrei una splendida bambina a cui raccontare questa storia.
Fine

********Note Dell'autrice********

Ed anche questa storia ha il suo lieto fine!
Ragazzi, mi dispiace tantissimo per non aver risposto alle vostre scorse recensioni, purtroppo non ho passato molto tempo su efp in questa settimana, sono piena di studio che metà basta e sono talmente stupida da essermi fatta programmare tre interrogazioni una di seguito all'altra!

Comunque, ora passo ai ringraziamenti per tutti coloro che mi hanno seguita fi qui con questa leggera fandom; tra parentesi, credo che ne farò una piccola serie, però non so che nome darle... anche perché c'è già una terza fic in cantiere per collegare "Boom Demografico" e "Seduzione, che stress!", quindi le proposte soo più che ben accette!
Ringrazio, per aver messo la storia tra le preferite:
1 - Angel of Sin
2 - Hinata_S_I_TT 4EVER
3 - kikkyxx14
4 - lovecoffee
5 - Marmalade Girl
6 - Sapphire_
7 - sba
8 - tenny_93
9 - titti92
10 - valehinata1992
11 - Venus Zabini
12 - Winry

Ringrazio, per aver messo la storia tra le seguite:
1 - Adhara_chan
2 - Ady91
3 - babydgv
4 - Darsia
5 - Dionisia
6 - Don_t_WorryBeHappy
7 - giada18
8 - Hinata_S_I_TT 4EVER
9 - Holly_94
10 - Ishimaru
11 - lovecoffee
12 - mikamey
13 - pinfrose
14 - pinkpunk
15 - Roroana
16 - sasukina90
17 - titti92
Ed herechan per aver messo la storia tra le ricordate!

Grazie infinite a coloro che sono stati così gentili da voler recensire questo capitolo. Grazie mille a coloro che hanno già inserito la storia tra i seguiti e le preferite e, ovviamente, a chi a deciso di passare per dare una sbirciatina al parto del mio bisogno impellente di scrivere!

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