paura di dormire di helena485 (/viewuser.php?uid=112117)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** preoccupazioni ***
Capitolo 2: *** la strana voce ***
Capitolo 3: *** ti sento ***
Capitolo 4: *** sensazioni ***
Capitolo 5: *** quel che è giusto ***
Capitolo 6: *** rotta verso Isadora Island ***
Capitolo 7: *** l'arrivo ***
Capitolo 8: *** la trappola ***
Capitolo 9: *** soli nel bosco ***
Capitolo 10: *** primo bacio ***
Capitolo 11: *** nel buio ***
Capitolo 12: *** un ragazzo misterioso ***
Capitolo 13: *** triste verità ***
Capitolo 14: *** il vero volto ***
Capitolo 15: *** scelte ***
Capitolo 16: *** un'idea ***
Capitolo 17: *** fatti sentire dal cuore ***
Capitolo 18: *** in città ***
Capitolo 19: *** perchè? ***
Capitolo 20: *** un ricordo rimosso ***
Capitolo 21: *** la cascata ***
Capitolo 22: *** la ricompensa sono io ***
Capitolo 23: *** ti voglio ***
Capitolo 24: *** tornando a noi ***
Capitolo 25: *** fuga ***
Capitolo 26: *** io senza te... ***
Capitolo 27: *** segreto svelato ***
Capitolo 28: *** Ciò che chiede il tuo cuore ***
Capitolo 29: *** svegliati ***
Capitolo 30: *** tutto un'altro sogno ***
Capitolo 1 *** preoccupazioni ***
-
Nami!- sento una voce in lontananza, mi sembra di conoscerla ma devo
scappare o mi prenderà, devo scappare corri Nami, corri. Oh
no mi hanno presa AHHH.
- NAMI, NAMI, SVEGLIATI- mi sentii strattonare e finalmente capi che
stavo dormendo e aprii gli occhi, trovai Nico Robin che mi teneva per
le spalle e cercava di svegliarmi. Cercai di mettere a fioco la scena e
capii che era successo un’altra volta.
- stai bene Nami? Mi senti?- chiese Robin con un’aria
preoccupata
- si sto bene, sono sveglia, dimmi ho urlato di nuovo?- le chiesi
passandomi una mano tra i capelli cercando di calmarmi, avevo ancora il
cuore che i batteva a mille e il respiro affannato, ogni notte era
sempre peggio da li a una settimana ormai non facevo altro che fare lo
stesso sogno e solo da un due giorni mi svegliavo urlante e con il
battito accelerato.
- si Nami, mi sono spaventata, sembrava ti stessero attaccando- disse
lasciandomi le spalle ma rimanendo accanto a me.
- vi chiedo scusa io non lo faccio apposta, sembra tutto
così reale- dissi pensierosa.
- sicura di stare bene- una voce dietro Robin catturò la mia
attenzione, alzai la testa per vedere chi fosse e trovai Zoro
appoggiato alla porta della mia camera con le braccia incrociate al
petto.
- si sto bene, cosa ci fai tu qui?- chiesi stupita dal fatto che fosse
venuto a vedere come stavo, di solito non si interessava molto ai miei
problemi.
- ti ha sentito lui per primo ed è corso qui- rispose Robin.
- ah scusa il disturbo Zoro- dissi tornando ad abbassare la testa.
- tz io non volevo le tue scuse tanto ormai mi hai svegliato-
- tanto dormi sempre- gli risposi irritata dal suo atteggiamento sempre
così scontroso, con la coda dell’occhio notai che
Robin stava cercando di trattenere le risate.
- ci stavo provando ma una certa signora mi ha svegliato con la sua
dolce voce delicata- continuò, fece per andarsene ma io gli
tirai il cuscino che lo prese in pieno.
- tu brutta racchia che non sei al…- non gli feci finire la
frase dandogli un cazzotto sopra la testa con tutta la forza che avevo
sbattendolo per terra. In tanto Nico Robin era scoppiata a ridere
sonoramente.
- RAGAZZIII LA COLAZIONEEEE- sentendo l’urlo di sangi
provenire dalla sala da pranzo mi alzai per andare a fare colazione
Nico Robin mi seguii così come Zoro che si alzò
da terra strofinandosi il bernoccolo. Un lampo ci attraversò
passando proprio davanti a noi.
- il capitano si è svegliato- disse Nico Robin.
- già come al solito, certe cose spero che non cambino mai-
dissi sorridendo. Ecco perché il giorno mi dava sollievo,
non lo pensavo solo in questo periodo perché quei sogni mi
disturbavano il riposo, da quando mi eri unita a loro ho sempre
continuato a pensare che ogni giorno fosse stupendo, e piano piano
avevo cominciato a conoscere tutte le loro abitudini e ormai senza la
loro presenza non poteva definirsi una mattina regolare. Stavo bene
solo se in loro compagnia.
- Namiiii mia adorata, oh dolce Nico Robin prego questo è
per voi- disse Sanji servendoci i piatti con il cibo molleggiando sulle
gambe e mostrando due occhi a forma di cuori rosa. Lo faceva ogni
mattina, anche questa era un’abitudine.
- ehi Nami non ti dispiace se ne prendo un po’ vero ?!- disse
Rufy prendendo dal mio piatto una cosa che non feci in tempo a vedere
perché scomparve magicamente, riuscii a notare solo il
braccio di gomma del capitano che ritornava in dietro con la forchetta
piena.
- sei sempre il solito, almeno sai cosa ti sei preso?- chiesi chiudendo
gli occhi e iniziando a mangiare.
- in effetti no, ma che importa tanto ormai l’ho mangiato-
disse continuando a mangiare riempiendo la sua bocca di tutto
ciò che aveva a portata di mano. Era un rito, ogni cosa che
si svolgeva su quella nave era diventata la nostra vita, senza saremmo
perduti.
- Nami ti andrebbe dopo di raccontarmi i sogni che tanto ti
tormentano?- chiese Robin guardandomi preoccupata.
- a cosa servirebbe? Mi rovinerebbero solo la giornata- dissi sospirando
- non lo so è che mi sembra strano il fatto che sia ormai da
una settimana che non fai altro che sognare sempre la stessa cosa, in
più questi ultimi due giorni sta peggiorando- disse
riferendosi al fatto che avevo urlato.
- forse se tu ne parlassi con qualcuno ti sfogheresti oppure potrei
cercare di capir se c’è qualcosa che non va e
trovare una soluzione nei libri-
- non so se i libri possano servire a qualcosa questa volta
però mi hai convinta dopo ne parleremo- dissi continuando a
mangiare, anche lei riprese a mangiare con il sorrisetto soddisfatto
sulle labbra.
Mi alzai da tavolo e mi andai a cambiare in camera, la mia testa girava
dai mille pensieri che mi frullavano per la testa.
“toc-toc” sentii bussare e immaginai che fosse
Robin per parlare dei miei sogni.
- avanti- dissi togliendomi la maglietta per cambiarmi.
- Nami vorrei parlarti di … - sentendo quella voce mi girai
di scatto poggiando ma maglietta davanti al seno
- s _ sei nuda- disse Zoro con voce tremante.
- ESCI SUBITO DI QUI- gli urlai girandoli il cuscino.
- Nami aspetta- sentii la porta chiudersi ma lui era ancora in camera
mia, sentivo i passi che venivano verso di me, cominciai ad agitarmi,
che diavolo gli era preso? Cosa voleva fare?
- ma che diavolo vuoi Zoro esci di qui fammi vestire- ripetei.
- aspetta, fammi vedere- disse sfiorandomi la schiena.
Fammi vedere? Fammi vedere?! Era forse impazzito? Cosa voleva vedere?!
- ma cosa dici? Cosa vuoi vedere?!- lo sentii premere un punto sulla
mia schiena e sobbalzai dal dolore
- AHI! - urlai. - ma sei diventato pazzo? Che mi hai fatto? Hai usato
forse una mossa speciale imparata da poco?- Mi aveva fatto malissimo.
- ma quale mossa sciocca ragazza, piuttosto hai sbattuto la schiena di
recente?- chiese
- n _ no? Perché?- chiesi preoccupata
- perché hai un livido e sembra strano, ha la forma di una
mano o almeno credo, dovresti controllare il reso del corpo per vedere
se ci sono altri lividi- la sua mano saliva dal punto dove mi aveva
toccata prima fino ad arrivare al laccetto del reggiseno del quale
sfiorò solo i ferretti e poi ritirò in fretta la
mano. - M _ MA SEI NUDAA- urlò di nuovo.
- si Zoro e circa dieci minuti fa ti ho anche detto di uscire- dissi
alzando il tono della voce. Mi immaginai il volto che poteva aver
assunto, di sicuro era diventato rosso come un peperone mi venne da
ridere al solo pensiero, se non fosse stato per l’indiscreto
stato nel quale mi trovavo mi sarei girata per vedere la sua faccia.
- CHE COSA STA SUCCEDENDO- l’urlo di Sanji si senti chiaro
prima ancora che aprisse la porta della mia stanza sorprendendo me
mezza nuda e Zoro dietro di me.
- ZOROOOOOOOOOOO cosa diavolo stai combinando con la mia amata Nami? Oh
mia dea cosa ti ha fatto questo maniaco pervertito?-
- non è successo niente stavo solo facendole
notar…- mi girai di scatto sentendo quel rumore e vidi Zoro
per terra per il calcio che gli aveva dato Sanji.
- stai bene mia adorata? AHHH! Ma sei mezza nuda- gli uscii il sangue
dal naso e poi svenne.
Andai di corsa a Zoro rimettendomi la maglietta per vedere se stesse
bene, gli presi la testa tra le mani e cercai di svegliarlo, notai che
aveva un po’ di sangue sul labbro e lo tolsi delicatamente
con il dito prima che potesse accorgersene e vendicarsi su Sanji,
speravo solo che non ne sentisse il sapore all’interno della
bocca.
- Zoro?! Svegliati, stai bene? - però aveva proprio un bel
viso mentre dormiva, di solito ha sempre quello sguardo serio o
arrabbiato, mentre dorme invece sembra così sereno e
tranquillo.
- Zoro! - cercai di svegliarlo poggiando una mano sul petto scuotendolo.
- cosa è successo?- chiese cercando di aprire gli occhi -
quel dannato cuoco- continuò
- stai bene?- chiesi guardandolo attentamente
- si sto bene, non sarà di certo una femminuccia del genere
a mettermi al tappeto- disse tirandosi su.
Eppure era quello che aveva appena fatto quella femminuccia, pensai
ridacchiando.
- finalmente ti sei rivestita- disse guardando la mia maglietta, poi
posò lo sguardo su Sanji che se ne stava ancora svenuto col
sangue al naso. - immagino che ti abbia visto come ti ho vista io - si
riferiva allo stato di Sanji
- tu mi hai vista da dietro- dissi cercando di giustificare il
poveretto.
- non ci tenevo a guardare il resto, grazie- gli diedi un pugno in
testa a tradimento.
- ahia - disse toccandosi il bernoccolo.
- esci e portatelo via vorrei cambiarmi in santa pace.
lo trascinò dai piedi fuori dalla mia camera e finalmente mi
cambiai.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** la strana voce ***
ecco finalmente
il secondo capitolo di questa storia che sta prendendo una strana
piega, nemmeno io so cosa accadrà, non ho un'idea precisa,
diciamo che
mi faccio guidare dalla storia stessa, spero lo troverete interessante
^^
voglio ringraziare__gIuLiNa__ e Nami
the Cat Burglar per aver
commentato, ho cercherò di aggiungere altri
capitoli più in fretta
possibile in tanto spero che questo vi piaccia ^^
- Nami sono Nico Robin posso entrare?-
- si entra pure- la stavo aspettando, mi ero già cambiata e
ora stavo distesa sul letto, mi sentivo stanchissima, non riuscivo
quasi a tenere gli occhi aperti dal sonno, quei maledettissimi sogni
non mi facevano dormire, mi svegliavo in continuazione la notte senza
riuscire a prendere sonno per ore e quando finalmente ci riuscivo
ricominciava tutto il sogno e mi risvegliavo.
- vorrei che tu mi descrivessi un po’
com’è questo tuo sogno-
- si, inizia tutto tranquillamente, sembra una giornata normalissima mi
sto rilassando quando tutto intorno a me diventa nero, come se venissi
risucchiata dal buio, riesco solo a vedere ombre che si muovono, poi
vedo voi- il ricordo di quel sogno mi faceva stare male, era
così vivo dentro me, ne ero terrorizzata. - voi siete la
parte più triste, cercate di salvarmi da quelle ombre che
sembrano infinite, ne mettete al tappeto un paio ma i rialzano e vi
… - non riuscivo a finire la frase, cominciai a tremare al
solo pensiero dei miei amici morti per causa mia.
- Nami in ogni caso è solo un sogno, comunque non sai
perché quelle ombre vogliano te?-
- no, so solo che rimango sempre sola e una di loro riesce sempre a
prendermi ma prima che riesca a uccidermi mi sveglio-
- sei proprio sicura che voglia ucciderti?- mi chiese attenta ad ogni
particolare.
- io non lo so però avendo ucciso voi per arrivare a me
presumo che voglia fare lo stesso con me-
- non riesco a trovare un nesso con ciò che ci è
capitato e i tuoi sogni, l’unica spiegazione che riesco a
darmi è che forse sei ancora sotto shock per ciò
che abbiamo visto a thriller Bark-
- thriller bark?! No non è possibile è passato
troppo tempo nemmeno ci penso più ormai, e comunque non mi
ha scioccato più di tanto, era una delle nostre solite
avventure, ormai ci ho fatto l’abitudine-
- allora non riesco a capire, credo di dover cominciare a leggere
qualcosa al riguardo, cercare informazioni sui sogni, non leggo spesso
libri di questo tipo eppure mi pare di ricordare qualcosa che forse
può darci una mano, vado a vedere se ho ancora quel libro-
si alzò e si diresse verso la porta concentrata a ricordare
quello che forse mi avrebbe aiutata, mi sembrava assurdo
però che un libro mi avrebbe aiutata con dei normalissimi
sogni.
Io decisi di prendere una boccata d’aria e andai sul ponte
della nave dove sapevo che a quest’ora non avrei trovato
nessuno, o meglio così credevo.
Mi affacciai dalla nave per vedere la schiuma bianca causata dalla
nave, era così rilassante, il vento tra i capelli, il rumore
delle onde, era questo ciò di cui avevo bisogno in quel
momento, dovevo rilassarmi cercando di cacciare via i brutti pensieri.
Mentre mi facevo trasportare dal rumore del mare e dal movimento della
nave che seguiva le onde un lampo mi oltrepassò i pensieri,
d’un tratto mi venne in mente il volto dell’ombra
che poco prima di svegliarmi mi riusciva a prendere, era terrificante,
tremai vedendola come se volesse prendere vita, un terribile mal di
testa si impossessò di me, mi lasciai cadere sulle ginocchia
con la testa tra le mani cercando in qualche modo di far calmare il
dolore che mi stava massacrando.
- Nami? Non ti senti bene? Vuoi che chiami Chopper?- la voce di Rufy la
percepii debole e in lontananza ma quando mi girai mi accorsi che era a
pochi centimetri da me.
- Nami ma i tuoi occhi? Vieni ti porto da Chopper- non dissi una
parola, mi lasciai prendere in braccio da Rufy che preoccupato mi
portò subito nella stanza del nostro dottore, non capivo
perché ma quando Chopper mi guardò fece una
faccia poco rassicurante, sentivo le loro voci rimbombare nella mia
testa, non riuscivo a capire molto.
- sta bene?- chiese Rufy dopo avermi poggiata sul letto rivolgendosi al
dottore.
- non lo so, non ho mai visto degli occhi così,
farò del mio meglio per scoprire cosa le sta succedendo-
disse la renna aprendomi uno alla volta gli occhi che secondo loro
avevano qualcosa che non andava, capii solo dopo che nonostante
riuscivo a percepire il movimento che faceva Chopper alzandomi la
palpebra io non vedevo niente, il buio mi aveva risucchiata ma questa
volta ero sveglia, o almeno così sembrava.
- cosa sta succedendo?- la voce di Zoro, anche lui era arrivato. Cercai
di aprire gli occhi ma non vedevo niente, non riuscivo nemmeno a
parlare, eppure avrei voluto chiedere cosa stesse succedendo, avrei
voluto sapere se era un sogno o la realtà. - Z _ Zoro - fu
l’unica cosa che riuscii a dire nonostante mi stessi
sforzando, solo il suo nome mi venne quasi facile da pronunciare,
sembrò una supplica della mia stessa mente.
- sono qui- gli senti dire e avverti la sua mano sul mio braccio. Non
era mai stato così premuroso, significava forse che ero
grave.
- si può sapere cosa le sta succedendo?- continuò
- io non lo capisco, credo sia in una sorta di dormiveglia, non capisco
se si rende conto di ciò che sta accadendo- sentivo la voce
di Chopper divenire sempre più triste, mi accorsi di altre
voci in lontananza, tutta la ciurma era riunita a vedere come stavo, i
miei affezionatissimi compagni, mi ritornò in mente quel
sogno, nel quale loro morivano tutti per salvare me, non potevo
perdonarmelo, non riuscivo a permettergli di fare questo, nemmeno in
sogno, mai in alcuno modo avrei permesso loro di morire a causa mia.
D’un tratto non percepii più niente, ne la mano di
Zoro ne le voci dei miei compagni che fino a pochi secondi prima mi
avevano circondata facendomi capire che non stavo dormendo.
- sei stata una bambina cattiva -
- di chi è questa voce? Chi sei?- mi agitai sentendo una
voce nella mia testa
- non dovresti raccontare di noi in quel modo, deve rimanere un
segreto- il buio che mi circondava lasciò spazio a uno
spiraglio di luce che mi permetteva di vedere il necessario, stavo di
nuovo sognando, me ne accorsi solo quando notai i corpi per terra privi
di vita.
- Rufy, Robin, Sanji, Usop, Chopper, Brook, Franky- uno per volta
riconobbi i corpi senza vita dei miei compagni, tutti tranne uno.
- Zoro!- urlai cercando ovunque il suo corpo, ma non lo trovai
- Nami, tranquilla ci vuole ben altro per buttarmi giù-
cercai nella direzione dalla quale veniva la voce stanca di zoro, lo
vidi con le due spade in mano e l’altra in bocca in posizione
d’attacco.
- morirà anche lui mia piccola Nami, e sarà solo
colpa tua-
- STA ZITTO!- urlai contro la voce correndo verso Zoro che sembrava
allontanarsi sempre più ad ogni passo che facevo.
- ZORO! - urlai continuando a correre, perché?
Perché non riuscivo a raggiungerlo, e perché tra
tutti solo lui era rimasto vivi? Possibile che quel sogno fosse
così crudele da affliggermi la punizione più
spietata, vedere Zoro morire davanti ai miei occhi, questo avrebbe
fatto più male della morte stessa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** ti sento ***
- morirà perché sei
stata una bambina cattiva- continuava a dire la voce che non capivo da
dove provenisse. Avevo smesso di correre e guardavo ciò che
stava succedendo, Zoro si stava battendo contro l’ombra che
si muoveva rapida aiutata dalle tenebre che lo nascondevano.
- NOOO! - urlai quando mi accorsi che lo aveva colpito
- PRENDI ME, PRENDI ME AL SUO POSTO- urlai con tutte le mie forze
sperando che mi sentisse nonostante la distanza, urlai con le lacrime
agli occhi che non riuscivano a fermarsi.
- morirà perché sei stata una bambina cattiva,
tutti quelli che conosci sono morti cara Nami, sono morti solo per
colpa tua- continuava a ripetere quella voce. Lo sapevo bene, sapevo
che tutto quello che era successo era colpa mia e non potevo
perdonarmelo. Il rumore delle spade di Zoro che cadevano per terra mi
distrasse dai miei pensieri e riuscii a vedere lui che cadeva per terra.
- NOOOO!- urlai capendo che anche lui era morto nel vano tentativo di
salvarmi. Ma perché? Perché non aveva ucciso me?
Non era me che voleva?
- cosa vuoi da me? Lasciami in pace!- dissi con le lacrime che
scorrevano sul mio viso come un fiume in piena.
- voglio vederti soffrire come ho sofferto io a causa tua, tutto
ciò che ti circonda è destinato a sparire, tutti
i tuoi amici e parenti, moriranno tutti per causa tua, proprio come
succederà a lui- notai che l’ombra si era
avvicinata di nuovo a Zoro e capii che ancora non era morto ma lui era
deciso a finirlo e prese una delle sue spade puntandola sulla sua
schiena.
-NOOOO!- urlai ancora svegliandomi di soprassalto.
- Nami calmati!- la voce di zorò mi rassicurò,
scoppiai a piangere ma mi accorsi che avevo già pianto
perché il mio viso era bagnato. La sua mano era ancora
appoggiata sul mio braccio l’afferrai e mi buttai
tra le sue braccia, era solo un sogno, un orribile sogno e tutti i miei
amici erano vivi, lui era vivo.
- tranquilla va tutto bene- disse accarezzandomi i capelli, non
riuscivo a smettere di piangere, temevo di averlo perso per sempre,
credevo di non poterlo abbracciare di non poter più sentire
un contatto con il suo corpo. Perché di tutti le persone che
erano morte per me lui era l’unico che era riuscito a farmi
stare così male? Avevo provato dolore anche per gli altri ma
quando avevo visto lui ancora vivo mi sentivo meglio, e ancora quando
lo avevo visto morire davanti ai miei occhi ero morta anche io con lui.
- hai fatto un’altra volta lo stesso sogno vero? Calmati
adesso era solo un sogno, sono qui adesso! Mi senti?- disse
allontanandomi per guardarmi
- si ti sento- dissi cercando di fermare le lacrime
- continuavi a fare il mio nome mentre tremavi, perché?-
chiese guardandomi negli occhi e asciugando le lacrime dal mio viso.
- io non lo so, era quel sogno erano tutti … e tu eri
… - non riuscivo a pronunciare quella parola, quanto dolore
avevo provato a causa di quel sogno, e quanto ancora ne avrei dovuto
provare visto che ogni volta era sempre peggio.
- sciocca di una mocciosa- disse poggiandomi una mano sulla testa
- io sto bene, guarda!- continuò sorridendo dolcemente.
- si stai bene!- cercai di calmarmi convincendomi che tutto andasse
bene, che quello era solo un sogno.
- ti senti meglio? Fammi vedere bene gli occhi- si avvicinò
al mio viso, era a pochi centimetri da me, il cuore che batteva
già forte per la para provata nel sogno cominciò
a battere più forte.
- ok adesso sembrano apposto, ehi ma perché sei
così rossa in viso?- mi chiese con la faccia perplessa.
- ah … io … n _ non lo so, ho caldo - cercai di
trovare una scusa decente ma il mio cervello doveva ancora riprendersi
dalle forti emozioni che avevo provato e che tuttora provavo.
- mm … - si avvicinò ancora di più al
mio viso, per un attimo pensai che stesse per baciarmi, chiusi gli
occhi non riuscendo più a controllare le mie azioni
dall’agitazione che provavo. Mi accorsi che aveva poggiato le
labbra sulla mia fronte
- in effetti sei calda, chiamo Chopper credo tu abbia qualche linea di
febbre- disse allontanandosi da me. Io feci un sospiro di sollievo
quando capi. Lui si alzò mi fece mettere sdraiata sul letto
e mi copri bene, sembravo una bambina da come mi trattava, eppure tutte
quelle attenzioni che mi stava dando mi facevano sentire coccolata, da
lui poi che di solito era capace solo di offendermi. Mi accorsi che
nella stanza c’era solo lui, era rimasto con me tutto il
tempo, il mio cuore perse un battito, aveva tenuto la mano sul mio
braccio per tutto il tempo che avevo dormito che non sapevo
precisamente quanto fosse, ma era rimasto li, non potevo crederci, non
capivo perché lo avesse fatto.
- quanto ho dormito?- gli chiesi cercando di moderare sia le parole che
il respiro
- circa tre ore- disse dirigendosi verso la porta.
- sei rimasto qui tutto il tempo?- gli chiesi stupita
- si- disse abbassando lo sguardo
- perché?- gli chiesi mettendomi seduta sul letto
- non volevo lasciarti sola, ti stavi agitando troppo pensavo che se ti
saresti svegliata e non avessi visto nessuno ti saresti spaventata-
disse girandosi a guardarmi.
- ah, beh grazie- la sua risposta mi deluse un po’,
è vero era stato premuroso dovevo riconoscerlo,
però speravo in qualcosa di diverso.
- e poi continuavi a chiamarmi, speravo che parlandoti ti saresti
ripresa prima- disse girandosi dall’altra parte come per
nascondere il viso.
- mi hai parlato per tutto il tempo?- chiesi stupefatta.
- beh più o meno- disse grattandosi la guancia, si stava
vergognando?! Un sorriso si fece strada sulle mie labbra, era riuscito
a darmi più o meno la risposta che cercavo.
- perché facevi il mio nome?- questa volta ad essere
imbarazzata ero io, si era girato forse per controllare la mia
espressione.
- perché eri l’unico rimasto in vita- ammisi
abbassando lo sguardo, non volevo notasse il sollievo che provavo e il
dolore ricordando che era morto davanti i miei occhi.
- durante il sogno … - si interruppe e io lo guardai, era
perplesso. - sembravi disperata hai detto diverse volte
“prendi me”- continuò
Non sapevo cosa dire, come giustificare quelle parole, in fondo credevo
fosse giusto offrirsi al posto di un amico, eppure per lui avrei
sacrificato volentieri me stessa, pur di saperlo vivo lo avrei fatto
che si trattasse di sogno o realtà, ma non capivo
perché era così facile pensare di morire per lui,
in fondo non siamo mai andati d’accordo, siamo
l’esatto contrario di amici, stiamo sempre a litigare, non ci
sopportiamo l’uno con l’altra e ci prendiamo a
pugni, o meglio lo prendo a pugni, spesso, eppure per lui avrei
sacrificato me stessa più di quanto avessi fatto con gli
altri.
- perché?- chiese riportandomi al discorso che stavamo
facendo.
- tu non avresti fatto lo stesso?- chiesi buttandomi sulla scusa
più plausibile che potei trovare, una scusa sia per lui che
per me.
- tzè per una mocciosa come te? Non credo proprio- disse
sorridendo, ecco ora riconoscevo lo Zoro di sempre. Gli tirai il
cuscino che lo prese dritto in faccia. Lo raccolse venendo verso di me,
il sorriso era svanito. Si avvicinò a me poggiò
una mano sul letto era vicinissimo al mio viso, il mio cuore prese a
correre nel mio petto, ne sentivo chiaramente ogni battito, stava per
esplodere.
- c _ che vuoi?- chiesi con voce tremante.
- non affaticarti- disse poggiando il cuscino al suo posto, mi mise le
mani sulle spalle e mi buttò giù, mi stava
fissando negli occhi, io mi ero persa nei suoi così intensi
e pensierosi, avrei dato qualunque cosa per scoprire a cosa stesse
pensando, chissà quali strani pensieri gli giravano in
quella testa bacata che aveva.
- sto bene -gli dissi cercando di distrarlo dai suoi pensieri
- non mi importa quello che dici, ho visto come stavi prima devi
riposare-
- no! Non voglio dormire- dissi alzando di poco il tono della voce,
avevo paura di rifare un’altra volta quel sogno. - ho dormito
tre ore, sto bene-
Cercavo di convincerlo ma sicuramente si vedeva dalle occhiaie che
avevo bisogno di dormire, ma sapevo che non ci sarei riuscita.
- devi dormire, ne hai bisogno, si vede hai una faccia- il suo tono era
offensivo, io misi il broncio.
- stravo scherzando- disse mettendomi un dito tra le sopracciglia che
avevo corrugato.
- non voglio dormire, ho paura- dissi guardando da un’altra
parte.
- se ti resto accanto riesci a dormire?- a quelle parole mi
mancò il fiato, sarebbe rimasto ancora li per me?! Stavo
sognando? No era impossibile visto che ultimamente mi era impossibile
fare sogni stupendi come quello.
- penso di si- dissi con voce tremante.
- spostati- disse sedendosi sul letto. Io mi spiaccicai alla parete
dove finiva il letto e lui si sdraiò accanto a me facendomi
cenno di poggiarmi sul suo petto, e lo feci, mi rannicchiai accanto a
lui poggiando la testa all’altezza del suo cuore che riuscii
a sentire battere forte quasi quanto al mio, era agitato anche lui?!
Lui mi avvolse con il braccio sul quale ero appoggiata, mi sentivo
protetta, sarei rimasta sveglia ad assaporare quel momento facendomi
cullare dal suo respiro ma la stanchezza prese il sopravvento e senza
accorgermene caddi tra le braccia di Morfeo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** sensazioni ***
ed
ecco finalmente il quarto capitolo, questo è dedicato quasi
interamente a Zoro e Nami.
vorrei
ringraziare Nami
the Cat Burglar è grazie alle
recensioni che riesco a trovare la giusta ispirazione per scrivere e mi
incentivate a aggiornare in fratta la storia, se sapessi che non
interessa a nessuno ci metterei i secoli ^^ spero questo capitolo ti
piaccia.
ringrazio
tutti coloro che recensiranno in futuro la storia, spero XD
buona lettura
- non riuscirai a nasconderti per molto da me-
- chi sei? Cosa vuoi da me?- di nuovo quella voce, prima nei miei sogni
non c’era, andava sempre più peggiorando, forse
però riesco a scoprire per quale motivo continuo a fare
questi incubi, forse parlandogli riuscirò a sapere
cos’è che vuole da me e dai miei amici.
- è te che voglio- la sua voce era roca, incuteva timore,
non riuscivo ad immaginare a chi potesse appartenere, sicuramente non
sarebbe stata di un gentil’uomo, sembrava invece un guerriero
o qualcosa del genere.
- ma io non ti conosco! Chi sei? Perché mi tormenti?- non
capivo se fosse solo frutto della mia immaginazione o se quella voce
avesse un volto e un corpo, non riuscivo a pensare che esistesse
davvero, e non volevo minimamente pensarci, sarebbe stato rischioso per
i miei compagni e per me se quello che era solo un incubo si rivelasse
realtà, forse per loro che non conoscevano ciò di
cui era capace sarebbe stata solo una delle tante avventure, una sfida
come tutte le altre, ma per me che ormai diverse volte avevo visto come
riusciva a distruggere tutti i miei amici, anche se in sogno, ero
terrorizzata.
- ogni cosa a suo tempo mia piccola Nami, non preoccuparti, ho in serbo
per te un destino del quale non riuscirai più a fare a meno-
- perché non mi lasci in pace? Non ti ho fatto niente di
male, nemmeno so chi tu sia- dissi agitandomi, le mie parole erano una
supplica, per quanto mi facesse ribrezzo supplicare, lo facevo per
loro, per i miei amici, per Ruby e tutti gli altri che sapevo per certa
non avrebbero esitato un solo istante sacrificandomi per me, ma io non
potevo permetterlo, avrei fatto ogni cosa per rendere loro salva la
vita, in fondo non poteva nemmeno definirsi uno scambio equivalente, la
loro vita era di certo più importante di me, non avrei avuto
rimpianti, ero sicura delle miei parole e mai me ne sarei pentita.
- se è me che vuoi eccomi, sono qui, ma ti prego non toccare
i miei amici- - tutto a tempo debito Nami- la sua
voce divenne un sospiro, dal tono sembrava stesse sorridendo.
Sentivo qualcosa sfiorarmi i capelli, mi vennero i brividi lungo la
schiena, era così dolce e delicato quel contatto che non
capivo di chi fosse, forse era dell’ombra eppure sembrava
troppo reale. Sentì una carezza sul braccio, poi
arrivò a sfiorarmi la guancia e in fine mi spostò
una ciocca dai capelli e mi accorsi che non ero più nel
sogno, o almeno così sembrava, poiché il nero che
mi circondava era diverso da quello che vedevo sempre nel sogno,
sembrava più chiaro, tranquillo soave. Ero sveglia o meglio,
mi stavo svegliando, me ne accorsi dal respiro che sentii sulla mia
guancia, era Zoro, mi stava accarezzando con una delicatezza che mai mi
era stata concessa. Si divertiva ad accarezzare i miei capelli, vi
intrecciarsi le mani per farle scivolare via fin quando i
capelli non finivano, poi mi toccava la spalla, scendeva lungo il
braccio e risaliva, arrivava alla guancia che sfiorava con un dito e mi
sembrava come se ogni volta che arrivava li si avvicinasse anche con il
viso perché sentivo il suo respiro farsi più
intenso e caldo, un altro brivido mi colse quando mi sfiorò
le labbra con un dito. Perché mi stava toccando in quel
modo? Cosa significava per lui? Forse stava cercando di svegliarmi,
altrimenti non capivo il perché di quelle carezze, di quei
sospiri. La sua mano si fermò sulla mia guancia, stavo
attenta ad ogni sospiro, ogni minimo movimento, cercavo di capire cosa
stesse facendo, ma sembrava non stesse facendo niente, solo stava fermo.
- sai dovresti aprire gli occhi- il mio cuore prese a correre
veloce, mi spaventai sentendo la sua voce in quel silenzio che per
qualche minuto ci aveva circondati. Il tono della sua voce sembrava
giocoso, che avesse capito che ero sveglia?
- Nami lo so che sei sveglia- disse come in risposta al mio
pensiero.
- mi hai beccata eh- dissi aprendo gli occhi cercando subito il suo
sguardo che trovai fisso su di me e molto più vicino di quel
che credevo. Era affianco al mio viso con il volto girato verso di me,
stava poggiato su un fianco disteso nel letto accanto a me, io avevo la
testa sul suo braccio, sentivo il suo corpo avvampare di calore,
accanto al mio che invece tremava, non so se per il freddo o per
l’eccitazione. Cercavo di nascondere il mio imbarazzo, la sua
mano era ancora poggiata sulla mia guancia, sembrava la stesse
bruciando con il solo contatto perché il quel preciso punto
sentivo un caldo assurdo e nello stesso momento freddo, eppure per
nulla al mondo avrei spostato quella mano interrompendo quel nostro
contatto così soave e dolce.
- dormito bene?- i suoi occhi erano limpidi, dolci, stupendi come
sempre. Ma perché, perché pensavo questo di lui?
Non poteva piacermi Zoro, sicuramente era solo perché
ultimamente si era dimostrato premuroso e buono con me, si non
c’era altra spiegazione plausibile per giustificare quei miei
pensieri così assurdi su di lui, quella voglia di
abbracciarlo, di sentirmi parte di lui.
- si, ho dormito benissimo- dissi cercando di escludere la voce che mi
aveva disturbata, ma almeno era stato meglio del mio solito incubo che
non mi faceva dormire, mi sentivo riposata davvero questa volta.
- meno male, pensavo avresti fatto un’altra volta quel sogno,
invece ho notato che hai dormito tranquillamente, devo ammettere che
dopo poco mi sono addormentato anche io- sorrideva, era raro vedere
Zoro sorridere così dolcemente, avrei tenuto
l’immagine di quel sorriso impressa nella mente sempre,
custodendola come un tesoro prezioso. Sorrisi con lui.
- quanto ho dormito?- chiesi
- non lo so, non credo sia passato molto tempo-
- Zoro ma hai mangiato?- chiesi ricordandomi che non si era mosso da
quella stanza durante le tre ore precedenti e mentre dormivo.
- no, nemmeno tu in effetti, vado a prendere qualcosa, gli altri
sicuramente avranno già mangiato, vedendoci dormire non
avranno voluto disturbare- arrossii e stranamente anche lui. Tolse il
braccio che avevo sotto la testa delicatamente e fece per alzarsi ma lo
bloccai afferrandogli il braccio, perché non mi ero stata
ferma dannazione al diavolo l’autocontrollo, ormai il mio
corpo stava prendendo uno strano via, e non andava affatto bene, il mio
cervello e le mie azioni si stavano mandando al quel paese a vicenda.
Mi pentii subito di quel gesto pensando che non aveva senso.
- che c’è?- disse voltandosi verso di me
- non andare via- dissi con occhi quasi supplichevoli.
- vado a prenderti qualcosa da mangiare, è da questa mattina
che non mangi, avrai fame!- il suo sguardo non era arrabbiato come mi
aspettavo da quel gesto, anzi era dolce, innocente, pensieroso, tutto
fuorché arrabbiato o irritato, sospirai di sollievo. Gli
lascia il braccio pensando che volesse mangiare, poverino in fondo
anche lui non mangiava dalla mattina solo perché era rimasto
tutti il tempo con me. Mi alzai anche io mettendomi seduta sul letto.
- dove vai?- mi chiese guardandomi perplesso
- vengo anche io, hai detto che devo mangiare- ammisi
- no, rimani qui, sei debole, non vorrei doverti portare in braccio in
caso di un tuo cedimento improvviso- disse con un sorriso beffardo sul
volto.
- sto bene, non ho bisogno che tu mi prenda in braccio, non
preoccuparti- dissi uscendo dalla stanza di Chopper. Ero stata
già abbastanza un peso per lui, non volevo diventasse
un’abitudine perché sapevo che presto questo suo
volersi prendere cura di me, che comunque non sapevo da dove fosse
arrivato, sarebbe finito.
- sei la solita mocciosa impossibile- arrivò alle mie spalle
e mi prese in braccio.
- ma che fai Zoro mettimi giù!- dissi dimenandomi un
po’
- non ne ho alcuna intenzione- così dicendo strinse di
più la presa, sentivo i suoi muscoli addosso, era una
sensazione bellissima, mi sentivo così protetta, coccolata,
arresa a quella sua forza, non che avessi tanta voglia di respingerlo,
gli avvolsi le braccia intorno al collo non prima di avergli messo il
broncio, lui sorrise divertito dalla mia espressione da bambina.
- mocciosa-
- bruto-
- ah e così sarei un bruto eh- disse facendo finta di
lasciare la presa ma prima che potessi cadere la riprese
tranquillamente.
-AH!- un urlo di paura mi scappò dalle labbra, sembrava
più un misto tra divertimento e rabbia.
- sei uno stupido - dissi dandogli un pugno sul petto per scherzare.
- e tu sei una stupida isteria-
- uomo delle caverne-
- racchia- eh no racchia no, adesso aveva esagerato, presa dalla rabbia
gli diedi un pugno in testa mettendo il broncio, quello vero.
- AHIA!- disse toccandosi con una mano il bernoccolo che gli era uscito.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** quel che è giusto ***
E con questo siamo al quinto capitolo, non temete
non sto dimenticando la trama, cerco solo di allungare un pò
il brodo aggiungendo qualche capitolo che parli un pò di
Nami e Zoro, la verità è che mi piace immaginare
ciò che quei due possano combinare e ho pensato di
dedicargli un pò di spazio, se vi annoiate ditelo e
cercherò di arrivare prima al nocciolo della questione,
comunque il prossimo capitolo succederanno altre cose in tanto leggete
questo, spero vi piaccia...
un ringraziamento
particolare sempre a chi recensisce le mie storie e a chi mi segue, in
particolare a Nami the Cat Burglar grazier
per avermi avvisata dell'errore nell'altro capitolo, non me ne sono
resa conto, ero troppo presa a scrivere ^^ non mi da fastidio anzi, mi
fai un favore spero però di non fare altri errori almeno per
rendervi più scorrevole la storia, grazie ancora, sero
questo capitolo sia di tuo gradimento
buona
lettura
- sei la solita stupida, non c’era bisogno di colpirmi
così forte, tzè uno fa una gentilezza e viene
ripagato in questo modo-
- non è colpa mia se esageri sempre con i complimenti- dissi
imbronciata
- e di certo non è colpa mia se provochi-
- a sarei io a provocare eh mi sembra che sei tu che continui a
chiamarmi mocciosa- insistetti
- è quello che sei una mocciosa prepotente e manesca-
- sono manesca solo quando serve - protestai
- tzè sei insopportabile-
- visto che sono così insopportabile perché non
mi metti giù?!-
- non provocarmi- disse guardando da un’altra parte io invece
lo fissavo decisa e irritata.
- mettimi giù ominide che non sei altro- dissi dimenandomi.
Lui si arrestò e mi guardò serio. Oh oh lo avevo
fatto arrabbiare sul serio.
- c _ che c’è? - dissi balbettando intimidita da
quello sguardo.
- sei, sei, ah non lo so cosa sei!- disse mettendomi giù
andando via.
- NON TI SOPPORTOOOO- gli urlai quasi ringhiando.
- ma Nami con chi parli- disse Rufy spuntandomi alle spalle, mi voltai
per salutarlo e mi accorsi che aveva un pezzo di carne in bocca
- ciao Rufy, ma come mai stai ancora mangiando?- chiesi perplessa, una
mezza idea mi illuminò.
- ho trovato del cibo avanzato in cucina e per evitare che andasse
sprecato ho pensato di fare uno sforzo e mangiarlo- disse masticando
quello che aveva in bocca. Una sonora risata mi usci dalla bocca senza
poterla fermare immaginando la faccia che avrebbe fatto Zoro non
vedendo il cibo che gli spettava.
- CUOCOOOOO- un urlo inumano si udì per tutta la nave e risi
ancora di più, Sanji sbucò dalla sua stanza a
pochi passi da me e Rufy che ci stavamo guardando la scena indisturbati.
- CHE DIAVOLO HAI DA URLARE TESTA D’ALGA?!- urlò
Sanji dirigendosi a passo spedito verso la cucina.
-DOV’E’ IL MIO CIBO DANNATO CUOCO DEI MIEI STIVALI-
urlò Zoro in preda alla rabbia.
- TE LO SARAI Già MANGIATO RAZZA DI IDIOTA-
replicò il cuoco esasperato. Ci fu un attimo di silenzio nel
quale immaginai che si fossero uccisi a vicenda ma poi
seguitò un urlo.
- RUFYYYYYYYYYYYY- entrambi urlarono come due pazzi il nome del
capitano, non ci voleva tanto ad incolparlo, in fondo ogni volta che a
sparire era del cibo c’era sicuramente di mezzo lui,
inevitabile.
- cosa ho fatto?- mi chiese perplesso il mio capitano.
- credo ti convenga scappare se non vuoi essere picchiato- dissi
ridendo divertita. In tanto i due correvano come due pazzi, il capitano
mi diede un bacio sulla guancia prima di scappare.
- GRAZIE NAMI- urlò correndo via, il bacio che non era altro
che un gesto per ringraziarmi, credo, non sfuggi agli occhi di Sanji
che ancora più furioso si avventò sul capitano.
- COME HAI POTUTO MANGIARE IL CIBO PREPARATO CON LE MIE MANI PER LA
DOLCISSIMA NAMI E BACIARLA DAVANTI I MIEI OCCHI PER DI Più!
COSA C‘è TRA DI VOI DIMMELOOOOO!- urlò
furioso
- RUFYYYYYYYYY! DAMMI IL MIO CIBOOOOO- si avventò anche
Zoro. Era una delle solite zuffe, però mi dispiaceva per
Zoro rimasto senza cibo anche per colpa mia, sentendomi in colpa decisi
di andare in cucina a preparargli qualcosa da mettere sotto i denti.
- NAMIIII AIUTAMII- dal ponte si sentivano gli schiamazzi e tanto
fracasso dei tre e le suppliche del mio povero capitano che invocava
uno ad uno l’aiuto dei propri compagni, senza alcuna
risposta, ovviamente. Io cercando di non toccare troppe cose per
evitare la furia di Sanji preparai un enorme panino con tutto quello
che ero riuscita a trovare. Andai sul ponte dove ancora era in corso la
lotta che durava già da un po’ e chiamai Zoro che
sembrava non volesse rivolgermi parola, andai quindi in mezzo alla
zuffa e lo presi per un orecchio trascinandolo mentre frenetico e
dolorante si dimenava cercando di liberarsi. Lo portai in cucina dove
gli diedi il panino che guardò con attenzione prima di dirne
una delle sue.
- dì, per caso è avvelenato?- non risposi
nemmeno, gli diedi un pugno in testa e senza replicare più
morse il panino che divorò in poco tempo.
- era avvelenato?- chiesi offesa.
- spero di no, non voglio morire, sono ancora giovane, devo raggiungere
il mio sogno di diventare spadaccino, girare il mondo,
affro…- non lo feci finire dandogli un calcio esausta.
- AHIA- urlò. Io sospirai stufa
- comunque grazie avevo davvero fame- disse tornando serio.
- lo so, ho visto- ammisi
- hai mangiato?- mi chiese guardandomi attentamente.
- no, non ho voglia di mangiare- ammisi andando via, dovevo cercare di
distaccarmi da lui, stava diventando tutto troppo strano, mi ritrovavo
sempre con lui e questo non andava bene, stavamo passando troppo tempo
insieme, le conseguenze sarebbero state pesanti, quando si sarebbe
allontanato improvvisamente ne avrei sofferto, preferivo quindi evitare
di attaccarmi troppo a lui.
- non sarai ancora offesa per prima vero?- mi chiese prima che uscissi
dalla stanza
- no, no tranquillo nessun ancore- dissi senza fermarmi ne guardare
indietro.
- allora perché sei così fredda?- mi disse
afferrandomi il braccio, io sobbalzai, non avevo nemmeno sentito che si
fosse spostato.
- non sono fredda, non più del normale- ammisi
- ma che stai dicendo?- chiese perplesso.
- cosa c’è di strano? Mi comporto sempre
così!-
- veramente nelle ultime ore mi era parso che ti fossi addolcita un
po’- insistette.
- evidentemente sono tornata l’arpia isterica di sempre-
dissi girandomi e liberandomi dalla sua presa cominciai a camminare.
Mi afferrò di nuovo per il braccio strattonandomi con
prepotenza facendomi sbattere contro il suo petto. Mi fece poggiare con
la testa contro di lui tenendomi stretta con le braccia.
- scusami- mi sussurrò. Il mio cuore perse un battito, e un
altro ancora, per iniziare la sua rapida corsa.
- Zoro lasciami- le lacrime stavano per uscire da sole, ribelli, un
misto tra rabbia, gioia, tristezza, un misto di emozioni in contrasto
l’una con l’altra, non volevo piangere, non senza
motivo, almeno non davanti a lui dopo che mi aveva abbracciata,
chissà cosa avrebbe pensato di me.
- ti ho chiesto scusa Nami, non essere arrabbiata con me ti prego-
insistette
- non sono arrabbiata Zoro, ma lasciami- come potevo essere arrabbiata
con uno stupido senza cervello come lui? Come poteva anche solo pensare
che potessi tenergli il broncio, lui che stava diventando il mio
salvatore, colui che mi proteggeva dagli incubi, meglio di un padre,
meglio di un amico o un amante. Stare a contatto con lui mi faceva
sentire stana, provavo troppe emozioni estranee ai miei sensi, non
riuscivo nemmeno a spiegarmelo, a spiegarmi perché in sua
compagnia mi sentissi così euforica, triste, allegra,
sensibile, timida, fragile e indifesa e allo stesso tempo serena e
tranquilla perché con lui affianco ero tranquilla. Non
desideravo altro, ogni volta che il suo corpo mi sfiorava avvertivo un
brivido lungo la schiena, impossibile da fermare.
- perché scappi? Sembra quasi che tu abbia paura di me,
eppure non mi sembra di averti fatto niente di male!- la sua voce
sembrava triste.
- non sto scappando Zoro, cerco solo di fare quello che faccio di
solito, sei tu quello strano- ammisi cercando di trattenermi il
più possibile dal ricambiare quell’abbraccio che
mi travolgeva in una dolcezza quasi impossibile.
- perché sarei strano?- chiese allontanandomi da lui per
cercare chiarimenti nella mia espressione.
- non mi hai mai trattata in questo modo, sei strano non te ne accorgi?
Non so cosa tu abbia in quella testa bacata e sinceramente non mi
interessa saperlo- dissi cercando di sembrare il più
convincente possibile, era dura, sapevo che sarebbe cambiato come il
giorno e la notte, sapevo che da quel momento in poi da lui non avrei
più ricevuto tutte quelle attenzioni, ma sapevo anche che
sarebbe stata la cosa migliore, per me e per lui. Mi liberò
dalla sua presa con lo sguardo serio e tranquillo, il suo solito
sguardo di Zoro. Senza aggiungere altro se ne andò
passandomi accanto sfiorandomi con il braccio. Presa da una profonda
tristezza che non volevo far vedere a nessuno mi diressi nella mia
stanza e li scoppiai a piangere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** rotta verso Isadora Island ***
Ecco
anche il sesto, ci ho messo un pò perchè mi stavo
guardando la tv, eheh, comunque da qui avrà inizio
l'avventura, spero vi piaccia ^^ spero commenterete in tanti
Nami
the Cat Burglar non so perchè ma immaginavo che
avresti letto subito il capitolo non sai quanto mi renda felice, stavo
aspettando il tuo commento che come sempre mi ha messo in movmento il
cervello stimolandomi le idee, non si può dire lo stesso dei
nomi, per trovarne uno adatto all'isola ci ho messo troppo XD (spero
non farete caso alla sua banalità)
BUONA LETTURA
Il tempo trascorreva rapido mentre cercavo di non pensare alle mie
preoccupazioni occupandomi di ciò che sapevo fare meglio,
disegnare cartine, in oltre dovevo cercare l’isola
più vicina, dovevamo fare provviste e poi l’idea
di attraccare su un’isola inesplorata mi entusiasmava, avrei
potuto liberarmi per un po’ di Zoro, sapevo già
che scesa dalla nave inventando una scusa mi sarei distaccata dal
gruppo, forse avrei fatto un giro per le città con Nico
Robin, almeno lei mi avrebbe tenuto compagnia, ma solo lei o al massimo
sarei andata con Rufy per evitare che sprecasse il nostro denaro per
cose futili, o meglio per ingozzarsi. Tutto questo sarebbe finita,
avevo solo bisogno di distrarmi, di non pensare a quel dannato sogno,
alla voce e a Zoro, forse sarei riuscita a non pensare al sogno, un
po’ meno facile sarebbe stata dimenticarsi quella terribile
voce, e sicuramente impossibile mi sarebbe risultato non pensare a
Zoro. Stava diventando un’ossessione. Stanca di
disegnare cartine decisi di andare sul ponte della nave, volevo stare
un po’ tranquilla sotto i miei mandarini e magari mangiare
qualcuno, avevo fame. Andai sul ponte e non vi trovai nessuno.
- meno male, un po’ di pace- dissi tra me e me, dirigendomi
verso i mandarini. Ne presi uno assaporandone l’odore
inebriante e cominciai a sbucciarlo e a mangiarlo, ne presi un altro e
cominciai a bighellonare per il ponte mangiando il mandarino. Il sole
stava tramontando, non c’era spettacolo migliore, sia il
cielo che il mare si erano colorati si un’arancione ricco di
sfumature sul rosso e sul gallo, era stupendo, aspettai fin quando non
si poté notare la luna con accanto la prima stella, era
rilassante e mi distoglieva dai pensieri più tetri.
Cominciò a tirare una certa arietta ed ebbi i brividi quando
il vento soffiò più forte e fresco, non faceva
freddo però si sentiva che l’aria si era
rinfrescata per l’assenza del sole.
- hei Nami, che stai facendo qui tutta sola?- la voce di Rufy mi
raggiunse alle spalle, mi voltai nella sua direzione e notai il suo
solito sorriso da bambino, aveva il potere di mettermi allegria, mi
sentivo a mio agio, il capitano era proprio un tipo particolare, gli
volevo un gran bene, in tutto il tempo che avevamo passato insieme
avevo cominciato ad apprezzare sia i suoi pregi che i suoi difetti, non
tutti, però non avrei saputo immaginare Rufy diversamente da
come lo conoscevo, e nemmeno mi sarebbe passato per la testa di
cambiarlo in qualche modo, lui andava bene così
com’era.
- guardo le stelle, tu?- chiesi chiedendomi come mai non era in cucina
a supplicare Sanji di farlo mangiare.
- guardo te- disse affiancandomi e guardando le stelle. Non capivo bene
il senso delle sue parole ma mi accorsi che il suo sorriso era svanito,
era preoccupato. - in questo periodo sei molto strana, più
stanca del solito, non ti arrabbi nemmeno più come prima, in
oltre li sento sai- disse confermando la mia supposizione, era
preoccupato per me, ma non compresi le ultime parole.
- cos’è che senti?- gli chiesi perplessa.
- le tue suppliche- disse guardandomi serio.
- le mie suppliche? Ma che dici?- sarà anche stato serio ma
non riusciva proprio ad essere chiaro.
- la notte, ti sento la notte quando ti lamenti nel sonno, e la mattina
quando urlo, le sento sempre Nami, le tue suppliche, e non riesco a
trovare un rimedio, non posso mettermi a leggere libri come farebbe
Robin perché perderei la concentrazione dopo poco, e non
posso nemmeno fare altro, posso solo dirti che buono o brutto che sia,
sogno o realtà, se continuerà a farti soffrire
avrà vita breve!- lo disse stringendo i pugni lungo i
fianchi, i suoi occhi sembravano accesi ad una nuova sfida, sapevo come
si sentiva, era ciò che provavo ogni volta che dovevamo
combattere ed io ero quella da proteggere perché priva di
poteri non potevo fare molto tra la mischia, diventando un peso per gli
altri.
- Rufy, non devi preoccuparti per me, io sto bene, starò
bene, ho tutti voi dalla mia parte, ho bisogno solo che tu mi faccia
una promessa- dissi prendendogli una mano e guardandolo seria, volevo
capisse i miei sentimenti, volevo mi facesse quella promessa che per me
equivaleva alla salvezza della mia anima.
- cosa?- chiese ricambiando lo sguardo attento ad ogni parola.
- se dovessimo trovarci in una strana situazione e io venissi
catturata, ti prego, ti prego non rischiare la tua vita per salvarmi,
ne la tua ne quella degli altri, promettilo!- il suo sguardo
diventò un misto tra rabbia e delusione.
- come puoi chiedermi questo?! Che razza di capitano sarei se lasciassi
un componente della mia ciurma nelle mani del nemico?! Come potrei
guardare in faccia gli altri miei compagni senza provare disprezzo per
me stesso, senza leggerglielo in faccia?!- le sue non erano domande, mi
stava sgridando per aver anche solo pensato a ciò che gli
avevo chiesto.
- Rufy perché, perché ti ostini tanto, cerca di
capirmi, come potrei vivere se vi accadesse qualcosa per colpa mia?!-
- come potrei vivere io se ti accadesse qualcosa e non provassi nemmeno
ad aiutarti?!- il suo punto di vista era simile al mio, ma con una
netta differenza, qui si parlava della mia misera vita, io non valevo
certo come loro, non poteva paragonarmi a loro, doveva capirlo.
- non puoi, non devi mettere in pericolo l’intera ciurma per
salvare un essere inutile come me, tutti voi avete dei sogni da
realiz…- lo schiaffo che mi arrivò mi
paralizzò le parole e il corpo, non ci era andato pesante,
ma il dolore che sentivo era per il mio orgoglio ferito, per il
significato che aveva quello schiaffo, valeva più di mille
parole.
- adesso basta Nami, non voglio più sentirti dire una cosa
del genere, tutti noi abbiamo dei sogno, compresa te, siamo una ciurma
e come tale ci comporteremo, e mai, ripeto mai permetterò
che uno di noi venga abbandonato al suo destino, se sarà il
caso di rischiare la vita per salvarti, che sia tu o un altro di noi,
allora sarò felice di morire pur di riportarti su questa
nave sana e salva- le lacrime scendevano silenziose sul mio viso, il
mio capitano così bambino eppure a volte così
uomo, non mi aveva promesso ciò che gli avevo chiesto
però sapevo che qualunque cosa sarebbe capitata, lui
l’avrebbe affrontata con un sorriso, e se mi sarebbe accaduto
qualcosa sarebbe intervenuto per riprendermi con se, per riportarmi
sulla mia nave, tra i miei compagni, ora era una certezza.
- e comunque cerca di non metterti nei guai!- disse andando via
- farò del mio meglio capitano- gli dissi accennando un
sorriso, si voltò appena per farmi vedere che anche lui
sorrideva.
Ripresi a guardare le stelle, mi asciugai le lacrime, non
c’era bisogno di piangere, avevo i miei amici, non avevo
bisogno d’altro. Improvvisamente mi arrivò
qualcosa addosso che mi fece sobbalzare, lo presi rapida togliendolo da
dosso e mi accorsi che era una maglietta, a giudicare dalla grandezza
capii che doveva essere si un uomo mi girai per vedere chi me
l’avesse tirata e vidi Zoro andare via.
- copriti, fa freddo- mi disse sparendo all’interno della
nave. Misi la maglietta, aveva il suo odore, rimasi incantata ad
annusarla quando la voce di Sanji catturò il mio interesse.
- RAGAZZI A TAVOLAAAA- come sempre quando si trattava di mostrare le
sue doti culinarie era al settimo cielo, la fame mi stava divorando e
senza indugiare oltre corsi in sala da pranzo. Gli altri erano
già intenti a mangiare, Rufy come sempre si ingozzava e mi
sorrise allungandomi una coscia di polli, per lui era tutto passato,
era bastato quel sorriso.
- capitano abbiamo una nuova rotta- dissi cominciando a mangiare, tutti
si interessarono al discorso.
- dove siamo diretti- chiese con la bocca piena.
- andremo a Isadora Island- dissi con un certo entusiasmo negli occhi.
- ah si la conosco, dicono sia un’isola dalla rara bellezza,
pura incantatrice- disse Nico Robin, immaginavo che la conoscesse,
avevo letto anche io qualcosa al riguardo, per questo non vedevo
l’ora di arrivare.
- in oltre dicono sia un’isola tranquilla, ho letto di colui
che la governa, un uomo molto severo, è grazie a lui se
quell’isola è in perfette condizioni-
- bene allora rotta verso Isadora Islad!- disse Rufy alzando la mano
destra nella quale aveva una coscia di pollo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** l'arrivo ***
ecco
il capitolo 7 siamo sull'isola, da qui dovrebbe essere tutto un
pò più movimentato. chiedo scusa per il ritardo
sono imperdonabile lo so, ma sono stata troppo impegnata con lo studio
e tutto il resto, in oltre sto perdendo la fantasia e qsto è
un problema, cercherò di aggiornare la storia senza farvi
aspettare troppo, spero mi perdoniate
buona lettura
Come sempre la cena fu piuttosto movimentata, chi rubava cibo a destra
chi urlava a sinistra, insomma una normale cena come tutte le altre.
Prima di andare a dormire diedi le coordinate dell’isola a
chopper, se il tempo continuava a essere così tranquillo,
saremmo arrivati in mattinata, non vedevo l’ora.
Avevo ancora in dosso la maglietta di Zoro, il suo profumo mi inebriava
i sensi, mi mancava, da quando avevamo discusso sembrava tornato quello
di un tempo, per tutta la cena non mi aveva rivolto parola in oltre non
mi aveva guardata nemmeno una volta, io invece lo avevo studiato, avevo
osservato ogni suo movimento, era quello di sempre, dovevo essere
contenta, in fondo era ciò che volevo, eppure ero
così triste. Mi distesi sul letto, consapevole del fatto che
non avrei dormito visto il lungo pisolino del pomeriggio, in oltre se
mi fossi addormentata non avrei riposato ugualmente perché
avrei fatto quel sogno un’altra volta, quindi mi limitavo a
stare sul letto pensando a ciò che avrei fatto arrivati
sull’isola, il mio sguardo vagava per la stanza in cerca di
qualcosa che potesse catturare la mia attenzione, ma lo trovai solo
guardando fuori dalla finestra, la luce della luna era così
bianca e candida, ne rimasi incantata e con lei trovai presto la voglia
e il bisogno di chiudere gli occhi e dormire.
- brava piccola mia- la voce che ormai ero perfettamente in grado di
riconoscere mi fece subito capire che stavo sognando di nuovo.
- speravo te ne fossi andato- ormai mi stavo abituando a lui, in oltre
cominciavo a trovare quella voce rassicurante, in fondo era solo un
sogno, e con le parole del mio capitano la paura e i timori che avevo
erano spariti.
- non me ne andrò mai- disse ghignando, un brivido mi corse
lungo la schiena, e se fosse stato vero? Se non sarebbe mai sparito, se
fossi stata costretta a sognare tutte le notti l’uccisione
dei miei compagni? Con quest’ultima domanda mi
salì un dubbio, come mai non vedevo i corpi dei miei
compagni per terra privi di vita?
- che ne hai fatto di loro?- dissi agitandomi e guardando intorno.
- niente piccola mia-
- come niente? Tutte le notti mi tormenti uccidendoli prima di passare
a me, perché questa sera non lo stai facendo?- chiesi nella
confusione più totale
- semplicemente non c’è più alcun
bisogno di ucciderli, so già che ti avrò senza
problemi-
- ucciderai solo me giusto?- dissi cercando di mantenere il giusto
autocontrollo
- non ho intenzione di ucciderti- il suo tono di voce sembrava triste
- allora cosa vuoi da me?- chiesi perplessa
- lo scoprirai, spero solo tu non mi costringa a fare del male a quei
tuoi insulsi amici-
- non devi toccarli, farò tutto ciò che vuoi ma
tu non dovrai toccarli nemmeno con un dito- dissi innervosendomi
- va bene Nami, te lo prometto a patto che anche tu mantenga
ciò che hai appena detto-
- lo farò- strinsi quel patto con serenità, se
non avessi fatto passi falsi tutto sarebbe andato bene. Non capivo cosa
fosse quel sogno, chi o cosa avesse quella voce e come mai mi
tormentava, l’unica cosa della quale ero certa è
che per nulla la mondo avrei permesso ai miei compagni di morire per
me, Rufy doveva continuare il suo viaggio, con o senza di me, non
poteva assolutamente fermarsi, perché il titolo di re dei
pirati spettava a lui e io avrei aspettato il mio re per tutta la vita,
se fosse stato necessario, perché io ero un pirata,
qualunque cosa fosse accaduta sarei rimasta un pirata, e lui sarebbe
tornato da me un giorno a reclamare uno dei suoi pirati, ne ero certa.
-Nami, svegliati- la voce di Nico Robin mi fece aprire gli occhi
immaginando di essermi dimenata un’altra volta durante il
sogno, anche se mi sembrava strano visto che non mi era parso un sogno
movimentato, mi sentivo anche più riposata rispetto al
solito.
- ho urlato un’altra volta?- chiesi cercando di svegliarmi
per bene.
- veramente no, non ti abbiamo sentita tutta la notte, è
solo che siamo arrivati all’isola- disse sorridendo.
- ah davvero? Ma è fantastico- dissi alzandomi per
cambiarmi. Ero euforica, non vedevo l’ora di vedere quello
splendore di isola, sarebbe stato fantastico andare in giro per negozi
e perlustrare la zona, davvero non stavo più nella pelle.
Dopo essermi vestita corsi sul ponte della nave, ciò che vi
trovai mi sorprese non poco. Il posto nel quale ci trovavamo era a dir
poco stupendo, l’intera isola era coperta dal verde fatta
eccezione per la spiaggia nella quale luccicava la sabbia illuminata
dal sole, gli alberi di diversi colori, come nell’arcobaleno,
catturarono la mia attenzione. Eravamo ancora lontani
dall’isola, e proprio per questo avevamo una visione
più che perfetta avvolta da tutti quei colori, ci sembrava
di essere entrati in un‘altra dimensione,
quell‘isola dava l‘impressione che fosse abitata da
creature incantate, era come vivere una favola. Nella parte
più alta si potevano intravedere delle mura bianche,
probabilmente proteggevano il palazzo del re, doveva essere molto bello
anche il palazzo e pieno di ricchezze al suo interno se aveva bisogno
di quelle mura così alte per proteggerlo, i miei occhi si
illuminarono al solo pensiero dell’oro e di altre cose
preziose che si potevano trovare all’interno della reggia.
- di sicuro possiede molti tesori interessanti- disse Robin affianco a
me.
- oh si, sicuramente è così- dissi capendo che
stava cercando di decifrare i miei pensieri, e ci era riuscita
benissimo.
- sei sempre la solita Nami- disse sorridendo.
- finalmente siamo arrivati Nami, lo vedi com’è
bella quest’isola?! Chissà forse riusciremo a
trovare un tesoro interessante- disse Rufy entusiasta quanto me della
bellezza dell’isola e del suo aspetto così
misterioso.
- speriamo sia così capitano, ho proprio voglia di
un’avventura- dissi assecondando il suo desiderio di
cimentarsi in un’altra sfida dove sicuro di se, sarebbe
risultato vincitore, come sempre del resto. Scesi dalla nave sembravamo
come disorientati da tutti quei colori, gli alberi avevano davvero un
aspetto insolito, era come se da un momento all’altro
sarebbero sbucati fuori degli esserini a dirci di non profanare la
foresta, sembrava di vivere una favola, proseguimmo indisturbati il
bosco che sicuramente ci avrebbe condotti alla città, tutti
eravamo curiosi di scoprire come fossero le case, se erano costruite in
modi particolari e volevamo vedere i suoi abitanti, chissà
magari erano davvero degli esserini, pensandoci per tutto il tragitto
non avevamo ancora incontrato nessuno, eppure erano diverse ore che
stavamo camminando. Io stavo davanti al gruppo insieme a Rufy,
sembravamo gli unici ad essere incuriositi, gli altri sembravano
annoiati, beh in fondo stavamo camminando già da molto tempo
e ancora non era successo niente, però ne io ne il mio
capitano riuscivamo ad arrenderci, io volevo distrarmi dai miei
pensieri, dal mio incubo e lui voleva semplicemente divertirsi.
- ehi Nami, manca molto ad arrivare? Ho fame- ecco, questo era un
chiaro segno del cedimento dello stomaco del capitano, in lui la fame
vinceva sempre su tutto il resto, sapevo che se non fossimo arrivati
presto ci avrebbe riempito la testa di lamentele, elencando uno ad uno
ogni tipo di piatto che avrebbe voluto mangiare.
- siamo quasi arrivati- ammisi, anche se in effetti non avevo la
più pallida idea di dove fossimo finiti
- secondo me ti sei persa- eccolo, come sempre, il solito rompiscatole
di uno spadaccino.
- sta zitto, e comunque per tua informazione se mi perdo io, ti perdi
anche tu- dissi facendogli la linguaccia, essi un chiaro segno che
Zoro, lo scontroso e insopportabile, era tornato.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** la trappola ***
Eccolo
l'8° capitolo, sto trovando l'ispirazione, grazie a voi che
commentate la mia storia ** sono commossa, comunque cercherò
di non metterci troppo tempo ad aggiornare voi però abbiate
pazienza e fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, eheh si
avvicinano alla parte critica.
voglio ringraziare
come sempre le persone che mi stanno incoraggiando commentando la
storia, Nami
the Cat Burglar e Kodomo,
grazie *.* mi riempite il cuore di gioia spero di non deludere le
vostre aspettative...
BUONA LETTURA
Camminavamo ancora, ormai era chiaro, ci eravamo persi, sembrava in
tutto quel tempo, tre ore circa, non ci eravamo mossi di un millimetro
dal punto di partenza, gli alberi, e rocce erano sempre gli stessi,
nella medesima posizione e qualunque strada percorressimo finivamo
sempre in quel punto.
- Nami ho fame, ma quando si arriva?- si lagnò Rufy, come
dargli torto, sembrava di stare in un labirinto.
- Rufy mi dispiace, non riesco a trovare la strada, è come
se non ci fosse alcuna via d’uscita e non en capisco il
motivo, in fondo è un’isola, prima o poi
dovrà finire questo benedetto bosco del cavolo- ammisi
dispiaciuta e stanca di girare intorno.
- non è colpa tua Nami, è quest’isola-
disse Robin assumendo la sua solita espressione pensierosa catturando
il mio interesse.
- che vuoi dire?- le chiesi
- vedi, quando vi ho parlato dell’isola in realtà
non ho detto tutto quello che sapevo- prese un lungo respiro per poi
continuare a raccontare ciò che aveva tralasciato quando
eravamo ancora sulla nave. -in effetti credevo fossero solo dicerie, ma
a quanto pare è tutto vero-
- C _ cosa vuoi dire Robin? Che succede in quest’isola? Ci
sono i fantasmi? Assassini? Mostri? Fanno sacrifici umani a qualche
strana divinità?- chiese Usop iniziando a tremare come suo
solito.
- no, nulla del genere Usop sta tranquillo- disse Robin cercando di
calmarlo.
- allora Robin vuoi dirci cosa succede in quest’isola?-
chiese impaziente Rufy.
- dicono che ci sia una forza oscura, un potere su l’intera
isola-
- un potere? Di che genere?- chiesi incuriosita
- si racconta di strane sparizioni, di pirati che dopo aver messo piede
sull’isola non ne sono più usciti, ogni genere di
nave una volta attraccata non lascia più questo posto
così come i suoi passeggeri, però erano solo
racconti di persone annoiate, giusto per attirare un po’
l’attenzione delle persone, per parlare di qualcosa non
c’era niente di fondato, non credevo fosse realtà-
ammise dispiaciuta
- ma allora come fanno gli abitanti dell’isola a non sparire?
Ammesso che ci siano- chiese Rufy
- per il semplice fatto che tutto questo accade solo a coloro che
mettono piede sull’isola come visitatori, chi è
nato e cresciuto quei vive in armonia con l’isola che li
protegge dagli intrusi- chiarì Robin
- in pratica è una trappola, è come se
l’isola si difendesse sa sola!- intervenni.
- esatto, ma come ho già detto erano solo dicerie, anche
perché c’è chi smentisce certe parole,
per questo non vi avevo dato molta importanza-
La situazione si sta facendo interessante, bene isola, se è
la sfida che vuoi, una sfida avrai! PUGNO GAM GAM IN AZIONE!-
così dicendo lanciò il suo braccio di gobba in
cima a un albero e aggrappandosi saldamente si tirò su fino
a raggiungerne il punto più alto. Per una volta aveva avuto
una buona idea, capimmo subito che stava cercando di vedere la strada,
unico modo che avevamo per poter uscire di li. Qualcosa però
nella sua espressione mi turbò.
- ALLORA? SEI RIUSCITO A VEDERE LA STRADA? LA CITTA? QUALUNQUE COSA?-
gli alberi erano molto alti e dovetti urlare per farmi sentire da lui.
- EHI NAMI, QUI NON C’E’ NIENTE!- disse portandosi
una mano sopra gli occhi per proteggersi dal sole, il cappello gli era
scivolato dietro le spalle mentre saltava, per fortuna che era legato
con quella cordicina che indossava come una collana.
- MA COME? CHE SIGNIFICA “QUI NON C’E’
NIENTE?”- gli chiesi ripetendo stupita le sue stesse parole.
-QUELLO CHE HO DETTO- disse con lo sguardo da bambino innocente che
assumeva quando voleva far sentire in colpa la gente per averlo
trattato male, non lo sopportavo quello sguardo, era il mio punto
debole. -vieni con me- disse atterrandomi affianco
all’improvviso, tanto che quel suo movimento così
repentino mi fece sobbalzare. Mi prese i fianchi con un braccio e mi
strinse a lui, mentre con l’altro braccio si aggrappava
nuovamente all’albero pronto a risalirci con me, la sua
stretta era così sicura e allo stesso tempo tanto dolce, mi
sembrava più un abbraccio, non ne capivo il motivo ma quel
suo tocco mi innervosì parecchio, non in senso cattivo
però. Forse dipendeva dal fatto che fosse stato
così dolce e delicato, oppure perché ho sempre
amato farmi abbracciare da un uomo, non che Rufy si potesse definire
tale, specie quando si prendeva in considerazione il suo cervello,
però in quanto a fisico ne aveva, e se non sapevo fosse lui
mi sembrava davvero di stare tra le braccia di un uomo. Arrivati in
cima quello che potei scorgere con i miei occhi mi terrorizzo, avevo un
senso di terrore dentro lo stomaco che non riuscivo a mandare via,
intorno a noi restavano solo altri venti metri di alberi colorati, dopo
di che, il nulla più totale, mi girai in tutte le direzioni,
proprio come aveva fatto prima il capitano e il terrore mi pervase
tutto il corpo, non solo lo stomaco, tutto era avvolto, forse nascosto,
da una nebbia fittissima, eppure sembrava non esistesse nemmeno il
cielo, non era nebbia, era l’isola che ci aveva intrappolati
dentro di se, e non ne saremo più usciti.
- lo vedi?! Non c’è niente- disse guardandomi
perplesso - tutto bene Nami? Stai tremando- così dicendo mi
strinse più a se avvolgendomi anche con l’altro
braccio. - vuoi che ti porti giù- disse notando che non gli
rispondevo-
- no, io sto bene, sto solo cercando di capire cosa sta succedendo,
voglio vedere, controllare che non sia davvero solo nebbia, devo
cercare di convincermi che non sia un altro dei miei incubi, devo
credere di non avervi messo in pericolo con le mie stesse mani- dissi
mortificandomi.
Quella sembrava una punizione divina, eravamo intrappolati in mezzo a
degli alberi colorati, solo con dei miseri alberi, ed era tutta colpa
mia.
- tranquilla Nami ce la caveremo, come sempre, t porterò via
di qui, insieme agli altri ovviamente-
- se non riusciremo a trovare una soluzione sarà molto
difficile riuscirci, però so che il mio capitano non si
arrenderà mai, e io non ho intenzione di deluderti- gli
sorrisi.
- AVETE FINITO DI STARE LA SOPRA?- la voce di Zoro ci fece
rabbrividire, sembrava furioso, ovviamente stare in quella foresta non
piaceva nemmeno a lui e siccome è un tipo piuttosto
impaziente non poteva certo aspettare che io mi calmassi e iniziassi a
ragionare, oh no certo, il signorino non poteva aspettare. Rufy con un
balzo ci fece atterrare dove erano gli altri per riferirgli quello che
avevamo visto.
- ragazzi aveva ragione Rufy, non c’è niente oltre
a una ventina di metri di bosco- mentre spiegavo lanciavo occhiatine
furtive a Zoro che invece era intento a guardare in malo modo il
capitano, lanciando qualche occhiataccia anche a me ma distogliendo
subito lo sguardo, che voleva dire tutto questo?!
- è proprio come nelle dicerie di cui vi ho parlato poco fa-
ammise Nico Robin sempre più preoccupata.
- non è che per caso tra i libri hai letto anche qualche
soluzione a tutto questo? Magari sai come tirarci fuori da qui, come
sempre del resto- chiesi.
- purtroppo no, come ho già detto non erano storie fondate
perché nessuno ha mai fatto ritrono dall’isola,
quindi non ci sono testimonianze di alcun tipo, girano queste voci
portate dalla marina e diffuse poi nella popolazione, poiché
le navi della marina dirette su quest’isola in cerca di
pirati per ordine dei superiori, non sono più tornate a casa-
-mm … ho capito, beh un modo deve pur esserci per fuggire da
questo posto- disse Sanji irritato dalla situazione.
- troveremo un modo per uscire da qui, siamo usciti da situazioni ben
peggiori mi pare- disse Rufy cercando di calmarci.
- ragazzi ma avete notato che da quando siamo qui non abbiamo visto
nemmeno un animale?- intervenne Chopper.
- si hai ragione ora che mi ci fai pensare non si sentono nemmeno gli
uccelli cantare- continuò Frankie
- niente animali = niente cibo, siamo spacciati- il capitano si era
abbandonato a se stesso buttandosi a terra in lacrime.
- EHI TU - urlai dandogli un pugno in testa - CHE FINE HA FATTO
L’ENTUSIASMO CHE AVEVI PRIMA?- continuai.
- ma Nami, ho fame, non c’è cibo, moriremo di
fame- disse lagnandosi
- credo sia inutile rimanere qui, dobbiamo riuscire a trovare un modo
per uscire di qui o almeno trovare qualcosa da mangiare- disse Chopper
serio.
- si hai ragione, ma abbiamo girato fino a poco fa e non abbiamo visto
niente- ammisi
- dividiamoci, forse perlustrando diverse zone contemporaneamente
riusciremo a trovare qualcosa- disse Chopper, era piccolino ma ci
sapeva fare, sapeva sempre come calmarci e poi come dottore era unico e
con quel suo musetto adorabile faceva tanta tenerezza.
- va bene allora dividiamoci- dissi convinta.
- ok allora Rufy tu andrai con Usop, Robin tu andrai con Frankie, tu
Nami andrai con Zoro- cominciò a fare le coppie
- C _ COOOOSAA?!- dissi sentendo l’ultima coppia -
perché io dovrei andare con Zoro? Di solito vado sempre con
Nico Robin, fatemi andare con lei-
- sono d’accordo con Nami, non mi sembra una cosa giusta che
lei vada con Zoro, il mio dolce splendore- disse Sanji furioso
- sarebbe troppo pericoloso, almeno Zoro ti potrà difendere-
disse Chopper
- ti proteggerò io dolce Nami, anzi verrò con voi
due, proteggerò entrambe- le parole di Sanji si perdevano
nell’aria, mi sarebbe andato bene persino lui, pur di non
restare sola con Zoro, pur di non metterlo in pericolo.
- ma io so difendermi benissimo anche da sola, e poi Robin ha il potere
del frutto del mare-
- si ma Robin non più proteggerti se doveste essere
attaccate- disse Chopper sicuro della sua decisione, in quel momento mi
sentivo un’inutile esser, ero solo un peso per loro, lo ero
sempre stata, tutti dovevano pensare a proteggere la fragile Nami
incapace di fare qualsiasi cosa.
- vado io con Nami- disse Rufy avvicinandosi a me sorridendo
- ma insomma nessuno mi presta un po’ di attenzione- Sanji
depresso si era accasciato per terra giocherellando con
l’erba.
Mi sentii afferrare il braccio, mi voltai e vidi Zoro con lo sguardo
serio tirarmi per il braccio e camminare verso gli alberi.
- ma ehi Zoro lasciami- dissi cercando di liberarmi dalla presa,
inutilmente.
- Zoro ma che fai, lasciala- disse Rufy perplesso, ma che stava
succedendo tra quei due? Non ci capivo più niente.
- EH?! COSA STAI FACENDO ALLA MIA DEA LASCIALA IMMEDIATAMENTE-
urlò Sanji fuori di se.
- dobbiamo cercare di uscire da qui, non perdete tempo in chiacchere,
noi andiamo a vedere da questa parte, voi perlustrate il resto- disse
senza nemmeno voltarsi, io smisi di dimenarmi e lo seguii, mi teneva
ancora la mano e ormai i nostri compagni erano distanti, quasi non si
vedevano più.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** soli nel bosco ***
Ed
ecco anche il nono capitolo, si torna a Zoro e Nami, lasciati soli
nella foresta cosa mai potranno combinare? eheheh leggete e lo
scoprirete, spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento ^^
volevo ringraziare:
Nami
the Cat Burglar per aver commentato, confesso che anche a
me piacciono entrambe le coppie per questo ho deciso di rendere la
storia più complicata, spero di riuscirci XD
giusy91
ecco l'altro capitolo, spero ti piaccia fammi sapere ^^
Kodomo
mi dispiace averti fatto credere che fosse una runami ma fa tutto parte
del piano ^^ spero non ti annoierai nel leggere questo capitolo
emyleerosejordan
grazie per i complimenti, devo ammettere che anche a me piace mo Zoro
versione geloso ahahah è molto difficile immaginarlo
così, in fondo si sa com'è realmente, comunque
spero questo capitolo ti piaccia ^^
BUONA LETTURA
Ormai stavamo camminando già da un po’, non stavo
badando nemmeno alla strada, lui teneva serrata la presa sul mio
braccio, come se avesse paura che se mi avesse lasciata sarei scappata
tornando dagli altri, non che non ci abbia pensato, ma comunque non lo
avrei fatto.
- si può sapere perché mi eviti? Non sono un
mostro sai?!- disse fermandosi e lasciandomi il braccio. Non riuscivo a
vedere il suo volto perché era girato, ma immaginai dal tono
di voce che era furioso.
- non ti sto evitando- dissi cercando di non sembrare nervosa.
- ah no? Allora cos’era quella scenata di prima? Quando
Chopper ha detto che saresti dovuta venire con me hai fatto una faccia
e hai lanciato quell’urlo sovrumano, non mi sembra di averti
fatto niente di male!- disse alzando il tono della voce.
- è che di solito mi fanno andare con Robin, tutto qua-
Lui si voltò verso di me guardandomi negli occhi, dannazione
quel suo sguardo così intenso, fermo, bellissimo, mi aveva
catturata di nuovo, non riuscivo a guardarlo eppure non volevo
distogliere lo sguardo da quel viso perfetto che avevo davanti, era una
tortura, ogni volta che rimanevo sola con lui mille emozioni
contrastanti cercavano di farsi strada dentro di me, non capivo nemmeno
come stessi controllando il mio corpo, come potessi riuscire a non
cedere, a non eliminare le distanze tra noi, a non lasciarmi coccolare
da quel suo corpo perfetto caldo e muscoloso che mi faceva sentire
protetta.
- smettila Nami, non sono stupido- - ah no?- lo interruppi
con tono ironico, però pensavo davvero fosse stupido.
- mocciosa che non sei altro, sei proprio insopportabile-
- senti chi parla razza di parassita ambulante- ecco adesso si che mi
stavo innervosendo e d’un tratto la magia era svanita.
- smettila, non sono qui per litigare con te- disse sbuffando
- si infatti cerchiamo un modo per uscire da questo bosco- dissi
guardandomi intorno
- non è nemmeno questo quello che devo fare- disse senza
distogliere lo sguardo da me.
Mi immobilizzai di botto quando sentii quelle parole, cosa era venuto a
fare allora?!
- cosa hai intenzione di fare?- chiesi perplessa.
- voglio capire cosa ti passa in quella stupida testa- disse serio
- te l’ho già detto sulla nave mi pare, mi sto
comportando normalmente come è giusto che sia-
- di un po’ perché l’idea di venire con
me ti disgusta così tanto?-
sembrava triste, eppure i suoi occhi erano quelli di sempre, normali,
seri, beh in fondo nessuno come lui era capace di nascondere le
emozioni, eppure la sua voce non mentiva, si sentiva un velo di
tristezza in quello che aveva appena detto e io di certo non potevo
farmelo sfuggire.
- non mi disgusta affatto Zoro, semplicemente preferivo andare con
Robin- non sapevo cosa inventarmi, certo non potevo dirgli che non
volevo stare sola on lui per paura di fare qualcosa di azzardato come
saltargli addosso o simili.
- tkè secondo me non è con Robin che volevi
andare- disse facendo una faccia mista tral malizioso e
l’arrabbiato.
- che intendi dire?- chiesi perplessa, lo ero davvero,
chissà quali strane idee si era fatto venire.
- di la verità, avresti preferito andare con Rufy, non
è forse così?- disse mantenendo quella faccia e
fissandomi come per leggere la mia espressione.
- con Rufy? Ma cosa ti viene in mente? Ecco lo dicevo io che sei
stupido- dissi sorridendo per prenderlo in giro.
- ho notato che ultimamente siete molto uniti, non nascondere
l’evidenza Nami, tranquilla non lo dirò a nessuno-
ma cosa si stava inventando? Sembrava così tranquillo,
possibile che lo pensasse davvero? Allora perché prima aveva
fulminato con lo sguardo sia me che Rufy? Cosa significava questo
discorso? Non ci stavo capendo niente, ma proprio io dovevo finire con
quello stupido, tutta colpa di Chopper.
- pensala come vuoi- dissi semplicemente cercando di finire
quell’assurdo discorso che era uscito fuori.
- quindi è così- lo notai, per un attimo, solo
per un attimo, nei suoi occhi notai la tristezza e la rabbia, quello
che avevo percepito solo nella sua voce adesso lo avevo visto anche nei
suoi occhi, ma perché?
- cosa cambierebbe se ti dicessi di no? Mi crederesti?- dissi
guardandolo seria
- dipende, se lo dici perché è vero ti crederei-
disse tornando con lo stesso sguardo indagatore di prima.
Va bene, io avrei risolto il suo mistero ma in cambio volevo che lui
risolvesse i miei, avrei giocato a mio favore, sembrava come se con me
non riuscisse a mentire, non bene come al solito, o forse ero io che
conoscendolo da tanto avevo imparato a leggere la sua espressione, a
riconoscere le emozioni che provava, ad ogni modo avrei scoperto il
perché del suo comportamento, dovevo capire cosa gli stava
succedendo.
- perché sei così interessato?- gli chiesi con lo
sguardo indagatore.
- i _ n _ non c’è un motivo in particolare-
cominciò a balbettare e si girò
dall’altra parte non potendo sostenere il mio sguardo.
- ah quindi posso anche evitare di dirtelo, in fondo non sono cose che
ti riguardano mi pare-
- ma fa come ti pare- disse scocciato incrociando le braccia al petto e
mettendo il broncio.
- dai cerchiamo di uscire da qui- dissi incamminandomi sulla prima
strada che trovai. Sentivo i suoi passi dietro di me, almeno sapevo che
mi stava seguendo.
- perché sei arrabbiato?- gli chiesi continuando a camminare
- non sono arrabbiato- disse con voce fredda
- sai dovresti cercare di mentire meglio- dissi sfidandolo
- fa silenzio- presa dal nervoso mi girai di scatto preparando il pugno
che gli avrei sferrato ma con mia gran sorpresa lo bloccò
immobilizzandomi.
- lasciami stupido- dissi cercando di fargli lasciare le mie braccia,
mi rigirò come se la forza che stavo esercitando fosse
uguale a quella di un bambino e mi avvolse il collo con il mio braccio
bloccandolo con il suo, il suo torace era poggiato alla mia schiena, mi
aveva legata più di prima. Il contatto con il suo corpo mi
fece avvampare di calore, ero bollente, mi sentivo svenire, troppo
forte, troppe emozioni insieme, non capivo più quello che
stava succedendo, mi girava la testa.
- adesso me lo dici?- si riferiva al discorso di prima
- no lasciami!- dissi cercando di divincolarmi, impossibile riuscirci.
- se me lo dici ti lascio- disse soddisfatto, non riuscivo a vederlo ma
sapevo che sul suo volto era disegnato il solito sorriso di sfida.
- se mi dici perché lo vuoi sapere te lo dico-
- qui sono io che detto le regole mocciosa- strinse ancora di
più la presa togliendomi quasi il respiro ma allentandola
subito dopo.
Non avrei risolto niente in questo modo, sapevo che lui non si sarebbe
arresa e in fondo immaginai che il motivo che lo spingesse a questo era
per la semplice curiosità, non potevo pensare altro, in
fondo era Zoro, non lascia pensare ad altro, persino la gentilezza che
mi aveva mostrato era già svanita.
- no!- ammisi sospirando.
- no cosa?-
- no, non c’è niente tra me e lui, non ho fatto
quella sceneggiata prima perché preferivo andare con lui, va
bene? Sei convinto?-
- e brava la mia mocciosetta- disse appoggiandosi di peso sulle mie
spalle, si era rilassato, la presa che aveva su di me adesso sembrava
un abbraccio
- adesso devi lasciarmi- ordinai
- no!- disse sospirando
- come no?-
Sentivo il suo respiro vicino il mio orecchio - punizione- la sua voce
era serena, tranquilla e dal tono capii che stava sorridendo.
- ehi Zoro avanti togliti da dosso, sei pesante- dissi cercando di
staccarmi da lui con scarso risultato.
- non mi va sono stanco-
- va bene ho capito ci riposeremo un attimo- si tolse da dosso a me
mettendosi seduto con la schiena poggiata sul tronco di un albero.
- perché sei così stanco?- gli chiesi perplessa,
stava dormendo in piedi.
- non ho dormito molto ieri sera- disse chiudendo gli occhi
- e come mai? Non dirmi che ti sei allenato tutta la notte!-
- no, avevo da fare- aveva aperto gli occhi e quasi con imbarazzo di
grattava la testa guardando intorno con lo sguardo vagante.
- ah capisco, beh a volte capita sai di avere certi stimoli- dissi
maliziosa.
-MA COSA DIAVOLO VAI A PENSAREEEEEE?!- urlò facendo
un’espressione mista tra la vergogna e la rabbia,
com’era buffo, non avevo mai visto Zoro in quel modo, era
davvero carino.
- non stavo facendo niente di male razza di stupida- disse calmandosi.
- ma io non ho mai detto che fosse qualcosa di male, e comunque ti
ripeto che non ci tengo a sapere i dettagli- dissi cercando di
trattenermi dal ridere.
- RAZZA DI STUPIDA SONO STATO TUTTA LA NOTTE IN... camera
tua- le ultime parole le pronunciò talmente a
bassa voce che non capii bene
- non ho capito- dissi con la faccia perplessa
- in camera tua -
ripeté con lo stesso tono basso
- oh ma insomma Zoro vuoi farti capire oppure no?!- gli dissi
innervosendomi
- SONO STATO IN CAMERA TUAAAAA!- urlò diventando rosso come
un pomodoro.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** primo bacio ***
ecco
il decimo capitolo ho cercato di aggiornare più velocemente
possibile visto che oggi ho un pò di tempo libero ^^ spero
vi piaccia, se pensate che dovrei arrivare al dunque evitanto di
allungare il brodo ditemelo eh perchè come al solito tendo a
dare troppo spazio a Nami e Zoro, però se mi dite che
preferite che mi sbrighi lo farò ^^
ringraziamenti a:
Kodomo
grazie sono contenta che ti sia piaciuto eccone un'altro spero ti
piaccia
Nami
the Cat Burglar: eheh se sapessi dove trovare ragazzi come
zoro non starei qui XD leggi questo e dimmi cosa ne pensi XD sto
facendo uscire il suo lato peggiore
giusy91
leggi cosa ha pensato Nami, XD spero di farti divertire ^^
BUONA LETTURA
- C _ COSAAAAA?- dissi senza capire per quale motivo avessi
urlato in quel modo, non capivo che razza di emozione stavo provando,
rabbia, felicità, paura, tristezza, vergogna.
- ma perché urli in questo modo- disse alzandosi in piedi.
- che cosa hai fatto tutta la notte in camera mia?- chiesi cercando di
controllare sia il tono della voce che tutto il resto del mio corpo.
- controllavo che tutto fosse a posto- disse abbassando lo sguardo.
- c _ controllare che tutto fosse a posto?!- ok che Zoro non era un
genio con le parole ma addirittura creare queste situazioni equivoche,
insomma poteva almeno spiegarsi meglio.
- si, pensavo che avresti avuto qualche incubo, così sono
rimasto tutta la notte in camera tua- disse rimettendosi
seduto sempre con lo sguardo verso il basso, si stava vergognando, e
anche io per aver pensato male di lui.
- sei rimasto tutta la notte sveglio?- chiesi confusa.
- si, volevo essere pronto a svegliarti se fosse stato necessario-
ammise cominciando a giocherellare con l’erba.
- come mai la mattina quando mi sono svegliata non c’eri-
ricordai che era stata Nico Robin a svegliarmi e che nella stanza non
c’era nessun altro a parte me e lei.
- perché sono andato via appena ho visto le prime luci del
mattino, ho pensato che se ti fossi svegliata e mi avessi visto che io
ero li ti saresti arrabbiata- disse sollevando lo sguardo e fissandomi
intensamente.
Mi paralizzai, dannato lui e il suo sguardo, mi toglieva ogni briciolo
di lucidità che avevo.
- ah perciò non hai dormito tutta la notte- dissi abbassando
lo sguardo pensierosa.
- tkè non pensare che lo abbia fatto per te!- disse tornando
a fare la sua solita espressione menefreghista.
- ah no certo e per chi allora?- dissi sfidandolo, mi dava il nervoso
il suo comportamento, doveva sempre rovinare tutto.
- non volevo che gli altri sentendo le tue urla si svegliassero-
dannazione, come al solito aveva sempre la risposta pronta, era
insopportabile.
- capisco, beh allora scusami se non ti ringrazio- dissi sedendomi il
più distante possibile da lui.
Mi alzai però notando che si stava addormentando e mi andai
a sedere vicino a lui, in fondo sapevo che se non aveva dormito era
solo per colpa mia, non capivo perché lo avesse fatto ma
certo non credevo alla balla che si era inventato. Sentendo il
movimento spalancò gli occhi osservandomi perplesso.
- che vuoi?- chiese scontroso, io resistetti alla tentazione di
strozzarlo.
- niente, ho freddo- mentii.
- e che vorresti venendo vicino a me?- chiese facendo una faccia
maliziosa.
- niente di quello che tu pensi- dissi mettendo il broncio.
- fa come ti pare- disse tornando nella posizione di prima.
Tirandolo per la maglietta lo feci appoggiare alla mia spalla. Appena
se ne accorse aprii gli occhi e mi guardò senza togliersi.
- non ti muovere- dissi senza guardarlo.
- perché?- chiese continuando a guardarmi, sentivo il suo
sguardo su di me e il calore del suo corpo accanto al mio.
- riposati, te lo dovevo- dissi guardando per terra. Non avevo il
coraggio di alzare lo sguardo per guardarlo, non sapevo se mi stesse
ancora guardando, ero troppo nervosa per muovere un solo muscolo,
sentivo il suo respiro regolare sul collo quindi immaginai che non si
era mosso da come lo avevo lasciato. Cercando di non fare movimenti
troppo bruschi per non svegliarlo in caso stesse dormendo voltai
leggermente il capo per guardarlo, mi prese un infarto quando mi
accorsi che mi stava fissando, dovevo essere tutta rossa
perché sentii il calore salirmi su tutto il corpo fino alla
testa, stavo morendo dall’imbarazzo, eppure non riuscivo a
distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
- non dovevi dormire?!- dissi cercando di fargli distogliere lo sguardo.
- non ci riesco se continui a tremare in questo modo- disse alzando la
testa dalla mia spalla.
- ah scusami- dissi tornando a guardare per terra.
Si sistemò bene poggiando la schiena sull’albero e
poi tornò a guardarmi, io lo avevo seguito con la coda
dell’occhio, era troppo imbarazzante incrociare il suo
sguardo.
- dai vieni- disse aprendo le braccia.
Sollevai lo sguardo guardandolo perplessa, cos’è
ce voleva? Era forse impazzito?!
- no- risposi incredula e nervosa.
- che vuol dire no?!- disse lui innervosendosi, cavolo come era
permaloso.
- sei tu che devi dormire non io- cercai di inventarmi una scusa su due
piedi, anche se la volontà di farlo non c’era,
come potevo rifiutare di stare tra le sue braccia?! Era un invito
troppo allettante.
- dormirò lo stesso- disse calmandosi, aveva creduto alla
scusa che mi ero inventata.
- e io starò bene lo stesso- dissi mettendomi come ero prima
distogliendo lo sguardo.
Mi avvolse con il braccio e mi tirò verso di se facendomi
poggiare la testa sul suo torace stringendomi anche con
l’altro braccio.
- Zoro lasciami- dissi cercando di fare leva con le mie braccia sul suo
petto ma più ci provavo più lui stringeva le
braccia intorno la mia schiena.
- vuoi smetterla stupida, non ho certo intenzione di mangiarti- disse
serio.
Il suo corpo era così caldo, abbandonai la testa
all’altezza del suo cuore rilassando tutto il corpo e
chiudendo gli occhi, stavo troppo bene, come quella volta sul letto di
Chopper, aveva la capacità di darmi la pace di cui avevo
bisogno, mi sentivo come in paradiso e avevo smesso di tremare per il
freddo che provavo poco prima. Mi facevo cullare dal battito del suo
cuore che sembrava agitato ma non quanto il mio, era dolce quel suono
nelle mie orecchie e il suo respiro tra i miei capelli, per quanto mi
riguardava sarei rimasta così per sempre, non mi importava
di morire, di non vedere più gli altri, quello che importava
per me in quel momento era solo lui.
- perché?- chiesi, non potevo più aspettare,
dovevo sapere il perché del suo comportamento anche se non
me lo avrebbe mai rivelato se c’era davvero un motivo.
- cosa c’è questa volta?!- rispose scocciato.
- perché ti comporti in questo modo?- chiesi senza badare al
suo tono.
- perché come mi comporto?- chiese con il tono di prima.
- oh andiamo Zoro non fare lo stupido, lo sai benissimo come ti
comporti, sei gentile, premuroso, dolce solo con me, perché?-
- ma che cavolo dici? Io sarei dolce gentile? Tkè tu sogni
ragazzina-
- allora come mai adesso mi stai abbracciando?- mi stavo innervosendo,
perché doveva sempre negare l’evidenza? Era
insopportabile.
- non ti sto abbracciando, avevi freddo e ti sto scaldando-
- quindi se volessi potrei togliermi giusto?!- chiesi cercando di
arrivare ad una conclusione che nemmeno immaginavo.
- ovvio- disse rimanendo impassibile.
Io contro la mia volontà feci leva sulle braccia per
allontanarmi da lui e mi accorsi che non faceva nulla per evitarlo,
così mi sciolsi dall’abbraccio e mi alzai
allontanandomi, i suoi occhi erano serrati, non gli importava niente,
proprio come aveva detto, che stupida ero stata a pensare che ci fosse
un motivo per il suo comportamento, si ero una stupida. Mi girai
dall’altra parte e rimasi a pensare immobile a pochi metri da
lui, sembravo una stupida in piedi senza fare niente, mentre lui stava
sicuramente già dormendo visto che non si sentiva alcun
rumore provenire dalle mie spalle. Sentivo il freddo entrarmi nelle
ossa, lo avevo sentito appena mi ero staccata dal suo abbraccio,
perché me ne ero andata, in fondo cosa importa per quale
motivo lo fa, mi basta solo avere la sua presenza per stare bene, non
mi serviva altro, avrei voluto le sue braccia a riscaldarmi ma ormai
era tardi non potevo certo tornare da lui svegliarlo per chiedergli di
abbracciarmi, che ne sarebbe stato del mio orgoglio se avessi ceduto
alla tentazione.
- sei proprio una stupida- la sua voce proveniente dalle mie spalle mi
fece sobbalzare e mi voltai accorgendomi che era dietro di me.
- che vuoi?- dissi scocciata.
- niente- rispose scocciato guardandomi.
- torna a dormire- gli ordinai.
- non ci riesco-
- perché?- chiesi disinteressata.
- perché mi innervosisce il fatto di vederti in piedi senza
fare niente-
- ah e così sarebbe colpa mia- dissi irritata
- si- rispose secco.
- tkè non sono affari miei-
- potresti almeno metterti seduta?!- disse scocciato
- no- gli risposi mettendo il broncio.
Mi prese di peso e mi portò dove ero prima buttandomi per
terra.
- ma che diavolo fai brutto stupido che non sei altro, come ti permetti
di prendermi così di trascinarmi qui, sei proprio
in…- improvvisamente senza nemmeno rendermene conto mi
ritrovai le sue labbra contro le mie e il suo viso terribilmente
vicino, sentivo il suo respiro sulle guance e la sua mano dietro la mia
testa mi teneva ferma bloccata tra la mano e il suo viso, mi stava
baciando, Zoro mi stava baciando, sentivo il calore delle sue labbra
sulle mie e non potendo più resistere risposi al bacio
chiudendo gli occhi. Dopo poco si staccò guardandomi fisso
negli occhi io ero sicuramente arrossita, sentivo caldo, un caldo che
mi riempiva persino il cuore, non sapevo se piangere o ridere, stavo
male ma stavo bene, mi sentivo una perfetta scema.
- ecco almeno adesso hai smesso di parlare- disse sorridendo soddisfatto
Presa dalla rabbia gli mollai un pugno sentendolo per terra. Mi alzai e
mi incamminai da una parte qualsiasi del bosco.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** nel buio ***
Siamo
arrivati al capitolo 11 wow eheh qui comincia l'avventura della nostra
povera Nami, spero vi piaccia questo capitolo leggete e fatemi sapere
cosa ne pensate ^^
ringraziamenti a:
giusy91
ecco il capitolo numero undici sono contenta che ti sia piaciuto
l'altro spero che questo non sia da meno ^^ fammi sapere e grazie per
l'incoraggiamento per me è importante sentire che la mia
storia è apprezzata ^^
Kodomo
concordo con te, avrei strozzato Nami se avessi potuto XD
ma non avrei potuto scrivere la storia se avessi ucciso la protagonista
u.u perciò ho resistito leggi questo capitolo e dimmi cosa
ne pensi spero ti piaccia ^^
Nami
the Cat Burglar beh che dire ormai tu sei la mia fonte di
ispirazione primaria insieme a tutte le altre, tu se stata la prima a
darmi la forza di continuare *.* non ti ringrazierò mai
abbastanza, fammi sapere se questo capitolo ti è piaicuto
emyleerosejordan
grazie per i complimenti mi lusinghi molto, non mi reputo una
brava scrittrice e a volte mi perdo nelle mie stesse storie XD e come
hai visto tendo a scrivere troppo sulla situazione di Zoro e Nami
dimenticando il resto ^^ k disastro sono ihih comunque grazie mille per
l'incoraggiamento che mi dai ^^
grazie a tutti un bacio divertitevi a leggere ^^
BUONA LETTURA
- dove pensi di andare?-
- ovunque purché sia lontano da te!- risposi scocciata senza
voltarmi
- perché te la prendi in questo modo? Non ho fatto niente di
male-
- niente di male? Tu b _ baciarmi lo chiami niente di male?- dissi
girandomi per fargli vedere l’espressione che avevo, irritata.
- tkè non mi sembravi molto contrariata mentre mi baciavi-
disse con lo sguardo malizioso.
- ah no, questo no, sei stato tu a baciarmi non io-
- tu hai risposto al bacio-
- n _ non è vero- dissi cercando di tenere ferma la voce, in
fondo aveva ragione, avevo risposto al bacio, ma se solo lui non avesse
rovinato quel momento con quella sua frase da idiota come al solito, mi
aveva baciata solo per zittirmi, ma certo, non poteva esserci un altro
motivo, tkè dannato lui e quella sua linguaccia, per non
contare della sua insensibilità.
- si certo, non è vero, stupida mocciosa che non sei altro,
chi credi di prendere in giro eh? Lo sappiamo bene entrambi che hai
risposto al bacio-
- Zoro smettila, sei solo uno stupido, non ho risposto a nessun bacio,
razza di cretino-
- ah no? E allora spiegami perché non mi hai spostato e per
di più tenevi gli occhi chiusi?!- disse venendomi vicino
prepotentemente.
- per il semplice fatto che conoscendo la tua forza opporre resistenza
sarebbe stato inutile e ho chiuso gli occhi per il disgusto- per
fortuna lui non era l’unico ad avere sempre la risposta
pronta, il mio unico problema è che con il banale tentativo
di nascondere la verità finivo sempre per esagerare con le
parole, addirittura arrivare a dirgli che avevo chiuso gli occhi per il
disgusto, che pena mi facevo.
- ah quindi era per il disgusto, ti faccio questo effetto dunque?-
disse diventando serio, ormai era vicinissimo a me e dolcemente mi
sfiorò il braccio con la mano.
- quindi, anche quando ti tocco provi disgusto-
- Zoro io…- volevo chiedergli scusa ma non ci riuscivo, i
brividi mi salirono prepotenti su tutto il corpo paralizzando la lingua
che in vano cercava di pronunciare le parole, mi stava accarezzando
delicatamente il braccio, la spalla per poi passare sul collo, i
brividi aumentarono quando con il dito sfiorò le mie labbra
solleticandole.
- quindi anche quando ti accarezzo in questo modo, provi disgusto-
stava giocando con me, si stava vendicando per quello che gli avevo
detto e probabilmente anche per il pugno, maledizione, sembravo una
bambolina nelle sue mani, incapace di intendere e di volere, o per
meglio dire, di evitare di volere quel suo tocco così dolce
e forte al tempo stesso.
- scusami- sussurrai, l’unica parola che ero riuscita a dire.
La sua mano si bloccò all’istante con il dito
ancora sulle mie labbra e mi guardava con occhi tranquilli e rilassati.
Mi tirò verso di se prendendomi la testa con una mano
premendola sul suo torace e con l’altra mi avvolgeva la
schiena, sentivo il suo cuore battere forte, le mie braccia questa
volta non opposero alcuna resistenza, non c’era bisogno di
negare l’evidenza, io volevo quel contatto più di
lui, in effetti non ero sicura che lo volesse, forse stava solo
cercando di verificare se davvero il suo contatto mi provocasse
disgusto, ma come poteva anche solo pensarlo, come avevo potuto dire
una cosa simile, stupida, stupida che non sei altro, per poco non
rischiavi di perdere tutto questo. Mi accorsi che stavo piangendo
quando la carezza che mi fece tra i capelli mi distrasse dai miei
pensieri, dai rimproveri che mi stavo facendo.
- sei proprio una stupida- disse accarezzandomi, - perché
stai piangendo?-
- non lo so- risposi cercando di controllare la mia voce per evitare
che sembrasse quella di una piagnucolona. Non potevo accettare che mi
vedesse in questo stato, non poteva vedermi piangere, non lui, cosa
avrebbe pensato di me? Dannazione a me e alla mia debolezza.
- non è vero quello che ho detto- dissi con la voce
tremolante dal pianto.
- sicura?!- disse staccando il mio viso dal suo corpo stupendo e caldo
per osservarlo meglio, io però non volevo farmi vedere da
lui perciò tenevo lo sguardo basso, ma lui insistendo mi
sollevò il mento con la mano per guardarmi dritta negli
occhi. Le lacrime presero a scendere più numerosi lungo le
mie guancie senza poterle fermare.
- te lo giuro- dissi ricambiando distogliendo lo sguardo senza muovere
il mio viso visto che lo teneva fermo lui. Mi accarezzò la
guancia asciugando le lacrime con il dito e mi sorrise dolcemente, poi
mi baciò la fronte e mi fece mettere di nuovo la testa sul
suo petto.
- meno male- sospirò abbracciandomi più forte, io
sollevai le braccia che avevo lungo i fianchi e le avvolsi intorno alla
sua schiena per dargli la conferma che quello che provavo in quel
momento tutto poteva essere tranne il disgusto. Non so quanto tempo
passai tra le braccia di Zoro però stavo bene, ero al
settimo cielo, stavo così bene perché mai un uomo
mi aveva abbracciato così, all’improvviso mi venne
in mente la stretta di Rufy mentre eravamo su quell’albero,
un flash che cercai di togliere subito. Ma cosa mi mettevo a pensare?
Ero tra le braccia di Zoro e pensavo a Rufy? Che assurdità.
Eppure anche tra le braccia di Rufy avevo provato una bella sensazione,
certo non era paragonabile a quella che stavo provando in questo
momento ma era simile.
Improvvisamente sentii Zoro irrigidirsi e mi spaventai anche io.
- che c’è?- chiesi sollevando la testa per
guardarlo.
- shh zitta, stai attenta- disse sciogliendo l’abbraccio
mettendosi davanti a me in posizione di difesa. Capii immediatamente
che non eravamo soli. I cespugli tra gli alberi a qualche metro da noi
si mossero per un istante, cercai di mantenere la calma ma ero agitata,
forse era un’altra trappola dell’isola, ma se era
così eravamo in pericolo, cosa poteva essere? Sbarrai gli
occhi cercando di individuare qualcosa di sospetto che non
arrivò mai.
Sentii qualcosa tapparmi la bocca e tirarmi con forza, mi avevano
presa, il rapitore o chiunque esso si fermò facendomi
sbattere contro il suo corpo, oltre alla bocca mi teneva bloccate anche
le braccia e le gambe con le sue, non potevo muovermi e nemmeno
parlare, quando provai a urlare ne uscì fuori solo un
mugolio che Zoro udii e allarmandosi si girò di scatto dalla
mia parte spalancando gli occhi quando capii cosa era successo.
- NAMI! LASCIALA ANDARE- ordinò guardandolo in cagnesco e
preparandosi a prendere le spade.
- se muovi un solo passo la ucciderò- disse il tipo alle mie
spalle, a giudicare dalla voce doveva essere più tosto
grande, però ero sicura che a Zoro non sarebbe importato
niente della sua grandezza o forza, chiunque si mettesse contro Zoro
era spacciato.
- non toccarla- disse senza muoversi, strano mi sarei aspettata che gli
saltasse addosso strappandomi dalle sue grinfie, invece non muoveva un
muscolo, si limitava a guardarlo, a guardare me con aria sofferente,
che gli prendeva? Perché non reagiva? Stanca della
situazione diedi un morso alla mano dello sconosciuto il quale mi
lasciò andare per istinto buttandomi per terra. Io mi tirai
su e corsi via.
- NAMI NO STA FERMA- urlò Zoro attirando la mia attenzione
ma qualcosa mi distrasse, un dolore fortissimo allo stomaco, mi guardai
la pancia e vidi un pugnale conficcato nel mio ventre e il sangue,
tanto sangue, non era stato il tizio a tirarmi quel pugnale
perché lui era alle mie spalle, capii che eravamo
circondati, ecco perché Zoro non si era mosso, lo sapeva,
come al solito la mia stupidità mi aveva portato solo guai.
- NAMIIII, NAMIII, BASTARDI LASCIATELA!- le urla di Zoro divenivano
sempre più deboli, i rumori intorno a me, le voci delle
altre persone sparivano così come la mia vista, solo il
dolore che mi aveva immobilizzata era ancora vivo in me, sentivo lo
stomaco andarmi a fuoco finché il buio non lo
portò via con tutto il resto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** un ragazzo misterioso ***
ecco
finalmente il 12° capitolo, lo so vi sto facendo aspettare
troppo, sono imperdonabile, ma sappiate che stiamo entrando sempre
più nel vivo della storia perciò spero mi
perdoniate leggendo questo capitolo
ringraziamenti a:
Nami
the Cat Burglar sono contenta che la mia idea di mettere
Rufy tra i pensieri di Nami ti sia piaciuta XD ormai io e te abbiamo la
stessa testa XD ti assicuro che non è un'offesa U.U anche se
può sembrarlo visto che non sono poi così normale
di cervello ahahah scherzo fammi sapere cosa ne pensi di questo
capitolo ^^
giusy91 per quanto mi
riguarda appena avrò un pò di tempo ti assicuro
che leggero la tua fic, sinceramente sono curiosa, vedrai che lo
farò e ti lascerò anche un bel commento ihihi
scommetto che sei molto brava io ti lascio quest'altro capitolo
sperando di non deluderti grazie ^^
emyleerosejordan
temo che per un heppy ending con Zoro ti toccherà aspettare
un pò, spero però di non annoiarti durante gli
altri capitolo ^^ fammi sapere cosa ne pensi
Kodomo
mi dispiace aver aggiornato così tardi ma
purtroppo non ho molto tempo però cercherò di
farlo più in fretta ^^ fammi sapere se questo capitolo ti
è piaciuto
jess_chan
sono contenta che anche tu abbia commentato la mia storia mi riempie di
entusiasmo trovare recensioni nuove ad ogni capitolo davver, se mi
vedeste, sebro una bambina che aspetta il suo cartone preferito ahahah
^^ che scena imbarazzante, da bambina aspettavo sempre sailor moon, ok
sto parlando troppo XD spero ti piaccia anche questo capitolo e che
commenterai ancora ^^
UN BACIO A PRESTO
BUONA LETTURA
Stavo sognando? Era tutto buio intorno a me, mi ero addormentata tra le
braccia di Zoro ed ero entrata un’altra volta nel mio incubo,
si, era sicuramente così, non riuscivo a ricordare altro
mentre mi guardavo intorno, mi accorsi in oltre che non sentivo una
buona parte del mio corpo, a parte la testa e il collo non riuscivo a
muovere nient’altro. Ero in una posizione strana e guardando
bene notai che stavo sdraiata per terra.
- Nami devi svegliarti- disse la voce che sentivo sempre nel sogno, e
fu proprio questa a confermarmi che stavo sognando.
- non ci riesco- gli risposi agitata, non capivo perché il
mio corpo non reagisse agli impulsi del mio cervello, se in quel
momento mi avesse attaccata non sarei stata capace ne di difendermi ne
di scappare, ero un burattino nelle sue mani.
- devi riuscirci Nami, sei in pericolo, svegliati!- ordinò
la voce.
- perché? cosa sta succedendo?-
- sei stata rapita e sei gravemente ferita, devi svegliarti e scappare
ma devi farlo ara, questi tipi non hanno buone intenzioni-
- tu come fai a saperlo? E chi mi dice che posso fidarmi di
ciò che dici?-
- fidati e basta, io so tutto quello che ti succede mia cara
Nami, anche quello che preferirei non sapere- disse turbato.
- come posso svegliarmi?- gli chiesi cercando di fidarmi di lui, di non
pensare al peggio, perché purtroppo in quel momento era
l’unico di cui potessi fidarmi.
- chiudi gli occhi e concentrati su ciò che ti circonda
nella realtà, ascolta i rumori intorno a te, anche quelli
più lievi, devi cercare di trovare un contatto con
l’esterno-
Feci esattamente come aveva detto lui, chiusi gli occhi e mi concentrai
su qualcosa che non esisteva, non sentii niente per i primi due minuti,
quando udii delle voci in lontananza, voci maschili, tutto si fece
più chiaro e lentamente cercai di aprire gli occhi che mi
bruciarono a contatto con la luce. Misi a fuoco la scena e mi accorsi
della stanza in cui mi trovavo, vecchie mura tutte marce per
l’umidità, scatole buttate in un angolo, e una
porta con le sbarre. Ero in carcere? Provai a muovere il braccio e mi
accorsi che ero legata come un salame, “ecco
perché nel sogno non riuscivo a muovermi!” pensai
cercando di liberare le mani. Arrivò improvvisamente una
fitta al pezzo che quasi non mi fece urlare dal dolore, guardai per
sapere il motivo di quel dolore e vidi il sangue sulla maglietta, come
aveva detto la voce, ero ferita. Cercai di non farmi impressionare dal
sangue e di non fermarmi nonostante il dolore e con fatica riuscii a
liberare le mani e a farmi forza per tirarmi su, slegai anche la corda
che mi legava i piedi e con lentezza alzai la maglietta per vedere la
ferita. Nessuno l’aveva medicata, si erano limitati a
tamponarla per fermare il sangue, la ferita era aperta e a ogni
movimento il sangue ricominciava a uscire, dovevo resistere, riabbassai
la maglietta e mi diressi verso la porta. Guardai con cautela
attraverso le sbarre, le uniche guardie stavano discutendo in
lontananza, nel corridoio non c’era anima viva, ma il
problema sarebbe stato aprire la porta, al resto ci avrei pensato dopo.
Osservai attentamente la porta, presi una forcina per capelli che avevo
e cominciai a muoverla con precisione prima in un verso poi
nell’altro, in fondo avevo un passato alle spalle, per me era
un gioco da ragazzi aprire quella serratura di basso livello. Con un
ultimo clack capii che ero riuscita nell’intento di aprire la
porta. Aprendola lentamente uscii cercando di non farmi notare
trascinandomi un po’ per via del dolore provocato dalla
ferita. Mi diressi dove le guardie stavano parlando e mi nascosi dietro
la porta, dovevo distrarle in qualche modo.
- HEY C’E’ NESSUNO QUI?- urlai per attirare la loro
attenzione, le guardie si diressero subito verso la mia cella e io ne
approfittai per scappare, avevo poco tempo, appena avessero scoperto il
trucco avrebbero dato l’allarme e non avrei avuto
più vie di fuga.
- E’ FUGGITA, CERCATELA DAPPERTUTTO, NON DEVE SCAPPARE-
dissero entrambi correndo ad avvisare gli altri, c’era molto
movimento, si sentivano passi pesanti da ogni direzione io stavo
nascosta in un angolino al buio ma non ero al sicuro, stavo solo
aspettando il momento giusto per fuggire, quando gli ultimi passi
furono lontani ne approfittai per salire alcune scale che dovevano
portare all’uscita, o almeno così speravo. Mi
sbagliavo, mi portarono in un altro corridoio illuminato da luci fioche
che sarebbero state un mio vantaggio, nascondendomi ogni volta che
sentivo dei passi avvicinarsi lo percorsi tutto fino ad arrivare ad una
porta tutta in ferro, chiusa, questa sarebbe stata difficile da aprire,
avvicinandomi per scrutarla sentii altri passi avvicinarsi e mi
attaccai al muro per non farmi vedere. Che fortuna, le guardie avevano
aperto la porta entrando in quel corridoio, appena si allontanarono
scappai, seguii la luce che questa volta proveniva da fuori e uscii
definitivamente da quel luogo, prima di festeggiare però mi
allontanai finendo in uno strano campo di erbacce, ormai ero fuori
pericolo e stremata dalla fatica, dal dolore e dalla fame mi accasciai
per terra sanguinante. Cercavo con le mani di fermare lo scorrere del
sangue, oltre a questo avevo la testa che per poco non scoppiava dal
dolore, speravo di incontrare i miei amici ma pensai che fossero
rimasti tutti intrappolati nel bosco, dovevo aiutarli, ma come potevo
farlo? Non sapevo dove mi trovavo per di più se non trovavo
presto un modo per fermare il sangue sarei morta dissanguata. Quella
nei guai ero io non loro, o almeno io ero ridotta peggio di loro.
- chissà come sta Zoro, sarà riuscito a trovare
gli altri?! Spero di si- dissi cercando di rialzarmi, non era da me
arrendermi in questo modo, non potevo lasciare i miei amici in balia
della trappola dell’isola. Mi alzai e per qualche minuto
barcollai, cominciavo a vedere tutto in modo sfocato, avevo perso
troppo sangue e queste erano le conseguenze.
- rilassati ora a te ci penso io- quella voce che mi sembrava
così familiare attirò la mia attenzione e mi
girai nella sua direzione, con quel poco che riuscii a vedere notai un
uomo alto, era tutto coperto da un lungo mantello marrone chiaro con un
cappuccio a coprirgli il volto, non riuscii a vederlo in faccia solo i
suoi bellissimi occhi azzurri risaltarono in
quell’oscurità che lo avvolgeva, un brivido mi
corse lungo la schiena quando si fece vicino, lo conoscevo?! Forse era
uno dei miei rapitori, mi avevano trovata, dannazione!
- tranquilla, vieni con me, dobbiamo curare quella brutta ferita- disse
dolcemente prendendomi in braccio. Non potevo ribellarmi, era la mia
unica salvezza, dovevo fidarmi di lui, in ogni caso sarebbe stato
meglio di morire li come una stupida senza poter salvare i miei amici.
- non sei uno dei rapitori?- chiesi con voce tremante dal dolore.
- no, sono qui per aiutarti Nami- quella voce, avevo già
sentito quella voce, ma dove? Non riuscivo a ricordare, e come faceva a
sapere il mio nome? Respiravo a fatica, ogni volta che prendevo aria lo
stomaco andava a fuoco, ogni volta più violentemente.
- resisti non mollare- mi accorsi che stava correndo, era veloce, ma
chi era quel misterioso ragazzo? La sua voce era così dolce,
rassicurante, bella, immaginai che anche lui doveva essere un bel tipo,
cercavo di distrarre i pensieri dal dolore, ma era difficile no
pensarci.
- p _ par _lami anc_ora- ansimai con le ultime forze che mi restavano.
- sarai al sicuro con me, non temere Nami, non permetterò a
a nessuno di ferirti, presto saremo a casa e starai bene,
però resta con me adesso, non chiudere gli occhi ti prego,
resta con me-
Mi concentrai sui suoi occhi, sembravano disperati, vedevo gli alberi,
le case perdersi veloci dietro di noi, stava andando velocissimo, come
poteva essere così veloce con me in braccio?
- bentornato vos…- l’altra voce si
bloccò improvvisamente, io ero rannicchiata tra le sue
braccia con la testa appoggiata al suo petto duro come il marmo, era
muscoloso.
- preso ho bisogno di soccorso-
- prego da questa parte, lasciate fare a noi adesso-
Qualcuno mi prese facendomi lasciare le braccia del mio salvatore,
quasi per istinto mi attaccai al mantello di quest’ultimo che
mi riprese tra le sue braccia.
- lascia, la porterò io-
- va bene, prego da questa parte vos… signore-
Sentivo gli occhi pesanti e cullata dalle braccia del misterioso
ragazzo mi addormentai.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** triste verità ***
ecco
il tredicesimo capitolo,
sono stata veloce eh XD solo per farmi perdonare dei ritardi nei
capitoli precendenti, spero che nonostante lo abbia scritto di corsa vi
piaccia ugualmente...
ringraziamenti a:
Nami
the Cat Burglar *.* ho trovato la mia gemella mentale
ahahah povere noi
siamo un caso disperato, vedi adesso comunichiamo telepaticamente, io
metto la storia e a te viene l'istinto di entrare a controllare XD
siamo troppo forti... apparte questo, qui ci sono un pò di
informazioni
che potrai usare a tuo vantaggio ^^ fammi sapere cosa ne pensi di
questo capitolo, e di quel ragazzo che ti assicuro è proprio
un figo
ahahah.
emyleerosejordan
^^ sono contenta che aspettare per te non sia un problema io
comunque
cercherò di non allungare più del dovuto il brodo
però la storia sta
prendendo una strana piega, persino la mia testa non sa più
che fare
ahahah mi riprenderò e farò la scelta giusta
(credo)
BUONA LETTURA
Che assurdità, mi ero addormentata tra le sue braccia, tra
le braccia di un perfetto sconosciuto, ma in fondo proprio quello
sconosciuto mi aveva salvata da morte certa, potevo davvero fidarmi di
lui?!
Quante cose mi erano capitate nelle ultime ore, anzi se contiamo anche
le terribili notti sulla nave e ciò che era accaduto con
Zoro di cose ne erano successe eccome negli ultimi giorni. Ma da quando
ero arrivata sull’isola le cose erano andate peggiorando,
prima litigo con Zoro, poi vengo rapita, e in fine mi faccio portare da
qualche parte da uno sconosciuto, ma a proposito, dove mi trovavo?!
Aprii gli occhi sorpresa di non essermi svegliata terrorizzata dal mio
solito incubo, però devo ammettere che anche lui mi aveva
salvata, quando mi trovavo nel covo dei rapitori è stata
proprio quella voce che, da giorni ormai terrorizzava le mie notti, a
farmi svegliare avvisandomi del pericolo. Ma ripensandoci, come avevano
fatto a rapirmi e perché mi avevano ferita? Non riuscivo a
ricordare niente, la memoria si fermava in quel momento con Zoro sotto
quell’albero rosso, lui mi aveva tirato verso di se facendomi
poggiare la testa sul suo petto cullandomi con i battiti del suo cuore,
questo era tutto quello che ricordavo.
Riaprii gli occhi curiosa di scoprire dove mi avesse portata quel
ragazzo e riacquistando pienamente la vista mi guardai in torno notando
le pareti di una stanza che non riconoscevo affatto, ero stesa su un
futon coperta fino alle spalle e avevo una benda alla testa che cadde
quando mi misi seduta. Notai gli indumenti che indossavo, non erano i
miei, chi mi aveva cambiata?! Arrossi sperando che non fosse stato lui,
sentendo qualcosa tirarmi la pelle sullo stomaco, alzai la maglietta e
notai le bende sulla ferita, mi avevano anche medicata, era normale
dunque che mi avessero tolto i vestiti, erano pieni di sangue.
- vi siete svegliata! Meno male, come vi sentite?- una voce femminile
attirò la mia attenzione mentre entrando nella stanza
richiudeva la porta dietro di se. Era una ragazza bellissima,
avrà avuto più o meno la mia età, il
suo volto perfetto era incorniciato da lunghissimi capelli rosa che le
arrivavano fin sotto la schiena. Si chinò accanto al futon e
con delicatezza mi fece sdraiare di nuovo alzandomi la maglietta.
- sto _ sto bene, grazie- dissi intimidita dal suo tocco leggero e
delicato.
- perdonate, ma devo controllare la vostra ferita- disse sorridendo
dolcemente.
- ah va bene- mi rilassai lasciandola fare.
- ci avete fatto preoccupare signorina- disse trasformando il sorriso
che aveva prima in un’espressione triste ma ancora vagamente
sorridente.
- perché?- le chiesi incuriosita
- beh mentre vi stavano portando qui siete svenuta, tutti noi abbiamo
pensato al peggio, per poco non veniva un colpo anche al signorino,
poverino ha passato davvero un brutto momento-
- e chi sarebbe- chiesi incuriosendomi ancora di più
- come chi sarebbe? Davvero vorreste dirmi ch non conoscete il nome
della persona che vi ha salvata?- disse spalancando gli occhi.
- no, non abbiamo avuto molto tempo per conversare- dissi ironica.
- ah perdonatemi, avete perfettamente ragione, pensavo vi conosceste
già- disse finendo di sistemarmi la maglietta al termine
della medicazione.
- quindi, potresti dirmelo tu?!- le chiesi curiosa.
- certo, il suo nome è Rubbis, non vi dice niente?-
Ci pensai un attimo prima di darle la risposta - ehm no- risposi
- non siete un’abitante dell’isola vero?- disse
sorridendo
- no, sono un pirata, ero qui con la mia ciurma ma ci siamo persi nel
bosco- dissi ricordandomi che dovevo assolutamente trovare un modo per
tirarlo fuori da quella brutta situazione.
- come avete fatto ad uscire?- chiese incuriosita
- mi hanno rapita, per quanto riguarda i miei compagni credo siano
ancora intrappolati nel bosco-
- oh cielo- disse portandosi una mano sulla bocca
- presto andrò a tirarli fuori da li- dissi entusiasta
- non potete, siete ancora in fase di guarigione
- mi riprendo in fretta, non posso certo lasciarli in quel bosco- ero
seriamente preoccupata per le loro sorti, cosa stavano facendo? Avevano
in fine trovato qualcosa da mangiare? E cosa era capitato a Zoro? Non
potevo certo pensare alla mia guarigione, dovevo assolutamente tirarli
fuori di li.
Toc toc …
Quel rumore mi fece sobbalzare distraendomi dai mille pensieri che mi
ronzavano in testa tormentandomi.
- posso entrare?- quella voce, la sua voce, il mio salvatore.
- prego entrate pure- disse la ragazza inginocchiandosi, certo che era
proprio educata, aveva persino usato del voi con un pirata.
- come sta la nostra ospite?- disse il ragazzo aprendo la porta.
Quando lo guardai ne rimasi pietrificata, in fondo a parte quei suoi
occhi del colore del cielo non avevo visto altro. La sua bellezza era
abbagliante, sembrava fosse un dipinto o meglio ancora un dio
reincarnato, aveva i capelli neri che gli scendevano fermandosi prima
delle spalle disposti in maniera disordinata e qualche ciocca gli
scendeva sopra gli occhi non coprendoli, anzi ne risaltavano il colore,
quegli occhi, l’unica cosa che ricordavo del suo volto
poiché durante la corsa era l’unica cosa che potei
guardare, la mia unica distrazione dal dolore, oltre la sua voce. Per
quanto riguardava il resto, beh semplicemente perfetto, il corpo snello
ma muscoloso, lo ricordavo bene il momento in cui avevo sentito il suo
petto duro come il marmo e le sue forti braccia sorreggermi con
facilità.
- bene, sembra si stia riprendendo velocemente- disse la ragazza senza
alzare la testa.
- ben fatto, grazie di tutto Yuki, ora puoi ritirarti-
- con permesso- la ragazza facendo un ultimo inchino si
dileguò lasciandoci soli in quella stanza, che tensione
stavo provando, ma per quale motivo?! Forse era la sua bellezza la
causa del mio imbarazzo, o forse perché ero in una stanza
sola con uno sconosciuto, solo questo mi veniva da pensare, ma i miei
veri pensieri erano solo preoccupazioni riguardo i miei amici.
- ti fa ancora male?- chiese sedendosi vicino a me come aveva fatto
prima la ragazza.
- c _ cosa?- chiesi non capendo la domanda, ok non ero proprio ad un
buon livello di lucidità.
- la ferita- disse facendosi scappare un sorriso.
- ah la ferita, no, non mi fa male- dissi agitandomi un po’
- sei nervosa?- chiese guardandomi intensamente negli occhi come se
volesse leggermi.
- no, è che non sono proprio in perfetta forma- dissi
cercando una valida scusante.
- beh posso capirlo, chi lo sarebbe dopo quello che hai passato?!-
- io devo andare! Ti ringrazio molto per
l’ospitalità e chiedo scusa per il disturbo, se
posso fare qualcosa per te, io e i miei amici saremo lieti di
accontentarti- dissi cercando di ripagarlo per ciò che aveva
fatto per me, sapevo che anche Rufy sarebbe sato d’accordo
con me, in fondo aveva salvato la “sua navigatrice”
come diceva sempre lui.
- dove pensi di andare?- chiese perplesso.
- devo trovare i miei compagni e aiutarli ad uscire dal bosco-
- non credo potranno uscire da li, e se tu rimettessi piede in quel
bosco pur essendo entrata nella città non ne usciresti, di
conseguenza non saresti di nessun aiuto ai tuoi amici-
No, non era possibile, tutto quello che era successo non aveva cambiato
le sorti dei miei compagni, non riuscivo ad accettarlo, sarebbero
rimasti ugualmente in quel posto senza alcuna via d’uscita
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** il vero volto ***
ecco
il 14° capitolo spero vi piaccia, purtroppo è un
pò tragico, ma non troppo eh però lascia un
pò con il fiato in sospeso e questo lo so è molto
fastidioso XD
ringraziamenti a:
Nami
the Cat Burglar devo dire che Rubbis piace molto anche a
me, peccato che sia un vero str... ehm ehm comunque poveri Zoro e Rufy,
come poter abbandonare due stupidi come loro ahahah grazie mille per
aver recensito ancora una volta aspetto il prossimo commento ^^ ciau
gemella telepatica ahahah
emyleerosejordan
eheh tranquilla Zoro è sempre presente, più o
meno xd spero questo capitolo ti piaccia fammi sapere a presto
BUONA LETTURA
- davvero non c’è un modo?! Non posso stare con le
mani in mano mentre loro muoiono di fame in quel maledettissimo bosco-
- non c’è devi rassegnarti Nami-
- eppure io sono uscita, mi hanno portata via gli stessi abitanti del
villaggio, di conseguenza se trovassi qualcuno disposto ad aiutarmi
forse riuscirei a tirarli fuori da li- dissi entusiasta della mia idea.
- ne dubito, chi sarebbe disposto ad entrare nel bosco? Giusto i tuoi
rapitori-
- ma come fai a sapere che sono stata rapita?- chiesi sospettosa.
- lo hai detto due secondi fa-
- no, io ho detto che erano stati gli abitanti del villaggio a portarmi
fuori dal bosco, non ho mai menzionato i ladri, e come fai a sapere il
mio nome? Anche quando mi sei venuto a salvare, sapevi già
il mio nome, come è possibile?-
- beh fortuna?!- disse sorridendo divertito, ma in realtà di
divertente non c’era niente, come faceva a sapere tutte
quelle cose su di me?!
- non scherzare Rubbis- dissi per fargli capire che anche io conoscevo
il suo nome.
- vedo con piacere che ti sei informata sul mio conto- disse sorridendo
tranquillo.
- so solo questo, e che ti sei molto spaventato quando sono svenuta-
- già, tra le mie braccia- ammise tornando serio.
- perché?-
- perché cosa?- mi chiese perplesso.
- perché mi hai salvata? Perché ti sei
preoccupato così tanto per una sconosciuta?- chiesi curiosa.
- non sei affatto una sconosciuta Nami-
- si invece, è vero conosci il mio nome, non so come ma lo
conosci, ma io non ti ho mai visto in vita mia- dissi insistendo.
- nemmeno io, prima d’ora ovviamente, però, vedi
Nami, a volte il destino ci riserva strane sorprese- sorrise sereno.
- che vuoi dire?- chiesi non riuscendo a seguire il filo del suo
discorso, aveva preso una strana piega, non capivo perché ma
qualcosa in quel ragazzo non mi convinceva affatto.
- il nostro incontro era già stato deciso dal destino, siamo
destinati a stare insieme- disse assumendo un’espressione
seria.
- ma cosa stai dicendo? Dove hai sentito certe fesserie?-
- io so leggere il futuro! E tu sei nel mio, ti ho vista accanto a me,
di conseguenza ti ho condotta sino a quest’isola, anche se
devo ammettere non pensavo saresti finita così presto tra le
mie braccia- disse sorridendo felice. Ma cosa stava dicendo? Lui mi
aveva condotta qui? Come?! Ma chi era?!
- ma chi sei tu?- dissi spaventata
- sono un principe!- disse assumendo un’aria triste
- un_un principe?- balbettai sbigottita.
- perché quella faccia?-
- non sapevo fossi un principe, non si direbbe affatto, ecco il
perché del tuo travestimento in città, adesso
capisco anche tutte quelle moine di Yuki, sei il principe
dell’isola, non me lo sarei mai immaginata-
- quindi adesso sarai più contenta di restare al mio fianco
vero?!-
- no! Non decido di rimanere accanto a una persona solo
perché il mio futuro dice così, e nemmeno
perché questa persona è un principe!- dissi
irritata.
- eppure non sembravi tanto contrariata mentre ti stringevi tra le mie
braccia-
- beh… quello… insomma stavo male!- dissi
arrossendo, che stupida, come avevo potuto fare una cosa del genere?!
- capisco, quindi non hai intenzione di rimanere con me?- chiese triste.
- no! Il mio posto è con i miei amici- dissi
calmandomi.
- non puoi salvarli Nami- disse serio
- si invece, ho già un piano, non fallirò e
verrò qui a ringraziarti di tutto-
- non puoi utilizzare i cittadini di quest’isola, loro
obbediscono ai miei ordini, se io gli ordinassi di non aiutarti, loro
non lo farebbero, di conseguenza il tuo piano andrebbe in
fumo…- disse rattristandosi probabilmente per le sue stesse
parole e per la faccia che feci io ascoltandole.
- non puoi farmi questo!- gli dissi con un’espressione di
disprezzo.
- non vorrei ma se non mi lasci altra scelta dovrò farlo-
- va bene, fa pure, non importa, vorrà dire che
andrò lo stesso dai miei amici e morirò con loro!-
- NO! QUESTO NON POSSO PERMETTERTELO!-
- allora lascia che li aiuti-
- non posso rinunciare a te Nami, sei troppo preziosa per me!-
- sei così egoista! A me non pensi? Dici che sono preziosa
eppure non ti importa della sofferenza che potrei provare io?!-
- anche tu sei egoista, non pensi alla sofferenza che proverei io nel
vederti andare via, e saperti ogni giorno a rischiare la vita?!- il suo
volto sembrava un velo di tristezza che mi bloccò il cuore
in una morsa così stretta da farmi mancare il respiro. Per
quanto potesse sembrare malvagio, egoista, viziato, sentivo che in lui
c’era qualcosa di buono, qualcosa che non voleva far vedere a
nessuno, compresa me.
- è quella la mia vita, che tu lo voglia o no!- dissi seria
abbassando lo sguardo per non vedere i suoi occhi velati dalla
tristezza, perché mi sentivo così in colpa nei
suoi confronti?
- allora non mi lasci altra scelta!- disse alzandosi in piedi e
dirigendosi verso la porta.
- che intendi fare?!- chiesi alzandomi anche io con lui e avvicinandomi
di qualche passo.
- li eliminerò tutti!- disse con uno sguardo cattivo.
Quelle parole, le avevo già sentite, nel mio sogno, con la
stessa voce.
Lui, era lui! La voce, l’ombra che tormentava le mie notti
era lui!
Una lacrima mi scivolò ribelle sulla guancia,
l’unica che non riuscii a fermare.
- sei tu!- dissi con un filo di voce mentre guardavo il vuoto.
- mi hai costretto tu ad arrivare a questo punto!-
-NOOOOO!- urlai correndo verso di lui ma prima che potessi raggiungerlo
usci dalla stanza richiudendo la porta a chiave dietro di lui.
- mi dispiace Nami, ma con loro fuori dai piedi, potrai essere solo mia-
- NO! TI PREGO NON FARLO! TI PREGO NON FARGLI DEL MALE!- urlai
singhiozzando, le lacrime che fino a poco prima stavo disperatamente
cercando di trattenere ormai scendevano veloci lungo il mio viso
disperato.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** scelte ***
salve
a tutti i miei lettori, questo è il 16° capitolo,
spero non perdiate interesse nel leggerlo, si lo so forse la sto
facendo troppo lunga ma vi assicuro che sto cercando di renderla il
più interessante possibile, spero continuerete a seguirmi e
a commentare^^
ringraziamenti a
Nami
the Cat Burglar sono contenta che nonostante alcuni
capitoli siano noiosi (lo ammetto) tu non perdi mai l'abitudine di
commentare grazie *.* tu sei dipendente dalla storie io dai commenti
che mi fai XD grazie mille
emyleerosejordan
povera si, ma poveri anche gli altri sono in pericolo e nemmeno lo
sanno presto vedremo cosa stanno facendo^^ comunque Rubbis è
davvero carino *.* a presto
BUONA LETTURA
Non potevo fare niente, non sapevo come avesse intenzione di
affrontarli, però quello sguardo aveva il potere di
fulminarmi. Non avevo dubbi sulla forza dei miei compagni, ma non
conoscevo il suo livello, quindi ero preoccupata, in fondo un uomo in
grado di leggere il futuro aveva di sicuro altri assi nella manica, ma
come poteva leggere nel futuro? Quale potere stava utilizzando? La
testa mi scoppiava dalle mille domande che mi stavo ponendo, e le
lacrime, un po’ per la rabbia e un po’ per la
tristezza, non smettevano di scorrere lungo le mie guance arrossate.
- ti prego non fargli del male- sussurrai buttandomi sulle ginocchia,
lui però era andato via già da un bel pezzo,
più che una richiesta quella era una preghiera riferita a
chiunque mi stesse ascoltando.
- ad ogni modo non ho intenzione di fare niente per adesso!- alzai lo
sguardo sentendo quella voce e subito dopo il rumore della serratura
della porta, era tornato.
- dove sei stato? - gli chiesi preoccupata.
- da nessuna parte, volevo dolo farti riflettere un po’ sulla
tua situazione-
- riflettere?- chiesi smettendo di piangere, non potevo mostrarmi
così debole di fronte a lui.
- ti darò una scelta, se tu farai quello che ti
dirò io, li lascerò andare, anzi te li
farò addirittura salutare prima che ripartano-
Ci pensai un minuto prima di rispondere, quella forse sarebbe stata la
soluzione più ragionevole che potessi trovare, in fondo se
fossi scappata da quelle mura mi avrebbe ritrovata e se non lo avesse
fatto non avrei comunque potuto aiutare i miei compagni e con o senza
di me nel bosco sarebbero morti. Cosa dovevo fare?! Era così
difficile prendere una decisione, cosa sarebbe stato meglio per loro?
Continuare il loro viaggio! Ad ogni costo, volevo che il mio capitano
diventasse il re dei pirati, lo volevo più di ogni altra
cosa, poi una volta diventato re sarebbe tornato a prendermi per
festeggiare tutti insieme, si, era questa la giusta decisione da
prendere.
- va bene- sussurrai.
- cosa?!- chiese sorpreso pensando di non aver capito bene.
- f_farò tutto quello che vorrai- era la decisione giusta ma
pur sempre dura da prendere.
- ad ogni modo prima sono andato a liberare un po’ di
bestiame nel bosco in modo che per questa sera possano mangiare-
Quelle sue parole mi resero felice e tristemente gli sorrisi per
ringraziarlo.
- cavolo è davvero difficile- disse con sguardo serio e
triste.
- cosa?- gli chiesi asciugandomi le lacrime del pianto di prima, il
solo fatto di sapere che potevano mangiare mi tranquillizzava.
- non riesco a saperti con me, in queste condizioni, si vede che sei
costretta, chissà se un giorno riuscirò a farti
sorridere senza tristezza, se riuscirò a farmi guardare da
te come la prima volta che ci siamo incontrati, se sarai in grado di
amarmi come io amo te!-
- questo non so dirtelo, però tu che sai leggere il futuro
dovresti saperlo dire- ammisi curiosa anche io della sua risposta.
- non voglio vedere questo futuro, non voglio essere sicuro di quello
che succederà, perché potrei anche evitare di
trattarti come invece vorrei-
-perché dovresti?- chiesi perplessa
- se tu fossi sicura di ottenere qualcosa non ci metteresti lo stesso
impegno che impiegheresti per ottenere qualcosa di difficile da
raggiungere, non so se mi spiego!- disse sorridendo tristemente.
- si, ho capito quello che vuoi dire, e in effetti hai ragione tu!- con
lui era facile parlare e cominciavo ad arrendermi all’idea di
dover rimanere con lui, perciò cercai di stringere i denti e
andare avanti. In fondo non era male stare con lui, era dolce e
simpatico, anche se nascondeva quel lato malvagio che ancora,
sicuramente, non conoscevo bene.
- come va la ferita?- chiese cambiando discorso.
- ah b_bene credo-
- lasciamo controllare- disse abbassandosi e allungando la mano per
sollevare la maglietta.
- n_no lascia stare- dissi fermandolo.
- perché?- perché chiese lui guardandomi
perplesso.
- perché non ce n’è alcun bisogno, sto
bene!-
- Nami, se non vuoi che la ferita faccia infezione dobbiamo medicarla
spesso, è molto profonda e hai perso già molto
sangue- disse chiudendo gli occhi e sbuffando.
- si lo so- dissi rassegnata.
- su coraggio sdraiati e fammi vedere-
Obbedii sdraiandomi per terra, ero tesa, nervosa fino alla punta dei
capelli, mi chiesi come mai non stessi tremando, ma sapevo bene
perché, nonostante la sua cattiveria, mi fidavo di lui e
sapevo che non mi avrebbe fatto del male. Sollevò la
maglietta appena sotto il seno, non sembrava intimidito da quella
situazione e cercava di rassicurarmi con lo sguardo, non faceva niente
che potesse farmi spaventare o agitare più di quanto non lo
fossi già, si limitava ad osservare concentrato la ferita
che lentamente stava scoprendo dalle bende.
- direi che sia ora di cambiare le bende, se ti lascio un attimo
prometti di non scappare?- disse guardandomi serio.
- non scapperò- dissi ricambiando lo sguardo
- proverò a crederci! Vedrai appena sarai guarita ti
porterò a fare un giro- disse sorridendo.
- va bene- dissi ricambiando il sorriso.
- ecco è questo che voglio vedere sul tuo bel visino!-
arrossii
Usci dalla stanza lasciando la porta aperta, rimasi sdraiata sul
pavimento osservando il giardino che si vedeva appena fuori la stanza,
era stupendo, pieno di fiori e alberi alti diversi da quelli del bosco,
era stupendo, rimasi incantata ad osservarlo, ero assorta nei miei
pensieri, tanto che non mi accorsi del ritorno di Rubbis fin quando non
sentii un forte bruciore allo stomaco.
-ahi!- dissi osservando cosa stesse facendo.
- scusami- disse soffiando sopra la ferita facendomi sentire una dolce
sensazione di freschezza che sovrastò il dolore.
- ah, no va bene- dissi rilassandomi di nuovo alla vista del giardino.
Lui intanto continuava a versare il disinfettante sopra la ferita e
soffiandoci sopra mi evitava parte del dolore.
- ti piace vero?!- disse mentre con cautela mi tamponava la ferita per
pulirla.
- cosa?- chiesi guardandolo
- il giardino, ti piace vero?!-
- ah, si, è bellissimo-
- appena finito vorrei mostrarti una cosa, se per te va bene?!- chiese
cominciando a bendare la ferita.
- si!- dissi tornando a guardare di fiori nel giardino.
Il mio sguardo si posò su di lui che tranquillamente mi
bendava, era così bello, il suo viso perfetto, quegli occhi,
sembravano quelli di un angelo, anche se in lui si nascondeva un
demonio, non riuscivo ad odiarlo, in fondo capivo cosa stesse provando,
non lo stavo giustificando, però pensando a quello che
sentivo per Zoro riuscivo a capire bene la tristezza e la solitudine
che si provava per un amore non corrisposto, proprio per questo avrei
cercato di amarlo come lui amava me, dovevo farlo per me, per lui e per
i miei compagni, quella era davvero la scelta giusta.
- perché mi fissi in quel modo?- chiese
guardandomi, sussultai quando i suoi occhi incontrarono i miei.
- p_pe_ perché dici?! Ehm no, è che stavo
pensando che non sembri affatto un principe- dissi cercando di calmare
la voce tremante.
- ah no?! Beh meglio così, non è una cosa che amo
fare- disse alzandosi.
- andiamo?!- disse aprendo le braccia
- si- dissi alzandomi. Lui si avvicinò prendendomi in
braccio.
- m_ma che stai facendo?- chiesi arrossendo.
- ti porto fuori- disse sorridendo
- posso camminare benissimo- dissi mettendo il broncio
- su, su non fare la bambina-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** un'idea ***
salve
a tutti i miei lettori, questo è il 16° capitolo,
spero non perdiate interesse nel leggerlo, si lo so forse la ecco
finalmente
il 16° capitolo, scusatemi per il terribile ritardo, ma come si
dice
meglio tardi che mai ^^ comunque scusatemi davvero... spero di farmi
perdonare con questo capitolo pieno di colpi di scena, finalmente dopo
tanta noia un pò di movimento eheh
ringraziamenti a:
Nami
the Cat Burglar
grazie come sempre per l'incoraggiamento, spero questo capitolo ti
piaccia, comunque c'è un motivo ber preciso per il quale
Nami è così
gentile, con il continuo della storia lo capirai ^^ divertiti
emyleerosejordan
scusami tu per il ritardo nell'aggiornare la
storia, spero ti piaccia questo capitolo facciamo il tifo per Zoro ^^
jess_chan devo
dire che a me il principe piace molto, ma io sono il tipo che ama i
ragazzi un pò come si dice... bastardi ahahah comunque
preferisco
sempre Zoro o Rufy u.u non li tradirei mai spero ti piaccia questo
capitolo
BUONA LETTURA
Bambina? No, non era
così, era… mocciosa, lui mi chiamava sempre
così, ma la persona che mi chiamava in questo modo non era
qui adesso e molto probabilmente non lo avrei più rivisto,
nessuno mi avrebbe più chiamata così, nessun
insulto, nessuno da picchiare, non avrei nemmeno dovuto proteggere il
cibo sul mio piatto da Rufy perché non avrei più
mangiato con lui, nessuno mi avrebbe più salvata da un
pericolo, perché non ci sarebbe stato alcun pericolo dal
quale essere salvata, nessun abbraccio, bacio, carezza, niente di tutto
questo. Però non sarebbe stato necessario, perché
nella mia scelta c’era tutto quello di cui avevo bisogno,
tutte le sicurezze che avevo sempre cercato, un uomo, una casa, oro e
la salvezza dei miei compagni, o almeno la sicurezza che non sarebbero
stati in pericolo a causa mia.
Avevo smesso di
dimenarmi tra le sue braccia e lui camminava tra quei fiori stupendi
per farmi prendere una boccata d’aria.
- dove stiamo andando?-
gli chiesi guardando ogni parte di quello stupendo giardino
- in un posto speciale
per me quanto per te!- disse sorridendo, era più bello
quando sorrideva
In lontananza si
vedevano degli alberi diversi dagli altri, sembravano così
familiari, quando ci avvicinammo ancora li vidi, dopo uno stupendo arco
pieno di fiori bianchi, c’erano dei mandarini, il profumo si
sentiva da lontano, un profumo così dolce da inebriarmi
completamente. Mi fece scendere notando la mia allegria e voglia di
toccare gli alberi che da sempre avevo amato. Toccando il tronco di uno
degli alberi un brivido quasi impercettibile mi attraversò
la schiena, certo non erano i miei alberi, ma così non avrei
dimenticato quella sensazione… ripensandoci, quello era
anche il posto preferito di Zoro, quando voleva pensare o semplicemente
dormire sotto le stelle o riparandosi dal sole, si metteva sempre li
sotto, anche quello sarebbe stato un ricordo che grazie a quegli alberi
non avrei dimenticato. Una lacrima solitaria percorse rapida una
guancia prima che io la cancellassi con il braccio.
- grazie- dissi
sedendomi sull’erba sotto gli alberi.
- sapevo che ti sarebbe
piaciuto! Sai questo è il mio posto preferito, venivo qui
ogni volta che avevo voglia di sentirti, e pensandoti riuscivo a
comunicare con te! Per me questo posto è magico, adesso che
ci sei tu lo è ancora di più- disse sedendosi
affianco a me.
Ad ogni modo, lui ci
teneva a me, non potevo però dimenticare che aveva messo in
pericolo la vita dei miei compagni pur di avermi e questo non riuscivo
a cancellare l’odio che provavo nei suoi confronti.
- quando li libererai?-
chiesi seria
- domani
all‘alba- disse facendo svanire il sorriso.
- voglio fidarmi della
tua parola- dissi abbassando la testa
- non vuoi salutarli?-
chiese fissandomi, sentivo il suo sguardo addosso e con la coda
dell’occhio notai che era girato verso di me
- no, credo sia meglio
così- dissi continuando a tenere la testa bassa, se fossi
andata a salutarli non avrei resistito alla tentazione di scappare con
loro di rinunciare a tutto questo, di metterli in pericolo per
l’ennesima volta, e non potevo.
- non credi che si
preoccuperanno non vedendoti?- chiese insistendo
- si, ma è
meglio così, chiederò a uno dei tuoi servitori di
consegnarli un biglietto che scriverò io stessa per
tranquillizzarli- dissi riuscendo a trovare una buona idea tra tutti i
ripensamenti che si facevano strada nella mia testa.
La sua mano mi
sollevò dal mento costringendomi a guardarlo negli occhi,
aveva capito tutto?!
- Nami! Hai paura?-
chiese con sguardo serio e indagatore.
- e di cosa?- dissi
cercando di mantenere fermo lo sguardo nonostante stesse implorando di
scappare.
- di non riuscire a
mantenere la tua promessa-
Alle sue parole mi
pietrificai, possibile che i miei sentimenti fossero così
chiari?!
- no, io, è
solo che…- non riuscivo a mentire, con il suo sguardo
così serio e indagatore mi era impossibile riuscire a dirgli
di no, era vero, sarei fuggita con loro alla prima occasione se li
avessi rivisti, ma sapevo bene che non dovevo, non potevo farlo.
- Nami, ti prometto che
ti tratterò da regina, come quella che diverrai dopo esserci
sposati, tutto ciò che mi chiederai sarà tuo, in
oltre avrai accanto un uomo che ti amerà per tutta la vita,
in cambio ti chiedo solo di rimanere con me!-
- te l’ho
promesso giusto?! Allora non dubitare della mia parola, desidero
più di ogni altra cosa la salvezza dei miei compagni, per
questo motivo non mi tirerò in dietro, stanne certo!- dissi
liberandomi sia dalla presa che dal suo sguardo abbandonandomi sul
tronco dell’albero.
In tanto nel bosco
arcobaleno
-dove diavolo sono gli
altri? E dove avranno portato Nami? Dannazione devo trovare una via
d’uscita- d’un tratto un rumore proveniente da
alcuni cespugli attirò la sua attenzione. Si mise in
posizione di difesa scrutando attentamente al di là dei
cespugli ma non riuscii a vedere niente, fin quando un cinghiale
abbastanza inferocito iniziò a caricarlo.
- e tu da dove
sbuchi?!- disse Zoro schivandolo senza problemi.
- se ti prendo sei
morto! Ho una fame da lupi- disse il ragazzo prendendo una delle sue
fedeli spade. Qualcosa però lo fermò,
un’idea che lo avrebbe liberato da quella trappola
dell’isola. “se lo catturo forse mi sarà
più facile uscire” pensò il giovane.
Così senza pensarci due volte saltò in groppa al
cinghiale che cominciò a dimenarsi inferocito cercando di
buttare giù Zoro che si era aggrappato saldamente alla
bestia, e correndo all’impazzata verso ogni direzione venne
avvolto da una luce fortissima che gli impedii per qualche istante di
vedere, per poi riaprire gli occhi accorgendosi che era finalmente
uscito dalla foresta.
- Nami, sto arrivando-
disse lasciando la presa sul cinghiale rimandandolo nella foresta
pensando che gli altri suoi compagni avrebbero potuto servirsi dello
stesso stratagemma per uscire dalla trappola.
Il resto della ciurma
invece…
- ragazzi muoio di
fame, Sanjiiii ti prego cucinami qualcosa!- disse Rufy con lo stomaco
vuoto.
- e cosa cavolo dovrei
cucinarti razza di idiota, vedi qualcosa nei dintorni?- disse il cuoco
irritato dalle continue lamentele del suo capitano, poteva capirlo, in
fondo tutti stavano morendo di fame, e avevano anche cercato in tutti i
modi di trovare un’uscita, anche l’idea di
separarsi non era servita a niente e come tutte le altre volte che
avevano cercato un’uscita, si erano ritrovati tutti nello
stesso punto.
- cucinami un albero!-
disse il capitano con l’acquolina in bocca.
- MA SEI FORSE
IMPAZZITO?!- urlò il cuoco dando un pugno in testa al
capitano che dolorante si accasciò per terra.
- ragazzi non sentite
anche voi degli strani rumori?- disse Robin attirando
l’attenzione di tutti
- viene da quella
direzione- disse Frankie attizzando un orecchio e puntando il dito
verso una direzione imprecisa.
- forse sono Zoro e
Nami- disse Chopper avvicinandosi di qualche passo.
- Nami mia adorata-
disse Sanji cominciando a volteggiare dalla felicità.
- Nami sei tu?- disse
Robin.
Con la sorpresa di
tutti arrivò una mandria spaventata di cinghiali nella loro
direzione, pronti a caricare chiunque li avesse intralciati, Rufy senza
aspettare un secondo si avventò su di essi con la bava alla
bocca gridando a squarciagola - SI MANGIAAAA- e così facendo
ne catturò tre stordendoli con un solo colpo e porgendoli al
cuoco che in tanto stava accendendo un fuoco con alcuni rami presi
dagli alberi colorati.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** fatti sentire dal cuore ***
ecco
il 17° eheh qui mi sono fermata un pò, lo so sta
diventando lagnosa ma abbiate pazienza, ci sono capitoli che servono a
creare suspance ahahah spero vi piaccia lo stesso
ringraziamenti a:
Kodomo
questo è un capitolo che non ti piacerà ahahah
niente Zoro, comunque non preoccuparti, non fa niente se qualche volta
non recensisci, in fondo molti capitoli non sono importanti o
interessanti perciò posso capire ^^
Nami
the Cat Burglar grazie come sempre per le recensioni, devo
ammetterlo, per farmi venire l'ispirazione quando avevo il blocco
andavo spesso a leggere le recensioni cercando di mettermi fretta,
grazie mille ^^ cercherò di non deludere le tue aspettative
emyleerosejordan
non mi dire così che piango :'( non
ti ho abbandonata vedrai con il prossimo capitolo mi farò
riscattare ^^
BUONA LETTURA
(Nami)
Erano davvero al sicuro? Potevo fidarmi di Rubbis? Delle sue promesse?
E se li avesse già uccisi? No, impossibile, i miei compagni
non sono certo dei buoni a nulla, ci vuole ben altro per sconfiggerli.
Eravamo sotto gli alberi, ci avevamo passato tutto il pomeriggio,
sonnecchiando mentre cercavo di distogliere i pensieri dalle mille idee
per sfuggire a quell’isola, per scappare da lui.
-credo sia ora di andare, la sera fa piuttosto freddo qui!- disse
guardandomi.
- è già così tardi? Perché
sei rimasto? Avevi paura che potessi scappare?!- dissi acida. Non
capivo perché ma in quel momento lo odiavo.
-no! Non sono rimato per paura che scappassi- disse amareggiato.
- e allora perché? Un principe dovrebbe essere pieno di
faccende legali da svolgere no?!- continuai percependo un lieve rimorso.
-la verità è che sono un debole, in
tutto questo tempo, anche mentre dormivi, ho cercato di andare via,
però ogni volta che distoglievo lo sguardo dal tuo viso, da
te, mi sentivo morire, era come se la tua lontananza mi portasse alla
morte, come se senza di te sarei stato incapace di vivere, è
solo per questo se sono rimasto qui! Non per altro, perché
voglio fidarmi di ciò che hai promesso, voglio riuscire a
credere che questo senso di vuoto che mi assale in tua assenza,
svanirà quando il tuo cuore mi apparterrà davvero
per sempre- sorrise triste.
Come poteva una persona come lui, capace di amare tanto e con tanta
dolcezza, essere in realtà un mostro di cattiveria?!
Possibile che mi stessi sbagliando?! Che lui facesse tutto questo di
malavoglia? Che in realtà non aveva alcuna intenzione di
fare del male ai miei compagni? Più stavo con lui,
più mi convincevo che quella sarebbe stata la scelta giusta.
-andiamo- dissi soffocando il rimorso dentro di me per averlo trattato
male.
Mi alzai accarezzando l’albero al quale ero appoggiata e mi
incamminai nel prato verso la mia stanza.
- aspetta, ti porto io- disse raggiungendomi.
-no, sono forte abbastanza da camminare da sola- dissi fermandolo con
un gesto della mano.
-vorrei essere forte quanto te!-
- credo tu lo sia molto di più!- dissi ricordandomi a come
correva veloce con il mio peso tra le braccia mentre cercava di
portarmi nella sua dimora per salvarmi.
- forse il mio corpo lo è! Ma tutto il resto è
debole, come il mio cuore che non riesce a sopportare la tua distanza-
disse tornando triste.
- dì al tuo cuore che io sono qui- dissi sorridendogli
dolcemente, per quanto potessi odiarlo, non riuscivo a sopportare
quella tristezza nel suo viso d’angelo, volevo a tutti i
costi regalargli il sorriso, ogni volta che sorrideva mi incantava con
la sua bellezza. I suoi occhi intensi mi fissavano increduli, notai un
pizzico di gioia dovuto a quelle mie parole, mai come in quel momento
lo avevo riconosciuto come essere umano e non come il mostro che mi era
sembrato.
- non ti sente- disse tornando ad essere triste.
Cercando un lembo di pelle tra le fessure dello yukata che indossava,
con la mano raggiunsi il petto dove vi appoggiai la mano per sentire il
suo cuore battere sotto di essa, sembrava come se lo avessi preso
davvero, mi sembrava di tenere il suo cuore in mano, in quel momento lo
sentivo fragile tra le mie mani, avevo come l’impressione che
se avessi stretto la mano in un pugno lo avrei ucciso. Il suo cuore era
agitato, batteva veloce come se potesse scoppiare da un momento
all’altro.
- mi sente adesso?- gli chiesi grandangolo mentre arrossiva.
- sento il tuo corpo, ma non sento te!- disse cercando di mantenere il
controllo del suo rossore.
- cosa dovrei fare per far si che il tuo cuore mi senta?-
- amami!-
- io… non è una cosa che si può
comandare- dissi nervosa.
- aspetterò tutto il tempo necessario- disse poggiando la
sua mano sopra la mia ancora nel suo petto.
- ok- dissi arrossendo anche io quando notai quanto il suo viso fosse
vicino al mio.
- andiamo a dormire- disse prendendomi la mano tirandomi verso la
stanza.
- si- dissi seguendolo. Si era fatta notte e non me ne ero resa conto,
non avevamo neppure mangiato, eppure non avevo appetito, ero troppo
nervosa per nessun motivo in particolare, la verità
è che erano troppe le cose che mi preoccupavano, non
riuscivo a preoccuparmi del cibo.
- allora buona notte- dissi girandomi verso di lui dopo aver aperto la
porta della mia stanza.
- notte-
Mentre mi giravo per avviarmi nella camera mi afferrò il
braccio facendomi rigirare andando contro il suo petto. Mi avvolse
dolcemente con le braccia e io sentivo i battiti frenetici del suo
cuore nel mio orecchio.
- cosa c’è?- chiesi stupita da
quell’azione.
- sto cercando di fare delle scorte per questa notte- disse sorridendo.
- scusa ma la tua camera è tanto distante dalla mia?- chiesi
- è accanto alla tua! Perché? Hai forse
intenzione di venirmi a trovare?- disse ironico.
-no!- risposi secca. Sentii il suo sospiro soffiarmi sui capelli, ci
era rimasto male, risi immaginando l’espressione che aveva
assunto.
- comunque perché dovresti preoccuparti se le nostre camere
sono vicine?- continuai
- non posso vederti, ecco perché mi preoccupo- ammise con
voce triste
- non potresti vedermi ugualmente visto che devi dormire-
- si ma potrei stringerti tra le braccia come sto facendo adesso e
sentirti per tutta la notte-
Arrossii al pensiero, la sua stretta era diventata più forte
ma sempre dolce.
- cosa dovrei fare?- chiesi sospirando
Si irrigidì completamente mollando la presa su di me e
facendo cadere le braccia lungo i fianchi.
- che ti prende adesso?- chiesi guardandolo in viso, la sua espressione
era seria, era forse arrabbiato?
- niente, vai a dormire- disse continuando a guardare per terra.
Capii che avevo sbagliato a parlargli in quel modo, ci era rimasto
male. Mi alzai sulla punta dei piedi e gli presi il viso con le mano
per baciargli la fronte.
- buona notte- gli sorrisi dolcemente.
- buona notte- disse ricambiando il sorriso. - non posso venire a
trovarti vero?- chiese grattandosi la testa con il dito.
- no!- risposi assumendo un’espressione seria.
- nemmeno per vedere se va tutto bene?- continuò
- no- risposi sempre seria.
- solo per un po’- disse on voce lagnosa.
- ho detto di no- entrai nella stanza fermandomi alla porta prima di
chiuderla dietro di me.
- solo per un secondo- insistette.
- buona notte- dissi chiudendo la porta.
- buona notte- disse con tristezza.
Mi andai a distendere sul futon, mi fece male la ferita quando mi
sdraiai, ancora non era del tutto guarita, però stavo molto
meglio, faceva male solo quando facevo movimenti bruschi.
Sarebbe finito presto tutto questo, prima o poi mi sarei abituata a
quella casa, a quel giardino, all’isola e a Rubbis, sarei
riuscita senz’altro a concedermi a lui con il passare del
tempo, dovevo solo imparare ad amarlo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** in città ***
eccolo
finalmente il 18° capitolo, scusate per il ritardo, scusate
davvero, ad ogni modo spero di farmi perdonare con questo capitolo... ^^
ringraziamenti a:
Nami
the Cat Burlglar mi dispiace che tu sia influenzata, spero
ti sia passato, in fondo dopo tutto questo tempo lo credo + che
possibile ahahah scusami comunque però come avevo promesso
qui ci sono alcuni risvolti molto interessanti mauhaahah leggi leggi e
fammi sapere
giusy91
waaaa giusy sono tornata ma dove sono finite le tue storie? non el
trovo più me piange *.* fammi sapere cosa è
successo perchè ci sono rimasta malissimo
kodomo
sicuramente questo capitolo ti farà piacere o almeno spero
scusami anche tu per il ritardo ma a volte non so proprio cosa
inventarmi o non trovo il tempo, in pratica sono un'incapace XD fammi
sapere cosa ne pensi eh ^^
jess_chan
spero che Zoro salvi presto la nostra Nami, ad ogni modo fammi sapere
cosa ne pensi ^^ grazie per aver recensito
emyleerosejordan
scusami tu per il ritardo nell'aggiornare sono irrecuperabile
-.- però sono tornata con un capitolo nuovo di zecca ahahah
spero ti piaccia ^^
BUONA LETTURA
- oggi mi piacerebbe andare in città- dissi finendo la
colazione che avevo davanti. Eravamo in un salone, a guidarmi in quella
sala era stata Yuki.
- per quale motivo?- chiese Rubbis guardandomi contrariato.
- beh perché da quando sono qui non ho avuto ancora la
possibilità di vederla, e pensare che era la prima cosa che
volevo fare dopo essere approdata qui, e poi guarda sto molto meglio,
grazie alle tue cure- dissi alzandomi e facendo qualche movimento per
mostrargli la mia salute.
- non lo so, io non posso uscire se non in rari casi, in oltre sarei
costretto a mettermi degli orribili travestimenti, come quella volta
che sono venuto a salvarti, ricordi?-
- perché?- chiesi curiosa.
- perché se gli abitanti del villaggio mi riconoscessero,
non dico tutti m ala maggior parte, farebbe di tutto per eliminarmi e
derubarmi o prendermi come ostaggio per un riscatto, insomma, non
è proprio una passeggiata per me andare in città-
- eppure non si direbbe che sia un posto così pericoloso da
come è tenuta l’isola-
- in ogni luogo ci sono persone poco raccomandabili, indipendentemente
da come è tenuto il posto, purtroppo non posso cacciarli,
come potrebbero sopravvivere, in oltre non conosco un modo per punirli
se non quello di mandarli in prigione, ma a quanto pare non si conclude
gran ché-
- se mi permettete, potrei accompagnarvi io- disse Yuki entrando nel
salone per portare via i piatti.
- mmm… non so se sia una buona idea, si è vero
conosci molto bene la città e in effetti nessuno ti
toccherebbe, sei molto conosciuta e ben voluta da tutti, si, se yuki
verrà con te starò più tranquillo-
disse sorridendole.
- Yuki sei sicura di volermi accompagnare?- chiesi alla bella ragazza,
non volevo crearle altro disturbo.
- non vi preoccupate, devo andarci comunque per comperare alcune cose
per la cena di questa sera- disse sorridendo.
- bene, allora mi cambio e andiamo-
-Nami- invocò il mio nome con tono serio e autoritario,
impossibile era non immobilizzarsi all’istante.
- prima che tu vada devi promettermi che non ti allontanerai da Yuki
nemmeno per un istante-
- non preoccuparti- gli sorrisi per tranquillizzarlo.
- in oltre dovrai nascondere quel tuo bel viso sotto un mantello-
- perché?- chiesi perplessa, che fosse geloso di me? A tal
punto?
- quegli uomini, i tuoi rapitori, loro sanno bene come sei fatta, in
altre parole se ti vedessero, non ci penserebbero due volte a rapirti
di nuovo, sei un bocconcino prelibato per i loro affari e non oso
immaginare per cos’altro- disse facendo una smorfia di
disgusto a qualche strano pensiero.
- ah è vero- sbuffai - beh mi sembra ovvio di non poter fare
altrimenti- dissi acconsentendo.
- bene, va in camera tua, ti farò portare dei vestiti che ti
permetteranno di salvarti in ogni caso-
Andai in camera e poco dopo arrivarono delle ragazze molto carine, ma
non allo stesso livello di Yuki, con dei vestiti in mano, erano vestiti
molto belli con delle balze sotto le lunghe gonne, davvero belli ma non
nel mio stile, feci una smorfia di rifiuto quando capii che dovevo
indossarli, ma nonostante ciò le due ragazze mi aiutarono a
metterli, anzi mi obbligarono sotto l’ordine del principe,
rassegnata decisi di assecondarle e di mettermi quei vestiti davvero
troppo da aristocratica.
Andai da Rubbis che mi guardò dalla testa ai piedi con uno
strano luccichio negli occhi.
- ti sta davvero bene- disse riferendosi al vestito rosso che avevo
scelto tra gli altri, aveva le spalline che scendevano sulle spalle
lasciando scoperto un po’ il décolleté,
il vestito scendeva stretto lungo il busto risaltando i fianchi per poi
aprirsi in una lunga gonna con balze bianche, davvero il più
carino tra gli altri, e tutto sommato non mi stava poi così
male.
- è proprio vero, la tua bellezza riesce a risalta persino
gli indumenti più umili- disse aprendosi in un sorriso
stupendo. Troppi complimenti dal mio principe, mi stava viziando. Il
mio principe? Ma cosa andavo a pensare?! Ma stiamo diventando pazzi? Io
che chiamo mio Rubbis? Forse mi farà davvero bene staccarmi
un po’ dalla sua presenza.
- ricorda Nami, se ti dovessero dare noie, basterà che tu
dica di essere la futura principessa e vedrai che nessuno
oserà recarti danno, però state sempre molto
attente mi raccomando- disse riferendosi anche a Yuki accanto a me.
- Yuki mi raccomando sorveglia la mia principessa, non permetterle che
le accada niente- disse avvicinandosi a lei per accarezzarle la testa
dolcemente. Lei arrossì per il gesto, sentivo che qualcosa
tra i due mi sfuggiva, ignoravo cosa provassero l’una per
l’altro, e non doveva nemmeno interessarmi, in fondo lui
aveva scelto me, perciò perché preoccuparsi?
- cerca di fare ritorno presto, sana e salva, mi piange il cuore nel
vederti andare via, ti prego non farmene pentire- si
avvicinò a me sussurrandomi nell’orecchio mentre
mi abbracciava.
- tornerò, sta tranquillo- dissi ricambiando
l’abbraccio.
- torna da me mia principessa ok?!- disse sorridendo tristemente,
quanto sapeva essere dolce.
- tornerò dal mio principe- dissi sempre più
stupita dai pensieri che mi procurava la mia testa e dalle parole che
uscivano dalla mia testa. Lui staccandosi dall’abbraccio mi
avvolse il mantello dietro le spalle, mi baciò la fronte con
dolcezza e poi mi mise il cappuccio sui capelli per nascondere parte
del viso.
Restando al fianco di Yuki ci avviamo per la ripida discesa al di fuori
delle mura del palazzo, era tutto bello, gli alberi erano colorati come
nella foresta ma erano molto meno, appena fuori dal palazzo udii un
rumore simile a quello dell’acqua che scorre e chiedendo a
Yuki mi spiegò che era una cascata e che me
l’avrebbe mostrata al ritorno. Dopo dici minuti passati a
camminare, si cominciavano ad intravedere le prime case della
città, non mi importava di vedere la città, mi
bastava uscire e prendere un po’ d’aria, dovevo
stare fuori da quelle mura, mi stavo abituando troppo in fretta a
quella vita che non mi apparteneva affatto e non volevo accadesse, non
così presto, non con i miei compagni ancora in trappola, ma
cosa mi stava accadendo?! Possibile che fossi cambiata in tal modo?!
Questa non ero io, o forse mi ero arresa all’idea che quella
vita sarebbe stata giusta per me, in fondo come potevo lottare contro
il destino? Contro il futuro che aveva visto Rubbis?! Non aveva senso
lottare, contraddire e ribellarsi ad una vita già decisa.
Arrivati in città respirai l’aria che odorava di
cibo, qualcuno arrostiva un po’ di carne nel grande mercato
che c’era a pochi passi da noi, sembrava di essere entrati in
un mondo a parte, stavo bene li, mi sentivo circondata da persone
normali, non ero sola questa era un’amara
consolazione perché a farmi compagnia non c’erano
i miei compagni, ma in fondo andava bene così.
- cosa devi comprare?- chiesi a Yuki che ogni tanto mi lanciava
occhiate, probabilmente per vedere che faccia avevo.
- dovrei comperare alcuni legumi, il cuoco mi ha chiesto espressamente
di fargli una bella scorta- disse sospirando.
Il cuoco eh, il mio cuoco era davvero bravo, chissà se anche
quello di Rubbis era allo stesso livello, beh avrei verificato a pranzo.
- ti dispiace se in tanto guardo da qualche altra parte? Ho visto dei
negozi molto interessanti-
- mi dispiace ma non potete allontanarvi da me- disse amareggiata
- oh andiamo, ti prometto che tornerò presto, voglio solo
curiosare, in fondo sono abituata- dissi riferendomi a tutte le
città che avevo già visitato fino a quel momento.
- principessa non potete assolutamente, se vi accadesse qualcosa il
padrone andrebbe su tutte le furie giustamente- disse con lo sguardo
disperato.
- Yuki ti prego, lasciami un po’ libera- dissi supplicandola,
capivo il suo punto di vista, ma avevo davvero bisogno di distrarmi un
po’ di andare in giro, di pensare per conto mio a tutto
quello che mi era capitato.
- va bene, ma vi prego di tornare qui tra un paio di orette,
più o meno il tempo che mi occorre per prendere il
necessario- disse sospirando
- grazie mille Yuki ci vediamo qui allora, a tra un po’-
dissi abbracciandola per ringraziarla per poi dileguarmi tra la folla
prima che ci ripensasse.
Mi allontanai dal mercato per dirigermi verso le case un po’
più tranquille, non riconoscevo quei posti, quindi non era
passata di qui fuggendo dai rapitori, un buon segno. Arrivai ai campi,
forse mi stavo allontanando troppo, ma non mi importava, li si vedevano
benissimo le case, ero su una pianura dalla quale la vista era
magnifica, gli alberi del bosco visti in lontananza sembravano un
arcobaleno. Mi guardai in torno e in lontananza intravidi degli stracci
per terra, mi incuriosirono poiché sembravano essere
indossati da una persona, avvicinandomi i poco mi accorsi che era
così, mi avvicinai ancora di qualche metro per cercare di
mettere a fuoco quegli stracci e mi accorsi che era un uomo steso per
terra, sembrava privo di sensi e senza pensarci due volte mi avvicinai
per prestargli soccorso.
Il cuore cominciò a battere fortissimo nel mio petto quando
gli fui molto vicina e notai quegli strani capelli versi.
- Zoro- sussurrai più con l’anima che con la voce,
era Zoro, era riuscito ad uscire dalla foresta, ma stava dormendo?!
oppure...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** perchè? ***
ecco
il diciannovesimo capitolo... perdonatemiiiiiiiii sono in enorme
ritardo pietà T.T farò del mio meglio
perchè non accada più non abbandonatemi per la
mia incompetenza... spero che qusto capitolo mi faccia perdonare
ringraziamenti :
Kodomo
ahahaha eh si anche io sono contenta del ritorno di Zoro
però ho una brutta notizia... Zoro è stupido
ahahahah spero ti piaccia questo nuovo capitolo e che mi perdonerai per
averti fatto aspettare
Alexia
Star waaaaa che bello sono contenta che anche tu abbia
recensito mi dispiace averti lasciato in sospeso xd però
almeno ho tenuto viva la curiosità... spero u.u
Nami
the Cat Burglar ecco sono sparita un'altra volta chiuedo
scusa T.T ma non riesco a trovare il tempo, iuff spero solo di riuscire
a tenere viva la voglia di leggere il seguito della storia, credo in
oltre di star allungando un pò troppo il brodo, boh mi perdo
un pò credo e mi dispiace ... le ho letteeeeeeeee
le tue storieeeeee mi piacciono da morire T.T giuro scrivine delle
altre eh mi raccomando
tre
88 sono contenta che tu sia riuscita a leggere tutti i
capitoli wow sono emozionata in oltre voglio ringraziarti per avermi
avvisata sugli errori, purtroppo lo so bene anche io che ce ne sono non
pochi il problema è che non rileggo mai quello che scrivo
per il poco tempo che ho in oltre se lo facessi rischierei di
riscrivere un capitolo mille volte, e spero tu capisca, sarebbe un
guaio XD sono già abbastanza lenta così,
però grazie cercherò di fare più
attenzione per rendere i capitolo + scorrevoli e piacevoli da leggere.
giusy91
T.T le tue storie, io le aspetto sai?! mi raccomando
zonami84
si lo so in questi ultimi capitoli ho parlato molto poco degli altri,
ma il mio problema è che tendo ad allungare troppo il brodo
scrivendo alcuni particolari e se scrivessi troppo anche sugli altri
non arriverei mai alla conclusione e penso che anche per voi sarebbe un
pò noioso, credo
jess_chan
eh eh eh grazie èer la bravissima XD cmq nami
sembra un pò una stupida io al suo posto sarei saltata tra
le braccia di Zoro, al divolo Rubbis... beh ripensandoci probabilmente
mi sarei tenuta entrambi muahahahah
emyleerosejordan
eccomi sono tornata anche io! sono contenta che la mia storia ti
entusiasmi tanto davvero *.* sono senza parole (in senso positivo
ovviamente) vedrai diventerà sempre + entusiasmante
ilariabella
mi diaspiace spero di non averti deluso aggiornando
così in ritardo e grazie mille per la bella recensione *.*
sai a volte non riesco nemmeno a uscire dalle storie che scrivo, mi
impersonifico nei personaggi e devo dire che mi piace molto ^^ sono
contenta di trasmettere le stesse emozioni che provo io nello scrivere
grazie
BUONA LETTURA
Mi inginocchia al suo fianco girandolo a pancia in su e sollevandogli
la testa poggiandola sulle mie ginocchia, il suo respiro, non
respirava, non stava respirando, avvicinai l’orecchio al suo
naso per sentire davvero non riusciva a respirare.
- f…-
-eh?- si respirava e stava cercando di dirmi qualcosa.
- fa… fa_me- disse con un filo di voce lamentosa.
- fame? Hai fame?!- lo poggiai delicatamente per tessa e andai di corsa
a prendere qualcosa che potesse mettere sotto i denti,
chissà da quanto tempo non aveva toccato cibo, al solo
pensiero mi sentivo more.
Arriva al mercato e comprai del pane, un po’ di pomodori,
frutta e un po’ di salume con i pochi soldi che mi avevo,
quelli che mi ero portata quando ero scesa dalla nave nel caso in cui
avrei voluto comprare qualcosa in città, meno male che
nessuno me li aveva tolti e che mi ero ricordata di prenderli dai
vecchi vestiti, modestamente sono un genio. Corsi da lui con il cibo in
una busta e lo sollevai di nuovo imboccandolo, sembrava un bambino
indifeso tra le mie mani, mi faceva tenerezza, il cuore ormai aveva un
ritmo frenetico che non mi abbandonava nemmeno per un secondo, persino
le mani non cessavano di tremare, ma ero troppo contenta di stare li
con lui, non avrei desiderato altro in quel momento, altro che lui.
Dopo qualche boccone aprii gli occhi con le poche forze che era
riuscito a recuperare.
- grazie, faccio da solo- disse mettendosi a sedere arrossendo.
- chi sei?- chiese guardandomi attentamente continuando a mangiare.
Non mi aveva riconosciuta?! Ah certo, indossavo il mantello con il
cappuccio sopra gli occhi, ecco perché, meglio
così, se mi avesse riconosciuta avrebbe rovinato tutto.
- un’abitante del villaggio- pronunciai quelle parole
tremolanti per paura che riconoscesse la mia voce.
- come ti chiami?- disse avvicinandosi per guardarmi meglio. - hai una
voce familiare, ci conosciamo?-
- Na…- mi bloccai ricordando che non dovevo farmi scoprire
- EH?- disse smettendo subito di mangiare.
- naah, penso non ci sia niente di male nel dirti il mio nome,
perciò, piacere mi chiamo Ruby- dissi nervosa, salva per un
pelo.
- ah…- sospirò ricominciando a mangiare. Mi venne
da ridere nel pensare che avesse sperato di sentire il mio nome, allo
stesso tempo mi sentivo morire, ero così vicina a lui e non
potevo abbracciarlo come volevo, com’è triste la
vita.
- grazie mille- disse riferendosi al cibo.
- tieni bevi- dissi porgendogli dell’acqua
- grazie, senti, sto cercando una ragazza-
- che tipo di ragazza? Una fidanzata o una moglie?- dissi ironica,
sapevo che stava cercando me ovviamente, ma per lui ero
un’estranea perciò non potevo permettermi di farmi
scoprire.
- sto cercando la ragazza che mi hanno portato via- la sua espressione
era un misto tra rabbia e tristezza, ma i suoi occhi erano furiosi.
Il mio cuore perse un colpo nel sentirgli dire quelle parole, non
capivo perché ma ero felice e allo stesso tempo
terribilmente triste.
- alta, magra, ben formata e ha i capelli rossi, l’hai vista
in giro per caso? È ferita!- disse supplichevole
…
Ben formata?! Come osava fare riferimenti alle mie curve?! Dannato
pervertito, e pensare che per lui non sono altro che una mocciosa.
- mi dispiace non l’ho vista di recente-
- come hai fatto a non vederla?! Dovresti conoscere tutti gli abitanti
dell’isola, e di certo lei non è il tipo di
persona che passa in’osservata- disse agitandosi.
- ehi, calma, non l’ho mica presa io la TUA RAGAZZA-
sottolineai quelle parole con la voce osservando la sua reazione.
- ma è ferita, devo assolutamente trovarla-
Perché non aveva smentito quelle parole? Forse non
gli importava specificare quale legame ci fosse tra lui e la
ragazza che cercava con una perfetta estranea, in fondo non gli davo
torto, però conoscendolo sapevo bene che lui è il
tipo che preferisce chiarire subito certi malintesi per di
più quando ci sono di mezzo le ragazze.
- potresti aiutarmi? Sai non ho uno spiccato senso
dell’orientamento, e visto che conosci bene il posto, forse
mi potresti fare da guida- disse
- eh eh, lo so!- dissi ripensando a tutte le volte che si era perso
nelle città che avevamo visitato fino a quel giorno.
- eh?!- chiese perplesso.
- no, dico, che hai ragione conosco molto bene l’isola- dissi
uscendo da quella situazione critica che rischiava di smascherarmi.
- quindi? Mi aiuterai?. Disse illuminandosi.
- si- mi stavo ficcando in un bel guaio, io non conoscevo affatto
l’isola, come potevo sperare di fargli da guida?! -
però non ho molto tempo, tra poco dovrò andare
via- dissi
- bene allora sbrighiamoci- si alzò
- ok- dissi iniziando ad alzarmi ma alzando lo sguardo notai la sua
mano tesa verso di me. Il suo sguardo era strano, tenero, uno sguardo
che ero certa di aver visto solo una volta, durante i giorni in cui
stavo male sulla nave. Pensavo fossi stata l’unica al quale
lo avesse concesso, invece adesso lo stava regalando ad una perfetta
estranea, o forse era il modo in cui aveva sempre guardato tutte, tutte
tranne me, si, non c’erano altre spiegazioni, io ero
l’unica ad aver ricevuto quello sguardo solo una volta per la
pena che provava nei miei confronti, adesso era tutto chiaro.
Chissà quante volte lo aveva rivolto a Robin o a qualche
ragazza delle varie città che avevamo visitato, al solo
pensiero mi gelava il sangue, avrei voluto mollargli un bel calcio li
dove fa più male, o un pugno su quella testa di alga che si
ritrovava, ma resistetti e continuai la mia recita afferrandogli la
mano per aiutarmi a tirarmi su. La sua forza mi fece sbilanciare
finendo a sbattere contro il suo torace che riconobbi sotto le mie
mani, lui mi fermò dalle spalle per non farmi cadere e lo
sentii respirare profondamente come se volesse assaporare il mio odore.
- il tuo profumo- disse abbassando la testa nell’incavo del
mio collo, sperai che il cappuccio nascondesse bene i capelli e buona
parte del viso, anche se una parte di me avrebbe voluto confessargli
tutto e stringerlo forte per l’ultima volta…
sarebbe stata l’ultima.
- perché non togli il cappuccio?- chiese come in risposta ai
miei pensieri
- perché mio marito si arrabbierebbe molto se mi vedesse
senza questo indosso- dissi la prima cosa che mi venne in mente
sperando di sembrare convincente.
- tuo marito?- disse togliendosi con la faccia sconvolta.
- si - risposi nervosa, insomma, cos’era tutto
quell’interesse nei confronti di
un’estranea? Non riuscivo a rassegnarmi
all’idea che le stesse dedicando tutto quel tempo, k le
regalasse i miei sguardi e che si stringesse a lei, si ero gelosa di me
stessa.
- capisco, credo sia maglio andare- disse facendomi cenno di fare
strada. Ma quale strada? Scesi giù per la collina, quella
era l’unica strada che sapevo avrebbe portato alla
città, camminavo davanti a lui, ero nervosa,
chissà cosa starà pensando, se avrà
capito l’enorme bugia che gli avevo detto e se davvero era
preoccupato per me.
- che tipo è? - disse interrompendo il silenzio che mi stava
massacrando
- che tipo è chi?- chiesi perplessa distraendomi dai mille
pensieri che mi ronzavano in testa.
- tuo marito!-
- ah, beh ecco, lui è … - e adesso?
- insomma deve essere un tipo piuttosto geloso o iperprotettivo se ti
costringe ad andare in giro con quel mantello-
- lo fa solo perché ci tiene a me, e lo ascolto
perché non voglio che si preoccupi inutilmente- dissi
sospirando, quelle in fondo non erano altro che mezze verità.
- mmm, capisco, certo devi essere davvero molto bella-
Mi bloccai e mi girai verso di lui per guardarlo, teneva lo sguardo
fisso su di me, cercando probabilmente di immaginare cosa ci fosse
nascosto sotto il mantello. La rabbia stava avendo il sopravvento su di
me, avrei voluto spaccargli la faccia e tagliarlo a pezzi con una delle
sue spade per vendetta, ma cercai di resistere alla tentazione di
fargli male.
- ti sbagli, è solo molto innamorato- dissi per poi
rigirarmi e continuare il cammino.
- si hai ragione- mi segui.
Arrivammo in città dove le persone si accalcavano ad ogni
una delle varie bancarelle che riempivano gran parte del villaggio. Lui
camminava sempre dietro di me e ogni tanto lo sentivo calpestarmi i
piedi quando ero costretta a fermarmi bruscamente per non finire
addosso alle altre persone. D’un tratto mentre camminavo mi
sentii prendere la mano trascinandomi, era Zoro che mi stava portando
ai lati della strada, dove la strada si poteva percorrere senza
problemi.
- qui i cammina meglio non credi?- disse lasciandomi la mano.
- si hai ragione- gli sorrisi.
- credo sia meglio perlustrare tutte le strade nascoste, non penso che
dei banditi siano così sciocchi da abitare in zone troppo
popolate- aveva ragione, non era poi così stupido allora?!
- bene andiamo- questo almeno potevo farlo, non era difficile
riconoscere le stradine più nascoste, bastava solo
infiltrarsi nelle vie più piccole.
Camminava al mio fianco, ogni tanto mi concedevo di guardarlo con la
coda dell’occhio e notavo come fosse attento ad ogni
movimento intorno a lui e qualche volta mi accorgevo degli sguardi che
mi lanciava pensando che non me ne accorgessi, la domanda
però era sempre la stessa, perché?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** un ricordo rimosso ***
eccolo
il 20° capitolo, visto? ho aggiurnato presto ^^ meno male,
pensavo non avrei trovato l'ispirazione e invece sono abbastanza fiera
di questo capitolo spero che lo siate anche voi ^^
ringraziamenti:
emyleerosejordan
waaaaaaa grazieee *.* mi fa piacere sentirmi dire che vi sono mancata
AZIE = grazie ahahaha
Nami
the Cat Burglar
nooo non vi ho abbandonati, non lo farei mai, se scrivo è
solo grazie a voi che mi incraggiate anche quando i capitoli fanno pena
grazie mille, comunque si Zoro è scemo ahahah
Zonami84
ecco il prossimo capitolo, come vedi la scemità di Zoro non
ha mai fine, però che dire ci piace così XD
ilariabella
chissà se se lo sente davvero? quel che è certo
è che ci sta prvando aahahah
tre
88 ecco il nuoco capitolo... spero ti piaccia come l'altro
^^ mi ci sono impegnata, non ho dormito la notte per
scriverlo ahahaha no non è vero però diciamo che
ho avuto ispirazione da un sogno *.*
BUONA LETTURA
- se non dovessi trovarla? Io so cosa fanno alle ragazze che rapiscono-
dissi cercando di strappargli qualche informazione, volevo
assolutamente sapere cosa avrebbe detto di me a
quell’estranea.
- cosa le potrebbero fare?-
- beh per cominciare la denuderebbero- la sua espressione lasciava
intendere l’indignazione che provava verso ciò che
avevo appena detto.
- poi potrebbero abusare di lei, giusto per provare la merce-
continuai, quelle cose erano vere, in fondo è ciò
che fanno tutti quando rapiscono delle fanciulle.
- abusare di lei? Di… di Nami? Vuoi dire che…-
tremava, ogni parte del suo corpo stava tremando, la rabbia si leggeva
chiaramente nei suoi occhi così come era ben visibile
l’angoscia e la paura, mi dispiaceva vederlo così
da una parte, ma dall’altra la sola idea che si stesse dando
tanta pena per me mi rendeva la donna più felice
dell’isola.
- beh si, in genere le provano sempre prima di metterle in vendita,
specie se sono belle, sai com’è ci guadagnano-
dissi cercando di controllare il sorriso che voleva farsi strada sulle
mie labbra per la sua reazione.
- la tua ragazza è bella?- chiesi per continuare a
torturarlo, in fondo se lo meritava per tutto il tempo che aveva
passato ad interessarsi dell’estranea, anche se ero io.
- Nami? Lei è bellissima- disse amareggiato. - in questo
momento però vorrei non lo fosse affatto-
Io bellissima? Aveva davvero detto che sono bellissima? In oltre non ha
smentito un’altra volta che sono la sua ragazza, ma ero morta
forse? Ma come, mi ha sempre considerata solo una mocciosa, che gli
prendeva adesso? Dannato spadaccino dalle idee stupide, ma
perché non diceva chiaro e tondo quello che provava? Ma
pensandoci bene, a cosa serviva? Il mio destino era segnato, a questo
punto sarebbe stato meglio non sapere altro, per non aggiungere altri
motivi a quelli che avevo già per tornare sulla mia nave con
la mia ciurma, con il mio spadaccino.
- oh no! È tardi, devo andare via, saranno preoccupati-
dissi agitata, dovevo tornare subito nel villaggio, prima che la povera
Yuki cominciasse a scavarsi la tomba con le sue mani.
- io devo continuare a cercarla, devo sapere se sta bene, devo
controllare che non le abbiano fatto del male, che non
l’abbiano toccata- disse fermo nella sua decisione.
- spero tu riesca a trovarla- dissi amareggiata di non potergli
raccontare ogni cosa, di non potergli togliere
quell’espressione disperata dal viso.
- grazie per la compagnia, è stato piacevole passeggiare con
te, sembrava quasi di stare al suo fianco- disse sorridendomi
tristemente.
Allora era per questo che si interessava in quel modo, ma quanto
è sciocco questo ragazzo?! Possibile non si sia accorto che
sono io?! Perché? Dannato stupido spadaccino che non sei
altro, perché non ti accorgi che sono io?! Guardami, cercami
nei suoi discorsi, nella sua voce, nel suo profumo, nel suo dannato
tentativo di toccarti, di accarezzare quei tuoi buffi capelli verdi,
nel suo tremare dalla paura di perderti per sempre.
Perché i tuoi occhi non arrivano oltre ciò che
vedi?
“Salvami ti prego, portami via, portami via con
te”. questo è ciò che il mio cuore
gridava disperato, nel tentativo che lui lo sentisse.
- allora ciao- dissi girandomi dall’altra parte
incamminandomi.
- RUBY- urlò, il mio cuore iniziò a battere
frenetico, mi voltai di scatto vedendo Zoro correre verso di me. Si
fermò ad un passo da me, i suoi occhi erano disperati ma con
una strana luce nel fondo, molto fioca. Mi avvolse con le sue braccia
facendomi poggiare la testa sul suo petto con un gesto rapido.
- che fai Zoro?!- ero scoccata, sentivo il suo cuore battere forte
contro il mio petto mescolandosi al battere frenetico del mio, sembrava
stessero danzando. Adesso sapevo perché si fosse interessato
a quell’estranea, ma era imperdonabile, perché
doveva abbracciarla?
“Tu devi cercare me, non abbracciare lei!” pensavo
furiosa. Il suo corpo pesava sul mio, si era completamente abbandonato
alle mie braccia che gli avvolgevano la schiena. Mi sentii poggiare una
mano sulla nuca e sperai che non volesse togliermi il cappuccio. Mi
sollevò la testa e prima che me ne rendessi conto
poggiò le sue labbra contro le mie. Una scossa dolorosa e
allo stesso tempo piacevole mi percorse il corpo fermandosi al cuore
che perse un colpo di conseguenza. Le sue labbra prima delicate sulle
mie, sfiorandole appena, ora facevano strada alla sua lingua che
passò delicatamente sul mio labbro inferiore come per
assaggiarne il sapore.
Un frammento di ricordo mi passò in testa, qualcosa che
avevo completamente rimosso, ci eravamo già baciati, nella
foresta, prima che arrivassero i banditi, mi aveva baciata, come avevo
potuto scordarlo?! Ero più che sicura di essere stata rapita
mentre dormivo, allora perché questa strana visione di quel
momento? Così perfetto e reale per poterlo definire un
sogno. Era accaduto davvero!
Si staccò di pochi millimetri da me respirandomi sulla
guancia.
- sei una stupida mocciosa- a quelle parole sollevai lo sguardo, le
lacrime che gli scendevano lungo il viso mi immobilizzarono, Zoro stava
piangendo, eppure sorrideva dolcemente.
Gli passai una mano sul viso per asciugarne una, mi bloccò
la mano sul suo viso con la sua, la afferrò in una stretta
che lasciava intendere la voglia e il bisogno di sentirmi al suo fianco.
- come lo hai capito?- anche se la vera domanda era, come aveva fatto a
non accorgersene?!
- non lo so, ho sentito il tuo cuore, credo- disse dubbioso delle sue
stesse parole.
- e cosa diceva il mio cuore?- chiesi sorridendo dolcemente.
- diceva di cercarti, che mi vuole e che sono uno stupido- ammise.
Rimasi stupita per ciò che aveva appena detto, possibile che
avesse inventato tutto e che in qualche modo ci avesse preso in pieno?
O era forse vero che aveva sentito il mio cuore?! Cosa importava, in
fondo era li davanti a me, mio.
- lo sei davvero- dissi con dispetto.
- stai zitta mocciosa, eri tu quella gelosa di te stessa- disse con
tono beffardo.
- zitto stupido- dissi mettendo il broncio. - tu facevi il cascamorto
con una che nemmeno conoscevi- gli dissi per tutta risposta.
- ma eri tu, perciò potresti anche chiudere un occhio!-
disse con aria colpevole.
- e se non fossi stata io? Se dopo k l’avessi baciata non
fossi stata io?- dissi rabbiosa. Lui mi prese tra le mani il cappuccio
facendolo scivolare dietro la mia testa scoprendo i capelli e il resto
del viso.
- lo vedi? Sei tu!- disse sorridendo. Perché anche con
piccoli gesti riusciva a farsi perdonare ogni cosa? Perché
dovevo essere così succube di quella stupida creatura che mi
stava di fronte? Perché dovevo amarlo tanto senza poterlo
avere?
- devo andare- dissi mettendomi fretta, ancora non era scaduto il
tempo, lo sapevo bene, ma se non fossi andata via adesso, non sarei
più stata in grado di farlo.
- dove?- chiese perplesso.
- è complicato Zoro, però è necessario
che io vada!-
- ma che stai dicendo? Sono forse i banditi? Ti danno ancora fastidio?
Stai scappando da loro?- chiese allarmandosi.
- no, niente di tutto questo, è solo che devo tornare a
casa, altrimenti si preoccuperanno- dissi cercando di calmarlo.
- a casa? Che stai dicendo Nami?!- disse innervosendosi.
- sta tranquillo va tutto bene-
- quando potrò rivederti?- chiese preoccupato.
- seguimi appena mi vedrai incamminare con una ragazza, passeremo per
poco in una cascata, aspettami li, tornerò appena mi
sarà possibile- dissi girandomi e andando via.
- Nami, aspetta- disse prendendomi il braccio.
- che c’è?- chiesi frettolosa.
- mi spiegherai tutto vero?- chiese preoccupato.
- ogni cosa- dissi sorridendo. Mi tirò verso di se
baciandomi con passione, sembrava non credesse di avermi trovata,
cercava certezze che gli confermassero che non stava sognando, lo
capivo bene, perché anche per me era così,
però il mio presto si sarebbe trasformato
nell’ennesimo incubo, un incubo che sarebbe durato tutta una
vita. |
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** la cascata ***
eccolo
il 21° capitolo, come sempre in tremendo ritardo...
PERDONOOOOOOOO spero vi piaccia
ringraziamenti a:
jess_chan
è un'altro di quei capitolo che lasciano l'amaro in bocca...
però a me Rubbis piace molto *.*
ilariabella
devo dire che il capitolo recendete ha sorpreso anche me xd per non
parlare di questo...
tre
88 mi dispiace per il ritardo e anche per il contenuto di
questo capitolo, temo di deluderti, spero non accada *.*
giusy91
diciamola tutta Nami e Zoro insieme non ne fanno uno sano ahahahah sono
entrambi due stupidi però ci piacciono cs u.u
Kodomo
sono davvero contenta che il capitolo precendente ti sia piaciuto
così tanto, non far caso a questo, diciamo che è
un pò... ecco... non so nemmeno io come definirlo xd
Nami
the Car Burlgar sono contenta anche io che Zoro si sia
svegliato, anche se + k altro è andato ad istinto ahahah
sarebbe stato divertente fargli fare una figuraccia però mi
sembrava troppo per uno come lui, il suo orgoglio ne avrebbe risentito,
beh spero questo capitolo non ti deluta troppo *.*
Zonami84
sono contenta che il capitolo ti piaccia grazie *.* chiedo
scusa ancora una volta per il ritardo ma ho avuto seri problemi e come
sempre i compiti si impossessano di me e del mio tempo ... sorry
Yuki
31 grazie per il complimento *.*
emyleerosejordan
ahahah direi che il termine ci ha azzeccato sia proprio
adatto, il poverino è andato a intuito ahahah fa strano
vedere Zoro dolce vero?! in effetti XD però è
così bello *.* grazie per i complimenti ^^
BUONA LETTURA
Andai di corsa nel luogo dell’incontro con Yuki, scoprii con
sollievo che ero in anticipo, ma solo di pochi minuti perché
dopo circa dieci minuti arrivò.
- meno male, state bene!- disse con sollievo. Aveva tra le braccia
molte buste con le cose che aveva comperato e le porsi le mani in segno
di darle una mano che non rifiutò. Ci incamminammo con le
cose tra le mani e quando arrivammo alla salita le ricordai della
promessa di farmi vedere la cascata, speravo che Zoro fosse riuscito a
non perdersi e che ci stesse seguendo. Ci inoltrammo ancora di
più nel bosco, io mi limitavo a seguire Yuki fiduciosa e
ascoltando il rumore dell’acqua che aumentava ad ogni passo
mi convincevo che quella fosse la strada giusta. La via che tavamo
percorrendo non era molto illuminata, le folte chiome degli alberi
riparavano dai raggi del sole, creando delle diverse
tonalità di colore la dove qualche debole raggio riusciva a
filtrare. La vista non era tenebrosa, anzi, i colori che degli alberi
la rendevano serena e tranquilla però mi stavo stancando di
quella penombra e quando i miei occhi si furono abituati a quella luce
fioca, mi ritrovai a doverli coprire con la mano per il dolore causato
dalla luce improvvisa che li aveva colpiti, eravamo usciti da quella
penombra senza che me ne rendessi conto, la visione che mi apparve,
appena riuscii a mettere a fuoco bene la vista, fu celestiale, sembrava
tutto così fantastico, pieno di vita, come un dipinto
surreale. La cascata era immensa, due alte e grosse rocce la
circondavano, rocce particolari dai mille colori, ancor più
belle dell’arcobaleno, in fine l’acqua ricadeva su
una base piatta circondata soltanto da rocce simili a quelle della
cascata, tutte colorate, davano l’impressione di essere
finiti in un dipinto privo di significato, con l’unico scopo
di rendere allegri chi lo guarda. Quella visione era in oltre
caratterizzata dall’illuminazione del sole che sembrava
circondare quell’area e finire tra gli alberi intorno, che
dire, uno spettacolo da mozzare il fiato. Mi chiesi se anche Zoro lo
stesse osservando e se come me ne era rimasto incantato.
- che ve ne pare?!- disse Yuki raggiante.
- è stupendo- dissi estasiata.
- immagino che non ci siano posti come questi nei luoghi in cui siete
stata, vero?!-
- oh Yuki di posti fantastici ne ho visti parecchi, ma questo li batte
tutti, penso che ci verrò spesso, spero solo che Rubbis me
lo permetta, sarei molto più felice se potessi osservare
spesso questo paradiso-
- si vi capisco, il padrone non è severo, se saprete
chiederglielo, sono sicura che ve lo permetterà, adesso
però andiamo o si preoccuperà- disse girandosi
verso la strada di ritorno.
- va bene- la seguii.
Arrivammo alla reggia stanche ed affaticate, andai nella mia stanza e
mi tolsi il mantello che mi aveva fatto sudare dalla testa ai piedi.
Sentii dei leggeri colpi sulla polta che mi fecero sobbalzare.
- si?- chiesi osservando la sagoma dietro la porta.
- posso entrare?- riconobbi la voce di Rubbis e mi affrettai ad aprire
la porta che avevo chiuso a chiave per potermi cambiare
d’abito.
- scusami, volevo cambiarmi, questo vestito non è adatto a
me- dissi sollevando la lunga gonna che mi impacciava nei movimenti.
- io trovo che ti stia benissimo invece, in oltre non posso certo
permettere che la mia regina vada in giro con vestiti inadatti- disse
sorridendo.
- probabilmente hai ragione- dovevo cercare di non farlo arrabbiare per
chiedergli di lasciarmi andare da sola alla cascata.
- allora cosa te ne pare del villaggio?- mi chiese entrando e chiudendo
la porta alle sue spalle.
- oh ecco mi è sembrato davvero molto bello, in oltre
c’è un sacco di gente e non sembrano tutti malvagi
come le persone che mi hanno rapita- dissi cercando di mostrargli la
mia calma.
- certo, è ovvio che non siano tutti come quei maledetti,
altrimenti non ti avrei mai lasciata andare-
- in oltre ho chiesto a Yuki di farmi vedere la cascata- dissi cauta
osservando la sua reazione.
- ah davvero?! C’è un po’ di strada da
fare ed è faticoso soprattutto per il ritorno visto che la
strada è in salita- disse sorpreso.
- si però ne vale la pena, è un posto stupendo
non ne ho mai visti di così belli- dissi cercando di fargli
capire quanto fossi entusiasta di quel posto.
- davvero?! Nemmeno in tutti i posti che hai visitato?! Mi fa piacere
sapere di possedere una tale bellezza nell’isola-
- oh si, è un posto magnifico, mi piacerebbe poterci andare
spesso, sai credo sia perfetto come luogo per riflettere in pace e
rilassarmi-
- se ti piace così tanto potrai andarci ogni volta che lo
desideri- disse sorridendo. Evviva, ero riuscita a convincerlo.
- davvero posso? Oh mi renderesti così felice- dissi
abbracciandolo presa dalla gioia del momento. Sentivo il suo cuore
battere fortissimo sul mio petto e mi accorsi di come si era irrigidito.
- scusami, ti chiedo scusa, ho esagerato- dissi allontanandomi un
po’ per guardarlo in faccia e facendo cadere le mani lungo i
fianchi.
- non hai fatto nulla di male, mi hai solo sorpreso, non pensavo ti
saresti sciolta in questo modo, non così resto almeno- disse
sorridendo dolcemente. Poi sollevando una mano prese ad accarezzarmi il
viso, non capivo perché in sua presenza la mia
volontà andava a farsi friggere, volevo scostarlo,
allontanarmi da lui eppure non ci riuscivo, come se avesse il pieno
controllo delle mie emozioni, mi faceva desiderare quel contatto.
Chiusi gli occhi abbandonando la guancia sulla sua mano calda e sicura,
sentii l’altra mano poggiarsi su un fianco e tirarmi a se,
aprii gli occhi di scatto ma senza riuscire a fare altro, sentivo
dentro di me mille emozioni scontrarsi tra loro, la rabbia,
l’odio verso me stessa, il desiderio, la passione, la paura,
e uno strano senso di oppressione nella testa, eppure nessuna di queste
emozioni mi poté aiutare a sfuggire da quella situazione.
- arriverà il giorno in cui tu ti donerai a me di tua
volontà, prima o poi sarai tu stessa a chiedermi di farti
mia, non aspetto altro principessa- sospirò sul mio collo
facendomi salire i brividi lungo tutta la schiena. Senza che riuscissi
a muovere un muscolo per impedirlo mi baciò, inizialmente
delicato sfiorando le mie labbra, poi diventando avida di quel contatto
feci una leggera pressione sulla sua testa con la mano impadronendomi
delle sue labbra per baciarlo con passione, quel gesto che mi stupii
non poco, non sembrò stupire lui che proseguiva il bacio
senza problemi. Sentivo solo la voglia di quelle labbra sulle mie, non
riuscivo a capire cosa stesse accadendo e perché fossi stata
io stessa ad avvicinarlo a me con prepotenza per baciarlo. La sua mano
si muoveva dietro la mia schiena spingendomi ancora di più
contro il suo corpo che sentivo fremere a contatto con il mio, una
parte di me lo desiderava, l’altra invece voleva urlare. Si
staccò da me quando io mi irrigidii dopo aver acquistato un
po’ di lucidità.
- evidentemente non è ancora giunto il momento- disse
sorridendo.
Io mi allontanai leggermente da lui, temevo accadesse di nuovo, non
volevo che quella strana situazione si impadronisse nuovamente di me,
non potevo permetterlo. Tenevo la testa bassa temendo di incontrare il
suo sguardo. - principessa per favore- Lui prese ad accarezzarmi una
guancia fino ad arrivare sotto il mio mento costringendomi ad alzare il
viso e a guardarlo negli occhi, aveva un’espressione dolce e
rammaricata.
- Nami, io non farei mai niente che possa farti soffrire, ti
aspetterò anche tutta la vita se sarà necessario,
ma non ti avrò mai contro la tua volontà, voglio
che tu ti innamori di me, voglio fare l’amore con te, non
voglio altro, un giorno quando mi guarderai voglio che sia per amore, e
aspettando ciò mi limiterò a guardarti io in quel
modo e a darti tutto ciò di cui avrai bisogno, sei la mia
principessa Nami, non fuggire da me- disse con lo sguardo di chi diceva
il vero.
- non fuggirò Rubbis, te l’ho promesso- dissi
prendendogli la mano per stringerla, volevo si fidasse di me.
- ne sono certo Nami-
- Rubbis, posso chiederti il permesso di andare alla cascata?-
- adesso? Ma ci sei appena stata- disse assumendo
un’espressione seria.
- lo so, ma te l’ho spiegato, quel luogo mi piace, mi sento a
casa- dissi cercando di convincerlo.
- va bene, va pure- disse facendomi poggiare la testa sul suo petto e
accarezzandomi come fossi una bambina, la cosa non mi turbò
affatto.
- grazie Rubbis- dissi sorridendo per quel gesto dolce.
- però torna presto da me- disse dandomi un bacio sulla
fronte prima di uscire dalla mia stanza.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** la ricompensa sono io ***
ecco
il capitolo 22 spero vi piaccia... eheheheh a me è piaciuto
molto, mi sono divertita a scriverlo
ringraziamenti a:
Nami
the Cat Burglar eheheh si è capito eh,
è vero lo ammetto a me Rubbis piace molto *.*
però lo temo mi fa
venire i brividi
Yuki
31 ci ho fatto caso solo adesso tu ti chiami come la serva
di Rubbis *.* spero non ti dispiaccia... comunque se Zoro sapesse
quello k Rubbis ha fatto... beh nn ci sarebbe speranza per lui ahahah
ilariabella
scusami per il ritardo mi dispiace però hai visto sono
tornata u.u me brava xd ahahah grazie per aver atteso *.*
tre
88 grazie per i complimenti *.* mi fa piacere sapere k
nonostante il ritardo e il capitolo insignificante voi abbiate atteso
anche se effettivamente non potevate sapere k il capitolo sarebbe stato
stupido, in compenso spero ti piaccia questo nuovo ^^
jess_chan
Rubbis ti sta sul... ahahah credo sia un'opinione comune, eppure a me
piace tanto *.* anche se forse al posto di nami sceglierei l'avventura
a una vita monotono anche se ricca... tu che ne pensi?
BUONA LETTURA
Dopo essermi cambiata ed aver indossato indumenti un po’ meno
vistosi, mi affrettai ad andare alla cascata dove speravo che Zoro mi
stava aspettando. Proprio come era successo alla priva visita alla
cascata, l’improvvisa luce mi costrinse a socchiudere gli
occhi fino a quando essi non si furono abituati al cambiamento. Quando
li riaprii trovai di nuovo quello spettacolo mozzafiato, era stupendo,
cercando di non incantarmi a guardare la cascata scrutai intorno
cercando di notare Zoro nascosto da qualche parte ma lui non
c’era, probabilmente si era perso come al solito, adesso
sarebbe stato davvero difficile trovarlo. Sobbalzai quando sentii delle
braccia avvolgersi intorno al mio collo, ma sapevo benissimo di chi
fossero.
- pensavo ti fossi perso- dissi girandomi verso Zoro.
- no, sono stato attento a seguirvi senza farmi notare, e poi non sono
un tipo che si perde così facilmente io- disse vantandosi
- no, certo hai ragione- cercai di trattenermi dal ridere. Senza altro
indugio gli spiegai quello che stava succedendo e lui sembrò
ascoltare calmo, come se fosse tutto sotto controllo, come se tutta
quella situazione non lo riguardasse affatto, in fondo aveva ragione.
- quindi questo Rubbis altri non è che il principe di questa
stramba isola?!- disse perplesso.
- si-
- e quindi è stato proprio lui a salvarti da qui bastardi-
- già, è stato lui!- dissi aspettando il verdetto
sul mio salvatore nonché futuro marito.
- bene, allora andrò a ringraziarlo dopo di che potremo
andare a prendere gli altri e andare via da quest’isola-
disse sicuro di se.
- ma sei stupido Zoro?!- dissi infuriata.
- perché? Che ho detto di sbagliato?! Sarebbe inutile
offrirgli denaro come ricompensa, essendo il proprietario di
un’intera isola, deve essere pieno di ricchezze e poi hai
visto le mura di quel palazzo?!-
Un caso senza speranza!
- Zoro, la sua ricompensa sono io-
- cosa?- disse perplesso.
- te l’ho già detto Zoro, voi partirete, presto
gli uomini di Rubbis faranno uscire Ruby e gli altri da quel bosco e
ripartirete, io invece resterò qui, con lui-
- ma che dici Nami?! Ti hanno fatto il lavaggio del cervello? Sei
diventata stupida?- si era infuriato e mi scuoteva tenendo stretti i
bordi della maglietta sul mio collo, dopo un attimo di silenzio che gli
servì a calmarsi mi guardò dritta negli occhi con
sguardo indagatore che lasciava intendere molte cose.
- tu, è davvero questo ciò che vuoi?- chiese
quasi in un sospiro.
- lo ha visto nel mio futuro, ha visto che sarei stata con lui, che ci
saremo sposati, che avrei vissuto con lui, sapeva persino del mio
arrivo, era lui a tormentare i miei sogni- ammisi quasi con sollievo
per aver scoperto da cosa dipendessero quegli incubi.
- io ti ho chiesto se è ciò che desideri, non ho
chiesto quello che ha visto lui, perché sinceramente non mi
importa, per quel che mi riguarda può anche vedere che il
mondo verrà distrutto se partirai, ma se è
ciò che vuoi nessuno deve impedirtelo- disse con gli occhi
che gli brillavano, cavolo come era bello, ora che era così
vicino, da poter sentire il suo respiro sulla pelle, mi accorgevo che
stavo sprecando il mio ultimo tempo con lui per parlare di cose che
avevo già deciso, o per meglio dire che erano già
state decise.
- Zoro, è così che deve andare, a me va bene
così, gli ho promesso che sarei rimasta, io starò
bene, è il modo migliore per avere ciò che ho
sempre desiderato, un tetto sicuro, tante ricchezze e una famiglia
tutta mia- dissi trattenendo le lacrime, se avessi ceduto non mi
avrebbe creduta, e avrebbe fatto di tutto per impedirmi di rimanere
rischiando la sua vita e quella degli altri, non potevo permetterlo.
- una famiglia… Nami, non ti serve lui per avere una
famiglia, ci sono molti uomini che possono darti ciò che
desideri e amarti-
- anche lui mi ama, e fino ad ora non ho mai incontrato nessuno
disposto a fare ciò che fa lui per me, nessuno mi ha mai
detto una sola volta che mi ama o mi ha offerto un’isola
intera in cambio della mia presenza- non erano certo quelle le cose che
volevo, e in fondo solo con Zoro mi ero sentita davvero amata, e solo
con lui avrei voluto formare una famiglia, ma non potevo farglielo
capire ne tanto meno dirglielo, sarebbe stato contrario, Zoro lo
spadaccino che mette su famiglia, per di più con una
mocciosa come me, nah, non sarebbe mai accaduto, perciò
sarebbe stato inutile dirglielo.
- probabilmente è vero, non te lo dicono, ma è
così Nami, non puoi vivere con una persona che non ami-
insistette
- imparerò ad amarlo come lui ama me e sarò
felice-
- se davvero sarai felice, perché mi hai baciato?- disse con
lo sguardo furbo di chi sa il fatto suo.
- se non sbaglio sei stato tu a baciarmi- dissi agitandomi
- già e non è stata la prima volta, e comunque tu
hai risposto al bacio-
- co… si beh era il momento, ero felice per averti
ritrovato, tutto qui- dissi mettendo il broncio,
- quindi se ti baciassi adesso non ricambieresti, giusto?- disse
affilando lo sguardo e avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
- c… certo che ti r… respingerei, ne dubiti
forse?!-
- si, ne dubito- disse poggiando la mano dietro la mia testa
attirandomi verso di se, giocava a sfiorare le mie labbra con le sue,
il suo respiro affannato e fresco mi sfiorava le guance e le labbra
facendomi salire brividi su tutto il corpo. Altro che se era sexy, era
impossibile resistergli ma dovevo farlo. In fine stanco di quel gioco e
della mi resistenza, poggiò le labbra sulle mie con forza e
desiderio, il suo corpo sopra il mio mi impediva ogni movimento,
fuggire da quella situazione era impossibile, e non rispondere al suo
bacio lo era ancora di più. Sogghignò quando mi
senti socchiudere le labbra per baciarlo a mia volta. Delle lacrime
ribelli mi scesero lungo le guance, sapere che quella sarebbe stata
l’ultima volta che avrei sentito il suo corpo, il suo
respiro, le sue labbra, era una consapevolezza troppo amara da mandare
giù.
- andrà tutto bene- disse passando una mano sulle guance per
asciugare le lacrime, si tolse da sopra di me mettendosi seduto accanto
a me, poi con dolcezza mi prese tra le sue braccia facendomi
accoccolare sulle sue gambe con la testa contro il suo petto, sentivo
il cuore battergli forte, era l’effetto che gli facevo io? Mi
accarezzava dolcemente la testa, mi ricordai di quando poco prima lo
aveva fatto anche Rubbis, ma che con Zoro l’emozione era
differente, molto più piacevole e bella, ogni cosa con Zoro
era migliore.
- Nami, adesso calmati, la risolveremo insieme questa situazione,
vedrai che ce la caveremo come abbiamo sempre fatto, non piangere
più, sono qui adesso e non me ne andrò senza di
te-
- perché devi sempre complicarmi le cose?! Ho preso una
decisione, non devi fare niente, solo prendere gli altri e andare via
da qui- dissi singhiozzando.
- se è davvero questo ciò che volevi, non avresti
dovuto baciarmi Nami-
- oh andiamo non significa niente- dissi staccandomi da lui ma
rimanendo sulle sue gambe.
- tu mi ami Nami?- disse arrossendo ma mantenendo la serietà
- n… no, cioè, io, io non lo so- dissi in preda
al panico
- ami lui?-
- no, ma che dici- dissi furiosa per quella domanda, come se mi stesse
offendendo, e mi accorsi della differenza delle due risposte,
dannazione!
- bene, ho capito, preferiresti dunque formare una famiglia con un uomo
che non ami, piuttosto che con uno che ti ama e che tu ami?!-
- imparerò ad amarlo, te l’ho giù detto-
- Nami ama me!- disse diventando rosso, e anche io lo ero. - ama me,
non cercare nessun altro, innamorati di me!-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** ti voglio ***
ecco finalmente il
capitolo 23 scusatemi sono enormemente in ritardo vi chiedo scusa,
spero non
siate troppo arrabbiati ad ogni modo adesso avrò un sacco di
tempo per scrivere
perciò spero di riuscire a finire quata storia, immagino che
anche voi non
vedete l'ora di sapere come finirà giusto? ecco
cercherò di accorciare un pò il
brodo,senza però saltare le scenette che mi sono
già immaginata, ah spero di
non dover mettere rithing se fosse così avvisatemi eh
^^
voglio ringraziare e
scusarmi
soprattutto con chi segue le mie storie e mi regala recensioni che mi
riempiono
di felicità è soprattutto per voi che scrivo
perchè so che vi interessa la mia
storia grazie: tre 88; Franda; Yuki 31; Nami
the Cat Burglar; Kodomo; Zonami84; ilariabella; Nami88
BUONA
LETTURA
-
Nami ama me, innamorati di me- sentendo quelle parole
non potei fare a meno di sentire una fitta acuta al cuore, come se
qualcuno
insoddisfatto della mia sofferenza avesse deciso di darmi il colpo di
grazia
accoltellandomi.
-
Zoro ma che stai dicendo?! Non mi sembra affatto questo
il momento di scherzare è una cosa seria!- dissi cercando di
sembrare
arrabbiata.
- non
sto affatto scherzando, sono serissimo, tu dici di
volerti innamorare, di volere una famiglia e una casa dove vivere
tranquilla,
perciò mi offro per aiutarti a realizzare il tuo sogno-
- no
Zoro, tu non capisci, qui non di tratta di volontari
o di sogni, è della vostra vita che si sta parlando e del
futuro che per me è
già stato scelto, non si può sfuggire a questo!-
-
cosa?! Tu non sei Nami, che diavolo ti hanno fatto? Non
ti riconosco più, la Nami che conosco io non direbbe mai una
cosa del genere,
la Nami che conosco si ribellerebbe a una decisione che le viene
imposta,
cercherebbe di tornare da noi e di derubare quello sconosciuto
prendendolo in
giro, tu chi sei?-
-
Zoro, le persone cambiano, prima o poi si deve fare i
conti con la realtà e pensare alle persone care e alla
giusta decisone da
prendere, ebbene, per me la giusta decisione è questa e non
ho intenzione di
tornare indietro!-
- non
ti credo, non voglio crederti, non posso pensare
davvero che tu voglia abbandonarci per stare qui, non voglio, non posso
crederci- disse con lo sguardo colmo di tristezza e rabbia
-
è quello che voglio invece, per favore non rendermi
tutto più difficile-
- non
ti importa quello che pensiamo noi? Davvero per te
non conta nulla la nostra amicizia?-
- non
c’entra niente questo, io non sto mettendo in
discussione la nostra amicizia, non lo farei mai!- dissi cercando di
fargli
capire che per me la loro amicizia, loro stessi valevano più
di ogni altra cosa
e che se avevo preso quella decisione era proprio per il loro bene.
-
come fai a dirlo, se non sbaglio vuoi andartene dalla
ciurma per vivere qui, senza chiedere a nessuno di noi cosa ne pensa e
senza
dirlo al capitano, questo secondo te non mette in discussione la nostra
amicizia? Nami, tu ci stai tradendo!- disse infuriato.
- No,
non è così, sto solo cercando di prendere la
giusta
decisione, non ho mai dubitato dell’amicizia che ci lega e
mai lo farò, e non
intendo tradirvi io lo faccio per voi ragazzi, perché voglio
che portiate
avanti il nostro sogno, voglio che raggiungiate il one piece anche
senza di me,
è per questo che non intendo cambiare decisione e sarei
grata se tu non facessi
niente per fermarmi- dissi cercando di stare calma e di non mostrare
segni di
debolezza.
-
cos’è che non dovrei fare? Visto che dici di
essere
convinta e sicura di ciò che stai per fare, non dovresti
temere le mie azioni,
o forse mi sbaglio?!- disse con lo sguardo maligno.
- si,
hai ragione, qualunque cosa tu faccia, non mi farà
cambiare idea, ne ora ne mai!- dissi assumendo un tono duro.
-
bene, allora non ti dispiacerà se adesso provo a
dissuaderti, vero?!- disse avvicinandosi pericolosamente a me, senza
nemmeno
rendermene conto avevo cominciato ad indietreggiare senza accorgermi di
cosa
avessi alle spalle
-che
hai intenzione di fare?- dissi preoccupandomi.
-che
importa? Tanto non funzionerà giusto?-
-infatti,
perciò che ci provi a fare?-
-
tentar non nuoce!- andai a sbattere sul tronco di un
albero e prima che me ne rendessi conto lui mi imprigionò
con il suo corpo
contro l’albero.
-Zoro,
non scherzare e lasciami- dissi cominciando a
dimenarmi, a quel punto lui mi prese le mani e me le portò
sopra la testa
bloccandole con una sola mano.
-posso
sempre darti un calcio, so bene dove colpirti, è
inutile che tu mi imprigioni le mani- dissi sorridendo furba.
-fa
pure, provaci, però fossi in te non sarei così
sicura
di riuscire ad affondare il colpo, ti sei forse dimenticata con chi hai
a che
fare? Mocciosa- disse cominciando a leccare il mio collo facendomi
salire de
brividi su tutto il corpo
-no,
Zoro, lasciami, smettila- per quanto continuassi a
dirlo, il mio corpo lo desiderava, speravo solo che lui non se ne
accorgesse.
Sentivo la sua lingua sul mio collo scendere verso il seno e farsi
strada sotto
la maglietta, fino a quando non percepii la mano che aveva ancora
libera
toccarmi il seno avidamente. A quel contatto, tremavo, ogni parte di me
lo
desiderava.
-Zoro,
lasciami ti prego, smettila- dissi cercando di
soffocare il piacere tramutandolo il paura e nervosismo.
-sta
zitta- disse cominciando a leccare impetuoso il
seno.
-Zoro,
m fai paura smettila- dissi iniziando a piangere,
per quanto lo desiderassi, non volevo fosse così, non volevo
che Zoro facesse
una cosa del genere solo per tentare di convincermi, non riuscivo a
sopportarlo.
-MOCCIOSA-
disse afferrandomi la gola con la mano che
prima mi toccava, costringendomi a guardarlo, sentivo le lacrime
scendere sul
mio viso, di paura ne avevo ma solo perché temevo di
perderlo se fosse andato
avanti.
-ti
prego Zoro- sussurrai.
- sta
zitta, sta zitta!- disse prima di chiudermi la
bocca con un bacio, la sua espressione era contrita, era davvero come
pensavo,
stava solo cercando di dissuadermi, fin dall’inizio, non ha
fatto altro che
mentirmi pur di convincermi a cambiare idea, e questo fa male. Smise di
baciarmi quando mi irrigidii, si staccò bruscamente da me e
mi lasciò le mani
avviandosi verso l’acqua.
-ti
faccio paura?- chiese improvvisamente senza voltarsi.
-si-
dissi tenendo lo sguardo basso.
-vattene,
non ti toccherò più, perdonami- la sua voce era
bassa e triste ed ero stata io a renderlo così triste, lo
preferivo quando
faceva il bullo, sembrava più il mio Zoro, quello che
conosco da sempre.
-
farti paura, tsk, non pensavo di disprezzassi a tal
punto-
-idiota-
dissi correndo da lui abbracciandolo da dietro,
sentivo i suoi muscoli contro il mio corpo, inutile dire che quel
contatto
suscitava in me strane voglie, sarebbe stato strano il contrario.
–sei proprio
uno stupido beduino- dissi abbandonando la testa sulla sua schiena.
-tu
sei una mocciosa invece- disse girandosi per
abbracciarmi. –non ti facevo paura?- mi accarezzava i
capelli, avevo il viso
immerso sul suo petto riuscivo a sentire nitidi i battiti del suo cuore
veloci
quasi quanto i miei, il suono del suo respiro mi cullava rilassandomi.
-avevi
uno sguardo talmente cattivo che avevo paura di
guardarti-
-stupida,
io invece avevo paura di perderti prima ancora
di averti avuta!-
- sai
che è inevitabile Zoro- dissi avvolgendo le braccia
intorno alla sua schiena per colmare quel poco spazio rimasto tra di
noi.
-no,
non lo so, non lo penso e non voglio che accada-
-quanto
sei ostinato- sospirai
-Nami,
io ti voglio- non capivo se fosse una supplica o
un ordine, e nemmeno perché fosse così ostinato
ad usare questi mezzi pur di
farmi cambiare idea, insomma arrivare a fare una cosa che non vuole,
che
sciocco.
-Zoro,
ma che diamine di discorsi sono questi, smettila-
dissi arrossendo allontanandomi da lui per tornare lucida, nonostante
sapessi
che lo faceva per forza, era imbarazzante ciò che diceva,
anche perché io al
contrario suo lo desideravo davvero.
-sembra
davvero così assurdo?-
-si!-
dissi convinta.
-è
davvero così strano desiderare di poter stringere tra
le proprio braccia la persona che si ama?!- disse avvilito
-no,
cosa c’entra, è normale desiderare la ragazza o il
ragazzo che si ama-
-ecco,
visto?! Non è poi così assurdo che io ti
desideri!-
-ma
cosa c’entra!-
-ma
Nami, possibile che tu sia così ottusa? E poi dicono
a me di essere stupido-
-infatti
sei stupido-
-eppure
sei tu quella che non capisce adesso!-
-cosa
dovrei capire?! Ti stai inventando di tutto pur di
farmi cambiare idea-
-te
l’ho già detto mi sembra, ciò che
provo, ti ho
persino chiesto di essere mia, secondo te perché?-
-te
l’ho detto, lo stai facendo per convincermi, mi pare
ovvio, è impossibile che proprio tu riesca a provare
sentimenti simili verso di
me, in fondo non facciamo altro che litigare dalla mattina alla sera,
è normale
che tu mi odi-
-allora
è proprio vero che sei scema, io non ti odio
affatto, io ti amo Nami, ti voglio perché ti amo!- disse
venendomi davanti con
l’espressione seria di chi non mente.
Possibile
che stesse dicendo la verità? Possibile che
Zoro, il mio Zoro, fosse davvero innamorato di una mocciosa come me?
-perché,
perché adesso?- dissi cercando di trattenere le
lacrime, ma esse iniziarono a scorrere calde sul mio viso.
-scusami
Nami, lo so, sono uno stupido, in questo momento
vorrei avertelo detto già da tempo, ma non trovavo mai la
scusa per farlo, o il
momento adatto, ne il coraggio, e temevo che tu mi odiassi- disse
abbassando lo
sguardo.
-già,
peccato però che adesso io appartenga a qualcun
altro- dissi mordendomi il labbro, dio quanto facevano male quelle
parole, per
la seconda volta in vita mia mi sentivo in gabbia.
-non
appartieni a nessuno Nami, vieni via con me, con i
tuoi amici, cosa intendi fare qui, non è il tuo posto, non
ci siamo noi, non ci
sono io, Nami, resta con me ti prego-
-non
posso, lo faccio per voi- dissi avvolgendo le
braccia intorno al suo collo, averlo li e non poterlo toccare, mi
sembrava di
essere all’inferno.
-posso
chiederti una cosa?- gli sussurrai all’orecchio
-certo-
disse rispondendo all’abbraccio incatenandomi a
lui.
-solo
per una volta, posso sentirmi libera di appartenere
a te?-
|
|