paura di dormire

di helena485
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** preoccupazioni ***
Capitolo 2: *** la strana voce ***
Capitolo 3: *** ti sento ***
Capitolo 4: *** sensazioni ***
Capitolo 5: *** quel che è giusto ***
Capitolo 6: *** rotta verso Isadora Island ***
Capitolo 7: *** l'arrivo ***
Capitolo 8: *** la trappola ***
Capitolo 9: *** soli nel bosco ***
Capitolo 10: *** primo bacio ***
Capitolo 11: *** nel buio ***
Capitolo 12: *** un ragazzo misterioso ***
Capitolo 13: *** triste verità ***
Capitolo 14: *** il vero volto ***
Capitolo 15: *** scelte ***
Capitolo 16: *** un'idea ***
Capitolo 17: *** fatti sentire dal cuore ***
Capitolo 18: *** in città ***
Capitolo 19: *** perchè? ***
Capitolo 20: *** un ricordo rimosso ***
Capitolo 21: *** la cascata ***
Capitolo 22: *** la ricompensa sono io ***
Capitolo 23: *** ti voglio ***
Capitolo 24: *** tornando a noi ***
Capitolo 25: *** fuga ***
Capitolo 26: *** io senza te... ***
Capitolo 27: *** segreto svelato ***
Capitolo 28: *** Ciò che chiede il tuo cuore ***
Capitolo 29: *** svegliati ***
Capitolo 30: *** tutto un'altro sogno ***



Capitolo 1
*** preoccupazioni ***


- Nami!- sento una voce in lontananza, mi sembra di conoscerla ma devo scappare o mi prenderà, devo scappare corri Nami, corri. Oh no mi hanno presa AHHH.
- NAMI, NAMI, SVEGLIATI- mi sentii strattonare e finalmente capi che stavo dormendo e aprii gli occhi, trovai Nico Robin che mi teneva per le spalle e cercava di svegliarmi. Cercai di mettere a fioco la scena e capii che era successo un’altra volta.
- stai bene Nami? Mi senti?- chiese Robin con un’aria preoccupata
- si sto bene, sono sveglia, dimmi ho urlato di nuovo?- le chiesi passandomi una mano tra i capelli cercando di calmarmi, avevo ancora il cuore che i batteva a mille e il respiro affannato, ogni notte era sempre peggio da li a una settimana ormai non facevo altro che fare lo stesso sogno e solo da un due giorni mi svegliavo urlante e con il battito accelerato.
- si Nami, mi sono spaventata, sembrava ti stessero attaccando- disse lasciandomi le spalle ma rimanendo accanto a me.
- vi chiedo scusa io non lo faccio apposta, sembra tutto così reale- dissi pensierosa.
- sicura di stare bene- una voce dietro Robin catturò la mia attenzione, alzai la testa per vedere chi fosse e trovai Zoro appoggiato alla porta della mia camera con le braccia incrociate al petto.
- si sto bene, cosa ci fai tu qui?- chiesi stupita dal fatto che fosse venuto a vedere come stavo, di solito non si interessava molto ai miei problemi.
- ti ha sentito lui per primo ed è corso qui- rispose Robin.
- ah scusa il disturbo Zoro- dissi tornando ad abbassare la testa.
- tz io non volevo le tue scuse tanto ormai mi hai svegliato-
- tanto dormi sempre- gli risposi irritata dal suo atteggiamento sempre così scontroso, con la coda dell’occhio notai che Robin stava cercando di trattenere le risate.
- ci stavo provando ma una certa signora mi ha svegliato con la sua dolce voce delicata- continuò, fece per andarsene ma io gli tirai il cuscino che lo prese in pieno.
- tu brutta racchia che non sei al…- non gli feci finire la frase dandogli un cazzotto sopra la testa con tutta la forza che avevo sbattendolo per terra. In tanto Nico Robin era scoppiata a ridere sonoramente.
- RAGAZZIII LA COLAZIONEEEE- sentendo l’urlo di sangi provenire dalla sala da pranzo mi alzai per andare a fare colazione Nico Robin mi seguii così come Zoro che si alzò da terra strofinandosi il bernoccolo. Un lampo ci attraversò passando proprio davanti a noi.
- il capitano si è svegliato- disse Nico Robin.
- già come al solito, certe cose spero che non cambino mai- dissi sorridendo. Ecco perché il giorno mi dava sollievo, non lo pensavo solo in questo periodo perché quei sogni mi disturbavano il riposo, da quando mi eri unita a loro ho sempre continuato a pensare che ogni giorno fosse stupendo, e piano piano avevo cominciato a conoscere tutte le loro abitudini e ormai senza la loro presenza non poteva definirsi una mattina regolare. Stavo bene solo se in loro compagnia.
- Namiiii mia adorata, oh dolce Nico Robin prego questo è per voi- disse Sanji servendoci i piatti con il cibo molleggiando sulle gambe e mostrando due occhi a forma di cuori rosa. Lo faceva ogni mattina, anche questa era un’abitudine.
- ehi Nami non ti dispiace se ne prendo un po’ vero ?!- disse Rufy prendendo dal mio piatto una cosa che non feci in tempo a vedere perché scomparve magicamente, riuscii a notare solo il braccio di gomma del capitano che ritornava in dietro con la forchetta piena.
- sei sempre il solito, almeno sai cosa ti sei preso?- chiesi chiudendo gli occhi e iniziando a mangiare.
- in effetti no, ma che importa tanto ormai l’ho mangiato- disse continuando a mangiare riempiendo la sua bocca di tutto ciò che aveva a portata di mano. Era un rito, ogni cosa che si svolgeva su quella nave era diventata la nostra vita, senza saremmo perduti.
- Nami ti andrebbe dopo di raccontarmi i sogni che tanto ti tormentano?- chiese Robin guardandomi preoccupata.
- a cosa servirebbe? Mi rovinerebbero solo la giornata- dissi sospirando
- non lo so è che mi sembra strano il fatto che sia ormai da una settimana che non fai altro che sognare sempre la stessa cosa, in più questi ultimi due giorni sta peggiorando- disse riferendosi al fatto che avevo urlato.
- forse se tu ne parlassi con qualcuno ti sfogheresti oppure potrei cercare di capir se c’è qualcosa che non va e trovare una soluzione nei libri-
- non so se i libri possano servire a qualcosa questa volta però mi hai convinta dopo ne parleremo- dissi continuando a mangiare, anche lei riprese a mangiare con il sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
Mi alzai da tavolo e mi andai a cambiare in camera, la mia testa girava dai mille pensieri che mi frullavano per la testa.
“toc-toc” sentii bussare e immaginai che fosse Robin per parlare dei miei sogni.
- avanti- dissi togliendomi la maglietta per cambiarmi.
- Nami vorrei parlarti di … - sentendo quella voce mi girai di scatto poggiando ma maglietta davanti al seno
- s _ sei nuda- disse Zoro con voce tremante.
- ESCI SUBITO DI QUI- gli urlai girandoli il cuscino.
- Nami aspetta- sentii la porta chiudersi ma lui era ancora in camera mia, sentivo i passi che venivano verso di me, cominciai ad agitarmi, che diavolo gli era preso? Cosa voleva fare?
- ma che diavolo vuoi Zoro esci di qui fammi vestire- ripetei.
- aspetta, fammi vedere- disse sfiorandomi la schiena.
Fammi vedere? Fammi vedere?! Era forse impazzito? Cosa voleva vedere?!
- ma cosa dici? Cosa vuoi vedere?!- lo sentii premere un punto sulla mia schiena e sobbalzai dal dolore
- AHI! - urlai. - ma sei diventato pazzo? Che mi hai fatto? Hai usato forse una mossa speciale imparata da poco?- Mi aveva fatto malissimo.
- ma quale mossa sciocca ragazza, piuttosto hai sbattuto la schiena di recente?- chiese
- n _ no? Perché?- chiesi preoccupata
- perché hai un livido e sembra strano, ha la forma di una mano o almeno credo, dovresti controllare il reso del corpo per vedere se ci sono altri lividi- la sua mano saliva dal punto dove mi aveva toccata prima fino ad arrivare al laccetto del reggiseno del quale sfiorò solo i ferretti e poi ritirò in fretta la mano. - M _ MA SEI NUDAA- urlò di nuovo.
- si Zoro e circa dieci minuti fa ti ho anche detto di uscire- dissi alzando il tono della voce. Mi immaginai il volto che poteva aver assunto, di sicuro era diventato rosso come un peperone mi venne da ridere al solo pensiero, se non fosse stato per l’indiscreto stato nel quale mi trovavo mi sarei girata per vedere la sua faccia.
- CHE COSA STA SUCCEDENDO- l’urlo di Sanji si senti chiaro prima ancora che aprisse la porta della mia stanza sorprendendo me mezza nuda e Zoro dietro di me.
- ZOROOOOOOOOOOO cosa diavolo stai combinando con la mia amata Nami? Oh mia dea cosa ti ha fatto questo maniaco pervertito?-
- non è successo niente stavo solo facendole notar…- mi girai di scatto sentendo quel rumore e vidi Zoro per terra per il calcio che gli aveva dato Sanji.
- stai bene mia adorata? AHHH! Ma sei mezza nuda- gli uscii il sangue dal naso e poi svenne.
Andai di corsa a Zoro rimettendomi la maglietta per vedere se stesse bene, gli presi la testa tra le mani e cercai di svegliarlo, notai che aveva un po’ di sangue sul labbro e lo tolsi delicatamente con il dito prima che potesse accorgersene e vendicarsi su Sanji, speravo solo che non ne sentisse il sapore all’interno della bocca.
- Zoro?! Svegliati, stai bene? - però aveva proprio un bel viso mentre dormiva, di solito ha sempre quello sguardo serio o arrabbiato, mentre dorme invece sembra così sereno e tranquillo.
- Zoro! - cercai di svegliarlo poggiando una mano sul petto scuotendolo.
- cosa è successo?- chiese cercando di aprire gli occhi - quel dannato cuoco- continuò
- stai bene?- chiesi guardandolo attentamente
- si sto bene, non sarà di certo una femminuccia del genere a mettermi al tappeto- disse tirandosi su.
Eppure era quello che aveva appena fatto quella femminuccia, pensai ridacchiando.
- finalmente ti sei rivestita- disse guardando la mia maglietta, poi posò lo sguardo su Sanji che se ne stava ancora svenuto col sangue al naso. - immagino che ti abbia visto come ti ho vista io - si riferiva allo stato di Sanji
- tu mi hai vista da dietro- dissi cercando di giustificare il poveretto.
- non ci tenevo a guardare il resto, grazie- gli diedi un pugno in testa a tradimento.
- ahia - disse toccandosi il bernoccolo.
- esci e portatelo via vorrei cambiarmi in santa pace.
lo trascinò dai piedi fuori dalla mia camera e finalmente mi cambiai.

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Capitolo 2
*** la strana voce ***


ecco finalmente il secondo capitolo di questa storia che sta prendendo una strana piega, nemmeno io so cosa accadrà, non ho un'idea precisa, diciamo che mi faccio guidare dalla storia stessa, spero lo troverete interessante ^^
voglio ringraziare
__gIuLiNa__Nami the Cat Burglar per aver commentato, ho cercherò di aggiungere altri capitoli più in fretta possibile in tanto spero che questo vi piaccia  ^^



- Nami sono Nico Robin posso entrare?-
- si entra pure- la stavo aspettando, mi ero già cambiata e ora stavo distesa sul letto, mi sentivo stanchissima, non riuscivo quasi a tenere gli occhi aperti dal sonno, quei maledettissimi sogni non mi facevano dormire, mi svegliavo in continuazione la notte senza riuscire a prendere sonno per ore e quando finalmente ci riuscivo ricominciava tutto il sogno e mi risvegliavo.
- vorrei che tu mi descrivessi un po’ com’è questo tuo sogno-
- si, inizia tutto tranquillamente, sembra una giornata normalissima mi sto rilassando quando tutto intorno a me diventa nero, come se venissi risucchiata dal buio, riesco solo a vedere ombre che si muovono, poi vedo voi- il ricordo di quel sogno mi faceva stare male, era così vivo dentro me, ne ero terrorizzata. - voi siete la parte più triste, cercate di salvarmi da quelle ombre che sembrano infinite, ne mettete al tappeto un paio ma i rialzano e vi … - non riuscivo a finire la frase, cominciai a tremare al solo pensiero dei miei amici morti per causa mia.
- Nami in ogni caso è solo un sogno, comunque non sai perché quelle ombre vogliano te?-
- no, so solo che rimango sempre sola e una di loro riesce sempre a prendermi ma prima che riesca a uccidermi mi sveglio-
- sei proprio sicura che voglia ucciderti?- mi chiese attenta ad ogni particolare.
- io non lo so però avendo ucciso voi per arrivare a me presumo che voglia fare lo stesso con me-
- non riesco a trovare un nesso con ciò che ci è capitato e i tuoi sogni, l’unica spiegazione che riesco a darmi è che forse sei ancora sotto shock per ciò che abbiamo visto a thriller Bark-
- thriller bark?! No non è possibile è passato troppo tempo nemmeno ci penso più ormai, e comunque non mi ha scioccato più di tanto, era una delle nostre solite avventure, ormai ci ho fatto l’abitudine-
- allora non riesco a capire, credo di dover cominciare a leggere qualcosa al riguardo, cercare informazioni sui sogni, non leggo spesso libri di questo tipo eppure mi pare di ricordare qualcosa che forse può darci una mano, vado a vedere se ho ancora quel libro- si alzò e si diresse verso la porta concentrata a ricordare quello che forse mi avrebbe aiutata, mi sembrava assurdo però che un libro mi avrebbe aiutata con dei normalissimi sogni.
Io decisi di prendere una boccata d’aria e andai sul ponte della nave dove sapevo che a quest’ora non avrei trovato nessuno, o meglio così credevo.
Mi affacciai dalla nave per vedere la schiuma bianca causata dalla nave, era così rilassante, il vento tra i capelli, il rumore delle onde, era questo ciò di cui avevo bisogno in quel momento, dovevo rilassarmi cercando di cacciare via i brutti pensieri. Mentre mi facevo trasportare dal rumore del mare e dal movimento della nave che seguiva le onde un lampo mi oltrepassò i pensieri, d’un tratto mi venne in mente il volto dell’ombra che poco prima di svegliarmi mi riusciva a prendere, era terrificante, tremai vedendola come se volesse prendere vita, un terribile mal di testa si impossessò di me, mi lasciai cadere sulle ginocchia con la testa tra le mani cercando in qualche modo di far calmare il dolore che mi stava massacrando.
- Nami? Non ti senti bene? Vuoi che chiami Chopper?- la voce di Rufy la percepii debole e in lontananza ma quando mi girai mi accorsi che era a pochi centimetri da me.
- Nami ma i tuoi occhi? Vieni ti porto da Chopper- non dissi una parola, mi lasciai prendere in braccio da Rufy che preoccupato mi portò subito nella stanza del nostro dottore, non capivo perché ma quando Chopper mi guardò fece una faccia poco rassicurante, sentivo le loro voci rimbombare nella mia testa, non riuscivo a capire molto.
- sta bene?- chiese Rufy dopo avermi poggiata sul letto rivolgendosi al dottore.
- non lo so, non ho mai visto degli occhi così, farò del mio meglio per scoprire cosa le sta succedendo- disse la renna aprendomi uno alla volta gli occhi che secondo loro avevano qualcosa che non andava, capii solo dopo che nonostante riuscivo a percepire il movimento che faceva Chopper alzandomi la palpebra io non vedevo niente, il buio mi aveva risucchiata ma questa volta ero sveglia, o almeno così sembrava.
- cosa sta succedendo?- la voce di Zoro, anche lui era arrivato. Cercai di aprire gli occhi ma non vedevo niente, non riuscivo nemmeno a parlare, eppure avrei voluto chiedere cosa stesse succedendo, avrei voluto sapere se era un sogno o la realtà. - Z _ Zoro - fu l’unica cosa che riuscii a dire nonostante mi stessi sforzando, solo il suo nome mi venne quasi facile da pronunciare, sembrò una supplica della mia stessa mente.
- sono qui- gli senti dire e avverti la sua mano sul mio braccio. Non era mai stato così premuroso, significava forse che ero grave.
- si può sapere cosa le sta succedendo?- continuò
- io non lo capisco, credo sia in una sorta di dormiveglia, non capisco se si rende conto di ciò che sta accadendo- sentivo la voce di Chopper divenire sempre più triste, mi accorsi di altre voci in lontananza, tutta la ciurma era riunita a vedere come stavo, i miei affezionatissimi compagni, mi ritornò in mente quel sogno, nel quale loro morivano tutti per salvare me, non potevo perdonarmelo, non riuscivo a permettergli di fare questo, nemmeno in sogno, mai in alcuno modo avrei permesso loro di morire a causa mia. D’un tratto non percepii più niente, ne la mano di Zoro ne le voci dei miei compagni che fino a pochi secondi prima mi avevano circondata facendomi capire che non stavo dormendo.
- sei stata una bambina cattiva -
- di chi è questa voce? Chi sei?- mi agitai sentendo una voce nella mia testa
- non dovresti raccontare di noi in quel modo, deve rimanere un segreto- il buio che mi circondava lasciò spazio a uno spiraglio di luce che mi permetteva di vedere il necessario, stavo di nuovo sognando, me ne accorsi solo quando notai i corpi per terra privi di vita.
- Rufy, Robin, Sanji, Usop, Chopper, Brook, Franky- uno per volta riconobbi i corpi senza vita dei miei compagni, tutti tranne uno.
- Zoro!- urlai cercando ovunque il suo corpo, ma non lo trovai
- Nami, tranquilla ci vuole ben altro per buttarmi giù- cercai nella direzione dalla quale veniva la voce stanca di zoro, lo vidi con le due spade in mano e l’altra in bocca in posizione d’attacco.
- morirà anche lui mia piccola Nami, e sarà solo colpa tua-
- STA ZITTO!- urlai contro la voce correndo verso Zoro che sembrava allontanarsi sempre più ad ogni passo che facevo.
- ZORO! - urlai continuando a correre, perché? Perché non riuscivo a raggiungerlo, e perché tra tutti solo lui era rimasto vivi? Possibile che quel sogno fosse così crudele da affliggermi la punizione più spietata, vedere Zoro morire davanti ai miei occhi, questo avrebbe fatto più male della morte stessa.

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Capitolo 3
*** ti sento ***


- morirà perché sei stata una bambina cattiva- continuava a dire la voce che non capivo da dove provenisse. Avevo smesso di correre e guardavo ciò che stava succedendo, Zoro si stava battendo contro l’ombra che si muoveva rapida aiutata dalle tenebre che lo nascondevano.
- NOOO! - urlai quando mi accorsi che lo aveva colpito
- PRENDI ME, PRENDI ME AL SUO POSTO- urlai con tutte le mie forze sperando che mi sentisse nonostante la distanza, urlai con le lacrime agli occhi che non riuscivano a fermarsi.
- morirà perché sei stata una bambina cattiva, tutti quelli che conosci sono morti cara Nami, sono morti solo per colpa tua- continuava a ripetere quella voce. Lo sapevo bene, sapevo che tutto quello che era successo era colpa mia e non potevo perdonarmelo. Il rumore delle spade di Zoro che cadevano per terra mi distrasse dai miei pensieri e riuscii a vedere lui che cadeva per terra.
- NOOOO!- urlai capendo che anche lui era morto nel vano tentativo di salvarmi. Ma perché? Perché non aveva ucciso me? Non era me che voleva?
- cosa vuoi da me? Lasciami in pace!- dissi con le lacrime che scorrevano sul mio viso come un fiume in piena.
- voglio vederti soffrire come ho sofferto io a causa tua, tutto ciò che ti circonda è destinato a sparire, tutti i tuoi amici e parenti, moriranno tutti per causa tua, proprio come succederà a lui- notai che l’ombra si era avvicinata di nuovo a Zoro e capii che ancora non era morto ma lui era deciso a finirlo e prese una delle sue spade puntandola sulla sua schiena.
-NOOOO!- urlai ancora svegliandomi di soprassalto.
- Nami calmati!- la voce di zorò mi rassicurò, scoppiai a piangere ma mi accorsi che avevo già pianto perché il mio viso era bagnato. La sua mano era ancora appoggiata sul mio braccio l’afferrai e  mi buttai tra le sue braccia, era solo un sogno, un orribile sogno e tutti i miei amici erano vivi, lui era vivo.
- tranquilla va tutto bene- disse accarezzandomi i capelli, non riuscivo a smettere di piangere, temevo di averlo perso per sempre, credevo di non poterlo abbracciare di non poter più sentire un contatto con il suo corpo. Perché di tutti le persone che erano morte per me lui era l’unico che era riuscito a farmi stare così male? Avevo provato dolore anche per gli altri ma quando avevo visto lui ancora vivo mi sentivo meglio, e ancora quando lo avevo visto morire davanti ai miei occhi ero morta anche io con lui.
- hai fatto un’altra volta lo stesso sogno vero? Calmati adesso era solo un sogno, sono qui adesso! Mi senti?- disse allontanandomi per guardarmi
- si ti sento- dissi cercando di fermare le lacrime
- continuavi a fare il mio nome mentre tremavi, perché?- chiese guardandomi negli occhi e asciugando le lacrime dal mio viso.
- io non lo so, era quel sogno erano tutti … e tu eri … - non riuscivo a pronunciare quella parola, quanto dolore avevo provato a causa di quel sogno, e quanto ancora ne avrei dovuto provare visto che ogni volta era sempre peggio.
- sciocca di una mocciosa- disse poggiandomi una mano sulla testa
- io sto bene, guarda!- continuò sorridendo dolcemente.
- si stai bene!- cercai di calmarmi convincendomi che tutto andasse bene, che quello era solo un sogno.
- ti senti meglio? Fammi vedere bene gli occhi- si avvicinò al mio viso, era a pochi centimetri da me, il cuore che batteva già forte per la para provata nel sogno cominciò a battere più forte.
- ok adesso sembrano apposto, ehi ma perché sei così rossa in viso?- mi chiese con la faccia perplessa.
- ah … io … n _ non lo so, ho caldo - cercai di trovare una scusa decente ma il mio cervello doveva ancora riprendersi dalle forti emozioni che avevo provato e che tuttora provavo.
- mm … - si avvicinò ancora di più al mio viso, per un attimo pensai che stesse per baciarmi, chiusi gli occhi non riuscendo più a controllare le mie azioni dall’agitazione che provavo. Mi accorsi che aveva poggiato le labbra sulla mia fronte
- in effetti sei calda, chiamo Chopper credo tu abbia qualche linea di febbre- disse allontanandosi da me. Io feci un sospiro di sollievo quando capi. Lui si alzò mi fece mettere sdraiata sul letto e mi copri bene, sembravo una bambina da come mi trattava, eppure tutte quelle attenzioni che mi stava dando mi facevano sentire coccolata, da lui poi che di solito era capace solo di offendermi. Mi accorsi che nella stanza c’era solo lui, era rimasto con me tutto il tempo, il mio cuore perse un battito, aveva tenuto la mano sul mio braccio per tutto il tempo che avevo dormito che non sapevo precisamente quanto fosse, ma era rimasto li, non potevo crederci, non capivo perché lo avesse fatto.
- quanto ho dormito?- gli chiesi cercando di moderare sia le parole che il respiro
- circa tre ore- disse dirigendosi verso la porta.
- sei rimasto qui tutto il tempo?- gli chiesi stupita
- si- disse abbassando lo sguardo
- perché?- gli chiesi mettendomi seduta sul letto
- non volevo lasciarti sola, ti stavi agitando troppo pensavo che se ti saresti svegliata e non avessi visto nessuno ti saresti spaventata- disse girandosi a guardarmi.
- ah, beh grazie- la sua risposta mi deluse un po’, è vero era stato premuroso dovevo riconoscerlo, però speravo in qualcosa di diverso.
- e poi continuavi a chiamarmi, speravo che parlandoti ti saresti ripresa prima- disse girandosi dall’altra parte come per nascondere il viso.
- mi hai parlato per tutto il tempo?- chiesi stupefatta.
- beh più o meno- disse grattandosi la guancia, si stava vergognando?! Un sorriso si fece strada sulle mie labbra, era riuscito a darmi più o meno la risposta che cercavo.
- perché facevi il mio nome?- questa volta ad essere imbarazzata ero io, si era girato forse per controllare la mia espressione.
- perché eri l’unico rimasto in vita- ammisi abbassando lo sguardo, non volevo notasse il sollievo che provavo e il dolore ricordando che era morto davanti i miei occhi.
- durante il sogno … - si interruppe e io lo guardai, era perplesso. - sembravi disperata hai detto diverse volte “prendi me”- continuò
Non sapevo cosa dire, come giustificare quelle parole, in fondo credevo fosse giusto offrirsi al posto di un amico, eppure per lui avrei sacrificato volentieri me stessa, pur di saperlo vivo lo avrei fatto che si trattasse di sogno o realtà, ma non capivo perché era così facile pensare di morire per lui, in fondo non siamo mai andati d’accordo, siamo l’esatto contrario di amici, stiamo sempre a litigare, non ci sopportiamo l’uno con l’altra e ci prendiamo a pugni, o meglio lo prendo a pugni, spesso, eppure per lui avrei sacrificato me stessa più di quanto avessi fatto con gli altri.
- perché?- chiese riportandomi al discorso che stavamo facendo.
- tu non avresti fatto lo stesso?- chiesi buttandomi sulla scusa più plausibile che potei trovare, una scusa sia per lui che per me.
- tzè per una mocciosa come te? Non credo proprio- disse sorridendo, ecco ora riconoscevo lo Zoro di sempre. Gli tirai il cuscino che lo prese dritto in faccia. Lo raccolse venendo verso di me, il sorriso era svanito. Si avvicinò a me poggiò una mano sul letto era vicinissimo al mio viso, il mio cuore prese a correre nel mio petto, ne sentivo chiaramente ogni battito, stava per esplodere.
- c _ che vuoi?- chiesi con voce tremante.
- non affaticarti- disse poggiando il cuscino al suo posto, mi mise le mani sulle spalle e mi buttò giù, mi stava fissando negli occhi, io mi ero persa nei suoi così intensi e pensierosi, avrei dato qualunque cosa per scoprire a cosa stesse pensando, chissà quali strani pensieri gli giravano in quella testa bacata che aveva.
- sto bene -gli dissi cercando di distrarlo dai suoi pensieri
- non mi importa quello che dici, ho visto come stavi prima devi riposare-
- no! Non voglio dormire- dissi alzando di poco il tono della voce, avevo paura di rifare un’altra volta quel sogno. - ho dormito tre ore, sto bene-
Cercavo di convincerlo ma sicuramente si vedeva dalle occhiaie che avevo bisogno di dormire, ma sapevo che non ci sarei riuscita.
- devi dormire, ne hai bisogno, si vede hai una faccia- il suo tono era offensivo, io misi il broncio.
- stravo scherzando- disse mettendomi un dito tra le sopracciglia che avevo corrugato.
- non voglio dormire, ho paura- dissi guardando da un’altra parte.
- se ti resto accanto riesci a dormire?- a quelle parole mi mancò il fiato, sarebbe rimasto ancora li per me?! Stavo sognando? No era impossibile visto che ultimamente mi era impossibile fare sogni stupendi come quello.
- penso di si- dissi con voce tremante.
- spostati- disse sedendosi sul letto. Io mi spiaccicai alla parete dove finiva il letto e lui si sdraiò accanto a me facendomi cenno di poggiarmi sul suo petto, e lo feci, mi rannicchiai accanto a lui poggiando la testa all’altezza del suo cuore che riuscii a sentire battere forte quasi quanto al mio, era agitato anche lui?! Lui mi avvolse con il braccio sul quale ero appoggiata, mi sentivo protetta, sarei rimasta sveglia ad assaporare quel momento facendomi cullare dal suo respiro ma la stanchezza prese il sopravvento e senza accorgermene caddi tra le braccia di Morfeo.


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Capitolo 4
*** sensazioni ***


ed ecco finalmente il quarto capitolo, questo è dedicato quasi interamente a Zoro e Nami.
 

 
vorrei ringraziare
 Nami the Cat Burglar è grazie alle recensioni che riesco a trovare la giusta ispirazione per scrivere e mi incentivate a aggiornare in fratta la storia, se sapessi che non interessa a nessuno ci metterei i secoli ^^ spero questo capitolo ti piaccia.

ringrazio tutti coloro che recensiranno in futuro la storia, spero XD

buona lettura



- non riuscirai a nasconderti per molto da me-
- chi sei? Cosa vuoi da me?- di nuovo quella voce, prima nei miei sogni non c’era, andava sempre più peggiorando, forse però riesco a scoprire per quale motivo continuo a fare questi incubi, forse parlandogli riuscirò a sapere cos’è che vuole da me e dai miei amici.
- è te che voglio- la sua voce era roca, incuteva timore, non riuscivo ad immaginare a chi potesse appartenere, sicuramente non sarebbe stata di un gentil’uomo, sembrava invece un guerriero o qualcosa del genere.
- ma io non ti conosco! Chi sei? Perché mi tormenti?- non capivo se fosse solo frutto della mia immaginazione o se quella voce avesse un volto e un corpo, non riuscivo a pensare che esistesse davvero, e non volevo minimamente pensarci, sarebbe stato rischioso per i miei compagni e per me se quello che era solo un incubo si rivelasse realtà, forse per loro che non conoscevano ciò di cui era capace sarebbe stata solo una delle tante avventure, una sfida come tutte le altre, ma per me che ormai diverse volte avevo visto come riusciva a distruggere tutti i miei amici, anche se in sogno, ero terrorizzata.
- ogni cosa a suo tempo mia piccola Nami, non preoccuparti, ho in serbo per te un destino del quale non riuscirai più a fare a meno-
- perché non mi lasci in pace? Non ti ho fatto niente di male, nemmeno so chi tu sia- dissi agitandomi, le mie parole erano una supplica, per quanto mi facesse ribrezzo supplicare, lo facevo per loro, per i miei amici, per Ruby e tutti gli altri che sapevo per certa non avrebbero esitato un solo istante sacrificandomi per me, ma io non potevo permetterlo, avrei fatto ogni cosa per rendere loro salva la vita, in fondo non poteva nemmeno definirsi uno scambio equivalente, la loro vita era di certo più importante di me, non avrei avuto rimpianti, ero sicura delle miei parole e mai me ne sarei pentita.
- se è me che vuoi eccomi, sono qui, ma ti prego non toccare i miei amici-   - tutto a tempo debito Nami- la sua voce divenne un sospiro, dal tono sembrava stesse sorridendo.
Sentivo qualcosa sfiorarmi i capelli, mi vennero i brividi lungo la schiena, era così dolce e delicato quel contatto che non capivo di chi fosse, forse era dell’ombra eppure sembrava troppo reale. Sentì una carezza sul braccio, poi arrivò a sfiorarmi la guancia e in fine mi spostò una ciocca dai capelli e mi accorsi che non ero più nel sogno, o almeno così sembrava, poiché il nero che mi circondava era diverso da quello che vedevo sempre nel sogno, sembrava più chiaro, tranquillo soave. Ero sveglia o meglio, mi stavo svegliando, me ne accorsi dal respiro che sentii sulla mia guancia, era Zoro, mi stava accarezzando con una delicatezza che mai mi era stata concessa. Si divertiva ad accarezzare i miei capelli, vi intrecciarsi le mani per farle scivolare via  fin quando i capelli non finivano, poi mi toccava la spalla, scendeva lungo il braccio e risaliva, arrivava alla guancia che sfiorava con un dito e mi sembrava come se ogni volta che arrivava li si avvicinasse anche con il viso perché sentivo il suo respiro farsi più intenso e caldo, un altro brivido mi colse quando mi sfiorò le labbra con un dito. Perché mi stava toccando in quel modo? Cosa significava per lui? Forse stava cercando di svegliarmi, altrimenti non capivo il perché di quelle carezze, di quei sospiri. La sua mano si fermò sulla mia guancia, stavo attenta ad ogni sospiro, ogni minimo movimento, cercavo di capire cosa stesse facendo, ma sembrava non stesse facendo niente, solo stava fermo.
- sai dovresti aprire gli occhi-  il mio cuore prese a correre veloce, mi spaventai sentendo la sua voce in quel silenzio che per qualche minuto ci aveva circondati. Il tono della sua voce sembrava giocoso, che avesse capito che ero sveglia?
- Nami lo so che sei sveglia- disse come in risposta al mio pensiero.
- mi hai beccata eh- dissi aprendo gli occhi cercando subito il suo sguardo che trovai fisso su di me e molto più vicino di quel che credevo. Era affianco al mio viso con il volto girato verso di me, stava poggiato su un fianco disteso nel letto accanto a me, io avevo la testa sul suo braccio, sentivo il suo corpo avvampare di calore, accanto al mio che invece tremava, non so se per il freddo o per l’eccitazione. Cercavo di nascondere il mio imbarazzo, la sua mano era ancora poggiata sulla mia guancia, sembrava la stesse bruciando con il solo contatto perché il quel preciso punto sentivo un caldo assurdo e nello stesso momento freddo, eppure per nulla al mondo avrei spostato quella mano interrompendo quel nostro contatto così soave e dolce.
- dormito bene?- i suoi occhi erano limpidi, dolci, stupendi come sempre. Ma perché, perché pensavo questo di lui? Non poteva piacermi Zoro, sicuramente era solo perché ultimamente si era dimostrato premuroso e buono con me, si non c’era altra spiegazione plausibile per giustificare quei miei pensieri così assurdi su di lui, quella voglia di abbracciarlo, di sentirmi parte di lui.
- si, ho dormito benissimo- dissi cercando di escludere la voce che mi aveva disturbata, ma almeno era stato meglio del mio solito incubo che non mi faceva dormire, mi sentivo riposata davvero questa volta.
- meno male, pensavo avresti fatto un’altra volta quel sogno, invece ho notato che hai dormito tranquillamente, devo ammettere che dopo poco mi sono addormentato anche io- sorrideva, era raro vedere Zoro sorridere così dolcemente, avrei tenuto l’immagine di quel sorriso impressa nella mente sempre, custodendola come un tesoro prezioso. Sorrisi con lui.
- quanto ho dormito?- chiesi
- non lo so, non credo sia passato molto tempo-
- Zoro ma hai mangiato?- chiesi ricordandomi che non si era mosso da quella stanza durante le tre ore precedenti e mentre dormivo.
- no, nemmeno tu in effetti, vado a prendere qualcosa, gli altri sicuramente avranno già mangiato, vedendoci dormire non avranno voluto disturbare- arrossii e stranamente anche lui. Tolse il braccio che avevo sotto la testa delicatamente e fece per alzarsi ma lo bloccai afferrandogli il braccio, perché non mi ero stata ferma dannazione al diavolo l’autocontrollo, ormai il mio corpo stava prendendo uno strano via, e non andava affatto bene, il mio cervello e le mie azioni si stavano mandando al quel paese a vicenda. Mi pentii subito di quel gesto pensando che non aveva senso.
- che c’è?- disse voltandosi verso di me
- non andare via- dissi con occhi quasi supplichevoli.
- vado a prenderti qualcosa da mangiare, è da questa mattina che non mangi, avrai fame!- il suo sguardo non era arrabbiato come mi aspettavo da quel gesto, anzi era dolce, innocente, pensieroso, tutto fuorché arrabbiato o irritato, sospirai di sollievo. Gli lascia il braccio pensando che volesse mangiare, poverino in fondo anche lui non mangiava dalla mattina solo perché era rimasto tutti il tempo con me. Mi alzai anche io mettendomi seduta sul letto.
- dove vai?- mi chiese guardandomi perplesso
- vengo anche io, hai detto che devo mangiare- ammisi
- no, rimani qui, sei debole, non vorrei doverti portare in braccio in caso di un tuo cedimento improvviso- disse con un sorriso beffardo sul volto.
- sto bene, non ho bisogno che tu mi prenda in braccio, non preoccuparti- dissi uscendo dalla stanza di Chopper. Ero stata già abbastanza un peso per lui, non volevo diventasse un’abitudine perché sapevo che presto questo suo volersi prendere cura di me, che comunque non sapevo da dove fosse arrivato, sarebbe finito.
- sei la solita mocciosa impossibile- arrivò alle mie spalle e mi prese in braccio.
- ma che fai Zoro mettimi giù!- dissi dimenandomi un po’
- non ne ho alcuna intenzione- così dicendo strinse di più la presa, sentivo i suoi muscoli addosso, era una sensazione bellissima, mi sentivo così protetta, coccolata, arresa a quella sua forza, non che avessi tanta voglia di respingerlo, gli avvolsi le braccia intorno al collo non prima di avergli messo il broncio, lui sorrise divertito dalla mia espressione da bambina.
- mocciosa-
- bruto-
- ah e così sarei un bruto eh- disse facendo finta di lasciare la presa ma prima che potessi cadere la riprese tranquillamente.
-AH!- un urlo di paura mi scappò dalle labbra, sembrava più un misto tra divertimento e rabbia.
- sei uno stupido - dissi dandogli un pugno sul petto per scherzare.
- e tu sei una stupida isteria-
- uomo delle caverne-
- racchia- eh no racchia no, adesso aveva esagerato, presa dalla rabbia gli diedi un pugno in testa mettendo il broncio, quello vero.
- AHIA!- disse toccandosi con una mano il bernoccolo che gli era uscito.

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Capitolo 5
*** quel che è giusto ***


E con questo siamo al quinto capitolo, non temete non sto dimenticando la trama, cerco solo di allungare un pò il brodo aggiungendo qualche capitolo che parli un pò di Nami e Zoro, la verità è che mi piace immaginare ciò che quei due possano combinare e ho pensato di dedicargli un pò di spazio, se vi annoiate ditelo e cercherò di arrivare prima al nocciolo della questione, comunque il prossimo capitolo succederanno altre cose in tanto leggete questo, spero vi piaccia...

un ringraziamento particolare sempre a chi recensisce le mie storie e a chi mi segue, in particolare a Nami the Cat Burglar grazier per avermi avvisata dell'errore nell'altro capitolo, non me ne sono resa conto, ero troppo presa a scrivere ^^ non mi da fastidio anzi, mi fai un favore spero però di non fare altri errori almeno per rendervi più scorrevole la storia, grazie ancora, sero questo capitolo sia di tuo gradimento

buona lettura



- sei la solita stupida, non c’era bisogno di colpirmi così forte, tzè uno fa una gentilezza e viene ripagato in questo modo-
- non è colpa mia se esageri sempre con i complimenti- dissi imbronciata
- e di certo non è colpa mia se provochi-
- a sarei io a provocare eh mi sembra che sei tu che continui a chiamarmi mocciosa- insistetti
- è quello che sei una mocciosa prepotente e manesca-
- sono manesca solo quando serve - protestai
- tzè sei insopportabile-
- visto che sono così insopportabile perché non mi metti giù?!-  
- non provocarmi- disse guardando da un’altra parte io invece lo fissavo decisa e irritata.
- mettimi giù ominide che non sei altro- dissi dimenandomi. Lui si arrestò e mi guardò serio. Oh oh lo avevo fatto arrabbiare sul serio.
- c _ che c’è? - dissi balbettando intimidita da quello sguardo.
- sei, sei, ah non lo so cosa sei!- disse mettendomi giù andando via.
- NON TI SOPPORTOOOO- gli urlai quasi ringhiando.
- ma Nami con chi parli- disse Rufy spuntandomi alle spalle, mi voltai per salutarlo e mi accorsi che aveva un pezzo di carne in bocca
- ciao Rufy, ma come mai stai ancora mangiando?- chiesi perplessa, una mezza idea mi illuminò.
- ho trovato del cibo avanzato in cucina e per evitare che andasse sprecato ho pensato di fare uno sforzo e mangiarlo- disse masticando quello che aveva in bocca. Una sonora risata mi usci dalla bocca senza poterla fermare immaginando la faccia che avrebbe fatto Zoro non vedendo il cibo che gli spettava.
- CUOCOOOOO- un urlo inumano si udì per tutta la nave e risi ancora di più, Sanji sbucò dalla sua stanza a pochi passi da me e Rufy che ci stavamo guardando la scena indisturbati.
- CHE DIAVOLO HAI DA URLARE TESTA D’ALGA?!- urlò Sanji dirigendosi a passo spedito verso la cucina.
-DOV’E’ IL MIO CIBO DANNATO CUOCO DEI MIEI STIVALI- urlò Zoro in preda alla rabbia.
- TE LO SARAI Già MANGIATO RAZZA DI IDIOTA- replicò il cuoco esasperato. Ci fu un attimo di silenzio nel quale immaginai che si fossero uccisi a vicenda ma poi seguitò un urlo.
- RUFYYYYYYYYYYYY- entrambi urlarono come due pazzi il nome del capitano, non ci voleva tanto ad incolparlo, in fondo ogni volta che a sparire era del cibo c’era sicuramente di mezzo lui, inevitabile.
- cosa ho fatto?- mi chiese perplesso il mio capitano.
- credo ti convenga scappare se non vuoi essere picchiato- dissi ridendo divertita. In tanto i due correvano come due pazzi, il capitano mi diede un bacio sulla guancia prima di scappare.
- GRAZIE NAMI- urlò correndo via, il bacio che non era altro che un gesto per ringraziarmi, credo, non sfuggi agli occhi di Sanji che ancora più furioso si avventò sul capitano.
- COME HAI POTUTO MANGIARE IL CIBO PREPARATO CON LE MIE MANI PER LA DOLCISSIMA NAMI E BACIARLA DAVANTI I MIEI OCCHI PER DI Più! COSA C‘è TRA DI VOI DIMMELOOOOO!- urlò furioso
- RUFYYYYYYYYY! DAMMI IL MIO CIBOOOOO- si avventò anche Zoro. Era una delle solite zuffe, però mi dispiaceva per Zoro rimasto senza cibo anche per colpa mia, sentendomi in colpa decisi di andare in cucina a preparargli qualcosa da mettere sotto i denti.
- NAMIIII AIUTAMII- dal ponte si sentivano gli schiamazzi e tanto fracasso dei tre e le suppliche del mio povero capitano che invocava uno ad uno l’aiuto dei propri compagni, senza alcuna risposta, ovviamente. Io cercando di non toccare troppe cose per evitare la furia di Sanji preparai un enorme panino con tutto quello che ero riuscita a trovare. Andai sul ponte dove ancora era in corso la lotta che durava già da un po’ e chiamai Zoro che sembrava non volesse rivolgermi parola, andai quindi in mezzo alla zuffa e lo presi per un orecchio trascinandolo mentre frenetico e dolorante si dimenava cercando di liberarsi. Lo portai in cucina dove gli diedi il panino che guardò con attenzione prima di dirne una delle sue.
- dì, per caso è avvelenato?- non risposi nemmeno, gli diedi un pugno in testa e senza replicare più morse il panino che divorò in poco tempo.
- era avvelenato?- chiesi offesa.
- spero di no, non voglio morire, sono ancora giovane, devo raggiungere il mio sogno di diventare spadaccino, girare il mondo, affro…- non lo feci finire dandogli un calcio esausta.
- AHIA- urlò. Io sospirai stufa
- comunque grazie avevo davvero fame- disse tornando serio.
- lo so, ho visto- ammisi
- hai mangiato?- mi chiese guardandomi attentamente.
- no, non ho voglia di mangiare- ammisi andando via, dovevo cercare di distaccarmi da lui, stava diventando tutto troppo strano, mi ritrovavo sempre con lui e questo non andava bene, stavamo passando troppo tempo insieme, le conseguenze sarebbero state pesanti, quando si sarebbe allontanato improvvisamente ne avrei sofferto, preferivo quindi evitare di attaccarmi troppo a lui.
- non sarai ancora offesa per prima vero?- mi chiese prima che uscissi dalla stanza
- no, no tranquillo nessun ancore- dissi senza fermarmi ne guardare indietro.
- allora perché sei così fredda?- mi disse afferrandomi il braccio, io sobbalzai, non avevo nemmeno sentito che si fosse spostato.
- non sono fredda, non più del normale- ammisi
- ma che stai dicendo?- chiese perplesso.
- cosa c’è di strano? Mi comporto sempre così!-
- veramente nelle ultime ore mi era parso che ti fossi addolcita un po’- insistette.
- evidentemente sono tornata l’arpia isterica di sempre- dissi girandomi e liberandomi dalla sua presa cominciai a camminare.
Mi afferrò di nuovo per il braccio strattonandomi con prepotenza facendomi sbattere contro il suo petto. Mi fece poggiare con la testa contro di lui tenendomi stretta con le braccia.
- scusami- mi sussurrò. Il mio cuore perse un battito, e un altro ancora, per iniziare la sua rapida corsa.
- Zoro lasciami- le lacrime stavano per uscire da sole, ribelli, un misto tra rabbia, gioia, tristezza, un misto di emozioni in contrasto l’una con l’altra, non volevo piangere, non senza motivo, almeno non davanti a lui dopo che mi aveva abbracciata, chissà cosa avrebbe pensato di me.
- ti ho chiesto scusa Nami, non essere arrabbiata con me ti prego- insistette
- non sono arrabbiata Zoro, ma lasciami- come potevo essere arrabbiata con uno stupido senza cervello come lui? Come poteva anche solo pensare che potessi tenergli il broncio, lui che stava diventando il mio salvatore, colui che mi proteggeva dagli incubi, meglio di un padre, meglio di un amico o un amante. Stare a contatto con lui mi faceva sentire stana, provavo troppe emozioni estranee ai miei sensi, non riuscivo nemmeno a spiegarmelo, a spiegarmi perché in sua compagnia mi sentissi così euforica, triste, allegra, sensibile, timida, fragile e indifesa e allo stesso tempo serena e tranquilla perché con lui affianco ero tranquilla. Non desideravo altro, ogni volta che il suo corpo mi sfiorava avvertivo un brivido lungo la schiena, impossibile da fermare.
- perché scappi? Sembra quasi che tu abbia paura di me, eppure non mi sembra di averti fatto niente di male!- la sua voce sembrava triste.
- non sto scappando Zoro, cerco solo di fare quello che faccio di solito, sei tu quello strano- ammisi cercando di trattenermi il più possibile dal ricambiare quell’abbraccio che mi travolgeva in una dolcezza quasi impossibile.
- perché sarei strano?- chiese allontanandomi da lui per cercare chiarimenti nella mia espressione.
- non mi hai mai trattata in questo modo, sei strano non te ne accorgi? Non so cosa tu abbia in quella testa bacata e sinceramente non mi interessa saperlo- dissi cercando di sembrare il più convincente possibile, era dura, sapevo che sarebbe cambiato come il giorno e la notte, sapevo che da quel momento in poi da lui non avrei più ricevuto tutte quelle attenzioni, ma sapevo anche che sarebbe stata la cosa migliore, per me e per lui. Mi liberò dalla sua presa con lo sguardo serio e tranquillo, il suo solito sguardo di Zoro. Senza aggiungere altro se ne andò passandomi accanto sfiorandomi con il braccio. Presa da una profonda tristezza che non volevo far vedere a nessuno mi diressi nella mia stanza e li scoppiai a piangere.

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Capitolo 6
*** rotta verso Isadora Island ***


Ecco anche il sesto, ci ho messo un pò perchè mi stavo guardando la tv, eheh, comunque da qui avrà inizio l'avventura, spero vi piaccia ^^ spero commenterete in tanti

Nami the Cat Burglar non so perchè ma immaginavo che avresti letto subito il capitolo non sai quanto mi renda felice, stavo aspettando il tuo commento che come sempre mi ha messo in movmento il cervello stimolandomi le idee, non si può dire lo stesso dei nomi, per trovarne uno adatto all'isola ci ho messo troppo XD (spero non farete caso alla sua banalità)

BUONA LETTURA



Il tempo trascorreva rapido mentre cercavo di non pensare alle mie preoccupazioni occupandomi di ciò che sapevo fare meglio, disegnare cartine, in oltre dovevo cercare l’isola più vicina, dovevamo fare provviste e poi l’idea di attraccare su un’isola inesplorata mi entusiasmava, avrei potuto liberarmi per un po’ di Zoro, sapevo già che scesa dalla nave inventando una scusa mi sarei distaccata dal gruppo, forse avrei fatto un giro per le città con Nico Robin, almeno lei mi avrebbe tenuto compagnia, ma solo lei o al massimo sarei andata con Rufy per evitare che sprecasse il nostro denaro per cose futili, o meglio per ingozzarsi. Tutto questo sarebbe finita, avevo solo bisogno di distrarmi, di non pensare a quel dannato sogno, alla voce e a Zoro, forse sarei riuscita a non pensare al sogno, un po’ meno facile sarebbe stata dimenticarsi quella terribile voce, e sicuramente impossibile mi sarebbe risultato non pensare a Zoro.  Stava diventando un’ossessione. Stanca di disegnare cartine decisi di andare sul ponte della nave, volevo stare un po’ tranquilla sotto i miei mandarini e magari mangiare qualcuno, avevo fame. Andai sul ponte e non vi trovai nessuno.
- meno male, un po’ di pace- dissi tra me e me, dirigendomi verso i mandarini. Ne presi uno assaporandone l’odore inebriante e cominciai a sbucciarlo e a mangiarlo, ne presi un altro e cominciai a bighellonare per il ponte mangiando il mandarino. Il sole stava tramontando, non c’era spettacolo migliore, sia il cielo che il mare si erano colorati si un’arancione ricco di sfumature sul rosso e sul gallo, era stupendo, aspettai fin quando non si poté notare la luna con accanto la prima stella, era rilassante e mi distoglieva dai pensieri più tetri. Cominciò a tirare una certa arietta ed ebbi i brividi quando il vento soffiò più forte e fresco, non faceva freddo però si sentiva che l’aria si era rinfrescata per l’assenza del sole.
- hei Nami, che stai facendo qui tutta sola?- la voce di Rufy mi raggiunse alle spalle, mi voltai nella sua direzione e notai il suo solito sorriso da bambino, aveva il potere di mettermi allegria, mi sentivo a mio agio, il capitano era proprio un tipo particolare, gli volevo un gran bene, in tutto il tempo che avevamo passato insieme avevo cominciato ad apprezzare sia i suoi pregi che i suoi difetti, non tutti, però non avrei saputo immaginare Rufy diversamente da come lo conoscevo, e nemmeno mi sarebbe passato per la testa di cambiarlo in qualche modo, lui andava bene così com’era.
- guardo le stelle, tu?- chiesi chiedendomi come mai non era in cucina a supplicare Sanji di farlo mangiare.
- guardo te- disse affiancandomi e guardando le stelle. Non capivo bene il senso delle sue parole ma mi accorsi che il suo sorriso era svanito, era preoccupato. - in questo periodo sei molto strana, più stanca del solito, non ti arrabbi nemmeno più come prima, in oltre li sento sai- disse confermando la mia supposizione, era preoccupato per me, ma non compresi le ultime parole.
- cos’è che senti?- gli chiesi perplessa.
- le tue suppliche- disse guardandomi serio.
- le mie suppliche? Ma che dici?- sarà anche stato serio ma non riusciva proprio ad essere chiaro.
- la notte, ti sento la notte quando ti lamenti nel sonno, e la mattina quando urlo, le sento sempre Nami, le tue suppliche, e non riesco a trovare un rimedio, non posso mettermi a leggere libri come farebbe Robin perché perderei la concentrazione dopo poco, e non posso nemmeno fare altro, posso solo dirti che buono o brutto che sia, sogno o realtà, se continuerà a farti soffrire avrà vita breve!- lo disse stringendo i pugni lungo i fianchi, i suoi occhi sembravano accesi ad una nuova sfida, sapevo come si sentiva, era ciò che provavo ogni volta che dovevamo combattere ed io ero quella da proteggere perché priva di poteri non potevo fare molto tra la mischia, diventando un peso per gli altri.
- Rufy, non devi preoccuparti per me, io sto bene, starò bene, ho tutti voi dalla mia parte, ho bisogno solo che tu mi faccia una promessa- dissi prendendogli una mano e guardandolo seria, volevo capisse i miei sentimenti, volevo mi facesse quella promessa che per me equivaleva alla salvezza della mia anima.
- cosa?- chiese ricambiando lo sguardo attento ad ogni parola.
- se dovessimo trovarci in una strana situazione e io venissi catturata, ti prego, ti prego non rischiare la tua vita per salvarmi, ne la tua ne quella degli altri, promettilo!- il suo sguardo diventò un misto tra rabbia e delusione.
- come puoi chiedermi questo?! Che razza di capitano sarei se lasciassi un componente della mia ciurma nelle mani del nemico?! Come potrei guardare in faccia gli altri miei compagni senza provare disprezzo per me stesso, senza leggerglielo in faccia?!- le sue non erano domande, mi stava sgridando per aver anche solo pensato a ciò che gli avevo chiesto.
- Rufy perché, perché ti ostini tanto, cerca di capirmi, come potrei vivere se vi accadesse qualcosa per colpa mia?!-
- come potrei vivere io se ti accadesse qualcosa e non provassi nemmeno ad aiutarti?!- il suo punto di vista era simile al mio, ma con una netta differenza, qui si parlava della mia misera vita, io non valevo certo come loro, non poteva paragonarmi a loro, doveva capirlo.
- non puoi, non devi mettere in pericolo l’intera ciurma per salvare un essere inutile come me, tutti voi avete dei sogni da realiz…- lo schiaffo che mi arrivò mi paralizzò le parole e il corpo, non ci era andato pesante, ma il dolore che sentivo era per il mio orgoglio ferito, per il significato che aveva quello schiaffo, valeva più di mille parole.
- adesso basta Nami, non voglio più sentirti dire una cosa del genere, tutti noi abbiamo dei sogno, compresa te, siamo una ciurma e come tale ci comporteremo, e mai, ripeto mai permetterò che uno di noi venga abbandonato al suo destino, se sarà il caso di rischiare la vita per salvarti, che sia tu o un altro di noi, allora sarò felice di morire pur di riportarti su questa nave sana e salva- le lacrime scendevano silenziose sul mio viso, il mio capitano così bambino eppure a volte così uomo, non mi aveva promesso ciò che gli avevo chiesto però sapevo che qualunque cosa sarebbe capitata, lui l’avrebbe affrontata con un sorriso, e se mi sarebbe accaduto qualcosa sarebbe intervenuto per riprendermi con se, per riportarmi sulla mia nave, tra i miei compagni, ora era una certezza.
- e comunque cerca di non metterti nei guai!- disse andando via
- farò del mio meglio capitano- gli dissi accennando un sorriso, si voltò appena per farmi vedere che anche lui sorrideva.
Ripresi a guardare le stelle, mi asciugai le lacrime, non c’era bisogno di piangere, avevo i miei amici, non avevo bisogno d’altro. Improvvisamente mi arrivò qualcosa addosso che mi fece sobbalzare, lo presi rapida togliendolo da dosso e mi accorsi che era una maglietta, a giudicare dalla grandezza capii che doveva essere si un uomo mi girai per vedere chi me l’avesse tirata e vidi Zoro andare via.
- copriti, fa freddo- mi disse sparendo all’interno della nave. Misi la maglietta, aveva il suo odore, rimasi incantata ad annusarla quando la voce di Sanji catturò il mio interesse.
- RAGAZZI A TAVOLAAAA- come sempre quando si trattava di mostrare le sue doti culinarie era al settimo cielo, la fame mi stava divorando e senza indugiare oltre corsi in sala da pranzo. Gli altri erano già intenti a mangiare, Rufy come sempre si ingozzava e mi sorrise allungandomi una coscia di polli, per lui era tutto passato, era bastato quel sorriso.
- capitano abbiamo una nuova rotta- dissi cominciando a mangiare, tutti si interessarono al discorso.
- dove siamo diretti- chiese con la bocca piena.
- andremo a Isadora Island- dissi con un certo entusiasmo negli occhi.
- ah si la conosco, dicono sia un’isola dalla rara bellezza, pura incantatrice- disse Nico Robin, immaginavo che la conoscesse, avevo letto anche io qualcosa al riguardo, per questo non vedevo l’ora di arrivare.
- in oltre dicono sia un’isola tranquilla, ho letto di colui che la governa, un uomo molto severo, è grazie a lui se quell’isola è in perfette condizioni-
- bene allora rotta verso Isadora Islad!- disse Rufy alzando la mano destra nella quale aveva una coscia di pollo.

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Capitolo 7
*** l'arrivo ***


ecco il capitolo 7 siamo sull'isola, da qui dovrebbe essere tutto un pò più movimentato. chiedo scusa per il ritardo sono imperdonabile lo so, ma sono stata troppo impegnata con lo studio e tutto il resto, in oltre sto perdendo la fantasia e qsto è un problema, cercherò di aggiornare la storia senza farvi aspettare troppo, spero mi perdoniate

buona lettura



Come sempre la cena fu piuttosto movimentata, chi rubava cibo a destra chi urlava a sinistra, insomma una normale cena come tutte le altre. Prima di andare a dormire diedi le coordinate dell’isola a chopper, se il tempo continuava a essere così tranquillo, saremmo arrivati in mattinata, non vedevo l’ora.
Avevo ancora in dosso la maglietta di Zoro, il suo profumo mi inebriava i sensi, mi mancava, da quando avevamo discusso sembrava tornato quello di un tempo, per tutta la cena non mi aveva rivolto parola in oltre non mi aveva guardata nemmeno una volta, io invece lo avevo studiato, avevo osservato ogni suo movimento, era quello di sempre, dovevo essere contenta, in fondo era ciò che volevo, eppure ero così triste. Mi distesi sul letto, consapevole del fatto che non avrei dormito visto il lungo pisolino del pomeriggio, in oltre se mi fossi addormentata non avrei riposato ugualmente perché avrei fatto quel sogno un’altra volta, quindi mi limitavo a stare sul letto pensando a ciò che avrei fatto arrivati sull’isola, il mio sguardo vagava per la stanza in cerca di qualcosa che potesse catturare la mia attenzione, ma lo trovai solo guardando fuori dalla finestra, la luce della luna era così bianca e candida, ne rimasi incantata e con lei trovai presto la voglia e il bisogno di chiudere gli occhi e dormire.
- brava piccola mia- la voce che ormai ero perfettamente in grado di riconoscere mi fece subito capire che stavo sognando di nuovo.
- speravo te ne fossi andato- ormai mi stavo abituando a lui, in oltre cominciavo a trovare quella voce rassicurante, in fondo era solo un sogno, e con le parole del mio capitano la paura e i timori che avevo erano spariti.
- non me ne andrò mai- disse ghignando, un brivido mi corse lungo la schiena, e se fosse stato vero? Se non sarebbe mai sparito, se fossi stata costretta a sognare tutte le notti l’uccisione dei miei compagni? Con quest’ultima domanda mi salì un dubbio, come mai non vedevo i corpi dei miei compagni per terra privi di vita?
- che ne hai fatto di loro?- dissi agitandomi e guardando intorno.
- niente piccola mia-
- come niente? Tutte le notti mi tormenti uccidendoli prima di passare a me, perché questa sera non lo stai facendo?- chiesi nella confusione più totale
- semplicemente non c’è più alcun bisogno di ucciderli, so già che ti avrò senza problemi-
- ucciderai solo me giusto?- dissi cercando di mantenere il giusto autocontrollo
- non ho intenzione di ucciderti- il suo tono di voce sembrava triste
- allora cosa vuoi da me?- chiesi perplessa
- lo scoprirai, spero solo tu non mi costringa a fare del male a quei tuoi insulsi amici-
- non devi toccarli, farò tutto ciò che vuoi ma tu non dovrai toccarli nemmeno con un dito- dissi innervosendomi
- va bene Nami, te lo prometto a patto che anche tu mantenga ciò che hai appena detto-
- lo farò- strinsi quel patto con serenità, se non avessi fatto passi falsi tutto sarebbe andato bene. Non capivo cosa fosse quel sogno, chi o cosa avesse quella voce e come mai mi tormentava, l’unica cosa della quale ero certa è che per nulla la mondo avrei permesso ai miei compagni di morire per me, Rufy doveva continuare il suo viaggio, con o senza di me, non poteva assolutamente fermarsi, perché il titolo di re dei pirati spettava a lui e io avrei aspettato il mio re per tutta la vita, se fosse stato necessario, perché io ero un pirata, qualunque cosa fosse accaduta sarei rimasta un pirata, e lui sarebbe tornato da me un giorno a reclamare uno dei suoi pirati, ne ero certa.
-Nami, svegliati- la voce di Nico Robin mi fece aprire gli occhi immaginando di essermi dimenata un’altra volta durante il sogno, anche se mi sembrava strano visto che non mi era parso un sogno movimentato, mi sentivo anche più riposata rispetto al solito.
- ho urlato un’altra volta?- chiesi cercando di svegliarmi per bene.
- veramente no, non ti abbiamo sentita tutta la notte, è solo che siamo arrivati all’isola- disse sorridendo.
- ah davvero? Ma è fantastico- dissi alzandomi per cambiarmi. Ero euforica, non vedevo l’ora di vedere quello splendore di isola, sarebbe stato fantastico andare in giro per negozi e perlustrare la zona, davvero non stavo più nella pelle.
Dopo essermi vestita corsi sul ponte della nave, ciò che vi trovai mi sorprese non poco. Il posto nel quale ci trovavamo era a dir poco stupendo, l’intera isola era coperta dal verde fatta eccezione per la spiaggia nella quale luccicava la sabbia illuminata dal sole, gli alberi di diversi colori, come nell’arcobaleno, catturarono la mia attenzione. Eravamo ancora lontani dall’isola, e proprio per questo avevamo una visione più che perfetta avvolta da tutti quei colori, ci sembrava di essere entrati in un‘altra dimensione, quell‘isola dava l‘impressione che fosse abitata da creature incantate, era come vivere una favola. Nella parte più alta si potevano intravedere delle mura bianche, probabilmente proteggevano il palazzo del re, doveva essere molto bello anche il palazzo e pieno di ricchezze al suo interno se aveva bisogno di quelle mura così alte per proteggerlo, i miei occhi si illuminarono al solo pensiero dell’oro e di altre cose preziose che si potevano trovare all’interno della reggia.
- di sicuro possiede molti tesori interessanti- disse Robin affianco a me.
- oh si, sicuramente è così- dissi capendo che stava cercando di decifrare i miei pensieri, e ci era riuscita benissimo.
- sei sempre la solita Nami- disse sorridendo.
- finalmente siamo arrivati Nami, lo vedi com’è bella quest’isola?! Chissà forse riusciremo a trovare un tesoro interessante- disse Rufy entusiasta quanto me della bellezza dell’isola e del suo aspetto così misterioso.
- speriamo sia così capitano, ho proprio voglia di un’avventura- dissi assecondando il suo desiderio di cimentarsi in un’altra sfida dove sicuro di se, sarebbe risultato vincitore, come sempre del resto. Scesi dalla nave sembravamo come disorientati da tutti quei colori, gli alberi avevano davvero un aspetto insolito, era come se da un momento all’altro sarebbero sbucati fuori degli esserini a dirci di non profanare la foresta, sembrava di vivere una favola, proseguimmo indisturbati il bosco che sicuramente ci avrebbe condotti alla città, tutti eravamo curiosi di scoprire come fossero le case, se erano costruite in modi particolari e volevamo vedere i suoi abitanti, chissà magari erano davvero degli esserini, pensandoci per tutto il tragitto non avevamo ancora incontrato nessuno, eppure erano diverse ore che stavamo camminando. Io stavo davanti al gruppo insieme a Rufy, sembravamo gli unici ad essere incuriositi, gli altri sembravano annoiati, beh in fondo stavamo camminando già da molto tempo e ancora non era successo niente, però ne io ne il mio capitano riuscivamo ad arrenderci, io volevo distrarmi dai miei pensieri, dal mio incubo e lui voleva semplicemente divertirsi.
- ehi Nami, manca molto ad arrivare? Ho fame- ecco, questo era un chiaro segno del cedimento dello stomaco del capitano, in lui la fame vinceva sempre su tutto il resto, sapevo che se non fossimo arrivati presto ci avrebbe riempito la testa di lamentele, elencando uno ad uno ogni tipo di piatto che avrebbe voluto mangiare.
- siamo quasi arrivati- ammisi, anche se in effetti non avevo la più pallida idea di dove fossimo finiti
- secondo me ti sei persa- eccolo, come sempre, il solito rompiscatole di uno spadaccino.
- sta zitto, e comunque per tua informazione se mi perdo io, ti perdi anche tu- dissi facendogli la linguaccia, essi un chiaro segno che Zoro, lo scontroso e insopportabile, era tornato.

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Capitolo 8
*** la trappola ***


Eccolo l'8° capitolo, sto trovando l'ispirazione, grazie a voi che commentate la mia storia ** sono commossa, comunque cercherò di non metterci troppo tempo ad aggiornare voi però abbiate pazienza e fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, eheh si avvicinano alla parte critica.

voglio ringraziare come sempre le persone che mi stanno incoraggiando commentando la storia, Nami the Cat Burglar e Kodomo, grazie *.* mi riempite il cuore di gioia spero di non deludere le vostre aspettative...

BUONA LETTURA


Camminavamo ancora, ormai era chiaro, ci eravamo persi, sembrava in tutto quel tempo, tre ore circa, non ci eravamo mossi di un millimetro dal punto di partenza, gli alberi, e rocce erano sempre gli stessi, nella medesima posizione e qualunque strada percorressimo finivamo sempre in quel punto.
- Nami ho fame, ma quando si arriva?- si lagnò Rufy, come dargli torto, sembrava di stare in un labirinto.
- Rufy mi dispiace, non riesco a trovare la strada, è come se non ci fosse alcuna via d’uscita e non en capisco il motivo, in fondo è un’isola, prima o poi dovrà finire questo benedetto bosco del cavolo- ammisi dispiaciuta e stanca di girare intorno.
- non è colpa tua Nami, è quest’isola- disse Robin assumendo la sua solita espressione pensierosa catturando il mio interesse.
- che vuoi dire?- le chiesi
- vedi, quando vi ho parlato dell’isola in realtà non ho detto tutto quello che sapevo- prese un lungo respiro per poi continuare a raccontare ciò che aveva tralasciato quando eravamo ancora sulla nave. -in effetti credevo fossero solo dicerie, ma a quanto pare è tutto vero-
- C _ cosa vuoi dire Robin? Che succede in quest’isola? Ci sono i fantasmi? Assassini? Mostri? Fanno sacrifici umani a qualche strana divinità?- chiese Usop iniziando a tremare come suo solito.
- no, nulla del genere Usop sta tranquillo- disse Robin cercando di calmarlo.
- allora Robin vuoi dirci cosa succede in quest’isola?- chiese impaziente Rufy.
- dicono che ci sia una forza oscura, un potere su l’intera isola-
- un potere? Di che genere?- chiesi incuriosita
- si racconta di strane sparizioni, di pirati che dopo aver messo piede sull’isola non ne sono più usciti, ogni genere di nave una volta attraccata non lascia più questo posto così come i suoi passeggeri, però erano solo racconti di persone annoiate, giusto per attirare un po’ l’attenzione delle persone, per parlare di qualcosa non c’era niente di fondato, non credevo fosse realtà- ammise dispiaciuta
- ma allora come fanno gli abitanti dell’isola a non sparire? Ammesso che ci siano- chiese Rufy
- per il semplice fatto che tutto questo accade solo a coloro che mettono piede sull’isola come visitatori, chi è nato e cresciuto quei vive in armonia con l’isola che li protegge dagli intrusi- chiarì Robin
- in pratica è una trappola, è come se l’isola si difendesse sa sola!- intervenni.
- esatto, ma come ho già detto erano solo dicerie, anche perché c’è chi smentisce certe parole, per questo non vi avevo dato molta importanza-
La situazione si sta facendo interessante, bene isola, se è la sfida che vuoi, una sfida avrai! PUGNO GAM GAM IN AZIONE!- così dicendo lanciò il suo braccio di gobba in cima a un albero e aggrappandosi saldamente si tirò su fino a raggiungerne il punto più alto. Per una volta aveva avuto una buona idea, capimmo subito che stava cercando di vedere la strada, unico modo che avevamo per poter uscire di li. Qualcosa però nella sua espressione mi turbò.
- ALLORA? SEI RIUSCITO A VEDERE LA STRADA? LA CITTA? QUALUNQUE COSA?- gli alberi erano molto alti e dovetti urlare per farmi sentire da lui.
- EHI NAMI, QUI NON C’E’ NIENTE!- disse portandosi una mano sopra gli occhi per proteggersi dal sole, il cappello gli era scivolato dietro le spalle mentre saltava, per fortuna che era legato con quella cordicina che indossava come una collana.
- MA COME? CHE SIGNIFICA “QUI NON C’E’ NIENTE?”- gli chiesi ripetendo stupita le sue stesse parole.
-QUELLO CHE HO DETTO- disse con lo sguardo da bambino innocente che assumeva quando voleva far sentire in colpa la gente per averlo trattato male, non lo sopportavo quello sguardo, era il mio punto debole. -vieni con me- disse atterrandomi affianco all’improvviso, tanto che quel suo movimento così repentino mi fece sobbalzare. Mi prese i fianchi con un braccio e mi strinse a lui, mentre con l’altro braccio si aggrappava nuovamente all’albero pronto a risalirci con me, la sua stretta era così sicura e allo stesso tempo tanto dolce, mi sembrava più un abbraccio, non ne capivo il motivo ma quel suo tocco mi innervosì parecchio, non in senso cattivo però. Forse dipendeva dal fatto che fosse stato così dolce e delicato, oppure perché ho sempre amato farmi abbracciare da un uomo, non che Rufy si potesse definire tale, specie quando si prendeva in considerazione il suo cervello, però in quanto a fisico ne aveva, e se non sapevo fosse lui mi sembrava davvero di stare tra le braccia di un uomo. Arrivati in cima quello che potei scorgere con i miei occhi mi terrorizzo, avevo un senso di terrore dentro lo stomaco che non riuscivo a mandare via, intorno a noi restavano solo altri venti metri di alberi colorati, dopo di che, il nulla più totale, mi girai in tutte le direzioni, proprio come aveva fatto prima il capitano e il terrore mi pervase tutto il corpo, non solo lo stomaco, tutto era avvolto, forse nascosto, da una nebbia fittissima, eppure sembrava non esistesse nemmeno il cielo, non era nebbia, era l’isola che ci aveva intrappolati dentro di se, e non ne saremo più usciti.
- lo vedi?! Non c’è niente- disse guardandomi perplesso - tutto bene Nami? Stai tremando- così dicendo mi strinse più a se avvolgendomi anche con l’altro braccio. - vuoi che ti porti giù- disse notando che non gli rispondevo-
- no, io sto bene, sto solo cercando di capire cosa sta succedendo, voglio vedere, controllare che non sia davvero solo nebbia, devo cercare di convincermi che non sia un altro dei miei incubi, devo credere di non avervi messo in pericolo con le mie stesse mani- dissi mortificandomi.  
Quella sembrava una punizione divina, eravamo intrappolati in mezzo a degli alberi colorati, solo con dei miseri alberi, ed era tutta colpa mia.
- tranquilla Nami ce la caveremo, come sempre, t porterò via di qui, insieme agli altri ovviamente-
- se non riusciremo a trovare una soluzione sarà molto difficile riuscirci, però so che il mio capitano non si arrenderà mai, e io non ho intenzione di deluderti- gli sorrisi.
- AVETE FINITO DI STARE LA SOPRA?- la voce di Zoro ci fece rabbrividire, sembrava furioso, ovviamente stare in quella foresta non piaceva nemmeno a lui e siccome è un tipo piuttosto impaziente non poteva certo aspettare che io mi calmassi e iniziassi a ragionare, oh no certo, il signorino non poteva aspettare. Rufy con un balzo ci fece atterrare dove erano gli altri per riferirgli quello che avevamo visto.
- ragazzi aveva ragione Rufy, non c’è niente oltre a una ventina di metri di bosco- mentre spiegavo lanciavo occhiatine furtive a Zoro che invece era intento a guardare in malo modo il capitano, lanciando qualche occhiataccia anche a me ma distogliendo subito lo sguardo, che voleva dire tutto questo?!
- è proprio come nelle dicerie di cui vi ho parlato poco fa- ammise Nico Robin sempre più preoccupata.
- non è che per caso tra i libri hai letto anche qualche soluzione a tutto questo? Magari sai come tirarci fuori da qui, come sempre del resto- chiesi.
- purtroppo no, come ho già detto non erano storie fondate perché nessuno ha mai fatto ritrono dall’isola, quindi non ci sono testimonianze di alcun tipo, girano queste voci portate dalla marina e diffuse poi nella popolazione, poiché le navi della marina dirette su quest’isola in cerca di pirati per ordine dei superiori, non sono più tornate a casa-
-mm … ho capito, beh un modo deve pur esserci per fuggire da questo posto- disse Sanji irritato dalla situazione.
- troveremo un modo per uscire da qui, siamo usciti da situazioni ben peggiori mi pare- disse Rufy cercando di calmarci.
- ragazzi ma avete notato che da quando siamo qui non abbiamo visto nemmeno un animale?- intervenne Chopper.
- si hai ragione ora che mi ci fai pensare non si sentono nemmeno gli uccelli cantare- continuò Frankie
- niente animali = niente cibo, siamo spacciati- il capitano si era abbandonato a se stesso buttandosi a terra in lacrime.
- EHI TU - urlai dandogli un pugno in testa - CHE FINE HA FATTO L’ENTUSIASMO CHE AVEVI PRIMA?- continuai.
- ma Nami, ho fame, non c’è cibo, moriremo di fame- disse lagnandosi
- credo sia inutile rimanere qui, dobbiamo riuscire a trovare un modo per uscire di qui o almeno trovare qualcosa da mangiare- disse Chopper serio.
- si hai ragione, ma abbiamo girato fino a poco fa e non abbiamo visto niente- ammisi
- dividiamoci, forse perlustrando diverse zone contemporaneamente riusciremo a trovare qualcosa- disse Chopper, era piccolino ma ci sapeva fare, sapeva sempre come calmarci e poi come dottore era unico e con quel suo musetto adorabile faceva tanta tenerezza.
- va bene allora dividiamoci- dissi convinta.
- ok allora Rufy tu andrai con Usop, Robin tu andrai con Frankie, tu Nami andrai con Zoro- cominciò a fare le coppie
- C _ COOOOSAA?!- dissi sentendo l’ultima coppia - perché io dovrei andare con Zoro? Di solito vado sempre con Nico Robin, fatemi andare con lei-
- sono d’accordo con Nami, non mi sembra una cosa giusta che lei vada con Zoro, il mio dolce splendore- disse Sanji furioso
- sarebbe troppo pericoloso, almeno Zoro ti potrà difendere- disse Chopper
- ti proteggerò io dolce Nami, anzi verrò con voi due, proteggerò entrambe- le parole di Sanji si perdevano nell’aria, mi sarebbe andato bene persino lui, pur di non restare sola con Zoro, pur di non metterlo in pericolo.
- ma io so difendermi benissimo anche da sola, e poi Robin ha il potere del frutto del mare-
- si ma Robin non più proteggerti se doveste essere attaccate- disse Chopper sicuro della sua decisione, in quel momento mi sentivo un’inutile esser, ero solo un peso per loro, lo ero sempre stata, tutti dovevano pensare a proteggere la fragile Nami incapace di fare qualsiasi cosa.
- vado io con Nami- disse Rufy avvicinandosi a me sorridendo
- ma insomma nessuno mi presta un po’ di attenzione- Sanji depresso si era accasciato per terra giocherellando con l’erba.
Mi sentii afferrare il braccio, mi voltai e vidi Zoro con lo sguardo serio tirarmi per il braccio e camminare verso gli alberi.
- ma ehi Zoro lasciami- dissi cercando di liberarmi dalla presa, inutilmente.
- Zoro ma che fai, lasciala- disse Rufy perplesso, ma che stava succedendo tra quei due? Non ci capivo più niente.
- EH?! COSA STAI FACENDO ALLA MIA DEA LASCIALA IMMEDIATAMENTE- urlò Sanji fuori di se.
- dobbiamo cercare di uscire da qui, non perdete tempo in chiacchere, noi andiamo a vedere da questa parte, voi perlustrate il resto- disse senza nemmeno voltarsi, io smisi di dimenarmi e lo seguii, mi teneva ancora la mano e ormai i nostri compagni erano distanti, quasi non si vedevano più.

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Capitolo 9
*** soli nel bosco ***


Ed ecco anche il nono capitolo, si torna a Zoro e Nami, lasciati soli nella foresta cosa mai potranno combinare? eheheh leggete e lo scoprirete, spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento ^^
volevo ringraziare:
 Nami the Cat Burglar per aver commentato, confesso che anche a me piacciono entrambe le coppie per questo ho deciso di rendere la storia più complicata, spero di riuscirci XD
giusy91 ecco l'altro capitolo, spero ti piaccia fammi sapere ^^
Kodomo mi dispiace averti fatto credere che fosse una runami ma fa tutto parte del piano ^^ spero non ti annoierai nel leggere questo capitolo
emyleerosejordan grazie per i complimenti, devo ammettere che anche a me piace mo Zoro versione geloso ahahah è molto difficile immaginarlo così, in fondo si sa com'è realmente, comunque spero questo capitolo ti piaccia ^^

BUONA LETTURA


Ormai stavamo camminando già da un po’, non stavo badando nemmeno alla strada, lui teneva serrata la presa sul mio braccio, come se avesse paura che se mi avesse lasciata sarei scappata tornando dagli altri, non che non ci abbia pensato, ma comunque non lo avrei fatto.
- si può sapere perché mi eviti? Non sono un mostro sai?!- disse fermandosi e lasciandomi il braccio. Non riuscivo a vedere il suo volto perché era girato, ma immaginai dal tono di voce che era furioso.
- non ti sto evitando- dissi cercando di non sembrare nervosa.
- ah no? Allora cos’era quella scenata di prima? Quando Chopper ha detto che saresti dovuta venire con me hai fatto una faccia e hai lanciato quell’urlo sovrumano, non mi sembra di averti fatto niente di male!- disse alzando il tono della voce.
- è che di solito mi fanno andare con Robin, tutto qua-
Lui si voltò verso di me guardandomi negli occhi, dannazione quel suo sguardo così intenso, fermo, bellissimo, mi aveva catturata di nuovo, non riuscivo a guardarlo eppure non volevo distogliere lo sguardo da quel viso perfetto che avevo davanti, era una tortura, ogni volta che rimanevo sola con lui mille emozioni contrastanti cercavano di farsi strada dentro di me, non capivo nemmeno come stessi controllando il mio corpo, come potessi riuscire a non cedere, a non eliminare le distanze tra noi, a non lasciarmi coccolare da quel suo corpo perfetto caldo e muscoloso che mi faceva sentire protetta.
- smettila Nami, non sono stupido-  - ah no?- lo interruppi con tono ironico, però pensavo davvero fosse stupido.
- mocciosa che non sei altro, sei proprio insopportabile-
- senti chi parla razza di parassita ambulante- ecco adesso si che mi stavo innervosendo e d’un tratto la magia era svanita.
- smettila, non sono qui per litigare con te- disse sbuffando
- si infatti cerchiamo un modo per uscire da questo bosco- dissi guardandomi intorno
- non è nemmeno questo quello che devo fare- disse senza distogliere lo sguardo da me.
Mi immobilizzai di botto quando sentii quelle parole, cosa era venuto a fare allora?!
- cosa hai intenzione di fare?- chiesi perplessa.
- voglio capire cosa ti passa in quella stupida testa- disse serio
- te l’ho già detto sulla nave mi pare, mi sto comportando normalmente come è giusto che sia-
- di un po’ perché l’idea di venire con me ti disgusta così tanto?-
sembrava triste, eppure i suoi occhi erano quelli di sempre, normali, seri, beh in fondo nessuno come lui era capace di nascondere le emozioni, eppure la sua voce non mentiva, si sentiva un velo di tristezza in quello che aveva appena detto e io di certo non potevo farmelo sfuggire.
- non mi disgusta affatto Zoro, semplicemente preferivo andare con Robin- non sapevo cosa inventarmi, certo non potevo dirgli che non volevo stare sola on lui per paura di fare qualcosa di azzardato come saltargli addosso o simili.
- tkè secondo me non è con Robin che volevi andare- disse facendo una faccia mista tral malizioso e l’arrabbiato.
- che intendi dire?- chiesi perplessa, lo ero davvero, chissà quali strane idee si era fatto venire.
- di la verità, avresti preferito andare con Rufy, non è forse così?- disse mantenendo quella faccia e fissandomi come per leggere la mia espressione.
- con Rufy? Ma cosa ti viene in mente? Ecco lo dicevo io che sei stupido- dissi sorridendo per prenderlo in giro.
- ho notato che ultimamente siete molto uniti, non nascondere l’evidenza Nami, tranquilla non lo dirò a nessuno-
ma cosa si stava inventando? Sembrava così tranquillo, possibile che lo pensasse davvero? Allora perché prima aveva fulminato con lo sguardo sia me che Rufy? Cosa significava questo discorso? Non ci stavo capendo niente, ma proprio io dovevo finire con quello stupido, tutta colpa di Chopper.
- pensala come vuoi- dissi semplicemente cercando di finire quell’assurdo discorso che era uscito fuori.
- quindi è così- lo notai, per un attimo, solo per un attimo, nei suoi occhi notai la tristezza e la rabbia, quello che avevo percepito solo nella sua voce adesso lo avevo visto anche nei suoi occhi, ma perché?
- cosa cambierebbe se ti dicessi di no? Mi crederesti?- dissi guardandolo seria
- dipende, se lo dici perché è vero ti crederei- disse tornando con lo stesso sguardo indagatore di prima.
Va bene, io avrei risolto il suo mistero ma in cambio volevo che lui risolvesse i miei, avrei giocato a mio favore, sembrava come se con me non riuscisse a mentire, non bene come al solito, o forse ero io che conoscendolo da tanto avevo imparato a leggere la sua espressione, a riconoscere le emozioni che provava, ad ogni modo avrei scoperto il perché del suo comportamento, dovevo capire cosa gli stava succedendo.
- perché sei così interessato?- gli chiesi con lo sguardo indagatore.
- i _ n _ non c’è un motivo in particolare- cominciò a balbettare e si girò dall’altra parte non potendo sostenere il mio sguardo.
- ah quindi posso anche evitare di dirtelo, in fondo non sono cose che ti riguardano mi pare-
- ma fa come ti pare- disse scocciato incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
- dai cerchiamo di uscire da qui- dissi incamminandomi sulla prima strada che trovai. Sentivo i suoi passi dietro di me, almeno sapevo che mi stava seguendo.
- perché sei arrabbiato?- gli chiesi continuando a camminare
- non sono arrabbiato- disse con voce fredda
- sai dovresti cercare di mentire meglio- dissi sfidandolo
- fa silenzio- presa dal nervoso mi girai di scatto preparando il pugno che gli avrei sferrato ma con mia gran sorpresa lo bloccò immobilizzandomi.
- lasciami stupido- dissi cercando di fargli lasciare le mie braccia, mi rigirò come se la forza che stavo esercitando fosse uguale a quella di un bambino e mi avvolse il collo con il mio braccio bloccandolo con il suo, il suo torace era poggiato alla mia schiena, mi aveva legata più di prima. Il contatto con il suo corpo mi fece avvampare di calore, ero bollente, mi sentivo svenire, troppo forte, troppe emozioni insieme, non capivo più quello che stava succedendo, mi girava la testa.
- adesso me lo dici?- si riferiva al discorso di prima
- no lasciami!- dissi cercando di divincolarmi, impossibile riuscirci.
- se me lo dici ti lascio- disse soddisfatto, non riuscivo a vederlo ma sapevo che sul suo volto era disegnato il solito sorriso di sfida.
- se mi dici perché lo vuoi sapere te lo dico-
- qui sono io che detto le regole mocciosa- strinse ancora di più la presa togliendomi quasi il respiro ma allentandola subito dopo.
Non avrei risolto niente in questo modo, sapevo che lui non si sarebbe arresa e in fondo immaginai che il motivo che lo spingesse a questo era per la semplice curiosità, non potevo pensare altro, in fondo era Zoro, non lascia pensare ad altro, persino la gentilezza che mi aveva mostrato era già svanita.
- no!- ammisi sospirando.
- no cosa?-
- no, non c’è niente tra me e lui, non ho fatto quella sceneggiata prima perché preferivo andare con lui, va bene? Sei convinto?-
- e brava la mia mocciosetta- disse appoggiandosi di peso sulle mie spalle, si era rilassato, la presa che aveva su di me adesso sembrava un abbraccio
- adesso devi lasciarmi- ordinai
- no!- disse sospirando
- come no?-
Sentivo il suo respiro vicino il mio orecchio - punizione- la sua voce era serena, tranquilla e dal tono capii che stava sorridendo.
- ehi Zoro avanti togliti da dosso, sei pesante- dissi cercando di staccarmi da lui con scarso risultato.
- non mi va sono stanco-
- va bene ho capito ci riposeremo un attimo- si tolse da dosso a me mettendosi seduto con la schiena poggiata sul tronco di un albero.
- perché sei così stanco?- gli chiesi perplessa, stava dormendo in piedi.
- non ho dormito molto ieri sera- disse chiudendo gli occhi
- e come mai? Non dirmi che ti sei allenato tutta la notte!-
- no, avevo da fare- aveva aperto gli occhi e quasi con imbarazzo di grattava la testa guardando intorno con lo sguardo vagante.
- ah capisco, beh a volte capita sai di avere certi stimoli- dissi maliziosa.
-MA COSA DIAVOLO VAI A PENSAREEEEEE?!- urlò facendo un’espressione mista tra la vergogna e la rabbia, com’era buffo, non avevo mai visto Zoro in quel modo, era davvero carino.
- non stavo facendo niente di male razza di stupida- disse calmandosi.
- ma io non ho mai detto che fosse qualcosa di male, e comunque ti ripeto che non ci tengo a sapere i dettagli- dissi cercando di trattenermi dal ridere.
- RAZZA DI STUPIDA SONO STATO TUTTA LA NOTTE IN... camera tua- le ultime parole le pronunciò talmente a bassa voce che non capii bene
- non ho capito- dissi con la faccia perplessa
- in camera tua - ripeté con lo stesso tono basso
- oh ma insomma Zoro vuoi farti capire oppure no?!- gli dissi innervosendomi
- SONO STATO IN CAMERA TUAAAAA!- urlò diventando rosso come un pomodoro.

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Capitolo 10
*** primo bacio ***


ecco il decimo capitolo ho cercato di aggiornare più velocemente possibile visto che oggi ho un pò di tempo libero ^^ spero vi piaccia, se pensate che dovrei arrivare al dunque evitanto di allungare il brodo ditemelo eh perchè come al solito tendo a dare troppo spazio a Nami e Zoro, però se mi dite che preferite che mi sbrighi lo farò ^^
ringraziamenti a:
Kodomo grazie sono contenta che ti sia piaciuto eccone un'altro spero ti piaccia
Nami the Cat Burglar: eheh se sapessi dove trovare ragazzi come zoro non starei qui XD leggi questo e dimmi cosa ne pensi XD sto facendo uscire il suo lato peggiore
giusy91 leggi cosa ha pensato Nami, XD spero di farti divertire ^^

BUONA LETTURA




- C _ COSAAAAA?-  dissi senza capire per quale motivo avessi urlato in quel modo, non capivo che razza di emozione stavo provando, rabbia, felicità, paura, tristezza, vergogna.
- ma perché urli in questo modo- disse alzandosi in piedi.
- che cosa hai fatto tutta la notte in camera mia?- chiesi cercando di controllare sia il tono della voce che tutto il resto del mio corpo.
- controllavo che tutto fosse a posto- disse abbassando lo sguardo.
- c _ controllare che tutto fosse a posto?!- ok che Zoro non era un genio con le parole ma addirittura creare queste situazioni equivoche, insomma poteva almeno spiegarsi meglio.
- si, pensavo che avresti avuto qualche incubo, così sono rimasto tutta la notte in camera tua-  disse rimettendosi seduto sempre con lo sguardo verso il basso, si stava vergognando, e anche io per aver pensato male di lui.
- sei rimasto tutta la notte sveglio?- chiesi confusa.
- si, volevo essere pronto a svegliarti se fosse stato necessario- ammise cominciando a giocherellare con l’erba.
- come mai la mattina quando mi sono svegliata non c’eri- ricordai che era stata Nico Robin a svegliarmi e che nella stanza non c’era nessun altro a parte me e lei.
- perché sono andato via appena ho visto le prime luci del mattino, ho pensato che se ti fossi svegliata e mi avessi visto che io ero li ti saresti arrabbiata- disse sollevando lo sguardo e fissandomi intensamente.
Mi paralizzai, dannato lui e il suo sguardo, mi toglieva ogni briciolo di lucidità che avevo.
- ah perciò non hai dormito tutta la notte- dissi abbassando lo sguardo pensierosa.
- tkè non pensare che lo abbia fatto per te!- disse tornando a fare la sua solita espressione menefreghista.
- ah no certo e per chi allora?- dissi sfidandolo, mi dava il nervoso il suo comportamento, doveva sempre rovinare tutto.
- non volevo che gli altri sentendo le tue urla si svegliassero-
dannazione, come al solito aveva sempre la risposta pronta, era insopportabile.
- capisco, beh allora scusami se non ti ringrazio- dissi sedendomi il più distante possibile da lui.
Mi alzai però notando che si stava addormentando e mi andai a sedere vicino a lui, in fondo sapevo che se non aveva dormito era solo per colpa mia, non capivo perché lo avesse fatto ma certo non credevo alla balla che si era inventato. Sentendo il movimento spalancò gli occhi osservandomi perplesso.
- che vuoi?- chiese scontroso, io resistetti alla tentazione di strozzarlo.
- niente, ho freddo- mentii.
- e che vorresti venendo vicino a me?- chiese facendo una faccia maliziosa.
- niente di quello che tu pensi- dissi mettendo il broncio.
- fa come ti pare- disse tornando nella posizione di prima.
Tirandolo per la maglietta lo feci appoggiare alla mia spalla. Appena se ne accorse aprii gli occhi e mi guardò senza togliersi.
- non ti muovere- dissi senza guardarlo.
- perché?- chiese continuando a guardarmi, sentivo il suo sguardo su di me e il calore del suo corpo accanto al mio.
- riposati, te lo dovevo- dissi guardando per terra. Non avevo il coraggio di alzare lo sguardo per guardarlo, non sapevo se mi stesse ancora guardando, ero troppo nervosa per muovere un solo muscolo, sentivo il suo respiro regolare sul collo quindi immaginai che non si era mosso da come lo avevo lasciato. Cercando di non fare movimenti troppo bruschi per non svegliarlo in caso stesse dormendo voltai leggermente il capo per guardarlo, mi prese un infarto quando mi accorsi che mi stava fissando, dovevo essere tutta rossa perché sentii il calore salirmi su tutto il corpo fino alla testa, stavo morendo dall’imbarazzo, eppure non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
- non dovevi dormire?!- dissi cercando di fargli distogliere lo sguardo.
- non ci riesco se continui a tremare in questo modo- disse alzando la testa dalla mia spalla.
- ah scusami- dissi tornando a guardare per terra.
Si sistemò bene poggiando la schiena sull’albero e poi tornò a guardarmi, io lo avevo seguito con la coda dell’occhio, era troppo imbarazzante incrociare il suo sguardo.
- dai vieni- disse aprendo le braccia.
Sollevai lo sguardo guardandolo perplessa, cos’è ce voleva? Era forse impazzito?!
- no- risposi incredula e nervosa.
- che vuol dire no?!- disse lui innervosendosi, cavolo come era permaloso.
- sei tu che devi dormire non io- cercai di inventarmi una scusa su due piedi, anche se la volontà di farlo non c’era, come potevo rifiutare di stare tra le sue braccia?! Era un invito troppo allettante.
- dormirò lo stesso- disse calmandosi, aveva creduto alla scusa che mi ero inventata.
- e io starò bene lo stesso- dissi mettendomi come ero prima distogliendo lo sguardo.
Mi avvolse con il braccio e mi tirò verso di se facendomi poggiare la testa sul suo torace stringendomi anche con l’altro braccio.
- Zoro lasciami- dissi cercando di fare leva con le mie braccia sul suo petto ma più ci provavo più lui stringeva le braccia intorno la mia schiena.
- vuoi smetterla stupida, non ho certo intenzione di mangiarti- disse serio.
Il suo corpo era così caldo, abbandonai la testa all’altezza del suo cuore rilassando tutto il corpo e chiudendo gli occhi, stavo troppo bene, come quella volta sul letto di Chopper, aveva la capacità di darmi la pace di cui avevo bisogno, mi sentivo come in paradiso e avevo smesso di tremare per il freddo che provavo poco prima. Mi facevo cullare dal battito del suo cuore che sembrava agitato ma non quanto il mio, era dolce quel suono nelle mie orecchie e il suo respiro tra i miei capelli, per quanto mi riguardava sarei rimasta così per sempre, non mi importava di morire, di non vedere più gli altri, quello che importava per me in quel momento era solo lui.
- perché?- chiesi, non potevo più aspettare, dovevo sapere il perché del suo comportamento anche se non me lo avrebbe mai rivelato se c’era davvero un motivo.
- cosa c’è questa volta?!- rispose scocciato.
- perché ti comporti in questo modo?- chiesi senza badare al suo tono.
- perché come mi comporto?- chiese con il tono di prima.
- oh andiamo Zoro non fare lo stupido, lo sai benissimo come ti comporti, sei gentile, premuroso, dolce solo con me, perché?-
- ma che cavolo dici? Io sarei dolce gentile? Tkè tu sogni ragazzina-
- allora come mai adesso mi stai abbracciando?- mi stavo innervosendo, perché doveva sempre negare l’evidenza? Era insopportabile.
- non ti sto abbracciando, avevi freddo e ti sto scaldando-
- quindi se volessi potrei togliermi giusto?!- chiesi cercando di arrivare ad una conclusione che nemmeno immaginavo.
- ovvio- disse rimanendo impassibile.
Io contro la mia volontà feci leva sulle braccia per allontanarmi da lui e mi accorsi che non faceva nulla per evitarlo, così mi sciolsi dall’abbraccio e mi alzai allontanandomi, i suoi occhi erano serrati, non gli importava niente, proprio come aveva detto, che stupida ero stata a pensare che ci fosse un motivo per il suo comportamento, si ero una stupida. Mi girai dall’altra parte e rimasi a pensare immobile a pochi metri da lui, sembravo una stupida in piedi senza fare niente, mentre lui stava sicuramente già dormendo visto che non si sentiva alcun rumore provenire dalle mie spalle. Sentivo il freddo entrarmi nelle ossa, lo avevo sentito appena mi ero staccata dal suo abbraccio, perché me ne ero andata, in fondo cosa importa per quale motivo lo fa, mi basta solo avere la sua presenza per stare bene, non mi serviva altro, avrei voluto le sue braccia a riscaldarmi ma ormai era tardi non potevo certo tornare da lui svegliarlo per chiedergli di abbracciarmi, che ne sarebbe stato del mio orgoglio se avessi ceduto alla tentazione.
- sei proprio una stupida- la sua voce proveniente dalle mie spalle mi fece sobbalzare e mi voltai accorgendomi che era dietro di me.
- che vuoi?- dissi scocciata.
- niente- rispose scocciato guardandomi.
- torna a dormire- gli ordinai.
- non ci riesco-
- perché?- chiesi disinteressata.
- perché mi innervosisce il fatto di vederti in piedi senza fare niente-
- ah e così sarebbe colpa mia- dissi irritata
- si- rispose secco.
- tkè non sono affari miei-
- potresti almeno metterti seduta?!- disse scocciato
- no- gli risposi mettendo il broncio.
Mi prese di peso e mi portò dove ero prima buttandomi per terra.
- ma che diavolo fai brutto stupido che non sei altro, come ti permetti di prendermi così di trascinarmi qui, sei proprio in…- improvvisamente senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai le sue labbra contro le mie e il suo viso terribilmente vicino, sentivo il suo respiro sulle guance e la sua mano dietro la mia testa mi teneva ferma bloccata tra la mano e il suo viso, mi stava baciando, Zoro mi stava baciando, sentivo il calore delle sue labbra sulle mie e non potendo più resistere risposi al bacio chiudendo gli occhi. Dopo poco si staccò guardandomi fisso negli occhi io ero sicuramente arrossita, sentivo caldo, un caldo che mi riempiva persino il cuore, non sapevo se piangere o ridere, stavo male ma stavo bene, mi sentivo una perfetta scema.
- ecco almeno adesso hai smesso di parlare- disse sorridendo soddisfatto
Presa dalla rabbia gli mollai un pugno sentendolo per terra. Mi alzai e mi incamminai da una parte qualsiasi del bosco.   

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Capitolo 11
*** nel buio ***


Siamo arrivati al capitolo 11 wow eheh qui comincia l'avventura della nostra povera Nami, spero vi piaccia questo capitolo leggete e fatemi sapere cosa ne pensate ^^
ringraziamenti a:
giusy91 ecco il capitolo numero undici sono contenta che ti sia piaciuto l'altro spero che questo non sia da meno ^^ fammi sapere e grazie per l'incoraggiamento per me è importante sentire che la mia storia è apprezzata ^^
Kodomo concordo con te, avrei strozzato Nami se avessi potuto XD ma non avrei potuto scrivere la storia se avessi ucciso la protagonista u.u perciò ho resistito leggi questo capitolo e dimmi cosa ne pensi spero ti piaccia ^^
Nami the Cat Burglar beh che dire ormai tu sei la mia fonte di ispirazione primaria insieme a tutte le altre, tu se stata la prima a darmi la forza di continuare *.* non ti ringrazierò mai abbastanza, fammi sapere se questo capitolo ti è piaicuto
emyleerosejordan  grazie per i complimenti mi lusinghi molto, non mi reputo una brava scrittrice e a volte mi perdo nelle mie stesse storie XD e come hai visto tendo a scrivere troppo sulla situazione di Zoro e Nami dimenticando il resto ^^ k disastro sono ihih comunque grazie mille per l'incoraggiamento che mi dai ^^
grazie a tutti un bacio divertitevi a leggere ^^

BUONA LETTURA



- dove pensi di andare?-
- ovunque purché sia lontano da te!- risposi scocciata senza voltarmi
- perché te la prendi in questo modo? Non ho fatto niente di male-
- niente di male? Tu b _ baciarmi lo chiami niente di male?- dissi girandomi per fargli vedere l’espressione che avevo, irritata.
- tkè non mi sembravi molto contrariata mentre mi baciavi- disse con lo sguardo malizioso.
- ah no, questo no, sei stato tu a baciarmi non io-
- tu hai risposto al bacio-
- n _ non è vero- dissi cercando di tenere ferma la voce, in fondo aveva ragione, avevo risposto al bacio, ma se solo lui non avesse rovinato quel momento con quella sua frase da idiota come al solito, mi aveva baciata solo per zittirmi, ma certo, non poteva esserci un altro motivo, tkè dannato lui e quella sua linguaccia, per non contare della sua insensibilità.
- si certo, non è vero, stupida mocciosa che non sei altro, chi credi di prendere in giro eh? Lo sappiamo bene entrambi che hai risposto al bacio-
- Zoro smettila, sei solo uno stupido, non ho risposto a nessun bacio, razza di cretino-
- ah no? E allora spiegami perché non mi hai spostato e per di più tenevi gli occhi chiusi?!- disse venendomi vicino prepotentemente.
- per il semplice fatto che conoscendo la tua forza opporre resistenza sarebbe stato inutile e ho chiuso gli occhi per il disgusto- per fortuna lui non era l’unico ad avere sempre la risposta pronta, il mio unico problema è che con il banale tentativo di nascondere la verità finivo sempre per esagerare con le parole, addirittura arrivare a dirgli che avevo chiuso gli occhi per il disgusto, che pena mi facevo.
- ah quindi era per il disgusto, ti faccio questo effetto dunque?- disse diventando serio, ormai era vicinissimo a me e dolcemente mi sfiorò il braccio con la mano.
- quindi, anche quando ti tocco provi disgusto-
- Zoro io…- volevo chiedergli scusa ma non ci riuscivo, i brividi mi salirono prepotenti su tutto il corpo paralizzando la lingua che in vano cercava di pronunciare le parole, mi stava accarezzando delicatamente il braccio, la spalla per poi passare sul collo, i brividi aumentarono quando con il dito sfiorò le mie labbra solleticandole.
- quindi anche quando ti accarezzo in questo modo, provi disgusto- stava giocando con me, si stava vendicando per quello che gli avevo detto e probabilmente anche per il pugno, maledizione, sembravo una bambolina nelle sue mani, incapace di intendere e di volere, o per meglio dire, di evitare di volere quel suo tocco così dolce e forte al tempo stesso.
- scusami- sussurrai, l’unica parola che ero riuscita a dire. La sua mano si bloccò all’istante con il dito ancora sulle mie labbra e mi guardava con occhi tranquilli e rilassati. Mi tirò verso di se prendendomi la testa con una mano premendola sul suo torace e con l’altra mi avvolgeva la schiena, sentivo il suo cuore battere forte, le mie braccia questa volta non opposero alcuna resistenza, non c’era bisogno di negare l’evidenza, io volevo quel contatto più di lui, in effetti non ero sicura che lo volesse, forse stava solo cercando di verificare se davvero il suo contatto mi provocasse disgusto, ma come poteva anche solo pensarlo, come avevo potuto dire una cosa simile, stupida, stupida che non sei altro, per poco non rischiavi di perdere tutto questo. Mi accorsi che stavo piangendo quando la carezza che mi fece tra i capelli mi distrasse dai miei pensieri, dai rimproveri che mi stavo facendo.
- sei proprio una stupida- disse accarezzandomi, - perché stai piangendo?-
- non lo so- risposi cercando di controllare la mia voce per evitare che sembrasse quella di una piagnucolona. Non potevo accettare che mi vedesse in questo stato, non poteva vedermi piangere, non lui, cosa avrebbe pensato di me? Dannazione a me e alla mia debolezza.
- non è vero quello che ho detto- dissi con la voce tremolante dal pianto.
- sicura?!- disse staccando il mio viso dal suo corpo stupendo e caldo per osservarlo meglio, io però non volevo farmi vedere da lui perciò tenevo lo sguardo basso, ma lui insistendo mi sollevò il mento con la mano per guardarmi dritta negli occhi. Le lacrime presero a scendere più numerosi lungo le mie guancie senza poterle fermare.
- te lo giuro- dissi ricambiando distogliendo lo sguardo senza muovere il mio viso visto che lo teneva fermo lui. Mi accarezzò la guancia asciugando le lacrime con il dito e mi sorrise dolcemente, poi mi baciò la fronte e mi fece mettere di nuovo la testa sul suo petto.
- meno male- sospirò abbracciandomi più forte, io sollevai le braccia che avevo lungo i fianchi e le avvolsi intorno alla sua schiena per dargli la conferma che quello che provavo in quel momento tutto poteva essere tranne il disgusto. Non so quanto tempo passai tra le braccia di Zoro però stavo bene, ero al settimo cielo, stavo così bene perché mai un uomo mi aveva abbracciato così, all’improvviso mi venne in mente la stretta di Rufy mentre eravamo su quell’albero, un flash che cercai di togliere subito. Ma cosa mi mettevo a pensare? Ero tra le braccia di Zoro e pensavo a Rufy? Che assurdità. Eppure anche tra le braccia di Rufy avevo provato una bella sensazione, certo non era paragonabile a quella che stavo provando in questo momento ma era simile.
Improvvisamente sentii Zoro irrigidirsi e mi spaventai anche io.
- che c’è?- chiesi sollevando la testa per guardarlo.
- shh zitta, stai attenta- disse sciogliendo l’abbraccio mettendosi davanti a me in posizione di difesa. Capii immediatamente che non eravamo soli. I cespugli tra gli alberi a qualche metro da noi si mossero per un istante, cercai di mantenere la calma ma ero agitata, forse era un’altra trappola dell’isola, ma se era così eravamo in pericolo, cosa poteva essere? Sbarrai gli occhi cercando di individuare qualcosa di sospetto che non arrivò mai.
Sentii qualcosa tapparmi la bocca e tirarmi con forza, mi avevano presa, il rapitore o chiunque esso si fermò facendomi sbattere contro il suo corpo, oltre alla bocca mi teneva bloccate anche le braccia e le gambe con le sue, non potevo muovermi e nemmeno parlare, quando provai a urlare ne uscì fuori solo un mugolio che Zoro udii e allarmandosi si girò di scatto dalla mia parte spalancando gli occhi quando capii cosa era successo.
- NAMI! LASCIALA ANDARE- ordinò guardandolo in cagnesco e preparandosi a prendere le spade.
- se muovi un solo passo la ucciderò- disse il tipo alle mie spalle, a giudicare dalla voce doveva essere più tosto grande, però ero sicura che a Zoro non sarebbe importato niente della sua grandezza o forza, chiunque si mettesse contro Zoro era spacciato.
- non toccarla- disse senza muoversi, strano mi sarei aspettata che gli saltasse addosso strappandomi dalle sue grinfie, invece non muoveva un muscolo, si limitava a guardarlo, a guardare me con aria sofferente, che gli prendeva? Perché non reagiva? Stanca della situazione diedi un morso alla mano dello sconosciuto il quale mi lasciò andare per istinto buttandomi per terra. Io mi tirai su e corsi via.
- NAMI NO STA FERMA- urlò Zoro attirando la mia attenzione ma qualcosa mi distrasse, un dolore fortissimo allo stomaco, mi guardai la pancia e vidi un pugnale conficcato nel mio ventre e il sangue, tanto sangue, non era stato il tizio a tirarmi quel pugnale perché lui era alle mie spalle, capii che eravamo circondati, ecco perché Zoro non si era mosso, lo sapeva, come al solito la mia stupidità mi aveva portato solo guai.
- NAMIIII, NAMIII, BASTARDI LASCIATELA!- le urla di Zoro divenivano sempre più deboli, i rumori intorno a me, le voci delle altre persone sparivano così come la mia vista, solo il dolore che mi aveva immobilizzata era ancora vivo in me, sentivo lo stomaco andarmi a fuoco finché il buio non lo portò via con tutto il resto.

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Capitolo 12
*** un ragazzo misterioso ***


ecco finalmente il 12° capitolo, lo so vi sto facendo aspettare troppo, sono imperdonabile, ma sappiate che stiamo entrando sempre più nel vivo della storia perciò spero mi perdoniate leggendo questo capitolo
ringraziamenti a:
Nami the Cat Burglar sono contenta che la mia idea di mettere Rufy tra i pensieri di Nami ti sia piaciuta XD ormai io e te abbiamo la stessa testa XD ti assicuro che non è un'offesa U.U anche se può sembrarlo visto che non sono poi così normale di cervello ahahah scherzo fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo ^^
giusy91 per quanto mi riguarda appena avrò un pò di tempo ti assicuro che leggero la tua fic, sinceramente sono curiosa, vedrai che lo farò e ti lascerò anche un bel commento ihihi scommetto che sei molto brava io ti lascio quest'altro capitolo sperando di non deluderti grazie ^^
emyleerosejordan temo che per un heppy ending con Zoro ti toccherà aspettare un pò, spero però di non annoiarti durante gli altri capitolo ^^ fammi sapere cosa ne pensi
Kodomo  mi dispiace aver aggiornato così tardi ma purtroppo non ho molto tempo però cercherò di farlo più in fretta ^^ fammi sapere se questo capitolo ti è piaciuto
jess_chan sono contenta che anche tu abbia commentato la mia storia mi riempie di entusiasmo trovare recensioni nuove ad ogni capitolo davver, se mi vedeste, sebro una bambina che aspetta il suo cartone preferito ahahah ^^ che scena imbarazzante, da bambina aspettavo sempre sailor moon, ok sto parlando troppo XD spero ti piaccia anche questo capitolo e che commenterai ancora ^^
UN BACIO A PRESTO

BUONA LETTURA

Stavo sognando? Era tutto buio intorno a me, mi ero addormentata tra le braccia di Zoro ed ero entrata un’altra volta nel mio incubo, si, era sicuramente così, non riuscivo a ricordare altro mentre mi guardavo intorno, mi accorsi in oltre che non sentivo una buona parte del mio corpo, a parte la testa e il collo non riuscivo a muovere nient’altro. Ero in una posizione strana e guardando bene notai che stavo sdraiata per terra.
- Nami devi svegliarti- disse la voce che sentivo sempre nel sogno, e fu proprio questa a confermarmi che stavo sognando.
- non ci riesco- gli risposi agitata, non capivo perché il mio corpo non reagisse agli impulsi del mio cervello, se in quel momento mi avesse attaccata non sarei stata capace ne di difendermi ne di scappare, ero un burattino nelle sue mani.
- devi riuscirci Nami, sei in pericolo, svegliati!- ordinò la voce.
- perché? cosa sta succedendo?-
- sei stata rapita e sei gravemente ferita, devi svegliarti e scappare ma devi farlo ara, questi tipi non hanno buone intenzioni-
- tu come fai a saperlo? E chi mi dice che posso fidarmi di ciò che dici?-
- fidati e basta, io so tutto quello che ti  succede mia cara Nami, anche quello che preferirei non sapere- disse turbato.
- come posso svegliarmi?- gli chiesi cercando di fidarmi di lui, di non pensare al peggio, perché purtroppo in quel momento era l’unico di cui potessi fidarmi.
- chiudi gli occhi e concentrati su ciò che ti circonda nella realtà, ascolta i rumori intorno a te, anche quelli più lievi, devi cercare di trovare un contatto con l’esterno-
Feci esattamente come aveva detto lui, chiusi gli occhi e mi concentrai su qualcosa che non esisteva, non sentii niente per i primi due minuti, quando udii delle voci in lontananza, voci maschili, tutto si fece più chiaro e lentamente cercai di aprire gli occhi che mi bruciarono a contatto con la luce. Misi a fuoco la scena e mi accorsi della stanza in cui mi trovavo, vecchie mura tutte marce per l’umidità, scatole buttate in un angolo, e una porta con le sbarre. Ero in carcere? Provai a muovere il braccio e mi accorsi che ero legata come un salame, “ecco perché nel sogno non riuscivo a muovermi!” pensai cercando di liberare le mani. Arrivò improvvisamente una fitta al pezzo che quasi non mi fece urlare dal dolore, guardai per sapere il motivo di quel dolore e vidi il sangue sulla maglietta, come aveva detto la voce, ero ferita. Cercai di non farmi impressionare dal sangue e di non fermarmi nonostante il dolore e con fatica riuscii a liberare le mani e a farmi forza per tirarmi su, slegai anche la corda che mi legava i piedi e con lentezza alzai la maglietta per vedere la ferita. Nessuno l’aveva medicata, si erano limitati a tamponarla per fermare il sangue, la ferita era aperta e a ogni movimento il sangue ricominciava a uscire, dovevo resistere, riabbassai la maglietta e mi diressi verso la porta. Guardai con cautela attraverso le sbarre, le uniche guardie stavano discutendo in lontananza, nel corridoio non c’era anima viva, ma il problema sarebbe stato aprire la porta, al resto ci avrei pensato dopo. Osservai attentamente la porta, presi una forcina per capelli che avevo e cominciai a muoverla con precisione prima in un verso poi nell’altro, in fondo avevo un passato alle spalle, per me era un gioco da ragazzi aprire quella serratura di basso livello. Con un ultimo clack capii che ero riuscita nell’intento di aprire la porta. Aprendola lentamente uscii cercando di non farmi notare trascinandomi un po’ per via del dolore provocato dalla ferita. Mi diressi dove le guardie stavano parlando e mi nascosi dietro la porta, dovevo distrarle in qualche modo.
- HEY C’E’ NESSUNO QUI?- urlai per attirare la loro attenzione, le guardie si diressero subito verso la mia cella e io ne approfittai per scappare, avevo poco tempo, appena avessero scoperto il trucco avrebbero dato l’allarme e non avrei avuto più vie di fuga.
- E’ FUGGITA, CERCATELA DAPPERTUTTO, NON DEVE SCAPPARE- dissero entrambi correndo ad avvisare gli altri, c’era molto movimento, si sentivano passi pesanti da ogni direzione io stavo nascosta in un angolino al buio ma non ero al sicuro, stavo solo aspettando il momento giusto per fuggire, quando gli ultimi passi furono lontani ne approfittai per salire alcune scale che dovevano portare all’uscita, o almeno così speravo. Mi sbagliavo, mi portarono in un altro corridoio illuminato da luci fioche che sarebbero state un mio vantaggio, nascondendomi ogni volta che sentivo dei passi avvicinarsi lo percorsi tutto fino ad arrivare ad una porta tutta in ferro, chiusa, questa sarebbe stata difficile da aprire, avvicinandomi per scrutarla sentii altri passi avvicinarsi e mi attaccai al muro per non farmi vedere. Che fortuna, le guardie avevano aperto la porta entrando in quel corridoio, appena si allontanarono scappai, seguii la luce che questa volta proveniva da fuori e uscii definitivamente da quel luogo, prima di festeggiare però mi allontanai finendo in uno strano campo di erbacce, ormai ero fuori pericolo e stremata dalla fatica, dal dolore e dalla fame mi accasciai per terra sanguinante. Cercavo con le mani di fermare lo scorrere del sangue, oltre a questo avevo la testa che per poco non scoppiava dal dolore, speravo di incontrare i miei amici ma pensai che fossero rimasti tutti intrappolati nel bosco, dovevo aiutarli, ma come potevo farlo? Non sapevo dove mi trovavo per di più se non trovavo presto un modo per fermare il sangue sarei morta dissanguata. Quella nei guai ero io non loro, o almeno io ero ridotta peggio di loro.
- chissà come sta Zoro, sarà riuscito a trovare gli altri?! Spero di si- dissi cercando di rialzarmi, non era da me arrendermi in questo modo, non potevo lasciare i miei amici in balia della trappola dell’isola. Mi alzai e per qualche minuto barcollai, cominciavo a vedere tutto in modo sfocato, avevo perso troppo sangue e queste erano le conseguenze.
- rilassati ora a te ci penso io- quella voce che mi sembrava così familiare attirò la mia attenzione e mi girai nella sua direzione, con quel poco che riuscii a vedere notai un uomo alto, era tutto coperto da un lungo mantello marrone chiaro con un cappuccio a coprirgli il volto, non riuscii a vederlo in faccia solo i suoi bellissimi occhi azzurri risaltarono in quell’oscurità che lo avvolgeva, un brivido mi corse lungo la schiena quando si fece vicino, lo conoscevo?! Forse era uno dei miei rapitori, mi avevano trovata, dannazione!
- tranquilla, vieni con me, dobbiamo curare quella brutta ferita- disse dolcemente prendendomi in braccio. Non potevo ribellarmi, era la mia unica salvezza, dovevo fidarmi di lui, in ogni caso sarebbe stato meglio di morire li come una stupida senza poter salvare i miei amici.
- non sei uno dei rapitori?- chiesi con voce tremante dal dolore.
- no, sono qui per aiutarti Nami- quella voce, avevo già sentito quella voce, ma dove? Non riuscivo a ricordare, e come faceva a sapere il mio nome? Respiravo a fatica, ogni volta che prendevo aria lo stomaco andava a fuoco, ogni volta più violentemente.
- resisti non mollare- mi accorsi che stava correndo, era veloce, ma chi era quel misterioso ragazzo? La sua voce era così dolce, rassicurante, bella, immaginai che anche lui doveva essere un bel tipo, cercavo di distrarre i pensieri dal dolore, ma era difficile no pensarci.
- p _ par _lami anc_ora- ansimai con le ultime forze che mi restavano.
- sarai al sicuro con me, non temere Nami, non permetterò a a nessuno di ferirti, presto saremo a casa e starai bene, però resta con me adesso, non chiudere gli occhi ti prego, resta con me-  
Mi concentrai sui suoi occhi, sembravano disperati, vedevo gli alberi, le case perdersi veloci dietro di noi, stava andando velocissimo, come poteva essere così veloce con me in braccio?
- bentornato vos…- l’altra voce si bloccò improvvisamente, io ero rannicchiata tra le sue braccia con la testa appoggiata al suo petto duro come il marmo, era muscoloso.
- preso ho bisogno di soccorso-
- prego da questa parte, lasciate fare a noi adesso-
Qualcuno mi prese facendomi lasciare le braccia del mio salvatore, quasi per istinto mi attaccai al mantello di quest’ultimo che mi riprese tra le sue braccia.
- lascia, la porterò io-
- va bene, prego da questa parte vos… signore-
Sentivo gli occhi pesanti e cullata dalle braccia del misterioso ragazzo mi addormentai.

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Capitolo 13
*** triste verità ***


ecco il tredicesimo capitolo, sono stata veloce eh XD solo per farmi perdonare dei ritardi nei capitoli precendenti, spero che nonostante lo abbia scritto di corsa vi piaccia ugualmente...
ringraziamenti a:
Nami the Cat Burglar *.* ho trovato la mia gemella mentale ahahah povere noi siamo un caso disperato, vedi adesso comunichiamo telepaticamente, io metto la storia e a te viene l'istinto di entrare a controllare XD siamo troppo forti... apparte questo, qui ci sono un pò di informazioni che potrai usare a tuo vantaggio ^^ fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo, e di quel ragazzo che ti assicuro è proprio un figo ahahah.
emyleerosejordan  ^^ sono contenta che aspettare per te non sia un problema io comunque cercherò di non allungare più del dovuto il brodo però la storia sta prendendo una strana piega, persino la mia testa non sa più che fare ahahah mi riprenderò e farò la scelta giusta (credo)

BUONA LETTURA


Che assurdità, mi ero addormentata tra le sue braccia, tra le braccia di un perfetto sconosciuto, ma in fondo proprio quello sconosciuto mi aveva salvata da morte certa, potevo davvero fidarmi di lui?!
Quante cose mi erano capitate nelle ultime ore, anzi se contiamo anche le terribili notti sulla nave e ciò che era accaduto con Zoro di cose ne erano successe eccome negli ultimi giorni. Ma da quando ero arrivata sull’isola le cose erano andate peggiorando, prima litigo con Zoro, poi vengo rapita, e in fine mi faccio portare da qualche parte da uno sconosciuto, ma a proposito, dove mi trovavo?!
Aprii gli occhi sorpresa di non essermi svegliata terrorizzata dal mio solito incubo, però devo ammettere che anche lui mi aveva salvata, quando mi trovavo nel covo dei rapitori è stata proprio quella voce che, da giorni ormai terrorizzava le mie notti, a farmi svegliare avvisandomi del pericolo. Ma ripensandoci, come avevano fatto a rapirmi e perché mi avevano ferita? Non riuscivo a ricordare niente, la memoria si fermava in quel momento con Zoro sotto quell’albero rosso, lui mi aveva tirato verso di se facendomi poggiare la testa sul suo petto cullandomi con i battiti del suo cuore, questo era tutto quello che ricordavo.
Riaprii gli occhi curiosa di scoprire dove mi avesse portata quel ragazzo e riacquistando pienamente la vista mi guardai in torno notando le pareti di una stanza che non riconoscevo affatto, ero stesa su un futon coperta fino alle spalle e avevo una benda alla testa che cadde quando mi misi seduta. Notai gli indumenti che indossavo, non erano i miei, chi mi aveva cambiata?! Arrossi sperando che non fosse stato lui, sentendo qualcosa tirarmi la pelle sullo stomaco, alzai la maglietta e notai le bende sulla ferita, mi avevano anche medicata, era normale dunque che mi avessero tolto i vestiti, erano pieni di sangue.
- vi siete svegliata! Meno male, come vi sentite?- una voce femminile attirò la mia attenzione mentre entrando nella stanza richiudeva la porta dietro di se. Era una ragazza bellissima, avrà avuto più o meno la mia età, il suo volto perfetto era incorniciato da lunghissimi capelli rosa che le arrivavano fin sotto la schiena. Si chinò accanto al futon e con delicatezza mi fece sdraiare di nuovo alzandomi la maglietta.
- sto _ sto bene, grazie- dissi intimidita dal suo tocco leggero e delicato.
- perdonate, ma devo controllare la vostra ferita- disse sorridendo dolcemente.
- ah va bene- mi rilassai lasciandola fare.
- ci avete fatto preoccupare signorina- disse trasformando il sorriso che aveva prima in un’espressione triste ma ancora vagamente sorridente.
- perché?- le chiesi incuriosita
- beh mentre vi stavano portando qui siete svenuta, tutti noi abbiamo pensato al peggio, per poco non veniva un colpo anche al signorino, poverino ha passato davvero un brutto momento-
- e chi sarebbe- chiesi incuriosendomi ancora di più
- come chi sarebbe? Davvero vorreste dirmi ch non conoscete il nome della persona che vi ha salvata?- disse spalancando gli occhi.
- no, non abbiamo avuto molto tempo per conversare- dissi ironica.
- ah perdonatemi, avete perfettamente ragione, pensavo vi conosceste già- disse finendo di sistemarmi la maglietta al termine della medicazione.
- quindi, potresti dirmelo tu?!- le chiesi curiosa.
- certo, il suo nome è Rubbis, non vi dice niente?-
Ci pensai un attimo prima di darle la risposta - ehm no- risposi
- non siete un’abitante dell’isola vero?- disse sorridendo
- no, sono un pirata, ero qui con la mia ciurma ma ci siamo persi nel bosco- dissi ricordandomi che dovevo assolutamente trovare un modo per tirarlo fuori da quella brutta situazione.
- come avete fatto ad uscire?- chiese incuriosita
- mi hanno rapita, per quanto riguarda i miei compagni credo siano ancora intrappolati nel bosco-
- oh cielo- disse portandosi una mano sulla bocca
- presto andrò a tirarli fuori da li- dissi entusiasta
- non potete, siete ancora in fase di guarigione
- mi riprendo in fretta, non posso certo lasciarli in quel bosco- ero seriamente preoccupata per le loro sorti, cosa stavano facendo? Avevano in fine trovato qualcosa da mangiare? E cosa era capitato a Zoro? Non potevo certo pensare alla mia guarigione, dovevo assolutamente tirarli fuori di li.
Toc toc …
Quel rumore mi fece sobbalzare distraendomi dai mille pensieri che mi ronzavano in testa tormentandomi.
- posso entrare?- quella voce, la sua voce, il mio salvatore.
- prego entrate pure- disse la ragazza inginocchiandosi, certo che era proprio educata, aveva persino usato del voi con un pirata.
- come sta la nostra ospite?- disse il ragazzo aprendo la porta.
Quando lo guardai ne rimasi pietrificata, in fondo a parte quei suoi occhi del colore del cielo non avevo visto altro. La sua bellezza era abbagliante, sembrava fosse un dipinto o meglio ancora un dio reincarnato, aveva i capelli neri che gli scendevano fermandosi prima delle spalle disposti in maniera disordinata e qualche ciocca gli scendeva sopra gli occhi non coprendoli, anzi ne risaltavano il colore, quegli occhi, l’unica cosa che ricordavo del suo volto poiché durante la corsa era l’unica cosa che potei guardare, la mia unica distrazione dal dolore, oltre la sua voce. Per quanto riguardava il resto, beh semplicemente perfetto, il corpo snello ma muscoloso, lo ricordavo bene il momento in cui avevo sentito il suo petto duro come il marmo e le sue forti braccia sorreggermi con facilità.
- bene, sembra si stia riprendendo velocemente- disse la ragazza senza alzare la testa.
- ben fatto, grazie di tutto Yuki, ora puoi ritirarti-
- con permesso- la ragazza facendo un ultimo inchino si dileguò lasciandoci soli in quella stanza, che tensione stavo provando, ma per quale motivo?! Forse era la sua bellezza la causa del mio imbarazzo, o forse perché ero in una stanza sola con uno sconosciuto, solo questo mi veniva da pensare, ma i miei veri pensieri erano solo preoccupazioni riguardo i miei amici.
- ti fa ancora male?- chiese sedendosi vicino a me come aveva fatto prima la ragazza.
- c _ cosa?- chiesi non capendo la domanda, ok non ero proprio ad un buon livello di lucidità.
- la ferita- disse facendosi scappare un sorriso.
- ah la ferita, no, non mi fa male- dissi agitandomi un po’
- sei nervosa?- chiese guardandomi intensamente negli occhi come se volesse leggermi.
- no, è che non sono proprio in perfetta forma- dissi cercando una valida scusante.
- beh posso capirlo, chi lo sarebbe dopo quello che hai passato?!-
- io devo andare! Ti ringrazio molto per l’ospitalità e chiedo scusa per il disturbo, se posso fare qualcosa per te, io e i miei amici saremo lieti di accontentarti- dissi cercando di ripagarlo per ciò che aveva fatto per me, sapevo che anche Rufy sarebbe sato d’accordo con me, in fondo aveva salvato la “sua navigatrice” come diceva sempre lui.
- dove pensi di andare?- chiese perplesso.
- devo trovare i miei compagni e aiutarli ad uscire dal bosco-
- non credo potranno uscire da li, e se tu rimettessi piede in quel bosco pur essendo entrata nella città non ne usciresti, di conseguenza non saresti di nessun aiuto ai tuoi amici-
No, non era possibile, tutto quello che era successo non aveva cambiato le sorti dei miei compagni, non riuscivo ad accettarlo, sarebbero rimasti ugualmente in quel posto senza alcuna via d’uscita

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Capitolo 14
*** il vero volto ***


ecco il 14° capitolo spero vi piaccia, purtroppo è un pò tragico, ma non troppo eh però lascia un pò con il fiato in sospeso e questo lo so è molto fastidioso XD
ringraziamenti a:
Nami the Cat Burglar devo dire che Rubbis piace molto anche a me, peccato che sia un vero str... ehm ehm comunque poveri Zoro e Rufy, come poter abbandonare due stupidi come loro ahahah grazie mille per aver recensito ancora una volta aspetto il prossimo commento ^^ ciau gemella telepatica ahahah
emyleerosejordan eheh tranquilla Zoro è sempre presente, più o meno xd spero questo capitolo ti piaccia fammi sapere a presto

BUONA LETTURA


- davvero non c’è un modo?! Non posso stare con le mani in mano mentre loro muoiono di fame in quel maledettissimo bosco-
- non c’è devi rassegnarti Nami-
- eppure io sono uscita, mi hanno portata via gli stessi abitanti del villaggio, di conseguenza se trovassi qualcuno disposto ad aiutarmi forse riuscirei a tirarli fuori da li- dissi entusiasta della mia idea.
- ne dubito, chi sarebbe disposto ad entrare nel bosco? Giusto i tuoi rapitori-
- ma come fai a sapere che sono stata rapita?- chiesi sospettosa.
- lo hai detto due secondi fa-
- no, io ho detto che erano stati gli abitanti del villaggio a portarmi fuori dal bosco, non ho mai menzionato i ladri, e come fai a sapere il mio nome? Anche quando mi sei venuto a salvare, sapevi già il mio nome, come è possibile?-
- beh fortuna?!- disse sorridendo divertito, ma in realtà di divertente non c’era niente, come faceva a sapere tutte quelle cose su di me?!
- non scherzare Rubbis- dissi per fargli capire che anche io conoscevo il suo nome.
- vedo con piacere che ti sei informata sul mio conto- disse sorridendo tranquillo.
- so solo questo, e che ti sei molto spaventato quando sono svenuta-
- già, tra le mie braccia- ammise tornando serio.
- perché?-
- perché cosa?- mi chiese perplesso.
- perché mi hai salvata? Perché ti sei preoccupato così tanto per una sconosciuta?- chiesi curiosa.
- non sei affatto una sconosciuta Nami-
- si invece, è vero conosci il mio nome, non so come ma lo conosci, ma io non ti ho mai visto in vita mia- dissi insistendo.
- nemmeno io, prima d’ora ovviamente, però, vedi Nami, a volte il destino ci riserva strane sorprese- sorrise sereno.
- che vuoi dire?- chiesi non riuscendo a seguire il filo del suo discorso, aveva preso una strana piega, non capivo perché ma qualcosa in quel ragazzo non mi convinceva affatto.
- il nostro incontro era già stato deciso dal destino, siamo destinati a stare insieme- disse assumendo un’espressione seria.
- ma cosa stai dicendo? Dove hai sentito certe fesserie?-
- io so leggere il futuro! E tu sei nel mio, ti ho vista accanto a me, di conseguenza ti ho condotta sino a quest’isola, anche se devo ammettere non pensavo saresti finita così presto tra le mie braccia- disse sorridendo felice. Ma cosa stava dicendo? Lui mi aveva condotta qui? Come?! Ma chi era?!
- ma chi sei tu?- dissi spaventata
- sono un principe!- disse assumendo un’aria triste
- un_un principe?- balbettai sbigottita.
- perché quella faccia?-
- non sapevo fossi un principe, non si direbbe affatto, ecco il perché del tuo travestimento in città, adesso capisco anche tutte quelle moine di Yuki, sei il principe dell’isola, non me lo sarei mai immaginata-
- quindi adesso sarai più contenta di restare al mio fianco vero?!-
- no! Non decido di rimanere accanto a una persona solo perché il mio futuro dice così, e nemmeno perché questa persona è un principe!- dissi irritata.
- eppure non sembravi tanto contrariata mentre ti stringevi tra le mie braccia-
- beh… quello… insomma stavo male!- dissi arrossendo, che stupida, come avevo potuto fare una cosa del genere?!
- capisco, quindi non hai intenzione di rimanere con me?- chiese triste.
- no! Il  mio posto è con i miei amici- dissi calmandomi.
- non puoi salvarli Nami- disse serio
- si invece, ho già un piano, non fallirò e verrò qui a ringraziarti di tutto-
- non puoi utilizzare i cittadini di quest’isola, loro obbediscono ai miei ordini, se io gli ordinassi di non aiutarti, loro non lo farebbero, di conseguenza il tuo piano andrebbe in fumo…- disse rattristandosi probabilmente per le sue stesse parole e per la faccia che feci io ascoltandole.
- non puoi farmi questo!- gli dissi con un’espressione di disprezzo.
- non vorrei ma se non mi lasci altra scelta dovrò farlo-
- va bene, fa pure, non importa, vorrà dire che andrò lo stesso dai miei amici e morirò con loro!-
- NO! QUESTO NON POSSO PERMETTERTELO!-
- allora lascia che li aiuti-
- non posso rinunciare a te Nami, sei troppo preziosa per me!-
- sei così egoista! A me non pensi? Dici che sono preziosa eppure non ti importa della sofferenza che potrei provare io?!-
- anche tu sei egoista, non pensi alla sofferenza che proverei io nel vederti andare via, e saperti ogni giorno a rischiare la vita?!- il suo volto sembrava un velo di tristezza che mi bloccò il cuore in una morsa così stretta da farmi mancare il respiro. Per quanto potesse sembrare malvagio, egoista, viziato, sentivo che in lui c’era qualcosa di buono, qualcosa che non voleva far vedere a nessuno, compresa me.
- è quella la mia vita, che tu lo voglia o no!- dissi seria abbassando lo sguardo per non vedere i suoi occhi velati dalla tristezza, perché mi sentivo così in colpa nei suoi confronti?
- allora non mi lasci altra scelta!- disse alzandosi in piedi e dirigendosi verso la porta.
- che intendi fare?!- chiesi alzandomi anche io con lui e avvicinandomi di qualche passo.
- li eliminerò tutti!- disse con uno sguardo cattivo.
Quelle parole, le avevo già sentite, nel mio sogno, con la stessa voce.
Lui, era lui! La voce, l’ombra che tormentava le mie notti era lui!
Una lacrima mi scivolò ribelle sulla guancia, l’unica che non riuscii a fermare.
- sei tu!- dissi con un filo di voce mentre guardavo il vuoto.
- mi hai costretto tu ad arrivare a questo punto!-
-NOOOOO!- urlai correndo verso di lui ma prima che potessi raggiungerlo usci dalla stanza richiudendo la porta a chiave dietro di lui.
- mi dispiace Nami, ma con loro fuori dai piedi, potrai essere solo mia-
- NO! TI PREGO NON FARLO! TI PREGO NON FARGLI DEL MALE!- urlai singhiozzando, le lacrime che fino a poco prima stavo disperatamente cercando di trattenere ormai scendevano veloci lungo il mio viso disperato.

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Capitolo 15
*** scelte ***


salve a tutti i miei lettori, questo è il 16° capitolo, spero non perdiate interesse nel leggerlo, si lo so forse la sto facendo troppo lunga ma vi assicuro che sto cercando di renderla il più interessante possibile, spero continuerete a seguirmi e a commentare^^
ringraziamenti a
Nami the Cat Burglar sono contenta che nonostante alcuni capitoli siano noiosi (lo ammetto) tu non perdi mai l'abitudine di commentare grazie *.* tu sei dipendente dalla storie io dai commenti che mi fai XD grazie mille
emyleerosejordan povera si, ma poveri anche gli altri sono in pericolo e nemmeno lo sanno presto vedremo cosa stanno facendo^^ comunque Rubbis è davvero carino *.* a presto

BUONA LETTURA

Non potevo fare niente, non sapevo come avesse intenzione di affrontarli, però quello sguardo aveva il potere di fulminarmi. Non avevo dubbi sulla forza dei miei compagni, ma non conoscevo il suo livello, quindi ero preoccupata, in fondo un uomo in grado di leggere il futuro aveva di sicuro altri assi nella manica, ma come poteva leggere nel futuro? Quale potere stava utilizzando? La testa mi scoppiava dalle mille domande che mi stavo ponendo, e le lacrime, un po’ per la rabbia e un po’ per la tristezza, non smettevano di scorrere lungo le mie guance arrossate.
- ti prego non fargli del male- sussurrai buttandomi sulle ginocchia, lui però era andato via già da un bel pezzo, più che una richiesta quella era una preghiera riferita a chiunque mi stesse ascoltando.
- ad ogni modo non ho intenzione di fare niente per adesso!- alzai lo sguardo sentendo quella voce e subito dopo il rumore della serratura della porta, era tornato.
- dove sei stato? - gli chiesi preoccupata.
- da nessuna parte, volevo dolo farti riflettere un po’ sulla tua situazione-
- riflettere?- chiesi smettendo di piangere, non potevo mostrarmi così debole di fronte a lui.
- ti darò una scelta, se tu farai quello che ti dirò io, li lascerò andare, anzi te li farò addirittura salutare prima che ripartano-
Ci pensai un minuto prima di rispondere, quella forse sarebbe stata la soluzione più ragionevole che potessi trovare, in fondo se fossi scappata da quelle mura mi avrebbe ritrovata e se non lo avesse fatto non avrei comunque potuto aiutare i miei compagni e con o senza di me nel bosco sarebbero morti. Cosa dovevo fare?! Era così difficile prendere una decisione, cosa sarebbe stato meglio per loro? Continuare il loro viaggio! Ad ogni costo, volevo che il mio capitano diventasse il re dei pirati, lo volevo più di ogni altra cosa, poi una volta diventato re sarebbe tornato a prendermi per festeggiare tutti insieme, si, era questa la giusta decisione da prendere.
- va bene- sussurrai.
- cosa?!- chiese sorpreso pensando di non aver capito bene.
- f_farò tutto quello che vorrai- era la decisione giusta ma pur sempre dura da prendere.
- ad ogni modo prima sono andato a liberare un po’ di bestiame nel bosco in modo che per questa sera possano mangiare-
Quelle sue parole mi resero felice e tristemente gli sorrisi per ringraziarlo.
- cavolo è davvero difficile- disse con sguardo serio e triste.
- cosa?- gli chiesi asciugandomi le lacrime del pianto di prima, il solo fatto di sapere che potevano mangiare mi tranquillizzava.
- non riesco a saperti con me, in queste condizioni, si vede che sei costretta, chissà se un giorno riuscirò a farti sorridere senza tristezza, se riuscirò a farmi guardare da te come la prima volta che ci siamo incontrati, se sarai in grado di amarmi come io amo te!-
- questo non so dirtelo, però tu che sai leggere il futuro dovresti saperlo dire- ammisi curiosa anche io della sua risposta.
- non voglio vedere questo futuro, non voglio essere sicuro di quello che succederà, perché potrei anche evitare di trattarti come invece vorrei-
-perché dovresti?- chiesi perplessa
- se tu fossi sicura di ottenere qualcosa non ci metteresti lo stesso impegno che impiegheresti per ottenere qualcosa di difficile da raggiungere, non so se mi spiego!- disse sorridendo tristemente.
- si, ho capito quello che vuoi dire, e in effetti hai ragione tu!- con lui era facile parlare e cominciavo ad arrendermi all’idea di dover rimanere con lui, perciò cercai di stringere i denti e andare avanti. In fondo non era male stare con lui, era dolce e simpatico, anche se nascondeva quel lato malvagio che ancora, sicuramente, non conoscevo bene.
- come va la ferita?- chiese cambiando discorso.
- ah b_bene credo-
- lasciamo controllare- disse abbassandosi e allungando la mano per sollevare la maglietta.
- n_no lascia stare- dissi fermandolo.
- perché?- perché chiese lui guardandomi perplesso.
- perché non ce n’è alcun bisogno, sto bene!-
- Nami, se non vuoi che la ferita faccia infezione dobbiamo medicarla spesso, è molto profonda e hai perso già molto sangue- disse chiudendo gli occhi e sbuffando.
- si lo so- dissi rassegnata.
- su coraggio sdraiati e fammi vedere-
Obbedii sdraiandomi per terra, ero tesa, nervosa fino alla punta dei capelli, mi chiesi come mai non stessi tremando, ma sapevo bene perché, nonostante la sua cattiveria, mi fidavo di lui e sapevo che non mi avrebbe fatto del male. Sollevò la maglietta appena sotto il seno, non sembrava intimidito da quella situazione e cercava di rassicurarmi con lo sguardo, non faceva niente che potesse farmi spaventare o agitare più di quanto non lo fossi già, si limitava ad osservare concentrato la ferita che lentamente stava scoprendo dalle bende.
- direi che sia ora di cambiare le bende, se ti lascio un attimo prometti di non scappare?- disse guardandomi serio.
- non scapperò- dissi ricambiando lo sguardo
- proverò a crederci! Vedrai appena sarai guarita ti porterò a fare un giro- disse sorridendo.
- va bene- dissi ricambiando il sorriso.
- ecco è questo che voglio vedere sul tuo bel visino!- arrossii
Usci dalla stanza lasciando la porta aperta, rimasi sdraiata sul pavimento osservando il giardino che si vedeva appena fuori la stanza, era stupendo, pieno di fiori e alberi alti diversi da quelli del bosco, era stupendo, rimasi incantata ad osservarlo, ero assorta nei miei pensieri, tanto che non mi accorsi del ritorno di Rubbis fin quando non sentii un forte bruciore allo stomaco.
-ahi!- dissi osservando cosa stesse facendo.
- scusami- disse soffiando sopra la ferita facendomi sentire una dolce sensazione di freschezza che sovrastò il dolore.
- ah, no va bene- dissi rilassandomi di nuovo alla vista del giardino.
Lui intanto continuava a versare il disinfettante sopra la ferita e soffiandoci sopra mi evitava parte del dolore.
- ti piace vero?!- disse mentre con cautela mi tamponava la ferita per pulirla.
- cosa?- chiesi guardandolo
- il giardino, ti piace vero?!-
- ah, si, è bellissimo-
- appena finito vorrei mostrarti una cosa, se per te va bene?!- chiese cominciando a bendare la ferita.
- si!- dissi tornando a guardare di fiori nel giardino.
Il mio sguardo si posò su di lui che tranquillamente mi bendava, era così bello, il suo viso perfetto, quegli occhi, sembravano quelli di un angelo, anche se in lui si nascondeva un demonio, non riuscivo ad odiarlo, in fondo capivo cosa stesse provando, non lo stavo giustificando, però pensando a quello che sentivo per Zoro riuscivo a capire bene la tristezza e la solitudine che si provava per un amore non corrisposto, proprio per questo avrei cercato di amarlo come lui amava me, dovevo farlo per me, per lui e per i miei compagni, quella era davvero la scelta giusta.
 - perché mi fissi in quel modo?- chiese guardandomi, sussultai quando i suoi occhi incontrarono i miei.
- p_pe_ perché dici?! Ehm no, è che stavo pensando che non sembri affatto un principe- dissi cercando di calmare la voce tremante.
- ah no?! Beh meglio così, non è una cosa che amo fare- disse alzandosi.
- andiamo?!- disse aprendo le braccia
- si- dissi alzandomi. Lui si avvicinò prendendomi in braccio.
- m_ma che stai facendo?- chiesi arrossendo.
- ti porto fuori- disse sorridendo
- posso camminare benissimo- dissi mettendo il broncio
- su, su non fare la bambina-

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Capitolo 16
*** un'idea ***


salve a tutti i miei lettori, questo è il 16° capitolo, spero non perdiate interesse nel leggerlo, si lo so forse la ecco finalmente il 16° capitolo, scusatemi per il terribile ritardo, ma come si dice meglio tardi che mai ^^ comunque scusatemi davvero... spero di farmi perdonare con questo capitolo pieno di colpi di scena, finalmente dopo tanta noia un pò di movimento eheh
ringraziamenti a:
Nami the Cat Burglar grazie come sempre per l'incoraggiamento, spero questo capitolo ti piaccia, comunque c'è un motivo ber preciso per il quale Nami è così gentile, con il continuo della storia lo capirai ^^ divertiti
emyleerosejordan scusami tu per il ritardo nell'aggiornare la storia, spero ti piaccia questo capitolo facciamo il tifo per Zoro ^^
jess_chan devo dire che a me il principe piace molto, ma io sono il tipo che ama i ragazzi un pò come si dice... bastardi ahahah comunque preferisco sempre Zoro o Rufy u.u non li tradirei mai spero ti piaccia questo capitolo

BUONA LETTURA

Bambina? No, non era così, era… mocciosa, lui mi chiamava sempre così, ma la persona che mi chiamava in questo modo non era qui adesso e molto probabilmente non lo avrei più rivisto, nessuno mi avrebbe più chiamata così, nessun insulto, nessuno da picchiare, non avrei nemmeno dovuto proteggere il cibo sul mio piatto da Rufy perché non avrei più mangiato con lui, nessuno mi avrebbe più salvata da un pericolo, perché non ci sarebbe stato alcun pericolo dal quale essere salvata, nessun abbraccio, bacio, carezza, niente di tutto questo. Però non sarebbe stato necessario, perché nella mia scelta c’era tutto quello di cui avevo bisogno, tutte le sicurezze che avevo sempre cercato, un uomo, una casa, oro e la salvezza dei miei compagni, o almeno la sicurezza che non sarebbero stati in pericolo a causa mia.
Avevo smesso di dimenarmi tra le sue braccia e lui camminava tra quei fiori stupendi per farmi prendere una boccata d’aria.
- dove stiamo andando?- gli chiesi guardando ogni parte di quello stupendo giardino
- in un posto speciale per me quanto per te!- disse sorridendo, era più bello quando sorrideva
In lontananza si vedevano degli alberi diversi dagli altri, sembravano così familiari, quando ci avvicinammo ancora li vidi, dopo uno stupendo arco pieno di fiori bianchi, c’erano dei mandarini, il profumo si sentiva da lontano, un profumo così dolce da inebriarmi completamente. Mi fece scendere notando la mia allegria e voglia di toccare gli alberi che da sempre avevo amato. Toccando il tronco di uno degli alberi un brivido quasi impercettibile mi attraversò la schiena, certo non erano i miei alberi, ma così non avrei dimenticato quella sensazione… ripensandoci, quello era anche il posto preferito di Zoro, quando voleva pensare o semplicemente dormire sotto le stelle o riparandosi dal sole, si metteva sempre li sotto, anche quello sarebbe stato un ricordo che grazie a quegli alberi non avrei dimenticato. Una lacrima solitaria percorse rapida una guancia prima che io la cancellassi con il braccio.
- grazie- dissi sedendomi sull’erba sotto gli alberi.
- sapevo che ti sarebbe piaciuto! Sai questo è il mio posto preferito, venivo qui ogni volta che avevo voglia di sentirti, e pensandoti riuscivo a comunicare con te! Per me questo posto è magico, adesso che ci sei tu lo è ancora di più- disse sedendosi affianco a me.
Ad ogni modo, lui ci teneva a me, non potevo però dimenticare che aveva messo in pericolo la vita dei miei compagni pur di avermi e questo non riuscivo a cancellare l’odio che provavo nei suoi confronti.
- quando li libererai?- chiesi seria
- domani all‘alba- disse facendo svanire il sorriso.
- voglio fidarmi della tua parola- dissi abbassando la testa
- non vuoi salutarli?- chiese fissandomi, sentivo il suo sguardo addosso e con la coda dell’occhio notai che era girato verso di me
- no, credo sia meglio così- dissi continuando a tenere la testa bassa, se fossi andata a salutarli non avrei resistito alla tentazione di scappare con loro di rinunciare a tutto questo, di metterli in pericolo per l’ennesima volta, e non potevo.
- non credi che si preoccuperanno non vedendoti?- chiese insistendo
- si, ma è meglio così, chiederò a uno dei tuoi servitori di consegnarli un biglietto che scriverò io stessa per tranquillizzarli- dissi riuscendo a trovare una buona idea tra tutti i ripensamenti che si facevano strada nella mia testa.
La sua mano mi sollevò dal mento costringendomi a guardarlo negli occhi, aveva capito tutto?!
- Nami! Hai paura?- chiese con sguardo serio e indagatore.
- e di cosa?- dissi cercando di mantenere fermo lo sguardo nonostante stesse implorando di scappare.
- di non riuscire a mantenere la tua promessa-
Alle sue parole mi pietrificai, possibile che i miei sentimenti fossero così chiari?!
- no, io, è solo che…- non riuscivo a mentire, con il suo sguardo così serio e indagatore mi era impossibile riuscire a dirgli di no, era vero, sarei fuggita con loro alla prima occasione se li avessi rivisti, ma sapevo bene che non dovevo, non potevo farlo.
- Nami, ti prometto che ti tratterò da regina, come quella che diverrai dopo esserci sposati, tutto ciò che mi chiederai sarà tuo, in oltre avrai accanto un uomo che ti amerà per tutta la vita, in cambio ti chiedo solo di rimanere con me!-
- te l’ho promesso giusto?! Allora non dubitare della mia parola, desidero più di ogni altra cosa la salvezza dei miei compagni, per questo motivo non mi tirerò in dietro, stanne certo!- dissi liberandomi sia dalla presa che dal suo sguardo abbandonandomi sul tronco dell’albero.

In tanto nel bosco arcobaleno

-dove diavolo sono gli altri? E dove avranno portato Nami? Dannazione devo trovare una via d’uscita- d’un tratto un rumore proveniente da alcuni cespugli attirò la sua attenzione. Si mise in posizione di difesa scrutando attentamente al di là dei cespugli ma non riuscii a vedere niente, fin quando un cinghiale abbastanza inferocito iniziò a caricarlo.
- e tu da dove sbuchi?!- disse Zoro schivandolo senza problemi.
- se ti prendo sei morto! Ho una fame da lupi- disse il ragazzo prendendo una delle sue fedeli spade. Qualcosa però lo fermò, un’idea che lo avrebbe liberato da quella trappola dell’isola. “se lo catturo forse mi sarà più facile uscire” pensò il giovane. Così senza pensarci due volte saltò in groppa al cinghiale che cominciò a dimenarsi inferocito cercando di buttare giù Zoro che si era aggrappato saldamente alla bestia, e correndo all’impazzata verso ogni direzione venne avvolto da una luce fortissima che gli impedii per qualche istante di vedere, per poi riaprire gli occhi accorgendosi che era finalmente uscito dalla foresta.
- Nami, sto arrivando- disse lasciando la presa sul cinghiale rimandandolo nella foresta pensando che gli altri suoi compagni avrebbero potuto servirsi dello stesso stratagemma per uscire dalla trappola.

Il resto della ciurma invece…

- ragazzi muoio di fame, Sanjiiii ti prego cucinami qualcosa!- disse Rufy con lo stomaco vuoto.
- e cosa cavolo dovrei cucinarti razza di idiota, vedi qualcosa nei dintorni?- disse il cuoco irritato dalle continue lamentele del suo capitano, poteva capirlo, in fondo tutti stavano morendo di fame, e avevano anche cercato in tutti i modi di trovare un’uscita, anche l’idea di separarsi non era servita a niente e come tutte le altre volte che avevano cercato un’uscita, si erano ritrovati tutti nello stesso punto.
- cucinami un albero!- disse il capitano con l’acquolina in bocca.
- MA SEI FORSE IMPAZZITO?!- urlò il cuoco dando un pugno in testa al capitano che dolorante si accasciò per terra.
- ragazzi non sentite anche voi degli strani rumori?- disse Robin attirando l’attenzione di tutti
- viene da quella direzione- disse Frankie attizzando un orecchio e puntando il dito verso una direzione imprecisa.
- forse sono Zoro e Nami- disse Chopper avvicinandosi di qualche passo.
- Nami mia adorata- disse Sanji cominciando a volteggiare dalla felicità.
- Nami sei tu?- disse Robin.
Con la sorpresa di tutti arrivò una mandria spaventata di cinghiali nella loro direzione, pronti a caricare chiunque li avesse intralciati, Rufy senza aspettare un secondo si avventò su di essi con la bava alla bocca gridando a squarciagola - SI MANGIAAAA- e così facendo ne catturò tre stordendoli con un solo colpo e porgendoli al cuoco che in tanto stava accendendo un fuoco con alcuni rami presi dagli alberi colorati.

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Capitolo 17
*** fatti sentire dal cuore ***


ecco il 17° eheh qui mi sono fermata un pò, lo so sta diventando lagnosa ma abbiate pazienza, ci sono capitoli che servono a creare suspance ahahah spero vi piaccia lo stesso
ringraziamenti a:
Kodomo questo è un capitolo che non ti piacerà ahahah niente Zoro, comunque non preoccuparti, non fa niente se qualche volta non recensisci, in fondo molti capitoli non sono importanti o interessanti perciò posso capire ^^
Nami the Cat Burglar grazie come sempre per le recensioni, devo ammetterlo, per farmi venire l'ispirazione quando avevo il blocco andavo spesso a leggere le recensioni cercando di mettermi fretta, grazie mille ^^ cercherò di non deludere le tue aspettative
emyleerosejordan  non mi dire così che piango :'( non ti ho abbandonata vedrai con il prossimo capitolo mi farò riscattare ^^

BUONA LETTURA

(Nami)

Erano davvero al sicuro? Potevo fidarmi di Rubbis? Delle sue promesse? E se li avesse già uccisi? No, impossibile, i miei compagni non sono certo dei buoni a nulla, ci vuole ben altro per sconfiggerli.
Eravamo sotto gli alberi, ci avevamo passato tutto il pomeriggio, sonnecchiando mentre cercavo di distogliere i pensieri dalle mille idee per sfuggire a quell’isola, per scappare da lui.
-credo sia ora di andare, la sera fa piuttosto freddo qui!- disse guardandomi.
- è già così tardi? Perché sei rimasto? Avevi paura che potessi scappare?!- dissi acida. Non capivo perché ma in quel momento lo odiavo.
-no! Non sono rimato per paura che scappassi- disse amareggiato.
- e allora perché? Un principe dovrebbe essere pieno di faccende legali da svolgere no?!- continuai percependo un lieve rimorso.
-la verità è che  sono un debole, in tutto questo tempo, anche mentre dormivi, ho cercato di andare via, però ogni volta che distoglievo lo sguardo dal tuo viso, da te, mi sentivo morire, era come se la tua lontananza mi portasse alla morte, come se senza di te sarei stato incapace di vivere, è solo per questo se sono rimasto qui! Non per altro, perché voglio fidarmi di ciò che hai promesso, voglio riuscire a credere che questo senso di vuoto che mi assale in tua assenza, svanirà quando il tuo cuore mi apparterrà davvero per sempre- sorrise triste.
Come poteva una persona come lui, capace di amare tanto e con tanta dolcezza, essere in realtà un mostro di cattiveria?! Possibile che mi stessi sbagliando?! Che lui facesse tutto questo di malavoglia? Che in realtà non aveva alcuna intenzione di fare del male ai miei compagni? Più stavo con lui, più mi convincevo che quella sarebbe stata la scelta giusta.
-andiamo- dissi soffocando il rimorso dentro di me per averlo trattato male.
Mi alzai accarezzando l’albero al quale ero appoggiata e mi incamminai nel prato verso la mia stanza.
- aspetta, ti porto io- disse raggiungendomi.
-no, sono forte abbastanza da camminare da sola- dissi fermandolo con un gesto della mano.
-vorrei essere forte quanto te!-
- credo tu lo sia molto di più!- dissi ricordandomi a come correva veloce con il mio peso tra le braccia mentre cercava di portarmi nella sua dimora per salvarmi.
- forse il mio corpo lo è! Ma tutto il resto è debole, come il mio cuore che non riesce a sopportare la tua distanza- disse tornando triste.
- dì al tuo cuore che io sono qui- dissi sorridendogli dolcemente, per quanto potessi odiarlo, non riuscivo a sopportare quella tristezza nel suo viso d’angelo, volevo a tutti i costi regalargli il sorriso, ogni volta che sorrideva mi incantava con la sua bellezza. I suoi occhi intensi mi fissavano increduli, notai un pizzico di gioia dovuto a quelle mie parole, mai come in quel momento lo avevo riconosciuto come essere umano e non come il mostro che mi era sembrato.
- non ti sente- disse tornando ad essere triste.
Cercando un lembo di pelle tra le fessure dello yukata che indossava, con la mano raggiunsi il petto dove vi appoggiai la mano per sentire il suo cuore battere sotto di essa, sembrava come se lo avessi preso davvero, mi sembrava di tenere il suo cuore in mano, in quel momento lo sentivo fragile tra le mie mani, avevo come l’impressione che se avessi stretto la mano in un pugno lo avrei ucciso. Il suo cuore era agitato, batteva veloce come se potesse scoppiare da un momento all’altro.
- mi sente adesso?- gli chiesi grandangolo mentre arrossiva.
- sento il tuo corpo, ma non sento te!- disse cercando di mantenere il controllo del suo rossore.
- cosa dovrei fare per far si che il tuo cuore mi senta?-
- amami!-
- io… non è una cosa che si può comandare- dissi nervosa.
- aspetterò tutto il tempo necessario- disse poggiando la sua mano sopra la mia ancora nel suo petto.
- ok- dissi arrossendo anche io quando notai quanto il suo viso fosse vicino al mio.
- andiamo a dormire- disse prendendomi la mano tirandomi verso la stanza.
- si- dissi seguendolo. Si era fatta notte e non me ne ero resa conto, non avevamo neppure mangiato, eppure non avevo appetito, ero troppo nervosa per nessun motivo in particolare, la verità è che erano troppe le cose che mi preoccupavano, non riuscivo a preoccuparmi del cibo.
- allora buona notte- dissi girandomi verso di lui dopo aver aperto la porta della mia stanza.
- notte-
Mentre mi giravo per avviarmi nella camera mi afferrò il braccio facendomi rigirare andando contro il suo petto. Mi avvolse dolcemente con le braccia e io sentivo i battiti frenetici del suo cuore nel mio orecchio.
- cosa c’è?- chiesi stupita da quell’azione.
- sto cercando di fare delle scorte per questa notte- disse sorridendo.
- scusa ma la tua camera è tanto distante dalla mia?- chiesi
- è accanto alla tua! Perché? Hai forse intenzione di venirmi a trovare?- disse ironico.
-no!- risposi secca. Sentii il suo sospiro soffiarmi sui capelli, ci era rimasto male, risi immaginando l’espressione che aveva assunto.
- comunque perché dovresti preoccuparti se le nostre camere sono vicine?- continuai
- non posso vederti, ecco perché mi preoccupo- ammise con voce triste
- non potresti vedermi ugualmente visto che devi dormire-
- si ma potrei stringerti tra le braccia come sto facendo adesso e sentirti per tutta la notte-
Arrossii al pensiero, la sua stretta era diventata più forte ma sempre dolce.
- cosa dovrei fare?- chiesi sospirando
Si irrigidì completamente mollando la presa su di me e facendo cadere le braccia lungo i fianchi.
- che ti prende adesso?- chiesi guardandolo in viso, la sua espressione era seria, era forse arrabbiato?
- niente, vai a dormire- disse continuando a guardare per terra.
Capii che avevo sbagliato a parlargli in quel modo, ci era rimasto male. Mi alzai sulla punta dei piedi e gli presi il viso con le mano per baciargli la fronte.
- buona notte- gli sorrisi dolcemente.
- buona notte- disse ricambiando il sorriso. - non posso venire a trovarti vero?- chiese grattandosi la testa con il dito.
- no!- risposi assumendo un’espressione seria.
- nemmeno per vedere se va tutto bene?- continuò
- no- risposi sempre seria.
- solo per un po’- disse on voce lagnosa.
- ho detto di no- entrai nella stanza fermandomi alla porta prima di chiuderla dietro di me.
- solo per un secondo- insistette.
- buona notte- dissi chiudendo la porta.
- buona notte- disse con tristezza.
Mi andai a distendere sul futon, mi fece male la ferita quando mi sdraiai, ancora non era del tutto guarita, però stavo molto meglio, faceva male solo quando facevo movimenti bruschi.
Sarebbe finito presto tutto questo, prima o poi mi sarei abituata a quella casa, a quel giardino, all’isola e a Rubbis, sarei riuscita senz’altro a concedermi a lui con il passare del tempo, dovevo solo imparare ad amarlo.

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Capitolo 18
*** in città ***


eccolo finalmente il 18° capitolo, scusate per il ritardo, scusate davvero, ad ogni modo spero di farmi perdonare con questo capitolo... ^^
ringraziamenti a:
Nami the Cat Burlglar mi dispiace che tu sia influenzata, spero ti sia passato, in fondo dopo tutto questo tempo lo credo + che possibile ahahah scusami comunque però come avevo promesso qui ci sono alcuni risvolti molto interessanti mauhaahah leggi leggi e fammi sapere
giusy91 waaaa giusy sono tornata ma dove sono finite le tue storie? non el trovo più me piange *.* fammi sapere cosa è successo perchè ci sono rimasta malissimo
kodomo sicuramente questo capitolo ti farà piacere o almeno spero scusami anche tu per il ritardo ma a volte non so proprio cosa inventarmi o non trovo il tempo, in pratica sono un'incapace XD fammi sapere cosa ne pensi eh ^^
jess_chan spero che Zoro salvi presto la nostra Nami, ad ogni modo fammi sapere cosa ne pensi ^^ grazie per aver recensito
emyleerosejordan  scusami tu per il ritardo nell'aggiornare sono irrecuperabile -.- però sono tornata con un capitolo nuovo di zecca ahahah spero ti piaccia ^^

BUONA LETTURA


- oggi mi piacerebbe andare in città- dissi finendo la colazione che avevo davanti. Eravamo in un salone, a guidarmi in quella sala era stata Yuki.
- per quale motivo?- chiese Rubbis guardandomi contrariato.
- beh perché da quando sono qui non ho avuto ancora la possibilità di vederla, e pensare che era la prima cosa che volevo fare dopo essere approdata qui, e poi guarda sto molto meglio, grazie alle tue cure- dissi alzandomi e facendo qualche movimento per mostrargli la mia salute.
- non lo so, io non posso uscire se non in rari casi, in oltre sarei costretto a mettermi degli orribili travestimenti, come quella volta che sono venuto a salvarti, ricordi?-
- perché?- chiesi curiosa.
- perché se gli abitanti del villaggio mi riconoscessero, non dico tutti m ala maggior parte, farebbe di tutto per eliminarmi e derubarmi o prendermi come ostaggio per un riscatto, insomma, non è proprio una passeggiata per me andare in città-
- eppure non si direbbe che sia un posto così pericoloso da come è tenuta l’isola-
- in ogni luogo ci sono persone poco raccomandabili, indipendentemente da come è tenuto il posto, purtroppo non posso cacciarli, come potrebbero sopravvivere, in oltre non conosco un modo per punirli se non quello di mandarli in prigione, ma a quanto pare non si conclude gran ché-
- se mi permettete, potrei accompagnarvi io- disse Yuki entrando nel salone per portare via i piatti.
- mmm… non so se sia una buona idea, si è vero conosci molto bene la città e in effetti nessuno ti toccherebbe, sei molto conosciuta e ben voluta da tutti, si, se yuki verrà con te starò più tranquillo- disse sorridendole.
- Yuki sei sicura di volermi accompagnare?- chiesi alla bella ragazza, non volevo crearle altro disturbo.
- non vi preoccupate, devo andarci comunque per comperare alcune cose per la cena di questa sera- disse sorridendo.
- bene, allora mi cambio e andiamo-
-Nami- invocò il mio nome con tono serio e autoritario, impossibile era non immobilizzarsi all’istante.
- prima che tu vada devi promettermi che non ti allontanerai da Yuki nemmeno per un istante-
- non preoccuparti- gli sorrisi per tranquillizzarlo.
- in oltre dovrai nascondere quel tuo bel viso sotto un mantello-
- perché?- chiesi perplessa, che fosse geloso di me? A tal punto?
- quegli uomini, i tuoi rapitori, loro sanno bene come sei fatta, in altre parole se ti vedessero, non ci penserebbero due volte a rapirti di nuovo, sei un bocconcino prelibato per i loro affari e non oso immaginare per cos’altro- disse facendo una smorfia di disgusto a qualche strano pensiero.
- ah è vero- sbuffai - beh mi sembra ovvio di non poter fare altrimenti- dissi acconsentendo.
- bene, va in camera tua, ti farò portare dei vestiti che ti permetteranno di salvarti in ogni caso-
Andai in camera e poco dopo arrivarono delle ragazze molto carine, ma non allo stesso livello di Yuki, con dei vestiti in mano, erano vestiti molto belli con delle balze sotto le lunghe gonne, davvero belli ma non nel mio stile, feci una smorfia di rifiuto quando capii che dovevo indossarli, ma nonostante ciò le due ragazze mi aiutarono a metterli, anzi mi obbligarono sotto l’ordine del principe, rassegnata decisi di assecondarle e di mettermi quei vestiti davvero troppo da aristocratica.
Andai da Rubbis che mi guardò dalla testa ai piedi con uno strano luccichio negli occhi.
- ti sta davvero bene- disse riferendosi al vestito rosso che avevo scelto tra gli altri, aveva le spalline che scendevano sulle spalle lasciando scoperto un po’ il décolleté, il vestito scendeva stretto lungo il busto risaltando i fianchi per poi aprirsi in una lunga gonna con balze bianche, davvero il più carino tra gli altri, e tutto sommato non mi stava poi così male.
- è proprio vero, la tua bellezza riesce a risalta persino gli indumenti più umili- disse aprendosi in un sorriso stupendo. Troppi complimenti dal mio principe, mi stava viziando. Il mio principe? Ma cosa andavo a pensare?! Ma stiamo diventando pazzi? Io che chiamo mio Rubbis? Forse mi farà davvero bene staccarmi un po’ dalla sua presenza.
- ricorda Nami, se ti dovessero dare noie, basterà che tu dica di essere la futura principessa e vedrai che nessuno oserà recarti danno, però state sempre molto attente mi raccomando- disse riferendosi anche a Yuki accanto a me.
- Yuki mi raccomando sorveglia la mia principessa, non permetterle che le accada niente- disse avvicinandosi a lei per accarezzarle la testa dolcemente. Lei arrossì per il gesto, sentivo che qualcosa tra i due mi sfuggiva, ignoravo cosa provassero l’una per l’altro, e non doveva nemmeno interessarmi, in fondo lui aveva scelto me, perciò perché preoccuparsi?
- cerca di fare ritorno presto, sana e salva, mi piange il cuore nel vederti andare via, ti prego non farmene pentire- si avvicinò a me sussurrandomi nell’orecchio mentre mi abbracciava.
- tornerò, sta tranquillo- dissi ricambiando l’abbraccio.
- torna da me mia principessa ok?!- disse sorridendo tristemente, quanto sapeva essere dolce.
- tornerò dal mio principe- dissi sempre più stupita dai pensieri che mi procurava la mia testa e dalle parole che uscivano dalla mia testa. Lui staccandosi dall’abbraccio mi avvolse il mantello dietro le spalle, mi baciò la fronte con dolcezza e poi mi mise il cappuccio sui capelli per nascondere parte del viso.
Restando al fianco di Yuki ci avviamo per la ripida discesa al di fuori delle mura del palazzo, era tutto bello, gli alberi erano colorati come nella foresta ma erano molto meno, appena fuori dal palazzo udii un rumore simile a quello dell’acqua che scorre e chiedendo a Yuki mi spiegò che era una cascata e che me l’avrebbe mostrata al ritorno. Dopo dici minuti passati a camminare, si cominciavano ad intravedere le prime case della città, non mi importava di vedere la città, mi bastava uscire e prendere un po’ d’aria, dovevo stare fuori da quelle mura, mi stavo abituando troppo in fretta a quella vita che non mi apparteneva affatto e non volevo accadesse, non così presto, non con i miei compagni ancora in trappola, ma cosa mi stava accadendo?! Possibile che fossi cambiata in tal modo?! Questa non ero io, o forse mi ero arresa all’idea che quella vita sarebbe stata giusta per me, in fondo come potevo lottare contro il destino? Contro il futuro che aveva visto Rubbis?! Non aveva senso lottare, contraddire e ribellarsi ad una vita già decisa.
Arrivati in città respirai l’aria che odorava di cibo, qualcuno arrostiva un po’ di carne nel grande mercato che c’era a pochi passi da noi, sembrava di essere entrati in un mondo a parte, stavo bene li, mi sentivo circondata da persone normali, non ero sola  questa era un’amara consolazione perché a farmi compagnia non c’erano i miei compagni, ma in fondo andava bene così.
- cosa devi comprare?- chiesi a Yuki che ogni tanto mi lanciava occhiate, probabilmente per vedere che faccia avevo.
- dovrei comperare alcuni legumi, il cuoco mi ha chiesto espressamente di fargli una bella scorta- disse sospirando.
Il cuoco eh, il mio cuoco era davvero bravo, chissà se anche quello di Rubbis era allo stesso livello, beh avrei verificato a pranzo.
- ti dispiace se in tanto guardo da qualche altra parte? Ho visto dei negozi molto interessanti-
- mi dispiace ma non potete allontanarvi da me- disse amareggiata
- oh andiamo, ti prometto che tornerò presto, voglio solo curiosare, in fondo sono abituata- dissi riferendomi a tutte le città che avevo già visitato fino a quel momento.
- principessa non potete assolutamente, se vi accadesse qualcosa il padrone andrebbe su tutte le furie giustamente- disse con lo sguardo disperato.
- Yuki ti prego, lasciami un po’ libera- dissi supplicandola, capivo il suo punto di vista, ma avevo davvero bisogno di distrarmi un po’ di andare in giro, di pensare per conto mio a tutto quello che mi era capitato.
- va bene, ma vi prego di tornare qui tra un paio di orette, più o meno il tempo che mi occorre per prendere il necessario- disse sospirando
- grazie mille Yuki ci vediamo qui allora, a tra un po’- dissi abbracciandola per ringraziarla per poi dileguarmi tra la folla prima che ci ripensasse.
Mi allontanai dal mercato per dirigermi verso le case un po’ più tranquille, non riconoscevo quei posti, quindi non era passata di qui fuggendo dai rapitori, un buon segno. Arrivai ai campi, forse mi stavo allontanando troppo, ma non mi importava, li si vedevano benissimo le case, ero su una pianura dalla quale la vista era magnifica, gli alberi del bosco visti in lontananza sembravano un arcobaleno. Mi guardai in torno e in lontananza intravidi degli stracci per terra, mi incuriosirono poiché sembravano essere indossati da una persona, avvicinandomi i poco mi accorsi che era così, mi avvicinai ancora di qualche metro per cercare di mettere a fuoco quegli stracci e mi accorsi che era un uomo steso per terra, sembrava privo di sensi e senza pensarci due volte mi avvicinai per prestargli soccorso.
Il cuore cominciò a battere fortissimo nel mio petto quando gli fui molto vicina e notai quegli strani capelli versi.
- Zoro- sussurrai più con l’anima che con la voce, era Zoro, era riuscito ad uscire dalla foresta, ma stava dormendo?! oppure...

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Capitolo 19
*** perchè? ***


ecco il diciannovesimo capitolo... perdonatemiiiiiiiii sono in enorme ritardo pietà T.T farò del mio meglio perchè non accada più non abbandonatemi per la mia incompetenza... spero che qusto capitolo mi faccia perdonare
ringraziamenti :
Kodomo ahahaha eh si anche io sono contenta del ritorno di Zoro però ho una brutta notizia... Zoro è stupido ahahahah spero ti piaccia questo nuovo capitolo e che mi perdonerai per averti fatto aspettare
Alexia Star waaaaa che bello sono contenta che anche tu abbia recensito mi dispiace averti lasciato in sospeso xd però almeno ho tenuto viva la curiosità... spero u.u
Nami the Cat Burglar ecco sono sparita un'altra volta chiuedo scusa T.T ma non riesco a trovare il tempo, iuff spero solo di riuscire a tenere viva la voglia di leggere il seguito della storia, credo in oltre di star allungando un pò troppo il brodo, boh mi perdo un pò credo e mi dispiace ...  le ho letteeeeeeeee le tue storieeeeee mi piacciono da morire T.T giuro scrivine delle altre eh mi raccomando
tre 88 sono contenta che tu sia riuscita a leggere tutti i capitoli wow sono emozionata in oltre voglio ringraziarti per avermi avvisata sugli errori, purtroppo lo so bene anche io che ce ne sono non pochi il problema è che non rileggo mai quello che scrivo per il poco tempo che ho in oltre se lo facessi rischierei di riscrivere un capitolo mille volte, e spero tu capisca, sarebbe un guaio XD sono già abbastanza lenta così, però grazie cercherò di fare più attenzione per rendere i capitolo + scorrevoli e piacevoli da leggere.
giusy91 T.T le tue storie, io le aspetto sai?! mi raccomando
zonami84 si lo so in questi ultimi capitoli ho parlato molto poco degli altri, ma il mio problema è che tendo ad allungare troppo il brodo scrivendo alcuni particolari e se scrivessi troppo anche sugli altri non arriverei mai alla conclusione e penso che anche per voi sarebbe un pò noioso, credo
jess_chan  eh eh eh grazie èer la bravissima XD cmq nami sembra un pò una stupida io al suo posto sarei saltata tra le braccia di Zoro, al divolo Rubbis... beh ripensandoci probabilmente mi sarei tenuta entrambi muahahahah
emyleerosejordan eccomi sono tornata anche io! sono contenta che la mia storia ti entusiasmi tanto davvero *.* sono senza parole (in senso positivo ovviamente) vedrai diventerà sempre + entusiasmante
ilariabella  mi diaspiace spero di non averti deluso aggiornando così in ritardo e grazie mille per la bella recensione *.* sai a volte non riesco nemmeno a uscire dalle storie che scrivo, mi impersonifico nei personaggi e devo dire che mi piace molto ^^ sono contenta di trasmettere le stesse emozioni che provo io nello scrivere grazie

BUONA LETTURA




Mi inginocchia al suo fianco girandolo a pancia in su e sollevandogli la testa poggiandola sulle mie ginocchia, il suo respiro, non respirava, non stava respirando, avvicinai l’orecchio al suo naso per sentire davvero non riusciva a respirare.
- f…-
-eh?- si respirava e stava cercando di dirmi qualcosa.
- fa… fa_me- disse con un filo di voce lamentosa.
- fame? Hai fame?!- lo poggiai delicatamente per tessa e andai di corsa a prendere qualcosa che potesse mettere sotto i denti, chissà da quanto tempo non aveva toccato cibo, al solo pensiero mi sentivo more.
Arriva al mercato e comprai del pane, un po’ di pomodori, frutta e un po’ di salume con i pochi soldi che mi avevo, quelli che mi ero portata quando ero scesa dalla nave nel caso in cui avrei voluto comprare qualcosa in città, meno male che nessuno me li aveva tolti e che mi ero ricordata di prenderli dai vecchi vestiti, modestamente sono un genio. Corsi da lui con il cibo in una busta e lo sollevai di nuovo imboccandolo, sembrava un bambino indifeso tra le mie mani, mi faceva tenerezza, il cuore ormai aveva un ritmo frenetico che non mi abbandonava nemmeno per un secondo, persino le mani non cessavano di tremare, ma ero troppo contenta di stare li con lui, non avrei desiderato altro in quel momento, altro che lui. Dopo qualche boccone aprii gli occhi con le poche forze che era riuscito a recuperare.
- grazie, faccio da solo- disse mettendosi a sedere arrossendo.
- chi sei?- chiese guardandomi attentamente continuando a mangiare.
Non mi aveva riconosciuta?! Ah certo, indossavo il mantello con il cappuccio sopra gli occhi, ecco perché, meglio così, se mi avesse riconosciuta avrebbe rovinato tutto.
- un’abitante del villaggio- pronunciai quelle parole tremolanti per paura che riconoscesse la mia voce.
- come ti chiami?- disse avvicinandosi per guardarmi meglio. - hai una voce familiare, ci conosciamo?-
- Na…- mi bloccai ricordando che non dovevo farmi scoprire
- EH?- disse smettendo subito di mangiare.
- naah, penso non ci sia niente di male nel dirti il mio nome, perciò, piacere mi chiamo Ruby- dissi nervosa, salva per un pelo.
- ah…- sospirò ricominciando a mangiare. Mi venne da ridere nel pensare che avesse sperato di sentire il mio nome, allo stesso tempo mi sentivo morire, ero così vicina a lui e non potevo abbracciarlo come volevo, com’è triste la vita.
- grazie mille- disse riferendosi al cibo.
- tieni bevi- dissi porgendogli dell’acqua
- grazie, senti, sto cercando una ragazza-
- che tipo di ragazza? Una fidanzata o una moglie?- dissi ironica, sapevo che stava cercando me ovviamente, ma per lui ero un’estranea perciò non potevo permettermi di farmi scoprire.
- sto cercando la ragazza che mi hanno portato via- la sua espressione era un misto tra rabbia e tristezza, ma i suoi occhi erano furiosi.
Il mio cuore perse un colpo nel sentirgli dire quelle parole, non capivo perché ma ero felice e allo stesso tempo terribilmente triste.
- alta, magra, ben formata e ha i capelli rossi, l’hai vista in giro per caso? È ferita!-  disse supplichevole …
Ben formata?! Come osava fare riferimenti alle mie curve?! Dannato pervertito, e pensare che per lui non sono altro che una mocciosa.
- mi dispiace non l’ho vista di recente-
- come hai fatto a non vederla?! Dovresti conoscere tutti gli abitanti dell’isola, e di certo lei non è il tipo di persona che passa in’osservata- disse agitandosi.
- ehi, calma, non l’ho mica presa io la TUA RAGAZZA- sottolineai quelle parole con la voce osservando la sua reazione.
- ma è ferita, devo assolutamente trovarla-
Perché non aveva smentito quelle parole?  Forse non gli importava specificare  quale legame ci fosse tra lui e la ragazza che cercava con una perfetta estranea, in fondo non gli davo torto, però conoscendolo sapevo bene che lui è il tipo che preferisce chiarire subito certi malintesi per di più quando ci sono di mezzo le ragazze.
- potresti aiutarmi? Sai non ho uno spiccato senso dell’orientamento, e visto che conosci bene il posto, forse mi potresti fare da guida- disse
- eh eh, lo so!- dissi ripensando a tutte le volte che si era perso nelle città che avevamo visitato fino a quel giorno.
- eh?!- chiese perplesso.
- no, dico, che hai ragione conosco molto bene l’isola- dissi uscendo da quella situazione critica che rischiava di smascherarmi.
- quindi? Mi aiuterai?. Disse illuminandosi.
- si- mi stavo ficcando in un bel guaio, io non conoscevo affatto l’isola, come potevo sperare di fargli da guida?! - però non ho molto tempo, tra poco dovrò andare via- dissi
- bene allora sbrighiamoci- si alzò
- ok- dissi iniziando ad alzarmi ma alzando lo sguardo notai la sua mano tesa verso di me. Il suo sguardo era strano, tenero, uno sguardo che ero certa di aver visto solo una volta, durante i giorni in cui stavo male sulla nave. Pensavo fossi stata l’unica al quale lo avesse concesso, invece adesso lo stava regalando ad una perfetta estranea, o forse era il modo in cui aveva sempre guardato tutte, tutte tranne me, si, non c’erano altre spiegazioni, io ero l’unica ad aver ricevuto quello sguardo solo una volta per la pena che provava nei miei confronti, adesso era tutto chiaro. Chissà quante volte lo aveva rivolto a Robin o a qualche ragazza delle varie città che avevamo visitato, al solo pensiero mi gelava il sangue, avrei voluto mollargli un bel calcio li dove fa più male, o un pugno su quella testa di alga che si ritrovava, ma resistetti e continuai la mia recita afferrandogli la mano per aiutarmi a tirarmi su. La sua forza mi fece sbilanciare finendo a sbattere contro il suo torace che riconobbi sotto le mie mani, lui mi fermò dalle spalle per non farmi cadere e lo sentii respirare profondamente come se volesse assaporare il mio odore.
- il tuo profumo- disse abbassando la testa nell’incavo del mio collo, sperai che il cappuccio nascondesse bene i capelli e buona parte del viso, anche se una parte di me avrebbe voluto confessargli tutto e stringerlo forte per l’ultima volta… sarebbe stata l’ultima.
- perché non togli il cappuccio?- chiese come in risposta ai miei pensieri
- perché mio marito si arrabbierebbe molto se mi vedesse senza questo indosso- dissi la prima cosa che mi venne in mente sperando di sembrare convincente.
- tuo marito?- disse togliendosi con la faccia sconvolta.
- si - risposi nervosa, insomma, cos’era tutto quell’interesse nei confronti di un’estranea?  Non riuscivo a rassegnarmi all’idea che le stesse dedicando tutto quel tempo, k le regalasse i miei sguardi e che si stringesse a lei, si ero gelosa di me stessa.
- capisco, credo sia maglio andare- disse facendomi cenno di fare strada. Ma quale strada? Scesi giù per la collina, quella era l’unica strada che sapevo avrebbe portato alla città, camminavo davanti a lui, ero nervosa, chissà cosa starà pensando, se avrà capito l’enorme bugia che gli avevo detto e se davvero era preoccupato per me.
- che tipo è? - disse interrompendo il silenzio che mi stava massacrando
- che tipo è chi?- chiesi perplessa distraendomi dai mille pensieri che mi ronzavano in testa.
- tuo marito!-
- ah, beh ecco, lui è … - e adesso?
- insomma deve essere un tipo piuttosto geloso o iperprotettivo se ti costringe ad andare in giro con quel mantello-
- lo fa solo perché ci tiene a me, e lo ascolto perché non voglio che si preoccupi inutilmente- dissi sospirando, quelle in fondo non erano altro che mezze verità.
- mmm, capisco, certo devi essere davvero molto bella-
Mi bloccai e mi girai verso di lui per guardarlo, teneva lo sguardo fisso su di me, cercando probabilmente di immaginare cosa ci fosse nascosto sotto il mantello. La rabbia stava avendo il sopravvento su di me, avrei voluto spaccargli la faccia e tagliarlo a pezzi con una delle sue spade per vendetta, ma cercai di resistere alla tentazione di fargli male.
- ti sbagli, è solo molto innamorato- dissi per poi rigirarmi e continuare il cammino.
- si hai ragione- mi segui.
Arrivammo in città dove le persone si accalcavano ad ogni una delle varie bancarelle che riempivano gran parte del villaggio. Lui camminava sempre dietro di me e ogni tanto lo sentivo calpestarmi i piedi quando ero costretta a fermarmi bruscamente per non finire addosso alle altre persone. D’un tratto mentre camminavo mi sentii prendere la mano trascinandomi, era Zoro che mi stava portando ai lati della strada, dove la strada si poteva percorrere senza problemi.
- qui i cammina meglio non credi?- disse lasciandomi la mano.
- si hai ragione- gli sorrisi.
- credo sia meglio perlustrare tutte le strade nascoste, non penso che dei banditi siano così sciocchi da abitare in zone troppo popolate- aveva ragione, non era poi così stupido allora?!
- bene andiamo- questo almeno potevo farlo, non era difficile riconoscere le stradine più nascoste, bastava solo infiltrarsi nelle vie più piccole.
Camminava al mio fianco, ogni tanto mi concedevo di guardarlo con la coda dell’occhio e notavo come fosse attento ad ogni movimento intorno a lui e qualche volta mi accorgevo degli sguardi che mi lanciava pensando che non me ne accorgessi, la domanda però era sempre la stessa, perché?

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Capitolo 20
*** un ricordo rimosso ***


eccolo il 20° capitolo, visto? ho aggiurnato presto ^^ meno male, pensavo non avrei trovato l'ispirazione e invece sono abbastanza fiera di questo capitolo spero che lo siate anche voi ^^
ringraziamenti:
emyleerosejordan waaaaaaa grazieee *.* mi fa piacere sentirmi dire che vi sono mancata AZIE = grazie ahahaha
Nami the Cat Burglar nooo non vi ho abbandonati, non lo farei mai, se scrivo è solo grazie a voi che mi incraggiate anche quando i capitoli fanno pena grazie mille, comunque si Zoro è scemo ahahah
Zonami84 ecco il prossimo capitolo, come vedi la scemità di Zoro non ha mai fine, però che dire ci piace così XD
ilariabella chissà se se lo sente davvero? quel che è certo è che ci sta prvando aahahah
tre 88 ecco il nuoco capitolo... spero ti piaccia come l'altro ^^  mi ci sono impegnata, non ho dormito la notte per scriverlo ahahaha no non è vero però diciamo che ho avuto ispirazione da un sogno *.*

BUONA LETTURA


- se non dovessi trovarla? Io so cosa fanno alle ragazze che rapiscono- dissi cercando di strappargli qualche informazione, volevo assolutamente sapere cosa avrebbe detto di me a quell’estranea.
- cosa le potrebbero fare?-
- beh per cominciare la denuderebbero- la sua espressione lasciava intendere l’indignazione che provava verso ciò che avevo appena detto.
- poi potrebbero abusare di lei, giusto per provare la merce- continuai, quelle cose erano vere, in fondo è ciò che fanno tutti quando rapiscono delle fanciulle.
- abusare di lei? Di… di Nami? Vuoi dire che…- tremava, ogni parte del suo corpo stava tremando, la rabbia si leggeva chiaramente nei suoi occhi così come era ben visibile l’angoscia e la paura, mi dispiaceva vederlo così da una parte, ma dall’altra la sola idea che si stesse dando tanta pena per me mi rendeva la donna più felice dell’isola.
- beh si, in genere le provano sempre prima di metterle in vendita, specie se sono belle, sai com’è ci guadagnano- dissi cercando di controllare il sorriso che voleva farsi strada sulle mie labbra per la sua reazione.
- la tua ragazza è bella?- chiesi per continuare a torturarlo, in fondo se lo meritava per tutto il tempo che aveva passato ad interessarsi dell’estranea, anche se ero io.
- Nami? Lei è bellissima- disse amareggiato. - in questo momento però vorrei non lo fosse affatto-
Io bellissima? Aveva davvero detto che sono bellissima? In oltre non ha smentito un’altra volta che sono la sua ragazza, ma ero morta forse? Ma come, mi ha sempre considerata solo una mocciosa, che gli prendeva adesso? Dannato spadaccino dalle idee stupide, ma perché non diceva chiaro e tondo quello che provava? Ma pensandoci bene, a cosa serviva? Il mio destino era segnato, a questo punto sarebbe stato meglio non sapere altro, per non aggiungere altri motivi a quelli che avevo già per tornare sulla mia nave con la mia ciurma, con il mio spadaccino.
- oh no! È tardi, devo andare via, saranno preoccupati- dissi agitata, dovevo tornare subito nel villaggio, prima che la povera Yuki cominciasse a scavarsi la tomba con le sue mani.
- io devo continuare a cercarla, devo sapere se sta bene, devo controllare che non le abbiano fatto del male, che non l’abbiano toccata- disse fermo nella sua decisione.
- spero tu riesca a trovarla- dissi amareggiata di non potergli raccontare ogni cosa, di non potergli togliere quell’espressione disperata dal viso.
- grazie per la compagnia, è stato piacevole passeggiare con te, sembrava quasi di stare al suo fianco- disse sorridendomi tristemente.
Allora era per questo che si interessava in quel modo, ma quanto è sciocco questo ragazzo?! Possibile non si sia accorto che sono io?! Perché? Dannato stupido spadaccino che non sei altro, perché non ti accorgi che sono io?! Guardami, cercami nei suoi discorsi, nella sua voce, nel suo profumo, nel suo dannato tentativo di toccarti, di accarezzare quei tuoi buffi capelli verdi, nel suo tremare dalla paura di perderti per sempre.  Perché i tuoi occhi non arrivano oltre ciò che vedi?
“Salvami ti prego, portami via, portami via con te”. questo è ciò che il mio cuore gridava disperato, nel tentativo che lui lo sentisse.
- allora ciao- dissi girandomi dall’altra parte incamminandomi.
- RUBY- urlò, il mio cuore iniziò a battere frenetico, mi voltai di scatto vedendo Zoro correre verso di me. Si fermò ad un passo da me, i suoi occhi erano disperati ma con una strana luce nel fondo, molto fioca. Mi avvolse con le sue braccia facendomi poggiare la testa sul suo petto con un gesto rapido.
- che fai Zoro?!- ero scoccata, sentivo il suo cuore battere forte contro il mio petto mescolandosi al battere frenetico del mio, sembrava stessero danzando. Adesso sapevo perché si fosse interessato a quell’estranea, ma era imperdonabile, perché doveva abbracciarla?
“Tu devi cercare me, non abbracciare lei!” pensavo furiosa. Il suo corpo pesava sul mio, si era completamente abbandonato alle mie braccia che gli avvolgevano la schiena. Mi sentii poggiare una mano sulla nuca e sperai che non volesse togliermi il cappuccio. Mi sollevò la testa e prima che me ne rendessi conto poggiò le sue labbra contro le mie. Una scossa dolorosa e allo stesso tempo piacevole mi percorse il corpo fermandosi al cuore che perse un colpo di conseguenza. Le sue labbra prima delicate sulle mie, sfiorandole appena, ora facevano strada alla sua lingua che passò delicatamente sul mio labbro inferiore come per assaggiarne il sapore.
Un frammento di ricordo mi passò in testa, qualcosa che avevo completamente rimosso, ci eravamo già baciati, nella foresta, prima che arrivassero i banditi, mi aveva baciata, come avevo potuto scordarlo?! Ero più che sicura di essere stata rapita mentre dormivo, allora perché questa strana visione di quel momento? Così perfetto e reale per poterlo definire un sogno. Era accaduto davvero!
Si staccò di pochi millimetri da me respirandomi sulla guancia.
- sei una stupida mocciosa- a quelle parole sollevai lo sguardo, le lacrime che gli scendevano lungo il viso mi immobilizzarono, Zoro stava piangendo, eppure sorrideva dolcemente.
Gli passai una mano sul viso per asciugarne una, mi bloccò la mano sul suo viso con la sua, la afferrò in una stretta che lasciava intendere la voglia e il bisogno di sentirmi al suo fianco.
- come lo hai capito?- anche se la vera domanda era, come aveva fatto a non accorgersene?!
- non lo so, ho sentito il tuo cuore, credo- disse dubbioso delle sue stesse parole.
- e cosa diceva il mio cuore?- chiesi sorridendo dolcemente.
- diceva di cercarti, che mi vuole e che sono uno stupido- ammise.
Rimasi stupita per ciò che aveva appena detto, possibile che avesse inventato tutto e che in qualche modo ci avesse preso in pieno? O era forse vero che aveva sentito il mio cuore?! Cosa importava, in fondo era li davanti a me, mio.
- lo sei davvero- dissi con dispetto.
- stai zitta mocciosa, eri tu quella gelosa di te stessa- disse con tono beffardo.
- zitto stupido- dissi mettendo il broncio. - tu facevi il cascamorto con una che nemmeno conoscevi- gli dissi per tutta risposta.
- ma eri tu, perciò potresti anche chiudere un occhio!- disse con aria colpevole.
- e se non fossi stata io? Se dopo k l’avessi baciata non fossi stata io?- dissi rabbiosa. Lui mi prese tra le mani il cappuccio facendolo scivolare dietro la mia testa scoprendo i capelli e il resto del viso.
- lo vedi? Sei tu!- disse sorridendo. Perché anche con piccoli gesti riusciva a farsi perdonare ogni cosa? Perché dovevo essere così succube di quella stupida creatura che mi stava di fronte? Perché dovevo amarlo tanto senza poterlo avere?
- devo andare- dissi mettendomi fretta, ancora non era scaduto il tempo, lo sapevo bene, ma se non fossi andata via adesso, non sarei più stata in grado di farlo.
- dove?- chiese perplesso.
- è complicato Zoro, però è necessario che io vada!-
- ma che stai dicendo? Sono forse i banditi? Ti danno ancora fastidio? Stai scappando da loro?- chiese allarmandosi.
- no, niente di tutto questo, è solo che devo tornare a casa, altrimenti si preoccuperanno- dissi cercando di calmarlo.
- a casa? Che stai dicendo Nami?!- disse innervosendosi.
- sta tranquillo va tutto bene-
- quando potrò rivederti?- chiese preoccupato.
- seguimi appena mi vedrai incamminare con una ragazza, passeremo per poco in una cascata, aspettami li, tornerò appena mi sarà possibile- dissi girandomi e andando via.
- Nami, aspetta- disse prendendomi il braccio.
- che c’è?- chiesi frettolosa.
- mi spiegherai tutto vero?- chiese preoccupato.
- ogni cosa- dissi sorridendo. Mi tirò verso di se baciandomi con passione, sembrava non credesse di avermi trovata, cercava certezze che gli confermassero che non stava sognando, lo capivo bene, perché anche per me era così, però il mio presto si sarebbe trasformato nell’ennesimo incubo, un incubo che sarebbe durato tutta una vita.

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Capitolo 21
*** la cascata ***


eccolo il 21° capitolo, come sempre in tremendo ritardo... PERDONOOOOOOOO spero vi piaccia
ringraziamenti a:
jess_chan è un'altro di quei capitolo che lasciano l'amaro in bocca... però a me Rubbis piace molto *.*
ilariabella devo dire che il capitolo recendete ha sorpreso anche me xd per non parlare di questo...
tre 88 mi dispiace per il ritardo e anche per il contenuto di questo capitolo, temo di deluderti, spero non accada *.*
giusy91 diciamola tutta Nami e Zoro insieme non ne fanno uno sano ahahahah sono entrambi due stupidi però ci piacciono cs u.u
Kodomo sono davvero contenta che il capitolo precendente ti sia piaciuto così tanto, non far caso a questo, diciamo che è un pò... ecco... non so nemmeno io come definirlo xd
Nami the Car Burlgar sono contenta anche io che Zoro si sia svegliato, anche se + k altro è andato ad istinto ahahah sarebbe stato divertente fargli fare una figuraccia però mi sembrava troppo per uno come lui, il suo orgoglio ne avrebbe risentito, beh spero questo capitolo non ti deluta troppo *.*
Zonami84 sono contenta che il capitolo ti piaccia  grazie *.* chiedo scusa ancora una volta per il ritardo ma ho avuto seri problemi e come sempre i compiti si impossessano di me e del mio tempo ... sorry
Yuki 31 grazie per il complimento *.*
emyleerosejordan ahahah direi che il termine ci ha azzeccato sia proprio adatto, il poverino è andato a intuito ahahah fa strano vedere Zoro dolce vero?! in effetti XD però è così bello *.* grazie per i complimenti ^^

BUONA LETTURA



Andai di corsa nel luogo dell’incontro con Yuki, scoprii con sollievo che ero in anticipo, ma solo di pochi minuti perché dopo circa dieci minuti arrivò.
- meno male, state bene!- disse con sollievo. Aveva tra le braccia molte buste con le cose che aveva comperato e le porsi le mani in segno di darle una mano che non rifiutò. Ci incamminammo con le cose tra le mani e quando arrivammo alla salita le ricordai della promessa di farmi vedere la cascata, speravo che Zoro fosse riuscito a non perdersi e che ci stesse seguendo. Ci inoltrammo ancora di più nel bosco, io mi limitavo a seguire Yuki fiduciosa e ascoltando il rumore dell’acqua che aumentava ad ogni passo mi convincevo che quella fosse la strada giusta. La via che tavamo percorrendo non era molto illuminata, le folte chiome degli alberi riparavano dai raggi del sole, creando delle diverse tonalità di colore la dove qualche debole raggio riusciva a filtrare. La vista non era tenebrosa, anzi, i colori che degli alberi la rendevano serena e tranquilla però mi stavo stancando di quella penombra e quando i miei occhi si furono abituati a quella luce fioca, mi ritrovai a doverli coprire con la mano per il dolore causato dalla luce improvvisa che li aveva colpiti, eravamo usciti da quella penombra senza che me ne rendessi conto, la visione che mi apparve, appena riuscii a mettere a fuoco bene la vista, fu celestiale, sembrava tutto così fantastico, pieno di vita, come un dipinto surreale. La cascata era immensa, due alte e grosse rocce la circondavano, rocce particolari dai mille colori, ancor più belle dell’arcobaleno, in fine l’acqua ricadeva su una base piatta circondata soltanto da rocce simili a quelle della cascata, tutte colorate, davano l’impressione di essere finiti in un dipinto privo di significato, con l’unico scopo di rendere allegri chi lo guarda. Quella visione era in oltre caratterizzata dall’illuminazione del sole che sembrava circondare quell’area e finire tra gli alberi intorno, che dire, uno spettacolo da mozzare il fiato. Mi chiesi se anche Zoro lo stesse osservando e se come me ne era rimasto incantato.
- che ve ne pare?!- disse Yuki raggiante.
- è stupendo- dissi estasiata.
- immagino che non ci siano posti come questi nei luoghi in cui siete stata, vero?!-
- oh Yuki di posti fantastici ne ho visti parecchi, ma questo li batte tutti, penso che ci verrò spesso, spero solo che Rubbis me lo permetta, sarei molto più felice se potessi osservare spesso questo paradiso-
- si vi capisco, il padrone non è severo, se saprete chiederglielo, sono sicura che ve lo permetterà, adesso però andiamo o si preoccuperà- disse girandosi verso la strada di ritorno.
- va bene- la seguii.
Arrivammo alla reggia stanche ed affaticate, andai nella mia stanza e mi tolsi il mantello che mi aveva fatto sudare dalla testa ai piedi. Sentii dei leggeri colpi sulla polta che mi fecero sobbalzare.
- si?- chiesi osservando la sagoma dietro la porta.
- posso entrare?- riconobbi la voce di Rubbis e mi affrettai ad aprire la porta che avevo chiuso a chiave per potermi cambiare d’abito.
- scusami, volevo cambiarmi, questo vestito non è adatto a me- dissi sollevando la lunga gonna che mi impacciava nei movimenti.
- io trovo che ti stia benissimo invece, in oltre non posso certo permettere che la mia regina vada in giro con vestiti inadatti- disse sorridendo.
- probabilmente hai ragione- dovevo cercare di non farlo arrabbiare per chiedergli di lasciarmi andare da sola alla cascata.
- allora cosa te ne pare del villaggio?- mi chiese entrando e chiudendo la porta alle sue spalle.
- oh ecco mi è sembrato davvero molto bello, in oltre c’è un sacco di gente e non sembrano tutti malvagi come le persone che mi hanno rapita- dissi cercando di mostrargli la mia calma.
- certo, è ovvio che non siano tutti come quei maledetti, altrimenti non ti avrei mai lasciata andare-
- in oltre ho chiesto a Yuki di farmi vedere la cascata- dissi cauta osservando la sua reazione.
- ah davvero?! C’è un po’ di strada da fare ed è faticoso soprattutto per il ritorno visto che la strada è in salita- disse sorpreso.
- si però ne vale la pena, è un posto stupendo non ne ho mai visti di così belli- dissi cercando di fargli capire quanto fossi entusiasta di quel posto.
- davvero?! Nemmeno in tutti i posti che hai visitato?! Mi fa piacere sapere di possedere una tale bellezza nell’isola-
- oh si, è un posto magnifico, mi piacerebbe poterci andare spesso, sai credo sia perfetto come luogo per riflettere in pace e rilassarmi-
- se ti piace così tanto potrai andarci ogni volta che lo desideri- disse sorridendo. Evviva, ero riuscita a convincerlo.
- davvero posso? Oh mi renderesti così felice- dissi abbracciandolo presa dalla gioia del momento. Sentivo il suo cuore battere fortissimo sul mio petto e mi accorsi di come si era irrigidito.
- scusami, ti chiedo scusa, ho esagerato- dissi allontanandomi un po’ per guardarlo in faccia e facendo cadere le mani lungo i fianchi.
- non hai fatto nulla di male, mi hai solo sorpreso, non pensavo ti saresti sciolta in questo modo, non così resto almeno- disse sorridendo dolcemente. Poi sollevando una mano prese ad accarezzarmi il viso, non capivo perché in sua presenza la mia volontà andava a farsi friggere, volevo scostarlo, allontanarmi da lui eppure non ci riuscivo, come se avesse il pieno controllo delle mie emozioni, mi faceva desiderare quel contatto. Chiusi gli occhi abbandonando la guancia sulla sua mano calda e sicura, sentii l’altra mano poggiarsi su un fianco e tirarmi a se, aprii gli occhi di scatto ma senza riuscire a fare altro, sentivo dentro di me mille emozioni scontrarsi tra loro, la rabbia, l’odio verso me stessa, il desiderio, la passione, la paura, e uno strano senso di oppressione nella testa, eppure nessuna di queste emozioni mi poté aiutare a sfuggire da quella situazione.
- arriverà il giorno in cui tu ti donerai a me di tua volontà, prima o poi sarai tu stessa a chiedermi di farti mia, non aspetto altro principessa- sospirò sul mio collo facendomi salire i brividi lungo tutta la schiena. Senza che riuscissi a muovere un muscolo per impedirlo mi baciò, inizialmente delicato sfiorando le mie labbra, poi diventando avida di quel contatto feci una leggera pressione sulla sua testa con la mano impadronendomi delle sue labbra per baciarlo con passione, quel gesto che mi stupii non poco, non sembrò stupire lui che proseguiva il bacio senza problemi. Sentivo solo la voglia di quelle labbra sulle mie, non riuscivo a capire cosa stesse accadendo e perché fossi stata io stessa ad avvicinarlo a me con prepotenza per baciarlo. La sua mano si muoveva dietro la mia schiena spingendomi ancora di più contro il suo corpo che sentivo fremere a contatto con il mio, una parte di me lo desiderava, l’altra invece voleva urlare. Si staccò da me quando io mi irrigidii dopo aver acquistato un po’ di lucidità.
- evidentemente non è ancora giunto il momento- disse sorridendo.
Io mi allontanai leggermente da lui, temevo accadesse di nuovo, non volevo che quella strana situazione si impadronisse nuovamente di me, non potevo permetterlo. Tenevo la testa bassa temendo di incontrare il suo sguardo. - principessa per favore- Lui prese ad accarezzarmi una guancia fino ad arrivare sotto il mio mento costringendomi ad alzare il viso e a guardarlo negli occhi, aveva un’espressione dolce e rammaricata.
- Nami, io non farei mai niente che possa farti soffrire, ti aspetterò anche tutta la vita se sarà necessario, ma non ti avrò mai contro la tua volontà, voglio che tu ti innamori di me, voglio fare l’amore con te, non voglio altro, un giorno quando mi guarderai voglio che sia per amore, e aspettando ciò mi limiterò a guardarti io in quel modo e a darti tutto ciò di cui avrai bisogno, sei la mia principessa Nami, non fuggire da me- disse con lo sguardo di chi diceva il vero.
- non fuggirò Rubbis, te l’ho promesso- dissi prendendogli la mano per stringerla, volevo si fidasse di me.
- ne sono certo Nami-
- Rubbis, posso chiederti il permesso di andare alla cascata?-
- adesso? Ma ci sei appena stata- disse assumendo un’espressione seria.
- lo so, ma te l’ho spiegato, quel luogo mi piace, mi sento a casa- dissi cercando di convincerlo.
- va bene, va pure- disse facendomi poggiare la testa sul suo petto e accarezzandomi come fossi una bambina, la cosa non mi turbò affatto.
- grazie Rubbis- dissi sorridendo per quel gesto dolce.
- però torna presto da me- disse dandomi un bacio sulla fronte prima di uscire dalla mia stanza.

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Capitolo 22
*** la ricompensa sono io ***


ecco il capitolo 22 spero vi piaccia... eheheheh a me è piaciuto molto, mi sono divertita a scriverlo
ringraziamenti a:
Nami the Cat Burglar eheheh si è capito eh, è vero lo ammetto a me Rubbis piace molto *.* però lo temo mi fa venire i brividi
Yuki 31 ci ho fatto caso solo adesso tu ti chiami come la serva di Rubbis *.* spero non ti dispiaccia... comunque se Zoro sapesse quello k Rubbis ha fatto... beh nn ci sarebbe speranza per lui ahahah
ilariabella scusami per il ritardo mi dispiace però hai visto sono tornata u.u me brava xd ahahah grazie per aver atteso *.*
tre 88 grazie per i complimenti *.* mi fa piacere sapere k nonostante il ritardo e il capitolo insignificante voi abbiate atteso anche se effettivamente non potevate sapere k il capitolo sarebbe stato stupido, in compenso spero ti piaccia questo nuovo ^^
jess_chan Rubbis ti sta sul... ahahah credo sia un'opinione comune, eppure a me piace tanto *.* anche se forse al posto di nami sceglierei l'avventura a una vita monotono anche se ricca... tu che ne pensi?

BUONA LETTURA


Dopo essermi cambiata ed aver indossato indumenti un po’ meno vistosi, mi affrettai ad andare alla cascata dove speravo che Zoro mi stava aspettando. Proprio come era successo alla priva visita alla cascata, l’improvvisa luce mi costrinse a socchiudere gli occhi fino a quando essi non si furono abituati al cambiamento. Quando li riaprii trovai di nuovo quello spettacolo mozzafiato, era stupendo, cercando di non incantarmi a guardare la cascata scrutai intorno cercando di notare Zoro nascosto da qualche parte ma lui non c’era, probabilmente si era perso come al solito, adesso sarebbe stato davvero difficile trovarlo. Sobbalzai quando sentii delle braccia avvolgersi intorno al mio collo, ma sapevo benissimo di chi fossero.
- pensavo ti fossi perso- dissi girandomi verso Zoro.
- no, sono stato attento a seguirvi senza farmi notare, e poi non sono un tipo che si perde così facilmente io- disse vantandosi
- no, certo hai ragione- cercai di trattenermi dal ridere. Senza altro indugio gli spiegai quello che stava succedendo e lui sembrò ascoltare calmo, come se fosse tutto sotto controllo, come se tutta quella situazione non lo riguardasse affatto, in fondo aveva ragione.
- quindi questo Rubbis altri non è che il principe di questa stramba isola?!- disse perplesso.
- si-
- e quindi è stato proprio lui a salvarti da qui bastardi-
- già, è stato lui!- dissi aspettando il verdetto sul mio salvatore nonché futuro marito.
- bene, allora andrò a ringraziarlo dopo di che potremo andare a prendere gli altri e andare via da quest’isola- disse sicuro di se.
- ma sei stupido Zoro?!- dissi infuriata.
- perché? Che ho detto di sbagliato?! Sarebbe inutile offrirgli denaro come ricompensa, essendo il proprietario di un’intera isola, deve essere pieno di ricchezze e poi hai visto le mura di quel palazzo?!-
Un caso senza speranza!
- Zoro, la sua ricompensa sono io-
- cosa?- disse perplesso.
- te l’ho già detto Zoro, voi partirete, presto gli uomini di Rubbis faranno uscire Ruby e gli altri da quel bosco e ripartirete, io invece resterò qui, con lui-
- ma che dici Nami?! Ti hanno fatto il lavaggio del cervello? Sei diventata stupida?- si era infuriato e mi scuoteva tenendo stretti i bordi della maglietta sul mio collo, dopo un attimo di silenzio che gli servì a calmarsi mi guardò dritta negli occhi con sguardo indagatore che lasciava intendere molte cose.
- tu, è davvero questo ciò che vuoi?- chiese quasi in un sospiro.
- lo ha visto nel mio futuro, ha visto che sarei stata con lui, che ci saremo sposati, che avrei vissuto con lui, sapeva persino del mio arrivo, era lui a tormentare i miei sogni- ammisi quasi con sollievo per aver scoperto da cosa dipendessero quegli incubi.
- io ti ho chiesto se è ciò che desideri, non ho chiesto quello che ha visto lui, perché sinceramente non mi importa, per quel che mi riguarda può anche vedere che il mondo verrà distrutto se partirai, ma se è ciò che vuoi nessuno deve impedirtelo- disse con gli occhi che gli brillavano, cavolo come era bello, ora che era così vicino, da poter sentire il suo respiro sulla pelle, mi accorgevo che stavo sprecando il mio ultimo tempo con lui per parlare di cose che avevo già deciso, o per meglio dire che erano già state decise.
- Zoro, è così che deve andare, a me va bene così, gli ho promesso che sarei rimasta, io starò bene, è il modo migliore per avere ciò che ho sempre desiderato, un tetto sicuro, tante ricchezze e una famiglia tutta mia- dissi trattenendo le lacrime, se avessi ceduto non mi avrebbe creduta, e avrebbe fatto di tutto per impedirmi di rimanere rischiando la sua vita e quella degli altri, non potevo permetterlo.
- una famiglia… Nami, non ti serve lui per avere una famiglia, ci sono molti uomini che possono darti ciò che desideri e amarti-
- anche lui mi ama, e fino ad ora non ho mai incontrato nessuno disposto a fare ciò che fa lui per me, nessuno mi ha mai detto una sola volta che mi ama o mi ha offerto un’isola intera in cambio della mia presenza- non erano certo quelle le cose che volevo, e in fondo solo con Zoro mi ero sentita davvero amata, e solo con lui avrei voluto formare una famiglia, ma non potevo farglielo capire ne tanto meno dirglielo, sarebbe stato contrario, Zoro lo spadaccino che mette su famiglia, per di più con una mocciosa come me, nah, non sarebbe mai accaduto, perciò sarebbe stato inutile dirglielo.
- probabilmente è vero, non te lo dicono, ma è così Nami, non puoi vivere con una persona che non ami- insistette
- imparerò ad amarlo come lui ama me e sarò felice-
- se davvero sarai felice, perché mi hai baciato?- disse con lo sguardo furbo di chi sa il fatto suo.
- se non sbaglio sei stato tu a baciarmi- dissi agitandomi
- già e non è stata la prima volta, e comunque tu hai risposto al bacio-
- co… si beh era il momento, ero felice per averti ritrovato, tutto qui- dissi mettendo il broncio,
- quindi se ti baciassi adesso non ricambieresti, giusto?- disse affilando lo sguardo e avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
- c… certo che ti r… respingerei, ne dubiti forse?!-
- si, ne dubito- disse poggiando la mano dietro la mia testa attirandomi verso di se, giocava a sfiorare le mie labbra con le sue, il suo respiro affannato e fresco mi sfiorava le guance e le labbra facendomi salire brividi su tutto il corpo. Altro che se era sexy, era impossibile resistergli ma dovevo farlo. In fine stanco di quel gioco e della mi resistenza, poggiò le labbra sulle mie con forza e desiderio, il suo corpo sopra il mio mi impediva ogni movimento, fuggire da quella situazione era impossibile, e non rispondere al suo bacio lo era ancora di più. Sogghignò quando mi senti socchiudere le labbra per baciarlo a mia volta. Delle lacrime ribelli mi scesero lungo le guance, sapere che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei sentito il suo corpo, il suo respiro, le sue labbra, era una consapevolezza troppo amara da mandare giù.
- andrà tutto bene- disse passando una mano sulle guance per asciugare le lacrime, si tolse da sopra di me mettendosi seduto accanto a me, poi con dolcezza mi prese tra le sue braccia facendomi accoccolare sulle sue gambe con la testa contro il suo petto, sentivo il cuore battergli forte, era l’effetto che gli facevo io? Mi accarezzava dolcemente la testa, mi ricordai di quando poco prima lo aveva fatto anche Rubbis, ma che con Zoro l’emozione era differente, molto più piacevole e bella, ogni cosa con Zoro era migliore.
- Nami, adesso calmati, la risolveremo insieme questa situazione, vedrai che ce la caveremo come abbiamo sempre fatto, non piangere più, sono qui adesso e non me ne andrò senza di te-
- perché devi sempre complicarmi le cose?! Ho preso una decisione, non devi fare niente, solo prendere gli altri e andare via da qui- dissi singhiozzando.
- se è davvero questo ciò che volevi, non avresti dovuto baciarmi Nami-
- oh andiamo non significa niente- dissi staccandomi da lui ma rimanendo sulle sue gambe.
- tu mi ami Nami?- disse arrossendo ma mantenendo la serietà
- n… no, cioè, io, io non lo so- dissi in preda al panico
- ami lui?-
- no, ma che dici- dissi furiosa per quella domanda, come se mi stesse offendendo, e mi accorsi della differenza delle due risposte, dannazione!
- bene, ho capito, preferiresti dunque formare una famiglia con un uomo che non ami, piuttosto che con uno che ti ama e che tu ami?!-
- imparerò ad amarlo, te l’ho giù detto-
- Nami ama me!- disse diventando rosso, e anche io lo ero. - ama me, non cercare nessun altro, innamorati di me!-

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Capitolo 23
*** ti voglio ***


ecco finalmente il capitolo 23 scusatemi sono enormemente in ritardo vi chiedo scusa, spero non siate troppo arrabbiati ad ogni modo adesso avrò un sacco di tempo per scrivere perciò spero di riuscire a finire quata storia, immagino che anche voi non vedete l'ora di sapere come finirà giusto? ecco cercherò di accorciare un pò il brodo,senza però saltare le scenette che mi sono già immaginata, ah spero di non dover mettere rithing se fosse così avvisatemi eh ^^ 
voglio ringraziare e scusarmi soprattutto con chi segue le mie storie e mi regala recensioni che mi riempiono di felicità è soprattutto per voi che scrivo perchè so che vi interessa la mia storia grazie: tre 88FrandaYuki 31Nami the Cat BurglarKodomoZonami84ilariabellaNami88

BUONA LETTURA




- Nami ama me, innamorati di me- sentendo quelle parole non potei fare a meno di sentire una fitta acuta al cuore, come se qualcuno insoddisfatto della mia sofferenza avesse deciso di darmi il colpo di grazia accoltellandomi.

- Zoro ma che stai dicendo?! Non mi sembra affatto questo il momento di scherzare è una cosa seria!- dissi cercando di sembrare arrabbiata.

- non sto affatto scherzando, sono serissimo, tu dici di volerti innamorare, di volere una famiglia e una casa dove vivere tranquilla, perciò mi offro per aiutarti a realizzare il tuo sogno-

- no Zoro, tu non capisci, qui non di tratta di volontari o di sogni, è della vostra vita che si sta parlando e del futuro che per me è già stato scelto, non si può sfuggire a questo!-

- cosa?! Tu non sei Nami, che diavolo ti hanno fatto? Non ti riconosco più, la Nami che conosco io non direbbe mai una cosa del genere, la Nami che conosco si ribellerebbe a una decisione che le viene imposta, cercherebbe di tornare da noi e di derubare quello sconosciuto prendendolo in giro, tu chi sei?-

- Zoro, le persone cambiano, prima o poi si deve fare i conti con la realtà e pensare alle persone care e alla giusta decisone da prendere, ebbene, per me la giusta decisione è questa e non ho intenzione di tornare indietro!-

- non ti credo, non voglio crederti, non posso pensare davvero che tu voglia abbandonarci per stare qui, non voglio, non posso crederci- disse con lo sguardo colmo di tristezza e rabbia

- è quello che voglio invece, per favore non rendermi tutto più difficile-

- non ti importa quello che pensiamo noi? Davvero per te non conta nulla la nostra amicizia?-

- non c’entra niente questo, io non sto mettendo in discussione la nostra amicizia, non lo farei mai!- dissi cercando di fargli capire che per me la loro amicizia, loro stessi valevano più di ogni altra cosa e che se avevo preso quella decisione era proprio per il loro bene.

- come fai a dirlo, se non sbaglio vuoi andartene dalla ciurma per vivere qui, senza chiedere a nessuno di noi cosa ne pensa e senza dirlo al capitano, questo secondo te non mette in discussione la nostra amicizia? Nami, tu ci stai tradendo!- disse infuriato.

- No, non è così, sto solo cercando di prendere la giusta decisione, non ho mai dubitato dell’amicizia che ci lega e mai lo farò, e non intendo tradirvi io lo faccio per voi ragazzi, perché voglio che portiate avanti il nostro sogno, voglio che raggiungiate il one piece anche senza di me, è per questo che non intendo cambiare decisione e sarei grata se tu non facessi niente per fermarmi- dissi cercando di stare calma e di non mostrare segni di debolezza.

- cos’è che non dovrei fare? Visto che dici di essere convinta e sicura di ciò che stai per fare, non dovresti temere le mie azioni, o forse mi sbaglio?!- disse con lo sguardo maligno.

- si, hai ragione, qualunque cosa tu faccia, non mi farà cambiare idea, ne ora ne mai!- dissi assumendo un tono duro.

- bene, allora non ti dispiacerà se adesso provo a dissuaderti, vero?!- disse avvicinandosi pericolosamente a me, senza nemmeno rendermene conto avevo cominciato ad indietreggiare senza accorgermi di cosa avessi alle spalle

-che hai intenzione di fare?- dissi preoccupandomi.

-che importa? Tanto non funzionerà giusto?-

-infatti, perciò che ci provi a fare?-

- tentar non nuoce!- andai a sbattere sul tronco di un albero e prima che me ne rendessi conto lui mi imprigionò con il suo corpo contro l’albero.

-Zoro, non scherzare e lasciami- dissi cominciando a dimenarmi, a quel punto lui mi prese le mani e me le portò sopra la testa bloccandole con una sola mano.

-posso sempre darti un calcio, so bene dove colpirti, è inutile che tu mi imprigioni le mani- dissi sorridendo furba.

-fa pure, provaci, però fossi in te non sarei così sicura di riuscire ad affondare il colpo, ti sei forse dimenticata con chi hai a che fare? Mocciosa- disse cominciando a leccare il mio collo facendomi salire de brividi su tutto il corpo

-no, Zoro, lasciami, smettila- per quanto continuassi a dirlo, il mio corpo lo desiderava, speravo solo che lui non se ne accorgesse. Sentivo la sua lingua sul mio collo scendere verso il seno e farsi strada sotto la maglietta, fino a quando non percepii la mano che aveva ancora libera toccarmi il seno avidamente. A quel contatto, tremavo, ogni parte di me lo desiderava.

-Zoro, lasciami ti prego, smettila- dissi cercando di soffocare il piacere tramutandolo il paura e nervosismo.

-sta zitta- disse cominciando a leccare impetuoso il seno.

-Zoro, m fai paura smettila- dissi iniziando a piangere, per quanto lo desiderassi, non volevo fosse così, non volevo che Zoro facesse una cosa del genere solo per tentare di convincermi, non riuscivo a sopportarlo.

-MOCCIOSA- disse afferrandomi la gola con la mano che prima mi toccava, costringendomi a guardarlo, sentivo le lacrime scendere sul mio viso, di paura ne avevo ma solo perché temevo di perderlo se fosse andato avanti.

-ti prego Zoro- sussurrai.

- sta zitta, sta zitta!- disse prima di chiudermi la bocca con un bacio, la sua espressione era contrita, era davvero come pensavo, stava solo cercando di dissuadermi, fin dall’inizio, non ha fatto altro che mentirmi pur di convincermi a cambiare idea, e questo fa male. Smise di baciarmi quando mi irrigidii, si staccò bruscamente da me e mi lasciò le mani avviandosi verso l’acqua.

-ti faccio paura?- chiese improvvisamente senza voltarsi.

-si- dissi tenendo lo sguardo basso.

-vattene, non ti toccherò più, perdonami- la sua voce era bassa e triste ed ero stata io a renderlo così triste, lo preferivo quando faceva il bullo, sembrava più il mio Zoro, quello che conosco da sempre.

- farti paura, tsk, non pensavo di disprezzassi a tal punto-

-idiota- dissi correndo da lui abbracciandolo da dietro, sentivo i suoi muscoli contro il mio corpo, inutile dire che quel contatto suscitava in me strane voglie, sarebbe stato strano il contrario. –sei proprio uno stupido beduino- dissi abbandonando la testa sulla sua schiena.

-tu sei una mocciosa invece- disse girandosi per abbracciarmi. –non ti facevo paura?- mi accarezzava i capelli, avevo il viso immerso sul suo petto riuscivo a sentire nitidi i battiti del suo cuore veloci quasi quanto i miei, il suono del suo respiro mi cullava rilassandomi.

-avevi uno sguardo talmente cattivo che avevo paura di guardarti-

-stupida, io invece avevo paura di perderti prima ancora di averti avuta!-

- sai che è inevitabile Zoro- dissi avvolgendo le braccia intorno alla sua schiena per colmare quel poco spazio rimasto tra di noi.

-no, non lo so, non lo penso e non voglio che accada-

-quanto sei ostinato- sospirai

-Nami, io ti voglio- non capivo se fosse una supplica o un ordine, e nemmeno perché fosse così ostinato ad usare questi mezzi pur di farmi cambiare idea, insomma arrivare a fare una cosa che non vuole, che sciocco.

-Zoro, ma che diamine di discorsi sono questi, smettila- dissi arrossendo allontanandomi da lui per tornare lucida, nonostante sapessi che lo faceva per forza, era imbarazzante ciò che diceva, anche perché io al contrario suo lo desideravo davvero.

-sembra davvero così assurdo?-

-si!- dissi convinta.

-è davvero così strano desiderare di poter stringere tra le proprio braccia la persona che si ama?!- disse avvilito

-no, cosa c’entra, è normale desiderare la ragazza o il ragazzo che si ama-

-ecco, visto?! Non è poi così assurdo che io ti desideri!-

-ma cosa c’entra!-

-ma Nami, possibile che tu sia così ottusa? E poi dicono a me di essere stupido-

-infatti sei stupido-

-eppure sei tu quella che non capisce adesso!-

-cosa dovrei capire?! Ti stai inventando di tutto pur di farmi cambiare idea-

-te l’ho già detto mi sembra, ciò che provo, ti ho persino chiesto di essere mia, secondo te perché?-

-te l’ho detto, lo stai facendo per convincermi, mi pare ovvio, è impossibile che proprio tu riesca a provare sentimenti simili verso di me, in fondo non facciamo altro che litigare dalla mattina alla sera, è normale che tu mi odi-

-allora è proprio vero che sei scema, io non ti odio affatto, io ti amo Nami, ti voglio perché ti amo!- disse venendomi davanti con l’espressione seria di chi non mente.

Possibile che stesse dicendo la verità? Possibile che Zoro, il mio Zoro, fosse davvero innamorato di una mocciosa come me?

-perché, perché adesso?- dissi cercando di trattenere le lacrime, ma esse iniziarono a scorrere calde sul mio viso.

-scusami Nami, lo so, sono uno stupido, in questo momento vorrei avertelo detto già da tempo, ma non trovavo mai la scusa per farlo, o il momento adatto, ne il coraggio, e temevo che tu mi odiassi- disse abbassando lo sguardo.

-già, peccato però che adesso io appartenga a qualcun altro- dissi mordendomi il labbro, dio quanto facevano male quelle parole, per la seconda volta in vita mia mi sentivo in gabbia.

-non appartieni a nessuno Nami, vieni via con me, con i tuoi amici, cosa intendi fare qui, non è il tuo posto, non ci siamo noi, non ci sono io, Nami, resta con me ti prego-

-non posso, lo faccio per voi- dissi avvolgendo le braccia intorno al suo collo, averlo li e non poterlo toccare, mi sembrava di essere all’inferno.

-posso chiederti una cosa?- gli sussurrai all’orecchio

-certo- disse rispondendo all’abbraccio incatenandomi a lui.

-solo per una volta, posso sentirmi libera di appartenere a te?-

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Capitolo 24
*** tornando a noi ***


Ecco il 24° capitolo, contenti? Ho fatto presto no? Eheheh non molto ma beh meglio di niente, in questo capitolo ritorneremo dai compagni che ormai avevamo dato per dispersi… spero vi piaccia ^^
BUON PRIMO MAGGIO A TUTTI E AUGURI DI PASQUA ANCHE SE IN RITARDO
Voglio ringraziare tutti i lettori che non mi hanno abbandonato nonostante il mio terribile ritardo per lo scorso capitolo *.* grazie infinite siee i migliori vi adoro… Kodomo; SvEtY; tre 88; ilariabella; giusy91; Yui 31; jess_chan; Nami the Cat Burglar; Zonami84

GRAZIE DAVVERO ^^

BUONA LETTURA

 

-solo per una volta, posso sentirmi libera di appartenere a te- dissi arrossendo staccandomi dall’abbraccio per guardarlo in volto.

-se lo facessi, saresti soddisfatta?-

-si, almeno in parte-

-allora scusami ma non posso farlo!-

-perché no?! hai detto di amarmi-

-perché se lo facessi tu saresti soddisfatta e rimarresti qui senza alcun rimpianto, invece così posso sperare ancora che tu mi supplichi di portarti con me- disse atteggiandosi

-dannato Zoro, ti odio!-

-odiami pure, ma se mi vuoi dovrai venire via con me-

-va bene spadaccino dei miei stivali, farò a meno di te- dissi mettendo il broncio incamminandomi verso casa di Rubbis.

-dove stai andando?-

-torno indietro, saranno preoccupati-

-tu lo ami?- chiese freddo.

-cos.. che domande fai?!- mi bloccai

- rispondimi!-

-no, non lo amo, ma imparerò!- sospirai.

-si possono amare due persone nello stesso momento?- mi voltai verso di lui notando la sua espressione tesa e seria.

-non lo so, forse no, forse si- dissi distogliendo lo sguardo da lui.

-te lo dico io, non si può! Nami tu mi ami?-

Arrossii a quella sua domanda così diretta, è vero lui mi aveva già confessato i suoi sentimenti e anche io a mio modo lo avevo fatto, però non avevo detto di amarlo, ma solo di volerlo ed’è diverso.

-io… io… si io ti amo!- la vergogna che provai sparì quando vidi Zoro arrossire e sospirare come se si fosse tolto un peso dallo stomaco, com’era buffo quel suo sguardo incerto, raro da trovare negli occhi del mio spadaccino.

-se hai intenzione di innamorarti di lui, dovrai dimenticare ciò che provi per me, sei davvero sicura di volerlo fare?-

-non voglio ma devo-

-sei crudele Nami-

-lo so!- dissi abbassando lo sguardo

-fa male Nami- disse con lo sguardo accusatore

-lo so- dissi con voce più grave

-però lo fai lo stesso, non esiti ad uccidere quello che provi per me, a uccidere me-

-ADESSO BASTA SMETTILA- dissi tappandogli la bocca con un bacio tra le lacrime. –per quanto io possa desiderarlo, non riuscirei mai a dimenticare l’amore che provo per te!- ammisi lascando andare le sue labbra e arrossendo.

-desideri dimenticarmi?-

-no, sarebbe come desiderare di morire-

-allora vieni via con me!-

-adesso devo andare, aspettami qui Zoro-

-ti aspetterei tutta una vita se fosse necessario- disse sorridendo dolcemente.

-non sorridermi così, non riesco ad andare via- sorrisi anche io.

-nessuno ti obbliga- mi asciugò le lacrime sul viso con la mano.

Gli diedi un altro bacio e poi mi incamminai verso la strada di ritorno.

-e non morre di fame!-

 

NEL FRATTEMPO IL RESTO DELLA CIURMA:

-stupendo Sanji, questa carne è fantastica- disse Rufy accendendo uno sguardo a stelle (*.* così XD)

-ti sei mangiato tre maiali, quando hai intenzione di fermarti?- replicò i cuoco

-quando smetterai di cucinare- disse sorridendo

-devo cucinare perché noi non abbiamo ancora mangiato- disse innervosendosi

-yohoho, se davvero vogliamo mangiare ci tocca legarlo ad un albero, ma conoscendolo, riuscirebbe a sradicarlo, yohoho allo stomaco non si comanda- disse brook sorridendo

-si dice al cuor non si comanda, non allo stomaco brook- disse Robin correggendolo

-oh beh fa lo stesso, tanto io non ce li ho yohoho-

-Sanji cosa aspetti prepara altro cibo, forza, forza-

-dannato Rufy, vuoi smetterla di mangiare?!- disse Sanji dando un calcio sulla testa del capitano.

-lascia stare Sanji, ci penso io a farlo stare buono- disse Robin dirigendosi verso Rufy che si era già ripreso dalla botta di prima.

-Rufy, cosa pensi stiano facendo adesso Nami e Zoro?- gli disse a bassa voce.

-cosa?- disse il capitano non capendo cosa volesse insinuare l’archeologa.

-beh pensaci, sono tutti soli, in un bosco dal quale non possono uscire, e di sicuro non verranno disturbati da nessuno, senza contare che potrebbe essere successo loro qualcosa-

-Nami… e Zoro… nah ma quei due non si sopportano! E poi sanno badare a loro sta tranquilla- disse sorridendo sereno.

-si in effetti, e poi ultimamente Zoro si è avvicinato molto a Nami, deve tenerci davvero tanto, beh è normale che tra un litigio ed un altro possa sbocciare qualcosa- disse Robin cercando di trattenere le lacrime.

-cos… tu pensi che… nah ma è di Zoro e Nami che stiamo parlando, capisci?! È impossibile, impossibile-

-beh si, peccato che manchino solo loro all’appello- concluse andandosi a sedere intorno al fuoco per mangiare.

-hei Robin cosa hai detto al capitano?! Si è improvvisamente rabbuiato, sembra così serio- disse Usop guardando nell’angolino dove il capitano stava rimuginando.

-niente di che, gli ho solo dato qualcosa sulla quale riflettere, scommetto che adesso cercherà ad ogni modo di uscire da qui- disse sorridendo soddisfatta

-perché diamine non sono ancora arrivati?! Di sicuro Zoro si sarà perso, però con lui c’è Nami, come è possibile che lei si perda, lei non si perde mai, dannazione, cosa staranno facendo?!- si stropicciava i capelli con le mani cercando di togliere quei pensieri dalla testa, inutile tentativo.

-EHY A VOI LA SOTTO, SIETE LA CIURMA DI CAPPELLO DI PAGLIA?-

-CHI SEI?- disse Rufy dirigendo lo sguardo verso la voce riuscendo a vedere solo un’ombra sopra i rami di un albero azzurro.

-TU SEI RUFY VERO?!-

-SI SONO IO! CHI SEI TU?-

-SONO VENUTO PER PORTARVI FUORI DI QUI PER ORDINI DEL RE DI QUEST’ISOLA-

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Capitolo 25
*** fuga ***


PERDONATEMIIIII... so di aver fatto moooolto tardi ma è colpa dei problemi ç_ç scusate... spero abbiate passato buone feste e per farvi un regalo cercherò di finire la storia che sta giungendo ormai al termine^^ buona lettura e grazie a tutti voi che mi sostenete sempre <3

-TU CHI SEI? MOSTRATI- disse l’archeologa.

con un balzo l’ombra che prima era sugli alberi scese in mezzo alla ciurma, il suo aspetto non lasciava intendere nulla di aggressivo, era magrolino, alto dai capelli castani e con occhi marroni, un normalissimo individuo.

-dunque come ti chiami?- chiese Rufy

-il mio nome non ha alcuna importanza, ciò che conta è che voi usciate sani e salvi da questa foresta, vi condurrò al più presto alla vostra nave così potrete salpare oggi tesso- disse sicuro di se.

-ehy aspetta, ci sono due nostri amici ancora dispersi, non salpiamo se loro non vengono con noi- disse Usop innervosito dalla presunzione del tizio.

-tra i dispersi vi è forse una donna dai capelli rossi?-

-si è Nami, che le è successo?- incalzò Rufy

-lei è al sicuro nella dimora del re, non salperà con voi, per quanto riguarda l’altro provvederò subito alle sue ricerche-

-aspetta, aspetta che significa che Nami non salperà con noi? E cosa ci fa nella dimora del re?- chiese Rufy sempre più confuso

- la nostra regina ha giurato di rimanere con il re per sempre, voi non potete portarla via-

-MA CHE DIAVOLO STAI DICENDO RAZZA DI SCIMMIA, CADENDO DAGLI ALBERI HAI FORSE SBATTUTO LA TESTA?? COME PUOI PENSARE CHE LA MIA DOLCE NAMI POSSA RESTARE QUI- disse Sanji uscendo di testa.

-mi dispiace, questi sono gli ordini, purtroppo non siete stati invitati al matrimonio, la mia regina temeva che creaste scompiglio tra la gente-

-Nami, Nami si sposa?- sussurrò il capitano incredulo. –no, è una cosa alla quale non posso credere, Nami non avrebbe mai fatto una cosa del genere senza avisarci e poi chi diavolo è questo re? Non lo conosciamo come è possibile che abbia conquistato Nami in così poco tempo?!-

-capitano calmati, c’è qualcosa che non va in tutto questo, va bene che Nami adora i soldi, a bene che questo re è molto ricco, ma non farebbe mai una cosa del genere per denaro- disse Robin poggiando una mano sulla spalla di Rufy.

-si, hai ragione, dobbiamo andare a prendere Nami e Zoro, sono sicuro che hanno bisogno di noi- così prese il tizio che e lo costrinse a portarli fuori da li e a condurli nella maestosa dimora del re.

-wow è davvero maestosa, da lontano sembrava più piccola- disse Rufy guardando le alte mura che li dividevano dalla dimora del re.

-hai un piano?- chiese Robin al capitan ancora distratto.

-certo … entriamo, prendiamo Nami, cerchiamo Zoro e ce ne andiamo- disse con aria soddisfatta. Alle sue parole tutta la ciurma lo guardò con disperazione. Nonostante passasse il tempo restava sempre il solito bambino.

-ho un’idea migliore- ammise Robin richiamando l’attenzione dei compagni. – entreremo di nascosto nella villa non appena farà buio, sarà più sicuro, non sappiamo cosa ci aspetta una volta entrati!- i pirati essendo d’accordo con il piano di Robin si appostarono nelle vicinanze della villa aspettando che la notte fosse scesa in ogni singolo angolo dell’isola. Con l’aiuto del capitano e delle loro doti speciali salirono uno alla volta sulle alte mura. Fortunatamente le guardie non sembravano particolarmente sveglie, riuscirono ad arrivare agli alloggi del re senza alcuna fatica. La prima parte era superata adesso non restava che trovare Nami.

-dove sarà secondo voi?- chiese Rufy impaziente e annoiato.

-se ciò che ci ha detto la guardia del re è vero, deve trovarsi vicino la stanza del re, sperando che non stia addirittura nella sua stanza, altrimenti le cose si farebbero più difficili- disse Robin preoccupata.

- non dire sciocchezze Nami nella stanza di un uomo, ogni volta che le chiedo di farmi compagnia non accetta mai, perché dovrebbe farlo con lui- disse Sanji sicuro di se.

-ad ogni modo restando in gruppo ci troveranno e non troveremo mi Nami, quindi dobbiamo separarci-

Si separarono e iniziarono a cercare Nami senza farsi vedere dalle guardie seminate un po’ ovunque. Rufy intanto era stato attratto da un’odore famigliare. Seguendo l’odore si ritrovò davanti una vista bellissima, era il giardino che il re aveva dedicato alla sua futura regina.

-questi sono mandarini!- disse Rufy riconoscendo gli alberi.

-chi c’è?!- disse una voce nascosta.

-Nami?!- Rufy riconoscendo la voce della sua navigatrice le si avvicino trovandola sotto due degli alberi più belli del giardino.

-Rufy!- esclamò la ragazza con un sorriso a trentadue denti.

-Nami, allora stai bene, siamo tutti preoccupati per te! Forza andiamo via!- disse Rufy afferrandole una mano tirandola su.

-oh Rufy non posso andare via-

-che stai dicendo?! Ci tieni così tanto a essere regina? Se è così una volta che sarò diventato re dei pirati tu sarai la mia regina coraggio andiamo adesso- disse sorridendo sereno.

-Rufy ma che dici! Ad ogni modo non posso andare via, non dovreste essere qui, andate a prendere Zoro alla cascata e partite, andate via-

-non potrei mai patire senza la mia navigatrice!- disse Rufy diventando serio. –abbiamo affrontato sempre situazioni particolari, abbiamo tutti un obbiettivo da realizzare e ci siamo ripromessi di raggiungerlo insieme, hai promesso di restarmi accanto fino alla fine, non vale niente questo per te?!-

-si che è importante per me, tutti voi siete importanti! Siete la mia famiglia!-

-vieni via con me Nami, adesso!-

-non po…- la interruppe spingendola contro il tronco di uno degli alberi baciandola. La mano che aveva poggiato sul tronco la spostò dolcemente tra i suoi capelli dietro la sua nuca come per scusarsi della botta che le aveva fatto prendere, senza però smettere di baciarla. La ragazza, sbalordita dal gesto inaspettato del capitano, restava immobile tra il corpo del suo capitano al tronco dell’albero.

Quando si rese conto di ciò che il suo capitano stesse facendo lo spinse con tutta la forza che aveva per sfuggire a quella presa. –Rufy ma che fai?!-

-ti faccio ragionare!- disse il ragazzo più serio che mai.

-andatevene!-

-e così non vuoi ragionare eh… e va bene, allora sarò costretto ad usare le maniere forti!- la prese in braccio come se portasse un sacco di patate poggiandola sulla sua spalla per portarla fuori da li.

-Rufy lasciami andare subito!- ordinò la ragazza dimenandosi.

-se non la pianti ti azzittisco un’altra volta!- disse il ragazzo con un sorriso che lasciava intendere che non gli sarebbe dispiaciuto. Arrivarono dove era stato stabilito il punto di ritrovo con gli altri e quando la videro le saltarono addosso per salutarla e chiederle spiegazioni. La navigatrice spiegò la situazione, o almeno parte di essa tralasciando la minaccia del re e il suo desideri di tornare con loro.

-ma tu vuoi davvero restare qui?- le chiese Robin

-CHE COSA STA SUCCEDENDO?- una voce sconosciuta li interruppe e subito Nami avendolo riconosciuto raggelò.

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Capitolo 26
*** io senza te... ***


Questa volta sono stata più veloce spero siate contenti chiedo ancora scusa per il ritardo vi lascio questo capitolo che spero vi invogli a continuare a seguire la storia... volevo ringraziare Fior di loto che di recente ha recensito tutti i capitoli spronandomi a scrivere Grazie *_*
Buona lettura

Nami crollò improvvisamente sul suolo stringendosi forte il petto senza riuscire a trattenere le grida di dolore.

-Nami che hai?! COSA LE HAI FATTO DANNATO?! CHI SEI!- gli urlò rabbioso Rufy

-le sto solo ricordando che non può andarsene da qui!-

-che diavolo stai dicendo!! Lei verrà via con noi CHIARO?!-

In tanto le urla di Nami erano finite, i suoi occhi erano incoscienti, nonostante lei fosse sveglia, sembrava essere entrata in trans.

-vieni- disse Rubbis rivolgendosi a Nami che senza battere ciglio si alzò dirigendosi verso il re.

-Nami dove vai?!- chiese Rufy incredulo.

-come vedi lei non ha alcuna intenzione di venire vi con voi- disse Rubbis ridendo.

-Rufy deve essere sotto qualche strano maleficio, guarda i suoi occhi- bisbigliò Robin.

-NAMI SVEGLIATI FORZA!- le urlò Rufy disperato

-ancora no hai capito?! È mia ormai, non ti seguirà più, non ascolterà nessuno di voi!-

-COSA LE HAI FATTO MALEDETTO- la voce di Zoro proveniente dall’alto delle mura attirò l’attenzione dei presenti che si girarono incuriositi verso la sua direzione.

-bene, vedo che siamo al completo adesso, sei venuto giusto in tempo per farci gli auguri- sorrise maligno.

-Zoro! La tiene soggiogata – lo avvisò Rufy

-NAMI! SVEGLIATI!- gli urlò.

-Zo…Zoro…- La ragazza dagli occhi assenti ebbe un segno di cedimento.

-Nami sono qui! Svegliati, vieni da me!-disse dolcemente.

In tanto il capitano che aveva urlato per mezzora nella speranza di risvegliarla bofonchiava qualcosa di incomprensibile perso dallo sconforto a lui si era unito Sanji il quale rosicava e non poco.

La ragazza udendo la voce dello spadaccino si voltò dalla sua parte –Zoro…- disse con un filo di voce.

-ma cosa… come diavolo è possibile! Nami torna qui! Subito!- replicò Rubbis innervosendosi.

-forza Nami vieni da me!- gli diceva lo spadaccino vedendo la ragazza indugiare alle parole di Rubbis.

-Nami tu sei mia!-

-e chi te lo dice?!- incalzò Rufy.

-NAMI è UNA NOSTRA COMPAGNA, E TU NON CE LA PORTERAI VIA!- ammisero tutti in coro. In tanto le guardie del re che sentendo urlare si erano avvicinate, stavano aspettando un segnare del re per attaccare.

La navigatrice ormai arrivata tra le braccia accoglienti dello spadaccino riprese coscienza e incredula e confusa guardava il viso dello spadaccino che ora sorrideva.

-sei tornata da me!- le disse sorridendo dolcemente.

-avevi dubbi?!- sorrise lei

-ADESSO BASTA – urlò Rubbis

Nami sentendolo si girò dalla sua parte.

-lasciami andare Rubbis, ti prego! Lasciaci andare- gli chiese

-non posso Nami, mi dispiace mi appartieni, ne è una prova il segno che hai dietro la schiena-

-allora basterà toglierti la vita- disse Zoro sguainando una delle tre spade.

-ah ah ah … fallo pure se vuoi, ma se uccidi me morirà anche lei- disse soddisfatto.

-non è possibile!-

-se non ci credi, sta a vedere!-  Rubbis prese un pugnale che teneva nascosto dietro i pantaloni e scoprendosi un braccio si ferì.

-AAAAH…- Nami urlò dolorosamente e il suo braccio iniziò inspiegabilmente a sanguinare facendo notare un taglio appena fatto.

-tutto questo è assurdo!- disse Zoro terrorizzato da ciò che era appena successo.

-che lei lo voglia o no siamo legati-

-perché?- gli urlò la ragazza in preda alle lacrime del dolore. –come posso essere legata ad una persona che non conosco!- continuò

-è una specie di maledizione, non dare la colpa a me!-

-perché non ne parliamo in modo civile!- disse Robin notando che la situazione aveva preso una strana piega.

-venite, vi spiegherò tutto- il re fece cenno ai seguaci di andarsene e condusse i ragazzi nella sala dove offrì ad ogni uno di loro qualcosa da bere e mangiare. Ordinò alla sua fidata serva di curare le sue ferite e quelle di Nami.

-spiegaci cosa diavolo sta succedendo- disse lo spadaccino rifiutando qualunque cosa le venisse offerta.

- successe poco dopo la mia nascita, io era ancora in fasce, mio padre era un uomo ricco e potente ma il nostro trono non è stato tramandato dalle generazioni passate ma da un incantesimo-

-cosa significa?- chiese Robin incuriosita

Lo spadaccino intanto teneva stretta la rossa accarezzandole la testa che teneva appoggiata sul suo petto, temeva che Rubbis in qualche strano modo gliela portasse via. Mentre il capitano e Sanji lo guardavano invidiosi.

-mio padre era un uomo povero, un ubriacone senza pudore, un giorno entrando in una locanda incontrò una vecchia signora che gli parlava in modo strano e misterioso che gli chiese quale fosse il suo desiderio più nascosto, mio padre gli rivelò che gli sarebbe piaciuto diventare l’uomo più ricco dell’isola avere una bella donna al suo fianco e vivere di prosperità. La vecchia gli disse che avrebbe esaudito il suo desiderio ma che in cambio avrebbe condannato l’anima del suo primogenito. Mio padre non credendo a ciò che le stava dicendo, e probabilmente non ne era nemmeno interessato, accettò la richiesta della vecchia. Essa sparì e il giorno dopo il re che regnava a quel tempo ormai vecchio si trovò faccia a faccia con la morte, fortunatamente però fu salvato ma mio padre, egli per ricompensarlo lo nominò sovrano dell’isola ma solo dopo che lui sarebbe morto avrebbe ereditato tutto e così fu. Questa è la storia per come me la raccontò mio padre-

-wow, ma io cosa c’entro con tutto questo?- chiese Nami

-non lo so, quando mio padre mi raccontò la storia disse che mai avrebbe creduto di poter avere tutto questo e dalla mia nascita fece costruire queste mura per proteggermi, ma non pensavo che condannare la mia anima significasse legarla ad una persona, per di più ad una donna così bella!- disse guardando Nami che in tanto era arrossita sotto gli occhi furiosi di Zoro, Rufy e Sanji.

-come hai capito che la tua anima era legata a me?- chiese Nami.

-iniziai ad avere degli incubi che mi rivelavano le tue paure, tutto il dolore che provavi quando ricevevi delle botte o venivi ferita, così iniziai ad acquisire un minimo di controllo sul tuo corpo per far si che tu mi raggiungessi in modo da tenerti al sicuro tra le mura del mio palazzo-

-Nami non ha bisogno di questo!- incalzò Rufy

-forse è vero, nonostante sia una donna è forte e coraggiosa, ma io no, io devo vivere e per farlo deve vivere anche lei-

-verme schifoso, tu hai sempre e solo pensato alla tua salute!- disse Zoro guardandolo con disprezzo.

-comunque deve esserci un modo per distruggere questo maleficio- disse Robin

-non so se temere di più i fantasmi o le streghe o gli zombie… waaa- disse Usop che per tutto il tempo era rimasto zitto tremolante per il racconto.

-yohohoh io credo che tu abia paura persino della tua stessa ombra- rise Brook

-non dire sciocchezze io sono il grande capitano Usop, non temo niente- disse alzandosi e assumendo una posizione fiera.

-giusto lui è il grande Usop- disse Chopper appoggiandolo.

-le streghe non muoiono, se è vero ciò che ci hai detto, è ancora su quest’isola- disse Robin attirando l’attenzione su di se.

-cosa vuoi fare?- chiese Rubbis

-semplice, andarle a fare visita e chiederle spiegazioni-

-beh sarebbe un’idea, ma non sappiamo come potrebbe accoglierci-

-hai paura pivello?!- disse Zoro con aria di sfida

-no! Affatto, dovrebbe abitare ancora sulla collina dietro la mia reggia, ci vorrà un po’ per arrivarci-

- di tempo ne abbiamo a sufficienza, giusto capitano?!- chiese Frankie contento di poter fare finalmente qualcosa di eccitante.

- certo Frankie, forza ragazzi ALL’ARREMBAGGIO!!!- disse il capitano incoraggiando tutti i suoi compagni che insieme alzarono le mani in segno di approvazione

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Capitolo 27
*** segreto svelato ***


mi fa molto piacere sapere che tanti lettori mi seguono *_* grazie mille e lo sono ancora di più sapendo che mi avete perdonato... questo capitolo è a luci rosse... ringrazio tutti per le recensioni che mi incoraggiano molto...

non dico altro ma ormai siamo alla frutta ^_^

-frutta? Si mangia!!!- (Rufy)

-Rufy vattene, mi stai rovinando lo spazio- (io)

-ma io ho fame! Voglio mangiare!! SANJIIII!!!-

-che diavolo url babbeo- (Sanji lo trascina per un orecchio)

-AHI!! Ho fame voglio mangiare- (Rufy)

-se hai fame non andartene da tavola mentre sto portando i piatti- (Sanji)

-ma aveva detto che c’era da mangiare- (Rufy)

-era un modo di dire -.- - (io)

-se non ti piace la mia cucina BASTA DIRLO!!!- (Sanji)

-oh no ma non ho mai detto questo- (Rufy)

-tornando a noi, stavo dicendo che ormai siamo quasi alla fr… al termine della nostra storia- (io)

-eppure sei corso qui per mangiare- (Sanji)

-ma la tua cucina è la migliore- (Rufy)

-eheheh quindi stai dicendo che sono il cuoco migliore del mondo?!- (Sanji)

-EHI VOI RAZZA DI STUPIDI VOLETE VENIRE O NO?! SANJI MUOVITI HO FAME- (Nami)

-i nostri amici hanno scoperto il segreto che lega Nami a Rubbis, chissà se riusciranno a dividere i loro destini e a riprendersi la loro navigatrice-(io)

-certo che ci riuscirò, sono il re dei pirati- (Rufy)

-se non la smetti ti faccio fare una brutta fine- (io)

Scusate le interruzioni e buona lettura ^^

 

-restate a dormire, anche perché non intendo lasciare andare Nami, quindi se volete starle accanto dovrete restare!- disse Rubbis afferrando Nami per un braccio allontanandola dal gruppo.

-Rubbis lasciami!- disse Nami.

-non toccarla- dissero in coro Zoro e Rufy che subito dopo si guardarono.

-non posso lasciarla, Nami ho bisogno di te, non posso lasciarti andare, cerca di capirmi- disse Rubbis con aria malinconica.

-va bene!- disse Nami capendo la situazione del ragazzo

-come va bene?! Cosa significa Nami- dise Rufy perplesso.

-beh dobbiamo anche capirlo, ha paura che io scappi, è naturale che mi voglia con lui- disse cercando di spiegare il suo comportamento.

-andiamo in camera Nami!- disse Rubbis con un sorriso soddisfatto prendendo i braccio della ragazza che senza ribellarsi lo seguì

-IN CAMERA?- urlarono rabbiosi Zoro, Rufy e Sanji

-da qualche parte dovrà dormire- ammise Rubbis cercando di sembrare innocente.

-MA NON IN CAMERA TUA- insistettero i tre.

-oh andiamo ragazzi io ho la mia camera- disse la navigatrice infastidita.

-signori prego se volete seguirmi- disse Yuki avviandosi verso una struttura non molto lontana dalla mia camera. I ragazzi la seguirono senza replicare mentre Nami si dirigeva con Rbbis nella sua camera.

-stai tranquilla Nami, non sono così cattivo da farti del male, tutto ciò che ho fatto fino ad ora è stato solo per il nostro bene-

-troveremo una soluzione e ci riprenderemo le nostre vite- desse Nami con un sorriso di incoraggiamento.

-l’offerta di restare al mio fianco è ancora valida-

-temo che dorò rifiutare, il mio posto è con loro- disse sorridendo felice nel pensare che erano tutti salvi e vicini a lei.

-buonanotte Nami- disse Rubbis chiudendo la porta dietro di se

-buonanotte Rubbis-

Nami si mise a letto rannicchiandosi tra le coperte, sapeva che non avrebbe avuto incubi o almeno lo sperava, ma almeno adesso sapeva chi andare a cercare nel caso in cui sarebbe capitato. Mentre cominciava a farsi sentire il sonno percepì un lieve rumore fuori dalla sua porta e guardando curiosa si accorse di un’ombra sulla sua porta.

-chi c’è?- chiese impaurita.

-shh Nami sono io- disse il ragazzo

-Rufy? Che ci fai li?!- bisbigliò per non svegliare nessuno avvicinandosi alla porta per aprirla.

-sono venuto a vedere come stavi- disse con sguardo innocente

-vieni entra-

-come ti senti? Il braccio ti fa ancora male?- chiese preoccupato

-no, il dolore è lieve, credo faccia più male a Rubbis- disse guardandosi la fasciatura

Il capitano con uno scatto prese tra le braccia la ragazza stringendola contro il suo petto

-Rufy che fai?!- chiese Nami

-ti abbraccio! Mi sei mancata-

-anche tu capitano- disse ricambiando l’abbraccio, un flash le percorse i pensieri, si ricordò di quella volta nel bosco, quando stringendola l’aveva fatta  sentire al sicuro, anche in quel momento si sentiva così. Si ricordò anche del bacio che poco prima le aveva dato per farla zittire, “ormai sta diventando un hobby”, pensò

-non abbandonarmi mai, sei la mia navigatrice, non dimenticartelo!-

-lo so Rufy, non lo dimenticherò- disse stringendosi di più a lui

-quando torneremo sulla Sunny guarderemo ancora le stelle insieme?-

-se prometti di guardarle davvero si- disse sorridendo ricordando quella volta che si beccò uno schiaffo in pieno viso per ciò che aveva detto

-mhm … non lo so, lo deciderò sul momento se guardare te o le stelle- disse sorridendo. La ragazza arrossii

-ma cosa dici Rufy- disse timida

-la verità- ammise con sguardo innocente

-e va bene adesso va a dormire altrimenti domani sarai stanco- si staccò dall’abbraccio.

-dopo che tutto sarà finito potrò abbracciarti tutte le volte che lo vorrò- disse felice.

-certo, ma adesso andiamo a dormire- disse senza dare molto peso alle parole del capitano

i due si divisero e lei tornò nel suo letto cercando di riprendere sonno, questa volta con un sorriso sulle labbra. Le ore passarono e Nami ormai era caduta nel sonno profondo quando ad un tratto si sentii toccare i capelli e poi il viso e ancora il braccio fino a percepire che con lei c’era qualcuno. Aprii gli occhi per istinto e fissò la figura che giaceva accanto a lei.

-non volevo svegliarti, perdonami-

-Zoro!- disse la ragazza felice per la sorpresa.

-non stavi facendo brutti sogni vero? Dormivi così beata- disse sorridendo

-sei venuto a controllare che non avessi gli incubi?-

-in un certo senso si, ma il motivo principale era che mi mancava troppo il tuo viso sereno che hai mentre dormi- disse accarezzandola dolcemente

La ragazza si accoccolò allo spadaccino poggiando la testa sul suo petto.

-da ciò deduco di esserti mancato anche io- disse sorridendo soddisfatto

-nah, è che sei caldo e io ho freddo- voleva prendersi la rivincita per quella volta nel bosco quando aveva osato dirle di averla baciata per azzittirla.

-ah è così eh- disse cominciando a stropicciarle i capelli e a farle il solletico, lei iniziò a scuotersi fino a trovarsi a pochi centimetri dal viso del ragazzo.

(Nami)

Non sapevo descrivere la gioia di quel momento, non avevo preoccupazioni, il mio spadaccino era li accanto a me, giunto per portarmi in salvo ancora una volta con tutti i miei compagni. Mi trovai senza volerlo il suo viso a pochi centimetri, sentivo il suo respiro sulla mia faccia, aveva smesso di farmi il solletico, mi guardava, non faceva altro, riuscivo a sentire il mio cuore battere fortissimo e temevo lo sentisse anche lui, il mio respiro era affannato un po’ per i movimenti di prima e un po’ per l’agitazione

-dillo- disse guardandomi negli occhi

-ti voglio- dissi arrossendo per quelle parole che uscirono a mia insaputa dalle mie labbra inviate dal mio cuore.

Rise soddisfatto e buttandomi la testa sul letto salì sopra di me baciandomi. Si staccò quasi subito per tornare a fissarmi cercando forse conferma per ciò che stavamo per fare.

-ti amo- gli dissi passando la mano tra i suoi capelli per spingerlo verso di me e baciarlo, lo sentii muoversi più sicuro, baciarmi con passione. Le sue mani iniziarono a spogliarmi tirandomi via la maglietta dalle braccia e sfilandomi i pantaloni del pigiama. Io accarezzandogli il torace gli tolsi la maglietta per scendere verso i pantaloni, prima che riuscissi a sfilarglieli si accasciò sul mio corpo iniziando a baciarmi il collo per poi scendere fino al seno con il quale giocò con la lingua, a quel tocco non riuscii a trattenere i gemiti di piacere che cercavo in tutti i modi di soffocare, presa dall’attimo non mi accorsi della mano che scendeva lungo i miei fianchi fino a quando non percepii le sue dita toccarmi fino a entrare dentro, il piacere mi pervase, ne volevo di più, volevo di più, volevo lui. Riuscendo a tornare un po’ in me gli sfilai i pantaloni e afferrai il suo membro, lui mi guardò, il suo sguardo era eccitato, eccitante, divino, il suo corpo era perfetto sotto di me, mi diede un bacio sulla fronte e poco dopo lo sentii entrare dentro, un fuoco di piacere mi pervase il corpo ad ogni nuovo movimento, i nostri corpi si muovevano insieme, sembrando uno solo, il sudore sembrava acqua fresca sul fuoco, stavo bruciando e lui con me, ad ogni suo movimento corrispondeva un mio gemito, per evitare di svegliare gli altri mi tappò la bocca con la mano, cosa che riuscì a farmi eccitare ancora di più. Lo sentivo aumentare il ritmo fino a quando un calore ancora più forte e diverso mi pervase il basso ventre, capii che entrambi avevamo raggiunto l’apice. Si rilassò sopra di me asciandosi andare con tutto il peso e poggiando la testa sul mio seno.

-ti amo- mi disse non appena riprese fiato.

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Capitolo 28
*** Ciò che chiede il tuo cuore ***


Scusatemi tantooooooo, il tempo è volato e non ho avuto tempo di scrivere, chiedo perdono a tutti i miei lettori che seguono questa storia, spero mi possiate perdonare e che non perdiate la voglia di leggere la storia.. senza farvi aspettare oltre vi lascio leggere..

Buona lettura ^^

Dopo aver fatto una ricca colazione, su richiesta del capitano più allegro del solito, ci incamminammo verso la casa della strega, guidati da Rubbis che non mi perdeva un attimo di vista.

- Nami, quando ti stanchi non esitare a dirlo!- disse Rubbis

- sta tranquillo sono molto resistente! - gli risposi senza troppe moine, odiavo essere trattata come una bambina, io so cavarmela benissimo!

- ad ogni modo, se riusciremo a distruggere la maledizione che ci lega, non sei obbligata ad andartene, potresti anche restare e regnare al mio fianco -

- io credo di no! - incalzò Zoro appena dietro di noi che, ovviamente, aveva ascoltato ogni parola di quella conversazione.

- questa è una decisione che deve prendere solo Nami - disse Rubbis con sguardo di sfida

- si infatti, perciò smettetela! - dissi fulminandoli con lo sguardo.

- Nami è mia!- a quelle parole si bloccarono tutti indirizzando i loro sguardi verso il capitano che non sembrava esserne turbato. – E’ la mia navigatrice! Poi immaginare tu stesso che è un membro essenziale nella mia ciurma, per cui levati dalla testa l’idea di sposarla o roba simile, perché lei viene via con noi!- disse le ultime parole sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Dio quanto mi piaceva quel sorriso…

Zoro osservava ancora incredulo il capitano, che stesse progettando un piano di vendetta?!

- si, posso capirlo, ma Nami è importante anche per me! - disse Rubbis

- come puoi dire che una persona appena conosciuta sia importante per te? Parli così solo perché adesso la tua vita dipende dalla sua, non ti importa niente di lei, invece a noi che siamo i suoi compagni, amici, la sua famiglia, per noi lei è tutto! - disse Robin con sguardo severo.

- hanno ragione, non potrei mai separarmi da loro, sono la mia famiglia, non resterò qui, non regnerò con te, non posso nemmeno amarti! - dissi sorridendo.

- questo perché sei già innamorata di un altro uomo! L’ho capito sai, da come vi guardate - io e Zoro ci guardammo imbarazzati, in tanto avevamo ripreso il cammino, notai che l’espressione del capitano, poco distante da noi, era triste, non più serena e tranquilla, semplicemente triste. Forse stava sentendo, forse aveva capito, forse anche lui prova qualcosa per me.. e se così fosse.. avrei rovinato tutto, se io e Zoro uscissimo allo scoperto il capitano ne soffrirebbe.. non posso fare una cosa del genere al mio capitano, al mio Rufy.. a in fondo perché non potevo? Amare una persona non è un reato, ma forse Zoro non era l’unico ad essere entrato nel mio cuore, forse anche Rufy aveva fatto breccia nel mio cuore.. i pensieri mi inondavano la testa, non riuscivo a capire cosa provavo in quel momento, non sapevo cosa fare, avevo solo una gran voglia di stringere il mio capitano e coccolarlo fino a fargli tornare il sorriso.

Avevo deciso di andare da lui, fare quattro chiacchiere, cercare di tirarlo su, ma proprio quando stavo per andare vidi Robin arrivargli da dietro togliergli il cappello che aveva in testa e metterselo.. come aveva osato?! Solo io posso mettere il cappello del capitano, quello è il suo tesoro, solo io posso custodirlo in sua assenza! Una bruciore mi pervase lo stomaco, ero furiosa.

- Nami che hai? - mi chiese Rubbis

- niente! - gli risposi secca.

- mi è preso un forte bruciore di stomaco, non sarà che devi andare in bagno?! - mi chiese tranquillo.

- ma quale bagno cretino! - gli dissi atterrandolo con un pugno sulla testa.

- ma.. che ho detto..- disse rialzandosi a stento.

- amico, quella è la vera Nami! - disse Zoro sorridendo beffardo

Il dolore del pugno che avevo dato a Rubbis non tardò ad arrivare, cavolo, sapevo far male!

 

(Rufy)

Mi sentivo triste, avevo capito perfettamente a chi si fosse riferito Rubbis dicendo: “questo perché sei già innamorata di un altro uomo”, quell’uomo non sono io, è Zoro, Nami ama Zoro. Improvvisamente sentii il mio cappello diventare leggero e mi accorsi di Robin al mio fianco con il cappello tra le mani.

- che stai facendo? - le chiesi sorpreso.

- ti faccio compagnia! - disse sorridendo, mettendosi il mio cappello

- non dovresti mettere il mio cappello! - dissi serio

- a Nami lo fai mettere! - disse continuando a sorridere

-  Nami può!- dissi senza pensare che avrei potuto offenderla. – è la mia navigatrice, lei può perché ho fiducia in lei, ci sono molto legato -

- dovresti iniziare ad avere fiducia anche in me - disse diventando seria – so quello che provi per lei, e so che lei non prova la stessa cosa per te -

-  questo l’ho capito- ammisi. – ma non importa, non posso certo smettere di volerle bene solo perché lei non mi ricambia - dissi sorridendo

- questo è vero.. ma potresti guardarti intorno..- disse

- che vuoi dire? - chiesi perplesso

- Nami non è l’unica ragazza sulla nave, non è l’unica a volerti bene, e non è l’unica alla quale dare fiducia - disse l’ultima frase passando una mano sul cappello, ma io non capivo cosa volesse dire

-lo so, voi tutti mi volete bene, questo lo so - dissi pensando volesse farmi capire questo.

- proprio non capisci eh - disse sorridendo

- ti ho detto che ho capito -

- Rufy quello che voglio dirti è che.. - venne interrotta dalla mano di Nami che le strappò il cappello dalla testa correndo via urlando “questo è mio”. Non ne capivo il motivo ma quel gesto mi aveva riempito il cuore di gioia, batteva all’impazzata. Diressi lo sguardo verso Robin che sorrideva.

- cosa stavi dicendo? - le chiesi

- niente, non importa, ci saranno altre occasioni per parlare – disse allontanandosi.

- che strane le donne.. -

 

(Nami )

Senza capire perché, corsi verso di loro e afferrai il cappello del capitano dalla testa di Robin fuggendo subito dopo.

- questo è mio - le gridai sorridendo. Lei non rispose ma sorrise, il mio sguardo poi si diresse verso il capitano che incredulo aveva osservato la scena per poi spostare lo sguardo verso Robin. Perché il solo fatto che lui l’abbia guardata con quello sguardo così interessato mi dava fastidio? Decisi di ignorare il fastidio e indossando il cappello raggiunsi di nuovo Rubbis, che sembrava gli stesse per venire una crisi, e Zoro.

- perché lo hai fatto? - chiese Zoro senza guardarmi

- questo è il tesoro del capitano, solo io posso custodirlo - gli dissi senza troppi giri di parole, su questa cosa non transigo, non mi importa se Zoro o Robin ci rimangono male, solo io posso portare il cappello di Rufy, lo sanno tutti.

- capisco, se è solo per questo che lo hai fatto.. – disse Zoro serio. Non mi credeva, non credeva a una sola delle parole che aveva pronunciato. Non ci credevo nemmeno io, la verità è che una parte di me desiderava avere il capitano tutto per se, una parte di me amava il capitano.. si possono amare due persone contemporaneamente?! Evidentemente si..

- siamo a metà strada, nessuno mai ha osato oltrepassare questa zona, gli abitanti dell’isola la temono, non so bene il perché ma pare che sia una zona maledetta. Si narra che chiunque abbia oltrepassato la linea di confine, che si trova proprio a pochi metri da noi, non sia più tornato – disse serio.

- come facciamo a vedere la linea di confine? – chiese Zoro.

- oh è molto semplice, vedete quei due alberi? – indicò i due alberi poco distanti da noi, erano stranissimi, i loro tronchi erano enormi e i rami formavano un arco intrecciandosi verso l’alto.. sembrava un’entrata, mancava solo il tappeto con la scritta “benvenuti”,  si capiva benissimo, come aveva detto lui, dove fosse il confine.

- fantastico - disse il capitano

- ragazzi io penso che resterò qui - disse Usop iniziando a tremare

- io resto con Usop - aggiunse Chopper

- avanti Usop, non vorrai perderti l’occasione di vivere questa nuova avventura - disse Rufy entusiasta. Chopper osservava Usop perplesso, mentre il poverino cercava una scusa per svignarsela.

- e va bene, andiamo! – disse rassegnato.

Oltrepassammo cauti l’arco di alberi e subito riuscii a percepire il cambiamento dell’atmosfera, l’aria era irrespirabile, una nebbia fittissima ci circondò, non si vedeva un palmo dal naso avevo perso i miei compagni nel giro di un istante. Mi sentivo stanca, le gambe appesantite e gli occhi mi si chiudevano da soli. Iniziai a chiamare uno dopo l’atro i miei compagni ma non riuscivo a sentire alcuna risposta, camminavo senza una meta ma più di una volta mi era sembrato di sentire una presenza alle mie spalle.

Improvvisamente andai a sbattere contro qualcosa.

- Nami! - disse il capitano stringendomi a se.

- Rufy - dissi contenta

- finalmente ti ho trovata, ti ho cercata tanto, avevo paura di averti persa di nuovo - disse sollevato

- Rufy che ti prende, lasciami, sono qui adesso stai tranquillo, ma come hai fatto a trovarmi? -

- ho seguito il tuo profumo – disse con il suo solito sorriso.

- dai adesso andiamo a cercare gli altri, saranno preoccupati – dissi allontanandomi da lui ma mi bloccai quando mi sentii afferrare la mano.

- che ti prende? – gli chiesi incuriosita

- provi qualcosa per Zoro vero? – mi disse serio

- Rufy questo non è il posto ne il momento adatto per parlare di questo – gli dissi nervosa, come potevo dirglielo? Come potevo rischiare di perderlo?

- Nami io devo saperlo, devo mettermi l’anima in pace, non posso resistere così – disse abbandonandosi per terra con la testa tra le mani

- Rufy che stai dicendo? – dissi inginocchiandomi davanti a lui. Alzò lo sguardo per guardarmi ma quello k vidi mi sconvolse, stava piangendo.

- Nami tu sei mia! – disse mettendomi sulle sue gambe.

- Rufy ma che dici? E fammi scendere – dissi stupida dal suo comportamento.

- Nami io ti amo! – disse prendendo il mio viso con la mano per portarlo vicino al suo.

Ero paralizzata, ma non dalla paura ma dalle diverse emozioni che si scatenavano in quel momento dentro di me, non sapevo se essere felice, triste o arrabbiata, non sapevo se piangere o ridere, se scansarmi o restare ferma, potevo solo guardare incredula il mio capitano piangere per me.

- Perché non mi ami anche tu? Perché? –

- Rufy ti prego torna in te! – sentii in lontananza le voci dei miei compagni avvicinarsi e senza pensarci due volte con un urlo li chiamai.  Io in tanto mi ero liberata dalla presa del capitano che però non ne voleva sapere di lasciarmi scendere dalle sue gambe. Si precipitarono tutti e quando si accorsero di come si erano messe le cose tra me e il capitano assunsero tutti delle facce non molto rassicuranti specie quelle di alcuni (Zoro, Robin e Rubbis)

- Ragazzi non so cosa gli sia preso, non riesco a farlo calmare – dissi

- Rufy lasciala andare avanti! – disse Zoro avvicinandosi a me ma Rufy assumendo un’espressione mai vista sul suo volto si alzò in piedi afferrandomi saldamente.

- State lontani, lei è mia! –

- andiamo non fare lo sciocco, lasciala! – disse Zoro innervosendosi

- Nami resta con me, sarai la mia regina, regneremo su tutti i mari – disse guardandomi e solo allora mi accorsi dell’alone nero che aveva sotto gli occhi.

- cosa ti sta succedendo Rufy? Perché ti comporti così? – gli dissi iniziando a piangere

- perché tu sei la persona più importante per me e non posso permettere che ti portino via, resta con me Nami! Per sempre! – il suo corpo stava cambiando, lo sentivo tremare, vedevo i suoi canini allungarsi più del normale e i suoi occhi diventare rossi come il sangue, le sue unghie crescevano affilare e le sentivo lacerarmi la carne dove mi teneva stretta, i ragazzi osservavano la scena pietrificati mentre Zoro si preparava ad affrontare il suo migliore amico o meglio quello che sembrava esserlo.

Sfoderò la spada ma prima che potesse sferrare il colpo mi liberai dalla presa per precipitarmi davanti al capitano impedendo che gli facesse del male.

- Fermati Zoro!- dissi seria ma continuando a piangere. – Non osare toccarlo – continuai.

- Nami non è più lui! – disse arrabbiato

- E’ lui invece, e qualunque cosa abbia lo aiuteremo – dissi dando le spalle a Zoro per andare dal mio capitano

- Rufy vieni qui – gli dissi aprendo le braccia. Lui senza perdere tempo si precipitò da me accoccolandosi tra le mie braccia, sembrava un bambino impaurito.

- Cosa vuoi Rufy? – gli chiesi accarezzandogli i capelli più lunghi del solito

- voglio la mia Nami! – disse piangendo

- sono qui Rufy, non andrò via – gli dissi

- puoi amare un mostro come me? – mi chiese allontanandosi da me per guardarmi negli occhi.

- tu non sei un mostro Rufy, non potresti mai esserlo per me – gli dissi sorridendo.

- non mi hai risposto – disse

- sei tu che non capisci! – gli avvolsi le braccia intorno al collo e mi avvicinai al suo viso, sentivo il suo respiro sulla pelle, era affannato, i suoi occhi erano fissi su di me e mi imbarazzai di questo, per un attimo mi dimenticai degli sguardi dei nostri compagni fissi su di noi ai quali nemmeno lui aveva dato importanza.

- Ti amerei anche se fossi un mostro!- gli sussurrai prima di eliminare le distanze tra le nostre bocche. Assaporai il suo sapore sulle labbra, era come una droga, ne volevo sempre di più, non riuscivo a staccarmi da lui mentre mi stringeva e mi baciava con passione. Lo sentivo farsi strada con la lingua nella mia bocca e cercare di sentire il mio corpo sempre di più, non sentivo più i suoi denti affilati e le sue unghie graffiarmi la pelle, stava tornando “normale”. Mi staccai da lui ricordandomi dei nostri compagni ma quando aprii gli occhi per cercarli non c’erano più, in tanto lui aveva preso a Baciarmi il collo per poi scendere più sotto verso il seno.

- Rufy che fai? – gli chiesi bloccandolo

- Hai detto di amarmi giusto? Lo hai detto! – disse fermandosi a guardarmi, era tornato quello di prima, il mio capitano.

- Si l’ho detto! –

- Mi ami? –

- Si! – ammisi arrossendo

- Dimmelo – disse serio

- Ti amo –

- sto solo facendo quello che il tuo cuore desidera – disse sorridendo

- quello che il mio cuore desidera? –

- si, perché è la stessa cosa che desidera anche il mio, perché ti amo – i suoi soliti discorsi da bambino che in qualche modo seguivano sempre un filo logico.

- si ma.. non qui, fermati – dissi nervosa

- vuoi fare l’amore con me? – mi chiese serio

- si – gli risposi senza pensare e dopo uno dei suoi soliti sorrisi a trentadue denti mi fece sdraiare per terra e ricominciò a baciarmi, con una mano iniziò ad accarezzarmi la gamba per poi salire e passare sotto la maglietta che mi sfilò per andare a giocare con il seno che toccava delicatamente. Mi tolse il reggiseno che gli impediva i movimenti e con la bocca scese fino ai capezzoli che iniziò a torturare con la lingua. Mai lo avrei creduto capace di questo, non pensavo potesse rivelarsi così bravo.

Con la mano aveva lasciato il seno ed era tornato ad accarezzare la gamba fino ad arrivare sotto la gonna, non riuscii a trattenere un gemito quando si insinuò con le dita dentro di me dandomi piacere, iniziai ad ansimare. Io in tanto gli avevo tolto la maglietta e accarezzavo il suo petto e la sua schiena, per poi scendere in basso e sfilargli i pantaloni, lo sentivo sorridere sopra di me, tra i due quella impacciata ero io, e non riuscivo a spiegarmi il perché.

- Nami posso farlo? – disse tornando a guardarmi.

- Si!- gli dissi guidandolo dentro di me, non riuscii a trattenere un urlo quando lo sentii muoversi dentro di me, un caldo piacere mi pervase e vampate di calore mi attraversavano il corpo ad ogni suo movimento. Era sopra di me, mi fissava mentre si muoveva, lo sentivo tremare, ansimare e desiderare di venire. Mi sorrise prima di parlare.

-Adesso svegliati –

Aprii gli occhi, stavo sognando, mi ritrovai distesa per terra avvolta dalla nebbia che piano, piano svaniva davanti ai miei occhi, era stato tutto un sogno, eppure sembrava così reale, riuscivo a sentire ancora il dolore provocato dalle unghie di Rufy e istintivamente mi toccai il braccio che mi aveva stretto e mi accorsi dei buchi che mi aveva fatto nel sogno, ma allora era successo veramente! O molto probabilmente era un altro dei sogni che mi tormentavano sulla nave per colpa di Rubbis, però questa volta lui sembrava non entrarci per niente. Decisi di ignorare per un po’ quel sogno e andare a cercare gli altri, ad ogni passo la nebbia sembrava farmi strada, era come se volesse guidarmi, iniziai a sentire uno strano rumore, che riconobbi quasi subito, il russare di Rufy era inconfondibile, andai dove il rumore sembrava più forte e lo trovai steso per terra mentre dormiva beato.

- Rufy! – dissi avvicinandomi. Continuava a russare indisturbato.

- Rufy il pranzo è pronto! –

- Pranzo?! SI MANGIA!! – disse svegliandosi di soprassalto. – dov’è il cibo? – chiese deluso.

- Non c’è Rufy, era una piccola bugia – dissi sorridendo

- ah Nami, sei tu.. – teneva lo sguardo basso, era imbarazzato per qualcosa che non riuscivo a comprendere. Possibile che anche lui avesse fatto lo stesso sogno?  

- che ti prende Rufy? – gli chiesi perplessa. Mi afferrò il braccio alla sprovvista senza guardarmi in faccia, era imbarazzato.

- Questi come te li sei procurati? – si riferiva  ai buchi sulle braccia.

- ho fatto uno strano sogno – ammisi

- te li ho fatti io vero? –

- era solo un sogno Rufy! – dissi sorridendo

- No, era reale in qualche modo, guarda! – disse mostrandomi le mani macchiate del mio sangue.

- hai fato il mio stesso sogno? – gli chiesi sconvolta. Cavolo che vergogna!

- si, noi abbiamo.. abbiamo.. – notai l’imbarazzo sul suo volto e innervosendomi gli diedi un pugno in testa. – ahi! Perché lo hai fatto? –

- era solo uno stupido sogno! non provare più a dire quello che abbiamo fatto!- dissi furiosa.

- non era un sogno! – disse serio

- smettila! –

- io credo di provarle davvero quelle cose, anche se non ne sono sicuro, non so cosa sia l’amore ma quello che è successo è stato bello! –

- Rufy andiamo non è successo niente, è stato solo un sogno e tu non provi quelle cose, come non le provo io! Forza dimentichiamoci dell’accaduto e andiamo a cercare gli altri -  dissi alzandomi

- se davvero non provi quelle cose non dovrebbe essere difficile per te resistermi giusto?! – disse avvicinandosi

- che vuoi dire? – chiesi stupita, quello non sembrava il mio capitano, sembrava essere cresciuto tutto d’un tratto.

- voglio dire che se io mi comportassi come è successo in sogno tu non proveresti niente giusto?! Non mi baceresti nemmeno – disse con lo sguardo triste ma curioso al tempo stesso. Stava davvero cercando di mettermi alla prova? Proprio lui?

- non lo faresti mai! E comunque no, non ti bacerei! –

- voglio esserne sicuro – senza nemmeno finire la frase mi avvolse con il braccio stringendomi a se e costringendomi a fissarlo a pochi centimetri di distanza.

- Rufy lasciami andare! – gli ordinai cercando di liberarmi

- Nami non ho intenzione di fare niente che tu non voglia, devo solo sapere! – disse sorridendo tristemente, perché era così triste? Possibile che provasse davvero quelle cose per me?

- se vuoi delle risposte potresti semplicemente chiedere! –

- mi diresti delle bugie, come fai sempre, quando hai paura nascondi la verità! – aveva ragione, non riesco ad essere sincera in momenti come questo, sono una codarda ma non potevo cambiare le cose.

- Nami te lo prometto, se riuscirai a non baciarmi ti lascerò in pace –

-va bene Rufy, fai come vuoi – dissi rassegnata, non sarebbe stato poi così difficile riuscire a non baciarlo giusto?! Mi prese il fiso con una mano portandoselo delicatamente vicino al suo, era come nel sogno, sentivo il suo respiro sulla pelle, il mio corpo reagii al tocco delle sue mani che poco prima, anche se in sogno, mi avevano regalato piacere.

- Nami.. –

- che c’è? – gli chiesi tornando alla realtà

- tu.. non senti niente? – mi chiese imbarazzato

- cosa dovrei sentire? –

- dovresti avere voglia di baciarmi – disse amareggiato, aveva la stessa espressione di un bambino al quale è appena stata sottratta la caramella

- Rufy se anche io ti baciassi non significherebbe niente –

- ma nel sogno hai detto più volte di amarmi e poi abbiamo.. – lo interruppi con un sonoro colpo in testa. – ti ho detto di non ripeterlo – gli dissi liberandomi dalla presa

- e comunque era un sogno e non mi era possibile controllarlo, è successo e basta –

- ma io l’ho fatto! Nel sogno volevo ucciderti ma ho cambiato le cose! –

- come volevi uccidermi? Ma che stai dicendo? Perché? –

- non lo so era una voce che avevo nella testa che mi ordinava di farlo ma poi ho deciso di cambiare le cose – disse sorridendo fiero di se

- c’è qualcosa che non va in tutto questo, qualcuno voleva spingerti ad eliminarmi, ma chi? Chi può essere in grado di fare questo? –

- Rubbis riesce a controllare i tuoi sogni –

- si ma solo i miei, in oltre non potrebbe mai uccidermi perché così morirebbe anche lui –

- allora è la strega! – disse con il suo solito sorriso a trentadue denti.

- è probabile, ma  adesso sarà meglio trovare gli altri! –

- Nami prima di andare via potrei baciarti? –

- ma che dici Rufy, ti ho dimostrato di riuscire a resistere no? Quindi adesso basta! –

- lo so ma vorrei provare almeno una volta a farlo dal vivo e non in sogno –

- io non so se.. – dissi indecisa, in fondo era solo un bacio, per me non significava niente, o meglio avrei finto che fosse così.. quella dannata voglia di baciarlo assaliva anche me!

- va bene, ma dopo la finiremo con questa storia ok?! –

- ok! – mi strinse a se e lo sentii respirare il mio profumo, avvicinò il suo viso al mio e sentii le sue labbra ma non dove dovevano essere..

- Rufy che stai facendo? – gli chiesi spostandomi

- ti sto baciando – mi disse serio

- sulla guancia? – dissi perplessa

- e dove? –

- pensavo volessi farlo come nel sogno – ammisi un po’ delusa

- non sono capace – cosa ci si poteva aspettare da Rufy – e poi ho paura di ricevere un altro pugno –

- si, ok, se è questo che vuoi va bene! –

- insegnami tu – disse sorridendo. Io spalancai gli occhi, ovviamente per lui non era altro che un modo nuovo per assaggiare qualcosa di diverso dal cibo. – non spetta a me insegnarti una cosa come questa, dovresti farlo con la tua ragazza quando ne avrai una! –

- ma tu sei la mia navigatrice, in oltre è a te che l’ho chiesto –

- va bene, ma non dirlo a nessuno! –

- ok! – questa volta fui io ad avvicinarmi, gli poggia le braccia intorno al collo e sfiorai le sue labbra

- è come nel sogno – disse – si, ma è diverso – gli dissi e prima che potesse dire altro gli baciai delicatamente le labbra ma mentre stavo per staccarmi, mise una mano tra i miei capelli per non farmi andare via e dischiuse le labbra facendosi strada nella mia bocca con la lingua, mi stava assaporando, e sapeva farlo, mi aveva preso in giro!

- Rufy adesso basta! – dissi staccandomi da lui, quando improvvisamente tutto si fece nero intorno a me e Rufy scomparve sotto i miei occhi.

- cosa ho fatto questa volta? – percepii la voce di Rufy in lontananza e aprii gli occhi.

- Ti sei svegliata finalmente – disse Zoro al mio fianco, quando misi a fuoco vidi tutti i miei compagni intorno a me.

- cosa è successo? – chiesi stordita

- non appena varcato il confine tu e Rubbis vi siete addormentanti di botto – disse Robin indicando Rubbis non molto distante da me - quindi era solo un sogno?! –

Come d’istinto mi guardai il braccio e notai che non c’era nessuna ferita, guardai Rufy che mi fissava incuriosito

- che ho fatto? – mi chiese preoccupato per la sua sorte

- eh? –

- mi hai chiamato più volte mentre dormivi e a un certo punto hai detto “Rufy adesso basta”  ma ti giuro che io non ho fatto niente!-

- sta tranquillo Nami stava solo sognando – gli disse Robin

- si ma cosa?! – incalzò Zoro innervosito

- era un sogno terribilmente strano, e c’era Rufy intento ad uccidermi- dissi cercando di evitare tutto il resto

- io volevo ucciderti? – disse Rufy preoccupato

- si ma eri spinto da una voce nella tua testa, ad ogni modo era solo un sogno! –

- solo questo? – chiese Zoro

- eh? –

- hai sognato solo questo? – specificò la domanda

- s.. si, solo questo, nient’altro! – dissi cercando di nascondere l’imbarazzo che provavo nel ripensare a quello che la mia mente era riuscita a creare.

- comunque resta da capire il perché del vostro sonno improvviso – disse Robin turbata

- provate a svegliare Rubbis, è da troppo tempo che dorme- continuò

Si sentivano i lamenti del ragazzo intento a sognare chissà cosa, almeno quando sognava non provavo il suo stesso dolore, una misera consolazione pensando che almeno non aveva fatto il mio stesso sogno, ne aveva potuto percepire le mie emozioni.

 

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Capitolo 29
*** svegliati ***


Salve a tutti, sono tornata, scusate l'enorme ritardo, ormai sembra essere diventata un'abitudine ma vi assicuro che non è così, non lo faccio a posta è che a volte non ho internet e quindi non posso aggiungere i capitoli anche se sono pronti da mesi, spero non accada più. vi comunico che la storia sta finendo, ormai manca il capitolo conclusivo, spero che la fine di quest'avventura vi sorprenda come ha sorpreso me XD avevo in mente ben altro ma si è praticamente scritta da sola XD spero di non deludervi.

BUONA LETTURA

Sanji svegliò Rubbi dandogli un calcio in piena faccia

- ahi, ma che cavolo.. – disse alzandosi di scatto coprendosi la parte lesa.

- Sanji sei un idiota!! – gli dissi sferrandogli un pugno in testa, ovviamente si era dimenticato del collegamento che avevo con Rubbis

- perdonami dolce Nami! – disse inchinandosi

- sta zitto! – dissi secca cerando di trattenere le lacrime per il dolore.

- stai bene Nami? – disse Zoro avvicinandosi

- si sto bene! –

- ragazzi smettetela di perdere tempo e troviamo un modo per uscire da qui!- disse Usop nervoso.

- si hai ragione, ma non riesco a capire cosa possa essere successo a Nami e Rubbi- disse Robin perplessa.

- probabilmente è una qualche sorta di incantesimo della strega- disse Rubbis.

Ci incamminammo verso la collina dove abitava la strega. Avevo troppi pensieri in testa e non riuscivo a trovare le risposte alle mille domande che mi ponevo, ad esempio perché non avevo sognato Zoro al posto di Rufy? Perché quando ho capito che era tutto un sogno una parte di me è rimasta delusa? Pensieri come questi continuavano a insinuare dubbi su ciò che provavo per il mio capitano e come se non bastasse mi ritrovai a camminare tra i due che, notai, avevano un’espressione seria e per nulla rassicurante. Senza accorgermene sbuffa rompendo il silenzio tra noi.

- che hai? Stai male? – chiese Rufy preoccupato

- no sto bene Rufy, non preoccuparti!-

- le stai troppo addosso ecco cos’ha che non va! – incalzò Zoro

- è la mia navigatrice, è normale che mi preoccupi! –

- ci penso io a lei CAPITANO, non ha bisogno di te!! –

- adesso basta, si può sapere che vi prende!? – sbottai

- c’è che ancora non hai capito quello k prova lui per te – disse Zoro indicando Rufy che in tanto aveva abbassato la testa con aria colpevole

- che significa?- guardai Rufy

- allora davvero non ha capito- sbuffò Zoro andando davanti al capitano con aria minacciosa

- sappi che sono innamorato di Nami e per questo motivo non la cederò così facilmente a uno che non sa nemmeno cosa significa amare, io non mollerò, da questo momento saremo rivali e vincerà chi riuscirà ad averla! – disse allungando la mano in segno di sfida. Il capitano alzò la testa e sfoderò un sorriso soddisfatto e afferrò la mano di Zoro – sarà mia, come lo è sempre stata! – stupita dalle parole del capitano finalmente capii di cosa parlava Zoro

-  io non sono un oggetto, né un trofeo! –

- infatti, però sei la donna che entrambi amiamo! – disse Rufy serio.

- Rufy non credo che tu abbia ben chiaro il concetto di “amare qualcuno”- dissi incerta

- ce l’ho invece, sei tu che non capisci quello che provo! – disse Rufy quasi sul punto di arrabbiarsi. – prendete tutti alla leggera i miei sentimenti, credete che io sia buono solo a mangiare, nessuno sa quanto mi sta a cuore la vostra felicità, ne tanto meno la mia navigatrice! –

- Rufy... – lo guardavo stupita, come potevo anche solo pensare che il mio capitano che ho sempre considerato un bambino troppo cresciuto potesse provare una cosa simile per me!

- adesso pensiamo solo a tirare fuori Nami da questa brutta storia e poi penseremo a anche a questo!- disse Zoro prendendomi per mano. Senza opporre resistenza lo seguii ancora incredula da ciò che stava succedendo.

- sta tranquilla Nami, ti resterò accanto, non permetterò a nessuno di farti del male! – disse Zoro sorridendo

D’un tratto iniziai a sentire un dolore acuto dietro la schiena, come se mi ci avessero dato una pugnalata, impotente mi inginocchiai per terra presa dagli spasmi.

- Nami che ti prende? – disse Zoro sopra di me

- la schiena.. fa male! –

Zoro mi scoprii la schiena per vedere cosa avessi ma quando non sentii uscire niente dalla sua bocca mi preoccupai ancora di più.

- Nami, ricordi quel segno nero che avevi sulla nave ancora prima di arrivare qui?- feci cenno col capo di si

- sembra essersi ingrandito, come se stesse prendendo tutto il tuo corpo! –

Si avvicinarono tutti preoccupati. Io iniziai a sentire il fuoco invadere tutto il mio corpo, stavo bruciando ma dall’interno. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, riuscivo solo a percepire una forza liberarsi in me affievolendo la mia volontà di lottare, aveva preso il sopravvento..

- Nami che ti prende, torna in te, cosa ti sta succedendo?! PARLAMI NAMI, RISPONDIMI!! – sentivo la voce di Zoro ma non riuscivo a rispondere, vedevo ciò che stava accadendo ma come se non fossi più nel mio corpo.

Li vedevo tutti davanti a me come se fossero terrorizzati, la mia bocca si muoveva da sola e ne uscivano parole che non stavo pronunciando io ma qualcun altro.

- avete fatto male a immischiarvi in questa faccenda, adesso ucciderò tutti i rivali in amore di Rubbis e lo farò usando la vostra preziosa Nami! – queste furono le parole che le mie labbra non poterono fare a meno di pronunciare, spinte dalla stessa persona che controllava il mio corpo e che con una velocità assurda lo scaraventava contro i miei amici.

Il mio capitano davanti a me, piangeva, in meno di un secondo lo scenario cambiò e mi ritrovai appoggiata alle sue spalle, sentivo la sua testa pesare sulla mia spalla. Pensai fosse stato un sogno ma quelle parole mi fecero capire il contrario.

- Nami, avevo giurato di salvarti ma non ci sono riuscito, ti prego perdonami! – disse con voce affaticata.

- R..u f..y – riuscì a dire solo il suo nome prima di sentire il battere del suo cuore fermarsi nella mia mano. Avevo ucciso il mio capitano, ed ero stata io con le mie mai.

Sentivo le voci disperate dei miei compagni, le lacrime scendere e rigare il mio volto privo di espressione per via dell’altra presenza.

Il mio corpo ancora sporco del sangue di Rufy si diresse verso quello che sarebbe stato il prossimo bersaglio, Zoro.

- sca.. ppa.. – cercavo con tutte le mie forze di recuperare il controllo ma l’essere sembrava non voler mollare. In tanto Robin mi aveva bloccato con i suoi poteri, la vidi piangere disperata per la morte del mio capitano.

- IO LO AMAVO!! NAMI TORNA IN TE! – disse urlando di rabbia.

- io.. Zoro.. salvalo- stavo riprendendo piano piano il controllo del mio corpo.

“Non credere che sia così facile! Non ho ancora finito qui, è rimasto l’ostacolo più grande da abbattere!”  disse la voce dentro di me.

- pensi davvero che un giochetto così banale possa fermarmi?! – disse la voce a Robin.

- non credo, ma giuro che la pagherai per ciò che hai fatto! –

- avresti dovuto tenertelo stretto quel povero ragazzo, mi sarei risparmiata di sporcarmi le mani! –

- chi diavolo sei tu?! Mostro, non osare parlare in questo modo di Rufy! MORIRAI MOSTRO!! – urlò Robin in preda alla disperazione.

- ROBIN NO!! – sentii urlare Zoro nel disperato tentativo di fermare Robin mentre mi strangolava.

Dentro di me desideravo solo che tutto questo finisse al più presto e se per farlo dovevo morire allora andava bene così.

- NON è NAMI, E’ UN MOSTRO, HA UCCISO RUFY! IL MIO RUFY ADORATO E’ MORTO A CAUSA SUA! ADESSO LEI FARA’ LA SUA STESSA FINE! –

Zoro corse verso Robin per fermarla e sentii la presa al collo allentarsi, la creatura dentro di me ne approfittò liberandosi dalla presa e dirigendosi verso i due distratti.

- Adesso tocca a te! – con uno scatto li raggiunse, sferrò un pugno a Robin che aveva allontanato Zoro con una mano spuntata dal nulla.

-SCAPPA ZORO!- urlò Robin prima di perdere i sensi

Intervennero finalmente anche Usop e Chopper rimasti a piangere la salma del mio capitano.

-NAMI TORNA IN TE!- mi urlò Sanji apparso dal nulla.

- inutile essere umano! – disse la voce con un filo di disprezzo

- LASCIA SUBITO IL CORPO DELLA MIA DOLCE NAMI, MOSTRO SCHIFOSO- continuò Sanji e dirigendosi verso di me cercò di bloccare ogni mio movimento, il loro punto debole ero proprio io, non volevano farmi del male e per questo non mi attaccavano, stesso motivo per il quale il mio capitano era morto.

Non potevo ancora credere a quello che stavo pensando, eppure era vero, era successo proprio davanti ai miei occhi e con le mie stesse mani..

Rufy, perdonami se puoi!

Il mostro si liberò della presa di Sanji scaraventandolo contro un albero, in tanto Usop mi aveva tirato qualcosa contro, qualcosa che iniziava a darmi fastidio alla gola.

- adesso non fai più la spavalda eh! –

- dannato.. co.. cosa mi hai tirato- iniziai a tossire mentre sentivo la rabbia dell’essere crescere.

- preparati, te ne servirò subito un’altra! – non fece in tempo a finire la frase che subito mi lanciò un’altra di quelle polveri fastidiose, e bravo Usop!

- Nami perdonami! – la piccola renna trasformata mi stava venendo contro per darmi un colpo e ci riuscì, la polvere di Usop aveva annebbiato tutti i senti del mio corpo, il mostro era in guai seri! Non mi importava perire insieme a lui, sapevo che sarebbe stata la giusta punizione per aver ucciso il mio capitano, e presto lo avrei rincontrato, di questo ne ero grata!

-NON TOCCATELA!- urlò Zoro facendo bloccare subito gli altri due

-ricordatevi che quella è sempre Nami, dobbiamo cercare di non farle del male!- aggiunse Sanji dopo essersi ripreso dalla botta presa prima.

Il mostro approfittando del momento di distrazione dei ragazzi si riprese, e colpì violentemente Chopper per correre subito dopo verso Usop, il poverino sentendosi spacciato tentò di tirarmi un’altra volta quella polvere per rallentare la corsa del mostro ma non ci riuscì, vidi la sua espressione di puro terrore pochi istanti prima che il poverino cadesse a terra sfinito e privo di sensi.

-NAMI TORNA IN TE!- mi urlava Zoro in lontananza. In tanto la povera Robin si era avvicinata al corpo senza vita del capitano, ripensai al suo volto, alle sue lacrime, il capitano non mi avrebbe mai aggredito e proprio per questo era stato facile per il mostro toglierlo di mezzo. L’immagine del sangue del mio Rufy sulle mie mani mi faceva rabbrividire e ribollire dalla rabbia, ma nonostante questo non riuscivo a sottrarmi dalla volontà del mostro.

-NAMI SVEGLIATI!! – la voce disperata di Zoro mi riportò al presente, in qualche modo avrei dovuto fermare quella furia.

- Nami non tornerà fino a quando tutti voi non sarete sterminati! – disse il mostro con la mia voce

- NO, NAMI TORNERA’! MI HAI SENTITO?! LEI NON MI ABBANDONERA’!-

Urlò Zoro infuriato.

- LEI CI HA GIA’ ABBANDONATI! – urlò Robin piangendo mentre stringeva tra le braccia il capitano.

- CHE STAI DICENDO?! – guardando quella scena toccante Zoro non poté fare altro che abbassare la testa in segno di resa, non le dava ragione ma poteva capire il suo dolore, la sua rabbia, come la capivo io nei confronti di quella “ME” che non ha fatto niente per fermare la furia che aveva ucciso il mio capitano.

- CI HA ABBANDONATI NEL MOMENTO IN CUI SI E’ LASCIATA COMANDARE, NEL MOMENTO IN CUI HA UCCISO IL SUO CAPITANO, IL MIO RUFY! NON LA PERDONERO’ MAI!! – urlava come se così facendo si sarebbe risvegliata da un sonno durato fin troppo, come se il tempo, ascoltando quella sua disperazione, sarebbe tornato indietro per restituirgli il suo amato capitano, urlava come se fosse la sua ultima speranza, come se cercasse di riportarlo in vita, ma ormai non c’era più niente da fare, il famigerato Cappello di Paglia era morto per mano di una semplice navigatrice, la sua navigatrice! Quale ironia..

- NAMI IO MI FIDO DI TE, SO CHE NON MI ABBANDONERAI, CHE TORNERAI DA ME! NAMI TORNA DA ME!! –

- oh si, lei tornerà!- disse il mostro iniziando a muoversi verso Zoro, troppo rapidi erano i suoi movimenti per essere percepiti dallo spadaccino e in breve mi ritrovai faccia a faccia con Zoro. In quel momento speravo mi assestasse un colpo con la sua spada e che mi eliminasse una volta per tutte ma, purtroppo, Zoro non aveva alcuna intenzione di farmi del male.

-tornerà solo dopo la tua morte!- disse il mostro prima di sferrare un colpo a Zoro che fortunatamente sfiorò.

- non credere che sarà così facile uccidermi- disse lui sorridendo

- non sopravvalutarti sciocco! –

- nemmeno tu mostro!-

- non puoi attaccarmi, come pensi di sconfiggermi senza fare del male alla tua amata?!-

- così.. – disse prima di afferrarmi le mani per bloccarle e dandomi un bacio a fior di labbra, sentivo il suo calore, la sua paura, perché erano le stesse emozioni che sentivo io, temevo per la sua vita, per la mia, per quella dei miei compagni e soffrivo per la morte di Rufy ma non riuscivo a fare nulla per fermare me stessa.

- bel trucco ma credo tu abbia fatto un piccolo errore di calcolo! – disse il mostro liberandosi dalla presa di Zoro. – peccato che questa non sia la favola della bella addormentata! – disse dopo averlo bloccato. Adesso avevo la sua schiena contro il mio petto. Il mostro lo teneva saldamente con una forza che non sapevo da dove provenisse e quasi non lo lasciava respirare.

- di addio alla tua amata principessa perché tra poco non la vedrai più! – gli disse all’orecchio.

La rabbia saliva in me come la tristezza di non poterlo salvare, sapevo come sarebbe finita, sapevo che lui non si sarebbe liberato e l’unica cosa che potevo fare era piangere per il mio amato Zoro che presto avrei ucciso con le mie stesse mani. Il sogno di vivere per sempre al tuo fianco svanirà tra pochi istanti, appena esalerai il tuo ultimo respiro. Addio amore mio

-Na..mi non.. piangere.. ti prego!- sentivo il suo torace spezzarsi ogni secondo di più, sentivo il rumore delle sue ossa fatte a pezzi dalle mie braccia. Eppure non strillava, sapevo quanto fosse insopportabile quel dolore eppure per non farmi piangere aveva deciso di non urlare.

Mi accorsi solo dopo che quelle parole le aveva dette dopo aver visto il mio volto, non stavo piangendo anche dentro, le lacrime mi stavano rigando il volto, me ne accorsi dalle scie di calore che lasciavano sulle mie guance.

- Nami.. io ti.. amo.. ma adesso svegliati! –

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Capitolo 30
*** tutto un'altro sogno ***


Eccomi con l'ultimo capitolo della storia... mi scuso ancora per tutti i miei ritardi e ringrazio moltissimo tutti i lettori che nonostante tutto hanno aspettato! grazie di cuore, adesso che ho finito questa storia mi sento un pò sola :'( però non ho intenzione di fermarmi, ho molte idee in testa e spero continuerete a seguirmi! adesso vi lascio l'ultimo capitolo con la speranza che vi piaccia!!
BUONA LETTURA

- Nami.. io ti.. amo.. ma adesso svegliati! – con l’ultimo respiro rimasto Zoro mi chiese di svegliarmi, la presa su di lui si fece sempre più debole fino a quando non riuscii più a sostenerlo e lo appoggiai per terra ma sempre tra le mie braccia, avevo riacquistato il controllo del mio corpo e del mostro non vi era più nessuna traccia.

- tu lo sapevi! – gli sussurrai nell’orecchio piangendo – sei morto per questo?! Ti sei sacrificato per liberarmi?! Stupido.. –

-STUPIDOOO! – il terrore del mio gesto aveva invaso la mia mente così come lo avevano fatto la tristezza e la rabbia

- perché mi hai lasciata?! Io non volevo essere libera! Merito di morire, non voglio vivere in un mondo senza di te! –

-e poi da cosa dovrei svegliarmi?! STUPIDO! –

Mi ricordai dei miei compagni rimasti feriti e li cercai con lo sguardo ma quello che vidi mi terrorizzò. Era tutto buio intorno a me e illuminati da un fascio di luce solare c’erano i corpi dei miei compagni fatti a pezzi, uno dopo l’altro li individuai tutti, nessuno di loro si era salvato, né Robin, né Chopper, nemmeno Sanji era riuscito a salvarsi. Ma come era potuto succedere? Loro si erano salvati, ne ero sicura, a parte qualche colpo non avevo fatto loro alcun male! Eppure erano lì, ricoperti di sangue.

-perdonatemi, Rufy, Robin, Sanji, Chopper, Usop e tu amore mio, perdonatemi ma non posso vivere in un mondo dove voi non esistere, per cui perdonate se rendo vano il vostro sacrificio ma non posso proprio! – chinandomi verso Zoro che stringevo sul mio grembo gli diedi un bacio bagnandolo con le lacrime che scorrevano sul mio viso prima di prendere una delle sue spade. La tolsi dal fodero e me la puntai sullo stomaco.

- arrivo ragazzi! – mi infilzai con la lama della spada che sentii trapassare la pelle e qualche organo del mio corpo, non sentivo dolore, solo del calore sulle mani, era il mio sangue che scorreva a fiumi. Socchiusi gli occhi lentamente e altrettanto lentamente smisi di respirare.

-Nami, svegliati ti prego! –

“una voce, la riconosco! Sono morta? È di Zoro, sono in paradiso?! Si, deve essere così, sono riuscita a ritrovare i miei compagni in paradiso! Mi andrebbe bene anche l’inferno purché possa restare con loro!”

- Non ne vuole proprio sapere di svegliarsi, che razza di navigatrice è?! Non fa altro che dormire! –

-Chopper ha detto che è fuori pericolo adesso, dovrebbe riuscire a svegliarsi! –

“ queste voci, sono Zoro e Rufy, voglio rivedere il mio capitano sorridere, voglio rivederli tutti, stare con loro, litigare, ridere e scherzare, li rivoglio tutti!”

“perché mi sento gli occhi così pesanti?! Devo riuscire ad aprirli, voglio vederli!”

Mi sforzai di aprire gli occhi e piano piano inizia a vedere uno spiraglio di luce. Sentivo il mio corpo indolenzito e pesante, come se non lo muovessi da giorni.

“credevo che di me in paradiso ci sarebbe passata solo l’anima ma a quanto pare non era così”

Cercai mi muovere le labbra ma anche quello sembrava difficile.

-Nami? Nami mi senti?- sentivo ancora calore sulle mani, mi ricordai del mio sangue che scorreva a fiumi e dal terrore di quel ricordo strabuzzai gli occhi per controllare chissà cosa.

- Nami! Ce l’hai fatta!- disse Zoro al mio fianco.

Il calore non era del mio sangue, erano le sue mani strette alle mie che mi davano questa sensazione di calore.

 misi ben a fuoco la vista e lo vidi seduto sul lato del mio letto. Senza pensare a niente mi buttai tra le sue braccia piangendo come una disperata.

- mi sei mancato! -

- ehi Nami ma che ti è preso? Hai fatto un brutto sogno?- disse Zoro freddo e scherzoso.

- un sogno?- dissi guardandomi in giro – dove sono?- continuai

- nella tua camera Nami, sei stata male per molto tempo, se non fosse stato per Chopper penso che non ti saresti svegliata-

-come?-

- hai avuto una brutta influenza, deliravi perfino, hai parlato tanto mentre dormivi, ma solo dopo le cure di Chopper, prima sembravi quasi morta-

- e tu sei rimasto accanto a me per tutto il tempo? –

- no, abbiamo fatto i turni per sicurezza, nel caso ti fossi svegliata e avessi avuto bisogno di qualcosa-

- Rufy! Come sta Rufy?!  Devo assolutamente vederlo!- feci per alzarmi dal letto ma mi bloccò

- sta bene, era preoccupato ma sta bene, è andato via poco fa! Quella che deve stare buona e tranquilla sei tu, ti sei appena risvegliata, sono giorni che non mangi e bevi niente, bevi un po’ d’acqua! – bevvi un sorso dell’acqua che mi porse.

- un sogno?!- sospirai esausta, per tutto questo tempo non avevo fatto altro che sognare. Quindi tutto quello che è successo fino ad ora non era altro che finzione. Ero sollevata al pensiero di non aver fatto del male a Rufy e Zoro ne a nessun altro ma se era tutto un sogno anche i sentimenti di Zoro non esistevano.

- hai pianto molto, hai ancora le guance bagnate!- mi asciugò le guance con la mano.

- cos’hai sognato?- mi chiese curioso – mi hai chiamato spesso, litigavi con me anche in sogno?- mi chiese sorridendo dolcemente.

- no, era qualcosa di più brutto, orribile, qualcosa che non dovrà mai succedere ne per mano mia ne per mano di nessun altro- dissi sospirando.

- sta tranquilla adesso è passato, fatti una bella dormita e vedrai che ti sentirai meglio!-

- ho dormito fin troppo, non voglio dormire ancora e perdere di nuovo te e Rufy –

- perdermi? – chiese lui confuso.

- ho sognato di ucciderti ma era così reale- al solo pensiero sentii le lacrime inondare i mie occhi.

- tkz, figurati se una mocciosa come te più uccidere un famoso e esperto spadaccino come me! – disse sicuro di se

- non ero proprio io, era una strega che aveva preso possesso del mio corpo- ammisi

-allora eri proprio tu! – sorrise beffardo per poi coprirsi d’istinto la testa vedendo il mio movimento, credeva volessi colpirlo ma volevo solo abbracciarlo.

Gli presi la testa fra le mani e lo guardai fisso negli occhi.

- va bene così, non ho la forza per picchiarti e poi mi sei mancato troppo per permettermi di farti del male! – gli dissi sorridendo

- sai probabilmente hai ancora la febbre- disse arrossendo.

- no, sto bene, ho solo bisogno di stare un po con te- gli dissi lasciandogli il viso.

- va bene, ma solo perché stai male, non farci l’abitudine.

Mi prese in braccio facendomi sedere sulle sue gambe e mi compì con la coperta del mio letto. Il suo corpo era così caldo, potevo sentire il suo cuore battere velocemente e le sue braccia stringermi per scaldarmi.

- sai ho avuto paura- mi sussurrò.

- di cosa? – gli chiesi senza guardarlo, sapevo che non avrebbe parlato se lo avessi fissato. Lui è fatto così. Fa il duro ma in realtà è timido e dolce.

- che non ti saresti più svegliata, Chopper diceva che stavi davvero molto male e che saresti potuta morire se non fosse arrivato in tempo con le cure – sospirò

- avevi paura i perdermi?! – gli dissi alzando la testa, non riuscendo a trattenere la voglia di guardarlo.

- f.. figuriamoci, che me ne faccio di una mocciosa pasticciona come te. Avevo paura perché sei una mia compagna e mi dispiacerebbe perderti, tutto qui! -

- hai ragione- dissi abbassando di nuovo lo sguardo, ormai non stavo più sognando, questo era lo Zoro di sempre, innamorato delle sue spade non di me.

- vado a chiamare il “tuo Rufy” sta buona a letto – disse rimettendomi sul letto coprendomi per bene prima di andare via.

- tkz, il mio Rufy.. chissà che diavolo ha in testa quello stupido di uno spadaccino! –

-NAMIIIII- irruppe i camera come una tempesta il mio capitano, com’è bello vederlo così sorridente e VIVO

- Rufy! – allargai le braccia per fargli capire che volevo abbracciarlo e si piombò tra le mie braccia come un cucciolo.

- stai bene Nami? Mi sei mancata tanto!-

- si, adesso sto bene! Grazie Rufy! –

-finalmente posso abbracciarti e starti accanto, non ne potevo più di vederti un quel letto senza poterti parlare e poi Zoro non ti lasciava un attimo, sembrava infastidito ogni volta che veniva qualcuno, soprattutto con me e Sanji- disse sospirando

- hai sognato anche me vero?! Una volta hai pronunciato il mio nome, credevo ti fossi svegliata quindi ho iniziato a chiamarti e a scuoterti ma Zoro mi ha picchiato, era infuriato e mi ha cacciato dalla stanza – disse triste

- tu cosa?! – dissi arrabbiata ma non più di tanto “adesso capisco perché ho fatto un sogno del genere -.- e perché ho ucciso Rufy XD”

-aspetta un attimo, hai detto che Zoro è rimasto con me sempre?- chiesi stupita

- si, mangiava qui, dormiva qui, se ne andava solo quando Chopper ti visitava-

- grazie Rufy, adesso devo andare- dissi alzandomi dal letto.

- dove vai? Non puoi alzarti – disse cercando di fermarmi

-  se non vuoi che ti dia una bella lezione per aver disturbato il mio sonno non fermarmi! – dissi mostrando il pugno. Mi lasciò andare e io mi diressi nell’unico posto dove credevo stesse riposando Zoro, ed era li, all’ombra dei miei bellissimi mandarini.

Mi avvicinai a lui cercando di non svegliarlo, probabilmente non aveva dormito molto. mi inginocchiai vicino a lui e con la mano gli sfiorai una guancia ma con uno scatto mi bloccò la mano osservandomi.

- cosa vuoi? Non volevi stare con Rufy? – disse scocciato.

- perché?! Perché non mi hai detto la verità?!-

- non ho niente da dirti! – disse lasciandomi la mano – e adesso torna a letto

- Zoro smettila di fare così, io lo so! So tutto, lo so che sei rimasto sempre con me, lo so che non te ne andavi nemmeno per mangiare, quindi non tenermelo nascosto, non ha senso! –

- ha senso invece, perché mai dovrebbe importarti di chi ti è rimasto accanto mentre stavi male?! Se è perché vuoi ringraziarmi lascia perdere, non ne ho bisogno!-

- ma perché fai così?!-

- perché dici?! Dici di aver fatto un brutto sogno, di avermi ucciso, eppure mentre deliravi chiamavi Rufy, ti sei persino messa a piangere mentre lo chiamavi e appena lui ti ha parlato ti sei calmata, dici di avermi ucciso ma non mi sembravi così triste al risveglio! Ed eri interessata a lui, volevi vederlo a tutti i costi! Quindi dimmi perché mai avrei dovuto dirti che sono rimasto con te per tutto il tempo?-

- dimmi perché non dovrei essere arrabbiato! –

- tu sei uno stupido!-

- bene! Adesso lasciami in pace! – disse alzandosi per andarsene ma lo bloccai.

- aspetta Zoro! Non ho finito- dissi guardandolo seria

- perdonami ma essere insultato non mi interessa! –

- voglio spiegarti! –

- vallo a spiegare a lui! –

- anche se non ti importa te lo dirò lo stesso! Non ero trite al mio risveglio perché ero sicura di essere morta, come ti ho detto prima il sogno sembrava reale e credevo di averti ucciso quindi nel disperato tentativo di restare al tuo fianco mi sono uccisa con una delle tue spade e credevo di essere finita in paradiso quando ho sentito la tua voce quindi ero contenta perché sapevo che presto ti avrei rivisto! – le lacrime iniziarono a scendere, al solo pensiero di saperlo lontano da me. Gli lasciai la mano, sentivo il suo sguardo su di me, ero nervosa, non sapevo come avrebbe reagito, perché anche se era stupido avrebbe di certo capito i miei sentimenti e quasi sicuramente non era interessato ma non mi importava, adesso volevo solo sistemare le cose e restargli accanto come semplice amica.

- poi ho capito che era un sogno e che i sentimenti dello Zoro che avevo conosciuto dormendo non erano reali quindi volevo fingere che non fosse successo niente, che non fossi innamorata di te- continuavo a raccontare asciugandomi le lacrime.

- però poi Rufy mi ha detto quello che avevi fatto e ho ricominciato a sperare ma mi rendo conto che sono una stupida! A me basta sapere che sarai mio amico, che non sarai mai arrabbiato con me e che non mi abbandonerai – lui stava fermo, immobile, mi dava le spalle, non diceva niente. Quando finalmente si girò verso di me non seppi capire che razza di espressione avesse, sembrava un misto fra tristezza e stupore ma non ne ero sicura, sapeva nascondere bene le emozioni eppure quella volta non ci riusciva.

- Nami.. io.. - - OH MIA DOLCE NAMIIII- Zoro vene interrotto dalla voce squillante di Sanji che aveva saputo della mia guarigione e con tutti i miei compagni mi venne a cercare per vedere come stavo.

- ehi tu marimo che ci fai qui con la mia dolce Nami – disse il cuoco arrabbiato

- sta zitto sopracciglio a ricciolo – gli disse con tono secco prima di andarsene

- aspetta Zoro -

- parleremo dopo Nami – mi disse senza girarsi, avevo capito tutto, e le sue parole non mi sarebbero piaciute ma sapevo fin dall’inizio a cosa andavo in contro rivelandogli i miei sentimenti e non avevo rimpianti.

I ragazzi furono molto contenti di vedermi e ringraziarono tutti Chopper, ovviamente io fui la prima. Poi però mi costrinsero a tornare a letto e mi fecero mangiare qualcosa per rimettermi in forze. Robin rimase un po’ con me, gli raccontai del mio sogno e di quello che era successo con Zoro prima del loro arrivo, lei ascoltò in silenzio senza dire una parola e quando terminai di raccontare mi disse:

- Sai Nami, a volte sogniamo ciò di cui non ci rendiamo conto nella realtà, anche se il tuo sogno è davvero strano non significa che sia tutto frutto della tua fantasia. Sai riguardo i miei sentimenti per Rufy credevo di nasconderli bene ma evidentemente non è così perché il tuo subconscio se n’è accorto e te lo ha detto facendotelo sognare, ho intenzione di dichiararmi presto al mio Rufy, come hai fatto tu con Zoro, hai avuto davvero coraggio, ti ammiro molto per questo! –

- grazie Robin, spero che a te vada meglio! – gli dissi sorridendo cercando di nascondere la tristezza

- lui non ti ha ancora risposto, non arrivare subito a pensare al peggio, in fondo che ci tiene a te lo ha dimostrato in questi giorni e poi si capisce che è geloso! –

- dici?! –

- forse è perché stai male o perché non ci speri nemmeno ma dovresti accorgerti un po’ di più delle azioni che compiono le persone che ti stanno in torno! – mi disse sorridendo. – adesso ti lascio, probabilmente avrai sonno, riprenditi mi raccomando, buonanotte piccola! –

- Grazie Robin, buonanotte! – uscii dalla camera e chiuse la porta dietro di se, io di certo non sarei riuscita a dormire, volevo fare una passeggiata fuori e vedere di nuovo le stelle dal ponte della nave. Prendendo una coperta andai fuori, come immaginavo non c’era nessuno e si respirava una bella arietta fresca, il cielo era chiarissimo e mille stelle lo illuminavano come tante lampadine, era da tanto che non vedevo uno spettacolo così.

Pensai a quello che Robin mi aveva detto, e se Zoro fosse davvero geloso di Rufy? Possibile che anche lui.. naah, che vado a pensare!

- come immaginavo sei di nuovo fuori! Vuoi capire che devi stare a letto?! –

Riconobbi subito la sua voce e il mio cuore prese ad accelerare di colpo.

- volevo fare una passeggiata al chiaro di luna, sono stanca di stare a letto! –

- lo so ma non puoi permetterti di stare male di nuovo! –

- hai ragione, altrimenti non saprete dove andare e poi non voglio recare altro disturbo a te e agli altri! Resto un altro po’ e poi torno in camera, promesso! –

- senti Nami, riguardo ad oggi, io volevo.. – lo interruppi prima che mi dicesse qualcosa che non volevo sentire. – non devi darmi una risposta, non ho nessuna pretesa, volevo solo spiegarti come stavano le cose quindi sta tranquillo, lo so che non hai tempo per pensare a queste cose e che “non ti serve una mocciosa come me”- gli dissi l’ultima frase riprendendola da quello che aveva detto oggi.

- e se non fosse come dici? – mi girai a guardarlo stupita. – se invece avessi proprio bisogno di una mocciosa come te? Non decidere tutto da sola stupida! – mi tirò per un braccio avvolgendo la mia testa con le braccia facendola poggiare sul suo petto, il suo cuore andava davvero veloce.. veloce come il mio!

- tu non hai mai capito, dite a me di essere stupido ma anche tu non scherzi! Non puoi immaginare il dolore che ho provato quando sei collassata, la preoccupazione che avevo ogni volta che Chopper ti visitava, le innumerevoli volte che ti sussurravo di svegliarti all’orecchio per farti svegliare –

- allora eri tu! – dissi sollevando la testa per guardarlo, lui mi svegliava ogni volta che nel sogno avevo gli incubi, e fino all’ultimo proprio lui mi aveva fatta tornare alla realtà.

- allora io riportavo nel sogno quello che tu mi dicevi! – dissi stupita

- non so di cosa tu stia parlando! – ovviamente non gli avevo raccontato tutto il sogno ma solo quello che serviva a riappacificarmi con lui.

- allora tu mi hai.. – arrossii al solo pensiero che lui mi avesse detto quelle parole, però dovevo sapere.

- tu mi hai mai sussurrato parole dolci? – dissi nel pieno dell’imbarazzo subito seguita da Zoro che arrossii come un pomodoro.

- i.. io c..che di..dico pa.. pa.. parole dolci, ma figuriamoci! – disse guardando da un’altra parte.

- Zoro?! – richiamai la sia attenzione prendendo il suo viso tra le mani costringendolo a guardami.

- Fo.. forse una, una volta ti ho detto ti.. ti amo – disse imbarazzatissimo.

Io ero stupita, felice ovviamente ma assolutamente stupita, questo non era un sogno, era la realtà, o forse stavo ancora sognando? Forse ero morta davvero eppure il calore del suo corpo era diverso da come lo avevo sentito in sogno, il suo viso era caldo e il suo cuore batteva io sentivo tutto mille volte di più rispetto a come era nel sogno.

- Zoro, questo non è un sogno vero? Puoi giurarmi che questa sia la realtà? – gli dissi non riuscendo a trattenere le lacrime. Zoro prese le mie mani liberandosi il viso e asciugò le mie lacrime.

- sai una volta ho anche fatto questo.. – disse avvicinando il suo viso al mio per sfiorarmi delicatamente le labbra, il suo respiro era affannato, come lo era il mio per l’emozione, tutto era diverso da come lo avevo sognato, tutto era più bello, più dolce, più passionale. Sentii le sue braccia poggiarsi sulla mia schiena e per ricambiare il gesto gli cinsi le mia intorno al collo per eliminare la distanza tra noi, tra le nostre labbra che finalmente si unirono in un bacio al sapor di amore. Zoro ricambiò il bacio iniziando a muovere le labbra per fa dischiudere le mie per infilare la lingua, io lo imitai e iniziammo così a giocare a vicenda con le nostre lingue. Quando ci staccammo per riprendere fiato ci guardammo per un istante negli occhi prima di scoppiare a ridere per l’imbarazzo.

- come hai osato baciarmi mentre dormi? – gli dissi ridendo dandoli un pugno leggero in testa

- ero così calma e indifesa, non come la strega che sei da sveglia! – disse ridendo e scappando da me che volevo picchiarlo. Ad un tratto si fermò si voltò verso di me che mi ero fermata a mia volta e mi prese in braccio.

- adesso torni a letto però! – mi disse sorridendo

- uffi non mi va! – dissi facendo la faccia imbronciata.

- sta tranquilla, io resterò con te! – mi diede un bacio in fronte.

Mi accompagnò in camera mi adagiò sul letto.

- stai con me questa notte! – gli disse prendendogli il braccio.

- resterò qui, al tuo fianco- sorrise

- no, io.. non intendevo questo! – dissi arrossendo

- eh?! – non aveva capito, era palese che non aveva capito -.-“

- ecco vedi, quando un uomo e una donna si amano fanno determinate cose insieme.. tu.. tu mi ami vero Zoro?! –

- ce..certo che ti.. ti amo- disse imbarazzato, sembrava un bambino alle prese con la sua prima cotta, dolce *.* - e.. e tu mi ami?- mi chiese serio

- si Zoro, ti amo! – gli sorrisi. Rispose al mio sorriso baciandomi di colpo. Io me lo tirai sul letto e quando fu sopra di me presi a baciarlo con più foga, sentivo le sue mani passare delicate sui miei fianchi per scendere lungo le gambe, il suo respiro era affaticato, sembrava si stesse trattenendo. Staccandomi dalle sue labbra iniziai a baciargli il collo per poi togliergli la maglietta bianca che mi creava impiccio. Mi fermai ad osservare la cicatrice prima di baciare ogni parte di questa. Sentivo il suo corpo tremare, ma non aveva freddo, era eccitato.

- adesso hai capito cosa intendevo prima? – gli sussurrai all’orecchio. Per tutta risposta lui mi sfilò la maglietta ed iniziò a baciarmi il collo fino ad arrivare al seno lasciandomi una scia che bruciava. Ero bollente, mi sentivo viva, nessuna di quelle emozioni era nemmeno lontanamente simile al sogno, ora ero certa di essere sveglia.

Con la mano che prima accarezzava la mia gamba mi tolse i pantaloncini. Potevo vedere la sua erezione anche attraverso i pantaloni, bene almeno non ero l’unica a volerlo.

- Nami, sei sicura? – mi chiese smettendo di baciarmi.

- sicurissima! – gli sorrisi.

- ma fino a questa mattina stavi ancora male non vorrei che ti affaticassi troppo! –

- hai forse paura Zoro? – gli dissi con sorriso beffardo.

- non mi sfidare ragazzina! –

- ti sfido marimo! – gli dissi affondando la mano tra i suoi capelli.

- lo hai voluto tu! – disse slacciandosi i pantaloni.

Passò delicatamente le mani dal mio seno con il quale giocò un po’, ai fianchi, alle gambe che si portò dietro la schiena. Poi passò una mano al basso ventre entrando con due dita, appena fu dentro gemetti di piacere mentre lui aveva preso a baciare il mio seno soffermando sul capezzolo. Stanca di non fare niente presi il suo membro tirandolo fuori dalle mutande e iniziai a giocarci. Lo sentivo gemere di piacere e più lo faceva più io mi eccitavo.

- Nami! – mi sussurrò guardandomi. Aveva smesso di giocare e tolto la mano.

- che c’è? – gli chiesi ansimando. A mia volta lo lasciai credendo che ci fossero problemi.

- ti amo! – mi baciò in fronte poi sul naso poi sulle labbra dove lo catturai abbracciandolo intorno al collo. In un attimo lo sentii dentro. Il suo corpo si muoveva con il mio, il suo respiro era affannato come il mio e i nostri cuori sembravano essersi uniti in questa corsa che ci avrebbe portato finalmente la sicurezza del nostro amore.

Adesso che lui è al mio fianco, adesso che è solo mio e che mai più mi avrebbe lasciata non avrei più avuto paura di dormire e di svegliarmi senza di lui.

 

 

 

Nami e Zoro comunicarono la loro relazione alla ciurma che reagì più o meno bene se non per il pianto disperato di Sanji. Pochi giorni dopo Rufy andò da Nami a chiederle cosa volesse dire “fare l’amore” e Nami imbarazzata glielo spiegò. Robin qualche tempo dopo comunicò di essere incinta di Rufy ovviamente che sprizzate di gioia andò a baciare la sua amata e la sua pancia no ancora grande da poter notare la gravidanza.

Per quanto riguarda i nostri due protagonisti, per loro si prospetta un futuro roseo e verde,  e pieno, probabilmente, di bambini, ma solo dopo aver raggiunto il loro scopo: “diventare insieme ai loro compagni i re dei sette mari”

                                                                                     the end

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