Segui il tuo cuore

di Khaleesi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vendetta. ***
Capitolo 2: *** La tomba. ***
Capitolo 3: *** Chocolate ***
Capitolo 4: *** Like a mirror. ***
Capitolo 5: *** Dobbiamo dirlo a Mamma. ***
Capitolo 6: *** Vorresti...? ***
Capitolo 7: *** Special Day. ***
Capitolo 8: *** Sci vorreste spiegore? ***
Capitolo 9: *** Angelina, George e... Fred. ***



Capitolo 1
*** Vendetta. ***


“Fred! Fred! FREEED!” ansimai.

È un brutto sogno, tutto qui. Non può essere vero, non può.

Mi devo svegliare.

“Fred! Alzati Fred.. Ti prego, non.. non mi lasciare Fred..” piagnucolai con il volto nascosta tra i vestiti di Fred Weasley. Le lacrime sgorgavano senza pausa, incontrollate, libere.

Tutti tranne lui.

Perché non si stava alzando?

Perché non urlava “Sei così prevedibile, te l’ho fatta!” ridendo fino alle lacrime?

Perché, perché, perché?

… perché me lo stavano portando via?

Arrivò anche Ginny, stordita. “Chi... chi è stato? Fr-.. Fr-.. Fred!”, vacillava, incapace di stare in piedi,  le parole le scivolavano di bocca, senza senso. Si butto ai piedi del fratello morto, strattonandolo per i pantaloni e gridando a squarciagola.

“Bellatrix Lestange”, sbottai. Il suo nome, emanava rabbia violenta dentro il mio corpo, vendetta, vendetta, vendetta. Nessun altro pensiero. Solo vendetta.

Ginny singhiozzò ancora più forte e corse via dal cadavere inanimato di Fred Weasley.

Io rimasi lì, sapevo che andandomene avrei perso il controllo, avrei perso la vita per la disperazione, ma che soprattutto, avrei definitivamente perso ogni legame con Fred.

E questo non poteva succedere, non l’avrei mai abbandonato, mai!

In quel momento volevo solo tornare indietro nel tempo, avrei voluto fermarlo., non farlo mai arrivare a Hogwarts. Ma questo, purtroppo, era impossibile.

Fred Weasley era morto. Morto.

Scesero altre lacrime, tirai su con il naso, abbracciai il cadavere.

Tutt’intorno era la guerra, ma non me se ne curai più del dovuto.

Perché io avevo già perso, avevo già perso tutto.

Poggiai la testa sul bavero della camicia di Fred e con stupore mi addormentai.

Nelle orecchie le grida dei maghi e delle streghe che stavano combattendo all’ultimo sangue.

I rumori degli incantesimi, quelli che colpivano il bersaglio e quelli che colpivano le armature o le pareti. E i singhiozzi, quelli di chi come me era nella Sala Grande a piangere i propri cari, a far un po’ di conforto ai famigliari delle vittime.

Mi svegliai perché qualcuno era seduto vicino a me e stava cercando di dirmi qualcosa.

“Voldemort è morto, Harry ha vinto.. Abbiamo vinto” mi sussurrò all’orecchio Ginny.

“Abbiamo perso, abbiamo perso Fred.”

“Lo so - Ginny ricominciò a piangere disperatamente -… Bellatrix è morta”

“Chi l’ha ammazzata?” chiesi aspramente, doveva essere mia, ero io che dovevo toglierle la vita! Guardarla lasciare questo mondo lentamente, con sofferenza.

“Mamma” tagliò corto lei, voleva solo piangere, solo piangere.

“Ah. Capisco”, questo cambiava tutto, lei ne aveva il diritto tanto quanto me, avevano portato via la Vita anche a lei. Spero solo che l’abbia fatta soffrire fino all’ultimo respiro.

“Fred, Fred..” Ginny piagnucolava senza sosta, dondolandosi avanti e indietro debolmente.

All’improvviso il corpo di Fred era circondato da persone che versavan0 le loro lacrime, solo una ebbe il coraggio di avvicinarsi a me, mi poso una mano sulla spalla e si sedette sulla lastra di pietra accanto a me.. Cercava di riacquistare il controllo della voce, lo sentivo dai sonori respiri.

“Coraggio, è tutto finito ora, Lui sarà sempre con noi. Sempre, te lo prometto, Angy!”, le parole di George mi frullavano nella testa.

Mi chinai sul corpo esanime e lo bacai sulle labbra con delicatezza.

Lei e Lui, per sempre.

Angelina Jonson e Fred Weasley, sempre.

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Capitolo 2
*** La tomba. ***


Ragazzi se volete commentare le mie storie, tranquilli non me la prendo! :D





Angelina si portò la sciarpa dietro le spalle. Uscì di casa e si diresse verso il cimitero di Londra, era lì che Molly e Arthur avevano deciso di far riposare eternamente il figlio. Volevano un luogo babbano, non magico. Angelina si diresse verso la parte sud dell’enorme cimitero. Sapeva quelle stradine tristi a memoria, trovò senza più nessuna difficoltà la sua lapide.

In memoria di Fred Weasley. La sua immagine sorriderà sempre nei nostri cuori.

Su di esse un piccolo ovale, con il vetro opaco, conteneva una foto di Fred avvolto nella divisa scolastica di Hogwarts. “Un fanatico dei giochi di ruolo” pensava, sicuramente, la persona babbana che si accingeva a guardare la foto di quello strano ragazzo con i capelli rossi e il viso pieno di lentiggini.

Angelina sorrise alla foto. Sospirò.

Due anni.

Erano già passati due anni dalla guerra che aveva portato la Pace nel mondo magico, e la rovina nella sua vita. Due anni nei quali Angelina si era completamente estraniata da tutti, o quasi. A volte si concedeva il lusso di passare a fare una visita alla Tana, ma appena vedeva George se ne andava via, sempre in lacrime.

Ma oggi doveva essere forte, sapeva che George sarebbe arrivato lì da un momento all’altro. Eccolo, infatti.

George si chino sulla lapide del fratello e vi pose un fiore. Sorrise timidamente ad Angy.

“Sei venuto alla fine” disse lei, riprendendo fiato.

“Sono due anni. Non potevo non venire a salutarlo il giorno dell’anniversario della sua scomparsa” disse George con una scrollata di spalle.

Passarono qualche minuto in silenzio, George non staccando gli occhi della foto del fratello e Angelina da lui. “Molly e Arthur?” “Passeranno verso sera, mamma non si sentiva molto bene. Papà ha preferito così. Gli altri credo che siano già passati questa mattina presto”, e sfiorò con un dito i fiori freschi situati vicino alla lapide.

“Tu, come stai?”, George dicendo questo si volto totalmente verso Angelina e le squadrò il volto. Occhiaie profonde marcavano il viso della ragazza, il naso rosso, Piange ogni sera, pensò George, che cosa hai fatto Fred? Perché non sei stato più attento, Fred?

Quando Gorge notò che Angelina gli stava restituendo lo sguardo, divenne rosso e voltò nella direzione opposta.

Angelina tratteneva a stento le lacrime, non poteva crollare tutte le volte che lo guardava, ma perché faceva così? Ordinò alle sue lacrime di tornare indietro.

Stupide, stupide! , si  disse …Stupida!

Nulla, singhiozzò, crollando in lacrime.

George l’avvolse tra le braccia e lasciò che le lacrime di lei bagnarono completamente il suo cappotto.

Lei tirò su col naso.

“Oh George!” disse, stringendosi a lui.

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Capitolo 3
*** Chocolate ***


Ringrazio NevilleLuna per i complimenti! :D
Spero di ricevere altri commenti presto (:   


-Ash


Erano già passati diversi anni dalla morte di Fred Weasley, Angelina riceveva ogni giorno al visita di George a casa sua, che spesso restava lì per la notte, dormiva nella stanza degli ospiti.

 

Era buio fuori, Angy vece un movimento divino con la bacchetta e tutte le tende si chiusero.

Qualcuno bussò alla porta, era George.

Era bagnati fradicio e scrollatosi di dosso qualche goccia di pioggia pose il suo impermeabile sul divano rosso vicino alla porta, “Cioccolata?” chiese Angelina.

“Oh si, sto morendo di freddo, grazie!” si sedette vicino al camino, agitò la bacchetta e un allegro fuoco scoppiettante si accese, Angy gli portò una coperta.

Si sedettero al tavolo, al centro della cucina, e si misero a chiacchierare.

“Allora, ti sono già arrivate le scorte della povere buio pesto?”

“Questa mattina, e sono già andate tutte a ruba! Sta per iniziare Hogwarts e i ragazzini stanno facendo scorta di ogni tipo di scherzo!” disse esultante George.

“George Weasley!”, Angy fece cenno di no con la testa, era davvero arrabbiata.

“Dai Angy! Troveranno il modo di farle entrare anche se Gazza requisirà tutto! I più grandi hanno trovato un modo davvero astuto!” disse fieramente George!

Angy trattene a stento un risolino, si stava immaginando quei poveri ragazzi, che avevano trovato il nascondiglio più assurdo per portare dentro i diabolici scherzi Weasley, che si vedevano confiscar via tutto!

“Sei davvero tremendo George!” e si allungò dall’altro lato del tavolo per dargli uno schiaffetto sulla spalla. George sorrise.

“A te Angy con va il lavoro?” chiese lui per cambiare argomento.

“Così e così, pensavo che mi sarebbe piaciuto fare il vice-allenatore di una squadra di Quidditch tanto importante, ma..”, alzò le spalle confusa.

“.. non ti appassiona quanto avresti voluto!” concluse la frase George.

“Già…” sospirò tristemente Angelina.

“Oh, Angy! Questa cioccolata è fantastica!”, dicendolo George si pulì il labbro superiore, sporco di cioccolato caldo, con la lingua e annuì beato.

“Ne vuoi ancora?”, chiese ridendo apertamente Angy.

“Sarebbe fantastico! Non dirlo alla mamma però.. Sai, non mi piace molto la sua cioccolata, ne sarebbe invidiosa, e non ti lascerà in pace finché non avrà lo stesso risultato!” , disse George mettendosi le mani tra i capelli. Angelina superò George per dirigersi nell’angolo cucina, dove riempi le due tazze di cioccolata fumante.

Stava ritornando indietro, quando il suo piede incontro una delle pozzanghere d’acqua che George si era lasciato dietro entrando. Le tazze le sfuggirono di mano, stava per sbattere con la testa sul pavimento, ma ciò non accadde. George si era catapultato verso di lei e ora le cingeva la vita, la testa di Angelina a pochi decimetri dal pavimento di ceramica.

“Ti ho presa” le sussurrò George, mentre il frastuono delle tazze che si rompevano sul pavimento risuonò attorno a loro. E Angelina vide una cosa che non si era mai aspettata da George.

Lui la strinse a sé più forte, pochi centimetri separavano i visi dei due.

“E non ti lascerò andare, contaci”, il dolce profumo della cioccolata avvolse Angy, che meccanicamente stava già chiudendo gli occhi e aspettò…

Le sue labbra si schiusero sotto la pressione delle labbra di George.

E si baciarono, più volte.

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Capitolo 4
*** Like a mirror. ***


 


Salve! (: Dedico questo capitolo a Kim Hyunae ^^
Spero che questo capitolo verrà recensito! Susù! :D
-Ash



“No, George no!”. Angelina riuscì a scappare via dalle morbide braccia di George.

Lui la guardò perplesso, lei aveva la pelle color cioccolato che diventata di qualche tonalità più chiara per lo stupore, i capelli castani con qualche striatura nero pece erano raccolti in una coda di cavallo e solo qualche riccio ribelle era sfuggito all’elastico color oro, e ora danzava sulla sua fronte coperta da un sottilissimo strato di sudore freddo. Per ultimo George guardò i suoi occhi, grandi e scuri, l’ora vicino la pupilla sfumava fino ad arrivare ad un marrone caldo, ora erano completamente aperti e velati da lacrime che stavamo per arrivare alle labbra.

Oh, le sue labbra!

Delicate, perfette. George pensò a come era stato baciarle per qualche minuto, chiuse gli occhi.

Spàck!

Le dite di Angelina trovarono senza difficoltà il punto giusto nella guancia di Weasley, lui aprì gli occhi, incapace di capire quanto fosse successo.

“Non osare mai… NON FARLO MAI Più!”

“Angy… Non, non capisco… Pensavo che, insomma, pensavo che potessimo  stare insieme!”. Si portò una mano tra i capelli rossi, erano ancora bagnati dalla pioggia, aveva fatto bene, qualche giorno prima a tagliarli corti. Lei guardò quel gesto improvvisato e si mise a sedere, guardò i suoi occhi neri fissare il suo volto. La tensione arrivo alle stelle in quella piccola stanzetta, da un momento all’altro la casa poteva benissimo esplodere.

“George! -disse lei senza fiato- Come hai potuto pensare una cosa del genere?”

Lui non rispose, rimase immobile a guardarla. Incominciò a torturarsi le dita, aspettando che lei continuasse la sua predica, ma non sapeva che stava per avere un colpo allo stomaco proprio da Angy, la persona che amava di più al mondo.

“Tu, -continuò lei, vedendo che George non dava segni di vita- sei… Tu sei identico a Lui!”

George sbarrò gli occhi. Le gambe stavano cedendo, aveva voglia di urlare.

Lui è MORTO! Quello stupido è morto proprio davanti ai nostri occhi Angy! Lui è stato uno imbecille! Non… Non glielo perdonerò mai. MAI!”. Adirato preso un pezzo della tazza sul pavimento, un pezzo che si era salvato dalla colluttazione avvenuta pochi minuti prima, e lo scagliò violentemente dall’altro lato della stanza. Angelina a quel punto stava già tremando di paura, si portò le mani sul viso, in segno di protezione e nuove lacrime le sgorgavano dagli occhi. “Tu, George Weasley, sei un mostro! Sei un idiota! Sei, sei un.. uno stronzo!”, riuscì a urlare Angelina scossa dai singhiozzi. Respirò affannosamente.

“Tutti, tutti quanti, mi dicono di essere Lui! Di essere simile a Lui, e sai che c’è? Mi sono stancato! Io non sono Lui! Io, io vorrei esserlo, certo! Vorrei avere te, vorrei avere una famiglia! Mia madre non riesce più a guardarmi, non come prima, da anni non rimane sola con me e non mi rivolge la parola a meno che non inizi io la conversazione! E non sai, oh tu non sai, quant’è frustante tutto ciò!  Io, mi guardo allo specchio tutti i santi giorni, Angelina! E vedo Lui, non me! Lui c’è sempre, sempre! E tu non puoi mai capire quanto io mi odi…” Si buttò a sedere sul pavimento, le gambe incrociate, le mani nei capelli, e incominciò a singhiozzare.

“Io, non credevo che ti succedesse questo…”, Angy era rimasta in silenzio per tutto il doloroso discordo di George, non se lo aspettava. Non aveva mai pensato a cosa potesse provare lui, Dio era così ingiusto! “Già, nessuno può capire ciò che provo io, nessuno se ne cura! A nessuno importa! Io sono solo “il fratello gemello di Fred” , non sai quanto darei per poter tornare indietro e…”, le parole finirono in un sussurro, indefinito.

Angelina si alzò dalla sedia e si diresse verso George, gli tolse con delicatezza le mani dal viso e lo guardò, come mai aveva fatto prima. Lui, le fece posto tra le sue braccia, facendola accomodare sulle sue gambe, senza staccare gli occhi dai suoi.

“George, io tu chiedo scusa”, sussurrò lei.

“Oh, scusami Angy, non volevo spaventarti, non volevo che...” si interruppe, facendo “no” con la testa. Angelina porto le sue mani sul volto di George, e con dolcezza incominciò a baciarlo, ricominciando da prima della loro piccola interruzione.

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Capitolo 5
*** Dobbiamo dirlo a Mamma. ***


 

Cosa ne penserà Mamma Molly della storia tra i due ragazzi?
Leggete e commentate! ;D
-Ash




Mesi dopo…

 

“Allora oggi che si fa?”, chiese allegramente Angy, guardando il ragazzo negli occhi.

“Faremo una cosa davvero spaventosa!”, disse George teatralmente, gesticolando con le mani. La donna si mise a ridere della sua buffa espressione, sorpasso con un veloce slalom il tavolo che li divideva e lo abbraccio forte, contagiando anche lui che si mise a ridere.

“Oh no! Cosa sarebbe?”, chiese infine lei facendogli una sprezzante linguaccia.

“Diremo tutto a mamma”, disse seriamente George.

Angelina Jonson rimase senza fiato.

 

“Mamma! Ehi, c’è nessuno a casa?”, gridò George Weasley spalancando la porta d’ingresso.

“George? – chiese Hermione – siamo tutti in salotto!”

George tese una mano ad Angelina che la strinse forte, a passi lenti arrivarono nel piccolo soggiorno rosso e marrone dei Weasley, ad attenderli la famiglia, più o meno, al completo.

“Ciao Angy!”, salutò Molly da dietro un grande libro di cucina babbana.

“Salve a tutti”, sussurrò lei di rimando. Strinse ancora più forte la mano a George, lui la guardò implorandola di stare calma, altrimenti gli avrebbe rotto l’osso del polso.

“Mamma, papà… E voi altri! Vi devo dire una cosa”, annunciò George fiero.

“Cosa?”, chiese Arthur, senza staccare gli occhi dalla rivista di automobili che aveva tra le mani.

“Noi due stiamo insieme”, soffiò Angelina, guardando il volto del ragazzo che amava.

Nella stanza ci fu un silenzio straziante, Molly aveva fatto cadere il libro di cucina a terra. Arthur aveva la bocca spalancata, la mani tremanti. Ginny ed Hermione si guardavano a vicenda, imbarazzate. Harry sorrideva beato, come se non avesse capito ancora il punto della situazione, e Ron quasi si strozzò con il pezzo di pollo che stava cercando di mandare giù.

“Congratulazioni!”, eruppe Harry, stringendo la mano ad entrambi e ritornando a sedersi accanto a Ginny. George e Angelina mormorarono un “Grazie Harry”, e tornarono a guardare la famiglia, che era rimasta come l’avevano lasciata.

Molly fece segno di ‘no’ con la testa, poi rivolgendosi ai ragazzi aggiunse “Insieme, nel senso di… insieme?”. George rispose prima di Angy, “Bhè, suppongo di si!”.

Molly deglutì e si fermò a guardare le loro mani intrecciate assieme. Arthur, accanto a lei, mormorò un debole “Oh!..”, e si rituffò nella lettura.

La madre di George si alzò dalla sedia dove era seduta e si diresse verso i due giovani, posò una mano sulla spalla del ragazzo e un'altra su quella di Angy.

“Cari -iniziò- , posso capire quanto coraggio ci sia voluto dietro quest’ammissione. George, tu sei mio figlio, sono felice per qualunque cosa tu faccia. E tu, Angy, ti conosco da quando sei piccola, hai sempre avuto gusti strani, voglio dire: Weasley! Non sono per nulla sorpresa di questa cosa, sapevo che sarebbe andata finire così, e sono felice che abbiate ritrovato la serenità, assieme”, concluse ridendo della smorfia del ragazzo quando disse ‘Weasley’.

Angelina abbracciò svelta Molly, e le sussurrò in un orecchio “Oh, grazie! Ero tanto spaventata…”, la donna le batté una mano sulla schiena e le sussurrò di rimando “Oh cielo! Non dovevi, chissà cosa ti ha raccontato di me George!”.

George e Angelina presero posto sul divano verde, “Come avete fatto a capirlo?”, chiese Ron dopo un po’.

“L’ho sempre saputo, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo”, rispose amaramente George. Angelina gli sorrise, e la sua risposta fu “Io non volevo ancora separarmi dall’idea di Fred, avevo smesso di vivere assieme a lui. Mi ci è voluto un po’ per capire che mi sentivo di nuovo viva solo quando George veniva a trovarmi…”.

“Ah, mamma! - disse George rivolgendosi alla madre, che intanto era ritornata tranquillamente a sfogliare il ricettario babbano - Angelina riesce a fare una cioccolata squisita!”

La signora Weasley, si alzò scattando in piedi, sgattaiolo vicino alla ragazza e porgendole la mano disse “Oh cara! Tu sei il mio angelo! Voglio sapete i tuoi segreti!”, e facendole l’occhiolino l’accompagnò in cucina, tra le risate divertite dei famigliari.

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Capitolo 6
*** Vorresti...? ***


 

Saaaaalve! :D Nuovo capitolo {ovvio è.è} (:
-Ash




Due anni dopo…

 

“Amore! Abbiamo finito la polvere buio pesto!”, stillò Angelina, chinando la testa all’indietro.

“Come? Ma l’abbiamo comprata solo ieri dal fornitore…”, disse George sbucando dalla porta che dava sul retro de ‘Tiri Vispi Weasley’. Aveva in mano un cestino intrecciato, lo poggiò sul tavolo più vicino. “Già. Tutto merito dalla nuova commessa!”, disse allegra Angy, allungandosi verso di lui e stampandogli un bacio sulla guancia. Lui la trattenne per i fianchi e la baciò sulle labbra, e poi soffiò “Credo propri di si…”. Scostatasi leggermente per guardare il cestino poggiato su un tavolino azzurro, Angelina, disse “… A cosa serve?”.

“Oh, facciamo un pic-nic”, disse George scrollando le spalle, come se non fosse importante.

“Davvero?”, disse Angy sorpresa, battendo le mani per l’eccitazione. Lui sorrise.

“Si, mamma ci ha preparato qualcosa.”, e dicendo questo le vece l’occhiolino.

Andò verso il tavolo azzurro e prese il cestino.

George le porse il braccio, in un muto invito ad afferrarlo, lei pose la propria mano vicino al suo polso, stringendo forte. George girò su se stesso. Un vortice gli stritolò, rimasero senza fiato per qualche secondo. Angelina chiuse gli occhi, non si Smaterializzava molto spesso, e quelle rare volte, le facevano salire il vomito. Crack. Lei aprì gli occhi e si trovò in un bellissimo parco - o un enorme giardino? - dove alberi di pesco fiorivano in tutto il loro splendore. C’era un piccolo stagno, dalle acque non molto limpide, nel quale sguazzavano felici diversi pesci che avevano tutte le sfumature del rosso e dell’arancione. Angy corse verso quello stagno, aprì e chiuse la bocca varie volte, senza emettere nessun suono. Ritornò da George e lo prese per mano, saltando come una bambina euforica da quella meravigliosa vista.

George la condusse verso l’albero di pesco più vicino, e mise una mano nel cestino e cacciò fuori una tovaglia quadrettata bianca e blu, la stese per terra.

Fece cenno a lei di sedersi, appena Angelina lo fece, aprì nuovamente il cestino e iniziò a prendere tutte le delizie di mamma Molly, passandole alla ragazza che con cura, le sistemava sulla tovaglia. Appena George disse “Questo è l’ultimo”, lei inspirò e si mise con la schiena contro l’albero alle sue spalle. “Dove siamo, esattamente?”, chiese Angelina ad occhi chiusi.

“Da qualche parte, in Giappone”, disse lui ridendo.

Giappone?”, chiese stupita lei, saltando su con la schiena, e guardandolo incredula negli occhi.

George rise della sua espressione, “Sai quell’isoletta asiatica?”.

Lei si ricompose, stendendosi nuovamente contro l’albero e gli rivolse una linguaccia, “Spiritoso! Non sono io quella che è letteralmente scappata da Hogwarts!”.

“Particolari! - minimizzò Lui - io e Fred eravamo destinati a cose migliori!”, precisò lui.

Angelina deglutì rumorosamente, “Già…”, sospirò.

George si allungò a riprendere il cestino che era vicino ad Angelina, “Non avevi detto che non era l’ultima pietanza?”, chiese Angy guardando la mano che afferrava il cestino da pic-nic.

Lui annuì serio, e mise la mano nel cestino, cacciando un oggetto non identificato da Angelina.

Lei aveva nuovamente chiuso gli occhi, inspirando ad occhi chiusi l’aria pura di quel luogo.

“Ti amo - iniziò lui -, e sei la cosa più importante del mondo, per me. Sono il mago più fortunato del mondo ad averti al mio fianco, e non so come tu faccia a sopportare tutti i miei scherzi. Ma lo fai…Quindi, io… Angelina, mi vuoi sposare?”, disse dolcemente George Weasley.

Angy era rimasta ammutolita per tutto il tempo, un brivido lungo la schiena le era sceso quando George le aveva fatto la fatidica domanda, e ora le stava mostrando un cofanetto nero di velluto, quello che aveva pescato da cestino qualche attimo prima.

L’anello contenutovi era d’oro bianco, con un piccolo, ma elegante, diamante splendente.

Lacrime calde scesero sul volto di Angy, le rigarono le guance. Si portò le mani alla bocca.

E infine urlò, “Si! Si! Miseriaccia, si!”.

Gli si gettò al collo e lo bacio con passione, facendogli quasi volare l’anello e il cofanetto dentro allo stagno. Lui le accarezzò i capelli corvini e la pelle scura, baciandola con passione.

Infine, le prese la mano e vi infilò l’anello d’oro.

Angelina ebbe solo qualche momento per leggervi le parole che vi erano incise.

Sii mia.

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Capitolo 7
*** Special Day. ***


Ta-da-ta-daaa! *coff coff*
Ecco a voi il
matrimoniooo! (:
-Ash
 

 

 “E’ tutto pronto!”, disse rassicurante Hermione entrando nella camera da letto.

“Perfetto”, commentò Angelina facendo un profondo respiro. Si diresse verso il grande specchio e osservò con meticolosità la sua figura. L’abito da sposa panna che le fasciava la sua pelle color cioccolato, il vestito era privo di spalline, fermato appena sotto il seno da un nastro rosa pallido. Si allargava formando pieghe perfette, arrivando fino al collo del piede, quest’ultimo calzava della scarpe con tacco alto, brillantate. I capelli lisci erano diventati dei boccoli neri, che le arrivavano fino alle spalle, gli occhi marroni segnati solo dal mascara, e un leggero velo di lacrime, la rendevano più che meravigliosa.

Aveva scelto Ginny ed Hermione come sue damigelle, indossavano il suo stesso vestito, con qualche piccola modifica: era più corto fino al ginocchio, color rosa pallido con il nastro panna.

Hermione le stava sistemando l’orlo del vestito, in lacrime. “Su Herm! Non piangere, su…”, disse Angy cingendo le spalle dell’amica, divertita. Di solito era la sposa a dover piangere, non le damigelle. “E’ il momento!”, annunciò Ginny entrando nella camera. Si diressero verso il giardino dei Weasley, dove era stato ‘allestito’ il matrimonio, come per Bill e Fleur, ma Angelina e George avevano chiesto una cosa molto più semplice e sobrio.

Il piccolo Teddy Lupin porse ad Angy il bouquet, creato con tutti i fiori dalle tonalità di rosa, rosso e bianco. Una Molly Weasley singhiozzante raggiunse la sposa e la prese sottobraccio, “Teddy, prendi Victorie per mano, ha appena imparato a camminare!”, disse sottovoce Molly al bambino con i capelli blu, sospingendo lui e una bimba dalla chioma argentata a camminare lungo il tappeto bianco, verso l’altare.

Appena Angelina fece la sua entrata, accompagnata dalla signora Weasley, i pochi presenti si alzarono dalle sedie battendo le mani, e gridando complimenti ad Hermione - Ron? - .

Lui era lì, nel suo perfetto smoking nero, scarpe tirate a lucido e capelli rossi scompigliati dal leggero venticelli di Maggio. “wow”, mimò George con le labbra, appena Angy gli fu vicino.

Lei arrossì lievemente, si presero per mano. Percy iniziò a celebrare la cerimonia, fermandosi di tanto in tanto per guardare un po’ irritato la signora Weasley che piangeva a dirotto, facendo rumori ‘molesti’.

“Vuoi tu, George Weasley, prendere come tua legittima sposa Angelina Jonson, per amarla nel bene e nel male, in salute o spruzzolosi, in ricchezza o povertà, finché vivrete?”, chiese Percy, tirando su col naso. “Si”, sussurrò tra le lacrime George.

“E tu Angelina?”, continuò Percy voltandosi verso la ragazza.

“Si, per sempre”, disse lei annuendo con forza, sorridendo a George.

“Con il potere avuto dal Ministero della Magia, vi dichiaro ufficialmente marito e moglie!”, esultò Percy, abbracciandoli. “Baciatevi, forza!” ordinò poi.

Angelina gettò le braccia al collo di George, baciandolo con passione, per diversi minuti…

Finché Teddy non tossì richiamando l’attenzione dei due, che si staccarono tra le risate dei parenti e compagnia bella. “Oh cari, congratulazioni!”, esclamò Molly, che arrivò vicino agli sposi per prima, “Auguri ragazzi!”, disse il signor Weasley, con un velo di lacrime.

“Congratulazioni!”, dissero in coro Harry, Ginny e Bill. La piccola Victorie, seguita da sua madre espressero le loro felicitazioni in  un perfetto francese, che nessuno dei due capì.

“Zio, ma le donne non erano fastidiose?”, aggiunse Teddy avvicinandosi a George, lui rispose “Bhè, non tutte!”. “Oh, è stato così bello!”, disse Hermione tra i singhiozzi, Ron la guardava divertito e annuiva seriamente.

“Saaaalve! Complimentauguri a tutti e quattro!”, disse Luna, che indossava degli strani occhiali gialli e blu, probabilmente le facevano vedere doppio. Dopo che gli invitati salutarono i nuovi signori Weasley si accomodarono nel lungo banchetto allestito lì vicino, passando una giornata speciale tra allegre battute e acute risate.

 

 

 

Bouquet!”, ordinò la piccola Victorie, dondolandosi sul posto.

“Certo piccola, chiama tutte le ragazze…”, acconsentì Angy facendole l’occhiolino.

In meno di un minuto tutte le donne, più la signora Weasley, si misero alle spalle della sposa, battendo le mani per le eccitazione. “Tre, due, uno!”, gridò Angy.

Il bouquet sferzò l’aria, capovolgendosi più di una volta. Le ragazze saltavano in alto, allungando la mano speranzose di acchiapparlo, una di loro puntò segretamente la propria bacchetta in alto, sussurrando tra se e se “Accio bouquet!”.

Una felice Hermione sfoggiava il mazzo di fiori con fierezza, cercando di uscire dalla folla di donne che dibattevano per strapparglielo dalle mani.

Ron le fu vicino in un attimo, sorridendo come un ebete. Hermione lo baciò con passione, tra le battute di George, che stringeva tra le braccia sua moglie.

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Capitolo 8
*** Sci vorreste spiegore? ***


Scusatescusatescusate! Ahimè la linea non è stata molto favorevole in questi giorni! D:
Spero che mi perdoniate
(:
-Ash

 



“Brindiamo!”, esultò George, porgendo ad Angelina un bicchiere lungo e fino, che conteneva un liquido dorato e pieno zeppo di bollicine. Lei prese il bicchiere, lo guardò di traverso, e poi si volto per poggiarlo su di una sedia giallo canarino.

“Cosa c’è? Non sei contenta, abbiamo appena battuto il record d’incassi”, disse George con aria sognante, prendendo Angelina tra le braccia e stringendola in un forte abbraccio, per finire con un castissimo bacio. Lei cercò di divincolarsi dalla stretta con espressione preoccupata, e sussurrò… “George dobbiamo parlare!”.





 

 

 

George parcheggiò la macchina a qualche metro dalla Tana, aprì lo sportello a sua maglio e la invitò a scendere, sovreccitato.

Un altro rumore di motori si fermò con uno scoppiettio nel preciso istante in cui Angelina mise il piede a terra, dalla macchina verde metallizzato uscirono Ginny, con un sorriso ebete sulla faccia, ed Harry, che sembrava camminare sulle nuvole. Angelina li guardo preoccupati, Harry Potter aveva la camicia al contrario, e le scarpe invertite. Ginny invece, era perfetta, fin troppo… George raggiunse la sorella e il cognata e posò ad entrambi una mano sulla spalla.

“Oh cari parenti…”, iniziò, prendendo un gran respiro, “vi siete forse drogati?”.

Harry sembrò uscire da quello stato di beatitudine e santificazione in cui si trovava, guardò George come se avesse fatto la migliore delle battute e iniziò a ridere a crepapelle, poggiandosi una mano sulla pancia e piegandosi in due fino quasi a toccare terra con il naso.

“Caro, amore. Attento agli occhiali!”, accorse subito Ginny, aiutandolo a rialzarsi.

“No… no…”, rantolò il povero Harry, che si massaggiava gli addominali.

Fu Ginny a chiarire quella buffa situazione, “Siamo qui per fare un annuncio alla famiglia, Harry ne è… Bhè, particolarmente felice, si!”. Harry le diede un appassionato bacio sulle labbra, accarezzandole i setosi capelli rossi, intanto George aveva iniziato a tossire sempre più forte per farsi prestare un po’ più di attenzione. “Basta!”, sbottò poi.

“Scusaci”, risposero in coro i due, che si tennero per la mano, cercando di tenere a bada la loro ‘selvaggia passione’. Angelina ridacchiò divertita, portandosi una mano alla bocca.

“Anche noi abbiamo qualcosa da annunciare alla famiglia!”, disse George.

“Ah, davvero? Allora parlerete voi per primi, noi vogliamo dare la grande notizia come finale!”, disse Harry, facendo un gesto con la mano e invitandoli verso la porta d’ingresso della Tana.

“Oh, non credo… Fate prima voi, la nostra è una notizia leggermente più seria”, si scusò George, ricambiando il gesto. “Prima le belle notizie, hai ragione cognato!”, rispose Harry, camminando verso la porta. George affrettò il passo per raggiungerlo dicendo, “Bhè in questo caso…”. I due uomini iniziarono a correre verso la grande porta della Tana, intanto Angelina e Ginny si erano prese sottobraccio e camminavano beate verso la grande casa, chiacchierando.

Nella cucina di casa Weasley la porta si spalancò, Harry e George entrarono in un attimo, cercando di riprendere fiato. La famiglia al completo era lì, tutti erano stati avvisati della ‘Grande Riunione’ che si doveva tenere il più presto possibile.

Molly Weasley si alzò subito dalla poltrona in qui pochi minuti prima era seduta, e diede ai due dei bicchieri colmi d’acqua fresca.

“Allora?”, chiese Bill spazientito.

“Sono incinta!”, urlarono i due in coro.

Nella cucina scoppiò un  boato di risate e di battute. Ron, disteso a terra e scosso da spasmi irregolari era diventato rosso in viso e riusciva a dire solo, “Lo sapevo, lo sapevo!”.

Sci vorreste spiegore?”, chiese Fleur imbarazzata.

La porta d’entrata si scosto leggermente, due giovani donne entrarono con un sorriso gioioso dipinto sul volto, erano sottobraccio e stavano guardando uno ad uno i presenti nella cucina. Infine, ad un cenno del capo di Angy dissero con una sola voce:

“Siamo incinte”.

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Capitolo 9
*** Angelina, George e... Fred. ***


Grazie a Ginny96 che ha seguito anche questa mia F.F! :D Siamo arrivati al capitolo finale! **
Mi sono davvero
emozionata a scrivere la fine di questa bella avventura :'')
Se volete seguire un altra Weasley... "
Vi presento Roxanne Weasley" è ora on-line! (:
Spero che commenterete anche quella storia,
grazie a tutti!
-Ash

 




Otto mesi e qualche giorno dopo…

 

“Preso tutto?”, chiese Angelina spostando tutto il proprio peso sul piede destro, portando una mano dietro la schiena. “Si, si!”, rassicurò George, “possiamo andare…”.

Si misero in macchina e partirono verso la Tana, marito e moglie non usavano più né Metropolvere né lo Smaterializzamento da quando erano a conoscenza della nuova vita che stava crescendo nel ventre di Angy. George era diventato il suo peggior incubo, era sempre attento a tutto, controllava ogni singola cosa, viveva nella paura che i suoi amori potessero incappare in qualche assurdo incidente.

Qualche giorno prima Angelina l’aveva sorpreso a tastare il divano, cuscini compresi, si era semplicemente giustificato con un “E se una molla spuntasse fuori? Verresti infilzata!”.

Ora si stavano dirigendo verso la casa di Molly e Arthur Weasley, dove era stato organizzato un pranzo di famiglia per festeggiare la terza settimana di vita del piccolo James Sirius Potter, il primogenito di Ginny e Harry. Mentre percorrevano la strada che entrambi conoscevano a memoria, George sbuffò. “Cosa c’è caro?”, chiese Angelina voltandosi a guardarlo.

“Nostro figlio sarà molto più bello, ovviamente organizzeremo una festa nazionale! Quando avrà imparato a camminare lo porterò al nostro negozio, e quando imparerà a parlare gli insegnerò delle belle battute contro quei…”, il discorso di George si disperse nell’aria perché Angy si era allungata a dargli un dolce bacio sulle labbra, veloce.

Pochi minuti dopo avevano attraversato l’uscio della porta della Tana, era Marzo ma c’era ancora troppo freddo per stare in giardino, quindi un lungo tavolo di mogano regnava nel soggiorno della casa, arrivando fino in cucina. C’erano Percy e Hanna,Charlie, Bill e la piccola Victorie che si rincorreva per tutta la sala Teddy, Harry, Ginny, Hermione, Ron (che teneva in braccio il piccolo James, del quale era il padrino), e ovviamente Arthur e Molly, quest’ultima stava facendo avanti indietro tra le due sale, agitando nella mano sinistra una bacchetta che faceva muovere in aria una dozzina di piatti contenenti pietanze diverse. Tutti presero posto immediatamente. La discussione cadde sull’unica persona assente.

“Bill, dov’è Fleur?”, chiese Percy indicando il posto vuota accanto al fratello.

“Ha dovuto fare il doppio turno al San Murgo oggi, si scusa tanto ma è stata costretta a dare una mano”, rispose Bill alzando le mani in segno d’impotenza.

Iniziarono a parlare dell’andamento del lavoro dei vari componenti, rassicurando i genitori e maledicendo i propri colleghi sfaticati o i capi troppo severi.

“Harry, hai già cambiato qualche pannolino?”, chiese Angy ridendo.

“Più o meno, bhè ecco…” iniziò Potter diventando rosso in volto, imbarazzato da quella domanda. Tutti lo guardarono con uno sguardo inquisitore, dicendogli silenziosamente di continuare a parlare. “Ha tolto il pannolino sporco, lo ha lavato, e gliel’ha rimesso!”, tagliò corto Ginny, con una scrollata di spalle. Una risata generale si librò nell’aria.

“Harry!”, commentò disgusta Hermione.

Lui lì guardò uno ad uno, incrociando infine le braccia palesemente offeso da quella reazione generale. “Persino io so che non si fa così!”, disse Ron con una risata isterica.

“Davvero?”, chiese indagatore il piccolo Teddy, canzonandolo.

“Bhè… Zitto moccioso! Stavamo prendendo in giro Harry”, rispose Ron allarmato.

Dopo una serie di battutine verso il neo papà, e alcune verso Ron, i ragazzi finirono la prima portata, Molly si diresse in cucina prendendo i secondi piatti.

“Oh, devo andare in bagno…”, annunciò Angy, alzandosi dalla propria sedia con qualche sforzo. Si diresse verso il bagno del primo piano, accese la luce e si abbassò lentamente i pantaloni. Sedendosi sulla fredda tavoletta del water si accorse che qualcosa non andava.

Sto facendo troppa pipì…, pensò agitata. Urlò.

Nella sala i presenti si guardarono a vicenda.

“Tesoro qualcosa non va?”, strillò Hanna correndo verso il bagno del primo piano.

“No”, soffiò Angy e poi… “Mi si sono rotte le acque!”, urlò di rimando affinché tutti gli altri potessero sentirla. Si sentì un tonfo, solo il giorno dopo Angelina scoprì che quel tonfo era stato causato da un velocissimo collasso di George.

 

 

“N’insistez pas idiot!”, sibilò Fleur di rimando ad un’infermiera accanto a lei.

Angelina si dibatteva sul lettino, torcendosi le dita per il dolore, era diventata una belva, stava maledicendo tutto del San Murgo, dai muri troppo bianchi ai cuscini poco morbidi. George si teneva a distanza, preoccupato di essere sbranato dalla moglie.

“Fleur, non ne posso più!”, si lagnò Angy.

Fleur alzò la bacchetta e il lettino metallico sul quale era distesa Angy si mosse, seguendo la donna dai capelli biondo argentati, arrivarono in una stanza dove alle finestre erano appese delle vecchi tendine di pizzo ingiallite, che facevano filtrare molta luce. I muri erano di un bianco sporco che si fondevano al pavimento nero, c’erano dei fiori che si dischiudevano ad intervalli regolari in un vaso cinese posto su di un tavolino, accanto al quale era stata posizionata Angelina. Quest’ultima stava richiamando tutti i più illustri maghi e streghe del mondo magico, e man mano diventava sempre più tendente al viola…

“Dovono assistere totti?”, chiese Fleur accennando al pacchetto ‘ 11 adulti + 3 bambini ’ che stava facendo avanti e indietro tra il corridoio e la stanzetta non molto grande.

“Solo George e Molly”, disse velocemente Angelina, non vedendo l’ora che quegli allucinanti dolori cessassero finalmente. George, bianco in viso, le fu vicino in un attimo, tenendole la mano. La signora Weasley era paonazza in volto e chiedeva se poteva fare qualcosa, affrettandosi a far uscire a spintoni tutti gli altri dalla stanza.

“Sci siomo!”, annunciò con voce fiera Fleur.

“Finalmente…”, trillò Angelina sovreccitata.

“Forza cara, al mio 3 fai una bella spinta…”, disse Molly, che ormai era un esperta in quel campo. “1…”, iniziò. Angelina urlò e contraendo l’addome cercò di far venire fuori il figlioletto dal suo ventre, ci riprovò, un’altra volta… Ancora, ancora…

“Cos’è quella cosa?”, chiese George strabuzzando gli occhi.

“E la sua tosta!”, spigò raggiante Fleur.

“Sai figliolo, quella che tu non hai!”, ribatté Molly, sistemando il cuscino posto dietro la schiena della povera Angy che non smetteva di contrarre l’addome e spingere.

“Eccolo…”, annunciò l’infermiera Fleur.

Angelina sentì qualcosa di disgustosamente viscido uscire dal suo corpo e atterrare tra le braccia stupite ed esperte di Fleur, che lo avvolse in una copertina blu elettrico, la creature venne incoraggiata a piangere, e lo fece anche fin troppo bene.

 

Tre ore dopo…

 

“Allora signori, che nome dobbiamo scrivere al registro?”, chiese un infermiere.

George e Angelina si guardarono per qualche istante, lei stringe di più a se quel bimbo dalla pelle color del cioccolato e i pochi capelli nero pece, che non smetteva di rigirarsi tra le braccia dei neo-genitori.

E così loro annunciarono dolcemente e fieri, “Nostro figlio si chiamerà Fred”.

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