Prisoner of Love

di Kat Logan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lost Memories ***
Capitolo 2: *** Come il mare ***
Capitolo 3: *** Il Monsone ***
Capitolo 4: *** Bring me to life ***
Capitolo 5: *** Love song requiem ***
Capitolo 6: *** Hurricane ***
Capitolo 7: *** La scelta ***
Capitolo 8: *** Starless Night ***
Capitolo 9: *** Back to home ***



Capitolo 1
*** Lost Memories ***


- zankokuna kenjitsu ga futari wo hikisakeba
yori issou tsuyoku hikare au
ikurademo ikurademo ganbareru kigashita
I'm just a prisoner of love -
 
"Prisoner of love" Utada Hikaru
 
 
 
Haruka correva.
Correva così veloce che i suoi piedi sembravano toccare appena l'asfalto, sembrava quasi stesse per spiccare il volo da un momento all'altro.
Correva leggera, facendo mangiare la polvere agli avversari, ma il suo obbiettivo non era vincere, voleva solo essere tutt'uno con il vento.
Quel vento che le si scagliava violento sul viso e le scompigliava i corti capelli biondi, rendendola ancora più affascinante del solito.
Nella sua testa c'era più caos che fuori, i pensieri erano così assordanti che non si accorse di aver tagliato il traguardo per prima. Ormai non sentiva nemmeno più le grida isteriche delle ragazze e dei ragazzi che accorrevano ogni volta a far il tifo per lei.
Dopo il suo risveglio non dava più importanza alla sua popolarità, era diventata solitaria, troppo presa a cercare di ricordare piccoli frammenti di qualcuno o qualcosa che aveva scordato e che sapeva di dover assolutamente ricordare.
Le uniche cose che continuava a fare erano correre, andare in moto e guidare ad alta velocità la sua spider gialla, tutto solo per sentirsi il vento addosso, come se solo lui potesse sussurrarle all'orecchio i segreti che non conosceva,come se solo lui potesse restituirle i ricordi che aveva perduto.
 
Haruka indifferente ai complimenti e alla fila invidiabile di ammiratrici ed ammiratori che aveva, prese le sue cose e si avviò fuori dal campo sportivo adiacente alla scuola, quando una melodia malinconica catalizzò la sua attenzione.
"Riconosco questo suono" pensò la ragazza.
Rimase immobile per un momento, cercando di concentrarsi.
Nulla.
Nella sua testa regnava sovrano il vuoto, anche se aveva la certezza di conoscere quel tipo di musica.
Un passo dopo l'altro seguì la provenienza della melodia, trovandosi poco dopo in un piccolo parco con davanti una ragazza dai lunghi capelli ondulati intenta a suonare il violino.
La guardò, era di spalle e anche se non poteva vederla in viso le apparve bellissima.
Un profumo simile a quello della salsedine le inebriò i sensi, pensò al mare, e quando la ragazza si voltò, smettendo di suonare e la guardò con i suoi grandi occhi blu, le sembrò di essere nel bel mezzo di una tempesta.
Le sembrò di affogare in quel blu intenso.
 
"Haruka.." si lasciò sfuggire in un sussurro la violinista.
"Come sai il mio nome?" domandò la biondina sorpresa.
L'altra ragazza si portò una mano alla bocca, prese il suo violino e lo ripose nella custodia di fretta, "beh..lo sanno tutti chi sei, sei piuttosto popolare" disse con un lieve sorriso sulle labbra.
La sua bocca pronunciava quelle parole, ma le espressioni del suo viso sembravano tradirla. Sembrava si stesse sforzando di non dire qualcosa.
Haruka si sedette sulla panchina vicina a lei.
La guardò.
Ogni suo gesto trasmetteva eleganza e raffinatezza.
"Qual'è il tuo nome? non ricordo chi sei..anche se vedo hai la divisa della mia scuola"
"Sono Michiru,è normale tu non sappia chi sono,la gente non parla di me quanto di te!" le labbra si incresparono facendo svanire il sorriso di poco prima.
"Non fraintendere, non ricordo un sacco di cose ultimamente!" la rassicurò Haruka, lasciandosi andare a una risatina isterica e portandosi una mano alla testa. 
Si sentiva in imbarazzo, si sentiva colpevole dell'improvviso malumore della ragazza, non era da lei tutta quella poca sicurezza in se stessa, ma qualcosa in Michiru la rendeva nervosa e non sapeva il perchè.
"Mi dispiace tu abbia smesso di suonare, sei veramente brava!" balbettò impacciata cercando di rompere il silenzio e sperando di poterla trattenere li con lei.
"Grazie".
"Perchè hai interrotto? non suoni in pubblico?" domandò con il suo sorriso sghembo.
"Suono in pubblico quando mi esibisco, questa è una canzone che ho composto da poco e la suonerò per una sola persona."
"E chi è il fortunato?" domandò Haruka incuriosita.
Michiru alzò lo sguardo su di lei "cosa ti fa pensare sia un lui?!" 
Sembrava divertita.
"Allora lei.." incalzò, sottolineando con la voce e uno sguardo furbetto l'ultima parola, "dev'essere una persona molto importante..."
"E' la più importante!" esclamò MIchiru, con un'enfasi nella voce che non lasciava spazio a dubbi."Ora devo andare, scusami!"
Haruka non fece in tempo a ribadire, che la ragazza si era già allontanata di fretta sparendo verso il tramonto.
Sorrise.
"Non te la caverai così facilmente, Michiru."
 
 
 
 
Note:
Ciao a tutti!
Premetto che è la prima volta che scrivo uno Shoujo-ai, nonostante mi piaccia il genere.
Ho voluto dare il titolo della canzone "Prisoner of Love" alla mia fan fiction, perchè sono state le parole di Utada Hikaru a darmi ispirazione per iniziarla.
So che questo primo capitolo è veramente breve. Le idee continuano ad affollarmi la testa, ma non voglio rischiare di mettere "troppa carne al fuoco".
Spero che qualcuno possa apprezzarlo ugualmente e magari si appassioni e ami questi due personaggi quanto li amo io.
Personalmente non vedo l'ora di continuare a scrivere. Se qualcuno recensirà, sarò felicissima di leggere quello che pensate.
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Come il mare ***


 
- I wanna love what you love.
  I want to see what you see.
  I want a heart that burns like a fire in me.
 I want your light in my life.
I want my heart renewed.
Here I am.
Forever with you.-
 
Decyfer Down
 
 
 
Pareti bianche.
Un paio di tendine del medesimo colore svolazzavano nella stanza a causa dei vetri aperti della finestra.
Un raggio tiepido di sole andava ad accarezzare la guancia pallida di Haruka.
Poi qualcos'altro emanò calore sulla sua pelle. Una carezza.
Una mano che pareva vellutata le accarezzò la guancia con un gesto delicato, per poi scivolare lentamente sul suo braccio e terminare la sua lenta corsa sulle mani.
Cinque dita sconosciute s'intrecciarono alle sue emanando calore.
Poi una voce. Pacata, gentile, dolce.
E poco dopo la stessa voce rotta dal pianto, spezzata da piccoli singhiozzi.
Haruka sentiva tutto questo ma non riusciva a vedere nulla, sentiva quella voce, quel calore, quella pelle ma intorno a lei vedeva solo buio.
"Haruka, torna da me!" 
Quella richiesta sembrava quasi una supplica disperata.
"Non posso muovermi" pensò la ragazza, "perchè non posso muovermi?" il panico iniziò ad assalirla facendo sparire la calma che la circondava un momento prima.
"Mi senti?" 
Poteva gridare ma nessuno l'avrebbe sentita, nemmeno lei sentiva le sue stesse parole.
Ad un tratto i singhiozzi cessarono, il calore delle mani che stringevano la sua sparì e poco dopo udì una musica.
Qualcuno stava suonando il violino.
Qualcuno stava suonando solo per lei.
 
Haruka si svegliò di soprassalto in un bagno di sudore, il respiro era irregolare.
Boccheggiò per qualche istante alla ricerca di aria, le sue dita affusolate strinserò in uno spasmo le lenzuola.
"MALEDIZIONE!" gridò frustrata.
Quello non era un semplice sogno, era un ricordo di poco tempo prima.
Un ricordo di quando ancora era relegata in quel letto d' ospedale. 
Era un ricordo che apparteneva a prima del suo risveglio dal coma.
 
 
***
 
8.00 di mattina.
Haruka era in piedi appoggiata alla sua macchina.
Una mano era sulla carrozzeria dell'auto e con l'altra si teneva sulla spalla la giacca rossa della divisa.
Era in attesa di Michiru, quando la vide arrivare a piccoli passi mentre stringeva la sua cartella nera.
La ragazza le sorrise e puntò i suoi occhi blu dritti nei suoi scuri.
Ecco nuovamente il mare in tempesta, l'onda che si alzava e che sbatteva dentro di lei.
"Secondo me ti piace il mare!" disse Haruka bloccando il passaggio a Michiru.
"Buongiorno anche a te!" sorrise Michiru.
"Ehm, buongiorno si, allora ho indovinato?" chiese impaziente la biondina.
 Il battito aumentò, voleva correre con l'auto con accanto Michiru, non sapeva il perchè, ma il pensiero la emozionava.
"Indovinato!" 
"Allora andiamo!"
"C'è lezione Haruka. Precisamente tra..20 minuti c'è l'homeroom!" disse la ragazza in tono diligente, guardando l'orologio che teneva al polso.
Il suo sguardo poi si rivolse ad Haruka che non sembrava darsi pervinta.
"Dai salta su! non fare la noiosa! avrai tutto il tempo che vuoi per parlare con il tuo insegnante!" 
La biondina aprì la portiera e ammiccò alla ragazza "dai.."
 
Michiru esitò un momento. Non sapeva resistere a quello sguardo, non sapeva dire di no a lei. 
Per lei Haruka era il vento, quel vento che ti scompiglia i capelli e che ti spinge prepotente nella direzione che vuole lui, ma allo stesso tempo poteva essere una brezza gentile, un soffio caldo.
 
"Ok, andiamo!" disse salendo in auto. "E per la cronaca..non sono noiosa!" aggiunse accompagnando la frase da una linguaccia.
Haruka non se lo fece ripetere due volte, si mise al volante facendo rombare il motore.
Sentiva l'adrenalina attraversarla da parte a parte.
"Spero ti piaccia la guida sportiva!"
"Non mi spaventa! ci sono abituata!" rise tra se e se Michiru.
"Non sembri il tipo che corre!"
"No infatti, stò solo al fianco di chi lo fa!"
"Avevi ragione, non sei noiosa allora!" Haruka si lasciò andare in una risata, uscì dal parcheggio e sfrecciò in direzione della costa.
Stare con quella ragazza la faceva sentire serena e placava quella caccia infinita ai tasselli della sua memoria perduta.
 
Percorsero la costa in macchina, ad alta velocità,fino a che non arrivarono nelle vicinanze di un faro. 
"Fermati qui!" gridò Michiru.
"Sissignora!"
La macchina frenò con una sgommata.
"Voglio fare un bagno!" 
"C..così?!" sbarrò gli occhi Haruka, ma la sua domanda non ebbe una risposta.
 Michiru era già scesa dall'auto e correva sulla sabbia, lasciando dietro di sè una scia di scarpe e qualche pezzo di indumento.
La bionda la seguì con lo sguardo da lontano, la guardò mentre si tuffava, sembrava divertita, sembrava un tutt'uno con l'acqua cristallina baciata dal sole.
Per un momento le ricordò una sirena, bella come quelle che vengono descritte nelle fiabe, come quelle che riescono a incantare i marinai con il suono delle loro voci.
"Dai, non vieni?!"
La voce di Michiru la riportò alla realtà interrompendo quella fantasia.
"Non farti pregare!" sorrise scoprendo i denti bianchi.
 
"Ecco di nuovo l'onda che arriva" pensò Haruka.
Una sensazione di tepore la pervase mentre la guardava.
Si sentì vulnerabile e non potè fare a meno di raggiungerla in acqua.
"Con tutti i vestiti addosso?! persino le scarpe!" disse Michiru stupita quando venne raggiunta.
Nessuna risposta.
Si sentì tirare per il polso e si ritrovò stretta al petto della ragazza.
Michiru sentiva solo il suo cuore battere all'impazzata, era come paralizzata, non riusciva più a dire una parola.
"Sei come il mare."  quelle parole vennero dette con un sussurro.
"Haruka.." la voce le si strozzò in gola.
Michiru la strinse, appoggiando il viso sulla camicia bagnata della ragazza.
Fu un attimo, ma il tempo sembrò fermarsi per entrambe.
Haruka sentì un'odore salato, freddo e caldo allo stesso tempo.
Sentì un brivido correrle lungo la spina dorsale.
E si trovò a percorrere con le dita la pelle liscia della guancia della ragazza che stringeva a se. Poi con un gesto delicato le sollevò il mento fino ad avvicinare le proprie labbra alle sue.
 
E fu in quel momento, baciandola,che sentì le onde infrangersi accanto e dentro di lei.
 
 
 
 
Note dell'autrice:
Cari lettori ecco il secondo capitolo. Breve anche lui, lo so, non sgridatemi!
Mi è venuto il trip che Haruka senta il mare quando sta con Michiru e ho provato ad incentrare il secondo capitolo su questo. Se avete qualche appunto o commento da farmi leggerò volentieri come al solito ^.^
Posso solo sperare vi piaccia! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Il Monsone ***


- I’ll watch the night turn light blue,
But it’s not the same without you,
Because it takes two to whisper quietly,
The silence isn’t so bad,
Till I look at my hands and feel sad,
Cause the spaces between my fingers
Are right where yours fit perfectly. -
 
Vanilla Twilight - Owl city
 
 
 
Michiru era sdraiata a guardare le stelle.
I suoi lunghi capelli erano impiastricciati dal sale e cadevano appiccicati ai suoi indumenti umidi.
Le sue mani cercavano di catturare i fini granelli di sabbia, fermandosi di colpo quando alcuni piccoli brividi dovuti dalla brezza serale la prendevano di sorpresa.
Sentiva l'odore dell'acqua marina e ascoltava lo scrosciare calmo delle onde.
Più guardava quel cielo su di lei, più si sentiva piccola e sperduta, o forse a farla sentire così persa era anche la figura sdraiata al suo fianco.
Haruka era li, accanto a lei e non guardava le stelle.
Sembrava alla ricerca di qualcosa.
La fissava con i suoi occhi scuri, silenziosa.
"Se per lei sono come il mare, Haruka per me è come un monsone" pensò Michiru.
Il monsone, un vento caldo che influenza profondamente il clima e che spesso ha effetti devastanti sulle coste dell'Oceano.
E infatti aveva un effetto devastante anche su di lei. Certamente però, Haruka, non era un vento stagionale, lei continuava a soffiare imperterrita sul suo cuore.
 
Michiru sospirò, facendo dissolvere quel ricordo che apparteneva a poco prima.
Haruka l'aveva accompagnata a casa da mezz'ora ormai e lei non aveva avuto il coraggio di farla entrare.
Non perchè non volesse, semplicemente non era ancora il momento.
Se fosse stato per lei, non l'avrebbe lasciata più nemmeno un'istante e avrebbe trascorso tutta la notte al suo fianco.
La ragazza continuò a spazzolare i capelli con gesti lenti e accurati, ogni tanto socchiudeva gli occhi e nella sua mente riprendeva forma quel bacio inaspettato sulla spiaggia, che le aveva spezzato il fiato.
Le sembrava di sentire ancora la stretta di Haruka.
 
"Si ricorderà mai tutto?" si domandò mentre lo sguardo cadeva malinconico su una loro foto.
La fotografia era stata scattata tre anni prima durante la fioritura dei ciliegi.
Ricordava quel momento in tutti i suoi dettagli.
La fioritura coincideva con l'inizio dell'anno scolastico, era il primo anno della scuola media superiore e Michiru si chiedeva come avrebbe fatto con il suo carattere chiuso e timido a farsi dei nuovi amici.
In quella scuola non conosceva nessuno, la sua priorità era esser brillante nel maggior numero di materie possibili, ma non disdegnava il pensiero di aver qualcuno al suo fianco con cui avrebbe potuto condividere quei tre anni.
Mentre quelle incertezze l'attanagliavano,si fermò nel viale alberato a guardare i petali rosa dei fiori che adornavano i rami dei Sakura.
Poi una ventata decisa.
Un turbine di petali profumati si librava nell'aria e fu in quel momento che vide per la prima volta Haruka.
Camminava decisa con le mani infilate nelle tasche della divisa, intenta a osservare il cielo limpido e passandole accanto le sorrise.
Michiru in quel momento si sentì le gambe cedere, indietreggiò maldestramente inciampandosi, ma non si ritrovò a terra. 
Haruka l'aveva afferrata prontamente.
"S-scusa!" balbettò Michiru.
"ti stai scusando per..?!" ridacchiò Haruka.
"sono maldestra, ehm grazie!"
"non credo sia il tuo nome maldestra!" 
La bionda sorrideva nel prenderla in giro.
"Michiru!" sentì le guance avvampare e il suo sguardo timido era rivolto verso terra mentre inchinava il capo.
"Un bellissimo nome per una bellissima ragazza!"
Michiru arrossì nuovamente senza potersi controllare.
"Diventi ancora più carina quando sei imbarazzo!" Haruka rise rumorosamente.
"Non prendermi in giro!" disse ridendo anche lei.
"Sono Haruka!"
"Un bellissimo nome anche il tuo!"
"Ti ringrazio, beh che facevi ferma qui?!"
Michiru estrasse dalla borsa una macchina fotografica " volevo fare una foto ai Sakura, così da ricordarmeli in tutta la loro bellezza quando scriverò una nuova melodia ispirandomi a loro.."
"Un'artista..beh.." si interruppe Haruka prendendole di mano la macchina fotografica e mettendole un braccio intorno al collo " già che ci siamo, facciamoci una foto insieme! Così ti ricorderai di questo momento e scriverai qualcosa anche per me un giorno!" le fece l'occhiolino e scattò.
 
Una lacrima rigò il viso di Michiru riportandola al presente.
"Haruka, da quel giorno ho scritto e suonato solo per te!" 
Dicendo così prese in mano il suo violino, facendo vibrare nell'aria una melodia agrodolce in attesa che un nuovo ricordo bussasse alla porta della sua memoria, scuotendola e devastandola, proprio come avrebbe fatto il soffio del Monsone.
 
 
note:
Carissimi lettori,non avete idea di quanto mi faccia piacere ricevere le vostre recensioni e veder che a qualcuno piace questa ff! 
Mi fate emozionare!! *-* Beh che dire..anche oggi sono riuscita a postarvi un altro capitolino!
Ormai avete capito che il capitolo breve è il mio modo di scrivere, mi spiace ma lunghi i capitoli non mi vengono proprio! Giuro che impegno però >.<
Ho inserito un capitolo dove Michiru ricorda il suo incontro con Haruka, un pò per dare "respiro" a tutta la vicenda. Inizialmente avevo deciso per 4 capitoli, ma a questo punto il prossimo non sarà certo l'ultimo! ^_^ 
Spero vi piaccia ugualmente anche se è dalla prospettiva di Michiru!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Bring me to life ***


- ..sleeping somewhere cold 
until you find it there and lead it back home 
Wake me up
Wake me up inside 
I can’t wake up
Wake me up inside 
Save me
call my name and save me from the dark -
 
 
 
Acqua gelida. Profonda. Buia.
Le note malinconiche di un violino.
Haruka si agitava con movimenti scomposti, ma le sue esili braccia non ne volevano sapere di collaborare a quella faticosa risalita.
Nuotava, ma qualcosa la spingeva sempre di più verso il fondo.
Poi arrivò la sensazione di soffocamento, la resa del suo corpo.
La testa gridava di risalire,di non mollare, ma era come essere intrappolata nelle sabbie mobili. Come nei film.
Più lo sventurato si agita per mettersi in salvo, più peggiora la sua situazione facendosi inghiottire ancora più velocemente.
Smise di nuotare lasciandosi scappare dalle labbra qualche bolla d'ossigeno.
Si ritrovò a testa in giù, con le gambe distese e le braccia ancora tese con i palmi verso l'alto.
Le forze sembrarono venirle meno e piano piano la vista si fece meno chiara.
Fu in quel momento, quando sembrava esser la fine, che ebbe la sensazione di veder qualcuno sconfiggere l'oscurità di quell'acqua profonda e tendersi verso di lei.
Un viso dolce, contornato da una lunga chioma fluente, dello stesso colore dell'acqua le si avvicinò.
Haruka scrutò una lunga coda squamata da sirena e poco prima di chiudere gli occhi si rese conto che quella creatura la conosceva bene.
"Michiru"
La sirena sorrise amorevole "torna da me Haruka!"
Quelle parole le sembrarono un canto.
Si sentì tirare per le braccia e aprì gli occhi.
 
Haruka sobbalzò nel letto, svegliandosi.
Aveva aperto gli occhi sia nella realtà che nel sogno.
Non volle nemmeno realizzare di essersi svegliata, troppo presa dalle domande che s'impadronirono della sua mente.
Se non si fosse svegliata cos'avrebbe visto riprendendo i sensi? 
"Quando riuscirò a dormire tranquillamente?!?" sbuffò guardando la stanza buia attorno a se.
Un'occhiata alla sveglia. 
Segnava le 7.00,si alzò dal letto stiracchiandosi e sbadigliando.
Si fece la doccia e si vestì.
Strinse il nodo alla cravatta e infilò con un gesto veloce la giacca fissando la sua immagine riflessa nello specchio. 
Il suo pensiero corse a Michiru, al bacio del giorno prima e si ritrovò a inveire contro se stessa "CHE DIAVOLO TI E' PRESO STUPIDA?! baciarla in quel modo!! che faccia tosta, CHE FACCIA TOSTA!"
Riprese fiato e si ricompose.
Non era da lei perdere il controllo in quel modo.
Uscì di casa afferando il casco e salì in sella alla sua moto rossa fiammante. Il rombo del motore la fece rilassare e partì sfrecciando verso la scuola.
 
***
 
Michiru era nel cortile interno della scuola, annuiva con il capo mentre una ragazza dai lunghi capelli castani le parlava gesticolando enfaticamente.
Un sorriso di cortesia le dipingeva il volto e ogni tanto la posizione composta veniva variata da un gesto della mano per portarsi dietro la spalla i lunghi capelli.
Sembrava tesa, in attesa di qualcosa o meglio di qualcuno.
Il vento portò con se il rumore del motore di una moto guidata ad alta velocità.
L'orecchio attento di Michiru non si fece scappare quel suono.
Deglutii, continuando a guardare la ragazza presa dal suo discorso, ma con il pensiero era altrove.
Quando una serie di commenti detti a voce più o meno alta, seguiti da sciocche risatine attirarono la sua attenzione.
 
"Guardate c'è Haruka, è arrivata!"
"Guida la moto più veloce di molti ragazzi e come è sexy!"
"Wow com'è bella sta mattina!"
"Ma che dici?! è sempre bella!"
 
Michiru alzò lo sguardo.
Haruka stava attraversando il cortile interno con passo deciso.
 
"Ma dove va?!"
 
La sua destinazione era la sirena che aveva sognato quella notte. 
Michiru sentì gli occhi di Haruka incollati a suoi come fossero calamite.
"Un altro passo più vicino a me" pensò. "Come mi comporto?!"
Il suo battito accellerò, sentiva il cuore martellarle in gola come un tamburo.
Un colpo di vento le scompigliò i capelli portandosi dietro un'odore che le ricordò i petali dei ciliegi come il giorno che si conobbero.
Haruka l'aveva raggiunta, sorrise.
"Buongiorno Michiru chan!" 
Le guance di Michiru avvamparono, un terpore le attraversò tutto il corpo.
La voce di Haruka era come un soffio caldo. 
Le venne in mente il vento che soffia sul deserto. Il Simun, il vento velenoso che provoca un senso di soffocamento.
"Soffocherei nella sua voce, morirei ascoltandola"
Un senso di cedimento si impossessò di lei.
"Tutto bene Michiru? non mi saluti nemmeno?"
"Io..." 
 "La gente sembra piuttosto curiosa, non trovi?" la interruppe nuovamente.
Haruka sentiva gli occhi degli studenti addosso.
"Forse perchè è un bel pò che non avvicino nessuno.." continuò la sua riflessione ad alta voce alzando perplessa il sopracciglio.
"Lascia stare, parlano tutti perchè è il loro hobby parlare di te, tutto quello che fai o dici suscita scalpore!" le ricordò Michiru prendendo coraggio.
"mmh..allora..." la biondina le mise le mani sui fianchi tirandola delicatamente a se "diamo loro qualcosa di cui parlare!"
Abbassò il viso all'altezza di Michiru, che si alzò sulle punte dei piedi cingendole il collo con le braccia e in un momento le loro labbra si scontrarono in un bacio caldo, profondo e avvolgente.
Un bacio dolce come il miele.
Un bacio con il quale Michiru raccontò tante cose ad Haruka.
Un bacio che scatenò un maremoto e una tempesta di sabbia dentro di loro.
 
La campanella e i gridolini di chi aveva assistito posero fine a quel momento.
"Alla fine non sei così timida come sembra!" un sorriso furbetto illuminò gli occhi di Haruka.
"Smettila o mi farai arrossire di nuovo!" 
Michiru la pizzicò.
"Ahi! sei violenta!"
"Ci vogliono le maniere forti con te! importuni le signore!" rise Michiru facendole l'occhiolino.
"Ah saresti una signora?!"
"Uhm..in realtà credo diventerò una gazzella! devo correre, il mio sempai è poco tollerante con i ritardatari!"
"Ma non te l'han detto che la più veloce della scuola sono io?!"
Entrarono a scuola correndo per i corridoi, inseguendosi.
Michiru correva leggera, si voltò guardando Haruka poco più indietro di lei.
"Non sei così veloce!" gridò senza prestare attenzione davanti a lei.
 
Lo scontro con l'insegnante pose fine alla corsa delle due.
Michiru si ritrovò a terra tra i suoi quaderni e alcuni fogli volanti usciti dalla sua cartella a causa dello scontro.
"Signorina Kaiō?!" l'insegnate la fissò con gli occhi ridotti a due piccole fessure dietro le spesse lenti degli occhiali.
"Correre per i corridoi è vietato! lo sa bene! mi meraviglio di lei...una studentessa così ligia e rispettosa delle regole che ne infrange una! Inizia ora che è all'ultimo anno?!"
"Mi scusi signore!" balbettò Michiru con lo sguardo basso intenta a raccogliere le sue cose.
"AAh! ora mi è chiaro! se non sbaglio dietro di lei c'è la signorina Ten'ō!"
Haruka guardò il professore con sguardo di sfida mentre aiutava Michiru.
"Ha ripreso a frequentare quella teppistella, spero che le cattive compagnie non influenzino negativamente la sua condotta! Per sta volta chiuderò un occhio, fili in classe!" 
L'uomo accompagnò la predica da un gesto enfatico del braccio indicando la porta dell'aula.
"Scusami.." disse Michiru in un sussurro entrando a passo veloce nella stanza.
"Ci vediamo dopo!" disse Haruka ad alta voce, con un sorriso sfacciato rivolto al professore, che seguì Michiru in classe scuotendo la testa come se fosse un caso irrecuperabile.
I corridoi divennero silenziosi.
La ragazza fece per andar verso la sua classe, quando un foglio sul pavimento attirò la sua attenzione.
Si chinò e lo raccolse.
Il suo sguardo lo scrutò da cima a fondo.
Una scrittura così elegante e precisa poteva essere solo di Michiru.
Delle piccole note nere riempivano il pentagramma che si estendeva su tutta la superficie del pezzo di carta.
I suoi occhi di soffermarono però su un punto in particolare.
In cima spiccava il suo nome.
 
Quella melodia era stata scritta per lei.
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Miei cari! Mi scuso per aver fatto passare un pochino di più, purtroppo sto preparando un esame per l'università che assorbe la mia ispirazione! Quindi devo rallentare la scrittura! Inoltre avevo già iniziato questo nuovo capitolo ma...ho cancellato tutto e ricominciato da capo! Non so bene perchè, ma questo nuovo capitolo non mi ha lasciata pienamente soddisfatta, forse è un pò meno intenso degli altri..voi che ne pensate? vi piace lo stesso?
La scena iniziale mi è stata ispirata oltre che dalla canzone degli Evanescence (che ho usato anche per il titolo del capitolo) anche da un'immagine che ho trovato sul web.
Ammetto che stavo per arrivare al dunque della storia. Se continuo di questo passo credo che in due capitoli sarà finita questa ff...la cosa però mi dispiace, uffa!
Smetto di delirare e aspetto le vostre opinioni se vi va di farmele sapere.
Risponderò volentieri a tutti come sempre. Per me è un piacere :)
Un bacio a tutti ^_^
 

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Capitolo 5
*** Love song requiem ***


 
- This love will take my everything 
One breath, one touch will be the end of me -
 
Love song Requiem - Trading Yesterday
 
 
 
 
Le lezioni erano terminate, le attvità dei club e quelle sportive erano cominciate.
Michiru nuotava sul fondo della piscina avvolta da un costume color viola.
Non c'era niente di meglio per svuotare la mente essere tutt'uno con l'acqua per lei.
Per tutto il giorno gli studenti non avevano fatto altro che parlare di lei e Haruka, fortunatamente ci era già passata e non dava peso alle voci.
Ma aveva bisogno di un momento per rilassarsi e togliersi dalle orecchie quel fastidioso vociferare alle sue spalle.
"Haruka se la caverà..ha un caratterino.."
Terminò la vasca e tornò in superfice tirando un lungo respiro.
Si appoggiò al bordo della piscina uscendone con un gesto agile.
"Tieni.." la voce a lei familiare apparteneva ad Haruka che le stava porgendo un asciugamano.
"Ecco mettilo sulle spalle o prenderai freddo, non puoi permetterti di ammalarti, tra poco avrai la gara" aggiunse comprensiva.
"Grazie! Sei qui da molto?" chiese confusa Michiru.
"Dalla prima vasca che hai fatto!"
"Non ti avevo vista! Ma..non avevi l'allenamento?! Haruka domani hai la gara tu!" 
"L'allenatore non si lamenta tranquilla, tanto lo sa che corro più veloce del vento!" disse la bionda facendole l'occhiolino.
"Sta sera ho un'esibizione, meglio che mi affretti!"
"Ci sarò!"  disse Haruka baciando la fronte alla ragazza.
"Vuoi proprio dare dell'occhio oggi.." disse trattenendo una risata Michiru.
La bionda si allontanò salutandola con un gesto della mano.
 
 
Ore 20.30 Il teatro era gremito di gente.
Michiru, in un elegante vestito blu e con i capelli raccolti, era sul palco pronta ed esibirsi in un quartetto d'archi.
Provò ad estraniarsi da tutto quel chiacchericcio per trovare un pò di concentrazione, liberò la mente e sistemò lo spartito davanti a lei.
Le luci calarono e la giovane violinista gettò un'occhiata tra il pubblico in cerca di Haruka.
La scorse subito, era proprio in prima fila, sotto di lei.
Indossava uno smoking nero e una camicia bianca, i capelli sbarazzini biondi le ricadevano sul viso nascondendo i suoi grandi occhi.
Tra le braccia teneva un mazzo di rose rosse.
"E' sempre stata così galante..." pensò.
Michiru le sorrise per poi cominciare a suonare.
Voleva dare il meglio, essere perfetta nella sua esibizione per la ragazza che amava, per la persona per cui avrebbe fatto anche l'impossibile.
Si perse così tanto in quella melodia che non si accorse quasi dell'applauso del pubblico che segnava la fine dell'esibizione.
I musicisti s'inchinarono in segno di riconoscimento e il pubblico cominciò ad abbandonare la sala.
"Eh si..hanno proprio ragione quando dicono che sei il nuovo astro nascente della musica classica!" disse Haruka salendo sul palco accanto a Michiru.
"Dicono così sul serio?!" disse facendo la finta tonta l'altra.
"Assolutamente! e queste sono per te, m'incanto ad ascoltarti.." disse Haruka porgendole le rose.
"Grazie..sono bellissime!" 
Haruka si sedette al pianoforte bianco a coda che si trovava sul palco.
"Ho una cosa da restituirti, sono sicura che ti appartenga.." disse Haruka tirando fuori dalla tasca il foglio con lo spartito che aveva trovato quella mattina a scuola.
Michiru allungò la mano incuriosita, afferrò il pezzo di carta e sgranò gli occhi rimanendo in silenzio.
"Suona per me Michiru, ti prego.." disse, prendendo la mano libera della ragazza tra le sue, per poi baciarla delicatamente.
"In fin dei conti è per me no?!" continuò con un filo di voce.
Sembrava quasi una supplica e Michiru non poteva resistere alla richiesta gentile di quel vento dispettoso che continuava ad agitare ogni parte di lei.
La sala del teatro si era svuotata completamente.
Prese in mano il suo violino, lo portò vicino all'orecchio socchiudendo gli occhi e cominciò a suonare.
L'archetto fece vibrare le corde e una dolce melodia inondò la stanza.
Quelle note riempivano il cuore di Michiru facendolo tremare e riportarono alla mente di Haruka il sogno della sirena.
Ricordò che mentre annegava, sentiva un violino in lontananza, lo stesso che sentiva suonare anche nel sogno riguardante l'ospedale.
Sgranò gli occhi incredula.
"E' la stessa melodia!" pensò.
Un nodo le si strinse in gola e il respiro le venne a mancare.
Un'ondata di pensieri pervase la sua mente "Possibile che...Michiru sia sempre stata al mio fianco? che suonasse per me? per farmi svegliare...possibile che ci conoscessimo bene? che sia io la sua persona speciale per cui suona? se fosse così...come ho potuto? come ho potuto dimenticarmi di lei?!"
La melodia s'interruppe bruscamente.
"Haruka stai bene?" Michiru si chinò preoccupata verso di lei, le spostò una ciocca di capelli dal viso e le appoggiò un mano sulla spalla.
"Ha la voce di chi diceva, torna da me Haruka!"
"Haruka tutto ok? non farmi spaventare!" Michiru la scrollò per le spalle delicatamente, aveva paura di farle male, le sembrava troppo fragile in quel momento.
Nessuna risposta. La ragazza era pallida in viso e i suoi occhi erano velati.
"Erano sue le mani che stringevano la mia.." i pensieri di Haruka sembravano non potersi fermare, erano come un fiume in piena, inarrestabili.
Agrottò le sopracciglia in preda alla confusione, puntò i suoi occhi in quelli blu mare che si trovava davanti.
"Sono io..la tua lei vero? quella per cui suoni.." riuscì a chiedere timida Haruka.
Si sentiva un pò imbarazzata per quella domanda e sperava in una risposta positiva.
Fu in quel momento che realizzò che voleva essere l'unica per Michiru.
Il cuore di Michiru sobbalzò, le sembrava un tamburo di una qualche tribù africana.
"Si..sei tu la mia lei, lo sei sempre stata!" gettò le braccia al collo di Haruka iniziando a singhiozzare e la strinse a se.
"Lo sarai sempre e comunque!"
"Mi..mi dispiace di essermi dimenticata io.."
"sshht!!!" la zittì Michiru rimanendo abbracciata ad Haruka e affondando il viso nella sua giacca.
Stettero così per qualche minuto.
Il silenzio era interrotto solo dai flebili singhiozzi di Michiru che sembrava composta e discreta anche quando piangeva, fino a quando non si rialzò strofinandosi gli occhi.
"Andiamo?" chiese tendendo la mano ad Haruka "dovresti riposarti.."
Haruka annuì con la testa.
"Solo una cosa.."
Michiru aspettò in silenzio il resto.
"Rimani con me sta notte"
"Di solito ero io a chiedertelo.." sorrise timidamente Michiru prendendola per mano. "Torniamo a casa."
 
Una luna pallida spiccava nel cielo stellato a far da testimone al primo ricordo che Haruka aveva ritrovato, forse quello più importante.
 
 
note dell'autrice:
 
Cari lettori eccomi qui, di nuovo! Anche sta volta ho dato il nome della canzone al capitolo.
Non uccidetemi perchè ancora non ho svelato la causa scatenante del coma della nostra amata Haruka! E' più importante abbia ritrovato Michiru no?! ( vano tentativo di salvarmi la pellaccia! ihihihi).
La scena nella quale Haruka si ricorda di Michiru quando suona la canzone dedicata a lei l'ho riscritta. Inizialmente l'avevo ambientata nell'aula di musica della scuola, poi ho pensato di cambiare e farla in un teatro dopo l'esibizione di Michiru. Non so bene il perchè di questo cambiamento, ho deciso di cuore, come sempre! ;)
E' un pò diverso dal solito, ci sono meno descrizioni e meno sensazioni e un pò più di dialogo come avrete notato.
Vediamo nel prossimo cosa combino che dite?! Non faccio più previsioni per il numero di capitoli da scrivere perchè ogni volta cambia qualcosa! spero continuerete a seguire la storia!
Un bacio a tutti voi, che mi fate sempre venir voglia di scrivere ancora e ancora. ^-^
 
Kat

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Capitolo 6
*** Hurricane ***


 
 
 
"A tutti quelli che hanno seguito la storia dal principio. A chi è stato solo di passaggio. A chi ha qualcuno per cui sacrificherebbe tutto, a chi deve trovare l'amore e a chi l'amore ce l'ha già...e infine alla mia Haruka, che riesce sempre a rendermi felice e che appoggia e condivide con me i miei deliri su questi due splendidi personaggi.
Questo capitolo lo dedico a tutti voi!"
 
Kat Logan
 
 
Un flebile mugolio.
Due occhi si spalancarono all'improvviso.
Una convulsione.
La ricerca affannata di aria.
Michiru smise di suonare e lasciò cadere il suo amato violino dalle mani.
Lo stupore nel vedere gli occhi che erano stati chiusi da ormai un mese, che la fissavano improvvisamente, spaventati e alla ricerca di aiuto s'impadronì di lei.
 
"Dottoree! si è svegliata!" gridò con la voce concitata per poi portarsi una mano alla bocca.
Il cuore di Haruka palpitò più forte.
Un altro sforzo per respirare correttamente.
"DOTTORE! ACCIDENTI!" gridò più forte Michiru perdendo del tutto la calma.
"Sono qui Haruka! è tutto ok amore!" disse avvicinandosi al lettino e accarezzandole la nuca.
Due infermiere e un uomo in camice bianco entrarono correndo nella stanza per assistere la ragazza.
"MA QUANTO DIAVOLO CI AVETE MESSO?!" 
"Signorina la prego di non urlare! o si può accomodare fuori!" disse l'uomo controllando il macchinario che segnava il battito cardiaco di Haruka, mentre una delle due infermiere si occupava della sua respirazione.
"No grazie resto!" rispose riprendendo il controllo Michiru.
Un suono acuto.
Haruka ebbe uno spasmo.
Per un momento tutto si fermò nella stanza.
L'elettrocardiogramma cambiò.
Un susseguirsi di suoni scatenò il panico.
Michiru strinse la mano della ragazza mentre una delle infermiere la pregava di uscire.
Continuavano a ripetere che doveva lasciarli fare il loro lavoro.
Che tutto si sarebbe sistemato.
Gli occhi di Haruka, sgranati erano incollati a suoi.
"Deve uscire signorina!"
La stretta di mano si fece più debole.
"Torno presto, sono qui!"
Le labbra di Haruka si incresparono.
Riuscì solo a dire due parole prima di perdere nuovamente i sensi.
"Chi sei?"
 
Si svegliò.
Rimase un minuto immobile tra le lenzuola.
Michiru era distesa accanto a lei che dormiva.
"Ora mi ricordo...povera Michiru, cos'avrai provato in quel momento? tu che sei sempre stata al mio fianco ed io che non sapevo più chi eri.."
Haruka si alzò dal letto, la sera prima era crollata appena entrata in casa di Michiru.
Notò solo in quell'istante la fotografia del loro primo incontro, durante la fioritura dei ciliegi.
Un flashback le riportò alla mente quel momento.
Prese piano la giacca dello smoking, curandosi di far il minor rumore possibile e sulle punte si diresse verso la porta.
"Sembri una ladra!"
La voce di Michiru la bloccò.
"Pensavi di scappare così o di lasciare almeno un biglietto?"
Nella voce una nota di leggero disappunto.
"Non volevo svegliarti...stavo andando a casa per cambiarmi, non vorrei andare a scuola con lo smoking."
Michiru si sedette sul letto.
"Scusami..."
"Scappavo via spesso?" domandò Haruka con sguardo triste.
"No mai" sorrise Michiru stringendosi alle proprie ginocchia.
"Ho solo paura di perderti di nuovo, non potrei sopportarlo un' altra volta.." continuò.
"Se questa crudele realtà tenterà di dividerci,ci basterà stringerci con ancor più forza" disse Haruka.
Quelle parole le uscirono di getto, senza un freno.E ormai non aveva nemmeno più nessun freno nel star lontano da lei.
 
Era la sirena che l'aveva salvata, che l'aveva riportata indietro, che l'aveva svegliata e incantata, non sapeva resistere al suo richiamo.
Un'onda di desiderio sbattè violentemente dentro di lei.
Si avvicinò a Michiru, che come se fosse un pianeta attratto dal sole, prese possesso delle sue labbra.
Sembrava non chiedere altro che essere sua.
Voleva perdersi nella scia di dolci baci che Haruka le stava lasciando sulle spalle nude.
Voleva che dopo tanto tempo quelle braccia la stringessero di nuovo come una volta.
Voleva fossero ancora una volta pelle contro pelle.
Voleva che le loro anime si fondessere l'una con l'altra.
Michiru stava pregando silenziosa l'unica dea che esisteva per lei.
Le sottili dita di Haruka s'infilarono sotto la camicia da notte semi trasparente della sua sirena, provocandole dei piccoli brividi.
Esplorarono così la sua pelle liscia.
Sebravano scivolare sull'acqua.
Era una nuova prima volta ma le sue mani non erano timide.
La loro corsa fu inarrestabile.
Si tuffò in quel mare, a costo di annegare.
I loro corpi s'incastravano alla perfezione, come piccoli tasselli di un puzzle.
 
Fu così che il ciclone Haruka si abbattè sull'oceano.
 
 
note dell'autrice:
Buonasera miei carissimi lettori!
Ormai mi sono affezionata a voi! Oggi ho fatto l'esame e guardate un pò?! appena finito ho deciso di scrivere per voi un altro pezzettino di questa storia!
Spero tanto vi piaccia, è la prima volta che scrivo una scena d'amore, siate clementi! 
Un bacio a tutti quanti, a presto!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** La scelta ***


 
- If I should die before I wake
Its cause you took my breath away
losing you is like living in a world
with no air -
 
No air Chris Brown feat. Jordin Sparks
 

 
 
"Potrai mai perdonarmi, Haruka?"
 
Lo sguardo di Michiru si posò su una piccola scatola lilla quadrata, appoggiata sul tavolino vicino alla finestra.
Quella scatola non l'aveva più aperta dal giorno dell'incidente.
Li dentro era custodito qualcosa che poteva cambiare Haruka, che poteva renderla più forte, ma che allo stesso tempo la metteva in pericolo.
Lei non se ne ricordava, non ancora, e Michiru per amor suo aveva preso una decisione ben precisa per quell'oggetto.
Voleva sbarazzarsene.
Ma quando Haruka lo avrebbe scoperto che avrebbe fatto? 
L'avrebbe guardata ancora allo stesso modo?
Avrebbe ancora potuto amarla?
Michiru non aveva risposte per tutte quelle domande che le affollavano la mente, sapeva solo che per proteggere la ragazza che amava sarebbe stata pronta ad ogni conseguenza.
Pronta come il giorno che mise le mani sul suo cuore, aveva rischiato il tutto per tutto, senza aver nessuna certezza.
E lei che avrebbe fatto al suo posto? Come si sarebbe comportata?
"BASTAAAA!" gridò Michiru scaraventando tutto quello che aveva sul comodino.
Tutte quelle domande la stavano facendo impazzire.
Il pensiero di poter perdere Haruka le faceva perdere il controllo.
"Ma come ti aspetti che io viva da sola, con solo la mia compagnia?
Perchè il mio mondo gira attorno a te ed è così difficile per me respirare, dimmi, come potrei vivere senz' aria?" 
Michiru pensava ad alta voce.
Cercò di calmarsi con un lungo respiro, raccogliendo tutte le cose che aveva buttato a terra, ma ogni volta che lanciava un'occhiata a quella scatola le si stringeva un nodo alla gola e la razionalità l'abbandonava, lasciando posto a una furia nascosta in qualche angolo di lei, a una rabbia sovrumana, a un senso di colpa lacerante.
Il mare calmo e limpido diventava in pochi istanti un mare in tempesta se rievocava i ricordi del giorno in cui rischiò di perdere l'amore della sua vita.
Il campanello suonò facendola sobbalzare.
Si diresse alla porta e sulla soglia c'era Haruka.
"Eccomi di nuovo qui! pronta per una nuova entusiasmante giornata di scuola!" nella sua voce si udiva un'ironia scoppiettante.
Michiru si stava per chiudere la porta alle spalle.
"E' tutto ok? hai una faccia..."
"Si ero solo sovrappensiero!" sorrise debolmente.
"mmh.."
"Ah ho dimenticato una cosa, arrivo immediatamente!" 
Michiru corse nuovamente in casa, prese la scatola che le dava tanti pensieri e la infilò velocemente nella cartella.
"Eccomi, dai, dai andiamo o faremo tardi!" 
Haruka scosse la testa in segno negativo con un sorrisetto stampato in viso.
"Sempre ligia al dovere! o...non è che hai una voglia matta di far parlare ancora un pò gli studenti dell'istituto Mugen!?" la prese in giro alzando il sopracciglio.
"Quella sei tu mia cara!" ridacchiò Michiru, il cui umore stava migliorando grazie alla presenza di Haruka.
 
Pochi minuti dopo la macchina lucente di Haruka era nel parcheggio della scuola.
Scese aprendo lo sportello a Michiru e la prese per mano.
Gesto che non passò inosservato.
"Ecco che iniziano!" disse sorridendo e passando poi il suo braccio attorno al collo di Michiru.
"Ti diverti proprio eh?!"
"Si, devo ammetterlo! ma..era così anche prima?"
Michiru annuì con il capo "si un continuo!"
"E cosa dicono del coma?"
"Sei così curiosa di sapere delle stupide voci di corridoio?"
Haruka fece spallucce.
"Supponevano che ci fossimo lasciate..c'è chi diceva che mi avevi tradita, altri sostenevano che io fossi una snob e mi fossi stancata di te...alcuni sostenevano tu fossi impazzita..."
"Nessuna di queste opzioni è quella giusta..."
"Già..." Michiru iniziò ad essere nervosa, aveva paura che Haruka le chiedesse di raccontarle del coma.
"Ancora non te l'ho chiesto, come mai..."
Michiru deglutì, fissando il terreno sotto le sue scarpe.
"Come mai..non ti sei avvicinata a me prima che lo facessi io?" continuò Haruka.
Era leggermente in imbarazzo ma cercava di non darlo a vedere.
"Beh vedi... tu non ricordavi chi ero, non ricordavi un sacco di cose e il Dottore disse che non dovevo forzare i tuoi ricordi...disse che con il tempo ti sarebbe tornato in mente tutto e di lasciarti fare il tuo percorso..." Michiru si interruppe, sospirò leggermente, poi aggiunse "in più...beh, ho pensato che avresti vissuto meglio senza di me, ti avrei risparmiato un sacco di guai e di dolori.."
Haruka non la fece finire scuotendola per le spalle.
"MA CHE COSA TI SALTA IN MENTE?!" il tono era talmente alto che si girarono tutti a fissarle.
Michiru tenne la testa bassa.
"COSA DIAVOLO AVETE DA GUARDARE VOI?! SPARITE! FATEVI GLI AFFARI VOSTRI!" il tono non accennava a diminuire.
Un singhiozzo di Michiru le fece allentare la presa.
"Io...non volevo urlare scusami.." disse con torno dispiaciuto Haruka.
"Non so perchè ti ho dimenticata, però da quando ti ho rivista, ho capito da subito una cosa...ho capito che senza di te non ero completa, ho bisogno di te, come ho bisogno di respirare e non solo perchè puoi ricollegarmi al mio passato, ma per il semplice fatto che dopo tutto questo tempo che ho passato in solitudine..sei l'unica che mi fa sentire viva. Sei dentro di me. Solo tu riesci a scatenare una tempesta dentro il mio cuore..." con quelle parole Haruka passò una mano tra i capelli profumati di Michiru.
"E' tutta colpa mia, quello che ti è successo." 
"Smettila di dire così...raccontami cos'è accaduto."
Michiru alzò lo sguardo, gli occhi pieni di lacrime le rendevano la vista meno nitida.
Passò con lo sguardo oltre Haruka.
Una macchina nera con i finestrini oscurati era ferma a pochi metri da loro.
Uno dei vetri si abbassò, lasciando scorgere la figura di una donna adulta all'interno della macchina.
Il cuore di Michiru sobbalzò.
"E' già ora..." pensò.
Haruka la guardò con sguardo interrogativo per poi guardare la macchina alle sue spalle.
"Scusami, devo andare...ti racconterò tutto più tardi va bene?" 
Così dicendo Michiru si allontanò da lei dirigendosi verso l'auto per poi salirci a bordo.
Haruka non ebbe il tempo di replicare.
Ebbe solo il presentimento di aver già visto quella donna.
"Chi diavolo sei?!" si domandò.
Ricordò un lampo di luce, nient'altro.
 
L'auto partì sotto i suoi occhi.
Al suo interno, nel sedile posteriore Michiru era seduta accando alla donna.
"Grazie per essere venuta, Setsuna."
La donna sorrise.
"Allora hai deciso?"
Michiru annuì, prese fuori dalla cartella la scatola, consegnandola alla persona accanto a lei.
Setsuna sospirò "Haruka lo sa?"
"Non ancora, più tardi le dirò tutto"
Michiru si portò una mano al cuore, lo sguardo era lontano.
"Spero sia la cosa giusta." 
La donna le posò una mano sulla spalla.
"Non posso rivelarti nulla del futuro, lo sai. Lei starà bene!"
Cercò di rassicurarla.
"E' quello che importa, darei tutto per lei."
Setsuna si fece scura in volto "Oh si che lo farai".
 
 
Nota dell'autrice:
Carissimi lettori...finalmente ce l'ho fatta a scrivere un nuovo capitolo!
Innanzi tutto, grazie mille a tutti quanti. Ho visto che state crescendo e ci son state le recensioni di qualche nuova persona. Mi ha fatto un sacco piacere!
Inizio col rassicurarvi dicendovi che nel prossimo capitolo, si saprà la causa scatenante di questo "benedetto" coma! siete contenti?! ihihhi!
Ho inserito Setsuna (Sailor Pluto) in questo capitolo, perchè poi apparirà nella storia che seguirà a questa, avevo accennato a qualcuno di voi che ci sarebbe stato un continuo.
Spero potrà piacervi quanto questa ^_^
E spero vi piaccia questo nuovo capitolo.
Un bacio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Starless Night ***


 
 
- Starless night, Though complaints may cross my lips
I want to believe in your warmth
Endless love, I can love even my faults
Because you are my shining star
You are my shining star -
 
Olivia Lufkin
 
 
 
 
Il buio era calato.
Si preannunciava una notte fredda, buia e senza stelle.
Ma Haruka non se ne faceva nulla di quei puntini luminosi nel cielo, a lei bastava la luce che le trasmettevano gli occhi di Michiru, quelle erano le sue stelle.
La biondina era seduta davanti la porta di casa della sua ragazza ad aspettarla, quando sentì un rumore, dei passi leggeri, una brezza marina si stava avvicinando, era lei.
Era tornata.
"Eccoti, finalmente!"
Michiru sobbalzò "Oddio Haruka sei tu! che spavento!"
"Ero preoccupata, sei sparita all'improvviso e a scuola non sei tornata!"
"Ma da quanto sei qui fuori? fa freddo, ti ammalerai!"
Michiru abbracciò Haruka, poi si scostò per aprire la porta.
"Vieni entra..."
"Mi dici dove sei stata?"
"Ora ti racconterò tutto, non preoccuparti.." sospirò Michiru togliendosi il soprabito.
"Un the caldo?" domandò poi cortesemente.
Haruka annuì.
"Sarà un discorso piuttosto lungo...e ti sembrerà incredibile"
"Sono pronta a tutto!"
Michiru agrottò le sopracciglia, i suoi lineamenti morbidi s'indurirono in una smorfia interrogatoria "Ne sei sicura? potresti odiarmi alla fine del mio discorso..."
Haruka si sedette "Continui ad incolparti per qualcosa...qualunque cosa sia, non mi farà odiare la persona che amo, mettitelo in testa". 
Il suo sguardo si rivolse alla finestra, perdendosi nel buio fuori dalla stanza.
A quelle parole il cuore di Michiru sobbalzò per poi accellerare nel suo petto.
"Iniziamo dal principio..." disse tirando un lungo respiro.
Appoggiò il servizio da the sul tavolino, versandone un pò nella tazza di Haruka.
Poi si allontanò, ritornando subito dopo con un album tra le mani.
Si sedette accanto a lei e iniziò a sfogliare l'album sulle sue ginocchia.
"Ci sono un sacco di foto!" osservò Haruka.
"In tre anni ne abbiamo fatte un bel pò!" sorrise Michiru distendendo i muscoli del viso.
Indicò poi con il dito la foto di una donna alta, dai capelli lunghi e scuri.
Lo sguardo appariva severo o forse era lo sguardo di chi riusciva a vedere cose lontane. Avvenimenti che nessun altro poteva conoscere.
"E' la donna di oggi!" esclamò Haruka.
Appoggiò la tazza di the per paura di rovesciare tutto.
Sentiva una scarica di adrenalina attraversarla.
"Esatto. Si chiama Setsuna."
 
"Sailor Pluto, la guardiana delle porte del tempo..." disse sottovoce Haruka.
Il suo sguardo era perso, non guardava più la fotografia.
Le tornò alla mente quel bagliore.
Michiru le posò una mano sulla sua.
"Esatto, tutto bene? ricordi qualcosa?"
"So solo questo, ricordo solo una luce forte...vai avanti..."
"Sailor Pluto, Setsuna, come preferisci...ci aveva incaricato di portare a termine una missione"
Haruka assunse un'espressione confusa.
"Dovevamo riunire tre cristalli che si trovano nel cuore puro di tre persone, per far questo ci sono stati affidati da Setsuna delle capacità particolari, dei poteri..."
Michiru abbassò lo sguardò, strinse le mani in due pugni.
Chiuse gli occhi.
Le immagini di quel giorno misterioso ad Haruka le passavano una dopo l'altra nella testa, come i fotogrammi di un film.
"E' colpa mia..." la voce spezzata dal senso di colpa.
"Un giorno un demone ci ha attaccate, era convinto che uno dei cristalli si trovasse dentro il mio cuore, stava per sferrare il suo attacco su di me quando tu..."
Haruka la interruppe, la scena le tornò alla mente fulminandola "Quando io mi sono messa davanti a te, facendoti da scudo umano, non mi ero nemmeno trasformata..."
Michiru aprì gli occhi di scatto.
"Stupida Haruka, impulsiva, stupida Haruka!! E tu che dicevi sempre..."
"Prima di tutto la missione!" la interruppe nuovamente l'altra.
Sorrise tra se. "Tu sei più importante della missione, lo rifarei altre cento volte".
Michiru la strinse in un abbraccio che somigliava a una morsa.
"Solo che poi...hai perso i sensi e abbiamo scoperto che il cristallo, eri tu a possederlo.
Emanava una luce che avrebbe potuto illuminare tutta questa stanza. Non dovrei nemmeno esser sorpresa da questa cosa. Tu hai rischiato la tua vita per me, solo una persona disposta a sacrificare il tutto per tutto, anche la propria esistenza per qualcun altro o per un nobile scopo può possedere un cristallo nel suo cuore."
Haruka si strinse una mano al petto.
Michiru la guardò, mentre le stelle nei suoi occhi sembrarono spegnersi.
"Ho dovuto togliertelo Haruka, l'ho dato a Setsuna, in modo che potesse farlo viaggiare attraverso il tempo, in mondi paralleli, in viaggi temporali. Spostandosi e non rimanendo a lungo nello stesso posto sotto il suo controllo, non potranno trovarlo".
"Ottimo lavoro, soldato Michiru. Dimmi perchè dovrei odiarti?"
"Ho tolto una parte del tuo cuore no? e in più ho consegnato ieri a Setsuna il tuo lip rod"
"Una parte del mio cuore...io ti ho donato tutto il mio cuore Michiru, lo possiedi tu, che vuoi che m'importi..."
Michiru non credeva alle parole di Haruka, era così calma mentre lei tutto quel tempo temeva avrebbe scatenato un ciclone.
"E se fossi finita in coma perchè ti ho tolto il cristallo e non solo per il colpo che avevi subito dal demone?!"
"Sshhht....se mi hai mandata in coma, mi ci hai anche tirata fuori, hai fatto il tuo dovere ed io non avrei saputo far di meglio".
Haruka la baciò.
Le sue labbra s'incollarono a quelle rosee di Michiru.
"Perchè le hai dato il lip rod?"  domandò poi staccandosi dalla ragazza.
"Perchè non voglio tu sia una guerriera, niente più battaglie o missioni che possano metterti in pericolo".
Le labbra di Haruka rimasero semi aperte. Non sapeva bene cosa dire.
 
La sua mente divagò, riuscì a scavare nelle profondità della sua memoria.
Ricordò una luce intensa, bianca e brillante. 
L'aveva investita quando lei e Michiru avevano aperto un portone dietro il quale si trovava Setsuna.
Ricordò il momento in cui le fu consegnato il Lip rod.
"Sei protetta dal pianeta Urano, mia cara. Sei veloce come il vento e ne possiedi tutta la sua forza e la sua irriverenza". 
Setsuna sorrise.
"Questo ti darà modo di sfruttare al meglio le tue capacità sarai una brava guerriera."
Ma lei quella responsabilità si ricordò di non volerla affatto.
Desiderava solo una vita normale accanto a Michiru.
Nonostante quella volta accettò per lei più che per se stessa, aveva sempre continuato a desiderare di poter essere libera da quella responsabilità.
Decise di essere egoista per una volta.
 
"D'accordo." 
Disse poi tornando alla realtà.
"Ho un'ultima domanda..."
"Dimmi..."
"Tu, possiedi ancora i tuoi poteri o li hai restituiti?"
Michiru indugiò un momento.
"Li possiedo ancora ma solo per un'unica missione".
"Quale?"
"Proteggere te in caso succedesse qualcosa. Sei tu la mia missione, Haruka, non voglio ti accada più nulla".
"Andrà tutto bene, basta che tu rimanga al fianco di questa stupida umana".
"Non desidero altro" Michiru sorrise sedendosi sulle ginocchia di Haruka.
La baciò con tutta la passione che aveva in corpo.
"Rimani qui" le sussurrò all'orecchio.
"E chi se ne va" disse Haruka, con il respiro che le si faceva sempre più pesante.
Il soffio caldo del suo vento, provocò i brividi a Michiru.
 
Anche se quella notte era scura e fredda, e i segreti erano stati svelati, in quella stanza c'era un calore che poteva far invidia all'inferno.
 
 
Note dell'autrice:
 
Miei cari lettori, vecchi e nuovi,i segreti sono stati rivelati!
Avete avuto tanta pazienza ed ecco le risposte ai vostri dubbi!
Come avete potuto vedere è un capitolo esplicativo, tuttavia spero vi abbia trasmesso qualcosa!
Il prossimo capitolo sarà quello finale. Sono un pò triste, mi ci sono affezionata a questa storia e mi son affezionata a voi! Mi piace molto leggere sempre i vostri commenti ai capitoli e vedere "i viaggioni" che vi fate sui personaggi. E naturalmente adoro rispondervi! 
Spero che qualcuno di voi deciderà di seguire la prossima che sarà anche il continuo di questa ( Infatti l'unico dubbio che potrebbe rimanervi, riguardo l'affermazione di Setsuna nel capitolo precedente verrà svelato nella prossima storia). Ed io spero di scriverla con la stessa voglia che ho messo qui e che possa piacervi almeno un pochino.
Per ora è tutto, al prossimo ed ultimo capitolo! ;)
 
p.s Per chi avesse dei dubbi il Lip Rod è la "penna magica" usata dalle Outer Senshi per trasformarsi. Ho usato il nome originale perchè odio le traduzioni italiane come anche le censure! 

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Capitolo 9
*** Back to home ***


 
- I'm not strong enough to stay away. 
Can't run from you 
I just run back to you. 
Like a maltha I'm drowning through your flame. -
 
Not Strong Enough - Apocalyptica
 
 
 
I sogni quella notte, erano stati calmi dopo tanto tempo per entrambe le ragazze.
Nessun incubo.
Nessun sogno pieno di angoscia.
Haruka si stiracchiò tra le lenzuola emettendo uno sbadiglio seguito poi da un leggero mugolio.
Si voltò sul fianco e vide Michiru accanto a lei tutta ranicchiata a se stessa.
Fuori splendeva un sole tiempido e luminoso, la tipica giornata che sarebbe piaciuta a Michiru per andare a fare un giro sulla spiaggia.
Ma di certo non avrebbe accettato la proposta se Haruka gliel'avesse fatta, mancava poco agli esami finali e conoscendola non sarebbe sfuggita ai suoi doveri.
"Miiichiruu...sveglia!" disse piano passandole le dita tra i capelli e facendole scivolare sulle spalle e le braccia della compagna.
"Daai, dormirai in classe!"
"mmmh"
"Come mmmh?!" ridacchiò.
"Sei molesta..." disse una voce impastata dal sonno.
"Lo faccio per te sai, sei tu quella che non vuole arrivare tardi! Io salterei la scuola pure oggi!"
"Non ci provare Haru!"
Michiru distese le braccia e riuscì ad alzarsi dal letto.
Haruka la guardò intensamente, ogni minuto che passava in sua presenza le sembrava sempre più bella e il desiderio di star con Michiru, cresceva sempre più prepotente in lei.
Si sentiva una falena attratta dalla luce più splendente che aveva davanti a sè.
Prese la giacca della divisa maschile che indossava solitamente, la guardò e staccò decisa il secondo bottone, quello più vicino al cuore.
Si avvicinò a Michiru, le prese la mano e ci fece scivolare dentro il bottoncino nero.
"Questo ora appartiene a te, come il mio cuore, come tutta me stessa".
Michiru sentì le farfalle nello stomaco.
Le gambe le si fecero deboli, come la prima volta che vide Haruka, tre anni prima.
Un sorriso le illuminò il volto.
"Lo custodirò gelosamente, come tutto il resto che mi hai donato!"
La baciò dolcemente.
"Dopo gli esami, vieni a vivere da me..." aggiunse "quell'appartamento triste che hai non ti si addice!" le fece l'occhiolino Michiru.
Haruka rimase piacevolmente sconvolta.
La bocca le si paralizzò semi aperta per lo stupore.
"Solo se prendiamo un cane! questa è una clausula molto importante!" disse ridendo appena si riprese.
"Un cucciolo? Mi basti tu di bestia nel mio letto!"
"Ah sarei una bestia?!"
Michiru si mise a ridere correndo per la casa inseguita da Haruka.
"Guarda che non mi scappi! sono una bestia che corre veloce!"
Si ritrovarono nel grande giardino a rincorrersi attorno alla fontana che si trovava al suo centro.
I colori sgargianti dei fiori e del prato verde brillante accecavano Haruka.
Una felicità riscoperta le scaldava il cuore, come i raggi del sole che andavano ad appoggiarsi sulle sue spalle scoperte dalla canottiera bianca.
Michiru era la sua primavera, la sua gioia, la sua voglia di vivere.
La ragazza dai capelli blu che le ricordavano le onde del mare rallentò cercando di riprendere fiato.
Haruka la prese.
Le cinse i fianchi da dietro e appoggiò il mento alla sua spalla.
Inspirava il profumo dei suoi capelli.
Un senso di pace e calore la travolse.
"Ti ho presa!" 
"Solo perchè ho rallentato!"
"Non mi darai mai ragione vero?"
"Mai, mia cara!"
Anche se la stingeva a se come fosse la sua prigioniera Haruka si accorse di una cosa.
La prigioniera non era Michiru, era lei.
Era prigioniera del suo amore.
E quella prigione, quella condanna, era la sua preferita. 
Non l'avrebbe cambiata per nulla al mondo.
"Ti amo, Michiru!"
 
Quelle tre parole danzarono nel vento che infranse le onde di un mare calmo e limpido.
Il suo cuore era in tempesta, ma esplodeva di gioia.
 
Michiru sorrise.
"Ti amo anche io!"
Fu come tornare a casa dopo un lungo viaggio.
 
Aveva ritrovato la sua Haruka.
 
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Volevo aspettare a postarlo, non ce l'ho fatta!
Back to home, ritorno a casa...ho dato questo titolo all'ultimo capitolo perchè per entrambe è stato come tornare a casa, l'aver ritrovato la propria memoria e la propria vita.
Forse per qualcuno sarà un capitolo inutile. Per me è la conclusione di questa prima ff più adatta. 
In un passaggio riprende il titolo della fan fiction, che è anche la prima canzone che mi ha ispirata per scrivere tutto questo.
Riprende il fatto che loro sono e saranno incatenate non solo dal destino che le aveva unite ma dal loro stesso amore.
Sicuramente è ancora più corto del solito ma si rovinerebbe a tirarlo per le lunghe, secondo la mia opinione. Quindi va bene così, spero piaccia anche a voi.
La tradizione Giapponese del bottone riguarda gli studenti maschi, ma Haruka è un pò il nostro "maschietto"! Non so bene perchè, ma volevo compisse questo gesto che per quanto semplice ha un grande valore a mio avviso.
Ringrazio tutti quanti. E' grazie alla vostra curiosità e al vostro entusiasmo nelle recensioni che sono riuscita a scrivere divertendomi ed appassionandomi ogni volta un pò di più.
Spero che qualcuno di voi seguirà i prossimi due piccoli racconti. (La mia mente malata in deliri notturni ha creato una piccola trilogia. Il primo nuovo capitolo lo posterò o Domenica sera o direttamente Lunedì. Per chi fosse interessato si chiamerà "My final breath for you"). Qualcuno mi ha già detto di si, con mio grande piacere :)
Se così non fosse, vi saluto e vi ringrazio ancora per aver condiviso con me questa piccola avventura!
 
Baci.
La vostra Kat
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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