Rivederti: che strano effetto.

di SlytherinLady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'invito ***
Capitolo 2: *** Il pancione. ***
Capitolo 3: *** Il sorriso. ***
Capitolo 4: *** Stupido. ***
Capitolo 5: *** Una pianta. ***
Capitolo 6: *** Occhiaie. ***
Capitolo 7: *** Una burrobirra, grazie. ***
Capitolo 8: *** Come allora. ***
Capitolo 9: *** Farfalle nello stomaco. ***
Capitolo 10: *** Sarà la Primavera. ***
Capitolo 11: *** Giunchiglie e gelato. ***
Capitolo 12: *** Bocciolo. ***
Capitolo 13: *** Profumo. ***
Capitolo 14: *** Notte di stelle. ***
Capitolo 15: *** Scotto. ***
Capitolo 16: *** Respirare aria. ***



Capitolo 1
*** L'invito ***


Capitolo Uno: L'Invito

Erano i primi di marzo e Neville respirava la primavera alle porte.
La primavera era la sua stagione preferita, significava rinascita, riscoperta e tutto ciò gli era particolarmente congeniale. Anche lui si era sentito un fiore a primavera, quando l’uomo coraggioso assopito dentro di lui era sbocciato in un trionfo di profumi e colori.
Si guardò intorno notando compiaciuto che nella serra erano iniziati  a sbocciare i primi fiori e tutto questo portava un innato senso di allegria nelle sue giornate.
Il giovane docente di Erbologia congedò i ragazzi del terzo anno e si trasferì all’interno del castello, nel suo studio. Sistemò sulla scrivania i compiti in classe appena raccolti.
Una gran voglia di vacanza si impossessò di lui quando realizzò quanto ci avrebbe messo a correggerli tutti. Adorava il suo lavoro, ma avrebbe volentieri abolito i compiti in classe e di sicuro la sua sbadataggine affermata non lo aveva mai aiutato nella correzione.
Si lasciò cadere sulla confortevole poltrona di pelle marrone che aveva posizionato nell’angolo più luminoso della stanza, stiracchiando braccia e gambe, quando un rumore alla finestra attirò la sua attenzione.
Riconobbe subito il gufo di Ginny che stringeva nel becco una lettera.
Neville aprì la finestra e fece entrare il gufo, prese la lettera e lo ringraziò dandogli un buffetto sotto il becco.
Riceveva spesso lettere da Ginny e Harry ma quella aveva un aspetto diverso.
La aprì e ne estrasse quello che aveva tutta l’aria di essere un invito ad una festa.
 
Cari vecchi compagni d’avventura,
io e Harry conveniamo completamente che sia giunta l’ora di un ritrovo.
L’evento è organizzato per il primo venerdì del prossimo mese, a casa nostra per le otto.
Sarà un bel modo per ritrovarci e ripercorrere la nostra giovinezza.
Con affetto smisurato,
Ginny.

 
Un moto di malinconia lo scosse.
“Ripercorrere la nostra giovinezza”.
Da quando era diventato insegnante ad Hogwarts si era tenuto spesso in contatto con gli amici più cari, ma non aveva occasione di frequentarli  poi così spesso.
Gli mancavano i vecchi tempi, quando passava praticamente tutti i giorni dell’anno insieme a quegli amici che l’avevano aiutato a diventare l’uomo che era.
Una persona diventa migliore quanto più speciali sono le persone che si trova a frequentare e Neville era diventato un Grifondoro da manuale.
Leale e coraggioso, mantenendo pur sempre una tenera goffaggine, si era costruito una vita che mai si sarebbe aspettato.
Rilesse un paio di volte la lettera chiedendosi se con “compagni d’avventura”, Ginny intendesse invitare una ristretta cerchia o, perché no, l’intero E.S.
Poi pensò che, conoscendo Ginny, avrebbe fatto le cose in grande.
Sorrise all’idea di poter vedere com’erano cambiati i compagni durante quei pochi anni in cui li aveva persi di vista.
L’opportunità di rivedere tutte quelle meravigliose persone che aveva conosciuto e che avevano combattuto al suo fianco gli parve una meravigliosa idea.
  



Ciao a tutti,
eccomi con una nuova Fic. Spero possa piacervi.
L'ho incentrata su Neville perchè penso sia sottovalutato da molti lettori, io lo trovo adorabile a dir poco.
voi che ne pensate?
Aspetto numerosi commenti e suggerimenti.
Un Bacio
Innocent_Princess

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Capitolo 2
*** Il pancione. ***


Neville arrivò, ovviamente, in ritardo.
Aveva perso molto tempo a scegliere la camicia da mettere. Dopotutto non usciva per un’occasione importante da chissà quanto tempo.
Alla fine si era vestito alla meno peggio notando di essere in ritardo di mezz’ora circa e si accorse solo davanti alla porta della casa degli amici di aver messo i calzini bianchi. Errore. Persino lui lo sapeva, Ginny l’aveva fatto cambiare al quarto anno quando erano andati al Ballo del Ceppo.
Non riuscì a trattenere un sorriso ripensandoci.
Suonò il campanello e si presentò una Ginny radiosa, solare e… incinta??
Perché non era stato avvertito della dolce attesa di Ginny?
Neville entrò e abbracciò forte l’amica, baciandola sulla fronte e congratulandosi con lei.
- Davvero non mi aspettavo di trovarti così… lievitata! – disse tenendole le mani e guardandola dalla testa ai piedi.
- Io e Harry non sapevamo a chi dirlo per primo, così vi abbiamo invitati tutti e avreste verificato coi vostri stessi occhi.
- Neville!! – esordì Harry che era appena apparso dalla cucina. – Che bello vederti vecchio mio!! -
- Il piacere è mio, Harry – disse Neville stringendo la mano all’amico. – Ginny mi ha detto, anzi no, ho notato il pancione di Ginny. – aggiunse in un sorriso ampio.
- Eh già, il primogenito Potter – disse Harry con un tono fiero.
- Chi ti dice che sarà un maschio? – lo punzecchiò Ginny.
Neville li vide bisticciare amorevolmente e rise guardandoli scomparire in cucina, nel frattempo varcò la soglia per agganciare il cappotto all’appendiabiti.
- Hermione!! – gridò, notando una massa di capelli riccioluti scendere le scale.
- Neville, o mio dio che bello averti qui!! -
La ragazza in uno slancio abbracciò l’amico.
- Hei, Neville, la pubertà è finita da un pezzo, sei cresciuto ancora?
- No, Hermione, forse sei tu che ti sei abbassata.- rispose lui brioso.
- E non dirmi che sei incinta pure tu!! – aggiunse poi.
- No, non sono incinta, io e Ronald aspettiamo di sposarci per avere figli. – disse lei sorridendo.
- Ma non restiamo qui. Entra, entra. Ci sono proprio tutti. – disse invitandolo ad entrare nel salotto.
Hermione aveva ragione. C’erano proprio tutti: ovviamente Harry accanto a Ginny che sfoggiava il suo bel pancione, Ron che parlava animatamente con Seamus e Dean, poco distante da loro Luna accarezzava una pianta raccontando ad un ragazzo che non aveva mai visto che era piena zeppa di strane creature di cui Neville non aveva riconosciuto il nome.
Calì e Padma, identiche come sempre anche nei movimenti, stavano in un angolo a chiacchierare con Ernie e Justin, quest’ultimo per mano aveva un bimbetto di un paio d’anni al massimo.
Neville salutava tutti i volti che conosceva, regalando ad ognuno di loro un largo sorriso affettuoso.
- Neville! – gridò Seamus. – Vieni qui con noi – aggiunse agitando una mano.
Neville si affrettò a raggiungerli. Dean gli allungò un calice di sidro.
- Ragazzi, senza di me non potete ricomporre il dormitorio. – disse Harry inserendosi nella cerchia.
Mentre parlava e rideva coi suoi vecchi compagni di dormitorio, continuò a perlustrare la stanza.
Non riconobbe una decina di volti, probabilmente mogli, mariti o fidanzati di componenti dell’E.S.
Vide George che parlava con Alicia e un altro ragazzo, mentre teneva la mano di Angelina.
Quante cose erano cambiate dall’ultima volta?
Dall’altra parte della sala notò Susan e Zacharias, accanto a loro una ragazza dai lunghi capelli biondi che Neville ricordava bene.
La vedeva di spalle, ma non gli ci vollero più di due o tre secondi per capire che doveva essere Hannah.
Fece per andare verso di lei per salutarla, ma la voce di Ginny li richiamò – Ragazzi, possiamo trasferirci di la per la cena –  




Eccoci alla fine del secondo capitolo.
Come ho già specificato, adoro Neville e il mio intento è di redimerlo un pò, dato che per di più viene inserito in racconti yaoi :( sia chiaro, non ho nulla contro gli omosessuali ma secondo me Neville è molto più maschio di tanti altri personaggi :) e poi è un ragazzo che ha sempre dimostrato di essere attento all'universo femminile. insomma, ci ha messo meno lui di Harry e Ron ad invitare una ragazza al ballo del Ceppo :) poverooooo!!
Comunque mi sono presa un sacco di libertà sul futuro dei nostri eroi, me ne rendo conto.
Bene, a voi i suggerimenti.

Grazie grazie grazie per i commenti del capitolo precedente, spero di non deludere nessuno nello svilupparsi della storia.
Innocent_Princess

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Capitolo 3
*** Il sorriso. ***


Capitolo 3: Il sorriso.
Neville seguì gli altri nella stanza adiacente al salotto, notando che Harry e Ginny dovevano aver fatto un incantesimo alla sala per farli stare tutti comodi, dato che a occhio e croce dovevano essere una quarantina circa.
Neville non si faceva molti problemi sul posto dove sedersi, dopotutto lui era sempre stato un ragazzo buono e ragionevole e andava d’accordo bene o male con tutti in quella stanza, quindi non si accalcò alla ricerca del posto migliore, come stava facendo Seamus.
- Hey, professore, si segga accanto a me – disse poi questo fingendo reverenza e richiamando la sua attenzione.
Neville lo raggiunse e si sedette. Seamus iniziò subito a parlare con Harry, di fronte a lui, raccontando della società che lui e Dean avevano appena avviato.
Ron, di fronte a lui, stava coinvolgendo Dean in una dettagliata descrizione del luogo che lui e Hermione avevano scelto per celebrare il loro matrimonio.
Accanto a lui si sedette Luna, con il suo misterioso accompagnatore.
- Ciao, Neville. Da quanto tempo non ci vediamo – disse sporgendosi per abbracciarlo in modo tenue ma affettuoso.
- Eh già, me lo sono sentito dire parecchie volte stasera – rispose lui, felice dell’accoglienza di tutti ma lievemente imbarazzato.
- Ti presento Rolf, Rolf lui è Neville, un mio caro amico – disse Luna.
Il ragazzo strano vicino a lei si sporse e fece a Neville un semplice cenno con la testa, senza proferire parola. Neville lo trovò addirittura più insolito di Luna.
- Beh… bene, piacere – disse Neville ritraendo la mano che aveva prontamente slanciato verso il ragazzo.
- Il tuo lavoro come va? – disse Luna, evanescente come sempre.
- Oh bene, benissimo grazie. Il lavoro di insegnante è fantastico e molto appagante – rispose Neville – e il tuo? Cosa stai studiando al momento? – aggiunse poi.
- Al momento sono molto concentrata sul Ricciocorno Schiattoso. Mio padre dice di averne visto un altro in giardino. Sono creature sfuggevoli ma sono molto fiduciosa. – rispose lei.
- Oh, guarda Rolf: nel centrotavola c’è una nidiata di Nargilli. – disse poi sospendendo la conversazione con Neville.
Lui ne approfittò per perlustrare ancora un po’ i suoi commensali.
In fondo al tavolo Lavanda e Calì si osservavano gli smalti alle unghie, intente in una fitta conversazione, dall’aria tutt’altro che interessante.
Michael, di fronte a loro, fingeva di essere interessato, Neville aveva sentito dire da Ginny che lui e Lavanda si fossero fidanzati.
Vide George carezzare i capelli di Angelina, mentre ascoltava Lee che molto probabilmente, considerò Neville, stava raccontando una delle sue più esilaranti barzellette.
Spostò lo sguardo dall’altra parte del tavolo e vide Susan che stava coccolando il piccolo bimbetto che Neville aveva visto prima per mano di Justin. Cavoli, pensò Neville, quante cose si era perso.
Sentì lo stomaco contorcersi quando si spostò ad osservare la ragazza accanto a Susan, che sorrideva e parlava animatamente.
“Oddio, oddio, oddio!” pensò Neville.
Fu proprio mentre lui la guardava perso nei propri pensieri che Hannah si voltò.
“E adesso?” si disse mentalmente Neville.
- Ciao Neville! – disse lei, allargando il sorriso.
Quel meraviglioso caldo sorriso che lui aveva sempre adorato.
Neville si alzò meccanicamente in piedi.
- Ciao! – disse, poi scostò la sedia e si avviò verso il bagno.
  


Eccoci al termine del terzo capitolo. Spero sia stato di vostro gradimento.
Un grazie alle mie commentatrici preferite:
Beatriz Aldaya, AnneEvans e chia.
E' bello avere qualcuno che ti sostiene sul tuo percorso. ^^ e qui ci scappa la lacrimuccia... XD
Attendo anche i vostri suggerimenti.
Un bacio
Innocent_Princess

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Capitolo 4
*** Stupido. ***


Capitolo 4: Stupido.


Mentre camminava per il corridoio in cerca del bagno si batteva la mano sulla fronte rimproverandosi della reazione poco intelligente che aveva avuto.
Fino a poco prima era pronto ad andare lui stesso a salutarla. E ora? Ora il suo sorriso l’aveva completamente inebetito.
Hannah gli faceva quell’effetto. Lo faceva tornare il bambino goffo e impacciato che era stato.
Credeva che averla persa di vista avrebbe curato i margini di quella che lui stesso aveva definito una semplice “infatuazione”, una cotta adolescenziale.
- Hey, Neville, che succede? – era Ginny. Teneva le mani curve dietro la schiena per sostenersi.
- Oh, io, ehm… urgenza. – si affrettò a dire lui indicando la porta del bagno poco distante.
- A me è sembrato un momento di “urgenza” un po’ strano. – disse lei con un lieve sorriso.  - Hannah? Ti fa ancora quell’effetto, vero? Lei lo sa? – aggiunse poi, notando che l’amico aveva iniziato a sbattere la testa contro il muro del corridoio.
- No e non lo deve sapere. Mai. – rispose Neville, guardando Ginny, serio.
- Va bene. -  disse Ginny poco convinta, dando una lieve carezza al ragazzo  - Ora però torniamo di là. –
Neville respirò un po’ di coraggio e seguì Ginny in sala da pranzo.
Si guardò bene dal non incrociare di nuovo lo sguardo di Hannah.
Avendo preso questa grande precauzione la serata proseguì al meglio. Neville si rese conto di non essersi mai divertito tanto.
Non credeva davvero che ricordare i momenti della scuola l’avrebbe rilassato in quel modo.
Dopo cena si trasferirono nuovamente in salotto, dove Harry tirò fuori la sua scorta personale di Whiskey Incendiario. A Neville non ci vollero più di due o tre bicchierini per sentirsi decisamente brillo.
Ballarono e cantarono fino a notte fonda, si sentiva bene.
Neville percepiva l’allegria della stanza e per un po’ si dimenticò della promessa che si era fatto di non guardare più in direzione di Hannah.
E fu questione di un secondo, secondo in cui sentì un tonfo al cuore.
Vide un ragazzo biondo abbracciare Hannah e stamparle un leggero bacio sulla guancia. 



Chi sarà il misterioso ragazzo che coccola la nostra adorata Hannah? riuscirà prima della fine del mondo il nostro Neville a tirare fuori gli attributi?
lo scoprirete solo leggendo...
hahahaha.
GRAZIE a tutti quelli che hanno messo la fic nei preferiti, nelle seguite e nelle ricordate.
un bacio
Innocent_Princess

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Capitolo 5
*** Una pianta. ***


Capitolo 5: Una pianta. 

Avrebbe preferito essere una delle sue tanto adorate piante in quel momento.
Se fosse stato un vegetale non si sarebbe manifestato nessun sentimento dentro di lui, quindi non avrebbe preso alcuna cotta per una ragazza e si sarebbe dunque preservato da qualsiasi scottatura che questo comportava.
Si avvicinò a Ginny e, fingendo disinteresse, le chiese: -Chi è il biondino? – accompagnò alla domanda un debole cenno col capo.
- Non ne ho idea – disse lei, sincera – ma posso informarmi – si affrettò ad aggiungere.
- Non importa. – rispose Neville, incerto.
- Oh Neville, lascia perdere. Sei più trasparente di un bicchiere d’acqua – gli disse l’amica.
- Dici che è così evidente? – chiese lui.
- Abbastanza, ora scusami ma mi devo occupare di una cosa. – disse Ginny.
- Susaaaaaan! – trillò poi, allontanandosi dal lui.
 
Oddio. Se Ginny partiva non c’era modo di fermarla.
“Ok, Neville, al massimo ti rifugerai nel castello per il resto dei tuoi giorni, la McGranitt tutto sommato è simpatica” si disse mentalmente.
 
Neville sentiva un profondo senso d’ansia gonfiarsi nello stomaco ma provò a non pensarci e a godersi la fine della serata.
Si inserì in una fitta conversazione tra Harry e George sul Quidditch, argomento che non aveva mai toccato sensibilmente Neville, quella sera però diventò immensamente interessante.
Tutto lo avrebbe entusiasmato di più della verità su Hannah.
Avrebbe preferito ignorare per sempre chi fosse il biondo che la coccolava, tornare a casa e dimenticarla una volta per tutte.
Le donne non facevano per lui. No, decisamente non era portato.
- Neville, caro, puoi aiutarmi con questo vassoio? – disse all’improvviso Ginny, che portava in grembo un enorme vassoio pieno di calici.
Neville lo afferrò e accompagnò l’amica in cucina.
La rossa si assicurò che non ci fosse nessuno oltre a loro.
- Quello lì è l’accompagnatore di Hannah. Ho già dimenticato il suo nome, qualcosa tipo John, Jim… -
- Ok! Ho afferrato. È impegnata. – la interruppe Neville, sospirando.
Ginny smise di pensare al nome del biondo, riservando a Neville uno sguardo di rimprovero.
- Eh no, bello mio, corri troppo con quella testolina. Ho detto che la accompagna. Le fa la corte da un po’ ma pare che lei la stia tenendo per le lunghe.
- E quindi? – disse lui, senza capire.
- E quindi, fidati di me. – disse la rossa ammiccando.
Tornarono in salotto.
Neville raggiunse i ragazzi e si reinserì nella conversazione, ma la sua mente era occupata da altri pensieri.
Di tanto in tanto gli scappava di guardare verso Hannah.
“Mio dio quanto è bella” considerò, osservando i fluidi capelli biondi della ragazza che le carezzavano i dolci lineamenti del viso cadendole sulle spalle.
Si imbambolò a guardarla, di nuovo, quando all’improvviso Hannah si voltò e, vedendolo, gli sorrise, di nuovo.
Questa volta lui mantenne la calma, ricambiando il sorriso.
Vide la ragazza congedarsi da una conversazione con Justin e farsi strada verso di lui.
“E adesso?” pensò Neville. 



Ciao a tutti miei pochi ma buoni lettori.
Come vedete la mia storia procede a capitoli brevi, questo perchè li scrivo al momento, non mi piace ritornare su un capitolo in un secondo momento, quindi mentre ho la mente concentrata lo termino, direttamente.
Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
Un bacio grande alle mie sostenitrici!
In particolare chia che sostiene ogni mio capitolo.
Innocent_Princess

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Capitolo 6
*** Occhiaie. ***



Capitolo 6: Occhiaie.

Neville voleva parlare con Hannah, desiderava sentire nuovamente la sua voce. Allo stesso tempo però voleva andare via e non impastarsi in sentimenti più grandi di lui.
Era a pochi metri da lui, che avanzava lentamente con un sorriso smagliante stampato sul volto, quando Neville si sentì afferrare per un braccio.
- Neville, dobbiamo assssolutamente f-f-fare una foto di gruppo tra uomini!! – un Seamus più che ubriaco lo stava trascinando verso il lato opposto della sala, l’aria di chi sta per compiere l’esperienza più esaltante che si possa immaginare. – Poi la ingrandirò e la attaccherò nel mio studio, vero Deeean? – Verissimo fratello. Abbracciami Neville! – Dean, che se possibile era più ubriaco di Seamus, si lanciò sul ragazzo con una decisione tale che entrambi finirono per terra.
Dopo qualche momento di ilarità generale che a Neville non piacque troppo, fecero quella maledetta foto che aveva interrotto il magico momento che lui stava desiderando e temendo insieme.
Quando, però, si guardò intorno per vedere dov’era finita Hannah, la vide scomparire dalla porta principale, col cappotto intorno e il biondino a braccetto.
“Se ne sta andando, idiota.” Si disse.
Ma non riuscì a raggiungere la porta che Luna lo chiamò.
“Questa sera si sono messi d’accordo per ostacolarmi” pensò.
 
La festa terminò col sorgere del sole.
Neville continuava a ripetersi che non si era mai divertito tanto.
Salutò Hermione e Ron, poi Harry e infine Ginny.
- Rimarrai single tutta la vita se non ti muovi. – gli disse assicurandosi di non essere sentita.
- Io sto benissimo così, Gin. Non ti preoccupare. – mentì lui.
- Ok, ok. Ricordati che per me resti cristallino. – disse lei, abbracciandolo.
Neville tornò al castello, ebbe a malapena il tempo di cambiarsi che era già ora di recarsi in sala grande per la colazione.
Si guardò velocemente allo specchio, cercando di ricordare quale fosse l’incantesimo che sentiva spesso fare da sua nonna per coprire le occhiaie.
Ma poi lasciò perdere, gli studenti non se ne sarebbero mai accorti e la McGrannit era ormai troppo anziana per notarle.
Scivolò fuori dallo studio, era talmente stanco che non si accorse dell’ombra dietro di lui.
- Per la barba di Merlino, Paciock! Ci siamo divertiti ieri sera? – gracchiò Minerva, osservando severa Neville.
- Oh, ehm… veramente sì. – ammise lui. Sapeva di non poter mentire alla vecchia professoressa.
La McGranitt sorrise. – Vedi di non dare troppo nell’occhio ai tuoi studenti, vogliamo dare il buon esempio no?. –
- Già. Mi scusi. – rispose lui.
- Per Morgana, siamo colleghi. La smetterai di darmi del lei prima o poi? – aggiunse lei prima di uscire dalla porta.
- Credo che non ce la farò mai. – confessò Neville.
Il giovane congedò la professoressa e si diresse direttamente alle serre, senza fare colazione.
La prima classe arrivò puntuale e lui tenne la peggiore lezione della sua carriera: era assonnato, stanco e per di più continuava a pensare ai lunghi capelli biondi di Hannah.
La mattinata passò svelta e a pranzo si ritrovò accanto alla McGranitt.
- Paciock, ti ricordo che questo weekend c’è l’uscita a Hogsmeade.
Grandioso. Un po’ di relax era quello che ci voleva.
- Benissimo professoressa, avevo proprio bisogno di un po’ di tranquillità. Me ne starò al castello a riposare. – disse lui, soprappensiero.
- Oh, no, no, no. Tu  devi assolutamente venire a Hogsmeade. Il preside ha organizzato un momento di svago per noi insegnanti ai Tre manici di scopa.
Dice che sarà un modo per saldare i rapporti.
Perfetto. Addio riposo.
Neville si arrese al pensiero che quel weekend sarebbe stato una noia da morire. 




Grazie, grazie, grazie a tutti per i commenti e per la solidarietà.

grazie anche ad Ale per il consiglio, cercherò di migliorare ^^

un bacio.
Innocent_Princess 

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Capitolo 7
*** Una burrobirra, grazie. ***


Capitolo 7: Una burrobirra, grazie.

Gli studenti erano tutti eccitati come sempre al pensiero di andare ad Hogsmeade. Pure i professori vedevano ogni uscita come un buon momento per bere qualcosa in amicizia e sforare dalla monotonia scolastica.
Solo un professore trovava l’uscita ad Hogsmeade un buon momento per rimanere al castello, in quel giorno silenzioso e quieto, e rilassarsi.
Ma questa volta il professor Paciock non aveva scelta, avrebbe dovuto accodarsi agli altri insegnanti in una “allegra bevogia” (così l’aveva definita la McGranitt).
Il mattino seguente si svegliò in ritardo, tanto che gli altri insegnanti e gli alunni s’erano già recati ad Hogsmeade, per una volta Neville si compiacque della propria sbadataggine.
Indossò in fretta la vestaglia da camera e si sedette sulla solita poltrona di pelle marrone, aprendo un grosso libro sulle piante magiche di montagna che Hermione gli aveva regalato nell’ultimo Natale, quando notò sulla scrivania un biglietto piuttosto vistoso.
Neville rabbrividì nel riconoscere la calligrafia di Minerva:
“Ho tenuto utile non disturbarti per permetterti di recuperare un po’ di sonno, malgrado questo ti aspettiamo ai Tre Manici di scopa non appena leggi questo biglietto, mi raccomando.
Ps: il foglio è incantato, ciò significa che verrò avvertita non appena lo prenderai in mano.”
Peggio di sua nonna Augusta.
Neville vide svanire ogni sua speranza di relax in quel post scriptum.
Posò il libro sulla scrivania e si vestì di malavoglia.
Poche decine di minuti dopo si trovava ad Hogsmeade, di fronte ai Tre Manici di scopa.
Trasse un respiro profondo ed entrò.
Vide qualche studente salutarlo, così lui ricambiò educatamente con un cenno del capo e si diresse verso il luogo di ritrovo.
Aprì la porta della stanza notando che tutti gli insegnanti ridevano e scherzavano tra loro. Molti di loro, si giurò Neville, non li aveva mai visti sorridere.
“Oh Paciock, finalmente sei arrivato. Siediti qui accanto a me.” Disse il preside, che aveva le guance molto rosse.
“Perfetto, sono già tutti brilli.” Si disse Neville, sorridendo tra sé e sé.
Si sedette accanto al preside, poi si chinò per allacciarsi una scarpa.
“Cosa le porto, professore?” disse una voce femminile.
“oh, una burrobirra, grazie.” Disse lui senza alzare la testa.
“Signorina Abbott, posso avere un'altra acquaviola?” trillò la McGranitt allegra.
“Abbott? Ha detto Abbott?” pensò Neville, alzando lo sguardo e irrigidendosi come un suricata che ha avvertito un pericolo.
“Ma certo, professoressa.” Rispose la stessa voce che poco prima si era rivolta a lui.
“E’ lei, è qui. Respira e stai rilassato. Devi sembrare naturalmente sorpreso nel vederla ma non troppo.” Si disse Neville.
Non passò molto che la ragazza tornò dirigendosi verso Neville con il boccale in mano.
“Ciao, Neville.” Disse Hannah con un sorriso ed inclinando leggermente la testa.
“Ciao Hannah” disse lui semplicemente.
“Io no-non ti avevo riconosciuto prima” disse lei posando il boccale di fronte a lui.
“Io nemmeno.” Rispose Neville, che si sentiva terribilmente impacciato.
“Beh, torno a lavorare.” Disse lei, indicando la porta.
Pareva imbarazzata almeno quanto lui, notò Neville.
Lei si voltò per dirigersi verso la porta.
“Seguila, stupido” si disse.
Ma questa volta le gambe non gli ubbidirono.
Quando il preside e gli altri insegnanti decisero che era giunta l’ora di dirigersi verso il castello, Neville si congedò dichiarando che preferiva fare un giro per i negozi di Hogsmeade.
Si alzò da tavola per ultimo, quando vide entrare nella sala Hannah.
Solo quando tutti i professori se ne furono andati, Neville si decise a parlare.
“Allora, Hannah… da quanto lavori qui?” disse, senza guardarla negli occhi per paura di bloccarsi.
“Più o meno da sei mesi” disse lei, mentre ripuliva il tavolo con uno straccio umido.
“Non sapevo fossi così vicina ad Hogwarts” disse lui, sempre omettendo di alzare lo sguardo, fisso sul boccale vuoto.
“E io non sapevo che fossi ad Hogwarts” disse lei in una risata leggera.
“Magari potremmo vederci un giorno di questi.” Disse lui. Un secondo dopo si sentì un imbecille. Davvero l’aveva detto? Mio dio l’avrebbe sicuramente considerato un fesso totale. Decise di tentare il rimedio “ovviamente da vecchi amici…”
“Certo” lo interruppe lei. “Mi farebbe davvero piacere.” Aggiunse poi, arrossendo lievemente.
“Bene, allora, ci sentiamo ok?” disse lui infilandosi il mantello.
“Certo, ciao, Neville.” Rispose lei, distogliendo lo sguardo e chinandosi poi a pulire il tavolo.
Neville uscì dai Tre Manici di scopa rinato.
Numero uno: aveva parlato con la ragazza che le piaceva.
Numero due: aveva trovato il coraggio di invitarla ad uscire.
Numero tre: lei aveva accettato.
Gli sembrò di camminare ad u paio di spanne da terra, nel tragitto che lo condusse al castello. Quella notte dormì sogni sereni. 


Ciao a tutti!
Eccomi col settimo capitolo, lievemente più lungo rispetto ai miei standard perchè l'ho scritto in un arco di tempo maggiore del solito.
^^ spero vi piaccia.
Grazie come sempre a chi recensisce con zelo.
Grazie a June, sono in attesa di aprire il nostro fanclub tesoro!!
un bacio a tutti i lettori muti, siete comunque preziosissimi.
Innocent_Princess

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Capitolo 8
*** Come allora. ***


Ciao a tutti, mi scuso per non aver aggiornato prima ma ho ripreso le mie regolari attività quindi non ho più molto tempo libero.
Spero che anche questo capitolo vi piaccia, anche se io non sono affatto soddisfatta. =_=’’
Un bacio a tutti.
Innocent_Princess

 
Capitolo 8: Come allora.
Il mattino Neville seguente si svegliò di buon’ora.
Era ancora euforico e decise di mandare subito un gufo a Ginny per raccontarle tutto.
Nello scrivere ciò che gli era sembrato un’impresa eroica si accorse che non aveva fatto granché. Aveva semplicemente rivolto la parola ad una ragazza e l’aveva invitata ad uscire amichevolmente.
Eppure lo stomaco si contorceva in maniera esasperata e sentiva un tonfo al cuore appena si soffermava a pensare alla voce di Hannah.
 
Ricordava ancora quando aveva iniziato a guardarla come una “ragazza” e non più come ad una semplice compagna di classe.
Ripensò a quel giorno che la vide, seduta su una scalinata, mentre ripassava gli incantesimi di Difesa contro le Arti Oscure, mentre parlava tra sé e sé senza emettere alcun suono e mimando i movimenti della bacchetta.
Aveva le gote leggermente arrossate per il freddo pungente che c’era stato quell’inverno e i capelli leggermente in disordine, rispetto al solito.
Lei si era accorta della sua presenza ed aveva alzato lo sguardo, poi gli aveva sorriso e lo aveva salutato, per poi tornare ai suoi incantesimi.
Fu in quel sorriso e in quello sguardo che Neville non riconobbe più Hannah Abbot, la dolce tassorosso. Quel giorno aveva visto una giovane donna determinata.
Neville si era ritrovato spesso, da allora, a guardare incantato la ragazza mentre parlava e rideva.
 
Sorrise ripensando alla scuola.
 
Terminò la lettera e la spedì a Ginny, quando notò in lontananza un gufo avvicinarsi.
“Non può essere già Ginny” si disse Neville. “Ok, è una donna molto sveglia, ma non può avermi letto nel pensiero”.
Mano a mano che il gufo si avvicinava, Neville si accorse di non averlo mai visto prima.
L’uccello atterrò sulla finestra e consegnò al ragazzo una lettera.
Neville, curioso, la aprì.
La calligrafia era inconfondibile.
 
Cari amici,
è con immenso piacere che io e Ronald annunciamo ufficialmente il nostro ormai prossimo matrimonio.
È nostra intenzione invitarvi per i convenevoli, il prossimo sabato pomeriggio, per l’ora del Thè.
Saranno ben accolti i vostri eventuali accompagnatori.
È gradita la conferma.
Hermione
 
 
Neville sorrise per due motivi.
Anzitutto Hermione non era cambiata per niente.
Tutta quell’informalità e quella cura erano un marchio di precisione e attenzione che le appartenevano indiscutibilmente.
Secondo motivo, sorrideva perché aveva realizzato di non essere l’unico a fare le cose con calma, dopotutto.
Ron ed Hermione, ad esempio, si amavano praticamente da sempre, eppure dovevano ancora sposarsi.

Posò la lettera sulla scrivania e rispose all’invito.
Decise di essere avventato e di scrivere ad Hermione che ci sarebbe andato accompagnato.
“Neville Paciock, tu sei troppo sicuro di te.” Disse ad alta voce.
Ma non gli parve un cattivo pensiero.
Dopotutto Hannah era la ragazza più bella che avesse mai visto e lui ora era deciso a conquistarla. 

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Capitolo 9
*** Farfalle nello stomaco. ***


Capitolo 9: Farfalle nello stomaco.

Non sapeva perché si stava incamminando verso Hogsmeade.
Anzi, in realtà lo sapeva: Hagrid gli aveva chiesto di uscire a bere un goccetto. E lui, senza riflettere due minuti, aveva accettato.
Erano sgattaiolati fuori dal castello, senza dare troppo nell’occhio.
- Te non ti svaghi molto, eh Neville? Da quando sei professore sei diventato un vero uomo. Che è bello ma ti diverti poco. – gli disse Hagrid, mentre camminavano verso il villaggio.
- Mi piace il mio lavoro. – commentò semplicemente Neville.
Ma Hagrid pareva non aver sentito la risposta del giovane.
- Ho ricevuto l’invito di Hermione. Era ora che lei e Ron si sposano.- disse il mezzogigante. – Forse è ora che prima o poi ti ci trovi anche te una bella donna eh Neville? -
- Si e no. – rispose Neville – Sono giovane. – aggiunse poi.
In realtà nella sua testolina pensava che si sentiva effettivamente solo.
Iniziava a sentire il bisogno di una persona che gli stesse accanto.
 
 
Neville sperava davvero che Hagrid volesse andare alla Testa di Porco, come era solito, ma il mondo gli crollò addosso quando videro un minuscolo biglietto appeso vicino alla maniglia del locale che diceva: Oggi chiuso.
“Perché? “ si chiese Neville.
- Mi sa che ci tocca andare ai Tre Manici di Scopa stasera. – commentò Hagrid. – Andiamo. -
Neville si sentiva sinceramente confuso: da una parte aveva una voglia incredibile di vedere Hannah, dall’altra aveva paura di affrontarla.
Si chiese se fosse normale provare così tante emozioni per una ragazza.
Hagrid gli fece strada ed entrò seguito da Neville, già rosso in viso.
- Ecco, sediamoci qui. – disse Hagrid indicando due sgabelli un tavolo nell’angolo. – Ciao Hannah. – aggiunse poi, sventolando la manona.
Neville si voltò verso il bancone del bar, riconoscendo la sua Hannah.
Portava i capelli legati in un’alta coda di cavallo e le guance erano lievemente rosse. Quanto adorava quelle guance.
Mentre si perdeva nella radiosa bellezza della barista, Hagrid richiamò la sua attenzione.
Si sedettero, Neville scelse un posto che gli permettesse di tenere d’occhio il bancone.
Non riusciva a seguire la metà dei discorsi che gli faceva l’amico, perché uno stormo di farfalle si esercitavano in maestose coreografie nel suo stomaco.
I suoi pensieri vorticavano veloci.
“Oddio, quanto era bella.
Oddio, quanto avrebbe voluto avvicinarsi a lei.
Oddio, se solo avesse potuto sfiorare la sua candida pelle.
Oddio, ma chi è quello?” i suoi dolci pensieri vennero interrotti da una visione spiacevole.
Lo stesso biondino che aveva accompagnato Hannah alla festa dai Potter si era appena seduto sullo sgabello più vicino a lei, accanto al bancone.
“Quel Jhonny, Jimmy, Geoffrey o come cavolo si chiama non deve avvicinarsi alla mia donna.” Si disse alzandosi in piedi, con calma e determinazione.
- Scusa un secondo, Hagrid – disse al mezzogigante, interrompendolo. – vado a ordinare un altro giro di whisky incendiario… ne vuoi? -
- Ehm… ok. – rispose lui, senza capire troppo bene le intenzioni del giovane mago.
Neville si avvicinò al bancone con aria minacciosa. Hannah lo notò e gli riservò un sorriso dei suoi, di quelli che secondo Neville sapevano di miele e zenzero.
- Ciao Neville. – disse infine.
Neville rispose al saluto a lanciò uno sguardo intimidatorio al biondino.
- Lui è Jerry, Jerry questo è Neville… un mio vecchio amico. – disse lei.
- Tanto piacere. – lo liquidò Neville, fingendo disinteresse. – Oh, Hannah. Se passo da te domani sera per che ora ti trovo? – aggiunse, rivolgendosi unicamente alla sua donna.
Sullo sguardo di Hannah coesistevano sorpresa, smarrimento e curiosità.
- Oh, ehm. Domani sera sono chiusa quindi mi trovi quando vuoi. – disse, sistemando con un gesto impacciato una ciocca ribelle dietro l’orecchio.
- Perfetto. Sarò da te dopo cena. – gli disse Neville. – A domani. -
Neville si sentiva ancora più eroico dell’altro giorno.
Raggiunse Hagrid al tavolo e si riaccomodò, più rilassato.
- Hey, ma i nostri Whisky? – domandò Hagrid, perplesso.
- Io li ho scordati. – rispose Neville. – Scusa, amico. – disse senza mai distogliere lo sguardo dal bancone.
Compiaciuto, notò come Hannah di tanto in tanto buttasse lo sguardo verso di lui, accennando un sorriso e abbassando timidamente gli occhi ogni qualvolta si accorgesse che Neville si voltava verso di lei.
“Altroché farfalle” pensò Neville “dentro lo stomaco ho milioni di aquile”. 




Grazie, grazie e grazie a chi continua a recensire.
in particolare ad Ale, che non si perde un capitolo, a chia, che mi ha motivato, e ad AnneEvans, che come al solito non si dimentica di recensire.
Ma grazie anche a chi legge e basta. a me va bene anche così.
un bacio a tutti.
Innocent_Princess

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Capitolo 10
*** Sarà la Primavera. ***


Capitolo 10: Sarà la primavera.
 
“Stupido che non sei altro.” Si stava dicendo Neville. “Bravo, hai fatto l’eroe ma hai dimenticato un piccolo dettaglio: dove abita Hannah?”
La risposta a questo quesito arrivò prima ancora che il giovane mago potesse iniziare a preoccuparsi seriamente.
Un biglietto lilla spiccava su tutti tra la posta del mattino.
 
Caro Neville,
questa sera ti aspetto nel mio locale per le nove e trenta.
Ansiosa di vederti,
Hannah

 
Perfetto, non avrebbe dovuto inventarsi nulla di strano, Hannah era addirittura ansiosa di vederlo e lo aveva anticipato di un soffio.
Ai Tre Manici di scopa, dunque.
“Così non farai la figura del fessacchione, vecchio mio.” Si disse il ragazzo.
Il giovane professore passò tutto il giorno a pensare a cosa mettersi quella sera, tanto che veniva spesso richiamato dai suoi studenti perché perdeva il filo del discorso.
- Professore? – gli aveva detto uno studente del quinto anno. – Ultimamente è strano. Non sarà mica innamorato?? – aveva aggiunto, suscitando una certa ilarità  tra i compagni.
Una ragazzina del secondo anno gli aveva addirittura fatto notare che stava versando troppa acqua in una pianta.
E, per finire, una studentessa del sesto anno gli aveva sfrontatamente detto che aveva qualcosa di nuovo nello sguardo che lo rendeva più affascinante.
Perfetto, stava riformando in peggio la sua immagine di rispettabile professore.
 
Quella sera la McGranitt lo chiamò nel suo ufficio.
- Paciock, gli studenti mi riferiscono che ultimamente sei, come dire, “distratto”. – disse lei, guardandolo da sopra gli occhiali. – Ora, ricordo benissimo che la puntualità e la precisione non ti sono mai appartenute, ma nella tua materia non hai mai sbagliato un colpo da quando sei qui. -
Era tremendamente seria.
- Mi perdoni, professoressa. Sarà la primavera... – provò a sdrammatizzare lui, fissandosi le scarpe.
- Vediamo che questa signorina Primavera non influenzi il tuo rendimento ancora per molto. Sei un docente di un’importante Scuola di Magia. E come tale hai delle responsabilità.
- Sarà fatto, professoressa. Mi scusi. – disse in fretta Neville, lo sguardo sempre basso.
- Ma che diamine dammi del tu. – disse la McGranitt, ribadendo un concetto che ormai Neville non sopportava.
- Le darò del tu quando la smetterà di trattarmi come un bambino. – rispose Neville, con una punta di acidità nella voce. Questa volta la guardava in faccia.
Minerva lo fissò e gli occhi le diventarono lievemente lucidi.
- Scusami, a volte non mi rendo conto che sei diventato un uomo. Se ti richiamo lo faccio per te. – disse la professoressa.
“Mio dio, ho ferito la McGranitt” si rimproverò Neville.
- Non fa niente. Sono stato impulsivo. Ma vedi, mi sono innamorato ed è una cosa nuova per me. – disse timidamente alla professoressa che per lui era sempre stata una figura di riferimento, un po’ come sua nonna.
- Ma è una cosa che puoi gestire. Ti basta dosare lavoro e sentimenti. So che ce la puoi fare. Non voglio che sottovaluti il tuo lavoro. Sei brillante e la scuola perderebbe un ottimo elemento. – confessò la McGranitt.
- Grazie, Minerva. – disse Neville prima di uscire dall’ufficio della vice preside.
- E’ la Habbott, vero? – chiese la professoressa.
Neville restò di stucco. – Mi sono accorta di come la guardavi a scuola. Non sarò più poi così giovane ma di queste cose me ne intendo. – aggiunse lei.
- Davvero attenta. Non smetti mai di stupirmi. – disse Neville, realmente meravigliato.
- Secondo me hai delle chances. – disse la professoressa, sorridendo. – Ci vediamo a cena, Paciock. -
 
Neville durante la cena ripensò a quello che le aveva detto la McGranitt.
Effettivamente aveva perso un po’ di smalto. Ma si ripromise di non pensare più ad Hannah, mentre lavorava.
 
Dopo cena Neville sentiva il cuore battere ogni secondo che passava sempre più velocemente.
L’ora prestabilita si stava avvicinando pericolosamente.
Il giovane professore optò per un paio di jeans e una camicia bianca.
Semplice ed efficace.
Si riempì del profumo che Ginny gli aveva regalato per il compleanno, tanto da lasciare la scia per i corridoi.
Notò compiaciuto come un paio di ragazzine si fossero fermate ad annusare il profumo che si lasciava alle spalle, guardandolo e ridacchiando tra loro sognanti.
“Abbott, sei mia.” Si disse, convinto. 

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Capitolo 11
*** Giunchiglie e gelato. ***


Capitolo 11: Giunchiglie e gelato.

“Un bel respiro profondo.
Pancia in dentro.
Spalle indietro.
Ok, sei perfetto, vecchio mio.!”
Neville si stava studiando attentamente, di fronte alla porta del locale.
Di certo Hannah lo aveva visto migliaia di volte in stato ordinario.
Ma quella non era un’occasione ordinaria.
No, di certo.
Quello era un appuntamento. Il suo primo appuntamento. La sua grande occasione.
Bussò alla porta, un po’ troppo forte, forse.
Teneva un mazzolino di Giunchiglie strombazzanti che aveva coltivato con tanto amore in mano e lo tese in avanti non appena si spalancò la porta.
- Grazie, Neville. Non dovevi. – disse la delicata voce di Hannah.
Neville si beò della visione che gli si presentava davanti.
Era bella. Neville osò addirittura pensare che fosse più bella del solito.
Semplice, come sempre, come piaceva a lui.
Gli aveva riservato uno dei suoi soliti deliziosi sorrisi.
- Beh, non crederai di rimanere lì fuori…  –  disse Hannah, accompagnando una risata cristallina.
Neville si ridestò dai propri pensieri. – Oh, certo che no. Permesso. – disse seguendo Hannah dentro il locale.
Hannah si assicurò di aver chiuso per bene le numerose serrature della porta, poi invitò Neville a seguirla dietro una porticina dietro al bancone che lui non aveva mai notato.
- Abito proprio qui sopra – disse lei indicando la scalinata irregolare che gli si presentava davanti.
Neville la seguì, un po’ imbarazzato, a dire il vero.
Davvero non avrebbe mai pensato di entrare in casa di Hannah al primo appuntamento.
- Spero tu non abbia mangiato troppo questa sera, perché sono stata a Diagon Alley per prendere un po’ di cose per il negozio e sono passata da Florian… - disse Hannah entusiasmata indicando una grossa vaschetta piena di gelato.
- Ho sempre spazio per del gelato. – disse Neville, sorridendole.
- Hey, accomodati. – Hannah lo invito a sedersi sul grande divano arancione in mezzo alla stanza.
Neville era stupito di quanto quella ragazza fosse disinvolta quella sera.
La ragazzina timida con le treccine era completamente svanita nel nulla, ormai.
Hannah gli porse una grossa coppa di gelato con almeno sei gusti diversi.
- Ho preso i miei preferiti. Spero ti piacciano. – disse lei, sedendosi accanto al giovane mago.
- Grazie Hannah – rispose semplicemente Neville.
- Allora, da quanto sei professore ad Hogwarts? – esordì Hannah dopo qualche secondo di silenzio che pareva non passare mai.
Neville iniziò a raccontare ad Hannah della sua carriera come professore, dei suoi studenti e della McGranitt, facendola ridere più volte.
- Sai, Neville, se quando eravamo a scuola mi avessero detto che saresti diventato professore non ci avrei creduto… senza offesa ovviamente. – disse la ragazza, sorridendo.
- beh, grazie. – disse Neville, lievemente in imbarazzo.
- Oh, non fraintendermi. Sei sempre stato un bravo ragazzo. Solo che non ti avrei mai immaginato a tenere una classe. Chissà che fatica. – disse Hannah.
- Io non mi faccio temere dai miei studenti. – rispose Neville. – Basta comprenderli. – aggiunse poi, sorridendo mentre il suo pensiero passava in rassegna i suoi allievi.
- Sei cambiato molto… - disse Hannah.
- No, sono sempre lo stesso. – rispose Neville.
Ma Hannah pareva non averlo sentito.
Lo guardava intensamente, tanto da far arrossire il giovane mago.
- Sono contenta che tu sia qui, Neville. – disse, avvicinandosi un poco più al ragazzo.
Neville a quel punto diventò paonazzo.  



eeeeee... cosa succederà poi?
Vi lascio un pò sulle spine...
GRAZIE INFINITE ancora, per le recensioni...
un abbraccio forte.
Innocent_Princess

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Capitolo 12
*** Bocciolo. ***


Capitolo 12: Bocciolo.
 
- Sono contenta che tu sia qui, Neville. – disse, avvicinandosi un poco più al ragazzo.
Neville era paonazzo.
 
- E tu quando hai scoperto la vocazione per il bar? – si affrettò a chiedere il giovane mago, trangugiando un cucchiaio colmo di gelato che gli diede un po’ alla testa.
Hannah ritrasse i pochi centimetri che aveva fatto sparire tra loro poco prima.
La sua espressione era allegra, ma nascondeva un certo imbarazzo.
Neville se ne accorse, rammaricandosi della sua reazione poco cavalleresca.
Cosa voleva fare Hannah? Voleva forse un contatto più “intimo”?
Neville vagò per un attimo in pensieri che poco lo avevano toccato nella sua adolescenza e che ormai aveva abbandonato diventando adulto.
- Beh, mi è sempre piaciuto il contatto con la gente… - iniziò a raccontare la ragazza.
Neville ascoltò Hannah parlare, studiando ogni minimo dettaglio che contraddistingueva la ragazza.
Per esempio, notò, era una persona che gesticolava molto.
In più aveva una mimica facciale decisamente espressiva.
Si perse a guardarle gli zigomi, poi le guance, poi la bocca.
Un bocciolo a primavera. Che incanto.
Avrebbe voluto baciare quelle labbra.
Davvero. Davvero.
Ma il pensiero di essersi appena giocato la sua opportunità si faceva sempre più opprimente.
- Neville io vorrei che ci vedessimo ancora. – disse ad un certo punto Hannah, abbassando lo sguardo.
Neville si ridestò, chiedendosi come mai perdesse spesso il filo dei pensieri quando era in compagnia di quella ragazza.
- Certo. – rispose il ragazzo. – Si è fatto molto tardi. – aggiunse poi, guardandola timidamente.
- Oh, già. Domani hai scuola. – disse Hannah, alzandosi in piedi.
- Già. – disse Neville.
Erano vicini. Neville arrossì nuovamente.
Fu Hannah a distogliere lo sguardo per prima e ad incamminarsi verso la porta.
Si avviarono giù per le scale, fino all’entrata del locale.
Neville uscì, mentre la ragazza rimase sull’uscio.
- Beh, buona notte. – disse Neville.
- Buona notte, Neville. – rispose Hannah.
Voleva dirle e fare tante cose, ma si limitò a salutarla con la mano e ad andarsene. Lentamente.
Si avviò verso il castello. Nemmeno si accorse che Hannah lo guardava andare via, con un velo di malinconia e lo stomaco in subbuglio.
 
Raggiunto il suo studio nel castello, Neville quella notte non riuscì a dormire.
Il pensiero fisso su Hannah, sulla sua voce di velluto, sulle sue labbra.
Quel piccolo bocciolo primaverile che aveva desiderato per una frazione di secondo baciare.
Si rendeva sempre più conto di come la sua infatuazione si stesse trasformando in un vero e proprio innamoramento.
Stava iniziando a desiderare Hannah sotto tutti i punti di vista.
“Oddio, quanto mi piace.”
Quella notte se lo ripeté più e più volte, sognando Hannah, sognando quel delicato bocciolo.
 
 
Bene, bene.
Perdonatemi se non ho risposto alle vostre recensioni ultimamente ma ho davvero pochissimo tempo. Comunque sono sempre incredibilmente grata per tutto quello che mi scrivete.
Vi adoro ragazze!!
Un abbraccio forte forte…
Innocent_Princess 

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Capitolo 13
*** Profumo. ***


Eccoci qui con l’aggiornamento…
Piccola premessa: questo capitolo ho deciso di spostarmi sul punto di vista di Hannah, per la prima parte del capitolo.
Buona lettura!!! 
Innocent_Princess


Capitolo 13: Profumo.

Non riusciva a dormire, Hannah.
Non riusciva a dormire semplicemente perché la sua mente vorticava pericolosamente sul dolce ragazzo che aveva appena lasciato casa sua.
Non c’erano dubbi: era cotta.
 
Neville se n'era appena andato e lei lo aveva osservato scomparire tra le case del villaggio, poi era risalita in casa, accasciandosi sul divano proprio dove lui si era seduto.
 
Davvero non riusciva a ricordare con precisione quando Neville avesse iniziato a piacerle.
L’aveva sempre trovato molto tenero, una di quelle persone che avresti voluto coccolare.
Tutto a un tratto però quel bambino paffuto era cambiato: era diventato più alto, aveva indurito i lineamenti e aveva assunto un’aria molto più sicura.
Un po’ come il brutto anatroccolo, anche Neville si era trasformato in un maestoso cigno.
Era diventato coraggioso e sicuro di se.
Un uomo valoroso.
Ed era difficile non notarlo.
Decisamente difficile.
Un cambiamento del genere chiunque lo poteva notare.
Ad Hannah non era sfuggito e aveva iniziato a sentire qualcosa di strano che le muoveva le viscere ogni volta che la sfiorava mentre si preparavano alla battaglia.
Un piccolo brivido le attraverso la schiena ripensando all’ultimo anno, al suo desiderio di scoprirlo e di conoscerlo.
Solo che la guerra le aveva impedito tutto questo ed era finita col reprimere i suoi sentimenti ancora nascenti.
Aveva visto in lui una luce diversa negli occhi, come se stesse portando avanti una causa che lo toccava profondamente e intimamente.
Ora, però, non c’erano più guerre che avrebbero impedito ad Hannah di avvicinarsi a lui.
Da quando lo aveva rivisto a casa di Harry e Ginny le si era risvegliato dentro tutto quello che aveva creduto di aver spento.
 
Esalava il profumo che aveva lasciato impresso nella stoffa del divano.
“Che buono.” Pensò Hannah.
E con quel pensiero si addormentò dolcemente.
 
Il mattino seguente si svegliò di buon’ora, un po’ dolorante per la posizione scomoda che aveva assunto sul divano, ma con ancora il profumo di Neville che la stordiva.
Pensava a come sarebbe stato svegliarsi con lui a fianco e sospirò forte.
 
Di colpo, mentre era ancora assorta nei suoi dolcissimi pensieri, si ricordò della festa che ci sarebbe stata da Hermione e Ron e si domandò se a Neville avrebbe fatto piacere andarci con lei.
Magari anche lui provava un qualche piccolo sentimento per lei.
La cosa la assillava profondamente.
“Beh, se rifiuta chiederò a Jerry.” Pensò poi.
Subito dopo si diede della stupida.
Non poteva continuare ad usare Jerry.
Dopotutto era un ripiego, il suo accompagnatore che usava nelle occasioni mondane giusto per non far vedere che era terribilmente sola.
Prese una pergamena e decise di invitare il biondino per chiarire le cose.
“Meglio fare subito.” Pensò Hannah, così invitò Jerry per la sera stessa.
 
***
 
dentro al suo studio Neville ripensava all’appuntamento della sera precedente con un certo orgoglio. Hannah aveva dimostrato di essere interessata a lui e questo gli conferì una certa sicurezza.
Decise che era giunto il momento di invitarla al party di sabato, così si promise di farle una sorpresa e di andare da lei la sera stessa.
“chissà se le farà piacere.” Si domandò Neville.
“ma che dici vecchio mio?” aggiunse subito dopo. “sarà felicissima di vederti.” 

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Capitolo 14
*** Notte di stelle. ***


Capitolo 14: Notte di stelle.
 
Neville nemmeno si accorse della velocità con cui era passata quella giornata, facendo arrivare rapidamente sera.
Nel pomeriggio aveva ricevuto una lettera da Ginny, la quale si era complimentata con lui per l’audacia che aveva recentemente dimostrato.
E gli aveva sfacciatamente ricordato di andare cauto.
Come se ci fosse da preoccuparsi.
Neville non aveva mai osato sfiorare una donna, figuriamoci dunque andare oltre, come intendeva Ginny.
Decise di avviarsi verso i Tre manici di scopa in orario di chiusura, così avrebbe potuto parlare con Hannah nella quiete del locale.
Teso? Decisamente. Temeva in un rifiuto della ragazza, nonostante lei gli avesse comunque dimostrato un certo interesse.
“Mai essere troppo sicuri di una cosa, o si può finire con il prenderla davvero male se le cose vanno storte.” Si ripetè il consiglio che più volte nonna Augusta le aveva dato in passato.
L’anziana signora, che per lui era stata come una madre, aveva spesso e volentieri sfornato buoni consigli come quello, che Neville conservava gelosamente come piccoli tesori.
Erano circa le undici quando raggiunse il locale, le vie di Hosmeade erano deserte e tutto già taceva.
Notò con piacere che Hannah aveva già chiuso il locale, perché le luci erano quasi tutte spente: probabilmente era dentro che riordinava.
Come da manuale si diede una sistematina ai capelli e fece una piccola prova d’alito.
Si avvicinò alla porta d’entrata, ma non notò nessun movimento particolare, così decise di bussare alla porta, ma al primo colpo che diede questa si aprì.
Hannah aveva lasciato la porta accostata. La cosa lasciò stranito Neville che si aspettava di trovare già tutto chiuso. Chissà perché.
Neville aprì del tutto la porta e decise di entrare.
- Hannah? – esordì poi, piano.
Un rumore di pentola che cade quasi spaventò il giovane.
- Neville? Io, ehm, a cosa devo la tua visita? – disse Hannah, che arrivava dalla cucina del locale.
- Volevo farti una sorpresa. – le disse Neville – ci sono riuscito? -
- Eh, direi proprio di sì – rispose Hannah.
Era tutt’altro che rilassata. Tesa come una corda di violino.
Neville se n’era accorto non appena l’aveva vista.
Forse aveva molto da fare e quella sorpresa non le aveva fatto piacere.
- Oh Neville, è davvero molto carino da parte tua ma forse è meglio che ci vediamo domani. Ho una montagna di bicchieri da lavare e sono molto stanca. -  disse Hannah, senza guardarlo negli occhi.
“Sei un idiota Neville. Hai organizzato la sorpresa più stupida del mondo.” Si rimproverò. “Povera Hannah, ha lavorato duro vorrà di certo riposare.”
- Scusa, Hannah. Sono stato un cretino a non avvertirti. Torno subito a casa. – le disse Neville, guardandola dolcemente. – Prima però volevo chiederti se …-
Ma non fece in tempo a finire la frase che una voce alle sue spalle li interruppe.
- E’ permesso? – disse una voce maschile.
Neville si voltò e vide Jerry.
- Hannah, ho letto tardi il tuo gufo. Sono venuto solo ora, spero non ti faccia problemi. – aggiunse poi.
- Ehm, ciao Jerry. – rispose Hannah.
- Hey ciao, sei l’amico di Hannah, no? Ci siamo già conosciuti... – disse Jerry porgendo la mano per stringerla a Neville.
Ma Neville rimase impalato, con un espressione dura sul volto.
Jerry si avvicinò imbarazzato alla ragazza. – Ti dispiace se vado a prendermi un bicchiere d’acqua di là? –
Hannah non rispose, ma Jerry sembrava di casa, infatti si era già diretto verso la cucina.
- Io… - iniziò Hannah guardando Neville, ma poi parve incapace di formulare una frase di senso compiuto.
- Non importa. Non dovevo passare. – disse Neville. Lo sguardo basso.
- Buona notte, Hannah. – aggiunse poi.
E se ne andò sbattendosi la porta alle spalle e senza aspettare una risposta dalla ragazza.
Neville non riuscì a decifrare i sentimenti che provò in quel momento.
Forse rabbia, forse umiliazione, forse una profonda tristezza.
“Stupido idiota che non sei altro.” Pensò solamente.
Raggiunse il castello ma non andò a dormire.
Salì alla torre di astronomia e passò tutta la notte a guardare le stelle. 





Ciao a tutti miei cari e fedeli lettori.
purtroppo sono a casa con l'influenza e la mia concentrazione lascia parecchio a desiderare...
spero comunque che il capitolo sia di vostro gradimento.
grazie come sempre ai miei sostenitori... non so proprio cosa farei senza le vostre recensioni!! che sia bella o brutta una recensione fa crescere e mi fanno sempre un piacere immenso...
Grazie anche ai nuovi recensori... grazie infinite.
un bacio
Innocent_Princess

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Capitolo 15
*** Scotto. ***


Capitolo 15: Scotto.
 
Depressione? No. Ne aveva provate di peggio.
Eppure si sentiva infinitamente triste.
Per un qualche felice momento aveva pensato di essersi innamorato.
Qualche splendido istante che ora era svanito insieme alle sue aspettative future.
Ma a quanto pare doveva scrollarsi di dosso quei pensieri e continuare la sua vita normalmente.
Non era certo un problema, lui ne aveva passate tante.
Una scottatura amorosa di certo era infinitesimale confrontata con le situazioni con cui si era misurato in passato.
 
Quella non fu altro che un’ottima scusa per concentrarsi al meglio sul proprio lavoro. Aveva organizzato una serie di lezioni talmente fitte che la McGranitt si era detta preoccupata.
- Suvvia, Paciock, o troppo o niente. Quella Abbott deve averti fatto perdere il nume della ragione. – le aveva detto un giorno dopo pranzo.
 
Ma Neville non ci fece caso.
Sotto sotto un po’ ci soffriva. A dire il vero si era illuso un po’ troppo, invece di volare basso, come gli diceva sempre nonna Augusta.
Hannah era stata una ventata di aria fresca nella sua vita, ma probabilmente doveva essere solo un passaggio.
Non era certo un bambino a cui bisognava insegnare come misurare le proprie emozioni.
Sapeva dosare benissimo sentimento e ragione.
 
“Però continui a pensarla”. Si era detto un pomeriggio, mentre passeggiava per il parco della scuola.
Ed effettivamente Neville doveva tenersi molto impegnato per non permettere alla sua testolina di volare su Hannah e su tutti i dolci pensieri che il suo nome e la sua figura includevano.
Si trovò così tanto lavoro da fare che nemmeno si accorse che sabato gli era piombato addosso.
“Maledizione, il thè da Hermione.” Pensò, battendosi una mano sulla fronte.
Corse nel suo studio per improvvisare un look da sabato pomeriggio e darsi una sistemata generale e si diresse all’esterno dei confini del castello per smaterializzarsi.
 
“Perfetto, in ritardo come sempre. In pieno stile, Neville.” Pensò sconsolato il ragazzo, mentre si accingeva a bussare alla porta della Tana.
Ad aprire fu la madre di Ron, che stritolò Neville in un caloroso abbraccio.
- Che piacere, signora Weasley. – disse lui, dopo aver ripreso per qualche secondo fiato.
- Mio dio Neville come sei diventato… - Molly stava cercando le parole per descrivere il cambiamento di Neville ma sembrava non trovarne uno che calzasse a pennello. – uomo!. – concluse infine.
“Prendi nota, vecchio mio.” Pensò Neville. “Le donne sopra i cinquanta ti adorano.”
- Vieni, entra pure… - lo invitò la signora Weasley.
Neville seguì Molly dentro alla Tana.
C’era già parecchia gente, anche se la cerchia era decisamente più ristretta rispetto a quella presente a casa Potter.
Ginny gli corse incontro e lo abbracciò.
- Allora, dov’è la tua donna? – chiese ammiccante.
Neville cambiò espressione.
- Sono venuto da solo. Hannah si vede con quel Jerry, a quanto pare le piace davvero, non lo tiene per comodo. – disse piano, in modo che solo Ginny potesse sentirlo.
Ginny lo guardò triste, ma Neville le sorrise.
- Va bene così. – le disse poi.
- Neville, lo sappiamo entrambi che sei un vero e proprio fallito nel dire le bugie… - rispose la rossa.
- E sappiamo entrambi che sono molto bravo a far finta di niente. – disse il ragazzo, guardando l’amica sicuro.
- Comunque è già arrivata… Ed è sola… - disse Ginny con finto disinteresse.
 
Neville sentì un tonfo al cuore quando vide Hannah.
Era vicino a Hermione con Susan e Justin.
E lo stava guardando.
Sì, stava guardando proprio lui.
Neville distolse lo sguardo, mantenendo un profilo il più possibile neutrale.
Il ragazzo raggiunse Ron ed Harry, inserendosi nei loro discorsi.
- Neville, ciao! – disse una voce femminile alle sue spalle.
Era Hermione.
- Ciao, Hermione! Congratulazioni a proposito. – rispose Neville, baciando su entrambe le guance la ragazza.
- Ti ringrazio. – disse lei. – A proposito, Ginny mi ha detto che la tua accompagnatrice non può essere presente… - aggiunse poi.
- Neville ha un’accompagnatrice??????? – gridò Ronald, come se qualcuno avesse aperto una pozza di petrolio sotto casa sua.
- Ronald, un po’ di contegno. – lo rimproverò Hermione. – E comunque la sua ragazza non è potuta venire. – aggiunse poi.
- E’ un vero peccato, vecchio mio! Quando pensavi di dircelo?? – disse Ron, che ancora non aveva smorzato il suo entusiasmo.
Neville si sentì sprofondare. “Perfetto!” pensò “adesso credono che io mi sia fidanzato e invece sono più solo di prima.”
Si passò una mano sugli occhi, poi si massaggiò le tempie, mentre Harry e Ron erano partiti in viaggi mentali sull’ipotetica ragazza di Neville.
 
- Glielo spiegheremo dopo. – gli disse all’improvviso Ginny all’orecchio.
- Ora sarà meglio che lo spieghi ad un’altra persona che è appena uscita in giardino con l’aria di chi ha appena avuto notizia di un lutto. – aggiunse poi, accennando al punto dove si trovavano i Tassorosso.
Effettivamente ne mancava una.  






Grazie come sempre per le vostre bellissime recensioni...
Ormai arrivano a tempi record e questo mi fa un piacere immenso...
Grazie anche a chi legge e tace...
un bacione.
Innocent_Princess

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Capitolo 16
*** Respirare aria. ***


Capitolo 16: Respirare aria.
 
Uno schifo. Neville si sentiva uno schifo.
Era uscito nel giardino degli Weasley cercando Hannah, senza però trovarla.
Stava pensando che probabilmente la ragazza si era smaterializzata e non sapeva se fosse il caso di cercarla o meno.
Neville si sedette sull’erba, a pensare.
Quella ragazza lo stava confondendo.
Gli era sembrato di piacerle, in certi momenti.
Poi però aveva visto quel bell’imbusto di Jerry piombare a casa sua e gli era crollato il mondo addosso.
Ora era fuggita, probabilmente ferita dalla falsa notizia di una sua possibile accompagnatrice, creando il caos dentro Neville.
“Le donne…” pensò il ragazzo, prendendosi la testa tra le mani e sospirando sonoramente.
- E’ andata a casa. – disse qualcuno che si era appena seduto accanto a lui.
Era Susan.
- Di che parli, scusa? – rispose Neville, fissando il vuoto.
- Oh, caro mio, sai benissimo di cosa parlo. – alluse la ragazza.
- No, davvero. – disse semplicemente lui.
- Potresti seguirla. – continuò Susan, ignorando la finta indifferenza di Neville.
- Dici? – chiese il giovane mago.
- Dico che secondo me tu le piaci. – rispose lei.
Neville sentì un tonfo al petto, come se avesse ricevuto una rivelazione di speranza.
- Mammaaaaa… il nostro bambino ha bisogno di essere cambiato. – li interruppe Justin, che reggeva il bambino come se fosse una scoria radioattiva.
- Mio dio, tesoro, ti deciderai prima o poi a imparare a cambiarlo. – rispose Susan alzandosi e dirigendosi verso il marito.
- Lo fai così bene tu. – disse Justin, baciando la moglie sulla fronte e porgendogli il bimbetto.
Neville sorrise gustandosi quella scena dolce e divertente.
Era proprio così che avrebbe voluto il suo futuro.
Un tranquillo e sereno futuro accanto ad una splendida donna.
Allo stesso tempo però il pensiero di cambiare stile di vita lo spaventava.
- Neville, segui il mio consiglio. – disse Susan prima di sparire in casa e richiamandolo alla realtà.
Susan aveva ragione. Neville decise che non era il caso di pensarci ancora così chiuse gli occhi e si smaterializzò.
Si trovò a Hogsmeade di fronte ai Tre Manici di Scopa, ovviamente chiuso, dato l’orario.
Un respiro profondo e Neville si sentì pronto.
Bussò alla porta, tre colpi forti e determinati.
Hannah aprì la porta e Neville si sentì veramente uno schifo completo.
Aveva gli occhi rossi e piuttosto gonfi.
- Quando pensavi di dirmelo? – esordì lei, prendendo Neville alla sprovvista.
- Ehm, io, cosa? – Neville tentò di mettere insieme una frase, senza alcun successo.
- Per Merlino, Neville! Che sei fidanzato. Quando pensavi di dirmelo? -
Era ferma sull’uscio. I pugni stretti.
- Hannah io davvero… - iniziò Neville.
- No, non importa. Lascia stare sono io la stupida. – lo interruppe lei, fissandosi le scarpe.
Il giovane mago davvero non sapeva cosa dire.
- Credevo di piacerti, insomma, mi hai chiesto di uscire, sei venuto a casa mia, ti sei presentato per farmi una sorpresa… tutto quadrava… - Hannah parlava più a sé stessa che a Neville.
Lui intanto la guardava: era bella con il viso arrossato, mentre gesticolava al vento e parlava con un tono sottile e timido.
- Hannah ma tu mi piaci. – disse poi. Tranquillamente.
- No, lascia stare, davvero. Me ne farò una ragione. – continuò Hannah.
Poi si bloccò.
- Io? Io ti piaccio? – aggiunse all’improvviso, rendendosi conto di quello che aveva detto il ragazzo.
Alzò lo sguardo e cercò gli occhi di Neville.
- Da morire. – disse lui, avvicinandosi un poco a lei.
- Ma… sei fidanzato. – rispose lei. Il tono sempre più simile ad un sospiro.
- E tu hai Jerry. – soffiò lui a pochi centimetri dal suo viso.
- L’ho lasciato. Non l’ho mai amato. – sussurrò lei, abbassando lo sguardo.
- E io non mi sono mai fidanzato. – le disse Neville, sollevandole il mento con due dita.
- Neville… - iniziò Hannah.
Ma non fece in tempo a dire altro, perché il giovane mago la zittì con un dolce bacio.
Sapeva di sentimento antico, di represso e di curiosità.
Hannah si strinse di più al ragazzo, come se quell’abbraccio potesse fonderla per sempre a lui e pregando che nessuno la svegliasse da quello che le pareva un bellissimo sogno.
Quando Neville si staccò da lei quasi le sembrò di non aver bisogno di respirare aria. Lui era la sua aria, ora.
- Sei così bella. – disse il ragazzo, scostando una ciocca di capelli biondi dal volto di lei.
- Vuoi salire? – chiese la ragazza, arrossendo.
- Abbott, così avventata? – scherzò lui, stringendola ancora a sé e baciandola con passione.
Subito la ragazza non rispose. Lo tirò in casa e chiuse la porta.
- Professor Paciock… lei mi fa questo effetto. –  


Ciao a tutti!!
anzitutto scusate per il ritardo, ma sto organizzando un matrimonio che mi risucchia le energie.
comunque spero che il capitolo vi piaccia.
mi piange il cuore arrivare alla fine... ma è inesorabile.
un bacio alle mie sostenitrici... vi adoro.
Innocent_Princess

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