Mischief Managed.

di Toski
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Annie, non farlo! ***
Capitolo 2: *** Mangiamorte e Scappellotti. ***
Capitolo 3: *** Baker Contro Travers. ***
Capitolo 4: *** Bentornati a scuola. ***
Capitolo 5: *** Hey, Bell'addormentato. ***



Capitolo 1
*** Annie, non farlo! ***


Capitolo Primo.
Annie, non farlo!

 


“James ascoltami bene, non dovrai fare nulla di quello che quest’estate ti ha raccomandato di fare quel tuo folle cugino Alexander  una volta arrivato ad Hogwarts, mi hai capito bene?”
 “Si mamma.”
“Non dovrai trasfigurare i banchi delle aule e farli correre per i corridoi, non dovrai mai tentare di intrufolarti nei dormitori delle ragazze ne altre bravate di questo genere sono stata abbastanza chiara?”
“Si mamma.”
“James? Mi stai ascoltando?” domandò Dorea al figlio scuotendo la testa.
“Si mamma, insomma basta no? Mi stai dicendo esattamente quello che mi ripeti tutte le sere da quando ho ricevuto la lettera: James stai attento, non ficcarti nei guai, non fare scherzi agli insegnanti, non tormentare Gazza, non uscire di notte dal castello e bla bla bla.”
L’immagine di sua madre che lo guardava esasperata e con espressione severa svanì poco a poco riportando James alla realtà,che sorrise consapevole di non aver obbedito nemmeno ad una di quelle assurde raccomandazioni, ma anzi di averne aggiunte altre alla lista. Erano già passati sei lunghi anni da quella scena che continuava, nonostante tutto, a ripetersi tutti gli anni quando arrivava il momento di attraversare il binario nove e tre quarti e avvicinarsi all’espresso di Hogwarts, forse quella volta però sarebbe stato diverso, forse e dico forse, sua madre avrebbe evitato di fargli la ramanzina davanti a Sirius visto che quell’estate si era definitivamente trasferito a casa Potter e adesso si trovava lì con loro, ma il suo piano andò in fumo pochi secondi dopo,quando sua madre lo strattonò per il colletto della camicia e lo costrinse a voltarsi verso di lei.
“James Potter, sei avvertito. Se dovesse arrivarmi un altro gufo dalla professoressa Mcgranitt contenente le sue lamentele sulla tua incivile condotta  scolastica ti prometto che passerai il Natale a lucidare l’argenteria del salotto, e lo farai senza la magia, mi sono spiegata?” lo avvertì Dorea con una luce omicida che le danzava negli occhi. Sirius ridacchiò, per dirla tutta ridacchiò un po’ troppo forte perché la signora Potter si voltò verso di lui e lo prese per un orecchio.
“E vale anche per te signorino Black. Ho altrettanta argenteria da lucidare in soffitta sai? Oppure preferiresti la guferia di famiglia? Avrebbe proprio bisogno di una bella pulitina Natalizia!”
Il sorriso scomparse all’istante dal viso del ragazzo che guardò allarmato l’amico ancora terrorizzato dalla prospettiva di aprire quell’immenso mobile che sapeva contenere tutti i servizi da tavola e i soprammobili mai utilizzati da sue madre e decisamente polverosi.
“Va bene, va bene ci comporteremo bene!” Promisero in coro i due ragazzi prendendo subito mentalmente nota di mettere fuori uso il gufo della vicepreside.
“Molto bene, e ora abbracciatemi!” Disse la donna cambiando nel giro di cinque secondi espressione e passando adesso alla ‘modalità mamma premurosa’.
Non ebbe neanche il tempo di ricordare alla madre quanto le aveva detto la sera prima sul fatto di evitare abbracci imbarazzanti in pubblico che lei lo stava già stringendo forte a se ripetendo l’abbraccio subito dopo con Sirius, quasi fosse anche lui figlio suo.
Nella stessa stazione e allo stesso binario stava salutando in quel momento la madre anche una ragazza dai folti capelli rossi raccolti in una coda alta.
“..E salutami anche Tunia, mamma ho provato a parlarle ieri sera ma non ha voluto aprirmi la porta tu dille che nonostante tutto le voglio bene” sua madre le si avvicinò e la abbracciò.
 “Oh Lily, sono certa che te ne vuole tanto anche lei”
Ma non era così : Petunia la odiava per non riuscire ad essere quello che invece lei era sempre stata: speciale.
Lily si allontanò dalla madre e dopo qualche minuto fu raggiunta da una elettrizzatissima Annie, la sua migliore amica, che la strinse forte e la prese subito sotto braccio.
“Ah no! Non pensare di cavartela con così poco cara ! non mi scrivi da quasi tre settimane! Aspettavo di sapere com’era andato l’incontro con tua zia Julie!”
Annie rabbrividì pensando alla zia e alle sue caramelle allo zenzero ammuffite.
“Non ti sei persa niente Lil, ti assicuro che quella donna…” ma Annie non terminò la frase, aveva appena poggiato gli occhi sul ragazzo cui praticamente sbavava, moriva, scodinzolava e ronzava dietro da circa… da circa il primo momento in cui l’aveva visto, vale a dire durante lo smistamento avvenuto anni prima. Lily seguì la traiettoria del suo sguardo e fece una smorfia disgustata dalla vista di quel personaggio e di tutto il suo gruppetto storico al completo: i Malandrini, per come si facevano chiamare loro. Dalla sua posizione Lily vedeva chiaramente Sirius e Peter che era forse l’anello più debole di quella compagnia, a Lily ancora sfuggiva il motivo per il quale facesse parte di quel gruppo se non per adularne i componenti. Ma il ‘branco’ non era al completo, mancava il capo. Ed eccolo, James Potter. Classico sbruffone, arrogante, completamente lontano da qualsiasi cosa avesse a che fare con delle regole da rispettare, l’asso del Quidditch, il campione. I suoi voti a scuola miracolosamente alti erano un mistero per Lily e per tutti. James trovava divertente scagliare incantesimi su chiunque non gli andasse a genio e si trovasse a portata di bacchetta, inoltre molto spesso sgattaiolava fuori dal castello con la sua compagnia per fare chissà cosa. Ma per Lily la cosa più scocciante riguardo all’argomento “James Potter” era che lui non si decideva, una buona volta, a lasciarla in pace ma continuava a tormentarla chiedendole di uscire, forse perché era l’unica che gli avesse mai detto no e avrebbe di certo continuato. Al suo seguito, Lily se ne stava dimenticando, c’era anche Remus Lupin forse l’unico che avesse un pizzico di sale in zucca tra i suoi amici e che l’anno prima era stato nominato prefetto come lei, dandole occasione di conoscerlo meglio e trovandolo davvero una persona piacevole.
“Lily ho avuto un’idea a dir poco franta-grandiosa!” esclamò Annie riportando lo sguardo accigliato di Lily su di lei.
“Avanti, sentiamo questa idea grandiosa…” ribattè lei osservando incuriosita l’amica muovere qualche passo incerto verso il gruppetto di ragazzi sopra descritto
“Tu mi hai sempre detto di seguire il mio istinto in tutte le situazioni no?” chiese Annie vagamente agitata e sulle spine.
“Mmh-mmmh” mugugnò Lily preoccupata dal comportamento dell’amica.
“Ho intenzione di invitare Sirius Black e di conseguenza tutto il suo gruppo a sedersi nel nostro scompartimento sul treno” disse Annie abbassando la voce in modo che solo Lily potesse sentirla.
“Annie! Torna subito qua o ti giuro che ti spedisco una fattura! Ti prego non farlo” implorò Lily afferrando Annie per la manica che con uno strattone deciso si liberò e con passo altrettanto determinato si avvicinò a Sirius Black che già la guardava con una sorta di vago interesse dipinto sul volto .

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Capitolo 2
*** Mangiamorte e Scappellotti. ***


Prima di lasciarvi alla lettura di questo capitolo vorrei ringraziare davvero tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere l'altro. Sono stata davvero felice anche di aver  ricevuto delle recensioni, mi fa piacere sapere che ne pensate.
Grazie a Freddy16 che mi ha consigliato di ingrandire la scrittura per una lettura migliore. Che ne dici, così va meglio? :)
Grazie anche a Sirya95  e  Bethpotter per le loro recensioni.
Avrei da chiedervi un' altra cosetta: visto che ho già scritto il terzo secondo voi  meglio postarlo subito o magari aspetto di aver finito anche  il 4° e poi lo pubblico?
Grazie in anticipo, ecco il capitolo :)P.s so' che è un po' cortino il successivo mi è venuto decisamente meglio!.


 

Capitolo secondo.
Mangiamorte e Scappellotti.


 

"Me la pagherai Annie."
Sbottò Lily sistemandosi in un angolo dello scompartimento e incrociando le braccia al petto scocciata
"E dai Lily. Quanto potrà mai costarti sopportare James Potter per qualche ora?"
Replicò l’altra osservando il suo riflesso in uno specchietto tascabile e sistemandosi i capelli, ricominciando poi a lanciare occhiate furtive al corridoio del treno che si intravedeva dalle porte scorrevoli della cabina. Annie, raccogliendo tutto il coraggio di cui era in possesso, era  infatti riuscita, balbettando e arrossendo furiosamente, ad invitare un divertito e compiaciuto Sirius Black nella loro cabina dell’espresso di Hogwarts ed ora non riusciva a darsi pace e si agitava irrequieta sul suo sedile.
L’espresso  sbuffò e si mosse leggermente in avanti .
"Eccoli, stanno arrivando! Lil sii carina, ti supplico se non vuoi farlo per lui, fallo per me"
 Supplicò Annie facendo il labbruccio  e sbattendo le ciglia, suo malgrado Lily rise.
"E va bene, ma mi devi almeno una marea di favori!"  esclamò l’altra abbandonando in parte l’espressione assassina di prima.
Le porte si aprirono e il ciuffo biondo di Remus Lupin fece capolino nello scompartimento  per primo seguito a ruota da Peter  insignificante Minus, e da un gran vociare di studenti proveniente dai corridoi.
"Ciao Rem!"
Il ragazzo, ignorando le spinte e le risate degli altri due rimasti ancora fuori rispose alla ragazza con un saluto gentile.
"Ciao Lily, spero non ti dispiaccia se ci uniamo a voi per il viaggio"
Chiese educatamente rivolto ad entrambe le ragazze. Lily notò che quel giorno non aveva l’aria sciupata e stanca che di solito gli solcava il volto, ma sembrava curato e decisamente in buona salute nonostante spesso si assentasse dalle lezioni e dai suoi incarichi di prefetto a causa della sua malattia di cui nessuno conosceva la natura.
"Su Lunastorta che stai aspettando? Questi dannatissimi bauli pesano! E Felpato comincia a darmi onestamente sui nervi"
 Escolamò una voce proveniente dall’esterno della cabina subito zittita dal suono di quello che sembrava uno scappellotto ben assestato.
"Sta zitto Jamie!" canticchiò un’altra voce scimmiottando il modo affettuoso con cui la madre di Potter usava chiamarlo. Altro scappellotto.
"E’ meglio che li faccia entrare o continueranno almeno per tutto il giorno."
Remus Lupin si fece da parte scuotendo la testa rammaricato per la maleducazione degli amici e gli altri ragazzi si riversarono nello scompartimento prendendo posto e sistemando i bauli.
"Heilà qual buon vento? Evans!" ridacchiò James passandosi una mano nel ciuffo ribelle di capelli e  lanciando un’occhiata verso l’angolino in cui era seduta Lily, che si irrigidì.
" Non sono sicura che quel vento sia poi tanto buono sai, Potter?"
 Rispose aprendo il libro che si era portata  e immergendoci il volto, ma qualcuno lo afferrò e glielo strappò dalle mani.
"Bene, bene non è ancora iniziata la scuola e LillianPrefettoPerfettoEvans già si diletta nella lettura del testo di storia della magia? Piuttosto noiosetta"
Disse James sollevando il libro, mentre Lily cercava infastidita e decisamente sull’orlo di perdere la pazienza di riacchiapparlo.
"Sono seria Potter, ridammelo o ti prometto che come Caposcuola  ti renderò la vita impossibile."
 Lo minacciò la ragazza puntandogli un indice contro. James rise di gusto.
"Ah-Ah. Ma certo LillianPrefettoPerfettoCaposcuolaStressanteEvans, ma si da il caso che il sottoscritto –e si indicò - sia stato nominato Caposcuola esattamente come te e che quindi, fino a prova contraria, sia praticamente immune dalle tue piccole minacce"
Concluse compiaciuto restituendole il libro e girandosi poi per fare l’occhiolino a Black  che si stava letteralmente piegando in due dalle risate.
Lily rimase immobile, incredula e pietrificata , come colpita da un Pietrificus Totalus. Poi capì, Potter stava bluffando.
"Ma certo, il professor Silente è improvvisamente uscito di senno e ha deciso di affidare a TE, stupido altezzoso galletto, il ruolo di secondo Caposcuola mettendoti al mio pari? Ma non farmi ridere Potter"
Stavolta fu lei a ridere, Sirius latrò e diede di gomito a Peter che spostava gli occhietti da James a Lily, senza dire niente.
Nel frattempo il treno aveva preso velocità e dai finestrini scorrevano rincorrendosi veloci prati, campagne e casupole diroccate.
Annie si alzò in piedi e si piazzò nel mezzo tra i due.
"Ooookay, ragazzi. Che ne dite di un Time-Out e di deporre le armi? Questo vostro battibeccare è assurdo. Sta per passare il carrello, ordiniamo qualcosa? " chiese speranzosa.
James fece spallucce e si sedette, Lily acconsentì e stava per fare altrettanto quando l’espresso fu scosso da un urto che fece vibrare le pareti e cadere la ragazza a terra, fermandosi di colpo subito dopo.
Sdraiata sul pavimento della cabina Lily alzò gli occhi e impallidì. Due figure incappucciate sfrecciarono veloci vicino al loro finestrino seguite da un inconfondibile lampo di luce verde. 

 

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Capitolo 3
*** Baker Contro Travers. ***


Capitolo Terzo


                                                           Baker contro Travers.


“Cos’è stato? Ragazzi, cos’è stato?” squittì Minus aggrappandosi alla manica della giacca di Remus che si alzò in piedi per offrire una mano a Lily che la prese, rialzandosi.
“Dico sul serio, cos’era quel colpo?” riprese il ragazzo visibilmente terrorizzato.
“Ragazzi credo di aver visto qualcosa là fuori, non se sono certa, ma sembravano Mangiamorte.” spiegò Lily massaggiandosi il braccio sinistro che aveva sbattuto. Tutti si girarono all’istante verso di lei.
“Mangiamorte? Come Man..man Mangiamorte?” balbettò l’altro.
“Stai scherzando? Che possono volere quei bastardi dal treno della scuola? Insomma ci sono solo studenti qua sopra! E tutti sotto la protezione di Silente, neanche i Mangiamorte sarebbero tanto stupidi da tenderci un agguato.” commentò Sirius.
 Nel frattempo l’espresso di Hogwarts si era definitivamente arrestato nel bel mezzo del…nulla. Solo prati fuori dai finestrini e una pioggerellina che cadeva leggera senza provocare nessun rumore. Tendendo le orecchie Lily notò che c’era qualcosa di strano, niente oltre ai loro respiri e ai versetti impauriti di Peter Minus rompeva quel silenzio irreale. Perché nessuno era uscito nei corridoi? Perché nessuno aveva urlato o chiesto che cos’era successo? James si avvicinò alle porte scorrevoli e ne aprì una sbirciando fuori nei corridoi  con la testa.
“Allora amico? Vedi qualcosa?” Chiese Sirius che si era piazzato esattamente alle sue spalle e che nel frattempo aveva impugnato la bacchetta, guardingo.
“No niente, tutto tranquillo… troppo tranquillo a dire il vero.”  rispose James girandosi prima a destra e poi a sinistra muovendo un passo fuori dalla cabina ed estraendo a sua volta la bacchetta. Una figura avvolta in un mantello da viaggio grigio scuro uscì da uno degli scompartimenti vicini, la bacchetta illuminata stretta in una mano, tesa davanti al volto. Fece segno a James di rimanere in silenzio portandosi la mano davanti alla bocca.
“Ssssh.” sussurrò l’uomo che si avvicinò al ragazzo. Man mano che muoveva dei passi verso di lui James notò che l’uomo aveva un’aria maestosa, fiera. Una grossa cicatrice gli attraversava il volto rendendolo inquietante alla luce della bacchetta, la mano che la reggeva era ferma senza alcun piccolo movimento o tremolio che facesse trapelare la minima esitazione o paura. L’uomo si piazzò davanti a James che guardandolo dritto in faccia lo riconobbe: Augustine Baker, l’auror.
“Torna dentro e restaci, ragazzo.” Impose Baker autoritario. James aprì bocca per chiedergli che diavolo stesse succedendo quando, prima che potesse anche solo accorgersi che qualcuno l’aveva scagliata la maledizione gli saettò a 5 cm dal viso, finendo a vuoto. Successe tutto molto velocemente.
 Augustine Baker diede uno spinta in pieno petto a James che ruzzolò all’indietro finendo nuovamente dentro lo scompartimento, addosso a Sirius che imprecò.
“Ah,  Travers. E’ sempre un piacere vederti.” esclamò l’auror rivolto alla figura incappucciata che gli si stagliava di fronte. Il Mangiamorte rise.
“Non potrei esattamente dire lo stesso Baker.” rispose sarcastico.
La bacchetta roteò in aria, veloce e assassina.
“Crucio!” urlò il Mangiamorte, ma Baker fu più veloce. Si abbassò ed evitò la maledizione di un soffio.
“Oh, già finite le presentazioni? Che peccato”continuò Baker con un sorrisetto ironico dipinto sul volto. “L’ultima volta che ci siamo visti fu in onore del tuo ultimo assassinio, qualche mese fa, quello dei McKinnon non è così?”
“Si, può darsi. Ma ahimè mi hai mancato in quell’occasione vecchio mio.” replicò l’altro.
“Già, ti ho mancato, vediamo di rimediare subito all’errore!”
Un lampo di luce verde scaturì dalla bacchetta di Baker senza che pronunciasse la maledizione senza perdono e la battaglia tra i due cominciò. Si muovevano veloci e letali schizzando scintille di luce lungo tutto il corridoio. Un finestrino esplose, il frastuono del duello arrivava chiaramente fin dentro lo scompartimento dei ragazzi che ormai avevano tutti sfoderato le bacchette e si guardavano l’un l’altro pronti a difendersi, ma all’improvviso non avvertirono più nessun rumore tranne una nuova voce di donna che parlò proveniente dal lato opposto del corridoio in cui stavano combattendo i due uomini.
“bene, bene, bene. Baker sembra che tu sia intrappolato come un topolino” i due Mangiamorte avevano stretto l’auror in mezzo tra di loro e si scambiarono un’occhiata compiaciuta.
“Bel lavoro Travers.” disse la donna strizzando l’occhio al suo compare.
“Ah, Madame, che piacere. “ reclamò Baker sempre con un tono di voce a metà tra il divertito e l’annoiato, il tono di voce di qualcuno che annoiandosi osserva le vignette spiritose di un fumetto, non di uno stretto a metà tra due Mangiamorte pronti a scagliare una maledizione.
“Dovresti sentirti onorato, siamo venuti qui apposta per portarti via con noi. L’Oscuro Signore ha tanto atteso il momento di fare personalmente la tua conoscenza è piuttosto seccato dall’ultima perdita che ha subito per mano tua.” sibilò la donna facendosi leggermente scivolare il mantello dalla testa.
“Peccato però, che voi due schifosi scarafaggi non abbiate considerato l’idea che io non voglia seguirvi, dovrete uccidermi e trascinarmi con voi fin dal vostro padrone, ma dubito seriamente che succederà oggi.” Baker si mosse fulmineo, veloce come nessuno dei due Mangiamorte era in grado di prevedere o fare.
“Avada kedavra!” la maledizione colpì in petto la donna che si afflosciò e cadde. Travers, colto di sorpresa sgranò gli occhi e digrignò i denti.
“Expelliarmus!” la bacchetta gli volò dalla mano che la stringeva finendo dritta in quella di Baker che la acchiappò al volo.
“Non finisce qua, tornernò e ti assicuro che tu cadrai per mano mia” POP. E Travers scomparve, smaterializzandosi.
“Mangiamorte codardo hai paura di combattere? Affrontami ,adesso!” Urlò Baker, ma il corridoio era completamente vuoto.
Non poteva credere che gli fosse sfuggito ancora, un’altra volta. 

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Capitolo 4
*** Bentornati a scuola. ***


Capitolo quarto.

                                                     Bentornati a scuola.


“Si, Travers stava per colpirlo e lui ha schivato, ragazzi che stile credo che quello sia l’auror migliore che io abbia mai visto.”
Spiegò James al gruppo di ragazzi che gli stava intorno davanti al cancello principale di Hogwarts.  Era una notte tiepida di settembre, poche stelle brillavano nell’oscurità del cielo che li sovrastava, il castello era in attesa dei suoi studenti e ogni piccola finestrella  esibiva orgogliosa i suoi vetri illuminati, James non potè fare a meno di lanciare un’occhiata verso il parco dove sapeva esserci, poco distante, il suo campo da Quidditch.
Da sei anni dava la caccia al boccino volando su quel campo ed ebbe una stretta al cuore pensando che quello sarebbe stato l’ultimo che avrebbe passato lì, tra una Malandrinata e l’altra.
Spostò poi gli occhi su Sirius, alla sua destra, che stava organizzando con Lunastorta e Codaliscia la prossima uscita ad Hogsmade era infatti convinto di aver trovato un nuovo passaggio segreto che conduceva dritto dritto  nel centro del villaggio magico ed aveva intenzione di esplorarlo e aggiungerlo alla Mappa del Malandrino. Osservando i suoi amici ebbe una certezza : loro sarebbero stati per sempre. La fine della scuola non avrebbe significato la fine dei Malandrini che dentro quelle mura, dentro quel castello, avevano condiviso una fetta della torta chiamata vita.
Quando finalmente anche i ragazzini del primo anno, come tradizione voleva, arrivavano al castello attraversando il Lago Nero su delle barchette capitanate da Hagrid, le porte si spalancarono.
“Hey Felpato guarda un po’ chi abbiamo là, è proprio vero che l’erba cattiva non muore mai.” 
Suggerì James dando di gomito a Sirius che aguzzò la vista in direzione del punto indicato dall’amico. Tutti gli studenti di Hogwarts già con indosso le divise delle rispettive casate si muovevano a gruppetti chiacchierando e scherzando nell’immenso ingresso della scuola in attesa dell’inizio del banchetto e del discorso di benvenuto del Preside,  tutti tranne uno.
Un ragazzo giallognolo dall’aria profondamente infelice era in piedi vicino ad una delle colonne di marmo.
“Qualcuno dovrebbe spiegare a Mocciosus che esiste un prodotto, messo in commercio ormai da diversi anni, chiamato Shampoo e che non lo ucciderebbe farne uso almeno una volta ogni 50 anni!” urlò Sirius a voce così alta che l’avrebbero sentito fin dalla torre di Astronomia.
Il ragazzo unticcio si girò di scatto lanciando un’occhiata di disprezzo al gruppetto, poi mosse qualche passo verso di loro arrivando esattamente di fronte a James.
“Hai perso qualcosa, serpe?” chiese James sfoderando il tono più arrogante di cui era capace e facendosi ancora più vicino a Severs Piton che lo guardava con gli occhi neri contornati da occhiaie e capelli aggrovigliati, ormai li separava solo un passo.
Piton tentò di passare dalla parte opposta, ma il ragazzo allungò una gamba e facendogli lo sgambetto lo fece cadere a terra tra uno scoppio di risate generali.
“Benotornato a scuola, Mocciosus.” Gli sibilò all’orecchio chinandosi.
 

“Non riesco proprio a credere di essere riuscita a trattenermi dall’affatturarlo. Il mio autocontrollo sta decisamente migliorando, non trovi?” Chiese Lily a Annie che la guardava con un espressione rassegnata dipinta sul suo volto dai tratti naturalmente dolci.
“Insomma ha passato metà del viaggio pavoneggiandosi di come sia prontamente e abilmente riuscito a schivare quella maledizione, quando io ho visto perfettamente che non lo ha colpito per pura fortuna. L’ha mancato, lui non si è nemmeno mosso! Altro che ‘fantastica acrobazia’ come lui stesso afferma!”
“Mmh-mmh. Ma certo continua a mentire a te stessa Lil. Io rimango dell’idea che tu abbia un interesse represso, nascosto e che non vuoi confessare nemmeno a te stessa per James Potter e sempre a mio modesto, ma infallibile parere,  è per questo che lo odi tanto, o perlomeno  fingi di odiarlo, devo ancora riflettere su questa parte.”
 Disse l’altra alzando ed abbassando un sopracciglio con fare malizioso.
Lily si bloccò ed esclamò un più che deciso “Mai.” Facendo voltare un gruppo di ragazzine verso di loro. Proprio in quel momento due mani si chiusero intorno agli occhi della ragazza impedendole di vedere.
“Indovina chi c’è qua?” canticchiò una voce alle sue spalle incapace di trattenersi dal ridacchiare.
“Bèrènice?!? Oh mio Dio!”
Le mani allentarono la presa e Lily, riacquistata la vista, si voltò di scatto verso l’amica che la abbracciò saltellando e  lanciandosi in gridolini di festeggiamento.
“Per tutte le salamandre arrostite allo spiedo! Ti credevo in viaggio per Beaubaton!” disse Lily continuando a guardare l’amica con gli occhi luccicanti per la felicità.
“Oh bhè, a mio padre è stato ritirato l’ordine di trasferimento in Francia e quindi tadan, eccomi di nuovo qua!” concluse l’altra raggiante.
Bèrènice Pradd era l’altra delle due migliori amiche di Lily fin dal primo anno. Mentre Annie era stata smistata nella sua stessa casata Nice, come usavano tutti chiamarla, era una brillante Corvonero orgoglio del professor Vitious e ragazza molto popolare ad Hogwarts. Era alta e slanciata con un sorriso contagioso e con lunghi capelli castani  che le ricadevano sulle spalle in morbidi boccoli. Era inoltre da due anni a questa parte (con immenso rammarico da parte di Annie.) la ragazza di Sirius Black. Lily passava spesso metà delle sue giornate in vani tentativi per far andare d’accordo le due ragazze, che puntualmente fallivano e ai quali  seguiva sempre la ormai tipica frase di Annie “come posso esserle amica se ha rubato quello che sarebbe potuto essere l’uomo della mia vita?”.
Le ragazze decisero di prendere posto nella Sala Grande per assistere al discorso del preside e alla cerimonia dello Smistamento ai quali sarebbe seguito, come di consueto, il banchetto d’inizio anno.  Nel mezzo del suo discorso Albus Silente presentò le novità nel corpo insegnanti, infatti oltre ad una piccola donna minuta, Mrs Grey, che avrebbe preso il posto del vecchio professore di babbanologia, anche la cattedra di Difesa contro le arti oscure avrebbe avuto un nuovo proprietario. Infatti Silente annunciò ad un pubblico di studenti affascinati e decisamente entusiasti che il famoso auror  Augustine Baker aveva accettato di entrare a far parte dei docenti della scuola.
“Ma pensa! Chi l’avrebbe mai detto.. Augustine Baker! ma ci pensate? Insomma quello vero e ci darà lezioni! Ragazzi che cosa fantastica credo che Difesa contro le arti oscure sia appena diventata la mia materia preferita.” Esclamò James Potter qualche ora dopo mentre ciondolava i piedi abbandonato su uno dei comodi divanetti rossi della sala comune di Grifondoro, scartando una Cioccorana e lanciando la carta in testa a Sirius, che lo guardò male.
“Si James, l’hai già detto.” Sospirò Remus rivolgendo poi la sua attenzione verso Sirius.
 “Hey amico non ci avevi informati che Bèrènice sarebbe rimasta ad Hogwarts.”
“Non vi ho informati, Lunastorta, perché non lo sapevo. Ha deciso di farmi una sorpresa.” Chiarì il ragazzo osservando la mappa del Malandrino alla luce del fuoco che scoppiettava allegro davanti a lui.
“bhè non sei felice?” ridacchiò James colpendolo con un cuscino.
“Si che sono felice e smettila con questo dannatissimo cuscino, dico solo che avrebbe potuto avvertirmi che sarebbe rimasta sai com’è,  il mio fascino è come miele per le ragazze e mi impedisce di non esserne costantemente circondato. Pensa cosa avrebbe pensato se mi avesse visto parlare con la Hall. Credo che l’avrebbe maledetta così su due piedi.”
James scoppiò a ridere dichiarandosi d’accordo con l’amico, mentre Lupin roteò gli occhi e tornò alla sua partita a scacchi con Peter che aveva divorato una quantità preoccupante di Cioccorante e adesso stava nascondendo le carte sotto al divanetto.
“Credo che la mia adorabile nonché completamente pazza e fuori di se cuginetta Bellatrix stia architettando qualcosa insieme alla sua combriccola di allegri maghetti oscuri” disse Sirius passando la mappa a James che osservò il puntino con sotto la scritta “Bellatrix Lestrange” dirigersi in uno dei corridoi sotterranei in compagnia di altri nomi che riconobbe come Serpeverdi, tra cui spiccava anche “Severus Piton”.
“Hanno fatto amicizia eh?”
“Tra viscidi vermi si capiranno immagino!” ribattè Sirius pensando a quanto fosse infinitamente grato di non essere nato folle e crudele come la maggior parte dei componenti della sua famiglia.
“Ad ogni modo, sapete una cosa? Credo che domani chiederò alla Evans di uscire con me per il prossimo finesettimana ad Hogsmade.”  Disse James sorridendo con aria innocente.
Tre paia di occhi si voltarono verso di lui e tre voci diverse esclamarono in coro :
“Ancora?”.
 
 
  

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Capitolo 5
*** Hey, Bell'addormentato. ***


Capitolo Quinto.
Hey, Bell'addormentato.


“Quale parte della frase "non ci verrò mai." non ti è chiara?” sibilò la ragazza dai capelli rossi accelerando il passo ansiosa di troncare quella conversazione.
“Hey Evans, vacci piano perché ti scaldi tanto? era solo una proposta!” rispose il ragazzo davanti a lei alzando le mani in segno di resa e guardandola con un sorrisetto molto compiaciuto.
Lei fece per girare i tacchi e voltarsi in direzione opposta, ma lui la fermò.
“Cambierai idea, te l'assicuro.” e si allontanò diretto verso un gruppo di ragazzi seduti all'ombra di un grande albero poco distante. A qualche metro, il Lago Nero.
"Oh, no che non cambierò idea nemmeno se tu fossi l'ultimo ragazzo sulla faccia della terra" pensò imperterrita la ragazza osservando James Potter raggiungere il suo gruppo di amici.
In quel momento Bèrènice la raggiunse correndo circondata da uno sballonzolare di capelli scuri che le circondavano il viso e facevano da cornice al suo solito sorriso brillante tipico di una Corvonero che Lily conosceva così bene ormai.
“Lil? Allora, che vi raccontavate tu e Potter??” Disse lei dandole di gomito e prendendola sotto braccio.
Lily le lanciò un occhiata assassina.
“Nice, ti prego, fammi un favore okay? Non ti ci mettere anche tu come Annie con questa storia assurda.” e sbuffò esasperata voltandosi con la coda dell'occhio verso James che si dava da fare con un boccino d'oro acchiappandolo al volo tra gli applausi di un gruppetto di ragazze del quinto anno che si erano radunate lì intorno.
“Ma perchè fai così? Lily? Ei, ma insomma fermati” Bèrènice arrancava sulla salitina che portava dal cortile al portone principale del castello seguendo l'amica.
“Faccio così, Nice, perchè James Potter è un arrogante, presuntuoso pallone gonfiato che si diverte a tormentare la gente con quel suo amico Simon, Steven o come diavolo si chiama!”
“Si chiama Sirius! E lo sai perfettamente” rispose l'altra col fiato corto per starle dietro.
“Ha importanza? Hai saputo di quello che hanno fatto a Sev l'altro giorno? E sai perchè l'hanno fatto?”
“Lily ascolta, dovresti smetterla di frequentare Piton, è malvagio...”
“Non cambiare discorso ! Comunque L'hanno fatto per ‘dargli un memorabile bentornato’? E' inammissibile, non cambierà mai. Non passerò mai uno dei miei pomeriggi a Hogsmeade con lui.”
E si allontanarono, stavolta in silenzio.
 
Nello stesso momento, a qualche metro di distanza, Sirius Black diede una pacca al suo fedele compare che si sedette vicino a lui abbandonandosi contro il tronco dell'albero e tirando fuori di tasca il boccino precedentemente sgraffignato.
“Ti è andata male un'altra volta eh Ramoso?” gli disse sghignazzando e lanciando un'occhiata alle due ragazze che stavano discutendo un po' più avanti sulla salita che portava al castello, Bèrènice senza farsi notare da Lily si voltò verso di lui e gli strizzò impercettibilmente l’occhio. Sirius ammiccò in sua direzione.
“Cederà, fidati di me, non resisterà ancora a lungo è già cotta, ma non lo vuole ammettere.” rispose James con l'aria di chi la sa lunga spettinandosi con la mano libera il ciuffo costantemente arruffato sulla fronte.
“Magari se tu la piantassi con quel dannatissimo vizio di spettinarti i capelli e restituissi quel boccino forse potresti avere qualche maggiore speranza di conquistarla” Intervenne Remus Lupin che dal canto suo sarebbe stato davvero sollevato se James fosse finalmente riuscito ad uscire con Lily Evans e l’avesse finita, una volta per tutte, con quella storia.
“Ma di che parli Lunastorta?” ribattè James
“oh andiamo amico, questo assurdo teatrino va avanti da…aspetta da quant’è che corri dietro a quella Evans?” domandò Sirius sfogliando distrattamente, forse troppo distrattamente, il libro di storia della magia.
“Da circa sei anni e cinque giorni Felpato” Intervenne distrattamente nella conversazione un altro dei ragazzi seduti sotto l’albero
“Zitto Codaliscia! “ James si rabbuiò per una frazione di secondo e subito dopo con finto disinteresse, continuando a liberare e riacciuffare il boccino, chiese:
“Hey Felpato perchè diavolo credi che preferisca Mocciosus a me?”
Sirius lo guardò e scoppiò a ridere
“Non so amico, forse per i suoi capelli? Prova a non lavare i tuoi per una decina di settimane e magari raggiungerai un fascino unticcio alla Mocciosus, la rossa cadrà ai tuoi piedi!”
Il ragazzo non potè fare a meno di ridere contagiando anche gli altri due Malandrini precedentemente impegnati in un disperato ripasso riguardante usi e costumi dei primi maghi della storia, argomento che avrebbero dovuto studiare durante l’estate e sul quale il professor Rüf avrebbe fatto una prova circa un'ora dopo.
“Hey Potter!”
James si voltò verso il lago osservando uno dei battitori di Grifondoro, David Balland, avvicinarsi reggendo una borsa e la sua inseparabile mazza da battitore nell’altra mano.
“Balland.” Replicò James facendogli un cenno di saluto con la testa.
“Volevo informarti che ho incontrato la professoressa Mcgrannit nei corridoi pochi minuti fa e mi ha pregato di ‘comunicare al signor Potter che le selezioni per entrare nella squadra sono spostate a Martedì’ che praticamente sarebbe oggi, quindi sono stasera.” Concluse David facendo roteare la mazza e appoggiandosela sulla spalla. Balland era il terrore di tutti i giocatori di Quidditch della scuola infatti per lui non era assolutamente un problema rompere qualche osso agli avversari pur di arrivare alla vittoria, per non parlare dell’aria minacciosa che aveva costantemente dipinta sul viso.
“Perfetto. Non c’è problema, ci vediamo al campo alle sei.” Rispose James.
Le selezioni si protrassero fino alle 9. I tre ragazzi che provavano per il ruolo da portiere quasi non riuscivano, con immensa disperazione da parte di James (capitano della squadra), ad acchiappare nemmeno un tiro su cinque e lui, per mancanza di alternative, si era visto costretto a scegliere il meno peggiore, cioè quello che almeno riusciva a non cadere dalla scopa per cinque minuti consecutivi. Ebbe invece più fortuna nella ricerca del nuovo Cacciatore che avrebbe dovuto sostituire Claire, uscita da Hogwarts l’anno prima.
“Sono distrutto.” Affermò James mollando il borsone a terra con un tonfo e lasciandosi cadere sulla poltrona a peso morto.
“James allontana quella specie di piedi fangosi da me! Vai a darti una ripulita, per Merlino!” esclamò Remus spostandosi più a sinistra.
“Dai, Rem. Lasciami in pace sono troppo stanco, mi hanno distrutto fisicamente e anche psicologicamente. Quei novellini sono delle schiappe, non so davvero dove andremmo a finire, quest’anno ci batterà anche Tassorosso con quella sottospecie di portiere a difendere gli anelli…” bofonchiò lamentandosi il ragazzo, la cui voce arrivava soffocata dal cuscino nel quale aveva affondato la faccia. Poi decise di concedersi un piccolo pisolino.
Dopo qualche minuto da quando si era sdraiato, o almeno così parve a lui, qualcuno gli punzecchiò la spalla.
“Potter. Che diavolo stai facendo?” chiese qualcuno al ragazzo.
“Remus, ti ho detto che tra cinque minuti vado non essere petulante.”
“Che cosa? Hey bell'addormentato, sveglia! non sono Remus!” James aprì un occhio sollevandolo dal cuscino dove era sdraiato nella stessa identica posizione della sera prima ed ebbe quasi un collasso.
Lily Evans lo guardava dall’alto con un sopracciglio sollevato esaminando la sua divisa ancora inzaccherata di fango e terra.
“Gesù!, Evans? Ma che, che ore sono?” domandò togliendosi gli occhiali e strofinandosi gli occhi intontito.
“Sono le sei e mezza! Mi sono alzata per ripassare pozioni ed ho sentito qualcuno russare in maniera indecente così ho deciso di controllare.” Rispose lei trattenendo una risata. Qualche timido raggio di sole faceva già capolino dalle grandi finestre ad arco della torre di Grifondoro, completamente deserta se non fosse stato per loro due.
“Non dirmi che ti sei addormentato in questo stato ieri sera e che ti ho svegliato io adesso!” riprese la ragazza.
“Cosa? Oh, io…bhè, non lo escluderei.”
“Ah-ah. Sembri un troll delle paludi! Da quando si gioca a Quidditch nel fango? Ero rimasta alla vecchia versione.”
“Divertente Evans.Il tuo senso dell’umorismo supera ogni mia più rosea previsione e aspettativa” Rispose James sarcastico.
“Oh, dai. Non te la prendere,piuttosto fossi in te valuterei seriamente l’idea di salire in dormitorio e farmi una sana doccia” suggerì lei sedendosi ad uno dei tavolini in legno ed estraendo il libro di Pozioni Avanzate.
“Uhm… credo sia una buona idea.”
Calò un breve silenzio, James si era alzato seminando pezzi di terra ad ogni passo, ma continuando a fissare Lily, senza dire niente. I suoi capelli rossi erano incredibili e gli occhi verdi avevano una sfumatura che James non aveva mai visto prima in tutta la sua vita.
Fu lei a rompere il silenzio.
“James, sarebbe meglio che tu...” Lily si bloccò, consapevole di quello che la sua bocca aveva appena pronunciato. James, l’aveva chiamato James. Per la prima volta in sette anni. Non si era rivolta a lui insultandolo o al massimo chiamandolo per cognome. Per la prima volta da che James ricordasse. Lui sbattè gli occhi incredulo, poi riprese.
“Sai, dovresti chiamarmi per nome più spesso, suona bene.” Le strizzò l’occhio e si avviò verso le scale.
Salito il primo gradino, si voltò. Gli occhi color nocciola di lui e quelli verde smeraldo di lei si incontrarono e Lily arrossì. 

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