IV.
Inferno
Buffy
possiede un'innata capacità, lo deve ammettere: dire la cosa
opportuna, nel momento meno opportuno non è da tutti. Spike
si
rialza piano, la cacciatrice lo afferra per un lembo del lungo
giubbotto in pelle e lo aiuta – se così si
può dire, dato che la
sua grazia lascia a desiderare – a rimettersi in piedi.
«Abbattuto
in un sol colpo. Perdi punti, Spike.»
Ridacchia
lei, vantandosi di chissà quale vittoria.
Il
vampiro si pulisce il labbro con il dorso della mano,
dopodiché
ribatte prontamente: «Attaccare il nemico nel momento
peggiore è da
codardi, Buffy.»
Sembra
prendere quella battuta piuttosto seriamente, dal momento che
è
intenzionata a voler incassare un colpo in direzione del suo addome.
Spike la frena appena in tempo, rammentandole l'affermazione
precedente: «Appunto.»
Poi,
la mano di Buffy rimane bloccata nella sua e, solo per un attimo,
tutto sembra perfetto. La cacciatrice non ha nulla da obbiettare, lui
non riesce a lasciarla andare... Non così
facilmente, perlomeno.
Stringe
ancora di più – forte, deciso, ha intenzione di
sentire lo
scricchiolio delle sue ossa... già, vuole udire il suono ed
il
rumore della sofferenza, è pur sempre un vampiro sanguinario
–,
l'espressione della ragazza cambia e diventa contrita.
Lo
vuole sentire dalle sue labbra, vuole godere della sofferenza altrui,
come un tempo – ah, bei tempi quelli, rammenta con
dispiacere.
«Ti
ho appena salvato la vita, bastardo.»
Borbotta,
serrando i denti per reprimere il dolore.
Spike,
purtroppo, è costretto a darle ragione... Ed è
una cosa che odia
fare, sentirsi in debito non è nella sua natura. La lascia
andare
piano, ghignando di compiacimento quando scopre che la circolazione
della cacciatrice si era fermata per un secondo – almeno a
giudicare dal colorito delle sue nocche.
Buffy
massaggia la parte lesa con delicatezza, stavolta quel vampiro privo
di anima ha sorpassato ogni limite. Spike frena ogni suo tentativo di
inveirgli contro, lo fa semplicemente con uno sguardo... Incredibile
quale potere
possono avere un
paio di occhi, micidiale l'alibi con il quale Spike si è
appena
salvato la pelle, oltre che la reputazione.
È
questione di sguardi furtivi, mani attorcigliate l'una con l'altra,
occhi che si scoprono, brividi che serpeggiano lungo la schiena,
un'occhiata alla distanza che li divide, nuovamente,
poi si
accorgono di essere ad una spanna l'un dall'altra.
«Cosa
diavolo sei venuto a fare qui, Spike?»
Chiede
lei – già, forse avrebbe dovuto porre quella
domanda
precedentemente –, accorgendosi di aver appena stretto tra le
dita
i capelli del vampiro e di voler qualcosa di più concreto
dei
suoi respiri.
«A
farmi del male, probabilmente...», è una
giustificazione o forse la
vera ragione per cui si trova in quella stanza, pochi metri quadri,
il profumo della cacciatrice che opprime il suo, «... Molto
male.»
Aggiunge
solo in seguito, quando si rende conto che il suo profumo non gli
basta – è un veleno quello che è
entrato in circolazione nel suo
corpo, è Buffy a distruggerlo.
È
un veleno o, forse, un antidoto?
«Sei
venuto nel posto sbagliato...», lo stuzzica lei, un mero
tentativo
di vendetta nei suoi confronti.
«...
Nel momento più opportuno.»
Poi
è decisione, insicurezza, imbarazzo,
aggressività. Tutto in un
secondo, accade tutto in un
effimero momento di ordinaria follia.
Le
labbra di Spike poggiano sulle sue con decisione, a tal punto da
violentarle. Le mani si cercano con più nervosismo stavolta,
muovono
passi mai compiuti prima, c'è alchimia, magia,
macchinazione,
incantesimo tra di loro.
È
odio, è talmente forte che divampa in
passione.
Non
è il momento adatto per farsi delle domande, è
solo quello di
agitarsi con passione, di urtarsi l'un l'altro accidentalmente o meno
e respirare... ogni tanto.
Non
sta chiedendo nulla Spike,
nulla.
Nulla,
se non il suo
nome – e,
magari, anche le sue labbra.
E,
ora che finalmente le ha ottenute, avrebbe solo un'altra richiesta.
Spike incrocia per un attimo i suoi occhi, li osserva con
attenzione... Forse Buffy non sarà mai in grado di donargli
quello
che lui brama di più, forse non sono fatti per amare ma
solamente
per sopravviversi a vicenda alla costante voglia di uccidersi.
Un
giorno, forse, riusciranno a guardarsi negli occhi e dire la cosa
più
naturale del mondo; ma, per ora, è sufficiente scambiarsi
uno
sguardo d'intesa ed andare all'inferno.
“Ti
odierò, se posso; sennò, ti amerò
controvoglia”
Fine.
Citazione
di Gaio Valerio Catullo.
Questa
storia finisce così, ho optato per un finale aperto... forse
perché
io vedo Spike e Buffy come una coppia – oh sì, per
me sono tali XD
– che riserverà sempre delle sorprese. In
quest'ultimo capitolo ho approfondito il rapporto amore/odio (vedi
anche citazione finale
XD).
Ringrazio
tutti coloro che hanno letto e commentato, nonché coloro che
hanno
apprezzato a tal punto questa storia da metterla nelle
preferite/seguite/ricordate; vi ringrazio molto, anche
perché non
ero sicura che potesse piacere ;_;.
Kiki-chan
<3.
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