Settled (Affare Fatto)

di Max
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Avvertenza ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Prologo Ma nella vita di qualcun altro ***
Capitolo 4: *** Cap01 Il prima... ***
Capitolo 5: *** Cap02 ...ciò che sta in mezzo... ***
Capitolo 6: *** Cap03 ...come stanno le cose... ***
Capitolo 7: *** Cap04 ...e il dopo. ***
Capitolo 8: *** Cap05 L'adesso ***
Capitolo 9: *** Cap06 Perchè Hermione Granger ***
Capitolo 10: *** Cap07 Perchè Harry Potter ***
Capitolo 11: *** Cap08 Perchè Draco Malfoy ***
Capitolo 12: *** Cap09 Chiacchiere, porte, libri e cappelli (prima parte) ***
Capitolo 13: *** Cap10 Chiacchiere, porte, libri e cappelli (seconda parte) ***
Capitolo 14: *** Cap11 Altre Chiacchiere ***



Capitolo 1
*** Avvertenza ***


AVVERTENZA

AVVERTENZA!!!!!! Potrebbero esserci elementi del quarto film, anche se non di eccessiva entità, a meno che siate fissati con uniforme e vestiti…e un accenno anche se minimale ad UN fatto del sesto libro, è una cosa che avevo già in mente per un soggetto più “leggero” come questo e che, non posso farci nulla coincide con UN  fatto del sesto libro (che  tra parentesi io non ho ancora letto ma, siccome non ho alcun ritegno, mi sono documentata a grandi linee su quello che accade…ero terrorizzata che potesse colpire “Heartbreacking”, che scema eh?),  per il resto tutto quello che nomino e che è avvenuto nelle vite dei personaggi dopo il quinto anno di Harry e co. è inventato di sana pianta.

 

Spero che come avvertenza sia sufficiente…non volevo lamentele ^_^’

È la prima volta che mi ricordo di mettere tutto all’inizio e non alla fine…

 

Salve! Mi serviva un breack, qualcosa di leggero e stupido, senza una grossa trama…

Allora Harry potter e gli altri personaggi non mi appartengono e bla bla bla

 

Ginny ed Harry si sono lasciati. Voldemort è stato sconfitto. Harry si è messo con Hermione. Ron ha accettato il fatto. Ron, Harry, Hermione e Draco vogliono diventare Auror. Ginny vuole Harry. Draco vuole Hermione. Ginny decide che Draco deve aiutarla a separare Harry da Hermione.

 

E per chi è arrivato a leggere sin qui senza scappare….

 

Settled

 

Dedicate to

Tink (con tutte quelle recensioni e mail…^_^ gli amici non si ricordano del compleanno e tu ti ricordi del giorno in cui mi sono iscritta al sito…grande! Uno si commuove…), Melodie Moonlight (delle cui critiche non smetterò mai di ringraziare, sul serio, ne ho un disperato bisogno ^_^ )  & Pippitwo (Una Grande Amica, che ha fatto la flat ma non sta più leggendo!!!!!!! E non è vero che lavori troppo!!!!)

 

 

Detto tutto questo, tenete i pomodori a portata di mano che lo show comincia…

 

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Capitolo 2
*** Prologo ***


Prologo (you learn…)

Prologo (you learn…)

Il treno diretto alla stazione di Waterloo si era lasciato da tempo alle spalle Parigi e adesso, superato anche il canale della Manica, sfrecciava lungo i binari che attraversavano l’intera regione inglese.

Quella mattina, quando il convoglio si era messo moto di buon ora ed aveva abbandonato la capitale francese, al di fuori del finestrino splendeva il sole, adesso l’ombra di qualche impudente nuvola offuscava opprimente il cielo estivo; alcune goccioline di pioggia accompagnavano quel melanconico paesaggio.

Seduta nello scomparto deserto, Ginevra Weasley, osservava lo scenario familiare scorrerle davanti allo sguardo.

 Indossava ancora l’uniforme azzurra di Beauxbatons; il cappello a punta che accompagnava la tenuta giaceva abbandonato e completamente spiegazzato nel sedile accanto.

I capelli rossi della maga, un tempo accuratamente lisciati e sollevati in una treccia raccolta fermata da alcune forcine, si erano liberati in alcuni punti, le ciocche più corte, sfuggite all’acconciatura, le ricadevano davanti al viso come dopo una corsa.

Ginny, allontanandosi dal finestrino, si era lasciata ricadere sgraziatamente all’indietro sprofondando nel proprio posto e con fare riflessivo si era portata un braccio attorno al corpo e il pugno chiuso a sostegno di una guancia.

Molte persone erano convinte, a torto, che di fronte ad un problema di difficile soluzione, certe  volte bastasse voltare il capo dall’altra parte per non doverci pensare, comunque le cose, presto o tardi, si sarebbero risolte da sole, che davanti  all’opportunità di tagliare la corda per un tempo sufficiente perché ogni cosa potesse tornare al proprio posto, non vi fosse molto cui dover pensare…così, quando il ragazzo dei vostri sogni, dopo che finalmente eravate riusciti a mettervi insieme, vi diceva “scusa devo andare a salvare il mondo” e che era meglio finirla lì perché non voleva mettevi in pericolo, quale persona sana di mente avrebbe rifiutato la “proposta” di concludere i propri studi alla Scuola di Magia e Stregoneria di Beauxbatons che, se non proprio all’altro capo del pianeta, era a qualche ora di treno di distanza? E quale individuo, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali,   avrebbe continuato a frequentare la suddetta scuola, dopo aver scoperto l’esistenza di una materia chiamata “Comportamento e Attitudine”, per la quale si era negati, quando lo stesso ragazzo che così elegantemente vi aveva scaricato per salvare il mondo nel frattempo si era messo con la vostra migliore amica, evidentemente nei periodi morti di tempo intercorsi durante una così impegnativa occupazione? Forse che per Harry Potter salvare il mondo non fosse stato neanche lontanamente il compito tanto stressante che aveva immaginato? Tanto pericoloso per le persone a lui vicine? O forse chissà, Hermione Granger durante la guerra non era stata sottoposta agli stessi identici pericoli a cui sarebbe stata esposta Ginevra Weasley nella stessa identica situazione?

Ginny aveva voltato il capo osservando il panorama fuori dal finestrino.

Ancora poco e sarebbe stata a casa.

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Capitolo 3
*** Prologo Ma nella vita di qualcun altro ***


Prologo (ma nella vita di qualcun altro)

Prologo (ma nella vita di qualcun altro)

I Gufi con le lettere d’ammissione al corso di addestramento per Auror erano partiti dal Ministero della Magia quella mattina presto, ed avevano sorvolato l’intero Regno Unito  in lungo e in largo. Le prove di selezione erano state svolte nell’arco delle due settimane che erano seguite la cerimonia di consegna del diploma; molti studenti avevano fatto domanda e completato gran parte dei test psicologici e attitudinali durante l’anno scolastico, e non era restato che sostenere gli ultimi esami pratici e teorici finali.

Chi falliva alle selezioni non aveva che l’opportunità di ripresentarsi alla sessione successiva oppure ritirarsi; chi era scelto iniziava immediatamente la scuola estiva di preparazione al corso, comunque, le prove d’ammissione erano svolte unicamente in due periodi dell’anno: giugno e settembre. Il corso vero e proprio aveva inizio in ottobre ed era della durata di tre anni.

Draco Malfoy aveva superato le selezioni col massimo punteggio; la busta ingiallita del Ministero giaceva sulla scrivania col sigillo di ceralacca spezzato, all’interno della stanza che quasi un anno prima gli era stata assegnata al numero dodici di Grimmauld Place.

Il giovane mago era sdraiato sul proprio letto dalle molle sgangherate e dalle coperte malconce con una gamba piegata; un braccio si trovava dietro alla nuca e l’altro sollevato a sostegno del libro che teneva a mezz’aria con una mano: s’intitolava “Occlumanzia e Controllo della Mente I”  e lo conosceva a memoria.

Draco aveva sbuffato. Un altro privilegio dell’essere un “ex agente doppiogiochista”, come si entusiasmava a chiamarlo Neville-ne-ho-piene-le-palle-Paciock prima di lanciargli una di quelle inapprezzabili occhiatacce torve…

…essere costretto a imparare, e a farlo presto e bene, a contrastare qualsiasi incantesimo o pozione in grado di rivelare la tua non esattamente fondata lealtà alla causa. Non si trattava solo di teoria, si trattava di esercitarsi a rendere la propria mente e le proprie emozioni inaccessibili, finché testa e cervello minacciavano di friggere ed eri più propenso ad estirparli entrambi con un rapido colpo di bacchetta che a continuare le esercitazioni; si trattava d’ingerire più Veritaserum di quanto fosse umanamente possibile e di scoprirne tutti i simpatici effetti collaterali…

comunque aveva sempre preferito definirsi molto più banalmente “spia”, anche se non gli dispiaceva affatto lo sguardo di Potter e di Weasley quando a chiamarlo a quel modo era la Granger

…in ogni caso “spia” era più appropriato, non lasciava presagire niente di nobile…

Il mago aveva scartato il pesante tomo da parte lanciandolo pigramente sul copriletto e portandosi anche l’altro braccio dietro alla nuca.  

…e non c’era stato davvero niente di nobile in quello che aveva fatto…

…l’aveva fatto perché andava fatto: punto. Non perché credesse nei loro ideali più di tanto, o per quale miracolosa conversione. Draco Malfoy era rimasto esattamente lo stesso: non era mai stato un mostro e non era mai stato un eroe. Era stato sempre e solo Draco.

Voldemort aveva ucciso entrambi i suoi genitori, e lo aveva fatto senza neppure fingere di avere una ragione apparente…molto probabilmente avrebbe ucciso anche lui se il Professor Piton non lo avesse costretto a ragionare rischiando a quel modo copertura e vita…

…quel giorno l’Ordine aveva perso una spia e ne aveva guadagnata un’altra. Non che anche loro gli avessero dato molta scelta…

Draco si era girato su un fianco.

Quella dell’Auror era una professione difficile, ancora di più se il tuo lavoro di spia durante la guerra non era  un dato universalmente conosciuto e riconosciuto: sei lì e sei lì con gente che ti odia. I compagni chiacchierano, e lo fanno anche gli istruttori e gli amici che non hai, chi non chiacchiera ti tiene a distanza e ti guarda storto o con la coda dell’occhio, ooops no, non era vero, era lui a stare a distanza da quel totale branco d’idioti e a guardarli di traverso come se fosse stato pronto a squartarli da un momento all’altro…era divertente, molti di loro avevano talmente tanta paura che uno aveva delle serie difficoltà a chiedersi come accidenti  avesse fatto certa gente a  passare le selezioni…forse anche grazie al fatto di non avere il braccio marchiato con il più rivoltante e sfortunatamente indelebile dei tatuaggi…

“Equità”?

Per favore, lui valeva molto di più di tutti loro messi insieme, molto più di Potter di sicuro, e Weasley…andiamo, l’unico elemento che non portava immediatamente a credere le persone che discendesse direttamente da una zucca era…non c’era, era un minorato mentale completo, superiore forse solo, e di poco, a Tiger e Goyle…

Il giovane era tornato di schiena ed aveva allargato le braccia prendendo ad osservare il soffitto.

…l’unico fatto positivo che sarebbe stato possibile attribuirgli era di avere una sorella, e anche di quello finivi col ricrederti immediatamente appena te la trovavi davanti, quando poi la sentivi aprire bocca…

…che diamine mai ci avrà trovato Potter in quella…

…era una svitata di prima categoria...ad esempio, due settimane prima delle selezioni, immediatamente dopo il diploma e prima di tornarsene a quella dannata scuola per aspiranti partecipanti a concorsi di bellezza, gli si era presentata in camera, senza per altro bussare, iniziando a “conversare” come se lo conoscesse da sempre e fossero grandi amici…be forse non proprio, doveva ammettere che all’inizio non l’era stata esattamente a sentire era stato più che altro un “che razza d’intenzioni ha ‘sta qui”…ad ogni modo “questa”, senza quasi dargli modo di parlare, insultarla, o avere l’occasione per sbatterla a calci fuori dalla sua stanza, se n’era uscita con una cosa assurda di lui che avrebbe dovuto aiutala a separare Potter dalla Granger…

Il mago aveva sorriso divertito. …roba da pazzi…

Era fuori..

…quella non c’era con la testa…

L’unico fatto piuttosto curioso e al contempo irritante, e c’era da chiedersi se fosse stato a causa della sua stupidità che a differenza di tutte le altre persone non le permetteva di vedere quanto, per gli altri, sarebbe stato, e a ragione, assurdo, gli aveva detto della Granger.

Sembrava che per Ginny Weasley fosse addirittura scontato…piuttosto divertente davvero visto che, a grandi linee, molto grandi, o forse poi non così tanto, dato che almeno nella sua testa non era costretto a fingere, corrispondeva a verità.

Non sapeva quando era iniziato ed era complicato, decisamente complicato.

Hermione Granger era più intelligente di quello intero branco d’idioti che la circondavano continuamente. Non c’era da stupirsi che avesse passato le selezioni con estrema facilità…

…il vero mistero sarebbe stato capire come diavolo facesse ad associarsi con un gruppo di decerebrati come Potter e Weasley…

Il sorriso del mago era diventato quasi perfido.

Chissà come avrebbero reagito Potter e Weasley scoprendo che la persona che avevano da sempre messo su un piedistallo era riuscita a passare le prove pratiche unicamente grazie al suo aiuto…

…perché “sì” Hermione Granger si era rivolta a lui perché l’aiutasse a prepararsi alle prove pratiche per l’esame del corso da Auror.

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Capitolo 4
*** Cap01 Il prima... ***


Il “prima”…(You love you learn)

Il “prima”…(You love you learn)

Era una giornata estiva sorprendentemente serena e soleggiata perfino per gli standard di Londra; nel cielo non vi era l’ombra di una nuvola né a sinistra né a destra, a perdita d’occhio e in qualunque direzione, da qualsiasi punto, si alzasse lo sguardo. A farne le spese erano le imposte delle case, continuavano a sbattere a causa del forte vento che quella mattina aveva spazzato via tutte le nubi.

Alla Tana regnava una quanto mai innaturale calma; gli animali, chiusi nelle recinzioni attorno all’abitazione, a causa del tempo erano parecchio agitati e scontenti, e il bucato, steso ad asciugare al sole, si dimenava senza sosta, aggrappato al filo al quale era stato appeso.

La guerra, se così poteva essere chiamato quell’insensato massacro, aveva visto la sua conclusione un paio di mesi prima, quando Hogsmeade e Hogwarts erano stati presi d’assalto dai Mangiamorte; Harry Potter aveva sconfitto Lord Voldemort, e la vita, bene o male per tutti, era tornata ad essere quella di sempre.

O quasi.

Quella mattina, a Hogwarts, tra i festeggiamenti generali di amici e parenti, Harry Potter, Hermione Granger e Ronald Weasley avevano ricevuto il tanto atteso diploma e, come molti altri, si apprestavano a sostenere le prove necessarie per poter frequentare il corso di addestramento per Auror.

Ginevra Weasley, malgrado il giorno seguente avrebbe dovuto sostenere i propri esami di fine anno a parecchie miglia di distanza, aveva preso una carrozza, diversi metrò, e due treni, per poter assistere alla cerimonia. Ora che la cerimonia era conclusa, e che tutti quanti eccetto lei avevano delle ottime ragioni per starsene fuori di casa, e una vita post-diploma che li aspettava fuori delle mura domestiche, non le restava che cercare di ricomporre la propria pettinatura che ostinatamente persisteva nel crollare, ed indossare la propria uniforme scolastica, prima di raggiungere nuovamente la stazione.

Quasi un anno; e Gabrielle a scuola era ancora costretta a sistemarle i capelli più di una volta al giorno per evitare che le venisse assegnata una nota di demerito a causa del suo stato…dannato regolamento scolastico!     

e dannate idee di Fleur, dannato Beauxbatons, e dannato Harry troppo preoccupato per la sua salvezza personale da permetterle di stare insieme durante la guerra…

Ginny si era contemplata nello specchio del bagno e aveva scosso estenuatamene il capo mettendo nuovamente mano all’acconciatura.

Il campanello era suonato in quel momento, e la voce di sua madre che urlava aveva risalito rapidamente le scale. – Ginny! –

- Arrivo! - Sbuffando, la maga, continuando ad osservare la propria immagine nello specchio, in un rapido movimento aveva soppresso l’effetto del fermaglio che portava tra i capelli e, ravvivando la chioma fulva, era scomparsa oltre la porta.

Probabilmente era soltanto Luna che voleva salutarla prima della partenza…non le era andata giù per niente la sua decisione di trasferirsi a Beauxbatons ed era da quando la guerra si era conclusa che batteva piede perché tornasse…avevano deciso di salutarsi alla cerimonia, ma stordita com’era la sua amica probabilmente se n’era già dimenticata…

Precipitandosi giù dalle scale, l’ex Grifondoro si era fiondata in cucina dove si trovava l’ingresso dell’abitazione e, presumibilmente, sua madre in compagnia della sua esacerbante amica.

Ginny, giunta in cucina, si era arrestata immediatamente sui suoi passi, definitivamente colta alla sprovvista, bloccando, assieme a questi, anche l’espressione che aveva avuto in viso. No, non era Luna ad essere in compagnia di sua madre…

Harry ed Hermione, entrambi in piedi di fronte a Molly Weasley, si erano voltati dalla sua parte.

E Ginevra Weasley non avrebbe saputo dire il perché, ma già in quel momento la cosa le era sembrata sospetta. Dov’era Ron? E perché non era con loro? Cosa ci facevano Harry ed Hermione alla Tana quando li aveva salutati solo pochi minuti prima? Quando tutte le loro cose si trovavano ancora a Grimmauld Place ed entro pochi giorni, se non il giorno seguente stesso, sarebbero iniziate le prove di selezione per il corso da Auror?

I due maghi nel vederla erano sembrati sorpresi persino più di lei e, poteva essere stata una sua impressione, ma avevano una stranissima aria colpevole.  - Ginny… -

- Ginny… -

La giovane Weasley in quel momento avrebbe voluto assumere un’espressione crucciata e quasi divertita uscendosene con un “ehi, ragazzi, ma che succede…”, ma la Signora Weasley l’aveva preceduta. - Ah, eccoti qua Ginny… - La donna aveva sventolato davanti a sé lo straccio che teneva in mano. – Hai visto che bella sorpresa cara? Harry e Hermione sono tornati da Grimmauld Place apposta per salutarti propriamente e augurarti in bocca al lupo per i tuoi esami di fine anno…e farai meglio a dare il massimo questa volta signorina…o coi voti dell’anno scorso, credimi, non andrai molto lontano, checché ne dicano quei perdigiorno di Fred e George…loro credono che mi sia messa il cuore in pace, in realtà sto solo aspettando che commettano un solo passo falso e, credi a me, torneranno ad Hogwarts con la rincorsa a costo di frequentare l’ultimo anno con la loro sorellina minore… - Molly aveva sospirato.

E nessuno avrebbe osato contraddirla… - Ron? - Aveva domandato la ragazza corrugando la fronte. Era sorpresa di non vederlo con le altre sue due appendici, anche se non si sarebbe aspettata davvero che il signorino avesse schiodato il suo sedere flaccido dalla poltrona al solo scopo di venirla a salutare…

La Signora Weasley si era portata entrambe le mani sui fianchi.  - Ron farà meglio a non mettere il naso fuori da Grimmauld Place e rimanere a studiare seriamente per le selezioni se vuole rimettere ancora piede in questa casa…tuo fratello al solito è indietro con lo studio… -

Aveva annuito col capo. Tipico di Ron. 

Ginny aveva allungato il collo ad osservare Harry ed Hermione.  Erano tornati per salutarla?

Questo da parte di Hermione avrebbe anche potuto essere, anche se avrebbe dubitato che l’amica avrebbe trascurato per questo gli studi ad un passo dalle selezioni, e ci stava anche che Ron avesse usato la scusa, probabilmente conoscendo suo fratello neanche del tutto così priva di fondamento, dell’essere indietro con lo studio per non andare con loro, ma Harry?

Ci “sarebbe stato” un Gufo, una telefonata da una cabina Babbana, ma ultimamente visto le manovre non esattamente così sottili che aveva messo in atto per farlo cedere…e siccome da quando era finita la guerra non avevano ancora avuto modo di parlare della loro situazione, e farlo per lettera erano stati entrambi d’accordo non fosse il caso…aveva pensato che le avrebbe parlato alla cerimonia di diploma e così non era stato, ma non vi aveva prestato poi molta attenzione perché tanto sarebbe stata nuovamente a casa entro due settimane e avrebbero avuto tutto il tempo… e se comunque avesse voluto parlarne adesso, di certo non si sarebbe portato dietro Hermione…

L’attenzione della donna, intanto, era tornata nuovamente verso i due maghi. Molly si era voltata di nuovo. – Harry, Hermione, prima che me ne dimentichi, pensate di fermarvi a cena stasera? O se siete troppo impegnati con lo studio magari posso prepararvi un cestino…anche perché Ron farà meglio a non provare neanche ad infilare il naso dentro questa casa per cenare finché avrà imparato a memoria gli interi manuali per le selezioni, con quello che quei libri ci sono costati… -

Entrambi i giovani erano sembrati essere ancora più in difficoltà; stranamente era stata Hermione e non Harry ad affrettarsi a parlare. – No, grazie Signora Weasley, non sarà necessario… - Poi rendendosi conto che la sua risposta non sarebbe bastata per placare l’insistenza della donna aveva aggiunto. - …sul serio non deve disturbarsi io Harry e Ron abbiamo preparato tutto quanto potrebbe occorrerci. 

 - In più Signora Weasley ci saranno Tonks e il Professor Lupin a darci una mano... – Aveva sorriso. - …e Tonks era completamente intenzionata ad occuparsi lei stessa della cena. - Aveva dato man forte il giovane.

Ginny in quel momento aveva corrugato la fronte, mentre Hermione allarmata aveva voltato il capo verso Harry. Non si era minimamente accorto di aver decretato la loro fine…

o meglio, se n’era accorto troppo tardi. Il mago aveva spremuto gli occhi come se avesse ricevuto sulla testa il colpo immaginario che sicuramente la ragazza dai capelli color miele gli avrebbe volentieri inferto.

- Allora sarà meglio che vi prepari un cestino. – Aveva sentenziato la donna e, detto questo, dando le spalle ai giovani, si era diretta ai fornelli.

Hermione aveva indirizzato verso il mago un’espressione ad occhi larghi che Ginny aveva catalogato essere omicida.

Ginny comprendeva pienamente il sentimento, tentare di concentrarsi su qualcosa con sua madre attorno era pressoché impossibile, quello che non comprendeva era quello che stava accadendo lì dentro.

Vi era stato un momento di silenzio piuttosto imbarazzate, e la giovane dai capelli rossi non era minimamente riuscita ad afferrare a cosa fosse dovuto. Molly, nel frattempo, aveva continuato a trafficare con pentole e padelle.

 - Andiamo di sopra? – Aveva offerto la maga rossa decidendo che, qualunque cosa stava accadendo per far comportare i suoi due amici in modo tanto strano, lei doveva ancora risolvere un paio di questioni prima di poter ripartire. – Devo ancora indossare il mio abito da Fairie prima di tornarmene nel regno delle fate… - Ginny aveva scherzato, o meglio, parafrasato con sottile sarcasmo quella che poi non era altro che l’avvilente realtà: Beauxbatons era davvero peggio che il regno delle fate.

- Ginevra Weasley smettila immediatamente di prenderti gioco della scuola di tua cognata, quell’uniforme ti sta d’incanto e dovresti essere orgogliosa di portarla…con i tuoi voti mi chiedo ancora come abbiano fatto a sceglierti per il progetto di scambio… -

- Sì, Ginny me lo sono sempre chiesta anch’io… - Era saltata su Hermione, in quel tono scettico e familiare che l’aveva sempre caratterizzata, improvvisamente dimentica dello scopo della sua visita e catturata dal soggetto del discorso. Lei aveva sudato sette camice per uscirsene col massimo dei voti e non l’era mai stata fatta una proposta simile, ora, era contenta per Ginny e tutto, ma la cosa a suo parere aveva sempre avuto un che d’inspiegabile.

Harry aveva roteato gli occhi e, portandosi il pugno chiuso alla bocca, aveva accennato un paio di colpetti di tosse. Hermione Granger aveva il potere di non capire più niente, quando si entrava nel territorio famigliare della competizione scolastica; con gli anni era nettamente migliorata da quel punto di vista, ma certe abitudini erano difficili da abbandonare. Un vero peccato che non fossero lì per questo…sarebbe stato probabilmente più facile.

Hermione, notando la propria divagazione, imbarazzata si era schiarita la voce e si era affettata ad aggiungere.  - Mh, ma in fondo non è così importante… - Si era portata una mano a massaggiarsi la base del collo, poi aveva parlato come se d’improvviso le fosse venuta in mente un’idea piuttosto brillante. - Ginny, perché invece non andiamo a fare due passi ? È una bella giornata…così dopo io ed Harry  ti lasciamo preparare con tutta calma, perché è abbastanza probabile che tu non voglia spettatori mentre indossi…sì, insomma, l’uniforme, inoltre anche noi dovremmo tornare a studiare… -

A quello la fronte della Signora Weasley si era increspata leggermente; ancora voltata di spalle, la donna aveva irrigidito la schiena.

La giovane maga si era voltata verso Harry ed aveva continuato a parlare in tono piuttosto serio, come se quello di cui stava discutendo in realtà e ciò che, invece, stava uscendo dalle sue labbra riguardassero soggetti differenti.   - …Harry tu cosa ne pensi? Non sarebbe meglio, visto che comunque stiamo sottraendo del tempo allo studio, farlo fino in fondo? –

La verità era che Hermione Granger stava chiedendo a Harry Potter se non sarebbe stato meglio per tutti quanti portare Ginny fuori di casa, in modo da rendere almeno, se non più semplice, meno imbarazzate e sicuramente più distesa e rilassata la situazione che di lì a poco si sarebbe andata a creare; perché “no” non ci sarebbe stato un modo indolore per spiegare a Ginevra Weasley come e perché, la sua migliore amica e il suo ex-fidanzato, avessero deciso di stare insieme.

- Sì, pienamente d’accordo. - Si era limitato ad annuire col capo mantenendo le mani nelle tasche e non dando alcun’inflessione particolare alla propria voce. No, non sarebbe stato per niente facile.

Se Ginny, confusa dal comportamento bizzarro dei propri amici, se n’era rimasta in piedi con le mani nelle tasche della propria tuta verde dal collo e dai polsini neri, Molly Weasley non era una stupida, e non le era sfuggito che qualcosa di strano stava accadendo nella sua cucina.

L’ex-Grifondoro aveva corrugato la fronte. - Una passeggiata? – Aveva sollevato le sopracciglia. – Adesso? – Con tutte le sue cose ancora da preparare e il vento che c’era di fuori?

Stavolta era stato Harry a parlare incredibilmente serio e lo aveva fatto guardandola diritto negli occhi. - Non ci vorrà molto Gin, il tempo di fare un giro qui intorno e sgranchirsi un po’ le gambe… -

Non le era piaciuto. Harry era sempre stato pessimo nel fingere; e adesso sembrava rassegnato o spiacente per qualcosa.

La Signora Weasley aveva continuato a fingere di non essersi accorta di nulla ed aveva proseguito nello svolgimento delle proprie mansioni ai fornelli; dopotutto non erano questioni in cui mettere becco. Evidentemente fra quei tre stava accadendo qualcosa, e si era perfettamente resa conto degli strani sviluppi nei rapporti fra i giovani che avevano continuamente messo piede nella sua casa e a Grimmauld Place, durante quei mesi e negli ultimi anni e, almeno per le questioni di cuore, aveva imparato da tempo che una madre faceva bene a tenere la bocca sigillata se non voleva scatenare del putiferio in famiglia…amava i suoi figli, e amava tutti quei ragazzi allo stesso identico modo, o almeno quelli con la testa sulle spalle…perciò finché non li scopriva a fornicare, e non vi erano: unioni improprie, gravidanze, o atteggiamenti di dubbio gusto…

Voleva bene a Harry, voleva bene a Hermione, e non sopportava che la sua bambina potesse avere il cuore spezzato, ma non c’era niente che potesse fare, come donna e come madre, per preservare i suoi ragazzi da quel tipo di dolore, tutto quello che poteva fare era starsene in disparte, e cercare di non peggiorare ulteriormente le cose ma, per quanto in suo potere, migliorarle. E se poi c’era la possibilità di rendere la realtà più facile d’affrontare con qualche gesto, parola, o accorgimento che portasse un po’ di sollievo da quel dolore…

- Ah, tesoro...ricordati di prendere il pacchetto che c’è in camera tua sopra il letto prima di partire e, Ginny, non stare fuori a lungo, fra poco sarà qui Fleur e magari potrà aiutarti lei a sistemare i capelli… -

Il cipiglio di Ginny era aumentato maggiormente; dirigendosi verso la porta, la maga aveva rivolto un’occhiata sospettosa alla donna. - Va bene grazie… -

Ginevra Weasley non era mai stata una persona colta ma, se lo fosse stata, avrebbe pensato che qualcosa di marcio in Danimarca vi fosse.

 I tre, chiudendosi l’uscio di casa alle spalle, si erano incamminati lungo il sentiero sterrato che tagliava il terreno erboso. Il vento soffiava con un’intensità tale da far presagire l’arrivo di un temporale o di una tromba d’aria, e i maiali nel porcile continuavano recalcitranti a dimenarsi sulle proprie zampe corte e a grugnire.

Prima di seguire i due amici attraverso il sentiero, la maga dai capelli rossi aveva indugiato con lo sguardo sulle bestie che si agitavano chiuse nel recinto; non era definitivamente tempo per una passeggiata.

Stringendo ulteriormente le braccia al corpo per proteggersi dal vento, Ginny aveva affrettato il passo affiancandosi ai suoi compagni d’escursione.

Avevano camminato in silenzio finché si erano trovati a sufficiente distanza dall’abitazione; durante l’intero tragitto, la ragazza non aveva fatto altro che spostare di continuo lo sguardo da Harry a Hermione tentando di capire il perché di quello strano comportamento.

Si erano arrestati giunti in prossimità di una radura circondata da enormi alberi; le fronde, mosse dal vento, nonostante fosse piena estate non permettevano ai raggi del sole di arrivare regalando uno spettacolo degno di uno di quei libri fantasy che piacevano tanto ai Babbani, o di un racconto dei fratelli Grimm.

Alla giovane era venuto in mente l’appellativo “sinistro”, ma non sarebbe stato corretto, era stata più che altro una sensazione; era una bella giornata estiva, non fosse stato per il vento, le premesse perché potesse essere piacevole ci sarebbero state tutte: era in compagnia di quella che aveva sempre considerato come una sorella maggiore, del ragazzo di cui era stata innamorata sin da che avrebbe potuto ricordare, avrebbe dovuto sentirsi “bene”, sentirsi serena, protetta, come se stesse vivendo uno di quei classici momenti perfetti di cui si sentiva tanto parlare, invece aveva l’impressione di non essere affatto al sicuro.  No, non “sinistro” ma “inquietante” e neppure, era come uno show fatto da quegli osceni pupazzi inanimati, o trovarsi in una stanza piena di bambole che sembravano fissarti…e non aveva senso, ma non faceva sentire a proprio agio.

E potevano essere stati quei tronchi tagliati, dalle mastodontiche radici che sembravano invitare a sedersi, oppure quella solitaria altalena che oscillava avanti e indietro appesa ai rami, e che appariva doversi spezzare e rovinare a terra da un momento all’altro…

Non volevano farla aderire a qualche setta strana o roba simile vero? Così la stavano facendo preoccupare…

I tre ragazzi erano rimasti a fissarsi per un minuto in silenzio, finché Ginny non ce l’aveva più fatta. – Ok, adesso basta, che sta succedendo? – La maga aveva abbozzato una specie di sorriso da “non è più divertente, ok? Dite quello che dovete  e facciamola finita perché così mi state spaventando”, ed aveva inclinato il capo lateralmente aspettandosi una risposta. La realtà era che nonostante tutto non si aspettava niente di così orribile, erano Harry ed Hermione…cosa c’era? Non erano sicuri che Ron ce l’avrebbe fatta a passare le selezioni e volevano che fosse lei a dirlo a loro madre?

- Ginny perché non ti siedi… - Era stato Harry a parlare, Hermione era finita con lo spostare lo sguardo sul fogliame ormai secco e ingiallito che ricopriva il terreno.

La maga, senza parole, aveva osservato il giovane un istante, poi si era portata una mano a massaggiarsi la base del collo spostando lo sguardo verso terra e rialzandolo quasi immediatamente. - È uno scherzo? –

Hermione, dopo aver chiuso brevemente gli occhi e spostato altrove il capo come se non ce la facesse a sostenere una situazione simile, aveva sollevato lo sguardo costringendosi ad osservare l’amica; sembrava davvero dispiaciuta e in difficoltà. – Gin perché non dai ascolto a Harry e ti siedi… -

Probabilmente perché se si fosse seduta avrebbe significato che qualcosa sul serio non stava andando.

Ginny era rimasta ferma. Non aveva nessun’intenzione di sedersi, e di certo non finché le avessero spiegato a chiare lettere il perché di tanti misteri.

Hermione aveva scacciato dal viso una ciocca di capelli che le era finita in faccia a causa del vento ed aveva pregato l’amica. - Ginny… -

Ti prego non rendere le cose più difficili…

Ci stava già così male…gli ultimi mesi dovendolo tenere nascosto agli altri erano stati tremendi; doverlo tenere nascosto a lei era stato anche peggio. Si era sentita talmente colpevole e sporca…quando stava in compagnia di Harry le era sembrato sempre di fare qualcosa di male, di tradire la sua amica anche e soltanto col pensiero…e non sarebbe dovuto essere così, non era a quel modo che sarebbe dovuto essere vissuto un rapporto, ed era così innamorata di Harry…anche se era trascorso un anno da quando lui e Ginny si erano lasciati Ginny non si era data per vinta, e  l’aveva sempre ammirata per questo…far accettare le cose a Ron era stato difficile, ma bene o male aveva sempre saputo che loro tre erano troppo amici perché una cosa del genere potesse rovinare le cose in via definitiva, in fondo loro erano “Ron, Harry e Hermione”…ed era stato chiaro fin dal quarto anno a Hogwarts che con Ron…se dovevano essere avrebbero dovuto esserlo allora, non sarebbe trascorso un anno, e poi un altro, e un altro ancora…avevano semplicemente perso il loro momento, e lei aveva scoperto che era stato meglio così, che lo preferiva come amico, perché Ronald Weasley era, e sarebbe sempre stato, dopo Harry, il suo più grande amico…

Harry era Harry, ed era sempre stato molto “differente”. A scuola avevano sempre dato tutti per scontato che il suo continuo litigare con Ron serviva a mascherare qualcosa di diverso…e nessuno, nemmeno lei a volte, aveva voluto rendersi conto che era stato soltanto litigare, incompatibilità di carattere. Era una favola quella degli opposti che si attraevano, poteva valere per i campi magnetici ma non per le persone, alla lunga era importante avere almeno qualcosa in comune…

oppure, almeno, una grand’attrazione fisica.

Ma con Ginny era tutta un’altra storia. A differenza di Ron, non era il tipo da arrendersi o abbattersi, non stava ferma ad aspettare che le cose capitassero. Harry le aveva spiegato che non se la sentiva di continuare il rapporto, che era meglio finirla lì perché per lei sarebbe stato troppo pericoloso, dopotutto sembrava che ad ogni persona con cui instaurava un legame anche e appena leggermente più profondo finisse sempre per capitare qualcosa d’orrendo, finisse per essere usata come pedina nei piani di Voldemort o, nel peggiore dei casi, sei piedi sotto terra.

Beh, Ginny aveva messo in chiaro fin dall’inizio che non le interessava, che capiva il punto di vista, che il fatto di voler fare sempre la cosa giusta era una delle ragioni per le quali lui le piaceva “così tanto”, ma che non avrebbe rispettato la sua decisione.

Ginevra Weasley, soprattutto nei primi mesi, era stata ben più che insistente, ed Harry le aveva confessato che, almeno all’inizio, era stato più volte sul punto di cedere, che tutto quello che aveva sempre voluto era una vita normale, che Ginny era la prima cosa bella che gli capitava da un’eternità e che non poteva sopportare di non poter stare con lei.

Ma se c’era un’altra cosa che aveva sempre distinto Ginny, oltre la perseveranza e la dedizione, era il non permettere che le cose che andavano storte nella sua vita la fermassero dall’andare avanti con il resto.

La situazione a Grimmauld Place ad un certo punto era diventata insostenibile, nessuno sembrava essere in grado di contenere la maga, poi improvvisamente un giorno se n’era saltata fuori con la storia di Beauxbatons; ed Harry aveva tirato un sospiro di sollievo. 

Allora Harry era ancora e sinceramente convinto che, una volta sconfitto Voldemort e terminata la guerra, lui e Ginny sarebbero tornati insieme, che sarebbe stato solo una questione di tempo.

Quello che però lei aveva sempre notato era che fra i due non ci fosse un vero proprio accordo, che Harry, anche se sperava di poter tornare con lei un giorno, non se la fosse mai sentito di chiedere a Ginny di aspettarlo; in fondo quel giorno per quanto ne sapeva sarebbe anche potuto non arrivare mai…

Cos’era successo dopo?

Beh, Ginny era stata piuttosto abile a farsi sentire anche a distanza…a Harry era sempre stato chiaro che lei lo avrebbe aspettato, lo era per chiunque, ed era come se fra i due ci fosse un accordo non detto che, quando tutto si fosse sistemato, se nessuno dei due nel frattempo avesse cambiato idea, sarebbero tornati ad essere di nuovo una coppia.

Solo che alla fine le cose erano cambiate…

E qui erano adesso, a cercare di spiegare ad una persona, che non aveva mai ricevuto un indizio che qualcosa non andasse, che nel frattempo niente era più rimasto lo stesso.

Ginny aveva studiato un momento con sguardo determinato i due giovani poi, sospirando, aveva tirato indietro i capelli che continuavano a volarle davanti al viso a mo’ di coda e, dopo averli lasciati ricadere sulle spalle, si era diretta verso l’altalena. – E va bene… -

Hermione, mentre la ragazza prendeva posto, si era portata per imitazione i capelli dietro le orecchie; Harry, con le mani in tasca, si era fatto avanti seguito immediatamente dalla giovane.

Il mago aveva contemplato per un istante le foglie rapprese al terreno senza prestarvi realmente attenzione, cercando invece le parole più adatte per iniziare il discorso. Ginny Weasley gli aveva dato talmente tanto in soli pochi mesi che adesso si sentiva un verme per quello che stava per fare.

Se Ron era stato fin troppo comprensivo, e Hermione aveva continuato a ripetergli che non l’avevano programmato e che non erano cose che potevano essere controllate o decise, che quello che era accaduto fra loro era semplicemente “successo” e che “sì” forse avrebbero potuto gestire meglio le cose, ma non avrebbero comunque potuto evitarlo…si vedeva lontano un miglio che non fosse convinta, che si sentiva terribilmente colpevole, e lo dicesse soltanto per farlo sentire meglio…ma stare con lei lo faceva sentire meglio, ferire Ginny era completamente un altro paio di maniche.

Hermione era sempre così “sicura” delle cose che, nell’ultimo anno, quando si era trovato ad attraversare il periodo più difficile e terribile della propria vita, aveva avuto il potere di tranquillizzarlo facendogli credere a quel modo che sarebbe andato tutto bene…lei gli era stata vicino in modo così non invadente, così giusto, aveva saputo dargli esattamente quello di cui in quel momento aveva avuto bisogno, senza sforzo alcuno, quasi che fosse stata in grado di leggergli la mente; tra loro si era creato un legame così profondo che andava ben oltre la semplice gratitudine…

Ginny era stata una ventata d’aria fresca, lo aveva aiutato a non pensare, a vivere le cose alla giornata ma…

…purtroppo non aveva saputo curare le sue ferite; aveva solo alleviato la pena.

Era stato incredibile, ma non era stato reale.

Ginevra Weasley era una persona incredibile, e lui le voleva incredibilmente bene; non ne era però innamorato.

E con quale grandiosa faccia di bronzo sarebbe potuto stare davanti a lei e dirle una cosa simile?

“Ginny sei stata importante ma non abbastanza.”…

Ed ecco a voi Signori e Signore il grande Harry potter, capace di salvare l’intero mondo Magico dalla minaccia di Lord Voldemort, ma assolutamente incapace di non ferire con la sua sorprendente abilità oratoria una delle persone più straordinarie che avesse mai avuto modo di conoscere, la sorellina del suo migliore amico, qualcuno che avrebbe potuto decidere di stare con mille e più persone diverse e invece aveva scelto lui.

Notando che il giovane non accennava nuovamente a parlare, la maga dai capelli rossi, tenendosi all’altalena, si era sporta leggermente in avanti cercando di osservare Harry in viso. - Harry…sono seduta adesso. – Gli aveva fatto notare in tono tranquillo e incoraggiante. Merlino, era così strano…

Il ragazzo, interrotto nei propri pensieri dalla voce di Ginny, aveva sollevato le iridi verdi sul volto della maga trovandosi davanti la sua espressione confusa.

- Scusa… - Aveva scosso il capo come se fosse stato momentaneamente distratto, poi aveva lasciato andare un sospiro.  - Gin c’è una cosa che dovresti sapere...solo non so da che parte iniziare… -

La maga inizialmente era stata colta in contropiede dal modo in cui Harry si era rivolto a lei, e non soltanto per il tono di voce che aveva utilizzato ma perché l’aveva visto di rado in quello stato.

Aveva capito che probabilmente ci sarebbero state in servo brutte notizie, solo che non aveva avuto idea potessero essere così brutte…

Ginny si era grattata sotto il naso e, sorridendo, aveva provato a sdrammatizzare gettando la cosa sul ridere. La verità era che, per quanto brutta potesse essere la notizia, non sopportava di vederlo così. - Generalmente quando ti portano in un angolo e iniziano il discorso in questo modo i casi sono due, tre al massimo…o è morto qualcuno, e ti prego Harry dimmi che non è così perché questo significherebbe che nel mio non esattamente sottile modo di sdrammatizzare sto facendo una pessima figura, o si tratta di corna, oppure c’è una rottura in corso…perciò a meno che tu mi dica che non stiamo parlando di noi ma di qualcun altro non vedo dove sia il problema… -

Ginny aveva cercato di leggere negli occhi di Harry come stavano le cose, provando ad ottenere, se non una risposta, un qualsiasi cenno che le desse ragione, ma il ragazzo aveva continuato ad osservarla senza dire una parola; quando la giovane aveva voltato il viso verso Hermione, la maga bionda aveva allontanato lo sguardo.

Quello avrebbe dovuto essere il momento in cui generalmente riusciva almeno a strappare un sorriso, invece lì c’era solo silenzio e tensione. Perché?

Ovviamente non era morto nessuno, o non sarebbero stati loro a dirglielo ma l’avrebbe fatto sua madre…e se stavano parlando di loro due, beh non poteva trattarsi nemmeno di uno degli altri due casi…e anche nel caso avessero parlato di qualcun altro, “sì”, sarebbe stata una carognata, ma chi se ne fregava, no? Per quanto potesse dispiacerle per gli interessati…

Ma non stavano parlando di gente estranea, vero?

La giovane Weasley aveva trascinato il capo lateralmente in realizzazione. - Stiamo parlando di noi, non è vero? – Ginny aveva chiuso gli occhi. - Che stupida… - Arrestandosi aveva rivolto nuovamente lo sguardo verso i due corrugando la fronte. –…aspetta… – C’era una cosa che ancora non le tornava… - …se stiamo parlando di noi per quale ragione… - E dicendolo aveva osservato Hermione.

Dalla ragazza non c’era stata reazione soltanto un’espressione colpevole, ma non l’aveva neppure guardata dritta in faccia.

Secondo te Ginny?

Aveva lasciato andare un sospiro affatto sorpreso prima di tornare a fissare il terreno. Come aveva fatto a non capirlo subito… -…doppiamente stupida…Merlino… - Era talmente evidente…

Hermione aveva voltato le spalle alla scena e si era portata una mano a coprirsi le labbra; aveva sentito gli occhi iniziarle a bruciare.

Harry aveva fatto un passo in avanti.

Le raffiche di vento erano aumentate d’intensità e il cielo, prima limpido, in poco tempo era andato ingrigendosi. Prima di sera sarebbe sul serio arrivato un tornado.

Gli anelli della catena per la quale l’altalena era sospesa avevano prodotto un sibilo metallico; il peso della maga dai capelli rossi e i suoi piedi impuntati nel terreno avevano trattenuto la giostra dal prendere ad oscillare avanti e indietro.  

Aveva sempre dato così per scontato che sarebbero tornati insieme alla fine, che non aveva neppure preso in considerazione la possibilità che le cose sarebbero potute andare diversamente…

…così diversamente...

Non ne avevano mai discusso prima d’allora, aveva creduto fosse superfluo, era superfluo…voleva dire, si trattava di Harry…di lei e di Harry, era ovvio che sarebbe finita così, doveva finire così…

…beh, evidentemente, non era così sottointeso.

Lui e Hermione…

Probabilmente se fosse stata sul serio in grado di assimilare il fatto non avrebbe reagito così bene…in realtà non aveva assolutamente idea di che reazione avrebbe dovuto avere, forse perché faticava a crederlo.

Si trattava di due delle persone che, più in assoluto, non avrebbe mai ritenuto capaci di farle del male; di quella che, ipoteticamente, un giorno, avrebbe potuto diventare sua cognata e dell’unico ragazzo con cui era stata capace d’immaginarsi trascorrere in futuro il resto della propria vita, la vecchiaia, e tutte quelle cose che, sostanzialmente, le avevano sempre fatto provare conati di vomito…

- Ascolta… - Harry si era chinato davanti a lei.

Hermione, sullo sfondo, un po’ refrattaria aveva spostato lo sguardo alla scena che aveva di fronte.

La giovane sull’altalena aveva alzato lo sguardo dal terreno.

Il mago, mantenendo il contatto con gli occhi della ragazza, aveva continuato cercando di essere il più onesto e dolce possibile. - …non ha niente a che vedere con te Gin, stare con te, il tempo passato assieme, è stato incredibile…prima d’allora non credevo ci si potesse sentire così, stare così bene con qualcuno da riuscire a dimenticare tutte le ansie e le preoccupazioni, qualcuno che non ti facesse pesare il fatto di stare insieme e rendesse tutto così semplice…tu mi hai mostrato che esiste un modo diverso di affrontare le cose e te ne sarò sempre grato per questo, perché, Ginny, tu non hai la minima idea di quello che hai fatto per me…ma Gin, in questi ultimi mesi sono accadute tante cose, alcune terribili, molte delle quali fortunatamente tu non ne hai idea, ma non posso fare finta che non siano successe e nemmeno lo voglio…io e Hermione…Gin non avrei mai pensato che potesse accadere una cosa simile…non lo abbiamo programmato, è successo… -

Harry aveva continuato a scrutare nelle iridi della giovane, intenzionato a farle capire che le proprie non si trattavano unicamente di parole vuote o di circostanza, che quella era la verità, e che se ci fosse stato un altro modo, una maniera per evitare di ferirla non avrebbe esitato un solo istante, perché Harry Potter teneva davvero a Ginevra Weasley e non avrebbe mai fatto nulla che avrebbe potuto farle del male deliberatamente.

Se Harry Potter le avesse mentito dritto in faccia sarebbe stato tutto più semplice, sarebbe stato più facile dirsi che non era la persona credeva che fosse, che si era sbagliata sul suo conto, aveva commesso un errore di valutazione, lo aveva pensato migliore e idealizzato quando invece era esattamente come tutti gli altri idioti coi quali era stata.

Purtroppo Harry era migliore di tutti gli altri idioti con i quali era stata, e probabilmente era migliore anche di molti altri.

Harry non stava fingendo di “curarsi” di lei, dei suoi sentimenti, se ne curava sul serio.

Hermione si era portata alle spalle del mago e, anche se avrebbe voluto posargli una mano sulla spalla, non aveva osato toccarlo per la sciocca preoccupazione che un simile gesto avrebbe potuto sconvolgere ancora di più l’amica; la ragazza, dopo essersi passata una ciocca di capelli dietro l’orecchio, aveva riposto le mani nelle tasche. – Ginny se avessimo pensato che sarebbe potuta andare così, che sarebbe potuto accadere, non sarebbe mai iniziata, avremmo fatto in modo di evitarlo…so che non è una giustificazione, ma non era qualcosa a cui avevamo pensato è capitato e adesso tutto quello a cui riesco a pensare è se sarai mai in grado di perdonarci…se esiste anche solo un piccola possibilità che le cose fra noi possano tornare quelle di un tempo… -

Ginny aveva levato lo sguardo sulla maga abbandonando quello di Harry soltanto dopo che questa aveva terminato di parlare.

Improvvisamente e senza preavviso la giovane dai capelli rossi era stata in piedi; aveva guardato prima Harry e poi di nuovo Hermione. Lo sguardo estremamente naturale ma fermo si era puntato in quello dell’amica, era rimasta a fissarla con le mani in tasca. – Le cose non capitano… -

Ginevra Weasley non aveva pianto e non aveva gridato, aveva avuto una reazione molto controllata, non disperata, non rassegnata, non d’accusa nei confronti di qualcosa o qualcuno; vi era stata come della risoluzione nei suoi modi e una buona dose di menefreghismo.

“Sì” perché non riusciva ancora a crederci, non per qualche stupida e matura ragione.

Aveva spostato di nuovo lo sguardo verso Harry; il mago, ancora chinato a terra, aveva smesso di osservare il posto vuoto lasciato dalla ragazza ed aveva voltato il viso dalla sua parte.

I loro sguardi erano rimasti allacciati per un istante, poi la giovane aveva parlato. - …sono le persone a farle capitare…non capita niente se non si vuole che capiti… -

In quel momento fra i due era stato stabilito qualcosa, lo avevano saputo entrambi. Ginny Weasley non ce l’aveva con loro, non era arrabbiata o intenzionata a fare una scenata, e neppure li aveva perdonati, semplicemente allo stato delle cose non era in grado di pensare e aveva rimandato il momento della decisione.

La ex-Grifondoro, dando le spalle ai due, aveva preso a tornare dalla direzione per la quale erano venuti.

Harry, levandosi in piedi, era rimasto ad osservarla allontanarsi. Conoscendo Ginny, probabilmente discutere in quel momento non sarebbe servito a niente; le serviva tempo per sbollire.

Hermione aveva fatto per andarle dietro, ma il ragazzo l’aveva fermata posandole una mano sulla spalla; la giovane però, guardando andarsene l’amica, non era riuscita a trattenersi. – Ginny! –

Ginny si era voltata ma, quando la maga bionda aveva fatto per parlare, maneggiando quello che avrebbe dovuto essere il miglior esempio di un sorriso, non glielo aveva permesso. – Scusate, ma ho un treno da prendere e devo ancora fare un mucchio di cose… - Aveva deliberatamente sviato il discorso e fatto per voltarsi di nuovo.

Hermione però, liberandosi dalla presa di Harry, era avanzata rapidamente di alcuni passi e l’aveva richiamata indietro. – Ginny aspetta! –

La ragazza si era arrestata.

- Le cose fra noi torneranno mai come prima? -

Ginny aveva lasciato andare un sospiro e si era voltata; aveva sollevato per aria le braccia. - Non lo so, sì forse, col tempo…Hermione onestamente che cosa ti aspetti che dica adesso? – Mentre parlava aveva continuato a sorridere, ma si era trattato di un sorriso amareggiato e dai contorni lievemente aspri. – Non ce la faccio a parlarne adesso, e non ne ho nemmeno voglia… - La voce era salita leggermente diventando a-tratti incredula, come se la sua interlocutrice non si stesse rendendo conto realmente di ciò che le stava chiedo, la maga però non aveva perso lo stesso il sorriso o la calma. - …ho un treno da prendere, delle cose da sistemare, domani ci sono gli esami, voi ve ne arrivate qui beati e pacifici e mi lanciate questa cosa addosso, ok, ho recepito, prendo atto, però non mi va di pensarci in questo momento…non saprei neanche cosa dirvi in questo momento… - Aveva corrugato la fronte, quasi che le sembrasse impossibile che una persona tanto intelligente come Hermione proprio non ci arrivasse. - …ci vediamo fra due settimane… - E, detto questo, Ginevra Weasley aveva preso nuovamente ad incamminarsi verso la via di casa.

[…]

You live you learn

You love you learn

You cry you learn

You lose you learn

You bleed you learn

You scream you learn

 

You grieve you learn

You choke you learn

You laugh you learn

You choose you learn

You pray you learn

You ask you learn

You live you learn

Alanis Morisette – You Learn

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Capitolo 5
*** Cap02 ...ciò che sta in mezzo... ***


Le divise di Beauxbatons erano stregate perché agli occhi dei Babbani apparissero come delle normali uniformi scolastiche di un qualunque collegio, per la tal ragione, Ginevra Weasley, se ne stava tranquillamente in piedi sul binario 7 della stazione di

…”ciò che sta in mezzo”…(You live you learn)

Le divise di Beauxbatons erano stregate perché agli occhi dei Babbani apparissero come delle normali uniformi scolastiche di un qualunque collegio, per la tal ragione, Ginevra Weasley, se ne stava tranquillamente in piedi sul binario 7 della stazione di Waterloo, tenendo fra le mani il pacchetto che aveva trovato adagiato sul letto nella propria stanza, nell’attesa dell’Eurostar delle 18.00 che l’avrebbe ricondotta a Parigi.

Beh…più o meno tranquillamente.

Almeno la sua pettinatura era ancora impeccabile…peccato che, nonostante il lavoro ineccepibile compiuto da Fleur, e le parole che poco prima erano uscite dalle sue labbra, la giovane maga al momento avesse per la mente tutto altro…

…come il fatto che, in pratica, aveva preso due treni e metro come se piovessero al solo scopo di farsi mollare…e questo era quanto.

Sì, giusto, c’era anche il diploma di Ron…

E a Harry e Hermione era andata incredibilmente bene che al momento non le era venuto in mente di chiedere se lui era stato informato della faccenda…ma “no”, no, non bisognava equivocare, non perché le dispiacesse per suo fratello e la sua cotta senza speranza per Hermione, della quale, tra parentesi, Ron si ricordava di avere solo se informato da altri, semplicemente perché se così fosse stato l’avrebbe preso a calci da lì fino alla stazione per non averle detto niente…almeno, quando quello che avrebbe dovuto tornare ad essere il vostro ragazzo e l’amica di vostro fratello vi venivano a dire che durante la vostra assenza avevano deciso di mettersi insieme, sareste stati preparati e non avreste fatto la figura degli idioti che proprio non ci avevano neppure pensato.

Per quello non era andato con loro, altro che studiare…quei tre avevano fatto muro di nuovo.

Non era una bella sensazione stare seduta davanti al ragazzo del quale eri innamorata in pratica da sempre, mentre questo ti faceva capire che pur tenendo a te…

…certo che se ne imparavano di cose…

Se fosse stata il tipo che per una cosa del genere si chiude in camera a piangere sarebbe stato tutto più semplice, avrebbe saputo come reagire…e lo stesso se Harry non fosse stato così…Harry.

Non era arrabbiata con lui…

cioè sì, no, forse un po’…

No, la verità è che non riusciva a crederlo possibile; aveva incredibilmente chiaro di avercela con Hermione però…

…non doveva farle una cosa simile. Ci dovevano essere delle regole, no? Fra sorelle di…circostanza. Quand’era più piccola, e definitivamente più stupida, le aveva proposto il patto di sangue…Hermione ne era rimasta disgustata, e come darle torto…le aveva detto che faceva schifo e non era per niente igienico, e se invece non avrebbero potuto scrivere una specie di accordo o contratto…già.

Come aveva potuto mettersi in mezzo? Dov’erano andati a finire tutti quei suoi bei principi? Non significava più niente essere amiche? Aver ronzato fino a poco prima dietro a suo fratello ed essersi scambiata con Malfoy tutte quelle occhiate e sguardi, arrossendo poi come una scema…?

Le espressioni della maga avevano continuato a mutare man mano che procedeva nei propri pensieri e, “divisa” o no, Ginny era riuscita ugualmente a rimediare gli sguardi di alcuni curiosi.

E allora cos’era? Non era stata lontana, in un altro paese, ininterrottamente per un anno…molte volte era tornata a casa o a Grimmauld Place, e in quelle occasioni non aveva mai nascosto di voler ancora tornare con Harry...

La giovane, sbuffando, si era spostata incomoda sui propri piedi. Onestamente la cosa la stava facendo impazzire.

E, cosa decisamente ancora non da meno…

Mentre il cielo sovrastante Londra diventava sempre più scuro, e il vento continuava a soffiare senza posa, nelle iridi azzurre della ragazza, per un breve attimo, era passata come un’ombra… 

 era ancora innamorata di Harry

…maledettamente innamorata da fare male…

Ma Ginevra Weasley non era quel genere di persona che, quando le cose andavano storte, trascorreva il resto del tempo piangendosi addosso.

…e se non si era arresa quando lui l’aveva lasciata a causa dei suoi “doveri”…

…dopotutto Hermione Granger non si era fatta molti scrupoli nei suoi riguardi…

Ginny aveva raddrizzato le spalle.

…volevano la guerra?

Stavolta non se ne sarebbe stata da parte buona buona…e se per questo avesse dovuto piantare Beauxbatons o tentare l’anno seguente le selezioni da Auror, tanto meglio, avrebbe avuto nuovamente uno scopo, qualcosa che la facesse respirare di nuovo da quando aveva smesso di giocare a Quidditch.

Di certo le serviva un piano.

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Capitolo 6
*** Cap03 ...come stanno le cose... ***


…come stanno le cose…(il piano)

…come stanno le cose…(il piano)

Ginevra Weasley avrebbe avuto ancora quarantacinque minuti, prima di perdere il treno definitivamente e di conseguenza non arrivare per tempo a Beauxbatons per sostenere gli esami di fine anno; n’era stata perfettamente consapevole, quando correndo aveva lasciato la stazione e si era fiondata sul Nottetempo.

Avrebbe fatto in tempo…

e nessuno si sarebbe mai accorto di niente.  

Se arrivata a Grimmauld Place per sua disgrazia si fosse fatta beccare da qualcuno dei suoi conoscenti avrebbe dovuto spiegare parecchie cose, come il fatto di non essere seduta in stazione ad aspettare un treno.

Ma Ginevra Weasley non era alla ricerca di uno dei suoi conoscenti o, almeno, non esattamente.

Forse non era stata una buon’idea, anzi probabilmente era stata l’idea più folle che avesse mai avuto e, proprio per questo, avrebbe potuto benissimo funzionare.

Voleva riprendersi Harry, e da sola non ce l’avrebbe mai fatta era certo, se doveva competere con Hermione poi…non c’era sfida, erano diametralmente opposte…

…le uniche cose che avevano sempre avuto in comune erano state Harry e Ron.

Presto però ne avrebbero avuto un’altra.

Evidentemente Hermione Granger doveva avere qualcosa che a lei mancava, e se fosse stata in grado di capire cosa non si sarebbe trovata lì tanto per iniziare, perciò le serviva un alleato…qualcuno che non solo potesse aiutarla ma che fosse sufficientemente motivato a farlo.

Da quando Draco Malfoy era entrato a far parte dell’Ordine della Fenice fra la sorpresa e lo sconvolgimento generale, lei non si era persa uno degli sguardi che il mago aveva scambiato con la sua bionda amica; e non era una stupida…fra quei due vi era qualcosa.

Era stato l’anno precedente che Ron ed Harry erano entrati a far parte dell’Ordine, Hermione avrebbe dovuto aspettare settembre perché allora sarebbe stata maggiorenne; Draco Malfoy era stato portato a Grimmauld Place quell’agosto dal Professor Lupin e da Malocchio Moody, dopodichè i membri dell’Ordine si erano chiusi in cucina a discutere della situazione lasciando lei ed Hermione sedute sul divano del soggiorno.

Era rimasta lì all’incirca dieci secondi, prima di prendere la rivista che stava leggendo e, annoiata a morte, salire in camera propria lasciando un Hermione piuttosto interdetta ad attenere le briciole che Ron ed Harry le avrebbero di sicuro lanciato più tardi su quanto era avvenuto al di là della “inaccessibile” porta.

Non aveva avuto voglia di starsene in piedi fino a chissà quando tentando di origliare stralci di conversazione; da quando Harry l’aveva scaricata per compiere il proprio dovere ed essere stata di nuovo magicamente esiliata dal magico trio, e dopo aver capito che lei non sarebbe mai entrata a far parte dell’Ordine, origliare dietro una porta aveva perso larga parte della propria attrattiva.

In realtà in quel periodo aveva detestato gran parte di quello che aveva avuto a che fare con l’Ordine, soprattutto considerato che era costretta a starsene rinchiusa a Grimmauld Place senza per altro poter conoscere nulla di quello che stava accadendo; ogni volta che entrava in una stanza la evitavano tutti quanti come la peste di salamandra, c’era sempre da qualche parte una conversazione che non poteva ascoltare, o un discorso importante a cui lei non poteva partecipare.

Tutti erano sembrati avere un’opinione sulla presenza di Draco Malfoy a Grimmauld Place e nell’Ordine…comunque la maggior parte dei membri lo guardava con diffidenza come se fosse sempre stato sul punto di fare una mossa falsa e rivelare la sua vera identità di spia nemica o qualcosa del genere…

…Harry e Ron avevano adottato lo stesso atteggiamento che avevano sempre sostenuto anche a Hogwarts, questo finché avevano capito che non c’era niente che avrebbero potuto fare per cambiare la semplice e lineare realtà che lui si trovava lì e probabilmente ci sarebbe rimasto.

Malfoy ad ogni modo se ne stava quasi sempre chiuso in camera e per conto suo, ignorando tutti quanti e adottando un atteggiamento più o meno rispettoso nei confronti dei membri “adulti” dell’Ordine, o di chi si rivolgeva a lui con cortesia vera o finta che fosse; quella di lui era pura e semplice educazione del tutto priva di entusiasmo e, soprattutto, non aveva niente a che vedere col vero rispetto.

Sua madre, soprattutto all’inizio, pur non fidandosi era stata abbastanza tollerante e cordiale nei riguardi del nuovo ospite, probabilmente provando pena per lui, visto che in pratica si era trovato ad essere solo al mondo e per giunta in territorio nemico…era sempre stata piuttosto fredda con lui, mai scortese ma distaccata…nonostante questo non gli aveva mai mancato di premure e lo aveva trattato come tutti gli altri, maglioni caldi e tutto il resto; Draco Malfoy, per educazione, si era offerto più volte di darle una mano in qualcosa, quando era sembrata averne bisogno, ma lei aveva sempre rifiutato e, ad ogni modo, di questo ne dava atto a sua madre, lui avrebbe potuto tentare un po’ meglio di mascherare la propria riluttanza.

Suo padre, invece, era stato tutto un’altra storia, ancora adesso non poteva evitare in alcun modo di rivedere in lui Lucius Malfoy ed aveva agito sempre di conseguenza, diffidando persino d’ogni e più banale gesto; sempre privo di cattiveria, e pronto a riconoscere, in qual caso, di essersi sbagliato, ma non per questo disposto a fidarsi di lui.

I suoi fratelli, ad esclusione di Ron ed in parte dei gemelli, pur guardandolo in cagnesco si erano comportati in modo abbastanza “adulto”, limitandosi più che altro ad adottare la stessa tattica di Harry ed ignorandolo la maggior parte del tempo; una sorta di “tregua” per così dire, comunque quando parlavano con lui, pur non essendo esattamente entusiasti o accomodanti, e con mille occhi aperti, cercavano di mantenere un livello accettabile di collaborazione.

Ron era un caso disperato, Draco Malfoy stesso, ad eccezione di qualche commentino mirato di tanto in tanto, aveva preso ad ignorarlo e ad uscirsene con un “cresci Weasley” oppure un “credi quello che vuoi Weasley”, per poi alzarsi e lasciare la stanza.

Infine c’era Hermione.

Hermione era sempre stata l’unica disposta a volergli dare il beneficio del dubbio, a ricordare a Harry che anche Draco Malfoy aveva perso entrambi i genitori ed era solo al mondo, che andava tollerato e non condannato, sia per la pace comune sia per il bene dell’Ordine ma anche perché non avevano alternativa.   

Quando Ron iniziava con uno dei suoi noiosi e deliranti monologhi in cui si esprimeva tutto l’odio che i Malfoy e i Weasley avevano provato gli uni per gli altri sin dalle origini, il perché di quell’odio, il tutto arricchito con le più colorite espressioni, Hermione era sempre intervenuta per farlo smettere “Per l’amor del cielo Ron la vuoi fare finita!”; e lo stesso quando, sempre Ron, e Harry esageravano nel prendersela con lui o nel parlarne male, ed anche lei spesso se ne usciva con un “quando crescerete” oppure “a volte siete orribili”, e quello di solito era quando Ron le urlava indietro “Orribili? Hermione ti sei dimenticata di come ti ha sempre trattato a scuola?” seguito da litigate, silenzi, ed un’atmosfera che non avrebbe mai augurato a nessuno.

Personalmente non aveva mai capito il comportamento di Hermione, e neppure quello di Malfoy a dire il vero…tanto che, ad un certo punto, aveva persino pensato che quei due se la facessero di nascosto, talmente era possibile sentire la tensione sessuale quando erano insieme nella stessa stanza…

Lui aveva continuato a rivolgersi alla maga in un certo modo, non troppo carino a dire il vero, eppure era sempre sembrato che in realtà la rispettasse profondamente, per non dire altro…

…li aveva beccati più volte da soli per la casa, ed anche se esternamente erano tutti apparsi come incontri casuali in cui di sicuro non potevano aver scambiato più di due parole…

Non era un idiota.

Aveva visto un’infinità di volte Hermione abbassare lo sguardo ed arrossire, o ritirare d’improvviso la mano ad un involontario contatto con Malfoy…ed aveva notato le occhiate che ogni tanto lui sembrava rivolgerle, o lo sguardo triste di lei quando a volte si trovava a fissarlo tutto solo soletto in un angolo…

Cotta? Brivido per il proibito? Attrazione fatale? Rapporto amore-odio?

Non gliene era mai importato un accidente a dire il vero, anzi lo aveva trovato incredibilmente divertente, specie, quando cercava un modo per prendere in giro Hermione…

…una volta la maga senza rendersene conto aveva iniziato uno strano discorso, al momento aveva pensato che la sua amica si stesse riferendo a Harry “Ginny tu credi che certe persone siano destinate a restare sole perché è quello che vogliono? Non credi che sia incredibilmente triste non avere nessuno che ti stia al fianco?”, poi però si era resa conto che Malfoy era appena salito per le scale alle loro spalle; un'altra volta era stata decisamente più esplicita “Ginny tu non credi che ci sia di più in Malfoy di quello che da vedere?”, Hermione lo aveva detto soprappensiero, seguendo il suo sguardo aveva notato che stava osservando Malfoy seduto da solo in un angolo, doveva averla guardata come se si trattasse di un marziano perché quando Hermione si era accorta di quello che si era lasciata scappare dalle labbra era arrossita e si era affrettata a cambiare discorso.

Non sapeva con certezza se vi fosse stato qualcosa tra i due, anche se l’avrebbe escluso, Hermione non sembrava il tipo da relazione clandestina e disapprovata da tutti, ma durante la cerimonia del diploma aveva notato più di un paio di sguardi che Malfoy aveva rivolto alla ragazza e che non lasciavano dubbi riguardo al loro contenuto.

Se tre ragazzi tanto diversi come Harry, Ron e Draco erano finiti col desiderare Hermione Granger, Hermione Granger doveva avere necessariamente qualcosa che a lei mancava; ora, non gli interessava cosa suo fratello e Malfoy vi trovassero in lei, ma dato che per ovvie ragioni non poteva rivolgersi ad Harry, e dato che sulle motivazioni di Ron di sicuro non avrebbe potuto fare affidamento, chi meglio di Draco Malfoy? La persona che teoricamente, l’ultima volta che aveva controllato, avrebbe dovuto detestare Hermione semplicemente a causa delle sue origini?

In quanto a Ginevra Weasley…lei non aveva mai avuto un’opinione su Draco Malfoy, e neppure le importava farsene una.

Sì, quando lo avevano portato a Grimmauld Place ridotto in quello stato aveva intuito immediatamente che qualcosa stava bollendo in pentola, ma, onestamente…poi aveva saputo che Piton era morto e che Malfoy aveva preso il suo posto come spia all’interno dell’Ordine, e aveva assistito in più occasioni agli scoppi furiosi di suo fratello, ed era stato quanto.

Piton non le era mai piaciuto, e non si era sentita in qualche modo spiacente per aver sentito che Lucius Malfoy e Narcissa Black erano stati uccisi su ordine di Voldemort…il primo, quando era entrata a Hogwarts, l’aveva quasi fatta uccidere, e non aveva mai conosciuto né provato il desiderio di conoscere la seconda.

In cinque anni a Hogwarts e in quei pochi mesi a Grimmauld Place lei e Draco Malfoy si erano scambiati sì e no quattro parole, forse addirittura meno; Malfoy per lei era stato sempre e soltanto collegato ai Serpeverde o a Ron e Harry.

A Scuola le uniche volte in cui lui le aveva rivolto la parola erano state un incidente, ed era stato solamente per via indiretta e come insulto a Harry; in realtà molti a Hogwarts, durante la sua permanenza, non si erano neppure resi conto che di cognome facesse Weasley…e questo per il semplice fatto che la gente era convinta che, a parte sua madre, i Weasley fossero tutti maschi…

…chi invece sapeva di lei la associava immediatamente a Ron, “questi” persino dopo che era diventata la ragazza di Harry non avevano fatto una piega, per il solo e semplice fatto che la cosa da molti era stata pensata come “scontata”.

Era pressoché certa che Draco Malfoy si fosse accorto della sua reale esistenza come effettivo membro del clan Weasley solamente dopo averla vista ronzare costantemente a Grimmauld Place, della serie “toh, guarda chi si vede…perché? Tu vivi qui?”…

…probabilmente, prima di allora, non aveva nemmeno associato il fatto che la ragazza di Harry Potter fosse contemporaneamente la sorella di Ron e, perciò, una Weasley…

…inoltre era sempre stata abbastanza convinta che Draco Malfoy ce l’avesse più col nome dei Weasley e con Ron che con la loro famiglia in sé…ah, e poi con Harry ovviamente.

Ad ogni modo, le poche volte che a Grimmauld Place si erano trovati soli nella stessa stanza era stato piuttosto “strano”; uno dei due di solito finiva col prendere il proprio libro e andarsene, più che altro perché stare seduti in soggiorno con un perfetto sconosciuto che si stava facendo i cavoli propri…

…forse sarebbe stata esattamente quella la definizione perfetta per il rapporto che aveva sempre avuto con Malfoy: due perfetti estranei che s’ignoravano e riconoscevano meramente la presenza l’uno dell’altro unicamente in relazione ad un soggetto che avevano in comune.

Sì, Malfoy era stato un Serpeverde e lei una Grifondoro, wow, sai che grande rivelazione…e tutto l’astio e la competizione erano iniziati e finiti lì. Sì ok, le erano dispiaciuti gli insulti alla sua famiglia, le era dispiaciuto che quando suo fratello veniva insultato riuscisse a dare immancabilmente uno spettacolo imbarazzante di sé stesso…

…il punto era che Draco Malfoy non aveva mai scambiato con lei due parole in fila, perciò poteva aver “simpatizzato” per Harry, Ron ed Hermione…ma lui non era stato nel suo anno, non avevano mai frequentato classi assieme, ed anche se sicuramente si erano passati accanto nei corridoi non se n’erano mai neppure accorti…

…Malfoy adesso era passato dal loro lato, non aveva ucciso nessuno dei suoi conoscenti, Voldemort era stato sconfitto, e lei frequentava Beauxbatons perciò tecnicamente non era più nemmeno una Grifondoro…

Il fatto di fidarsi o meno di lui al momento non era un requisito fondamentale, anzi…se avesse tirato fuori  anche e solo mezza di una delle doti di cui si erano sempre vantati in spregevolezza i Serpeverde, probabilmente sarebbe stata a cavallo, dal momento che il proposito che aveva in mente certamente non avrebbe potuto essere annoverato fra i più nobili.

Era stato con pacco e cappello stretti convulsamente in una mano, l’uniforme estiva stropicciata, e l’acconciatura allentata in più punti che, Ginevra Weasley, aveva fatto il proprio ingresso a Grimmauld Place ed era salita rapidamente per scale.

Ginny, tirandosi indietro con una mano i ciuffi ribelli, si era arenata davanti alla stanza di Draco Malfoy cercando di ricomporre il proprio respiro.

Era rimasta a fissare la porta come se avesse cercato d’ipnotizzarla.

Ecco il momento della verità.

La maga, senza attendere oltre o provare a bussare, aveva ruotato il pomello dorato.

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Capitolo 7
*** Cap04 ...e il dopo. ***


…e il “dopo”

e il “dopo”. (You ask you learn)

15 ore e 45 minuti alle selezioni.

Grimmauld Place era immersa nel più completo silenzio; da quando la guerra contro l’Oscuro Signore aveva visto la sua conclusione e l’Ordine della Fenice in parte era stato sciolto, in pochi erano rimasti ad occuparne le stanze. Nella maggior parte dei casi si trattava di sistemazioni temporanee, dimore provvisorie durante la caccia ai Mangiamorte e Maghi Oscuri rimasti in libertà, o utili sedi di studio per aspiranti Auror; almeno finché questo fosse stato bene al padrone di casa.

Harry Potter non era sembrato intenzionato ad occupare la residenza in pianta stabile tanto presto, almeno non senza i propri amici e quel continuo via vai di gente: troppo presto, troppi ricordi. Un giorno, forse, chissà…quando si fosse deciso a costruirsi una famiglia…

ma Harry Potter adesso era troppo occupato a preoccuparsi delle selezioni che si sarebbero svolte il giorno seguente per pensare a farsi una famiglia, si trovava rinchiuso in una delle stanze al piano superiore con i suoi due amici, err…correzione, il suo migliore amico e la sua ragazza, Tonks e il Professor Lupin, mentre la Signora Weasley di sotto trafficava ai fornelli, totalmente ignaro di quello che stava accadendo soltanto tre camere più avanti.

Draco Malfoy si trovava sprofondato nella sedia, le gambe accavallate sopra la scrivania ed il “Manuale Introduttivo alle Selezioni Teoriche per Auror” fra le mani, quando qualcuno, molto rudemente, era entrato nella sua stanza.

Aveva sentito i passi in corridoio e qualcuno arrestarsi davanti alla sua porta molto prima che il pomello fosse ruotato, ed aveva deciso d’ignorare il visitatore; o si trattava di qualcuno che con tutta probabilità aveva commesso un errore, ergo se Merlino avesse voluto se ne sarebbe andato presto, o era una delle tante persone che non era esattamente felice di vedere, perciò non avrebbe aperto comunque, o era Hermione Granger, e per quanto corpo e mente si votassero disponibili ad un altro po’ di “quello”, situazione non definita (non per proprio volere) e incredibilmente piacevole tortura per anima e corpo, il giorno dopo ci sarebbero state le selezioni e sarebbe stata una distrazione…in sintesi, chiunque ci fosse stato lì fuori, in ogni caso, averci a che fare sarebbe stata una rottura.

La conferma era arrivata tre secondi più tardi sotto la forma di, niente popò di meno che, Ginevra Weasley.

Draco Malfoy aveva continuando a leggere attraverso le pagine del proprio libro di testo ignorando completamente l’intruso, senza rendersi immediatamente conto che quella persona non era stata neppure fatta rientrare nella sua equazione; primo: Ginny Weasley non era inclusa nella cerchia di persone con le quali era solito avere un seppur minimo rapporto di dialogo, figurarsi il fatto che lo andasse a cercare per una ragione differente dal dover fare il bucato o comunicargli che sua madre aveva pronta la cena, se sapeva il suo nome era solo perché aveva sentito Potter, Weasley e tutti gli altri chiamarla così…, secondo:  allo stato attuale delle sue conoscenze, avrebbe dovuto essere in viaggio per tornare nel “magico mondo di Beauxbatons”  probabilmente, ma non ci avrebbe messo la mano sul fuoco, col cuore spezzato.

La verità era che Draco Malfoy non aveva mai considerato Ginny Weasley e nemmeno gli interessava considerarla.

Dal poco che aveva visto e sentito non gli era sembrata né particolarmente brillante né altro; l’aveva sempre trovata una persona insignificante e rozza.

- Avanti eh… - Si era limitato a far notare senza sollevare il capo; quando non era prevenuta risposta, e comunque la presenza non aveva dato alcun  segno di volersene andare, il mago aveva alzato lo sguardo.

Ginny Weasley.

Il giovane, pur non avendo preso in considerazione quell’ipotesi, non aveva manifestato alcun cenno di sorpresa, probabilmente non era ancora partita, si era aspettato invece il richiudersi immediato della porta non appena la ragazza si sarebbe resa conto dell’errore, e si era preparato perciò a ritornare con l’attenzione al proprio libro, la porta però non si era mai richiusa.

Malfoy, sul punto di abbassare nuovamente lo sguardo, si era fermato ed era tornato con le iridi alla giovane nell’attesa che questa se ne andasse.

Ma Ginny Weasley non si era spostata di una virgola.

La maga dai capelli rossi era in piedi tra la porta, che si era lasciata con molta accortezza socchiusa alle spalle, e la scrivania. Una distanza sufficiente a stabilire che fosse intenzionata a restare ma che non fosse disposta ad avere alcuna sorta di contatto; nonostante la sottile precauzione però, lo sguardo fisso della giovane era puntato senza alcun ritegno direttamente sul suo viso come se si stesse aspettando qualcosa.

L’impulso immediato del ragazzo sarebbe stato chiedere “cosa?”, invece era rimasto a guardarla come se si fosse trattata di un elemento estraneo all’interno della stanza. Tecnicamente era rimasto al punto in cui loro due erano due perfetti estranei che s’ignoravano, perciò avrebbe voluto capire perché Ginny Weasley era ancora nella sua stanza. – Scusa … - Aveva domandato, ed era stato sul punto di dire il suo nome, quando si era reso conto che la cosa non avrebbe funzionato, lo stesso per il suo cognome: Weasley era Ron Weasley; infine aveva rinunciato.  - …mi sono perso qualche passaggio? –

Probabilmente quello era il tempo più lungo che avevano trascorso insieme nella stessa stanza.

- Ho bisogno del tuo aiuto. -

Malfoy l’aveva studiata per un attimo, poi aveva chiuso in due il libro che teneva tra le mani causando quel classico suono brusco e intenzionale che può produrre una consistente quantità di carta se è ripiegata di colpo. Il giovane mago aveva accantonato il volume e, ritirando le gambe dalla scrivania, sospirando si era alzato dalla sedia. – Credevo che tutta la tua famiglia... – Dando le spalle a Ginny, aveva compiuto qualche passo verso il fondo della stanza. – …fosse d’accordo sulla regola fondamentale dell’odiare, detestare, e non avere niente a che fare con la mia. – Il mago si era voltato nuovamente verso la ragazza.

Ginny non aveva risposto immediatamente, invece era rimasta a guardare il giovane per un istante, prima di sollevare le sopracciglia; la ragazza aveva sbuffato roteando gli occhi. Aveva parlato cercando di sistemarsi i capelli con la mano libera, per altro riuscendo solo a peggiorare le cose. – Malfoy, in primo luogo, tu non sei la tua famiglia, come io, grazie a Merlino, non sono la mia; in secondo luogo, non è possibile odiare qualcuno di cui si è riconosciuta meramente l’esistenza…in cinque anni a Hogwarts e in uno qui a Grimmauld Place, quante volte abbiamo parlato? Tre? …Davvero poche perché io metta dello sforzo e perda tempo ad odiare qualcuno… -

- Ok…e questo se vogliamo risponde alla domanda che io non ti ho fatto sul perché quando sei entrata qui dentro non hai esordito come avrebbe fatto uno dei tuoi amabili parenti, Potter o uno a caso dei membri dell’Ordine…era supposto per essere retorico…non spiega quello che ci stai facendo nella mia stanza… -

Ginny aveva corrugato la fronte scuotendo il capo. – Prima ho per caso parlato in un’altra lingua senza rendermene conto? - La maga aveva inclinato il viso incrociando le braccia. – Guarda le cose stanno così…non so per quale ragione tu, mio fratello, ed Harry abbiate sviluppato in questi anni una sorta di…attrazione per Hermione, sta di fatto che è così, come sicuramente saprai Harry oggi mi ha scaricata e io non ho nessuna intenzione… -

- Ehi, frena un attimo lingua lunga…non so che cosa ti abbia fatto credere di poter entrare qui e iniziare a darmi il mal di testa, e soprattutto cosa ti abbia portato dedurre che io veda la Granger in quel modo, sta di fatto che, come hai magistralmente espresso poco fa, in questi anni siamo stati meno che conoscenti e gradirei che le cose rimanessero esattamente in questo stato... – Malfoy si era avvicinato e la giovane era retrocessa a causa dell’invasione di spazio che aveva delimitato poco prima, ma il mago si era limitato a superarla e a dirigersi verso la porta aprendola. 

Ginny si era voltata e aveva notato che la stava congedando.

- …ora, se non ti dispiace… -

Malfoy in tutto questo era stato calmissimo e per niente interessato.

La maga lo aveva fissato corrugando nuovamente la fronte poi, come se niente fosse mai accaduto, aveva parlato di nuovo. – Voglio che mi aiuti a sperarli… - Gli aveva voltato le spalle e si era diritta alla scrivania appoggiandovisi contro, valicando la precedente distanza di sicurezza e decretando a quel modo la fine del loro periodo da “meno che conoscenti”.  - …e comunque io mi chiamo Ginny e non “lingua lunga”… -  Aveva fatto notare.

L’unica cosa perfettamente chiara a Draco Malfoy in quel momento era stata che, quella che aveva sempre ritenuto, e ancora riteneva, un’estranea, si era addossata alla sua scrivania e non sembrava intenzionata ad andarsene, iniziando ad essere anche una seccatura.

Il mago aveva chiuso la porta infilandosi poi una mano in tasca. – Aha. - Sarebbe stato estremamente tentato di tornare a sedersi e continuare a studiare ignorandola completamente, e probabilmente lo avrebbe anche fatto se, la maga, accorgendosi che stava osservando al di là delle sue spalle, non si fosse voltata e, notando il libro, non si fosse allungata per afferrarlo.

Ginny, tornando nella medesima posizione di prima, aveva tenuto il pesante tomo fra entrambe le mani e lo aveva appoggiato contro la parte superiore delle proprie gambe. – Allora? –

Malfoy aveva attraversato la stanza ed aveva raggiunto la finestra accanto al letto fermandosi a guardare fuori; l’impressione era che volesse ignorare la ragazza.

La strada era deserta e il tempo stava cambiando rapidamente. Sarebbe arrivata una tromba d’aria di quelle che non perdonano. – Anche se prendessi in considerazione la tua offerta, e non è così… - Il giovane si era voltato. - …Ginny… - Aveva sottolineato il suo nome, probabilmente pronunciandolo per la prima volta da che si era accorto della sua esistenza, soltanto perché lei lo aveva fatto poco prima sembrando tener particolarmente alla cosa, non perché gli importasse particolarmente precisare che “grazie, lo conosceva anche prima”, ma di fatto era così, lo aveva già sentito prima di allora, semplicemente non gli era mai servito usarlo. - …Potter ha fatto la sua scelta, e niente di quello che io o te potremmo fare servirà a fargli cambiare idea…inoltre, visto che volevi un parere spassionato, fidati, tu sei tu lei è lei, anche se tentassi tutte le tattiche di questo mondo, è una battaglia persa in partenza…per non parlare del fatto che non rientra esattamente nella politica di voi Grifondoro...non eravate amici? – Dicendolo non aveva utilizzato nessun tipo di cattiveria, era stato completamente naturale e disinteressato come in un tipico discorso fra sconosciuti; se ci fosse stato qualcun altro al posto della maga probabilmente si sarebbe comportato in modo diverso, le stesse parole avrebbero potuto assumere una differente connotazione, ma ciò che poteva pensare o non pensare Ginny Weasley gli era del tutto irrilevante. Non ci avrebbe guadagnato nulla a mentirle e non era minimamente interessato a ferirla o farle del male; la giovane all’inizio aveva evidenziato un ottimo punto: non la conosceva.

Per le stesse identiche ragioni Ginevra Weasley aveva ascoltato tutta la tiritera senza prendersela minimamente; loro non erano amici.

- Sì, beh qualunque cosa questo significhi… - La ragazza aveva piegato la testa di lato alla “ti prego”. - È solo per questa ragione? Perché se sono solo queste le tue obiezioni… -

Il giovane, non aveva fatto alcun cenno perché continuasse, si era limitato a guardarla dritto negli occhi.

- …saresti più prevenuto persino di tutti gli altri là fuori, il che credimi è un bell’affare… -

Da parte del mago, ancora una volta, non c’era stato il minimo segno d’assenso; lei stava parlando, lui la stava ascoltando. Fine.

Ma Ginny si era resa conto di non aver risposto a nessuna delle “domande”.  - …beh, tecnicamente non sono più una Grifondoro, inoltre direi che gli attributi delle Case a Hogwarts andrebbero aggiornati, non solo sono stereotipati ma non sono neanche credibili… - A quel punto  nella voce della ragazza era entrata in gioco una buona dose di ironia e scetticismo. - …buono o cattivo? bello o brutto?... –

- Maschio o femmina? – Aveva offerto, più per far capire di aver inteso il punto e che non c’era bisogno che continuasse, che per reale partecipazione. 

- …Sono riduttivi e dei banalissimi luoghi comuni…e in quanto al fatto dell’essere amici…se puoi definire amico qualcuno che ti pugnala alle spalle…sì, siamo amici, ma non sono i miei unici amici, e fra “amico” e “amici di tuo fratello”, “sorella maggiore”, ed “ex-ragazzo”, passa una bella differenza…se fossero gli unici amici che ho la mia vita sarebbe davvero misera…non sono stata io a rompere per prima le regole. – Aveva concluso.

Ginny era rimasta ad osservare il mago nell’attesa di qualcosa. La risposta era arrivata un istante dopo. - Ti ho ascoltato, ti sono stato a sentire…credo che questo sia molto più di chiunque altro sarebbe stato disposto a fare. –

Nonostante le parole, il giovane non era stato scortese, aveva semplicemente espresso il proprio punto di vista; per Draco Malfoy in quel periodo di tempo che avevano trascorso nella stanza non era cambiato niente. In fondo quanto era possibile provare del coinvolgimento o anche e solo del banale interesse per i fatti di un estraneo?

La maga si era sollevata dalla propria posizione sulla scrivania posando, in corrispondenza al bordo di questa, il libro che teneva ancora in ostaggio fra le mani. - Quindi non mi aiuterai? -

Malfoy, non aveva fatto una piega, aveva rivolto alla giovane un’occhiata distaccata e del tutto priva di considerazione; qualcosa che sarebbe potuto essere interpretato correttamente con un “secondo te?”.

La reazione del ragazzo non era sembrata demotivare minimamente Ginny. - Se io ti fornissi una buona ragione per aiutarmi, mi aiuteresti? -

- Cosa ti fa credere che col mio aiuto cambierebbe qualcosa? Probabilmente non cambierebbe niente. -

- E chi può dirlo? –

Potere dello sfinimento, o del modo di porsi della ragazza, Malfoy era finito con lo smorzare un poco il proprio atteggiamento; il giovane era sembrato essersi arreso all’insistente presenza della maga. Iniziava a dubitare che se ne sarebbe andata unicamente per aver intuito che fosse suo desiderio, o a causa di un suo rifiuto, almeno non finché le avesse detto a chiare lettere di farlo…e visto che sembrava tenerci particolarmente, o almeno possedere una buona dose di tenacia, un secondo in più non l’avrebbe certo ucciso. - Dai, dimmi la ragione… -

E, nella risposta di Ginny Weasley, non c’era stato un secondo di esitazione. - Tu vuoi lei esattamente quanto io voglio lui. - E dopo aver detto questo, la giovane, con un sorriso incredibilmente sicuro di sé, e racchiudente una consapevolezza nascosta e una certa dose di malizia, con movenza indiscutibilmente e tipicamente femminile, il cappello e l’involucro stretti in una mano, si era diretta alla porta. 

Adesso aveva finito.

Un “aspetta mie notizie” era stato fatto uscire dalle sue labbra appena prima di scomparire oltre l’ingresso.

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Capitolo 8
*** Cap05 L'adesso ***


L’adesso (You choke you learn)

L’adesso (You choke you learn)

Draco Malfoy non aveva risposto a nessuno dei suoi tre Gufi, non che si sarebbe aspettata qualcosa di diverso, e tuttavia aveva contato ugualmente di vederlo alla stazione come da quanto stabilito nella sua ultima missiva...”sì, lei era fatta così”…

…perciò, quando Ginevra Weasley giunta alla stazione di Waterloo non l’aveva trovato ad attenderla, aveva provato una sottile nota di disappunto, non era stata solo delusione, poiché la potenza dei suoi sentimenti per il mago non era accresciuta magicamente in quelle due settimane di distanza, e non si era trattato neppure esattamente di rabbia, poiché anche quella avrebbe denotato da parte sua un coinvolgimento esageratamente superiore alla realtà…così se da un lato c’era rimasta male, e dall’altro si era innervosita, il risultato era stato comunque quello di ritrovarsi, incurante di tutto il resto, ad afferrare armi e bagagli e raggiungere il più velocemente possibile il posto in cui sapeva l’avrebbe trovato.

E quello era stato quando lui le aveva fatto notare a) che non aveva mai accettato di aiutarla b) che era del tutto probabile che l’intero complesso della sua famiglia in quel momento si trovasse in stazione ad aspettarla.

Aveva dovuto fare i numeri a quattro per tornare a Waterloo in tempo e non doversi inventare una scusa sul perché si fosse dimenticata totalmente della sua famiglia ad attenderla sul binario. Ginny! Sì, sì lo sapeva.

E Gli esami?

Be, forse era il caso di sorvolare su quel dettaglio…dal momento che aveva un’esatta idea di quella che sarebbe stata la sua valutazione finale ed era perfettamente in grado di annunciare che a sua madre non sarebbe piaciuta. Affatto.

Scuola di Magia e Stregoneria di Beauxbatons

Direttrice: Olympe Mignonette Maxime

 

Cara Signorina Weasley,

                le comunichiamo qua di seguito i risultati dei Suoi esami di fine anno:

 

Astronomia – Desolante –

Babbanologia – Accettabile –

Comportamento e Attitudine – Troll

Cura delle Creature Magiche – Accettabile –

Difesa contro le Arti Oscure – Oltre ogni previsione –

Divinazione – Desolante –

Erbologia – Scadente –

Incantesimi – Oltre ogni previsione –

Pozioni – Accettabile

Storia della Magia – Accettabile –

Trasfigurazione – Accettabile –

 

Alleghiamo qui di seguito una nota personale della Direttrice:

 

Genève, ce n'est pas possibile! Tu ne m’as pas fait honnereur! Che cosa andrò a dire à ton Directeur?! Passi per le matières standard ma quelle a scelta! E che dire di Comportamento e Attitudine?  È un requisito fondamentale pour le bon nom de la nostra scuola!

Non so più che pensare, je suis terriblement désolé et j'espère che tu approfitterai delle vacances d'été per meditare e riflettere sul tuo futuro.

 

Olympe Maxime, la directrice*.

 

Ginny aveva scaricato il pesante baule nell’ingresso dell’abitazione e con passo spedito era salita per le scale senza pensarci due volte. Aveva trascorso le ultime due settimane trovandosi costantemente divisa tra le prove d’esame, il tanto odiato quanto obbligato tentativo d’imparare qualcosa all’ultimo minuto, il più che inutile cazzeggiare al sole facendo progetti per l’estate e chiacchierando, e il pensare ad un modo per riprendersi Harry; l’ultima parte non aveva avuto un gran successo, nonostante avesse occupato buona parte del suo tempo, e non soltanto perché era stata impegnata e “distratta” da altro, ma anche perché, tra quello che voleva, e il conquistarselo, restava il piccolo problema del “come”. Questa volta non sarebbe stato facile…

…solitamente era Machiavellica, se ne veniva fuori con dei disegni così diabolici da meritarsi le occhiate d’ammirazione dei gemelli, invece stavolta non era sembrata capace d’uscirsene con niente di buono…non che per così poco avrebbe rinunciato, solo avrebbe dovuto superare veramente se stessa…inoltre il suo probabile socio d’affari risultava una vera incognita, era difficile fare previsioni al riguardo senza considerare l’altra campana…magari lui avrebbe preferito utilizzare una differente strategia d’azione…

Il primo problema, tuttavia, ora restava capire se Malfoy fosse o meno a bordo e, in caso contrario, decidere se per i suoi scopi valesse realmente la pena persuaderlo, oppure fosse meglio accettare il suo rifiuto senza farsi troppi problemi.

Era rimasta sorpresa di non averlo visto alla stazione, alla fine del loro incontro aveva creduto di avergli dato un’ottima ragione per spingerlo ad aiutarla e quindi…o aveva improvvisamente perso le sue doti di persuasione, o aveva commesso un gigantesco errore e semplicemente Draco Malfoy non era interessato in Hermione Granger…

Beh presto lo avrebbe scoperto…

Giunta davanti alla porta di legno, la giovane maga aveva ruotato con sicurezza il pomello dorato; la questione “se fosse il caso di bussare o meno” non le era neppure passata per l’anticamera del cervello. Facendo due più due avrebbe avuto il 75% di possibilità a quel modo di non ottenere risposta e il 5% di ricevere un del tutto immotivato insulto. La rimanente percentuale era riservata alle volte in cui, passando per il corridoio, aveva sentito un miracoloso e stranamente quasi educato “avanti”…quando bussava Hermione dopo tre secondi la porta quasi sempre era aperta…

Ginny, senza prestare alcun’attenzione al proprio aspetto trafelato (raramente se ne curava, e per quello che stava andando a fare non ne valeva realmente la pena) era entrata nella stanza.

**********

Draco Malfoy era seduto sul proprio letto con la schiena appoggiata al cuscino e una gamba piegata. Lo sguardo del giovane era estremamente concentrato sul volume che stava tenendo fra le mani: si trattava di uno dei simpatici e mastodontici testi preparatori al corso per Auror, che il caro Auror Lestafier gli aveva affibbiato per il corso estivo, solo a lui ovviante, il dannato figlio di puttana lo aveva sfidato apertamente a leggerlo durante uno degli incontri preliminari…sicuramente il mago avrebbe tirato fuori l’argomento nella prima lezione del corso, era sin dal primo giorno delle selezioni che stava tentando senza successo di trovare un pretesto per umiliarlo…non gli avrebbe dato la soddisfazione di coglierlo impreparato…e lui che pensava che questi atteggiamenti “nonnisti” e di palese avversione esistessero solo a scuola, o nella piccola e ristretta cerchia di amici di suo padre…

…Draco ricordati perché lo sta facendo…?

La prossima volta, istruttore o inserviente, gli avrebbe rotto il naso.

…certo che quell’uomo doveva avere una vita davvero patetica per ridursi a rompere i coglioni ad uno dei suoi futuri allievi…

Il mago, intenzionato a memorizzare ogni singola sillaba del proprio libro, in quel momento non si era nemmeno reso conto che qualcuno era entrato nella stanza; Draco Malfoy per la prima volta da molto tempo aveva completamente abbassato la guardia.

L’impressione avuta da Ginny, non avendo la minima idea di quanto in quel momento il giovane fosse preso, e ricordando l’incontro precedente, era stata di essere deliberatamente ignorata, ciononostante  la cosa non l’aveva turbata o irritata minimamente.

In realtà il presunto atteggiamento del mago non le faceva né caldo né freddo.

Fra loro due non c’era stato ancora alcun “salto” nel rapporto, perché prendersela? Non le era mai importato essere ignorata se non quando desiderava essere “notata”, inoltre era sempre stata abilissima nell’attirare su di se l’attenzione. - Non sei venuto alla stazione. - Aveva semplicemente fatto notare col proprio sorriso sicuro incollato al viso. Sapeva che l’avrebbe trovato lì e infatti

Non era rimasto per niente sorpreso, quando aveva sentito la voce della maga nella sua stanza, e vi era stato solamente un impercettibile movimento del capo nell’istante in cui il suo cervello aveva registrato che qualcuno aveva parlato.

Ecco, ora Draco Malfoy aveva iniziato ad ignorare Ginny Weasley deliberatamente; il giovane mago non aveva alzato gli occhi dal proprio libro.

Sì, in un recesso della sua mente c’era stata anche l’informazione che la maga sarebbe tornata quel giorno, sia perché gli pareva di averlo sentito da qualche parte, sia perché era prevedibile, sia per il contenuto dell’ultimo Gufo che aveva ricevuto…anche se non sapeva perché a differenza degli altri due non l’avesse cestinato immediatamente ma aveva aspettato di arrivare alla fine…

In tutta onestà si era aspettato che avrebbe lasciato perdere, anche se aveva intravisto un che di assurdo nell’espressione sicura che aveva avuto quando se n’era andata dalla sua stanza e malgrado l’affermazione finale  che era in qualche modo riuscito a sorprenderlo. Dubitava che entrambi volessero quei due allo stesso modo, ma non la conosceva affatto per poterne essere sicuro, era possibile anche che si sbagliasse ma poteva anche essere che lei fosse semplicemente e completamente pazza…ed anche se lei avesse avuto ragione, sinceramente non aveva intravisto alcuna motivazione per interessarsi alla faccenda.

Ginny era rimasta ad osservarlo per un istante e poi aveva incrociato le braccia. Non c’era ombra di dubbio che fosse interessato in Hermione, non poteva essersi sbagliata così grossolanamente…

La maga era stata quasi sul punto di lasciar cadere le braccia. Si era sbagliata?

Strano, era così sicura di essere riuscita a convincerlo…

…ad ogni modo se così non fosse stato non ci avrebbe certo sprecato tempo…forse rivolgersi a lui era stato un errore e non ne era valsa neanche così la pena…forse in fin dei conti non avrebbe nemmeno avuto bisogno del suo concreto aiuto…

...forse era necessario mettere in chiaro un punto: lei non era così disperata. Avrebbe anche potuto fare a meno di lui.  – Guarda, con o senza il tuo aiuto sono intenzionata ad andare sino in fondo, solo che senza mi ci vorrà più tempo. –

“Allora buona fortuna…” era stato il pensiero “assente” del mago, mentre aveva continuato nella propria opera d’ignorare la ragazza; Malfoy non aveva alzato gli occhi dalle pagine.

La fronte della maga, alla non risposta, si era accigliata in fare scettico. - Siamo piuttosto rinunciatari eh? –  

Esteriormente il giovane non aveva avuto alcuna reazione.

Quindi non gli interessava proprio…

Malfoy aveva continuato a scorrere il libro. “Siamo piuttosto dei rompicazzo eh?” Iniziava a domandarsi come Potter avesse fatto a scrollarsela di dosso così facilmente…ma evidentemente non era così, o non si sarebbe trovata lì.

La risposta del ragazzo era stata del tutto disinteressata. – Ti dispiacerebbe bussare la prossima volta? Non mi piace che qualcuno entri nella mia stanza senza permesso. -

Ginny aveva lasciato andare le braccia continuando a fissare il giovane.

…era la prima volta in vita sua che toppava così clamorosamente. Bene, ok, nessun problema, se poi avesse cambiato idea…

Aveva scrollato il capo e fatto per andarsene allo stesso modo in cui era venuta, quando la busta sulla scrivania aveva attirato la sua attenzione; normalmente non vi avrebbe prestato interesse ma aveva riconosciuto il simbolo impresso sul sigillo di ceralacca spezzato: era da parte del Quartiere Generale degli Auror e poteva voler dire soltanto due cose…

Ginny, avvicinandosi di qualche passo verso la scrivania, aveva spostato gli occhi sul tomo che il giovane stava reggendo fra le mani ed aveva piegato il capo lateralmente per leggerne il titolo.

Manuale di difesa pratica per Auror, livello avanzato. Il combattimento a corpo a corpo senza l’impiego di Magia.

Ad occhio e croce Malfoy sembrava aver passato le selezioni…

La maga dai capelli rossi aveva allungato il braccio verso la busta e l’aveva sollevata recuperando il cartoncino sottostante. Senza prestare attenzione, concentrandosi sulla grafia, con la mano libera si era sfilata il cappello e l’aveva posato sulla superficie della scrivania.

Bla bla bla bla

Bingo.

…siamo lieti di comunicarle che ha superato le selezioni col punteggio massimo ed è quindi stato ammesso al corso d’addestramento per Auror…

Ginny con un gesto disinteressato aveva fatto ricadere busta e biglietto sulla scrivania. Quindi probabilmente anche gli altri avevano ricevuto quella mattina la risposta…

e sinceramente non le poteva interessare di meno.

Sì, chiaro, era felice per loro, e quella sera avrebbe festeggiato con gli altri…forse, ma in realtà al momento non le poteva fregare di meno.

La maga aveva lanciato un ultimo sguardo al giovane intento nella lettura e si era stretta nelle spalle. Evidentemente al momento gli stava più a cuore il corso per Auror che tutto il resto…davvero ammirevole…

…a Ron probabilmente sarebbe venuto un infarto.

Il resto le era venuto spontaneo. In fondo non era qualcosa da tutti essere ammessi a pieni voti al corso d’addestramento per Auror, e di certo non dal Malfoy che tutti quanti la fuori s’immaginavano nella propria mente, e lei, probabilmente, se le fosse interessata la cosa, non avrebbe fatto eccezione. Chissà forse Hermione aveva ragione e c’era di più in lui…o forse semplicemente Draco Malfoy era una persona molto ambiziosa, ed erano comunque cose che non la riguardavano. – Congratulazioni. – Aveva fatto per voltarsi e lasciare la stanza.

**********

- Congratulazioni. -

Una parola. Sedici lettere. E Draco Malfoy aveva sollevato per la prima volta le proprie iridi grigie dal pesante tomo per provare a capire a cosa si stava riferendo la maga. Non era una frase che aveva sentito molto spesso, e di certo non con quel tono di voce.

Malfoy aveva portato il libro a lato con una mano e si era spostato leggermente in avanti sul letto, Ginny era già stata quasi alla porta, quando il mago si era reso conto che la busta sulla scrivania era stata spostata.

Fino allora l’unica a fargli le proprie oneste congratulazioni era stata una completa estranea, la sorella di Ronald Weasley…la ex di Potter…una persona di cui sapeva soltanto che non sembrava propensa a bussare alla porta della sua stanza e che non aveva mai considerato per niente. La vita era davvero meravigliosa…

Il mago era rimasto a contemplare lo spazio per un secondo. - Grazie. - Era stata la risposta semplice ed automatica. Suonava estremamente strano ringraziare qualcuno, specie se era lei, un’estranea, primo perché l’aveva inteso sul serio e accadeva assai di rado, secondo perché si trattava pur sempre di una persona con la quale non aveva mai scambiato più di quattro parole perciò…

Ginny che stava per raggiungere con la mano il pomello della porta si era arrestata a mezz’aria. Quindi non solo Draco Malfoy era in grado di vocalizzare e di parlare con lei ma era perfino capace di ringraziare con un vero “grazie”…

oooooooh, sì, Ron sarebbe sul serio schiattato.

Non che la cosa l’avesse stupita più di tanto, quando non conosci qualcuno difficilmente ti aspetti che si comporti in un “certo” modo, semplicemente incassi…

La maga si era voltata.

…in realtà era più stupita dal fatto di essere riuscita a fargli alzare gli occhi dal libro. Forse aveva fatto un passo avanti…

Ginny aveva sorriso. – Sai…ho cambiato idea...insisto per avere il tuo aiuto. –

A quel punto il mago si era alzato dal letto. Ormai era stato distratto dal proprio libro, e probabilmente riprendere ad ignorarla non sarebbe servito, nemmeno ci teneva più al momento. - Perché? Avevi rinunciato? – Aveva risposto in tono calmo e normale come se non si fosse nemmeno accorto della cosa.

Il mago si era infilato le mani in tasca ed aveva assunto una postura notevolmente rilassata e casuale. - Sai…non rispondere ad un Gufo non significa accettare qualcosa, ti aspettavi realmente che mi sarei presentato in stazione? –

Ginny aveva incrociato le braccia e inclinato il capo. Bene, bene, bene… - Mi stai parlando… -

- Apparentemente… - Malfoy aveva abbozzato una specie di sorriso sollevando le sopracciglia, quasi che stentasse persino lui a credere la cosa.

La maga aveva sorriso pienamente ed aveva parlato sicura guardandolo dritto negli occhi. - In effetti sì. –

Il ragazzo si era stretto nelle spalle continuando col medesimo tono di voce. - Ginny anche se avessi accettato, cosa che non ho fatto, e per il momento non intendo fare, credi veramente che sarebbe stato opportuno che mi fossi presentato in stazione con tutta la tua famiglia ad aspettarti? Sai solitamente tendo ad evitare gli spazi in cui la gente ha delle difficoltà a nascondere quanto mi odia… –

E quello era stato il momento in cui si era resa conto di essersi completamente dimenticata che la sua famiglia sarebbe andata a prenderla…

…così, dopo essersi magistralmente liberata di Malfoy con un “come preferisci, non insisto”, dello stile “sei tu che ci perdi”, molto sciolto anche se lievemente contraddittorio, data la situazione, e dopo essersi chiusa la porta alle spalle ed essere scesa dalle scale molto lentamente, aveva fatto letteralmente i salti mortali per arrivare alla stazione per tempo, e nessuno si era accorto di niente…

Aveva salutato Harry, Ron ed Hermione esattamente come tutti gli altri, col sorriso più ipocrita di tutto il mondo, mentre in realtà stava tramando vendetta, e li aveva concretamente colti in contropiede; erano sembrati davvero scioccati dal suo modo di fare così sicuro, casule e tranquillo. Troppo sicuro e tranquillo per non avere in mente qualcosa.

**********

*nota dell’autore: il mix francese/italiano era voluto.

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Capitolo 9
*** Cap06 Perchè Hermione Granger ***


Perché Hermione Granger (You bleed you learn)

Perché Hermione Granger (You bleed you learn)

Perché si vuole sempre quello che non si può avere”.

**********

Malfoy era rimasto un attimo fermo con le mani in tasca, a contemplare la porta per la quale la ragazza era uscita.

Davvero curioso…

Per aver insistito tanto nel chiedere il suo aiuto, poi si era dileguata con un’estrema fretta.  Ginny Weasley era una persona davvero strana.

Il giovane, spostando lo sguardo verso l’interno della stanza, aveva notato il cappello azzurro della maga rimasto sulla scrivania.

Aveva sentito sbattere la porta al piano inferiore e, scuotendo il capo, aveva deciso di andarsi a fare un giro.

**********

Non c’era davvero molto da dire al riguardo…era accaduto tutto in modo molto lineare e semplice, qualcuno avrebbe detto quasi scontato. L’aveva sempre odiata di un odio cieco, perché era una Grifondoro, perché era una nata Babbana, perché sapeva sempre tutto, per via di quei denti orrendi da roditore…chissà, forse era stato proprio per via dei denti, venuti a mancare quelli…e poi il resto…era stata come la logica e banale conseguenza di un processo graduale iniziato molto tempo prima…e un giorno, non si sa come, si era ritrovato a pensare con rabbia “perché era troppo bella per essere una Mezzosangue”…poi si era reso conto che “sì” sapeva molto, ma non sapeva sempre tutto…infine eccolo qui.

Patetico?

Più patetico dell’aver perso entrambi i genitori per mano dell’uomo che idolatravano, e nel processo aver perduto anche l’unico surrogato di padre che si era mai avuto, ritrovandosi a fare da spia per l’Ordine?

Almeno la sua vendetta nei confronti di Voldemort l’aveva avuta. E non era questo che era sempre contato dopotutto?

Gli era sempre piaciuta, e l’essere stato pluri-umiliato, ed aver scoperto poi da una Mezzosangue e per di più Grifondoro e secchiona…ad undici anni, e con un padre come il suo, era stato semplicemente troppo…

Ora che tutte queste cose erano finite col contare relativamente, e che lui sembrava aver “estinto” il proprio debito nei confronti della società, debito che per altro non aveva saputo di avere, e si era comportato da bravo Mangiamorte redento almeno agli occhi di alcuni…quelli di lei ad esempio…

ma non spiegava che cosa ci faceva qui, adesso, invaghito di lei ad un punto che rasentava il pietismo estremo.

Draco Malfoy innamorato, e a suo parere in qualche modo riamato, da Hermione Granger.

Lei era diversa dagli altri due, a dire il vero lei era diversa anche da tutte le altre, ed era unica. E questa era l’evoluzione di un sentimento infantile che nell’ultimo anno era diventato qualcosa di più, fine del racconto.

Se non ci fosse stato Potter e se lei non fosse sempre stata così piena di sensi di colpa nei confronti di tutto e tutti…non era così buona come dava a vedere, e il marchio delle cinque dita che le aveva lasciato nel loro terzo anno avrebbe dovuto esserne un indizio…

Non solo gli aveva dato il beneficio del dubbio, quando era stato portato a Grimmauld Place, si era fidata di lui, e questo era molto più di quanto si sarebbe potuto dire di chiunque altro…ed era stato allora che aveva notato di avere un certo effetto su di lei.

Tra loro al di là da qualche leggero contatto non c’era mai stato niente, e solo quello era bastato ad entrambi per sentire la tensione, quella scossa d’adrenalina in tutto il corpo; forse era vero che era innamorata di Potter, ma non aveva mai guardato Potter nel modo in cui invece aveva guardato lui.

Pochi contatti, poche parole.

Da un lato la rispettava troppo per spingere oltre, dall’altro molto spesso avrebbe voluto inchiodarla contro il muro e…

…già.

Tutti sembravano essersi fatti una certa idea di lui, e semplicemente non si era preso mai la briga di confutarla, lei no, e questo era stato qualcosa.

Un esempio?

Suo padre.

Suo padre non era stato un santo, era un bastardo, e poteva essere che nell’ultimo periodo fosse diventato un po’ pazzo, ma di là di qualche lezioncina di disciplina non esattamente “amorevole”, non lo aveva mai picchiato più di quanto un qualsiasi altro genitore un po’ severo non avrebbe fatto, beh con le dovute eccezioni, e comunque non lo aveva mai seviziato, torturato e non gli aveva  fatto nulla di quello che tanta gente credeva gli avesse fatto…sicuramente meno di quanto gli avevano fatto invece quelli dell’Ordine con la “scusa” di addestrarlo…

oppure la straordinaria leggenda di lui che si era fatto mezza Hogwarts ed aveva spezzato un migliaio di cuori…

Aveva semplicemente avuto le sue ragazze come chiunque, una delle quali era stata Pancy, e con alcune di loro non si era comportato proprio eroicamente, punto. Sì, era stato forse più che solo un po’ stronzo…

Ognuno era libero di pensarla alla propria maniera se lo divertiva, come aveva già detto non era né un eroe, per quello c’era Potter, e non era neppure un mostro; era semplicemente sé stesso.

Vero, probabilmente lui non la meritava… ma di certo neppure la meritavano Potter o quello sfigato di Weasley, avrebbe potuto avere di meglio. Avrebbe dovuto avere di meglio.

Non era solo bella da togliere il respiro, e lo era, al punto che da dopo il ballo del Ceppo aveva dovuto convincersi che era completamente impazzito e che non era vero che non aveva mai visto niente di così bello...

ma non aveva mai visto niente di così bello.

Hermione Granger…chi l’avrebbe mai detto?

Se aveva cercato una per la quale valeva la pena, beh lei valeva la pena, e Draco Malfoy o no, non provava alcun imbarazzo nel dirlo, beh forse magari non davanti a Potter e agli altri…o magari forse sì, sarebbe stato divertente vederne le espressioni…

Lei non aveva niente a che vedere con le altre, e proprio per questo gli piaceva; al di là dall’estetica, sarebbe stato banale…

Aveva sempre creduto che gli interessasse un certo tipo di ragazza, di certo non una così…un tipo più come Pancy, invece…

Non solo era bella e intelligente, un mix di fragilità e forza davvero sorprendente, era “roba seria”, andava presa con le pinze.

Quando parlava, quando si muoveva…sembrava essere in grado di leggerti nella mente, di dirti esattamente ciò che avevi bisogno di sentirti dire, e non solo. Era il suo tono di voce, quando non voleva fare la “so tutto io”, il modo con cui arrossiva e allontanava lo sguardo, e al contempo la sua tenacia e la sua determinazione…

…era semplicemente assurda la forza e la delicatezza che nascondeva quel corpo così esile.

A volte aveva persino avuto paura di sfiorarla, per timore di poterle fare del male, il che contrastava decisamente con i sentimenti che gli ispirava quando gli era vicino e con la forza che a volte emanava…

…non l’avrebbe toccata con un dito, non finché non fosse stata lei ad andare da lui.

Le altre non gli interessavano nemmeno più, non in quel modo…non erano lei. Sì, era stato con qualcuna, e sì a volte aveva fatto in modo di regalarle un bello spettacolo, un assaggio di quello che avrebbe potuto avere e invece…il gioco non era semplicemente valso la candela, e poi non lo esaltava particolarmente vederle indosso quello sguardo triste, così si poteva dire che aveva semplicemente lasciato perdere.

Anche se sapeva e sentiva che era quello che voleva anche lei, non aveva mai azzardato tanto, non volva portarla a fare qualcosa di cui poi avrebbe potuto pentirsi…

…pura e dolce come un angelo che veniva voglia di corrompere…puttanate quelle che bastava che l’altro fosse felice, o forse no chissà…restava il fatto che lei non era felice, solo non voleva ammettere di non esserlo, non voleva ammettere che Potter non era quello che voleva…

E lei non voleva Potter.

Potter era “così giusto” “così perfetto” “così idoneo agli standard ideali di cui lei si era riempita la testa”…un Potter era accettato dalla società, era un bravo ragazzo, le dava sicurezza…

…fa niente se poi non riusciva a darle quello di cui aveva bisogno.

Fa niente se lui poteva darle esattamente quello di cui aveva bisogno.

Tesk Potter…sempre fra i piedi.

Non gli andava che si vergognasse di lui, che si vergognasse di volerlo, dei suoi sentimenti, per questa ragione non si era mai mosso…e per la stessa ragione non avrebbe aiutato Ginny.

A differenza di lei sapeva che Hermione lo voleva, solo che la rispettava troppo per comportarsi altrimenti.

Era intelligente, aveva senso dell’umorismo, sapeva quando spingere e quando tirarsi indietro…probabilmente per lui era troppo…e allora cosa se lei lo desiderava esattamente quanto lui la desiderava?

A volte l’aveva fatto incazzare.

Se per lei non valeva il rischio, se voleva negare tutto quello che c’era fra loro, benissimo, nessun problema, non sarebbe stato lì a perderci tempo. Se voleva fingere d’essere felice con Potter e recitare per tutto il resto della sua vita la parte di quella a cui non era vero che mancava qualcosa…

…a volte semplicemente non aveva resistito e aveva spinto in senso opposto.

Il punto era che lui non aveva nessun problema a continuare in questo modo, invece lei quanto sarebbe stata in grado di resistere?

No, probabilmente avrebbero continuato così all’infinito finché fosse stata lei a decidere di entrare nel suo mondo…

…preferiva che ogni cosa restasse così, piuttosto che avere la responsabilità d’averla portata a fare qualcosa che non l’avrebbe fatta dormire la notte, che avrebbe potuto farle perdere i suoi valori e portarla in basso assieme a lui.

Questo non significava che certi giorni non poteva essere difficile e che non gli venisse voglia di mandare la propria risoluzione alle ortiche.

Che altro gli piaceva di lei?

Il fatto che sembrava emanare una sorta d’aura dorata che la metteva sempre in risalto in mezzo alla massa…l’adorazione e il rispetto con la guardavano Potter e Weasley non sapendo che un attimo prima era stata con lui o un attimo dopo lo sarebbe andato a cercare…la determinazione che metteva in certe cose, come quando gli aveva chiesto aiuto per le selezioni…

…il suo profumo, non sgradevole e nauseante come quello di certe ragazze, ma completamente adatto a lei…il fatto che malgrado fosse bella, lo fosse in modo semplice; poco trucco, vestiti non appariscenti, non ne aveva bisogno…

…la chiara assenza di quei mille accorgimenti che quando ti svegliavi con una ragazza il mattino dopo ti veniva da chiederti perché non eri scappato dalla finestra durante la notte, siccome talmente non sembrava la stessa persona con la quale eri finito col dormire…

Il fatto che fosse bella senza saperlo o, pur sapendolo, nascondendolo molto bene.

Come sapeva mettere in riga Potter e Weasley…

La sua gentilezza senza pretese e senza sorrisi artefatti, a differenza di quelli che spesso gli affibbiava chi gli stava attorno.

Che le pesava dover mentire alle persone alle quali voleva bene, e non viveva tutto come se si trattasse di un gioco molto divertente, quando c’erano in ballo i sentimenti degli altri.

Che fosse disposta a guardare oltre il proprio naso e non si fermasse ai primi giudizi e alle apparenze, almeno non nel suo caso.

Il modo in cui sembrava essere riuscita col tempo ad addomesticare i suoi capelli, e comunque era bella anche spettinata, forse persino di più…come quando lasciava cadere la sua maschera di persona iper- efficiente e iper-razionale.

La profondità del suo sguardo.

Il modo in cui cercava di controllare la timidezza assurda che provava nei suoi confronti, e il suo rossore che faceva capire che non ci stava riuscendo.

 Il fatto che in sua compagnia sembrava di trovarsi in un sogno o nelle sue vicinanze.

Il suo riuscire a farlo sentire a proprio agio in sua compagnia quando era evidente che lei si sentiva completamente a disagio.

Che fosse uno specchio delle sue emozioni.

Il suo modo d’impuntarsi su certe questioni, e il vederla cedere quando si accorgeva di avere torto.

I suoi convincimenti e il modo in cui era disposta a battersi per ciò che credeva giusto.

La sua femminilità.

….

Il fatto che fosse lei.

**********

Note dell’autore: chiedo scusa se questa parte non è un granché ma ho trovato assolutamente difficile scriverla (odio la coppia Hermione/Draco più di qualsiasi altra combinazione, non riesco neppure a leggere di loro due…è l’unica, giuro, che non resisto. Ancora mille scuse per i fan della coppia, anche se non credo che qualcuno di loro si troverà mai a leggere le mie storie data la non troppo sottile preferenza per Draco/Ginny…lo so, lo so, sono stana, è che io forse a volte me la prendo un po’ troppo a cuore…ma Draco/Hermione proprio no! Sono un po’ masochista per aver scritto questa storia? Probabilmente sì ).

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Capitolo 10
*** Cap07 Perchè Harry Potter ***


Perché Harry Potter (You lose you learn)

Perché Harry Potter (You lose you learn)

Perché a volte si sa esattamente quello che si vuole, o almeno si crede”.

**********

Alla stazione ad aspettarla c’era stata anche Luna. Certo che quel giorno se n’era scordata di cose…non si ricordava che le avesse detto che sarebbe andata anche lei…forse perché non gliel’aveva detto, o forse perché era stata una di quelle volte in cui non l’aveva ascoltata ma aveva fatto solo finta…Luna a volte quando partiva con le sue riflessioni…inoltre, per raggiungere il camino nell’ufficio della Preside ogni volta doveva fare i salti mortali, e l’ultima volta era stata pure beccata in pieno…e poi Luna era capace anche di mettersi a raccontare quello che aveva mangiato per colazione…

…ad ogni modo, la sua adorabilmente svampita e stramba amica aveva pranzato con loro alla Tana, ed era stata forse più scettica e sorpresa di tutti gli altri a causa del suo comportamento del tutto normale. Sì, aveva passato a quei tre (Ron al solito era parte del pacchetto regalo, continuava ad osservarla di sfuggita per paura che se ne uscisse con un’affermazione delle sue, non troppo sottile e decisamente schietta, nei confronti degli altri due traditori, o chissà magari temeva che si sarebbe buttata su Harry) perfino il sale e l’insalata, ed aveva pure sorriso a tutto per tutto il tempo, esordendo con un perfettamente entusiasta “Bene”, quando le avevano annunciato che avevano passato le selezioni tutti e tre (evviva…). No, ok, sul serio, evviva…magari però da domani…per quel giorno, un “ma perché non vi date fuoco tutti e tre” sarebbe stato più indicato.

E questo la portava al momento attuale: a spasso con Luna.

Le due giovani maghe, uscite dalla porta che dava sul giardino, finalmente sole e libere di chiacchierare, si erano immesse per quel sentiero che soltanto due settimane prima aveva decretato l’attuale stato delle cose: il piano, le probabili collaborazioni, e i sorrisi diabolici che avevano curvato le labbra della giovane dai capelli rossi durante quelle poche ore e che, nella mente di Ginny, non erano stati esattamente considerati come fasulli quanto più da “aspetta e vedrai”.

Aspettata e vedrai Hermione…

La divisa azzurra ed estiva della giovane maga era stata sostituita da una tenuta più pratica: dei pantaloni gialli della tuta leggermente abbondanti, dalla riga laterale nera e sottilissima, delle scarpe da tennis, una maglietta sportiva rossa dalle maniche corte, il taglio basso, e una specie di fenice nera che spiccava nel centro, ed infine una felpa con cerniera e cappuccio anch’essa nera. Non si era preoccupata di sciogliere la propria acconciatura e le ciocche sparse, che già quella mattina erano sgusciate dalle mollette, erano aumentate spropositatamente.

Il vestito indossato da Luna, anche ai più, sarebbe stato indescrivibile. “Era a casa Signori e Signore…”

La giornata non aveva subito alcun miglioramento da quella mattina, ad eccezione per la pioggia che ora sembrava essersi decisa a cadere solo di tanto in tanto e solo in alcuni punti, o forse potevano essere le gocce che si staccavano dai rami degli alberi, dato che stavano ripercorrendo la stessa strada che la giovane aveva attraversato solo pochi giorni addietro in compagnia di un altro tipo differente d’amici.

All’ultimo, Luna, pur inconsapevolmente, aveva compiuto una deviazione, e nonostante ritornare in quel punto non le avrebbe dato tanto fastidio quanto ci si sarebbe potuti aspettare, la giovane dai capelli rossi gliene era stata grata.

A differenza di due settimane prima l’atmosfera era meno tesa e più rilassata, ed anche l’ambiente circostante appariva più innocuo e meno animato, o forse più animato, ma di quell’animazione che si aspettavano tutti, quando si attraversava un prato…uccellini, insetti, grilli…non certo The Blair’s Witch Project.

Le due maghe avevano continuato a camminare affiancate, chiacchierando normalmente e ridendo parecchio; nonostante la lontananza fra loro non sembrava essere cambiato niente.  Ginny teneva le mani in tasca con fare rilassato, ogni due per tre, alle uscite dell’amica, roteava gli occhi; e Luna continuava a blaterare senza posa.

Ginny stava contemplando amabilmente il terreno e le scarpe ai suoi piedi, ascoltando una parola sì e dieci no tra quelle che uscivano dalla bocca della maga bionda, mentre questa si era lanciata in una delle sue dissertazioni su, non era sicura se: le voci sul gemello malvagio di Silente, o la fine che aveva realmente fatto la Pietra Filosofale, o il gemello cattivo di Silente che si era intascato la Pietra Filosofale…quando, all’improvviso, Luna se n’era uscita con la sua.  

- …certo che è proprio da te dimenticarti di amici e parenti che si fanno in quattro per venirti ad accogliere a braccia aperte alla stazione... -

Come-cosa-come? Come erano passati dal gemello cattivo di Silente e la Pietra Filosofale  a questo?

La giovane dai capelli rossi si era arrestata all’improvviso e aveva sollevato lo sguardo sul viso da “ebete a cui presto avrebbe dato un pugno dell’amica”. Ginny le aveva regalato un’occhiata scettica e incredula molto eloquente. Veramente è da te…

- Si può sapere di cosa stai parlando? - Aveva domandato casualmente, anche se con il proprio fare non esattamente delicato, come se non sapesse a che si stava riferendo; ed effettivamente non sapeva a che cosa si stava riferendo, perché era improbabile se non impossibile che lei, fra tutti, si fosse accorta di qualcosa, quando nessuno aveva prestato seppur minima attenzione al suo infinitesimale ritardo, o al suo aspetto affatto fresco. A proposito Ginny, bel modo di presentarti a Harry quando stai tentando di riconquistarlo…dieci punti…

- …ad esempio del fatto che non sei scesa dal treno ma sei magicamente comparsa dalla porta laterale della sala d’aspetto, oppure del piccolo dettaglio del cappello… -

La giovane dai cappelli biondi aveva ripreso a camminare, lasciando una Ginny dalla fronte corrugata e dall’espressione pseudo-alienata indietro di qualche passo.

- Il cappello: “cosa”? – Se n’era uscita questa, prima di incamminarsi lentamente per raggiungerla.

Luna aveva esibito il proprio miglior sorriso largo. - Non lo avevi. –

Un’immagine del suo “adorabile” cappello a punta, dimenticato sulla scrivania di Mr. Malfoy, aveva attraversato improvvisamente la mente della giovane.

Merlino quanto detestava quando Luna aveva ragione…

A proposito, per quanto si trattasse di una seccatura imprevista, prima o poi avrebbe dovuto recuperarlo.

La ex Grifondoro aveva sospirato. - Luna… - “Ti prego” - …dovevo andare al bagno, e il cappello l’ho dimenticato sul treno. - Mentire non era mai stato un problema, anche quando poi non ce ne sarebbe stato bisogno, in fondo si trattava pur sempre di Luna…era che non le andava a genio il fatto di essere stata smascherata, e poi da lei!

Il sorriso di questa si era accresciuto maggiormente. - No che non l’hai dimenticato sul treno, ho telefonato all’ufficio oggetti smarriti della compagnia ferroviaria quando ci siamo fermati per fare  benzina… -

La maga era sbottata. - Tu cosa?! – C’era stata una pausa, e poi Ginny era esplosa di nuovo scuotendo il capo come se l’amica avesse detto una cosa assurda. - E poi noi non ci siamo fermati a fare benzina… -

- No, infatti, ma adesso non puoi più negare…ah-ah… -

Ginny aveva scosso il capo lentamente ed era stata sul punto di dire: “perché sei così deficiente”, ma si era trattenuta. – E… -

Luna si era stretta semplicemente nelle spalle. – E questo mi porta a chiedere, a meno che non abbia a che fare con il gemello cattivo di Silente e con la reale fine fatta dalla Pietra Filosofale, se non abbia a che vedere col tuo brillante piano per la riconquista di Harry. –

E in quel momento Ginevra Weasley si era chiesta perché era stata così stupida da raccontare a Luna del “piano”…erano amiche, giusto…

- Non è che hai già rimpiazzato Harry e ti stai vedendo con uno spasimante segreto? – Poi ci aveva riflettuto un attimo. – Anche se, un incontro clandestino nella toilette della stazione, fattelo dire, anche per te lascia parecchio a desiderare… –

In teoria, se lei fosse stata un’altra persona, e davanti a lei non ci fosse stata Luna, avrebbe potuto trovare quel “anche per te” estremamente offensivo; fortunatamente lei era lei, perciò si era limitata a pensare che la sua amica fosse un’idiota integrale. Ok, forse non solo a pensarlo. – Luna… - La maga dai capelli rossi, continuando ad osservare la coetanea con le mani nelle tasche, non aveva però fatto in tempo a dare voce alla propria considerazione.

Luna Lovegood aveva sorriso di nuovo. – Ginny ti vuoi dare un’ammorbidita? Guarda che lo so, non sono stupida, stavo solo scherzando… -

- … - La risposta della maga era stata un’espressione dubbiosa.  Sicuro…

…peccato che, conoscendo Luna, non era affatto scontato su “cosa” stesse scherzando: se sul piano, sul gemello cattivo, o sul suo spasimante misterioso e la toilette della stazione…

Ginny aveva scosso nuovamente il capo, e le due avevano ripreso a camminare simultaneamente.

**********

- Però non avrai un po’ esagerato oggi a tavola? - Se n’era uscita ad un certo punto la maga bionda. – …sì, insomma, con il “io sono Ginny Weasley e posso fare a meno di te, grazie”? Tua madre si è trattenuta soltanto perché c’eravamo io, Harry ed Hermione… -

La maga, senza alzare la testa dalle proprie scarpe, aveva risposto normalmente. - In realtà secondo me è stato più un “sono ciò che sono, non cantate vittoria troppo presto” … -

- Sei arrabbiata… - Le aveva fatto notare la maga sorridendo come se trovasse la cosa molto divertente.

- No, che non sono arrabbiata… - Aveva replicato Ginny in tono annoiato.

- Sei tornata la Ginny “acida”, significa che sei arrabbiata… -

La giovane si era astenuta dal commentare. - … -

- …avevi fatto qualche passo avanti verso la “normalità” quando ti eri messa con Harry… -

- … - Curioso eh …che proprio lei parlasse di normalità…da una che credeva sul serio che al mondo ci fosse un signore molto grasso che si faceva chiamare Babbo Natale…

Ginny, camminando, aveva continuato ad osservare il terreno scegliendo di ignorare deliberatamente il “pensiero libero” dell’amica. 

- …ora stai tornando alla versione selvatica…tu i ragazzi li fai scappare… -

- Luna, se non l’hai notato sto cercando d’ignorarti… –

- Sì, l’avevo notato…oops, ti ho portato una cosa… - Senza smettere di camminare, la maga bionda si era messa a frugare nella borsa che teneva a tracolla. - …stavo quasi dimenticando… -

Ginny si era arrestata sui propri passi ed aveva voltato il corpo verso la ragazza abbassando il capo su quello che questa stava facendo; la giovane si era fermata a sua volta.

Luna, spostando la tenda di capelli che le erano ricaduti davanti al viso dietro l’orecchio, come in un gioco di prestigio, aveva tirato fuori un libro dalla copertina consunta e rovinata, probabilmente dall’uso ripetuto, e l’aveva mostrato alla ragazza. – Ho pensato che avrebbe potuto esserti utile... – E dicendolo, aveva allungato il piccolo volume all’amica.

La ex Grifondoro, prima di tirar fuori poco entusiasticamente le mani dalle tasche e prendere il libro,  aveva sollevato le iridi azzurre su quelle un po’ meno azzurre della giovane con scarsa convinzione. Senza offesa per l’amica, ma dopo il discorso di prima e stando al fatto che loro avevano idee un po’ diverse di ”utile” in campo letterario, c’era d’avere persino paura a chiedersi che razza di libro fosse…

…avrebbe potuto salvarsi, in modo da essere magari anche scortese ma non troppo, dicendo che al suo compleanno mancava più di un mese?

Luna l’aveva anticipata roteando gli occhi. - Non guardarmi così Gi-Gin, non è un manuale o roba simile, e neppure riguarda qualche notizia sensazionale che gli scettici e i pedestri non prendono in seria considerazione… -

Per un secondo la maga dai capelli rossi aveva semplicemente sbattuto le palpebre con fare perplesso. Primo, se avesse continuato ogni due per tre a chiamarla Gi-Gin e a dare nomignoli a tutti, un giorno non molto lontano  si sarebbe ritrovata Schiantata da qualche parte. Secondo: “pe-“ che?

- …è un romanzo. – Aveva finito semplicemente e con un sorriso radioso.

A quello non aveva potuto che scrollare pazientemente il capo e, omettendo tutti i simpatici commenti che, pur privi di reale cattiveria, aveva comunque avuto in mente, abbassare lo sguardo sulla copertina. Era Luna…

Si trattava di uno di quei tascabili Babbani stampato in edizione economica, la casa di Luna ne era piena; nonostante fosse tremendamente malandato,  traboccante di orecchie, e la copertina semi-rigida rovinata dalle pieghe, sembrava abbastanza nuovo: in caratteri maiuscoli, a grandi lettere rosa, il titolo spiccava su sfondo bianco-sporco, mentre, sotto, in corsivo, il nome dell’autrice, circondato da strani arabeschi, era scritto in grafia verde pisello.

Settled, Scherrie Saphiro*.

Non le accendeva nessuna lampadina.

Tutto quello che Ginny era riuscita a dire, sollevando nuovamente gli occhi sulla maga, era stato: - Non è una storia d’amore, vero? –

- Ah, non lo so... - Era stata la risposta di questa stringendosi nelle spalle.

La giovane Weasley aveva guardato l’amica. - … - Aveva il timore di chiedere il perché e sentirsi dare la ragione. Aveva abbassato un attimo lo sguardo rialzandolo immediatamente e sfidando la propria pazienza.  – Non l’hai letto, vero? –

- No, no, l’ho letto. -

E una persona normale a quel punto avrebbe continuato…

Ginny, mordendosi le labbra e cercando di controllarsi, aveva incoraggiato l’amica. – E… -

- E “cosa”? -

La rossa aveva dovuto chiudere gli occhi ed espirare prima di proseguire. – Il libro Luna… -

- Ah, giusto, beh l’ho letto 14 volte ma non sono mai arrivata alla fine… -

Un altro che non avesse conosciuto Luna al suo posto si sarebbe chiesto: “ma non aveva detto che era utile?”. Ginny, invece, aveva capito che era giunto il momento di lasciar stare e cambiare discorso perché il continuare a fare domande non avrebbe condotto da nessuna parte. – Grazie, lo terrò con cura Luna… - E dicendolo aveva ripreso a camminare.

La maga bionda l’aveva affiancata. - Ma ti pare… -

**********

Se c’era una cosa che aveva imparato abbastanza presto, e della quale in qualche modo ogni giorno aveva sempre ricevuto la conferma, era che: la vita era troppo breve per lasciarsela scorrere davanti agli occhi e permettere alla paura di paralizzarti e prendere il sopravvento…ah, e poi c’era il fatto che ad undici anni tendenzialmente si era stupidi e ingenui.

Per mettere le cose in chiaro: non le erano mai piaciute le “definizioni” e gli “attributi”, dire che le persone e le cose erano “così” o ”cosà”, nonostante poi in un certo senso lo fossero; anche per questa ragione quando Luna l’aveva accusata di essere tornata alla versione “acida” non si era trovata molto d’accordo.

Chissà perché, quando ignorava le persone perdendosi nei propri pensieri e dimenticando di annuire di tanto in tanto col capo, tutti quanti finivano per credere immediatamente che ci fosse in ballo qualcosa, accusandola di essere arrabbiata e di tornare alla versione “acida”.

Stava solo pensando in fin dei conti…

Non esisteva nessuna versione acida…c’era un'unica versione di Ginny Weasley ed era quella, non aveva bisogno di darsi un’ammorbidita, grazie a Merlino aveva abbastanza consapevolezza e fiducia in se stessa da non essere ridotta a mettersi in discussione continuamente. “Oddio” “Occosa” “Perché io” “Forse qui” “Magari lì”. La gente si faceva sempre troppi problemi per tutto…qualunque cosa fosse, se valeva la pena di farlo, valeva la pena di farlo “adesso”, non domani, non dopo, non il mese o l’anno prossimo.

Anche lei ne aveva viste e fatte di cose…e non per questo le piaceva giocare alla versione “patetica” del “con tutto quello cui sono stata attraverso”, ognuno prima o dopo finiva col dover andare attraverso a qualcosa, non si riteneva speciale semplicemente per questo, e non si trovava in vena di compatire o commiserare le persone, o aiutarle a compatirsi e commiserarsi: era uno spreco di tempo, del suo e del loro. Anche per questo non poteva sopportare le persone che continuavano a lamentarsi e quelle che andavano a “confidarle i loro segreti”, per cosa? Per caricarla di metà del peso della loro sofferenza senza che lei potesse fare effettivamente qualcosa al riguardo? Quando voleva stare veramente vicina a qualcuno, lo faceva semplicemente con la propria presenza, non parlava molto, le parole erano uno spreco, e se non si stava attenti, se non si era abili, si rischiava di fare più danno che altro…e detto da lei che era sempre accusata di parlare troppo era definitivamente qualcosa. Certo, magari poi cercava in qualche modo di illuminarne la giornata, ma non era brava con le smancerie, e il ruolo della “infermierina” e della “mammina” aveva smesso di addirsi a lei da tempo.

Era cresciuta in una casa con sei fratelli ed era l’unica figlia femmina, ovvio che sapesse trattare con i ragazzi, era sempre stata una questione di sopravvivenza; era un fatto molto semplice: niente privacy, da quando era diventata una “signorina” era sempre stata lei quella ad essere censurata, e avere senso del pudore in una piccola casa affollata si sarebbe trattato di qualcosa d’impossibile.

Non era mai stata una persona timida, non lo era stata neanche durante il suo primo anno a Hogwarts considerando tutto, semplicemente allora si era ritrovata a non sapere gestire la nuova situazione e il fatto che i sentimenti ispirati da Harry non fossero esattamente fraterni…c’era d’aggiungere che a undici anni si era stupidi, e non si avesse l’esatto senso di ciò che poteva apparire come ridursi a strisciare e ciò che non lo era…il suo S. Valentino per Harry ad esempio, era stato un vero gesto di coraggio, totalmente non apprezzato e non considerato nell’esatta prospettiva…soprattutto pensando che lo “Harry Potter” era una specie di eroe dei loro tempi…e prendendo per dato l’elemento del “ad undici anni si è stupidi”, avrebbe proprio voluto vedere come si sarebbe comportato un qualsiasi Babbano davanti alla Regina d’Inghilterra o roba simile…

   …se poi si aggiungeva il piccolo dettaglio del “diario” e di Tom, della possessione, dell’aver squartato polli e fatto quasi fuori persone, finendo a momenti per essere uccisa a sua volta; il fatto di essere stata trapiantata a scuola sola e senza amici, e considerando che i suoi “adorati” fratelli, con i quali aveva sempre giocato, riso e scherzato, improvvisamente erano sembrati essersi resi conto che le erano cresciuti dei seni e che non era una di loro, prendendo a farsi altri amici ed ignorandola, come se improvvisamente fosse stata: troppo piccola, troppo femmina, troppo imbarazzante (lei?), per trascorrere del tempo con loro e i loro amici…se l’era cavata fin troppo bene…non solo era andata avanti senza grossi traumi o ripercussioni psicologiche, checché ne dicessero Fred e George, aveva anche fatto in modo di riuscire a mettersi con Harry…

Come?

Non arrendendosi e cambiando strategia, e quello non soltanto per ciò che aveva a che fare con Harry; era stato allora che aveva capito che l’avere paura delle cose, soggezione delle persone (e non si trattava di rispetto), temere di mostrare ciò che si voleva e combattere per ottenerlo, non poteva essere giusto né rendere felici.

L’importante nelle cose, in tutte le cose, era capire il meccanismo. Lui non sembrava considerarla? Ok, allora gli avrebbe mostrato che cosa si stava perdendo, che non aveva bisogno di lui o di chiunque altro per poter andare avanti con la propria vita…e se non avesse funzionato almeno avrebbe voltato pagina…

…beh, sembrava aver funzionato.

Mentre per molti era stato piuttosto scontato che alla fine si sarebbe messa con Harry, per lei non lo era stato affatto, sì ci aveva sperato…ma dallo sperarlo al vederlo realizzato c’erano voluti cinque anni, molte uscite, e altri due ragazzi…no, definitivamente non un processo rapido.

Sì, avrebbe anche potuto aspettarlo, di fatto lo avrebbe aspettato, e lo aveva aspettato, ma nel frattempo non si sarebbe certo rovinata la vita, rinunciato a tutte le altre occasioni e cose belle che nel frattempo le si sarebbero presentate davanti.

Comunque, scherzi a parte, il fattore rottura definitiva non l’aveva mai considerato…non vi era stata ragione per farlo…

Harry, finalmente, un giorno era sembrato alla buon’ora, essersi accorto di lei e d’allora erano sempre stati insieme.

…ma un conto era sapere trattare con i ragazzi, un conto era entrare nella testa di uno di loro e capire con che meccanismo funzionava…perché un giorno gli piacesse una cosa e il giorno dopo…no, ok, qui non stava parlando di Harry, Harry maledizione anche da quel punto di vista era perfetto, ma molti altri rappresentanti del genere maschile…

Perché Harry?

In effetti se l’era chiesta più volte. Harry non aveva il carattere più facile del mondo…però, una volta inquadrato e capito…

Le era sempre piaciuto, per tante ragioni; ma se n’era innamorata sul serio soltanto dopo che si erano messi insieme.

Forse la domanda esatta a quel punto sarebbe stata: perché non qualcun altro, dato che prima di riuscire a mettersi con lui aveva avuto anche diverse esperienze.

Harry era stato il primo ragazzo sul quale aveva posato gli occhi, ma sarebbe stata un’ipocrita bugiarda a raccontare che era stato l’unico. Non si vergognava a dire che anche con gli altri aveva “fatto cose”, niente di speciale sul serio, ma si trattava della pura e semplice verità: era curiosa, voleva sapere che cosi si provava a baciare un ragazzo e ad essere baciata a sua volta, aveva voglia di divertirsi, sperimentare, e Michael e Dean, forse non saranno stati Harry, ma le piacevano, e, guarda un po’, lei piaceva a loro.

Il suo primo bacio era stato rivoltante, grazie, per il resto era stato emozionante “avere un ragazzo”. Con Michael…Micahel le piaceva, molto, aveva però un pessimo carattere e la tendenza ad allungare un po’ troppo le mani per i suoi gusti, lei in tutta onestà aveva fatto un po’ di resistenza perché non le andava a genio che si prendesse certe libertà, andava bene la baldanza, ma porca miseria lui si sentiva “libero di” e non era decisamente “libero di”, inoltre Michael era uno stronzo, e Dean…non si sentiva esattamente ”libero di”, e “sì”, gli aveva permesso qualcosa di più, anche se non le piaceva quanto Michael,  e non sapeva il perché lo avesse fatto, probabilmente perché non sembrava costantemente interessato a metterle le mani addosso ma dimostrava di tenere sul serio a lei, troppo, davvero troppo; l’aveva sempre trovato un po’ goffo, non le piaceva essere trattata come una bambolina…specie se eri più brava a Quidditch, più forte, e più abile coi malocchi del tuo ragazzo, inoltre Dean non era un granché a baciare, e a volte le aveva chiesto persino il permesso…cosa che decisamente “guastava” gli umori…

Non c’era stato nessuno che era riuscito a farla sentire come se le cose dovessero andare esattamente in quella maniera: Harry sì.

Era vero, a volte si comportava da idiota, e non esprimeva facilmente i propri sentimenti, ma non era mai stato un problema, al contrario, sapeva essere davvero dolce senza diventare melenso...e poi lei era in grado di esprimere benissimo le emozioni per entrambi…

La sua “fama”, al contrario di quello che credevano in molti, non era mai stata ragione di grand’attrattiva, anzi…se Harry Potter non fosse stato l’“Harry Potter” ci sarebbero state meno complicazioni e probabilmente adesso sarebbero stati ancora insieme…

…I suoi occhi, quelli lo erano. Avevano dentro di loro così tanto che non era possibile non perdervisi dentro, sapevano scaldare il cuore delle persone e dare un immediato senso di sicurezza…fin troppo sicurezza: facevano sentire bene.

Un’altra cosa di Harry era che era una forma atipica di “bravo ragazzo”, sufficientemente ” bravo” da essere considerato tale, ma non abbastanza perché ti venisse voglia di spararti un incantesimo alla tempia e fuggire all’altro capo del pianeta; troppo zucchero poteva andare bene per alcuni, ma non era buono: faceva cariare rapporto e denti.

Non c’era una ragione particolare perché, a differenza degli altri, di lui si era innamorata, probabilmente al suo posto avrebbe potuto esserci chiunque…solo che non c’era stato chiunque, c’era stato lui, e per questa ragione non aveva intenzione di arrendersi.

Poi era ovvio che ci fossero anche degli “aspetti” di lui che le piacevano…

…come i suoi capelli spettinati, e il modo in cui vi passava sempre le mani attraverso…

Gli occhiali che immancabilmente finivano per rompersi…o mettersi in mezzo durante un bacio…

Il suo imbarazzo e la sua goffaggine in “certe faccende”, e il fatto che non fossero fastidiosi come quelli di certi altri ragazzi che proprio non sapevano dove mettere le mani.

Che nonostante il suo imbarazzo e la sua goffaggine, a volte sapesse diventare sicuro in quelle stesse faccende, e magari non proprio determinato, ma certamente attento, accorto, premuroso, senza per questo farti sentire…gli altri sapevano essere irritanti, con Harry…era bello che fosse premuroso, era bello che fosse ancora “ingenuo” sotto certi punti di vista, lei forse a volte era troppo disinvolta, tuttavia non l’avevano mai fatto. Quando erano stati insieme la questione non era mai nemmeno stata posta, e quando non erano stati più insieme e lei gli si era praticamente offerta su un piatto d’argento…

…lì si era irritata, con lui, con se stessa…col vicino di casa e i maiali nel porcile…

…era stato un vero cavaliere senza ombra di dubbio, e quella era stata una delle rare occasioni in cui avrebbe preferito che fosse stato un po’ meno cavaliere…ma non sarebbe stato Harry, e a lei piaceva anche per questo, perché aveva sorriso, le aveva dato un bacio sulla fronte, e le aveva detto: “sarebbe bello, davvero Gin, ma non cambierebbe le cose e non sarebbe giusto”, senza approfittare di lei in nessun altro modo.

Il fatto che fosse gentile, educato e dolce.

Che le ricordasse Bill.

Che nonostante fosse la sua ragazza, a Quidditch non avesse mai fatto dei favoritismi.

Il coraggio con cui affrontava qualunque sfida che gli era messa davanti senza mai cedere.

Perché nonostante la vita gli avesse riservato qualunque sorta di difficoltà lui era diventato quello che era diventato.

Perché la faceva ridere e avevano parecchie cose in comune, come il fatto di essere entrambi due lavativi perdigiorno.

Il suo dannato bisogno di fare sempre la cosa giusta.

Che si preoccupasse di non ferire i sentimenti degli altri.

Perché era sul serio quella specie di “ bravo ragazzo”, e le piaceva vederlo agire sotto quella luce.

Perché non era appiccicoso come la colla e non continuava a tastarla ad ogni occasione, sapeva trovare il momento giusto.

Perché, maledizione, sapeva sempre essere così Harry.

Perché teneva a lei e ci teneva sul serio.

…ma la realtà era che le piaceva lui. Punto.

**********

*nota dell’autore: non esiste nessun libro e nessun’autrice con quel nome (credo), mica che poi qualcuno diventa matto per andarlo a cercare (lo dico perché io lo farei, e l’ho fatto più volte). Il titolo “Settled” significa una sorta di “affare fatto”, come quando si conclude un accordo. Spero sia ovvio quale sia l’accordo… ^_^

Altra coppia che non approvo ma stoicamente sopporto, (in fondo, molto in fondo, non stanno male insieme, sono teneri) dopotutto Harry nei libri  ha sempre ignorato Ginny, non può mica svegliarsi una mattina e pretendere qualcosa, vi pare? Stranamente però scrivere di questa coppia mi da 10 volte meno fastidio che di Draco/Hermione…

Avanti tenete duro come me!  ^_-

Ps: non c’entra niente, ma l’altro giorno ho trovato due storie in Inglese bellissime, ebbene oggi la stessa autrice le ha rimosse senza averle finite e lasciandomi con due dita negli occhi dicendo che le ri-posterà una volta completamente terminate…poteva almeno lasciarle lì…sigh…avreste dovuto vedermi mentre cercavo di capire perché dove il giorno prima c’era qualcosa il giorno dopo non vi era più un tubo…lasciando stare le mie vicende noiose e personali, ancora grazie. ^_^

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Capitolo 11
*** Cap08 Perchè Draco Malfoy ***


Perché Draco Malfoy (You choose you learn)

Perché Draco Malfoy (You choose you learn)

Perché, per quanto sbagliato, non sempre avere quello che si vuole ti fa smettere di desiderare altro”.

**********

Alla Tana i festeggiamenti per il ritorno di Ginny e l’ammissione dei tre giovani maghi al corso d’addestramento per Auror si erano terminati da alcuni minuti; dopo pranzo la festeggiata dalla chioma rossa era scomparsa oltre la porta che dava sul giardino esterno con Luna Lovegood e sin dall’ora non aveva più rimesso piede nell’abitazione. Hermione Granger, una volta salutato Harry con un casto bacio sulla guancia e la promessa di rivedersi più tardi, preso congedo dal resto della comitiva, aveva fatto ritorno a Grimmauld Place per recuperare alcuni libri che aveva dimenticato e che era intenzionata a ripassare prima della lezione introduttiva al corso estivo che si sarebbe svolta l’indomani mattina.

Entrando nella vecchia casa, Hermione non aveva potuto fare a meno di ripensare allo strano comportamento dell’amica. Ginny non aveva assolutamente menzionato quello che era accaduto solo due settimane prima, agendo come se fra loro quella discussione non fosse mai avvenuta e tutto fosse stato esattamente come prima; non solo prima che Ginny Weasley si mettesse con Harry Potter, ma anche prima che Hermione Granger ne diventasse la ragazza…e tuttavia c’era stato dell’altro nel suo sguardo, una sorta di determinazione che aveva visto parecchie volte nei suoi occhi, sia durante le partite di Quidditch che quando si metteva in testa qualcosa, e che adesso non la faceva stare tranquilla.

Avrebbe dato qualsiasi cosa al mondo per non rovinare quell’amicizia, ora temeva che a simili condizioni non sarebbe stato possibile. Ginny era ancora innamorata di Harry e finché lo fosse stata…

…il problema principale era che Ginny aveva ragione ad avercela con loro. Avrebbe potuto rigirare la torta in mille e più modi ma…

eppure, sarà stata anche parte del suo difetto di voler trovare una soluzione alle cose ad ogni costo, non riusciva ad ammettere che non ci potesse essere un modo per sistemare le cose; Ginny era forte, e lei sapeva che poteva accettare la cosa, rassegnarsi e voltare pagina, perdonarli e andare avanti…lei poteva…e lo avrebbe fatto se solo avesse voluto, se solo avesse capito o almeno ci avesse provato…

Ginny non sarebbe stata felice con Harry ed anche Harry non lo sarebbe stato con Ginny; e di questo era sicura. Non erano fatti per stare insieme.

La maga dai capelli color del miele aveva fatto per salire le scale.

**********

Draco Malfoy, tredici scalini più avanti, aveva chiuso la porta della propria stanza al numero 12 di Grimmauld Place e, infilandosi casualmente le mani nelle tasche dei pantaloni, aveva fatto per scendere le scale. C’erano alcuni libri che doveva recuperare e memorizzare assolutamente prima del mattino seguente, sfortuna voleva che fossero vecchi testi di scuola, vecchi testi di scuola che giustamente aveva lasciato come metà delle sue cose nella sua “casa dolce casa”; ciò significava che avrebbe speso alzato l’intera notte e lo avrebbe fatto in quel posto in cui finito la guerra aveva giurato di non rimettere più piede se non da morto o perlomeno prossimo alla cosa.

**********

Si erano incontrati a metà strada.

**********

Hermione aveva alzato il capo e si era fermata sui propri passi, lo stesso aveva fatto il giovane; entrambi i maghi avevano arrestato immediatamente le mani sulla ringhiera. Era stato Draco a muoversi per primo e ad accorciare la distanza fra loro scendendo comodamente e di alcuni passi gli scalini.

Il ragazzo si era bloccato una volta di fronte alla maga; per un attimo vi era stato unicamente un silenzio teso.

- Ehi… -

- Ehi… - Aveva risposto lei incerta, abbassando quasi immediatamente gli occhi nocciola, prima che cadesse nuovamente il silenzio.

Malfoy era rimasto un momento a guardare la ragazza con freddezza, poi, allontanando il capo, aveva fatto per andarsene.

Hermione, mantenendo il capo chino, inizialmente non aveva fatto nulla per muoversi; la sua mano aveva aumentato la stretta attorno alla balaustra. Era stata sul punto di dire qualcosa, ringraziarlo per l’aiuto, ma in qualche modo si era trattenuta.

Una volta sul punto di riprendere a salire i gradini, il mago alle sue spalle aveva parlato e lei si era ritrovata ad arrestarsi di nuovo; non si era voltata tuttavia.

Il ragazzo, dopo averla oltrepassata di appena un paio di gradini, si era fermato sulle scale continuando a darle le spalle; quando aveva parlato il tono di voce era stato abbastanza controllato e del tutto normale. - Ho sentito che avete passato le selezioni in blocco, immagino che Mr. “Gran uomo” e Mr. “Mezzo uomo” saranno stati su di giri… -

Era sembrato esattamente quello che era: un tentativo di conversazione; nessun fraintendimento.

Hermione non aveva saputo come rispondere, era consapevole che un “grazie” e un “congratulazioni anche a te” sarebbero stati quantomeno d’obbligo ma…

…in qualche modo, dopo che lui l’aveva aiutata con le selezioni, era diventato improvvisamente difficile per loro parlare o stare nella stessa stanza. Oh, meglio, lo era diventato per lei.

Draco, quando non vi era stata risposta, aveva fatto per riprendere a scendere le scale di nuovo.

- Io… - Era riuscita, infine, a farsi uscire.

La giovane stringendo i pugni si era voltata, ritrovandosi a fissare nelle iridi grigie del mago; aveva abbassato immediatamente lo sguardo. Ultimamente tutto quello che faceva sembrava farla sentire maledettamente colpevole; Ginny, Harry…

Hermione si era passata una ciocca di capelli dietro all’orecchio.  - …Malfoy… -

Dopo un attimo, durante il quale i due erano rimasti così, il giovane aveva scosso il capo e fatto per andarsene.

La mano della maga si era mossa rapidamente e lo aveva fermato prendendogli il braccio.  - …ci tenevo a ringraziarti per quello che hai fatto per me, ti ho creato un sacco di problemi e non eri obbligato…e…e...congratulazioni Draco.  E, detto ciò, ancora non sicura di quello che le fosse passato per la testa, la giovane maga aveva lasciato la presa ed aveva ripreso a salire con rapidità le scale.

- Congratulazioni a te Granger. -

**********

Era una persona orribile…

…era innamorata di Harry eppure…

Harry era il suo mondo, la sua vita, Harry era…stare con Harry la rendeva felice; era come trovarsi a fluttuare in aria, come un sogno…un bellissimo sogno dal quale non avrebbe mai desiderato svegliarsi. E allora perché? Perché si trovava a sentire anche quelle cose?

Ci doveva essere qualcosa di sbagliato in lei, di cattivo…

Non c’era stato niente fra loro, assolutamente niente; non era niente, anche se il cuore le batteva così forte che ogni volta minacciava di scoppiarle nel petto.

Si sentiva in colpa, terribilmente in colpa, ma perché le cose non potevano essere sempre semplici?Perchè la gente anche senza volerlo rischiava di trovarsi ad essere la causa del dolore altrui?

Con Harry era semplicemente fantastico, meraviglioso, non vi sarebbero state parole per descrivere quanto il suo cuore accanto a lui si sentisse leggero, protetto e amato; ed era ciò che voleva, lo sapeva, e lo sentiva. Il costante pensiero delle sue giornate, quando si svegliava il mattino e addormentava la sera, era renderlo felice, avrebbe voluto passare l’intera vita a renderlo felice, fargli sentire quello che lui riusciva a farle sentire, quando le era vicino.

Harry la completava, era la sua anima gemella…erano stati, prima amici, e ora erano innamorati, era…era…la ragione del suo sorriso, era la ragione per la quale il suo cuore si sentiva così amato da pensare che tutto al mondo sarebbe stato “giusto”, che non c’era motivo di avere paura perché erano insieme.

Non avevano ancora dormito insieme, non se l’erano sentita, era presto e quello che avevano era così speciale che non ne avevano bisogno, non c’era ragione di affettare i tempi, tutto sarebbe accaduto al momento giusto e sarebbe stato perfetto.

Come poteva provare questi sentimenti per una persona e ugualmente…

Era sbagliato, era così sbagliato.

Era, era solo il suo dannato cuore che le faceva di questi scherzi e iniziava…e lei non sapeva più cosa…

…era qualcosa che le prendeva lo stomaco, non la faceva respirare e le faceva provare…

Era come un affanno continuo, era come ritrovarsi a morire tutte le volte, era che non sapeva da dove arrivasse o perché le capitasse ma quando guardava nei suoi occhi, sentiva la sua voce, il suo tocco…iniziava a tremare, e non riusciva più a pensare razionalmente…

E non avrebbe nemmeno dovuto averli quei pensieri! Amava Harry, lo amava, lo amava così tanto che…

…era…

ed aveva tradito un’amica e…

Si potevano amare due ragazzi contemporaneamente anche se in modo molto differente? Harry era l’amore della sua vita…era la sua luce…era…

Malfoy, non ne era innamorata, no, no, no, no maledizione, no. Era…e non sapeva quand’era iniziato, o com’era accaduto…

La faceva sentire così sporca, così sbagliata…

…sapeva che non c’era nulla di male nel fatto che fosse Draco Malfoy, e comunque

…era un mostro (lei)

faceva ribrezzo, lei faceva ribrezzo…

Non sapeva nulla di lui…ad eccezione che non era la persona orribile che tutti credevano, non quando…

E non c’erano ragioni, e non c’era logica, era tutto dentro di lei, era ciò che sentiva, ciò che…

Almeno avesse potuto dire “sono gli occhi” o “è il sorriso”…quello avrebbe saputo gestirlo, quello…

…non sapeva affrontare le emozioni, non quel tipo che lui era in grado di farle provare. Lei non era così, non era quel genere di persona...

…e lui portava a galla un lato di lei che…

era spaventata…la spaventava.

Se Harry avesse saputo…se qualcuno avesse solo immaginato…

…non l’avrebbe più voluta, non l’avrebbe più guardata in faccia…nessuno lo avrebbe fatto.

E non poteva parlarne con nessuno, nessuno avrebbe capito.

E Ginny…l’avrebbe odiata, e avrebbe fatto bene…

Non c’era niente di giusto nelle sensazioni che lui le faceva provare…niente. E aveva potere su di lei…se soltanto lui avesse voluto, non avrebbe saputo respingerlo…

e grazie a Merlino lui sembrava aver capito che se avesse fatto una cosa del genere si sarebbe odiata, si sarebbe fatta del male, perché una cosa del genere non doveva assolutamente succedere.

Non poteva nemmeno sopportare il pensiero che lui avrebbe potuto amarla, se solo avesse preso in considerazione una cosa del genere lei…

…si sarebbe piegata sotto le sue parole, il suo tocco…e non era quello che voleva, e non ne aveva il controllo.

Doveva calmarsi, respirare, ponderare, erano solo pensieri dopotutto…e anche se la facevano stare male, finché avesse fatto del male unicamente a se stessa…

…erano pensieri, non erano reali, era come quando hai tutto quello che vuoi, esattamente quello che hai desiderato… era nella natura umana finire per credere di desiderare qualcosa che in realtà non si voleva…

…non avrebbe gettato al vento tutto quanto, dei sentimenti forti, reali, e concreti, per delle stupide sensazioni, per qualcosa che “avrebbe potuto essere”…per poi ritrovarsi un giorno a rendersi conto che si era stati così stupidi da rovinare la cosa più bella che era capitata nella propria vita per un momento…emozioni vulnerabili…sentimenti, sì esistenti, ma non profondi, non costruiti su basi solide…

…qualcosa che, se ne fosse esistito uno, avrebbe portato direttamente all’inferno.

Non era un sentimento sano, non era qualcosa che avrebbe potuto farla sentire bene, mantenersi inalterato e costante nell’arco del tempo…

…sembrava qualcosa di così forte e intenso, destinato a bruciarsi tutto quanto nell’arco di una notte…

…non voleva, per utilizzare una frase degna di Ron e della Signora Weasley, “trovarsi a vivere nel peccato”, aveva bisogno di sentimenti puliti e sinceri.

Aveva bisogno di Harry come dell’acqua, del sole e del cielo.

 

Please don't say I love you,

those words touch me much too deeply

and they make my core tremble

Don't think you realize the effect you have over me

Please don't look at me like that

It just makes me want to make you near me always

Please don't kiss me so sweet

it makes me crave a thousand kisses to follow

And please don't touch me like that

makes every other embrace seem pale and shallow

And please don't come so close

it just makes me want to make you near me always

Please don't bring me flowers

they only whisper the sweet things you'd say

Don't try to understand me

your hands already know too much anyway

It just makes me want to make you near me always

And when you look in my eyes

please know my heart is in your hands

It's nothing that I understand, but when in your arms

you have complete power over me

So be gentle if you please, 'cause

Your hands are in my hair, but my heart is in your teeth

And it makes me want to make you near me always

Your hands are in my hair, but my heart is in your teeth

And it makes me want to make you near me always

I want to be near you always

I want to be near you always

I want to be near you always

Jewel – Near You Always

**********

Note dell’autore: avevo in mente di fare anche un capitolo dedicato ai pensieri di Harry per completare il set, intitolato “Perché Non Ginny Weasley” ma penso di aver già espresso un poco il pensiero del nostro amico, quando ha dovuto scaricare la nostra Ginny, in più per me sarebbe un altro sforzo titanico, non so ancora cosa farò, sia perché so che siete impazienti di immergervi nel concreto della storia, sia perché, come ho spiegato non mi diverto parecchio nemmeno io… ^_^’, inoltre temo che finirei per ripetere quanto già scritto e diventerebbe monotono…mah, vedrò dove mi porterà l’ispirazione, è probabile che se trovi la canzone giusta e mi riesca a immettere nell’atmosfera…

…ad ogni modo, ah ecco, spero di essere riuscita con questo chap a esprimere meglio i pensieri di Hermione invece, e soprattutto di non averla resa antipatica perché mi dispiacerebbe, in fondo è un personaggio che mi piace con Ron, con Harry…mi basta semplicemente che si tenga alla larga da Draco…no, sul serio, non volevo farla apparire la classica amica-bastarda che si spaccia per quella buona, brava e… “no”, almeno non adesso, dipende da dove mi condurrà la storia, ma detesto rendere antipatici i personaggi…un po’ come mi era successo con Luna in There’s Hope e seguito…e vi assicuro che a me non era antipatica, molti invece mi hanno detto di aver avuto quella sensazione…ma io sto di nuovo divagando, non uccidetemi.

Che altro? No, niente, sempre le solite rassicurazioni, può accadere che non aggiorni per un po’ ma, so già come dovrebbero andare le storie, e soprattutto i finali, perciò ragazzi è sempre colpa del tempo e del fatto che fin che un capitolo mi convince…mi pento sempre quando posto qualcosa di cui non sono sicura, perché mi dico che avrei potuto “fare meglio”, “render meglio l’idea” e oddio lo sto facendo di nuovo…oggi non so che mi è preso, sfoghi dell’autore presumo ^_^’ potete sempre saltarli, li metto in fondo apposta.

Ok, bando alle ciance, un bacio a tutti, ah, no, aspettate! Ho postato una one-shot, un esperimento, diciamo che è un modo per farmi perdonare le varie attese. So sorry

Sempre vostra Max 

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Capitolo 12
*** Cap09 Chiacchiere, porte, libri e cappelli (prima parte) ***


Chiacchiere, porte, libri e cappelli (You live you learn)

Chiacchiere, porte, libri e cappelli (You live you learn)

Diagon Alley era da sempre una caotica confusione di persone e di colori; una vera oasi per chi intenzionato a scomparire in mezzo a quella massa multiforme. Negozi, vetrine; un alternarsi di merci e paccottiglia da far invidia alle migliori fiere e mercati Babbani e che, a differenza di questi, durava tutto l’anno.

Era un sabato mattina come tanti nel quartiere magico di Londra, che tradotto nel linguaggio della gente del posto significava ancora più caos e affollamento del solito. Forse il variopinto sobborgo poteva essere l’ideale se si era in fuga da qualcosa o qualcuno, difficilmente se si era alla ricerca di pace e tranquillità per riflettere, pensare, o stare semplicemente in solitudine; a meno che il tuo nome fosse Ginny Weasley e il tuo ex ragazzo ti avesse invitato a trascorrere del tempo in compagnia sua, della sua nuova ragazza (tua ex…amica?), e di tuo fratello (il cui entusiasmo alla proposta  ti aveva come sempre raggiunto dritta al cuore), tu avessi portato con te la tua migliore amica (il cui entusiasmo dell’intera comitiva era riuscito a commuoverti ancor maggiormente), della quale, ad un certo punto, tu stessa avevi desiderato disperatamente liberarti per le più svariate e, a tuo parere, estremamente valide ragioni, tra le quali l’ improvvisa decisione di questa che “l’arte dell’osservazione di oggetti assolutamente immobili” si trattasse di un’attività di incredibile interesse, e sempre nell’ipotesi che tu non fossi un habituè del posto e delle fughe, e perciò conoscessi  l’esistenza di un luogo ignorato dalla maggior parte delle persone.

Lì Ginny si era diretta, decidendo di trascurare almeno per il momento proprio piano di riconquista (con Hermione, Ron e Luna nei paraggi sarebbe stata un’impresa sicuramente interessante, ma un po’ troppo stressante per qualcuno che di stressarsi l’anima non aveva proprio l’intenzione; voleva Harry, si sarebbe ripresa Harry, non sarebbe andata in esaurimento per questo) e vaporizzandosi una volta raggiunta lentamente, senza sforzo alcuno di celare la propria dipartita, la porta di “Sogni, libri, oggetti e ornamenti”.

La giovane maga era uscita dal negozio lasciando risuonare alle sue spalle i campanellini appesi all’ingresso.

Luna non ci avrebbe fatto caso perché era Luna, e gli altri non ci avrebbero fatto caso comunque perché si trattava di lei.

Raggiunto l’altro lato della strada, e mascherata in mezzo alla folla, era stato facile per la maga superare un altro paio di negozi e scomparire attraverso una piccola imboccatura laterale senza alcun’indicazione.

L’aspetto era quello di un viottolo chiuso, malridotto e abbandonato, non poteva essere più lungo di quattro metri, forse addirittura meno, e di certo non più largo di uno e mezzo;  sembrava il genere di posto che, per dimensioni e posizione strategica, le persone riservano ai bidoni dell’immondizia e ai vecchi scatoloni inutilizzati. Le mura grigie degli edifici circostanti erano in pessimo stato, tuttavia non possedevano quell’aria lugubre e cenciosa, tipica di zone come Nottur Alley; era sporco, era scarno, ma non trasmetteva presagi di morte o l’idea di potersi prendere una chissà quale malattia se non si stava attenti a dove si appoggiavano le mani.

Abbandonando la via principale, ed entrando nel piccolo passaggio, uno sguardo inesperto non avrebbe intravisto nulla e sarebbe passato oltre; ma quando eri la sorella di Fred e George, in fuga da alcuni Serpeverde piuttosto grossi, ai quali avevi lanciato incidentalmente una fattura, perché “tendenzialmente ad undici anni si era stupidi” e anche un po’ goffi, e certe cose si facevano ancora semplicemente perché non si era bravi a controllare la propria bacchetta, beh la disperazione era in grado di fare cose miracolose, anche riuscire a farti notare che, nonostante il vicolo fosse cieco, alcuni mattoni all’estremità del muro sinistro sporgevano all’infuori alternandosi, in una maniera che, se non proprio una scala, era quanto di più vicino ad una via di fuga, e sembravano implorare un appiglio. E, sempre per il fatto che ad undici anni si era stupidi e ingenui, improvvisare free climbing su una parete, rischiando di rompersi l’osso del collo, sembrava chissà perché essere più promettente che fare da bersaglio a qualche bell’incantesimo.

Ginny Weasley in quel momento si trovava seduta sul tetto dell’edificio con “Settled” di “Scherrie Saphiro” tra le mani.

**********

Vi erano delle giornate che iniziavano in un modo incredibile…

Draco si era arrestato in mezzo alla via prendendo visione dell’immagine davanti ai suoi occhi. Potter, Weasley, Granger, una maga sul biondo non altrimenti identificata, e la Miss seccatura, fermi davanti ad una delle tante vetrine di Diagon Alley.

Il giovane mago era stato sul punto di raggiungere “Il Ghirigoro” per procurarsi alcuni libri supplementari che la “gran testa di cazzo”, altrimenti conosciuta come Alexander Lestafier, lo aveva…come dire….”incitato” ad osservare, e che, “ma guarda un po’ che strano”, non facevano parte dell’immensa collezione di famiglia, quando, del tutto fortuitamente, aveva avuto l’onore e il privilegio di assistere allo spettacolino che gli si era presentato davanti, e del quale avrebbe benissimo potuto fare a meno.

**********

La comitiva di giovani aveva finito col ritrovarsi davanti all’entrata di “Sogni, libri, oggetti e ornamenti” senza che vi fosse stato un accordo preciso al riguardo, avevano già girato un paio di negozi, uno dei quali di libri, su richiesta di Hermione, ed osservato parecchie bancarelle; quella volta i passi li avevano condotti sino a lì.

Ron era stato il primo ad entrare, e lo aveva fatto con una certa fretta, Hermione lo aveva seguito sorridendo, conosceva il motivo di quella fretta; quello era stato quando Luna se n’era uscita con un “Do per caso fastidio a tuo fratello? “.

Harry si era limitato ad arrestarsi con le mani in tasca leggermente in difficoltà come spesso capitava alle trovate di Luna, e dall’espressione della maga dai capelli rossi, si sarebbe potuto tranquillamente intuire che Ginny, in quel momento, avrebbe voluto volentieri dare un calcio sui denti al suddetto fratello.

Era allora che si era verificata la scena intravista dal giovane mago in lontananza.

- No, Luna lo sai che c’è? C’è che mio fratello è un’idiota. - E detto ciò, con aria seccata, Ginny Weasley si era sporta per aprire a sua volta la porta del negozio e lasciare entrare Harry.

E Harry Potter, limitandosi a sorridere, perché ormai era cosciente delle abitudini della sua ex ragazza, era semplicemente entrato nel negozio.

All’inizio questa sua abitudine lo aveva fatto irritare, specie a scuola, ed avevano anche discusso una volta, e ricordava perfettamente di non avere chiarito l’esatto motivo per il quale stavano avendo quella discussione, ma di averne tirato in ballo altro, dentro di sé sapeva perfettamente che era una ragione stupida; poi aveva intuito che non era davvero niente. Era più forte di lei, se non rifletteva e faceva le cose in automatico, Ginny apriva sempre la porta per chiunque.

- Gi-Gin si può sapere perché te la… - Luna si era interrotta ed aveva osservato il ragazzo dai capelli scuri scomparire oltre la porta, dimenticandosi completamente di quanto era stata sul punto di dire.

In tutto questo, l’ex Grifondoro era rimasta immobile con la mano ferma sulla maniglia, attendendo che l’amica entrasse a sua volta.

Ginny, all’improvviso stato di mutismo di Luna, aveva corrugato la fronte.  Cosa? –

- Gi-Gin, ehm Ginny…forse i miei occhi sono difettosi, ed è possibile, non sarebbe la prima volta, ma…ti sei accorta di avere appena tenuto aperta la porta per Harry? -

Il cipiglio della giovane Weasley era aumentato maggiormente; Ginny aveva inclinato il capo leggermente ed aveva osservato la maga bionda come se fosse arrivata al punto d’iniziare a temere seriamente per la sanità mentale dell’amica, infine, non riuscendo a vedere il problema, aveva sollevato le sopracciglia scetticamente. Nonostante il rimprovero di prima al fratello, avrebbe potuto benissimo essere interpretato con un “sei pazza lo sai, sì, vero?”

Siccome la maga non aveva risposto immediatamente, Luna, per nulla allarmata da quello che aveva reputato essere un momentaneo stato d’amnesia della ragazza, aveva specificato ulteriormente. - Harry… hai presente chi è Harry, vero? -

Ginny si era ritrovata a chiudere gli occhi e a conficcarsi la lingua fra i denti per evitare di commentare, in un evidente sforzo di mantenere il controllo.

Riaprendo gli occhi, la giovane aveva puntato direttamente le proprie iridi azzurre in quelle strabuzzanti dell’amica.  – Lo so chi è Harry… - E, dicendolo, aveva lasciato richiudere la porta del negozio alle proprie spalle.

Luna aveva osservato l’amica corrugando a sua volte la fronte, e scrollando il capo leggermente come se fosse stata la maga dai capelli rossi quella ad avere qualche problema. - Lo so che lo sai chi è Harry… -

Ginny, che a quel punto era completamente rivolta verso la giovane con le braccia incrociate, si era morsa le labbra. Aveva sospirato. – Vogliamo tornare alla questione porta? –

Non aveva avuto realmente l’intenzione di “tornare alla questione porta” semplicemente con Luna i discorsi finivano spesso col deviare sui più disparati e assurdi soggetti.  Quasi immediatamente l’espressione della giovane era divenuta quella di chi si era pentito di aver avuto una simile idea e, ovviamente, Luna quella volta era sembrata recepire al volo quello di cui si stava parlando.

- Niente…stavo semplicemente osservando che non puoi proprio fare a meno di avere sempre il controllo della situazione… - Era stata la replica molto professionale della maga, quasi fosse stata sul punto di trovare dell’ottimo materiale per un articolo.

Ginny si era ormai portata le braccia sui fianchi con fare molto sostenuto e seccato recuperando quel proprio modo di fare non esattamente gentile. - E l’hai osservato semplicemente vedendomi tenere aperta una porta? –

La ragazza dai capelli biondi aveva roteato gli occhi. - Ma no sciocchina… -

Ed ora erano arrivati a “sciocchina”…

…fantastico…

…e dire che a scuola era la prima a dare sempre dei nomi a chiunque…

La giovane Weasley si era momentaneamente grattata il naso.

- …il fatto è che è sempre stato così…per forza poi è più che logico che uno finisca per scegliere un tipo più come la tua amica Elettra… -

- Hermione… -

- Elettra era…Ginny dovresti leggere un po’ di più… -

No, grazie, Luna ho già l’ultimo libro che mi hai dato…

- Tu lo fai sempre…lo fai con tutti, persino con me… -

Ginny a quello era sembrata davvero divertita, nonostante non avesse smorzato il proprio atteggiamento, Luna era e restava…beh Luna. - E da quando per te è un problema farti aprire le porte, e poi è da pazzi Luna! – Dicendolo, la giovane aveva allargato in esasperazione le braccia - …ero davanti a lui…sono semplicemente arrivata prima alla porta, che cosa dovevo fare? Tornare indietro per farlo passare avanti e far aprire a lui la porta? –

Luna aveva scosso leggermente il capo. - Lasciamo perdere se non la vuoi capire… -

L’ex Grifondoro, ancora divertita, aveva osservato l’amica con un mezzo sorriso.

Luna Lovegood aveva sbattuto un paio di volte le palpebre prima di parlare nuovamente. Ginny era peggio del Dottor Jackyl e Mr. Hide…inoltre, a differenza degli altri, non era affatto possibile dirle le cose come stavano perché o assumeva subito posizione difensiva, oppure non ti prendeva mai sul serio.

La maga bionda aveva contemplato ancora un istante la giovane. Se le avesse detto che la verità era che aveva bisogno di un uomo, probabilmente avrebbe risvegliato la bestia…meglio tacere, dunque.

- Allora per te non sarà un problema lasciarti aprire la porta da me? -

Ginny aveva mantenuto il sorriso-smorfia e l’aria spaccona, sembrando, se fosse stato possibile, ancora più divertita e sicura.

Figurarsi se le dava fastidio lasciarsi aprire la porta da qualcuno…che cosa voleva che fosse?

- Certo che no io…certo. – Aveva concluso infine, stringendosi nelle spalle,  ma ad un’occhiata più attenta si sarebbe potuto dire che non sembrasse né convinta né contenta.

Ginny Weasley non avrebbe mai ammesso di non essersi mai resa conto di esserne infastidita; era una cosa cui lei non aveva mai fatto caso ma alla quale, si stava rendendo conto, avevano fatto caso tutti gli altri. Ed era un problema?

**********

Draco aveva fissato lo sguardo sulla ragazza dai capelli biondo sporco che avanzava, oltrepassando Ginny e sporgendosi per aprire la porta, e sulla reazione della rossa che, voltandosi, era rimasta per un momento ferma sui propri piedi a contemplare l’amica prima di sfilare ed infilarsi nel negozio; questo non prima di aver lanciato un’occhiata orgogliosa in direzione della giovane.

Dopodichè, il mago, ignorando l’accaduto, si era mosso verso l’entrata del Ghirigoro ed era scomparso di là dalla porta.

**********

Per ulteriore coincidenza, l’aveva rivista uscire, questa volta  da sola, dal negozio, quando a sua volta era stato sul punto di lasciare il Ghirigoro con un pacco non indifferente di libri. Erano tre volte quella mattina che incrociava la “Corte dei Miracoli”.

La prima volta, uscito dalla sua stanza, era stato costretto ad assistere all’invito di Potter alla “Miss rompipalle”, e alle reazioni poco entusiaste del resto dello squadrone, Granger compresa; vederli tutti insieme riusciva sempre a illuminare le sue giornate…

Di solito era Hermione a salutarlo per prima, provocando dal resto dei presenti dei grugniti simili a saluti, ai quali rispondeva sempre con un “Granger”, a volte esteso ad un “Potter. Weasley.”, a volte con cenni del capo o della mano…invece quel giorno, oltre alla bella sorpresa ad attenderlo fuori della sua stanza, vi era stata anche la libera improvvisazione e l’estro da parte della testa rossa; era stata lei a salutarlo rimediandosi le occhiate stralunate di Potter e Weasley, e la più inapprezzabile di tutte da parte di Hermione…solitamente non era abituato a voltarsi, si accomiatava tirando dritto, quella volta, però, interesse o no, si era girato a causa dell’equilibrio interrotto.

Probabilmente era la prima volta che l’aveva guardata intenzionalmente nell’intero arco della sua esistenza, e gli era uscito così “ho, il tuo cappello”, e se n’era andato senza salutare, evitando di rimanere a contemplare il del tutto involontario effetto sorpresa che doveva essere riuscito a sortire.

Ed era vero, aveva il suo cappello, in tasca precisamente. Non era minimamente propenso a permettere un ulteriore accesso alla propria stanza, e se lo avesse lasciato da qualche parte per la casa e lei non l’avesse trovato di sicuro si sarebbe ripresentata senza invito…

...avrebbe potuto ridarglielo al momento, ma ciò avrebbe potuto produrre dei catastrofici effetti e la richiesta di spiegazioni da parte dei presenti, ed aveva già avuto la sua bella gatta da pelare…

Non era incline a digerirsi l’intera banda di prima mattina, specie se si stava recando a Diagon Alley e non certo per la più felice delle commissioni…

…ripensandoci avrebbe dovuto immaginarsi che con tutta probabilità li avrebbe ribeccati in giro…

Malfoy aveva fatto per tirare dritto, quando, con la coda dell’occhio, aveva osservato la giovane maga imbucare un vicolo tremendamente famigliare.

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Capitolo 13
*** Cap10 Chiacchiere, porte, libri e cappelli (seconda parte) ***


Chiacchiere, porte, libri e cappelli (You live you learn)

Chiacchiere, porte, libri e cappelli (You live you learn)

Ginny era seduta sul tetto dell’edificio, con la schiena appoggiata ad una sorta di casupola per gli attrezzi e le gambe piegate, stava sfogliando il libro di Luna; poco lontano dai suoi piedi, si trovava un portellone metallico sigillato che, probabilmente, qualche anno addietro, era stato impiegato dai proprietari del fabbricato per raggiungere la terrazza dall’interno della costruzione. Il monospalla della giovane era stato abbandonato lì vicino.

Tutto attorno, il perimetro della modesta area, era delimitato da un piccolo muricciolo di neppure un metro e, mentre esternamente non si sarebbe potuta notare alcuna differenza, il lato interno era stato decorato con un trionfo di luci natalizie. Sul terreno lì accanto, giacevano depositate parecchie ciotoline rotonde; i resti di alcune vecchie candele colorate si potevano ancora osservare chiaramente al loro interno.

La giovane maga, durante le sue continue esplorazioni del luogo, sin dal suo secondo anno, e successivamente nel corso dei seguenti,  non aveva mai toccato nulla, anzi, era stata sempre attentissima a rimuovere ogni traccia del proprio passaggio; si era limitata a portarsi le proprie candele e una coperta, che aveva nascosto con molta abilità all’interno della casupola per gli attrezzi, dissimulando il tutto con un incantesimo.

Da com’era stato predisposto l’habitat non le era occorso poi molto per capire che in passato, e chissà magari non solo, doveva essere stato un romantico luogo d’incontro per qualche coppietta, o addirittura per i proprietari dello stabile; l’edificio era abbandonato ormai da almeno una quarantina d’anni, e lei vi si era recata sempre meno spesso nel corso del tempo e quasi sempre di giorno…non vi aveva mai trovato nessuno, però quando si era messa a trafficare per nascondere la propria roba aveva notato un’incisione nel legno di una trave “J+L”, il tutto circondato da un enorme cuore; all’inizio, il pensiero di quello per il quale era potuto essere stato utilizzato il suo luogo segreto, aveva disgustato non poco la maga, ad ogni modo, dal giorno della sua riuscitissima fuga, ne aveva fatto la sua sorta di “isola felice”, un posto in cui allontanarsi dal resto del mondo, quando avere a che fare  con i numerosi suoi abitanti, o almeno una discreta porzione di loro, diventava semplicemente troppo.

Ginny, maledicendo la propria tendenza a promettere cose e a prendere impegni semplicemente perché…

già, perché? Pacifica convivenza sociale, giusto.

Prima a poi avrebbe dovuto meditare sulla questione...il problema era che solitamente rispondeva “no” ancora prima che le fosse posta la domanda, e le volte in cui si era ritrovata ad accettare qualcosa senza fare troppe storie se n’era sempre pentita…forse era giunto il momento d’iniziare ad ascoltare le persone, mentre parlavano?

Morale della storia? Si era ritrovata a leggere il libro che Luna le aveva appioppato, e il punto era: se lei non era riuscita ad arrivare alla fine perché sarebbe dovuta riuscirci lei? Specie quando era stato palese sin dalla prima pagina che si sarebbe trattata di un’altra stupidissima storia d’amore…

La maga, mantenendo gli occhi incollati sulle pagine del volume, si era grattata il capo arrestando la mano tra i capelli, in quello che in realtà si era trattato di un gesto di frustrazione, durante il quale, la giovane, per poco non si era conficcata le unghie nel cranio nel disperato tentativo di arrivare in fondo alla terza pagina evitando di trovarsi a lanciare il libro di sotto.

Ginny, prima di uscire da casa con gli altri, quella mattina si era legata i capelli in una coda che arrivava ben oltre la sua vita; indossava dei semplici pantaloni neri della tuta, ed una felpa rossa col cappuccio aperta sul davanti, era informe e lasciava vedere la canottiera nera, dalle fiamme incantate e scoppiettanti, che la ragazza aveva infilato al di sotto. 

La maga, riprendendo a grattarsi, aveva assunto un’espressione a metà strada tra lo scetticismo e la scocciatura.

Allora…vediamo se aveva capito bene…c’era tizietta, patetica rappresentazione di un essere umano di sesso femminile, e pertanto chiaramente e totalmente priva di palle…(perché quale soggetto pensante poteva sbavare in modo così patetico e disperato per un altro che non l’aveva mai degnato di uno sguardo?) che, finalmente, dopo secoli e secoli di lunghe attese, era riuscita a mettersi col suo amico d’infanzia...(come se già quello non fosse un classico delle commediole di serie c)…ma, ovviamente, (perché altrimenti non ci sarebbe stato il libro), tale idillio era stato messo a repentaglio dallo stesso prototipo di bravo ragazzo (talmente bravo che se la fa con la migliore amica di lei, comunque…), e sostanzialmente grandissimo pezzo d’idiota, il quale, così preso e innamorato della sua ex amica, vede bene (non si sa come o perché) d’innamorarsi della migliore amica di lei che, (altrettanto ovviamente), è la “figa” che tutti vogliono e tutti cercano, in quanto si tratta di una versione estremamente migliorata di Barbie, perché oltre ad avere tutti i pregi di questo mondo, e un corpo che se fosse stato soltanto un po’ più perfetto sarebbe stato il risultato di qualche incantesimo, sembrava essere dotata persino di un cervello e di valori…cervello che non le aveva permesso di fare due più due e di comprendere che quello che stava facendo alla sua amica non era esattamente amichevole, ma comunque….

…ci mancava soltanto che arrivasse l’ulteriore rivale di sesso maschile e poi erano a posto…

Intenta com’era nelle proprie elucubrazioni mentali, Ginny non si era assolutamente accorta che qualcuno aveva scalato il muro e si era portato sul tetto dell’edificio.

**********

Draco Malfoy aveva scaricato momentaneamente i libri appena acquistati al Ghirigoro, chiedendo che gli fossero tenuti da parte, e uscendo nuovamente e in tutta calma dal negozio, si era diretto verso il vicolo all’interno del quale era svoltata la maga.

Tre anni prima, durante il viaggio per Hogwarts, alcuni suoi compagni Serpeverde si erano vantati di aver terrorizzato una Grifondoro durante l’estate e di essere quasi riusciti a farle molto male, questa, a detta loro, era stata così spaventata da scappare in un vicolo cieco ed essersi letteralmente dissolta dalla paura…il suo commento era stato che, se si era addirittura “dissolta” dalla paura, sicuramente la voce non avrebbe messo niente a spargersi, e Silente ne avrebbe dato l’annuncio durante la cerimonia d’apertura, visto che all’appello sarebbe mancato uno studente, certo era strano che, durante tutta l’estate, non fosse comparso nemmeno un articolo sulla improvvisa “dissoluzione” di uno studente di Hogwarts…la cosa era finita lì, nel momento stesso in cui Silente non aveva dato alcun annuncio e nessuno studente era sembrato essersi misteriosamente volatilizzato nell’arco delle vacanze estive, era stato chiaro per chiunque che la stupidità e la “grandiosità” di quel misterioso evento di “dissoluzione” fosse direttamente proporzionale alla totale mancanza di verità della cosa.

L’unico fatto era stato che, questi, avevano continuato ad assillare lui e gli altri e ad insistere sulla veridicità del loro racconto, nonostante tutti gli indizi e il fatto che la sincerità non fosse esattamente la virtù principale attribuibile ai membri della sua casa; così, visto che allora uno dei suoi più grandi passatempi e divertimenti era ancora quello di smentire le teorie sulle eroiche gesta altrui (della serie a tredici anni non si ha proprio un cazzo da fare) quando un pomeriggio, passando di lì col suo pseudo gruppo di amici, gli era stato indicato il vicolo, non aveva potuto che cedere all’irresistibile opportunità che gli era offerta di prendersi gioco di qualcun altro, e  siccome sempre allora, una delle caratteristiche principali che aveva permeato la sua vita, fino almeno alla morte di suo padre, era stata l’incredibile sfiga, era riuscito a mettersi in ridicolo lui stesso venendo attaccato da un gatto randagio…

...aveva picchiato una delle più incredibili testate della sua vita contro al muro, o meglio, contro ad una specie di sporgenza acuminata del muro. Era stato allora che aveva notato quella specie di scala, e poiché, sfiga o non sfiga, almeno l’intelligenza non gli era mai mancata, era riuscito immediatamente a fare due più due ed a risolvere il mistero della “dissoluzione”, perché solo un Grifondoro avrebbe potuto essere sufficientemente pazzo da venirsene fuori con l’idea di arrampicarsi lì sopra.

Il suo primo impulso era stato la curiosità di vedere dove quella specie di scala conduceva, ed era stato sul punto di ordinare agli altri di lasciarlo solo, poi aveva ragionato un filo e, decidendo che sarebbe stata sospetta una simile richiesta, aveva fatto in modo di liberarsi degli altri e ritornare più tardi senza seccatori; ed era stato così che aveva scoperto il posto che, per tutta la durata della scuola, aveva utilizzato per scappare da tutto e tutti quando i problemi con suo padre, Potter, e tutto il resto, diventavano insostenibili. Terminata la scuola, ma già trasferitosi a Grimmauld Place, vi era tornato più di rado.

Non era mai stato così sciocco da pensare di essere il solo a conoscere quel posto, ma le volte in cui vi si era recato non vi aveva mai trovato nessuno; ad ogni modo era un qualcosa che in un certo senso ricollegava alla sua infanzia, non certo al presente.

A dirla tutta, non era nemmeno poi così stupito che il Grifondoro in questione si trattasse di lei; qualcosa, come l’attitudine ai guai, doveva pur averla presa dalla famiglia della quale sembrava far parte.

**********

Il mago si era arrampicato sul muricciolo senza difficoltà (anni di Qudidditch, presenza forzata nell’Odine, e addestramento per Auror, dovevano pur aver avuto un qualche effetto) e, scavalcandolo, in un movimento agile e casuale, era saltato dall’altra parte.

Le iridi grigie del giovane avevano inquadrato immediatamente la ragazza all’interno del piccolo spazio.

Rimanendo abbastanza indifferente alla scena che gli si era presentata davanti, di Ginny intenta ad eseguire la propria craniotomia a mani nude, Malfoy era rimasto immobile e si era infilatole mani in tasca, senza per questo distogliere il proprio sguardo penetrante dalla ragazza. – Ho sempre creduto che questo posto fosse utilizzato per incontri clandestini non a scopo di lettura…- Il tono di voce era stato neutro. - …quindi eri tu. – Aveva aggiunto come se fosse cosa di poco conto.

Non vi era stata una particolare ragione per la quale aveva deciso di seguirla, probabilmente da una parte aveva voluto semplicemente restituirle il cappello e farla finita, mentre dall’altra aveva unicamente visto l’opportunità di risolvere un antico mistero; ormai era da parecchio che non prendeva una pausa per andare là sopra, e non era come se avesse avuto altro da fare, o meglio, l’avrebbe avuto, e al momento lo stava aspettando al Ghirigoro, sottoforma di una pigna di libri, ma lo avrebbe anche rimandato altrettanto volentieri.

La maga dai capelli rossi era stata colta alla sprovvista, nonostante questo, non era saltata via per lo spavento semplicemente perchè non era previsto che lì sopra vi fosse qualcuno (e questo probabilmente proprio grazie al libro che aveva assopito i suoi sensi e drenato tutta la sua concentrazione, reattività, e qualsiasi capacità di compiere processi logici funzionanti, ma anche per il fatto che non era il tipo di persona da avere i nervi così tesi da sussultare ad ogni più picciolo rumore).

Era rimasta spiazzata, impreparata, senza parole, e sinceramente confusa dalla situazione, sicuramente interessante, ma del tutto imprevista. Si supponeva che fosse una zona deserta, e Draco Malfoy non era certo la prima persona ad essere annoverata nei suoi pensieri tra i “possibili candidati per incontri”.

Senza sapere, lì per lì, che dire o fare, e senza aver prestato reale attenzione alle parole del ragazzo, troppo occupata a registrare l’assurdità della situazione, Ginny, osservando il mago, si era lasciata uscire la prima cosa che le era venuta in mente. – Malfoy ti rendi conto che adesso dovrò ucciderti? –

Non aveva voluto essere esattamente seria, né tanto meno esattamente divertente, si era trattato di un buon compromesso.

A quello non vi era stata né risposta né commento da parte del ragazzo, e la giovane aveva avuto tempo e modo di recuperare almeno l’ultima parte della frase.  Il volto della maga aveva assunto un’espressione perplessa. – Prego? –

Draco, senza fare una piega, aveva proseguito col medesimo tono casule. – Durante il terzo anno alcuni miei compagni di Casa hanno giurato di aver provocato la dissoluzione di una Grifondoro nel vicolo qua sotto…dissolta per la paura… -

Ginny, continuando a fissare il giovane, aveva sollevato un sopracciglio, incredula e in un certo qual modo divertita; il tono simile a quando qualche settimana prima aveva iniziato la polemica sugli “ attributi delle Case a Hogwarts. – È questo che hanno detto? “dissolta”?... si, certo, come se una persona può dissolversi così nel nulla, saremo anche Maghi ma questa è davvero una cosa piuttosto idiota… -

Come doveva essere idiota chi l’aveva pensata.

- Materializzazione, Passaporte, Pozioni, Incantesimi… - Aveva elencato Malfoy, senza scomporsi.

- …bambina idiota di dodici anni… - Ginny aveva aggiunto, come se questo spiegasse molte cose, incrociando le braccia e inclinando il capo.

- Non ho mai detto di avergli creduto. – Aveva replicato col medesimo tono del tutto privo coinvolgimento, prima di flettere, soltanto appena, il capo, e proseguire allo stesso modo. – “Bambina idiota”? –

Ginny aveva roteato gli occhi, sospirando. Aveva continuato con la sicurezza di sempre. – No, non è come credi… -

Sempre che poi lui stesse credendo qualcosa…

Non le era sfuggito il tono per-nulla-interessato, ma nemmeno a  lei era importato sufficientemente per trattenersi.

- …non mi stavo auto-insultanto…sì, insomma, sai che gran cosa, a quell’età siamo tutti idioti…fammi indovinare… - Non vi era stato alcun indizio di stupore. - … tu a differenza degli altri hai notato la scala… -

Malfoy aveva ignorato il commento, non interessato alle dissertazioni della ragazza più di quanto aveva dato ad intendere con quel “bambina idiota”, proseguendo per la sua strada.

Il giovane aveva estratto dalla tasca dei pantaloni il cappello della maga, e si era avvicinato verso di lei con passo pigro e il braccio teso.

- Già stufa della compagnia? Ti ho vista uscire dal negozio e sgattaiolare nel vicolo… -

Draco si era arrestato proprio davanti a lei; la maga dai capelli rossi, dopo essere rientrata in possesso del cappello, come se tra loro si fosse trattato del gesto più normale del mondo, lo aveva tenuto appoggiato alle gambe momento e depositato, infine, senza neppure degnare l’oggetto di uno sguardo, a parte assieme al libro.

Ginny era sembrata divertita. - Non è stato necessario sgattaiolare Malfoy, ho aperto la porta e sono uscita. - Aveva ribattuto semplicemente, stringendosi poi nelle spalle come se davanti a lei vi fosse Luna.  – Ma probabilmente anche se me ne fossi andata dal negozio urlando a squarciagola non avrebbe fatto differenza, nessuno di loro è molto ricettivo…piuttosto…stamattina…generalmente ad un saluto si risponde con un saluto, non con un “ho il tuo cappello”… -

Il mago aveva fatto un semplice cenno col capo. - Generalmente prima di entrare in una stanza si bussa… -

- Giusto. – Non aveva potuto evitare di sorridere, come se il mago dopotutto avesse affermato un buon punto. - Mia mancanza. – Non era sembrato dispiacerle particolarmente, era stato più che altro come se si fosse resa conto del fatto e avesse voluto riconoscere la propria mancanza in gesto di pace.

Onestamente, la faccenda della porta in sé non le faceva né caldo né freddo, ma sperava ancora nella sua collaborazione e “questo” implicava una certa dose di civiltà, inoltre, non aveva ragioni al momento per essere incivile con lui. Malfoy aveva affermato un buon punto, e parlare con lui non le produceva alcun effetto, anzi, non le dispiaceva.

Aveva nella voce, e nell’atteggiamento, un “certo modo” di tenere le persone a distanza, che, a-tratti, le faceva venir voglia di rivolgergli la parola al solo scopo di vedere se era in grado di estorcergli una risposta; anche perché, nonostante avessero già parlato un paio di volte, sembrava completamente indifferente alla sua esistenza su questo pianeta, e seppur la cosa fosse reciproca, l’aveva raggiunta fin lassù e le aveva riportato il cappello…

…curioso…

nonostante sin da subito non fosse sembrato incline a “darle corda”, lo aveva già portato a parlare con lei più di una volta, e adesso a rivolgerle volontariamente la parola…

sebbene, com’era? “Non fosse interessato”? Si beh, neanche lei si sarebbe strappata i capelli per ottenere la sua collaborazione, eppure aveva iniziato a trovare quel comportamento divertente.

Il giovane non si era mosso dalla propria posizione, occhi ad occhi con la ragazza; in realtà non era rimasto più molto di cui dovessero ancora parlare.

- Se non hai intenzione di trattenerti, ora che hai risolto il dubbio e ti sei liberato del cappello, ti conviene andartene, perché nonostante tu non abbia voglia di tornare alla precedente occupazione, qui non ti resta più nulla da fare, se non fornire alla matta qualche idea bislacca. -

Com’era vero…

La voce di Ginny aveva interrotto il mago dalle proprie considerazioni. - Me lo sarei venuta a riprendere da sola. - Aveva affermato questa ad un certo punto, come a voler prolungare la conversazione; cosa per altro completamente involontaria, era semplicemente così: se lo sarebbe andata a riprendere da sola.

Appunto. Era stato il pensiero del mago.

- Sì, ed era appunto questo che stavo cercando di evitare. –

La risposta non l’aveva turbata minimamente, ma non aveva potuto evitare di sorridere: “”aveva previsto qualcosa di simile. - Devo dedurre che questo sia un “no” alla mia proposta di collaborazione? -

Malfoy era rimasto ad osservarla. Doveva ancora capire se trovava o no sopportabile quel suo modo di fare. In prima battuta, gli sarebbe venuto automatico un “no” come risposta, era irritante; ma era anche vero che, normalmente, avrebbe già girato i tacchi.

Il giovane, senza variare il proprio tono di voce o l’atteggiamento, si era semplicemente scrollato nelle spalle. - Credevo che quello fosse già stato evidente. –

Malfoy, evitando di prestare altra attenzione a Ginny, si era voltato ed aveva osservato lo spettacolo, fatto di cielo e edifici, offerto dal tetto. Non era Los Angeles, era Diagon Alley, ma nella sua banalità si trattava lo stesso di una vista.

Nonostante la compagnia, non era male.  

Buffo, in un certo qual modo, lo ispirava.

Senza proferire una parola, il giovane mago si era seduto accanto alla ragazza.

Ginny, restando nella propria posizione, si era astenuta dal commentare, conosceva pienamente la sensazione, quella che le aveva sempre ispirato quel posto: calma; quel giorno c’era anche la classica brezza estiva.

I due erano rimasti per un po’ in una sorta di silenzio comodo.

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Capitolo 14
*** Cap11 Altre Chiacchiere ***


Altre chiacchiere (You choose you learn)

Altre chiacchiere (You choose you learn) 

Dalla strada, il vociare delle persone, misto ai rumori di Diagon, si levava fin sopra l’edificio, e poi più su, fino a scomparire nel cielo.

Non c’era una nuvola, soltanto una moltitudine d’uccelli in lontananza.

Estate era estate, e si respirava quella classica aria che, unita alla temperatura ed all’effetto del sole, regalava quella sensazione di serenità e calma che alla giovane maga dai capelli rossi ricordava Hogwarts e i pomeriggi trascorsi all’aperto dopo le lezioni.

La strana coppia era rimasta seduta ad osservare il panorama; entrambi i ragazzi persi nei propri pensieri.

- Vieni spesso quassù? -

Era stata Ginny ad interrompere il silenzio, senza per questo spostare lo sguardo verso il giovane seduto al suo fianco.

La reazione di Malfoy era stata la medesima; si era ritrovato semplicemente a rispondere. – Prima. – Vi era stata una breve pausa, in cui la maga aveva rivolto gli occhi al giovane. Draco non aveva dato segno di avere notato la cosa.

Ginny era tornata ad osservare davanti a sé.

- Era da un po’ che non lo facevo… -

La ragazza aveva aspettato un attimo, prima di rispondere. - Non ti ho mai visto. –

Era una strana situazione, non spiacevole ma strana. Solitamente, quando si trovavano nella stessa stanza, né l’uno né l’altro riusciva a rimanervi per più di qualche minuto; si trattava di dividere il proprio spazio con un estraneo, non era oggettivamente un problema in sé, semplicemente non era contemplato. Poteva essere perché non avevano nulla in comune, o perchè non avevano niente da dirsi e nessuna ragione per la quale parlare.  Era un po’ come mescolare acqua e olio, acqua e olio non si odiano, soltanto, non legano.

Ora invece…

Aveva rivolto un rapido sguardo verso Malfoy con la coda dell’occhio.

- Beh, potrei dire lo stesso di te… -

E poi era avvenuto un fatto strano, i due avevano parlato contemporaneamente. – Incantesimo di Guardia. –

Nonostante tutto, al momento, nessuno dei due era rimasto stupito, entrambi avevano avuto lo stesso pensiero immediato: “sì, era un incantesimo banale”, ed avevano liquidato la cosa.

- Sembra che abbiamo avuto la stessa idea… - Malfoy si era limitato a commentare col medesimo tono indifferente - …ma poi non c’è da stupirsi è un incantesimo che- -

- …più che normale lo- -

Era accaduto di nuovo con la seconda parte della frase.  - …conoscono anche gli inetti. -

I due si erano voltati simultaneamente. Ma cosa…

Entrambi, per mezzo secondo, avevano assunto la stessa aria confusa. Malfoy era stato il primo a liberarsene ed a tornare ad osservare il panorama; se la cosa l’aveva sorpreso per un tempo maggiore, non l’aveva dato a vedere.

Ginny si era fermata un istante sul profilo del mago, prima di volgere il viso a lato con aria stranita. Aveva sbattuto un paio di volte le palpebre e sporto le labbra; le mani abbandonate a peso morto sulle ginocchia.

Questa era bella…

Accanto all’espressione buffa si era affiancato uno strano sorriso parzialmente divertito e parzialmente compiaciuto. Certo che ne accadevano di cose bizzarre…

…aveva appena terminato di pensare che non avessero nulla in comune.

Meglio non indagare oltre, la vita era già abbastanza strana senza aggiungere questo tipo di coincidenze, perché bisognava chiamarle col loro nome “coincidenze”, che avrebbero spinto un qualsiasi spettatore esterno al suicidio, ma pur sempre coincidenze.

Avere qualcosa in comune con Draco Malfoy, forse avrebbe avuto qualche effetto su Ron, (in negativo), lei lo trovava unicamente…“insolito”.

Draco aveva parlato di nuovo e Ginny era stata colta alla sprovvista. - Non ti riuscirà… -

- Come? – In realtà prima non gli stava prestando attenzione. Aveva voltato nuovamente il capo, aggrappandosi alle ginocchia senza uno scopo preciso; Malfoy questa volta aveva seguito il suo sguardo. - Il piano. –

Ginny aveva corrugato la fronte, e il mago aveva ripreso ad osservare davanti a sé.  – Non ti riuscirà. – Aveva ripetuto.

La giovane maga si era stretta maggiormente alle proprie gambe e, continuando a guardare il ragazzo, aveva roteato gli occhi. – Beh… - Le sue iridi si erano illuminate, ed il risultato era stato una specie di sorriso determinato. - …io sono convinta del contrario. – In fondo che voleva saperne lui, no?

Malfoy si era voltato di nuovo. – Potter ama la Granger.

Lo aveva fissato un momento, ma aveva mantenuto il proprio atteggiamento. – Sì beh, può darsi… - Vi era stata una pausa; la giovane aveva scrutato attentamente nello sguardo del ragazzo come per capire qualcosa, infine aveva sorriso. - …tu non riesci proprio a capire che cosa Harry possa aver visto in me, vero? –

- Se vuoi che sia brutale…potrà sembrare scortese e poco delicato… - Aveva sollevato le sopracciglia. “Vuoi che sia onesto, giusto?” – Francamente no. -

Le era scappata una specie di risata. - No, è ok Malfoy…per me è lo stesso. –

L’espressione scettica del giovane era valsa più di mille parole. – Prego? -

Ginny non aveva perso il sorriso. - Specifico: sarà pur sempre mia amica, ma nemmeno io riesco a capire cosa Harry veda in Hermione, per questo ho chiesto il tuo aiuto. –

Trovava incredibilmente difficile seguirla.

- E a cosa ti sarebbe servito il mio aiuto di grazia? –

- Beh, avrei avuto una nuova prospettiva da cui partire. –

“Totalmente inutile”. Era stata la riflessione di Malfoy.

- E avere una nuova prospettiva come farà il miracolo? –

- Ok, lo ammetto, onestà per onestà, non ho ancora elaborato una strategia precisa…sono più brava nell’improvvisazione. –

Il mago aveva corrugato la fronte. - Rispondi mai alle domande al primo colpo? –

Ginny aveva scosso il capo, ignorando deliberatamente il commento e rispondendo alla domanda. – Malfoy, non stavo cercando un modo per farlo ingelosire o qualche abbietto e spregevole trucchetto se è questo che hai pensato. –

A no?

Shhhhhhhhh!

– Guarda, ok, ammetto che la tua inspiegabile abilità nel distrarre Hermione sarebbe potuta rientrare nell’equazione, ma in realtà quello che mi interessava era capire, e, una volta inquadrato il problema, passare al contrattacco…mica fare qualcosa di strano e perverso…le solite cose, cercare di mettersi in buona luce, apparire al meglio, e questo, per quanto sia raccapricciante… -

E in quel momento l’appellativo “lingua lunga” si era presentato nuovamente nella mente del giovane, anche se con blanda trascuratezza e non con irritazione, sì insomma si era tratto di un semplice pensiero senza secondi fini: era sul serio possibile per qualcuno parlare tanto senza fare una pausa per respirare? Avrebbe potuto tenere il tempo…

- …e tremendamente mortificante… -

“Sì, tremendamente.” Era stato il pensiero del mago.

In fondo non era irritante, doveva ancora capire che cos’era. Aveva uno strano modo d’illustrare i fatti che quasi “intratteneva”.

Esternamente, Draco non aveva manifestato una qualsiasi emozione.

Forse era per via del tono di voce così da “è la cosa più naturale del mondo”, sembrava che per lei il ragionamento fosse nitido e cristallino.

- …in ogni piano di riconquista che si rispetti, comporta una spolverata al look, all’immagine e al vestiario.  Inquadrare Hermione significa capire che cosa gli piace di lei e correggere il tiro. –

Ah. Ecco.

- Che tradotto in altri termini significa: trappola. In parole povere si tratta di un inganno. Non credo che cambiare per rispondere alle esigenze di qualcun altro sia una gran soluzione, lo trovo patetico e il risultato è soltanto una pallida imitazione dell’originale. –

- Pallida imitazione eh? Merlino ti risulto così priva di attrattiva…e comunque, chi ha mai parlato di cambiare? Nessun cambiamento, o almeno nessuno rilevante. Dimentichi che prima di stare con lei è stato con me. Cercare di piacergli non mi sembra un inganno, Harry mi conosce, sa che non sarò mai come Hermione, ciò non significa che non possa farle concorrenza nei limiti di quello che sono. –

- Un filo di fondotinta, per quanto fastidioso, non trasforma una persona. In pratica punterai sul tuo aspetto e sul fatto che Potter per quanto “magnifico”, sia sempre un ragazzo. –

In realtà non era particolarmente sorpreso dal ragionamento, era la classica argomentazione da “donna”, un po’ deludente che fosse caduta proprio su quello, quando aveva appena decretato che in fondo non si trattava della più insopportabile delle compagnie. D’altronde che si aspettava? In realtà niente, a parte che forse, conoscendo il fratello e i precedenti, avrebbe dovuto immaginarsi qualcosa di simile…

L’unica cosa “strana”, se così poteva essere definita, era il non aver parlato neppure una volta d’amore. Per aver sempre rincorso Potter come un cagnolino se n’era uscita con un’analisi piuttosto freddina della cosa.

- Cosa curiosa: in tutto questo non ti ho sentito parlare nemmeno una volta di sentimenti. –

Ginny era sembrata divertita; aveva sorriso alla “si vede che non mi conosci”. – Perché quella è la parte scontata. È ovvio che io ho dei sentimenti per lui e probabilmente lui ne ha per Hermione, ma io non sono una grande sostenitrice del “l’importante è che lui sia felice”, inoltre so per certo di poterlo rendere felice, e per quanto tu lo possa trovare inconcepibile so che mi ama. Non guardarmi così…le persone non smettono di amare da un giorno con l’altro, o significa che non lo sono mai state dal principio, è molto più probabile che spesso qualcosa o qualcuno si metta in mezzo. Probabilmente Harry sarà anche innamorato di Hermione, ciò non significa che i suoi sentimenti per me siano evaporati, semplicemente è diverso. Io per conto mio sono convinta che si possano amare due persone contemporaneamente, quello che cambia è il modo e quello che diamo e riceviamo in un rapporto.

Ginny aveva guardato il ragazzo come a voler dire “Malfoy ti ho scioccato?”.

Il mago, non reagendo in alcun modo, era tornato ad osservare davanti a sé, distendendo entrambe le gambe. Aveva scosso il capo internamente. Correzione: era…

…insolita; tuttavia restava un fatto…

- Impressionante, ma dimentichi un dettaglio, se adesso sta con lei è perché vuole stare con lei. E per quanto io sia convinto che Potter abbia lo stesso spessore e varietà emotiva della suola di una vecchia scarpa, credo che ti servirà ben altro che un nuovo rossetto per distogliere la sua attenzione dalla Granger. L’aspetto è relativamente importante e sopravalutato, non è detto che ciò che possa rendere bello un viso non nasca da una grande imperfezione. Io se fossi in te punterei su qualcosa di più concreto e meno superficiale. Non ti è mai passato per l’anticamera del cervello che ad attrarlo sia la sua intelligenza? Il suo modo di pensare? I valori per i quali sta in piedi, o anche e semplicemente il fatto di condividere la stessa passione per qualcosa, che una volta tanto non è  uno sport o qualcosa di stupido?   - E qui stava parlando di lui o di Potter? E chi lo sa…

L’espressione della ragazza non era mutata di una virgola, così come la luce negli occhi.

E se soltanto avesse potuto dire di conoscerlo, avrebbe persino potuto credere che le stesse dando della stupida, oltre che, vuota, superficiale…

…wow, no che non sarebbe stato facile spingerlo ad aiutarla.

Piccolo fatto: lei non teneva particolarmente alla sua opinione e…stima? Non si sarebbe dannata l’anima pur di piacergli, poiché l’ultima volta che lei aveva controllato, lui non era Harry; gli serviva, lo rispettava anche, e trovava stimolante l’averci a che fare e, poteva essere a causa di personali tendenze masochiste, era proprio perchè lui non era interessato in lei.

- Beh…se fossimo amici Draco Malfoy, mi avresti massacrato. – Ginny aveva sorriso divertita e…divertita. Il tono di voce della maga si era fatto scherzoso. – Per essere uno a cui non importa e che pertanto non emette giudizi, anche se sottilmente, mi hai insultato in ogni tipo di modo insultabile… -

 Il giovane mago si era tirato in piedi, e la ragazza l’aveva seguito con lo sguardo; Malfoy le aveva offerto una mano per alzarsi e Ginny, con molta naturalezza, l’aveva accettata.

“Conversazione conclusa, eh Malfoy?”

Erano rimasti in piedi, e il giovane si era infilato le mani nelle tasche.

- Onestà per onestà. Hai chiesto tu un’opinione. -

- Non sarà che sarai tu quello un po’ prevenuto…ok, questa storia non t’interessa, noi non siamo amici e a te non importa farti un’opinione, ma parlando con me parti dall’idea fissa che non capisci cosa lui veda in me. Evidentemente ci sarà qualcosa, come ci sarà qualcosa che Hermione vede in te. –

Senza dire un’ulteriore parola, il mago aveva girato i tacchi e si era incamminato verso la scaletta di mattoni. Arrivato quasi al muricciolo, ancora di spalle, aveva salutato limitandosi a sollevare per aria la mano.

Ginny, con la fronte corrugata, era rimasta ad osservarlo allontanarsi. La conversazione più lunga della loro vita…

Certo non si poteva dire che Draco Malfoy si sprecasse in parole o fosse facile da capire. Un’eventuale collaborazione si faceva sempre più lontana. Sì, sicuro, era interessante, ma non aveva né tempo né voglia di procurarsi un manuale di lettura anche per lui…ebbene sì, anche il suo masochismo aveva dei limiti.

Peccato. Iniziava ad avere la sensazione che ne sarebbe uscito qualcosa di epico o, se non altro, qualcosa di divertente. C’era uno strano alone di “impermeabilità a tutto” che lo ricopriva e che sarebbe stato interessante abbattere. Probabilmente lui si credeva sul serio migliore di lei.

Malfoy, arrivato davanti alla barriera di mattoni, si era arrestato.  Ginny, che era stata sul punto di voltarsi per recuperare la propria roba, si era fermata a sua volta, quando aveva parlato.

- I capelli. – Le aveva fatto notare con semplicità.

Vi era stata una pausa; e la maga, piuttosto interdetta, era rimasta a fissare la sua schiena.

- Solo le bambine li portano ancora così lunghi. Prima hai parlato d’immagine, no? – Ginny non aveva potuto vedere il sorrisino che in quel momento aveva incurvato le labbra del ragazzo. - Ancora non riesco a capire che cosa Potter abbia visto in te, ma posso dirti ciò che vedo…staresti meglio con i capelli più corti. -

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