Comic love

di buzzy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Vita lavorativa ***
Capitolo 3: *** Casa,parenti e salv-agenti ***
Capitolo 4: *** quando il gatto si arrabbia ***
Capitolo 5: *** Chimica e reazioni ***
Capitolo 6: *** Shopping ***
Capitolo 7: *** cena e sorpresa ***
Capitolo 8: *** Pizza e pensieri ***
Capitolo 9: *** Appetito insaziabile ***
Capitolo 10: *** Cosa si fa per una macchina ***
Capitolo 11: *** Pubblicità pericolose ***
Capitolo 12: *** Gelato,chiacchiere,ma il problema non va via ***
Capitolo 13: *** Vero o falso ***
Capitolo 14: *** programmare un appuntamento:che fatica! ***
Capitolo 15: *** Giulia Bond in missione ***
Capitolo 16: *** Disastro imminente ***
Capitolo 17: *** Il mostro dagli occhi verdi ***
Capitolo 18: *** Cade la pioggia ***
Capitolo 19: *** mamma mia ***
Capitolo 20: *** Coppia ***
Capitolo 21: *** Facciamo una prova? ***
Capitolo 22: *** colpo di fulmine ***
Capitolo 23: *** Tiranni e favoritismi ***
Capitolo 24: *** goodbye my darling ***
Capitolo 25: *** schifezza party ***
Capitolo 26: *** dopo la tempesta...ancora nuvole ***
Capitolo 27: *** due idioti ***
Capitolo 28: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Si dice che il miglior modo per conquistare una donna sia farla ridere,nei miei 25 anni di vita posso affermare che il contrario non funziona,infatti le mie uscite con lo stesso ragazzo non andavano oltre quota due:già un bel due di picche!!!
Sono Giulia Burla,quando si dice nomen omen,ho 25 anni,una buona carriera come ricercatrice farmaceutica,una famiglia disastrosa ma che amo,ottimi amici per cui darei la vita,ma ho un enorme problema,la comicità congenita.
Penso che Dio quando mi abbia creato fosse annoiato,proprio come quando ha creato l'ornitorinco a mio parere,non sul lato estetico infatti sono una ragazza nella norma,tipica e comune fanciulla che vedete al supermercato o per strada,il problema l'ha fatto nel carattere:qualunque sia l'argomento,credetemi non scherzo,è più forte di me ho la battuta pronta e il problema che non riesco a controllare la mia bocca perchè certe volte le fesserie me le forniscono su un piatto d'argento.
Oltre il mio problema a non riuscire ad essere seria,sulla mia faccia è sempre scolpito un sorriso,per farlo scomparire deve succedere una tragedia colossale,in più soffro di fasi acute di goffagine,che per mia grandissima fortuna si manifestano sempre nei momenti meno opportuni.
Ieri per l'ennesima volta sono stata scaricata,non che il tipo mi piacesse così tanto,infatti ho gusti abbastanza complicati,tuttavia data la mia predisposizione a far fuggire ogni esponente dell'altro sesso a gambe levate,ho iniziato ad abbassare i miei standard,purtroppo il risultato non cambia.
Credo che gli uomini abbiano un libro con su scritto per ogni evenienza la frase per scaricarti;va bene anche noi ragazze ne abbiamo uno,non sono una femminista,però io non ho mai avuto nemmeno la possibilità di andar oltre la copertina.
Le frasi che mi hanno detto vanno dal normale all'incredibile:
1-Sei simpatica,ma un po' troppo per i miei gusti.
2-Scusa ma non ho capito la battuta e quindi tutta la serata.
3-Non ho capito se ci fai o ci sei,finchè non troverò la risposta non posso uscire con te,ti chiamo io. Ps:la telefonata non è mai arrivata.
4-Ma mi stai prendendo per il culo?!! Comunque addio!
5-Mi sembra di essere uscito con groucho marx
e altre che potrei aggiungere ma la lista diventerebbe troppo lunga

Così eccomi qui a casa della mia amica,ed eletta da me guida spirituale,Michela che ormai mi conforta da anni e mi ascolta dopo ogni mia disavventura sentimentale.Solita scena:io con un enorme barattolo di gelato,questa volta cremino,a raccontarle di quale scusa questa volta abbiano usato e lei con il suo caffè amaro ad ascoltarmi;non riesco a capire come faccia a ingurgitare quella brodaglia nera e amara,io per riuscire a buttarla giù ci metto minimo tre zollette di zucchero.

"Ma che c'è di così sbagliato in un po' di umorismo,ammetto che io esagero,ma non riesco a farne a meno,insomma sono così detestabile?" piagnucolo con in bocca un cucchiaione pieno di goduria.

"Giu' non c'è niente di male,anzi ridere fa bene,devi solo trovare il tizio giusto per te,vedrai che prima o poi arriverà",nonostante la bocca piena Michela riesce lo stesso a capire i suoni incomprensibili che escono dalla mia bocca.

"Prima o poi arriverà,mi sembra di essere in una torre ad aspettare il principe azzuro.Forse dovrei solo comprare una museruola,entrare nella modalità silenziosa e misteriosa e vedere se funziona",esclamo con una posa da intellettuale e gli occhi che guardano il soffitto.

"Sei uno spasso,dovrei scrivere un libro su tutto ciò che ti capita,è incredibile come cose tanto assurde a te capitino nella realtà." risponde la mia guida spirituale e psicologa scoppiando a ridere.

Mi ero dimenticata di dirvelo,Michi è una giornalista con il pallino della scrittura,peccato che non si decida a pubblicare i suoi lavori,penso che avrebbero successo.

"Quando vuoi almeno la mia sfortuna amorosa servirà a renderti famosa e a farti pubblicare almeno qualcosa" rispondo scoppiando a ridere pure io.

Dopo ore passate a parlare e scherzare,e ovviamente dopo aver finito le scorte di zuccheri decido di tornare a casa,è una fortuna che,sebbene abbia la patente,preferisca spostarmi a piedi è un buon modo per sprecare tutte le calorie che accumulo in queste situazioni.
Finalmente arrivo a casa,vivo in un piccolo monolocale,a mezz'ora di strada dall'industria farmaceutica per cui lavoro,sto per buttarmi a pesce sul divano quando il mio sguardo si poggia sulle scartoffie posate sul tavolo.

"Acciderbolina devo finire la relazione su quel nuovo farmaco,per domani",esclamo a me stessa esasperata.
Altro mio problema parlo da sola.
Tornando alla relazione,sono a mare,ho finito tutte le analisi del campione ma devo ancora metterle per iscritto,domani arriverà il capo della ditta per vedere i progressi che stiamo facendo e analizzare se il farmaco potrà essere messo in commercio entro l'anno,sarà sicuramente il classico borioso e pignolo,speriamo che fili tutto liscio intanto ho ore di lavoro davanti per questa sera.

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Capitolo 2
*** Vita lavorativa ***


CRACRACRACRACRACRACRACRA

Che cappero!(l'esclamazione che ho usato non è questa ma siamo in fascia protetta)
La sveglia la mattina è intollerabile,la notte leoni a fare le ore piccole e il giorno dopo bradipi avvolti stile bozzolo nelle coperte.
Io la sera prima avevo passato quasi sei ore a scrivere una noiosa relazione,per poi combattere con la stampante senza risultato e perciò con il mio lavoro rimasto scritto a penna,della frase prima l'unico animale che stavo rispecchiando era il bradipo.
Ah si,il cracracra era la mia sveglia a forma di rana,una della sorprese trovate nell'uovo di pasqua meglio riuscite ormai funzionava da quasi dieci anni,nella sua storia vantava molti miei risvegli bruschi:cadute a terra nei migliori casi fino ai più famosi lanci contro il muro seguiti dagli insulti dei vicini per lo schiamazzo;i primi suoi mesi di vita erano stati abbastanza tranquilli forse per la novità di non sentire il classico Bip Bip,poi era entrata anche lei nell'inferno delle sveglie.

7.00 
mmmmmm ancora cinque minuti le rispondo spegnendo l'allarme e tornando tra le braccia di morfeo.
Morfeo è il mio uomo ideale,tralasciando il fatto che io ho il mio dio del sonno personale con i miei canoni di bellezza,dove lo trovate un altro fustacchione che gode nel vedervi riposate a dormire,"sparapanzate" sotto le coperte e per nulla spaventato dei vostri capelli ribelli?!!
Intanto che io saltello nei miei sogni,tra le margheritine e gli uccellini che cinguettano,nel mondo reale il tempo passa.

(Do-do-do)
I'm comin' home, baby now
(Do-do-do-do-do-do-do-do
I'm comin' home now, right away
(Do-do-do)
I'm comin' home, baby now
(Do-do-do-do-do-do-do-do)
I'm sorry now I ever went away
(Do-do-do-doo - I miss you)
Every night and day, I'm gone stay

E ora da dove cacchio arriva questa suoneria?Allungo la mano,ancora con metà me tra l'erbetta e l'altra parte nel letto,verso il comodino e rispondo al telefonino.

"Proooonto?"dico con voce sbiascicata dovuta al sonno

"Gioia non dire che dormivi"chiede mia madre dolcemente,peccato che abbia il brutto vizio di parlare forte al telefono,comportando così un lieve lamento del mio timpano.

"No mamy,dormire a quest'ora è impensabile...a proposito che ore sono?"chiedo con la voce di una che è sveglia da millenni e che ha bevuto ettolitri di caffè senza risentire di isterismi e tic.

"Sono le otto,ti ho telefonato,mezz'ora prima del tuo turno in laboratorio,per non disturbarti"

"Mamma,scusa c'è un collega che mi chiama,devo andare ti richiamo io ,ti voglio bene,ciao.",chiudo ancora prima di ricevere risposta.

Corbezzoli(siamo ancora in fascia protetta) sono in ritardo!!!!!
Doccia più shampoo tre minuti,veloce asciugata con l'asciugamano,scelta di cosa mettere trenta secondi,vestirsi in un minuto,preso zaino-borsa pronta con tutto il necessario per la giornata e lasciato l'appartamento in dieci secondi,per tutto il resto c'è l'omino della duracell.


Da casa al mio posto di lavoro c'è mezz'ora a passo veloce,se stamattina invece avete visto una ragazza correre come una pazza,incurante del traffico e degli incidenti mortali,bene vi posso dire che ci ho messo metà tempo.


"Signorina Burla stavo quasi perdendo la speranza di vederla arrivare in tempo-il mio capo reparto sulla porta ad aspettarmi-spero che non si sia dimenticata che giorno è oggi e che abbia tutto il lavoro completo e soprattutto con lei",mi rimprovera,ma con un leggero tono paterno,aspettando che gli risponda,per sua e anche mia sopravvivenza,positivamente.

"Tutto a posto mio capitano!" esclamo facendo saluto militare ed uscendo dallo zaino il quaderno dove c'era documentazione e relazione.

Il signor Bettini,cambia tonalità più volte nel giro di qualche frazione di secondo,causando in me leggera paura,qualche giorno gli verrà un colpo e spero tanto che io non sia la causa.

"
Primo non siamo nell'esercito.Secondo-posando lo sguardo sul quaderno che ho in mano-spiegami la presenza di quel quaderno della walt disney"

"Mi si è rotta la stampante,non si preoccupi la relazione è scritta a regola d'arte e poi tra tutti i quaderni che avevo a casa ho scelto quello che poteva piacere di più,insomma paperino è simpatico non è come topolino che se la tira..."non mi fa finire di parlare,mi ferma con uno sguardo e mi fa cenno di andare a lavorare.Me lo ripete sempre,se non fossi tra i migliori mi avrebbe già sbattuto a calci fuori dall'edificio,indossando per l'occasione delle belle scarpe pesanti e appuntite.

Laboratorio:questo ambiente lavorativo era uno dei posti che più sognavo nei miei anni di università,lì giocavo al piccolo chimico o al piccolo dio che poteva anche riuscire a creare qualcosa di nuovo,nel miei anni di laureanda ero l'immagine della professionalità vestita a regola d'arte con camice lindo e sempre ben stirato,guanti e occhialini.
Eccomi quarto bancone in fondo a destra,camice e guanti in buone condizione,occhiali protettivi "spacchiosi" giallo,e le immancabili cuffie dell'mp3 nelle orecchie,quest'ultime non molto a norma di sicurezza ma quando io lavoro ho bisogno di musica,ovviamente sono nascoste alla perfezione
.


Sono intenta a far partire la penna che non scrive più avvinandola leggermente alla fiamma del bunsen(bambini non fatelo) quando una presenza alle spalle mi fa sobbalzare e ovviamente la mia bic per pura casualità esplode imbrattando viso e vestiti del tizio che si trova dietro di me.

"SIGNORINAAAA BURLAAAAAAAAAAA!!!!!" Il signor Bettini urla così forte che nonostante la musica ad alto volume sento perfettamente,ovviamente con movimenti repentini spengo tutto e mi metto letteralmente sull'attenti.
Davanti a me il capo furioso e con un principio di infarto,oddio qualche giorno mi muore davanti,e un uomo sulla trentina,un gigante,almeno dalla mia visuale di un 1metro e 60, in vestito che si pulisce il viso,e che viso cavolo questo supera il mio morfeo,con espressione tra il divertito e lo stupefatto.

"Si signor Bettini?Posso esserle utile?",dico con falsa nonchalan
ce,con espressione innocente di un pulcino appena uscito dall'uovo.

"Questo
è Andrea Carlisi il proprietario della Eusclepiofarm,quella che ci ha dato il compito di creare il loro nuovo farmaco-dice presentandoci-ha letto il suo lavoro e visto anche i suoi esperimenti sul prodotto,il che lo hanno portato a decidere di lavorare a stretto contatto con lei.Sempre che non abbia cambiato idea dopo la sua conoscenza!" dice volgendo lo sguardo verso l'interessato.


"A quanto mi avete detto è tra le migliori nel suo genere,un piccolo inconveniente non mi farà cambiare facilmente idea",disse il povero ragazzo inconsapevole di chi si trovava di fronte


"Bene,dalla prossima settimana inizierete il vostro lavoro,buona fortuna. Ora possiamo andare.",il signor Bettini se ne an
dò,in compagnia del "figlio di papà",recitando nella sua mente una preghiera per ogni santo esistente affinché la collaborazione affidata alla sua catastrofica impiegata andasse a buon fine e che il ragazzo al suo lato avesse una pazienza divina"
Il peggio doveva ancora iniziare
.
Image and video hosting by TinyPic giulia Image and video hosting by TinyPic andrea Image and video hosting by TinyPic michela Image and video hosting by TinyPic per i curiosi,lui è morfeo

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Capitolo 3
*** Casa,parenti e salv-agenti ***


Avete mai fatto un sogno così vivido da sembrarvi reale?
Io ne stavo facendo uno meraviglioso:un giardino pieno di rose con al centro un bel tavolino in legno e due sedie,in tutta questa meraviglia il mio bel dio morfeo mi baciava tutto il viso,sentivo proprio la sensazione sulla pelle e infatti qualcuno mentre dormivo mi stava "baciando".
Ammetto che quando ho aperto gli occhi ci sono rimasta male a scoprire quanta differenza ci fosse tra i miei due morosi,ma non sono riuscita proprio ad arrabbiarmi con l'interessato,per aver interrotto quel bellissimo sogno,dopo aver visto i suoi bellissimi occhi azzurri.


"Cagliostro grazie per il buon risveglio sei un amore,ora giù dal letto",faccio segno con la testa al mio gattino nero che mi fa le fusa per persuadermi a non cacciarlo ma che già conosce la mia risposta.
Non c'è miglior coinquilino di un gatto,discreto,affettuoso quanto basta,una pallina di pelo di compagnia che mi fa da sveglia quando non "punto la rana".
Sono le undici,mi alzo dal letto stiracchiandomi un po' e apro il telefonino per vedere se qualcuno mi ha cercato.
Ieri,dopo la catastrofica mia presentazione,il capo mi ha chiamato in ufficio supplicandomi di mettere un freno al "mio essere",in cambio mi aveva dato una settimana di ferie fino alla collaborazione con,come lo aveva definito lui,la povera vittima.
Così eccomi in pigiamone e pantofole a casa,pronta a passare dal caldo lettuccio all'amato divano,telecomando in mano e ciotolona di latte e cereali davanti.



(Do-do-do)
I'm comin' home, baby now
(Do-do-do-do-do-do-do-do
I'm comin' home now, right away
(Do-do-do)
I'm comin' home, baby now
(Do-do-do-do-do-do-do-do)
I'm sorry now I ever went away
(Do-do-do-doo - I miss you)
Every night and day, I'm gone stay


"Ohi" rispondo al telefonino.
Quando sono in fase riposo,rispondo al telefono attraverso monosillabi.


"Fammi indovinare,sei in felpa e tuta sul divano a mangiare e vedere la tv,vero?No aspetta,è il primo giorno di riposo perciò non hai nemmeno tolto il pigiama se immagino giusto",mi sfotte michela dall'altro lato della linea.


"Uhm uhm",sono l'immagine della pigrizia


"Ha chiamato tua madre,non ti ha trovato sul telefono e così ha fatto un giro di telefonate fino a raggiungere me che l'ho avvisata che non doveva preoccuparsi del tuo essere irraggiungibile,che non eri morta,non eri stata coinvolta in incidenti mortali,ma sei entrata solo in ferie per qualche giorno",mi informa la sventurata che sicuramente sarà stata svegliata a chissà che ora.


Non posso affermare se tutti i genitori siano così,non entro nelle case altrui,sarei già dietro le sbarre se avessi tale abitudine;
Tornando al problema,mia madre se io o mio fratello non rispondiamo al telefono si fa i film più assurdi,arriva a pensare prima ad un rapimento alieno piuttosto che forse non possiamo rispondere perchè impegnati o semplicemente dormiamo.Ovviamente,non chiedetemi da chi abbia preso i numeri,riesce a contattare chiunque mi conosca,mettete caso che io vi conosca oggi e domani sia irraggiungibile a mia madre,domani ne riceverete una telefonata.


"
Scusa per l'orario in cui ti avrà chiamata! Ha detto qualcosa?"

"Mi ha detto di avvisarti che ,siccome a tuo fratello si è rotta la lavatrice, pomeriggio verrà da te per usare la tua,continuando dicendo che è una fortuna che voi due abitiate nella stessa città e vi aiutiate in certe situazioni.
Tutto qui."

Giorno di riposo andato in fumo.

"Vado a sistemarmi e ordinare casa,ci sentiamo dopo",saluto michi e mi metto a lavoro.


Voglio un bene infinito a mio fratello,è più grande di me di quasi cinque anni e mi ha sempre difeso e consigliato,peccato che si diverta a fare la spia a mia madre su alcuni miei difetti come "qualche" oggetto in
disordine in giro per casa.
Il pomeriggio è arrivato ovviamente sono distrutta,casa mia è uno specchio,letteralmente,riesco a vedermi nitidamente nelle mattonelle
,finisco di rendere decente pure la mia persona  quando citofonano alla porta,è arrivato Daniele.

"Fratellone"urlo gettandomi in braccio a chi immaginavo fosse lui,purtroppo il perfido è dietro il soggetto in questione e se la ghigna come una iena ridens.
Ancora attaccata a polipo,a non so chi,alzo gli occhi incontrando uno sguardo curioso.Il tempo di arrivare ossigeno ai miei neuroni che mi stacco come ustionata.

"Ti sono mancata pazza?-mi chiede ancora ridendo quell'idiota di consanguineo-Lui è Salvatore
un mio collega è venuto a farmi visita e l'ho portato con me,non disturbiamo vero?"

"No no accomodatevi-grazie san crispino per avermi dato la forza di mastro lindo per pulire casa-piacere di conoscerti Salv-agente",prima mala figura in arrivo.Per capire meglio la fesseria che ho scritto vi basta sapere che mio fratello è in polizia,la battuta comunque rimane penosa.

"Come scusa?"domanda curioso.

"Non ci fare caso era una battuta è stato più forte di me,comunque accomodatevi vado a preparare il caffè",mi congedo in cucina facendo cenno di accomodarsi sul divano alla iena e al nuovo arrivato.
Pomeriggio passa in fretta ti prego!!!


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Capitolo 4
*** quando il gatto si arrabbia ***


E' impossibile godere appieno dell'ozio se non si ha un sacco di lavoro da fare,così sosteneva Jerome Klapka Jerome  e infatti se non bastava la visita del caro fratellino,che aveva portato un sacco pieno di panni sporchi,ad accentuare il fatto che il mio primo giorno di riposo era andato a farsi benedire,c'era anche il suo collega,carino e con occhi dolci che aveva già avuto la possibilità di vedermi in azione.
Impostata la lavatrice su un lavaggio super rapido,
tiro fuori caffettiera e caffè,tazzine per gli ospiti,vassoio e biscottini da tè; di tutte queste cose non ne uso nessuna per me o i miei amici stretti,ma fin dai primi anni mi è stato insegnato che in casa si deve avere tutto il necessario per accogliere al meglio gli ospiti,e concludevano sempre la lezione con la celebre frase "qualora venisse qualcuno!"
Da piccola non capivo che cosa venisse a fare questo qualcuno senza avvisare a casa mia e perchè dovesse proprio venire per rompere le scatole,francamente non lo capivo nemmeno ora ma il "metti se viene qualcuno" per quante volte mi era stato ripetuto si era insinuato nel mio modo di vita come l'etica morale.

Portato tutto l'ambaradan in salotto,la parte difficile della giornata mi si poneva davanti:fare le vesti da padrona di casa e tener compagnia a Dani e collega,evitando di dire o fare cose strane.
Gli spazi occupati dal sorseggiare il caffè e mangiare i biscotti erano sicuri,contare sull'aiuto di mio fratello era impensabile,ci godeva al fatto che gli uomini scappassero da soli senza che li intimidisse lui come il classico iperprotettivo fratello maggiore,perciò non si sarebbe alzato prima di aver presentato per bene sua sorella all'amico togliendo anche lui dalla mia lista di morosi.
Avevamo intavolato i primi discorsi su che lavoro facevo e come mi trovassi a vivere da sola,e nulla era andato storto,ma più si andava avanti e più c'erano spunti per rovinare la discussione,quando nella mia stanza entrò un angelo piccolo e nero.
"Stupendo cagliostro,fingiti affamato in modo che io perda tempo e che loro debbano andare",penso con un sorriso a trentadue denti.
Cagliostro il mio gattino,si dirigeva verso il divano,purtroppo per me, il traditore andava a farsi coccolare da Daniele e toglieva ogni minima speranza di fuga alla sottoscritta.
Se pensavo che la situazione non potesse peggiorare però mi sbagliavo di grosso,il felino che era sempre stato amichevole con tutti al contrario di ciò che pensavo ignorò mio fratello lanciandosi a graffiare il povero "salvagente"(il suo soprannome gli è ormai incollato) che guadava me e non si rese conto dell'accaduto fino ad attacco avvenuto.
Ora ammetto che la situazione è assurda ma più cercavo di togliere di dosso il mio animaletto da Salvatore e più quello si innervosiva,come se fosse geloso e difendesse il suo territorio,lo ripeto assurdo.
Riusciamo a sedare la belva,lasciandola a mio fratello, e io e il ferito ci dirigiamo da soli in bagno per disinfettare i graffi, qui accadde l'impensabile.


"Ti va di uscire con me?",diretto,niente giri di parole e soprattutto del tutto improvviso.
Ora capisco che l'immagine da crocerossina possa essere attraente ma che gli rispondo a un ragazzo che conosco da qualche minuto e che per giunta è amico di mio fratello?

"Giù ho chiuso cagliostro in camera tua,hai finito di fare il dottore perchè io e Salvo dobbiamo andare,il commissariato ha chiamato..."mio fratello sbuca dalla porta prima che possa aprire bocca trascinando il mio corteggiatore fuori dal mio appartamento.


Salvata sul filo del rasoio?


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Capitolo 5
*** Chimica e reazioni ***


La cosa peggiore che può accadere ai tuoi giorni di riposo è quella di ammalarti;se poi in giro vi è l'influenza stagionale per quanto tu possa evitare ogni forma di contagio,barricarti in casa e sparare a vista ad ogni bacillo mi spiace ma sei destinato a cadere vittima della malattia.
Sebbene lo schema "sono malato" e il mio programma "non far niente" abbiano punti in comune come star tutto il giorno a letto e in pigiama,il fattore fazzolettini sempre attaccati al naso e cibo salutare sono un sacrilegio al mio concetto di vita.
Cosa ancor più peggiore di ammalarsi in questo periodo è quello di guarire in tempo per tornar a lavoro,non sia mai che si possa usufruire di qualche giorno di malattia?!!
Una cosa che ho imparato in questi miei 25 anni è che l'umanità si divide in due categorie,che possono essere diverse ma saranno sempre costantemente due e opposte tra loro,qualche esempio:uomini e donne,atei e credenti,lato destro del letto o sinistro per dormire,gente che credi che sia idiota e in realta lo è ed idioti che non sospetti tali ma credimi lo sono,ecc...
La categoria che riguardava me nel giorno di rientro al mio amato laboratorio era invece:Amanti del gioco di squadra  contro sfida individuale.
Sul posto di lavoro io sono una solitaria,devo avere io il comando del progetto che ho davanti e il fatto di dover lavorare con qualcuno,che in teoria ti ha commissionato ciò che hai in mano e che per giunta è anche diciamo, senza esagerazioni ,un gran bel ragazzo,non aiutava la mia attenzione.

Dover arrivare in laboratorio puntuale,per evitare di far venire un infarto al tuo povero capo reparto,aggiunto al mix di ansia non è certo aiutato dal fatto che "mister Strafigo Azienda importante" non conosca il concetto di puntualità,doveva essere pronto a puntino e presente alle 9.00 e il signorino alle undici passate non si vedeva ancora.
Era quasi mezzogiorno quando Bronzo di Riaci spuntò dalla porta vestito come se dovesse fare una sfilata di moda,decisamente in tenuta poco consona al luogo.

"Buongiorno madamoiselle". salutò Andrea Carlisi tranquillo e con aria spavalda.

"E' quasi mezzogiorno,ti aspetto da ore e sei vestito in giacca e cravatta,dimmi tu dove sarebbe per me il buongiorno?"

"Calma biondina,ho un camice con me e mi sta anche da dio perciò ritieniti fortunata e mostrami un buon lavoro",dice sfilando la giacca e indossando il camice immacolato.

Che rabbia è uno stupido narcisista ma sta veramente bene,anche il camice ha l'effetto fascino della divisa.

"Non è comunque una tenuta molto comoda da avere sotto la divisa",dico per non dargliela vinta.

"Mi vuoi a torso nudo biondina?"

Il mio colorito raggiunse una scala cromatica di rosso-viola poco salutare.

"Non sarebbe una buona idea", dico immaginando un pò la scena e provocando in lui un sorriso sornione stile stregatto.


Lavorare con questo tizio è davvero stressante,figuriamoci tenere una conversazione,star con lui mi porta o ad avere le visioni delle mie mani sul suo collo per istinto omicida o a figuracce in risposta al suo modo di provocarmi.
E' tardi,fortunatamente ci mettiamo a lavoro,avere la mente occupata mi aiuta a non pensare alla sua persona così vicina a me,purtroppo la rabbia non è andata via anzi è in aumento dato che quello spaccone,al contrario di tutti i manager industriali che ho conosciuto,è anche capace di seguire e partecipare nella analisi.
Penso che "mister perfezione" abbia capito che è meglio non infastidirmi mentre lavoro,forse il fatto che abbia sostanze acide a portata di mano lo ha aiutato anche in questa sua decisione,infatti siamo rimasti zitti per tutto il tempo che fortunatamente è volato velocemente e senza intoppi;Come tutte le cose però tutto ha una fine.
Finita la giornata e sistemato bancone e provette,chiudendo per il momento le analisi si apre anche la sua boccaccia.

"Noi due lavoriamo bene,tralasciando il tuo essere originale e bizzarro devi ammettere che c'è chimica tra noi e anche tu lo sai".

Potevo tornare a casa tranquillamente,ero già sulla porta,invece lui aveva dovuto proferire parola.

"Oh si bellezza c'è così tanta chimica tra noi che mi provochi una reazione allergica.Senti dobbiamo lavorare insieme purtroppo,a te serve la mia competenza e io devo sopportarti perchè sciaguratamente comandi tu e mi possono licenziare,perciò cerchiamo di andar d'accordo,ok?Tu non scocci me e io non ti avveleno", finita la minaccia me ne vado lasciandolo indietro sorridente credulo che sia uno scherzo.
Mi dispiace per te Andrea Carlisi ma non ti aspettare di avere vita facile con me,se ti aspetti di abbindolarmi con i tuoi modi e il tuo fascino caschi male,o almeno credo.

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Capitolo 6
*** Shopping ***


E' stupendo il fatto che una notizia possa rivoluzionarti il resto della giornata e cambiarti anche l'umore,fortunatamente dopo lo stress della mattinata lavorativa con quell'odioso,il destino aveva deciso di mandarmi un po' di svago.


(Do-do-do)
I'm comin' home, baby now
(Do-do-do-do-do-do-do-do
I'm comin' home now, right away
(Do-do-do)
I'm comin' home, baby now
(Do-do-do-do-do-do-do-do)
I'm sorry now I ever went away
(Do-do-do-doo - I miss you)
Every night and day, I'm gone stay

"Pronto?" ,risposi ad un numero a me sconosciuto

"Ciao omonima,come stai?,rispose una voce squillante e acuta stranamente di origine maschile

"Giulio,qual buon vento erano mesi che non ti sentivo.Tutto ok,tu come stai?"

Giulio un mio ex compagno di scuola che sentivo poco ma sempre con piacere.Il nostro incontro era avvenuto da bambini,sinceramente non ricordo bene l'accaduto,ma lui sostiene che l'abbia preso a pugni,cosa non del tutto inverosimile.

"Scusa il triste abbandono ma ero preso dagli studi,infatti ieri ho dato l'ultimo esame all'università e mi chiedevo se "sua pazzia" è libera per una pizza tra amici domani sera...Allora?",chiese euforico.

Ero felice per lui,e fortunatamente ero libera per la serata.Perche fortunatamente?Beh innanzitutto perchè avevo bisogno di divertimento e mi faceva piacere rivedere un vecchio amico,ma soprattutto se voi conosceste Giulio sapreste sicuramente che non accetta risposte negative ed è capace di assillarvi senza sosta finchè non date una risposta di suo gradimento.

"Mi farebbe piacere,dimmi solo posto e ora e,se conosco qualcuno a cui possa scroccare un passaggio"

"Pizzeria Bellini alle 20.30.Oltre me,che conosci ci sarà solo Michela,che al contrario di te ha deciso di comprarsi una "4ruote".Comunque ora devo andare,finisco il giro di telefonate,ci vediamo domani ciao",dice concludendo velocemente come al suo solito.

Perfetto se conosco bene i miei amici,Giulio ha già telefonato a Michi oppure è al telefono con lei in questo momento,il che vuol dire che il mio tragitto è cambiato da casa mia a quella della mia amica.
Sono quasi sotto casa di Michela quando ricevo la sua telefonata(vi risparmio la musichetta).

"Si?",rispondo

"Hai sentito Giulio?",arriva una domanda quasi retorica dall'altro capo del telefono.

"Si"

"Dove sei?"

"Quasi sotto casa tua"

"Perfetto,prendo chiavi e carta di credito e ci vediamo davanti il portone",chiude senza aspettare risposta.

Vi avevo già presentato Michela,amica di lunga data,giornalista,timida scrittrice e maniaca della shopping in particolare di scarpe.
Una cosa che non sopporto e andare a far compere,sopratutto quando si parla di vestiti,infatti compro tutto il mio vestiario stagionale in una sola uscita,per risparmiar tempo,fatta eccezione di questi eventi.
Il mio look è costituito prevalentemente di jeans e felpe,con le immancabili scarpe da tennis,per i vestiti eleganti o da colloquio di lavoro se ne occupa michela,la quale mi obbliga a comprare abiti femminili usando il suo sguardo glaciale più pericoloso di una pistola puntata alla testa.

Salita in macchina con la mia personal shopper ci dirigiamo verso "La Boutique",uno dei migliori negozi d'abiti e accesori della città.
Ho perso il senso del tempo per quanti vestiti abbiamo visto,io ero diretta verso una bella felpa grigia ma ero stata tirata a forza lontano dalle mie scelte,così alla fine di ore e ore di interminabili metti e prova,avevamo trovato entrambe cosa indossare.
Lei aveva trovato un vestitino bianco con una cintura nera in vita,cerchietto con fiore nero sui capelli e borsetta nera abbinata,il tutto accompagnato da trampoli travestiti da scarpe.
Io fortunatamente,usando la mia espressione "ma non ti faccio pena?",ero riuscita ad evitare vestitini e gonne,e a comprare dei pantaloni eleganti-sportivi,che non sarebbero almeno rimasti sepolti infondo all'armadio,con una casacca grigia,degli scarponcini e uno zainetto nero.
Il giorno ,se non si considerava Andrea e il fattore S-shopping,si era concluso bene,avevo scherzato con la mia guida spirituale raccontando della giornata e me ne ero tornata a casa pronta a seppellirmi sul divano a coccolare il mio amato cagliostro.
Evento positivo e più lieto della serata era stato però l'annuncio che il giorno dopo non sarei dovuta andare a lavorare,dato che il mio nuovo collaboratore aveva cancellato l'incontro per i prossimi due giorni dovuti a impegni personali.
Oggi era stata l'eccezione al detto:"il buongiorno si vede sempre dal mattino",infatti da un cielo nuvoloso,nella mia giornata,era arrivato un bellissimo sole luminoso.





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Capitolo 7
*** cena e sorpresa ***


Sono un tipo a cui bastano piccole cose per essere felici,come ricevere l'sms di buongiorno dalle persone che ti vogliono bene,vedere almeno una faccia amica durante la giornata,e anche il sole che ci riscalda con i suoi raggi rende il tutto più bello.
Oggi avevo avuto tutto questo,con il giorno a mia disposizione avevo dormito fino a tarda mattinata,poi ero uscita a fare un giro in bici per godermi il paesaggio e stasera avrei scherzato con i miei amici,forse avrei conosciuto qualche persona simpatica e in più avrei anche degustato una buonissima pizza; Io adoro la pizza,penso che se gli dei avessero conosciuto prima questa  leccornia avrebbero sicuramente fatto un referendum per sostiure la loro ambrosia con una bella pizza.
Erano le 20.40 quando io e michela trovammo parcheggio davanti la pizzeria,teoricamente eravamo in ritardo di dieci minuti,ma credetemi il 90% delle persone arriva sempre minimo cinque minuti dopo l'ora fissata.
Entrate nel locale, giulio ci venne subito a salutare e ci fece strada verso il tavolo che aveva prenotato,in tutto quella sera eravamo una decina,noi tre amici di scuola,qualche suo collega di università e qualche altro suo amico,però ancora non era arrivato nessuno.

 
"E noi che credevamo di far tardi, invece siamo arrivate per prime.",pronunciò michela.
"Già,speriamo che non ci facciano aspettar troppo,ho una fame che non ci vedo",disse giulio sistemandosi gli occhiali sul naso.

Ecco,come se avessero sentito cosa il ragazzo aveva detto,spuntarono un gruppo di sei persone dalla porta e a quanto pare si dirigevano verso noi,tra queste mi sembrò di conoscere qualcuno.

"Ehi,ciao!Anche tu qui?".Dopo aver salutato l'amico,mi vidi davanti Salvo,detto salvagente,tutto sorridente.

"Si anch'io.Credevo che mio fratello ti avesse ucciso dopo quel giorno."
Avevo il sospetto che il mio caro fratellone iperprotettivo avesse sentito la discussione avvenuta in bagno,il che dava una spiegazione alla repentina uscita di scena dei due ragazzi dalla mia casa.
Intanto erano arrivati altri invitati,Giulio era venuto a presentarmeli ed era rimasto abbastanza sorpreso che conoscessi già il suo coinquilino,quando si dice coincidenza.

"Beh,ci siamo quasi tutti,iniziamo ad accomodarci al tavolo,Andrea dovrebbe essere quasi in arrivo",disse Giulio facendoci strada.

Quel nome mi raggelò il sangue,non poteva essere,insomma era stata una coincidenza che quella sera ci fosse anche salvagente,la possibilità che anche il damerino fosse un amico e invitato a quella serata era decisamente improbabile.

"Dai faccia di gesso andiamo",michela mi trascinò al tavolo e ci sedemmo; Lei il mio braccio destro,alla mia destra era seduta vicino il festeggiato,alla mia sinistra Salvo,che aveva prenotato il posto appena avevo sfiorato la sedia.
L'unico posto rimasto libero era quello messo di fronte a me,il che non mi aveva dato problema finchè le mie paure non si erano manifestate.

"Ehi bello,auguri",una voce che purtroppo ben conoscevo dopo la giornata di ieri,arrivò da dietro le mie spalle,per poi vedere il suo viso quando era andato a salutare il capo tavola.

Ti prego fai che sia un tizio che gli somiglia,con voce uguale e un caso di omonimia,pregavo con tutta me stessa,purtroppo come sostengo sempre la fortuna e cieca ma la sfiga ci vede benissimo e con me era pure sadica,dato che il bell'imbusto accortosi di me aveva fatto uno di quei sorrisini che tanto odio.

"Biondina isterica e tu che ci fai qui?",disse Andrea abbracciandomi da dietro la sedia e dandomi un bacio sulla guancia,mentre io lo maledivo e mi trattenevo dal manifestare la mia "felicità",sotto uno sguardo infastidito alla mia sinistra e uno divertito alla mia destra.

"Questo dovrei dirlo io",dissi.

"Wow Giu',conosci tutti stasera,prima Salvo e ora Andrea!" Giulio sembrava interessato.

"Lavoriamo insieme sfortunatamente.Voi come vi conoscete?" dissi,mentre l'oggetto della mia perdità di pazienza prendeva posto.

"Siamo parenti,i nostri genitori sono cugini e noi ci conosciamo da tanto" risposero all'unisono.
A quanto pare erano anche sincronizzati,da quanto andavano d'accordo e il che voleva dire una cosa:dovevo cercare di digerirlo per quella sera.
Fortunatamente avevo il mio braccio destro pronto a darmi forza,che però nonostante sapesse la situazione,sembrava divertirsi meglio che al cinema guardando la scenetta(questa me la conservavo) e come valvola di sfogo mi rimaneva la pizza.
Sarebbe stata una lunga serata....







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Capitolo 8
*** Pizza e pensieri ***


Fatte 'na Pizza ca Pummarola 'n coppa e vedrai che il mondo ti sorriderà.
Oh Pino daniele non hai idea di quante volte questa tua massima mi  abbia aiutato in alcuni momenti,ma stasera nonostante la mia gigantesca pizza 4formaggi,con abbondante gorgonzola(come piace a me),l'unico a sorridermi è qualcuno il cui sorriso mi fa andare di traverso pure l'aria.
Mister guardatemi come sono fico,seduto davanti a me,non fa altro che stuzzicarmi,non so se sia proprio nella sua natura essere odioso o sia una prerogativa che dedica solo  a me,dall'altro lato ho accanto un ragazzo simpatico e dolce che stranamente mi fa il filo peggio di un ragno,forse un pochetto appiccicoso ma è piacevole ogni tanto,e nel mio caso per la prima volta,avere qualcuno che ti corteggi.


"Ti fara male così tanto formaggio,perchè non hai preso una capricciosa,penso che ti si addica meglio!",disse andrea causando qualche risatina nel tavolo.

Quella sera stavamo dando spettacolo,il problema era che tutti si divertivano a osservare i nostri battibecchi,e invece di aiutare cambiando oggetto di discussione verso qualcosa come il festeggiato,ci incitavano a discutere.

"Non è il formaggio che mi blocca la digestione,ma la tua faccia",ed era la verità.

"Sono così bello che non riesci a mangiare?"

Mister vanesio ringrazia il tuo angelo custode,seduto alla mia destra,chiamato michela che ha suggerito di portare le pizze già tagliate e mi ha sequestrato le posate sennò saresti già infilzato.

"Dovreste uscire insieme,siete davvero carini insieme",la voce di una povera pazza di mente,che se ricordavo bene si chiamava Cristina,intromise il battibecco o meglio accese la miccia al cannone.Io e Andrea diventammo di un colore rosso mattone,salvatore si animò dal suo stato di torpore della serata forse dovuto al fatto che non avevo avuto modo di comunicare troppo con lui,e tutti in particolare i miei due amici si voltarono verso noi due consapevoli di cosa stava per accadere.

"IO USCIRE CON LUI/LEI?!!NEANCHE PAGATO/A",urlammo quasi.

"TSH.Dovresti sentirti onorata di uscire con me,sono il cosidetto scapolo d'oro"

"Neanche se fossi l'ultimo uomo sulla terra.Se proprio vuoi saperlo Signor tutte mi corrono dietro non ti trovo per niente affascinante".

Ok l'avevo sparata grossa,ma aveva avuto effetto questa bugia,infatti l'avevo zittito,il suo sorrisetto spavaldo era scomparso e non mi aveva rivolto più la parola.
Giulia 1 - Andrea 0.
La sera si era conclusa,nessun incidente,solo un deluso che se ne era andato con il mio numero di telefono e la promessa di una telefonata,un oltraggiato nel suo orgoglio credo e gli altri tutti più o meno tranquilli.
Era tutto a posto.
Ma perchè pensavo allo sguardo ferito di quello scemo?Perchè mi sentivo in colpa?

"Lui ti piace,ecco perchè sei in pensiero per lui",esclamò la mia guida spirituale mentre guidava verso casa mia.

"Non è vero.E poi se devo scegliere preferisco Salvo almeno lui è gentile,forse un po' appicicoso ma si comporta da gentiluomo con me."

"Questo non vuol dire che ti piace e poi con lui non parli così disinvolta come con il fustacchione irritante,il che mi fa presuppore che inconsapevolmente è lui tra i due che ha più speranza di uscire con te,e ancora teoricamente penso che tu gli piaccia,sennò non si sarebbe offeso così facilmente"

"Quel bicchiere di birra deve averti fatto male,te l'ho sempre detto di non bere che sei astemia."

"Sto bene,sei tu che non sei obiettiva,comunque discepolotta siamo arrivate,dormi e pensaci sù vedrai che ho ragione.Notte Giù",disse scompigliandomi i capelli prima che scendessi.

"Notte Michi,vado dal mio unico e solo amore Morfeo,ci sentiamo domani"

Michela aveva quasi sempre ragione su tutto,ma questa volta si sbagliava,a me non piaceva nessuno.












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Capitolo 9
*** Appetito insaziabile ***


Un detto dice che il centro delle emozioni non sia il cuore ma lo stomaco,in effetti è vero,patologicamente ho molte basi che posso usare a favore di questo modo di dire,basti pensare ai classici mal di pancia dovuti allo stress.
Qualsiasi sia il problema,Lavoro,Amore,Famiglia,Senso di colpa,il nostro stomaco nè sarà partecipe in un modo o nell'altro;Ad esempio c'è quello che reagisce alle avversità con il poco appetito,e nei periodi post-festa vorrei tanto soffrire di tale patologia,al contrario, in qualsiasi problema,il mio stomaco diventa un buco nero,il frigorifero non è mai pieno quanto vorrei,mangio in continuazione e con una fretta degna di vincere il business dei primati.
Erano passati quattro giorni dalla famosa "pizza per Giulio",e due giorni dopo ero tornata nuovamente a lavoro,pronta a sopportare qualsiasi fastidio mi si ponessse davanti,ma invece tuttaltro che preannunciata era sopraggiunta la pace.
Il signor Bettini,il mio capo settore, mi aveva annunciato che aveva ricevuto il via libera per farmi continuare i lavori da sola,il Signor Carlisi,o meglio la pulce all'orecchio che mi ossessionava in laboratorio,aveva deciso di prendersi una pausa indefinita,sarebbe tornato quando ne avrebbe avuto voglia per controllare il progetto del nuovo antinfiammatorio e dare il suo parere.
In due giorni avevo portato molto avanti l'analisi riguardante l'azione del farmaco e i vari difetti,avevo fatto alcune modifiche ed ero abbastanza felice del mio lavoro,però mancava qualcosa.
Quel qualcosa,purtroppo era qualcuno,l'assenza di quell'attaccabrighe era più fastidiosa di qualsiasi sua presa in giro,così la mia esistenza o meglio il mio stomaco aveva deciso di riempire questo vuoto con un acuto attacco di fame,ora a farmi compagnia avevo due chiletti accumulati solo in un paio di giorni,ma il vuoto rimaneva ancora.
Nemmeno il fatto,che dopo tanti ostacoli da parte di mio fratello e decine di sms ricevuti,avessi avuto diciamo un "appuntamento" con Salvatore mi aveva tirato su d'animo,anzi forse lo avevo spaventato.

Flashback della sera prima:

Finalmente siamo usciti,Salvagente ha programmato il classico programma di cinema e cena,e nella sua testa vede andar tutto liscio come l'olio,invece tutto prese una piega diversa.
Il clichè più usato dai ragazzi alla prima uscita è quella di portare la povera ragazza facile ad impressionarsi a vedere un tremendo film horror,e il piano spesso ha buon fine,purtroppo non tengono mai conto che ci sono delle pazze psicopatiche che si entusiasmano davanti certe scene brutali e rimangono abbastanza insoddisfatte quando un film promette sangue e invece non mostra niente.
Il giovane poliziotto davanti alla locandina raffigurante un mostro sfigurato armato peggio di rambo,pensava di vedersi abbracciare dalla sottoscritta Giulia Burla in preda alla paura,invece si era trovato a vedere un banale splatter che faceva meno paura rispetto me con un'enorme scatolone di popcorn e un sacchetto vuoto di caramelle gommose e bottiglietta di cola davanti.
Dopo il cinema,per sgranchirsi le gambe sono sempre utili 4passi,giusto il tragitto per arrivare al pub,niente ristorantino è troppo scontato,invece un posto meno elegante mette più a proprio agio.
Il mio accompagnatore dopo il suo sacchetto di patatine al cinema non aveva molta fame,così aveva optato solo per un toast e patatine fritte,io invece nonostante il piccolo spuntino durante la visione del film,non ci vedevo dalla fame,e credetemi una fiesta non mi sazia affatto,però non volendo esagerare e  mettere in mostra quel buco nero che avevo da qualche giorno dentro il mio stomaco,ordinai solo un panino tonno e prosciutto con maionese,patatine fritte e una mezza birra alla spina.


"Wow,è raro vedere mangiar con tanto gusto",salvagente non sapeva che dire,mi osservava mentre divoravo il tutto come se avessi qualcuno alle calcagna.

"Scusa sono una buona forchetta,certi giorni si nota particolarmente
per tua sfortuna hai assistito a uno di questi momenti",risposi rossa per l'imbarazzo mentre toglievo qualche traccia di maionese dal viso.

"Non devi preoccuparti,sono abituato a scene peggiori"disse scherzando.,togliendo ogni mio disagio per qualche istante.

La sera si concluse tranquillamente,mi ero imposta di pagare la mia parte,nonostante l'insistenza di Salvo e dopo avermi accompagnata a casa mi aveva salutato con un bacio sulla fronte per darmi la buonanotte,non capisco come ma nonostante l'immagine di me,stile lupo in estasi davanti all'arrosto dei tre porcellini
,quel ragazzo non mi lasciava perdere,o era pazzo o voleva diventare martire.

Fine Flashback


Eccomi qui a casa,sono tornata da lavoro,aperta la porta mi sono lanciata a pesce sul mio amato divano,e ora guardo il mio amico frigorifero con occhi a cuoricini...Questa storia deve finire o dovrò andare a far shopping per rinnovare il mio vestiario,e io odio andare a far compere.

"bip bip bip(suono dei tasti del cellulare)"

"Pronto signor Bettini,sono Giulia,ho un problema urgente da comunicare al signor Carlisi,potrebbe darmi il suo numero di telefono?

"Che ha combinato
,c'è la mia pensione a rischio?",chiese agitato il pover uomo dall'altro capo del telefono.

"Nulla di cui preoccuparsi stia tranquillo può fidarsi di me.Allora il numero?"

"Niente numero,posso darle solo l'indirizzo della sua abitazione"

"Perfetto".

Presi carta e penna ed appuntai il luogo.La soluzione era parlare faccia a faccia.


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Capitolo 10
*** Cosa si fa per una macchina ***


Il problema di chi non ha una macchina propria è quello di avere un limite nei propri spostamenti,ossia,per girare in città è meglio usare i mezzi pubblici,nonostante siano affollati si eviterà il traffico,ma quando si tratta di dover percorrere lunghe distanze ecco che la mancanza di un mezzo di locomozione si fa sentire.
Avevo intenzione di andare a vedere perchè quel testardo non venisse a lavoro,potevano non essere fatti miei ma un minimo di professionalità lavorativa richiedeva almeno un motivo per la sua assenza ingiustificata e io volevo saperlo,anche se non avevo la minima idea di come chiedere ciò e spiegare perchè mi interessasse.
Ciò che avrei detto non era però il problema principale,perchè prima di fargli il terzo grado dovevo arrivare a casa Carlisi,la quale distava dal centro di ben due ore di strada e non avevo come andarci,o meglio avrei dovuto supplicare qualcuno affinchè mi prestasse la macchina;
Fu così che iniziarono le telefonate.
Prima in classifica Michela,non avrebbe fatto troppe storie,anzi forse mi avrebbe perfino accompagnato senza problemi.Dopo la telefonata venni a sapere che purtroppo la macchina quel giorno aveva deciso di andar a far visita al meccanico.
Dopo fu il turno di Giulio,che si rese disponibile ad accompagnarmi ma non a prestarmi il suo gioiellino,e ovviamente reclinai l'offerta con una scusa,non potevo certo dirgli che dovevo andare ad importunare suo cugino.
Chiamai amici,colleghi,perfino il caro signor Bettini,ma la fortuna quel giorno non era dalla mia parte e tutti mi risposero negativamente.
Mi rimaneva un'ultima speranza.

DRIIIIIIIIIIIIN.Il telefono del giovane commisario Burla suonò nel primo pomeriggio,posato il bicchierino contenente il caldo e liquido contenuto,vide il display illuminarsi con la scritta
αδελφή,quel fanatico della classicità mostrava la sua eccentricità pure tramite il cellulare.

"Dimmi!",rispose come se già sapesse che la sorella stava per domandargli qualche favore.

"Ciao Fratello disturbo?"


"Sono in pausa al momento,dimmi.",dal tono aveva capito già le mie intenzioni.

"Mi servirebbe la macchina in prestito"

"NON SE NE PARLA!!!",urlò quasi scandendo ogni sillaba.

"Ma perchè dai giuro che te la porto sana e salva e te la lavo pure ti prego Danielino",chiesi con la mia vocina da "non ti faccio pena".

"Ti rammento che l'ultima volta che ti ho prestato l'auto me l'hai graffiata e poteva andarmi peggio visto che tu solitamente le distuggi peggio di uno sfasciacarrozze"

"Oh ma dai è stato un piccolo incidente e poi non ho più combinato casini.Ti prego è importante,prestamela solo per stavolta"

"Ma non puoi prendere il treno come fai di solito?",il ragazzo cercava di svincolarsi in tutti i modi.

"Non so quanto perdo,fammi solo questo piacere e giuro che non ti disturbo più per un mese".L'unico modo per convincerlo era dargli in cambio qualcosa.

"Facciamo tre mesi e in più mi presenti qualche tua amica con cui uscire",disse mio fratello irremovibile.

"Posso evitare la seconda richiesta?Non ho amiche che mi stanno antipatiche di cui sbarrazzarmi".Daniele era tutto fuorchè il classico fidanzato modello,era fedele ma amava i suoi spazi ed era poco disponibile alle necessità della povera sventurata di turno.

"Prendere o lasciare"

"Ok.Mi porti tu il macinino?"chiesi sperando di evitare il lungo tragitto a piedi.

"Mando il primo che "smonta" a portartela.Ciao"

Evvai avevo il mezzo con cui andare,ora dovevo solo cercare su google maps il tragitto e sperare di non perdermi considerato il mio pessimo senso dell'orientamento.
Dopo aver cercato ogni minimo dettaglio sulla strada da fare e aver stampato il tutto e spillato i vari fogli(meglio avere più opinioni),finalmente qualcuno citofonò alla porta.
Erano la quattro del pomeriggio e potevo ancora fare in tempo a partire per quella stessa giornata invece di rimandare a domani,il tempo di ringraziare e prendere le chiavi,vestirmi per uscire e mettermi in viaggio.
Aprii la porta ,per un momento ,prima di vedere chi era,avevo pensato di vedermi spuntare davanti una faccia sorridente conosciuta con in mano una rosa bianca,ma poi ancor prima di vedere l'uomo di mezza età che mi aveva portato la vecchia alfa di daniele ,avevo subito capito che mio fratello non avrebbe mai spedito Salvo da solo a casa mia dato il suo interesse nei miei confronti.
Un quarto d'ora dopo eccomi qui in viaggio,radio accesa a tutto volume o quasi,cartine sul sedile accanto,diretta verso destinazione ahimè conosciuta.
Secondo internet ci volevano circa due ore per arrivare a casa Carlisi,ma io ce ne misi solo metà per arrivare nel paese e l'altra metà per trovare quella maledetta casa.
Al contrario di quanto mi aspettassi,Andrea non viveva nella gigantesca reggia che immaginavo,era una normale villetta di modeste dimensioni con accennato giardino,quasi inesistente,e garage.
Pargheggiai l'auto vicino il marciapiede e preso un lungo respiro posai delicatamente l'indice sul campanello.
Din don...


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Capitolo 11
*** Pubblicità pericolose ***


DIN DON
Il suono del campanello risvegliò le mie ansie prima assopite durante il viaggio,ora che mi trovavo davanti a quel portone bianco lucido mi maledivo per la mia scelta,per non avere un motivo serio per aver fatto tutta quella strada.
I secondi passavano,erano passati circa una ventina di secondi,27 per la precisione,durante l'attesa il mio braccio destro aveva fatto su e giù per mostrarmi l'orologio,quando ero nervosa passavo il tempo a vedere l'orario.
30esimo secondo...Ora vado via,non c'è nessuno,insomma se ci fosse stato qualcuno avrebbe già aperto la porta,girati e vai dritta verso la macchina come se non fosse successo nulla,penso mentre metto in atto quello che mi suggerisce la testa,felice dell'opportunità di fuga.

"Giochi a suonare i campanelli e scappare,ragazzina?"

Le ali della libertà alle mie spalle vengono mozzate di botto.Sei stata scoperta Giulia,ora prendi un respiro,girati e mostrati sicura di te.
1,2,3.Girati.
Eccolo lì,appoggiato sulla porta di lato e per qualche momento rimango imbambolata a guardarlo senza rispondere,finchè non sento la sua voce.

"Beh,allora che ci fai qui?Mi senti?",dice sventolando una mano.

"Si!-ritorno in me,pronta a recitare il copione-Stiamo lavorando insieme,non che la cosa mi piaccia,ma essendo un team non posso portare troppo avanti da sola il progetto senza il tuo parere e perciò voglio subito un motivo per la tua assenza.",dico con sguardo severo,poco naturale al mio essere.

"Ciao anche a te.E non sono affari tuoi se voglio venire a lavorare o no,sono io che pago i soldi e che ci perdo quindi la cosa non ti riguarda.Se ti sono mancato invece puoi dirlo sinceramente,e così avresti un motivo per aver fatto tutta questa strada."

"Ma sentilo,chi ti credi di essere.Hai mai sentito parlare di responsabilità?Hai preso un impegno ed essendo un'impiegata modello(l'avevo sparata grossa) sono venuta fin qui per riportarti all'ordine",ero alterata,insomma ma chi si crede di essere mister universo,il mondo gira tutto intorno a me?!!

Il nostro battibecco stava attirando attenzione,la gente per strada osservava e i più timidi osservavano dalle finestre,nel stile i fatti propri non se li fa più nessuno,Andrea accorgendosi di questo si avvicina a me prendendomi per un braccio e strattonandomi per entrare dentro l'abitazione.


Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate'.
Queste parole di colore oscuro
vid' ïo scritte al sommo d'una porta

Le parole di Dante mi ritornarono alla mente,appena varcai la soglia,come il caro Alighieri anch'io stavo entrando nella tana di Lucifero.

"Siediti",disse mister delicatezza mentre mi lanciava quasi sul divano del salotto."E ora possiamo parlare tranquillamente".

"Ho già detto quello che volevo,non ho altro da dirti",dico facendo per alzarmi,ma lui si siede di botto di lato,facendomi perdere l'equilibrio,e si accende la televisione.

Ma guarda tu,penso mentre lo guardo infuriata,è stato allevato da un branco di lupi
?
Vado per rialzarmi sono già quasi dritta pronta ad andarmene prima di ucciderlo,ma a quanto pare oggi vogliono farmi diventare un assassino visto che mi sento strattonare per il polso trovandomi nuovamente sul comodo divano.

"Non ti ho dato il permesso di andar via"

"SENTI TU,MA COSA VUOI"urlo ormai con il fumo alle orecchie

"SHHH,sto vedendo la tv e non sopporto i rumori
"

"C'è la pubblicità,perciò non far tanto il pignolo"

"La pubblicità è la cosa migliore che trasmettono,prendi questa per esempio-dice indicando con un dito
lo schermo-questo tizio preferisce mangiare delle stupide patatine al formaggio invece di baciare quella bella ragazza"

"Non sono affatto delle stupide patatine sono buonissime"

"Vuoi dire che tu preferiresti mangiare quelle invece di provarci con un bel ragazzo
?", dice voltandosi con tutto il corpo verso di me.

"Dipende dal ragazzo"

"Allora tra me e quelle striscioline al formaggio"

"Mi rendi le cose semplici-e lo guardo con sguardo provocante per qualche secondo facendo spuntare in lui quel sorriso tanto odioso che non sopporto-ovviamente scelgo le patatine",concludo facendogli la linguaccia.

"Davvero?Resta qui,guai a te se ti muovi,prova a fare un  passo e giuro che te ne farò pentire"esclama serio dirigendosi verso un'altra stanza.
Sento rumori vari per qualche minuto e finalmente lo vedo spuntare sorridente con in mano un sacchetto giallo.

"Ora vediamo,mangia",dice sedendosi sul divano e porgendomi il sacchetto già aperto,con tono e movimenti che non lasciano scelta.
Mangio una manciata di patatine e poi mi volto.

"Contento,sono ancora decisa sulla mia scelta.Sono meglio loro,hai perso"dico vittoriosa sventolandogliene una davanti gli occhi.
Giulia 1- Andrea 0

"Stiamo a vedere",dice sorridente vicino a me.
Troppo vicino.
Pericolo.Giulia svegliati allontanati,ma è troppo tardi ormai la distanza si è accorciata del tutto,la sua mano destra dietro la mia nuca e le sue labbra sulle mie con ancora il sapore di formaggio.
Black out
,cervello scollegato,occhi fuori dalle orbite,sono congelata,incapace di muovere un minimo muscolo,è come se non fossi io lì su quel divano,per tutta la durata di quel contatto mi sento confusa.
Quando si stacca da me sono ancora una statua di gesso,non è stato spiacevole ma non doveva andare così.

"Hai ragione il sapore di quelle patatine non è male",dice "stroppicciandosi le labbra.

Adesso lo uccido,lo faccio a pezzi,quel borioso,questo non doveva farlo e quel commento è benzina sul fuoco.
Sciaff.
La mia mano si schianta sulla sua guancia con una forza a me sconosciuta,gli rimarrà il segno per almeno una giornata.

"Non provare più ad avvicinarti a me",dico alzandomi e dirigendomi verso la porta.

"Sarai tu ad avvicinarti a me,ti farò innamorare fosse l'ultima cosa che faccio",mi raggiunge sull'uscio.

"Neanche morta,cerca tu invece di non perdere la testa per me",e così dicendo me ne vado dritta verso la macchina,maledicendomi per essere andata a trovare quell'idiota.

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Capitolo 12
*** Gelato,chiacchiere,ma il problema non va via ***


Se durante il viaggio d'andata avevo impiegato metà del tempo previsto,al ritorno avevo accorciato ancora i tempi,fortunatamente nessuna pattuglia era di servizio quella sera sulla mia strada.
Dopo aver fatto un veloce salto al supermercato e aver controllato l'orario che mostrava ancora le nove di sera,mi diressi verso la sola persona capace di farmi da valvola di sfogo senza mandarmi a quel paese.

dlin dlin

Michela venne ad aprire la porta come un fulmine,posò un veloce sguardo al suo polso per vedere che ore fossero,guardò la mia espressione e poi depositò gli occhi sul malloppone che tenevo tra mani.

"Ho paura a chiederlo,ma è mio dovere:quei due barattoloni di gelato sono uno a testa,ne tieni uno di riserva per la prossima visita o hai intenzione di svuotarli tutti da sola stasera?",chiese la ragazza con un sopracciglio alzato.

Bastò la mia espressione con gli occhi leggermente sollevati rispetto la testa calante che mirava al pavimento.

"Entra ti prendo un cucchiaio",disse facendomi segno con una mano di entrare

Posizionato il primo barattolo di gelato all'amarena davanti e offrendo un assaggio anche alla mia psicologa di fiducia,cominciai a sentirmi meglio.

"Cosa è successo per averti spinto a raddoppiare le dosi abituali?"

"E' una lunga storia",dissi mandando giù il primo boccone.

"Ho tempo,soffro di insonnia",cosa che non era del tutto falsa.

"Ho fatto un cavolata"

"E' una novità?"
,scherzò michi sentendo per l'innumerevole volta, in tutti quegli anni di conoscenza,quella frase.

"Mi ha baciata",dissi calando la testa.

"Chi,quando,dove,perchè,dettagli e voti"

Guardai la mia migliore amica-guida spirituale mettersi in posa "sono tutta orecchie",scossi un po' la testa come per dire ma guarda tu come si anima all'istante,e iniziai a parlare.

"Andrea,oggi pomeriggio,casa sua,non ho idea di cosa gli passasse per la testa e per quanto riguarda dettagli e voti non lo so nemmeno io",dissi concludendo con un affondo deciso del cucchiaio nel barattolo di gelato.

"E tu che ci facevi a casa sua?"

"Mancava da lavoro già da qualche giorno e volevo vedere che scusa avesse.Se penso pure alla fatica per farmi dare la macchina da Daniele mi verrebbe di buttarmi dalla torre Eiffel"

"Daniele ti ha prestato la sua macchina?!!E' impazzito o hai fatto un patto con il diavolo?",chiese curiosa Michela,conoscendo quanto fosse spericolato il mio modo di guidare e quanto mio fratello tenesse alla sua alfa duetto.

"Ho fatto un patto e a proposito sei l'unica che può farmi un favore tale senza ripercussioni gravi e senza togliermi il saluto dopo aver accettato"

"Che favore?",lo sguardo glaciale e interrogativo della mia amica si catapultò su di me.

"Dovresti uscire una sera per un appuntamento con mio fratello.E' solo una sera poi puoi mandarlo a quel paese ma sei l'unica che può tenergli testa,Ti prego!",conclusi sfoderando lo sguardo supplicante e incrociando le mani.

"Pfiù"sospirò."Mi devi un enorme favore"

"Accetti?".Ero sicura che quella volta mi avrebbe sbattutto fuori a calci,avevo chiesto troppo e invece il mio braccio destro non mi stava abbandonando nemmeno dopo quel tiro mancino.

"Si accetto ma in cambio ora mi racconti tutto quello che è successo a casa di quel bel fustacchione,come dici tu,senza tralasciare il minimo dettaglio e voglio sapere cosa hai combinato dopo il bacio",disse puntandomi il dito contro.

Era quasi l'una quando lasciai casa di Michela,mi aveva fatto un terzo grado peggio di quelli che si vedono nei film polizieschi,avevo raccontato del battibecco fuori casa,dello strattonamento dentro questa,della pubblicità,del sapore delle patatine e di cosa avevo provato durante quel nostro contatto.Ovviamente avevo parlato anche della sberla che avevo dato a colui che poteva licenziarmi in tronco,della minaccia di farmi cadere ai suoi piedi che aveva proclamato il damerino e del mio velato "sei un illuso se ci speri" che gli avevo lanciato dopo essermene andata come un toro imbufalito da quella casa.
La mia guida spirituale continuava a sostenere che facevo male a far guerra spietata ad Andrea,cadere subito ai suoi piedi non era una buona idea
,ma dovevamo renderci conto entrambi che tra noi c'era qualcosa.
Aveva ragione,tra me e quello li c'era qualcosa,c'era una pericolosissima e letale scarica elettrica,pronta a colpire il campo di battaglia.
Era bello,se lo avessi conosciuto in altre circostanze e si fosse dimostrato meno arrogante e str.bip probabilmente mi sarebbe piaciuto moltissimo e sarebbe potuta scoccare anche la scintilla,ma Andrea in me provocava solo rabbia,istinto omicida e mal di stomaco.
Pero aveva anche provocato rimorso,ansia e senso di smarrimento.
Dovevo cercare un psicologo professionista,non capivo più quello che provavo,non mi era mai successo nulla di simile e non mi piaceva,ero sempre stata in grado di controllare ogni minima cosa della mia vita e ora
tutto era andato a farsi benedire.
Con un macello in testa tornai a casa, misi il mio pigiamone enorme
e mi infilai sotto le coperte pronta a fare la nottata in bianco,passandola a pensare cosa avrei fatto e come mi sarei comportata tra un paio di ore a lavoro,invece di sognare il mio amato morfeo.
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Capitolo 13
*** Vero o falso ***


Il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando lo si invoca, si fa aspettare.

Per chi non ha mai sofferto di insonnia come me,la prima volta è terrificante.Avevo passato la notte in bianco,chiudevo gli occhi e chiamavo morfeo,li aprivo e lo cercavo vicino il letto,sotto il letto,nell'armadio,dentro il comodino,quell'infame non si vedeva da nessuna parte,complice delle avversità giornaliere mi puniva negandomi il dolce abbraccio del sonno.
Risultato delle ore passate sveglia a fissare la mia vecchia rana-sveglia erano due occhiaie profonde,che sarebbero andate via con un po' di trucco,capelli ingestibili e umore altrettanto instabile,perfino cagliostro quella mattina aveva capito che conveniva starmi alla larga.
Un lato positivo nel svegliarsi prima, o meglio nel non essersi nemmeno addormentati, è quello che si è pronti per uscire prima,infatti per ammazare il tempo quella mattina avevo anticipato i tempi ed ero arrivata in anticipo a lavoro,cosa che non mi accadeva dal primo giorno di lavoro.
Come il mio gatto che questa mattina aveva percepito pericolo e non si era minimamente avvicinato alla mia persona,anche sul posto di lavoro il signor Bettini e i miei colleghi avevano salutato con timore,impauriti dal mio arrivo puntuale in laboratorio,spettatori di una manifestazione che presagiva la prossima apocalisse.
Non sono una persona violenta,anzi sono piuttosto pacifista e nelle risse,quelle poche a cui ho assistito,finivo sempre per prenderle io quando andavo a dividere i litiganti,nonostante ciò quando avevo la cosiddetta luna storta attorno a me si formava come un'aura minacciosa,simile a quella che disegnano ogni tanto nei fumetti.
Maneggiare composto pericolosi quando si è di cattivo umore non è certamente il massimo della norma di sicurezzza,soprattutto per chi ti sta intorno e in particolare se chi ti è vicino non è nella lista delle persone più amate.
Andra ancora non si era visto in giro,probabilmente non sarebbe nemmeno venuto quel giorno,ma nulla era da escludere dato che nemmeno lui era proprio l'esempio di puntualità e qualora fosse comparso i miei nervi sarebbero stati messi a dura prova.
Era la dodicesima volta che rileggevo le analisi dell'azione del farmaco sulle prostaglandine,per la dodicesima volta non capivo cosa avevo scritto e ancora non accettavo il fatto che avrei fatto meglio a chiudere tutto ed andare a prendere un po' d'aria,stavo ritornando su quei dannatissimi fogli quando la catastrofica vista di colui che non doveva essere nominato,catapultò il mio umore nero negli abissi più profondi.

"Giorno Signorina Burla,procedono bene i lavori?",chiese con tono professionale Andrea mentre si abbottonava il camice.

Vuola fare la persona seria,pensai,meglio così non ci saranno provocazioni.

"Le analisi,procedono bene,si devono fare ancora molti controlli,ma sembra che i miglioramenti approvati al vecchio progetto stiano andando bene.Qui dentro ho riportato qualche appunto",dissi porgendogli la cartelletta che sfogliavo fino a qualche secondo prima.

"Gli darò un'occhiata e la farò vedere ad altri chimici all'infuori di questo staff,spero che non si offenda ma è meglio avere più pareri a confronto".

"Non c'è problema è un suo diritto",dissi tornando a scarabocchiare qualche formula su un foglio.

"Mi dai del lei ora?"

"E' buona norma usare il lei in un rapporto capo-dipendente e ha iniziato prima lei",spiegai marcando sull'ultima parola.

"Rapporto capo-dipendente?Non penso che sia solo questo e comunque non mi piace,voglio che mi dai del tu e magari ti decida a chiamarmi per nome invece di urlarmi sempre contro"

"Io non urlo contro a nessuno,sei tu che non fai altro che provocare e dire che il primo giorno che ti ho incontrato sembravi una persona normale invece poi ti sei manifestato per quello che sei;E' forse una vendetta per l'incidente della camicia?Mi hai preso di mira,insomma spiegami cosa vuoi e lasciami in pace,dimmi perchè ce l'hai con me.",ormai in preda all'ira gli avevo sputato addosso tutto quello che pensavo.

L'ira infosca la mente, ma fa trasparente il cuore,e in quel momento infatti i miei sentimenti di ansia,amarezza e rabbia mi si leggevano in faccia.

"Pensi che ce l'abbia con te,che ti odi?!!Si è così in effetti o forse lo era,tu sei l'opposto di ciò che mi piace in una donna,dici e fai tutto quello che ti va senza pensare se giusto o sbagliato,non hai paura di nulla nemmeno di me che potrei licenziarti con una parola,sei sfacciatamente sicura di te e nonostante questo,sebbene abbia una fila di ragazze a disposizione,dovevo perdere la testa a prima vista per te.Te ne ho dette di tutti i colori,ho cercato di lasciarti perdere e più mi comportavo da bastardo e più mi sono innamorato di te".

Si torceva le mani e muoveva il piede sinistro avanti e indietro,l'uomo che mi causava l'ulcera,che mi provocava e che aveva scommesso arrogantemente di farmi innamorare di lui ora aveva confessato di amarmi,ma chi voleva prendere in giro.

"Mi ami?Mi aspettavo una strategia più originale per farmi cadere in trappola e vincere la tua scommessa,questa è vecchissima e non ci casca più nessuno.Ti comporti male con me solo perchè  ti piaccio,chi sei un bambino dell'asilo?Mi spiace ma non ti credo.",dissi in tono acido.
Non potevo credergli,non mi fidavo.
Aspettavo da un momento all'altro di vedere spuntare il suo sorriso sulla faccia e dichiarare presto guerra con un'altra stategia degna da fare invidia a willie il coyote,invece Andrea mi degnò solo di una veloce occhiata amareggiata e se ne uscì senza proferire parola.
Doveva essere parte della sua recita,voleva farmi cadere in trappola con i sensi di colpa,doveva essere così,era impossibile che fosse serio.

 


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Capitolo 14
*** programmare un appuntamento:che fatica! ***


Se ne era andato senza dire una parola,mi aveva guardato ed era uscito,senza rispondermi,senza ridere dicendo che scherzava o senza insultarmi per non aver creduto ai suoi sentimenti;senza far un accidenti di niente aveva lasciato la stanza,lasciandomi lì a vedere la sua figura andare via.
Ora,io Giulia Burla,ero al 99,9% sicura che Andrea avesse detto una bugia,che si trattasse solo di uno dei suoi subdoli piani,ma anche se fosse stata invece l'altra opzione,che quindi quel 0,1% fosse entrato nella mia vita,la cosa non cambiava i fatti,sapere se lui mi amasse oppure no era lontano dai miei pensieri...
Non era vero,da quando ero rimasta sola in quel laboratorio,mi assillavo cercando di capire se avessi fatto una scelta giusta perché davanti ad una trappola o se invece avessi fatto l'ennesima cavolata della mia vita,il che avrebbe dato un senso ai sensi di colpa in arrivo.
L'ultima volta che mi ero sentita colpevole nei suoi confronti avevo fatto la sciocchezza di andare fino a casa sua per riallacciare i rapporti,mossa davvero stupida dato che ,grazie pure a quello che era successo dopo,ora mi trovavo in questa situazione,così decisi di lasciar passare il tempo e non far niente,avrei evitato altri problemi.
L'unico modo per non pensare a una cosa è avere qualcos'altro in testa e quella era l'occasione per levarmi dall'impiccio dell'appuntamento combinato di mio fratello con quella santa di Michela.
Armatami di telefono,telefonai prima alla mia amica per vedere quando fosse libera e poi composi il numero di quell'avaro di macchine di Daniele,pronta a trovare sera e ristorante per l'evento.


“Ciao Giu'”,rispose mio fratello dopo un paio di squilli a vuoto.

“Fratellone che impegni hai per domani sera?”

“Sono libero perché?”chiese con tono leggermente sospettoso.

“Quanta fiducia!Ti ho trovato una ragazza disposta ad uscire una sera con te,per tua incolumità ti avverto di trattarla bene oppure te la faccio pagare”

“Davvero,chi è?”,il tono ora era diventato più allegro.

“Michela”

“Aspetta,parliamo della stessa Michela,tua migliore amica,compagna di scuola a cui rompi ancora le scatole?”,chiese preoccupato.

“Si lei.Qualche problema?”chiesi altrettanto preoccupata

“Non posso uscirci”

“Mi pentirò della domanda,invece di prendere l'occasione di svincolarmi da questo impiccio,ti chiederò:perché?”

“Se le cose vanno male metto nei guai la vostra amicizia,non me lo perdoneresti e non me lo perdonerei nemmeno io”.
Mio fratello parlava seriamente,era preoccupato ma la sua voce era anche leggermente dispiaciuta.

“Senti è un semplice appuntamento non un incontro di fidanzamento,mangiate insieme,scambiate quattro parole e poi ognuno per la sua strada,non dovete mica ripetere l'uscita.Domani sera alle otto al ristorante La tavola rotonda”

“Va bene,ma vieni pure tu”,supplicò.

“Daniele hai trent'anni perdindirindina,io non vengo a far da terzo incomodo”

“Mica devi farti vedere,ti metti lontano da noi e se ho bisogno di consigli mi aiuti,in compenso pago io la tua cena”.

“Ci mancherebbe che dovessi pagarla io?!!Senti ci penserò ma non ti assicuro niente.Ciao”,dissi chiudendo la chiamata prima che aggiungesse qualcosa che mi facesse cambiare idea.

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN

Il telefono di Michela de Cartis squillò nel tardo pomeriggio.

“Discepola,allora?”,chiese la ragazza all'altro lato della cornetta.

“Domani sera alle otto al ristorante che mi hai consigliato.”

“Gli hai detto che esce con me?”

“Si certo”dissi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“E che ha detto?”.Il tono interessato della mia amica era un po' sospetto ma lei era un tipo curioso.

“E' un po' preoccupato per via della nostra amicizia,forse un po' troppo preoccupato se penso a cosa mi ha chiesto”

“Cosa ti ha chiesto?”

“Nulla lascia perdere,non accetterò mai.Voleva che venissi di nascosto a fare da consigliera al vostro randez vous”,dissi scoppiando a ridere.

“Ma è un'idea fenomenale,devi assolutamente venire,potrei aver bisogno di te”,disse Michela che a mio parere aveva dovuto perdere qualche rotella.

“Ma vi siete ammattiti?!!Avete lo stesso spacciatore?!!”la mia voce prese un tono così acuto che mi spaventai da sola.

“Tu vieni e me lo devi,non ammetto discussioni”.

Avevo perso,domani sera avrei passato il tempo a fare la “guardona”.

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Capitolo 15
*** Giulia Bond in missione ***


Il ristorante “la tavola rotonda” era un piccolo locale,famoso per la sua ottima cucina e per questo motivo era quasi ogni sera pieno zeppo.
Mio fratello aveva trovato fortunatamente ancora dei tavoli liberi e così ne aveva prenotati due per la serata,uno per il suo appuntamento e uno per il suo “guardaspalle” che a sua insaputa faceva doppio lavoro.
Per evitare di essere vista dai due che tenevo d'occhio ero dovuta arrivare al posto prestabilito prima di loro.
“Buonasera,ha un tavolo prenotato?”,chiese il maitre venendomi incontro all'entrata del ristorante.
“Salve ho prenotato un tavolo al nome Burla”
“Abbiamo due tavoli a questo nome,un singolo e uno per due persone. Qual è il suo signorina?”,chiese guardando se qualcuno stesse per raggiungermi nel locale.
“Sono solo io”,rispondo prima che il tizio davanti a me si slogasse il collo.
“Oh venga l'accompagno al tavolo”
Il tono leggermente compassionevole del maitre mi diede leggermente fastidio,una persona ha tutto il diritto di uscire un venerdì sera a mangiare da sola una bella cenetta,anche se nel mio caso ne avrei fatto volentieri a meno.
Giunta al tavolo mi fu portato quasi subito il menù che fissai con vendetta,avrei ordinato tutto ciò che mi pareva senza badare a spese,mio fratello avrebbe pagato il mio favore di quella sera molto caro.
Stavo sfogliando le pagine degli antipasti quando finalmente il bersaglio di quella serata arrivò.
Daniela e Michela furono scortati al loro tavolo,la loro posizione era perfetta per il mio lavoro da “spia”,infatti era situato in modo che io potessi avere una buona visuale ma al contempo che la mia presenza rimanesse celata.

La musichetta di James Bond fuoriuscì dal mio telefonino.

“Pronto?”risposi senza nemmeno controllare il display

“Innanzitutto abbassa il volume della suoneria che si sente pure dal bagno e poi ti ho telefonato per sapere se ti eri accorta del nostro arrivo. Ah,ottimo soundtrack per la serata” disse Michela che si era allontanata un secondo da mio fratello.

“Vi ho visti tranquilla,ti conviene tornare da Daniele prima che si insospettisca e per quanto riguarda la suoneria penso di cambiarla domani,però stasera dava atmosfera” risposi,ripensando al pomeriggio passato per scegliere tra la musichetta della spia più amata del mondo,la colonna sonora di detective conan o l'ispettore gadget .

“Ok passo e chiudo” concluse la mia amica come nei film.

La coppietta improvvisata si era riunita e intanto al mio tavolo era arrivato il mio bell'antipasto di mare e la bottiglia di vino bianco.
Il resoconto di inizio serata stava andando bene:
-Ore 20.25, i due conversano amichevolmente con contorno di qualche risata. P.S: Il cocktail di granchi era ottimo ma l'insalata di polipo un po' cruda.

Guardando mio fratello e la mia migliore amica scherzare e mangiare mi chiedevo se c'era così bisogno del mio controllo, si stavano divertendo e magari poteva nascere una bella amicizia.

-Ore 20.50,ho finito il mio primo a base di crepes all'aragosta,nessuno dei due miei “bersagli” mi ha contattato per chiedermi aiuto. Tranne la paura dovuta al bicchiere di vino mezzo vuoto di Michela la serata sembra procedere bene.
Dai dati riportati,valutai l'idea di andar via subito dopo il secondo ed evitare il dolce,ma come in ogni missione segreta non tutto procede secondo i piani.
Un tavolo vicino a quello già da me controllato venne occupato da un ragazzo alto,moro,occhi azzurri molto azzurri,sulla trentina,nome in codice Andrea,accompagnato da una ragazza sui vent'anni che sembra uscita da una rivista di moda.
Nascosta la mia persona stile 007 dietro il depliant del ristorante posato sul mio tavolo,osservo e insulto con fare furtivo e professionale quel grandissimo falso che fino a 72 ore prima si dichiarava perso per me e  che ora stava in dolce compagnia.
Non era gelosa,non lo fissavo,non stavo spiando Andrea,stavo solo spiando così per dire il tavolo vicino e lui si era intrufolato nella mia missione e quando una spia va a catturare un criminale se ne trova un altro non lo lascia scappare ma lo prende di mira,così stavo facendo anch'io.

Bip bip.

“Hai visto chi c'è?”,Michela mi aveva mandato furtivamente un messaggio e mi aveva dato una veloce occhiata quando avevo preso il cellulare.

“Si purtroppo,ma tranquilla è tutto a posto”

“E' in compagnia”continuò.

“Grazie Sherlock non sono cieca,solo un po' miope ma la vedo anch'io quella lì”,replicai con un invio violento del mio pollice sul tasto del telefonino.

Non ricevetti risposta,mio fratello aveva catturato l'attenzione del mio braccio destro.
Ero di nuovo sola,davanti ad una scena che mi toglieva l'appetito.
Lo scopo della serata era cambiato Giulia Burla agente 009 licenza di arrabbiarsi ora doveva scoprire chi era l'accompagnatrice di quel furfante. Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic la ragazza misteriosa

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Capitolo 16
*** Disastro imminente ***


Image and video hosting by TinyPic Ero troppo lontana per sentire di cosa parlassero,chissà se Michela riusciva a percepire qualche parola,aggrottai al massimo lo sguardo ma invano data la mia incapacità di leggere le labbra i loro discorsi rimanevano un segreto.
James bond aveva a disposizione un sacco di accessori,macchine veloci,pistola e sopratutto cimici,io invece non avevo nulla e sebbene non fossi a conoscenza dei loro discorsi,il vederli parlare amichevolmente come se si conoscessero molto bene mi innervosiva;
Chissà cosa diceva quel dongiovanni lontano dalle mie orecchie.

“Per invitarmi ad uscire questa volta deve essere davvero una faccenda seria,allora ti piace veramente questa ragazza?”

“Dal tono in cui lo hai detto sembra che io non ti cerchi mai Claudia,in più dubiti sempre dei miei sentimenti,questo mi addolora”, disse Andrea con un finto sguardo offeso verso la sua dama.

“Inutile che fai quella faccia ti conosco troppo bene e non mi abbindoli con questi trucchetti,mi spiace se stai veramente male e sono felice che tu me ne parli e spero di tirarti su di morale,anche se devo ammettere di essere curiosa di vedere questa famosa biondina di cui mi hai parlato.
Andrea?”.
La ragazza vide lo sguardo di colui che le stava davanti fissare insistentemente un altro tavolo con aria pensierosa.

“Qualcuno che conosci?”,chiese Claudia richiamando la sua attenzione.

“La vedi quella coppietta lì sulla sinistra -disse Andrea facendole un discreto cenno con la testa- se non mi sbaglio è un'amica di Giulio e anche della peste”

“Ah ecco spiegata la tua curiosità e se la cosa ti interessa penso che ti abbia riconosciuto pure lei visto che prima quando siamo arrivati ci ha osservato per un bel pezzo,anche se credevo fosse per il tuo fascino”

“Davvero?Scusami un attimo vado a farle un veloce saluto” disse Andrea dirigendosi verso il tavolo in questione.

Il gelato al tartufo che stavo mangiando mi si bloccò in gola quando vidi il Latin Lover avvicinarsi al tavolo di Daniele e Michela,doveva aver riconosciuto la mia amica e deciso di disturbare la sua serata. Avevo una gran voglia di intervenire ma ero teoricamente in incognito e quindi l'unica cosa che potevo fare era assistere in silenzio.
Intanto impercepibile alle mie orecchie si sentivano già i primi tuoni precedenti il temporale.

“Scusate se disturbo il vostro appuntamento- disse il moro alla coppia,per poi rivolgersi alla dama-
se non sbaglio ci siamo già visti,sei amica della biondina isterica?

“Complimenti per la memoria,con quel soprannome ti riferisci a Giulia?”

Daniele guardava lo sconosciuto con fastidio,quel ragazzo gli aveva dato una prima impressione pessima,all'apparenza gli sembrava un donnaiolo e al sentir fuoriuscire dalla sua bocca il nome della sorella con aggettivi,che sebbene certe volte illustrassero il vero, lo aveva innervosito un po'.

“Senti un po' amico,ti conviene parlare educatamente di Giulia e per essere sinceri preferirei che gli stessi pure lontano”,disse mio fratello fulminandolo con lo sguardo.

“Calmo bello è solo un soprannome e se ti posso dare un consiglio è poco delicato davanti la propria dama innervosirsi per un'altra ragazza,ero venuto solo a salutare quindi tranquillizzati e poi ognuno ritorna a farsi gli affari suoi”

“Mia sorella è affar mio e tu mi sembri proprio un donnaiolo” disse il ragazzo alzandosi.

L'aria che si era creata non mi piaceva sebbene mio fratello fosse allenato a mantenere la calma quando si innervosiva si capiva benissimo ed era meglio bloccarlo.

Driiiiin

“Pronto”

“Calmati e lascialo perdere,sei in un locale pubblico,sei un funzionario di polizia e in primis hai un appuntamento è sconveniente litigare con uno sconosciuto”,dissi in tono di ordine.

“CALMARMI?!! Quello parla male di te e si prende troppa confidenza e dovrei lasciar perdere?”

“SHHHHHHHHHHHH,scemo così mi fai scoprire”

Troppo tardi mio fratello aveva parlato troppo,Andrea sentendolo aveva capito che anch'io mi trovavo nel locale e dopo qualche occhiata accurata mi aveva scorta e la mia guida spirituale per risposta a tale situazione aveva sospirato portandosi la mano alla fronte e appoggiandosi al tavolo.

Quell'odioso fustacchione aveva distrutto tutto il mio lavoro di una sera e ora mi faceva ciao ciao con la mano ridendo.
La mia cena era finita,la copertura saltata e tre o meglio quattro persone,anche la compagna di quel perfido, mi fissavano richiedendo la mia presenza.

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Capitolo 17
*** Il mostro dagli occhi verdi ***


Image and video hosting by TinyPic La più brutta figura della mia vita accadde nel periodo del terzo anno di università,durante una noiosissima lezione di chimica farmaceutica riguardante le modifiche strutturali dell'acetilcolina e dei lead compound in generale,la mia testa cadde bruscamente sul banco,provocando ovviamente il mio risveglio e imbarazzo,le risate dei colleghi e un'occhiata di rimprovero della professoressa.
Questa sera l'imbarazzo superava quell'evento,se avessi avuto il potere di rendermi invisibile o meglio teletrasportarmi in tutt'altro luogo non avrei speso nemmeno un decimo di secondo a decidere di volatizzarmi.
Mentre camminavo verso il patibolo nella mia testa suonava la canzone dei watussi,loro ogni passo facevano tre metri io invece camminavo a passo di gambero a rallentatore,pensando che se tale marcia era così imbarazzante chissà come sarebbe stata un giorno quella in abito bianco semmai mi fossi sposata in chiesa.
Mio fratello sembrava Hulk eccetto il colorito,Michela aveva l'espressione della Pietà,l'odioso si godeva il mio evidente disagio e il quarto individuo osservava la scena senza saper bene cosa stesse succedendo,il set immobile si sbloccò quando l'interminabile mio arrivo arrivò.
Primo respiro faticoso,secondo,terzo,asma,apnea,ritorno d'aria ai polmoni,voce...non mia...
Ad interrompere il silenzio fu mio fratello.

“Chi è?” disse puntando un dito contro Andrea e guardandomi.

“Vedi di calmarti,ora me la vedo io,tu ritorna alla tua serata e poi riaccompagna Michela a casa.”dissi facendo cenno di tornare al suo tavolo alla causa di quel scompiglio e facendogli capire che sarei andata a parlare con lui dopo aver sistemato la faccenda con Daniele.

“Senti non ci sto,voglio sapere che rapporto c'è con quel TIZIO”,insisteva e fulminava il ragazzo che era tornato al suo posto.

“Non costringermi a usare le maniere forti Dani, fatti gli affari tuoi e lasciami in pace che stasera non è serata. Ti consiglio di darmi retta”,avvicinandomi al suo orecchio,”Sennò racconto tutto a mamma”.

La minaccia della mamma era l'asso nella manica da uscire sempre in extremis quando uno dei due non sentiva ragioni,fortunatamente dopo il favore assurdo e la sceneggiata fuori luogo che mio fratello aveva fatto,le cose negative da spifferare alla genitrice erano più a suo sfavore che a mio,il che fece sì che il toro imbufalito si calmasse e ritornasse a sedersi tranquillo.

“Scusa il disturbo Michi. Ora devo andare”,dissi salutando la mia amica e lanciando un ultimo sguardo di avvertimento al suo cavaliere mentre mi allontanavo.

La porta di uscita era a qualche metro da me,potevo optare di scappare,dopotutto il conto sarebbe stato pagato da mio fratello come era già stato riferito al ristorante, e così evitare di andare dal damerino in dolce compagnia,purtroppo la coppietta tanto insostenibile alla mia vista invece di continuare a fare i piccioncini non aveva nient'altro da fare che fissarmi in attesa.
Il secondo round stava per iniziare,al posto dei watussi ora in testa avevo flash mentali di Silvester Stallone preso a pugni che urlava “non fa male”,intanto era una maschera di sangue e secondo me un po' di dolore lo provava,ma avrei preferito lottare con l'ammasso di muscoli russo piuttosto di ciò che mi aspettava.

“Non hai altro da fare la sera invece di metterti a spiare il fratellone e la tua amica?”

“ E tu invece di assillarmi ed essere come il prezzemolo nella mia esistenza non potresti farti gli affari tuoi e cenare con la tua compagna?”,gli risposi a tono.

“Pranzerei con piacere insieme alla dolce fanciulla che mi fa compagnia ma tu sbuchi sempre da ogni angolo,nel mio caso sei tu il prezzemolo della situazione;Mi domando se spiavi tuo fratello o la gelosia di vedermi con un'altra ragazza ti abbia spinto a pedinarmi” disse Andrea mettendo un braccio attorno alla ragazza accanto.

“Gelosa di te,ma figurati,sei solo un dongiovanni che fino a poco fa si dichiarava innamorato di me e ora ha cambiato preda”.
Forse il mio tono acido rivelava in effetti quanto fossi gelosa marcia però lui era un essere orrido,se era già in compagnia di una "top model" allora la sua confessione era sicuramente falsa e non è giusto mentire e giocare così con i sentimenti della gente.
Dicono che la gelosia è un mostro dagli occhi verdi,non so se sia vero non l'avevo mai provata però una cosa è certa sicuramente li fa bruciare a tal punto di scatenare le lacrime,fortunatamente ero allenata a trattenere i pianti grazie tutti i film drammatici visti.

“Pfiù,ma perché non la smettete voi due siete abbastanza grandi da evitare queste scenette”,la mora si tolse il braccio d'addosso sotto due sguardi sconcertati,”io vado a pagare il conto e torno a casa in taxi usciremo un'altra volta FRATELLO”,disse marcando l'ultima parola mentre mi lanciava uno sguardo e andando via facendomi un occhiolino.

L'uscita di scena trionfale della mora aveva lasciato noi due senza parola,lui in imbarazzo per essere stato smascherato dalla propria sorella e io allibita ma con uno stato d'animo di vittoria e sollievo.

“In compagnia della sorellina eh?A quanto pare non sono l'unica a non avere grandi impegni serali”.

Serata da schifo ma conclusa in pompa magna,se c'era una cosa che amavo era avere l'ultima parola e infatti dopo queste parole andai dritta alla porta,con un sorriso smagliante che il mio viso non aveva ormai da giorni,lasciandolo lì seduto a fissarmi;
Per una conclusione perfetta la ciliegina sulla torta sarebbe stata trovare un taxi velocemente.

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Capitolo 18
*** Cade la pioggia ***


Image and video hosting by TinyPic Il mondo mi sorrideva,tutti e trentadue i denti della mia bocca erano visibili da quanto mi sentissi appagata,nulla poteva andar storto dopo essere uscita da quel locale,tranne forse quando stai sulle scatole alla fortuna.
Mi sbracciavo a destra e sinistra per attirare un taxi,dopo qualche minuto si era messo pure a piovere e ovviamente non avevo un ombrello con me.
La pioggerella aumentava trasformandosi in pioggia a catinelle e la grondaia non consentiva un buon riparo da questa,dovevo fermare assolutamente il prossimo taxi c'era in rischio la mia salute.
Si era scatenato quasi il temporale quando vidi avvicinarsi l'agognato veicolo giallo,uscii allo scoperto avvicinandomi al marciapiede pronta per fermarlo e salire,mi sarei bagnata un po' ma la fortuna finalmente mi avrebbe garantito un passaggio a casa.

Splashhhhhhhhh

Previsioni dell'oroscopo della giornata per il segno dei gemelli:Un bagno fuori programma porterà un evento inaspettato.
Così recitava il giornale di questa mattina,avevo l'abitudine di leggere ogni pagina del quotidiano,perfino lo sport che era l'ultimo dei miei pensieri,e l'oroscopo che come donna di scienza   consideravo insulso, forse per questo non avevo ricordato quel pronostico,almeno fino a quando l'auto invece di fermarsi al mio richiamo aveva continuato spedita verso un'enorme pozzanghera e mi aveva bagnato dalla testa ai piedi più di quanto lo fossi già.
Il mio vocabolario da scaricatore di porto prese sopravvento del mio essere,ballavo o meglio saltavo sotto la pioggia in preda ad una scarica di nervosismo,quando l'acqua improvvisamente smise di colpirmi violentemente. Un enorme ombrello mi ospitò sotto di sé.

“Meriteresti di stare sotto la pioggia ma la mia coscienza ha avuto il sopravvento. Ho la macchina parcheggiata dietro l'angolo vieni ti accompagno a casa”
Quel ragazzo mi mandava ai pazzi,cambiava personalità ogni cinque secondi,un momento era uno stronzo convinto di sé e l'attimo dopo diventava una persona gentile.

“Aspetto il taxi,grazie”,dissi distogliendo lo sguardo dal suo viso.

“Non si fermerà nessun tassista,sei un pulcino bagnato e rovineresti i loro sedili. Smettila di fare la sostenuta e vieni dai,seppelliamo l'ascia di guerra per questa sera”

“E la tua macchina invece ha i sedili con la pelle impermeabile?”.

Volevo tornare al più presto a casa mia e farmi una bella doccia calda ma l'orgoglio è un mio grande difetto e accettare il suo passaggio comportava mettere questa mia caratteristica da parte.

“Ho un telo da mare nel bagagliaio,vieni”,Andrea mi prese il polso e mi trascinò verso una coupè bianca. “Sali”disse aprendo lo sportello e comprendo il sedile prima che mi accomodassi.

“Certo che cammini a piedi”dissi sarcastica vedendo il gioiellino a quattro ruote.

“Dove abiti?”

“Via Gramsci, è a circa venti minuti da qui,devi girare a destra,continuare per tre semafori,poi dopo il cinema svolti a sinistra e quando vedi una piccola edicola puoi fermarti abito in una palazzina vicina” dissi spiegando meglio di un navigatore satellitare.
Avevo un senso dell'orientamento pessimo ma dopo un po' che visitavo un posto diventavo più brava di qualsiasi nativo del luogo a districarmi per le vie e viuzze che c'erano.
Aveva acceso i riscaldamenti e impostato la radio a basso volume,per permettere di parlare tranquillamente,però il tragitto lo passammo perlopiù in silenzio.

“A che pensi?”chiese mentre cambiava marcia,vedendomi osservare insistentemente il finestrino.

“Dovrei comprarmi un auto,ecco cosa penso,risparmierei un sacco di inconvenienti”,sbuffai continuando a ammirare le luci notturne della città.

“Non era tuo quel bel spiderino dell'ultima volta allora,peccato. E che macchina vorresti?”

“Un maggiolone o un vecchio maggiolino,comunque una macchina resistente,nulla di troppo costoso che mi faccia imprecare per qualche graffio,ma con un buon motore,mi piace la velocità”.

“Economica ma veloce,non sembra facile da trovare”

“Non mi piacciono le cose facili. Siamo arrivati.” dissi finalmente voltandomi verso di lui.
Parcheggiò proprio di fronte la palazzina dove abitavo,sebbene non gli avessi specificato quale delle tante fosse,e spense il motore.

“Grazie per il passaggio,ciao.”La mano era sulla maniglia ma lo sportello non decideva ad aprirsi.

“Potresti offrirmi un caffè per ringraziamento,dato che stasera non ho potuto finire nemmeno la mia cena”.Aveva bloccato le uscite il perfido.

“E' quasi mezzanotte non ti serve il caffè,poi come vedi sono zuppa dalla testa ai piedi e mi serve una doccia calda e un cambio di vestiti se non voglio ammalarmi,quindi non ho tempo di far la buona padrona di casa”.A buon intenditore poche parole,non avevo intenzione di invitarlo a casa mia.

“Aspetto che tu faccia tutto,poi prendo il caffè e me ne vado,dai abito lontano ho bisogno di qualcosa che mi mantenga sveglio,potrei addormentarmi alla guida e mi avresti sulla coscienza,per favore” disse con uno sguardo da cucciolo di fustacchione tenero e coccoloso.

“Sei un infame,vieni”finalmente mi lasciò uscire da quella trappola di macchina e ci dirigemmo verso il mio appartamento ”spero che Cagliostro ti sbrani” dissi girando la chiave nella serratura.

“Non ti facevo tipo da cani”.
Dal suo sguardo aveva paura di trovarsi un enorme e feroce cane,purtroppo per lui Cagliostro era più pericoloso quando voleva di qualsiasi botolo ringhioso.

“Non lo sono”dissi sorridendo e ripensando a cosa aveva combinato il mio gatto l'ultima volta che un estraneo era entrato in casa mia.
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Capitolo 19
*** mamma mia ***


Image and video hosting by TinyPic Per chi vive da solo avere una presenza estranea nel proprio habitat può essere in qualche modo sgradevole,le tue libertà e abitudini vengono necessariamente modificate.
L'evidenza di aver bisogno di togliermi quei vestiti bagnati, che ormai erano diventati una seconda pelle, e di una doccia calda era palese,le mie mani perennemente bollenti erano pezzi di ghiaccio e la mia schiena era continuamente attraversata da brividi di freddo,l'individuo che si era auto-invitato poco elegantemente a casa mia e che ora sedeva comodamente sul mio amato divano senza intenzione di andarsene prima di aver sorseggiato un dannato caffè avrebbe dovuto aspettare in casa mia finché non avessi trovato rimedio al gelo che si era impossessato di me.
Le speranze di fuga dell'ospite sgradito erano andate a monte quasi subito dopo aver varcato il portone di casa,dopo aver acceso luci e riscaldamenti,l'amata belva feroce in cui confidavo era già bella che addormentata  e l'ospite sgradito non aveva intenzione di lasciarmi in pace.

“Okay sentimi bene,ora tu resti qui seduto buono buono senza muovere un muscolo e curiosare in giro,se ti scopro a far qualcosa di sbagliato sei morto”,dissi minacciandolo, “Vedrò di perdere poco tempo,così potrai metterti in viaggio molto presto”

“Fai con comodo e se hai bisogno chiama pure mi trovi qui sul tuo divano a tua disposizione”,disse sorridendo.

Il mio self-control ormai allenato mi impedì di rispondergli,non avevo tempo per litigare con lui,avrei solo prolungato la sua presenza in casa mia e inoltre non vedevo l'ora di mettere fine ai brividi di freddo e di sentire il getto d'acqua calda e vapore prendere il loro posto sulla mia pelle.
Entrata in bagno accesi la radiolina,misi l'accappatoio sui termosifoni e mi catapultai dentro il box doccia,sarei rimasta ore lì dentro ma invece dopo un paio di minuti ero già fuori,una breve asciugata ai capelli,e poi subito diretta in camera mia pronta a vestirmi...qui arrivò il dubbio esistenziale.
Se fosse stata una normale sera da trascorrere nella tranquillità della mia casa avrei messo senza esitazione uno dei miei pigiamoni con sopra stampato qualche strano pupazzo e le mie pantofole dei simpsons grandi il doppio dei miei piedi,pronta per il tuffo sul materasso,ma quella sera la scelta era difficile;
Era mezzanotte passata sarebbe stato più normale presentarmi in pigiama,sebbene fosse una tenuta poco seria,piuttosto di presentarmi con abiti normali solo per via della presenza di Andrea,ma mi imbarazzava l'idea di stare in tenuta notturna e così dopo aver uscito quasi mezzo armadio e aver perso più o meno mezz'ora optai per indossare una tuta,una via di mezzo tra le due opzioni.

“Il caffè arriva tra un attimo”dissi a a voce leggermente alta passando direttamente in cucina.

L'aroma proveniente dalla moka si espandeva in tutta la cucina e probabilmente in tutte le stanze,sebbene non amassi l'amara bevanda il suo odore era piacevole,preparai il vassoio con tazzina zuccheriera e qualche dolciume,gli zuccheri risvegliavano meglio di qualsiasi cosa.
All'entrata del salone vidi la televisione accesa,trasmetteva uno di quei classici programmi notturni dove il conduttore faceva domande e si rispondeva da solo,ma sul divano non si vedeva nessuno.
“Sarà andato in bagno” mi dissi mentre mi avvicinavo per poggiare il tutto sul tavolino vicino.,purtroppo a quel punto vidi che invece Andrea era sdraiato e dormiva profondamente sul mio sofà.

“No no no no non puoi farmi questo!Svegliati,su svegliati”,con modi delicati da scaricatore di porto mi misi a scuotergli una spalla,
“Giuro che se non ti svegli troverò un modo per prenderti di peso e di sbatterti fuori. Svegliati per dindirindina”,piagnucolavo,gridavo,ma inutilmente continuava a dormire come un bradipo in letargo.
La mia vita quando ero con lui diventava sempre una tragicommedia,nel salotto di casa mia si stava formando un solco nel pavimento,per il nervosismo camminavo avanti indietro con tutt'altro che passo felpato,lanciavo un'occhiata al caffè poi al bel addormentato tutto mentre bofonchiavo insulti;
Esausta me ne andai in camera mia sbattendo la porta per riaprirla dopo qualche minuto,constatando che il rumore non aveva avuto effetto, per portare un plaid alla causa delle mie ulcere in corso.



DIN DON DIN DON DIN DON,qualcuno si stava divertendo a suonare il mio campanello o forse voleva mandarmi su tutte le furie,erano ancora le nove del mattino e già venivano a disturbare.
DIN DON DIN DON DIN DON,non avevo intenzione di alzarmi,prima o poi si sarebbero arresi pensai mentre sprofondavo nelle coperte,suonate quanto volete io non mi alzo,nessuno verrà ad aprirvi la porta.

“Si,chi è?”, chiese una voce maschile mezza addormentata ad una donna sulla cinquantina con delle valigie davanti l'uscio di casa.

“Eppure non penso di aver sbagliato casa”disse la signora mentre controllava il nome sul portone,squadrò il ragazzo con la camicia mezza sbottonata che la fissava ancora confuso,per poi scansarlo ed entrare,mentre quello richiudeva la porta.

“Giuliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”

Il campanello aveva smesso di suonare,avevo ripreso sonno per poi saltare in aria sentendo qualcuno urlare il mio nome,non poteva essere,c'era solo una persona che con le sue grida istintivamente riusciva a mettermi sull'attenti anche appena svegliata:
“Mamma?”


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Capitolo 20
*** Coppia ***


Image and video hosting by TinyPic Di mamma c'è n'è una sola ed è vero,certe volte mi viene da aggiungere anche meno male;
Non voglio che ci siano fraintendimenti io voglio un bene enorme a mia madre,le voglio bene all'infinito elevato alla milionesima potenza,lei è capace di tirarmi su di morale,consolarmi nell'istante di un decimo di secondo ma è anche vero che è una persona che riesce in metà di questo tempo anche a portarmi ad esasperazione e stress.
Paola Burla,una signora sulla cinquantina di 1.50 di altezza scarso,era la classica persona amata da tutti quanti,sempre disponibile,allegra e iperattiva,e anche come madre non si fermava mai,iperprotettiva,ansiosa e sempre,sempre,presente.
Ma ora ritorniamo al mio risveglio decisamente brusco...

“Giuliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”

C'era solo una persona che con le sue grida istintivamente riusciva a mettermi sull'attenti anche appena svegliata:
“Mamma?”
Scattai del letto come una rana davanti la visione di un'enorme e succulenta mosca,solo che a differenza dell'anfibio io non ero in estasi,entrata nel mio salottino trovai la dolce genitrice in compagnia di Andrea,di cui avevo dimenticato completamente la presenza,davanti a me in un piccolo spazio di soli 40 metri quadrati si trovavano le due persone più esasperanti che conoscessi.

“Mamma?!Che ci fai qui?” dissi guardando lei e l'enorme valigia accanto.

“Volevo farti una sorpresa e passare una settimana insieme a te e tuo fratello,ma a quanto pare non ti manca la compagnia signorinella”disse con mezzo tono di rimprovero.

Guardai Andrea seduto sul divano tranquillo che guardava la scena senza proferire parola con una grandissimo istinto di menar le mani,dopo averlo ospitato avrebbe potuto aiutarmi e spiegare le cose invece di restare a guardare in silenzio.

“Mamma non è come pensi...”

“Giulia non hai bisogno di spiegarmi niente- disse senza lasciarmi finire- hai 25 anni è normale che tu abbia un fidanzato,anzi era dannatamente l'ora io alla tua età avevo già due figli,e sarebbe ora che tu e tuo fratello metteste la testa posto e mi donaste qualche nipotino,però sono profondamente offesa di non essere stata informata di questa novità”
Dire che ero rimasta senza parole era poco,avevo la bocca spalancata per lo stupore,la mascella pronta a rompersi,l'unica in quella stanza a sconcertarsi.

“Fidanzato?”,la mia voce usci più acuta di quella usuale di mia madre.

“Smettila di fingere,c'è un ragazzo-si girò a osservarlo-decisamente un bel ragazzo che rientra a pieno nei tuoi canoni di gradimento,conosco i tuoi gusti,con la camicia mezza sbottonata,i capelli arruffati e la faccia ancora insonnolita che prova il fatto che ha dormito qui in casa tua,e che ha aperto la porta come se fosse a casa sua,è palese che è il tuo fidanzato.”

“Mamma?!!Non è...”,le parole furono bloccate dal bel ragazzo che secondo mia madre era il mio tipo ideale,si era finalmente alzato,aveva posato una mano sulla mia spalla, pronto a parlare,forse a chiarire la faccenda.

“Amore tua madre ci ha scoperto e inutile continuare a negare. Signora burla è un piacere conoscerla,mi scuso per la brutta presentazione” disse porgendole la mano con uno smagliante sorriso.
Se la mascella prima era in procinto di staccarsi ora era caduto al suolo,forse addirittura sei piedi sottoterra,cosa aveva detto quel gran figlio di buona donna,pezzo di formaggio andato a male e cavalletta sterminatrice della mia esistenza?!!

“Ma tu sei pazzo o cosa,che diavolo inventi?!!”,dissi urlandogli contro.

“Giulia Burla- mi sgridò mia madre-che comportamenti sono questi,tratta bene questo povero ragazzo onesto,non è successo niente anzi sono felicissima di avere un così bello,gentile ed educato genero”.

Mia madre non lo conosceva affatto quello era proprio un grandissimo strabip,ma ormai era accecata da lui se avesse potuto scegliere avrebbe subito scambiato Andrea con me,perciò per il momento era meglio lasciarle credere quello che voleva,avrei ucciso il fustacchione appena ci fossimo trovati lontano da occhi indiscreti.
Dopo le presentazioni,l'interrogatorio diretto al mio presunto fidanzato su come,dove e quando ci fossimo conosciuti e altre cose a cui rispose inventando e recitando meglio di un attore,mentre io sopportavo pazientemente con un sorriso stile paresi facciale,finalmente Andrea si decise a lasciare l'abitazione,in modo che potessi aiutare la mia amorevole mammina a disfare i suoi bagagli.
Ovviamente mia madre prima di lasciar scappare il fenomenale genero si era fatta promettere dal cosiddetto di venire spesso a farci visita durante il suo periodo di permanenza e di uscire a cena una sera tutti insieme e dopo se fosse stato disponibile avrebbe voluto anche organizzare un incontro tra le due famiglie,era giusto fare conoscenza.
Lasciai mia madre a sistemare le sue cose e uscii con la scusa di dover fare un salto a lavoro,avevo bisogno di rinfrescarmi la testa,i miei neuroni stavano friggendo,mandai un messaggio a Michela per vedere come era andata la sua serata e rimanemmo d'accordo di vederci al bar vicino al parco.
Parlammo ore e ore,fortunatamente la sua serata dopo l'incidente al ristorante era andata bene,dopo qualche sua risata a crepapelle con susseguenti lacrimoni per i racconti della mia serata e del mattino seguente,la mia guida spirituale mi consolò e mi riaccompagnò a casa per far un saluto a mia madre.
Una settimana sarebbe stata lunghissima,mio fratello avrebbe passato qualche ora insieme a noi e quindi sarebbe stato un “mal comune” ma lui non doveva avere a che fare con tutta quella commedia degli equivoci.

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Capitolo 21
*** Facciamo una prova? ***


Image and video hosting by TinyPic Il fine settimana o weekend , chiamatelo come vi pare,l'ho sempre amato e passato all'insegna del completo relax e vade retro verso ogni forma di stress.
Sabato mattina mia madre si era presentata davanti la porta del mio appartamento ,con una valigia gigantesca, intenzionata a passare una settimana intera con me e mio fratello,ospite in casa mia ovviamente.
Sebbene nel mio codice Dna,oltre le basi conosciute adenina,timina,citosina e guanina fosse presenta anche la poltrosina che mi conferiva la caratteristica di lavorare lo stretto necessario senza eccessi,quel fine settimana lo passai contando i minuti che mancavano all'amato lunedì e rientro a lavoro.
In due giorni a casa mia madre mi aveva portato sul precipizio di una crisi di nervi,entusiasta del mio così dire Fidanzamento,aveva reso noto a tutta la mia famiglia l'accaduto:
mia madre adorava il suo futuro genero;
mio fratello dopo la descrizione del suo futuro cognato aveva intuito di chi si trattasse e con un grugnito di disapprovazione aveva dato il suo parere aggiungendo di sperare che la sua prima impressione non fosse corretta;
mio padre, informato dalla ex, che la sua figlioletta aveva una relazione,da poliziotto in pensione aveva sottoposto la sottoscritta a un interrogatorio con la i maiuscola;
mentre la mia adorata nonna,componente della famiglia da me più amato,aveva sfoderato tutto il materiale per farmi qualche nuovo pezzo del corredo per il mio matrimonio;
Non ce la facevo più,fortunatamente il lavoro venne a salvarmi,potevo restare qualche ora lontana da casa senza venire rimproverata di inventar scuse per fuggire dalle mie quattro mura.
Lunedì mattina.
Dire che saltai in braccio al signor Bettini per la felicità è una minimizzazione,ero entusiasta,indossavo il mio camice bianco fiera come se fosse stata una sfavillante armatura,l'azienda farmaceutica era la mia isola felice quel giorno,ma come nel famoso paradiso anche lì c'era l'elemento negativo,anch'io avevo il serpente tentatore,solo che lui non mi provocava nessuna fobia acuta come i viscidi suoi simili.

“Ciao amore,buona giornata”,disse Andrea venendo da me a braccia aperte.

“Fermo lì non ci provare- il mio indice lo stoppò indicandogli la distanza di sicurezza da tenere,oltre la quale non avrei garantito per la sua incolumità- Non hai idea dei casini che hai provocato. Ti ospito a casa mia invece di buttarti per strada e tu per ricompensa dici a mia madre che sei il mio fidanzato,spiegami perché lo hai fatto,che diritto avevi?”
Ero nervosissima e gli occhi cominciavano a bruciarmi come se volessero sgorgare le lacrime ma fortunatamente non ancora a quel punto.

“Sono innamorato di te”,secco senza aggiungere altro.

“Pensi che essere innamorato ti giustifichi e ti dia il diritto di fare ogni cosa?”

“Certo”

La sua faccia così convinta e sicura mi mandava in gangheri,il fatto che continuasse a sostenere di amarmi per quanto mi avesse potuto far piacere in altri momenti,in quell'attimo non batteva l'istinto di prenderlo a pugni.

“Senti-disse avvicinandosi a suo rischio,per poi posare la sua mano sulla mia guancia facendomi alzare lo sguardo- Non ti piaccio per niente?Mi odi così tanto?”
Non è che lo odiassi,cioè certe volte si,era l'unica persona che mi facesse perdere le staffe a dismisura.

“Non ti odio,solo che certe volte ti comporti da stronzo e mi fai innervosire,poi diventi normale e persino gentile e vado d'accordo con te e poi ne combini un'altra delle tue,però non ti odio”,dissi guardandolo in quegli occhi azzurrissimi.

“Non c'è la minima possibilità che possa iniziare a piacerti?Ho qualche chance o c'è qualcun altro che ti piace?”
La sua faccia costantemente abbellita dal suo sorriso canzonatorio ora aveva l'espressione uguale a quella di un cucciolo in attesa d'affetto,mi sembrava un piccolo di foca con quegli occhioni speranzosi.

C'era qualcuno nella mia vita?Non lo sapevo nemmeno io,ero uscita qualche volta con Salvatore,con lui mi trovavo bene,parlavo spensieratamente e mi piaceva stare in sua compagnia,ma non sapevo se fosse qualcosa di più di una semplice amicizia.
Dall'altra parte c'era il caro fustacchione,lavoravamo a stretto contatto da più di un mese,oltre il lavoro e qualche incontro-scontro del tutto imprevisto non avevamo mai avuto altri contatti,non lo conoscevo bene ma non gli ero del tutto indifferente,mi provocava molti stati d'animo,ma se questo significasse che mi piacesse o ne fossi innamorata non lo sapevo...

“Può darsi”,le parole mi uscirono senza freno. Non dissi nulla che gli potesse dare speranza ma fu sufficiente a ridargli il suo sorriso,non quello che spesso mi dava fastidio,ma un sorriso luminoso e felice che mi piaceva molto.

“Allora dato che teoricamente siamo ufficialmente fidanzati in casa,che ne dici di mettermi alla prova?Dammi la possibilità di essere il tuo fidanzato decidi tu il periodo di tempo,potrai cacciarmi via quando vorrai ma sappi solo una cosa,io ti amo e proverò a farmi amare. Posso essere il tuo fidanzato? ”

Che dovevo rispondergli?Voi cosa gli avreste risposto?
Indubbiamente sapeva parlare,il suo discorso mi aveva colpito, come aveva detto lui per la mia famiglia eravamo una coppia perciò perché non provare ad esserlo nella realtà,l'unica cosa che mi tratteneva dal rispondere positivamente era la paura che nascesse qualcosa e che poi finisse male lasciandomi con il cuore infranto,ma nella vita si doveva pure rischiare.

“Va bene,hai un mese di prova al termine del quale potrò decidere se terminare il “contratto”,rinnovarlo perché ancora non so cosa provo oppure dirti i miei sentimenti. Sei d'accordo?” dissi porgendogli una mano per una stretta che sancisse l'accordo.

“Grazie”,rifiutò la mano preferendo un abbraccio.

Chissà cosa mi riserbava il futuro,intanto avrei vissuto giorno per giorno.



ANGOLO DELL'AUTRICE:

intanto intendo ringraziare anche se in ritardo manymany che mi sta incoraggiando a continuare questa storia,quindi se ilracconto non vi piace prendetevela con lei   :P
e poi un ringraziamento anche a chi legge e segue,chiedo venia a tutti per la tortura che causo ai vostri occhi.
ciao.

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Capitolo 22
*** colpo di fulmine ***


Image and video hosting by TinyPic Il primo appuntamento è una fase che non deve mai mancare per la nascita di un rapporto,io ero già teoricamente fidanzata e con il mio suddetto boyfriend non ero uscita nemmeno una volta.
Le persone normali prima di iniziare una relazione seguono il classico schema in uso fin dai tempi dell'uomo primitivo,ossia:conoscersi,uscire insieme,vedere se ci si piace o meno e se tutto va bene fidanzarsi;
Io di normale non avevo mai avuto niente,perfino al momento della nascita ,un esempio banale il 95% dei bambini nasce in posizione cefalica,io sono nata podalica,ho avuto l'ardire di presentarmi al mondo mostrando le chiappe e forse questa sfrontatezza avrà dato fastidio a qualcuno...ma torniamo all'argomento in questione ossia la vita amorosa e in particolare dello schema da seguire prima accennato:a contrario di tutti,io e Andrea avevamo bene in presa visione di come andassero le cose nella routine e siccome di normale oltre me non c'era nemmeno lui avevamo iniziato il nostro rapporto fidanzandosi subito,avremmo avuto modo di conoscerci lo stesso e per quanto i sentimenti,lui a suo parere già li conosceva e io li avrei scoperti in futuro.
Ma sono positiva poteva andare peggio di così,potevamo anche andare direttamente in comune a sposarci,grazie al cielo non ero così svitata e in particolare ero abbastanza avversa alla parola matrimonio.
La sera dopo il nostro “accordo” Andrea insistette per riaccompagnarmi a casa e quello che seguette mi fece maledire per l'ennesima volta il fatto di non avere ancora comprato un'automobile.
Mia madre sarebbe rimasta ancora da me per altri 5giorni,purtroppo doveva ritornare al nostro paesino per via del lavoro,per fortuna mia aveva potuto prendere solo una settimana di ferie,ma il fatto di dover partire a breve e di vedermi arrivare in compagnia a casa,le diede spazio per organizzare una “serata in famiglia”,le nostre famiglie,e ovviamente il mio adorato e maledetto fidanzato accettò senza problemi.
Ricevetti il mio primo telefonino all'età di quattordici anni,inizialmente non lo usavo granché ma con il tempo era diventato un'optional indispensabile,ora lo stavo odiando invece...è incredibile come nel giro di pochi secondi avessero suocera e genero avvertito gli interessati di non prendere impegni e come fosse stato tutto organizzato a puntino per due sere dopo.
Fortunatamente i miei parenti abitavano lontano,mio padre non riuscì a liberarsi,mio zio era in viaggio come sempre verso un nuovo paese orientale,mentre mia nonna sarebbe partita a razzo ma metti l'età o forse mio nonno che la tratteneva dal partire all'avventura con l'aereo,resto anche lei a casuccia a terminare il famoso corredo.
Due giorni che furono di per sé interminabili,mia madre mi trascinò da parrucchiera ed estetista e anche ahimè a fare shopping,a differenza di Michela che riuscivo a impietosire,mia madre non mi lasciava scampo e mi costringeva a comprare vestiti eleganti che difficilmente avrei indossato una seconda volta e questi comprendevano anche le odiate gonne.
“Sei un maschiaccio”,era da quando avevo cinque anni che me lo sentivo dire,dalla prima volta che mia madre,dopo avermi comprato un vestitino che lei definiva un amore, mi aveva trovato immobile davanti allo specchio a versare silenziose lacrime di fronte all'orribile visione di quel abitino rosa a merletti.
Lo confesso,oltre le gonne odio anche il rosa è più forte di me,nel mio armadio non troverete gonne oltre quelle comprate sotto tortura e che nascondo accuratamente e nessun indumento rosa a parte un pigiama regalatomi da mia nonna.
Comunque,il fatidico giorno arrivò,ero già pronta da una buona ora,avrei perso anche meno tempo ma ero stata sottoposta alla tortura del trucco e in particolare della matita e del mascara che pericolosi si avvicinavano ai miei occhi,mia madre ancora era indaffarata nei suoi preparativi e come sempre in perenne ritardo,e noi figli che avevamo ereditato invece la puntualità l'aspettavamo fissando l'orologio insistentemente.
“Era ora”,dovevamo essere dall'altra parte della città tra un quarto d'ora e invece stavamo partendo da casa  solo ora,per Paola Burla era importante avere sempre un buon aspetto non per sé ma perchè era una forma di rispetto verso gli altri,eppure a mio parere era più rispettoso non far aspettare le persone. Quella sera non potevamo usare la due posti di Daniele e quindi prendemmo fortunatamente l'utilitaria di mia madre,mio fratello aveva una veloce spider ma guidava a media velocità e se avesse guidato lui non saremmo arrivati prima di un'ora all'incontro,così mi misi io al volante sfilando di slancio le chiavi a mia madre senza lasciare tempo di discussioni.
Trenta minuti dopo,una decina di eccessi di velocità superati e  infinite invocazioni ai santi lanciate dai miei due parenti senza alcun motivo,arrivammo a destinazione.
Quella sera oltre loro ci sarebbero stati solo Andrea,suo padre e sua sorella,anche i genitori del fustacchione erano divorziati e sua madre era in crociera con il suo nuovo “toy boy”.
Il Signor Ettore Carlisi, padrone dell'Eusclepiofarm, aveva prenotato la saletta piccola del ristorante tutta per noi,potevamo stare quanto volevamo a parlare senza preoccupazioni e disturbi,in queste evenienze l'occasione necessitava intimità e sebbene mi paresse abbastanza esagerato era impossibile negare qualcosa a quell'uomo,sprizzava sicurezza e fascino peggio del figlio e ciò travolgeva chi gli stava intorno.

“E' un piacere conoscervi-disse salutandoci,una stretta di mano a mio fratello,un baciamano a mia madre che arrossì come un pomodoro e un abbraccio a me-mio figlio non mi aveva parlato di te signorinella,ma in questi ultimi giorni ha recuperato e anche mia figlia a quanto pare ti conosce già,dice che lo screanzato a trovato pane per i suoi denti”-e scoppiò a ridere.

Quell'uomo era incredibile,dall'aspetto poteva sembrare un tipo molto serio ma quando poi lo conoscevi si dimostrava essere un simpaticone,se avessi avuto qualche anno in più o lui meno avrei scelto lui invece del figlio,chissà forse Andrea aveva lati del suo carattere che ancora non conoscevo e anche lui sarebbe riuscito a farmi ridere.

“Beh cognatina a quanto pare hai fatto colpo anche su papà”,disse Claudia salutandomi.

Il primo appuntamento che poi si era allargato ai familiari si stava dimostrando meno stressante di quello che pensavo.
Bastava evitare domande che scendessero troppo nel particolare sulla nostra relazione,non penso che i fatti sarebbero stati accolti benevolmente dai miei e dal signor Carlisi,fortunatamente potevamo contare sull'alleanza della sorella del fustacchione che ci avrebbe facilitato le cose.

“Perciò,mi sembra di aver capito che vi siete conosciuti a lavoro. Deve essere stato un colpo di fulmine visto che la collaborazione con mio figlio è recente”

“Già sono curiosa anch'io di sapere un po' quello che è successo,eviti sempre l'argomento ma ora è giusto che ci rendiate partecipi ragazzi”,mia madre stava rincarando la dose.

Oh sinfonia di sogliole siamesi con contorno di patate al cartoccio,che dovevo rispondergli,non potevo mica dirgli la realtà.

“E' stato un fulmine a ciel sereno o meglio un uragano catastrofico,mi ha sconvolto peggio di quanto potesse fare una calamità,mi ha colpito con un getto d'inchiostro caldo e attirato con il suo caratterino e le stranezze che spesso dice,tutto qui,non c'è niente da dire.”

Come facesse a trovare le parole giuste sempre al momento giusto era incredibile,è ancora più fenomenale era il fatto che sembrassero reali,possibile che il mio lato catastrofico che aveva sempre allontanato il genere maschile da me con lui avesse l'effetto contrario?








Il signor carlisi Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 23
*** Tiranni e favoritismi ***


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“Vieni a trovarci qualche volta mi farebbe molto piacere e guarda che se ci metti troppo tempo qualche giorno vengo a fare un'ispezione a sorpresa mentre lavori e sarò molto pignolo.”,così disse il signor Carlisi ,o meglio Ettore come voleva essere chiamato,salutandomi a fine cena mentre si congedava con la figlia.
La serata era stata divertente,a differenza di come avevo sospettato mi ero trovata benissimo e perfino mio fratello non aveva creato problemi,a quanto pare c'era una totale armonia tra la mia famiglia e quella di Andrea,e questo mi faceva stare bene da un lato e malissimo da un altro.
Ero felice che tutto fosse andato bene e chissà forse ci sarebbe stata un altro incontro simile in futuro o molti altri se quella relazione fosse diventata reale,però il fatto che questa fosse costruita tutta su una menzogna raccontata ai nostri cari mi faceva stare male.
Forse mi davo troppe paranoie,non era un vero e proprio fidanzamento ma stavamo uscendo insieme,e conoscere le famiglie è importante in un certo senso anche quando ci si frequenta,anche se farlo al primo appuntamento era accelerare un po' troppo le cose.

“Guido io”,disse mia madre risvegliandomi da tutto il ragionamento mentale in corso nella mia testa.

“Non se ne parla mamma,hai bevuto e se ti ferma la polizia ti fanno la multa,figlio o non figlio poliziotto”,dissi io intervenendo per prendere le chiavi.
La mano di Daniele però fu' più veloce della mia.

“Ferma li Schumacher di paese,mi è bastato il viaggio di andata”

“Dammi le chiavi,non ho intenzione di tornare a casa a chissà che ora,io domani mattina devo andare a lavorare”.
Era come essere di nuovo bambini quando ci contendevamo un giocattolo,io cercavo di raggiungere la mano sollevata di mio fratello per acciuffare il mazzo di chiavi e lui svincolava in mezzo la strada.

“Problema risolto,la pilota di formula uno la porto a casa io”,Andrea mise un braccio sulle  mie spalle, “La porto sana e salva,non vi preoccupate”, disse rassicurando mia madre ma più che altro Daniele.

“Va bene,ma non farla guidare”, rispose mio fratello,e così anche l'ultimo ostacolo era caduto.

Mi sarebbe piaciuto un casino mettermi al volante di quel bolide e sentire la velocità sotto i piedi,ma ovviamente qualcuno considerava la mia guida spericolata e così anche questa volta ero finita sul sedile del passeggero,almeno l'abitacolo era ben riscaldato e in sottofondo si sentivano le melodie dei Beatles,il ragazzo aveva acquistato punti grazie alla scelta musicale.

Rispetto alla guida di mio fratello quella di Andrea era più fluida e soprattutto più veloce,infatti arrivammo per primi a destinazione.

“Beh grazie del passaggio e della serata,mi sono divertita”,dissi aprendo lo sportello.
Questa volta non c'era la sicura,a quanto pare c'era stata un aumento di maturità.

“Niente bacio della buonanotte?”chiese abbassando il finestrino,dal comando elettronico,quando già stavo per andarmene.
Si era comportato bene,non aveva fatto nessuno dei suoi trabocchetti,avrei potuto dargli un piccolo bacio sulla guancia,però il mio piccolo diavoletto interiore prevalse sul dargliela vinta.
“Scusa ma è tardi devo andare subito a nanna,domani ho lavoro devo essere sveglia e puntuale il mio capo è un tiranno non vorrei farlo arrabbiare.Accontentati di questo.”,gli lanciai solo un bacio con la mano.

“La prossima volta porterò le patatine. Buonanotte.”
Era partito a razzo forse per paura che dopo quella frase gli lanciassi qualche pietra al ricordo di quel bacio strappato,il nostro primo bacio.

(Do-do-do)
I'm comin' home, baby now
(Do-do-do-do-do-do-do-do
I'm comin' home now, right away
(Do-do-do)
I'm comin' home, baby now
(Do-do-do-do-do-do-do-do)
I'm sorry now I ever went away
(Do-do-do-doo - I miss you)
Every night and day, I'm gone stay


Vi era mancata la suoneria del mio cellulare?
Molto probabilmente no,e in quel momento non mancava nemmeno a me.
La rana-sveglia non aveva emesso ancora il suo cracra e qualcuno disturbava il mio sonno,stavo dormendo così serenamente e il risveglio nonostante la melodia gradita non era stato altrettanto gradito.

“Pronto?”,il tono seccato non colpì minimamente chi stava dall'altro lato della linea.
“Non credere di ricevere favoritismi perché sei la fidanzata del capo,sei in ritardo di una buona ora e come hai detto ieri io sono un tiranno.”
“Cacchio non ho sentito la rana”
“Non è il gallo che canta la mattina?”
“Lascia perdere ti spiegherò un'altra volta,mezz'ora e sono lì”.

Quella mattina non avevo udito affatto l'allarme e mia madre dormiva ancora beata,saltai dal letto come un grillo facendo volare la maglia e i pantaloni del pigiama e infilai la prima camicetta e jeans che trovai a portata di mano.
Un mugolio di buongiorno arrivò dall'altra stanza,con tutto il rumore fatto avevo sicuramente svegliato la mamma ma non avevo tempo per le scuse,aprii il frigorifero per prendere un succo di frutta e corsi per strada con la bottiglietta di vetro attaccata alle labbra.

Quando arrivai in laboratorio avevo un'ora e mezza di ritardo e seppure non posso lodare tra le mie doti lo stacanovismo,posso invece affermare seria che ho un gran senso del dovere,perciò dal momento che indossai il camice fino a cinque minuti prima della pausa pranzo mi misi a lavorare e non degnai nessuno di attenzione.

“Vieni ti offro il pranzo”,Andrea mi prese il camice dalle mani e lo mise nell'armadietto.

“Ho solo un'ora scarsa di pausa per prendere qualcosa da mettere sotto i denti,facciamo un'altra volta,per oggi basta ritardi e favoritismi”,gli dissi prendendo dalla tasca la chiavetta della macchinetta degli snack ,situata all'entrata.

“Nessun favoritismo damigella,il tempo di mangiare un panino e bere una bibita e ti spedisco dritta davanti il microscopio a rovinarti la vista. Su non si discute con i tiranni.”

“Va bene”,posai gli occhiali nella custodia e misi zainetto in spalla curiosa di sapere dove mi avrebbe portato.

Come promesso,andammo in una paninoteca a due passi di strada,e anche il menù fu di parola.
Quello che non era nei calcoli invece fu l'arrivo di qualcuno.




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Capitolo 24
*** goodbye my darling ***


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Aspettavamo il caffè di fine pasto e il conto,metà ora pranzo era già passata e dovevamo tornare a lavoro,quando qualcuno venne a salutarmi.

“ciao Giulietta,come stai?E' bello vederti mi sei mancata”.
Era da quasi due settimane che non vedevo Salvo,ci sentivamo spesso telefonicamente ma per impegni lavorativi capitava raramente di vedersi.

“Oh Romeo Romeo perché non sei tu Romeo?” rispose tempestivamente Andrea.

“Ma che simpatico che sei”-dissi sgridandolo,per poi alzarmi a salutare a salvagente.

“Ciao Andrea,che fai costringi i tuoi impiegati a pranzare con te?”,il tono ostile era evidente.
Quei due non sembravano andare molto d'accordo,molto probabilmente non si sopportavano affatto.

“Non costringo nessuno ,passavo la pausa pranzo felicemente in compagnia della mia fidanzata”,l'ultima parola fu marcata dalla sua voce, “finchè non sei arrivato tu a disturbare”

“Fidanzata?Lui,tu...State insieme?Beh scusate il disturbo non lo sapevo,ci si vede in giro Giulia”,disse dandomi un veloce bacio sulla guancia e andandosene.
Andrea era stato molto scortese,mi dava molto fastidio che le cose stessero prendendo quella piega e non volevo che nessuno,anzi nessun altro fraintendesse la nostra situazione.

“Aspetta Salvo”,gli ero corsa dietro,avevo lasciato il tavolo d'impulso senza rifletterci un istante,dovevo spiegare quella faccenda a qualunque costo,senza rimandare.

“Non avresti dovuto seguirmi,il tuo ragazzo sarà sicuramente offeso”

“Senti non è come credi,io...”

“Giulia non devi darmi spiegazioni. Tu mi piaci,l'ho sempre detto,ma siamo usciti solo un paio di volte e sempre senza impegno,hai tutti i diritti di fidanzarti con chi vuoi,solo che mi avrebbe fatto piacere essere informato in un altro modo.”.Mi aveva interrotto,non voleva sentire altro,ma io ci tenevo a lui,doveva ascoltare.

“Senti-dissi afferrandogli una manica-la situazione è molto complicata da spiegare,e mi dispiace che  in qualche modo ti abbia offeso,non era mia intenzione,io ci tengo a te”

“Sei o non sei la sua fidanzata?”,si era girato finalmente a guardarmi,anche se i suoi occhi non erano i soliti pieni di dolcezza ora almeno avevo la sua attenzione.

“In un certo senso si,è complicato”

“Va bene finiamola qui,andiamo dritti al punto senza perdere tempo. Ne sei innamorata?”

Ero innamorata?Bella domanda non lo sapevo nemmeno io,avevo 25 anni eppure non riuscivo a capire mai nettamente i miei sentimenti. Andrea mi piaceva,certe volte ero pure gelosa ma questo non significava mica che fosse amore.

“Può darsi”,era la sola cosa che potevo dire.

“E' sufficiente-disse sospirando-Non ti chiederò cosa provi per me,so che mi vedi solo come un amico,speravo che con il tempo magari le cose sarebbero cambiate ma non voglio più  forzare le cose. Sai,spero che tu riesca a far luce su quello che provi e se le cose non dovessero andar bene con lui,fammi sapere. Ciao”,mi scompigliò i capelli e mi regalò un veloce sorriso prima di andare via.
Era un bravo ragazzo,un buon amico che sperai di non perdere.

Quando ritornai al tavolo lo trovai vuoto,Andrea se ne era andato,aveva pagato il conto ed era sparito,come al solito non mi dava mai il tempo di chiarire e preferiva fare il risoluto invece di affrontarmi subito.
Sulla via del ritorno avevo provato a telefonargli più volte ma ogni volta sentivo rispondere la segreteria telefonica,probabilmente mi sarebbe toccato domandare nuovamente l'auto in prestito a mio fratello e questa volta alla sua richiesta di combinargli un appuntamento non penso proprio che michela avrebbe acconsentito.

“La sua abitudine di essere in ritardo non è molto gradita,la prego in futuro di mostrare più serietà sul lavoro,potrà essere un buon elemento dell'azienda ma il suo comportamento è un pessimo esempio,spero non accada un'altra volta”

A quanto pare scomodare mio fratello non sarebbe stato necessario,il viaggio mi era stato risparmiato,in compenso Andrea era lì furioso pronto a rendermi la vita difficile.
Il pomeriggio più tremendo della mia vita,avevo lavorato sotto stretta sorveglianza,ero stata minuziosamente precisa su ogni minima cosa eppure al mio “capo” non andava bene niente quel giorno.

“Adesso basta,potrai essere arrabbiato quanto vuoi, ma evita di inventarti errori inverosimili nel mio lavoro solo per capriccio,piuttosto comportati da adulto e discutiamo”,dissi perdendo le staffe e alzando la voce.

“Immaturo e capriccioso è cosi che mi vedi,allora corri dal soldatino se ti piace tanto,in questo sei brava.”

“Che c'è sei geloso?”,non fu una domanda,l'avevo detto con un tono così acido da coprire mille punti interrogativi.

“Puoi fare quello che ti pare,devo essere impazzito quando ti ho detto che mi piaci,non perderò più tempo con te,abbiamo chiuso e per tua informazione il progetto dell'eusclepiofarm sarà affidato a qualcun altro,i nostri rapporti sono finiti. Addio”

“Sai che ti dico,meglio così non vedevo l'ora”,gli urlai contro mentre se ne andava buttando a terra il camice.
Era tutto finito,si tornava alla vecchia vita,lo avrei cancellato dalla mia mente,nulla di più semplice pensai mentre le prime lacrime mi bagnavano le guance.

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Capitolo 25
*** schifezza party ***


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Mamma era partita qualche ora dopo il mio ritorno,aveva ricevuto una chiamata dalla sua caposala che la pregava di tornare a lavoro prima,fortunatamente la mia recita di figlia felice e tranquilla riuscì e evitai di farla preoccupare.
Ero sola in casa,se non si contava cagliostro,il silenzio e la solitudine che da qualche giorno non abitavano il mio appartamento e la mia vita erano tornati alla riscossa e l'unico modo per scacciarli era divertirsi e stare in compagnia,ci voleva uno “schifezza party”.
Gli schifezza party,come li chiamavo io,erano serate senza limiti ai miei desideri,cibo a volontà che in molti modi si poteva definire tranne che salutare,molto spesso patatine,biscotti e dolciumi vari,alcool,se era possibile compagnia e una maratona di film splatter; In poche parole erano il mio effetto placebo ai brutti momenti.

“DRIIIIIN”

“Pronto Giu'?”

“Se sei libera ti va uno  schifezza party?”

“Arrivo subito,mezz'ora e sono lì ma niente film horror per favore”

“Grazie Guidolina”

Come promesso Michela arrivò puntuale all'orario stabilito,portando anche un po' di gelato.

“Avevi impegni?”chiesi sperando di non aver influenzato nessun suo programma.

“Niente che non potesse essere spostato,forza prendi i viveri e accendi la tv e non preoccuparti di nulla”,disse sdraiandosi sulla poltroncina davanti lo schermo della televisione.

Presi due pacchetti di biscotti e del liquore al cioccolato,che tenni a distanza di sicurezza dalla mia astemia amica e facemmo partire il primo film.
Non potevo vedere film violenti od horror ma sicuramente le commedie romantiche o qualsiasi cosa che accennasse al minimo romanticismo quella sera era abolito,rimanevano solo i cartoni animati e le commedie comiche,così la scelta era caduta su Madagascar divertente e senza esseri umani.

“Guida puoi andare,sul serio,sto bene non devi rimandare i tuoi impegni”,dissi mentre la vedevo mandare un altro messaggio durante il film.

“Ti ho detto che è tutto a posto,voglio mangiare biscotti e vedere i pinguini macchinare piani criminali”,disse posando il cellulare.

Questa era Michela,c'era sempre quando avevo bisogno,pronta ad ascoltarmi se avessi voluto ma senza mai forzarmi a parlare,anche quella sera non aveva fatto domande,non aveva chiesto il perché del mio tentato suicidio alla linea,aspettava che fossi io a decidere quando sfogarmi.

“Senti lo so che sei carina e coccolosa- dissi citando il film- ma sul serio stai tranquilla,si vede che c'è qualcosa che non va,continui a guardare il display del telefonino che in risposta si illumina sempre per qualche sms,vai corri dal ragazzo”,dissi facendo il gesto di brindisi con il mio bicchierino di carta.

“Ma quale ragazzo che inventi,ti sei certamente ubriacata discepolotta”

“Ti conosco da undici anni,ti rompo la testa ogni giorno,credimi so quello che dico,i tuoi movimenti ti hanno tradita”,inutile svincolare,le mie teorie erano quasi sempre azzeccate.

“Ok,c'è un ragazzo ma per stasera resto qui,dobbiamo ancora parlare”

“Senti non costringermi a buttarti fuori di casa con la forza,non c'è niente da dire,io e Andrea abbiamo rotto i ponti,non ci parleremo più e tutto ritornerà alla vita di prima,come se niente fosse successo. Stai tranquilla,sto benissimo infondo non era nemmeno una vera relazione e comunque mi rimane sempre Morfeo il mio uomo dei sogni”,dissi scherzando.

“Smettila di far finta che vada tutto bene e di ridere,ho sempre sostenuto dal primo momento che lui ti piacesse e anch'io ti conosco perciò so che ci stai male. Non andrò da nessuna parte nemmeno sotto minaccia,ora tu ed io ragioneremo su un modo per sistemare la faccenda e non accetto repliche stavolta”,disse con tono da mamma.

“Non c'è modo di sistemare le cose,è cocciuto,salta a conclusioni affrettate e non da la possibilità di spiegare come stanno le cose. E' uno scemo geloso marcio,si arrabbia senza nessun motivo.”,dissi piagnucolando e inzuppando un biscotto nel liquore a cioccolato che ancora non si decideva a farmi ubriacare e portare via i pensieri.
Raccontai tutta la situazione,di quanto fosse stato dolce Salvo,lui aveva capito si era tirato indietro senza condannarmi mentre Andrea aveva reagito eccessivamente,ero corsa dietro a un altro ragazzo solo per dire la verità,per non perdere un amico,io non amavo Salvatore,non doveva essere geloso perché a me piaceva lui.
A me piaceva lui...l'avevo capito solo ora,troppo tardi,il nostro contratto era rotto tutto ciò che ci legava era ormai frantumato.

“Il contratto vero!-esclamò Michela improvvisamente-teoricamente parlando sei tu che hai sancito le regole e solo tu puoi rompere il vostro rapporto prima del tempo,ora so che è un'idiozia,ma è una scusa per non mollare e poi idiozia più idiozia meno ormai dopo tutte quelle che hai fatto che differenza fa?”

Poteva funzionare,forse dovevo fare io ora la prossima mossa.

“Se non funziona puoi sempre andare a fargli una serenata sotto casa”,disse scherzando e facendomi finalmente ridere.

“Grazie cognatina”,dissi abbracciandola.
“Cosa?Ma come?E tu come fai a sapere?”farfugliò la mia migliore amica.

“Tesoro,mi racconti sempre di ogni ragazzo con cui esci,tranne questa volta e l'ultimo con cui sei uscita è mio fratello,ho fatto due più due,non è stato difficile indovinare,infondo sono una spia”.

“Non ti da fastidio,vero?”,chiese con timore.

“Avete la mia benedizione puoi dirlo anche a quello scemo di consaguineo”,ero felice se lo erano loro.
Mancava solo una cosa per completare la felicità e toccava a me agire,le possibilità di riuscita non erano molto rosee ma era meglio perire senza rimpianti che restare lì senza fare niente.
Giulia Burla,sfortunata in amore,scaricata innumerevoli volte già al primo appuntamento,inesperta in campo amoroso e in corteggiamento dopo 25 anni di vita sarebbe scesa in campo:progetto Casanova.

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Capitolo 26
*** dopo la tempesta...ancora nuvole ***


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Nei film romantici è tutto dannatamente semplice,ci sono i problemi anche lì ovviamente sennò tutto sarebbe scontato e spesso lo è,ma nei momenti difficili arriva loro un lampo di genio che gli risolve tutta la matassa e li porta al lieto fine;
Il protagonista sfigato è innamorato perdutamente della ragazza dei suoi sogni che invece fa il filo al fusto di turno,nella realtà il povero ragazzo rimane fregato mentre nel film ha successo;
La protagonista dei film romantici non combina mai cavolate e non ha bisogno di trovare soluzioni a danni fatti né tanto meno di conquistare con corteggiamenti vari il fustacchione di turno,nella realtà invece non accade la stessa cosa...purtroppo.
Era stato tutto un enorme equivoco,ora da quel fraintendimento era nato il putiferio,Andrea era furioso come un caimano e non aveva voluto sentire spiegazioni e io che ammetto sono un po' orgogliosa non avendo fatto nulla di male non avevo avuto, e continuavo a non averne,intenzioni di scusarmi per quello che era accaduto durante il pranzo.
Tutto ciò mi aveva portato a mangiare una tonnellata di schifezze e a prendere una mezza sbornia in compagnia della mia guida spirituale,l'alcol ne circolo ematico e anche le chiacchiere mi avevano portato a capire che infondo infondo a me del fustacchione importava,che Andrea mi piaceva e che se volevo vedere come poteva evolvere questa storia dovevo fare qualcosa pure io,dovevo sistemare le cose,conquistare o almeno farmi ascoltare dal ragazzo e cercare anche di riprendermi il mio lavoro.
Io e Michela parlammo per tutta la sera e un pezzo della notte finché il sonno non ebbe la meglio su di noi,la mattina sarei dovuta andare a lavoro forse ci sarebbe stato anche Andrea o forse no,chissà se avrebbe lavorato lo stesso con qualcun altro ,comunque non sapevo come comportarmi,cosa dirgli.

“Ma che cacchio”,esclamai saltando a sedere sul letto.

“Finalmente ti sei svegliata,ci voleva una cuscinata per farti aprire gli occhi”,Michela sulla soglia della mia stanza se la rideva davanti al mio sguardo confuso e anche per i capelli imbizzarriti sulla mia testa.

“Potevi essere più delicata e che ne so svegliarmi a parole”,dissi mentre le lanciavo indietro l'arma del delitto.

“Ci ho provato ma non avresti sentito nemmeno delle cannonate,piuttosto vedi di sbrigarti che è tardi e le provette ti aspettano-disse uscendo dalla stanza-Ho preparato il caffè per rianimarti i neuroni in caso che la notte non ti abbia portato consiglio”,urlò già nell'altra stanza.

Nessun consiglio onirico,ero crollata in un sonno senza sogni e avevo dormito senza interruzione,nemmeno il caffè aveva fatto miracoli e nemmeno Michela aveva avuto brillanti idee,così dopo la colazione e dopo uno strappo in macchina a lavoro mi ritrovavo davanti il portone incerta se dirigermi in laboratorio o cercare il signor Bettini e impietosirlo per farmi dare un periodo di ferie.

“Signorina Burla si decida ad entrare che blocca l'entrata”,a quanto pare non avevo bisogno di andare nel suo ufficio,infatti il caro signor Bettini era comparso dietro le mie spalle con in mano il giornale,immancabile suo compagno di vita.

“Beh veramente avevo intenzione di chiederle se potevo prendermi qualche giorno di riposo”dissi incerta.

“Oh no,non se ne parla. Figliola hai combinato il pasticcio e ora lo risolvi. Non sto qui a rimproverarti per aver intrapreso una relazione sul lavoro né a dirti il mio parere e né a spiegarti come sappia tutto quanto,ma ti dirò solo una cosa ora tu entri in quel laboratorio e vedi di riprenderti il progetto e se ci riesci anche il ragazzo”,disse indicandomi la strada con l'indice.

“Ma veramente...”

“Niente ma,si dia il caso che se ti ho affidato la realizzazione di questo nuovo farmaco è perché ti reputavo la più adatta per questo compito e non ho intenzione di accettare che sia dato ad un'altra persona e per giunta esterna al mio team,perciò ora tu entri in quella stanza e vai a parlare con Carlisi”,il suo viso era più rosso e infuriato di quanto lo avessi mai visto e non lasciava scelta.
Dalle parole del mio capo a quanto pare il progetto era ricominciato sotto guida di un altro ricercatore e con lui stava collaborando Andrea,ciò non piaceva al signor Bettini e a me ancora meno.

“Puoi farcela”,pensai mentre aprivo la porta.
Lo spettacolo che mi trovai davanti non mi piacque affatto,ero contrariata di essere stata subito rimpiazzata in nemmeno 24ore ma il mio sostituto mi aveva fatto saltare i nervi del tutto.

“Lei chi è?E' un area riservata non può stare qui a meno che non debba comunicarci qualcosa,perciò se è così dica pure”,disse una ragazza con lunghi capelli rossi e il trucco appariscente,che assomigliava alla forma umana di Jessica Rabbit in camice bianco.
Il rumore dell'aprirsi della porta aveva fatto girare la mia sostituta e anche la persona che cercavo.

“Dovrei parlarti”,dissi guardando Andrea che mi osservava serio in volto.

“Beh mi spiace ma dovrà passare più tardi stavamo lavorando”,disse la ragazza, prima che lui  potesse rispondermi,mentre si attaccava al suo braccio.

Il fustacchione a quel gesto sembrò confondersi e infastidirsi però il fedifrago rimaneva comunque attaccato a quella lì.
Lui poteva arrabbiarsi se io rincorrevo un amico e io invece dovevo restare calma a suo parere,questa l'avrebbe pagata ma prima mi sarei occupata dell'oca che gli stava accanto.
Io quella l'ammazzavo,e poi ero io quella poco seria sul lavoro,quella faceva la civetta e passavo io per irresponsabile e immatura.

“Sentimi bene Jessica Rabbit dei miei stivali questi non sono affari tuoi perciò non impicciarti e lasciaci parlare a quattrocchi. Smamma prima che venga io a staccarti da lì”,dissi mentre la fulminavo con lo sguardo.

“Ma chi ti credi...”

“Miriam credo che sia meglio che vai ora,puoi tornare a casa per oggi i lavori sono sospesi”,disse interrompendola .
La ragazza non fiatò prese le sue cose e se andò non prima di lanciarmi un'occhiataccia che le rimandai indietro.
Ora eravamo soli.

“Allora che devi dirmi?”,chiese

Se prima non sapevo cosa gli avrei detto ora invece avevo ben chiaro in mente quali parole sarebbero uscite dalla mia bocca,ma lo stato d'animo era cambiato,se prima ero andata per seppellire l'ascia da guerra ora invece l'arma bianca era scintillante e anche ben affilata.
Contai fino a dieci per calmarmi un po',per controllare la rabbia che mi era montata dentro e poi successe quello che successe...



ANGOLO DELL'AUTRICE:mi scuso con chi segue questa storia per l'assenza ma tra le lezioni universitarie e anche perchè non avevo idea di cosa scrivere,ho potuto aggiornare solo oggi.Chiedo ancora venia per il capitolo corto e orrendo ma spero di farmi perdonare nel prossimo capitolo.
Ancora grazie a chi mi segue e un grazie particolare a manymany che per vostra sfortuna mi incoraggia ma vi sollevo il morale siamo a pochi capitoli dalla fine e vi saluto augurandovi un buon 1maggio.
Ciao da Buzzy   :)

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Capitolo 27
*** due idioti ***


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Eravamo rimasti soli in quella stanza e l'atmosfera non era delle migliori.

“Allora che devi dirmi?”
Il tono freddo o glaciale che usò Andrea non raffreddò l'aria calda che si sentiva in quelle quattro mura.
Ero furiosa,le mie intenzioni erano quelle di far pace ma dopo che mi ero vista quella specie di Jessica Rabbit davanti, usurpare il mio posto e avvinghiarsi a quello che in teoria doveva essere il suo capo,avevo perso le staffe.
Iniziai a contare mentalmente fino a dieci,secondo opinione comune è un buon metodo per frenare la rabbia e ponderare cosa dire,in effetti stava funzionando l'oceano di insulti che mi erano venuti in mente e si affollavano per uscire dalla mia bocca erano ora diventati solo un mare.
Sulla punta della lingua avevo così tanti aggettivi spregevoli da indirizzargli che nemmeno il dizionario era a conoscenza,alcuni non erano nemmeno italiani ma reminiscenze di altre lingue che per hobby avevo studiato.

“Calmati e non dire cose che poi ti pentiresti di aver pronunciato”,il metodo dei dieci secondi non era stato così efficace così era subentrato in gioco il mio spirito guida,la faccia di Michela era sbucata nel nulla dei miei pensieri e mi stava dando consigli.

“Se li merita tutti quel tu sai cosa”,esclamai nel mio dibattito mentale.

“Ricordati perché sei qui”,continuò ammonendomi.

“Guarda tu se mi devono venire queste allucinazioni stile il re leone con la tua faccia invece di quella di Mufasa”

“Ringrazia che sia opera della tua mente malata sennò ti avrei già preso a bastonate”,rispose la Michela immaginaria.

“Allora ti decidi a parlare o te ne vai?”,Andrea mi riporto con i piedi o meglio con la testa nel mondo reale.

“Oh si che parlo.Una sola parola COMPLIMENTI”dissi applaudendo con un sorriso sarcastico in viso.

“Grazie per cosa?”,rispose a tono.

“Non sono passate nemmeno 24 ore e già hai trovato una nuova ricercatrice e a quanto pare dato il vostro buon rapporto anche una nuova ragazza da importunare”

“Senti da che pulpito viene la predica sei tu quella che per prima è corsa dietro un altro ragazzo,comunque le cose non stanno come pensi è solo un'impiegata in prova e non deve interessarti altro.”

Continuava ancora  ad insistere con la storia di Salvo.

“Beh le cose non sono nemmeno come pensi tu e se mi avessi fatto spiegare ieri invece di comportarti da immaturo e geloso tutto questo casino non sarebbe successo.Ora vado ti lascio con Jessica rabbit,spero per il progetto che tu abbia scelto di assumerla perché il suo curriculum è migliore del mio e non per le gambe chilometriche”,dissi voltandogli le spalle per andar via.
Mi dispiace spirito guida ma questa storia era destinata a non aver seguito,ciò che inizia con il piede sbagliato finisce tale,Abbiamo iniziato litigando e concludiamo nello stesso modo e io non ne posso più.

“Chi è ora la gelosa?”-disse facendomi girare di nuovo a guardarlo.

“Già mi hai scoperto,sono gelosa e sai una cosa non mi vergogno a dirlo. Oggi ero venuta a spiegarti tutto ma tu invece sei cocciuto,peggio di me,e hai rovinato tutto”

Gelosa?Si ero gelosa e non mi importava di esserlo,lo ammettevo,avevo seppellito l'orgoglio,se questa era la fine allora tutta la sincerità sarebbe uscita fuori.
Incontrare Andrea mi aveva stravolto,lui scatenava il lato peggiore di me,mi faceva arrabbiare e piangere,riusciva a togliermi il perenne sorriso che albergava la mia faccia,e tutto questo faceva tanto male perché lui era entrato a forza nella mia vita e ora era anche la persona che più mi avrebbe fatto sorridere di gioia.
Io,Giulia Burla per la prima volta nei miei venticinque anni mi ero innamorata seriamente.

“Spiegami allora,perché mi hai lasciato da solo e hai scelto di andare da Salvatore senza pensarci un secondo. Spiegami perché hai scelto lui?”,si era calmato,forse anche lui rassegnato a finire tutto questo casino.

“Non ho scelto lui,gli ho solo detto come stavano le cose e dovresti ringraziarlo perché è anche merito suo se ho capito che tra i due mi piacevi tu;sono corsa dietro il bravo ragazzo per confessargli che mi piaceva lo stronzo ,ma non ho avuto fortuna,perciò addio”,l'ultimo saluto e la sua immagine annebbiata dalla lacrime,avrei voluto avere un ricordo più nitido del suo volto ma nemmeno gli occhiali che avevo in borsa mi sarebbero stati d'aiuto,avrei cercato il sorriso da un'altra parte,fuori da quella porta e lontano.

“Scusa,hai ragione sono uno stronzo e mi scuso,dovevo ascoltarti prima,ma non mi hai detto che ti piacevo,sono sempre stato io a essere sincero con te e ieri le mie insicurezze sono venute a galla tutte insieme e non ho voluto sentire ragioni,perciò scusa.”,disse bloccandomi.
Eravamo in due a piangere ora,lui si era avvicinato per asciugare le mie lacrime con un fazzoletto e io asciugavo le sue con le dita.
Due idioti in lacrime,il signor Bettini ci avrebbe chiamato sicuramente così se ci avesse visto e sicuramente non gli avremmo dato torto.

“Per favore ricominciamo daccapo,ti prego dimmi di si”.
Non ci fu bisogno di nessun spirito guida o grillo parlante questa volta.

“aishiteru”,una sola parola.

“Cosa?che hai detto?”chiese il fustacchione guardandomi confuso.

“Ho detto che staremo vedere”,dissi abbracciandolo più forte.


Angolo dell'autrice:
Capitolo troppo smielato anche per i miei gusti ma non potevo fare altrimenti,ci si vede al prossimo e ultimo capitolo.
Ciao.

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Capitolo 28
*** epilogo ***


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Sono passati tre anni da quel fatidico giorno che ha visto come conclusione il mio fidanzamento ufficiale con Andrea Carlisi e per gioia del caro signor “cupido” Bettini ho riottenuto il lavoro.
Qualche mese fa finalmente il nostro nuovo antinfiammatorio ha ricevuto esito favorevole e a fine anno sarà messo in vendita,da allora vuoi il fatto che è padrone o che come si dice squadra che vince non si cambia,io e Andrea siamo diventati partner anche sul lavoro,notizia che ha fatto invecchiare di 10 anni il signor Bettini veggente dei futuri cataclismi che lo avrebbero visto spettatore.
Stento ancora a credere di essere impegnata in una relazione seria e che nessuno dei due sia scappato a Bora-Bora o che non abbia soffocato l'altro nel sonno,ovviamente come tutte le coppie abbiamo i nostri alti e bassi ma alla fine anche se con qualche litigio riusciamo sempre a risolverli. Un anno fa abbiamo iniziato a convivere,è stato un po' brutto lasciare il mio monolocale ma purtroppo per gli standard del mio viziato fidanzato,40 metri quadri sono troppo piccoli per due persone e un gatto e cosi mi sono trasferita a casa sua. E' stato difficile abituarsi all'inizio,o almeno per me a quanto pare cagliostro è stato felice della sua nuova e confortevole "cuccia" a cinque stelle,così contento che il primo posto nelle sue grazie mi è stato usurpato dal mio caro fustacchione. Con la convivenza sono arrivati nuovi battibecchi,tipici del vivere insieme come il decidere a chi spetta il lato sinistro del letto che a quanto pare era il preferito di entrambi e che alla fine è stato vinto da lui,le discussioni sull'abbassare la benedetta tavolozza del water  che finalmente ricorda di abbassare,e il litigio da OSCAR ovviamente è stato sull'esistenza di Morfeo di cui il mio fidanzato era geloso ma ha dovuto accontentarsi solo del mio conservare i poster di Zachary Levi in uno scatolo perché il licenziamento da uomo dei miei sogni non era possibile,infondo lui poteva dire di essere l'uomo della mia vita.
Ma ovviamente vorrete sapere anche degli altri...
Iniziamo con Salvatore,a quanto pare finalmente ha trovato una ragazza,anche lei poliziotta,una vera coppia di sbirri,la notizia mi ha reso molto felice e così siamo potuti diventare finalmente solamente amici.
Mamma ha deciso di trasferirsi anche lei in città ed Ettore le ha dato una mano ad ambientarsi meglio nel nuovo ambiente, a quanto pare sono diventati molto amici,mio fratello ed Andrea sospettano e si preoccupano eccessivamente ma infondo quel che succederà succederà.
Mio fratello ha finalmente messo la testa a posto,a quanto pare ha trovato pane per i suoi denti e so benissimo quanto può essere un osso duro Michela.
Mia nonna ha completato la famosa coperta per il corredo che aveva iniziato e ha già iniziato nuovi pezzi,se non fosse per l'età avrebbe potuto aprire una boutique con tutto il lavoro fatto.
Ed eccoci qua.

“Giu' muoviti aspettiamo solo te”,la mia cara guida al telefono mi ricorda il mio ritardo all'appuntamento.

“Il tempo di trovare le chiavi e arrivo non c'è mica fretta”.
Dimenticavo finalmente ho comprato una macchina,un bel maggiolone verde che vanta ancora di essere immacolato anche se oggi non ha proprio il look usuale.

“Finalmente è arrivata”

“Vieni sbrigati fatti dare una sistemata,poi mi spiegherai come hai fatto a guidare vestita in questo modo e anche perché non puoi essere normale almeno in situazioni come questa”,dice sistemandomi il vestito la mia guida spirituale.

“Oh ma dai è stato meno stressante e ho potuto prendere i miei tempi senza assillo di nessuno,ecco perché ho detto anche a te di aspettarmi qui e l'importante è che sono qui,potevo anche scappare”dissi mentre faceva gli ultimi ritocchi al mio look.

“Ok siamo pronte,mi raccomando non inciampare,non ho portato il kit di pronto soccorso e Andrea aspetta”

“Lo dicevo io che avrei dovuto mettere un paio di scarpe da tennis bianche”

“Ancora non credo che lo stai facendo mi ci vuole un pizziccotto...Ahia cacchio”,disse michela toccandosi il braccio scoperto.

“Lo hai chiesto tu e ora muoviti prima che il prete venga a prenderci con la forza,aspettano tutti la damigella e la sposa”
Ah già dimenticavo,io Giulia Burla 28 anni,mi sto sposando.





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