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di DemoninaSmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 9 marzo ***
Capitolo 2: *** Un nuovo acquisto ***
Capitolo 3: *** L’incontro ***



Capitolo 1
*** 9 marzo ***


9 Marzo
Finalmente.

Apri gli occhi e ringraziai Dio di essere ancora viva, ormai i miei incubi ricorrenti mi stavano facendo diventare scema, la novità è che ora alla fine di ognuno di essi,  io venivo uccisa.
Tutto era cambiato, tutto era diverso, tutto da quel giorno , tutto era diventato scuro e tetro.
Ero felice, avevo una vita fantastica, una famiglia bellissima, amici fidati, voti alti a scuola, e il ragazzo da sogno, tutto era perfetto,  ero davvero felice, ma la mia felicità durò ben poco.

Rimasi nel mio letto a commiserarmi per 20 minuti Quando compresi che era il 9 marzo mi Catapultai giù dal letto e uscii in tutta fretta fuori dalla mia camera, scesi  le scale e raggiunsi la cucina, mi fermai alla porta, in cucina c’erano mia zia e mia sorella Elena,
erano sedute a tavola, facevano colazione,  pensai a quanto fossero importanti loro due per me, loro erano tutto, forse perché non avevo nessun altro al mondo.
" Tanti Auguri kris!" Disse mia zia sorridendomi gentilmente.
“ grazie zia Lu”
Zia Lucy era una persona fantastica, dolce, premurosa, affettuosa, da quando mia madre era morta lei era stata l’unica a prendersi cura di me e di mia sorella minore, avrebbe potuto sbatterci in qualche istituto, invece a voluto tenerci con lei, un grande gesto visto che aveva solo 27 anni.
Insomma La sua vita era in un certo senso appena cominciata, avrebbe potuto costruirsi una famiglia, sposarsi avere dei figli, invece a rinunciato a tutto questo per noi, per questo le sono molto riconoscente.
Lucy era veramente una donna bellissima, aveva dei lunghi capelli color miele e degli occhi verdi da far invidia a chiunque era alta e snella, una tipa davvero forte.
Io Le sorrisi, mi sedetti a tavola con loro, Elena stava zitta  guardava la sua tazza, io la fissavo cercando di farmi notare e di fargli capire che sarebbe stato gentile farmi almeno gli auguri, ma lei nulla continuava a guardare altrove.
" Ehm, Lu senti visto che oggi è il mio compleanno, insomma…”
“ Tu Andrai a scuola, e anche tu” disse lei lanciando un’occhiata fulminea a Elena.
“ avevo gia deciso di andarci oggi” sussurò lei con un filo di voce
“ a Allora c’è l’hai ancora la voce” Dissi io guardandola male
“ Auguri di buon Compleanno e auguri anche per il prossimo, no sai lo dico perché potrei scordarmi di farteli “ mentre lo diceva mi face quel sorrisetto da furbetta che odiavo tanto.
“ Basta ragazze, Kris che regalo desideri ?”
“ io le regalerei un bel cerotto cosi la sera prima di andare a letto se lo potrebbe appiccicare alla bocca e smettere una buona volta di strillare come una gallina per i suoi stupidi incubi insensati”
“ ti preferivo quando tacevi”
“ Scusa Ma proprio non riuscivo a trattenermi”
“possibile che tu non riesca mai ad essere gentile con me”
“che ci posso fare”
“Basta ragazze, smettetela una buona volta, siete sorelle santo cielo, dovreste volervi bene invece vi ringhiate contro ogni volta che vi incontrate”
“Sei solo una mocciosa che non capisce nulla” gli dissi io alzandomi da tavola e facendo cadere la sedia dietro di me.
“ Io sono la mocciosa ho te che appena vedi una foto di mamma caschi in depressione per giorni, o che fai  stupidi incubi che chissà se sono almeno veri o te li inventi per  essere sempre al centro dell’attenzione”
Il silenzio regnò per alcuni secondi in cucina, mia zia si alzò da tavola e prese i piatti che erano sul tavolo e li buttò nel lavandino, si alzò anche Elena e aiutò mia zia a sparecchiare la tavola.
Nessuno diceva nulla, io rimasi in piedi con le mani appoggiate sul tavolo, non sapevo come rispondergli, come poteva dire certe cose, i miei incubi erano reali, non mi inventavo nulla, io odio essere al centro dell’attenzione, e per mia madre, beh  forse era vero quando guardavo le sue foto o mi parlavano di lei, stavo male, ma non ero depressa.
“ non capisci nulla” Dissi infine io, mi girai velocemente e corsi di sopra , non volevo sentire altro.
 

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Capitolo 2
*** Un nuovo acquisto ***


                                       Un Nuovo acquisto
 
Dopo la Discussione Con mia sorella usci di casa senza salutare  e andai a scuola.
Appena arrivai Parcheggiai, scesi dal mio pick-up e mi avviai all’entrata.
Alzai lo sguardo e trovai  Emma davanti  All’entrata  della scuola, sorrideva e si guardava intorno come se stesse cercando qualcuno, pregai di non essere io quel qualcuno.
Mi avvicinai furtiva all’entrata senza farmi notare, ma fu impossibile lei mi vide subito E mi corse incontro.
“ Kris, non sai cosa ho saputo, c’è un nuovo ragazzo a scuola e mi hanno detto che è la fine del mondo, Aiutami a cercarlo dai” rimasi basita, oggi è il mio compleanno e lei non se lo ricorda nemmeno, che razza di amica è?!
“Emma almeno dimmi come è fatto”
“non ne ho la più pallida idea, però so che è uno strafigo” ridacchiò lei compiaciuta.
“ Sei incredibile, a me del nuovo acquisto non importa, ho già un ragazzo, a me importa di più che la mia migliore amica si ricordi del giorno del mio compleanno, che si dia il caso sia oggi” Le gridai contro
Lei rimase a bocca aperta, incredula.
“ Kristen Perdonami, non mi ricordavo, ho perso la cognizione del tempo, perdonami kris, scusa, sono così stupida”
“Già lo sei, io il tuo compleanno lo ricordo sempre”
“Perdonami” mi scongiurò lei inginocchiandosi ai miei piedi
“Ehm, Emma Sei completamente fuori, alzati ci guardano tutti”
Lei si alzo da terra sconfitta
“Ok ti perdono, sei la mia migliore amica non posso essere arrabbiata con te” lei mi sorrise e mi abbracciò.
“ Sei La Migliore!”
“Lo so bene”
Ci avviammo in classe, mi parlò del ragazzo nuovo, anche se a me importava ben poco, mi disse che era di origini italiane e che aveva degli stupendi occhi blu, i capelli neri e un fisico mozzafiato, che si era trasferito qui da un suo lontano parente,non capì come facesse a sapere tutte quelle cose dopo cosi poco tempo, non ricordo altro perché mi persi nella descrizione di questo misterioso ragazzo mai visto prima.
Per fortuna l’aula di Emma era prima della mia , quindi riuscì a levarmela di torno.
Salii al piano di sopra e passai nel corridoi affollato, c’era un rumore assordante, il chiacchiericcio di tutti gli studenti che scherzavano, giocavano, ridevano, e alcuni giocavano a football. Una pallina di carta mi colpì in testa,
“ Kris scusa, colpa mia” Urlò Robert correndo vero di me
“non ti volevo colpire”
“nessun problema Rob, non mi hai fatto nulla” Gli feci l’occhiolino.
Rob era da sempre innamorato di me, questo ci creò alcuni problemi, io volevo essere sua amica e lui voleva che fossi la sua ragazza ma dopo lunghi sforzi diventammo buoni amici.
“ Comunque, Auguri Kris Finalmente hai 17 anni”  mi sussurrò all’orecchio facendosi passare una mano tra i folti capelli dorati.
“ grazie Rob”
“ Senti, lo so che non dovrei chiedertelo pero,dopo la morte di tua madre, sei molto cambiata non sei più la ragazza cattiva e ribelle di una volta, e visto che oggi è il tuo compleanno, si potrebbe fare qualcosa per riportarla indietro” mi disse lui.
“ Io…”
“ Se non ti va non importa, era solo per dire, è che a volte mi manca la vecchia Kris”
“Rob, sarebbe fantastico”
Insomma, anche a me mancava essere la ragazza ribelle di una volta, che quando veniva messa in punizione si calava giù dalla finestra e scappava a divertirsi con gli amici.
“ Fantastico!” esultò lui, mi abbracciò e mi sollevo da terra di almeno mezzo metro.
“allora Ti vengo a prendere a casa questo pomeriggio, sarà fantastico vedrai”
Disse lui correndo verso la sua aula e salutandomi con la mano, io non riuscì a trattenermi e cominciai a ridere, lui era sempre stato un buon amico, insomma uno su cui poter sempre contare, gli volevo molto bene.
Quando mi girai per andare nella mia aula mi trovai davanti Erik, il mio ragazzo, aveva gli occhi stanchi di uno che non aveva dormito un gran che e i capelli in disordine.
“Oddio, ma sei scemo Erik mi hai fatto prendere un colpo!”
“che ti prende,Stai bene?” gli chiesi
“dobbiamo parlare”
“adesso devo andare in classe,ne riparliamo più tardi”
“Dobbiamo parlare”
“ok” Dissi piuttosto spaventata
“Tra noi è finita”
“cosa?”
“Tra noi è finita” ripete lui
“ Ma che dici, perché?”
“Tra noi è finita”
“ Erik non sai dire altro”
“devo andare in classe”
“Cosa?”
“adesso devo andare in classe,ne riparliamo più tardi”
“Dobbiamo parlare”
“ok” Dissi piuttosto spaventata
“Tra noi è finita”
“cosa?”
“Tra noi è finita” ripete lui
“ Ma che dici, perché?”
“Tra noi è finita”
“ Erik non sai dire altro”
“devo andare in classe”
“Cosa?”
“Erik mi lasci così senza neanche una spiegazione”
“devo andare in classe”
“ma..”
Prima che potessi dire qualcosa, lui si girò e entro nella sua classe
“Erik!” urlai
Ma lui non rispose.
Ma Che Gli era preso, perché ripeteva le stesse cose, non capisco.
Mi accorsi di essere l’unica in corridoio, ma l’idea che Erik mi avesse appena mollato mi fece tralasciare, perché mi aveva lascito?
Io e  lui siamo sempre stati bene insieme, non abbiamo mai avuto alcun problema, tranne alcuni litigi, ma nulla di grave.
Non me la raccontava giusta.
Entrai in classe.
“signorina Donovan” Urlò la professoressa di matematica appena entrata in classe, rimasi girata verso la porta, con la mano ancora appoggiata alla maniglia, ero sul punto di aprire la porta e scappare, ma poi ci ripensai, feci un respiro profondo e mi girai verso la prof e l’intera classe.
La Professoressa, mi guardo con aria minacciosa, io le sorrisi.
Era così odiosa, insopportabile, odiavo tutto di lei, con il suo atteggiamento da saputella, ricordai quando circa un anno fa durante una sua noiosissima lezione, mi alzai dal banco e gridai – non si rende conto che non la ascolta nessuno, ci stiamo annoiando-.
Lei rimase basita, e come suo solito mi cacciò dalla classe e mi spedì dal preside.
“ scusi per il ritardo” gli dissi io fingendo di essere mortificata.
“le sue scuse non mi bastano” ricambiò il sorriso
“ Che peccato” gli dissi ironicamente. Il suo sorriso sparì di colpo.
“Fuori di qui”  disse aggressiva
“ Sta scherzando, sono solo 15 minuti ed è anche la prima volta”
“Ti sembra che io stia scherzando?”
“Ma La smetta” gli dissi
“Esca subito di qui!”
“No”
“come Prego?”
“Ho detto “No” a sentito o è diventata sorda?, sa la vecchiaia gioca brutti scherzi”
La classe scoppio a ridere, compresa me.
La prof rimase  a bocca aperta, poi si ricompose e batté 2 volte la mano sulla cattedra, io rimasi con le mani incrociate vicina alla porta.
“Vedo che sei di nuovo te”
“Eh si, non ne potevo più di fare la bambina buona” le sorrisi
“Esci di qui e vai dal preside immediatamente”
“O cavolo il preside, addirittura!” dissi io ridendo, la classe riusciva a stento a trattenersi dal ridere, sentivo le voci dei miei compagni che dicevano “è tornata!” e cose simili.
“preferisci la sospensione?”
“No per questa Volta mi fermo al presidi, sarà per la prossima volta!”
“Odio doverlo fare Donovan, ma non mi lasci altra scelta”
“Ma per favore, non dica stronzate , lei in questo momento sta godendo”
Mi girai dandole le spalle aprì la porta e prima di uscire urlai “buona fortuna con la strega”
Molti risero, tanti dissero “Grazie Kris”.
Era proprio vero, ero tornata, mi sentivo di nuovo me per la prima volta dopo tanto tempo, e dovevo ringraziare la strega per avermi fatto andare fuori di testa, mi sentì di nuovo felice.
Era Una sensazione strana, indescrivibile, ero felice dopo 7 mesi di sofferenza, ero di nuovo veramente felice.
Percorsi tutto il corridoio saltellando, fino ad arrivare in segreteria, aprì la porta e non feci caso a  dell’acqua sul pavimento e scivolai, ma prima di toccare terra qualcuno mi afferrò.
Era Un ragazzo. 
 

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Capitolo 3
*** L’incontro ***


Lui mi tirò su e mi aiutò a sedermi su una sedia affianco a me. “stai bene?” chiese lui. “si grazie, chi è che ha lasciato dell’acqua sul pavimento” dissi irritata. “un idiota” disse ridacchiando. Io risi, portandomi le mani alla bocca, lui sorrideva. Era in piedi davanti a me, mi guardava con quegl’occhi color ghiaccio che mi fece gelare il sangue, si sposto un ciuffo, era bello da mozzare il fiato, alto, con degli occhi bellissimi, un moretto da far impazzire chiunque, era di sicuro più grande di me. “avrei potuto farmi male” ribattei scherzando. “già, ma non è successo, per merito mio” con un sorrisetto sghembo mi guardò. I suoi occhi tanto belli è come se mi stessero ipnotizzando, distolsi lo sguardo. “grazie ancora!” dissi arrossendo. “Non c’è di che” “non ti ho mai visto qui, di dove sei?” gli chiesi io diretta. Alzò le spalle e fece come per pensarci, non mi rispose. Prima di poter dire qualunque cosa la porta della presidenza si aprì. Il preside uscì e si diresse al bancone della segreteria dove, dall’altra parte la segretaria, che aveva assistito a tutta la scena tra me e quel ragazzo di cui non sapevo nemmeno il nome, stava leggendo alcune circolari. Il preside si fermò per firmare alcuni fogli sul bancone, dopo di che si voltò e vide me e rimase basito. “Kristen, ma che..” non finì la frase. “Salve!” dissi sorridendo gentilmente. “Che ci fai tu qua?” disse infine. Io mi alzai, il ragazzo si scansò facendomi passare, e si sedette sulla mia sedia in cui ero seduta io. “ho fatto la birichina” dissi ridacchiando. Sentì il ragazzo dietro di me ridacchiare insieme a me. Il preside scosse la testa con rassegnazione . “Vieni nel mio ufficio” Io avanzai verso il suo ufficio quando mi girai di scatto. “A proposito come ti chiami?” dissi rivolta al ragazzo Lui mi sorrise, “puoi chiamarmi, il nuovo acquisto” disse alzandosi e uscendo dalla stanza con le mani i tasca. Io rimasi perplessa, il nuovo acquisto?! Io solo chiamo così i nuovi arrivati, come faceva lui.. Non riuscì a terminare le mie riflessioni quando il preside mi chiamò “kris non ho tutto il giorno” Mi rigirai verso il preside e entrai svelta nel suo ufficio, quando fui dentro, aprì le braccia e respirai a pieni polmoni. “sono tornata a casa!” dissi scherzando. Il preside si sedette dall’altra parte della sua scrivania e trattenne un sorriso. “Già, pensavo non saresti mai tornata la ragazza ribelle di sempre.” Fisse guardandomi Io presi posto sulla mia vecchia sedia girevole, feci un paio di giri. “Le sono mancata?” “affatto” Mi fermai e lo guardai alzando un sopraciglio “Cosi mi offendo” dissi abbassando lo sguardo Lui rise di gusto. “se lo fai è perché ti senti pronta a tornare a essere quella di prima, ti manca la tua vita, ti mancano le tue abitudini, i tuoi amici, ti mancano le tue bravate, e va bene cosi, sapevamo tutti che non avresti resistito per molto” Rimasi a bocca aperta, poi gli sorrisi. “mi mancavano anche le sue perle di saggezza, e questo meraviglioso ufficio” Lui rise di nuovo. “cosa hai combinato Donovan?” “Nulla, ho ritardato di 15 minuti, e la prof di matematica si è incazzata, non so per quale motivo c’è l’abbia tanto con me!” continuavo a girare sulla sedia e guardavo il soffitto. “Forse, perché gli hai bruciato la macchina” Affermò lui. “ma è stato 1 anno fa” dissi cercando di discolparmi. “Gli hai bruciato la macchina” Ripete sottolineando la cosa, io sospirai continuando a girare. “andiamo era un rottame, gli ho fatto un favore.Okei, mi aveva fatto incazzare di brutto, se lo meritava.” “Già, era un rottame, ma non avresti dovuto farlo lo stesso” “comunque. Non capisco lei come fa a sapere che sono stata io, lo sai solo tu e quelli che mi hanno aiutato a bruciarla” “andiamo Kris, lo sanno tutti che sei stata tu, ma non hanno prove per accusarti” “cosa, cercavano delle prove per accusarmi?” “Si, ma tu sei troppo sveglia e furba, hai fatto sparire ogni traccia, la professoressa Stewart ha fatto di tutto per incolpare te, ma ha fallito, e ha dovuto comprarsi un’altra macchina nuova” Disse ridacchiando, io rimasi sbalordita, voleva incolpare me, me solo, e se non fossi stata io, cioè lo so che ero io ad averli bruciato la macchina, ma se non fossi stata io, gli e l’avrei fatta pagare anche questa volta. “dovevo fare come mi avevano detto gli altri, bruciargli la casa” “hai fatto bene a dire di no Kris” “mi voleva incolpare anche se non aveva la minima idea se fossi stata io veramente, solo perché mi odia” “lo so..” non gli feci finire la frase. “i miei amici dicevano che avrei dovuto dare fuoco alla casa, ma io ho pensato che potevano prendere fuoco anche la case a fianco, quindi ho lasciato stare e mi sono limitata alla macchina, ma se starò attenta..” fu lui questa volta a non farmi finire “NO, non ci pensare neanche, no Kristen finirai nei guai, lascia stare” Mi rimproverò lui. “Pensaci bene, hai visto la sua casa, è bruttina” “NO” “Okei” “ascolta bene, se domani sul giornale leggerò, che una casa è misteriosamente bruciata. Ti prometto che dirò che sei stata te” “Non lo farebbe mai!” gli dissi guardandolo male. “Scommettiamo” ricambiò lo sguardo. Il preside è stato sempre gentile con me, disponibile,comprensibile, e visto che fino a qualche mese fa, era mia abitudine andare dal preside perché combinavo qualcosa,molto spesso nelle ora della Stewart, il nostro legame è cresciuto a dismisura, ormai lo considero un mio caro vecchio amico. Aveva sui sessant’anni non molto più alto di me, grassoccio, con pochi capelli bianchi, sempre vestito con il suo abituale vestito, giacca e cravatta. “Okei, va bene, come vuoi Edward” mi alzai velocemente, Andai verso la porta e mi fermai lì “legga bene il giornale domani, non si sa mai che qualcosa non bruci” con il mio solito sorrisetto sghembo usci dal suo ufficio prima che potesse ridire qualcosa, salutai la segretaria e mi ritrovai in corridoio. Camminavo senza una meta precisa, pensai, in nemmeno 1 ora che ero a scuola, ero riuscita a farmi scaricare dal mio ragazzo, fare infuriare la professoressa di matematica, conoscere il ragazzo nuovo e farmi una chiacchierata con il preside. Mi sentivo Io e basta, di nuovo, non dovevo più essere nessun’altro, avrei voluto solo una cosa, che insieme a me, ci fosse stata la mia cara mamma.

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