Gemelli a corte

di Diana924
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** 1 capitolo ***
Capitolo 3: *** 2 cap ***
Capitolo 4: *** 3 cap ***
Capitolo 5: *** 4 cap ***
Capitolo 6: *** 5 cap ***
Capitolo 7: *** 6 cap ***
Capitolo 8: *** 7 cap ***
Capitolo 9: *** 8 cap ***
Capitolo 10: *** 9 cap ***
Capitolo 11: *** 10 cap ***
Capitolo 12: *** 11 cap ***
Capitolo 13: *** 12 cap ***
Capitolo 14: *** 13 cap ***
Capitolo 15: *** 14 cap ***
Capitolo 16: *** 15 cap ***
Capitolo 17: *** 16 cap ***
Capitolo 18: *** 17 cap ***
Capitolo 19: *** 18 cap ***
Capitolo 20: *** 19 cap ***
Capitolo 21: *** 20 cap ***
Capitolo 22: *** 21 cap ***
Capitolo 23: *** 22 cap ***
Capitolo 24: *** 23 cap ***
Capitolo 25: *** 24 cap ***
Capitolo 26: *** 25 capitolo ***
Capitolo 27: *** 26 cap ***
Capitolo 28: *** 1° epilogo ***
Capitolo 29: *** 2° Epilogo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


1756, pioveva quella sera, in Francia. Il generale Jarjayes era preoccupato, il parto di sua moglie durava troppo.

Poi udì un vagito. Veloce scese di sotto, e vide le sue figlie e Nanny, la loro nutrice, che reggeva l’ultimo nato.

<< E’ un maschio, vero? >> Chiese. << No, è una bellissima bambina >>.

Una bambina, cosa se ne faceva lui, un generale, di un’altra figlia? Poi gli venne un’idea.

Strappò la piccola da Nanny e proclamò: <>

Poi, Nanny lo portò in disparte. << Siamo sfortunati, ora che l’altro è morto >> << L’altro? >> chiese il generale, stupito. << Si, erano due gemelli, un maschio e una femmina, solo che il maschio è morto alla nascita, e … Buon Dio, ma è un miracolo! >> Infatti il piccolo bimbo si muoveva, sintomo che la vita non lo aveva abbandonato.

Che fare ora? Tutti avevano visto la bambina, presentare un bimbo sarebbe stato inopportuno, così quella sera il generale, sua moglie e Nanny discussero il da farsi. Poi presero una decisione. Verso mezzanotte Nanny, infagottata, uscì da palazzo Jarjayes, sperando che nessuno al vedesse. Portava con sé il bambino, sapeva lei a chi affidarlo, a sua cugina, che serviva presso una famiglia nobile, in modo che ricevesse l’educazione che gli spettava

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Capitolo 2
*** 1 capitolo ***


Oscar stava camminando per il grande corridoio della Sala degli Specchi della Reggia di Versailles.
Era una splendida mattina di fine maggio, soleggiata e ventosa quanto bastava.
Sentì dei passi avvicinarsi, un ritmo lento ma deciso.
“ Cosa c'è André? ” chiese voltandosi verso il ragazzo.
“ Sua Maestà la Delfina vuole presentarti qualcuno Oscar. ”
“Andiamo subito allora.”
Camminarono in silenzio finché Oscar disse: ”Tu l'hai visto? ”
André scosse la testa:” So solo che farà parte delle Guardie del Re. Ha anche lui la tua età . ”
“ E' molto giovane allora ”
“ Beh, anche tu lo sei. ”
Oscar non rispose. Rimase in un silenzio pieno di pensieri.
“ Chissà chi sarà mai questo nuovo ragazzo...E perché la Delfina ci tiene così tanto a presentarmelo? ” si chiese mentre entrava nella stanza privata della Delfina.
André rimase a fissare Oscar per alcuni istanti. Era turbata per qualcosa, se lo sentiva. Avrebbe voluto dirle molte cose, molte delle quali non ne era a conoscenza. Ma non poteva, l'aveva promesso a Nanny e al padre di Oscar. Se solo lei potesse...
Alzò lo sguardo verso la Delfina Maria Antonietta e vide Oscar fare l'inchino a un ragazzino di 15 anni che era quasi completamente uguale a lei.
No...non può essere...si disse.
Il ragazzo aveva i capelli biondi color del grano e due occhi azzurro cielo, più chiari di quelli di Oscar. Il fisico era alto e snello, ma eccessivamente magro.
“ E' un piacere conoscervi colonnello Oscar. E' da tanto che siete in servizio? ”
“ Qualche giorno, signore. Voi quando pensate di entrare in servizio? ”
“ Da settimana prossima, devo finire prima l'accademia. ” disse lui con tono fiero.
Oscar fece un lieve movimento col capo per acconsentire.
André guardò Maria Antonietta. Sembrava così fiera di averli fatti conoscere, così orgogliosa della sua buona azione.
Ma quella poteva essere la fine o l'inizio di tutto.
“ André, vi dispiace venire qui un secondo? ” lo chiamò Sua Maestà la Delfina.
“ C-certo Vostra Altezza. ”
Si avvicinò piano, con discrezione. Non voleva far vedere la sua agitazione.
“ Ditemi Andrè, voi conoscete da molto tempo il colonnello Oscar? ”
“ Da quando è nata Altezza ”
“ E ci siete molto affezionato, non è vero? ”
“ C-certo Altezza, siamo cresciuti assieme. ”
“ E non siete per caso geloso del nuovo arrivo a corte? ”
André si morse il labbro.
“ Sua madre ha ragione a dire che è un po' civetta... ” pensò ma subito se ne pentì.
“ No, Vostra Altezza. Stavo solo pensando, Vostra Altezza. ”
“A cosa? Vi prego, informatevi. ”
Si sentì lo sguardo di Oscar sulla schiena. E questo aumentava al sua agitazione.
“ Stavo pensando che oggi è..una magnifica giornata per cavalcare, non pensate? ”
“ Voi cavalcate, monsiuer André? ” gli chiese il nuovo arrivato.
“ Si, me la cavo piuttosto bene, monsieur...perdonatemi non so il vostro nome. ”
“ Chiamatemi pure Ariel. E voi cavalcate colonnello Oscar? ”
“ Come ogni colonnello che si rispetti. ”
“ Ma intendevo dire se cavalcate con piacere ”
“ Preferisco la scherma, monsieur Ariel. ” rispose lei distaccata.
“ Non le piace...” pensò André.
“ E voi tirate di scherma, monsieur André? ”
“ Sì, certo. Io e il colonnello Oscar ci alleniamo insieme fin da bambini. ”
“ Capisco. E... ”
Ma il signorino Ariel fu interrotto da un valletto che entrò nelle stanze della Delfina:” Il pranzo è servito Altezza ”
“ Benissimo. Arriviamo subito. Monsiur Ariel si vuole sedere con il colonnello Oscar e monsieur André? ”
“ Si, certo. Va benissimo Altezza ”.
“André... ” lo chiamò Oscar.
“ Sì Oscar?  ”
“ Quel tipo non mi piace... ”
“ Me n'ero accorto. ”
“ Stiamo solo attenti, va bene? ”
André annuì.
“ Devo dirlo a Nanny...forse lei sa dirmi chi è veramente monsieur Ariel... ”

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Capitolo 3
*** 2 cap ***


Il pranzo si svolse in un silenzio quasi irreale. André si sforzava di mangiare e di fingere che andasse tutto bene, ma non ci riusciva, e gettava occhiate furtive a Oscar e Ariel. Si era reso conto che gli atteggiamenti del giovane era affettati, e che l’eleganza che Oscar aveva grazie a madre Natura in lui era troppo perfetta, artificiale. Arrivati al dolce Oscar ruppe il silenzio: “ In quale scuola siete stato? ” “ Brienne ”, fu la risposta, accompagnata da un gesto che meravigliò André. Il ragazzo si era spostato una ciocca di capelli con un atteggiamento quasi femminile.                                                             

“ Ho lasciato Brienne due anni fa  per l’accademia di Parigi ” “ Posso sapere di dove siete, monsieur? ” “ Sono cresciuto in Guascogna, ma sono nato a Parigi ” “ E dove alloggiate qui a Parigi? ” “ Presso un amico ” rispose il giovane.

Si erano appena alzati che una donna entrò. “ Madre ” disse Oscar, andando incontro a sua madre. André vide l’espressione del giovane Ariel, e capì; capì che lui sapeva. Si era aspettato sorpresa, stupore, felicità; vi lesse solo scherno, pietà e derisione.

Quando Madame Jarjayes lo vide per poco non svenne nelle braccia della figlia, gli occhi iniziarono a farsi umidi di lacrime. “ Madre, state bene? ” fu la domanda di Oscar. “ Si, sto bene, ma ora devo andare ” disse Madame Jarjayes. “ Madame, rimanete ” disse Ariel, con un sorriso beffardo sulle belle labbra. Madame Jarjayes si sentì mancare e arretrò, “ E’ meglio di no, devo andare ” rispose prima di uscire da lì. Oscar rimase sorpresa, era davvero il momento di fare alcune domande a Nanny; André invece non aveva perso di vista il giovane Ariel e lo vide sorride con sarcasmo e derisione. 

Nel pomeriggio ci fu la famosa cavalcata con la Delfina. Oscar era davvero brava a cavallo, ma il suo modo marziale di cavalcare era in contrasto con quello fluido, elegante, femminile quasi, di Ariel.

Terminata la cavalcata Oscar si avvicinò a André e gli disse “ Non mi piace ”, “ Lo so, ma cosa ci puoi fare? Fra alcuni giorni entrerà in servizio ”. “Non mi ci far pensare, ho proprio bisogno di un damerino che sembra una donna ” fu la risposta stizzita di Oscar. Poi lei si girò a guardarlo. Ariel stava camminando con un passo elegante e sinuoso, ma stranamente femminile, proprio vicino il Canale.

Oscar non si sorprese a pensare che se lo avesse visto buttarsi nel Canale e scomparire nuotando, come una sirena, la scena le sarebbe sembrata del tutto naturale.

Non sapeva che pensare di quel ragazzo, che fosse un uomo era evidente, ma c’era in lui qualcosa, non sapeva dire bene cosa, che lo rendeva diverso da tutti quelli che conosceva. Poi lo vide fare una cosa strana. Infatti il giovane prese una rosa e si divertì a farsela passare tra le mani, poi, resosi conto di averne sgualcita una parte la buttò via, e si allontanò, verso due ragazzi della sua età, che lo salutarono. “ Chi sono? ” chiese Oscar. “ Pedro Rodrigo de Sol e Angelo dei Salvatori, uno è figlio dell’ambasciatore spagnolo, l’altro di quello napoletano ”. Rimasero così,  con il sole del tramonto che illuminava i giardini di Versailles, a osservare il terzetto che si allontanava, Oscar con la testa piena di domande da fare più tardi, André con le risposte che lei cercava, ma deciso a tenerla all’oscuro, aveva promesso, al generale,  a sua nonna, di non parlare mai, di non rivelare a Oscar, la sua più cara amica, il segreto della famiglia di cui era a conoscenza da quando era arrivato.

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Capitolo 4
*** 3 cap ***


Il giorno seguente André accompagnò Oscar alla Reggia dalla Delfina.

“ Oscar che cosa pensi di dire a Sua Altezza? ” le chiese lui un po’ preoccupato.

“ Esattamente quello che ti ho detto; intendo chiederle delle informazioni su monsieur Ariel ”. “E, se posso permettermi Oscar, che cosa pensi di dirle? ” “ Dove abita esattamente, da che amico alloggia? Se conosce qualcosa sulle origini della sua famiglia … Cose di questo genere. ” “ Non credi che si insospettirà? ” Oscar sospirò profondamente. Si stava spazientendo:” La Delfina ha un debole per me, André. L’hai detto anche tu. ”
Oscar spostò una ciocca di capelli dorati in un modo brusco e maschile. Se solo quel gesto l’avesse fatto monsieur Ariel … pensò André.
Arrivati davanti alla porta delle stanze della Delfina videro una figura maschile. Era alto, con un fisico possente e muscoloso, i capelli erano di un castano ramato molto chiaro che catturava i raggi del sole e poi gli occhi erano due pozzi di cioccolato fondente.
“André! Che ci fai tu qui? ” gli chiese l’uomo. “ Oh, ciao Aiolia, non ti avevo riconosciuto con l’uniforme ufficiale .”
I due si strinsero la mano, sorridendosi l’un l’altro come vecchi amici, sotto gli occhi indagatori di Oscar.
“ Oh, ehm … Oscar ti presento il colonnello Aiolia Atanasoski, è l’ambasciatore greco. ” disse André imbarazzato. “ Colonnello Oscar ” disse Aiola facendole un inchino:”André mi ha parlato molto bene di voi. ”
Oscar rispose al suo inchino con un lento e studiato movimento del capo:”Avrei voluto che anche lui l’avesse fatto con me. ”

“ Oh, non prendetevela con lui. Gliel’ho chiesto io. Ero in licenza qui a Parigi fino a ieri e volevo far sapere del mio arrivo solo dopo essermi presentato alla Delfina. ” “ Capisco. ” Oscar guardò André intensamente. Il suo sguardo voleva dire:” Per oggi l’hai scampata. ”
“ Ehm … Aiolia tu per caso conosci monsieur Ariel? ” chiese André dopo un silenzio imbarazzante.
“ Chi? L’effeminato che va in giro con l’uniforme? ” André cercò di trattenere una risata:”Sì, lui.”
“ Di fama. Conosco molto bene i suoi compari. Lo spagnolo è stato spedito qui dal re per allontanarlo dalla sottana della figlia maggiore, non so se mi spiego. E il napoletano? E’ il cocco del suo re, il quale l’ha allontanato dalla corte napoletana per evitare che si spargessero voci di corridoio. Si pensa che abbia messo incinta una dama di corte della regina. ”
“ E che sapete dirci del terzo uomo? ” chiese Oscar. “ Quello che li ospita a casa sua? ” Oscar annuì:” Don Carlos è un uomo per bene. E’ uno dei pochi brasiliani che è riuscito ad arricchirsi nonostante la colonizzazione. E’ qui per conto dei sovrani portoghesi. ”
Oscar stava per fare un’altra domanda ma vennero interrotti.
Una dama di corte della Delfina uscì dalle sue stanze:” La Delfina si scusa, ma ha avuto un mancamento. Spera di ricevervi questo pomeriggio o al più tardi domani mattina ”. Detto questo scomparve.
“ Beh, visto che vi va di chiacchierare, colonnello Oscar posso invitarvi a bere qualcosina con me? Tu André ci stai? ” “ Certo! ” rispose subito André. “ Io e André vi raggiungiamo subito monsiuer .”
Oscar aspettò che se ne fosse andato prima di parlare con André:” Hai fatto male a non dirmi che uscivi con lui la sera. ” “ Mi dispiace ma glielo avevo promesso. ” “ Poteva averti mentito, André! ” “ Oscar l’hai visto? Aiolia è un angioletto di bronzo! ” Oscar sospirò:” Hai ragione, scusa ”.
André fece per andare ma Oscar lo fermò:” Sono … orgogliosa di te, André ”. “Orgogliosa? ” “ Sì, te li scegli bene gli amici e soprattutto sanno come aiutarci. Ben fatto! ”
André sorrise, mentre insieme ad oscar andava da Aiola, felice del fatto che la sua Oscar fosse orgogliosa di lui.

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Capitolo 5
*** 4 cap ***


" Una lettera dalla vecchia contessa ” disse il valletto, consegnandola nelle mani di Ariel.
Il giovane la passò a Pedro, “ Dimmi che ha scritto la vecchia cornacchia questa volta, e se ha lasciato denaro ”. Pedro Rodrigo de Sol sospirò e lesse. Solo la lettera di una madre, una madre preoccupata. “ Niente soldi, le solite cose ”. “ Che vada all’inferno ” rispose Ariel, facendosi cadere sui cuscini. “ La pietà per una madre non esiste per te ” disse Angelo dei Salvatori,osservandolo. “ La pietà è un sentimento puerile, per niente bello ” rispose Ariel, giocando con una rosa.
Pedro lo guardò, erano passati dieci anni dalla prima volta che l’aveva visto. Era a Brienne per ricevere la migliore educazione, e insieme a Angelo avevano scoperto quel bambino biondo. All’inizio l’avevano scambiato per un angelo, ma si erano resi conto che era fin troppo mortale.
Purtroppo se ne erano accorti tutti, e a soli tredici anni Ariel era già iniziato al vizio. Non che loro non ne avessero parte, tutti e due lo avevano accolto con piacere nel loro letto, d’altra parte Ariel de Lorges era considerato una delle “ ninfe ” più belle. A quindici anni non era cambiato, anzi, dopo appena tre giorni erano di nuovo sotto al sua influenza.
“ Che facciamo questa sera? ” chiese Angelo, che evidentemente la pensava come lui. “ Possiamo sempre rimanere qui ”, “ Meglio di no, non mi piace come Carlos ci guarda, credo che sospetti di noi ” “ Sai quanto me ne fotte ” “ Ah, attento a quel che dici, signorina ”, “ Chiamami ancora così e vedrai se poi domani riuscirai a camminare con le tue sole gambe ” “ E’ una minaccia, troia? ”, “ No, solo una constatazione ”. “ Andiamo a Palais Royal, poi vestiamo Ariel da donna e lo offriamo ai passanti ” disse Pedro, ridacchiando
“ Davvero spiritoso, Shura ” “ Non mi conosci bene se lo pensi davvero, Aphrodite ”. “ Ti ho detto di non chiamarmi in quel modo ” “ perché? Ti rode forse che Roger non ti vuole? Ma perché ti preoccupi? Tanto ci siamo noi ” “ Per questo mi preoccupo. In ogni caso andiamo a Palais Royal, nei giardini suona Saint Georges ”.
Fu così che i tre uscirono. A vederli sembravano diversissimi. L’italiano era il più alto, albino e con gli occhi rossi, e i denti anneriti dal tabacco che fumava dalla più tenera età. Poi c’era lo spagnolo, meno alto dell’altro, moro, occhi neri e sguardo penetrante, quasi sempre taciturno e assorto nei suoi pensieri. Poi veniva Ariel biondo e bello come un cherubino, ma letale e insidioso come un demone.
I tre salirono nella carrozza, e Ariel accavallò vezzosamente le gambe, godendosi gli sguardi degli altri due. Non erano dei viziosi, ma Ariel era Ariel, e non se la sentivano di resistergli.
Sapevano che era inutile fargli provare dei sentimenti umani per la contessa, che due anni fa Ariel aveva insultato pubblicamente, ma speravano in un miracolo.
Sapevano anche che la contessa non era sua madre, né il vecchio conte suo padre. Quei sentimenti che di solito nascono per chi ci ha cresciuti sembravano spenti nel petto del bel giovane che li osservava sorridendo sornione, sostituiti da disprezzo, commiserazione e da una ricerca, vana, della bellezza. Ariel voleva solo essere circondato di cose belle, il resto gli sembrava banale, quindi non degno della sua attenzione. Mentre così pensava al carrozzava correva dentro Parigi, diretta al Palais Royal.

***

Si stavano annoiando, forse uscire non era stata un’idea così buona.
Si stavano annoiando, Saint Georges era bello, ma lui voleva qualcosa di più.
Poi lo vide. Era con il colonnello Atanasoski, quel’imbecille. Ma il suo colonnello non c’era, e questo era meglio. Sorrise ai due compari e si alzarono.
“ Atanasoski, che bello vederti ”, disse con la sua voce delicata. “ Il piacere è mio, Lorges, ma stavo meglio prima ”. “ Prima di cosa? ” “ Prima di vere te e i tuoi compari ”, fu al risposta, che lo fece solo sorridere di superiorità. “ Attento, tu e i tuoi amichetti, so tanto su di voi ”. “ E che sapresti, greco? ” fu la risposta di Angelo. Sospirò, toccava a lui salvare la situazione. “ So perché tu - e indicò Angelo - e tu-indicò Pedro che subito mise mano alla spada- siete qui, e so dei rapporti fra voi tre, depravati ”. “ Come osi maledetto greco ” disse Pedro, preparandosi a colpire. “ Stai fermo ” disse lui, fermandolo.
“ Fallo parlare, che parli, se non ha le prove ”, e qui sorrise.
“ Che fate voi qui? Domani entrate in servizio! ” a parlare era stato quel tale, André. “ Monsieur André, giusto? E se non fosse giusto non m’importa, io faccio quel che voglio, vado dove mi pare, con chi mi pare, e poi… chi siete voi per dirmi che cosa devo fare? ” Terminò la frase con una risata, poi fece segno agli altri e si allontanarono.
Quando fu abbastanza lontano disse: “ Lo voglio ”.l “ Chi? Atanasoski? ” fu la replica veloce e brusca di Angelo.
“ Non sono stupido, l’altro, André ”. “ Non complicarti la vita, hai noi, pensavo ti bastassimo ” replicò Pedro. “ Gelosi, forse? No, non dovete, ho detto che lo voglio, non che lo amo, lo voglio e lo avrò, ricordate queste parole, o sarà l’ultima cosa che faccio in vita mia! ”

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Capitolo 6
*** 5 cap ***


André guardò Aiolia pensieroso mentre si dirigevano alla sua carrozza.
“A cosa stai pensando, André? ” gli chiese il greco. “A te non piace monsieur Ariel, nevvero? ” “ Come a tutti del resto. Ho parlato con Carlos prima … anche lui sente puzza di bruciato quando si parla di lui. ” “ Credo che ci abbia preso di mira, a me e ad Oscar intendo. ” “ Si, lo penso anch’io. Ma sia tu che Oscar saprete come cavarvela .”
André annuì ma non ne era convinto.
Oscar è una brava ragazza, è in gamba, ma troppo spesso perde il controllo … pensò lui.
“André dimmi la verità … Tu la ami? ” “ Non so se si possa definire amore, Aiolia, ma amore è la parola che più si avvicina al sentimento che provo per lei. ” “ Capisco. Sta attento però a monsieur Ariel. Ti ha preso di mira. ” “ Me? ” Aiolia annuì:” Lo chiamano Aphro … ” “ Oh … ”
André rimase silenzioso per tutto il tragitto fino a casa di Oscar.
Scese dalla carrozza di Aiolia e gli augurò la buonanotte. Guardò la residenza di Oscar. Come ogni volta la paragonò a lei. Sì … casa tua è come te Oscar. Può sembrare fredda e spoglia all’esterno,ma poi al suo interno ci scopri tesori che non pensavi neanche che una casa così spoglia potesse avere …
Entrò in casa senza fare rumore ma una luce l’accecò.
“ Dove sei stato? ” gli chiese Oscar brusca. “A Palais Royal. ”
“ Con chi? ” “ Con Aiolia. Con chi vuoi che ci sia stato? ” “Avete fatto conoscenze? ” “Abbiamo visto monsieur Ariel con i suoi due amici. ” “ E per quanto riguarda donne? ”
André la squadrò da capo a piede. Non poteva essere gelosa …
“ Nessuna. ” “ Strano … mi spieghi allora il perché di questo messaggio? ”
Oscar gli lanciò un biglietto rosa.  “ Spero di rivederti presto. Dopo oggi a Palais Royal sarai mio. ”
La calligrafia era di certo quella di una donna ma André si chiedeva se non fosse tutto un tranello di monsieur Ariel. “ Non so chi l’abbia scritto, Oscar. ” disse sinceramente. “André, non mi importa se hai o non hai delle … relazioni, ma non voglio che interferiscano in casa mia, chiaro? Da’ loro un altro indirizzo, non voglio in casa mia i messaggi delle tue spasimanti, sono stata chiara? ” “ Limpida come l’acqua come sempre. ” “ Ti stai prendendo gioco di me? ” Si sta arrabbiando … meglio calmarla. pensò André:” No Oscar, stavo solo rispondendo alla tua domanda. ” “ Strano, a me sembrava un commento sarcastico, André ” “ Mi duole che tu l’abbia inteso così. Non era mia intenzione offenderti. ” “ Spero di non doverti rimproverare più.”
Oscar fece per andarsene ma André trovò il coraggio di risponderle e di non farsi mettere per l’ennesima volta i piedi in testa:” Sei gelosa per caso, Oscar? Oppure invidiosa? Te la stai prendendo per niente! E’ solo uno stupido biglietto che forse hanno anche sbagliato ad inviare, c’era Aiolia con me, magari è indirizzato a lui! ”
Oscar si avvicinò ad André e gli tirò uno schiaffo:” Non rivolgerti mai più a me con quel tono, André! ” E’ una lacrima quella che sta bagnando i suoi occhi?  “si chiese André prima che Oscar si voltasse di nuovo. “ Passa una buonanotte, André ” “ Anche tu Oscar. ”

Ariel guardò la scena dalla finestra che dava sul salone.
“ Come si è permessa di schiaffeggiarlo? Lui è MIO. Anche se sei mia sorella non ne hai il diritto! Me la pagherai cara, Oscar, molto cara … ” disse a bassa voce prima di scomparire nella notte buia di Parigi.

 

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Capitolo 7
*** 6 cap ***


Quella mattina, non appena entrarono nel salone degli specchi André e Oscar notarono un assembramento di gente, sia uomini che donne. Curiosi si avvicinarono, Al centro, proprio di fronte a uno degli specchi, Ariel de Lorges teneva banco. Era circondato dai soliti amici, Angelo dei Salvatori e Pedro de Sol. Il giovane giocava vezzosamente con una rosa, e nel mentre intratteneva la corte. Tutti lo osservavano come si osserva un angelo. Poi vide André, subito sussurrò qualcosa allo spagnolo, che rimase impassibile, e all’italiano, che ghignò. Poi si avvicinò all’italiano, e di colpo, davanti a tutti, lo baciò. Fu un bacio appassionato e profondo, che Angelo dei Salvatori ricambiò, mentre Oscar li osservava schifata, e André iniziava a capire a cosa si riferiva Aiola. Poi, finito il baciò il giovane prese la rosa e lanciò, come una primadonna all’Opera. Tutto si aspettava Oscar, tranne che diverse persone, uomini  e donne, cercassero di recuperare quella rosa.

“ Colonnello, buongiorno ”, questa volta la voce era incredibilmente ambigua, quasi femminile. “ Buongiorno Lorges, che facevate?! " . “ Mi divertivo, colonnello, è un peccato? ” “ No, ma … ” “ Giochi, solo giochi ” disse, fissando André, che si sentì mancare di fronte a quello sguardo, un momento prima freddo come il ghiaccio e ora ardente come il fuoco. Ardente, passionale, lussurioso.

“ E loro chi sono? ” disse Oscar, che non si era accorta di quello sguardo. “ I miei amici, Pedro Rodrigo de Sol e Angelo dei Salvatori ” rispose Ariel, con voce vellutata. André li osservava, e gli parve di scorgere negli occhi dell’italiano un lampo di gelosia. Gelosia? E di chi? E se quelle voci, che ieri sera Aiola gli aveva riferito erano vere?

“ ci vediamo fra cinque minuti di fuori ” disse Oscar, brusca, evidentemente si trovava a disagio con lui, ed uscì con André.

“ Che ne pensate? ” disse Ariel. “ meriti di meglio ” fu la risposta di Angelo. “ Davvero? E chi sarebbe il meglio? Tu? ” fu la replica, sferzante come una spada. “ Ti aiuteremo, ma … ” “ Ma cosa? Parla! ” “ Voglio la ragazza ” fu la risposta di Pedro.

Scoppiò a ridere, forse era uno scambio adeguato. Sua sorella, colei che aveva avuto ciò che spettava a lui per nascita, in cambio del bell’André. “ Perché no? E’ uno scambio adeguato, e ci guadagneremo tutti ” “ E io? ” “ Tu? Tu guadagnerai me, in esclusiva, su tutti, per un mese intero, non ti stuzzica la mia offerta ” “ Forse si, sgualdrina, ci devo pensare ”. “ Non ci pensare troppo ” fu la risposta di Ariel, prima di allontanarsi, con il suo passo leggero, molto simile a quello di una dama.

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Capitolo 8
*** 7 cap ***


Oscar accompagnò Sua Maestà la Delfina nel negozio della miglior sarta di Parigi, Rose Bertin, accompagnata dal fedele André.
I due non avevano ancora fatto pace dopo l’incomprensione del bigliettino.
Ad Oscar non pareva vero, si era davvero sentita gelosa.
E’ assurdo, André è solo un amico…pensò lei scendendo dalla carrozza.
Entrando nel negozio la Delfina iniziò a vedere stoffe su stoffe, di mille e mille tonalità.
“André… ” iniziò Oscar ma si fermò subito.
“ Se ti stai chiedendo se quel giovane è monsieur Ariel, posso risponderti subito. Sì è lui, accompagnato dalla sorella. ”
” Sai come si chiama la sorella? ”
“ Hanine Michelle. ”
“ E sai quanti anni ha? ”
“ A quanto pare sono gemelli. ”
Se…magari. Tutti sanno che sono fratellastri e che monsieur Ariel è stato adottato dalla sua famiglia. Ma come al solito tutti fanno finta di non vedere e di non sentire, si disse André.
“ Ma sono…così diversi. ”
“ Lo so. L’ho notato anch’io. ”
“ Per te nascondono qualcosa? ”
André annuì senza parlare. Nanny gli aveva fatto promettere di non dire niente e per nessuna ragione ad Oscar.
“ Colonnello Oscar, che ve ne pare di questo cappello? ” chiese la Delfina.
André rimase scandalizzato. Quello non era un cappello, era un insieme di piume d’uccello!
“ E’…molto particolare, Vostra Altezza. ” rispose semplicemente Oscar.
“ E voi, monsieur André? ”
“ Beh…senza offesa, Vostra Altezza, ma con quel cappello mi sembrate un richiamo per uccelli. ”
Oscar lo fulminò collo sguardo.
Ma come si permette? E’ pur sempre la Delfina! pensò lei.
Qualcuno alle loro spalle applaudì.
“ Avete un ottimo senso critico, monsieur André ”
Ad André vennero dei brividi di gelo lungo la schiena. Quella voce…
“ Monsieur Ariel, anche voi qui? ” chiese ingenuamente la Delfina.
“ Sì, vostra Altezza. Ho accompagnato mia sorella a prendere dei nastri per i capelli. Vi presento mia sorella Hanine. ”
André rimase incantato alla vista di Hanine. Aveva la pelle candida come il latte, capelli lisci e neri come l’ebano e due occhi azzurri come il cielo.
Sia la Delfina sia Oscar rimasero offese dalla sua reazione.
“ E’ un onore per me conoscervi, Vostra Maestà. ” disse semplicemente Hanine.
La Delfina le fece un breve cenno col capo.
“ Comunque, Vostra Altezza, se mi permette, monsieur André ha perfettamente ragione. Per me il cappello adatto a voi è questo. ” disse monsieur Ariel porgendole un cappello nero con una lunga piuma rossa.
Sì, questo è decisamente meglio, pensarono all’unisono Oscar e André.
“ Ha la vostra approvazione André? ” chiese con tono di sfida la Delfina.
“ Questo vi sta benissimo, Vostra Altezza. E mette in risalto la vostra carnagione candida e splendente. ” rispose sincero André.
“ Spero di vedervi al prossimo ballo a corte, signorina Hanine. ” disse la Delfina.
“ Oh, Hanine non ha ancora fatto il suo debutto in società, Altezza. Aspetterà ancora un anno. ” rispose per lei monsieur Ariel.
“ Beh, allora spero di rivedervi presto qui, nel negozio di Rose Bertin. Così potremmo consigliarci a vicenda. ”
“ Oh, ne sarei onorata, Altezza. ” disse Hanine, facendole una riverenza.
“ Colonnello Oscar, monsieur André, possiamo andare. ” disse infine la Delfina.
André fu l’ultimo ad uscire e prima di chiudere la porta sentì una mano tremendamente maschile toccargli il sedere…

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Capitolo 9
*** 8 cap ***


Quella sera Andrè e Oscar stavano cenando. “ Cosa ne pensi? ” chiese Oscar, all’improvviso. “ Di cosa? ” domando André, sorpreso. “ Di monsieur Ariel, perché … ”,André non seppe il perché, perché Nanny, a solo sentire quel nome era impallidita e aveva rischiato di svenire.

“ Nonna! ” urlò André, aiutandola. “ Va tutto bene André, mi devo solo riposare un po’. Con permesso ” disse, prima di congedarsi. “ le vado dietro, è meglio ” disse André, alzandosi da tavola. “ vengo con te ”. “ No, non è necessario, continua a mangiar e” disse, prima di raggiungere sua nonna.

“ Lo hai visto? ” “ Si nonna ” “ E com’è? ” “ E’ come oscar, biondo, ben fatto, fragile, con degli occhi celesti ” “ Un angelo, un angelo, me lo ricordo, quando lo presi tra le braccia, era così bello ” André rimase in silenzio, non se la sentiva di dirle che invece del principe da sogno che lei immaginava Ariel era un ragazzino viziato, arrogante, borioso e che sembrava averlo puntato. “ E tu André? ” “ io cosa nonna? ” “ Hai il rispetto per lui? Lo tratti come si conviene a un nobile? ” “ Si nonna, ma mi chiedevo se … ” “ No, non ci sono domande o altro, devi trattarlo come il tuo padrone, e soprattutto Oscar non lo deve sapere ” “ ma perché? ” “ Perché hai giurato, giurato! ” “ Prima o poi lo scoprirà, è una ragazza intelligente, e … ” “ Dio non voglia André, dio non voglia. Chi altri lo ha visto? ” “ Madame de Jarjayes, e stava per svenire ” “ Povera signora, povera”.

Oscar era arrivata nel momento in cui Nanny ricordava a André il giuramento. André aveva giurato qualcosa. Ma cosa? E cosa c’entrava sua madre?

In quel momento Aiolia Atanasoski camminava per le vie di Parigi. Stava cercando una locanda, per bere e dimenticare il suo adorato fratello maggiore, Aiolos, che era morto tredici anni prima. Poi udì tre voci che gi erano familiari. “ Hai fatto? ” disse una pronuncia che riconobbe per quella di Pedro de Sol. Non udì la risposta, ma sentì gemiti e ansiti. “ Sbrigatevi voi due, che se torniamo più tardi del solito Carlos ci lascia fuori casa ” disse, fissando il cielo di Parigi. Aiola udì un gemito più intenso degli altri e poi vide Angelo dei Salvatori che sosteneva Ariel de Lorges. “ Fatto? ” “ Si, sei un coglione, mi stavo godendo la scopata della mia vita e tu dici che mi devo sbrigare ” “ vedo che te la sei goduta, aiutami a sostenere Ariel ” disse lo spagnolo, prendendo Ariel per un braccio. “ Ci hai dato troppo forte, non credi? ” “ assolutamente no ” “ Tu stai zitto, qui mi sa che sarà un miracolo se camminerai per un giorno ” “ Falla finita, mi secchi ” ”  Cosa hai intenzione di fare? ” “ Per cosa? ” “ Quella faccenda ” “ Prima la seduzione, se non funziona, beh … ho i miei metodi, lui sarà mio ” disse, prima di sparire con gli altri due per le vie notturne di Parigi.

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Capitolo 10
*** 9 cap ***


André si lasciò cadere sulla poltrona in camera sua.
Era stata una giornata difficile. Gli sembrava che lui lo seguisse dappertutto.
E soprattutto lui lo trattava come se fosse suo, come se gli appartenesse.
Sperava che non fosse così. Prima di tutto perché ad André gli uomini non piacevano e poi perché nel suo piccolo cuore adolescenziale sapeva che l’unica persona che avrebbe mai amato, uomo o donna che si fosse presentata, sarebbe stata Oscar.
Anche la Oscar brusca e fredda di questo pomeriggio perché gelosa delle attenzioni che monsieur Ariel e sua sorella Hanine gli rivolgevano.
Non riusciva a pensare a nessuna altra eccetto che Oscar. Lei aveva quel non so che di particolare che lo faceva piegare al suo volere anche se non era d’accordo con lei.
E questa era la forza dell’amore…o almeno, così credeva André.
Qualcuno bussò con forza alla porta della sua camera.
“ Sì, avanti ” disse André stancamente.
Oscar entrò con passo felino. Dal rumore che i suoi piedi facevano sul pavimento André capì che era irritata.
“ André è arrivata questa lettera per te da parte di monsieur Ariel. ”
“ Hai letto anche questa? ” le chiese brusco. Notò come il suo sguardo cambiò in una frazione di secondo dopo la sua risposta. Doveva averla ferita.
“ Scusami Oscar, non volevo risponderti in modo così brusco. ” disse lui per scusarsi:”Sono solo molto stanco”.
Lei annuì e basta porgendogli la lettera.

“ Mio caro monsieur André,
spero di non disturbarvi scrivendovi questa lettera alla quale spero voi risponderete presto. Volevo invitarvi nella mia umile dimora e volevo presentarvi come si deve i miei due amici Pedro e Angelo. Lo so, forse quei due non vi hanno dato un’ottima impressione alla quale spero di migliorare io stesso.
Se non vi sentite a vostro agio da solo, non preoccupatevi, non mi offenderò se porterete con voi la vostra amica Oscar. Pedro ci terrebbe molto a conoscerla al di fuori di Versailles.
Concludo la mia lettera colla speranza di rivedervi davvero presto e colla speranza di non avervi né annoiato né deluso.
Il vostro fedele servitore
Ariel ”

André la lesse ad alta voce cosicché anche Oscar potesse sentire ciò che monsieur Ariel (o doveva iniziare a chiamarlo solo Ariel?) gli aveva scritto.
“ Hai intenzione di andarci André? ” gli chiese Oscar.
“Di certo non da solo. Certo, se non hai intenzione di accompagnarmi chiederò a Ioria ”.
“ No, ti accompagno io. Voglio saperne di più anche io. ”
André annuì:” Devo proprio rispondergli? ”
“ Beh vediamo se domani lo incontriamo, così glielo dici di persona. Altrimenti gli scrivi. Scegli un giorno in cui non sono in servizio però. ”
André annuì ma non sapeva se era peggio scrivergli o parlargli di persona…

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Capitolo 11
*** 10 cap ***


Pedro de Sol aprì la porta. Tutto si era aspettato di trovare, tranne Ariel a quattro zampe e Angelo sopra di lui.

“ Quando avete finito venite di sotto, che lo sfizio di Ariel e il colonnello sono arrivati ” disse, chiudendo la porta e lasciandoli soli.

 

Oscar si trovava un po’ a disagio. Don Carlos era uscito, a far visita a una sua amica, così disse lo spagnolo, mentre osservava Oscar e André. La ragazza si trovava a disagio, ma era bellissima. Una nuova sfida, ed era sicuro che si sarebbe divertito. Il ragazzo invece era ordinario; non capiva perché Ariel lo volesse, forse per far soffrire Angelo. Non era stupido, e sapeva bene ciò che l’italiano provava, anche se Ariel se ne infischiava con la sua solita eleganza.

“ Colonnello Oscar! Monsieur André! ” la voce di Ariel, modulata e ambigua come solo lui sapeva fare lo riscosse dai suoi pensieri. Ariel de Lorges indossava un abito stupendo, con galloni d’oro, e dei polsini che sicuramente valevano una fortuna.

“ Mio caro Ariel de Lorges, come state? ” chiese Oscar, più per cortesia che per altro. “ benissimo, mio colonnello, mai stato meglio … ora ” disse lui, osservando André, che capì il senso delle parole.

La cena fu semplice, ma André era perennemente a disagio. Pedro de Sol lanciava sguardi furtivi a Oscar, che sembrava non averlo notato, Ariel cercava in tutti i modi di toccarlo, e Angelo dei Salvatori lo guardava con occhi ricolmi di gelosia. Finito fu proposto di uscire, e di camminare nei giardini del palazzo di don Carlos.

Inutile dire che Pedro si avvicinò a Oscar e la trascinò con sé, nonostante le proteste della ragazza. Lui era rimasto con Ariel, solo. Angelo era semplicemente scomparso.     “ Siamo rimasti soli, mio caro André ” “ Avete ragione ” rispose lui, senza notare che Ariel era passato al tu. Si voltò un secondo, e avvertì con una punta di terrore l’altro che gli aveva circondato il torace con le braccia. Le mani di lui, lunghe, affusolate, quasi femminili. Fece per girarsi e lo vide, a pochi centimetri dal suo viso. Quegli occhi, così simili a quelli di Oscar, ma maliziosi, lussuriosi, mentre quelli di Oscar erano franchi e sinceri. Quelle labbra, piccole, delicate, quel viso d’angelo, così simile a quello di Oscar, che si avvicinava sempre di più …

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Capitolo 12
*** 11 cap ***


Ariel si fece più vicino ad André.
No, non può essere, qualcuno lo fermi…pensò André disperato.
Cercò di divincolarsi e “ per sbaglio ” gli sferrò un calcio negli stinchi.
“ Oh, scusatemi monsieur Ariel ” disse André fingendosi dispiaciuto.
Ariel sciolse l’abbraccio e sogghignò:” Mi piace questo fatto. ”
“ Quale fatto? ”
“ Che ti dimeni. Renderai più divertente la caccia. ”
“ Senza offesa, monsieur Ariel, ma gli uomini non sono tra la lista dei miei potenziali amanti. ”
Ariel rise forte:” Guardami André, ti sembro forse un uomo? Tutti dicono che sono più femminile io del tuo colonnello Oscar. ”
André rimase impassibile. Era la sua stessa idea, ma lui amava Oscar e doveva difenderla.
“ Oscar sa qual è il suo dovere. E’ il miglior colonnello di tutte le guardie reali. ”
” Oh, André, che paroline dolci! Sei anche romantico! ”
Ad André stava salendo il vomito. Se stava ancora un secondo con quel essere…
“ Andiamo André, sciogliti un po’! Anche il mio amico, Angelo, prima faceva le tue stesse scenate e guardalo adesso. E’ innamorato pazzo di me. Ti sorprenderai di… ”
“No, non mi sorprenderò di niente! Non voglio sapere niente dei vostri giochetti! Se mi avete chiamato qui solo per soddisfarvi, beh, mi dispiace per voi ma non lo farò mai! ”
Ariel rise di nuovo:” André caro, non prendendo mica di essere l’unico tuo pensiero. Non è il tuo cuore che voglio, solamente il tuo corpo. ”
André strinse i denti:” Scordatevelo! Non avrete mai né il mio cuore né il mio corpo! ”
“ Oh certo, quelli appartengono alla mia gemellina, non è vero? La piccola tenera Oscar. Peccato che lei non ti guarda affatto. ”
André abbassò lo sguardo. Quel bastardo aveva dannatamente ragione.
“ Soffrirai molto per lei, André caro. S’innamorerà di un pallone gonfiato, del belloccio di turno che arriva a Versailles prima che si accorga di te. Perché ti ostini a soffrire ancora per lei quando puoi avere altre donne? Senza contare altri uomini? ”
André si fece coraggio:” Non m’importa! Come voi volete disperatamente me, così io voglio lei. E non m’interessa se dovrò attenderla anni e anni, preferisco vederla felice con un altro piuttosto che vederla sola e triste. Lo so che potrebbe non ricambiare mai il mio amore, ma non m’interessa. Pur di starle vicino accetto di rimanere solamente il fidato amico di famiglia.”
Caspita, l’ama veramente…pensò Ariel quasi, e ripeto quasi, scoraggiato.
“ Beh André, mi dispiace ricorrere a certi ricatti, ma mi costringi. Se non ti decidi a concederti a me dirò a Oscar il nostro piccolo segreto. Le dirò che sono il suo gemello che tutti credevano nato morto e le dirò anche che tu l’hai sempre saputo ma non le hai detto niente. Allora André? Adesso che mi dici? ”
André strinse i pugni.
La vita la si vive solo correndo rischi André, gli aveva detto Aioria quella mattina.
“Diteglielo pure. ” disse lui calmo.
“ Oh bene, allora dopo dirò a O
scar che… ”
“ Dirmi cosa, monsieur Ariel? ” disse Oscar, comparsa alle sue spalle.
Ariel fece un sorrisino di sfida ad André.
“ Dirti che mi sono innamorato di te, Oscar. Tutto qui. Ma tanto non è una novità visto che l’hanno notato tutti a corte, persino i tuoi genitori. ” disse André freddo:” Adesso scusatemi e col tuo permesso Oscar io andrei un attimo da Aioria. ”
S’inchinò e scomparve tra le siepi del giardino inglese, lasciando il trio e Oscar sbalorditi
.

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Capitolo 13
*** 12 cap ***


“ E questo è tutto ” disse André, bevendo il nono bicchiere di vino. “ Sei in bel guaio, e devi stare attento ” disse Aiola, versandosi del vino. “ La fai facile tu, sei sposato, sei innamorato di tua moglie, cosa ti va storto? ” “ Non lo sai? ” “ Cosa? ” “ Di Brienne ” “ No, non ne so nulla ” “ Due anni fa, un mio amico, e l’amico di questo mio amico, che si trovarono a Brienne scoprirono la verità su Ariel, quella che sai anche tu. Ariel de Lorges è molto chiaro su questo, non lo deve sapere nessuno, tranne i due compari, e non credo che sappiano tutta la verità. Beh, immagina il seguito. Furioso com’era prima sedusse l’amico del mio amico, poi, aveva tredici anni, solo tredici anni, poi lo violentò, davanti a lui, mentre i suoi compari tenevano fermo Milo, si chiama così. Finito gli disse che se avesse parlato lo avrebbe ceduto agli altri, e gli altri due non vanno per il sottile ” “ E’ terribile! ” “ Lo so, ma è fatto così, è un manipolatore nato, gli altri due sono più diretti, ma insieme sono micidiali, se ti ha puntato, allora la vedo nera, molto nera ”. “ Ha detto che Angelo è pazzo di lui ” “ Vero, può dire che gli uomini non gli interessano, può andare nei bordelli, ma poi torna sempre da Ariel, che lo comanda a bacchetta, da due anni. Pedro de Sol invece a volte riesce a essere indipendente, ma è solo questione di giorni … e  André, attento, sono pericolosi, e non hanno timore di nulla ” disse, prima di accasciarsi sul tavolo, dove André già dormiva.

“ Maledizione ” urlò Ariel de Lorges, facendo cadere un vaso, stava andando diversamente da come desiderava, e non gli piaceva. André era l’unico che gli resisteva, l’unico che non lo idolatrava. Fin da bambino comandava tutti, persino Hanine faceva quello che lui voleva, da sempre. E ora, quel servo, il servo di sua sorella, lo respingeva. Ma doveva reagire, per il suo orgoglio, e per umiliare la sorella, che aveva ciò che gli spettava di diritto, il grado … e André. Dopo aver pensato questo scoppiò in una risata isterica, che per un attimo lo fece apparire diverso, quasi brutto.

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Capitolo 14
*** 13 cap ***


André si rifugiò dalle chiacchiere di casa nel vecchio ripostiglio di suo nonno. Era morto da un anno e mezzo ma ad André sembrò molto più tempo.
Si ricordava ancora di quando si rifugiava da lui dai noiosissimi compiti che gli dava la nonna, del rumore continuo del martello sul ferro per i cavalli, del continuo fumo che usciva dal caminetto.
Era come se non fosse mai morto.
Però di una sola cosa André sentiva la mancanza: della sua compagnia. Suo nonno era l’unico vero amico che avesse, eccetto Oscar.
Gli mancavano i pomeriggio a lavorare con lui, le serate in taverna a bere e a giocare a carte all’insaputa della nonna, i consigli che solo lui sapeva dargli.
Avrei tanto bisogno di un tuo consiglio adesso nonno…pensò André scoraggiato.
Fu allora che con un tonfo si aprì un vecchio armadietto dove il nonno metteva i suoi attrezzi.
André andò a sbirciare, forse era destino che quell’armadietto di aprisse proprio in quel momento.
Lì dentro ci trovò una lettera.
Nipote carissimo, se hai trovato questa lettera vuol dire che sei nei guai seri. Ho seminato altre lettere per la residenza cosicché tu avessi una lettera, una mia parola, per ogni occasione.
Perdona la mia scrittura incerta, lo sai che non sono bravo a maneggiare un aggeggio così piccolo come una penna.
André, se hai conosciuto Ariel, il gemello di Oscar, evita di seguire i consigli di tua nonna. Lei è troppo devota al colonnello ed a sua moglie. Ascolta un povero vecchio pazzo.
Stai alla larga da Ariel. Negli ultimi anni ho osservato molto attentamente lui e i suoi amici e non mi piacciono André.
Lo so che non sei il tipo da corrergli dietro e fare ogni minima cosa che lui ti dice, perché tu assomigli di più a me e a tuo padre, e non a tua nonna o a tua madre come molti pensano. Forse esteriormente si, ma dentro, il cervello è tutto della parte maschile di famiglia.
André sentimi bene, se puoi evitalo. Lo so, entrerà a far parte delle guardie reali, ma fai di tutto per non rimanere da solo con lui.
E’ vanitoso e orgoglioso, André, è tutto il contrario di Oscar. Ma soprattutto André evita di inimicarti Oscar, sarà la tua unica alleata contro di lui.
Non cedere, nipote mio, perché io credo in te.
Ti voglio bene.

André lesse e rilesse quelle parole così incoraggianti circa una decina di volte. Suo nonno sapeva sempre che cosa dirgli.
Respirò profondamente e prese la sua decisione.
Ora più nessuno l’avrebbe fermato.

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Capitolo 15
*** 14 cap ***


Oscar era ormai determinata ad andare a fondo in quella faccenda, così il giorno dopo, con André, si era recata nell’Archivio, alla ricerca di qualcosa, nemmeno lei sapeva cosa, e questo la inquietava.
Entrati videro un giovane, più o meno loro coetaneo, che stava ricopiando qualcosa.
“ Scusi, dovrei cercare un documento, mi potrebbe aiutare? Sono il colonnello Oscar François de Jarjayes ". “ benvenuto colonnello, cosa le serve? “ disse il ragazzo, che aveva capelli rossi e degli occhi stupendi. “ Cerco documenti su Ariel de Lorges, qualunque cosa ” rispose Oscar.
Il giovane parve vacillare, mentre quel nome, che aveva sperato di non sentire più riaffiorava, da un passato che voleva dimenticare.
" Lorges, Ariel de Lorges ” disse, atono, iniziando la ricerca.
Li ricordava bene quei giorni, quando lui aveva fatto la sua conoscenza, quando lo aveva sedotto, e di come lui si fosse stupidamente innamorato, ricordava Milo e Aiola che lo avvisavano, uno per lettera uno di persona, di non fidarsi. Ricordava le risposte, i baci, gli abbracci, quel volto bellissimo. Ricordava l’umiliazione, il dolore, sia fisico che morale. Com’era stato stupido, come si era fidato. Lui sembrava nato per distruggere.
“ C’è un atto di battesimo, e quello di adozione ” rispose, cercando di rimanere calmo. “ adozione? ” chiese Oscar, sorpresa, mentre André si preoccupava. “ Si, Ariel de Lorges è stato adottato, solo che non trovo l’atto di nascita ” fu la risposta. Non lo troverai, non c’è un atto di nascita su di lui, pensò André. Prima di ricordarsi che Aiola gli aveva detto che quel ragazzo, due anni fa aveva i capelli rossi. “ Come vi chiamate? ” chiese. “ André! ” “ Mi chiamo Camus de la Borde ” rispose. “ Quel Camus? ” “ C-C-Come sapete voi di quella storia? ” fu la domanda, terrorizzata. “ me ne ha parlato Aiola Atanasoski. Vi capisco, se non ne volete parlare ” disse. “ Di cosa? ” chiese Oscar.
“ Due anni fa ero a Brienne, dove conobbi Ariel de Lorges e i suoi compari. Per caso venimmo a sapere chi era, e ce la fece pagare. Prima mi sedusse, e poi mi violentò, mentre lo spagnolo e l’italiano tenevano fermo il mio amico. Finito mi ferì alla schiena, per non dimenticare, disse. Lo odio, come due anni fa lo amato. Ma per lui è tutto un gioco, e non capirà mai! “ “ Cosa non capirà? ” chiese Oscar, che non riusciva a credere alla sua fortuna, qualcuno sapeva di Ariel. “ Che quei due non sono burattini, e che prima o poi l’italiano farà qualcosa, lui … lo ama, ma Ariel è chiuso nel suo mondo, dove conta solo lui stesso, e non se ne rende conto ” fu la risposta di Camus de la Borde.

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Capitolo 16
*** 15 cap ***


André andò dal colonnello Aiola quella stessa sera, dopo aver incontrato Camus. Erano tutti riuniti lì: Camus, Milo, don Carlos e Aiolia. Cinque giovani contro tre … beh due, il terzo non era ben definito essendo così effemminato. Non stavano cospirando contro di loro, soltanto … raccoglievano notizie utile per potersi difendere dalle loro avances.
“ André! Finalmente sei arrivato! ” disse Aiolia vedendolo arrivare dalla finestra. “ Scusami Aiolia, ma è stato difficile sganciarsi da Oscar questa sera. ” “ Gelosa la ragazza, eh? ” disse aprendogli il portone. “ Non lo so. Di certo in questo periodo è iperprotettiva. ” “ Si sarà accorta che un’altra femmina mira al suo protetto ” disse don Carlos. “ Una femmina e un uomo ” disse Camus, seduto su un divano con un altro ragazzo che doveva essere Milo. “ Mi sfugge l’uomo ” disse André e tutti risero. “ Non solo sei nelle mire di Ariel ma anche di sua sorella, Hanine ” disse Milo guardandolo intensamente.
André si sentì intimidito da quell’occhiataccia. Non sapeva perché ma credeva che, se mai avesse dovuto paragonare qualcuno ad un animale, di certo avrebbe detto che Milo assomigliava a uno scorpione. Pericoloso e letale.
 “ Senza contare che da quello che ho potuto sentire in casa, Pedro ha notato la bellezza di Oscar ” s’intromise di nuovo nel discorso don Carlos. Aiola guardò attentamente André. A quell’affermazione aveva serrato la mascella, segno che non avrebbe lasciato il piacere a nessuno di così meschino e viscido di intrattenersi con Oscar. “ Io ho scoperto qualcosa ” disse André dopo un silenzio imbarazzante.
“ E che cosa? ” “ La Delfina ha ritardato il suo arrivo tra le guardie del re ” “ E come mai? ” chiese Camus, non del tutto tranquillo. “ Mi ha confessato che sua madre non è molto contenta di quello che Mercy le ha raccontato di questo Ariel de Lorges. Attraverso Mercy ha strettamente obbligato sua figlia a raccogliere prima notizie su di lui e sulla sua famiglia. ” disse André sedendosi vicino a Aiola.
“ A quanto pare la sua fama è arrivata fino a Vienna ” disse una voce cristallina. “ A quanto pare la nostra Teresona ha sempre ragione ” disse un’altra voce delicata e scherzosa.
André e Milo stavano per estrarre le loro spade dal fodero ma Aiola e Camus li fermarono. “ State calmi. Sono solo Joseph e Karl ” disse don Carlos. I due uscirono dal loro nascondiglio. Il primo, Joseph, aveva i capelli biondi color del grano e due occhi di ghiaccio, mentre il secondo aveva i capelli neri, lunghi fino alle spalle, e due occhi grandi color smeraldo. Karl gli sorrise:” Tu devi essere André. Aiola ci ha parlato molto bene di te. ” Joseph si limitò solo a un cenno. “ Non badare a Joseph. Ogni tanto è un po’ burbero ” disse ridendo Karl. “ Voi venite da Vienna? ” Karl annuì:” Facciamo parte della polizia reale. Siamo venuti qui col permesso dell’Imperatrice. Aiola ci ha inviato una missiva dove diceva che Ariel era tornato all’attacco e siamo subito corsi qui. ” “ Come fate a conoscerlo? ” “ Io sono un compagno di scuola di Camus e Milo. So tutto di Brienne e Karl ha avuto a che fare con Ariel ” disse Joseph sedendosi vicino a Camus. André fissò bene Karl. Nonostante i muscoli del torace e delle mani, il suo volto era angelico, dolce, quasi fosse troppo innocente per c’entrare in certi affari. “ Oh, non ti devi preoccupare André. A me non è successo nulla lontanamente simile a ciò che è successo a Camus. Io mi sono solo battuto contro di lui. ” “ Karl tira di scherma in un modo spettacolare, André. Dovreste allenarvi assieme qualche volta, visto che anche André è un asso della scherma! ” disse Aiolia risollevando il morale. “ Io me la cavo, Oscar è quella brava in casa ” disse André arrossendo. Milo lo guardò di nuovo intensamente:” Una cosa che non devi mai fare André è sottovalutarti davanti ad Ariel. Perché è così che molti cadono ai suoi piedi. Lui ti monta, ti fa credere migliore di ciò che sei per poi farti rendere conto che senza di lui non sei nessuno. E’ come una ragnatela di un ragno. Una volta dentro non ne esci vivo. ”
André impallidì. Karl rise calorosamente:” Milo la mette sul tragico come sempre. Però è vero André. Non sottovalutarti mai davanti a lui, altrimenti inizierà a lusingarti e non si staccherà mai più da te. Quindi … visto che sono già le undici e mezza che ne dite se andiamo tutti a letto? ”
“ Sono già le undici e mezza? ” disse André alzandosi di scatto dalla sedia.“ Sei nei guai? ” gli chiese Aiolia. “ Non se torno a casa prima di mezzanotte. Gliel’avevo promesso a Oscar …”
Joseph rise:”sta’ attento André. O Ariel o Oscar un giorno o l’altro ti metteranno le manette ”.
Lui annuì e prima di uscire sentì Karl dire al suo amico:” E tu di manette ne sai qualcosa vero, Joseph? ” e giurò di aver visto Joseph lanciargli un’occhiata maliziosa.

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Capitolo 17
*** 16 cap ***


“ Non immaginerai mai chi ho visto ieri, a corte, mentre eri in servizio, ops, errore mio, mentre Angelo TI faceva un bel servizietto ” “ Chi hai visto? E piantala con i giochi di parole ” fu la risposta di Ariel de Lorges.
Pedro era sicuro che li avrebbe trovati a letto, e invece li aveva trovati nel giardino, ad allenarsi. Ariel era bravo, elegante e sinuoso, ma Angelo compensava con energia e brutalità.
“ Ho visto Karl e Joseph ” disse, cercando di mantenere un tono di voce atono. “ E ti hanno visto? ” “ No, ma li ho sentiti, sembra che te la vogliano far pagare ” “ vengano pure, non ho paura di loro ”. “ E sembra che tua sorella ti voglia rubare André” disse Angelo dei Salvatori, con una punta di felicità mal dissimulata.
“ Cosa, quella stupida! Come si permette? ” fu la replica, poi Ariel de Lorges, dopo di che abbandonò la spada e corse in casa. Gli altri due lo seguirono, sapevano che nonostante Hanine fosse sua sorella Ariel per anni si era divertito a torturare anche lei. Quando arrivarono aveva appena finito una lettera.
“ Eccola qui, ora vediamo se quella stupida la smette di mettersi sul mio cammino, se non lo fa … mi sa che dovrò schiaffeggiarla di nuovo, ma in pubblico ” disse, prima di chiuderla e chiamare un paggio per farla portare.

Hanine stava suonando il clavicembalo, quando un paggio di don Carlos le portò una lettera. Ariel, gliela mandava suo fratello. L’adorazione folle che provava da bambina si era sostituito risentimento e umiliazione. Ogni volta che riceva una sua lettera aveva paura, paura che riuscisse a umiliarla anche per iscritto.
Hanine
Mi è giunta voce, e ti dico pure da chi stupida ragazzina, da Angelo, che tu abbia delle mire su André Grandier.
Come ti permetti di ostacolarmi? Di metterti contro di me? Forse lo schiaffo di due anni fa non ti fa più male, forse te ne devo dare un altro, ma davanti a tutti questa volta. Aveva ragione Angelo a dirmi che ti dovevo sfigurare, e invece, IO ti faccio vivere, IO pago per te, IO ho ragione e tu hai torto, sorella mia. E senza di Me, tu non sei niente, NIENTE.
Cosa ti chiedo? Semplice, rinuncia a lui, altrimenti … beh, non farmi pensare troppo Hanine, che dopo mi vengono le rughe , e tu sai che non me lo posso permettere, non IO! Volevo combinarti un bel matrimonio, ma ti rinchiuderò in convento, per il resto dei tuoi giorni.
Il tuo amato fratello
Ariel de Lorges
P.S. Forse non sono stato sufficientemente chiaro, ma Tu, stupida ragazzina ignorante, NON devi mai più toccare le MIE cose!

Hanine non pianse semplicemente perché pensava che non ne valesse la pena. Anche per iscritto la umiliava, la faceva sentire inferiore. Vero, trovava André un bel ragazzo, ma si era limitata a sorridergli e a cercare di attirare la sua attenzione, non come lui, che lo provocava. Ricordò quel giorno, quando aveva cercato di prendere le difese della madre.

Flashback, 2 anni prima:
“ Perché l’hai fatto, perché? ” urlò lei. Non capiva perché suo fratello avesse insultato sua madre, era anche la sua, doveva volergli bene di fronte a tutta la società di Pau. “ Perché? Perché? Perché?”, avrebbe voluto dire altro, ma lo schiaffo le fece perdere l’equilibrio. Per poco non cadde, mentre la guancia diventava paonazza. “ Non sono affari tuoi, stupida, e non mi seccare più, chiaro? ” Aveva paura, così assentì, mentre lo vedeva aprire le porte dello studio e dirigersi dai suoi amanti, che avevano sentito tutto, tutto.

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Capitolo 18
*** 17 cap ***


Hanine voleva solo vendicarsi. Non era mai stata una ragazza vendicativa ma quando è troppo è troppo.
Si costrinse a piangere per le parole dure di suo fratello, cosicché i suoi occhi diventassero rossi e gonfi e le sue guance tutte arrossate.
Poi si fece portare alla residenza del colonnello Oscar e di monsieur André.
L’accolse lui alla porta e lei rimase estasiata dalla bellezza dei suoi lineamenti. Oh sì, Oscar era davvero fortunata ad avercelo in casa.
“ Buongiorno monsieur André, mi dispiace arrivare così, senza preavviso ma avevo bisogno di parlare con il colonnello Oscar. ”
André annuì e le porse il suo fazzoletto vedendo altre lacrime scenderle sul volto:” Seguitemi pure, signorina de Lorges. ”
Oscar era seduta su una poltrona a leggere un libro quando li vide entrare. Si alzò di scatto e si inchinò:” Signorina de Lorges è un piacere ricevervi nella mia modesta casa. ”
“ Oh, chiamatemi pure Hanine, non ho ancora fatto il mio ingresso nella società. ”
Lei annuì e la pregò di sedersi dove meglio credeva.
“ Chiamatemi pure se avete bisogno di me, signore ” disse André inchinandosi.
“ NO! ” urlò Oscar. Ogni volta che non teneva André sottocontrollo aveva paura di vedersi spuntare Ariel da qualche parte. E mal sopportava le uscite notturne di André.
“ No, André, rimani pure ” disse lei in modo più controllato.
André annuì e rimase vicino allo stipite della porta.
“Scusatemi colonnello se non mi sono fatta annunciare, ma avevo bisogno di parlarvi. ”
“ Non importa. Ma come mai piangete, Hanine? ”
Colla furbizia di un’attrice Hanine scoppiò di nuovo in un pianto disperato:” Oh, vi giuro colonnello non volevo arrivare a questo !”
“ Ma…cos’intendete dire? ”
“ Voglio precisare che non sono il tipo che origlia alle porte e non sono il tipo da impicciarmi degli affari di mio fratello, ma era necessario, colonnello. ”
André sentì puzza di bruciato. Lui non voleva avere niente a che fare con certe vendette tra fratelli…oh, beh, non proprio fratelli.
“State parlando di vostro fratello?”
Hanine annuì:” Dovete parlare colla Delfina e dirlo di rimandare il suo ingresso nelle guardie reali! Non so che cos’abbia esattamente in mente di fare, ma di certo sarà qualcosa di scandaloso! ”
No!Ma non mi dire…pensò André sarcastico, la Delfina è soltanto una scusa, ci sono io nel mirino di quello psicopatico!
“ Che cosa avete sentito, Hanine? ”
“ Vuole entrare nelle grazie di Sua Maestà per potersi arricchire. E se riesce vuole farla innamorare di sé per arrivare al Delfino e diventare il suo consigliere personale. E se tutto questo dovesse andare storto, arriverà a rapire la Delfina pur di arricchirsi! ”
Di certo come attrice è molto brava…pensò André. Non credeva a una sola parola di quello che stava dicendo, ma di certo tutta questa farsa gli serviva. Più Ariel stava lontano, più il loro segreto era ben nascosto.
Oscar rifletté un attimo e alla fine disse:” Domani ne parlerò colla Delfina. State tranquilla. ”
Hanine li ringraziò e, appena entrate in carrozza, si lasciò sfuggire un sorrisino malefico che assomigliava molto a quello di Ariel.

“ Pedro, vieni qui! ” urlò Ariel.
“ Hai bisogno di me? ” gli chiese lo spagnolo entrando.
“ Volevo solo chiederti un parere. ”
“ Certo, dimmi pure. ”
“Guarda questa rosa. Cosa noti di strano? ”
“ E’ azzurra, Ariel .”
Ariel annuì:”Sono molto rare sai? Crescono tra le rose bianche o le rose che hanno quel colore rosa carne molto chiaro. Non si sa esattamente perché, ma crescono assieme a loro. L’ho colta stamattina. E adesso dimmi, Pedro, a chi pensi guardando l’azzurro di questa rosa?”
“Beh, sia a te sia al colonnello Oscar perché avete lo stesso colore degli occhi. ”
Ariel annuì:”Pensa se questa rosa cadesse nelle mani di André, Pedro. Pensa se mettessi in questa rosa delle gocce di un potentissimo filtro d’amore. E allora dimmi Pedro, se con quel filtro la persona che ne sente il profumo, si innamorerà della prima persona che vede, che cosa pensi che farò?”
Pedro fece un ghigno:” Che gliela darai tu stesso per farlo innamorare di te .”
Ariel annuì:” Non dirlo ad Angelo, intesi? ”
Pedro annuì e uscì dalla stanza.
“ Io quello lo ammazzo!!! ” disse Joseph dal suo nascondiglio.
“ Zitto Joseph, altrimenti ci scoprono! ” lo rimproverò Karl.
“ Lo ammazzo lo stesso! ”
“ Un’altra volta, amico mio. Adesso dobbiamo avvisare Aiola ”.

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Capitolo 19
*** 18 cap ***


Hanine era appena tornata, certa che il suo piano avrebbe funzionato, quando … “ Chi ti ha dato il permesso di uscire? ” si voltò, era solo Angelo dei Salvatori, l’amante di suo fratello; sapeva gestirlo, ma era meglio non rischiare. “ Nessuno, e siccome vivo qui anch’io pensavo di poter essere libera ". “ La libertà non è per quelle come te ” disse la voce di Pedro de Sol, dalle scale. “ E chi lo dice, tu? ” disse lei, spavalda, non li temeva.  “No, io ” questa volta Hanine si sentì mancare, Lui era lì, di fronte a lei. Era bello, bellissimo, ma nei suoi occhi c’era una luce viziosa che la spaventava. “ Ti avevo ordinato di non uscire. Ma a quanto vedo tu non mi ascolti più come una volta. Prendetela ” “ che vuoi fare? ” disse, mentre sentiva i due uomini contro di lei. “ Solo ricordarti che mi devi ubbidienza, e che se IO ti dico di non fare qualcosa, TU non la devi fare. Vediamo se questo ti insegnerà a stare al tuo posto ” disse. E Hanine avvertì caldo, dolore, paura, risentimento. “ Lasciatela andare, e tu mia cara, avvicinati ” disse. Tremante si avvicinò a lui, che la voltò verso lo specchio. “ Nooooo!!! ” Come poteva, come poteva averlo fatto davvero? Sul suo volto, a destra, sulla stessa guancia dove l’aveva schiaffeggiata c’era un taglio, abbastanza profondo da sfigurarla per sempre. La risata di suo fratello e dei suoi amici fu l’ultima cosa che sentì, prima di svenire per il dolore, al vergogna e l’odio.

“ Hai sentito anche tu? “ disse Karl. “ Cosa? ” “ Qualcuno ha urlato. Una donna ” Sarà una delle serve ” “ Forse, ma è meglio controllare ”. “ Poi lo spieghi tu a Aiola perché siamo in ritardo ”. Quello che videro dal nascondiglio li spaventò: Hanine de Lorges giaceva svenuta, con un taglio abbastanza profondo sulla guancia destra, mentre Ariel, Pedro, e Angelo ridevano. Videro poi Ariel avvicinarsi a Pedro, sussurrargli qualcosa e poi baciare Angelo, ma quasi con distacco, poi si incamminò con i due, mentre entrambi lo palpavano e lo toccavano.

Aiola era con Camus, Milo e Carlos, e stavano giocando a faraone, mentre aspettavano Karl e Joseph, che erano in ritardo. Poi li videro entrare. “ Cos’è successo? ” “ Quel pazzo, ha sfigurato al sorella, e ora si starà godendo un’orgia con i suoi compari ” “ Hanine, ha sfigurato Hanine? ” chiese Carlos. “ Si, ignoriamo il perché, ma lei era svenuta, davanti a uno specchio, e lui … lui rideva! ” “ E’ una follia, perché l’ha fatto? ” “ Non lo so, ma André deve stare attento, anche lui rischia. Ariel domani ha appuntamento da Madame  Jobert ”. “ La fattucchiera? ” “ Si. E poi deve andare da Mlle Bertin, per provare per l’ultima volta l’abito per il ballo in maschera che ci sarà fra sei giorni ” “ Cosa facciamo? ” “ Noi lo seguiamo, voi informate André ” disse Joseph, che iniziava a temere il peggio.

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Capitolo 20
*** 19 cap ***


Don Carlos ritornando a casa vide Hanine ancora stesa sul pavimento, priva di sensi e in una pozza di sangue già secco.
Sentì salirgli una rabbia interiore e corse subito all’appartamento di Ariel de Lorges.
“ Ariel, non m’importa che cosa stai facendo, sto entrando! ” gli urlò contro.
Ariel era seduta alla scrivania e stava sfogliando un libro di magia:”Come mai urli tanto Carlos? ”
“ Senti, donnetta da strapazzo, non m’importa perché hai ferito così tua sorella, ma non farlo più in casa mia d’accordo? Non voglio che ci sia una brutta reputazione nella mia casa, sono stato chiaro? ”
Ariel, nonostante l’umiliazione annuì. Don Carlos era una delle poche persone a metterlo in soggezione.
“Adesso vado dal medico a vedere di chiuderle almeno la ferita, sperando che non sia già morta dissanguata. E…Ariel, se muore tu e i tuoi amichetti uscite da questa casa!”
Uscì sbattendo la porta. Ariel sospirò, pensò un attimo alle parole del brasiliano, ma subito si rimise a sfogliare il libro. Sapeva che quella sudicia ragazza non era morta. Poteva essere superficiale, ma non insensibile. L’aveva controllata ogni mezz’ora e respirava, seppur in modo affannato.

Quando Hanine si risvegliò, il primo istinto fu di andare allo specchio e di vedere il suo volto. Quando si guardò rimase sbalordita. Sul suo volto c’era solo una lunga cicatrice fine e sottile di un rosa pallido. Con un po’ di trucco poteva essere nascosta tranquillamente.
“ Non ho ancora finito di curarla, ma tra una settimana non si vedrà neanche ” disse qualcuno alle sue spalle.
Era André.
“ Non pensavo che… ”
“ Fossi un esperto di medicina? Mi ha insegnato mio nonno. Per molti era solo il fabbro Antoine, ma nonno sapeva leggere e scrivere e la medicina era la sua più grande passione. ”
“ Oh, il mio sangue vi ha sporcato tutta la camicia! ” disse Hanine con fare da attrice.
“ Non importa. Adesso dormite però. Avete perso molto sangue ” detto questo uscì dalla camera.
André si rifugiò in biblioteca dove riprese a leggere un libro sulla caccia col falcone.
“ André, posso parlarti? ” era la voce di Milo. Gli fece cenno di sedersi.
“ Dimmi pure, Milo. ”
“ Ecco…lo so che sembra che ce l’abbia con te, ma non è così. ”
“ Beh, non l’ho mai pensato. Credevo solo che fossi un po’ chiuso. ”
“Sì infatti è così. Vedi…Brienne per me è stato un trauma, me lo sogno ancora di notte e se dovesse accadere di nuovo… ”
“ Non accadrà, puoi starne certo! ”
“ Sì, lo so, ma nell’eventualità, io impazzirei. ”
“ Sta’ tranquillo, non permetterò che nulla di minimamente simile a Brienne accada. ”
Milo annuì:”Aiola mi ha detto che lui ti ha ricattato. ”
André sospirò:”Sì, ma non sono stato al suo gioco. Il loro segreto deve rimanere tale.”
“Anche a costo di perdere Oscar. ”
“Non…non l’ho persa. Solo…si è fatta più distante da quando ha capito ciò che provo per lei. ”
“ Non so se avrei avuto il tuo stesso coraggio, André. E’…ammirevole quello che hai fatto. ”
“ Prima o poi gliel’avrei detto…solo speravo in un modo diverso. ”
Qualcuno bussò alla porta della biblioteca. Era Karl.
“Cosa c’è? ” disse Milo di nuovo freddo.
“ Ecco…spiando Pedro noi abbiamo visto… ” aveva il respiro affannato per la corsa.
“ Cosa? ” insistette Milo.
“ E’ andato a casa di Oscar ”.
I muscoli di André s’irrigidirono.
“ Sono usciti a fare una cavalcata. Carlos ci ha detto che Pedro ha puntato i suoi artigli su di lei…Joseph li segue da lontano ma sarebbe meglio se… ”
Karl non riuscì a finire la frase che André era già in piedi e, fregandosene della camicia sporca di sangue, uscì dalla casa di Aiola e, preso il suo cavallo, corse verso la casa di Oscar.
Sperava di non doverla salvare da Pedro de Sol…lo sperava davvero.

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Capitolo 21
*** 20 cap ***


Oscar era appena scesa da cavallo, quando, nelle stalle, avvertì qualcuno che la fissava. “ chi è? André, sei tu? ” “ Mi dispiace deludervi, colonnello, ma non sono André ”, disse una voce con un marcato accento spagnolo. “Pedro Rodrigo de Sol ” disse oscar, che aveva riconosciuto quella voce. “ Esatto ” disse il ragazzo, avanzando. Era vestito di nero, cosa che gli donava. “ Cosa volete ’” “ Niente di che, parlarvi, vedervi, mi hanno detto che vi avrei trovata qui ” " E di cosa volte parlare ’” “ Sapete, oscar, voi e lui siete simili, molto simili, ma anche diversi. Lui è bello, come voi, forse a anche più di voi, ma voi siete così sincera. Gli occhi, i suoi sono belli, ma viziosi, i vostri sinceri. Ditemi chi non vi amerebbe? Io lo amo, ma so che non devo interferire con i suoi piani, e voi? ” “ Io … cosa? ” “ Voi … ” “ Oscar, sei qui? ” la voce di André li riscosse, e Oscar si rese conto di quanto Pedro si fosse avvicinato a lei. “ La nonna ti stava cercando ” rispose André, mentre Joseph tratteneva a stento un sospiro di sollievo. “ Arrivo ” rispose lei. Si voltò, ma lo spagnolo era scomparso.

“ Cosa vi è saltato in mente? ” André avvertì una lama sulla sua schiena. “ Ditemi, è stata una sua idea, o avete agito di vostra iniziativa? ” “ Mia, non sono come Angelo che è il suo cagnolino. Un cane che un giorno lui prende a calci e che il giorno dopo coccola ”. “ ma perché lei? Ci sono altre donne ” “ Avete ragione, ma lei mi è stata promessa, lui ha detto che l’avrò, naturalmente dopo che avrà finito con voi ” disse, prima di uscire e di sparire.

Madame Jobert aveva appena di ricevere quel cliente singolare. Nonostante pagasse sempre, e bene, era inquieta con lui. Era un ragazzo bellissimo, ma c’era qualcosa, nei suoi movimenti, negli occhi, che non le piaceva. Le aveva chiesto un filtro d’amore, il più potente che avesse. Lei aveva accettato. Poi le aveva chiesto di leggerle il futuro con i tarocchi, e lei aveva accettato, che male c’era?Le carte però non erano della sua opinione. Erano uscite per ben tre volte, nonostante lei le avesse ben mischiate, sempre le stesse tre carte. Alla fine si era scusata, dicendo che era stanca, e se voleva poteva tornare il giorno dopo. Lui si era alzato stizzito e non l’aveva pagata. Rimischiò le carte. La prima. Gli amanti; destini convergenti. Ora la seconda. L’appeso; delitto che non riesce. Infine la terza. La torre; la rovina. Mischiò le carte e chiese: “ Cosa aspetta quel giovane? ” uscirono l’appeso, ma capovolto, segreti sulla nascita. La luna. Segreti. E la morte. Fine di un’azione.

“ Ci sei mancato, sai? ” disse una voce cantilenante, mentre Pedro apriva la porta. “ Dovevo uscire ” rispose, secco. “ Peccato, potevamo divertirci ” disse Angelo, prima di aspirare di nuovo tabacco “ Tieniti lontano da me, mi rovini ” “ Va bene, va bene, madame sta meglio ora? ” “ Quando inizia il piano? “ “ Fra cinque giorni, al ballo, a André ci penso io, e poi; Pedro, tu avrai Oscar, so anche come. E alla fine, mio caro Angelo, mi avrai per un mese, solo per te ” disse, prima di baciarlo.  Pedro de Sol, detto Shura, li osservò. Sapeva come l’amico e amante voleva avere Andrè, e non si preoccupava, sapeva che poi Ariel gli avrebbe dato la rosa, per poterla usare anche su Oscar.

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Capitolo 22
*** 21 cap ***


“André! ” lo chiamò Oscar mentre stava per uscire di nuovo per andare a casa di Aiola.
“ Sì Oscar? Hai bisogno di me? ” disse lui non curante.
“Esci ancora col colonnello Atanasoski? ”
André annuì.
“ E dove andate? ”
“ Rimango a casa sua a giocare a carte con alcuni suoi amici.”
Oscar ricacciò dentro una smorfia di preoccupazione:” Sono anche amici di monsieur Ariel? ”
“ Tutt’altro. Hanno avuto tutti a che fare con lui e tutti lo trattano come il loro peggior nemico. ”
Oscar annuì e gli fece capire che poteva andare.
“ Stai attento André ” sussurrò prima di rientrare in casa.

André era quasi giunto alla casa di Aiolia quando qualcuno lo chiamò.
“André! André caro, ma dove corri? ”
Maledizione, di nuovo lui…pensò André.
Si fermò più per educazione che per piacere.
“Allora André? Il cane ti ha mangiato la lingua? ” disse monsieur Ariel.
“ Stavo andando a casa del colonnello Atanasoski. ”
“ E come mai? ”
“ Giochiamo a carte, monsieur. ”
“ Oh, andiamo André, siamo amici, puoi darmi pure del tu. ”
Questo te lo scordi…pensò André.
“ Scusatemi, ma sono in ritardo… ” disse cercando di togliersi di dosso quella cozza.
“ Oh, non così in fretta mio caro. Volevo farti un regalo ” disse Ariel porgendogli una rosa azzurra.
André la prese ma non l’annusò. Non si fidava.
“ Una rosa? ” disse.
“ Si esatto, una rosa. e’ molto rara sai? E porta fortuna. Spero che vincerai stasera.”
André annuì e fece per andarsene. Ariel lo fermò.
“ Ma non l’annusi mio caro? ”
André sospirò cercando di ritrovare la calma. Fece per annusarla e si sentì invaso da un dolce profumo. Stava per incontrare gli occhi di Ariel quando la voce di Oscar lo richiamò alla realtà.
“André, questo giovanotto mi ha detto che il colonnello voleva vedermi, speravo di trovarti per strada perché non so dov’è la casa. ”
André incrociò gli occhi limpidi di Oscar e, il filtro che aveva annusato nella rosa, non fece altro che aumentare il suo amore per lei.
“ Si…ecco, io stavo appunto salutando monsieur Ariel per andare…Oh, ciao Karl ” disse salutando l’austriaco.
“ Ciao André, Aiolia mi ha fatto fare una corsa di quelle! ” disse Karl per allentare la tensione.
Prese la rosa azzurra dalle mani di André senza che lui se ne accorse e, accidentalmente, la fece cadere. La rosa finì schiacciata sotto gli zoccoli dei cavalli in corsa.
Ariel era rosso dalla rabbia.
“ Perché non ha funzionato?? Perché??? Mia sorella è una puttana!!!! ”

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Capitolo 23
*** 22 cap ***


Scese dalla carrozza, leggero e elegante come sempre. Fissò per un secondo il palazzo. “ Doveva essere mio, tutto mio ” pensò, prima di avvicinarsi e bussare discretamente. “ Arrivo, arrivo ” disse una voce anziana.

Una donna di circa sessant’anni aprì la porta. Lo vide, e rimase senza parole. Lui, lì, e lei gli aveva aperto. André aveva detto che era bello, era più che bello, un angelo. Quegli occhi, così chiari, azzurri, così sinceri. Un cherubino in terra pensò, prima di ricordarsi i suoi doveri.

“ Desiderate? ” “ Devo vedere il colonnello Oscar, sono Ariel de Lorges ” “ Vi accompagno subito ” Ariel. Il nome lo aveva scelto sua cugina, quando lo aveva ricevuto tra le braccia, quella notte. “ Avete un che di familiare ”, “ non so il perché Eccellenza ” “ Voi mi ricordate la mia balia, Matilde Grandier ” “ Era mia cugina, di diversi anni più giovane di me. Come sta? ” “ bene, l’aria di Pau ha effetti miracolosi su di lei“ . Matilde Grandier, forse l’unica persona a cui aveva voluto bene, senza secondi fini. Si ricordò di quando suo padre gli aveva detto la verità, e gli aveva dato le lettere. Si era aspettato che le leggesse, invece quel bambino di dieci anni le aveva prese e le aveva bruciate nel fuoco. Di lì a poco, a Brienne, venne chiamato dal rettore che voleva parlargli. Ne uscì un’ora dopo, sapendo che il suo corpo era perfetto, e desiderabile da tutti, compreso padre Le Breton, che fu il primo ad accorgersi di quel bambino dal viso di bambola.

André lo aveva osservato, mentre saliva le scale con sua nonna. E si era reso conto di come sua nonna credesse ciecamente a qualsiasi cosa lui le raccontasse. Poi gli venne uno strano pensiero. Cosa sarebbe accaduto se lui fosse cresciuto con loro? Se non lo avessero creduto morto? Per un attimo si vide a giocare con lui, mentre Oscar li osservava, in abiti da bambina, si vide a ridere e a scherzare con lui, mentre Oscar cresceva come una donna, si vide mentre lui prendeva il posto di colonnello, e Oscar si sposava. Forse le cose sarebbero andate diversamente, ma ora era inutile e pericoloso pensarci.

Nanny bussò discretamente. “ Chi è? ” “ Sono io piccola mia, posso entrare? ” “ Si, Nanny , entra pure ” Oscar stava suonando al piano. Alzò gli occhi e la vide entrare con Ariel de Lorges, la persona che al momento detestava di più. “ Vedi chi è venuto a trovarti? Vi lascio soli ” disse, prima di chiudersi la porta alla spalle, e di lasciare Oscar con suo fratello.

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Capitolo 24
*** 23 cap ***


“ Come mai siete venuto monsieur Ariel? ” chiese Oscar mascherando il suo nervosismo.
“ Oh, ti prego Oscar, dammi del tu! Direi che ci conosciamo abbastanza bene per darci del tu non ti pare? ”
Oscar annuì:” Allora come mai sei qui Ariel? ”
“ Per farti i miei complimenti Oscar. Hai una bella casa, una bella servitù, ed entrambi sappiamo a chi mi riferisco, e hai una bella famigliola. Ma sai…se le cose fossero andate diversamente tutto questo sarebbe stato di qualcun altro. ”
“ Che vuoi dire? ”
“ Oh, non ti hanno detto niente? Scortese da parte loro! ”
“ Cosa non mi hanno detto? ”
“ Che non sei l’unico maschio di questa casa Oscar! Alla tua nascita avevi un gemello, lo sai? ”
“ Un che? ”
“ Un gemello Oscar. Un maschio! Ma purtroppo l’hanno creduto nato morto e quel bambino ha dato segni di vita quando la tua nascita era già stata annunciata. ”
“ Che ne è stato di quel bambino? ”
“ Oh, Oscar, come sei stupida! Ce l’hai qui davanti ”.
Oscar si sentì il mondo caderle addosso. Non poteva essere.
“ Io non… ”
“ Non mi credi? Guardaci Oscar! Stessi occhi azzurri, stesso biondo dei capelli. Già molti a Versailles ci considerano gemelli, lo sapevi? Persino la Delfina! Senza contare il fatto che nessuno sa la mia reale famiglia, visto che sono stato adottato! ”
“Chi altri lo sa? ”
Ariel fece un ghigno:” Tutti qui dentro, persino il tuo caro amico André. Ti hanno mentito per tutto questo tempo Oscar. ”
“ No, non può essere… ”
“ E allora dimmi Oscar, perché André avrebbe dovuto alimentare i tuoi sospetti su di me se non lo sapeva? Perché nostra madre è svenuta la prima volta che mi ha visto? Eh? Dimmelo Oscar! ”
“ Esci subito da casa mia! ”
“ Nostra, Oscar. Ricordatelo sempre ” detto questo uscì da quella casa con un ghigno malvagio.
Voglio proprio vederti André adesso, voglio vedere come correrai da me a chiedermi di rimetterti nelle grazie della tua amata…e non sai che cosa ti chiederò in cambio…pensò prima di sparire nell’ombra.

“André! ” urlò Oscar entrando nella sua camera. Lo trovò a torso nudo, tutto sudato, che si stava allenando colla spada.
Lui si voltò con aria innocente:” Sì Oscar? Hai bisogno? ”
“ Tu sapevi tutto! ”
“ Tutto cosa? ”
“ Oh, non fare il finto tonto con me, André! Sapevi che Ariel è il mio gemello ammettilo! ”
André sospirò:” Era ora che te accorgessi Oscar ”.
“ Scusami? Al posto di dirmi cose del tipo “ sì lo sapevo ” mi dai pure la colpa? ”
“ Ho cercato in tutti i modi di fartelo capire, tutti abbiamo cercato di fartelo capire. Non hai saputo cogliere gli indizi Oscar! Perché credi che Aiolia ti abbia invitato a casa sua l’altra sera? Perché credi che parlassero tutti per enigmi? Mi dispiace che sei venuta a saperlo così, ma è ora che tu affronti la realtà ”.
Oscar gli si avvicinò e gli tirò uno schiaffo. Quando era sul punto di tirargliene un altro, André le afferrò il polso:” Non è dandomi degli schiaffi che la situazione migliorerà, Oscar. ”
“ Ma mi fa stare meglio! ” e gli tirò un altro schiaffo coll’altra mano.
André le afferrò anche l’altro polso e la sbatté contro il muro. Rimasero dei minuti interminabili a fissarsi.
“ Perché non me l’hai mai detto André? ” chiese Oscar colle lacrime agli occhi.
“ Avevo promesso a tuo padre e ai miei nonni di tenere nascosto il segreto. Avevo promesso a me stesso di non farti mai conoscere quel…pazzo di Ariel. ”
“ Credevo che fossimo amici André. ”
“ Oscar tu per me sei anche di più. Ma devi anche tener conto che non sono un tuo pari, sono solo un servo in questa casa. Devo anche ubbidire a tuo padre oltre che a te. ”
Quelle parole la ferirono ancora di più. Lui anteponeva il dovere alla loro amicizia.
Si liberò dalla sua presa e lo guardò dura e fredda:” Da oggi André non sei più al mio servizio. Rimarrai qui, coi miei genitori, non ho bisogno di te. E in questa casa ti dovrai sempre rivolgere a me come Monsieur Oscar. Perché è questo che sono. Rimarrò per sempre l’erede maschio di mio padre, con o senza quel damerino da strapazzo di Ariel de Lorges. ”
Fece per andarsene e prima di chiudere la porta della camera di André lo sentì dire:”Una rosa non potrà mai essere un lillà Oscar, ricordatelo.”

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Capitolo 25
*** 24 cap ***


Era ormai arrivata la sera del ballo. Oscar e Andrè avevano cercato in tutti i modi di evitarsi, ma era impossibile. Ora erano lì. Indossavo entrambi solo una mascherina sul viso, niente di più niente di meno.

“ Stringi ” “ Lo sto facendo ” “ Eppure pensavo che fossi bravo ” " Sta un po’ zitto ” “ perfetto, Mlle, mi concede questo ballo? ” “ certamente Monsieur ”. Angelo dei Salvatori osservò Ariel e Pedro improvvisare dei passi di danza. Ariel con quel vestito da donna stava davvero bene, si ritrovò a pensare. All’inizio ne aveva voluto uno come Diane de Poitiers, ma alla fine aveva deciso per uno come Lucrezia Borgia. “ Si vede che fra troie vi capite ” era stato il suo commento. E ora lo osservava, lo amava, ma non lo avrebbe mai ammesso.

Nella grande sala vi fu un momento di pausa, quando la donna bionda entrò. Era bellissima, con un abito scollato, ma non volgare; i capelli biondi era raccolti in un’acconciatura stupenda, e i suoi occhi “ parlavano ”. Scese con grazie le scale, e subito alcuni gentiluomini la invitarono a ballare. Lei sorrise e ballò con loro; sembrava una fata, ed era così bella. Ballò con tutti, ma non scambiò una parola con nessuno, era troppo timida, o forse era straniera e non conosceva la lingua pensarono. Finito ogni ballo si fermava a fissare André, sempre più a lungo. Andrè  cercava di ignorarla, poi Aiola gli disse: “ Balla con lei, si vede un miglio che vuole te, sarà un ottimo rimedio per non pensare a Oscar ”. Lui ci pensò e poi si diresse verso al donna bionda, che si mostrò sorpresa, quando lui la invitò a ballare.

Oscar  lo stava osservando. Le parole di André l’avevano colpita, ma non l’avrebbe mai ammesso. Poi lo vide dirigersi verso quella donna, quella donna bionda. Lo vide baciarle la mano e lo vide chiederle se voleva ballare. La donna annuì col capo, e seguì André. Bene, lui faceva conquiste e lei era lì. Sentì fastidio, ma non poteva essere gelosia, non doveva essere gelosia.

Finito il ballo la donna bionda prese per mano André e lo portò con sé. “ Dove mi portate? ” chiese lui, ma lei si limitò a proseguire. Arrivarono all’uscita di Palais Royal, dove si teneva il ballo. La dama proseguì, decisa, André però non riusciva a vederle quel viso. Poi sentì freddo. “ Un passo señor, e siete muerto ” Si voltò. Pedro Rodrigo de Sol lo minacciava con una spada. “ E’ stato difficile, ma, ciuri, alla fine ce l’abbiamo fatta ” disse Angelo dei Salvatori, uscendo dall’ombra. “ Non chiamarmi in quel modo. Ma hai ragione, ce l’abbiamo fatta, ora lui è mio ” disse la donna bionda, che si tolse la maschera. Ariel de Lorges, André riconobbe subito quegli occhi. “ Ora Andrè, io non voglio farti del male, ma tu devi salire nella carrozza, altrimenti … la Senna è qui vicino, no signori? ” I due sogghignarono e la spada di Angelo si aggiunse a quella di Pedro. Che fare, poteva solo salire.

Hanine aveva visto tutto, ora doveva correre a cercare il colonnello Oscar, più veloce che poteva. Doveva salvare André da suo fratello. E doveva salvare suo fratello da sé stesso.

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Capitolo 26
*** 25 capitolo ***


Hanine corse il più veloce che poté. Corse verso Oscar e verso Aiola ma qualcuno la fermò.
“ Hanine! Dove corri? ” era Carlos.
“ Carlos! Ha preso André! ”
“ Chi? Ariel? ”
“ Ariel, Pedro e Angelo. Tutti. L’hanno portato via…non so dove… ”
“ Tu rimani qui, vado ad avvisare Oscar e Aiolia. ”
Aiolia impallidì appena lo venne a sapere. Era stato lui a costringerlo…
“ Troviamolo! ” fu l’unica cosa che disse uscendo da Versailles.
Karl era già partito spedito a cavallo. Lui e André erano diventati talmente amici da sembrare inseparabili. Non poteva sopportare di vederlo nelle grinfie di Ariel.
E anche Milo, l’insensibile e chiuso Milo, partì al galoppo.
Non ti farò vivere un’altra Brienne, André, te lo prometto…pensò andando dalla parte opposta di Karl.
Joseph seguì Karl mentre Camus seguì Milo. Aiola, Oscar e Carlos seguirono il corso della Senna.

Quello che nessuno poteva pensare era che André era perfettamente al sicuro. O almeno, era meno in pericolo se stava rinchiuso nella camera che gli avevano dato che non con loro tre.
Si guardò attorno, c’era una piccola biblioteca dove c’erano dei libri di storia, di medicina e romanzi d’amore…
Te pareva che metteva di mezzo anche i romanzi d’amore…pensò André.
Fece scorrere le dita tra il dorso dei volumi storici e ne prese uno a caso.
“ Una Regina senza Corona ”…mah, nell’attesa leggiamo un po’.

Qualcuno bussò alla porta.
“ …Giurami che non ti dimenticherai di me. Di colui di cui non avresti dovuto innamorarti… ” lesse André prima di aprire la porta.
Era Ariel.
“ Sapevo che ti saresti cimentato nella lettura, mon cher ”
Oddio, è da voltastomaco…pensò André.
“ Allora…sai perché sei qui? ”
“ Onestamente mi sfugge il motivo. ”
“ Beh, per prima cosa per compiacermi, mon cher. E poi perché ho bisogno che Oscar venga qui per riavere ciò che è mio ”.
“ Io compiacervi? Scordatevelo ”.
“ André non rendere le cose ancora più difficili di come non sono di già. Se farai il bravo potrai anche uscire da qui ”.
André rise:”Non è la solitudine che mi crea problemi. ”
“ Che vuoi dire? ”
“ Mi avete detto che se faccio il bravo posso anche uscire di qui. Beh, onestamente mi trovo bene qui. Ho un letto, un libreria, una finestra dove entra un po’ di luce…non mi manca niente. ”
“ Ti manca uno sfogo… ”
“ Non è di uno sfogo che ho bisogno. Non alla mia età. ”
“ Hai diciassette anni André, è ora che inizi a pensare al tuo futuro ”.
André lo guardò male:” Di certo non passerò il mio tempo come amante di un pazzo. ”
“ Erediterò tutto ciò che ha Oscar, te ne rendi conto? Sarò ricco, e sono bello. Sono tutto ciò che si può sognare. ”
“ Non per me. ”
“ Qual è il mio problema André? Il fatto che non sono donna? ”
André scosse la testa.
“ E allora cosa? ”
“ Non siete Oscar. ”
Ariel gli tirò uno schiaffo come Oscar la sera precedente. Ormai era usuale che qualcuno lo prendesse a schiaffi.
“ Tu sei un idiota, André! Non sai come rimarrai ferito da lei. Si innamorerà di un altro capisci? Tu sarai inesistente per lei, e quando vi dichiarerete…beh, sarà troppo tardi per entrambi. ”
André trattenne le lacrime:” Se ami davvero aspetti. ”
Ariel uscì dalla sua camera indignato.
Se quello che farò ma non quello che mi si farà fare…

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Capitolo 27
*** 26 cap ***


“ Allora? Ci sta? ” “ No, ma l’avevo previsto. Ora, signori miei, quando uscirò di nuovo da quella porta voi avrete ciò che vi ho promesso. Angelo … tu avrai me. Shura … tu avrai mia sorella! ” “ Hanine? Non erano questi i patti! ” “ Chi ha parlato di Hanine? Mi riferivo al caro colonnello Oscar ” “ Oscar è tua sorella? ” “ Precisamente, e ora è tua, come da accordo ” “ Tu mi hai ceduto tua sorella, come se fosse un oggetto? ” “ Io venni ceduto ai Lorges come se fossi un pacco vecchio, e ora, LEI, subirà al stessa sorte! ” rispose Ariel, prima di richiudere al porta. Era pazzo, completamente pazzo, e loro dovevano salvare il loro onore, così immediatamente uscirono e presero i cavalli, verso Palais Royal.

 

Si erano di nuovo incontrati a Palais Royal, tutti, c’era persino Hanine, che era terrorizzata. “ Niente, e non so nemmeno dove dovremmo cercare ” disse Milo, scendendo da cavallo. “ Non ci possiamo arrendere. Lo cercheremo anche tutta la notte, se necessario, e … “ . Videro due cavalli. “ Sapevamo che eravate qui ” disse Angelo. “ Tu! Come osi presentarti qui? ” “ Non è il momento per litigare, austriaco, ci sono dei problemi, e sono di tutti ”. “ Dov’è André? ” “ In un casino nel Blois de Boulogne. E’ della famiglia di Ariel, non ci va mai nessuno ” “ Portateci da lui ”.

André risentì la porta. “ Ora inizi a seccarmi. Spogliati ” disse una voce glaciale, e André lo vide. Ariel era seminudo, con la camicia aperta, e teneva in mano una pistola. Doveva obbedire, passa tutto, sarà veloce, passa tutto, si ripete, mentre si spogliava. “ Bravo, visto che quando vuoi capire capisci? Ora sdraiati sul letto ”, mosse il grilletto, e Andrè Obbedì. Chiuse gli occhi. Sentì delle mani esperte, fredde, che lo toccavano con lascivia. Gemette per il fastidio, ma l’altro lo interpretò come un gemito di piacere. “ Visto che ti piace? ” gli sussurrò, prima di iniziare a leccargli il collo. Poi udì una porta. “ Chi è ora? ” disse Ariel, alzandosi. “ Tu resta lì ”.

Erano appena entrati, e Karl stava forzando la porta che gli avevano indicato Pedro e Angelo, quando udirono quel rumore. Uno solo. Un solo sparo. 

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Capitolo 28
*** 1° epilogo ***


Milo sentì la paura penetrare nel suo corpo.
Non un’altra Brienne, ti prego Dio, non un’altra Brienne…pensò.
Lo sparo aveva accecato Karl dalla rabbia, sentì una scarica di adrenalina salirgli in corpo e aprì in un sol colpo la porta.
Quello che videro li lasciò senza fiato. Oscar aveva in mano una pistola e quella di Ariel era a terra. Allora era stato quello lo sparo che avevano sentito.
“ Oh, ecco qui la sgualdrina con tutta la sua banda…Aiola, Carlos, Camus da quanto tempo, Milo…che brutta cera, Joseph, Karl…Angelo! Pedro! Che ci fate lì? Non avrete forse…Traditori!! ”
“Aphro… ”iniziò Angelo.
“ Non chiamarmi più così! Credevo che fossi innamorato di me. ”
“ E lo sono Ariel, ma non posso vederti distruggere tutto quello che tocchi. Non capisci che hai più possibilità come un de Lorges che non come erede della famiglia del colonnello? ”
“ Che vuoi dire? ”
“ Pensaci, senza contare Oscar, avresti altre sei sorelle. Sono sette parti in più in cui divedere il tuo patrimonio. Mentre se rimane un Lorges…beh c’è solo Hanine, e tutti sappiamo che tuo padre la vuole mandare in un convento come badessa. ”
Angelo sapeva i punti deboli del suo amato e la voglia di ricchezza era uno di quelli.
“ Ne sei sicuro? ”
“ Sicurissimo ”
“ Senza contare che il padre di Oscar invia ogni mese dei soldi alla tua famiglia. Se controlli tutte le rate dei tuoi collegi costosissimi sono intestate a lui ” disse André. Era ancora a torso nudo e aveva in mano la sua spada.
“ Non mi stai raccontando frottole, vero André? ”
André gli lanciò un’occhiataccia che voleva dire proprio il contrario.
“ E continua a inviare quei soldi, André? ”
“Ogni ultima domenica del mese. ”
Ariel guardò sua sorella:” Beh, puoi pure tenerti la tua sporca eredità. ”
“ Spero di non rivederti più Ariel ” disse Oscar fredda.
“ Ma come? Io entro a far parte della Guardia Reale! ” disse lui con fare d’attore.
“ La Delfina… ” iniziò Oscar.
“ In poche parola Ariel, persino a Vienna nessuno ti vuole ” disse Karl.
“ Come? La Teresona non mi vuole con sé? ” Ariel si finse dispiaciuto:” E adesso che cosa farò? ”
“ Oh, possiamo sempre tornare in Spagna a fare i nostri giochetti ” disse Pedro con un ghigno malizioso.
“ Oh, beh, allora non mi resta altro che… ”
Tutto finì troppo presto.
Ariel estrasse la spada dal fodero nello stesso istante in cui Oscar spostò il suo sguardo su quello di André per accertarsi che stesse bene.
Milo e Karl cercarono di mettersi in mezzo ma erano troppo lontani.
Aiola urlò il nome di André.
Ma lui era già lì, davanti ad Oscar, a farle scudo col suo corpo. Non riuscì a parare la stoccata che gli indirizzò Ariel ma riuscì a ferirlo nello stesso modo, e forse più in profondità.
Tutti e due caddero a terra. Oscar s’inchinò vicino ad André e Angelo vicino ad Ariel.
“André! André, perché l’hai fatto? ”
“ Ho promesso di proteggerti Oscar, sempre ” le accarezzò i capelli colla mano insanguinata e le disse:” Non morirò Oscar, non sarà una ferita del genere ad uccidermi ” ma subito dopo perse i sensi.
“ Aphro! Aphro! ” urlò Angelo.
“ Sei proprio cocciuto come ogni siciliano, Angelo. Quante volte ti devo dire di non chiamarmi così? ” gli disse prendendogli le mani nelle sue.
“ Non morirai Ariel, te lo prometto. ”
“ Certo che non morirò! ” ma anche lui perse i sensi.
Milo e Karl si guardarono e sussurrarono:” Le carte… ”
 
NOTE:
la storia è composta da 2 finali, questo è solo il primo

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Capitolo 29
*** 2° Epilogo ***


Lo sparo veniva da una stanza, quella davanti a loro, veloce Karl aprì la porta, ma fu Oscar quella che entrò per prima.

“ Cosa? ” abbassarono lo sguardo: il grande specchio, che troneggiava sulla parete era in frantumi. “ Ma cosa …? ” “ E ora, anche l’originale ” sentì quelle parole, che la spaventarono. Poi  “Noooo, fermatevi!!! ” corse, e aprì un’altra porta. Ariel si era ferito con uno stiletto, e ora era a terra. Davanti a lui, immobile, c’era André, che indossava una camicia. “ Oscar … ho provato a fermarlo, appena vi ha visti … lo sparo, poi ha detto che aveva distrutto l’immagine e che toccava all’originale. E poi si è ferito ” “ Non è profonda? ” “ Si, si è ferito alla carotide, e ..  “ “ Ariel!!! ” urlando Angelo dei Salvatori, seguito dagli altri entrò.

L’italiano corse verso l’altro, che stava morendo. “ No, tu non puoi morire … non ora… io ti amo … Ariel!! Vivi per me … te ne supplico.. per me … andremo via … a Napoli, in Sicilia, in Spagna, dove vorrai, ma vivi! ” l’altro sorrise, anche ora era bellissimo. “ Baciami ”. Obbediente Angelo lo baciò, mentre cercava di sollevarlo, poi l’avvertì, la vita dell’altro che si allontanava, mentre gli altri li osservavano. Finito depose quel corpo per terra, si voltò, e André e Oscar lo videro piangere. Doveva averlo amato davvero. Osservarono Ariel, solo ora da morto, appariva davvero un angelo, un angelo finalmente in pace. “ No fermati, non lo fare!! ” l’urlò di Shura fece girare tutti. Angelo aveva la pistola, e si dirigeva verso il corpo di Ariel, quel corpo che aveva amato e che amava ancora. “ Insieme, per sempre. Le diable et l’ange ” disse, prima di premere il grilletto. Lo sparo lo fece cadere sul corpo di Ariel, come se volesse proteggerlo, come se il diavolo volesse proteggere l’angelo dai mali del mondo, e dal sudiciume dell’uomo.

“ Le carte, non mentono mai. La morte, e la torre. Sono morti, ma ora staranno sempre insieme ” disse Pedro, prima di uscire. “ vi aspetto di sotto, vi devo dare delle cose ”, disse, rivolto a Oscar e a André, poi scese.

“ Ora, penso che queste siano vostre ” disse, porgendo a Oscar delle lettere. “ Cosa sono? ” “ Lettere, tutte per te, le scrive da sei anni ” “ ma perché? ” “ Da quando lo seppe, voleva incontrarti, ci parlava spesso di sua sorella, diceva che era bella come lui, ma che era un angelo, mentre lui era il diavolo, questo dopo …  “ “ Dopo cosa? ” “ Dopo che padre Le Breton l’ebbe violentato. Non lo ha mai ammesso, ma era evidente, aveva solo dieci anni, e non poteva essere d’accordo. Poi, un anno dopo, dopo che tutti i professori l’avevano avuto ci disse se veramente volevamo sapere come stavano le cose, chi era davvero. Non sapeva cosa darci in cambio del nostro silenzio. Ci diede sé stesso, l’unica cosa che era davvero sua ”. “ E poi? ” “ Non è mai stato molto ragionevole, negli ultimi tempi penso che sia impazzito, ma da quando ti ha rivisto, voleva vendicarsi, portarti via ciò che era tuo, incarico, casa, André … Poi, si è fatto leggere le carte, e ne sono uscite sei, tra cui la torre e la morte. Ha detto che non contavano  nulla, ma come vedi si è sbagliato. Madame Jobert ha sempre ragione, sempre ”. “ Mio padre e mia madre gli scrivevano, e …  “ “ le brucia da sei anni, senza aprirle, dubito che ne abbia mai letta anche solo una ”.

Erano ormai le sei del mattino, gli altri erano andati via, erano rimasti solo loro con Pedro. “ perché quel nome, Aphrodite? ” “ Loro lo chiamavano così ” “ Loro? ” ” I professori, poi abbiamo iniziato a chiamarcelo anche noi, per ridere, e a lui piaceva, diceva, fino a un anno fa, che era una bambola, la nostra preziosa bambola di porcellana ”.

Oscar non sapeva cosa pensare, mentre al piano di sopra giaceva il corpo di suo fratello, e dell’uomo che lo aveva amato alla follia, ora insieme, per sempre.

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