PROFUMO DI MENTA

di Diomache
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** IL NODO DEL DESTINO ***
Capitolo 2: *** TU, ANCORA??? ***
Capitolo 3: *** DON'T FORGET ***
Capitolo 4: *** SALTO NEL BUIO ***
Capitolo 5: *** SORPRESE NATALIZIE!! ***
Capitolo 6: *** ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS YOU!!! ***
Capitolo 7: *** WELCOME TO MY LIFE!!! ***
Capitolo 8: *** TU, CHE SEI DIVERSO.. ***
Capitolo 9: *** BUGIA.. O MANCATA VERITA' ? ***
Capitolo 10: *** LO SGUARDO DI VENERE ***
Capitolo 11: *** DIMMI DI CHI MI SONO INNAMORATA... ***
Capitolo 12: *** GUAI IN VISTA!!! ***
Capitolo 13: *** GINNY ***
Capitolo 14: *** NUBI ALL'ORIZZONTE... ***
Capitolo 15: *** LO YING E LO YANG ***
Capitolo 16: *** USCITA A QUATTRO!!!! ***
Capitolo 17: *** LA RESA DEI CONTI ***
Capitolo 18: *** ADESSO BASTA ***
Capitolo 19: *** SEI NELL'ANIMA ***
Capitolo 20: *** L'AMORE E' FOLLIA ***
Capitolo 21: *** INDECISIONI, PROMESSE E SORPRESE ***
Capitolo 22: *** DIMENTICA PER ME ***
Capitolo 23: *** IN GUERRA E IN AMORE... ***
Capitolo 24: *** IO, NEI TUOI OCCHI ***
Capitolo 25: *** PER POTERTI AVERE ANCORA ***
Capitolo 26: *** ONLY YOU ***
Capitolo 27: *** A DAY IN A LIFE ***
Capitolo 28: *** TO BE OR NOT TO BE ***
Capitolo 29: *** ALTRIMENTI MI SPOSI. TI VA? ***
Capitolo 30: *** UBI TU ERIS, IBI QUOQUE SEMPER ERO ***



Capitolo 1
*** IL NODO DEL DESTINO ***


Salve a tutti… prima di farvi leggere il primo capitolo di “Profumo di Menta” volevo dirvi che questa storia è ambientata a Ne

Salve a tutti… prima di farvi leggere il primo capitolo di “Profumo di Menta” volevo dirvi che questa storia è ambientata a New York, ai giorni nostri. Mi sono informata per non commettere troppi errori madornali ma essendo una giovane liceale e non essendo mai stata in America, vi chiedo di perdonarmi qualche errore di ubicazione… comunque se mi farete notare l’errore lo correggerò!

Mi raccomando, commentate!

 

Buona Lettura,

Diomache.

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

CAPITOLO I :  IL NODO DEL DESTINO

 

 

La moto sgomma furiosa per le deserte strade della città. La lieve brezza mattutina sfiora il conducente della moto nera che sembra essere una freccia disumana che vola per le vie ancora addormentate di New York. Il cielo è colorato di un azzurro lieve e dolce che preannuncia l’imminente sorgere del sole. Nelle strade poche automobili, timide e silenziose, iniziano la loro giornata. Presto sarebbe diventato il solito mondo, il solito caos. Il conducente della moto sale di marcia per avere più velocità e imbocca traverse e vicoletti che lo allontanano sempre di più dal centro della Grande Mela. È nel quartiere di Soho. Frena davanti ad una delle case popolari. Leva il casco e smonta dalla sua ‘cavalcatura’. Dal casco nero spuntano per contrasto capelli biondi e spettinati, un volto dai lineamenti bellissimi e decisi, arricchito da un paio di occhi azzurri ed intensi ma decisi e freddi come il ghiaccio.

È Dicembre.

Il giovane indossa un giubbetto di pelle nera e un paio di jeans.

Il fisico è possente con muscoli ben delineati e un corpo asciutto, allenato, forte.

È Thomas Bishop ma è conosciuto come Tom. Entra nel portone del palazzo, infine giunge davanti alla porta dove è scritto un “Hurst” un tempo d’oro, ora arrugginito e mezzo ammuffito.

Bussa. Qualche minuto dopo la porta si apre e compare sulla soglia un ragazzo giovane quanto lui, mezzo addormentato ed insonnolito, dai capelli castani, ricci ed arruffati.

“Tom, che è successo? Come mai te ne piombi qui nel cuore della notte??”

“Ti devo parlare.” Dice Tom. Michael lo fa accomodare senza tante cerimonie non necessarie, si conoscono da troppo tempo.

“hanno mandato Billy all’ospedale”  dice Tom senza girarci troppo intorno.

Michael sbianca. “che cosa?? Ma non è possibile, ieri sera siamo andati a giocare al  biliardo.. c’era anche lui, l’ho visto!!”cerca di opporsi a quella infamante verità.

“si, c’era. Ma stanotte l’hanno pestato, cercando di farlo fuori… ma lo sai, tuo cugino ha la pelle troppo dura. Si è buscato solo un mese d’ospedale.”

“chi?” domanda Michael con un ghigno di rabbia. “chi è stato??”

“Danny Moore. Lo sanno tutti che è stato lui. Oggi lo ammazziamo di botte” Pronuncia questa frase come fosse la cosa più ovvia del mondo, come se avesse detto  ‘oggi vado a fare la spesa’.

È orrendo quanto il crimine possa impossessarsi delle anime degli uomini e abituarsi a loro, come un ragazzino si abitua ai brufoli adolescenziali.

 “hai impegni questa sera?” ora il viso di Tom è molto più tranquillo e rilassato, sembra quasi sul punto di ridere. “avevamo pensato di andare a Little Italy  a mangiarci qualcosa e poi da Fred, sta sera il buttafuori è lui, non ci dirà nulla anche se facciamo un po’ di casino.” Lo rassicura.

Michael sorride, per un po’, dimenticando il disonore di suo cugino.

“ok, vengo. Quando c’è da fare casino vengo sempre, lo sai, no?”

“bene, intanto presentati oggi pomeriggio verso le sette da El che ci accordiamo per pestare Danny, va bene?”

“benissimo. Che fai stamattina?”

“non crederai mai a quello che sto per dirti.” Tom sorride, la solita aria furba e tremendamente affascinante, dipinta sul viso.

“no, fammi indovinare.. vai da Hook?- Tom scuote la testa -a farti un altro tatuaggio?- ancora non ci siamo. -ci sono ci sono… vai ai colloqui di tua sorella!”

 “il cielo me li scampi, quelli. Non riesco mai a non perdere le staffe!”

“ok, se sei così tranquillo vuol dire che è una cosa… piacevole?”

“tutt’altro. Ma mi diverte perché è la prima volta in tutta la mia esistenza.”

“no, così non vale, adesso me lo dici. Avanti.. Dove vai stamattina??”

Tom sorride. “ in biblioteca.”

Michael lo guarda, impaurito. “ ma tu stai male!!!!”

Tom scoppia a ridere ma Michael ribatte. “Tom, si vede che non stai bene! tu in biblioteca??? Se campasse ancora mia madre direbbe che è arrivata la fine del mondo!”

“be almeno per me la fine del mondo è arrivata! Devo prendere materiale per una ricerca per Diana. Non sai che palle!”

“perché non ci mandi la peruviana? Ma si, mandaci la peruviana in biblioteca e vieni con me che andiamo a fare colazione.. in quel posto nuovo… si, dai, tanto lì non ci fanno pagare…”

“non posso far fare tutto alla peruviana! Quella vecchia pulisce, stira, lava, asciuga e si occupa di Diana. Non posso mandarla pure in giro per New York, non ti pare?”

“bah, io pensavo che la governante fosse una specie di serva.. e invece la devi pagare e poi non ti va manco in biblioteca!!! Roba da pazzi!!”

“già, pazzo io che ti sto a sentire! Senti, non esiste, io oggi devo andare in biblioteca. Non posso sovraccaricarla di lavoro, la peruviana, altrimenti mi crepa. E dopo chi ci pensa a mia sorella? Ci pensi tu?”

Michael sbuffa mentre prende una birra dal frigorifero.

“io allora vado. Ti aspetto oggi pomeriggio, solita ora, da El.”

“aspetta, Tom.- Lo richiama Michael. - … ho un’idea che mi frulla in testa e non riesco a dormire se prima non te la dico” spiega Michael, poi fa un altro sorso di birra.

“allora spara e vedi anche di essere convincente… le conosco, io, le tue idee..”

La mente di Tom corre velocemente al giorno in cui sono diventati amici, al liceo, alle salate, alle sospensioni, ai rimorchi, a quando hanno incontrato altri amici, a quello che sono ora.

“ehi, mi ascolti si o no?” la voce di Michael lo riporta alla loro conversazione.

“avanti, mi stai facendo addormentare, me la vuoi dire o no questa idea??”

“in realtà non l’ho avuta io.”ammette Michael.

“bene, già mi piace di più!”

“vuoi risparmiarmi il tuo umorismo mattutino e starmi a sentire?”

Tom finge d’alterarsi. “sei tu che parli come un contagocce, quindi se non vuoi farmi perdere la pazienza, farai meglio a dirmi cos’è ‘sta storia e subito!!!!”

“e va bene. L’idea è di Dawson. Dice che è una settimana che tiene d’occhio un vagone blindato che porta gli stipendi ad un supermercato.”

“be, interessante.” commenta Tom  “ ma in un supermercato ci sono pochi impiegati. Di che supermercato si tratta???”

“ è un centro commerciale, non un supermercato.”

Tom sorride. “la faccenda si fa molto interessante.”

“già, gli impiegati sono circa cinquanta. Dawson  ha già elaborato un piano.”

“non sarà la rapina del secolo, ma ci accontenteremo. Un centro commerciale per questa settimana va bene. Quando è fissato il colpo??”

“questo non lo so. Ha detto Dawson che voleva il tuo parere, ci sarai, vero?”

“certo. Sono mai mancato? Allora ci vediamo dopo” dice Tom, in tono di congedo, fa per andare, poi si ferma sulla soglia e si gira, come se avesse dimenticato qualcosa di molto importante. “scusa la tua ex… si, quella Katie non lavora in un centro commerciale grande??”

Michael sorride. “come hai capito che avremo rapinato quello?.”

Il sorriso di Tom, per un momento, si spegne. “intuito. Ma a te cosa è saltato in mente? La vuoi rapire?”

“No.” risponde Michael, abbassando lo sguardo. “solo rivederla.”

Tom scuote la testa. “pensi ancora a lei?”

“come non potrei??” la voce di Michael esprime una tristezza ed una malinconia che il suo aspetto malandato e buffo non trasmetterebbe mai, altrimenti.

Tom gli prende le spalle con le mani e lo scuote un po’.

“dimenticala. È solo una donna!!”

Questa volta è Michael a scuotere la testa. “non ce la faccio. Io la amo ancora.”

“ah- sbuffa Tom. - ancora con questa storia dell’amore?? E piantala!”

Michael scoppia a ridere. “un giorno ti innamorerai anche tu.”

“No.” risponde Tom, serio. “non permetterò mai a nessuna di farlo. Lo giuro.”

“oh, non giurare. Nella vita non si sa mai.”

Tom scuote ancora la testa per quel moralismo ritrovato di Michael ed esce dalla sua abitazione. No, a lui non può succedere, a lui non accadrà mai, lui non ha bisogno d’amore. Rimonta sulla moto e sgomma via, a tutto gas, impennandosi per un attimo su una ruota sola, poi continuando normalmente la corsa, fra le ora attive  vie di New York.

 

La sveglia a forma di gallo scandisce i secondi con precisione.. è l’unico rumore udibile nella stanza della ragazza che ancora dorme profondamente. Il vento freddo  filtra dalla finestra rimasta accidentalmente aperta e muove leggermente le tende rosa della camera e lo scacciaspiriti che diffonde nell’aria il suo dolce rumore metallico. La ragazza sembra avvertire quell’aria fredda e nel sonno stringe forte a se le coperte.

La sveglia emette due ticchettii più forti, poi il canto forte ed impertinente del gallo si diffonde nella stanza.

Rose spalanca gli occhi. Prende il cuscino e se lo mette in testa attendendo che smettesse mentre si volta dalla parte opposta, cercando di riprendere sonno. Di solito è abbastanza brava a riprendere sonno, anzi è una delle sue specialità. Speranza vana.

Si ricorda, infatti, d’aver azionato anche la seconda sveglia. E puntuale come un’orologio svizzero la sveglia suona. Rose la chiama la seconda sveglia ‘infallibile’ perché è collegata alla radio, e sarebbe stato praticamente impossibile non svegliarsi.

E quello non sarebbe bastato c’è sempre Camilla. La sua bellissima gatta cammina sulle coperte e le sfiora il viso con il musino la guancia. Rose tenta di protestare.

“via.. via..” la scaccia debolmente ma subito dopo, si aziona la radio.

“buon giorno amici e amiche di Cream and Chocolate! La radio più dolce di tutta New York vi augura una buona giornata! Allora pasticcini, siete svegli o state ancora sonnecchiando nel letto??”

“ecco.. appunto…” borbotta Rose con la voce impastata di sonno. La ragazza si alza dal letto, rovinando tragicamente a terra a causa del lenzuolo che le si è intrecciato tra le gambe. “ ahi….- si lamenta massaggiandosi il sedere.- cominciamo bene, cominciamo…” Commenta mentre si alza da terra e si butta sotto la doccia.

“la prima hit di quest’oggi è Radio di Robbie Williams…”

La ragazza urla per l’acqua fredda… ah si,  si è rotto lo scaldabagno, ricorda immediatamente. 

Per cercare di distrarsi, canta a squarciagola la canzone, poi esce dalla doccia, si aciuga i capelli lisci e castano chiaro chiaro, quindi si veste  con dei jeans e un maglioncino azzurro e in un secondo è pronta.

Ammira per qualche secondo la sua casa, di nuovo vuota, di nuovo sua… sua sorella Emily il marito Formy e a loro figlioletta Novaly sono partiti per un bel viaggio ai tropici.. aaahh.. pace! Pace… fin troppa forse, magari nel pomeriggio avrebbe chiamato la sua migliore amica Hudson, per avere un po’ di compagnia.

Dà un’ultima controllata alla sua immagine allo specchio che riflette il suo volto poco truccato e dai lineamenti perfetti, delicati, bellissimi. Gli occhi verdi, grandi, dolci ma nello stesso tempo allegri, vivaci, furbi.

Afferra la borsetta, il giubbotto di lana nero che le arriva a metà coscia e la sciarpa bianca, quindi si getta giù per le scale fischiettando ancora la canzone.

Si, è di ottimo umore. D’altronde è il Natale a mettere di buon umore le persone.

“buongiorno, Rose!”a rivolgerle quel saluto è Gladys, l’anziana vicina di casa che ha appena incrociato per le scale.

“oh, buongiorno Gladys…”

“ah, ciao bella! È già partita la sua bella famigliola? Dove va di bello stamattina? Ah visto che tempo chiuso? Secondo me nevica pure oggi!”

Rose riordina i pensieri e risponde cordialmente. “Emily Formy e Novaly sono già partiti, stamattina vado in biblioteca a prendere un libro e si, spero che nevichi anche oggi, infondo se non nevica a Natale, quando dovrebbe farlo??”

Gladys annuisce vigorosamente, poi domanda “va in macchina? In motorino? Attenta, eh, perché le strade sono bagnate e.. ”

Rosa sta per rispondere, ma sbianca e guarda subito l’orologio. “oddio l’autobus!”

Subito vola per le scale gridando “arrivederci Gladys!”, esce di casa, chiude il cancello e vede l’autobus appena passato che quasi sta svoltando la curva.

“fermo!” urla la donna correndo sul marciapiede innevato. “ehi, fermati, fermati!!!”

Grida e riesce a raggiungerlo grazie all’agilità di anni ed anni di sport.

Il conducente dell’autobus la guarda un attimo, dispiaciuto, ma prosegue la sua corsa.

“oh no…” mormora Rose, fermandosi, stanca. Ansima e il suo respiro caldo si condensa nell’aria fredda di quella mattina di dicembre. “e adesso?” pensa la ragazza portandosi una mano tra i capelli. Ritorna sui suoi passi ed arriva in prossimità di casa sua, affranta. Arrabbiata tira un calcio ad un cespuglio pieno di neve.

“maledizione!”

“l’ha perso?”Gladys si affaccia dalla porta del condominio e la risposta gli viene fornita dallo sguardo scocciato della giovane.

Ma no, Rose non è tipo da arrendersi tanto facilmente. Si guarda intorno cercando una soluzione e sorride tra se quando si accorge di guardare con rinnovata attenzione il vecchissimo motorino di Formy, parcheggiato in giardino.

 

 

Tom frena bruscamente sotto un grande edificio, stile antico.

Si leva il casco e scende dalla moto, mentre verifica che il tempo va peggiorando e probabilmente nevicherà ancora.

Tra poco sarà Natale, pensa. *Dovrò pensare ad un regalo carino per mia sorella ma cosa vorrebbe ricevere la mia dolcissima Diana? Magari trovo un bel libro in questa biblioteca. Ma no, a Diana non piace leggere. O si?*

Nota un vecchissimo motorino parcheggiato davanti all’edificio della biblioteca.

*Ma c’è ancora gente che va in giro con simili catorci?* Pensa sbalordito

Intanto sale le scale antiche e in marmo dell’edificio, entra attraverso un portone in legno e finalmente si trova in quel misterioso ambiente: la biblioteca.

Non c’ era mai stato prima d’ora e subito si accorge che quell’ambiente non fa affatto per lui. Lo capisce dal cartello, grande e centrale, ove è raccomandato l’uso del rispetto e del silenzio. Bah.. l’ambiente è tutto in legno e i libri, moltissimi, sono sistemati in enormi scaffali di legno scuro.

Tom si guarda leggermente intorno, pensa di poter fare da sé, ma poi opta per chiedere informazioni… da solo ci avrebbe messo molto di più. Si avvicina così ad una tipa che sta dietro ad un bancone, con una camicetta un po’ troppo trasparente e gli occhiali un po’ troppo curvi. Lei lo guarda perplessa. Ha quel posto da due giorni ma si accorge anche lei che un uomo così non è fatto per i libri.

“che posso fare per lei?” dice, però, cortesemente e sfoderando un sorriso tirato.

Tom si guarda un po’ intorno con sguardo superiore, poi domanda: “ mi serve un approfondimento sulla California fisica.”

La donna, molto più anziana del giovane uomo di circa 23 anni che ha di fronte, lo guarda con uno sguardo dubbioso e incredulo; Tom le risponde con un sorriso canzonatorio che mette in imbarazzo la donna, la quale digita subito qualcosa sulla tastiera. “Marilyn!” urla poi. Una cozza travestita da ragazza si avvicina al bancone facendo un eloquente sorriso a Tom ; il ragazzo distoglie lo sguardo, disgustato.

“scaffale ventitre, libro 308.” Comunica la donna. La ragazza ascolta attentamente, poi si rivolge a Tom ancora sfoderando un sorriso e due file di denti storti.  “venga, prego.” Tom fa un sorriso incerto e la segue. La ragazza passa accanto ai tavoli dove altra gente sta cercando qualcosa in altri libri, chi, invece, studia.

Quella sottospecie di donna inizia ad arrampicarsi su una scala e sale per cercare il libro per Tom.

Lo sguardo del ragazzo cade su un tavolo accanto a loro.

Una giovane ragazza scrive velocemente qualche appunto su un quaderno a quadretti, sospirando di tanto in tanto su alcune parole, chiudendo un libro e aprendone subito un altro. Rose.

Ha lunghi capelli castano chiaro, un profilo dolce ma deciso e, pensa Tom, una brutta calligrafia; cerca di leggere quello che scrive, avvicinandosi leggermente con il viso, senza curarsi di essere visto da lei e soprattutto, senza capirci un’acca.

La ragazza si accorge di essere osservata, alza lo sguardo e lo vede  che sbircia i suoi appunti.  Si schiarisce la voce, leggermente stizzita.

Tom alza lo sguardo dal suo quaderno a quadretti e i loro occhi  si incrociano.

Entrambi rimangono pochi minuti a fissarsi, così, tutti e due con gli occhi sgranati, l’uno perso lentamente negli occhi dell’altra. Tom fissa la bellissima sconosciuta.

Il volto stupendo, i suoi occhi di un bel verde profondo, le sue sopracciglia dorate, la bocca carnosa e delicata. Lei, smarrita, nei suoi occhi azzurri , nel suo sguardo bello, pulito, nei lineamenti perfetti.

“ecco il libro” dice la cozza porgendo il libro a Tom , interrompendoli.

Tom, ancora un po’ stordito, prende il libro e ringrazia con una smorfia.

La ragazza riprende a scrivere, attiva.

Tom vede che di fronte alla ragazza c’è una sedia e il tavolino ha ancora un po’ di spazio per lui; non è certo timido.

Scosta la sedia, facendo appositamente rumore e si siede.

Gli occhi della ragazza si alzano per un istante dal libro, poi ritornano a leggere.

“ti va di fare un giro?” domanda con un sorriso.

La ragazza trova che il suo sorriso sia stupendo, ma non dice nulla, riabbassa gli occhi. “no” dice poi, continuando a scrivere.

“dai, perché no? ci divertiamo!!”

“ non te lo ripeterò ancora-  dice Rose, chiudendo un libro e guardandolo negli occhi, con i suoi occhi vivaci. - non vengo da nessuna parte con te” E fa un falso sorriso.

Tom si finge vinto, apre il libro ed inizia a cercare ma la tentazione di far arrabbiare quella puntigliosa, stupenda creatura, è troppa.

“ allora visto che non vuoi andare da nessuna parte, restiamo qui. Come ti chiami?”

Gli occhi della donna iniziano a riempirsi di irritazione.

“ mi chiamo come mi pare e non lo vengo certo a dire a te, capito?”

Tom fa per ribattere ma la ragazza è più veloce di lui.

“e poi qui dentro non si può parlare! Ci si viene solo per studiare o consultare libri! Libri! Hai presente quest’affare cartonato che hai in mano, con tante pagine e tanti piccoli caratteri stampati… ecco, questo si chiama libro! Straordinario , vero?”

“ma sentitela, che per caso hai fatto un corso di umorismo spicciolo?”      

“ti ho già detto che non si può parlare! Non hai letto il cartello? Oops…che stupida, penso addirittura che tu sappia leggere!”

Tom non può fare a meno di notare quant’è bella quando si arrabbia.

“perdi tanto tempo a controbattermi e non hai ancora detto come ti chiami!”

“non te l’ho detto perché non te lo voglio dire, sia ben chiaro”

“ma vorresti sapere come mi chiamo io, giusto?”

“senti, leggiti ‘sto libro in santa pace e facci stare pure gli altri, ok? Pezzo di un arrogante!”

Il cellulare della donna squilla.. È vicino ai suoi libri, lei fa per prenderlo ma Tom è più veloce di lei.

“pronto?”

Rose, furiosa, inizia a picchiarlo sulle braccia: è rossa dalla rabbia. Tom scoppia a ridere mentre con un braccio si difende da quella pazza scatenata.

“lascia il mio cellulare, stronzo!!”

“pronto, Rose??” dice intanto una voce all’altro capo del telefono.

“ciao.. no, non sono Rose..” intanto si stacca il cellulare dall’orecchia, e le confida. “Rose, eh? Bel nome.. no, non fare quella faccia scocciata, dovresti saperlo.. io quello che voglio  lo ottengo sempre.”

“vaffanculo.”

“grazie, mon amour. Allora, dicevamo.. chi parla?”

“pronto, ma lei chi è? Vorrei parlare con la mia fidanzata, per cortesia..”

“aah” dice Tom con aria maliziosa, rivolgendosi a Rose che lo guarda fulminandolo ad ogni parola mentre se ne sta con le braccia incrociate.

“è il tuo fidanzato.” Le rivela.

La ragazza ringhia un “lo so.” carico di rabbia.

“ehm, no.. non posso passargliela in questo momento.. potrebbe dire a me?”

L’uomo dall’altra parte del telefono sembra essere molto risentito e parla cercando di trattenere l’enorme rabbia che prova. D’altronde si può ben capire.. chi starebbe tanto calmo sentendo che al cellulare della propria donna risponde un uomo?

“le dica che sto passando a piedi sotto la biblioteca e che mi raggiunga di sotto tra una decina di minuti.”

“non so se verrà.. forse ha un altro appuntamento..”dice mentre la guarda.

Rose sgrana gli occhi e gli tira un pugno, questa volta, centrandogli lo zigomo sinistro.

Tom lascia il cellulare e si porta la mano dolorante allo zigomo, incredulo che quella ‘dolce’ figliola dagli occhi dolci e i capelli castani si sia trasformata così d’un botto, in una tigre con le unghie. Mai fidarsi delle apparenze, si dice.

Intanto Rose ha messo i libri al loro posto e riordinato le sue cose in fretta e furia, riappropriata del cellulare ed si sta alzando dal tavolino. * ma guarda tu questo cretino …* pensa furiosa.

Si allontata e si avvicina alla segreteria per chiedere di poter portare a casa il libro. Ma la segretaria con gli occhiali obliqui le fa un sorriso soddisfatto, mentre dice

“no, signorina. Questo non è proprio possibile”

Rose sgrana gli occhi “ ma si è sempre fatto.”

“non in questa biblioteca.”

“questa è l’unica biblioteca che frequento e le dico che ho sempre preso i libri per portarmeli a casa!!”

“ah, si? e li ha più riportati, signorina? …”

Rose apre la bocca, indignata. “lei… co..come si permette?? Mi sta accusando di averli rubati??? Si vede che è proprio nuova, la donna che stava qui prima di lei, permetteva a tutti di portare a casa i libri, sotto un piccolo pagamento.”

La donna la guarda con aria di superiorità, come se sapesse che quelle sono solo fandonie.

“c’era un rapporto di fiducia e stima reciproca!”

Intanto molti della biblioteca hanno alzato gli occhi dai loro libri e pur fingendo di interessarsi ancora a loro, tendono gli orecchi per sentire quella conversazione.

La donna sbuffa “senta signorina…”

“ascolti.” Sospira Rose. “devo andare via e non avrò la possibilità di ripassare in settimana ,questo libro mi serve per un esame, per cortesia.. lo riporterò..”

La donna fa per alzarsi ma una mano ferma, forte, comparsa improvvisamente dietro Rose, la prende per una spalla e la rimette subito a sedere sulla sedia.

Rose sobbalza, sorpresa almeno quanto lo è la donna. Si gira, è Tom.

“se ha detto che lo riporta.- Dice con voce gelida. -significa che lo riporta, è chiaro?” la mano di Tom lascia la spalla della signora, poiché l’effetto è già stato ottenuto.

La sua voce è più penetrante e convincente di qualsiasi altra cosa.

Rose guarda stupita la situazione in cui si è messa… no, lei non si è messa in nessuna situazione.. è solo il destino. Un destino beffardo, però.

Rose prende il libro e se ne va in tutta fretta, con gli occhi bassi, sperando caldamente che il suo ragazzo sia già di sotto.

Tom guarda la zitella con un sorriso canzonatorio.

Tira su il libro che doveva consultare e dice “posso prenderlo, vero? Ho sentito che le regole sono di nuovo cambiate, è così?”

La donna è bianca ed indignata. “ può prenderlo.”mormora.

“allora grazie.” Conclude Tom prima di gettarsi sulle scale all’inseguimento della sua dolcissima preda, sa che ancora non se ne è andata.

Infatti è di sotto, con il libro in mano e le guance ancora rosse.

“ be, non si dice nemmeno un grazie?”

Rose lo guarda, fuminandolo. “sei un… un.. arrogante e presuntuoso! Ora non potrò nemmeno più presentarmi in quella biblioteca! Ho fatto la figura della… mafiosa!”

“ma no..- cerca di consolarla Tom. - ti ho solo fatto ottenere ciò che volevi..” intanto sale sulla moto ma non si mette il casco.

“ecco, questa è sicuramente la tua visione del mondo: ottenere lo scopo! Volevi sapere il mio nome? Bè ora che l’hai ottenuto, come ti senti? Ti è cambiata la vita?”

“no, ma a te quel libro serve per l’esame. Averlo o no, potrebbe cambiare il tuo voto.”

Rose scuote la testa, sconcertata “ tu sai un solo modo per ottenere quello che vuoi, vero? La violenza e la prepotenza! Avrei preso un voto più basso ma almeno avrei conservato la mia dignità!”

Tom le fa un bellissimo sorriso rassicurante. “dai,  non pensarci più!”

“ah” dice scocciata. “ la fai facile tu! Tanto la biblioteca non è uno degli ambienti che frequenti di solito, vero?”

“no, ma dovresti smettere anche tu di frequentarla.. studiare troppo rende.. acidi.”

“e così sarei pure acida? Ma senti questo che coglioni che mi ha fatto oggi!!” sbuffa ad alta voce.

Tom scoppia a ridere  e dopo poco riprende. “su ,dai ,monta che tanto quel damerino del tuo fidanzato non viene più.”

“se ha detto che viene, viene. È una brava persona, lui.” Dice con orgoglio.

“è un brava persona.” Le fa la bocca. “scommetto che è uno di quei neolaureati, in giacca e cravatta che va in giro con una 24ore, con la solita aria da perbenino so-tutto-io e invece non sa un cazzo né della vita, né delle donne, gusto?”

Rose sente dei passi e si volta verso destra. Un ragazzo si circa 24 anni,carino, distinto e perfettamente corrispondente alla descrizione di Tom, si sta avvicinando.

È lui, il suo fidanzato.

Tom segue lo sguardo della ragazza e lo vede.

Scoppia di nuovo a ridere vedendo che ha indovinato in pieno “no, non è possibile…”

Rose non sa cosa rispondere. Per la prima volta in sei mesi, vede Sean così scialbo e insignificante proprio come glielo aveva descritto quel tipo in moto. Sospira.

“finiscila.” Gli dice in tono passivo. “o ti sentirà. E non voglio litigare anche con lui, chiaro? Per oggi ho litigato con abbastanza persone e frequentemente non lo faccio mai!”

“che ti devo dire? Sarà la mia influenza che ti rende più.. vera.”

Rose si avvicina con gli occhi verdi infuriati. “ma chi diavolo sei per dire se io sono vera oppure no, eh? Sei solo un idiota!” fa per colpire quella sua faccia da schiaffi con un bel ceffone, appunto, ma Tom, prevedendolo, accelera leggermente con la moto, così che la mano della donna colpisce l’aria.

“Rose, Rose… quante cose devi imparare prima di poter picchiare me! Quante…”

“non ho parole per definirti...”

“meglio così. Io invece avrei un altro aggettivo per il tuo uomo e sono sicuro che sarai d’accordo con me.- Rose lo fissa come impaziente di sentirlo. -impotente.”

Diventa subito rossa rossa in viso e Tom scoppia nuovamente in una fragorosa ma non volgare, risata.

Sean si avvicina in quell’istante. “ciao Rose.” gli dice, poi posa lo sguardo su Tom.

“ ma chi è questo? Ti sta dando fastidio??”

“ehi” gli risponde Tom “rilassati , eh, cravattone?…”

“cosa???” s’infuria Sean.

Rose lo prende per il braccio e s’affretta a dire “andiamo, Sean, non ti ci arrabbiare neanche. È solo uno stronzo.”

Rose lo prende per parte e gli chiede se ha già qualche idea per un regalo che devono fare, poi si incamminano.

Tom li guarda andare via.

Mentre i due camminano, Rose, come mossa da un istinto, si volta verso di Tom.

I loro sguardi si incontrano di nuovo.

Rose sente un piccolo nodo allo stomaco e per la prima volta percepisce un disagio con Sean; vorrebbe sentirsi ancora gli occhi di quel tipo addosso, le sue parole, i suoi sguardi, il suo sorriso.

Tom continua a fissarla. E per la prima volta, in vita sua, vorrebbe restare ancora a litigare con lei, a poter godere dei suoi occhi, del suo sorriso arrabbiato.

Rose abbassa gli occhi e si gira, continuando a camminare con Sean.

Tom infila il casco e mette in moto.

Era iniziato un giorno come tanti altri. 

Ma né lui, né lei, ora, lo pensavano più.

 

Fine primo capitolo

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Capitolo 2
*** TU, ANCORA??? ***


Allora, ragazzi cosa ne pensate

Ciao a tutti…  spero che questo capitolo vi piaccia io ci sto mettendo molto impegno e passione!

Ringrazio Aly per la recensione, spero di non deludere le tue aspettative!!!!

Mi raccomando, qualsiasi cosa pensiate della mia storia, fatemelo sapere lasciando una recensione!

vi lascio al capitolo…

 

Buona Lettura,

Diomache.

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

CAPITOLO II : TU, ANCORA!??!!

 

La donna fuma una sigaretta fuori dal bar mentre pensa al ragazzo che l’ha mollata pochi minuti fa. Con le mani tortura un mazzetto di chiavi per cercare di calmarsi ma è inutile, le lacrime le rigano le guance.

Vede delle moto parcheggiate con la massima accuratezza di chi non vuole che non accada loro nulla di male. *questi ragazzi tengono solamente alle moto. Che stronzi.*

Intanto il cielo che sembrava chiuso e sull’orlo di una nevicata ,al mattino, ora che volge al tramonto si è colorato di un rosso intenso e forte che fa sperare bel tempo per giorno dopo, un bel tempo quasi estivo se non fossero per le temperature, bruscamente intorno agli 8 gradi.

La ragazza, il cui nome è Amy, posa di nuovo lo sguardo sulle moto, tra le quali c’è anche quella del suo, ormai, ex fidanzato. Un improvviso impulso la invade…

Stringe in mano le chiavi di casa e si avvia verso le moto con l’intenzione di sfregiarle. Si avvicina ad una moto nera, enorme, sicuramente truccata ma comunque una di quelle che va tranquillamente a 230 Km orari. Tende la mano per lasciare un bel ricordino a quello sconosciuto e sicuramente stronzo come il suo ex, ma poi si ferma.

Quella è la moto di Tom. Ritrae subito la mano e mette le chiavi in tasca.

Che stava per fare? la moto di Tom…che le sarebbe accaduto se avesse fatto il gestaccio? E se l’avessero scoperta?

Dopo tutto Tom la conosce e sa che lei e Harry si sono lasciati.

Tom è il più temuto della zona, lui e la sua banda di delinquenti.

Li ha visti all’interno del bar che parlavano di andare a casa di qualcuno, un certo Moore e dargli una bella lezione, magari ammazzarlo.

Se è vero che quel Moore ha picchiato il cugino di Michael,il migliore amico di Tom, allora questo Moore non dovrebbe far altro che prendere una pistola ed uccidersi da solo. Quello che lo aspetta potrebbe essere molto peggiore.

Sente alcuni passi e subito si siede su una sedia, allontanandosi dalle moto.

Eccoli, escono dal bar. Li vede uno dopo l’altro, sfilare sicuri nei loro giubbotti di pelle, nei loro jeans marcati e comprati con soldi poco puliti; quel gruppo maledetto ed affascinante allo stesso tempo che è composto da cinque persone.

Harry, quando sono stati insieme, gli ha raccontato molto sul loro gruppo.

All’inizio erano Michael e Tom, due amiconi ribelli del liceo. Poi a loro si è aggiunto ‘il tedesco’ un poveraccio più grande, affetto da amnesia che Michael ha ospitato per un po’ di tempo a casa sua, un tipo alto, biondo e dall’accento strano, che gli ha dato il soprannome. Al simpatico trio si sono poi aggiunti Harry e Dawson, conosciuti in una disco durante una piccola discussione per un tavolino. Il risultato?

Nella discoteca era scoppiata una rissa ma loro si erano scoperti amiconi.

La vita a volte è strana.

Sotto un piano estetico, Tom è sicuramente il più bello, con i capelli scompigliati, biondi, gli occhi gelidi, azzurri  e un corpo che sfiora la perfezione.

Anche Harry, il suo ex, è davvero carino mentre sono molto più ordinari il moretto Dawson e il gelido tedesco. Michael, invece, è buffissimo e allegro ma anche lui ha il suo cosiddetto ‘lato scuro’ che lo accomuna agli altri.

“avanti, andiamo  a casa di quel bastardo!!” a parlare è proprio Harry.

In un secondo sono tutti a ‘cavallo’ delle loro moto e con un rombo assordante di motori, partono sfrecciando sulla strada, suonando i clacson, che nella notte risuonano come un monito pauroso.

Tom è in testa, al suo fianco uno dei più forti, ‘il tedesco’; i due saettano  sull’asfalto,  quasi invisibili, come dei giudici inappellabili, spietati.

In breve tempo ed a una velocità di circa duecento km orari, arrivano ad uno dei quartieri più miseri e poveri della città; il rombo dei loro motori, forte e minaccioso, giunge alle orecchie degli abitanti di quelle palazzine; essi si affacciano dalle finestre spiando quegli inappellabili assassini e subito dopo si ritirano, abbracciando i loro figli,pregando Dio e chiudendo le misere persiane.

Tom i suoi scendono dalle moto e si dirigono sicuri verso l’abitazione di Moore, che più che un’abitazione, quella sera, è un vero e proprio bordello.

Entrano e si fanno largo tra le prostitute e i drogati.

* che schifo.* pensa Tom.

Si dividono, cercano in quella lurida abitazione un essere altrettanto lurido.

A trovarlo è Dawson che avverte gli altri: Moore è in camera sua in compagnia di una moretta che subito allontana da se.

“ehi, ‘sera, amici. Volete servirvi?” dice mostrando loro la ragazza.

“no, grazie.- parla Tom. - non è lei che ci serve… ci servi tu!.”

Moore capisce benissimo ma cerca di scherzare, mentre il viso si tinge di piccole perle di sudore. “be, non sapevo che aveste mutato i vostri gusti, ragazzi.”

“devi tenerti informato, Danny” il ghigno gelido di Harry gli fa iniziare a sudare freddo.

“mi hanno detto.. –inzia Michael.- che ieri tu e mio cugino avete giocato un po’..”

Danny abbozza un sorrisino mentre si riveste. “abbiamo litigato e da cosa nasce cosa”

“ehi, hai detto proprio bene. –approva Tom. –da cosa nasce cosa.”

“e bravo il verme.” Concorda il ‘tedesco’.

“vieni amico, ti dobbiamo parlare in privato…”dice Dawson mentre lo prende per il collo e lo trascina in un’altra stanza, seguito dal resto del gruppo. È il bagno.

Lo mettono a sedere sul water.

“e adesso facci vedere come urla un verme..” dice Tom prima di colpirlo con un pugno in pieno viso. Danny accusa il colpo e cade. Fa per rialzarsi e contrattaccare ma Michael è subito su di lui. E così giù, con pugni, calci, testate; tutto il gruppo dà la sua piccola lezione a quel verme che debolmente cerca di opporre una lieve ed inutile resistenza.

Michael è quello più scatenato, deve vendicare suo cugino e mantenere intatto il suo onore.

Alla fine è Tom a contenerlo: Danny è svenuto; ha il setto nasale rotto, le guance arrossate, un sopracciglio aperto e le labbra spaccate.

“basta o lo ammazzerai.- gli sussurra. –ne avrà per un po’, sta’ tranquillo, ha capito la lezione” Michael ansima e si ferma, rassicurato dalle parole di Tom.

Molti del gruppo vorrebbero restare ma mantengono fede al programma che avevano stipulato : cena a Little Italy e poi serata in disco, da Fred.

Ripartono, rombando con le loro moto e allontanandosi dal loro crimine; alcuni di loro sono sporchi di sangue, altri sudati, altri chi, come Tom, impassibili perché semplicemente ci sono abituati.

 

Il suono del cordlees interrompe Rose che apre improvvisamente i suoi occhi verdi.

*devo essermi addormentata. *pensa mentre alza la testa dal grande libro di chimica.

Il telefono continua a squillare e la donna, ancora un po’ insonnolita,risponde.

“ehi, Rose, sono io, Hudson.” Hudson è la sua migliore amica, una ragazza carina e molto particolare che lei conosce sin dai tempi del liceo.

“ehi, ciao Hudson.. dimmi…”

“be.- dice quella. –non usciamo ‘sta sera?”

Rose dà un’occhiata all’orologio. Le 24.

Non ha proprio voglia di uscire, ha studiato tutto il pomeriggio e tutta la sera, ha litigato con Sean a causa di quel tipo in biblioteca, ha litigato al telefono con sua sorella perché non l’aveva potuta raggiungere al cellulare….e per di più le scoppia la testa.

Risponde: “no, Hudson, oggi non è giornata.”

“ma dai che ci divertiamo! Ho chiamato anche Susy e Adrienne, hanno detto che c’è una discoteca che non hanno ancora visto!”

“ah, mi pare improbabile, escono tutte le sere!”

“giuro! È un po’ fuori mano e ci vorrà la macchina, non il motorino…”

“allora non posso proprio venire.. -coglie l’occasione. –l’auto di Formy ha un freno rotto e il motorino rischia di lasciarmi a piedi per strada! Stamattina ci sono andata in biblioteca ma si è trattato di un autentico miracolo.”

“davvero? Oh, comunque stai tranquilla perché la macchina la prendiamo sia io che Susy…”

“ti avverto che io con quella pazza non ci salgo in auto!”

“nemmeno io è per questo che ho preso la mia! Allora vuoi venire si o no?”

“non lo so Hudson, sono stanca, ho studiato fino adesso e domani...” cerca di giustificarsi Rose ma tanto sa già come andrà a finire.

“avanti, chiudi subito quel libro di chimica, non puoi passare la tua gioventù sui libri, hai vent’anni! Preparati che tra una mezz’oretta di passo a prendere, ok??”

“no, aspetta, Hudson, io…”

“un bacio grande, pigrona, a dopo!” chiude la conversazione. Rose sbuffa.

*Perché le amiche così capitano tutte a me?* Si butta nell’armadio e tira fuori alcuni vestiti, indecisa. È incerta e si accorge che i consigli di sua sorella Emily le mancano molto.. lei avrebbe scelto sicuramente la cosa giusta. Alla fine indossa una minigonna di lana nera a pieghe, un golfino rosso, attillato , un paio di calze nere e i suoi stivali a punta, rossi.

Rose guarda l’orologio e si rende conto che tra pochi minuti Hudson sarà lì.

In fretta e furia va in bagno per truccarsi. Si trucca gli occhi con la matita e si sistema sulle labbra un lucidalabbra rosso “les voilà!” dice guardandosi allo specchio..

Il campanello suona.

“ok, vado.” Rose prende il suo giaccone di lana nero e la borsetta nera, poi passa davanti allo specchio. Beh , si piace.

Vola giù per le scale, esce di casa e vede che sono parcheggiate sia l’auto di Susy che l’auto di Hudson. Susy si sporge dal finestrino: “Ciao Rose! dì ad Hudson che facciamo a chi arriva prima!” la ragazza sbianca e Susy scoppia a ridere “ma dai, scherzavo!!!!”

Rose finge di ridere ed entra nella macchina di Hudson.

“tu non fai nessuna gara, chiaro?” sentenzia.

“buona sera anche te” sorride affettuosamente l’amica.

Lei ed Hudson sono inseparabili dai tempi del liceo e tutt’ora, pur frequentando università differenti, sono legatissime. Hudson è molto carina, alta, i capelli castano scuro e ricci, gli occhi neri e comprensivi; è una ragazza molto calma , paziente e dotata di molta diplomazia.

Le altre sue amiche, Susanne (Susy) e Adrienne sono due pazze inseparabili. Adrienne ha i capelli tinti di rosso e lunghi fino alle spalle mentre Susy li ha neri e corti, sempre spettinati dal gel. Il loro aspetto malizioso non inganni: sono bravissime ragazze, leali, comprensive anche se piuttosto inclini alle avventure, all’alcool e alle disco.

Ma infondo sono fatte così e Rose non le cambierebbe per nulla al mondo.

Rose ed Hudson iniziano a chiacchierare animatamente; la conversazione verte su l’università e le ragazze parlano dello studio, dei problemi, degli esami arretrati, di altri in cui avevano deciso di ripresentarsi , altri in cui erano state ‘ingiustamente’ bocciate. Tuttavia dopo poco Hudson nota il volto un po’ ombrato di Rose, solitamente allegra e di buon umore.

“be? Come mai quel visino triste? Qualcosa non va con Sean??”

La donna sospira “tutto non va! Oggi abbiamo litigato per tre ore! È troppo geloso, vede tradimenti e segreti ovunque! E soprattutto non mi crede, non ha fiducia in me!”

Rose riepiloga velocemente gli avvenimenti di quella mattinata e il racconto si conclude con una bella risata da parte della donna bruna: “che tipo!” commenta riferendosi a Tom.

“È un odioso ragazzo arrogante , egocentrico, presuntuoso ,è pure uno stronzo ed io non ci trovo nulla da ridere!!”

“Sean, invece, ci ha trovato puzza di bruciato! devi capirlo.. tu che faresti se al suo cellulare rispondesse una donna? Ti arrabbieresti come si è arrabbiato lui?”

“Certo che non mi arrabbierei così! E poi gli crederei se mi dicesse che è stata una stupida coincidenza… un’amante non risponderebbe mai al cellulare dell’altro, non trovi?”

“anche questo è vero… però.. Sean è un tipo così focoso..”

“io direi meglio geloso, comunque… basta, non voglio più parlare né di lui né del tipo della biblioteca… tanto, preghiamo Dio, non lo rivedrò più!!!!!”

“come vuoi.” Concorda conciliante Hudson mentre i suoi occhi scuri tornano a concentrarsi sulla strada.

Arrivano,dopo circa una mezz’oretta, alla discoteca di cui avevano parlato Susy e Adrienne. Le loro amiche sono già arrivate e fanno loro sguardi annoiati, picchiando l’indice e il medio della mano sull’orologio, in segno di ritardo.

Il parcheggio è già pieno nonostante sia relativamente presto, circa le 1 e 30. Le donne danno un’occhiata al locale. La facciata è bella, decorata con un enorme pavone blu tutto illuminato dalle lampadine, la coda del pavone è trasparente e i loro occhi possono vedere le luci viola, rosse e gialle che si alternano all’interno della discoteca.

Rose pensa che nonostante tutto abbia fatto bene ad uscire, quel posto il ‘blue peacock’ sembra veramente un posto carino.. almeno così sembra dall’ esterno.

Avvicinandosi vedono che per entrare c’è già un mucchio di gente che aspetta.

“bene..” sbuffa Adrienne mentre si mettono in coda.

Ad un certo punto si sentono provenire dalla gente che si è accodata dietro di loro, lamenti, sbuffate e commenti, poi un tonfo e un ragazzo che rotola a terra per una parola sbagliata detta alla persona sbagliata.

Si fanno largo tra le file cinque ragazzi vestiti di pelle, tenebrosi e seducenti che si avvicinano al buttafuori. Rose li vede di spalle e pensa che siano i soliti raccomandati. Infatti sente qualcuno di loro dire al buttafuori: “ciao Fred e grazie, eh?” prima di entrare nel locale, senza nemmeno pagare il biglietto.

“i soliti. –commenta Hudson all’orecchio dell’amica.- c’è troppa gente come loro ecco perché il mondo va a rotoli!”

Dopo un po’ di tempo le quattro ragazze  fanno il loro ingresso nel locale.

“raga’, per cortesia!!” si lamenta Rose vedendo Susy e Adrienne che già si sono buttate in pista. Hudson alza le spalle, dirigendosi verso il divanetto per mettere a posto il giaccone. La serata inizia e la voce del dj si fa sentire nella discoteca che in men che non si dica si è riempita di gente.

Rose e le sue amiche iniziano a ballare in pista, muovendo i fianchi, le braccia e la schiena, ondeggiando elegantemente e senza volgarità.

Senza dirlo, Susy e Adrienne sono le più scatenate..

Le ore trascorrono velocemente tra balli , corteggiamenti e galanti rifiuti .

Adrienne, Susy ed Hudson sono sedute ad un divanetto ed osservano Rose che, ancora attiva, balla elegantemente tra la gente. Notano che un bel tipo dall’aria dura le si avvicina ed inizia a ballare dietro di lei.

“eccola là, lo sapevo! Rose rimorchia sempre!” si lamenta Susy mettendo il suo viso nel palmo delle mani.

“aspetta aspetta ma io so chi è quello…” dice Adrienne osservandolo.

Il bel tipo è alto, capelli biondi e un fisico da paura ….

Balla dietro di Rose, corteggiandola sensualmente, senza che lei se ne accorga. Poi la ragazza si gira e vedendolo, inizia a ballare con lui, sorridendo timidamente ma evitando sempre il suo sguardo. Entrambi credono di conoscersi ma nessuno dei due collega il volto dell’altro alla mattinata in biblioteca.

“ma si!” grida Adrienne. “quello è Tom, capito Susy? Tom… l’amico di tuo fratello!”

Susy focalizza meglio quel bellissimo ragazzo “ma si, c’hai ragione! Quando andiamo a casa faccio un bel discorsetto con Dawson. Che, si fa così? Uno ha un tipo…così… nel suo gruppo e non lo presenta alla sorellina single??”

Tom cerca di parlare alla ragazza che sta ballando con lui ma improvvisamente lei smette e si va a sedere tra le amiche. “basta, sono stanca!”dice.

Susy la guarda “ tu sei pazza! Stavi ballando con un figo da paura e… te ne vai cosi?”

“ma sai chi era quello??” domanda Adrienne “era Tom Bishop, uno dei più boni di tutta New York!”

Rose sbuffa e dice “si era carino ma io sono fidanzata, fidanzata! Capito?”

Susy scuote la testa “chi non ha il pane non ha i denti”

Rose sorride “guarda che era ‘chi ha il pane non ha i denti’ ”

“e che ho detto io? Comunque la sostanza resta quella.. hai mollato un tipo da brivido per uno da salotto come Sean!”

“mollato… c’ho ballato insieme due minuti mica quello mi voleva sposare!”

“perché Sean ti sposa?????????” esclama Adrienne sorpresa.

“No!” urla Rose.

“e allora vedi? Era meglio quel pezzo d’un bono!”

Rose si appoggia allo schienale del divanetto, sfinita.

“mi arrendo” dice con voce passiva.

Susy, Adrienne e Hudson, dopo pochi secondi, si buttano nella mischia di nuovo.

Rose opta per andare a prendersi un bicchiere d’acqua al bancone del bar.

La serata si sta facendo piuttosto noiosa, pensa, ci vorrebbe qualcosa che la movimentasse un po’.

Solo pochi minuti dopo non avrebbe mai voluto averlo pensato.

 

Tom fuma una sigaretta appoggiato al muro. Osserva una ragazza bella, mora e seducente che ondeggia i fianchi al ritmo della musica.

Ripensa alla biondina di prima, a quel senso paradisiaco che aveva provato standole accanto, al suo profumo e alla sensazione di averla già conosciuta.

Dawson gli si avvicina con il volto preoccupato. “Tom…-dice per richiamare la sua attenzione. –Sam è qui.”

Tom sgrana gli occhi, spegne la sigaretta sulle spalle di un tipo e risponde, incredulo “cosa?- la sua voce è seccata. –che palle…”

“puoi dirlo forte…”concorda Dawson, poi cambia argomento. “vieni, ci sono delle ragazze laggiù… molto ben disposte.. non so se mi spiego…”

Tom si gira: la moretta non c’è più, ma rifiuta. . “no.. vado a farmi un rum...”

 

Rose si siede su uno sgabello, accanto ad un ragazzo biondo, di spalle, che beve qualcosa. Ordina subito una bottiglietta d’acqua e si fa dare un bicchiere.. meglio sempre essere prudenti. Si versa l’acqua e la sorseggia mentre osserva il popolo notturno di New York che danza al ritmo della musica.

Un uomo alto, massiccio, con un tatuaggio di un cobra con le fauci spalancate sulla guancia sinistra, si siede accanto a lei. “buooonnasserra…” dice con voce mielata. “che cosa ci fa una così bella ragazza tutta sola…”

Rose lo degna appena di uno sguardo. “cambia aria amico, non è serata.”

“perché mai? Una bella signorina come te non dovrebbe essere così di cattivo umore! Vedrai che ci divertiremo, dimmi, come ti chiami raggio di sole?” Chiede quello aspirando la sigaretta e soffiandole il fumo in faccia.

Rose, irritata, gli prende dalla bocca la sigaretta e gliela spegne su un posacenere.

Allo sguardo allibito dell’uomo, risponde: “odio il fumo.”

Una voce alle spalle di Rose consiglia l’uomo di andarsi a fan culo da un’altra parte.

Sul volto dell’uomo compare un ghigno di rabbia e urla al ragazzo di spalle: “fatti i cazzi tuoi, stupido rompicoglioni!!!”

Il ragazzo si gira mostrando il suo viso dai lineamenti infastiditi ed arrabbiati: Tom!

Sia Rose che l’uomo hanno un moto di sorpresa e gridano, in contemporanea:

“TU, ANCORA??!!!!!!”

Rose capisce che c’è qualcosa che non va e chiede al malvivente: “tu lo conosci?”

Sam annuisce con vigore: “certo che lo conosco! Mi ha soffiato una partita di armi intera e mi ha fatto finire in galera, il  bastardo!!!”

Sam le domanda: “ tu lo conosci?”

“certo che lo conosco! Mi ha fatto fare una figuraccia in biblioteca e mi ha fatto litigare con il mio ragazzo, questo brutto stronzo! Ma è mai possibile?? In tutte le discoteche di New York, con tutti gli abitanti di questa stramaledettissima metropoli, io.. qui… proprio a te dovevo incontrare?????!!!”

Tom scoppia a ridere. “non ci posso credere!! Sarà il destino!”

“altro che destino! Questa è una macchinazione per farmi andare fuori di testa!!”

 “scusate io..” cerca di intromettersi  Sam ma la sua voce non viene nemmeno udita.

 “ehi non vedo il tuo cavaliere senza macchia e senza paura!! Ah ho capito non l’hai portato perché Sean è..- imita la voce della donna.- un ragazzo troppo per bene per una discoteca!”

“ma finiscitela, sei solo un pallone gonfiato! Che cosa ne sai tu di Sean? Te lo dico io proprio niente!!!! io sono qui con delle amiche!”

“guarda che io non ti ho chiesto con chi sei venuta qui… so benissimo che sei troppo innamorata per tradire il tuo damerino, ragazzina.”

“ehi, non chiamarmi ragazzina, chiaro?”

Tom nota che sta bevendo solamente acqua “casta e pura come un bicchier d’acqua…” commenta con un sorriso.

“certo perché invece sarebbe meglio che tracannassi quelle porcherie alcoliche come fai tu!!!!! sarebbe molto più facile se fossi ubriaca, vero??”

Tom dice rivolto a Sam, in tono confidenziale: “è convinta che io ci stia provando con lei…”

“no, non dico questo, io non sono egocentrica come qualcuno!!!- ribatte.- ma se permetti mi dà fastidio incontrarti ovunque e soprattutto mi dà un fastidio enorme che tu ti faccia sempre i cazzi miei!”

Tom si finge allibito: “oh scusa, eh, se ti stavo levando di dosso uno che voleva solo portarti al letto! Vero Sam, che volevi portarla al letto?”

“io be.. si…”dice l’uomo che non ci sta capendo un gran che.

“ce l’avrei fatta benissimo da sola, non avevo il ben che minimo bisogno d’aiuto, soprattutto non il tuo!!!!”

“certo che sei proprio un’ingrata e una maleducata cronica!!! Pensa, Sam, che stamattina in biblioteca le ho fatto portare a casa un libro anche se non era consentito e non mi ha neanche ringraziato..” dice recitando e sorridendo.

Sam annuisce confuso e dice: “se ti ha fatto pure portare il libro a casa…”

“no.. tu.. Sam… non dargli ragione!! Lui mi ha fatto fare una figuraccia enorme ed io non avrò nemmeno il coraggio di riportarlo il libro!!!!”

Sam si volta verso Tom ma non dice nulla, solo, alza le spalle.

“ehi, sacco di lardo, non vorrai difenderla, spero!!!” sbotta Tom.

“io… cosa? Come mi hai chiamato?” finalmente dopo lo stordimento iniziale, in Sam viene fuori il farabutto che è in lui.

“ehi, mettiti in fila ci sto litigando io, capito?” Chiarisce Rose con aria superiore.

Ma Tom sembra più interessato al suo vecchio nemico che alla sua nuova rompiscatole: “ehi mi hanno detto che sei appena uscito dalla gattabuia, scimmione! quanto hanno pagato per la tua cauzione??”

L ’uomo fa un ghigno e risponde “molto più di quello che credi, imbecille.”

Tom fa un sorriso demoniaco. “come hai detto, pattumiera umana?”

Rose alza gli occhi al cielo: certo che quel tipo è un tale attaccabrighe!

“dopo la partita di armi che tu e il tuo gruppo di incapaci mi avete fregato ho accurato le voci che da tempo dicevano che eri uno stronzo …”

“te ne do la prova: se non levi il tuo culo da questo locale entro dieci secondi ti faccio un bel tattoo anche sull’altra guancia, vuoi provare?!”

Rose capisce l’andazzo e fa per allontanarsi dai due ma Sam la prende per la spalla e la costringe a sedersi sopra  uno sgabello accanto al bancone del bar.

“tu resta qui, quando ho finito con questo eunuco, mi occuperò di te.” 

La ragazza fa un sorriso irritato del tipo: ah, bene.

Sam non fa nemmeno in tempo a voltarsi perché ha un incontro ravvicinato con il pugno destro di Tom.

Rose sobbalza mentre vede Sam che sbatte contro il bancone del bar.

Sam si rialza ed ora fa veramente paura: ha gli occhi arrossati di rabbia e la bocca aperta.

“calmati Sam –gli dice Tom con tono canzonatorio. –o ti prenderà un infarto”

Sam si butta contro di Tom che schiva il pugno, ne para un altro e gli tira poi un calcio nello stomaco che lo fa cadere addosso a Rose; la ragazza è seduta sullo sgabello quando Sam gli viene addosso e perde l’equilibrio.

Rose, Sam e sgabello rovinano a terra in un fracasso infernale che per fortuna non è udibile grazie al casino della discoteca.

Tom vorrebbe non farlo ma scoppia in una fragorosa risata.

Rose cerca di liberarsi del peso di Sam che le è  sopra, gridando: “ e spostati stupido scimmione!!!” e per ‘incoraggiarlo’ gli pianta una ginocchiata in mezzo alle gambe.

Sam si sposta subito, rosso in volto e si rialza a stento.

“oh..” sospira soddisfatta Rose alzandosi anche lei da terra; fa per andarsene ma Sam la trattiene di nuovo: “ehi, ti ho detto di restare qui!!!” così la donna si risiede di nuovo sullo sgabello, dicendo: “ma guarda tu quante ne devo passare…” e augurandosi di non fare la stessa fine di prima.

Sam colpisce Tom con un pugno ma questi subito reagisce sottolineando ogni parola che dice con uno schiaffo: “quante.. volte.. devo…dirti.. che quelle …armi.. le volevo.. io???”

Sam cade di nuovo verso Rose ma la donna scende agilmente e si sposta così che questa volta Sam cade solamente con la compagnia dello sgabello.

La ragazza soffia di sollievo per il mancato ruzzolone e si rivolge a Tom.

 “vuoi stare più attento, per cortesia? Non puoi fare a meno di buttarmelo addosso ogni volta??”

Nessuno oltre alla barista sembra notare quella piccola rissa, dentro la discoteca.

Sam, rialzatosi, prende una bottiglia dalle mani di quest’ultima con l’intento di spaccarla in testa a Tom ma il ragazzo è più agile del grosso omone e la bottiglia si infrange sul bancone del bar. Tom, in risposta, gli molla un pugno.

Tom si allontana un po’ da Sam, per dargli il tempo di riprendersi.

L’uomo si volta ansimando  e, si direbbe, sfinito e perdente.

Ma con grande sorpresa di tutti estrae un piccolo coltello a serramanico.

Rose sente un brivido passargli lungo la schiena. “benissimo…- dice seccata.- ci mancava solo questo!!!!!”

Effettivamente avrebbe potuto scappare, ora. Si, ma non sarebbe stata Rose.

Rose è alle spalle di Sam e capisce che deve fare qualcosa per aiutare quel cretino. Ma non sa come fare! Poi.. le viene un’idea. È una donna… e le donne devono usare le armi che possiedono, ricorda, pensando al corso di difesa personale che aveva seguito l’anno precedente. Quindi agisce.

Dà un calcio all’uomo proprio dietro al ginocchio; il ginocchio di Sam si piega in avanti, quindi Rose gli prende il polso con le dita esperte e concentrate di una professionista e glielo piega all’indietro: la presa di Sam si allenta piano piano sotto l’operazione di Rose sui tendini  e finalmente Sam lascia il coltello.

“bene, questo lo prendo io..”dice la donna prendendolo e dando un altro calcio a Sam.

“no, questo lo prendiamo noi..” dice una voce alle sue spalle.

Una mano le prende il coltello di mano con uno strattone.

La donna si volta, sbuffando: “basta non ne posso più di …..” ma le parole quasi le muoiono in bocca.

La polizia.

Due agenti la osservano a braccia incrociate e con una strana aria soddisfatta dipinta sul viso.  L’agente più giovane le sorride con un ghigno compiaciuto e  minaccioso.

“bene, bene.. giochiamo con i coltelli, eh?”

“no, agente.. io .. io non centro nulla, posso spiegare…” balbetta Rose ma la barista la addita subito: “non è vero, non è vero! Hanno litigato per lei, li ho sentiti  io!!”

Rose si volta, arrabbiata: “e tu che cazzo ne sai?????”

“basta con questa scena!….Enrich.- dice all’ altro.- i due signori e la signorina ci accompagnano in commissariato..”

“co.. cosa?? no, non…” cerca di opporsi Rose ma un agente la prende subito per un braccio e la trascina tra la folla.

Anche Tom e Sam vengono scortati tra la gente.

Tom pensa a quanto Rose si arrabbierà con lui. E sorride.

 

La voltante procede per le strade buie di New York, fortunatamente, non a sirene spiegate, pensa Rose. Tom e Sam siedono dietro con un agente in mezzo mentre la ragazza nel posto accanto al conducente; la donna trattiene gli occhi sul paesaggio notturno dalla città che vede dal finestrino.

Si morde con rabbia il labbro inferiore: ma guarda che situazione!!!

*lo sapevo, io, che non dovevo venire.. lo sapevo! Ma come mi sono lasciata convincere???*

Il suo cellulare squilla improvvisamente e lei lo prende dalla borsetta.

L’agente accanto a lei, le fa un sorriso tirato: “rispondi.” Rose obbedisce: è Hudson.

“Rose mio Dio ho visto che andavi via con la polizia.. che è successo?”

“è un equivoco, Hudson.- dice la donna con fermezza.- ma non preoccuparti per me, domani ti racconto tutto…”sottolinea quelle due parole girandosi istintivamente verso Tom e Sam.

Ben presto giungono in commissariato e i tre ‘malviventi’ vengono portati a presentarsi davanti al commissario; Tom vede quanto Rose sia agitata e fuori di se dalla rabbia e vorrebbe tranquillizzarla un po’ ma non ha modo di farlo.

Entrano nel suo ufficio.

Il commissario, il signor Redford, sta fumando un sigaro e dà loro le spalle; è voltato verso la grande finestra dietro la sua scrivania e ammira il paesaggio notturno della Grande Mela. “che cosa abbiamo qui, Jhon?” chiede con voce roca e penetrante.

Il poliziotto risponde: “una rissa. Due uomini e una donna, all’interno del Blue Peacok. Presumo che sia iniziata con le mani e conclusa con un coltello. Ma non c’è nessun morto e  nessun ferito grave.”

Il commissario si volta. È un uomo sulla cinquantina ma ha l’aria sveglia e malvagia di un vero professionista.

“avete già raccolto i loro dati?”

“si, signore. Eccoli..”

Il signor Redford osserva con attenzione le carte di identità e due fogli stampati.

“vedo con piacere che la signorina Rose Sandeker è con la fedina penale pulita…- Rose inizia a respirare in modo irregolare al pensiero che forse da oggi non lo sarà più.- Thomas Bishop.. no, lui, No. E non parliamo del signor Sam Mcluise.”

I suoi occhi neri si posano su Rose.

“bene, signorina. Inizi. Che diavolo è accaduto?!”

Rose fa un respiro profondo. Dovrebbe dire la verità. Vorrebbe dire la verità. Vorrebbe dire che Sam l’aveva importunata si, ma che lei era stata solo un pretesto perché il vero motivo della rissa era stato un odio reciproco. Il commissario avrebbe chiesto quale era il motivo di quest’odio reciproco e non si sarebbe accontentato da Tom e Sam una risposta del genere ‘ mi sta antipatico’ No.. Non avrebbe potuto nemmeno dire quello che le aveva confessato Sam.. delle armi… avrebbe messo nei guai Tom, anche se meritava di finire nei guai.

Cercò i suoi occhi per un istante  ma senza risultato.

“allora, signorina?”

Rose si schiarisce la voce ed inizia: “Quello che è accaduto questa sera in discoteca è proprio una sciocchezza e sarebbe rimasta tale se..”

“questo lo lasci decidere a noi, signorina Sandeker.” La interrompe brusco.

“certo.. allora è iniziata così.. io e Thomas Bishop siamo fidanzati e..”

Tom alza gli occhi da terra: sta mentendo… era convinto che spiattellasse tutto per filo e per segno… ma… ora sta mentendo.. perché? Per lui?

“va bene, vada avanti..”

“Eravamo seduti accanto al bancone del bar quando si è avvicinato il signor Mcluise che io non conoscevo.”

“e il signor Bishop lo conosceva?”

“no, signore..- risponde Rose senza la minima esitazione.- il signor Mcluise ha iniziato con complimenti piuttosto pesanti… il mio ragazzo gli ha intimato di lasciarmi in pace ma il signor Mcluise non ha gradito bene il fatto che Thomas si sia intromesso e.. sono cominciate a volare parole grosse.. poi… bè Thomas è molto geloso, signore, e … hanno iniziato a picchiarsi. Finché il signor Mcluise non ha estratto un coltellino a serramanico..- l’agente che l’aveva con se lo posa sulla scrivania- e io gliel’ho tolto di mano.”

“e come ha fatto?”domanda lui, stupito.

“l’anno precedente ho seguito un corso di difesa personale e quando ho visto che Thomas era in pericolo…”

Tom non crede alle sue orecchie.

Sicuramente il commissario avrebbe voluto altre spiegazioni ma l’importante era che Rose non avesse raccontato del fatto che lui e Sam si conoscessero, delle armi… e per avallare la sua tesi non aveva mai nemmeno pronunciato il nome ‘Sam’, ma solo il cognome, sottolineando che sia lei che lui non l’avevano mai visto prima d’ora.

Incredulo, si passa la mano tra i capelli mentre osserva Rose: una dolce, irascibile, bellissima volpe.

L’interrogatorio va avanti per molto ancora.

Il commissario Redford non è certo uno stupido: per quanto bella sia la ragazza che ha di fronte, il noto pregiudicato Sam Mcluise non avrebbe mai rischiato di finire di nuovo in gattabuia per lei, per di più estraendo un coltello in un luogo pubblico. E nemmeno Thomas Bishop, per quanto geloso ed innamorato, avrebbe mai permesso una lite del genere.

Ma a loro favore c’è anche la testimonianza della barista che, poco attenta, ha detto semplicemente che il signor Mcluise aveva importunato Rose e Thomas Bishop aveva reagito.

E poi, avviare un’indagine per una rissa in discoteca dove non erano risultati nemmeno un morto o qualche ferito era proprio sciocco considerando che in una città come New York di problemi e di problemi gravi, ce n’erano a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Sospirando, dopo un’oretta abbondante di altre domande, il commissario conclude: “signora Rose Sandeker… stia più attenta la prossima volta e cerchi di cavarsela da sola senza mettere in mezzo il suo focoso ragazzo… può andare.”

Rose si alza dalla sedia e saluta con garbo prima di uscire dalla porta.

“signori miei…- inizia Redford che aspira un po’ del suo sigaro.- non so se vi siete accorti di quello che ha fatto quella donna, per voi, questa sera. Io so riconoscere quando qualcuno mente per coprire qualcun altro. E’ ovvio che non avete litigato per lei ma per loschi motivi che non sapremo mai. Devo indagare su un omicidio e la vostra rissa mi interessa ben poco, sinceramente. Ve l’ho fatto presente perché comprendiate quello che ha fatto la giovane: una ragazza che ha mentito alle autorità…ha eccellentemente mentito alle autorità per coprirvi nonostante avesse paura di essere incriminata per qualcosa che non ha fatto o semplicemente per falsa testimonianza. Ecco, solo questo. Credo che un grazie sia d’obbligo. E ora, signor Bishop, vada pure… lei, Mcluise, resti… ci è mancato ,sa, in questi giorni..”

Thomas esce dalla stanza del commissario. Rose è già nell’auto dell’agente, ove sale anche lui, che li riaccompagnerà in discoteca.

 

“e fate i bravi, ok?” intima loro l’agente prima di mettere in moto ed andarsene.

Rose fissa i suoi occhi infuocati sulla discoteca: “lo sapevo, io, che non dovevo venire!!!!!” esclama quasi parlando a se stessa.

Tom sorride sapendo di provocarla: “infondo è stato divertente!”

“divertente???? Ho rischiato di sporcare la mia fedina penale coprendo tu e quel porco del tuo amico e tu dici che è stato divertente!!!!Credevo di finire in prigione per poco non mi prende un infarto e tu dici che è stato divertente!!!!!!!!!!!!!!!!”

“ma dai lo so che hai fatto un sacrificio.. era solo per stuzzicarti un po’…tu non darmi spago, vedrai che dopo un po’ mi sto zitto.”

“non darti spago? Ma io te lo passo intorno al collo lo spago!!!!!!!!!!!”

Tom scoppia a ridere  e quando si riprende le propone: “sali, ti do un passaggio..”

Rose vorrebbe e dovrebbe rifiutare.

Quel tipo gliene sta facendo passare di cotte e di crude, in continuazione.

Ma non le va affatto di entrare per cercare Hudson senza contare che sono le cinque del mattino e le sue amiche potrebbero anche essere tornate a casa. Così accetta.

Rose si accomoda dietro di Tom, stringendogli i fianchi muscolosi, mentre il ragazzo dà gas e si allontana nella notte.

Rose gli comunica l’indirizzo e i due proseguono la corsa. Tom ripensa a quello che ha fatto per lui, Rose, questa sera. Lui, un perfetto sconosciuto. Pensa che sia generosa, furba e tremendamente affascinante con quegli occhi ammalianti e irritabili.

Rose si stringe a Tom mentre con la mente rielabora quanto le è accaduto e ripensa che era stata proprio a lei a voler movimentare un po’ la serata! *non mi posso mai stare zitta, eh?* Pensa al rischio che a corso mentendo alla polizia ma non si pente d’averlo fatto, sentiva di fare la cosa giusta.

Il vento gelido di quella nottata invernale si infila sotto il giubbotto di pelle di Tom e alza ed agita la gonna a pieghe di Rose, gelandole le gambe. Entrambi rabbrividiscono contemporaneamente e subito scoppiano a ridere cancellando, almeno in parte, la tensione che si era formata.

La moto frena bruscamente. “arrivati.” Dice il conducente.

Rose scende dalla moto, tirando un sospiro di sollievo e facendosi il segno della croce. Tom la guarda interrogativo: “c’è icona?”

“no, sono ancora viva!” ribatte lei con destrezza.

“ehi se sono andato più veloce l’ho fatto solo per te..”

*ma perché questo ha il potere di farmi venire i nervi ogni cinque minuti!!!!!!* Rose sente l’ira crescerle dentro di se: “grazie, ma io avrei preferito che non mi trascinasti in questa situazione, invece! Prima la figuraccia in biblioteca, poi la litigata madornale con Sean e ora in commissariato! Avanti qual è la tua prossima mossa, farmi rapire da qualche delinquente amico tuo?”

Tom non può fare a meno di ridere. “si ammetto d’averci pensato ma poi ho preso accordi con gli alieni, sai, loro sono più affidabili.”

Rose sorride: che sia il suo modo di chiederle scusa?

“volevo chiederti di venire a fare colazione con me”

“non posso, grazie, per oggi ne ho passate abbastanza. Se venissi a fare colazione con te è probabile che al barista scivoli il detersivo nel cappuccino…”

Tom scende dalla moto ed ora sono faccia a faccia.

*Quanto è bello!!!* Pensa la donna osservandolo con timidezza… quanto sono belli quegli occhi azzurri! Occhi, che con gli altri sono solitamente gelidi e scontrosi ma con lei.. dolci… si, sono dolci , cordiali… e ridenti.

Tom osserva con platonica ammirazione i suoi lineamenti dolci ma decisi, i suoi occhi verdi e persino i capelli castani che le circondano il viso.

Ripensa alle parole del commissario. Ha ragione, un grazie è più che dovuto.

Si avvicina di più a lei e senza la minima esitazione, unisce le loro labbra in un breve ma ardente contatto. Poi le sussurra: “grazie.”

Rose si sente confusa, come se il suo cervello fosse andato in vacanza e l’avesse lasciata lì, sola, con il suo cuore e le sue emozioni. L’ha baciata???!! Ma è impazzito?

Sta per arrabbiarsi ma Tom la saluta con un cenno della mano e riparte sulla moto, abbandonandola davanti al cancello verde di casa sua, senza neanche la possibilità di sfogarsi e chiedere spiegazioni.

Rose si porta una mano tra i capelli.

Entra in casa raccomandandosi di non ossessionarsi troppo su quel bacio perché sicuramente il giorno dopo sarà solo uno stupido ricordo di cui riderà.

Riflette sul fatto che Tom l’aveva voluta ringraziare a modo suo e non c’era nessun altro motivo da ricondurre a quel bacio.

Si, è andata così, si ripete mentre si infila sotto le coperte ed accarezza Camilla che si è accoccolata ai piedi del letto.

Ma si.. solo un ringraziamento e basta.

E poi lei è fidanzata.

Felicemente fidanzata.

*che giornata* pensa. *un altro paio di giorni come questi e posso dire addio alle mie facoltà intellettive…*

Spegne l’abajoue sul comodino e chiude gli occhi.

Ma purtroppo sa bene cosa o per meglio dire chi, occuperà tutti i suoi sogni.

 

Fine secondo capitolo.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** DON'T FORGET ***


Ciao a tutti…

Ciao a tutti….

Questo è un capitolo un po’ strano.. come d’altronde è strana quella parte delle storie d’amore in cui ci si accorge di non pensare più al proprio ragazzo ma ad un altro.. e il suo pensiero è talmente assillante che si riesce a dimenticare tutte le altre cose…

Se avete non solo opinioni ma anche consigli o suggerimenti sul proseguimento della storia, fatemelo sapere attraverso una recensione… J

 

 

Ciao Miele,

grazie mille per la tua recensione!!! Sono stracontenta che la mia storia ti piaccia!!

Più bella d tre metri sopra il cielo??? Grazie!!!!!!!!!!

Veramente, la tua recensione mi ha fatto molto piacere e spero che anche questo capitolo sia soddisfacente… un bacio!

 

Buona lettura,

Diomache.

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

CAPITOLO III:  DON’T FORGET

 

 

Quando la memoria inizia a perdere colpi a volte basta semplicemente una curetta di fosforo. Ma quando ci dimentichiamo degli incontri con le amiche, del fidanzato o anche solo di mettere il lievito nei dolci, che vorrà dire?

E se oltre all’amnesia ci accorgiamo che i nostri pensieri non fanno altro che essere occupati da un ragazzo che non è il nostro fidanzato?

A questo punto meglio consultare uno specialista, prima che le nostre dimenticanze abbiano conseguenze catastrofiche…

 

 

Katie passa in modo meccanico gli alimenti accanto piccolo metal che ne legge il codice e il prezzo, poi li mette su una busta e guardando l’ammontare dice, rivolgendosi all’anziana “sono ventidue dollari, signora.”

La vecchietta ringrazia e paga. Avanti col prossimo cliente.

Katie sbuffa ma uno sguardo all’orologio la fa riempire di speranza: sono quasi le 18 e tra meno di due ore il centro commerciale chiuderà. *meno male -pensa. –oggi proprio non ne posso più* in effetti la giornata è stata davvero pesante.

Ed è comprensibile. Ormai sono a pochi giorni da Natale e la gente vuole acquistarsi qualcosa di nuovo, comprare tutto il necessario per il cenone e i regali da donare a parenti ed amici. Passa anche quel cliente e poi è il turno di un ragazzo.

Egli ha comprato solamente un dentifricio.

Lei lo guarda e sobbalza.“che cosa ci fai tu qui?” dice sommessamente, improvvisamente avvolta dalla paura.  È Michael, il suo ex.

“ehi, calmati. Non è successo niente.”

“vattene o schiaccerò l’allarme! Ti avverto Michael, io le conosco le tue visite ai centri commerciali!” continua a dire sommessamente mentre finge che il codice del dentifricio sia difficile da leggere.

Michael vorrebbe ribattere in modo truce a quell’aggressione ma rivederla dopo quasi un mese, gli fa riaccendere una passione enorme e il cuore comincia a battergli fortissimo nella testa. “mi sei mancata tanto Katie” si sbriga a dire.

Ha pochissimi secondi a disposizione per parlarle e dichiararsi.

Katie lo guarda e per un attimo il disprezzo si cancella dai suoi occhi neri.

“io ti amo ancora. -dice Michael accarezzandole la guancia con la destra. -e tu?”

Katie per un momento si lascia scaldare il cuore da quelle parole. Ma vede nei suoi occhi la fretta per qualcosa che deve fare.. qualcosa di losco, ne è certa.

Scuote la testa “scommetto che ci sono anche Tom e tutti gli altri, vero?” chiede con rabbia.

Michael aggrotta le sopracciglia “hai mai visto Bud Spencer senza Therence Hill?”

Katie sbatte il dentifricio sul bancone, richiamando l’attenzione di una vecchietta.

“se mi amassi saresti già uscito da questo giro!”

“ma quale giro?? Siamo solo qualche amico….”

Katie lo guarda con odio. “vattene. Non voglio più vederti.”

Per Michael è una nuova fitta al cuore “non puoi farmi questo.. io ti amo!”

“io non ti amo più, Michael!- mente lei.- non posso più amare un delinquente”

“ha sentito, giovanotto? Se ne vada, su, che ha bloccato tutta la fila!” gli intima la vecchietta mostrandogli il bastone che tiene saldo nella destra.

Michael vede uno squillo sul cellulare: il tempo è finito.

“quant’è?” dice con voce spenta e arresa.

“quant’è, cosa?” chiede Katie con voce allarmata.

“il dentifricio, paurosona..” la tranquillizza con affetto il ragazzo, con così tanta dolcezza che a Katie vengono le lacrime agli occhi. “ottanta Cent.” dice singhiozzando.

“ammazza, so’ aumentati, eh?” scherza il giovane mentre paga.

La donna gli sorride e lo guarda andare via.

Chi sa, forse ha commesso il più grande errore della sua vita… oppure ha solo trovato la forza per non andare avanti e commetterne altri più grossi.

La risposta l’avrebbe avuta solo pochi minuti più tardi quando le sarebbe stato comunicato che il suo stipendio,assieme a quello degli altri dipendenti, era stato rubato.

 

Le note di ‘Shiver ’ di Natalie Imbruglia invadono dolcemente casa Sandeker accompagnate dalla piacevole fragranza di un ciambellone che cresce lentamente nel forno, spargendo per la casa il profumo dello yogurt. Rose lo guarda soddisfatta, tutta sporca di farina e con la cucina completamente sotto sopra. Be, ne varrà la pena, commenta  mentalmente osservando il dolce che prende forma.

Si stiracchia un po’… che fatica fare dolci!! Lei, in realtà, in cucina è proprio un disastro e quindi fatica doppia… mah, ora l’importante è che venga bene.

Tra pochi minuti sarà ora di toglierlo dal forno.

Non vede l’ora di mostrare quel suo piccolo capolavoro ad Hudson che presto sarà da lei per chiacchierare un po’. Lo squillo del telefono interrompe  il flusso dei suoi pensieri.

La ragazza corre dall’altra parte della casa e, raggiunto l’apparecchio telefonico, risponde:  “pronto??”

“ciao Rose…” 

“ah.. ciao Sean..” saluta la ragazza con un sorriso mesto; sono circa tre giorni che non si vedono né si sono mai telefonati.. ma infondo lei non doveva fare proprio niente, è lui che si è arrabbiato per un nonnulla!

“senti.. ti va di vederci..?” le chiede il ragazzo con la timidezza di chi sa di essere nell’errore. “ti prego, Rose, non mi dire di no!” aggiunge.

Rose sorride di fronte alla dolcezza del suo fidanzato: “ma certo che voglio vederti, Sean! Solo che.. non posso… - sente il ragazzo trasalire ed aggiunge velocemente.- è che questa mattina ho fatto un esame, poi sono andata a mangiare qualcosa con gli amici dell’università… tra non molto Hudson sarà qui perché voleva parlarmi e….. –sospira.- ma se vuoi possiamo fare a cena!”

“certo! Si.. a cena andrà benissimo.. anzi facciamo così:ti aspetto a casa mia alle otto e ti preparo una cenetta con i fiocchi, ti va?”

Rose ride:”ok ma niente di troppo calorico, lo sai che a Gennaio devo riprendere con la danza, non scordarlo..”

“certo, a dopo amore mio. Mi sei mancata tanto in questi ultimi giorni.”

Rose vorrebbe poter dire lo stesso: “a dopo Sean”.

Osserva la cornetta, perplessa, ripensando a Sean e a quello che si sono detti.

Strano, a lei  non era affatto mancato. Non aveva pensato mai a lui e questo la fa riflettere perché non è normale non pensare mai ad un fidanzato.

In questi giorni il suo pensiero fisso era andato a quel delinquente di Tom Bishop.

Si rende conto di aver pensato a lui quasi continuamente. 

Oggi ,ad esempio, in facoltà, un tipo biondo che improvvisamente le era comparso davanti le aveva fatto sobbalzare il cuore nella gola nell’illusione che fosse lui, facendo , tra l’altro, una miserevole figura..

*devo essere proprio impazzita..* pensa, irritata.

Una stranissima puzza di bruciato punge le sue narici..

“che puzza…- dice quasi soprappensiero.- a qualcuno sarà andato bruciato qualcosa…”

Si risveglia.

Il ciambellone!!!!!

 

“hai capito?- dice Michael con aria seccata e incredula allo stesso tempo.- mi ha detto che non può più amare un delinquente!!!!” e sbatte con violenza la pistola sul tavolo.

Tom osserva, con occhi distaccati e allo stesso tempo comprensivi, la scena.

“che ti avevo detto, io? Lasciala perdere!”

“si….forse hai ragione….” ammette Michael.

Tom osserva l’amico… non l’ ha mai visto così: sembra addolorato e piuttosto depresso…

“qui ci vuole una grappa.” Propone mentre sta appoggiato con il mento allo schienale di una sedia.

“qui ci vuole una grappa.”concorda Michael e in un lampo grappa, bicchieri e altre due bottiglie di alcolici sono preparati sul tavolo.

“ehi, avevo detto solo una grappa!”

“poche storie mi voglio ubriacare!!!- grida Michael afferrando una bottiglia. - e tu ti ubriacherai con me altrimenti a che servono gli amici?” e detta questa perla di saggezza inizia a riempire i due bicchieri con l’alcolico.

Tom è incerto se ubriacarsi o meno,ma brinda comunque con lui.

“a quella puttana di Katie!” propone Michael.

“Michael non avevamo detto di dimenticarla??” sbuffa Tom.

Michael alza le spalle e tracanna la grappa. Subito se ne prepara un altra e poi un altra ancora. Già più allegro e incline improvvisamente a parlare, il giovane chiede: “ehi tu che mi racconti di nuovo?”

“oggi quando sono andato a casa ho visto mio padre.. era un mesetto che non lo vedevo, più o meno..”

“mm emozionante..” commenta sarcastico Michael mentre afferra una bottiglia d’amaro e subito prepara un bicchierino per se e uno pure per Tom; ma il giovane biondo non ha nessuna intenzione di ubriacarsi e lo rifiuta.

“e che ti ha detto tuo padre? Vuole ancora che tu vada a lavorare con lui?”

“no, anche se spera che un giorno io metta la testa a posto e sfrutti la mia laurea in Economia…”

“sai, forse dovresti farlo.”

“ma stai scherzando? Io nella fabbrica di mio padre non ci metto piede!”esclama.

“se non avete discusso di questo.. allora di che cosa avete parlato?”

“abbiamo parlato di Diana. Le serve una ragazza che la aiuti e le corregga i compiti durante le vacanze di Natale.”

“Diana..- ripete Michael soprappensiero, fissando il bicchiere.- un giorno anche lei diventerà stronza come tutte le donne… e stronza  come Katie!!”

“e ci risiamo…- borbotta Tom, annoiato. -vuoi vedere il lato positivo? Anche se hai toppato con lei, noi abbiamo fatto un colpo eccezionale! Novemila dollari ciascuno!!!!”

“non parliamo del colpo, please. Lo sai che per me è solo un impiego..”

“a proposito di impiego non è che potresti aiutarmi a trovare quest’insegnante privata?”

“dovrei avere un paio di giornali pieni di gente che cerca lavoro!” dice Michael prendendo la bottiglia e attaccandosi direttamente senza troppe cerimonie.

Tom gliela allontana, e cerca di capire dove si trovano questi giornali prima che il suo amico vada fuori del tutto. “ ah si? e saresti in grado di portarmeli?”

Michael si finge offeso: “certo che sono in grado! Guarda che io non sono ancora ubriaco!” ma si alza barcollando e deve appoggiarsi al muro.

Ritorna dopo qualche istante con un paio di giornali stile quotidiano.

Glieli lancia. “to’ – dice senza garbo.- e adesso cerchiamo la dama di compagnia per sua altezza Diana d’Inghilterra!”

Tom inizia a canticchiare tra se la canzone che cantano sempre con gli amici quando qualcuno si sta ubriacando  ‘ bevilo tutto tutto tutto, bevilo tutto tutto tutto, l’acqua fa male e l’alcool fa cantare! L’acqua fa male e l’alcool fa dimenticare!’ il resto non l’aveva mai saputo: si era sempre ubriacato prima di aver potuto sentire il continuo della canzoncina.

Michael si finge interessato ai giornali e mentre tracanna alcool alternando ogni bevuta ad un sonoro rutto, osserva Tom che sfila con il dito gli annunci.

“eccone una..” dice il biondo mentre osserva la proposta di una donna.

“leggi leggi…” lo incoraggia Michael.

“… anni 63…”

“63???” domanda Michael fuori di se. “non se ne parla, questa non va bene!”

“e perché no?” chiede Tom rileggendo la recensione della donna.

“e come perché? Perché è vecchia! Oh, ma ti devo dire tutto io! E prenditela giovane, no? così te la scopi pure!!!!!!”

Tom lo guarda sorridendo: “ehi…c’hai ragione!”

“e certo che c’ho ragione!”

La ricerca prosegue finché Tom non ne trova un’altra: “guarda guarda…” dice mentre prende in esame il nominativo di una ragazza che si proponeva di aiutare i bambini nei compiti o dare ripetizioni.

“anni?” chiede subito Michael mentre beve un altro goccetto.

“ventidue..”

“ah, perfetta!”

“no, non è perfetta!”

“perché?”

“perché qui c’è scritto che non ha alcuna esperienza…”

“sei il solito intollerante! Guarda che con le vergini si scopa meglio!”

Tom scoppia a ridere di gusto; tenta di spiegare quale sia l’esperienza che richiedeva lui ma rinuncia: Michael è proprio fuori.

“dà a me!”dice quest’ultimo prendendogli improvvisamente il giornale dalle mani ed iniziando a leggere. “oh! Questa va bene!” urla ad un certo punto.

“leggi…”

“Allora…..si propone come insegnante e\o aiutante durante i compiti per bambini della scuola elementare, scuola media inferiore e superiore … ha vent’anni e un anno di esperienza… si chiama Rose Sandeker.”

Tom lo guarda incredulo: “che cazzo hai detto?”

“aah devo ripeterti tutto?” si lamenta attaccandosi di nuovo alla bottiglia.

Tom gli prende il giornale dalle mani e ancora incredulo legge l’annuncio messo da Rose. Incredibile. Una coincidenza davvero incredibile. Una coincidenza da sfruttare.

“la prendo”

“si ma prima controlla che non sia una racchia…”

“hai ragione.. vado da lei” dice alzandosi e prendendo il giornale in mano.

Improvvisamente non vede l’ora di rivederla.

“guarda che fuori piove!” gli ricorda Michael. “pioveeeeeee piove di fuoriiiiii piovvvvvvvveeeee” canta l’ubriaco a squarciagola.

Tom lo osserva qualche istante con l’occhio esperto di un medico poi lo prende di peso,  ignorando le canzoni oscene e le lamentele di questo, e lo mette a letto.

“e cerca di dormire!” gli raccomanda.

“e tu cerca di non scopartela subito! Ehi Tom! Che idea! Visto che ti ho aiutato, dopo domani vengo a casa tua e ce la scopiamo un po’ per uno, ok?”

Tom ride mentre scuote la testa e si dirige fuori dall’abitazione del suo migliore amico. Michael canta e si agita per un altro po’ di tempo, poi, si addormenta.

 

Rose getta il ciambellone nella spazzatura osservandolo con disprezzo.

Non solo l’aveva bruciato, ma aveva anche dimenticato di mettere il lievito. No, la cucina non fa proprio per lei… bisogna essere troppo pignoli, troppo precisi! Capirai, con tutte e cose che ha da ricordare, poteva pensare pure al lievito?! Assurdo!

La ragazza prende la catasta di pentole che ha accumulato e le ripone al loro posto ma qualcosa non funziona perché pochi secondi dopo che ha chiuso lo sportello, questo si riapre e le pentole rotolano sul pavimento accanto ai suoi piedi, con un fracasso infernale. “oh… ma perché tutte a me?” si lamenta mentre sente la rabbia lasciare il posto all’angoscia e alla certezza di essere un vero e proprio disastro ambulante.

Il campanello suona.

Sarà Hudson, si dice. Rose osserva la sua cucina in cui sembra essere passato un cataclisma ma non si fa troppi problemi: Hudson capirà.

Apre con un sorriso la porta di casa.

Tom.

Il sorriso si spegne e la porta si richiude.

“Rose!” si lamenta quello dall’altra parte dell’uscio. “avanti, apri!”

“dammi solo una buona ragione per cui dovrei farlo!!!” chiede lei, braccia incrociate e la schiena appoggiata al portone di ciliegio.

“andiamo, Rose.. vengo in pace..”

“vattene!” gli urla calma da dietro. “io invece sono sempre sul piede di guerra!”

“Rose, ti devo parlare!”

“possiamo farlo benissimo anche così, non trovi? E poi io non sono sicura di volerti ascoltare, guarda un po’!!!” commenta lei.

“ma è una cosa un po’ delicata…- dice lui guardandosi intorno e incontrando lo sguardo interrogativo della signora Gladys che spiava furtivamente la scena. *appunto* pensa - si tratta di lavoro! Apri la porta, Rose!!!!!!!!!”

La ragazza aggrotta la fronte: “lavoro???? Ma di che parli????”

“riguarda un certo annuncio sul giornale…”

Rose ricorda: l’idea di Formy. Ricorda ancora le sue parole precise: ‘stellina ho fatto pubblicare il tuo annuncio, contenta?? Vedrai che subito chiameranno..’

*alla faccia del subito*

Lentamente la porta si riapre. Rose rivolge a Tom un sorriso colpevole e dispiaciuto per il trattamento riservatogli… tuttavia la ragazza pensa che Tom lo meriti perché appena  tre giorni fa era in commissariato a mentire alla polizia per causa sua.

“posso entrare?” domanda quello stupito ed affascinato dal suo look sbarazzino… il volto ancora un po’ sporco di farina e il grembiule tutto sporco.

“vedo che stavi adempiendo i tuoi doveri di massaia..” la prende in giro.

Rose fa per chiudere di nuovo il portone, ma Tom la ferma. “No. Fidati, è nel tuo interesse.”

Rose sospira. “entra.”

Tom varca la soglia e la ragazza nota che ha tutto il giubbotto di pelle completamente bagnato.

“ma.. tu.. sei venuto in moto sotto questa pioggia…” mormora incredula.

Tom non sa cosa rispondere. In realtà non sa proprio cosa gli è passato per la testa… perché era venuto subito da lei? Avrebbe potuto aspettare benissimo il giorno dopo o che smettesse di piovere. E invece qualcosa lo aveva portato a correre per strada per raggiungerla a casa sua. Un istinto, forse.

Un istinto che lo spaventa parecchio perché a quanto pare lo induce a fare le cose più stupide.

Tom le sfiora con l’indice il naso sporco di farina bianca. “dovevo parlarti con urgenza” le spiega, impacciato. Rose arrossisce a quel piccolo contatto. La sua mente viaggia a pochi giorni fa a quel piccolo bacio che tanto l’aveva fatta infuriare ed emozionare.

Probabilmente, si dice, anche Tom sta ripensando al bacio, ora.

“be.. io vado a togliermi questa roba di dosso.. tu, intanto, accomodati sul divano.. posso offrirti qualcosa?”Tom scuote la testa e Rose va a cambiarsi.

Il ragazzo, rimasto solo, inizia a guardarsi intorno e osserva quella piccola, modesta, incantevole casa. Nota che c’è un buonissimo profumo di fiori secchi, di quelli che si usano per coprire la puzza di bruciato. Mah.. non c’è da escludere che quel vulcano di ragazza abbia combinato qualche casino in cucina..

Sempre più curioso, si aggira un po’ per la sala osservando le foto.. alcune ritraggono Rose assieme ad una donna ed un uomo più grande.. altre insieme ad una bambina… poi, sopra una mensola, lucidate e ben spolverate, cinque coppe d’oro. Interessato, Tom legge le targhette e nota ,non senza stupore, che le ha vinte tutte Rose in danza classica. L’ultimo premio risale ad appena un mese fa. Ammazza… Un fenomeno…

Rose piomba in sala vestita con dei pantaloni stretti di velluto e un maglioncino rosa. Tom si toglie il giaccone bagnato e Rose lo appoggia all’appendiabiti. Il ragazzo indossa un paio di jeans che mettono in mostra in maniera quasi dolorosa il suo fondo schiena e un maglione azzurro.

“ho notato che te la cavi con la danza classica…” inizia il ragazzo sedendosi sul divano di fronte a lei.

“si… me la cavo..- ammette la donna con un sorriso- allora, prima che iniziamo a litigare, posso sapere che relazione c’è tra la tua visita e il mio annuncio sul giornale?”

“è presto detto: a mia sorella serve qualcuno che la aiuti a fare i compiti durante le vacanze natalizie e sfogliando il giornale ho visto il tuo annuncio..”

“be, suppongo che dovrei vedere la ragazzina.”

Tom annuisce. “Si certo. Io ti posso dire che ha otto anni e frequenta una buonissima scuola elementare. L’aiuto che dovrai prestarle sarà solamente per il periodo che precede l’inizio delle scuole. Dimmi solo quanto vuoi..”

Rose si trova spiazzata. Non sa cosa dire. Ha messo quell’annuncio sul giornale quasi per scherzo per dimostrare alla sorella che anche lei voleva dare un aiuto economico alla famiglia, ma non aveva mai immaginato che qualcuno potesse davvero chiamarla.

Non aveva mai ipotizzato un prezzo.

Tom riprende. “io pensavo, se per te non è poco, di fare direttamente duecento dollari alla settimana. Un’ora o due al giorno, che ne pensi?”

Non avrebbe mai sperato in così tanto.

Quei soldi a casa servono. E servono come l’ossigeno.

“Accetto..” dice con un sorriso raggiante. “quando potrò vedere la bambina?”

“subito.” Risponde pronto il ragazzo.

“subito?” chiede Rose, incredula.

“sicuro.. avanti, ha pure smesso di piovere, quindi non hai nessuna scusa!”

Gli occhi verdi della donna si illuminano e corre subito a prendere il giaccone.

 

La moto sfreccia per le vie bagnate di New York mentre un vento freddo accarezza le sagome dei due ragazzi. Mentre il tragitto inizialmente era stato tranquillo, ora sono bloccati in un traffico pazzesco.  “maledizione!” borbotta Tom.

“non consci qualche via secondaria dove poter tagliare corto??” propone la ragazza.

“ehi.. hai ragione!” approva Tom.

Il semaforo diventa verde e lui, invece di proseguire verso la strada principale, prende una traversa. Imboccandosi per vie secondarie, la moto di Tom inizia a sfrecciare in maniera impressionante. Rose si stringe di più al ragazzo cercando di celare la propria paura ma non può fare a meno di urlare quando svoltano improvvisamente a destra, con una curva che, si dice, avrebbe fatto invidia a Valentino Rossi.

Passano pochi istanti e Rose si accorge che hanno imboccato un senso unico proprio quando vede un camion che viene minaccioso verso di loro.

“Attentttoooo Toomm!!!!!!” urla indicandogli il camion blu che si trova di fronte a loro.

Lo sguardo di Tom è freddo e risoluto e fissa con sfacciata sicurezza l’ostacolo davanti a se , dirigendovisi finché non vede la traversa a destra e quindi gira con sicurezza, salvando la vita ad entrambi.

“Toomm!”lo rimprovera la donna dandogli un piccolo pugno sulla schiena. “stavi per ammazzarci!!”

“ma no, è tutto sotto controllo, rilassati!”

“se ti beccano ti portano in galera!! E bada che questa volta io non ti proteggo!!!”

“non possono prendermi! Queste scorciatoie  le conosco solo io!”gli risponde ironico.

“se non ti beccano loro, ti denuncio io, capito?! Rallenta!!!”lo ammonisce la donna.

“resisti, ci siamo quasi..” tenta di rassicurarla.

“per cosa, per finire schiantati da qualche parte???”

“non mi deconcentrare, altrimenti ci finiamo davvero schiantati! Tu guardati intorno e se vedi una volante fammi un fischio, ok??”

“che cooosa????? Ma scordatelo! Se vedo una volante,io inizio a chiamare aiuto!!” ribatte lei urlando per farsi sentire.

“la tua solidarietà è impressionante!” sbotta Tom

Fortunatamente la conversazione non va oltre perché dopo poco, la moto si ferma sotto una bellissima villa a Long Island. “tu…abiti qui?” domanda stupita la ragazza.

“si, sembra di si…” sorride Tom.

La ragazza scende dalla moto e sente improvvisamente la nausea assalirla:

“meriteresti che ti vomitassi addosso!”

“prego, signorina, può farlo qua…” dice una voce alle sue spalle. Rose si volta e la sua bocca si apre dalla sorpresa quando vede un cameriere vestito di tutto punto porgerle un sacchetto di pelle.

“lascia stare, Grams… la signorina Sandeker diceva così per dire..”

“oh… be, mi scusi signorina Sandeker..” dice il cameriere allontanandosi.

“di nulla..” mormora ancora incredula. Si volta verso Tom: “ sei una specie di miliardario ed hai i servitori che  porgono il sacchetto non appena dici di voler vomitare?”

“no, solo Grams è così rincoglionito! Vieni, entriamo.”

I due ragazzi entrano nella bellissima abitazione di Tom. L’interno è lussuoso e perfettamente in ordine… tutto il contrario di casa sua, pensa Rose. Quando sua madre Hilary era ancora in vita, più o meno tre anni fa, ricorda che si aggirava per casa sbraitando e dicendo che probabilmente qualche forza superiore aveva bandito l’ordine dalla loro abitazione. In effetti era vero.

La peruviana viene loro incontro con un piccolo inchino e s’offre di prendere il giaccone di Rose che glielo porge volentieri. La ragazza si guarda ancora intorno con ammirazione, posando gli occhi sui mobili antichi e di bellissima fattura, sui tappeti persiani e sui quadri di autori famosi. “hai una casa meravigliosa, Tom” dice infine.

Il ragazzo concorda mentre le fa strada verso il salotto dove una adorabile bambina di otto anni gioca a comporre un puzzle di circa mille pezzi. Alla faccia del gioco…

“ehi, Diana..” dice Tom per richiamare la sua attenzione. La bambina alza i suoi enormi occhi azzurri verso il fratello e sul suo volto si fa strada un bellissimo sorriso.

Infondo è comprensibile, suo fratello raramente viene a casa, soprattutto di sera.

“TOM!!!!” urla felice volandogli tra le braccia.

“bellissima.. come sta la mia principessa??”

Rose osserva affascinata quella tenerissima scena.

“bene! tu sei stato al lavoro con lo zio Michael, lo zio Harry, lo zio Dawson e lo zio tedesco?” domanda Diana mentre tocca di nuovo terra.

“si proprio così.”le assicura Tom, come sempre.

Rose aggrotta la fronte e domanda: “che lavoro fai?”

“ehm… lei è Rose Sandeker e sarà la tua insegnante!” evade elegantemente Tom.

Lei e Diana si sorridono e la ragazza non può fare meno di notare quanto somigli al fratello maggiore.

“ciao Diana.” Dice porgendole la mano che la bambina stringe con forza.

“buonasera signorina Sandeker” risponde Diana Bishop rispettosa come una damigella ottocentesca.

“ti va se io e te ci conosciamo un po’ meglio?” propone Rose e Diana, in risposta, sorride di slancio.

Tom esce dalla stanza lasciando sole le due. In realtà non le lascia realmente: spia quello che fanno attraverso la porta di vetro della cucina che gli permette di vedere cosa accade nel salone. Tom negherebbe se non ammettesse di essere interessato a Rose, ma prima di tutto viene l’interesse verso la sorellina.

Vede che Rose si offre di aiutarla a fare il puzzle e mentre trovano i pezzi o cercano di combinarli insieme, Diana sorride divertita almeno quanto la splendida ventenne.

Chi sa di cosa parlano.. si chiede il ragazzo mentre fuma una sigaretta.. i suoi occhi piano piano lasciano Diana e si concentrano su Rose, sui suoi movimenti armoniosi e sul suo sorriso affascinante.

 

‘ciao! Al momento non sono in casa… prova a rintracciarmi al cellulare oppure chiama più tardi!!’-…il segnale acustico della segreteria telefonica annuncia che un nuovo messaggio sta per essere registrato- ciao Rose, sono Hudson.. è il quinto messaggio che ti lascio ma dove sei?? ti sei dimenticata che dovevamo vederci? A quanto pare sì… sono passata da te verso le sei ma non c’era nessuno e il cellulare è staccato! Va be, non fa nulla, probabilmente sei uscita… un bacione, ciao!’

 

Rose esce dal salotto e cammina verso Tom, sorridendo. Non si è nemmeno accorta del tempo che è passato velocemente. “Diana è fantastica!” dice soddisfatta mentre i suoi occhi verdi si posano sulla bambina che ora guarda la tv.

“ho notato che tu ci sai fare parecchio con i bambini…” risponde Tom spegnendo la sigaretta.

“be passo moltissimo tempo con mia nipote e poi, sì, adoro i bambini. Ho smesso due anni fa di fare la catechista, pensa un po’! ” spiega la ragazza.

“di che cosa avete parlato?” chiede Tom, curioso.

“dei compiti, soprattutto. Di quello che hanno fatto a scuola ultimamente e delle materie in cui le servirebbe un aiuto mirato….”

La porta di casa Bishop si apre interrompendo la loro conversazione e Nick Bishop fa il suo ingresso in casa accompagnato da un ospite. Rose cerca gli occhi di Tom che subito le conferma quello che aveva pensato: uno dei due è suo padre.

La ragazza non fatica a riconoscere il signor Bishop.

Uno dei due uomini ha lo stesso sguardo penetrante di Tom, gli stessi occhi azzurri, animati, però, da un distacco e da una freddezza incredibile; egli si dirige verso di lei con un sorriso tirato.

“buona sera signor Bishop, mi presento: sono Rose Sandeker.- dice sfoderando un sorriso di circostanza.- Thomas mi ha contattata come insegnante per sua figlia..”

Nick volge il suo sguardo freddo verso il figlio, poi i suoi occhi glaciali tornano a posarsi su Rose.

“be… resti a cena..- propone – ci farà compagnia assieme al signor Shannon.”

L’altro annuisce. Shanonn è un aitante uomo d’affari.

“mi dispiace ma…” cerca di negare la ragazza credendo, senza avere un motivo preciso, di avere qualcos’altro da fare. Si.. ma cosa?

“Ti prego,  Rose..” a parlare è Diana che le ha preso la mano con affetto.

“Diana.- la rimprovera brusco il padre.- rivolgiti alla tua insegnante con rispetto!!!!”

“va bene così, signor Bishop.- s’affretta a dire Rose con un tono deciso.- le ho chiesto io di chiamarmi per nome.”

La peruviana si intromette nella conversazione: “signorina, rimane?” chiede per orientarsi meglio sulla quantità di cibo da preparare.

Rose incontra lo sguardo supplicante di Diana.

“va bene.” dice con sorriso.

 

“pronto?”

“mi scusi c’è  Hudson?”

La ragazza risponde: “sono io. Chi parla?”

“sono Sean, il fidanzato di Rose. Scusami se ti ho telefonato ma sono preoccupato per lei..” dice il ragazzo con voce ansiosa “sai, questa sera dovevamo avere una cena assieme e …”

“oh sarà un po’ in ritardo! Capirai, Rose è una tale ritardataria!” replica la ragazza con voce tesa, passandosi una mano tra la folta capigliatura riccia.

“si ma la cena era due ore fa.. dovevamo vederci alle otto a casa mia… tu sai per caso dove potrei rintracciarla?? Sai, non è da lei non avvisare per disdire.”

No, decisamente. Hudson sospira.

A questo punto non può fare a meno di preoccuparsi anche lei.

 

La cena va avanti sottolineata dai discorsi attinenti all’economia e alla politica di Nick Bishop e del  suo ospite Patrick  Shannon, dalle piccole frasi dette a bassa voce tra Diana e Rose e dagli sguardi tra quest’ultima e Tom.

Hanno mangiato dell’ottima carne ai ferri accompagnata da tre contorni: patatine fritte per Diana , patate arrosto e insalata mista  per gli adulti. Ora si apprestano a mangiare il dolce un ottimo, almeno così ha assicurato Diana, ripieno di nutella e crema.

‘povere le mie gambe..’ pensa mentalmente Rose mentre la peruviana gliene porge una fetta.

Senza che se ne accorgesse, improvvisamente l’argomento verte su di lei.

“e.. lei signorina Sandeker cosa fa oltre questo piccolo impiego?”

Rose posa il cucchiaino e risponde: “studio Biologia marina all’università.”

“materia interessante.- commenta Shannon passandosi sguardi di intesa con Nick.- quanti anni ha, se non sono troppo indiscreto.. infondo quando si è così giovani per molte donne è un piacere dire la propria età.”

“ho vent’anni… ho esperienza con i bambini grazie agli anni passati a fare catechismo, l’anno scorso ho dato ripetizioni e per di più abito con la famiglia di mia sorella e con la loro figlioletta.. quindi..”

“molto bene.- commenta Nick.- posso sapere chi è suo padre? È probabile che lo conosca”

Rose comprende bene che Nick Bishop glielo ha domandato per intuire a che classe sociale appartiene Rose. Vorrebbe evitare di dire che la sua famiglia non è molto benestante ma non trova altro di meglio da dire che: “i miei genitori sono morti. Il nome di mio padre è Arnold Sandeker.”

“non lo conosco.- commenta secco Nick con una sorta di orgoglio nella voce. Lui conosce solo gente rilevante e quindi il padre di Rose non lo era di sicuro. Non si degna minimamente di farle le condoglianze ma ribatte - di che cosa si occupava?”

Rose deglutisce. “era un operaio…”

“In che struttura lavorava?”

Tom sbatte la forchetta sul piatto. Prova disprezzo per suo padre. Un disprezzo cieco. Nick Bishop: la classica persona che giudica basandosi sulla consistenza del conto in banca. Odia suo padre ed odia ancor di più il modo in cui sta trattando Rose, il modo in cui la sta umiliando. Non può non intervenire. “papà come vanno le nostre azioni?” cambia argomento, guadagnandosi un sorriso dolcissimo da parte di Rose.

La conversazione riprende sui soliti noiosissimi temi che girano intorno all’economia.

“mi scusi signor Shannon vuole un'altra fettina di torta?” chiede ad un certo punto,  con garbo, la peruviana. L’uomo annuisce, la donna va a prendere il dolce, glielo porta ma inciampa sul tappeto… risultato? la torta si infrange contro il mento e la camicia di Shannon.

Seguono attimi di gelido silenzio in cui tutti si aspettano la furia di Nick esplodere.

Invece…

Rose non vorrebbe, non vorrebbe proprio.

Ma scoppia a ridere.

Subito gli occhi dei presenti si puntano su di lei, occhi indignati e furiosi che osservano i suoi inutili tentativi di trattenersi.

“scusatemi ma.. è troppo buffo…” e scoppia di nuovo a ridere di cuore.

Patrick Shannon osserva la camicia di seta costata non sa quanti dollari sporcata dalla cioccolata. Il suo viso si contrae in una smorfia, poi scoppia a ridere. E se ride l’ospite ride il padrone di casa. Nick scoppia a ridere faticando persino a trattenersi, come Tom che, lo stesso, inizia a ridacchiare riflettendo sul fatto che non vedeva il padre sorridere da un centinaio di anni.

*questi adulti devono essere proprio depressi per ridere di queste sciocchezze!!* pensa Diana, l’unica a non divertirsi.

La peruviana se ne va dalla stanza sospirando di gioia per la mancata punizione mentre tra i presenti dilaga ancora l’allegria.

La serata va avanti e, incredibilmente, non sono più tutti tesi e concentrati a difendere le loro teorie; Nick e Patrick non sono più due affaristi ma sembrano piuttosto degli amiconi del liceo che si sono ritrovati dopo chi sa quanti anni.

Ad un certo punto Patrick inizia a raccontare stupidi aneddoti di quando era giovane ed imbranato:tutti piccoli racconti che fanno crepare dalle risate Nick mentre lasciano un po’ attoniti Rose e Tom i quali si scambiano sguardi interrogativi per poi scoppiare a ridere tra di loro.

La peruviana e Grams osservano la scena appoggiati allo stipite della porta.

“ma secondo te stanno tutti bene?” domanda Grams in tono cupo.

“ci voleva un tocco femminile in questa casa!” dice orgogliosa la peruviana indicando con il capo Rose che ride senza ritegno appoggiata alla spalla di Tom.

 

La moto di Tom si ferma davanti al cancello verde che ormai consce bene.

Rose scende dalla vettura; il suo viso presenta ancora l’allegria di quella serata.

“ho passato una serata bellissima.” Dice lei con quel suo solito sorriso tremendamente stupendo.

“anch’io.- risponde Tom ricambiando il sorriso.- sai che mio padre non rideva da quattro anni?”

“dici sul serio?”

“oh si..- risponde Tom pacato.- sai, all’inizio pensavo che saresti scappata da un momento all’altro…” le confessa ripensando agli attimi della sua discussione con Nick. Rose alza le spalle. “ci vuole ben altro per farmi scappare via da una casa dove ora lavoro. Pensa che persino la prospettiva di litigare con te fino all’anno nuovo, non mi spaventa affatto!” dice con ironia.

“sinceramente spero che riusciremo a ridere e parlare, come oggi, piuttosto che litigare come gli altri giorni..” azzarda Tom sfoderando uno dei suoi sguardi più affascinanti. Rose annuisce ma ribatte: “tuttavia devi ammettere che il tuo comportamento nei giorni passati non è stato poi così…corretto.. nei miei confronti..”

“no, questo non è vero.”

Rose lo guarda allibita, la simpatia che aveva provato per lui sta sparendo velocemente.

“che cosa?” domanda irritata. “ma se ……”

Tom le tappa la bocca prima che ricominci. “ehi, stavo scherzando!!!” Delicatamente la lascia andare e commenta. “sei proprio un tipetto irascibile, eh?”

Rose alza le spalle: “ Allora ci vediamo domani!- dice con tono di commiato.- a che ora posso venire?”

“io credo che alle diciotto sia perfetto.. sempre che tu non abbia qualcos’altro.”

“figurati, va benissimo…” concorda Rose soprappensiero. “allora a domani..”

“ah, Rose.- la richiama il bel ragazzo in groppa alla moto. La donna si volta.- l’altra volta quando ti ho riaccompagnato… quel piccolo bacio…” inizia imbarazzatissimo.

“tranquillo, è acqua passata.. ho capito che era il tuo modo di ringraziarmi e di farmi saltare i nervi!!”spiega la ragazza leggermente sarcastica. Tom annuisce soddisfatto e riparte. Rose lo segue con lo sguardo fino quando non svolta la curva, poi, con un sospiro, entra in casa.

Finalmente si sente più calma.

Non ne poteva più di sentire il suo cuore martellargli così forte nella testa.. mah, sarà stata la tensione…

Ancora quella sensazione… quella sensazione di aver dimenticato qualcosa.. qualcosa di importante…bah, se l’ha dimenticata magari non era così importante.

Infila le chiavi nella serratura e apre il portone, entrando nella sua abitazione sommersa dal buio.

“ciao, Rose.” la ragazza salta dallo spavento vedendo la sagoma di un uomo che fuma una sigaretta appoggiato alla finestra. La luce della luna lo illumina e fortunatamente scopre chi sia prima che il suo cuore vada in tachicardia: Sean. Emette un respiro di sollievo, accende la luce e si siede al divano, con gli occhi ancora infuori dalla paura.

“ti sei rincretinito????”gli urla contro qualche istante dopo.

Il ragazzo ,impassibile, continua a guardare fuori.

“Sean parlo con te!!! mi stai ascoltando???????” urla la donna alzandosi dal divano.

La sua voce ora non vibra più di paura ma di rabbia ed incredulità.

Sean non si è mai comportato così.

Il ragazzo si volta. I suoi lineamenti sono deformati dalla rabbia che sente verso la sua donna. “che hai fatto di bello, sta sera, Rose???” domanda con ironico odio sedendosi sul divano al posto che ,appena qualche ora prima,  era stato di Tom.

La ragazza ricorda: la cena!!!!!! Pensa mettendosi una mano sulla fronte e maledicendosi per quella dimenticanza.

“oh, Sean mi dispiace ma ho avuto una cena di lavoro! Ricordi che ho messo quell’annuncio sul giornale? Be,  un ragazzo mi ha contattata per questo lavoro e mi ha portato a casa sua per vedere la sorella.. poi una parola tira l’altra… oh, hai idea ,vero ,di quanto mi servano questi soldi!!”

“e tu hai idea di quanto io mi sia preoccupato??????? - urla l’uomo alzandosi.- potevi fare, dico io, una telefonata!?? Una!!!!! Mi sono chiesto tutta la serata perché non eri venuta!!!!!!! Ho cercato persino in tutti gli ospedali di New York perché il tuo cellulare era, oltre tutto, anche spento!!!!!!”

Rose annuisce: ha dimenticato di accenderlo.

Tiene il volto basso verso il tappeto mentre ascolta il legittimo sfogo dell’innamorato.

“sei proprio un incosciente e pensi solamente agli affari tuoi!!!”

Rose scatta in piedi: questo è troppo. “ok! Ho sbagliato a non avvisarti ma non credo proprio di essere un’egoista!! Lo sai benissimo che ho accettato questo lavoro perché ogni volta alla fine del mese nella mia famiglia stiamo tutti sempre con il fiato alla gola perché riusciamo a pagare le bollette per un soffio!”

“questo non centra nulla! per quale motivo non mi hai avvisato??”

“perché mi sono dimenticata!!!!- ammette Rose allargando le braccia.- mi sono già scusata, che altro devo fare ora!!!!!”

“bene! Tu ti sei dimenticata della nostra cena mentre io erano tre giorni che studiavo come potermi scusare con te e chiederti di uscire!”

Rose non sa cosa ribattere. I sentimenti di Sean sono sempre stati più forti dei suoi.

“e di Hudson???” riprende quello.

Rose riflette un attimo: “che diavolo centra Hudson?????”

Sean ride malvagiamente: “ah, bene! pure di lei ti sei dimenticata! Mi ha detto doveva venire da te ma tu non eri in casa!!!!! Anche lei si è preoccupata per te!”

Rose sospira: è vero!!!! Dovevano vedersi!!!!!

“ok ,ho capito, io me ne vado.” Sbotta quello vedendo sul volto di Rose la conferma a tutte le sue domande: Rose non lo ama più… o forse non l’ha mai amato.

La ragazza si riscuote. “Sean.. dove vai??” dice improvvisamente intimorita. “ti prego.. io non so  cosa mi sia preso..”dice prendendolo per la manica del giubbotto.

Il ragazzo la fissa con i suoi occhi castani: “Rose tu non mi ami.” Sentenzia.

Gli occhi verdi della donna si aprono sgomenti e lo fissano inorriditi: “come.. come puoi dire questo??” la sua voce è appena percettibile.

Sean la allontana da se: “posso dirlo perché è da parecchio tempo che questa storia la sto vivendo solo io.- dice con la voce spezzata dal dolore.- solo io, capisci?”

Rose cerca di negare ma quello che dice Sean è giusto, lo sa. E fa male.

“bisogna essere in due ad amarsi, Rose! e quello che è accaduto questa sera è l’esempio lampante che invece sono rimasto solo io!!!!!! Tu avevi bisogno di me quando hai scoperto la verità sulla tua famiglia..- il suo tono ora è diventato più dolce.- e hai creduto di amarmi.. ma l’amore vero non è questo!”

La ragazza scuote la testa, incredula. “io non ho creduto d’amarti…..io ti ho amato” si stupisce quando sente anche nelle sue parole il verbo al passato.

Sean le prende le mani: “Rose.. io ti amo sul serio. Ma non posso più illudermi che tu mi corrisponda.”

La ragazza sente le lacrime scenderle dagli occhi e bagnarle le guance.

Sean la abbraccia e le accarezza i capelli; tra le sue braccia Rose scoppia a piangere e tra i singhiozzi prega il ragazzo di non lasciarla sola.

Sean, sempre più dolce, le dice. “non devi avere paura di restare sola, Rose. innanzitutto non lo sei perché hai molte amiche e poi sei la ragazza più forte che io conosca… ce la farai, ne sono certo. Un giorno di innamorerai davvero e mi ringrazierai. Il sentimento che provi per  me, non è amore. Lo capirai quando non potrai fare altro che pensare alla persona amata… e non ti dimenticherai di lui un solo istante..”

“vuoi punirmi per questa sera, quindi!” sbotta lei staccandosi da lui.

“no…- la rassicura asciugandole le lacrime.- voglio solo che tu sia felice.”

“mi hai lasciato ed ora mi auguri di essere felice??- urla lei, che non ci sta capendo più nulla.- vattene.- dice piano, poi urlando.- VATTENE!!!!”

Sean sospira e si dirige verso il portone, lo apre ma prima di andarsene, dice: “tu soffri ma sono io ad avere il cuore spezzato..…”

“TI HO DETTO DI ANDARTENE!!!!!!!!!!”

Sean chiude la porta. E con lui se ne va una storia durata circa sei mesi.

Rose, incredula, ripassa mentalmente tutto quello che le è accaduto….ha ragione Sean, lei non lo ama.

Ma contemporaneamente non può fare a meno dell’amore che lui prova per lei.

Ormai non può più vivere senza quella bellissima sensazione.. senza la sensazione di sentirsi amata, protetta… quel senso d’importanza che le trasmetteva Sean nonostante lei non fosse nessuno. Quell’amore puro ed incondizionato che le voleva il suo ex fidanzato.. forse Sean ha ragione.

Lei è un’egoista. Vuole il suo amore pur sapendo che non può donargliene altrettanto.

Si inginocchia per terra e, piangendo, dà sfogo a tutta la sua rabbia e tutto il suo dolore.

 

 

Fine terzo capitolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** SALTO NEL BUIO ***


Ciao a tutti,

 

Ciao a tutti,

ecco il IV capitolo di “Profumo di Menta”.. mi scuso se l’aggiornamento è arrivato un po’ tardi ma non sono proprio riuscita a postarlo prima …

Vi faccio la solita raccomandazione: se vi capita di leggere questa storia, non esitate a farmi sapere cosa ne pensate!!!

Commenti, impressioni, consigli e.. perché no?.. anche idee per il proseguimento della storia (ad esempio una situazione particolare in cui vorreste vedere Rose e Tom), scrivetele attraverso una recensione.

Be, con l’occasione, auguro a tutti BUON ANNO!!!!!!!

 

 

Ciao Miele,

sono proprio contenta che ti sia piaciuto anche il 3 capitolo!!! mi sto impegnando molto.. (sarà che non c’è la mia assillantissima scuola e posso concentrarmi meglio..) e nulla mi fa più piacere di avere un commento della storia così positivo…

grazie mille!!!

Un bacio.

 

Ciao Franca,

vorrei ringraziare anche te per la recensione!!! Ti ringrazio moltissimo per i complimenti per quanto riguarda il modo di scrivere e di “snocciolare” la storia….

Per quanto riguardano i capitoli forse hai ragione, sono troppo lunghi, per il prox cercherò di accorciarli un po’..

L’abbraccio di Sean durante la litigata io l’avevo inserito per sottolineare l’umanità di quel ragazzo che, nonostante l’amore che prova per lei, ha deciso di lasciarla. Ammetto, però, che l’azione dell’abbraccio  era un po’ forzata, soprattutto se situata in quel contesto.

Un bacio.

 

Ciao Diandraflu,

innanzitutto vorrei ringraziarti per avermi lasciato la recensione.

Si, effettivamente, la trama non è un campione di originalità, ma ti consiglio comunque di proseguire la lettura, chi sa magari potresti cambiare idea…

Un bacio.

 

Ciao Bea,

grazi mille per la recensione! Si, anche a me stava molto antipatico Sean, infatti l’ho tolto di mezzo subito…invece, chi sa perché, nutro un affetto particolare per il mio Tom…

Grazie per i complimenti!!

Un bacio.

 

 

Buona lettura,

Diomache.

 

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

CAPITOLO IV: SALTO NEL BUIO.

 

 

Sono passati circa cinque giorni da quando Rose e Sean hanno rotto.

All’inizio Rose ha passato davvero un momento critico: non si era mai resa conto di quanto potesse mancarle la presenza del suo caro Sean e sentirsi privata di lui è stata una sensazione orribile.

Ma poi  Rose ha reagito.

Come una tigre che quando vede un nemico, da principio si paralizza, poi tira fuori le unghie, mostra i denti ed attacca, così anche Rose è uscita dello stupido stato di apatia in cui si era gettata e ha ripreso la sua vita, se possibile, più forte di prima.

Pensava di riprendere in tutta tranquillità le redini della sua esistenza ma, a quanto pare, non ha calcolato la possibilità di piccoli incidenti di percorso…

 

 

La luce sbiadita della lampada che pende dal soffitto fino ad un metro dal tavolo di legno, illumina i volti dei ragazzi, tesi e seri mentre ascoltano le proposte del gruppo di tre uomini, seduti dall’altra parte del ripiano. Un uomo sui quarant’anni con un’enorme cicatrice sulla guancia destra, inizia: “gli accordi sono questi: un baratto. Il valore delle vostre armi, per il valore della nostra roba.”

Michael sospira e guarda istintivamente verso Tom che gli annuisce leggermente.

“Mi dispiace, Sfregio. Ma a noi la roba non interessa affatto…”

L’uomo e il suo gruppo scoppiano subito in una fragorosa risata: non si è mai sentito che dei delinquenti odino la droga, roba dell’altro mondo. Il nome del capo di questo piccolo gruppo che è, in realtà, una rappresentanza di un’organizzazione più vasta ed efficiente, è Richard Scott, meglio conosciuto come Sfregio, forse proprio a causa della sua cicatrice inquietante. Calmatosi, egli scruta uno dopo l’altro i ragazzi che ha di fronte e il suo sguardo gelido rimane, alla fine, fisso su di Tom. “Non dirai davvero, ragazzino..”

Gli occhi azzurri di Tom rimangono impassibili alla provocazione; egli prende una moneta da cinque cent ed inizia a farla girare sulla superficie del tavolo, ignorando volutamente l’uomo che ha di fronte.

Sfregio finge di essere divertito da quel comportamento ma in realtà si sta innervosendo e la sua mano sinistra si sta spostando velocemente verso la tasca dei pantaloni, dove tiene la pistola.  Tom continua ad ignorarlo, poi, improvvisamente, sbatte la mano sul tavolo, intrappolando la moneta e facendo sobbalzare, suo malgrado, Sfregio in persona.

Sul volto di Tom si dipinge un sorriso gelido che viene successivamente imitato anche dal resto del suo gruppo. “ Stai calmo, Sfregio.- inizia con un tono di voce quasi surreale.- non voglio farti niente di male.”

Questa è una vera e propria provocazione e Sfregio deve digrignare i denti per non rispondere per le rime: il suo capo, Jarod, gli ha ordinato di raggiungere un accordo per la vendita di un’importante partita d’armi giunta dall’est, abilmente intercettata da Tom, e non può perdere tempo a litigare con lui. Non può e non deve fallire.

Si rende conto, però, si aver sottovalutato il suo venditore: le voci che lui aveva ignorato lo ritraevano come un ragazzo molto giovane, sui ventitre- ventiquattro anni ma spietato e deciso negli affari importanti. E, certamente, è vero. Qualsiasi criminale di poco conto si sarebbe lasciato incantare da uno scambio armi-droga, ma non Tom.

“io odio la droga.- continua Tom alzando gli occhi e scrutando Sfregio e gli altri.- credo che sia la cosa più abominevole di questa terra. Non mi piace perché inganna: tu credi di stare bene, mentre quella polverina ti uccide il cervello, roba da pazzi! E poi credo fermamente che chiunque ne usi sia un debole e un perdente.- sotto i suoi occhi blu, i due del gruppo di Sfregio abbassano lo sguardo.- debole perché ha bisogno di quella roba per vivere e perdente perché inevitabilmente perde: muore. Ma non è il vostro caso, ovviamente.” Conclude con ironia.

“se è la roba che ci proponete.- interviene il tedesco.- non si fa nulla.”

Sfregio si affretta subito a dire. “Contanti, allora. Vi paghiamo la partita di armi, dite solo il prezzo.” L’uomo deglutisce mentre attende che Tom faccia la prossima mossa. Jarod gli ha intimato di non andare sopra i 500 mila dollari, che, tra l’altro, è il doppio del valore di quel carico.

Tom si finge pensieroso “vediamo.. le armi sono tante e buone e non mi convince tanto dartele per futile denaro, sai?”

Un brivido freddo passa lungo la schiena di Sfregio che cerca comunque di darsi autorità ed esclama, borioso, “stai bluffando per aumentare il prezzo, ragazzino, li conosco io questi trucchetti!!! Intendo pagarti il carico di armi il doppio del loro valore: 500 mila dollari, che ne dici?”

Il biondo rimane impassibile. “No, non mi convince.”

“fai il difficile? Spara un prezzo, avanti!” urla Sfregio con i nervi a fior di pelle e la paura di disfare l’affare commissionatogli.

Tom questa volta non lascia impunita l’arroganza del loro acquirente; si alza, raggiunge Sfregio e gli molla un pugno in viso. Gli altri due del gruppo, intanto, sono rimasti attoniti e con le spalle al muro, puntati a distanza ravvicinata da Michael, Harry, Dawson e il tedesco.

Velocemente, prima che Sfregio  potesse estrarre la pistola, Tom lo prende per le spalle e lo sbatte a terra; solo allora lo disarma e scoppia a ridere, sbeffeggiandolo.

“povero Sfregio, se ti vedesse Jarod, ora… - L’uomo ringhia di rabbia, ma Tom lo zittisce subito mettendo un il piede sul suo collo e iniziando a fare pressione.- allora… dov’è finita la tua arroganza?”

Sfregio diventa rosso in viso ed inizia a tossire, cerca di sputare al suo assalitore ma la saliva gli scivola lungo i lati della bocca. Tom sorride “povero scemo, dimmi, vuoi vedere il sole sorgere domani?Si? Bravo, devi solo riferire al tuo capo qualche cosetta. Jarod sa benissimo che partite di armi del genere ,come quella di cui sono in possesso, non capitano in America tutte le stagioni ed ha pensato bene di acquistarsela, ma sta commettendo un grosso errore.”

Toglie il piede  dalla gola dell’uomo e Sfregio respira irregolarmente per qualche istante, poi sospira di sollievo: è andato molto vicino al soffocamento.

“Primo.- inizia il ragazzo biondo piantando un calcio nel fianco dell’uomo che grida di dolore, preso alla sprovvista.- deve presentarsi di persona. Mandare gli zerbini come te ad un contratto così importante mi ha molto offeso, riferiscilo.”

Tom si allontana per qualche istante, apre il frigo dell’abitazione di Michael e prende una birra, la stappa ed inizia a sorseggiarla. “Secondo.- dice poi infliggendo un secondo calcio all’ospite.- cinquecento mila dollari non bastano.” Versa il resto della birra sul volto di Sfregio. “E terzo. Raccomandagli di venire solo e disarmato. Sarò solo e disarmato anch’io. L’incontro si svolgerà fra quattro mesi, in un luogo neutro di cui ci accorderemo in futuro. Tutto chiaro?”

Sfregio annuisce lentamente. Tom si china, lo prende per le spalle e lo rialza in piedi.

“bene. Buon ritorno a casa.”

Sfregio grugnisce di rabbia. Se potesse, prenderebbe la pistola e gli sparerebbe in fronte per fargli pagare l’umiliazione ricevuta, ma non può farlo perché, in questo momento, la sua posizione è molto svantaggiata: gli scagnozzi di Tom stanno ancora puntando lui e i suoi uomini.

Ma lo farà presto. Si vendicherà di questo trattamento.

Sfregio lo fissa ancora un istante con i suoi occhi gelidi, poi fa un cenno ai suoi due compari e si avvia verso la porta di casa ‘Hurts’. Allo sbattere del portone, tutti i ragazzi tirano un sospiro di sollievo.

“Cazzo, Tom. Come cattivo fai proprio paura..” sfotte Michael, ottenendo un piccolo pugno sulla spalla da quest’ultimo.

“non ti capisco, Tom.- interviene Harry, serio.- perché prolungare di così a lungo l’incontro? Le armi non le vendiamo, tanto valeva dire subito come stanno le cose!”

“già.- ammette Dawson.- e perché il discorso del disarmato, del territorio neutro..”

Tom sorride. “molto semplice. Se avessi fatto comunicare le nostre vere intenzioni, probabilmente domattina ci saremmo svegliati con tutti gli uomini di Jarod sotto casa. Voi non lo conoscete. Ho preso tempo e quattro mesi mi sembrano più che sufficienti. In questo periodo possiamo goderci le armi come ci pare e piace, senza che qualcuno ci stia con il fiato sul collo.”

“ok, è stata una buona trovata.- ammette il tedesco.- ma lo scontro con Jarod e i suoi uomini è solo rimandato. Poi cosa conti di fare con Jarod?”

Tom sorride diabolicamente. “penso proprio che lo ucciderò.”

 

“IUIUUUUUU- urla Rose gettando le carte vincenti al centro del tavolo- ho vinto di nuovo! Diavolo, non sapevo di essere tanto brava a poker!”

Adrienne, riluttante, le cede la sua parte di caramelle. “fortuna che non abbiamo fatto a soldi.. io sarei rimasta in mutande!!”

“accidenti, Rose!- esclama Susy.- hai vinto tante caramelle da cariarti i denti per un anno!”

Hudson e Rose scoppiano a ridere, divertite. “sciocche, non me le mangio mica tutte io! Innanzitutto una la offro a voi….- dice con voce mielata, distribuendo una caramella a testa..- le altre le regalerò a Novaly e Diana…”

“a proposito di Diana.” Inizia Susy. “come ti trovi con la principessina???”

Rose inarca un sopracciglio. “non è una principessina. È una bambina adorabile!”

“e invece lo è,con tutti i soldi che hanno, potrebbero comprarsi Manhattan! Altro che principessina”

“e tu che ne sai, scusa?” domanda Rose mentre, vista l’ora, ripone l’enormità delle caramelle nella borsetta e si prepara per andare via. Mentre Susy afferra il proprio giaccone e passa quello nero ad Hudson, risponde. “io li conosco bene. Dawson, mio fratello, è un grande amico del fratello di Diana, quello scapestrato di Tom! Non ti dico quello che fanno insieme, quei due..”

Rose attonita, la fissa incredula. “che cosa?” mormora, segretamente disgustata.

Susy scoppia a ridere di gusto, compreso l’equivoco in cui è caduta Rose. “oh Maria, non ci posso credere! Veramente hai pensato che Dawson e Tom fossero una coppia!!! Ah ah sei troppo forte!”

Rose mette il broncio mentre chiude la lampo del suo giaccone avvitato bianco.

“ridi poco, scema, per un pelo non mi prendeva un colpo!!” *ecco, brava idiota* pensa mordendosi la lingua per quello che ha appena detto: *ora Susy penserà che ti interessa Tom.. tombola!*

E infatti…

“Rose, ma perché ti stava prendendo un colpo???” si intromette Adrienne, facendo capolino da dietro Susy.

“non solo le prendeva un colpo, ma è rimasta tutta arrabbiata, incredula...” aggiunge Susy, girando ben bene il dito nella piaga. Rose arrossisce e fa qualche passo indietro verso l’uscita dell’abitazione di Adrienne. “Ma no.. è che siccome lo conosco e all’apparenza non mi sembrava poi così ..gay.. allora quando tu hai detto così.. io.. ci sono rimasta male…tutto qui.- notando gli sguardi per nulla convinti delle sue amiche, alza la voce, prepotente.- siete sempre così maliziose che una deve stare attenta a come parla, accidenti!”

“ehi non ti scaldare, altrimenti ci crediamo davvero che Tom ti piace!!”

“non ci sarebbe mica niente di male!!- interviene Hudson.- vi siete mai parlati?”

“mm.. qualche volta… un saluto..” balbetta Rose incrociando le dita dietro la schiena e facendosi piccola piccola tra le grinfie delle sue amiche.

“già.- esclama Susy.- magari tra una lezione ed un’altra, racconta, racconta!!!”

Rose indietreggia: se dovesse raccontare come è stato il suo primo guaio con Tom e poi tutti gli altri compreso il bacio, le preparerebbero i documenti per il matrimonio.

I suoi occhi cadono su un orologio a pendolo: mezzanotte. “oh com’è tardi, devo proprio andare..” dice frettolosamente. “grazie, Adrienne, per la bella serata! Il film era carinissimo e mi sono divertita molto anche a giocare a Poker!! Ciao a tutte tre.. ci si vede, eh?” dice sorridendo forzatamente, mentre apre la porta di casa di Adrienne, esce e la chiude velocemente dietro di se.

Ma non è ancora in salvo. Fa una bella corsetta lungo le scale ed esce dall’appartamento, dirigendosi verso il motorino. “uuf…” sospira. “ salva…”

“ROSE!!”La ragazza salta di paura ma per fortuna Susy sta solo alla finestra. “VUOI CHE TI DO UN PASSAGGIO????” Urla così tanto che Rose è certa che tra al massimo qualche secondo qualche vecchietta si affaccerà dalla finestra, con un manganello in mano.

“ehm.. no, Susy, ho il motorino!!!!”

“QUEL VECCHIO RUDERE?????”

Rose incurva la fronte. “il mio motorino non è un rudere!!- ribatte ma, rivolgendogli un’occhiata, si accorge che i pezzi del veicolo stanno insieme solo per miracolo- e poi l’ho appena portato dal meccanico e..”

“GUARDA CHE ..…”

“SIGNORINA!!” urla una vecchietta affacciandosi alla finestra, con una pantofola in mano e un’aria minacciosa. Rose rabbrividisce e si volta verso di Susy, sperando che la vecchietta capisca che non era lei a fare tutto quel baccano. Niente, Susy la volpe è subito rientrata in casa e ha chiuso pure la serranda. *mm.. questa me la paga!* pensa, iraconda.

“SIGNORINA!- ribadisce la vecchietta.- SI VERGOGNI!!CHE MANIERE SONO?? CHI LE HA INSEGNATO A FARE TUTTO QUESTO FRACASSO A QUEST’ORA DELLA NOTTE!!!!” Ironia della sorte, la vecchietta urla più di Susy e Adrienne messe assieme.

Rose cerca di giustificarsi ma, in quel mentre,altre finestre si spalancano e compaiono altre vecchiette imbufalite e incavolate nere. Gli anziani hanno questa che viene definita come ‘solidarietà ’  per cui ogni volta che un anziano sta litigando con qualcuno che è più giovane di lui di almeno trenta anni, tutti gli altri vecchietti si intromettono e si schierano dalla parte del coetaneo, senza avere la più pallida idea di quello che stia accadendo. Ecco, una cosa del genere accade anche in questa occasione. Un esercito di anziane affacciate alla finestra, le ingiuria contro armate degli oggetti più improponibili che minacciano di tirarle addosso.

 “ok, qui la situazione si mette male..” sussurra Rose avvicinandosi lentamente al motorino.

Tutto questo le ricorda tanto la scena di ‘Alla ricerca di Nemo’ ove il pellicano si muove lentamente verso Dori e Marlin puntati da una trentina di piccioni che, come le vecchiette, ripetono tutti le stesse cose.

Le vecchiette: “si vergogni, voi giovani siete la rovina del mondo! Non avete rispetto, educazione..”

I piccioni: “Mio, mio.”

“vecchio mio..- sibila la donna, appena montata sul mezzo.- non puoi abbandonarmi ora, capito?”

Gira la chiave e per fortuna il rumore del motore che si aziona viene coperto dagli insulti delle anziane che non si accorgono che la loro vittima sta per spiccare il volo.

E, come quando su ‘Nemo’ i protagonisti fanno un movimento brusco e tutti i piccioni gli vanno addosso, così, come il motorino di Rose si muove, dal cielo piombano una nuvola di pantofole, peluches delle nipotine, barbie, cuscini.

Nulla, grazie a Dio, va ad infrangersi sulla povera malcapitata che, però, si concede una risata di tutto cuore. Se lo raccontasse alle sue amiche, non ci crederebbero mai!

Il tragitto dall’abitazione di Adrienne è abbastanza lungo e la ragazza deve ammettere che viaggiare da sola a quest’ora della notte le mette un po’ di timore.

La città sembra morta , il buio e purtroppo la scarsità d’auto e di vita che si vedono per quelle strade periferiche della città non possono altro che inquietarla e darle un bruttissimo senso di disagio.

Cerca di accelerare ed accorciare il tragitto; tuttavia non può accelerare di molto perché il motorino non può subire sforzi eccessivi: ordini del meccanico.

L’allegria che, tutto sommato, le vecchiette le avevano messo, svanisce subito quando, agitata, imbocca una traversa sbagliata.

Inizia a sudare freddo e sospirando, si accosta ad un lato della strada. “bene, e adesso?” chiede a se stessa, guardandosi intorno, molto preoccupata.

“signorina!” una voce di uomo la fa sobbalzare e rabbrividire. Si gira di scatto e vede due ragazzi che, mano nella mano, le si sono avvicinati. Quella vista la rende più tranquilla: almeno a lei non daranno rogne. “serve aiuto?” chiede educato il primo.

“veramente si.- ammette la giovane.- devo aver sbagliato qualcosa io..”

“si è persa, eh?” interviene brillantemente l’altro. “ma non si preoccupi, l’aiutiamo noi. Dove deve andare?”

Rose comunica loro il proprio indirizzo, l’altro ragazzo le spiega dove ha sbagliato, poi le dà i suggerimenti giusti e le mostra dove riprendere la strada.

“Grazie, grazie mille..” sussurra Rose mentre il vento gelido di dicembre le scompone i capelli.

Seguendo le istruzioni datele, si ritrova sulla strada principale.

A causa di un altro piccolo, ma non troppo grave, errore, si vede  costretta a passare attraverso un quartiere piuttosto malfamato: il quartiere di Soho. Intimorita dalla reputazione di questa zona, spinge il motorino ad andare più veloce, dimenticandosi delle ammonizioni del tecnico.

Puntuale come la sfortuna, il motorino inizia a perdere colpi e dopo poco si ferma, con un sospiro di fumo. “no, maledizione!” impreca la ragazza togliendosi il casco.

“allora, mio bel motorino..- inizia scendendo ed smanettando di qua e di là.- non puoi farmi questo, capito? Ma tu lo sai quante volte il meccanico mi ha detto: cambialo Rose, che ci fai con questo catorcio? E io niente, ti ho sempre tenuto perché ti considero un po’ come la 313 di Paperino… hai sentito che bel complimento che ti ho fatto? Su, fai il bravo, adesso mettiti in moto.”

Finito il monologo, Rose gira la chiave, senza troppo successo. Il motore si ingolfa e poi si spegne.

“grandioso! Questa sera sto battendo tutti i record! Avanti, qualcos’altro???”

 

Sfregio e gli altri due si avvicinano all’auto che li aveva condotti fin lì. Stanno parlando animatamente riguardo la discussione che hanno avuto pochi istanti fa con Tom e gli altri. Sfregio è fuori di se dalla rabbia soprattutto per l’umiliazione ricevuta sotto gli sguardi ilari degli altri due compari. Ma soprattutto un pensiero lo assilla più degli altri: Jarod. Cosa gli dirà? Come reagirà il loro capo?

“ehi Sfregio.- inizia uno dei due con un’aria sarcastica dipinta in volto.- ti ha fatto il culetto il ragazzino, eh?”

Sfregio lo fulmina con lo sguardo. “ripetilo e ti faccio, io, il culo a strisce.” Dice con rabbia e con uno sguardo davvero pericoloso.

“ma su, Sfregio!- interviene l’altro.- infondo devi rassegnarti, ormai non sei più quello di un tempo, eh, l’età incalza!!” lo beffeggia ridendo. “già- concorda l’altro.- ti ricordi quando andavano a donne?? A volte era quasi impossibile calmarlo.. ti ricordi quante ne ha costrette, poverine?”

L’altro scoppia a ridere, mentre Sfregio, ringhiando, pensa ad un modo per riscattarsi, un modo veloce ed infallibile.

E l’occasione arriva velocemente. Improvvisamente il trio si zittisce e tende l’orecchio ad ascoltare gli sproloqui di una voce femminile molto armoniosa e veramente molto arrabbiata. Si voltano e vedono la graziosa silhouette di una ragazza vestita con un bel giaccone bianco che impreca contro il suo motorino. È sola e sembra molto carina. L’occasione buona per recuperare. Sfregio indica con il capo la sagoma della ragazza. “mi sono rammollito, eh?- dice con rabbia.- adesso lo vedremo..”

 

Rose sente dei passi avvicinarsi e drizza le orecchie, attenta. L’esperienza di prima le fa ben sperare, quindi si volta, verso quelli che crede potrebbero essere suoi salvatori…

I suoi occhi, quindi, se prima erano carichi di  speranza, alla vista del trio che cammina verso di lei con aria minacciosa, diventano terrorizzati.

Respirando in maniera irregolare, subito si volta e cerca, disperatamente, di rianimare il mezzo, incitandolo a partire. Ma niente, il motorino non vuole proprio collaborare.

Da un’altra occhiata al gruppo: sono in tre e non sembrano armati di buone intenzioni.

“ehi, bambolina!!!!!!”la chiama uno di loro.  *è fatta* pensa lei, chiudendo gli occhi. 

Rose si gira a stento, bloccata dalla angoscia e da un bruttissimo presentimento.

“Si! Si! Dico proprio a te.. .”continua quello, parlando con aria falsamente gentile. Ormai l’hanno raggiunta. Gli occhi verdi ed impauriti della ragazza scrutano l’uomo che le ha parlato: sembra un uomo comune sulla quarantina, se non fosse per quella minacciosa cicatrice sulla guancia e lo sguardo gelido e cattivo. Gli altri due ragazzi sono molto più giovani ma non sembrano più mansueti dell’adulto.

Rose fa un respiro profondo, cercando in se la calma e la tranquillità.

Ok, si trova in un quartiere deserto e buio, ma non è detto che tutto debba andare storto! Magari vogliono solo aiutarla! Uno dei più giovani si appoggia al suo motorino e domanda, insolente: “povera pupattola, problemi con il catorcio?”

La giovane s'impone di non perdere la speranza e chiede: “in effetti si… potete aiutarmi a rimettere in moto il motorino?” pronuncia queste parole con un tale candore che il più grande dei tre la fissa per qualche attimo, attonito. Poi si riscuote e le scoppia a ridere in faccia.

Quella risata agghiacciante fa rabbrividire la ragazza.

L’uomo la guarda con derisione:  “mm.. ma che bel fiorellino del deserto, abbiamo qui.” dice squadrandola da cima a piedi e soffermandosi lentamente sul suo viso.

Rose, infastidita da quello sguardo, impulsivamente, ripete la domanda con voce arrogante e pungente: “potete aiutarmi oppure no?”

“wow che temperamento… - commenta un altro.- ma che cosa ci fa un fiorellino come te.. in una città tanto buia.. e per di più tutta sola…” l’uomo tenta di avvicinarsi a lei, ma Rose, con un balzo agile come un serpente, scende dal motorino e si allontana da loro.

“altro che fiorellino!- sbotta un altro. –Sfregio, a me sembra un cobra!” sorride alla ragazza e, con l’intento di provocarla, si passa la lingua sulla labbra. 

Rose inizia ad avere paura. Istintivamente i suoi occhi verdi e terrorizzati si guardano intorno alla ricerca disperata di qualcuno, anche di un passante. Ma niente, non passa proprio nessuno.

“senti tesoro..- dice il più grande, avvicinandosi e ,brutalmente ,prendendola per un braccio– io e te, ora ci andiamo a divertire da qualche parte, ti va?”Naturalmente è una domanda molto retorica.

Rose evade dalla presa dell’uomo e con un tono che si sforza di essere il più autorevole possibile, risponde: “ti sei bevuto il cervello, mister cicatrice? Io con te non vado da nessuna parte, anzi, toglietevi tutti e tre dai ciglioni che cominciate a stancarmi!”

“ah!ah! Sfregio!- ride uno dei compagni. –questo cobra non ci vuole proprio stare, eh?”

“non è un cobra..”dice Sfregio, calmo. Con un movimento brusco e veloce, scatta verso di lei e l’afferra per il collo. Rose, incredula, cerca di dimenarsi anche perché la pressione delle mani dell’uomo sul suo collo si fa sempre più insistente.

Sfregio la osserva con cattiveria, l’avvicina a se, mentre il viso della giovane diventa sempre più rosso, riprende “è solo una ragazza ribelle.. ma non temere piccolina.. adesso gli facciamo vedere noi, come si doma una donna così!”

Rose sgrana gli occhi, terrorizzata, mentre quello lascia la presa del suo collo. La ragazza perde l’equilibrio e cade a terra, scossa dalla tosse e dall’esigenza di respirare. Sfregio le si avvicina e sembra osservarla con disprezzo. “adesso te lo faccio vedere io , se ti dai una calmata…”.

Si china per afferrarla ma Rose, lucida e combattiva, gira velocemente di lato, sfuggendo dalle sue grinfie. I due scagnozzi ridono del loro compare e gridano che, a quanto sembra, non riesce nemmeno ad acchiappare una ragazza di almeno vent’anni più giovane di lui. La rabbia di quell’ennesima onta, offusca completamente la mente dell’uomo e tutta la grinta di Rose non sarà altro che vana, ora.

Sfregio la prende per i capelli, facendola mugugnare di dolore, e, scattando, le punta un coltello alla gola. Rose sente la lama gelida del coltello premere contro la sua pelle e le vengono le lacrime agli occhi. * è finita…* pensa.

“avanti, alzati, ora.”le intima l’uomo e Rose non può far altro che ubbidire. “brava, puttanella. Adesso ti faccio vedere io, chi comanda qui.” La prende per un braccio ed inizia a strattonarla verso quello che ha tutta l’aria di essere un vicolo buio e deserto. Rose oppone resistenza anche se ha un coltello puntato al collo e a Sfregio serve l’ausilio degli altri due, per trascinarla. Uno dei due le sfila il giaccone e lo lancia lontano; Rose rabbrividisce di terrore e di freddo, rimanendo con una gonna e un maglioncino bianco.

La ragazza continua a dimenarsi con tutte le sue forze ma se avrebbe potuto opporre resistenza a stento ad uno, certo non avrebbe potuto a tre uomini.

Disperata, urla con tutta la voce che ha in possesso.

 

Tom, Michael, Harry, Dawson e il tedesco scendono lentamente le scale della palazzina di Michael, chiacchierando allegramente tra di loro; l’argomento è come passare il resto della serata. Le opinioni discordano e stanno ancora discutendo, quando escono dal condominio. Un urlo acuto di donna interrompe le loro chiacchiere. “ehi.- esclama Harry.- avete sentito?”

Michael si appoggia alla sua spalla con un braccio e indica un trio che sta trascinando, con evidente fatica, una povera malcapitata. “eccola là la risposta. Poveraccia…”

Il tedesco scoppia a ridere, indicando il trio perché, aguzzando la vista, si è reso conto che i bruti sono proprio Sfregio e i loro scagnozzi.

Date le resistenze di Rose, Sfregio si è formato e, per convincerla, le ha mollato uno schiaffo in pieno viso. La giovane gli risponde per le rime, tirandogli un calcio proprio in mezzo alle gambe.

“centro!- scoppia a ridere il tedesco.- ehi Tom, guarda Sfregio e gli altri due cercano di violentare una ragazza ma se non stanno attenti, li manda all’ospedale, la ragazzina!”

Tom, divertito, si avvicina al tedesco. Aguzza la vista e sorridendo, conferma. “si, si.. sono proprio quei tre.. bastardi, visto che è andata male con noi se la prendono con quella…” non finisce la frase. Aguzzando la vista e focalizzando bene sulla figura della ragazza, gli sembra che sia… no.. non può essere…

Sfregio, con una spinta rabbiosa, respinge la donna a terra per l’ennesima volta ed estrae il coltello.

Solo quando, sotto minaccia di strapparle i vestiti lì, in mezzo alla strada, Rose urla di nuovo, ogni dubbio di Tom svanisce. “Rose..” mormora, incredulo.

Scatta correndo verso di loro, con il cuore in gola.

Pochi metri lo distanziano dalla scena ma a Tom quei metri sembrano non finire mai.

Improvvisamente, proprio mentre Sfregio sta per colpire la ragazzina con un calcio, una voce gelida e durissima dietro di lei, dice imperiosa. “prova a toccarla e ti spacco le budella in due, stupido maiale..” la voce trema leggermente di rabbia e, purtroppo, di paura.

Sfregio alza lo sguardo e, stupito, incontra Tom. Digrigna i denti e lo guarda con odio. “bene, ci rivediamo, ragazzino… mettiti in fila, ci stavo prima io..”

“forse non mi sono spiegato, brutto pallone gonfiato- dice estraendo la pistola-  non ti azzardare a toccarla o ti riempio lo stomaco di piombo, sono stato abbastanza chiaro??”

Rose apre la bocca, sospirando leggermente: quella voce…

Sfregio alza lentamente le mani e si allontana di qualche passo. “da quanto in qua, ci si impiccia degli affari degli altri, ragazzino? Queste sono cose un po’ private…”

“la finisci di parlare stupido verme? Vuoi che ti spari in mezzo alle gambe?”

“bene, come vuoi, razza di un bastardo. Ma non finisce qui...” ringhia facendo un cenno con il capo, all’indirizzo degli altri due compari e tutti e tre , lentamente, si dirigono verso la loro auto.

Rose, ancora incredula,  rimane immobile a terra, con la schiena puntata sul marciapiede.

Due braccia robuste la afferrano e, delicatamente, la aiutano a rimettersi in piede. Rose è ancora molto stordita e quando si volta e vede il volto del suo salvatore per poco non cade a terra svenuta.

“non è possibile…” sussurra scrutando il viso di Tom e subito, sul suo volto provato dalla paura, si apre un sorriso. Tom le sorride amorevolmente, mentre non riesce a credere che Rose.. la sua Rose.. stesse correndo un pericolo del genere…

“ehi..- scherza.- che ci fai da queste parti?”

Rose sorride e, sospirando, risponde, sarcastica “oh.. facevo un giretto.. come ti butta??”

“be, niente male, grazie, e a te?”chiede Tom sulla stessa falsariga, per sdrammatizzare il momento.

“oh, be tutto ok.. sai a me non mi succede mai niente, ho una vita molto noiosa...” dice scrollandosi la polvere di dosso.

“tu ci dai dentro quando ti diverti, eh? Ho visto il tuo dritto verso il mirino di Sfregio. Ottima mossa.”

Rose scoppia a ridere.

Improvvisamente il rumore sordo di una frenata, interrompe la loro serena chiacchierata.

La voce isterica del tedesco urla un “Attenti!!!!” quasi disperato. I riflessi svelti di Tom gli permettono di vedere in tempo l’auto che si sta dirigendo verso di loro a tutta velocità.

Egli, con uno scatto fulmineo,butta a terra se e Rose, rotolando insieme sull’asfalto.

Tom si alza repentinamente da terra e aiuta Rose a fare altrettanto. “oh mio Dio..”sussurra quest’ultima reggendosi la testa. Dall’auto, intanto, si è sporto uno degli scagnozzi di Sfregio che, brandendo una pistola, ha iniziato a sparare a raffica contro Rose e Tom.

“Giù!!” le intima quest’ultimo, abbassando se stesso e, con uno strattone, anche la ragazza, trovando riparo entrambi dietro l’auto di Dawson. Rose non crede a quello che sta vivendo: si copre le orecchie per il fracasso degli spari, mentre sta accovacciata sulle ginocchia, appoggiata a Tom e coperta dall’auto che è scossa dai continui proiettili che incassa.

“Dannazione!” impreca l’uomo di Jarod e ordina all’auto di fare retromarcia per attaccarli di nuovo con pallottole o direttamente metterli sotto. Sfregio è fuori di se: deve vendicarsi, troppe volte ha dovuto subire, questa sera. È ora di agire.

Tom, proprio come un abile soldato, coglie il momento più propizio, si alza e chiede insistentemente le chiavi a Dawson: deve portare Rose in salvo, via da lì. Dawson, senza pensarci un secondo di più, gli lancia le chiavi della propria auto. Tom le prende al volo e, mentre sentono che l’auto di Sfregio sta ritornando minacciosamente verso di loro, apre l’auto e intima alla ragazza di entrare velocemente.

Rose scatta all’interno dell’auto come una gazzella.

Gli occhi gelidi di Tom notano attraverso lo specchietto retrovisore che la macchina arriva a tutta velocità contro di loro. “Tieniti forte, Rose, adesso ci divertiamo!”

La botta arriva precisamente alla fine delle parole del ragazzo; grazie a quell’avvertimento, Rose non rischia di venir sbalzata con la faccia appiccicata al vetro e si è buscata solo una grande capocciata al tetto dell’auto.

“porca budella!” si lamenta la giovane, massaggiandosi il capo.

“reggiti, Rose, si vola..” sussurra Tom mettendo in moto e pigiando con forza il piede sull’acceleratore. La ragazza si appiattisce con la schiena al sedile.

La macchina di Dawson vola letteralmente, come le aveva promesso Tom, tra le vie di New York, seguita passo passo dall’auto degli uomini di Jarod. Tom, concentratissimo, scruta la strada, cercando , al contempo, di portare in salvo Rose e seminare gli inseguitori.

Tom imbocca una vicolo a senso unico, sterzando bruscamente.

Rose si lascia sfuggire un urlo e Tom scoppia a ridere. “Hai visto? Ci si diverte!!!”

“io ti ammazzo, hai capito che ti ammazzo??? Che diavolo vogliono questi???”

Sfregio si sporge dal finestrino e, puntando la pistola verso l’auto, spara quattro cinque colpi che rimbalzano sullo sportello di Rose la quale non può fare a meno di urlare, terrorizzata.

“ehm.. te, suppongo!” scherza Tom “ e comunque possibile che non riesci proprio a cambiare? Sei la solita egoista! Ti ho trovato un lavoro, questa sera ti sto pure salvando la vita e tu.. niente! Ingrata!” urla leggermente, con un tono esplicitamente sarcastico, per sovrastare la pioggia di pallottole.

“stai zitto e non prendermi per culo!! Vorresti dirmi che ci stanno buttando centinaia di pallottole addosso per una scopata con me???”

“su, su, non fare la modesta..”

Questa volta ha esagerato e Rose glielo fa notare con un cazzotto sull’avambraccio che lo fa mugugnare dal dolore. Il colpo fa perdere a Tom il controllo dell’auto che, per poco, non sbanda. “azzo, bimba, ma da che parte stai???” si lamenta il ragazzo senza perdere la sua vena sarcastica.

Una nuova raffica di colpi invade l’auto e questa volta Tom capisce che non possono resistere ancora a lungo e incassare colpi su colpi: presto qualche proiettile centrerà le ruote e allora sarà davvero una situazione critica.. Devono reagire. Già, ma come?

Estrae la pistola e la porge a Rose. Questa la osserva lentamente, quasi con paura, mentre l’auto si gira improvvisamente a sinistra, imboccando una traversa seminascosta.

“dobbiamo rispondere al fuoco. – le spiega Tom, serio.- pensi di poter sparare contro le loro ruote, per mandarli fuori strada?”

Rose non smette di fissare l’arma, anzi, la prende tra le mani e la contempla per qualche istante. Poi i suoi occhi verdi fissano Tom. Il ragazzo si chiede a cosa stia pensando e immediatamente la ragazza risponde. “io non ho mai sparato in vita mia, non ne sono capace. E poi non ho alcuna intenzione di farlo, scusami…” dice rendendogli l’arma. Tom continua a concentrarsi sulla strada.

Si sente allo stesso tempo deluso e impressionato da lei.

Deluso perché pensava che non avesse avuto esitazioni, ma impressionato, perché in situazioni critiche anche un agnellino può trasformarsi in lupo. E invece Rose, no. Tiene fede alle sue convinzioni, costi quel che costi. Non può fare a meno di sentirsi attratto da lei, non solo per la sua innegabile bellezza fisica, ma anche per quella sua bellezza così detta interiore, che sta scoprendo piano piano.

Rose distoglie lo sguardo e lo concentra sul paesaggio che cambia fulmineamente a causa dell’elevata velocità del mezzo. Tom ha una pistola… una pistola.. questo fa di lui… un delinquente in piena regola… un criminale. Lo osserva incredula, non può essere vero.

Un colpo, più audace degli altri, rompe il vetro posteriore dell’auto, con un fracasso di vetro enorme. Il vento gelido di dicembre entra nell’auto e la ragazza non può far altro che rabbrividire, priva anche del suo giaccone. Il vento scompiglia le capigliature di entrambi, rendendo l’atmosfera quasi surreale.

“ok, ho un’altra idea…” annuncia Tom “dobbiamo scambiarci di posto. Ci dividiamo i compiti: io mi impegno a mandarli al Creatore, tu ti impegni a seminarli. Tutto a posto?”

“si, ma.. come facciamo a scambiarci?”

“adesso io mi alzo e lascio il pedale dell’acceleratore ma tanto l’auto non si fermerà perché stiamo andando a centotrenta. Tu, prontamente, prendi il mio posto.”

Rose annuisce e si sistema i capelli dietro le orecchie.

“pronta?” chiede Tom con il fiato sospeso. “pronta” risponde la ragazza fissandolo con i suoi occhi lucenti e determinati. “uno, due,tre..” conta il ragazzo e al tre si alza velocemente, staccando il sedere dal sedile e spostandosi con il bacino al centro tra i due sedili. Agilmente, Rose scatta per prendere il suo posto. Si mette velocemente davanti a lui e in tre mosse, prende il controllo dell’auto.

“ok..- sibila.- ce l’abbiamo fatta.”

Tom si accomoda sul sedile che prima era di Rose e sorride, compiaciuto. “ehm, Rose, come te la cavi alla guida di solito?”

“devo dirti la verità?- Tom la guarda come se fosse la cosa più ovvia del mondo.- io credo di cavarmela abbastanza bene, ma la polizia mi ha quasi ritirato la patente quattro volte. Guida troppo azzardata.”

“perfetto, allora.- questa sera puoi guidare liberamente: sfogati!!”

Rose scoppia a ridere e preme forte il piede sull’acceleratore e prende possesso del volante.

“devo consigliarti di allacciarti la cintura, Tom. Se tu sei spericolato in moto, io lo sono molto di più con l’auto!”

*però..- pensa.- chi lo avrebbe mai detto..* “te lo avevo detto io..”

“detto che cosa?”

“che alla fine ti saresti divertita!!”

“taci, imbecille, e pensa a fare bene il tuo lavoro che non voglio andare a casa stile groviera, hai capito??”

“ordini, comandante!” ubbidisce Tom, tirando completamente giù il finestrino. Rose rabbrividisce ancora di più ma stringe i denti e pensa a far bene il suo compito. Tom si sporge ed inizia a sparare contro i loro assalitori, mancando di un pelo, una delle ruote anteriori.. “cazzo!”impreca.

Rose svolta velocemente per un traversa. E improvvisamente ha un’idea, un’idea favolosa. “Tom, sei pronto per un confronto più diretto?” dice eccitata dal brivido dell’avventura.

“Rose mi fai paura così.. cosa intendi dire??”

“dimmi solo si o no!!” si lamenta lei, eccentrica. Tom pensa che, se non vede male dallo specchietto, gli uomini che li inseguono si stanno armando di due mitra. La situazione è proprio brutta. Non hanno nulla da perdere:“va bene, va bene, qualsiasi cosa basta che funzioni!”

Rose fissa il suo sguardo diritto davanti a se e sibila, concentrata. “al mio ‘via ’ scendi dall’auto.”

“che cosa?”

Rose inizia ad irritarsi: “senti Tom, mi sto incazzando! Mi hai dato carta bianca? Bene, adesso comando io!! Tieniti forte e al mio ‘via ’ scendi dall’auto, sono stata chiara?”

Tom non può far altro che annuire. Finalmente giungono al luogo ove Rose si era prefissata di arrivare: la strada deserta davanti ad una vecchia fabbrica abbandonata. La vecchia fabbrica ove lavorava suo padre. “ci siamo.” Accelera improvvisamente e poi, giunta a una cinquantina di metri dalla fabbrica, preme il piede sul freno e tira il freno a mano. L’auto si inchioda a terra con fracasso infernale ed esegue, inevitabilmente, un orribile testa coda. Quando perde velocità e si stabilizza , Rose urla più forte che può: “Via!” lei e Tom scendono con un balzo dall’auto, rotolando a terra.

Qualche secondo dopo, l’auto degli inseguitori si fracassa con quella di Dawson, con un baccano tremendo. Tom alza la testa da terra, il suo primo pensiero è Rose. Si alza e la raggiunge: la ragazza è poco distante da lui.

Il ragazzo fissa le due auto che si sono scontrate e i tre uomini che, come Rose aveva previsto, sono scesi dalle auto in tempo ma sono ancora storditi e semisvenuti a terra, per fortuna.

“ehi..- dice aiutando la ragazza a rialzarsi.- l’hai fatto altre volte?”

Rose scoppia a ridere. “ho improvvisato, che te n’è parso?”

Tom le mette una ciocca di capelli dietro le orecchie. “eccellente.”

“bene.. adesso come facciamo a tornare a casa?”

Tom la guarda con il solito tremendo atteggiamento: “ho un’idea.”

 

“etciù!” starnutisce Rose per l’ennesima volta mentre cerca  nella sua borsa delle medicine, un buon disinfettante.  

“Rose, lascia stare è solo un taglietto!!” arriva la voce leggermente scocciata di Tom,dalla cucina.

“che mi tocca sentire….e…e..etciù! io cerco di curarlo e lui si lamenta pure..” finalmente le capita tra le mani il disinfettante che cercava e prende un piccolo batuffolo di cotone. Poi, leggermente barcollante, si avvia verso la cucina. Attraversando il corridoio, passa davanti allo specchio.

*accidenti.- pensa.- in che stato disastroso, sono!*

Non si può darle torto: la sua gonna è strappata e anche il maglioncino, una volta bianco, è molto tendente al nero. Per non parlare del suo giaccone, quello chi sa dov’è!

Lasciando perdere, si dirige da Tom con il batuffolo imbevuto del medicinale.

Tom si appoggia al bordo del tavolo con il sedere e abbassa il capo per dar modo a Rose di curare il taglio che si è procurato, proprio sopra il sopracciglio. Rose si avvicina a lui e, nonostante un po’ d’imbarazzo, inizia a tamponare la piccola ferita.

“shh- si lamenta Tom..- ma sei sicura che sia disinfettante??? A me sembra alcool..”

“se vuoi saperlo è il disinfettante per i bambini, quello che non frigge! Quindi non lagnarti e stai fermo!”

Dopo pochi secondi Rose ha finito e si allontana leggermente.

Tom sospira ed inizia: “che serata movimentata…”

“Non tocchiamo questo argomento! Più ci penso più non riesco a rendermi conto di quello che è accaduto! Prima ho rischiato di essere colpita da un esercito di vecchiette, poi ho rischiato di essere violentata e alla fine pure di finire al Creatore coperta di pallottole! Per oggi direi che ho fatto il pieno!!”

“Mi dispiace.” Sussurra Tom, serio.

Rose alza gli occhi, fino ad incontrare i suoi occhi blu. Come sono diversi da poco prima.. nell’auto di Dawson erano freddi, glaciali.. ora sono così dolci..

“ti dispiace.. per cosa?” domanda flebilmente la ragazza.

“per averti coinvolta in quella sparatoria…quei tizi..”

“Tom.- lo interrompe la ragazza fissando i suoi occhi sulla pistola del ragazzo.- tu sei un delinquente? Un criminale??” domanda esitante.

Il ragazzo sospira e la giovane si sbriga ad aggiungere: “scusa.. non sono affari miei, me ne rendo conto perfettamente. Della tua vita tu fai quello che vuoi.”

Il giovane non può fare a meno di sorriderle e di prenderle dolcemente la mano. Quel piccolo contatto fa arrossire Rose che abbassa gli occhi verso terra.

“sei stata coraggiosa come una leonessa, questa sera. L’avevo capito subito che eri una tosta, ma non pensavo mai che fossi così intraprendente..”

Rose sorride ma il suo sguardo rimane basso; Tom non le ha ancora lasciato la mano.

“coraggiosa dici? Avresti dovuto vedermi quando ho visto arrivare quei tizi verso di me.. io..- la giovane fatica a trattenere le lacrime.- io.. ho avuto così paura…”

Tom le mette due dita sotto il mento e le alza dolcemente il viso: i loro occhi si incontrano di nuovo, finalmente. “Rose… non devi fingere con me. Ti vedo, ora hai tanto bisogno di piangere e, se vuoi, puoi farlo, tranquillamente.”

Come se Tom avesse aperto le porte del suo animo, Rose si getta subito tra le sue braccia e, abbracciandolo, si sfoga, piangendo. Il ragazzo contraccambia l’abbraccio, le accarezza dolcemente la schiena e le stampa un piccolo ed  affettuoso bacio tra i capelli.

Poco dopo, Rose si stacca da lui.. “grazie.. e..e..etciù!!” starnutisce violentemente.

“mm.. salute, piccolina! Ho l’impressione che tu abbia preso un po’ freddo questa sera!”

“nooooo.. cosa te lo fa pensare??? E comunque è anche un po’ colpa tua, signorino, quindi sfotti poco!!”

Tom ride: è tornata del suo solito solare, irascibile, umore.“colpa mia???”

“certo! Visto che ero senza giubbotto, un cavaliere mi avrebbe offerto il suo, con un freddo bestiale come questo, capirai!! Invece tu niente, maleducato come sempre!!”

“io maleducato??? E tu?? Che non hai fatto altro che ingiuriarmi contro mentre io ti salvavo dalla morte??”

“ah, tu mi salvavi?? Ti ricordo che l’idea finale l’ho avuta io!! Se aspettavamo te che bucavi le ruote, stavamo ancora a girovagare per tutta New York con quelli alle calcagna!!”

“si ma è stata mia, alla fine, l’idea di metterti un mezzo alla strada per racimolare un passaggio, no?”

“che bella idea! Pure la parte della puttana, mi hai fatto fare!!”

“ma hai visto che un’auto si è fermata subito? E poi non ti è successo niente, c’era un vecchietto alla guida e io sono comparso subito al tuo fianco, non appena si è fermato!”

“un vecchietto.. come minimo sarà stato un serial killer!!Secondo te alle tre di notte è possibile trovare un vecchietto normale che gira per New York??? – Tom ride e Rose riprende, mani ai fianchi.- comunque non divagare io ce l’ho con te perché non mi hai prestato il giubbetto!!”

“ma su, che non hai niente!”

“per ora, ma ti giuro che se domattina ho un briciolo di febbre te la farò pagar.. e.e.. e..etciù!”

I due si guardano qualche secondo poi, entrambi, scoppiano a ridere.

 

 

Fine quarto capitolo

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** SORPRESE NATALIZIE!! ***


Ciao a tutti,

Ciao a tutti,

scusate per il ritardo ma sono stata molto impegnata.. allora, come promesso, questo  capitolo è un po’ più corto dei precedenti. Anzi, in realtà l’ho diviso in due per rendere meno opprimente la lettura.. aggiornerò presto la seconda parte.

Ringrazio di cuore tutti quelli che stanno seguendo questa storia…

Mi raccomando, recensite!

 

Ciao Miele,

grazie mille per i complimenti, sono commossa! Sono contenta che lo sviluppo della storia sia interessante e coinvolgente… per quanto riguardano le vecchiette… se penso a quello che è accaduto … (o che ho fatto accadere… J) a Rose scoppio a ridere.. io adoro gli anziani ma quando si alleano tra di loro sono terribili!!

Il lieto fine è garantito!! Mi intristisce molto leggere storie che finiscono male…

Un bacio, ciao!

 

Ciao Franca,

Effettivamente ero mooolto tentata di inserire il bacio fra i due personaggi alla fine di quel capitolo ma poi mi sono trattenuta.. non volevo dare una brutta impressione di Rose… infondo per quanto gli piaccia Tom, si è appena lasciata con quel palloso di Sean! Grazie per tutti i complimenti!!

Un bacio, ciao!

 

Ciao Diandraflu,

sono contenta che tu abbia trovato il cap divertente.

Un bacio, ciao!

 

Buona Lettura,

Diomache

PROFUMO DI MENTA

 

 

CAPITOLO V :  SOPRESE NATALIZIE.

 

 

Il centro commerciale brulica di gente, come di consueto, sotto il periodo delle feste natalizie. La gente, con i carrelli pieni di panettoni, pandori, torroni di ogni tipo, e naturalmente regali, si aggira in quell’immenso centro super affollato alla ricerca del pensiero giusto da regalare o semplicemente di fare il pieni per i calorici pranzi natalizi. Anche Rose ha fatto spese e, con il carrello pieno, cerca di districarsi tra la marea di gente, cercando di non urtare nessuno con il suo carrello. Operazione, naturalmente, quasi impossibile perché, soprattutto nelle curve, il carrello diventa poco maneggiabile e più di una volta ha arrischiato di fare figure da dieci e lode, rischiando di andarsi ad infrangere con il carrello e tutto, sul reparto “vino e affini.”

Superata una curva (accompagnata da un sospirone di sollievo per la buona riuscita dell’operazione )la ragazza si sposta sul reparto dolci. Tra qualche ora dovrebbero arrivare dalla vacanza il resto della sua famiglia ovvero sua sorella Emily, il marito Formy e la loro terribile e adorabile figlioletta Novaly. Non lo ammetterebbe mai ma gli sono mancati tutti e tre.

Nonostante la calca di quel reparto, inizia, con gli occhi arguti di una volpe, a scrutare i tipi di torrone per trovare quello che serve a lei: cioccolato fondente con le mandorle!

Preso tutto ciò che le serve, sta per uscire da quella bolgia infernale, quando si ricorda di dover assolutamente comprare un rossetto e, anche se a pezzi per la faticosa giornata, si dirige stancamente verso il reparto profumeria.

Questi pomeriggi, passati interamente dentro i centri commerciali a far compere hanno il potere non solo di sfinire e sfibrare la gente, ma anche di ammattire a volte. Sembra impossibile crederci ma Rose, poco fa, ha visto due uomini prendersi a pugni per un pandoro. Roba da pazzi.

Giunge così al reparto profumeria, ovviamente preso d’assalto da donne di tutte le età. Rose cerca di farsi largo tra la marea di donne e si avvicina ai rossetti. Scopre il palmo della mano, prende una tonalità di rossetto che potrebbe addirle, poi la prova sulla pelle. Vedendo che è decisamente troppo forte, lo lascia e si rimette alla ricerca. Naturalmente l’operazione viene eseguita circa una decina di volte e alla fine Rose ha il palmo di entrambe le mani completamente sporchi di rossetto ma almeno ha trovato la gradazione di colore che cercava. Insieme a lei, anche un’altra ragazza un po’ più grande, ha pensato che quella tonalità andasse bene. “bello vero?” dice sorridendo.

Rose annuisce. “già. Mi piace perché è un rosa molto delicato..”

Entrambe lo richiedono subito alla commessa la quale si abbassa qualche secondo per prenderne due. Si rialza e, con uno sguardo desolato, annuncia. “mi dispiace, ragazze, me ne è rimasto uno solo!!”

*la solita iella!!* pensa Rose, mordendosi il labbro inferiore. Si gira, sorridendo, verso la sconosciuta la quale, però, ha cambiato espressione. Non sorride più, anzi, ha un’espressione omicida dipinta in volto. Anche il sorriso della giovane si spegne ma dice, comunque. “come facciamo?”, esitante. L’altra ragazza esibisce un’evidente falso sorriso, poi, inaspettatamente e con violenza, si avventa contro di Rose e con una spinta la butta a terra, sotto lo stupore della vittima e dei presenti.

“lo prendo io, grazie. Quant’è????” Dice quindi quella ragazza alla commessa che, sconcertata, non stacca gli occhi da Rose, ancora a terra. “HO DETTO QUANT’È????????” urla quella pazza.

La commessa di riscuote subito, comunicandole il prezzo. Sorridendo, la giovane paga e si prende il rossetto. Stava per andarsene tranquillamente, quando le arriva un calcio al sedere.

Urla e si volta verso di Rose, che si è rialzata, con i capelli scompigliati e un’espressione che non garantisce niente di buono.  “perché diavolo mi hai buttato a terra, cretina, tu sei pazza!!!” urla verso quella eccentrica.

“cosa vuoi  deficiente??? Quel rossetto era mio di diritto!!!” risponde lei con voce ancora più alta come se fosse stata Rose a fare la pazzoide.

Un bel gruppetto di persone si è formato per assistere alla scena, curiosi.

La presenza di tanta gente, che le accerchiano completamente, dà carica alla suonata che cerca di atterrare di nuovo la nemica con  una spinta. Rose se la vede arrivare addosso e, superato lo stupore, reagisce spostandosi di lato, mancando all’assalto.

La pazza non si arrende e la prende per i capelli, graffiandole il collo e Rose si oppone all’aggressione piantandole  una gomitata nello stomaco.

La gente lì intorno inizia a tifare e parteggiare per l’una o per l’altra. Sempre più risoluta a terminare questa situazione assurda, Rose la fa finita colpendo la nemica con un violento pugno in pieno viso che fa rotolare quella scema a terra.

Ammutolita, la gente intorno a lei non le stacca gli occhi di dosso.

Ansimante ed ancora incredula, Rose si sistema i capelli e prende il carrello. Il mucchio di persone si divide per lasciarle il passaggio e lei se ne va ostentando tranquillità, dal reparto profumeria.

*oh Dio mio santissimo…devo uscire o perderò completamente la testa!* pensa mentre cammina.

Ora ne ha proprio la conferma: la gente in questi negozi perde il segno della ragione!!!

Ripensandoci, neppure lei è stata prova di grande maturità..

Forse non avrebbe dovuto reagire alle provocazioni di quella malata mentale, lasciar correre lo spintone e il ruzzolone a terra. Sì, forse una brava e tranquilla ragazza avrebbe fatto così.

Già, ma non sarebbe stata Rose.

 

Gli occhi azzurri di Tom osservano ,senza guardare realmente, il poveraccio legato alla sedia, al centro dell’abitazione. Fuori, la neve continua a cadere e imbianca dolcemente il paesaggio della grande metropoli.

Michael da un calcio al  ladro, l’uomo legato alla sedia, al centro della stanza.

Il farabutto mugugna dal dolore per il calcio infertogli sul fianco. “bastardo.” Dice digrignando i denti. Questa volta è il tedesco a reagire colpendo l’uomo con un pugno in pieno viso e aggiungendo poi con il suo accento strano “ti ho detto di stare zitto”

Dawson si gode lo spettacolo assieme a Tom, sorseggiando una birra. Harry continua a fumare mentre pensa ad un modo carino per ammazzarlo in modo che non senta troppo dolore: bisogna essere buoni a Natale.

Ad interrompere i misteriosi pensieri del ragazzo biondo è Dawson: “hai idee?”

Tom si riscuote e chiede: “ a che proposito?” Dawson gli indica con il capo il ladro.

Il ragazzo taciturno sospira e, afferrato un bicchiere, si versa altra birra.

Si trovano a casa di Dawson e quello è un povero malcapitato che, ingenuamente, voleva rapinarla. Lo avevano beccato che cercava di forzare la serratura.

Poveraccio, aveva pensato Tom, che sfiga.

A riscuotere definitivamente il ragazzo è un tonfo: la sedia del ladro si è ribaltata e l’uomo è caduto di fianco. Harry, Michael e il tedesco si stanno piegando in due dalle risate. “allora, come lo ammazziamo questo figlio di puttana?”

Michael, il più creativo e fantasioso di tutti, propone: “lo mettiamo nudo nella neve! Facciamo un esperimento, no? vediamo per quanto si  può sopravvivere, che ne dite?”

Il ladro rabbrividisce al solo pensiero ed inizia ad agitarsi.

Il tedesco ha un’altra idea decisamente più veloce: “mettiamolo nell’acido e non pensiamoci più..”

“come sei poco romantico, è Natale e tu vuoi usare l’acido!” lo rimprovera Harry, privatamente disgustato dall’empietà di quel gesto commesso proprio a Natale.

L’interessato tira un sospiro di sollievo ed inizia a pregare tutti i santi che conosce.

“Ehi Harry ha ragione! io credo che dovremmo sparargli una pallottola in fronte, semplicemente. Così morirà d’un botto e noi gli avremo fatto pure il regalo di Natale, eh, tu che ne dici Tom?”  esclama Dawson.

Gli occhi freddi del giovane per un po’ si animano di compassione verso quel poveraccio. Osserva i suoi compagni e non trova altro che dire: “giocateci ancora un po’, poi lasciatelo andare, nudo, nel centro di New York.” Gli sembra una punizione adeguata, senza dover per forza allungare la lista degli uomini che hanno ucciso.

Gli altri si guardano tra loro sbigottiti, non è da Tom un simile gesto di generosità.

Il ragazzo conclude la sua birra, si alza e si dirige verso l’uscita. “ok io vado.. Buon Natale.”

Sorride, poi la porta si chiude alle sue spalle, lasciando sbigottito il resto del gruppo compreso il ladro. “ma che gli è preso?” domanda Michael, perplesso.

Non aveva mai visto il suo migliore amico, non che uno dei delinquenti più spietati che conosce,  così generoso, mite e compassionevole. Se ne era stato tutto il pomeriggio a fissare la neve, con lo sguardo perso e sognante.

Riflettendoci, Michael in lui rivede se stesso quando pensava a Katie, la sua ex fidanzata.

Un pensiero prorompente come un fulmine si fa strada nella sua menta ma Michael lo ricaccia subito: Tom innamorato?? Impossibile!!! Tom non si era mai innamorato di nessuno.. Tom probabilmente non è nemmeno capace di amare sul serio. A parte piccole storie insignificanti e avventure, Tom non ha mai avuto una storia importante.

E se questa volta fosse davvero innamorato? Ma di chi poi?

No, è assolutamente impossibile.

 

“si si ho capito..- dice la voce di Rose attaccata al cordleess mentre se ne sta davanti alla finestra con uno sguardo triste e depresso.- no dai non me la sono presa, davvero!! Infondo non è colpa vostra.. si buon Natale anche a te Emily, fai gli auguri a Formy e Novaly, capito??? No, dai, non ti preoccupare io starò benissimo… come domani mi viene a trovare zia Wendy?? E dimmelo un po’ più tardi! Roba che domattina mi svegliavo con lei che mi faceva cucu dalle lenzuola!!!-pausa.- no Emily te l’ho detto non sono triste e non mi pesa passare il Natale da sola. Un bacio, ciao.”

Spegne il telefono e lo getta sul divano, poi si asciuga le lacrime che quasi stavano per scivolarle, prima, al telefono.

A causa del maltempo il volo per New York è stato rimandato e Emily, Formy e Novaly rimarranno dove sono a passare le feste. Fantastico, no? Lei resterà da sola proprio a Natale!! C’è niente di più triste che passare il Natale con se stessi, accanto ad un Albero di Natale acceso e il Presepe?

Rose dà un’occhiata all’orologio: le otto. Dovrà pensare anche a cucinarsi qualcosa perché, convinta di passare le feste con loro, non aveva preparato niente; infondo è Formy il cuoco di casa.

Sospirando, si butta sul divano. Un Natale magnifico,sì.

“ciao Rose.” Una voce alle sue spalle la fa letteralmente sobbalzare sul divano. La ragazza si volta immediatamente e… cosa vede? Tom che con quella sua faccia da schiaffi tremendamente affascinante, la guarda così come per dire: paura, eh?

“e tu che diavolo ci fai qui? Da dove sei entrato?????” urla, alzandosi in piedi.

“sì, anch’io sono felice di vederti.- risponde sarcasticamente, poi tira fuori da dietro la schiena un pezzo di ferro filato.- che rimanga tra me e te: la serratura di casa tua è una proprio una merda! Sarebbe stato più difficile aprire il diario segreto di Diana!”

“ah be, perché non consigli questa casa come possibile ‘da svaligiare’ a qualche ladro amico tuo, allora!!” dice tagliente. “è poi questa è violazione di domicilio, potrei denunciarti, delinquente!”

Tom corruga la fronte.: “mm.. vedo che siamo del solito gaio umore, eh? E meno male che è Natale! Dì è successo qualcosa??” intanto si è tolto il giubbotto e Rose nota che ha in mano un paio di buste… *chi sa che diavolo ha in mente… * pensa, incuriosita.

“non sono dell’umore adatto tutto qui.” Sibila, triste, posizionandosi di nuovo davanti alla finestra. La neve, fuori, cade ininterrottamente.

“ e come mai sei così giù??”

“la mia famiglia.- risponde.- non passerà il Natale con me. dovrò starmene qui da sola la notte di Natale.. renderebbe tristi chiunque, non trovi?”

“non posso darti torto.” ammette Tom. Il ragazzo si alza e si avvicina a lei, lentamente e con una certa sensualità. Rose la percepisce e il suo cuore inizia a battere vorticosamente: Tom è sempre più vicino.

“anch’io passerò il Natale da solo. La mia famiglia è stata invitata da un riccone di Washington che ha pensato di utilizzare il Natale come occasione per stringere qualche buon affare..”

La sua voce, lenta e dolce, sembra farla andare fuori di testa.

Sorride dolcemente. “bè.. mal comune mezzo gaudio..” sussurra lentamente Rose.

“è la stessa cosa che ho pensato anch’io. Ma prima di tutto voglio darti questo..”

Prende una busta e le porge un pacchetto incartato con carta rosso fuoco.

“tieni. È per te.. è il mio piccolo regalo di Natale”

Rose è presa completamente alla sprovvista. “Tom io..- balbetta prendendo il regalo.- grazie.”

“Aprilo.” La incoraggia Tom scrutandola con i suoi bellissimi occhi blu. Rose ubbidisce e non appena toglie la carta, spalanca la bocca di emozione e di sorpresa.

“Tu sei pazzo..” sussurra tirando fuori il bellissimo vestito che c’è all’interno. è un vestito da sera, rosso fiammante, dal taglio dolce e delicato, lavorato con pizzi e paiettes, scollato e corto ma non volgare.

“l’ ho visto su un manichino, a Broadway. Ho pensato che ti sarebbe stato d’ incanto.”

Quelle parole arrivano precise come una freccia al cuore di Rose che sorride emozionata e leggermente imbarazzata da un regalo così bello. I loro occhi si incontrano magicamente e Tom, non smettendo un secondo di fissarla, continua. “non sapevo che questa sera sarebbe dovuta rientrare la tua famiglia così avevo preparato un.. programma alternativo per noi due.” Dice con un sorriso. Rose non può fare a meno di sciogliersi davanti a lui “ah si? E che cosa prevede questo tuo programma alternativo??” domanda la ragazza.

“innanzitutto devi indossare il mio regalo. Preparati, ti porto a cena in uno dei ristoranti più chic di tutta New York.”

Rose sente che, se non avesse avuto un carattere forte come il suo, sarebbe svenuta ai suoi piedi.

Ma ha la forza di controbattere e , inarcando un sopracciglio, dice maliziosa. “ signor Bishop, devo interpretare questo come un invito ad uscire con lei??”

“non sia mai.” Risponde lui esibendo per la seconda volta il suo bellissimo sorriso. Cambiando argomento, chiede. “scusa dov’è il bagno? Dovrei cambiarmi anch’io… non credo che al ristorante Victoria accettino chi porta scarpe da tennis e jeans.”

“al Victoria?? Ma tu sei completamente uscito di senno!! Sai quanto…”

“va’ a cambiarti!” l’interrompe il ragazzo incrociando le braccia. “vince chi fa prima!!”

 

Senza neppure dirlo, vince Tom. Le donne sono incredibilmente tiratardi soprattutto quando c’è da prepararsi per uscire. Anche se non vuole ammetterlo, Tom è in completa agitazione e fermento. Si accorge che non appena si avvicina a lei, inizia a sentirsi strano, emozionato. Non sa bene cosa sia quella sensazione.. ma ,di qualsiasi cosa si tratti, è meravigliosa. 

“ROOSSEE!!!”la richiama, fingendosi sempre più scocciato, per l’ennesima volta.

“ROMPI POCO, STO ARRIVANDO!!!!” anche la sua risposta è sempre più scocciata.

Tom si sistema per l’ennesima volta i capelli e si siede sul divano aspettando che la ragazza arrivi.

Dà un’occhiata all’orologio: le otto e mezzo. “ROOOSEE!!!” urla di nuovo. Non è tardi ma la possibilità di farla arrabbiare lo elettrizza.

“SE MI CHIAMI UN’ALTRA VOLTA TI METTO NEL WATER E TIRO L’ACQUA, CAPITO??” urla ancora più forte e Tom non può fare a meno di scoppiare a ridere silenziosamente.

“Eccomi sono arrivata.” Gli giunge finalmente la sua voce alle sue spalle.

Tom si gira spazientito e i suoi occhi incontrano immediatamente quelli di Rose. Il suo sorriso nervoso si spegne e l’espressione che assume non può essere che di meraviglia.

Osserva la ragazza, studiando il bellissimo vestito che indossa, vestito che sembra esserle stato cucito addosso, nato apposta per lei. Si complimenta mentalmente per l’ottima scelta.

Il vestito rosso non ha bretelle che lo sostengono ma è a fascia e lascia il decolté completamente aperto, poi scende attillato sui fianchi della giovane di forma perfetta e termina poco sopra il suo ginocchio.

Ma il vestito è solo una cornice bellissima. Il viso di Rose era la parte più bella. È truccata semplicemente, in modo da mettere in risalto i suoi occhi verdi e i suoi lineamenti delicati. I capelli sono sciolti e le coprono le spalle, sembrando ancora più chiari del solito.

Naturalmente a farla brillare di luce propria è, ancora una volta, il suo bellissimo sorriso.

“sei.. stupenda..” sussurra Tom e nonostante non abbia la forza di dire altro, si legge a lettere cubitali quel “WOW” che ha dipinto in faccia.

“Grazie.. anche tu ..stai.. davvero molto bene..” risponde Rose osservando il suo Tom stretto in uno smoking che lo fa sembrare ancora più affascinante. Il contrasto tra lo scuro dell’abito con il biondo dei suoi capelli e l’azzurro dei suoi occhi dà quasi una sensazione di capogiro.

Non sa dove, Rose trova la forza di dire. “be.. andiamo..”

Tom sorride. “ si.. andiamo”

La ragazza afferra la sottilissima pelliccia bianca di Emily e la sua borsa nera più elegante, in tinta con il nero dei tacchi  e insieme al ragazzo si avvia verso l’uscita. Scendono le scale e si trovano fuori , al freddo e al gelo. Il sangue di Rose si ferma quando nota la bellissima auto parcheggiata di fronte casa sua. È una bellissimo jaguar e la giovane trema non appena di siede su quei costosissimi sedili di pelle.

“oh, non essere impressionata.- le consiglia Tom.- è tutta roba di mio padre.”

Il resto del viaggio trascorre in silenzio finché non giungono davanti al ristorante in questione.

Arrivati, i due giovani si avvicinano all’entrata sorvegliata da due uscieri vestiti di tutto punto.

Questi fanno un leggero segno con il capo all’indirizzo di Rose che sorride timidamente in risposta. Entrano. La hall del ristorante è meravigliosa come il resto dell’edificio: tende dorate alle porte-finestre, tappeti stupendi che ornano i pavimenti e un arredamento antico e classico a dir poco mozzafiato. Rose non dice nulla ma è evidente la sua emozione: non ha mai visto tanto lusso messo insieme. Tom è visibilmente più abituato a tanto sfarzo e si fa accompagnare da chi di competenza verso il loro tavolo.

Tom porge il braccio a Rose che lo prende con gioia.

Non sa descrivere le emozioni che prova.

Passa a braccetto con Tom tra le fila di donne che, al loro passaggio, si scambiano sguardi invidiosi e di uomini che rimangono piacevolmente colpiti dalla bellezza di quella sconosciuta cliente. A Rose sembra quasi che si trovano indietro nel tempo,nella corte di un re, ad un ballo, magari. Si, una di quelle storie che le raccontava sempre sua nonna, dove c’era una principessa, un principe azzurro, un re e una strega o uno stregone cattivo. Immagina il proprietario del ristorante come il re, mentre Tom è il suo principe azzurro, lei la principessa e… be, non avrebbe dovuto aspettare molto prima di incontrare anche la strega.

 

 

Fine quinto capitolo.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS YOU!!! ***


Ciao a tutti,

Ciao a tutti,

vi annuncio che a causa di forza maggiore (la scuola!!) purtroppo gli aggiornamenti saranno un po’ più lenti anche se mi impegno ad inserire uno o due capitoli a settimana e a non mancare a questo mio appuntamento…

grazie a tutti i lettori!!

 

Ciao Rais-SF,

grazie mille dei complimenti!!

Ma no, io non sono cattiva… e poi voglio tanto bene a Rose J.. è vero, gliene faccio passare tante ma alla fine le sue disavventure la ricompenseranno… ;-)

Il titolo di questo capitolo, poi,è tutto un dire..

Mi raccomando, continua a fammi sapere che ne pensi!

Un bacio!!

 

Ciao Miele!!

Ma no, non sei ripetitiva\o, lo sai che a me fa tanto tanto piacere!!!! grazie millissime per  tutti i complimenti!!!!!

La verità è che volevo rendere questa storia dalla trama, effettivamente,molto semplice, particolare per i suoi risvolti, per le situazioni, anche paradossali, che si presentano ai protagonisti e soprattutto alla protagonista… non volevo renderla troppo piatta,così ho cercato di inserire nei cap oltre al romanticismo un po’ di umorismo e azione..

La strega?… be, ora lo scoprirai…

Un bacio!!!

 

Ciao Franca, sei troppo buona!!

Pubblicarla??? Oddio…non credo che il mio “Profumo di Menta” sia all’altezza…

Si, devo ammettere che anche a Rose la vivacità non manca!!

Ha, come si suol dire,‘il destro facile’… sin dal primo capitolo gli ho fatto dare un pugno a Tom.. ;-) e poi non è mica colpa sua, quella tipaccia l’ha provocata!!

No, tranquilla, non è lei la strega..

La strega è una tipa ancora più pericolosa…

Un bacio!!

 

Ciao Diandraflu,

grazie per i complimenti, innanzitutto.

È vero la scena è surreale e paradossale. Volevo rappresentare, paradossalmente, appunto, l’ansia natalizia per i regali e lo stress degli acquisti… mi è personalmente capitato di vedere due donne litigare, anche se verbalmente, per acquistare la stessa cosa!

Mi raccomando, continua a fammi sapere che ne pensi!

Un bacio!!

 

Buona Lettura,

Diomache

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

CAPITOLO VI:   ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS YOU!!!

 

 

“TOM!!”

Una voce femminile soft e ovattata giunge alle orecchie di entrambi, facendoli voltare.

Si trovano davanti una biondona da paura, tutte curve e occhi blu che sorride sensualmente all’indirizzo di Tom. Poteva avere la stessa età del ragazzo in questione, anche se dimostrava qualche annetto di più.  “Clarisse!!” esclama sorpreso vedendola.

“su, ragazzaccio, abbracciami chi sa da quanto tempo non ci vediamo io e te??” neppure a dirlo, i due si stringono subito in un lungo abbraccio.

*e questa da dove diavolo salta fuori???* pensa Rose, irritata da quella improvvisa comparsa.

Al suo quadruccio fiabesco mancava la strega?  Be, ora sono proprio al completo!!

“oh Tom che bello, non avrei mai creduto ti incontrarti qui al Victoria questa sera…”

“neppure io, è stata una bella sorpresa!” ribatte Tom, sorridendole.

*oh anche per me…* pensa Rose al colmo del malumore.

Vicino quella Clarisse lei è subito scomparsa.

“mio Dio quanto sei diventato bello!!- esclama l’ochetta.- in questi tre anni, sembri esserti  trasformato in un altro!!”

“troppo buona.. la verità è che tu sei diventata bella da far paura!!!!”

“ehm ehm!!!” si schiarisce la voce Rose, palesando ai due la sua presenza.

“Oh…Rose, ti presento Clarisse. – inizia Tom.- Clarisse, la mia ..cara amica Rose.”

Quella gallina vestita da donna di classe porge la mano a Rose la quale, con un sorriso di circostanza, finge di essere contenta di fare la sua conoscenza.

È davvero una bella ragazza, con un corpo molto seducente che farebbe invidia ad una modella ma la sua voce è frivola e così superficiale da far accapponare la pelle di ribrezzo.

Comprendendo forse dallo sguardo irritato di Rose  che deve fare i bagagli perché quella è la LORO serata, Clarisse riprende: “Tom, vi lascio alla vostra cena…- Rose tira un sospiro di sollievo.- ma dopo vi inviterei con piacere a bere un drink con me e mio fratello… mi piacerebbe parlare dei vecchi tempi..”

“Volentieri, Clarisse, a dopo.”

Risponde Tom ma Rose, con sollievo, nota che la sua voce non è così entusiasta.

I due si riprendono la loro privacy e si dirigono verso il loro tavolino. Tom, forse per scusarsi dell’interruzione, le sposta la sedia guadagnandosi un bel sorriso da parte della ragazza.

“mm simpatica quella Clarisse…” inizia Rose con voce tagliente. “come la conosci?”

“è una storia lunga e complicata…” il ragazzo evade brillantemente dall’argomento. “cosa ordiniamo?” Rose prende il menù ed inizia a scorrerlo. “non saprei… sembra tutto buonissimo..”

Alla fine ordinano entrambi del pesce arrosto accompagnato da due contorni: patate arrosto ed insalata mista.

“ti piace qui?” domanda Tom, sorridendole con dolcezza mentre aspettano che arrivi la loro portata. Rose non può fare a meno che sospirare e dire sognante: “Tom è il più bel ristorante che io abbia mai visto!! È… semplicemente stupendo!!”

“Sono contento che ti piaccia…. Non ti ci abituare troppo però, eh? Ti va bene che è Natale..”

“ci voleva questo Natale per farmi uscire, finalmente!… è una settimana che non metto il naso fuori casa per colpa della febbre…”

“mm febbre?- chiede Tom mentre sorseggia il vino bianco.- e come l’hai presa?”

Il piede di Rose scatta quasi in maniera del tutto autonoma al di sotto del tavolo dei due, andando a colpire la tibia del ragazzo che ha di fronte. Tom mugugna dal dolore e Rose, con un sorriso vittorioso, esclama. “così impari a fare lo spiritoso! Lo sai benissimo come mi sono presa la febbre, delinquente!!!! Ti ricorda niente Sfregio e company, un freddo bestiale… io senza cappotto…”

Per fortuna in quel mentre arriva ciò che loro hanno ordinato e quell’inizio di conversazione burrascosa, termina subito. Mentre mangiano quell’ottima coda di rospo è di nuovo Tom a prendere parola.

“parlami un po’ di te.. non so molto sul conto di Rose Sandecker..”

“oh.. non c’è molto da sapere..- sorride lei.- in realtà sono un tipo accondiscendente e molto comune.. “

“io non credo proprio.- la contraddice il ragazzo fissandola negli occhi.-  ho molti dubbi riguardo gli aggettivi : accondiscendente e comune. Ad esempio e, perdona se sono indiscreto, che cos’è quel graffio alla base del tuo collo?? E non mi dire che è stato il gatto perché non quello non è un graffio  felino..”

*accidenti mi ha bruciato la risposta!!* “ehm…in realtà… - tanto vale dirlo.- ecco oggi pomeriggio, in un centro commerciale… mi sono attaccata con una…”

Tom scoppia a ridere. “che cosa? E vi siete prese a graffi e morsi!?”

“per chi mi hai preso, per una gatta?? Quella stronza mi ha provocato, si è fregata un rossetto che volevo comprare e io dovevo starmene buona buona? Naa.. le ho dato un pugno, alla fine!!!”

Tom scoppia a ridere di cuore e quando si riprende, mormora. “credo che dovresti cambiare la tua descrizione.. abbiamo accurato che non sei un tipo accondiscendente.”

“perché non mi descrivi tu?” Azzarda Rose esibendo un bellissimo sguardo da cerbiatta.

Tom diventa subito serio e non smette un attimo di fissarla, con i suoi occhi blu da ammaliatore.

“io credo che Rose Sandecker sia una ragazza molto bella anche interiormente.- sussurra il ragazzo con voce suadente e quelle parole penetrano lentamente nell’animo e nel cuore di Rose.- una ragazza dolce e sensibile.. assolutamente al di fuori del comune perché non rinnega i suoi principi…una giovane che sa essere generosa ma anche molto combattiva e coraggiosa…- la sua mano raggiunge quella di Rose al centro del tavolo; a Rose sembra quasi di prendere la scossa quando le loro dita, dolcemente, si toccano.- ci sono andato vicino?” domanda infine.

Rose, leggermente arrossita, risponde dolcemente. “penso che tu mi abbia lodato troppo… in realtà ho una caterva di difetti…”

“a me piacciono anche quelli.” Si lascia sfuggire Tom mentre sorseggia il suo vino bianco.

Rose respira irregolarmente, il cuore che sembra essere diventato completamente autonomo e pompa il sangue a chi sa quale velocità. Tra poco andrà in tachicardia.. pensa.

“parliamo di te.. ora.” Riprende Rose, cercando di darsi una calmata. “che cosa facevi prima di diventare un criminale?”

“mi sono laureato in Economia.”

“ e di lavorare seriamente non c’hai pensato mai??- domanda.- che ne so.. come..”

“oh, non sono il tipo. Non fraintendermi, non che io non sopporti la fatica, questo no, a me piace lavorare. Ma sono ancora troppo giovane per mettere la testa a posto. Per ora faccio quello che voglio.. d’altronde la mia attività mi frutta comunque..”

“non dirlo più o mi alzo e vado via.- lo minaccia la ragazza.- se penso che sto al ristorante con un ladro mi viene la pelle d’oca!! Pensa se lo sapesse la mia famiglia!”

“ma tu sei grande e vaccinata, puoi permetterti di fare quello che vuoi, non devi rendere conto alla tua famiglia.. o piuttosto è la tua coscienza che grida allarme rosso??”

“anche.- ammette la giovane.- soprattutto perché da quando ti ho conosciuto sono diventata più violenta anch’io..”

“che ci vuoi fare.. il mio lato oscuro sembra essere contagioso… chi sa, magari dopo questa serata ti unirai a noi!”

“mai!” risponde Rose con tanta determinazione che Tom non può fare a mano di ridere.

“ehi!.- esclama ad un certo punto.- e.. coso .. Sean!!! Che fine ha fatto il tuo damerino???”

Rose gli lancia uno sguardo di rimprovero, poi risponde. “non era un damerino.”

“mm.. era?”

“sì. Ci siamo lasciati. Per la verità mi ha lasciato lui…”

“comincia a starmi più simpatico questo Sean..” commenta Tom.

La cena va avanti nella maniera più spensierata e dolce possibile. Nonostante il leggero imbarazzo che prova, Rose riesce a sciogliersi completamente con Tom e alla fine entrambi ridono a crepapelle, cercando di soffocare le loro risa premendosi una mano sulla bocca: in un ristorante come quello non sono certo gradite le risate da pizzeria!!

“Tom..- sussurra Rose.- tra poco ci cacciano..”

“non mi importa.. – le confida.- finiscimi a raccontare..”

Rose riprende il suo racconto: sta narrando di una sua birichinata del liceo rivolta ad un ragazzo che, stronzo, ci stava provando sia con lei che con la sua amica. “ era un giorno in cui avevamo lezione anche di pomeriggio. Io gli ho detto che ci sarei stata e l’ho pregato di aspettarmi in un’aula di una classe che quel giorno non c’era, a luci spente e completamente nudo, sopra la cattedra. Gli ho giurato che se quando sarei arrivata non era come gli avevo detto io, non se ne sarebbe fatto niente!!!”

“e lui ti ha ubbidito, ovviamente!- esclama Tom ridendo.- e poi?”

“poi io me la sono filata a lezione e ho terminato il mio piano. Ho detto alla bidella, la cara vecchia Floe, che avevo sentito dei rumori sospetti nel quarto C.. Floe è andata a controllare e.. ha avuto una bella sorpresa!!”

“ma tu sei un mostro!- esclama Tom, fingendosi indignato.- e Jack?”

“Ha cambiato scuola.” Risponde Rose portandosi un cucchiaino di torta al limone in bocca.

“penso che la lista con le tue qualità o difetti che siano, vada ampliata…”

“te l’avevo detto io… su, ora tocca a te: una tua disavventura piccante…”

“ero in un night, ai tempi del  liceo….mi ricordo che, se non sbaglio, c’era pure Clarisse…”

“quindi eravate compagni di classe..” investiga Rose, astutamente.

“si, siamo stati anche compagni di letto, se è per questo..”

L’acqua che la ragazza stava sorseggiando, le va subito di traverso ed inizia a tossire.

Tom continua per la sua storia. “avevo adocchiato una tipa bellissima. C’aveva..”

“sì. Ho capito.” L’interrompe Rose. “sono una donna anch’io, so quello che hanno le donne..”

“comunque era davvero una bonazza. Io ho cominciato a corteggiarla.. abbiamo ballato insieme.. tu pensa che ci siamo anche baciati e io l’ho pure portata nella mia macchina! Poi  abbiamo trovato un luogo appartato…..”

“e poi?”domanda incuriosita.

“e poi stava andando tutto perfettamente… almeno finché non mi sono accorto di quello che aveva in mezzo alle gambe…”

Rose spalanca gli occhi e scoppia a ridere di gusto, con una risata così allegra che contagia anche lo sfortunato narratore. “non ci posso credere.. che schifo…” mormora la giovane

“nemmeno io ci potevo credere.. pensa che era una delle mie prime uscite.. che trauma..”

Ad interrompere l’idillio creatosi, giunge improvvisamente la figura seducente ed inquietante di Clarisse che, con un sorrisino attraente, esclama. “oh, vedo che ve la spassate voi due…”

“ciao Clarisse.” dice Rose senza sforzarsi di non apparire seccata dall’interruzione.

La donna non risponde al suo saluto e, manco fosse trasparente, si rivolge a Tom. “allora accettate il mio invito?? Venite a sedervi un po’ con noi sui divani?”

Tom non può far altro che accettare. “certo. Arriviamo subito.”

Detto ciò paga il conto, molto salato c’è da dire, e poi, accompagnato da una Rose al settimo cielo, si dirigono verso questi ‘divani ’ che si trovano ai lati di una pista ove generalmente si balla valzer o il tango, dopo cena. Il complesso che suona musica dal vivo ora esegue una leggiadra musica di sottofondo effettuata da un violino.

Guidati da Clarisse, arrivano ai divani dove  si trova anche un ragazzo moro  che, vedendoli arrivare, si alza subito. “oh Tom, che piacere rivederti..”

“Paul.. come va?”

“non c’è male, grazie. Quanto tempo è passato, eh?”

“già.- risponde Tom.- sembrano pochi tre anni, ma a volte fanno la differenza.”

“non mi presenti la bella ragazza che ti accompagna?” domanda Paul posando gli occhi su di Rose, la quale sostiene il suo sguardo e si presenta da se. “Rose Sandecker, piacere.” Dice porgendogli la mano.

“gran bella ragazza, Tom, hai sempre avuto gusto in fatto di donne..”

“oh non è la mia ragazza..”risponde lui.

*come si affretta subito a precisarlo..* pensa, risentita, Rose.

“Rose, gradisci dello champagne?” domanda Paul brandendo un bicchiere a calice.

“sì, grazie.” Risponde lei prendendo il bicchiere.

“propongo un brindisi.- esordisce Clarisse.- al nostro incontro, Tom!”

I quattro si siedono. Come aveva immaginato, Tom viene circondato da Clarisse e suo fratello Paul e lei rimane relegata accanto a Paul, senza la possibilità di tenere d’occhio quell’oca!

Inizia la parte più estenuante della serata. Il trio non fa altro che parlare di incontri , vecchi amici, episodi passati di cui erano stati i protagonisti, escludendo in maniera trionfale la povera ragazza che inizia a maturare sempre di più l’idea di alzarsi e andare via. Che diamine, ma si fa così???

Come se non bastasse, ad ogni tentativo, da parte della ragazza, di inserirsi nel discorso, quella strega di Clarisse la estromette iniziando un nuovo discorso, ma in maniera così raffinata, che riesce a percepire l’esclusione solo la diretta interessata.

“oh e ti ricordi…?” inizia Clarisse mettendo una mano sulla spalla di Tom, avvicinandosi di più a lui. Rose stringe tra le mani il piccolo bicchiere con talmente tanta voga che è sicura che entro pochi secondi, sarà ridotto a brandelli. Tom, dal canto suo, non sembra per nulla infastidito dalla presenza appiccicosa di Clarisse.  *stronzo, cafone e deficiente*

 “ricordi, dicevo, di quella volta quando mettemmo in scena l’Edipo Re?!”

*faccio un ultimo tentativo.. l’ultimo.. * pensa la ragazza, prima di dire. “mettere in scena? Quindi voi due recitavate?”

La sua domanda viene completamente ignorata perché Clarisse quasi le parla sopra: “ti ricordi di Brian, no, quello che faceva la parte di…..”

*adesso basta.* senza neppure scusarsi (sarebbe stata capace di fare una scenata, altro che chiedere scusa) si alza e si dirige, altezzosa, al bagno per sfogarsi magari.-pensa.- come nei fumetti, dando testate al muro.

Che rabbia!!!

È appena entrata nel bagno delle donne, quando sente qualcuno tirarla per un braccio. Si volta e, arrabbiata e con le braccia conserte, osserva colui che l’ha trattenuta: Tom.

“Rose…”inizia ma la ragazza non gli permette di dire altro.

“Rose un pezzo di cazzo! Cosa mi hai invitato a fare, eh? Per reggere la candela tra voi due? Dì un po’, vuoi forse che mi allontani con Paul, così da lasciare campo libero ai due amici che finalmente si ritrovano dopo tanto tempo!!” urla gesticolando, e la sua voce armoniosa ma piegata dall’ira rimbomba, quasi, tra le pareti del bagno.

“ma…” riprova a dire Tom, comunque la ragazza lo incalza di nuovo.

“ma un paio di palle, Tom! Prima che arrivasse lei, questa serata andava a gonfie vele! Ora non riesco neppure a spiccicare una parola perché quella specie di gallina imbottita.- Tom fa appello a tutti i santi che conosce per non scoppiare a ridere.- mi parla sopra e non mi risponde se le dico qualcosa! Ma ti giuro, Tom, mi sono trattenuta solamente perché è un ristorante di classe! Se era quello sotto casa mia gli avevo già tirato una pizza in testa!!”

“si ma..”

“sì, cosa? Mi dai ragione? Io la ragione non la voglio! Voglio che quella mi tratti con un minimo di educazione, se qualcuno gliel’ha insegnata, altrimenti provvedo io a farlo e con i miei metodi!!!”

“posso dire una parol..”

“no, devi stare zitto!! Hai civettato anche troppo con quella scrofa e ades….” Non riesce a finire la frase perché Tom, intuito l’unico modo per riuscire a farla stare zitta, l’ha utilizzato: l’ha baciata.

La lascia andare dolcemente e Rose, confusa, non sa cosa dire, cosa pensare.. Era stato solamente un piccolo contatto… ma davvero bollente. “che cosa…”balbetta.

“l’unico modo per farti stare zitta.- le spiega lui.- Clarisse ha esagerato, è vero. Ora andiamo di là, li salutiamo EDUCATAMENTE e riprendiamo la nostra serata, ok?” dato che Rose è troppo scossa dal bacio per rispondere, Tom lo interpreta come un sì. La prende per un polso e sussurra, appena usciti dal bagno (in modo che Rose non possa ribattere con una scenata)

“brutta cosa la gelosia, eh?”

Sente la ragazza fremere di rabbia alle sue spalle e poi, purtroppo, sente anche un pizzicotto piccolo  e doloroso – di quelli fatti proprio con le unghie.- direttamente dietro il suo braccio.

“così impari: io non sono gelosa!!!”

Clarisse viene loro incontro e prima che qualcuno potesse dire qualcosa, esclama: “Oh Tom, stanno suonando un tango.. ce lo balliamo?”

Rose ripiomba nello sconforto; ma, fortunatamente, accade l’inaspettato.

“mi dispiace Clarisse.- risponde questo con un sorriso.- questo tango voglio ballarlo con Rose…”

La giovane lo guarda piacevolmente stupita. Clarisse si volta verso di lei, quasi si accorgesse per la prima volta della sua presenza. “ah..” dice imponendosi la calma anche se è visibilmente furibonda.

“andiamo, Rose?” domanda Tom porgendole la mano.

“sì, subito.- risponde lei, al settimo cielo.- ah Clarisse.- dice voltandosi.- non ti dispiace, vero, tenermi il bicchiere di champagne?”

Sotto lo sguardo di Tom, Clarisse non può far altro che prendere in mano il bicchiere di champagne di Rose, mentre freme di rabbia.

“grazie…” sussurra Rose, con uno sguardo vincitrice. .

Rose e Tom, mano nella mano, si dirigono verso la pista, ora completamente vuota.

“ti annuncio che sono bravissimo….” Sussurra Tom, arrivati al centro della pista.

“ho trovato pane per i miei denti, allora…”risponde lei. “Il tango è il mio ballo da sala preferito..”

“mm, vedremo di cosa sei capace..”

Tom la stringe e i due si mettono in posa. Rose lo fissa con i suoi occhi smeraldo. “potrei dire la stessa cosa io…”

I giovani, proprio come una giovane coppia di ballerini professionisti ad una gara, iniziano a ballare al ritmo di musica, con movimenti precisi, sensuali e veloci , propri del tango.

Tom fa volteggiare la sua dama in due veloci piroette, poi i due si trovano vicini e Tom ha l’occasione di sussurrarle. “te la cavi..”

Rose svolta velocemente con il capo e gira. “oh, grazie maestro..” dice inarcando un sopracciglio.

Deve ammettere che anche Tom se la cava molto bene, la guida in maniera eccellente e i loro movimenti rimangono fluidi e perfettamente in armonia. Se non fosse per il ballo veloce, la musica sensuale, la vicinanza pericolosissima di Tom e le sue mani, i loro profumi che si confondono insieme, rischierebbero di mandarla fuori di testa.

Lo spazio che li separa è talmente breve che il loro respiro sembra intrecciarsi e confondersi, quasi uscisse dallo stesso corpo.

Rose è completamente in estasi, come se stesse volteggiando in un sogno, ballando sulle nuvole.

“mi dispiace per il comportamento di Clarisse- le sussurra Tom, toccando con le labbra il suo orecchio. Un brivido attraversa la schiena della ragazza.- non avrei dovuto accettare il suo invito.”

“non preoccuparti. – risponde Rose e la sua voce rimane proprio come un sussurro.- sono io che ho esagerato..” Tom la guarda con uno sguardo che sembra dirle ‘gelosona..’ e Rose, in risposta, gli pesta rabbiosamente il piede. “te lo ripeto per l’ultima volta: non ho reagito così per gelosia ma per.. rabbia…sono stata chiara?” sussurra infine, più tagliente.

Tom la abbassa per un casché, poi la riporta velocemente in posizione normale, con uno slancio così energico, che la donna si ritrova ad un passo dalle labbra di lui. “trasparente.”

Tom la fa volteggiare e la stringe a se per gli ultimi istanti di musica: la seduzione e la disinvoltura del corpo della sua bellissima Rose, lo fa agitare ed emozionare come non avrebbe mai creduto.

La musica termina e la loro piccola esibizione si conclude con l’improvviso applauso degli altri clienti dell’hotel che hanno assistito al ballo.

Tom sbianca leggermente davanti a quella reazione; Rose, ben più abituata ad essere applaudita, sorride con disinvoltura, contagiando anche Tom che, dopo pochi secondi, sorride anche lui, con quel sorriso che –pensa la ragazza.- farebbe sciogliere qualunque ghiacciaio.  

 

La jaguar si arresta con una frenata lenta e a singhiozzo ( a causa della neve e del ghiaccio) davanti al cancello verde di casa Sandecker. Rose sospira e prende parola. “Grazie Tom, per avermi accompagnato alla Messa. Trascorrere un Natale senza andarci sarebbe stato triste…”

“non devi ringraziarmi! Andare a Messa non può avermi fatto che bene… chi sa da quanto non ci andavo..”Rose gli rivolge uno sguardo di dolce rimprovero, apre lo sportello ed esce dall’auto, imitata anche da Tom.

La neve non cade ora, ma le strade sono completamente invase e le poche auto che transitano, camminano a passo d’uomo, con le catene alle ruote. Rose osserva, incantata, il fascino del paesaggio innevato..

“è stata una serata stupenda.- riprende.- un Natale meraviglioso, davvero!mi sarei depressa chiusa in casa, da sola. Hai avuto davvero una bella idea, Tom… - sorride dolcemente.- sei stato davvero molto carino a pensare a me.”

Gli occhi blu di lui si perdono nei dolci abissi dei suoi occhi smeraldini.. Tom cerca di dire qualcosa ma l’emozione di quei momenti gli blocca la voce. Così, Rose prende parola l’ennesima volta in quello che sembra un monologo. “e poi anche il vestito! Chi sa quanto ti sarà costato,tu sei pazzo! È bellissimo…”

“e ti sta anche divinamente.” Riesce a dire il ragazzo, intimorito dal coinvolgimento che prova.

Non si è mai sentito così in tutta la sua vita.

Rose arrossisce leggermente. “grazie. Ma non nego che mi hai messo un po’ in imbarazzo con il regalo … io non ti ho fatto niente.. ma su voglio rimediare.. dì, cosa vorresti per Natale?”

Tom la guarda con uno sguardo tremendamente affascinante, profondo.

Si fa vicinissimo a lei. Le porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le sussurra dolcemente. “Tutto quello che voglio per Natale sei tu.” Le accarezza il viso e le sue labbra carnose, quindi le bacia, prima dolcemente, poi più appassionatamente.

Rose sembra essere piombata nel caos.. sentimenti diversi si alternano in lei, mentre risponde , timidamente, al bacio del ragazzo. Da una parte la gioia incredibile per quel bacio che finalmente è accaduto, dall’altra la paura.. paura che Tom voglia solo prenderla in giro, giocare, flirtare, aggiungerla alla lista innumerabile delle sue conquiste..

Il terrore di essere solo uno svago, un’avventura last minute, la invade e la porta a reagire bruscamente. Si stacca brutalmente da lui, con le labbra gonfie e il viso arrossato dalla confusione e dal desiderio. Tom la osserva, turbato dalla sua ribellione. Inaspettatamente, Rose gli mola uno schiaffo in pieno viso. “sei un bastardo!” ringhia voltandosi e dirigendosi verso casa sua. Tom, ripresosi velocemente dallo stupore per quel gesto, la blocca prendendola per un polso. “ehi, Rose..”

La donna si volta e Tom nota che i suoi bellissimi occhi verdi sono lucidi di lacrime.

“è tutto un gioco per te, non è vero?- sibila la donna, ferita.- pensi forse che io sia una delle puttane che frequenti? Be, ti sbagli di grosso..”

Tom si affretta a negare. “no io.. perché pensi questo?”

“perché non fai altro che giocare con i miei sentimenti!!! – ribatte la ragazza in lacrime.- credi che quello che fai non abbia conseguenze su di me, invece ti sbagli!!”

“Rose non è come credi.- ribatte velocemente Tom, avvicinandosi a lei. Le prende il volto tra le mani e le asciuga le guancia rigate di lacrime.- io non potrei mai giocare con te, mai. Non voglio farti soffrire, credimi…”le sussurra con dolcezza.

Gli occhi verdi ed emozionati della ragazza fissano dolcemente quelli di Tom, vicinissimi ai suoi.

Il suo cuore batte a velocità stratosferica nel suo petto, mentre il suo respiro si fa irregolare.

“e allora spiegamelo, Tom.- ribatte mormorando.- perché questo bacio?”

“Rose…- inizia Tom prendendo a coraggio a piene mani.- non è facile per me. Ma credo di essermi innamorato di te.” le sue parole sono un sussurro eppure sono così cariche d’emozione, così appassionate che hanno lo stesso effetto sconquassante di un grido. “ e credimi, non sono mai stato tanto sicuro in tutta la mia vita… io ti amo.”

Rose non riesce a credere a quello che ha udito… Tom la ama, la ama!!!

Non poteva mai credere che potesse provare questo sentimento per lei!!

La felicità la invade, una felicità cieca, assoluta: TOM LA AMA!

Non ci avrebbe scommesso un dollaro che il tenebroso, delinquente, intrigante Tom avesse potuto amare una ragazza con tanti grilli per la testa, una ragazza semplice, solare e incredibilmente testarda come lei… E invece sì. Tom contraccambia il suo amore. Gli occhi le ritornano ancora lucidi e, per la felicità, lo abbraccia con slancio.

Tom, piacevolmente stupito, contraccambia con fervore l’abbraccio della ragazza.

Rose si stacca leggermente da lui ed osservandolo negli occhi sussurra. “anch’io credo di essermi innamorata di te… perdonami per prima.. credevo che mi stessi prendendo in giro.. non pensavo che un ladro come te potesse amare…”

“mm… lo prendo come un complimento..” mormora Tom, prendendole il viso tra le mani.

Decide di fare il galante. “posso ora?” dice ad un passo dalle sue labbra.

Rose gli sorride, maliziosa. Tom pensa che quello sia il sorriso più affascinante che abbia mai visto.

“sì, sì, sì”

Finalmente le loro labbra si uniscono in un ardente bacio. Bacio sospirato, agognato, temuto anche, in parte. Un bacio vero e consapevole. Il ragazzo le mette una mano dietro la nuca, stringendola a se con passione crescente e Rose non può fare altro che contraccambiare la passione dell’innamorato. La neve inizia a cadere lentamente dal cielo, depositandosi sui ragazzi.  Rose passa una mano tra i capelli del ragazzo mentre Tom infila leggiadramente le mani sotto la sottile ed aderente pelliccia di lei, accarezzandole la schiena e la sua pelle soffice, appena velata dal vestito rosso.

Si stringono, ora, con più passione, veemenza e solo molti minuti dopo hanno il coraggio di staccarsi e tornare a fissarsi di nuovo negli occhi. “wow..”sussurra Tom lasciandole un piccolo bacio stampo sulla sua fronte. Rose sorride, sognante: cielo, Tom bacia da Dio.

Ecco, il loro primo vero bacio: proprio come lo aveva sognato di notte o immaginato poco prima di addormentarsi. Un bacio romantico e passionale allo stesso tempo.

La neve inizia a cadere in maniera preoccupante e un vento gelido fa rabbrividire entrambi, all’unisono.

“freschetto, eh?” ride Tom rabbrividendo.

“già- ammette Rose notando che il tempo non promette niente di buono.- non per essere pessimista… ma ce la farai a tornare a casa? Non mi sembra che tu abbia le catene o  le gomme chiodate..”

“mm come sei acuta..” la prende dolcemente in giro Tom, constatando mentalmente,però, che ha ragione da vendere. “vorrà dire che mi ospiterai a casa tua…” la provoca dolcemente.

Rose inarca un sopracciglio. “ho un divano comodissimo, se ti va.”

“dici sul serio?”

“certo! Formy ci dormirebbe ventiquattro ore su ventiquattro.”

“no, sul serio, mi ospiteresti a casa tua?”

“sul serio.- risponde Rose avvicinandosi a lui e sfiorando le sue labbra con le proprie.- ma sul divano, ovviamente.”

“ovviamente.” Ribadisce Tom.

“e a patto che non ti fai venire strane idee: stiamo insieme da dieci minuti!”

Tom ride ma le assicura: “giuro sul mio onore.”

“bene, andiamo”

I due, mano nella mano, si dirigono verso l’abitazione di Rose.

Hanno già posto le condizioni: lui sul divano, lei in camera sua e niente idee strane eppure, sono entrambi animati da un crescente batticuore.

 

Fine sesto capitolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** WELCOME TO MY LIFE!!! ***


Ciao a tutti,

Ciao a tutti,

purtroppo mi sono ridotta ad aggiornare solo oggi e chiedo scusa per il ritardo.. spero di essere più diligente la prossima volta…

sarà per il fatto che ho riscritto questo capitolo praticamente due volte!! Sono stata indecisa fino all’ultimo.. (forse immaginate riguardo cosa…) e alla fine ho optato per quello che leggerete, insomma…

basta chiacchiere, vi lascio al capitolo!

 

 

Ciao damynex!!!!

Grazie mille per i complimenti!!! Purtroppo a causa della scuola l’aggiornamento non è potuto arrivare prima di ora.. pardon… sono contenta che  questa storia ti sia piaciuta, spero che questo capitolo non sia una delusione!!

Un bacio!!!

 

Ciao Franca!!!!!

Grazie per i complimenti!!!! Sì, effettivamente quella Clarisse sta sulle bip anche a me.. penso che si sia capito, comunque… ;-)

Ti lascio al capitolo, mi raccomando fammi sapere che ne pensi!!

Un bacio!!!

 

Ciao RAIS-FS!!!!

Grazie mille per i complimenti!!!! Sì, effettivamente, c’erano delle ripetizioni dovute alla mia eterna distrazione!!! Dovrò decidermi, prima o poi, a traslocare dalle nuvole…grazie per la segnalazione e, dato che il mio modo di scrivere è uno zoo di difetti, non esitare a segnalarmi qualsiasi cosa!!! (oltre che a recensire, ovviamente… ;-).. )

Un bacio!!

 

 

Ciao diandraflu!!

Grazie mille per i complimenti!! Sì, Rose ha proprio un bel caratterino.. lo ammetto, è un po’ una parte di me!!

Un bacio!!!

 

Ciao Lola!!

Innanzitutto vorrei ringraziarti per avermi lasciato la recensione e poi naturalmente, per i complimenti!!!! Grazie!!!! Spero che questo capitolo ti piaccia, mi raccomando fammi sapere che ne pensi!!

Un bacio!!!    

 

Buona Lettura,

Diomache

 

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

CAPITOLO VII:   WELCOME TO MY LIFE

 

 

 

La porta di casa Sandecker si apre lentamente e i due giovani fanno il loro ingresso nell’abitazione. “questa casa comincia ad essermi familiare..” commenta il ragazzo osservando l’ambiente semplice ma molto accogliente. Rose sorride a quelle parole mentre si toglie il giaccone e si fa consegnare quello del ragazzo. Mentre  lei li ripone sul portabiti, il giovane si fa un giretto in sala, osservando l’albero e il presepe. “ehi.- la richiama- ci sai proprio fare.. il presepe è bellissimo..”

“oh non è opera mia.” Si schermisce la giovane. “tutto quello che vedi è made in Formy..”

“sì ,immaginavo che lo stile non fosse il tuo…”

Rose ignora la battuta e gli domanda. “posso offrirti qualcosa?.. non lo so ..una birra… un po’ di spumante…”

“un bacio andrà benissimo”

Ridendo, la giovane esaudisce il suo desiderio, unendo le loro labbra in un veloce e casto bacio.

“accontentati..” lo ammonisce, poi, rispondendo al suo sguardo deluso. “ecco… questo è il divano di cui ti parlavo.” Rose, voltandosi,  indica al ragazzo uno dei tre divani del suo salotto che, effettivamente, ha tutta l’aria di essere bello comodo. Gli occhi azzurri di Tom lo squadrano attentamente… per qualche istante gli viene in mente il suo gigantesco e morbidissimo  letto e si rammarica di non aver preso caparbiamente la jaguar e proseguito verso casa.

Ma è un attimo.  Non appena i suoi occhi si posano sulla ragazza accanto a lui, subito i suoi pensieri cambiano radicalmente: sì, sarebbe stato a casa, nel suo bel lettone al calduccio… ma forse, ripensandoci, nessun letto, per quanto comodo, avrebbe valso lo spettacolo degli occhi di smeraldo di lei e nessun tepore lo avrebbe mai potuto riscaldare più del sorriso della sua Rose. 

“be?  che ne pensi?” domanda candidamente la giovane, giocherellando con il bordo del suo vestito rosso.

“è perfetto…” risponde Tom, sorridendole gentilmente.

Rose non vorrebbe ma inizia ad avvertire un leggero imbarazzo, accompagnato, ovviamente, dal battito del suo cuore che sembra essere assolutamente in tilt, tanto è veloce. L’idea che Tom dorma lì, sotto il suo tetto, ad un passo dalla sua cameretta, inizia a confonderla, scompigliarla… sente in contemporanea paura ed emozione, confusione ed eccitazione che si alternano in lei di continuo, oscillando da un sentimento ad un altro, come un’onda del mare. *mannaggia a me e alle mie idee!*

Ma anche per lei, il momento di rammarico è più breve di un secondo.

“e…va be! Io andrei a dormire…” inizia Rose con un sorriso un po’ impacciato.

“maa…- domanda Tom con uno sguardo maledettamente furbo ed affascinante.- dov’è che sta la tua camera…?”

“mm.. com’è che una vocina dentro di me mi supplica di non rivelarti dove sia, brutto lupo cattivo??”

Entrambi scoppiano a ridere, poi, Rose, più seria, dice: “a parte gli scherzi, è infondo al corridoio..”

“e il bagno?”

“vieni, ti faccio vedere.”

La ragazza gli mostra il bagno, grande e molto suggestivo, caratterizzato da mattonelle color verde acqua. “ah, la doccia non funziona. Nel senso che non c’è l’acqua calda perché si è rotto lo scaldabagno..”

“ah.. e come fai a lavarti con questo freddo, scusa?”

“stringo i denti.- risponde lei, candidamente.- e poi non lo sai che l’acqua fredda tonifica e fa risplendere i capelli?”

“ed è anche una delle principali cause dell’infarto?”

Rose scoppia a ridere mentre, proseguendo il suo giro turistico, gli mostra la camera matrimoniale della sorella e la propria. “ecco, questo è il mio piccolo mondo..”

Effettivamente, l’ambiente è piccolo, ma, pensa Tom, è così accogliente che si rende conto di sentirsi più se stesso e più a casa lì con lei, che nella sua villa fatta di grandi mobili antichi e quadri importanti. Il suo lusso gli sembra così freddo ed inospitale rispetto a quella casa dai toni caldi e  rilassanti. La camera di Rose, poi, sembra proprio appartenere ad un mondo fatato.

Oltre all’ordine impeccabile, sintomo della cocciutaggine della donna, vi regna anche qualcosa di fiabesco e colorato, vi sono foto e ritratti alle pareti, un orologio a pendolo costruito con i personaggi della Disney… ma ci sono anche tocchi decisamente più recenti come un calendario già pronto per il 2006 in cui salta all’occhio una bella immagine di Brad Pitt..

Vedendo il suo sguardo indugiare sul calendario nuovo nuovo, regalo di Hudson, Rose commenta: “mm.. notevole, vero?”

Il ragazzo si volta verso di lei con uno sguardo omicida: “non oserai forse che lui sia più bello di me, spero?!”

“ehm..”

“cosa?? Ma guardalo è…”

“meraviglio, stupendo, eccitante, incantevole, favoloso, bellissimo??” ride la ragazza sparando aggettivi a raffica.

“no… - la contraddice lui.- è insignificante.”

“oh.. su questo avrei qualche riserva…- ribatte Rose sorridendo.- ma se ti può consolare, tra voi due ho scelto te…”

Tom la guarda come dicesse: “ah, davvero?” e la ragazza continua sulla medesima falsa riga. “perché sai.. mi sono detta che a causa degli impegni non ci saremo visti più di tanto io e Brad , quindi...”

“sei sempre così spiritosa oppure oggi è il mio giorno fortunato?”

la giovane non può fare a meno di scoppiare a ridere per l’ennesima volta  “mi fai quasi venire il dubbio che tu sia geloso di un calendario appeso al muro..”

“mai più geloso di come lo sei tu! Se penso alla povera Clarisse..”

“povera?- ribatte la ragazza, mani ai fianchi.- quella ti stava saltando addosso, altro che povera! Invece il mio caro Brad non fa altro che ridere, appeso al muro.. è innocuo, lui, al contrario di Clarisse..”

“sì ma per essere un poster ha un sacco di benefici..” dice abbracciandola “ad esempio può guardarti mentre dormi, può assistere ai tuoi pomeriggi suoi libri e ti spia mentre ti spogli…io, invece, povero essere umano in carne ed ossa, nonché il tuo ragazzo, non godo di questi privilegi…”

“questo è vero.. –ammette.- ma ci sono privilegi che il poster non potrà mai avere..” dice lentamente Rose, con uno sguardo ammaliatore che toglie letteralmente il fiato al povero Tom.

Il miagolio stridulo e acuto di Camilla, interrompe l’idillio creatosi.

“oh.. ti presento Camilla…” dice Rose indicando la sua gatta bianca  che, con la gobba, soffia al nuovo arrivato.

“ho l’impressione di non esserle simpatico..”

“in effetti a Camilla piacciono poco gli estranei…”

“dì la verità- inizia.-  l’hai addestrata per tenermi lontano dalla tua camera, eh?”

Rose scoppia a ridere. “ah.. mi hai sgamato..”

Dato che Camilla si fa sempre più minacciosa, il ragazzo esclama: “be.. sarà meglio che io vada, prima che mi attacchi sul serio…”

“ah, aspetta.” Rose scioglie l’abbraccio e consegna a Tom una serie di coperte di lana, prese dall’armadio. “queste sono per riscaldarti… non vorrei che avessi freddo..”

“a dir la verità, mi basteresti tu…”

“scemo.” Lo rimprovera dolcemente.

“allora buona notte…” sussurra Tom baciandola sulla fronte.

“buona notte a te..” risponde Rose sorridendo e seguendo con gli occhi la sua figura che esce dalla stanza.

Sospirando, prende il suo cuscino e lo abbraccia forte come quando, sedicenne e alla sua prima cotta,fingeva di stringere a se il ragazzo dei suoi sogni.. forse non è mai stata tanto innamorata come lo è ora di Tom… forse non ha mai conosciuto l’amore, prima di conoscere lui.

Mentre sta ancora così accoccolata, incontra lo sguardo gelido di Camilla che, leggermente più calma ma sempre vigile e attenta, sembra rivolgerle un’ occhiata di sufficienza, quasi a dire. “ guarda come ti sei ridotta…”

L’orgoglio di Rose viene a galla,così la ragazza si ricompone,  lascia il cuscino e si decide ad andare a dormire.

Iniziando a spogliarsi, si abbassa la spallina del vestito ma prima di scoprirsi completamente, si blocca, come presa da un ricordo improvviso.

Si avvicina al calendario di Brad Pitt e lo gira  verso il muro. “scusa amico, niente di personale..”

 

La luce della luna penetra nella stanza buia attraverso la grande finestra ed illumina i lineamenti della giovane, sottolineandone la dolcezza e la finitezza. Il volto della giovane, però, non è rilassato e disteso come si potrebbe aspettare da una ragazza, sul letto, alle quattro di notte.

Tutt’altro!

Rose si rigira per l’ennesima volta nel letto, sbuffando e maledicendosi in contemporanea. Possibile che non riesca, diamine, a prendere sonno?? Eppure tutte le notti dorme come un ghiro, con un sonno così pesante che nemmeno le cannonate sotto il letto la sveglierebbero!!

Invece,questa sera, di dormire non se ne parla affatto! Non fa altro che starsene lì, distesa, con Camilla aggomitolata sulla destra in un sonno vigile, i capelli sparsi sul cuscino e due palpebre che non la vogliono proprio sapere di abbassarsi, anzi, dopo cinque secondi in cui le sembra di prendere quasi sonno, i suoi occhi si spalancano verso il soffitto della stanza, in penombra.

Le ha tentate tutte: per prima cosa ha provato a leggere. Ha  accesso l’abajoue e ha iniziato a leggere il romanzo appena acquistato.. ma dopo quasi dieci capitoli, si è arresa e lo ha richiuso. Allora è scattato il piano B: pensare ad un film. Quando era molto piccola pensava ad una favola, ora, più cresciutella, ha deciso di dirottarsi sui film. Si è rifatta mentalmente quasi tutta la filmografia del suo amico appeso al muro ma con il risultato, se è possibile, di sentirsi anche più sveglia e pimpante.

Alla fine è ricorsa al metodo tradizionale: contare le pecore.

Ha sentito tanta gente che lo innalza come il metodo migliore per addormentarsi ma lei , sinceramente, ha i suoi dubbi, dopo quasi 350 pecore e nemmeno un briciolo di stanchezza mentale! E dire che aveva applicato il metodo più sicuro, ovvero il contarle a voce alta!

Alla faccia del metodo infallibile!

Arrabbiata, si alza a sedere sul letto, iniziando ad accarezzare la ‘ciambella’ formata dalla gatta, finché non le arriva un soffio di fastidio in risposta.

Con una fitta di rimpianto, pensa se, accanto a lei, invece di un felino scorbutico e pericoloso, ci fosse stato un altro individuo altrettanto pericoloso ma almeno non felino e scorbutico:Tom. Improvvisamente, le viene anche la voglia di andare da lui, di spiarlo mentre dorme. Chi sa -pensa- magari ha una faccia angelica mentre riposa..

Non fa in tempo a terminare quei pensieri che sente dei passi leggeri risuonare lungo il corridoio.

Inizialmente si lascia prendere dal panico, poi realizza che, anche se ci si sente molto, non è sola in casa. *è Tom che va in bagno* pensa e nota,non senza stupore, che i suoi passi sembrano essersi fermati molto prima di giungere al bagno. Per esempio di fronte alla sua camera.

Il cuore della ragazza sembra interrompersi quando sente due piccoli colpi sul legno della porta. il rumore si ripete e viene accompagnato dalla domanda: “Rose.. sei sveglia?”

Inspiegabilmente, arrossisce e reagisce in maniera completamente opposta a quella che le suggerisce il suo istinto: si ributta pesantemente sul letto e finge di dormire.

 “ehi… Rose..” la chiama per l’ultima volta il ragazzo, prima di mettere mano alla maniglia ed entrare.

*maleducato! *pensa la ragazza sentendolo entrare.

Tom entra nella stanza invasa dal buio e dalla luce della luna che illumina la dolce Rose che vede come addormentata, sotto le coperte.

Osservandola, piega la testa di lato, mentre i suoi occhi si soffermano lentamente sul suo profilo.

No, non dorme. Nota  benissimo la contrazione degli occhi per rimanere chiusi e quella della mascella, serrata. Per un istante si chiede se Rose non voglia davvero che entri neppure per salutarla un minuto, oppure è solo un modo per giocare. Opta e spera per la seconda e agisce di conseguenza.

“tanto lo so che sei sveglia…” sussurra il giovane in tono di sfida e Rose non può fare a meno di deglutire in maniera così vistosa che il ragazzo, notandolo, sorride silenziosamente. Si siede accanto a lei e le accarezza il capo dolcemente, con il preciso intento di farla scuotere dal suo finto torpore. Anche se le labbra di Rose si allungano in un sorriso, lei, imperterrita, rimane con le palpebre serrate.

Lentamente, lui le sfiora anche la guancia; si abbassa verso il suo orecchio e le sussurra: “è inutile che fingi.. so io come farti risvegliare, mia bella addormentata..”

La ragazza deve fare appello a tutte le sue forze per non saltargli tra le braccia e, ostinata ed incuriosita da quelle che potrebbero essere le sue prossime mosse, continua ad ignorarlo.

Quasi certamente, pensa, ora Tom è ancora più vicino perché sente il suo inebriante profumo più distintamente e il suo respiro sul suo collo.

Senza  quasi accorgersi di cosa sta accadendo, sente improvvisamente le labbra di Tom unirsi alle sue. *Maledetto!-pensa.- sa sempre giocare bene le sue carte,il mascalzone!!*

Il giovane ,sorridendo, distanzia le loro labbra per qualche minuto. “fai la sostenuta, eh? E va bene, se vuoi la guerra.. che guerra sia!” la bacia di nuovo, con più passione, questa volta.

Come quando una città, pur essendo forte e ben determinata, non riesce proprio a resistere agli assaltatori, così anche la fortezza di Rose si arrende, lentamente, al nemico.

Pacatamente, risponde al bacio dell’innamorato e, sentendo che la sua gatta, accanto a lei, si è fatta irrequieta, la spinge a terra con un gesto rabbioso della mano.

Non poteva mica rischiare che la micia le sgraffiasse tutto il ragazzo, accidenti!

I due giovani si baciano ardentemente, Rose, senza sciogliere l’abbraccio, si alza con il busto per cingerlo meglio e gli sussurra, tra un bacio ed un altro. “farabutto.. delinquente…”

“amore, mi vuoi proprio coprire di complimenti, eh?”

“per te questo e altro..” ribatte sarcastica  la ragazza sorridendogli, al chiaro di luna.

Tom la osserva di nuovo e le chiede, baciandole la fronte: “scusa se ti ho disturbato.. ma non ho chiuso occhio tutta la notte e visto che neppure tu…”

“ehi!- esclama.- come facevi a saperlo??!”

“ se una persona arriva a contare fino 350 pecore vuol dire proprio che passerà la notte in bianco!”

“mi hai sentito?”

“direi! urlavi come un’ossessa!!”

“ho applicato il metodo più drastico, ovvero quello di immedesimarsi nel pastore.. pensa un po’..”

Il ragazzo scoppia a ridere mentre si sistema meglio di fronte a lei, sedendosi a gambe incrociate.

È baciato anche lui, ora, dalla bellezza della luce lunare. I suoi occhi blu, illuminati da quella luminosità, sembrano quasi irreali. La giovane si accorge solo ora che il proprio ragazzo è solo vestito con i boxer e una maglietta e per un attimo trattiene il respiro notando quanto sia…proprio un bel figliolo…

“.. questa sortita notturna mi è piaciuta davvero tanto Tom… hai la capacità di riuscire sempre a stupirmi, qualsiasi cosa tu faccia…”

“per così poco.. e poi chi ti dice che è stata una buona azione da parte mia?” domanda sarcastico, con quello sguardo da mascalzone che gli calza a pennello. Rose aggrotta la fronte: “ovvero?”

“chi ti dice che io non sia stato mosso da brame lascive e abbia voluto turbare il tuo virgineo sonno?”

“oh ma di questo io sono assolutamente sicura!”entrambi i ragazzi scoppiano a ridere. Rose sbadiglia rumorosamente e con la voce appannata dal sonno mugugna: “dovremo metterci in testa di dormire… altrimenti domattina saremo zombi…” ha la netta sensazione che domattina debba succedere qualcosa… ma adesso.. così su due piedi,  non sa proprio dire cosa…

Tom sospira e, in atto di congedo, le augura la buona notte.

“aspetta!” sussurra Rose prendendolo per una mano. “aspetta..”

Il giovane si volta verso di lei, sorpreso.

Gli occhi della ragazza lo fissano, grandi ed espressivi. “ti prego, non andare via.”

Tom la guarda qualche istante, senza capire.

“resta a dormire qui con me… chi lo dice che un ragazzo ed una ragazza a letto devono per forza fare l’amore.. io vorrei semplicemente addormentarmi tra le tue braccia…”

Il ragazzo si avvicina velocemente a lei e la bacia con ardore. Rose si perde nel suo bacio e quando, leggermente ansimanti, si dividono, la voce del suo ragazzo le sembra spezzata dall’emozione. “mille volte, sì.”

Presa dalla felicità e dall’agitazione, la ragazza si sforza di non urlare dalla contentezza. Subito gli  fa spazio e Tom si accomoda accanto a lei, infilandosi sotto le coperte. La ragazza avverte un brivido passarle attraverso la schiena, mentre ,emozionata, prende consapevolezza del corpo del ragazzo, così vicino al suo.  Il giovane, d’altro canto, è completamente spaesato. Non gli è mai capitato di dormire con una ragazza… non gli è mai capitato di dormire e basta con una ragazza…

Si volta verso la ragazza in questione… Rose.

Certo, lei non è una delle solite… è profonda, sensibile.. e lui è innamorato di tutto ciò.

Delicatamente, la abbraccia e la accosta a se, mentre entrambi assaporano il calore, l’uno del corpo dell’altra. La giovane si stringe di più a lui, al suo corpo eccitante e muscoloso, sconvolgente eppure così romantico…

“ehi.-sussurra.- dimmi la verità.. ci sei rimasto male che noi non l’abbiamo fatto…? Ma ti prego sì sincero…”

il ragazzo sorride, intenerito. “mi credi se ti dico di no?”

“no.”

“appunto, lo sapevo.”

“non è che non ti credo, è che tu…insomma voi uomini non pensate ad altro e magari..”

“anche certe donne non pensano ad altro. Ma tu sei diversa e mi piaci per questo. Stop, non c’è da aggiungere altro…”

“allora non sei deluso?”

“mentirei se ti dicessi che stare così vicino a te non mi accende e… ma posso controllarmi.”

Rose sorride di fronte a quella rivelazione e lo stringe più forte. “buona notte.” Dice infine.

 “buona notte.”

Poco dopo, entrambi, nonostante siano emozionati ed elettrizzati, scivolano dolcemente tra le braccia di Morfeo.

 

La donna sale lentamente le scale di casa Sandecker, con un’aria da grande occasione. È una donna sui sessant’anni ma, almeno dalla vivacità del viso, sembra che abbia  grinta da vendere.

Ha l’ aspetto dignitoso e autorevole della donna di classe che, anche se non ha un dollaro, ostenta comunque importanza e ricchezza attraverso abiti costosi e firmati.. che importa se poi, per pagarli, dovrà indebitarsi fino al collo???? La signora Gladys esce di casa in quel momento e, vedendola salire, si rivolge a lei con un sorriso gioviale. “Buon Natale signora Wendy! È venuta a trovare, Rose, eh?” Wendy, la zia paterna di Rose, volge lentamente il capo verso la donna che, anno più anno meno,  ha la sua stessa età e con uno sguardo di sufficienza, risponde: “Buon Natale anche a le. Sì, vengo a trovare mia nipote..” il suo tono di voce è talmente perentorio che scoraggia la conversazione anche ad una tipa chiacchierona come Gladys che, negando con il capo, osserva la donna tirare fuori dalla borsa costosa, le chiavi dell’appartamento.

La porta di casa Sandecker si apre e Wendy entra in casa esaminando, con occhio critico, tutto ciò che vede. “Rose!! Sono tua zia Wendy!!!” si annuncia ma, non ottenendo risposta, deduce che la ragazza stia ancora dormendo.

“povera bambina.- dice mentre sistema sull’appendiabiti il suo cappotto di pelliccia nera.- quella screanzata di Emily l’ha lasciata sola pure a Natale! Ma come si fa a lasciare a casa una ragazzina come lei? E se viene qualche ladro? Oh Dio, misericordia!”

Nota che appeso all’appendiabiti, oltre a cappotti femminili c’è anche un cappotto nero molto elegante  e maschile, che ha l’aspetto di essere veramente costoso. “oh, finalmente quello stronzo di mio fratello si è deciso a rifarsi il guardaroba!”

Come ogni sorella maggiore che si rispetti (Formy ha quasi quindici anni meno di lei..) odia il fratello minore e tutto quello che fa o che ha. 

Si dirige a passo cadenzato verso la camera di Rose e bussa alla porta.

“Piccola…” dice con voce mielata. Un po’ tutte le donne di mezza età considerano quelle più giovani delle bambine almeno fino ai quarant’anni, ma Wendy è veramente un caso a parte.

È zitella .. ehm… nubile.. e odia i bambini piccoli. Novaly, la figlia di suo fratello ed Emily, la lascia completamente indifferente, anzi, non la sopporta come non sopporta tutti i bambini. Invece per Rose nutre un affetto particolare, soprattutto da quando ha perso i genitori. Si sente come in dovere di proteggerla, visto che non ha più né il padre né la madre ma solo una sorella scapestrata che non fa altro che lasciarla da sola pur essendo tanto piccola!!

“ehi Rose.. la zia entra, eh?” dice aprendo lentamente la porta della camera. La vede che dorme, coperta dalla trapunta quasi fino al capo e, sorridendo di tenerezza, si avvicina a lei con l’intento di scoprirle il viso.

“RoseeeeeeeEEEEAAAAAHHHHHH” urla a squarcia gola quando vede che ciò che si trova sotto le coperte di sua nipote non corrisponde proprio perfettamente alla descrizione che ricordava della ragazza. “TU, MASCALZONE, DEBOSCIATO!!!”

Tom si sveglia di soprassalto e la prima cosa che vede è il viso rugoso e truccato di una vecchia.

“AAAAAAHHH” non può fare a meno di urlare, rizzandosi con il busto. “e lei chi diavolo è?”

“qui le domande le faccio io, signorino!! TU, CHI DIAVOLO SEI??????????” urla la donna, inviperita.

Il ragazzo deglutisce, cercando di prendere coscienza della situazione,e si scopre dalle coperte del letto. Vedendo il look semi vestito del ragazzo mille pensieri si scatenano nella mente della donna.

“DELINQUENTE!!!!-urla Wendy incontrando lo sguardo di Tom- dov’è Rose?? Dov’è mia nipote? La mia povera bambina, CHE COSA LE HAI FATTO???” urla brandendo la borsa.

Il ragazzo si guarda intorno, spaesato. Guarda accanto a se, sul letto, ma Rose effettivamente non c’è… “ehm io…” si schiarisce la voce, poi si alza e cerca di calmare la donna.

Ma, vedendoselo arrivare contro, Wendy lo colpisce adoperando la borsa come arma.

“porca putt..” mugugna Tom mentre si vede arrivare una borsata in testa.

“Povera la mia.. bambina..- urla Wendy scandendo le sue parole con colpi di borsa- oltraggiata… il giorno di Natale…. Farabutto…Violentatore!”

“ma quale oltragg..” prova a dire Tom, ma gli arriva un’altra borsata in piena bocca.

Il ragazzo cerca di liberarsi dalle grinfie dell’anziana donna uscendo dalla camera, ma ahimè, Wendy non si da per vinta e lo insegue urlando come una dannata per tutto il corridoio. *dove cazzo sarà Rose, adesso che ho bisogno di lei!!!!!!!!!!!*

Ma se il povero Tom aveva pensato che di sorprese, quel giorno, ce ne erano state abbastanza, si sbagliava di grosso.

Improvvisamente, la porta d’ingresso si spalanca  e qualcuno grida: “SORPRESA, BUON NATALE!!!”

 Sia  Wendy che Tom si fermano: il ragazzo con il braccio davanti al viso per difendersi dai colpi della donna, la vecchia con la borsa a mezz’aria. Entrambi si voltano a guardare i nuovi arrivati e, con la gioia di Tom (che avrebbe resisto altri cinque secondi, poi avrebbe reagito a modo suo!) Wendy abbassa l’ ‘arma’ di fronte allo spettacolo di una donna con in braccio una bambina e un uomo che regge le valigie, che li osservano ammutoliti.

*e questi chi sono adesso????????* pensa il ragazzo spostando i suoi occhi azzurri dall’uno all’atro. Finalmente qualcuno rompe il silenzio e a farlo è proprio la donna, ovvero la donna più chiacchierona e polemica esistente sulla faccia della terra che noi chiameremo più semplicemente Emily, si.. proprio la sorella maggiore di Rose. Emily, appunto, punta i suoi occhi castani verso il ragazzo ancora in mutande, e domanda: “ehi ma chi sei il gemello di Brad Pitt?”

“Sean…- prende parola l’uomo pensando di avere di fronte quello che lui crede ancora il ragazzo della cognata.- Sean.. sei proprio tu?”

“caspita!- esclama Emily.- deve essersi fatto la plastica facciale!! Ehi Sean, dai a Formy il telefono del tuo chirurgo..”

“oooh come siamo simpatici!!!- ribatte quello voltandosi verso la moglie, dando completamente le spalle al ragazzo.- dì un po’ ma non avevamo detto niente litigate almeno il giorno di Natale?”

I due iniziano a punzecchiarsi, lì sull’entrata, poi Emily alza la voce, Formy ,urlando, le intima di non alzarla e Emily urla ancora più forte per informare il marito che sta parlando anche lui a voce alta. Tutto sotto lo sguardo attonito del ragazzo e di Wendy. Tom sospira, passandosi una mano tra i capelli. *oh Signore Santo, che casa di matti!!!!* pensa tra se e se, mentre è ancora in mutande, lì, davanti a tutta quella marmaglia di gente e una vecchia che poco prima voleva la sua morte ma ora lo osserva con gli stessi occhi incuriositi di un bambino che osserva gli animali dello zoo.

 “piacere.- dice Wendy con voce soft.- io mi chiamo Wendy Gherky.. .”

Tom osserva la mano della signora protesa verso di lui; prima di stringergliela controlla che non vi siano pericoli, poi, un po’ esitante, la congiunge e si presenta. “Thomas Bishop, piacere mio.”

“ooh, Bishop..!!-esclama Wendy folgorata da quel cognome.- ma Bishop non è il proprietario di quella serie di industrie…”

“sì, mio padre, appunto.”

“ooh ma che piacere conoscerla!!”

Diamine ma non è possibile! Poco fa voleva ammazzarlo ed ora per lei è addirittura un piacere conoscerlo??????

Intanto la lite tra Formy ed Emily non accenna a diminuire e Wendy decide di prendere le redini della situazione e urla: “BASTA VOI DUE!!!!”

Emily e Formy si voltano verso Wendy e, con aria colpevole, rimangono zitti.

“questo giovanotto.- inizia l’anziana signora.- è Thomas Bishop ed è il ragazzo di Rose..”

I tre si stringono la mano cordialmente ed Emily sussurra al marito: “lo dicevo, io,  che non era Sean… mia sorella ha sempre saputo il fatto suo…!”

“ehi ma dov’è Rose?- chiede  Wendy.- ROOOSSEEEEE???”

Quasi cinque secondi dopo la porta del bagno si spalanca e Rose fa la sua comparsa, con i capelli legati sulla nuca e con addosso solo un accappatoio bianco. “Tom cosa diavolo url..- la sua voce si interrompe non appena vede sua sorella, suo cognato, sua nipote, sua zia e Tom, tutti davanti il portone d’entrata, riuniti in un simpatico comizio famigliare –EMILY!!!” urla correndo per il corridoio, fino ad abbracciare la sorella che urla pure lei di contentezza. “che bello.. non pensavo mai che sareste tornati questa mattina..”

“ci dispiaceva così tanto lasciarti sola a Natale che, come è migliorato il tempo, abbiamo preso il primo aereo!!!!”

“e avete fatto bene!” esclama la ragazza.

“benissimo..” sussurra Tom, sarcastico.

“ehm, conoscete il mio ragazzo, Thomas Bishop?”

“si.- prenda parola Formy.- ci siamo già presentati..”

“zia Wendy!!!- esclama la ragazza voltandosi verso l’anziana.- e tu cosa ci fai qui?”

“come cosa ci fa???” domanda Emily posando Novaly a terra ed iniziando a spogliarsi. “te l’avevo detto, no, che sarebbe venuta…”

“ah…già….me ne sono completamente dimenticata..” I suoi occhi si incontrano con quelli di Tom che, in risposta, le sorride beffardamente, come a dire: “grande, Rose!!”

“ragazzi, ragazzi… vi dobbiamo raccontare…” esclama Emily tutta euforica,obbligando i due giovani a sedersi sul divano, senza nemmeno farli andare a cambiare. Rose, in accappatoio, si siede accanto al suo ragazzo, il povero Tom che ancora è vestito con una canottiera e mutande.

Zia Wendy, grazie a Dio, prende Novaly e la porta a risposare nella loro cameretta.

Sedendosi di fronte a loro, Formy ed Emily iniziano a raccontare riguardo il loro viaggio. All’inizio sia Rose che Tom ascoltano concentrati, poi, però, come al solito, i due coniugi iniziano a contraddirsi e a bisticciare tra di loro, iniziando ad ignorare i due poveri giovani seduti di fronte a loro.

“ehi..” sussurra dolcemente la ragazza a Tom, prendendogli la mano. Il ragazzo si volta verso di lei e, nonostante le disavventure mattutine, le borsate e tutto il resto, trova la forza di sorriderle.

“che cosa è successo con zia Wendy..?” domanda sottovoce la ragazza.

“che cosa è successo???- il ragazzo fatica palesemente a far rimanere il tono di voce basso e sottovoce.- porca puttana, quella stronza mi avrà causato un trauma cranico!!! Non ha fatto altro che prendermi a borsate ed ho avuto un risveglio da incubo!!!!!!”

Rose, nonostante debba fingere di interessarsi alla conversazione con i parenti, ride dicendo. “ma anche tu.. in mutande nel mio letto ti fai trovare…”

“porca miseria, ma mi potevi avvisare, no??????????? Mi sono svegliato con quella che mi guardava e sembrava che avesse visto Jack lo squartatore!!!!!”

“.. mi sono dimenticata che doveva venire….”

“dimenticata?? Dimenticata?? E come si fa a dimenticarsi che deve arrivare la fine del mondo!”

“quanto la fai tragica…”

“tragica?? Senti, cosa mi tocca sentire!!! È il primo giorno che stiamo insieme e in un colpo solo ho conosciuto tua zia e la tua famiglia, e che famiglia!!!!”

“e ti dispiace??- domanda Rose.- già ti adorano..”

“converrai con me che è un po’ presto.. no? stiamo insieme da neanche dodici ore!!”

“senti non prendertela con me.- risponde lei con uno sguardo da cerbiatta.- è stato il destino…”

“ehi voi due ma ci state ascoltando???”li interrompe Emily con un piglio po’ offeso.

“si sono distratti un attimo, poverini, non fai altro che parlare come mitraglietta!! Respira!!” la attacca Formy, esasperato.

“e da quando tempo state insieme, ragazzi???”

“tre gior..”prova a dire Tom ma la voce squillante di Rose lo interrompe subito:

“tre settimane!!!” esclama, poi lo rimprovera sottovoce: “tre giorni? Ma vuoi farmi sbattere di casa?”

“e io che ne sapevo!!” ribatte quello.

Il racconto sui loro giorni meravigliosi prosegue e anche i due giovani proseguono a parlare tra di loro. “ma questi fanno sempre così?” domanda Tom all’indirizzo della sua ragazza che annuisce, stanca. “di continuo…non fanno altro che parlare e bisticciare, bisticciare e parlare..”

“ecco da chi hai preso…”

“bada Tom, voglio prenderlo come un complimento..” lo ammonisce.

“ma come fai a sopportarli??? Io se avessi la pistola in questo momento….”

Dopo una sana risata, la ragazza risponde tranquillamente. “Benvenuto nella mia vita…”

“ah, Tom!- urla Emily improvvisamente, facendo sobbalzare i due giovani sul divano.- Dobbiamo assolutamente raccontarti di quella volta che.. bla bla bla bla bla….”

“ehi …” sussurra la ragazza, sorridendogli. “Buon Natale…”

“Buon Natale anche a te…”

Nonostante tutti quegli squinternati, era stato davvero un Natale stupendo.

 

Fine settimo capitolo

 

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Capitolo 8
*** TU, CHE SEI DIVERSO.. ***


<<Negli stessi fiumi scorriamo e non scorriamo, siamo e non siamo

Ciao a tutti,

eccomi di nuovo con l’aggiornamento che, come al solito, è giunto in ritardo.. ma su, non storcete il naso, per farmi perdonare ho allungato il capitolo.. ;-)

come al solito ringrazio di cuore tutti coloro che stanno seguendo la mia storia e ringrazio tutti quelli che continueranno a seguirla, magari anche commentando!

 

Ciao Aly,

grazie.. sono contenta che la mia scelta sia stata condivisa… grazie ancora per i complimenti, come promesso, ecco l’ottavo!!

Un bacio!!

 

Ciao Damynex,

in effetti quello precedente era un capitolo davvero pazzo.. e non hai ancora letto questo.. ;-) ti ringrazio tanto per i complimenti, davvero, non sai quanto mi fanno piacere, Grazie!!

Un bacio!!!

 

Ciao Franca,

grazie mille per tutti i complimenti che mi fai ogni volta, sono contenta che la mia fic ti piaccia, grazie!!!!

Un bacio!!!

 

Buona Lettura,

Diomache.

 

PROFUMO DI MENTA.

 

 

 

CAPITOLO VIII: TU, CHE SEI DIVERSO.

 

 

“Amor ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte che, come vedi, ancor non m’abbandona.” Dante Alighieri. Canto V, l’Inferno.

 

“ti prego…” sussurra la voce, flebilmente. È una voce di donna, ma sembra lontana, snaturata.

“chi sei..?” domanda Tom, con ansia, preoccupazione. “che vuoi da me…”

“ti prego… aiutami…”riprende quella voce. Il ragazzo si volta da parte a parte per cercare di capire da chi possa provenire quella voce, ma niente, intorno a lui c’è solo il buio.

È solo, con la voce.

Inizia a sentire inquietudine, tormento, ed urla, più forte: “CHI SEI? IN CHE MODO POSSO AIUTARTI???”

“salvami…  Tom!!!!! Io non ho colpa in tutto questo, ti prego, salvami!!!!”

Poi giunge alle sue orecchie uno sparo assordante, che sembra percuoterlo in tutta la sua persona.

Ora vede qualcosa: è un’ombra e si trova davanti a lui. Il ragazzo ne percepisce solamente i contorni e sono quelli di una ragazza.

Anche se non riesce a riconoscerla, anche se rimane come un’ombra trasparente, percepisce che la ragazza gli porge la sua mano. Tom la prende ma nell’istante stesso in cui lo fa, vede che la mano della donna è completamente sporca di sangue…

 

È ancora notte fonda quando Tom si sveglia di soprassalto, alzandosi velocemente con il busto dal letto. Ansimante, si mette una mano sugli occhi, cercando di ricacciare nell’oblio dei ricordi quelle immagini maledette. Di nuovo, di nuovo, di nuovo.  Di nuovo quest’ incubo.

Di nuovo la voce della ragazza che gli chiede aiuto e lui incapace di aiutarla. E quella sensazione di angoscia, di impotenza…e per finire l’immagine sfocata della giovane che gli protende la sua mano insanguinata… È sudato e, benché non lo voglia ammettere nemmeno a se stesso, è impaurito dalla ricomparsa improvvisa di quel sogno. “due notti in una settimana…” sussurra e, scostate le coperte, si siede sul letto. Ormai non sa tenere il conto di quante notti ha rivisto quelle immagini, in tutto il mese di dicembre. E ogni volta finisce sempre allo stesso modo, senza nemmeno la macabra possibilità di scorgere il volto della donna che gli chiede aiuto. Un vero tormento.

La sveglia suona improvvisamente, interrompendo i suoi pensieri. Tom accende l’abajoue, poi volge lo sguardo verso la sua sveglia e, con un fare annoiato, la spegne. I suoi occhi si soffermano sul portafoto accanto ad essa: ritrae lui e Rose che sorridono, abbracciati.

L’ha scattata dal cellulare circa due giorni fa, a Central Park.

La vista della ragazza lo fa sorridere e gli dona un po’ di sollievo. Ah, Rose… improvvisamente gli vengono in testa tutte le loro disavventure, le loro risate. Di colpo, la tristezza, l’angoscia di poco prima sembrano svanire lentamente di fronte ai loro ricordi. Si rende perfettamente conto della luce che la ragazza ha portato nella sua vita…

Sospirando, si alza in piedi e sbadiglia rumorosamente: le due. Si dirige verso le tende di seta della propria camera e con un gesto imperioso le distanzia lasciando entrare quella poca luce lunare che filtra tra le nuvole di quel cielo notturno.

Si dirige verso l’armadio, lo apre ed estrae un paio di pantaloni neri e altri indumenti dello stesso colore. Si veste velocemente e con una certa metodicità. Per concludere la sua mise nera, indossa un giubbotto di pelle e gli occhiali da sole, nonostante sia notte fonda.

Apre l’altra anta dell’armadio, poi sposta tutti i vestiti che sono appesi da una parte, fino a non avere nessuno ostacolo visivo tra se e la conclusione del mobile.

Nonostante la stanza sia illuminata solamente dalla debole luce di una lampadina, gli occhi felini del ragazzo notano perfettamente  la piccola fessura ricavata sul legno del mobile.

Le dita di Tom, senza la minima fatica, si introducono in questa fessura e aprono velocemente la piccola apertura. Lo sportelletto che si è aperto dà luce ad una piccola tastiera elettronica composta solamente da numeri. Concentrato, Thomas esegue la combinazione, poi richiude il piccolo sportelletto di legno, sistema di nuovo i suoi vestiti nel modo più naturale possibile e chiude l’armadio. Ora, frettolosamente, scosta il tappeto da un lato della stanza, rivelando la parte del parquet che nascondeva. Alcuni secondi dopo, la parte del parquet, che era ricoperta dal costosissimo tappeto persiano, si abbassa velocemente di qualche centimetro rispetto al resto del pavimento. Su questa superficie compare di nuovo un’altra tastiera numerica che richiede un altro codice. Tom si inginocchia e compone questa nuova combinazione.

La parte del parquet si divide in due e, come le porte di un ascensore, queste due ante si aprono velocemente mettendo in luce il piccolo tesoro del ragazzo: un set completo di armi e oggetti annessi per rapine e furti. Molte delle armi presenti sono nuove nuove: sono parte della partita di armi che Tom ha ingannevolmente  promesso a Jarod.

Si concede il lusso di prendere gli attrezzi più nuovi e le armi più belle per questa sera. Presi gli oggetti che gli interessano, li ripone velocemente nei propri posti parte addosso, parte in una piccola valigia. Preciso come un orologio svizzero fa richiudere il piccolo deposito e ,dopo alcuni secondi di attesa, ricompare il normalissimo parquet di tutti i giorni. Tom riposiziona il tappeto persiano sopra quella che sembra un’innocente porzione di pavimento.

Le angosce del sogno sono completamente sparite, ora si sente attivo, energico. 

Grintoso ed emozionato, attraversa la stanza ed accende il cellulare, proprio come un ragazzo che aspetta la chiamata dell’innamorata con la quale ha un appuntamento. E difatti la chiamata, o meglio lo squillo, gli arriva poco dopo, ma non è l’innamorata: è il tedesco. E non è nemmeno un messaggio d’amore:  è il segnale che tutti sono pronti.

Leggermente agitato ( come sempre, prima di una sortita importante), si precipita fuori dall’abitazione facendo attenzione a non fare il benché minimo rumore e, una volta giunto all’esterno, sale sulla moto e la accende.

In effetti, lui deve andare ad un appuntamento.

Sì, ma con una banca.

 

“ed ora passiamo alle notizie di cronaca nera. È stata rapinata la Central Bank di New York, al centro della città. Il furto è accaduto questa notte tra le tre e quattro. I ladri si sono infiltrati nel circuito della banca riuscendo a disattivare le telecamere di sorveglianza ed hanno portato via quasi cinquecentomila dollari. Gli inquirenti sospettano che si sia trattato di un gruppo numeroso e ben organizzato ma purtroppo la polizia non ha ancora nulla in mano per avere qualche indiziato..”  annuncia la giornalista della BBC, alla televisione.

“che razza di mondo…” sussurra Emily mentre si porta alla bocca un biscotto integrale.

Rose fa il suo ingresso in cucina vestita di tutto punto e, almeno dall’aspetto, sembra di ottimo umore. Tra le braccia regge la nipotina che, anche quella mattina, è venuta a trovarla sotto le coperte e a svegliarla; benché abbia solamente 3 anni, è piuttosto sveglia Novaly..

“ehi, buongiorno!” la saluta Emily con un sorriso. “piccola di mamma! Sei andata dalla zia pure questa mattina…?”

“zia.. pterra.. zia pterra..!” ribatte Novaly scoppiando a ridere. La madre incurva la fronte e Rose spiega, un po’ annoiata. “non fa altro che ridere e ripetere ‘zia pterra’ da quando mi ha visto mentre cadevo…” prendendo la figlia tra le braccia, anche Emily non può fare a meno di ridere. “ehe.. ho una figlia sveglia io!”

“che è successo??” domanda Rose concentrando i suoi occhi verdi verso la televisione. Emily alza le spalle e risponde: “mah.. ogni giorno ne succede una! Questa notte hanno rapinato la Central Bank ..”

“cazzo!- esclama.- e chi è stato?- Emily la guarda con uno sguardo molto palese. – ok, era una domanda scema. Naturalmente gli inquirenti non hanno niente tra le mani bla bla bla e resterà tutto impunito, insomma.”

“come al solito. Tanto più che questa banda di ladri è particolarmente abile e numerosa. Sarà difficile scovarli soprattutto perché pare che debbano per forza essere giovani date le difficoltà fisiche per entrare… sembra che un uomo di mezza età non possa avere un’abilità corporea come quella che invece hanno dimostrato…”

Un’idea assale la ragazza. *e se…* pensa inorridita riguardo la possibilità che a commettere un furto del genere siano stati proprio Tom &CO.. ma no, non può essere. Tom non è un ladro professionista, è un piccolo delinquente, niente di più…* ma si.- pensa poi,- sono proprio una stupida se penso che possa essere stato lui… non è un professionista, lui...* eppure il dubbio c’è.

La sorella maggiore, vedendola così immersa nei suoi pensieri, la riscuote: “ehi, tutto ok?”

“eh? Ah si.. no è che pensavo…”

“ma dove devi andare questa mattina che ti sei vestita di tutto punto?” domanda addentando una fetta biscottata. La ragazza è vestita con un paio di pantaloni scuri e un golfino rosa sopra una camicia bianca. “veramente non è niente di speciale..- replica la giovane legando i capelli in una coda di cavallo.-  comunque vado in facoltà.” risponde lei, abbandonando i suoi assurdi ragionamenti mentali.

“in facoltà il ventisette dicembre??? Non mi dire che ci sono le lezioni perché non ci credo…”

“no, in effetti devo andare a vedere il risultato di un esame. Sono sicura che sono usciti.”

“ah.. e come credi che sia andato?” chiede la donna alzandosi dalla sedia ed iniziando a sparecchiare la tavola.

“bah, secondo me benissimo. Tra il 28  e il 30.”

“caspita, brava! Allora vai, dai, che dopo festeggiamo”

“veramente penso che festeggerò con Tom..” urla la ragazza avviandosi all’uscita. “allora ci vediamo dopo, ok??” urla inserendo la chiave e uscendo dall’appartamento.

Proprio mentre entra in auto, sente il cellulare suonare: è un messaggio.

Con un sorriso tenero dipinto in volto, nota che è Tom . il messaggio dice: ‘pasticcino, ti sei svegliata? La notte mi ha portato consiglio: ho in mente una sorpresa per capodanno… non vedo l’ora di dirtela.. a dopo…’

Alla fine non c’è né uno scontato t.v.b., né un patetico t.a.t.

E Rose gliene è infinitamente grata: non sopporta queste cose.

Con l’animo pieno di agitazione e contentezza, mette in moto.

 

L’uomo aspira il fumo dalla sigaretta e lo soffia via formando una nuvola grigia di fumo che si dissolve subito dopo nell’aria. Con il telecomando, spegne l’apparecchio televisivo, non appena il servizio sulla rapina della banca si conclude. “questa volta hai sbagliato, mio caro ragazzo..” sussurra la sua voce roca mentre i suoi occhi color miele si fissano sull’altro uomo che si trova ad un lato della stanza. Questo si trova in un atteggiamento di dignità, come un sott’ufficiale si comporterebbe con un superiore. L’aspetto distinto che tenta di assumere l’uomo e che lo fa tanto somigliare ad un poliziotto, tuttavia, è completamente smontato dall’enorme cicatrice  che devasta la sua guancia destra. Sì, proprio Sfregio.

La voce di Jarod, rauca e penetrante, torna a risuonare tra le pareti della stanza. “cos’è che ti aveva detto, il galletto, un po’ di tempo fa?”

Sfregio deglutisce e riferisce con reverenza: “le cose stanno così: Thomas  ha detto che non avrebbe accettato alcuna partita di roba. Ha espresso l’intenzione di concordare il tutto solamente con te. Fra quattro mesi.”

Jarod scoppia a ridere e Sfregio, anche se all’inizio non sapeva bene cosa fare, dopo qualche istante scoppia a ridere pure lui. Il volto di Jarod diventa improvvisamente serio e Sfregio si ritrova a ridere da solo. “oh io.. mi scusi.” Balbetta abbassando lo sguardo. È indicibile dire quanti noti criminali abbiamo abbassato il loro sguardo verso terra dopo aver incrociato gli ammalianti occhi color miele di Jarod. Lui, che con i suoi trentaquattro anni di età è capace di governare e dirigere uno dei gruppi criminali più numerosi e temuti di tutta New York. Nessuno si metterebbe contro di lui.

Già, nessuno che non sia Tom. Un passato oscuro e turbolento lega il nostro Thomas al noto criminale. Un passato che Tom stesso ha sempre cercato di dimenticare ma che, anche senza volerlo, riemerge continuamente. Jarod in persona era stato il suo maestro. Un ragazzo più grande che gli aveva insegnato per filo e per segno tutti i trucchetti del mestiere fino a far diventare  Tom, alla sola età di diciotto anni, un criminale provetto secondo solo a Jarod stesso per abilità, e furbizia.

Finché il loro sodalizio non si era incrinato. E si era incrinato con il peggiore dei modi.

Tom aveva solo diciannove anni quando venne a sapere che Jarod da ben due anni faceva lo usuraio con Michael, il suo migliore amico. La famiglia di Michael, infatti, non era mai stata benestante ma negli ultimi tempi, a causa di Jarod, era piombata nel lastrico. Ormai, venne a sapere, non potevano più pagare nulla perché, dopo la morte della madre di Michael, il padre aveva iniziato a bere e aveva perso il lavoro. Solo Michael, con furti occasionali, poteva restituire la somma ma man mano che il tempo passava  gli interessi si accumulavano; nemmeno lavorando tutta la vita per lui Michael avrebbe potuto restituirgli tutto.

Tom, infuriato, ne andò a parlare direttamente con Jarod in persona. Fra i due nacque un diverbio molto acceso ma Jarod sapeva bene come giocare le proprie carte. Chiese a Tom di scegliere, lo mise davanti ad un bivio: la vita del suo amico, o la sua partecipazione alla brigata.

Se Tom avesse scelto di lasciare il suo importante ruolo di “vice” in quell’organizzazione criminale, Michael sarebbe rimasto in vita e non solo: gli sarebbe stato condonato tutto il debito.

Tom non ebbe esitazioni: lasciò Jarod per la vita del suo migliore amico.

Ma da quel giorno i rapporti fra i due non erano mai stati di pacifica indifferenza o di compatibilità.

Jarod teneva d’occhio Tom e Tom teneva d’occhio Jarod. Come due felini che si studiano a lungo, controllandosi attentamente l’un con l’altro prima di attaccare, perché entrambi sanno che lo scontro sarà inevitabile, così Tom e Jarod non smettono di seguire l’uno le mosse dell’altro.

Ma tutto ciò è destinato a durare davvero per poco.

Tom ha volutamente ingannato Jarod promettendogli armi  nuove, mai usate.

E poi lo sfida con un colpo magistrale ove, Jarod sa, gli sono necessariamente servite le armi nuove.

“hai proprio voluto sfidarmi, eh, ragazzino?” sussurra l’uomo. Ormai non possono esistere più mezzi termini, non più. Tom ha fatto la prima mossa, una mossa davvero troppo azzardata.

“questo è l’inizio di una partita, Sfregio.- annuncia l’uomo alzandosi dalla sua poltrona.- un’avvincente partita a scacchi. Immagina che Tom abbia fatto la prima mossa, ora tocca a noi.”

Sfregio annuisce. “dimmi quello che dobbiamo fare, Jarod.”

“oh, non è necessario essere frettolosi.- dice l’uomo aspirando il fumo dal suo sigaro. – vedi, a me non piace giocare agli scacchi, ma se c’è da giocare sai benissimo che non mi tirerei mai indietro. Tuttavia amo le partite brevi, veloci, quelle che si vincono in poche mosse. Ritengo che in un paio di mosse la partita con Tom possa essere vinta e voglio studiare bene la mia azione perché sia decisiva.” Si muove verso la finestra e si mette a fissare il cielo pomeridiano. “per ora voglio che tua sia la sua ombra. Voglio sapere tutto della sua vita, più di quello che sappiamo già.

Tutto, Sfregio, tutto. Ricorda che solo studiando bene il nemico scopriremo il suo punto debole.

E ogni uomo ne ha uno.”

 

“Bocciata!!!! Io, bocciata!!!! Io???? Capisci, Hudson, sono stata bocciata!!!” urla Rose all’interno della sua vettura picchiettando con le dita sul volante, arrabbiata all’ennesima potenza.

“ma com’è possibile che sei stata bocciata? Avevi detto che…”

“è stata una delusione atroce!!- ribatte la ragazza sistemandosi l’auricolare del telefono cellulare.- in tutti gli esami, Hud, ho preso mai un voto più basso di ventotto?? No, te la do io la risposta, no!!! Ed ora sono stata bocciata!!! Oh Hudson…”

“su su non farla tanto tragica…” cerca di tranquillizzarla telefonicamente l’amica anche se sa per esperienza personale che certe sconfitte bruciano davvero. 

“Oh Hud, ma perché non mi capisci??” dice iniziando ad innervosirsi davvero: è rimasta completamente bloccata nel traffico. Pur continuando ad ascoltare la ragazza, inizia a martellare incessantemente le dita sul volante della sua vecchissima auto, mentre aspetta che quel cretino in testa a quella coda enorme di auto si accorga che è comparso il verde. “allora, cosa diavolo aspetta??” urla all’interno nella sua vettura.

“che cosa??” chiede Hudson dall’altro capo del telefono.

“non essere scema, non dicevo a te! Ma guarda questo che roba… è una cosa incredibile!” continua a gridare, questa volta, premendo pesantemente la mano sul clacson. Come una gazzella nella savana che inizia a correre e tutte le altre gazzelle iniziano a correre con lei, subito si scatena un concerto di clacson.

“Rose ma va tutto bene? Non è che ne stai combinando una delle tue?? Guarda che…”

“adesso ci penso io..” sussurra la ragazza. Con una serie di manovre azzardate da ritiro immediato della patente e del mezzo, Rose riesce a districarsi nel traffico, e con un’altra manovra più azzardata delle altre, cerca di rimettersi sulla via principale.  “oh, finalmente.”

“Hud, dicevi??” in contemporanea preme pesantemente la mano sul clacson, ad un tizio che si era dimostrato appena un po’ incerto in uno stop. “che razza di imbranato..” sussurra suonando di nuovo.

“Rose, io direi che è proprio ora scossa che tu ritorni a casa,  non sei d’accordo con me??” dice l’amica con  voce soft e delicata,cercando di convincere Rose a parcheggiare ad un lato della strada e tornare in autobus o in taxi. Purtroppo per lei, le è capitato un paio di volte di trovarsi in auto con Rose quando è così arrabbiata.. sono esperienze che segnano perché non appena scendi dall’auto ringrazi mille volte mille Dio, per essere ancora viva.

Come dire che non ha è mai visto la morte così vicina…

“avanti..- continua Hudson.- cosa sarà mai un esame toppato? E poi il professore ha grandissima stima di te, lo sai benissimo!!”

“mm, non credo che sarà dello stesso parere da oggi in poi..” sussurra Rose svoltando.

“come? E in che senso?- domanda la ragazza, poi intuisce.-  hai fatto una piazzata.”

“certo, Hudson, che ho fatto una piazzata!!- urla.- ah, ma tu non sia perché sono stata bocciata!! Perché un tizio del cazzo, che stava accanto a me, mi ha copiato paro paro il compito!! Il professore naturalmente ci ha bocciati tutti e due!!! Sveglio, eh? Non gli ci è arrivato per niente che un tizio che prende tutti 18 e improvvisamente fa un compito da 30 ha per forza copiato!! No, ha i dubbi, lui!”

“Dai Rose, non generalizzare.. lui nei suoi panni di prof ha fatto quello che è giusto!!”

“coossaaa??” urla svoltando, ma in quel frangente di secondo, non nota un ragazzo sulla trentina che sta attraversando…Subito pianta il piede sul freno e l’auto si ferma, ad un centimetro dalle gambe di lui. Il ragazzo, un giovane alto, moro e veramente affascinante, si volta subito verso di lei fissandola con i suoi grandi occhi neri.

Rose non può fare a meno di fissarlo essa stessa, mentre ansima, spaventata lei per prima.

 “pronto, Rose, ci sei??” domanda incessantemente la ragazza, allarmata dalla brusca frenata che ha sentito, “Rose??”

ma la ragazza è come paralizzata, immobile, con le mani che ancora stringono il volante e i suoi occhi verdi che non smettono di lasciare quelli neri ed abissali del pedone. Finalmente recupera un po’ di autocontrollo e distoglie lo sguardo dal ragazzo che, invece, continua a fissarla. Dopo il primo attimo di smarrimento, la ragazza rialza lo sguardo e si accorge che il bel ragazzo moro la sta ancora fissando. Poi, fortunatamente, il giovane continua ad attraversare, distogliendo i suoi occhi da lei. Rose lo segue con lo sguardo; avrebbe voluto scusarsi ma quello sguardo così magnetico, inquietante quasi, le aveva come serrato la gola. Perché l’aveva fissata in quel modo?

“ROOOSSEE!!!!!!” urla Hudson al telefono,  così forte che la ragazza sobbalza letteralmente sul sedile, battendo, tra l’altro, il capo contro la volta dell’auto. “Hudson, ma cosa cazzo urli????????” ribatte riprendendo a guidare.

“Oh, finalmente rispondi! Mi stavo preoccupando, non rispondevi più!!!”

“ho quasi investito una persona…” risponde lei, poi toglie l’auricolare e lo appoggia sul cruscotto dell’auto. Hudson a volte  è troppo prevedibile: di lì a pochi secondi ,infatti,l’amica inizia ad urlare in una maniera così ossessa che Rose capisce benissimo quello che dice nonostante l’auricolare del telefono sia distante da lei. Si complimenta con se stessa per averlo tolto in tempo, prima che le urla della sua amica le spappolassero il timpano.

Finalmente la loro conversazione si conclude e in maniera decisamente più soft.

“cerca di arrivare a casa sana e salva!!” le raccomanda  l’amica.

“ci proverò.” Risponde statica, lei.

“e.. dimmi un po’.. con Tom?”

“va tutto bene. Avrei dovuto chiamarlo, dopo pranzo, ma ero così furibonda che rischiavo di litigare pure con lui. Questa mattina si è fatto sentire lui con un sms.. mi ha detto che ha in mente una sorpresa per Capodanno..”

“wow, beata te… vi vedete questa sera?”

“sì, adesso ci vediamo da Diana..”

“ma non avevi detto che la sua famiglia non sa nulla e quindi…”

“certo ma noi abbiamo un modo tutto nostro di vederci..” le due si salutano e la ragazza ripone a posto l’auricolare, proprio mentre sta parcheggiando. E quest’azione le costa un ‘piccolo contatto’ con una macchina rossa dietro di lei.  “orca miseria, oggi tutte a me, eh?????” si lamenta uscendo e guardando l’auto leggermente ammaccata. “magari non se ne accorge..” dice ad alta voce, poi, però rientra nell’auto, afferra un post-it  e una penna. Ci scrive qualcosa su poi lo appiccica sul vetro della macchina, incastrandolo con il tergicristallo.

Magari il proprietario dell’auto non avrebbe gradito quella piccola ammaccatura, ma il suo foglietto con su scritto “mi scusi, pagherò i danni” seguito dal suo numero di cellulare, quello sicuramente sì.

 

 

“attenta..- sussurra Rose indicando l’errore nel calcolo.- guarda un po’ qui se va tutto bene?”

“ah no, è vero..” esclama la ragazzina picchiandosi leggermente il capo; la lezione riprende.

Né Diana né altri in casa sanno di lei e Tom e sarebbe meglio che continuasse ad essere così. Se ciò arrivasse alle orecchie di Nick, probabilmente la licenzierebbe pensando che Tom la tiene lì solo per farsela, detto in termini concreti. E Rose non vuole assolutamente perdere quel posto.

Però, sapere di trovarsi sotto lo stesso tetto e di non potersi scambiare nemmeno un bacetto, è un’idea disarmante per entrambi i ragazzi.

A mali estremi, estremi rimedi. Ed estremi sotterfugi.

Come fanno?

Stranamente, quando Rose arriva a casa Bishop, Tom non è mai in casa.

Lui arriva, puntualissimo, alle sette precise. Ma non entra in casa o, almeno, non lo fa passando per l’ingresso principale. Alla stessa ora, inspiegabilmente, a Rose esce così tanta pipì che deve interrompere la lezione. E l’ora è talmente precisa che quel giorno Diana guarda l’orologio e stupita le ricorda: “ma Rose.. sono le sette..”

“si.. abbiamo ancora un’oretta, poi se vuoi, possiamo fare un gioco insieme..”

“no, dico, sono le sette. La pipì?”

La bocca di Rose si apre per lo stupore e ridendo si alza in piedi. “si, hai ragione.. la pipì..” dice imbarazzata e divertita mentre si dirige in bagno. Incrocia per il corridoio la peruviana che la osserva mentre si dirige verso quella stanza. 

Grams le si avvicina e la donna commenta: “puntuale come un orologio svizzero…”; l’uomo annuisce.

Rose entra e non appena la porta del bagno si richiude alle sue spalle, sente due braccia forti stringerla da dietro. Scoppia a ridere, ma la mano di una persona che conosce fin troppo bene, le serra le labbra per evitare che qualcuno senta simili schiamazzi.  “shh” le intima il ragazzo con fare suadente mentre le sue labbra accarezzano leggermente la guancia della giovane. La libera con delicatezza e subito la donna si gira per guardarlo negli occhi, le sue mani che ancora la abbracciano. “mi sei mancato tanto..” dice lei baciandolo con passione e slancio. Tom risponde al bacio e quando devono staccarsi le mormora: “tu di più..”

Rose ride di nuovo e questa volta Tom con lei.

Grams e la peruviana si avvicinano alla porta del bagno.

La peruviana appoggia l’orecchio alla porta, dicendo sconvolta.-: “hai sentito?? sta parlando con qualcuno..”

“che sia schizofrenica?” propone Grams con aria seria. La peruviana sbuffa a quell’idiozia.

Grams se la prende: “hai altre idee?? –dice seccato.- chi potrebbe..”

La peruviana gli fa segno di tacere: “la signorina Sandecker è entrata in bagno e la porta si è chiusa. Ma qualcuno potrebbe essere entrato prima..”

“ma lei sarebbe uscita vedendo che c’era qualcuno!! Chi potrebbe accettare di dividere il bagno con qualcuno mentre si fa la pipì!!!!”

La donna sbuffa e alza gli occhi al cielo: “ho motivo di credere che qualcuno, in questa casa, ami tali spettacoli…”

Grams alza le sopracciglia, stupito, e i due continuano ad osservare la porta del bagno.

Rose e Tom si staccano, le loro labbra sembrano infuocate, almeno quanto i loro corpi.

“allora, pasticcino, come è andata la giornata?”

“mm, non me ne parlare!!! Sono così nervosa che prenderei a pugni qualcuno!!”

“e che ti è successo?”

“ti metterò a parte dei dettagli successivamente, per ora ti basti sapere che ho litigato con un professore, quasi preso sotto un pedone e abbozzato una macchina..”

Tom ride e, accarezzandole i capelli, afferma: “be, allora credo che dovremo cambiare i nostri piani.- all’espressione interrogativa della giovane risponde dicendo- avevo un programmino romanticissimo per questa sera, ma forse è meglio che me lo conservi per quando sei.. diciamo.. più mansueta…”

“e.. allora che progetti hai per questa sera??”

“ho il piano B.. una cosa che prima avevo scartato ma ora la sto riprendendo in considerazione.. perché ti assicuro che potrai scatenarti quanto vuoi.. anzi, devi scatenarti.. “

“mm.. mi piace..- sorride lei.- che cos’è?”

“una sorpresa..- risponde lui.- tu vestiti sportiva e mangia poco a cena. Ti passo a prendere alle otto e mezza…”

“va bene…”sussurra lei, eccitata dal fascino incredibile che il ragazzo e le sorprese, hanno su di lei. 

Diana controlla l’orologio: questa pipì è ogni giorno più lunga!

Il ragazzo le accarezza i capelli. “forse è meglio che tu vada.. quindici minuti per un po’ di pipì mi sembra eccessivo..” Rose sorride maliziosa, accarezzando il viso dai lineamenti perfetti dell’amato.

 “lo so, lo so.- lo rassicura lei con un casto bacio sul collo.- ci vediamo dopo..” Rose sorride candidamente ed esce dal bagno.

Tom inspira ed espira due o tre volte, poi apre la porta-finestra del bagno ed esce.

La peruviana e Grams osservano la ragazza uscire dal bagno; atteso qualche secondo, entrano con aria circospetta nel bagno. La donna, insospettita dal fatto che la ragazza non abbia tirato l’acqua,  controlla il wc e quasi costernata, osserva: “ma non ha fatto nulla!!!”

“ormai possiamo essere sicuri che si incontra con qualcuno” dice Grams in tono grave. “il giardiniere!” propone.

La peruviana storce il naso: “è un bell’uomo ma la signorina è molto più giovane..”

“sarà di sicuro Oliver ,allora.. quel muratore ancora deve finire il proprio lavoro e..”

“ma per favore! Quel vecchiaccio! No, deve essere qualcuno bello e giovane come lei altrimenti…” La porta di casa si apre e sbatte con forza. “sono a casa.” la voce di qualcuno a loro molto noto.

La peruviana e Grams si scambiano un’occhiata perspicace e molto eloquente: Tom!

 

“ma dove mi stai portando?”

Domanda Rose a bordo della moto nera di Tom che continua a sfrecciare velocemente per le strade di New York. Tom sorride e si fa vago: “in un bel posto..”

La ragazza si stringe al corpo del ragazzo. Come promesso, si è vestita molto sportiva e a cena ha mangiato poco più di un’insalata e un po’ di frutta. La sua coda di cavallo castana è agitata dal vento mentre la ragazza è coperta da un pesante piumino rosa, sotto il quale è vestita con una tuta nera. Nota che anche Tom è vestito in maniera sportiva… la sua mente inizia ad elaborare una infinita possibilità di ipotesi, tutte congetture mentali che si infrangono non appena la grande moto  si arresta di fronte al palazzotto dello sport e i due ragazzi smontano. Gli occhi verdi ed estremamente curiosi della giovane si fissano sull’edificio. “allora?” domanda. “ti prego, dimmi qualcosa…”

Tom si toglie il casco e con la sua solita espressione bastarda, domanda: “sai giocare a basket?”

Entrano nel grande edificio in cui rimbomba il rumore di palleggi effettuati da alcuni ragazzi.

“ehi ragà..- inizia Tom per attirare la loro attenzione.- ho trovato il quinto giocatore!!!!”

In due minuti Rose si trova addosso gli occhi del trio che sta palleggiando con il pallone da pallacanestro. Il più carino dei tre le rivolge subito la parola in una maniera che definire cordialmente sarebbe davvero una battuta: “che???? E quella saprebbe giocare a basket, ma fammi ridere, dì Tom, fa parte del premo, eh? insieme ai cinquecento dollari che si becca  la squadra vincente c’è pure lei..???”

Dice tirando il pallone da basket verso la ragazza che, però, sotto lo stupore generale, lo stoppa in maniera lucida e professionale.

Tom fa per dire qualcosa ma la ragazza lo ferma subito, posando la propria mano sull’avambraccio del ragazzo, quindi appoggia il pallone a terra. Sorride cordialmente come se Harry le avesse fatto un complimento e si avvicina a lui con un sorriso gentile. Arrivata ad un passo dal ragazzo (che la osserva con una certa aria di superiorità) , però, il suo sorriso luminoso si spegne di botto e, quasi in contemporanea, la sua mano destra scatta verso la guancia di Harry, in un poderoso schiaffo che lo fa voltare dall’altra parte.

Tom soffoca una risata.

Harry si volta immediatamente, arrabbiato e sorpreso da quel gesto inaspettato.

“puttana lo dici a..”

“ma io non vi ho ancora presentati!- si intromette elegantemente Tom, affiancando i due.- Rose, loro sono Harry, Michael e Dawson. Raga, lei è la mia ragazza, Rose.”

Harry si muove subito per scusarmi, ma Rose (con un sorriso vero, stavolta) lo interrompe dicendo dolcemente. “dai non fa niente. Scusami tu per… a volte me la prendo troppo per tutto..”

“azzo, Tom!” si intromette Michael un ragazzo alto dall’aspetto buffo e dalla chioma riccia “ti sei trovato una gran bella ragazza…”

Dawson avvicinandosi, sottolinea la sua approvazione con un fischio. “senza dubbio.”

“sì, adesso non riempitemi di complimenti perché temete di fare la stessa fine di Harry, però!”

il quintetto scoppia a ridere allegramente, cancellando il piccolo momento di disagio creatosi.

“davvero tu sai giocare a basket?” domanda Dawson appoggiandosi con il gomito alla spalla della giovane. Tom non gradisce affatto la sua vicinanza e lo fa capire all’amico con un’occhiata molto eloquente: Dawson recepisce e si allontana leggermente.

“io vado matta per lo sport in generale e, sinceramente, ci sono poche attività che non so fare…”risponde Rose, candidamente, sotto lo sguardo di quei ragazzi che la osservano come se  fosse un’apparizione celestiale.

“contro chi giochiamo?” domanda.

In quell’istante la porta del palazzetto si spalanca ed iniziano ad entrare un sacco di ragazzi dall’aspetto non propriamente innocuo. *che ceffi..- pensa la ragazza sorridendo. – se Emily mi vedesse qui con loro, le prenderebbe un infarto..* in effetti, i ragazzi sopraggiunti sembrano davvero appartenere ad un clan di delinquenza. *vergognati, Rose.- si rimprovera.- non si giudica mai dall’ aspetto!* ma subito dopo, in seguito ad un’altra occhiata, riflette sul fatto che, comunque, non sono agnellini ed angioletti. Anzi.

Uno di questi scapestrati, pieno di orecchini e tatuaggi, si avvicina a Tom con fare confidenziale e gli dà una pacca sulle spalle. *e ti pareva che non lo conosceva, lui..*  pensa, irritata… chi sa quanti tipi così conosce il suo ragazzo.. I due chiacchierano animatamente tra di loro e pattuiscono sul premio del vincitore: come aveva anticipato Harry, è di 500 dollari.

Alcune ragazze appartenenti al gruppo appena entrato si avvicinano a Rose, osservandola come se fosse un esemplare raro di una specie in estinzione: la specie delle ragazze senza tatuaggi invasivi e senza orecchini sparsi per il viso. La specie delle ragazze con i capelli che non sono tinti totalmente e gli occhi che non sono colorati dalle lenti. Una specie davvero rara, in effetti.

“ehi… e te chi sei?” chiede una di loro con i capelli corti, sparati in aria e dal colore blu intenso.

“Rose, piacere.”

“chi ti sbatte?” domanda un’altra avvicinandosi a Rose. Il sorriso della ragazza si spegne subito. “prego?” chiede, augurandosi di aver capito male.

“chi ti sbatte?- ripete quella.- chi ti porta a letto??” a Rose iniziano a formicolare le mani ma fa appello al suo autocontrollo.. al suo famosissimo autocontrollo. “il mio ragazzo è Tom.” Risponde.

“diamine…- commenta un’altra.- m’hanno detto che ci sa fare…”

“sì, infatti un giorno mi sa che ci vo a letto pure io..” concorda quella dai capelli blu.

“carine, non so se avete capito..- si intromette la giovane, iniziando ad innervosirsi.- ma Tom sta con me.” conclude puntando il pollice verso se stessa.

“e allora?- domanda un’altra appena arrivata. – e per quanto poi?”

“già per quanto?- ripete una- le storie di Tom non durano più di un mese…Tom gioca con tutte, adesso sta giocando con te. Quando si stancherà del tuo..- si sofferma un attimo ad osservare il fisico ben proporzionato e slanciato di Rose.- corpicino… ti lascerà, è normale…”

“non è vero.- si oppone Rose con sicurezza.- io e Tom ci amiamo..”

“tze!- risponde una con i capelli color arancio.- Tom e l’amore non vanno d’accordo..”

“già, sono su due binari diversi! Tesoro…- dice prendendo Rose sottobraccio.- guardati intorno.. ti sembra che Tom sia il tuo principe azzurro?? Queste sono le sue amicizie, questo è l’ambiente che frequenta…non farti troppe illusioni, io lo dico per te. Molte c’hanno sofferto davvero tanto.”

“già.- commenta quella con i capelli blu.- Tom è il classico bastardo di cui non bisogna innamorarsi..”

“Ehi Rose!” il diretto interessato arriva proprio in quel momento, sottraendo la propria ragazza da quel turbine di cattivi pensieri ed dubbi atroci. “Rose, tutto bene?” La ragazza solleva il viso da terra e sorride debolmente. *e se avessero ragione…?* pensa. Tuttavia scaccia immediatamente quei cattivi pensieri: i loro baci, le loro effusioni.. non può essere tutto finalizzato a portarsela a letto.. non può essere.. non deve essere…

“Rose parlo a te, ci sei????”

“sì… si, dimmi..” risponde lei, scacciando definitivamente quelle congetture dalla propria mente.

“và a cambiarti, giochiamo contro di loro..” Tom indica un gruppetto di cinque ragazzi alti come colossi.

“mm.- commenta lei.- mi sembra di trovarmi sul seti di ‘Speace Jeam’ solo che noi non abbiamo Michael Jordan..” Tom scoppia a ridere poi, senza alcun preavviso, le prende il viso tra le mani e le bacia affettuosamente le labbra. “sono contento che tu sia qui..” sussurra.

“non mi hai dato molta scelta, mi pare..” risponde lei, ironica. “ma hai avuto una bella idea.. giocare a basket mi rilasserà..”

“ben detto!! ti voglio grintosa ed arrabbiata!!” A Rose, quella sera, non mancano certo motivi per essere grintosa e soprattutto per essere arrabbiata. Tom lo afferra subito e, scherzando, dice. “magari più che grintosa che arrabbiata..”

 

Le due squadre sono schierate e l’arbitro è un tizio sulla cinquantina che sembra davvero non entrarci nulla né con un gruppo né con un altro. Osservandolo, Rose nota che sembra quasi un tizio comune, normale. Tom sorride lanciando un’occhiata all’arbitro e poi a Rose. Sa che la ragazza è pervasa da un forte istinto moralista e , ripensandoci, ha fatto proprio bene a non svelarle che l’arbitro è un vero arbitro del mestiere che, non avendo voluto accettare inizialmente, era stato rapito e minacciato con un coltello alla gola. No, Rose non avrebbe capito.

La ragazza si aggiusta i lacci delle sue scarpe da tennis mentre il suo cuore, come sempre prima di ogni competizione, inizia ad accelerare. È vestita con una maglietta a giro manica grigia e i pantaloni neri che le arrivano più o meno al polpaccio; Tom le aveva assicurato che il locale sarebbe stato ultrariscaldato. In effetti dentro il palazzetto è davvero molto caldo e anche gli altri componenti delle due squadre sono vestiti con abiti leggeri, per lo più magliette a maniche corte e pantaloni che nemmeno arrivano alle ginocchia. Intanto che aspetta il fischio iniziale, Rose si fa parecchie domande:come hanno fatto a noleggiare il palazzetto,per esempio, a trovare un arbitro… ma dato uno sguardo al pubblico che sta sulle tribune e ai loro avversari, si convince che è molto meglio non saperle affatto, certe risposte.

Ripensa agli avvertimenti che le hanno dato Tom, Dawson, Harry e Michael. Il loro, non è il basket che si vede in tv, che si studia nei manuali di ed. fisica o che si applica come sport. Giocano a basket, ma non ci sono falli, ammonizioni. Sono ammessi spintoni, sgambetti, pugni.

*speriamo bene…* pensa la giovane.

Finalmente il fischio iniziale: la partita comincia.

L’abilità di Tom, c’è da dirlo, non ha eguali;  sembra proprio un ghepardo  che sfreccia da  una parte e l’altra del campo cimentandosi in palleggi, tiri, stoppate e canestri così perfetti e professionali, da far venire i brividi. Ma anche gli altri se la cavano bene, soprattutto quelli della squadra avversaria. Rose, tra quella bolgia di malfamati,  è proprio  simile ad  un angelo finito per caso all’inferno; un angelo, comunque, che in ogni caso si dà da fare. La sincronia e l’empatia tra lei e Tom è percettibile in maniera straordinaria. In qualsiasi punto del campo si trovino, i loro sguardi riescono sempre a trovarsi e a capirsi al volo e, dato che non ci sono schemi né playmaker, né guardie, né pivot , né ali, a fare la differenza è proprio quel capirsi al volo, quell’ anticipare le mosse dell’altro.

La partita è nettamente a favore di Tom &Co e questo sta iniziando ad innervosire parecchio gli avversari che iniziano ad adoperare molta più violenza nel loro gioco.

Rose riceve elegantemente un lancio da parte di Dawson , rubando il pallone all’avversario, proprio sotto il suo naso. Quello, infastidito, le si avventa contro con una spallata che la fa cadere a terra.

La giovane non fa neanche in tempo a rendersi conto di trovarsi a terra che, appena rialzati gli occhi, vede Tom , incazzato come una bestia, che urla contro il ragazzo che aveva avuto l’ardire di alzare un dito contro la sua ragazza. Se il primo pensiero di Rose è “vai, Tom, spaccagli la faccia!!” subito dopo il suo buon senso viene a galla e, rialzatasi, si mette tra i due. “ehi, Tom dai..-  sorride al ragazzo con quel sorriso che, da solo, sarebbe capace di far sospirare chiunque.- non è il caso, non mi sono fatta niente, davvero..”

Tom si acquieta quasi subito e annuisce, dopo averle regalato un bacio in fronte.

La Lucia della situazione che calma un Renzo facile all’ira.

Sì, ma se al personaggio Manzoniano servivano promesse, lacrime e preghiere per convincere il focoso ragazzo a non uccidere don Rodrigo, a Rose, per tenere sotto controllo gli impulsi omicidi dell’amato, basta solamente un sorriso. Come Elena che, nonostante abbia fatto sputare sangue a Menelao e famiglia per ben 10 anni, alla fine riesce a non farsi uccidere semplicemente slacciandosi il vestito..

Tutta questione di fascino, forse.

Molti canestri dopo, la partita termina e, com’era annunciato, i vincitori sono proprio Tom e l’allegra brigata.

“IUU!” urla la ragazza saltando tra le braccia dell’innamorato. Il quintetto si scambia abbracci e complimenti sotto gli occhi invidiosi e incavolati degli altri, comprese le smorfiose piantagrane.

Incassato il premio (anche Rose prende la sua parte, ovviamente) il gruppetto si congeda e, dopo essersi cambiati e coperti, i cinque ragazzi si ritrovano proprio all’entrata del palazzetto ove c’è un gran viavai di motorini, moto ed auto che partono sollevando un mare di polvere.

“sei stata mitica, Rose.- si complimenta Michael.- giochi veramente bene..”

“grazie, ma la verità è che siete tutti davvero molto bravi…”sorride la giovane, stringendosi a Tom, in groppa alla moto nera e rabbrividendo per lo sbalzo di temperatura tra dentro e fuori.

“ok, raga, allora alla prossima, ok?” si congeda Tom e, dopo una marea di saluti, la loro moto parte per la volta di una destinazione sconosciuta. “ti sei divertita?” le chiede Tom mentre guida.

“moltissimo.- risponde lei.- ora mi sento meglio.” Il ragazzo sorride, contento di aver saputo trovare quello che bisognava a Rose, questa sera.

I due giungono nei pressi di casa Sandecker, ma la moto di Tom non prosegue verso l’abitazione di Rose, bensì devia verso un piccolo parco che entrambi conoscono e chiamano con il nome di “Parco dei Diamanti.” Rose corruga la fronte vedendo quella novità, ma non dice nulla. Il suo ragazzo ha sempre il potere di stupirla, qualsiasi cosa faccia..

La moto si arresta e i due giovani smontano. “perché mi hai portato qui??” domanda la giovane sospirando.

“perché devo dirti la sorpresa del nostro capodanno, no?” sussurra Tom, sapendo benissimo, il bastardo, di accenderla all’ennesima potenza, con tutti questi misteri.

Mano nella mano, i due giovani si addentrano nel piccolissimo ritaglio di verde del quartiere e, su iniziativa di Rose, si siedono su una panchina. “allora???” domanda la giovane, tutta emozionata.

Per un attimo, e non sa bene perché le vengano in mente questi pensieri proprio ora, le tornano in testa le parole di quelle streghe. Il suo sorriso si spegne leggermente ed osserva Tom, che sta cercando qualcosa nel suo borsone, con occhi diversi, che si sforzano di essere i più oggettivi possibile.

*Tom ma mi ami davvero??? Oh, ti prego non puoi prendermi in giro… * pensa e viene risvegliata da quell’oblio di tristezza solo dalle parole dello stesso ragazzo che, avvicinatosi a lei, le sussurra:

“voglio che l’anno che sta per iniziare sia il più bello della mia vita.. quindi, perché non iniziarlo nel migliore dei modi?- Rose, anche se un po’ intristita dai suoi dubbi, pende letteralmente dalle sue labbra.- chiudi gli occhi.”

Emozionata, la ragazza obbedisce.

Tom ne approfitta per baciarla qualche istante poi, raccomandandole di nuovo di non aprire le palpebre, le mette qualcosa in mano. “aprili, ora.”

Gli occhi verdi di Rose si spalancano quasi subito e si trovano vicinissimi a quelli azzurri del suo ragazzo. Dopo qualche attimo, abbassa lo sguardo per vedere cosa ha in mano.

Non può crederci.

“UN BIGLIETTO AEREO DI ANDATA PER… PARIGI????” urla la ragazza alzandosi in pedi, al colmo della felicità.

“una settimana a Parigi.- spiega il ragazzo.- io e te.. a Parigi.. che ne pensi??”

Rose si maledice per tutti i suoi orridi dubbi.. quale ragazzo le proporrebbe una cosa del genere se non spinto dall’amore??? Urla di gioia e subito vola tra le braccia dell’amato, stringendolo con tutta la passione e la foga di cui è capace. Tom contraccambia l’abbraccio con slancio.

“Ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo!!- dice Rose a raffica, continuando a stringerlo forte. – sarà l’inizio di anno più bello della mia vita!!!” conclude staccandosi da lui per poterlo osservare negli occhi.

“ho avuto una bella idea, allora..” sussurra Tom ad un passo dalle sue labbra.

La giovane non trova altro modo di rispondergli se non baciandolo appassionatamente. Dopo una buona dose di effusioni, baci, carezze, i due ragazzi rimangono ad osservarsi, muti, entrambi persi l’uno  nello sguardo dell’altra. È Tom ad interrompere quel silenzio carico di complicità e lo fa mentre le accarezza i capelli, con uno sguardo così dolce che farebbe sciogliere il polo nord.

“ti amo, pasticcino…”

Rose sorride e, anche se non vorrebbe, una lacrima di gioia scivola via dai suoi bei occhi verdi.

 

 

Fine ottavo capitolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** BUGIA.. O MANCATA VERITA' ? ***


Ciao a tutti…

Ciao a tutti…

Questa volta, però, sono stata abbastanza puntuale con l’aggiornamento, no?

Va be, proprio puntualissima no perché in teoria il giorno in cui dovrei aggiornare sarebbe il lunedì.. però…

Vi lascio al capitolo e, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!!

 

Ciao Franca!!!

Tom angelo o diavolo? Bah.. chi vivrà vedrà…

Ti ringrazio davvero tanto per i complimenti!!! Lucia (personaggio manzoniano) mi è sempre stata un po’ sul cavolo, quella similitudine mi è uscita dal cuore!

Un bacio!!!!!

 

Ciao Damynex!!!

Grazie millissime per i complimenti!!! Mi raccomando fammi sapere cosa ne pensi anche di questo, ci tengo! Scusami per gli errori di battitura… purtroppo ho poco tempo per scrivere e quando lo faccio, scrivo di getto… mi sembra di aver riletto con attenzione, ma sono sicura che qualcosa mi sia scappato pure stavolta!!

Un bacio!!!

 

Ciao Aly!!!!

Purtroppo questo chap non tratta della loro vacanza a Parigi, desolata.. per quello devi attendere ancora un po’… ti ringrazio moltissimo per i complimenti!

Un bacio!!!!

 

Buona Lettura,

Diomache.

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

CAPITOLO IX:  BUGIA.. O MANCATA VERITÀ????

 

 

 

A volte quando ci innamoriamo abbiamo gli occhi completamente bendati di fronte alla realtà.

E questo è un male.  Perché non ci rendiamo conto di quanto essa sia pericolosa.

 

La luce tenue del sole pomeridiano filtra tra le tende ricamate illuminando la stanza. È una comunissima camera addobbata con uno stile essenziale, tipico di quelle ragazze che, una volta decise a buttare via le Barbie, si liberano di qualsiasi cosa ricordi loro l’adolescenza e l’infanzia. Uno stile totalmente opposto a quello di Rose ma, si sa, il mondo è bello perché è vario.

Le quattro ragazze si trovano all’interno di questa piccola stanza dominata da chiacchiericcio , quando il telefilm che stanno guardando si fa palloso, o di estremo silenzio quando le immagini le tengono incollate e mute alla tv. Rose siede lunga sul letto di Adrienne insieme a questa ultima, che sgranocchia un pacchetto di patatine, mentre Susy si trova sulla poltrona d’acqua della proprietaria di casa e Hudson è lunga sul tappeto e si fa perno con i gomiti per tenere il volto alzato da terra, a pochi cm dall’apparecchio televisivo.

“noo….-mugugna di protesta la nostra Rose vedendo che la puntata, come sempre, termina nel punto cruciale.- ma così non vale..”

Hudson allunga la mano per spegnere la televisione e, voltatasi verso le amiche, inizia a fare le sue mille riflessioni sulla puntata appena trasmessa, cimentandosi in mille anticipazioni.

Quando l’argomento concernente il film si esaurisce si crea un silenzio tra le quattro ragazze. Ma Rose sa che non sarà ancora silenzio per molto. Nonostante si stia mordendo la lingua, dal primo momento in cui ha messo piede a casa di Adrienne, sa benissimo che non resisterà ancora per molto. *zitta.. zitta.. zitta…* pensa ardentemente ma poi.. “Raga!!- esplode attirando l’attenzione su di se. *ecco lo sapevo…*pensa subito dopo maledicendo la sua lingua lunga. Ora ha tutti gli occhi puntati contro e non può certo fare marcia indietro.- vi devo raccontare una novità..” inizia.

“allora??- domanda Susy, avvicinandosi.- non ci  tenere sulle spine, che cos’è?”

Mordendosi leggermente il labbro inferiore, Rose, eccitata ed emozionata, spara: “TOM MI HA INVITATO A PASSARE IL CAPODANNO CON LUI A PARIGI!!!”

Subito tutte le altre si mettono ad urlare e la abbracciano, congratulandosi con lei.

“diamine, ma è stupendo!!- esclama Adrienne.- tu e lui a Parigi!!!”

“è meraviglioso!!!- urla Susy- ma perché certe fortune capitano solo agli altri?????”

“e..- domanda Hudson, molto più razionale di tutte loro messe insieme.- che cosa ne penseranno Emily e Formy…?”

Il sorriso dipinto sul volto delle altre giovani si spegne immediatamente. La giovane riprende: “cioè, voglio dire.. è una cosa bellissima, per carità, ma loro che ne penseranno??”

“Hudson sei patetica!- reagisce Susy lanciandole uno sguardo sbieco.- devi sempre rompere le uova nel paniere!”

“no, ragazze, calma.- interviene Rose.- Hudson ha ragione… lo scoglio di Emily e Formy esiste ,purtroppo ,e non è nemmeno possibile pensare di superarlo facilmente..”

“secondo me il problema non si pone.- inizia Adrienne mangiando ancora le patatine.- hai 21 anni e fai come ti pare..”

“non è così facile.- la contraddice Rose iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli.- sono molto apprensivi da quando i nostri genitori sono morti. Mia madre ha incaricato Emily di prendersi cura di me.. non mi lascerà andare se non è tutto in regola..”

“a posto, allora!- esclama Susy alzandosi stizzosamente.- rinuncia al tuo uomo per loro!”

“ehi, io non voglio perdere Tom, che discorsi sono, Susy!- esclama la ragazza, leggermente risentita.- io non voglio farli preoccupare, tutto qui.”

“Rose io credo che tu dovresti spiegare bene la situazione ad Emily.. vedrai che accetterà e ti lascerà andare..” espone il proprio punto di vista Hudson.

“ma siamo pazze???- dice con enfasi Susy, indignata.- e se Emily decidesse che non va bene e non la lascerebbe andare??- Rose sospira e alza le spalle: bella situazione, davvero.- e poi non credo che sia questo il caso di parlare.. totalmente.. di Tom ai tuoi familiari..” Susy sfoggia uno dei suoi soliti furbeschi e a Rose inizia a venire la pelle d’oca. Le idee di Susy sono terribili.

Terribili, perché sono sempre quelle giuste.

“che vuoi dire, Susy?- si oppone Hud che ha già capito dove vuole andare a parare.- che non dovrebbe dire ad Emily e Formy che tipo è Tom? Be, secondo me, è sbagliato! Se Rose, pur ammettendo che Tom è un tipo.. particolare… spiegasse loro quanto lei desideri andare con lui, sono sicura che Emily capirà..”

“la verità.- si intromette Adrienne, con la bocca piena.- è che Tom è un delinquente. Il problema secondo me è: faresti davvero bene ad andare con lui?”

Rose scatta subito: “Adrienne, io lo amo!”

“sì, ma non è quel tipo di cui fidarsi a prima vista e partire con lui, dopo appena una settimana che state insieme, non ti pare?”

“anche questo è vero!!!” esclama Hudson con uno sguardo vittorioso.

Rose, ancora a gambe incrociate sopra la trapunta rosa di Adrienne, sospira profondamente e abbassa il capo verso il basso. Questo sì che è un problema increscioso. All’inizio, presa dall’entusiasmo, non aveva pensato affatto a questo lato della medaglia.

“devi scegliere.- continua Adrienne appallottolando il pacchetto di patatine, finalmente vuoto.- se ragionare col cuore o con la testa.”

La ragazza si passa una mano fra i capelli. “amo Tom da impazzire. Ma forse lo conosco davvero troppo poco per poter fare un viaggio del genere con lui. Senza contare che, se parto, farei preoccupare tantissimo Emily e Formy ..…”

“Una stupida, ecco quello che sei!” l’aggredisce Susy, con fare saputo.

“Non essere sciocca, Susy.- risponde Hudson, invece.- Rose è una persona matura, sa che non è bene fidarsi totalmente di un ragazzo appena conosciuto..”

Eccole là: Susy l’istinto, Hudson la mente. È sempre stato così.

Si posizionano ai due lati di Rose, iniziando entrambe a strattonarla chi per un braccio chi per un altro.

“Allora deve rinunciare al suo amore per Tom, secondo te!- attacca Susy- e chi ti assicura che avrà ancora un’occasione così!”

“NOO!- protesta Hudson.- e poi chi sa quanti viaggi potrà fare con lui quando il loro rapporto sarà più… maturo.. più forte…”

“tze!- esclama l’altra, rivolgendosi a Rose.- se dai retta a lei, non dovresti andare nemmeno al viaggio di nozze!” la battuta strappa un sorriso all’interessata e Susy, forte di quel piccolo consenso, va avanti.: “e poi se non lo passa con te il capodanno, cosa farà?”

“primo: ci rimarrà malissimo.- risponde Rose, ripensando all’entusiasmo di Tom quando le aveva fatto quella proposta.- e poi, chi sa, magari, preso dalla stizza, potrebbe decidere di partire comunque..”

“perfetto, allora.- ribatte la mora, sarcastica.- a Parigi Tom potrà trovare un alveare di api regine che gli svolazzeranno intorno mentre tu starai qui a ragionare..”

“Tutto ciò è assurdo.- ribatte Hudson, scostandosi i ricci dal volto.- loro due si amano… non si tradirebbero mai! Gli uomini sono bastardi, lo so, ma Tom sa che per Rose non venire costituisce un sacrificio e la rispetterà, ancora di più, per questo!”

“Sì, anche Arianna diceva la stessa cosa prima che Teseo la abbandonasse su un’isola!”

“Però poi Teseo ha pagato, per questo affronto! Gli dei l’hanno punito facendogli dimenticare di issare la vela bianca e suo padre Egeo è morto!”

“E ad Arianna che importa se il vecchio c’ha lasciato le penne? L’unica cosa che conta è che è rimasta sedotta ed abbandonata su un’isola dimenticata da Dio!”

“adesso basta!”urla Rose, sfinita da quei continui ragionamenti. “possiamo starne a discutere per ore tanto non giungeremo a nulla! Sono tutte ipotesi, tutti ‘se’ senza significato. Le decisioni importanti vanno prese in fretta, no?”

Inizia a camminare lentamente per la stanza, cercando le parole per esprimere quello che prova, poi si ferma e dice: “voi avete ragione. Thomas Bishop non è la persona più raccomandabile di New York e io lo conosco davvero poco. Questo lo so. Ma so anche un’altra cosa.- si interrompe un attimo fissando lo sguardo verso il pavimento, poi lo rialza verso di loro e riprende.- so che devo correre il rischio. L’amore è rischiare, non vi pare? Bene, io so questo e mi basta. So che se non rischio e non parto con Tom per Parigi.. me ne pentirò tantissimo..”

Susy si alza di scatto e l’abbraccia forte, imitata, due secondi dopo, anche dalle altre. Hudson, nonostante le sue perplessità, non può che essere d’accordo. A volte dimentica che quando è l’amore a parlare, la ragione deve tacere.

“oh raga mi fate commuovere!- esclama ironica Adrienne.- allora, come pensi di fare?”

Rose sorride in modo scaltro, si volta verso Susy e chiede: “Susy, la tua idea?”

 

Michael osserva statico il bicchiere di whisky mezzo vuoto.. o mezzo pieno che dir si voglia, con aria pensierosa, scura, tirata.

Le voci che ha sentito in questi ultimi giorni non gli sono piaciute affatto; sempre più teso, fa un altro sorso del suo whisky. Si trova da El, il bar che lui e i suoi amici frequentano sempre. Dawson e Harry stanno rimorchiando due belle ragazze, il tedesco fuma, Tom deve ancora arrivare. Sa che si è messo in testa di partire, di lasciare New York con quella ragazza che ha appena conosciuto, quella Rose della partita di basket. Sì, molto carina, ma pagarle una settimana a Parigi, gli sembra eccessivo. A parte questo, non è il periodo giusto per partire e anche Thomas lo sa. Le notizie che corrono non lo rassicurano affatto.

Ad interrompere il flusso delle sue riflessioni è un boato all’interno del bar e un applauso accompagnato da risate e festeggiamenti.

Si volta: è Tom. Nonostante tutte le sue preoccupazioni è contento di vederlo e anche Tom sembra pensarla allo stesso modo perché evita un po’ tutti gli altri e si dirige, con un sorriso smagliante, accanto a lui; prende il suo bicchiere, ne fa un sorso e scoppia a ridere esibendo il suo bellissimo sorriso. Michael lo abbraccia con slancio.

“vecchia spugna, sempre a bere ti trovo!”

Michael scoppia a ridere: “anche tu, però, non te la cavi male!” dice indicando la lattina di birra che Tom ha nella sinistra. Lui segue il suo sguardo e commenta:

“oh, sciocchezzuole.. tu invece ci vai giù forte, eh?”

“che ti devo dire..   l’alcool ti aiuta a non pensare..”

Tom esibisce uno sguardo falsamente addolorato: “oh amore.. non fare così.. ci sono io qui con te…” Michael si asciuga teatralmente gli occhi e, con voce altrettanto melensa, ribatte: “stringimi ..”

La gag è seguita da tutto il bar che scoppia a ridere insieme ai protagonisti. Harry propone un giro di birra, il tedesco un altro, Dawson un altro ancora. Molti giri di birra dopo, Tom, vestito di jeans e maglione bianco, apre l’argomento: “lo sai, vero, che sto per partire..”

Michael annuisce e, benché non voglia angosciare l’amico, non può non dirgli delle voci che ha sentito. “Tom faresti bene a non andare.”dice subito e allo sguardo interrogativo e anche un po’ stizzito dell’amico, replica: “ho sentito voci che non mi piacciono per niente..”

“voci.. appunto..” lo interrompe Tom, con una voce piuttosto contrariata.

“non fingere che non ti importi, nulla!- sbotta il ragazzo riccio.- se Jarod ha qualche riserva ad ammazzarti in America, all’estero non si farà certo problemi!”

Tom, annoiato, sospira facendo un sorso dal suo bicchiere. “ ti fai troppi problemi. Anch’io voglio fare la pelle a Jarod, questo è sicuro. Ma non voglio rinunciare ad un capodanno con Rose, a Parigi..”

“è più importante quella ragazza che la tua stessa vita??” esclama inorridito l’altro.

“non esageriamo.- risponde Tom, cauto.- però io a lei ci tengo davvero tanto…”

Michael sospira, appoggiando definitivamente il bicchiere sul bancone. “ma che avrà di così speciale questa Rose?” il suo tono, tuttavia, non è affatto inquisitorio o polemico. È intenerito e comprensivo. “dove vi siete conosciuti?”

“non ci crederesti mai. – risponde quello, ridendo.- ti ricordi quella mattinata in cui ti dissi che sarei andato in biblioteca?? Be, l’ho incontrata lì.. avresti dovuto vederla quel pomeriggio..” dice con un tono sognante.

“l’hai conosciuta per sbaglio, quindi..”

“già… e sai che ti dico? È stato lo sbaglio più bello della mia vita..”

 

La televisione accesa continua a ripetere alcuni servizi giornalistici a cui, però, nessuno della famiglia è assolutamente interessato. Emily, di spalle, si concentra sui piatti da lavare, Formy sparecchia e Rose che, con Novaly sulle ginocchia, sfoglia un giornale. Di tanto in tanto, i suoi occhi verdi si sollevano dalla rivista e si soffermano sulle figure dei suoi due parenti, entrambi impegnati nelle loro occupazioni. Se non ci fosse la televisione accesa, sarebbero immersi in un silenzio teso e innaturale.  Sospira per l’ennesima volta e si concentra di nuovo sul giornale, aiutando Novaly a girare le pagine. Non ha ancora trovato il coraggio di dire loro della vacanza a Londra.  Eppure domani dovrebbe partire; non può aspettare oltre.

Prendendo il coraggio a due mani, si schiarisce la voce ed inizia. “voi che cosa fate a capodanno?”

Emily mugugna un niente mentre sistema le stoviglie al loro posto e Formy alza le spalle, taciturno.

“eddai.. non ci credo che non fate niente..” riprende la giovane cercando di far sbloccare i due che, evidentemente, hanno litigato di nuovo per essere così tesi e di malumore.

“ti ho detto di no, Rose.- interviene sgarbatamente sua sorella.- tuo cognato non vuole spendere altri soldi!”

“certo che non voglio spendere altri soldi!- esclama Formy smettendo di spazzare il pavimento della cucina.- dopo tutto quello che abbiamo speso per quella vacanza ti pare il caso di..”

“ma è capodanno, Formy!!- inizia ad urlare Emily.- non fare il tirchio a capodanno!!”

Rose capisce che se non interviene subito per ristabilire l’ordine quei due inizieranno a litigare per bene e lei non potrà dire la sua novità. Anche se, per la verità, il momento non è proprio dei migliori.

“ehm ehm.- si schiarisce la voce per attirare l’attenzione generale. Quando i due si voltano verso di lei, riprende.- sapete cosa faccio io, invece? Vado a Londra con le mie amicheeee!!!” urla la giovane con entusiasmo.

Entusiasmo, che, però, non si trasmette anche agli altri due perché rimangono tesi e zitti. Poi Emily rompe il silenzio: “che cosa???- chiede ironica.- dov’è che vai tu??”

“A Londra.- risponde tranquillamente.- io, Hud, Susy e Adrienne ci spariamo una settimana nella metropoli più caratteristica d’Inghilterra, che ve ne pare??”

Eccola qua, la grande idea di Susy. La mora ha architettato un bel piano, non c’è che dire: ha organizzato una vacanza a Londra insieme ad Hud e Adrienne per coprire quella di Rose a Parigi. Be, niente male. Emily e Formy avrebbero avuto delle riserve comunque, ma farla partire con delle amiche è un conto, con un ragazzo che conosce appena (e che loro giudicano un malfamato, anche se bellissimo…)è un altro.

“a Londra??- si sblocca dopo un po’ la sorella.- e come mai???”

“e con quelle scalmanate!!!- sbotta Formy, contrariato.- vorresti andare in vacanza con quel branco di irresponsabili, cretine..”

È impressionante notare come quei due vanno d’accordo solamente quando devono schierarsi contro di lei.. davvero subdolo.

“tu considera che la più sana in quel gruppo è proprio Rose, pensa un po’!” ribatte Emily, mani ai fianchi, rivolta al marito.

“sono tutte brave ragazze.- ribatte Rose, un po’ contrariata da quei giudizi negativi.- e poi pagherei tutto io, voi non dovete sborsare un soldo!”

“e con quali soldi vorresti partire??”

“con quelli che ho guadagnato questa estate lavorando giorno e notte in quella bettola di un bar!” ribadisce la giovane che riesce a malapena a soffocare il suo sorriso scaltro. 

“e dove andrete a stare? E l’aereo?”domanda Formy  agitato come un genitore alla notizia che suo figlio 14enne va in gita per tre giorni; con la differenza che lui non è un genitore e Rose non è una adolescente. La ragazza vorrebbe farglielo notare ma preferisce tacere, temendo di ferirlo: sa quanto Formy tenga a lei, quasi come ad una sorella.

“è tutto a posto!- assicura sorridendo.- ti ho parlato, Emily, della cugina di Susy che si trova a Londra?- domanda retoricamente. Sa benissimo che non ne ha mai parlato alla sorella, semplicemente perché questa cugina non è mai esistita.- be, ha invitato Susy a passare al capodanno da lei e ha esteso l’invito anche a noi..”

“e questa cugina vi ospiterebbe?” domanda la sorella, senza fare obiezione alcuna sull’esistenza di questa ragazza.

“certamente, altrimenti non ci avrebbe invitato.- commenta lei.- è un’occasione unica, non pagherò un centesimo d’albergo!”

“ma in una città che non conosci affatto, potrebbe essere pericoloso!” esclama Emily, angosciata.

“Susy è stata parecchie volte a Londra.- mente in maniera quasi spudorata.- e poi c’è la cugina che ci farà da guida! Insomma, non ci sono nemmeno problemi di lingua!”

La discussione continua.  Formy dà sfogo a tutta la sua abilità di convincimento, appoggiato dalla moglie che, gesticolando, inizia ad elencarle una lista infinita dei vantaggi del capodanno newyorkese rispetto a quello londinese. Ma, nonostante la passione che i due mettono nel parlare, entrambi sanno benissimo quanto impervia e faticosa sia la loro impresa di persuasione.

È difficilissimo far cambiare idea a Rose, quando si mette in testa una cosa e la vuole veramente, non ci sono ostacoli per lei.

È dotata di uno spirito critico, polemico e di un’eccellente oratoria grazie alla quale confuta tutte le argomentazioni di Emily e Formy che cercano di dissuaderla, fino a ridurle a niente e a dimostrare di avere ragione, sempre. È una bella qualità, senza dubbio, ma è a dir poco disarmante.

Sfinita, Emily, passatasi una mano tra i capelli, sospira. “e va bene, vai a Londra.”

La ragazza si alza e corre subito ad abbracciare la sorella, ultracontenta per il risultato ottenuto.

“grazie Emily..”sussurra, poi si allontana dalla stanza, per andare a preparare i bagagli per la partenza.

Rimasti soli, la donna si volta verso il marito, comprendendo di essersi lasciata uscire di bocca l’ennesimo consenso. “ma come fa ad incantarci sempre?” domanda retoricamente e l’uomo, davanti a lei, si limita ad alzare le spalle,sorridendo.

Giunta in camera, la ragazza richiude velocemente la porta dietro le sue spalle. In fondo al suo essere, sente una piccola vocina che la rimprovera duramente per le cavolate dette agli unici parenti che le sono rimasti. Li ha ingannati scorrettamente, ha risposto alla loro fiducia con una bugia. Sì, ma forse, pensa, non è una bugia così enorme.

Una mancata verità, forse. Infondo lei parte per l’Europa, questo è certo. Poi, la meta e la compagnia muta tra la realtà di Rose e quella di Emily e Formy, ma una basa di realtà oggettiva c’è comunque. E poi Emily e Formy non l’avrebbero mai lasciata andare con Tom, mai.

Come dire, “il fine giustifica i  mezzi??”no, non le è mai piaciuta questa espressione.

Le piace di più appellarsi ad un principio socratico come:  “il sapere è conoscere quando è bene fare questa o quella azione, che diviene buona in quanto so che, ora, è bene farla.”

Ed ora è bene mentire, ne è sicura.

Compiaciuta dalla giustificazione che ha trovato, afferra subito il cellulare e, freneticamente, compone il numero del suo ragazzo.

“allora?” domanda quello appena apre la chiamata.

“l’hanno bevuta.” Risponde esibendo un bellissimo sguardo da cerbiatta.

 

Il vento gelido dell’alba entra attraverso la finestra leggermente spalancata. L’uomo rabbrividisce in maniera quasi impercettibile: il suo volto è stato allenato all’imperscrutabilità. Osserva, con un ghigno malefico dipinto in volto, la foto scattata appena qualche giorno prima.  La allontana leggermente da sé, volendo, quasi, osservarla meglio. I suoi occhi color miele si concentrano in maniera quasi maniacale sulla figura del ragazzo che, mano nella mano con una giovane, passeggia per Broadway. Corruga la fronte, mentre osserva la giovane accanto a lui: è una bella ragazza, alta, solare.

Incupito da un dubbio alza la cornetta del telefono, che si trova sulla scrivania del suo ufficio, e compone il numero. Attende qualche secondo poi una voce rispettosa e scattante risponde: “pronto?”

“ho visto la foto.- risponde Jarod continuando a fissare l’immagine.- chi è lei?”

“Rose Sandecker. Ha 21 anni ed abita..”

“precisamente, in che rapporti è con Thomas?”

“stanno insieme. Lei è la sua ragazza..”

“siamo proprio sicuri che lei gli stia a cuore?”

“senza dubbio.- risponde il complice.- è la cosa più preziosa che ha..”

“dove si trova in questo momento la ragazza??” domanda Jarod mettendo a fuoco i particolari del volto di lei.

“sono insieme, in viaggio per Parigi. Resteranno là una settimana, circa.”

Il volto di Jarod si contorce in un sorriso disumano. “perfetto.” Sussurra.

“che dobbiamo fare, Jarod?” domanda l’uomo all’altro capo del telefono.

Un ghigno demoniaco e soddisfatto si dipinge sul volto di Jarod, mentre si porta alla bocca il suo sigaro. Finalmente ha l’occasione che attendeva da anni, finalmente Thomas Bishop la pagherà cara. La sua voce è così cupa e profonda che sembra provenire direttamente dall’inferno. “uccideteli.”

 

L’alba inizia lentamente a colorare il cielo americano, così limpido e sereno da sembrare quasi trasparente. Il cielo inizia ad assumere un colorito rosa e arancione finché un sole grintoso ed impertinente inizia a farsi strada in quel cielo sgombro di nubi.

In quel preciso istante suona la sveglia infallibile di Rose ma la ragazza, invece di mugugnare e girarsi infastidita dal lato opposto, in uno scatto è in piedi, riuscendo perfino a non intrecciarsi con il lenzuolo. “Buongiorno!” grida alla gatta, prendendola in braccio in maniera del tutto euforica.

Poi si dirige velocemente in bagno e ,dopo aver urlato per l’acqua freddissima di ogni mattina, così fredda che nemmeno in montagna se ne troverebbe di più gelida, corre ad indossare i vestiti che aveva già preparato la sera precedente. Euforica, canticchia tra se e se, una canzone di Celin Dion mentre infila i pantaloni a pinocchietto di jeans, che le arrivano fino al ginocchio. Sotto questi mette un paio di anfibi neri, bellissimi, mentre sopra indossa una maglia di cotone rosa e, sopra ancora, una di lana dello stesso colore ma di quelle che chiamano “scalda cuore.”

Emily si appoggia allo stipite della porta e lo osserva sorridendo dolcemente: “è tutto pronto, quindi..”

“già” risponde sorridendo, con un coinvolgimento che sembrerebbe un po’ eccessivo, per una vacanza con le amiche. “vado bene così, secondo te?” domanda poi la giovane alla sorella, mentre controlla la propria immagine allo specchio. È innegabilmente bellissima e anche Formy, appena sopraggiunto, glielo conferma. Rose sorride intenerita e due secondi dopo vola tra le braccia dei due parenti.

Ad interrompere l’abbraccio è il suono di un clacson che suona impetuosamente, proveniente dalla strada. “mi raccomando, Rose, stai attenta!!!- le raccomanda Emily mentre osserva la sorella minore andare nella camera della nipote e baciarla affettuosamente in fronte.- e stai sempre attenta, non dare troppa confidenza a chi non conosci e..”

“sì, Emily, ora devo andare, però..”

“e se chiama Tom in questi giorni, che gli devo dire??”

Rose soffoca una risata, mordendosi la lingua. “di chiamarmi al cellulare.” Dice abbassando lo sguardo e prendendo il suo borsone. Rose non è la classica ragazza che si porta un quintale di roba, la sua parola d’ordine è: essenzialità.

“Rose… occhio, eh?”le mormora Formy, mettendo una mano sulla spalla destra della giovane, con uno sguardo sinceramente in apprensione. Una nuova punta di risentimento assale la giovane ma, fortunatamente, il nuovo suono del clacson la incita ad andare. “be…vado..” dice emozionata, caricandosi la bretella della valigia sulla spalla… una borsa enorme che sembra dover spezzare da un momento all’altro, la sua spalla, magra.

Dopo gli ennesimi saluti e le ennesime raccomandazioni, vola giù per le scale rischiando un paio di volte di rovinare a terra, per quanto corre veloce. Sana e salva giunge accanto all’auto ove l’aspettano le amiche. Rose posiziona la valigia nel portabagagli, poi si posiziona nel posto accanto al guidatore. Il suo arrivo è sottolineato da un coretto di urla. “e brava la nostra Rose!” l’accoglie Susy, al posto di guida.

Anche le altre le fanno i complimenti per questa avventura che ha avuto il coraggio di vivere, di questo treno che non si è lasciata scappare.

La ragazza, dal canto suo, freme di contentezza e, nervosa, inizia a giocare con una ciocca di capelli. Quando l’auto si mette in moto, apre il finestrino e si sporge per salutare Emily che, come prevedeva, è alla finestra.

Per qualche istanti i suoi occhi verdi si fanno lucidi e tristi e le viene quasi in mente il pensiero di fermarsi, di abbandonare tutto.

“pronta?” la voce di Hudson la riporta con i piedi per terra.

“sì.” Risponde lei. Il pensiero di prima è subito svanito all’idea che Tom è lì vicino, ad aspettarla.

 Non appena l’auto termina di percorrere la via e svolta, la sua andatura diminuisce e poco dopo si arresta davanti ad un negozio di intimo, come pattuito. Rose, emozionata e felicissima, si volta verso le amiche ringraziandole per la loro copertura (anche se non è una gran fatica dover andare in vacanza a Londra, avevano dovuto mentire anche loro ) poi, con il cuore che le scoppia nel petto, esce dall’auto.

Rimette il borsone a tracolla e si avvicina all’auto nera parcheggiata lì accanto, una bellissima jaguar. Come si avvicina, il finestrino di quell’auto si abbassa con un rumore metallico e compare il volto di una persona che conosce fin troppo bene.  Il cuore nel petto della donna si arresta: Dio mio.. quanto è bello…

“posso darle un passaggio, signorina?” domanda il ragazzo esibendo il suo sorriso irresistibile.

“mm.. non lo so..- si finge pensierosa- mamma e papà mi hanno sempre detto di guardarmi bene dagli estranei..”

“io vado a Parigi, lei?”

“che coincidenza.- sorride la ragazza.- vado a Parigi, anch’io.” Dice entrando in auto.

I due giovani si salutano con un bacio appassionato. Tom le prende con il volto tra le mani e le bacia la fronte; la sua emozione è così percepibile e Rose vorrebbe piangere di gioia.

“sono così felice che…” le sussurra il ragazzo, non continuando, però, la frase. Ma a Rose non importa. Le basta ed avanza quella mezza dichiarazione perché per un uomo di poche parole, come il suo , è davvero un buon risultato.

 

Arrivati all’aeroporto, iniziano a correre come disperati per non perdere il volo. Corrono tenendosi per mano, cercando di fare il più presto possibile. Pur tentando di non fare troppo casino, la giovane urta ,con il la valigia, una decina di persone che, in una decina di lingue diverse la mandano a quel paese accompagnando l’invito con gesti, però, più che internazionali.

“ma guarda tu questi stronzi…” sibila la ragazza verso Tom che, in risposta, scoppia a ridere divertito.

Finalmente arrivano al check-in e, dopo una lunga litigata fra Rose e un povero dipendente della compagnia aerea (che aveva solo osato dubitare della validità dei suoi documenti) i due giovani entrano nell’aereo e prendono i posti. Tom sta ancora ridendo per l’episodio.

“E finiscila…” lo rimprovera dolcemente la ragazza, sedendosi accanto a lui.

“ma… possibile che non sai parlare in maniera normale…”

“normale?”

“sì.. senza litigare…” continua tra le risa. La giovane sorride, un po’ colpevole.

Tom le accarezza una guancia, sorridendo. “ la mia dolce iraconda..”

“modera i termini..- lo corregge.- io non mi lascio dire iraconda da nessuno!”

il ragazzo posa i suoi occhi blu sulle sue sensualissime labbra rosee e le sussurra all’orecchio, avvicinandosi. “non vedo l’ora di essere a Parigi con te..” mormora sfiorando con le labbra la parte del collo dietro l’orecchio, accanto all’attaccatura dei capelli, lasciandosi inebriare dal suo profumo elettrizzante. Rose percepisce un turbine di emozioni che la avvolgono, mentre sente le labbra del giovane sfiorare delicatamente la sua pelle.

Il momento d’incanto è interrotto quasi subito dall’arrivo di una delle hostess che si posiziona accanto a loro. “ehm ehm” dice schiarendosi la voce. I due giovani si distanziano immediatamente.

“buongiorno, signori!” inizia a cinguettare la donna, completamente rivolta verso Tom che, dopo aver lanciato una breve occhiata a Rose, inizia a darle spago, dando a vedere di pendere letteralmente dalle sue labbra. La giovane osserva incredula il proprio ragazzo cinguettare con quella, mentre sente la rabbia accrescerle dentro.

Rose grugnisce di rabbia, soprattutto vedendo come sorride Tom e come fa lo scemo con quella chioccia. Trovandosi in mezzo ai due, non può sperare di addormentarsi per non sentire le loro chiacchiere, così afferra l’mp3 ed inizia ad ascoltare un po’ di musica a tutto volume. Illusa! Anche se con momenti di piccole pause, le loro risate risuonano cristalline sopra le note di Robbie Williams. *e no, adesso basta!!!- pensa la donna, risoluta.- se Tom vuole mettermi alla prova ha trovato pane per i suoi denti!!!!*

 “allora signore le porto un po’ di champagne??”

“qualsiasi cosa offerta da lei sarà come ambrosia..” risponde Tom sorridendo sornione. Ma la punizione non tarda ad arrivare. Infatti, quasi immediatamente il tacco delle scarpe a punta di Rose si conficca nel piede del giovane. Tom mugugna di dolore e la hostess, preoccupata, chiede: “signore, tutto bene?? Le porto lo champagne, allora??”

Tom sorride di circostanza, cercando di nascondere il dolore. “sì.. vada, vada.”

Non appena la hostess si sporge per andare a prenderlo, però, incomprensibilmente, la scarpa di Rose si sporge dal sedile. La hostess non vede il piccolo ostacolo, tutta intenta ad ancheggiare, e ci inciampa sopra, rovinando a terra.

Tom guada la hostess cadere e, incredulo, si volta verso la propria ragazza che commenta con uno sguardo falsamente pentito: “oops”

“sei terribile..” commenta il giovane, compiaciuto da quella dichiarazione implicita di gelosia, quindi d’amore.

“no.- risponde lei, sfoderando uno sguardo provocante.- molto di più.”

 

Fine nono capitolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** LO SGUARDO DI VENERE ***


PROFUMO DI MENTA

Sorpresa!!!

Avete visto che brava? Ho aggiornato con ben due giorni di anticipo!!

Non vi ci abituate troppo però…

A parte scherzi, questo decimo capitolo per me è molto importante, spero che vi piaccia e che vi emozioni un po’, almeno..

Fatemi sapere, mi raccomando!!! Un bacio a tutti i lettori!!

 

Ciao damynex!!!

Anch’io vorrei sopprimere Jarod, ma devo resistere mi serve come personaggio purtroppo.. ma ti assicuro che presto ci vendicheremo!! ;-)

Mi raccomando dimmi che ne pensi di questo chap,

un bacio!!!

 

Ciao Franca!!!!

Sai che mi hai dato proprio un bel suggerimento?? Ho un’ideuzza che già ha iniziato a frullarmi in testa…. La leggerai nei prox capitoli…

Grazie ancora per i complimenti, mi raccomando, fammi sapere riguardo questo chap,

un bacio!!

 

Buona Lettura,

Diomache.

 

 

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

CAPITOLO X :  LO SGUARDO DI VENERE

 

 

“Bella..

lei mi porta via con gli occhi e la magia..

e non so se sia..

vergine o non lo sia..

c’è sotto Venere,

la gonna sua lo sa!!”  Notre Dame de Paris.

 

 

La voce di uno dei dirigenti della compagnia aerea annuncia il loro arrivo a destinazione. Rose si stropiccia gli occhi e sbadiglia silenziosamente, accoccolata alla spalla muscolosa del suo ragazzo.

“mm..- mugugna.- ho dormito?”

“leggermente..” risponde lui accarezzandole i capelli, mentre la vede sorridere. La ragazza si raddrizza e si sistema i capelli. “finalmente siamo arrivati.- esclama.- non vedo l’ora di vedere Parigi..”

“be, tra  poco la vedremo..”

Gli occhi verdi della giovane si posano qualche i stante sul finestrino e sul paesaggio ancora pieno di nuvole che si vede oltre il vetro. Quando era piccola pensava che tra un continente e un altro ci fossero molte differenze. Ma non solo quelle evidenti come le differenze culturali, storiche ecc.. Credeva che fosse diversa l’aria e persino il cielo e le nuvole.. scoppia a ridere ripensando alle sue fantasie di bambina e, guardando le nuvole europee, pensa che almeno in quello, l’America e l’Europa sono simili. Dopo circa una mezz’oretta, atterrano.

Recuperano i bagagli e Tom si affretta subito ad accendere il cellulare per chiamare un taxi.

Rose si guarda intorno, posando gli occhi sulle persone, sulle insegne luminose, in una lingua che non è più la propria. La differenza di lingua è la prima cosa che sente ma non ne rimane infastidita o disorientata, anzi. Lei parla molto bene il francese e sentirlo attorno a se, parlato in una pronuncia che non può non essere che perfetta, non può certo infastidirla. 

Il taxi arriva e Rose e Tom vi salgono immediatamente; Rose si mette sul posto accanto al conducente e comunica, in un francese apprezzabile, la via che devono raggiungere. Durante il viaggio, i due giovani si scambiano commenti sul paesaggio che vedono sfilare velocemente sotto i loro occhi. Porzioni e sfumature di paesaggio, in realtà, perché il taxi va talmente veloce che possono vedere ben poco di quello che c’è fuori.

Finalmente il taxi sgomma sulla strada asfaltata e si ferma con una frenata improvvisa, non appena arriva in prossimità dell’hotel. La frenata è così brusca che Rose, seduta sul sedile accanto all’autista, sfiora il vetro anteriore con la testa, pur avendo ben allacciata la cintura.

“lei è pazzo!- ruggisce. Non può credere che esista qualcuno che guida peggio di lei..- mi ha quasi fatto spaccare la testa, ma chi le ha dato la patente, Paperoga?”

L’autista sbuffa e si rivolge a Tom in un francese quasi dialettale: “ragazzo, paghi e si porti via la sua donna…” Rose scende e sbatte la portiera. Come inizio non c’è male.

Anche se non ha capito proprio tutto, Tom crede d’aver intuito quello che voleva dire l’uomo.

“tipetto difficile, eh?”commenta l’autista, inforcando una sigaretta.

“si, senza dubbio. Ecco i soldi. Ma si fidi, lei uno giorno finirà in galera.” Dice scendendo.

E detto da un delinquente…

Pochi passi dopo arrivano all’hotel che Tom ha prenotato per la loro vacanza. “les aventures” un bellissimo cinque stelle extralusso. “Tom, è bellissimo..” sussurra Rose osservando la facciata del palazzo.

“mai quanto te..” risponde il giovane mentre la guida all’interno. L’interno del locale è quasi più lussuoso della facciata. La giovane rimane letteralmente folgorata da questo bellissimo ambiente per ricconi, colmo di suppellettili costosi e un arredamento da togliere il fiato. Così bello, che inizia anche a sentirsi a disagio,un pò fuori posto. Forse è normale, lei non appartiene affatto a tutto ciò.. istintivamente si volta verso Tom, che si è diretto alla direction per avere informazioni sulla loro camera.

Tom è parte di questo mondo, del mondo dei ricchi, dei benestanti. Eppure lei con lui non si sente a disagio, mai. Forse l’amore è capace perfino di superare l’imbarazzo che potrebbe crearsi tra due persone così diverse, anche socialmente.

Sorride, mentre vede il ragazzo che torna verso di lei.

“vieni, ci accompagnano nella nostra camera..” le annuncia.

Un uomo di mezza età vestito di tutto punto come gli altri, in quel posto, si fa avanti reggendo un paio di chiavi collegate ad un portachiavi dorato dalla forma classicheggiante.  “venite, prego..”

Dopo poco si trovano davanti ad una porta, colorata di un bel marrone lussuoso, molto lucido.

“les voilà.” Dice l’uomo consegnando loro le chiavi.

Augura ai due giovani una buona permanenza, quindi se ne va, inghiottito dagli sfarzosi corridoi. 

La giovane sente un brivido percorrerle la schiena quando Tom apre la porta della loro camera. Come si immaginava, è bellissima, sontuosa. Ma quello che più la emoziona è che è la LORO camera. Il suo sguardo cade quasi impulsivamente sul letto enorme e principesco… per un attimo si immagina lei e Tom rotolarci sopra .. si accorge che sta vistosamente arrossendo e si dirige ,imbarazzata, verso l’enorme portafinestra della stanza, dalla quale filtra una marea di luce.

“qui è incantevole..” sussurra fissando lo sguardo verso l’esterno.

“ti piace, allora...” le domanda Tom abbracciandola da dietro.

“come può non piacermi!- esclama.- guarda!”la giovane indica la sagoma un po’ lontana ma così imponente e romantica allo stesso tempo, della Tour Eiffel. 

“andiamo a vederla questa sera? Ho sentito che al primo piano c’è un buon ristorante, potremo mangiare lì!” propone il ragazzo intuendo i pensieri della giovane.

“oh Tom, sarebbe stupendo!!” esclama la ragazza, entusiasta dell’idea.

“allora è deciso. Senti, io credo che mi andrò a noleggiare una moto.. non possiamo spostarci una settimana in taxi!-esclama Tom posizionando le valigie ad un lato della stanza.- mi raccomando, fatti trovare pronta per quando arrivo…” le avverte dolcemente, con il suo solito bellissimo sorriso.

“va bene..” sospira lei, gettandosi sul letto. “ a dopo..”

Prima di uscire, gli occhi azzurri del ragazzo cadono sulla sagoma di Rose che si stiracchia, distesa sul letto. Gli verrebbe l’impulso di richiudere la porta e gettarsi lì accanto a lei, ma poi respinge quel pensiero, quasi con stizza. Tutto vorrebbe meno che fare la parte di qualcuno che pensa non con il cervello, ma con qualcosa di molto più in basso, oppure di far credere a Rose di averla portata a Parigi solo per aver maggiore accesso al suo letto. No, decisamente, no.

 

Il cellulare della donna squilla improvvisamente, destandola dal leggerissimo sonno che l’aveva colta mentre stava ancora distesa sull’enorme letto. “pronto?” domanda un po’ scocciata.

“tesoro, sono Emily!!- risponde una voce scattante, dall’altro lato del telefono.- Allora com’è andato il viaggio?, com’è questa cugina? com’è Londra, raccontami tutto!!”

“Londra????- domanda sconcertata, poi, come un fulmine a ciel sereno, ricorda.- ah, Londra!!! Oh è bellissima, dovresti esserci Emily, veramente romantica!”

“Londra, romantica?”

La ragazza si automaledice: tra tutti gli aggettivi proprio ‘romantica’ doveva prendere??? “be.. ha un suo fascino, diciamo.. comunque l’ho vista davvero poco perché sono andata subito a casa di questa cugina di Susy.. ”

“ah proposito, dammi il numero di telefono fisso così ti chiamo lì e risparmio un po’..”

“il numero di casa?? Oh, be.. guarda continua a chiamarmi sul cellulare.. mi piace di più così..”

“che discorsi sono, è per risparmiare!”

La giovane si alza con il busto dal letto e inizia a camminare: nota, non senza un certo stupore che di fuori non c’è più il sole: è sera. *ma quanto ho dormito…* pensa..

“Rose, ci sei??????” domanda la sorella dall’altra parte.

“sì, Emily, ci sono. Senti, continua a chiamarmi sul cellulare, tanto il risparmio è quasi insignificante e poi potremo parlare in santa pace io e te no?- sembra una domanda ma in realtà Rose non gli dà modo di rispondere.- va be, io allora ti saluto e..”

In quell’istante la porta della camera si apre e Tom fa la sua comparsa, dicendo: “ehilà, Rose, sei pronta???”

“ehi, questo chi è????” domanda Emily dall’altra parte. Rose lancia un’occhiataccia al ragazzo appena sopraggiunto, minacciando di tagliargli la testa con gesto molto esplicito della mano.

Tom scoppia a ridere concitatamente e si dirige in bagno. Intanto la giovane sta sfogliando i suoi neuroni per cercare una scusa convincente e alla fine dice: “è.. il.. fratello della cugina, no? Non ti avevo detto che ha anche un fratello???”

“No, che non me lo avevi detto!! Dì un po’, e come mai tutta questa confidenza se nemmeno vi conoscete??”

“Emily, ci siamo appena conosciuti!! Mi ha chiamato.. – da un veloce sguardo all’orologio.- per chiedermi se ero pronta perché tra poco dovremo andare a mangiare al ristorante…”

“tu e lui????????????”

“noooooooo!!- urla - tutti quanti insieme! Ti ricordo che io sono fidanzata, Emily!! - sentendo che la sorella sta per domandare qualcos’altro, lei ne approfitta per chiudere.- va bene, Emily, non posso far aspettare tutti, ti saluto, ciao ciao.” E blocca subito la telefonata, con un gesto stizzito.

Tom fa capolino dal bagno. “Emily?”

“in persona.- risponde.- mamma mia quanto è assillante!! Riuscirebbe a leggermi anche nel pensiero!!”

“sei tu che non riesci a dire e bugie.. diventi tutta rossa, quando le dici…- ribatte lui.- e poi ti trema leggermente la voce e ti tocchi i capelli in continuazione.”

Rose lo fissa confusa: è la sua descrizione sputata di quando mente, se ne rende conto perfettamente.

Solo che sua sorella, che la conosce da 21 anni, non se ne è mai accorta, lui che la conosce da 16 giorni, sì.

“senti, perché non ti prepari, così andiamo a mangiare qualcosa che sto morendo di fame?” chiede Tom, chiusosi di nuovo in bagno. “se ti sbrighi ad uscire!!” ribatte quella.

In pochi secondi Tom esce, bello, pulito, profumato, affascinante come sempre. La ragazza aggrotta la fronte: ma come fanno i ragazzi a prepararsi in cinque minuti? A lei, come minimo, ci vorranno venti minuti buoni!!!

Trenta minuti dopo, infatti, Rose è ancora chiusa dentro la toilette mentre Tom, dopo aver tentato tutti i passatempo possibili, si è dato a ciò che gli viene meglio: rubare. Precisamente è seduto in ginocchio davanti al frigobar aperto mentre cerca di escogitare un modo per poter prelevare una lattina di birra, senza doverla pagare. Quando finalmente pensa di aver trovato la soluzione ( perdonatemi non la scrivo, qualcuno potrebbe pensare che anch’io ami cimentarmi in queste prodezze.. ) la porta del bagno si spalanca e Rose ne esce, pronta, finalmente.

“ah.. era ora..- sospira il ragazzo chiudendo il frigobar, segretamente scocciato per l’interruzione.- possibile che ci metti ogni giorno un po’ di più?” si volta ma, vedendola, tutte le polemiche vengono messe a tacere. Bella, davvero bella.

La giovane è vestita con un bel vestito che sembra essere adatto sia per una serata di gala, sia per spassarsela in disco. È color panna  e formato da un corpetto stretto, un po’ arricciato e una parte che termina con una gonna che è leggermente svasata. Sotto, un paio di scarpe in tinta con il resto del vestito.  “ti piace?” Il ragazzo sorride in risposta. Egli è vestito in maniera più causal, con un paio di pantaloni neri e una camicia bianca. Splendente anche lui.

La coppia più strana di tutto l’albergo scende velocemente le scale parlando animatamente tra di loro, riguardo i piani successivi della serata.

Giungono alla moto appena noleggiata e Rose non può fare a meno di storcere il naso. Anche se è coperta da un cappotto nero di lana che le arriva fino al polpaccio, il pensiero di viaggiare in moto  la fa rabbrividire. “un taxi per questa sera no, eh?”

“ehi questa moto la stiamo pagando!- gli fa ricordare Tom, con un tono che chiude il discorso.- avanti sali.. male che va, ti scalderò io..”

“ma non hai preso un altro casco anche per me?”

“No, non ce n’erano più.”

“ecco, ci faranno la multa e mi prenderà anche un colpo.” Commenta la giovane sedendosi dietro di lui e cingendogli i fianchi. 

“ma no..” è la risposte ironica di Tom mentre mette in moto il mezzo, davvero molto bello e potente ma non paragonabile a quello in possesso del ragazzo.

In moto e, con una velocità meno sostenuta per via di un po’ di traffico, i due giovani riescono ad ammirare il fascino della metropoli parigina. È buio, certo, ma lo charme francese sembra che emani da ogni casa, da ogni vicolo, da ogni strada. È tutto così affascinante e maledettamente romantico.

Tom, istintivamente, stacca una mano dal manubrio e la posiziona sopra quella di Rose che gli cinge i fianchi. La ragazza, colpita da questo piccolo, romantico, contatto, si stringe di più a lui, accoccolandosi alla sua schiena, mentre il vento (un po’ freddo, c’è da dire ) le scompiglia i capelli sciolti sulle spalle.

“guarda, guarda!” indica improvvisamente la ragazza, facendo sporgere il braccio destro dalla spalla di Tom: davanti a loro si erge l’altissima sagoma della costruzione in ferro battuto più famosa d’Europa: la torre Eiffel. I due giovani ne mirano la sagoma illuminata e bellissima, mentre si avvicinano e questa,lentamente, si fa sempre più grande. Osservano affascinati le bellissime cascate che precedono la grande struttura e, poco dopo, finalmente giungono a destinazione.

Una Rose emozionantissima scende immediatamente dal mezzo, osservando il posto, davvero incantevole.

I due giovani, entrambi emozionati ed eccitati, si soffermano qualche istante ad osservare le piste di ghiaccio create ai piedi della torre, dove già alcune ragazze si stanno cimentando nel pattinaggio.

Si dirigono verso gli ascensori e le scale che si trovano all’interno dei quattro pilastri che sostengono l’edificio. Dopo aver pagato l’ingresso, i due ragazzi si ritrovano nel primo piano della torre, ove è allestito un lussuosissimo ristorante. Rose non può credere ai suoi occhi. Di tanto in tanto si dà qualche pizzicotto sul braccio sinistro per essere certa di non ritrovarsi, da un momento all’altro, tra le coperte del suo letto, con la gatta tra le braccia. Ma no, è proprio tutto vero.

“Bonsoir monsieur, Bonsoir mamoiselle.. ” li saluta cordialmente un cameriere, vestito con un elegantissimo smoching. Tom si fa mostrare un tavolo, parlando con un francese un po’ rude ma, tutto sommato, più che accettabile. I due finalmente si siedono. “Tom, mi sembra di sognare…” sussurra Rose al ragazzo, mentre non fa altro che guardarsi intorno, emozionata. “è tutto bellissimo..”

La mano del giovane, in risposta, si congiunge a quella della ragazza. “ho avuto una buona idea, allora..”

“senza dubbio!!- esclama la donna sorseggiando un buonissimo vino rosso.- che cosa facciamo dopo cena?” domanda con uno sguardo sbarazzino.

“possiamo andare a fare due salti in una discoteca…- propone Tom.- se ti va, ovviamente, altrimenti possiamo restare in albergo, qualcosa da trovare la facciamo..” conclude con uno sguardo malizioso.

“andiamo in discoteca.- ribatte con puro spirito di contraddizione.- la discoteca andrà benissimo.”

È stanca ma, non sa perché, pensare a quello che succederà con Tom nell’albergo, la agita e preferisce ritardare il più possibile il momento in cui si troveranno uno davanti all’altra, soli, nella loro camera. Sente di desiderare ardentemente quel momento, ma anche di temerlo. Due sentimenti così contrastanti che si chiede come sia possibile provarli entrambi, nello stesso momento.

I due giovani ordinano un po’ di pesce arrosto, curiosamente, come quando erano andati a cena la notte di Natale. Quella bellissima serata. Ridendo, riepilogano gli avvenimenti natalizi: quella gallina di Clarisse, quel tango che avevano ballato insieme, la scenata di gelosia di Rose….

Dopo un po’, la conversazione volge, anche se il diretto interessato non se lo sa spiegare, proprio su di Tom.

“tu mi parli così poco di te..- inizia Rose.- io vorrei sapere tutto! Quello che fai la mattina, il pomeriggio..”

“sicura di volerlo sapere?- le domanda il ragazzo. -potrebbe non piacerti conoscere tutto di Thomas Bishop...”

“sono pronta a correre il rischio.” Ribatte lei, avvicinandosi con il volto.  “Tom io non sono una ragazza qualsiasi che preferisce averti accanto e basta. io voglio sapere tutto!! Vorrei che tu  mi parlassi più spesso di te, insomma- Tom distoglie lo sguardo e lei incalza.- dei tuoi sentimenti, per esempio! Voglio sapere se ti batte il cuore quando ti sfioro, se anche tu tremi all’idea di.. dormire insieme…” sussurra, ora è lei ad abbassare lo sguardo verso la tovaglia.

“mi sembra di averti già detto ‘ti amo’, o mi sbaglio?” risponde un po’ seccato. Parlare di se per Tom è terribilmente difficile.

“non mi basta sentirlo una volta per ricordarmelo tutta la vita!” esclama lei.

Gli occhi di Tom si alzano, finalmente, e si puntano su quelli verdi di lei. Quegli occhi polemici, investigatori. “non è facile, per me, esprimere i miei sentimenti. Certo che mi gira la testa quando mi stai vicino, certo che mi batte il cuore, Rose..”

“non sono cose così scontate, Tom.. ho bisogno che tu..”

“mi sembra di dimostrarti il mio amore. Questo viaggio l’ho fatto per noi..”

“lo so.- risponde lei sorridendo.- ma io ho bisogno di sentirlo dalle tue labbra…” sussurra sfiorandogli la bocca con l’indice.  “tu, a volte, ti chiudi..”

“mi dispiace.- risponde il giovane prendendole le mani.- per me è.. difficilissimo parlare di quello che sento. Tu devi pensare che il nostro rapporto è qualcosa di totalmente nuovo per me..- Rose lo osserva attentamente negli occhi.- la nostra storia è così nuova e.. così travolgente…- la ragazza non può fare a meno di sorridere a quella dolcissima dichiarazione, mentre le loro mani si stringono affettuosamente. – che.. a volte.. – si interrompe un istante, sospira, poi riprende.- lo so è difficile da spiegare. Non ti chiedo di capirlo ma di accettarlo..”

“ ti ho capito.”  risponde lei soavemente.

La mano destra di Tom si allunga per accarezzarle il volto ma con il braccio urta il contenitore del sale che si versa sulla tavola.

I due ragazzi si guardano negli occhi, poi contemporaneamente, fanno un gesto di scongiuro.

“non sarai mica superstiziosa?” le chiede il ragazzo. 

“chi, io?”risponde lei negando palesemente l’evidenza “mai stata superstiziosa.”

“bene, nemmeno io.- mente lui.-  Non mi fanno nulla gli specchi rotti.”

“puff!!!- sbuffa.- assolutamente indifferente a quella marsumaglia di credenze stupide! Pensa che io attraverso sempre quando c’è un gatto nero!”

“io di solito li prendo pure sotto.- ammette Tom, ottenendo in risposta uno sguardo omicida da parte della ragazza- per non parlare dei numeri! Chi l’ha detto che il 13 e il 17 portano male, sono due numeri come tanti!”

“ben detto!” approva la ragazza.

La conversazione si interrompe improvvisamente perché sentono che i due fidanzati che siedono ad un tavolo vicino al loro, si stanno agitando e la donna, in particolare, si sta arrabbiando parecchio. Anche se non si dovrebbe, i due si voltano per vedere che succede e colgono proprio il momento in cui la donna molla uno schiaffo al ragazzo, poi si alza e se ne va, ignorando le suppliche del fidanzato.

Quasi meccanicamente, ad entrambi cade lo sguardo sul numero del tavolo: il 13.

“poveraccio..” commenta Rose osservando l’uomo, rimasto solo.

“si ma anche lui.. – aggiunge Tom.- proprio il tavolo 13 doveva scegliere…”

“già.- ammette Rose.- vuol dire proprio sfidare la sorte..”

I due si guardano qualche istante, poi  scoppiano a ridere.

 

La moto si accende di nuovo e, dopo pochi secondi, si allontana lasciandosi alle spalle il bellissimo ( e costosissimo) ristorante nella Tour Eiffel. Curiosa, la donna domanda: “qual è questa discoteca che hai scelto?”

“mah.. mi hanno detto che è la più frequentata di tutta Parigi..”risponde vago.

“speriamo non ci sia una folla pazzesca, allora..”

“ma no.. oggi è venerdì sera, non penso..”

“ci pensi? Domani è l’ultimo dell’anno!!!” esclama la ragazza mentre il vento le scompiglia la capigliatura castana.  Il ragazzo annuisce in risposta.

“hai già pensato a come lo trascorreremo?” domanda, iniziando a fantasticare.

“ci sto lavorando..” risponde, enigmatico, Tom, non volendo lasciar trapelare nessun indizio che possa portare la giovane ad intuire i suoi piani.

Dopo un po’ si fermano davanti ad un edificio illuminato da luci blu e viola. Pur stando all’esterno, sentono il rimbombo della classica musica da disco. La ragazza quasi istintivamente apre la borsa e spegne il cellulare: meglio che Emily non rompa. A parte, è molto difficile che la sorella la chiami alle una e trenta di notte. Per la verità la cena al ristorante era terminata verso le 10.30 ma poi i due giovani, sotto il consiglio di un alberghiere, si erano intrattenuti fino verso mezzanotte e trenta ad ascoltare della musica dal vivo, in francese, ovviamente. Tom si era rotto in maniera incredibile, ma non l’aveva dato a vedere, notando che a Rose, invece, interessava.

Dopo aver pagato l’entrata (offerta per entrambi da Rose, mentre per la cena aveva provveduto Tom) entrano nell’ambiente, affollatissimo e assordante. Appoggiati i giubbotti, i due ragazzi iniziano a ballare tra di loro, fingendo di corteggiarsi sensualmente. Cercano di scambiarsi qualche monosillabo ma la musica altissima non permette loro di capirsi un gran che. 

Ad un certo punto sopra la musica si leva la voce di un giovane che, con un microfono datogli dal dj, urla a squarciagola un “Michelle, je t’aime!!!!!!” Molti si voltano verso una ragazza di colore che subito si porta le mani alla bocca, incredula ed emozionata.

Nella discoteca scoppia un applauso, poi tutti ritornano a ballare incitati dalla musica sempre più forte e se ne fregano dei due che si stanno baciando.

“hai visto che dichiarazione?” domanda ammiccante Rose al suo boy.

“ho visto.- risponde statico. -ma non era un gran che..” aggiunge poi urlando per farsi sentire.

“molto romantica, invece. Alcuni uomini fanno dichiarazioni davvero appassionate.” Pone l’accento proprio sulla parola ‘alcuni’, provocando leggermente il ragazzo.

“hai ragione. Anche la mia, per esempio, è romantica ed appassionata. Che cosa c’è di più romantico e di più appassionante di Parigi?” La ragazza annuisce e sorride in risposta.

La discussione per Rose termina lì ma Tom non è dello stesso parere. Riprende a parlare con un tono che non fa presagire nulla di buono. “C’hai mai pensato? Sono sempre gli uomini a fare dichiarazioni pubbliche alle donne… ma le donne che cosa fanno, in fondo?”

“che vuoi dire????” domanda continuando a ballare.

“dico che tu per me non hai fatto nessuna pazzia.” La provoca con uno sguardo scaltro.

“tesoro.- inizia, ironica.- devo ricordati che ho preso per i fondelli tutta la mia famiglia per essere qui con te??? Tu non hai idea di cosa accadrebbe se, disgraziatamente, scoprissero la verità. Altro che pazzia, io per te sto rischiando la vita!” conclude ridendo.

“oh, ma io lo apprezzo.. però…”

“però..” ripete la giovane mentre inizia ad avere un brutto sospetto.

“però se ti chiedessi di fare qualcosa di pazzo, per me, ora, che faresti?”le domanda provocante, ignaro di aver appena acceso la miccia di una pericolosa bomba.

Rose si ferma. “credi che io non ne sarei capace, vero?” domanda con aria di sfida. Tom, con il preciso intento di stuzzicarla, ribatte. “no, ti vergogneresti troppo..”

“mi vergognerei???” contesta. Tom annuisce. La ragazza si guarda intorno qualche istante, come per trovare l’idea, poi le si accende la lampadina e dice, decisa: “sta’ a vedere … tu non sai ancora con chi ti sei messo, mio caro Thomas..”

Così detto, si dirige con passo felpato verso una cubista, che balla sopra un cubo con al centro un palo. Rose gli urla qualcosa e la ragazza, interrompendo il ballo,  si abbassa per ascoltarla. Allarmata dalle parole che sono uscite dalla bocca vellutata dell’americana, la ragazza francese scende subito dal cubo e si allontana. Preso il coraggio a due mani, Rose vi sale  sotto lo sguardo stupito ed incredulo di Tom.  Quella ragazza è straordinaria...

Vincendo la timidezza e la consapevolezza di avere molti occhi puntati su di se, la ragazza inizia a ballare attorno al palo, puntando i suoi occhi verdi verso Tom e invitandolo a salire con lei. Dopo i primi attimi di reticenza, il ragazzo si muove verso di lei e sale anche lui sul cubo, iniziando a ballare sensualmente con la sua ragazza.

“tu sei pazza… tu sei pazza..” le sussurra mentre lei si esibisce in una sensuale lapdance.

“io sono pazza solo di te..” risponde Rose.

“ma come hai fatto..”

“segreto professionale. Le donne, caro Tom, hanno mille risorse…” sorride enigmatica.

Dopo alcuni momenti di ballo, i due giovani decidono di scendere. Passano alcuni istanti seduti sul divano a chiacchierare, poi riprendono a ballare.

Mentre ballano Tom pensa che la sua Rose sia la ragazza più bella della sala e sembra che non sia l’unico a pensarla così, a giudicare degli sguardi troppo interessati da parte di un ragazzo che non la smette di osservare la sua ragazza e, con precisione, il suo sedere.

Infastidito, cerca di far capire al ragazzo quanto il suo comportamento lo innervosisca. Il giovane, in risposta, inizia anche a sorridere all’indirizzo di Rose che, però, non se ne accorge. Quando poi il ragazzo fa anche per avvicinarsi, Tom decide che è veramente troppo. Soffoca l’istinto di aprire una rissa e di mettergli le mani al collo solo perché aveva osservato la sua ragazza con troppo interesse, e decide di dargli un’ultima chance. 

Conta fino a dieci.

Un tempo di dieci secondi.

Dieci secondi per smettere di fissarla, poi peggio per lui.

“amore, perché sei così serio?” domanda ad un certo punto Rose osservando che lo sguardo di Tom è diventato gelido proprio come quando sta con i suoi amici.

Tom sorride in risposta e la attrae a se, cingendole la vita con le mani, come per ribadire il loro rapporto. Ma è inutile, quel ragazzo non la smette di fissarla.

Tempo scaduto.

Molti, molti, molti balli dopo, Tom e Rose escono dalla discoteca, ridendo allegri. La ragazza si accomoda sul suo solito posto in groppa alla moto, ma Tom si accorge di aver stranamente dimenticato il cappotto all’interno. Quelle che si dicono le coincidenze.

“rientro un attimo, ho dimenticato il cappotto dentro…”

Rose annuisce e attende l’uomo che, poco dopo, è di nuovo lì con lei, anche se un po’ scomposto. “l’hai trovato come l’hai lasciato oppure…?”

“tutto a posto, non è stato spostato di una virgola…” dice posizionandosi e mettendo in moto il mezzo. 

“sai, amore, sono orgogliosa di te!” esulta Rose abbracciandolo da dietro. “hai saputo mantenere il controllo nonostante quel cetriolo non avesse fatto altro che mangiarmi la gonna con gli occhi per tutto il tempo!”

Tom sorride diabolicamente.

“davvero, non lo dico per dire.- continua Rose.- Credevo che gli avresti spaccato la faccia da un minuto all’altro.. invece no.. bravo, hai fatto bene..”

“niente di particolare”

Tom sorride e Rose, per fortuna, non può vedere quel sorriso.

Per fortuna non ha potuto nemmeno vedere il ragazzo con l’occhio nero e il labbro spaccato… forse non sarebbe stata dello stesso parere.

 

(uno dei grandi svantaggi della letteratura  e, invece, uno dei pregi del cinema, è quello che alle scene non si può abbinare la musica. Ho scritto questa parte del racconto –per me importantissima.- ascoltando ‘Angel’ di Robbie Williams. Secondo me è un sottofondo perfetto.. voi che ne pensate?)

 

La chiave gira all’interno della serratura, la porta della camera d’albergo si apre e i due giovani entrano.

Rose inizia a sentirsi sempre più nervosa ed agitata e, per calmarsi, decide di dirigersi verso l’enorme portafinestra da cui può osservare le luci della città ma, per fortuna, anche la bellissima luna piena che illumina il cielo notturno. La fissa intensamente domandandosi cosa accadrà tra poco, cosa deve fare, come comportarsi..  immersa nei suoi pensieri, sobbalza quando sente che Tom le si è avvicinato ed ora è lì, accanto a lei. “ehi…” sussurra lui, stupito da quella reazione.

La camera è avvolta dal buio, illuminata solo dalla luce delicata della luna.
”scusa ma mi hai spaventato…” risponde imbarazzata la ragazza, continuando a non guardarlo.

“sei nervosa?” domanda.

Rose finalmente alza gli occhi verso di lui. Non vorrebbe ma si rende conto che sta tremando. Ma perché fa così??? Lei ama Tom, cos’è che la blocca??? Ripercorre con la mente la prima volta che aveva fatto l’amore ( con un ragazzo di cui credeva di essere innamorata) e poi le altre volte, in sei mesi, con Sean. Mai una volta aveva sentito lo stesso nervosismo, mai una volta aveva provato lo stesso batticuore... Che non sia mai stato vero amore e quindi solo una questione di sesso? Comincia a pensarlo.

“ho paura…” sussurra abbassando gli occhi da terra. “non mi è mai capitato…”

Il ragazzo sorride dolcemente. “anche io.”

“bugiardo…- lo contraddice lei.- con tutte le ragazze che avrai avuto..”

“con nessuna di esse, però, mi tremavano le gambe…” sussurra, alzandole il mento con due dita.

Come se quello che Tom ha appena detto le spalancasse tutte le porte e le cancellasse tutti i dubbi, la giovane sorride, fissando il blu intenso degli occhi del ragazzo.

“Rose io ti desidero.. tantissimo..- continua il giovane.-  ma se non te la senti ..io… posso aspettare,davvero.”

“ma io lo voglio..- il ragazzo la osserva quasi incredulo.- io voglio fare l’amore con te, con tutta me stessa!!” esclama la ragazza, commossa.

“dici sul serio?” domanda Tom ammirando la perfezione dei suoi lineamenti. 

“mai stata più seria.”

Sospirando, il giovane le prende una mano e la appoggia al proprio petto. Sotto le dita, la ragazza sente distintamente il bombare ritmico del cuore. “penso che nessuno ti amerà mai come ti amo io.”

Rose sente gli occhi che le si riempiono di lacrime. “ dici sul serio?”

“mai stato più serio.- risponde Tom sorridendo e avvicinandosi meglio alla ragazza.- ti amo”

Gli occhi lucidi della ragazza si illuminano e il volto, lucente della luce lunare, viene reso ancora più luminoso dal suo bellissimo sorriso. “anche io ti amo, Tom.. e voglio fare l’amore con te, adesso.”  I due giovani si fissano intensamente negli occhi poi, finalmente, le loro labbra si congiungono in un dolcissimo piccolo bacio. Si distanziano, guardandosi profondamente, poi, sorridendo, si baciano di nuovo, questa volta con più passione, con più trasporto.

Lentamente le loro mani  scivolano sui loro corpi, aiutandosi vicendevolmente a spogliarsi. Rose sente un brivido percorrerle la schiena quando sente la zip del suo vestito aprirsi e il vestito color panna, lentamente, scivolarle da dosso finendo ai suoi piedi. Vestita solo con la sua biancheria intima, la donna si muove, tremante, a slacciare uno alla volta i bottoni della camicia di Tom, poi gliela toglie delicatamente e contempla qualche istante il suo fisico asciutto e muscoloso.

La ragazza lo abbraccia ardentemente, mentre sente la bocca di Tom sfiorargli gentilmente il collo e la spalla. Il ragazzo la prende in braccio e la depone delicatamente sulla morbidissima trapunta del grandissimo letto. Ammira il suo fisico allenato, la sua pelle morbida, il suo ventre piatto e il suo sguardo incantevole e sognante che, da solo, farebbe perdere la testa a chiunque uomo.

Un raggio lunare, più ardito di altri, giunge ad illuminare anche il letto dove si trovano i due e, in particolare, si poggia sulla figura di Rose, come il benevolo sguardo di Venere.

La ragazza si alza con il busto e gli bacia le labbra, i lineamenti  del viso, quei lineamenti che a volte sembrano così duri, freddi, distanti e altre, al contrario, così vicini e dolci, come ora. Thomas Bishop, un criminale temuto ma che in realtà lì, tra le sue braccia, non è nulla di tutto questo.

È solo Tom. È il ragazzo che l’aveva corteggiata in quel modo così esasperante, irritante e maledettamente irresistibile. È il ragazzo che la capisce per quello che è, che la apprezza così, con le sue contraddizioni, con il suo nervosismo, con la sua vitalità.. un ragazzo che la ama perché è semplicemente in questo modo. E poi è il ragazzo che le ha fatto perdere la testa, che le ha fatto battere il cuore e l’ha fatta sentire come mai si era sentita prima. Il ragazzo che ama.

I due giovani si amano, prima in modo romantico, dolce, poi con maggiore passione, mentre si stringono convulsamente la mano. Rose si morde le labbra per non gridare e Tom affonda il viso tra i suoi capelli mentre i due giovani toccano, insieme, il cielo e le stelle e quella stessa luna che improvvisamente sembra essere così vicina e così futile rispetto all’intensità del loro amore.

Si ritrovano, molto dopo, tremanti ed emozionati, l’uno tra le braccia dell’altra.  Tom le accarezza i capelli, poi le stampa un dolcissimo bacio in fronte. “è stato meraviglioso..” sussurra

Rose annuisce. “stupendo…” mormora accoccolandosi sul dorso del ragazzo, abbracciandolo teneramente. Socchiude gli occhi, sperando con tutta se stessa di non trovarsi in un sogno, ma sul serio tra le sue braccia.

Tom le alza i viso, per osservarla negli occhi. “sei bellissima…- sussurra, lasciandosi strappare un sorriso da parte della giovane.- e così intelligente che metteresti in difficoltà chiunque..”

“adulatore..- scherza la ragazza sfiorando dolcemente le labbra del ragazzo con le proprie. – anche tu sei bello e..”

“maledetto?” suggerisce Tom con un sorriso. La ragazza approva. “sì, maledetto andrà benissimo.”

Il giovane sospira, mentre le accarezza dolcemente le schiena e Rose si accoccola a lui.

“il mio piccolo pasticcino…- inizia il giovane- non ho mai incontrato nessuno come te.. tu mi fai sentire diverso.. migliore, in qualche modo. Ma ho paura, ho l’impressione di sporcarti, ogni volta che ti tocco.. sei la persona più pura che io abbia mai conosciuto..”

La giovane si alza con il busto per osservarlo attentamente negli occhi. “ è bellissimo..- balbetta con gli occhi lucidi.- è bellissimo quello che hai detto..”

Dolcemente, congiungono le loro labbra.

“non lasciarmi mai..” lo prega lei con quello sguardo così tenero che farebbe commuovere il tedesco in persona.

“mai.” Risponde il ragazzo, quasi ipnotizzato da lei. “mai mai mai mai mai” sussurra baciandola.

Fanno ancora qualche coccola finché, stanchi per la faticosa giornata, si addormentano così, uno tra le braccia dell’altra, forse per la prima volta nella loro vita, felici.

 

 

Fine decimo capitolo.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** DIMMI DI CHI MI SONO INNAMORATA... ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!!!

Mi dispiace per il ritardo ma ho avuto un casino in questi giorni.. avrei voluto aggiornare ieri che era San Valentino, ma niente, mi sono ridotta a postare oggi..

Vorrei salutare affettuosamente tutti i lettori ma in particolare le mie due carissime lettrici: Franca e Damynex grazie mille per le vostre recensioni.. mi raccomando continuate a seguire la storia..

 

Un bacio a tutti e Buona Lettura

 

Diomache

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

CAPITOLO XI:  DIMMI DI CHI MI SONO INNAMORATA..

 

 

 “si Emily, va tutto bene…” risponde la ragazza con il telefonino retto tra l’orecchio e la spalla, mentre, borse alla mano, cammina per il corridoio dorato pestando, con le scarpe da tennis, il bellissimo tappeto di velluto rosso che ricopre il pavimento. “no, non lo so quello che faremo questa sera.. è una sorpresa…- inizia appoggiando le buste di negozi di marca dove ha fatto qualche compera.- abbiamo passato il pomeriggio quasi interamente a fare compere…certo che ho comprato un pensierino anche per voi, che discorsi fai???” sorride ed introduce la chiave all’interno della serratura della camera d’albergo.

La serratura scatta e la porta si apre. La ragazza varca la soglia della stanza mentre ascolta le ultime avventura della sua famiglia, gli ultimi guai di Novaly. Sorride mentre ascolta i pasticci della nipotina, poi alla domanda della sorella che le chiede cosa sta facendo, risponde mentendo, al solito. “sto aspettando che Hudson esca dal bagno, così andiamo insieme a festeggiare il capodanno da qualche parte…”

“ma non hai detto che è una sorpresa??”

“infatti, ma sto aspettando lei perché è lei che ha organizzato tutto per questa sera…” a dirla tutta, non è una bugia così grande e catastrofica. Lei sta aspettando sul serio.. ma non Hud, bensì Tom.

I due si sono divisi quasi un’oretta fa, verso le sette di sera. Avevano appena finito di prendere l’aperitivo in un locale parigino, quando lui le aveva pregato di andare in camera ed aspettarlo lì, dicendo che si sarebbe fatto vivo presto. Rose si è precipitata in albergo subito: i misteri, gli intrighi la accendono sempre. Ascolta, un po’ annoiata, Emily che continua a parlare e parlare quando gli occhi le cadono su una piccola busta rosa appoggiata sulla trapunta del loro letto.

Sorride, prendendola tra le mani.

Si sbriga a chiudere con Emily, usando una scusa qualsiasi; quella che le viene in mente per prima è che la batteria del cellulare si sta scaricando. Emily ribatte, seccata: “per questo ti avevo pregato di darmi il numero del telefono fisso, ma tu niente, eh???”

“ti saluto Emily, tra poco cade la comunicazione.. buon anno..”

“buon anno anche a te, piccola. Un bacio, ciao.”

Rose chiude la chiamata mentre si accorge, diabolicamente, che ha ancora quattro tacche sul cellulare:batteria carichissima. Pazienza, si dice alzando le spalle, è a fin di bene. Dovrebbe pentirsi di tutte le sue bugie, ma proprio non ce la fa. Tom vale questo ed altro.

Finalmente sola e concentrata, apre velocemente la busta, sperando segretamente che abbia qualcosa a che fare con la sorpresa di cui le aveva accennato il suo ragazzo. Non ha torto. Il bigliettino è scritto in una grafia un po’ frettolosa ma chiarissima, in confronto a quella di Rose.

“ciao pasticcino, il nostro capodanno inizia qui. Per prima cosa voglio che tu apra l’armadio..”

Emozionata, la ragazza si fionda letteralmente sul mobile e ne spalanca le ante. Al suo interno sembra tutto perfettamente normale. Tutto, tranne un’ignota scatola bianca messa una posizione un po’ nascosta.. la ragazza, un po’ tremante, la prende tra le mani e, sedutasi di nuovo sul letto, apre la bustina che si trova fissata sul coperchio della scatola e legge. Questa piccola caccia al tesoro incomincia proprio ad intrigarla. “ma che brava!! Aprila e indossa il vestito che ti ho preparato.. sono sicuro che ti starà d’incanto…”

Curiosa, la ragazza apre immediatamente la busta e solleva ciò che contiene. Ma non si tratta di un vestito mozzafiato, come aveva immaginato, bensì di un bel paio di jeans nuovi di zecca e una maglietta nera molto aderente. Un nuovo bigliettino, molto ironico, c’è da dirlo, la prende leggermente in giro. “amore, non posso comprarti un vestito di Valentino ogni due giorni!”

Rose ride, leggendolo. Meglio così, pensa, infondo preferisce di gran lunga uno stile più sportivo..

Obbedendo al bigliettino, la ragazza si veste con gli abiti che le ha consigliato, mettendo sotto di questi, un paio di comodi anfibi. Va a capire quello che c’ha in testa Tom…poi raccoglie i capelli in una coda di cavallo che sottolinea i lineamenti perfetti e delicati del suo viso. Come se fosse stata cronometrata, Rose si accorge che pochi istanti dopo che ha terminato di truccarsi e di sistemarsi, bussano alla porta. Aggrottando la fronte, va ad aprire. È un cameriere.

“buonasera signorina.- dice vedendola.- ho questo per lei…”conclude porgendole un bigliettino celeste collegato ad una rosa blu. Sempre più emozionata, Rose, sorridendo, li prende in mano e rientra nella stanza. Freneticamente, apre il bigliettino azzurro con la successiva indicazione: “ mia dolce principessa, se scendi c’è una bellissima carrozza che ti porterà dritta dritta al nostro ballo..”

Non pensa minimamente che Tom, con quelle parole, la stesse prendendo per il.. ehm in giro.

La ragazza non se lo fa ripetere due volte e, afferrata velocemente la borsa e il piumino, si dirige correndo, quasi, verso l’uscita dell’hotel attirando l’attenzione dell’affollatissima hall.

Uscita dall’albergo, la giovane si guarda in giro più volte, poi, sconcertata, nota che c’è un tandem posteggiato proprio davanti l’entrata. “no.. non è possibile…” sussurra cercando disperatamente qualcosa che assomigli anche ad un taxi, ad una moto, ad una motocicletta…

“signorina, la devo accompagnare in un posto…” dice un signore avvicinandosi verso di lei.

La ragazza decide di diffidare, chi le dice che questo non sia un approfittatore??

“non mi crede?- la prevede l’uomo con un sorriso vittorioso.- tenga, questo è per lei…” dice porgendole un bigliettino giallo accompagnato da una rosa dello stesso colore.

Rose lo prende dalle mani dell’uomo con un gesto stizzoso e nota, sempre più innervosita, che il bigliettino è solo firmato. “non ha avuto il coraggio di scrivere nulla, il signorino…” borbotta. “alla faccia della carrozza…”

“signorina sale oppure no?” le domanda brusco l’uomo a bordo della bici. Sbuffando, Rose si accomoda al secondo sellino e si posiziona per pedalare. Si sente sia divertita che innervosita da quella buffissima situazione. L’unica cosa che le fa saltare i nervi è pensare alla faccia soddisfatta che starà sicuramente facendo Tom, all’ idea di lei che, con un freddo bestiale, pedala su un rudere , che chiamare tandem è un mega complimento, dietro ad un uomo puzzolente.

Avanzando, si accorge che si stanno muovendo con la bici per strade che non sarebbero transitabili ,altrimenti. Si stanno sicuramente avvicinando verso il centro ove si festeggia il capodanno, intuisce. Ad un certo punto l’uomo smette di pedalare e fa fermare il mezzo ad un lato della strada.

“mi dispiace ma noi ci fermiamo qui, signorina..”le annuncia.

Rose si guarda lentamente intorno cercando di capire più o meno dove si trovano e, in contemporaneamente, cosa l’aspetta ora. Per quanto riguarda il primo interrogativo, è ben presto soddisfatto: sono in una via molto elegante e caratteristica.. per quanto riguarda il secondo non sa se sentirsi eccitata o impaurita.. che avrà pensato quella mente diabolicamente geniale di Tom??

“Rose Sandecker?” la voce di una ragazza di più o meno la sua età, la fa voltare. Rose nota che ha in mano un bigliettino rosa ed una rosa dello stesso colore.

Quindi non può che essere che coinvolta con tutto questo romanticissimo gioco.

“sono io…” dice con un sorriso, constatando che quella ragazza non può rappresentare guai troppo grossi per lei. Be.. si sbaglia.

Il suo sorriso si spegne immediatamente quando la ragazza tira fuori dalla borsa una grossa bandana rosa e, sospirando, dice: “mi dispiace, ma devo bendarti.. me l’ha detto il tuo ragazzo…”

Rose, indispettita, divertita, elettrizzata, prende l’ennesimo bigliettino e lo apre: “l’amore è cieco..”

È scritto solo questo: oltre al danno, la beffa. Accondiscendente come mai lo è stata nella sua vita, la ragazza si lascia bendare da quella giovane che, dopo essersi accertata che Rose non veda proprio nulla, inizia a condurla per quella via che, nonostante fossero circa le otto,è sicuramente abbastanza frequentata a seconda delle voci che sente intorno a lei.

*fortuna che qui non mi conosce nessuno…* pensa.

Continua a procedere alla cieca per la via, svoltando solamente un paio di volte. Dopo l’ennesima curva, sente molta più confusione, molta più vita.

Poi l’andatura della sua accompagnatrice si fa sempre più lenta finché non la induce a fermarsi.

“eccoci, adesso giriamo…” dice guidandola all’interno di qualcosa. La ragazza fa delle scale, sente di essere all’interno ora, perché l’aria pungente, che prima le toccava le guance, è terminata e al suo posto c’è un bel tepore. Le voci intorno a lei si moltiplicano. Si sforza di capire in che luogo potrebbe trovarsi, poi, quando sente la voce di un uomo dire alla ragazza. “l’ascensore è per di là..” è sicura al cento per cento:si trovano in un albergo.

La donna la conduce all’interno di un ascensore che, lentamente, inizia a salire.

“ma dove stiamo andando?” domanda Rose, un po’ scocciata.

“ci siamo, ci siamo..” risponde lei con la voce tinta d’invidia. Il ragazzo che l’ha pagata profumatamente per questa operazione deve essere davvero innamorato cotto. 

Scendono dall’ascensore e giungono davanti ad una porta che, poco dopo, si apre. Sente i passi della ragazza che si allontanano da lei e la porta che si richiude alle sue spalle. Istintivamente porta le mani alla nuca, per sciogliere la bendatura, ma le mani forti ed intimidatorie di qualcuno, la bloccano. “ah ah..” la voce di una persona a lei molto nota. Rose non può fare a meno di sorridere.

“tu sei un pazzo, lasciatelo dire..” sussurra la ragazza sapendo di avere a che fare con il delinquente per eccellenza: Tom.

“vieni, siamo quasi arrivati..” mormora prendendola con una mano e guidandola verso chissà dove.

Rose intuisce che, se si trovano in una stanza, si stanno dirigendo verso una finestra aperta perché sente di nuovo la fresca brezza parigina che le punge la pelle.   

“posso aprire gli occhi, adesso??” domanda mentre avanza nel buio, guidata da Tom il quale sussurra al suo orecchio. “no, non ancora..” 

Ma è questione di secondi perché, pochissimo dopo, Tom la fa fermare e inizia a sciogliere il nodo della sua benda. Liberi, gli occhi di Rose, dopo il primo appannamento, focalizzano il bellissimo paesaggio che si apre davanti a loro: la via dove si festeggia a Parigi il capodanno. È gremita di gente nonostante sia ancora molto presto e lei, elettrizzata, cerca di domandare. “quindi noi..”

“non è come sembra.- la interrompe l’uomo.- tu credi che io ti abbia portato sin qui con tutto questo trambusto per un semplice capodanno in strada? No, mi dispiace, no…” sorride enigmaticamente.

Il cuore di Rose inizia di nuovo battere frenetico.. ma allora cosa….?? Sul volto della donna si dipinge un gigantesco punto interrogativo. Tom si sporge dalla finestra che presenta, sotto di essa, parte del tetto dell’albergo. Si trovano in una sorta di mansarda. “il posto dove passeremo quello che rimane del 2005, è più vicino di quello che credi.. dobbiamo solo raggiungerlo..”

Tom si sporge con il busto e la donna, con un brivido, indietreggia impaurita, vedendo che l’uomo ha intenzione di uscire dalla finestra.

“Tom che cosa vuoi fare?? non vorrai…”

Il ragazzo scoppia a ridere: “avanti, vieni..” dice porgendole le mani.

Rose in risposta fa un altro passo indietro. Le sembra di rivivere quella famosissima scena di Titanic quando Jack chiede a Rose di salire sul parapetto della nave… però quello era solamente un parapetto, non le ha chiesto di uscire da un finestra, dannazione!!!

“senti ho fatto tutto quello che mi hai chiesto ma questo è..”

“Rose dobbiamo solo attraversare il tetto e andare in un bel posto che ho preparato per noi..”

“e dici niente!!!Tom, io soffro di vertigini in una maniera incredibile..”

“ma su, come sei noiosa, non lo sai che la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare?”

dice citando il testo di una canzone italiana che entrambi avevano avuto l’occasione di ascoltare una sera, a cena a Little Italy. Non che capissero così l’italiano, solamente che di solito in quel ristorante davano, insieme al menù, i testi tradotti in americano delle canzoni che avrebbero fatto ascoltare. Geniale, no?

Rose sospira terrorizzata ma leggermente più tranquilla mentre la sua mano si avvicina a quella del suo uomo in maniera del tutto autonoma. “io..”

“fidati..” ripete il ragazzo. Tom dà uno sguardo al tetto. “ed ora, voliamo..” dice mettendo una gamba fuori dalla finestra e appoggiandola al tetto. A Rose quelle parole suonano troppo da suicidio ma preferisce non pensarci.

*chi sa cosa penseranno quelli di sotto,vedendoci su un tetto!!* pensa la giovane ma, contemporaneamente, si rende conto che non gliene importa assolutamente niente.

Il ragazzo esce completamente anche con l’altra gamba ed è,ora, completamente in piedi sul tetto. La guarda con quell’aria bastarda e tremendamente affascinante che gli appartiene e Rose non può far altro che seguirlo. Tremando, mette una gamba fiori e appoggia il piede sul tetto. Sorretta ed aiutata da Tom, in pochi minuti è pure lei in piedi sul letto obliquo. “dimmi che è un posto stabile..” Tom elude la risposta, dicendo“vieni..”

La ragazza, serrando gli occhi per non guardare giù, si muove a piccoli passi aggrappata stile edera al suo ragazzo. “apri gli occhi, Rose…” le sussurra ad un certo punto il ragazzo. La ragazza obbedisce e vede davanti una sorta di enorme balcone scavato all’interno del tetto, coperto però.

Ai lati la vista del suo interno è velata da alcune tende rosa che, leggere, danzano al ritmo del vento notturno.

Non riesce a credere a quello che vede e quando giunge a destinazione tira un profondo sospiro osservando che le sorprese non sono certo finite. Tutto all’interno è illuminato da candele la cui fiamma danza in maniera appena percettibile, a terra sono sparsi petali di rosa e altri fiori mentre, ad un lato, si trova un bellissimo pianoforte a coda nero lucido.

“che te ne pare?” domanda Tom anche se è fin troppo consapevole di aver lasciato senza parole la ragazza amata.

Rose si volta verso di lui, incredula, felicissima. “tu hai fatto tutto questo per me??” sussurra osservandolo con i suoi dolci occhi di innamorata.  Tom sorride così dolcemente che a Rose vengono le lacrime agli occhi: “per noi. voglio iniziare questo anno nel modo più bello. Voglio che questo giorno rimanga scolpito nella tua mente per sempre..”

“sarà scolpito nel mio cuore..”

Rose lo bacia con passione e i due rimangono a lungo abbracciati a fissare il panorama che dà sulla bellissima Parigi, tutta illuminata. Dopo un po’ decidono di iniziare la cena, così si siedono sul divano perché in quella specie di angolo di paradiso non c’è nessun tavolo e nemmeno una sedia. Solamente un bel divano dove è appoggiato un vassoio celato da un coperchio.

Tom con aria da gran sommelier, lo scopre rivelando dei comunissimi panini al prosciutto crudo.

Rose scoppia a ridere “bravo, sai che odio il caviale..” dice sarcasticamente; Tom sa che non lo ha mai assaggiato.

Tom prende un panino con il prosciutto crudo e lo addenta accomodandosi meglio accanto alla donna amata e sistemando sopra di entrambi due plaid in modo che non sentano freddo.

Eccitata da quella strana situazione la ragazza scoppia di nuovo a ridere e prende anche lei il suo panino al crudo. Seguono alcuni attimi di silenzio interrotto solo dal rumore delle loro mandibole.

A romperlo definitivamente è Rose che, accomodandosi sulla spalla del suo ragazzo, commenta: “come è bello qui.. solo a te poteva venire un’idea simile, Tom..- dice la donna con gli occhi lucidi.- Tom credo di essere così innamorata.. che potrei fare di tutto per te..”

“attenta che ti prendo sul serio..” scherza il ragazzo, guadagnandosi una gomitata da parte della giovane. “cafone!” ribatte lei. “io ti parlo con il cuore in mano e tu mi sfotti!”

“.. perdonami..” iniziano a farsi il solletico, finché la ragazza, con le lacrime agli occhi, alza le mani in segno di resa. “ti perdono, ti perdono!” mormora tra le risa.

Finiti i panini, i due mangiano il gelato che è compreso nella loro semplice cena. Rose nota che è avanzato un pezzettino di torta gelato e propone di fare un gioco, tanto per animare la serata.

“un gioco?- Tom alza un sopracciglio.- mm, se me lo chiedi così…”

“scemo.- lo rimprovera affettuosamente.- solo che stavo pensando.. è rimasto un solo pezzetto di torta... che ne dici di guadagnarsela?- Tom fa uno sguardo interrogativo e la donna prosegue- con il gioco della verità ad esempio. Io ti faccio una domanda e tu hai due possibilità: rispondere sinceramente e guadagnarti così un cucchiaino di torta o astenerti dal rispondere, ma il cucchiaino di torta me lo mangio io.”

“te l’ha mai detto nessuno che hai una mente contorta?”

“bando alle ciance, comincio io.”Rose prende la fettina di torta avanzata e la dispone tra lei e Tom. I ragazzi si dispongono uno davanti all’altro a gambe incrociate, con la torta nel mezzo. “dimmi..- dice con uno sorriso splendido.- quante donne hai avuto in tutti i tuoi ventitre anni?”

“temo di non poter rispondere: ho perso il conto.”

Sedutastante, gli arriva  un cazzotto sulla spalla.

“niente torta” sentenzia la donna incrociando le braccia.

“come no?- si lamenta Tom avanzando verso di lei con fare provocatorio.- i patti non erano questi, micina..”

“micina un corno!- protesta.- allontanati subito da me… animale..”

Tom scoppia a ridere e si prende, incurante delle sue proteste, il cucchiaino che gli spetta. “ora tocca a me. Adoro i tatuaggi… ne hai qualcuno.. in qualche posto particolare….?”

Rose inarca un sopracciglio: “mm, non rispondo- allo sguardo interrogativo di Tom, replica dicendo.- certe cose bisogna scoprirsele da soli, mio caro Tom.”

“concedimi di essere d’accordo con te… e se permetti vorrei mettermi subito sulle sue tracce…”

“giù le mani! Sono ancora arrabbiata con te! e preparati che la mia domanda sarà pungente e voglio una risposta: sei mai andato in bianco?” domanda con uno sguardo furbesco.

“non rispondo.”

“devo dedurre, forse, che anche tu, il grande seduttore, sei andato in bianco con una ragazza???”

“adesso tocca a me fare una domanda.- evade brillantemente. – sono stato il primo ragazzo ad essere maltrattato, attaccato e.. picchiato da te, oppure hai riservato questo delizioso trattamento anche a qualcun altro??” chiede con uno sguardo divertito e provocante al tempo stesso.

Ridendo, la ragazza risponde: “posso assicurarti che non ho mai incontrato un ragazzo che mi facesse saltare i nervi come hai fatto tu…- sorride.- quindi non ho mai trattato nessuno come ho trattato te. Confesso, però, di essere un tantino irascibile e una volta…”

“una volta?” la incita a proseguire il ragazzo.

“una volta mi è capitato di reagire davvero male. Stavo in palestra e avevo appena finito il corso fitboxe… ero entrata  nello spogliatoio e mi ero tolta la maglietta quando la porta si spalanca ed entra un ragazzo. La prima cosa che ho fatto è mettere in pratica la lezione di poco prima….”

Tom scoppia a ridere. “ e quel poveretto?”

“dopo mi ha detto che era nuovo e non aveva idea che quello fosse lo spogliatoio… che figura..”

“Fitboxe! Ad un tipetto come te dovrebbero impedire di praticare certi sport!!” esclama il ragazzo mentre osserva Rose si prende il suo cucchiaino di torta. Il gioco va avanti e ne emergono dettagli sulla loro vita privata: Tom ha tolto le tonsille, Rose i denti del giudizio, il ragazzo odia nella maniera più assoluta il cibo cinese, la giovane non può soffrire l’insalata russa, Tom adora volare in moto sulla autostrada, giocare a basket, biliardo e la musica rock; Rose, al contrario, ama appassionatamente andare a cavallo, leggere e naturalmente la sua danza classica.

Ad interrompere i loro discorsi è l’improvviso boato proveniente dalle strade parigine, che annuncia l’inizio del conto alla rovescia.

I due corrono subito a sporgersi dal balcone per assistere meglio ai fuochi ed essere, in qualche modo, più partecipi. 10…9…8…7…6…5…4…3…2…1

Rose urla e si getta tra le braccia di Tom.

Un boato si alza dalle strade e  Parigi accoglie l’anno nuovo.

“Buon 2006, amore mio..” grida Rose a squarciagola tanto che crede che tutto il mondo possa udirla ora. Tom fa lo stesso e subito dopo prende lo champagne, lo agita per bene, e lo stappa bagnandosi leggermente. Fa per prendere due bicchieri ma Rose afferra la bottiglia e ne fa un sorso attaccandosi direttamente. Tom scoppia a ridere ma non si tira indietro e fa altrettanto; i due bevono a turno, poi tutto quello che non posso bere iniziano a tirarselo addosso bagnando leggermente i pantaloni di Rose e la felpa azzurra di Tom.

Abbracciati, si godono il susseguirsi dei fuochi d’artificio, in silenzio, come se quello se uno dei momenti più romantici.

Quando anche i fuochi d’artificio terminano, decidono di andare a fare quattro salti in disco. “andiamo!” esclama Rose, allegra e frizzante, afferrando i giacconi di entrambi. Tom la  prende per mano ed insieme fanno il tragitto inverso. Ora la ragazza è molto più sicura e stranamente non ha più paura dell’altezza.

I miracoli dello champagne..

 

“mm… sono stanchissima..” esclama la ragazza cercando nella borsa la chiave della loro camera.

Tom annuisce, sorridendo. Anche il suo bellissimo volto è un po’ segnato dalla stanchezza e i suoi occhi azzurri sono leggermente rossi. Osserva l’orologio: le cinque e quarantacinque. Finalmente la giovane recupera la chiave in quel pozzo infernale della sua borsetta e i due possono entrare.

“finalmente!” dice con enfasi in ragazzo. “pensavo che la povera chiave fosse stata inghiottita dalla miriade delle cose che hai in questa microscopica borsa- focalizza l’attenzione su quella borsa che, effettivamente, è proprio piccola.- … ma come fa ad entrar ci tutto? È piccolissima!!!”

“centra tutto, centra tutto..” risponde Rose, accondiscendente, mentre si siede sul letto, sfinita. Il ragazzo si siede accanto a lei, sbadigliando. “baciami.” Gli ordina, quasi, la ragazza, appoggiandosi alla sua spalla. Tom sta per assecondare quel dolcissimo invito quando un piccolo, insignificante rumore desta la sua attenzione. Si ferma a pochi istanti dalle labbra di lei mentre rizza tutti i sensi.

Rose riapre gli occhi e, vedendo che il volto del giovane improvvisamente si è fatto serio e teso, domanda: “be? Tutto bene?”

Tom dà un ultimo sguardo all’ambiente circostante: gli sembra tutto in ordine, tutto a posto.  Eppure non si sente tranquillo, il suo sesto senso gli impedisce di abbandonarsi alle labbra della ragazza.

“parlo con te, qualcosa non va?” domanda per la seconda volta la giovane, un po’ seccata da quell’atteggiamento.

*ma no..- pensa il giovane. – non sarà niente…* quindi torna a concentrarsi su di lei. “no.. scusami..”

“dimmi la verità, c’è qualcosa che non va?” reagisce lei, con prepotenza. “non trattarmi come una bambina!”

Tom sta per risponderle ma un nuovo rumore, più preoccupante del primo, desta di nuovo la sua attenzione. La giovane non sembra nemmeno notarlo giacché continua a polemizzare contro di lui per il suo comportamento, come se nulla fosse. Poi, improvvisamente, Tom capisce. “giù!” urla prendendo Rose per le spalle e conducendola con se a terra, sul lato del letto.

Un proiettile, veloce e silenzioso, rimbalza sulla parete. Rose, spaventata, grida ma Tom subito le tappa la bocca con una mano. “shh..” le raccomanda. La ragazza, anche se terrorizzata, obbedisce, calmandosi. Lentamente, il ragazzo cerca di rialzarsi ma una nuova pallottola si scaglia nella loro direzione e centra di nuovo la parete dietro di loro. Rose vorrebbe di nuovo gridare dalla paura ma si trattiene mentre osserva il suo ragazzo, molto più freddo e concentrato di lei, smanettare qualcosa all’interno di un cassetto del comodino vicino a loro.

“ma che diavolo fai?” domanda sottovoce mentre sente una seconda scarica di pallottole che viene lanciata verso di loro. Tom non le risponde ma le parole sono veramente inutili ora: Rose vede benissimo che ha tirato fuori dal comodino della loro camera una pistola. Non sta tanto a domandarsi come è possibile che ci sia lì dentro una pistola. La risposta è ovvia: l’arma è di Tom.

Il ragazzo, facendosi scudo con il letto, si sporge per rispondere al fuoco. Rose, tremando, si sporge pure lei, anche se di poco, per vedere chi li sta minacciando. È un uomo armato di una pisola, vestito completamente di nero, con un passamontagna. Lo vede puntare l’arma contro di loro, e si ritira appena in tempo per mettersi al riparo. Tom risponde al fuoco senza esitazione, come se non avesse fatto altro in tutta la sua vita.

In pochi secondi, prima ancora che Rose potesse realmente rendersi conto di tutto quello che sta accadendo, tutto finisce: l’uomo armato cade a terra, con un tonfo.

Il primo istinto della giovane è di alzarsi e di correre verso di lui. “Rose, cazzo, torna qua!” la richiama Tom, ma senza risultato. La ragazza si avvicina all’uomo mascherato, disteso a terra.

“Oddio è morto..” sussurra osservando la sagoma dell’aggressore. Il giovane si rialza dalla sua postazione e, continuando a tenere puntata la pistola contro il sicario, si avvicina. “certo che è morto.- afferma con freddezza.- credi che gli avrei lasciato modo di farci del male?”

“no, guarda è vivo!” esclama improvvisamente la ragazza con un moto di gioia. Subito si inginocchia accanto al ferito e, nonostante le proteste di Tom, inizia ad esaminarlo, per cercare la ferita.

“sei una cretina ma cosa diamine credi di fare?- la attacca il suo ragazzo.- se non è ancora morto, spostati, rimedio subito.” Rose si ferma, bloccata dalla freddezza di quelle parole. Incredula, si volta verso Tom, osservandolo con quegli occhi indagatori, increduli e schifati allo stesso tempo.

Tom non riesce a sostenere il suo sguardo a lungo e, dopo un po’, sbuffa dicendo: “e fa come ti pare!”

“guarda che non aspettavo il tuo benestare.- controbatte lei iniziando col togliere il passamontagna dal volto dell’uomo. – volevo vedere se avevi il coraggio di ripetere quello che hai detto.”

“non fare la moralista se non era per me ti avrebbe riempito di piombo…” si interrompe osservando il volto dell’uomo, svenuto. È uno degli uomini di Jarod. Lo riconosce benissimo. Si distanzia un po’ da loro, sicuro che ormai non ci sia alcun pericolo per la sua ragazza. La giovane ha finalmente trovato il punto in cui una pallottola ha centrato il killer: il braccio destro. Subito si blocca, raggelata da quello che ha scoperto. Per una pallottola al braccio, non si sviene. E altre ferite non ne ha.

“Tom..- sussurra come a cercare il ragazzo accanto a lei, ma niente si è allontanato verso il bagno e la paura gli impedisce di chiamarlo più forte..- Tom!!!” riprova a chiamarlo ma lui, niente, non si volta. Si gira lentamente verso il sicario che, non appena si volta, si rialza velocemente con il busto  e le mette le mani al collo per soffocarla.

Rose, spaventata e presa completamente alla sprovvista, si immobilizza, inizialmente, poi inizia ad opporre resistenza. Ma tutto questo non dura a lungo perché pochi istanti dopo, Tom, accortosi del pericolo, è lì accanto a lei e, con una freddezza micidiale, si scaglia contro di lui, colpendolo con un calcio al fianco. Il killer subito molla la presa ma Rose, libera, non permette certo a Tom di ucciderlo. “fermati!” gli urla quando questo punta addirittura la pistola contro l’aggressore minacciando di sparare a freddo. Il ragazzo, sospirando, sussurra in direzione del malvivente “esci immediatamente di qui, stronzo…”

Il killer, alzandosi, si dirige velocemente verso la finestra e, dopo qualche istante, esce così come era entrato.

“se mi avessi lasciato finire il lavoro, staremo più tranquilli..” commenta subito dopo. “chi ci assicura che non tornerà?”

Rose si passa una mano tra i capelli e, tremando leggermente, si rialza in piedi.

Il ragazzo si rende conto delle condizioni emotive della ragazza, del suo choc e si maledice per la sua freddezza, per la sua totale incomprensione. “dai scusami, io non..”

“lasciami in pace, Tom, lasciami in pace.” Dice dirigendosi velocemente in bagno e chiudendo perentoriamente la porta dietro di se. Quella porta che si è chiusa prepotentemente davanti a lui è un vero schiaffo morale per il giovane che, sospirando, si siede sul letto, poi abbassa il volto appoggiando la testa tra le mani.

Rose si lascia scivolare verso terra. Solo ora si rende conto del pericolo che ha passato…. Ha rischiato di morire. E perché poi? Non era certo una rapina, quell’uomo era seriamente intenzionato ad ucciderli. Ma per quale motivo? Ripensa un attimo alla freddezza del suo ragazzo, del suo sguardo non scomposto più di tanto, della metodicità con cui ha sparato.. come se fosse routine.. e poi come mai aveva una pistola nel comodino? Una pistola!! Ancora fatica a crederci…

Ma perché quei tipi volevano il suo sangue??? Eppure lei non ha fatto mai del male a nessuno e non può essere che qualcuno, improvvisamente, si sia messo in testa di ammazzarla.

Sospirando, abbraccia le ginocchia con le braccia e piega la testa verso il basso. Le è chiaro che quel tizio ce l’aveva con Tom e, implicitamente, anche con lei. Tante domande e tutte senza risposta. Non può restare con quei dubbi, le sue incertezze devono essere chiarite; Tom non può non darle alcuna spiegazione. Ha il diritto di sapere. Si alza lentamente dal pavimento freddo di quella stanza e, ancora tremante, apre il portone che la distanzia dal suo ragazzo.

Vedendola apparire sulla soglia del bagno, il giovane si alza immediatamente dal letto e le si avvicina. “Rose io..”

“io ho bisogno di sapere.” Lo interrompe lei con la voce rotta dalle lacrime.

Il suo pianto fa commuovere pure lui e i suoi bellissimi occhi blu diventano lucidi mentre dice: “tu hai ragione ma.. non so da dove iniziare..”

“inizia a spiegarmi chi sei veramente.- risponde, fredda.- spiegami di chi mi sono innamorata”

sospirando, il ragazzo si dirige verso il letto e si siede, facendole cenno di sedersi pure lei. Anche se un po’ contrariata, la ragazza obbedisce e si siede accanto a lui.

Colta da un moto d’orgoglio, si asciuga subito le guance bagnate mentre attende che Tom inizi a parlare. Il racconto del giovane inizia con un respiro profondo: “avevo solo sedici anni quando partecipai alla mia prima rapina…era una piccola parte: il mio compito era quello di fare il palo, niente di più. Avevo partecipato per gioco, insieme a Michael, per la semplice voglia di andare contro corrente. Ma una volta entrato nel giro è difficile riuscire a ritornare alla normalità.” si interrompe un attimo, distogliendo lo sguardo dal pavimento e posandolo sulla ragazza, cercando, forse, in lei, una conferma. Ma gli occhi di Rose sono distaccati, freddi come non li ha mai visti.

Riprende: “Jarod iniziò ad insegnarci tutto del mestiere. Michael sembrava bravo ma io, come diceva Jarod, c’ero proprio portato. Mi insegnò a non far mai credere agli altri quello che ero, così paradossalmente, da quando ero entrato nella sua cerchia, migliorai anche a scuola e riuscii a diplomarmi a buoni voti. Diventai il suo vice.- sospira, poi riprende.- poi le cose si incrinarono e giurò di ammazzarmi. Ed ora che io e la mia banda ci siamo creati un buon traffico e una buona organizzazione, è tornato alla carica…” conclude riabbassando lo sguardo verso terra.

Poi lo rialza verso la ragazza e ne vede, un po’ sorpreso, gli occhi lucidi e le guance di nuovo bagnate dalle lacrime. Rose tira su con il naso e distoglie lo sguardo.

Dunque così stanno le cose. Il ragazzo di cui credeva di essersi innamorata non esiste affatto.

Pensava che Tom fosse un po’ un briccone, un ragazzo fuori dalle righe, non un delinquente nel senso stretto del termine. Si rende conto di quanto lo abbia idealizzato a volte; forse è un po’ colpa sua… avrebbe dovuto saperlo guardare con più oggettività, cercando di staccare la spina del cuore.

E invece no, c’è cascata. Si innamorata di un disonesto, di un ladro, di un criminale!! Sente su di se gli occhi di Tom che sembrano implorarla di dire qualcosa, di arrabbiarsi, di urlare. .

Invece lei rimane immobile, con l’aria affranta, delusa,silenziosa.

“be ora sai proprio tutto di me… - riprende lui, con un tono un po’ più distaccato.-  io sono così. Non sei obbligata a rimanere, se te ne vuoi andare, quella è la porta.”

La ragazza si alza  immediatamente al letto e si dirige a passo sicuro verso la porta della stanza.

Il ragazzo la osserva, addolorato. Vorrebbe alzarsi e fermarla ma non ha il coraggio di farlo: non può, non deve intromettersi. A volte bisogna saper fare un passo indietro, saper rispettare la libertà e la volontà dell’altro. Per il bene della ragazza che ama, deve lasciarla libera di andare.

Rose mette la mano sulla maniglia, decisa. Ma  non ha il coraggio di abbassarla, si blocca.

Si rende perfettamente conto di essere ad un bivio e sa fin troppo bene che quella è una di quelle scelte che cambiano tutto. Se esce da quella porta sarà per sempre. Ma cosa la aspetta, se veramente fa forza sulla maniglia, la abbassa e se ne va dalla loro stanza d’albergo?

La aspetta la sua vita. Il suo lento e ripetitivo tram tram quotidiano: la danza, l’università, i soliti problemi. Una vita senza Tom. No, non ce la fa. Non può rinunciare a lui. La sua mano si ritira dalla porta e la ragazza si volta verso Tom. Lo vede, in piedi, volto verso l’enorme porta finestra della camera dell’albergo, da cui filtrano i primi timidi raggi solari.

Decide di fare la cosa più giusta, di staccare di cervello, di pensare con il cuore.

Non può non tener presente il suo racconto, la sua confessione.. ma le cose possono cambiare. Sì, con lei Tom potrebbe addirittura cambiare.

Sorridendo, corre verso il suo ragazzo e lo abbraccia di slancio da dietro. Tom, un po’ scosso e assolutamente impreparato, quasi perde l’equilibrio. Si volta immediatamente, mentre sente nell’animo il sentimento più forte che abbia mai provato… osserva la sua ragazza, che gli sorride, mentre continua ad abbracciarlo. “ma..” sussurra, incredulo.

“io non ti lascio..- risponde Rose.- ti amo troppo per lasciarti..”

Tom la stringe con tenerezza, sincerità. Non avrebbe potuto mentirle, e ora sa che Rose ha capito. La accarezza con le sua mani che purtroppo sono state sporche di sangue, cerca di tranquillizzarla con i soli gesti, di farle capire che a lei non farà mai del male. “non…hai proprio nessun dubbio?”

“oh si, tanti.- gli confessa lei.- forse sto facendo la più grande sciocchezza della mia vita…- il ragazzo si perde letteralmente nel suo splendido sorriso.- ma questo è quello che voglio fare ora.. perché ho deciso che tu vali la pena di correre il rischio..”

Il ragazzo le asciuga la pelle bagnata dalle lacrime con i pollici. “le tue parole sono bellissime…io temevo che non ti avrei più rivista… mi sono sentito morire..” le sussurra baciandole la fronte.

“sono qui, ora.” Risponde lei.  “Abbracciami..”

i due si stringono dolcemente mentre la mente della ragazza riflette sull’approvazione della sua famiglia riguardo la sua scelta. No, probabilmente, no. Ma si accorge che non le importa.

Lei vuole Tom, ora.

Mentre continuano ad essere abbracciati,lo sguardo di Tom cade sulle pareti ammaccate della stanza d’albergo…le pistole, con il silenziatore, non avevano praticamente fatto casino ma i proiettili rimbalzati sul muro, quelli avevano lasciato delle tracce ben difficili da cancellare.

“Rose.- chiede distaccandola un po’ da se.- oltre Parigi, quale capitale europea ti piacerebbe visitare?” la ragazza,ora completamente illuminata dalla luce solare, aggrotta la fronte. “vorresti lasciare Parigi? E perché?” Tom le fa un cenno verso le pareti rovinate.

“ci chiederanno un sacco di soldi per il risarcimento. Invece, scivolando velocemente fuori secondo un mio trucchetto, e volando via verso un’altra città risparmieremmo un mucchio di soldi...”

La ragazza, ridendo, si allontana da lui. “eh no! Troppo comodo mio caro!!! Io voglio vedere ancora Parigi, quindi vedi di sborsare qualche soldino perché io non mi muovo dalla Francia!! Chiaro?”

Dal suo bellissimo sorriso determinato Tom capisce fin troppo bene che insistere sarebbe inutile. Povero il suo portafogli…

Abbracciati, rimangono ancora a fissare il cerchio solare arrampicarsi caparbiamente sul cielo.

L’alba.

L’alba del 2006. La prima alba dell’anno nuovo.

Di un anno nuovo.- pensa Rose, sorridendo,- e, forse, chi sa, anche di una nuova vita…

 

Fine undicesimo capitolo

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** GUAI IN VISTA!!! ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!!

Eccoci al mio dodicesimo capitolo!!!

Vi confesso che man mano che questa storia va avanti e prende forma sono sempre più emozionata…

Ho avuto una piccola idea.. ma devo avere il vostro consenso.. ho pensato.. per rendere meno difficile l’immaginazione dei personaggi.. che il mio stile alquanto rudis non riesce sempre a rendere come vorrei, ho pensato di dar loro un volto conosciuto. Credo che sia più facile leggere un racconto se si hanno almeno i volti dei personaggi in mente..

Naturalmente ho deciso di concordare tutto questo anche con voi…

Io avevo pensato.. per Tom.. che ve ne pare di un bel Brad Pitt?? Magari il Brad di Spy Game, di Ocean’s Eleven.. per Rose.. pensavo Gabriella Pession.. (ovviamente con i capelli lisciati)…?

Mi raccomando, fatemi sapere le vostre idee!!!

Un mega saluto a tutti i lettori e soprattutto a Damynex, Franca e Aly, ciao!!

 

Ciao Damynex!!!!!

Hai ragione Jarod è proprio uno s******!!! Che succederà?? Eheh.. chi vivrà vedrà!

Un bacio!!!

 

Ciao Aly!!!

Grazie mille per i complimenti!!! Spero che anche questo chap ti piaccia, fammi sapere!!!

Un bacio!!!

 

Ciao Franca!!!!

Grazie, davvero, per tutti i complimenti che mi fai ogni volta.. sono commossa…grazie ancora.. Rose delinquente? chissà...

Un bacio!!!!

 

Buona Lettura,

Diomache

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

CAPITOLO XII: GUAI IN VISTA!!!

 

 

“Tom… smettila…no, fermati, mi mandi l’acqua sugli occhi, poi mi frigge tutto!”

“sei sempre tu che mi provochi, adesso ne paghi le conseguenze signorina mia..”

“stronzo! Adesso ti faccio vedere io!”

“ma tu sei pazza! Hai buttato tutta l’acqua fuori dalla vasca!”

“è tutta colpa tua! E dopo pulisci pure!”

“cooossa??”

Nuove risate e schizzate invadono il bagno e dell’acqua arriva addirittura a bagnare i vetri appannati degli specchi. Dopo un’intensa lotta, un po’ stanchi e più rilassati anche grazie al tepore che emana l’acqua calda, i due giovani si rilassano ai bordi della vasca invasa dalla schiuma. Tom allunga una mano per azionare il bottone dell’idromassaggio. Mormorando di piacere, Rose si accoccola proprio sopra una bocchetta dell’idromassaggio e socchiude le palpebre. “che bello..” sussurra.

Il ragazzo le si avvicina,l’abbraccia poi le stampa un bacio sulla spalla.

Rose sorride e si volta verso di lui. “se penso che la nostra vacanza finirà fra tre giorni mi metto a piangere…”

“appunto, fra tre giorni. È inutile iniziare a pensarci ora.”

Ma la giovane, come se non l’avesse sentito per niente, continua il suo discorso. “se penso che dovrò ritornare alla vita di tutti i giorni…all’università, poi, dopo la sfuriata con quel professore ci sarà un clima tesissimo.. mi guarderanno tutti storto…”

“sei un osso duro.- la tranquillizza.- andrà tutto bene.”

Rose sospira mentre si appoggia alla sua spalla. “invece la danza mi dà un sacco di soddisfazioni..”

“ah sì?” chiede passivamente lui senza voler davvero una risposta. Invece la giovane parte in quarta, come al suo solito. “Mary ha messo su un’iniziativa davvero forte”

“Mary?”

“la nostra organizzatrice.. è un tipo sveglio e determinato e questa volta ci ha organizzato un’iniziativa bellissima!Si tratta di una sorta di lavoro parallelo con dei ballerini di danza moderna… un musical con danza moderna e classica..”

“bello..- sussurra il ragazzo spostando i capelli di lei dal suo collo.- e di che musical si tratta?”

“bah, questo ancora non si sa… comunque non parteciperanno tutte le ballerine.. ci sarà una specie di selezione.. verranno scelte una decina di ballerine classiche,dieci moderne e otto ballerini moderni…”

“la selezione come avverrà?” le chiede Tom, sentendosi stranamente interessato all’argomento. Di solito, dopo massimo dieci minuti di chiacchiere il suo cervello va inevitabilmente in standby. Con Rose no. Paradossalmente, qualsiasi cosa esca dalla sua bocca vellutata, gli interessa. Ma non per il semplice fatto che a parlare è la sua ragazza, il suo interesse non è mosso dall’affetto che prova per lei. È come parla, il modo in cui gesticola, la sua espressione del viso, la sua impulsività quasi alla massima potenza che la porta a fare anche le più grosse cavolate, la sua abilità a ‘rigirare la frittata’ in maniera quasi impercettibile. La sua bravura a riuscire vincente in ogni confronto in maniera così naturale e spontanea che diresti che abbia ragione anche se vuole convincerti a comprare campi da golf in Alaska. Peccato che si sia indirizzata alla biologia. Avrebbe dovuto prendere la carriera diplomatica, lei si che ci saprebbe fare. Già l’immagina, vestita di tutto punto, con uno stretto tailleur nero, elegante, affascinante, come sempre.

“Tom, ci sei?”

Paradossalmente, si è distratto. Ma si è distratto pensando a lei. “certo.- dice con l’espressione più convincente possibile.- dicevi della selezione.”

“appunto. Ci faranno dei provini davvero particolari. A gruppi di due dovremo rappresentare ballando una scena di un film che ci assegneranno.. ti confesso che sono un po’ preoccupata..”

“sei bravissima, non devi farti problemi.”

“guarda che ci sono tante ballerine brave come me.. tu naturalmente mi verrai a vedere, vero? Mi farai da appoggio morale, no?” gli chiede con quegli irresistibili occhietti da cerbiatta.

Prima ha scordato una caratteristica importante della sua bella diplomatica: avere la capacità di non farsi mai dire di no.

“e come posso negartelo..” sospira.

“iuuuuu” esulta Rose battendo i palmi delle mani sull’acqua, schizzando il partner.

“ehi così mi ringrazi?” si lamenta l’altro rispondendo all’attacco.

Rose inarca un sopracciglio… “veramente avrei in mente un altro tipo di ringraziamento..”

Il giovane osserva quegli occhi verde brillante messi in risalto dalla pelle bagnata del viso.

Bella, davvero. “sento che potrebbe interessarmi questo ringraziamento..” non finisce nemmeno la frase che la suoneria del cellulare di Rose inizia ad invadere la stanza, interrompendo il dolcissimo bagno dei due innamorati. “uffa non ci voleva..” sbuffa lei spostandosi dal ragazzo e avviandosi verso la sponda della grande vasca. Tom la blocca tempestivamente per un braccio.

Si volta. “be?”

“non vorrai rispondere, vero?”

“ovvio che voglio rispondere! Che ne so chi è!”

“io invece credo di saperlo.- risponde lui inarcando la linea perfetta del suo sopracciglio biondo.- sarà di sicuro quella rompi di tua sorella.. dì ma ti va tanto di sentirla?”

Le difese di Rose iniziano a crollare. “ma..”

“preferisci me o lei?” le domanda a bruciapelo il ragazzo, avvicinandosi rapidamente a lei. Per la verità non le dà nemmeno il tempo di rispondere perché subito la bacia, un po’ prepotentemente quasi. Lei lo lascia fare e, lentamente, lascia andare la sua intenzione di rispondere alla chiamata del portatile.

Si volta verso di lui e risponde a quel bacio arrogante, violento come un morso, mentre il cellulare, nella stanza adiacente, continua a squillare.

 

“avanti.. rispondi…” sussurra Hudson mentre osserva i tanti diversi tipi di biscotti esposti nel bancone del supermercato. Allora, quelli con il cioccolato no, quelli con le fibre nemmeno.. oh Rose ma perché non rispondi?? Alla fine opta per quelli più semplici, quelli alla panna. Li prende e li mette nel carrello. Subito dopo chiude la telefonata, con un sospiro. Adesso sì che sono cavoli.

Un secondo dopo il cellulare vibra improvvisamente nelle sue tasche. Subito abbandona la scelta delle patatine e afferra il portatile. “pronto, Rose?”

“macché, sono Susy!!”

Hudson si passa una mano tra i ricci. “Susy che vuoi?”

“deduco che non glielo hai ancora detto!”

“non posso farci nulla, non mi risponde!- le spiega.- voi siete state più fortunate?”

“no, niente da fare…”

“come sta il padre di Adrienne?”domanda Hudson prendendo le patatine che sa che piacciono molto all’amica.

“meglio, per fortuna. Niente di grave.- risponde Susy con un tono più pacato.- Adrienne è qui vicino a me, te la passo?” Hud annuisce mentre inizia ad interessarsi al prossimo alimento da acquistare, segnato frettolosamente su quella lista scarabocchiata.

“Hud, mi hai comprato i biscotti al burro?”

“al burro? Sulla lista non me lo hai scritto!- si lamenta, poi ritorna a guardare di nuovo sullo scaffale dei biscotti.- e poi qui non ce ne sono!”

“eddai cercameli!!!- la prega.- non posso stare in ospedale con mio padre senza fare qualcosa!”

“e intendi mangiare biscotti al burro tutto il tempo???”

“ti prego, Hud, che ti costa!”

“te li cerco, te li cerco, voi intanto continuate a provare a mettervi in contatto con Rose, dobbiamo dirle tutto, assolutamente!” parlando alza lievemente il tono di voce. Dopo alcune battute, la conversazione termina e la ragazza ripone il cellulare dove l’aveva preso. Riprova a chiamare Rose. Questa volta fa occupato. Con la fortuna che si ritrovano, magari ha centrato l’attimo in cui la stanno chiamando anche Adrienne e Susy. Tirando un grosso respiro, si mette a cercare i biscotti al burro per Adrienne mentre ripensa all’assurdità della loro situazione. Hanno lasciato Londra ieri, dopo la chiamata della madre di Adrienne che avvisava la figlia del malore che aveva colto suo padre. Si erano immediatamente precipitate in aeroporto, poi, arrivate a New York e visto che il genitore della loro amica stava meglio, avevano cercato di avvisare Rose per informarla che la sua copertura era saltata, che si trovavano di nuovo in America.

Con un piccolo slancio, afferra i biscotti al burro che si trovano su uno scaffale un po’ più alto.

Ritenta. Ecco, ora non risponde. Dico io, che avrà da fare che non si può degnare di rispondere?

È importante, cribbio!!!!!

Con un gesto stizzoso, afferra il carrello e continua a camminare per i corridoio del supermercato.

“Hud!!” una voce infantile, frizzante ed allegra la chiama. Chi può essere? Lentamente si volta e si vede arrivare incontro saltellando, la piccola Novaly. Il suo cuore smette di battere.

Si guarda tempestivamente intorno e, non vedendo i suoi genitori, fa per andare via velocemente ma la bambina la chiama più forte. “Hud!!!!!”subito si blocca. *cazzo, cazzo, cazzo…*

È incastrata. Non può correre via perché la piccola le verrebbe dietro, non può  fermarsi a parlare con lei perché tempo due minuti, avrà tutta la famiglia intorno.

“Hud, Hud!” parlicchia la bambina trottelerrando vicino a lei. 

“ciao Novaly.. – bisbiglia la ragazza, abbassandosi.- ho tanta fretta, giochiamo un’altra volta, va bene?” le scompiglia i capelli, si alza, si volta e subito cerca di svignarsela sperando che vada tutto per il meglio.

Avete presente la pallina da tennis del film “Mach Point”? C’è un istante, nella vita, in cui è solo questione di fortuna: la pallina da tennis sbatte sulla riga bianca delle rete. Può cadere di qua o di là.

Ed  è solo fortuna o sfortuna.

Hudson si volta indietro più volte mentre, nervosa, si allontana da Novaly, spingendo il carrello.

È ancora girata a guardare indietro, quando, svoltando, si scontra con un altro carrello. Con un sussulto ritorna alla realtà. “oh mi scusi..”

La pallina non è andata oltre la rete.

Emily.

Punto dell’avversario.

La donna regge il carrello, ammutolita, e la osserva con la bocca spalancata: “Hudson!!” esclama.

La ragazza socchiude gli occhi e si passa una mano tra i capelli. Il suo cuore ha smesso di battere agitato, anzi, si è addirittura fermato in una sorta di rassegnazione. Maledizione!!

“e tu che ci fai qui? Non dovresti essere a Londra con Rose???è successo qualcosa?”

*merda, merda, merda, merda!!*

“no, cioè, qualcosa è successo.. ma mi scusi, ho proprio fretta,devo proprio andare..” cerca di svignarsela, ma ha come il sospetto che non sarà affatto così facile liberarsi di Emily Sandeker in persona.

“aspetta, aspetta un po’..” la richiama la donna aggrottando la fronte , mani ai fianchi.

Hudson si volta lentamente. “si..”

“spiegami, come mai sei tornata a New York? Non dovevate tornare tra un paio di giorni?”

Deglutisce. “si, ma io ho avuto qualche problema e sono dovuta tornare..- dice sorridendo e augurandosi di essere il più convincente possibile. *Mannaggia a Rose e alle sue cazzate! Questa me la paga!!* - ma Rose è ancora là..”

“Problemi? Niente di grave spero! Da quanto sei tornata?” il volto di Emily sembra tranquillo, rilassato. Sembra crederle. E Hud si tranquillizza un po’, inizia a mentire con più disinvoltura.

“sono tornata ieri notte, ho preso un volo notturno e oggi sono qui..”

“accidenti.- esclama lei.- è stato davvero un peccato lasciare la vacanza”

“già. E poi Londra è davvero bellissima!”

“oh Rose me lo ripete tutti i giorni!- esclama Emily mentre afferra una bottiglia di coca cola e la posiziona all’interno del carrello.- ma dimmi, come ti è sembrata questa vacanza?”

“io personalmente sono stata benissimo..”

“E Rose come sta? Come ti è sembrata?- si spiega - no, te lo chiedo perché .. cioè io sono stata davvero contenta che abbia passato il capodanno con voi piuttosto che con quel Tom… intendiamoci, è davvero un bel ragazzo ma Formy è convinto che sia una sorta di delinquente e anche io sinceramente non sono molto contenta che stia con quel tipo. Prima stava con Sean.. quello sì che era un ragazzo perbene, posato… ma.. non si amavano più ha detto.- dice sospirando.- e adesso questo Tom. Ma io non credo che si vogliano poi così bene.. infondo se  ha deciso di partire estromettendolo completamente.. ma dimmi, a te com’è sembrata? Tanto innamorata? Tom l’ha chiamata spesso?”

Hud sospira, deglutisce, si tocca i capelli. E adesso che deve dire? La verità? Non sa che fare, accidenti! Opta per essere, almeno in parte, sincera. “be.. sinceramente sì. Rose è molto presa da lui e anche Tom..”

“ecco, ti pareva.” Mormora scocciata l’altra. “la tua amica non fa altro che innamorarsi di gentaccia! Bah, speriamo bene.. – finalmente l’incontro si conclude.- be, mi dispiace, ti ho fatto perdere tempo…”

“ma no,  non ti preoccupare…”

“ok, ci vediamo un bacio, ciao!”  la saluta Emily con un sorriso cordiale. Hudson contraccambia e si avvia di nuovo, sollevata, finalmente.

Formy si avvicina alla moglie, reggendo la bambina in braccio. Indica con il capo all’indirizzo di Hud. “be? Che ci fa qui?”

Emily alza le spalle. “non me l’ha voluto dire. Povera ragazza, avrà qualche problema. Spero che Rose non perda il giudizio, senza di lei.. tua cognata deve averla fatta diventare matta a Londra, avresti dovuto vederla com’era tesa e stanca!”

“bah..” commenta Formy. L’uomo sospira, riflessivo. Improvvisamente un dubbio, un ricordo. “ma..- inizia- quando è tornata?”

“ieri notte.- risponde.- perché?”

“ieri notte?????” esclama l’uomo posando la bambina a terra. “ma al telefono, Rose non ti aveva detto che andava a fare shopping con lei, oggi pomeriggio?”

Il sorriso di Emily si spegne. Accidenti è vero, Formy ha ragione! Senza pensare, rincorre Hudson per il supermercato. La ragazza si ritrova Emily di fronte per la seconda volta.

Sobbalzando, cerca di sorridere. “Emily.. cosa..”

“Ho parlato con Rose un paio di ore fa e non mi ha detto niente…- dice a raffica.- anzi, mi ha addirittura raccontato che oggi pomeriggio sareste andate a fare shopping voi due insieme!!”

“ma no..- abbozza un sorriso appellandosi ad ogni santo che conosce.- si sarà sbagliata! Avrà voluto dire qualcun altro!”

“e che cose avete fatto ieri mattina?” domanda la donna, mani ai fianchi, per metterla alla prova.

Hud socchiude gli occhi. Cerca qualche ricordo ma niente, Rose non le ha accennato nulla riguardo una delle sue solite invenzioni last minute. “mi dispiace, Emily…” mormora.

La donna inizia a sudare freddo. “Hud, dov’è mia sorella???”

La ragazza sospira. E vuota il sacco.

 

“cooossaaaaa??” urla Susy, attaccata alla cabina telefonica all’interno della struttura ospedaliera. Le sue grida hanno suscitato l’attenzione di molte persone e, ora, imbarazzata, abbassa il tono. “ma che dici, Hudson!”

“è così ti dico, ho dovuto raccontare tutto!” la voce dell’amica le giunge tesa e dispiaciuta.

Susy socchiude gli occhi. “ma non ti potevi inventare qualcosa, dico io! Qualsiasi cosa!”

“senti.- controbatte.- non mi sembrava giusto andare avanti all’infinito con questa sequela di bugie e ..poi .. non ce l’ho fatta, Susy! Sei stata tu a dare a Rose questa bella idea, io..”

“si, va be, adesso non ti tirare in disparte come fai sempre tu! Ignava!!!” la attacca.

“Susy ammetto di avere le mie colpe ma..”

“senti stanno per finirsi i soldi, parliamo di cose più serie, tanto stabilire di chi è la colpa non ci porterà da nessuna parte… allora, l’avverti tu a Rose?”

“non credo che ce ne sarà bisogno..” mormora la ragazza.

“che cosa?- esclama l’altra.- che vuoi dire???”

Hudson sospira. “stanno andando da lei…”

“maledizione…” impreca silenziosamente Susy. La chiamata viene interrotta per mancanza di soldi. Susy potrebbe inserire altri spiccioli ma non lo fa. Tanto non c’è più nulla da dire.

Tira un respiro profondo. Povera Rose…

 

La porta della hall dell’albergo si spalanca violentemente. Tutti si voltano a vedere chi possa essere entrato, così come una furia, con quel modo rabbioso di aprire la porta, quel modo irato di camminare. È Emily. La donna dà uno sguardo un po’ frettoloso all’entrata incontrando gli occhi spiritati dei clienti dell’albergo che ancora non smettono di fissarla. “e che avete da guardare?” domanda stizzita con un americano incomprensibile quasi per tutti. Comunque, anche chi non capisce, annuisce come se avessero compreso la sua domanda arrogante per un cordiale saluto straniero.

La porta si apre nuovamente, ma non come prima. In maniera più pacata, più ansiosa. Un’altra classe. La classe di Formy, che fa il suo ingresso reggendo tra le braccia la piccola Novaly. “allora ti vuoi calmare?” le sussurra avvicinandosi alla moglie.

“calmare? Io mi dovrei calmare? Vuoi che ti ricordi cosa ha fatto tua cognata???”

“ha detto bugia!” esclama Novaly che, poverina, dopo essersi sorbita gli sproloqui della mamma per tutto il viaggio in aereo, sa la storia della bravata di Rose, bene come quella di Cappuccetto Rosso.

I due coniugi sorridono. “Esatto- esclama Emily, orgogliosa.- e adesso andiamo a dargli la punizione!!!!!”

I due si avvicinano alla reception. Un uomo, antico e pomposo quasi come il registro che sta osservando con i suoi occhi neri ed infossati visibili a malapena a causa degli occhiali, alza lentamente lo sguardo e lo posa, incuriosito, sulla coppia. “bonsoir..”

“senta.- lo interrompe Emily.- io sto cercando mia sorella..”

Formy la dà un pizzicotto. “guarda che non siamo dalla fruttivendola!- le ricorda.- credi che questo cretino capisca quello che dici??”

“le assicuro che io capisco benissimo.” Lo interrompe l’uomo con una voce bassa e la caratteristica erre moscia francese. “l’inglese è una lingua che un proprietario d’albergo deve apprendere, signore.”

Emily gli lancia un’occhiata in parte vittoriosa in parte irata. Cielo che figura…

“mi deve aiutare.” Esclama subito dopo. “mia sorella dovrebbe alloggiare qui, nel vostro albergo..”

“attenda. Il nome di sua sorella?”

“Rose Sandeker.” Dice scandendo bene sillaba per sillaba. L’uomo si butta velocemente a capofitto nel suo enorme registro dalle pagine dorate e dalla copertina di velluto rosso.

“allora?” chiede ansioso Formy.

“eccola qua. Ha preso una stanza assieme al signor..”

“Tom Bishop, lo conosciamo.” Conclude Emily in tono sbrigativo. “ci dica la camera, presto.”

“no, non posso. – risponde con voce forte e chiara, tinta lievemente di altezzosità. – c’è una legge sulla privacy e..”

“me ne infischio, io voglio sapere dove diavolo sta mia sorella!” reagisce la donna alzando la voce. Nella hall il brusio cessa improvvisamente e scende di nuovo un imbarazzante silenzio.

Formy si avvicina all’uomo in maniera confidenziale. “siamo parenti. Ecco, questi sono i documenti..” estrae dal taschino le loro carte d’identità. L’uomo le osserva con minuziosità cercandoci falli o imbrogli. Non ne trova. Ma non molla comunque. “mi dispiace signori…ma..”

“senta.- lo interrompe Emily a voce bassa.- se non mi dice in che camera sta mia sorella io le assicuro che busserò ad ogni stanza di questo maledettissimo albergo finché non l’avrò trovata, mi sono spiegata?????”

L’uomo deglutisce. “202. camera 202.”

“grazie infinite” si intromette Formy, poi prende la moglie per un braccio. “dai, andiamo.”

 

Rose si porta alla bocca la sua seconda tartina. Buonissima. Stanno mangiando seduti a gambe incrociate sul letto della loro camera. Rose ha pensato di cenare così questa sera, senza mettersi per forza un bel vestito, senza mettersi in tiro per il ristorante.. basta!

Ora, vestita con una morbida tuta, capelli legati in una coda da cui  scendono libere alcune ciocche che le coronano il viso, si sente molto più a suo agio. E si direbbe lo stesso di Tom che è stato ben contento di appoggiare la sua iniziativa. È così bello, così un po’ dimesso, con i capelli scompigliati, che gli verrebbe voglia di saltargli addosso. Dopo le loro coccole in bagno sono andati a fare un po’ di equitazione in un maneggio. Sorride ripensando alle figuracce, alle risate che si erano scambiati.. Davvero un bel pomeriggio. Tutto bellissimo a parte l’insegnante di equitazione che non aveva fatto altro che lanciare occhiate al suo ragazzo. Si sporge per prendere la bottiglia d’acqua appoggiata sul comodino. Vede il cellulare accanto all’abajoue. Una piccola luce a intermittenza le segnala che ci sono molte chiamate perse. Si complimenta con se stessa per non aver portato il cellulare con se durante il pomeriggio, altrimenti sarebbe stata sempre attaccata al telefono e non si sarebbe goduta un bel niente!

“hai provato il prosciutto crudo? È buonissimo..” le chiede Tom.

Rose storce il naso. “non mi piace, è troppo salato. Prova questa tartina, è squisita.” Gli porta una tartina proprio accanto alle labbra. Il ragazzo si lascia imboccare in un dolce gioco afrodisiaco.

“buona, sì.- approva.- deliziosa”

Deliziosa. Questo aggettivo fa scattare la ragazza che di botto diventa seria e tesa. Tom la guarda concentrato, cercando di capire in cosa abbia sbagliato.

“deliziosa?- ripete la donna- deliziosa come la ragazza che oggi pomeriggio faceva equitazione con noi!!!”

“oh  no, Rose ci risiamo!” sbuffa lui. Anche se non lo dà a vedere è segretamente divertito al pensiero della sua Rose gelosa.

“sbuffa poco signorino!- incalza.- guarda che mica me lo sono inventato??? Tu hai detto: lei è una ragazza davvero deliziosa!”

“ma dai!!!!” esclama. “era così per dire!”

“certo!- concorda sarcasticamente. –adesso sono io che sono paranoica! Allora dimmi.. come mai quando io ti ho domandato se saltavamo un po’ di ostacoli mi hai detto di no e invece quando te l’ha chiesto l’istruttrice hai detto di sì?? Avanti, dimmelo!”

Sorride. Non può certo dirle che l’ha fatto solo per farla ingelosire un po’. “be.. tu sei un po’ inesperta, io l’ho fatto per te! Saresti potuto cadere!”

“senti che mi tocca sentire!- controbatte, sistemandosi i capelli dietro le orecchie. Tom l’osserva stregato. Adora quando si arrabbia. – se ti interessavo davvero io, le avresti detto di no e avremo fatto un’altra passeggiata insieme!”

Eccolo, di nuovo con le spalle al muro. Adesso non sa che dire. Tom sospira e attende qualche secondo. Ha imparato a gestire le collere di Rose. A volte, quando non sa che dire, ha imparato che basta aspettare qualche secondo, poi Rose ripartirà a parlare. E avrebbe avuto tempo per pensare a qualcosa di intelligente da rispondere. Puntualmente..

“e poi tutti quegli sguardi, quei sorrisini.. quella era proprio un’oca! Dico io, non fosse esplicito che stavamo insieme! Ti davo un bacio ogni due minuti non può averci preso per fratelli!”

“aaaaah ecco il motivo di tutto quello scoppio d’amore improvviso..”

“non stare tanto a farmi la morale, ogni donna si difende come può! Avresti preferito un bello sgambetto come l’hostess dell’aereo? Non ho voluto essere violenta, tutto qui! E poi è tutta colpa tua, se l’avessi ignorata lei non si sarebbe presa la biga di farti i sorrisi, le mille domande, con quell’orribile erre moscia, poi, che mi mette un nervoso che non puoi nemmeno immaginare, e..”

Rose parla, argomenta, confuta per un tempo che a Tom sembra interminabile. Poi reagisce pure lui, però, contrattacca. Ma a modo suo.

Con una manata sposta violentemente tutto ciò che si trova tra di loro, poi le prende il volto tra le mani e chiude con un bacio quella bocca vellutata e passionale interrompendo per sempre quel discorso. Dopo un secondo di smarrimento e di piacevole sorpresa, la ragazza risponde a quel bacio infuocato con la passione accesa ancora di più dalla gelosia. Vorticosamente lo abbraccia, felice. Lo sente suo, sente il suo cuore battere velocemente nel suo petto, riesce a percepire che anche lui è agitato ed emozionato ogni volta che si trovano vicini, ogni che, come ora si baciano.

Si dividono, ad un certo punto. Si sorridono mentre, leggermente ansimanti si ritrovano di nuovo abbracciati. Rose apre la bocca per parlare ma viene interrotta dall’improvviso bussare alla porta.

Il ragazzo incurva le sopracciglia e dà uno sguardo alla radiosveglia posta sul suo comodino.

Le ventidue e trenta. Chi può essere a quest’ora?

“hai fatto venire qualcuno?” domanda sciogliendo il loro abbraccio.

Rose nega. “ no, nessuno. Aspetta, vado a vedere chi è.” Giunge alla porta, poi, prima di aprire, si ferma e si volta verso di Tom. “giuro che se è quella del maneggio..”

Il ragazzo ride, divertito. “scema. Ma come può essere lei? Le ho raccomandato di non venire qui in albergo…”

La ragazza gli risponde con un falso sorriso. Si blocca di nuovo. “ e se..” la sua mente corre a qualche giorno fa. A quell’episodio terribile di quell’uomo che si era intrufolato nella loro camera.

Tom lo intuisce subito. “non entrerebbe dalla porta, ti pare?” la tranquillizza.

Tanto tranquilla non è, a dir la verità, ma dopo un nuovo e più violento susseguirsi di colpi, si decide a girare la chiave. Apre la porta.

Il suo sorriso scompare di botto. Subito richiude la porta e si volta, bianca come un cencio, verso il ragazzo.

“chi è?” domanda Tom. “sembra che hai visto un fantasma!”

“magari fosse un fantasma!!- esclama la ragazza.- il problema è che sono qui, in carne e ossa!”

Il ragazzo si precipita verso il comodino dove tiene la sua fedelissima calibro 9.

“lascia perdere. – lo ferma-  non servirà a niente.”

Tom la guarda perplesso. “ma si può sapere chi è?”

“mia sorella, mio cognato e mia nipote!! Stanno qui fuori!”

No, non può dire sul serio. Tom continua a sorridere. Sicuramente Rose sta scherzando, deve scherzare. Hanno una copertura eccellente, come può essere? Ma no, non è vero.

Questa volta è Rose ad intuire i suoi pensieri. “ è così ti dico!!!” esclama.

A conferma giunge alle loro orecchie l’urlo irato: “Rose apri immediatamente la porta!”

Tom non può fare a meno di scoppiare a ridere. Oddio allora è proprio vero!

Sospirando, Rose apre.

Emily, piglio estremamente irato, volto impassibile ed imperscrutabile, entra nella stanza seguita a ruota dal resto della combriccola. Dà appena uno sguardo di sufficienza a Tom poi la sua attenzione si rivolge a Rose.

“Tu!!!!- urla.- Tu, cretina, disgraziata, rovina della famiglia!”

Tom inarca un sopracciglio: ha incominciato con una bella climax crescente.

Come incipit non c’è male.

“Emily lasciami spiegar..”

“zitta!” le parla sopra la donna. Rose abbassa un po’ il capo, pur tenendo alto lo sguardo ad osservarla. Cielo, è davvero arrabbiata. Forse questa volta l’ho fatta davvero grossa.

“allora, dimmi, che ci fai qui? Non dovresti essere a Londra con le tue amiche, a casa della cugina di Susy??”domanda, mani ai fianchi, puntando il suo sguardo penetrante verso di lei. Formy, dietro di lei, fa scendere Novaly dalle braccia, le toglie il giacchino, poi anche lui si toglie il cappotto. Meglio mettersi comodi…

“avanti, rispondi! Cos’è, una logorroica come te ha improvvisamente perso l’uso della parola? Avanti spiegami come mai sei qui!!!”

La ragazza sospira. Ma come diavolo è possibile che sua sorella si trovi lì? Com’è venuta a sapere di tutto quanto? Com’è successo? Si schiarisce la voce. “mi dispiace.”

“mi dispiace?? Solo questo sai dire? Ci hai ingannati, ci hai detto un sacco di buie, hai messo su una montatura di cui non era vera nemmeno una parola, ed ora l’unica cosa che sai dire per discolparti è che ti dispiace!! Ma come hai potuto fare una cosa del genere? Hai mentito a noi! Alla tua famiglia!”

“Emily lasciami spiegare…” ritenta la giovane ma la sorella la aggredisce di nuovo.

“cosa dovresti spiegare? Che sei una falsa, una bugiarda e… se ripenso a tutte le telefonate e a tutte le bugie che mi hai detto!!!!!!!!!!” urla così forte che qualche attimo dopo Novaly, impaurita, scoppia a piangere.

Tom osserva intenerito la bambina spaventata, poi i suoi occhi azzurri tornano a concentrarsi su Rose e sue sorella. Strano. Rose non ha ancora reagito, non ha ancora cercato di far valere le proprie ragioni. In questo caso ci sono solo due ipotesi.. o si sente veramente in colpa o sua sorella la mette in soggezione e non riesce ad esprimere quello che prova. La prima ipotesi è facilmente confutabile: Rose ha sempre sostenuto di essere ricorsa a questo trucchetto solamente perché la sua famiglia non gli lasciava scelta, quindi non si sente del tutto in colpa. Anche la seconda ipotesi è ovviamente falsa: Rose che si lascia mettere in soggezione da qualcuno??????

Quindi la verità può essere che una: sta per scoppiare e dire la sua. Il ragazzo scende dal letto ove era seduto, si prende una sedia e si siede, a mo’ di spettatore. Formy, con la bambina in braccio, si prende una sedia e si siede accanto a lui.

“la verità è che sei una persona doppia e meschina! Non vali niente, sei..”

“Adesso basta!” le urla sopra Rose, all’apice della sopportazione.

Quando è troppo è troppo, diamine.

“se ti ho mentito e ho organizzato questa messa in scena è solo perché voi due non mi avete lasciato scelta!!!” urla la ragazza.

“parte la riscossa..” sussurra Tom.

Formy annuisce. “stavo facendo il conto alla rovescia.”

“che cosa?- urla Emily, incredula- adesso vorresti dire che è colpa nostra??? Ma lascia perdere!”

“tu lascia perdere! Dimmi, mi avresti mai mandato a Parigi con Tom, eh? Rispondi!”

Emily getta uno sguardo veloce verso il ragazzo in questione. “no ma..”

“appunto, accidenti! Io non potevo rinunciare a questo viaggio, è troppo importante per me!!”

“potevi essere più sincera!!- la incalza Emily.- siamo la tua famiglia!” urla la donna. Ripensa a circa otto ore fa, quando aveva creduto e sperato che il legame tra sua sorella e Tom fosse vacillante.. che stupida…

Rose allarga le braccia. “io non me la sentivo di correre il rischio! E se tu, nel culmine della tua saggezza, mi avresti risposto di no????- esclama sarcastica.- io avrei dovuto rinunciare a tutto! Per cosa, poi?

“si ma..”

“mi dispiace, ho fatto un casino!- il tono di voce non cessa di trovarsi nell’aria semantica dell’urlo.- ma se ci pensi bene, noterai che è stata solo colpa tua! Se non fossi così opprimente, così soffocante! Ti ricordo che ho 21 anni, cara Emily, sono grande e vaccinata e non mi devi più stare con il fiato sul collo!!”

Emily prende un respiro enorme e si prepara al contrattacco.

Sembrano due grandi guerrieri che si stanno sfidando ad un duello. A tratti uno sembra essere sul punto della sconfitta, poi però si rialza e riesce a recuperare campo, a prevalere sull’avversario, senza però riuscire a disarmarlo e ad ottenere una vittoria schiacciante.

“di solito vanno avanti per molto?” domanda Tom rivolgendosi a Formy. L’uomo alza le spalle. “ dipende. Fino a che una delle due non si piega.”

“interessante.- risponde l’altro, riflessivo.- e di solito accade?”

Formy ride. “devo ammettere che accade raramente. Di solito sono io che metto fine a tutto prima che si prendano a capelli…”

“non ti invidio.” Risponde Tom sinceramente impietosito. Emily e Rose (anche se per niente sul piano estetico.) sono due gocce d’acqua quando litigano.. lo stesso tono di voce, lo stesso modo di gesticolare.. pensare di avercene non una (che già è terribile di suo) ma due dentro casa… no, deve essere una di quelle cose che manda completamente fuori di testa.

Si volta verso Formy. Poveraccio…

Novaly scende dalle gambe del padre e si va a fare un giretto per la stanza.

Tom prende il pacchetto di sigarette dal taschino e ne porge una all’uomo seduto accanto a se. Formy sorride, accetta la sigaretta. Tom accende per entrambi.

“comunque hai gusto.- interloquisce Formy. – l’albergo è meraviglioso..”

Il ragazzo sorride. “la verità è che ci tengo a tua cognata. È una persona fantastica..”

“già.”approva l’uomo. “una rosa con tantissime spine…”

Avrebbe voluto rispondere che lui ama anche le sue spine. Ma preferisce tenere quei pensieri per se e si limita ad annuire. Gli viene in mente una bellissima frase di Stendhal, uno scrittore francese.

“L’Amore è un bellissimo fiore, ma bisogna avere il coraggio di coglierlo sull’orlo di un precipizio.” L’uomo accanto a lui non dice nulla, ma Tom percepisce che anche lui è d’accordo.

Si porta la sigaretta alla bocca, aspira il fumo, poi lo lascia andare mentre i suoi occhi non smettono di fissarla. Lei. Rose. Il suo bellissimo e pericolosissimo fiore.

 

 

Fine dodicesimo capitolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** GINNY ***


PROFUMO DI MENTA

 

Ciao a tutti!

Come vedete questa volta l’aggiornamento è arrivato presto…

Il capitolo purtroppo è un po’ più corto rispetto agli altri ma ho deciso di aggiornare comunque perché ci tenevo particolarmente a farlo oggi (27/02) che è il giorno del mio 17esimo compleanno!!

Questo chap è dedicato a tutti coloro che vivono in un questa stranissima ma bellissima fase di pre-maggiore età, un bacio!!!

 

Ciao Damynex!!!

Già.. Emily la incarna proprio a pennello la parte della madre stronza e ficcanaso…ti confesso che mentre scrivevo provavo una pena per Rose.. pure io ho vissuto una situazione simile, e, hai ragione, non è affatto divertente!!

Un bacio!!!

 

Ciao Franca!!!

Certo che ho seguito il tuo consiglio! Ne dubitavi? Mi raccomando fammi sapere!

Un bacio!!

 

Buona Lettura,

Diomache

 

 

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

CAPITOLO XIII:  GINNY

 

 

La confusione del locale superaffollato di gente, la musica alta e rimbombante, sembra lasciare completamente indifferente il ragazzo che, seduto al bancone, sembra piuttosto annoiato, anzi, da tutto ciò. Osserva senza interesse ciò che accade nel bar, scruta volti che conosce, indugia con lo sguardo su quelli che gli sembrano nuovi. Strano, si dice. Di solito da El, gira e rigira, sono sempre gli stessi. Ordina a Franch un’altra birra e si posiziona meglio sullo sgabello, accanto al bancone. Un gruppo di ragazzi, tra i quali c’è anche il tedesco, si è ammassato intorno al tavolo da biliardo. Magari c’è una scommessa importante.

Volge lo sguardo verso la piccola pista all’interno del bar. Ragazze e ragazzi si scatenano con musica da disco messa a tutto volume mentre, più appartati, altri bevono, parlano, si baciano. Questa sera tutto gli risulta tremendamente noioso. Si sistema il giubbotto di pelle e cambia posizione sullo sgabello, voltandosi verso un’altra ala del locale. Cerca di scorgere i suoi amici più stretti, ma niente, non li vede. Gli viene anche la malsana idea di chiamarli. Si sarebbero precipitati, ne è sicuro. Appena una telefonata, uno squillo, e se li sarebbe trovati intorno, curiosi come neppure una banda di zitelle, di sapere com’era andato il suo viaggio e come mai è tornato prima. Sicuramente, dopo una chiacchierata, sarebbero andati tutti insieme a fare qualche cazzata in giro.

No, la prospettiva non lo alletta per nulla. Non questa sera almeno. Chiamerà Michael domani.

Franch, con un gesto stanco, tipico di chi ha lavorato tutto il pomeriggio, tutta la sera e forse che lavorerà anche tutta la notte, posiziona lì davanti a lui la sua birra.  “Grazie..” mormora Tom prendendo il bicchiere in mano e facendone un sorso.

Franch lo guarda bere, poi, scuotendo il capo, dice. “ti vedo stanco questa sera, eh?”

Tom posa il bicchiere e sorride. “direi lo stesso di te, a quanto pare.”

L’uomo, sulla cinquantina, alto e mezzo pelato, alza le spalle. “che vuoi che ti dica, ho lavorato tutto il giorno!! Sfido chiunque a non essere esausti!”

“e la tua aiutante?- domanda facendo l’ultimo sorso di birra.- dov’è finita.. cosa.. lì.. Hilde?”

“ah, Hilde!- sbuffa l’uomo gettando un panno che aveva in mano, sul bancone, con un gesto di stizza.- Hilde chi l’ha vista più! Ha preso i suoi due mesi di paga e se n’è andata, la troia!”

“nessuna spiegazione?”

“nessuna spiegazione. – sospira.- ma da dopodomani dovrebbe arrivare mio nipote a darmi una mano..”

“fai bene a farti aiutare.” Concorda Tom “se continui a questi ritmi ti ammalerai..” conclude con l’aria seriamente preoccupata. Frequenta il bar da quando aveva circa dodici anni e ha avuto modo di affezionarsi a Franch come ad uno zio. Infondo è stata la sua figura di riferimento per molti anni, finché, almeno, non aveva trovato quella di Jarod. Franch l’ha visto crescere, maturare più di quanto abbia fatto suo padre. Di colpo ritorna pensieroso, riflessivo, e l’uomo lo riporta di nuovo alla realtà. “e tu come mai sei così stanco questa sera?”

“sono solo un po’ annoiato, tutto qui..”

“e la tua banda di figli di puttana dov’è? Laggiù ho visto solo il tedesco, gli altri?”

Tom alza le spalle. “non lo so. D’altra parte non sapevano che sarei tornato.. non così presto, almeno.”

Franch aggrotta la fronte. “per l’alito di mia nonna, è vero! Non dovevi tornare tra un paio di giorni? Che c’è, tu e la tua ragazzina avete litigato?”

Ecco il solito modo di fare di Franch: domande a raffica. Lentamente cerca di rispondere. “sì dovevo tornare tra un paio di giorni. No, io e Rose non abbiamo litigato. Ah, non è una ragazzina.- precisa alla fine con un sorriso allusivamente irato.- chiaro?”

Franch alza le mani come se gli avesse puntato contro una pistola. Effettivamente, le minacce velate di Tom a volte sono anche più pericolose. “scusa, scusa… non volevo offenderla, per carità.”

“meglio per te.”

“ma su Tom, bisogna tirarti fuori le parole con il contagocce??? Avanti, vuoi rispondermi????”

Buffo, sembra proprio che sia circondato da una marea di donnicciole curiose! E una padellata di cazzi vostri, mai, eh? Sta per rispondere qualcosa quando la vibrazione del suo cellulare lo salva in calcio d’angolo. “scusa.”mormora prendendo il telefono dal taschino del giubbotto, sotto gli occhi di un Franch sempre più curioso. Il numero visualizzato è quello di Rose. Sorridendo, risponde.

“ehi..”

“ehi, delinquente..” bisbiglia la ragazza dall’altra parte del telefono. “dove sei?”

“da El, al solito.- risponde lui con un tono casual. Alza lo sguardo e nota che Franch è ancora lì davanti a lui.- scusa un secondo.” Si rivolge all’uomo, con un sorriso davvero tirato. “ehi, qualcosa non va?”

“affatto.” Risponde quello con un’aria estremamente naturale. Niente, non vuole proprio capirlo che si deve togliere dai c******!!! “ehi guarda, c’è una cliente che ti reclama!” tenta il ragazzo, indicandogli un punto del bancone, il più lontano possibile da lui. Ma l’uomo non demorde.

“bah, quella strafatta può anche aspettare..”

“ti vai a fan culo, Franch, voglio parlare con la mia ragazza in santa pace, posso???”

L’uomo gli rivolge uno sguardo scandalizzato, poi s’affretta a dire. “scusa, scusa..” e, mortificato, si allontana velocemente, continuando a fissarlo, però, con la coda dell’occhio. *Roba da pazzi!*

“Tom ci sei?” lo richiama Rose, un po’ seccata.

“scusa, c’era un rompipalle. Allora.. come va a casa?”

La ragazza sospira e cambia posizione, lunga sul letto della sua cameretta. “un disastro. Un vero e proprio inferno. –prende un peluche tra le braccia. Jumbo, per essere precisi.- mi stanno rendendo la vita impossibile. Non mi parlano, mi ignorano di continuo! E se devono parlarmi per forza rispondono a monosillabi!”

“anche Formy? A Parigi mi era sembrato più.. comprensivo…, no? Mi sono sbagliato?”domanda a voce leggermente alta, perché nel bar c’è una confusione tremenda.

“lui un po’ meno. Quando c’è Emily lo vedo che non può far altro che assecondare la moglie, quando restiamo soli.. però… si vede che lui è più tollerante di quella belva!”

“ti capisco, deve essere dura. Tu resisti però, eh?E mi raccomando non fare l’arrogante, che peggiori le cose!”

“io arrogante??- ribatte lei con un sorriso.- ti sento tanto male, c’è molta gente lì al bar?”

“è pieno.- risponde lui, mentre osserva passivamente la folla. Sospira – mi manchi, Rose.”

Non è una di quelle frasi dette così per dire, per far colpo o semplicemente perché si sa che all’altro fanno piacere. Lo pensa davvero e con ogni fibra del suo corpo. Sono appena due giorni che non si vedono e sente una mancanza boia della sua ragazza. C’aveva fatto l’abitudine a trovarsela di fianco quando si svegliava, a poterla stringere a se a qualsiasi ora del giorno, a godere del suo inestinguibile umorismo, del suo sorriso. O semplicemente, a godere della sua compagnia.

Ha sentito, su un film, che si è davvero innamorati quando nessuno dei due deve per forza sentire il bisogno di parlare con l’altro, ma possono anche restare in silenzio senza sentirsi imbarazzati. Niente di  più vero. Non può non annoverare tra i suoi ricordi più belli anche le semplici corse in moto per la città o quando, magari dopo aver fatto l’amore, restavano abbracciati. E in silenzio. Si sentivano così presi l’uno dall’altra, così partecipi di qualcosa troppo grande che ogni parola, anche la più bella, avrebbe comunque sminuito le loro sensazioni.

“anche tu mi manchi.” Risponde Rose in maniera dolce e ovattata.

“voglio vederti.- sussurra Tom mentre ordina qualcos’altro a Franch – posso passare da te.?”

Sente la giovane sospirare. “meglio di no. Te l’ho detto, loro mi odiano. Meglio che non vieni, non mi va di peggiorare le cose…e poi è tardi, sono quasi le una. Mi spellerebbero.”

“ma non stanno a dormire?”

“sì ma Novaly ha un po’ di febbre e non fa altro che svegliarsi, così anche loro stanno in dormiveglia. Meglio di no, Tom, davvero. Sai quanto vorrei vederti, ma non voglio riprendere a litigare.- ha un tono determinato, deciso. Poi riprende, più spensierata.- domani mi vieni a prendere al teatro?”

Il ragazzo prende il suo amaro dal bancone e ne fa un sorso; gli serve un minuto buono per connettere: ah, già, la danza. “Hai le selezioni?”

“no, solo un po’ d’allenamento, la presentazione delle ballerine e dei ballerini di danza moderna. E poi l’assegnazione della scena del film da ballare. Mi verrai a prendere, vero?”

“ovvio. Se è l’unico modo per vederci.. e a che ora finisci?”

“alle sette. – sbadiglia.- ok amore, io vado a dormire, che c’ho un sonno.. oggi ho dovuto studiare tutto il giorno, poi sono stata all’ospedale a trovare le mie amiche..”

“sì, te le raccomando quelle.” La interrompe, un po’ acido.

“te l’ho detto, non è stata colpa di nessuno. Il padre di Adrienne si è sentito male, con chi te la vuoi prendere?”

Tom ne avrebbe tante da dire, ma si limita a bere il suo amaro. Lo butta giù tutto d’un botto, poi la saluta dolcemente. “allora ci vediamo domani… ti amo, pasticcino.”

“anche io ti amo. Un bacio, ciao.”

Tom chiude il cellulare e lo ripone nel taschino del suo giubbotto di pelle.

“ah, le donne..- mormora Franch comparso improvvisamente lì accanto a se.- chi le capisce è bravo..”

il ragazzo aggrotta la fronte. “ in che senso?”

L’uomo gli fa cenno con il capo di voltarsi e guardare verso un gruppo di ragazzi che sono appena entrati nel locale. Tom si gira ed osserva i nuovi entrati, ma non trova niente o, per meglio dire, nessuno che possa giustificare quell’uscita da parte di Franch. “be?”

“ma come, non la vedi??” Franch gli indica una ragazza, rimasta un po’ nascosta, all’inizio, dagli altri ma che ora si può notare in tutta la sua bellezza.

 “Ginny..” mormora il ragazzo, sbalordito.

“già. Chi l’avrebbe mai detto, eh?- esclama l’uomo.- aveva giurato che non sarebbe mai più tornata.. e invece…- vedendo che Tom è abbastanza sconcertato, domanda.- ma.. voi due com’eravate rimasti l’ultima volta che vi siete visti? E poi, quanto tempo fa vi siete visti? Oddio, saranno passati..”

“due anni.” Conclude Tom senza riuscire a staccare gli occhi dalla figura di lei. La ragazza si sta togliendo il giaccone. Sotto è vestita con una bella minigonna rosa, stivali dello stesso colore e una maglietta aderente bianca. I capelli sul rosso, come li ricordava, ricci, lunghi. Certo,  non vuole passare inosservata. E, purtroppo, ci riesce bene. La sua mente ripercorre un istante gli attimi della loro storia. Come molte, in passato, era stato una stupida storia di sesso e basta. La storia di sesso più importante, ma pur sempre una storia di sesso.

Ricorda d’aver conosciuto Ginny ad una festa dove si era imbucato.. qualche battuta, lei , per nulla timida, che gli aveva dato il suo numero. Tom l’aveva chiamata, si erano visti. Ginny faceva parte del gruppo di conoscenze che frequenta tutt’ora Tom, una ragazza ribelle, scapestrata, bellissima che non poteva non attirare l’attenzione del classico bello e dannato del gruppo. Si erano messi insieme, quindi, così per gioco, non per amore. Semplicemente perché erano attratti fisicamente l’uno dall’altra.

Ripensando ai motivi che lo avevano portato a legarsi a Ginny, gli viene da sorridere. A quel tempo, quando non aveva ancora conosciuto l’amore, gli sembrava che avere a fianco una ragazza bella e attraente fosse il massimo. No, non erano affatto innamorati quando stavano insieme. Ma, riflettendoci, non può escludere che non lo sarebbero stati in futuro. Magari se la loro relazione fosse andata avanti, avrebbero potuto anche scoprirsi innamorati, un giorno.

Focalizza di nuovo sulla figura di Ginny. Ride. Ginny innamorata??? Gli pare d’aver pensato la più grossa corbelleria che mente umana possa elaborare. Una tipa come Ginny non si innamora.

Ginny, forse, non sa nemmeno cosa sia l’amore. Finisce di bere il suo amaro, mentre continua ad osservarla. Magari l’ha giudicata troppo presto. Forse, come lui, anche lei ha trovato qualcuno di veramente speciale che gli ha fatto scoprire l’ebbrezza dell’amore. Alza gli occhi dal bicchiere ed incontra il suo sguardo. Forse quegli interrogativi sarebbero stati soddisfatti presto.

Ginny, osservandolo, gli sorride, incredula. Bisbiglia qualcosa ad una sua amica, poi, con passo deciso, si avvia verso di lui.

“eccola  va.. mi sa che ti ha visto!” afferma Franch. Sempre  molto acuto, lui.

Man mano che si avvicina Tom può notare che non è cambiata affatto dall’ultima volta che l’ha vista. “non immaginavo di trovarti qui..” esordisce quando arriva a pochi passi da lui, squadrando il bel ragazzo che è diventato. Gli sorride e Tom nota che la luce maliziosa dei suoi occhi nocciola non è per nulla cambiata. Si fissano per qualche istante, poi scoppiano a ridere.

“fatti abbracciare…” continua la giovane, buttando le braccia al collo del ragazzo. Si dividono subito dopo. “non sei cambiato affatto… ti sei solo fatto più alto, più muscoloso, insomma, sei diventato un gran figo, lasciatelo dire!”

“ha parlato la più bella ragazza di New York.- non lo pensa davvero, ma per cortesia si dicono molte cose…- ti trovo in gran forma, sul serio. Ti lasci offrire qualcosa, oppure qualche tuo focoso amico potrebbe avere qualcosa in contrario? Non mi va di fare a botte per un drink…”

“io faccio quello che mi pare, sempre. Dovresti saperlo. Che mi offri?”

I due si siedono ad uno dei tavoli del bar, uno dei pochi che è ancora libero. Ordinano uno whisky per Tom, un gin per lei. “come butta qui a New York, che si dice di bello?” domanda con quel tono sensuale che la caratterizza.

Il ragazzo alza le spalle. “niente di straordinariamente nuovo. E tu? Come ti sei trovata a Washington?”

Sorride. “benone. A dir la verità i primi tempi mi sentivo spaesata e a casa di mia zia era un macello. Me ne sono andata due mesi dopo, mi sono cercata un monolocale che ho lasciato un mese fa..”

“e come mai lo hai lasciato? Perché sei tornata?- nel suo tono, anche se non vorrebbe, c’è un po’ di rancore.- avevi detto che non saresti tornata più… lo avevi giurato, addirittura.”

“la rabbia fa dire molte cose.- spiega.- cerca di capire. La nostra storia era andata a finire male.”

“storia.” Ribatte Tom inarcando un sopracciglio. Non si poteva certo definire una storia, la loro.

“quello che era.-  ribadisce.- comunque non ci eravamo lasciati molto bene. Mia madre era al secondo matrimonio, ero stata in galera, insomma Tom, ero scossa, no? Non potevo restare, sarei impazzita. Partire e staccare la spina mi ha fatto bene.”conclude con un sospiro.

Il ragazzo fa un altro sorso del suo alcolico. “sono contento… non hai ancora risposto alla mia domanda, però.”

“che devo dirti… sono tornata per parecchi motivi. Diciamo che il fondamentale è che mia madre si sposa per la terza volta e mi vuole al suo matrimonio. Ma non è l’unico motivo. Non potevo più rimanere nella prestigiosa università di Washington…. Diciamo che hanno scoperto che mi ero comprata gli ultimi sei esami, così mi hanno cacciato. Ho fatto trasferimento all’università di New York.”

“ti compravi gli esami?- sorride, finalmente.- non sei cambiata, vedo. E ..a che facoltà?” domanda.

“giurisprudenza. Con tutti i soldi che ha la mia famiglia mi hanno detto che aprire uno studio e avere una buona carriera qui a New York è praticamente cosa fatta. E poi volevo tornare, rivedere vecchi amici, insomma.. Washington è una città molto interessante.-  esibisce uno sguardo estremamente malizioso.- ma New York è la città dove sono nata. Qui mi sento più a casa. Come al solito mi fai parlare per ore mentre tu non spiccichi una parola. E Michael, Harry, Dawson, li vedi ancora? Non mi avrai messo la testa a posto, spero!”

Il ragazzo scoppia a ridere. “no, non ancora. Ma la mia vita è cambiata, sì. Ho conosciuto una ragazza.”

Questa volta è lei a ridere. “e che vuoi che sia! Mi stavo preoccupando…”

“mi sono innamorato.” S’affretta a dire Tom, scrutandola con i suoi magnetici occhi blu.

“nooo…- sussurra, incredula- non ci credo.- Il suo sorriso, però, si è spento.- deve essere una ragazza davvero speciale se ti fa brillare gli occhi così…” Il sorriso di Gin è tirato e di circostanza.

“puoi dirlo forte.” Risponde lui, monosillabico, concludendo il suo alcolico.

La ragazza conclude il suo, poi, inclinando la testa di lato, sensualmente, dice “ allora, Tom, è così terribile rivedermi?” dicendo questo sfiora, con la propria mano, quella di Tom.

Il ragazzo alza lo sguardo incontrando il suo. Come conosce bene quello sguardo, così malizioso, così sensuale. Ginny inizia a giocherellare con un ricciolo, mentre sfiora con i polpastrelli delle dita, la mano del ragazzo. “quando ti ho visto seduto.- si interrompe, poi si avvicina con il busto verso il ragazzo.- mi sono tornati in mente tanti ricordi…  e a te?”

“ragazzi vi porto qualcos’altro?” Franch compare improvvisamente al loro fianco. Ginny ritira la mano, con immenso sollievo per Tom. Non avrebbe saputo come comportarsi. Il ragazzo coglie l’occasione al volo.

“no, grazie, Franch.- si alza.- Ginny si è fatto tardi. Devo andare.”

“ma.. sono appena le due..”

“vado” risponde, un po’ gelido.

 La ragazza si alza anche lei e si avvicina con un sorriso cordiale. “spero che ci siano altre occasioni per rivederci. Anzi, ci conto.- Il ragazzo si limita a sorriderle. –allora ciao.”

Lo abbraccia, poi lo bacia delicatamente su una guancia, indugiando però nell’abbraccio, più del dovuto, consentendo al ragazzo di poter percepire il suo buonissimo profumo.

Si allontana lentamente da lui, lo osserva di nuovo con i suoi profondissimi occhi nocciola, poi, con un sorriso, se ne va, ancheggiando, tra la folla, proprio com’era venuta, ben consapevole di avere gli occhi di lui posati su di lei. Tom distoglie lo sguardo, un po’ turbato. Sospirando si avvia verso l’uscita del locale ed esce. Ginny si siede su uno sgabello del bancone del bar. Ripensa al suo incontro con Tom, compara il ragazzo che ricordava con quello che ha rivisto. E, subito, decide.

Al diavolo quella ragazza.

Lo rivuole.

 

Un picchiettio inusuale, innaturale. I suoi occhi si spalancano. Niente. Lentamente, si gira dalla parte opposta, si accuccia nelle coperte e richiude gli occhi, convinta d’aver immaginato tutto. Un nuovo susseguirsi di piccoli colpi. Schiude di nuovo gli occhi. I piccoli rumori proseguono. Con un brivido, si accorge che provengono dalla sua finestra. Rose, confusa, si alza lentamente da letto, un po’ spaventata. Si avvicina alla finestra, poi la apre velocemente e si sporge per assicurarsi che sia tutto a posto.

“bu!”

La ragazza sobbalza di spavento mentre osserva, a qualche centimetro dal suo, Thomas in persona.

“e tu che.. cosa.. come..” sussurra, cercando di capire com’è possibile che si trovi lì, a pochi istanti da lei… “come sei arrivato.. a che cosa ti tieni..?”

“mi sono arrampicato. Ma non credo di resistere ancora moltissimo, sai?- sussurra ironico.- su spostati, che entro.”

Rose si volta istintivamente verso l’interno. “sì.. fa piano però..”

Facendo forza sui suoi bicipiti e anche con un po’ d’aiuto da parte di Rose, Tom si solleva fin sopra la soglia della finestra della ragazza. Rose, con i capelli un po’ arruffati, l’aspetto insonnolito ed incredulo per quella dolce visita notturna, lo osserva mettersi seduto sul davanzale. Si sporge ad osservare il vuoto sotto la sua finestra e un brivido le percorre la schiena quando si rende conto che, da terra, disterà almeno una decina di metri.  Subito la coglie un giramento di testa e si sottrae dalla finestra, rientrando al sicuro nella stanza.

“ma tu sei pazzo.- sussurra.- avresti potuto ammazzarti.”

Il giovane le sorride in quella maniera così maledettamente stupenda, così ironica. “non sei stata molto carina per telefono.. rifiutare così un tuo ammiratore.. no, non si fa. E poi io non mi arrendo mai, lo sai, no?”

“shh!!!- lo ammonisce.- se scoprono che sei qui è veramente la fine! Mi cacciano fuori di casa a calci in culo!”

Tom non può fare a meno di ridere mentre, facendosi perno con le braccia, scende dal davanzale con un piccolo slancio. Rose richiude la finestra alle sue spalle, con un brivido.

I suoi occhi verdi, illuminati dalla luce lunare, lo osservano divertiti. “ come mai sei qui?”

Tom sorride, avvicinandosi a lei. “avevo una voglia pazza di vederti..” le accarezza i capelli con quel dolcissimo e assieme autoritario, modo di fare. Le passa una mano dietro la nuca, l’attira a se e la bacia. Rose si lascia travolgere dalla passione di quel bacio mentre le sue mani gli stringono  le spalle ampie e muscolose, la schiena perfetta e i muscoli di quelle braccia che ora la stringono di nuovo. Si allontanano per riprendere fiato, Tom le sposta una ciocca di capelli dal viso.

La giovane gli sorride e lo bacia con più slancio, con l’ebbrezza del pericolo, del proibito. Perché, non è un’ esagerazione, se Novaly disgraziatamente si sveglia e il resto della famiglia con lei e per una sfortunatissima sorte li scoprono così avvinghiati, sono davvero cavoli amari.

Dopo un ultimo bacio, Tom si impone l’autocontrollo e si distanzia di nuovo da lei. Lei riapre i suoi occhi di smeraldo e sorride, emozionata, innamorata. “ti amo, Tom, oh Dio, ti amo…”mormora, sconvolta, quasi, dal coinvolgimento che sente per lui. “ti prego, giurami che non mi lascerai mai..”

Intenerito, il ragazzo l’abbraccia di slancio, cingendo il suo fisico con le sue possenti braccia. “e come potrei lasciarti? Ho bisogno di te, lo sai”

“anch’io ho bisogno di te. Più di quanto tu creda..”

I loro discorsi sussurrati vengono interrotti da un improvviso vagito infantile e da un gran rumore di coperte che si agitano, proveniente dalla camera adiacente.“forse è meglio che io vada…”

Rose lo blocca, prendendolo per un polso. “ti prego, non andare..” Tom aggrotta la fronte. “ma se..”

“accucciati qui con me.. – gli indica il letto.- dormiamo insieme, Tom… mi manca tanto addormentarmi abbracciata a te..” i suoi occhi sono così dolci e innamorati che per un attimo Tom ha persino paura di quell’amore così grande. Quell’amore puro e passionale allo stesso tempo. Non risponde. La bacia. Poi si toglie le scarpe , che nasconde bene sotto il letto, e il giubbetto di pelle, che infila velocemente in uno degli armadi.

“metto la sveglia alle sei..- sussurra Rose, felice- così quando si sveglieranno Emily e Formy troveranno tutto come l’avevano lasciato…” il ragazzo sorride e l’abbraccia, di slancio. Si accoccolano sotto le coperte, sulle lenzuola già scaldate dal leggero corpo di Rose che vi aveva dormito fino a quel momento.

“non è da tutti sfidare così la propria famiglia per …”inizia Tom ma Rose lo interrompe subito.

“ma io per te farei di tutto!” lo abbraccia con slancio, poi, sospirando, appoggia il capo sul suo petto. Socchiude  gli occhi mentre inizia a sentire in maniera distinta, il battito forte e ritmato del cuore del suo ragazzo. Sorride, intenerita, e lo stringe di più.

“sto così bene con te.. sono davvero felice….” Il suono di quelle parole sussurrate con un tono appena percettibile, la riporta alla realtà. “anch’io lo sono..” risponde lottando contro il sonno che minaccia di farla addormentare da un momento ad un altro.

“eri così felice anche con Sean?” le domanda a bruciapelo.

“no, non così.- risponde lei sbadigliando.- ero felice in un’altra maniera. All’inizio ero un pò innamorata di lui.. ma non così tanto come lo sono ora di te. Era un altro tipo di amore… e tu?”

La mente del ragazzo corre velocemente a l’unica storia decente prima di Rose: Ginny. Per un istante vorrebbe parlarle di lei, del loro incontro. Ma poi desiste. Con lei non era stato vero amore, che cosa ci sarebbe stato da raccontare?

“no.. non mi sono mai innamorato, te l’ho detto…”

“non ci credo.- ribatte debolmente.- almeno una volta, devi essersi sentito più coinvolto con una ragazza…”

“sì, forse una volta sì.- ammette ripensando all’altra.- ma non confondiamo sesso con un po’ di coinvolgimento, con l’amore..”

“due mondi diversi.”

“già- sente di nuovo l’improvvisa voglia di parlarle di Ginny.- però, sai,una volta..…”

Sente che il respiro di Rose si è fatto improvvisamente regolare, tranquillo, mentre è appoggiata sul suo petto. Dorme. Sorride e le stampa un bacio sulla fronte. Ma sì, piccola, dormi. Forse è meglio così.

 

Formy, con in braccio Novaly, passa accanto alla porta della camera da letto di Rose. Si ferma, guarda l’orologio e bussa violentemente. “Rooosseeee!!!! Datti una svegliata sono le dieci!!!”

Novaly subito scoppia a ridere, come è proprio dei bambini piccoli. Il padre le sorride, le aggiusta amorevolmente i capelli sulla fronte e sente con le labbra se ha la febbre. No, è fresca.

La abbassa a terra, allora, e le sussurra. “vai tu a svegliare zia Rose?” e, come ogni mattina, Novaly annuisce divertita. Formy si allontana mentre osserva la bambina spingere la porta della camera.

Entra trotterellando con i suoi piccoli passi, si avvicina al letto ma poi si blocca e i suoi occhioni assumono un atteggiamento incuriosito. Zia Rose non è da sola. È con un ragazzo!!!!! All’inizio, un po’ intimorita, la bambina fa quasi per mettersi a piangere, poi, grazie a Dio, decide di soddisfare la sua curiosità e riprende a correre verso il letto della zia da dove provengono i respiri ovattati dei due ragazzi addormentati. La bambina, con un po’ di fatica, si arrampica sul letto. Gioca a camminare sopra le loro gambe, poi si avvicina a gattoni alla zia. “Ose…”la chiama tirandole una ciocca di capelli. La ragazza, in risposta, mugugna qualcosa di incomprensibile e non accenna a muoversi.

Novaly allora, dopo altri tentativi andati male, si rivolge al ragazzo. “tato.. tato…tato…”

Ma vedendo che nessuno dei due accenna ad un movimento, intristita, scoppia a piangere. “mamma!!”

Forse la fortuna ha fatto sì che Rose si svegliasse prima che accadesse l’irreparabile.

La ragazza spalanca gli occhi e sussulta, vedendo Novaly a pochi centimetri da se. Si volta e, dall’altro lato, c’è Tom. Oddio, e adesso? In un lampo si tira su con il busto e rassicura la bambina.

“shh- le indica il silenzio accentuando la cosa con il dito indice davanti alle labbra.- zitta Novaly, che adesso facciamo un bel gioco..”

Gioco, si sa, è la parola magica dei bambini.

Di colpo la bambina si rasserena e torna allegra e frizzante. Rose le sorride un po’ più sollevata, poi inizia a dare strattoni al suo ragazzo, ancora addormentato. “cielo, Tom, svegliati!!!!!” dopo numerosi ‘no ’  appena sussurrati da parte del ragazzo e dopo molti pizzicotti da parte di Rose, Tom finalmente si degna si aprire i suoi bellissimi occhi blu. Novaly batte le mani divertita.

“che cazzo..”

“niente parolacce, c’è la bambina!” lo ammonisce Rose.

“quale bambina..?-  protesta debolmente. Poi vede la piccola nipotina della sua ragazza sulle sue gambe e sobbalza.- che ci fa tua nipote qui da noi? La fanno svegliare alle sei di mattina?”

“macché sei dei mattina, sono le dieci! non abbiamo sentito la sveglia, sbrigati che loro sono tutti alzati!!!”

Con uno scatto Tom si alza velocemente dal letto. “ma porca put..”

“t’ho detto niente parolacce!” il ragazzo le lancia un’occhiata omicida mentre finisce la frase con “miseria..”

Rose si alza pure lei dal letto e, mentre Tom si sbriga a mettersi le scarpe nascoste sotto il letto, la ragazza va alla ricerca del suo giubbotto di pelle, guardando negli armadi. “ma dove diamine l’hai messo?”

“in un armadio!”

“ho capito, ma quale?”

“e che ne so, di notte sono tutti uguali!”

Sentono improvvisamente dei passi lungo il corridoio. “ok lasciamo perdere il giubbotto, quando lo trovi me lo ridai.”esclama il ragazzo dirigendosi verso la finestra. La apre e la scavalca con facilità facendo perno sui suoi muscoli. Si aggrappa con i piedi sul condotto dove passano i tubi e rimane con le braccia appoggiate al davanzale.

Rose nota che non se ne va . “Ma…”

“un bacio!” chiede sorridendole. Rose non se lo fa ripetere due volte; lo bacia appassionatamente, poi si allontana sentendo i passi sempre più vicini. “adesso vai, corri!!!- lo osserva scendere.- ma sta attento per favore!”

Tom le strizza l’occhio mentre continua a scendere trovando tutti gli appigli possibili, neanche fosse l’uomo ragno. La porta della sua camera si apre; lei subito si ritrae con il busto e chiude la finestra. Poi si volta, nervosa.

“buongiorno.” È Formy. Meno male. Davanti a sua sorella non sa come sarebbe andata a finire. Non ne avrebbe retto lo sguardo.

“buongiorno.” contraccambia ridendo, un po’ nervosa.

Novaly ride continuando a battere le mani. “tato via!!” esclama improvvisamente.

“cosa, Novaly?” chiede il padre, incuriosito. Il cuore di Rose smette di battere.

“tato dorme, poi via da finestra!”

Formy lancia un’occhiata alla finestra dietro di Rose. Alle loro orecchie giunge il rombo di una moto che si allontana. *oh, cazzo..*  pensa la giovane…

“come mai avevi aperto la finestra?”

“per fare un po’ di ricambio d’aria. Perché?” risponde lei augurandosi di essere convincente.

Lo sguardo dell’uomo cade di nuovo sulla bambina. no.- pensa.- non può essere. “niente.” risponde.

“su, farfallina.- dice prendendo in braccio la figlia.- andiamo.” I due si allontanano dalla stanza poco dopo. Rose tira un mega sospiro di sollievo. È andata.

Chiude la porta della camera, accende la radio ed inizia a cambiarsi. Il sole di quella bella mattinata invade la stanza con i suoi raggi, mentre lei si sfila il suo famoso pigiamone. Apre l’armadio per prendere i jeans ma la prima cosa che le capita sotto mano è un giubbotto di pelle nero.

Il suo giubbotto di pelle. Ecco dov’era.

Sorridendo, lo stringe a se, sul cuore, mentre ripensa a quella meravigliosa improvvisata notturna.

 

 

Fine tredicesimo capitolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                      

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Capitolo 14
*** NUBI ALL'ORIZZONTE... ***


PROFUMO DI MENTA

Ciao a tutti!

L’aggiornamento è arrivato in ritardo, pardon, ma se non altro è arrivato… sono talmente stressata in questo periodo che tra poco mi porterà vai la Neuro!

Come al solito vi invito a recensire e mandarmi suggerimenti per il seguito…

Grazie a tutti i lettori!

Ciao Aly!

già già.. il nuovo personaggio è proprio una spina nel fianco.. soprattutto per Rose... grazie per gli auguri!!

Un bacio!!

 

Ciao Damynex!
come darti torto .. devo cucirmi la lingua altrimenti rischierei di anticiparti qualcosa.. cmq grazie della recensione e degli auguri!!!!

un bacio!!

 

Buona lettura,

Diomache

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

CAPITOLO XIV:  NUBI ALL’ORIZZONTE…

 

 

 

 

L’auto frena bruscamente davanti al il New York State Theater, uno dei teatri più importanti, dove si esibisce  il New York City Ballet, Prestigiosa compagnia di balletto statunitense, ( di cui Rose fa parte) con sede presso il New York State Theatre del Lincoln Center for the Performing Arts.

La ragazza scende velocemente dall’auto, lanciando un’occhiata veloce all’orologio: cielo, è tardissimo! “grazie mille del passaggio, Hud!” mormora velocemente e, senza nemmeno aspettare la risposta, si fionda verso il teatro. Questa volta Mary la farà fritta ne è sicura. Le aveva raccomandato di non ritardare per nessun motivo al mondo, perché i ballerini della compagnia di danza moderna erano tipi molto precisi sul fatto di orari e Mary voleva fare bella figura.

Passa,correndo , davanti alla segreteria e puntuale le giunge la voce roca della signora Hiliard. “ sei sempre in ritardo!!!”

Rose non le bada e vola per le scale che conducono allo spogliatoio. Come una furia arriva davanti alla stanza  e ne spalanca la porta. La stanza è piena di ballerine,che conosce, di danza classica, e altre vestite con abiti moderni, con pantaloni neri e top che lasciano scoperto gran parte del busto.

Poco prima stavano sicuramente chiacchierando tra di loro ma l’arrivo improvviso di Rose le fa zittire tutte d’un botto. Finalmente, Kiky, una sua amica, interrompe quel silenzio imbarazzante, con una risata. “eccola va, la perenne ritardataria! Ma ti vuoi dare una mossa o vuoi che Mary ti faccia il culo????”

Rose, sospirando, entra chiudendo la porta dietro di se. Lentamente, il chiacchiericcio riprende.

Sotto gli occhi di quelle ragazze anche più grandi, la nostra Rose si sfila i pantaloni ed indossa le calze bianche, poi leva la maglia e girandosi di spalle, toglie anche il reggiseno, per infilarsi così il vestito: un body leggerissimo di un bellissimo rosa confetto a cui è accompagnato uno stupendo tutù. Le ragazze hanno vestiti chi più semplici, chi più elaborati, ma Rose sembra emanare qualcosa di diverso dalle altre: come una luce che sprigionano i suoi occhi verdi splendenti. La ragazza procede velocemente verso la conclusione della preparazione, con quella metodicità tipica di chi ripete gli stessi movimenti da parecchi anni: infila le sue scarpette a punta rosa e subito dopo lega i capelli lunghi in uno chignonne perfetto, come al solito.

Ha appena finito di prepararsi quando la porta dello spogliatoio di spalanca di nuovo e questa volta non è una ritardataria, ma è Mary in persona. La donna, una signora di circa 43 anni, vestita con abiti sportivi, capelli ossigenati legati in uno chignonne e un’aria da mastino, inizia subito a guardarsi intorno con aria sospettosa, scrutando i volti silenziosi di ballerine che conosce e non. Quando il suo sguardo severo incontra quello di Rose, alla ragazza, come sempre, vengono i brividi alla schiena. Quella donna riesce sempre ad intimidirla, è una cosa incredibile!!!!

“bene.- esordisce Mary.- mi sembra proprio che ci siamo tutte. Avanti, venite, procediamo..”

Obbedienti e in maniera ordinata, tutte le ballerine del New York City Ballet e le altre di danza moderna escono dallo spogliatoio e si avviano sull’enorme palco del grandissimo teatro.

Si mettono in posizione: le ballerine classica a sinistra del palco, quelle moderne a destra. Rose nota che tra le ballerine moderne ci sono molti ragazzi, così tanti che potrebbero formare coppie precise. I ragazzi sono vestiti con pantaloni neri e maglie a giro manica dello stesso colore; Rose constata, con un sorriso, che anche i nuovi arrivati sembrano in soggezione in presenza di una Mary che urla, comanda,ordina e prende le redini della situazione, sempre, anche in maniera piuttosto brusca.

Ora ha appena finito le presentazioni e i ringraziamenti, i buon auspici per questa loro nuova collaborazione: classica –moderna.

“ROOOSSEEEEEE!!!” l’urlo della sua insegnante che  rimbomba per tutto il teatro, la fa sobbalzare di spavento. Mary scoppia a ridere con un ghigno irato. “oh, finalmente si è svegliata la nostra bella e addormentata! Dì, vuoi anche un cuscino e una bella amaca????- la ragazza tenta di discolparsi ma Mary la incalza di nuovo. Sente gli occhi di tutti su di se ed è sicura di essere diventata rossa come i top delle ballerine di danza moderna.- zitta, farabutta! Non puoi permetterti di distrarti, hai capitooooooo?????”

Rose annuisce. Quando si arrabbia, Mary fa proprio paura. Gli occhi le diventano tutti rossi, le si dilatata il collo e alcune vene bluastre si rigonfiano così tanto che sembrerebbero scoppiare da un momento all’altro; il tutto è reso ancora più terrificante dalle urla, dai gesti. Rose a volte ha seriamente pensato che cadesse stecchita da un momento all’altro, colta da un ictus o un infarto. E se, in dieci anni che la conosce, non è mai accaduto, le cose sono due: o quella donna è una miracolata o ha un apparato circolatorio che è una bomba.

“visto che ti distrai tanto, signorina, fatti avanti, sarai tu la prima!”

Rose sente un lieve buco allo stomaco mentre si fa avanti tra le file di ragazze e raggiunge il centro del palco. Vorrebbe domandare che diavolo deve fare ma rimane in silenzio, al centro del palco e dell’attenzione di tutti. Mary la scruta con uno sguardo di sfida. “hai preferenze sulla scena del film da rappresentare, disgraziata di una sciagurata maledetta???”

Oh, quanto adora i suoi complimenti. “no” risponde, tranquilla.

Mary si volta rabbiosamente verso il gruppo dei collaboratori, quelli che diventeranno i giudici che ammetteranno o meno le ragazze al musical. Infuriata, la donna ordina. “avanti, estraete!”

È furibonda per la risposta tranquilla e pacata della ragazza. Avrebbe voluto che avesse espresso una preferenza, per il gusto di dirle un bel “no” davanti alla faccia. Così impara a distrarsi.

Uno dei giudici, che prima degli altri si era mosso per quest’estrazione, tira su da una boccia di vetro un foglietto, che poi passa dalle sue, alle mani di una donna che lo apre, poi a quelle di un uomo che lo legge ad alta voce. Sia Rose che Mary, per una volta d’accordo, lanciano uno sguardo innervosito e annoiato alla giuria. Che pratica snervante! Saranno una cinquantina di ballerini, se le estrazioni procedono a sto ritmo, saranno lì fino a notte tarda, altro che le sette di pomeriggio!

“il film estratto è ‘Pearl Harbor’. La ballerina Rose Sandeker danzerà sulle note di ‘There you’ll be”

Rose annuisce. Non è molto soddisfatta. Film troppo classico, e la sua parte è troppo scontata. Dovrà metterci il doppio dell’impegno per rendere al massimo l’interpretazione. Dovrà preparare una coreografia perfetta dal punto di vista tecnico e dovrà metterci interpretazione, sentimento, passione più di qualsiasi altro pezzo. Dovrà far piangere i giudici. Altrimenti, con la parte scontata che ha, non passerà di certo. I suoi occhi si fermano su di Mary. Sembra contenta, lei.

Forse così potrà metterla alla prova e ridere di lei se non passerà la selezione. Se l’estrazione non fosse stata eseguita davanti ai suoi occhi, nella più totale onestà, sarebbe sicura dello zampino della sua insegnante.

“avanti un’altra, procediamo per ordine alfabetico, ora!!” ruggisce di nuovo Mary mentre i suoi occhi di fuoco osservano la sua prima ballerina, riposizionarsi al suo posto.

 

Micheal svolta, sorpassa e si rimette in carreggiata, tutto con la solita aria di indifferenza dipinta in volto quasi stesse sbucciando una mela invece che correre a 110 per strada. Tom, tranquillo quasi quanto lui, tiene gli occhi puntati sul paesaggio della New York periferica e noiosa del tardo pomeriggio. La radio sintonizzata su una frequenza di musica sta ora parlando di cronaca nera e i conducente, annoiato, la spegne con un gesto stizzito, lancia un’occhiata veloce all’amico, poi sospira e inizia con l’aria di chi la sa lunga e vuole distribuire consigli a destra e a manca: “secondo me dovresti stare tranquillo..”

Tom inarca un sopracciglio e sorride ironico: “dai, spara ‘sta perla di saggezza.”

“vaffanculo, vuoi prendermi sul serio una volta nella tua vita?” sbotta, ma non realmente incazzato.

“avanti, parla.”lo incita lui con quel sorrisetto beffardo.

“volevo solo dirti.- inizia.- che se io fossi nei tuoi panni, me la vivrei molto più tranquillamente questa cosa…”

“ma io sono tranquillo. Infondo ha SOLO cercato d’ammazzarmi.- risponde sarcasticamente. – e ti ricordo che chiunque abbia mai cercato di farlo, non è campato a lungo per poterlo raccontare..”

“è arrivato il serial killer- ora è Michael a fare dell’ironia.- quello che sto cercando faticosamente di dirti è che a mio avviso  Jarod si è arreso, ora come ora.”

Tra i due cala il silenzio. Michael, con l’aria seria e concentrata di chi pensa di aver esposto una grande verità, continua a tacere, riflessivo. Questo silenzio carico di concentrazione è improvvisamente rotto da Tom che scoppia a ridere, di cuore.

“sei un testa di cazzo, ma perché non mi dai mai ascolto, per la miseria?” si lamenta il riccio mentre svolta rabbiosamente per una viuzza e l’altro continua a ridere spensierato. Solo una buona dose di minuti più tardi, riesce a calmarsi e a dire: “grande sapiens, lo sanno tutti che Jarod non è tipo da accettare facilmente una sconfitta..”

“ma la sconfitta in Francia.- alza la voce.- è stata davvero colossale! E poi ora sei a New York, sei più protetto, in qualche modo!”

“naa andiamo..- lo interrompe l’amico.- lo sappiamo benissimo tutti e due che quel verme non si arrenderà mai,  prima di vedermi con gli occhi sgranati e una pallottola in piena fronte!”

Michael sbuffa, contrariato. Possibile che Tom abbia sempre ragione? “e allora cosa diavolo intendi fare?”

“semplice.- sospira l’altro.- aspetterò che sia lui ad attaccare e questa volta non mi limiterò a difendermi.”

Il ragazzo corruga la fronte. “ quindi? Intendi andare fino in fondo?”

“ovvio. Sinceramente mi ha rotto i coglioni questa storia, voglio farla finita, cazzo.”

“e una volta ucciso Jarod?- domanda.- poi che farai?”

Tom incrocia le braccia dietro la testa, mette un piede sopra il cruscotto e, con aria rilassata, riprende: “bah. Sai che non c’ho pensato? Quando avrò ucciso Jarod innanzitutto farò un bel sospiro di sollievo. Poi potrei proporre alla sua banda un piccolo affare.” Conclude con un sorriso furbo.

Gli occhi castani di Michael lo percepiscono e, curioso, domanda. “che affare?”

“una fusione, per esempio. I miei uomini con quelli di Jarod. Diventeremo parecchi e..”

“controllerai quasi tutta New York- conclude a posto suo il ragazzo castano.- diventerai un gangster in piena regola.” Il suo tono di voce, però, non è entusiasta come Tom se lo sarebbe immaginato. È spento e serio, invece. Il ragazzo biondo lo osserva, turbato. “qualcosa non va?”

Michael, inquieto, sospira lievemente. “è da un po’ che volevo parlarti…”

“di che cosa?” domanda l’altro accendendosi una sigaretta. “spara.”

“ecco io.. ho pensato di mollare tutto.”

Tom per poco non ci rimane secco. Si volta velocemente verso di lui, incredulo. “cosa?”

“hai capito.- risponde l’altro, più sicuro ora che ha vuotato il sacco.- lascio la banda.”

La prima reazione del ragazzo biondo è quella di scoppiare di nuovo a ridere, augurandosi che tra poco lo faccia anche Micheal, sperando che sia tutto uno scherzo, un bluff… ma no, Michael non ride. Se ne sta fisso a guardare la strada davanti a se, con l’aria seria di chi ha preso una decisione molto importante. Tom smette di ridere, se ne accorge. Non sta scherzando, affatto.

“non dirai sul serio, vero?- domanda ma l’ennesimo silenzio dell’amico è più chiaro di qualsiasi altra risposta-  e perché?”

“mi sono rotto, ecco perché. Voglio cambiare vita.. voglio.. tornare alla normalità, accidenti.- si interrompe un istante.- tu non hai mai desiderato tornare ad essere la persona di un tempo? Senza tutte queste preoccupazioni, senza..”

“no.” Risponde, freddo. “e neanche a te sarebbe mai saltata in testa una cosa del genere! Come mai ora hai cambiato idea tutto d’un botto???”

“te l’ho detto!!! Mi sono stancato di questa vita, voglio provarne un’altra!!!!”

“ah sì? E che cosa farai? L’operaio?”

Michael distoglie un attimo lo sguardo per posarlo sul suo amico. Si sente sicuramente ferito, tradito da lui e , per quanto possibile, lo capisce. Ma non può continuare con questa vita. Ha preso una decisione e non tornerà indietro. “qualsiasi cosa.- si interrompe e lo fissa negli occhi.- ma che sia onesta.”

“aaaah.. t’è venuta la smania dell’onestà, adesso!!!!” sbotta l’altro, arrabbiato.

“ma perché non cerchi di capirmi, cazzo??? Mi sono stancato di dovermi sempre sentire braccato, sempre in pericolo di finire in gattabuia, basta! e sai che ti dico? Dovresti smettere anche tu!!”

“io?- il ragazzo scoppia di nuovo a ridere, ma questa volta la sua è una risata tutt’altro che tranquilla o irrisoria.- ma tu sei pazzo!!! Io non lascerò mai questa vita.”

“e sbagli, per la miseria! Hai una laurea in Economia presa l’anno scorso, quando diavolo pensi di utilizzarla? E poi pensa anche alla tua vita privata! Se fai questa carriera, se così possiamo chiamarla, non dovresti avere né genitori, né sorelle, né , soprattutto, una donna al tuo fianco! Ma, dico io, a Rose non ci pensi? Pensi che vorrà restare accanto ad un ladro per tutta la vita?”

“Rose mi ama.” Dice a bassa voce, aspirando fumo dalla sigaretta.

“Non lo metto in dubbio. Ma a volte l’amore viene sacrificato per interessi più importanti.”

“tipo?”

“la vita!! Non dimenticare che quella ragazza ha rischiato la vita insieme a te a Parigi.”

“Parigi è cosa passata. Ora siamo a New York. Lo hai detto tu poco fa, no, che posso stare tranquillo ora..”

“e lo penso tutt’ora! Ma per quanto? Sconfitto Jarod, avrai come nemico qualcun altro! Non credere di poterti impadronire tranquillamente della criminalità di mezza New York senza che qualche gangster non storca il naso! E un nemico chi andrà a colpire, oltre te? Rose!”

“e che dovrei fare allora?”

“devi.-  Michael inchioda le gomme sull’asfalto, evitando un frontale pazzesco. –scegliere. - per nulla turbato, fa manovra e riprende a correre. – tra stare con Rose ed essere un criminale..”

“aaaah- sbuffa.- quanto la fai tragica! A sentire te sembra che questa sia una cosa imminente..- da un veloce sguardo all’orologio .- invece di dire cazzate vedi di dare una accelerata che Rose ci sbrana…”

“Rose è un angelo se ti sopporta.- ribatte sorridendo l’amico.- quindi non ci credo che si arrabbierà per appena quindici minuti di ritardo..”

“diventeranno venticinque questi minuti di ritardo. Tu  la immagini come un dolce angioletto, eh? Vedrai che sarà un belva!”

Michael scoppia a ridere, mentre pigia più forte il piede sull’acceleratore. Anche l’altro passeggero sorride. Già immagina la sua ragazza, stretta nel suo giaccone bianco, con il borsone blu scuro a tracolla, i capelli sciolti e scompigliati, mossi dal vento. Lei, che già a cinque minuti di ritardo inizia ad arricciare il naso e a battere un piede a terra, …sarà proprio una furia!!!

I suoi pensieri non sono tanto distanti dalla realtà. Quando giungono davanti al New York State Center sono circa le sette e mezzo. Ben mezz’ora di ritardo!! Michael cerca la silhouette snella della ragazza e poco dopo la identifica con una tipa che, braccia conserte, è seduta sulle scalinate del teatro chiuso. Gli lampeggia con i fari dell’auto e la giovane con uno scatto rabbioso prende il borsone e si dirige a passi svelti verso l’auto. Il ragazzo riccio, poco convinto di quello che aveva detto su di lei un po’ di tempo prima, scambia uno sguardo curioso all’amico.

“sentirai, sentirai….” Mormora Tom divertito.

La ragazza apre lo sportello dell’auto e getta dentro il borsone, poi si siede lei stessa sul sedile posteriore dell’auto. “ciao amore” la saluta Tom con un po’ di ironia ma non fa nemmeno in tempo a finire la frase che la giovane si scatena. “ma sai quanto ho aspettato, delinquente!!!!!!!- lo rimprovera Rose sistemandosi i capelli sconvolti dall’azione del freddo vento invernale. –sono crepata di freddo, mi sono congelata!! Con tutti i casini, ci manca solo che mi ammalo e poi ho fatto bingo!”

“dai Rose…- si intromette con aria conciliatrice Michael.- abbiamo trovato traffico.”

“e tu zitto!- lo zittisce subito Rose, gli occhi verdi pieni di irritazione.- sto parlando con questo cretino qui..” esclama sottolineando le sue parole con un bel pizzicotto (di quelli fini fatti con le unghie) al bel collo di Thomas. Il ragazzo sobbalza. “ehi!”

“così impari!” lo rimprovera lei sedendo con le braccia incrociate e lo sguardo rivolto verso  l’esterno.

“piuttosto.- tenta di intromettersi di nuovo il ragazzo riccio.- Tom mi ha detto che avevi una sorta di elezioni..”

“sì, del presidente degli stati uniti! Ma quali elezioni, delle selezioni!”

“e come sono andate?” domanda il suo ragazzo voltandosi verso di lei con quello sguardo terribilmente stupendo. L’arrabbiatura di Rose inizia a scemare davanti a quella meravigliosa espressione interessata. “mi hanno assegnato una canzone sdolcinata, dovrò impegnarmi molto..”

“aah.. tu sei un genio.. quando avrai la selezione vera e propria?” domanda continuando a restare girato.

“a marzo.- finalmente sorride. – dove andiamo?”

“da El, ti va?”

La ragazza alza le spalle con quel suo caratteristico modo di dire “indifferente.” il ragazzo allunga una mano per accarezzarle il viso, poi,  con un paio di movimenti anche piuttosto azzardati (ma Tom ha una concezione molto personale del pericolo) si sposta nel sedile posteriore dell’auto accanto a lei. “ehilà..”la saluta non appena si è posizionato definitivamente. “non mi hai nemmeno salutato come si deve..” le prende il viso per baciarla ma lei, maliziosamente, si ritira e arriccia il musetto. “non ci pensare nemmeno. Non ti meriti niente.”

“sei proprio sicura?” le sussurra sensualmente all’orecchio. Poi inizia a sfiorarle la pelle con la morbida superficie delle sue labbra .. l’operazione, dopo un periodo di ostinazione della ragazza, ha buon esito, perché al quinto o sesto tentativo, Tom riesce a baciarla. Poi il ragazzo, prendendola per la vita, la solleva fino a posizionarla sopra le sue gambe.

 “ehi, non mangiatevi voi due qua dietro!” li interrompe scherzando Michael e Rose , imbarazzata, si stacca subito dal ragazzo, diventando tutta rossa in viso.

Continuando a sedere in quella dolce posizione, passano il resto del breve tragitto, scandito dai racconti pieni di sentimento della ragazza che narra le sue vicende sportive e le ultime news in ambito familiare e universitario, racconti brevemente interrotti dalle opinioni di Tom che cerca di consigliarla o ci ironizza su, facendola arrabbiare.

Michael osserva, attraverso lo specchietto dell’abitacolo della vettura, i due ragazzi che parlano tranquillamente. Guarda  attentamente il suo amico e nota come sia pressoché irriconoscibile. È interessato a tutto ciò che esca dalla bocca della giovane, pendendo dalle sue labbra come se le sue parole fossero oro colato. Gli vengono in mente le altre conversazione che avevano visto partecipi lui e Tom ad esempio. Queste ‘conversazioni’ se così potevano essere chiamate, erano una sequenza infinita di un continuo monologo da parte sua o del russare di Tom che, profondamente interessato, si addormentava sempre dopo un max di tre minuti. O, nel migliore dei casi, partecipava attivamente con  accenni appena percettibili del capo.

È una cosa incredibile come sia diverso con quella ragazza… ha uno sguardo, un modo di fare molto diverso. Ben differente del Tom che aveva avuto modo di conoscere quando stava con Ginny o con qualcun’altra. Questa Rose deve essere proprio speciale. O comunque la persona adatta a lui.

Le riflessioni mentali di Michael e le chiacchiere degli altri due terminano poco dopo, non appena giungono al bar. Il trio scende dall’auto e si dirige all’interno della struttura. Il locale è abbastanza pieno di gente che si sta godendo l’happy hours.

Dopo alcuni secondi dal loro ingresso, gli si fanno intorno gli amici di sempre. Dawson si avvicina come al solito a Rose e le passa un braccio sulle spalle. “ecco la nostra bellissima luce che illumina le nostre tristissime vite…”

“sei solito scemo.” Lo rimprovera dolcemente lei, con un sorriso.

“ehi, vecchio volpone, dove siete stati?” domanda Harry a Tom sorseggiando una birra.

“a fare un giro e a prendere Rose da danza.” Risponde ordinando un rum a Franch e un succo alla pera per Rose.

Franch, vista la comparsa improvvisa di quella nuova e bellissima ragazza, non manca di sottolineare l’evento. “oh, e questa bella donna da dove viene?” Rose sorride al barista.

“piacere, Rose.” risponde.

“Franch, piacere mio. Anche tu frequenti questi cani rognosi? Io conosco questi bastardi da quando ancora non avevano ancora lasciato il biberon…- si interrompe scoppiando a ridere. Nota la vicinanza di Dawson e commenta.- aaahh, ho capito.. sei la ragazza di questo scalmanato!”

“magari, Franch, magari.- commenta Dawson sciogliendo l’abbraccio.- Rose è la donna di Tom.”

“e bravo Tom, non ti fai mancare niente, eh? Complimenti, proprio una bella ragazza!!Dopo Ginny pensavo che non ne avresti trovata più una altrettanto bella..” conclude Franch porgendo a Rose il succo di pera. La ragazza si volta verso di Tom con uno sguardo interrogativo. “Ginny?”

“una mia ex.” Risponde vago, lui.

“la conoscerai questa sera-si intromette Harry rivolgendosi alla ragazza che, seduta su uno sgabello, sorseggia il suo succo alla pera. – perché l’hai invitata, vero, Dawson?”

“certo che l’ho invitata.- risponde il moro.- questa sera me la porto a letto..”

“ehi, non fare tanti programmi.- lo interrompe Harry.- ci avevo già fatto un pensierino io!”

“un momento!- la voce di Rose sovrasta, per un istante, le altre.- che cosa c’è questa sera?”

“Tom, non glielo hai detto? Questa sera c’è la festa di Dawson!” urla Harry.

“nel caso che lo scimmione del tuo ragazzo non te lo abbia detto, tu, naturalmente.- il ragazzo moro con uno sguardo affascinante le prende la mano e gliela bacia.- sei invitata.”

“grazie, adesso vedo se posso venire..”

“devi venire.- interviene Michael.- sarà una festa favolosa: birra, ballerine…”

Il sorriso della giovane scema velocemente e fa spazio ad un’espressione di circostanza. Ecco, le feste che odia. Droga, birra, sesso e rock’n roll! Ma siamo pazzi??? Il suo sguardo cade su di Tom che lo contraccambia e le sorride mentre sorseggia la sua bevanda.

Dopo qualche istante, il gruppo si dilata e molti vanno a giocare a biliardo, altri a fare qualche cazzata in giro per il bar. Rose e Tom rimangono appoggiati al bancone, in silenzio. La ragazza scruta gli occhi seri del ragazzo, poi interrompe il silenzio. “be? Come mai non mi avevi detto niente?”

“ero sicuro che non avresti approvato.- risponde lui con un sorriso.- perché, non vorresti venirmi a dire che è una di quelle feste che fanno per te, vero?”

“assolutamente.- ribatte lei ridendo.- e guai a te se ci vai.”

Tom aggrotta la fronte.. non starà dicendo sul serio… “che?”

“ma sì, dai, facciamo qualcosa io e te.. non mi va che metti piede in quella bettola organizzata dal tuo amico.. Susy mi ha parlato spesso delle feste che organizza il fratello… pensa che circola anche la droga!” parla a bassa voce, come se gli confidasse un segreto importante. Tom sorride con aria sarcastica di fronte a quel comportamento.. “davvero?” che buffa, crede che lui non abbia mai preso parte ai festini di Dawson?? Certo, a lui la droga non va ma le ballerine invitate dall’amico erano sempre state molto interessanti…

“non fare la parte dell’uomo vissuto.- lo interrompe lei.- se ci sei andato in passato non mi importa, una volta eri single ma ora non lo sei più e io non voglio che ti infratti là dentro.. e poi questa sera danno al cinema quel film.. coso lì.. dai,quello che mi piaceva tanto andare a vedere… non puoi non accompagnarmi, ti prego…”

“Rose.- il ragazzo la interrompe. No, non sta scherzando.- non posso mancare..”

“ah lo sapevo!!- esulta lei, fraintendendo le parole del ragazzo.- allora a che spettacolo andiamo? Quello delle otto o delle dieci e mezzo?? Io credo che potremo…”

Tom sospira. “non posso non andare alla festa di Dawson.” Ribadisce, seccato da quella incomprensione. Il sorriso della ragazza si spegne. “cosa? Ma..”

“Rose non posso andare al cinema, perché non lo capisci? Dawson ci tiene e ..”

“certo.- sbotta lei. -e tieni più a lui che a me?”

“non fare l’infantile, ci rimane male se non ci vado! Al cinema ci possiamo andare anche domani.. ”

“Tom non mi piacciono questi generi di festini, va bene?- esclama lei, indignata.- ma a quanto pare a te piacciono un casino! Vuoi approfittarne per appartarti con qualche bella ballerina?”

“non dire scemenze!! Se credi tanto che io possa prendere la palla al balzo  per scoparmi qualcuna, perché non vieni anche tu? Lasci a casa l’aureola e vieni con me!!” propone con un po’ d’arroganza. Non sopporta che qualcuno gli dica cosa è bene che faccia e cosa no. Odia gli ordini. E odia quando una fidanzata si comporta così.

Rose ascolta attentamente le sue parole, lo guarda incredula e ribatte, arrabbiata: “ma per chi mi hai preso? In quel covo di droga e puttane io non ci metto piede!!”

“ma non puoi chiedermi di fare altrettanto!! E poi perché non dovrei andarci, scusa??- la sfida, arrabbiato. Franch, che aveva ascoltato tutta la conversazione, alza gli occhi dalle tazzine che sta fingendo di mettere a posto.- per la tua gelosia dovrei fare un torto ad un amico? Ma non ci penso proprio!”

“non è per gelosia.. io non starei tranquilla!!- ribatte lei.- non per una questione di fiducia ma proprio perché..”

“te l’ho detto. Vieni anche tu, allora…”

“ma..”

“tu non vuoi rinunciare ai tuoi principi? E io non voglio fare un torto ad un amico! Mi sembra che delle due motivazioni la mia sia molto più nobile!”

“in apparenza!!- controbatte- perché la verità è che vuoi andare a divertirti, a bere e a guardare ballerine sconce che saltellano sui divani..”

“pensala come ti pare.- conclude lui.- te lo ripeto l’ultima volta: è il compleanno di un mio carissimo amico e se  avesse fatto una festa all’oratorio parrocchiale per me non sarebbe cambiato nulla!! Avrei dovuto andare lo stesso e, sai che ti dico, mi fa anche piacere andarci!”

“lo vedi, allora, che è come ti dico io?”

“mi fa piacere stare con lui!” conclude Tom, ordinando poi  rabbiosamente qualcos’altro a Franch.

Rose non controbatte, rimane in silenzio a fissare il suo bicchiere. Questo comportamento non se lo sarebbe mai aspettato. Preferisce andare in una bettola piuttosto che passare la serata con lei, roba da pazzi!!!!!!!! Sta per riprende il discorso quando un “ciao Tom.” Le blocca la voce in gola.

Una bella ragazza di qualche anno più grande di lei (probabilmente della stessa età di Tom) si avvicina al suo ragazzo, sembrando non notare  affatto la sua presenza. È davvero molto carina, con dei lineamenti decisi e sensuali, occhi nocciola e capelli ricci sul rosso. Ha la carnagione abbastanza chiara propria di chi ha i capelli molto chiari ma una buona dose di trucco e qualche lampada la fanno apparire più scura e abbronzata.

Tom si volta verso di lei e le sorride. Si conoscono. Un campanello d’allarme suona nella testa della ragazza, ma Rose si impone la calma, il sangue freddo.

“anche oggi qui?- esordisce lei.- da quanto sei arrivato? non ti ho visto entrare..”

“oh, da poco.”

La donna sorride sensualmente a Tom poi, come i suoi occhi si muovono e incontrano la figura di Rose, sobbalza leggermente. Tom non è solo. Rose la fissa intensamente, quasi quanto Ginny. Sembra che entrambe siano colpite l’una dalla presenza dell’altra.

La rossa le sorride, quasi contenta. La ragazza di Tom è davvero bella.

Una sfida ad armi pari, quindi.

Tom ricorre alle presentazioni. “Rose, lei è Ginny.. una mia amica appena tornata da Washington.”

Ginny. La ex. “ Ginny, lei è Rose. la mia ragazza.” entrambe si sorridono con un sorriso così teso e di circostanza che se potessero fare altro, avrebbero subito iniziato a picchiarsi.

“ciao Rose.- sussurra Ginny mentre studia la sua avversaria.- mi fa piacere fare la tua conoscenza. Frequenti da molto il bar? Penso di non averti mai vista..”

“no, infatti. Conosco questo posto da quando sto con Tom.”

“state insieme da molto?”

“due mesi.” Dilata un po’. In realtà sarebbe un mese e due settimane. Ma meglio allungare..

“siete una bella coppia.” mormora infine Ginny con un sorriso che a Tom pare sincero a Rose sa molto di viperesco.

“come mai di nuovo qua da El?” domanda Tom.

“voglio riprendere a frequentare i vecchi amici e poi non ho nient’altro da fare. Sinceramente speravo di incontrarti, Tom, per fare quattro chiacchiere come l’altro giorno..”

Un nuovo campanello d’allarme suona nelle orecchie di Rose: chi sa da quanto si frequentano..

“non studi?” domanda quindi.

“certo ma le lezioni le riprendo dalla settimana prossima. Sai,- si rivolge di nuovo a Tom- ho trovato un monolocale proprio vicino la facoltà!”

“non hai nessuno qui a New York?” si intromette Rose.

“sì, ovviamente c’è mia madre. – risponde Ginny visibilmente scocciata dalle continue interruzioni da parte di Rose.-  ma io voglio essere indipendente.”

*Abita da sola, studia, non lavora. Eccone un’altra che naviga nell’oro.*

“ok, si è fatto tardi… vi lascio da soli...” conclude la rossa con un sorriso tirato.

“è stato un piacere conoscerti, Ginny.” interviene Rose porgendole la mano. La ragazza dagli occhi nocciola osserva la sua mano protesa e, come un cobra scatta a mordere quando vede la preda, così la mano di Ginny va a stringere quella dall’altra ragazza.

“anche per me. ci vediamo questa sera, allora,.. ciao ..” dice allontanandosi ancheggiando.

Ah, già, anche lei sarà alla festa. Un altro particolare che la spingerebbero a chiedere a Tom, in ginocchio, di non andare. Ma non lo farà. Il suo comportamento l’ha delusa profondamente e non le va di elemosinare la sua attenzione. Vuole andare? E che vada pure!

Apre la borsa, prende il cellulare e compone il numero del taxi.

“che fai?” le domanda lui, un po’ nervoso.

“chiamo un taxi” risponde tagliente.

“che bisogno c’è, ti accompagno io, no?”

Rose non risponde, comunica al telefono il luogo, poi, con uno scatto, scende dallo sgabello. “mi raccomando, divertiti, eh, questa sera..”

“ma vaffanculo.”

“vaffanculo tu,stronzo!!”conclude andandosene. Tom cerca di richiamarla ma con pochi passi, la ragazza esce dal locale. Sbatte il bicchiere sopra il bancone, pieno di rabbia. Se pensa di poterlo comandare a bacchetta si sbaglia di grosso. Andrà alla festa di Dawson. Eccome se ci andrà.

 

Rose si avvolge nel profumatissimo e morbidissimo accappatoio bianco, si friziona i capelli e prende il phon, iniziando una leggera asciugatura della sua capigliatura castana. La porta del bagno si apre e non fa nemmeno in tempo a dire ‘occupato ‘ che Hudson fa capolino dalla porta. “posso?” e giacché non le dà il tempo di negare ed entra, Rose si domanda cosa cazzo glielo abbia chiesto a fare.

“grazie dell’ospitalità.- dice comunque Rose.- non mi andava proprio di andare a casa. Sai in che rapporti sono con Emily e compagnia cantante..”

Hud la fissa con i suoi occhi castani ed indagatori: “prima eri molto nervosa.. adesso che ti sei un po’ calmata vuoi spiegarmi cosa è successo??

La ragazza sbatte la spazzola sulla piastra di marmo del lavandino: “è uno stronzo, ecco che cos’è successo!”

Hud scoppia a ridere: “be, che non fosse il fratello dell’arcangelo Gabriele, lo sapevamo..”

La ragazza si altera ancora di più: “non sai quello che dici! Sai dove va il signorino questa sera? Nel peggior girone dell’inferno! A casa di Dawson!”

Hudson deglutisce. “mm.. effettivamente.. e tu non vai con lui?”

“fossi matta!! Gli ho chiesto di non andare mille volte, sai? Gli ho perfino proposto di andare  a vedere un film ma..”

“oh, Rose, ma che cosa ti aspettavi?” l’improvvisa entrata dell’amica frena lo sproloquio della ragazza che, per assicurarsi di aver sentito bene, spegne anche il phon. “come?”

“ma sì, dai, mi hai capito. Lui ai suoi amici non ci vuole rinunciare e, sinceramente, non deve farlo!”

“ma io non gli sto chiedendo tutto questo, solo..”

“non puoi obbligarlo a non andare, sono i suoi amici! l’amore per te non è in discussione, ma lui non vuole incrinare la sua amicizia! E poi metti nel conto che Dawson, con il caratterino che ha, ci tiene parecchio a queste cose…”

“si ma..”

“Poniamo il discorso in un’altra maniera.- la interrompe Hud sistemandosi i capelli.- fai il caso che io abbia organizzato una festa con mille spogliarellisti, tu non verresti?”

“Hud voglio essere sincera. Se lui mi avesse chiesto di non andare, io non ci sarei venuta.”

“ma lui non è te, Rose. Tom ha un altro carattere, un altro modo di pensare..”

Rose sospira e riaccende il phon. Forse ha sbagliato. Ha sbagliato a comportarsi in questo modo, è stata proprio una cretina. Una super cretina. “ e poi sono anche furiosa.- dice improvvisamente, spegnendo l’apparecchio per l’ennesima volta.- perché si è incontrato con una sua ex, uno di questi di giorni.”

“Ma è stata una cosa programmata stile appuntamento, oppure no?”

“no, credo che sia stato un incontro improvviso.. ma quello che mi brucia è che quella ha messo la tenda nel bar, capito? Così è sicura di poterlo vedere tutti i giorni! Alla fine lo vedrà anche più di me.”

“e…- domanda Hud, incuriosita.- com’è?”

“bella, purtroppo. Hai presente… capelli rossi, occhi nocciola..”

“mm.. ho capito il tipo. E scommetto che questa sera non mancherà, nemmeno se dovesse improvvisamente venire il giudizio universale!”

“puoi giurarci!!- esclama Rose riaccendendo il phon. Poi lo spegne di nuovo – e sono sicura che ci proverà anche! Oh, Hud, io non so proprio che cosa fare!- riaccende il phon, lo rispegne.- hai ragione, forse mi sono comportata male ma..” Hudson le prende il phon dalle mani prima che con quest’accendi-spegni glielo fulmini.

“ tu e Tom avete due caratteri davvero molto simili. Siete entrambi irascibili, testardi e orgogliosi. Ma se ti sei resa conto che hai sbagliato, forse dovresti porrei rimedio, no?”

Rose sospira. “e come?”

L’amica le sorride: “fatti bella e vai da lui. Vedrai che tutto si metterà a posto- vede che Rose è ancora dubbiosa- è importante che tu vada da lui e gli chieda scusa…davvero, Rose, raggiungendolo alla festa gli darai prova che hai riconosciuto il tuo errore e poi che per lui sei anche disposta a scavalcare i tuoi principi.. .”

Gli occhi verdi della ragazza scintillano: “va bene.”

“brava! Così ti voglio…” dice stampandole un bacio sulla fronte. “ e adesso preparati, ok? Io ti chiamo un taxi!” detto ciò esce velocemente dalla stanza, a passo svelto.

Rose fissa per qualche istante il pavimento, poi decide di passare all’azione.

 

 

Fine quattordicesimo capitolo

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** LO YING E LO YANG ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!!!

In ritardo, come al solito. Va be, ormai c’avrete fatto il callo..

Quindi si prosegue..  questo capitolo m’è venuto leggendo la recensione di Damynex che ringrazio, enormemente!! L’ho intitolato “LO YING E LO YANG” perché ritengo che lo scritto metta in evidenza quanto sono opposti i caratteri dei protagonisti, ma, come lo ying e lo yang giapponese, come si completano perfettamente a vicenda.

Ok… Spero che questa storia vi appassioni quanto appassiona me scriverla!!

Un bacio!!

 

 

Ciao Damynex!!!

Eh si, mi hai fatto proprio venire una bella idea, sai? Grazie per i complimenti, spero che il capitolo ti piaccia!!!! Fammi sapere!!!

Un bacio!!!

 

Buona Lettura,

Diomache.

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

CAPITOLO XV: LO YING E LO YANG

 “[…]

Piove su le tue ciglia nere

sì che par tu pianga

ma di piacere;

[…]

E piove sui nostri volti

silvani,

piove su le nostre mani

ignude,

sui nostri vestimenti

leggeri,

su i freschi pensieri

che l’anima schiude

novella,

su la favola bella

che ieri

m’illuse, ch’oggi t’illude,

o Ermione”                                                                               Gabriele D’Annunzio.

 

 

Anche semplicemente avvicinandosi all’abitazione di Dawson, si riesce benissimo a sentire la musica havey metal che invade la struttura. Si intravede che l’interno è poco illuminato e soprattutto pieno di persone, particolare evidenziato anche dalle decine di auto ma soprattutto moto parcheggiate davanti all’abitazione. Gli invitati sono molti e si disperdono per le molte stanze della grande abitazione: ballano al ritmo della musica, si ‘fanno’ di ogni tipo di porcheria gentilmente offerta dalla ‘casa ’. Susy naturalmente non è presente, il suo impulso sbarazzino e malizioso non le avrebbe permesso comunque di partecipare alla festa del fratello.

Persino lei si sarebbe sentita nauseata.

Gli invitati sono stati intrattenuti a lungo da tre spogliarelli e successivamente dalle spogliarelliste improvvisamente scomparse nei meandri della casa. Tom non ha fatto altro che scherzare, ballare e ridere con gli amici: tutto, però, con una certa aurea di tristezza a causa dell’accaduto con Rose. Sa di essersi comportato male ma lui è un tipo sin troppo orgoglioso…

Ora Dawson si trova in salotto, lungo, con i piedi sopra il divano e beve alcolici mentre osserva una delle tante ballerine che sono state ingaggiate per la serata, ballare in piedi sul tavolinetto tra i divani. Circondano la ragazza altri tre divani, occupati, naturalmente, dagli amici più stretti di Dawson: Tom, Michael, Harry. Harry sta fumando una canna e parla animatamente con Michael.

Tema della conversazione: il sedere della ballerina. Tom, semi indifferente o apparentemente indifferente, beve da una bottiglia di rum, giocando al brindisi più bizzarro con il festeggiato. Dawson lancia un ultimo sguardo alla donna poi si rivolge all’amico: “ce la facciamo io e te, Tom?”

Il ragazzo alza un sopracciglio: “menage a trois?”

Dawson alza le spalle: “perché no! ci divertiamo e scommetto che si diverte pure lei, allora ci stai?” Tom nega e riprende a bere il suo rum. Dawson insiste con aria provocatoria: “ehi ma ti sei rammollito? Una volta non avresti detto di no ad una così!”

“appunto.- ribatte Tom con aria indifferente.- una volta.”

Dawson coglie: “capisco…è a causa di Rose..”

Tom annuisce ma non distoglie lo sguardo dalla ballerina mora. Harry, non tanto in se a causa della canna, esclama. “e perché non è più venuta, Tom? Rose è una ballerina, no? Un divano per farla ballare lo trovavamo!”

Non finisce neppure la frase che Tom si alza di scatto e lo prende per il collo intimandogli con un ghigno di rabbia: “stai attento a come parli, capito? Lei E’ una ragazza per bene.”poi lascia la presa, ma non smette di guardarlo con aria gelida. Harry sbuffa e, anche se non connette bene, si scusa. “e dai, non te la prendere… io scherzavo..”

Tom gli lancia un ultimo sguardo.. quasi compassionevole. Povero scemo, ecco come ci si riduce a farsi di ‘ste immondizie. Prende una bottiglia di alcool e si allontana lentamente dal gruppo di amici, con aria stanca. Gli occhi nocciola della ragazza lo seguono mentre cammina tra la folla che balla. Molla un ragazzo che le stava facendo il filo dall’inizio della serata, afferra anche lei una bottiglia e lo segue, fendendo la gente. Ginny attraversa l’abitazione fino ad arrivare al giardino della grande villa. Seduto su una panchina, davanti alla fontana, Tom. Il vento freddo la fa rabbrividire, considerando che indossa una corta minigonna, la sua immancabile minigonna, e una leggera maglietta di microfibra. Ma pazienza, un po’ di freddo si può sopportare. Per Tom, sì.

Lo rivuole. Fosse per una sola volta, lei lo rivuole.

Camminando lentamente si avvicina a lui. Tom, forse perché un po’ stordito dall’alcool, non si accorge della sua presenza finché non la vede sedersi accanto a se. Si volta verso di lei, un po’ sorpreso. Ginny gli sorride e cerca di attaccare discorso in qualche modo. “ti annoiavi anche tu?”

“già.- risponde. Non vorrebbe ammetterlo ma questi tipi di feste non lo esaltano più come una volta. Anzi, per un attimo arriva addirittura a giudicarle noiose. – e tu? Hai mollato tutti i tuoi infiniti corteggiatori?”

Ginny ride sensualmente. “oh, non sono poi così tanti..”

Tom non risponde, piuttosto fa un sorso dalla bottiglia. Non ha bevuto molto durante la serata e poi, ormai, regge l’alcool benissimo.

“ripensi mai ai vecchi tempi?- sospira Ginny alzando gli occhi verso il cielo.- io molto spesso.”

Tom si gira a guardarla soffermandosi delicatamente con lo sguardo sulla sensualità del suo viso. Non risponde. Mentirebbe se dicesse che quando l’ha rivista i ricordi non lo hanno invaso come la piena di un fiume, ma non è il caso di dirglielo. Si farebbe idee strane. Continua a tacere, dunque, anche quando lei gli sfiora la mano con la sua. Alza lo sguardo e incontra i suoi ammalianti occhi nocciola. Ci sta provando? Fa un secondo sorso dalla bottiglia, lei fa lo stesso. La sua mano non si toglie dalla sua e, anzi, gliela accarezza, gli sfiora il polso non smettendo di fissarlo con i suoi occhi terribilmente sensuali. Tom inizia a sentirsi a disagio. Forse ha bevuto troppo. Ok, regge bene l’alcool ma forse ha esagerato. Ginny gli si avvicina di più. Sospirando, la ragazza si appoggia alla sua spalla ed inizia ad accarezzargli il torace. Tom si scosta. “Ginny..”

“non dirmi che tu non lo vuoi quanto lo voglio io.” Lo zittisce subito lei.

“lo hai visto che sono fidanzato, no?” esclama lui, un po’ esasperato.

Questa è proprio la serata delle tentazioni.

La ragazza ride. “Rose? oh va be, che centra..”

Tom corruga a fronte “come che centra?”

“non dirmi che sei diventato improvvisamente moralista.- ride lei.- io mica voglio diventare la tua ragazza.. io ti voglio e basta. Come tu vuoi e basta me. Lo vedi che siamo sulla stessa lunghezza d’onda?”

 

Rose scende dal taxi che l’ha condotta fin lì e subito, come un presentimento, una ventata d’aria fredda le scompiglia i capelli castani e mossi. La musica altissima risuona per tutto il quartiere e una vecchietta, affacciata alla finestra, la vede che sta per entrare e le grida contro: “abbassate quella cazzo di musica o chiamo la polizia!”

Rose fa per rispondere ma la porta di casa si apre e  le viene posta un’altra domanda, questa volta da una ragazza più grande di lei di almeno sette anni, anche se il tono arrogante rimane comunque.

“e tu chi cazzo sei?” Rose deglutisce. Come inizio niente male.

“voglio solo parlare con il mio ragazzo, Thomas Bishop, se me lo puoi chiamare..”

La ragazza la squadra da cima a piedi, e scoppia a ridere: “Tu mi stai dicendo che Tom sta con TE?” sottolinea quest’ultima parola come se fosse l’idiozia più grossa che abbia mai sentito.

“me lo chiami si o no?”

L’altra continua a ridere. “io non ci credo che Tom è il tuo ragazzo, nemmeno se me lo giuri sulle budella di tua madre!”

Rose, dopo un attimo di sorpresa, reagisce. Punta le mani sui fianchi e risponde: “senti, brutta incannata, o mi chiami Tom, il MIO ragazzo, o mi fai entrare, scegli!”

La donna si appoggia con la testa allo stipite della porta. “se no che fai?”

“ti do un cazzotto su quella faccia da stronza e sicuramente ti faccio l’occhio nero meglio di quanto possa fartelo tu con la matita.” Stupita dalle risposte secche e decise di quella giovane così angelica, la ragazza la lascia passare, barcollando persino per quel piccolo gesto.

Rose aveva preferito che la donna mandasse a chiamare Tom, ma meglio di niente..

Entra e subito non solo la musica altissima ma anche l’odore acre del fumo di sigaretta e di canna, la stordiscono. *mio Dio* pensa mettendosi una mano davanti alla bocca, per cercare di non svenire. La ragazza si toglie il giubbotto e rimane vestita con i jeans e una maglietta bianca a maniche lunghe che lascia leggermente trasparire la sua pelle delicata e il reggiseno.

Cerca ma non trova Susy tra la gente e se ne compiace: sa che non si sarebbe mai mischiata in mezzo a quella marmaglia. Già, invece lei per Tom è stata pronta a farlo. Lo cerca con lo sguardo ma c’è davvero troppa gente ed individuarlo subito sarebbe praticamente impossibile. Senza contare che la casa di Dawson è enorme.

Inizia a chiedere a qualcuno ma senza buoni risultati. Improvvisamente qualcuno la afferra per un polso, così forte da costringerla a voltarsi. Un ragazzo mezzo sbronzo con uno strano ghigno in faccia, dice: “ehi bocconcino.. sei la ballerina che doveva arrivare adesso?”

“no, non credo proprio. Sto cercando Tom… sai dove sia?”

Il ragazzo le scoppia a ridere in faccia e risponde: “ho io quello che cerchi..”

“Si, va beh, sarà per un’altra volta, ok?” dice retoricamente Rose allontanandosi a passi svelti.

Improvvisamente intravede Dawson seduto su un divano, che beve qualcosa. Si avvicina a lui.

“ehi, Dawson..”

Il ragazzo alza lo sguardo verso di lei e, anche se non molto lucido, le sorride. “ehilà..”

Rose vorrebbe chiedere subito informazioni sul suo ragazzo ma non fargli nemmeno gli auguri starebbe male, così esclama. “ehi, auguri”

Dawson si alza e con un sorriso ebete, la abbraccia. “grazie mille.. dai, siediti.”

“no, veramente devo cercare Tom..” sorride la ragazza, un po’ imbarazzata.

“che, è successo qualcosa?”

“no, devo trovarlo però. Devo parlargli.” Spiega la ragazza. Dawson capisce; o perlomeno sembra capire. Sorridendo, alza il bicchiere a mo’ di brindisi. Rose scoppia a ridere. “allora, l’hai visto?”

“probabilmente è in giardino. Cercalo lì.”

“grazie, allora, e tanti auguri ancora.” si congeda la ragazza, sfiorando, prima di andare, la guancia dell’amico con le sue labbra gentili. Poi si allontana dirigendosi verso il giardino. Dawson la segue con lo sguardo finché non scompare totalmente dalla sua vista. Michael, sopraggiunto in quell’istante, nota la ragazza e commenta. “ehi ma era proprio Rose? Tom aveva detto che non sarebbe venuta!”

“già.- considera l’altro – ma ora è qui. L’ho mandata da lui, è in giardino, no?”

“si mi pare di sì. Anche Ginny dovrebbe essere là.”

Il volto di Dawson si ombra. “anche lei? E come mai?”

“e io che ne so!”

il moro sospira facendo un nuovo sorso di un alcolico. “speriamo che Tom non abbia fatto qualche cazzata..”

“dici che dovrei andare ad avvisarlo?”

“ormai è tardi. Sarà arrivata.”

 

“non mi pare il caso, davvero.” Tom si scosta, si alza, ma Ginny non demorde. Lo segue, lo blocca, prendendolo per una mano. Tom si gira, sospirando leggermente. Ginny insiste. Lo abbraccia, accarezzandogli la schiena, sospirando, poi con le labbra raggiunge il collo del ragazzo, lo sfiora.

Le sue labbra arrivano a quelle di Tom, continuano a sfiorarle mentre il ragazzo, apparentemente impassibile, rimane fermo, immobile. Indifferente come lo sarebbe una colonna di marmo. Ma è tutta apparenza; Ginny è bella e sensuale, solo ad un gay non farebbe effetto. Sente le sue resistenze cedere velocemente, sotto le sue mani che non smettono di accarezzarlo e il suo corpo caldo premuto contro il suo. Cede.

Sfoga la sua rabbia su di lei, la  stringe, la desidera., accarezzandole la schiena, i capelli, quel corpo che era suo, un tempo. Ginny, forte di questa risposta positiva da parte del ragazzo, lo conduce di nuovo sulla panchina. I due si siedono, lei gli è subito sulle gambe, cerca le sue labbra.

Ma non accade.  Tom ritorna in se, la allontana di nuovo e si alza, frastornato.

“be?- domanda lei, delusa.- che ti prende, adesso?”

Il ragazzo nega velocemente con il capo. “fattene una ragione, Ginny, non succederà.” Poi si allontana a passi svelti. Ma che cazzo gli è preso? Che stava facendo? Deve essere l’effetto dell’alcool. Stava per fare una enorme cazzata. Non se lo sarebbe mai perdonato, Rose non si merita questo.

Si, ma per un istante Rose era scomparsa dalla sua mente. Per un piccolo istante Ginny aveva preso il sopravvento. Non deve accadere più. Sono finiti i tempi del sesso e basta. Adesso c’è l’amore nella sua vita. Non permetterà che finisca per una cavolata del genere.

Attraversa il giardino. Ginny lo segue. Non sa se vuole riprovarci di nuovo oppure è solo furibonda e vuole dirgliene di santa ragione.

“Tom..” ma la voce non è quella di Ginny, proviene dall’ombra, davanti a se.

Alza lo sguardo e il suo cuore sobbalza, per un attimo, nel suo petto. Nascosta dalla luce lunare dall’ombra dell’abitazione, l’unica. L’unica donna che ama e che desidera. Lei, Rose.

Rose sorride e si morde dolcemente il labbro inferiore, contenta del buon esito delle sue ricerche.

Ma il suo sorriso si spegne presto. Dopo un istante vede sopraggiungere, dalla stessa direzione, Ginny.

La rossa arriva con passo felpato e altero, ma la sua andatura rallenta dopo aver visto la ragazza appena sopraggiunta. “ciao..” balbetta la castana con un nodo alla gola.

Quindi i due stavano insieme, prima del suo arrivo…

Ginny la osserva con uno sguardo di sfida. Ma che avrà da salutare? Si sente tanto vittoriosa? Povera scema! Non lo sa, forse, che ha vinto solo una battaglia, non la guerra?? Se non fosse stato per uno stupido ripensamento improvviso a quest’ora lei e Tom starebbero avvinghiati a divorarsi!

“ciao.” Risponde Ginny con uno sguardo a dir poco ghiacciato. Dà un’occhiata lampo a Tom, poi gira i tacchi e se ne va. Avrebbe potuto alludere a qualcosa, farla pagare seriamente a Tom. Ma ha preferito tacere. Infondo se avesse fatto ciò, Tom si sarebbe ancora più irrigidito nei suoi confronti. No, meglio evitare.

Rose posa i suoi occhi verdi sulla figura del suo ragazzo. Tom legge a chiare lettere l’ombra del dubbio. Sospira. Che deve fare? Infondo non è accaduto niente!

“dimmi la verità.- inizia lei.- perché vi guardavate così? è successo qualcosa, vero?”

“qualcosa è successo.- risponde Tom. Vorrebbe dirle di aver ceduto, per un attimo, alle avances della sua ex. Ma poi, perché farlo? Se non era accaduto niente, perché farla angosciare per nulla?- ma non quello che credi tu.” Conclude. 

Non può scaricare su di lei i sensi di colpa di un attimo di debolezza. Non può e non vuole farlo.

Rose distoglie lo sguardo. Quando i suoi occhi tornano a fissarlo, sono lucidi e angosciati. “ti prego, dimmi che non è successo niente con Ginny..”

“abbiamo litigato.- mente Tom.- ma non è accaduto nient’ altro.. dimmi che mi credi…”

La ragazza sospira. Che deve fare? È partita di casa con l’intento di fare pace, ha messo piede in quella bettola solo ed esclusivamente per lui e poi lo trova, solo, in un giardino, in compagnia della sua ex. E per di più, prima di perdersi di vista, si lanciano sguardi strani. Hanno litigato, dice lui. Può darsi. Ma perché Tom dovrebbe mentirle? Non dubita del fatto che Ginny stia cercando di rubarle il ragazzo, ma dai loro sguardi non si leggeva complicità, piuttosto rancore ed odio. No, Tom non le farebbe mai una cosa del genere. Lo sa. Finalmente gli sorride e dopo aver buttato le braccia al suo collo, sussurra. “Ti credo, ti credo.” Lo sente fare un enorme sospiro di sollievo, dopo di che anche lui le cinge il corpo, affettuosamente.

“e tu? Come mai sei qui?” domanda quindi il ragazzo, aggrottando la fronte.

“per chiederti scusa- risponde lei abbassando gli occhi.-  mi sono comportata davvero malissimo! Come una deficiente, una adolescente, sul serio, mi dispiace.”

Tom le accarezza i capelli mentre sussurra. “dai, non fa niente. e poi pure io mi sono comportato uno schifo.”

“io di più, però- mormora Rose guardandolo negli occhi.- ripensandoci, a casa, mi sono resa conto della figura della ragazza ipergelosa che ho fatto! Tom, davvero, io mi fido di te.”

Il ragazzo le bacia dolcemente le labbra. “non avrei mai creduto che tu avresti messo piede in questa festa..” mormora Tom ad un passo dalle sue labbra.

“è perché ti amo.” Sorride lei chiudendo la distanza che li separa con un tenero bacio.

Sentono la musica impazzare, all’interno della struttura.

“andiamo a fare due salti?” domanda il ragazzo, non smettendo di tenerle la mano. Non avrebbe mai immaginato che la sua orgogliosissima e testardissima Rose avrebbe cestinato i suoi principi per lui.

“perché no?” risponde lei lasciandosi poi condurre all’interno dell’abitazione. Iniziano a ballare come due scatenati, scherzando, infastidendosi anche, a volte, fingendo di accettare complimenti di altre persone, con il semplice fine di farsi ingelosire l’un l’altro. Le luci colorate messe a posta dal padrone di casa per creare l’effetto disco, illuminano dolcemente i due ragazzi innamorati, gli unici a divertirsi davvero in quel bordello di festa. Gli altri, a volte, rimangono seri a fissarli, mentre sniffano coca o bevono qualche alcolico, cosa che porta loro un divertimento mesto, triste, solitario, un vuoto dentro che ti logora e basta, non appaga, al contrario delle loro risate genuine, spontanee, che nascono da un semplice sguardo o da una battuta.

“oddio, sono distrutta..” mormora ad un certo punto la ragazza, sedendosi ad un divano. Il ragazzo le è subito accanto. “vuoi che andiamo?”

La ragazza annuisce, così i due si alzano e, dopo aver salutato il festeggiato, escono dall’abitazione.

“vuoi per forza che ti riaccompagni a casa?” domanda Tom mentre entrambi si avvicinano alla moto.

Rose si volta, intuendo un accento strano nella sua voce. “perché? Hai in mente qualche cosa di meglio?”

Tom sorride. “pensavo di ricambiare la tua ospitalità dell’altra notte, invitandoti a casa mia..”

La ragazza gli si avvicina maliziosa. “è una proposta indecente?”

“vieni si o no?”

La giovane scoppia a ridere, poi afferra il cellulare. “Pronto Hud? Eddai, lo so che è un po’ tardi ma tanto non ci credo che stavi a dormire.. si, indovinato, non torno a dormire, ok? Tu lasciami le chiavi sotto lo zerbino che domattina ti porto la colazione, ti va? Va bene? Un baciotto, tesoro, ciao ciao.” Chiude sorridendo. “povera Hud, sempre a casa, anche il sabato sera! Ci vorrebbe un fidanzato, ci vorrebbe, povera amica mia, sempre a studiare..”

“avanti, sali.” La invita Tom, già posizionato sulla sua ormai nota moto nera. La ragazza, anche se senza casco, si accomoda dietro di lui. Per un attimo non riesce a non stare amareggiata per la vita sedentaria dell’amica. Ci vuole uno scossone nella sua vita. E deve pensarci lei, assolutamente, deve aiutarla. Le sue meningi si stanno ancora spremendo, quando il mezzo si arresta sul retro della grande villa. I due ragazzi smontano e, furtivi, si avvicinano all’entrata sul retro.

“cazzo, le chiavi!” sbotta silenziosamente Tom quando, arrivati di fronte alla porta di legno, si accorge di non avere preso le chiavi. Rose fa un impaziente segno di diniego con il capo.

“e bravo! E adesso che cosa facciamo?”

“ma che ne so..”

“L’unica soluzione sarebbe svegliare la peruviana!”

“vuoi scherzare?- controbatte lui, indignato.- sarebbe come prendere un megafono e gridare ai quattro venti!”

“altre soluzioni?” domanda lei, braccia conserte, il capo delicatamente inclinato di lato e un’espressione falsamente sorridente. Il ragazzo non si lascia certo scimmiottare così: deve trovare un’altra soluzione. I suoi occhi viaggiano nell’oscurità scrutando il cortile e il giardino; niente, non ci sono altre possibilità. Non ha le chiavi quindi il portone principale è da evitare, le finestre sono abbastanza basse ma sono attivi gli antifurto e non è il caso di mostrare a Rose le mille e mille tecniche che conosce per disattivarli. Senza contare che il mattino dopo suo padre chiamerebbe l’FBI perché troverebbe tutto in corto circuito. No, troppo complicato. D’altra parte, però, non può nemmeno arrendersi così. Per un ladro è maledettamente imbarazzante dover ammettere di non poter entrare in una casa, accidenti!

“allora, mrsotuttoio??- lo interrompe la ragazza con la medesima aria pungente.- ehi, sto parlando a te! Guarda che tu non sei abituato a pensare, se continui così ti mandi in panne il cervello!”

Tom scoppia a ridere. “ma quanto siamo simpatici questa sera???- domanda sarcasticamente.- e vediamo tu, allora, come te la cavi!! Guarda che se la peruviana si mette ad urlare sono cazzi acidi, mia cara! Avanti, vediamo che combini!”Esclama, a bassa voce, e questa volta è lui a mettersi a braccia conserte, a guardarla con un atto di sfida.

Rose fa un respiro e bussa lievemente alla porta, con un tonno che un ladro professionista direbbe pieno di talento: ne troppo gentile, ne troppo fermo e perentorio.

Nessun segno di vita. Rose non si da per vinta e ritenta. Di nuovo. Tom sorride in maniera beffarda constatando che, anche lei, ha miseramente fallito.

Ma deve ricredersi.

Improvvisamente dall’interno si sente la voce ovattata un po’ impaurita della peruviana in persona.

“chi è?” domanda quasi in preda ad una rabbia terrorizzata. Senza nemmeno dirlo, Rose si volta verso di lui con un’aria da trionfatrice e un’espressione da c.v.d. = come volevasi dimostrare.

“tranquilla, sono io, Thomas.” La voce di Tom, invece di risultare tranquillizzante come avrebbe dovuto, suona piuttosto come un ringhio arrabbiato. Possibile che debba vincere sempre lei?

Dopo qualche secondo, l’uscio di legno pitturato di bianco in linea con il resto della villa, si apre e compare la peruviana, stretta nella sua camicia da notte, gli occhi ancora più piccoli del solito.

“misericordia divina!!- esclama vedendo che è proprio vero.- ma signor Thomas sono le..”

“ci scusi..” interviene Rose rimasta, prima, un po’ nell’ombra.

“.. signorina Sandeker????? Che ci fa lei qui?”

I due giovani si scambiano uno sguardo complice e scoppiano a ridere. Subito la peruviana esibisce un sorriso a trentasei denti e dice, contenta. “ma è un dono di Dio!- esclama sottovoce alzando gli occhi al cielo.- ci voleva proprio una persona perbene accanto al signor Thomas, una persona educata, composta, allegra, di bell’aspetto come lei, signorina, che ..”

“ehm ehm” Tom finge di avere improvvisamente un colpo di tosse e Rose lo fulmina con lo sguardo in risposta.

“oh be, entrate su!” dice sorridente la donna, lasciando passare i due giovani.

“le saremo grati se non lo riferisse a nessuno, per ora.” Il tono di voce di Tom sa molto di un ordine velato…

“oh, non si preoccupi.- sorride lei.- buonanotte.”

I due giovani si stanno dirigendo verso la camera da letto del ragazzo quando l’anziana governante li richiama di nuovo. “ah, ragazzi! –i  due si voltano.- non fate tanta confusione, per favore..”

Rose scoppia a ridere, divertita e un po’ imbarazzata, e la  rassicura. “non si preoccupi.”

Gli occhi neri della peruviana li osservano entrare nella camera, furtivamente, quasi, sorridendosi a vicenda, complici e amanti. Sorride. E poi, sospirando di ricordi e di nostalgia per i tempi della sua gioventù, ritorna nella sua stanza.

Rose attraversa la camera dando una rapida occhiata al piccolo mondo di Tom, quel mondo che difficilmente è accessibile. Cammina sopra il tappeto persiano, ignara di quello che c’è sotto, e si dirige alla finestra, stiracchiandosi. “mm.. sono stanchissima..”

“ma non mi dire..” mormora Tom malizioso, avvicinandosi a lei. Rose, giocando, si sposta velocemente, sottraendosi alla presa del ragazzo. “no, no, no.. non mi va..” finge spostandosi dalla parte opposta della stanza con passo felpato, un sorriso malizioso e divertito dipinto in viso.

“ah si, eh?” domanda Tom cercando di nuovo di afferrarla ma Rose scarta di lato. Ridendo sottovoce come aveva raccomandato loro la peruviana, si rincorrono per il perimetro della grande stanza, in un divertente gioco amoroso. Quando finalmente il ragazzo la afferra per un braccio, subito la attrae a se e la spinge sul letto. “ah, ah, hai perso a quanto pare..”

“tu dici?” Continuano a lottare tra di loro, ridendo, scherzando. Lui la parte del seduttore, lei della donna che oppone resistenza. Ma il gioco non dura ancora per molto. Quando, in uno dei tanti risvolti della lotta, si trovano uno sopra l’altro, a pochi centimetri, il gioco si infrange e il cacciatore spietato di prima diventa di nuovo un focoso ma tenero amante e lei, la preda che graffia, fugge e  si oppone, ora è una mansueta e dolcissima tigre che si lascia lentamente cadere nella trappola del suo bracconiere.

 

“salvami…  Tom!!!!! Io non ho colpa in tutto questo, ti prego, salvami!!!!”

Con un balzo il ragazzo si sveglia , agitato, confuso. Di nuovo. Di nuovo quell’incubo.

I suoi occhi ancora turbati e spaventati per l’ennesima comparsa di quel sogno inquietante, si posano sulla sveglia. Le dieci. Si accorge di essere completamente illuminato dal sole che filtra dalla finestra. È mattino.

Strano che Diana non sia ancora venuta a svegliarlo, lei di solito, la domenica, si precipita alle nove e mezzo in punto da lui per stare un po’ sotto le coperte con il fratello. Ma oggi, grazie a Dio, non è venuta. Be, trovarlo nudo e con una donna al fianco, non sarebbe stato proprio il massimo per una bambina. Per una volta la lingua lunga della peruviana è servita a qualcosa. Il sole caldo di quella bella giornata  gli mette un po’ di buonumore e caccia via dalla sua mente l’ombra fantasma di quella donna sconosciuta.

I suoi occhi si posano, infine, su Rose che dorme tranquillamente appollaiata accanto a lui.

È prona, abbracciata al cuscino; il sole bacia la sua pelle candida e vellutata della sua schiena nuda che si alza e si abbassa lentamente, assecondando il suo respiro pacato. I suoi capelli, resi quasi dorati dalla luce solare, si sparpagliano sul cuscino e in parte sul suo viso.

Tom glieli toglie dal volto e osserva, piegando il capo di lato, la finitezza dei suoi lineamenti. Con la punta delle dita percorre lentamente la linea perfetta delle sue sopracciglia, le ciglia lunghe, la curva del naso e infine il disegno delicato delle sue labbra carnose e leggermente dischiuse.

Improvvisamente i suoi occhi di smeraldo si aprono, piano piano.

“buongiorno..” sussurra Tom accarezzandogli dolcemente il viso.

“buongiorno a te..” risponde lei sorridendo, finalmente. I due giovani si scambiano i loro rituali bacini bacetti baciotti mattutini, poi Tom afferra qualche capo per vestirsi parzialmente e si alza.

Rose corruga la fronte. “ma che ore sono?”

“le dieci. Vado a prendere la colazione .. tu non muoverti..” la ragazza si mette supina e, coprendosi pudicamente con il lenzuolo, osserva il ragazzo girare la chiave della stanza e allontanarsi per la casa.

Tom, in pantaloni, avanza barcollando in cucina  dove tutta la famigliola è riunita a fare colazione.

“ciao, Tom!” lo saluta Diana, sorridente, appena vede il fratello comparire sulla soglia della porta.

“buongiorno piccola..” dice scompigliandole i capelli e facendole un buffetto su una guancia.

La bambina, ancora in pigiama, scoppia a ridere sotto gli occhi freddi ma interessati di Nick che scruta il figlio da capo a piedi. “buongiorno.- dice infine.- fai colazione con noi?” domanda, con quel sorriso tipico di chi sa di sapere.

Tom si ferma ad osservare il genitore. “buongiorno. No, non questa mattina…..- vede il vassoio che la peruviana ha preparato per loro.- ah ecco. No, preferisco farla a letto, grazie. Dopotutto è domenica”

“per un nullafacente come te,un giorno dovrebbe essere uguale all’altro, visto che non lavori.”

Tom sorride sarcasticamente mentre prende il vassoio.

Nick rimane interdetto, con la brioche ad un passo dalla bocca: come, non ribatte?

“allora io vado, eh?” si congeda il ragazzo velocemente, allentandosi.

“ah, Tom!- lo richiama improvvisamente Diana mordendo un biscotto a forma di ciambella. Il ragazzo si volta facendo ben attenzione che gli oggetti contenuti sul vassoio non perdano l’equilibrio.- salutami tanto tanto Rose.”

Il sorriso di Tom si spegne subito. Nick scoppia a ridere. Gli occhi azzurri del ragazzo si posano subito sulla peruviana che, colpevole, abbassa gli occhi. Vecchia pettegola..

“lo farò sicuramente.” Risponde Tom, con un falso sorriso, allontanandosi velocemente.

Per il corridoio incontra Grams. “ah, complimenti signor Thomas.” Esordisce il cameriere.

“ah.. e.. complimenti per che cosa?”

“ma come per che cosa??? Mi saluti tanto la signorina Sandeker, mi raccomando!”

L’irritazione di Tom sta salendo picchi esorbitanti. Con un sorriso teso e sarcastico ribadisce: “certo, lo farò.” Poi, scartando di lato con una mossa un po’ rabbiosa, si dirige in camera e chiude la porta con un calcio.

“ehi, che grinta!- commenta la ragazza, ridendo.- sei sempre così esuberante anche di prima mattina? Beato te, io prima di carburare ci metto mezzo secolo! E allora, questa colazione? C’hai messo un decennio, nemmeno avessi dovuto prepararla tu!”

“e tu di prima mattina hai già questa prontezza polemica?” domanda lui avanzando con il vassoio.

Rose si sporge con il busto mentre il ragazzo appoggia il vassoio sul letto. Prende uno dei due caffè.

“ah.- dice lui un po’ acido.- ti saluta tutta la mia famiglia.”

Rose inizia a tossicchiare. “che cosa?”

“te l’avevo detto, io, che parlare con la peruviana sarebbe stato come prendere un megafono in una piazza dove c’è il mercato!”

la ragazza scoppia di nuovo a ridere.

“ridi?”

“e che, c’è da piangere? Infondo non faccio più le lezioni a tua sorella, che male c’è se sanno che stiamo insieme?”

“tu non li conosci.- la interrompe, apatico.- sarà una rottura totale! Ti considerano come una specie di mito, una dea di perfezione..”

“l’ho sempre detto, io, che la tua famiglia c’ha l’occhio lungo..”

“comunque sarà un inferno..” borbotta Tom prendendo una brioche e addentandola.

Dopo alcuni attimi di silenzio, la ragazza esclama. “ah,devo dirti una cosa..”

“lo sapevo.” Commenta lui.

“come lo sapevi? Cosa?”

“che non potevi resistere zitta altri due secondi!”

“scemo!- la ragazza gli molla un cazzottino all’altezza della spalla.- stammi a sentire piuttosto. Hai presente Hud?”

“l’angioletto che sta alla tua spalla destra?”

“proprio lei. Devo fare qualcosa per aiutarla. È troppo apatica, troppo sedentaria.”

Il ragazzo sospira. Quando Rose inizia così va a finire sempre male. Ormai ha capito il gioco. * e tu mi devi aiutare* pensa anticipando le sue parole.

“e tu mi devi aiutare. – ecco: puntuale.- Ti prego, devo fare qualcosa per lei.”

Tanto sempre così va a finire.

Il giovane sospira. “ma.. io che posso fare, Rose?”

“hai capito, lei non esce mai!! Per esempio potremo integrarla in una delle nostre uscite..”

“sì, buona idea. Ricordale di portare la candela, però..”

“sei uno stupido, ma che ti pare che le faccio fare il terzo incomodo? Con noi verrà anche un tuo amico.”

“un.. un mio amico??” esclama, incredulo.

“ma sì, dai, ti prego! Ce ne sarà uno un po’ adatto a lei, tra tutti!!- Tom si finge pensieroso.- oh, ma una persona perbene, non un cafone, chiaro? Non mi far fare casini, Tom, che dopo passo i guai! Devo risollevarle la vita, non farla ripiombare nell’abisso dell’apatia, capito? Un tipo a posto!”

Il ragazzo, sospirando, passa in rassegna mentale tutte le persone che conosce.

Harry. No, Harry no. Harry è uno sbandato, fa casini, a lui piace solo il sesso.

Dawson. No, nemmeno lui. figurati se a Dawson interesserebbe una ragazza come Hudson, precisa, razionale.. no, no.

Il tedesco neanche a parlarne.  A lui le donne interessano solo se nude e ben disposte.

Sospira. Poi lo spiraglio di luce: Michael!! Come aveva fatto a non pensarci! Michael sarebbe perfetto!

“allora?” domanda lei, con quello sguardo a cui nessuno saprebbe negare qualcosa.

“Michael..”

“Michael?- ribatte lei, altera. Rimane un po’ interdetta poi sul suo volto si illumina un sorriso.- ma amore, è perfetto!!!!!”urla buttando le braccia al collo dell’innamorato.

“contenta?”

“certo!!! Presto, chiamalo!”

Tom sbianca. “come chiamalo?”

“sì, oggi andiamo a fare un’uscita a quattro!! Ho già pensato a tutto, ho un sacco di idee!!” esclama la ragazza al colmo della gioia.

Il giovane la osserva stupito. “ un sacco di idee?? E quando le avresti pensate queste idee?”

“mentre andavi a prendere la colazione!” esclama orgogliosa.

“non ti si può lasciare un minuto sola, eh?”

Rose ride ma con uno scatto si alza dal letto e, coperta solo dal trasparente manto del lenzuolo, afferra il cellulare del ragazzo. “avanti, fallo per me…” dice con quell’alone di sensualità.

Tom fissa la sua figura illuminata dalla luce del sole che rende quel lenzuolo così trasparente, quello sguardo malizioso. Sospira. “ e va bene…”

“IUIUUUUUUUUUUUUUUU”urla la ragazza abbracciandolo vorticosamente.

Tom contraccambia la stretta ma con la stranissima sensazione di essersi cacciato proprio in un mare di guai.

 

 

 

 

Fine quindicesimo capitolo.

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** USCITA A QUATTRO!!!! ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!!

Ecco a voi il sedicesimo capitolo della storia!! Spero che vi piaccia mi ci sono impegnata parecchio.. :)

Innanzitutto, vorrei ringraziarvi tanto per tutte le vostre recenzioni!!!!!

Mi fate commuovere!!! Grazie, davvero, perché mi  incentivate a continuare a scrivere e, soprattutto, a cercare di farlo nel migliore dei modi!!!

Che dire, speriamo che  il capitolo non sia deludente!!!! Fatemi sapere!!

Un bacio!!!!

 

Ciao Aly!!!

Grazie per i complimenti!!! Si, anch’io penso che Rose e Tom siano fatti per stare insieme.. e, siccome io sono un po’ come Rose, lo trovassi io un tipo come Tom!! (magari con una fedina penale un po’ più pulita! ;)

Un bacio!!!!

 

Ciao Damynex!!!!

La tua idea mi è piaciuta subito e d’un botto ho cominciato a pensare un sacco di cose… non ti preoccupare, i momenti romantici  anche per loro non mancheranno sicuro!!! Quel momento con Ginny lo inserito a malincuore, lo ammetto… l’ho fatto perché se no avevo paura che il personaggio di Tom venisse troppo idealizzato..

Grazie ancora per i complimenti,

un bacio!!!

 

Ciao Franca!!!

Certo, l’amore non può non vincere!! O almeno, nelle storie scritte, come è giusto che sia, no? :)

Grazie mille per la recensione e i complimenti!!!!

Un bacio!!!

 

Ciao Kastania!!!!

Grazie per i complimenti, eccoti subito il seguito, spero che ti piaccia!!!!!

Un bacio!!!!!

 

Ciao Tsubasa!!!

Grazie mille per i complimenti!!!!! Sì, lo ammetto, ho iniziato a scrivere Profumo di Menta dopo aver visto il  film di 3msc…. Però ho voluto darle uno stampo diverso e soprattutto un finale diverso! Spero che ti piaccia anche questo capitolo!!!

Un bacio!!!

 

 

Buona lettura, Diomache

 

 

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

 

CAPITOLO XVI:           USCITA A QUATTRO!!!!!!

 

 

 

“An old man turned ninety-eight
He won the lottery and died the next day
It's a black fly in your Chardonnay
It's a death row pardon two minutes too late
Isn't it ironic, don't you think

It's like rain on your wedding day
It's a free ride when you've already paid
It's the good advice that you just didn't take
And who would've thought, it figures”             Ironic

 

“e credi davvero che Hudson si lascerà convincere?”

Il tono di voce di Tom assume un significato vagamente sarcastico e di domanda retorica, mentre guida elegantemente la Jaguar di suo padre. Se alla moto è uno spericolato, con la macchina ha davvero un tocco tranquillo e scorrevole. Altro che la guida scattosa di Rose!

“non mi sottovalutare.- mormora la ragazza con gli occhi persi fuori dal finestrino.- mi sono costruita tutto un ragionamento iper persuasivo, vedrai che non potrà non crederci!”

Il ragazzo sospira ed alza le spalle ormai rassegnato all’idea. Ha appena chiamato Michael che, per fortuna, non ha fatto molte resistenze. Infondo l’idea di Rose non è poi così malvagia.. anche a Michael farebbe bene conoscere un po’ di gente nuova. Dopo la storia finita male con Katie non gli risultava che avesse avuto nessuna altra donna e forse Hudson è la persona adatta a lui, chi sa..

“ecco.- la ragazza interrompe il silenzio creatosi.-   siamo arrivati..” gli indica un condominio come tanti, improvvisamente comparso sulla destra. Il ragazzo frena e parcheggia in maniera disinvolta, quasi guidasse un’utilitaria qualsiasi invece che un’auto costosissima come quella.

“bene: intanto che io vado, tu, mi raccomando, fai quelle telefonate che ti ho detto di fare. Prenota un tavolo a quella pizzeria e poi..”

“ehi, frena.- sorride.- prima dobbiamo sapere se Hudson viene o no..”

“ti ho detto che viene, ma che, non ti fidi! Tu fai quello che ti ho detto, intanto…”

“ ho capito, ho capito. Prenoto la pizzeria..”

“bene. Io vado!”

La ragazza si alza ed esce, sbattendo forte la portiera. Tom tira giù il finestrino. “in bocca al lupo!”

La giovane si volta e con un sorriso esuberante come al suo solito alza il pollice della mano per poi avviarsi velocemente verso la porta del condominio.

I raggi solari non filtrano direttamente dalle finestre della struttura che sembrano imprigionarli con i loro vetri di plastica che però, nonostante tutto, conferiscono una grandissima luminosità all’interno, rendendo onore della lucentezza di quel sole mattutino. Il condominio, ora, è molto silenzioso, l’unico rumore che sembra rimbombare per la costruzione è il rintocco dei piccoli tacchi della ragazza che avanza lentamente per le scale. Poi ad un certo punto si fermano. Silenzio.

Rose è finalmente arrivata davanti al portone di Hudson. Si piega, sposta lo zerbino. Ecco: la chiave. La precisissima Hudson non poteva certo scordarsene!!

Sorridendo la inserisce nella serratura e gira: “HUUUDDDD!!!- urla entrando e chiudendosi la porta alle spalle- HUD SONO IOOOO!”

Improvvisamente la ragazza appare facendo capolino da una stanza, gli occhi appannati dal sonno, con addosso ancora il pigiama e i capelli arruffati.

Rose non può fare a meno di scoppiare a ridere dicendo:  “oh hai un aspetto magnifico mia cara…- si interrompe sapendo di aver acceso la miccia di una bomba- ti ho portato la colazione!” dice sollevando un sacchettino bianco. 

“grazie.. vieni..” commenta l’altra facendo uno sbadiglio enorme.

Le due ragazze si dirigono in cucina, Hud apre il sacchettino e ne estrae la sua pasta preferita: quella con la marmellata di mela. “grazie!” dice con un sorriso.

“è il minimo che potessi fare.. ti ho tirato giù dal letto, no?” replica Rose con un sorriso.

“sei perdonata, dimmi…- la incoraggia Hudson dando un morso alla sua pasta.- come è andata ieri sera? Tom? Ginny?!”

“li ho trovati insieme.”

Hudson rimane pietrificata.

“ma tranquilla,  stavano solo litigando. Meglio, così si scrolla di dosso quella cagna in calore!”

La ragazza scoppia a ridere, divertita. “e.. vi siete chiariti a quanto pare?”

“si..- Rose sorride con la solita aria trasognata degli innamorati.- e poi siamo andati a casa sua..”

“mm.. e qui viene il piccante..”

Questa volta è  Rose a ridere  imbarazzata, mentre le sue gote si tingono di rosso.

“va be- la ragazza dai bellissimi occhi di smeraldo interrompe l’argomento.- devo chiederti un favore…”

“timeo Danaos et dona ferentis” cita la riccia  sospirando.

“questa la so. È Virgilio. L’Eneide. Temo i Danai anche quando portano doni..”

“esatto.. – approva.- Quando mi porti la colazione mi fai tremare… dietro i tuoi ‘doni’ si cela sempre qualcosa! Avanti, che cosa vuoi questa volta?”

“è un megafavore, non puoi dirmi di no..- mormora con gli occhini esitanti.- se non fosse così importante non te lo chiederei, so che devi prepararti ad un esame importante..”

“infatti. Ma su, dimmi, male che va ti dico di no.”

“non puoi rifiutarti, ti prego!”

“se non mi dici di che cosa di tratta, Rose!”

 La ragazza prende il coraggio a due mani. “oggi Tom mi ha invitato a cena, in una pizzeria italiana che fa la pizza più buona di New York, in un posto davvero bellissimo… Poi avevamo progettato di andare da qualche altra parte, pensa che hanno aperto un posto che..”

“ok, ma io che centro?”

“Michael è il nostro problema. È in crisi e Tom non può assolutamente lasciarlo solo. Viene con noi.- Hud sgrana gli occhi.- ti prego vieni anche tu.”

La ragazza scatta in pedi: “un’uscita a quattro??” Rose sospira: sa che Hudson odia queste cose.

“oh ti prego ti prego, Hud!!- grida con le mani giunte a rosario e gli occhi chiusi.- se Michael ci sta appiccicato giorno e notte, non potrò stare mai due minuti da sola con Tom!! Ti supplico!!!!”

“nonononononononono!!!- urla.- non se ne parla nemmeno! Non esiste! Dovrei stare tutta la serata con quello? Non se ne parla proprio!” scatta la mora camminando per tutta la stanza, inquieta.

“eddai, fallo per me!”

“per te un corno, Rose!- sbotta la ragazza.- e poi chi è questo? Chi è?”

“è Michael!- Hud la fulmina con lo sguardo, così Rose aggiunge qualcosa.- senti, è un bravo ragazzo, una persona simpatica, davvero, io lo conosco..”

“sì, è proprio questo che mi fa paura. Diresti che è una brava persona pure Tom mentre esce da una rissa..”

“ma Michael è diverso da Tom. Davvero. E poi mica ti devi mettere con lui, scusa? Devi solo scambiarci due parole, non ti ammazzerà mica!!! Ti prego, altrimenti addio serata con il mio uomo!”

Hudson sospira, si passa una mano tra i capelli. “ mamma mia, Rose, ma non mi va!! Io questa sera volevo studiare! È possibile che non sai stare senza quel mascalzone per un giorno?”

“no, non posso lo amo troppo!- esclama la ragazza, esagerando, sorridendo.- ti pregoooo !”

Hud la fissa con i suoi occhi neri. No, non lo farà. E poi chi diavolo è questo Michael? Ma figuriamoci se gli va di passare la serata appresso a questo! Deve studiare!

E no, Rose, non mi guardare così. Ti odio quando mi guardi così. Ti odio quando citi in ballo la nostra amicizia, quando elenchi tutti i favori che mi hai fatto. Se mi mettessi io ad elencare i favori che ho fatto a te? Dico, ma ti sei già scordata di Parigi e di tutto quel casino??? Possibile che devi sempre combinarne una delle tue, possibile, dico io? E perché continui a guardarmi così, accidenti!

“Hud, eddai, non ti annoierai, vedrai che…”

“BASTA!” la giovane la interrompe, alzando la voce.

Rose tace. La guarda, cercando di decifrare il so sguardo.

Il volto serio e teso di Hudson piano piano si distende e si piega in un dolce sorriso…

“EVVIVAAAAAAAAAAAAA!!!!!” urla la giovane balzando in piedi dalla sedia e abbracciando l’amica che, di fronte alla sua esuberanza, quasi non perde l’equilibrio.

“ma sia inteso.- la riccia interrompe l’abbraccio e la guarda, seria.- non voglio casini, in nessun caso, mi sono spiegata?”

“ti adorooo!!!!- esclama la giovane, felicissima.- sono in debito con te! Chiedimi qualunque cosa e io la farò!!!!”

“si, come no. Dicevi così anche l’ultima volta. E la penultima. E la terzultima. E..”

“va be, adesso non stiamo a fare i fiscali..- la interrompe la ragazza con quel sorriso determinato.- l’importante è che tu venga questa sera..” dice alzandosi e prendendo la borsetta.

“be? Vai già via?”

“vado in Chiesa, è domenica! Mi raccomando, questa sera alle otto. Ti passo a prendere io, sii puntuale..”

“ah no, Rose, senti.- la richiama la riccia.- facciamo che ti passo a prendere io, ok?” la guida sportiva di Rose è ben nota anche a lei.

L’altra annuisce e poi,con un sorriso vittorioso la ragazza si avvia all’uscita canticchiando un motivetto di R.Williams, ma prima di andare si interrompe e si volta verso l’amica: “Hud, grazie. Sei una persona fantastica, lo sai vero?” dice con gli occhi furbetti, poi le lancia un bacio e scompare per le rampe del condominio.  Ruffiana, pensa Hudson, sorridendo.

Tom sta fumando una sigaretta quando vede la silhuette di Rose uscire dal condominio. Sorridente, allegra, vittoriosa. Avanza tenendo lo sguardo un po’ basso e mordendosi il labbro inferiore, come fa sempre quando ha raggiunto un risultato importante.

Tom scoppia a ridere osservandola… forse è vero che non le si può negare proprio niente.

 

Il vento fresco di quella serata sfiora la capigliatura biondo cenere del ragazzo che fuma tranquillamente la sua sigaretta appoggiato alla moto, braccia incrociate, stretto nel suo giubbotto di pelle nera. Michael, accanto a lui, dà un’occhiata veloce all’orologio: le otto e un quarto.

“alla faccia della puntualità!” esclama emettendo un grosso sospiro di insofferenza “dì, ma non è che questa è una rompi palle, vero?” continua, riferendosi a questa fantomatica ragazza che deve conoscere.

“un po’ rompi palle è di sicuro.”

Michael aggrotta la fronte. “la conosci bene?”

“no, ma è amica di Rose, un po’ si devono somigliare..”

Il riccio scoppia a ridere alla battuta; “ma l’hai mai vista? Com’è fisicamente? Non dirmi che è una cozza perché me ne vado subito.- Tom lo osserva con i suoi profondi occhi blu. E pensare che aveva scelto lui per la sua sensibilità..- allora, com’è questa tipa?”

Il ragazzo sospira e alza le spalle. “dai, non è male..”

“ecco lo sapevo, è una sòla..” sbuffa Michael, contrariato.

“no che non è una cozza, diamine!!- lo contraddice il biondo.- è carina!”

“sicuro.- ribatte l’altro con aria poco convinta.- lo dici con una faccia..”

“senti, che ti devo dire?  Vicino a Rose sfigura, ma se la prendi da sola non è poi così male..”

“a sentire te, vicino a Rose sfigurerebbe pure miss galassia!”

Tom sorride. “ oh ma guarda che sei forte, eh? Prima vuoi la verità e quando te la dico vorresti che non te l’avessi detta!”

“non mi va di stare una serata con una cozza, Tom!!”protesta.

“oh, Michael, vaffanculo, per una volta che ti chiedo un favore!!!- sbotta.- e poi non è una cozza.”

“prima hai detto che era brutta.”

“ho detto che è più bella Rose.” precisa. “non che sia brutta. E poi è inutile parlarne tanto. Tu da qua non ti muovi.- dice con un’aria palesemente minacciosa.- e quando arriva la vedi”

Dopo qualche minuto di silenzio il riccio riprende a parlare, sempre con quel tono piagnucolante: “diamine ma quando arrivano? Io c’ho una fame, senti che profumo!” Tom ispira: effettivamente dalla pizzeria alle loro spalle emana un odore di pizza niente male che alle otto e venti di sera, poi, sembra proprio ambrosia, altro che pizza.

“oh ma dopo dove andiamo?” domanda di nuovo il riccio che, un po’ nervoso, non riesce a stare in silenzio per più di cinque secondi contigui.

“dopo la pizza? Boh.- risponde l’altro in maniera esaustiva. Poi aggiunge – dai, magari anche in quel posto nuovo.. quello.. come si chiama…”

“the independence?”

“eh, quello. Ne hai sentito parlare? Che roba è?”

Michael alza le spalle. “non dovrebbe essere male. andiamo lì allora?”

Tom alza le spalle mentre forma con il fumo un cerchio in aria.

Michael si volta. “cazzo, sai fare i cerchi con il fumo?”

Tom lo guarda come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “Michael,  lo so fare dalla prima media!”

“tu fumi dalla prima media???”

“no, cazzo, ma già allora li sapevo fare!”

“e quando hai cominciato a fumare?”

“io non fumo.- risponde lui.- ogni tanto mi prendo una sigaretta, così, se mi va. Questo pacchetto è da Natale che ce l’ho.”dice esibendosi in un cerchio più complicato e bello.

“forte.- commenta il riccio.- me lo insegni?”

Il biondo scoppia quasi a ridere. “ no.- risponde.- è come fare le bolle con le gomme da masticare. È una di quelle cose che si devono imparare da soli.” Dice con finta aria importante, come se avesse appena concluso la spiegazione di un complicato concetto aristotelico.

Michael inghiottisce quel dogma mentre vede arrivare davanti a loro un motorino abbastanza moderno con due ragazza alla guida. “sono loro?” Tom aguzza la vista mentre butta a terra la sigaretta e la spegne pestandoci sopra.

Il motorino si avvicina, romba e fa un leggera impennatura  prima di fermarsi a pochi passi da loro.

Il passeggero posteriore si slaccia il casco e se lo sfila scompigliandosi i capelli lisci di una bella tonalità di castano chiaro. Rose. “salve!” esordisce la ragazza con il suo inguaribile ottimismo mentre smonta agilmente dal mezzo. Con un sorriso, Tom si avvicina immediatamente alla ragazza e, cingendole la vita, la saluta con un dolce bacio sulle labbra.

Subito dopo l’attenzione dei presenti si concentra su Hudson che, leggermente più impacciata con il motorino, sistema il cavalletto e, con lo sguardo basso, si accerta che il mezzo sia parcheggiato bene.

“ah, faccio subito le presentazioni.- continua Rose cercando di togliere l’amica dall’imbarazzo.- allora, Michael, lei è Hudson, la mia migliore amica.. Hudson, Michael”

Per la prima volta i loro sguardi si incontrano. Hud, un po’ timida e titubante di natura ma ostacolata ancora di più dal contesto, fino a quel momento non aveva osato fissare troppo il misterioso amico in crisi di Tom. Lo guarda, gli sorride. Sguardo sereno, espressione buffa, simpatica. Certo, non è bellissimo ma appare come un ragazzo tranquillo.

E soprattutto, sembra tutto meno che in crisi.

Michael le stringe la mano, scrutando i suoi occhi castani e il suo sguardo timido ma profondo, un po’ nascosto dalla sua capigliatura riccia.

Bella, davvero una bella ragazza…. e Tom che l’aveva definita solo carina!!

Rose nota questo scambio di sguardi e con un’espressione furbetta  stringe l’occhio all’innamorato che, in risposta, nega dolcemente con il capo prima di dire. “oh raga, ce andiamo a mangia qualcosa prima che mi divoro qualcuno sul serio?”

“anche cannibale, adesso?” domanda Rose avviandosi, sorridendo.

“se si tratta di te, sì.” Risponde lui fingendo di darle un morso alla base del collo.

“ahia, ma sei pazzo?- esclama, piacevolmente sorpresa.- Hud stammi vicina che questo va a finire che mi divora davvero..” sorride prendendo l’amica sottobraccio e dirigendosi con lei all’interno della pizzeria.

Il locale è davvero molto carino, molto accogliente. Le pareti sono fatte a mattoncini, le tende alle enormi finestre sembrano provenire dal lontano ottocento, l’arredamento è in legno ed è tutto cosparso di candele. “sai, è proprio carino qui..” mormora Hudson all’amica, togliendosi il giaccone e rivelando il suo abbigliamento per la serata: pantaloni neri, stivali, camicia bianca.

“già, carino, davvero..” risponde l’altra mentre sistema il suo giaccone sull’appendiabiti. Hudson osserva il look dell’amica: minigonna a pieghe beje, una maglietta dello stesso colore, un po’ scollata ed attillata, con sopra un golfino marrone.

Gli occhi delle ragazze si puntano quasi istintivamente su Tom e Michael che si sono posizionati su un tavolo.

Rose osserva Hudson. “Carino Michael, eh?”

“carino.- minimizza con un lieve accento dispregiativo.- c’è di meglio, insomma. Però ho la netta sensazione, Rose”il tono si fa sempre più minaccioso e lo sguardo più indagatorio.

“si?” la ragazza deglutisce a fatica.

“che non sia vero niente di tutto quello che mi hai detto questa mattina!!!!”

“ehi, andiamo, ci stanno chiamando!”evade elegantemente la ragazza incamminandosi velocemente verso il tavolo dei ragazzi. Hudson sbuffa mentre si incammina anche lei.

“allora, bambole, questo è il menù!” esclama Michael porgendo loro due libretti foderati di blu.

Hudson inizia a sfogliarlo con attenzione, Rose invece lo gira velocemente come se non gli interessasse più di tanto. Lo chiude. “io una margherita.”

“e c’era bisogno che sfogliavi il menù?- domanda Tom, sarcastico.- tanto prendi sempre quella!”

“senti, farò come mi pare!!- esclama la ragazza.- non mi va di arrischiare a prendere una pizza che poi non mi piace..”

“ma se non ne provi manco una diversa, non lo saprai mai! E poi mangerai la margherita per tutta la tua vita!” esclama fingendosi quasi inorridito.

“e anche se fosse a te che ti frega? Almeno spendo i soldi con qualcosa che mi piace di sicuro..”

“e se te la offrissi io?”

“oh ragà, e che palle co’ ‘sta pizza!!!- esclama Michael, ridendo.- ma voi due fate sempre così?”

“povero Tom.- interviene Hud che, tutto sommato, inizia a sentirsi bene in loro compagnia.- io quando fa così  non la reggo proprio, non so come fai tu a sopportarla..”

“poi ti dirò.. ho  una tecnica che è semi infallibile…”mormora il ragazzo in aria confidenziale.

Rose si sporge per dargli un pizzicotto sulla guancia in risposta, ma con la mano sfiora una delle tre candele che si trovano al centro del tavolo, scottandosi e causando le risate degli altri.

“fanculo a voi e a ‘sta candela, cazzo!!- mormora mentre gli altri si fanno in due dalle risate.- ma un tavolo peggio non potevate sceglierlo, no? Tre candele al centro, roba da pazzi! Porteranno pure sfiga! Senza contare che fai una mossa sbagliata e ti piglia fuoco tutto!!”

Michael, mentre ancora ride, si adopera per spegnerle soffiandoci ma Hudson lo ferma subito, parlando sottovoce, mentre Tom e Rose bisbigliano allegramente riguardo la fatalità o meno della candela che ha impedito alla ragazza di aggredirlo con un pizzicotto. “fermo, per carità!- mormora sorridendo.- che poi fanno un fumo incredibile.. e allora davvero ci sarà da ridere!”

Il ragazzo riccio, divertito, aggrotta la fronte. “perché?”

Hudson muove il capo in maniera quasi impercettibile, indicando la ragazza al suo fianco. “odia il fumo e pianterà una litigata che manco te la immagini!” i due scoppiano a ridere, complici.

Il tutto è interrotto dal cameriere che, tempestivo, viene a chiedere cosa vogliono ordinare.. ma sono ancora tutti indecisi, perfino Rose che pure era tanto sicura; l’uomo con un sorriso di circostanza si allontana ma dovrà fare avanti e indietro ancora un paio di volte prima di strappare loro le ordinazioni che alla fine sono: una margherita per Rose, una quattro stagioni per Hud, capricciosa per Tom e ai quattro formaggi per Michael, più quattro birre e una bottiglia d’acqua richiesta da Rose.

Michael la guarda come se gli fosse cascato tutto.

“e che, tu non bevi l’acqua? Io della birra posso farne al massimo qualche sorso, se no mi fa male!”

“sì- approva Tom, sarcastico.- la gonfia.” Ma è costretto a non aggiungere altro perché gli arriva un calcio che lo centra in pieno sulla tibia.

“così  impari a prendere in giro la tua ragazza.” sentenzia lei con un sorriso vittorioso.

La prima pizza ad arrivare è quella di Rose, ovviamente, perché è la più semplice.

“grazie.” Mormora la ragazza al cameriere mentre osserva il cerchio rotondo della pizza fumante.

“ehi..- Tom le fa un grattino su un polso con un’aria da orsacchiotto- me ne dai un pezzettino?”

Rose lo osserva con i suoi occhi verdi, sorridendo maliziosamente. “manco morta.” Risponde iniziando a tagliarla.

“eddai, su..”

“nooo. – ribadisce.- non te la meriti, farabutto, non hai fatto altro che prendermi in giro!”

In poco tempo arrivano anche le altre tre pizze e i quattro iniziano a mangiare mentre si raccontano aneddoti ed episodi. Il momento di ilarità maggiore è raggiunto quando Hudson inizia a raccontare quello che aveva combinato Rose quando in un negozio di Ibiza una commessa la aveva accusata di aver rubato la cinta che indossava.

Michael scoppia a ridere per l’ennesima volta durante il racconto mentre Tom, già andato da un pezzo, si tiene la testa con il polso, appoggiato al tavolo. Rose, che ricorda con un pizzico di amarezza l’episodio, non può, però, fare a meno di ridere pure lei contagiata dalle risa generali.

“e dopo?” Michael, osservando in maniera sempre più interessata la ragazza, la esorta a continuare.

Hudson si cimenta in descrizioni minuziose di Rose che, non parlando una parola di spagnolo, impianta una litigata incredibile all’interno del negozio, arrabbiandosi come una matta con la commessa, fino a farla quasi piangere.

Al termine del racconto, Tom scompiglia affettuosamente i capelli della sua ragazza. “ma dove l’ho trovata, io, una come te…”

“l’hai detto.- risponde lei sorridente.- dove ne trovi una uguale?”

il ragazzo, guadagnandosi un bellissimo sorriso da parte della giovane, sposta la famosa candela che li separava , si sporge fino a baciarla dolcemente sulle labbra. Rose gli rende il compito più facile perché si sporge anche lei, prolungando quell’innocente, infuocato, contatto.

Michael li osserva per un attimo, poi, scherzosamente, rotea gli occhi. “ah, questi innamorati.”

Hudson sorride, poi fa un sorso di birra.

“dì, Hud.- inizia Michael, utilizzando appositamente il nome abbreviato.-  che fai nella vita?”

La ragazza appoggia il bicchiere. “studio Lettere, all’università. E tu?”

Il ragazzo sospira. Eh, bella domanda,davvero. “sto cercando un lavoro. Avevo iniziato a fare economia con Tom ma poi ho lasciato perdere. Sai, me ne pento, adesso.”

“be, puoi sempre riprendere, no?” esclama lei, ottimista. “quanto hai fatto?”

“un paio d’anni…”

“e alloraaa… parli come se avessi cinquant’anni!! Comunque fai come ti senti.. io ti capisco, riprendere l’università non è una passeggiata…”

“già.- Conclude lui, sorridendo. Hudson gli infonde tranquillità, serenità, quella pace mista ad emozione che non provava più da tanto tanto tempo. –hai qualche hobby, qualche passione in particolare?”

“oh, ci sono molte cose che mi piace fare… per esempio, che ne so, io adoro il mare e d’estate starei 24 ore su 214 in spiaggia.. poi adoro leggere..”

“classici?”

“anche. Ma i libri che trattano di problemi attuali sono quelli che mi affascinano e che mi attirano di più, sinceramente.”

La loro tenera conversazione è interrotta da Rose che chiede. “ ehi, raga, volete il dolce?”

Hud storce il naso, Rose è sempre a dieta, a Tom non gli piace quello che offrono, Michael non lo prende semplicemente perché non vorrebbe essere l’unico, così poco dopo il quartetto si ritrova fuori dalla pizzeria, a decidere come trascorrere il resto della serata.

“io vado a casa..- esclama Hudson. Poi, vedendo gli sguardi allibiti dei presenti, si giustifica.- devo studiare e poi..”

“ma dai!!!!- esclama Michael, sinceramente dispiaciuto.- per una sera ti distrai, no??Resta!”

La riccia, nonostante le faccia moltissimo piacere che Michael le abbia chiesto di restare, rimane sempre un po’ titubante… certo, la serata si è rivelata più piacevole del previsto, Tom è un mito, Michael le interessa ma..

In quel mentre squilla il cellulare del biondo che risponde subito. “pronto?- Rose lo osserva con aria circospetta mentre lui risponde con monosillabi. Poi finalmente dice, rivolto a loro, però.- ehi, ci sono gli altri che si trovano in quel posto nuovo, the independence, li raggiungiamo?”

Rose annuisce, Michael esclama. “cazzo, se li raggiungiamo!! Digli che tra due minuti saremo lì!”

Hudson tira Rose in disparte. “gli altri? Gli altri chi?”

La ragazza deglutisce. “gli altri amici di Tom e Michael..”

“sì, fin qui l’avevo capito! Ma chi sono?”

“chi sono.. tra poco li vedrai..” risponde lei con un sorrisetto furbo.

“no, Rose, forse non hai capito che io non vengo..”

“allora è deciso, su andiamo!” esclama Tom, interrompendola, chiudendo la chiamata e riponendo il cellulare all’interno del suo giubbotto di pelle.

“chi era?” domanda Rose mettendosi il casco e ignorando di proposito l’amica.

“Dawson.- risponde lui.- ha detto che ci aspettano dentro, nella sala romana..”

“va bene, ragazzi, io vi saluto..” si congeda Hudson ma Rose, veloce come un fulmine, la ferma.

Michael lancia un’occhiata alle ragazze che discutono e mormora, un po’ dispiaciuto. “peccato.”

“peccato, cosa?” domanda Tom mentre inizia ad accendere la moto.

“peccato che non venga..”

Il biondo fissa i suoi occhi blu sulla figura di Rose che parla concitatamente con l’amica. “figurati. Vedrai che viene.- Michael lo guarda interrogativo.- tu dalle cinque minuti e vedrai che la convince!”

“ti prego, non puoi andare a casa!!! Mi fai stare da sola tutta la serata!!” esclama Rose con aria imbronciata.

“fai l’offesa?- domanda l’altra indecisa tra l’essere divertita o arrabbiata dalla sua sfacciataggine.- dopo che mi hai riempito di cavolate per tutta la mattinata, adesso fai anche l’offesa se non vengo!E poi io devo studiare, Rose!!! ho perso anche fin troppo tempo!”

“ma ci rimane male se non vieni!”

“chi?”

“come chi!! Michael, no?” esclama a bassa voce. Hudson sembra tentennare un istante e la giovane se ne compiace: ha colpito nel segno. Prosegue: “e poi anche tu, non ti riconosco più! Non ti ricordi che eri tu a dirmi di staccare e di non pensare sempre ai libri??? Avanti, dai, e poi questi amici non sono tanto male…- la riccia esprime uno sguardo estremamente dubbioso.- ok, ok, sono dei delinquenti e non piacciono tanto nemmeno a me… ma che ti importa di loro!! Michael è un bravo ragazzo e se questa sera hai  la possibilità di conoscerlo meglio te lo vuoi lasciar scappare per un esame sul rinascimento?” il suo tono è velatamente intriso di minaccia e persuasione.

Hudson chiude gli occhi, si passa una mano tra i capelli .. “e va bene!!!!”

Tom scambia uno sguardo  con l’amico, intriso di orgoglio . “visto?”

“IUIUU the independence, arriviamo!” esclama Rose abbracciando la sua migliore amica.

 

Il locale è probabilmente il più bello e più artistico di tutta New York. L’entrata è a forma di tempio greco illuminato da un centinaio di luci dorate che fanno apparire il locale come un luogo veramente fuori dal mondo.

“che figata..” mormora Hudson non appena entrano nel parcheggio situato proprio davanti al locale. Il parcheggio, senza nemmeno dirlo, è strapieno di auto e motorini e le due giovani devono faticare parecchio prima di trovare un buchetto tra una moto ed un’altra. Il motorino si ferma ingolfandosi leggermente. Rose in un attimo scende e si sgancia il casco mentre Hudson sistema meglio il motorino parcheggiato. “ciao belle..” una voce a loro estranea le fa voltare contemporaneamente. A parlare è stato un ragazzo moro accompagnato da un suo amico, comparsi improvvisamente affianco a loro. Rose non risponde, ripone il casco e si rivolge ad Hudson. “dai, andiamo a vedere dove stanno loro..”

“ehi, aspettate.” Esclama il moro mettendosi prepotentemente davanti a Rose, impedendole di passare oltre. La ragazza infrange il suo mutismo, alza lo sguardo fino a fissarlo negli occhi.

“si può sapere che cazzo vuoi? Mi fai passare?”

“ehi, come ti agiti subito…- mormora lui un po’ stupito.- dai, vi va se vi accompagniamo dentro?”

“no.” Risponde lei con un falso sorriso, cerca di oltrepassarlo ma il ragazzo la blocca di nuovo.

“io non mi accontento tanto facilmente di un no..” riprende il giovane con uno sguardo ammiccante.

“be, dovrai fartene una ragione..- mormora Rose, in atto di sfida.- ed ora per favore..”

“niente da fare..- sorride l’altro.- mi dispiace tanto, ma non abbiamo nessuna intenzione di mollarvi così.. non capita tutti i giorni di incontrare due belle ragazze come voi..”

Hudson e Rose si lanciano uno sguardo seccato ed indispettito al tempo stesso.

“senti, carciofo.- esclama Rose che inizia ad irritarsi sul serio. I soliti arroganti e presuntuosi. – se non ti sposti immediatamente..”

Il ragazzo l’interrompe con una sua risata. “se no? Se no che fai?”

“ti spacco il culo in due, ecco che faccio”

Il moro fa una faccia strana: a parlare non è stata la bella ragazza che ha di fronte, la voce, piuttosto, maschile e minacciosa, gli proviene da dietro. Si volta lentamente e scorge un ragazzo biondo, dall’aria per niente cordiale che lo fissa, gelido. Tom. Dietro di lui un altro ragazzo, anche lui piuttosto accigliato.

“ok, ragazze…” sussurra il moro e, facendo un cenno al suo compare, si allontana velocemente.

Tom lancia uno sguardo indispettito alla sua ragazza. “possibile che sempre nei guai ti vai a mettere?”

“e tu possibile che non ti fai mai i cazzi tuoi? Guarda che era tutto sotto controllo!”

i due si fissano un istante, poi scoppiano a ridere all’unisono. Tom le bacia dolcemente la guancia e la prende per mano. “allora, andiamo?”

Gli altri due annuiscono  mentre, dopo aversi lanciato anche loro uno sguardo d’intesa, si avviano anche loro verso l’entrata del locale.

L’interno del “the independence”  è ancora più bello di quello che avevano potuto immaginare. A parte la confusione di persone, il locale è un vero e proprio spettacolo. Prima di iniziare a ballare, i quattro si fanno un giretto panoramico della struttura: ci sono in tutto cinque sale tutte adibite al ballo da disco, ma presentano giochi di specchi e vetrate. L’innovazione vera, però, si trova nell’esterno, sul retro, dove si trova una sorta di giardino con al centro una piscina!

Ovviamente è solo a puro scopo artistico, anche se molte voci assicurano che nella bella stagione la direzione mette in affitto i costumi e ci si possa bagnare sul serio… effettivamente.- pensa Rose.- potrebbe anche essere vero, perché oltre a panchine e piccoli divani, in giardino si trovano anche sdraio..

La piscina, relativamente bassa se si considera che ci sono max due metri d’acqua, è tutta colorata di un gioco di luci e arricchita  da alcune piante acquatiche, finte ok, ma che danno davvero l’impressione di trovarsi davanti ad un piccolo scorcio di luogo paradisiaco… pur essendo un giardino, ci sono delle casse che riproducono la musica metallica dell’interno.

Nonostante che la temperatura non sia poi così mite, la maggiorparte dei clienti del locale si trovano a ballare proprio in giardino, sopra le sdraio o sui bordi della piscina, come personaggi di un mondo irreale che sfidano il freddo, invocando l’arrivo della primavera.

Il nostro quartetto si  trova proprio in giardino, ora, quando all’improvviso Rose sente qualcuno darle un’affettuosa pacca sulla schiena. Infuriata, si gira con l’intento di vomitare ingiurie verso quel maleducato, ma per fortuna si ferma in tempo, quando i suoi occhi verdi vedono il sorriso ilare di Dawson. “ehi, bellissima!!!”

“ohi, delinquente, sempre intorno alla mia donna, ti trovo!” esclama Tom, ridendo, voltandosi verso di lui.

“non è colpa mia se la tua ragazza brilla in mezzo a tutta questa gente!!”

“ma tu non riesci mai a non fare lo scemo, eh?” ride l’interessata.

“quando si tratta di donne, no, mi dispiace.- risponde Dawson. I suoi occhi neri cadono improvvisamente su Hudson che lo osservava un po’ di nascosto, da dietro di Rose. vedendola affiancata a Michael, il ragazzo esclama.- oh cazzo, Michael c’ ha trovato la ragazza!! e pure una bella ragazza, poi! E chi diamine l’avrebbe detto!!!!”

“mettiamo subito in chiaro.- esclama Hud, sorridendo.- io non sono la sua ragazza, sono solo un’amica di Rose”

“ah,ecco.- risponde Dawson lanciando un’occhiata ironica a Rose che risponde per le rime, inarcando un sopracciglio, in segno d’intesa.- eh va be, raga, gli altri stanno qua verso la piscina, venite?”

Scortati da Dawson, i ragazzi giungono presto dal resto del gruppo che balla divertito ad un lato della piscina che presenta la caratteristica forma a goccia..

“ per la miseria, siete arrivati finalmente!!”esclama Harry avvicinandosi a Tom

Tom e Michael iniziano subito a parlare e scherzare con i loro amici, mentre le due amiche si isolano un po’, iniziando a ballare tra di loro. Hud osserva, storcendo il naso, il gruppo di amici dei due. “che gentaccia..” mormora.

“su, Hud..- risponde lei, con un tono più conciliante.- dici così perché non li conosci bene.. allora, quello lì è Harry, quello con la carnagione chiarissima è il ‘tedesco’ mentre quello moro che ci è venuto incontro si chiama  Dawson..”

“che maleducato.- sentenzia lei.- non si è neppure presentato!”

“che ci vuoi fare..- sospira la ragazza alzando leggermente la voce affinché l’amica la senta in mezzo a tutta quella confusione.- comunque che ti frega di loro.. Michael e Tom sono diversi..”

“che palle co’ ‘sto Michael, Rose, non ti sarai mica fatta strane idee, vero?”

“io? Ma figurati!”esclama la ragazza continuando a ballare.

Le due amiche rimangono un po’ in silenzio mentre si lasciano andare dal ritmo trascinante della musica ad altissimo volume.  Dopo un po’ si ritrovano accanto, di nuovo, Tom e Michael che, sorridenti, iniziano a ballare con loro, giocando, scherzando, scatenandosi sotto i riflettori multicolori della discoteca.

Le due giovani, mentre ballano, si lanciano di tanto in tanto qualche sguardo, qualche sorriso. Entrambe, non possono negarlo, stanno davvero bene, si divertono. Rose osserva con un sorriso l’amica ballare con Michael.. la vede, a suo agio, rilassata, sorridente. Sospira di contentezza. C’è riuscita, finalmente Hudson ha staccato un po’ con lo studio, si è decisa a godersi la sua gioventù.

E magari ha anche incontrato una persona che potrebbe cambiarle la vita.

Peccato che la serata stia per finire.

Altre due ore massimo in discoteca e poi anche questa bella serata sarà conclusa.

Magari.- pensa.- si potrebbe andare a vedere l’alba.. così, per movimentare un po’…

Be, se credeva che la serata fosse troppo poco movimentata, le sarebbero bastati pochi minuti per ricredersi.

Non sapeva ancora quante cose le sarebbero accadute prima che vedesse sorgere l’alba.

 

 

Fine sedicesimo capitolo

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** LA RESA DEI CONTI ***


PROFUMO DI MENTA

Ciao a tutti..

Lo so, lo so.. molti di voi aprendo questo capitolo avranno fatto mille scongiuri.. io stessa avevo pensato di passare dal XVI al XVIII, ma che  volete farci.. alla fine ho optato per inserire questo fantomatico capitolo diciassettesimo…

Si intitola la “Resa dei conti” perché è uno di quei capitoli importanti in cui, ve ne accorgerete, tutti i nodi della storia (tutti o quasi..) vengono al pettine…

Be, scongiuri a parte, spero che vi piaccia!!

 

Ciao Franca!!!

Oddio, oddio!!! Se mi vedesse la mia prof di latino e greco!! E pensare che ci ha fatto imparare a memoria un sacco di versi dell’eneide.. come minimo mi squartava!!

Sono contenta che ti piace la nuova coppia!!!!

Fammi sapere!!

Un bacio!!!

 

Ciao Tsubasa!!

E be, un pò si suspance ci vuole! Anche questo cap non scherza sotto questo punto di vista.. spero che ti piaccia!!! Mi raccomando fammi sapere!

Un bacio!!!

 

Ciao Damynex!!!!

Sono stra mega contenta che ti identifichi in uno dei mie personaggi!! Significa che l’ho reso credibile!!! Chi sa, chi sa… spero che questo cap ti piaccia!!!!!

Un bacio!!!

 

 

 

Buona Lettura,

Diomache

 

 

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

 

CAPITOLO XVII:          LA RESA DEI CONTI

        

 

 

I ragazzi continuano a ballare, spronati dalla musica ritmata e cadenzata che sottolinea i loro movimenti e li spinge a scatenarsi, a sciogliersi, a dimenticarsi dei problemi, solo a divertirsi, così, semplicemente, assieme a chi si vuole più bene. In questo istante le risate dei quattro ragazzi sembrano quasi sovrastare la musica… nessuno era riuscito a trattenersi quando una biondona da paura si era messa a corteggiare Tom e Rose, un po’ sfacciatamente, gli aveva detto di levarsi immediatamente dalle scatole prima che gli tirasse in faccia il cocktail  alla fragola che aveva appena acquistato.

Il gesto le fa guadagnare un bacio appassionato dal ragazzo, divertito e compiaciuto da quelle piccole, dolci, manifestazioni d’amore.

Improvvisamente si ritrovano vicino a tutto il gruppo – già denominato da Hud. “ i malfamati”.- e tutti iniziano a ballare, tranne il tedesco che si apparta proprio con la biondona che aveva fatto buca con Tom.

Ma molto presto il classico gruppo, già allargato dalla presenza di Hudson, viene arricchito di nuovo da un’altra presenza femminile. La ragazza si avvicina di soppiatto, era da circa un’oretta che aspettava un momento di più confusione per poter ravvicinarsi a lui. Si affianca a lui ancheggiando, scrutandolo con i suoi penetranti occhi nocciola. Tom si accorge di lei per caso.

Si volta e la vede, bellissima e sensuale, stretta in un corto e scollato abito nero. Lei gli sorride.

“ehi, anche tu qua..” mormora Ginny parlando lentamente. Nonostante la musica le sue parole sembrano essere comunque udibili. Tom le sorride con un sorriso un po’ tirato e di circostanza e la saluta, così, a mezza bocca. Non le fa molto piacere rivederla, sinceramente. “ciao.”

“vorrei parlarti, Tom..- chiede la giovane prendendolo per un braccio. Prevede le sue resistenze e subito lo anticipa.- solo il tempo di due parole, ti giuro. Devo chiarire delle cose con te.” Conclude la ragazza.

Tom lancia un veloce sguardo verso Rose che scherza animatamente con Hudson e Dawson. Sospira e segue Ginny verso un angolo un po’ più appartato del giardino.

Sbuffa, quando, arrivati proprio dietro ad uno degli alberi, lei si volta e si mette a fissarlo.

“avanti, Ginny, che mi devi dire?” il suo tono è palesemente scocciato. La ragazza gli sorride, gli prende una mano e poi si avvicina con l’intento di baciarlo ma il ragazzo arretra in tempo, distanziandosi da lei.

“Ginny.- la voce di Tom suona dura e fredda. – mi sembrava di essere stato chiaro..”

La ragazza lo guarda e scoppia a ridere. “su, Tom, ma perché continui a prendere tutto così sul serio?” domanda lei avvicinandosi di nuovo, sempre di più. “quella puttanella, ti ha fatto proprio il lavaggio del cervello, eh?”

Il ragazzo, in uno scatto di rabbia, le afferra il polso, con violenza. “faresti meglio a moderare il linguaggio, o io ti faccio rimangiare quello che hai detto, parola per parola..” la pressione sul suo polso si fa sempre più forte tanto che il volto della ragazza si inizia a contorcere in una smorfia di dolore. Il ragazzo lascia la presa, si volta e sta per andarsene, quando la giovane lo ferma di nuovo.

Scocciato, Tom torna a guardarla.

“è inutile che continui a fingere, sai? C’è ancora attrazione tra di noi, io la sento! E la senti anche tu.. e mi vuoi anche tu, ma perché non fai altro che mentire!!”

“Ginny mi hai stancato!!!Se è questo che dovevi dirmi non abbiamo più niente da dirci!”

“se è lei che ti preoccupa.. stai tranquillo, non saprà niente.... rimarrà un nostro segreto.” sussurra.

Tom, brusco, la distanzia da se per l’ennesima volta. “adesso basta.” dice, ad alta voce, osservandola negli occhi. “ti sbagli. L’altra sera ero solo un po’ sbronzo. Io non ti voglio, Ginny. non voglio andare a letto con te, sono stato chiaro?” si sofferma sulle parole, lentamente, con lo scopo di ferirla.

E no, e adesso basta!!

Non ne può più  né di lei, né delle sue stupide proposte!!!!

La ragazza sembra osservarlo, sconcertata e ferita.

“e adesso vattene” mormora Tom, distogliendo lo sguardo. Se la ricordava un po’ troia, ma così!

Ginny lo guarda con odio. Disprezzo e umiliazione sembrano quasi sopraffarla, tanto che vorrebbe gridare dalla rabbia che prova. L’ha rifiutata! L’ha rifiutata! Non riesce a crederci…

Ma chi ti credi di essere, Tom? Io potrei averne a centinaia di uomini come te!!!

Vuoi la guerra, eh? E va bene, peggio per te.

Si volta e, facendo un po’ di slalom tra la gente, si allontana velocemente da Tom, con uno sguardo deciso, arrabbiato, pieno di vendetta. Gliela farà pagare. Eccome se la pagherà.

Sta ancora camminando quando improvvisamente qualcuno la urta con una spalla.

Ginny si volta di scatto e con immensa sorpresa si trova davanti Rose che, avendo chiesto di Tom e avendole Dawson indicatole quella direzione, si stava dirigendo proprio verso di loro.

“ciao..”mormora Rose con un sorriso un po’ tirato. Che palle questa, sempre di mezzo deve stare?

Ginny non risponde, invasa dalla rabbia. Fissa l’acqua della piscina, lì vicina a loro, senza dire una parola. Rose nega con il capo, sospira e fa per allontanarsi da quella squilibrata quando la rossa la afferra rabbiosamente per un braccio.

“ferma. Dove credi di andare..” le ringhia contro la ragazza, costringendola a voltarsi verso di lei. Rose, stupita, si volta immediatamente, osservandola negli occhi. “cosa?”

Ginny scoppia a ridere. “ti credi tanto sicura, vero? Tu e la tua grande storia d’amore!! Pensate tutti di avere l’amore in tasca e di poter sputare sopra a tutto il resto, no?- Rose la guarda, sempre più incredula: ma che diavolo sta dicendo adesso?-  e non fare quella faccia!!” le urla contro Ginny, fuori di se.

Qualsiasi altra brava ragazza se ne sarebbe andata senza attaccare troppo discorso.. si sa, con i pazzi o gli si da ragione o li si ignora… magari anche Rose avesse fatto così…

“senti.- la interrompe.- si può sapere che cazzo vuoi?”

“voglio che tu non esista, stupida sgualdrina!!!- urla l’altra.- ma certo, tu, con la tua solita aria da angioletto, con la tua aurea di perfezione, di ragazza innamorata, chi cazzo ti credi di essere?”

Rose inizia a scaldarsi sul serio. Non si può mica sorbire gli sfoghi di tutte le mezze rimbecillite che incontra in giro, per la miseria!!!!

“oh ma adesso mi hai rotto, ma come ti permetti, stupida incannata che non sei altro!!! Dì un po’, di che ti sei fatta questa sera??”

“sei una stronza!! E le stronze come te meritano tutte che gli vengano messi i corni, quindi è meglio che non te la prendi troppo con Tom, io lo capisco!!- Rose si blocca un istante, aggrotta la fronte.- oh, già ma tu non lo sai…io e Tom, l’altra sera ci siamo baciati!”

Rose sbianca un istante. *calma, calma…-pensa – ti sta solo prendendo in giro..*

“mi dispiace.- risponde con un falso sorriso.- ma io alle tue cazzate non ci credo, chiaro?”

“certo, è molto comodo, no? Infondo tu sei arrivata e ci hai visto un po’ arrabbiati, non puoi crederci!! Ma ti ha detto Tom perché avevamo litigato? No, vero? Be, non ti preoccupare, te lo dico io… volevamo fare l’amore e io gli avevo chiesto di andare a casa mia ma lui mi ha detto che non voleva allontanarsi dalla festa, così mi aveva proposto di entrare in una camera di Dawson, ma poi..”

“tutte bugie, tu..”

“certo, certo. La verità è che io e Tom stavamo per andare a letto insieme!! Siamo stati a baciarci su quella panchina per chi sa quanto tempo!! Se ci pensi bene, Rose, non puoi non crederci, devi averlo notato che prima di andare via ci siamo scambiati molti sguardi….”

Rose deglutisce. Cielo, è vero. Quello sguardo strano, un po’ complice, un po’ irato, l’aveva colto bene. Fin troppo bene.

“ehi, Rose, mi ha detto Hud di dirti che è andata a prendere qualcosa al bar…- esclama Dawson giunto con Harry lì accanto alle due ragazze, sul bordo della piscina. Il moro nota il suo volto tirato.- ehi, tutto bene?”

Rose alza gli occhi e dice, tagliente. “ tutto a posto. Sto ascoltando lo sproloquio di questa drogata”

“ ti rode, eh, brutta cornuta!!!” esclama Ginny avvicinandosi minacciosamente a lei.

“oh, oh.- esclama Harry.- calmatevi ragazze che mi sembrate belle che agitate ‘sta sera..”

“tu fatti i cazzi tuoi, questa è una cosa tra di noi!” esclama la rossa, fuori di se dalla rabbia.

“mi dispiace, tesoro,  ma io me ne vado, non mi va di ascoltarti ancora per molto..” dichiara Rose voltandosi di scatto. Ginny la prende per una spalla e le da uno spintone. “dove cazzo vai, puttana?”

“puttana a me?- questa volta Rose sente la calma e l’autocontrollo allontanarsi velocemente.- è dal primo giorno che sei tornata che giri intorno al mio uomo come una cagna in calore, mi fai schifo!”

“Harry, và un po’ a cercare Tom che qui finisce male..” sussurra il ragazzo moro, sia divertito che preoccupato da quella situazione.

“Tom?”

“Tom, Hudson, Michael, chi ti pare basta che li chiami che si stanno perdendo una scena da film!”

La discussione continua, volano parole grosse, inghiottite, però, dal rumore rombante della musica e nascoste, quindi, tranne che hai più stretti, a tutti gli altri.

Ginny da di nuovo una spinta alla ragazza, la prende per la vita e la spinge di nuovo.

Tom arriva proprio in quell’istante e stupito, meravigliato vede Rose che, in preda alla rabbia, grida. “adesso basta, mi hai proprio stufato!” e con una spinta  fa volare la rivale  dritta dritta nella piscina.

Gli spruzzi d’acqua sollevati da Ginny bagnano leggermente i presenti.

“vai, Rose, sei un mito!!” urla Dawson aprendo un coretto, subito seguito ed imitato da Harry e il tedesco che, sopraggiunto da una frazione di secondo, aveva avuto l’onore di vedere il volo della rossa nella piscina. Subito tutta la gente lì intorno si mette ad osservare Rose e scoppia un fragoroso applauso. Anche Hudson arriva. “Rose.. oddio, ma chi hai buttato in piscina! Chi è quella ragazza?”

“non la conosci?- le spiega Michael- si chiama Ginny, è una ex di Tom.”

“ah.” Conclude la riccia. Ora tutto torna.

Tom si avvicina alla ragazza, ancora stravolta. “ehi ma..”

La ragazza si volta, arrabbiata nera, gli urla contro “sei uno stronzo!” per poi allontanarsi velocemente. Hudson fa per seguirla ma Michael la blocca in tempo.

“lascia stare. Devono chiarirsi.” Sussurra il ragazzo castano.

Tom, con il cuore in gola, segue velocemente la sua ragazza che si è immersa nel mare di folla.

Rose corre velocemente separando, per quello che è possibile, la gente, mentre sente mille e mille sentimenti che si alternano vorticosamente nella sua mente, mille sensazioni, mille pensieri.

È costretta a fermarsi, però, a riprendere il contatto con la realtà quando si sente afferrata per un polso e con uno strattone si ferma, voltandosi. 

Tom.

Lo sapeva che era lui. Ha gli occhi lucidi, tristi, preoccupati. Forse è in ansia perché ha scoperto tutto. O magari è arrabbiato per la sua reazione e vuole dirgliene di tutti i colori. Ma perché non la lascia in pace?

“vattene” mormora lei, triste. “voglio stare da sola.”

“no” la contraddice lui mentre, stranamente, la musica frenetica della disco si interrompe e viene messa una dolce canzone d’amore e tutte le coppie iniziano a ballare strette. “io ti devo parlare.”

“e io non voglio ascoltarti.” Ribatte lei, ma debolmente.

Il ragazzo le prende la mano, dolcemente. “Rose, ti prego.”

Si osservano qualche istante negli occhi. Sospirando, la ragazza acconsente. Si dirigono verso una panchina dietro un grande albero del giardino, circondata da una serie di ciclamini.

Tom parla, le spiega. Le racconta la verità, tutta questa volta, riguardo quella serata mentre lei lo osserva con i suoi occhi gelidi e rabbrividisce quando le vede cadere da quegli occhioni verdi una silenziosa lacrima che le riga la guancia fino a cadere sul maglioncino beje.

 “è vero quello che mi hai detto?” domanda la ragazza ma nella sua voce non c’è più tanto astio.

Tom annuisce e le accarezza lentamente il volto, pronto, però,  a ritirarsi ad un suo cenno di fastidio. Oh, Rose, che bel viso che hai..  un viso che non vorrei mai vedere piangere, venderei la mia anima perché non smettessi mai di sorride, di amarmi, di farmi sentire speciale, migliore.

“ti prego, perdonami. È stato un attimo, io.. io non voglio perderti per questo.” Mormora.

“ma perché non me lo hai detto subito, perché mi hai mentito?”

“ho sbagliato, lo ammetto. Dovevo dirti tutto subito ma poi ho visto che tu eri venuta lì per me e non me la sono sentito di dirtelo. Ho preferito archiviarlo anche perché per me non era stato di nessuna importanza.”

Gli occhi verdi di lei tornano ad osservarlo. Si trovano molto vicini, lui che le accarezza il dorso di una mano, delicatamente.

Che deve fare, per la miseriaccia? Si passa una mano tra i capelli. È evidente che quella Ginny l’aveva messo tutto a modo suo per dividerli… se davvero tra di loro c’era una relazione l’avrebbe tenuta nascosta… cielo, ma perché la vita e l’amore sono così complicati?

E pensare che aveva creduto che la giornata fosse poco movimentata!!

“Rose, guardami.- Tom le alza il viso e, nei suoi limpidi occhi blu, Rose non può fare a meno di leggere la sincerità e l’angoscia del suo ragazzo.- io amo solo te, lo sai..”

Osando un po’, forse, Tom si avvicina alle sue labbra. Le sfiora la pelle, le labbra, attende che lei faccia qualcosa. Rose rimane passiva, ferma, immobile. Tom osa di più, le sfiora con il naso la pelle e poi tenta di baciarla. Il loro è un piccolo contatto, lui le prende il capo tra le mani, ma lei rimane di nuovo immobile. Con un nodo alla gola Tom si allontana da lei,  ma proprio in quell’istante Rose gli prende il capo tra le mani e lo attrae alle sua labbra. Si baciano appassionatamente, si stringono come se si fossero ritrovati dopo tanto tempo. Si dividono dolcemente, poi, ancora con gli occhi socchiusi, ancora vicinissimi e silenziosi, rimangono a fissarsi.

Ma prima che Tom possa dire qualcosa, Rose gli molla uno schiaffo sulla guancia.

Il ragazzo lo incassa completamente, colto alla sprovvista.

Poi la fissa, incredulo.

Rose scoppia a ridere. “non fare quella faccia.- dice.- te lo meriti tutto!!!”

Anche Tom ride,ora, mentre la abbraccia di nuovo.

Tra le sue braccia, Rose, un pò più lucida, rimette insieme mentalmente tutto quello che le è accaduto.

Ancora non riesce a crederci.. ha buttato Ginny in piscina!! Al solo pensiero scoppia a ridere.

“vuoi farmi partecipe del tuo divertimento?”

“me l’ho rivista davanti.- dice lei faticando a parlare a causa delle risa.- mentre cadeva..”

La sua risata argentina contagia anche il ragazzo che esclama. “cazzo, però, meni, eh?”

“tu non mi conosci…”

“certo che ti conosco. Quando Harry mi è venuto a cercare e mi ha detto che vi stavate prendendo a capelli, mi sono precipitato! Già mi ti immaginavo!!!”

Rose sorride. “ma dai, esagerato! Non ci stavamo prendendo a capelli.. lei mi ha solo spinto un paio di volte e mi ha graffiato..”

“ti ha graffiato? Dove?”

“qui..” la ragazza si alza un po’ la maglia  mostrandogli un graffio rosso proprio sopra l’osso dell’anca che sporge leggermente dal suo fianco. Tom osserva silenziosamente la piccola escoriazione, poi si abbassa e bacia quel segno rosso, dolcemente, con piccoli baci che lo ripercorrono. Rose sorride a quel dolcissimo contatto fisico.

La discoteca trasmette, ora, la bella canzone “la camicia negra”.

Rose si alza di scatto. “dai, andiamo a ballare?” domanda con uno sguardo malizioso. Tom inarca un sopracciglio e incrocia le braccia. “no, non mi va.” La provoca.

Rose inizia a ballare sensualmente, lo prende per mano e senza tanti complimenti lo trascina tra la folla. E Tom, di nuovo allegro e tranquillo, si lascia trascinare dalla sua coinvolgente esuberanza.

 

“oh, sono preoccupata!- esclama Hudson, seduta su una sdraio accanto a Michael- ancora non si vedono!”

“ma dai, staranno a fare le coccole da qualche parte!” esclama il riccio mentre si avvicina di più alla ragazza. Hudson esibisce un’espressione molto dubbiosa. “se  conosco bene Rose, minimo minimo gli ha dato uno schiaffo!”

“e be, anche uno schiaffo dato bene nel momento giusto può essere utile!! E poi Rose e Tom litigano in continuazione ma si amano, si sa!” dice con enfasi il ragazzo mentre osserva delicatamente la sua bella interlocutrice. Hudson sospira e sorride. “ma si. Forse è come dici tu.”

Michael fa un sorso dell’alcolico che ha appena acquistato, poi le chiede. “ti sei divertita questa sera?”

“moltissimo.- confessa la ragazza.- sono stata davvero molto bene.” dice, poi, presa dalla curiosità, gli chiede. “dì un po’.. ma è vero che sei in crisi?”

“No. – risponde Michael,tranquillamente.- Tu?”

“no.- ribadisce lei con un sorriso tirato. Rose,questa me la paghi!.- sai, è incredibile quello che si possono inventare le amiche…”

“o gli amici.- conclude Michael.- ma sinceramente non penso che mi lamenterò con Tom..” sussurra avvicinandosi di più al volto di lei. Gli occhi neri della ragazza lo guardano attentamente.

I loro volti, ora, si trovano a pochi centimetri e lei può finalmente scrutare i suoi lineamenti gentili e confidenziali mentre lui si immerge nella buia profondità dei suoi occhi scuri.

“e tu?- sussurra il ragazzo mentre, audacemente, le accarezza la guancia .- tu ti lamenterai con Rose?”

Hud sente il respiro mancarle e i battiti del cuore accelerarle velocemente mentre, a quella distanza davvero troppo pericolosa, si sente quasi mancare,  come se le girasse la testa. Cavoli ma che le sta succedendo? E poi cosa deve rispondere? Ammettere di essere interessata a lui?

Forse si sta lasciando andare, forse sta correndo un po’ troppo, accidenti, così non va, non è razionalmente accettabile. Al primo appuntamento non si può ammettere di essersi infatuati di una persona. Sa che se risponderà di no, si baceranno, ne è sicura. Lo legge negli occhi di lui e sicuramente lui lo vede dai suoi. D’altra parte Michael non si sarebbe mai permesso di avvicinarsi così tanto, di accarezzarle una guancia, se non avesse percepito il suo coinvolgimento.

Cielo, ma è davvero così evidente?

No, non si può, non si deve. Adesso dirà che se la prenderà con Rose, lui penserà che lei non è interessata e tutto finirà così. tutto tornerà alla normalità, lei riprenderà bene lo studio e non ci sarà nessuno sconvolgimento affettivo. Si, è la cosa più giusta da fare. Infondo lei adesso non può permettersi di distrarsi, deve studiare! E poi, così, al primo appuntamento che poi, per giunta, non è un vero appuntamento ma è un’uscita a quattro!! No, certo che no. Per baciare una persona bisogna conoscerla meglio, bisogna frequentarla di più. E poi bisogna essere innamorati!

E lei non lo è. O si?

Improvvisamente, come un fulmine al ciel sereno, si rende conto che sta riflettendo con la ragione, al solito. Le viene in mente una di quelle frasi che ragazze come Rose fanno subito proprie, come:  ‘il cuore ha ragioni, che la ragione non conosce.’

Forse è vero. Così, per la prima volta, in tutta la sua vita, si butta. “no.- sussurra dopo quei secondi d’attesa.- credo proprio che non lo farò.”

Michael sorride ora. Si avvicina di più, la sua mano destra si posiziona dolcemente sulla sua guancia. E poi, finalmente, si baciano. È un piccolo contatto, all’inizio, poi i due giovani iniziano un po’ a giocare con le rispettive labbra, finché, sorridenti, si separano mentre non smettono di fissarsi negli occhi. Non può crederci, l’ha fatto! Anche Michael sembra contento e stupito quanto lei. Forse nemmeno lui pensava che una persona razionale come Hud si sarebbe lasciata andare, anche se per un piccolissimo bacio. 

“ma dove ti sei nascosta in tutto questo tempo?” le mormora il ragazzo, non accennando minimamente a distanziarsi. Lei sorride, semplicemente.

“spero.- riprende lui.- che mi concederai un secondo appuntamento. Da soli, questa volta.”

“vedremo.” Risponde lei, maliziosa, con il voluto intento di tenerlo un po’ sulle spine.

In quell’istante arrivano Tom e Rose che si avvicinano, mano alla mano, ai due. La prima reazione di Hud è quella di distanziarsi, imbarazzata. Ne parlerà più tardi, a Rose, ora non è proprio il momento.

“ehi.- esordisce Michael, per nulla impacciato.- vedo che avete fatto pace, eh?”

I due giovani si scambiano una velocissima occhiata, poi la giovane annuisce e continua dicendo. “io andrei, raga, sono stanca.. per questa sera ho deciso che mi basta tutto quello che è successo!”

Hudson scoppia a ridere, mentre si alza anche lei. “si, è vero. Anch’io sono sfinita.”

“ok, andiamo” dice Michael, accondiscendente, lanciando una velocissima occhiata alla ragazza bruna. Il quartetto si avvia all’uscita ma Rose questa volta sale dietro Tom, lasciando l’amica sola.

“ci vediamo domani, allora, va bene?” esclama la giovane allacciando il casco.

“ok- concorda la riccia.- mi raccomando, ci troviamo davanti all’università...PUNTUALE!”

Rose annuisce mentre si sistema dietro il suo uomo, cingendogli la schiena.

“e io e te come rimaniamo?” domanda Michael sottovoce approfittando della distrazione degli altri due. Hudson gli sorride: sperava che glielo chiedesse.

“dammi il cellulare.” Risponde frettolosamente la riccia e, una volta avuto il nuovissimo modello del portatile di Michael, inizia a smanettare qualche secondo, poi glielo ridà velocemente.

“ti ho inserito il mio numero. Chiamami.” Conclude arrossendo lievemente

Quando anche Michael e Hudson sono a bordo delle rispettive ‘cavalcature’ le tre moto sfrecciano via rombanti allontanandosi chi più velocemente chi meno, dalla grande, magica discoteca.

 

La ragazza si rigira per l’ennesima volta tra le coperte, tutta presa a rivivere mentalmente tutto quello che le è capitato nella serata… stringe di più le coperte a se, mentre si gode uno degli ultimi raggi lunari. Già, è quasi l’alba.  Si sforza di prendere sonno, di nuovo, inutilmente. Non ci prova nemmeno a contare le pecore, tanto lo sa per esperienza che sono tutte  baggianate, non funzionano affatto.. come era accaduto la notte di Natale.. . quando aveva avuto Tom che dormiva in divano, il giorno in cui si erano messi insieme. Ecco, lo sapeva.

Qualunque cosa pensi, prima o poi il discorso verte sempre su di lui!

Sorridendo, si posiziona meglio il cuscino.

Adesso che ci pensa, tutti i casini della sua vita sono iniziati da quando l’ha conosciuto.

L’improvviso vibrare del telefono la fa sobbalzare. I suoi occhi verdi scorgono la luce del cellulare proprio lì vicino, sul suo comodino. Allungando un braccio lo prende e legge l’sms appena arrivato. È di Tom. “buona notte amore mio…” sorride mentre scorre le lettere, poi risponde velocemente.

“sei uno stronzo.”

Tom inarca un sopracciglio mentre, seduto a torso nudo sul letto, legge la risposta della ragazza. 

Però, siamo di buonumore…

Il cellulare del ragazzo vibra di nuovo. “ma ti amo lo stesso.”

“ti penso, non riesco a dormire.” La luce artificiale illumina gli occhi della ragazza, intenti a leggere questo nuovo messaggio.

“troppo prevedibile..” risponde lei. Tom sorride, divertito.

“siamo sempre sul piede di guerra, vedo..”

“sempre. Se vuoi farti  perdonare devi dirmi qualcosa di davvero carino.”

Tom inclina la testa di lato. E va bene…

Questo messaggio si fa attendere un po’ più degli altri.

“le curve delle tue labbra hanno riscritto la storia.” Rose legge sorridendo.

“bellissimo ma non vale. È Oscar Wilde. Qualcosa di tuo?”

Siamo sempre più esigenti, eh?

“non sono un poeta.”risponde lui.

“l’amore rende poeta chiunque.” È la risposta sferzante di lei.

Tom ricerca tra tutte le sue conoscenze, nei cassetti dei suoi ricordi. E poi trova una frase. Non è scritta da un poeta e non l’ha scritta nemmeno lui. L’ha scritta suo nonno, in una lettera indirizzata a sua nonna. Non l’ha scritta lui ma comunque è in famiglia.

La giovane trattiene quasi il fiato quando sente il cellulare vibrare di nuovo. Legge:

“Se fossi un gigante ti porterei sulle mie spalle. Se fossi un’aquila sulle mie ali.. ma sono solo un uomo e ti porto nel cuore.”

Si sente quasi commossa. “è davvero bellissimo.- risponde. – Ti amo.”

Tom sorride dolcemente. “ti amo anch’io.”

La ragazza si accuccia meglio tra le coperte e quando finalmente prende sonno, sulle sue labbra resta dipinto il suo bellissimo sorriso.

 

Il vento scompiglia allegramente la chioma riccia di Hudson mentre aspetta, braccia conserte, davanti alla facoltà di biologia, che esca la sua amica. Sempre in ritardo, ma è possibile!

Forse ha ragione Tom, Rose il ritardo ce l’ha proprio nelle vene…

Stanca, si appoggia con la schiena all’automobile mentre dà un’occhiata all’orologio. Ben venti minuti di ritardo, non c’è male!! L’improvviso suono del cellulare la desta improvvisamente dalla sua apatia. “giuro che se mi chiama per disdire la uccido!” esclama prendendo la borsa ed iniziando a cercare il cellulare.

Lo trova ma nota che non è il numero di Rose che la sta chiamando. È un numero sconosciuto.

E se fosse… ma no, non può essere Michael. Non di già, almeno. Eppure, perché no, potrebbe anche essere il suo numero. Con il cuore pieno di speranza preme il tasto con la cornetta verde.

“pronto?”

“pronto, parlo con il signor Wilbur?” la voce è bassa, rauca e pure impertinente. Per Hudson è come se gli cadesse un pianoforte in testa, come quelli dei cartoni animati. Ecco, speranza uccisa.

“no, ha sbagliato numero!” risponde, aggressiva, chiudendo la chiamata.

In quell’istante arriva il solito tornado di allegria, una delle poche ragazze esistenti a questo mondo capaci di passare, in pochi secondi, dal buonumore più spensierato all’ira più funesta.

“ehi, Hud!” prima ancora di vedere la ragazza che, vestita in jeans e con una sbarazzina coda di cavallo, era giunta lì vicino a lei, Hudson sente la sua manata dietro le spalle.

Già, dimentica sempre che Rose ha un passato da fitboxe.

“ciao ritardataria!” esclama, un po’ acida. “ma tu l’orologio proprio mai , eh?”

“l’orologio ce l’ho, solo che..”

“allora dagli un’occhiatina una volta ogni tanto, guarda che non morde!” esclama entrando in auto.

Rose corruga la fronte, poi entra anche lei. “ehi, sei di cattivo umore?”

“no, solo che è tardissimo!” dice sbrigativamente. Più che il ritardo di Rose, a cui ormai ha fatto il callo, le rode la mancata chiamata di Michael…

“e che ti fregaaaaaaa” esclama la ragazza abbassando il vano con lo specchietto. “miseria, sembra che ti ha morso un serpente! Da dove ti viene tutto questo acido mattutino?”

“sei tu la dottoressa, no?”

“biologa, prego. E comunque per una decina di minuti, il centro commerciale non scappa!”

“ma dobbiamo andare dall’altra parte di New York!” esclama Hudson, ancora un po’ innervosita.

“e mamma mia, che ansia, Hud!!- dice Rose, con enfasi, .- mi sembri mia nonna! Dai, accosta che guido io, così lo recuperiamo il ritardo.”

“No.- urla Hudson e allo sguardo sconcertato dell’amica, riprende, più tenera.- volevo dire, non mi pare il caso, ormai ho cominciato io a guidare e poi non così tardi..”

Il occhi verdi di Rose si tingono di sconcerto. “tu non stai bene, lo sai vero?”

Le due ragazze scoppiano a ridere, poi Rose accende la radio e nella piccola auto di Hudson si diffondono le note di Anastacia e le giovani iniziano a cantare più o meno a squarciagola una delle canzoni della cantante.

“ehi!- esclama improvvisamente Rose.- non mi hai raccontato niente di ieri sera!! Non che voglia farmi i fatti tuoi ma…”

Hudson sorride sotto i baffi. Noooo, figurati se non sei curiosa, tu….

“bah, niente di importante..”

“ma ti sei annoiata?”

A questo punto la ragazza mora, com’è normale che accada in questi casi, capitola. È più forte di lei, quando si trova davanti a Rose, davanti a quegli occhi inquisitori, non può fare a meno di spiattellare tutto quello che le è accaduto. Forse Rose ha sbagliato mestiere, avrebbe dovuto fare la poliziotta… già si immagina i suoi interrogatori!!

“ehi, parlo con te!!!!!” La ragazza castana le dà lo sveglia marmotte per l’ennesima volta.

“veramente, sono successe un po’ di cose..”

“cosa?”

Inizia il terzo grado.

Hud sospira.

Rose la osserva, impaziente, come un bambino osserva la mamma che si è avvicinata al barattolo di nutella. “Hudson, ti prego, ti odio quando fai così! guarda che a Tom, una volta, gli ho dato un pugno su una spalla perché mi ha detto che mi doveva dire una cosa e poi non me l’ha detta più! Odio queste cose! Mi fai andare la curiosità a mille e non lo sopporto! Odio, odio, odio!”

“mi sembri Maga Magò della Spada della Roccia!”

“guarda che io sono peggio, eh?- esclama Rose, ridendo per il paragone- eddaaaii”

“e va bene. io e Michael.. ci siamo baciati.”

“COOOOOSSSSSSSSSSSSSSSAAAAAAAAAAAAA???????????- esclama la giovane dagli occhi di smeraldo, urlando.- MA E’ UNA NOTIZIA BELLISSIMA!!!!!!”

“Rose, ti prego..”

“quando, dove, come, perché, raccontami tutto!”

Hudson sospira. Certo a volte la sua curiosità è davvero disarmante. Lentamente, inizia a snocciolare quello che era accaduto, i suoi dubbi, le sue paure, ma anche il modo in cui, pensando a lei e alle sue massime, aveva trovato la forza di lasciarsi andare.

“oh, non ci posso credere.- mormora Rose sistemandosi i capelli.- ti sto plasmando!”

“cala, cala, Merlino!” ribatte Hudson citando una battuta dello stesso cartone di prima.

“e adesso come siete rimasti?”

“mi ha detto che mi chiama e…” in quell’istante il cellulare di Hudson vibra di nuovo.

La ragazza, con un sospiro, prende il cellulare e lo da a Rose che la guarda, stupida.

“vedi, un po’, se è il suo numero..”

L’altra scoppia a ridere. “ e io che ne so!! Ti pare che so a mente tutti i numeri degli amici di Tom!”

La riccia sbuffa e prende il cellulare. Risponde. “pronto?”

“signor Wilbur?”

Hudson chiude la chiamata senza nemmeno dire una parola. Rose la guarda interrogativa e la ragazza riprende. “è già la seconda volta che mi chiama questo, come faccio a spiegargli che non sono ‘sto Wilbur?”

Rose scoppia a ridere, mentre si porta alla bocca una vigorsol. I suoi occhi verdi cadono improvvisamente sullo specchietto che riflette l’immagine di un’auto che sta dietro di loro già da un po’. È la seconda o terza volta che le capita di vederla, riflessa nello specchietto.

Subito il sorriso sul suo viso si spegne. “Hud.- la chiama, sottovoce.- questa macchina ci sta seguendo da tantissimo tempo..”

La prima reazione della riccia è di scoppiare a ridere ma poi, quando vede il volto teso dell’amica, anche lei assume un’aria preoccupata. “dai, ma che dici?”

“giuro. Ci ho fatto caso.”

“magari è solo un’impressione..”

Rose scuote la testa. “prova a svoltare.”

Hudson tira un respiro profondo. “ma..”

“fai come ho detto, gira alla prossima traversa! Se è solo un’impressione, non gireranno anche loro!”

sebbene non sia molto convinta, Hudson da spago all’amica e alla prima traversa che incontra alla destra, mette la freccia e svolta. E, puntuale, anche la macchina dietro gira.

Rose e Hud si scambiano uno sguardo preoccupato.”ma dai..” sussurra Hudson cercando di autoconvincersi.

“allora fallo di nuovo. Gira adesso, per questa via.. qua..” continua Rose indicandole un’altra traversa. E Hudson obbedisce, silenziosa. Gira, ancora. E di nuovo l’auto svolta, seguendo la loro vettura passo passo. Ormai non ci sono più alibi che tengano, è evidente: quell’automobile le sta seguendo.

“e adesso?” mormora Hudson, sinceramente preoccupata.

“rimettiti sulla strada principale. E andiamo verso il centro commerciale. Poi vedremo.”

Hudson, diligentemente, riprende la strada principale, sempre con quei tizi alle calcagna..

Passano una decina di minuti, in completo silenzio, un silenzio teso ed agitato. Hudson inizia ad agitarsi. “io accelero.” Sussurra premendo con più forza il piede sull’acceleratore. Rose non dice niente, solo, fissa con i suoi occhi verdi la macchina dietro di loro.

“si stanno avvicinando.” Dice poco dopo, con un filo di voce.

“chiamiamo la polizia..” propone Hud, prendendo il cellulare.

“no, lascia stare. Cosa potresti dire? Che qualcuno forse ci seguiva? No, lascia stare.”

“ma Rose, allora che facciamo? Tra poco saremo arrivati ed io, sinceramente, ho paura a scendere..”

“not panic.” Ribadisce la ragazza facendo appello al suo sangue freddo.

Girano sulla sinistra, anche l’auto gira ma improvvisamente qualcosa cambia. La strada è poco transitata alle dieci di mattina, così l ’auto che le sta seguendo inizia a farsi più audace e si mette sulla corsia per sorpassare. Le ragazze trattengono il fiato. L’auto le accosta, le supera.

Gli occhi neri di Hudson si posano sugli individui che guidano l’auto accanto a lei.

Ma purtroppo riesce solo a vedere sommariamente uno dei due uomini e, in particolare, la sua enorme cicatrice sulla guancia…

Rose allunga la mano ad afferrare quella dell’amica che, invece, è posizionata sul cambio.

Si guardano.  Nei loro occhi si riflette la medesima paura, la medesima tensione.

L’auto le supera ma rimane sulla corsia del sorpasso, non si rimette in carreggiata.

Rose ha un’illuminazione.

“Hud, ho capito quello che vogliono fare!!!- urla, improvvisamente.- presto, frena e torniamo indietro!”

Ma non fa in tempo nemmeno a finire di parlare.

L’auto gira improvvisamente a destra, taglia loro la strada mettendosi orizzontalmente. 

L’impatto è inevitabile.

 

 

 

Fine diciassettesimo episodio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** ADESSO BASTA ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!!!!

Come vedete il titolo questa volta è parecchio emblematico.. se il precedente era un capitolo importante ai fini della storia questo è fondamentale…

Mi scuso con tutti i ‘fan’ della coppia Hud-Michael ma non ho potuto sviluppare la loro love story in questo capitolo perché era urgentissimo proseguire il filo narrativo.. ma prometto solennemente che gli lascerò lo spazio dovuto nel prox cap!!!!!

Questo è uno di quei capitoli che cambiano tutto.. quindi.. non perdetevelo!!

Mi raccomando, commentate!!!

 

Ciao Aly!!!!

Don’t worry per la location della recensione!!!! grazie per i complimenti!!!

Un bacio!!!!

 

Ciao Tsubasa!!!!!

Grazie per i complimenti, sono contenta che la storia ti piaccia!!!!!!!!!! Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo, per me è importantissimo!!!!

Un bacio!!!!

 

Ciao Franca!!!!

Mi dispiace ho la bocca cucita.. (o la tastiera?) avrai tutte le risposte leggendo…

Ma io ci godo a lasciarvi in sospeso!!! :P Fammi sapere!!!!

Un bacio!!!!

 

Ciao Damynex!!!!

Mea culpa, mi dispiace doverti deludere, ma per avere quello che mi hai chiesto dovrai aspettare un cap!!!!! non potevo inserire tutto qui, mi sarebbe venuto lungo più di venti pagine!!!!! Spero che il capitolo ti piaccia comunque, mi raccomando fammi sapere!!!

Un bacio!!!

 

Buona Lettura,

Diomache.

 

 

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

 

CAPITOLO XVIII:  ADESSO BASTA

 

 

 

 

 

Dopo il botto causato dallo scontro dell’auto pirata che si è improvvisamente inserita orizzontalmente sulla strada e l’auto delle due povere malcapitate che volevano solamente andare a fare shopping, quella mattina, regna sovrano il silenzio.

Le due giovani, dopo un tempo che pare loro interminabile, iniziano ad aprire gli occhi, quasi contemporaneamente. Le cinture di sicurezza che, grazie a Dio, indossavano, non hanno permesso che finissero spiaccicate sul vetro anteriore, così, per fortuna, non si sono fatte niente.

Solo un grande spavento, direbbe un cronista. E pensare che non era ancora finita.

Rose, pur tremando leggermente, inizia a slacciarsi la cintura e a controllare che sia tutta intera.

Anche Hudson, respirando in maniera estremamente irregolare, inizia ad accertarsi di non avere nessuna contusione. Poi gli occhi scuri della ragazza si posano sull’amica.

“ehi, Rose…” sussurra prendendole la mano.

La ragazza si volta verso di lei. Nei loro occhi si legge lo stesso sollievo e, in parallelo, la stessa paura. Rose, non sa come, trova la forza di sorridere e di scherzare, benché ancora tremi dallo spavento preso. “ehi, forte vero? Quando lo rifacciamo?”

Hudson scoppia a ridere e dopo un istante anche lei, così la tensione inizia a sciogliersi. La ragazza bruna guarda con occhi benevoli l’amica… chi avrebbe avuto il coraggio o la mente lucida per scherzare dopo un incidente stradale? Solo lei.. la sua cara, mitica Rose. Una delle poche persone che conosce che riesce sempre, in un modo o in un altro, a trovare il lato positivo in tutte le situazioni, lei che riesce a ridere delle proprie disavventure.

Aveva appena finito di elencare mentalmente i pregi della sua amica, quando, prepotente e insubordinato, viene fuori proprio uno dei suoi difetti più grandi: l’irascibilità.

Finito di ridere, infatti, la ragazza prima ha iniziato con il battere aritmicamente il piede a terra, poi è esplosa come una bomba ad orologeria. “e quei due deficienti dove stanno? Ah, stanno ancora dentro? Adesso esco e me li mangio vivi, giuro!”

Hudson mette in scena una delle sue più grandi doti: la temperanza. “ehi, calma e sangue freddo..”

“sangue freddo????? Mi bolle nelle vene, altro che freddo!” esclama l’altra, furiosa, uscendo elasticamente dall’auto. Intanto, uno dei due uomini è sceso anche lui dall’auto e la guarda con aria di sfida. Il sole caldo di mezzogiorno illumina entrambi. Rose sbatte lo sportello e si avvia velocemente verso di lui. Hudson la vede e subito rabbrividisce: è proprio sul piede di guerra.

Scende anche lei dall’auto e in pochi passi affianca l’amica che ha già iniziato ad urlare contro il ragazzo di massimo trenta anni che la guarda con aria di sufficienza.

“porca puttana, ma che avete in mente??? Potevamo ammazzarci tutti, razza di imbecilli!!” urla, al massimo della rabbia, gesticolando come è solita fare.

Il ragazzo che sta di fronte a lei alza lo sguardo da terra e la fissa intensamente negli occhi.

“sei tu Rose Sandeker?” domanda, a brucia pelo.

Rose rimane un po’ interdetta e fa istintivamente un passo indietro, verso Hudson. Le due si guardano un istante. Per un istante, un bruttissimo dubbio le invade.

“allora?” incalza il ragazzo avanzando verso di lei.

Rose deglutisce. “sì sono io. E allora? Tu chi sei e come fai a sapere che..”

“oh, sono passati un sacco di giorni ma la parlantina non ti è diminuita, vedo.” la voce profonda  dell’altro uomo, appena sceso dall’auto.

Hudson lo riconosce: è l’uomo con la cicatrice che aveva visto di sfuggita mentre l’auto sorpassava.

E anche Rose lo riconosce, purtroppo. Le viene in mente un flash velocissimo e doloroso. “Sfregio.” Il suono di questa parola esce delicatamente dalle sue labbra, come fosse un sussurro.

Hudson aggrotta la fronte. “lo conosci?” domanda, incredula.

L’uomo scoppia a ridere. “certo che mi conosce. Abbiamo avuto un incontro molto.. acceso… tempo fa..”

“stai indietro..” mormora Rose facendo istintivamente qualche passo verso di Hudson, dietro di lei. Non ha dimenticato la violenza di quella serata quando l’aveva picchiata, lui con tre dei suoi amici, cercando di farle violenza. E ci sarebbero certo riusciti se non fosse stato per Tom. E poi li avevano inseguiti per tutta New York sparando loro addosso come ad un subdolo gioco di tiro al bersaglio…

ma che vuole ancora da lei? Ci aveva messo giorni per dimenticare il suo viso terribile, quel ghigno malefico, mentre estraeva il coltello.

E l’incubo ritorna. Senza un motivo, però, questa volta.

Gli occhi neri dell’amica notano lo strano coinvolgimento della ragazza e, in segno di conforto, le afferra un braccio. Questa volta è lei a confortarla. “calma.. andrà tutto bene..”

Rose le rivolge uno sguardo semi disperato. Lei non li conosce, non sa di cosa sono capaci.

Mentre è ancora immersa nei suoi pensieri, Hudson prende parola ed inizia a reagire.

“insomma ma chi siete? Cosa volete da noi? Ci avete già fatto fare un incidente ma per fortuna non ci siamo fatti male nessuno. Adesso cosa volete ancora, eh?- vedendo che le sue domande non hanno risposte, incalza.- volete i soldi?”

Sfregio scoppia a ridere di cuore e questa volta anche Hudson rabbrividisce, vedendo che la situazione è bloccata e le sta sfuggendo dalle dita.

“i soldi? Che roba volgare… ci sono cose molto più preziose…” dicendo ciò si avvicina prepotentemente a Rose la quale fa un balzo indietro. “ti ho detto di non avvicinarti!” scatta immediatamente la ragazza. Rose decide di reagire. “adesso basta, Hud, andiamo via..” sussurra e tanto basta per far muovere anche l’altra ragazza.

Le due giovani si avviano velocemente verso l’auto ma sono entrambe costrette a fermarsi,atterrite, quando due colpi di pistola, fatti fuoco da dietro di loro, si conficcano in una delle due ruote anteriori.

Le due ragazze si scambiano uno sguardo disperato.

“signorina Sandecker.- la voce di Sfregio è provocatoria, ironica.- ci farebbe l’onore di salire in macchina con noi, se non le dispiace?” Rose chiude gli occhi e si volta lentamente verso l’uomo.

Le sta puntando contro la pistola. “sempre se non le dispiace.” Conclude Sfregio con un sorriso minaccioso.

“Rose…” sussurra Hud, con la voce rotta dal pianto.

“tranquilla.- si sforza di sorridere.- andrà tutto bene. fidati, andrà tutto bene.”

Detto ciò si avvicina lentamente a Sfregio che, compiaciuto, continua: “bene. Joe, aprile lo sportello e assicurati che non le manchi niente. A Jarod non piace che le donne siano trattate male, lo sai..”

A Rose si gela il sangue nelle vene. Jarod. Di nuovo, di nuovo, di nuovo!! Non è possibile!!!!!

Entra in macchina, si siede nel sedile posteriore dell’auto e quel ragazzo poco più grande di lei si accomoda lì accanto mentre la osserva con una tremenda aria di superiorità.

I suoi occhi verdi si fissano su Hudson che è rimasta sola, di fuori, con Sfregio. Teme per lei. Non sa cosa potrebbe fargli quel mostro di un uomo, anche perché lei, adesso,è la testimone di tutto questo.

“se fossi in te.- Le parole pronunciate da Sfregio sono basse e profonde e mentre Rose non può udirle, si conficcano come frecce all’interno del cuore della ragazza bruna.- non racconterei a nessuno quello che è accaduto. Se ci tieni alla tua amica, ben inteso.”

“dove la portate?- domanda Hud che ancora fatica a credere che tutto questo le sia accaduto sul serio.- che cosa le farete?”

“questo non ti riguarda. Tu non ti azzardare a chiamare la polizia e vedrai che non le sarà torto un capello.”

La ragazza, con le lacrime agli occhi, rimane in silenzio. Pietrificata. Perché tutto questo? Perché proprio a loro?

“un’ultima cosa, ragazza.- la voce dell’uomo è tesa e minacciosa come la lama di un coltello.-  non credere che ti risparmiamo la vita per carità e misericordia. Tu hai un compito ben preciso. Vedi di far partecipe di ciò che è successo Thomas Bishop.. lo conosci?”

La donna annuisce, tremante.

“molto bene. Arrivederci, signorina.” Mormora voltandole le spalle e dirigendosi verso l’auto. Entra e si mette al posto della guida, senza dire una parola. Inserisce la chiave, mette in moto e in pochi secondi l’auto, a malapena ammaccata dal precedente urto, si allontana velocemente.

Hudson rimane da sola, immobilizzata. Deve avvertire Tom, subito.

Ma prima di tutto, scoppia a piangere.

 

Il viaggio in auto è più silenzioso del previsto. Rose si immaginava di dover lottare verbalmente contro di loro, invece la soggezione, la paura che Sfregio e Joe hanno nei confronti del loro capo, Jarod, li fa stare in una strana tensione, la quiete provocata dal terrore. Il leggero sussulto della vettura culla la giovane che, dopo un periodo di rigidità, si appoggia con la schiena al sedile.

Le viene tanto da piangere. Ma perché si trova in questa situazione? Che cosa ha fatto di male?

Che vuole, di nuovo, questo Jarod? Ricorda a Parigi quando un suo scagnozzo stava per trasformare il loro viaggio d’amore in una tragedia. Ah, ora ricorda. La storia di Tom. Inconsciamente o volutamente, aveva cercato di dimenticare quella storia tanto assurda quanto terrificante.

Era orribile immaginare il proprio ragazzo impelagato in catene di furti. Un ladro professionista. C’è forse da esserne orgogliosi? Per colpa della sua malavita ha dovuto fare un sacco di scelte, alcune delle quali anche sbagliate. Cosa le capiterà ora?

“ma quanto pensi, occhi belli..” la fastidiossima voce di Sfregio interrompe il silenzio creatosi.

Joe le lancia un altro sguardo. “eh si, siamo pensierose..”

“io penso quanto mi pare.- risponde lei, apatica.- E poi non mi va di parlare con voi, mi fate semplicemente schifo. Non vedo l’ora che Tom vi faccia il culo a strisce”

I due scoppiano a ridere. “se Jarod non lo fa prima a te, signorinella.” La voce di Joe è ancora più fastidiosa. Rose non risponde. Uno stupido tentativo di metterle ancora più paura di quella che ha. Si rende conto di non sentirsi impaurita tanto per se, quanto per il suo ragazzo.

È ovvio che è una sorta di esca, di ostaggio nelle loro mani. Che vorranno da Tom in cambio di lei?

Può dire di tutto del suo ragazzo ma non osa mettere in dubbio che si farebbe in quattro per salvarla.

Già, ma quanto si dovrà esporre per lei?

Sospira di nuovo. Se gli accadrà qualcosa non se lo perdonerà mai. Doveva essere più attenta, più previdente! Non appena aveva visto l’auto, doveva assolutamente chiamare la polizia, come aveva detto Hud! Mannaggia a lei e a quando non dà ascolto agli altri!

Immersa di nuovo in questi pensieri, non si accorge nemmeno che l’auto si è arrestata di fronte ad una grande villa, nella periferia di New York. Controlla l’orologio: è passata circa un’ora.

 

Le due moto arrivano sgommando fino al punto della strada dove si trova l’auto di Hud, accostata ad un lato. La ragazza, seduta su un sedile, tiene gli occhi chiusi, con la testa appoggiata al polso e il gomito sul volante. La brusca frenata della moto nera la desta da quello stato di apatia. Sono arrivati sia Tom che Michael. Tom, in particolare, sembra sconvolto. Parcheggia la moto alla meglio e si fionda da lei, aprendo lo sportello. “Hud!” esclama. La ragazza scatta subito in piedi.

“oh, Tom… io..” gli occhi le si fanno di nuovo lucidi.

Michael si avvicina subito al duo e abbraccia la ragazza, ancora scossa da tutto quello che le era successo. Poi  la giovane si calma e inizia a raccontare. Il sospetto, l’inseguimento, l’incidente e infine il sequestro. Snocciola tutto, di Sfregio e anche quell’ultimo nome che aveva fatto trasalire particolarmente l’amica, quel Jarod.

Come in precedenza, anche Tom e Michael sussultano a quel nome.

La ragazza incurva la fronte. “che vuol dire? Perché è tanto pericoloso? Cosa vuole da Rose, cosa può avergli fatto?” Tom si allontana da lei, con lo sguardo basso. Si passa una mano tra i capelli, si appoggia con le mani all’auto, abbassando il capo verso il terreno.

I due giovani danno una veloce occhiata allo stato d’animo del giovane, poi si abbracciano di nuovo.

“non so se posso spiegarti.- le sussurra Michael all’orecchio.- ma posso dirti con certezza che Rose non centra nulla. E ti assicuro che Tom farà di tutto, vedrai, si risolverà tutto alla fine.”

Quando si staccano Hud appare più tranquilla. Tra le sue braccia ha ritrovato un minimo di serenità che quella faccenda sconvolgente gli aveva tolto. La riccia si avvicina a Tom e gli posa delicatamente una mano sulla spalla. Quando si volta gli occhi da sempre determinati e fieri del ragazzo, appaiono tristi ed insicuri.

“non posso permettere che le accada qualcosa di male” Sussurra il ragazzo, risoluto.

All’inizio non voleva crederci. Quando Hud, stravolta, al telefono le aveva farfugliato la notizia, aveva pensato ad un equivoco, ad uno scherzo. Ormai non pensava più che Jarod potesse essere un pericolo per loro. Dopo la Francia, non immaginava, davvero.. non poteva immaginare. Ricorda le discussioni con Michael, riguardo il loro presunto o meno pericolo.

Non riesce a credere che forse Rose potrebbe rimetterci seriamente per tutto questo. Avrebbe dovuto concludere questa situazione prima. Ora, spera solo che non sia troppo tardi.

“Tom.” Michael lo riscuote. “che vuoi fare ora?”

 “vado da Jarod.”

“ma è quello che vuole lui. Potresti essere in pericolo, davvero.”

“lo so.- risponde il ragazzo drizzandosi e inspirando.- ma devo correre il rischio, assolutamente.”

Si dirige verso la moto, afferra il casco, lo allaccia.

“aspetta Tom, aspetta.” Michael lo prende per un braccio e il biondo è costretto a fermarsi e ad osservarlo negli occhi, ancora un istante.

“per l’amor di Dio, fermati.- urla il riccio.- così finisci letteralmente nelle loro grinfie! Dannazione, ma lo sai, sì, che vogliono farti la pelle!!!!!!”

Hudson sobbalza e si copre la bocca con le mani.

Tom si volta verso di loro. “Rose è più importante, ora. Non posso lasciarla nelle loro mani..”

“si, aspetta però!!- grida Michael sperando con tutto se stesso di risultare convincente.- si faranno vivi loro, no? Sanno come rintracciarti..”

“ma allora non hai capito!!!- Tom alza la voce, mosso da disperazione più che altro – hanno dato ad Hudson il compito di avvertirmi!!! Se la rivoglio, me la devo andare a prendere..” le ultime parole sono quasi sussurrate. *e correre il rischio* termina la frase mentalmente. Michael ha ragione. Potrebbe rimanerci secco. Ma deve farlo e spera che anche lui lo capisca.

“allora vengo con te.” L’improvvisa uscita dell’amico lo blocca ancora una volta.

“non se ne parla nemmeno.- lo contraddice l’altro.- per questa storia hanno pagato troppe persone. Questa è una questione tra me e Jarod. È bene che ce la risolviamo tra di noi..”

“ma Jarod non ti aspetterà da solo. Ha con se chi sa quanti uomini!!!”

“non posso farti venire, non sarebbe giusto. Rimani con lei.- dice dolcemente, indicando con il capo la ragazza al suo fianco.- ha bisogno di te, ora.” Hudson sorride debolmente.

Sorridendo, Tom appoggia la mano sull’avambraccio dell’amico, rimasto in silenzio.

“ehi me la caverò!!- esclama il biondo, sforzandosi di essere positivo.- che credi che non sappia tenergli testa? Vado, gli faccio il culo e torno, va bene?” i due giovani annuiscono, tesi.

Sorridono davanti a lui, ma non ne sono così sicuri.

“Tom.- Michael lo richiama per l’ultima volta.- sta’ attento però.”

“certo.” la voce del ragazzo appare così lontana, al di sotto del casco. I due giovani, stretti l’uno all’altra, osservano il ragazzo correre via sulla sua moto, sgommando velocemente verso, chi sa, anche la morte.

 

I due scagnozzi di Jarod fanno scendere la ragazza che rimane impietrita ad osservare la magnificenza dell’enorme villa di Jarod. Sfregio la prende prepotentemente per un braccio e la trascina verso l’ingresso della villa. Poi si gira a guardarla. “lunga vita, ragazzina.” Sussurra suonando il campanello. Rose deglutisce e attende che il portone con uno scatto automatico, si apra.

“e adesso entra.” Le ordina Sfregio per poi ripercorrere il tragitto inverso dirigendosi alla macchina.

Rose aggrotta la fronte. Come, va via???

“entra, non hai capito???” Joe commenta il suo stato di apatia, di sorpresa.

 Si accorge di balbettare. “ e voi?”

“mi dispiace ma il capo vuole restare solo con te. Vedi di entrare e di goderti la vostra.. intimità…”

entrambi scoppiano a ridere. Rose, stizzita, si dirige verso la porta, semichiusa.

La spinge ed entra nell’enorme abitazione. la prima cosa che la colpisce è l’odore. La casa è arieggiata e sa di fresco, di pulito. Sospirando leggermente, si addentra lungo il corridoio dal pavimento di marmo osservando, ma non vedendo realmente, i mobili, i quadri alle pareti.

“benvenuta.”

Quella voce la fa quasi trasalire.

Si volta di scatto verso dove la aveva sentita. E, davanti a se, Jarod in persona. L’uomo che aveva immaginato, odiato, maledetto è lì davanti a lei. La osserva con un’aria che non oserebbe definire di superiorità.. un’aria di distacco, rispetto, forse. È vestito con un elegante completo giacca e pantaloni color panna e la cravatta, come si addice ad una persona che abiti una villa simile.

È giovane, come immaginava. Potrebbe avere massimo trenta cinque anni. È moro, alto, ha gli occhi color miele e un’espressione magnetica. Rose deglutisce e cerca di mantenere un po’ di contegno. Si schiarisce la voce ma non risponde. I loro occhi non smettono di osservarsi.

Jarod aspira di nuovo al suo sigaro, poi, finalmente, dice qualcos’altro. “venga avanti”

La ragazza non si muove di un centimetro. Figuriamoci se obbedisce ad un criminale!

Jarod scoppia a ridere. Estrae una pistola e gliela punta addosso. Rose si obbliga a mantenere il controllo. Jarod si avvicina, non accennando ad abbassare l’arma. Si fissano negli occhi, lei ancora in silenzio, finché Jarod non è vicinissimo a lei e la pistola le sfiora la bocca. Sente il metallo gelido come la morte premere contro le sue labbra. Si sforza di rimanere impassibile, eppure il battito del suo cuore sta accelerando in maniera consistente tanto che lo sente pulsargli in testa e quasi le offusca la mente.

La canna della pistola le accarezza il viso, in una carezza gelida e mortale. Jarod le gira intorno ma  non smette di staccare la pistola da lei. “lo immaginavo.- dice poi con la sua voce rauca.- Tom le sue donne le vuole belle e combattive…”

“perché tutto questo?” finalmente ha il coraggio di dire qualcosa.

Jarod, compiaciuto, si porta di nuovo davanti a lei. “lei non sa chi sono, vero?”

“si sbaglia.- risponde con una certa alterigia.- io so tutto di lei e di Tom.”

“bene..- ora Jarod le da le spalle.- allora saprà anche perché lei è qui..”

“ma io…”

“lei.- l’uomo la interrompe e torna a guardarla.- non è semplicemente la ragazza di un ladro. Lei.- si sofferma sulla parola.- è il punto debole di un ladro che io voglio uccidere. Tom non avrebbe mai accettato un leale incontro, per questo ho dovuto sequestrarla.”

È come se le avessero inferto una coltellata. Sente gli occhi riempirsi di lacrime.

“e adesso venga.” Con la pistola le indica di proseguire verso uno dei corridoi. La ragazza non può far altro che obbedire e seguire l’uomo fino ad una stanza. Con una spinta l’uomo la fa entrare dentro, poi chiude la porta e gira la chiave.  “le auguro una buona permanenza.- La sua voce ironica giunge fino alle sue orecchie. - ah ma non si preoccupi. Lui arriverà presto.”

Anche quest’ultima frase getta la giovane nel più profondo sconforto.

Osserva velocemente la stanza poi appoggia la schiena alla porta e lentamente, si lascia scivolare a terra.

 

La moto nera di Tom si arresta di fronte alla villa. Con il cuore in gola, il ragazzo smonta, prende la pistola e la carica. * Rose, sto arrivando…* pensa mentre sale di corsa le poche scale che lo separano dalla porta. È socchiusa. La apre, entra e la chiude dietro di se.

Con la pistola puntata in avanti, percorre velocemente il corridoio, facendo attenzione ad ogni minima mossa.

“Tom.. quanto tempo..”

la voce improvvisa dell’uomo lo fa scattare all’indietro. Jarod. Il momento che aspettava è arrivato.

L’uomo gli punta la pistola e anche Tom non accenna ad abbassare la propria.

“pezzo di merda.- sussurra il ragazzo.- dov’è Rose?”

Jarod scoppia a ridere. “ah, Rose. sempre alle ragazze stai a pensare…”

Tom non abbassa l’arma, divorato dalla rabbia, grida più forte. “ti ho chiesto dov’è!!!”

“è qui. In questa villa.”

“giuro che se i tuoi uomini..”

“i miei uomini non ci sono.- Jarod può vedere lo stupore, la meraviglia, negli occhi di Tom.- cosa credevi? Che ti avrei attirato qui per uno scontro sleale? Ti immaginavi di avere tutti contro? Tom, Tom… quanto devi imparare ancora da me..”

“è vero.- approva l’altro.- peccato che ti devo uccidere.”

L’uomo scoppia a ridere. “non lo spererai sul serio, vero?sono stato il tuo capo per anni, quando ancora tu non sapevi nemmeno tenere in mano una pistola e tu credi di potermi uccidere così?- si avvicina e il giovane è costretto ad arretrare un po’. – ti ho insegnato il mestiere, hai imparato bene. Ma poi l’hai fatta grossa. E adesso continui a mettermi i bastoni tra le ruote, ad ostacolare i miei piani.. mi truffi, mi inganni..”

“tra ladri non c’è codice d’onore.” Questa volta è Tom ad interromperlo. “me lo hai insegnato tu. Già non ricordi più?”

sul volto di Jarod appare un ghigno vendicativo e i suoi occhi color miele si tingono di rabbia. “addio.”

Il ragazzo si sposta in tempo, prima che il suo sparo non lo centri in pieno petto. Poi, parzialmente coperto dallo stipite di una porta, risponde al fuoco ma senza esito. Inizia una vera e propria sparatoria. I due uomini iniziano a spararsi addosso a vicenda ma non riescono a centrarsi, ne l’uno né  l’altro perché, abili, si nascondono tra mobili e porte dell’enorme casa.

Il frastuono dei proiettili è ovviamente giunto anche all’orecchio di Rose. “Tom..”sussurra mentre si sente, insieme, impaurita e felice. Subito cerca un qualche modo per liberarsi per uscire dalla stanza. Dopo innumerevoli tentativi di buttare giù la porta a spallate si avvicina alla finestra, inondata dal sole. La apre e guarda di sotto. Non è molto alto e poi lì vicino c’è anche un’enorme quercia. Ma dopo pochi istanti si ritrae:  le sue famose vertigini. “calma, calma..” sussurra a se stessa mentre scavalca la finestra e si siede sul davanzale. Deve farlo. Non deve avere paura. Con uno slancio si appoggia con un piede ad un robusto ramo dell’albero che, per fortuna, è proprio radente il muro.

Ora viene la parte più complicata. Deve slanciarsi fino ad aggrapparsi con le braccia al ramo poco distante da lei. Una nuova raffica di colpi la spinge a correre il rischio. Tom è venuto sin qui per lei, ora è lei che deve dimostrare di avere coraggio. 3… inizia il count down…2…..1….

“via!” urla mentre si lancia verso il ramo. Poco dopo apre gli occhi. Ce l’ha fatta!!!! Si trova in piedi su un ramo e aggrappata con le braccia ad un altro. Da una rapida occhiata al resto del giardino della villa. La coglie un giramento di testa, così si decide a fare più in fretta.

Mette in pratica tutta la sua abilità di arrampicatrice e in poche mosse si trova ai piedi dell’albero.

Da un ultimo sguardo alla quercia, poi corre verso l’entrata della villa. La spinge, è chiusa.

Non può suonare, non le aprirebbe nessuno. Non può chiamare la polizia, non può fare niente!!

Inizia a correre intorno alla casa, deve trovare un modo per entrare!! con il cuore in gola arriva davanti ad un piccolo ingresso secondario. È chiuso, purtroppo. Ma vicino alla porta c’è una finestra. Rose capisce che è l’unico modo. Prende una delle pietre che Jarod utilizza per circondare una piccola fontanella e, chiudendo gli occhi, la infrange sul vetro. Poi inserisce un braccio nel buco creatosi e finalmente riesce ad aprire la  finestra. Grazie alla sua proverbiale agilità in quattro o cinque mosse è all’interno dell’abitazione. Si trova in una sorta di ripostiglio ma prima di andarsene raccoglie da terra, tra la massa di vetri rotti, la pietra che aveva utilizzato. Stringendola nella destra esce dalla stanza e comincia a correre per la casa.

Gli spari, benché siano con il silenziatore, sono ben identificabili e la ragazza riesce ad arrivare facilmente alla stanza da cui provengono. Rabbrividendo vede Tom, con le mani alzate e Jarod che brandisce la pistola verso di lui. A terra decine di proiettili. Probabilmente il suo ragazzo ha finito le munizioni. Lo osserva, non sembra ferito. Si parlano ma è troppo agitata per ascoltare lo scambio irato di battute tra il suo ragazzo e Jarod. Sa solo che deve fare qualcosa. Subito.

Di soppiatto, si dirige lentamente verso Jarod, girato di spalle. Stringe la pietra tra entrambe le mani e si concentra affinché non faccia il ben che minimo rumore. Sto arrivando Tom…

“penso che ci siamo detti tutto.- la voce roca dell’uomo appare determinata.- addio.”

Ma il colpo non parte. La ragazza con tutta la violenza che si augurava di trovare, si è scagliata contro l’uomo e lo ha colpito alla testa. Dopo qualche istante Jarod è caduto a terra, svenuto.

Gli occhi di Tom osservano increduli e stupiti l’uomo a terra e poi, lentamente, si vanno a depositare sulla ragazza dietro di lui. “Rose..” sussurra. Ora anche la ragazza lo guarda e si sforza di sorridere. I due giovani si abbracciano di slancio, si stringono.

“oh Dio, grazie.- mormora Tom accarezzandole i capelli.- ho avuto tanta paura…”

La ragazza non dice niente, si limita a stringerlo. Potevano morire entrambi.

Lo stress e la tensione cominciano a calare e la giovane sente un mancamento.

Tom se ne accorge e la sorregge in tempo, prima che cada. “ehi.. che mi combini, leonessa?” le sussurra dolcemente. Rose si riscuote un po’. “portami via”

Il ragazzo la  conduce all’uscita. Il corpo semisvenuto di Jarod resta lì, a terra. Tom avrebbe dovuto ucciderlo ma tanto sa che ormai non servirà più.

Jarod ha perso.

 

Hudson puntella nervosamente le dita sul tavolo di legno di casa Hurts mentre osserva Michael che fissa, pensieroso, il fondo del bicchiere che ha appena svuotato. “ma perché non arrivano?” domanda la ragazza, improvvisamente. Ormai sono quasi le tre del pomeriggio. Michael le afferra la mano. “manteniamo la calma. Saranno qui tra minuti.”

“sono due ore che lo dici.” Replica la ragazza che inizia ad avere paura sul serio. “avrebbero dovuto essere qui da tempo, invece ancora non si vedono! Michael- riprende con gli occhi lucidi.- io comincio a preoccuparmi. Sarà meglio chiamare la polizia.” Dice alzandosi verso il telefono fisso.

“No.” La ferma il ragazzo. “ sarebbe un errore. In queste beghe la polizia non deve entrarci, nella maniera più assoluta..- la ragazza lo guarda, sconfortata.- dai, vieni qui..” la attrae a se e la fa accomodare sulle sue gambe.

Hudson gli cinge il collo con le braccia assaporando l’emozione di quel contatto.

Il ragazzo inizia ad accarezzarle i capelli. “sono sicuro che stanno bene. Tom è un osso duro e anche Rose non è da meno.” Ma la voce gli trema mentre sta parlando.

Hud sorride un istante ripercorrendo mentalmente alcuni momenti passati insieme all’amica.

Improvvisamente la porta di casa si spalanca e i due giovani balzano subito in piedi.

“ROSE!” urla la bruna correndo incontro alla giovane che, benché sia provata dagli eventi, le sorride e accoglie favorevolmente il suo abbraccio.

Anche Michael si avvicina, semicommosso, all’amico e i due si abbracciano, felici.

“per un momento ho temuto davvero che non ti avrei più rivista…” sussurra la giovane osservando gli occhi verdi e lucidi della ragazza.

“che, vuoi scherzare?- risponde Rose.- ti sembro il tipo da arrendermi facilmente?”

Hud scoppia a ridere. “no, infatti. Dai, vieni in camera, riposati un po’.. sei sconvolta..”

La giovane si lascia condurre nella stanza di Michael mentre questo ultimo e Tom si stanno raccontando l’accaduto. “avresti potuto ucciderlo, però.” Mormora Michael sorseggiando una bibita.

Tom nega con il capo. “non era il caso. Infondo è stato sconfitto.”

“e il tuo progetto di prendere sotto di te anche i suoi uomini?”

“naa.- risponde Tom.- io quelli li ammazzo con le mie mani se li becco, altro che comandarli.”

Michael sorride, compiaciuto. Fa un altro sorso di birra. “che mito, Rose..”

“Già. se non era per lei, ero al Creatore..- approva Tom, sorridendo.- è una persona straordinaria.”

Le due giovani entrano nella stanza del ragazzo e subito Rose si accomoda sul suo letto.

Sente le palpebre abbassarsi per la stanchezza.

“ma si, dormi..” mormora Hud accarezzandole affettuosamente il capo. La giovane, con un sorriso mesto, si volta di lato per nascondere all’amica le lacrime che subito si sono affacciate alla soglia dei suoi occhi. Bollenti e silenziose, le lacrime continuano a correrle lungo le guance finché lei, esausta, non si lascia completamente andare al sonno. 

 

Quando riapre gli occhi di fuori è buio e il sole che prima inondava anche se parzialmente la camera di Michael è completamente sparito lasciando spazio al buio scuro della sera. Anche Hud, prima accanto a li, non c’è più ora. Chi sa quanto tempo è passato. Dà un’occhiata all’orologio: le sei. Ha dormito ben tre ore. Meno male che il suo sonno è stato tranquillo, senza sogni. Si è riposata davvero. Si sente pronta, ora. Triste ma determinata allo stesso tempo, si alza dal letto e benché abbia ancora gli occhi lucidi, esce dalla stanza. La sua comparsa in sala suscita l’applauso dei presenti. Oltre ad Hud, Michael e Tom,  ci sono anche il resto della banda. Dawson si alza di scatto e subito corre ad abbracciarla. “ma tu sei fenomenale!!- esclama il ragazzo.- che eri un bel pezzo di femmina l’avevo capito subito ma che lanciavi anche i sassi a regola d’arte, non l’avrei mai creduto!”

Rose si sforza di sorridere. In realtà le viene tutto meno che da ridere. I suoi occhi tristissimi si posano sulla figura di Tom e i loro occhi si incontrano. Sembra tranquillo  lui.

Certo, per lui tutto questo è normale amministrazione.

Hudson le si avvicina e le porge un panino. “l’ho appena comprato per te, devi mangiare qualcosa.”

“grazie Hud.- risponde lei.- ma in questo momento non ho molta voglia di mangiare..”

“qualcosa non va?” domanda la bruna, preoccupata. “ non ti senti bene?”

 in quel mentre si avvicina anche Tom. “ehi, ben svegliata.. hai dormito, eh?”

“Tom ti devo parlare. – risponde lei, seria.- subito.”

Dawson, accanto a lei, afferra al volo l’antifona. “ehi raga, andiamo dai, che ci si fa tardi per la festa!”

Uno dopo l’altro gli amici di Tom salutano e si dirigono velocemente all’uscita,così che rimangono in casa solamente il nostro quartetto. Michael sospirando, dice rivolgendosi ad Hud. “io vado a fare due passi, vieni con me?”

“no, grazie, preferisco andare a casa, sono molto stanca…”

“allora ti do un passaggio, dai, vieni..”

la bruna accetta molto volentieri, saluta Rose con un bacio sulla guancia e con Michael si dirige velocemente all’uscita.

Rimasti soli, i due ragazzi inspirano profondamente. Poi, Tom, sorridendo, le si avvicina e le accarezza dolcemente il viso. Tenta di baciarla ma Rose fa un passo indietro, quasi stizzita.

“che c’è?” le domanda Tom, un po’ sorpreso per il suo atteggiamento freddo.

“che c’è… .- ripete lei, sconcertata.-  dopo tutto quello che è accaduto mi chiedi anche che cosa c’è????? Non lo sai che sono scampata da morte certa????”

“ok, ma..”

“ok?? Non va bene per niente, ma cos’hai nel cervello??????? Ah già, dimenticavo! Tutto questo per te è normale vero? Vado, ammazzo qualcuno e torno!!- i suoi occhi sono lucidi.- ma per me non lo è!!! Hai capito???”

Tom, turbato da quello sfogo, si avvicina di più a lei. “ lo so, amore. E mi dispiace, davvero. Ti giuro che non ti accadrà più nulla e..”

“ per quanto tempo?” la giovane, sconvolta, gli urla sopra. “finché non arriverà qualcun altro? Un nuovo Jarod?” sospira si passa una mano tra i capelli, poi si copre gli occhi. Ma perché non trova il coraggio…

Tom si irrigidisce, inizia ad arrabbiarsi. “Rose.- mormora, duro.- arriva al dunque. Che cosa mi devi dire..”

La ragazza alza velocemente lo sguardo. “non voglio più avere paura quando esco di casa” parla piano. E piange, silenziosamente.

“che cosa vuoi dirmi?”

Nonostante l’autocontrollo che si era imposta, ora un singhiozzo di pianto la sopraffa e con le lacrime che le rigano le guance mormora. “adesso basta. è finita, Tom, finita.”

Il ragazzo, incredulo, ferito, sconvolto, la osserva, ammutolito. Trova la forza di balbettare un “cosa?” appena sussurrato.

 “voglio riprendermi la mia tranquillità, la mia serenità.. non voglio più vedere qualcuno puntarmi una pistola contro, io voglio tornare alla mia vita di sempre!”

“ti giuro, Rose, ti giuro.- la interrompe il ragazzo.- che nessuno oserà più solo pensare di sfiorarti”

“ammettendo che fosse vero!- urla la giovane.-  tu? Tu quanto credi poter vivere ancora? un mese, un anno? Te lo dico io: fin quando troverai qualcuno molto più abile e furbo di te che ti farà la pelle!!!!!”

“ma..”

“ma cosa? Io ho cercato di convivere con tutto questo ma è umanamente impossibile, per la miseria!! Come si fa a vivere con la paura che la persona che ami possa essere freddata in qualsiasi momento!”

“adesso non venire a farmi la perbenista!!!!- esclama il ragazzo.- anche per un poliziotto..”

“un poliziotto?????????? Tom ti rendi conto di che paragone hai fatto????” si passa le mani tra i capelli, inorridita. “un poliziotto muore per la giustizia, per il bene comune!!!! Non per una partita d’armi, un traffico di droga o che so io!!!!!”

“e come mai ti vengono in mente adesso tutte queste cose? Sono due mesi che stiamo insieme e solo ora hai queste preoccupazioni, solamente ora ti viene in mente che forse stai andando contro i tuoi ideali?”

“non girare la frittata! Lo sia benissimo che con la vicenda di oggi abbiamo toccato il limite!!! Stavamo per morire tutti e due, ma te ne rendi conto?? E per cosa, poi? Per cosa???”

Questa volta il ragazzo non sa che rispondere, cosa ribattere. Ha ragione, purtroppo, ha ragione.

Per un istante tutta la sua vita gli sembra così inutile, così futile tutto quello che ha fatto.

“lo vedi.- la sua voce suona bassa.- non lo sai nemmeno tu. E io non voglio più rischiare di morire o di poterti perdere.. senza nemmeno sapere il perché. Mi dispiace.- si asciuga gli occhi.- a queste condizioni non posso più amarti.”

“Rose io ti amo!!!” urla il ragazzo. Non può essere… non deve essere vero….non può lasciarlo, non può.. lui senza di lei non è niente, non è più niente, ormai… lei è la luce, è il senso della sua esistenza.. la persona a cui pensa mentre si addormenta e il suo primo pensiero quando si sveglia..

non può vivere senza di lei.. l’unica persona che lo abbia fatto sentire veramente vivo.

Lei, l’unica.     

“credi che anche io non ti ami quanto mi ami tu???????” urla lei.

Fa per andarsene ma il ragazzo la blocca, prendendola per un braccio. Si osservano negli occhi.

“non puoi lasciarmi.- sussurra lui, la voce rotta.- io non vivo senza di te.”

“neanche io.- replica la ragazza.- ma devo farlo Tom. Io mi sono ingannata, credevo di poter sopportare tutto questo, ti poter passare sopra le mie convinzioni, i miei ideali, così, facilmente.. e invece non è così. Adesso basta, devi scegliere. O questa vita, o me.”

La sua presa intorno al suo braccio si fa più insistente. “non puoi chiedermi questo.- il suo tono di voce aumenta.-  hai sempre sostenuto di amarmi per quello che ero, di non volermi cambiare!!!!- la disperazione si tramuta in rabbia.- lo sapevo, lo sapevo!!!!!!!!!!” urla. “sei come tutte le altre!!! All’inizio sono tutte rose e fiori, poi, però, quando c’è qualche spina, allora no, allora non va bene!!! ed io che pensavo che mi capissi!!!! Chi ama non deve mai cercare di cambiare l’altro, non lo sai??? Sei solo una stronza, questa è la verità!!!!” Rose incassa, con le lacrime agli occhi, quello sfogo di rabbia.

“e adesso vattene!!!” urla di nuovo il ragazzo, di spalle, con le mani sul viso.

Rose fa un passo verso di lui, ma poi si ritrae. “perdonami.” Sussurra. Afferra velocemente il cappotto e la borsa e si fionda all’uscita.

Tom si volta di scatto e dopo qualche attimo di esitazione la rincorre, disperato, come il sole rincorre la luna sulla volta celeste. Una corsa insensata. Sa che non la raggiungerà mai.

La ragazza vola giù per le scale dell’appartamento e Tom dietro di lei. Rose si fionda in strada.

Sta passando un taxi. Quello che si dice il destino. “TAXI!” urla la ragazza vedendolo passare. L’auto si ferma a pochi centimetri da lei. La giovane sale.

“parta, parta presto..”

“ROSSEEEEE!!” urla il ragazzo giunto in quell’istante. Poi, muto, osserva Rose allontanarsi velocemente. Da quel quartiere, e forse anche dalla sua vita.

 

 

Più tardi, affacciato al balcone della sua camera, Tom osserva, passivamente, il giardino di casa sua mentre fuma lentamente una sigaretta. Gli occhi arrossati, lucidi, osservano tristemente il cielo cosparso di stelle.  Improvvisamente gli viene alla mente uno dei loro tanti ricordi. Si trovavano nel balcone dell’albergo, a Parigi. Faceva molto freddo quella settimana di Gennaio ma i due ragazzi in pigiama felpato e avvolti in un sacco di plaid, si erano messi ad osservare le stelle. Ricorda come se fosse accaduto da pochi minuti. Lei che gli indicava le costellazioni che conosceva, lui che la smentiva passo passo perché ne sapeva molto più di lei. Quindi avevano litigato, al solito. Ma poi si erano rappacificati velocemente, sotto il comune intento di scegliersi una stella.

“voglio quella.” Aveva detto Rose indicando la più luminosa, dopo il satellite lunare.

Lui glielo aveva concesso anche se quello che la ragazza aveva indicato non era una stella, bensì un pianeta: Venere, visibile all’occhio umano solo tre ore prima dell’alba e tre ore dopo il tramonto. Alza gli occhi e lo vede, di nuovo. Eccolo là, Venere. La loro stella, il loro pianeta.

Bellissimo e romantico come solamente lei sapeva essere.

Tom non aveva pianto fino a questo momento.

Nello stesso istante Rose, tra le coperte del suo letto, si porta le ginocchia al petto, si asciuga gli occhi con il palmo della mano. Affonda il viso nel cuscino, lo stringe a se mentre si sente invasa da un’enorme tristezza. Non vorrebbe essere sola in questo momento. Le viene l’idea di andare da Emily e piangere tra le sue braccia, ma sa già che non servirebbe a niente.

Ora lo sa.

La cosa più brutta e devastante quando si piange per amore, è che l’unica persona che potrebbe consolarti è quella per la quale stai piangendo.

 

 

 

Fine diciottesimo capitolo.

 

 

 

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Capitolo 19
*** SEI NELL'ANIMA ***


Ciao a tutti!!!!!!
È bello continuare a scrivere su questo sito meraviglioso, fortuna che è tornato non resistevo più!!! :D
E con lui è tornata anche la mia storia.. be, che dire, spero che il capitolo vi piaccia, un bacio!!

Ciao Franca!!!!
Che si rimettono insieme è poco ma sicuro!!!!!!
È una delle prime premesse che ho fatto!!!!! Io le ODIO le storie d'amore che vanno a finire male!!!!!!!! grazie per i complimenti spero che la storia possa continuare a piacerti!!!!
Un bacio, ciao!!

Ciao Damynex!!!!!
Hai ragione, più o meno la ragione per cui si sono mollati Babi e Step è la stessa.. ma Profumo di Menta non è 3msc… com'è andato il tuo viaggio in Inghilterra????
Credimi, si rimetteranno insieme. Ho già scritto il capitolo!! (se può rassicurarti…)
Fammi sapere!!
Un bacio, ciao!!!

Ciao Tsubasa!!!!
L'avevo detto e lo mantengo!!!
Ha dispiaciuto anche a me far lasciare Tom e Rose (un'autrice non vuole veder soffrire i suoi protagonisti!!)Ma era assolutamente necessario per poter proseguire la storia con uno sviluppo del carattere dei personaggi.. altrimenti che well-rounded characters sarebbero???? (cavolo, sarà scritto bene???)
Che dire, spero che questo capitolo ti piaccia, fammi sapere!!!
Un bacio, ciao!!!

Buona Lettura,
Diomache.

PROFUMO DI MENTA

CAPITOLO XIX:

SEI NELL'ANIMA

"Sei nell'anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Tra il respiro e il battito.."

Che il destino sia enigmatico, imperscrutabile ed estremamente beffardo non ci sono dubbi.
Si diverte ad intrecciare o allontanare i fili della nostra esistenza con piccoli e fugaci movimenti, piccoli contrattempi che visti isolatamente sembrano casi della sorte, della sfortuna ma che, in realtà, rispettano perfettamente l'intreccio previsto per la nostra vita.
Niente accade a caso.

Il fresco vento di inizio marzo sfiora i capelli del ragazzo agitandoli leggermente sul suo capo.
Si abbassa gli occhiali da sole, ricontrolla l'orologio, poi si appoggia alla sua grande moto nera, aspettando che le lezioni finiscano e finalmente possano uscire gli studenti. Poi, improvvisamente, vede che stanno uscendo i primi ragazzi. Scende dalla moto e si posiziona meglio per poter osservare, senza essere visto, le altre persone che usciranno di qui a poco.
Nervoso, Tom si accende una sigaretta, benché si fosse promesso di non fumare più. Fa per portarsela alla bocca ma poi si blocca, la guarda e subito la getta a terra spegnendola con un piede. Deve smettere. Il suo sguardo, reso ancora più impenetrabile del solito dagli occhiali neri, torna concentrarsi sull'enorme afflusso di ragazze e ragazzi che escono come un fiume in piena dalla facoltà di biologia. E lei? La cerca con gli occhi ma non la trova.
Che sia rimasta a studiare all'università? No, dai, non è possibile. Non oggi. Oggi ha bisogno di vederla. Più oggi di tutti gli altri giorni.
Sospira.
Continua ad osservare gli studenti che escono. Scruta i volti delle ragazze con la crescente speranza di vedere tra quei volti sorridenti, rilassati o tesi e scorbutici, anche quel volto che non ha ancora dimenticato, che non riesce a dimenticare. Spera di intravedere improvvisamente i suoi occhi verdi spiccare tra tutti, illuminati dal bellissimo sole primaverile. La cerca con gli occhi, desiderando con tutto se stesso vederla, anche solo per un attimo, un insignificante secondo.
Improvvisamente la vede. Il suo cuore ha un sobbalzo non appena incontra con gli occhi la figura snella di una ragazza che scende velocemente le scale, in modo ritmato, con gli occhi abbassati a vedere i gradini, con la borsa appoggiata su una spalla, gli occhiali da sole e il lettore mp3 già inforcato. Chi sa che canzone sta ascoltando…
Si incontra con una ragazza che conosce e finalmente la vede sorridere. Anche se deve ammettere che il suo non è più il solito sorriso allegro e spensierato. Sembra un sorriso cordiale, punto.
Non trasmette più quella lucentezza interiore, quella forza di vivere e di amare che la faceva letteralmente brillare tra migliaia di altre persone. O almeno, non più con la stessa intensità.
L'aveva capito anche l'altra sera, quando, dopo aver corrotto la segretaria e altri operatori del teatro, era riuscito ad assistere, nascosto in un palchetto, alla selezione di danza della sua Rose. Era stata davvero bravissima, certo, ma in lei mancava qualcosa di importante: il sorriso. Fortunatamente era riuscita a passare la selezione comunque.
Forse anche lei sta soffrendo come soffro io- pensa.
Ha finito di parlare e si dirige, ora, verso l'auto di Formy, parcheggiata appena fuori l'edificio. Parcheggiata male, al solito, e questo fa sorridere il ragazzo. I suoi occhi azzurri si godono la scena di lei che apre l'auto con le chiavi ma non riesce a coordinarsi e gli cade la borsa e un altro libro che teneva in mano. La solita imbranata. Come previsto si arrabbia con se stessa e inizia a raccogliere anche la montagna di fotocopie improvvisamente uscite dal libro che, aiutate dal vento, si sparpagliano un po' di qua e di là. Quando si arrabbia è ancora più bella.
Più bella non solo perché il suo sorriso un po' irato è davvero la fine del mondo, ma anche perché in qualche modo esce fuori la parte più istintiva, più vera di lei. E, paradossalmente, quando lo aveva lasciato, lui invece che iniziare ad odiarla per il suo gesto, la aveva amata ancora di più.
Amata perché si era dimostrata per quella che era cioè una persona che crede nei suoi ideali e non è disposta ad accettare compromessi. E aveva capito di non poter fare a meno di lei.
Raccolte le sue cose, la ragazza, borbottando, entra in auto, poco dopo parte ed esce dall'università.
Tom sospira e si rimette il casco. Ormai ha deciso e non tornerà più indietro.

Un mese dopo

Il suono della sveglia infallibile si diffonde nella cameretta arrivando alle orecchie della povera ragazza che, borbottando indispettita, si volta dalla parte opposta. Ma è la solita antifona. Lo sa benissimo che tra qualche secondo si attiverà la radio. E infatti la voce dello speaker di Radio Cream and Chocolate la raggiunge appena qualche secondo dopo, mentre augura un caloroso buongiorno a tutti gli ascoltatori ed inizia a presentare qualche curiosità e qualche aneddoto su vip famosi. Rose si rizza sui gomiti, i capelli sparpagliati in fronte e un'aria a dir poco moribonda.
I suoi occhi cadono sulla foto di lei con Tom, appoggiata al comodino.
Non ha ancora avuto il coraggio di toglierla, benché sia passato un mese da quando, tra le lacrime, gli aveva detto addio. Ha giurato a se stessa che deciderà di voltare definitivamente pagina quando sentirà di non amarlo più. Quando guarderà quella foto e non proverà un vuoto nel cuore, quando si sveglierà la mattina e potrà dire di non averlo sognato di nuovo.
Allora veramente sarà fuori dalla loro storia e potrà riprendere a vivere, faticosamente, rimettendo insieme i cocci del suo cuore infranto.
Già. Ma non ancora. Anche questa mattina l'esame foto ha avuto risultato positivo: è ancora innamorata.
Quei suoi pensieri sono improvvisamente interrotti dallo squillo del cellulare, appoggiato alla scrivania.
Scatta per rispondere ma come al solito si intreccia sulle lenzuola, cade a terra e si rialza brontolando della sua solita sfiga. Afferra il cellulare e risponde mentre si mobilita per alzare la serrandina della camera, lasciando entrare un bellissimo sole primaverile.
"ehi dormigliona, ma che diavolo farai tutta la mattinata a letto, eh?" la voce dirompente di Susy le toglie quel minimo di sonnolenza che poteva esserle rimasta.
"ah, ciao Susy…- risponde lei con uno sbadiglio.- guarda che sono le sette e mezzo, hai davvero una strana percezione del tempo tu.."
"suvvia non fare la poltrona! Oggi è sabato, possiamo scatenarci!"
Rose distanzia il telefono dall'orecchio e osserva la cornetta. No. Deve negare subito qualsiasi cosa altrimenti sarà la fine per tutti. Deve interromperla in tempo. "mi dispiace Susy, ma ho preso impegni per oggi." Sa di non essere convincente. E con Susy bisogna sempre essere convincenti.
"ma con chi li avrai presi questi impegni che ti sei lasciata da un mese con il tuo ragazzo? Non vorrai mica dirmi ne hai già conosciuto un altro?"
"no!!- risponde lei.- io.."
"oh, bene! Allora te lo faccio conoscere io!"
"Susy, per favore!!!- esclama lei, arrabbiata.- non mi va di conoscere nessuno!"
"non mi dire che sei ancora innamorata di Tom!"
"e anche se fosse? non sono affari tuoi!."esclama lei mentre afferra dei pantaloni da ginnastica che le arrivano fino al ginocchio.
"ma dai, sei antica! Stai ancora a pensare a quello lì, io non ci credo!"
"senti, tempo due minuti e ti chiudo il telefono in faccia!" la minaccia prevista dalla mora arriva sedutastante.
"ok, ok, scusa.- continua Susy.- però non puoi negarmi di passare un sabato in tua compagnia.."
"accidenti, non lo so.- sussurra la ragazza castana.- io adesso devo andare a correre, poi…"
"a correre?- domanda l'altra entusiasta.- dove corri?"
Rose si morde la lingua. *mannaggia a te e a quando non sai mai starti zitta!!* "pensavo al Central Park.."
"oh, benissimo!! corro con te, non vedo l'ora di sgranchirmi un po' le gambe!!"
Rose si mette una mano sugli occhi, poi se la passa sulla fronte. "va bene.- sussurra.- ci vediamo lì tra un'oretta, ok?"
"perfetto, a dopo!"
Rose rimane a fissare il suo cellulare: addio mattinata di relax.
In realtà non immaginava neppure cosa le sarebbe accaduto. Un tornado come Susy sarebbe stata poca cosa, in confronto a ciò che l'avrebbe davvero sconvolta.

Il sole filtra le foglie degli alberi di Central Park illuminando come piccole macchie di luce le due ragazze che corrono ritmicamente sul marciapiede che attraversa il bellissimo parco. Susy si trova dietro di lei e, affannosamente, cerca di mantenere il passo dell'amica che, allenatissima, è capace di una buona resistenza. La mora, con una fascia tra i capelli, pantaloni corti rosa e la maglia di una tuta si arresta improvvisamente, piegando il busto in due. "basta.." sussurra con il respiro corto.
"Rose.. ci fermiamo un po'?"
"non ci penso proprio." È la risposta concisa della ragazza che si volta un istante verso di lei e con un sorriso raggiante riprende: "devo fare almeno altri tre giri, altrimenti addio musical! Devo davvero essere in forma!"
"ma tu sei già.. in.. forma.."
Rose scoppia a ridere vedendo quanto sia stanca l'amica. "dai, riprendi un po' fiato.. io intanto continuo, va bene?"
La ragazza riprende a correre azionando il lettore mp3. Con la musica del suo adorato Robbie Williams, aumenta il ritmo. Adora correre perché difficilmente si stanca parecchio.. sente le gambe andare da sole, guidate dalla musica e lei, rilassata, si sente come se corresse in cielo, saltando da una nuvola all'altra. Conclusi i tre giri previsti, però, questa bella sensazione di benessere viene soppiantata da una molto più umana: la fatica. Si ferma un istante mentre respira irregolarmente, appoggiando le mani alle ginocchia. Alza gli occhi e vede che poco distante di lì c'è un bar, in corrispondenza ad un grande edificio. Si ricorda di non aver portato con se un po' di acqua e le risulta che non ce l'abbia nemmeno Susy. Prende la maglia che aveva attorcigliata alla vita, quindi, e se la passa sulle spalle per evitare di non prendere troppo freddo. Poi, camminando, esce dal parco, attraversa la strada ed entra nel bar compreso nella struttura di quel grande edificio, probabilmente appartenente a qualche pezzo grosso dell'economia New Yorkese.
Prima di entrare, però, da un'occhiata dentro: ecco, lo sapeva. Ci sono solo uomini ben vestiti, in giacca e cravatta o al massimo con dei pantaloni eleganti e una camicia.
Va be, dai…- pensa mentre apre il portone e varca la soglia del bar attirando su di se gli occhi di molti clienti. Si dirige silenziosa verso il bancone dove un ragazzo di spalle sta prendendo un caffè.
"dica signorina." domanda il barista di colore, con un bel sorriso.
"una bottiglietta d'acqua minerale. Anzi, me ne dia due.."
Il barista annuisce, si abbassa per cercarle ma non trovandole si rialza e dice: "aspetti signorina, qui lo ho finite, vado a riprenderle.."
"oh, non si preoccupi. Non ho fretta." Dice sedendosi su uno sgabello.
Molti dicono che il destino non esista. Eppure, se il barista non avesse finito le bottigliette d'acqua, Rose le avrebbe prese subito, avrebbe pagato e se ne sarebbe tornata al parco.
Senza che accadesse nient'altro.
E invece…
Ad un certo punto la porta del bar si apre e ne entrano due uomini ben vestiti. Rose si volta istintivamente ma sono controluce e non riesce a vedere i loro volti. Quindi si volta di nuovo ed inizia a giocare con la carta di una bustina di zucchero lasciata sopra al bancone, aspettando che torni il barista. Ma qualcosa le fa letteralmente fermare il battito del cuore, come se una freccia glielo avesse attraversato da parte a parte.
"oggi ci aspetta una giornata lunga. Ma mi aspetto da te lo stesso autocontrollo di ieri, con quel proprietario di industrie canadesi."
"non puoi nemmeno immaginare che fatica. La verità è che volevo staccarlo su e prenderlo a pugni finché non abbassava il prezzo.."
Quella voce. È la sua ne è certa. Si propone di continuare ad ascoltare la conversazione dei due uomini che, probabilmente, si sono seduti nel tavolino proprio dietro di lei.
La voce più adulta e rauca sembra essere proprio quella Nick e l'altra quella del suo Tom.
"ricordati che sei ancora in prova.- Nick aspira dal suo sigaro, poi rilascia il fumo.- ti posso licenziare da qualsiasi momento."
L'altro scoppia a ridere.
Per Rose è una nuova fitta al cuore. Sentire di nuovo la sua risata dopo così tanto tempo le fa venire di nuovo la pelle d'oca, come appena un mese fa. Deve vederlo in faccia. Non solo perché non può rimanere con questo atroce dubbio ma anche perché deve rivederlo, anche solo per un istante.
Si volta lentamente, quindi, stando ben attenta a non attirare la loro attenzione. Si posiziona meglio sullo sgabello e finalmente li vede, poco distanti da lei. Sente gli occhi farsi lucidi mentre incontra la figura di Tom. Lo sguardo da mascalzone e delinquente è sempre lo stesso anche se i suoi corti capelli biondi sono più disciplinati e non indossa il suo solito giubbetto di jeans ma una bella camicia bianca e un paio di jeans abbastanza eleganti. Nonostante l'abbigliamento più elegante e raffinato, tutto in lui sembra avere un'aria di indomabilità, di ribellione e nemmeno vestito in smoking sembrerebbe un perfetto figlio di papà. La vista di Tom con Nick la stupisce: li vede ridere insieme, complici. Ricordava che non si potevano nemmeno vedere, che litigavano di continuo.
E poi Tom che ci fa in un bar del genere alle otto e trenta di mattina? Un tipo come lui a quest'ora è da poco tornato a casa dalla sera prima. E se fosse…
No, non è possibile.
I tipi come Tom non cambiano. C'aveva sperato tutto il tempo in cui era stata insieme a lui. Aveva agognato il momento in cui lui le avrebbe detto che lasciava la delinquenza e andava a lavorare con suo padre, sfruttando la sua laurea in economia. Ma non era mai accaduto.
Eppure ora è qui, con suo padre. Ha appoggiato vicino alla sua sedia una valigetta 24ore e, nonostante abbia la sua solita aria da mascalzone, è oggettivamente in un contesto serio.
Forse lavora davvero con Nick. Forse ha davvero smesso di fare furti e rapine.
Ascolta i loro discorsi. Parlano di lavoro. Sì, è così. Tom è cambiato.
Sente il cuore riempirsi d'orgoglio e gli occhi, in corrispondenza, le tornano lucidi e arrossati di commozione. Si sofferma a guardare i suoi lineamenti, i suoi occhi, la sua bocca, le sue mani. Quante notti aveva desiderato poterlo avere di nuovo? Quante mattine, svegliandosi, lo aveva cercato con il palmo della mano accanto a se? Se lo amava prima, che era un sregolato, uno che aveva a che fare con la malavita di tutta la città, ora che finalmente è un ragazzo che ha messo la testa a posto, lo ama ancora di più.
Bravo, Tom. Hai avuto il coraggio di dire di no a quella vita dissoluta e pericolosa. Hai avuto davvero coraggio. Sono orgogliosa di te.
Lo osserva sfogliare il giornale, come suo padre. Strano, a lui i quotidiani non sono mai piaciuti.
E infatti, nota, lo sfoglia senza leggerlo, con la fronte incurvata e la bocca stretta in un'espressione disgustata. Poi , un istante, si ferma.
Sentendosi osservato, fa per alzare gli occhi verso di Rose ma la ragazza, più veloce, si volta di botto, appena in tempo per sfuggire al suo sguardo. È andata bene.
Se lui l'avesse vista, non sa che sarebbe potuto accadere. Cosa le avrebbe detto? Come avrebbe reagito? E lei?
In quel mentre arriva il barista con uno scatolone pieno di bottigliette d'acqua minerale. Ne prende due e le porge a Rose. "ecco, signorina. Mi scusi per il ritardo."
Rose vorrebbe dire qualcosa ma ha paura che Tom riconosca la sua voce.
*forse non ci farebbe nemmeno caso..* pensa, ma la prudenza la porta ad essere anche un po' maleducata, così si limita a sorridere al barista dispiaciuto. Prende le bottigliette, paga e, leggermente tremante, si avvia all'uscita. Esce, ma prima di andarsene definitivamente, si volta verso l'interno del bar.
Tom sta parlando animatamente al padre e ogni tanto sorride.
*ciao amore mio..*
Rose si porta due dita sulle labbra e gli lancia un bacio prima di sparire di nuovo dalla sua vista.
Correndo ritorna nel parco e, reggendo le due bottigliette, arriva di corsa fino alla panchina dove Susy, mani ai fianchi, l'aspetta con un'espressione arrabbiata. "allora, dov'eri finita?- esclama alzandosi in piedi.- mi stavo preoccupando!"
"tieni.." sussurra Rose porgendole una bottiglietta d'acqua. "sono andata a comprarle al bar più vicino."
Susy le sorride. "grazie. Sei un tesoro..- la apre ne fa un sorso.- senti, adesso dove andiamo? Ho in mente un negozio che è la fine del mondo, se vuoi.." si interrompe però, accorgendosi che Rose non è per nulla interessata a quello che sta dicendo. Osserva il terreno e sembra sconvolta.
"ROSE!" urla improvvisamente l'amica, facendola sobbalzare.
Rose alza gli occhi che si rivelano arrossati e lucidi. Susy rimane stupita vedendola così. "ehi.. tutto bene?" domanda un po' in apprensione.
"si.. io…- balbetta l'altra.- scusami, Susy, io devo andare, ok?" prende lo zainetto che si era portata e corre via dall'amica dirigendosi verso l'uscita del parco. Susy, interdetta, rimane a fissarla correre via. "qui deve essere successo qualcosa.." sussurra, grattandosi la testa.
Rose intanto è giunta nei pressi della sua auto. Velocemente la apre, entra e si mette alla guida: deve vederci chiaro in questa faccenda. Mette in moto e si dirige, sgommando, verso l'abitazione di Michael.
Vi giunge poco dopo, parcheggia alla meglio, sfiorando con l'auto un palo della luce, quindi scende e si fionda nel condominio.
Rose sale le scale velocemente aiutata dal suo buonissimo allenamento e suona il campanello. Dopo qualche istante Michael compare alla soglia. Stupito, disorientato, osserva la ragazza che si sforza di sorridere, mentre ansima ancora, le spalle che si alzano e si abbassano per la corsa.
"ehi… tutto bene?" domanda , un po' in apprensione.
"quasi.- risponde lei.- mi devi raccontare tutto però."
Il ragazzo riccio la fa entrare. "ti offro qualcosa?" la ragazza nega con il capo mentre si guarda intorno osservando la casa di Michael che , un mese prima, era stata silenziosa testimone del loro addio. Si siede sul divano. Quel divano dove parecchie volte si era seduta sulle gambe di Tom, mentre ascoltava le sue discussioni poco pulite con i suoi amici. E già allora fingeva di non sentire mentre parlavano di armi, di furti, di rapine. La sua coscienza gridava allarme rosso ma il suo cuore aveva gridato sempre più forte. Finché non aveva capito che un amore che impedisce di seguire la propria morale, non può essere un amore felice.
Michael la distrae dai suoi pensieri. "vuoi che ti parli di Tom, vero?"
La ragazza annuisce. "ti prego, dimmi tutto quello che sai."
Il ragazzo dà un'occhiata all'orologio. "farò un po' in fretta, però, perché non ho molto tempo. Tra poco devo attaccare il turno."
La ragazza rimane gelata. "lavori?"
Il ragazzo annuisce. "Nick Bishop mi ha assunto come operaio. Ma voglio riprendere anche l'Università. Quindi per adesso lavoro, poi farò entrambe le cose. Infondo ho solo 24 anni."
Sempre più stupita, la ragazza gli chiede. " e.. Tom…."
"ti racconto dall'inizio. Io avevo deciso di lasciare già da un po', invece Tom si è convinto circa una settimana dopo che avete rotto. Ha detto che non ne poteva più di tutto questo, che voleva svoltare pagina. Abbiamo rotto insieme con il resto del gruppo. All'inizio c'è stato anche un periodo di tensione. Sai, uscire da questi giri non è semplice. C'è chi ci rimette la pelle.- la ragazza pende letteralmente dalle sue labbra.- ma poi i nostri amici hanno capito. Tom è stato assunto in prova da suo padre… così sfrutta la sua laurea in economia… e tutt'ora lavora là. Tutto qui."
La ragazza si alza. "grazie.- ha gli occhi lucidi di commozione.- non sai quanto mi fai felice.."
"perché non lo chiami?" le domanda Michael a brucia pelo. "so che farebbe carte false per riaverti di nuovo con lui."
"non lo so, ho paura" balbetta la ragazza.
"non è che per caso.- inizia l'altro.- non provi più la stessa cosa per lui?"
"scherzi?- esclama lei con un sorriso.- oggi l'ho visto che parlava con suo padre in un bar. Mi è saltato il cuore in gola… e mi sono sentita viva, finalmente. Dopo tanto tempo."
"l'amore è una benedizione.- continua Michael- bisogna saperlo prendere al volo."
"non bisogna forzarlo, però."
Il ragazzo aggrotta la fronte. "che vuoi dire?"
La giovane distoglie lo sguardo. " io l'ho lasciato. Con che coraggio adesso lo richiamo? Che gli dico? Ciao Tom, io ti amo ancora, sposiamoci?"
Michael sospira. Già, è una bella gatta da pelare.
"non so come comportarmi, capisci? Anche oggi, al bar… avrei voluto saltargli tra le braccia ma…"
il ragazzo, accondiscendente, la abbraccia, comprensivo. "vedrai, si aggiusterà tutto."
"Michael, dimmi una cosa." Sussurra la giovane distaccandosi da lui.
Gli occhi castani di Michael si specchiano, ora, in quelli verdi della bellissima ragazza che ha di fronte. "non è che… ha un'altra, vero?"
Il ragazzo riccio le sorride. "no.- fa una pausa.- ci sei solo tu nel suo cuore."
"Ma io l'ho solo fatto soffrire.."
"è questo che non capisci.- le fa un buffetto su una guancia.- tu gli hai cambiato la vita."
Rose sorride gentilmente poi fa qualche passo indietro, disciogliendo l'abbraccio.
"grazie di tutto, io vado." Michael la saluta poi la osserva uscire elegantemente dalla propria abitazione.

La voce, resa metallica dal citofono, risulta comunque allegra e felice. "eccomi, scendo subito."
"Ok"risponde Michael, inforcando gli occhiali da sole. In pochi istanti Hudson è lì da lui, vestita con una sbarazzina gonna rosa lunga fino al ginocchio e una maglietta di cotone dello stesso colore. La giovane lo saluta con un veloce bacio stampo sulle labbra, poi osserva. " ehi ma sono le cinque e mezzo! Hai staccato presto, oggi!"
Michael le sorride. "ho chiesto di uscire un'ora prima.."
"che tesoro che sei, sei uscito prima per andare fuori con me?" domanda Hudson iniziando a giocare con una ciocca dei suoi capelli ricci.
"certo.- replica lui passandole un braccio sulle spalle.- e perché volevo andare a vedere un film con te, al cinema.. sempre se a te va.."
"mm.. che film c'è?" domanda la ragazza mentre passeggiano sul marciapiede.
"Tristano e Isotta. Può piacerti come film? Ah, ma se non ti piace dimmelo, eh! Io perché ho pensato che fosse un film romantico e.."
"ma scherzi?- grida la ragazza, entusiasta.- è bellissimo, anch'io volevo andarci!"
"perfetto. Lo spettacolo è alle sei e mezzo.. è al cinema all'aperto …"
Gli occhi neri della giovane si illuminano: non avrebbe potuto immaginare niente di più romantico. Si stringe al suo braccio mentre arrivano all'auto del ragazzo. Michael la apre e in poco tempo si accomodano entrambi sui sedili posteriori. "sai..- inizia il ragazzo mentre mette in moto.- oggi è venuta Rose a casa mia.."
La ragazza lo guarda interrogativa. "come mai?"
"voleva dei chiarimenti riguardo Tom. .- la ragazza mora aggrotta la fronte, interrogativa. Michael riprende.- ha scoperto che anche Tom ha cambiato vita."
"coossa??- domanda lei.- Tom non fa più parte della banda? E perché non me lo hai detto???"
Il ragazzo, leggermente in difficoltà, sospira. "Tom non ha voluto che non ne parlassi con nessuno. Voleva, quando si sentisse pronto, andare lui stesso a parlare con Rose. Sai, com'è fatto, no?"
La ragazza annuisce ma è poco convinta. "sì, ma a Rose glielo hai detto…"
"Rose lo sapeva già. Lo aveva visto in un bar… che sfiga..- le indica improvvisamente un edificio apparso appena sulla destra. - eccoci, siamo arrivati.." l'auto si arresta e va a parcheggiarsi in terza fila.
"ma…" protesta la ragazza, tentando di fargli notare l'irregolarità ma Michael la interrompe subito. "il parcheggiatore è un mio amico.- dice strizzandole l'occhio.- non ci dirà niente."
La ragazzo scoppia a ridere, negando con il capo. "sei incredibile.." mormora scendendo dall'auto.
Si avviano verso l'entrata del cinema e durante il tragitto Michael le prende improvvisamente la mano facendo quasi sobbalzare la giovane che, piacevolmente sorpresa, sorride all'indirizzo del suo dolcissimo accompagnatore. Fanno i biglietti, generosamente offerti dal ragazzo, quindi entrano nel cinema e si vanno a posizionare su una delle file centrali. Il ragazzo le porge un foglio che ha preso nella biglietteria.
"che cos'è?"
"la trama del film e un saggio della critica"
Hud gli regala un bacio su una guancia. "grande!Come lo sai che mi piace leggere i tratti della critica, prima di vedere un film?"
"mi dispiace ma tutto questo è riservato al segreto professionale.- interloquisce il ragazzo sorridendo.- così come so che ti piace mangiare cioccolato mentre vedi un film d'amore.." continua tirando fuori dal marsupio nero una barretta di cioccolato fondente e nocciole.
Hud scoppia a ridere, stupita "sei un tesoro." Michael le risponde con un bacio sulla fronte.
Prima che inizi film parlano del più o del meno, leggono le impressioni della critica, scherzano e ridono. Se poco prima Hud aveva avuto un leggero imbarazzo al pensiero di dover stare al buio con lui per due ore, ora tutto sembra svanito. È così dolce, tenero, attento alle piccole cose che però sono proprio quelle importanti a volte. Il film inizia.
I due ragazzi lo osservano intensamente, Hud ogni tanto si porta alla bocca qualche pezzetto di cioccolato fondente e ne fa assaggiare a Michael che però preferisce mangiare i pop corn che ha comprato poco prima. I due ogni tanto si lanciano qualche sguardo. Il ragazzo, soprattutto, non riesce a tenere gli occhi distaccati dalla ragazza per molto tempo. Invece che il film, resterebbe a fissare il suo dolce profilo per ore e ore ancora. Solo ad osservarla, semplicemente.
Finalmente per entrambi arriva l'intervallo. Subito iniziano a parlare scambiandosi commenti ed opinioni. Anche se finge disinvoltura, la ragazza non può non ammettere di sentirsi strana imbarazzata. Si sente davvero bene con lui, emozionata, felice.
L'avvento della seconda parte del film li coglie nel bel mezzo della loro discussione che si promettono di continuare più tardi, a film concluso. Mentre assistono alla visione Hudson distoglie gli occhi dallo schermo e li concentra sul ragazzo accanto a lei. Raccoglie il coraggio e gli afferra la mano, stringendogliela dolcemente. Michael si gira a quel contatto. Vorrebbe baciarla e sente come se anche per lei quello fosse il massimo desiderio. Ma non qui. Non al cinema. Farebbe la figura del provolone. Si limita a sorriderle quindi e a malincuore si volta a proseguire la visione di "Tristano e Isotta."

I due ragazzi, ridendo, giungono fin sotto l'entrata del portone della ragazza. "grazie del gelato."mormora Hudson gettando la carta in un cestino dell'immondizia. Dopo il film si erano fermati a mangiare un cono gelato, che era la fine del mondo, in una gelateria lì a fianco.
Poi Michael l'ha riaccompagnata a casa. Non può uscire questa sera; domani ha un esame davvero importante.
"di niente. Quella gelateria era proprio invitante.."
"davvero, però, grazie di tutto. Sei stato molto carino."conclude lei con un sorriso.
"posso vederti domani?" domanda Michael, avvicinandosi e rimanendo così ad un passo dalle sue labbra.
Hudson lo osserva così vicino a se, sorride, gli sfiora le labbra con le proprie, suscitando lo stupore del ragazzo. "credo di sì." Risponde quindi. Michael, piacevolmente sorpreso, si avvicina di più. "conterò i minuti.." sussurra prima di unire le sue labbra a quelle della ragazza.
Il loro bacio stampo si interrompe subito. Ma poi scatta qualcosa. Qualcosa che nessuno dei due avrebbe mai immaginato. Né Michael che l'aveva baciata con innocenza e senza aver pensato a qualcosa di più, per ora. Né Hudson che aveva accolto quel bacio come una dolce dimostrazione d'affetto. Ma forse, di nuovo, avevano fatto i conti senza il loro reale coinvolgimento.
Le loro bocche si unisono di nuovo e questa volta con vera passione. Si stringono e si baciano dapprima con incanto e lentezza, poi con passione crescente. Quando, un po' ansimanti, si distanziano, si guardano sorridenti. Non sembra vero a nessuno dei due tanto è stato inaspettato e quindi, ancora più bello.
"a domani, allora." Balbetta la giovane, incredula, stupita e felicissima.
"a domani. Festeggeremo un bel trenta e lode, immagino."
"speriamo." Sussurra lei aprendo il portone del condominio. "allora, ciao."
"ciao." Risponde il ragazzo, con un sussurro.
Osserva la giovane entrare e poi, lentamente, chiudere il portone dinnanzi a se.
Sospira mentre sul suo volto ancora sconvolto d'amore, si fa strada un bel sorriso.

Gli occhi verdi della ragazza si concentrano sul paesaggio che scivola velocemente sotto i suoi occhi mentre, seduta sul sedile anteriore dell'auto, ascolta una canzone che passano alla radio. Le ritorna in mente la telefonata che aveva avuto con Hud. Povera ragazza, ce la aveva tenuta quasi un'ora. Ma doveva raccontarle tutto. Ogni minima emozione, tutto tutto tutto. Non poteva più tenersi dentro quello che aveva provato. Emily, vedendola strana, le aveva fatto mille domande ma Rose era rimasta con la bocca cucita tutto il tempo: sua sorella non l'avrebbe mai capita. Lei, che vedendola piangere, uno dei primi giorni dopo che si erano lasciati, aveva commentato: "eh, una storia di due mesi! Che amore vuoi che sia!!!" No. Emily non avrebbe capito.
Nemmeno Susy e Adrienne le sarebbero state troppo d'aiuto: Adrienne conosce solo il sesso, l'amore non sa nemmeno dove sta di casa.
Per quanto riguarda Susy… i suoi occhi verdi si spostano dal paesaggio all'amica, seduta al posto del conducente. Susy chi sa… a volte ha sprazzi di sensibilità ma sono molto rari.. e poi era o non era lei che le aveva proposto di conoscere qualcun altro? No, non se ne parla. Nemmeno Susy è in grado di capire ciò che sente. Non ancora, almeno. Prima o poi si innamorerà anche lei.
Prima che possa formulare altri costruttivi pensieri, l'auto si arresta di fronte alla discoteca e la ragazza si concentra sull'edificio. La facciata promette bene. Guarda l'orologio: mezzanotte e tre quarti. Ancora un po' e i pass che Susy ha trovato non serviranno più a niente…
Forse sarebbe stato meglio se avessero ritardato. Non le va molto di ballare, non si sente dell'umore adatto…ma forse le farà bene scaricarsi un po', staccare la spina per qualche istante.
Escono dall'auto e si dirigono verso l'entrata: non c'è molta fila. Rose si sistema la gonna mentre cammina e si porta i capelli all'indietro. L'amica sottolinea il gesto dicendo. "ehi, siamo a caccia?"
Ma non va oltre. Lo sguardo omicida di Rose è più esplicito di mille altre parole.
Entrano e subito vengono immerse nell'oceano rimbombante della musica. Susy si getta immediatamente in pista. Rose sospira e si passa una mano tra i capelli. Ma poi, con un sorriso, si "tuffa" a ballare anche lei.

Harry ordina un altro alcolico alla barista mentre Dawson beve tutto d'un fiato quello che le ha appena ordinato. Tom li osserva silenziosamente, poi i suoi occhi tornano a fissarsi sul suo bicchiere, pieno di gin. Lo ingurgita tutto d'un botto mentre ascolta Dawson che, passatogli un braccio sulle spalle, esclama, un po' ubriaco. "allora, come si lavora da tuo padre?"
Il ragazzo biondo sospira e alza le spalle. "normale. Niente di particolare, s'intende, sono ancora in prova. Ma mi piace come lavoro."
"vuoi dirmi che ti piace di più che svaligiare case?"
i due si guardano poi scoppiano a ridere. "no, mai. Ma era ora che me la finissi."
"da quando tu e Michael aveva messo la testa a posto, il nostro gruppo non è più lo stesso." Mormora Dawson sorridendogli. Poi i suoi occhi neri vanno a fissarsi sulla folla che si scatena al ritmo della musica. "ehi.- esclama a voce alta, per farsi sentire.- ci andiamo a scatenare pure noi?"
Tom storce il naso. "non mi va tanto."
"ma dai, andiamo ad abbordare qualcuna!-continua il moro iniziando a fendere la folla con lo sguardo, alla ricerca di una ragazza carina- ecco!!!! Quella per esempio!!!!" urla indicandogli con il bicchiere vuoto una ragazza bionda, più nuda che vestita, che balla su un cubo.
"quella ci sta di sicuro!" approva Harry, unitosi alla conversazione.
"naa- esclama il biondo mettendo le mani nelle tasche dei jeans.- non mi piace."
"a me, sì cazzo,- interloquisce Harry, suscitando il riso degli altri due.- quindi, se non vi dispiace.. io vadooo" dice scendendo dallo sgabello e dirigendosi in pista.
"ecco.- commenta Dawson.- ti sei fatto fregare una bona come quella."
"semmai te la sei fatta fregare tu , a me manco piaceva!"
"sbagli!- ride.- io la mia l'ho già trovata!"
"porca puttana, e qual è?"
"niente da fare, non te la faccio vedere altrimenti me la freghi in un istante e quella me la voglio scopare io, siamo intesi!"
"ma dai, scemo!" ride Tom dandogli un leggero pugno sull'avambraccio. "dimmi chi è, avanti.."
"quella che balla a destra, quella di spalle… la vedi? Quella con la gonna e i capelli lunghi lisci.. dai, quella che c'ha un culo da favola!"
Dopo innumerevoli tentativi finalmente gli occhi freddi e azzurri di Tom scovano il profilo della giovane che aveva tanto colpito Dawson. "bah.- riprende.- non so...."
"allora, se permetti.." mormora Dawson. "io vado, eh.." si allontana anche il moro, all'inseguimento della sua preda. Tom, curioso, fissa la ragazza cercando ciò che l'abbia fatta così interessante agli occhi dell'amico. Per un secondo la ragazza si volta e il suo cuore smette di battere.
Rose.
Dopo un primo attimo di smarrimento, raggiunge Dawson e lo sblocca per un braccio. "fermo." Gli intima.
Il moro scoppia a ridere. "ehi, tutto bene?"
"tu non ti scopi proprio nessuno, hai capito?" Dawson torna a voltarsi verso quella ragazza.
Ora capisce. Rimane anche lui ammutolito di fronte alla sorridente sagoma di Rose.
Deglutisce poi mormora."ehi.- inizia.- guarda che se l'avessi riconosciuta mai nella vita mi sarei permesso.." ci tiene a precisarlo. Ammette che ogni volta che vede quella ragazza gli bolle il sangue nelle vene e che darebbe qualsiasi cosa per una notte con lei. Ma rispetta e stima quello che prova l'amico. Il suo è solo desiderio fisico. Non ha niente a che vedere con l'amore.
Gli occhi di Tom restano a fissare la ragazza, bellissima, al solito. Lo sommergono i ricordi, le immagini, le sensazioni. Dawson gli appoggia una mano alla spalla. "forse dovresti andare da lei."
Gli occhi di Tom si posizionano su di lui, ora.
"ehi Tom, dico davvero. Tu l'ami ancora. dovreste incontrarvi, parlarvi, chiarirvi per la miseria!"
"non è così facile.."sussurra l'altro. Come fa ad andare da lei? Cosa può dirle? Non sa più come comportarsi.. e se lei reagisse male? potrebbe anche reagire bene, però. Potrebbero parlare e scoprirsi di nuovo innamorati, chi sa.
Ma no, sta sognando. Basta con i sogni. Non sa più che pensare, non sa più niente. l'unica cosa sicura è che la ama. L'ama da morire. L'ama e soffre come se si fossero lasciati ieri e non fosse affatto passato un mese da quando si sono parlati l'ultima volta. Che tristezza.
È triste vedere la propria donna ballare tra la folla e non poter fare nulla per farle capire il proprio amore. D'altro canto, il suo amore potrebbe non essere nemmeno più tanto gradito. E se lei ha qualcun altro? Bella ed intelligente come è, è molto probabile. Chissà quanti uomini l'avranno corteggiata questa sera, chissà quanti lo faranno nei prossimi giorni. Qualcuno interessato veramente a lei e qualcuno come Dawson che agogna solo possederla.
Questo lo fa diventare matto: il pensiero di lei avvinghiata a qualcun altro. L'immagine di lei che si lascia spogliare e toccare da qualcuno che non sia lui.
Si dirige al bar e ordina qualcos'altro da bere.
Forse è giusto che sia così. Forse è giusto che lei si rifaccia una vita, un nuovo amore.
Soprattutto ora che lui sta per partire.
Domattina firmerà un contratto con suo padre e con il consiglio d'amministrazione secondo il quale andrà a Washington ad eseguire il periodo di prova, di rodaggio. L'ha chiesto lui esplicitamente.
Non può andare avanti così, non vuole restare a svolgere il periodo di prova a New York. Meglio cambiare aria per un po'.
Magari, trovandosi più distante da lei, troverà la forza di voltare pagina.
La fissa, di nuovo.
Sarà difficile.
Osservando la sua bellissima donna ballare al ritmo di musica, gli viene in mente una frase di Charlie Chaplin. "ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per innamorarsi di lei, ma poi tutta una vita per dimenticarla"
Niente di più vero. Ma a volte, controbatte mentalmente, non basterà nemmeno una vita.
Non, per lo meno, quando una persona ti è entrata nell'anima.

Fine diciannovesimo capitolo

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Capitolo 20
*** L'AMORE E' FOLLIA ***


Ciao a tutti!!!
Ogni volta che il sito fa qualche capriccio e la nostra cara Erika fa i miracoli per rimetterlo on line, capisco sempre di più che EFP fa dipendenza.. sarà che è così bello avere un posto dove poter scrivere liberamente e avere il piacere di leggere gli scritti degli altri!
Ringrazio tutti coloro che recensiscono o che semplicemente leggono la mia storia!
Un bacio, ciao a tutti!!!

Ciao Franca!!!!
eh lo so che vi aspettavate tutti l'incontro… ma.. a me piace stupirvi!!! ;)
Ah, ah, ho la bocca cucita, non ti posso anticipare nulla!!!
Ho scritto questo capitolo con l'anima, spero che ti piaccia!! Grazie mille per la recensione, fammi sapere!
Un bacio!!

Ciao Damynex!!!!
Sono contenta che il pezzo tra Michael e Hudson ti sia piaciuto… grazie mille per i complimenti, davvero, mi fai commuovere! Non puoi sapere quanto mi fai felice…
Il sogno di chiunque scriva una storia è quello di sentirsi dire che chi la legge si sia immedesimato nei personaggi… se mi dici che con questa storia riesco a trasmetterti qualcosa, sono iper contenta!!!! Che dire, spero che anche questo capitolo ti piaccia!!
Un bacio!!!

Buona Lettura,
Diomache.

PROFUMO DI MENTA

CAPITOLO XX:

L'AMORE E' FOLLIA

"Ancora..
ancora…
perché io da quella sera..
non ho fatto più l'amore
senza te
e non me ne frega niente
senza te
anche se incontrassi un angelo
direi
non mi fai volare in alto
quanto lei.."

La musica rimbombante della discoteca e lo stare senza fare niente, lì, seduto allo sgabello del piccolo piano bar, inizia proprio a stancarlo. Ha bevuto, forse un po' più del dovuto, poi è rimasto ad osservare Rose ballare quasi per un'ora intera. Risultato? Si era fatto venire il sangue amaro e basta. Ha deciso, se ne va. Scende dallo sgabello salutando con un cenno del capo la barista che lo aveva servito per tutta la serata e urta improvvisamente contro una ragazza.
"porca paletta, ma stai attento!!!- la sua voce irata lo sveglia da quella iniziale apatia. È la voce che riconoscerebbe tra mille. Si volta, a stento, mentre lei continua.- guarda qua, fortuna che è acqua!! Altrimenti mi pagavi la lavanderia, mica io i soldi li trovo per terra!!!" ma neppure lei riesce a dire nient'altro, non appena riconosce chi è.
"Tom.." sussurra Rose, completamente ipnotizzata, il cuore che sembra essersi fermato.
I suoi occhi verdi si posano sul suo sguardo bello, duro. Vederlo così da vicino toglie il fiato, come sempre. Nota che ha qualcosa di diverso: si è fatto un piercing all'altezza del sopracciglio. Deve ammettere che gli sta incantevolmente, anche se lei i ferri sul corpo non li ha mai potuti soffrire.
"ciao.."sussurra poi la ragazza con un sorriso. Un sorriso lieve, tenue, ma già capace di sconvolgere il suo interlocutore. Il ragazzo non risponde nulla.
Dovrebbe andarsene. Tom lo sa bene. Ma la tentazione di restare, anche per poco, a parlare con lei è troppo forte. Anche a sentire solo il semplice suono della sua voce, ad osservare da vicino, questa volta, l'espressione del suo viso. Resta silenzioso, però, incantato dalla sua bellezza e dall'emozione di trovarsela di nuovo ed inaspettatamente di fronte.
Vedendo che il ragazzo non risponde nulla, ma se ne sta zitto, con un'aria dura e gelida a fissarla, Rose a malincuore fa per andarsene ma il giovane la afferra in tempo per un polso, delicatamente.
I loro occhi tornano ad incontrarsi. "posso offrirti qualcosa?- finalmente il ragazzo trova il coraggio di dire qualcosa..- magari un altro bicchiere d'acqua." Conclude con un sorriso.
Finalmente, pensa lei. Come se avesse preso una boccata di ossigeno dopo un lungo periodo di apnea, sorride e sospira. "va bene, grazie."
Si siedono su due sgabelli adiacenti. Mentre aspettano l'acqua gli occhi blu di Tom tornano a posarsi su i suoi. "è bello rivederti." Lo dice con il cuore,davvero. "come stai?"
Rose vorrebbe dire tutta la verità. Vorrebbe urlargli che senza di lui non riesce a vivere, che è diventata apatica e che lo ama da morire. Ma non dice nulla di tutto questo. Solo un "abbastanza bene. E tu? Ti trovo in forma… e anche..- si indica il sopracciglio sinistro.- l'orecchino, davvero, ti sta molto bene."
"grazie.- risponde lui con un sorriso.- e.. l'università?"
La ragazza afferra il bicchiere d'acqua portole dalla barista e risponde. " non ho seguito molto le lezioni ultimamente. Il mese prossimo ho due esami, nessun'altra novità. E tu?"
Gli occhi del ragazzo le appaiono più glaciali del solito. "io sto per partire."
Per un pelo l'acqua non le va di traverso. Rose si impone il massimo autocontrollo ma sa benissimo che le sarà difficile risultare perfettamente lucida. "come?" sussurra.
"io adesso lavoro con mio padre. Domani alle undici firmerò un contratto secondo il quale andrò a fare a Washington il mio periodo di rodaggio. Mi trasferisco lì non so per quanto tempo.."
La ragazza rimane senza parole. Sente gli occhi diventare lucidi, così li abbassa. Non vuole che Tom la veda piangere. Solo dopo aver fatto un altro sorso d'acqua la ragazza ha il coraggio di dire qualcos'altro.
"allora.. non ti rivedrò più.." sussurra con un filo di voce che, pur trovandosi nel caos della discoteca, Tom sente benissimo. Il giovane vorrebbe prenderla tra le braccia, baciarla, rassicurarla. Ma non può farlo. Non sa che rispondere, dall'altra parte Rose vorrebbe assolutamente che rispondesse qualcosa, qualsiasi cosa purché rompa questo silenzio insopportabile che si è creato tra di loro. La ragazza si maledice: forse non avrebbe dovuto dire quelle parole. Ci sono tante frasi fatte, come dire, che ne so, ' sono contenta per te' o ' bravo, hai messo la testa a posto' oppure 'fatti onore a Washington'.. per quale cavolo di motivo si era lasciata andare in questa maniera?
Cerca di rimediare. "scusami.- dice sorridendo. I loro occhi si incontrano di nuovo.- io e te non stiamo più insieme, quindi io non ho alcun diritto di.."
"ehi..- il ragazzo l'interrompe, prendendole improvvisamente la mano. Quel contatto le dà quasi la scossa. - non ti preoccupare. Mi piacerebbe chiamarti, qualche volta, da Washington…" il suo tono di voce è dolcissimo.
"mi faresti davvero felice.." Risponde la ragazza accorgendosi, di essersi di nuovo esposta troppo. Infondo lui non le aveva detto niente di compromettente, al contrario di lei. Decide di andare, di interrompere, anche se a malincuore, la conversazione. Prima di fare qualche sciocchezza. Scende dallo sgabello. "be.. se lo farai.. sai dove trovarmi…"
"perfetto."
"allora buon viaggio.." sussurra la ragazza avvicinandosi di più a lui.
Il ragazzo non riesce più a resistere e l'abbraccia improvvisamente. Rose rimane sorpresa qualche istante: non si sarebbe mai immaginata che Tom, freddo e distante per tutta la loro breve conversazione, si sarebbe avvicinato tanto; poi non ci pensa due volte e contraccambia l'abbraccio con slancio.
Si distanziano poco dopo, entrambi un po' confusi di quell'istante che era loro sfuggito di mano.
"voglio che tu sappia una cosa.- sussurra la ragazza, ad un passo da lui. Tom la fissa intensamente con i suoi stupendi occhi azzurri.- che sono davvero orgogliosa di te.."
Queste parole sono come ambrosia per lui. Quante volte aveva desiderato sentirgliele dire…
"grazie.." risponde, quasi commosso dall'intensità dell'amore che prova per lei.
Perché non glielo grida, quanto la ama???? Perché???? Deve farlo adesso, assolutamente, o non lo farà più.
"addio." Riprende la ragazza sfiorandogli la guancia sinistra con le labbra, in un bacio casto e dolcissimo. Quando si stacca il ragazzo vede benissimo che ha gli occhi che le traboccano di pianto.
"addio." Risponde. Rinuncia. Non le dice niente riguardo i suoi sentimenti, anche se sa che forse ha perso l'occasione della sua vita, forse ha perso l'amore della sua vita. La ragazza si volta e se ne scompare tra la folla, così magicamente com'era venuta.
Rose entra subito nei bagni della discoteca, vi fa quasi irruzione concentrando su di se l'attenzione delle ragazze presenti. Subito si scaraventa in uno dei bagni, entra e chiude bene la porta, girando il mini chiavistello di plastica.
Si appoggia con le spalle alla porta,si chiude gli occhi con le mani e lasciandosi lentamente scivolare, scoppia a piangere.

La sveglia suona precisa, alla solita ora. Rose, già seduta sul letto, con le ginocchia al petto, allunga una mano per spegnerla. Non è servita quest'oggi: non ha chiuso occhio durante notte. Le immagini e le parole del suo ultimo incontro con Tom l'hanno tenuta sveglia fino ad ora. Non c'è stato niente da fare… come se rivivesse il loro piccolo dialogo continuamente, come un'ossessione.
Perché? Perché lo ha incontrato? Non sarebbe stato meglio non vederlo più? Lui se ne sarebbe andato, lei lo avrebbe perso di vista. L'amore ne suoi confronti con il passare del tempo magari si sarebbe attenuato. E invece no! In tutte le discoteche che ci sono a New York, con tutta la gente che c'è in questa maledetta città proprio lui doveva incontrare? E poi proprio ora che sta per partire!!!
Destino crudele, beffardo.
Il cellulare suona improvvisamente, facendola sobbalzare. Osserva passivamente, quasi, il suo telefono illuminarsi e il nome di Hud comparire sullo schermo.
Lentamente lo afferra e risponde. "pronto?"
"ciao Rose, sono io! Ti ho svegliato? Spero di no, mi sembrava che verso quest'ora avessi la sveglia!"
"è così.- risponde lei, iniziando a giocherellare con il lembo del lenzuolo.- tu non hai un esame questa mattina?" chiede osservando che sono circa le otto e un quarto.
"sì, sono in autobus. Scusami se ti rompo, ma non sto più nella pelle,devo raccontarti!"
Rose sorride debolmente, si passa una mano tra i capelli e si alza dal letto. "avanti, dimmi che ti bolle in pentola.."
Hud inizia a raccontarle tutti i particolari della sua uscita con Michael, condendo il tutto con sfumature, emozioni. "e poi alla fine ci siamo baciati!" esclama.
Rose si sta infilando i suoi jeans a tre quarti, un po' strappati. "e be, dai, sono due settimane che vi date questi bacetti che nemmeno i bambini delle elementari! Vuoi deciderti a prendere l'iniziativa e a mettergli la lingua in bocca???"
Hudson scoppia a ridere. "ma dai, che hai capito??? Io e Michael ci siamo baciati sul serio!!!!!"
Rose rimane a bocca aperta, poi grida di gioia. "WOW!!!! Brava, sei un mito, finalmente ce l'hai fatta!" urla di contentezza.
"è stato meraviglioso, io non me lo aspettavo, è stato favoloso!"
"eddai, sono troppo contenta per te… ma questo vuol dire che ora state insieme!"
"a tutti gli effetti!! Ora sono la ragazza di Michael!!!" grida la mora, ipercontenta.
"Hud non sai quanto mi fai felice!!! Credevo che voi due non vi sareste mai decisi a fare sul serio.."
"ti confesso che anche io avevo paura che alla fine non avremmo stretto niente e invece…- sospira.- oh, poi è stato così carino, così gentile.. sembrava più stupito di me!! Poi mi ha salutato con una dolcezza incredibile.. è proprio lui l'uomo adatto a me.."
"era ora che lo trovassi anche tu.."
"Rose.- sussurra.- non faccio che pensare a lui. Credi che io sia innamorata?"
"penso proprio di sì.- esclama l'altra mentre si veste.- ma se vuoi un consiglio, se io fossi in te smetterei di pensare a Michael e mi concentrerei sull'esame che devi dare…."
"ci provo ma è più forte di me!!- Rose sorride, intenerita: non ha mai sentito l'amica così emozionata. Be, è felice: almeno a lei le cose vanno bene.- pensa che sono due ore che provo a ripassare ma ogni volta mi distraggo e non dovrei farlo perché non so niente, davvero, io.."
"senti, calma e sangue freddo.- suggerisce la ragazza.- adesso tu chiudi tutti i libri, li metti in borsa e stacchi la spina, capito?"
"ma prima mi hai detto di non pensare a Michael!"
"e infatti non ci pensare!"
"e all'esame?"
"nemmeno!- intanto afferra una maglietta a caso e la indossa.- non pensare a niente, tieni la mente libera: studiare adesso non ti servirà a nulla e pensare a Michael servirà solo a distrarti!!"
"hai ragione..- sussurra Hudson iniziando a giocherellare con un riccio.- e a te? A te come va? Ieri sera sei stata discoteca, no? Allora ti sei divertita? Sei riuscita a dimenticarti di lui, per un po'?"
Rose fa un bel respiro profondo. "no.- risponde, piano.- anzi. Non ci crederai mai ma l'ho pure incontrato…"
"che cosaaa?" domanda l'altra, sconcertata, e così ad alta voce che le altre persone dell'autobus si voltano incredule verso di lei. "e non mi volevi dire niente?- abbassa il tono.- allora, com'è andata?"
Rose alza gli occhi verso il soffitto della stanza nel vano tentativo di respingere indietro le lacrime ma quando parla la sua voce risulta comunque rotta. "sta per partire. Lavora con suo padre e tra due o tre ore firmerà un contratto… andrà a fare il suo periodo di prova a Washington.."
"come?" sussurra, incredula, la ragazza mora. Povera Rose, possibile che non gliene vada una nel verso giusto? "ma… quando partirà?"
"non lo so.- sussurra l'altra, tra le lacrime.- so solo che oggi firmerà quel contratto e io non lo rivedrò più…"
"oh Rose..- mormora Hudson, dispiaciuta. - ma non vi siete detti niente, ieri sera?"
"ci siamo detti addio.- risponde l'altra, asciugandosi gli occhi.- sono stata una stupida, dovevo dirgli che lo amavo."
"avresti dovuto.- Ammette l'altra, con un sospiro. - ma ormai quello che è fatto è fatto. Pensa al presente! Vuoi veramente che parta?"
Rose si interrompe un attimo. "che vuoi dire?"
"voglio dire che se puoi fare qualcosa per impedire che se ne vada a Washington, devi farlo"
"e che cosa???"
Hudson si passa una mano tra i capelli. "e io che ne so! Rose, queste risposte devi trovarle dentro di te.- fa una leggera pausa, come per cercare le parole giuste.- ascoltami bene. tu hai rotto questo rapporto giusto?- Rose cerca di interromperla e ma Hud le parla subito sopra.- lo so, avevi tutte le ragioni, anch'io avrei fatto come te. Ma di fatto sei stata tu a lasciarlo. Ora tocca a te fare qualcosa!"
"Hud, io non ti seguo più!!!"
"svegliati, non stare a piangerti addosso!! Se il destino ti ha condotto in quel bar ieri mattina, e in quella discoteca, ieri sera, ci sarà un motivo, no? Il destino vi ha fatti rincontrare, ora devi sfruttare questa opportunità!!!!"
La ragazza dagli occhi verdi rimane in silenzio, a fissare la propria immagine sullo specchio del bagno. "e che cosa dovrei fare secondo te?"
"se lo ami e ci tieni davvero a lui la risposta la troverai presto." Conclude Hud, enigmatica.
Seguono qualche istante di silenzio poi la riccia esclama. "oddio, sono quasi arrivata, devo chiudere."
"in bocca al lupo!" esclama Rose con un sorriso. "e grazie di tutto.."
"crepi! Grazie a te, stellina, sai quanto ti voglio bene…mi raccomando, rifletti su quello che ti ho detto, intesi?"
"intesi, un bacio."
La giovane interrompe la chiamata. Si mette ad osservare il cellulare, poi sbuffa, si alza dal letto e si dirige velocemente in cucina. Cazzo, che casino!!
Ma che deve fare??? Lei ama Tom, ma come può fare per non farlo partire? Come può impedirglielo? Con che faccia, poi???! Quello è il suo lavoro, lei non ha il diritto di intromettersi nella sua vita, non più ormai.
No, basta. Deve dimenticare Tom. Deve togliersi questa storia dalla testa punto e basta.
"Basta!" dichiara ad alta voce prendendo i libri che le serviranno per dare un esame il mese prossimo. "è meglio mettersi a fare cose serie!" borbotta spandendo tutti i libri sul tavolo della cucina. Si va a fare un caffè, poi si siede davanti all'ammasso di libri ed inizia con l'aprirne uno e prende un foglio per schematizzare; sono le nove.
Rose alza gli occhi dal libro e li posa sull'orologio. Le nove e mezzo. Si accorge di essere di nuovo sulla stessa frase di dieci minuti fa. Dà uno sguardo al foglio dello schema. È ancora bianco, c'è giusto scritto il titolo dell'argomento. Sospira, passandosi una mano tra i capelli.
"allora…" inizia a leggere ad alta voce. Dopo un po' si interrompe. Si alza, prende un bicchiere d'acqua, si lega i capelli. Ritorna seduta e cerca di riprendere. Si accorge di non aver capito niente di quello che aveva letto poco prima, così riprende la frase, e la penna in mano iniziando ad appuntarsi qualcosa sul foglio. Lascia la penna, si scioglie i capelli. Appoggia il capo alla mano, si sistema meglio sulla sedia, inizia a scarabocchiare il foglio.
Quando riprende cognizione del tempo si accorge che sono le dieci.
Fa un mega sospirone, poi si lascia cadere con il capo sul tavolo.
Niente, non ce la fa.
Improvvisamente sente le chiavi di casa girare nella serratura. "ehi Rose, sono io!" grida Emily entrando in casa con in mano tre o quattro buste della spesa. Gli occhi verdi della ragazza si posano, un po' indifferenti, sulla figura della sorella che appoggia stancamente le borse di plastica sul tavolo, accanto ai suoi libri.
"ehi, studi? Brava che ti fa bene. Io ho fatto la spesa ma guarda è stata una faticaccia! C'era così tanta gente che ho dovuto fare quasi a pugni per prendere un po' di pane! Dovevi venirci tu! Litigare con qualcuno ti avrebbe fatto bene. ti avrebbe scaricata…- osserva la giovane, distratta, che si è incantata ad osservare la copertine del suo libro di chimica. - ehi, dico a te!!!!!"
Rose si riscuote "eh?"
"lascia perdere. Dai, aiutami a mettere a posto, che ti svegli un po'.."
"che facciamo per pranzo?" domanda Rose alzandosi dalla sedia e iniziando a riporre gli alimenti a posto. Emily parte in quarta con tutte le sue idee. La ragazza si sforza di starle a sentire ma tempo due minuti e il suo cervello vaga di nuovo nei sentieri oscuri del suo stato d'animo.
"ehi, Rose!" Formy entra improvvisamente in cucina reggendo qualcosa di strano in mano.
Gli occhi della ragazza osservano, stralunati, che ha in mano un giubbetto di pelle. Quel giubbetto di pelle. "dove l'hai preso?" domanda, un po' agitata.
"Novaly giocava suo tuo letto, poi si è messa ad aprire gli armadi e questo le è praticamente caduto addosso. Dove vuoi che te lo metta? Nell'armadio o nei cassettoni? Ma è tuo? Mi sembra da uomo.." mormora l'uomo osservando meglio l'indumento.
La ragazza si avvicina all'uomo e prende tra le mani il giubbetto, accarezzando la superficie liscia e lucida della pelle. Certo che non è suo. È di Tom. L'aveva dimenticato qui quella sera quando era venuto a dormire da lei. Formy e Novaly stavano per beccarli quella mattina, per un pelo Tom se l'era filata dalla finestra… si è accorta di essersi sempre dimenticata di restituirglielo. O forse, nel suo inconscio, nemmeno voleva. Il pensiero di essere in possesso di qualcosa di Tom l'aveva sempre elettrizzata, come se la facesse sentire più vicina al ragazzo.
Ma ora perché viene di nuovo fuori quel giubbetto?? Lo aveva incassato bene nell'armadio, come è potuto cadere???
"allora, che vuoi fare?" le chiede improvvisamente Formy.
Quella semplice domanda la fa scattare. Che deve fare.
Sorride. Ora lo sa. Ha trovato la strada, ha intravisto la luce. Ha capito. Scoppia a ridere e si butta tra le braccia del cognato che accoglie l'abbraccio senza capirci un'acca. "ma…"
"io.. devo farlo…" esclama improvvisamente la ragazza, rivolta ai due, gli occhi le brillano e, finalmente, il sorriso sul suo volto.
Emily e Formy si osservano interrogativi "fare che cosa?" domanda la sorella, titubante.
"mi rendo perfettamente conto che è una pazzia.- sorride la ragazza afferrando il giubbetto di jeans che ha intravisto poco più in là- ma sapete che vi dico? Non me ne importa!!!" dice correndo verso il portone di casa.
Ad Emily ci vogliono qualche secondo prima di connettere quello che sta accadendo, poi scatta verso la sorella. "come una pazzia??? Rose che diavolo hai in mente, tu.."
Ma è troppo tardi. Rose ha già preso le chiavi della macchina e, come se avesse i minuti contanti, si è lanciata per le scale. La donna la segue con lo sguardo mentre salta gli scalini due a due, per fare prima. "ma dove vai??" grida, non ottenendo, però, risposta. Sconcertata, si volta verso il marito che sta dietro di lei, con le mani in tasca e un'espressione felice in volto.
"che cazzo ridi?" domanda la donna. "quella mi ha appena detto che vuole fare una pazzia, non sappiamo dove cazzo è andata e tu te la ridi?"
"ma non lo capisci?- domanda a bassa voce, sorridendo- è andata da lui."

Il taxi si ferma sotto il grande edificio dell'amministrazione della Bishop's Hiliard con una sgommata decisa. Rose freme non appena, alzati gli occhi, incontra con lo sguardo il grande complesso. Subito afferra la borsa e paga l'autista che l'aveva portata lì sfidando il traffico e mille altri problemi che si presentano puntualmente in queste ore di punta. La ragazza esce dall'auto e dà un'occhiata all'orologio.

Nick alza lo sguardo dal suo nuovissimo orologio d'oro da polso. "bene.- esclama con voce decisa, rivolto al consiglio d'amministrazione e al figlio, pensieroso e sospirante, lì accanto a lui.- sono le undici. Possiamo cominciare."
"Nick - uno degli azionisti prende parola- dovevamo parlare di quell'importante affare con i canadesi.."
"giustissimo.- lo interrompe l'uomo.- ma prima, vi prego, concludiamo una piccola formalità. Signorina Hilary, può portarmi il contratto di Thomas…..?"
Il ragazzo, seduto accanto al padre, ha quasi un fremito. I suoi occhi gelidi e indecisi si soffermano un istante sul padre, poi sugli altri uomini del consiglio d'amministrazione. Sospira e chiude gli occhi per un attimo. Ma che sta facendo? Lui non vuole andare a Washington, vuole restare a New York, accanto alla sua Rose. No, basta, deve andare. Deve farlo per se stesso. Ormai lei non gli appartiene più, deve voltare pagina. Deve dimenticarla.
Osserva con lo sguardo la segretaria cercare il suo contratto tra la valanga di documenti che suo padre le ha affidato.
E, nonostante i buoni propositi, ora spera con tutto se stesso che non lo trovi.

La ragazza si avventa sull'entrata, attirando su di se l'attenzione di molti presenti. Si dirige subito in segreteria. Una donna, dietro un vetro, la osserva, stupita. "buongiorno signor.."
"la prego, mi deve aiutare!! Dove posso trovare Thomas Bishop?"
La segretaria, una donna di circa cinquant'anni, si abbassa gli occhiali e la osserva con un'aria di palese superiorità. "e lei chi sarebbe, signorina?"
"sono Rose Sandecker, la prego, mi dica dove posso trovarlo!"
La donna si esibisce in un evidente falso sorriso. "al terzo piano. Ma mi duole doverla informare che non può riceverla." Dice con una tale soddisfazione da stupire la giovane.
"allora lo contatti al telefono!"
La donna sospira, come scocciata da lei "nemmeno.- sorride.- è impegnato in una riunione importante.." gli occhi grigi della donna possono leggere la disperazione sul volto della ragazza.
Rose si passa una mano tra i capelli, sconvolta. E adesso?? Non può, non deve finire così!!!! Non ora che ha capito che senza di lui non può, non riesce a vivere!!!
"la prego.- continua.- io devo assolutamente vedere Thomas Bishop.. io.."
"signorina .- la interrompe, gelida.- mi dispiace, devo chiederle di andarsene.."
Rose si distanzia da quel balcone, furiosa. Disperata. Ma non si arrende. Inizia a guardarsi intorno, agitata, confusa, poi scatta la scintilla. Dà un ultimo sguardo alla donna davanti a se, e poi uno veloce alla gente che si trova in quella stanza di attesa.
La segretaria continua. "avanti, se ne vada. Non mi costringa a chiamare la sicurezza.."
Ma Rose non ha più ascoltato quelle parole. Con uno scatto si dirige correndo verso la rampa di scale che ha visto, vicino ad un ascensore.
La donna scatta in piedi. "ma che fa???? Signorina, signorina!!!!!!!!!"

"ah, eccolo." La signorina Hilary dopo una buona manciata di secondi trova il contratto di Tom. Con le guance rosse dalla vergogna per tutto il tempo impiegato e con il nervosismo di chi è consapevole di avere tutti gli occhi su di se, lo porge al diretto interessato. Tom lo prende in mano, contemplandolo qualche secondo.
"che cos'è?" chiede uno dei partecipanti al consiglio.
"Thomas vuole andare a fare il suo rodaggio a Washington.- interloquisce Nick, con un tono un po' casual.- che volete farci, questi giovani."
"ma perché, Thomas?- domanda uno dei tanti.- qui a New York ti saresti trovato molto meglio e poi la nostra sede a Washington è.."
"ho voglia di cambiare un po' aria. Questo non è stato un buon periodo per me." risponde il ragazzo, con un mezzo sorriso. Legge velocemente il contratto, controllando che sia tutto a posto.
"allora perderemo un giovane entusiasta come te!- esclama un altro.- che peccato."
Già.- pensa Tom. Ma lui si riferisce a ben altro. Per un attimo torna a desiderare che qualcuno si opponga, che accada qualcosa che lo inchiodi a New York. Ma no, non accadrà niente.
"Thomas le serve una penna?" la voce della signorina Hilary lo desta dalla sua apatia.
"sì, Hilary.- risponde.- grazie."
E la donna gli porge, sorridente, una bella penna stilografica.

Rose corre velocemente per le scale dell'impianto, facendo andare le gambe, lasciando che il cuore le rimbombi nella testa, lasciando che tremi per l'emozione e, al contempo, per il terrore di arrivare troppo tardi. Sente le voci di qualcuno, forse gente della sicurezza, che le sta dietro. Non le importa, che vengano. Niente e nessuno riuscirebbe a fermarla ora. Finisce le scale, si trova al terzo piano.
Ci sono una decina di porte e un sacco di persone che, attaccate a telefoni come centralini, o appostati davanti alcune macchine fotocopiatrici, o che semplicemente scartabellano con archivi e fogli importanti. Tutti la guardano stupiti. La ragazza si guarda intorno angosciosamente.
"signorina, le serve qualcosa?" le domanda un ragazzo occhialuto.
"dove posso trovare Thomas Bishop?" domanda con il fiato corto.
"è lì- dice indicandole una delle grandi porte.- ma ora non può è.."
"grazie, grazie mille!" risponde la ragazza, avventandosi sulla porta e spalancandola con violenza.
Tutto il consiglio d'amministrazione si volta velocemente verso la porta, con un sussulto. Gli occhi azzurri di Tom si alzano dal foglio dove ha scritto solo una piccola 'T' e subito la penna gli scivola dalle mani. Sconcertato, osserva la ragazza, lì, sull'entrata della stanza illuminata dalla luce del sole che entra dalle enormi finestre.
Rose chiude gli occhi di sollievo ed esibisce uno dei suoi più bei sorrisi.
"signorina Sandecker!!!- esclama Nick, incredulo.- lei che diavolo ci.."
"Tom ti prego, non farlo!!" esclama la ragazza interrompendo l'uomo. "ti prego non partire…" sussurra rimanendo lì dov'è, sull'entrata.
La scena ha attirato non solo l'attenzione dei presenti nella grande stanza ma anche degli impiegati che, lasciate le loro scartoffie, si sono precipitati a vedere la scena, sicuramente più interessante del loro tran tran quotidiano.
Tom scatta in piedi e, ancora con il cuore in gola, si avvicina a lei. La contempla, così, nei suoi jeans un po' strappati, nella sua maglietta rossa, con i capelli scompigliati, con quell'espressione lucida di commozione e quell'aurea d'amore che sembra farla brillare di luce propria. Non riesce a crederci. È qui… e gli sta chiedendo di non partire.
"allora.- Nick scatta in piedi ed alza la voce. - che cosa significa tutto questo?????"
Ma tutti, non solo i diretti interessati, lo ignorano con una smorfia, anzi, viene addirittura zittito dalla signorina Hilary che approfitta di quel momento di capovolgimento della realtà per dire, al superiore. "signor Nick, la prego!! Non disturbi i due ragazzi!"
Rose intanto abbassa lo sguardo un po' imbarazzata. "io..- balbetta.- io lo so che tu sei padrone di fare quello che ti pare della tua vita ma…"
Tom le sorride, allungando una mano ad accarezzarle i capelli. La ragazza socchiude gli occhi a quel contatto, poi riprende, piena di speranza. "ma io non posso vivere senza di te…- sospira, passandosi una mano tra i capelli.- io fatto tanti errori Tom ma… io ti amo ancora…" si rende conto che sta dicendo frasi sconclusionate l'una dall'altra, che sta tremando di emozione ma non le interessa minimamente. Non le interessa la gente, quello che potranno dire o fare. Ora per lei ci sono solamente loro due.
"ti prego.- continua.- dimmi che possiamo tornare insieme…"
Finalmente vede un bellissimo sorriso sul volto di Tom.
Mai nella vita avrebbe sperato di vederla qui, ora.
Tutto l'edificio o buona parte di esso segue con interesse la scena e, soprattutto le donne, stanno con il fiato sospeso, in attesa che il ragazzo dica qualcosa in risposta alla dichiarazione della ragazza. E tutti sembrano iperconcentrati quando Tom le prende una mano, dolcemente. Nonostante non lo voglia dare a vedere, anche Nick, braccia conserte e fronte inarcata, segue con interesse lo svolgimento della situazione.
Gli occhi del ragazzo, benché accarezzi con i polpastrelli la mano della giovane, non si sono spostati minimamente da quelli di lei, verdi ed ammalianti come lo smeraldo.
"ci siamo fatti tanto del male, Rose.- finalmente Tom inizia a dire qualcosa. Tutti i presenti pendono letteralmente dalle sue labbra.- ci siamo lasciati e forse era giusto che fosse così."
Rose ha una vera e propria fitta al cuore, a quelle parole. No, mio Dio, non puoi farmi questo.
Ma Tom prosegue. "era giusto perché dovevamo svolgere un attimo il nostro percorso… se tu non mi avessi messo di fronte a quello che ero, alla vita che conducevo, a quello che avrei rischiato… io non sarei mai cambiato, lo sai. Tutto quello che sono ora lo devo a te, tutto quello che sto cercando di costruire è solamente merito tuo."
La ragazza sorride ma il suo è un sorriso debole, incerto. Cosa sta cercando di dirle?
"e..- la voce di Tom appare più emozionata - ora che ho iniziato a capire e a focalizzare la mia vita…sono ancora più sicuro del fatto che non può andare avanti, senza di te."
Tutti gli spettatori, compresa la nostra dolce eroina, tirano un sospiro di sollievo. La ragazza sorride, confortata da quelle parole.
"io..- continua il giovane.- ho bisogno di te, più di qualsiasi altra cosa…credo che nessuno ti amerà mai come ti amo io.."
La ragazza gli vola letteralmente tra le braccia e il giovane ricambia subito il suo abbraccio, con slancio. Subito tutti i presenti prorompono in un calorosissimo applauso, con grida di supporto e di appoggio per la giovanissima coppia. Gli applausi si intensificano ancora di più quando Tom distanzia un attimo la giovane, le prende il viso con una mano e teneramente la bacia.
Rose ricambia con il bacio con tutto il sentimento che sente di provare per lui, il suo Tom, di nuovo suo.
Tra le esultanze dei presenti anche Nick, stranamente , inizia ad applaudire e sul suo volto solitamente contratto e severo, inizia a spuntare un timido sorriso.

La porta di quella bellissima camera d'albergo si apre velocemente e i due giovani entrano, ancora abbracciati, avvinghiati, mentre non smettono di baciarsi, di sorridersi, di sussurrarsi parole dolci, ricordi, rimorsi. La camera è bellissima, la più bella camera d'albergo che Rose abbia mai visto. Ma i suoi occhi verdi hanno il tempo di darle appena un'occhiata perché tornano a concentrarsi sul ragazzo.
Tom, ancora in smoking, si toglie improvvisamente la giacca, rimanendo con la camicia bianca, poi ritorna a concentrarsi su di Rose baciandola di nuovo. La ragazza, inebriata, felicissima, completamente sconvolta dall'amore che prova per lui lo imita presto sfilandosi velocemente la maglietta rossa. Torna a baciare i lineamenti del ragazzo, il suo volto, i suoi occhi, le sue labbra.. Quanto aveva desiderato baciarlo, stringerlo, amarlo in quest'ultimo mese? Ma ora non ha solo questo. Ha di nuovo Tom. Il suo Tom. Quel ragazzo bello, scapestrato ma anche buono, gentile, attento con lei.
"pensavo di impazzire senza di te.." le sussurra il ragazzo baciandole il collo. Rose mugugna di piacere, poi risponde accarezzandogli i capelli. "non ho mai smesso di pensarti, di sognarti, di amarti tutti questi giorni.."
"sono stati interminabili.."
"lo so, credimi.."risponde lei iniziando a slacciare i bottoni della camicia di lui, freneticamente, fino a poter rimirare di nuovo il suo torace bello, muscoloso, romantico.
Lo abbraccia con slancio, mentre il ragazzo la spinge dolcemente sul letto.
La giovane si lascia spogliare dolcemente, godendosi questi momenti di assoluta beatitudine, di lei e lui di nuovo insieme, di nuovo uniti dallo stesso amore. Le mani del ragazzo le accarezzano il ventre, la schiena, poi vanno a concentrarsi sulla lampo dei suoi jeans, la aprono e poco dopo i suoi pantaloni vanno a fare compagnia al resto degli indumenti , distesi sul parquet della stanza.
"dimmi.- torna a sussurrare il ragazzo mentre anche lui si toglie i pantaloni.- la ragazza, sotto di lui, lo osserva in attesa di sentirlo parlare.- dimmi che io e te non ci lasceremo più…"
La giovane sorride, si sporge per baciarlo sul collo e quando si appoggia di nuovo alla morbida superficie del letto, il suo sguardo è così bello che al ragazzo sembra quasi di avere tra le braccia niente di meno che una fantastica dea. "non ci lasceremo più."risponde la giovane.
Tom la bacia ardentemente, la ragazza lo abbraccia, ricambiando il suo bacio con infinta passione.
"dimmelo di nuovo." Le chiede di nuovo il giovane,ansimando.
Rose termina di spogliarlo mentre lui fa altrettanto con lei.
"mai più, mai più, mai più, amore mio.."risponde la giovane quasi commossa.
Le sembra di vedere il ragazzo sospirare di sollievo, di amore. Continuano le effusioni, le carezze passionali, i baci, finché la ragazza dischiude le porte del suo animo al suo stupendo amante e i due innamorati si amano, con passione, tenerezza. Tom, sopra di lei, le tiene la mano, la abbraccia mentre insieme cavalcano nelle vie immense dell'amore, tra le nuvole del cielo, accanto alla stupenda luce del sole. Rose sospira di piacere, inarcando la schiena all'indietro, stringendo il suo amante e facendolo lentamente rotolare, per poi passare lei sopra di lui, alzandosi con il busto.
Continuano ad amarsi, sempre più freneticamente, ardentemente, fino a gridare quasi il loro piacere. Tom la spinge di nuovo sotto di lui, stringendo il più possibile il suo corpo al suo finché non arrivano all'apoteosi assoluta, al culmine del loro coinvolgimento fisico, un'esplosione di sentimenti. Il ragazzo si accascia su di lei, esausto.
Poco dopo si ritrovano l'uno accanto all'altra, distesi sulla bellissima coperta del letto.
Rose abbraccia il busto del ragazzo e lui le passa una mano sulle spalle.
"ehi.." sussurra il ragazzo accarezzandole la pelle.
La ragazza ride. "ehi… posso chiederti una cosa?- aspetta che lui annuisca prima di proseguire.- hai fatto l'amore con qualcun'altra donna in questo mese?"
Tom sospira, passandole una mano tra i capelli. "mi crederesti se ti dicessi di no?"
Gli occhi verdi della giovane lo fissano. "lo sai che mi fido di te. Dimmi la verità."
Tom le alza il volto e torna a baciarla.. "no.- risponde con un sorriso.- per me ci sei solo tu. Anche se ci eravamo lasciati, per me era assolutamente impensabile andare a letto con un'altra donna… e tu?"
"perché mi fai questa domanda?-chiede lei accarezzandogli i capelli.- credi che.."
"te l'ho chiesto come me lo hai chiesto tu." Risponde il ragazzo accarezzandole il ventre.
"nemmeno io.- risponde la donna.- non ho avuto il coraggio nemmeno di togliere le nostre foto e i tuoi regali."
Il ragazzo le sorride. "cosa sarebbe cambiato se ti avessi dato un'altra risposta?"
Rose distoglie lo sguardo. "niente."
Tom le gira il volto, finché i suoi occhi non tornano a guardarlo. Rose scoppia a ridere.
"va be, che centra, mi avrebbe dato fastidio. - continua.- ma se avessi avuto un'altra donna, io non avrei potuto dirti niente. E tu, se io avessi avuto un altro uomo? Anche solo per una notte, un'avventura per sfogare il mio dolore?"
Tom sospira iniziando ad accarezzarle il collo. " la verità?- la ragazza annuisce.- sarei andato ad ammazzarlo."
Rose gli molla un piccolo pugno. "ecco, ed io che ti credevo cambiato!"
"ma io SONO cambiato!- esclama l'altro.- ma non permetto a nessuno di toccare la mia donna. L'immagine di te con un altro mi ucciderebbe."
"ucciderebbe anche me, amore mio." Risponde lei facendo passare l'indice sul suo dorso. "ma non pensiamo al passato…- sussurra.- l'importante è che ora stiamo insieme."
"già.- conferma il giovane- non credere che ti lasci scappare un'altra volta.." disse arruffandole i capelli.
"ci conto." Rispose lei.
Dopo un attimo di silenzio, il ragazzo torna a parlare. "la tua prova di danza è stata meravigliosa. Sei stata bravissima."
"dici davvero? Grazie!! Non puoi capire che paura avevo! Adesso c'è da fare il musical ma per fortuna è tra sei mesi e...- si interrompe un attimo. E no, qualcosa non quadra.- aspetta un attimo, tu come…???"
il ragazzo scoppia a ridere. "ho assistito alla tua prova di danza di nascosto, su un palchetto. Ho dovuto corrompere un bel po' di gente,però, è stato una faticaccia!"
La ragazza si volta ad osservarlo negli occhi. "oddio, io.."
"non dire niente.- il ragazzo le mette due dita sulle labbra.- vederti, anche se da lontano, era la mia unica fonte di salvezza, pensavo di morire. Non ti dico quanti appostamenti all'uscita dell'università ho dovuto fare, per scorgerti, anche solo per un istante."
La ragazza gli accarezza il viso, commossa. "io non so cosa dire.."
"dammi un bacio e sarà più che sufficiente…" mormora, sornione, l'altro.
Ma la ragazza non se lo fa ripetere due volte. Unisce subito le sue labbra a quelle del ragazzo. Si scambiano un bacio lungo e romantico, al termine del quale tornano a fissarsi uno negli occhi dell'altra. Tom le toglie dal viso una ciocca di capelli castani che, impertinente, si era andata a posizionarle davanti agli occhi. "non sono mai stato così felice in vita mia.."
"nemmeno io." Risponde la donna, tra le sue braccia. "parti?" chiede improvvisamente la ragazza.
"fossi matto…- risponde accarezzandole i capelli.- la verità è che io non posso vivere senza di te… ti amo."
La ragazza si abbraccia di più a lui, poi socchiude gli occhi. "ti amo" ha gli occhi lucidi di felicità e commozione. Appena due ore prima era nella crisi più totale. Appena qualche giorno fa era spenta, infelice, apatica, qualche settimana fa, poi….Non ci vuole nemmeno pensare. Le sembra che quelle sensazioni siano così lontane ora.. si sente come se fosse rinata tra le sue braccia.
Ripensa qualche istante a ciò che ha fatto e per poco non scoppia a ridere. Mio Dio… ancora le viene in mente la faccia di Nick quando l'ha vista entrare… accidenti che pazzia...
Non aveva mai fatto una follia d'amore, ed ora sa che è una sensazione bellissima. ricorda quella frase di W.Shakespeare. 'Se non ricordi che Amore ti abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai mai amato'
E adesso sa che è perfettamente vero.

Fine ventesimo capitolo

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Capitolo 21
*** INDECISIONI, PROMESSE E SORPRESE ***


Eccomi tornataaaaaaa!
Dite la verità, non ci speravate più, eh? Beh, in realtà mi devo scusare perché non ho rispettato i limiti che mi ero posta.. ma veramente, scusatemi, è stato un periodaccio. Non potete capire quanto è stato duro mantenermi la mia media di 8.6, fare la spola da dove abito io e Roma ( e vi giuro ci vogliono 4 ore)… e in più mi si è anche inceppato il pc in maniera così irreversibile che il tecnico ha dovuto cancellare tutto! Fortunatamente qualche abbozzo di questo cap lo avevo salvato in un dischetto altrimenti non oso pensare a quando avrei potuto postare.. bah..
Beh, mi scuso ancora per l'enorme ritardo, non accadrà più. In compenso il capitolo è sensibilmente più lungo degli altri…e.. ok, vi lascio, credo che abbiate aspettato anche troppo!!!!!

Ciao Miyu90!!!!
Sono io senza parole a rispondere alla tua bellissima recensione!!! Davvero Miyu90 non puoi capire quanto le tue parole mi abbiano fatto felice!!! Innanzitutto mille e mille grazie per tutti i complimenti che mi hai fatto, davvero non so che dire…
Ho iniziato a scrivere questa storia quasi per gioco, non pensavo potesse davvero piacere a qualcuno!!!
Più bella di "Tre metri sopra il cielo" e di "Ho voglia di te"?? Graziee!!!!
Tutti i tuoi complimenti mi hanno fatto arrossire!!! Ancora tante grazie per tutti gli auguri che hai fatto sul mio futuro.. in realtà sono davvero molto giovane (ho solo un anno più di te, sono dell'89!) e non so ancora cosa farò nella vita, però le tue parole mi hanno fatto tanto piacere anche se non so se PdM sarebbe all'altezza di un libro vero e proprio… va beh, l'unica cosa certa è che per ora mi limiterò a continuare questa storia e spero sul serio di continuare a commuoverti e ad emozionarti!!!
Un bacione!!!

Ciao Damynex!!
Grazie millissime per i complimenti, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!!!! Non sai che pena per scriverlo, quando lo rileggevo a volte piaceva anche a me, altre l'avrei cestinato e cominciato tutto da capo! Don't worry… Hud e Michael hanno una bella fetta di questo capitolo, spero che ti piaccia quello che ho ideato per la tua coppia preferita!!!! Beh, grazie ancora per i complimenti, spero di continuare a trasmetterti belle emozioni, un bacio!

Ciao Franca!!
Beh, mi dispiace che il capitolo non ti sia piaciuto, convengo con te che effettivamente ricreava un po' la scena di un film, in effetti il capitolo non era il massimo dell'originalità però io non definirei il loro bacio "squallido" perché, almeno per come l'ho ideato io, forse dal testo non si capiva, non è un bacio lungo, ma un contatto breve. Beh, spero che questo capitolo possa piacerti, fammi sapere!!!!!
Un bacio!!!!

Ciao fantasyk87!!
Grazie!!!!

Ciao PhoenixLupin!!!!
Innanzitutto ti vorrei ringraziare per la stupenda recensione che mi hai lasciato… grazie mille per tutti i complimenti che mi hai fatto.. sono davvero felice di essere riuscita a trasmetterti emozioni, credo che sia l'obbiettivo di chiunque voglie scrivere storie… i dialoghi mi vengono abbastanza spontanei, certo, cerco sempre di essere coerente con la personalità del personaggio, altrimenti poi si sfasa tutto, però mi piace che tutto risulti spontaneo e non troppo meccanico. Grazie per i complimenti sullo stile e il mio modo di scrivere… grazie ancora, davvero…
Spero che i prox capitoli ti piacciano, fammi sapere qualcosa!!!!!
Un bacione!!!!!!!

Buona Lettura,
Diomache.

PROFUMO DI MENTA

CAPITOLO XXI:

INDECISIONI,PROMESSE E SORPRESE

L'auto si arresta in maniera docile e silenziosa nei pressi dell'entrata del ristorante, parcheggiandosi in maniera pressoché perfetta in un angolino indicato loro da uno scrupolosissimo posteggiatore. Il ragazzo spegne subito la radio che fino a poco tempo prima aveva accompagnato il loro viaggio, poi scende, imitato subito dopo dalla ragazza bruna che esce elegantemente dall'auto facendo attenzione che dallo spacco della gonna non si vedano troppo le gambe. Già, lei e le gonne.
Due mondi che erano rimasti nettamente separati, da sempre. Si sentiva imbarazzata con le gonne, quasi avesse paura di essere guardata. A volte aveva pensato di essere davvero troppo timida, di non godersi mai la vita fino in fondo. Per questo invidiava (nel senso buono del termine) la vitalità e la spensieratezza di Rose. Ammirava il suo sorriso aperto e sempre cordiale, la sua prontezza nel rapportarsi con tutti. Lei non era mai stata così. Sempre chiusa, sempre con lo sguardo basso e le guance rosse di imbarazzo. Ma non adesso, non più. Non ora che c'è Michael.
Con lui è diverso..
Lui la fa sentire se stessa e lei riesce ad essere spontanea, solare, radiosa e, in qualche modo, più spigliata. Anche se si frequentano da non molto tempo, sente che la sua vita è completamente cambiata. E anche lei, in qualche modo, lo è. Non riesce quasi ad immaginarsi prima di aver incontrato Michael.
"allora vogliamo andare?" la voce di questo ultimo, allegra, frizzante come al solito, la desta dalle sue riflessioni. Stringendo alle spalle uno scialle nero la ragazza annuisce. Il cordiale vento primaverile le sfiora i capelli legati in uno chignon alla nuca. Il ragazzo le porge il braccio e la ragazza, ridendo di quella cortesia, lo afferra volentieri mentre varcano la soglia di quel bel ristorante.
All'entrata, uno dei camerieri addetti le porge una rosa bianca.
"grazie." Sorride facendo luccicare i suoi bellissimi occhi neri.
Si avvicinano ad un tavolo, si siedono.
Michael, vestito con questi jeans scuri e questa felpa nera è proprio bello, pensa, mentre lui le distanzia la sedia, per farla accomodare. Improvvisamente se lo immagina nudo… dopo il bacio dell'altra sera, si rende conto di averlo pensato sempre di più. Aveva anche immaginato di farci l'amore… si chiede quando accadrà… se avverrà tutto con semplice naturalezza o se saranno imbarazzati, nervosi, spaventati. Si chiede se, come a volte capita, accadrà senza consensi o domande, come il lungo proseguimento di uno dei loro baci o se Michael glielo chiederà esplicitamente.
"allora ti va?" il ragazzo la 'sveglia' di nuovo. Hudson arrossisce improvvisamente e il ragazzo, temendo di essere stato equivoco, spiega. "il ristorante. Dicevo del ristorante, ti va bene?"
La giovane, ancora paonazza, scoppia a ridere, imbarazzatissima. "oh, certo, sì. È davvero stupendo.." balbetta mentre inizia a giocare con un tovagliolo.
"beh, non è stato facile sceglierlo. Un trenta e lode da festeggiare non è un'occasione come un'altra.."
"scemo.- risponde lei, tornando ad avere un colorito più normale.- lo sai che a me sarebbe andato bene anche un panino in un fast-food."
"lo so.- mormora Michael prendendole la mano.- ma sognavo qualcosa di speciale per noi due, questa sera.."
Quelle parole per lei sono come miele alle api. Com'è dolce, questo ragazzo. È attento, mite, cordiale. E romantico, soprattutto. Romantico nelle cose che dice, che fa, negli sguardi, nelle carezze, nei baci. Tenero, dolce. Si accorge di aver sognato un uomo così tutta la vita. Un uomo che le scosta la sedia al ristorante, che festeggia le sue piccole vittorie quotidiane, che sa superare la barriera della sua timidezza. Ripensa un istante alla sua prima uscita con Michael, quella uscita a quattro organizzata da quel vulcano di Rose. E pensare che all'inizio non voleva andare.
Quando la sua bellissima friend le aveva detto che le presentava un amico di Tom, avrebbe voluto sotterrarsi. Si immaginava un tipo come Tom. Per carità, non che Tom non fosse romantico, gentile, cordiale e tenero. Ma non è il tipo adatto a lei, decisamente. Troppo esuberante, troppo fuori di testa, troppo passionale, anche. Come Rose. E lei, come Michael. Più timida, più nascosta, proprio come il suo ragazzo riccioluto.
"ehi.." il ragazzo le accarezza la guancia. "ti vedo pensierosa. Tutto ok?"
Hud si riscuote per l'ennesima volta "sì, sì, tutto bene. Che ordiniamo?"
"mah.- risponde l'altro sfogliando il menù.- carne o pesce?"
"e se prendessimo della pizza?"
Il ragazzo riccio si da un'occhiata intorno. "non per essere disfattista ma qui non la fanno un gran che.."
"va bene, dai, allora prendiamo….che ne dici di un po' di carne?"
"vada per la carne.."
Alla fine scelgono di comune accordo di prendere una bistecca d'agnello, patatine fritte e del buon vino rosso. Un cameriere prende loro l'ordinazione e se ne va, dopo aver fatto un leggero inchino con il capo.
Mentre aspettano le ordinazioni, Michael se ne esce improvvisamente dicendo. "ohi, hai saputo di Tom e Rose? Ti lascio, ti odio, e invece…"
"sì, mio Dio!- esclama l'altra.- ti giuro quando Rose me lo ha detto al telefono mi stava quasi per prendere un infarto, non volevo crederci! Meno male che è finita così.. non potevo pensarli divisi quei due.."
"Sul serio.- ammette Michael.- io Tom senza Rose non ce la faccio più ad immaginarmelo.."
"anch'io…-sorride la giovane, fissandolo con i suoi occhi castani.- a dir la verità… io non ce la faccio più nemmeno ad immaginarmi senza di te.." sussurra abbassando subito lo sguardo. Forse ha osato un po' troppo. Ma non le importa affatto, adesso. Michael sorride, intenerito, mentre i suoi occhi innamorati non smettono di fissare la bellissima dea che ha di fronte.
"nemmeno io.- sussurra, accarezzandole il dorso della mano.- Hud io.."
"signori, ecco le vostre portate." La voce secca e scocciata del cameriere interrompe quella timida dichiarazione che Michael aveva appena iniziato. Il ragazzo, con una smorfia, si sposta per lasciar spazio al cameriere che poggia sul tavolo i due piatti con la carne. Hudson gli sorride, divertita.
La giovane si concentra sulla sua fettina ma non appena inserisce il coltello per tagliarla un rivolo rosso di sangue esce dalla carne. "oh no…- mormora.- Michael, c'era scritto carne al sangue?"
Il ragazzo alza gli occhi dal suo piatto per posarli su quello della ragazza. "no, decisamente.- ride.- ma dai, attappa il naso e manda giù tutto, senza pensieri!"
"senza pensieri, un corno!- ribatte lei mentre osserva la propria fettina con il naso arricciato- e la tua com'è?"
Michael ride, sornione. "la mia ha una cottura perfetta!"
"ma non l'hai ancora assaggiata!" ribatte la giovane.
"lo so ma si vede dall'aspetto, fidati. Sono un intenditore, io…." Esclama, superbo, mentre si appresta a tagliarla. Ma non ha nemmeno infilzato la forchetta che anche il suo piatto si riempie di liquido vermiglio.
La riccia scoppia a ridere, poi inarca un sopracciglio, compiaciuta. "allora, mio grande esperto?? Su, tutta in un sol boccone!" dice tra le risa.
Michael tiene il broncio per qualche secondo, poi scoppia a ridere anche lui, con la stessa allegria.
"senti.. da quanto ho capito né io né te amiamo la carne al sangue.. e io ho una fame da lupi..- mormora il ragazzo, sentendo il proprio stomaco brontolare.- come la risolviamo?"
"non lo so.- risponde la giovane, sorridendo.- la facciamo prendere dal cameriere e le facciamo cuocere meglio?"
Michael storce il naso. "non mi pare il caso. Perderemmo solo che tempo, hai visto che tipo che è? Sarebbe capace di farci aspettare due ore!"
"e.. allora??" domanda la giovane. Vedendo che il ragazzo non ha risposte da darle, prende il menù tra le mani. "mannaggia però.- continua.- non c'è mica scritto carne al sangue!!! Questo Maximilian deve avere la passione per la carne cruda, altrimenti non si spiega!!!"
La lampadina nella testa di Michael si illumina di botto. "che.. che hai detto???- Hud aggotta la fronte.- il nome del cuoco! Com'è che si chiama?"
"Maximilian.. c'è scritto qui sul menù..- mormora.- perché?"
"non preoccuparti.- esclama il giovane.- La risolvo io questa situazione. Guarda. "esclama deciso, il ragazzo. "cameriere?"
Dopo pochi istanti, il brutto muso che poco fa aveva portato loro la carne si avvicina, con un sorriso gelido. "dica, signore."
"senta.- inizia, calmo.- mi può annunciare a Max, per cortesia?"
Il cameriere rimane interdetto. "cosa?"
"ha capito bene. Dica a Max, per favore, che veniamo un attimo da lui, vogliamo salutarlo!!"
Michael da una veloce occhiata all'indirizzo di Hudson che, in risposta, aggrotta la fronte.
"mi ha sentito????"
l'uomo, un po' confuso, annuisce e se ne va velocemente.
"Max??"
"Se tu avessi un amico che si chiama Maximilian, non lo chiameresti Max?- risponde Michael con un gesto naturale.- avanti, vieni.." il ragazzo si alza e fa alzare anche la ragazza.
"ma cosa.."
"andiamo da Max, su che facciamo una conoscenza nuova.."
"Michael, spero che tu sappia quello che stiamo facendo.."
"ovvio.- le sussurra quelle tenendola per mano.- è un trucchetto che facevamo sempre io e Tom, rilassati.."
*adesso sì che sono rilassata…* pensa, sconcertata, la ragazza mentre i due si dirigono nelle cucine. I due giovani si avventurano con passo spavaldo nelle cucine, entrano e subito un buonissimo profumo di cucinato punge le loro narici, profumo che per due affamati come loro sembra proprio ambrosia.
Un uomo un po' tondo e sporco di grasso si avvicina a loro, con fare indaffarato.
Prima che possa aprire bocca Michael si mette a gridare: "Max!!!! diamine, che bello rivederti!!! Ma sei in forma, stai benissimo!!!!"
Hudson annuisce subito e sorride all'indirizzo dell'uomo. Questo aggrotta la fronte. "ehi ma .. mica ti riconosco.." sibila all'indirizzo di Michael. Quest'ultimo si mostra infastidito e leggermente offeso. "dico, stai scherzando?? Sono io, Michael!!!!"
Max, o per cortesia o perché magari ha davvero un conoscente che si chiama così ( infondo Michael è un nome molto conosciuto) lo abbraccia con vigore. "Michael, scusa, ma sai, qui nelle cucine, con questo caldo, mi sono rimbecillito!!!"
"dai, non fa niente, Max.."
"ehi, ma questa bella ragazza chi è? Non stavi con.. con.."
"sì ma poi ci siamo lasciati…- spiega Michael, improvvisando.- lei è Hudson!" i due si stringono la mano cordialmente, mentre la ragazza diventa sempre più rossa. È imbarazzata ma allo stesso tempo divertita dalla situazione. Michael e Max continuano a parlare un po' e lei ha la possibilità di notare la smisurata abilità del suo ragazzo nel girare le rigirare la frittata… chi sa che spettacolo a vedere lui e Tom in azioni di questo genere.. quei due insieme sono dinamite!!
Alla fine di mille convenevoli, Max esclama. "ehi, ma che cosa avete ordinato tu e Hudson???"
"bah, niente per ora.."
"allora, tenete, prendete questo, vi assicuro che è squisito.- porge ai due giovani due piatti con un pezzo di pesce fumante, ma dall'odore prelibato.- è 'coda di rospo'. Un pesce che in Europa va molto di moda, sapete? Avanti, assaggiate e poi ditemi… prego, sedetevi là.. lì starete benissimo…"
Michael e Hudson,scambiandosi tra loro uno sguardo di vittoria, si siedono sulle sue sedie che circondano uno strettissimo tavolino, ad un lato della cucina. "il posto non è molto confortevole.- mormora la ragazza mentre mangiano quel pesce squisito.- ma ti assicuro che è molto meglio di prima."
Michael le sorride in risposta. I due giovani, ridendo e scherzando, oltre alla coda di rospo hanno l'onore di mangiare anche delle buonissime patate fritte e un budino al cioccolato che è la fine del mondo. Finita la cena i due si alzano dal tavolino. Michael, con un gesto a dir poco teatrale tira fuori il portafoglio ma Max, com'era prevedibile, lo blocca in tempo. "ehi, ma sei matto???- Michael finge di non capire. - ma su, dai, offro io no?"
"no, grazie Max.- mormora Hudson, un po' per stare al gioco, un po' perché rosa da piccoli sensi di colpa.- non possiamo accettare.."
"dovete, cribbio!!- esclama l'uomo mentre gira pezzi di carne che stanno cocendo.- avanti, non posso offrire la cena a due amici, adesso??? Non se ne parla nemmeno, ormai ho deciso!"
"allora grazie, Max.." esclama Michael con un sorriso a 36 denti.
"di niente ragazzi. Ma uscite da quella porta, dal retro, non di là altrimenti fanno il culo a voi e a me.."
Dopo mille saluti i due ragazzi, obbedienti, escono dalla porta che Max aveva indicato loro.
Una volta fuori Hudson scoppia a ridere, di cuore. "oddio, ma come ti è saltato in mente???"
"che nostalgia!!- esclama l'altro.- saranno due mesi che non mi esibivo in questo teatrino!!! Dì, ti sono sembrato arrugginito?"
Hud gli molla un piccolo pizzicotto. "giurami che non ti ripeterai più. È stato divertente ma non mi piace prendere in giro le persone."
Michael le sorride intenerito. Le accarezza la guancia poi la bacia dolcemente. "te lo giuro.- mormora ancora ad un passo dalle sue labbra.- … senti… mi ha mandato un messaggio Tom mi ha chiesto se ci andava di incontrarci con loro… tu che ne dici?"
Hud annuisce, felice. "ok, per me va bene. Dove ci troviamo?"
" pensavamo al 'Ireland', tra una mezz'oretta. Dovresti conoscerlo è un pub non lontano da casa tua.." il tono di Michael è palesemente ironico.
"ah..- sospira la ragazza, sorridendo.- si.. forse ho capito qual è.."scoppia a ridere appena finisce di parlare, sotto lo sguardo estremamente dubbioso di Michael che sa benissimo della sua vita assai poco mondana. "poco male.- esclama il ragazzo, ridendo.- lo conoscerai tra pochissimo." Quelle parole accompagnano il rombo del motore che si mette in moto. In poco l'auto esce dal parcheggio e si avvia velocemente verso questo misterioso pub.

La mano del ragazzo si posa con energia sul clacson, con l'intento di scandire ancora una volta la sua presenza.
"ARRIVOOOO!" la bellissima voce irata della ragazza lo raggiunge tramite la finestra aperta della cameretta di lei. Tom, seduto sulla sua moto nera, posteggiata alla meglio sotto casa sua, sorride beatamente mentre inizia a giocherellare con le chiavi.
"arrivo.- ripete tra se.- ma se l'avevi detto anche dieci minuti fa…" sospira, come rassegnato a quel ben noto difetto della sua Rose.
I suoi occhi azzurri si concentrano qualche istante sulla palazzina rosa dove abita la ragazza osservandone con attenzione i particolari, le piccole cose che sono sempre sotto gli occhi e per questo non vengono notate mai. Sospira, ricordando che nel periodo in cui si erano lasciati perfino questo gli mancava. Gli mancava terribilmente aspettarla per minuti sotto casa, impaziente di vederla e di parlare con lei. Gli mancava anche semplicemente fermarsi lì, davanti casa sua, o imboccare la traversa, in strada, per raggiungerla. Tanti piccoli gesti che nella vita di tutti i giorni non sembrano importanti, anzi. Ma poi, quando si è privati di tutto ciò, allora è un po' come se non fossimo più noi, come se ci mancasse qualcosa. Ma ormai Tom lo sa, lo sa benissimo. La sua vita è inesorabilmente intrecciata a quella di Rose, non potrebbe più fare a meno di lei. È ancora immerso in questi pensieri quando il portone del condominio si spalanca con uno scatto e la ragazza fa la sua entrata in scena.
Tom la segue con lo sguardo mentre apre e chiude il cancello verde e poi scende le scale, con gli occhi leggermente bassi, i capelli che le ribalzano ad ogni passo insieme alla borsetta che tiene appoggiata alla spalla. Tutto ciò che indossa sembra perfettamente in armonia con il suo essere, con il suo carattere, con la sua personalità. Rose indossa un paio di sabot a punta neri un paio di shorts bianchi, una maglietta bianca un po' scollata e stretta in vita e una borsetta nera in tinta con le scarpe. I suoi lunghi capelli lisci sono sciolti e le ricadono dolcemente sulle spalle.
"allora, amore, fatto l'uovo?" esordisce lei, con voce appena appena tagliente.
"pasticcino.- mormora sarcasticamente Tom prendendola per la vita- sai bene che se fosse per me, starei qui ad aspettarti per ore intere… ma abbiamo un appuntamento con Hudson e Michael, te ne sei dimenticata?"
"no che non me ne sono dimenticata!- ribatte lei, mettendogli le braccia intorno al collo.- ma.. non è stata colpa mia! Dovresti starci in quella casa! Mi fanno letteralmente andare fuori di testa! Non puoi capire, guarda! Devo fare tutto io a casa e si lamentano pure che non porto a casa qualche soldo! Mi toccherà cercarmi pure un lavoro, ma come faccio? Ho anche il musical da portare avanti e.."
"ehi.- il ragazzo le accarezza i capelli.- non ti sfinire troppo, fai quello che puoi fare. Finito il musical, ti cercherai un lavoro, se è necessario."
"non è mica così facile trovarlo.- sussurra lei, sorridendogli, però, dolcemente.- comunque adesso è inutile parlarne, la priorità ce l'ha il musical….- sospira.- pensiamo al presente."
"giusto.- concorda Tom.- andiamo va, che pure oggi abbiamo battuto tutti i record del ritardo.."
"mm.. è tanto tardi?" sussurra Rose ancora così vicina a lui, con un'aria angelica come quella di un bambino beccato dalla mamma con le mani nella marmellata.
"figurati.- La voce di Tom suona estremamente sarcastica. - Hudson e Michael ne saranno entusiasti.."
La ragazza scoppia a ridere mentre si posiziona dietro al ragazzo e con un sorriso si accoccola a lui, stringendogli i suoi fianchi muscolosi e coperti da una camicia nera. La moto, pochi secondi dopo, sfreccia velocemente mordendo l'asfalto come un giaguaro che ha appena adocchiato la sua preda. Le vie di New York sono più tranquille ma ugualmente ben frequentate anche se è quasi mezzanotte e mezzo. Normale, la gente a quest'ora esce di casa, va nei bar, nei pub, nelle discoteche. Si vedono gruppi di ragazzi che si accordano sotto casa o nei pressi di un bar o semplicemente ai lati della strada, fuori dalle auto. Gruppi di amici troppo numerosi che difficilmente arrivano ad una conclusione che va a genio a tutti, così nella maggiorparte dei casi si dividono, smembrandosi chi in discoteca, chi in un pub chi semplicemente a fare un giro in auto. Ecco perché a lei non piace uscire con gruppi iperestesi di trenta persone. Rende tutto estremamente più difficile perché non si riesce ad essere sempre TUTTI
d'accordo e poi perché, alla fin fine, si sta sempre con quei cinque o sei più intimi, quindi non è meglio uscire direttamente con questi?
Se si è un gruppo grande di amici ma si è tutte coppie è diverso. Ad esempio quando escono con gli amici di Tom, nonostante si arrivi ad essere una quindicina buona di persone (contando anche le donne, ovviamente) certi problemi non ci sono perché si va tutti a mangiare al ristorante, poi , ad esempio, in disco e lì ognuno sta con il suo partner. E poi sono amici ormai quasi 'intimi', non è come quando il gruppo è talmente esteso che non si ricorda nemmeno il nome di tutti!
Improvvisamente sente la moto arrestarsi. Già arrivati? La conferma le giunge dall'enorme insegna del "'Ireland'" e dalla vista di una coppia che attende, a braccia conserte, davanti all'entrata del locale.
"ahia.- mormora Rose mentre si muovono per parcheggiare.- non mi sembra che l'hanno presa con filosofia.."
Tom si sfila il casco, scompigliandosi i capelli. "che vuoi farci. Michael a scuola non era una cima."
"bisognerebbe inventare qualcosa.- propone la ragazza sistemandosi gli shorts, scesa dalla moto.- altrimenti se la prenderanno con me.."
Tom scoppia a ridere. "e perché, di chi sarebbe se no la colpa?"
"e non stare a fare sottigliezze..- mormora lei mentre, mano nella mano, i due si avvicinano all'entrata.- restiamo sul vago, ok? Se ci chiedono qualcosa diciamo che c'era traffico….- Tom scoppia a ridere di nuovo e Rose sospira, sorridente.- non ci crederanno mai, eh?"
"proprio così." La voce di Hudson giunge loro quasi inaspettatamente, tanto che Rose sobbalza leggermente.
"Hud.- esclama.- mi hai fatto prendere un colpo!"
"e tu mi hai fatto spuntare le radici!.- replica, benevola, la ragazza riccia.- ma lo sai da quanto ti aspettiamo?"
"ve lo avevo detto, io, di prendervela comoda.." mormora Tom, divertito.
"ah Rose, ma tu un orologio proprio mai, eh?" si intromette Michael, sorridendo. Rose finge di indispettirsi, poi tutto si conclude con una risata generale e finalmente entrano nel pub 'Ireland'.
La prima cosa che colpisce loro è l'inevitabile puzza di fumo a cui, però, fanno subito il naso e la bella atmosfera del pub. Tutto in legno, tutto molto irlandese, appunto. Bariste più o meno succinte, servono grandi boccali di birra e bibite tipiche della nazione europea. Tom e Michael ordinano subito della birra, dopo qualche attimo di esitazione ne ordina una pure Hudson. Rose, tuttavia, desiste. Già si vede in body con la pancia gonfia. No, meglio evitare. Lei ha il musical, deve stare attenta a tutto. Uffa, però.
"no, grazie, io no.- dice all'orecchio di Michael.- preferisco una bibita alla menta."
Si siedono ad un tavolo, ciascuno con la propria bibita mentre vedono che più in là c'è addirittura anche un piccolo complesso che suona dal vivo della musica irlandese.
"mi piace questo posto." Commenta Hudson mentre fa un altro sorso alla sua birra.
"piace anche a me.- concorda Rose.- almeno non è uno dei soliti pub newyorkesi… è così europeo.."
"a me piace anche il personale.." interviene Michael girandosi istintivamente verso una delle bariste, la più carina, una biondina ossigenata tutta veli e sorrisini. Hudson gli molla subito un pizzicotto e lo 'invita' a voltarsi di nuovo verso di loro. "provaci un'altra volta e.."
"Hud devi essere più convincente.." gli sussurra Rose all'orecchio.
"dici?" replica l'altra, ridendo.
"per me è più carina quell'altra.." il commento di Tom giunge proprio, come si dice, a fagiolo.
"sì, dici proprio di sì. Guarda…"continua Rose all'indirizzo dell'amica, poi si volta verso Tom e con un'aria assolutamente diabolica attende che il ragazzo si porti il boccale di birra alle labbra per scattare agilmente verso di lui e urtare con una manata il boccale proprio quand'è ad un passo dalle sue labbra.
Risultato? Uno spruzzo di birra colpisce il povero Tom proprio in faccia.
Hudson scoppia subito a ridere, tra lo sconcertato e il divertito e Michael stesso, intimidito, si gira di scatto, dando subito le spalle alle bariste, per poi commentare: "cazzo, Tom, ti tiene in riga la ragazzina, eh?"
"che cazzo..- mormora il biondo pulendosi il viso come può con dei tovagliolini.- Rose ma era solo un commento, che esagerata.."
"diciamo che era una dimostrazione per Hudson..- si gira verso di lei.- Visto come si fa?"
"non mi dire che le dai lezioni adesso??"domanda Michael, impaurito.
Tutti e tre scoppiano a ridere di cuore vedendo quella faccia. "diamine, io mi preoccupo!" risponde il ragazzo, ridendo pure lui.
"e ti dirò di più!- esclama Rose, tra le risa.- Hud è anche una brava allieva! Impara in fretta! Vedrai se non righi dritto che ti combina! Tutto made in Rose, mille dritte per farti tenere la testa a posto!"
"e tu la sopporti, ancora?- Michael si rivolge a Tom, lì vicino a lui.- ma è una carceriera!"
"diciamo che Rose ha tanti pregi…- il suo sguardo intenso e malizioso non è sicuramente a caso.- che mi fanno dimenticare queste sue…fissazioni…"
"ha ragione, diavolo, sono fissazioni!- Michael si infervora tutto, mentre beve la sua birra.- ma ti pare, Rose, che dopo tutto il casino che questo povero ragazzo ha fatto per rimettersi con te, va dietro ad un'altra?"
"tutto il casino che ha fatto lui? Che ho fatto io, dirai!- esclama lei giocherellando con la cannuccia della menta.- se non era per me il signorino se ne stava già a Washington!"
"questo è vero.- concorda Tom, prendendole la mano.- avreste dovuto vederla.."
Michael ed Hudson si lanciano uno sguardo quasi commosso. Certe cose sembra che debbano sempre accadere nei film, quelli un po' sdolcinati con Julia Roberts e Richard Gere …nella vita quotidiana tutto appare così scontato, così pervaso da un'aria di rassegnazione. Non sembra nemmeno vero che Rose si stata così coraggiosa da infrangerla potentemente, ricordando a tutti che anche la nostra vita può essere bella come un film, l'essenziale è volerlo veramente e trovare il coraggio di poter cambiare le cose. Quel coraggio che solo l'amore è capace di donare.
Una musica lenta e romantica invade il locale proprio in quegli istanti. Michael e Tom invitano galantemente le proprie donne sulla pista per ballare insieme quel lento così romantico.
Hudson circonda il collo di Michael con le proprie braccia, e, anche se un pò intimidita, appoggia il capo sulla spalla di lui. Il ragazzo, piacevolmente sorpreso, le cinge la schiena con le sue braccia, cullandola lentamente. "quello che.- inizia, con voce bassa e un po' roca.- cercavo di dirti al ristorante…è che…"
"sì?"
Il ragazzo sospira. "è che ci tengo davvero tantissimo a te, Hud." La ragazza sorride e stringe di più il ragazzo, godendosi quei momenti di assoluta beatitudine. "anche io, Michael, anche io…" vorrebbe aggiungere dell'altro ma sente Michael ridere e si interrompe. Leggermente impaurita da quella risata improvvisa e fuoriluogo, si stacca leggermente dal ragazzo, per chiedergli spiegazioni. Ma non appena si distanzia la risposta che cercava le balza subito agli occhi.
Rose e Tom, ballando, hanno urtato un'altra coppietta in modo assolutamente comico e per un soffio non stavano per cadere tutti e quattro. Divertita, scoppia a ridere anche lei. Meno male.- pensa.- per un attimo avevo pensato che ridesse di me.
"ma tu più attento, mai, eh?" sussurra Rose all'orecchio di Tom, con voce leggermente risentita.
Il ragazzo ride leggermente mentre le accarezza dolcemente la schiena. "non è colpa mia.. tu mi fai venire le vertigini.."
"scemo.- sussurra Rose, arrossendo lievemente.- la verità è che la birra ha già fatto i suoi primi effetti.."
"naa.- risponde quello.- io l'alcool lo reggo benissimo…" conclude sfiorandole il collo con le labbra.
Il lento finisce poco dopo e il quartetto torna a sedersi al tavolino del pub. La serata prosegue allegramente e dopo circa un'oretta le sue coppie si ritrovano a salutarsi, all'uscita dell'Ireland.
Nonostante sia molto caldo, un piacevolissimo venticello scompiglia ora le capigliature dei quattro, facendoli godere finalmente di un po' di frescura.
"si sta benissimo.- mormora Michael mentre si lascia accarezzare dal vento.- che si fa?"
"noi pensavamo di andare a fare quattro salti.." risponde Tom prendendo il portafogli.- se vi va potete venire con noi, abbiamo preso due inviti in più.."
"grazie.- interviene Hud.- ma non mi piacciono tanto le discoteche.. preferisco fare un giretto in auto.."
"ok." mormora Rose alzando le spalle.
La riccia si rivolge a quest'ultima. "ehi, ci sentiamo domani?"
"non so se riuscirai a beccarmi.- risponde Rose passandosi una mano tra i capelli.- domani ho tutta la giornata impegnata con la danza… posso chiamarti io durante una pausa, ok?"
"perfetto.- annuisce Hud. Poi, in tono di congedo.- va bene, allora ci vediamo, eh?"
"ok, a presto!" esclama il biondo mettendo un braccio intorno alle spalle della sua donna.
"ciao, fate i bravi, eh?" raccomanda loro scherzosamente Michael prima di dirigersi insieme ad Hudson verso la loro macchina.
"ti è dispiaciuto non andare con loro? Volevi andare a ballare?" domanda la riccia non appena giungono in prossimità dell'auto e vi entrano dentro. Il ragazzo si posiziona e inserisce le chiavi, accendendo il motore. "ma no, figurati. E poi, sinceramente, non mi va di buttarmi in mezzo alla confusione. Sono stanco, questo caldo mi sfinisce.."
"a chi lo dici.- mormora Hudson, con un sospiro.- chi sa come fanno ad avere voglia di ballare.."
"chi? Rose e Tom? Guarda, io ho smesso di chiedermelo." Risponde il ragazzo mentre l'auto esce dal posteggio e imbocca la strada.
"che facciamo?- domanda Hud mentre apre il finestrino con il pulsante, lasciando che il vento le accarezzi il viso. - ti va di salire da me?" domanda candidamente la ragazza quando sono giunti circa in prossimità della sua abitazione. "si, va bene" esclama Michael, posteggiando.
I due entrano nel condominio, salgono le scale e si ritrovano, dopo qualche istante, davanti al portone di Hudson. Fortunatamente vive sola, quindi non ha problemi per quanto riguarda la presenza o meno dei genitori. Infila la chiave e in pochi istanti si ritrovano all'interno del piccolo ma confortevole appartamento di Hud. Michael entra con disinvoltura, senza guardarsi troppo intorno ma giusto dando un'occhiata ogni tanto all'ambiente che trova davvero arredato con gusto ed elegante nella sua semplicità. La ragazza si dirige in cucina e con un sorriso solare esclama.
"ehi, che ti prendo?"
Michael alza le spalle. "bah. Qualcosa di leggero che già quella birra..."
"va bene!- la giovane si immerge nel frigo.- ehi, ho un liquore al limone che ha portato mio zio dall'Italia… il 'limoncino' si chiama, lo vuoi provare?"
"si, ok - risponde Michael raggiungendola in cucina. - ma tuo zio..? è italiano?"
"no ma viaggia moltissimo.- Risponde Hud versando il denso liquido giallo in due bicchierini appositi.- e ogni tanto mi prende qualche regalino. Mi ha portato un sacco di cose dall'Italia… guarda, mi sa che è un paese stupendo. Lo visiterò un giorno."
I due prendono i due bicchierini e dopo un leggero brindisi, se li portano alle labbra.
"ehi, niente male.- esclama Michael, assaporando la bevanda alcolica.- è davvero molto buono."
"già, anche a me piace molto.." conclude Hud appoggiando il bicchierino vuoto sul tavolo, accanto a quello di Michael.
Tra i due cade un silenzio un po' imbarazzante, così la ragazza evade improvvisamente dicendo. ù"è molto caldo, ti va di uscire fuori, in terrazzo?" il ragazzo annuisce e si fa condurre diligentemente dalla padrona di casa. Il terrazzo in questione è davvero grande e ospita anche un dondolo nel quale i due si siedono. La serata è davvero molto bella, calda e nel cielo stupendamente stellato brilla una bella mezzaluna.
"che serata.." sospira Michael mentre dà una leggera spinta in modo da far dondolare. Hud sorride e asseconda i movimenti del dondolo. "già. Si sta davvero bene."
"anche se per stare bene mi bastava molto meno.- allo sguardo interrogativo della ragazza Michael riprende.- tu"
Hud arrossisce e abbassa lo sguardo, intimidita ma emozionata da quelle attenzioni. Il ragazzo la osserva dolcemente, nella penombra del suo terrazzo e le scosta i capelli dal viso con un gesto piacevole. Poi posa dolcemente le labbra sul suo collo in un dolcissimo contatto. Hud gira il viso verso di lui e quasi inaspettatamente si avvicina al suo viso, scrutandone i lineamenti gentili.
Michael le accarezza di nuovo il viso poi, nel romanticismo di quegli istanti, le loro labbra si uniscono dolcemente in un bacio insieme passionale e sentimentale. Hud si lascia baciare, trasportare, cercando di condurre a sua volta, per quanto possibile, il bacio. Mette le braccia intorno al collo del ragazzo, infilando le mani tra i capelli di lui, lasciandosi andare, travolta completamente dal sentimento, dal trasporto che sente per lui. Ma qualcosa non scatta. Proprio mentre sente le mani di Michael lungo la sua schiena, alla ricerca di un'apertura, di un accesso per un contatto con la sua pelle, si ritrae da lui, quasi avesse preso la scossa. Si allontana scostandosi energicamente e abbassando lo sguardo subito dopo, imbarazzatissima.
Michael ci rimane malissimo.
"Hud." Mormora con la paura nella voce. Teme che possa aver fatto qualcosa che a lei non andava, teme di averla ferita, di aver osato troppo. "Hud, ti prego dimmi qualcosa.."
"Scusami, Michael, davvero.- sussurra la ragazza con il dispiacere nella voce. I suoi occhi scuri ritornano a reggere lo sguardo dell'innamorato. - perdonami. Ma proprio non me la sento. Vorrei, oh non sai quanto, ma non mi sento pronta adesso, cerca di capirmi.."
Michael, leggermente più sollevato, le sorride dolcemente sfiorandole il viso con il palmo della mano. "ehi…- sussurra.- sei sicura che non ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?"
La ragazza annuisce e si riavvicina al suo rassicurante Michael. "si, sicurissima. Io.."
Il ragazzo le sfiora con le dita le labbra, per farla interrompere.
"allora tutto bene. Ehi.. sul serio.. non c'è assolutamente problema. Io ti aspetterò. E quando ti sentirai pronta, io ci sarò"
Gli occhi della ragazza diventano lucidi per qualche istante.. aveva perso almeno due ragazzi perché non avevano accettato di aspettare che fosse pronta per un passo tanto bello quanto decisivo.
Ma non Michael. Sapeva che era diverso. E questa nuova conferma la fa riempire d'amore per lui.
Con uno slancio, gli butta le braccia al collo. Michael, piacevolmente sorpreso, accoglie dolcemente il suo abbraccio. "grazie." Sussurra Hud con il volto appoggiato alla spalla di lui.
Michael le accarezza i capelli. " per te farei tutto, Hud." Sussurra dolcemente.
La ragazza chiude gli occhi abbandonandosi alla bellezza di quel momento. E, forse per la prima volta nella sua vita, si fida di un ragazzo.
'per te farei di tutto' frase che avrebbe considerato banale, scontata e intrisa di falsità.
Per te farei di tutto. Ma detto da Michael, per la prima volta, sa che è vero.

La luce delicata del sole mattutino illumina la giovane coppia che riposa beatamente sul letto enorme della camera del ragazzo inondata dalla luce tenue del sole che filtra tra le tende. La stanza è immersa nel più completo silenzio, l'unico rumore appena percettibile è il tic tic della sveglia posta sul comodino del ragazzo, che scandisce con precisione lo scorrere inesorabile del tempo. Quando finalmente la lancetta dei minuti passa sopra il dodici, la sveglia sembra avere un sussulto e anche le altre lancette hanno come uno spasimo. L'orologio si blocca totalmente poi esplode in tutta la sua energia facendo scattare il suo classico TUMP TUMP prima lento e rado, poi sempre più fitto e ad un volume sempre più alto. Le palpebre del ragazzo iniziano a muoversi e finalmente si spalancano, dando un aspetto appena più vitale a quello che sembra solo un groviglio di braccia e gambe. Tom sbadiglia mentre, con gli occhi serrati, cerca con le mani la sveglia sul comodino. Trovatala, la prende e se la porta
ad un centimetro dal viso. "cazzo.- mormora.- sono già le dieci.." conclude con uno sbadiglio, poi posa la sveglia e finalmente il suo sguardo torna a posarsi sulla ninfa che dorme attorcigliata a lui. Rose dorme così beatamente che svegliarla gli sembra un vero peccato mortale.
Inizia a smuoverla con delicatezza ma lei, imperterrita e testarda come sempre, anche nel sonno, scioglie l'abbraccio, prende tra le sue braccia - al suo posto.- il cuscino e si volta dall'altra parte, con un atteggiamento che, se non stesse dormendo, definirebbe di sfida. Tom sorride di quei movimenti.. Mamma mia, possibile che questa ragazza sia un mito pure mentre dorme? Con il sorriso sulle labbra, cerca di nuovo di svegliarla, scuotendola leggermente per le spalle. "Roose" il movimento dura finché la ragazza, con un gesto di stizza, si gira di colpo facendo roteare il braccio sinistro che si infrange direttamente sul naso del povero Tom.
Il giovane impreca ad alta voce mentre si scosta da lei, coprendo con le mani il naso dolorante.
Con tutto quel fracasso la ragazza inizia a svegliarsi per forza e la prima cosa che i suoi occhi verdi focalizzano è proprio l'immagine del suo ragazzo che, con gli occhi lucidi (non che Tom pianga per questa cavolata, di solito quando si prendono grosse botte sul naso la prima cosa che accade è che gli occhi si riempiono di lacrime.. non so a voi, a me mi è sempre successo così!NdA) si copre con le mani il naso dolorante, farfugliando proteste e insulti che non riesce a capire. Nonostante le sfugga il fatto che a causare tutto sia stata proprio lei, scoppia a ridere per la semplice comicità della scena. "amore.- mormora poi, tra le risa.- ma che hai fatto??? Su.- gli toglie con un gesto quasi imperioso, la mano dal naso.- su, fa vedere. Ehi ma è tutto rosso!! Tom, ti metti a fare a botte anche nel sonno, adesso? Sei peggiorato, eh!"
Il ragazzo la guarda con uno sguardo per lei indecifrabile. "ah, io sarei quello violento ??? Guarda, tesoro, che questo bel lavoretto l'hai fatto tu!!"
Rose sfoggia un delizioso sguardo innocente; e di fatto, con i capelli tutti spettinati, gli occhioni verdi ancora semichiusi e l'aria beata, chiunque l'avrebbe detta un angioletto della Cappella Sistina appena uscito dalle abili mani di Michelangelo. "io?- mormora, fingendosi indignata.- ma se dormivo fino a pochi minuti fa!"
"sì amore.- concorda lui avvicinandosi alla bocca vellutata di lei.- ma, a quanto pare, riesci ad agitarti pure nel sonno! Possibile che non riesca a rilassarti un attimo, nemmeno mentre dormi??"
"eh, quanto la fai lunga.- Risponde lei, alzando dolcemente gli occhi al cielo.- per un cazzottino sul naso, poi, che vuoi che sia!"
"niente, infatti, al confronto di tutti i calci che dissemini mentre dormi!"
"e io allora?- scatta la ragazza, mettendosi seduta e lasciando che il lenzuolo di seta bianca la lasci un po' scoperta. - che devo sorbirmi tutta la notte te che russi come neanche il motore dell'auto di Formy?"
Tom scatta pure lui a sedere e con un tono tra l'incredulo e il divertito ribatte: "questa è bella! Io russo! Ma se non ho mai russato in tutta la mia vita!.- poi, in tono malizioso- guarda, sei la prima donna in assoluto che si lamenta di avermi sentito russare. Tutte le donne che ho avuto non hanno mai.." ma non riesce a finire la frase perché la ragazza, con un improvviso moto di gelosia, gli si è praticamente buttata addosso, con l'intento di scatenare una delle loro lotte campali. Tom scoppia a ridere di fronte a quell'agguato e si lascia spingere sul letto dalla ragazza.
"provaci un'altra volta!- lo minaccia Rose, con la voce per nulla incline allo scherzo.- provaci di nuovo a menzionare la tua lunghissima lista di amanti che io.."
"tu cosa.- l'interrompe il ragazzo con un sorrisetto divertito.- tu cosa fai…?"
Rose risponde per le rime, sfoderando un bellissimo sguardo malizioso. "non mi provocare, brutto insensibile, altrimenti vedi che ti succede! Ma non ti vergogni nemmeno un po'? Stiamo insieme a fare le coccole e tu mi tiri fuori la tua lista di donne?"
Tom, a un soffio dal volto di lei, scoppia di nuovo a ridere. " le coccole? Ma guarda che sei forte, eh? Non stavamo litigando su chi faceva più confusione la notte??"
Entrambi scoppiano a ridere sommessamente, tra le coperte, mentre i loro corpi sono di nuovo l'uno sull'altro. Rose sorride e gli accarezza delicatamente i lineamenti del viso ammirandone di nuovo la perfezione e l'eleganza. "ti amo. Lo sai, vero?" sussurra poi fissandolo con i suoi occhi verdi e lasciando che le sue gote arrossiscano lievemente. Tom la osserva con tenerezza. Ancora arrossisce quando gli dice 'ti amo'….
Il ragazzo le sposta dolcemente i capelli dal viso cercando anche di pettinarglieli lievemente, poi le bacia la fronte e le palpebre socchiuse, quindi la punta del naso e poi finalmente le labbra dolci e vellutate che si schiudono e accolgono piacevolmente il suo bacio. Quando si staccano passano ancora qualche secondo a fissarsi intensamente negli occhi, poi il ragazzo le sorride dolcemente e sussurra, anche lui con una certa emozione nella voce. "ti amo anch'io, amore mio."
La ragazza gli sorride dolcemente e Tom pensa che il sorriso della sua Rose sia la cosa più stupenda che abbia mai visto. Fa per dire qualcosa ma improvvisamente la ragazza scatta a sedere sul letto, come mossa da un presentimento. I suoi occhi verdi si muovono subito in direzione della sveglia.
"le dieci???- urla, incredula.- Oh Dio santo, ma è tardissimo! Abbiamo dormito tutta la mattinata!!!" esclama scansandosi il lenzuolo e scendendo velocemente dal letto. "ma ti rendi conto di quant'è tardi????" continua poi, con voce leggermente isterica, mentre si abbassa cercando di raccattare la sua roba.
"per forza.- risponde Tom, mentre si stiracchia la schiena.- ieri sera siamo stati su fino a tardi… siamo andati a dormire alle quattro di mattina, come potevi pensare di svegliarti prima? Fortuna che avevo la sveglia attivata alle dieci, altrimenti può darsi che ancora stavamo a dormire.."
Rose intanto si è già infilata le mutandine e il reggiseno e sta cercando i suoi shorts sotto il letto.
"colpa tua!- esclama con voce un po' roca per la posizione.- lo dicevo, io, di tornare a casa prima!"
"ma dai, era una discoteca bellissima!" commenta l'altro cercando pigramente di vestirsi.
"ho capito ma se ci stavamo un'ora di meno era la stessa cosa!!!- ribatte lei.- e datti una mossa che la lezione di danza mi inizia alle dieci e mezzo!!! Senza contare il fatto che devo pure passare a casa a prendere il borsone!Mamma mia, arriverò sicuramente in ritardo e Mary mi si mangerà con i panni addosso!!! Capirai, era tutta completamente andata, mi ha detto che oggi c'era una novità importantissima che dovevo.."
"ah Rose!- esclama l'altro.- mi hai già intontito ma a te la lingua non si secca mai, eh?"
La ragazza, in risposta, gli fa la linguaccia mentre si infila la sua maglietta bianca. "intanto io sono pronta.- esclama con un sorriso furbetto.- e tu devi ancora metterti i pantaloni! Avanti, veloce, muoviti! Senti, come posso fare per evitare quei curiosoni dei tuoi familiari e poterti aspettare di fuori?"
Tom tira un respirone. "ah bella domanda."
In effetti è vero: uscire di casa sottraendosi alle mille domande dei suoi familiari, è un'impresa titanica, potrebbero prenderci spunto per mission impossible V. Il ragazzo si limita a sorriderle e, dopo averci riflettuto un attimo, propone: "prova passare per il retro, c'è quella porticina per cui siamo passati quella notte, ti ricordi? Quella dove c'aveva aperto la peruviana!"
Il volto di Rose per un attimo adombrato si illumina: "ah!- esclama.- ho capito!! Senti io vado, tu non farti aspettare in eterno, ok?"
Tom fa segno di sì con il capo mentre l'osserva sgusciare velocemente fuori dalla stanza.
Rose attraversa di soppiatto il corridoio e raggiunge in pochi passi quella porticina di legno bianco a cui ha accesso solo la 'servitù' di casa Bishop. Oddio servitù che brutto termine. Sembra di stare nel seicento, invece che nel ventunesimo secolo…bah..
Vede che è ermeticamente chiusa a chiave ma per fortuna le chiavi sono proprio lì accanto alla porta, appese ad un elegante portachiavi da parete di bronzo. In due secondi apre la porticina, poi ripone le chiavi al loro posto quindi esce velocemente, come una fuggevole apparizione. Si ritrova in quel cortiletto dove quella serata lei e Tom avevano passato alcuni attimi nella ricerca cervellotica di un modo per entrare in casa.. lui che voleva mettere in mostra le sue abilità da ladro e lei che,come sempre, aveva avuto l'idea più veloce, facile e indolore. In due parole, l'idea migliore: bussare e svegliare la peruviana. Certo, c'era comunque un risvolto negativo: la peruviana, infatti, aveva subito spifferato la loro storia ai mille venti, però, caspita, ne era valso davvero la pena. E poi la loro storia non poteva restare nascosta ancora. E a quale fine, poi?
Attraversa il cortile, poi il giardino e in un attimo è lì sul marciapiede, accanto alla moto di Tom, parcheggiata solo 7 ore fa. Non fa nemmeno in tempo a pensare *Fiiuu, è andato tutto bene* che la voce gaia e spensierata di Diana raggiunge le sue orecchie. "ROSE!" la ragazza, ancora di spalle, esibisce un finto sorriso. "ecco, appunto." Ma si gira cordialmente, anche perché, nonostante tutto, lei a Diana vuole davvero bene. La bambina, che stava in giardino, sta ora correndo all'impazzata verso di lei, e, raggiuntala, si butta a tuffo tra le sue braccia.
"piccola.." mormora Rose, felice di rivederla. Magari poteva incontrarla un giorno in cui ha più tempo, però va bene lo stesso. Tanto deve aspettare Tom.
La bambina si scosta da lei e le sorride, affettuosa. "come stai? Lo sai che la scuola è finita?"
"sto bene tesoro.- risponde Rose scompigliandole i capelli.- ma dai, allora adesso tutte vacanze, eh? E brava la mia piccola Diana… dimmi, che farai di bello durante l'estate?"
"bah.- Diana alza le spalle, con un movimento quasi scocciato.- niente di speciale. Da quando la mamma non c'è più, le estati le passo sempre da mia nonna, in campagna. Ma Tom non ci viene mai e nemmeno papà."
Il sorriso di Rose si rabbuia un po'. Povera cucciola, deve soffrire ancora tantissimo per la perdita della madre. Diana senza di lei deve essere persa. Il padre lavora tutto il giorno, Tom sta in giro tutto il giorno e tutta la notte. E in più ora lavora anche. Con un sorriso un po' triste, Rose le stampa un bacio sulla guancia, guadagnandosi un sorriso timido ma sincero, da parte della bambina.
"ti va se poi chiedo a Tom l'indirizzo della casa di tua nonna, così ogni tanto ti vengo a trovare e giochiamo un po' insieme?" domanda sistemandole i capelli dietro le orecchie. Diana sorride e i suoi occhi, prima lucidi, sono di nuovo tornati tranquilli. Anzi, sono addirittura gioiosi. "davvero lo faresti???- Rose annuisce.- e porti con te anche Tom?"
"beh ma questo è sicuro, fidati. Vedrai, ci divertiremo.." mormora con un tono quasi solenne. Perché quella è una promessa solenne, non l'ha detto tanto per dire, così, come spesso i grandi parlano ai bambini. Non bisogna mai parlare a vanvera con i bambini, fare promesse che non si possono mantenere, mai. Non bisogna mai credere che loro non capiscano o che dimentichino in fretta, come fanno i grandi. I bambini sentono tutto e registrano nella loro infallibile ed ingenua intelligenza. Per questo non ha sparato, ma c'ha pensato su prima di dire una cosa del genere. La delusione è una delle cose più brutte presenti sulla faccia della terra…
Prima che i ricordi la sommergano, Diana parla di nuovo. "che fai, esci con Tom?" domanda soavemente.
"proprio così.- risponde.- e.. ah, guarda, eccolo!" in quell'istante Tom, approda lì accanto a loro. Subito prende in braccio la sorella, dicendo: "ehi, piccola peste! Che fai da queste parti, stavi tenendo compagnia a Rose?"
"sì.- risponde lei, poi si avvicina subito all'orecchio del fratello e sussurra.- sai che è tanto bella, Tom? Anch'io da grande voglio essere come lei… ma non glielo dire, va bene?" Il ragazzo scoppia a ridere, le dà un leggero bacio tra i capelli quindi la mette giù. "su, fila adesso che la peruviana già ti starà aspettando. Noi andiamo, ci vediamo, ok?"
Diana annuisce, tira un bacio ad ognuno dei due poi corre di nuovo verso la villa, questa volta più felice di quando era venuta. "tua sorella è fantastica.- mormora Rose seguendola con lo sguardo.- peccato." Conclude con un sospiro.
"peccato cosa?" domanda Tom mentre si sistema lo zaino e apre la moto, posizionandosi.
"peccato che sia sempre sola. Secondo me dovresti darle più attenzioni."mormora a bassa voce, temendo di essere troppo irrispettosa, ficcanaso, temendo di fare la figura di quella che vuole impicciarsi degli affari degli altri. Ma ormai è troppo tardi, ormai il discorso l'ha aperto.
Il ragazzo sospira e si volta verso di lei. "credo che tu abbia ragione. Ma infondo la compagnia non le manca, ha la casa sempre piena di amichette." Il suo tono è rigido nonostante voglia sembrare disinvolto; rigido come chi sa di essere pienamente nel torto.
"comunque.- la voce di Rose, invece, è totalmente rilassata.- questa estate le ho promesso che andremo a visitarla spesso, d'accordo?" Il ragazzo si volta verso di lei. Per un attimo la giovane teme che Tom possa essersi arrabbiato, invece no, sorride. Forse anche lui aveva avuto la stessa idea ma non gliela aveva proposta perché magari credeva che a lei non sarebbe andato.
"perfettamente d'accordo..- il suo umore torna gaio e spensierato.- ok, che ore sono?"
La ragazza controlla l'orologio: "le dieci e un quarto! Tom non ce la faremo mai, nemmeno volando!"
Subito si morde la lingua, consapevole di aver parlato una volta di troppo.
Ed infatti, puntualmente, Tom si gira verso di lei e con uno sguardo altamente provocatorio dichiara: "nemmeno volando, eh?" senza lasciarle il tempo di dire mezza parola, subito accende il motore e dopo appena un secondo scarso la sua moto sfreccia velocemente su strada tanto che Rose deve aggrapparsi forte alla schiena del suo ragazzo per evitare di cadere. Mannaggia a lei e a quando non si sta mai zitta!
Nonostante tutto, però, in non troppo tempo è di nuovo davanti casa. Scende dalla moto e con uno scatto si dirige a casa sua dimostrando di saper correre agilmente anche sopra i tacchi dell'altra sera. Vola in casa ed Emily, che si immaginava di vederla prima o poi sbucare dalla porta, non le fa nemmeno varcare la soglia. "eccoti il borsone.." esclama non appena Rose apre la porta di casa.
Rose, sorpresa, le sorride raggiante. "grazie Emily!-esclama.- forse riuscirò a non farmi sbranare viva.."
"dai, dai, corri.."la incita la donna vedendo la sorella correre di nuovo lungo le scale.
In pochi secondi è di nuovo a bordo della moto nera, dietro al suo bellissimo cavaliere.
"di volata!" esclama Tom facendo partire di nuovo la sua temibile freccia nera.
Le dieci e quaranta e la moto in questione si ferma nei pressi del teatro. Rose scende agilmente dal mezzo come un'amazzone dalla sua giumenta in corsa. Prima, però, di scattare verso l'entrata del teatro, si gira verso il suo ragazzo e gli bacia fuggevolmente le labbra.
"ehi, ti sembra un bacio, questo?" si lamenta flebilmente il ragazzo, con aria sorniona.
"accontentati..- sussurra Rose baciandolo di nuovo.- mi passi a prendere, questa sera?"
"certo… vai dai, e cerca di sopravvivere, eh?" conclude mentre osserva la ragazza, con il borsone a tracolla, correre verso il teatro e alzargli, pur da dietro, il pollice in segno di 'ok'. Sorride vedendola correre così in fretta.
Questa Mary deve essere una tipa tosta sul serio.
Osserva di nuovo l'orologio, sospirando. Arriverà in ufficio come minimo alle undici.
Altro sospiro.
Forse Rose non sarà l'unica a prendersi una lavata di capo, oggi.

Il sole entra dalle porte socchiuse della segreteria del teatro lasciando un'impressione di una vaga luce che filtra, come a rischiarare la tenebra del teatro. Rose finisce di sistemarsi, per l'ennesima volta, le scarpette che, dopo solo 4 ore di prove hanno iniziato a infastidirla enormemente.
Poi si sistema, frettolosamente, anche il vestito mentre tende l'orecchio per sentire chi sta provando in questo istante. La voce dell'attore che interpreta la parte di Frollo giunge alle orecchie della ragazza che, concentratissima, si dirige proprio dietro alla tenda rossa del palco, la apre leggermente e osserva con occhi attenti lo svolgersi della scena sul palco. Tra poco deve entrare.
No, come non detto. Mary interrompe la scena ed inizia a sbraitare come un'ossessa contro il ballerino che accompagnava la canzone, rimproverandolo in maniera estremamente esagerata per essere andato un po' fuori tempo. Sospira e si ritrae, chiudendo la tenda: la sua entrata in scena è rimandata di minimo venti minuti… ne approfitta per sedersi un istante e riprendere fiato.
Dopo la grandissima ramanzina che aveva dovuto subire dalla sua insegnante, proprio non riesce più a sentirla gridare.
Questa mattinata ne erano successe di tutti i colori.
Innanzitutto c'era stata una specie di assemblea tra tutti i ballerini e cantanti del musical 'Notre dame de Paris' in cui Mary aveva annunciato, in maniera del tutto improvvisa , così, tra capo e collo, senza dimostrare il benché minimo tatto o lasciar loro la possibilità di sedersi un attimo, che le prove erano addirittura triplicate per tutto il mese.
L'annuncio era stato accolto dalla platea con un silenzio sovrumano. Per qualche minuto non era volata una mosca, tanto tutti erano impietriti. Poi, impavida e sfrontata, una ballerina si era alzata in piedi e aveva iniziato a gridare le sue ragioni e ad urlare contro Mary.
Inutile domandarci chi sia stata , ovviamente…
Lei e Mary, quel giorno, avevano quasi rischiato di prendersi a capelli, tanto Rose era furibonda.
E che, si fa così? Ancora non riesce a farsene una ragione, se pensa che starà rinchiusa tutto il mese di maggio in questo stupido teatro! Dovrà sorbettarsi quintali di ore di allenamento!!!Ma non è finita qui!!! Lei, infatti, non è una ballerina qualunque. Lei è la ballerina che affianca la figura di Esmeralda, quindi la prima ballerina del musical.
Se all'inizio (tempo prima) aveva saltato di gioia al pensiero di avere una parte importante nel musical, e aveva (segretamente, è ovvio) ringraziato Mary per averla affiancata alla figura di Esmeralda, adesso vorrebbe mettere la testa nel water e scaricare fino a che non impara ad essere più furba.
Solo ora capisce perché Mary le aveva fatto quel sorriso che sapeva tanto di malizioso e di cattivo quando le aveva annunciato che sarebbe stata la prima ballerina del musical!
Per forza, con una parte importante si raddoppia il pacchetto ore di prove! Ovvio! E pensare che lei aveva accettato la parte senza nemmeno rifletterci un secondo! Stupida, stupida, stupida!
E adesso ne paga le conseguenze.
Se ancora questo non fosse sufficiente, a metà dell'assemblea, quando ancora si stava animatamente discutendo riguardo i giorni di prove e gli orari, una telefonata aveva mandato tutto all'aria e aveva fatto saltare i nervi a tutti. La telefonata era partita da James, il ballerino che fa coppia fissa con Rose, quello che affianca la figura di Febo. Si è rotto una gamba: uno stupido tamponamento lo ha fatto sbandare e andare contro un palo… la sua parte è scoperta a soli due mesi dalla prima.
Il caos era divampato in maniera assurda. Poi Mary aveva riacquistato lucidità e aveva chiamato un ballerino che conosce molto bene e che, aveva detto, avrebbe preso il posto di James.
Tze.. chi sa come farà ad impararsi la sua parte in poco più di due mesi? Assurdo. Ma Mary aveva giurato che questo suo ballerino ne sarebbe stato all'altezza, che era un vero professionista, bla bla bla…
È ancora immersa in questi pensieri quando un urlo, più acuto dei precedenti, la fa sobbalzare sulla sedia di legno. Oh Dio, che diavolo sarà successo? Di solito quando Mary raggiunge certi decibel deve essere accaduto qualcosa di veramente grosso.
Poi, tra le urla, riconosce bene il suo nome. "ROOOOOOOOSEEEEEEEEEEEEEEEEE"
Subito scatta in piedi, cercando anche di non cadere dalla sedia e, scostando la tenda, fa il suo ingresso in palcoscenico.
Mary, subito sotto il palcoscenico, contrariamente al tono di voce, non sembra irata, anzi gioiosa. "oh, finalmente! È arrivato il ballerino, vuoi degnarti di conoscerlo, visto che dovrà fare coppia con te, sciagura umana????"
Rose annuisce, sorridente e sollevata. Oh, e conosciamolo questo mito, questa prodezza della natura. I suoi occhi verdi, curiosi ed ansiosi, osservano il famoso ballerino in questione entrare dall'ingresso principale nel teatro. Tutta la troupe del musical sembra essersi mobilitata per l' 'evento'. Che esagerazione, è solo arrivata una riserva. Sì, una riserva che però potrebbe salvare il notre dame de paris dallo sfacelo completo.
Mary, vedendolo arrivare, lancia un grido di gioia, di quelli che Rose non sentiva da tantissimo tempo.
"CHE GIOIA, FINALMENTE SEI QUI!!!AVANTI, VIENI..- poi, voltandosi scattosamente verso di lei.- Rose, fila a prendere il copione del musical, muoviti!" ruggisce come un'aristocratica verso la sua povera sguattera. E Rose obbedisce. Con uno sobbalzo degno di una fedelissima domestica vola di nuovo dietro le quinte, imprecando mentalmente.
Quando ritorna sul palcoscenico il ragazzo nuovo e Mary sono lì insieme ai dirigenti più importanti. Rose si fa strada ma quando raggiunge la sua insegnante e vede il suo nuovo compagno di danza, il mondo è come se le crollasse addosso. Sarebbe stato meglio rimanere dietro le quinte a vita.
Il copione del musical quasi le sfugge di mano non appena i suoi occhi verdi incontrano quelli neri e lucenti del nuovo ballerino.
Questo le sorride con un'aria disinvolta. "ciao Rose." Mormora il ragazzo esibendo un sorriso assolutamente affascinante.
La ragazza rimane pietrificata, assolutamente incredula. "…Daniel..."

Fine ventunesimo capitolo

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Capitolo 22
*** DIMENTICA PER ME ***


Ciao a tutti!
Ta-dat!!!! (chissà se si scrive così..) visto che brava, visto che puntualità??
Beh, volevo farmi perdonare per il super ritardo dell'altra volta… ;)
Che dire, questo chap .- vi avverto.- è un po' triste…le cose tristi non piacciono tanto nemmeno a me, ma certe volte sono proprio costretta.. è un chap molto introspettivo ed è uno spaccato sul passato della nostra Rose!
Che dire, un grazie a tutti quelli che seguono la storia!
Un bacio!!!

Ciao Miyu90!!!!
Oddio, oddio, mi dispiace davvero!!!!! Chissà da dove mi è uscito, sul serio…sarà il caldo, excuse moi! (ho subito corretto l'errore!) Beh, ancora un grazie di cuore per tutti i complimenti, mi fai arrossire!!!!!!!!!! Hai visto che brava, questa volta ho aggiornato presto!!!! ;)
Certo che non mi dispiace se mi fai un po' di pubblicità!!! Anzi!!! Mi fai davvero felice, mi sto impegnando molto per questa storia e sono ipercontenta se la vengono a leggere anche altre persone!!!!
Grazie ancora!
Un bacio!!!!!

Ciao Franca!!!!
Ma dai, di che ti devi scusare?? Ognuno ha le sue idee, però mi dispiace se hai avuto un periodaccio.. anche io ne ho passato uno a fine maggio… non mi si poteva parlare! Ringhiavo e graffiavo!!!! Hai ragione a prevedere maretta..…
Grazie per i complimenti e la recensione!!!
Fammi sapere che ne pensi, mi raccomando!!!
Un bacio!!!!!!

Ciao Damynex!!!
Centro! Proprio così, Daniel è stata la prima fiamma della nostra eroina..
Sono contenta che ti rispecchi tanto con il personaggio di Hudson e che ti piaccia la coppia H&M… tu assomigli ad Hudson, io sono -per alcuni tratti.- la copia sputata di Rose.. saremmo potute essere amiche! ;) grazie ancora per tutto,
un bacio!!!!!

Buona Lettura,
Diomache.

PROFUMO DI MENTA

CAPITOLO XXII:

DIMENTICA PER ME

"Tutto ciò che so te lo dirò e tutto ciò che non sai dire spiega il mare
Ti prego non fermarti proprio adesso perché dopo non si può…

Stop! Dimentica
questo silenzio,
non vale neanche una parola ne' una sola e quindi,
Stop! Dimentica perché
e tutto il resto andrà da se
Dimentica perché
dimentica per me."

"Stop! Dimentica" di Tiziano Ferro.

Gli occhi verdi della ragazza non smettono di fissare il ballerino, il ragazzo che ha riconosciuto, che non potrà mai dimenticare.. Daniel. Non è possibile che sia lui. Come può essere? Lui era partito per San Francisco, quattro anni fa, com'è possibile che si qui davanti a lei? Come può essere il nuovo ballerino che sostituirà James, poi???? Lo guarda, cercando qualcosa del ragazzino che ricordava. Sì, è ancora lui. I suoi occhi neri vellutati, i capelli dello stesso colore, la carnagione già abbronzata dal sole, il fisico scolpito. Anche se i tratti più o meno sono gli stessi di quando lui aveva 19 anni e lei 17, il suo sguardo è diverso, più maturo. Ha ventitre anni, ora, l'età del suo Tom. Daniel.. non ci credo, non puoi essere tu…
"bene.- la voce di Mary interrompe i suoi pensieri.- vi presento. Rose, lui è Daniel Heffrey. Daniel, Rose Sandecker."
Il ragazzo le porge la mano con il suo solito sguardo ironico e sensuale. "è un piacere rivederti Rose.."
Vorrebbe rispondere 'anche per me'. Ma non ce la fa. Si limita a sorridere dicendo un "grazie." davvero stentato.
"OK!!!!!- l'urlo della sua insegnante fa sobbalzare tutti quanti.- RIMETTIAMOCI AL LAVORO!!!!.- poi si volta verso i due.- Rose, inizia ad insegnare a Daniel la sua parte, andate nella sala prove."
Ecco, l'ultima cosa che avrebbe voluto: restare sola con lui. Con un sospiro, la ragazza annuisce e a Daniel fa segno con la testa di seguirlo. I due, lui vestito come un ballerino di danza moderna, lei con scarpette e tutù, da perfetta ballerina di danza classica, si avviano, scendendo dal palco, attraversando il teatro e recandosi, tramite una scala a chiocciola, nella sala prove, dislocata sotto il palcoscenico, in un piano quasi sotterraneo. Un luogo umido e caldissimo che, d'estate specialmente, è una sorta di forno crematorio nonostante sia dotata dei più moderni congegni di condizionamento d'aria. La stanza, molto grande, è dotata di specchi e di sbarre e di un grande impianto stereo. Tuttavia le sue pareti sono state eseguite in modo tale che fosse isolata dal resto del teatro: anche sentendo la musica a tutto volume o urlando a squarciagola, il resto del mondo resterà perfettamente ignaro di tutto ciò che vi accade dentro. Tutto questo non è mai stato molto rassicurante.
Qualcuno infatti aveva obbiettato che se qualcuno si sente male è condannato a crepare laggiù, allora era stato applicato una sorta di interruttore rosso alla parete, premendo il quale si sarebbe scatenato una sorta di allarme in tutto il teatro e qualcuno sarebbe accorso a vedere quello che stava accadendo.
Se i giorni passati Rose aveva considerato quel tasto molto simile agli allarmi che si mettono in ospedale vicino ai letti degli ammalati, ora, invece, lo vede come qualcosa di estremamente tranquillizzante. Non che avesse paura di restare sola con Daniel, ma… non sa. Non si sente affatto a suo agio con lui, ora. Ah, che buffo. Quando aveva 17 anni avrebbe dato la luna per poter passare un pò di tempo sola con lui … va beh, ma sono anche passati quattro anni….
"bene.- è proprio Daniel ad interrompere lo strano silenzio creatosi.- ti giuro ci sono rimasto di sasso."
Gli occhi verdi della ragazza scrutano quella espressione sicura, tipica di Daniel. Almeno quella non è affatto cambiata. "giuro che non avrei mai creduto di trovarti qui… ma dai, ma ti rendi conto di quanto tempo è trascorso??? Quattro anni, Rose!!!" esclama, allegro.
La ragazza sorride. Infondo non è cambiato. Allegro, solare, frizzante, sicuro di se.
"già.- risponde, sciogliendosi.- anche io ci sono rimasta non appena ti ho visto.. ma che diavolo ci fai qui????"
Ecco, non sono bastati pochi secondi che già il suo disagio è scomparso. Se Daniel ha un pregio è proprio quello di non far imbarazzare le persone. Molte ragazze si potrebbero sentire a disagio vicino a lui, ci sono tutti i parametri: bello, determinato, affascinante. Invece Rose, dal primo giorno in cui si erano conosciuti, si era subito trovata in sintonia con lui. E anche ora. L'imbarazzo iniziale è sparito completamente, come se una macchina del tempo li avesse catapultati quattro anni indietro e si trovassero in un corridoio del liceo. Che bella storia era la loro. Peccato che poi proprio Daniel abbia dovuto rovinare tutto.
"ma sai, sono un paio di mesi che sto qui a New York.- risponde ridendo.- mi mancava casa mia, capisci, dopo il trasferimento di quattro anni fa, non ero più venuto. Mamma mia che trauma, a San Francisco! Tutta gente nuova, sballata, diversa, un casino bestiale!" parla con la voce leggermente alta, gesticolando. Si vede che ha origini italiane. È il solito fuori di testa, il solito bontempone.
"quindi ti sei trovato bene in California, tutti pazzi come te.." risponde la ragazza, divertita, con le braccia incrociate.
"all'inizio no, che casino, non puoi capire!!!- esclama.- ma poi, oh mi sono dovuto applicare, eh? Mi sono scervellato, ho capito come funzionavano le cose lì e.. piano piano mi sono adattato! Che ti devo dire, gira e rigira tutto il mondo è un paese!"ridono entrambi, felici di essersi rincontrati di nuovo. "ma tu dai, parlami di te!!!!!! Ti ho lasciato che c'avevi 17 anni, eri una ragazzina e ti ritrovo che sei un pezzo di femmina!! Allora, non mi dici niente???"
Rose sorride, iniziando a giocherellare con il tutù. "studio Biologia all'università e, come vedi, ballo ancora…e poi sono fidanz.."
"oh ma sei diventato un pezzo grosso, comunque, eh? La prima ballerina del Musical, caspita!!" involontariamente la voce allegra di Daniel la interrompe proprio mentre stava per parlargli di Tom. Peccato, avrebbe voluto raccontargli di lui.. ci sarà un'altra occasione…
"beh, anche tu!.- risponde lei.- l'ultima volta che ti ho visto ballare eri un fenomeno ma non credevo mai che saresti giunto a questi livelli, bravo!"
"eh, ragazza mia, a San Francisco ho cercato di sviluppare le mie passioni perché non avevo amici, non avevo nessuno. Non sai quanto ho maledetto mio padre per questo trasferimento, Rose, guarda, povero vecchio quanti anatemi gli ho lanciato lo so solo io!"
Rose ride di nuovo. Oh Daniel, adesso ti riconosco. Mi sembra di rivederti, il giorno in cui ci siamo conosciuti, mi ritorna tutto in mente. Sei sempre tu..
"beh, forse è meglio se cominciamo.- conclude Rose, aprendo il copione. - non vorrei prendermi un'altra lavata di capo da Mary, m'è bastata quella di oggi.."
"fammi indovinare…- il volto di Daniel rimane enigmatico qualche secondo.- ritardo, eh?"
Rose sorride. "inevitabilmente in ritardo."
"come ai tempi del liceo. Ancora ricordo i castighi che la signorina Swann ti infliggeva!!!!"
"oh, adesso basta!- protesta ridendo la giovane.- ti ho detto che dobbiamo iniziare, sei il solito svogliato!" Daniel si mette una mano sul cuore, con aria solenne. "giuro: non interromperò più."
"bene."conclude la giovane, aprendo di nuovo il copione.
Il ragazzo le si avvicina leggendo e vedendo la sua prima parte nel musical. Ma dopo appena qualche secondo i suoi occhi neri si spostano dal libro cartonato alla ragazza accanto a lui. Osserva i suoi lineamenti gentili ed eleganti, le sue labbra, i suoi occhi concentrati e di quel verde smeraldo che l'aveva sempre abbagliato. Oh Rose, non sei cambiata. Sei bellissima come allora, anzi lo sei di più. Prima eri poco più di una bella bambina ma ora sei…stupenda.
Assolutamente stupenda.
E una donna, ora.
Una bellissima donna.

Lo squillo improvviso del cellulare si diffonde all'interno della biblioteca facendo letteralmente sobbalzare la ragazza dai capelli castani. Hud si precipita sulla borsa, mentre sente su di se gli occhi di tutti gli studenti dell'università. Porca di quella miseria.. mi sembrava di averlo spento, cavolo..
Apre la borsa ed inizia a cercarlo ma, in questi casi si sa, la sua borsetta sembra proprio essere diventata profonda e piena come le tasche di Eta Beta che si sono inghiottite il suo cellulare che, al contrario di tutto, continua a squillare con insistenza. Finalmente eccolo, lo avvista. Fa per chiudere subito la chiamata ma poi vede visualizzato il nome sul display e allora esita, tentennante. Rimane qualche istante a fissare il nome di 'Michael' lampeggiare ripetutamente sul piccolo schermo finché, sospirando, prende il cellulare in mano e, sotto le lamentele dei presenti, esce di fuori sul piccolo terrazzo per rispondere alla chiamata.
"pronto?" apre la chiamata, sperando che l'altro nel frattempo non abbia chiuso. Sarebbe il colmo… tutta 'sta figuraccia per niente…
"ehi, va bene che le donne devono farsi attendere, però stavo quasi per gettare la spugna.." la voce allegra del ragazzo la ripaga delle occhiatacce degli altri studenti.
"fai poco lo spiritoso.- risponde, sorridendo.- ero in biblioteca.. ho fatto una figura misera.."
"sul serio? Cazzo, mi dispiace, Hud…"mormora dispiaciuto.
"ma no dai, non fa niente.- risponde la ragazza.- hai visto quante cose faccio per te?? Allora, dai, dimmi…"
"bah, ti metterai a ridere immagino, ma non ho un motivo lampante… mi andava di sentirti.."
Hud inizia a giocare con un ricciolo. "sei molto carino..." sussurra, mentre arrossisce vistosamente.. fortuna che Michael non può vederla..
"senti ti va di uscire questa sera?"
La ragazza cerca di fare mente locale, pensando se ha impegni per la serata. "questa sera??- rimane pensierosa ancora qualche istante.- no, mi sembra di no.."
"al diavolo, dai, anche se avessi qualcosa ora hai un impegno più importante: me! Dove ti posso portare??? Qualche preferenza??"
La ragazza riccia scoppia a ridere poi risponde, felice di tutte quelle attenzioni. "mah, io non saprei…- poi, improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, si ricorda il suo famosissimo impegno.- oddio Michael, adesso mi ricordo!!!"
"eh no, così non vale.. avevamo detto di azzerare tutto.."
"lo so ma questa sera sono a cena dai miei…" sussurra la ragazza passandosi una mano sugli occhi.. cielo, ma come ha fatto a dimenticarsene??? Saranno almeno due giorni che sua madre gli rompe con questa benedetta cena!!!!
"ah beh, dai, se sei impegnata con la tua famiglia…"
Ecco, lo sapeva, Michael c'è rimasto male…
E se invitasse anche lui??? Come la prenderebbe ?? E i suoi genitori??? No, meglio di no. Suo padre inizierebbe subito a preparare i documenti per il matrimonio, sua madre lo rintontirebbe di chiacchiere. E poi, come portare alla sua famiglia un ragazzo di cui ancora non è sicura!! Oddio no, stop, lei è sicura.. solo che… come può presentare ai suoi genitori un uomo al quale non ha ancora detto di 'ti amo'??? E Michael, poi? Accetterebbe??? Come la prenderebbe??? Come un passo eccessivo, magari sarebbe imbarazzato ad incontrare i suoi genitori, infondo non è nemmeno un paio di mesi che si frequentano… e se anche accettasse, quanto sarebbe sincera la sua risposta?? Direbbe di 'sì ' solo perché preso alla sprovvista, perché così, su due piedi, non potrebbe rispondere altrimenti?? No, no, no, no, non va .
Non può portare a casa un ragazzo con cui non si sente nemmeno pronta per fare l'amore.. sarebbe uno sbaglio.. o forse è uno sbaglio farsi tutte queste congetture mentali, questi ragionamenti??
Non sarebbe meglio buttarsi,fare di botto, fare - in due parole.- alla Rose? Agire d'istinto??
No, lei non è Rose. Rose è impulsiva, energica ed imprevedibile. Lei è molto riflessiva invece, deve fare come sempre. Deve continuare ad usare la ragione, non può lasciarsi andare alla sbando.
"scusami Michael, è proprio un bell'impiccio.- mormora, sinceramente dispiaciuta.- mi dispiace. Dovremo vederci un'altra volta.."
Michael annuisce e in seguito dice: "ok, pupa, no problem, figurati! Ci vediamo domani, però, eh, non voglio problemi questa volta, va bene??? Altrimenti ti rapisco direttamente, e bada che non scherzo!"
La riccia scoppia a ridere, poi, con la voce più rilassata conclude la chiamata. "grazie, sei un tesoro. A domani allora e ,credimi, questa volta non mancherò…"
"ah lo so che non mancherai…- risponde sicuro, l'altro.- è una minaccia.."
"va bene. A domani!"
"Hud.- la voce del ragazzo si fa di colpo seria e profonda.- volevo dirti che.."
"sì?" domanda flebilmente la ragazza.
"questa notte non ho chiuso occhio.- si interrompe per qualche istante durante il quale la ragazza rimane letteralmente con il fiato sospeso.- non ho fatto altro che pensarti.."
"scusami per l'altra sera.- dice la giovane.- non mi sentivo pronta.."
"ehi, abbiamo già chiarito, no? Non ti devi scusare.. te l'ho già detto: io non ho problemi, ti aspetterò… non ho fatto che pensare a noi, a quante cose potremo fare insieme…"
Hud sospira, letteralmente in estasi dalla felicità. "Michael non parlare così…- mormora raggiante.-.. altrimenti lascio tutto e vengo da te, dovunque tu sia!"
"Hudson.- finge di rimproverarla lui.- non è cosa ragionevole!" la prende in giro dolcemente.
"stupido!!- lo sgrida lei, per nulla offesa.- ti lascio, devo studiare.. ci sentiamo, eh?"
"ciao bella.."
"ciao.."
La conversazione si conclude. Michael resta a guardare qualche istante il cellulare, poi lo ripone nella tasca del giubbotto, sospirando. Peccato, per un attimo aveva creduto che lo avrebbe invitato da lei, a conoscere i suoi genitori. Non gli sarebbe dispiaciuto, anzi. Magari sono tipi simpatici.
Ok, forse è troppo presto. Ci sarà un'altra occasione. "Franch, mi dai una birra, eh? Dai, fa' 'l favore, che c'ho una sete.." mormora poi rivolto a Franch il barista del loro bar 'da El'
L'uomo annuisce vigorosamente, si abbassa per prendere la birra dal frigorifero posto sotto il balcone, quindi si rialza e gliela porge con un sorriso indagatore. "fammi indovinare, la serata con la tua donna è saltata, eh?"
"Franch, tu una padellata di cazzi tuoi mai, eh???" gli risponde per le rime il ragazzo, provocando la risata del barista.
In quell'istante la porta del bar si spalanca e un gran pezzo di ragazzo tutto vestito in smoking nero, elegantissimo, fa la sua entrata subito sottolineata da un centinaio di coretti. Il ragazzo in questione saluta tutti con la mano, quindi si toglie subito la cravatta mettendola nella tasca della giacca e si toglie pure questa mettendo il tutto su un appendiabiti. In seguito si dirige verso il bancone del bar mentre si slaccia i primi bottoni della sua impeccabile camicia bianca.
Tom.
Sì, proprio lui. Certo che vestito così è proprio irriconoscibile. Se qualcuno venuto dal futuro avrebbe comunicato a tutti gli assidui frequentatori del bar 'da El' la metamorfosi che avrebbe fatto il loro mito Tom nel giro di un paio di mesi, non ci avrebbero creduto nemmeno in cambio di un milione di dollari. E ancora per molti è un mistero inspiegabile. Da perfetto criminale, ladro provetto a provetto economa. E no, non sono notizie che si digeriscono in fretta. Però, quando, staccato da lavoro, Tom entra con quel suo solito fare coinvolgente, slacciandosi la cravatta, la camicia e salutando tutti i suoi amici con lo stesso carisma di sempre, allora tutte le ombre sui visi dei suoi amici spariscono di botto.
È ancora Tom, il loro mito.
"ehi, vecchia canaglia!!!!- Franch saluta il nuovo venuto, brandendo lo straccio con cui stava pulendo il bancone.- com'è andata oggi???"
"ti prego, Franch.- risponde Tom con aria casual- non farmi le solite domande da mogliettina, ok? Fammi una birra piuttosto, va'!"
l'uomo lo rimane a fissare qualche secondo poi ripete gli stessi gesti di prima con Michael.
Tom nota subito il suo amico, seduto poco distante da lui sul bancone del bar. "ehi, Michael!" lo saluta, con una grossa pacca sulla spalla. "che mi racconti di nuovo, eh?"
Il ragazzo riccio si volta verso di lui, con un sorriso un po' mesto. "niente. Oggi m'è saltato un appuntamento con Hud"
Tom lo osserva come se gli fosse cascato il mondo addosso. "embè stai così giù che pare che t'è passato sopra un camion per sta cazzata???? E via, vi vedrete domani!!!!!!!"
"sto esagerando, eh?" domanda l'amico facendo l'ultimo sorso della sua birra.
"ma sicuro, dai! Ehi.- gli si avvicina di più.- sei proprio cotto, eh???"
Michael alza le sopracciglia, quasi sorpreso. "mm.. dici?"
"e una miseria, amico mio!! Ma guardati! Sei uno straccio solo perché non ti è andata in porto un'uscita!"
"forse hai ragione.." mormora Michael, arrossendo in maniera quasi impercettibile. "cazzo, quanto mi sento stupido!"
Tom scoppia a ridere di cuore, poi, dopo aver fatto un sorso della sua birra, esclama. "secondo me dovresti dirglielo…"
L'amico lo guarda come se fosse cascato dalle nuvole. "dirle.. cosa?"
"ma come cosa??? Oh ma ti sei rimbecillito del tutto?? Che ti sei innamorato di lei, no?"
Michael sembra rimanerci di sasso. "credi… che debba farlo?"
Tom sospira e si passa una mano sugli occhi, poi tra i capelli. "è quello che sto cercando di dirti da mezz'ora…."
"sul serio, Tom, io mi sento.. uff.. mi sento.."
"ti capisco vecchio mio.- ride il suo amico.- non sai che faticata dichiararmi a Rose.."
"e.. com'è andata?"
"Michael, ma stai bene??.- risponde Tom, fingendosi preoccupato.- come vuoi che sia andata? Se stiamo insieme, vuol dire che è andata bene, no? Altrimenti mi diceva che non m'amava e finiva lì. Devi dichiararti, amico mio. Poi vedrai che andrà tutto liscio come l'olio.- si interrompe un istante, pensando che per lui e Rose tutto liscio liscio non era andato. Michael lo fissa intensamente.- va beh, ma noi siamo un caso a parte. A voi andrà tutto una meraviglia, vedrai.."
"e se lei.."
"ma va là.- gli risponde l'altro, con un'altra sonora pacca sulla spalla.- ormai è un bel po' che uscite insieme se non provava niente per te, l'avrebbe detto e non vi sareste frequentati più…non ti pare? Dai, Hud è una ragazza onesta. Non ti avrebbe mai preso in giro."
"questo lo so.- mormora, convinto.- però.. l'altra sera… sai, ci si provava e…"
"mm."mormora il ragazzo biondo, interessato.
"e poi lei ha interrotto tutto.- dice sottovoce.- e adesso oggi non ci possiamo vedere perché deve andare a cena con la famiglia."
"e non ti ha invitato?"
Michael nega con il capo, un po' sconsolato. "questo mi puzza un po'.. non vorrei che.."
"ma no.- lo interrompe il biondo.- Hudson è una con i piedi per terra. Non avrà voluto invitarti perché magari non vi siete ancora dichiarati per esempio, no? Non potrebbe essere? Magari ancora non siete una coppia a tutti gli effetti e non vuole presentarti ai suoi.. e poi questo potrebbe essere lo stesso motivo per cui ti ha detto di no l'altra sera…- Michael annuisce, pensieroso.- e comunque, non starti a fa' tante seghe mentali!"
"c'hai ragione.- mormora l'amico.- c'ho pure un mal di testa.."
"visto che ti succede quando pensi??- esclama scherzando, Tom.- ehi Franch dagli un po' un succo di frutta che co' 'sto ragionare Michael è andato in calo di zuccheri!"
"cazzo che deficiente che sei..- risponde ridendo il riccio.- ma Rose come miseria fa a sopportarti?? C'è da falla santa quella ragazza!!!!"
"eh, Rose.- gli occhi azzurri di Tom cadono sul grande orologio da muro del bar.- oh cazzo,Rose!!! La devo andare a prendere a danza!!"esclama alzandosi dallo sgabello del bar.
"ehi Tom!" Franch lo richiama "e la birra?"
"mettila sul mio conto Franch!" risponde sarcastico il ragazzo, strizzandogli l'occhio.
"Il tuo conto??"mormora il barista incredulo e divertito, mentre osserva il ragazzo uscire dal bar, salutato di nuovo da tutta la clientela.
"lascia stare Franch.- mormora Michael tirando fuori il portafogli.- te la pago io, 'sta birra.."
"come sempre."conclude l'uomo con uno sguardo allegro.
"no.- lo contraddice Michael, sorridendo.- questa volta se l'ha meritata."

"basta, basta…"mormora Rose sedendosi pesantemente sul parquet della sala pausa dove si sono allenati interrottamente lei e Daniel per quasi tre ore. Ora è sudaticcia, stanca, completamente sfinita. Daniel fa l'ultima piroetta poi si ferma davanti alla ragazza. Sembra molto stanco anche lui.
Sorridendo, porge a Rose la destra per rialzarsi da terra. La ragazza l'accetta volentieri e in pochi istanti si trova accanto a Daniel vicinissima a lui. "senti Rose.- inizia il ragazzo.- vederti oggi mi ha fatto tornare in mente i tempi del liceo. Ti va se andiamo a bere qualcosa questa sera?"
La ragazza sospira. Temeva qualcosa del genere. "Daniel io.."
"allora ragazzi come siamo andati oggi???" l'improvvisa entrata in scena di Mary interrompe la chiacchierata dei due ragazzi, facendoli spaventare.
Oddio, questa donna mi farà crepare d'infarto, prima o poi..
"bene Mary.- interloquisce Daniel.- Rose è un'insegnante fantastica, sul serio."
"bah, fa quello che le ho insegnato io." Battutina tagliente ed ironica di Mary: presente!
Rose e la sua insegnante si lanciano uno sguardo fuggente in cui entrambe si esibiscono in un falso sorriso. "bene.- continua Mary.- andate ragazzi che sono quasi le otto. Ci vediamo domani pomeriggio, va bene?"
"perfetto." Mormora Rose. Mary fa per andarsene, Daniel incontra con lo sguardo Rose e sembra chiederle di rimanere ancora qualche secondo lì con lui. Ma la ragazza scatta velocemente dietro la sua insegnante, seguendola fedelmente per la scala a chiocciola. Gli occhi neri del ragazzo seguono le due che si allontanano con un pizzico di rammarico. Rose l'ha volutamente evitato. Che ce l'abbia ancora con lui per quello che era accaduto quattro anni fa??? No, impossibile, dai. Non sarebbe da lei essere ancora così dura per un fatto accaduto tanto tempo prima. Sospirando, attende qualche secondo poi anche lui si incammina per la scala che lo riporterà al teatro vero e proprio. Giunta nello spogliatoio Rose afferra immediatamente il cellulare componendo il numero di quello di Hud. Dopo alcuni squilli a vuoto le giunge la voce dell'amica. "pronto?"
"Hud, non puoi capire che mi è successo…" mormora frettolosamente Rose mentre inizia a sciogliersi i capelli e a prepararsi per fare la doccia.
"Rose calma e sangue freddo.- suggerisce l'amica.- di che cosa si tratta?"
"non posso parlartene ora.."
"e allora .."
"ti prego possiamo vederci?" chiede sospirando. Hudson, alla guida della sua auto, si passa una mano tra i capelli, socchiudendo gli occhi un istante. "Rose io sto andando a cena dai miei. E tu non esci con Tom questa sera?"
"no, mi viene solo a prendere, poi lui ha una cena di lavoro con Nick. Tu verso che ora pensi di liberarti?"
"oh Dio, non lo so.. dai, facciamo così: appena finisco con i miei e torno a casa, ti faccio uno squillo e mi raggiungi, va bene?"
"perfetto, ti adoro!- urla Rose facendo girare verso di se tutte le ballerine dello spogliatoio. Rose le congeda con uno sguardo stizzito: che palle, queste, sempre a stare a sentire tutto, e porca miseria!- senti ma se tu andassi a finire tardi, sei sicura che non ti disturberei?"
"ma scherzi? Anzi, guarda, portati il pigiama che resti a dormire così mi racconti bene quello che hai combinato, al solito tuo.."
"ti voglio un mondo di bene, Hud, lo sai vero?? Dì un po'.. - la sua voce si fa maliziosa.- ma tu non mi devi raccontare niente della tua seratina con Michael???"
La voce dell'amica si fa un po' spenta. "sì, poi te ne parlerò. Ho paura di aver combinato un casino.."
"oh mamma mia ecco che ricominci a fare la tragica.." esclama Rose mentre si sfila il body rosa.
"ah!!- scoppia a ridere.- ma guarda che hai una bella faccia tosta, eh?? Chi è quella che mi ha chiamato due secondi fa, tutta drammatica??"
"quanto sei pignola...- risponde Rose ridendo.- ti saluto vado a farmi la doccia… buon appetito!"
"grazie…ma ho il sospetto che sarà tutto meno che buono.." mormora la ragazza parcheggiando davanti all'appartamento dove abita attualmente la sua famiglia.
"oh Hud..- sospira l'altra.- non mi dire che siete ancora a ferri corti??"
"no, ultimamente va meglio. Ma lo sai, io non ho ancora accettato la situazione."
"ti capisco. Una separazione è sempre una cosa terribile. Ma sei sicura che poi divorzieranno?"
Hud sospira mentre apre la portiera ed esce dall'auto. "sì purtroppo. Ne sono sicura..- socchiude un istante gli occhi, poi la sua voce ritorna serena.- va beh, dai, vatti a fare 'sta doccia che sarai stremata."
"puoi dirlo forte. Un bacio, a dopo.."
Rose chiude la chiamata e ripone il cellulare al suo posto mentre, afferrato l'accappatoio, si dirige velocemente nei bagni. Entra ed apre la doccia, regolandola in modo che sia gelida. Sì: non tiepida ma ghiacciata. Beh, c'è da capirla.. se ha fatto la doccia fredda (a causa dello scaldabagno rotto) tutto l'inverno, ora che è estate la doccia tiepida la esaspererebbe… ci vuole l'acqua ghiacciata, adesso, per rimetterla in sesto. E non solo perché è stremata dopo tutta una giornata d'allenamenti. È soprattutto sconvolta. Daniel. Già, proprio lui.
Inizialmente era stata raggelata quando l'aveva visto.. poi parlandoci si era sciolta tornando a sentirsi a suo agio, cercando di non farsi assalire dai ricordi.. ma quando gli aveva chiesto di uscire avrebbe voluto slacciarsi una scarpa e tirargliela in faccia!!
Va bene scherzare, va bene chiacchierare senza tanti rancori. Ma uscire insieme??? È fuori di senno!? E non lo pensa solo per il fatto che lei sta con Tom e non le verrebbe mai in testa di uscire con un altro ragazzo ma, a parte Tom, è il comportamento di Daniel che la fa pietrificare.
Ok, Daniel non sa nulla di Tom. Ma anche non essendo a conoscenza che lei è fidanzata, ha avuto la faccia tosta incredibile di chiederle di bere qualcosa dopo tutto quello che le ha fatto in passato!
Si è già dimenticato di come si sono lasciati loro due???
Roba da pazzi, incredibile.
Evidentemente Daniel ha dimenticato. E certo, se n'è scordato lui. Tanto che cosa ne sa dei pianti, della sofferenza che gli ha causato, che ne sa lui?
Con uno scatto spegne la doccia e avvolgendosi nell'accappatoio esce dalla doccia.
In pochi istanti è di nuovo vestita, questa volta con abiti sportivi, e si sta asciugando i capelli con il phon. Mamma mia che situazione. Mai nella vita avrebbe creduto di rivedere Daniel. Aveva pensato che dopo quel giorno quando l'aveva visto partire con quel taxi, il capitolo fosse chiuso, stop, dimenticato.
Finalmente pronta si dirige verso l'uscita del dello spogliatoio e, salutate le sue colleghe di ballo, si avvia velocemente verso l'uscita, augurandosi di cuore di non incontrare di nuovo Daniel.
Esce e tira un sospirone di sollievo. No, via libera! Con gli occhi avvista la moto nera di Tom che le lampeggia per fargli sottolineare la sua presenza. Con un sorriso e un'espressione assolutamente felice la ragazza si dirige correndo verso il suo ragazzo. Oh Tom, se non ci fossi tu…
Improvvisamente si chiede se debba raccontare a Tom di Daniel. No, meglio di no… no, non ancora, almeno. Oggi non ha tempo, non gli va di parlargli di lui in due secondi. Vorrebbe raccontargli tutta la storia, aprirsi.. svelargli un capitolo della sua vita che è sempre rimasto nell'ombra, avvolto dal dolore.
Raggiunge finalmente il suo ragazzo e vola letteralmente tra le braccia del suo innamorato.
"ehi, piano..- sussurra Tom accogliendo il suo abbraccio con un sorriso- ma che gli faccio io, alle donne?" Rose ignora la battuta, per una volta, e sospirando lo stringe ancora di più.
"ah ti ho capito.- mormora il ragazzo staccandola leggermente da sé.- me la vuoi far pagar perché questa sera non possiamo vederci, eh? Ma guada che sei terribile!"
La ragazza scoppia a ridere mentre si posiziona dietro il suo ragazzo. "è un peccato che hai questa cena…- mormora accoccolandosi a lui.- questa sera potevamo stare insieme, che ne so, vedere un film lunghi sul letto…. Invece da domani sarà molto difficile vederci.."
"come mai?" domanda lui mentre mette in moto.
In pochi secondi entrambi sfrecciano via, immettendosi sulla strada principale, ignari delle due iridi scure che hanno seguito con attenzione tutta la scena.
"domani sono super impegnatissima.- risponde la ragazza.- Prima ho lezione all'università, poi ho le prove fino a mezzanotte e mezza.."
"cosa???- esclama il ragazzo incredulo.- mio Dio, ma pensi di tornare a casa viva??"
"speriamo." Sussurra lei mentre si gode l'aria fresca di questa bella estate appena iniziata e la vicinanza con il suo adorato Thomas. Socchiude gli occhi e continua, urlando leggermente per farsi sentire. "questo musical mi sta togliendo la voglia di ballare.."
"ci credo.- ammette il ragazzo.- dovrò rapirti con la forza per poterti vedere uno di questi giorni.."
"ah, la sfacciataggine non ti manca di certo.." commenta lei mentre nota tristemente che sono già arrivati nei pressi di casa sua. Infatti la moto rallenta, impennandosi in maniera impercettibile e si ferma proprio davanti al ben noto cancello verde che delimita la palazzina rosa dove abita la famiglia più pazza di tutta New York. In giardino la signora Gladys spazza il cortiletto interno per assicurarsi che sia sempre tutto ben pulito e lo fa con la sua solita allegria, canticchiando sempre qualcosa. Vedendo Rose arrivare, subito lascia il suo lavoro e agita un braccio per salutarla.
"ciao Rose!!!- poi, vedendo il suo biondo accompagnatore.- buona sera anche a lei!!""
i ragazzi ricambiano il saluto quasi in coro. "buona sera signora Gladys."
La signora, con un sorriso, ritorna a fare il suo lavoro, soddisfatta. Ah, finalmente c'ha un bravo ragazzo questa povera figliola. Quel Daniel la faceva solo che disperare quello Sean era così impostato e gelido che non si sarebbe sciolto nemmeno all'equatore, con una 50 buona di gradi centigradi. Invece questo Thomas sembra la persona giusta. Buon per lei.
La ragazza smonta dall'auto, mettendosi il suo pensante borsone sulla spalla destra. "eccoci qua.."
"ehi..- Tom le accarezza dolcemente il viso. -mi sembri tanto giù.. tutto bene, Rose?"
"sì, sì, certo.- s'affretta lei.- sono solo stanchissima… adesso una bella cena mi metterà in sesto.. poi andrò da Hud.."
"dormi da lei?" domanda e la ragazza annuisce vigorosamente prima di dire. "sì, dopo che ha finito con i suoi.- sospira.- bene. È meglio che vai, non vorrei farti arrivare in ritardo, poi Nick se la prende con me.."
"ma no..- sorride il ragazzo.- ti adora, lo sai. Dopo la tua sortita in ufficio, non fa altro che parlare di te, sei diventata il suo canone ideale di donna!" Rose scoppia a ridere, divertita. "wow.. mi sono pure conquistata il vecchio, c'è da essere orgogliosi, mi sono superata!"
"altro che orgogliosi..- la contraddice con tono sarcastico.- io inizio sul serio ad ingelosirmi.." scherza mentre le circonda la vita con le sue braccia forti.
Rose gli cinge il collo con le braccia. "allora buon lavoro, amore mio.." sussurra baciandogli poi dolcemente le labbra.
"e tu fai la brava, capito? Riposati, dormi, che domani ti aspetta una giornatina dura.."
"L'hai detto.." conclude sospirando. Dopo un altro dolce bacio.- sempre piccoli contatti perché super sorvegliati da Gladys.- i due ragazzi si salutano e Tom si dirige sorridente verso la sua moto. La saluta ancora una volta lanciandole un bacio, prima di scomparire a bordo del suo bolide nero.
La ragazza lo guarda andar via, poi, aggiustandosi il borsone sulla spalla, si dirige stancamente in casa.

Lo squillo di Hud le è arrivato alle 23.45. Lei si era appisolata sul divano, con Novaly distesa sulla pancia e se non fosse stato per Formy che l'aveva dolcemente destata sarebbe ancora in quella dolce posizione, a dormire con la nipotina. Dopo una cena leggera, come è solita degli sportivi, si era buttata sul divano e subito era caduta in un sonno profondo tanto che sia Formy che Emily si erano un po' preoccupati perché mai avevano visto Rose così stanca.
E pensare che è solo all'inizio di questo dannatissimo musical.
Ora Rose si trova in macchina e si sta dirigendo verso l'abitazione dell'amica. Cielo, quant'ha dormito. Meglio, però. Così almeno potrà raccontare tutto per bene ad Hud, senza il rischio di addormentarsi dallo sfinimento. Finalmente arriva a destinazione, parcheggia, - miracolosamente senza urtare nessun'altra auto.- e scende dall'auto che, generosamente, Formy le ha prestato per questo piccolo tragitto.
Sale velocemente le scale della palazzina fino ad arrivare davanti al portone dell'amica, suona e finalmente Hudson apre la porta, anche un po' agitata. "oh, finalmente.- mormora.- avanti, entra e dimmi cos'è che ti ha mandato fuori di testa, oggi."
La ragazza sospira e varca la soglia. "io direi meglio chi mi ha mandato fuori di testa.."
"è successo a teatro?" domanda Hudson mentre prende la roba di Rose e la posiziona nella camera.
Rose, ancora sull'entrata, le urla un sì.
"non mi dire che sei venuta fino qui per parlarmi di una litigata con Mary perché guarda.."
"sì, magari!!!" esclama urlando la ragazza dagli occhi smeraldo.
Le due si recano in camera e si posizionano sul letto di Hud, a gambe incrociate.
La riccia la guarda con impazienza. "allora?"
Rose sospira. "Daniel"
Hud aggrotta la fronte. "che??????" esclama, non può aver capito bene.
"hai capito benissimo, invece.- risponde Rose. Stranamente le viene da ridere.- pure io non volevo crederci. E invece Daniel è il nuovo ballerino che prenderà il posto di James.."
"James.. ha mollato?"
"peggio: si è rotto una gamba il maledetto.."
"va beh, dai, poveraccio.."
"ma che poveraccio, se lui stava più attento io non avrei incontrato di nuovo Daniel.."
Hudson scoppia quasi a ridere. "ma guarda com'è incredibile il destino.."
"incredibile davvero.- risponde Rose, leggermente acida.- pensa che mi sarei voluta sotterrare quando l'ho visto."
"effettivamente.- ammette la riccia, soprappensiero. Si desta.- e dimmi.. com'è?"
Rose la guarda, strana. "in che senso?"
"..è cambiato o è come ai tempi del liceo??"
"non è cambiato. È ancora molto carino e simpatico.- risponde.- e pure il solito.."
"il solito?" investiga la riccia vedendo che Rose si è interrotta.
"il solito provolone.- risponde con un po' di imbarazzo.- io non ci volevo credere, guarda.. mi ha chiesto di uscire a bere qualcosa con lui!"
Hudson questa volta non si trattiene e scoppia a ridere. "mamma mia, è tornato proprio alla carica! Dovresti prepararti al peggio, dovrete o no ballare gomito a gomito tutta la settimana??"
"altroché.- sbuffa.- che situazione.."
"va beh, ma tu gli hai parlato di Tom, no? E allora che problema c'è? capirà da solo che.."
"alt, alt!!- l'interrompe Rose.- non ce l'ho fatta. Non gli ho parlato di Tom.."
Hud sgrana gli occhi e Rose s'affretta a precisare. "no, calma. Io gli ho volevo parlare, ma mi hanno sempre interrotta e.."
"va beh, comunque glielo dirai, vero?"
"certo!- esclama.- assolutamente…"
Hud le mette una mano sulla spalla. "su, dai, non fare quella faccia.. infondo, io ti posso capire, rincontrare un ex.. non è mai una bella esperienza… ma se tu gli parli di Tom, stai a cavallo, no? Comportati bene, non dare troppa confidenza ed è fatta."
Rose sospira ma nega con il capo. "non è così facile."
"Rose..- Hud la guarda, angosciata.- ma cosa c'è che non va? Dì la verità..."
Gli occhi smeraldo della ragazza si riempiono improvvisamente di lacrime. "Hud.- sussurra con la voce rotta.- Hud, abbracciami ti prego.."
La riccia non se lo fa ripetere due volte e stringe a se l'amica, sinceramente preoccupata per lei. Non ha mai visto Rose così giù.. lei, sempre solare, allegra., con il sorriso sulle labbra e gli occhi ridenti. Cos'è che la fa angosciare tanto?? Non può essere solo l'aver rivisto la bella faccia di un ex… non è da Rose…no, decisamente. Ma allora cos'è??
"ti prego, Rose.- sussurra mentre sente l'amica piangere sulla sua spalla.- dimmi qualcosa, perché stai piangendo??"
Rose si stacca dall'abbraccio dell'amica e si asciuga con il palmo le guance bagnate.
"non riesco a dimenticare. Aver rivisto Daniel mi ha portato indietro di quattro anni.. a quel terribile pomeriggio…e tutte le emozioni, tutto il dolore, sembra avvolgermi di nuovo, in maniera terribile..- si copre gli occhi con le mani.- non ci riesco. Non riesco a dimenticare tutto il dolore."
"oh, Rose." Mormora Hudson abbracciandola di nuovo. Adesso capisce. Povera ragazza, a soli 21 anni, quanto dolore ha dovuto sopportare. E lei che si lamenta perché i propri genitori stanno divorziando e crede di soffrire. Lei non sa proprio niente del dolore.
"ti prego.- torna a dirle Hudson.- ti prego, fai uno sforzo. Non puoi soffrire così. Devi dimenticare. Ti prego, dimentica quel pomeriggio. Dimentica per me."
Rose si stringe all'amica e posa affettuosamente il capo sulla sua spalla, chiudendo gli occhi. Non vorrebbe ma, inevitabilmente, le immagini di quel terribile pomeriggio le vengono alla mente, come se le stesse vivendo ora, di nuovo.

Ricorda come fosse ora. Lei si trovava sul divano a leggere un libro di filosofia davvero interessante, con i capelli legati in una coda di cavallo, gli occhiali di celluloide rossi, un paio di bermuda e di infradito. Caldo. Era tanto caldo quel pomeriggio. Con uno sbuffo la piccola Rose 17enne si alzò dal divano e si recò ad azionare il ventilatore.
"ecco!- la voce di Emily le giunse quasi in contemporanea. - te l'ho già detto: a me quest'aria così concentrata mi fa male!" esclamò la donna mostrando alla sorella il suo pancione di quinto mese di gravidanza. Rose soffiò di nuovo e protestò con il suo immutato modo di fare.
"e che palle, Emily! L'ha detto pure mamma che non ti fa niente! E poi se sei così convinta che ti possa far male, vai in un'altra stanza perdinci!! Io non posso mica morire di caldo per te!!!!"a quel punto aveva fatto la sua entrata in scena Formy che con il suo costante sorriso aveva detto.
"non ti preoccupare Rose, adesso te la porto via questa rompiscatole!"
Rose sorrise al cognato e gli strizzò l'occhio. "e dove andate?"
"nel nuovo centro commerciale..- rispose per lui Emily mentre prendeva le chiavi.- ohi, mi raccomando, non fare casini a casa e… anzi.. inizia a preparare qualcosa per cena che noi arriveremo tardi e mamma e papà pure, capito? Anzi, guarda, se non ti riesce niente è meglio se vai a comprare un po' di pizza, ti lascio i soldi va bene?"
Rose annuì mentre vide il suo cellulare illuminarsi per l'arrivo improvviso di un sms.
"ehm.. ok…voi andate pure…" rispose soprappensiero, mentre prendeva il suo vecchio cellulare.
"eccola.- mormorò Emily rivolta al marito.- sempre attaccata a quel telefonino! Oh mamma mia.."
Rose e la sorella si erano scambiate la linguaccia a quel punto, poi i due coniugi freschi di appena un anno di matrimonio, uscirono di casa, chiudendo la porta.
La ragazza si concentrò con attenzione sul suo cell. Era Daniel. Con un sorriso assolutamente di esultanza, la giovane si apprestò a leggere l'sms. " ehi, amore.. che fai di bello?? Io sto studiando.. che palle 'sta maturità…"
Rose sorridendo, rispose. "studia, studia, my love, io me ne sto a leggere stravaccata sul divano con il ventilatore puntato in faccia… sei solo?"
Il messaggio giunse puntuale. "certo. Ti amo. A domani." Dopo la risposta Rose si rimise a leggere tranquillamente.
Tranquillamente finché non suonò il telefono. Quel maledetto squillo. Ancora non riesce a toglierselo dalla testa. Ricorda benissimo che nei mesi successivi a volte si svegliava nel cuore della notte, sudata, sconvolta, con il telefono che squillava ancora nella testa. Non dimenticherà mai.
Rose si avvicinò, con una smorfia di disappunto, alla cornetta e la sollevò dicendo un : "pronto?" molto seccato.
"pronto, parlo con la signorina Emily Gherky o con il marito, Formy Gherky??"
"No, non sono in casa.- rispose la ragazza.- ma può dire a me, sono la sorella…"
"lei è quindi, Rose Sandecker?"
"sì, sono io…" rispose la ragazza con uno strano buco allo stomaco, preoccupata dalla voce di donna, tesa e scura che sentiva dall'altra parte della cornetta.
"si faccia coraggio, signorina. I suoi genitori sono morti in un incidente stradale. Un frontale.. non ce l'hanno fatta, mi dispiace."
Anche questa voce l'aveva tormentata a lungo nei mesi successivi.
Rimase immobile, con la cornetta in mano,gli occhi fissi sulla parete davanti a lei.
No. Non è possibile, non è possibile!!! L'aveva vista poco fa sua madre!!!! E suo padre!!! L'avevano salutata solo due ore fa, sua madre con quegli occhi verdi così identici ai suoi, i capelli biondi, però, e il suo stesso sorriso. E suo padre.. che le aveva tirato dolcemente la coda prima di uscire, scompigliandole un po' i capelli e facendola arrabbiare dolcemente. Suo padre.. così simile ad Emily, invece. Ed ora no.
Non ci sono più. Non ci sono più. Non ci sono più.
Lasciò andare la cornetta, facendola cadere a terra, non badando più a quello che la voce femminile continuava a dirle. No.. non può essere vero…. Non può….. si copre gli occhi con le mani, lanciando gli occhiali a terra, con un gesto stizzito. I suoi genitori….. no….
Staccando il cervello, senza neanche il controllo di quello che stava facendo, prese le chiavi del motorino (quella volta funzionava bene! Era quattro anni prima.. NdA), aprì la porta, si gettò piangendo per le scale e uscì di casa. Montò sul mezzo e con qualche gesto scattoso e troppo azzardato, mise in moto, mettendosi in breve su strada. La signora Gladys, testimone della scena, cercò di fermarla. "Rose!!!!! Ma dove vai, perché piangi??? Rose!!!!!"
Ma la ragazza fu sorda alle sue suppliche. Non sapeva nemmeno lei dove andava, solo camminava, lasciava che il motorino andasse veloce, forte, e lasciava che le lacrime le rigassero di continuo le guance. Lei, piccola ed incredula. E sola, molto sola. Avrebbe voluto qualcuno con cui piangere, qualcuno per sfogarsi. È questo di cui aveva bisogno… all'inizio non c'aveva minimamente pensato.. era uscita di casa con il solo intento di non stare un minuto di più in quella casa di fantasmi, di ombre, di morti. Non poteva sopportare quella solitudine. E nemmeno ora. Andrà da Hudson…no, perché da Hud? Andrà da Daniel..
Ancora oggi si chiede spesso perché non abbia girato il motorino e non sia andata da Hudson, come aveva pensato di fare all'inizio. Sarebbe stato molto meglio. Infinitamente meglio. Ma ora, quattro anni dopo, ha capito tutto: lo ha interpretato come l'ultimo regalo dei suoi genitori. Doloroso ma assolutamente necessario.
Il suo motorino si fermò sotto il palazzo dove abitava Daniel. Non chiuse nemmeno il motorino, smontò e corse a per di fiato all'interno del palazzo, facendole scale due a due, tanto aveva bisogno di lui, ora. Daniel…Daniel…
Arrivò davanti al portone. Si fece addirittura qualche scrupolo, temendo di poterlo disturbare.. infondo stava studiando, secondo quanto sapeva lei. Poi però si fece coraggio prese la chiave, perché loro due si erano anche scambiati le chiavi di casa, e la inserì nella serratura ed aprì.
"Daniel?" sussurrò entrando, con gli occhi ancora pieni di lacrime. Continuò ad avanzare, non trovandolo in cucina, dove, effettivamente, erano aperti molti libri sul tavolo della cucina.
Sì, ma erano decisamente troppi, si disse la giovane Rose. Vide lo zaino della Nike di Daniel ed un altro, accanto a quello. Uno zaino della Invicta rosso fuoco. Lo zaino di Jen, una compagna di classe di Daniel. E con questo? Hanno la maturità tra poco, staranno studiando insieme. Però Daniel gli aveva detto di essere solo. Magari è arrivata dopo.
La giovane ed ingenua Rose si diresse lentamente in sala. "Daniel? Jen?" chiamò anche lei, ormai un po' la conosceva. Niente, erano spariti. Si convinse che non era stata una buona idea non appena sentì una sottospecie di rumore, provenente dal reparto notte. Si voltò a stento, con un bruttissimo presentimento nel cuore. Dio, no. Non può essere. Ti prego, non puoi farmi anche questo.
Le sfiorò l'idea di andarsene.
E rimanere per sempre con il dubbio? No.
Si diresse lentamente nel reparto notte, attraversando il corridoio. I mormorii erano più intensi, ora.
Riprese a piangere. Arrivò davanti alla porta della camera. Sospirando la aprì, con la destra tremante.
E dentro, l'inferno. Il suo inferno.
Daniel e Jen, mezzi nudi che si baciavano intensamente, lunghi sul letto del suo ragazzo. La sua entrata in scena sconvolse entrambi. Daniel per primo che si staccò subito da Jen, alzandosi dal letto mentre Jen si rivestiva velocemente, coprendo il reggiseno nero con la camicetta che prima Daniel le aveva sfilato con passione. Loro, avvolti in quel letto.
Quel letto. Quel letto dove, solo una settimana prima, si erano rotolati lei e Daniel.
Dove, sette giorni prima, era diventata sua. Gli aveva dato tutta se stessa, per la prima volta, ad un ragazzo. Dove aveva raggiunto per la prima volta il piacere fisico, il dolore, l'amore. Era diventata una vera donna, lì, tra le braccia di Daniel, tra le coperte fresche e rassicuranti di quel letto.
Quel letto che adesso era stato testimone di un altro amore. Non più il suo..
Ma come hai potuto, Daniel??
"Rose, aspetta…"adesso il verme era lì davanti a lei, vestito solamente con i boxer. Gli occhi un po' lucidi e la bocca leggermente dischiusa.
La ragazza lo guardò un istante poi scattò in uno schiaffo così potente che fece girare il volto del ragazzo. "verme.." sussurrò, tra le lacrime. "io… ti amavo.." non avrebbe voluto piangere ma le lacrime le scesero automaticamente dagli occhi, così rapide e cocenti che quasi le ferirono la pelle.
"ti prego, perdonami, io…" Daniel cercò di abbracciarla, di avvicinarsi.
"fermo!- urlò Rose, fuori di se.- non mi toccare, non .. ti avvicinare!!! Io ti odio, ti odio!! Io…ti amavo con tutta me stessa, come hai potuto tradirmi così??? Come, Daniel???- si coprì un istanti con le mani, sussurrando.- …i miei genitori sono morti.." continuò a piangere. Ecco, non doveva dirlo, ma perché se lo ha lasciato sfuggire di bocca???
Jen e Daniel si lanciarono uno sguardo spiazzato e addolorato allo stesso tempo. Capirai, tra di loro non c'era niente.
Anche Jen provò farsi avanti ma Rose girò subito le spalle a tutti e due e, correndo, uscì dall'abitazione di Daniel. E dalla sua vita. Per sempre.

Ricorda di averlo visto un'altra volta, dopo quel terribile pomeriggio.

Il giorno del funerale, dopo la maturità. C'era anche lui ma non si era fatto vedere, era stato in disparte per tutta la sepoltura, aveva trovato il coraggio di farsi avanti solamente quando aveva visto Rose sola, in disparte, seduta su una panchina, con gli occhi bassi.
Si era avvicinato, silenziosamente, osservando i suoi lineamenti distrutti dal dolore e il suo vestito nero.
"Rose.." disse, con un filo di voce. Gli occhi della ragazza lo fissarono dapprima con stupore poi con una sfumatura che non seppe decifrare.
Lui l'amava ancora. Non aveva smesso un istante. Ma perché si era lasciato abbindolare da Jen? Perché aveva ceduto così squallidamente?
"io.. volevo farti le condoglianze.." disse tremando leggermente.
La ragazza riabbassò gli occhi. "grazie." Sussurrò.
"io.- riprese, rompendo il silenzio.- io sto per partire. Mio padre si trasferisce a S.Francisco e io devo seguirlo…. Vorrei che.. tu mi perdonassi..."
Rose a questo punto si era alzata in piedi in tutto il fascino, nonostante i suoi soli 17 anni.
"io, invece.- rispose con gli occhi perfettamente asciutti.- vorrei solo dimenticarti, Daniel."
Lui aveva abbassato il capo e quando ritornò a fissarla i suoi occhi erano pieni di lacrime. "io ti amo."
Rose chiuse gli occhi, punta di nuovo nel suo dolore. "ti prego, vattene."
Daniel aveva annuito, si era girato e aveva preso a correre verso quel taxi che l'aspettava fremente.
Gli occhi lucidi di Rose lo avevano visto allontanarsi, entrare nel taxi e partire velocemente.
Per San Francisco.
Per sempre.
O almeno, così aveva creduto.

Fine ventiduesimo capitolo

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Capitolo 23
*** IN GUERRA E IN AMORE... ***


Ciao a tutti!!!!!!
Eccomi con un altro capitolo!mi scuso se è leggermente più breve degli altri ma ho dovuto dividere a metà e farci due capitoli altrimenti mi veniva fuori un n°23 di quasi ventidue pagine.. praticamente illeggibile, vi pare?
Ok, vi lascio al capitolo confidando che commenterete numerosi, kiss!!!

Ciao Franca!!!!
Grazie per i complimenti… in effetti era un tantino forzato, però volevo inserire il tradimento di Daniel proprio in quel frangente, per renderlo ancora (se possibile) più viscido… sconvolgerla proprio no.. ma ti assicuro che metterà parecchio i bastoni tra le ruote!!!! Grazie ancora!
Un bacio!!

Ciao Damynex!!!
Ma come fai ad anticiparmi sempre??? Certo che Tom e Daniel si incontreranno.. e ti assicuro che gliene suonerà di santa ragione!!! Verrà il momento in cui ci vendicheremo tutte!! Purtroppo in questo chap H&M hanno un ruolo più di secondo piano perché dovevo sciogliere un altro nodo ma ti assicuro che nel prox avranno più risonanza!!
Un bacio!!

Ciao Miyu90!!
Ma no, non sono cattiva…. Rose verrà ripagata, vedrai, si prenderà la sua bella rivincita… anche se devo ammettere che povera Rose mia, gliene ho fatte passare, eh, in questi 23 chap.. grazie dei complimenti, spero che questo chap possa piacerti!
Un bacio!!

Ciao PhoenixLupin!!
Grazie dei complimenti, sono contenta se ti ho trasmesso qualche emozione… purtroppo Daniel è ben lungi da togliersi dalle pal… ehm, dalla storia.. comunque stai tranquilla, lasciagli il tempo di incontrarlo e poi ci pensa Tom a metterlo in riga!
Grazie ancora di tutto, spero che questo chap ti piaccia!
Un bacio!!

Ciao Pipa_bella!
Ognuno ha i suoi gusti però è davvero restrittivo dire che è come 3msc. Se vai avanti con la lettura vedrai che, nonostante un po' gli somigli lo ammetto anch'io, poi prende un altro binario. Ciao!

Buona Lettura,
Diomache.

PROFUMO DI MENTA

CAPITOLO XXIII:

IN GUERRA E IN AMORE...

"In amore un silenzio vale più di un discorso" Blaise Pascal

Due settimane dopo.

Il vento gradevole e davvero caldo di quella mattina scompiglia dolcemente i capelli lisci della ragazza, lasciando anche che le contornino il viso in maniera del tutto angelica. La ragazza cammina lentamente sottolineando i suoi passi nella ghiaia con uno sguardo un po' insonnolito. Tuttavia, nonostante lo sguardo un po' assonnato, sul suo giovane viso rimane comunque abbozzato un sorriso. Dopo ancora qualche passo gira velocemente a destra, passando tra una fila di tombe ed un'altra. Sospira. Cielo, che posticino tranquillo…
Si posiziona meglio la borsa sulle spalle e sistema con cura il mazzo di gigli bianchi che porta nella destra. Ancora qualche passo e ci siamo. E infatti eccoci arrivati. Appena sulla sua sinistra c'è un bel sacrario di marmo che splende sotto la luce di quel bellissimo sole mattutino. Sorridendo la giovane si fa il segno della croce, poi sistema con devozione i fiori davanti alle foto un po' sbiadite dei genitori.
I suoi occhi benevoli si posizionano prima sulla foto della sua mamma.
La sua dolce mamma Elisabeth.
Mamma mia quanto le somiglia. Fisicamente ne è la fotocopia. Gli stessi occhi, la stessa espressione, lo stesso sorriso. Il carattere, invece, è un po' più di papà William c'è da dirlo. Più fuori di testa come lui, più pazza come lui. Della delicatezza di Elizabeth ha poco o nulla, di lei è rimasta la caparbietà, il saper avere un obbiettivo e andare fino in fondo, la determinazione.
Che bello. È proprio una miscela tra i due genitori.
"eccoci qui.- sussurra Rose sistemando di nuovo i fiori.- hai visto che bel sole, mamma?" mormora sorridendo.
"dai, non guardarmi così. È inutile che ti racconti tutto, lo so. Tu da lassù puoi vedere ogni cosa e… saprai benissimo come sto ora. Dai, saprai anche che oggi sto molto meglio. Anzi, sto iniziando a sorridere. Ma non pensate, ho passato due settimane d'inferno. Ops, scusate.- continua sorridendo.- beh anche se io sono sicura che voi siete in Paradiso o in Purgatorio .... non mi sembra molto delicato parlare d'inferno con due persone.. che non ci sono più. Comunque, dicevamo? Ah, sì. Sono stata parecchio male in questi giorni. Il ricordo della morte di tutti e due mi stava mandando fuori di testa. E poi c'era il musical che non ha fatto altro che peggiorare le cose!
Perché? In primis perché la presenza assillante di Daniel, sul serio, mi mandava in crisi! Poi il miracolo. - sorride.- e non ditemi che non è stato merito vostro perché tanto non ci credo! Avanti, vorreste dirmi che non avete messo voi in testa a Mary l'idea di separare me e Daniel dal ballare insieme??? No? E come mai Mary prima era tutta sicura che io e lui dovevamo iniziare a ballare insieme da subito e poi all'improvviso non lo è stata più e ci ha tenuto due settimane divisi??"
Sospira di nuovo guardando le foto dei familiari con aria furbetta e complice.
"grazie.- continua.- tanto lo so che c'è stato il vostro zampino. Purtroppo il vostro intervento non è potuto durare a lungo. Da oggi io e Daniel iniziamo a ballare insieme come coppia, come Febo ed Esmeralda. Iniziamo ad inserirci nel musical. E avremo occasione di parlarci di nuovo, disgraziatamente."
Si inginocchia davanti a loro, con una smorfia di dolore al contatto dei sassolini della ghiaia con le sue ginocchia.
"ma non temete. Non lascerò che tutto mi travolga di nuovo. Sul serio. Sarò forte come mi avete insegnato voi.- i suoi occhi si fanno un po' lucidi.- come lo sono sempre stata, d'altronde, no? Ti ricordi, papà, come mi chiamavi? Testa di marmo. Ah, quanto mi facevi rabbia quando mi chiamavi così…- sospira di nuovo mentre con le dita sfiora la foto del genitore.- riprendendo il discorso, questo musical mi sta rompendo sul serio. E lo sapete benissimo il motivo: mi tiene lontana dal mio Tom."
Sorride arrossendo proprio come fosse davanti ai suoi genitori in carne ed ossa e parlasse loro del suo fidanzato.
"so cosa state pensando.- mormora, riflessiva.- so cosa mi direste ora se foste qui. Mi direste che sto facendo un grosso sbaglio: se tengo così tanto a Tom, dovrei parlare di tutto con lui, anche del mio passato. Ma come potrei, in questo periodo?? Vi devo forse ricordare che in queste due settimane io e Tom ci siamo sentiti solo per telefono??? Non potevo parlargli di qualcosa di così delicato al telefono, vi pare?-sbuffa.- musical del cavolo… va bene, tanto mancano solo due settimane poi tutto finirà. Sì, perché, non lo sapete? La prima del musical è stata anticipata di ben 15 giorni! Ah guarda, ormai mi sono convinta: questi mi vogliono far uscire di testa! Anticipano per motivi di soldi e ci costringono ad orari assurdi per provare e riprovare… ho paura che ne uscirà un casino. Comunque quando questa storia sarà finita parlerò a Tom, gli dirò tutto!- esclama con aria convincente, poi più riflessiva.- … e lo porterò qui, promesso. Ve lo presenterò in grande stile, anche se poi, lo conoscete già."
Sorride e in aria di congedo si alza notando che i sassolini della ghiaia hanno fatto tante piccole fessurine sulle sue ginocchia.
"bene.- dice scrollandosi la polvere dalla gonna.- vado. Tom mi sta aspettando. Ci siamo messi d'accordo che almeno avremo fatto colazione insieme questa mattina… lui prima di andare al lavoro, io prima di andare alle prove del musical. Ci siamo dati appuntamento alle sette e mezzo....scusate, avrei voluto restare ancora, ma non vedo l'ora di vederlo.- sussurra, emozionata.- ok, cercate di capirmi, sono pur sempre innamorata, no?" si piega con la schiena e sfiora con le labbra prima la foto di mamma Elizabeth poi quella di William, suo padre.
"io vado. A presto."
Sospirando si fa di nuovo il segno della croce, sorridendo all'indirizzo dei suoi genitori.
Sì, ora sta molto meglio.
È di nuovo tranquilla, allegra, serena. E sa anche come comportarsi con Daniel.
Ora il suo passato non le fa più paura.
S'incammina per fare la strada a ritroso ed uscire dal cimitero ma prima di svoltare l'angolo si volta verso i suoi genitori e, sorridendo, lancia loro un bacio con la mano.

Il bar 'Ilary' dove i due innamorati si sono dati appuntamento per fare colazione insieme e vedersi ,finalmente, dopo due settimane in cui si erano sentiti solamente per telefono, è proprio un bel locale, almeno così sembra dall'entrata. Un posto fresco e brillante a partire dall'insegna in cui il nome 'Ilary' è contornato da bellissimi girasoli. La ragazza posteggia proprio davanti al bar e scende, guardandosi istintivamente intorno. Si trova nel quartiere dell' Upper East Side, che si caratteristica per essere un'esclusiva zona residenziale di Manhattan.
Un quartiere di ricconi… pensa, sospirando.
Arriva proprio davanti alla vetrina del bar e lo vede, seduto ad un tavolino già imbandito di molte cose buone adatte ad una colazione. Prima di entrare si concede il lusso di osservarlo qualche istante, attentamente, proprio come il primo giorno che l'aveva visto e si era letteralmente persa in quei occhi blu mare. Con la testa leggermente inclinata di lato, la ragazza osserva il profilo di Tom un po' accigliato per il suo ritardo e gli occhi puntati sulla tovaglia mentre giocherella con un coltello. È vestito elegantemente anche questa mattina, come sempre, ormai. Eppure, nonostante sia stretto in uno smoking che potrebbe sembrare impeccabile, se si osserva bene c'è sempre qualcosa di stonato, di disordinato che non fa di lui un perfettino raffinato… quella camicia sempre con un bottone slacciato, per esempio, quel modo così naturale di indossare la giacca e la cravatta ogni volta un po' storta. Per non parlare poi dell'espressione del suo viso:
sempre così ironica, frizzante, brillante, furba, affascinante e a volte assai poco adatta agli abiti chic che indossa.
Riesce ad essere ed apparire un ribelle, uno spirito libero anche con uno smoking e una ventiquattrore in mano.
E pensare che Sean era grigio e spento anche con addosso il completo più stravagante.
Sospirando entra nel bar aprendo la porta e facendo così azionare il campanellino sopra di essa che sottolinea l'entrata di ogni cliente. A quel rumore Tom e molti altri del bar.- com'è naturale.- si voltano in maniera istintiva verso il portone e gli occhi blu del ragazzo si illuminano non appena incontrano quelli verdi smeraldo di lei. Si sorridono quasi in contemporanea.
Rose deve frenare l'impulso di corrergli incontro e gridargli quanto gli è mancato, piuttosto si impone il suo ormai leggendario self-control e, lasciando che i suoi occhi si perdano lentamente nel mare di quelli del suo ragazzo, si avvicina finalmente al suo tavolo. Tom scatta in piedi e, salutandola, le bacia dolcemente le labbra, con un contatto fin troppo breve per entrambi.
"Dio, quanto mi sei mancata." È proprio Tom ad iniziare il discorso, con quel suo accento così maledettamente personale ed affascinante.
"anche tu." Sussurra Rose allungando la mano per prendere quella del ragazzo. "non mi pare vero che finalmente posso vederti. Sentirti al telefono non mi bastava più.."
"a me non è bastato mai.." le confida Tom mentre non smette di tenerle la mano.
Sospira e sorridendo riprende. "ti vedo meglio però. Dalla tua voce al telefono deduco che devi aver passato due settimane di fuoco, vero? Sembravi così.. stanca.."
"Lo ero.- gli confida Rose mordendosi la lingua per non poter sviscerare tutto per filo e per segno ora. -e ti avrei tanto voluto vicino.. lo sai?" gli sussurra appena con voce così carica d'emozione che per un istante Tom ha il dubbio che sia accaduto qualcosa di più grosso che abbia sconvolto la vita della sua ragazza in queste settimane, senza che lui ne fosse minimamente a conoscenza.
Qualcosa di più importante della stanchezza, dello stress del musical. Qualcosa che giustifichi la commozione di lei in questi istanti, qualcosa che spieghi come mai i suoi occhi appaiono così stupendamente lucidi e abbissali, ora. Come se nascondesse un segreto che muore di rivelare.
Ma è solo un attimo. Qualsiasi cosa Rose gliene avrebbe parlato, ne è sicuro. Non riesce a credere che se fosse accaduto davvero qualcosa la sua piccola anima gemella non gliene avrebbe proferito parola nemmeno per sbaglio.. Rose è impulsiva, non sa nemmeno se sarebbe capace di tenersi un segreto. E poi perché dovrebbe farlo? Con un gesto quasi di stizza accantona quegli stupidi pensieri e riprende: "almeno oggi ci siamo potuti vedere. A che ora devi attaccare tu?"
"alle nove e mezzo. Tu?"
"le nove." Risponde Tom versandole del caffè nero e amaro, proprio come piace a lei.
I due bevono un istante il caffè lasciando che tra loro cali il silenzio. Che peccato. Tutti questi impegni non permettono loro di frequentarsi come vorrebbero…la mattina iniziano presto, il pomeriggio sono impegnati entrambi fino alle cinque e trenta, poi Tom è libero ma Rose è ancora schiava della danza classica per almeno altre cinque ore. E vedersi dopo sarebbe pressoché impossibile per Rose che, stanca morta, appena il tempo di mettere qualcosa sotto i denti si butta sul letto a dormire. Hanno questi istanti la mattina, e sono fortunati ad averli perché, ad esempio, la settimana prima Tom iniziava a lavorare alle otto e quindi non c'era nemmeno il pensiero di un caffè insieme. Oggi che però hanno ancora un'ora di tempo, sembra brutto sprecare questo tempo lì, in un bar, a bere caffè. Sembra davvero terribile.
Sta pensando a questo Rose mentre posa la tazzina di caffè sul tavolo. E chissà, forse lo ha pensato anche Tom perché il ragazzo, finito di bere, invece di concentrarsi sulle prelibatezze del tavolo imbandito, ha preso la sua mano e, portandosela alla bocca, ne ha baciato il dorso, con un sorriso e una malizia non certo casuali.
"Thomas.- Rose sussurra il suo nome quasi con affanno.- ma tu hai tanta voglia di mangiare?"
Quelle parole sembrano togliere al ragazzo i freni inibitori che aveva avuto fino a quel momento.
Lo vede sospirare d'emozione mentre i loro occhi non si lasciano un secondo. "vieni con me."sussurra quindi continuando a tenerle la mano e facendola alzare velocemente dal tavolo.
Con il cuore che non smette di batterle all'impazzata nel petto, Rose si lascia condurre, leggera e felicissima dal suo ragazzo fino a fuori dal locale.
"signori!- un cameriere prova a protestare per la loro improvvisa uscita ma la voce gli muore letteralmente in bocca non appena si accorge dei 10 dollari che Tom ha lasciato proprio sotto la tazzina.- ah.. ehm, eh, buon giorno signori!!!" urla poi, felice, all'indirizzo dei due ragazzi che varcano la soglia mentre Tom fa con la mano al barista un cenno di saluto.
Una volta fuori dal locale il ragazzo conduce la sua donna verso il complesso di ville che circonda da un lato ed un altro la bellissima strada.
"Tom, ma… dove mi porti.."sussurra, emozionata e confusa allo stesso tempo.
Il ragazzo si ferma e si volta a guardarla. "ti ho portato in questo bar proprio perché volevo fartela vedere… è tanto tempo che aspettavo un'occasione così...."
"ma vedere cos.. aah" urla la ragazza che non ha il tempo di finire la frase perché Tom, inaspettatamente, l'ha presa in braccio a mo' di principessa.
Rose scoppia a ridere mentre protesta. "mettimi giù, ma che fai?"
"adesso lo vedrai.." le sussurra il ragazzo all' orecchio mentre la conduce verso la porta di un bellissimo appartamento circondato anche da uno stupendo giardino. Entrano e fanno in questa dolce posizione tutte le scale, anzi, per correttezza le fa tutte Tom mentre sostiene il leggero peso della ragazza che, commossa e felice, si stringe forte a lui, facendo passare le braccia attorno al collo del suo amato. Durante il tragitto incontrano un paio di coppie di signori che salutano ilari e divertiti la giovane coppia. Una vecchietta addirittura vedendoli passare scoppia in lacrime e osservando lo smoking del ragazzo e la gonna bianca (anche se corta) di lei grida, esultante:
"evviva gli sposi!"
Tom e Rose scoppiano a ridere finché finalmente il ragazzo giunge all'ultimo piano dell'appartamento, davanti alla porta di quella che sembra essere una specie di mansarda.
Rose gli dà un bacio sul collo mentre con il cuore in gola osserva il suo ragazzo aprire, reggendo il peso di lei con un braccio solo, la porta della mansarda.
I due varcano la soglia così, lei ancora tra le braccia di lui. Tom con un piede chiude la porta dietro di se e conduce la ragazza all'interno di quel piccolo e tenero appartamentino arredato all'interno di una mansarda, semplice ma così accogliente che Rose si sente subito come se vivesse lì da secoli.
Il ragazzo la posiziona a sedere sul tavolo del salottino e la guarda, emozionato e leggermente ansimante. "questa, volevo farti vedere.." sussurra, con il volto vicinissimo al suo.
Gli occhi verdi di Rose viaggiano per la piccola stanza, trovandola semplicemente adorabile.
"è… il tuo rifugio segreto?" domanda lei con voce bassa e sensuale.
"una specie, sì.- risponde il ragazzo sfiorandole la pelle con le labbra.- tutti ce ne hanno uno, no?"
"Io avevo una casa sull'albero." Mormora sorridendo la ragazza e osservandolo intensamente, lasciando che il verde dei suoi occhi si confonda con il blu oceano di quelli di lui.
"anche questa è un po' la mia casa sull'albero." le confida il ragazzo.
"un posticino tranquillo dove hai sempre portato le tue conquiste?" domanda Rose con un tono indagatorio.
Tom scuote la testa. "sei la prima donna che entra qui.- le bacia la fronte, mentre ancora ansima.- e giuro che sarai anche l'ultima." La ragazza gli sorride e lo abbraccia con così tanto slancio che Tom deve concentrarsi per non perdere l'equilibrio. Poi la prende di nuovo in braccio e sotto le risa di entrambi la conduce in camera da letto, una camera piccola e con un letto altrettanto piccolo, ma nessuno dei due sembra farci caso. Finalmente si baciano poi Rose toglie pezzo per pezzo l'elegante smoking del suo ragazzo, successivamente si lascia spogliare. Si baciano di nuovo lasciando che le mani di entrambi viaggino sui loro corpi bollenti ed ebbri d'amore.
Quindi si amano, distesi su quel letto troppo piccolo per tutti e due.
"tu non..." sussurra ad un certo punto la ragazza, sotto di lui, stringendosi al suo corpo caldo e rassicurante.
"non cosa?" risponde il ragazzo, ansimante dalla frenesia di quegli attimi in cui l'amore sembra giungere al culmine.
"non mi tradiresti mai, vero?" completa la frase Rose e in quell'istante una lacrima le scivola via dagli occhi e le riga il viso. Tom le bacia la guancia asciugandogliela, poi, con il fiato rotto risponde. "mai."
Rose fa come un sospiro di sollievo, poi ansimando, sussurra con la voce carica di sentimento:
"baciami, baciami, amore mio.." e Tom la bacia, con quel suo solito modo di fare, confortante e tenero da un lato ma anche così maledettamente sensuale ed entusiasmante.
Tempo dopo si ritrovano ancora abbracciati e distesi in quel piccolo letto. Tom passa una mano fra i capelli di lei, leggermente sudati a causa di quel caldo torrido che da qualche giorno imperversa sulla grande mela. "c'è una cosa che vorrei darti.." mormora il ragazzo distaccandosi un istante da lei.
Gli occhi della ragazza si accendono di curiosità: "che cosa?" domanda, rizzandosi su un gomito.
"aspetta." Infilatosi i boxer, il ragazzo si alza e si dirige in una stanza di quella piccola mansarda.
Torna con la mano destra chiusa a pugno dietro la schiena. Rose si alza a sedere e osserva trepidante il proprio uomo. "eddai, dimmi cos'è.." esclama intrigata.
Tom inarca la linea bionda del suo sopracciglio destro e le intima. "eh no. Chiudi gli occhi."
E Rose obbedisce fedelmente serrando i suoi profondi occhi verdi.
"dai, avanti, li ho chiusi, mi vuoi far morire???"
"mamma mia, sei peggio di una bambina.. su, aprili.."
Immediatamente gli occhi della ragazza si aprono e la giovane rimane letteralmente senza parole non appena vede il piccolo mazzo di chiavi che il ragazzo le sventola a pochi passi dal suo naso.
"sono.."
"sì.- la anticipa il ragazzo.- dai, non fare quella faccia… so che è un buco questo posto ma.. ci tenevo davvero che tu ne avessi le chiavi. Vorrei che fosse un po' il nostro rifugio…"
Due lacrime di gioia rigano il volto della nostra Rose che subito dopo scatta fulminea tra le braccia del suo ragazzo.
"è un'idea bellissima amore mio..- sussurra, emozionantissima.- io.. non ho parole.."
"allora dammi un bacio" propone Tom con fare suadente e la sua ragazza non accenna a protestare, anzi, in uno slancio congiunge le sue labbra a quelle di lui, stringendolo forte a se.
Quando si staccano il ragazzo le accarezza il viso, ammirandone la dolcezza. "mi sei mancata tanto questi giorni. Non ho fatto che sognarti.."
"oh, anche tu mi sei mancato tanto.."risponde la ragazza, mentre, involontariamente i suoi occhi si ombrano leggermente.
"che cosa c'è?- le domanda Tom, sollevandole il mento.- brutti pensieri?- vedendo che la ragazza non risponde, anzi, distoglie lo sguardo, continua.- ma dai, non dirmi che stai pensando al musical! E stacca un po', no? Ah, a proposito! Quando vedi James digli che.."
Rose scatta. Ecco l'occasione. "James non balla più con noi."
Tom aggrotta la fronte. "cosa?"
"sì è rotto una gamba.- spiega frettolosamente volendo andare a parare altrove.- e lo ha sostituito un ballerino.. che si chiama Daniel.."
"ah.- mormora Tom alzando le spalle.- e che tipo è? Bravo?"
"Tom, Daniel è.."
"cazzo, le nove!" esclama il ragazzo rizzandosi in piedi, incredulo che l'orologio a cucù all'interno della stanza segni sul serio quell'ora lì. Rose lo guarda depressa. "ma io ti devo parlare."
"Rose devo andare, adesso..- le risponde frettolosamente mentre raccatta i suoi pantaloni e ricomincia a vestirsi con il suo smoking.- ne parliamo domani, va bene? Infondo che fretta hai di parlarmi di questo tipo…?."
*ah, sapessi.* pensa la donna passandosi una mano tra i capelli.
"fermo, hai fatto un casino!" esclama ridendo, poi alzandosi dal letto e sistemando con pazienza il colletto della camicia e la cravatta che invece Tom aveva completamente storto, nella fretta. "ecco, così va bene.- sussurra.- sembri Brad Pitt in 'Vi presento Joe Black'."
"spero di essere un tantino più interessante di Joe.- commenta Tom finendo di prepararsi. -e poi, scusa, non avevamo dato per assodato che sono più bello io di quel cinquantenne?"
"ma quale cinquantenne, va' al lavoro, va'!" gli risponde ironica la ragazza mentre lo bacia di nuovo sulle labbra. "ci sentiamo stasera, ok?"
"contaci." Le risponde il ragazzo lanciandole un bacio e scomparendo velocemente dalla sua vista e poi anche da quel piccolo ed incantato appartamento. Niente, non è riuscita a parlargli nemmeno questa volta. Pazienza sarà più fortunata domani. I suoi occhi si posizionano qualche istante sul mazzettino di chiavi e subito il pensiero di Daniel se ne vola via con la stessa velocità di un branco di fenicotteri.
Questo posto è anche il suo ora… come una sorta di nido….
Il loro posto segreto.
Non aveva mai avuto qualcosa di comune con Tom, qualcosa da condividere con lui.
Ora ce l'ha e la sensazione che prova è proprio bellissima.

Il rumore lento e continuo della metropolitana sembra quasi cullarla, questa mattina, mentre, con il capo appoggiato ad uno dei pali che intervallano i sedili, osserva staticamente il cellulare.
Hud sospira per il caldo e si lega i suoi lunghi capelli ricci in modo che le diano un po' di sollievo, almeno loro. Il suo cellulare continua a rimanere muto, acceso ma silenzioso come una tomba.
Michael, perché non ti fai sentire?? Si chiede. L'ultima volta che aveva parlato con lui era stato due giorni fa quando lui le aveva telefonato ma lei lo aveva liquidato con poco, mentendo, dicendo che doveva uscire di casa e che non potevano vedersi. E ora si pente di averlo volutamente ignorato.
Le manca da morire.
Michael giustamente non si fa sentire, magari l'ha capito che l'altro giorno lei lo aveva liquidato e basta, che lei non voleva vederlo, non che non poteva. Ma sì che l'ha capito. Michael è un tipo sensibile, attento, premuroso. E lei aveva troppa insicurezza nella voce, tremava ne è sicura.
Ti prego, cellulare, illuminati. Darebbe l'oro per un suo sms. Ma poi, se Michael gli chiedesse di uscire? Che risponderebbe? Michael vorrebbe spiegazioni, è chiaro. Vorrebbe sapere come mai si è congelata tanto, si è distanziata da morire. E lei? Sarebbe pronta a dirgli la verità?
Sospira e si passa una mano sugli occhi. Non può farlo. Non può andare da lui e dirgli che lo ama.
Se Michael non fosse pronto ad iniziare una storia come si deve?
Mamma mia, quant'è complicata la vita. Perché non ha il coraggio di andare da lui, al lavoro e urlargli addosso che vuole stare con lui ma veramente con tutta se stessa! Vuole una storia seria, forte, profonda, vuole dirgli ti amo, e vorrebbe che anche lui la ricambiasse. Ma non si può illudersi troppo. Se Michael non la amasse?
Le riaffiorano in mente le parole di Rose, l'altra sera. Secondo la sua migliore amica lei sta sbagliando tutto. Dovrebbe vederlo perché ignorarlo non serve a niente solo a distanziarsi e dovrebbe parlare chiaro. In due parole, dovrebbe dichiararsi.
"Oh, non è facile, Rose." Le aveva risposto l'altra sera mentre sorseggiava un'aranciata. "vorrei vedere te al mio posto.."
"guarda che anch'io mi sono trovata in una situazione simile alla tua.- le aveva risposto lei con la sua voce esplosiva, esperta e rassicurante. E tenace. Maledettamente tenace quella ragazza.- quando Tom mi ha baciata, quella sera, la prima cosa che si è preso da me è stato un bello schiaffo."
Hud aveva sgranato gli occhi. "cosa?"
"proprio così.- il sorriso di Rose le era parso pieno di ironia.- io avevo le tue stesse identiche paure. Anzi, se posso dirti, ero anche in condizioni peggiori di te. Io infatti non avevo mai frequentato Tom, quella era la mia prima uscita. E quello prende e mi bacia!"
"e poi?"
"poi gli ho detto che non volevo essere una delle sue conquiste, un nome in più ad aggiungere alla sua lista, una con cui scopare e basta."
Hud l'aveva guardata, piena di ammirazione. "e.. lui?"
"lui ha detto che non sarebbe stato così."
"e tu..- continua- come sapevi che ti aveva detto il vero?"
"perché disse d'amarmi, Hud.- la voce di Rose a questo era diventata bassa, quasi sussurrata.- è quello che devi fare anche tu. Devi dirgli che così non potete andare avanti. Che vuoi lui e nient'altro e non ti accontenti di una storia a metà. Ora che hai capito che l'ami, devi sapere se ti ama anche lui. "
Ha ragione.- pensa, mentre nota che la metropolitana si sta riempiendo.- ma è la sua reazione che mi spaventa. E se lui non tenesse così tanto a me?
"a questo punto hai davanti un bivio, amica mia." Rose aveva risposto anche a questa domanda.
"o lasciare che tutto resti com'è adesso.- aveva ipotizzato con uno sguardo schifato.- o prendi coraggio e ti dichiari. Via, come va va! Se lui non ti ama, allora è stato meglio capirlo subito prima che tu sia coinvolta di più e se ti ama…- la sua voce le era apparsa quasi tremante.- inizierai la storia più bella che tu abbia mai avuto."
"e.. se chiede tempo?" aveva domandato, mentre si mangiava le unghie, nervosa.
"non dare l'impressione di una che vuole tutto e subito ma neanche di una ragazza che è disposta ad aspettare all'infinito, in entrambi i casi dimostrerai che non tieni abbastanza a lui. Se vuoi una risposta subito mostri di non avere rispetto nei suoi confronti e verso i suoi sentimenti, se gli lasci un mese per riflettere, lui penserà che se puoi aspettare così tanto una sua risposta vuol dire che infondo non te ne importa poi tanto."
Gli occhi scuri di Hud la osservavano, basiti. "io.."
"se ti chiede tempo tu digli che lo accetti e lo rispetti ma- mima una faccia arrabbiata.- aggiungi che non sarà in eterno!" avevano riso come due pazze dopo.
Oh Rose. Ma come fai ad avere tutte le risposte, tu?
Come fai ad essere sempre così sicura di quello che vuoi?
Se non ci fossi tu con me, non avrei capito quanto ci tengo a lui, lo sai?
La metro si arresta e Hud con uno scatto si alza e scende velocemente. È arrivata. Ritornata alla luce del sole decide di prendere coraggio. Afferra il cellulare e compone il numero della fabbrica di Nick dove Michael lavora come operaio.
Adesso basta con i ragionamenti e le insicurezze. È ora di agire.
Dopo qualche istante un voce un po' metallica dice: "pronto, Bishop's.."
"ehm buongiorno vorrei parlare con il signor Michael Hurst, se possibile." Esclama Hud con la voce un po' tremante mentre cammina tra la folla.
"sì, un attimo vedo se può risponderle.."
Seguono attimi gelidi. Hudson aspetta in linea trattenendo letteralmente il fiato, come se il sangue le si fosse letteralmente fermato nelle vene.
"pronto, signorina, è ancora in linea??" la voce della ragazza le fa quasi paura.
"sì…- sussurra con voce roca.- sì!" esclama poi, più decisa.
"mi dispiace ma il signor Hurst non può proprio lasciare il posto di lavoro, è un divieto tassativo."
La ragazza si ferma sul marciapiede, chiudendo gli occhi e assorbendo il colpo. No, dai, impossibile che sia così sfortunata! Lei deve parlare con Michael, deve! Ritenta: "la prego, non può tentare di nuovo?? Gli dica che lo cerca.."
"La prego non insista. Buongiorno."
"no, aspetti.." mormora infine sentendo che la donna che riattaccato. Con gli occhi pieni di lacrime e rabbia, schiaffa il telefono in borsa e si incammina con passo furioso verso l'università.

La musica si interrompe e con essa anche l'ultima piroetta della ballerina che si immobilizza sul palco, con fare quasi altero, personificando pienamente la personalità superba e tradita di Fiordaliso.
"ok!- esclama Lola annuendo.- andiamo avanti con la scena dopo!! Avanti con Esmeralda, Febo, Frollo e Quasimodo!" Lola, il braccio destro tuttofare di Mary, si gira verso di Rose strizzandole l'occhio. "vieni Rose tocca a te."
Rose annuisce nervosamente mentre lentamente i suoi occhi si posizionano sull'entrata della scala a chiocciola, quella che porta alla sala prove, dove tra breve usciranno Daniel e Mary. Lola intuisce i suoi pensieri e dice, con aria confidenziale. "povero ragazzo.- inizia, guadagnandosi uno sguardo interrogativo dell'interlocutrice.- ma si, poveraccio… Mary l'ha spremuto queste due settimane… è stata con lui là sotto fino a notte tarda, anche per due ore dopo che eravamo andati via tutti…"
"però.." sussurra Rose leggermente soprappensiero.
"ormai Daniel sa la parte alla perfezione!- dice con entusiasmo la donna.- sarà anche meglio di James.."
"James è un grande ballerino professionista.- la voce di Rose suona seccata e alterata.- altro che.."
"Ehi.- Lola la interrompe prima che potesse aggiungere qualcos'altro.- siamo d'accordo che James è molto bravo. Ma tu dovresti vedere Daniel… davvero, sembra che la parte di Febo sia stata fatta apposta per lui."
*ovvio.- pensa mentre si aggiusta il tutù..- la parte del traditore, del subdolo seduttore non può che calzargli perfettamente…*
"ah, eccoli." La voce di Lola interrompe i suoi pensieri. Gli occhi verde smeraldo di Rose si concentrano subito sull'entrata della scala a chiocciola da dove è appena uscita Mary e, dietro di lei, Daniel. In queste due settimane non aveva mai avuto occasione di parlargli anche se, da lontano, per lo meno, lo aveva intravisto un sacco di volte. Si ritrova a pensare di aver notato quanto sia bello ogni volta che l'aveva visto. Beh, che sia un bel ragazzo non si può proprio negare. E sembra proprio che non sia stata l'unica a notarlo….È appena arrivato e subito si è trovato tutta una scia di ballerine addosso che non fanno altro che cinguettare e sorridere manco fossero delle cagne in calore! E che, non hanno mai visto un bel ragazzo?? Sembrano tutte assatanate in questa scuola di danza, anche quando vedono Tom corrugano la bocca e si fanno bollire il sangue dall'invidia… mamma mia..
ecco Daniel che ancora conversa sottovoce con Mary. Lei gli parla in modo brusco, anche se meno del solito, e lui annuisce concentrato bevendo fedelmente tutte le parole della sua insegnante.
Non l'ha ancora vista. Meglio. Ma no, basta Rose, Basta! Devi riuscire a vederlo come un estraneo.
Come se lo avessi appena conosciuto… provaci, almeno.
Poi Daniel si volta e incrocia il suo sguardo. Le sorride subito, in maniera ironica e benevola. Rose si chiede se debba contraccambiare un sorriso così entusiasmato. Poi opta per un sorriso più accennato che altro. Mary per fortuna interrompe subito tutto quanto e grida, solenne: "proviamo solamente Febo ed Esmeralda, la scena di prima la proviamo dopo!!- si volta bruscamente verso di Rose.- HAI CAPITO??? SUL PALCO!- si rivolge quindi a Lola.- vediamo come va la prima volta che ballano insieme."
La ragazza scatta come una cavalletta, passa dietro le quinte e in breve si trova dietro le pesanti tende rosse di velluto. I cantanti si posizionano sul palcoscenico e ascoltano le istruzioni del regista che li istruisce riguardo la scena che devono provare. Rose si sente stranamente nervosa e sta ancora sistemandosi il vestito quando Daniel giunge accanto a lei. "ehi." Apre il discorso così, sempre con quel sorriso spontaneo e carismatico. Quel sorriso che anni fa le faceva girare la testa.
Rose alza lo sguardo e sussurra un "ciao" un po' spento.
"mamma mia, ho passato due settimane terribili in quel bunker laggiù, sai?! Un caldo pazzesco.."
"sì, laggiù fa davvero caldo.- concorda la ragazza, sciogliendosi un po' e intimandosi di mettersi da parte rancori e ricordi per cercare di poter cancellare il vecchio dolore riaffiorato.- come va con la parte?"
"mah, abbastanza bene. Adesso vedremo come ce la caviamo insieme.- sorride, un po' malizioso.- spero che verrà fuori la nostra vecchia intesa.."
Rose non sa proprio cosa rispondere ma fortunatamente l'inizio della musica zittisce entrambi che subito si concentrano per prendere bene il momento in cui dovranno fare la loro entrata in scena. Poi, elegantemente, uno dietro l'altra, entrano e si posizionano. Rose inizia subito a ballare- secondo copione- fissando intensamente Daniel negli occhi. Si solleva sulle punte e volteggia in una serie di piroette finendo direttamente tra le braccia del ragazzo, a pochi centimetri dal suo viso e dalle sue labbra. A questo punto anche Daniel inizia con la sua parte, prendendo Rose per la vita e con movimenti lenti e sensuali la solleva da terra in un poetico angelo che la ragazza esegue con maestria, per poi finire di nuovo in braccio a lui.
"STOP!" la voce di Mary fa immobilizzare tutti, ballerini e cantanti.
La donna a passi svelti si porta proprio sotto il palco. "CHE CAZZO FATE, DISGRAZIATI!!!!!!!!- la voce di Mary rimbomba in tutto il teatro, iniziando ad assumere toni sovrannaturali. Ha una voce così potente quella donna che potrebbe benissimo fare la cantante lirica, invece che stare a sfinire dei poveri ballerini come loro.- SCIAGURATI, MA DOVE AVETE LA TESTA?????"
Daniel e Rose si lanciano uno sguardo interrogativo, quasi. La giovane prende parola. "ma.."
"ZITTAAAA!!!-urla.- IO TE LA VADO A TAGLIARE QUELLA LINGUA, HAI CAPITO?????" quest'ultimo acuto è ancora più stridulo di tutti gli altri. Rose è sempre più esterrefatta dalla potenza e dalla resistenza delle sue corde vocali. Se ci prova lei a fare un urlo del genere non parla più per minimo un mese.
Mary si mette le mani tra i capelli. "SEI UNA MALEDETTA CRETINA, TI VUOI CONCENTRARE SI O NO, DEFICIENTE????? SEI PIU' GELIDA DI UN SURGELATO!-urla, non senza strappare un sorrisetto ironico a qualche ballerina invidiosa- QUESTO BALLO E' FONDAMENTALE! DEVE ESSERE ESEGUITO ALLA PERFEZIONE!!PIU' SCIOLTA, PIU' SENSUALE!"
"sì… mi scusi di nuovo.." balbetta la ragazza, rossa paonazza.
"NO CHE NON TI SCUSO!! E ADESSO PROVA SOLO A DIRE UN'ALTRA PAROLA E VEDI CHE TI SUCCEDE.- si calma un istante anche se i suoi occhi infiammati non smettono di fissare la povera malcapitata. Si volta poi scattosamente verso i tecnici, ma si rivolge a loro con un tono più umano.- e voi che fate, la siesta??? Sveglia!!! Rimettete la musica si riprova la scena!!"
Gli attori e i ballerini tornano tutti ai loro posti di combattimento, lanciando più o meno inconsapevolmente un'occhiata alla povera protagonista di quella sfuriata. Daniel, in particolare, poggia - anche se fuggevolmente.- una mano sulla spalla della ragazza. Rose alza di scatto gli occhi e lui le fa l'occhiolino in maniera amichevole.
Rose ricambia con un sorriso, questa volta, più tenero e affettuoso.
Molto molto molto dopo Rose e Daniel si trovano di nuovo sul palco stanchi, ansimanti che ascoltano le ennesime indicazioni di Mary sul pezzo da eseguire. Hanno ripetuto la scena un'infinità di volte, intercalandola con altre scene ma sempre restando nei pressi del palco, riscaldandosi e provando tra di loro, insomma senza la possibilità di fermarsi un istante. Sono circa le sette di sera, ora e la stanchezza inizia davvero a farsi sentire. Mary e Lola, di comune accordo, hanno deciso di lasciare qualche istante in pace Daniel e Rose che, più simili a zombi che a ballerini, ora, si trascinano dietro le quinte. "sono sfinita…" sussurra la ragazza sedendosi pesantemente su una sedia.
"anch'io.- le passa un asciugamano che la ragazza afferra al volo.- ci hanno spremuti senza pietà.."
"come due limoni." Concorda la ragazza osservando come sia passato il tempo chiusa in quel teatro ammuffito.
Daniel finisce di asciugarsi poi ripone l'asciugamano. "senti Rose…- inizia, con lo sguardo incerto.- posso parlarti?"
La ragazza deglutisce, nervosa, ma la sua voce suona abbastanza naturale. "va bene. Dimmi."
Daniel si avvicina di più, osservandola intensamente negli occhi. "senti.. io volevo scusarmi per il mio comportamento dell'altra volta.- inizia Daniel - sì, insomma, chiederti di uscire non è stato il massimo, visti i precedenti che abbiamo avuto."
"concordo.- replica la ragazza.- e poi Daniel, io sono anche fidanzata."
Il ragazzo non sembra affatto stupito. "lo so. Quel tipo biondo con la moto nera, vero? Quello che ogni tanto ti passa a prendere e che manda in delirio tutte le altre ballerine con la sua sola presenza, no?"
"sì- sorride.- lui."
"ah lo avevo capito.- sembra un po' pensieroso.- comunque, vorrei che accettassi le mie scuse, davvero non sono stato molto delicato, anche se tu non fossi stata fidanzata non sarebbe stato un bel gesto quello di chiederti di uscire, così, dopo quattro anni che ci siamo lasciati… e come ci siamo lasciati."
"già.- Rose prende una bottiglietta d'acqua e ne fa un sorso.- comunque accetto le tue scuse, non preoccuparti"
Daniel sembra davvero sollevato ora, e più sorridente esclama: "magnifico! Sai, questi giorni ci ho pensato spesso e avevo paura in una tua reazione…- le sorride con quel suo solito modo sensuale e ironico.- Rose c'è anche un'altra cosa che vorrei dirti…voglio che tu sappia una cosa…. Io.. non ho dimenticato.- La ragazza non abbassa lo sguardo.- non ho scordato quanto ti ho fatto del male, in passato. E vorrei dirti che mi dispiace."
Seguono attimi di silenzio, carichi di tensione, poi il ragazzo prosegue: "mi dispiace sul serio, Rose.
Ero uno stupido ragazzino di 19 anni e non capisco cosa mia sia saltato per la testa, sul serio…. non riesco ad immaginare quanto posso averti fatto star male.."
"basta." La voce della ragazza suona bassa ma abbastanza imperiosa. Daniel la fissa, un po' in tensione. Gli occhi verdi della ragazza si alzano dal pavimento dove si erano concentrati qualche istante e il ragazzo prova una fitta al cuore nel vederli quasi ridenti.
"basta, ti prego.- continua la ragazza.- voglio davvero metterci una pietra sopra. Sì, è vero. Mi hai fatto stare malissimo, non puoi nemmeno immaginare quanto. Ma sono passati quattro anni, eravamo piccoli ed ingenui tutti e due, non mi pare il caso di rivangare questa storia all'infinito."
*senza contare il fatto che ogni volta che ci ripenso sto di nuovo male.* conclude mentalmente.
Si alza in piedi, quindi, proprio davanti a lui. Daniel la guarda stupefatto dalle sue parole. Non pensava che lei potesse davvero reagire così se l'immaginava irrigidirsi, piangere magari e invece niente di tutto questo. Una donna sicura di sé, forte e tenace. Una donna molto più matura e scaltra della ragazza che conosceva. Una donna davvero affascinante nella sua aurea di sicurezza e di caparbietà.
"bene- sussurra il ragazzo, con voce bassa e sensuale. Poi i suoi occhi si fanno ridenti e con il suo solito carisma domanda, porgendole la mano- amici??"
Rose osserva la sua mano protesa verso di lei, come un esploratore osserverebbe un serpente. Che deve fare? Ritirarsi ora vorrebbe dire mandare a quel paese tutti i propositi che si era fatta e tutto il discorso di prima.. accettare però…sente improvvisamente la voce di Mary che la richiama sul palcoscenico, così, messa alle strette, stringe la mano di Daniel sussurrando. "amici."
E poi scompare via, correndo verso il palcoscenico. Il ragazzo resta a fissare il luogo dove c'era stata lei poco prima con un sorriso malizioso e determinato. Fa per andare anche lui ma voltandosi si imbatte involontariamente in Kiky, una delle ballerine minori.
"oh, attento!- esclama quella- o rovini tutti i fiori!" effettivamente Kiky regge in mano un bellissimo mazzo di rose bianche. Daniel non si scusa nemmeno, solo posa la sua attenzione sui fiori. Da dove provengono, per chi sono? Dubita che siano per Kiky, bruttarella com'è…
"e questi fiori?" domanda quindi.
"oh questi? Sono per Rose." Risponde la ragazza, con espressione incantata. "li ha portati il suo ragazzo, romantico, vero?"
bene… se la cosa prima poteva dirsi marginalmente interessante ora ha assunto tutto un altro spessore…
"ah si…- mormora.- e lei? Li ha già visti?"
Kiky nega con il capo. "no, sono appena arrivati. Vado a portarglieli" Kiky fa per muoversi ma Daniel la blocca sedutastante, prendendola per un braccio.
"lascia stare.- dice, gelido.- glieli do io. Sto andando da lei."
Kiky rimane interdetta qualche secondo ma dopo altre insistenze da parte del ragazzo si lascia convincere. "ok. Tieni." Daniel prende i fiori, fingendo di averne molta cura. Kiky si allontana subito dopo. Il moro resta a fissare i fiori con aria subdola, poi si dirige verso lo spogliatoio degli uomini. Vi entra e con uno scatto chiude pesantemente la porta dietro le sue spalle.
"il ragazzo, eh?- mormora osservandoli.- beh, non credere che ti farò fare vita facile, mio caro. Ti darò molto filo da torcere, io." Cerca il bigliettino e alla fine lo trova, nascosto tra le roselline.
Subito, senza un minimo di esitazione, lo apre e lo legge con grande interesse.
"Amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. - è una frase tratta dal film di 'vi presento Joe Black'- tu sei questo, si, e molto di più. Ti amo, Tom."
Tom…
Il volto del ragazzo si deforma in uno sguardo agghiacciante. Accartoccia il foglietto e lo getta violentemente nella pattumiera. Poi fanno la stessa fine anche le rose che vengono poi nascoste con quintali di carta igienica per evitare che qualche ficcanaso scopra la cosa.
"e che vinca il migliore, Tom." Ringhia prima di uscire dalla stanza, sbattendo brutalmente la porta.

Fine ventitreesimo capitolo

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Capitolo 24
*** IO, NEI TUOI OCCHI ***


Ciao a tutti!
eccoci con un nuovo capitolo!
Innanzitutto vorrei ringraziare DI CUORE tutti quelli seguono la mia storia che sto portando avanti da dicembre con crescente impegno… specialmente adesso che ci sono le vacanze, me la godo a scrivere!!!:P grazie veramente a tutti perché mi date lo sprint per proseguirla!
Beh, vi lascio al capitolo e se vi va, lasciate un commento!!!Kiss Kiss!!!

Ciao Winny!!
Grazie mille per i complimenti, sei troppo gentile!!! Spero davvero che questo capitolo ti piaccia e che tu mi faccia sapere che ne pensi!
Un bacio!!!

Ciao Miyu90!!
Ogni volta che leggo le tue recensioni mi commuovo… sei troppo carina, ti ringrazio tantissimo per tutti i complimenti e ti prometto solennemente che presto… molto presto… Daniel avrà tutto quello che si merita…grazie mille ancora per la recensione, spero vivamente che questo chap possa piacerti e, perché no, emozionarti un pochino…
Un bacio!!!!!

Ciao Franca!!!!
Hai ragione è proprio guerra dichiarata e in questo chap…. No, Diomache, zitta altrimenti rovini tutto! Comunque è vero, sconfiggere Tom è difficile (per non dire impossibile) ma Daniel sarà parecchio rognosetto purtroppo… grazie per tutti i complimenti che mi fai ogni volta!! Grazie delle buone vacanze.. in effetti me la sto proprio spassando!!
Un bacio!!!

Ciao PhoenixLupin!!!!
La tua recensione mi ha fatto morir dal ridere, sei un mito.. comunque hai ragione Daniel è proprio infido e ti giuro che presto tutte ci riprenderemo la nostra rivincita, anche perché in questo capitolo e nel prox , soprattutto,Daniel toccherà davvero il limite. E, questo è chiaro, Tom guiderà la nostra riscossa…
Ecco, dovrei imbavagliarmi la tastiera altrimenti va a finire che svelo tutto, chiacchierona come sono… grazie per i complimenti e la recensione,
Un bacio!!!

Buona Lettura,
Diomache.

PROFUMO DI MENTA

CAPITOLO XXIV:

IO, NEI TUOI OCCHI

L'amore è la poesia dei sensi. (Honorè de Balzac)

La moto rossa del ragazzo parcheggia fulminea a ridosso di quella cabina telefonica, con una frenata inchiodata e così rumorosa da far voltare numerosi passanti. Ma si, che si voltino pure, non gli interessa. È troppo turbato, troppo scosso per importarsi delle opinioni degli altri, per temere la gente e i suoi stupidi pregiudizi, al solito. Questa notte l'ha passata in bianco ad osservare il soffitto della sua camera, con il ventilatore al massimo, le braccia incrociate dietro la testa e una strana inquietudine nell'animo. Ha saputo che qualche giorno fa Hud l'ha cercato in fabbrica. Quella puttana di Julia glielo aveva riferito solo ieri prima che andasse via e poi come se fosse cosa di poca importanza.
Già, e tanto lei che ne sa di loro due. Che ne sa di una storia iniziata benissimo e ora che sembra improvvisamente incrinarsi, senza un motivo.
Aveva provato a chiamare Hudson, poi, ma lei non aveva più risposto.
Perché? Perché lo evita, perché? Ha fatto qualcosa di sbagliato? Ha capito che non gli interessa e vuole tirarsi indietro? Ecco, questa è una tesi con un'alta percentuale di verità. È l'unica cosa attendibile, l'unica idea che dimostri il suo diventare gelida, distante e infine il suo evitarlo sempre e comunque, senza spiegazioni. Ma non può finire così. Non lascerà che la storia più importante della sua vita vada a farsi sfottere senza nemmeno un chiarimento, non può permettere a Hud di scaricarlo in questo modo, di chiuderlo fuori dalla sua vita senza nemmeno un perché.
Ma soprattutto, senza nemmeno sapere che la ama. Ha diritto di saperlo, ad ogni costo.
Aveva ragione Tom, doveva dichiararsi prima, ora chissà, magari è troppo tardi. Deve dirglielo, ora, non può più aspettare nemmeno un istante altrimenti perderà l'attimo, l'occasione. Adesso che si è deciso, non può assolutamente lasciare che tutto questo finisca.
Vuole Hudson. La ama. E farà di tutto per averla di nuovo.
Ma sa anche che non può riuscirci da solo, gli serve una mano.
Una mano dall'unica persona che conosce Hud meglio della sua stessa ombra: Rose.
Smonta dalla moto e si fionda sulla cabina telefonica quindi fa il numero di casa della ragazza.
"pronto?" la voce di Micheal suona così affannosa che Emily stenta quasi a riconoscerlo.
"pronto..- risponde la donna.- ma chi parla?" continua con quel suo solito fare investigativo, mentre regge la figlioletta tra le braccia.
"Emily, ciao, sono Michael." Risponde il ragazzo, nervoso, iniziando a giocare con il filo metallico di quella cornetta, nella cabina telefonica. La voce della donna gli sembra più sollevata ora.
"oh, ciao Michael! Come stai?"
"bene, c'è Rose?" chiede in maniera frettolosa e pure un po' maleducata.
Ma che vada a farsi sfottere pure l'educazione, adesso…
"Rose non c'è.- risponde Emily, un po' acida.- è a teatro a provare. Ma sei fortunato perché oggi aveva il pomeriggio libero quindi deve staccare verso mezzogiorno, poi, vediamo… ah si! poi va a pranzo con Tom e credo che passerà tutto il pomeriggio con lui. Poi alle nove e mezzo va un'altra volta a teatro… capito, non ci sta mai a casa, non saprei quando farti chiamare, guarda!"
"aspetta, Emily.- l'interrompe.- a che ora hai detto che esce dal teatro?"
"a mezzogiorno, perché?"
"ti ringrazio, ciao" mormora chiudendo pesantemente la cornetta ed uscendo dalla cabina. Mezzogiorno… guarda l'orologio.. mancano appena dieci minuti alle dodici. Deve assolutamente arrivare prima che Rose esca e vada da Tom.. ok, il teatro si trova quasi dalla parte opposta e pensare di raggiungerlo in dieci minuti sarebbe quasi una pazzia.
Sì, una pazzia che deve correre ad ogni costo.
Sale sulla moto e sfreccia via verso il teatro, con il cuore in gola di speranza ed emozione.

Ancora qualche passo, ancora un volteggio, ancora una piroetta, ancora un giro.
E poi, più lentamente, secondo la musica, più dolcemente la ballerina balla con più delicatezza, girandosi lentamente verso il ragazzo, moro, bellissimo, che la guarda con finta superiorità, poi la raggiunge ed ecco che la giovane sfugge di novo a lui, come una farfalla, spiccando un grand jeté e poi di nuovo un giro in punta di piedi, con una tecnica mirabile. Con un' attenzione di movimenti ma allo stesso con una grazia innata che fa letteralmente sbavare d'invidia tutte le altre. E fa sorridere d'orgoglio Mary che osserva, braccia conserte, lo svolgersi del balletto annuendo tra sé per la correttezza dei passi, per l'armonia dei movimenti e, finalmente, per la scioltezza e l'affinità tra i due ballerini. Finalmente sembrano complici…quando avevano provato insieme per la mia volta aveva creduto che Rose e Daniel non avrebbero trovato mai quella sintonia di sguardi presenti invece tra James e Rose.
Beh, si sbagliava. A una settimana di distanza e a pochi giorni dalla prima deve dire che i due, professionali ed impegnati, si sono davvero dati da fare. E il risultato è perfetto.
"va bene!" come termina la musica la voce alta dell'insegnante si fa sentire in tutto il teatro.
Rose sgrana gli occhi. "sul serio?" sussurra all'indirizzo di Daniel. "hai sentito anche tu?"
Mary nota il suo stupore e con un sorriso sadico aggiunge. "ma il finale mi fa ancora schifo.- mente spudoratamente.- quindi stasera lo riproveremo, chiaro?"
"ah, ecco.- le sussurra il ragazzo.- tutto nella normalità."
Rose annuisce mentre entrambi si dirigono verso l'uscita del palcoscenico, avendo notato che per oggi hanno finito, è quasi mezzogiorno.
"aspettate, disastri!- i complimenti di Mary li trattengono ancora una volta.- ci vediamo qui alla ventuno e trenta, capito? Poi chiudiamo a mezzanotte! E non voglio ritardi!"
Rose storce il naso. Che orario del cazzo, sarà sfinita! Però almeno avrà il pomeriggio libero, meglio così. Si volta verso Lola che le fa l'occhiolino, complice.
Si era sfogata con lei l'altro giorno, lamentandosi che non aveva un attimo di tempo per la sua vita, così Lola aveva predisposto tutto affinché Rose provasse la mattina e la sera, lasciandole un po' di tempo per stessa nel pomeriggio. Che mito quella donna! Saltellando, si dirige nel suo spogliatoio, seguita passo passo dagli occhi neri e sensuali di Daniel.
Finitasi di preparare la ragazza, con tanto di borsone sulla spalla destra, esce correndo dal teatro salutando tutti con la sua voce allegra e divertita. Allegra, per forza. Adesso andrà da Tom che la sta già aspettando nella loro mansarda, nell'Upper East Side, per mangiare insieme. E poi hanno programmato un bel pomeriggio di assoluto relax, magari con una bella passeggiata a Central Park e poi una bel giro nel Metropolitan Museum of Art.
Nella frenesia di uscire non sente minimamente la voce di Daniel che la chiama: "Rose, aspetta!"
Il ragazzo le corre dietro, scendendo le scale del teatro. La inviterà a pranzo, una cosa tra amici, le dirà. Si, ottima scusa. La raggiunge e per farla fermare la prende delicatamente per un polso.
"ehi ma dove corri???- le dice non appena lei si volta, interrogativa.- sono due ore che ti chiamo!"
Rose sorride. "ah, scusa. È che vado di fretta…"
"hai un impegno?" le chiede lui ma subito i suoi occhi neri si concentrano su qualcosa dietro di lei, su una moto rossa che si è appena fermata, su un ragazzo riccio, che è appena sceso e che corre incontro a loro, ansimante e frenetico.
"sì.- risponde Rose, con un sorriso orgoglioso.- in un certo senso sì.."
In quell'istante arriva Michael, correndo come un pazzo. "oh Rose, finalmente…" ansima il ragazzo.
"Michael???" esclama la ragazza, aggrottando la fronte. "ma che cosa.."
"Michael?- ribatte Daniel, con voce estremamente velenosa.- mi avevi detto che il tuo ragazzo si chiamava.."
"oh no, lui non è il mio ragazzo.." si affretta a precisare la ragazza, mentre si aggiusta i capelli con le mani.
"Rose ti devo parlare, immediatamente!!- il ragazzo castano si interpone tra i due, dando le spalle a Daniel - ti prego, mi devi aiutare, ho assolutamente bisogno di te!" dice, incredulo di averla trovata sul serio, di essere arrivato in tempo. Se non si fosse fermata a chiacchierare l'avrebbe persa di sicuro. Rose lo osserva, un po' preoccupata. "ehi, è accaduto qualcosa?"
"No, cioè sì… è che.."
"Rose, è un po' maleducato il tuo amico…" la voce fredda di Daniel giunge da dietro le spalle di Michael che si blocca e si volta, con uno sguardo omicida. "ehi, ma tu chi cazzo sei? Che cazzo vuoi???"
Rose vede che la situazione si sta scaldando un po' troppo quindi dice, frettolosa.
"ehm, scusa Daniel abbiamo da fare,ci vediamo, eh?- poi prende Michael sotto braccio e lo trascina un po' in disparte.- allora, mi vuoi dire che è accaduto?? Non farmi spaventare!!!!"
Il ragazzo castano si passa una mano sugli occhi. "io.. ho deciso di dichiararmi ad Hudson.."
"tutto qui!! E io che mi credevo che avesse preso un colpo a qualcuno e..- la ragazza si blocca immediatamente e lo guarda fisso negli occhi.- scusa, cosa hai detto?"
Michael scoppia a ridere e l'abbraccia con slancio. "la amo, Rose. E non posso perdertela."
Quando i due si dividono gli occhi della ragazza sono lucidi e il ragazzo non può fare a meno di ridere di nuovo di fronte a quella commozione.
"è.. bellissimo..- sussurra Rose.- tu non sai quanto Hud attenda questo.."
Michael la osserva, serio. " davvero? Allora… non vuole lasciarmi!??"
"lasciarti??!- esclama la ragazza ad alta voce.- ma se ti ama come una pazza! L'unica cosa che vuole è…- si ferma qualche istante, ad osservare gli occhi castani ed emozionati di lui.- …te."
Michael esulta di nuovo come un bambino abbracciandola di nuovo. "vieni, non c'è un minuto da perdere!"
Rose aggrotta la fronte. "..cosa???" ma non ha tempo di dire altro perché il ragazzo la trascina con se, prendendola per un braccio. "avanti, vieni, dobbiamo andare da Hud!" dice obbligandola a salire dietro di lui. "ma Hud sta all'Università adesso.."
"appunto! ho bisogno di te, io non so niente della New York University, non saprei da dove iniziare!"
"io sto alla New York University, Hudson è alla Columbia University!!!" ribatte Rose, dietro di lui.
"appunto!" ribatte il ragazzo mentre ingrana la marcia e partono a tutto gas sotto le urla di Rose che gli intima di andare piano e sotto gli occhi furibondi di Daniel che non ha perso un attimo di tutta la scena.
Rose si lascia condurre via, già sapendo che Tom sarà come minimo furibondo per l'enorme ritardo che farà.
Beh, capirà che doveva salvare una coppia.

Arrivano sgommando alla Columbia University e subito i due ragazzi scendono dalla moto, invasi dal vento caldissimo di quella giornata. Rose nota, non senza un sorriso di ironia, che Michael è sbiancato ed è agitatissimo, sembra non riesca più a parlare, tanto è spaventato ed emozionato. Ed è proprio curiosa di vedere l'espressione che farà Hudson sentendo la bella dichiarazione che gli farà.. è un miracolo se non cascherà giù!
Freneticamente si dirigono correndo verso l'edificio, ne varcano i cancelli e arrivano finalmente all'entrata. Lì smettono di correre e Michael si ferma un istante, quasi raggelato.
Rose di volta verso di lui. "ehi.." sussurra con un sorriso allegro.
Michael la osserva un istante. " e se.."
"oh, adesso basta!- sbotta Rose, determinata.- non ne posso più delle vostre indecisioni! Adesso tu vieni con me e non voglio sentirti fiatare, capito??- il suo sguardo torna dolce ed ironico.- almeno finché non troviamo Hud.." conclude con un sorriso luminoso.
I due ragazzi si addentrano nell'immenso edificio e dopo aver aspettato mezz'ora per capire da che parte si trovasse l'aula dove Hud aveva lezione oggi, finalmente imboccano il corridoio e vengono addirittura fermati da Claire un'amica di corso di Hud che ha subito riconosciuto la figura snella e irrequieta di Rose.
"ehi, ciao!" la sua voce fa girare la ragazza castana che subito s'illumina vedendola.
"Claire!- esclama con un sorriso a 36 denti.- ma che bello trovarti qui!"
"e, per forza- ribatte quella.- ho avuto lezione fino adesso!"
"Hudson era con te?" chiede Michael che non aveva più aperto bocca da quando avevano avuto quel piccolo scambio di battute all'entrata. Claire si concede qualche istante per guardarlo poi con un sorriso più interessato risponde. "sì.- sorride.- ma adesso l'ho persa di vista.. forse è andata nella mensa, boh!"
"di solito dov'è che mangia???" domanda Rose, ancora molto agitata.
Claire, una gallinella che Dio solo sa come fa Hud ad avere per amica, continuando a fissare Michael con insistenza scrolla le spalle. "boh, in giardino mi pare…- si rivolge a Rose.- ma Rose non mi presenti il tuo amico???- non aspetta certo Rose, prende iniziativa.- ciao, io sono Claire."
"scusami, ho fretta.." sussurra Michael, irritato dalla presenza di quella gallina.
"lui è Michael.- Rose risponde per lui .- il RAGAZZO di Hudson!"
Claire spalanca la bocca dalla sorpresa. "ah… ma che bello, mica me lo aveva mai detto! Che birichina! E pensare che siamo molto amiche! Ciao Michael, che bello fare la tua conoscenza, sono sicura che andremo molto d'accordo io e te.."
"adesso basta, andiamo via." Sussurra la ragazza, estremamente disgustata.
"ma come, di già???" domanda Claire giocherellando con i suoi riccioli biondi.
"sì.- ribatte frettolosamente Rose girando le spalle alla ragazza. Lei e Michael fanno qualche passo, poi si blocca.- ah, Claire…" Rose si volta con un ghigno malefico. "vaffanculo"
E io - da autrice.- giuro che si è trattenuta.

Giungono in giardino cercando, almeno, di fidarsi di quello che quella puttanella di Claire aveva detto loro, sbavando letteralmente davanti a Michael.
Grr.. e pensare che non ha smesso nemmeno quando le aveva detto che era il ragazzo di Hud.. dovrà metterla in guardia da quella vipera.
Entrambi cercano Hud con gli occhi osservando con trepidazione i volti delle ragazze che, appostate in giardino, fanno pranzo magari mangiando un panino. Poi, improvvisamente, la vedono.
Seduta su un piccolo muretto, con una piadina in mano e una lattina di coca cola nell'altra.
Michael ha un vero e proprio fremito e per un istante si immobilizza ad osservarla, tremando leggermente.
"vai." Gli sussurra Rose con voce delicata, sfiorandogli la mano. " e falla felice, mi raccomando. Hud se lo merita davvero."
Il riccio si gira verso di lei. Se prima era stato sbianco e atterrito adesso è semplicemente rilassato e forse anche più bello. Eh già, l'amore rende proprio diverse le persone.
"grazie Rose. Sei davvero meravigliosa."
"su, muoviti!- lo incoraggia lei, ridendo.- altrimenti la perdiamo di nuovo.."
"ah ci mancherebbe solo questo!" le risponde Michael mentre corre letteralmente incontro alla ragazza che ama. Rose si posiziona bene sul muro: eh no, non si vuole perdere nemmeno un minuto.
Michael giunge con passo lento e solenne dinnanzi ad Hudson che tiene lo sguardo basso e concentrato sulla sua piadina che addenta, affamata. Poi quando vede che qualcuno la sta osservando, in piedi, accanto a lei, i suoi occhi scuri si alzano dal cibo e lentamente percorrono, centimetro dopo centimetro, la figura di Michael. E quasi gli prende un colpo quando osserva, con immenso stupore, il volto allegro di lui.
Il morso che aveva appena fatto alla piadina sembra andarle tutto di traverso e solo grazie ad un buon sorso di Coca Cola riesce a scongiurare l'asfissia.
Con ancora poco fiato, sussurra. "Michael…che diavolo.. ci fai qui…?"
Il ragazzo non risponde alla sua domanda, si limita a prenderle le mani e a farla alzare in modo da averla a pochi centimetri dal suo viso. La ragazza lo osserva, sorpresa ed intrigata dalla sua improvvisa comparsa. "è.. successo qualcosa?" domanda di nuovo, con un sussurro di voce che in realtà lascia trasparire la speranza che lui sia qui per ben altro.
Michael le sorride di nuovo e accarezzandole con i pollici il dorso delle sue mani mormora un "sì" ovattato. "è successo qualcosa, Hud. - gli occhi di lei lo supplicano di continuare.- è successo che non posso stare senza di te, non posso e non voglio, con tutto me stesso."
Un bellissimo sorriso si fa strada sul viso della ragazza che tenta di dire qualcosa ma è subito zittita da lui che la prega di lasciarlo finire. "ti prego, altrimenti credo che non troverò il coraggio di dirti tutto..- deglutisce.- credimi, per me è la prima volta in assoluto nella mia vita, non ho mai creduto di poter … incontrare una ragazza come te…." Hud gli sorride dolcemente.
"Hudson.- riprende Michael con tono ancora più solenne. Respira, ascoltando solamente il proprio cuore.- io ti amo."
La ragazza si porta le mani alla bocca, arrossendo e con gli occhi lucidi di emozione. Non avrebbe mai creduto di vederlo qui, oggi. Mai, di sentirgli quelle parole, quello che avrebbe sempre voluto sentirsi dire, la conferma del suo amore, quelle due essenziali parole che ora cambiano tutto, le aprono una nuova vita. Michael la guarda ora, chiedendole con lo sguardo di dire qualcosa, implorandola quasi anche di un cenno, qualsiasi cosa purché rompa questo assordante silenzio.
La ragazza deglutisce e, rossa in volto dall'emozione, lo fissa con i suoi occhi da innamorata.
"io…- non riesce a continuare, sente che potrebbe piangere.- oh, Michael, anch'io ti amo… con tutta me stessa.."
Il ragazzo, a questo punto, scatta verso di lei, abbracciandola con slancio.
La ragazza contraccambia, felice, senza curarsi minimamente se quella scena abbia attirato l'attenzione di qualche studente o studentessa, curiosi e ficcanaso come sempre. Michael ed Hudson si stringono, poi finalmente si baciano con trasporto per qualche piccolo istante, poi la loro proverbiale timidezza viene di nuovo fuori e si staccano e, mano nella mano, iniziano a passeggiare insieme.
Rose, da relativamente lontano, si asciuga gli occhi con un gesto quasi stizzito. Se pensa a tutte le vote che Hud le confidava che così non era felice, che voleva sapere cosa esattamente Michael provava per lei, che voleva conferme. Beh, ora ha anche lei tutto questo.
Il suono impertinente del suo cellulare la desta da queste romantiche riflessioni.
Lo prende:è Tom. Storce il naso, vedendo che sono quasi le una e trenta. L'avrà data per dispersa.
"ehm, pronto?" fa, con aria disinvolta.
"pronto????- ribatte lui, alterato.- ma sentitela, io è un'ora e mezzo che mi preoccupo per te, chi cazzo sa dove sarai andata, non so, magari ti è successo qualcosa per poco non mi prende un infarto, e tu.. tu mi rispondi come se niente fosse, come se stessi ordinando la colazione in camera??????"
Rose non riesce ad evitare di ridere. "oh Tom.- sussurra dopo.- è una lunga storia."

"ecco l'insalata e il tramezzino per la signorina…- dice apaticamente la commessa lasciando un piatto d'insalata e un tramezzino davanti a Rose.- e il panino e le patatine fritte per lei." Conclude lasciando un bel panino e un piatto stracolmo di patatine davanti a Tom che le sorride in risposta. Poi i suoi occhi blu si posizionano fuori dalla finestra osservando malinconicamente come sia volato il tempo in compagnia della sua ragazza. Osserva l'orologio: quasi le otto.
"buon appetito." Esclama Rose, mentre prende tra le mani il suo tramezzino con prosciutto cotto e funghi. Tom contraccambia poi afferra anche lui la sua cena e gli dà un morso.
"mm.. è buonissimo.." mormora Rose con uno sguardo sognante.
Tom inarca un sopracciglio. "bah, sarà un tramezzino…"
"sì, però è squisito."
"ma… da quant'è che non mangi???" domanda lui ridendo.
"spiritoso.- ribatte lei con un sorriso falso e tagliente mentre scatta con i suoi sabot a punta, dandogli un calcio da sotto il tavolo.- lo sai benissimo che è colpa tua se ho saltato il pranzo!"
"ah..- Tom rimane un istante senza fiato per il dolore.- ma… come sarebbe colpa mia????"
"sì perché tu mi avevi detto che pranzavamo insieme in mansarda e…"
"infatti.- la interrompe.- solo che siccome tu sei arrivata un'ora e mezza dopo l'orario che ci eravamo prefissi, io ho pensato che mi avessi dato buca."
Rose lo guarda, stralunata. "ma non mi dire! Quattro mesi che stiamo insieme e adesso ti vengo a dare buca!"
"che ne so!- sbotta l'altro.- magari avevi avuto un contrattempo con il teatro! Così ho mangiato da solo!" esclama, con aria innocente.
"sì ma poi te l'ho spiegato, no, il motivo per cui ho fatto tanto tardi! C'era in ballo la felicità della mia migliore amica!" spiega Rose addentando poi ferocemente il suo tramezzino.
"ok, fin qui ci siamo! Ma quando sei arrivata ti ho proposto di andare in un Mc Donald e tu hai rifiutato mi pare, no??? E quindi sarebbe colpa mia???"
"ovviamente.- risponde lei, pulendosi i lati della bocca con un tovagliolo.- un gentiluomo mi avrebbe fatto trovare qualcosa, primo, secondo lo sai che io al Mc Donald non ci metto piedi, costi di saltare un pasto! Tra pochissimi giorni ho la prima del musical non posso permettermi di prendere nemmeno un etto, capito?? Altrimenti poi non mi entra più il costume!"
"mamma mia, che esagerata!" sbotta l'altro. "e comunque, dopo, quando siamo andati nel Metropolitan Museum of Art e ti ho offerto di prendere un gelato, un pezzo di pizza, una piadina… tu come mi hai risposto sempre???"
"senti Tom, non ti arrampicare sugli specchi..- il suon tono è estremamente polemico, al solito.- lo sai che il pomeriggio non posso mangiare nulla ho.."
"la prima del musical.- conclude Tom con un sorriso rassegnato.- che palle co' 'sto musical…"
Rose scoppia a ridere sentendo il tono sinceramente stanco del ragazzo. Tom, ridendo anche lui, prosegue. "no, dico sul serio! ti sta assorbendo come una spugna, ma quando sei dimagrita, ancora?"
Rose aggrotta la fronte. "io non sono dimagrita."
"ma dai, quando ti ho trascinato nel bagno del museo mi sembravi più leggera del solito.." dice con un'aria estremamente maliziosa.
"shhhh!- Rose lo zittisce subito, diventando improvvisamente tutta rossa.- vuoi parlare più piano?"
Tom ride di nuovo, mentre le prende la mano. "non c'è da vergognarsi…- sussurra- è normale che tra innamorati si abbia voglia di baciarsi…e poi, capirai, dopo tutti quei quadri dove la gente si mangiava viva!"
"Tom!- la ragazza, arrabbiata, gli sfila via la mano.- quel quadro era bellissimo e non si stavano mangiando vivi, capito???- esclama indispettita.- è un capolavoro, ecco cos'è. E poi figurati che è solamente una copia, l'originale sta in Italia. Quel Francesco Hayez è un mito, non osare offenderlo mai più!"
"va bene- mormora, accondiscendente.- infondo piaceva anche a me. Proprio un bel quadro."
"già.- mormora Rose.- 'il bacio'. Era stupendo perché aveva quel fascino così particolare.."
Questa volta Thomas si è fatto più serio e profondo. "sì è vero. Forse perché i personaggi avevano quei vestiti così medievaleggianti… il vestito di lei sembrava davvero di raso, aveva una luminosità incredibile."
"e poi c'era quell'atmosfera di distacco, nostalgica, sofferente…- sospira.- davvero commovente."
"ti piacerebbe vedere l'originale?"
"in realtà.- inizia la giovane giocherellando con la forchetta e una foglia di insalata.- mi piacerebbe vedere l'Italia."
"anche a me."
Questa risposta lascia di stucco la giovane che lo guarda, sorpresa. "davvero?"
"sì, perché no.- dice con disinvoltura.- ho un sacco di amici che sono andati in Italia e conosco anche qualche italiano…"
"e..- inizia la ragazza.- che.. persone ti sembrano?"
Tom alza le spalle "persone perbene, simpatici, hanno un cucina deliziosa, città meravigliose con monumenti antichi di centinaia di anni e capolavori d'arte incredibili… e giocano a calcio da far paura…-entrambi sorridono.- fidati. Tu li adoreresti."
Rose sorride e finalmente quella povera foglia di insalata le finisce in bocca.
"Hudson dice che la letteratura europea e in particolare quella italiana non ha eguali… per non parlare dell'arte!"le brillano gli occhi mentre parla, come sempre quando si emoziona, fa progetti o parla di cose che l'appassionano particolarmente. "anche ad Hud piacerebbe tanto.- i suoi pensieri vanno alla mattinata.- oh, avresti dovuto vedere com'era felice Hudson… era così emozionata.- Tom le sorride, prendendole dolcemente la mano.- chissà come starà ora…"

Un fascio di nervi, ecco come sto!
Potrebbe rispondere Hud intanto che ricontrolla per l'ennesima volta il coniglio arrosto nel forno e, con aria indaffarata, controlla di nuovo che tutto sia a posto, tutto impeccabile, perfetto, come vorrebbe lei. La tavola è imbandita per due, con una bella candela al centro e il servizio da tavola più bello che aveva, abbinato ad una stupenda tovaglia blu oltre mare… a questo punto è assolutamente necessario che sia tutto buonissimo. I suoi occhi preoccupati si concentrano di nuovo sul cibo che ha preparato, poi arriva improvvisamente il suono del campanello e lei scatta come una bomba ad orologeria dallo spavento. "calma Hud, calma…" freneticamente si sfila via la pannella e passa davanti allo specchio per controllare che almeno come aspetto sia ok.
Beh sembra che vada bene. Indossa un bustino di jeans molto lavorato e un paio di jeans con le stesse decorazioni del pezzo sopra. I capelli sono sciolti e ricci lungo le spalle mentre il trucco si riduce appena ad un po' di fard, matita, rimmel, rossetto… niente di troppo sofisticato.
Beh, lei è fatta così.
Vola ad aprire e sorride non appena le si para davanti il suo ragazzo con un enorme mazzo di rose rosse. "oh,che belle.." mormora lei accettando i fiori con un sorriso e un po' di rossore sulle gote. Michael, vestito con un paio di jeans e una camicia nera, le sorride e la saluta baciandole dolcemente le labbra. Sorride, annusando l'aria. "mm, senti che buon profumino.."
"oddio, il coniglio!" esclama la ragazza correndo subito in cucina sotto le risa di Michael che poi la segue lentamente. Arriva in cucina e rimane letteralmente senza fiato vedendo quanto sia bella la tavola preparata per loro due. Sorride. "è bellissimo.." sussurra all'indirizzo di Hud che, un po' preoccupata, ha subito tirato fuori il suo piatto forte dal forno.
"si.- risponde.- e speriamo che sia anche buono… io c'ho messo tutto l'impegno ma.."
"allora sono convinto che sarà squisito." Conclude il giovane cingendole dolcemente la vita. "sei meravigliosa.- le sussurra all'orecchio, scostando i capelli con il viso.- ancora non ci credo che sei la mia ragazza…"
Hud si gira per poterlo guardare bene negli occhi. "neanche io riesco a crederci, a volte. Prima che incontrassi te ero un fantasma. Ora sto iniziando a vivere davvero."
Michael le scosta i capelli dal viso. "anche per me è così. L'amore ha cambiato la mia vita."
Dopo un piccolo bacio e ancora qualche effusione, i due si decidono finalmente a mettersi a tavola. Hudson serve il piccolo antipasto che aveva preparato: un po' di bruschette con i pomodori e tartine con mozzarella, pomodori o salmone, maionese… mangiano con gusto, chiacchierando del cibo, degli ultimi eventi di cronaca, del mondiale che sta andando avanti anche se senza la loro squadra, all'università e al lavoro, alla possibilità di passare insieme le due settimane di ferie che Michael ha per contratto ad Agosto. Poi finalmente arriva la volta del coniglio.
I due lo osservano prima con circospezione, poi finalmente Michael ha il coraggio di prendere un cosciotto e di portarselo alla bocca. Hudson lo osserva masticare con il fiato sospeso e le dita incrociate.
Michael deglutisce e non nasconde una certa soddisfazione. "amore, ma di che ti preoccupi… è buonissimo.."
"Oh, non ci credo, non ci credo, adesso lo provo!!" esclama la ragazza tutta entusiasta dei complimenti. Lo assaggia e, con un'espressione compiaciuta, nota che Michael non glielo ha detto per cortesia.. il coniglio è davvero buonissimo. Merito di Jim, il suo macellaio personale, ma soprattutto merito suo che ha saputo azzeccare il condimento e fare una cottura perfetta.
Lo scoglio più duro e insormontabile per Hudson sta quindi passando. La sua più grande paura era la carne, per il resto era convinta di aver fatto una cena eccellente: poi era stata la volta dei contorni, patate fritte ed arrosto, quindi della macedonia di frutta. I ragazzi si gustano, ridendo e chiacchierando tranquillamente, anche il gelato di poco dopo, poi Hud ha un'idea brillante. " e se
mettessimo un po' di musica?"
"ottima idea" le risponde Michael con un sorriso ed approfitta dell'assenza della ragazza per prendere la bottiglia di champagne che aveva portato- per una serata così non si bada a spese.- dal congelatore dove l'aveva messo prima di iniziare a mangiare. Prende poi due bicchieri a calice, orientandosi subito molto bene nell'ordinatissima cucina di Hud. La ragazza giunge poco dopo con un piccolo stereo. Lo aziona e subito nella stanza si espandono le note delicate di un cd di musica classica.
Alla faccia interrogativa di Michael risponde, ridendo.
"io la musica la ascolto poco, se ho qualche cd sono quelli che mi regala o che si dimentica qui Rose.. e questo credo che sia uno di quelli.."
Michael scuote la testa, poi la prende dolcemente tra le braccia, lasciando che quella strana musica classica.- mai in tutta la vita aveva avuto l'occasione di ascoltarla.- guidi i loro movimenti, mentre sono abbracciati, tranquilli, l'uno stretto al corpo dell'altra. Lei con il capo appoggiato sulla spalla di lui, lui che la stringe delicatamente, quasi fosse una rosa fragile anche se bellissima e potesse sciuparla solo con un po' più di veemenza. Ma infondo è così: Hud è la cosa più preziosa che ha.
Hud si lascia andare, chiude gli occhi e sospira, completamente felice, finalmente.
Senza più ombre, dubbi, incertezze. Adesso basta. Adesso è il tempo di viverlo quest'amore.
I due si distanziano un istante e, senza dire nulla, Michael prende lo champagne lo stappa facendo un gran botto e, sotto le loro risa, riempie i due bicchieri a calice.
Hud lo alza, proponendo il brindisi che da sempre aveva desiderato fare. "a noi.- noi. Che bel suono che ha questa parola. Suona di unione, di eterno, d'amore.- al nostro amore."
Michael sbatte delicatamente il bicchiere con il suo e sorride accorgendosi di avere gli occhi leggermente lucidi. "a noi. E che quest'amore non finisca mai."
"mai." Ripete Hud, con un filo di voce. I due brindano di nuovo, poi bevono lo champagne tutto d'un sorso e riprendono a ballare. Poi vanno nel grande terrazzo di Hud e, con un altro po' di champagne nei bicchieri, continuano a chiacchierare, questa volta di loro. Di Hudson e Michael.
Ripercorrono insieme attimi della loro -per ora.- breve storia. Il giorno in cui si erano conosciuti e, ridendo, ricordano l'imbarazzo di Hudson e la svogliatezza di Michael che mai nella vita avrebbe voluto andare a quell'appuntamento. "te lo giuro.- riprende il giovane- io credevo che mi si presentasse una cozza non una… sirena come te..!"
"oh.- sbuffa lei.- ma quanto sei ruffiano?"
"non ti sminuire.- le sussurra lui mentre dondolano leggermente seduti sul dondolo ospitato dal terrazzo di lei. (dondolano… dondolo… scusate la ripetizione ma non trovavo altri sinonimi.. :-P NdA) - tu sei una bellissima ragazza.. e hai anche altri tantissimi pregi…"
Hud inarca un sopracciglio. "mi interessa questo discorso. Continua, quali sarebbero tutti questi pregi??"
Michael l'accoglie tra le sue braccia, lasciando che appoggi il capo sul suo petto.
"ad esempio sei un'ottima cuoca. E questo in una donna non è un pregio trascurabile.- Hud ride e protesta leggermente, lei voleva farsi dire altro, accidenti.- e poi.. e poi sei dolcissima, generosa, altruista…e.."
"e?" domanda lei osservandolo con i suoi occhi scuri.
"e poi sei la donna adatta a me.- conclude il ragazzo, con un sospiro emozionato.- sei la mia metà, sei complementare a me, ora lo so."
Hud si alza, osservandolo negli occhi, intensamente. "questo è il più bel complimento che io abbia mai ricevuto.." risponde, con un sussurro. Gli accarezza dolcemente il viso, osservando i suoi lineamenti non perfettisismi ma comunque piacevoli, dolci, affascinanti. Quell'espressione umile, modesta che l'aveva fatta innamorare. Michael… sempre un po' in ombra, un po' in secondo piano. Ma assolutamente al primo posto nel suo cuore.
I due, vicinissimi, non perdono altro tempo e si baciano. Questa volta è un bacio vero, profondo, appassionato, con tutti gli annessi e connessi. Si stanno ancora baciando appassionatamente quando Michael si stacca improvvisamente, quasi temendo che quel bellissimo bacio diventasse qualcosa di più.
Aveva già ricevuto un NO proprio lì, su quel dondolo, qualche settimana fa.
Hudson lo guarda, stupita e sorpresa dall'improvviso distacco del ragazzo.
Michael tira un sospirone, come per trovare coraggio, quindi si alza, imponendosi di essere naturale e di nascondere l'enorme disappunto che sente.
"è molto tardi.- sussurra con un nodo alla gola.- è meglio che vada. Amore, è stata una serata bellissima.." è meglio davvero che vada. Non vuole costringerla a fare qualcosa che non le va, non vuole assolutamente che una cosa bellissima coma quella di fare l'amore con Hud diventi la conseguenza di un bacio troppo appassionato e non sia una decisione importante e consapevole anche da parte della sua dolce metà. Meglio andare quindi.
Hud lo guarda atterrita che si avvia verso l'uscita del terrazzo. Sa che basterebbe una sua parola perché lui si fermasse. Sì, ma poi sarebbe giusto?? Sarebbe la cosa migliore fermare Michael e…???? Sarebbe ragionevole?
Oh no, ci risiamo. Basta, basta!!!!!!!!!
*stacca la mente, Hud, stacca tutto. Segui il cuore, segui il cuore, segui il cuore,segui il cuore!!!!!!!*
"no!!!- urla poco prima che il ragazzo rientri in casa. Michael si volta lentamente.- no, ti prego."
Il ragazzo rimane immobile, gelato. "ma.."
"ti supplico.- sussurra, rossa in viso.- resta con me, stanotte."
Il riccio la osserva, incerto, indeciso. Sta dicendo sul serio? ma si, Hud non è tipo da scherzare su queste cose, non lo farebbe mai. "tu… sei…- deglutisce.- sei sicura che.."
"Oh si." Risponde la ragazza faticando a respirare per l'intensità del momento e per l'incessante battito del cuore che sembra quasi stordirla. "si, Michael, davvero."
I due perdono ancora qualche istante a fissarsi negli occhi poi scattano uno verso l'altra, abbracciandosi freneticamente e unendo di nuovo le loro labbra. In pochi attimi si ritrovano nella stanza della ragazza, stanza che Michael non aveva mai avuto il piacere di visitare, se non per pochi attimi. Ora, quella stanza sarà il tempio del loro amore.
Continuano a baciarsi mentre le mani di Michael viaggiano velocemente sul corpo di lei, aprendole i jeans e sfilandoglieli via, poi concentrandosi sul suo corpetto di jeans. Intanto anche Hud cerca di vincere la timidezza, il pudore, la vergogna che come sempre l'assillano e, tremando leggermente, spoglia il suo ragazzo slacciando uno ad uno i bottoni della sua camicia.
Si gettano sul letto, leggermente tremanti, emozionati e confusi dall'intensità del loro trasporto, coinvolgimento.
"ti amo, Hud.." le sussurra Michael mentre continuano a baciarsi in quel vortice di passione.
"anche io ti amo.." gli risponde la ragazza lasciandosi condurre, lentamente, nell'abisso dell'amore, nelle profondità più assolute della felicità. Si amano dolcemente ma con assoluto trasporto, con intensità, coinvolgimento. Ecco, quello che voleva Hud. Un amore dolce, semplice, felice.
Poco dopo si ritrovano l'uno accanto all'altra. È tardi: quasi mezzanotte. Michael la stringe dolcemente se. Non dice nulla, solo si limita ad accarezzarle la pelle soffice delle sue spalle. E Hud si stringe a lui, chiudendo gli occhi, stanca e felice.
"grazie.- la voce del ragazzo la fa destare.- grazie di amarmi tanto."
Hudson si alza con la testa e gli bacia dolcemente il petto. "promettimi che sarà per sempre. Sarai sempre mio?"
"sono già tuo. E lo sarò sempre, amore mio."
La ragazza sorride poi accarezzandogli il busto dice. "ti va di restare a dormire qui?"
"speravo che me lo chiedessi." Le risponde il ragazzo stampandole un bacio tra i capelli.
I due si distendono meglio, sotto le lenzuola, appoggiandosi per bene ai cuscini.
La cucina è tutta da pulire, i vestiti sono tutti a terra, la casa è in disordine. Ma non le importa affatto. Ora le interessa solo chiudere gli occhi, addormentarsi con lui accanto, entrambi stanchi ma lucenti d' amore. Resta sveglia ancora per un po', però, finché non sente il respiro di Michael acquietarsi e il ragazzo abbandonarsi completamente al sonno.
Hud gli bacia di nuovo le labbra, facendo ben attenzione a non svegliarlo, quindi si accoccola di nuovo a lui. Il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi corre a Rose. Già, non solo è la sua migliore amica ma anche colei che l'aveva guidata dritta da Michael. Le è stata vicina, l'ha consigliata, spronandola anche a volte, a vincere la timidezza e buttarsi a capofitto in questa storia. Se non ci fosse stata lei magari ora non sarebbe qui, così felice…. è proprio una ragazza d'oro… si meriterebbe solo felicità. Una piccola ombra, come un presentimento, attraversa il cuore della ragazza riccia. Già, ma ora è tornato Daniel.
Speriamo solo che non le crei troppi problemi.

Anche se nel teatro le note della musica rimbombano per le pareti, la nostra Rose non si trova sul palcoscenico a provare, bensì se ne sta seduta, in disparte, con le braccia incrociate per il disappunto e il mal di testa per la stanchezza. Si è dovuta fermare perché durante l'ultimo salto il polpaccio destro le ha fatto un fitta incredibile e per poco non ruzzolava giù dal palco. Sicuramente non è niente di grave, non è uno strappo, però è meglio se rilassa il muscolo, se si riposa un istante.
Infondo deve starci attenta.
Non può permettersi di farsi male altrimenti direbbe addio a tutto il lavoro fatto. Resta seduta lì, quindi, con la gamba appoggiata ad una sedia. Tanto tra pochissimo l'allenamento sarà finito, grazie a Dio e potrà andare a casa, stendersi sul letto, chiacchierare un po' con Tom.- tramite cellulare ovviamente.- e poi finalmente piombare con la stessa velocità di un sasso nell'acqua tra le braccia di Morfeo.
"ehi, tutto bene?" la voce preoccupata di Daniel la fa quasi sobbalzare.
Ridendo, Rose si porta una mano al petto. "mi hai fatto prendere un colpo…"sussurra osservandolo.
"scommetto che il tuo polpaccio sta messo peggio,però.- esclama il ragazzo, interessato.- dai, fa vedere…"
"no, non è niente…" mormora la ragazza scostando la gamba dalla sedia.
"su, non fare i capricci.- esclama Daniel con un sorriso, sedendosi e prendendo la gamba di Rose che appoggia poi sulle sue gambe.- guarda che io ci so fare con i massaggi, eh!"
"lo so ma.."
"e allora rilassati, no! Fidati, ti rimetto in sesto." Sussurra Daniel osservando con circospezione il polpaccio della ragazza, come per rendersi effettivamente conto dei punti giusti dove applicare il suo massaggio. Quindi, con le mani morbide ed esperte di un professionista, inizia a massaggiare lentamente il muscolo, tastandolo appena con i polpastrelli di entrambe le mani. Rose lo osserva, un po' imbarazzata, un po' intimorita della situazione in cui si è andata a mettere, incerta, insicura di quel massaggio. Il ragazzo, invece, sembra non avere affatto alcun imbarazzo o altro, anzi, sembra tranquillo, rilassato, come se non sapesse fare altro.
"Rose.- la sua voce quasi la spaventa di nuovo.- devi stare più rilassata, altrimenti rischio di farti male. Cerca di distrarti, di distenderti di più, ok?" la ragazza annuisce e Daniel riprende con il suo massaggio, con le sue mani calme ed abili, rassicuranti che, piano piano, alleviano quel piccolo doloretto di fastidio, regalandole una vera sensazione di benessere.
Però.- pensa.- Daniel ci sa davvero fare.
Come un professionista al lavoro, il ragazzo non distoglie lo sguardo dalla sua gamba in una concentrazione per lei estremamente confortante. Rose obbedisce e si distende di più lasciando un po' andare la tensione. Ed ecco, il muscolo va già molto meglio, lo sente sciolto, disteso e sente le mani del suo compagno di ballo così semplicemente avvolgenti e competenti.
All'inizio quando le aveva detto di saperci davvero fare con i massaggi, aveva pensato che fosse un bluff giusto per starle un po' più vicino del solito, ma ora inizia a ricredersi sentendo l'effetto positivo che ha su di lei. Eppure…
Eppure… perché non si sente pienamente rilassata come dovrebbe? Perché sente di continuo un eco lontano di un incessante campanellino d'allarme che le ronza in testa???
È inutile nascondersi la realtà.
Non si sente rilassata perché quello non è un semplice massaggio, perché Daniel non lo fa come se lo farebbe a Kiky o a chiunque altra ballerina. Le sente le sue mani, all'inizio calme ed esperte, ora più audaci che non si fermano più sul suo polpaccio ma arrivano ad accarezzarle la caviglia in un movimento breve ma purtroppo ben percettibile o si spingono su fino al ginocchio provocandole un brivido strano che non capisce. Un brivido di fastidio, di tensione, anche di disgusto, se vogliamo. Non sa cosa sente adesso, non sa nemmeno quali sono le vere intenzioni del ragazzo ma una cosa è certa: tutto questo deve smettere subito.
Con un sorriso impacciato ed infastidito, la ragazza sfila via la gamba dalle grinfie del ragazzo.
Alla sua faccia stupita risponde dicendo. "beh, l'allenamento è finito è ora di andare a casa!- esclama sperando di essere il più naturale possibile.- e, comunque, grazie, eh, sei davvero molto bravo. Il muscolo non mi fa più male …" in quell'istante passa di lì Kiky e la ragazza afferra la palla al balzo. "ehi Kiky una cosa…" esclama sciogliendo quella matassa incredibile di imbarazzo e incredulità. Prende l'amica sottobraccio e sotto gli occhi incuriositi di Daniel si allontana da lui fino allo spogliatoio. "Rose.. ma…- inizia Kiky.- che mi dovevi dire?"
"niente Kiky, mi sono confusa, scusa." Mormora la ragazza svestendosi e buttandosi subito sotto la doccia. Con l'acqua fredda che le scorre tra i capelli e scivola velocemente sul corpo, inizia o almeno tenta di iniziare a ragionare.
Daniel. Prima compari all'improvviso e mi fai piombare nella confusione più totale, poi optiamo per una convivenza per lo meno più civile ed ora…???? Già, che cos'è successo, ora??
Magari niente. Ma si, Rose, magari è la tua mente bacata che va a cercare il subdolo ovunque, magari Daniel aveva solo buone intenzioni, non voleva essere invadente né tanto meno darti l'impressione di volerci provare con te. Ma no, non ci stava provando.
Eppure perché quell'improvvisa sensazione di disagio? Che sia solo nella tua mente??? Stancamente chiude la doccia e si appoggia alle mattonelle del muro, per niente convinta che vada tutto bene.
Non può essere stata una sua impressione. Qualcosa in Daniel l'aveva portata a percepire una sorta di imbarazzo. No, calma, calma, calma. Così non va, non va affatto bene.
Sta ricominciando tutto da capo. L'imbarazzo, il risentimento, il dolore.
Non erano questi i patti. Avevamo detto che ci saremo comportati da amici, no?
Allora, Daniel non può essere così meschino da infrangere di nuovo la sua fiducia. Basta.
Era un massaggio. Un semplicissimo massaggio, non c'era nessun'altra intenzione in lui. Stop.
Cercando di autoconvincersi il meglio possibile esce dai bagni e, dopo essersi asciugata velocemente i capelli, si riveste. Un saluto generale quindi è sulle scale del teatro e si appresta a dirigersi in macchina. Vede un bel gruppetto di ballerine che vanno nel 'Jhonny' un bar poco distante da lì. Ma lei prosegue per la sua strada finché Daniel non compare di nuovo accanto a lei.
"ehi Rose!" voce spigliata, allegra, frizzante. Come al solito.
La ragazza si gira e vede che vicino a lui c'è anche Marc, il ballerino che "interpreta" Quasimodo.
Non sa perché ma la sua presenza è rassicurante. "ah, dimmi." Risponde.
"stiamo andando tutti al Jhonny a bere una birra… tu che fai, non vieni??"
Ecco, se lo aspettava. Lo sapeva che doveva fare più in fretta o fare finta di non sentirlo, accidenti!
E adesso????
"ehm io veramente preferirei andare a casa, sono stanca morta.."
"dai, Rose, cazzo!- Marc la prende dolcemente sotto braccio.- possibile che devi sempre farti pregare???" la ragazza cerca di sciogliersi da quella scherzosa trappola ma Daniel, puntualissimo come sempre, la prende per l'altro braccio. " su, dai, pigrona! Che ti costa venire!!! Ci beviamo una birra poi vai tranquilla a casa, dai! C'è tutto il musical che festeggia! Oggi sono poco meno di cento ore prima della grande serata!"
la ragazza non si sente tranquilla, eppure cerca di sorridere, di essere gentile. "no, ragazzi.. non mi va…"
"io non sono disposto ad accettare un NO come risposta, tu Marc?" è sempre Daniel a condurre il gioco.
"nemmeno io, neanche per idea. Sei la nostra protagonista e te ne scappi via così????"
"domattina ho l'università." Cerca di spiegarsi ma inutilmente. Passa di lì anche Kiky e, dopo una bella risata, esclama. "trascinatela quella secchiona! Con il ragazzo fa baldorie fino a tardi e con noi vuole fare la puritana, lei!"
Rose alza gli occhi al cielo. È fatta. Convince i due ragazzi che avrebbe accettato, così i due la liberano da quella strana morsa. Rose si dirige in compagnia di Kiky.- non prima di averla fulminata con lo sguardo per quella bella uscita.- verso quel bar in compagnia anche di Marc. E Daniel?
Daniel resta un po' indietro, si accerta che non ci sia più nessuno.
Deve essere certo di essere solo, non deve avere fretta nella maniera più assoluta altrimenti rischia di mandare a monte il suo piano. Sospira, a volte si chiede se sia giusto tutto quello che sta facendo.
Ma poi, basta uno sguardo alla sua giovane compagna di ballo e tutti i dubbi spariscono.
La rivuole, sì, ormai ne è pienamente convinto. Da quando è tornato e ha potuto parlare con lei si è accorto di non aver cercato altro per quattro lunghi anni, di aver avuto la felicità a portata di mano ed essersela lasciata sfuggire per una cazzata. Ma adesso basta. Non gliene frega niente se ora sta con qualcun altro, se questo 'altro' la ama.
Lei è sua. Sì, forse tutto questo sta rasentando l'ossessione.
Ma non gliene importa, in fondo l'amore non è anche questo? L'amore non è anche ossessione per la persona amata?? Sì, deve essere così. Altrimenti non spiega perché il cuore, non appena la vede, gli balza nel petto, non spiega perché pensi a lei quasi continuamente, e la sogni tutte le sacrosante notti. E quando i loro occhi si incontrano, quando le è vicina, mentre ballano, si sente morire, sciogliere dentro. Ma sì, che si chiami pure ossessione.
L'importante è riaverla di nuovo per se, potersi rivedere di nuovo nei suoi occhi.
In quegli occhi che ora legge un altro nome, un altro volto.
Aspetta che la piccola compagnia svolti l'angolo, quindi rimane solo in quel piazzale davanti al grande teatro con l'unica compagnia delle auto dei teatranti.
Con un ghigno malefico si avvicina all'auto che aveva visto essere di Rose.
Non può aver equivocato, la ragazza si avvicinava proprio a questa. Le gira intorno, la guarda, la studia. Beh, è un po' vecchiotta ed ha anche qualche ammaccatura, conoscendo la guidatrice non c'è da esserne sorpresi. La marca non è delle migliori, anzi, sicuramente è stata comprata di seconda mano. Anche il motore non deve essere un gran che.
Perfetto. Sorride diabolicamente mentre pensa che se questa sera l'auto non si decidesse proprio a voler partire, non ci sarebbe proprio nulla di insolito, assolutamente. Quell'auto è un tale catorcio che a nessuno verrebbe il sospetto.
Nemmeno a Rose.

Fine ventiquattresimo capitolo

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Capitolo 25
*** PER POTERTI AVERE ANCORA ***


Ciao a tutti!
Eccomi qua con questo nuovo capitolo… ah, a proposito, mi duole dirvi che la storia volge ormai al termine… no, questo non è l'ultimo capitolo e nemmeno il penultimo però non ne mancano più tanti… anche se la sto scrivendo passo passo, posso dirvi che mi manca solo un paio 'nodi' narrativi da sciogliere poi….
Beh, intanto vi lascio al 25 esimo, sperando che vi piaccia!!!!
Dimentico qualcosa??
Ah, si! Recensite!!! ;P

Ciao Aly!!!
Grazie mille per i complimenti….ti confido che Daniel lo odio tanto pure io.. e a quanto pare non siamo sole!!! Non ti preoccupare se non recensisci sempre… anche se quando lo fai, mi fa tanto piacere!!! Grazie davvero per i complimenti, spero che questo chap ti piaccia e se vuoi.. recensisci!
Un bacio!!

Ciao Damynex!!!!
Grazie… grazie davvero per i complimenti!!! Scusami per gli errori di battitura, leggo e rileggo ma tanto ci scappa sempre la distrazione!! Poi quando ho un'idea mi metto a scrivere di getto e mi sfugge sempre qualcosa….sono contenta che le parti di H&M ti siano piaciute.. Spero che lo chap ti piaccia,fammi sapere!!!!
Un bacio!!!!

Ciao Miyu90!!!
Daniel è davvero un po' pazzo psicopatico… anche se in questo chap inizierà ad avere quello che si merita…. Però, però.. basta, basta, sto per anticiparti lo chap… mamma mia, che lingua lunga che ho… grazie tantissimo per i complimenti….. mi fate sempre commuovere…. Fammi sapere che te ne pare di questo chap, mi raccomando!
Un bacio!!!!!

Ciao PhoenixLupin!!!!
Grazie per i complimenti…. No, no tranq, Ginny è archiviata.. davvero, ci mancherebbe solo lei adesso, giù è un casino di per se.. preparati in questo chap succederà di tutto… Daniel farà una brutta fine, te l'assicuro.. e in questo capitolo inizia la nostra rivincita… fammi sapere se ti è piaciuto…
Un bacio!!!

Buona Lettura,
Diomache.

PROFUMO DI MENTA

CAPITOLO XXV:

PER POTERTI AVERE ANCORA

[..] "distratto, stupido e testardo
come sempre provo a farlo
ho deciso di fermarlo
per poterti avere ancora
non dire una parola
sperando che non se ne accorga
ho strappato via anche l'ultima mezz'ora
pensando che sia l'unica maniera
per sentirti qui vicino ancora
sempre più stupido e testardo
come sempre torno a farlo
e di nuovo per fermarlo
e poterti dire
ancora
tra nuvole e lenzuola
non farlo per un' ora
non farlo mai per ora
e stringimi allora
tra nuvole e lenzuola
non dire una parola
non dire una parola" [..] 'Nuvole e Lenzuola.' Negramaro.

Il bar 'Jhonny' non è così male come aveva sempre immaginato passando ogni mattina per andare a teatro. O forse lo aveva considerato un postaccio solo per il fatto che la sua mente lo associava sempre all'idea del teatro, delle prove, della stanchezza.
Fatto sta che ora deve proprio ricredersi. L'interno è bello, ben curato ed è un locale abbastanza ampio, la musica è leggera e rilassante. E anche la menta che sta sorseggiando non è proprio male, anche se deve dire che ne ha assaggiate di migliori, come ad esempio quella che prese nel pub 'Ireland' con Tom, Hud e Michael.
I ballerini e i cantati sono seduti, divisi nei tanti piccoli tavoli del bar e mischiati con la normale clientela. Nel tavolo dove si trova la nostra Rose ci sono anche Kiky, Marc e naturalmente Daniel che è arrivato per ultimo, con un inspiegabile ritardo. Lui e Marc hanno parlato tutta la serata coinvolgendo anche le due ragazze, specialmente da parte di Daniel che, nonostante fosse impegnato verbalmente con l'amico non ha staccato mai gli occhi di dosso a Rose, fissandola delicatamente con le sue iridi scure. E, senza dirlo, questo atteggiamento non fa che innervosire la ragazza, provocandole una sorta di disagio, di turbamento, inquietudine.
Kiky, accanto a lei, percepisce questo suo imbarazzo e le da un pizzicotto per richiamare la sua attenzione in uno dei rari momenti in cui Daniel sembra guardare altrove.
"Rose, ma cos'hai?- le chiede con voce apprensiva.- sei un fascio di nervi... tutto bene….?"
La ragazza le sorride in risposta ma i suoi occhi verdi tradiscono uno stato d'animo del tutto opposto. "no, è che… sono tanto stanca, è meglio che vada. Non è stata una buona idea venire qui.."
"ehi.- Kiky la trattiene e abbassa lo sguardo.- scusami per prima.. io pensavo che stavi scherzando e che volevi solo fare un po' la preziosa.. non pensavo che.."
"non fa niente.- questa volta il suo sorriso è sincero.- dai, una bella dormita e sono come nuova.."
Fa per alzarsi dal tavolino ma Daniel si accorge subito e reclama. "ehi, vai già via??" la sua voce suona sinceramente dispiaciuta. I suoi occhi neri sembrano gentili e cordiali, eppure il suo sesto senso non smette mai di gridare allarme rosso ogni volta che lui la guarda.
Come se il pericolo fosse in agguato e nascosto proprio dietro quell'espressione benevola.
"sì, Daniel.- risponde con un sorriso un po' a metà.- sono davvero distrutta. Vado.."
"va bene.- quella risposta la lascia letteralmente senza fiato. Era certa che lui avrebbe tentato di trattenerla ancora, magari coinvolgendo di nuovo Marc oppure Kiky. E invece no.- buona notte, Rose. A domani."
"a domani." Risponde la ragazza, sempre più spiazzata.
Un momento prima era sicurissima che Daniel ci stesse provando con lei, ora il suo saluto gli è parso addirittura distaccato. Che sia tutto nella sua mente?? Che siano solo degli stupidi filmini di una ragazza stanca morta?? Probabile, si dice mentre i suoi occhi verdi incontrano per l'ultima volta quelli neri ed affascinanti del ragazzo, prima di uscire dal bar.
Attraversa la strada e si dirige a passo svelto verso la sua auto. Sono circa le una di notte e, oltre ad essere stanchissima, ha anche un po' paura a girare da sola. L'esperienza dell'incontro con il gruppo di Sfregio, quella notte di alcuni mesi fa, l'ha segnata molto purtroppo.
Arriva all'auto e, continuando a fare il più in fretta possibile, inserisce la chiave. Apre la portiera e, tirando un sospiro di sollievo per quella giornata che finalmente volge al termine, entra nella vecchia auto di Formy.
Ogni volta che ci sale le sembra sempre più vecchia quest'auto, possibile?
Deve consigliare a Formy di farla nuova, è proprio un catorcio. Certo, poi camperanno di spirito santo per un bel po'ma almeno andranno in giro con un'auto un po' più decente, per la miseria!
La ragazza si sofferma qualche istante ad osservare la sua immagine sullo specchietto, poi inserisce la chiave e mette in moto. No, non è corretto. Inserisce la chiave e prova a mettere in moto.
Sì, perché quella vecchissima, orrenda, catorcio di auto sembra proprio non voler partire.
Il motore si ingolfa poi conclude con un rumore strano quanto inquietante e via, si spegne, con lo stesso temperamento di un vecchio orso che brontola perché qualcuno ha cercato di scuoterlo dal suo pisolino.
Ma che razza di pisolino e pisolino, lei deve partire!
*Oddio, oddio, ci mancava pure questa 'sta sera!!!* Pensa mentre sente i nervi salirle fino ai capelli e la pazienza scivolarle via dalle mani.
"allora…- sussurra inserendo di nuovo la chiave e passandosi una mano tra i capelli.- mi rimangio tutto quello che ho detto." Dice in tono confidenziale, rivolta all'auto.
Eh si, la stanchezza fa fare di tutto,ragazzi.
"non sei un catorcio.- accarezza il volante.- non sei vecchissima.- fa la stessa cosa con il cambio.- e Formy non deve cambiarti nella maniera più assoluta, va bene???? Oh, e adesso partiamo, su, che sono sfinita!!!!" grintosa e piena d'ottimismo gira la chiave.
Invano purtroppo: l'auto brontola e si ingolfa ma non parte.
Rose fa altri quattro o cinque tentativi, poi, ringhiando di rabbia, scende dall'auto, furibonda.
"ah, si?- mormora.- e adesso vediamo!" apre l'auto per venire a diretto contatto con il motore. Mamma mia, che casino, lei non ci capisce niente!! Cerca di tornare con la mente a tre anni fa, quando ha sostenuto l'esame per la patente di guida.
"allora, allora, vediamo..- sussurra mentre si butta letteralmente a capofitto nel motore, alla ricerca di eventuali anomalie.- questo pezzo qui c'è… sì, mi sembra di averlo sempre visto qui.. e poi non è mica possibile che si sia spostato.. poi… ah, ecco anche quest'altro.. e allora mi vuoi dire che cos'hai??? Qui sembra tutto a posto!"
Si raddrizza, chiudendo lo sportellone.
"uff.- sbuffa, semidisperata.- altro che venderti, Se non parti subito rischi di fare un giretto di sola andata dal carrozziere, hai capito??? Ti faccio demolire!!!"
"mi sembri Paperino quando parla con la sua 313" una voce alle sue spalle la fa girare di botto.
È Daniel.
La guarda con il suo sorriso delizioso e divertito, una sigaretta in bocca e tanta voglia di ridere.
"fai poco lo spiritoso.- Rose mette da parte lo stupore di vederselo lì.- questo stupido catorcio non ha la benché minima intenzione di partire questa sera!!!!"
Daniel si avvicina all'auto, con occhio esperto. "mm.- mormora.- posso darle un'occhiata??"
La ragazza annuisce e questa volta è lui ad immergersi nell'ingarbugliamento del motore della vecchia auto. Rose lo osserva mentre studia lentamente ogni singolo pezzo, quasi fosse un meccanico. Ah, che stupida. Dimentica sempre che suo padre, Frederic, è sempre stato un buon elettricista ed un meccanico eccellente. È più che normale che Daniel se ne intenda un po' di motori.
La cosa che non è affatto normale, invece, è che lui si sia trovato dietro di lei e non nel bar dove lo aveva lasciato.
Mettendo da parte tutto, domanda. "ma.. come mai sei qui???"
La voce del ragazzo le risulta impegnata e un po' affannosa. "sono uscito a fumarmi una sigaretta.- Rose osserva la cicca che il giovane aveva appena buttato.- mi stavo annoiando un po'.."
"ah.." sussurra la giovane. Tutto ciò non la convince. Ma perché non dovrebbe?
E' plausibile quello che le ha appena raccontato!
"e.. volevi andare via??" la voglia di investigare non le permette di non porgergli ancora qualche domanda.
"no, sinceramente.- risponde lui, drizzandosi, finalmente, e guardandola fissa negli occhi.- ma quando ti ho vista che parlavi da sola mi sono avvicinato. Eri così buffa!" conclude con una bella risata. Rose si lascia coinvolgere e convincere. Non ha motivo di sospettare della sua buona fede.
"se l'interrogatorio è finito.- nonostante tutto la voce di Daniel rimane su un tono scherzoso.- devo darti una brutta notizia.. non ho idea di cosa abbia...."
"cosa??" esclama lei, delusa.
"si, mi dispiace.- continua il ragazzo, pulendosi le mani alla meglio.- non me ne intendo molto, ho toccato qualcosa che mi sembrava non andasse bene ma non so.. se vuoi facciamo un tentativo.."
La ragazza annuisce e va subito a mettersi alla guida. Ma purtroppo il test non ha esito positivo. L'auto si ostina a non voler partire.
Rose sospira e si appoggia con il capo al volante. E adesso???
"Rose..- la voce di Daniel la scuote dalla ventata di pessimismo.- se vuoi ti do un passaggio.."
La ragazza lo scruta con i suoi occhi verdi, indagatori, profondi, sospettosi. Che deve fare??
Se rifiuta e rimane lì con il catorcio dovrà chiamare un taxi che chissà quando arriva e se arriva… e nel frattempo rimarrebbe comunque da sola alle una di notte e a New York. Potrebbe entrare nel bar e chiedere un passaggio a Kiky, ma questo significherebbe ammettere pubblicamente che non si fida di Daniel, che lui la mette a disagio. No, non le va. Però se accetta… ma su, infondo, che le capiterà mai se si fa dare uno strappo da lui???
"allora???"la richiama il giovane.
" va bene..- sospira, infine.- mi dispiace solo disturbarti.."
"ma su, che disturbo, avanti sali!!!" la guida verso la sua auto, una macchina media, né troppo importante ed elegante come quella di Tom, né una scadente come la sua.
Rose entra sedendosi al suo fianco.
Il ragazzo mette in moto sorridendole. "mi dispiace per la tua macchina.- dice non appena escono dal parcheggio e il teatro scompare davanti a loro.- se vuoi posso consigliarti un buon meccanico.."
"posso indovinare?- esclama la giovane.- si tratta di Frederic Heffrey???"
"no purtroppo.- risponde Daniel, ridendo.- mio padre è andato in pensione. Non ce la faceva più a sopportare lo stress dell'officina. Ha preferito riposare un po'.."
Rose sorride in risposta, poi aggiunge. "noi abbiamo il nostro meccanico di fiducia che segue quel catorcio da quando lo abbiamo comprato. Ormai non ci fa nemmeno pagare più perché dice che gli facciamo pubblicità in giro, andiamo da lui praticamente tutti i mesi!!"
"e una macchina nuova no, eh??" ribatte il ragazzo che sembra, con notevole stupore per la ragazza, non avere nessun tipo di dubbio sulla strada da prendere per condurla a casa, nonostante siano passati quattro lunghi anni. Una memoria eccellente, non c'è che dire…
"beh.- mormora lei.- non credere che non ci pensi ma…"
"capisco." Conclude il giovane con un sorriso comprensivo ma allegro, sicuramente non un sorriso di pietà e questo la rassicura e la trasporta, al contempo, indietro con il tempo.
Ricorda bene che lui era l'unico - quattro anni fa, quando era una indifesa 17enne.- a non trattarla come una ragazza con problemi economici, a non trattarla con pietà. Perfino le sue più care amiche, a volte, la ferivano involontariamente con regali senza motivo, con cui credevano di farle piacere ma che, invece, avevano solo il potere di farla sentire ancora più sfortunata di quanto non lo fosse già.
E ora, di nuovo, quel sorriso tranquillo, allegro. Un sorriso così rassicurante che aveva sempre avuto il potere di farla sentire importante, unica, preziosa nonostante la sua famiglia faticasse ad arrivare a fine mese e pagare tutte le bollette. Già, ma erano quattro anni fa.
Finalmente il loro viaggio in macchina ha la sua conclusione perché l'auto si arresta tranquilla sotto casa sua. "beh, Daniel, grazie di tutto.." dice Rose, in atto di congedo.
Lui la guarda come ansioso che lei continui, che gli chieda di salire a bere qualcosa da lui.
No, Daniel, non lo hai ancora capito che sono impegnata??
"buonanotte." Sussurra la ragazza con un sorriso misto di vittoria e di rivincita. Certi ragazzi si illudono sempre e troppo.
"buonanotte." Risponde Daniel, visibilmente deluso e sconfortato.
Ma -Rose non lo sa- per nulla datosi per vinto. Ah, non lo conosce ancora bene a quanto pare.
La ragazza sorride, prende il suo borsone e chiude la portiera dell'auto. Quindi si dirige verso casa sua ed entra nel condominio, voltandosi di nuovo per salutarlo un'ultima volta.
"se credi che io mi sia arreso al primo no, ti sbagli mia dolce Rose…" sussurra il moro, aprendo il vano portaoggetti e prendendo un misterioso libro.
Anche questo era previsto nel piano, mia cara.
Certo, avevo sperato fino all'ultimo che tu m'invitassi, ma se non l'hai fatto pazienza, ci penserò io. I suoi occhi scuri scrutano la casa della ragazza e quando vede la luce accesa in una delle stanze del suo appartamento, parte in azione.
Esce dall'auto con il suo libro e si dirige verso l' appartamento della ragazza.
Sale le due rampe di scale e finalmente si trova a pochi centimetri dal suo portone di ciliegio.
Sospirando suona la porta. Non ha bisogno di suonare una seconda volta, sa che la giovane aprirà subito. Rose è sempre stata un po' avventata, non chiederà nemmeno chi è.
E infatti, puntuale, la porta di casa Sandecker si schiude velocemente e la giovane compare sulla soglia. È ancora vestita con gli abiti con cui era andata nel bar ed è assolutamente sorpresa.
"Daniel?" il suo nome le sfugge dalle labbra come un respiro troppo profondo.
Che diavolo ci fa ancora qui??
"Rose, devo darti una cosa.- finalmente il moro si decide a rompere il silenzio.- sai, sono giorni che cerco l'occasione giusta per dartela e.."
"non ti offendere, Daniel, ma sono parecchio stanca.- Rose lo interrompe in maniera frettolosa.- possiamo rimandare a domani??"
Il portone di ciliegio accenna appena a chiudersi e il ragazzo, con un gesto veloce, vi appoggia una mano spingendo verso l'interno. Rose sobbalza a quel gesto. Non avrebbe mai immaginato che fosse disposto a tanto e adesso, non vorrebbe, ma deve ammettere che inizia ad avere paura.
"ma… cosa fai…" protesta a bassa voce.
"eddai, Rose.- il suo sorriso cordiale e il suo tono allegro non riescono affatto a tranquillizzarla.- si tratta solamente di una decina di minuti, poi me ne vado. Giuro sul mio onore!"
"no Daniel, senti.."
"ti prego.- conclude il giovane avvicinandosi di più a lei. Poi sorride, ironico.- guarda che non me ne vado finché non mi fai entrare." E non suona molto di scherzo. Sa più di minaccia.
Rose lo fissa un istante poi decide di farlo entrare… è l'unica soluzione per toglierselo presto dalle scatole. Daniel osserva con un sorriso trionfante l'uscio che si è aperto totalmente per farlo passare ed esclama, allegro. "grazie, vedrai sarà una cosa velocissima."
*spero per te* pensa mentalmente la ragazza mentre lo osserva con freddezza fare il suo ingresso a casa. Calma Rose, calma. Non sei sola. Per qualsiasi cosa basta gridare e Formy sarà qui in un battibaleno, deve solo attraversare il corridoio… non c'è alcun motivo di agitarsi, mantieni il sangue freddo.
Daniel intanto osserva con stupore il salotto notando che è tutto esattamente come lo aveva lasciato. Semplice ma accogliente e familiare.
"questa casa è proprio come la ricordavo.- inizia il giovane girandosi verso di lei.- ha ancora quel fascino magico di un tempo." Il ragazzo si avvicina alla giovane con passi lenti e sensuali.
"che cos'è di così urgente che dovevi mostrarmi??" la voce di Rose suona tagliente e polemica nonostante i due si trovino a pochissima distanza l'uno dall'altra.
Il volto di Daniel si tinge di un sorriso stupendo poi sospira e le volta di nuovo le spalle.
"sono giorni che aspetto il momento di dartelo. - dice osservando il libro che ha in mano.- non sapevo come avresti reagito…"
Rose aggrotta la fronte, incuriosita. "che cos'è?" domanda mentre ancora lui le dà le spalle.
Il ragazzo si volta e con uno sguardo assolutamente affascinante le porge il libro.
Gli occhi verdi della giovane osservano con stupore e meraviglia il vecchio libro e per qualche istante sul suo viso brilla di nuovo il suo splendido sorriso, mentre lo riprende lentamente tra le mani. "Baudelaire.- sussurra alzando gli occhi verso il ragazzo.- pensavo di averlo perso chissà dove…" la giovane apre la prima pagina del libro e legge la dedica che Daniel stesso le aveva fatto quando glielo aveva regalato.
Al mio incantevole amore che proprio oggi compie i suoi diciassette anni…tantissimi auguri, Daniel.
Rose punta i suoi occhi in quelli di Daniel che le sorride sensualmente.
"ti.. ti ricordi i pomeriggi passati insieme a leggere le poesie?" le domanda improvvisamente il ragazzo con un'aria nostalgica.
"come dimenticarli.- sussurra Rose accarezzando la superficie del libro.- e poi c'era quella poesia.. come si chiamava…"
"Inno alla bellezza." dice prontamente il ragazzo.
"ah si.- mormora lei.- la sapevo a memoria, allora. Era la mia preferita."
"Era la NOSTRA poesia e io la so tutt'ora a memoria. La leggo ogni sera." La voce del ragazzo è seria e profonda, niente a che vedere con l'aria giocosa di prima.
Rose deglutisce e sente di nuovo il pericolo vicino.. molto vicino… ok, adesso basta, questa serata deve finire il più presto possibile. "va bene, io.."
"aspetta, Rose." L'interrompe il ragazzo con un'aria ancora più solenne. La ragazza non ha il coraggio di chiedere che cosa deve aspettare. Non vuole sapere cosa potrebbe rispondergli lui.
Il giovane continua sulla sua linea e le prende il libro dalle mani, poi lo appoggia in un mobile vicino, senza lasciare però la mano della ragazza che resta imprigionata nella sua.
"io credo di doverti parlare.."
Rose sfila via la sua mano da quella del ragazzo e fa prontamente qualche passo indietro.
"non mi pare il caso…"
"invece credo proprio che sia giunto il momento giusto, non posso più aspettare, Rose!- la ragazza continua a retrocedere e, per contrappasso, lui ad avanzare verso di lei.- io non so come spiegartelo.."
"allora forse è meglio che prima ti chiarisci bene il concetto, poi semmai tra qualche giorno.."
"Non scherzare, Rose, non puoi giocare con quello che provo."
Gli occhi verdi della ragazza non smettono un istante di fissare i suoi, increduli e sgomenti per quello che sta accadendo. Non è possibile, non è possibile. Ma allora aveva ragione! Che stupida, aveva sperato che fosse cambiato, aveva quasi creduto di trovare una persona migliore, lo aveva anche perdonato!! Ed ecco come viene ripagata.
Continua a fare passi indietro ma improvvisamente deve bloccarsi, interrotta dalla fredda e possente mole del muro. E adesso?? Fa per scostarsi di lato ma il ragazzo capisce subito le sue intenzioni e la blocca al muro, prendendola per la vita.
"tu.. tu devi credermi, io non posso più controllare i miei sentimenti, io.."
"Daniel ma che cosa dici??"sussurra lei, sempre più indignata.
"adesso lo capirai…"
E' un attimo. Tutto sembra improvvisamente sfuggirle di mano quando il ragazzo, velocemente, la stringe a se e mira alle sue labbra.
"Rose.." sussurra avvicinandosi sempre di più, mentre con una mano le prende delicatamente il viso.
"no.. io.."
Ma tutto, fortunatamente, sembra fermarsi lì, perché entrambi vengono interrotti dal pianto stridulo ed altissimo di Novaly che si diffonde per tutta la casa. Rose prende subito la palla al balzo e sfila via dalle braccia dell'ex correndo subito nella camera della nipotina, sussurrando "la bambina.."
Daniel la osserva correre, assolutamente stupefatto. " la bambina?????" ripete, incredulo.
Rose torna poco dopo quando si è assicurata che la piccola si sia addormentata di nuovo e non svegli i suoi genitori. Una bella rimpatriata ora nocerebbe e basta.
Vedendola arrivare il ragazzo ripete, stupefatto. "come la bambina???"
Rose si blocca un istante. Ma come? Ricorda perfettamente la via di casa sua, la loro poesia preferita, tutto, ogni minima cosa che la riguardi e non ricorda che sua sorella era in cinta quattro anni fa??
Ma no, non lo ricorda, altrimenti non si spiega il suo stupore. E se.. ma no, Rose, sarebbe una vigliaccata. Però, anche lui, poco prima non si è comportato assolutamente da vigliacco, lurido e bastardo? Avevo ragione, ci stava riprovando di nuovo e di nuovo ha tradito la mia fiducia.
Ma si, una bella stretta di paura non può che fargli bene. La prossima volta impara.
"sì, la bambina.- ripete la ragazza con un sorriso aperto. Poi, inarcando un sopracciglio.- la MIA bambina."
Daniel deglutisce a fatica. " t..tua???.. e … quando.. con chi…?"
Rose distoglie lo sguardo e si appresta a recitare la parte più divertente della sua vita.
Altro che Esmeralda…
La ragazza sospira e si passa una mano tra i capelli, poi volta le spalle al ragazzo.
"Novaly.- risponde.- Novaly si chiama mia figlia. Ed ha.. quattro anni…" la sua voce sembra rotta dal pianto.
Daniel sospira e si allenta il colletto della giacca che indossa, slacciandolo. "come quattro.. anni..?"
"eh già- risponde Rose, voltandosi, con gli occhi coperti dalle mani.- tu eri partito… -sussurra.- io ero completamente sola e… anche i miei genitori non c'erano più.."
Daniel inizia a farsi aria con una mano. "no, è uno scherzo, vero?- esclama.- tu mi stai dicendo che Novaly è MIA FIGLIA???"
Rose gli vola letteralmente tra le braccia, fingendo di singhiozzare. "sì, Daniel! È tua figlia!!!"
Il ragazzo la distacca un attimo e la giovane può vedere quanto sia sbianco e sudi freddo.
Ah, che rivincita questo sguardo. "ma.. non è possibile, Rose…"
"certo che lo è.- sussurra lei, ancora accanto a lui.- scoprii di essere incinta solo pochi giorni dopo la tua partenza.. so che avrei dovuto dirti tutto ma.."
"senti, non è una cosa ragionevole.- Daniel le sembra parecchio nervoso ora.- ti ricordi? Avevamo utilizzato tutto il necessario e poi per te era la prima volta! Dicono tutti che è molto difficile restare incinta quando.."
"ah, dicono.- mormora la giovane, stizzita.- anche io credevo alle statistiche e alle percentuali" prende a camminare per la stanza. "quando il ciclo mi si è arrestato non volevo crederci. Pensavo che ero andata un po' giù di fisico per tutto quello che era accaduto. Ma sono andata dal medico….-sospira.- e poi è arrivata Novaly." Conclude con un sorriso sognante.
"e..sei certa che sia io il padre?????"
Rose deve trattenersi dallo scoppiare a gridare. "senti ma per chi mi hai preso!!!- esclama, inorridita- non ho avuto più nessun uomo dopo quel pomeriggio a casa tua perché stavo CON TE! Ti stai confondendo, eri tu quello che andava a letto con le altre, non io!" conclude voltando categoricamente le spalle al ragazzo.
Daniel si passa una mano tra i capelli e cerca di rimediare. "lo so, lo so, perdonami.. io…- sospira.- senti, è una cosa grossa per me… posso vederla almeno???"
Rose si volta, stupita. "sì.- balbetta.- aspetta, la vado a prendere.."
Torna poco dopo con la bambina tra le braccia, addormentata, e con un rosario stretto nella sinistra, nella viva speranza che la piccoletta non si svegli da un minuto ad un altro e la chiami 'zia'.
Deve soffrire ancora questo bastardo…
Il giovane si avvicina alla piccola, studiandola con platonica ammirazione. "è.. molto bella.." sussurra mentre Rose prega tutti i santi che le vengono in mente,cercando di scongiurare il fatto che lui possa accorgersi che non somiglia affatto né a lui - moro.- né a lei.- castana chiaro.
"beh, ora però devo proprio andare.- dice frettolosamente il ragazzo.- è stata una bella serata.. ah, tieni il libro, eh,… ci vediamo domani, va bene??"esclama, nervoso ed agitato mentre si avvicina al portone e lo spalanca. "buona notte, ciao ciao." Conclude chiudendo velocemente la porta dietro di se.
Rose resta a fissare qualche istante il portone, poi, stringendo a sé la piccola, scoppia a ridere.

I tre giorni che seguirono furono tra i più divertenti di tutti i mesi di prove per il musical. L'obbiettivo era raggiunto: Daniel la evitava, parlava poco e quando lo faceva snobbava categoricamente l'argomento 'Novaly' riducendosi a discutere di temi tecnici riguardanti la loro rappresentazione teatrale. A Rose tutto ciò non sembrava vero. In un colpo solo si era levata di dosso un corteggiatore malaccetto e aveva tolto di dosso a lui le strane idee che si era fatto a casa sua.
Però, se da un lato era felice di tutto questo, dall'altro ne usciva ancora più sconfitta ed indignata.
Dunque era bastato tanto poco per far spegnere i bollori che avevano improvvisamente colto il focoso Daniel? A quanto pare sì. E lei che credeva che fosse migliorato, almeno un po'.
E invece no. Era risultato il solito meschino e lurido verme. Anzi, se possibile, anche di più .
Come era spuntata Novaly nella sua vita, la sua voglia di portarsela a letto era scemata totalmente.
Che razza di uomo. Ancora non riesce a credere di averlo potuto amare, e amare sul serio, da piangerci giorno e notte per il suo tradimento.
E il bello è che non solo l'aveva tradita da innamorato quattro anni fa, ma l'aveva tradita di nuovo, e questa volta da amico.
Lurido e verme due volte.
Però, anche se tutto ciò l'aveva non poco amareggiata, gli effetti positivi erano tantissimi e Rose si consolava. Con questa bella storiella aveva ben pensato di tenerlo a bada per i quattro giorni che li distanziavano dalla prima serata. Poi, che andasse tutto al diavolo.
Avrebbe detto tutta la verità e non solo su Novaly ma anche sulla schifosa persona che è.
Ma i suoi pensieri erano troppo ottimisti. Purtroppo il suo piano non durò tutto il tempo che aveva sperato, ma si infranse proprio l'ultima sera prima della serata.

Daniel passeggia lentamente per i corridoi, con lo sguardo stanco, un asciugamano attorno al collo e i pantaloni delle prove arricciolati sul ginocchio. Le ultime prove nonostante tutto sono andate molto bene e perfino Mary si era dimostrata soddisfatta, a parte quando Jessy era scivolata finendo sopra a Rose e quindi rovinando tutta la scena. Quella pazza furiosa invece di prendersela solamente con quella sbadata di Jessy, se l'era presa anche con Rose dicendo che se eventualmente una cosa del genere fosse accaduta domani sera, lei non avrebbe saputo come affrontarla e si sarebbe rovinato tutto. Secondo Mary Rose avrebbe dovuto avere la lucidità di vedere la ballerina cadere e quindi di spostarsi in tempo, magari con un passo di danza, per non far notare troppo la cosa.
Cosa da pazzi, perfino Lola.- da sempre silenziosa e all'ombra di Mary.- si era rivoltata contro l'insegnante principale rimproverandola per essere totalmente fuori di testa… chissà come fa Rose ad avere questa lucidità se sono quasi le una di notte ed è tutto il giorno che provano???
Quindi ne era nata una baraonda indescrivibile che si era conclusa con un 'vaffanculo' generale e poi via, tutti a nanna, consapevoli che, più che il ruzzolone di Jessy, è l'incredibile tensione ad offuscare la mente di tutti quanti.
Ora il ragazzo passeggia tranquillamente verso lo spogliatoio maschile quando sente improvvisamente delle chiacchiere di Kiky e di altre ballerine riguardanti Rose. Le tre ragazze sono vicino alla macchinetta del caffè e smanettano per prendere qualcosa da bere. Daniel, sempre più furbo di una volpe, si accoda elegantemente dietro di loro, per poter ascoltare indisturbato tutto quanto.
"pensa tu, poveraccia.- è Kiky a condurre il discorso, mentre attende che la macchinetta tiri fuori il suo the freddo.- quella Mary è una pazzoide, se la prende con lei per ogni cosa! Se io fossi in lei me ne sarei già andata da questo covo di matti!!"
L'altra ballerina, però, (di cui Daniel non ricorda il nome) non è affatto d'accordo.
"Mary è insopportabile, d'accordo, ma questa è la migliore accademia di danza classica di tutta New York, una ballerina del suo calibro non può che aspirare a questo!"
"dici? Secondo me.- interviene la terza.- dopo il musical Rose punterà più in alto."
"e se lo merita, io spero che qualche pezzo grosso la noti. Balla divinamente e poi ha talmente tanti casini che un po' di successo le farebbe solo che bene." Dice Kiky prendendo finalmente la sua bibita. Dopo un sorso la ragazza continua. "è una cosa incredibile, guarda, a casa sua non l'aiuta nessuno."
"ci credo.- interviene un'altra.- tutti così i familiari. Quando hai questo genere di problemi ti voltano subito le spalle!"
Daniel sorride. Centro. Ecco, proprio su Novaly voleva che andassero a parare. Vuole sapere se anche nel resto del teatro la gente sa della figlia e magari.. anche del padre.
"per carità Emily è una cara donna.- dice Kiky con un sospiro.- e anche Formy non è male, anzi, Rose dice che è davvero un brav'uomo ma.."
"brava donna e brav'uomo.- si intromette l'altra con voce velenosa- però stanno sempre fuori casa o per un motivo o per un altro. E il pomeriggio a chi tocca guardare la piccola???a Rose!"
*beh, minimo.- pensa Daniel.- è la figlia*
"già come se non avesse già da fare con l'università!- esclama Kiky.- povera ragazza, ha già poco tempo libero e quel poco che ha lo deve passare tutto appresso alla nipote!!!"
Daniel ci rimane impietrito. La NIPOTE??????? Il ragazzo sbianca e per un attimo si sente mancare il respiro. No, forse ha capito male.
Ma non può lasciarsi questo dubbio deve capire, deve sapere immediatamente.
"scusate.- si intromette bruscamente nella conversazione.- Rose.. ha una.. nipote???"
Kiky lo guarda come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "sì.- ripete, candidamente.- è la figlia di Emily, la sorella di Rose."
Le tre ragazze rimangono qualche istante a fissare il ragazzo diventato bianco come un cencio.
"ehi.- sussurra una del trio.- tutto bene?? Sembri un fantasma!! Mi sa che hai un calo di pressione, eh!"
Ma Daniel non le ascolta più, ormai. La sua mente vaga, girovaga nei suoi ricordi fino a quattro anni fa. Cerca di ricordare Emily. Ma certo, il pancione. Ultimamente, quando aveva cercato di farsela tornare in mente, l'aveva sempre ipotizzata bella grossa perché se la ricordava con un bel pancione.. e ora gli si apre un mondo. Ma no, non era grassa, era solo incinta!!!
"Daniel!" Kiky alza la voce per richiamarlo. Il ragazzo si riscuote, le osserva qualche istante con un'aria di appena sufficienza quindi le scavalca e si avvia, camminando velocemente.
Quindi l'ha fregato. E brava la stronza, l'ha messo nel sacco e lui ci si è buttato con tutti i panni addosso! La figlia…. Invece che la nipote!!! Alza improvvisamente gli occhi da terra e la vede, proprio davanti a lui, distante di pochi metri. Sta passando davanti ad un grande ripostiglio.
Sente una rabbia accecargli la mente. Subito corre verso di lei.
Rose alza gli occhi da terra un secondo prima che Daniel l'afferri per un braccio. Non ha il tempo di essere sorpresa, perché viene trascinata immediatamente nel ripostiglio accanto a lei.
Solo lì, al buio, si rende conto di quello che è successo in questi veloci secondi. I suoi occhi si puntano su quelli di Daniel, mai come ora intrisi di rabbia.
"allora????" la sua voce tradisce un ardore che quasi la impaurisce. "allora??? Come sta la mia piccola bambina, eh?? La dolce Novaly, mia figlia!!" urla, però, tenendo sempre il tono di voce abbastanza basso, in modo che non possa sentirlo altri che Rose.
La ragazza capisce subito di essere stata scoperta. Per un attimo maledice la sua sfortuna, poi passa all'attacco. Ma cosa vuole, che si scusi?????
"beh??- ribatte con una voce altrettanto arrabbiata.- piaciuto lo scherzetto???- vede che Daniel sta per dire qualcosa così lo anticipa- Sleale, vigliacca e bugiarda, questo vuoi dirmi????" gli urla a pochi centimetri dal viso.
"non è che quello che ti meriti!! Mi sono comportata esattamente come ti sei comportato tu!! Sleale, vigliacco e bugiardo!! E tu saresti stato quello pentito, eh????- dice puntandogli contro l'indice.- l'amico!! Ma non farmi ridere! Sei un perfetto approfittatore e una persona lurida perché come ho inventato questa storiella ti si è stretto il sedere e hai subito cambiato aria!!" lo sfogo di Rose continua ancora. "questi tre giorni di paura non possono averti fatto che bene, irresponsabile e fannullone!!!- il suo viso si contorce un istante in un sorriso maligno.- anzi avresti dovuto capirlo che era una bufala.- la sua voce è appena sussurrata ma tagliente come una lama.- chi lo vorrebbe un figlio da te??? Nemmeno una puttana!!"
"adesso basta!" le mani di Daniel le prendono le braccia, stringendole.
"lasciami.- lei continua a parlare piano.- o mi metterò ad urlare così forte che ti cacceranno a calci in culo dal teatro.."
"tu.- la voce di Daniel trema dalla rabbia.- tu stai giocando con i miei sentimenti, puttana! Quella dell'amico era solo una copertura, una cazzata!! Ma lo sai, perché???" non le dà il tempo di riflettere, la prende per la vita e la sbatte a sedere su un tavolino presente nel buio ripostiglio.
Rose deglutisce a fatica. Se lei lo può imbavagliare verbalmente, lui ha una forza incredibile e la tiene completamente bloccata. La situazione si fa seria, accidenti. Forse doveva stare più attenta.
"non ti sei mai chiesta perché ho fatto tutto questo?? Perché ho accettato la parte, perché ho accettato di essere tuo amico??? Per poterti avere ancora, accidenti!!!!" urla, ad un passo dalle sue labbra. "perché ogni volta che ti guardo, che ti sfioro, io mi sento impazzire, ecco perché!!"
Rose lo guarda con freddezza. "mi dispiace.- sussurra.- ma è troppo tardi." Cerca di liberarsi ma la stretta di Daniel non le concede movimenti.
"non me ne frega un cazzo se stai con un altro.." dice, con rabbia.
"e a me non me ne frega un cazzo di te." Risponde per le rime la ragazza.
Daniel si sente completamente accecato dalla rabbia. I suoi sentimenti e il suo orgoglio ferito, in un lampo. Prende il viso della ragazza e unisce le loro labbra. Ma la bocca di Rose rimane ben serrata mentre cerca di liberarsi da quella folle presa. Daniel continua a spingere sulle sue labbra, cercando in qualche modo di violarle, di costringerla a schiuderle. E per un momento crede di aver vinto.
Sì, ma nemmeno per un secondo, perché quello che pensava potesse essere un bacio, in realtà si rivela un vero e proprio morso. Rose approfitta dell'effetto sorpresa e continua con un calcio -mirabilmente preciso dove sappiamo noi.- quindi scende velocemente dal tavolino, apre la porta e corre via come il vento.
Il corridoio è ancora pieno di ballerine e lei.- in cerca di un po' di tranquillità.- vola via per le scale ma sbatte violentemente con qualcuno e per poco non cade a terra.
I suoi occhi si spalancano completamente non appena vede Tom.
L'urto ha attirato l'attenzione di tutte le altre che si lanciano occhiate d'intesa, cenni con il capo. Tom è sempre stato famoso nel New York City Ballet…
"Tom…" sussurra la giovane, sconvolta.
"ehi, ancora qui ti trovo!!!- esclama allegramente il ragazzo.- avevamo appuntamento di sotto un quattro d'ora fa…" poi, improvvisamente, il suo bellissimo sorriso si spegne mentre i suoi occhi si puntano su qualcuno dietro la giovane. Rose si gira lentamente e vede che c'è proprio Daniel.
Gli occhi azzurri di Tom viaggiano un istante da Rose a Daniel. E capisce, purtroppo. Se non tutto, ma qualcosa di sicuro. Capisce che tra loro è successo qualcosa, nel bene o nel male, vede le loro espressioni stravolte, le labbra della sua Rose leggermente arrossate, gli occhi del ragazzo lucidi.
Proprio come quando si amoreggia.
Il suo sorriso diventa sprezzante e pieno d'indignazione. Lancia uno sguardo fulminante a Daniel che non ha ancora detto niente ma si è limitato ad osservarlo con un'aria di vittoria, di superiorità.
Poi si gira di scatto e corre giù per le scale, schifato, incredulo, ferito. Rose vede improvvisamente tutto capovolgersi e con addosso i suoi vestiti- per fortuna e non il body- lo insegue per le scale, richiamandolo. "Tom.. Tom, aspetta,… Tom!!!" gli corre dietro, disperata, fino fuori al teatro, dove si sta scatenando un altro putiferio, questa volta, però, di pioggia.
Il ragazzo non la degna di uno sguardo si fionda sulla moto e si mette il casco. Rose si mette davanti al suo mezzo e cerca di fermarlo. "Tom, aspetta!! Non hai capito nulla… io e Daniel non…"
Il ragazzo continua a non guardarla, solo mette in moto. Ma la ragazza non ha la benché minima intenzione di spostarsi, resta davanti a lui per impedirgli di partire.
"ti prego, Tom, dobbiamo chiarire!!!" grida lei , poi, improvvisamente, il ragazzo spegne la moto.
I suoi occhi gelidi la fissano un istante. "vuoi chiarire???- la sua voce è ancora più fredda e distaccata.- sali." La ragazza obbedisce e, nonostante sia senza l'impermeabile e sotto la pioggia battente, sale di corsa dietro di lui. Il loro viaggio in moto è più breve del previsto: si fermano nel Parco dei Diamanti, il piccolo parco proprio dietro casa di Rose. Il posto dove lui le aveva dato il biglietto per il loro capodanno a Parigi. Che peccato che un posto tanto incantato debba essere funestato dal ricordo di questa litigata, ora.
Non appena la moto si ferma i due ragazzi balzano dal mezzo, Tom si toglie il casco e resta, come lei, a fissarla lasciandosi bagnare dalla pioggia.
Gocce di pioggia scivolano sui loro volti feriti e sconvolti.
Gli occhi blu del ragazzo indugiano qualche istante sul bellissimo volto di lei, ora completamente lucido per la pioggia. Ogni volta che i suoi occhi fissano le sue labbra, ha un vuoto allo stomaco, come se qualcuno gli avesse appena dato un pugno. Solo al pensiero che quelle labbra siano state di un altro, solo questo basterebbe per farlo impazzire. Figuriamoci se c'è dell'altro. Non riesce a contenersi, sa che dovrebbe ascoltarla prima di giudicare o di decidere sul suo conto, ma ha ancora stampata in mente l'espressione di quel Daniel e poi quella di lei, sconvolta. Sconvolta per essere stata scoperta, questo è chiaro.
"stronza.- sussurra, con odio.- come hai potuto farmi questo??? Come????" le urla contro, lasciando sfogare la sua rabbia.
Rose incassa gli insulti, chiudendo gli occhi. Poi sussurra. "ti prego.- la sua voce è rotta dalle lacrime.- non è come credi."
"e com'è allora??? Com'è???? Dimmelo, stronza!!!" dice spintonandola leggermente per una spalla.
Gli occhi addolorati della giovane si riempiono di lacrime.
"se hai la pazienza di ascoltarmi ti racconto tutto, ma devi credermi per la miseria!!!- urla.- Daniel non è una persona qualsiasi!! Daniel è stato il mio primo ragazzo!! Il mio primo uomo, capisci???" urla, mentre le sue lacrime si mescolano alla pioggia.
Tom la osserva con una freddezza crescente e con il dolore che sembra quasi accecarlo. "ah bene.- le ringhia contro.- vi siete ritrovati finalmente!"
"ma no!!!!!- controbatte.- come puoi solo credermi possibile di una cosa del genere! È così che ti fidi di me???"
"io mi fido di te.- sussurra gelidamente.- ma non puoi negarmi che qualcosa è successo, o sbaglio?? Rispondi!! Vi siete baciati, no???"
La ragazza vorrebbe urlare dalla rabbia. Ma perché tutto questo???
"no!!- urla.- lui ha cercato di farlo, ma io non gliel'ho permesso."
Tom alza un sopracciglio. "ah si? E come mai lui era tanto sognante??? Sembrava che non avevate fatto altro fino a poco prima! Ma poi, visto che hai notato che ti si stava facendo tardi, ti sei precipitata da me.."
"no, non è così!- grida lei, con i pugni serrati.- mi ha chiuso in un maledetto ripostiglio e ha cercato di baciarmi e Dio solo sa che cos' altro!!- urla.- ma perché non lo capisci??? Io correvo via da lui quando ho incontrato te!!" non riesce a trattenersi, le viene troppo da piangere.
Tom ha un attimo di esitazione. Quello che aveva creduto verità sacrosanta prima,ora inizia a lacerarsi. I suoi occhi si alzano verso di lei, più indulgenti.
Ma ora Rose non è più fragile come prima, ora sembra arrabbiata nera.
"sei uno stronzo!- gli urla contro.- ecco tutto il tuo amore per me! Alla minima cosa credi già che ti abbia tradito! Ma come puoi solo pensarlo???? Io ti amo con tutta me stessa e darei tutto per te!"
Tom non riesce ad osservarla negli occhi. Prima era sicuro che Rose lo avesse tradito, ma ora purtroppo si rende conto che la sua dolce anima gemella non gli farebbe mai una cosa del genere.
Si è lasciato andare, cedendo alla rabbia, credendo a quel sguardo di Daniel, che, forse, era finalizzato proprio a questo: a fargli credere che lui e Rose fossero andati insieme.
E invece, magari, quel lurido verme aveva proprio cercato di violargliela, la sua Rose.
Cerca di avvicinarsi a lei, sussurrando: "Rose, io…"
"vattene via.- risponde lei, ferita.- e lasciami in pace."
Senza dargli il tempo di fare altro, la ragazza corre via, verso casa sua, attraversando il piccolo parco e fendendo la pioggia che l'ha bagnata completamente. Tom la osserva andare via, triste e addolorato. L'ha ferita tantissimo, lo sa, le ha detto cose che non credeva potesse dire nemmeno al suo peggior nemico.. e invece le ha detto a lei, la donna che ama.
Tutta colpa di quel fottuto bastardo. No, se crede di poterla passare liscia si sbaglia di grosso, questa gliela farà pagare cara.
Ha osato toccare la sua ragazza, non avrà nemmeno voce per raccontarlo in giro.
Ma prima deve sapere qualcosa in più su di lui. Deve sapere chi è questo famoso Daniel di cui Rose.- ricorda- aveva cercato di parlargli. Resta ancora un po' lì, immobile, a fissare il luogo in cui fino a poco tempo prima c'era stata la sua Rose, poi decide di passare all'azione.
Circa una mezz'ora più tardi la porta di casa di Hudson si apre lentamente e con circospezione, dato che sono quasi le due di notte. La ragazza osserva sorpresa la sagoma di Tom, completamente fradicia d'acqua, che aspetta a testa bassa davanti al suo uscio.
"Tom…- sussurra, incredula.- ma.."
"Daniel.- esclama lui, interrompendola.- devo sapere chi è"
La giovane sospira e si passa una mano tra i capelli.
Sapeva che prima o poi tutta questa storia sarebbe esplosa.
"si.- mormora, comprensiva.- entra."

fine venticinquesimo capitolo.

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Capitolo 26
*** ONLY YOU ***


Ciao a tutti!
Come vedete eccomi tornata!!!!! Le vacanze sono state stupende, la Grecia è eccezionale e ve la consiglio di cuore!!!! Due settimane da sogno!! Va beh, tornando a noi, eccovi il sospirato 26 esimo capitolo che per farmi perdonare è anche più lungo degli altri! Non vorrei che per questo vi risulti un po' noioso, spero di no, ma l'ho fatto anche per toglierci di torno il maledetto Daniel una volta per tutte…
Grazie a tutti per le bellissime recensioni!!!!!! Mi fate commuovere, ragazzi….

Ciao Damynex!!!
Grazie mille per la recensione.. eh si, il nostro momento di gloria è arrivato!!! Ma raccomando fammi sapere che ne pensi, un bacio!!!

Ciao PhoenixLupin!!!
Le tue recensioni mi fanno sempre morir dal ridere.. beh scusami se questo n°26 si è fatto attendere più del solito però finalmente eccolo qua… ed ecco la vendetta di Thomas.. fammi sapere se ti è piaciuta,
un bacio!!!!

Ciao miyu90!!!
Eh si, se non fosse stato per quelle due sceme.. si Daniel per essere innamorato è innamorato ma… aahh rischio sempre di rivelare tutto, mannaggia a me!! Comunque attenta, Daniel potrebbe fare un po' pena in questo chap… NON LASCIARTI IMPIETOSIRE!!!!fammi sapere!!!
Un bacio!!!

Ciao etoil noir!!!
Grazie mille per i complimenti e per la recensione è sempre bello scoprire nuovi lettori/lettrici!!! Spero che continuerai a recensire PdM, un bacio!!!!

Ciao Cerynise!!!!
Beh innanzitutto grazie millissime per i complimenti, sono ultra contenta che la mia storia ti abbia preso!! Mi raccomando dimmi se questo capitolo ti è piaciuto!!!
Un bacio!!!

Ciao Gio!!!
Grazie mille per la recensione… sono contenta che Odm -in qualche modo.- rispecchi qualcosa di reale, mi raccomando lascia un commentino!!
Un bacio!!!!

Ciao koneko_chan!!!!
Sono contenta che anche tu, come me d'altronde, ami la menta… eh eh, siamo in parecchi a quanto pare… beh, che dire, sono senza parole per la tua bellissima recensione, grazie per tutti i complimenti, davvero!!! Spero che continuerai a commentare la mia storia… un bacio!!!!!

Buona Lettura,
Diomache.

PROFUMO DI MENTA

CAPITOLO XXVI:

ONLY YOU

"Gli uomini vorrebbero essere sempre il primo amore di una donna. Questa è la loro sciocca vanità. Le donne hanno un istinto più sottile per le cose: a loro piace essere l'ultimo amore di un uomo." (Oscar Wilde)

La grande ed elegante Jaguar nera sfreccia con disinvoltura per le strade buie di New York, come una pantera silenziosa che corre fendendo la notte. Gli occhi azzurri dell'uomo fissano fuori dal finestrino mentre il suo viso è continuamente illuminato dalla luce dei lampioni che si susseguono veloci sulla strada. Nick distoglie lo sguardo qualche istante dal paesaggio della città notturna e lo concentra sul figlio che, al posto del guidatore, conduce la loro costosissima auto.
Stretto in uno impeccabile e perfetto smoking, sembra serio e teso il suo Thomas: guida in maniera scattosa come se avesse dentro tanta di quella rabbia che se potesse si metterebbe ad urlare.
Inarcando un sopracciglio grigiastro l'uomo domanda. "ma a che ora è lo spettacolo?" la sua voce suona meno glaciale di quello che avrebbe voluto. Nick ci tiene ad avere un rapporto distaccato con i suoi figli, vuole che essi lo vedano come un padre severo e arcigno, non gli va che sappia quanto si tormenta per loro.
Gli occhi di Tom, azzurri esattamente come i suoi, lasciano un istante la strada e si concentrano sul genitore. "alle nove e mezzo.- fa una piccola pausa.- se ti stai chiedendo perché siamo così in anticipo ti accontento subito: devo parlare con Rose."
"anch'io! Anch'io!!" la voce allegra di Diana giunge loro dai sedili posteriori. La bambina si appoggia con il mento al sedile di Tom e sorridendo dice. "oh ti prego, Tom, posso parlarci pure io??? Eddai, guarda che faccio subito, eh? Solo il tempo di…"
"No, Diana.- la voce del fratello è glaciale e non ammette repliche.- Rose non potrà parlarti nemmeno un istante, sarà negli spogliatoi a prepararsi, no?"
Diana mette il broncio e incrocia le braccia, stropicciando un po' il suo vestito di seta blu.
"ma allora tu.."
"io devo parlarci assolutamente." La voce di Tom sembra tremare leggermente questa volta, non è poi così dura come prima. Come se improvvisamente un groppone gli abbia chiuso la gola. Nick osserva che anche i suoi occhi si sono fatti più lucidi, mentre il suo sguardo, quasi per contrappasso, è ancora più arrabbiato, gelido, teso.
Non può trattenersi: "Tom.- inizia, con un sospiro.- tutto bene tra te e Rose?"
Il ragazzo tira un sospiro profondo, mentre gira con un po' troppa energia. "sì.- sibila.- tutto bene."
Nick alza le sopracciglia in un'espressione alquanto incredula. "come mai così serio, questa sera?"
"è una serata importante per Rose, sono in tensione."
"ma è bravissima, non vedo perché dovresti." La voce di Nick sembra più polemica che altro.
Tom sospira in maniera percettibilmente irritata. "infatti.- si esibisce in un falso sorriso.- ma lo sono lo stesso." Nick vorrebbe indagare, scoprire il vero motivo riguardo l'inquietudine di suo figlio, è più che sicuro che non vada tutto bene e vorrebbe tanto che Tom si sfogasse con lui… ma la voce gli si smorza in gola perché la Jaguar frena bruscamente davanti al grande teatro, già circondato da moltissime automobili.
Tom si gira verso di lui, con uno sguardo gelido. "io vado da lei. Voi aspettatemi sul palchetto riservato. Ecco i biglietti." Dice tirando fuori dalla giacca due biglietti per lo spettacolo, biglietti che Nick prende prontamente tra le mani. Quindi il ragazzo si congeda dal padre e dalla sorella, abbozzando un sorriso ed uscendo dalla vettura subito dopo.
L'uomo osserva il figlio incamminarsi verso la bella scalinata che prelude l'entrata nella struttura. Sospira, notando come sembra ansioso e strano. Darebbe oro per sapere cos'è che lo turba ma sa benissimo che è inutile cercare di avere un rapporto più 'umano' con Thomas. È troppo tardi, ormai. Forse è sempre stato troppo arcigno, troppo serio, severo, duro. Specialmente da quando era morta sua moglie, Nick si era chiuso ermeticamente nel suo dolore escludendo i suoi figli e specialmente Tom. Come se non potesse capirlo, come se non fosse in grado di condividere il suo dolore. In quel momento in cui avrebbero dovuto abbracciarsi e affrontare insieme il dolore, si erano divisi di più, invece.
E in maniera irreversibile. E adesso con che faccia pretendeva che Thomas si confidasse con lui???
È come chiedere di prendere la prima persona che si trova per strada e spiattellare a lui tutto ciò che ci turba. Anzi, precisamente non è così. Non è così perché a volte qualcuno completamente estraneo a noi ci può essere più d'aiuto che un parente. Quindi Nick per Tom non era nemmeno un estraneo.
Era un padre finanziere, un uomo duro tutto d'un pezzo, il padre roccia, l'uomo che giudica e spara sentenze. E l'uomo che non sa nulla di lui.
Ecco cos'è Nick. Un padre che non conosce suo figlio.
Gli occhi blu di Nick si riempiono un istante di lacrime, poi, con la sua abituale freddezza, le ricaccia indietro mentre viene destato da sua figlia Diana.
"papà.- la voce della piccola sembra canzonatoria.- ma che stiamo facendo qui? Entriamo, no?"
L'uomo si volta verso sua figlia ed osserva ammaliato i suoi occhi pieni di vita. Con Tom ha sbagliato tutto, è vero. Ma forse con Diana non è ancora tutto compromesso. Forse se riuscirà, se cercherà di essere un padre migliore per Diana, potrebbe recuperare anche con il suo primogenito.
Forse, non è detto. Ma deve tentare.
Con un sorriso decisamente più benevolo, dice alla piccola. "hai ragione.- sussurra, osservando poi i biglietti per il musical 'Notre Dame de Paris'.- andiamo, non facciamo aspettare la nostra Rose."

Tom sale silenziosamente le scale del New York State Theater, con il cuore che gli martella incessantemente in testa e la rabbia che non smette di divorarlo, istante per istante. Il racconto di Hudson è stato raggelante ed illuminante allo stesso tempo. Non poteva credere alle sue parole, quando gli raccontava cosa aveva dovuto patire la sua dolce Rose per mano di quel bastardo.. non riesce a capacitarsi se pensa che la sua ragazza non gli ha mai raccontato nulla di tutto questo.. ma perché? Avrebbe potuto starle vicino, capirla… perché non le ha mai parlato di Daniel?
No, non è corretto. Rose aveva cercato di parlargli di quel fottutissimo bastardo, ma lui non l'aveva ascoltata, aveva lasciato correre tutto come cosa di poca importanza. Ed ecco a che punto erano arrivati. Non solo quello stronzo di Daniel aveva fatto soffrire la sua ragazza in passato ma ora, ritornato per qualche stranissimo motivo, ora… ora ha cercato anche di baciarla!!! Come cazzo ha solo pensato di toccarla!! Come??? Ma adesso gliela farà pagare.. e pagare con gli interessi.
Gli strapperà dal viso quel suo sguardo superiore, altezzoso, quello sguardo che gli aveva anche fatto dubitare di Rose!!! Che scemo, che scemo! Ma come aveva potuto anche solo pensare che la sua ragazza lo potesse tradire??? Che cretino….
Sa di averla ferita moltissimo. Certo, questo da lui non se lo aspettava. Rose da lui cercava affetto in quel momento, protezione forse… e cosa aveva trovato? Cinismo, ecco cosa. E tutto a causa di quello stronzo.
Ma adesso basta. Deve sparire dalla loro vita e, soprattutto, dalla vita di Rose. Ma prima di tutto deve parlare con lei, assolutamente. Deve scusarsi, cercare almeno di farsi perdonare. Sempre che lei accetti di parlare con lui.
Il giovane entra nel teatro e subito una gentilissima ragazza gli si fa incontro, chiedendogli con un sorriso angelico il biglietto. Tom glielo porge mentre i suoi occhi viaggiano nell'ingresso del teatro, osservando la magnificenza e l'eleganza di quest'ultimo. La ragazza osserva il biglietto quindi si propone di fargli strada verso il suo palchetto ma il ragazzo declina gentilmente l'invito.
"grazie, ma conosco bene il teatro." Conclude con un sorriso rassicurante.
La giovane incassa il rifiuto quindi si dirige verso altri clienti. Tom si avvia lentamente verso le scale che conducono ai piani superiori ma poi lentamente si ferma, poco prima di iniziare a salire.
I suoi occhi azzurri, freddi e decisi, osservano qualche istante l'ambiente controllando che nessuno si curi di lui, quindi con un movimento veloce e preciso entra nella piccola porta, poco distante dal lui, che conduce nei locali addetti ai teatranti.
Tom si chiude la porta alle spalle, quindi cammina velocemente per il corridoio a tratti deserto, a tratti gremito di giovani talenti che, completamente nel pallone per lo spettacolo che si avvicina, parlano animatamente tra di loro o si aggiustano i vestiti, senza fare quasi caso al bellissimo ragazzo che cammina tra di loro. Il giovane si guarda bene intorno, scrutando le porte chiuse.
Quale sarà lo spogliatoio femminile?? Bah, è una parola. E poi, una volta trovato, non può mica aprire la porta e mettersi a gridare…
Dà un ultimo sguardo all'orologio: è tardi, tra poco dovranno posizionarsi. È meglio che trovi Rose in fretta. Ferma quindi una ballerina e chiede, gentilmente. "mi scusi, dove posso trovare Rose Sandecker?"
La ragazza aggrotta la fronte quindi dice: "sicuramente nella sala trucco, ormai. È l'ultima porta a destra."
Dopo un sincero e breve ringraziamento il giovane si avvia, percorrendo il corridoio a passi svelti. Si augura con tutto il cuore di non incrociare quel testa di cazzo di Daniel per strada. Non risponderebbe delle sue azioni e rischierebbe di fare un casino. E invece no. Lui deve fare tutto perfettamente. La vendetta è un piatto freddo e molto lento.
Arriva finalmente davanti a questa porta e, dopo aver fatto un sospiro, la apre energicamente. Al suo interno, sedute davanti ad enormi specchi, si trovano decine di ragazze, tutte frementi e così agitate che non fanno altro che parlare. Gli occhi azzurri del ragazzo vagano tra i loro visi truccati o ancora acqua e sapone, tra i loro vestiti belli e ricercati da ballerina importante o semplici e modesti, da piccola comparsa. Nessuna sembra notarlo troppo, forse perché tutte abituate a strane presenze e ad imprevisti di ogni tipo.
Tom avanza lentamente tra di loro, facendosi spazio tra parrucchieri e truccatori, cercando disperatamente la sua Rose.
Ma improvvisamente è qualcun altro a trovare lui.
"e lei, signore, che cazzo ci fa qui????" il ragazzo si volta e si trova davanti Mary impersona, con le braccia conserte, un occhio mezzo chiuso e la fronte aggrottata dal disappunto.
Tom opta per una risposta un po' casual. "buonasera, lei deve essere l'insegnante. Deve essere…"
"cocco, qui le chiacchiere stanno a zero, hai capito???- dice la donna, ringhiando.- quindi hai dieci minuti per toglierti dai coglioni in maniera autonoma, prima che ci pensi io a sbatterti fuori a calci in culo, sono stata abbastanza chiara????" conclude urlando come un'ossessa.
Subito tutto il chiacchiericcio sembra spegnersi di botto e tutte le ballerine, i truccatori e i parrucchieri si voltano verso i due per assistere all'ennesima scenata di Mary.
Tom dà un ultimo sguardo intorno, cercando per l'ultima volta la sua ragazza tra la folla. Poi, con uno sguardo misto tra il dispiacere e il disappunto, mormora, sconfitto. "va bene. Vado."
Mary annuisce vittoriosa e si sposta per lasciarlo passare, con un sorriso sadico e sarcastico allo stesso tempo. Il ragazzo si avvia velocemente alla porta, con il dispiacere nel cuore. Doveva assolutamente parlare con lei, era troppo importante. Doveva farle sapere che gli dispiace, che non avrebbe mai dovuto dubitare di lei, che l'amava anche. Perché quando si mette in dubbio la fiducia, si rischia di mettere in dubbio anche l'amore. È ancora immerso in questi pensieri quando, proprio davanti a lui, la porta si apre e Rose e un costumista entrano, parlando animatamente.
Ma anche le loro chiacchiere si spengono subito.
La giovane rimane fulminata, come se una freccia le avesse attraversato il cuore, ferma, fissa ad osservare il suo ragazzo, anche lui veramente incredulo di vederla. Tom indugia qualche istante lo sguardo sul suo viso bello e reso leggermente lucido dal trucco, sui suoi occhi verde smeraldo messi ancora più in risalto dal vestito rosa perla, un vestito da ballerina ma veramente incantevole.
Tom.. sei qui…
"Rose.- mormora Mary, acida.- ROSE!"
la ragazza si disincanta subito e arrossendo lievemente, risponde. "ehm, si?"
"mi sembra di capire che questo deficiente tu lo conosci, no? Beh, digli che deve andarsene immediatamente!!!!!"
"ehi ehi, calma.- sussurra Tom con un sorriso affascinante che fa sospirare la metà delle ballerine presenti e svenire l'altra metà.- me ne vado, me ne vado." Dice regalando a Rose uno sguardo assolutamente eloquente, quindi scavalcandola e uscendo subito dopo.
Rose rimane interdetta a fissare la sua insegnante. Deve andare da Tom. Già, ma che si inventa?
Per fortuna il Signore, sotto le mentite spoglie del costumista che era con lei, le dà una zampa.
"ah Rose.- inizia, con un tono assolutamente casuale.- ti cercava Lola, prima."
La ragazza finge di essere sorpresa. "ah si?.- poi si fa prendere un po' dalla fretta.- ok, in questo caso vado da lei…"
"ALT!" l'urlo di Mary arriva puntuale, giusto in tempo per bloccarla mentre afferrava la maniglia. Poi i suoi occhi infuocati si rivolgono al costumista. "da Lola, eh?"
"proprio così!" esclama l'uomo, con aria convinta. E Kiky, capita la situazione, s'affretta ad appoggiarlo. "è vero, è vero, lo aveva detto anche a me, poco fa!!!"
Rose osserva rapidamente l'ambiente quindi mormora, decisa. "allora io vado, eh, torno subito." E senza dare il tempo a Mary di replicare, esce velocemente.
Dentro la sala trucco rimane un silenzio di tomba, tutti con il fiato sospeso, immobili perché timorosi di poter scatenare una reazione della belva anche con un piccolo movimento.
Finché la belva in questione non attacca ad urlare. "allora???? Vi siete incantati???? Rimettevi al lavoro!!!" e subito, dopo un generale sissignore, sono tutti ai loro posti, esattamente come pochi istanti prima, davanti agli specchi.
Rose esce dalla stanza e subito qualcuno a lei molto familiare la afferra delicatamente per un braccio e la fa voltare verso di se. Tom sorride di gioia, osservando il suo sguardo stralunato di felicità. "Tom…" sussurra la ragazza, come in estasi davanti al suo bellissimo uomo. I suoi occhi verdi ridono più del suo splendido sorriso, incredula e felice di vedersi Thomas lì davanti a lei.
Il biondo le prende affettuosamente la mano, senza smettere di fissarla negli occhi, quindi se la porta alla bocca e la bacia sensualmente. "amore mio.." sussurra.
Improvvisamente i passi di qualcuno interrompono il loro idillio così la ragazza si porta un dito alle labbra e sussurra. "non qui. Vieni con me." La ragazza lo prende per mano e lo conduce nel bagno delle ragazze, poco distante da loro. Tutto sotto gli occhi scuri e tristissimi di Daniel che hanno seguito la scena, con il cuore spezzato e un magone in gola. Resta in piedi lì il ragazzo, in mezzo al corridoio, con il fiato troncato, guarda quel punto del muro dove i due giovani si erano appoggiati solo intenti a fissarsi ma così intensamente che nemmeno con un bacio avrebbero espresso più passione. I suoi occhi si riempiono di nuovo di rabbia, una rabbia cieca ed assoluta.
Vorrebbe entrare nel bagno e spaccare la faccia quel bellimbusto per cui Rose va tanto in estasi, quel cretino per il quale la SUA Rose non fa che sospirare, per il quale, l'altra sera, lo aveva miseramente rifiutato.
Ma no, deve aspettare. Adesso deve pensare solo allo spettacolo, deve pensare a fare bella figura, deve dimostrare quanto vale.
Al suo odioso rivale penserà dopo. Non c'è alcuna fretta.
I due ragazzi si chiudono in bagno, mentre non smettono di mangiarsi con gli occhi.
"io..- inizia Rose, felicissima.- ho pensato a te tutta la notte…mi dispiace tanto, davvero, è stato tutto un equivoco e.."
"Rose.- il ragazzo sembra più serio ora.- Rose, davvero, sono stato uno stronzo e un deficiente. Io non avrei mai dovuto dubitare di te… io.. ti amo." La voce del suo Tom è ricca di emozione, almeno quanto la sua.
"non ti preoccupare.- sussurra la ragazza, con i suoi meravigliosi occhi lucidi.- tu.. non potevi sapere, infondo."
Tom abbassa lo sguardo, poi continua. "ora però so tutto.- la ragazza lo guarda interrogativa.- tutto quanto, sin dall'inizio di questa maledetta storia."
La giovane sembra adombrarsi un istante e distoglie lo sguardo da lui, fissandolo sulle mattonelle color crema del bagno. " chi…"
"Hudson.- spiega il ragazzo.- ma non avercela con lei. L'ho pregata di farlo. Mi dispiace, lo so, magari volevi dirmi tutto tu, però io mi sentivo impazzire, ti giuro. Avevo così tanta rabbia che…"
"non fa niente.- la giovane riprende a sorridere.- non ti preoccupare. È meglio così, sul serio. Hud ha fatto benissimo a dirti tutto…. Lo so, dovevo farlo io e molto tempo prima. Se avessi trovato il coraggio non saremmo mai arrivati a questo punto."
"sono d'accordo.- la voce di Tom è improvvisamente fredda e cattiva, tanto che Rose lo guarda, un po' impaurita.- non avrei mai permesso a quel cane di avvicinarsi a te. Ma ti giuro che pagherà per tutto! Pagherà per come ti ha trattata 4 anni fa e per come ti ha trattata ora!!!Raccontami un po', che ti ha fatto ieri sera???"
Rose deglutisce lentamente. Non ha mai visto Tom così furioso, così carico di rabbia. I suoi occhi sono di ghiaccio ma è come se ardessero di fuoco, il suo sguardo è gelido, acuto, determinato. Cosa avrà in mente?? Decide di temporeggiare un po'.
"ma…- balbetta alzando le spalle.- ci ha provato, tutto qui…"
"Rose.- esclama, dubbioso.- ieri mi hai detto che ti aveva sbattuto in un ripostiglio!"
"oh Tom, adesso è troppo tardi per spiegare." Conclude con un tono deciso. Come può riferirgli le parole di Daniel, il suo bacio forzato e le sue intenzioni a dir poco lascive?? Conoscendo il suo ragazzo, sa benissimo che come minimo sarebbe corso da Daniel e, dopo averlo riempito di botte, lo avrebbe direttamente lanciato sopra il palco o comunque ridotto così male che non avrebbe più potuto partecipare al musical, mandando in malora mesi di preparazione. No, meglio tacere.
Continua, poi, con voce più dolce. "è tardi, mi staranno aspettando.." mormora accarezzando i lineamenti duri e decisi del suo ragazzo. Il giovane si ammorbidisce lentamente, poi si avvicina per baciarla ma la ragazza, a malincuore, deve ritrarsi. "non posso, amore.- spiega.- se mi vedono con il trucco rovinato è la fine.."
Tom ride quindi l'abbraccia con vigore e la giovane contraccambia con passione, socchiudendo gli occhi, felice. L'altra sera Tom l'aveva ferita terribilmente. Lo aveva odiato lì per lì, perché non le aveva dimostrato fiducia, non l'aveva capita. Ma poi aveva riflettuto e aveva provato a mettersi nei suoi panni: lei che avrebbe fatto al suo posto?? Avrebbe reagito proprio come lui. Ricorda ancora quando lo aveva visto insieme a Ginny, nel festino a casa di Dawson. Nonostante tutto, anche a lei era affiorato quel dubbio atroce che ieri aveva sconvolto lui. Quindi l'aveva perdonato e quando, poco fa, se lo aveva ritrovato lì nella sala trucco, era stata sicura di svenire da un momento all'altro per la contentezza. Che carino che è stato.
I due si dividono quindi, a pochi centimetri l'uno dall'altro, Tom sussurra. "vai, ora altrimenti Mary mi scrocia* la prossima volta che mi vede..- Rose scoppia a ridere.- e fatti onore, mi raccomando."
La ragazza annuisce. "ci proverò. Spero che vada tutto bene."
"certo che andrà tutto bene!!!- esclama l'altro, convinto.- su, vai ora.."
Rose, nonostante il trucco e mille altre cose, gli sfiora leggermente le labbra prima di uscire, cogliendolo completamente di sorpresa. "a dopo." Sorride, prima di aprire la porta del bagno e, dopo un fugace e bellissimo sorriso, scomparire dalla sua vista.

Il suono della seconda campanella preannuncia l'inizio imminente dello spettacolo.
"ah finalmente ce l'abbiamo fatta!!-sbotta Susy aprendo la porta del loro palchetto ed entrandovi dentro.- questo posto è un labirinto, un'ora per trovare questo cavolo di palchetto!!!!!"
"vuoi parlare piano, piattola!!!!- la rimprovera suo fratello Dawson, entrando subito dopo di lei.- sei una cosa finta!! E poi se ci abbiamo messo un'ora è solo per colpa tua che non hai voluto ascoltare le indicazioni di quella ragazza!"
La ragazza mora sbuffa " capirai, quella c'aveva una faccia da'ndormita!"
"oh basta voi due!!- li rimprovera Hudson entrando nel palchetto mano nella mano di Michael- parlate piano, almeno! Vi sta ascoltando tutto il teatro!!!!"
Michael ride sommessamente al suo fianco mentre si accomoda accanto a lei. Rose ha preso per loro un bellissimo palchetto quasi centrale, in modo che vedessero nel miglior modo possibile. Per questa bella serata si sono vestiti tutti elegantemente, perfino Dawson che è praticamente allergico a qualsiasi cosa che non siano jeans e maglietta, si è vestito in un elegante e bellissimo smoking.
Al pari di Michael che, anche lui poco avvezzo agli smoking, non ha però mancato di vestire in maniera assolutamente impeccabile. Susy si aggiusta il suo elegante vestito nero mentre osserva quello bianco di Hudson a dir poco stupendo. "ehi, Hud!- esclama- hai un vestito meraviglioso!"
"Grazie.- sussurra lei, arrossendo lievemente.- è un regalo di Michael." Dice rivolgendogli un'occhiata e un bel sorriso.
Susy storce la bocca. "ecco! Le fortune tutte agli altri toccano!! Mai che lo incontri io un tipo così generoso!!! Io mi becco solo quelli di stronzi!"
"simili con simili volentieri s'accompagnano.." sussurra Dawson, mascherando poi la sua voce con un finto colpo di tosse.
La sorella si volta subito verso di lui come una tigre inferocita. "grr, che hai detto?????"
"sh!!!- questa volta è Michael a richiamare l'ordine, con un sorriso.- sta per iniziare, su!!!"
Sentono improvvisamente bussare dalla porta del loro palchetto. Susy alza gli occhi al cielo. "mamma mia, stasera proprio tutte, eh??"
Hudson si sporge per aprirla e si trova davanti quel batuffoletto di Novaly, tutta chic e brillante nel suo vestitino rosa. La piccola tiene un ditino in bocca e lo sguardo semi abbassato, imbarazzata e vergognosa
"Novaly..- esclama Hud, a bassa voce.- ma che ci fai qui?? E la mamma???"
Novaly, di soli quattro anni, si avvicina al Hud, ridacchiando. "ciao…- sussurra, sorridendo.- posso stare qui con voi???"
Susy allarga gli occhi, allarmata , sorpresa e cerca subito lo sguardo del fratello, sconfortata.
Dawson non concepisce la sua seccatura e si limita ad alzare le spalle, con noncuranza. Allora la mora prova risolvere la situazione da sé. "Hud.- urla leggermente, per richiamare la sua attenzione.- non vorrai, vero…" dice a denti stretti, sfoderando uno sguardo molto eloquente.
Hud aggrotta la fronte, come a dire ' e perché no???'.
La giovane riprende. "ma Emily la starà cercando, dobbiamo riportarla da lei! E poi i bambini vogliono la loro mamma, si mettono a piangere, non capiremo niente del musical!! Diamine, così piccola e.."
"io non sono piccola!" la replica di Novaly arriva puntuale mentre la piccola assume anche uno sguardo contrariato.
"oh, per l'amor del cielo!!- in quel piccolo affollatissimo palchetto, fa la sua comparsa anche Emily, tutta ben vestita truccata che nemmeno sembra essere lei.- sei qui, piccola birbante! Sono ore che ti cerco, mi fai preoccupare, per la miseria!!!" esclama prendendo la bambina in braccio. Novaly inizia a fare resistenza. "nooo.- inizia ad urlacchiare, scalciando.- no, voglio Hudson! Voglio stare con Hud!"
Susy si passa una mano sulla fronte. "oh, il cielo ce la scampi.."
Emily osserva un istante la ragazza riccia, poi la prega dicendo. "beh, Hud, sei sicura?? Io non vorrei che disturbi…"
"ma no!- esclama lei.- vieni, Novaly, stai qui con noi" dice subito la giovane, prendendo la bambina in braccio. Salutando tutti e ringraziando calorosamente, Emily se ne va dal loro palchetto, lasciando la figlioletta che si accomoda sulle gambe di Michael, poi sposta il suo sguardo verso l'unica persona che non avrebbe dovuto disturbare: Susy!
"Susy…" inizia, con una vocina un po' lagnosa.
"sì tesoro." La risposta di quest'altra è sicuramente sarcastica.
"perché non c'è Adrienne??" domanda, curiosa.
Susy fa un respiro grande. "perché ha un febbrone terribile!"
Novaly aggrotta la fronte. "perché?"
"perché ieri sera Adrienne ha fatto la ragazza cattiva all'aperto, ha preso freddo ed ora sta male." Spiega, sentendo piano piano la pazienza sfumarle via.
"perché ha fatto la cattiva?"
"perché Adrienne non sa fare di meglio, piccola."
Novaly annuisce e quando sembra aver chiuso tutto lì, riprende. "e perché?"
"ehm, Novaly adesso facciamo silenzio,ok? Sta per iniziare lo spettacolo!!" si intromette elegantemente Hudson prevenendo uno sfogo di insofferenza da parte dell'amica che, nervosamente, nega con il capo. "mm, odio i bambini.."

Emily rientra nel loro palchetto, di poco distante da quello dei ragazzi, dove era stata poco prima.
Formy si gira verso di lei, con un sorriso. "allora? Tutto a posto?"
Emily scoppia a ridere. "perfetto!! Novaly è stata grande, come sempre!" il marito contraccambia l'allegria, quindi le fa spazio accanto a se e la moglie si accoccola vicino a lui, appoggiando il capo sulla spalla. Dopo un po' la donna dice. "mm… un po' di tempo tutto per noi.."
"dì un po', ma hai finto bene, vero?… ti sei fatta vedere preoccupata quando dicevi di non trovarla? Hai finto di volertela portare via?"
Emily annuisce con vigore. "tranquillo, tranquillo.- lo rassicura la moglie.- tutto perfetto. Hudson non ha sospettato di nulla."
"ah bene. E Novaly? Si sta perfezionando vedo."
"altroché.- continua lei.- nostra figlia inizia a somigliare sempre di più alla zia, è furba come una volpe. Indovina cosa mi ha chiesto in cambio di restare tutta la serata con loro invece che con noi?"
Formy è incredulo e stupito: cavolo, sua figlia ha 4 anni e già fa di questi trucchetti? E quando ne avrà 16 cosa farà??? "cosa?" chiede.
"ha detto: basta che domani papà mi porta al lunapark, mi fa prendere lo zucchero filato e fa le giostre dei cavalli con me."
"ah, Emily.- si lamenta l'uomo.- lo sai che odio i lunapark! Non puoi portarcela tu?"
"no.- ribatte Emily, con un sorrisetto sadico.- i patti erano che ce la portavi tu!"
"e tu non potevi trovare un accordo meno compromettente?! Per la miseria, pure il cavalluccio delle giostre!"
La donna scoppia a ridere, divertita. "oh non lamentarti troppo! Pensa al lato positivo!"
"perché, c'è un lato positivo???"
La donna si gira a guardarlo negli occhi. "per esempio staremo tranquilli IO E TE tutta la serata." E detto questo congiunge le sue labbra a quelle dell'uomo. Formy la osserva, sorridendo.
"ma sì.- riprende.- infondo mi piace lo zucchero filato."
I due scoppiano a ridere sommessamente visto che le luci si sono abbassate e un presentatore ha fatto la sua comparsa sul palco.

Nick e Diana vedono improvvisamente la porta del loro palchetto spalancarsi e Tom che fa il suo ingresso tra di loro. "ehilà." Esordisce, con un sorriso allegro. Il padre lo osserva, incuriosito. Ma è lo stesso ragazzo che aveva visto appena dieci minuti prima??? È completamente irriconoscibile!!!
Più sereno, allegro. Anche se di sotto si vede sempre quella piccola ombra di tensione mista a rabbia, però sembra che sia in qualche modo più rilassato. Che tutto questo corrisponda perfettamente con la visita che Tom ha fatto a Rose, è una pura coincidenza naturalmente.
Ah, l'amore può fare davvero miracoli.
Tom si siede accanto a Diana e le racconta brevemente -mentendo come solo i ragazzi sanno fare.- che Rose la salutava tanto e che non vedeva l'ora di vederla, di abbracciarla. Diana batte silenziosamente le mani, entusiasta della notizia ricevuta. Le luci si sono già spente da un pezzetto e sul palco un uomo si dilunga in una che, aveva detto, doveva essere una piccola presentazione e , dopo aver fatto eseguire un'introduzione da parte di un'emozionatissima Lola, dà inizio al musical Notre Dame de Paris inizia. Gli occhi di tantissimi spettatori sono letteralmente incollati al palcoscenico che ha ancora la tenda di velluto tirata ed è completamente in silenzio.
Rose e molti altri ballerini attendono trepidanti che la musica inizi. La nostra eroina è completamente sotto choc dall'emozione: si torce le mani, nervosa, si aggiusta il vestito, i capelli, sperando che tutto inizi il più presto possibile. Questa per lei è un'occasione ENORME. Per questo che non ha mollato, ha stretto i denti tutto questo tempo, sopportando anche la scomoda presenza di Daniel.
C'è tutta la New York che conta, produttori e simili, insomma non può fare una figuraccia davanti a loro. Non è la prima volta nella storia della danza che grazie ad uno spettacolo una ballerina ha fatto successo ed ha potuto accedere più facilmente alle categorie superiori. Perché non potrebbe essere anche il suo caso, allora? È fiduciosa. È fiduciosa nelle sue capacità, nella sua voglia di fare bene. L'unica cosa che la preoccupa ogni volta che deve affrontare una prova importante (come prima della gara che poi l'ha vista vincitrice e quindi prima ballerina dello stato di New York) è la tensione, la paura.
È un ostacolo enorme per lei, qualcosa che non riesce a superare. Eppure, per la miseria, fa saggi e rappresentazioni sin da quando aveva sei anni. Possibile che non abbia ancora imparato a controllarsi?
No, niente da fare. Non riesce proprio a togliersi quel magone allo stomaco, quell'ansia pazzesca che quasi le toglie il fiato.
È ancora immersa in questi pensieri quando sente improvvisamente qualcuno che le stringe la mano. La donna si gira e, con somma sorpresa, trova dietro di se Daniel. Fa per sfilargliela via con decisione, ma il ragazzo la trattiene. "dai.- sussurra.- scusami per l'altro giorno. Non vorrei che per quello che è successo si spezzasse l'armonia tra di noi…"
Rose sfoggia uno sguardo di superiorità. "ma per chi mi hai preso?- domanda.- io sono una professionista. So lasciare da parte i problemi quando devo pensare ad altro."
Daniel le sorride, orgoglioso. "bene.- sussurra stringendole la mano.- quindi non ti dispiace se ti tengo la mano. Siamo solo due colleghi, ora. Due colleghi che si fanno coraggio."
Rose si esibisce in un falso sorriso. "non ci crederai mai, ma io so farmi coraggio DA SOLA."Dice sfilando con forza la sua mano dalla sua.
"non l'avrei mai detto." Sussurra lui. "stavi tremando prima.."
Quella strana conversazione non va avanti perché improvvisamente i ballerini sentono le prime note che si diffondono per il teatro. Nonostante l'astio, i due si scambiano uno sguardo speranzoso, e fanno il loro ingresso sul palco, con il cuore in gola.
Il musical inizia e subito prende il cuore e gli occhi degli spettatori che seguono affascinati lo svolgersi delle canzoni, dei balletti e della storia dei protagonisti che, come sempre, entusiasma l' animo di tutti. Soprattutto, tra tutti, brilla la bella Esmeralda che ha una voce eccezionale- per quanto riguarda la cantante.- e un'eleganza, una tecnica e una dolcezza da far invidia a chiunque - per quanto riguarda la ballerina. La serata va avanti liscia, senza problemi, senza storte o scivoloni. Arrivano anche i pezzi più 'caldi' dove Rose e Daniel ballano vicinissimi e si esprimono con sguardi complici e sensuali. Scene seguite con magico rapimento da tutti gli spettatori e con un dolore enorme, invece, da parte di Tom che sospira, si contorce le mani, e poi distoglie lo sguardo. È più forte di lui, si sente trafiggere.
Sì, è sciocco da parte sua, direte voi. Tanto è un musical. È finzione, non è realtà.
E invece no. È realtà.
Quando a ballare, a toccare la sua Rose era James, era stato tutto molto difficile ma poi l'aveva superato facilmente. James era un bravo ragazzo. E non era Daniel. Non era l'exragazzo della sua fidanzata, non era quel fottuto bastardo che l'aveva tradita, non era il ragazzo a cui Rose aveva dato se stessa per la prima volta ad un uomo, non era il porco stronzo che aveva osato provarci di nuovo. Non era Daniel, per la miseria.
Ora ogni gesto, ogni sguardo, tutto è vero almeno da parte sua.
Non è facile, accidenti, non è facile.
Non è facile quando senti la rabbia che riaffiora ogni istante. Non è facile quando vorresti alzarti in piedi e gridare al mondo che lei è solo TUA e di nessun altro e vorresti prendere quello stronzo, sbatterlo per terra perché l'aveva fatta piangere, soffrire.
Rabbia, anche perché semplicemente c'era Daniel quattro anni prima e non lui. Perché era Daniel ad averla vista da piccola ragazza innocente, piena di sogni e paure.
Perché non c'era stato quando lei tremante aveva detto il suo primo 'sì' importante, quando aveva deciso di diventare di un uomo.
Non c'era quando per la prima volta lei aveva sospirato, ansimato, aveva sorriso, gioito.
È stupido, è stupido recriminarsi queste cose. Eppure le sente tutte in testa e continuano ad infuriarlo.
Il musical va avanti tranquillamente, e finalmente arriva alla sua conclusione, sotto gli applausi scroscianti di tutto il teatro che sembra improvvisamente venire giù dall'entusiasmo. I ballerini si riuniscono sul palcoscenico per accogliere gli ultimi applausi. Rose viene avanti tramante, con il cuore in gola, emozionata come prima di fare lo spettacolo, solo che adesso sente anche un bel mal di testa perché la tensione inizia a calare. È andata. Ed è andata benissimo, meno male!!
Il presentatore la prende accanto a se, mentre lei è di nuovo riempita di applausi, così entusiasti che quasi le viene da piangere. I suoi occhi verdi viaggiano attraverso il pubblico che ora finalmente è sotto le luci, poi li alza verso i palchetti, dove sa, ci sono tutte le persone che ama di più.
Ecco, Michael, Hudson, Susy e Dawson. Li saluta calorosamente con la mano destra e fa altrettanto con Emily e Formy. I suoi occhi arrivano al palchetto della famiglia Bishop. Vede Nick che le applaude energicamente e Diana che saltella, tutta emozionata. Li saluta entrambi, poi finalmente vede Tom. Anche se da lontano, percepisce la sua emozione, il suo coinvolgimento. Sorridendo, gli manda un bacio appena accennato, certo, ma che arriva preciso al cuore angosciato del nostro ragazzo che contraccambia con slancio l'affettuosissimo gesto.

Rose rientra, tremante, dietro le quinte e la prima persona che vede è proprio lui. Sorridente, orgoglioso, bellissimo, elegante. Rose scoppia a ridere e correndo si butta tre le sue braccia, saltandogli letteralmente addosso, perfino allacciando le sue gambe sulla schiena di lui.
Le altre ballerine lì presenti scoppiano a ridere o applaudono, esaltate dal successo della serata e dalla coppia che l'altra sera avevano visto litigare e che ora, per fortuna, si è riappacificata.
Tom osserva trepidante il viso della sua ragazza, emozionato. È sempre più bella.
"sei stata bravissima." Sussurra e, senza lasciarle il tempo di dire qualcosa, le bacia ardentemente le labbra come avrebbe voluto fare prima solo che non poteva per qualche strano motivo di trucco. Rose gli cinge forte il collo con le braccia, poi, lentamente, scivola di nuovo in piedi.
"tremavo come una foglia.- sussurra, con gli occhi lucidi.- ma sapere che tu c'eri mi ha dato una forza che nemmeno immagini.."
Tom le accarezza il viso. "davvero?"
Rose scoppia a ridere. "certo.- esclama.- ho dato il massimo perché volevo che tu fossi orgoglioso di me.."
Tom l'abbraccia di nuovo. "Rose, io sono sempre orgoglioso di te. Sei una persona meravigliosa.. e non devi dimenticarlo mai…"
"ehi, ma non te la vorrai tenere tutta per te, questa sera, vero??" la voce allegra di Hudson li divide e li fa voltare verso il gruppetto di amici che subito si sono radunati per farle i complimenti. Rose vola anche tra le braccia di Hud, stringendola forte. "oh, Hud, è andata bene?"
"ma vuoi scherzare???- ribatte lei.- sei stata un fenomeno!"
"davvero!- concorda Michael, accanto a loro.- non ho mai visto ballare così in tutta la mia vita!"
"beh lui non ha mai proprio visto ballare!!- si intromette Susy scherzando.- ma questa sera sei stata davvero incredibile!! Mi sono quasi commossa!!!!"
Rose nega con il capo, quindi abbraccia la sua pazza amica Susy. "e Adrienne?" domanda poi accorgendosi che manca qualcuno per formare il classico quartetto.
"Adrienne sta male" a rispondere è Novaly che la tira per il vestito, implorandola di prenderla in braccio. Rose non se lo fa ripetere due volte e accoglie tra le sue braccia la dolcissima nipotina.
"mm, sta male?"
"sì.- ribatte, convinta.- ha fatto la cattiva all'aperto, ieri sera, e si è presa la febbre. Ma Rose se io faccio la bambina cattiva di fuori…se non obbedisco all'aperto, mi prendo la febbre pure io??"
Rose si volta verso Susy con un sopracciglio inarcato e la fronte aggrottata. "ma no, tesoro.- dice fissando la mora.- Adrienne è stata sfortunata!"
"meno male" risponde,contenta.
"ti è piaciuto il balletto della zia?" domanda Rose, dopo averle stampato un bacio tra i capelli.
"sì." Risponde Novaly che subito dopo esige di essere lasciata perché vuole andare a giocare chissà dove. Rose obbedisce, poi si volta verso le sue amiche e con un tono scherzoso chiede.
"ma che diavolo le avete raccontato???"
Ma le due non hanno il tempo di rispondere perché Dawson si intromette nella discussione.
"ohi, raggio di sole!!- esclama osservando la bella Rose.- nemmeno un bacio mi dai???!! Giuro che io ero il tuo primo fan , facevo un tifo da stadio!"
La ragazza scoppia a ridere e abbraccia pure lui, regalandogli un bacio sulla guancia. Dawson si gira rispettosamente verso Tom e con uno sguardo divertente che sembra chiedere 'posso?' chiede il permesso di ricambiare l'innocente bacio sulla guancia datogli dalla giovane. Il biondo inarca un sopracciglio e, con una finta aria superiore, annuisce. Dawson le prende il viso e le bacia energicamente la guancia, con aria scherzosa e spiritosa.
Non passa un secondo che Rose si sente bussare alla spalla e, girandosi, chi si ritrova??? Il tedesco ed Harry, gli ex compagni di furto di Michael, Tom e Dawson. I due, anche se non hanno per nulla pensato di lasciare la loro attività truffaldina, sono comunque rimasti in un buonissimi rapporti con tutti loro e, quando capita di uscire tutti insieme, non mancano di sicuro.
Rose sorride, stupita. Non sapeva che sarebbero venuti. "ehi, ciao.."
"bravissima!!!" esclama Harry mettendole una mano sulla spalla e anche il tedesco, nella sua freddezza, annuisce e le sorride dicendo. "già."
Per Rose che - nemmeno quand'era la fidanzata del capo aveva ricevuto un apprezzamento da lui.- è davvero un successone!!!!
Poi, con passo felpato,vede farsi largo tra i suoi amici anche Emily e Formy che subito.- senza dire nient'altro.- l'abbracciano energicamente ed iniziano a farle mille complimenti.
"oh Rose!!!!" urlicchia Emily staccandosi dalla sorella. "magari sapessi ballare come te! Anche Formy è rimasto a bocca aperta!! Pensa che non si appisolato nemmeno una volta!"
Gli occhi verdi della giovane si tingono di incredulità. "caspita, allora è andata alla grande!"
"può ben dirlo." È la voce profonda e seria di Nick a farla voltare. La giovane rimane leggermente stupita quando si ritrova davanti l'uomo e lì per lì non sa cosa dire, poi fortunatamente Diana sbuca da dietro il padre e le vola tra le braccia, coprendo il suo imbarazzo.
"Rose sei un fenomeno! Anch'io voglio ballare come fai tu!!!"
Rose sorride, un po' intimidita. "grazie, bellissima…" le due rimangono qualche secondo a parlare così, poi Nick si congeda complimentandosi di nuovo con la fidanzata di suo figlio.
"lei è davvero un giovane talento, Rose.- dice, formale come sempre e dandole la mano.- farà strada, mi creda."
La ragazza ringrazia di nuovo e accompagna il suo 'grazie' con un sorriso così bello che, per qualche istante, toglie il fiato pure al freddo e arcigno Nick Bishop.
"ehi, ragazzi, qui bisogna festeggiare!!!!!- esclama Dawson, quasi urlando.- dai andiamo da qualche parte!!!! Tu che ne dici, Rose???"
"per me va benissimo!- risponde la giovane.- a te Tom?"
"perfetto.- risponde il ragazzo, con un sorriso.- vatti a cambiare, però, non ci vorrai venire con il tutù, spero…"
"no, infatti. Volo!!!" esclama la ragazza correndo velocemente verso lo spogliatoio.

Mezz'oretta più tardi Rose esce finalmente dallo spogliatoio, salutando per l'ennesima volta le altre compagne di ballo che, elettrizzate, non fanno altro che ridere e scherzare tra di loro, cercando di mettersi d'accordo su come festeggiare il successo del musical. La giovane esce, pronta. I capelli castano chiaro le scendono lisci e puliti sulle spalle, indossa un paio di jeans chiari e una maglietta a giro manica bianca, sulla spalla destra ha il borsone di danza. Si incammina per il corridoio, poi si ferma, d'un tratto, come si accorge del ragazzo che l'aspetta, pochi metri davanti a lei, con il borsone per terra e le braccia incrociate. La sua espressione, prima rilassata, cambia di botto. Scocciata, la donna si gira e cambia direzione, imprecando mentalmente ma Daniel la richiama in tempo. "Rose!!!"
La giovane si blocca, senza sapere nemmeno lei il vero motivo di tutto ciò. Dovrebbe correre via, altro che fermarsi. "che cosa vuoi?" mormora, fredda, ancora di spalle.
"ti prego. Voglio parlarti."
La donna si volta di scatto, facendo volteggiare i suoi capelli. "Io non voglio più ascoltarti, Daniel, mi hai stancato! Ma ti rendi conto di come mi hai trattata l'altro giorno? Ma che razza di persona sei? Adesso basta con te ho proprio chiuso." I suoi occhi smeraldo vedono in una frazione di secondo la porta dell'uscita di sicurezza e, senza starci tanto a pensare, la ragazza si dirige verso di quella, la spalanca ed esce dal teatro, immettendosi nel cortile. Ma Daniel non demorde, non le lascia nemmeno il tempo di percorrerlo tutto che è già dietro di lei e la ferma per un braccio.
"tu devi ascoltarmi.- esclama, sprofondando con i suoi occhi nel verde intenso dei suoi.- io.."
"io non voglio più starti a sentire!!!- urla la ragazza, fissandolo con rabbia. -quello che penso di te mi pare d'avertelo già detto, no? Cos'altro vuoi ancora da me??? -Gli occhi di Rose sono lucidi ora.- hai rovinato la mia adolescenza e ora vuoi rovinarmi la storia con Tom? Cos'è, ti diverti a sconvolgermi la vita??"
Gli occhi neri del ragazzo la fissano, indulgenti. "io.."
"tu cosa?" lo incalza la ragazza, urlando.
"io ti amo."
Queste tre semplici parole si diffondono nell'aria del quel piccolo cortile interno, rimbombando come un eco assordante tra le pareti esterne del teatro e nella mente di Rose, sconvolgendola ancora di più, se possibile. Daniel, mi ama??? Continua a ripetersi nelle orecchie, mentre i suoi occhi verdi fissano il ragazzo che, piano piano, si avvicina a lei. Poi reagisce di nuovo. Non vuole assolutamente che quel lurido verme pensi che tutto ciò le interessa. "mi ami??" ribatte, sprezzante, verso Daniel che ormai dista da lei solo pochi centimetri.
Daniel annuisce e le prende la mano, in un silenzio teso e sofferente che si spezza solo quando sussurra. "da impazzire, Rose. Che tu mi creda o no, io.."
"io non ti credo.- la freddezza della voce della giovane è tradita dai suoi occhi che sono di nuovo pieni di lacrime.- tu hai cercato di violentarmi, ieri."
Daniel sorride tristemente. "non dire sciocchezze. Sai che non ne sarei mai capace."
"ah questa è bella.- ride la giovane, sarcasticamente.- tu che sei stato capace di tradirmi, di ingannarmi, di sbattermi dentro quel ripostiglio e di baciarmi a forza, tu mi vieni a dire che non avresti mai potuto.."
"no, mai.- la interrompe.- ho perso la testa, lo ammetto. Ma volevo solo baciarti. Volevo solo che tu .. mi amassi, Rose. Solo questo. Io mi sento morire ogni volta che Tom ti sfiora.. ogni volta che tu lo guardi, con quegli occhi così sognanti.. ma cosa ci troverai mai in lui?"
"se tu valessi solo la metà di quello che vale Tom!- urla lei.- Lui sa amare, a differenza di te. Tu non sai ancora cosa vuol dire provare amore per una donna. Dici di amarmi, ma il tuo non è amore, mettitelo in testa! Tu mi desideri e basta invece l'amore è un sentimento puro, non la violenza che hai in testa!- conclude, poi, sussurrando.- e adesso lasciami in pace." Si gira, gli dà le spalle ma Daniel, prendendola di nuovo per un braccio, la fa voltare.
"tu da qui non te ne vai.- gli occhi verdi della giovane si spalancano di stupore mentre il ragazzo stringe la presa intorno al suo braccio. -non ti permetterò di farmi diventare matto, capito? Adesso io e te ci andiamo a prendere qualcosa insieme e discutiamo con calma."
Rose è troppo terrorizzata per scoppiare a ridere. Questo è davvero pazzo. Dovrebbe acconsentire, uscire con lui dal teatro poi fare qualcosa, correre, chiamare aiuto. Adesso che sono soli contrastarlo non è cosa da fare. Questo è quello che le suggerisce la ragione ma la rabbia che ha dentro non le permette di ragionare e Rose si lascia guidare ancora una volta dall'istinto.
"ma allora non ci senti!- urla.- io non voglio più vederti, voglio che tu mi lasci in pace, hai capito? Tu mi fai schifo, sei una persona lasciva e sei.. pazzo!"
"sei tu che mi rendi pazzo, non lo capisci???" le urla in faccia il ragazzo. La tiene stretta, inizia a farle male. E sono soli. Rose deglutisce a fatica, mentre sente di nuovo la paura avvolgerla, proprio come quando si erano trovati da soli in quel ripostiglio.
"lasciami……"
"non posso.- le risponde lui.- io ti amo troppo, non posso lasciarti correre da lui!" conclude e, con uno scatto, le prende il capo, cercando di baciarla ma Rose questa volta lo prevede, si scosta di lato e - spegnendo l'interruttore del cervello.- gli sputa in faccia, con tutto il ribrezzo che prova.
Daniel rimane immobile e attonito, si tocca la guancia detergendola dalla saliva della giovane. Poi i suoi occhi neri ed infuocati si concentrano di nuovo su di lei e con una rabbia immensa la colpisce con uno schiaffo, in pieno viso.
Rose perde l'equilibrio e scivola a terra, con il viso piegato dalla forza del colpo.
Ora ha veramente paura.
Alza gli occhi e vede Daniel pronto a colpirla di nuovo, magari con un calcio. Ma il colpo non va a segno. Sente un colpo poi vede Daniel cadere a terra a qualche passo da lei. I suoi occhi verdi si alzano e, con immenso stupore, focalizzano la figura collerica di Tom. Sul suo viso si dipinge un bellissimo sorriso, mentre sussurra il suo nome. Ma il ragazzo non sembra sentirla nemmeno. I suoi occhi gelidi sono concentrati su Daniel che, lentamente ripresosi dal calcio, si è appena rialzato.
Odio.
È questo quello che sente in questo momento. Quando si era allontanato dai loro amici per intimare a Rose di sbrigarsi altrimenti non avrebbero trovato nemmeno una pizzeria aperta, non immaginava quello che stava accadendo. Per un puro e fortuito caso del destino aveva visto quella porta socchiusa e aveva sentito delle voci provenienti da quel cortile. Poi, quando aveva visto la sua ragazza a terra e quell'essere in piedi, accanto a lei, non c'aveva visto più e si era scaraventato contro di lui da dietro, con un calcio.
"vigliacco.- sussurra il ragazzo, con la voce che gli vibra di rabbia.- sei solo un bastardissimo vigliacco.."
Daniel si esibisce in un sorriso cattivo. "bene Rose, ora sì che siamo proprio tutti!! Eccolo qua il tuo cavaliere senza macchia e senza paura…"
"non ti azzardare nemmeno a nominarla di nuovo, lurido porco.." sussurra Tom avvicinandosi a lui con passi lenti e calcolati. Finalmente sono faccia a faccia, finalmente può ridurlo a brandelli e fargliela pagare. Finalmente la nostr ehm.. la sua vendetta. Daniel si avvicina a lui, continuando a sorridergli in maniera del tutto glaciale. "povero illuso.- esclama.- credi davvero che tu mi faccia paura, forse?"
"non mi interessa se ti faccio paura o meno.- ribatte l'altro.- ora voglio solo fartela pagare."
Daniel scoppia a ridere, nervoso. "cos'è, un duello?? Una sorta di scontro campale che ha Rose come premio? Io ci sto… al patto che chi vince se la scopa.." conclude poi scoppiando di nuovo a ridere. Tom, ormai a pochi passi da lui, lo afferra per la maglia, portandoselo vicino a se.
"forse.- sussurra in maniera così maledica da far venire i brividi all'aggredito.- tu non hai capito con chi hai a che fare.." termina e subito lo sbatte violentemente al muro con un tonfo così sordo da far saltare anche Rose. Daniel si contorce in una smorfia di dolore, vorrebbe ribattere ma Tom lo afferra di nuovo e lo precede. "non ti azzardare mai più ad avvicinarti a lei, mi sono spiegato? Non credi di averla fatta soffrire abbastanza, bastardo?"
Daniel cerca di rispondere ma Tom gli chiude la bocca con un pugno che fa sbattere di nuovo il ragazzo al muro. Rose si alza da terra, stralunata. "Tom…" sussurra avvicinandosi al duo.
Intanto il ragazzo continua, dicendo. "sono stato fin troppo tollerante con te.- mormora osservandolo mentre cerca di rialzarsi.- avrei dovuti ammazzarti prima del musical…" conclude con un calcio che Daniel incassa direttamente nello stomaco.
"Tom, basta!" la voce di Rose giunge al ragazzo lontana, flebile. Non c'è lei in questo istante. Ci sono solo lui, Daniel e la sua rabbia. Basta, nient'altro. Ah sì: la sua voglia di annientare.
"o forse è meglio così… almeno hai avuto il tuo momento di gloria, stronzo!" e detto ciò lo colpisce di nuovo, sullo stesso punto, strappandogli un acuto gemito di dolore.
"Tom, fermati!" questa volta Rose si mette davanti a lui, interponendosi tra Tom e Daniel. Gli occhi del ragazzo la fissano, ancora grondanti d'ira. Non appena viene a contatto con il suo sguardo rassicurante anche se spaventato, è come se tornasse in se, in qualche modo. Sente la rabbia svanire piano piano e il respiro tornare lentamente normale. Osserva l'uomo ai suoi piedi contorto dal dolore. Poi i suoi occhi si concentrano di nuovo su di lei: Rose.
"Tom…- sussurra questa.- basta ti prego. Non ne vale nemmeno la pena."
Il ragazzo lentamente annuisce poi si rivolge direttamente a Daniel. "ti andata bene, figlio di puttana, perché è intervenuta lei, altrimenti non l'avresti raccontata. E bada.- conclude con voce gelida.- di non avvicinarti più nemmeno per sbaglio. O ti ammazzo davvero."
"andiamo.." sussurra Rose prendendolo per mano e conducendolo, lentamente, via da quel maledetto cortile per rientrare quindi nel teatro ormai diventato semi deserto. I due camminano lentamente per il corridoio senza dire una sola parola. È Rose a interrompere questo pesantissimo silenzio fermandosi d'un tratto e dicendo. "Se non ci fossi stato tu.."
il ragazzo si gira verso di lei e le accarezza la guancia, sorridendo. "ma io c'ero. E ci sarò sempre amore mio.."
I due giovani si abbracciano, emettendo entrambi un profondo sospiro di sollievo. Rose si accuccia tra le braccia del suo innamorato, sprofondando nel suo profumo e nella tranquillità che il suo amore le procura. "ho avuto paura." Sussurra, non lasciandolo un solo istante. "e non solo quando c'era Daniel. Anche quando sei arrivato tu. Ho letto qualcosa nei tuoi occhi che mi ha spaventato a morte… dimmi.- si stacca da lui e lo osserva negli occhi.- perché avevi tutta quella rabbia?"
Tom distoglie lo sguardo ora e sospira profondamente. "io… io l'avrei ammazzato di botte se non fossi intervenuta tu.. perché ti ha fatto soffrire, perché ci ha provato di nuovo e…"
"e…? c'è qualcos'altro, vero?"
Il ragazzo sospira di nuovo e le accarezza i capelli. Senza nemmeno accorgersene, i suoi occhi si sono fatti lucidi lucidi. "e perché è stato lui il tuo primo uomo. E non io."
Rose lo guarda un po' stralunata, incredula.
"questa è la cosa più bella che si possa dire ad una donna…" mormora sorridendo.
Il ragazzo fa un mezzo sorriso, mentre il suo sguardo rimane basso, scontento. Rose gli alza il viso, sfiorandogli le labbra con le dita. "amore mio… anche io avrei voluto essere la tua prima donna…- si interrompe un istante mentre i due non smettono di fissarsi negli occhi.- ma il mio desiderio più grande non è essere la prima. Ma l'ultima."
Tom sorride ora e la bacia sensualmente."sei già l'ultima…."
"Thomas.- lo chiama di nuovo Rose.- nel mio cuore ci sei solo tu.. Solo tu "
il ragazzo beve letteralmente queste parole che sanano il suo spirito come un'acqua purificatrice monda le ferite di un povero malato. Questo scioglie tutte le sue angosce, questo gli dà la serenità.
Si baciano di nuovo poi i due, sospirando, mano nella mano si dirigono verso l'uscita del teatro dove tutta la troupe dei loro amici li sta aspettando, braccia conserte.
"oh, era ora!" esclama Michael, fingendosi arrabbiato.
"guardali guardali, come sono tutti dimessi!!!- esclama Dawson facendo notare agli altri i loro vestiti un po' stropicciati a causa degli ultimi avvenimenti.- chissà che cos'hanno fatto fino adesso i piccioncini!!" conclude provocando una risata generale.
Tom e Rose si scambiano uno sguardo indeciso, poi, insieme agli altri, si lasciano andare anche loro ad una bella risata.

Fine ventiseiesimo capitolo

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Capitolo 27
*** A DAY IN A LIFE ***


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Ciao a tutti!
Ecco il 27 capitolo di PdM.. lo so anche questo si è fatto attendere un po' ma sono un po' incasinata anche perché sto scrivendo anche una fiction su Dott House.. si intitola 'Come il Mare'.. se vedete il telefilm magari dateci un'occhiata!
Ok, bando alle ciance, vi lascio al capitolo!
Un bacio!!!

Ciao Uriko!!
Grazie per i complimenti.. spero che questo capitolo ti piaccia, mi raccomando commenta!!!!!
Un bacio!!

Ciao Etoil Noir!!
Ti ringrazio per i complimenti.. hai ragione finalmente quel dannatissimo Daniel è andato a fan.. ehm a quel paese e si può andare avanti con la storia.. dimmi che te ne pare!!!
Un bacio!!

Ciao Miyu90!!
Sei sempre troppo buona, grazie!!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia.. è uno di quelli che ti lasciano un po' in sospeso, eh, però non dovrebbe essere male.. mi raccomando lasciami un commentino!!
Un bacio!!

Ciao koneko_chan!!
Beh, grazie dei complimenti, sono contenta che lo scorso chap ti sia piaciuto tanto e spero che questo non si dimostri deludente… fammi sapere che ne pensi, mi raccomando!!!
Un bacio!!

Ciao PhoenixLupin!!
Sì, finalmente Daniel se n'è andato, che liberazione! Dal primo momento in cui ho iniziato a scrivere di lui ho iniziato a pensare pure il modo per levarmelo di torno, che già non lo sopportavo! Che dire, spero che continuerai a seguire PdM e a recensirla.. mi raccomando!!!
Un bacio!!!

Buona Lettura,
Diomache.

PROFUMO DI MENTA

CAPITOLO XXVII:

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A DAY IN A LIFE

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Un mese dopo…

"EEEEEEEEEH BUONGIORNO CARI ASCOLTATORI!!!!"
L'urlo improvviso dello speaker di Radio Cream and Chocolate si diffonde improvvisamente per la piccola cameretta, facendo sobbalzare la povera ragazza che, alle dodici e trenta, ancora sonnecchiava beatamente nel suo lettuccio.
"AAAA!!!" urla Rose scattando dal letto e portandosi una mano al petto per lo spavento. Poi i suoi occhi pieni di fiamme si dirigono verso quella maledettissima sveglia e quel fottutissimo volume al massimo. "Buongiorno un cazzo, rompitimpani…- mormora la giovane con la voce impastata di sonno, mentre la afferra e con violenza la spenge.- se becco chi…"
"buongiorno cioccolatino…" Emily fa il suo ingresso in camera porgendo alla sorella una tazza di latte e sfoderando un sorriso a dir poco divertito. Rose la osserva di traverso, con gli occhi ancora mezzi chiusi, concentrandosi sull'espressione sorniona della sorella.
"mm, che cavolo c'avrai tanto da ridere, eh, Emily??? Dì un po', non è che sei stata tu a mettere la sveglia?????" domanda con un sopracciglio inarcato e lo sguardo indagatorio. Emily si sforza di non scoppiare a ridere- altrimenti ci scapperebbe proprio la zuffa- e risponde, cercando di essere diplomatica. "Rose qualcuno doveva pur svegliarti! io e Formy abbiamo deciso che non era prudente farlo di persona così abbiamo messo la sveglia!"
"pensa un po'.- mormora la giovane prendendo la tazza di latte e facendone poi un sorso.- un comizio familiare per decidere di svegliarmi all'alba!"
Questa volta Emily si lascia andare ad una risata. "all'alba?? Ma se è mezzogiorno passato!"
"ehmbe???- protesta la ragazza dagli occhi verdi, alzandosi in piedi e stiracchiandosi.- non c'è mica una legge che vieta di dormire fino alle una, eh, guarda che non c'è morto nessuno! E poi a quel volume assordante???? Secondo me si sono svegliati tutti nel vicinato.."
"mm impossibile, perché probabilmente sono già tutti svegli, non ti pare??"
"e allora sarà venuto loro un colpo mentre mangiavano e dallo spavento a qualcuno sarà andato un boccone di traverso!!" Rose si arrampica su degli specchi scivolosi come l'olio, mentre si alza ed inizia a stiracchiarsi. Improvvisamente suonano alla porta.
"visto?" esclama Rose scoppiando a ridere per quella stranissima coincidenza.
Emily scuote la testa, poi va ad aprire, mentre Rose si toglie frettolosamente il pigiama ed afferra la prima cosa che ha sottomano: degli short blu sportivi e una maglietta bianca.
"Roose- la richiama Emily.- è Hudson!!!!"
La giovane aggrotta la fronte, mentre indossa le ciabatte. Hud???
Subito si fionda nell'ingresso legandosi velocemente i capelli in una coda di cavallo, come per voler nascondere il fatto che si era svegliata da appena una manciata di secondi. Hud scoppia a ridere, vedendola. "buongiorno, eh?- esclama, con aria maliziosa.- ti ho aspettato due ore al bar, ma potevi dirmelo che volevi dormire un po' questa mattina, no??"
Rose aggrotta un istante la fronte, poi chiude improvvisamente gli occhi. Merda, dovevano fare colazione insieme!!!! Sta per scusarsi ma l'amica la precede, sempre con quel bello e rassicurante sorriso sulle labbra. "ma dai, non fa niente!! Faremo colazione insieme un'altra volta, non era così importante!"
"sì che lo era.- ribatte Rose, con un tono un po' malinconico.- ti avevo promesso che andavamo anche a fare shopping insieme questa mattina.. oddio, scusami….eh che, non lo so…ma questo periodo mi sento così stanca! Non so…"
"secondo me.- si intromette Emily, reggendo una cesta piena di panni da stirare- hai ancora la stanchezza del musical nelle vene. Eh, altrimenti non si spiega!! Pensa, Hud, che ieri sera lei e Tom hanno visto un film sul divano e si sono addormentati come pere cotte verso le nove e mezzo e lei ha fatto tutta una tirata fino a pochi minuti fa!!!!" conclude con un sorriso gioviale.
Hud ricambia quel sorriso che sa un po' di presa in giro. "mamma mia, ma nemmeno Novaly dorme così tanto!!!"
"puoi dirlo forte!!!- la voce di Formy giunge loro poco distante- quella pestifera dorme pochissimo, altroché!!"
"ma non è da Rose- continua Emily con uno sguardo un po' medico.- lei di solito non dorme così tanto…"
"infatti…" approva Formy, pensieroso.
Hud sorride e sta al gioco dei due coniugi. "e se…"
"ehi, basta tutti quanti!!!- la reazione della ragazza arriva precisa come un orologio svizzero.- che sono diventata il caso del giorno?? Su, sarà un po' di stanchezza, che sono questi misteri!!!! Piuttosto- si rivolge ad Hud- mi dai un minuto per cambiarmi?? La colazione è saltata, ma possiamo sempre pranzare insieme e fare shopping oggi pomeriggio, va bene??"
La mora accetta immediatamente: Rose è parecchio sulle nuvole questo periodo e bisogna sapere cogliere l'attimo in cui è disponibile e senza tanti grilli per la testa. La giovane vola subito in camera a cambiarsi, lasciando Hudson ed Emily ferme lì, nell'ingresso, sole, dato che anche Formy le lascia subito dopo, iniziando a prepararsi per il turno di lavoro. Rimaste sole, Emily si avvicina di più ad Hudson con fare confidenziale e si guarda leggermente intorno come per accertarsi che nessuno potesse udire quei discorsi. "ehm, Hud…"
La ragazza si volta verso di lei, incuriosita da quell'atteggiamento misterioso. "sì?"
"dimmi un po'.- inizia la donna- ma Rose non ti sembra piuttosto strana, in questo periodo??"
La riccia alza le spalle, con un sorriso. "bah, Rose è sempre stato un tipino particolare.."
"Oh lo so, bella mia, credimi. Ma adesso mi sembra diverso. Non è matta come al solito… è…"
"diversa.- conclude per lei la ragazza riccia.- sì, c'ho fatto caso anch'io. Come se fosse un po' sulle nuvole.." Emily annuisce convinta, come se Hud avesse trovato l'espressione che cercava.
"esatto, sulle nuvole! Perennemente incantata! E poi, te lo confido, non sta nemmeno tanto bene di salute, dovrebbe farsi vedere da un buon medico…"
"cosa???- domanda la giovane, allarmata- ma cos'ha??"
"non lo so di preciso ma l'altra sera è quasi svenuta!!!- esclama la donna, con un fare un po' da pettegola.- e poi mangia pochissimo perché dice di avere quasi sempre la nausea!"
Hud sgrana gli occhi, incredula. Sta per dire qualcosa ma le circostanze non glielo permettono perché Rose irrompe nella scena proprio in quell'istante, bella, pronta e pimpante. Hud osserva un attimo la sua amica, stretta in una minigonna di jeans, con le ballerine gialle, cinta e maglietta scollata dello stesso colore. Bella, solare, frizzante. Ben lontana dalla descrizione che Emily le aveva fatto. Bah, magari erano solo impressioni di una sorella un po' troppo ansiosa.
"allora???- chiede allegra Rose mentre prendeva la sua borsetta di jeans.- che avete tutti da guardare?? Hud? Andiamo si o no??"
"certo- sussurra la ragazza.- sì, andiamo."
Le due salutano un istante Emily, poi volano di sotto, salutano la signora Gladys ed entrano nell'auto di Hud dove quest'ultima si mette subito alla guida. "allora?- inizia, allegra- dove andiamo a mangiare???"
"mm…- inizia l'altra- che ne dici da 'Alberto'?" propone un piccolo ma accogliente ristorante italiano a Broadway. Hudson alza le spalle, non c'è mai stata per lei va benissimo. L'auto parte e subito Rose aziona l'autoradio per ascoltare le ultime hits dal mondo della musica, soprattutto quella europea, che lei ama tanto, a differenza di quella americana che -tranne che per qualche sparuto esemplare di canzone- le sembra vuota e scialba. Alla fine, non trovando nemmeno una radio che piaccia alle due, optano per inserire una musicassetta dei Beatles che tiene loro compagnia fino all'arrivo a questo famoso ristorantino. Le due ragazze scendono, ridendo per una battuta di Rose e si accomodano all'interno del ristorante, davvero molto carino. Un cameriere fa loro strada e le fa accomodare ad uno dei tavoli. Hudson prende il menù tra le mani. "mm.. che prendi??" domanda a Rose mentre legge e rilegge con gli occhi la lista dei pasti, indecisa, dato che sembrano uno più buono dell'altro.
"io direi di prendere le lasagne e tiramisù!" esclama la giovane chiudendo in fretta il menù.
"non so- risponde la riccia.- non le ho mai provate…"
"oh ma se non conosci la cucina italiana non hai mai mangiato veramente!"
"e tu da quanto hai questa passione europea??"
"da quando conosco l'america." Sorride Rose. "lo sai che odio hamburger e fast food. Per questo mi affido alla cucina europea e, soprattutto, a quella italiana. Credimi, non c'è niente di meglio."
Arrivano quindi le loro ordinazioni che le due ragazze hanno modo di gustare. Hud ammette che effettivamente è proprio tutto buonissimo e questo le fa inorgliosire Rose che, tutta contenta, affonda per l'ennesima volta il suo cucchiaino in quello squisito tiramisù. Hud la osserva con un sorriso tenero. Non capisce la preoccupazione di Emily.. sì, a volte è un po' sulle nuvole ma in linea generale… diciamo che è quasi come sempre. Allegra, frizzante… certo un po' sbadata. Rose non è mai stata un tipo distratto, effettivamente . l'unica volta che -recentemente.- ricorda di averla vista un po' assente è quando si stava innamorando di Tom e stava lasciando Sean. Rose innamorata di un altro??? Ma per favore, questo è proprio assurdo. Rose darebbe tutto quello che ha di più caro al mondo per Tom. Lo ama.
Ma allora cos'è? Qualcosa di diverso Rose ce l'ha sicuro. Ma non è solamente quell'aria un po' distratta e sognante, è piuttosto qualcos'altro. È… allegra.. solare… certo, lei lo è- in linea di massima.- sempre, ma in maniera diversa, quasi. Hud deglutisce e decide finalmente di chiedere all'amica che cosa non va. "Rose.- inizia.- sai, è un bel po' che non ti vedevo così… spensierata.."
La ragazza ricambia il suo sorriso. "Hud, siamo ad agosto. Non ho l'università, non ho la danza, mi sono tolta quell'impiastro di Daniel di torno, aiuto Diana nei compiti delle vacanze e questo sai, mi rende davvero felice oltre che un po' di soldi che quelli non guastano mai.. amo il mio uomo alla follia e sono riamata da lui… perché dovrei essere triste?"
"effettivamente.- ammette la giovane.- però sembri diversa."
Rose rotea gli occhi, scocciata. "mm, non dirmi che hai parlato con Emily!- il suo sguardo è inequivocabile.- hai parlato con Emily."
"è preoccupata per te." Aggiunge la ragazza.
"Hud.- inizia Rose, con l'aria un po' innervosita.- ti prego. Io sto bene! Mamma mia, Emily è così paranoica che potrebbe confondere anche te! Che cosa c'è che non va in una persona felice?"
"e che mi dici del tuo svenimento?" domanda Hudson a bruciapelo, mentre si porta alla bocca l'ultimo cucchiaino di dolce. Rose sbuffa, poi fa con la mano come il gesto di scacciare una mosca. "capita. Mi sono alzata di fretta e mi ha girato la testa, tutto qui"
"e…" Hudson sta cercando di indagare ma il cameriere arriva puntuale come non mai. "signorine, ecco il conto."
"oh grazie." Mormora Rose. Le due pagano, poi, silenziosamente, escono dal ristorante e si dirigono in macchina. Prima di entrare la ragazza dagli occhi smeraldo si rivolge di nuovo all'amica. "senti.- sussurra.- sei davvero gentile a preoccuparti per me. Ma io non ho niente, sono solo…- sospira.- felice. Non pensare alla storia dello svenimento, ora sto bene."
Hud la osserva negli occhi, quegli occhi limpidi e cristallini, bellissimi, sinceri. O almeno spera.
"d'accordo.- cede, come sempre, al fascinoso imperare della sua amica.- su, andiamo non vedo l'ora di rifarmi un guardaroba!"
"iuuuuuu!!!" grida Rose con il pugno alzato, mentre entrano in aiuto.
Il centro commerciale preso di mira dalle due ragazze non era molto distante da lì, anzi, nemmeno entrate in aiuto, le due scendono con passo felpato, ridendo tra di loro ed ipotizzando quello che vorrebbero o no acquistare. Il 'Beauty e Fashion' è enorme e le due giovani si fanno letteralmente risucchiare dal suo vortice di vetrine, di saldi, di colori e luci.
Fortunatamente in questo centro commerciale non ci sono grandi firme così le due ragazze, dopo appena due ore di giri, si sono acquistate un paio di completi a testa con tanto di accessori.
Stanno ora uscendo dal reparto scarpe dove hanno acquistato qualche cosina per la prossima stagione e qualche sandalo particolarmente carino per l'estate in svolgimento. Il prossimo reparto da loro avvistato è quello delle gonne, particolarmente amato dalla nostra Rose e odiato dalla dolce Hudson che preferisce la comodità di un bel pantalone.
"entriamo, entriamo??" chiede Rose rivolgendosi all'amica. Hud vorrebbe dirle di no anche perché iniziano a farle male i piedi, è stanca ed ha anche un appuntamento con Michael tra non molto.
E, direte voi, dovrebbe imperiosamente dirle di no, che problema c'è? Ma non è mica così facile!! Quando Rose si gira, con quegli occhioni supplicanti, quel sorriso così falsamente sottomesso che sembra volerti dire: "la mia felicità è nelle tue mani!" allora dovresti proprio avere un cuore di pietra per negarle qualcosa!!!
Perfino il tedesco - ricorda, una volta- non era stato capace di negarle un giretto sulla sua auto nuova di zecca ( con lei al volante!) che è la cosa a cui tiene di più al mondo. Quindi, tirando le somme, che cosa ha risposto Hudson secondo voi?
"sì.- sospira la riccia.- va bene…ma solo per…- naturalmente Rose si è già fiondata nel negozio e non sente quel finale che rimane letteralmente un sussurro.- due minuti…"
La giovane subito si catapulta tra i tanti scaffali di gonne, scostandole e vedendo quelle che secondo lei le possono stare meglio, poi, dopo un buon quarto d'ora, opta per una minigonna di tessuto rosa. "vado a provarla!" le dice prima di tuffarsi nel camerino. E Hud, paziente come non mai, attende fuori di questo, aspettando che l'amica si affacci, sorridente, scoprendo che la gonna non le sta bene, ma qualcosa di più…
E invece..
"aaaaaaaaaa" un insolito grido di allarme proviene dall'interno delle piccole tende del camerino. Hud aggrotta la fronte. No, non può essere Rose. A lei sta sempre tutto bene!!
E invece ecco davanti a lei l'amica che scosta rabbiosamente la tenda del camerino, rossa di rabbia. "Hud, questa gonna non mi entra!!"
Gli occhi scuri dell'amica notano che, effettivamente, non riesce a chiudere la lampo. "e…"
"e..cosa???- ribatte Rose.- non mi entra, hai capito?? Sono ingrassata!!!"
"ma andiamo!!- esclama Hud, sempre più incredula.- tu hai la 38, figurati se.."
"ma quale 38 e 38, io ho una 40! E questa non mi sta!"
"e ti lamenti?? Io ho una 42 che sfocia quasi sempre in una 44!" Hud cerca di deviare come meglio può. Ma Rose non è tipo da farsi trascinare. "che diavolo centra, qui stiamo parlando di me!! Hud non mi entra una 40, hai capito!! Io durante il musical portavo i jeans che erano una 38, e adesso non mi sta una 40!!"
è vero, in effetti era davvero troppo magra mentre ballava al musical. Però infondo era stressata, era normale che avesse perso qualche chilo. "senti.- inizia.- non credo sia una morte d'uomo!eri troppo magra con la 38!"
"lo so!- ribatte lei.- ma ti rendi conto quanti chili ho preso se dalla 38 sono passata alla 42?? E come ho fatto se nemmeno me ne sono accorta!"
Hud cerca di guardarla bene. In effetti qualcosa ha preso. Prima la pancia dell'amica si ritirava magicamente tra le ossa del bacino, ora sembra si sia gonfiata un po', arrivando allo stesso livello di quest'ultimi. Sì, un po' è ingrassata. Però solamente sulla pancia, non lo è da nessun'altra parte. Le gambe sono sempre le stesse e anche il ventre è sempre quello, piatto e liscio con le costole che si affacciano appena.
"forse un po' hai preso.- inizia.- ma è solo un po' di pancia, con una corsetta te la togli, sei una sportiva!" ma tutto ciò non convince nemmeno lei. Rose è sempre stata di un fisico asciutto, anche quando era più piccola, non si ricorda mai di averle visto un po' di pancetta. Se non ce l'aveva nemmeno quando aveva 15 anni e per merenda di mangiava un barattolo di nutella a pomeriggio, come fa ad averla presa in 5 settimane quando era stata poco bene e, per di più - come le aveva detto Emily- aveva mangiato pochissimo???
Mistero.
"dai, niente panico, forse è la taglia che calza poco!- continua la riccia.- e poi, te l'ho detto non è che un po' di pancetta…"
Rose si guarda allo specchio. "già." Ammette, pensierosa. "va beh, dai, andiamo che a te ti si fa pure tardi… hai un appuntamento con Michael tra un'ora, no?"
Hud annuisce mentre vede la sua amica un po' ombrata per la recente scoperta. Le due escono dal negozio e si avviano verso l'uscita del centro commerciale. Raggiungono in silenzio l'auto poi Rose esclama. "comunque non è un dramma così grave. Ero andata un po' troppo giù di fisico, effettivamente se ho ripreso un po' di peso, meglio così. "
"vorrei ben dire.- continua Hud.- sarà stato lo stress ma sembravi di carta velina. Non hai preso tanto, tranquilla, è appena un po' di pancia. Vedi di non fissarti, eh!" le raccomanda, con un sorriso apprensivo e divertente insieme.
"ma che, hai paura che smetta di mangiare?? Oh, suvvia, Hud!!!!"
L'amica si accontenta di quella risposta anche se sente un certo senso di inquietudine, come se sentisse che in Rose qualcosa non va. Non deve essere proprio qualcosa di negativo, semplicemente non è come al solito. Vorrebbe parlare ancora ma l'amica inserisce di nuovo la cassetta dei cantanti inglesi e la loro musica occupa tutta la loro auto e tutti i suoi pensieri finché non è proprio Rose a spegnere la radio perché è giunta in prossimità di casa sua.
"allora ci vediamo questa sera!- esclama.- non vedo l'ora, una festa in spiaggia.. sa molto di feste da liceo, non trovi?"
"già.- ammette Hud.- solo che è la festa di compleanno di un 26enne!"
"ma chi è poi?" domanda Rose aprendo la portiera.
"ah boh. Queste sono le solite idee di Harry e Dawson. Imbucarsi ad una festa, ma da quant'è che non lo facevamo??"
"cooosa????" domanda la ragazza, incredula.
*ooops…- pensa Hud- evidentemente non lo sapeva*
"ma Tom mi aveva detto che era un amico di Harry e che lui gli aveva detto che poteva portare amici per questo ci andavamo tutti!!!- La riccia alza le spalle, con un sorriso divertito.- brutto fetente, questa me la paga!"
"Rose, non essere troppo severa.- le raccomanda l'amica.- infondo Tom ti ha detto solo una piccola bugia."
"una piccola bugia?? Ma Tom lo sa benissimo che io le odio queste cose!"
"ma sei prevenuta!! Tutti si imbucano alle feste, che sarà mai!"
"nooo.- ribatte l'altra.- no, io non lo faccio, ci sono rimasta scottata una volta non voglio ripetere la figuraccia, va bene?? Anzi, per dirla tutta, ci sono rimasta scottata ben due volte e tu lo sai!!"
Hud scende dalla macchina per parlare meglio con Rose. "lo so, lo so.- inizia, benevola.- c'ero anch'io in tutte e due le occasioni…"
"si però quando alla festa di .. quel tale che non mi ricordo nemmeno più… scoprirono che ci eravamo imbucate e ci cacciarono fuori chiamando i nostri genitori, tuo padre non ti fece uscire più per due mesi, come fece il mio! E quando feci io la festa di compleanno?? Ti ricordi che casino che fecero quei cretini che si erano imbucati???!! Anche lì un altro bel mesetto di reclusione forzata!"
"ma.. avevamo quattordici anni!"
"appunto.- ribatte.- ora ne ho quasi 21 e lo sai che odio profondamente queste cose. Io non ci verrò. Punto."
Hud alza le mani, in segno di resa. "tu non cambi mai, eh? Sempre con queste tua piccole fisse moraliste!"
"e allora??- ribatte Rose, braccia conserte.- sono fatta così."
"e sei anche parecchio irascibile questo periodo, no?" domanda la ragazza, inarcando un sopracciglio.
Rose sbuffa, contrariata. "ma basta con questa storia, io sto benissimo, chiaro????"
"certo, trasparente!" risponde l'amica, alzando un'impercettibile bandiera bianca. Forse sono solamente delle stupide fissazioni.
Rose prende le buste della spesa dall'auto, e si dirige senza dire nient'altro verso il portone condominiale di casa sua. Hud le va incontro e la prende delicatamente per un braccio.
"ehi..- sussurra, non appena l'amica si è voltata.- scusami. Lo so che già Emily e Formy ti fanno molte pressioni.. non volevo fare anch'io la parte della pallosa di turno…"
Sul viso di Rose brilla di nuovo un bellissimo sorriso. "scusami tu. Sono davvero irascibile più del solito, sai? Sarà che questo mese non mi è venuto il ciclo…."
Hud sbianca. "cosa?"
"e, che fai, ricominci??- esclama la ragazza dai profondi occhi verdi.- Hud! Non dirmi che non ti è mai capitato???"
La riccia cerca di non lasciar trapelare il suo stupore e mente spudoratamente. "Oh, certo. Certo che sì."
"bene.- ribatte Rose, inspirando profondamente.- ok… allora…"
"senti se tu non vai alla festa, non ci vado nemmeno io." Sussurra Hud guardandola negli occhi.
"sul serio??" le chiede l'altra, sorpresa. "e Michael?"
"Michael mi capirà. E noi usciremo tutti e 4 insieme. Tu come la metti con Tom?"
"Tom farà quello che dico io e basta.- Hud fa una faccia stupita. Il duro e forte Tom al guinzaglio?? Rose lo intuisce e continua.- se vuole farsi perdonare."
Le due scoppiano a ridere, poi, dopo un fuggevole bacio sulla guancia, si separano, promettendosi di sentirsi presto per la serata.

Il campanello di casa Sandecker suona ripetutamente e Formy si dirige correndo ad aprire, sapendo benissimo chi è che sta suonando alla porta. Apre il portone con un sorriso. "ehilà, ciao Tom.." esclama porgendo la mano a Thomas, comparso sulla soglia con un mazzo di fiori e una bottiglia di pregiatissimo vino. "ciao…. Sono in anticipo?" domanda, con un sorriso affascinante.
L'uomo nega con il capo. "no, assolutamente. Emily ha appena finito di preparare. Ma entra, su!"
Non appena il giovane varca la soglia di casa Rose gli si fa incontro, con un sorriso molto malizioso.
"ehi, amore…" sussurra Tom cercando di baciarla, ma la ragazza sposta la bocca di lato, giusto in tempo per evitare il suo bacio. "beh?" le domanda lui, con un accento un po' sorpreso.
"tieni.- le porge i fiori e il vino.- sono per voi e.. soprattutto per te.."
Rose osserva il mazzo di fiori, quasi con noncuranza, poi prende la bottiglia le punta al petto del ragazzo. "sei un bastardo!" esclama ad alta voce, attirando l'attenzione di Formy che si avvicina ai due, incuriosito.
Tom, più sorpreso dell'altro, alza le spalle. "ma.."
"e non fare quella faccia da finto tonto, che con me non attacca, traditore, bugiardo, meschino e disonesto!"
"Rose, ti pare il caso??- interviene Formy.- ma che avrà fatto questo povero ragazzo??"
"e non ti impicciare tu!- sbotta lei, poi i suoi occhi verdi, infuocati, si dirigono di nuovo verso il povero malcapitato.- e smettila, tanto sai benissimo di che parlo!"
Tom abbassa un po' lo sguardo, colpevole. "mm.. chi ha trapelato la segretissima informazione??!"
"questo non importa, la sostanza è che tu mi hai mentito!"
il ragazzo sospira. "sì, scusami. Ma ci tenevo che venissi.."
"anche se è una cosa che tu sai benissimo che va contro i miei principi??"
Formy guarda prima la cognata poi Tom quindi decide di andare in cucina da Emily che sta predisponendo acqua e vino sulla tavola. "ma che fanno quei due?" domanda la donna, curiosa.
"stanno litigando." Spiega l'uomo.
"allora tutto apposto dai, ecco perché Rose oggi pomeriggio era una furia… si vede che Tom le ha detto una cazzata!"
"si ma speriamo che gliel'abbia detta piccola…- Emily fa una faccia interrogativa.- altrimenti lo terrà sulla soglia tutta la serata e qui si fredderà tutto!!"
la donna gli lancia uno sguardo di rimprovero che vuole ben dire 'pensi solo a mangiare!!' quindi si dirige verso i due per vedere come va la litigata. Si sporge dalla soglia della cucina e sbircia il duo che discute ancora un po' animatamente, poi vede Tom addolcirsi un po' e chiederle scusa in una maniera che - secondo lei.- è davvero irresistibile… e infatti Rose all'inizio fa un po' la sostenuta, poi però sul suo volto scompare l'arrabbiatura e torna il suo bellissimo sorriso. La sente dire.
"va bene, per questa volta ti perdono.- i suoi occhi verdi si spostano sui fiori che prima il ragazzo el aveva dato. Sono dei gigli bellissimi.- sono meravigliosi.." sussurra con un sorriso angelico.
"mai quanto te.." risponde Tom, prendendole la mano.
Oh, sono così cariniiiii
"Emily come procede?? Io ho fame! Ma guarda tu se tua sorella deve scegliere sempre i momenti migliori per mettersi a litigare con il ragazzo! non potevano discutere dopo cena???"
"shh, sta zitto!" lo rimprovera di nuovo la moglie, mentre non smette di fissare la giovane coppia.
"dai.- dice Rose con uno sguardo dolcissimo.- entra, su…"
"No." protesta Tom e questo la coglie di sorpresa.
"no?"
"prima un bacio." Rose ride e non se lo fa ripetere due volte. Gli butta le braccia al collo e - nonostante abbia le mani occupate dai fiori e dal vino - lo abbraccia quindi lo bacia dolcemente sulle labbra. Quando si staccano è di nuovo Tom a parlare. "dai, altrimenti Formy ci divora!"
Emily si ritrae subito dalla sua postazione di vedetta. "stupido!- dice al marito.- ti hanno sentito, bella figura!"
"meno male, direi.- protesta lui.- visto che hanno fatto pace più in fretta??"
"eccoci qua.." esclama Rose mentre entrambi varcano la soglia della cucina. La ragazza mette il vino in tavola e i fiori su un bel vaso che poi posizionano anch'esso al centro della tavola.
"'sera Tom!" esclama Emily salutandolo con sorriso cordiale.
"'Sera Emily.- risponde lui.- Novaly?"
"dalla zia di Formy..- spiega la donna.- la zia era da un po' che voleva vedere la bambina e noi abbiamo colto la palla al balzo.. così questa sera ceneremo un po' in pace… ma su, avanti, mettiamoci a tavola!"
il quartetto si sistema nelle rispettive sedie. Dopo un po' di preamboli della serie. 'oh ma quante cose hai fatto, non dovevi scomodarti..' ' non dovevi scomodarti a portare il vino e i fiori'.. finalmente iniziano a mangiare quella torta salata con la carne e gli spinaci e le altre numerose pietanze che Emily ha cucinato per loro. I quartetto parla del più e del meno, della politica, della guerra in Iraq, del problema in Libano, di altri problemi interni all'America e infine sfociano su qualche pettegolezzo riguardante il mondo dello spettacolo e qualche vip famoso.
"mm, a proposito.- inizia Rose appoggiando il bicchiere al tavolo.- cosa andate a vedere questa sera al cinema tu e Formy?"
"Garfield.- spiega Emily.- Novaly ne va praticamente pazza, quindi la passiamo a prendere e poi via tutti al cinema!"
"e voi?" domanda Formy a Tom.
Il ragazzo aggrotta la fronte. "come noi?"
"sì, Rose mi ha detto che Hud vi ha invitato a casa sua con Michael per vedere un film tutti e quattro.. che film vi vedete?"
Tom rimane un attimo a bocca aperta poi si gira verso di Rose con uno sguardo quasi indecifrabile misto tra l'incredulo e l'orgoglioso. Incredulo che Rose si sia vendicata così velocemente.- ma d'altra parte, come poteva aspettarsi che lei mandasse giù una cazzata come la sua, con un battito di ciglia e una mazzo di fiori??- e orgoglioso perché l'ha stupito, l'ha lasciato senza parole ancora una volta. "ehm.. non lo so a dir la verità..."
"non lo sa nessuno... Hud mi ha detto che sarebbe stata una sorpresa. Vero amore?"
"certo.- risponde lui, sarcastico.- io vado pazzo per le sorprese."
"oh, anch'io." Risponde lei, sarcastica e maliziosa esattamente come lui.
Emily e Formy si lanciano uno sguardo interrogativo, poi la donna esclama. "orsù! Passiamo al dolce!" la donna porta a tavola una torta bellissima e dall'odore altrettanto invitante.
"ecco qua.- dice.- questa l'ho preparata con le mie manine.."
*sì, della pasticcera!* esclama mentalmente la sorella, con un sorriso divertito. Emily non sa cucinare una torta nemmeno se l'aiuta il più esperto dei pasticceri, non c'è niente da fare è proprio negata! È tipo lei, insomma. Ciambelloni senza lievito e via dicendo.. però le piace da morire far credere agli atri di essere una cuoca provetta quindi anche oggi aveva stipulato un trattato segreto con la pasticceria dietro l'angolo…
i quattro mangiano la torta che- naturalmente.- risulta a dir poco squisita e condiscono di complimenti Emily che li accetta tutti con grande modestia. Rose ogni tanto le lancia qualche occhiata divertita e lei le risponde con occhiate minacciose della serie. "prova a dire una sola parola e sei morta!"
finita quella buonissima torta, Rose e Tom si congedano per andare a casa di Hud. Dopo una mezz'oretta di saluti e di ringraziamenti, i due si ritrovano finalmente in auto.
"bastarda." Sussurra Tom, inserendo le chiavi. Questa si volta verso di lui. "questa del film a casa di Hud non me la aspettavo proprio…"
"bastardo.- continuò Rose, con un sorriso.- nemmeno io mi aspettavo che mi mentissi riguardo alla festa…"
"ok. Pari."
"pari un corno!- sbotta la ragazza mentre l'auto si muove dal parcheggio e imbocca la strada.- io l'ho fatto per vendetta, la mia è stata una reazione…"
"molto bastarda…"
"ma pur sempre una reazione.- continua lei.- tu invece hai agito deliberatamente con il preciso scopo di.."
"passare una bella serata con te.- conclude Tom, serio. - non pensavo davvero che te la saresti presa tanto." E dicendo ciò le prende la mano e la posiziona sotto alla sua, sul cambio.
La ragazza gli sorride teneramente. "va beh, dai, facciamo pace. Ma ti scoccia così tanto andare a vedere un film?"
"diciamo che mi sarebbe piaciuto di più restare un po' solo con te.." le confessa, staccando per un po' gli occhi dalla strada e concentrandoli su quelli verde smeraldo di lei.
Rose sospira. "anche a me.- risponde, con voce vellutata.- domani sera hai qualche impegno? L'organizzo io qualcosa per noi due.."
"non se ne parla neppure !- esclama il ragazzo.- è un mese che ho progettato la serata di domani, non mi vorrai mandare in fumo anche quella, vero? Domani c'è la Tom's organization. E guai a chi si lamenta, chiaro?"
"cristallino." risponde Rose, felice. Finalmente l'auto si arresta davanti alla palazzina di Hud.
Dopo un parcheggio un po' azzardato, i due ragazzi salgono finalmente le scale e si ritrovano poco dopo davanti all'uscio di Hud.
Rose suona e dopo qualche istante l'amica compare sulla soglia, sorridendo.
"ohi, buonasera.- dice.- a che cosa devo l'onore?"
"ci mandano i tuoi genitori. Hanno scoperto che questa sera saresti rimasta sola con Michael.." risponde Rose, provocando le risa della riccia che li fa subito accomodare.
I due si fanno avanti nel salotto dove trovano un Michael indaffaratissimo a far funzionare il lettore dvd di Hudson. "mm…- inizia Rose.- ho l'impressione che stasera ci troveremo ad andare al cinema a vedere Garfield…"
"lo penso pure io.- esclama Hud.- sono due ore che ci sta smanettando.."
"Ehm, Mik…- inizia Tom avvicinandosi all'amico.- non che vuoi una mano, eh?"
"tze, persone di mala fede!" esclama il riccio alzandosi ed esibendo un'espressione trionfante. "è a posto.. avanti, allora, non si ringrazia?"
"prima vediamo se funziona.." controbatte Rose prendendo il dvd che il ragazzo aveva tra le mani. Prima di inserirlo gli dà un'occhiata per vedere che film sia. "mm.. Spy game??"
"cazzo, Mik, ottima scelta!- esclama Tom regalando una pacca sulla spalla all'amico- temevo ci dovessimo sorbettare uno.."
"smielato film d'amore?- conclude Hud.- è quello che avevo proposto io."
"ed io." Sottoscrive Rose.
"ma questo deficiente mi ha legata piuttosto che permettermi di andare in videoteca a noleggiarmelo.." continua la riccia regalando uno sguardo fulminante al suo ragazzo.
I quattro scoppiano a ridere, poi si accomodano sul divano mentre la padrona di casa inserisce il dvd nel lettore e lo fa partire. Inizia il film e , oltre il fatto che magari sarà pure una palla, Rose e Hud sono costrette anche a ringraziare il riccio che, gonfio d'orgoglio, si sistema accanto a Tom, a braccia incrociate. Rose e Hud si mettono vicine, un po' spaparanzate, pronte insomma, per la pennichella. Il film inizia e la riccia spegne le luci di casa, per rendere tutto più reale e appoggia sul tavolinetto davanti al divano un bel cestone di pop-corn. Subito tutti iniziano a servirsene, tutti tranne Rose.
"non ti piacciono i pop-corn?- domanda Hud., un po' in allarme.- mi sembrava di sì.. voi qualcos'altro?"
"no, grazie, Hud.- risponde lei.- non ho lo stomaco apposto questa sera."
La riccia annuisce, sempre più perplessa.
'Spy game' si rivela più interessante del previsto, soprattutto quando le due ragazze scoprono che uno degli attori protagonisti è Brad Pitt. Tutte e due abbandonando le loro posizioni ninna-nanna e si siedono per bene, attentissime a quell'intricato ,ma che si prospetta di essere, bellissimo film.
Rose è come gli altri rapita da quella trama avvincente e deve ammettere che non le è dispiaciuto , alla luce dei fatti, rinunciare ad un film d'amore, e sarebbe tutto perfetto se non fosse per il suo maledetto stomaco. A dir la verità aveva cominciato a sentirsi male prima di cena. Aveva la nausea, eppure non aveva mangiato nulla il pomeriggio, non sapeva spiegarsene il perché. Aveva mangiato un po' controvoglia, ma aveva mangiato a cena. Non poteva non toccare cibo quando Emily si impegnava così tanto per far loro una cena decente.. contando poi che era a cena anche Tom e sarebbe risultato sgradevole se lei avesse preso una minestrina e basta.
Ma avrebbe dovuto farlo, almeno , forse, non si sarebbe trovata in questo stato ora.
La nausea non si è affatto placata, anzi. È aumentata e si fa più pericolosa ogni minuto che passa.
Decide di resistere ancora un po'. Così, cercando di nascondere la propria sofferenza, resta con gli altri, stringendo i denti.
Passano altri minuti, poi la ragazza non ce la fa più. Si alza di scatto e dice, augurandosi di essere il più disinvolta possibile. "vado un attimo in bagno.." i due boys accennano appena con il capo, tutti presi dal film. Hud la guarda un attimo perplessa ma non si muove.
Rose si dirige in bagno con passo cauto finché è in salotto poi, fuori dalla portata visiva degli altri, inizia a correre verso la stanza. Entra e subito si getta sul water per rimettere. Si regge i capelli con le mani e rimette di nuovo. Tira lo sciacquone, poi si alza e si va a detergere il viso e la bocca.
Non è la prima volta che capita purtroppo. Negli ultimi giorni non aveva fatto altro che mangiare e rimettere o non mangiare e avere comunque la nausea e gli sforzi di vomito.
Sospirando apre la porta del bagno per uscire e si ritrova davanti Hud in persona.
"tutto bene?" le domanda la riccia.
Rose mente. "sì.. sì certo.."
"hai gli occhi in fuori e un'espressione stralunata.." obbietta la ragazza.
Rose fa una leggera smorfia. Ecco di nuovo la nausea assalirla. Vorrebbe dire qualcosa ma deve attapparsi la bocca con la mano, girarsi di scatto e rimettere di nuovo, tutto sotto gli occhi increduli e spaventati di Hudson. Adesso è il momento di preoccuparsi davvero.
Rose tossisce e rimette di nuovo finché non ha più nulla nello stomaco e anche dopo, per i successivi dieci minuti, è scossa da sforzi di vomito. Hud la assiste pazientemente reggendole la fronte con la mano e i capelli e tirando l'acqua ogni volta. Vorrebbe piangere. Rose quando si rialza sembra ancora più magra di prima. Se non fosse per la pancia -che per altro si vede solo se in mutande.- direbbe che è dimagrita ancora.
"Rose..- inizia, con la preoccupazione nella voce.- dimmi che non è quello che sto pensando.."
Gli occhi verdi della ragazza appaiono un po' lucidi. "no.- dice, però, sicura.- non sono anoressica, Hud."
"giuramelo.- riprende la ragazza.- perché io mi sto preoccupando davvero."
"te lo giuro." Ripete Rose pazientemente. "non so nemmeno io che mi sta accadendo, credimi. Ho sbalzi d'umore, mancamenti, la nausea, il vomito e il ciclo che si è arrestato.. non so cosa pensare.. so solo che non è anoressia, né bulimia. E mi devi credere, ti prego.."
La riccia le sorride debolmente. "ti credo." dice abbracciandola. Mentre la tiene nelle sue braccia, Hudson ha come un'illuminazione. Improvvisamente tutto combacia.
La stacca da se. "senti..- inizia ma il suo viso non è più così preoccupato.- non è un problema alimentare il tuo, hai ragione."
La riccia fa una pausa mentre non riesce a trattenere un sorriso liberatorio.
Rose aggrotta la fronte. "e allora che cos'è secondo te?"
"secondo me??- ripete la ragazza.- ma qui non si tratta di soggettività, qui è chiaro come il sole, anzi mi stupisco per non averci pensato prima.."
"allora?"
"Rose..- inizia abbracciandola di nuovo e poi guardandola negli occhi.- tu sei incinta."
"COOOOSSSSSAAAA?????"

Fine ventisettesimo capitolo

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Capitolo 28
*** TO BE OR NOT TO BE ***


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Ciao a tutti!
Che dire, mi scuso per il ritardo di questo capitolo ma la scuola è iniziata e poi sto scrivendo anche delle fic su dott. House e lo, ammetto, ho un po' trascurato PdM.. ma non succederà più, giuro!!!
Ringrazio infinitamente koneko_chan, damynex, SummerBreeze, PhoenixLupin, Franca , etoil noir e miyu90 per le loro rencesioni!! GRAZIE MILLE!!!
Mi raccomando recensite!!!!

Buona Lettura,
Diomache.

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PROFUMO DI MENTA

CAPITOLO XXVIII:

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TO BE OR NOT TO BE

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<è una delle più grandi tragedie di questa vita. Cambia sempre. Cambia sempre qualcosa>> dal film di dott. House.

Il soffitto della sua camera non le è mai sembrato tanto interessante come questa notte.
Notte bella, stellata, con la luce della luna che filtra energicamente dalla serranda abbassata ed illumina delicatamente quel soffitto bianco e desolato, donandogli -se possibile- un po' di vitalità.
Rose si gira di lato, chiudendo gli occhi. Niente, questa sera proprio non se ne parla di dormire, sente gli occhi che faticano a rimanere chiusi e si spalancano quasi naturalmente come se fosse giorno inoltrato. E invece sono circa le quattro e mezzo. Una notte completamente in bianco.
Quanto tempo è passato dall'ultima notte in cui non aveva dormito affatto?? Due o tre mesi. Erano le notti appena successive alla sua decisione di mollare Tom.
Beh, anche adesso la causa che la fa stare sveglia non è molto distante da lui.
La ragazza si tocca istintivamente la pancia e sospira di nuovo mentre le rivengono in mente le parole di Hud, qualche ora prima: "Rose, sei incinta!" lei era sbiancata e c'era mancato poco che cascasse giù. Che diamine, se Hud si diverte tanto a fare certe intuizioni mediche potrebbe almeno aspettare che sia seduta prima di rivelargliele, no??? Infondo aveva appena rimesso, aveva la pressione sotto i piedi, quella non era proprio il genere di notizia da dire così, senza preavviso…
Ma prendersela con Hud è inutile.
Mamma mia che sciocca, avrebbe dovuto pensarci subito, sin dai primi segni di nausea.
Ma infondo come poteva anche solo immaginare che dentro di lei stava nascendo qualcosa??
Che lei ha un bambino…?
Mio Dio, un figlio…
Il solo pensiero la fa alzare dal letto, le fa mettere le mani nei capelli.
Un figlio, un figlio.
Scoppia a ridere, senza un motivo apparente, lì da sola, nel buio e nel silenzio della sua camera.
Si sente come non si è mai sentita prima… è una sensazione strana… si sente pazza di gioia, di paura, di felicità e di terrore. Un'emozione bellissima e terribile allo stesso tempo.
Ha un figlio, un figlio da Tom… magari avrà il caratteraccio della mamma però gli occhi grandi e profondi del suo bellissimo papà.
No, no calma, aspetta. Non si può arrivare a conclusioni così affrettate. Lei non sa ancora se ha veramente un figlio. Infondo che cos'ha in mano? Solamente l'opinione di un'amica e qualche sintomuccio nulla di più. Magari non c'entra niente, magari non è incinta.
Oddio, e se invece lo fosse davvero???
Come farà con l'università, con la sua famiglia?? Con Tom!!!
E lui? Che dirà Thomas del loro bambino? Stupido e buffo pensarlo ma non aveva ipotizzato a come avrebbe potuto reagire Tom a questa notizia. Lei infondo si sentiva così felice, frizzante, allegra. Le veniva da piangere dalla gioia, avrebbe voluto aprire la finestra ed urlarlo al mondo intero quant'era contenta di questo figlio. Ma Tom? Lui che avrebbe pensato??
Le affiora un dubbio atroce, un interrogativo, un' inquietudine immensa..
E se.. no, non è possibile. Non la vuole nemmeno pensare una cosa del genere.
Impulsivamente poggia una mano sulla pancia, quasi volesse proteggerlo, quasi volesse infondere al piccolo un po' di sicurezza di tranquillità. Nessuno gli farà del male.. un figlio è un dono di Dio, non va toccato. Anche se ha 21 anni, anche se non saprà come tirarlo su , anche se Tom dovesse essere di un parere diverso.
Ma no, non lui, non il suo Tom. Non può essere possibile, lui non sarebbe mai stato capace di una cosa possibile…e se fosse veramente stato capace, beh allora non l'aveva mai conosciuto veramente. Allora non è la persona che amava tanto.
Prende improvvisamente il cellulare in mano, sospirando leggermente. Lo accende lasciandosi illuminare dalla luce artificiale del telefono quindi apre la rubrica fino a visualizzare il numero del suo ragazzo. Lo osserva per qualche istante, incerta se premere o meno la cornetta verde… sta quasi per farlo ma poi ci ripensa, rimette il cellulare sul comodino e si ributta sul letto per l'ennesima volta.
Per tutto il resto della serata, a casa di Hudson, non aveva avuto il coraggio di dire mezza parola in più del necessario. Anche con Tom era stata fredda e scostante, scura, pensierosa.
Beh, era sconvolta. Adesso ha voglia di sentirlo, di parlargli, di raccontargli di questi strani sintomi e della stupenda diagnosi di Hudson. Ma non è caso di parlarne ora, alle quattro e trenta.. no, ormai sono le quattro e quarantacinque, al telefono. Già se lo immagina, tutto trafelato che immerge da sotto le coperte e afferra il cellulare. E si sente dire che ha un figlio. No, che FORSE ha un figlio.
Forse non sarebbe sopravvissuto…
Ride ancora Rose, tra i cuscini e il leggerissimo lenzuolo, tra i suoi pensieri, i suoi sogni, le sue fantasie.. e le sue paure. No, non può dare a Thomas una notizia del genere ora. Lo farà domani. Magari andranno insieme a compare il test di gravidanza e vedranno se quella fatidica seconda lineetta si colorerà o meno.
È buffo. La sua vita dipende da una lineetta su un test di gravidanza.
Se si colorerà tutto non sarà più come prima. Cambierà la sua vita, forse cambierà tutto.
E se sul fatidico test rimarrà una sola lineetta colorata, allora niente. Allora sarà stata tutta una stupida illusione, di una ragazza ancora più stupida che sognava avere un figlio a soli 21 anni.
Le rimarrà l'amarezza di quel bimbo che non aveva avuto, di quel sogno che aveva solo sfiorato.
Ma se ne riparlerà domani, ora è meglio dormire.
*già.- pensa la ragazza girandosi per la milionesima volta.- se fosse così facile…*

La bellissima auto rossa decappottabile vola leggiadramente fendendo l'asfalto di quell'enorme autostrada, guidata in maniera un po' scattosa ed imprecisa da una brunetta tutto pepe: Susy.
Stranamente la ragazza è in silenzio e i suoi occhi scurissimi sono concentrati sull'orizzonte davanti come quelli di Hud che, al suo fianco, tamburella nervosamente le dita sullo sportello e si aggiusta stizzosamente gli occhiali da sole. Dietro di loro Harry, Dawson e Michael non sono certo in condizioni migliori. Si scambiano qualche sguardo teso di tanto in tanto, qualche sospiro irrequieto, qualche tiro di sigaretta.
Nessuno sa cosa caspita dire. Il vento scuote di capelli di tutta la comitiva e quel sole caldo d'inizio agosto scotta leggermente sulla loro pelle già abbondantemente abbronzata da un paio di mesi di mare o da un paio di cicli di lampade.
Finalmente è proprio Hudson, la più nervosa di tutti, a rompere quell'imbarazzante silenzio che, era certa, l'avrebbe soffocata da un momento all'altro. "insomma.- dice, seccata.- non dite niente??"
Dai sedili posteriori iniziano a sentirsi strani mormorii, Susy sospira in segno di rassegnazione.
"che vuoi che ti dica, bambina mia.- dice la brunetta passandosi una mano tra i corti capelli neri.- gli incidenti capitano."
"un bambino tu lo chiami un incidente??" replica Hud, un po' scandalizzata.
"povero Tom.- inizia Harry alzando gli occhi al cielo.- dovrà mettersi a lavorare sul serio.."
"ehi ehi ce lo immaginate il grande boss con biberon e pannolini??" esclama Dawson guadagnandosi un sorriso da parte di tutti. E no, chi se lo avrebbe potuto immaginare Thomas Bishop, il grande boss della loro band, quello che aveva un arsenale di armi in camera da letto e che dormiva con una pistola sotto il cuscino, chi se lo figurava a smanettare con pappette ed omogeneizzati? Anche se era stato un pericolo criminale, tutto questo non era accaduto poi così tanto tempo prima da far dimenticare com'era in favore di questa nuova immagine…paterna?
"e come la prenderà Nick??" chiede improvvisamente Michael. "secondo me gli piglia un infarto!"
"un paio di infarti!- lo corregge Dawson ridendo.- capirai non s'è mai accorto di un avere un figlio e adesso si ritrova pure con un nipote!"
"certo che però..- esclama Harry.- potrebbero anche buttarlo via, eh, mica è detto che debbano tenerlo per forza!"
"HARRY!!" la voce irata di Hudson, Michael e Dawson si eleva in contemporanea e con la stessa dose di incredulità e rabbia.
"oh ma che bei coretti ipocriti!- sbotta Susy arricciando il naso.- Harry, io la penso esattamente come te."
Hudson si volta verso di lei, come una furia. "ma.. ma.. io non riesco a crederci! Vorresti consigliare a Rose di uccidere il bambino!"
Susy nega con il capo. "sei un'inguaribile romantica, Hud. Tu pensi solo a fiocchetti rosa e bacini, un figlio è una responsabilità grande e non penso che una ragazza di 21 anni sia pronta.."
"tu non saresti mai pronta!- contrattacca la riccia.- Rose è una persona diversa."
"ma dai, Hud.- Harry viene a sostegno della mora.- io credo che a 21 anni sia presto! Ma ci pensi? Addio discoteche, addio tutto!"
"sì!!! E per ottenere cosa poi??" continua Susy.
"ehm.- la voce sarcastica che controbatte questa volta è di Michael.- un figlio forse?? Beh, ma hai ragione con la possibilità di andare a ballare tutte le sere non c'è paragone!"
"oh non fare il moralista!!- Susy svolta velocemente prendendo l'uscita dell'autostrada.- un figlio lo si può avere anche a 30 anni, invece la gioventù viene adesso non ti ricapita tutte le volte che fai sesso senza il preservativo!"
"oh andiamo ragazzi..- questa volta è Dawson ad intervenire.- stiamo parlando di UCCIDERE un bambino…"
"che altrimenti ucciderebbe la tua vita. Qui si tratta di sopravvivenza." Risponde pronta la mora.
"concordo." Esclama Harry.
Hud alza lo sguardo verso il cielo. "forse ho fatto male a sfogarmi con voi.- sussurra pensierosa.- non pensavo che foste così.."
Susy rotea gli occhi, poi però, con un sorriso comprensivo, afferra la mano dell'amica dicendo.
"dai Hud, non fare così! Non puoi pensare che tutto il mondo la pensi come te! Invece secondo me hai fatto bene a sfogarti un po'.. un segreto del genere non si riesce a tenerlo per se.. è troppo grande non ti pare?"
"e poi tra poco sarà di dominio pubblico." Intervene Harry facendo l'ennesimo tiro della sigaretta.
"ok però giuratemi che non ne faremo parola con nessuno, ok!- esclama la riccia iniziando ad intravedere la villa di Tom, dopo l'incrocio.- anche perché non lo sa nemmeno lui ancora..."
"cosa? Ancora non gliel'ha detto??" chiede Susy, incredula.
"ma da quanto ha fatto il test?" domanda Michael.
Hud sbuffa. "non l'ha ancora fatto il test di gravidanza."
"cosa??- urla Dawson.- quindi ci stiamo scannando da mezz'ora per un bambino fantasma?"
"cose da pazzi!" interviene Susy con aria inquisitoria.
"non è un bambino fantasma!- si difende la riccia - Rose è incinta, voi non la frequentate come me, non sapete un bel niente! È nervosa, vomita, sviene e non ha le mestruazioni! Non ci vuole dott. House per capire cosa cazzo ha non vi pare??" lo sfogo irato di Hudson lascia tutti quanti senza fiato. * quando ci vuole ci vuole..* pensa quest'ultima fregandosene se ha esagerato un po'.
Infondo è da un bel po' che vorrebbe ammazzare qualcuno concretamente, se si limita a sbataccarlo con le parole è pure poco secondo il suo punto di vista.
Torna a regnare il silenzio che accompagna la vettura finché non si ferma davanti alla villa di Tom dov'è parcheggiata anche la bellissima Jaguar di Nick.
Thomas esce in quell'istante dalla villa, allegro e sorridente.
"non una parola." Li ammonisce Hud, con una voce bassa e perentoria.
"hei, banda di criminali.- li apostrofa raggiungendoli e appoggiandosi allo sportello di Susy.- allora, tutto pronto vero? Tutto a posto?"
"tutto perfetto.- risponde Michael, un po' teso.- mancate solo tu e Rose."
"benissimo.- annuisce Tom.- andiamo a prenderla…- poi fa una pausa notando lo strano silenzio che ha pervaso tutti quanti.- ehi ma che cazzo c'avete stamattina?"
"ehm.. perché?" domanda Susy inforcando gli occhiali da sole neri e ridendo istericamente.
"ma vi siete visti? Sembrate statue di sale, quante canne vi siete fatti per ridurvi così?!"
"ehm non le ho contate.." scherza Harry, provocando un sorriso tirato sul volto di tutti.
Tom nega allegramente con il capo poi si reca velocemente verso la sua auto e vi sale, mettendo in moto subito dopo. La jaguar parte e la loro auto rossa la insegue subito dopo.
"ah, povero Tom.- esclama Harry, sospirando.- ridi ridi finché sei in tempo!" non finisce nemmeno la frase che gli arriva una bella gomitata nello stomaco da parte di Dawson.
E per una volta, sono tutti d'accordo.
L'auto arriva nei pressi della palazzina dove abita Rose appena una manciata di secondi più tardi. La ragazza non si fa attendere troppo e -sotto lo sguardo di un Tom ignaro di tutto e di una banda di amici che invece la scrutano con attenzione.- esce velocemente di casa salutando con una mano Novaly affacciata teneramente alla finestra per assistere alla partenza della zia. Quel bel sole mattutino illumina la giovane vestita con un paio di short di jeans, una canotta gialla abbinata ai sandali dello stesso colore, un paio di occhiali da sole grandi e scuri, mentre tiene i capelli lunghi e lisci sciolti che le ricadono dolcemente sulle spalle a cui è appoggiato uno zainetto nero con l'occorrente per la loro giornata al mare. La ragazza saluta tutti con un sorriso cordiale, agitando la mano verso di loro, prima di aprire lo sportello e di infilarsi nella jaguar di Tom.
Dawson è rimasto a bocca aperta e Michael gliela richiude con un gesto non troppo poetico.
Cazzo, dovrebbe controllarsi, fa così ogni volta che la vede!
Il moro gli lancia un'occhiataccia in risposta. "senti, non posso neanche sbavare quando la vedo? È già troppo se mi trattengo tutto il giorno, guarda che soffro parecchio!"
"si, come no!" è il coretto generale che si alza nell'auto rossa.
"comunque si vede.- la voce di Harry suona nelle orecchie di Hudson come un gracchiare polemico e fastidioso.- si vede che è incinta. Ha qualcosa di diverso."
"si è tagliata i capelli l'altro giorno.- risponde la riccia, acida.-
"ehi non ti scaldare, era solo per dire!"
"si ma sembra che ti si è rotto il disco!- interviene Susy premendo il piede sull'acceleratore, avanzando con l'auto dietro Tom.- lei non sa che noi sappiamo!"
"e se per sbaglio dovesse scoprire che.."
"si si lo so.- borbotta Harry infilando le cuffie dell'mp3.- ti farebbe la festa."
"esattamente. Non una parola, un accenno, un gesto. O sei morto, capito?" la minaccia di Hud non è affatto velata di sarcasmo.
"ehi, picchia la tua donna, eh?" esclama divertito Harry a Michael.
"è l'influenza di Rose. L'ho sempre detto che la rende aggressiva!"
il trio dietro scoppia a ridere, divertito. Hud storce un angolo della bocca, fingendo di non divertirsi affatto. "ti sento.." dice con voce scura.
Michael si appoggia al suo sedile e la circonda con le sue braccia.
"cosa c'è, vuoi farti perdonare adesso? guarda che io non ti perdono, com'è che sono? Ah si, aggressiva !!!"
!io aggiungerei permalosa.." sussurra il riccio baciandole dolcemente il collo, provocando una serie di piccoli brividi che percorrono dolcemente la schiena della sua ragazza.
"ah ah, non ricominciamo, eh??- sbotta Susy ridendo.- avevamo detto niente amoreggiamenti! Un po' di rispetto! Qui siamo tutti single!"
"e c'è qualcuno che ci resterà per sempre!" interviene il fratello provocando una risata generale.
Michael e Hud, coperti dalla litigata inevitabilmente scoppiata tra Susy e Dawson, si scambiano ancora qualche effusione, qualche piccolo bacio, poi la ragazza si gira e si riposiziona al proprio posto come del resto Michael che, con un sorriso un po' sognante si appoggia di nuovo al sedile con la schiena dopo averle sussurrato all'orecchio, un dolcissimo "ti amo"
"Tom alziamo la capote?" chiede Rose mentre scruta la sua immagine sul piccolo specchietto.
Il ragazzo annuisce e, premuto un piccolo pulsante, il tetto della jaguar inizia a ritirarsi fino a scomparire, lasciando il posto al sole che subito investe i due giovani ragazzi e al vento che si infila tra i loro capelli, donandogli un aspetto quasi fantastico, come se avessero vita propria.
Gli occhi verdi della ragazza si posizionano un istante sul guidatore di quella bellissima auto.
È bello, sempre più bello il suo Thomas. Indossa un paio di Reiban, una canotta nera e un paio di pantaloncini dello stesso colore. Un dio, ecco cosa sembra. Un bellissimo dio dell'antichità greca, quell'ideale di perfezione assoluta. Oppure è solamente lei che lo vede così perché ne è totalmente e follemente innamorata. Ma poi, come si fa a non innamorarsi di uno come lui? L'aveva conquistata in una maniera a dir poco fantastica, senza mai cadere nella banalità, senza risultare pesante, ossessivo. Oddio, almeno per i primi giorni un po' ossessivo lo era stato. Ma non lui. Il suo pensiero era stato ossessivo, lo rivedeva in ogni cosa, in ogni persona.
L'amore vero, ecco cos'è. Il suo Tom.
L'uomo da cui presto avrebbe avuto un figlio. Quel pensiero la fa tremare nuovamente. I suoi occhiali scuri fortunatamente nascondono la stanchezza dei suoi occhi, la stanchezza di una ragazza che non aveva chiuso occhio tutta la notte. Ma come si fa a dormire con una preoccupazione così?
Il ragazzo,sentendosi osservato, si gira verso di lei con un sorriso un po' curioso.
"beh? Silenziosi questa mattina… un dollaro per i tuoi pensieri, avanti.."
Rose sorride. "non è niente di importante." Mente. E non dovrebbe farlo.
"mm brutto segno.- risponde lui.- questo vuol dire che stavi pensando ad un uomo."
"centro." Risponde lei con uno sguardo furbetto.
"centro?"esclama Tom, fingendosi scandalizzato.
"stavo pensando a te." Continua la ragazza prendendogli una mano dal volante e stringendola nella propria.
"lo sapevo." Ribatte lui con falsa sicurezza.
"ah si?- domanda lei, inarcando un sopracciglio.- come mai?"
"ho visto che aveva l'aria sognante e so per certo che al centro dei tuoi sogni ci sono solamente io." La guarda con uno sguardo da playboy. Rose inarca un sopracciglio e fa un'espressione molto maliziosa. Il sorriso di Tom si spegne un po'. "vero?" chiede, un po' insicuro.
La ragazza alza le spalle, in segno noncurante. "chissà.."
"ok, mi dispiace per lui." ribatte il giovane con un'aria più che sicura.
"per lui chi?"
"per l'uomo a cui stavi pensando.."
"perché?"
"è già morto."
"scemo." Sorride la giovane dandogli un piccolo pugno sulla spalla.
"scemo un corno, io l'ammazzerei davvero un testa di cazzo così, tu ancora non mi conosci."
"oh, si che ti conosco invece."
I due si fissano un istante negli occhi poi scoppiano a ridere, riportando alla mente episodi in cu il carattere … vivace.. di Tom era saltato fuori in maniera piuttosto evidente.
Rose ride insieme a lui, ma non riesce a sentirsi rilassata. Vorrebbe parlargli dei suoi sintomi, dei suoi sospetti. Questo sarebbe il momento perfetto: sono soli e sono sereni. O, nel suo caso,a apparentemente sereni, ma questo non importa, l'essenziale è che non stiano litigando.
Eppure non ci riesce, non ci riesce. Ha paura, sente un blocco all'altezza dello stomaco, come se le mancasse l'aria per parlare, per dire quella bellissima verità. Ha paura della sua reazione.
Lo conosce fin troppo bene ma di fronte a queste cose non si può mai essere sicuri. Mai.
A volte si prendono delle terribili cantonate. Tom potrebbe non essere pronto per un figlio, infondo sono giovani, molto giovani. Ma un bambino non guarda l'età della sua mamma e del suo papà, un bambino vuole solo amore. E questo Tom sarebbe capacissimo di darglielo, ne è più che sicura.
È stato capace di amarla, di starle vicino, in momenti in cui chiunque l'avrebbe evitata come la peste, per mille motivi.
Perché con un bambino, per di più figlio suo, dovrebbe comportarsi diversamente??
E se avesse paura? Paura di quello che un figlio può rappresentare, paura dello sconvolgimento della sua vita, paura di sentirsi.. in trappola?
Il sorriso di Rose si spegne di botte e la giovane, nervosa, si passa una mano tra i capelli, distogliendo poi lo sguardo dal ragazzo e fissandolo sull'orizzonte, fuori.
"ehi.- quello suo stranissimo cambiamento di umore non è passato certo inosservato.- tutto a posto?"
Tom le prende il viso con una mano e lo volta verso di se. Poi le accarezza dolcemente una guancia, staccando per un istante gli occhi dalla strada. "come mai ti sei rabbuiata?"
"questa notte non sono stata molto bene.- sussurra Rose.- ho dormito poco e adesso il sonno mi si ritorce contro." Continua a mentire.
"come mai non sei stata bene?"
"mal di stomaco. Ho rimesso anche gli occhi."
"non è la prima volta che ti capita.."
"effettivamente avevo mangiato troppo ieri sera, avrò fatto un'indigestione.."
"mah, a me non sembrava…"
"se te lo dico io.."
Tom alza le spalle e torna a concentrarsi sulla strada. "ok allora risposati.. approfitta schiaccia un pisolino."
Rose annuisce e dopo avergli regalato un dolcissimo bacio sulla guancia si accomoda sul sedile, cercando di dormire. Ma sa già che sarà un impresa ardua. Molto ardua.

Il suo sonno leggero e un po' agitato viene interrotto dallo stesso Tom, qualche miglio più tardi. Rose bofonchia qualcosa mentre il ragazzo la scuote per farla svegliare.
"mm.. che c'è?" domanda stropicciandosi un occhio e rimettendo prontamente gli occhiali.
"ci fermiamo in un'area di sosta a prendere qualcosa… scendi anche tu?"
Rose è tentata a dire di no ma poi si lascia convincere e in pochissimo i due scendono dall'auto e si uniscono al resto del gruppo. Stranamente,sente tutti gli occhi puntati su di se.
"ehm.. ho.. qualcosa che non va?" domanda di fronte a quegli sguardi indagatori e fissi su di lei.
"ma no.- esclama Hud ad alta voce ed con un tono palesemente scocciato, sperando che il messaggio minatorio sia arrivato a tutti.- sono solamente un po' addormentati, hanno dormito fino adesso!!" urlicchia la giovane.
"si, un sonno!- la appoggia Susy andando subito verso di lei e prendendola sotto braccio mentre si dirigono verso l'autogrill.- bene, cara, dimmi come stai?"
Rose si volta verso di lei. "mm.. bene. Ma ci siamo sentite ieri, Susy, in un giorno cosa vuoi che sia cambiato?"
"è una delle tragedie di questa vita. Cambia sempre. Cambia sempre qualcosa." Esclama, in maniera teatrale recitando la frase di un film.
"tu guardi sempre troppa televisione." Bofonchia il fratello, dandole un pizzico dietro la schiena poi rivolgendosi alla neomamma. " ma.. allora?? Che ci raccontate di nuovo tu e Tom?"
è il ragazzo ad alzare le spalle. "mah, niente di nuovo. Tutto come al solito."
Harry e Michael si scambiano uno sguardo divertito che sembra voler dire "ancora per poco". Sguardo che rimane allo scuro di tutti perché stanno entrando in quell'istante nella struttura. A tutti ma non ad Hud che subito prende in disparte il proprio boy. "ti ci metti pure tu adesso?" gli grida sottovoce.
Michael si scusa dandole un bacio sulle labbra e facendole l'occhiolino. "rilassati. Non accadrà più."
"me lo auguro per voi!" lo minaccia la ragazza girandosi di scatto ed unendosi subito al resto della comitiva. Tutti si sono messi in fila davanti al bancone del bar; Rose, che si era distratta guardando uno scaffale di peluche, è tragicamente una delle ultime. "accidenti." Sussurra alzando il mento per osservare cosa potrebbe prendere. Ci sono centinaia di cosa buonissime, dalle paste alla cioccolata a quelle con il miele, con la frutta, con la glassa di nocciola.
"tu che prendi?" le domanda Harry, accanto a lei. "io mi sa che mi piglio una al cioccolato e un cappuccino."
Rose alza le spalle, orientata verso i cornetti con la marmellata. "io sinceramente ho voglia di un cornetto alla marmellata.. magari quella di frutti di bosco, è un po' che non la mangio e ho una voglia di riprovarla che.."
La ragazza si interrompe, osservando lo sguardo stralunato del suo interlocutore. "beh, che ho detto di strano?"
"hai.. tanta voglia??" ripete il ragazzo con voce un po' allarmata, facendo voltare il resto del gruppo.
"ehm si." Risponde Rose con un sorriso misto tra il divertito e il curioso.
"di che cosa hai voglia, Rose?" le domanda Dawson apprensivo quanto Harry. "dì, dai, quello che ti pare!"
Rose si volta e scoppia a ridere. "ma.. ma.."
"ha detto di un cornetto alla marmellata."
"perfetto!" esclama il moro rivolgendosi poi al barista per l'ordinazione.
"e la marmellata che sia ai frutti di bosco!! E di quella che ha voglia!" specifica poi Harry , gridando quasi.
Tom scoppia a ridere insieme a Susy, Rose rimane basita, Hudson sta per esplodere di rabbia.
"di che ti lamenti.- le sussurra Michael.- si stanno impegnando affinché il figlio della tua migliore amica non nasca con una voglia di lampone sulla guancia!"
"Rose vuoi qualcos'altro??- Dawson si gira verso di lei.- un cappuccino, un caffè lungo, un espresso, un caffè macchiato caldo o macchiato freddo.."
"ehm.. ecco.. un. Un caffè, sì. Lungo."
"bene, barista, faccia anche un caffè lungo. Velocemente, mi raccomando!"
Tom non si tiene più dalle risate. "ok, adesso mi dici quanto li hai pagati!"
"mi crederesti se ti dicessi che non so cosa cazzo gli ha preso??" risponde Rose divertita da tutta quella situazione.
"ecco qua." Dawson viene oltre con un piccolo vassoio. "dove ti vuoi sistemare?"
"se me li appoggiavi al bancone.."
"ma stai scherzando?- interviene Harry, scandalizzato.- vieni, ti ho liberato un posto tra i tavolini.."
"ma erano tutti occupati!"
"appunto, erano!!" esclama Harry conducendola al tavolino che aveva sgombrato per lei. E, per sgombrarlo, aveva dovuto dire alla vecchietta che lo occupava, il fatale motivo per cui si era dovuta alzare. La donnina, vedendo Rose sedersi, le si fa vicina con un sorriso comprensivo.
"oh, tanti auguri signorina!" dice poi allontanandosi.
La ragazza rimane scioccata. "grazie…- si volta verso i due.- ma per cosa?"
"ah, le vecchie!- esclama Dawson.- avranno pensato che eravamo marito e moglie!"
"sì, ti piacerebbe, eh?" sottolinea Harry guadagnandosi una gomitata da parte del moro. "ok noi andiamo dagli altri, eh? Per qualsiasi cosa.. fai un fischio."
Rose annuisce lentamente, sfilandosi gli occhiali. Poi, finalmente, scoppia a ridere.

Nella auto rossa di Susy è appena scoppiato il finimondo. Hudson sta urlando come un'ossessa da più di mezz'ora, Harry finge di ascoltarla ma in realtà è ultraimpegnato con il suo mp3 e con una canzone degli WHO che gli rimbomba nelle orecchie al posto della urla della sua amica, Michael e Dawson, invece, se lo devono sorbettare in toto.
"ma voi siete pazzi, siete proprio degli emeriti cretini! L'avete trattata manco fosse Diana d'Inghilterra, quando lei non sa nemmeno che voi siete a conoscenza di questo segreto!- i suoi occhi incontrano, attraverso lo specchietto retrovisore, l'immagine di Harry che sente la musica.- e tu togli subito quelle cuffie, imbecille, che sei stato il peggiore di tutti!"
Dawson gli da una leggera gomitata per riscuoterlo e gli fa segno di togliere il lettore dalla portata della furia riccia. Il ragazzo esegue, poi sbuffa dicendo. "ma dai, Hud, quanto rompi oggi! Quando sarai incinta tu, useremo i guanti bianchi anche con te, va bene?"
Michael gli lancia uno sguardo di disapprovazione elevato all'ennesima potenza.
"sei un idiota!- risponde la riccia.- Rose se ne accorge, quante volte te lo devo dire??"
"allora dovevamo lasciare che suo figlio nascesse con una voglia viola? Infondo è il figlio di Tom, cazzo, il nostro ex capo, io voglio che…"
"ma falla finita! Nemmeno io voglio tutto questo, però potevate farlo in maniera più delicata e meno invasiva!"
"ma dai!- continua il ragazzo.- sarà tutta presa a pensare a come dirlo a Tom che nemmeno si.."
"appunto, ti rendi conto quant'è grave questa situazione?? Lo sapete voi che siete esseri totalmente estranei e non lo sa il padre!!! Se fate trapelare qualcosa Rose e Tom…"
"ok ok, staremo più attenti!" esclama alla fine il ragazzo sbuffando di nuovo.
Cala uno stranissimo silenzio.
"oh però, raga.- subito rotto da Michael.- magari è pure una cazzata questa delle voglie.."
"sì, dillo a Susy!-esclama Dawson, divertito.- che ha una voglia di banana su.."
"cazzo, Dawson chiuditi quella bocca!" sbotta l'altra che era restata magicamente in silenzio tutto il tempo. Inutile dire che subito la curiosità invade tutti i passeggeri di quell'auto. Quasi tutti, perché mentre gli altri si mettono a gridare, a ridere e ipotizzare dove possa trovarsi questa fantomatica voglia, Hud se ne resta in silenzio, con le braccia conserte e un gran mal di testa, fortunatamente arrivano a Long Beach prima che tutti i neuroni che aveva gelosamente fino a quel momento per restare lucida, si consumino del tutto.
L'auto si arresta e si posiziona in un parcheggio proprio a fianco a quella di Tom e Rose che sono già scesi e già litigano osservando la spiaggia.
*ecco.- pensa Hud.- ci manca solo che ci si mettano pure loro..*
Scesa dalla macchina la riccia si avvicina, curiosa, per sentire cosa diavolo è successo.
Sicuramente sarà qualcosa di importante, altrimenti Rose non si metterebbe a litigare con il suo ragazzo, contando le sue condizioni e quello che deve confidargli.
"ti dico di sì!" esclama la ragazza puntando le braccia sulla vita.
"ah, ma ci risiamo, ti dico di no!"
Hud sbianca un attimo. Possibile che stiano parlando del bambino?
"ehi, raga.- la sfacciataggine di chiedere ciò che è successo ce l'ha Susy.- tutto a posto? Perché litigate?"
"ehm forse dovremo lasciarli da soli.." sussurra la riccia facendo un eloquente sguardo al resto del gruppo.
"no no, restate.- sbotta Rose fulminando Tom con lo sguardo.- così avete l'opportunità di vedere in diretta quanto cazzo sia…"
"senti Rose, forse è il caso che ne parliate a quattr'occhi, non ti pare??" domanda Hud afferrandola dolcemente per il braccio.
"se restiamo soli non risolveremo mai questo problema.- risponde la giovane dagli occhi verdi. Si rivolge al gruppo.- allora, voi non dite nulla? Che ne pensate?"
Il gruppo rimane ammutolito, di sasso. Nessuno sa che dire. È evidente che i due hanno parlato.
Ma che cazzo dovrebbero dire loro????
"avanti, non vorrete dare ragione a lui, spero!" sbotta la giovane, osservandoli uno ad uno.
"ehm ecco.. - inizia Michael.- io se fossi in voi.."
"Mik, non lasciarti condizionare!- esclama Tom, indignato.- guarda.- dice indicando l'orizzonte.- ti sembrano gabbiani quelli o sono delle procellarie??? Avanti si vede lontano un miglio che non sono gabbiani è chiaro come il sole, no?"
Silenzio di tomba.
I ragazzi si lanciano uno sguardo indecifrabile.
Per gli uccelli. Stavano litigando per un gruppo di uccelli di marini.
Tutti inconsapevolmente si passano una mano tra i capelli e negano con il capo.
Questo bambino sta andando sulla testa a tutti.
"allora?" domanda Tom, con aria risoluta.
"allora vaffanculo!" rispondono in coro tutti quanti, per poi dirigersi velocemente verso la spiaggia.
Tom si volta un po' sorpreso verso la ragazza la quale sfoggia uno sguardo trionfante.
"visto? Te l'avevo detto che erano gabbiani!"

La giornata al mare precedeva bene, a parte quegli episodi non era accaduto nient'altro di troppo sconvolgente. Tutta la troupe si era concessa un bel bagno poi le ragazze se ne erano fatte anche uno di sole mentre i boys avevano preferito passare il tempo a giocare beach volley o a fare gli scemi tra di loro.
Adesso invece tutti si stanno cimentando in una bella partita di pallavolo. Tutti o quasi.
Rose infatti non gioca, è seduta sul bagnasciuga della spiaggia con gli occhi fissi sulla superficie del mare , le onde che le bagnano delicatamente i piedi e un mucchietto di sabbia fina e morbidissima nella mano destra che gioca a far scivolare tra le dita. Silenziosa, sola e apparentemente triste.
Hud se ne accorge poco dopo e, con un sorriso un po' apprensivo, abbandona il gioco e va a sedersi accanto a lei.
Rose la nota ma non dice nulla per parecchi minuti. Infondo è questo il bello dell'amicizia. Con un amico vero ed intimo non bisogna dover parlare sempre. Anche i silenzi sono molto esaustivi.
Tuttavia dopo un po' Hud trova il bisogno di dire qualcosa. Si è alzato un po' il vento e quest'ultimo sconvolge un po' la chioma ricca e scura di una ragazza, liscia e chiara dell'altra.
"come mai non sei a giocare con noi?" è una cosa stupida, se ne rende benissimo conto. Ma non sapeva che altro dire.
Rose sospira ed alza le spalle. "volevo stare un po' sola.."
"pensi al bambino?"
"continuamente.- risponde la ragazza.- è quasi un'ossessione."
"quando hai intenzione di parlarne a Tom?"
"forse dovrei fare il test prima.- sussurra la ragazza girandosi verso l'amica.- ma dubito che non ne avrei nemmeno il coraggio, da sola.."
"hai ragione. Sarebbe perfetto se questo test lo faceste insieme."
Il silenzio cala di nuovo, per qualche istante.
"però ho paura comunque.- la voce di Rose è un po' vacillante.- sono terrorizzata, Hud." I suoi occhi verdi appaiono più lucenti del solito ora. "e se fossi incinta davvero?"
Hudson le prende la mano, con slancio. "Tom capirà. vedrai, scommetto che ne sarà felice come te. - si interrompe un istante.- perché tu sei felice, vero?"
Questa volta un bellissimo sorriso compare sul volto della neomamma. "sì.- sussurra un po' emozionata.- io sono troppo felice. Così felice che ho anche tantissima paura."
Hudson l'abbraccia con affetto e Rose la stringe forte, riscoprendo ancora una volta il calore di quella bellissima amicizia, coltivata in tanti anni e che è sempre sopravvissuta nonostante mille difficoltà e mille litigi.
"devi farlo al più presto, però, Rose..- sussurra di nuovo, Hud.- Tom ha il diritto di sapere"
"lo so. Hai ragione. Ma.."
"no, non mi hai capito.- la interrompe la riccia.- devi farlo ORA!" conclude Hudson alzandosi e scrollando la sabbia da dosso, per poi dirigersi velocemente verso il campo da beachvolley.
Rose si volta verso di lei e capisce il senso delle parole dell'amica.
Tom si sta dirigendo verso di lei, con un sorriso a dir poco disarmante.
Rose si volta di nuovo verso il mare, chiudendo gli occhi e passandosi una mano sulla fronte.
Hud ha ragione.
Ecco, ci siamo.
"Rose.. che fai sempre da sola? Qualcosa non va?" le domanda il ragazzo, sedendosi accanto a lei.
Gli occhi verdi della ragazza si concentrano un istante sul suo ragazzo, bello come sempre e baciato dal sole splendente di quella mattinata.
Avanti Rose.
Non è facile, ma tu sei forte.
Forte. Era uno degli aggettivi che le venivano attribuiti più spesso. E d'altronde anche lei si era sempre ritenuta tale.
Eppure, adesso, lì, sulla riva di quella spiaggia meravigliosa, si accorge di non esserne poi tanto sicura.

Fine ventottesimo capitolo

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Capitolo 29
*** ALTRIMENTI MI SPOSI. TI VA? ***


Ragazzi ce l’ho fatta

Ragazzi ce l’ho fatta!!!

È vero, probabilmente non ci crederete nemmeno voi vedendo l’aggiornamento, magari penserete che è uno scherzo o che ci vedete doppio.. e invece no!!

Ce l’ho fatta! Ah, mai un capitolo è stato più combattuto, più sudato più sofferto di questo credo.. l’ho praticamente partorito (tanto per restare in tema..)

Ok, bando alle ciance, vi lascio alla penultima parte del mio ‘romanzo’..

Eh sì.. siamo giunti alla fine.. sing…

Spero che possa piacervi, io c’ho messo l’anima!

Grazie a tutti coloro che hanno aspettato con pazienza!!!

 

Ciao Franca!!!!

Non mi stancherò ma di ringraziarti per i complimenti, spero che questo capitolo ti piaccia.. lo so sono cattiva, ma infondo è proprio questo il gioco, no?

Un bacio!!

 

Ciao Damynex!!!

Grzie, sei un tesoro.. l’ho inserita una parte Hud-Michael…tutta dedicata a te!!

Un bacio!!!

 

Ciao Cerynise!!!

Si in effetti Tom è proprio caruccio.. non ti anticipo niente, leggi poi fammi sapere mi raccomando!!

Un bacio!!!

 

Ciao Koneko_chan!!!

Grazie millissime per I complimenti..è vero sono un pò cattiva, ma spero che questo chap ti piaccia e mi faccia perdonare la lunga attesa e le mie solite interruzioni sul più bello… fammi sapere!

Un bacio!!

 

Ciao PhoenixLupin!!

Grazie per i complimenti, no, tranquilla, Dawson se ne starà al suo posto, ormai poverino s’è messo il cuore in pace, è dal terzo chap (più o meno) che gli piace Rose ma tanto sa che è letteralmente persa di qualcuno di nostra conoscenza.. mi raccomando lasciami una recensione!!

Un bacio!!!

 

Ciao etoil noir!!!

Pardon, è vero, le interruzioni in media res sono le mie preferite… fammi sapere cosa pensi di questo chap mi raccomando!!

Un bacio!!!

 

 Ciao Darkfrance!!!!

Sono contenta, fa sempre tanto piacere avere nuovi lettori.. spero che anche questo chap ti piaccia… fammi sapere!!

Un bacio!!!

 

 

Ciao Miyu90!!!

Grazie per tutti i complimenti che mi fai ogni volta, sei carinissima!!! Lo so vi ho fatto aspettare parecchio.. la scuola mi assorbe completamente,in più mi ci si è messo pure il pc.. non ti dico, è stato capace di non salvarmi mezzo capitolo! Le imprecazioni!! Va beh, ti lascio alla lettura, spero che tanta attesa sia ripagata.. fammi sapere che te n’è parso..

Un bacio!!!!!

 

Buona Lettura,

Diomache.

 

 

 

 

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

 

 

CAPITOLO XXIX:          ALTRIMENTI MI SPOSI. TI VA?

 

 

 

 

 

Rose resta a guardarlo, perdendosi nel blu intenso dei suoi occhi.

“ti.. ti va se facciamo due passi?” propone sforzandosi di apparire il più naturale possibile.

Tom accenna un sì con il capo, un po’ incuriosito dall’imbarazzo della sua compagna e da quella strana situazione. Rose si alza, va a prendere il pareo bianco che ama indossare al mare e ritorna subito da lui, con uno sguardo un po’ basso e insicuro. “andiamo?” dice subito dopo, lasciandosi prendere per mano da Tom ed iniziando con lui a percorrere il bagnasciuga.

I due ragazzi camminano in silenzio i primi istanti, godendosi il paesaggio quasi scevro da turisti e altri casini di questo genere, assaporando l’odore del mare e la brezza che smuove loro i capelli e gonfia il pareo di Rose, facendola apparire quasi una piccola fata d’un altro mondo.

Gli occhi azzurri di Tom si concentrano sulla sua compagna, ammirandone, ancora una volta, la bellezza e quell’alone di mistero che si evince sempre dai suoi occhi di quel verde smeraldo che sempre l’avevano intrigato.

Rose cammina lentamente osservando la sabbia davanti ai suoi piedi, imponendosi di non pensare a niente fuorché a quello che deve dire al suo ragazzo. Lo guarda, di tanto in tanto, timidamente, sperando di non essere vista da lui, come se temesse che Tom, da un singolo sguardo, capisca cosa vuole dirgli prima che lo facciano le sue labbra.

Rose serra gli occhi, sospirando quasi in maniera impercettibile.

No, basta rimandare,deve farlo. I suoi occhi verdi notano che si sono distanziati abbastanza dal resto del loro gruppo e si trovano su uno spiazzo di sabbia abbastanza desertico.

È  il momento giusto, se non lo fa adesso non troverà più il coraggio.

Si ferma, quindi, in maniera un po’ imperiosa.

Tom fa un altro passo, poi, vedendo che Rose non accenna a muoversi, si ferma anche lui e si volta verso di lei, con un’espressione interrogativa. “allora?” domanda, lasciandole la mano.

Rose alza i suoi occhi dalla sabbia. “Tom, io ti devo parlare.” La voce della giovane suona abbastanza dura. Se lo ha imposto: non deve vacillare. Non deve.

Il ragazzo alza le spalle, con tranquillità. “ok…- inizia, scrutandola con i suoi occhi oltremare.- che.. mi devi dire?? Niente di buono suppongo.- fa una pausa.- hai una faccia..”

“non è il momento di scherzare.” Rose si fa sempre più imperativa, mentre stringe forte i pugni, cercando di trovare dentro di se la forza che le occorre per superare la paura che la attanaglia e le impedisce anche di respirare.

“va bene.” Sospira Tom, con una voce conciliante. “avanti, che cos’è successo di così irreparabile?”

Rose fa una sospiro profondo, prima di dire tutto d’un fiato.

“io sono in ritardo, non so se questo può essere reputabile ad una possibile gravidanza sta di fatto che i sintomi ci sono tutti e credimi non starei qui a parlartene se non fossi almeno in parte nella sicurezza che..”

“ehi ehi ehi, calma!” la interrompe il ragazzo che non ci stava capendo una mazza. Rose lo guarda, desolata, mentre lui la osserva con uno sguardo piuttosto confuso. “Rose, rewind…”

La ragazza non vorrebbe ma sente gli occhi riempirsi di lacrime e questo non passa di certo inosservato a Tom, che si sente sempre più confuso. “ehi va tutto bene, se mi ripeti quello che hai detto magari posso capirci un po’ di più… ah, e dillo più lentamente, ok?”

Gli occhi verdi di Rose sembrano ancora più lucidi di prima. “io.. ho un ritardo.”

Tom deglutisce, a fatica. E riprende, balbettando. “un.. ritardo ritardo??”

La ragazza annuisce, lentamente, sotto il suo sguardo incredulo.

“un ritardo vero.- fa una pausa, poi riprende.- io…non so che cosa dire..”

“vuoi dire che..- Tom si sente strano, incredulo, come se tutto questo non stesse accadendo a lui.- tu.. potresti…”

“potrei.”ripete lei, con un sussurro di voce appena percettibile.

Gli occhi del ragazzo si posano quasi istintivamente sulla pancia della sua ragazza. No, non è possibile.. non riesce a crederci.. lì.. potrebbe esserci .. un bambino?? Un figlio suo????

“ma.. ma..- balbetta, cercando di riordinare i pensieri.- non.. Rose, io e te abbiamo usato sempre tutto ciò che dovevamo usare,no??” domanda, sempre più incredulo. Si sente strano, non riesce a decifrare quello che prova. L’unica cosa che sente davvero è che non riesce a crederci.

Rose sospira e,inavvertitamente, una lacrima le scivola giù le guance. “lo so. Ma probabilmente c’è una possibilità di rischio.”

Tom annuisce e inizia a fissare, serio, l’orizzonte. “e.. quando te ne saresti accorta?”

Rose deglutisce. “ieri.. ho cominciato a pensare che forse potevo esserlo..”

Il ragazzo si gira di scatto con il volto, suo malgrado, illuminato dalla speranza.

“tu.. quindi non nei sei sicura, no? Potresti anche non essere incinta! Hai fatto il test?”

Rose lo osserva, duramente. “no. Volevo farlo con te.”

Tom cerca di sorriderle dolcemente ma l’unica cosa che gli riesce è una smorfia strana che la ragazza non riesce nemmeno ad interpretare.

“ma non è questo il punto” Rose alza un po’ la voce, interdetta.

Non riesce ad interpretare la reazione del suo ragazzo. E’ solamente… strano.

Agitato, nervoso, sorpreso, ok ma  non pende né nella sfera delle reazioni negative, né in quella delle positive. È in bilico tra una posizione e l’altra. E questo Rose non lo può sopportare, proprio non lo afferra: gli faccia capire quello che pensa, che sono queste facce senza senso???

Ovviamente, per una ragazza come Rose in cui tutto si risolve o al nero o al bianco e il grigio non ha nemmeno ragione d’esistere, il comportamento di Tom non può proprio andare giù. Questione puramente caratteriale.

Ma, proprio adesso, quando stava per arrabbiarsi Tom la stupisce ancora, di nuovo.

“lo so.- la voce di quest’ultimo è bassa e concentrata.- il punto è che tu potresti essere davvero incinta” i suoi occhi blu la fissano intensamente.

Sguardo profondo, serio. Vero. Sincero.

La ragazza deglutisce e sospira, abbassando gli occhi verso la sabbia.

Tom le prende la mano, dolcemente, ma i suoi non si alzano, il suo volto resta basso, serio.

Ha paura.

Si accorge di tremare, lentamente, ma in maniera percettibile. 

Lei, la ragazza che aveva saputo tenere testa a Jarod, sta tremando davanti all’idea che il suo ragazzo non voglia il suo bambino. Non perché il pensiero di Tom potrebbe modificare quello che vuole lei –cioè tenerlo.- ma perché la farebbe stare troppo, davvero troppo male.  Non sa se sarebbe capace di sopportarlo. Non riesce nemmeno ad ipotizzare cosa potrebbe fare se Tom le dicesse: ‘no, dai, è troppo presto. Abortisci.’

Lei sicuramente non lo farebbe ma solo quelle parole cambierebbero un sacco di cose.

No, cambierebbero tutto.

Cambierebbero la sua vita. Completamente.

Per questo ora trattenere il respiro. Non sa che dire, prega solo che non accada.

Che non accada di scoprire, in questo modo, che si è innamorata della persona sbagliata.

Tom non ha mai ucciso nella sua carriera da ladro –così le ha detto.- e.. sarebbe capace di uccidere un bambino?

Solo a quel pensiero gli occhi lasciano scivolarle le lacrime che le sfuggono lungo le guance, accarezzate dal vento di quella stupenda mattinata d’agosto. Rose alza gli occhi.

“tu..- il ragazzo prende parola.- come stai?”

La ragazza inclina il capo di lato, per evitare i capelli che altrimenti, portati dal vento, le coprirebbero il viso. “bene. Io ho le idee chiare.” Dice con un accento piuttosto determinato.

No, senza il piuttosto. Un accento determinato.

“e come mai!” la prende leggermente in giro Tom, cercando, senza successo, di stemperare un po’ quell’aria carica di tensione che si era formata tra loro due.

Ma non attacca, il volto di Rose rimanere serio.

Tom si dà mentalmente dell’idiota. Non è il momento di stupide battute.

“e tu ?-  la domanda della ragazza arriva puntuale, come pensava.- tu che cosa ne pensi?”

Tom distoglie un attimo lo sguardo, temendo di poterla ferire anche solamente con quello. Sospira, e si passa una mano tra i capelli. “mio Dio Rose…. Un figlio…” dice con un sorriso teso in viso.

La giovane aggrotta la fronte.

No, non è possibile…..

“è….” Continua il ragazzo, sperando di dosare bene la parole ma Rose lo interrompe subito.

“è presto, no, questo volevi dirmi?” il tono della ragazza è aggressivo. Come una mamma che difende il suo bambino da un predatore. 

Tom rimane un po’ spiazzato di fronte a tutta quell’aggressività. “ehm.. cioè.. sì, che sia presto questo è senza dubbio..”

Rose lo guarda, incredula. Gli sfila velocemente via la mano da quella del suo boyfriend e fa un passo indietro, schifata, con un’espressione di incredulità e di dolore inflitta sul suo viso.

Ma allora è vero..

Tom rimane basito da quell’atteggiamento. “Rose.. calmati..” dice avvicinandosi lentamente a lei ma la giovane, fragile, vulnerabile come non lo è mai stata in tutta la sua vita, si allontana subito, volendo evitare qualsiasi contatto.

“non ti azzardare. –sussurra tra i denti, trattenendo le lacrime.- non ti azzardare a toccarmi, bastardo!” non urla, parla piano. Non sono parole dettate dalla rabbia, sono parole consapevoli.

Tom chiude un istante gli occhi.

No, non è questo che voleva dire, non è questo. Rose ha equivocato.

“no, ascoltami.”

“io e te non abbiamo più nulla da dirci.” Riprende la giovane che successivamente si gira di scatto e fa per andarsene, velocemente, ma Thomas non gliene da la possibilità. Rose è ipersensibile in questo momento e lui ha sbagliato tutto. Le ha trasmesso il messaggio sbagliato e non può permettere che ora lei se ne vada con questa convinzione.

Il ragazzo la ferma prendendola per un braccio e l’attira velocemente verso di se. Appoggia le sue mani sulle sue braccia. Rose lo fissa un istante ferita. “che cosa vuoi…”

La sua voce trema un po’ mentre il ragazzo le prende il viso con una mano, accarezzandole la guancia. “io.. – questa volta è Tom a balbettare.- io lo voglio questo figlio.”

La giovane sgrana gli occhi. “sul.. sul serio?”

Il ragazzo le sorride, sfoggiando quel suo abituale sorriso da delinquente. “oddio,mi hai preso un po’ in contropiede.. ma già che ci siamo.. andiamo avanti..”

Rose è sempre più allibita. “quindi non vuoi che abortisca??”

“stai scherzando??Rose non ti chiederei mai una cosa del genere.”

Rose abbassa un istante gli occhi. “Tom, non voglio che tu lo faccia per me. Voglio che tu sia.. consapevole.. di quello che dici. Non si tratta di decidere dove andremo a mangiare la pizza… un bambino ti cambierà la vita.”

Tom le accarezza la nuca con fare protettivo. “lo so.- sussurra, gentile.- non credere che non lo sappia.”

“e…- riprende la ragazza, esitante.- e.. come mai sei così convinto di volerlo tenere? Su dieci persone forse solamente una avrebbe risposto come te”

Il ragazzo annuisce e abbassa lo sguardo che poi va a concentrarsi sul panorama alle spalle della giovane. “mia.. mia madre..”

Rose aggrotta la fronte, incuriosita. “tua madre?”

Il ragazzo torna a guardarla. “mia madre è rimasta incinta quando era molto giovane. Aveva solo diciannove anni e stava con mio padre da pochi mesi”

“diciannove anni?”

“già.- sospira.- ma lei era molto coraggiosa. Esattamente come te. Lei e mio padre hanno deciso di tenere comunque il bambino.. e se non l’avessero fatto io non sarei qui.”

Il sorriso di Rose torna a risplendere sul suo bellissimo viso. “io..”

“Rose. Se davvero sarai incinta, non dovrai affatto preoccuparti. Io sarò con te. Voglio fare tutto per bene, innanzitutto andiamo a fare questo test di gravidanza, va bene?”

Rose scoppia a ridere e si butta tra le sue braccia, ridendo di gioia.

 

 

L’improvvisa dipartita dei due innamorati, ovviamente, aveva creato subito l’escalation della curiosità dei presenti. Certo, quando Tom e Rose erano tornati dalla loro romantica passeggiata sul bagnasciuga e aveva detto loro che andavano un attimo in centro, tutti avevano finto.. o meglio cercato di fingere.. che la cosa fosse di poca importanza, e li avevano liquidati con un ‘ciao’ indifferente. Esattamente come Hudson aveva imposto loro di fare.

Ma, non appena l’auto di Tom si era allontanata dalla spiaggia, tutti erano scoppiati a parlare ad alta voce, a ridere e a fare pronostici.

“secondo voi cosa accadrà ora?- domanda Susy sedendosi sulla sabbia.- è evidente che hanno parlato e che ora stanno andando a fare il test..”

Dawson sospira e si appoggia alla spalla di Michael. “secondo me sarà negativo.”

Tutta la troupe si volta istintivamente verso di lui. “ehi, che ho detto?”

“questo è fuori discussione, purtroppo.- interviene la sorella.- si vede lontano un miglio che Rose non sta bene. È malata.”

“ci risiamo!- sbotta Hudson, premendo un po’ troppo forte il contenitore della crema solare per la rabbia.- una bambino non è una malattia!”

“scusa se ho offeso il tuo cuore di mamma, Hud..- sbuffa la mora, accendendosi una sigaretta.- comunque biologicamente parlando una gravidanza..”

“da quando t’intendi di biologia?” la apostrofa Michael, facendo sorridere tutti i presenti. Anche i sassi sanno che Susy e lo studio sono come due rette parallele. Destinate a non incontrarsi mai.

“Hudson, il livello di humour del tuo ragazzo cresce ogni giorno di più, è  impressionante!” sbotta la mora, con una voce palesemente sarcastica.

“già, è per questo che ci sto insieme” conclude Hud con una voce altrettanto tagliente.

“ehi ragazze, calma!” interviene Harry, scherzando. “non mi sembra il caso di litigare. Abbiamo visioni differenti, però sarebbe divertente metterci su una piccola scommessa.”

Gli occhi di tutti si concentrano su quel bel ragazzo e figlio di una buona donna di Harry che aveva appena finito di parlare.

“scusa?” domanda Hud, augurandosi di non aver capito bene.

“dieci dollari che Tom non lo vuole!” è questa la risposta di Harry a tutti quegli sguardi basiti.

Susy sorrise, intrigata. “venti.”

“trenta per il contrario.” Interviene Dawson, unendosi a quella stupidissima bisca.

Susy scoppia a ridere. “Dawson guarda che poi lo paghi questi trenta dollari..”

“che vuoi che sia, al massimo perderò trenta dollari. –risponde quest’ultimo.- ma io dico che lo tengono.”

“non stiamo scommettendo sul fatto che tengano o meno il bambino.- la voce un po’ acida di Susy corregge il fratello.- quello lo decide Rose e la risposta credo che sia ovvia a tutti. Stiamo parlando di quello che ne penserà Tom.”

Dawson sorride, intrigato. “trenta che Tom questo bambino lo vuole.”

Harry sbuffa, annoiato. “lo fai a cuor leggero perché sono solo trenta dollari. Infondo sono briciole, io ne metto cento che Thomas Bishop.- dice calcando la voce sul nome del loro amico.- questo figlio non lo vorrebbe mai. Se conosco il mio capo..”

“ex capo.” Interviene Dawson.

“quello che è. Se conosco bene Tom, so che scapperà a gambe levate non appena vedrà apparire la striscetta blu sul test della ragazza.”

Susy si accoda, emozionata. “io ne metto centocinquanta. Fratellino, che fai non rilanci?”

Dawson, a braccia conserte, sfoggia un sorriso combattivo. “trecento.”

“oh..” Susy ed Harry esclamano all’unisono, scambiandosi uno sguardo d’intesa. “qui si fa sul serio.”

“bene. Questi soldi mi faranno felice per un paio di giorni..” continua Harry, facendo un tiro di sigaretta.

“no, questi soldi faranno felici Tom e Rose.- lo contraddice prontamente Dawson.- con i vostri soldi ci comprerò un vestitino per il bambino..”

Susy scoppia letteralmente a ridere, poi esclama, rivolgendosi verso Michael e Hudson, in silenzio fino a quel momento. “ehi ma questa scommessa non è divertente se non partecipiamo tutti! Ehi, voi due che ne pensate?”

Lo sguardo di Hud è, in questo momento, più duro di una roccia.

La ragazza è sbalordita,incredula.. non sa trovare definizioni per quello che sente.

Anzi, forse sì. Delusione. Non possono essere così i suoi amici, non così cinici, così maledettamente senza cuore, ipocriti, tanto da scommettere sulla scelta di un padre, sulla vita di un bambino e sulla felicità della loro migliore amica. Perché, forse non ci hanno pensato, ma da questa decisione dipenderà tutto. Tutto. Tutta la loro vita. Rose e Tom, Rose e Hudson, Tom e Michael.. tutti gli equilibri saranno compromessi, cambierà tutto!

Perché sono così superficiali, così materiali, così cattivi?

È un bene che Rose non sia qui. Non reggerebbe il colpo.

Forse nemmeno crederebbe ai suoi occhi. Non potrebbe mai pensare che la sua vita è stata messa come posta ad una scommessa. Per trecento dollari. E poi da chi? Dagli amici che ha più cari.

Da Harry, da Dawson e soprattutto da Susy. Non hanno mai legato tantissimo forse perché sono due caratteri forti, troppo forti per andare d’accordo e allo stesso tempo troppo  distanti.

Ma comunque da lei non se lo sarebbe mai aspettato.

“mi fate schifo.- dice quindi la ragazza alzandosi di scatto.- state scommettendo su Rose e Tom!” urla, fregandosene se Michael le fa cenno di abbassare la voce perché sta richiamando l’attentizione di tutta la spiaggia.

I presenti si guardano tra di loro, quasi sorpresi dalla sua reazione.

“ma non avete un briciolo di cuore.. non c’è niente di.. sacro …per voi? Non vi ricorda niente la parola amicizia, affetto, amore? Cosa avete al posto del cuore??”

“Hud.- la voce calma di Susy si diffonde per l’aria.- noi..”

“e tu zitta.- continua la riccia.- perché proprio da te non me lo sarei mai aspettato! Ma vi rendete conto di quello che state facendo?”

“forse non ci avete pensato.- la voce di Michael è ugualmente fredda ed incredula.- ma mentre voi vi divertite a scommettere su quale sarà la reazione di Tom dimenticate che proprio da questo dipenderà la felicità di due persone.”

“tre persone.- lo corregge Hud.- non vi siete chiesti cosa potrebbe accadere se Tom non lo vuole questo bambino? Ve lo spiego io: Rose starebbe troppo male, i due si lascerebbero e il bambino che nascerà tra nove mesi non avrà un padre!” Hud urla ancora di più, ricalcando proprio quest’ultima parola.

Dawson, Harry e Susy se ne stanno immobili, ammutoliti.

“qui non siamo più al liceo quando si poteva scommettere chi poteva interrogare un professore. Ma voi siete rimasti con un’intelligenza adolescenziale a quanto pare.” la ragazza conclude, con la voce piegata dalla rabbia, dal pianto, dalla delusione e se ne va velocemente camminando verso un punto imprecisato della spiaggia, seguita a ruota da Michael, lasciando quei tre deficienti soli, a crogiolarsi nel loro malvagio cinismo.

 

 

La macchina si arresta lentamente davanti alla farmacia, parcheggiando con la sicurezza e padronanza propria del guidatore. Tom sorride leggermente, girandolo sguardo verso di lei.

“pronta?”

Rose rotea gli occhi e distoglie lo sguardo. Altro che pronta. Si sente morire, un nodo insopportabile allo stomaco, il fiato che non riesce a farsi venire ai polmoni, il cuore chiaramente tachicardico. Osserva qualche istante la sua immagine riflessa sullo specchietto. Gli occhi verdi ancora più lucidi di poco fa, lo sguardo terrorizzato. Istintivamente cerca la sua mano e la trova, a pochi centimetri dalla sua. “e se sono incinta?” sussurra la ragazza evitando di guardarlo negli occhi.

“il nome lo scelgo io.” Risponde il ragazzo con un sorriso divertito dipinto in volto.

La ragazza si gira verso di lui, un po’ scandalizzata. “Tom, è  un momento critico, ti sembra il modo di.. sdrammatizzare?”

“se è maschio mi piace Robbie..”

Rose sorride, amorevolmente. Dio, quanto lo ama. “scordatelo.” Sibila, scoppiando poi a ridere insieme al suo ragazzo. Tom le prende delicatamente il viso con una mano accarezzandole dolcemente la guancia e perdendosi nel verde smeraldo dei suoi occhi.

“ non avere paura.” Sussurra fissando qualche istante le sue labbra, belle, delicate eppure seducenti come mai ne aveva incontrate, in nessuna donna. Vede quelle labbra allungarsi in un sorriso più rilassato, più disteso, se possibile. Anche il sorriso è la cosa più bella che abbia mai visto.

Decisamente.

“e se non sono incinta?” riprende la ragazza. È strano pensarlo, ma ha paura anche in questo caso. Se è incinta inizia una vita completamente nuova per lei e Tom, completamente.

Ma se non è incinta? Tutto resterà così. Con una differenza: le rimarrà l’amarezza in bocca per quel qualcosa che avrebbe potuto cambiare tutto. Però, infondo, ne aveva tutto il tempo.

Tom la guarda, prendendo in seria considerazione le sue parole. E senza pensare, senza riflettere, seguendo quello che i romanzi rosa e le telenovela dicono sempre, ovvero ‘follow your heart’, dice, piuttosto tranquillamente. “se non sei incinta mi sposi.”

Rose non reagisce subito. Resta immobile, ammutolita.

Dopo, dopo molti secondi dopo ha il coraggio di balbettare, con un sorriso sorpreso dipinto in viso, un “cosa?” misto di sorpresa e di assoluta contezza.

Tom ride poi le bacia le labbra. Si distanzia e ripete, più lentamente. “mi sposi. Ti va?”

Rose scoppia letteralmente a ridere, senza, però, smettere di fissarlo. “andiamo a fare il test?” propone, cercando di utilizzare quel minimo di giudizio che, chissà, forse le è rimasto.

L’uomo la guarda con uno sguardo intrigato. “andiamo seniorita.”

Rose ride, poi esce agilmente dalla jaguar, seguita a ruota da Tom.

 

 

Michael osserva lentamente Hud, seduta sulla riva della spiaggia, a tracciare strani disegni sul bagnasciuga con il dito. Si avvicina lentamente, poi si siede accanto a lei, osservando quello che aveva scritto. C’è una grande e bella ‘H’ tutta ricamata con cornicette viarie , intrecciate con una stupenda ‘M’, unite da una ventina di cuoricini piccoli.

“mm.. cos’è arte contemporanea?” domanda, cercando di sdrammatizzare.

Hud sorride debolmente. “prova a prendermi in giro e vedi cosa ti succede.”

“ehi.- mormora il ragazzo, accarezzandole la folta chioma riccia.- sono io.. non devi per forza fare la persona dura.. puoi sfogarti con me..”

gli occhi castani della giovane si puntano sul suo ragazzo. “la verità è che..- si interrompe, deglutisce, con difficoltà.- non me lo sarei mai aspettato da loro..”

“lo so. E credimi, nemmeno io.”

La giovane cerca di nascondere la sua delusione, con scarsi risultati. Sente gli occhi riempirsi improvvisamente di lacrime. Lei.. li considerava loro amici. Chissà che avrebbe pensato Rose delle loro parole.. no, Rose non doveva sapere niente. Assolutamente niente.

Ci sarebbe rimasta troppo male. Così male che non li avrebbe voluti più vedere. E forse lo meritavano. Ma non Rose.

Lei adesso è fragile, emotiva, tende ad ampliare le emozioni. Lei sta vivendo un momento stupendo, bellissimo per ogni donna, non è giusto che le si rovini tutto con una notizia tanto brutta.

Cioè che i suoi ‘amici’ avevano scommesso sulla sua felicità.

“che schifo.” Commenta la giovane infine, non potendo fare a meno di sentirsi profondamente disgustata. “a volte credo di essere io quella sbagliata, sai?- dice, debolmente, senza volere in realtà una risposta.- mi chiedo se…”

“no, Hud.” La interrompe il riccio, fissandola intensamente negli occhi. “non sei tu. Non pensarlo nemmeno per un istante.. ehi.- la richiama vedendo che lei aveva distolto lo sguardo.- non sei sola. Anch’io la penso come te.”

Sul volto serio e triste della giovane si dipinge un timido sorriso. “grazie.”

Michael aggrotta la fronte. “grazie di cosa?”

La giovane sorride, arrossendo lievemente. “non lo so.- torna ad osservare la sabbia.- grazie di essere così, grazie di essermi vicino, grazie di essere il mio ragazzo.. grazie..”

Michael sorride, teneramente. La bacia, con passione, con sentimento facendola sentire bene, sicura, protetta, compresa, amata, come solo lui sapeva fare.

Quando si distanziano, molti secondi dopo, è proprio lui a mormorare, delicatamente. “ti amo, lo sai”

La ragazza si accoccola sulla sua spalla, chiudendo gli occhi. “ dimmi che ci sarai. Sempre.”

Michael l’abbraccia dolcemente. “sempre. Non credere di poterti liberare facilmente di me..”

La ragazza sorride. “ah lo spero.”

 

 

“un test di gravidanza?” ripete il farmacista, un po’ sorpreso che a chiederlo sia la parte maschile della coppia e non quella femminile. Rose infatti, la leonessa, Rose la roccia, Rose l’impavida, l’arrogante e la testarda.. non ce l’aveva fatta.

Debole e fragile si era arrestata di fronte alla farmacia con uno sguardo impaurito. Tom l’aveva portata dentro solo con la promessa che sarebbe stato lui a parlare al farmacista. Cose da pazzi.

Rose maledice mentalmente quel tonto del farmacista. Deve parlare così forte? Si sono girati tutti!!

“sì, è sordo?” ribatte la ragazza con un tono un po’ nervoso.

Il farmacista rimane interdetto qualche istante, poi tornaa  guardare Tom. Apre la bocca per dire qualcosa ma Rose lo anticipa. “sa quella specie di tubicino lungo, bianco, che si dà alle ragazze che forse sono incinta.. QUELLO!”

“Rose..” mormora Tom, con un sorriso piuttosto divertito. La giovane lo fulmina con lo sguardo come a dire. ‘non mi contraddire, se questo è scemo lo sveglio io!’

E difatti i ben noti metodi della nostra Rose sortiscono l’effetto desiderato.

Il farmacista corre immediatamente tra i suoi scompartimenti a cercare l’articolo richiesto dalla ragazza, sotto lo sguardo attento di tutta la farmacia, piena di vecchiette ultracuriose.

“tra poco esplodo.” Sussurra Rose, innervosita da tutta quella curiosità.

Tom le prende a mano. “mio figlio non è ancora nato e già gli vuoi far fare una figuraccia!”

“non sappiamo ancora se hai un figlio! E non lo sapremo mai se questa specie di carciofo ammoll..”

“ecco il test.” Il farmacista interrompe le loro frasi sussurrate.

Rose lo fissa leggermente attonita. Poi, lentamente, lo prende in mano. “grazie.” Sussurra.

Il momento della verità.

 

 

“è quasi mezzogiorno.” Sentenzia Dawson fumando beatamente la sua terza sigaretta. Si sente piuttosto nervoso, come lo sono tutti d’altronde. Il fatto della pseudo gravidanza di Rose e la bella lite con Hud. No, non è affatto una situazione gradevole.

“grazie.- ribatte Susy, acidamente.- non ce n’eravamo accorti.”

Dawson si gira verso la sorella. “zitella.” Mormora, senza un minimo accenno di scherzo nella voce.

Lo pensa.

È acida, nervosa e cattiva.

Ma a volte lo è anche lui.

Infondo oggi lo sono stati tutti.

“Hud e Michael?” chiede Harry con un tono piuttosto spento.

“dovremo andare a parlarci..” sussurra Dawson, piuttosto dispiaciuto, fissando gli altri due. “non mi sembra che…”

“io non vado da nessuna parte.” Esclama Harry, menefreghista. “se sono cretini che ci vuoi fare..”

“Dawson ha ragione.” Sussurra Susy abbassando lo sguardo.

Il ragazzo aggrotta la fronte. Questo dalla sorella non se lo sarebbe mai aspettato. Se l’immaginava, orgogliosa e altezzosa, schierarsi dalla parte del prepotente di turno, Harry.

E invece no.

E quasi quasi si pente di quello che ha pensato prima.

Sì, Susy è tante, tantissime cose ma non è cattiva. No, decisamente.

Le rivolge un sorriso tenero e propone, alzandosi. “dai, andiamo.” Susy lo segue con lo sguardo.

Gli sorride, poi si alza e lo segue, lentamente, osservati placidamente da un Harry troppo orgoglioso. Troppo prepotente ma infondo, infondo, infondo… buono anche lui.

Sbuffa, butta a terra la sigaretta e s’incammina, seguendo il duo.

 

 

 

La jaguar parcheggia di fronte alla spiaggetta esattamente un’ora dopo.

Il gruppetto, dopo una.. non tanto amichevole discussione circa la scommessa, si era rappacificato e ben presto si era riunito. Il sorriso era tornato sul volto di tutti, più o meno, perché anche se lo screzio era dimenticato.. o meglio, archiviato, la cosa che nessuno poteva scordare era la gravidanza di Rose. E quello che avrebbe fatto Tom. Quello che avrebbero fatto tutti.

A tutti il cuore manca un battito quando vedono l’auto parcheggiare proprio lì vicino.

In primis ad Hud che scatta in piedi con il panino al tonno ancora sospeso per aria a pochi centimetri dalla bocca. “oh mio Dio..” sussurra la giovane, accertandosi che si tratta proprio di loro due.

“Hud siediti per carità.” la ammonisce Susy. “o Rose capirà che noi sappiamo..”

La riccia annuisce lentamente poi si siede con il resto del gruppo.

Cala uno stranissimo tra di loro, un silenzio interrotto solo dai loro respiri, nemmeno dalle loro mandibole, perché , stranamente, si è stretto lo stomaco a tutti e quei panini che poco prima erano letteralmente divorati, adesso sembrano aver perso d’attrattiva.

Rose e Tom scendono dall’auto illuminati dal sole, belli come sempre, sorridenti, rilassati.

Per un istante, un piccolissimo istante, nella mente di Hud balena l’idea che forse Rose non gli ha detto niente. Ma subito quest’idea alquanto irrealistica viene accantonata.

Non appena nota che la ragazza ha pianto. Lo si vede benissimo, ha gli occhi un po’ gonfi, la matita che è leggermente colata, le guance arrossate.

Tutti sembrano notarlo, tutti trattengono il fiato e, in particolare Susy e Dawson si domandano come diavolo avevano fatto prima a scommettere su una cosa del genere.

Rose e Tom si avvicinano, mano nella mano. “ehi, si mangia, vedo..” esclama la ragazza, ridendo, apparendo come l’emblema stesso della tranquillità.

Harry, il più menefreghista, il più cinico, il più strafottente di tutti.. o semplicemente il più insicuro di tutti, scatta in piedi, non riuscendo più a sopportare la tensione e quel pesantissimo senso di ignoranza, di non-conoscere come sta la verità, non sapere cosa è successo e forse, cosa succederà.

“Rose..- inizia, con uno sguardo piuttosto teso. Dà un leggero sguardo al resto del gruppo, come a chiedere ‘scusa’, poi sputa il rospo.- sei incinta?”

La ragazza ci rimane di sasso qualche istante, poi capisce.

Ma non si arrabbia, anzi. Lancia un sorriso tranquillo alla sua migliore amica, facendole capire che non ce l’ha affatto con lei, anche se ha rivelato il suo segreto.

Anzi.

Le ha risparmiato un imbarazzante e lungo discorso introduttivo.

I due giovani si lanciano un veloce sguardo poi è Rose a parlare, lentamente ben conscia che tutti,in questo momento,  pendono dalle sue labbra. “no.”

Il resto del gruppo si lancia uno sguardo desolato. “come no?” scatta Susy, incredula.

Tom scoppia a ridere, abbracciando la sua ragazza per la vita. “no.” Continua.

“non è possibile!!- esclama Hud, la più incredula di tutti.- tu.. la nausea.. il ciclo…”

Rose le sorride, teneramente. “non potevo credermi nemmeno così dopo aver fatto il test sono andata da un dottore. Mi ha detto che ho un virus intestinale piuttosto forte e che la mancanza del ciclo è dovuta al fatto che sono andata giù di fisico, a causa del virus che non mi sono curata... è per questo che rimettevo spesso.. insomma è tutto collegato ma al virus. Mi ha dato delle medicine.”

Attimi di silenzio. Interminabili.

È ancora Rose ad interrompere la tensione. “buffo,no?- esclama con un sorriso sincero.- invece di un bambino ho un virus.”

“è che.. ci eravamo abituati all’idea di avere un nipotino…- prende parola Dawson con uno sguardo un po’ dispiaciuto.- magari bello come la mamma..”

“e come il papà.” Si intromette Susy con uno sguardo malizioso.

“e va beh, furbastro, te la sei cavata anche questa volta!” sdrammatizza Michael, dando una sonora botta sulle spalle al suo migliore amico.

Questo scatena una bella risata liberatoria ma tutti sembrano ammutolire quando Tom risponde, tra le risa. “ah non direi proprio.”

Hud aggrotta la fronte ma non ci fa caso, piuttosto prende Rose un po’ in disparte.

“scusami.” Sussurra, abbassando lo sguardo. “non avrei dovuto.”

“ehi, tutto ok, va bene? Non voglio musi lunghi sono troppo felice in questo momento!” le risponde la ragazza, euforica. Hud si ombra leggermente. Possibile che Rose sia così sollevata per il fatto che non è incinta? Non è da lei..

“e adesso??” domanda Harry, così, tanto per dire, riferendosi più che altro alla situazione del gruppo che a quella di Tom e Rose.

I due ragazzi si scambiano uno sguardo complice, poi è proprio Tom ad esclamare, con una naturalezza a dir poco disarmante.

“adesso la sposo.”

 

 

 

 

Fine ventinovesimo capitolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 30
*** UBI TU ERIS, IBI QUOQUE SEMPER ERO ***


Oddio.. eccoci qua.

So che ho fatto molto ritardo, ma, vi ripeto, ci tenevo che questo capitolo fosse come dicevo io e per questo c’ho impiegato molto tempo. Volevo essere sicura di fare un buon lavoro. Non so se sia riuscito bene come ultimo capitolo ma volevo essere certa di avercela messa tutta, insomma ci ho provato.

Beh, ragazzi, davvero mi è difficile riuscire a trovare le parole con cui ringraziarvi tutti, dal primo all’ultimo, per le recensioni, o anche solo per aver letto PdM perché mi avete dato tanta fiducia in me stessa, la grinta per finire questa storia iniziata quasi per caso con un’ispirazione quasi passeggera e concretizzata davvero ‘par hasard’ come dicono in Francia. Se è andata avanti e se sono riuscita a scrivere 30 capitoli (più  o meno, in tutto, quasi 300 pagine di word..) beh, lo devo tutto interamente a voi.

Non so che dirvi se non un sincerissimo GRAZIE. Di tutto, davvero.

Ci terrei a ringraziare particolarmente: darkfrance, Koneko_chan, Etoil noir, Phoenix Lupin, Damynex,  Franca, Miyu90, Cerynise, Anya  che hanno recensito l’ultimo capitolo e alcuni di loro in particolare che  hanno iniziato a recensire e seguire questa storia davvero dagli inizi e non sanno quanto sono stati preziosi per me. Cito ad esempio Franca e Damynex, ma anche la carissima Miyu90 e tutte le ragazze che con affetto mi hanno seguito, grazie, di nuovo.

Colgo l’occasione per farvi tantissimi auguri di Buon Natale, io sto partendo per la settimana bianca ma mi piacerebbe se mi lasciaste un commentino, magari mi dite cosa ve ne è sembrato di quest’epilogo..

Un bacio e buona lettura a tutti,

Diomache.

 

 

Ps: il titolo è in latino, è una citazione, pardon non mi ricordo di chi, ma non è mia, anche se il suo significato è intuibile, per chi non conoscesse il latino la traduco, significa: dove tu sarai, lì sarò sempre anch’io.

Ciao!

 

 

 

 

 

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

 

 

 

CAPITOLO XXX:   UBI TU ERIS, IBI QUOQUE SEMPER ERO

 

 

 

 

 

10 mesi  dopo…

 

 

 

Il taxi si arresta lentamente, davanti alla palazzina rosa illuminata da un fresco e spendente sole mattutino. Un sole timido ma decisamente caldo ed estivo rischiara con i suoi raggi benevoli tutta la volta azzurra del cielo, intensa e brillante come solo le prime giornate di giugno sanno essere.

Gli occhi neri della ragazza si posano, un istante, su quel cielo terso e senza l’ombra di  una nuvola.

Sorride. Che giornata stupenda.. pensa mentre si dirige verso l’entrata, traballando leggermente sui vertiginosi tacchi a spillo delle sue bellissime scarpe rosa confetto. Entra nel condominio e si lascia sfuggire un’esclamazione di stupore vedendo il bellissimo addobbo di fiori bianchi, di rose rosse, gigli. Ah, la signora Gladys si è fatta valere anche questa volta.

Resterebbe a guardare quella meraviglia floreale ancora per qualche istante ma l’improvviso ricordo della voce a dir poco allarmata di Emily al telefono, la convince a desistere e a sbrigarsi a salire le scale.

L’aveva chiamata circa mezz’ora fa, tutta trafelata, tutta all’allarmata, pregandola di venire subito che era tutto un putiferio, che non ci si capiva più niente. Insomma, che avevano bisogno di lei.

E della sua razionalità, aveva specificato Emily.

Con un sorriso divertito dipinto in viso, Hudson finisce di salire le scale, il più velocemente che può contando le scarpe alte e tutto il resto. Suona il campanello, sorridendo, mentre osserva un ultimo mazzo di gigli bianchi, appoggiato proprio di fronte alla porta di casa Sandecker.

L’uscio si spalanca all’improvviso, con uno scatto che fa quasi sobbalzare la ragazza.

“oh sia lodato il cielo!” grida la donna non appena la vede appare sulla soglia.

Hud scoppia quasi a ridere vedendo com’è conciata la povera Emily: ok che sono le otto del mattino, ma girovagare ancora con la maschera di bellezza le sembra davvero troppo!

“ma…” balbetta indicandole leggermente il viso.

“ah, lascia perdere, quella cretina di mia sorella mi sta mandando fuori di testa! Entra, presto!” la prende per un braccio e la trascina all’interno dove l’accoglie anche Formy che, con uno sguardo teso e concentrato, girovaga per casa alla ricerca dei gemelli da mettere sullo smoking.

“Hud!- esclama, quando la vede, con uno sguardo estasiato, come se avesse visto la Vergine.- finalmente sei arrivata! Presto, vai da lei che qui la situazione si sta mettendo male!”

La riccia alza le sopracciglia e si morde il labbro inferiore. “mio Dio, è così grave?”

Formy le regala uno sguardo esasperato. “non so che dirti, è completamente fuori di se”

La giovane si precipita verso la cameretta dell’amica. Mette mano alla maniglia e spalanca la porta della stanza, immaginando di trovarci una Rose tesa e in lacrime, con rimorsi, paure, ed esitazioni.

Già, ma non sarebbe stato da lei.

La visione che appare agli occhi scuri della giovane è ben diversa.

Altro che pianti e paure.

Se c’è un aggettivo calzante, in questo momento sarebbe  “Euforica”.

“Hud!” grida la ragazza, lanciandosi letteralmente tra le braccia dell’amica. La riccia accoglie quell’abbraccio con immenso stupore, senza poter evitare di fare qualche passo all’indietro. “Rose… va tutto bene?” chiede, distanziandola leggermente.

Gli occhi verdi dell’amica parlano per lei. Sono il riflesso stesso della felicità.  “io.. sì, credo..- risponde la ragazza, mordendosi leggermente le labbra.- ma non lo so, sono così felice che.. non ci sto capendo più niente!”

Hudson chiude gli occhi, sospirando leggermente. “Emily mi ha fatto venire un colpo.- le confessa, con un sorriso irrisorio.- pensavo di trovarti in lacrime.”

“se venivi un’ora prima mi trovavi con i guantoni da fitboxe.” Risponde lei, quasi casualmente.

L’amica inizialmente non fa caso alle sue parole, poi però afferra. “cosa??”

“sai, per scaricare la tensione.” Continua la giovane sposa, ancora in vestaglia e con i capelli legati in uno chignonne.

Hud resta ammutolita, semplicemente attonita. No, può sembrare uno scherzo ma non è così.

“hai davvero preso a pugni l’armadio come facevi per ogni esame all’università?” chiede, indecisa tra lo scoppiare a ridere e il mettersi a piangere.

Rose fa un piccolo scrollo di spalle. “per la laurea l’ho fatto per un’ora di seguito, ero così nervosa! Ti immagini come lo sono oggi? Hud! Sto per sposarmi!” conclude con un sorriso smagliante. “se non mi sfogo così, finisce che divento nervosa”

‘E irascibile’, conclude mentalmente la giovane mora, con un sospiro.

Niente, conosce Rose da una vita ma tanto riesce sempre a stupirla. Forse Emily non ha tutti i torti, quando dice che sua sorella ha qualcosa di un loro prozio matto da legare.

“sono così contenta che tu sia qui” continua la giovane dagli occhi verdi, con un sorriso genuino, prendendo gentilmente le mani della sua amica più cara. “devo confessarti che ho anche tanta paura..”

Gli occhi di Hud si addolciscono, notando quanto sia anche, infondo, fragile, la sua Rose. Così tenace e decisa all’esterno ma anche, irrimediabilmente vulnerabile.

“avanti su, non voglio vedere quella faccia appesa! La mia Rose è quella che prende a pugni l’armadio, non la ragazzina che ha paura, intesi?! Così ti voglio: forte e grintosa.”

Rose inarca un sopracciglio, poco convinta. “ma se poco prima sei impallidita quando ti ho detto dei guantoni..”

Cinque secondi di vergogna per Hud che arrossisce un po’. “ehi, ho detto grintosa non violenta!”

“la boxe non è sintomo di violenza!” ribatte lei, inarcando la fronte.

“beh ma se permetti mi aspettavo di trovarti incantevole e delicata nel tuo vestito da sposa.. “

“hi!- sospira la giovane, interrompendola.- è tardissimo è meglio che vada a cambiarmi prima che....”

“ROOOSEEEEE!” le urla di Emily fanno sobbalzare entrambe.

La donna spalanca la porta, agitatissima. “è arrivata la parrucchiera…. Ma, disgraziata, ancora così stai??????” urla, vedendo che la sposa è ancora in vestaglia.

Rose e Hud tirano un sospiro di sollievo, dopo lo spavento che hanno preso a causa di quell’irruzione. “questa mi ammazza prima..” sussurra Rose, guadagnandosi un sorriso da parte di Hud, sorriso che viene subito fulminato da Emily con un’occhiata piuttosto torva.

“volo!” esclama poi la giovane, ridendo, godendo intimamente nel vedere sua sorella così shockata da tutto quello che stava accadendo nella vita di tutti. Fa per uscire dalla stanza ma prima di varcarne la soglia si volta, verso l’amica. “ah, Hud.- sorride, sinceramente.- sei bellissima.” Conclude prima di sparire in bagno, sotto le urla isteriche di Emily che finalmente si è preparata e, come il resto della famiglia, aspetta impazientemente che la sposa si degni di fare la persona seria.

Rose persona seria?

Ok, almeno di provarci.

Hud ringrazia l’amica con un timido sorriso, diventando quasi contemporaneamente tutta rossa non appena si accorge dello sguardo indagatore di Emily, su di lei. “è vero.” Ribadisce la donna, ora più rilassata, dopo aver visto Rose riprendere le redini della sua  preparazione. “stai davvero benissimo”

In  effetti Hudson è davvero incantevole. Indossa un vestito rosa confetto dal taglio corto e delicato che le arriva quasi al ginocchio, è scollato un po’ a ‘V’e decorato da cuciture incastrate a piccole perline bianche che si richiamano al piccolo coprispalla fatto ‘ad uncinetto ‘, con la collana che è un paio di giri di perle bianche intorno al collo, con gli orecchini e con il braccialetto al polso, anch’essi di perle. Sono i recenti regali di Michael per il loro anniversario.

I capelli, ricci come sempre, sono però in parte appuntati con dei fermagli piccoli e a forma di perle che contribuiscono a donarle un effetto quasi antico, delicato e grazioso, come è sempre stata Hudson. “grazie.”risponde, timidamente.

In quel mentre si fa avanti anche Formy che, con un sguardo fin troppo teso ed agitato, sospira, guardando l’orologio. “tra meno di un’ora inizieranno ad arrivare i parenti..”  sussurra, sperando con tutto se stesso che Rose, per quell’ora fosse pronta.

Nella mente di tutti e tre balena un solo pensiero. Conoscendo Rose, ci vorrebbe un miracolo.

La nostra eroina si trova ora in bagno, ferma, diritta e ancora stretta nella sua vestaglia, intenta a contemplare il suo bellissimo vestito bianco, appeso alla stampella.

È illuminato dalla luce del sole estivo che filtra dalla finestra e sembra quasi splendere di luce propria.

Lentamente e accompagnando il gesto con un piccolo sospiro, lo sfiora lievemente.

I suoi occhi si riempiono impercettibilmente di lacrime.

Prima con Hudson, con Emily, con Formy e con chiunque altro ha fattola ragazza spavalda e sicura di sé. Si era lasciata andare con Hud ma era stato per un piccolo attimo. Come faceva a confessare a tutti quanto aveva paura??

Sospira e si siede lentamente sulla tazza del water, con le gambe incrociate e le braccia intorno alle spalle, proprio  come faceva quando era bambina.

Il suo sguardo si concentra di nuovo sul vestito. 

C’erano voluti mesi di lavoro extra e di spettacoli per poterselo permettere, ma, Cristo, ne valeva la pena.

È davvero stupendo. Così bello che una parte di lei lo indosserebbe subito. L’altra parte, però, la Rose fragile e insicura, ha paura, una paura matta al pensiero di metterlo addosso e di uscire da quella stanza.

Sono passati esattamente dieci mesi da quel giorno, al mare, quando Tom, con il suo solito sorriso da mascalzone, le aveva chiesto la cosa più bella, la cosa che ogni ragazza sogna di sentirsi dire dal proprio uomo. Le aveva chiesto di sposarlo. Quello era stato il giorno più bello della sua vita.

Dopo quel giorno aveva vissuto ogni attimo, ogni istante a contare i minuti che la separavano dal gran giorno,la giornata in cui lei sarebbe stata la donna più felice del mondo, sarebbe stata, finalmente, Rose .. Bishop.

E adesso che il giorno è arrivato, che fa, si fa prendere dalla paura??

Sospira, passandosi una mano sopra gli occhi.

Ripercorre, mentalmente, le fasi più belle e dolorose della storia con Tom, il loro incontro, i litigi, l’amore, le passeggiate. Il loro era stato sempre un amore odio, ora tendente all’estasi e alla felicità più assoluta, ora alla disperazione e all’odio più cieco. Non c’erano mai state mezze misure tra di loro, perché esattamente così erano loro due.

Come sarebbe stato il loro rapporto adesso, da moglie e marito? Come sarebbe stata la loro vita, condivisa totalmente sotto lo stesso tetto??

Al pensiero della loro casa un timido sorriso si dipinge sulle labbra delicate e sensuali della giovane. Ricorda benissimo quando Tom l’aveva portata a farle vedere una casa che aveva trovato per loro due. Erano entrati di soppiatto, quasi, senza fare rumore, mano nella mano. I suoi occhi verdi avevano scrutato le stanze che odoravano ancora di vernice e inondate dal sole che stava tramontando. Non era molto grande  ma loro due, trepidanti, l’avevano visitata lentamente, godendo del piacere di osservare ogni più piccolo dettaglio, dandosi tempo per stabilire se quella fosse realmente il posto in cui volevano passare il resto della loro vita. 

Alla fine l’avevano comprata e cambiata quasi totalmente.

Questa volta Rose non può fare a meno di scoppiare a ridere, ricordando, serenamente, le litigate per i mobili, per gli accessori, per la coperta del  letto matrimoniale, lei la voleva rosa antico, lui blu cobalto,  per i pavimenti e per ogni altra minima cosa. Litigare con Thomas era una delle cose che aveva sempre adorato fare. Amava confrontarsi con lui, lui che riusciva a tenerle testa e a controbatterla degnamente, lui che aveva imparato a destreggiarsi e a non farsi incantare dalla sua parlantina. Anche se, alla fine, Rose aveva quasi sempre ragione.

E naturalmente quel ‘quasi’ era ristretto ad una percentuale davvero minima.

Ripensa infine al giorno della sua laurea, meno di un mese fa, quando lui l’aveva portata con la sua bellissima moto nera in viaggio per tre giorni, nei dintorni di New York.

Tre giorni meravigliosi in cui altro non avevano fatto se non parlare del loro futuro, della vita che li attendeva adesso che Tom lavorava stabilmente presso l’ufficio del padre e lei, ballerina in carriera, aveva trovato una degna occupazione nel laboratorio  della ‘Biology lab’ di New York.

Sorride, lentamente. Come sono cambiati da quando si sono conosciuti.. quando si sono visti, per la prima volta, in quella biblioteca, lei non era niente di più di un’universitaria e lui niente di meno se non un furfante della peggior specie.

Era cresciuta con lui, lei lo aveva cambiato, è vero, e forse il cambiamento di Tom era quello più evidente, ma non il solo. Anche lei era cambiata, l’aveva cambiata lui, giorno per giorno, insegnandole a trasgredire le regole, qualche volta, a staccare il cervello, a dominare le proprie contraddizioni e ad essere la bellissima donna che era ora.

“ROOOOOSSSEEEE” due forti colpi sulla porta del bagno e l’apocalittico urlo che li segue fa sobbalzare la ragazza così tanto che per un attimo non rovina a terra a gambe all’aria.

“SI PUO’ SAPERE CHE DIAVOLO STAI FACENDO??” l’inimitabile voce di Emily si diffonde di nuovo per la casa.

Rose lascia passare qualche secondo, il tempo per farle ritornare il cuore ad un battito accettabile, poi mente, egregiamente “ehm… sono quasi pronta!”

“SBRIGATI!” è l’ultimo imperativo categorico.

Gli occhi verdi della giovane si focalizzano di nuovo sull’abito bianco.

Basta paure. Lei ama Tom. Ha sognato questo giorno tutta la vita. È ora di decidersi a viverlo.

Con un sorriso determinato e una nuova luce che le brilla negli occhi, la ballerina prende il grande vestito bianco dalla stampella ed inizia ad indossarlo.

Non vorrebbe ammetterlo ma trema leggermente mentre infila una alla volta le gambe, poi quando se lo fa passare sulla vita e infine quando lo allaccia sulla schiena (in maniera assolutamente autonoma, tanto ormai c’ha fatto il callo con i vestiti di danza).

Non riesce subito a dare un’occhiata allo specchio. Piuttosto, apre lentamente la porta e chiama, con un tono abbastanza deciso, la parrucchiera.

 

 

“e il viaggio di nozze?”

La voce allegra di Michael, seduto sulla sedia, con il mento appoggiato allo schienale di quest’ultima interrompe lo stato un po’ contemplativo del suo migliore amico che, davanti allo specchio, si sistemava nervosamente la cravatta. 

Tom sospira leggermene, teso e felice, e risponde, riprendendo la sua personalissima lotta con la cravatta. “in Europa. In Italia.”

Michael sorride. “questo lo so . intendevo: tutto pronto?”

Il biondo sospira, leggermente, lasciandosi sfuggire un sorriso di trasognante felicità. “a quanto pare. sì.”

Intanto, fuori dal bagno dove i due sono confinati ormai da diversi minuti, casa Bishop è in completa fibrillazione. Innanzitutto è splendente come uno specchio, merito innanzitutto della Peruviana che, incredula di aver davvero visto il maggiore di Nick, sposarsi, ha dato sfogo a tutte le sue abilità di donna domestica, aiutata anche dall’immancabile Grams, ma soprattutto, proprio da Nick in persona.

Il vecchio Bishop ha fatto addobbare la casa rompendola di bellissimi fiori bianchi e colorati, contravvenendo alla sua austera visione del mondo familiare. Ora la villetta è praticamente sommersa dalla crema di New York, cioè i personaggi più influenti della politica e dell’economia americana che, in virtù del loro rapporto con Nick, sono stati calorosamente invitati.

Parlano animatamente con il padrone di casa perché lo sposo, poco incline a certe compagnie, dopo un brevissimo saluto, si è rifugiato in bagno proprio con il migliore amico, giunto, diciamo , per dargli man forte.

Tom finisce finalmente di lottare contro la cravatta, dandogli un ultimo nervoso strattone e lasciandola andare così com’è, prima di sussurrare un nervosissimo. “dannazione!”

Michael ride di gusto, godendo dal vedere il fantomatico Tom, oltre che in giacca e cravatta – e questo già sarebbe da urlare al miracolo.- così nervoso e teso. “sai che ancora non ti ci vedo?” esclama, genuinamente, constatando che ormai erano le nove e mezzo passate.

Il bel mascalzone newyorkese si volta verso di lui dando finalmente le spalle allo specchio, sorridendo. “sai? Nemmeno io.”

“ah, beh, questo è  incoraggiante.” Rilancia, sarcasticamente.

“naa, non capisci.- inizia, con l’aria un po’ sognante.- nemmeno io mi ci vedo a fare il maritino perfetto che rientra a casa dal lavoro e che lei accoglie con un bacio sulla guancia..”

Mik scoppia  a ridere solo all’idea.

Diamine ma stiamo parlando di Thomas Bishop!!! Ci rendiamo conto che solo un anno e mezzo fa si tremava sentendolo nominare?

Ok, forse, conoscendolo  (e conoscendo la futura consorte) si tremerebbe tutt’ora ma..

“io non ho paura.” Continua fiduciosamente Tom, incrociando le braccia. “vivere con Rose per me sarà la cosa più bella di tutta la mia vita. È ovvio, faremo una vita un po’ sregolata ma.. io la amo. E amerò anche vivere con lei.”

questa volta il sorriso sarcastico del riccio lasciò il posto ad un’espressione volta in parte alla meraviglia, in parte all’ammirazione. Un anno e mezzo fa, nemmeno se avessero giurato sul cuore della madre, avrebbe creduto ad un cambiamento simile.

Un improvviso rumore di vetri rotti fa sobbalzare entrambi. Tom aggrotta la fronte, sospirando.

“Diana è un mito, riesce sempre a combinarne di tutti i colori!” esclama Michael, divertito.

“magari fosse Diana.- interviene l’altro.- vuoi scommettere che è stato Harry a buttar giù qualcosa?”

il castano spalanca gli occhi, un po’ incredulo.

Giusto per curiosità i due infrangono la loro tranquilla chiacchierata nel bagno e si dirigono in sala dove, precisamente, trovano un Harry che, in una mise così elegante da stonare in un ragazzo ribelle come lui, si scusa impacciatamene con il padrone di casa per aver gentilmente urtato contro il vaso cinese.

E la peruviana che,  digrignando i denti, raccoglie i cocci.

Tom non può non farsi sfuggire una risata. Risata che non coinvolge Nick che, come un calcolatore automatico, sta già pensando a quanti soldi ha perso con quello scherzetto.

“vecchio pazzo!” esclama lo sposo, dando una sonora botta sulle spalle all’amico. “ma tutte tu me le vai a combinare, eh?” Dawson e il tedesco, più composti ma comunque sempre con un certo che di ribelle, di diverso, di mascalzone, ridono con lui, accompagnando il tutto con un sonoro applauso.

Applauso che viene ripreso anche dai capostipiti della finanza, felicemente interrotti dalle loro noiosissime conversazioni sulla borsa.

“cazzo s’è tardi!” esclama improvvisamente Dawson, interrompendo l’atmosfera allegra che si era creata. Tom e Michael si voltano istintivamente verso di lui, curiosi e il ragazzo spiega agitatissimo. “devo andare a prendere Rose. le ho promesso che l’avrei accompagnata io in chiesa.”

Il solo nominare la sposa mette tutti, improvvisamente, in fibrillazione.

Tutti iniziano ad agitarsi impercettibilmente, chi va a chiamare il fotografo, chi il ristorante per accettarsi che sia tutto ok, chi, semplicemente, come Nick, si lamenta perché è tardi e dovrebbero iniziare ad avviarsi.

Tutti, tranne Tom.

Che, con un sorriso abbastanza disteso e fiducioso di sé, osserva con il capo leggermente inclinato di lato la confusione e l’eccitazione della sua famiglia. Perfino Diana è fuori di sé.

Per una volta, se non altro, fa qualcosa che rende tutti felici.

I suoi occhi si posano quasi d’istinto, su una fotografia di sua madre, incorniciata da una bellissima cornice argentea. Sorride.

Sì, sua madre sarebbe stata orgogliosa di lui.

 

 

“Rose.. sei un incanto.”

Sono parole semplici ma perfettamente esaustive e pronunciate da una come Adrienne che è per principio poco incline ai complimenti, sono davvero significative. Chi potrebbe darle torto?

Tutti, nessuno escluso, in quel momento, pensano che la nostra Rose sia la più bella sposa che abbiano mai visto in vita loro.

I capelli sono lasciati parzialmente sciolti, lisci e di quella tonalità di castano così particolare che da sempre aveva fatto invidia a più di una sua amica, le ricadono leggermente sulle spalle lasciate nude dal vestito bianco che le dona quell’alone quasi di sacralità, di purezza.

Il vestito è formato da un corpetto liscio e decorato con piccole perle incastonate, leggermente stretto e poi ricade svasato e con un leggero strascico. È scollato in modo tale da lasciare le spalle della sposa scoperte ma dotato un leggero coprispalla di velo che lascia trasparire la delicata pelle abbronzata della giovane. La gonna è lucida e di raso come il resto dell’abito ma abilmente decorata in più punti da pizzi e ricami e perfino con piccole perle bianche, incastonate come nel corpetto.

E per finire, il velo della sposa, delicatamente appoggiato alla piccola rosa bianca intrecciata nei capelli, un velo abbastanza lungo ma in contemporanea delicato. Il tutto, oltre che un vario senso di splendore, da anche una soft idea di armonia e semplicità e quella disarmante sensazione che Rose, nella sua semplice bellezza, sarebbe stata d’incanto anche con qualsiasi altra cosa addosso.

Perché la cosa più bella non è il vestito, né l’acconciatura.

Ma, come al solito, il sorriso.

Quel sorriso bello e sincero che riassume la felicità, l’emozione della ragazza davanti alla scelta più importante della sua intera vita.

Niente sarebbe stato come prima, lo sapeva.

E non vedeva l’ora di viverla, questa novità.

I presenti, vedendola uscire dal bagno, prorompono in un piccolo applauso, applauso che fa emozionare leggermente la ragazza la quale si accarezza istintivamente la collana che porta al collo. Emily sorride a quel gesto.

Quella è la collana di sua madre. L’aveva indossata Emily per il suo matrimonio, e ora la sta indossando Rose, per il proprio. Gli occhi della donna si inumidiscono di pianto pensando che, nel giorno delle sue nozze, erano presenti sia suo padre che sua madre. E ora non ci sono più.

Rose guarda la sorella, un lungo istante, estraniandosi dalla confusione di parenti ed amici, giunti per vedere in anteprima la sposa.

Non si parlano ma i loro occhi tradiscono i loro pensieri.

Anche Rose in quell’istante stava pensando a sua madre. E anche i suoi occhi verdi si fanno lucidi.

Quanto avrebbe voluto che sua madre fosse stata lì. Che le avesse gonfiato il vestito, sistemato il velo, voleva lei, prima, in bagno, quando era stata presa da un attacco di paura, voleva poter affondare la testa sul suo petto e fasi accarezzare i capelli da lei.

Si morde leggermente il labbro inferiore, senza nemmeno sentire il commento di disapprovazione della parrucchiera che l’ammonisce di non rovinarsi il trucco.

Lei adora Emily. Ma non è sua madre. Certo, sua sorella si era presa cura di lei in maniera mirabile, soprattutto l’anno successivo alla loro morte quando la giovane, abbandonata dai genitori e tradita dal suo primo uomo, aveva più che mai bisogno di qualcuno accanto. Ma non aveva mai saputo colmare quel vuoto grandissimo, quel vuoto che oggi si sentiva in maniera amplificata.

E amava Formy. Lo amava come ogni ragazza può amare il ragazzo della sorella. Ancora ricorda che era stato proprio lui a calmare Emily quando quest’ultima era voluta partire per andare a Parigi, a caccia di Rose e Tom. Mille e mille volte Formy l’aveva difesa contro la sorella, alleandosi implicitamente con lei. Ha un buonissimo rapporto con lui, è una persona splendida. .

E ha scelto proprio lui per farsi accompagnare all’altare.

Ma non c’è niente da fare. Avrebbe vissuto sempre domandandosi come sarebbe stato se invece di Formy, all’altare, l’avesse portata suo padre. Anche se quello è il giorno più bello della sua vita, sa già che vivrà chiedendosi come sarebbe stato, con i suoi genitori al fianco. 

Tutti i suoi pensieri sono interrotti da Susy che, aggiustandole un po’ il vestito, esclama, irritata. “ma dove diavolo è finito mio fratello?? Non vede che sono quasi le dieci!”

Gli occhi verdi di Rose sono sull’orologio, ora. Cazzo, è vero. Ehm, volevo dire, accidenti è vero.

Scorda sempre che deve cercare di non dire parolacce.

Il prete che ha fatto loro il corso per fidanzati le bastonerebbe le mani.

Le parole di Susy non cadono nel vuoto. Rose, infatti, si sente avvampare da un piccolo stato di irrequietudine che non passa certo inosservata ad Hudson che le mette una mano sulla spalla, per tranquillizzarla. “dai, su, vedrai che arriverà presto..”

“lo spero.- continua Adrienne, giunta lì accanto a lei, stretta in un tailleur grigio molto elegante – quell’incapace è bravo nel fare tardi. Non è alle dieci e mezzo la Messa??”

“appunto, le dieci e mezzo.” Aggiunge Hud, conciliante. “sono appena le dieci. E la sposa deve farsi attendere, no?”

“amore, amore della zia, vieni qua…” zia Wendy, la parente di Formy, si precipita sulla povera malcapitata, abbracciandola con foga. “tesoro, amore, pasticcino! Ma quanto sei bella, eh? Brava, tesoro della zia…”

Susy sospira, chiudendo gli occhi.

Adrienne incrocia le braccia, arricciando il naso. 

Hud nega con il capo mentre spia lo sguardo teso di Rose.

“quanto resisterà ancora?”si chiede quest’ultima, con un sospiro, piuttosto ironico.

“conoscendola sta resistendo fin troppo.- risponde Adrienne,poi rivolgendosi a Susy.- se tuo fratello non si sbriga ad arrivare temo che esploderà!” conclude, ridendo quasi, mentre vedeva  la sposa soffocata dai continui complimenti dei parenti e dalle foto del fotografo.

“non sarà il caso iniziare ad avviarci??” la voce di Formy si levò un istante sulle altre. “la chiesa non è proprio vicina e ormai sono quasi le dieci e un quarto..”

Cala uno strano silenzio e tutti gli sguardi si posano istintivamente su Susy che si fa leggermente rossa e si stringe ancora di più nel suo vestito color oro, sbarazzino ed esagerato, perfettamente lo specchio della donna che lo indossa. “ehm..” balbetta, un po’ in imbarazzo quando lo squillo del campanello  salva in calcio d’angolo la mora.

“questo sarà Dawson!” esclama ottimisticamente Emily correndo subito ad aprire.

In effetti è proprio lui, Dawson, elegantissimo nel suo smoking nero, da perfetto testimone dello sposo. “ah sia lode al cielo!” la donna, sulla porta, esulta in maniera del tutto garbata ma la sua occhiataccia – rimasta solamente tra lei e Dawson.- è eloquente riguardo il suo vero stato emotivo.

Altri cinque minuti e altro che cordialità…

“ehm.. buongiorno!” esclama lui, con un sorriso spontaneo e genuino, entrando nella conosciuta a abitazione che, quel giorno, sembra splendere di luce propria. Mai come la sposa, però, pensa, subito non appena i suoi occhi incontrano l’esile figura di Rose.

“Rose..” sussurra, facendosi vicino.

la ragazza gli butta, allegramente le braccia al collo, provocando, inconsapevolmente, con la sua vicinanza, un piccolo scompenso cardiaco al giovane.

“sei meravigliosa..” sussurra lui, un po’ impacciato.

“e tu terribilmente in ritardo.” Sorride, lei, tuttavia, senza malizia nella voce. “wow, come sei in tiro, ma sei lo sposo o il testimone numero due?”

“ah, magari! Quella vecchia volpe di Tom, spero sappia quello che sta facendo! È l’uomo più fortunato del globo!”

“ sì, va beh, Dawson abbiamo capito!- sbuffa, falsamente annoiata, Susy.- possiamo andare adesso o devi ribadire per l’ennesima volta quanto tu sia innamorato di lei?”

Hud dà una piccola gomitata all’amica “brava.- le sussurra.- ti eleggeranno come miss sensibilità!”

La mora rotea gli occhi. “è diventato patetico.”

“allora, ragazzi andiamo!” è Formy, di nuovo, a trascinare la collettività fuori dall’abitazione.

“zia zia!” Novaly galoppa sorridente verso la zia vestita di bianco, tirandole leggermente il vestito, per avere accesso alle sue braccia.

Rose si abbassa e la prende in braccio volentieri, stampandole un bacio tra i capelli. “zio Tom?” domanda genuinamente la bambina.

Rose sorride e i suoi occhi luccicano, quasi. “tra poco lo vedremo, Novaly. Tra poco.”

 

 

 

Michael guida elasticamente la bellissima auto nera di Tom, spiando, di tanto in tanto, con gli occhi, il suo migliore amico che, seduto accanto a lui, inizia a dare i primi evidenti segni di nervosismo.

Ride, leggermente, l’altro testimone dello sposo. “e tu eri quello calmissimo, eh?” lo prende in giro, alludendo alle risposte che Tom era solito dare ai suoi parenti quando facevano battute poco divertenti sul matrimonio, sulla vita di coppia.

Aveva sempre detto di essere tranquillo. E in effetti, era stato anche convincente, fino a un’oretta fa.

Se lo vedessero adesso..

Adesso è il ritratto della paura.

“piantala” risponde Tom, fissando il suo sguardo sul paesaggio che cambia continuamente, di fuori.

“dai Thomas.- è suo padre Nick a parlare, questa volta.- è normale avere paura.”

“io non ho paura.” Precisa il ragazzo con un certo che di stizza.

“no, te la stai solo facendo sotto.” Continua Michael lanciando uno sguardo d’intesa a Bishop senior.

“mi è sembrato di averti detto di smetterla o era una mia impressione?” finge di ipotizzare lo sposo, mentre si torce lentamente le mani. “ah, voglio una sigaretta” sbuffa, subito dopo.

“no, non sei nervoso.” Continua Michael, ridendo proprio questa volta.

“al diavolo, se sono nervoso!” esclama Tom, passandosi una mano tra i capelli. “sono nervoso, sono agitato e…”

“emozionato?” continua l’amico, tenendo gli occhi fissi sulla strada.

Il duro Tom avrebbe mai ammesso di essere emozionato?

I due amici si scambiano uno sguardo strano. Poi Tom lo distoglie e rotea gli occhi. “e emozionato,  lo ammetto. Allora, uno di voi due ha una sigaretta? Pa’, dammene una tu ce l’hai di sicuro.”

Nick ride, sotto i baffi. “vuoi cominciare così il tuo matrimonio? Non lo sai che Rose odia il fumo?”

Tom sospira. “Mick..”

“io non fumo.” Risponde Michael,svoltando.

“da ieri?” ipotizza, ironicamente.

“da un’ora .- risponde l’altro.- e mi accodo a tuo padre. Quella ti fa una scenata all’altare.”

Il trio immagina la scena e scoppia in una risata liberatoria.

“per carità meglio  di no.- continua Nick .- ero presente quando ti voleva assolutamente convincere ad andare a quel corso prematrimoniale..”

Tom ride, ricordando quegli episodi. “mamma mia, lasciamo perdere. Mik, non ti puoi immaginare..”

“ah, posso invece.- lo interrompe il riccio.- chissà quante volte vi ho visti litigare. Credimi, so di che cos’è capace Rose Sandecker.”

“diciamo che è persuasiva, via.” Conclude Nick, conciliante. “ed ha un bel carattere deciso. Di che ti lamenti, Tom, ti serve una donna che sappia tenerti testa.”

‘già’pensa Thomas, senza dire nient’altro. Lui adorava il carattere caparbio di Rose. Era la cosa che lo aveva colpito, sin da subito, in biblioteca. Oltre al suo bel viso, ovviamente.

Il tragitto verso la St Patrick’s Cathedral si rivela più breve di quanto avessero immaginato. L’auto arriva di fronte alla grande chiesa davanti alla quale si sono già radunati parenti, amici, colleghi sia della sposa che dello sposo che aspettano, trepidanti, l’arrivo di entrambi.

“ci siamo.” Sussurra Michael, con un sorriso, nonostante tutto, emozionato.

Tom ricambia lo sguardo, uno sguardo che sintetizza, da solo, tutte la trepidazione che prova in quel momento. Tutta l’emozione che sembra quasi soffocargli il fiato.

Parcheggiano lentamente e, come i il trio scende dall’alto ma, soprattutto, come Tom scende dall’auto, subito si alza un sincero applauso. Gli occhi azzurri del ragazzo viaggiano tra i presenti, riconoscendo tutti i suoi amici (eccetto Dawson, naturalmente), poi i parenti, i conoscenti. E poi ragazze che non ha mai visto, amiche di Rose probabilmente, e tutti gli altri parenti della sposa.

Ecco, un piccolo particolare: manca la sposa.

Lo nota non appena vede Emily, Formy e la piccola Novaly, proprio accanto alla porta d’entrata della bellissima cattedrale.

Michael, quasi intuisse i suoi pensieri, gli prende leggermente un braccio. “ehi, sono appena le dieci e trenta. Rilassati, ok? La sposa arriva sempre un po’ in ritardo.”

Gli occhi azzurri di Tom si posizionano sull’amico.

Sì, è vero, e poi Rose è la reincarnazione dell’idea platonica del ritardo.

Però, non sa bene il motivo, ma si sente comunque piuttosto inquieto.

 

 

 

La strada scorre veloce e tranquilla sotto gli occhi verdi di Rose che, al sedile posteriore dell’auto non fa che respirare irregolarmente, accompagnando il tutto con lunghi e tormentati sospiri.

“insomma vuoi calmarti?” la voce di Dawson gli giunge quasi di rimando. “devi sposarti, eh, non andare alla ghigliottina!”

“giusto!” interviene Susy, accanto al guidatore. “molto peggio il matrimonio.”

Questo strappa una risata a Rose, anche se quest’ultima sa bene che quella dell’amica è tutto fuorché una battuta.

“la tua è tutta invidia perché a te.- risponde Dawson con un sorrisetto divertito.- non ti si sposerà mai nessuno.”

“già, che consolazione, faremo gli zitelli insieme, ti va?”

Rose rotea gli occhi, pensando. * e ci risiamo..*

Infatti, di lì a pochi secondi, i due fratelli iniziano a litigare come al loro solito, lasciando la povera sposa, nel sedile posteriore di quell’auto bella ma un po’ stretta per il suo vestito voluminoso, ai suoi pensieri. Ah, lo sapeva che non doveva permettere a Susy d’accompagnarla!

Con lei avrebbe voluto Hud, in questo momento. Dio, quanto aveva paura.

Inizia a temere di non ricordare i passi del rito, di mettersi a piangere, di sbagliarsi, addirittura di cadere sui tacchi sul corridoio per arrivare all’altare. Effettivamente, casinara com’è, tutto questo sarebbe stato molto da lei, nessuno avrebbe potuto obbiettare niente.

Le sue riflessioni sono interrotte da un rumore piuttosto sinistro. “ehm, cos’era?” chiede, con un falso sorriso, al guidatore.

Dawson si gira verso la sorella. “Susy, smettila di scor..”

“sto parlando seriamente.- lo interrompe la sposa, con un tono piuttosto stizzito.- ho sentito un rumore che non mi è piaciuto per niente.”

“io non l’ ho sentito.” Risponde Susy, sbirciando la propria immagine sul vano per lo specchietto. “quest’imbecille avrà preso una buca, mica sa guidare ancora”

“no era qualcosa di ..” la giovane non finisce la frase che l’auto di Dawson inizia a strattonare leggermente, poi s’ingolfa e alla fine… si ferma, in mezzo ad una strada piuttosto deserta, di domenica mattina, alle dieci e trenta cinque.

Un unico sguardo di panico e terrore passa sul volto dei tre presenti.

“e adesso?” ha il coraggio di sussurrare Susy mentre i suoi occhi neri e angosciati si posizionano sul fratello accanto a sé.

Rose sente il cuore in una preoccupante brachicardia. L’auto si è fermata.

E lei deve sposarsi!!

Quasi indovinasse l’imminente esplosione di rabbia della sposa, Dawson apre immediatamente lo sportello, dicendo. “tranquille, sarà stato un contatto. Adesso ci penso io.”

Rose lancia uno sguardo supplicante all’amica, in un’implicita richiesta d’aiuto. “rilassati.- dice quest’ultima.- prima di iniziare a fare il ladro, mio fratello ha fatto una scuola tecnica, sa quello che fa.”

La giovane sgrana gli occhi. “sul serio tuo fratello è diplomato in..” inizia, con un moto di speranza.

“veramente.” inizia, la mora.

*ecco.- pensa Rose.- lo sapevo*

“veramente non è diplomato. Ha fatto due anni, poi ha smesso, sai, non era proprio un gran che, è stato sempre un imbecille nato.”

Tump.

Tump.

Tump.

Rose si mette una mano sul suo cuore che sta improvvisamente accelerando  e chiude gli occhi.

“ehm, ragazze!” la voce del guidatore interrompe quell’improvviso silenzio. “secondo voi le candele sono a destra o a sinistra? No, perché io..”

Susy stringe gli occhi, ben consapevole della reazione che avverrà tra non meno di qualche istante.

E infatti, puntuale.

“DAWSON!!!!!!”

 

 

 

Intanto nella St Patrick’s Cathedral si inizia a respirare un po’ di inquietudine.

Ci sono tutti, il sacerdote, la chiesa è addobbata in maniera assolutamente mirabile con fiori bianchi stupendi, ci sono i parenti, c’è il coro, i suonatori, ci sono gli amici… insomma tutto sarebbe pronto per il matrimonio.

Manca un piccolo dettaglio.

La sposa.

E uno dei testimoni dello sposo.

Il fatto sta facendo sorridere più di una signora e spettegolare più d’una tra le ragazzine presenti che subito iniziano a fantasticare su una possibile fuga d’amore tra i due. Divertente per tutti, tranne che per il diretto interessato, ovviamente, Tom. Egli si trova nell’abside, appoggiato alle sedie di legno rivestite di velluto rosso che si trovano proprio davanti all’altare, con le braccia incrociate e uno sguardo teso e nervoso dipinto in viso, l’espressione crucciata e gli occhi che si posano di tanto in tanto con crescente agitazione sul rolex d’oro le cui lancette vanno ora velocemente verso le undici.

“Tom.”è Nick a parlare adesso. “ma..”

“non lo so.” Taglia corto il figlio, facendosi di nuovo più nervoso.

Emily, forse la più agitata di tutti, sta tormentando il ventaglio grigio che aveva stretto in mano, usandolo alternativamente come antistress e come vero e proprio ventaglio,   per cercare di farsi un po’ d’aria perché, oltre al caldo, l’agitazione sta facendo sudare un po’ tutti quanti.

Già, ma sudare di freddo.

“è partita cinque minuti prima di noi.” Formy sta parlando con Nick, adesso, che, dopo il fallito tentativo con il figlio, sta cercando di racimolare informazioni di qua e di là. “la macchina la portava Dawson, ci è salita anche Susy e…”

“sai se facevano qualche via secondaria o…”

“no.” sospira l’uomo, iniziando a preoccuparsi. “no, niente vie secondarie.”

Tom osserva, un po’ preoccupatamene, il tappeto di velluto che percorre tutta la chiesa, quel tappeto che Rose avrebbe dovuto attraversare già da un’abbondante quarto d’ora.

Rose, dove sei..

 

 

“sei un’incapace!” è proprio Rose ad urlare, in questo momento, contro un’improbabilmente Dawson che, fingendosi meccanico, ha iniziato quasi a smontare la propria auto senza raccapezzarci niente se non le mani unte d’olio fino ai gomiti.

“ma guarda tu che situazione!- continua quest’ultima, scesa dall’auto.- io mi devo sposare, hai capito che mi devo sposare??”

“guarda che lo so, sono uno dei testimoni, te ne sei dimenticata???”

“dovevi portare a far vedere questo catorcio, la settimana scorsa, cretino definente, ce l’hai portato più?” interviene Susy, mani ai fianchi e sguardo da vipera.

“catorcio?? Questa macchina vale..”

“no, non ce l’hai portata, irresponsabile!” gli urla sopra la mora. “sei un idiota non cambierai mai, per colpa tua..”

Rose si passa una mano sugli occhi, estraniandosi dalle urla dei due fratelli.

Oddio, oddio, oddio.

Che può fare?

Sono fermi ormai quasi da mezz’ora, sotto il sole delle undici del mattino, ad un lato della strada, con il cofano della macchina aperto e nessun cellulare dietro per chiamare aiuto, per avvertire qualcuno che sono nella merda fino al collo, per esempio. Sospira. Si staranno chiedendo tutti che fine hanno fatto.

Magari tra poco iniziano ad andare via tutti. Magari tra poco Tom si arrabbierà e manderà a monte tutto.

Quel solo, lontano, ipotetico pensiero, la fa andare fuori di testa.

Sono dieci mesi che è tutto organizzato.

Non andrà a monte proprio niente. Lei vuole sposare Tom. E lo sposerà.

Senza badare alle chiacchiere inutili e patetiche dei due, Rose si sporge lentamente sulla strada, fino a mettersi al centro di essa, con un’aria caparbia ed impertinente. In lontananza di vede una moto ma la giovane sposa, a braccia conserte, non si sposta e rimane lì in mezzo. Dieci volte aveva provato a fare l’auto stop senza successo. Adesso, a costo di doversi sdraiare lunga sull’asfalto, farà fermare quella dannatissima moto.

“Rose.” la richiama Susy, improvvisamente accortasi di quello che stava accadendo. “che diavolo fai?”

“mi do da fare per non far saltare il mio matrimonio, ok?” è la risposta secca e nervosa di quest’ultima.

“curioso. Pensi che Tom a causa del ritardo si sia ammazzato, così ti vuoi far ammazzare anche tu per potervi sposare nell’aldilà?”

“voglio far fermare questa moto.” Sibila Rose vedendo la moto avvicinarsi di parecchie leghe.

Passano pochi secondi. Ora la moto è vicina.

Ed inizia a rallentare.

Alla fine si ferma, proprio a pochi metri da Rose. L’avrebbe evitata volentieri passando un istante sull’altra corsia se Dawson non fosse intervenuto, piazzandosi dall’altra parte della strada.

“signorina ma che diavolo sta facendo??” esclama l’uomo, un po’ anziano, incuriosito dal suo abito bianco. “se vuole suicidarsi ha scelto la persona sbagliata.. io sono un poliziotto in pensione!!”

Rose gli va incontro, con uno sguardo supplichevole. “ la prego mi presti la sua moto. Devo andare a sposarmi, non voglio uccidermi!”

L’anziano la guarda con un freddo distacco, posando poi lo sguardo sull’auto ferma e fumante, ad un lato della strada.

“ci aiuti.- interviene Dawson, apprensivo.- è un’emergenza, io sono il testimone.”

Il vecchio scuote la testa. “no, ragazzi. non se ne fa niente.”

 

 

Tom guarda l’orologio per l’ennesima volta.

Le undici e dieci.

 

 

“forse lei non ha capito.- il tono di Rose è serio e tesissimo.- io mi devo sposare. Lei mi deve dare assolutamente un passaggio alla St Patrick Cathedral, per favore..”

“se lui è il suo testimone, la moto servirà anche a lui.- esclama il vecchio guardando Dawson.- quindi vuol dire che dovrò prestarla completamente, rimanendo a piedi. Ho un cellulare, se vi chiamassi un taxi?”

“ah ma ha presente quanto ci metterebbe a venire??- esclama Dawson, quasi supplicante.- la mia amica si doveva sposare quasi un’ora fa.!”

L’uomo grugnisce, in risposta. “non se ne parla. Chi mi garantisce che non sia tutta una messa in scena per fregarmi la moto???”

“ha una garanzia.- continua Rose con uno sguardo diventato improvvisamente vivido e lucido.- lei ci presta la moto, io e il mio testimone andiamo in Chiesa. Ma le resta Susy, la mia amica.” Dice indicando la mora, restata leggermente in disparte fino a quel momento. “voi due chiamerete un taxi che vi porterà alla St Patrick Cathedral dove la mia amica potrà unirsi al mio matrimonio e lei, se vorrà, riprendersi subito la sua moto..”

Il vecchio aggrotta la fronte a quelle parole. “che vuol dire riprendersi subito?”

“se vuole può prendersela subito e partire. Altrimenti…- il tono di Rose si è fatto più profondo, ora.- è invitato al mio matrimonio. Signor..”

“August.”

“Signor August. Sarei lieta di averla tra i miei invitati e anche mio marito lo sarebbe, sa?”

L’uomo fa un colpo di tosse, capitolando, lentamente, sotto lo sguardo di lei. “e.. suo marito chi.. sarebbe?”

“mai sentito, To ehm.. Bishop?” preferisce sorvolare sul nome.

Infondo è pur sempre un poliziotto, anche se in pensione. E Tom e la giustizia…

il vecchio sgrana gli occhi. “Bishop….!?” In un misto tra acclamazione e stupore.

Rose inarca un sopracciglio. “allora..- voce sensuale e persuasiva.- non mi vuole proprio aiutare?”

L’uomo distoglie lo sguardo e borbotta, un po’ scocciato. “ e va bene, salga.”conclude scendendo dal mezzo.

Rose scoppia a ridere, abbracciando istintivamente l’anziana persona. “l’adoro, grazie!- esclama.- signor August, le sarò riconoscente a vita..”

Dawson fa per salire nel posto del guidatore ma la giovane sposa lo fulmina con lo sguardo. “non t’azzardare.- sibila, tra i denti.- guido io, mettiti dietro!”

Il ragazzo, un po’ titubante, obbedisce silenziosamente.

“non credo che arriveremo in cinque minuti.- sussurra poi, un po’ dispiaciuto.- a quest’ora in centro ci sarà un traffico da far paura.”

“ah Dawson.- risponde lei, con uno sguardo di sfida.- ti faccio vedere io come si fa lo slalom tra le auto in fila”

lui la guarda, decisamente perplesso, ma non ha il coraggio di dire niente. Assolutamente niente.

Rose sale, si mette il casco del vecchio e dopo aver ringraziato di nuovo l’uomo e dato un bacio a Susy, sfreccia via verso la St Patrick Cathedral.

 

 

“Tom, io credo che a questo punto dovremo chiamare la polizia.” La voce di Formy suona tesa e preoccupata, riecheggiando all’interno della grande cattedrale. “è evidente che è successo qualcosa…”

Il sacerdote abbassa lo sguardo e chiude il Vangelo, invece Tom lo tiene fisso sull’uomo, incredulo e disperato, che quello che doveva essere il giorno più bello della sua vita, si fosse trasformato in una tragedia.

Poi, l’impensabile.

“Tom”

l’avevano chiamato in centinaia, in quei minuti. Nella chiesa regnava ancora la più completa confusione eppure Tom ha sentito benissimo il suo nome, adesso, pronunciato da quella voce, quasi sussurrata, come un sospiro d’amore.

Si volta, lentamente e la vede.

Bellissima nel suo abito bianco, illuminata dal sole, un po’ trafelata ma sorridente, trasognante. Stupenda, come lo era sempre stata.

Il suo sorriso subito contagia anche il volto di Tom e l’espressione agitata di poco prima lascia lo spazio ad una di pura felicità. Un boato di stupore coinvolge tutta la chiesa, tutti, indistintamente, tirano un sospiro di sollievo, compreso il sacerdote che alza gli occhi al cielo, in un silenzioso ringraziamento divino.

Dietro di lei, spunta subito Dawson che, beccandosi le occhiatacce di tutti, si avvia velocemente verso il suo legittimo posto da testimone, accanto a Michael e di fronte ad Hudson e Emily, le testimoni di Rose.

Intanto gli occhi dei due promessi, seppur siano essi lontani, non si sono lasciati per un solo istante e il loro lungo sguardo viene interrotto solo da Adreinne che porge il bouquet di rose bianche alla giovane sposa. “tieni.- dice, sorridente.- è giunto il momento a quanto pare.”

Rose le sorride, teneramente, accogliendo il mazzolino tra le mani.

Tutta la chiesa prorompe in un applauso sincero e spontaneo, per questa cerimonia che sembrava dovesse affogare nello scandalo e invece, grazie a Dio, si sta risolvendo nel migliore dei modi. È proprio nel bel mezzo di quest’applauso che sopraggiunge anche Susy, naturalmente accompagnata dal vecchio August.

“se siamo finalmente tutti, possiamo iniziare?” esclama improvvisamente il sacerdote, un italiano, con fare allegro.

Rose ride, dal fondo della chiesa, annuendo. “io sto aspettando il mio accompagnatore..”

Formy, quasi fosse caduto dalle nuvole, subito si precipita da lei.

“ma che diavolo è successo?” le sussurra, appena arrivato. “siamo stati in pensiero.”

“mi dispiace.- risponde lei, piegando leggermente la testa di lato. – un piccolo imprevisto.”

Gli prende il braccio, con voga. “grazie.”

Formy aggrotta un po’ la fronte. “per che cosa?”

Gli occhi della giovane si fanno leggermente umidi. “non importa. Volevo solo dirtelo.”

Come avrebbe potuto sintetizzargli in due secondi il suo riconoscimento per tutto l’affetto che l’uomo aveva saputo darle in questi anni??

Lui aggrotta la fronte, ma sorride, contento.

Parte la musica.

Ma non la solita marcia nuziale.

Per le sue nozze Rose ha voluto ben altro.

Ha voluto la colonna sonora di Mission.

Tutta la gente radunata nella St Patrick’s Cathedral si volta lentamente verso la sposa che avanza piano per il lungo corridoio che separa l’entrata dal presbiterio, percorrendo le campate della chiesa senza fretta, godendosi i sorrisi degli invitati, scrutando con i suoi lucenti occhi verdi i suoi amici e conoscenti. Vede le sue amiche di danza, la severa Mary che pure sembra commossa, le compagne d’università, amiche, conoscenti e anche persone che mai nella vita avrebbe pensato di poter rivedere, ad esempio vede Sean che le sorride allegramente, percependo lo stupore nei suoi occhi.

Dall’altra parte ci sono finanzieri, bancari, ricconi mai visti in vita sua, poi ci sono gli amici di ‘bravata’ di Thomas, c’è Harry, il tedesco e naturalmente la famiglia del suo futuro marito, partendo dalla peruviana, a Grams, poi Diana che le lancia un bacino con la mano , quindi Nick che le sorride, orgoglioso. 

Poi ci sono i suoi parenti più stretti, le sue amiche più care partendo da Adrienne e Susy e quindi la sua famiglia, tra le quali spicca la piccola Novaly che già inizia a dare segni di stanchezza.

Sente Formy rallentare un po’ il passo.

I suoi occhi si soffermano un istante su quelli bonari del sacerdote quindi sui testimoni di lui, Dawson che poveraccio è ancora scioccato dalla sua guida a dir poco irresponsabile e Michael che le strizza l’occhio, complice. Quindi guarda Hudson, la sua amica di sempre, la persona più buona e razionale insieme che abbia mai conosciuto, e sua sorella Emily che ha già gli occhi lucidi di pianto.

Adesso sono arrivati.

L’altare è lì, davanti a lei, e davanti a lei c’è anche Tom, bellissimo nel suo abito nero da sposo, elegantissimo, stupendo come lo è sempre stato.

La fissa intensamente, e per un attimo Rose riesce quasi a percepire l’ irrequietudine che l’uomo aveva provato per il suo ritardo.

Formy si ferma, lentamente. Le dà un piccolo bacio sulla guancia, bacio che Rose ricambia con slancio quindi è proprio Tom a prenderle dolcemente la mano e ad attrarla verso di sé.

Hanno pochissimi secondi prima che inizi la cerimonia e il ragazzo li sfrutta a pieno. “sei incredibile.- le sussurra- arrivi tardi anche al tuo matrimonio..” ha un tono palesemente ironico anche se evidentemente emozionato.

Rose sorride. “mi toccherà litigare con il ristoratore. Sarà furioso.”

“puoi dirlo forte.- le stringe la mano più intensamente mentre i suoi occhi azzurrissimi si fanno un po’ lucidi.- ma non mi importa, che s’infuri quanto vuole. L’importante è che tu sia qui. Rose, ti amo.”

Rose si lascia sfuggire un piccolo gemito di contentezza. “ti amo, anch’io, Tom.”

La musica si interrompe ed inizia la cerimonia. Ma prima che tutto inizi il ragazzo non può fare a meno di sussurrarle, con voce quasi tremante. “sei meravigliosa.”

Rose sorride, un po’ maliziosamente, mimando con le labbra con ‘anche tu’ davvero sincero.

Thomas era sempre un bel ragazzo ma quel giorno sembrava davvero la personificazione della bellezza fatta uomo.

La cerimonia cristiana cattolica prosegue lentamente, con un tono quasi mistico e per tutto il tempo i due sposi non fanno altro che fissarsi, senza dire o pensare nulla, solo perdersi, semplicemente l’uno negli occhi dell’altra.

Arriva finalmente il momento che tutti aspettavano, il momento più bello di ogni matrimonio, quello che Rose aveva sognato fino allo sfinimento e quello in cui Tom aveva paura di dimenticare le parole.

Il sacerdote inizia, soavemente. “se quindi è dunque vostra intenzione unirvi in matrimonio, datevi la mano destra ed esprimete, davanti a Dio e alla sua Chiesa, il vostro consenso.”

Tom prende la mano della sposa, lentamente, sorridendo quando sente che la sua trema, lentamente, ma in maniera assolutamente percettibile. Poi, guardandola profondamente negli occhi, inizia con la voce ferma ma emozionata. “io Thomas Bishop accolgo te, Rose Sandecker, come mia sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti ed onorati per tutti i giorni della mia vita.”

Rose deglutisce, lentamente. Sente le lacrime premere improvvisamente sulla soglia degli occhi ma stringe forte le labbra e con un sorriso commosso riprende, dicendo. “io Rose Sandecker accolgo te, Tom… Thomas Bishop –si corregge, con un sorriso.- come mio sposo.  Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti ed onorati per tutti i giorni della mia vita.”

Vede Emily ed Hudson con la coda dell’occhio, iniziare a piangere.

Oddio, no, ragazze, se iniziate voi sarà una reazione a catena!

Si passa poi alla benedizione degli anelli, portati invece da Michael.

“Rose.- inizia lo sposo, prendendole la mano sinistra, con una dolcezza quasi sorprendente.- Rose, ricevi quest’anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.”

I piccolo anello d’oro s’infila elegantemente nel dito della giovane. Poi è Rose a prendere la mano del suo ragazzo. “Thomas, ricevi quest’anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.”

Per fortuna la formula finisce perché la voce di Rose rischiava d’incrinarsi velocemente verso il pianto.  I due ragazzi restano qualche istante ancora a fissarsi, poi i loro sguardi, anche se a malincuore, si dividono.

Poco dopo, la messa finalmente si conclude con l’applauso generale della comunità e con l’annuncio gioioso del prete che li dichiara finalmente ‘marito e moglie’.

Tom, come nei migliori film d’amore, le sorride e lei ricambia volentieri il suo sguardo trasognato, finché lui non le prende dolcemente il viso con la destra e le bacia dolcemente le labbra accompagnato da una bellissima canzone eseguita dal coro e dall’ennesimo applauso della comunità.

I due sposi, poi, finalmente, si dividono e i loro sguardi si posano un istante sulla gente che è stata silenziosa testimone del loro matrimonio, quindi tornano a guardarsi, incantati l’uno dall’altra, quasi non si rendessero davvero conto  che quella sia la realtà.

I dubbi, le paure, tutto sembra così lontano, piccolo, insignificante.

Ci sono solo loro due, adesso. E la vita che vivranno insieme.

“non posso quasi credere che tu sia mia.” Le confida Tom, stringendole forte la mano dove brilla la fede nuziale.

“credici.- risponde Rose, ridendo.- perché ormai è fatta!” e gli stringe l’occhiolino, con la sua consueta ironia ed allegria.

I due si abbracciano, ridendo, e poi, dopo il riso, e il lancio del bouquet (preso da Hud, tra l’altro), dopo il pranzo e gli scherzi, dopo i festeggiamenti e le risate, i due partono, felici, verso il viaggio più bello della loro vita,verso l’Europa, verso l’Italia.

Felici, spensierati, innamorati.

Completi, finalmente. Lei in lui ha trovato finalmente il suo punto di riferimento, l’amante, l’amore, l’uomo che l’ha fatta crescere come donna e come persona, l’ha fatta maturare, l’ha fatta diventare quello che è. E lui, in Rose, la sua allegria, la sua delicatezza che lo hanno portato ad aprire gli occhi, a capire la vita.

Il loro amore ha salvato entrambi, come una piccola boa disseminata nell’oceano della vita, ecco, quella era il loro amore, piccolo, se vogliamo, di fronte a tutto quello che può accadere nel mondo, ma essenziale, fondamentale. Perché, senza di esso, non si sopravvive al mondo.

È come un’ebbrezza, un’estasi, un profumo inebriante e delicato al tempo stesso, sensuale e dolce. Ecco, forse proprio come questo.

Un  buonissimo profumo di Menta.

 

 

 

 

 

 

FINE

 

 

 

 

Diomache.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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