When the Angels fall

di FairyCleo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo arrivo a Mystic Falls ***
Capitolo 2: *** Il presentimento di Bonnie ***
Capitolo 3: *** Novità ***
Capitolo 4: *** Una strana coppia ***
Capitolo 5: *** Segreti svelati e misteri celati ***
Capitolo 6: *** Questione di sangue ***
Capitolo 7: *** Strenezze e gelosie ***
Capitolo 8: *** Luna piena ***
Capitolo 9: *** Dame e cavalieri ***
Capitolo 10: *** La gara di ballo ***
Capitolo 11: *** Voci dal passato ***
Capitolo 12: *** La cugina venuta dall'Italia ***
Capitolo 13: *** Per una notte d'amore ***
Capitolo 14: *** Una morte tinta di rosso ***
Capitolo 15: *** "Io sono qui" ***
Capitolo 16: *** Fiducia ***
Capitolo 17: *** Una vecchia foto ***
Capitolo 18: *** Tutta colpa di un morso ***
Capitolo 19: *** Non si può cambiare il destino ***
Capitolo 20: *** Per sempre ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Un nuovo arrivo a Mystic Falls ***


 

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, ma sono frutto dell'immaginazione di Lisa J. Smith. Se fossero stati miei, Damon sarebbe stato l'unico vampiro in circolazione.

Un nuovo arrivo a Mystic Falls

Era una tiepida giornata primaverile a Mystic Falls.
Il cielo era limpido e gli alberi erano in fiore. Un leggero venticello portava con se l'odore della bella stagione, dando conforto a chiunque, soprattutto a chi se ne stava affacciato dalla finestra della propria camera da letto.

Stefan Salvatore aveva appena trascorso la notte con la ragazza che amava ma, nonostante tutto, continuava a tormentarsi per tutto quello che stava accadendo.
Katherine era stata finalmente rinchiusa nel luogo dove avrebbe dovuto trovarsi da 145 anni, e la sua dolce Elena e tutti i suoi cari finalmente erano al sicuro, ma qualcosa, o meglio, qualcuno, non gli permetteva di prendere pace. Questo qualcuno rispondeva al nome di Damon.
Suo fratello, Damon Salvatore, era follemente innamorato di Elena.
Anche se continuava a negarlo, era ovvio che provasse qualcosa di molto profondo per lei.
Quando Damon si trovava con Elena era un ragazzo diverso, un ragazzo più umano, per quanto potesse essere possibile una cosa simile per un vampiro.
Stefan sapeva di non doversi preoccupare di lei. Elena non era Katherine, ma sentiva ugualmente la competizione con suo fratello.
Temeva che Damon potesse amarla più di lui, e questo pensiero lo faceva impazzire.
Gli aveva fatto un discorso molto puntale su quest’ultimo punto, e Damon sembrava aver recepito il messaggio, ma vederlo tormentarsi per un amore impossibile faceva sentire in colpa il minore dei fratelli Salvatore.
Dopotutto, era la seconda volta che si innamoravano della stessa ragazza e i sentimenti di Damon non erano ricambiati. Non riteneva giusto che suo fratello continuasse a soffrire per causa sua, anche se sapeva benissimo di non avere colpe dirette.

"Che cosa c'è, Stefan?".
Elena si era appena destata dal proprio sonno e, nonostante avesse i capelli tutti arruffati e gli occhi un po' gonfi, era a dir poco meravigliosa.
Ogni volta che il vampiro la guardava il fiato gli veniva a mancare. Era sì il doppelganger di Katerina Petrova, ma era il suo esatto contrario. Egoismo era una parola che Elena Gilbert non conosceva. Così come non conosceva il significato delle parole intrigo, cattiveria e brama.

"Lo sai che sei bellissima appena sveglia?".
I due si erano sorrisi teneramente, e lui si era seduto sul letto per darle un casto bacio sulle labbra.
"E tu sei meraviglioso...".
Stefan era rapito dalla bella bruna. Non poteva desiderare di meglio.

"Ora, vuoi dirmi cos'è che ti turba?".
Le aveva rivolto un sorriso mesto.
"Stefan... lo sai che puoi parlarmi di qualunque cosa... io ti amo... di me ti puoi fidare".
Il ragazzo si era sdraiato sul letto e l'aveva stretta a sé.
"Anche io ti amo, Elena".
Lei arrossiva sempre quando sentiva pronunciare quelle parole. Stefan era tutto ciò che poteva desiderare. Non lo avrebbe tradito per nessuna ragione al mondo.

Una lunga pausa aveva intervallato il prologo di Stefan dal resto della storia, permettendo ad Elena di comprendere esattamente le preoccupazioni del suo ragazzo- vampiro.
"E' per Damon, non è così?".
Stefan l'aveva stretta ancora di più.
"E' che, la storia sembra ripetersi, e per quanto tutto sia completamente diverso da quello accaduto con Katherine, non posso permettere che lui soffra ancora, Elena. Non posso pensare ad un altro secolo e mezzo di sofferenze. Per quanto sia un maniaco psicotico, resta sempre mio fratello".

Elena si era seduta sul letto, guardandolo dritto negli occhi.
"Non accadrà la stessa cosa. Te l'ho detto Stefan: io amo te. Sei tu, e sarai sempre tu".
"Non è di te che ho timore, Elena. Io ho timore di lui".

                                                                                     *


Damon Salvatore si trovava al piano di sotto della propria casa di famiglia, sprofondato nel divano situato accanto al camino.
Aveva trascorso gran parte della notte al Grill a bere, e aveva deciso di rincasare proprio nel momento in cui Elena e il suo adorato fratellino si stavano scambiando "tenere effusioni".
Ci voleva veramente fortuna per trovarsi al posto giusto (nonostante fosse casa sua) nel momento sbagliato. E aver continuato ad affogare i dispiaceri nell'alcol per tutto il resto della nottata non lo aveva aiutato affatto.

Si sentiva un perfetto idiota. Rifiutato per ben due volte dalla stessa donna. O quasi.
La prima volta perché troppo gentile ed educato, la seconda volta perché troppo audace e tenebroso.
Stava ridendo per non scoppiare a piangere. Non era da lui versare lacrime. Non più, a quel punto. Era un duro, e i duri non piangono mai.
Ormai aveva dato fondo a tutte le riserve di liquori che aveva in casa. Doveva uscire a comprarne dell'altro se non voleva che la sbornia passasse troppo presto. E no, lui non lo voleva affatto.

"Dai Stefan! Sbrigati! O faremo tardi!".

La voce felice di Elena lo aveva fatto sussultare. Stava arrivando, e farsi vedere in quello stato da lei era aberrante, ma non aveva la forza di sollevarsi dal divano.
 Forse, l’avrebbe fatto se avesse previsto di vederli arrivare in salotto mano nella mano.

"Non ho intenzione di prendere una not… Buongiorno Damon".
Elena era stata piuttosto fredda nel salutarlo, e Damon si era accorto che aveva stretto ancora più saldamente la mano di Stefan.
Se il tenebroso Vampiro avesse avuto un cuore, esso sarebbe andato in frantumi in quel preciso istante.
"Noi andiamo a scuola... ci vediamo più tardi" - così dicendo, Stefan si era diretto verso la porta, trascinato da Elena che non vedeva l'ora di allontanarsi il più possibile da Damon.
Ma, un istante prima di varcare la soglia e uscire da casa, si era girato verso il fratello, lanciandogli uno sguardo carico di preoccupazione.
Damon non gli aveva rivolto neanche una parola.

                                                                                           *

"Credimi Caroline, non ne posso davvero più! Non so come faccia, ma sta rovinando tutto! Stefan è sempre nervoso, e si muove come un gatto quando è in casa con me e c'è anche Damon! Quanto lo detesto!".
Elena aveva pronunciato tutto d'un fiato.
L’amica la stava guardando con un misto fra disgusto ed ironia.
"Oh Caroline… Pensi che Stefan stia esagerando?".
"E’ ovvio che stia esagerando! Io capisco che sia in pena per il fratello, ma non credo che se lo meriti. Ok, vi ha aiutato a rinchiudere Katherine nella cripta, anzi, lo ha praticamente fatto da solo, ma questo non sconta tutte le cose terribili che ha fatto fin ora!".
La ragazza non sembrava convinta.
"Elena, finalmente puoi stare tranquilla dopo tanto tempo. Non devi preoccuparti né di Katherine, né di pietre di luna, né di altre streghe, quindi ti prego, non lasciare che una stupida cottarella di un idiota montato come Damon Salvatore ti mandi nel pallone, ok?".
“Va bene... ci proverò… ma non ti garantisco di uscirne vincitrice".
La ragazza di colore l’aveva abbracciata, facendole così capire che per lei ci sarebbe stata per sempre. Era la sua migliore amica, non l’avrebbe abbandonata per niente al mondo.
"Andiamo ora, o arriveremo tardi all'appuntamento con Bonnie".

Le due ragazze si stavano dirigendo verso l'auto di Caroline, quando si erano bloccate di colpo: gli era parso che qualcuno le stesse chiamando.

"Ehi voi! Ragazze! Scusate!".

Girandosi, si erano rese conto che qualcuno si era rivolta proprio a loro.
Si trattava di una ragazza piuttosto carina: aveva lunghi capelli castano chiaro arricciati sulle punte, un viso rotondo e roseo e un fisico snello e tonico, anche se non era molto alta. La cosa che aveva attirava di più la loro attenzione, però, erano i suoi grandi e luminosi occhi nocciola.
"Credo che ad una di voi sia caduto questo" - così dicendo, aveva mostrato alle due ragazze il portafogli di pelle nera che aveva in mano.
"Ma questo è mio! Grazie infinite!" - Elena aveva ripreso il proprio oggetto, riconoscente, ma un po' incredula - "Come ho fatto a non accorgermi di averlo perso? Dove ho la testa?! Grazie mille!".
La ragazza continuava a sorridere, leggermente imbarazzata.
"Figurati! Mi sono accorta che ti era caduto e restituirtelo era il minimo che potessi fare!".
"Grazie ancora! Ma lascia che mi sdebiti! Io e Caroline stiamo andando a mangiare qualcosa in un posto qui vicino! Vieni con noi, ti prego! Almeno così ho la coscienza a posto!".
La ragazza continuava a sorriderle, mostrando i suoi denti perfetti e bianchissimi.
"Non vorrei approfittarne....".
"Insisto! E comunque piacere! Io sono Elena Gilbert!".
"Ed io sono Caroline Forbes!".
"Piacere di conoscervi ragazze: mi chiamo Nicole Lockwood!".

                                                                                          *

"E' così tu sei la cugina di Tayler!".
Elena e Caroline erano piuttosto sorprese di aver appreso che quella ragazza fosse imparentate con i Lockwood. A dir la verità, erano anche un po' preoccupate, visto che essendo una Lockwood, sarebbe potuta essere un potenziale lupo mannaro. Ma non era di certo quello il momento per aprire una simile conversazione.
"Proprio così!".
Nicole si era rivelata una persona molto gentile e simpatica, nonché dotata di un grande appetito. Nonostante il suo fisico da atleta, aveva già divorato due panini e una porzione doppia di patatine fritte, al contrario delle ragazze sedute accanto a lei che avevano preso una misera insalata.
"Scusate ragazze… So di non star facendo un'ottima impressione, ma sono arrivata sta mattina presto e sono venuta a scuola senza fare colazione. Se avessi aspettato ancora un po' sarei svenuta! Ora sto decisamente meglio!".

Le due ragazze le stavano sorridendo, divertite.
Nella conversazione avuta durante il tragitto scuola-Grill, Nicole aveva detto loro di avere diciotto anni e di essersi trasferita a Mystic Falls da suo cugino perché i suoi genitori erano sempre in giro per lavoro e non le andava di rimanere a casa sola.
Non era una cugina diretta di Tyler: sua nonna era cugina della nonna paterna del loro amico.
"Spero che ti piacerà stare qui a Mystic Falls!".
"Se tutti qui sono disponibili e affettuosi come voi sono sicura che sarà una permanenza indimenticabile! Sapete, non pensavo di fare conoscenze così in fretta. E devo ammettere che sono stata proprio fortunata!".

Un minuto dopo, una ragazza di colore bellissimo aveva fatto capolino al loro tavolo.
"Alla buon ora!" – aveva esclamato Caroline, leggermente stizzita.
"Scusatemi tanto ragazze! Ma sono dovuta passare da casa e... Ma che maleducata, scusami… Piacere! Io sono Bonnie Bennet!".
"Nicole Lockwood! Piacere mio!".
Ma, proprio nell'attimo in cui le mani delle due ragazze si erano sfiorate, il sorriso dal viso di Bonnie si era incrinato: era evidente che avesse visto qualcosa di strano, e Nicole sembrava essersene accorta, solo che non poteva sapere quali fossero le doti nascoste della persona che aveva appena conosciuto.
"Tutto ok, Bonnie?".
La ragazza aveva atteso qualche secondo di troppo prima di risponderle.
"Sì...sì, va tutto bene".

Elena non era stupida o superficiale. Capiva troppo bene quando qualcosa non andasse, e si era affrettata nel chiedere a Bonnie di accompagnarla in bagno. Doveva sapere immediatamente cosa avesse visto la sua amica dotata di poteri magici.

Mentre le due amiche si dirigevano verso il bagno, uno splendido ragazzo con i capelli neri e gli occhi color del ghiaccio aveva fatto il suo ingresso nel locale.
Nicole non aveva potuto fare a meno di notarlo.  

                                                                                                    

"Ah-ah, Nicole! Non ti conviene! Quella è una zona minata!".
Caroline si era accorta subito dello sguardo ammirato che la ragazza aveva rivolto al maggiore dei Salvatore.
Era bello, sì, ma era uno stronzo, e lei non sarebbe diventata la sua cena.
"Lo conosci?".
"Sì, e non ti consiglio di fare la stessa esperienza: Damon Salvatore è un bastardo".
Damon.
Ora sapeva quale fosse il suo nome.

Il destino aveva voluto che lui si girasse proprio verso il suo tavolo, e che per un attimo i loro sguardi si incrociassero.
Lui sembrava essere rimasto completamente indifferente all'accaduto. Doveva essere abituato a sorprendere delle ragazze mentre lo fissavano.
Lei, invece, era rimasta fuori dal tempo per un istante forse troppo lungo. Eppure, non riusciva a capacitarsi di una cosa stranissima: le sembrava di averlo già conosciuto.

Continua…
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Salve a tutti!
Questa è la prima storia che scrivo su The Vampire Diaries, nonché la mia prima Het! Spero che vi piaccia, e che rimaniate con me fino alla fine!
Cleo

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Capitolo 2
*** Il presentimento di Bonnie ***


Il presentimento di Bonnie


"Sei sicura di quello che mi stai dicendo di aver visto, Bonnie?".
Per quanto volesse convincersi del contrario, Elena si era resa conto che la sua migliore amica fosse diventata improvvisamente la preoccupazione fatta persona.
"Sono sicura".
E se Bonnie diceva di essere sicura, era vero di sicuro.
"Nella mia visione, Nicole era sdraiata in un letto d'ospedale, intubata, e tu la stavi vegliando".
"Mio Dio... E’ terribile".

Tra le due era sceso un silenzio tombale, interrotto solo dai rumori provenienti dalla sala principale del locale.

"Dobbiamo fare qualcosa, Bonnie. So che non dovrei sentirmi responsabile anche per lei, ma non posso farne a meno. La conosco da pochissimo, ma mi infonde serenità e sicurezza. Sento che potrebbe essere un'ottima amica. Non voglio che le succeda qualcosa”.
Bonnie le stava sorridendo con mestizia.
"Ti sembrerà assurdo, ma ho avuto anche io la stessa sensazione".

"Allora” – aveva poi proseguito – “Chiederai a Stefan e al simpaticissimo Damon di tenerla d'occhio?".
"Dirlo a Stefan equivale a dirlo a Damon, quindi non vedo molte alternative. Magari questa storia riuscirà a tenerlo occupato per un po'!".
"Ti sta ancora addosso?".
Elena aveva risposto all'amica con una semplice alzata di spalle.

"Torniamo in sala adesso. Altrimenti Caroline ci darà per disperse!".
 

*


Appena aveva messo piede fuori dal bagno, la strega si era accorta immediatamente della presenza di Damon nel locale.
"Guarda un po' chi c'è lì al bancone, Elena".
Damon stava guardando proprio nella loro direzione.
"Non mi va di parlargli adesso, Bonnie. Raggiungiamo le altre e usciamo il più presto possibile da questo posto".
Damon continuava a guardarle, anzi, a guardarla, per quanto stesse cercando di trattenersi. Era più forte di lui: Elena lo attirava come una calamita. Era bellissima, così diversa e così simile a Katherine. Proprio come lei, era bella e impossibile.

Lei e Bonnie si erano sedute al tavolo dove si trovavano Caroline e quella ragazza dai capelli castani che poco prima lo aveva fissato.
Non l'aveva mia vista in loro compagnia, anzi, non credeva di averla proprio mai vista.
Almeno, aveva la scusa adatta per avvicinarsi al tavolo di Elena.
Stava per mettere in atto il suo piano, quando Tyler Lockwood lo aveva preceduto, sedendosi proprio accanto alla ragazza dai capelli castani, stringendola in un forte abbraccio.

*


"Finalmente ti ho trovata Nicky! Si può sapere dove ti eri cacciata??".

Tyler era al settimo cielo: la presenza di sua cugina evidentemente gli aveva fatto bene, considerando il fatto che da poco aveva scoperto di essere un lupo mannaro e che tra qualche giorno ci sarebbe stata la sua prima luna piena.

"Oh, ti prego! Non chiamarmi Nicky! Sai che lo detesto!".
"D'accordo, Nicoletta!".
A quel punto, la ragazza gli aveva dato un piccolo pugno sulla spalla destra. Tenere la bocca chiusa no, eh?

"Nicoletta?" - Caroline, Bonnie ed Elena avevano pronunciato quel nome all'unisono e con la stessa intonazione.
"Ebbene sì! Nicoletta è il vero nome della mia cuginetta".
"E' un nome italiano?" - Bonnie non ne era sicura, ma tentare non poteva di certo nuocere.
"Sì... era il nome di una mia antenata... lei era italiana...".

"Ho sentito bene? Sei di origini italiane?".
Damon Salvatore aveva fatto la sua entrata d'effetto nella conversazione del gruppo in cui non era propriamente gradito.
Osservava Nicole dritto negli occhi con l’intento di ammaliarla o chissà cosa volesse fare la sua mente malata, ma la ragazza non aveva fatto una piega.Stava sostenendo il suo sguardo con fermezza, senza farsi intimidire dallo charme del maggiore dei fratelli Salvatore.

"Sì, Damon. E' di origini italiane. Ora, si può sapere che cosa vuoi? Nessuno stava parlando con te".

Tyler Lockwood non era mai riuscito a digerire Damon, ma ultimamente la sua presenza gli dava particolarmente fastidio. Aveva proprio un odore sgradevole che lo irritava terribilmente.
Lo avrebbe volentieri preso a pugni, ma non gli sembrava né il luogo né il momento adatto.

"Ehi! Ehi! Calmati amico! Non volevo mica mandarti in escandescenza!".
Damon era riuscito ad attirare su di sé l'attenzione, come al solito. Elena cominciava ad irritarsi su serio per quella situazione.

"Basta voi due".
Nicole aveva rivolto il proprio monito principalmente a suo cugino: lo ringraziava per l'atto di cavalleria, ma non le sembrava il caso di spingersi oltre, anche perché Damon non le dispiaceva, e non le sembrava che avesse fatto qualcosa di male.

Lui continuava a guardarla. Ora che erano così vicini, non poteva aver fatto a meno di notare quanto fosse carina. La cosa che gli piaceva più di lei erano quei meravigliosi occhi nocciola decorati da pagliuzze dorate.
Sì... era davvero deliziosa... e doveva esserlo in tutti i sensi.
Stava sviluppando il pensiero malsano (come lo avrebbe di certo definito il suo caro fratellino) di ' assaggiarla '.
Doveva avere un sapore celestiale.
Caroline lo stava fissando con aria minacciosa: era certo che la neo-vampira avesse intuito il suo desiderio verso la ragazza, e sembrava pronta ad ostacolarlo in ogni modo. Nobile. Davvero molto, molto nobile.
"Credo che dovremmo andare".
Nicole si era alzata in piedi di scatto e si era infilata la giacca di pelle color testa di moro prima di prendere la sua borsa e sistemarla sulla spalla.
"Sì, lo penso anche io" – aveva detto Tyler, mentre continuava a sostenere lo sguardo di Damon.

"Ragazze, vi ringrazio tantissimo. Siete state tutte meravigliose con me oggi. Elena, sei stata gentilissima ad offrirmi il pranzo. Spero davvero di vedervi domani a scuola, e di poter passare dell'altro tempo insieme a voi. Buona giornata ragazze!".
Così dicendo, aveva preso suo cugino sotto braccio e, prima di uscire, aveva rivolto a Damon uno sguardo a dir  poco indecifrabile.

Elena, Bonnie e Caroline sembravano diventate un’inca mente pensante. Tutte e tre avevano evidentemente tentato di polverizzarlo con il potere del loro sguardo.
"Ehi! Che cosa ho fatto??".
"Sta zitto Damon!” – l’aveva intimidito Bonnie –“E siediti! Abbiamo delle cose da dirti".

*


Elena aveva accettato di farsi accompagnare da Damon a casa di quest' ultimo, ma solo per parlare con Stefan.
Bonnie gli aveva raccontato i propri timori, ed era arrivato il momento di rendere partecipe anche il minore dei Salvatore.
"Ma come fai a fare sempre la cosa sbagliata?".
Elena gli aveva fatto quella domanda all'improvviso, e lui aveva fatto finta di non capire.
"Ma se cercavo solo di essere cordiale!".
"Sì, certo! Come no!".
"Oh, andiamo, Elena!".
Lei non si era neanche presa la briga di rispondergli, o avrebbe provato a strangolarlo, nonostante sapesse che non avrebbe potuto fargli neanche un graffio.
Finalmente erano arrivati a casa.
Non vedeva l'ora di baciare Stefan e lasciarsi stringere forte dalle sue possenti braccia. Ne aveva proprio bisogno.
Era scesa dall'auto e si era precipitata in casa a gran velocità, trovandolo in salotto, davanti al camino, intento a leggere un buon libro.
"Stefan!".
"Elena!".
Lui l'aveva presa in braccio, baciandola con passione. Non si vedevano da poche ore, ma ad entrambi sembrava sempre che il tempo passato da soli fosse troppo.

Damon non riusciva a sopportare una simile vista senza l'aiuto dell'alcol. Per fortuna, aveva fatto scorta quella mattina.

"Cercate di smetterla, piccioncini. Non ci sono delle cose che dobbiamo raccontare a Stefan, Elena?".

*


"Quel Damon Salvatore è insopportabile! Gli romperei volentieri la faccia!".
Tyler e Nicole erano arrivati a casa, e lui stava aiutando sua cugina a sistemare le proprie cose nell'armadio.
"Su, Tyler... sai bene che la violenza non porta mai a niente di buono!".
"Tu sei troppo buona, cuginetta mia... ". - e si era avvicinato a lei per abbracciarla.
Adorava Nicole. Da bambini trascorrevano sempre le vacanze estive insieme. Erano inseparabili.
Combinavano sempre un sacco di guai, inventando sempre centinaia di modi nuovi per far perdere le staffe ai loro genitori. Crescendo, purtroppo, si erano allontanati, ma non avevano mai smesso di andare d'accordo e di volersi bene.
A Tyler sembrava un sogno che lei fosse andata a vivere a casa sua, ed era deciso a recuperare il tempo perso.
"Sai, quelle ragazze sono davvero meravigliose! Non pensavo di fare amicizia così in fretta!".
"Non potevi incontrare persone migliori di loro".
Nicole stava sorridendo, finalmente felice di avere delle amiche.
"Ora, facciamo in fretta a sistemare questa roba! Così ti porto a fare un giro in centro! Mystic Falls non sarà una grande metropoli, ma posso assicurarti che ci sono dei negozietti niente male!".
"Non vedo l'ora!".

*


"Bonnie ne è sicura, Elena?".
"Si è mai sbagliata, fino ad ora?".
Stefan doveva ammettere che la sua ragazza avesse ragione.
"Può anche essere che ci abbia visto giusto." - Damon stava continuando a servirsi da bere - "Ma non vedo perché dovrebbe essere un problema nostro!".

Stefan non aveva avuto alcun dubbio: sapeva che suo fratello sarebbe stato particolarmente acido nel dare una risposta.

"Il grande cavaliere Damon Salvatore è entrato in azione!".
"Spiritosa... Andiamo Elena, non la conosci nemmeno...".
"Neanche Stefan mi conosceva, Damon. Eppure non ha esitato un attimo quando ha visto l'auto dei miei sprofondare. E' grazie a lui se sono qui con voi, adesso".

Aveva pronunciato quella frase con una fermezza nella voce che sembrava quasi non appartenerle.
Damon sembrava essersi pentito di quello che aveva appena detto, anche se cercava di fare qualunque cosa per non darlo a vedere.
I due fidanzati attendevano che si pronunciasse.

"Oh! E va bene! Ma scordatevi che possa piantonarmi sotto casa Lockwood. Ho altro da fare, io".

Continua…
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Rieccomi!
Bene bene! Per una volta, non è Elena la protagonista di questa storia, come avrete notato.
Per carità, io la adoro, ma a volte è un po’… pesante? Damon mi fa troppa pena, poverino… L’eterno secondo. Ma forse, non lo sarà in questo caso!
Al prossimo capitolo!
Baci
Cleo

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Capitolo 3
*** Novità ***


Novità


E invece, era toccato proprio a Damon il compito di vegliare casa Lockwood.
Aveva trascorso tutta la notte appostato sotto la camera di Nicole, nascosto dietro ad un albero, non facendo altro che lamentarsi per tutto il tempo.

"E meno male che non dovevo farmi incastrare! Complimenti Damon!".

Stare sotto casa di un licantropo non lo allettava per niente, nonostante sapesse perfettamente che non essendoci la luna piena, Tyler per lui era decisamente inoffensivo.
Sembrava che fosse tutto in ordine, dunque, perché continuare con quella messa in scena patetica?
Poteva benissimo tornarsene a casa e continuare ad ubriacarsi, cercando di spappolare il suo fegato, nonostante sapesse che fosse a dir poco impossibile.

Stava per andarsene quando una figura era apparsa dietro le tende bianche della stanza che stava osservando. Si trattava della snella figura di Nicole.

“Bene dolcezza... è mezzanotte passata e ancora non sei a letto a sognarmi... Preferisci pensarmi da sveglia, non è così?”.

Damon si sentiva particolarmente soddisfatto nel fare quel genere di pensieri. Era convinto che la ragazza smaniasse per lui.

Ed ecco che Nicole si era affacciata alla finestra.
Indossava una candida camicia da notte bianca, e aveva i lunghi capelli sciolti sulle spalle. Sembrava quasi eterea.
Damon era rimasto spiazzato da quella visione. Sembrava una ragazza d'altri tempi, e la cosa più strana era che qualcosa in lui si era come smosso. Ora che la vedeva in quella veste, era come se l’avesse già incontrata prima di allora.

*


"Quindi sta notte non c'è stato niente di strano?".
Stefan aveva incrociato il fratello che rientrava in casa proprio mentre stava uscendo per andare a scuola.
"Assolutamente nulla. L'unica cosa strana è che la signorina Lockwood sembra soffrire d'insonnia" – aveva detto Damon, e quello era un particolare del tutto irrilevante.

Stefan aveva notato che il fratello aveva riempito il bicchiere del suo liquore preferito, ma non si era ancora neppure bagnato le labbra. Il maggiore dei Salvatore stava fissando il vuoto, sovrappensiero.

"Ehi... Va tutto bene?" – aveva chiesto, ma Damon si era preso del tempo per rispondere.
"Si... va tutto bene. Va davvero tutto bene”.

*


"Che brutta cera! Sta notte non hai dormito bene?".
Tyler era piuttosto preoccupato per la sua adorata cuginetta. Nicole aveva delle occhiaie marcatissime e gli occhi un po' rossi.
"Dire che non ho dormito bene è un eufemismo. Direi che non ho dormito affatto!".
"La stanza non è di tuo gusto, forse?".
Sapeva che fosse impossibile, ma si divertiva a stuzzicarla ugualmente. Quella era la stanza in cui Nicole dormiva ogni volta che dormiva a casa sua.

Lei non aveva risposto, guardandolo con un sopracciglio leggermente arcuato. Si era già versata la seconda tazza di caffè.
"Non so come spiegarti... era come se mi sentissi... osservata".
"Osservata? Non credi di essere un pochino paranoica?".
"Ah sì??".
Dopo avergli dato uno spintone tanto forte da farlo quasi cadere dalla sedia, Nicole si era alzata di scatto ed era corsa via il più velocemente possibile per non farsi raggiungere.
"Corri pure! Tanto lo sai che alla fine ti prendo sempre!".

*


Elena aveva presentato Stefan a Nicole subito dopo la fine delle lezioni.
Il ragazzo non aveva potuto fare a meno di dare ragione ad Elena: la ragazza era molto simpatica, e aveva saputo farsi volere bene sin da subito. Era certo che sarebbero andati molto d' accordo.

"Dunque anche tu sei un discendente dei fondatori di questa fiorente cittadina!".
"Colpevole!".
"E' incredibile come tutto cambi ma resti sempre uguale nel corso del tempo" - l'osservazione di Nicole aveva fatto sussultare Stefan.
"Ho detto forse qualcosa che non va?".
"No... anzi...” – aveva risposto Stefan – “Mi trovo perfettamente d'accordo con te".

Elena stava sorridendo tra sé e sé. Nicole non aveva la più pallida idea di quanto vere potessero essere le sue parole.
"Ehi ragazzi!".
"Ciao Caroline!".

La neo-vampira si era diretta verso di loro con grande entusiasmo: era evidente che portasse delle news piuttosto eccitanti.

"Avete saputo la novità?".
Elena e Stefan si guardavano curiosi: avevano quasi paura di quello che potesse dir loro Caroline, data la sua imprevedibilità.
"E' stato appena esposto il manifesto di una gara di ballo di coppia aperta a tutti! Non è fantastico?? I vincitori si aggiudicheranno un premio in denaro e potranno gareggiare in una competizione per professionisti!".
Elena guardava Caroline sconcertata.
"Da quando ti interessano i balli di coppia?".
"Da quando ho trovato un cavaliere!".
"Matt?".
"No! Tyler!".
Nicole sembrava sinceramente sorpresa.
"Mio cugino Tyler gareggerà con te?".
"Più che altro, Nicole, credo che la domanda corretta sia: Tyler sa ballare?" – le aveva chiesto Elena.
"Cari Stefan ed Elena (Caroline, credo che tu lo sappia già), mio cugino è un ballerino professionista, specializzato in salsa e merengue, se vogliamo essere precisi".
"E poi" - aveva proseguito Caroline - "corre voce che qui con noi ci sia qualcuno che è il tango e il valzer fatto persona..." – e aveva guardato Nicole, sorridendo con furbizia.
La ragazza era lievemente arrossita.
"Ma pensa tu! In città abbiamo una grande coppia di ballerini e non lo sapevamo neanche!" – aveva esclamato la bruna.

Stefan aveva stretto forte Elena a sé, divertito.
"Che dici, partecipiamo anche noi? O hai paura della competizione?".
Le aveva detto quelle parole riferendosi effettivamente a Nicole e Tyler.
Elena lo guardava sorpresa: non si aspettava che Stefan la invitasse a partecipare ad una gara di ballo.
"Bè, io non ho detto che parteciperò...".
"Nicole! Ma è ovvio che parteciperai!".
Caroline le aveva appoggiato le mani sulle spalle.
"Ma io... non ho neanche un cavaliere...".
"Tranquilla! Sono sicura che io, Elena e Stefan troveremo il cavaliere adatto a te!".

*


"E così ti hanno incastrata!".
Tyler era sdraiato pancia all'aria, con le mani dietro la testa, sul letto di sua cugina.
"Non prendermi in giro... non è ancora detto che mi trovino un cavaliere".
"E soprattutto, non è detto che lui sia alla tua altezza!".
Lei non aveva risposto a quell’esclamazione.
"Deve piacerti davvero tanto Caroline per aver rinunciato a ballare con la tua adorata cuginetta!"
Ed ecco che Tyler era arrossito. Lui? Che non era mai arrossito per nessuna prima di allora??
"Ora sei tu che mi stai prendendo in giro!".
Lei gli aveva fatto una linguaccia.
"La verità è che... non so se lei mi piace davvero... è la ex del mio migliore amico... con me è molto affettuosa... e mi piace la sua compagnia...".
"Però?".
"Eh... Però...".
Come poteva spiegarle che lui era un lupo mannaro e che lei era una vampira e questo complicava enormemente le cose perché erano nemici giurati dalla notte dei tempi?
"Su, non fare così!" – aveva detto lei, avvicinandosi quanto bastava per dargli due pizzicotti sulle gote - "L'amore è una cosa bella! Non voglio vederti giù!" - e gli aveva poi dato un bacio sulla guancia.
"Grazie Nicky… Io ora scappo. Devo incontrarmi con Caroline per iniziare a provare" – e si era diretto verso la porta - "Ah, e comunque tieniti pronta a mangiare la nostra polvere!".
Nicole gli aveva lanciato contro un enorme cuscino.
"Non esserne tanto sicuro!".

Continua…
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Chi l’avrebbe mai detto che Tyler fosse un campione di ballo?? Perdonatemi per questa invenzione! =)
Bè, proposte su chi sarà il cavaliere di Nicole? Si accettano scommesse! ;)
A presto!
Un bacio
Cleo

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Capitolo 4
*** Una strana coppia ***


Una strana coppia


Nicole era stata invitata a casa di Stefan, quel pomeriggio. Era arrivata da qualche minuto ma non aveva avuto ancora il coraggio di bussare. Quella casa era enorme e la intimoriva un po'. Si sentiva piuttosto stupida, ma era più forte di lei.
Così, dopo aver preso un profondo respiro, si era fatta coraggio e aveva bussato.
Subito dopo, la porta si era aperta, e la persona che si era trovata davanti le aveva fatto quasi prendere un colpo.

"Tu??".

Si aspettava di trovare chiunque dall'altra parte, ma non chi aveva trovato. Ok, a dirla tutta si aspettava che fosse Stefan ad aprirle, o al massimo Elena, ma non dicerto lui!
Un Damon Salvatore in forma smagliante le stava sorridendo.

"Benvenuta! Ti stavo aspettando!".
Era a dir poco senza parole.
"Tu stavi aspettando me?".
A quel punto, lui le aveva fatto segno di entrare, e Nicole non aveva potuto fare altro che accettare.
Non aveva mai visto niente di simile in vita sua. Le pareti erano completamente ricoperte da scaffali stracolmi di libri. Ovunque vi erano quadri, divani, tappeti e quant’altro.
Era rimasta a bocca aperta. Il suo desiderio era sempre stato quello di possedere una collezione di libri simile a quella che aveva davanti, ma era davvero molto lontana dal poterlo realizzare.

"Nicole! Finalmente sei arrivata!" - Stefan le si era avvicinato e l'aveva accolta con un abbraccio caloroso - "Vedo che hai già conosciuto mio fratello Damon! Meglio così!".
"Tuo... fratello?".
Ok, quello era troppo. Damon non poteva essere fratello del fidanzato di Elena.
Stefan stava sorridendo sotto i baffi, divertito. L’avevano davvero sconvolta. Forse, avrebbe preso meglio la notizia della loro natura di vampiri, ma non quello.

Damon le stava sorridendo sensualmente, con le braccia incrociate sul petto, semi-appoggiato allo stipite della porta. Nicole era davvero esterrefatta. Davvero, non avrebbe mai detto che potessero essere fratelli.

“Nicole!” - Elena era corsa giù per le scale e le era andata in contro per salutarla - "Finalmente sei arrivata!".
"Sì! E anzi, scusate per il ritardo!".

La bruna l'aveva invitata a sedersi sul divano, offrendole un bicchiere di succo di frutta alla mora.
"Questa casa è spettacolare!".
"Grazie tesoro! Sono contenta che ti piaccia!" - Damon le si era avvicinato di soppiatto, sedendosi accanto a lei e aveva pronunciato quelle parole sussurrando appena.
Lei lo guardava, perplessa. Era veramente un tipo bizzarro!

Elena l'aveva fulminato con lo sguardo. Possibile che non riuscisse proprio a controllarsi?
Stefan si era seduto accanto alla propria ragazza, abbracciandola.
Nicole si era accorta che Damon si era irrigidito a quella vista. Era molto più perspicace di quanto potesse sembrare.

"Alla fine avete deciso se iscrivervi alla gara o no?".
I due ragazzi avevano sorriso all’unisono prima di risponderle.
"Ebbene sì! Stefan mi ha convinta!".
"Ma di che gara state parlando?".
Damon era piuttosto curioso.
"Quella a cui vi abbiamo iscritto subito dopo la scuola".
Damon e Nicole avevano spalancato contemporaneamente la bocca, guardando Stefan con gli stessi occhi allucinati.
"Cosa avete fatto voi??" - avevano chiesto, insieme.
"Bene! Vedo che siete già molto sincronizzati! Sono certa che sarete un'ottima coppia!".
Nicole sperava davvero che stessero scherzando. Continuava a spostare il proprio sguardo dai due fidanzati a Damon e viceversa.
"Elena, davvero, ti ringrazio tanto, ma non mi pare davvero il caso...".
"Si, ELENA... Non mi pare il caso" - le aveva fatto eco Damon.
"Oh... andiamo fratellino! Non sei ansioso di mostrare le tue doti da grande ballerino a tutta Mystic Falls?".
Damon avrebbe volentieri decapitato Stefan in quel frangente.

"Tu sei davvero capace di ballare?" – le aveva chiesto Nicole.
Damon era rimasto inizialmente spiazzato da quella domanda, poi, dopo aver ripreso il controllo di sé, aveva alzato un sopracciglio e con tono veemente si era rivolto a sua "cognata".
"Elena...?".
La ragazza aveva alzato gli occhi al cielo.
"E'... adeguato per ballare il valzer".
"Adeguato??".
Damon aveva spalancato le braccia in segno di resa.
Nicole si era alzata e aveva fatto un giro attorno a Damon, scrutandolo in ogni sua parte.
"Sono irresistibile, non trovi?".
Lei non aveva risposto a quella provocazione.
"E, oltre al valzer, cosa sai fare?".
"Tutto quello che vuoi dolcezza!".
Lei si era fermata di fronte a lui, di scatto, e lo aveva guardato con estrema serietà.
"Sapete per caso in quante parti è divisa la gara?".
I due fidanzati si erano guardati con aria interrogativa.
"Che intendi dire?".
Nicole si era molto sorpresa davanti alle loro facce interrogative.
"Bè, potrebbero richiedere di eseguire valzer lento, mazurca e foxtrot e poi scegliere tra valzer viennese, tango e polka. Ma potrebbe capitarne anche più di uno di questi tre, o nessuno".
A giudicare da quello che stava dicendo, doveva aver partecipato a diverse gare di ballo, e la cosa non li aveva rassicurati affatto.
"Stefan, ho come l’impressione che ci siamo cacciati in un gran pasticcio" - aveva sussurrato Elena all’orecchio del suo ragazzo, che sembrava molto divertito, al contrario. Lui non aveva intenzione di partecipare seriamente a quella gara. Voleva solo trascorrere del tempo con la sua Elena, farla svagare un po’, e niente più

Nicole era tornata ad osservare Damon, seria più che mai.
"Cosa sai fare di queste cose che ho elencato?".
"Tu cosa sai fare meglio?".
Ma Nicole non aveva dato a Damon il tempo di rispondere. La ragazza lo aveva afferrato per le mani, costringendolo ad alzarsi, lo aveva attirato a sé e gli aveva passato sensualmente il piede sulla gamba destra, dalla caviglia fino alla coscia, prima di lanciare la gamba alla seconda, cingerlo con essa alla vita, costringerlo a tenerla per la schiena, e gettandosi all'indietro in un bellissimo e profondo casqué.

Damon sembrava piacevolmente sconvolto da quel risvolto improvviso. Nicole era molto meglio di quanto potesse sembrare.
Stefan ed Elena erano rimasti a bocca aperta: non si aspettavano che un angioletto come Nicole potesse rivelarsi tanto sensuale.
"Il tango Damon. Il ballo che so fare meglio è il tango".
                      

*


"Avresti dovuto vedere la faccia di Damon quando lei lo ha afferrato e ha eseguito quei passi di danza! Credo che non dimenticherò mai quella espressione! Era esterrefatto! E, se devo essere sincera, non era il solo!".

Caroline non riusciva a credere al racconto di Elena. Era rimasta senza parole!

"Wow! Tyler mi aveva detto che era una vera bomba, ma sinceramente, pensavo esagerasse! Dopo questo tuo racconto, sono ansiosa di vederla ballare!".
"Credimi, dovremmo ritirarci tutti, per il nostro bene! Se riesce ad istruire Damon a puntino siamo tutti spacciati!".
"Come la fai tragica! Chiedile di dare qualche lezione a te e a Stefan!".
"Bè, in fondo non è una cattiva idea...".
"A me sta badando Tyler. E' veramente bravo! Sono sicura che faremo bella figura!".
Vedere Caroline così serena dopo quello che le era capitato la rassicurava molto. Si meritava un po’ di quiete dopo ciò che aveva passato
"Lo spero davvero tesoro. Lo spero davvero!".

*


"Damon Salvatore?? Vuoi partecipare alla gara di ballo con Damon Salvatore??".
Tyler non aveva reagito bene alla notizia. No, non aveva reagito bene per niente.
"Su Tyler... la notizia non alletta molto neanche me, ma cosa posso fare? Ormai mi hanno incastrata..."
Il ragazzo si era lasciato cadere sul divano con un tonfo.
"Non ci posso credere".
Nicole si era seduta accanto a lui.
"Su... in fondo, non credo che sia poi così male...".
Quella frase aveva fatto scattare un campanello d'allarme nella mente di Tyler. Il tono di sua cugina e la sua espressione non gli piacevano affatto.
"Dimmi un po'... devo iniziare a preoccuparmi?".
Nicole aveva aggrottato le sopracciglia, assumendo una buffa espressione.
"Non capisco...".
"Mmm… Spero che tu sappia quello che fai, tesoro. Di Damon non ci sia può fidare".

Non sapeva bene perché, ma lei era convinta esattamente del contrario.

Continua…
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Eccoci qui!
=)
Spero che la storia vi stia piacendo! Ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito!

Damon ballerino di tango… Credo proprio che ne vedremo delle belle! ;)
Un bacione
A presto
Cleo

                        

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Capitolo 5
*** Segreti svelati e misteri celati ***


            

Segreti svelati e misteri celati


"Sono distrutto! Mi serviranno almeno tre sacche di sangue per riprendermi da questo pomeriggio".
Damon si era lasciato crollare sul divano accanto a suo fratello, che lo guardava profondamente divertito.
"Non c'è niente da ridere! Quella Nicole è una pazza psicotica! Una... una maniaca perfezionista! Credo che mi abbia fatto ripetere la stessa sequenza cinquanta volte di fila! E' un incubo!".
"Tutti dobbiamo pagare per i nostri peccati, in un modo o nell'altro...".

Damon aveva fatto una smorfia al fratello e si era versato un bicchiere di sangue fresco.

"Dovrei staccarvi la testa per questo scherzetto".
Stefan stava ridendo sotto i baffi.
"Ma non lo farai! E sai perché? Perché la dolce, sensuale Nicole ti piace!".
Damon aveva sgranato gli occhi, e si era stranamente innervosito. Era un sentore del fatto che Stefan avesse visto giusto, no?
"Ma che ti salta in mente? Piacermi? Lei? No, grazie, di pazze furiose mi è bastata già Katherine, e non ho intenzione di replicare!".
"Di quello che vuoi fratellino, ma fidati di me: chi disprezza compra!".

*


Erano giorni ormai che Damon e Nicole provavano il pezzo che avrebbero eseguito durante la gara. I due ragazzi avevano preso più confidenza, e si erano rivelati una coppia ben omogenea. Nicole sosteneva che lui fosse ancora "un tantinello legnoso", ma che stava facendo passi da gigante. Quel pomeriggio, si erano dati appuntamento alle quattro e stavano provando già da un'ora.

"Sette e otto!" – aveva ripetuto ancora un volta Nicole. Quella ragazza non faceva altro che contare.

Damon ormai girava per casa continuando a ripetere mentalmente ' e 5, 6, 7, 8 '! Si sentiva veramente un idiota. Ma un idiota patentato!

Nicole lo stava guardando dritto negli occhi, mentre erano stretta nel suo abbraccio. La danza la rendeva molto determinata. Si trasformava in una persona completamente diversa dalla ragazza timida e riservata che era nella vita di tutti i giorni. Aveva in sé qualcosa di animalesco.

Dopo aver terminato l’ultimo otto, la musica si era interrotta, e loro erano rimasti fermi per qualche secondo nella posa finale prima di sciogliersi. Nicole aveva il fiatone, e anche Damon era leggermente affannato.

"Ci siamo quasi. Ci sono ancora due o tre punti in cui sono io a portare te e non il contrario, ma penso che ci siamo" - aveva detto, e si era avvicinata allo stereo per rimettere il brano dall'inizio.
"Come sarebbe che sei tu a portare me?" - Damon si sentiva piuttosto offeso da quell'affermazione, ma lei non stava affatto scherzando.
"Sì, Damon. Secondo te perché sono così stanca? Devo trascinarti alcune volte!".
Lui era rimasto a bocca aperta. Come aveva osato??
"Su... non ti sarai mica offeso?".
"Sono ferito nel mio orgoglio maschile!" – aveva berciato.
Lei aveva abbozzato un sorriso.
"Allora ricominciamo a provare e cerchiamo di risolvere questo piccolo problema".
"Vuoi provare un'altra volta???" – non poteva crederci!
"Certo! Anche perché dobbiamo lavorare su un'altra cosa".
"E su cosa, di grazia?" - Damon si stava seriamente preoccupando.
"Il finale. Non mi convince il finale".
Il vampiro sospettava che sarebbe stato un pomeriggio più lungo del previsto.

*


Damon era rientrato a casa dopo tre ore di prove, e l'aveva trovata deserta. Elena e Stefan dovevano essere usciti per una delle loro cenette romantiche. L’invidia lo stava divorando. Certo, sarebbe potuto uscire di casa e ammaliare la prima ragazza carina che incontrava - o poteva anche evitare di farlo - e convincerla a fare tutto ciò che voleva, ma non era la stessa cosa che stare con la persona amata. Peccato che la persona in questione fosse la fidanzata di suo fratello.
Stava per versarsi un bicchiere di Brandy e annegare i dispiaceri nell’acol, quando qualcuno aveva bussato alla sua porta. Ma chi poteva essere a quell'ora?
La sorpresa nell'aprire la porta era stata grandissima.

"Nicole!?! Che ci fai qui?".
La ragazza gli aveva rivolto un timido sorriso imbarazzato.
"Avevi dimenticato la maglia nera in palestra. Magari poteva servirti, e allora ho deciso di portartela".
Così dicendo, gli aveva restituito l'indumento ed era rimasta sulla soglia, rigida come un bastone.
Damon la osservava basito: gli era parsa una scusa bella e buona quella della maglietta da restituire, ma doveva ammettere di aver apprezzato il tentativo.
"Ti va... ti va di entrare?" – le aveva chiesto, un po’ titubante. Lui che titubava. Assurdo!
Dopo un attimo di esitazione, Nicole aveva rivolto al ragazzo un grande sorriso e aveva cominciato a tormentarsi le mani.
"Veramente, io dovrei andare... avevo promesso a Tyler di...".
Ma dopo aver visto l’espressione delusa di Damon, aveva cambiato idea.
"Oh! Al diavolo! Ti piace la pizza?".
Non gli era mai piaciuta tanto come allora.

*

 
Elena e Stefan stavano tornando a casa. Dato che era lei ad essere motorizzata, le toccava fare la parte della principessa che porta a casa il suo principe azzurro, ma non le importava.
La serata era trascorsa magnificamente. Avevano mangiato in un ristorantino in centro e poi avevano fatto una romantica passeggiata nel parco, sotto le stelle. Non potevano chiedere di meglio, soprattutto adesso che il problema Damon sembrava essersi messo da parte.

"Sai Elena, credo che mio fratello abbia un qualche interesse per Nicole” – aveva detto Stefan – “Anche se non lo ammetterà mai!".
"Ne sei sicuro?" – aveva chiesto Elena.
"Si comporta in maniera strana, ultimamente. Ha praticamente smesso di bere! Poi non attacca briga con nessuno, men che meno con me, ed è spesso con la testa tra le nuvole".
"E lasciami indovinare: spesso lo sorprendi a sorridere da solo!".
Stefan aveva risposto con un sorriso che valeva più di mille parole.
"Wow! Non credevo che Damon Salvatore avesse un lato tanto... umano!"
"Credimi Elena, sta sorprendendo anche me!".
"Credi che sia una cosa positiva?".
"Mi stai chiedendo se Nicole può essere o no un'altra delle ossessioni morbose di mio fratello?".
Elena gli aveva rivolto uno sguardo più che eloquente.
"Non so che dirti, davvero. Di sicuro, in questo modo lei sarà più protetta. Se non diventa lui il pericolo da cui dovremmo tenerla al sicuro!".
"Stefan!! Per favore! Mi stai facendo pentire di averli fatti diventare amici!”.

Erano arrivati nei pressi di casa di Stefan, quando avevano scorto una macchina a loro familiare, ed erano entrambi rimasti di sasso.
"Ma quella è la macchina di Nicole!".
Davvero non si aspettavano di trovarla a casa Salvatore.

*


"Ahahah! Oh Damon, questa è davvero pessima!".
Nicole e Damon erano seduti sul tappeto accanto al camino a consumare gli ultimi residui della pizza che lei aveva promesso di portare a Tyler.
Le stava raccontando una serie di episodi della propria vita, e lei non aveva smesso un attimo di ridere.
A Damon piaceva la sua risata. Riusciva a farlo sentire meglio, per quanto potesse suonare ridicolo.
Era fresca e sincera. Si stava divertendo davvero in sua compagnia. Alla fine non aveva avuto bisogno di ricorrere all'ipnosi.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva trascorso una serata come quella?
Ripensandoci meglio, era giunto alla conclusione che probabilmente non era mai accaduta una cosa simile.
Niente male come prima volta.

"Sei veramente uno spasso, Damon Salvatore!".
"La ringrazio tanto, signorina Lockwood!".

Dopo essersi pulita le labbra con un tovagliolo, Nicole si era tirata le ginocchia al petto, passandovi attorno le braccia, e aveva assunto un'espressione a metà tra il triste e il serio.
“Che ti prende?” – le aveva chiesto lui, spaesato.
"So che non sono affari miei...".
Quell'incipit aveva fatto scattare in Damon un campanello d'allarme. Lei aveva lo sguardo perso nel fuoco. Dove voleva arrivare?
"Ma mi chiedevo come fai a sopportare tutto questo".
Damon non era riuscito a capire a cosa si stesse riferendo.
"Intendevo... sopportare di vedere la ragazza di cui si è innamorati con un altro e non poter fare niente".

A quel punto, il vampiro si era irrigidito, diventando di ghiaccio. Era mai possibile che fosse tanto evidente?
"Mi dispiace, Damon... io... non volevo... Non mi sarei dovuta mai spingere fino a questo punto".
Così dicendo, si era alzata in piedi e aveva afferrato le proprie cose alla rinfusa, nel tentativo di uscire da quella casa il prima possibile.
"Aspetta!".
Damon si era allungato di scatto, quanto bastava per afferrarle saldamente un polso.
"Resta qui".
Lentamente, si era girata verso di lui.
"Mi dispiace Damon... Non volevo...".
Sempre tenendola per il polso, ma senza farle male, si era issato, parandosi proprio davanti a lei.
La stava guardando dritto negli occhi.
Non avrebbe mai voluto farlo, non era nelle sue intenzioni, ma non voleva che lei sapesse qual era il suo punto debole. Poteva specchiarsi negli occhi nocciola e dorati di lei, gli occhi più belli che avesse mai visto.

"Tu non hai mai pensato quello che mi hai detto. Non pensi che io possa provare qualcosa per Elena, e non lo penserai mai".
Nicole lo aveva osservato senza battere ciglio, fino a quando, all'improvviso, aveva chinato il capo.
"Devo andare".
Damon Salvatore era rimasto di nuovo da solo.

*


La notte era trascorsa piuttosto velocemente, e l'orario in cui Nicole e Damon avrebbero dovuto provare i nuovi passi era arrivato prima che mai.
La ragazza era arrivata in anticipo di venti minuti, come era solita fare, e stava attendendo il proprio partner in sala mentre faceva gli esercizi di riscaldamento.
Alle sedici in punto, Damon aveva fatto il proprio ingresso in sala, aveva salutato Nicole con un cenno del capo e aveva fatto partire immediatamente la base, deciso a provare più seriamente che mai.
A quella gara avrebbe partecipato anche suo fratello, e lui doveva vincere ad ogni costo per dimostrare che era migliore di lui. Poi, con una partner esperta come Nicole era impossibile perdere.

Dopo un paio d'ore di prova, i due ragazzi avevano deciso di prendersi dieci minuti di pausa.
Damon era seduto per terra, con le spalle allo specchio e una bottiglietta d'acqua in mano e Nicole, dopo un attimo di esitazione, gli si era seduta accanto, mesta.
"Pensavo che oggi non saresti venuto".
Non aveva osato guardarlo negli occhi.
"Come mai?".
"Bè, dopo tutto quello che è successo ieri sera, pensavo che non avessi più voluto avere niente a che fare con me".
Ciò che aveva appena detto la ragazza l’aveva fatto rimanere di sasso. Com'era possibile che ricordasse quella parte della conversazione che avevano avuto la sera precedente se l'aveva ammaliata?
Doveva sicuramente esserci lo zampino di Stefan. Non aveva alcun dubbio.

*


"Le hai dato della verbena?".
Damon era entrato in casa come una furia e si era immediatamente servito da bere.
"Ciao Stefan, come va, tutto bene? Sì, Damon! Va alla grande e a te?".
Stefan non si sarebbe mai abituato del tutto all'irruenza del fratello, che imperterrito aveva continuato a ripetere la stessa frase pronunciata poc’anzi.

"Le hai dato della verbena!".
"Non so di cosa tu stia parlando!".
Damon aveva vuotato il suo bicchiere in un sorso e se ne stava servendo un altro.
"Tu hai dato della verbena a Nicole!".
"Mi spiace deluderti, ma non è così. Si può sapere che è successo?".
Era troppo occupato a bere per rispondere a suo fratello che, in ogni caso, era arrivato lo stesso alla conclusione più ovvia.

"Hai cercato di ammaliarla! Damon, hai cercato di ammaliarla??" - Stefan si era portato a pochi centimetri dal fratello, furibondo - "L'ho affidata a te per proteggerla! Non perché tu la plasmassi a tuo piacere!".
"Ho avuto le mie buone ragioni per cercare di ammaliarla, Stefan! Ma questo è un dettaglio irrilevante! Il punto è che se tu non le hai dato la verbena gliel'ha data qualcun altro, perché lei ricordava tutto quello che avrebbe dovuto dimenticare!".
"Ha scoperto che cosa siamo?".
"Ma certo che no!".
"E allora perché ammaliarla, Damon!?"
"Perché è troppo intelligente e sensibile! Ed è... un'ottima osservatrice Stefan..." – aveva detto, e dopo si era scolato tutto il bicchiere.
A Stefan non gli c'era voluto molto per capire.
"Ha capito quali sono i tuoi sentimenti verso Elena, non è così?".
Damon si era riempito l'ennesimo bicchiere, ma, poco prima di portarselo alle labbra, aveva rinunciato a berne il contenuto.
"Credevo di essere stato chiaro, Damon...".
"Non è una cosa che riesco a controllare Stefan, mi dispiace!".
Si era rivolto al fratello quasi con le lacrime agli occhi, fratello che, dolcemente, gli aveva posato la mano su una spalla.
"No puoi continuare così... tutto questo finirà per distruggerti".
Il moro aveva lasciato cadere il bicchiere al suolo, lasciando così che si frantumasse in mille pezzi.
"Vorrei che fosse tutto più semplice Stefan...".
"Credimi: lo vorrei tanto anche io".

Continua…
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Il mistero incombe su di noi!
Com’è possibile che Damon non sia riuscito ad ammaliare Nicole? Lo scopriremo presto.
Povero ragazzo… Mi fa una pena infinita. Lui non è cattivo. E’ solo stanco di fare la cosa sbagliata… Ma, forse, potrà riscattarsi!
A presto!
Un bacio
Cleo

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Capitolo 6
*** Questione di sangue ***


Questione di sangue


"Come sarebbe a dire che ha cercato di ipnotizzarla? E meno male che doveva proteggerla! Sapevo che non ci saremmo dovuti fidare di Damon!".
Bonnie era furiosa. Sapeva che chiedere l'aiuto di quel maledetto vampiro sarebbe stato rischioso, ma che cercasse di ammaliarla per i suoi scopi era veramente troppo!
Elena era certa che la sua amica avrebbe reagito in quel modo: Bonnie odiava i vampiri e, soprattutto, odiava Damon.
"La prima cosa che farò quando lo vedrò sarà fargli molto, molto male!".
"Bonnie..."- Elena doveva cercare di prenderla per il verso giusto - "Stefan crede che Damon abbia cercato di ipnotizzarla perché Nicole si è resa conto dei sentimenti che lui prova per me...".
La ragazza aveva alzato gli occhi al cielo, esasperata.
"Ma non è un buon motivo! E comunque, Stefan ne è sicuro?".
Elena si era stretta nelle spalle.
"Pare che lui stia piuttosto male...".
"Elena, non ti starai mica preoccupando per Damon? Ti prego, dimmi di no!".
"Non lo so Bonnie... Dopotutto è il fratello di Stefan, e ha rinchiuso la donna che ha amato per tutti quegli anni nella cripta... Insomma, pare che non gliene vada bene una!".
"Sì, ma questo non giustifica le sue azioni!".
Era del tutto inutile: Elena non sarebbe mai riuscita a far cambiare idea sui vampiri alla sua migliore amica.
"Comunque, non è questa la cosa strana, Bonnie...".
"Davvero? E che c'è di peggio?".
"Che non c'è riuscito. E nessuno di noi le ha dato la verbena".
A quel punto, la strega era davvero stupefatta.
"Stai dicendo che lei sa dei vampiri e si è procurata la verbena da sola?".
"No, Bonnie, sto dicendo che lei non ha con se della verbena, e non credo che sappia quali siano i suoi 'effetti speciali' ".
"Come fai ad esserne sicura?".
"Perché Stefan ha curiosato nella sua stanza mentre io mi trovavo insieme a lei, e Damon non ha percepito odore di verbena durante le prove, e mi ha assicurato che erano molto, molto vicini".
Bonnie si era alzata dalla sedia ed era corsa subito in camera sua, per tornare, qualche istante dopo, col suo fidato grimorio.
"Penso che qui potrebbe esserci la soluzione".

*


Damon era sdraiato sul proprio letto, con il bicchiere colmo di liquore poggiato sul torace.
Continuava a pensare a Nicole.
Se né Stefan, né Elena e né Bonnie le avevano dato la verbena, come faceva a sapere che poteva proteggerla dai vampiri? E, soprattutto, come faceva a sapere dei vampiri, ammesso che sapesse di loro? Era forse una di quelle pazze che si divertivano a fingersi Buffy?
No, non poteva essere. Lei era troppo...  troppo angelica per poter essere un tipo del genere.
E poi... I suoi occhi erano così… così limpidi, così familiari... La sensazione di averla già vista diventava sempre più forte ogni giorno che trascorreva accanto a lei.

Distrattamente, aveva sollevato il bicchiere e si era soffermato sul liquido scuro al suo interno.
"Ah... Nicole... Nicole....".
Stava per portarselo alle labbra, quando lo aveva abbassato nuovamente, per poi poggiarlo sul comodino accanto al letto. Non aveva affatto sete, o qualsivoglia fame. Strano. Troppo strano.
Iniziava a pensare che Stefan avesse ragione: forse lei gli piaceva veramente. Ma come poteva piacerle se lui era innamorato di Elena?
Preso dalla disperazione, si era nascosto sotto il lenzuolo.
Di questo passo, sarebbe presto uscito fuori di senno.

*


Nicole era seduta sul dondolo del patio di casa Lockwood a leggere un libro mentre si godeva un po' di sole primaverile.
Tra qualche giorno ci sarebbe stata la gara di ballo, e aveva tutte le intenzioni di dare il meglio di sé.
Ma era certa di aver rovinato tutto con Damon, e sospettava di aver rotto irrimediabilmente l' equilibrio tra loro. Equilibrio che, probabilmente, non si sarebbe mai più ristabilito.

Si sentiva così stupida. Quel ragazzo le piaceva, nonostante fosse egocentrico e farfallone.
Sapeva di non avere la minima speranza con lui, ma ciò non le impediva di provare dei sentimenti.
Era sicura che sotto quella scorza da duro si celasse un ' cuore gentile ', come le piaceva definirlo.  
Ma non si poteva competere con il grande amore.
Si sarebbe dovuta accontentare di averlo come amico, sperando che accettasse di esserlo, dopo la loro conversazione.

Ad un tratto, si era accorta che qualcuno stava risalendo il vialetto che portava dritto al patio.
Quel qualcuno era Damon Salvatore.
Era rimasta a bocca aperta nel vedere il ragazzo che la salutava con la mano sorridendo da lontano.
Reggeva nell'altra mano una scatola quadrata di cartone.

Lei, nervosa, si era passata le mani nei capelli e si era lisciata la maglietta. Sperava di avere un aspetto almeno
decente.

"Buongiorno!".
"Buongiorno Damon...".
Si era seduto sul dondolo, accanto a lei.
"Come mai sei qui?".
"Sai, sono passato da una pasticceria in centro, ho visto questi deliziosi bignè alla crema, e ho pensato che sarebbero stati ancora più dolci se li avessimo mangiati insieme!".
Lei era lievemente arrossita, ma aveva fatto di tutto per nasconderlo.
Damon aveva aperto la scatola e si era servito per primo.
"Mmmm... ottimi! Tu non mangi? Non dirmi che sei a dieta!".
Sorridendo, lei aveva preso un pasticcino a sua volta e lo aveva assaporato con gusto.
"Che pensiero gentile... non me l'aspettavo...".
Damon aveva sollevato un sopracciglio.
"Ehi! Guarda che io sono un gentiluomo! Ma la verità è che non sapevo come chiederti scusa per come mi sono comportato l'altra sera... non volevo essere sgarbato...".

Nicole era rimasta senza parole. Le ci era voluto un istante prima di comprendere a pieno il tutto.

"Non devi scusarti... è stata colpa mia. Non mi sarei dovuta permettere di dire certe cose...".
Lui si stava pulendo distrattamente un po' di crema cadutagli su un dito.
"Se solo tu sapessi quanto è stata complicata la mia esistenza fin ora... sembra che, qualunque cosa io faccia, tutto mi si rivolti contro. Ed io... perdo il controllo, e divento uno stronzo... E' inutile...Tutto cambia, ma resta sempre uguale...".
Damon aveva detto la stessa cosa che qualche giorno fa Nicole aveva detto a Stefan.
Sorridendo per quella stranezza, la ragazza gli aveva poggiato la mano sulla spalla, accarezzandola con gentilezza.
"Io sono tua amica, Damon... E, sinceramente, non credo che tu sia così stronzo come pensi...".
"Ah no?".
"Bè, se lo fossi, non ti saresti preso il disturbo di venire qui con un vassoio di dolci per chiedermi scusa!".

Damon si era sentito morire: non era esattamente quella la ragione per cui era andato a trovarla, ma di certo non poteva dirle 'Ehi, ciao! Sono venuto a trovarti perché credo che tu sia una specie di ammazza vampiri o che tu sia del tutto una vampira, visto che non riesco ad ipnotizzarti, e per questo ho messo la verbena in tutti i dolci fuorché in quello che ho preso io per primo per vedere cosa sarebbe accaduto! '. No, decisamente non poteva dirle la verità.
Ma, a giudicare dal risultato ottenuto, lei non era di certo una vampira.
La prima opzione, però, poteva essere ancora valida. Come poteva fare a capire se era o no quella corretta?
Lei gli si era seduta ancora più vicino, timida.
Era davvero carina... Anzi, era molto più che carina. Era davvero bella.
I suoi capelli splendevano, e Damon riusciva a sentire chiaramente la fragranza del profumo alla mora che si era spruzzata.
Aveva un'aria... così pura, così familiare... Ma com'era possibile?
Si sentiva piuttosto confuso.
"Ti va di fare una passeggiata?".
Lo aveva colto di sorpresa.
"Perché no!".
E, così dicendo, i due si erano incamminati verso l'immenso parco che circondava la proprietà dei Lockwood.

*


Tyler aveva osservato tutta la scena dalla finestra: non riusciva a credere che Nicole fosse caduta nella trappola di quel bastardo di Damon.
Sarebbe sceso volentieri a spaccargli la faccia, ma sua cugina non l'avrebbe mai perdonato per quell'intromissione.
L'avrebbe considerata come una mancanza di rispetto per la sua intelligenza e il suo essere donna. Era una ragazza indipendente e determinata, lo sapeva bene.
"Che cosa guardi di tanto interessante?".
Caroline era appena entrata nella stanza, sorridendo, e si era avvicinata alla finestra, accanto a Tyler.
"Non ci posso credere!".
"Non sei la sola! Ma, dico io, con tanti ragazzi che ci sono qui a Mystic Falls, proprio per il più bastardo di tutti doveva prendersi una cotta?".
Era davvero esasperato.
Caroline lo aveva abbracciato forte, e lui aveva immediatamente ricambiato quella stretta.
"Tua cugina sa il fatto suo... fidati di lei".
"Spero che tu abbia ragione!".
Ma anche lei faticava a credeva alle sua stesse parole.

*


I due ragazzi stavano passeggiando l'uno accanto all'altra in riva alla pozza. Nicole era piuttosto disinvolta, mentre Damon si stava agitando sempre più.
E se fosse stata una trappola per metterlo fuori gioco e ucciderlo?

"Che ti prende Damon?".
"Che vuoi dire?" - il suo tono aveva tradito ancora di più il suo nervosismo.
"Non sei tranquillo... guarda che io non mordo mica!".
Si era allontanata da lui correndo per poi sedersi in riva alla pozza. Sembrava una bambina. Era bellissima.
E lui, anche se con qualche esitazione, l'aveva imitata.
"Sai, venire a Mystic Falls era l'ultima cosa che avrei mai pensato di fare in vita mia..." - aveva detto quelle parole sovrappensiero, mentre si divertiva a lanciare alcuni sassolini in acqua.
"Curioso...".
"Che intendi dire?".
"Anche io sono tornato qui da poco, e credimi, non era davvero nei miei programmi!".
"Hai ragione.. è davvero curioso! Però... mi piace stare qui... nel posto in cui abitavo prima non avevo molti amici... Ora ho l’imbarazzo della scelta! Elena, Bonnie, Caroline sono dolcissime...e tuo fratello è un vero angelo! Poi c'è quel matto di mio cugino Tyler che è uno spasso!".
"Non ti stai dimenticando di qualcuno?".
Lei aveva cominciato a guardarlo con le sopracciglia aggrottate: non capiva cosa avesse voluto dire.
"Sai, potrei anche offendermi!".
"Oh! No! Ti prego! Eri sottinteso! Sei la persona con cui passo la maggior parte del tempo! Come posso non considerarti un amico?".
Lui le stava sorridendo, divertito. Sembrava molto più disteso di prima.

"Mi piaci molto, lo sai?".
Dopo quella rivelazione, Damon era rimasto davvero a bocca aperta. Non si aspettava proprio di sentirsi dire una cosa del genere.
"Sono lusingato!".
"Sei... divertente, in fin dei conti... e di te apprezzo molto la sincerità. Non hai paura di esprimere ciò che pensi. E' un gran pregio".
"Già...".
Voleva sparire. Si sentiva un verme per quello che le stava facendo.
"Ci vorrebbero più persone come te, a questo mondo".
"Più stronzi?".
"Più persone leali... sincere... che sanno ciò che vogliono, e che credono ancora nell'amore".
Quest'ultima frase lo aveva fatto sussultare, riportandogli alla mente per un attimo un'atmosfera già vissuta.
' Che credono ancora nell' amore '…Quelle parole le aveva già sentite.
"Bè, sta iniziando ad alzarsi il vento... credo che dovremmo tornare!".

Così dicendo, Nicole aveva posato una mano al suolo per issarsi in piedi, ma era accaduto un imprevisto: la ragazza si era procurata una ferita sul palmo con un sasso tagliente. Immediatamente, il sangue aveva iniziato a sgorgare copioso.
"Oh cielo! Non posso credere di essere stata così sciocca... Hai per caso un fazzoletto?".
Ma Damon non l'aveva neppure sentita. Era diventato pallido, e non riusciva a staccare gli occhi dalla sua ferita.
"Damon... va tutto bene... è solo un taglio superficiale... tranquillo".
Eppure, il ragazzo non riusciva a stare tranquillo. Quell'odore lo aveva completamente inebriato, e lo stava portando alla follia.
"Allontanati Nicole...".
La ragazza non riusciva a capire.
"Damon... ma cosa...?".

Non aveva fatto in tempo a pronunciare la frase: Damon le era piombato addosso, spingendola violentemente contro il suolo umido.
"Ma sei impazzito?? LASCIAMI! MI FAI MALE!".
Nicole si era pietrificata.
Il viso di Damon era cambiato, diventando spaventoso: i suoi occhi erano iniettati di sangue, contornati da fasci di vene cremisi, e i suoi canini erano cresciuti a dismisura, appuntiti come quelli di un lupo.
Era fuori di sé. L'unica cosa che sapeva, era che voleva il suo sangue. Tutto, e subito, o sarebbe impazzito.
Si era avvicinato con le labbra al suo collo. Finalmente avrebbe raggiunto il proprio scopo.
"Ti prego... Damon... ti prego..." - stava cercando di trattenere le lacrime - "Ti prego..."
Il vampiro si era bloccato nel sentire quella supplica, e aveva sollevato il capo fino a guardarla negli occhi.
"Non farmi del male...".

*


I due ragazzi erano rimasti immobili per una paio di minuti.
Damon, con il viso ancora deformato, continuava a guardarla negli occhi, ma con una diversa espressione. Sembrava che stesse tornando lentamente in sé. Lei non aveva smesso neanche per un istante di sostenere il suo sguardo, nonostante fosse terrorizzata e confusa.
Improvvisamente, lui aveva mollato la presa e, in una frazione di secondo, si era allontanato, portandosi con un balzo a diversi metri da lei, tremando.
La ragazza si era sollevata sui gomiti, ancora spaventatissima, senza perdere di vista Damon neanche per un attimo.
Lui si era appoggiato con la schiena ad un grosso tronco, quasi nella speranza che i rami di quest'ultimo potessero magicamente animarsi e tenerlo prigioniero.
Nicole si era lentamente rimessa in piedi, premendo la ferita contro i jeans.
Non sapeva cosa fare.
"Scappa!".
Ma lei, invece, era rimasta immobile.
"Va via!".
Ma non aveva accennato a farlo. Non poteva. Lui era più spaventato e sconcertato di lei e aveva bisogno di aiuto. E Nicole sapeva che solo lei poteva darglielo. Aveva paura, ma non poteva voltargli le spalle. Era assurdo, ma era questo quello che sentiva di dover fare.
Lentamente, si stava avvicinando a lui.
"Ti ho detto di andartene!".
Damon si era coperto il viso con le mani. Si vergognava da morire nel farsi vedere in quelle condizioni.
"Va tutto bene Damon...".
Lui era quasi in lacrime.
"No... vai via... ti prego...".
Ma lei non l'aveva ascoltato.
Si era inginocchiata di fronte a lui, e con la mano non ferita gli aveva accarezzato il volto.
"Sta tranquillo... respira...".
Lentamente, il suo viso era tornato normale.
Nicole, dopo avergli rivolto uno dei sorrisi più dolci dell'intero universo, lo aveva abbracciato.
"Nicole...".
"Va tutto bene...".
Damon aveva iniziato a pensare che Nicole fosse il suo angelo custode.

Continua…
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Dire che la situazione si è complicata è un eufemismo! Che ne pensate di Nicole? Che sarà mai questa povera ragazza?
Damon mi fa una tenerezza infinita…
Spero davvero che vi sia piaciuto!
Un bacio
Cleo

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Capitolo 7
*** Strenezze e gelosie ***


Stranezze e gelosie


Elena e Stefan erano appena arrivati a casa di quest'ultimo dopo un lungo pomeriggio di prove in palestra. Avevano intenzione di passare il resto della notte insieme.
"Spero che ti piacciano i panini Elena, perché in casa non ho altro da offrirti!".
"Sta tranquillo Stefan! Andranno benissimo".
Avevano appena varcato la soglia, quando Stefan era improvvisamente sbiancato.
"Stefan! Che cos'hai??".
Il suo viso era mutato: attorno ai suoi occhi erano spuntate centinaia di piccole vene infuocate.
"Sangue... Elena... non riesco a resistere!".
Era crollato in ginocchio, in preda ad una sete incontrollabile.

"Elena... portalo fuori da qui... subito".
La ragazza si era girata di scatto verso il divano, punto da cui proveniva la voce di Damon, e quello che aveva visto l'aveva lasciata di stucco.
Damon era supino, e Nicole giaceva addormentata sul suo petto. La mano sinistra di lei era insanguinata. Il vampiro le stava accarezzando dolcemente i capelli, aveva gli occhi chiusi e la fronte imperlata di sudore. Era evidente che stesse facendo di tutto per trattenere la sua sete.
"Portalo via Elena... Nicole ha già avuto troppi traumi per oggi... Non è giusto che debba subire anche questo".
"Andiamo Stefan... usciamo da qui".
A fatica, il vampiro si era sollevato, ed era uscito dalla casa sorretto dalla sua ragazza.

*


Le ore successive erano state più dure del previsto. Damon aveva curato personalmente la ferita di Nicole, e le aveva raccontato la verità.
Trattenersi era stato spossante, e aveva un tremendo bisogno di bere, ma non se l'era sentita di farlo davanti a lei.
"Mi dispiace... sono in giro da così tanto tempo... so esattamente come fare a controllarmi... non so cosa mi sia preso".
"Va tutto bene Damon...".
Lui non riusciva a guardarla negli occhi.
Stefan ed Elena erano rientrati. Il vampiro avvertiva ancora l'odore buonissimo del suo sangue, ma non era più intenso come prima. Stava riuscendo di nuovo a controllarsi. Nicole lo stava guardando con curiosità. Lui era molto, molto imbarazzato.
"Come stai?"  - le aveva chiesto Elena mentre le si era avvicinata per abbracciarla.
"Bene... grazie... " – e le aveva mostrato la mano perfettamente fasciata - "Damon si è preso cura di me".
La bruna  aveva rivolto il suo sguardo verso di lui. Era distrutto.
"Mi dispiace... avrei dovuto dirtelo... ma non volevo che mi prendessi per pazza".
Lei sorrideva, ma il suo era un sorriso stanco.
"Capisco i tuoi timori... ma ora so come stanno le cose. So di loro, di Katherine... e di te. E dobbiamo solo ringraziare questo piccolo incidente ".
' Incidente '. Quella parola... Forse, non era tutto perduto!
"Ragazzi, l’incidente! Questo vuol dire che Bonnie si è sbagliata... o meglio, che il pericolo per lei è scampato!".

Elena aveva ragione. Nicole era al sicuro. Damon era su di giri. Lei non era più in pericolo. Non gli restava che ringraziare il cielo.

Nicole non era riuscita a capire. Di che stavano parlando?
"Credo di essermi persa qualcos'altro...".
Velocemente, avevano spiegato a Nicole di Bonnie e della sua visione.
"Bonnie è una strega??".
Damon le aveva fatto un cenno di assenso col capo.
"Tutto questo è incredibile!".
Continuava a passarsi il dito indice sulla ferita bendata. Era finita in un libro di favole o in qualcosa di simile. Non le spiaceva affatto.

"Stefan... mi dispiace...".
"Per cosa?".
"Damon mi ha detto che anche tu hai avuto problemi a controllarti... ti chiedo scusa... non è una cosa che dipende da me... credo".
Stefan le si era avvicinata e le aveva preso il volto tra le mani, fissandola dolcemente negli occhi.
Quel gesto aveva provocato una strana reazione nel fratello, una reazione simile a quella che aveva di solito quando vedeva Stefan ed Elena baciarsi.
La vena sul suo collo aveva iniziato a pulsare dolorosamente.
Neanche Elena poteva dire di essere all'apice della gioia nel vedere il proprio ragazzo trattare in quel modo un'altra.
"Tu non hai colpe...".
"Già" - Damon si era avvicinato ai due, guardando suo fratello dritto negli occhi - "Lei non ha colpe".
Così dicendo, l'aveva presa in braccio e l'aveva riportata con sé sul divano.
Nicole si era lasciata sollevare senza dire una parola. Era arrossita, e aveva cercato di nascondere il viso contro il petto di Damon. Quella situazione le sembrava surreale.
Giaceva su un divano abbracciata ad un vampiro di 167 anni che poco prima aveva cercato di nutrirsi di lei e che era innamorato della fidanzata doppelganger di suo fratello vampiro di 162 anni. Degno di Bram Stoker.

Elena e Stefan li avevano lasciati soli.
"Devo essere gelosa di lei?".
Stefan non aveva risposto, continuando a guardare suo fratello che accarezzava i capelli di quella ragazza.
"Elena... io... non lo vedevo così da tanto... troppo tempo... Mi sembra quasi di non averlo mai conosciuto prima di oggi...".
La bruna si era avvicinata a Stefan e gli aveva poggiato la mano sul braccio, accarezzandolo dolcemente.
"Sta facendo uno sforzo molto al di sopra delle sue possibilità, Elena...".
Il vampiro si era concentrato sulla mano fasciata di Nicole che la ragazza aveva posato sulla nuca di Damon.
"Non riesco a capire...".
Aveva esitato prima di risponderle.
"E' difficile da spiegare...".
Elena aspettava in silenzio che Stefan proseguisse.
"Il suo sangue è irresistibile... ha un odore che ti inebria ogni singola parte del corpo e ti porta alla follia... io volevo nutrirmi di lei fino a prosciugarla completamente...".
"Ma Stefan... non sarà per via del tuo problema con il sangue umano?".
"No... mi dispiace... E' una cosa diversa... E’ una cosa che un umano non potrebbe mai e poi mai capire ".


*


"Ti era mai capitato prima di oggi?".
Nicole era ancora stesa addosso a Damon, le mani intrecciate alle sue, lo sguardo perso nel vuoto.
"Di uccidere qualcuno?".
"Di avere così tanto desiderio di nutrirti di qualcuno".
Aveva pronunciato quelle parole senza alcun timore. Aveva accettato la cosa piuttosto bene, a quanto sembrava e Damon non poteva non gioirne. Il vampiro aveva stretto le proprie dita attorno alla mano di lei, piano.
"Mai come oggi...".
"Credi che io abbia... qualcosa che non va?".
Damon la stava guardando, divertito.
"No! O meglio, non credo... Ma come ti è venuto in mente?".
"Bè... tu giri tranquillamente per strada sia di notte che in pieno giorno, grazie al tuo anello, e c'è tanta gente che si ferisce casualmente come ho fatto io oggi... però ti sei sempre controllato, a quanto mi hai detto. Oggi no".
Lui le aveva posato un dito sul mento, e la stava guadando con una dolcezza che sembrava essere stata celata per troppo tempo.
"Io non so cosa mi sia successo oggi. So solo che non capiterà mai più. Hai la mia parola".
Lei si era messa dritta sul divano.
"E io ti prometto che cercherò di non farmi mai più del male in tua presenza".
I due si erano scambiati un sorriso complice.
"Nicole... posso chiederti una cosa?".
"Certo".
Damon aveva esitato un attimo.
"Ti dispiacerebbe lasciarmi un campione del tuo sangue?".
"Certo che no... posso chiederti cosa vuoi farci, però?".
"Vorrei portarlo a Bonnie... Magari lei riesce a capire se, come dici tu, c'è qualcosa che non va in esso!".
Lei si era chinata su di lui e gli aveva dato un bacio sulla fronte, facendolo rimanere di stucco.
"Credo che ora dovrei riportarti a casa".
Lei aveva assunto uno sguardo afflitto, cercando di fargli cambiare idea.
"Non provarci nemmeno! Non voglio che pensino che ti abbia rapita. Non voglio problemi con il caro cuginetto peloso".
"Che significa 'peloso' ??".
Damon era scoppiato a ridere.
"Ah già! Avevo dimenticato di raccontarti questa parte della storia".

Continua…
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Questi momenti fluffosi sono i miei preferiti!
Che dire? Spero che la storia vi stia piacendo!
Scappo!
Un bacio
Cleo

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Capitolo 8
*** Luna piena ***


Luna piena


"Hai scoperto qualcosa, Bonnie?".
Elena era tornata a casa, e si trovava con Stefan nella propria camera.
Avevano chiamato Bonnie per raccontarle tutto quello che era successo a Nicole e a Damon, e la ragazza si era messa immediatamente a sfogliare il suo grimorio, in cerca di qualcosa che potesse aiutarli a capire. Stefan era sempre più convinto che l'invenzione del vivavoce fosse stata a dir poco geniale.

"Mi dispiace Elena. Qui non c'è scritto niente sotto la voce 'sangue irresistibile per i vampiri'. E non ho trovato niente che possa riguardare l'ipnosi. Sembra che non ci sia un incantesimo contro questa dote dei vampiri".
"La storia si fa sempre più complicata".
"Già...".
Stefan stava guardando Elena. Entrambi erano piuttosto preoccupati.
"Credi che lei possa essere pericolosa? Magari è una strana razza di lupo mannaro!".
"Non ti sembra di esagerare, Elena?".
"E' che non so più che pensare!".
"Lei era sincera ragazze... non sa perché è così speciale".
"Non so se speciale sia la parola adatta da usare ,ma sì Bonnie... Stefan ha ragione".
"Allora mi sa tanto che io non servo più ragazzi. La prima luna piena di Tyler sarà domani... qualcuno di voi si apposti sotto casa Lockwood per scoprire se è o no un licantropo, se non volete provare con lo strozzalupo".
L'idea non allettava molto i due fidanzati.
"Credo che dovremmo parlarne con mio fratello".
"Perché?".
Bonnie non vedeva perché dovessero mettere sempre Damon in mezzo a tutto.
"Ah già! Non ti abbiamo raccontato quest'altra novità!".
"Elena, sputa il rospo!".
I due ragazzi si erano guardati a lungo prima di rispondere.
"Crediamo che Damon e Nicole stiano insieme".
Bonnie ne aveva la conferma: quella ragazza era completamente pazza.

*


"Elena, Stefan, posso comunicarvi con la massima certezza che Nicole non è un lupo mannaro trasformato, né rischia di diventarlo".
Damon era appena rientrato a casa dopo una notte passata in appostamento sotto casa di Nicole.
"Come fai ad esserne così sicuro?".
Elena si stava tormentando i capelli. Non aveva niente contro i lupi mannari, ma essendo il loro morso mortale per i vampiri ed essendo il suo ragazzo un vampiro, voleva passarci il minor tempo possibile insieme.
Damon si era servito un bicchiere di sangue fresco, bevendo soddisfatto.

"Perché, a differenza vostra che avreste fatto tutto di nascosto appostandovi sotto casa sua, io le ho detto esattamente come stanno le cose. Allora lei, di sua iniziativa, non solo mi ha raccontato di non essere mai stata causa né diretta né indiretta della morte di qualcuno, ma, coraggiosamente, ha stretto tra le mani un ramoscello di strozzalupo e puff! Non si è ustionata. Non è successo niente di niente! Non è un lupo mannaro!".

La cosa lo stava esaltando in maniera spropositata. Faceva meno paura quando si atteggiava a mostro succhia-sangue antipatico.

"Scusa, e se hai scoperto subito che non era un lupo mannaro, perché sei rincasato solo adesso?".
Elena aveva colpito e affondato senza rendersene conto.
Damon aveva distolto lo sguardo da lei e aveva bevuto il bicchiere di sangue tutto d'un fiato.
Stefan era scoppiato a ridere.

"Oddio! Ma allora è proprio vero, Damon!".
Il ragazzo aveva fatto finta di non capire.
Elena, sorridendo, gli si era avvicinata e gli aveva scompigliato i capelli.
"Sono proprio contenta".
Lui, ancora un po' imbarazzato, aveva posato il bicchiere sul tavolo.
"Ora basta, Elena...".
Stefan aveva proprio ragione: quel nuovo Damon era tutto da scoprire.

*


"Avresti dovuto vederlo Caroline! Sembrava un cucciolo di leone domato!".
"Non ci posso credere Elena! Pensavo che dopo Katherine non si sarebbe mai più fatto mettere sotto scacco da nessuna ragazza!".
"Credevo la stessa cosa anche io, ma a quanto pare ci sbagliavamo, e di grosso!".
Le due amiche si erano ritrovate al Grill per prendere qualcosa da bere.
L'argomento del giorno erano Damon e Nicole.
"Ma hai visto?? Lui è persino venuto a prenderla a scuola! Non riesco a crederci!".
Caroline era piacevolmente sconvolta dall'idea di quei due insieme.
"Elena, non credi che lo stia facendo solo per cercare di farti ingelosire, vero?".
Non avrebbe mai voluto fare quella domanda, ma era più che lecita, conoscendo Damon.
"Ti assicuro che non è così, Caroline. E' proprio... cotto! E il bello è che non cerca come al solito di nascondere l'evidenza! Si limita ad arrossire e a cambiare discorso!".
"Mi sembra impossibile!".
"Anche a me! Ma è proprio per questo che rende tutto terribilmente romantico!".
Le due amiche sorridevano, civettuole.
"Aspetta un momento: Tyler non sa niente, vero?".
Lo sguardo di Elena diceva tutto.
"O porca miseria! Credo che alla prossima luna piena, Damon debba fare davvero molta, molta attenzione".
"Lo informeremo!".

D'un tratto, Tyler aveva fatto capolino nel locale.
"Ehi ragazze! Come va?".
Le due ragazze avevano contemporaneamente con un sonoro "Bene!".
"Avete visto Nicole, in giro?".
Caroline guardava Elena colpevole.
"Che succede?".
"Siediti Tyler... - Caroline gli aveva fatto segno di prendere posto accanto a lei - "Dobbiamo raccontarti una cosa".

Continua…
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Che carini che sono loro due insieme! *.* Spero che le fan Delena non vogliano uccidermi…
Tanto, ci avrà già pensato Tyler!
Un bacione
Cleo

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Capitolo 9
*** Dame e cavalieri ***


Dame e cavalieri


Il giorno della gara era finalmente arrivato. La città era a dir poco in fermento. Si erano iscritte centinaia di persone di ogni età, dai bambini, agli adolescenti, passando per gli over quaranta fino alle persone più anziane. Elena e Stefan avevano provato a lungo, ma non credevano di avere la minima possibilità di vittoria. Loro partecipavano solo per stare insieme. Non c’era nulla di più importante che poter stare insieme, senza preoccupazioni, senza timori. Solo loro due in mezzo alla folla. Ma solo ed esclusivamente loro due.

"Sai, Bonnie purtroppo non potrà partecipare. Ha un febbrone da cavallo ed è a letto da sta mattina. Poverina... ci teneva tanto!" – aveva pigolato Elena, dispiaciuta.
"Sono sicuro che si rimetterà presto. Bonnie è forte, e ci sorprenderà come al solito".
"Lo spero davvero. Gli incantesimi che le abbiamo chiesto di fare in quest'ultimo periodo l'hanno indebolita molto...".
"Ha fatto un ottimo lavoro, è vero, ma la prossima volta cercheremo di non coinvolgerla nei nostri sanguinosi affari, lo prometto. Non voglio che stia male a causa nostra".
Elena lo aveva abbracciato, felice di avere un ragazzo con tanto buon senso. Era davvero fortuinata.

"Allora, sei pronta per la gara di sta sera?".
"Bè, pronta è una parola grossa... ".
"Sai, l'altro giorno ho beccato Damon con l' i-pod sparato a palla che provava alcuni passi nel salotto. E' stato uno spettacolo indimenticabile!".
Elena era scoppiata in una risata incontrollabile.
"Non ci credo!".
"Giuro! Quando si è accorto della mia presenza è rimasto pietrificato a fissarmi per un intero minuto. Poi sono scoppiato a ridere e si è chiuso nella sua stanza. Credo che se fossi stato ancora vivo sarei morto dalle risate".
"Che cattivo che sei!".
“Sono pur sempre una creatura della notte!”.
"Sono contenta... si merita qualcuno che gli vuole bene e lo faccia sentire speciale. Nicole è perfetta per lui...".
Stefan era diventato pensieroso.
"Ehi! Che ti prende?".
"Non lo so Elena... è una sensazione che provo da un po' di tempo, quando guardo Nicole...".
Elena gli aveva dato un colpo nello stomaco, fingendosi stizzita.
"Allora devo preoccuparmi veramente!".
"No no Elena! Sta calma! Lo sai che per me ci sei solo tu!".
La ragazza aveva finto di mettere il broncio, e Stefan l'aveva stretta a sé, triste e preoccupato.
"E' come se l'avessi già incontrata, Elena...".
"Credi che sia il doppelganger di qualcuno che hai già conosciuto?".
"No Elena. Non credo proprio".
"E allora?".
"E' come una sensazione...".
La ragazza lo stava guardando con estrema preoccupazione. Col tempo, aveva imparato che non bisogna mai ignorare il sesto senso di un vampiro.
"Sei sempre sicuro che io non debba preoccuparmi?" – aveva cercato di sdrammatizzare.
Lui le aveva afferrato il viso con entrambe le mani, guardandola intensamente.
"Io amo te, Elena. Amo solo te. Fino alla fine del mondo".

*


Elena e Nicole si erano messe d'accordo, e avevano deciso di andare e a casa dei loro cavalieri per cambiarsi e andare al ballo tutti e quattro insieme.
Mancavano meno di tre ore all'inizio della gara, e i concorrenti erano stati invitati a raggiungere il luogo dell'evento con almeno un' ora di anticipo.

Damon era appena rientrato dalla tintoria: era proprio di buon umore.
"Mi fa piacere vederti così sereno, fratellino!".
Stefan, in cima alla scalinata, guardava suo fratello che appendeva con cura il vestito nei pressi della grande libreria del salotto prima di versarsi un bicchiere di sangue fresco. Era raggiante.
"Siamo proprio eccitati per sta sera, non è così?".
"Non so cosa ci trovi di tanto divertente, Stefan. Io e Nicole vi stracceremo!".
Stefan era molto divertito.
"A che ora arrivano le nostre dame?".
Ed ecco che qualcuno aveva bussato alla porta di casa Salvatore.

Damon aveva guardato a lungo il fratello in segno di sfida.
"Vado io!!!".
Avevano urlato insieme, prima di dirigersi con un unico balzo alla porta.
"Apro io!".
"No, io!.
Alla fine, erano state le ragazze ad aprirla da sole, dato che loro due erano troppo impegnati ad azzuffarsi.
"Stefan!".
"Damon!".
I due, mentre stringevano ancora l'uno il colletto della maglia dell'altro, avevano rivolto uno sguardo imbarazzato alle loro partner, prima di mettersi a ridere. Avevano appena fatto la figura degli idioti.

"Elena... credi abbiano bevuto del sangue infetto?".
"Credo che sia molto probabile!".

Ognuna delle due era andata a recuperare il rispettivo compagno con il sorriso sulle labbra.
Elena aveva baciato appassionatamente Stefan, mentre Nicole aveva dato un casto bacio al suo Damon.

"Credo che dovremmo andare a prepararci" – aveva poi suggerito ad Elena.
"Si, sono d'accordo".

*


I ragazzi erano già pronti da una ventina di minuti, ormai. Stefan indossava un completo giacca e pantalone nero, mentre Damon era vestito con pantaloni neri, camicia bianca e un gilet nero.

"Sai Stefan, sei veramente grazioso vestito in questo modo!".
"Senti chi parla!".
"Bè, io almeno, continuo a mantenere la mia dignità!".
Damon non riusciva proprio a non girovagare per la stanza. Non era capace di stare tranquillo.
"Calmati Damon... Nicole non farà di certo prima se consumerai il pavimento del salotto".
Il ragazzo aveva rivolto al fratello uno sguardo molto eloquente. Doveva sempre dire la sua?
Stefan gli aveva poggiato una mano sulla spalla, apparentemente sereno.
"Andrà tutto bene!".
"Guarda che non c'è bisogno che tu stia qui a spronar...".
Ma a Damon erano mancate le parole nel vedere che una delle due ragazze era in cima alle scale.
Ed era la bella Elena.
Indossava un vestito di raso verde bottiglia lungo fin sotto il ginocchio con le spalline di cristalli trasparenti. Era truccata dello stesso verde del vestito, e aveva i lunghi capelli legati in una sorta di morbido chignon da cui scendeva qualche ciocca arricciata.

Il minore dei Salvatore la stava guardando a bocca aperta. Anche Damon stava apprezzando, ma non era lei che stava aspettando.
"Sei bellissima" – le aveva detto Stefan, sincero.
Lentamente, Elena era scesa giù per le scale e aveva fatto un piccolo inchino, prima di baciare il suo ragazzo sulle labbra lasciandogli una traccia di lucidalabbra rosato.
"Grazie. Anche tu non sei male" – lo aveva preso un po’ in giro.

Damon era sempre più nervoso.
"Sta arrivando... sta tranquillo".
Neanche un istante dopo, Nicole era apparsa nel punto in cui avevano visto Elena poco prima.
Era a dir poco radiosa.
Portava con disinvoltura un vestito nero lungo sin sotto al ginocchio che le lasciava scoperte le spalle e metà schiena. Il corpetto era tempestato di pietre nere, e la gonna era formata da una serie di frange che ondeggiavano sinuose ad ogni passo. Portava lunghi guanti neri, calze a rete, e lei sue scarpe da ballo avevano il tacco davvero molto alto. Anche lei aveva i capelli raccolti, ma in uno chignon stretto e perfetto. Gli occhi nocciola erano truccati di nero. Era davvero meravigliosa. Meravigliosa e sensuale.

Damon si era in parte tranquillizzato e in parte agitato ancora di più non appena lei le si era fermata davanti.
Si guardavano proprio come due adolescenti innamorati. E avrebbero potuto scambiarli davvero per tali se solo Damon non avesse avuto più di un secolo e mezzo.

"Sei davvero molto bello con questo completo" - aveva detto, poggiandogli una mano sul petto per lisciargli una piega sul gilet.
Lui aveva esitato un attimo per prendere un po' di coraggio prima di prendergliela e stringerla tra la sua.
"Tu sei… sei meravigliosa".

Elena era felicemente compiaciuta: non aveva mai visto Damon tanto sereno in vita sua. Dopo tutto quello che aveva passato si meritava un po' di tranquillità. Soprattutto se la tranquillità indossava un vestito a dir poco mozzafiato.

"Grazie mille Elena! Mi sei stata di grande aiuto per la scelta del vestito. Non so come avrei fatto senza di te".
"Per così poco! A cosa servono le amiche altrimenti? Sei davvero bellissima".
"Anche tu!".

"Principesse..." - Damon aveva interrotto quello scambio di affetto - "E’ giunto il momento di andare".
Così dicendo, i due cavalieri avevano preso i soprabiti alle loro dame, e si erano affrettati ad uscire da casa.
Già sapevano che sarebbe stata una serata indimenticabile.

Continua…

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Ed ecco che un altro momento quotidiano si affaccia sulla vita nel nostro vampiro. Che ne pensate? Spero davvero che vi piaccia questo nuovo rapporto con Nicole. Forse Damon è un po’ troppo sdolcinato, ma mi piaceva mettere in luce questo suo lato un po’ nascosto. Lui non è cattivo. Ha solo sofferto tanto!
Nel prossimo capitolo parleremo della gara!
A presto!
Cleo

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Capitolo 10
*** La gara di ballo ***


La gara di ballo


La sala allestita per la gara era stracolma di persone. Era un turbinio di colori sgargianti. Sembrava che tutti avessero preso molto sul serio quella competizione.
Elena, Stefan, Damon e Nicole erano appena arrivati ed erano rimasti davvero sorpresi.

"Mamma mia quanta gente!".
Elena si era stretta a Stefan, un po’ intimorita. Avrebbe dovuto ballare davanti a tutte quelle persone. Aveva cominciato a rendersi conto che FORSE non sarebbero stati solo lei e Stefan.
Nicole e Damon si stavano tenendo per mano. Lei stava tentando di mantenere la calma per se stessa e per il suo ragazzo. Era abituata a quelle cose, ma Damon no. Per una volta, avrebbe fatto lei il lavoro di entrambi.

"Ehi! Guardate un po' chi c'è lì!".
Stefan aveva indicato qualcuno in fondo alla sla. Tyler e Caroline si stavano dirigendo proprio verso di loro.
"Ciao ragazzi!".
"Benvenuti!".
Caroline indossava un vestito rosa adatto per il valzer, mentre Tyler indossava uno splendido smoking.
"Wow! Nicole! Sei uno schianto!".
La ragazza era lievemente arrossita.
"Grazie Caroline... anche tu sei meravigliosa".

Tyler e Damon si stavano guardando con aria di sfida.
Quando Caroline ed Elena avevano accennato al licantropo della 'probabile relazione' che c'era tra sua cugina e il vampiro era andato su tutte le furie. Era stato un intero pomeriggio ad urlare dietro a Nicole che doveva lasciarlo perdere, ma lei lo aveva fatto parlare senza ribattere. Quando Tyler aveva finito di sfogarsi, lei gli si era semplicemente avvicinata e lo aveva abbracciato sussurrandogli un dolcissimo 'grazie '. Nonostante fossero trascorsi diversi giorni, Caroline non riusciva ancora a credere che fosse riuscita a rabbonirlo con quel semplice gesto.
Ma forse, Caroline non aveva capito che Nicole era una persona davvero speciale, e che dalle persone speciali ci si può aspettare qualunque cosa.

"Ti batterò, Salvatore!".
"Oh... non esserne tanto sicuro, Lockwood!".

Una voce lievemente metallica aveva interrotto quella amichevole conversazione, informandoli che i giochi stavano per avere inizio.

"Buonasera amici! Benvenuti alla prima gara di ballo di Mystic Falls! Vi ringraziamo per essere accorsi numerosi! Sono certa che vi divertirete! Ora, le coppie che devono balleranno il valzer viennese sono pregate di portarsi al centro della pista da ballo...E che vinca la migliore!".
Stefan ed Elena e Tyler e Caroline avevano deciso di esibirsi proprio in quella categoria. Era arrivato per loro il momento di andare.

"Buona fortuna ragazzi! Fatevi valere!".
"Grazie Nicole! Ce la metteremo tutta!".
La ragazza non poteva non dare pienamente ragione a Caroline: era certa che si sarebbero impegnati al massimo.

Ed ecco che la gara era ufficialmente iniziata.
Nicole e Damon avevano preso posto in un angolo in cui potevano scaldarsi e nel frattempo seguire le coppie partecipanti.
"Sembra che se la stiano cavando proprio bene!" - Damon stava guardando i ragazzi esibirsi - "Stefan è migliorato parecchio! Ma coma avrà fatto?".
"Lo so!"- aveva esclamato Nicole faceva stretching - "Gli ho dato qualche dritta!".
Damon la stava guardando a dir poco indignato.
"Aiuti il nemico??".
Lei gli aveva rivolto uno sguardo sconvolto. Come poteva scherzare su una cosa del genere?
Sorridendo sotto i baffi, il vampiro dagli occhi azzurri era tornato d osservare la gara. Voleva controllare a che punto fosse qualcun altro.
"Cavolo.. il piccolo lupacchiotto sta davvero dando spettacolo!".
Nicole gli aveva afferrato la mano. Si era accorta che fosse piuttosto nervoso.
"Sarai spettacolare anche tu. Saremo spettacolari insieme".
Lui la stava guardando dritto in quei meravigliosi occhi languidi e tremendamente familiari che riuscivano ad infondergli tranquillità e fiducia. Nicole, poco dopo, gli aveva baciato il palmo della mano destra.
"Ci sono io qui con te. Ci sarò finché mi vorrai”.
A quelle parole, Damon aveva avuto come un déjà vu. Eppure, ancora non riusciva a capire.

"Adesso tocca a noi".
Allora, lei lo aveva preso per mano, e lo aveva condotto al centro della sala.
Quello che sarebbe accaduto di lì a poco sarebbe passato alla modesta storia di Mystic Falls.

C'erano almeno una trentina di coppie che si stavano esibendo nel tango argentino, ma solo una stava spiccando come non mai. Si trattava della coppia formata da Nicole e Damon.

"Tyler, Nicole è... è SPETTACOLARE!".
Caroline guardava la 'coppia delle meraviglie' a bocca aperta. Stefan ed Elena erano stupefatti a loro volta, soprattutto da Damon.
"Damon ci sta proprio mettendo anima e corpo! Non me l'aspettavo Stefan!".
"Ti avevo detto che non faceva altro che provare!".

E si vedeva davvero. Erano perfetti. Sembrava che Damon ballasse il tango da una vita.
La teneva stretta a sé e la guardava dritto negli occhi come se le stesse dicendo che era solo sua, sua e di nessun altro. Sembravano una cosa sola. Lei era sinuosa e seducente senza essere volgare. Lui era forte e virile senza essere ridicolo.
Tutti non avevano occhi che per loro.
La sequenza di passi che stavano eseguendo era piuttosto complessa, e prevedeva anche un numero di passaggi piuttosto difficili, che loro, però, stavano eseguendo senza fatica.

Il finale aveva fatto letteralmente esplodere la folla: dopo una presa aerea molto difficoltosa, i due ballerini avevano concluso il loro numero dandosi un bacio sulle labbra.

"Signori e signore, la coppia numero cento-tre! Fate un ulteriore applauso alla signorina Nicole Lockwood e al signor Damon Salvatore!" .

Damon e Nicole erano al centro dell'attenzione. Non c'era una sola persona che non gli avesse fatto i complimenti. Avevano raggiunto il gruppo di amici facendosi largo a fatica tra la folla di fans che li aveva letteralmente assediati.

"Bè, fratellino, mi sa tanto che dovrai darmi qualche lezione di ballo!".
Damon era a dir poco compiaciuto.
"Quando vuoi!".
Caroline ed Elena non avevano smesso neanche per un istante di coccolare Nicole.
"Non stressatemi troppo la partner" - Damon aveva cinto con un braccio le spalle di Nicole - "Sono sicuro che tra un po' saremo nuovamente richiesti".

E così era stato. Damon e Nicole avevano vinto la competizione.
"Ne ero sicura!"- aveva esclamato Elena.
"Sono stati bravissimi!"- le aveva fatto eco Caroline.
"Devo ammetterlo... mia cugina ha fatto proprio un ottimo lavoro!".
"Hai ragione...".

Stefan non riusciva a staccare gli occhi dal fratello.
Era felice come l'aveva visto poche volte. Ed era stato possibile grazie a Nicole. Lei, con quel sorriso dolcissimo e gli occhi pieni di gioia aveva reso tutto più semplice, aveva reso tutto più vero.
Quegli occhi dorati erano così luminosi... così unici...
E poi, all’improvviso, come se fosse stato colpito da un fulmine, Stefan aveva finalmente capito il motivo delle sensazioni di déjà vu che provava quando era con Nicole.
"Ma non è possibile!".
"Cosa non è possibile, Stefan?".
Elena aveva sentito la sua esclamazione nonostante il clamore della folla.
"Vieni come me! Ho una storia molto interessante da raccontarti".

Continua…
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Hanno vinto la gara!! Avevate qualche dubbio, forse? ;)
Ma cosa saranno tutti questi déjà vu che continuano ad avere Stefan e Damon?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo!
Baci
Cleo

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Capitolo 11
*** Voci dal passato ***


Voci dal passato


Era stato un trionfo.
Damon e Nicole erano riusciti a scappare dall'ovazione della folla e a rifugiarsi nel parcheggio dopo essersi velocemente cambiati d'abito.
Avevano riposto i vestiti nel portabagagli, e allora Nicole si era accorta della presenza di numerose sacche di sangue.
"Ti fanno impressione?".
"No... è il tuo pasto... niente di più!".
Era stupefacente come per lei fosse tutto così semplice e naturale.
"E' stata una serata memorabile!".
Damon aveva cambiato discorso all'improvviso, per non turbarla e perché voleva parlare di qualsiasi cosa che non fossero sangue e vampiri. Era davvero su di giri.
"Siamo stati proprio bravi!".
"Bravi? Siamo stati GRANDI!".
Così dicendo, aveva preso Nicole in braccio e aveva cominciato a farla volteggiare.
"Mettimi giù!".
Dopo qualche altro volteggio, l'aveva rimessa a terra, tenendola sempre stretta a sé.

"Bè, che ne diresti di riprendere il tutto da dove l'avevamo lasciato?".
Lei lo stava guardando, maliziosa.
"Non capisco di cosa tu stia parlando...".
Damon aveva appoggiato la fronte alla sua.
"Ah no?".
Le aveva accarezzato dolcemente il viso, prima di darle un tenero bacio sulle labbra.
"E questo come devo interpretarlo, signor Salvatore?".
Nicole gli stava accarezzava il petto, fra imbarazzo e desiderio.
"Interpretalo come un...".

Ma Damon non era riuscito a terminare la frase, perché qualcuno con una forza sovrumana lo aveva scaraventato almeno a dieci metri di distanza, lasciando Nicole interdetta.
"DAMON!".
La ragazza stava correndo verso il suo vampiro quando la figura del loro aggressore le si era posizionata davanti, impedendole il passaggio.
Non riusciva a credere a quello che aveva davanti agli occhi.
"Elena... ma... cosa fai? Sei impazzita?".
Ma non poteva sapere che quella non era Elena, ma l’essere più pericoloso presente sulla faccia della terra.
"E' impressionante vedere quanto le assomigli... Hai i suoi stessi identici occhi inondati d'oro".
"Tu non sei Elena...".
"Molto piacere... Io sono Katherine".
Nicole non riusciva davvero a crederci.

Damon, nel frattempo, si era issato, mettendosi tra le due donne.
"Nicole! Devi andare via da qui!".
"No... non ti lascio da solo".
"Nicole... dunque è questo il tuo nome... anche se credo che in realtà sia Nicoletta... che poca fantasia... Non vedo perché continuare a dare i nomi dei discendenti dopo più di un secolo e mezzo".
Nicole stava guardando Katherine con estrema confusione.
"Tu come fai a sapere che porto il nome di una mia antenata?".
Damon stava cercando di farle scudo come meglio poteva. Purtroppo, aveva accusato il colpo.
"Ti ho detto di andare via Nicole!"
"NO!".
La ragazza era molto determinata.
Katherine sembrava particolarmente soddisfatta. Che aveva in mente?
"Vedo che ho catturato la tua attenzione, Damon".
"COME FACEVI A SAPERE DI LEI??".
"Sta calma ragazzina. Ho distrutto la vita alla cara Nicoletta nel 1864. Posso fare lo stesso con te nel 2010".
Damon era impallidito.
"Complimenti Damon: vedo che hai risolto la prima parte del rebus".

*


"Come hai fatto ad uscire dalla cripta Katherine?".
La vampira aveva un aspetto meraviglioso: doveva essersi nutrita, e molto.
"Credo che la tua amichetta strega abbia commesso qualche piccolo errore... non ha la stoffa di Emily, mi spiace per voi".
Damon continuava a cercare di tenere Nicole al sicuro.
"Che cosa vuoi?".
La vampira si era portata davanti a lui in un secondo.
"Distruggere chi ha osato richiudermi".
Aveva dato un pugno a Damon, facendolo sbattere contro una delle tante auto del parcheggio.
Era forte. Molto più forte di Damon. E, soprattutto, era furiosa per quello che le avevano fatto.
"Mi occuperò dopo di te, dolce Nicole... ora, lascia che dia tutta la mia attenzione al nostro adorato vampiro".
"No!".
Ma le suppliche della ragazza erano state vane.
Katherine si era scagliata violentemente su Damon, e aveva cominciato a massacrarlo.
"Lascialo stare! Per favore! Ti prego!".
"V- va via Nicole!".
Non sapeva cosa fare. Di certo, non sarebbe stata lì a vederlo morire per mano della donna che lo aveva tormentato per tutti quegli anni.
"Ti prego! Ti prego! Lascialo stare!".
Presa dal panico, aveva afferrato la vampira per i capelli e aveva iniziato a strattonarla con tutta la forza che aveva in corpo, ma era stato tutto inutile.
Katherine le aveva afferrato il polso destro talmente forte da fratturarglielo.
La ragazza urlava di dolore.
"No! Nicole... va via... è tutto inutile...".
La voce di Damon si sentiva a malapena... aveva il volto tumefatto, coperto del suo sangue da vampiro.
"Sì, Nicole! E' tutto inutile!".
Katherine l'aveva presa per i capelli e l' aveva trascinata lontano.
"Voglio che tu veda. Voglio che tu veda la sua sofferenza, il suo dolore attimo per attimo. Lui morirà per mano mia. E dopo ucciderò te. Così la sua discendenza sarà distrutta in eterno".
Damon si era sollevato sui gomiti, e guardava Katherine confuso.
"Che peccato, Damon... sai, è veramente terribile non poter stringere fra le braccia neanche per un istante il proprio figlio".
Dopo quella frase, aveva creduto davvero di poter morire una seconda volta.

Continua…
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Ed ecco che Katherine spunta dalla cripta. Mio Dio! Bonnie, che cosa hai fatto??
E che cos’è questa storia dell’antenata?? Non vedo l’ora di raccontarvi tutto!
Un bacio
Cleo

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Capitolo 12
*** La cugina venuta dall'Italia ***


La cugina venuta dall'Italia


"Stefan, ma è... è incredibile!".
"Lo so Elena. Ma è così, ne sono certo!".

I due fidanzati stavano facendo il giro della sala nella speranza di trovare Damon e Nicole. Da quando Stefan aveva svelato il mistero della ragazza, non si era dato pace. Doveva informare subito Damon.

"Quegli occhi Elena... ma come ho fatto a non riconoscerli sin dal primo istante? E soprattutto, come ha fatto Damon a non capire!?".
"Non lo so! Ma è pazzesco!".
Stefan era il primo ad esserne sconvolto. Come aveva potuto rimuovere quella storia?
L'arrivo di Katherine a Mystic Falls aveva sconvolto le loro esistenze, ma non pensava che si potesse arrivare fino a quel punto, fino al punto di dimenticare le persone che a cui si era voluto bene.

Nel 1864, circa sei mesi prima che Katherine giungesse a Mystic Falls, era arrivata a casa Salvatore una ragazza dall'Italia, la figlia di un cugino di Giuseppe Salvatore. Nicoletta Salvatore avrebbe dovuto sposare uno dei due figli di suo cugino.
Non sapeva niente di loro, né loro sapevano niente di lei. Non gradivano l'idea che uno dei due dovesse sposare una perfetta estranea, ma quella era la volontà di loro padre, e loro erano tenuti a rispettarla.
Tra i due, all'epoca il più mansueto era Damon, e Stefan sapeva che, se il padre avrebbe scelto lui, sarebbe arrivato all'altare senza obiettare.
Il giorno dell'arrivo di Nicoletta era arrivato fin troppo presto. Lei non era affatto come se l'erano immaginata. Era cento volte meglio. Minuta e riservata, aveva lunghi capelli castano scuro che portava spesso raccolti, la sua carnagione era olivastra e vestiva in modo molto semplice rispetto alle ragazze che frequentavano solitamente.
Ma la cosa che catturava di più l'attenzione erano i suoi grandi, luminosi occhi nocciola striati da pagliuzze dorate.
Stefan era rimasto a bocca aperta, ma quello che tra loro due era rimasto colpito maggiormente da lei era stato suo fratello Damon.
Nicoletta aveva fatto intendere chiaramente di ricambiare l'interesse, nonostante comunicare le risultasse molto difficile in quanto conosceva pochissime parole di americano.
I primi giorni per lei erano stati piuttosto duri. Era lontana dai suoi affetti, dalla sua terra, dalle cose che caratterizzavano le sue giornate.
Si sentiva sola, e l'incapacità di comunicare con gli altri non la aiutava di certo.
Ma, se Damon trascorreva del tempo con lei si vedeva chiaramente che la sua nostalgia e la sua tristezza diminuivano fino al punto di scomparire.
Si erano innamorati quasi senza accorgersene e, ad un mese esatto dal suo arrivo, Damon aveva deciso di sposarla.

"Poi, però, è arrivata Katherine e tutto è cambiato. Damon non aveva occhi che per lei".
Stefan ricordava che Nicoletta si era chiusa nel più totale silenzio dopo il litigio che lei e Damon avevano avuto un pomeriggio in cui lui le aveva detto di non averla mai amata quanto amava Katherine.
Dopo la loro mutazione in vampiri, non avevano saputo più niente di lei e, man mano che passava il tempo, l'avevano completamente dimenticata.
"Sai, Elena, credo che Nicoletta sia stata la prima donna che mio fratello abbia mai avuto. E lo stesso valeva per lei".
"Come ha potuto dimenticarla se l'amava?".
"Dovresti averlo imparato, ormai... Katherine ottiene tutto quello che vuole sempre e in esclusiva. O meglio, ottiene tutto quello che non può difendersi da lei".
Stefan aveva perfettamente ragione.
"Dove possono essersi cacciati?".
"Non lo so Elena".
Improvvisamente, Stefan si era bloccato.
"Che ti succede?".
"C'è qualcosa che non va".

Continua…
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Sono cattiva? Sì, lo so, sono tanto cattiva! Poveri Nicoletta e Damon…
=(
Cattiva Katherine! A cuccia!!
A presto!
Cleo

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Capitolo 13
*** Per una notte d'amore ***


 

Per una notte d'amore


"Oh... povero piccolo Damon... lei non ti aveva detto niente?".
Damon non trovava le parole adatte per dirle quanto fosse distrutto. Dove avrebbe potuto trovarle, dopotutto?
"Lei ti ha tenuto nascosta una cosa così importante? Ma come ha potuto farlo?".
"No... tu stai mentendo!".
"E perché mai dovrei farlo? Per divertimento? No, mio caro Damon. Per una volta, è molto più divertente la verità".
Nicole stava ascoltando in silenzio. Il dolore al polso la stava facendo impazzire, ma non era quello il momento di lasciarsi sopraffare.
"Non può essere... non è possibile...".
"E invece lo è, Damon. Tu l'amavi... anche lei ti amava... Ed è bastata una notte, una sola notte, perché il miracolo accadesse".
Damon era scoppiato a piangere. Lacrime amare stavano scivolando sul suo viso.
"Mi ha supplicata di lasciarti andare. Mi ha pregato in lacrime di restituirti a lei perché ti amava, mentre io adoravo solo giocare con te per far ingelosire Stefan...".
Damon non riusciva a rimettersi in piedi. Era troppo sconvolto. Non poteva essere. Semplicemente, non poteva essere. Quella verità lo aveva distrutto. Era troppo da sopportare anche per lui.
Katherine, allora, gli si era avvicinata e gli aveva posato un piede sul torace, spingendo violentemente il tacco a spillo dentro una delle ferite che gli aveva procurato poco prima.
Il vampiro urlava di dolore e Nicole piangeva, impotente e disperata.
"Ma io non potevo restituirti a lei, perché tu mi amavi senza che io ti condizionassi!".
Continuava a spingere sempre con maggiore forza: il tacco ormai era quasi del tutto penetrato nella ferita.
"E allora, lo sai cosa mi ha detto? Che se non poteva fermarmi lei, mi avrebbe fermata la sua discendenza! Ah! Che cose ridicole fa dire la disperazione!".
Damon urlava ogni istante di più.
"Lo sai Damon? Ha pianto per settimane la tua morte, finché, dopo la tragica scomparsa di tuo padre, aveva cercato di tornare a casa, ma i genitori non volevano una come lei! Una ragazza incinta senza essere sposata! Ed è qui che entrano in scena i Lockwood".
Era allo stremo delle forze. Non avrebbe resistito ancora a lungo.
"Oh... piccolino mio... fa male?".
La sua voce era particolarmente compiaciuta.
"Sai perché fa così tanto male, Damon? Perché il tacco della mai scarpa... è di legno!".
L'avrebbe ucciso.
Nicole doveva fare qualcosa, e subito, ma era troppo sconvolta da ciò che aveva appena appreso.
'Lei era incinta. E' bastata una notte'.
Lei era una discendente di Nicoletta... e di Damon. Le sembrava impossibile credere alle parole di Katherine, ma perché mentire?
‘Credi che io abbia qualcosa che non va?' aveva chiesto a Damon qualche tempo addietro.
All'improvviso, aveva capito qual era la risposta a quella domanda.
La sua discendenza l'avrebbe fermata. Sì, la discendenza di Nicoletta avrebbe fermato quel mostro.

Adesso, sapeva esattamente cosa fare.
"Ehi! Katherine!".
La vampira si era girata verso di lei.
Nicoletta reggeva in mano una scheggia di vetro venuta via dal parabrezza dell'auto che Damon aveva distrutto con la sua caduta.
Damon era sul punto di esalare l'ultimo respiro.
"N-non farlo...".
Ma Nicole ormai era decisa.
Con un taglio netto, si era recisa le vene di entrambi i polsi, e il suo sangue aveva iniziato a cadere sull'asfalto.
Katherine stava tremando. Il suo viso era mutato: adesso, i suoi occhi erano iniettati di sangue.
"Sono qui, Petrova. Vieni a prendermi".

Continua…
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Katherine, io… io… TI DETESTO! Per non dire altro! Sei un mostro!!!
Che essere crudele!! Non ho davvero parole!
Povera la nostra coppia! =(
A prestissimo!
Cleo

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Capitolo 14
*** Una morte tinta di rosso ***


Una morte tinta di rosso


"Stefan, ma che ti prende?".
"E' Nicole! Sento l'odore del suo sangue!".
"Che cosa??".
"Resta qui!".
"No! Aspetta!".
Ma era troppo tardi. Stefan si era dileguato.

*


Damon aveva visto tutto, ma non aveva la forza di alzarsi e soccorrere la ragazza che amava.
Aveva visto Katherine attaccare Nicole e bere avidamente il suo sangue. Di lì a poco, il suo angelo custode sarebbe morto davanti ai suoi occhi.
"No...".
Le sue lacrime non sarebbero servite, ma non riusciva ad arrestarle.
Tutto quello che amava veniva distrutto. Era una maledizione che non si sarebbe mai spezzata. Ormai ne aveva la certezza.
Si sentiva responsabile per lei. E non poteva fare niente per rimediare.
Vedeva Nicole soffrire e impallidire ogni istante di più, mentre la sua linfa vitale le veniva portata via.
Katherine sembrava impazzita. L'avrebbe prosciugata in un istante.
Improvvisamente, però, qualcosa era cambiato.
La vampira si era staccata dal collo della ragazza ed era crollata in ginocchio, tremando come una foglia e urlando dal dolore.
Nicole, strisciando contro il muro, si era pian piano allontanata da lei, fino a raggiungere un punto sicuro dietro un auto.
Damon stava troppo male. Aveva bisogno di sangue. Era l’unico modo che aveva per potersi riprendere. Doveva fare qualcosa e subito.
Katherine rantolava e teneva le mani strette attorno al collo. Le vene del suo corpo erano diventate viola, mentre assumeva man mano un colore grigiastro.
Stava morendo, proprio come se fosse stata avvelenata.

"Nicole! Damon!".
Stefan era arrivato d'un tratto, e solo per miracolo era riuscito a distrarsi dall'odore del sangue della ragazza. Ma doveva fare presto, non avrebbe resistito ancora a lungo.
Non riusciva a credere a ciò che aveva davanti ai proprio occhi.

"Katherine? Ma com'è possibile?".
La vampira era stesa al suolo, in preda alle convulsioni.
Aveva la bava alla bocca.
"S-Stefan...".
La voce di Damon era un sibilo rauco.
"Damon!".
Stefan si era precipitato ad aiutare il fratello.
Lo aveva preso tra le braccia, cercando di tenergli il capo sollevato e premendo sulle ferite per evitare che il sangue continuasse a sgorgare.
"Damon... cerca di stare calmo... ti porto via da qui...".
"N- Nicole...".
Aveva pronunciato il nome della ragazza prima di perdere i sensi.
"Damon! Svegliati! Damon!".
Ma era inutile scuoterlo. Damon non si muoveva.
Improvvisamente, era sopraggiunta anche Caroline, i cui sensi da vampira l’avevano condotta sul luogo del misfatto.
"Ma che cosa sta succedendo?" – aveva chiesto, guardando prima Stefan e poi Damon.
"Chi ha ridotto Damon in questo stato? Ho percepito un forte odore di sangue... era irresistibile! E poi ho sentito te urlare e... Oh mio Dio! Ma cosa ci fa lei qui???".
Caroline si era accorta all’improvviso della presenza di Katherine, rabbrividendo.
"Come diavolo ha fatto ad uscire dalla cripta?".
"Caroline, non ne ho idea! Ti prego, ora, prova di non pensare a quest'odore e cerca Nicole! Cercala Caroline! Ti prego! E proteggila! O sarà stato tutto inutile!".
La vampira, però, non riusciva a staccare gli occhi da Katherine. Era terrorizzata.
"CAROLINE!".
"Vado subito!".
Ma non ce n'era stato bisogno.
Nicole, pallida, barcollante, e con i vestiti zuppi di sangue, si stava dirigendo verso di loro, reggendo tra le mani le sacche di sangue prese dal bagagliaio della macchina di Damon.
Caroline si era tappata il naso con le mani, ma non era sufficiente a distrarla da quell’odore.
Stefan si era morso le labbra a sangue per trattenersi dalla voglia di morderla. Era un supplizio resisterle.
"Stefan...".
"Dobbiamo resistere Caroline...".
La vampira si era inginocchiata accanto a Damon.
"Ce la farà?".
Nicole si era gettata ai suoi piedi e con una determinazione degna di una guerriera, aveva aperto la prima sacca di sangue con un morso.
"Damon... Damon... so che puoi sentirmi! Lo so... devi bere... devi berlo tutto".
Aveva appoggiato la sacca alle labbra del vampiro, e aveva cominciato a premere delicatamente sul fondo per far affluire il liquido purpureo.
"Devi bere Damon... ti prego".
Stefan e Caroline erano commossi: Nicole stava affrontando un rischio altissimo nello stare lì accanto a loro, e lo stava facendo solo per amore.

"Oh mio Dio! Ma che cosa è successo? Stefan!".
Elena li aveva finalmente raggiunti. Stefan era corso via lasciandola da sola, e lei aveva faticato molto a trovarlo. Sapeva che si sarebbe dovuta aspettare qualcosa di brutto, ma mai avrebbe pensato una cosa simile.
"Che cosa è successo? Stefan, sei ferito?".
La ragazza gli si era gettata al collo.
"No, sto bene per fortuna".
"Che cos'ha Damon?".
Elena stava guardando Nicole che cercava di far nutrire il vampiro, ma i suoi sforzi sembravano vani.
"Sono arrivato qui che era già ridotto in questo stato. Deve aver lottato con Katherine per difendere Nicole...".
"Con Katherine??".
"Sì, Elena. Non ho idea di come abbia fatto ad uscire. Ma è qui tra noi".
La ragazza, allora, aveva guardato nel punto indicatole da Stefan, tremando di paura ma sentendosi sollevata. Sembrava che la vampira stesse morendo.

"Ma... è stato Damon a ridurla in quello stato?".
"Non credo proprio, Elena...".

"Damon... lo so che mi senti... lo so... sono qui... sono qui... Katherine sta morendo. Nicoletta aveva ragione: doveva essere la sua discendenza ad ucciderla. E così è stato. Era destino che io tornassi a Mystic Falls e che mi innamorassi proprio di te. Era destino che fossi io ad ucciderla".

Elena e gli altri non erano stati in grado di comprendere il discorso di Nicole, ma tutti si erano accorti che la ragazza era stata morsa da un vampiro e, sicuramente, esso non era stato Damon.
Damon non accennava a riprendere conoscenza.
Caroline stringeva forte la sua mano, scoppiando in lacrime. Stava piangendo per quel mostro. Incredibile.

"Nicole... Nicole... mi dispiace...".
"Non dire così Caroline!".
"Nicole... non c'è più niente da fare...".
"Ti prego Caroline, non dire così!".
La vampira si era portata alle labbra la mano di Damon, prima di posargliela al suolo e cingere con le proprie braccia le spalle di Nicole. Era davvero finita.

"NO! Damon, ti prego, NO! NO!".

Elena era scoppiata a piangere sul petto di Stefan, che, sconvolto, stava singhiozzando a sua volta, accarezzandole i capelli. Aveva perso suo fratello. Aveva perso il suo Damon. Nel bene o nel male, lui c’era sempre stato. Adesso, non era più così, e si sentiva tremendamente solo.

Nicole, con gli occhi pieni di lacrime, si era voltata improvvisamente verso Katherine, che stava per esalare l'ultimo respiro.
"Tu..." - si era alzata in piedi, colma di rabbia – “TU!".
Si stava dirigendo verso di lei.
"Nicole, no!".
Ma gli ammonimenti di Caroline non erano serviti: la ragazza si era tolte entrambe le scarpe e aveva staccato il tacco di una con tutta la forza che aveva in corpo, per poi intingerlo nel sangue che continuava a sgorgarle dal collo.
La crudele vampira la stava guardando con gli occhi fuori dalle orbite.

"Nicole, allontanati, ti prego!".

Ma era troppo tardi ormai: la ragazza si era portata sopra il corpo di Katherine, avvicinandole le labbra all'orecchio.
"Lo sai perché ti farà così male, Katherine? No... non perché il tacco è di legno... ma perché è intriso del mio sangue!".
E così dicendo, aveva impalato la vampira dritta al cuore.
La fine di Katherine era sopraggiunta per mano di una essere umano, in un ultimo, spaventoso urlo morto nel profondo della sua gola.
Quell'espressione di puro terrore sarebbe rimasta impressa sul suo viso per sempre.

Continua…
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E così, abbiamo decretato la fine di Katherine. Fondamentalmente non mi sta antipatica, ma stavolta l’avrei uccisa a mani nude!
Mi dispiace da morire per Damon… Che farà Nicole?
A presto!
Cleo

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Capitolo 15
*** "Io sono qui" ***


"Io sono qui"


Anche se con ritardo, quel momento sarebbe dovuto arrivare, prima o poi.
Nicole era crollata.
Era caduta in ginocchio accanto al cadavere di Katherine, scoppiando in un pianto disperato.
I tentativi di Caroline ed Elena di farla calmare erano stati inutili. Era inconsolabile.
Stefan aveva preso tra le braccia il corpo del fratello. Non riusciva a credere che Damon potesse essere stato ucciso davanti alla persona che amava. Era tremendamente ingiusto e crudele. Il maggiore dei Salvatore era morto due volte, e tutte e due le volte era morto davanti a Stefan. Non riusciva ad accettare di averlo perso proprio ora. Il loro rapporto era migliorato. Non riusciva ad immaginare la sua vita senza di lui. La casa sarebbe stata vuota, e non solo quella.

Nicole gli si era avvicinata a fatica, continuando a pronunciare il suo nome tra i singhiozzi.
"Sono qui Damon... sono qui... anche se non puoi sentirmi, io sono qui Damon... Sono qui...".
Gli stava pulendo il viso dal sangue con la manica della propria maglia, mentre con l'altra mano gli accarezzava i capelli.
"Nicole... devo portarlo via...".
Lei aveva chinato il capo nella speranza di trattenere un'altra crisi di pianto. Teneva stretta la mano di Damon: non voleva lasciarlo andare via.
"Mi dispiace...".
Lei aveva annuito col capo e, anche se riluttante, aveva allentato la presa, lasciando scivolare lentamente la mano del ragazzo che l'aveva difesa fino alla morte.
La mano del ragazzo che amava con tutta se stessa.
Ma a volte i miracoli accadono anche per chi non ha più con se la propria anima.
La mano di Damon stava nuovamente stringendo la sua.
Per un attimo, le era sembrato di sognare.
"N- Nicole...".
Non riuscivano a credere che fosse vero.
"Damon!".
Lui aveva ripetuto il suo nome, e aveva iniziato a stringere la sua mano con maggiore forza.
"Ragazze! Le sacche di sangue! Presto!".
Elena e Caroline avevano immediatamente portato le sacche a Nicole che, dopo averle aperte una ad una, stava aiutando Damon a tenerle dritte per berne il contenuto.
Alla terza sacca di sangue, Damon stava di nuovo in piedi sulle proprie gambe, anche se a fatica.
Era ancora molto debole, ma di sicuro era fuori pericolo. Era Nicole ad aiutarlo a sorreggersi.

"Non avresti dovuto farlo... Non avresti dovuto mettere in pericolo la tua vita per salvare me. Sei stata una sciocca" - Damon non era veramente arrabbiato con lei, ma era stato un erroere mettersi contro Katherine, anche se alla fine Nicole l’aveva spuntata - "Poteva ucciderti!".
Lei gli stava sorridendo, felice.
Era bellissima, nonostante fosse sporca di sangue e avesse i capelli tutti arruffati.
"Ma non è successo. Guardami Damon! Sto bene! Il mio collo non sanguina più, e il braccio è guarito. Katherine è morta, e noi siamo di nuovo insieme".
Lei gli aveva accarezzato il viso, finalmente serena.
"E' morta per davvero?".
Nicole si era girata verso il cadavere della vampira, e Damon l'aveva imitata.

Katherine, la donna che aveva amato, che lo aveva trasformato in un vampiro, che aveva cercato per 145 anni, che gli aveva rovinato l'esistenza, non c'era più.
E lui non stava provando alcun dolore.
"E' tutto finito, Damon. E' tutto finito".
I due ragazzi si erano abbracciati teneramente e si erano baciati.
Finalmente, potevano stare insieme.

Continua…
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Tutto è bene quel che finisce bene si dice, no? =)
Al prossimo capitolo…
Cleo

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Capitolo 16
*** Fiducia ***


Fiducia


Damon e Stefan erano tornati a casa.
Era stata una lunga giornata, e la serata era stata la parte più difficile. Damon era stremato. Era crollato sul divano non appena aveva messo piede in salotto.
Stefan gli aveva portato un bicchiere di sangue. Era il minimo dopo tutto quello che aveva passato.
"Come siamo premurosi".
"Un semplice grazie sarebbe più che sufficiente".
Si era seduto accanto a lui, sereno.

Elena aveva portato Nicole a casa sua, mentre Caroline era passata da Tyler per informarlo dell’accaduto.
"Credi che sia stato un bene lasciarla a casa da sola?".
Damon stava fissando il vuoto.
"Non è sola. Elena è lì con lei. Ha promesso di telefonare al minimo problema. Devi stare tranquillo Damon. Stava bene. Devi occuparti di te, adesso".
Damon non era affatto convinto, ma non voleva passare per il fidanzato geloso davanti a Stefan. Sarebbe stato inopportuno.
"E così è discendente di Nicoletta, eh? Ma come abbiamo fatto a non capirlo subito?".
Il moro era scoppiato a ridere.
"Che c'è da ridere?".
Gli occhi di lui si erano riempiti di lacrime.
"Damon...".
"Posso fidarmi delle parole di Katherine, Stefan?".
Il ragazzo non capiva.
"Ti fideresti di Katherine? Rispondimi".
"Che cosa ti ha detto, Damon?".
Il vampiro aveva posato il bicchiere vuoto sul tavolino accanto al divano.
"Io amavo Nicoletta, Stefan... era dolce, gentile, ma sapeva farsi valere".
Stefan sorrideva.
"Me la ricordo... era eccezionale... Era fatta apposta per te...".
Damon sorrideva, ma il suo era un sorriso colmo di tristezza.
"Che cosa c'è, Damon?".
Era scoppiato a piangere.
Il fratello si era chinato su di lui, e gli aveva poggiato una mano sulla spalla in segno di conforto.
"Era incinta Stefan" - aveva pronunciato quelle parole tutte d'un fiato - "In grembo portava mio figlio".
Stefan era rimasto senza parole. Non riusciva a credere che fosse vero.
"Sono stato padre e non l' ho mai saputo! Sono stato padre e non ho mai tenuto tra le braccia mio figlio Stefan! Ho rovinato tutto! Ho rovinato tutto per Katherine! Dimmi ora se posso fidarmi di lei, Stefan! Dimmi se posso fidarmi delle sue parole!".
Damon era stravolto dal pianto.
Stefan era sconvolto a sua volta. L'unica cosa che era stato in grado di fare era dargli una pacca sulla spalla.
Non sapeva se Katherine stesse mentendo, e non sapeva cosa sperare.
Era stato un duro colpo per Damon, e sapeva che avrebbe avuto bisogno di tempo per riprendersi.
Perdere la propria umanità non era stato abbastanza crudele. Sembrava che tutto dovesse andare storto a quel ragazzo che un tempo aveva avuto un cuore gentile.
Era logico che la vita con le sue crudeltà l'avessero reso così cinico.
Ma ora era lì, debole e indifeso come mai prima d'ora, piegato da un dolore troppo grande da sopportare.
Poteva capire fin troppo bene cosa stesse provando.

Continua…
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Lo credo bene che Damon sia pieno di dubbi… Povero ragazzo… Non vorrei davvero essere in lui!
A prestissimo!
Cleo

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Capitolo 17
*** Una vecchia foto ***


Una vecchia foto


Le persone nascono, crescono e ci abbandonano. Fanno centinaia di promesse, ma riescono a mantenerne ben poche.
Ci sono altre persone, invece, che vivono per una promessa fatta, lottando in ogni modo per mantenerla. Nicole era una di queste, e ora aveva finalmente capito da chi aveva ereditato questa particolarità.
Guardava il proprio riflesso nello specchio del bagno di casa Gilbert. Era pallida, ma si sentiva abbastanza bene.
Non riusciva a credere a tutto quello che aveva fatto quella sera, ma era orgogliosa del proprio operato. Aveva salvato il ragazzo che amava, aveva salvato il suo Damon.
Era una Salvatore. Le sembrava impossibile. Nicoletta era stata ripudiata dai genitori perché era rimasta incinta di Damon. Lo stesso Damon di cui ora era innamorata.
Il che significava che era innamorata di un suo bis bis bis bis nonno? Doveva proprio scacciare via quel pensiero malsano se voleva mantenere la sua sanità mentale.

I suoi occhi erano caduti sui riflessi segni che le aveva lasciato Katherine. Erano due minuscoli puntini già cicatrizzati. Le sarebbero rimasti per tutta la vita. I segni del sacrificio fatto per amore.

"Almeno guarisco in fretta!" – si era detta.

Già. Era guarita immediatamente dalle ferite procurategli dalla vampira. Non sembrava vero a nessuno che, finalmente, Katherine si trovasse sepolta sotto diversi metri di terra.
Aveva smesso di fare del male a chiunque incontrasse sul proprio cammino per sempre.
E doveva tutto alla sua antenata.
Era grazie a lei e al suo giuramento se il sangue che le scorreva nelle vene era una sorta di veleno per i vampiri.
Non sapeva bene come ciò fosse possibile... probabilmente c'era lo zampino di qualche strega, ma le piaceva immaginare che fosse in quel modo solo grazie alla forza dell'amore. Forse erano solo sciocchi pensieri romantici, ma era il risultato quello che contava, dopotutto.
I suoi capelli erano un disastro. Aveva proprio bisogno di uno shampoo. Prima, però, avrebbe dovuto spazzolarli per bene.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei colpi di spazzola... al settimo, però, qualcosa non era quadrato: una fitta di dolore le aveva attraversato il polso, facendo cadere la spazzola al suolo.

*


Damon si era rifugiato in soffitta. Aveva frugato per ore in vecchi bauli nella speranza di trovare ciò che cercava, e, finalmente, c'era riuscito. Si trattava di una foto sua e di Nicoletta scattata qualche giorno prima che arrivasse Katherine e che il loro sogno di una vita insieme venisse spazzato via come una foglia al vento.
Era stata scattata vicino la pozza che si trovava nella proprietà dei Lockwood, la stessa pozza dove Nicole aveva scoperto che lui fosse un vampiro.
Sfiorando la vecchia carta fotografica ingiallita, continuava a chiedersi come avesse potuto buttare all'aria tutto per una come Katherine.
Era un errore che non si sarebbe mai perdonato.
Non gli sembrava possibile, però: nonostante la foto fosse in bianco e nero, gli occhi di Nicole erano davvero identici a quelli di Nicoletta.
Era perseguitato dai cloni o pseudo tali, doveva farsene una ragione!
Sorridendo, per una volta dopo tantissimo tempo, sentiva di avere una ragione di vita, e aveva dunque la possibilità di immaginarsi un futuro.
Un futuro accanto a qualcuno che amava, che doveva proteggere e da cui si sentiva protetto.
Aveva deciso di regalare quella fotografia a Nicole: sarebbe stata il simbolo di un nuovo punto di partenza, una partenza da affrontare in due.
Forse, il Damon di un tempo non sarebbe mai tornato, ma una parte di lui si stava facendo spazio pian piano.
Si sentiva meglio... si sentiva diverso... si sentiva più umano.

Stava per recarsi nuovamente in salotto per mostrare la fotografia a Stefan quando qualcosa gli aveva fatto raggelare il sangue da vampiro che gli scorreva nelle vene.
Era sbiancato, e gli era parso che il suo cuore si fosse infranto.
"Nicole".
Un istante dopo, Damon non era più in soffitta.

Continua…
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Ormai avrete capito che la mia mente è davvero malata…
Che sarà successo alla povera Nicole??
A presto
Cleo

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Capitolo 18
*** Tutta colpa di un morso ***


Tutta colpa di un morso


Elena era in cucina a preparare dei sandwich al tacchino. Era stata una serata difficile, e Nicole aveva bisogno di rifocillarsi a dovere, considerando che aveva perso davvero molto sangue. Avrebbero mangiato in camera sua e dopo avrebbero dormito insieme. Erano abbastanza piccoline per stare tutte e due comode nel suo lettone.
E poi, aveva promesso a Damon che non l'avrebbe persa di vista troppo a lungo e così sarebbe stato.
La cena era pronta. Doveva solo portarla su in camera.
Stava per avviarsi quando il campanello aveva preso a squillare ripetutamente, con violenza.

"Ma chi sarà a quest'ora?".
Un po' incerta, Elena era andata ad aprire la porta.
"Damon! Ma che ci fai qui?".
Guardandolo bene in viso, si era accorta che era sconvolto. Era entrato in casa senza neanche risponderle.
"Damon... va tutto bene?".
"Elena, dov'è Nicole?".
Ecco, gli mancavano solo le crisi da fidanzato geloso, e aveva fatto tombola.
Con le lacrime agli occhi, le aveva poggiato le mani sulle spalle, stringendole. Le sue mani tremavano.
"Dov'è Nicole?".
Lei non riusciva a capire.
"E' di sopra... credo che sia ancora in bagno... voleva farsi una doccia".
Ma Elena non aveva neanche finito di pronunciare quella frase, che Damon si era già dileguato su per le scale.
"Damon, aspetta!".

L'aveva seguito senza esitare un attimo. Voleva capire cosa fosse accaduto.
"Oh mio Dio! NO!".
Si era portata le mani alla bocca per soffocare un urlo disperato venuto su spontaneamente dopo aver visto ciò che mai si sarebbe aspettata di vedere.
"Nicole!".
Damon era rimasto in piedi, pietrificato, davanti al corpo di Nicole che giaceva immobile sulle fredde piastrelle del bagno, immersa nel suo stesso sangue, il polso piegato in maniera innaturale.
Elena non sapeva cosa fare. C'era troppo sangue, ed era ovunque, e sembrava che non respirasse. Presa da un impeto di adrenalina, aveva afferrato delle asciugamani e con esse aveva iniziato a fare pressione sul collo. Era dai morsi lasciati da Katherine che continuava a sgorgare il liquido rosso.
"Damon, presto! Chiama un'ambulanza!".
Ma lui sembrava non avesse neanche sentito.
"Damon! Sbrigati!".
Ma la voce di Elena era come ovattata.
"Damon!".
Il viso pallido di Nicole... il suo sangue sul pavimento... il polso fratturato... la voce di Elena... il volto di Katherine compiaciuto...
"NO!".
Una scossa elettrica sembrava avergli attraversato la spina dorsale.
Veloce come un fulmine, aveva preso la ragazza tra le proprie braccia, e, veloce come era arrivato, era andato via.
"Damon!".
Ad Elena era rimasta un'unica cosa da fare. Telefonare a Tyler.

Continua…
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Ok, credo che non ci sia niente da dire dopo questo capitolo…
Sono una persona orribile! =(
A presto, se non mi avrete uccisa prima!
Cleo

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Capitolo 19
*** Non si può cambiare il destino ***


Non si può cambiare il destino


Gli ospedali sono luoghi sempre troppo affollati, sempre troppo caotici, sempre troppo tristi.
Pazienti che entrano ed escono, medici e infermieri che si dimenano lungo i corridoi e parenti e amici che fanno cerchia attorno al letto della persona che amano, nella speranza che torni presto a casa forte e sana come era prima della degenza.

Nicole si trovava in quella stanza d'ospedale da ore, ormai, immobile e intubata, le braccia piene di aghi, il polso ingessato. Gli splendidi occhi chiusi da palpebre troppo pesanti.
L'unico rumore che si percepiva era il suono provocato dall'apparecchio che monitorava il suo battito cardiaco.

Damon l'aveva portata al pronto soccorso in braccio, entrando nella sala in lacrime supplicando chiunque di aiutarlo.
Non aveva saputo spiegare bene il perché della ferita al collo che aveva la sua ragazza. Era sotto shock. I medici credono che si sia trattato di un attacco di un grosso animale, l'ennesimo, a Mystic Falls.
Non aveva osato neanche avvicinarsi alla stanza in cui l’avevano sistemata.
Era rimasto per tutto il tempo in sala d'attesa, con una coperta gettata sulle spalle, una tazza di thè diventata ormai gelida tra le mani, lo sguardo fisso nel vuoto, e i vestiti ancora zuppi del sangue della ragazza che amava.
Stefan ed Elena si erano precipitati in ospedale pochi istanti dopo aver informato Tyler e sua madre che Nicole aveva avuto un incidente.
Elena non si era mossa neanche per un istante dal suo capezzale.
Bonnie e Caroline erano arrivate qualche minuto dopo di loro.
Erano rimaste per tutto il tempo in corridoio. Non se l'erano sentita di entrare.

"E' esattamente la scena che ho visto la prima volta che l'ho incontrata...".
"Eravamo convinti che fosse tutto apposto. Eravamo convinti che questo fosse stato evitato. E invece...".
Caroline era scoppiata a piangere.
La signora Lockwood era seduta accanto al letto di Nicole, Tyler era rimasto in piedi per tutto il tempo.
"Ti prego, Elena... raccontami di nuovo com'è successo...".
La signora Lockwood non si dava pace. Aveva fatto quella domanda ad Elena un'infinità di volte e, ogni volta, la ragazza aveva dato la stessa versione.
"Ero in cucina... stavo preparando qualcosa da mangiare... Lei era di sopra, in bagno... voleva fare una doccia... E' arrivato Damon... doveva cenare insieme a noi... e abbiamo sentito un tonfo... come fosse caduto qualcosa... lì per lì non ci abbiamo dato peso... ma poi, Nicole non scendeva più... e allora, siamo saliti su a controllare... e l'abbiamo trovata a terra, riversa nel suo stesso sangue...".
"Elena... perché Damon non ha chiamato un'ambulanza?".
"E' stato preso dal panico... e l'ha portata lui qui... Mi dispiace tanto signora Lockwood...".
Sapeva che quelle parole non sarebbero servite a niente... sapeva che non avrebbero alleviato il suo dolore... ma non era in grado di fare altro.
Si sentiva in parte responsabile... Com'era possibile che non si fosse accorta che Nicole stava impiegando davvero troppo tempo per fare una semplice doccia?
Come aveva fatto a non avvertire il rumore del corpo della sua amica che cadeva al suolo, privo di sensi?
Era tormentata da quei pensieri, e continuava a sussurrare scuse al suo orecchio mentre le accarezzava dolcemente la mano.
Tyler dava l'impressione di essere sul punto di esplodere. Il dolore era troppo grande, troppo improvviso, troppo inaspettato.
Aveva perso da poco suo padre, non poteva accettare quello che stava accadendo a sua cugina. Lui adorava Nicole. Era come la sorella che non aveva mai avuto.
"Pensi che Damon abbia fatto bene, Elena?".
Era davvero troppo. Tyler non era riuscito a controllarsi nel sentir ripetere di nuovo il nome della persona che riteneva responsabile di tutto ciò che era accaduto a Nicole.
"Ora basta".
"Tyler! Tesoro, che ti prende?".
Era uscito dalla stanza come una furia, aveva raggiunto Damon, lo aveva afferrato per il colletto della giacca e lo aveva sollevato da terra di peso, sbattendolo violentemente contro il muro. Inutili erano state le suppliche di Stefan di lasciarlo andare.
"Sta zitto! E' tutta colpa sua! E' per colpa sua se Nicole è in quel letto immobile! E' colpa sua se è mezza dissanguata! E' colpa sua se sta morendo!".
"Basta Tyler!".
Stefan stava cercando di fargli lasciare la presa. Doveva stare attento: se avesse usato troppa forza Tyler avrebbe potuto mostrare ai medici il suo segreto.
Damon, era rimasto immobile, con gli occhi bassi e lucidi.
"Guardami in faccia lurido bastardo! E' per colpa tua se ha perso tutto quel sangue! Se avessi aspettato l'ambulanza avrebbero saputo come medicarla! Invece hai deciso di fare l'eroe a sue spese! Hai fatto l'eroe a spese di Nicole!".
Damon aveva iniziato a piangere. Ma il suo non era un pianto disperato. Erano lacrime contenute, meste...
Il suo petto si muoveva repentino nel tentativo di soffocare un urlo che proveniva dritto dal cuore.
"Tyler.. ti prego... lascialo andare...".
Stefan aveva afferrato le sue mani che avevano allentato la presa sul colletto di Damon.
Come quest'ultimo, aveva lasciato che il dolore venisse fuori col pianto.
Caroline si era precipitata ad offrirgli una spalla su cui sfogarsi.
"Andrà tutto bene".
Gli stava accarezzando dolcemente la nuca, sussurrandogli che tutto si sarebbe risolto, che Nicole era una ragazza forte e che non li avrebbe mai lasciati.

Damon si era lasciato scivolare contro il muro, sino a sedersi sul freddo pavimento della corsia d'ospedale.
Le ginocchia piegate al petto e la testa affondata in esse.
Era una visione straziante.
Stefan non l'aveva mai visto in quello stato. Non sapeva cosa fare.
Persino Bonnie era sconvolta dal suo comportamento.
Elena aveva assistito a tutta la scena seminascosta dalla porta della stanza di Nicole.
Le piangeva il cuore a vederlo in quello stato. Ma non poteva fare niente per lui. Nessuno avrebbe potuto fare niente per lui.
Si era girata lentamente, fino a posare il proprio viso sul corpo inerme della sua amica.
Le sue parole erano un sussurro impercettibile, ma sapeva che era inutile urlare perché Nicole la stava ascoltando.
"Ti prego Nicole... Damon ha bisogno di te".

Continua…
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Mi odiate? Il vostro livello di odio nei miei confronti a che tacca è giunto?
Mi spiace davvero tanto…
A presto! =(
Cleo

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Capitolo 20
*** Per sempre ***


Per sempre


La notte era stata lunga e faticosa. Nicole non aveva accennato a migliorare.

Bonnie era tornata a casa dopo aver accompagnato la signora Lockwood, poco dopo mezzanotte. Era stata un'impresa convincerla ad andare a riposare, ed erano riusciti nel loro intento solo dopo averle promesso di rimanere lì a vegliare sua nipote fino a domani.
Elena e Stefan avevano deciso di rimanere nei pressi dell'ospedale, ma si erano addormentati in macchina. Caroline e Tyler erano crollati sulle scomode sedie della corsia.
L'unico che non era riuscito ad addormentarsi era Damon.
Il vampiro era rimasto per tutto il tempo in piedi, davanti alla porta che lo separava da Nicole, ma non aveva avuto il coraggio di entrare.
Erano le prime luci dell'alba, ormai, e l'ultima immagine che aveva di lei impressa nella mente, era quella del suo corpo immerso nel suo stesso sangue.
Quell'immagine lo stava tormentando, ed era la prova più tangibile della sua debolezza, del suo destino.
Tutto quello che amava, veniva distrutto. Lui era solo casa di dolore e morte.
Era colpa sua se Nicole stava morendo. Era solo colpa sua.

Spesso chiudeva gli occhi, e immaginava la ragazza di cui si era innamorato che gli sorrideva felice.
L'avrebbe vista sorridere di nuovo? Se così non fosse stato, sapeva esattamente cosa avrebbe dovuto fare: aveva con se la provetta del sangue di Nicole che lei gli aveva consegnato il giorno prima della gara. Percepiva l'inebriante odore nonostante la provetta fosse sigillata. Gli sarebbe bastato berla, e tutto sarebbe finito per sempre.
Improvvisamente, si era ricordato della fotografia che voleva mostrarle. L'aveva infilata distrattamente in tasca prima di uscire per correre da Elena.
Tirandola fuori, si era accorto di aver leggermente rovinato il bordo.
Nicoletta era un raggio di sole in quella foto, e lui era più felice che mai.
Nicole doveva sapere com'erano andate le cose. Si era ripromesso che glielo avrebbe raccontato.

Così, spinta da un coraggio che non sapeva di avere, aveva aperto la porta della stanza ed era entrato.
Vederla in quel letto gli aveva provocato un tuffo al cuore.
Cercava di controllare i respiri per evitare di scoppiare di nuovo a piangere. Non voleva mostrarsi a lei così.

"Ehi..." – aveva sussurrato, tremante.

Lentamente, aveva richiuso la porta alle sue spalle e si era avvicinato al letto.
Nonostante fosse pallida e intubata, la trovava ugualmente bellissima.
Dolcemente, le aveva accarezzato i capelli, per far scivolare le sua dita sulla guancia.

"Scusa se non sono in perfetto ordine... non ho avuto il tempo di andare a casa a cambiarmi...".
Si era seduto suo letto, chinandosi sul suo orecchio.
"Non volevo lasciarti sola...".
Qualcuno avrebbe scambiato ciò che stava facendo per un gesto disperato, ma lui sapeva che lei poteva sentire ogni sua singola parola.
"Sai... volevo mostrarti una cosa che ho trovato in soffitta... avevo paura che l'avessero buttata via... invece, eccola qui...".
Le aveva messo la fotografia davanti al volto, proprio come se lei avesse avuto gli occhi aperti e fosse stata in grado di vederla.
"Questa era Nicoletta... hai visto com'era bella? So che la foto è in bianco e nero, ma posso assicurarti che avete gli stessi occhi... e questo qui... sì, questo vestito in maniera così ridicola ero io quando ero... umano. Ero proprio buffo, no? Con questi capelli... credo che mi stiano meglio adesso, non trovi?".
Continuava a respirare in maniera sempre più profonda, ma sapeva che non sarebbe riuscito a soffocare il pianto ancora per molto.
"Pensavo che forse è stato un bene che io non l'abbia sposata... mi sento un mostro per averla fatta soffrire ma, se Katherine non mi avesse trasformato in vampiro, noi non ci saremmo mai incontrati... forse, questa storia dell'immortalità ha un senso, non pensi tesoro mio?".
'Tesoro mio'. Non l'aveva mai chiamata in quel modo prima d'ora.
Gli occhi stavano bruciavando e le lacrime avevano cominciato a rigargli le guance.
Si era sdraiato accanto a lei, prendendole delicatamente la mano, avvicinandosi più che poteva al suo orecchio.
"Ti prego Nicole... non lasciarmi... ti prego...".
Aveva intrecciato le dita a quella di lei.
"Io ti amo" – aveva detto, sincero – “Ti amo”.

Una candida luce improvvisa aveva illuminato intensamente la stanza. Era densa e calda, e infondeva uno strano senso di pace.
Damon non si sarebbe mai aspettato di vedere ciò che aveva davanti a sé, ma non poteva essere allo stesso tempo più felice.

"Non piangere, Damon... lei soffre nel vederti così".
Nicoletta, o meglio, il suo spirito, si trovava nella stanza insieme a loro.
Era bella, bellissima. Sembrava uscita dalla fotografia che Damon aveva con sé. Era vestita di bianco, e aveva i capelli raccolti. Gli occhi d'oro sembravano scrutarlo in ogni sua minima parte, ma ciò non lo faceva sentire violato. Gli infondeva sicurezza.
La sua voce era come una melodia.
"Non devi sentirti in colpa per ciò che le è accaduto... era nel suo destino. Lei ha assolto i suoi doveri, e ha salvato la vita all'uomo che ama. Devi sentirti lusingato, Damon".
Le parole sembravano essergli morte in gola. Si era messo seduto per osservarla meglio. Gli sembrava di sognare.
"Non è un sogno, amore mio... io sono qui...".
"Ti prego, dimmi che sei qui per me".
Con un mesto sorriso, gli aveva fatto un segno di dissenso col capo.
"OH NO! NO! TI PREGO! NON PUOI FARLO! TI SUPPLICO!".
Preso dal panico, aveva preso tra le braccia Nicole, cercando di fargli scudo con il proprio corpo.
"Mi dispiace Damon...".
"Ti prego... prendi me... Prendi me! Io ho vissuto abbastanza! Lei è così giovane... la vita ha ancora tanto da darle... ti prego".
Lei lo stava guardando con sincera tristezza.
"Non è una cosa che dipende da me Damon...".
"Se davvero mi ami, lasciala qui con me... per favore..." - aveva ricominciato a piangere.

Nicoletta gli si era avvicinata e aveva raccolto una delle sue lacrime con un dito. Il suo tocco era impercettibile, leggero come l'aria.
Damon l'aveva lasciata fare in silenzio. Dopotutto, cosa avrebbe potuto fare per fermare uno spirito?
"No... ti prego... no!".
Ma era tardi. Nicoletta aveva posato la lacrima di Damon sul petto della loro discendente, all'altezza del cuore, che, un istante dopo, aveva smesso di battere.
"NO!".
Il corpo di Nicole sembrava essersi alleggerito all'improvviso. Aveva appena perso quei ventuno grammi che si dice siano il peso dell’anima.

Damon era crollato. Si sentiva perso e solo.
"Perché? Perché?".
Disperato, aveva preso la fiala contenente il sangue di Nicole, togliendo il tappo.
Era deciso a morire tra le più atroci sofferenze.
Prima, però, voleva fare un'ultima cosa.
Con delicatezza, quasi avesse paura di farle male, le aveva sfilato il tubo dalla bocca e gli aghi delle flebo dalle braccia. Le aveva sistemato i capelli sul cuscino, incrociato le braccia sul petto, e come Romeo aveva fatto con la sua Giulietta, si era chinato per darle un ultimo bacio.
Ma, proprio nell'istante in cui le sue labbra avevano incontrato quella ancora calde di lei, si era sentito scivolare la provetta dalle dita.
Qualcuno gli stava cingendo le spalle e gli aveva dato un tenero bacio sul capo.
"Nicole...".
"Io sono qui amore mio... anche se non potrai più sentire la mia voce... sarò sempre qui con te".

Continua…
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=(

Mi perdonerete, vero??
Questo capitolo è terribile… E, forse, non sono riuscita a descrivere al meglio ciò che provavo. Scusate. A volte, mi mancano le parole.
Un bacio
Cleo

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Capitolo 21
*** Epilogo ***


Epilogo


Li avevano trovati abbracciati.
Lui in lacrime, lei senza vita tra le sue braccia.
Era stato un colpo durissimo per tutti. Tyler era distrutto, sua madre aveva perso i sensi quando aveva appreso la notizia. Gli amici erano sconvolti.
Damon non si era voluto separare da lei neanche per un istante.
L'aveva portata in braccio fino all'obitorio, ed era rimasto nascosto per tutto il tempo che avevano preparato il suo corpo alla sepoltura.
Aveva vegliato la sua salma per tutto il giorno e tutta la notte, non era stato in prima fila al funerale, ma era rimasto per tutto il tempo all'ombra di uno dei grandi pilastri della navata centrale. Non gli era sembrato giusto sedere accanto ai suoi genitori arrivati per quella terribile occasione. Capiva fin troppo bene cosa significasse perdere un figlio.
Aveva però portato la sua bara fino al luogo di sepoltura, ed era rimasto con lei fino all'ultimo istante.
La pioggia l'aveva accompagnata durante il suo ultimo viaggio. Persino il cielo stava piangendo la sua morte.

Damon era rimasto in piedi sotto la pioggia per ore davanti alla sua tomba, dopo che erano andati via tutti.
Era stato Stefan a portarlo via da lì caricandoselo sulle spalle, un attimo prima che perdesse i sensi. Era sfinito e bagnato fino alle ossa.

Elena lo aveva aiutato ad occuparsi di lui nei giorni successivi al funerale.
Si rifiutava di nutrirsi e di alzarsi dal letto. Si era sfilato dal dito l'anello forgiato da Emily, costringendosi ad una perenne oscurità.
Elena e Stefan erano davvero preoccupati: non riuscivano a credere che si stesse lasciando morire.

*


Una notte, tre settimane dopo la morte di Nicole, Elena era entrata in camera di Damon per cercare di convincerlo a bere un po' di sangue ma, con sua grande sorpresa, aveva trovato il letto vuoto e la finestra spalancata.
Damon aveva rivolto il proprio viso al cielo stellato della sera.
La sua stanchezza era visibile. Era consumato in ogni cellula, ma quella sera, sembrava stranamente sereno.
Elena gli si era avvicinata lentamente.

"E' meravigliosa la brezza sta sera, non trovi?".
Damon l'aveva colta di sorpresa.
"Si, hai proprio ragione...".
Elena si era seduta sul davanzale.
"Come ti senti?".
Aveva avuto paura a rivolgergli quella domanda.
Lui aveva chiuso gli occhi prima di risponderle.
"Non sto bene, Elena... non sto bene per niente... Anzi, in realtà sto davvero uno schifo".
La sua voce tradiva un leggero sarcasmo.
"Sai... ricordo il dolore che avevo provato quando avevo perso Katherine... non è neanche lontanamente paragonabile a quello che sto provando ora..." – aveva detto, abbracciandosi da solo, in un certo senso – “Volevo farla finita, Elena".
L'aveva guardata dritto negli occhi mentre pronunciava quelle parole orribili.
"Ma poi ho capito... ho capito che significa morire per amore... e se l'avessi fatto, se mi fossi lasciato andare, avrei reso il suo sacrificio vano".
Lei gli aveva poggiato una mano sul braccio, piacevolmente sorpresa dalla maturità che Damon aveva raggiunto.
"Io la amo Elena. Questo non potrà cambiarlo mai niente e nessuno".
Era rimasta in silenzio per tutto il tempo.
"Non dici niente? Non so nemmeno perché ti sto raccontando tutte queste cose...".
"Perché sono una tua amica, Damon".
Lei era scesa dal davanzale e lo aveva abbracciato forte.
Lui l'aveva stretta a sé, piano. Aveva ragione: era una sua amica. Un’amica e niente di più.
"Ora, ti prego, però, mangia qualcosa. Devi rimetterti in forze".
Così dicendo, si era avviata verso la porta.
"Il vassoio è sul tuo letto. Buonanotte Damon".
"Buonanotte, Elena".

Era di nuovo solo. Solo in una stanza troppo grande e troppo vuota.
Avrebbe bevuto un paio di bicchieri, dopo. Non solo per fare contenta Elena, ma perché sentiva di averne bisogno.
Istintivamente, aveva ricominciato a guardare le stelle.
Non sapeva esattamente cosa stesse cercando, ma sapeva che qualunque cosa fosse, si trovava tra quei puntini luminosi.
'Anche se non dovessi sentire la mia voce...'.
Improvvisamente, il suo sguardo era caduto su di una stella, la più luminosa di tutte.
"Sarai sempre qui amore mio".
Ora ne era certo: Il suo angelo sarebbe rimasto accanto a lui per sempre.

Fine

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E siamo giunti alla fine di questo strazio. Vi prego, perdonatemi. Non so cosa mi sia passato di mente. Damon non meritava nulla del genere. Forse, avrei dovuto far vivere Nicole, ma a quel punto, il nostro vampiro dagli occhi di ghiaccio non avrebbe capito davvero il valore del sacrificio.
Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia strappato una lacrima o un sorriso.
Alla prossima storia!
Un bacio
Cleo

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