Little girl with vacant eyes, daddy won't be home tonight di sweetevil (/viewuser.php?uid=75685)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
OK OK so che non
dovrei imbarcarmi in un'altra storia dal momento che non ho finito la
fanfic sui Guns, ma che posso farci? Ho bisogno di condividere con
qualcuno queste mie pazzie, non possono mica rimanere a girare nella
mia testa per sempre! u.u
Voglio avvisarvi
inoltre che anche se la storia promette bene (ho già qualche
altro capitolo pronto) i tempi di aggiornamento non saranno
velocissimi, credo che metterò un capitolo a settimana,
forse meno, ma non ne sono sicura. Sempre se voi siate daccordo. Se vi
accorgete che quello che state leggendo è qualcosa di osceno
non esitate a contattarmi, sarò ben felice di darvi il mio
indirizzo così potete pestarmi a morte. Grazie
dell'attenzione (Accidenti che professionalità! mi stupisco
di me stessa!XD)
Il
titolo della storia è una frase della canzone Misunderstood
(che adoro) modificata in quanto il protagonista della storia
è una ragazza.
Lei, Hailey Williams 29 anni, californiana, di Los Angeles per essere
precisi. Era molto lontana dal classico stereotipo bionda-occhi azzurri
che caratterizzava molti ragazzi della west-coast. I suoi capelli erano
di un castano scuro, tendente al nero, i suoi occhi verde smeraldo.
Viveva da quando era nata nella città degli angeli e anche
se aveva viaggiato molto, soprattutto per lavoro e aveva visto luoghi
meravigliosi, era fermamente convinta che nessun posto fosse
speciale come la sua città.
Lui, Thomas
Lee Bass, in arte Tommy Lee o per gli amici semplicemente T-Bone.
Classe 1962, greco naturalizzato statunitense, batterista dei Motley
Crue, band famosa tanto per la sua musica tanto per i suoi eccessi,
anche se ora come ora potevano dirsi finalmente
“puliti”. Infondo avevano tutti una famiglia con
tanto di figli al seguito.
Eppure
alcuni di loro non ne tenevano proprio tutti in considerazione.
Prendiamo
Nikki Sixx ad esempio. Oltre a Gunner, Storm, Decker e Frankie Jean
aveva anche un'altra bellissima figlia, avuta in gioventù da
una delle sue tante ragazze dell'epoca, con i suoi stessi capelli
castani tendenti al nero e i suoi stessi occhi verdi, follemente
innamorata della sua città natale, Los Angeles. Il suo nome?
Hailey Williams.
Tornando
a lei.. possiamo dire che non avesse proprio un bel rapporto con il
padre, anzi non ce l'aveva proprio un rapporto con suo padre. Era
cresciuta in un sudicio condominio in un quartiere poco raccomandabile,
con una madre tossicodipendente che non aveva esitato un attimo a
buttarla fuori casa la vigilia dei suoi 17 anni a causa di uno dei loro
tanti litigi, forse un po' più violento del solito. Aveva
imparato a vivere sulla strada tra i mille pericoli che potevano
nascondersi dietro ogni angolo o faccia amica. Aveva imparato a non
fidarsi di nessuno, e ad essere invisibile alla maggior parte delle
persone che le capitava di incontrare ogni giorno. Non voleva fare
conoscenza o amicizia con nessuno, equivaleva a soffrire. Se infatti
c'era una cosa che aveva imparato dai suoi genitori (oltre a prepararsi
l'eroina, che era diventata parte integrante della sua vita) era che
tutti prima o poi ti abbandonano, perciò è meglio
che non ti affezioni a nessuno. Loro per primi l'avevano fatto, anche
se avrebbero avuto il dovere di starle accanto in tutti i gli aspetti
della sua vita.
Hailey
tra i 17 e i 21 anni era una tossicodipendente che si guadagnava da
vivere con qualche lavoretto qua e là, i soldi che riceveva
molto spesso non bastavano neanche per assicurarle un pasto decente,
figuriamoci una dose di eroina. Aveva perso il conto delle volte che
aveva preferito digiunare per comprarsi quella polverina bianca che le
permetteva di evadere dalla realtà per qualche ora.
La
svolta avvenne quando aveva 22 anni. Capì che se voleva
sopravvivere alla strada avrebbe dovuto escogitare un modo per avere
più soldi, trovarsi un posto dove stare e qualcuno che si
prendesse cura di lei. Fu con questo pensiero in testa che decise di
iniziare a prostituirsi. Era giovane e molto bella, non fu un impresa
difficile. Poteva permettersi di tenere anche i prezzi abbastanza alti,
in quella zona lei era l'unica al disotto dei trentacinque anni.
A
23 anni era diventata una delle più famose escort della
periferia di LA. Spesso si stupiva del fatto che suo padre o i suoi
amici non avessero ancora sentito parlare di lei. Chissà,
forse era vero che si erano “ripuliti”, erano
riusciti a cambiare vita.
Ma allora
perché non l'aveva cercata? Perché aveva
continuato a fingere che non fosse sua figlia? Non vedeva suo padre da
quando aveva sei anni, e anche se lo odiava le mancava da morire.
L'ultima volta che lo aveva visto, era sdraiato immobile sul divano,
solo successivamente comprese che non stava dormendo ma era in overdose
da eroina. Non aveva ricordi felici di lui o sua madre, ma non le
importava. Preferiva ricordarsi quasi niente piuttosto che rimanere
traumatizzata da due genitori tossicodipendenti che non erano in grado
di prendersi cura di loro stessi, figuriamoci di una bambina.
Finalmente
quando aveva 25 anni la sua vita cambiò direzione. Conobbe
in un caffè quello che poi sarebbe diventato il suo ragazzo
e successivamente il suo migliore amico.
Frank Meyer
si era laureato da poco in giurisprudenza, e aveva appena cominciato la
sua carriera di avvocato in uno studio legale abbastanza noto della
città. All'inizio era particolarmente interessato
alla ragazza per via della sua bellezza, ma mentre stavano facendo
colazione (che le aveva offerto) si rese conto che quella
della ragazza forte e carismatica non era altro che una maschera. Era
stata costretta a recitare la parte della dura per poter sopravvivere,
ma sotto sotto era rimasta la ragazzina bisognosa di affetto che era
sempre stata. E lui decise di prendersi cura di lei, senza altri fini.
Era riuscita a far breccia nel suo cuore in meno di dieci minuti.
Anche a lei
piacque fin da subito quel ragazzo biondo che sembrava tanto
interessato a lei, e al contrario di tutto quello in cui credeva,
sentiva di potersi fidare di lui.
Gli
raccontò la sua storia, senza omettere nessun particolare,
se non il nome di suo padre.
Frank dal
canto suo rimase impressionato dalla forza d'animo e dalla
volontà di quella ragazza. Cresciuta con una madre
eroinomane che le rinfacciava di essere troppo simile al padre e lui,
eroinomane anch'egli che non vedeva da quando era piccola. Poi il
vagabondaggio per le strade della città, l'eroina che era
entrata insistentemente a far parte anche della sua di vita, la
decisione di vendersi per sopravvivere.. non immaginava che quel bel
visino potesse averne passate così tante.
Era sempre
più convinto della sua decisione di prenderla sotto la sua
ala, trovava incredibilmente ingiusto tutto quello che la vita le aveva
dato, o non dato. Lui era cresciuto in una famiglia abbastanza
numerosa, infatti aveva quattro fratelli, ma l'amore dei suoi genitori
per tutti loro non aveva mai vacillato, neppure quando aveva deciso di
andarsene di casa per seguire il proprio sogno, loro erano sempre stati
accanto a lui. E adesso Frank aveva deciso che sarebbe diventato la
famiglia che quella ragazza non aveva mai avuto.
La
aiutò con la disintossicazione e poi le trovò un
lavoro come segretaria dello studio legale nel quale stava facendo
carriera. In poco tempo erano diventati talmente affiatati che era
inevitabile lo scoccare della scintilla tra i due. Purtroppo non era
durata molto, poco più di un anno, ma in compenso erano
diventati sempre più amici, anche se lei aveva lasciato il
lavoro come segretaria nel suo ufficio per inseguire il suo sogno di
fare la fotografa.
Ebbe
successo, i suoi scatti cominciarono subito ad apparire nelle riviste
prima americane e poi di tutto il mondo. Le sue fotografie
naturalistiche erano diventate famose in tutto il mondo, e questo le
aveva permesso di realizzare anche un altro suo sogno: viaggiare. Il
suo obbiettivo aveva immortalato le più belle meraviglie
della natura, dalla foresta amazzonica alle piramidi in Egitto, dagli
iceberg in Groenlandia ai leoni della savana in Africa.
Quando
aveva 27 anni sua madre morì a causa di problemi cardiaci
dovuti agli anni passati in compagnia di alcool ed eroina.
Si
aspettava di vedere finalmente suo padre al funerale, voleva parlargli,
fargli vedere che era diventata qualcuno anche senza il suo aiuto, ma
la cosa che più desiderava al mondo era riunirsi a lui,
poter finalmente affermare che Nikki Sixx era suo padre, avrebbe voluto
gridarlo al mondo. Lo odiava per come si era comportato nei suoi
confronti, ma era fiera di lui.
E invece
lui non si presentò al funerale, lasciandola a piangere su
una fredda panchina da sola.
Qualche
giorno dopo, forse guidata dall'odio nei confronti del genitore che
sembrava crescere a dismisura nel suo cuore, si fece coraggio
e disse a Frank il nome di suo padre. Sorride tutte le volte che
ripensa alla faccia che fece quando gli si parò davanti e
disse semplicemente “ Nikki Sixx ”. Conosceva la
passione di Frank per i Motley Crue e le dispiaceva far cadere in basso
uno dei suoi idoli, ma non voleva continuare a tenergli nascosto quel
“piccolo” dettaglio.
Frank non
ci mise molto a capire il significato di quel nome sussurrato con tanto
odio dalla ragazza, sapeva che prima o poi si sarebbe aperta del tutto
con lui, e adesso anche quell'ultimo piccolo segreto era stato svelato.
Hailey, gli aveva detto che suo padre era un personaggio importante del
rock, ma lui credeva che alludesse ad un qualche produttore, non di
certo ad una rock star di prima categoria come poteva essere il
bassista della sua band preferita.
La loro
amicizia non ne risentì negativamente, anzi, se possibile li
legò ancora di più.
Hailey
aveva finalmente trovato la forza di aprirsi del tutto con lui, Frank
da parte sua non aveva perso la stima che provava per Nikki Sixx, ma
solo per quanto riguardava la musica, dal punto di vista personale lo
considerava un vero verme, uno schifo di persona. Aveva promesso ad
Hailey che se mai lo avesse incontrato non si sarebbe fatto prendere
dall'euforia e gli avrebbe quantomeno dato un pugno in faccia, tanto
lui di avvocati pronti a tirarlo fuori dai guai ne conosceva a decine.
L'occasione
non si presentò fino all'anno successivo, quando per
festeggiare il ventottesimo compleanno della ragazza organizzarono una
mostra fotografica con fini benefici e come soggetti le piccole
meraviglie che la natura aveva fatto nascere nelle zone più
depresse e povere del pianeta. Lo scatto più ammirato di
tutta la serata fu quello che ritraeva una giovane donna Zulu che si
accarezza amorevolmente il ventre gravido con sfondo il suo villaggio
in fiamme. Le prese una bella paura quella volta, era capitata in
Africa per fare qualche scatto alle tribù locali e si era
ritrovata nel bel mezzo di uno scontro con la popolazione vicina. Fu
una sena agghiacciante, ma non perse l'occasione di scattare delle
bellissime foto. Appena tornata a casa fece in modo di inviare risorse
utili alla ricostruzione del villaggio, e si assicurò che
arrivassero a destinazione. Quell'episodio l'aveva davvero toccata e
per un occhio esperto come il suo e quello di qualche altro intenditore
presente alla mostra tutto quello che aveva provato in quella
circostanza veniva espresso attraverso quell'immagine.
La foto fu
venduta per poco più di trecentomila dollari, non era molto
in quell'ambito, ma per lei che era diventata fotografa professionista
da solo due anni era un bel traguardo.
Mentre
stava intrattenendo i vari ospiti famosi e importanti che avevano
partecipato all'evento intravide con la coda dell'occhio le ultime
persone che si sarebbe mai aspettata di vedere. Nikki Sixx e la
sua ragazza Kat Von D. Non le era mai andato a genio il fatto
che suo padre uscisse con una più piccola di lei, anche se
solo di un anno. Era convinta che la consapevolezza di avere una figlia
di più o meno quell'età avrebbe dovuto portarlo a
cercarsi delle compagne più grandi. Ma a quanto pare a lui
non importava, o forse come temeva lei, non aveva la consapevolezza di
essere padre di una donna quasi coetanea della sua ragazza.
La
cercarono, si complimentarono con lei per i bellissimi scatti che aveva
fatto, e scambiarono qualche parola, tutto sotto l'occhio vigile di
Frank, incredulo della capacità di fingere e di tenersi
tutto dentro mostrata dalla ragazza. Per questo forse non lo
colpì. Hailey aveva avuto la sua occasione per dirgli tutto,
ma se non lo aveva fatto era perché aveva i suoi motivi. Se
gli avesse dato un pugno avrebbe dovuto spiegare il perché e
lui voleva che fosse lei a decidere il momento più adatto,
quando si sarebbe sentita pronta.
Dopo aver
ricevuto congratulazioni ancora una volta dalla coppia si
congedò da loro con una scusa e corse nel terrazzino nel
retro dell'edificio. Tirò su col naso e si
asciugò una lacrima con la manica della maglia, mentre con
l'altra mano si accendeva una sigaretta. Sentì la porta
aprirsi dietro di lei e due braccia forti circondarle la vita. Si
girò e lo abbracciò, la sua roccia non l'aveva
lasciata sola neanche quella volta.
Dopo
l'episodio della mostra non lo vide più, un altro anno era
passato e nella sua testa continuavano a ronzare sempre le stesse
domande. Come aveva fatto a non riconoscerla? Era convinta che tra
genitori e figli ci fosse una sorta di legame indissolubile, che poteva
affievolirsi con il tempo, ma mai sparire del tutto. E invece ancora
una volta si era sbagliata.
Non solo
non conosceva suo padre, ma tutto quello che credeva di sapere di lui
era sbagliato.
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Capitolo 2 *** 2 ***
4 Maggio 2010
Quella musica da discoteca si addiceva ben poco a loro tutti, ma gli
altri sembravano divertirsi, tra qualche bicchierino e qualche battuta.
Lui no. Aveva lasciato un'altra volta la madre dei suoi figli, sapeva
che non era la donna giusta per lui, ma aveva continuato a provarci per
il bene dei bambini finchè non ci aveva sbattuto contro la
faccia, e trovare Pamela nel suo letto con un altro uomo in
atteggiamenti ben poco casti era stata una bella botta. Se ne stava da
solo al bancone del bar a trangugiare alcolici di ogni tipo per
smettere di pensare, non voleva annoiare gli altri con le sue lamentele
e le sue paranoie, in più quando era ubriaco se era una
serata "no" come quella sarebbe sicuramente diventato insistente,
noioso e rompipalle. Quella sera stavano festeggiando il 59esimo
compleanno di Mick e rovinarglielo avrebbe significato una bella lavata
di testa da parte di Vince, lo sguardo deluso di Nikki e la finta
indifferenza al tutto da parte di Mick, che forse, anzi
sicuramente, sarebbe stata la cosa che lo avrebbe fatto star male di
più.
L'ultimo drink (almeno per ora), così aveva deciso prendendo
in mano il bicchiere di doppio rum che aveva appena ordinato. Poi
sarebbe tornato dagli altri indossando la solita aria da strafottente
menefreghista che lo caratterizzava. Sapeva che non li avrebbe
ingannati, infondo si conoscevano da una vita, ma era abbastanza sicuro
che avrebbero tutti fatto finta di niente per passare al meglio la
serata dedicata al chitarrista. In più il giorno dopo
avrebbero avuto un servizio fotografico e presentarsi con i residui di
una sbornia apocalittica non era una buona idea. Conosceva la fotografa
solo di nome, era specializzata in scatti naturalistici e all'inizio
erano tutti un po' indecisi se ingaggiarla o no, quel lavoro non
rientrava nel suo campo, ma Nikki aveva garantito per lei. Aveva detto
di aver visto una sua mostra e gli era piaciuta veramente tanto, aveva
aggiunto anche che da lei avrebbero dovuto aspettarsi solo il meglio.
In più era carina, o almeno le foto che aveva visto in
internet la mostravano come una giovane donna abbastanza magra ma con
le giuste rotondità al punto giusto. Proprio come piaceva a
lui. Chissà, magari non era stata una cattiva idea mettersi
in contatto con lei. Nonostante avesse rotto il suo fidanzamento da
poco più di una settimana aveva assoluto bisogno di trovarsi
un'altra compagna che gli facesse perdere la testa, per dimenticare
definitivamente Pamela e innamorarsi di nuovo. Non era più
abituato a stare da solo, le storie da una notte non andavano
più bene per lui, era alla soglia dei cinquanta e voleva
stabilità, una persona che lo aspettasse a casa al ritorno
dai tour o dalle giornate di lavoro, qualcuno che ricambiasse il suo
sentimento, qualcuno con cui passare il resto della sua vita insomma.
Era strano da dire, ma si, Tommy Lee voleva una vita normale e
tranquilla. Pensava di meritarsela dopo tutti i suoi trascorsi
burrascosi in amore.
La vita notturna di Los Angeles l'aveva sempre affascinata, tutte
quelle luci, la musica che fuoriesce dai locali, l'allegria che ti
contagia.. eppure quella sera non si sentiva particolarmente allegra.
Il suo umore era anzi dei più neri che mai avesse provato.
Non perchè fosse arrabbiata con qualcuno, cioè
si, ma come puoi sfogarti del comportamento di qualcuno che non sa
nemmeno chi tu sia? La risposta l'aveva trovata ascoltando il suo album
preferito, non appena le prime note di quel capolavoro dei Guns n'
Roses avevano cominciato a diffondersi nella sua camera da letto. Lei
non aveva del Nightrain a disposizione, ma qualsiasi tipo di alcolico
avrebbe fatto ugualmente effetto.
Circa due settimane prima aveva ricevuto una telefonata in cui una voce
maschile le chiedeva se se la sentiva di fare un servizio fotografico
alla band di cui era manager, e lei aveva risposto di si senza neanche
informarsi di chi si trattasse. Quando poi quella stessa voce le aveva
detto che aveva un appuntamento con i Motley Crue per il 5 Maggio alle
9 e trenta del mattino, sarebbe volentieri sprofondata nella sua
poltrona di pelle per non emergerne mai più.
Ed ora si ritrovava a girare per le strade della città alla
ricerca di un locale che la attirasse, ma conoscendosi sapeva che se
avesse continuato in quel modo avrebbe girato a vuoto fino al mattino
successivo. Così entrò nel primo locale che vide
e si diresse al bar.
Avrebbe potuto scegliere meglio, quella musica da discoteca le faceva
venire il mal di testa, per non contare il tipo seduto qualche sgabello
più in là che la fissava insistentemente. Decise
di ignorarlo, c'erano buttafuori dappertutto, forse un po' troppi per i
suoi gusti, ma almeno sarebbero intervenuti se quel maniaco avesse
fatto qualche mossa verso di lei.
Tommy era ancora perso nei suoi pensieri quando una ragazza dall'aria
scocciata e dalla faccia conosciuta si sedette al bar. Si mise a
fissarla per capire dove la avesse vista prima, ma con tutti i capelli
che le ricadevano sul viso non era affatto facile. Quando si
tirò su i capelli con una matita lasciando ricadere solo
qualche ciuffo sulla faccia la riconobbe. Era la fotografa che
avrebbero dovuto incontrare il mattino successivo, quella a cui si era
interessato da due settimane a quella parte cercando immagini e
informazioni su di lei, ma a parte articoli riguardanti il suo lavoro e
qualche foto non aveva trovato altro. L'aveva visto, ne era sicuro, ma
lo stava ignorando, forse non lo aveva riconosciuto, così
decise di avvicinarsi a lei e offrirle qualcosa da bere.
Il tipo che la guardava insistentemente si alzò dal suo
sgabello e si sedette in quello accanto al suo. Hailey
continuò a far finta di niente, anche se iniziava ad essere
spaventata dal comportamento di quello sconosciuto, ma forse le sue
erano solo stupide paranoie dovute alla situazone in cui si era
trovata, l'idea di rincontrare suo padre l'aveva completamente
shockata. Comunque, se avesse anche solo provato ad allungare le mani
si sarebbe messa ad urlare, qualcuno tra tutta la gente che c'era
sarebbe sicuramente accorso per aiutarla.
- Ehy ciao, posso offrirti qualcosa da bere?- banale, si
ritrovò a pensare, avrebbe potuto benissimo trovare una
frase migliore per attaccare bottone, se sperava di far colpo
così su di lei si era sbagliato di grosso.
- Ho appena ordinato un Long Island, se vuoi puoi pagarmelo- rispose
senza neanche guardarlo in faccia, aveva notato dalle braccia scoperte
che aveva molti tatuaggi in più indossava dei pantaloni di
pelle, quello era sicuramente un rocker e l'unico rocker con cui in
quel momento le interessava era Nikki Sixx. Non perchè
volesse incontrarlo per dirgli tutta la verità e poterlo
finalmente riabbracciare, sicuramente se gli fosse capitato davanti
avrebbe finto di non vederlo. Ma proprio non riusciva a togliersi dalla
testa quell'uomo che le aveva procurato così tanti guai e
dispiaceri.
-Certo! Allora.. hai intenzione di guardarmi prima che la serata
finisca oppure non ti interessa sapere con chi stai parlando?- Tommy
era sicuro che non lo avesse ancora riconosciuto, era stata tutto il
tempo a testa bassa, a fissare il marmo nero del bancone, come se
nascondesse chissà quali segreti.
Il comportamento di quella ragazza lo divertiva, sembrava essere
tutt'altro che felice di parlare con lui, si era reso conto che anche
per lei quella non doveva essere una bella serata, ma oramai aveva
attirato la sua attenzione e non si sarebbe liberata di lui tanto
facilmente. In più quei ciuffi scuri e un po' spettinati che
le ricadevano sul viso stavano velocemente prendendo il posto della
chioma bionda della sua ex, almeno per il momento.
Le aveva chiesto di guardarlo. Non sembrava offeso dal suo
comportamento poco amichevole, anzi sembrava quasi divertito dalla
situazione. Questo era sicuramente un punto a suo favore. Decise che se
lui gli avesse pagato il suo drink, alzare lo sguardo e incontrare i
suoi occhi era il minimo che potesse fare, glielo doveva, almeno per
non risultare scortese. Ma di certo non si aspettava di incontrare
quegli occhi. Aveva alzato la testa di scatto e aveva puntato le sue
iridi verdi in quelle di lui, voleva metterlo a disagio, sapeva che era
questo l'effetto che faceva sugli uomini e non esitava a giocare questa
cosa a suo favore ogni volta che poteva. La sua bellezza a volte
spaventava le persone, sembrava quasi di un altro pianeta, con la sua
pelle chiara, gli occhi smeraldo e la bocca rossa, il tutto contornato
dai capelli scuri un po' spettinati che le davano un aria da cattiva.
Ma quella volta fu lei a rimanere a bocca aperta. Non aveva
riconosciuto quella voce, nè i tatuaggi sulle sue braccia e
si stava maledicendo per questo. Tommy Lee, migliore amico di suo
padre, la stava osservando con un sorriso beffardo in faccia, aveva
certamente capito il motivo del suo stupore.
Si riscosse quasi subito, ricomponendosi e ritrovando quella
spavalderia che aveva mostrato fino a poco prima.
- Sono riuscita ad attirare l'attenzione di Tommy Lee, dovrei esserne
felice?- quella domanda era seria, non sapeva se esserne felice o no,
se c'era lui in quel locale, c'era anche la possibilita che i suoi
compagni fossero da qualche parte in giro.
- Credo di si, voglio dire.. non mi capita tutti i giorni di incontrare
ragazze interessanti e carine come te-
Aveva deciso di farle capire subito il suo interesse per lei,
così non avrebbe perso tempo se non fosse stato ricambiato o
se lei non fosse stata come sembrava. Inoltre tra di loro c'erano si e
no vent'anni di differenza, per lui non erano certo un problema, ma lei
poteva non essere d'accordo. Le sue paranoie lo stavano portando verso
considerazioni sbagliate, infatti la ragazza lo stupì
piacevolmente assumendo un'aria maliziosa che Tommy gradì
molto.
-Si, forse hai ragione, neanche a me capita tutti i giorni di ricevere
un complimento dal mio batterista preferito- si avvicinò un
poco a lui mordendosi piano il labbro inferiore guardandolo negli
occhi, voleva vedere fin dove si sarebbe spinto, se aveva intenzione di
rimorchiarla per quella sera o voleva provarci veramente con lei. Lo
aveva sempre ammirato, sia per la sua bravura che per l'amore che aveva
sempre dimostrato alla famiglia. Aveva letto dei suoi tentativi di
creare una vera famiglia con la madre dei suoi figli, e anche se non
erano andati a finire bene lui ci aveva provato. Hailey non cercava un
padre voleva un uomo che le stesse affianco e la amasse per
ciò che era e non sapeva se Tommy era l'uomo adatto a lei,
ma le piaceva, parecchio anche e se lui fosse stato seriamente
interessato a lei, bhè di certo non si sarebbe tirata
indietro.
-Il tuo batterista preferito eh? Mi lusinghi così. Parlami
un po' di te, voglio conoscere colei che si è aggiudicata il
compito di farci delle foto e poi tu mi conosci già no? Ah
ti avverto, saremo anche adulti, ma non siamo affatto facili da
controllare, non hai idea di quanto potrà essere difficile
gestirci per il servizio e poi io non sono per niente fotogenico- Aveva
cominciato a parlare a vanvera, il servizio era l'ultimo dei suoi
pensieri, avrebbe voluto "approfondire" la sua conoscenza in altri
modi, ma gli sembrava inopportuno, inoltre non voleva che quella
ragazza diventasse un'altra squallida storia da una botta e via. Non
sapeva spiegarsi neanche lui il motivo di tutto ciò, ma lei
era riuscita ad incantarlo come non gli succedeva da molto tempo.
Parlare di lei? L'ultima volta che lo aveva fatto ricorreva a quattro
anni prima, con Frank. Non aveva alcuna intenzione di farlo, preferiva
rimanere avvolta nell'alone di mistero che si era creata e poi cosa
avrebbe dovuto dirgli? Che era la figlia di un suo compagno di band?
Sarebbe sicuramente scappato a gambe levate e avrebbe raccontato tutto
agli altri. No, non era il caso.
-Guarda che io non ti conosco affatto. Posso sapere cosa dicono i
giornali di te, ma quello non sei tu. È solo l'immagine che
ti sei creato o che ti hanno affibbiato. Dicono che sei irresponsabile
come un bambino, ma un bambino non sarebbe in grado di prendersi cura
dei figli, ne tantomeno di sopportare la vita che fai. È
fantastico girare il mondo per fare ciò che più
ami, lo so. Nel tuo caso è la musica, nel mio la fotografia,
ma sono consapevole che dopo un po' la nostalgia di casa e la
stanchezza lo facciano diventare estremamente stressante. E un bambino
non potrebbe reggere tutto questo. Quindi posso affermare che non ti
conosco affatto- Era brava. Maledettamente brava. Tommy si era reso
conto che non voleva parlare di lei. Aveva tergiversato portando
l'attenzione su di lui, non riusciva a capire perchè, ma
decise di rispettare la sua scelta. Avrebbe aspettato, quella ragazza
lo intrigava e non se la sarebbe fatta scappare.
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Capitolo 3 *** 3 ***
La conversazione tra di loro al bancone del bar durò per un
bel po', e nessuno dei due si era accorto del tempo passato. Avevano
parlato a lungo delle rispettive passioni, e Tommy era
rimasto un po' deluso nello scoprire che la ragazza venerava i Guns n'
Roses (solo la formazione originaria, aveva specificato) e che i Motley
Crue venivano solo al secondo posto. Aveva intuito che c'era qualcosa
che voleva tenergli nascosto, riguardo alla sua vita. Lui si era aperto
un po' con lei, per spingerla a fare lo stesso, ma lei aveva troncato
sul nascere ogni suo tentativo di scavare dentro di lei. Hailey dal
canto suo apprezzava i tentativi del batterista, significava che era
realmente interessato a lei, ma non poteva assolutamente raccontargli
nulla. Aveva bisogno di Frank, lui l'avrebbe aiutata a trovare un modo
per non perdere Tommy senza che venisse a conoscenza della
verità.
-Non vuoi proprio dirmi niente eh? Dammi almeno una motivazione, giuro
che farò di tutto per capirla e rispettarla- Hailey
abbassò lo sguardo, mai come in quel momento le sue All Star
tutte strappate e logore le erano sembrate così
interessanti. Non voleva offenderlo. Non voleva che lui pensasse che
per lei quello era solo un gioco. Ma non poteva parlargli della sua
vita.
-È complicato. Non ho una bella storia, preferisco non
parlarne, parlare significa ricordare- sperava che a Tommy quella
risposta bastasse, ma sapeva che non era così, infatti stava
già riaprendo bocca, intenzionato a capire cosa ci fosse di
così brutto nella vita apparentemente felice di una giovane
donna di successo come lei. Ma in quel momento le arrivò un
aiuto proprio dall'ultima persona che avrebbe voluto vedere. Riconobbe
subito quella data sulle nocche della mano che si era appena posata
sulla spalla del batterista. "1958" l'anno della sua nascita, o forse
aveva qualche altro significato per lui, non lo sapeva.
-Allora Tommy, vedo che hai conosciuto la ragazza di cui ti parlavo-
sul suo volto si dipinse uno strano sorrisetto -Sai, sono stato io a
convincere tutti loro che eri una fotografa con i controcazzi, mi
raccomando, mi aspetto dei capolavori non delle semplici foto- si
rivolse poi a lei, il sorriso si era allargato leggermente, quasi come
se volesse trasmettergli un po' del suo affetto e farla sentire a suo
agio. Hailey non sapeva cosa dire, quell'improvvisata l'aveva presa del
tutto alla sprovvista, così decise di sorridere e annuire,
poteva sembrare poco convinta, ma sperava che fossero abituati a scene
del genere, spesso le persone che incontrano delle star si fanno
mettere in soggezione e non riescono più a spiccicare
neanche una parola. Nikki sembrò non notare l'agitazione
della ragazza e si dileguò tra la folla dopo aver dato
un'altra pacca sulle spalle al batterista.
Basita. Hailey era completamente basita dal suo comportamento. Non
riusciva a capire il motivo della sua intromissione, non aveva detto
nulla di chè, non aveva un apparente motivo per presentarsi
lì, dire due parole e andarsene. Non si perse
troppo nei suoi pensieri a cercare una ragione logica e razionale. Lui
era Nikki Sixx, se voleva fare delle improvvisate senza senso come
quella lo faceva e basta, senza tanti perchè. In
più Tommy la stava guardando e sicuramente si stava
chiedendo perchè era da almeno due minuti buoni che fissava
il punto da cui era sparito il suo amico.
-Ehy ci sei? Non credevo che facesse quest'effetto, è vero
che è brutto ma non ha mai mangiato nessuno, almeno
fin'ora!- scherzò sull'espressione leggermente traumatizzata
di lei. Neanche lui aveva ben capito l'intromissione di Sixx, ma aveva
lasciato correre, forse voleva solo vedere come era fatta la nuova
ragazza a cui lui si era interessato. Quello che più non
riusciva a spiegare era il comportamento di Hailey. Con lui non si era
fatta troppi problemi e dopo poco tempo si erano ritrovati a
chiacchierare come due vecchi amici, Nikki invece l'aveva lasciata
senza parole.
-Eh? Si si scusa. È che proprio non mi aspettavo che ci
fosse anche lui, mi ha sorpresa, ecco tutto. Sai, lui è il
mio bassista preferito. Con una rockstar sola riesco ad avere ancora un
po' di contegno, ma due assieme credo sia un po' troppo per il mio
povero autocontrollo.. se consideriamo che non siete delle rockstar
qualunque, sempre che una rockstar si possa definire 'qualunque', ma
siete Tommy Lee e Nikki Sixx dei Motley Crue.. beh allora
tutto si complica- Ce l'aveva fatta, l'aveva intontito con
quell'assurdo discorso in cui anche lei aveva rischiato di perdersi
più volte, ma Tommy sembrava soddisfatto della risposta.
Infatti la stava guardando con un sorriso sghembo stampato sulle
labbra, estremamente compiaciuto dalle lusinghe velate di lei.
-Adesso scusami, ma è veramente tardi, sono quasi le tre, e
sai tra qualche ora ho un appuntamento per un servizio fotografico con
delle rockstar, mi hanno detto che non gradiscono molto i ritardi,
perciò è meglio che io ora vada a letto. Anche se
sono sicura che neanche loro saranno freschi e riposati, sembra che
almeno due di loro siano in giro per locali, magari a cercare di
rimorchiare qualche bella ragazza al bancone del bar. Ci vediamo eh?-
lo salutò con un bacio sulla guancia e scese dal suo
sgabello avviandosi verso l'uscita ancheggiando leggermente, non era
volgare ma abbastanza eccitante, almeno questo era quello che pensava
Tommy, rimasto imbambolato a guardare quel fondoschiena che si
allontanava piano piano.
-Interessante eh?- Una voce alle sue spalle lo fece sussultare
-Cazzo Sixx, hai intenzione di farmi prendere un infarto? No
perchè se è quello il tuo scopo continua
così che sei sulla buona strada!- Era irritante con quel
ghigno divertito stampato in faccia e quell'aria da superiore. Dopo
tutti quegli anni passati fianco a fianco come fratelli non era ancora
riuscito a farlo smettere. Lo sapeva che non lo sopportava quando
faceva in quel modo eppure lui continuava. Probabilmente lo trovava
divertente.
-Allora, che vuoi?-
-Uh?-
-Si, perchè sei venuto a rompere? E anche prima, che cazzo
avevi intenzione di fare?-
-Niente, non sapevamo più dove fossi finito, se eri ancora
vivo eccetera eccetera.. Vince e Mick hanno scommesso su di te sai?
Vince diceva che eri da qualche parte a scopare come un coniglio con
una biondona, mentre Mick non era daccordo. Per lui eri con un bruna-
Sorrise al pensiero di quei due pazzi che discutevano sul colore dei
capelli della "vittima". Però era triste che non avessero
ipotizzato che magari stava solo chiacchierando con qualcuno, che non
necessariamente era una donna, o che era uscito per fare due passi.
Insomma era stanco di essere considerato ancora un ragazzino arrapato,
ma quella era l'idea di lui che si era creata, e lui non aveva fatto
nulla per sfatarla, anzi aveva approfittato della cosa utilizzandola
più volte come scusa: "Ehy, sono Tommy Lee, sono fatto a
modo mio e tu non puoi farci niente!"
-Insomma hai conosciuto la fotografa eh? Che te ne pare?-
-E' simpatica, un po' misteriosa forse, ma non è male. Ha
una grave pecca però-
-Pecca? Cioè?-
-I Motley Crue sono solo al secondo posto nella sua classifica
personale-
-Ah si? E chi sarebbe più bravo di noi?-
-I Guns n' Roses, ma solo quando c'erano Slash, Duff, Izzy e Steven.
Adora anche tutti gli altri album, ma la formazione originaria
è la formazione originaria, almeno questo ha detto lei-
Guardò Nikki che come lui non era molto daccordo con l'idea
della ragazza
-Ok, glielo concedo, erano bravi, non quanto noi questo è
sottointeso, ma sapevano il fatto loro. Infondo è giovane,
magari è solo una fase di passaggio. Sai quanti anni ha?-
-E' nata il 16 Febbraio dell'81, di notte. Mi ha detto che sua madre le
raccontava sempre che quando stava per nascere era sola in casa,
dovette chiamare un taxi per andare all'ospedale e una volta arrivata
diede il numero di telefono di casa a un'infermiera e le
ordinò di chiamare continuamente. Doveva avvertire il padre
che stava nascendo. Lui si è presentato due ore dopo la sua
nascita, completamente bagnato fradicio perchè fuori pioveva
e non si ricordava dove aveva parcheggiato! Ma ti rendi conto? Che
schiacciato 'sto tipo!- gli occhi di Nikki fissavano il bicchiere che
aveva in mano mentre fingeva di ascoltare Tommy che continuava a
parlare di lei, ma la sua testa era altrove. Si ricordava bene
quell'episodio, l'ansia che lo assalì non appena una donna
al telefono lo informò che la sua ragazza stava partorendo,
l'odio verso se stesso per essere uscito con i suoi amici per
sbronzarsi e rimorchiare nonostante avesse una ragazza incinta che lo
aspettava a casa, tutta l'adrenalina che aveva in corpo mentre correva
come un disperato all'ospedale rischiando di farsi ammazzare
attraversando strade senza neanche guardare se erano libere o c'erano
macchine che viaggiavano, la sensazione di pace che lo pervase non
appena mise gli occhi su quel frugoletto che lo guardava incuriosito.
Quella ragazza gli era sembrata familiare dal primo istante in cui
l'aveva vista, ma non pensava così tanto. Quegli occhi verdi
identici ai suoi, la sua espressione di stupore e paura quando li aveva
raggiunti al bar. Hailey, la sua Hailey. Che stupido, come aveva fatto
a non pensarci prima? Neanche alla mostra di un anno prima l'aveva
riconosciuta. E come mai non gli aveva detto niente? Lei era
consapevole del fatto che lui fosse suo padre. Era lui quello
perennemente ubriaco e fatto tanto da scordarsi la faccia di sua
figlia, non lei. Si sentì ancora più in colpa non
appena realizzò che molto probabilmente non voleva farsi
riconoscere perchè lo odiava, si vergognava di lui. Per
questo portava il cognome di sua madre.
-...voglio sondare un po' il terreno, ma credo che ci stia. Se tutto va
come il previsto potrei prendere in considerazione di uscire con lei
qualche volta, e poi chissà..- Tommy finì il suo
monologo con un grandissimo sorriso stampato in faccia, che
scomparì non appena si rese conto che le sue parole, non
sapeva bene come, avevano fatto infuriare Nikki. I suoi istinti paterni
nei confronti di Hailey erano appena rientrati in modalità
"on" e sentire che il tuo migliore amico vuole farsi tua figlia, anche
se con le migliori intenzioni del mondo, non è affatto
piacevole.
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Capitolo 4 *** 4 ***
Aveva fatto un'enorme cazzata e solo adesso se ne stava rendendo conto.
Aveva raccontato a Lee le circostanza "particolari" ma abbastanza
comiche della sua nascita. Era certa che suo padre gli avesse
raccontato qualcosa, e invece lui si era limitato a dire "che cretino".
Quindi non sapeva nulla. Ma se lo avesse raccontato a sua volta ai suoi
compagni di band? Quanti padri si sono persi la nascita della figlia,
presentandosi due ore dopo per di più bagnato come un
pulcino? Forse a qualcuno sarà capitato, ma di certo non a
tutti in quella data precisa, a Los Angeles e con una figlia di nome
Hailey. Non aveva dubbi. Se Tommy avesse parlato Nikki non ci avrebbe
messo molto a fare due più due e collegare il tutto. A quel
punto avrebbe preteso di rientrare nella sua vita, presentandole false
giustificazioni e scuse, che lei non avrebbe accettato. Aveva avuto
più di vent'anni a disposizione per risistemare le cose, se
doveva farlo ora per placare i suoi sensi di colpa avrebbe lasciato che
ci affogasse dentro. Perdipiù neanche Tommy l'aveva
riconosciuta, se l'avesse fatto probabilmente non si sarebbe mai
azzardato a farle il filo. E pensare che quando era una bambina lui era
il suo compagno di giochi.. già, Tommy Lee nel tempo libero
si divertiva a pettinare le bambole con una bimba di sei anni. Assurdo
eh?
Arrivò a casa quasi correndo, non stava scappando da
nessuno, ma a causa della rabbia che provava aveva cominciato a
camminare sempre più veloce. Se ne rese conto quando si
ritrovò davanti alla porta del suo appartamento con il
fiatone. Entrò con qualche difficoltà, come al
solito la chiave non ne voleva sapere di far scattare quella serratura.
Si tuffò sul divano pensando a Tommy, era stata bene con lui
quella sera, avevano parlato, scherzato e riso, non credeva che lo
stesso ragazzo che quando era piccola la chiamava "ragnetto rompiballe"
e la faceva volteggiare sopra la sua testa fosse in realtà
un uomo così.. affascinante? Era attratta da lui,
di questo ormai ne era sicura, doveva capire se il suo interesse era
puramente fine a se stesso oppure stava cercando incosciamente di farla
pagare a suo padre. Anche se non aveva molto senso. Avrebbe rovinato
l'amicizia tra i due e lei sarebbe passata per una semplice puttanella,
come quelle che si facevano nei backstage dei loro concerti un po' di
anni prima. Non si stupì quando realizzò che le
sarebbe dispiaciuto più per l'amicizia tra Nikki e Tommy che
per lei, infondo non aveva mai avuto una forte autostima e anche se
negli ultimi anni, soprattutto grazie all'aiuto di Frank, aveva smesso
di considerarsi un "incidente di percorso" dei suoi genitori, la
situazione non era migliorata così tanto.
-Il fatto che continuo a pensare a lui invece di andare a dormire
è preoccupante. Cazzo, sono già le cinque e un
quarto! A questo punto è inutile che dormo, dovrei alzarmi
tra neanche due ore. Meglio che mi faccia una lunga doccia e mi prepari
una quantità industriale di caffè-
Così dicendo si alzò dal divano. Le capitava
spesso di parlare tra sé e sé, ma solo quando era
sola. La aiutava a riflettere e la rilassava, le dava come l'illusione
di essere in grado di gestire a pieno la sua vita. Aveva spiegato quel
suo modo di fare a Frank, che contro ogni sua aspettativa le aveva
risposto che effettivamente poteva aiutare le persone che vivono
un'esistenza particolarmente caotica. E la sua di vite poteva definirsi
caos allo stato puro.
Trascorse circa mezz'ora sotto la doccia e si preparò con
una lentezza che avrebbe dato sui nervi a chiunque. Verso le sei e
venti era uscita dal bagno, con i suoi jeans strappati addosso, le all
star consumate e una canottiera a spalle larghe nera con qualche
disegno davanti. Mise a fare il caffè e si dedicò
all'operazione trucco. Contrariamente a tutte le ragazze che conosceva
non le piaceva passare interminabili ore davanti allo specchio, inoltre
poteva ritenersi fortunata, non aveva occhiaie o altre imperfezioni, le
bastava la matita nera e un po' di rimmel per piacersi. Bevve il suo
caffè seduta sul tavolo, mentre pensava come raccontare la
serata precedente a Frank. Doveva dirglielo, lui l'avrebbe aiutata a
chiarirsi le idee e le avrebbe suggerito la mossa migliore da fare. O
almeno lo sperava. Prese il suo vecchio nokia scassato dalla borsa, non
aveva intenzione di cambiarlo, funzionava alla grande. Non aveva
videochiamate, fotocamere o accesso a internet, in effetti non era
neanche a colori, ma come diceva sempre a Frank: "Chiama, riceve
chiamate, invia e riceve messaggi, tutto ciò che un telefono
deve fare".
Compose a memoria il suo numero, se avesse controllato l'avrebbe
sicuramente trovato tra le ultime chiamate se non proprio l'ultima, ma
le piaceva il ticchettio che facevano tasti quando li pigiava. Dopo
neanche tre squilli Frank rispose
-Buongiorno, come mai così mattiniere?- riusciva a
trasmettere allegria e energia anche attraverso un apparecchio
telefonico, uno dei tanti pregi di quel ragazzo, era sempre allegro e
ottimista, per lui non esisteva il bicchiere mezzo vuoto, era capace di
riuscire a trovare il lato migliore di qualsiasi cosa in tutte le
situazioni
-Il servizio fotografico ricordi? Quello con quelli là.. i
Motley Crue..-
-Ah si.. Ma.. Quelli là? Come ti permetti?! E poi, sbaglio o
ho sentito una nota di disgusto in "Motley Crue"? Ti ricordo che sono
sempre la mia band preferita, è come se io ti venissi a
dire.. "Slash? Ma se sa a malapena come imbracciare una chitarra!"-
- Non osare! Slash è un mito, IL mito! Sai benissimo che hai
appena detto una bestemmia!-
- Si, e mi sto frustando mentalmente per questo, ma almeno ti ho fatta
ridere!-
- Già. Senti, ci sarebbe anche un'altra cosa..-
- Devo preoccuparmi? No, perchè dal tono che hai direi
proprio di si-
- No, sta tranquillo.. si tratta di ieri sera, ti avevo detto che sarei
uscita a fare due passi e magari a bere qualcosa.. ecco ad un certo
punto entro in un locale, non era male, se non fosse stata per quella
musica che avevano messo, sembrava di stare in una di quelle discoteche
frequentate da ragazzini di quindici anni. Ad un certo punto credo che
abbiano anche tentato di mixare Sweet Child o' Mine. Ma ti rendi conto?
Sweet Child o' Mine! Quasi quasi li denuncio per oltraggio alla musica
e tentato omicidio di una delle più belle canzoni d'amore di
sempre. Dico io, ma come hanno osat..-
- Senti devi dirmi qualcosa di importante o hai intenzione di
continuare a sproloquiare di cose senza senso come la mia vicina di
casa, che ti ricordo ha più di settant'anni?-
- Ehm, scusa mi ero fatta prendere dal discorso e..-
- Si, l'ho notato-
- Ok, insomma io entro in questo locale mi siedo al bar e ordino il mio
solito long island, quando, ad un certo punto indovina chi si avvicina
e mi chiede se può offrirmi qualcosa da bere? Pensa che era
già da un po' che mi fissava, ma io non lo avevo
riconosciuto-
- Sean?-
- No, quello non credo che abbia molta voglia di rivedermi, l'ho quasi
castrato l'ultima volta che ci siamo visti..-
- E' vero, però anche te sei stata esagerata non credi? Lui
ha sbagliato a tradirti, ma tu.. cazzo Hailey mi vengono i brividi al
pensiero della ginocchiata nelle palle che gli hai dato..-
- Se lo meritava. Ma non distrarti! Vuoi sapere chi? Ok te lo dico che
tanto da solo non ci arrivi... rullo di tamburi.. eeeehhhh... Tommy
Lee!!! Nientemeno che il batterista della tua band preferita!-
- Tommy Lee? E tu che hai fatto? Ha capito chi sei?-
- Io gli ho detto che avevo già ordinato e che se voleva
poteva pagarmelo lui. E comunque no, non mi ha riconosciuta, se lo
avesse fatto non avrebbe passato tutta la sera a farmi il filo al
bancone del bar!-
- Ci ha provato con te? Ma è vecchio!-
- Ma che dici! Non è vecchio, è solo un po'
più..-
- Vissuto?-
- Stavo per dire grande. Ma non è finita qui. Credo di aver
fatto una cazzata. Parlando con Tommy, ecco.. non so come, gli ho
raccontato tutta la storia intorno alla mia nascita, di mio padre che
è arrivato dopo bagnato fradicio intendo. Lui evidentemente
non lo sapeva perchè ha detto solo "che cretino" ma se
dovesse parlarne con gli altri sarebbe un casino. Aiutami, non so che
fare!-
- Bhè se non volevi che ti riconoscessero avresti dovuto
tenerti quei particolari per te. Non capisco perchè l'hai
fatto, non sei una sprovveduta e non dare colpa all'alcol che lo reggi
benissimo, probabilmente un'eredità di tuo padre.-
- Si insieme alla tossicodipendenza. Bell'eredità del cazzo.
E comunque non so perchè gliel'ho detto, non ci ho pensato,
tutto qui. E poi è arrivato anche lui sai? Ma non ha detto
niente, cioè qualcosa sul fatto che è stato lui
che ha suggerito il mio nome agli altri, ma niente di più.
Ha fatto un'improvvisata e se ne è andato così
come era venuto-
- Non so veramente cosa dirti, se non che sono già le sette
e mezza e devo andare in ufficio. Tu cerca di non sbilanciarti troppo
oggi ok? Studia il suo comportamento, ma fai in modo che non si accorga
che lo stai osservando. E poi fatti fare gli autografi, li voglio!-
- Ok capo! Ci sentiamo dopo-
- Si ciao, a dopo. E ricordati gli autografi!-
Riattaccò il telefono e uscì di casa. Sapeva che
era presto, ma non aveva alcuna voglia di rimanere tra quelle quattro
mura a pensare e fondersi il cervello.La conversazione con Frank
l'aveva sollevata un pochino dalle sue preoccupazioni, ma il problema
era rimasto. Decise che avrebbe fatto una lunga passeggiata fino allo
studio, forse un po' d'aria l'avrebbe aiutata a chiarirsi le idee su
come comportarsi con quell'uomo.
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Capitolo 5 *** 5 ***
Tornò a casa con un enorme macigno addosso, voleva rimediare
a quella situazione, doveva.
Ma tutti quegli anni di assenza non erano di certo facili da
recuperare. Si sentiva estremamente stupido, un perfetto
coglione suggeriva la sua coscienza. Aveva smesso di
preoccuparsi per lei quando Gunner era entrato a far parte della sua
vita. Certo ogni tanto pensava alla sua bambina, ma non più
così spesso. Poi con il tempo e gli altri figli lei era
decisamente passata in secondo piano. In quel momento tutti i ricordi
che aveva su di lei erano rientrati prepotentemente nella sua testa
e contribuivano solo a farlo sentire più in colpa.
Trovò la casa vuota e silenziosa ad aspettarlo, i suoi
ragazzi erano con le loro rispettive madri da qualche giorno.
Buttò le chiavi sul mobile nell'ingresso e si diresse in
camera. Guardandosi intorno si accorse che non aveva neanche una sua
foto appesa, c'erano lui con Gunner e Decker, lui e Storm, sempre lui e
Frankie Jean. Qualche foto di tutti loro tutti insieme, ma niente che
potesse riguardarla. L'aveva inconsciamente rimossa dalla sua vita.
Salì in soffitta, la luce del neon non era molto potente, ma
sapeva dove trovare ciò che stava cercando. In un armadio
coperto da un telo c'era una vecchia valigia chiusa con la combinazione
numerica. Non dovette pensare affatto a quali numeri inserire. Si
trattava della sua data di nascita, 16281, sedici Febbraio 1981. La
valigia si aprì mostrandogli tutto il suo contenuto. Vecchie
foto, tutte che ritraevano un'allegra bimba coi capelli scuri e gli
occhi verdi. In qualcuna c'era anche lui insieme a lei ma nella
maggiorparte era sola, mentre dormiva, mentre mangiava, giocava..
iniziò a piangere rendendosi conto di quanti errori aveva
commesso con lei, decisamente troppi. Spostò alcune foto
impolverate e si accorse che sotto c'era dell'altro.
Un libricino nero, uno dei suoi primi diari. Lo aprì e
iniziò a leggere quello che tanti anni fa aveva scritto. Le
sue emozioni, i suoi sentimenti, le sue sensazioni, tutto quello che
aveva provato e che riguardava lei.
"23 Gennaio
1984
02:25
Sono tornato a casa a
notte fonda, un'altra volta.
Sarah non vuole
parlarmi, ma credo che abbia ragione. La lascio sempre sola per stare
con i ragazzi, non solo quando dobbiamo lavorare, anche quando usciamo
per locali. Dice che sto facendo del male anche a Hailey, non solo a
lei. Ma non credo sia vero. Credo che stia usando Hailey come arma per
farmi sentire più in colpa. Sa che non farei mai niente che
faccia stare male la mia bambina."
E invece l'aveva fatto, se ne era andato lasciandole entrambe sole. Le
lacrime ora erano talmente tante da impedirgli di leggere le altre
pagine. Se le asciugò con una manica e riprese aprendo
un'altra pagina.
"30 Settembre
1985
17:00
Prima di rientrare a
casa sono passato a prendere Hailey a scuola.
Quella cicciona
dell'insegnante non voleva nemmeno farmi entrare. Proprio non ne voleva
sapere. Credeva che fossi un maniaco venuto a rapire dei bambini,
probabilmente a causa del trucco nero che porto, dei capelli spettinati
e degli abiti di pelle. Non mi piace chi mi giudica senza neanche
conoscermi. Ho perso la pazienza e sono entrato uguale (l'ho spinta ed
è caduta a terra, non riusciva neanche a rialzarsi, ha
dovuto chiamare il custode per tirarla su)
Mi ha fatto uno strano
effetto quel posto. È immenso e asettico, con tante stanza e
corridoi, ma è tutto fatto in miniatura. Sembrava un
ospedale fatto da nani per i nani.
Dopo un po' che giravo a
vuoto mi sono messo a gridare "Hailey" correndo in qua e la per evitare
che quelli che mi correvano dietro mi prendessero. Poi mi hanno preso.
Ho visto sbucare da dietro un angolo un poliziotto con la pistola
puntata verso di me. Mi sono messo in ginocchio come mi ordinava
cercando di spiegare anche a lui che cercavo mia figlia, ma nessuno mi
ha ascoltato. Mentre mi tiravano su per mettermi le manette l'ho vista,
o meglio, lei ha visto me perchè ho sentito che gridava
"papà!" e neanche due secondi dopo mi si
è tuffata addosso. A quel punto quei figli di
puttana hanno capito che non stavo dicendo stronzate e mi hanno
liberato. Non si sono neanche scusati! Forse non mi meritavo le loro
scuse? Hanno sbagliato loro, non mi hanno creduto, eppure invece di
dirmi un semplice "scusa" se ne sono andati come se nulla fosse
successo.
Fanculo a tutti.
Fanculo a quegli stronzi
in uniforme che si credono superiori a me.
Fanculo a quella
cicciona che mi guardava con disgusto.
Non voglio che mia
figlia cresca in quell'ambiente pieno di pregiudizi, domani le trovo
un'altra scuola.
Sarah non
sarà daccordo"
Una risata uscì tra i singhiozzi, una risata amara che si
spense subito. Doveva parlare con lei, la rivoleva. Era con lei che
voleva ridere di quelle disavventure. Non da solo. Si rese conto che
rivivere quei momenti che un tempo gli erano sembrati stupidi o
insignificanti, se non addirittura odiosi era più bello e
allo stesso tempo doloroso di quanto immaginasse. Aprì
un'altra pagina un po' più avanti e continuò
"25 Dicembre
1985
20:30
Stavolta ho veramente
superato me stesso. Ma non in senso positivo. È da tre
giorni che non torno a casa, mi ero temporaneamente trasferito sul
divano di Tommy. Dovevamo comporre qualcosa di nuovo, questo
è quello che ho detto a Sarah, la verità
è che ho passato tre giorni a tirare coca e farmi di eroina.
Non potevo farlo a casa mia.
Non voglio che Hailey mi
veda in quello stato.
Stamattina Tommy mi ha
buttato fuori casa dicendo che era Natale e che dovevo ancora comprare
un regalo a mia figlia. Non ho trovato un cazzo. Già mi
immaginavo il suo sguardo deluso e le sue lacrime, invece quando ho
aperto la porta mi è corsa incontro e mi ha abbracciato
ringraziandomi per il regalo. Ho guardato Sarah e nei suoi occhi ho
visto tanto dolore e delusione. Non sono un buon fidanzato lo so, la
nostra convivenza va avanti solo per Hailey. Sono consapevole del fatto
che se non ci fosse stata lei, Sarah mi avrebbe lasciato già
da anni, o forse l'avrei fatto io.
Hailey mi ha presentato
la sua nuova bambola, Jude. È il regalo per cui mi ha
ringraziato. Non so dove Sarah abbia trovato i soldi per una bambola
come quella, visto che possiamo a malapena permetterci il cibo sulla
tavola, ma la ringrazio per aver scritto anche il mio nome in quel
biglietto."
La bambola Jude.. l'aveva rotta una sera che era rientrato a casa
ubriaco. Era inquietante con quegli occhi che lo fissavano di continuo.
Si era anche arrabbiato con lei per non averla portata nella sua
camera. Quella fu la prima volta che Hailey pianse a causa sua. Ne
seguirono tante altre e sempre più frequentemente. Fino a
quando non prese la decisione di andarsene. Lui non portava soldi a
casa, era Sarah quella che lavorava. Tutto quello che lui faceva era
sballarsi e rovinare le loro vite. Avrebbero sicuramente vissuto meglio
senza di lui. Adesso però non ne era poi così
convinto. Sapeva cosa significava vivere senza una figura paterna. Lui
odiava suo padre per averlo abbandonato e nonostante questo aveva lo
stesso commesso il suo identico errore. Ma a differenza sua, lui
avrebbe rimediato, non sapeva come ma l'avrebbe fatto.
Saltò qualche pagina e riprese a leggere
"09 Gennaio 1986
Stamattina Hailey ha
trovato una siringa sporca di sangue in bagno. È venuta da
me e mi ha chiesto chi è che stava tanto male da farsi una
puntura. Mi sono sentito morire quando l'ho vista con quella cosa in
mano. Ho iniziato a gridare di lasciarla, di buttarla a terra prima che
si facesse male. L'ho spaventata talmente tanto che la
siringa le è caduta di mano e le è quasi caduta
su un piede. Era scalza.
Ha iniziato a piangere
ed è scappata via. Mi odio per tutto quello che le sto
facendo. Hailey ti prego non avercela con me, quando sarai
più grande capirai che il tuo papà non
è forte come credi e che sta male, tanto male. Ma non fa
nulla per guarire. La sola medicina che lo fa stare meglio è
la stessa roba che lo ha fatto ammalare. Si chiama eroina. Promettimi
piccola mia che non avrai mai nulla a che fare con lei.
Sperava con tutto il cuore che fosse così, che lei avesse
mantenuto la promessa. L'aveva vista e si era reso conto che stava
bene. Ma prima? Quante cose orribile ha dovuto passare quella povera
ragazza? Aveva avuto i suoi stessi vizi e le sue stesse debolezze? Gli
stessi vizi e debolezze che aveva anche sue madre? Oppure aveva reagito
e si era dimostrata più forte dei suoi genitori?
Con queste domande in testa proseguì la sua lettura
"16 Febbraio
1986
07:40
Hailey ha deciso di
buttarmi giù dal letto presto stamattina. Bhè
letto.. divano. Mi sono svegliato su questi cuscini che sembrano fatti
di legno da quanto sono duri con la mia piccola che cantava saltellando
per la stanza.. Dio quanto la amo..
Sono già le
11, abbiamo passato tutta la mattina a giocare con il peluche che le ho
regalato per il suo compleanno. Cazzo ma veramente ho regalato a mia
figlia solo uno stramaledettissimo peluche? Però sembra
felice. Lo vedo dai suoi occhi che brillano. Sono uguali ai miei. Ma i
miei non sono così.. vivi. È arrivato Tommy
prima, adesso è lui che gioca con lei. Le ha regalato una
maglia dei Rolling Stones che si è subito messa. Le sta un
po' grande, è veramente buffa"
Lo stesso Tommy Lee che giocava insieme a lei adesso voleva portarsela
a letto. Questo lo faceva veramente incazzare. Avrebbe parlato anche
con lui. Doveva avvertirlo che Hailey era la bambina con cui giocava
vent'anni prima, che non poteva vederla sotto quella luce, lei non era
una donna con cui cercare di costruirsi un futuro. Lei era Hailey.
Solo in quel momento si rese conto che non era più una
bambina, che era diventata una donna. Lei non avrebbe accettato quasta
sua intromissione. Al bar erano in due a flirtare, non c'era solo
Tommy. Eppure lei sapeva. Era quello che voleva anche lei? Non poteva
mettersi in mezzo. Che diritto aveva lui per farlo? Era suo padre
è vero. Ma era il padre che l'aveva abbandonata quando era
una bambina, era il padre che non c'era stato quando aveva avuto
bisogno di lui. Avrebbe parlato con lei, ma con Tommy avrebbe taciuto.
Sarebbe stata lei a dirglielo, se avesse voluto farlo.
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Capitolo 6 *** 6 ***
L'idea di andare allo studio a piedi si era rivelata davvero una
pessima idea. Dopo poco che camminava infatti il cielo si era coperto
di nubi ed aveva cominciato a piovere. Non una leggera pioggia
primaverile, di quelle che ti rinfrescano e non ti importa se arrivi a
lavoro con i capelli un po' umidi. Quella era una pioggia torrenziale,
una tempesta in piena regola. Presagio della giornata che doveva
affrontare? Hailey non lo sapeva. Generalmente non credeva molto in
queste cose. Ma quella era una situazione totalmente differente.
Arrivò allo studio tutta bagnata, con la matita che le era
colata sugli occhi e i capelli che gocciolavano, ma non poteva negare
che fosse bella anche in quel modo. Le si avvicinò con in
mano un bicchiere di caffè bollente e si fermò
pochi passi dietro di lei non appena si rese conto che stava
borbottando qualcosa sottovoce contro la pioggia e il maltempo in
generale.
-Fanculo a tutta quest'acqua. Ma dico io, uno sceglie di andare a
lavoro a piedi per schiarirsi le idee e cercare di non contribuire a
tutto questo cazzo di inquinamento e che succede? Piove! Bel
ringraziamento eh! Col cazzo che mi ci freghi un'altra volta! D'ora in
poi userò sempre la macchina, mi ci trasferisco in macchina.
Cazzo cazzo cazzo! Noo! Mi si è bagnato anche il telefono! E
adesso come faccio? Questa è sfiga- Appoggiò il
cellulare sul tavolo, forse con troppa forza visto che non appena
toccò la superficie liscia la cover si aprì
facendo schizzare la batteria lontano.
-Ehm ehm- dei colpi di tosse alle sue spalle interruppero il suo
monologo contro il mondo, si girò di scatto imbarazzata per
aver parlato da sola per tutto quel tempo.
Tommy era appoggiato al muro della saletta che la guardava, inutile
dire che tratteneva a stento le risate.
-Sei davvero buffa sai?- Le si avvicinò porgendole il
caffè, sempre con il sorriso stampato in faccia per quella
scenetta divertente -Però fossi stato in te, il telefono lo
avrei lanciato contro il muro, avrebbe fatto più effetto!-
scherzò cercando di tirarle un po' su il morale
-Non mettertici anche tu ti prego, non è davvero giornata.
Sono nervosa, non ho chiuso occhio per tutta la notte e in
più ci si è messo anche il tempo. Ma ti sembra
normale che a maggio diluvi? Ah, grazie per il caffè- si
sedette su una delle poltroncine di pelle rossa dell'ingresso. Ogni
volta si stupiva di quanto fossero comode, e ogni volta si
complimentava con se stessa per l'ottimo acquisto fatto
-Di niente, l'ho rubato a Nikki- Quasi si strozzò con il
liquido bollente che stava sorseggiando. Stava bevendo il suo
caffè. E se fosse venuto a reclamarlo? “che
stupida” pensò “è solo un
caffè, ne prenderà un altro, che vuoi che sia. E
poi ci sarà abituato a queste cose”
-A che pensi?- si distolse dai sui pensieri e guardò Tommy
che la fissava curioso davanti a se. Portava una maglia grigia,
anonima, mentre i suoi pantaloni non passavano di certo inosservati.
Indossava dei bermuda di cotone con la classica fantasia dei kilt
scozzesi, e per completare il tutto le sue converse, una nera e una
rossa.
-Penso che dovresti scegliere un altro paio di pantaloni, guarda nei
camerini, troverai sicuramente qualcosa di più adatto-
finì di bere il caffè mentre lui osservava i suoi
pantaloni con disappunto
-Cosa hanno che non va? Sono fichissimi!- sorrise della sua espressione
leggermente imbronciata. Aveva pensato molto a lui nelle ore prima, a
come se lo ricordava e a come credeva che fosse. Nei suoi ricordi era
un ragazzo allegro e simpatico che giocava con lei, crescendo aveva
avuto modo di conoscere (attraverso i giornali) il suo lato
più stronzo, quello dipendente dall'alcol e dalle droghe. Ma
in quel momento davanti ai suoi occhi non c'era né un
compagno di giochi né un tossico. Le piaceva quella nuova
versione di Tommy, l'uomo adulto e parzialmente responsabile che
l'aveva fatta divertire e con cui aveva flirtato la sera prima. Si, era
indubbiamente attratta da lui.
-Sinceramente, se avessi voluto un uomo in kilt, avrei chiamato Axl
Rose- detto questo Hailey si alzò e sparì in
qualche stanza alla ricerca della sua attrezzatura, non prima di aver
restituito il bicchiere vuoto al povero batterista che era rimasto
un'altra volta a guardare le sue spalle mentre si allontanava.
Diciamo un po' più giù delle spalle.
Non appena sparì dalla sua vista qualcuno sfilò
il bicchiere dalla sua mano
-Ah, il mio caffè.. ehi, ma è vuoto!- Nikki
rivolse uno sguardo omicida al suo migliore amico in attesa di
delucidazioni sul perché avesse rubato e poi bevuto il SUO
caffè.
Quella mattina aveva deciso di indossare la sua maschera migliore, per
non far insospettire gli altri. Voleva parlarle, ma voleva farlo senza
altre persone intorno. In più era curioso di vedere come si
sarebbe comportata lei in sua presenza. Ignorandolo? Trattandolo come
un estraneo? Avrebbe cercato di fargli capire la verità o
avrebbe continuato con quella farsa?
-L'ha bevuto Hailey, è arrivata tutta bagnata e incazzata
con il mondo, offrirle un caffè mi sembrava il minimo. A dir
la verità l'avevo preso per me, ma poi l'ho vista e..-
-Si si ho capito. Da quando in qua sei diventato un cavaliere?- Aveva
fatto finta di nulla, ma gli bruciava. Bruciava
maledettamente tanto il fatto che non potesse sbatterlo al muro e
schiaffargli in faccia la verità, lo avrebbe preso
volentieri anche a pugni nella foga del momento, ma se lo era vietato.
“Ricorda Nikki, non immischiarti nelle cose che non ti
riguardano”
-Ma che dici! Ti ricordo che io sono sempre stato un cavaliere con le
donne! Ok, non è vero. Può darsi che sia lei a
tirare fuori questo lato di me, no? Tommy Lee, l'impavido cavaliere che
difende la sua dama a colpi di rullante, timpano e grancassa!-
-Ma vaffanculo!- si girarono a guardare Mick che aveva ascoltato
l'ultima parte del loro discorso e che evidentemente non riusciva a
vedere Tommy nei panni del cavaliere -Tu? Un cavaliere? Ma non farmi
ridere. Non lo saresti neanche se ci trovassimo nel medioevo.
Probabilmente faresti il garzone in una qualche bottega, o il giullare
di corte-
-Che mi sono perso?- Vince era appena arrivato, adesso che erano
finalmente tutti potevano iniziare a lavorare, anche se fino a quel
momento l'unico ad aver visto la giovane fotografa era stato il
batterista. Probabilmente era impegnata a sistemare il set,
ma Nikki era convinto che quell'assenza era a causa sua.
-Tommy oggi si sente un cavaliere che.. com'è che hai detto?
Ah si, che difende la sua dama a colpi di rullante, timpano e
grancassa!- Nikki si stava divertendo anche troppo a prenderlo in giro,
facendogli il verso e rendendolo ridicolo davanti ai suoi compagni, ma
fu interrotto dalla voce di un ragazzo biondo, che non arrivava ai
trent'anni, che li ordinava di muovere il culo, visto che il set era
pronto.
Interruppero le loro chiacchiere e si voltarono a guardare quel ragazzo
che si era rivolto a loro così in malo modo
-Ehm.. no scusate, io non volevo dire in quel modo.. mi ha detto Hailey
di dirvi così, lettera per lettera. Insomma, io adoro la
vostra musica, siete dei miti, non mi permetterei mai di farlo se non
stessi eseguendo degli ordini- Il giovane era evidentemente in
imbarazzo, anche se faceva di tutto per non darlo a vedere
A Tommy quel tipo non piaceva. Non era uno dei tecnici dello studio,
Hailey gli aveva spiegato che non le andava a genio il fatto che
qualcun altro toccasse le sue cose. Prendeva lei i suoi appuntamenti
e allestiva lei il suo set. Insomma voleva essere lei la
regina indiscussa del suo piccolo regno. Quindi chi era? Cosa ci faceva
li? Ma soprattutto.. era il ragazzo di Hailey?
-E tu chi saresti?-
-Ah, giusto! Mi chiamo Frank, sono un amico di Hay. Mi aveva detto che
avrebbe lavorato con voi e non ho saputo resistere alla tentazione di
assistere- si presentò stringendo la mano di tutti loro. In
realtà era uscito da lavoro perché era
preoccupato per lei. Non voleva lasciarla da sola, aveva rifilato
quella scusa anche a lei, ma non ci era cascata. Si conoscevano e
Hailey sapeva che Frank voleva essere presente per intervenire in caso
avesse avuto bisogno di supporto.
Dopo le presentazioni Frank li condusse nella stanza che avrebbe
ospitato il servizio. Era stata arredata per l'occasione come fosse
l'ambientazione di un romanzo gotico. C'erano tappeti bordeaux un po'
ovunque, l'arredamento era in pieno stile barocco, il legno di tutta la
mobilia era di un colore scuro, quasi nero, mentre le stoffe erano
rosso sangue. Aveva fatto portare delle statue raffiguranti dei
gargoyles che erano state messe negli angoli più bui, o
attaccate alle pareti.
Erano rimasti tutti stupiti nel vedere quello che la ragazza aveva
preparato per loro. Il loro manager li aveva avvertiti che non sarebbe
stato un semplice servizio come quelli a cui erano abituati, quella
fotografa aveva in mente qualcosa di completamente diverso. Ma non si
aspettavano così tanto. Vince e Mick iniziarono a
perlustrare la stanza, sedendosi sui divani e studiando ogni
più piccolo particolare, tutto quello li affascinava, non
vedevano l'ora di vedere le foto che sarebbero venute fuori. Tommy si
incamminò verso Hailey, che stava sistemando qualche ultimo
particolare, voleva congratularsi con lei per la scelta del tema che
aveva fatto, e già che c'era le avrebbe chiesto di pranzare
insieme. Nikki invece se ne stava fermo sulla porta, mentre Frank lo
studiava di nascosto. Era rimasto shoccato da quello che aveva visto,
quella stanza gli ricordava la sua casa di Van Nuys, con tutti quei
mostri e l'aria cupa che si respirava. Sarebbe stata indubbiamente una
giornata pesante.
Questo capitolo è volutamente più leggero e
allegro degli altri, per non rendere la storia troppo triste e
drammatica..
ditemi che ne pensate ok?
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Capitolo 7 *** 7 ***
Era estremamente sodisfatta di come aveva allestito il suo set. La
fatica di settimane e settimane di lavoro estenuante per riuscire a
trovare tutti quei mobili e le decorazioni era stata totalmente
ricompensata dall'espressione che aveva visto sulla faccia di Nikki
Sixx non appena aveva messo piede in quella sala. Si era prefissa
l'obiettivo di sconvolgerlo, e ci era riuscita alla grande. Aveva avuto
qualche momento di esitazione, un po' perchè non sapeva
quanto fosse appropriata una cosa del genere, aveva paura che avrebbero
tutti dato in escandescenza visto che tutti loro avevano passato un po'
del loro tempo nella villa di Van Nuys e non erano certo ricordi
piacevoli, e un po' perchè, anche se odiava ammetterlo, non
voleva che stesse male per colpa sua. Ma era stato lui a fare la prima
mossa, quando se ne era andato di casa per non ritornare mai
più, e si era convinta che quella piccola vendetta personale
(la prima di tante aveva deciso) era accettabile, se non addirittura
necessaria.
Ma loro si erano subito mostrati entusiasti della sua scelta scacciando
le sue stupide paranoie. Vince curiosava in giro tra i mobili antichi,
Mick si era impossessato della poltrona al centro della stanza e Tommy
la stava raggiungendo. L'unico immobile era suo padre che guardava con
occhi increduli tutta la scena.
-Wow, bell'arredamento. Non mi aspettavo una cosa del genere. A dir la
verità non sapevo proprio cosa aspettarmi. Quando ci hanno
detto che era qualcosa di diverso dalle solite foto ho cercato di
immaginarmi tutti gli scenari possibili, ma di tutti quelli che mi
venivano in mente il più probabile era la discarica di
rottami. E noi non siamo dei rottami.- Rise dell'espressione seria e
convinta che aveva mentre affermava di non essere un rottame.
L'immagine che aveva di Tommy nella sua testa era sempre più
somigliante ad un bambino, non sapeva spiegare il perchè ma
le faceva venire una gran voglia di abbracciarlo e stringerlo a
sé. Non solo quello ovviamente, ma gli altri particolari
preferiva lasciarli vagare indisturbati nel suo inconscio, almeno per
il momento.
-Avevo preso in considerazione anch'io l'idea della discarica, ma poi
l'ho scartata. Insomma tutti quegli ammassi di rottami in studio.. sai
che confusione? Già sono incasinata di mio, non sarebbe
stata una buona idea. Perciò ho optato per qualcosa di
completamente diverso. All'inizio pensavo fosse troppo cupo come
ambiente, ma mi sbagliavo. Ci state proprio bene! Ma.. non dovevi
cambiarti? Mi rifiuto di fotografarti in kilt! Sarebbe come andare ad
un concerto heavy metal piena di paillettes e vestita di rosa-
-Uffa.. ma a me piacciono!-
-Non ti ho mica detto di dargli fuoco! Li lasci nel camerino e dopo te
li rimetti. Non te li toccherà nessuno. Ci siamo solo io e i
Motley Crue in questo studio. A me non piacciono e non credo che gli
altri riescano a metterseli. Sei più magro di me!-
-E' tutta una questione di costituzione. Io mangio come un maiale ma
non ingrasso neanche di un grammo. A proposito di cibo.. che ne dici di
pranzare con noi? Perfavoreee- La guardò fissa negli occhi,
con l'espressione da cucciolo abbandonato. Se fosse stato un attore, si
ritrovò a pensare Hailey, avrebbe sicuramente vinto un oscar
per la migliore intrpretazione.
Era indecisa, non sapeva se era il caso di esporsi così
tanto. Aveva paura che Nikki la riconoscesse, significava niente
più Tommy, per sempre. E lei non voleva perderlo. Era sempre
stato importante per lei, prima come amico, e adesso stava iniziando a
farsi spazio prepotentemente nel suo cuore. Non era innamorata, infondo
poteva dire di conoscerlo sotto quella luce solo dalla sera prima, ma
aveva l'impressione che lui ci tenesse davvero a lei. Per quanto la
riguardava, Hay aveva sempre avuto un debole per Tommy, doveva solo
capire che significato aveva la strana senzazione di pace e
felicità che provava quando si ritrovava con lui. La sua
testa continuava a ripeterle che era rischioso, che avrebbe avuto
un'altra occasione per rimanere un altro po' di tempo con lui, ma lei
aveva già accettato, annuendo a quell'uomo che ora stava
guardando curioso tutta la sua attrezzatura, con un sorriso ebete
stampato in faccia.
-Però viene anche Frank con noi, gli avevo promesso che
avremmo pranzato insieme- Il sorriso di Tommy si trasformò
in una smorfia e iniziò a sbuffare
-Non mi piace quel tipo. Ha un nonsoché che mi da fastidio-
-Ma chi? Frank? Ti sbagli, è una bellissima persona,
è il mio migliore amico- Tommy notò il sorriso
che aveva fatto non appena aveva iniziato a parlare di lui. Si vedeva
che gli voleva bene. E gli dava un po' noia, anche se non capiva il
perchè. A dir la verità lo sapeva, non gli
piaceva che quel tipo le girasse attorno, ma era troppo orgoglioso per
poter ammettere che di essere geloso. Perciò si
limitò a catalogare come "sensazione insensata e immotivata"
quella stretta allo stomaco che provava ogni volta che lui si
avvicinava a Hailey
-Gli devo molto, tutto direi. Mi ha insegnato a vivere-
-In che senso?- Si avvicinò di più a lei, stava
iniziando ad aprirsi con lui e dentro di se stava esultando di gioia
per quella piccola conquista, ma quell'affermazione lo aveva lasciato
anche un po' perplesso. Hailey si girò dall'altra parte
interrompendo il contatto visivo, per nascondere gli occhi che le
stavano diventando man mano sempre più lucidi. Sapeva
controllare le sue emozioni, ma un conto era parlare del suo passato
con Frank, che sapeva già ogni cosa, totalmente diverso era
invece fare quella conversazione con qualcunaltro e per di
più con il responsabile delle sue sofferenze a meno di
cinque metri di distanza.
-Non è il momento adatto per parlarne, né
tantomeno il luogo. Perciò concentriamoci su quello per cui
siamo venuti ok? Allora.. io pensavo di iniziare con qualche foto con
soggetto singolo e poi passare a quelle di gruppo. Che ne dici?-
Tornò a guardarlo con il sorriso di sempre, falso ovviamente
-Penso che sei davvero brava a nasconderti dietro la tua maschera, ma
io riuscirò a capire cosa c'è che non va, a costo
di starti attaccato ventiquattr'ore al giorno, da oggi per sempre- Lo
guardò, era stupita dalla determinazione e la preoccupazone
Tommy aveva mostrato nei suoi confronti e anche lusingata.
-E' una promessa?- Sfoggiò la sua espressione più
maliziosa, gli si avvicinò e gli sussurrò queste
poche parole all'orecchio per poi lasciarlo lì e tornare dal
resto del gruppo, dandogli le spalle per l'ennesima volta.
-Ascoltatemi tutti, come ho detto a Tommy vorrei iniziare con qualche
scatto singolo, poi vi fotograferò tutti insieme- Era salita
sul divano ed aveva raggruppato attorno a sé i quattro
musicisti.
Vince e Mick iniziarono ad ammiccare e fare battute rivolte a Tommy e
Hailey, che lei ignorò volutamente, mentre Tommy
rispondeva con sorrisetti a destra e a manca. E Nikki?
Il bassista era seduto da solo su uno dei divanetti, che si torturava
le mani per non saltare addosso al batterista e riempirlo di pugni.
-Ehy Nikki ma che hai oggi? Sei troppo silenzioso per i miei gusti.
Qualcosa non va?- Quando alzò la testa notò che
aveva gli occhi d tutti puntati addosso, compresi quelli di sua figlia.
Fece vagare lo sguardo sul viso di tutti i suoi compagni, per poi
soffermarsi su quegli occhi così identici ai suoi. Hailey lo
stava guardando, ma non riusciva a capire cosa pensasse, era
indecifrabile. Raccolse tutto il suo coraggio per riuscire a mettere
insieme due parole che avessero un senso, almeno per loro due, non era
un campione nei messaggi criptati, ma voleva che lei sapesse. Fece per
aprire bocca, ma lei lo anticipò
-Dai ragazzi, se stiamo un altro po' qua facciamo notte. Iniziamo con
Mick, va bene? Spostatevi tutti infondo alla sala. Ci sono anche degli
stuzzichini e qualcosa da bere nella sala accanto, se vi venisse fame o
sete. E tu, vai immediatamente a cambiarti quei pantaloni-
Rimase da sola con Mick, lo fece sistemare per bene sulla poltrona e
gli passò in viso un velo di trucco, per non dover lavorare
troppo sulle foto dopo. Dopo aver finito di sistemare anche le luci
prese la sua macchina fotografica e iniziò a scattare.
Decise di fotografarlo anche sul divano, su una sedia davanti alla
libreria e in compagnia di qualche gargoyles, tutto mentre continuavano
a chiacchierare. Mancavano ormai pochi scatti e poi sarebbe toccato ad
un altro, quando da dietro al gargoyle a cui era appoggiato Mick
spuntò Tommy che faceva delle assurde smorfie, forse per
somigliare ad uno di quei mostri di pietra e passare inosservato. Il
chitarrista non se ne accorse, gli dava le spalle, ma lei si e
iniziando a ridere continuò a scattare. Era divertente, ogni
foto una boccaccia differente. Anche gli altri Motley si erano
affacciati e se la ridevano, (tranne Nikki, ma questo era scontato) a
discapito del povero Mick che doveva mantenere un'espressione seria
nonostante avesse un buffone che si grattava testa e chiappe come una
scimmia dietro di lui.
Dopo Mick fu il turno di Vince, infatti Nikki non ne voleva sapere di
abbandonare l'angolo in cui si era messo per osservare e Tommy non si
era ancora tolto i suoi amati bermuda/kilt.
Fece più o meno le stesse foto che aveva fatto a Mick, con
l'unica differenza che non vennero disturbati dal batterista, sotto
minaccia del cantante, e finirono molto prima.
Con Tommy la cosa fu infinitamente più divertente. Aveva
trovato un paio di jeans strappati, decisamente più adatti
di quelli che indossava prima e anche se non glielo fece notare, Hailey
si accorse che quei pantaloni mettevano maggiormente in risalto il suo
lato B, e non poteva non apprezzare la cosa. Dovette fargli molti
più scatti di quanti ne aveva fatti agli altri due,
perchè a forza di ridere per battute, pose strane o boccacce
la maggior parte delle foto veniva mossa.
-Ok Tommy basta, ne abbiamo fatte a centinaia di foto, dopo sceglieremo
quelle che sono venute meglio. Adesso vattene da questa stanza, mi hai
fatto venire il mal di pancia dalle risate-
Lui non rispose, si limitò a guardarla un ultima volta e ad
andare a prendere qualcosa da bere.
"Adesso viene il difficile" pensò Hailey mentre suo padre si
avvicinava lentamente. Non smisero un attimo di fissarsi, occhi negli
occhi, mentre lei gli diceva come posizionarsi, mentre gli ripassava un
po' il trucco sulla fronte, persino da dietro l'obbiettivo non
interrompeva quel contatto che si era creato tra di loro.
Ormai ne era certa.
Lui sapeva.
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Ok, chiedo perdono per il ritardo, ma non è colpa mia,
rifatevela con Nikki. è colpa di lui e del suo diario se non
ho dedicato molto tempo alla fanfiction questa settimana.
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Capitolo 8 *** 8 ***
I'M BACK!!!!!!!!!!! XD
Erano tutti seduti attorno ad un tavolo rotondo, con davanti piatti di
ogni tipo, carne, pesce, pasta verdure.. insomma non erano certo tipi
che stavano attenti alla linea. Tommy in particolare si stava
abbuffando senza ritegno ingurgitando grossi sorsi di birra per
inghiottire quello che metteva in bocca. Frank lo fissava shoccato, non
poteva immaginare che un uomo potesse mangiare tanto, neanche Homer
Simpson avrebbe potuto reggere il confronto. Stavano tutti
chiacchierando del più e del meno, i Motley raccontarono
qualche aneddoto divertente dei loro tour, come quando avevano
incendiato un hotel, o quando Nikki si era portato a letto la moglie di
Bruce Dickinson.
-Si, ma lui
non lo sapeva! Ci ha chiamato tutti dopo per raccontarci di questa
pazza che si era intrufolata in camera sua dalla finestra del bagno.
Aveva una faccia quando il giorno dopo l'ha vista accanto a Bruce!- il
diretto interessato alzò lo sguardo dal piatto per rivolgere
un'occhiataccia a Tommy che si stava prendendo gioco di lui e rimase
sorpreso nel vedere che anche Hay stava ridendo. Non era certo una
risata rumorosa e scomposta come quelle degli altri, anzi era piuttosto
silenziosa. Ma gli occhi socchiusi e leggermente lucidi, gli
angoli della bocca all'insù e la mano sulle labbra come a
voler nascondere qualcosa non lasciavano dubbi: stava ridendo. "Allora
forse", si disse, "non sarà così difficile come
pensavo"
Le risate
potevano sentirsi anche da fuori il ristorante, ma non era un problema.
Per Seth, il proprietario era un onore ospitare una band di successo
nel suo locale, avrebbe senza dubbio dato una bella spinta agli affari.
-Dai
ragazzi, noi non vi conosciamo per niente. Raccontateci di voi!- Vince
appoggiò le ginocchia ai bordi del tavolo e
iniziò a guardare Frank e Hailey aspettando che
rispondessero alla sua domanda. Tommy smise di masticare, forse quella
volta avrebbe scoperto qualcosa di più su quella ragazza che
lo prendeva ogni secondo di più.
Si
guardarono per un istante. Non avevano minimamente pensato alla
possibilità che volessero sapere qualcosa di più
su di loro. Ma ripensandoci era scontato. A nessuno piace lavorare con
degli sconosciuti. Frank si schiarì la voce e fece per
cominciare a parlare, ma lei lo interruppe. Era stufa di quella
situazione. Volevano qualcosa di più su di lei? L'avrebbero
avuto. Logicamente non aveva la minima idea di buttare giù
una frase come "sono la figlia di Nikki Sixx, quello stronzo che quando
ero una bambina se ne è andato per pensare a se
stesso" o cose del genere. Avrebbe raccontato solo piccoli particolari
non compromettenti.
-Ma
che gentiluomo! Che fine ha fatto "prima le signore"? Se permetti
Frankie inizio io-
La
guardò sgranando gli occhi, ma nessuno sembrava averci fatto
caso. A parte lei, che gli rispose con occhiolino, per fargli capire
che aveva la situazione sotto controllo, di non preoccuparsi.
-Allora..
come mi chiamo lo sapete no? Bene. Non c'è molto da
aggiungere, ho vissuto con mia madre fino a quando ho compiuto
diciassete anni, poi mi ha buttato fuori casa dopo l'ennesimo litigio,
non andavamo molto daccordo. Diceva che sono troppo simile a mio padre.
Ma io non credo sia vero, insomma lui se ne è andato quando
ero piccola e non si è fatto più sentire, io non
potrei mai fare una cosa del genere. Forse perchè so che
significa essere abbandonata..- i tutti i presenti avevano gli occhi
puntati su di lei, tranne Nikki che le lanciava ogni tanto uno sguardo,
e poi tornava a fissare il tovagliolo che stava torturando con il
coltello. Si sentiva terribilmente in colpa. Per un momento
provò rabbia e odio verso la sua vecchia compagna, per
ciò che aveva fatto alla loro figlia, mai poi
realizzò che lei l'aveva cresciuta da sola e che lui era
l'ultima persona al mondo in grado di giudicarla.
Hailey
aveva fatto una pausa, non sapeva se raccontare quegli anni che aveva
vissuto in strada, di quando era una puttana tossicodipendente. Si
vergognava terribilmente per quello che aveva fatto. Non la droga,
ormai erano anni che non ne aveva più niente a che fare, e
poi tutti loro ci erano passati e sapevano cosa significava. Ma
l'essersi venduta.. aver ceduto il suo corpo a squallidi uomini per
soldi. No quello non glielo avrebbe mai detto. Si sarebbe portata quel
segreto nella tomba. Non voleva che suo padre lo sapesse, ma
soprattutto non voleva che Tommy cambiasse opinione su di lei, che la
giudicasse per quello che era stata, una puttana.
Prese un
profondo respiro e continuò a parlare.
-Da quel
momento in poi ho vissuto praticamente per strada, facendo qualche
lavoretto.. ho.. avuto dei.. problemi, si diciamo problemi, ma
poi ho conosciuto Frank, mi ha aiutato a riprendere il
controllo della mia vita e mi ha offerto un lavoro fino a che non ho
deciso di intraprendere la carriera della fotografa-
Adesso
Nikki la stava fissando, aveva ascoltato tutto il discorso di sua
figlia in silenzio, ma quando aveva affermato di aver avuto dei
"problemi" un terribile dubbio si era insinuato nella sua testa.
Sperava di sbagliarsi, infondo sono infiniti i tipi di problemi che una
ragazza du quell'età può avere, e poi la parola
problema non è sinonimo di droga.
-Che tipo
di problemi?- Mick rese esplicita la domanda che girava in testa a
tutti loro, Nikki lo ringraziò mentalmente per averlo
chiesto prima che lo facesse lui. Non sapeva quale avrebbe potuto essee
la reazione di Hailey a una domanda del genere. Probabilmente qualcosa
tipo "Non ha senso che ti preoccupi adesso, è passato.
Avresti dovuto preoccuparti quando ne avevo bisogno, anzi no, se non
fossi andato via non sarebbe successo" o perlomeno questo è
quello che lui si sarebbe risposto.
Hailey
guardò Frank, per cercare un briciolo di coraggio, poi si
voltò verso Tommy, ma sapeva che quello che stava per dire
non avrebbe avuto effetti su quello che pian piano si stava creando tra
di loro. Quindi incatenò i suoi occhi verdi in quelli verdi
di suo padre e stringendo la tovaglia tra le mani, fino a farsi
diventare le nocche bianche disse una sola parola che ebbe l'effetto di
un impatto con un tir per lui:
-Eroina-
Buonasera!
Sono tornata!! Chiedo scusa, ma questo non è stato un bel
periodo, e non accenna a migliorare, perciò non so quando
potrò mettere il prossimo cap. Spero presto comunque!
Lo so il
capitolo è corto, ma volevo che finisse così, non
aveva senso aggiungere stupidi particolari che avrebbero solo rovinato
il capitolo.
Ah, per chi
non lo sapesse, il nostro Nikki ha veramente fatto sesso con la moglie
di Bruce Dickinson, la leggenda dice che dopo aver scoperto questa cosa
il cantante degli Iron Maiden abbia scritto "Tattooded Millionaire"
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Capitolo 9 *** 9 ***
Ed ecco a voi il tanto agognato confronto tra Nikki e Hailey, spero che
non deluda le vostre aspettative.
Comunque a me piace molto come è venuto fuori!XD
Era rimasto pietrificato da quella rivelazione. Tutto quello di cui
aveva paura, quello che aveva sperato non le fosse capitato, si era
rivelato essere vero. Fu in quel momento, mentre Vince e Mick avevano
ripreso a parlare con Frank e Tommy stava ridendo con Hailey, che
decise di smettere di far finta di nulla. Non ne poteva più
di
quella situazione. Non solo per il fatto che il suo migliore amico ci
stava provando spudoratamente con lei, ma perché non aveva
ancora avuto occasione di parlarle. Era sua figlia cazzo, avrebbe
dovuto riconoscerla lo stesso istante in cui l'aveva vista l'anno
precedente e avrebbe dovuto abbracciarla, dirle che le era mancata
terribilmente, baciarle la punta del naso come quando era piccola e
accarezzarle i capelli come quando non riusciva a dormire. E invece era
stato un coglione. Non solo non aveva capito chi era, ma quando l'aveva
riconosciuta non aveva fatto nulla per tentare di ricostruire il loro
legame. Non le aveva detto niente quando aveva avuto la
possibilità di farlo, come quella mattina durante il set,
nonostante fosse palese che entrambi fossero a conoscenza di quella
verità. Non poteva biasimarla per non aver fatto nulla,
l'aveva
ferita lui ed era giusto che fosse lui a fare il primo passo.
Frugò nelle tasche della giacca alla ricerca di una
sigaretta e
dell'accendino, in quel momento aveva bisogno di fumare. La nicotina lo
avrebbe calmato un po', così avrebbe potuto organizzare
meglio
il discorso, cercare le parole più adatte per dirle tutto
quello
che sentiva dentro di lui.
Uscì dal ristorante e si appoggiò al muro accanto
all'entrata, stava cercando un modo per riuscire ad allontanarla dagli
altri, o meglio, per togliergli le grinfie del batterista di dosso,
visto che non aveva intenzione di lasciarla sola neanche un attimo.
Dopo qualche minuto la porta si aprì e uscì
proprio lei.
Si portò la sigaretta alle labbra e la accese. Fece un tiro
e
sputò il fumo in aria, poi si girò
verso di lui.
-Ho detto agli altri che dovevo parlarti delle foto di stamattina,
così non si intrometteranno- la sua voce era ferma, sembrava
estremamente sicura di se, ma la mano che teneva la sigaretta la
tradiva, tremava talmente tanto che più volte aveva
rischiato di
farla cadere.
Nikki non era affatto preparato ad un confronto diretto, aveva tante
cose da dire, tante cose da farsi perdonare, ma in quel momento l'unica
cosa che voleva fare era abbracciarla, stringerla a sé. E
così fece. Un passo dopo l'altro si avvicinò il
più possibile a lei, gettò la sigaretta a terra e
l'abbracciò. La sentì sussultare, sicuramente lei
non si
aspettava una reazione del genere.
Quando le braccia di suo padre la strinsero e lui appoggiò
la
fronte contro la sua testa sussultò. Non sapeva neanche lei
dove
aveva preso il coraggio per uscire e parlargli. Lo stava affrontando e
anche se si era immaginata mille volte questo momento e ci aveva
fantasticato sopra altrettante volte, quell'abbraccio la
spiazzò. In principio fu tentata di ricambiare l'abbraccio,
di
lasciar scivolare e dimenticare tutto quello che aveva provato, ma poi
le tornarono in mente tutte le nottate passate a piangere
perché
suo padre non tornava a casa, si ricordò del dolore che
provava
quando i suoi amici che erano fan dei Motley Crue mettevano su la loro
musica e lei era costretta ad ascoltare le canzoni che suo padre aveva
scritto, la assalì di nuovo la rabbia provata ogni volta che
ripensava al fatto che lui non si era più fatto vivo, non
aveva
mai chiesto sue notizie, non si era mai preoccupato per lei in tutti
quegli anni. L' aveva semplicemente dimenticata.
Si irrigidì e lo respinse allontanandolo da sé.
Non
sembrava sorpreso, sapeva che l'avrebbe fatto. Lo guardò con
occhi furenti e colmi di lacrime.
Nikki osservava sua figlia, dopo che lo aveva respinto. Aveva la stessa
espressione di quando era piccola e si arrabbiava con lui per una
qualche stupidaggine. Ma stavolta non si trattava di una cosa di poco
conto. I suoi occhi erano pieni di odio e dolore, ed era lui la causa
di tutto. Non sapeva bene cosa dirle, non riusciva a trovare parole in
grado di esprimere appieno quello che voleva dirle, ma forse non
c'erano. Era un concetto troppo complesso Lui l'amava, l'aveva sempre
fatto anche se aveva smesso di pensare a lei. Voleva che tutto si
sistemasse, poterla abbracciare e sentire che tutto quello che lui
provava era ricambiato.
No, non era un concetto troppo difficile. Era estremamente semplice.
Quello che lo bloccava era la paura di essere rifiutato, di sentirsi
dire che lo odiava e che era riuscita a dimenticare quel padre che
l'aveva lasciata. Sapeva che era estremamente banale e
scontato,
ma in quel caso la prima cosa che poteva fare era scusarsi con lei.
Avrebbe potuto dirle anche che aveva avuto dei seri motivi per fare
quello che aveva fatto, ma entrambi sapevano che era un'egoista e che
se ne era andato per realizzare il suo sogno di gloria da solo.
-Scusami.. Mi dispiace. Credimi, vorrei poter fare qualcosa per farmi
perdonare, per rimediare a tutti i miei errori, ma so che è
impossibile. Comunque non smetto di sperarci- Hay lo stava guardando,
l'ira che aveva visto prima nei suoi occhi era ancora là, ma
lo
stava ascoltando perciò continuò
-Potrei inventarmi mille scuse, dirti che me ne sono andato per il tuo
bene, che non ero in grado di fare il padre, ma sappiamo entrambi che
sarebbero tutte cazzate. Ho amato ogni momento passato con te, e li amo
tuttora. Me ne sono andato perché volevo suonare, sembra
stupido
e patetico, lo so, ma non era solo un desiderio era una
necessità. Stavo lentamente morendo dentro, la musica
è
la mia linfa vitale e..-
- Non potevi far entrambe le cose? Suonare con il tuo gruppo e la sera
tornare da me? Hai idea di cosa ho passato? Di quanto ho pianto
perché avevi smesso di volermi bene?-
- Non ho mai smesso di volerti bene-
- Sembrava proprio di si invece! Non ti sei più fatto
sentire,
non ho più avuto tue notizie. Le poche cose che sapevo di
mio
padre me le diceva una fottutissima televisione! Sai cosa ho provato
quando hanno dato la notizia che eri morto? Io.. Io non so
perché ho accettato questo lavoro.. Forse è
meglio che
torniamo dentro e facciamo finta che non sia successo nulla.
È
più facile. È doloroso, ma infinitamente
più
facile- Fece per tornare alla porta, ma di nuovo le braccia di suo
padre la afferrarono e la fece voltare verso di lui guardandola negli
occhi, adesso pieni di tristezza e sofferenza. Si avvicinò
piano
al suo viso e toccò lievemente con le labbra la punta del
suo
naso. Le lacrime iniziarono a scorrere sul viso di Hailey, che si
gettò tra le braccia del padre e iniziò a
singhiozzare
mentre lui le accarezzava piano i capelli per cercare di calmarla.
- Shh.. piccola non piangere. Sono qui adesso, giuro che non me ne
andrò mai più. D'ora in poi ti rimarrò
sempre
accanto, ti sosterrò, prometto che non ti
deluderò mai
più- Hay alzò lo sguardo fino a incontrare quello
del
padre, era così carico d'amore che le sembrava di essere
tornata
bambina, come se nulla di tutto quello fosse mai successo. Tutta la
rabbia, l'odio il rancore che aveva provato fino a qualche minuto prima
nei suoi confronti era sparita, lasciando posto a tanto dolore e al
perdono.
Si perché Hailey aveva deciso. Lo avrebbe perdonato. Aveva
aspettato così tanto per questo momento che non
approfittarne
per colpa del suo orgoglio e del rancore sarebbe stato incredibilmente
stupido. Pian piano con il tempo avrebbe trovato il modo di
raccontargli tutte quelle cose di cui si vergognava terribilmente
tanto, ma non ora. O forse non l'avrebbe mai fatto, infondo che male
poteva esserci nell'omettere particolari scomodi della sua precedente
vita?
Sciolse quell'abbraccio e si asciugò le lacrime con le
maniche,
cercando di risistemarsi un po'. Avrebbero dovuto tornare dentro, o gli
altri si sarebbero chiesti che fine avessero fatto e non era il caso
che Tommy la vedesse abbracciata a lui. Nella migliore delle ipotesi
avrebbe creduto che Nikki gli aveva soffiato la ragazza, se invece
avesse chiesto spiegazioni sarebbe stato peggio. Era sicura che
nonostante l'attrazione tra loro due, lui non avesse alcuna intenzione
di avere un legame di quel tipo con la figlia di un suo amico.
Non doveva saperlo, non ancora almeno.
Guardò suo padre cercando di fargli capire le sue paure, non
sapeva cosa ne pensasse lui di tutta questa storia, ma era sicura che
non ne fosse proprio felice. Poteva capirlo. Ma per lei era importante.
-Non preoccuparti, non dirò niente a quell'idiota. Anche se
la
cosa non mi va proprio a genio. Però devi promettermi una
cosa.
Anzi due- Hailey annuì, mentre suo padre le passava un
braccio
sulle spalle e cominciavano ad incamminarsi verso il ristorante.
-La prima è che voglio che tu glielo dica. Non subito,
quando ti
sentirai pronta, insomma vedi tu. L'importante è che lo
sappia.
E la seconda cosa che devi promettermi è che non ti
incazzerai
con me quando lo riempirò di botte-
- Perché dovresti riempirlo di botte scusa?- in
realtà lo
sapeva, ma voleva sentirselo dire. Voleva che le dicesse che era geloso
di lei, che lei era solo ed esclusivamente sua. Come ogni padre dice
almeno una volta alla figlia.
- Perché sta cercando di portarsi a letto mia figlia. E
questo non mi piace. Tu sei mia-
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Capitolo 10 *** 10 ***
Lo sguardo di Tommy cadde sui due che stavano rientrando in quel
momento. Non sapeva bene perché, ma il loro improvviso
affiatamento lo insospettiva un po'. Non che non si fidasse di Sixx, lo
conosceva da una vita ormai e si sarebbe accorto immediatamente se
anche lui avesse provato quel tipo di attrazione per Hailey, e
così non era. Ma il loro comportamento rimaneva comunque
strano. Prima si guardavano a fatica e improvvisamente era cambiato
tutto. Lei gli sorrideva felice e lui non riusciva a staccarle gli
occhi di dosso, ma non era lo stesso sguardo che aveva quando
incontrava qualcuna che gli piaceva e che voleva far cadere ai suoi
piedi. Quello era uno sguardo carico di tenerezza. Non sapeva cosa
fosse accaduto là fuori, ma era sicuro che non avessero
parlato di semplici foto, non solo almeno. Avrebbe indagato
più a fondo, era convinto che il faccia a faccia con uno dei
due fosse il metodo più efficace per poter comprendere.
Forse Nikki era la persona più adatta con cui parlare, non
gli avrebbe mentito, e se anche ci avesse provato lui se ne sarebbe
accorto.
Hailey riprese il suo posto al suo fianco e lo guardò
sorridendo. Era davvero bella. E lui era sempre più preso da
lei. Si rese conto che anche se nella sua testa lei era già
sua, nella realtà erano soltanto amici, si piacevano, questo
l'avevano capito entrambi ma non c'era ancora nulla di concreto. Doveva
agire subito altrimenti sarebbe impazzito. Voleva accarezzare i suoi
capelli profumati, toccare il suo corpo e assaggiare le sue
labbra così invitanti.
Perso nei suoi pensieri aveva cominciato a sorridere da solo come
un'idiota attirando su di sé l'attenzione della ragazza che
lo guardava incuriosita
-Ehy, ma che ti prende?- possibile che quelle poche parole suonassero
così dolci alle sue orecchie?
-Ehm.. niente niente.. Senti, dopo ti va se parliamo un po'? Magari da
soli?- Non sapeva se era meglio parlare prima con Nikki o con lei, ma
pensandoci bene Nikki poteva aspettare, cos'avrebbe mai potuto dirgli
di così grave da fargli cambiare idea? E poi magari tutte le
sue preoccupazioni erano frutto della sua mente contorta e poco lucida
per via della vicinanza di Hailey.
Annuì sorridendo e tornarono a chiacchierare con gli altri,
anche se non vedevano entrambi l'ora di ritrovarsi da soli.
Nikki aveva osservato tutta la scena in silenzio. Aveva promesso a sua
figlia di non intromettersi ma era più duro di quanto
immaginasse, e avevano solo parlato. Non osava pensare a quando li
avrebbe visti baciarsi o.. non riusciva neanche a immaginare la sua
reazione quando sarebbero finiti a letto insieme. Conoscendo Tommy non
sarebbe passato molto tempo e se Hailey gli assomigliava anche solo un
pochino il tempo si sarebbe sicuramente accorciato. Molto probabilmente
il suo cuore sarebbe collassato, stavolta definitivamente oppure
avrebbe ucciso il suo amico per aver “violato” la
sua bambina. Ma infondo lui non ne aveva colpa, non sapeva chi fosse in
realtà anche se non poteva non considerarlo un'idiota per
volersi portare a letto la stessa persona a cui aveva fatto da
babysitter e con cui giocava insieme quando era una bambina. La
differenza d'età tra i due era troppa, Hay non arrivava
neanche a trent'anni e lui ne aveva quasi cinquanta più due
figli. Che futuro poteva darle? Lei si meritava una vera famiglia, con
dei figli da crescere, qualcuno con cui invecchiare insieme e non che
fosse già vecchio quando lei era ancora una donna nel fiore
degli anni.
Eppure anche lui ci era passato. La differenza di età tra
lui e Kat era maggiore rispetto alla loro ma lui ci aveva creduto lo
stesso. Non era passato molto tempo da quando era convinto che lei
fosse la donna della sua vita, quella giusta. Kat non si meritava forse
di vivere la sua vita al meglio? Non meritava di crearsi una famiglia e
invecchiare con l'uomo di cui si sarebbe innamorata? Sapeva che lei
voleva avere dei figli, magari non subito, ma li avrebbe avuti. Con il
suo stesso sorriso e quegli occhi così profondi. E lui ne
aveva già quattro, anzi cinque. Un altro non rientrava nelle
sue aspettative.
Anche lui era stato al posto di Tommy, innamorato di una che potrebbe
essere stata sua figlia. Eppure in quel momento sembrava una cosa
così giusta. E poi ne era sempre stato convinto:
l'età non conta. Allora perché non riusciva ad
accettarlo? Aveva paura che Hailey rimanesse intrappolata in quella
relazione, Tommy cercava una donna per tutta la vita ma forse lei aveva
solo bisogno di qualcuno con cui stare per un po', magari per Hay non
era ancora giunto il momento di trovarsi un compagno per sempre. Per
quanto l'idea di vivere in una favola piacesse a Tommy, non aveva
considerato che forse lei non era pronta per il “per sempre
felici e contenti”. E quando gli avrebbe detto che era sua
figlia? Lui non ne aveva parlato a Hailey, ma sapeva che per il
batterista sarebbe stata una cosa inaccettabile. In passato, quando
ancora non si erano separati gli aveva spesso ripetuto che la sentiva
anche un po' come sua figlia. Il tempo aveva nascosto quel legame, ma
non cancellato. Era sicuro che non appena fosse venuto a conoscenza
della cosa tutti i sentimenti che aveva provato per lei quando era una
bambina sarebbero tornati con forza e probabilmente avrebbero preso il
posto di quell'infatuazione che c'era adesso tra di loro. L'amore vero
è difficile da distruggere, ma se si tratta solo di un
illusione il minimo alito di vento potrebbe distruggere tutto. Era
proprio di questo che aveva paura. Non voleva che sua figlia e il suo
migliore amico soffrissero. Si sentiva colpevole, perché
infondo quella situazione si era creata per colpa delle cazzate che
aveva fatto in passato. Se non avesse abbandonato la sua famiglia
sarebbero cresciuti tutti insieme, evitando spiacevoli fraintendimenti
e casini di dimensioni colossali. Certo la vita che aveva vissuto non
era stata affatto male e aveva quattro splendide creature a
testimoniarlo, però..
Non sapeva più cosa pensare. Era sicuro che gli stesse
uscendo fumo dalle orecchie per i ragionamenti che stava facendo. Come
se potesse cambiare qualcosa. Nonostante tutti i suoi
“se” Hailey era ancora davanti ai suoi occhi a
scambiarsi teneri sorrisi con Tommy e lui rimaneva il coglione con
tutto contro. Qualsiasi cosa avesse fatto avrebbe perso. O lei, come
era stato o la sua famiglia, con i suoi quattro figli che ignoravano di
avere una sorella maggiore.
A quello non aveva ancora pensato. Come avrebbero reagito i suoi figli
alla notizia? Gunner e Decker non l'avrebbero presa male,
Gunner probabilmente avrebbe replicato qualcosa sul fatto che le
ragazze più carine o sono fidanzate, o sono oche o sono tue
parenti. Frankie già se la immaginava a saltellare felice
per casa curiosa di conoscerla. Mentre Storm.. era lei che lo
preoccupava di più. Come lui era testarda e gelosa delle sue
cose, compreso suo padre. Se non le fosse piaciuta dal principio non ci
sarebbero più state speranze. Era stato difficile farle
accettare anche Kat, nonostante non rivestissero lo stesso ruolo nella
sua vita. E per quel che si ricordava di Hailey se qualcuno l'attaccava
(come avrebbe sicuramente fatto Storm) diventava una vera furia. Era
certamente più pericolosa e cattiva di quando aveva sei anni
e si divertiva a sezionare gli insetti, avrebbe costretto la sorella
minore a piegarsi in ginocchio e chiederle perdono, non importa se ci
avrebbe impiegato due giorni o due anni. Non si sarebbe arresa
finché non avrebbe vinto.
E invece i giornali? Cosa avrebbero detto di lei? All'inizio
l'avrebbero scambiata per la sua nuova fiamma, già si
immaginava i titoli “Nikki Sixx: passione per la fotografia o
per la fotografa?”. Sarebbero nate storie incredibili e
assurde sulla loro relazione, se poi l'avessero fotografata anche con
Tommy sai che casino? Non voleva che la credessero la groupie dei
Terror Twins, ce ne erano già state in passato e non erano
belle esperienze da ricordare, considerando che lui era sempre
collassato per colpa della droga e che Tommy aveva quel..
ehm.. quel qualcosa in più rispetto a lui (e a
molti altri), alla fine Tommy era quello che si divertiva con le
ragazze e lui quello che combatteva contro i nani nel bagno. Ecco,
anche involontariamente era finito a pensare a loro due che facevano
sesso. Doveva assolutamente togliersi quell'orripilante immagine da
davanti agli occhi, inoltre stava diventando intollerante agli sguardi
carichi di dolcezza che Tommy le stava mandando. Se avesse continuato
in quel modo, a lui sarebbe venuto il diabete e a fine giornata i Crue
avrebbero avuto bisogno di un nuovo batterista.
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Capitolo 11 *** 11 ***
Ok, piccola premessa..
So che è da
una vita che non aggiorno la mia storia e farlo con un capitolo
così corto probabilmente vi sembrerà una presa in
giro.
Posso assicurarvi
però che secondo me questo capitolo è perfetto
così com'è
Spero solo piaccia
anche a voi quanto piace a me!
Il pranzo
era trascorso più piacevolmente di quanto Frank e Hailey si
sarebbero mai immaginati. Insomma, sapevano entrambi che il confronto
diretto era inevitabile, avevano previsto e immaginato i più
disparati risvolti della storia, dagli scenari apocalittici in cui
Nikki pretendeva di riaverla e metteva da parte T-Bone e i sentimenti
che lui e sua figlia provavano l'uno per l'altra a quelli un po'
più tranquilli, ma di certo non si aspettavano che finisse
così, che Nikki si dimostrasse così comprensivo
nei suoi confronti e in quelli del batterista. E poi quella non era
proprio la “fine” del loro non-rapporto
padre-figlia. C'erano cose che Nikki non sapeva sul conto di quella
ragazza e Hailey stava prendendo sempre più in
considerazione l'idea di tacere, tenere per sé quel periodo
turbolento della sua vita. Era ingiusto nei confronti di suo padre, lo
sapeva. Non voleva che ci fossero segreti tra loro, ma quello era
troppo, veramente troppo anche per lui. Infondo lei voleva solo
dimenticare tutte le notti che aveva passato in letti che non erano il
suo, lei neanche ce l'aveva un vero e proprio letto al tempo. Voleva
dimenticare quello che era stata costretta a fare per sopravvivere e
per mantenere la sua dipendenza. Rabbrividiva se pensava a quante mani
sporche e viscide l'avevano toccata, a quante volte aveva mentito a se
stessa dicendosi che era la cosa giusta da fare, che non c'era niente
di male in quello che faceva, mentre qualcuno che non conosceva neanche
il suo nome si divertiva sopra di lei. No, non glielo avrebbe detto.
Cosa avrebbe potuto pensare? Probabilmente si sarebbe sentito ancora di
più in colpa, e lei non voleva questo. E Tommy? Cosa avrebbe
fatto se avesse scoperto che la ragazza che tanto lo attraeva era non
solo la figlia del suo migliore amico, ma anche una ex puttana? Molti
dicono che nessuno smette di esserlo. O se ci riesce è solo
per poco tempo. La carne è debole, lo sanno tutti e non ci
vuole poi molto a tornare indietro. Ma lei era riuscita a sfatare
questo mito. Da anni ormai aveva una vita che le piaceva e che adesso
considerava perfetta, un lavoro che adorava e un amico che non la
avrebbe mai abbandonata. Lei non sarebbe tornata indietro. Ne era
sicura. Nonostante questo aveva paura quando le capitava di camminare
da sola nelle strade secondarie di quella grande città, se
qualcuno l'avesse riconosciuta? James per esempio, sapeva che bazzicava
ancora in quella zona. James era stato il suo spacciatore di fiducia,
quello che le regalava una piccola dose di eroina dopo che lei gli
permetteva di usare il suo corpo a proprio piacimento. Per un po'
l'aveva considerata la sua ragazza, ma poi ci aveva ripensato. Non
voleva che lei gli attaccasse qualche malattia, non l'aveva persa come
cliente, aveva soltanto smesso di frequentarla, anche se le occasioni
speciali in cui faceva finta di non aver preso quella decisione non
erano affatto rare. Era un ragazzo piuttosto gracile che
però sapeva tirar fuori una forza inimmaginabile per un
fisico come il suo quando era arrabbiato o completamente fatto. Hailey
ricordava bene tutti i lividi che le aveva lasciato sulla pelle, per
alcuni mesi era stata costretta a indossare vestiti che le coprissero
tutto il corpo, sia per nascondere i segni dell'ago che per coprire i
lividi. Non avrebbe attirato molti clienti con un corpo tumefatto.
Erano
rientrati nello studio e dopo aver fatto alcuni scatti a tutto il
gruppo, con un Nikki molto più sorridente e rilassato si era
ritirata nella sua camera oscura per sviluppare tutte le foto che aveva
scattato in quella giornata. Fortunatamente non aveva ancora iniziato
il processo, perché la porta si aprì
improvvisamente facendo entrare la luce. Senza alcun dubbio avrebbe
rovinato tutte le foto.
-Ma
che..Tommy! Che ci fai qui? Pensavo che fossi rimasto con gli altri di
là! Qualcosa non va?- Si era accorta subito che c'era
qualcosa che non andava in Tommy, nell'istante in cui era entrato nella
piccola stanza senza il suo fantastico sorriso sul volto e gli occhi
seri che la guardavano.
-No,
è tutto a posto.. più o meno insomma- Fece per
interromperlo per chiedergli cosa ci fosse che non andava ma lui
continuò a parlare dopo la piccola pausa.
-Senti, non
sono un granché con le parole perciò
andrò dritto al punto, anche perché non ho voglia
di perdere tempo a torturarmi ancora. Tu mi piaci ok? E tanto anche,
è per questo che il tuo amico, Frank, non mi andava a genio.
Credo di essere geloso. So che è stupido ok? Infondo ci
conosciamo da pochi giorni, ma io non posso farci nulla ok? E' sempre
stato così. Inutile dire che questo mi ha creato non pochi
problemi in passato. Perciò.. ecco quello che volevo dire
è che..- aveva fatto tutto quel discorso guardando in basso
o comunque cercando in ogni modo di evitare il suo sguardo per paura di
qualcosa, non sapeva neanche lui cosa di preciso. Forse di essere
respinto? Eppure anche lei aveva partecipato a quel gioco di sguardi e
sorrisi che c'era stato durante tutto l'arco della giornata. Non appena
posò i suoi occhi su di lei però tutti i suoi
dubbi, le sue paranoie sparirono. Lo stava guardando con uno dei
più teneri sorrisi che avesse mai visto. Sentì le
ali ai piedi e le farfalle nello stomaco in quell'istante e senza
pensarci due volte allungò una mano sulla guancia d lei,
accarezzandola dolcemente, poi la tirò piano verso di
sé fino a che le loro labbra entrarono in contatto.
Sentirono entrambi un brivido correre lungo le loro schiene mentre le
loro bocche si schiudevano lentamente e le loro lingue entravano in
contatto.
Le braccia
di Hailey si spostarono sulle spalle di lui, avvicinando ancora di
più i loro corpi, mentre le mani del batterista andavano a
cingerle delicatamente ma con decisione i fianchi. Avevano voglia l'uno
dell'altra, su questo non avevano più dubbi e se non fosse
stato per la mancanza di ossigeno non si sarebbero staccati mai
più, probabilmente avrebbero approfondito sempre di
più quel contatto. Ma non era il luogo adatto. E soprattutto
non erano soli. Nella stanza accanto c'era suo padre. Ma in quel
momento non era il primo dei suoi pensieri. Riteneva molto
più importante quell'uomo davanti a sé, con
ancora le mani sui suoi fianchi e gli occhi leggermente umidi persi nei
suoi.
Dopo
essersi guardati per un po' cercando di capire esattamente cosa
pensasse l'altro di quello che era appena accaduto, magari dei
ripensamenti che logicamente nessuno dei due aveva si riavvicinarono
facendo combaciare ancora le loro labbra e baciandosi, stavolta con
più foga. Le mani di Tommy scesero leggermente dai fianchi
fino ai glutei, senza però risultare volgare e Hailey
intrecciò le sue dita nei capelli di lui, quei capelli che
tanto gli piacevano, né troppo lunghi né troppo
corti. Giusti per lui insomma. Stavolta però quando si
staccarono Hailey si voltò appoggiandosi al bancone dove
aveva appoggiato tutto l'occorrente per sviluppare le foto con una
strana sensazione addosso. Era senso di colpa quello? Nei confronti di
suo padre che se ne stava di là con gli altri ignaro di
quello che era successo, anche se sospettava sicuramente qualcosa, o
nei confronti di Tommy perché non conosceva veramente la sua
identità?
-Che
succede? Non stai bene?-
-No no, sto
bene, davvero. E' solo che è incredibile per me tutto
questo. Cioè, sei una delle persone che ho sempre ammirato
fin da quando ero bambina, uno di quelli che ho sempre desiderato
conoscere, un mito per me insomma. E adesso mi ritrovo qui, nella mia
camera oscura, con te a baciarci. Ancora non ci credo- Si, brava Hailey
mentigli fin da subito. Lui si preoccupa per te e tu che fai? Gli
rifili la prima cazzata che ti viene in mente. Dovresti vergognarti di
te stessa.
-Wow.. non
sapevo di farti quest'effetto..- si appoggiò al bancone
accanto a lei guardandola ridacchiando -Ma devi farci l'abitudine sai?-
-Lo spero
proprio- così dicendo si avvicinò nuovamente a
lui, appoggiandosi completamente al suo corpo e coinvolgendolo di nuovo
in un appassionato bacio
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Capitolo 12 *** 12 ***
Tommy
era sparito da quasi venti minuti in quella che doveva essere la
camera oscura di sua figlia e lui non ne poteva più di
aspettare che
uscisse. Lanciava continui sguardi alla porta di metallo dipinta di
rosso nella speranza di vederlo uscire al più presto, ma
ancora non
era accaduto. Da una parte avrebbe voluto entrare là dentro
per
vedere cosa diavolo stavano combinando, ma dall'altra era spaventato
da quello che avrebbe potuto vedere. Magari stavano solo parlando
come buoni amici, ma molto più probabilmente T-Bone le era
saltato
addosso approfittando del momento. Maledetti pensieri. Non ce
l'avrebbe fatta a sopportare tutto quella storia, ne era consapevole.
Se Hailey non si fosse data una mossa a raccontargli la
verità
l'avrebbe fatto lui. Anche perché lei in quel modo si stava
prendendo gioco del suo migliore amico. Era agitato, tutti in quella
stanza l'avevano notato. Mick e Vince ogni tanto lo guardavano
sperando di capire cosa gli passasse per la testa, mentre Frank che
era al corrente di tutta la storia non poteva che sorridere. Era un
po' sadico da parte sua, ma quello che stava passando Nikki era
niente in confronto a ciò che aveva passato Hailey in tutti
quegli
anni.
Quando
finalmente uscirono da quella stanza Nikki tirò un sospiro
di
sollievo, ma rischiò anche di soffocarsi con la sua stessa
saliva
non appena notò la mano del suo amico appoggiata sul fianco
di sua
figlia, quasi a rimarcare il suo possesso su di lei. E poi il sorriso
che gli andava da orecchio a orecchio sul suo viso.. si
ritrovò a
pensare che sembrava più che fosse stato colpito da una
paralisi, e
infondo infondo (ma non così tanto) un pochino ci sperava.
Guardò
Hailey e anche lei stava sorridendo.
Ormai
non aveva più dubbi, in quella maledetta stanzina con la
porta rossa
era successo qualcosa.
-Tommy
cosa cazzo ti è successo? Sembra tu abbia una paralisi in
faccia!- A
quanto pare anche Mick la pensava come lui. Il batterista si
rabbuiò
subito, forse offeso da quello che gli era stato detto, ma molto
più
probabilmente per fare un po' di scena,
T-Bone era molto
melodrammatico, avrebbe potuto benissimo diventare un attore.
-Parli
tu, che sembra indossi una maschera di cera!- rispose un po' burbero,
ma comunque con un tono scherzoso. Sapevano tutti che quello era un
tasto delicato per il chitarrista. Era molto provato a causa della
sua salute anche se cercava i tutti i modi ( e con ottimi risultati)
di non darlo a vedere. E anche loro di conseguenza ne soffrivano.
-Beh,
io almeno un motivo ce l'ho, ma tu? La verità Tommy
è che sei
brutto, lo sempre stato e sempre lo sarai- se c'era una cosa che
veramente adoravano di Mick era la sua capacità di
sdrammatizzare e
di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Una qualsiasi altra
persona avrebbe iniziato a piangersi addosso per la propria salute,
per quanto la vita fosse stata ingiusta... ma non lui. Lui aveva
quella strana e rara capacità di vedere del buono in tutto e
di
accettare positivamente ogni tiro mancino che la vita avesse deciso
di tirargli.
“Perché
disperarsi” diceva sempre “magari quando esco di
qui un camion mi
investirà mandandomi dritto dritto al creatore, e
così avrei
passato gli ultimi attimi della mia vita a lamentarmi. No, non
è da
me”
-Io
no sono brutto! Vero che non sono brutto? Diglielo anche tu Hay che
non sono brutto. Non mi avresti mai baciato se mi trovassi brutto!- E
Tommy invece era il solito bambinone.
-Baciati?-
Lo sguardo di Nikki rimbalzava velocemente da uno all'altra, come se
stessa guardando una partita di tennis.
-Si
Sixx, hai presente quando due persone si avvicinano talmente tanto da
far toccare le loro bocche, poi le aprono e cominciano a giocare con
le loro lingue? Quello si chiama bacio! Vuoi una dimostrazione
pratica?- Tommy si avvicino pericolosamente a Nikki, un po' troppo
vicino per i suoi gusti, così Nikki si vide costretto a
spingerlo
via facendolo finire col culo per terra sopra il tappeto bordeaux che
arredava la stanza.
-Ma
sei scemo? Non avvicinarti mai più a me in quel modo ok?-
Hailey
tornò nella sua piccola camera oscura, ridendo tra
sé e sé per il
comportamento dei due. Erano cinquantenni è vero, ma
rimanevano pur
sempre i terror twins, quelli che avevano fatto ridere e terrorizzato
migliaia di persone, quelli che si capivano con uno sguardo, quelli
che non avevano segreti tra di loro. Mentre ora.. ora la situazione
era un po' più complicata. C'era lei, la figlia di Nikki
Sixx, che
flirtava con Tommy Lee. Se per colpa sua fosse accaduto qualcosa tra
i due non se lo sarebbe mai perdonato, ma non riusciva nemmeno a
lasciar perdere.
Scosse
la testa, tutti quei pensieri la stavano distraendo dal suo lavoro.
Si
chiuse la porta rossa alle spalle, ma neanche un minuto dopo la
sentì
di nuovo riaprirsi. Si girò con un sorriso sulle labbra
convinta che
il batterista fosse tornato a reclamare qualche altro bacio, ma non
era lui.
Biondo,
e più basso di Tommy, Vince se ne stava appoggiato alla
porta mentre
la fissava con uno sguardo indagatore e con sulle labbra il sorriso
inquietante di chi ha scoperto qualcosa che stai nascondendo. Ad
Hailey si gelò il sangue nelle vene, ma nonostante tutto
fece finta
di niente sfoggiando un finto sorriso e chiedendogli cosa voleva
tentando di apparire calma per quanto le era possibile.
-Uh,
niente.. volevo dare un'occhiata in giro..-
-Ok,
tranquillo fai pure. Ma non accendere la luce ok?- Non me la racconta
giusta pensò lei. C'è sicuramente qualcos'altro e
vuole tenermi
sulle spine. Maledetto ci sta riuscendo!
-Allora?-
Vince le si era avvicinato fino a raggiungerla alle spalle,
facendola sobbalzare.
-Allora
cosa?- Calma Hailey, fa' finta di niente, sei brava a fingere no? E
allora fallo!
-L'ha
presa meglio di quanto pensavi eh?- oh cazzo.. allora lo sa davvero..
ma come?
-Chi
scusa?- continua a far finta di nulla, magari è solo un
bluff..
-Guarda
che non sono un idiota come quello con cui hai limonato prima. L'ho
capito chi sei sai? La piccola Hailey Sixx. Hai il cognome di tua
madre però.. ma ti capisco eh! A proposito, come sta tua
madre?- Hay
non riusciva a capire se quel tono serio e scherzoso allo stesso
tempo doveva essere interpretato come una minaccia o no.. in quel
momento Vince era un'incognita per lei. Forse mettersi sulla
difensiva era la cosa più giusta da fare
-è
morta – semplice e diretta. Faceva male parlare di
quell'argomento,
ma non si sarebbe mostrata debole di fronte ad un possibile nemico.
Ancora non aveva capito quali erano le sue reali intenzioni
-Oh..
mi dispiace- sembrava sincero stavolta –Mi spiace veramente.
Ci hai
detto che non avevate un bel rapporto, ma non immaginavo.. si
bhè
insomma hai capito no?-
-No,
direi di no.-
-Vabbè.
Non importa.- Si sedette sulla poltroncina accanto alla sua
spettinandogli i capelli con una mano. -L'idiota no sospetta nulla
vero? Non l'avrebbe mai fatto se avesse saputo che Nikki è
tuo
padre- Ma perchè tutti continuavano a chiamarlo l'idiota?
-No,
non sospetta nulla. E tu non gli dirai niente. Lo farò io
quando
sarà il momento giusto-
-E
quando sarebbe sentiamo? Dopo che vi sarete perdutamente innamorati
l'uno dell'altra e soffrirete da morire entrambi quando ti
dirà che
è tutto terribilmente sbagliato? Non guardarmi male in quel
modo,
non gli dirò nulla se è questo che ti preoccupa,
dico solo che dopo
starete troppo male entrambi. Non sarebbe meglio fermarsi prima che
sia troppo tardi?-
Vince
aveva ragione, Hay lo sapeva, ma non voleva perdere Tommy. Anche se
sarebbe stata male dopo. Si alzò dalla sedia e si
appoggiò con la
schiena al muro e lo sguardo rivolto al soffitto.
Cosa
doveva fare?
-Dai
piccola, vieni ad abbracciare lo zio Vince. Sei come tuo padre, vi
piace soffrire. Che scemi- Adesso lo riconosceva, lo zio Vince. Le
era mancato tantissimo anche lui. Le erano mancati tutti, suo padre,
il suo compagno di giochi, Vince che l'aiutava a fare scherzi innocui
agli altri e Mick che le faceva le boccacce per farla ridere quando
era triste. E Sarah. Sua madre le mancava da morire. Non le aveva
parlato per anni dopo che l'aveva cacciata di casa, ma le voleva
ugualmente bene. Non aveva fatto in tempo a riavvicinarsi a lei, era
morta prima che prendesse la decisione di tornare a casa per vedere
come se la cavava. Si malediceva ogni giorno per aver aspettato
così
tanto.
Sciolse
l'abbraccio e guardò Vince che le sorrideva.
-Ti
giuro che non dirò niente, tranne a tuo padre, se non si
sfoga con
qualcuno esploderà prima o poi- più prima che poi
pensò Hailey
mentre annuiva
-E
per qualsiasi cosa non farti scrupoli a chiamarmi anche nel cuore
della notte ok? E se per caso quell'idiota dovesse farti soffrire,
non preoccuparti, io e Nikki lo uccideremo senza troppi problemi-
So
che ormai non ci speravate più, ma invece.. HERE I
AM!!!!!!
questo
capitolo fa abbastanza schifo, almeno secondo me, ma ha un non so cosa
che mi soddisfa (discorsi senza senso a go-go proprio..)
Un
enorme e infinito grazie a BrianneSixx che si è preoccupata
per me chiedendommi (in poche parole) se ero viva o morta
Thanks!!!
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Capitolo 13 *** 13 ***
Non
appena tornò a casa Hailey si gettò a peso morto
sul divano nero di
pelle. Quella giornata l'aveva distrutta. Non riusciva a togliersi di
testa i baci di Tommy, le parole di Vince e soprattutto il discorso
che le aveva fatto suo padre.
“Sono
qui adesso, giuro che non me ne andrò mai più.
D'ora in poi ti
rimarrò sempre accanto, ti sosterrò, prometto che
non ti deluderò
mai più”
Era
sincero, l'aveva capito dal suo sguardo. Si sentiva veramente in
colpa per come si era comportato con lei quando era piccola ma
sembrava pronto a rimediare.
Rimediare
cosa poi non lo sapeva neanche lei. Tornare indietro di vent'anni era
impossibile, così come rivivere tutte quelle cose che si era
perso.
L'unica cosa che avrebbe potuto fare era iniziare a comportarsi come
un padre, ma a quel punto delle spiegazioni a Tommy sarebbero state
obbligatorie..
La
suoneria del suo telefono la informò che le era arrivato un
nuovo
messaggio, interrompendo così il flusso di pensieri che la
stavano
lentamente portando alla pazzia.
Non
conosceva il numero ma dal testo presunse fosse Vince.
“Dimmi
dove abiti piccola Sixx
Voglio
fare due chiacchiere”
Chi
altro avrebbe potuto chiamarla “Piccola Sixx”?
Rispose
al messaggio e andò a preparare un po' di tè,
anche se era il suo
ospite avrebbe certamente preferito una bella birra ghiacciata.
Dieci
minuti dopo il campanello aveva cominciato a suonare insistentemente
sulle note di we will rock you. Sorrise istintivamente, voleva bene a
quei ragazzi, gliene aveva sempre voluto ed era bello riaverli
finalmente nella sua vita. Il suo sorriso però si spense non
appena
aprì la porta e si accorse che quello appoggiato con un
braccio allo
stipite non era Vince, ma Tommy.
Entrò
in casa con una nonchalance che non lasciava presupporre nulla di
buono e iniziò a guardarsi intorno, scrutando stanza per
stanza
fermandosi poi in cucina per prendersi una birra da dentro il frigo.
Durante
quel piccolo tour immobiliare Hailey era rimasta immobile a fissarlo,
sempre con una mano sulla maniglia e la porta aperta.
Aveva
paura. Le dava noia ammetterlo, ma aveva veramente paura. Non di dare
spiegazioni, sapeva di avere ragioni più che valide per aver
omesso
quel 'piccolo' particolare, ma della sua reazione. Si sarebbe
arrabbiato e avrebbe distrutto casa sua? Se ne sarebbe andato offeso
per non tornare mai più? O forse l'aveva subito riconosciuta
e si
era solo divertito a illuderla quel pomeriggio solo per vedere fino a
che punto sarebbe arrivata? Ma allora perché sia Vince che
suo padre
le avevano lasciato intendere il contrario? La prospettiva di
quest'ultima opzione era quella che le incuteva più timore.
Perché
lei si stava rendendo conto di tenerci veramente a lui, e non come
semplice amica.
-Beh?
Hai intenzione di startene tutta la sera attaccata alla porta? Mica
ti mangio eh! E ti assicuro che vengo in pace, anche se pretendo un
po' di chiarimenti- Tommy si era accomodato sul divano allungando le
gambe e appoggiando i piedi sul piccolo tavolo da fumo in vetro.
Chiuse
la porta e si versò una tazza di tè, sempre
guardandolo.
-Immagino
tu voglia sapere come mai non ti ho detto nulla. Non l'ho fatto per
creare casini, era l'ultima cosa che avrei voluto fare, ma a quanto
pare mi riesce molto bene. Chissà magari è
qualcosa che ho nel DNA-
Sorrise. Era un sorriso triste e arrendevole che fece provare a Tommy
un gran senso di colpa. Ma non era lui nel torto.
Dopo
aver terminato il servizio fotografico aveva deciso di andare a farsi
una birra da qualche parte e aveva praticamente costretto e
trascinato Nikki con lui. Era felice per quello che era successo quel
pomeriggio, ma voleva anche sapere cosa aveva in testa il suo
migliore amico, era dalla sera del compleanno di Mick che si
comportava in modo strano. Sembrava che tutto fosse iniziato quando
lui gli aveva detto che voleva provarci con Hay.
Erano
seduti su dei divanetti di un piccolo pub poco affollato in silenzio
e Tommy stava cercando di capire per quale motivo Nikki avesse
qualcosa in contrario a una loro possibile relazione. Forse avevano
avuto anche loro una storia però finita male? No, altrimenti
lui
glielo avrebbe detto, e gli avrebbe anche dato delle dritte per
conquistarla più facilmente. Sembrava quasi che fosse
geloso. Per
quale motivo Nikki Sixx era geloso di una ragazza che avrebbe potuto
benissimo essere sua figlia?
Spalancò
gli occhi e cominciò a tossire per non soffocare con la
birra.
Guardò Nikki incredulo e dallo sguardo che gli rivolse
capì che la
sua supposizione era giusta. Quella ERA sua figlia. Si diede
dell'idiota un migliaio di volta prima di riuscire a parlare.
Provò
a scusarsi con il suo migliore amico, a dirgli che non l'aveva
riconosciuta subito, e che avrebbe troncato sul nascere quella cosa
che stava nascendo tra loro due, ma Nikki lo interruppe. “Ti
piace
e tu le piaci” aveva detto “Non ho alcuna
intenzione di
intromettermi, voglio recuperare il nostro rapporto e ostacolare il
vostro di certo non mi aiuterà. In più era felice
oggi, l'ho letto
nei suoi occhi e anche tu lo eri. Sareste una bella coppia se davvero
hai intenzione di impegnarti” Il suo sguardo era serio e si
capiva
che dire quelle cose non gli andava proprio a genio ma avrebbe fatto
di tutto per renderla felice anche accettare quella relazione. Prima
o poi si sarebbe abituato. “Un ultima cosa: falla soffrire e
con me
hai chiuso. Te lo giuro sulla nostra amicizia Tommy non sto
scherzando. Lei è mia figlia e non sai quanto sia difficile
dirti
queste cose. Fa un solo passo falso e potrai dire addio a noi due e
anche ai Motley Crue” Tommy non aveva mai visto Nikki serio
come
quella sera. Ma lo capiva, o almeno ci provava. “Nikki, se
dovessi
farla soffrire non avrei più il coraggio di guardarti in
faccia e
sarei io il primo ad andarmene per non tornare mai
più” Si
strinsero la mano e suggellarono questa promessa brindando con le
loro birre.
Hailey
era rimasta in silenzio e non sapeva più come continuare il
discorso. Avrebbe voluto dirgli che non gli aveva detto nulla per
paura di allontanarlo, perché era a conoscenza del profondo
legame
di amicizia che legava quei due. Sapeva che era tutto finito. Che
quei momenti di idilliaca felicità che aveva provato con lui
nella
camera oscura non si sarebbero ripetuti mai più. La
tristezza prese
il sopravvento e sentì le lacrime colarle sulle guance. Si
girò per
asciugarsi le lacrime senza essere vista, non le andava di sembrare
anche patetica, ma la mano di Tommy, che nel frattempo l'aveva
raggiunta, fu più veloce. Prese una lacrima e se la
portò alle
labbra, poi allungò di nuovo la mano verso di lei, ma
stavolta le
accarezzò il viso e si avvicinò per poi baciarla
dolcemente.
E
rieccomi!! Spero di riuscire a finire questa ff senza altri intoppi, ma
sapete com'è l'ispirazione a volte è proprio una
stronza..
Vabbè
spero vi sia piaciuto questo capitoletto, non è un
granché ma non è stato facile tornare su una
storia su cui non lavoravo
da
un bel po' di tempo. fatemi sapere cosa ne pensate ok?
Ringrazio
in anticipo chi leggerà
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