A come Amicizia, Acqua, Amore...

di SailorMercury84
(/viewuser.php?uid=120715)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia quotidianità. ***
Capitolo 2: *** Chiamata d'urgenza. ***
Capitolo 3: *** Una nuova giornata. ***
Capitolo 4: *** Una cara collega. ***
Capitolo 5: *** Una settimana di libertà. (Prima parte) ***
Capitolo 6: *** Una settimana di libertà (Seconda parte) ***
Capitolo 7: *** Una settimana di libertà. Viaggio in Italia. ***
Capitolo 8: *** Una settimana di libertà. Taiki. ***
Capitolo 9: *** Il braccialetto azzurro. ***
Capitolo 10: *** Ritorno a Londra. (Prima parte) ***
Capitolo 11: *** Ritorno a Londra. (Seconda Parte) ***
Capitolo 12: *** Il ricatto di Zaffiro. ***
Capitolo 13: *** Sentimenti nascosti. ***
Capitolo 14: *** Rivelazioni. ***
Capitolo 15: *** Una serata da ricordare. ***
Capitolo 16: *** Una giornata con Taiki. ***
Capitolo 17: *** Calunnie. ***
Capitolo 18: *** Una romantica cena. ***
Capitolo 19: *** Il neo a forma di cuore. ***
Capitolo 20: *** Incomprensioni. ***
Capitolo 21: *** Dove sei? Parte prima. ***
Capitolo 22: *** Dove sei? Parte seconda. ***
Capitolo 23: *** Riconciliarsi. ***
Capitolo 24: *** Le nozze. ***
Capitolo 25: *** Tempo di cambiare. ***
Capitolo 26: *** Decisioni e confidenze. ***
Capitolo 27: *** La discussione. ***
Capitolo 28: *** Sensi di colpa. ***
Capitolo 29: *** Subconscio e paure. ***
Capitolo 30: *** L'arrivo di Seiya. ***
Capitolo 31: *** Pomeriggio in piscina. ***
Capitolo 32: *** La partenza. ***
Capitolo 33: *** Quella persona negativa. ***
Capitolo 34: *** Condizionamenti ***
Capitolo 35: *** Lettere. ***
Capitolo 36: *** Accorgermi che, non sei più parte di me.* ***
Capitolo 37: *** Benvenuta Chibiusa! ***
Capitolo 38: *** Paure. ***
Capitolo 39: *** Speranza. ***
Capitolo 40: *** Emozioni. ***
Capitolo 41: *** Ricordi di bambina. ***
Capitolo 42: *** Misteri svelati. ***
Capitolo 43: *** Ho guardato dentro un'emozione, e c'ho visto dentro tanto amore che ho capito perchè non si comanda al cuore.* ***
Capitolo 44: *** Epilogo. A come Amicizia, Acqua, Amore... ***



Capitolo 1
*** La mia quotidianità. ***


La mia quotidianità. 
 


Mi chiamo Amy, ho 27 anni e sono originaria del giappone.
Finalmente mi sono laureata, e sono diventata un medico, per l'esattezza, medico d'urgenza. Sono due anni che lavoro presso la struttura ospedaliera del Guy's Hospital, nella zona di London Bridge.  Mi sono trasferita per lavoro qui a Londra, e ho avuto il piacere di condividere l'appartamento con delle ragazze provenienti dal mio stesso paese, l'unica cosa che adesso, mi sembra positiva...
Credevo che il mio sogno fosse quello di diventare un grande medico, per poter aiutare la gente, ma c'è qualcosa che non va... non mi sento appagata, per me non è facile stare tutti i giorni a contatto con persone che lottano tra la vita e la morte.  Mia madre mi aveva consigliato di intraprendere la carriera come medico di base, ma io volevo salvare vite in modo più diretto. Il problema è che questa carriera mi sta uccidendo; non riesco a coltivare amicizie e amori come sia lecito. Sono fidanzata con Ryo, ma non so per quanto tempo ancora potrà resistere al mio fianco, si lamenta continuamente.
In quel poco tempo libero che ho, vado in piscina, e nuoto, nuoto per dimenticare  le scene drammatiche vissute all'ospedale.  L'acqua è l'unico elemento che riesca a farmi dimenticare i problemi e che mi rilassa... l'acqua è mia amica. Sarei ingiusta però, a non menzionare le mie amiche, le mie coinquiline. Riescono sempre a strapparmi un sorriso, a tirarmi su di morale. La più divertente è Bunny, un po' pasticciona, ma con un cuore grande che mi mette sempre allegria;  poi c'è Morea, la cuoca di casa, sempre un po' in crisi con i ragazzi e in  cerca di consigli, è una ragazza molto generosa; c'è poi Marta, anche lei fissata con i ragazzi, ma contagiosa con il suo sorriso, tira sempre fuori la battuta giusta al momento sbagliato eheh! Infine c'è Rea, la mia migliore amica, con lei posso confidarmi su tutto, ha sempre il consiglio giusto per me, inoltre è dotata del potere della preveggenza, infatti lavora spesso in collaborazione con la polizia per risolvere dei casi importanti. L'acqua e le mie amiche, sono loro che allietano le mie giornate.
Invece Ryo... beh, una volta era così anche con lui, ma ora non so più davvero se mi vuole al suo fianco, nel poco tempo che riesco a dedicargli, non sorrido più, ma subisco solo le sue accuse e questo non mi è certo d'aiuto.
Ecco riassunta la mia vita.
 

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Erano le 5.00 del mattino ed ero stanca morta;  avevo appena staccato dall'ospedale mentre arrivò una chiamata sul mio cellulare. Non avevo voglia di parlare con nessuno in quel momento, ma quando vidi il nome sul display, non potei esimermi...
 
- Pronto mamma? -

- Ciao tesoro come stai? Sei in ospedale, disturbo? -

- No mamma, stai tranquilla, sto tornando a casa... tu tutto bene? -

- Sì sì tutto bene! Sai, ieri alla tv hanno fatto un servizio sulla sanità e sui medici d'urgenza nel nostro paese, quindi ho pensato a te! Perché non torni in Giappone? Tu sei il mio orgoglio, parlo a tutti di te, e anche i miei pazienti avrebbero voglia di essere curati da una dottoressa in gamba come te! Nel mio studio c'è sempre posto per mia figlia, lo sai... un giorno prederai il mio posto! -
 
La mamma mi voleva un gran bene, ma era pesante... sospirando risposi:
 
- Mamma ne abbiamo già parlato, io voglio camminare con le mie gambe e... -
 
Mi interruppe:
 
- Ma certo certo lo so, ma puoi camminare con le tue gambe anche qui in Giappone, non credi? -
 
- Senti mamma, io non... -
 
- Oh su su, non voglio costringerti, l'importante è che continui a studiare, voglio vederti su tutti i giornali di medicina! -
 
Non avevo più la forza di controbattere, con lei era come parlare con un muro, sempre che riuscissi a prendere parola... così risposi insofferente:
 
- Va bene mamma, ora ti lascio, ho il cellulare scarico... -
 
- Sì sì, per carità, devi tenere il telefono a disposizione per chiamate d'urgenza! Ciao tesoro, ti chiamo domani! -
 
- Ciao mamma... -
 
Non finì nemmeno di ascoltare i miei saluti, che riagganciò. Mia madre è una donna frenetica, ed era molto felice per la mia carriera, ma la sua frenesia non aveva limiti, nemmeno nel pensare che con il fuso orario, mi aveva chiamata alle 5.00 del mattino. Mi aveva spinto lei a studiare medicina, e all'epoca accettai di buon grado, in fondo mi era sempre piaciuto studiare, e in più avrei potuto aiutare le persone...
Però nel tempo, decisi di allontanarmi da lei e di trasferirmi a Londra dove avrei potuto coltivare la mia professione, senza subire il suo fiato sul collo. Non aveva mai accettato il mio allontanamento, e cercava sempre di convincermi a tornare, non capendo che io mi ero allontanata proprio da lei; le volevo bene, ma non volevo subire la sua presenza così invadente nella mia vita.
Inserii la chiave nella toppa, cercando di aprire la porta senza far rumore per non svegliare le mie coinquiline.
Entrando, mi accorsi che la luce della cucina era accesa. Mi affacciai alla porta dalla quale proveniva la luce, e vidi Rea, in pigiama che beveva una tazza di tè fumante. Appena mi vide, accennando un sorriso, disse:
 
- Ne vuoi un po'? Te ne ho lasciato una tazza! -
 
Ero stanchissima e volevo andare a dormire, ma non riuscii a dire di no ad un momento di relax e al volto della mia amica, così le sorrisi:
 
- Sì, mi metto le ciabatte e arrivo! -
 
La luce della cucina era fioca, perché Rea aveva acceso solo la lampadina della cappa per non svegliare le altre.
Mi sedetti accanto a lei che mi guardò con aria preoccupata:
 
- Come stai? Sembri stanchissima, e sei anche dimagrita... Amy con me puoi parlare, lo sai. -
 
Avrei voluto dirle che non ne potevo più di quel ritmo, che alcune volte avrei voluto mollare tutto e passare pomeriggi a sorridere con lei, con le mie amiche; avrei voluto dirle che mi sarebbe piaciuto dedicarmi di più a Ryo, ma non potevo. Accennai una risatina finta:
 
- Ahahah tutto bene Rea, stai tranquilla, sono solo stanca perché è stata una nottataccia, in fondo sono le 5.30 del mattino, è normale che non abbia una bella cera! -
 
Sapevo che non mi avrebbe creduto, infatti ignorò le mie parole:
 
- Amy, ieri sera è passato Ryo, sperava di incontrarti... mi ha lasciato questo biglietto da consegnarti... -
 
Era una bustina azzurra, uno dei classici bigliettini che si accompagnano ad un regalo...
 
Senza dire nulla, presi il bigliettino e lo lessi tra me e me, in silenzio, con gli occhi di Rea puntati addosso.
Questo era il contenuto del biglietto:
 
 
"Amy, mi manchi. Tu lo sai che io farei di tutto per te, ma un amore non può continuare se non ci si vede. Sono venuto qui a Londra solo per stare al tuo fianco, non puoi pensare che veramente io sia venuto fin qui solo per una vacanza. Una vacanza non dura due anni. Vediamoci domani al Senshi Bar, alle 12.00. Devo parlarti. Ti amo...
Ryo."

 
 
Mi si strinse il cuore, la mia voglia di fare carriera non mi aveva mai aperto gli occhi sul ruolo di Ryo, sul reale motivo per cui all'epoca decise di partire con me. Avevo davvero creduto che venisse per vacanza, e che si fosse poi trasferito qui a Londra perché gli era piaciuto l'ambiente, trovandosi lavoro come cameriere. Non riuscii a trattenere le lacrime, mi sentivo stupida ed egoista.
Rea mi guardò stupita e poggiandomi una mano sulla spalla:
 
- Amy che è successo? Posso saperlo? Ryo ti ha lasciata? -
 
- N... no, non ancora... -
 
Non riuscivo a parlare, avevo paura persino di non riuscire ad andare all'appuntamento, perché con il mio lavoro e con il mio ruolo all'interno dell'ospedale, poteva arrivare una chiamata da un momento all'altro. I miei pensieri furono interrotti dalla mia amica:
 
- Amy ti prego, parla! -
 
- Non posso Rea... come faccio a dirti che... no, non posso! -
 
Non volevo dire a nessuno che non ne potevo più di quella vita, sarebbe stata un' accettazione totale di questo pensiero, e io volevo rimanere medico, non sapevo nemmeno io il perché... ero molto confusa.
Rea si alzò e mi abbracciò da dietro, mentre io ero ancora seduta e piangevo, poi con tono dispiaciuto, disse:
 
- Amy... io lo so il motivo per cui stai piangendo, so anche cosa pensi della tua vita, del tuo lavoro... lo so perché ho un dono che conosci molto bene, però voglio che sia tu un giorno, a parlarmene... fino a quel momento e anche oltre, sappi che potrai sempre contare su di me, d'accordo?-
 
Le sue parole mi avevano agitato. Lei sapeva...
Ma nello stesso tempo, quelle parole mi rassicurarono, sapevo di poter contare su di lei e sapevo che non avrebbe detto a nessuno di quella sera. Era davvero un'amica, si era svegliata nella notte per aspettare il mio rientro, le volevo molto bene!
Così, mi lasciai consolare.
 


 
Erano le dieci del mattino, la mia sveglia suonava, ma volevo rimanere nel letto il più possibile. Richiusi gli occhi pensando:
"Voglio rimanere nel letto un attimo, solo cinque minuti... "
Sentii un gran chiasso, e prima che potessi  rendermi conto di cosa stesse accadendo, sentii il mio materasso fare su e giù. Bunny e Marta erano venute a svegliarmi com'erano solite fare, la domenica mattina, quando non lavoravano. Saltavano sul mio letto e gridavano:
 
- Amyyyyyyyy è tardi, svegliatiii!! La sveglia è suonataaaaaaaa! -
 
In condizioni normali mi sarei arrabbiata e avrei risposto che avevo bisogno di riposarmi, ma la loro allegria di prima mattina, mi mise di buon umore e cominciai a ridere, mentre facevo finta di essere arrabbiata. Il mio sorriso le incoraggiò ancora di più a strafare, e Marta mi tirò per le braccia facendomi alzare dal letto mentre Bunny mi infilava i biscottini preparati da Morea in bocca. Fu un brusco
risveglio, ma piacevole. Poi mi recai un attimo in bagno, e mi vidi allo specchio: avevo un aspetto terribile, avevo dormito poco e male.
Andai verso la cucina mentre un profumo di dolci mi stuzzicò l'appetito. La cuoca di casa Morea, la domenica mattina si dava veramente da fare per mandare in visibilio i nostri palati.  Quella mattina aveva preparato tre tipi di biscotti diversi: al cioccolato, con le madorle e al limone, tutti con delle forme molto graziose come stelle, cuori, fiori...
Stare con loro mi faceva bene e speravo che quel momento non finisse mai, che non mi arrivasse nessuna chiamata. Bunny era dolcissima e mentre si stava strafogando mi indicò i biscotti:
 
- Amy sbrigati a mangiare qualche biscotto prima che Rea e Marta li finiscano! -
 
Rea rispose seccata:
 
- Cooooooooosaaa?!? Bunny ma se sei tu che ti stai strafogando! -
 
Le tirò un biscotto che la colpì sul naso, mentre Marta affermò:
 
- Ben ti stà Bunny, così impari a dare la colpa a noi! -
 
Iniziò la guerra dei biscotti fra le tre, e Morea urlò:
 
- Smettetela!! I miei biscotti!!! -
 
Io risi fino alle lacrime, poi mangiai due biscotti dal profumo delizioso e dal sapore altrettanto squisito complimentandomi con la cuoca:
 
- Morea sei fantastica in cucina! -
 
Lei arrossì per il complimento, e poi mi mostrò un contenitore di plastica:
 
- Questo è lo spezzatino con le patate che ho fatto oggi, te l'ho messo nel contenitore così puoi portarlo al lavoro se attacchi stasera! -
 
Avevo voglia di piangere dalla gioia, il suo semplice gesto mi aveva commosso, e il calore che quelle ragazze mi trasmettevano, era il mio toccasana.
Poi Rea mi guardò:
 
- Amy, vai a prepararti, o farai tardi! -
 
Il suo sgurdo con sguardo cupo, come se sapesse cosa mi aspettasse quella mattina, e percepiva la mia preoccupazione.
Come faceva a leggermi dentro così? Era l'unica ad essersi accorta che dietro a quell' apparente sorriso, celavo una tristezza infinita.
Marta mi guardò con aria dispiaciuta:
 
- E dove vai Amy? Il tuo telefono non ha ancora squillato! -
 
Non sapevo cosa dirle, avrei voluto tirare fuori la verità ma non volevo intristirle con i miei discorsi. Mentre pensavo ad una scusa plausibile, Rea rispose al posto mio:
 
- Uffa Marta, sei sempre indiscreta, saranno fatti suoi no? -
 
Marta si rabbuiò per essere stata sgridata e con tono dimesso mi guardò:
 
- Mi dispiace Amy, io... -
 
- Non ti preoccupare Marta, devo solo incontrare una collega di lavoro: si è scordata di ridarmi il camice che le avevo prestato e quindi deve riportarmelo! -

Le risposi con un sorriso e poi rivolsi il mio sguardo a Rea, inviandole un tacito ringraziamento con gli occhi. A volte era un po' impulsiva e suscettibile, sapevo che aveva risposto così a Marta per potermi togliere dall'imbarazzo; lo aveva fatto per me e gliene fui grata, nonostante il tono con cui avesse redarguito la ragazza curiosa. Rea rispose al mio sguardo eloquente con un occhiolino.
 
Erano le 11.00, e mi preparai velocemente, dopo aver fatto una doccia sotto l'acqua che mi aveva tranquillizzata.
Per fortuna il Senshi Bar era a dieci minuti da casa e arrivai in anticipo.
Mentre aspettavo Ryo, guardavo il cellulare, pregando di non doverlo sentire squillare almeno fino a sera. Il tempo era grigio, proprio come il mio umore, avrei voluto rimanere con le mie amiche, e invece mi aspettava una discussione con Ryo, dalla quale sarei uscita sconfitta. Lo vidi arrivare da lontano, aveva un cappotto più grigio del tempo mentre un  brivido mi percosse la schiena, non riuscendo a distinguere se lo avessi sentito per il freddo o per la paura di affrontare il mio ragazzo.
Ryo si avvicinò a me e  mi guardò con occhi tristi, non sorrideva più come una volta ormai:

- Ciao Dottoressa... -
 
Già... mi chiamava sempre così.
Poi, cercando di mascherare la mia paura, con tono deciso risposi:
 
- Ciao Ryo... -
 
Mi strinse forte al suo petto, mi diede un bacio sulle labbra e si lasciò andare ad una confessione disperata:
 
- Oddio quanto ti amo, ma... perché?!? -
 
In quel momento un misto di sentimenti si muovevano dentro me, ma non riuscii a dirgli che lo amavo, avevo paura di essere ipocrita, in fondo non lo sapevo più nemmeno io se lo amassi.
Dinanzi a questi dubbi e a queste paure,  mi venne voglia di piangere ma cercai di resistere il più possibile, e staccandomi dal suo abbraccio ma tenendolo per mano gli dissi rivolgendo il mio sguardo al bar:
 
- Entriamo? -
 
Entrammo.
 
 
 


Note e commenti:

Salve a tutti i lettori! Scusate se la storia non è ancora molto scorrevole, ma sono alle prime armi. Ci tenevo però a parlare di Amy, che in questa storia viene molto personalizzata da me. La storia diventerà molto più intensa, e la protagonista non sarà sempre depressa, tranquilli eheh! :)

Ringrazio tutte le ragazze del forum che mi hanno dato coraggio nel portare avanti questo progetto, e in particolare vorrei ringraziare Demy84 per avermi dato spunto, per avermi fatto venire l'idea di scrivere, e soprattutto per la sua dolcezza e la sua bravura nello scrivere, che mi ha coinvolta particolarmente. Grazie Demy e grazie a tutti voi che siete su questa pagina.
SailorMercury84


17 - 04 - 2011: Capitolo revisionato

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chiamata d'urgenza. ***


Chiamata d'urgenza.
 
 

Io e Ryo ci sedemmo ad un tavolo del Senshi Bar. Lui ordinò un latte macchiato ed un cornetto, io invece non avevo voglia di mangiare ed ordinai solo un tè caldo. Mentre eravamo in attesa che la cameriera ci portasse la colazione, Ryo mi prese le mani e le strinse forte:
 
- Amy ti devo parlare, seriamente... -
 
Avevo il terrore, ma prima che andasse avanti, mi feci coraggio e chiesi:
 
- Mi vuoi lasciare? -
 
I suoi occhi si riempirono di lacrime, che trattenne:
 
- Questo devi deciderlo tu Amy. Io ti amo, ma così non posso... non ce la faccio. Il tuo telefono è acceso solo per chiamate urgenti, spesso le mie telefonate vanno a vuoto perché non puoi rispondermi. Non ci vediamo quasi mai, e in quel poco tempo che passiamo insieme, hai sempre un'aria stanca, non ti accorgi nemmeno del mio sguardo, lo sguardo che riservo solo a te. Amy io sono venuto qui a Londra per te, capisci? Solo per te! -
 
Stava dicendo ciò che non avrei voluto sentire, lui era venuto a Londra per me ed io non me ne ero nemmeno accorta. Era sempre rimasto nell' ombra per non intralciare il mio lavoro, ma nello stesso tempo era sempre presente per me. E io come lo avevo ricambiato? Io lo amavo davvero? Mentre mille pensieri attraversavano la mia mente, la cameriera ci portò la colazione ordinata.
Interuppi il mio silenzio rivolgendomi a lei:
 
- Grazie! -
 
Ryo bevve un sorso di latte macchiato e proseguì:
 
- Amy tu cosa pensi di me? Ti prego dimmelo, ho bisogno di saperlo! Tu mi ami? -
 
Non riuscivo a formulare pensieri, non riuscivo a capire cosa avrei dovuto rispondergli, e tentando disperatamente di trovare una risposta, cercai di accennare qualche parola, ma lui continuò:
 
- Sei ingiusta con me, se non mi vuoi più devi dirmelo! Ho diritto di dimenticarti, ho diritto di ricostruire la mia vita! -
 
- Ryo... io... non lo so, non lo so cosa provo per te, ti prego scusami! -
 
Iniziai a piangere e mi sentivo ridicola con quel comportamento, ma non potevo dirgli che lo amavo, non lo sapevo più nemmeno io.
Lui chiuse gli occhi, come se non avesse mai voluto ascoltare quelle parole cercando di incassare quel colpo in maniera dignitosa; poi sospirò:
 
- Amy... vuoi venire a vivere con me? Dalla tua risposta capirò davvero quello che provi. Rispondimi, ti prego... almeno questo me lo devi... -
 
Era una richiesta lanciata lì, come un fulmine a ciel sereno, e in un baleno mi apparvero nella mente, i volti delle mie amiche, le loro risate, i momenti vissuti qualche ora prima. Non volevo separarmene.
Capii che veramente, non amavo più Ryo. Preferivo le mie amiche a lui, nonostante gli volessi un gran bene.
Stavo per rispondere alla sua domanda, quando squillò il mio cellulare: era l'ospedale.
Ryo saltò in piedi:
 
- Amy non rispondere al cellulare! -
 
Ero in uno stato di agitazione, mentre il suono del telefono continuava a trillare martellandomi il cervello:
 
- Ryo io sono un medico, non posso, è il mio lavoro! -
 
Lui battè un pugno sul tavolo e urlò:
 
- Io lo odio il tuo lavoro!!! Devi rispondermi! -
 
- Ryo ti prego calmati, ci stanno guardando tutti! -
 
Mi sentivo morire dall'imbarazzo, poi con il cuore il gola risposi al telefono, dovevo recarmi urgentemente in ospedale, serviva un medico chirurgo ed ero l'unica che potesse correre lì in quel momento. Ero indispensabile per salvare un bambino che era stato investito da un'auto. Con le lacrime agli occhi corsi alla cassa a pagare la colazione e chiesi a Ryo di uscire fuori:
 
- Ryo lo so che non è il momento giusto, ma devo correre in ospedale! Non è che... -
 
Mi interruppe:
 
- Sì, ti accompagno, ho la macchina qui vicino. -
 
In quei dieci interminabili momenti vissuti in macchina, mentre lui guidava come un pazzo, dissi con un nodo in gola:
 
- Mi dispiace Ryo, non volevo prenderti in giro, sono stata un'egoista lo so, ma credimi, ti ho sempre voluto bene. Ora però non posso ricambiare il tuo amore. Perdonami se puoi, ma la mia risposta è no. Non posso venire a vivere con te. -
 
Dopo quelle mie parole, non disse più nulla, rimase in silenzio finchè non arrivammo davanti all'entrata secondaria dell'ospedale. Dopo aver tolto le sicure per farmi scendere, mi guardò con gli occhi umidi:
 
- Addio amore mio. -
 
Avrei voluto stringerlo forte, avrei voluto fermarmi lì con lui, parlarci nel tentativo di trovare  qualche soluzione, magari ricominciare da capo, insieme, e scoprire che in fondo forse, quel sentimento c'era ancora, ma non potevo, un bambino rischiava di morire e io dovevo correre da lui, dovevo salvarlo.

Piangendo risposi:

- Addio Ryo. -
 
Corsi dentro l'ospedale, e non feci in tempo a vedere Ryo per l'ultima volta, perché quando mi voltai verso la strada, se n'era già andato.






17 - 04 - 2011: Capitolo revisionato.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Una nuova giornata. ***


Una nuova giornata. 
 
 
 
Erano le  01.35  di notte, avevo stranamente staccato prima del previsto quella sera. La mia collega Heles mi stava accompagnando a casa con la sua macchina rossa scintillante. Era la collega che preferivo, con me si era dimostrata sempre gentile, e quando i turni di lavoro erano compatibili, mi riaccompagnava sempre a casa in macchina. Ammiravo di lei la sua forza, quando era in sala operatoria dimostrava una fermezza unica, mentre io al contrario, mi mostravo forte, ma dopo, il mio stato d'animo crollava, come se l'adrenalina accumulata calasse di colpo. Mi lasciò davanti al portone di casa, e peima che scendessi, Heles si rivolse a me:
 
- Amy dovresti prendere una vacanza sai? Sei un po' palliduccia, non mi convinci. - 
 
Non ne potevo più di sentirmi dire sempre le stesse cose:
 
- Grazie Heles, sei sempre carina con me, ma io sto bene, non so più come dirvelo! -
 
Controbattè:
 
- "Dirvelo"? Quindi a quanto pare non sono l'unica a pensarlo eh? Cara Dottoressa Mizuno, o ti decidi a chiedere le ferie, o lo farò io per te, e sai che sono capace di farlo eh? -
 
Ero stupita, non credevo si notasse tanto la mia insofferenza. Ed ero certa che un tipo come Heles 
non si sarebbe fatto scrupoli a fare domanda di ferie per me.
 
- Ti ringrazio Heles, ci penserò. Grazie per il passaggio! -
 
- Figurati! -
 
Rientrai a casa piano piano per non svegliare le altre. Sentii la voce di Bunny, e capii che stava parlando al telefono con il suo Marzio. Stavano insieme da una vita, si amavano molto, ed erano una coppia meravigliosa. Mi affacciai in camera da pranzo, dove la mia amica stava conversando al buio, quindi accesi la luce e la salutai. Lei rispose salutandomi con la mano, ma in quel momento capii che era troppo presa dal suo amore, era troppo felice per rendersi conto di me e di quello che la circondava. Provai un senso di invidia nei suoi confronti, mentre mi recavo nella mia stanza...
 
"Se solo potessi amare qualcuno come lei ama Marzio... se solo ne avessi il tempo... "
 
Mi infilai il pigiama di pile azzurro come il colore dell'acqua, dopodichè, notai una busta da lettera sul mio cuscino. La aprii, e conteneva una foto in cui c'eravamo io, Rea, Morea, Bunny e Marta. Era una foto scattata il giorno del mio ventiseiesimo compleanno, infatti io sedevo al centro del tavolo  con la torta davanti, mentre le mie amiche erano intorno a me sorridenti. Girai la foto e trovai questa scritta:
 
"Noi siamo sempre con te. Se sei giù di morale, guarda questa foto e ricordati di quella bellissima 
festa vissuta insieme. Ti voglio bene. Rea. "
 
Non avevo parole, mi sentivo così felice! Quella era stata una giornata molto pesante per me, Ryo mi aveva lasciata, o meglio, io avevo lasciato lui, ma in compenso, avevo le mie amiche, e avevo anche salvato quel bambino, il piccolo Helios. Non potrò mai dimenticare gli occhi pieni di gioia di sua madre, quando le dissi che il bambino non correva più pericoli, e che in un mese si sarebbe rimesso in sesto. Quella signora che nemmeno mi conosceva, mi abbracciò e mi ringraziò con tutto il cuore. Era questo che mi dava la forza di continuare il mio lavoro. 
Con un sorriso sulle labbra e la foto ancora in mano, mi addormentai.
 
 
Ore 9.00, la sveglia suonava, ed in casa iniziò il solito "corri corri" per chi entrasse prima in bagno a prepararsi. Rea era già uscita, doveva attaccare alle 8.00, lavorava in una galleria d'arte (ovviamente a buon bisogno lavorava con la polizia), mentre Morea faceva la cuoca in un ristorante dove doveva attaccare alle 10.00; Bunny lavorava come receptionist in un albergo, e Marta faceva la modella occasionalmente.Quella mattina, la lotta per il bagno vide coinvolte solo Morea e Bunny, Marta invece era in sala da pranzo a guardare tranquillamente la tv in pigiama, mentre sgranocchiava qualche biscotto.
 
- Buongiorno Marta! -
 
- Mmm... crunch! Amy!! Proprio a te stavo pensando! -
 
- A me? E perché? -
 
- Sai ho fatto una conoscenza... dovresti vedere! E' un dottore come te! -
 
Marta, ogni volta che conosceva qualche bel ragazzo, cercava di presentarcelo, tanto lei era innamorata del suo Yaten, anche lui modello. Di tutto avrei voluto parlare, tranne che di ragazzi in 
quel momento. 
 
- Senti Marta, ma oggi non lavori? Non hai servizi fotografici? -
 
Il suo sguardo si fece divertito:
 
- Cara la mia dottoressina, per informazione, no. Oggi niente lavoro, non ho nessun servizio, è inutile che cerchi di levarmiti dai piedi! -
 
Mi faceva morire dalle risate quando parlava in quel modo! 
Mi limitai a rispondere:
 
- Beh, buon per te! -
 
Andai in cucina per preparare il caffè e lei si avvicinò quatta quatta, parlandomi all'orecchio:
 
- Eppure lo dovresti conoscere il bel dottorino... E' un amico del mio Yatenuccio, e lui sai che conosce solo begli uomini... lo so che stai con Ryo, ma che male c'è a dare un'occhiatina? Dai 
Amy, solo un'occhiatina! -
 
Il nome di Ryo mi fece tornare un nodo in gola, Marta poi era una che sapeva metterti alle strette, e mi sentii costretta a dirle la verità:
 
- Senti Marta... io e Ryo non stiamo più insieme, e non ho voglia di dare "un'occhiatina" proprio a nessuno. -
 
Marta si fece seria:
 
- Come! Vi siete lasciati? E quando? Oddio Amy, mi dispiace, scusami tanto... -
 
La felicità della sera prima svanì e ricominciai a piangere, non ne potevo più di quella storia. Lei mi abbracciò e io tra le lacrime le dissi:
 
- Non sono stata capace di dargli quello che meritava, io sono una frana con l'amore, Marta. Sono esausta, non ne posso più di pensare a cosa devo e non devo fare. L'amore, il lavoro, mia madre... A chi devo dare retta? Non ne posso più!! -
 
Sfogai tutta la mia rabbia e la mia frustrazione in quelle parole, sotto gli occhi sempre più stupiti di Marta che, poverina, non poteva fare altro che abbracciarmi. Cercai di calmarmi, non volevo farmi vedere in quello stato da Bunny e Morea che stavano venendo in cucina a bere un caffè prima di andare al lavoro; ci diedero il buongiorno, e notarono anche il mio viso sconvolto, ma non mi chiesero nulla, avevano capito che avevo bisogno di tranquillità, e non era il momento adatto per parlare. Dopo che se ne andarono, Marta con aria apparentemente allegra e solenne disse:
 
- Beh basta piagnistei, adesso la dea dell'amore e della bellezza, la qui presente Marta, ti porterà a fare shopping! -
 
Era impossibile non ridere quando se ne usciva con certe frasi!
 
- Marta, alle 14.00 devo attaccare in ospedale, faremo in tempo? -
 
Nemmeno il tempo di dirlo, che si era infilata il suo cappotto arancione. Per non farmi fare tardi al lavoro, Marta decise di portarmi a fare shopping tra Stoney Street e Borough High Street, proprio vicino al Guy's Hospital. La zona è ricca di negozi, in Stoney Street  ci sono diversi market, dove lei acquistò dei prodotti tipici italiani come pasta e formaggi, e poi comprò anche alcune cianfrusaglie che lei stessa definiva "inutili ma soddisfacenti". Una volta arrivate in Borough High Street, Marta disse:
 
- Beh Amy, io ho quasi finito i miei soldi, adesso tocca a te! Devi comprarti qualche bel vestito, non ne posso più dei tuoi maglioncini tutti uguali! -
 
Facendo il medico, non avevo tempo per un bel look e dovevo indossare abiti eleganti ma pratici, quindi in inverno ero solita mettere dei maglioncini a collo alto e gonne da tailleur lunghe fino al ginocchio, con stivaletti bassi; soltanto in alcune occasioni, sotto agli stessi abiti mettevo un paio di classiche decolletè. Effettivamente ero monotona nel mio modo di vestire, ma sinceramente, quello era il mio ultimo dei pensieri, per me l'importante era essere in ordine. Decisi comunque di accontentare la mia amica:
 
- E va bene Marta, secondo te cosa dovrei indossare? -
 
Soddisfatta al pensiero di poter scegliere per me, mi trascinò per mano verso la vetrina di un negozio e indicò:
 
-Quello!-
 
Era un vestito azzurro, decorato con paiettes, chiuso sul collo da un collare azzurro, da dove partiva solo un velo celeste, trasparente sino all'inizio del seno, che veniva poi coperto sempre con stoffa azzurra fino alla fine dell'abito; era un vestito elegante, da galà.Non riuscii a resistere e scoppiai a ridere:
 
- Ahahahah! E secondo te io dovrei andare al lavoro conciata così? Ahahahahah!! -
 
Lei rispose con un broncio:
 
- Quanto sei fiscale, è ovvio che quello è un vestito da sera! -
 
Mi portò dentro al negozio, e da lì uscii con tre buste! A causa della sua insistenza avevo acquistato quell' abito, poi due paia di jeans, un maglione bianco di lana scollato sulle spalle, e un 
maglioncino blu stretto in vita e sugli avambracci, che andava poi allargandosi sulle spalle e sul seno. Avevo speso più del previsto per vestiti che avevo comprato per un capriccio di Marta, e dentro di me, sapevo che non li avrei mai indossati. Le offrii il pranzo in un piccolo locale tipico vicino al lavoro, poi alle 13.30 circa uscimmo dal ristorante e lei mi accompagnò fino all'entrata dell'ospedale. Con un sorriso che mi arrivava da un orecchio all'altro la salutai:
 
- Grazie Marta, è stata una splendida mattinata! Posso lasciare a te le buste? -
 
- Ma certo! Anche per me è stata una bellissima giornata! Grazie per il pranzo! Stasera a che ora torni? -
 
- Non lo so... se non dovessi farcela per cena, vi manderò un messaggio ok?-
 
- Va bene Amy! -
 
Mi abbracciò e ricambiai quell'abbraccio come fosse stata una sorella. Mi sentivo bene, la sua presenza e la sua ilarità mi avevano rallegrata. Adesso mi aspettava l'ospedale, ed entrai più combattiva che mai.
 
 
 
 
Note e commenti: 
 
Salve a tutti i lettori! Questo capitolo è molto articolato, ma volevo anche che alla fine Amy risultasse sorridente e non la solita "piagnucolona" che ho descritto dall'inizio. Sta attraversando 
un momento difficile da superare, perché alterna momenti di soddisfazione sul lavoro e momenti in cui invece vorrebbe mollarlo. Per lei è un periodo di confusione, non sa ancora bene quello che vuole, lavorativamente e affettivamente, ad eccezione delle sue amiche, ovvio! Il mio ringraziamento particolare, va a Demy84 come sempre, senza di lei non avrei mai iniziato 
questa storia. Grazie per tutto Demy, anche per i tuoi preziosi consigli!
Un grazie speciale anche a:
 
- EllieMarsRose
 
-FireLady
 
-Usa-Mamo86
 
-Miroku88
 
che stanno seguendo la mia storia e mi incitano ancora di più a scrivere!! E grazie a tutto il forum!
A presto!
SailorMercury84

17-04-2011: Capitolo revisionato.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una cara collega. ***


Una cara collega.
 
 
Ore 7.00, la solita sveglia che suonava. La sera precedente avevo staccato all'una e mezza di notte, avevo fatto 3 ore di straordinario perchè c'erano state delle urgenze in ospedale. Quella mattina attaccavo alle  otto e mezza.
Mi preparai, salutai velocemente le altre e scappai al lavoro. Appena arrivata, incontrai Heles, aveva attaccato un'ora prima:
 
-Buongiorno Amy, c' è il capo del personale che ti aspetta al quarto piano!-
 
-Grazie Heles!-
 
Sorrise, poi disse:
 
-Ah Amy, quando hai fatto raggiungimi al distributore in sala mensa, ti offro un caffè!-
 
Ero pensierosa, poi risposi:
 
-Ma ne avremo il tempo? Ci sono urgenze?-
 
-Amy rilassati! Se ci sono urgenze ci chiamano, non dubitare! Dài sbrigati, ti aspetto in sala ok?-
 
-Va bene!-
 
Ero pensierosa, che cosa voleva da me il capo del personale? 
Arrivata al quarto piano, bussai alla porta del dottor Kaspar, il capo del personale; una voce mi disse di entrare.
 
-Buongiorno Dottor Kaspar, mi ha fatto chiamare?-
 
Quell' uomo aveva degli occhi di ghiaccio e aveva spesso uno sguardo impenetrabile.
 
-Sì, l'ho fatta chiamare Dottoressa Mizuno, come va?-
 
Intanto si alzò e mi poggiò una mano sulla spalla. Sapeva di essere attraente, e questo mi infastidiva non poco, in quanto si prendeva il lusso di voler sedurre qualsiasi donna gli capitasse a tiro; con me non c'era mai riuscito. Era un uomo alto, capelli lunghi fino alle spalle, molto chiari e lucenti, avrà avuto sui 35 anni ed aveva fascino, ma non avevo mai apprezzato uomini del suo genere, pieni di sè, sempre in cerca di prede.
Proseguì il suo discorso:
 
-La dottoressa Tenou mi ha informato circa la sua richiesta di ferie, e mi ha detto che lei sarebbe disposta a fare più straordinari in caso di mancanza del personale. Stavo controllando fra le carte, ma non mi risulta la sua richiesta scritta dottoressa Mizuno. E' ancora intenzionata a chiedere le ferie?-
 
Ero stupita. Heles aveva davvero fatto questo per me? A questo punto non potevo tirarmi indietro:
 
- Sì, avevo fatto richiesta di una settimana ma devo aver dimenticato di consegnarle il foglio firmato.-
 
-Dottoressa, mi sembra strano che una ragazza meticolosa come lei, abbia dimenticato di consegnarmi il foglio. Comunque, lei è sempre stata una dei migliori medici di questo ospedale, e avrà chiesto si e no 4 permessi in quasi due anni...Che dice, posso approvarle queste ferie?-
 
Aveva un sorrisetto malizioso, non lo sopportavo. E per di più, perchè chiedeva a me se poteva autorizzarmi le ferie? Era un tipo insopportabile. Cercai di non far trasparire quest' antipatia nel mio volto, e con tutta calma risposi:
 
-Beh, questo me lo deve dire lei, non sono io il capo per decidere.-
 
Cominciò a ridere e la smise con quell'atteggiamento da sbruffone, poi, porgendomi un foglio si limitò a dire:
 
- Prego, compili questo foglio con la richiesta di permesso e lo firmi-
 
Non vedevo l'ora di uscire da quella stanza per non dover più sopportare l'odore del suo dopobarba che riempiva il locale, ma nello stesso tempo, avevo il cuore in gola dalla felicità nel compilare quel foglio.
 
-Ecco, ora deve firmarlo-
 
Gli porsi il foglio firmato, e nel prenderlo mi sfiorò la mano di proposito. Mi stavo davvero sudando quella richiesta.
Lesse il foglio, poi disse:
 
-Bene bene...quindi da domani sino al prossimo martedì. Una settimana precisa eh? Chissà se firmandole questo foglio, avrà poi il tempo libero per un caffè con il suo capo-
 
Sapevo benissimo che stava parlando di se stesso. Non ne potevo davvero più. Mi alzai in piedi dicendo con molta calma ma nello stesso tempo con aria stizzita:
 
-Bene, se vuole firmarmi il foglio gliene sarei grata, altrimenti torno al mio lavoro-
 
Rise di nuovo, poi rispose mentre firmava il foglio:
 
-Lei è una donna piacente dottoressa, altrimenti non mi sarei permesso di farle una richiesta del genere...Comunque, ecco la sua copia firmata, spero voglia chiedere altri permessi in futuro, così avrei modo di vederla più spesso-
 
Presi la copia senza dire una parola, ma il mio sguardo fu eloquente, non lo sopportavo.
 
Lo ringraziai per cortesia,  e lui rispose con un sorriso da playboy.
Finalmente uscii fuori da quella stanza, avevo guadagnato quella firma con fatica, ma provai una sensazione di libertà.
Presi l' ascensore fino al piano -1, dove c'erano i bagni, la sala mensa e gli spogliatoi del personale.
Raggiunsi finalmente la sala mensa, dove Heles mi stava aspettando leggendo un giornale.
Mi guardò con un sorriso, poi disse:
 
-Ce ne hai messo di tempo! Scommetto che quel donnaiolo di Kaspar ti avrà fatto perdere tempo con le sue avances da maniaco! Non ti avrà mica messo le mani addosso eh? Quello ci ha provato persino con me quando sono andata su a parlarci. Che maiale, meriterebbe una lezione!-
 
Esagerava sempre nel parlare, ma tutto sommato, non aveva torto, tutti nell' ospedale sapevano che tipo fosse il dottor Kaspar.
Le risposi con la gioia negli occhi:
 
- Grazie Heles!! Non ho parole...sei una persona splendida!-
 
-Ma di cosa! Sarebbe ora che ti riposassi, hai sempre un' aria sbattuta! Dai, a buon rendere eh?-
 
Heles aveva un carattere forte, mi dava senso di protezione. Era una donna alta, capelli biondo cenere corti, coraggiosa in qualunque situazione. Di lei, al di fuori dell' ambiente lavorativo, sapevo solo che conviveva con una certa Milena.
Insistei per offrirle io il caffè, mi sembrava il minimo, e le dissi che un giorno l'avrei invitata a pranzo per ringraziarla. Mentre sorseggiavamo il caffè bollente, un' infermiera si affacciò alla porta della sala mensa e quasi urlando disse:
 
-Dottoresse presto!!! C'è un'emergenza!!-
 
Non c' era tempo per le chiacchiere, il lavoro ci attendeva.
 
 
 
 
Note e commenti:
 
Ciao a tutti! In questo capitolo, ho voluto incentrare la concentrazione su scene di vita quotidiana vissute sul posto di lavoro, in questo specifico caso, il rapporto fra colleghi e datori di lavoro. Non chiedetemi come mi sia venuto in mente Lord Kaspar, perchè non lo so :P è saltato fuori spontaneamente, non era programmato! :D
Grazie a tutti per l'attenzione!
Il mio ringraziamento con il cuore va come sempre a Demy per l' aiuto, per l' interesse che sta dimostrando verso la mia storia e per essere la mia ispiratrice :)
Un grazie particolare va anche a:
-EllieMarsRose
-LadyFire
-Usa-Mamo86
-Moon91
-Pianistadellaluna
-Miroku88
-Key17
Grazie a tutti voi che state leggendo questa pagina.
SailorMercury84
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Una settimana di libertà. (Prima parte) ***


Una settimana di libertà.
Prima parte.
 
 
Erano le 9 del mattino e mi alzai di corsa dal letto, dovevo attaccare alle 10.30.

Mi fermai di colpo mentre cercavo disperatamente il maglioncino azzurro a collo alto che mi ero 
 
preparata sulla sedia la sera prima.

Un pensiero mi balenò nella mente e lo dissi ad alta voce:
 
-Ma oggi...sono in ferie!!-
 
Era il mio primo giorno di ferie, sembrava incredibile!

Mi diressi verso la cucina, dove c'era un viavai di ragazze, le mie adorate coinquiline. Vidi Bunny 
 
che con tutta tranquillità, indossava il mio maglioncino azzurro mentre inzuppava i biscotti nel 
 
caffè d'orzo:
 
-Buongiorno Bunny! Mi sembra di conoscere quel maglione che indossi...-
 
Le dissi con aria fintamente infastidita.

Interruppe la sua colazione, e con le briciole ancora sulla bocca rispose:
 
-E' colpa di Rea!-
 
Rea era già uscita per il lavoro e non poteva difendersi, quindi Bunny proseguì:
 
-Ieri sera mi ha detto che da oggi eri in ferie, e così ne ho approfittato per indossare il tuo 
 
maglioncino, tanto non devi uscire! Questo mi piace proooprio taaanto!! Ah già! Me lo presti?-
 
Come facevo a non ridere, aveva sempre un'aria così ingenua mentre parlava! Le risposi sorridendo:
 
-Anche se è usato, se ti piace tanto te lo regalo!-
 
-Coooooooosaaa?!? Davvero? ......Davvero davvero davvero?!?-
 
-Certo Bunny, ne ho una decina di maglioni simili!-
 
-Woooooooooow!!! Che bello Amy sei sempre buona!!-

Corse ad abbracciarmi, poi andò da Morea che intanto rideva sotto i baffi, e girandosi su se stessa 
 
le disse:
 
-Hai visto Morea? Guarda che bel maglione mi ha regalato Amy! Come sto? Chissà cosa dirà Marzio 
 
quando mi vedrà!-
 
Morea rideva e io la seguii nella risata, Bunny era sempre molto divertente nel suo modo di porsi!

Marta ci raggiunse in cucina:
 
-Buongiorno mondo!-
 
Quella mattina era più radiosa che mai, aveva una camicia arancione di seta, con una giacca lunga 
 
nera come i pantaloni, e un paio di decolletè dello stesso colore della camicia. Si era legata i capelli 
 
a coda di cavallo e portava due pendenti molto lunghi color argento.

Ammirata le dissi:
 
-Wow Marta, hai un servizio fotografico oggi?-
 
La sua faccia aveva un'espressione sorniona:
 
-Un servizio fotografico? Solo? Questo è molto, molto di più! Oggi ho un servizio fotografico con 
 
Yaten, per presentare le nuove linee uomo\donna della Venus Fashion! Sapete cosa significa? Che 
 
questo è l' inizio di una lunga, romantica, storia d'amore!-
 
Aveva gli occhi che brillavano e anche se scherzava, sapevamo che era veramente presa da quel 
 
ragazzo. Bevve poi un sorso di latte e si girò verso di me:
 
-Hai da fare oggi Amy?-
 
-No, sono in ferie...ho capito, Rea ha messo i manifesti eh?-
 
-Eeeeeeeeh già!-
 
Esclamò Marta..

Poi fu la volta di Bunny:
 
-Uffaaaaa anche io voglio andare in ferie!-
 
Morea interruppe il suo pagnucolio:
 
-Per oggi accontentati del maglione!-
 
Cominciammo a ridere tutte insieme, poi Marta disse:
 
-Allora Amy, vieni con me? Guarda che se sei con me puoi entrare a seguire gli scatti!-
 
-Ti ringrazio Marta, ma stamattiva vorrei andare in piscina, è tanto che non ci vado, mi manca 
 
l'acqua!-
 
-Uff, e va bene, però alle tre e venti ti aspetto davanti al Senshi Bar, non mi va di tornare subito a 
 
casa!-
 
Non mi andava di tornare al Senshi, dopo l'ultima volta:
 
-Proprio al Senshi? Non possiamo andare in qualche bel posticino vicino Bermondsey?*
 
-Ma dai, è una vita che non andiamo al Senshi! Allora alle 16 mi raccomando eh? Ops! 
Adesso vado o farò tardi! Ciao ragazze!-
 
-Marta no aspetta!-
 
Sentii sbattere la porta. Come al solito era impossibile non fare come dicesse lei.

In quel momento, Morea e Bunny approfittarono della loro mezz' ora di tempo per farmi la domanda 
 
che avrebbero voluto pormi quando qualche mattina prima mi avevano vista con gli occhi rossi dal 
 
pianto.

Raccontai loro di Ryo, di com' era finita, stavolta senza versare una lacrima, ero troppo stanca 
 
persino di piangere. Bunny mi guardava con i suoi occhioni azzurri, erano lucidi, e alla fine del mio 
 
racconto, mi strinse forte:
 
-Coraggio Amy, sono sicura che troverai presto l'amore. Ti ricordi quando ti raccontai di François? 
 
Mi sentii crollare il mondo addosso quando mi aveva lasciata, e non volevo più avere storie, non 
 
volevo più nessun ragazzo al mio fianco, avevo paura di rimanere nuovamente delusa, di rimanere 
 
ferita. Ed ora eccomi, sono 4 anni che sto con Marzio, e adesso vedo di nuovo il mondo a colori, mi 
 
sento realizzata e appagata. A proposito di questo, ho un annuncio da farvi, ma lo farò una sera che 
 
saremo tutte insieme d'accordo? Ora pensa a goderti questi giorni di ferie, sono certa che da 
 
qualche parte nel mondo, ci sarà anche il ragazzo giusto per te, quello che ti completerà e sarà la 
 
tua perfetta metà! E sono anche sicura che lo incontrerai presto!-
 
Bunny spesso si comportava come una bambina, alcune volte era piagnucolona ed infantile, ma in 
 
alcune occasioni, come questa, dimostrava di essere una donna matura e riflessiva. Le sue parole 
 
mi tirarono su. Davvero avrei trovato presto l'uomo della mia vita? E questa volta, sarei stata 
 
capace di dargli il mio amore? Mentre pensavo a tutte queste cose, Morea con aria dispiaciuta 
 
disse:
 
-Amy purtroppo adesso dobbiamo andare a prepararci o faremo tardi. Sappi che per qualsiasi cosa, 
 
noi ci siamo sempre, ok?-
 
-Ok grazie, vi voglio bene!-
 
Ci stringemmo tutte e tre in un abbraccio, dopodichè loro si andarono a preparare, mentre io 
 
riempivo la borsa da mare con il costume da bagno, un asciugamano pulito ed un paio di ciabattine 
 
infradito. Volevo a tutti i costi andare in piscina quella mattina.
 
 
 
Ore 13.00, uscii dall' edificio della piscina. Mi sentivo rigenerata, era come se l' acqua mi empisse di 
 
nuova forza, e mi sentivo piena di fiducia per il mio futuro. L' acqua mi faceva quest' effetto, dopo 
 
averla sentita sulla mia pelle, fra i capelli, mi sentivo ricca di positività.
 
Era l' ora di pranzo, mangiai un panino che mi ero portata da casa, mentre mi incamminavo sulla 
 
Southwark Street che portava alla Mars Modern**, dove  lavora Rea. Erano le 13 e 40, quando arrivai 
 
alla galleria. Entrando, vidi Rea dietro al banco della biglietteria. Non appena mi vide, scherzò sul 
 
suo lavoro:
 
-Buongiorno signorina! Posso esserle d' aiuto? Se vuole posso darle un biglietto di ingresso a 
 
prezzo ridotto!-
 
Stetti allo scherzo:
 
-La ringrazio, lei è gentile, ma volevo solo sapere se ha già pranzato, in caso contrario le farei 
 
compagnia!-
 
-Sì, ho mangiato, ma non ho preso il caffè. Se vuole, posso omaggiarla di un ingresso gratuito in 
 
galleria, ma in cambio lei dovrà offrirmi un caffè, che ne dice?-
 
-Mmm...si può fare!-
 
Aspettai Rea mentre disse alla sua collega, Nina, che si assentava 10 minuti e le chiese di coprirla 
 
con il direttore. Uscì dalla porta laterale alla biglietteria e mi raggiunse:
 
-Amy, che bella sorpresa!-
 
-Mi dispiace disturbarti durante il lavoro, ma pensavo di fare in tempo per la tua pausa pranzo, 
 
invece ho calcolato male i tempi!-
 
-Ah, ma quale disturbato, non ne potevo più di stare dietro alla biglietteria con il capo che ogni 5 
 
minuti viene a chiedere quanto abbiamo incassato! Comunque, qui vicino c'è un bar molto carino, 
 
ha aperto da qualche giorno, quindi per ora i proprietari sono molto disponibili ahah!-
 
Uscimmo dalla galleria, e ci recammo al bar, chiamato "Meteorite".
Ordinammo due caffè e ci sedemmo al tavolo. Una ragazza con lunghissimi capelli e un piccolo 
 
chignon che raccoglieva i capelli laterali, ci portò i due caffè con qualche biscottino da pasticceria.

Con un sorriso non convincente, iniziai a parlare con Rea, e le raccontai di quei giorni e della fine 
 
del rapporto con Ryo. Dopo averle raccontato tutto d' un fiato, disse:
 
-Lo sapevo Amy. Lo avevo "visto". Ma aspettavo che me ne parlassi tu, come ti ho detto l' altra 
 
volta.-
 
Finii il mio caffè e Rea prese la mia tazzina vuota fra le mani, la scrutò al suo interno e la girava per 
 
vedere meglio qualcosa sul fondo:
 
-Tranquilla Amy. Sicuramente dovrài superare altre difficoltà, ce ne sarà una in particolare che ti 
 
priverà di molte energie...Però riprenderai il tuo cammino, ed incontrerai presto una nuova 
 
persona.-
 
Mi stupiva sempre, quando riusciva a predire delle cose, semplicemente leggendo i fondi di caffè.
 
-Una nuova persona? Rea, io incontro ogni giorno nuove persone in ospedale!-
 
Si corresse:
-Una nuova persona che ti cambierà il modo di affrontare le cose. Non so dirti se sia un uomo o 
 
una donna, ma sono sicura di tutto quello che ho detto, fidati.-
 
-Mi fido Rea, ci hai sempre preso con queste cose e so che non mi diresti mai cose non veritiere.
Mmm...nella tua tazzina cosa vedi invece?-
 
-Beh per me stessa non posso prevedere il futuro, mi è capitato solo in rare occasioni, ma 
 
su....ah!!!-
 
Si interruppe di colpo, mentre stava guardando il fondo della sua tazzina.
 
-Qualcosa non va Rea? Che cosa hai visto?-
 
-Non...oddio spero di no! Ma dai sono solo dicerie queste cose!-
 
-Rea dimmi cos'hai visto nella tua tazzina, ti prego!-
 
-Una cosa brutta...potrebbe succedermi una cosa brutta...Però ripeto, su me stessa non sono molto 
 
capace di leggere il futuro, quindi potrei preoccuparmi per niente!-
 
Presi la mia tazzina e ne versai l' ultima goccia nella sua.
 
-Adesso cosa vedi Rea?-
 
Mi sorrise dolcemente:
 
-Che tu mi sarai vicina Amy, come sempre.-
 
Pagammo i due caffè, una volta uscite dal bar, Rea doveva correre al lavoro, temevo venisse 
 
redarguita perchè era stata fuori per 20 minuti.
 
-Spero non ti dica nulla il direttore, mi dispiace di averti fatto fare tardi Rea!-
 
-Non ti preoccupare, se dovesse dirmi qualcosa, gli ricorderò che nella mia ultima busta paga 
 
mancavano i soldi degli straordinari, quindi in difetto ci si trova lui, mica io! Tsè, i piedi in testa 
 
non me li faccio mettere da nessuno!-
 
-Ahah lo so bene!-
 
Ci salutammo, ed io mi diressi verso il Senshi Bar.
 
 
 
 
*Bermondsey:  E' una  zone residenziale che si trova a sud del Tamigi. Zona popolare, urbana e dai 
 
locali alternativi. Il Bermondsey confina con il quartiere London Bridge dove si trova anche il Guy's 
 
Hospital.
** Mars Modern: Il vero nome è Tate Modern, ed è una galleria d'arte moderna che si trova sulle 
 
sponde del Tamigi, raggiungibile da Southwark Street, proveniendo da London Bridge da cui dista 
 
pochi km.
 
 
Note e commenti:

Eccoci al quinto capitolo! Sono un fiume in piena, ultimamente ho la testa piena di idee per la 
 
storia. Personalmente, questo è il mio capitolo preferito, perchè sono molto presenti anche le altre 
 
ragazze. Spero sia piaciuto anche a voi, e ringraziando infinitamente Demy84, mando tantissimi 
 
ringraziamenti anche a:
-EllieMarsRose
-LadyFire
-Usa-Mamo86
-Moon91
-Pianistadellaluna
-Miroku88
-Key17
Finisco rinnovando la mia stima per Demy84 e i miei complimenti a EllieMarsRose e LadyFire.
Grazie a tutti!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Una settimana di libertà (Seconda parte) ***


Una settimana di libertà.
Seconda parte.
 
 
Arrivai in anticipo di 20 minuti davanti al Senshi Bar. Il Senshi si affaccia proprio sulle sponde del 
 
Tamigi, quindi decisi di fermarmi a guardare quella distesa blu, era rilassante.

Ogni tanto mi giravo in direzione del Bar, sperando di veder comparire Marta da un momento all' 
 
altro. Quandi mi rigirai in direzione del fiume, vidi Ryo che fumava nervosamente, avevo notato che 
 
si era accorto di me, e quindi girò il suo sguardo da un' altra parte e fece per andarsene.

Cercai di fermarlo, non so nemmeno io il perchè:
 
-Ryo! Ryo!-
 
Faceva finta di non sentirmi e continuava a camminare. Gli corsi dietro, fino a prendergli un 
 
braccio.
 
-Ryo aspettami...vorrei parlarti-
 
-Non abbiamo più niente da dirci Amy, un addio è un addio, non un arrivederci-
 
-Si lo so , però...non mi piace come ci siamo lasciati l' altra volta, vorrei chiarirti delle cose, vorrei 
 
che tu non mi evitassi quando mi incontri per strada. Lo so che non ho alcun diritto di chiederti 
 
questo, però non puoi dimenticare l'affetto che ci ha uniti per tanto tempo. Solo questo. Ti prego 
 
non mi negare la parola!-
 
Gli volevo bene e anche se non meritavo nulla da lui, non sopportavo l'idea che non volesse più  parlarmi.

Si girò verso di me con uno sguardo infastidito:
 
-Lasciami stare Amy, vattene!-
 
-Da quando fumi Ryo? Ti prego, non fare così, lo so hai ragione ma...-
 
-Smettila! Da quando ti interessi di me? Non te ne è mai fregato niente, ma cosa vuoi? Parli di 
 
affetto, ma il mio non era affetto, era amore. Lo sai cos' è l'amore Amy, lo sai? No...tu non ne sai 
 
niente, tu non lo sai come ci si sente male quando non si è corrisposti. E non guardarmi con quegli 
 
occhi pieni di compassione! Vattene, non ti voglio guardare, vai via!-
 
Nonostante avesse tutte le ragioni del mondo per odiarmi, mi sentivo terribilmente umiliata e 
 
mortificata.
 
-Va bene Ryo me ne vado. Non ti darò più fastidio. Spero che un giorno mi perdonerai. C' è stato un 
 
periodo in cui ti ho amato veramente, ma il mio egoismo mi ha allontanata da te. Scusami se ti ho 
 
fermato, questa è l' ultima volta che mi permetto...Ciao!-
 
Feci per andarmene e mi sentii tirare per i fianchi. Mi abbracciò da dietro, e mi sussurrò nell' 
 
orecchio:
 
-Non voglio più vederti perchè mi fai male, mi fai ancora molto male. Tra due giorni parto per il 
 
Giappone, torno a casa. Ti porterò nel cuore, una parte di te rimarrà sempre con me.-
 
Mi girai verso di lui che ancora mi stringeva a se, gli diedi un bacio sulle labbra. Quello era il mio 
 
bacio di addio. Poi mi distanziai da lui e con gli occhi lucidi gli augurai:
 
-In bocca al lupo per tutto Ryo-
 
Volevo che almeno l' ultima volta che ci salutavamo, non gli rimanesse in mente il ricordo di me che 
 
correvo in ospedale, ma di me che dedicavo quel momento solo a lui, almeno questo.
 
-Anche a te-
 
Rispose. Poi mi girai per andare al Senshi Bar, e vidi Marta che mi stava fissando. Mi avvicinai a lei,

era accompagnata da due ragazzi. Prima di presentarmeli, si avvicinò al mio orecchio, e a bassa 
 
voce disse:
 
-Cavolo Amy, potevi dirmelo che ti eri rimessa con Ryo! Ti abbiamo vista mentre lo baciavi! Ti ho 
 
portato il bel dottorino di cui ti parlavo, che figura ci faccio adesso?-
 
Risposi ad alta voce:
 
-Che?!?-
 
Marta era imbarazzatissima, e fingendo di non avermi sentita, passò alle presentazioni:
 
-Ragazzi, questa è la mia amica Amy! Amy, lui è il mio collega Yaten, e lui è Zaffiro, per gli amici, 
 
Zaf!-
 
-Piacere, io sono Amy!-
 
Allungai la mano verso Yaten, finalmente conoscevo il ragazzo che faceva impazzire Marta. 
 
Effettivamente era un bel ragazzo, alto, capelli chiari, lunghissimi, legati con un codino che partiva 
 
dal basso della capigliatura, occhi verde chiaro; anche dal suo completo giacca e pantalone grigio  
 
perla, si capiva che era un modello. Poi rivolsi il mio sguardo verso l'altro ragazzo, e gli porsi la 
 
mano per presentarmi. Lui strinse la mia mano, e continuando a tenerla si presentò:
 
-Piacere, io sono Zaffiro. Mi ha detto Marta che anche tu sei un medico, come me!-
 
Quel ragazzo aveva un fascino particolare, i suoi capelli erano di un nero così lucido da creare dei 
 
riflessi blu; aveva gli occhi azzurro mare, non c' è che dire, era davvero un bell' uomo, e portava 
 
anche un buon profumo. Poi mi balenò un pensiero: Marta aveva organizzato un'uscita a quattro? Era proprio incredibile  quella ragazza!

Arrossii, e tolsi la mia mano dalla sua. 
 
-Beh, che facciamo, entriamo o volete rimanere tutto il tempo qui fuori?-
 
Domandò Marta.

Entrammo al Senshi e prendemmo posto al tavolo.

Iniziammo a conversare, mi sentivo a disagio, non mi piaceva l' idea di questo appuntamento a 
 
quattro, non avevo voglia di ricominciare a frequentare qualcuno. Tra l' altro, il mio imbarazzo era 
 
alimentato dal fatto che Zaffiro non smise un attimo di fissarmi, dall' inizio alla fine.

I più chiacchieroni erano Marta e Yaten, ci raccontarono del servizio fotografico che avevano fatto 
 
quel giorno e ci parlarono della loro carriera, compresi momenti divertenti vissuti sul lavoro. 
 
Sembravano proprio fatti l'uno per l'altra.

Accennai un sorriso ai loro discorsi e Zaffiro commentò:
 
-Che bel sorriso che hai. Scusa se mi permetto...-

Non sapevo che dire, mi sentivo in imbarazzo totale:

-Ah beh...grazie.-
 
Capii che stava iniziando a conversare con me:
 
-Amy, in quele ramo della medicina operi?-
 
-Sono un medico d'urgenza, devo saper applicare diverse discipline, come sai. E tu?-
 
-Io sono un fisioterapista. Ho il lavoro proprio sotto casa, sono al Blackmoon Hospital, nel 
 
Bermondsey, hai presente? -
 
-Si, ho lavorato lì i primi due mesi che sono venuta a Londra, poi mi hanno trasferita 
 
permanentemente al Guy's Hospital-
 
-Strano che non ti abbia mai vista, lavoro lì da 3 anni. Comunque siamo vicini, le due zone in cui 
 
lavoriamo sono confinanti...-
 
-E anche dove abitate! Io e Amy abitiamo a London Bridge!-
 
Esclamò Marta. Tutto ciò era allucinante, mi voleva per forza far frequentare quell' uomo?

Con sguardo compiaciuto, Zaffiro rispose:
 
-Bene, allora siamo anche "vicini di casa". Avremo molte occasioni per vederci. Non credi anche tu 
 
Amy?-
 
-Beh...si forse...sono sempre impegnata con il lavoro, non ho molto tempo libero.-
 
-Volendo il modo si trova!-
 
Rispose sorridendo.
 
Uscimmo dal Senshi, dopo aver continuato a chiacchierare, si erano fatte quasi le 18, non vedevo 
 
l'ora di tornare a casa. Poi Marta si rivolse a me:
 
-Amy scusami, ma non torno a casa con te...Io e Yaten stavamo pensando di fare un giro e poi 
 
andiamo a cena insieme...Ti dispiace se ti lascio sola?-
 
Mi fece l'occhiolino, sapevo che per lei era un' occasione da non perdere, a cena fuori con il suo 
 
Yaten.
 
-Va bene, non ti preoccupare. Dirò a Morea che non ci sei a cena ok?-

-Grrrrazie Amy! Poi dài non sei sola, c'è Zaffiro!-
 
La guardai con uno sguardo di rimprovero e lei capì. 
 
-Beh noi andiamo...Ciao Amy, ciao Zaf!-
 
Salutammo Marta e Yaten, poi mi girai verso Zaffiro e feci cenno di salutarlo, ma lui si scostò:
 
-Dai Amy, ti accompagno a casa, è buio!-

-Non ti preoccupare, sono solo le 6.00 del pomeriggio, ce la faccio da sola.-

-Si ma le 18.00 d' inverno, sono come le 22.00 d' estate, è buio! Sono venuto con la macchina, per 
 
me non è un problema accompagnarti, non ha senso che torni a piedi.-
 
Non volevo tornare con lui, ma non avevo più scuse, mi sentii costretta ed accettai.

Arrivammo davanti al cancello di casa.
 
-Grazie per il passaggio Zaffiro-
 
-Puoi chiamarmi Zaf! Ah tieni!-
 
Mi diede un bigliettino: c' era il suo numero di telefono.
 
-Senti Zaf, sono appena uscita da una situazione difficile, non me la sento di...-
 
Mi interruppe:
 
-Si lo so, ti ho vista mentre baciavi quel ragazzo. Però mi piaci, e la speranza è l'ultima a morire no? 
 
 Come vedi sono stato cortese, non ti ho chiesto il numero di telefono, ma ti ho dato il mio, se un 
 
giorno ti va di fare due chiacchiere...-
 
-Io e quel ragazzo non stiamo insieme, era solo un bacio d'addio.-
 
Non sapevo nemmeno io perchè glielo avessi detto, mi stupii di me stessa. In fondo quel ragazzo 
 
mi attraeva da morire, ma nello stesso tempo non avevo voglia di ricominciare a frequentare 
 
nessuno, tanto sapevo come sarebbe andata a finire.
 
-Ancora meglio!-
 
Rispose, poi si avvicinò per salutarmi, dandomi un bacio sulla guacia.
 
-Arrivederci dottoressa, alla prossima. Spero che mi chiamerai.-
 
Scesi dalla macchina come in trance, non volevo più sentirmi chiamare in quel modo da nessun 
 
uomo. Il bigliettino lo misi nella borsa e citofonai a Morea per farmi aprire il cancello.
 
 
-------------------------------------------------------------------------
 
 
Era il mio secondo giorno di ferie, il primo era stato già abbastanza intenso. Era mattina presto, 
 
avrei fatto un bel discorsetto a Marta una volta che si fosse alzata, poi mi accorsi che non era in 
 
casa.

Quel giorno decisi di volermi concedere un viaggio, era tanto che non mi allontanavo da Londra, e 
 
decisi di partire per l' Italia tre giorni. Volevo visitare Roma, ne avevo sempre sentito parlare, mi 
 
affascinava l'idea di visitare la capitale dell' arte, e poi volevo godermi quella vacanza, 
 
allontanandomi da Londra per un pò. Quella mattina, mi stupii, erano le 11 e Rea girava per casa in 
 
piagiama:
 
-Buongiorno Rea! Non lavori oggi?-
 
-Yaaaaaawn! Che sonno! Buongiorno Amy! Non lavoro ho preso due giorni di ferie anche io, oggi e 
 
domani. Tanto c' è Nina, e poi in inverno la galleria non è molto visitata.-
 
-Davvero? Oh Rea...ti andrebbe di partire con me?-
 
-Una fuga d'amore? No grazie non ci tengo, ti voglio bene ma a me piacciono gli uomini!-
 
-Ahahahah! No dai Rea, a parte gli scherzi, ho deciso di partire per l' Italia tre giorni, parto oggi 
 
alle 16...Ho già prenotato l' albergo stamattina, faccio sempre in tempo a dire che mi serve una 
 
doppia e non una singola!-
 
-Insisti, ti ho detto che a me piacciono gli uomini!-
 
Rideva mentre sparava le sue battute e io risi con lei, poi proseguii:
 
-Anche se poi dovrai tornare prima, comunque un giorno e mezzo staremmo insieme! Dai che 
 
anche tu la vuoi vedere l' Italia!-
 
-Mmm...ma mi conviene per così poco tempo?-
 
-Pago io! Dai Rea!-
 
-Beh se paghi tu...non posso rifiutare!-
 
Ero al settimo cielo, quel giorno passammo a salutare Bunny in albergo e pranzammo al ristorante 
 
dove lavorava Morea, dicendole della partenza. L'unica che non riuscimmo a salutare di persona fu 
 
Marta, quella notte non era rientrata in casa, così la chiamai sul cellulare e le dissi che io e Rea 
 
stavamo partendo tre giorni per l' Italia e che al mio ritorno le aspettava u bel discorsetto.

Anche lei disse che doveva raccontarci tante cose, potevamo ben immaginare!

Ore 15.00 eravamo all' Heathrow Airport, per soli tre giorni avevamo portato due trolley e due 
 
borsoni.

Dopo mezz' ora salimmo sull' aereo, in meno di tre ore, saremmo arrivate a Roma!
 
 
 
 
 
Note e commenti:

Questa volta vi ho sorpresi scommetto...Domanda per i fan di Sailor Moon: chi pensavate che fosse 
 
il dottore amico di Yaten? Eheh...Questa vacanza va vissuta al massimo, dopo tutto lo stress 
 
accumulato da Amy! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e colgo l' occasione per 
 
ringraziare la mia amica Demy84 che sta  scrivendo una splendida storia che mi invoglia a fare 
 
ancora di più, e la ringrazio tantissimo anche per l' appoggio e l'aiuto.
Un grazie di cuore anche a:
-EllieMarsRose
-LadyFire
-Key17
-Usa-Mamo86
-Pianistadellaluna
-Miroku88
-Moon91
A presto!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Una settimana di libertà. Viaggio in Italia. ***


Una settimana di libertà.
Viaggio in Italia.
 
 
Ore 19.10, atterrammo sulla pista dell' aeoroporto di Fiumicino.

Dopo un'ora di check-in uscimmo fimalmente dalla struttura, dove un taxi ci aspettava per portarci 
 
in albergo. Avevo prenotato in un hotel molto rinomato, proprio al centro di Roma, in zona Piazzale 
 
Flaminio; avevo visto che quello era un punto strategico per poter visitare il centro, da lì c' era 
 
anche la metropolitana così potevamo spostarci meglio per la città.
 
Ore 20.50, arrivammo all' Hotel Bel Pianeta, in via Flaminia. Finalmente eravamo nella nostra camera 
 
e potevamo sdraiarci sul letto, eravamo esauste!

Rea guardava il soffito pensierosa, poi disse:
 
-Ricordati di quello che ho detto quando ti ho letto i fondi di caffè.-
 
-Perchè? E' imminente? Ma si tratta della persona che devo incontrare?-
 
Deglutì:
 
-Tutte e due le cose. Sia del fatto che incontrerai questa persona, sia che dovrai affrontare un 
 
momento difficile-
 
-Rea, non è che stai pensando a quello che avevi previsto su di te?-
 
-Sinceramente si...Ma forse non succederà nulla, te l'ho già detto che su me stessa non funziona 
 
sempre la veggenza, tranquilla Amy!-
 
-Mmm...va bene, ma io starò sempre al tuo fianco!-
 
Era tardi quando uscimmo dall' albergo, si erano fatte le 22.30, ma avevamo una fame da lupi e 
 
decidemmo di recarci in un pub: a quell' ora era l'unico posto dove potevamo pretendere di cenare.

Non conoscevamo Roma, ma ci eravamo fatte dare indicazioni sui luoghi dal receptionist, per 
 
fortuna l'inglese era diventata la nostra seconda lingua!

Arrivammo al pub che si trovava a pochi metri da lì, non saprei ben dire dove fosse collocato, Roma 
 
è molto grande e non saprei orientarmici nemmeno adesso.

Una volta preso posto al tavolo, ordinammo due crostini e due Coca Cola, per me era la prima volta 
 
che mangiavo una squisitezza del genere!

Mentre mangiavamo e decidevamo i giri da fare l'indomani, sentii una mano sulla mia spalla.
 
-Non ci posso credere,  Mizuno il genio della matematica! Sei proprio tu?-
 
Mi voltai e vidi un ragazzo alto e slanciato che mi guardava sorridente. Non riuscivo a distinguere i 
 
suoi tratti per via delle luci fioche del pub. 
 
-Scusa...ma tu chi sei?-
 
-Davvero non mi riconosci? Ah non sarà per via dei capelli?-
 
Aveva dei capelli lunghissimi, simili a quelli di Yaten, e come lui, li teneva legati in un codino. 
 
Sembravano di un castano caldo, con riflessi tendenti al rosso, o almeno questo era ciò che ero 
 
riuscita a vedere con quelle deboli luci. Ma niente, non lo riconoscevo, cercavo di sforzarmi ma non 
 
riuscivo, eppure dovevo averlo per forza incontrato una volta, lui sapeva il mio cognome!

Mentre lo guardavo con aria interrogatoria, disse:
 
-Amyyy...va bene che siamo a Roma e sembra quasi impossibile incontrarsi qui, ma sono io, Taiki!-
 
-Cosa? Taiki?! Sembra veramente impossibile, perdonami ma non ti avevo riconosciuto!-
 
-Si beh, sono un pò cambiato, sono un uomo adesso eheh!-
 
Presentai Taiki a Rea e lo invitammo a rimanere al nostro tavolo. Era incredibile incontrarlo in un 
 
posto simile, avevamo frequentato insieme il liceo, poi ci iscrivemmo entrambi alla stessa 
 
università, ma lui aveva scelto un' altra facoltà, cardiologia, mentre io optai per chirurgia generale e 
 
medicina d'urgenza. Da lì si divisero le nostre strade. AdessoTaiki era irriconoscibile, fino ai tempi 
 
delle superiori era un ragazzo di media statura, molto robusto, capelli corti a spazzola. Adesso era 
 
alto, magro, capelli lunghi...era diventato proprio un bel ragazzo.
 
Rea era stupita di trovare lì un nostro connazionale e iniziò ad interrogarlo:
 
-Come ma sei qui a Roma? E dove vi siete conosciuti tu ed Amy?-
 
-Calma calma, una cosa per volta! Mi sono trasferito qui a Roma da un anno circa, per lavoro. Io ed 
 
Amy ci conosciamo dai tempi del liceo, studiavamo spesso insieme, e facevamo a gara per chi 
 
prendesse il voto più alto, ti ricordi Amy?-
 
-Già, me lo ricordo certo! Com' è piccolo il mondo, mi fa uno strano effetto incontrarti proprio qui 
 
Taiki!-
 
Rea era molto curiosa su Taiki e mentre lui ordinava un Glen Grant, mi sussurrò nell' orecchio:
 
-Questo ragazzo sprigiona un'enegia positiva. Sento che lo hai incontato qui per un motivo 
 
particolare, non hai scelto Roma a caso come meta, inconsciamente hai scelto di venire qui per un 
 
motivo ben preciso!-
 
-Ma di cosa parli Rea?-
 
-Avete finito di borbottare voi due?-
 
Taiki ci interruppe.
 
Passammo la serata a parlare, Taiki lavorava a Roma presso l' Italian Clinic* come cardiologo, ma la 
 
cosa che mi stupì, è che avevano deciso di trasferirlo alla sede principale di Londra. Era davvero 
 
così piccolo il mondo? Rimase sorpreso anche lui quando gli dissi che lavoravo a Londra da due 
 
anni, sembrava tutto incedibile!

Gli parlammo della nostra vacanza, e Taiki si offrì di farci da guida il giorno dopo, esclamando poi:
 
-Non penserete di visitare tutta Roma in due giorni eh?-
 
La serata era stata piacevole, io e Taiki ci scambiammo il numero di telefono per organizzarci il 
 
giorno dopo, poi io e Rea facemmo ritorno in albergo.

Una volta in pigiama e sotto le coperte a luce spenta, Rea cominciò a parlare:
 
-Quel Taiki ci voleva proprio per te sai?-
 
-Per me? Ma che dici Rea, è un mio vecchio compagno, non c'è mai stato nulla fra noi e mai ci sarà!-

Ero arrossita.
 
-Ma come siamo suscettibili eh? Non ho mica detto che dovete mettervi insieme, ma come ti è 
 
venuto in mente? Io parlavo semplicemente del fatto che quando domani sera partirò, non rimmarai 
 
sola, tutto qui.-
 
Mi sentii in imbarazzo, non so perchè mi fosse venuta in mente una cosa del genere, però era stata 
 
Rea ad indurmi a pensarlo, non me la raccontava giusta.

Poi sospirando, disse:
 
-Aaah...l' amore è una cosa così bella!-
 
-Rea ma di che parli! Come ti vengono questi discorsi stanotte! Guarda che con Taiki...-
 
Mi interruppe:
 
-Non parlavo del TUO Taiki, ma del mio Yuri...-
 
Feci finta di non aver sentito quel "tuo Taiki", e rivolsi l'attenzione sul resto della frase:
 
-Yuri? E chi è?-
 
-Devo confessarti una cosa Amy...credo di essermi presa una cotta...Yuri è un ragazzo che sta 
 
cercando di farsi strada nel campo dell' arte, e spesso viene in galleria per presentare i suoi quadri 
 
al direttore, nella speranza di poterli esporre un giorno. E' un ragazzo così tenace, non demorde 
 
mai, e anche se il direttore gli ha sempre negato di poter esporre le sue opere, lui viene quasi ogni 
 
giorno a parlare con lui, e anche quando non viene ricevuto, rimane davanti alla porta del capo a 
 
braccia conserte finchè non esce. Lo ammiro tantissimo...

Ormai abbiamo iniziato anche a parlare fra noi, e spesso mi fa compagnia nella pausa pranzo...-
 
-Ti piace molto eh Rea? Ti ho sentita parlare raramente in questi termini di un ragazzo! Anzi, forse 
 
mai!-
 
-Ah smettila Amy!- 
 
Iniziammo a tirarci le coperte e a colpirci con i cuscini al buio finchè non cademmo nel sonno.
 
--------------------------------------------------------------------------
 
Terzo giorno di ferie. Il lavoro era scomparso dai miei pensieri. Ci incontrammo con Taiki di fronte 
 
ad un enorme obelisco, che si ergeva al centro di una delle piazze più importanti della capitale 
 
italiana: Piazza del Popolo. Taiki ci portò a fare diversi giri, partimmo da Villa Borghese che si 
 
trovava proprio lì vicino, poi passammo per la via principale del centro, Via del Corso (dove non 
 
perdemmo occasione per fare shopping), arrivammo a Piazza di Spagna, fino a Fontana di Trevi, il 
 
Pantheon, Piazza Navona ed infine Piazza Venezia, dove c'era una maestosa costruzione, bianca 
 
come la neve adornata con con statue a forma di cavalli e di altro genere, si chiama Altare della 
 
Patria. Roma è un luogo affascinante, arte pura. Non c'era un solo angolo di strada, dove non vi 
 
fosse una riminiscenza al passato, quei palazzi, quelle mura, la strada stessa costruita con dei 
 
ciottolini quadrati (se non erro Taiki li chiamò "San Pietrini"), tutto riportava all'epoca romana, ne 
 
ero estasiata.

Avevamo camminato tantissimo quel giorno e per pranzo ci eravamo accontentati dei soliti panini, 
 
altrimenti non avremmo fatto in tempo a vedere tutti quei luoghi.

Finalmente ritornammo vicino all' albergo, in Piazza del Popolo, eravamo esausti. Da lì poi si 
 
passava sotto ad un immenso arco, color terra con decori bianchi chiamato Porta del Popolo, che 
 
portava a Piazzale Flaminio, più o meno dove si trovava il nostro hotel.

Ci sedemmo su una delle panchine che seguivano il perimetro circolare della piazza, avevamo 
 
bisogno di riposare.

Taiki era soddisfatto del giro che ci aveva fatto fare:
 
-Beh che ne dite? In mezza giornata vi ho fatto visitare alcuni dei punti principali del centro di 
 
Roma. E non è tutto eh? Mancano ancora il Colosseo, I musei Vaticani...-
 
Rea interruppe il suo discorso:
 
-Ma qui non basterebbe una settimana! Ho due gambe che sembrano cotechini per quanto si sono 
 
gonfiate camminando!-
 
Io e Taiki scoppiammo in una grassa risata.

Rea poi disse:
 
-Beh sono quasi le 18, e io devo andare a fare le valigie, altrimenti non farò in tempo a prendere 
 
l'aereo delle 21! Taiki ti ringrazio della giornata, è stato un piacere conoscerti! Amy non è 
 
necessario che tu venga con me, semmai ci vediamo tra una mezz'ora davanti all'albergo per 
 
salutarci ok?-
 
-Ma no Rea, vengo con te, ti dò una mano!-
 
-No Amy fidati, ce la faccio da sola, l'importante è che tu venga a salutarmi, quello si!-
 
-Ragazze scusate se mi intrometto, ma io ho la macchina. Se mi date  tre quarti d' ora di tempo, 
 
vado e torno, senza che tu prenda poi il taxi Rea.-
 
L' idea era ottima, Rea accettò di buon grado, ed io ero felice perchè in quel modo non dovevamo 
 
recarci da sole in aeroporto, c' era Taiki con noi.
 
Ore 20.17, Rea era pronta per salire a bordo dell' aereo per Londra. 
 
-Amy, grazie per la vacanza, breve ma intensa! E a te grazie per averci fatto da guida Taiki, mi 
 
raccomando, prenditi cura di Amy, o dovrai vedertela con me!-
 
Quanto le volevo bene! La abbracciai e le chiesi di mandarmi un messaggio sul cellulare, una volta 
 
che fosse arrivata a Londra. Marzio e Bunny sarebbero andati a prenderla in aeroporto.
 
Io e Taiki tornammo in macchina, mi sentii a disagio a rimanere da sola con lui, già si sentiva la 
 
mancanza di Rea.

Taiki si voltò verso di me:
 
-Ma tu non hai fame? O sei la donna bionica?-
 
Cenammo insieme quella sera.
 
 
 
*Italian Clinic: clinica privata realmente esistente, con sede principale a Londra in Harley Street. 
L' Italian Clinic ha altre sedi secondarie sparse in tutta Italia, Roma compresa. 
 
Note e commenti:
E' stata dura scrivere questo capitolo per me. Ho dovuto riassumere in poche frasi, la gita per Roma 
 
e l' incontro con Taiki, ma ci tenevo a parlare anche della mia splendida Roma, non ho scelto a caso 
 
la destinazione; in questo modo ho anche la conoscienza giusta per poter descrivere il luogo di 
 
vacanza. Spero vi sia piaciuto!
Grazie di cuore a Demy84 e ad EllieMarsRose per il loro supporto :) E a Demy84: grazie anche per il 
 
tuo aiuto!
Grazie infinite anche a:
-LadyFire
-Key17
-Usa-Mamo86
-Pianistadellaluna
-Miroku88
-Moon91
-Lisanechan
-Cry88
Un abbraccio a tutti voi :)
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Una settimana di libertà. Taiki. ***


Una settimana di libertà.
Taiki.
 
 
Taiki mi portò in un ristorante tipico romano, e per la prima volta assaporai le delizie della cucina 
 
italiana. Lui mi suggerì dei piatti in particolare, e così il mio primo piatto fu una carbonara, 
 
scaloppine all' aceto balsamico con contorno di patate al forno. Il tutto accompagnato da un ottimo 
 
vino rosso della casa. Assaggiare quei piatti mi mandò in visibilio, nè a Londra nè in Giappone 
 
avevo mai mangiato delle pietanze tanto gustose quanto succulente!

Conosceva i proprietari del ristorante, ormai Taiki si era completamente ambientato nella capitale.

Mentre mi deliziavo con i sapori e profumi di quei piatti squisiti, Taiki sorrise:
 
-Caspita Amy, sei di bocca buona, non ti ci facevo così "mangiona"!-
 
Provai imbarazzo e cercai di difendermi:
 
-Beh non mangio mai così tanto, però davanti a tanta bontà...-
 
-E va bene Amy, domani ti porto a mangiare in un posto dal quale non vorrai più andartene! Ti va 
 
di uscire da Roma?-
 
-Beh si...credo! Dipende da quanto ci allontaniamo!-
 
-Tranquilla, è a pochi chilometri da Roma!-
 
-Sì va bene...accetto! Ma Taiki come fai con il lavoro?-
 
-Quello non è un problema, sono in attesa che si sistemino alcune faccende burocratiche per poter 
 
partire per Londra. Il dottore che deve prendere il mio posto qui a Roma è già in servizio, e a me 
 
stanno concedendo molti permessi, non ho problemi!-
 
-Capisco...e hai già trovato l' alloggio?-
 
-Se l' ho trovato? Sono stato già tre volte a Londra per trovare sistemazione e ho trovato un 
 
appartamento non molto distante dal lavoro, nella zona di West End, conosci?-
 
-Sì, si trova dall' altra parte del Tamigi rispetto a dove sono io, ma non siamo molto distanti, io 
 
sono in zona London Bridge.-
 
-E dove lavori?-
 
-Al Guy's Hospital, proprio lì vicino!-
 
-Mi sembra di averlo sentito...Non conosco ancora bene la città, beh, in quel caso sarài tu a farmi 
 
da guida nel tempo libero giusto?-
 
Aveva uno sguardo luminoso mentre parlava, il mio essere a disagio stava svanendo per dare 
 
spazio ad una sensazione piacevole. Mi tornarono in mente i momenti in cui studiavamo insieme, in 
 
fondo era sempre lui, il solito Taiki di sempre, solo che era cresciuto.

Mi fissò per un attimo, poi esclamò:
 
-Certo che sei proprio cresciuta Amy!-
 
Incredibile, stava pensando lo stesso di me! Poi continuò:
 
-Sei diventata una donna! E sei anche meno timida rispetto ai tempi del liceo...Sei proprio cambiata 
 
per certi aspetti!-
 
-Beh, spero in meglio!-
 
Mi feci una risata. Lui annuì:
 
-Sì, decisamente in meglio.-
 
Si era fatta notte, e Taiki mi riaccompagnò davanti all' hotel.
 
-Buonanotte Mizuno! Domani vengo a prenderti per le 11.30. Mettiti abiti comodi per camminare 
 
eh?-
 
-Eh?  E perchè?-
 
-Fidati!
 
-Mmm...ok, spero che non mi farài camminare troppo come oggi!-
 
-Stai tranquilla! Buonanotte Amy.-
 
Gli augurai la buonanotte e mi diressi verso l' albergo. Provavo una sensazione strana al pensiero 
 
di quell' appuntamento, stavo passando la mia vacanza con Taiki, e ciò non era programmato, 
 
eppure provavo una sensazione di inaspettato benessere. Mentre salivo in ascensore per 
 
raggiungere la mia camera, lessi il messaggio che mi aveva mandato Rea:
 
-Sono arrivata a casa, tutto a posto, grazie ancora di tutto! Ah e...non ti consumare le labbra a forza 
 
di baci! Buonanotte cara.-
 
Rea era incredibile, aveva per forza in testa che tra me e Taiki succedesse qualcosa. Sapevo invece 
 
che non sarebbe stato così, non avevo intenzione di rivivere un rapporto d' amore. Però...l'idea di 
 
baciare un ragazzo così piacente, mi fece sorridere.
 
-------------------------------------------------------------------
 
Ore 11.30,  Taiki mi aspettava davanti all' albergo, eravamo stati puntulissimi entrambi. Quel 
 
giorno indossai i vestiti comprati con Marta: i jeans ed il maglione bianco scollato sino alle spalle. 
 
Per me era strano vedermi vestita diversamente dal solito, ma non mi ci vedevo poi così male.
 
-Buongiorno genio della matematica!-

Esclamò Taiki, che portava un cappotto nero a doppio petto con una sciarpa bianca, e jeans anche lui.
 
-Buongiorno a te Taiki! Allora, dove mi porti?-
 
-Sei proprio curiosa eh? Ti porto in un agriturismo in direzione Viterbo, un' altra città del Lazio. Lì 
 
ci sono alcuni miei amici, vedrai come si mangia! L' unica cosa è che c' è un bel pezzo da fare a 
 
piedi, perchè i parcheggi sono distanti dall' agriturismo, proprio per preservare gli animali e le 
 
piantagioni dai gas di scarico delle macchine, per questo ti dicevo di metterti comoda con gli 
 
abiti...Vedo che l'hai fatto, e brava Amy!-
 
Ero contenta di aver fatto come diceva. 

Si prevedeva un' ora di viaggio circa, eravamo entrati in zona Viterbo, intanto ne approfittai per 
 
mandare dei messaggi alle mie amiche, e ne mandai uno anche ad Heles, rinnovandole i 
 
ringraziamenti per avermi aiutata ad ottenere quei giorni di vacanza.

Stavamo viaggiando per le campagne laziali, quando ad un certo punto la macchina si spense di 
 
colpo. Taiki tentò di rimetterla in moto, ma non si accendeva nemmeno il quadro delle luci:
 
-Maledizione!-
 
-Taiki che è successo?-
 
-Temo si sia scaricata la batteria. E' la seconda volta che me lo fa questa settimana, l' ho anche 
 
fatta controllare prima di venire a prenderti, e invece ci risiamo. Maledizione maledizione!!-
 
La cosa che mi preoccupava era che quelle strade erano vuote, si vedeva passare una macchina 
 
ogni tanto.
 
-Taiki forse dovremmo chiamare il soccorso stradale?-
 
-Cosa? Non se ne parla proprio, quelli ci marciano, è vero che i soldi non mi mancano, ma non mi 
 
va nemmeno di andare a fare beneficienza! Dai, penso che qualche macchina passerà!-
 
Da quelle parole, passarono 25 minuti e non si vedeva un' anima.

Mentre eravamo in attesa vigile che passasse qualche macchina, Taiki colse l' occasione per farmi 
 
delle domande, come mai lavorassi a Londra, come avevo conosciuto Rea, finchè non arrivò ad una 
 
domanda che mi fece trasalire:
 
-Che cosa pensi del tuo lavoro Amy? Mi spiego: sei contenta di quello che fai?-
 
Per un attimo, tutta la magia di quella vacanza diede spazio ad un senso di frustrazione.
 
-Non lo so nemmeno io se mi piace questo lavoro veramente. A volte lo trovo il lavoro più bello del 
 
mondo, altre volte sono insofferente e non lo apprezzo...-
 
-Sì anche per me è così. E immagino che per te sarà ancora più dura, facendo il medico d' urgenza 
 
non è vero? Almeno io ho dei turni fissi in clinica, devo giusto rispettare gli appuntamenti dei 
 
pazienti. Ma nonostante tutto, la penso come te.-
 
Mi sentii capita, solo un altro dottore poteva capire quale stress portasse quel tipo di lavoro.

Taiki continuò il discorso:
 
-Immagino che per te sarà anche difficile portare avanti un rapporto con qualcuno...forse è anche 
 
per questo che sei insofferente.-
 
Aveva centrato il segno, in quel momento avrei voluto piangere, era come se avessi una ferita 
 
sempre aperta, e non volevo che venisse stuzzicata. Non ebbi il coraggio di rispondergli e dirgli 
 
che aveva ragione, volevo tenere le labbra serrate, perchè se avessi tentato di parlare, sarei 
 
scoppiata in un pianto, e non volevo.

Taiki si accorse della mia reazione, aveva visto i miei occhi lucidi:
 
-Oddio Amy, mi dispiace! Ma come mi è saltato in mente di dirti una cosa del genere! Sono stato un 
 
invadente, scusami tanto, non voglio entrare nelle tue cose private. Scusami!-
 
-Stai tranquillo...-
 
Fu l' unica cosa che riuscii a pronunciare in quel momento, mentre giravo il viso dalla parte del 
 
finestrino per non far vedere la lacrima che rigava la mia guancia destra.

Poi successe qualcosa...

Taiki si avvicinò a me e mi attirò in un abbraccio. Non diceva niente, mi abbracciava soltanto ed io 
 
piansi, piansi tutte le lacrime che avevo in corpo, senza frenarmi, senza pensare che mi stavo 
 
facendo consolare da una persona che avevo ritrovato soltanto il giorno prima e con la quale non 
 
avevo mai spartito nulla, se non qualche pomeriggio di studio. Sarei voluta rimanere così in eterno, 
 
il suo abbraccio era rassicurante, mi sentivo protetta, come se nessuna cosa esterna avesse potuto 
 
attaccarmi. Sprofondai con il viso, fra le maglie della sua sciarpa bianca, intrisa del suo profumo.

Avrei voluto addormentarmi fra le braccia di quell' uomo che tutto sommato, nemmeno conoscevo 
 
veramente.

Dopo poco tornai in me, e tornata alla realtà, provai vergogna. Mi vergognavo per essermi lasciata 
 
andare in quel modo, per avergli mostrato tutta la mia fragilità. Ero sconvolta. Mi staccai dal suo 
 
abbraccio e balbettando dissi:
 
-Scusami Taiki, non volevo, sono patetica...-
 
-Ma cosa dici Amy! Io...sono io che mi sono permesso di fare quel gesto, in quel momento mi  è 
 
sembrato del tutto naturale. Mi è venuto spontaneo. Non devi vergognarti, tutti abbiamo momenti 
 
di debolezza, e se tu ti sei lasciata andare con me, non posso che sentirmi onorato no? Vuol dire 
 
che in quel momento, ti fidavi di me, cercavi conforto da me. Tranquilla davvero...E' colpa mia se hai 
 
reagito così, non avrei dovuto dirti quelle cose che sconfinano nel personale! Sono proprio un 
 
cretino!-
 
Mi tirò su il viso  tendomi per il mento e mi sorrise. Io mi sentivo come svuotata, come se mi fossi 
 
tolta un grosso peso dallo stomaco, e ricambiai il suo sorriso.

Poi il suo sguardo fu distratto da un movimento: stava arrivando una macchina.
 
 
 
Note e commenti:
 
Questo capitolo l' ho scritto col cuore! Spero vi sia piaciuto, e come sempre, ringrazio Demy84 per 
 
essere la mia ispiratrice e consigliera :) Un grazie di cuore anche ad EllieMarsRose, LadyFire, Key17, 
 
Usa-Mamo86, Pianistadellaluna, Miroku88, Moon91, Lisanechan, Cry88, Kayla XY, e Alemagica88.
Grazie per il sostegno :)
Al prossimo capitolo!
Sailor Mercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Il braccialetto azzurro. ***


Il braccialetto azzurro.
 
 
La macchina era ripartita, grazie all' aiuto di un passante che caricò la nostra batteria con i cavi che agganciò a quella della sua macchina.
 
Il viaggio proseguì, e gli argomenti trattati erano totalmente differenti da quelli che avevano scatenato la reazione improvvisa di quell' abbraccio. Non tornammo più sull'argomento, e ci comportammo come se non fosse successo niente, anche se in cuor mio, provavo un senso di gratitudine per quel ragazzo, che si interessava di farmi girare la città, ma soprattutto che mi aveva liberata da quel macigno che portavo nello stomaco.
Passammo un'altra splendida giornata, avevo mangiato e bevuto eccellentemente in agriturismo, e avevo anche acquistato dei prodotti come formaggi stagionati, olio, marmellate, pasta, barattoli di pomodoro e pesto. Erano tutti prodotti nuovi, e Taiki si offrì di insegnarmi a cucinare la pasta, una volta trasferitosi a Londra.
Ero entusiasta al pensiero di portare quei sapori d' Italia alle mie amiche, erano dei souvenir per così dire, decisamente diversi ed originali rispetto al solito!
 
Erano le 17.20, e Taiki propose:
 
- Stasera ti va di cenare in un posto unico? -
 
La mia vacanza la stavo passando con lui ormai, e mi sentivo serena in un certo senso.
 
- Si Taiki, se è davvero un posto unico, non posso certo tirarmi indietro. Solo, vorrei passare in albergo a cambiarmi -
 
Sembrava non volesse lasciarmi un attimo:
 
- No Amy, stai bene così. -
 
Non riuscii a controbattere. Ci dirigemmo di nuovo verso il centro di Roma, lasciando la macchina sul Lungotevere. Avevamo poco più di un'ora per poterci fare una passeggiata, poi saremmo andati a cena nel "posto unico". Camminammo lungo il marciapiede dove dall' alto si vedeva l' acqua del fiume, che brillava sotto le luci dei lampioni; dallo stesso marciapiede, si ergeva un lungo muro che arrivava a poco più di metà busto, che serviva per delimitare il Tevere ed evitare di sporgersi troppo. Mi fermai e poggiai i gomiti sul muretto per fermarmi a guardare l'acqua, Taiki si fermò accanto a me, e anche lui si poggiò sul muretto. Questa volta iniziai io a parlare:
 
- Taiki ti mancherà Roma? -
 
- Si... mi mancherà. Ma voglio dirti la verità, sono stato io a chiedere il trasferimento. -
 
-Se non sono indiscreta, perchè hai fatto questa scelta? -
 
- Avevo voglia di cambiare aria. -
 
La sua risposta era poco convincente, ma non andai oltre, perchè capii che non aveva voglia di parlarne. 
 
- Guarda il fiume Taiki... guarda come brilla sotto le luci... Anche a Londra potrai vedere un paesaggio simile sai? -
 
- Ti riferisci al Tamigi? -
 
- Sì... ogni sorgente di acqua, sotto la luce brilla alla stessa maniera... -
 
- Ma  i tuoi occhi brillano ancora di più Amy... -
 
- Che?! -
 
Non mi aspettavo una risposta del genere, sentii una fitta al centro del petto. Lui si accorse di aver detto qualcosa che forse non voleva dire e allontanandosi disse imbarazzato:
 
- No niente! Pensavo ad alta voce. Mi riferivo al fatto che ti piace molto l'acqua, mi sembra di capire, vero? -
 
- Sì, io adoro l'acqua! -
 
Feci finta di non aver sentito quello che aveva detto un attimo prima per non mettere a disagio nè me nè lui, ma in cuor mio sapevo di aver sentito bene, e quelle parole risuonarono più volte nella mente, cercavo di risentire quella frase più volte nelle mie orecchie, per fare in modo di non scordare mai quell' attimo.
 
 
Taiki mi portò a cena nel "posto unico"... si chiamava Lo Zodiaco. Era un ristorante ubicato su una parte alta della città, se non sbaglio, Taiki lo chiamò "Monte Mario".  Da lì si vedeva un panorama mozzafiato, si poteva vedere Roma dall' alto. Tante piccole luci che puntecchiavano l' oscurità della sera, fra quell' immensità di case e lampioni, ogni tanto si poteva scorgere qualche luogo conosciuto. La luna brillava nel cielo, e la sua luminosità, sembrava fare da cornice ad una visione tanto bella quanto romantica. Un simile paesaggio era talmente suggestivo da essere quasi commovente.
 
- La città eterna... -
 
Sospirai.
 
Ci accomodammo ad un tavolo dal quale potevo vedere il panorama alla mia sinistra. 
Quella sera mangiammo pizza. Mentre mangiavamo, parlavamo del più e del meno, del lavoro, di Londra, poi Taiki s' informò sulla mia partenza:
 
- Quando torni a Londra? -
 
- Domani. Ho l' aereo alle 15.00. -
 
- Ah... -
 
Sembrò rimanerci male.
 
- Se vuoi, ti accompagno in aeroporto -
 
- Ma Taiki, hai già fatto tanto per me in questi giorni. Non voglio farti prendere un altro giorno di permesso. Lo apprezzo molto, ma andrò con il taxi come previsto, non ti preoccupare, ti ringrazio comunque. -
 
- Per me non è un peso, mi farebbe piacere accompagnarti. Quanto al permesso, te l'ho detto, posso prendere quelli che voglio, se sono in una situazione di stallo è colpa loro, alla fine il mio rimpiazzo è già stato collocato all' interno della clinica, ed io sto aspettando giusto l' ultima firma per potermi trasferire a Londra. -
 
- Sei sicuro di volermi accompagnare? Insomma, vuoi farmi da guida fino alla fine, spero che tu non ti senta in qualche modo obbligato! -
 
- Tranquilla, farò in modo che la macchina non si fermi più in posti sperduti! -
 
Scoppiammo a ridere.
 
Uscimmo dal ristorante, dove di fronte all' entrata c'era una piazzetta con delle macchine da gioco, un bar e qualche piccola bancarella, dove mi avvicinai per vedere dei bracciali fatti in cuoio, perline e corda colorata. Volevo comprarne qualcuno da portare alle mie coinquiline e ad Heles. I disegni sui bracciali riprendevano il tema del ristorante, molti avevano dei disegni fatti con le perline a forma di segno zodiacale, altri a forma di luna, altri ancora, avevano i simboli dei pianeti. Ne comprai cinque, uno rosa per Bunny, rosso per Rea, verde per Morea, arancione per Marta, e giallo per Heles. Ero soddisfatta dei miei acquisti, li feci vedere a Taiki che protestò:
 
- E per te non lo compri? -
 
- Non ci avevo pensato sai? -
 
- Aspetta, voglio sceglierlo io per te. Voglio farti un pensiero che ti ricordi sempre questa vacanza! -
 
Frugò fra i braccialetti di cuoio colorato, che avevano applicate le perline che disegnavano i pianeti. Ne scelse uno azzurro, con il simbolo di Mercurio formato da perline blu, lo pagò e poi mi prese il polso sinistro.
Mentre allacciava il braccialetto disse con un' espressione dolce:
 
- Sai perchè ho scelto questo pianeta e questo colore? Perchè Mercurio è avvolto da una sostanza bluastra dovuta forse ad un' eruzione vulcanica*. Mercurio è blu come i riflessi dei tuoi capelli, mentre l'azzurro del cuoio, riprende il colore dei tuoi occhi e della tua amata acqua. -
 
Ero come in trance, ero talmente imbarazzata da non riuscire a pronunciare una sola parola. Sentivo solo le sue dita che sfioravano il mio polso mentre allacciava il braccialetto. Il colore delle mie guance stava cambiando da un rosa pallido ad un rosa acceso. Era tantissimo tempo che non provavo più quelle sensazioni, sentivo come una morza allo stomaco, e una piacevole sensazione di calore dovuta alle fitte che partivano dal centro del petto, fino alla gola. 
Con la voce tremante fui solo capace di dire "grazie".
 
Era mezzanotte inoltrata, tornammo verso il Planet Hotel, salutai e ringraziai Taiki ; rimanemmo d' accordo che l' indomani sarebbe venuto a prendermi alle 12.30 , avremmo mangiato un boccone in aeroporto e poi ci saremmo salutati.
 
Mi infilai nel letto con il sorriso sulle labbra, mi sentivo stupida e felice al contempo. Mi sforzavo di non pensarci, di non pensare al suo modo di essere, ma non ci riuscivo, era più forte di me. 
Non volevo assolutamente che accadesse una cosa del genere, non era il caso di prendere in giro qualche altro ragazzo. Cosa sarebbe successo quando sarei tornata al lavoro? Lo avrei trascurato come avevo fatto con Ryo, finchè non si fosse stancato di me? Non potevo fare questo a Taiki, lui non lo meritava, era così dolce con me. Poi mi stupii: stavo pensando ad un' eventuale relazione con lui? Aveva già viaggiato così tanto la mia mente? Tra mille dubbi, pensieri e attimi di contentezza, mi addormentai.
 
 
La mattina arrivò presto, mi alzai di buona lena, feci una doccia e questa volta indossai il maglione blu comprato con Marta. Iniziavo a vedermici bene con quei vestiti. Mi guardai allo specchio, e cercai di tirare ai lati le ciocche dei miei capelli a caschetto, per legarli con delle mollettine floreali che  mi aveva regalato Marta tempo prima. Le avevo sempre nel beauty case, ma non le avevo mai usate. Le infilai tra i capelli, adesso il  mio volto era incorniciato dai capelli tirati ai lati con le mollettine, sorrisi allo specchio. Poi pensai ad lata voce:
 
- Ma cosa stai facendo Amy! -
 
Non era da me, essere così vanitosa.
Tolsi le mollettine e pettinai i miei capelli come sempre, per tornare alla solita acconciatura.
 
Si erano fatte le 12.25, ormai avevo preparato le valigie e mi accingevo a scedere in ascensore con il mio trolley e il borsone, per raggiugere la reception. Mentre consegnavo le chiavi al receptionist, mi arrivò una chiamata, era Taiki.
 
- Pronto Amy? -
 
Disse frettolosamente.
 
- Ciao Taiki! Come mai mi chiami, farài tardi? -
 
- No Amy... non posso più accompagnarti in aeroporto! -
 
Mi intristii e cercai di non farglielo notare:
 
- Capito. Va bene allora grazie di tutto Taiki, è stata una bella vacanza. Ci vediamo a Londra, ciao! -
 
Riagganciai. Si era dimostrato tanto disponibile la sera prima, quanto meno avrebbe potuto avvisarmi prima che non ce l' avrebbe fatta a venire, non con appena 5 minuti di anticipo! Ero arrabbiata per il suo comportamento. Più che altro ero delusa di non poterlo salutare prima di partire, quei giorni con lui erano stati intensi e avevo voglia di vedere ancora una volta i suoi particolari  occhi viola ancora una volta. Poi riflettei su me stessa, e sentenziai che ero stata una stupida a lasciarmi andare con lui, questa era la dimostrazione che non lo conoscevo bene, forse non voleva affezionarsi ad una donna fragile come me e aveva pensato che non ne sarebbe valsa la pena di scapicollarsi in aeroporto  e perdere un'altra giornata per quella ragazza dalle lacrime facili...
Ma in fondo... Ero consapevole che non era questa la verità, e mi sentii cattiva a pensare una cosa del genere dopo quello che aveva fatto per me. Ma allora perchè non era venuto a salutarmi? Avrei voluto disperatamente che ci fosse lui ad aspettarmi davanti all' hotel, e invece dovetti accontentarmi della macchina bianca del tassista, mentre guardavo il simbolo di Mercurio sul mio braccialetto azzurro.
 
 
 
Note e commenti:
 
*: Mercurio viene anche chiamato "il pianeta blu". Gli studiosi ipotizzano che "questa sostanza blu contenga ferro e titanio, forse silicio, ma probabilmente la colorazione è data dalla loro insolita combinazione." 
Altra ipotesi:
Mark Robinson a proposito di quella che lui definisce «mysterious dark blue material». Al momento si ipotizza che il fenomeno sia stato causato dalle eruzioni vulcaniche.
http://phigreco.splinder.com/post/18912133/pianeta-mercurio-il-giallo-del-blu
 
Eh beh , un pò di "influenza" sui pianeti ci doveva essere no?
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, adesso è divenato questo il mio preferito!
Grazie a Demy84, che mi aiuta e mi dà degli ottimi consigli, se la mia forma sta migliorando, è anche merito suo :)
Grazie anche a EllieMarsRose, LadyFire, Key17, Usa-Mamo86, Pianistadellaluna, Miroku88, Moon91, Lisanechan, Cry88, Kayla XY, e Alemagica88.
Un abbraccio a tutti voi! :)
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Ritorno a Londra. (Prima parte) ***


Ritorno a Londra (Prima parte).
 
 
Cercai il mio posto in aereo, lo avevo scelto vicino al finestrino, come sempre. Mancavano 20 minuti alla partenza, e intanto qualche passeggero si affrettava a salire a bordo. Ero immersa nei miei pensieri, quando presi il cellulare dalla borsa per mandare un messaggio a Morea per avvisarla che ero sull' aereo e che sarei partita a momenti.
Morea sarebbe venuta a prendermi in aeroporto, alle 18.00 era l'unica che non lavorasse.
Mi accorsi che il telefono era spento, mi ero scordata di mettere  in carica la batteria, in quei giorni di ferie, mi ero fin troppo liberata del cellulare.
Mentre guardavo fuori dal finestrino per vedere l' afflusso di passeggeri ritardatari che si recavano presso l' entrata dell' aereo, la mia attenzione fu attirata da un uomo con un tailleur giallo che correva con i capelli lunghi svolazzanti fra quei ritardatari...Non potevo credere ai miei occhi: era Taiki!
Lo vidi entrare affannato nell' aereo, poi iniziò a guardarsi intorno finchè non mi vide.
Ancora con il fiatone, si avvicinava a me con un sorriso stampato in faccia ed una valigia nella mano destra.
Si sedette sul sedile vuoto accanto al mio.
Lo guardai incredula e con aria interrogatoria gli dissi:
 
-Taiki ma che ci fai qui? Non mi dire che parti!-
 
-Se solo.... anf anf...se solo dessi il tempo alla gente di parlare! Ti avevo chiamata stamattina per dirti che non ti potevo accompagnare, è vero che ti ho chiamata all' ultimo ma speravo di fare in tempo per venire a prenderti!-
 
Riprese fiato.
 
-Non mi hai dato mica il tempo di parlare, mi hai praticamente attaccato in faccia, dopo che ti ho detto che non potevo venire a prenderti, e hai persino spento il telefono. Che caratterino che hai Amy! Stamattina ero dal capo del personale a fargli una ramanzina perchè ancora non mi hanno firmato quell' ultimo foglio che mi serve per il trasferimento. Già che c' ero, volevo partire con te direttamente no? Quindi sono andato da lui e ho avuto una discussione, anche perchè io già ho iniziato a pagare l' affitto dell' appartamento a Londra, e sono quasi dieci giorni che sono in 
stand-by ad aspettare i loro comodi. Alla fine il capo ha deciso di farmi partire lo stesso, e il foglio firmato che serve alla sede di Londra, verrà spedito direttamente in clinica via fax. Bisogna sempre essere duri con certa gente per ottenere qualcosa!-
 
Avevo il cuore pieno di gioia che cercai di nascondere, e per non dargli troppa soddifazione, gli dissi:
 
- Buon per te! Ah e comunque il telefono si è spento perchè scarico, non l'ho spento io volutamente. -
 
Ma non riuscii a mantenere quell' atteggiamento, non era da me:
 
- Scusami Taiki, per averti attaccato in faccia. Mi ero offesa perchè mi avevi avvisata all' ultimo minuto... -
 
- Beh, almeno il braccialetto lo porti ancora e non lo hai strappato, dopo quella reazione al telefono, mi aspettavo di tutto! -
 
Mentre scoppiammo in una risata, ci veniva chiesto di allacciare le cinture, e l'aereo iniziò a decollare.
Con lui al mio fianco mi sentivo serena, la sua presenza mi rendeva positiva, migliore.
Ora potevo addormentarmi e sognare beatamente sul mio sedile.
 
 
Ore 17.45.
 
- Buongiorno principessa dell'acqua!-
 
Mi sentii scuotere la spalla. Aprii gli occhi un attimo e vidi gli occhi di Taiki, pensai che stessi ancora sognando...
 
- Amy svegliati, stiamo atterrando! -
 
Sobbalzai, eravamo arrivati a casa e Taiki era partito con me.
Dopo la trafila per il ritiro dei bagagli, finalmente stavamo per uscire dalle porte dell' aeroporto, dove Morea mi stava aspettando con la sua nuova auto, di cui andava molto fiera.
Morea scese dalla macchina non appena mi vide, poi sgranò gli occhi alla vista di Taiki.
 
- Oh! Ciao Amy, bentornata! -
 
Mi abbracciò, poi si rivolse a Taiki ridendo:
 
- E tu chi sei, la sua guardia del corpo? -
 
- Ma Morea! - 
 
La guardai con sguardo di rimprovero e poi passai alle presentazioni:
 
- Lui è Taiki, un mio vecchio amico. Lei invece è Morea. -
 
- Uuuuh Taiki! Rea ci ha parlato di te! -
 
Poi si girò verso di me e strizzò un occhio. Morea si era fatta capire benissimo.
 
Salimmo in macchina.
 
- Bene Taiki, dov' è che ti devo portare? Amy, noi dobbiamo invece passare in ospedale... - 
 
Disse Morea mentre si allacciava la cintura. 
 
- Come in ospedale? E perchè? Cosa è successo? -
 
- Ecco... Amy... Rea è scivolata per strada mentre era in compagnia di un certo Yuri  e... -
 
- ... E?!? - 
 
- ... Ha battuto la testa... -
 
- Che cosa?!? Oh mio Dio!! Morea, ma che cosa le è successo?!? Ha subìto un trauma cranico? Dio, Morea parla! -
 
Le veniva da piangere.
 
- Rea ha perso la memoria Amy... -
 
Ero preoccupata, e cercai razionalmente di pensare al fatto che forse non era grave, dovevo solo riuscire a capire quanto fosse grave l' entità dell' incidente che aveva subito. Iniziai con le domande:
 
- Ma quando è successo? A quale tipo di domande non riesce a rispondere?
 
- E' successo questa mattina, non so ancora bene quale sia la procedura che stiano seguendo i medici, non ci hanno detto molto, ci hanno semplicemente liquidato dicendo che non è niente di grave. -
 
- Che vuol dire niente di grave?! Ma le hanno fatto una lastra? Dio mio! Mi prenderò io cura di lei, chiederò a Kaspar di poter rientrare prima dalle ferie! -
 
- No Amy, non servirebbe, non è ricoverata al Guy' s Hospital, ma al Blackmoon. - 
 
- No!!! E perchè è stata portata lì? Non è possibile, lo sapevo che non avrei dovuto lasciarla sola, lei me lo aveva detto che le sarebbe successo qualcosa, e io l' ho lasciata sola! -
 
Ero disperata.
 
- Adesso basta Amy, smettila! -
 
Taiki alzò la voce da dietro, poi continuò a parlare con tono pacato:
 
- Amy non è colpa tua, non farti venire queste idee assurde per favore. Se doveva succedere doveva succedere. Adesso andiamo in ospedale, e insieme, capiremo che tipo di problema ha, e se è possibile lo risolveremo. Cerca di rilassarti però, te lo chiedo per favore. -
 
Dal sedile dietro, allungò una mano sulla mia spalla. Per la seconda volta, lo feci assistere ad uno spettacolo deprimente di me. Ma in quel momento non mi importava, mi importava solo di andare da Rea, dovevo vederla, capire il suo problema e cercare di aiutarla.
 
Ci recammo al Blackmoon Hospital, avevo il cuore in gola dall'agitazione. Erano  quasi le 19.50 quando facemmo ingresso in ospedale. Morea ci condusse nella stanza dove Rea era dormiente sul letto, con la testa fasciata e qualche graffio sulle braccia.
Non appena entrammo, Rea si svegliò e dopo aver lentamente aperto gli occhi, mi guardò con aria stupita:
 
- Oh! -
 
Avevo voglia di piangere ma mi sforzai di sorriderle:
 
- Ciao Rea. Io sono Amy... - 
 
- Io non... ci conosciamo? -
 
Feci un profondo respiro, e mi sforzai di capire quanto fosse seria l' entità della sua amnesia:
 
- Allora Rea, piacere io sono Amy. Ti ricordi che cosa è successo ieri? -
 
Ci pensò un attimo, poi:
 
- No mi dispiace, non me lo ricordo proprio. Me lo avete chiesto in molti, ma io proprio non me lo ricordo... -
 
Taiki si intromise e continuò a fare domande a Rea:
 
- Rea ti ricordi quando sei nata? -
 
Rea aveva lo sguardo perso nel vuoto, i suoi occhi si inumidirono:
 
- No... non me lo ricordo, non lo so. Sò il mio nome perchè è stata un' infermiera a dirmelo... ma io non mi ricordo niente. Proprio niente... -
 
Stavo per farle un' altra domanda, quando un' infermiera entrò in stanza e ci chiese di uscire, l' orario di visita terminava alle 20.00.  Chiesi di poter parlare con il dottore che si era preso cura di Rea, per poter capire il suo problema, ma non mi fu concesso, e con aria sgarbata, l' infermiera continuò a dirci che dovevamo andare via. 
Io, Taiki e Morea, ci dirigemmo verso l' uscita, anche se io non riuscivo a darmi pace, sarei voluta rimanere lì con Rea, per cercare di capire il suo problema e aiutarla. 
 
Taiki ci indicò la strada per accompagnarlo alla sua nuova casa, mentre io per tutto il viaggio non dissi una parola, la mia mente era concentrata sulla mia amica. Avrei voluto che fosse stata portata al Guy' s Hospital per potermi occupare di lei, nonostante non fossi un neurologo, avrei comunque potuta seguirla, così invece avevo le mani legate. 
Eravamo arrivati sotto casa di Taiki che salutò Morea ringraziandola del passaggio, poi io scesi dalla macchina con lui per salutarlo, mentre Morea decise di aspettarmi parcheggiando più avanti.
 
- Taiki mi dispiace per averti rovinato la serata, questo ritorno a Londra per me è stato duro... -
 
Mi poggiò le mani sulle spalle:
 
- Amy, stai tranquilla, tu secondo me ti fai troppi problemi. Cercherò di far entrare Rea all' Italian Clinic, ok? -
 
- Cosa? Ma non sappiamo ancora quando la dimetteranno... -
 
- Beh anche nella sede qui Londra ci sono dei buoni neurologi, qualcuno lo conosco già... Stai tranquilla, sistemeremo tutto. Però devi cercare di essere più positiva Amy d' accordo? -
 
- Non lo so Taiki... ma come facciamo, per fare il trasferimento ci vorrebbe il consenso di qualche parente e... -
 
- Fidati di me. Lo so che non ci frequentiamo più da molti anni e non sai che persona hai davanti, però credimi, non sono uno che parla a sproposito. Per il tipo di problema che ha Rea, potrebbe rimanere al massimo un altro giorno in quell' ospedale, e poi la dimetteranno vedrai. Dopodichè, la faremo ricoverare all' Italia Clinic. -
 
Mi guardava dritta negli occhi mentre parlava, e il suo tono era rassicurante. Riusciva a trasmettermi fiducia e a farmi affrontare meglio i problemi. Nonostante la preoccupazione per quello che era successo, quei suoi occhi che mi fissavano con intensità, mi fecero provare una sensazione indescrivibile, la stessa stretta al cuore che avevo provato quando mi regalò il braccialetto.
Le sue mani che erano ancora appoggiate sulle mie spalle, scesero poi per incontrare le mie che strinse. Proseguì poi con il suo discorso:
 
- Rea al momento è affetta da amnesia retrograda* ciò significa che lei non ricorda i fatti accaduti prima dell' incidente, ma è capace di memorizzare quelli successivi... Questo tipo di amnesia può passare anche in pochissimo tempo. Devi considerare che Rea ha avuto l' incidente questa mattina, secondo me devi solo pazientare. Se il trauma è stato forte, potrebbe metterci anche qualche settimana per recuperare la memoria, ma puoi stare tranquilla, è solo un' amnesia transitoria! -
 
- Si lo so che è transitoria... ma non sappiamo quanto è stato grave il tipo di incidente che ha avuto, e non conosciamo i risultati delle lastre. -
 
- Vedrai che all' Italian Clinic aiuteranno Rea a guarire completamente. Le faremo rifare le lastre e avremo maggior modo di segurla ok? -
 
 
Quell' uomo era incredibile, riusciva a rassicurarmi con le sue parole, e aveva la lucidità di ragionare senza guardare al peggio, al contrario di me che mi ero lasciata influenzare dalla mia preoccupazione, non riuscendo più a capire niente. Rea sarebbe guarita in poco tempo. Le sue parole, il suo modo di ragionare così a mente fredda, la sua dolcezza nel tranquillizzarmi, mi facevano stare bene, e mi sentivo leggera al suo fianco. Sentii crescere dentro di me qualcosa che non riuscivo ad identificare, sapevo solo che in quel momento avevo bisogno di stringerlo forte a me.Mi buttai fra le sue braccia e lo abbracciai forte, con tutta la forza che avevo, avrei voluto donargli tutto il mio calore. Mentre lo stringevo a me, lui mi accarezzò i capelli, e in quel momento pensai che sarei voluta rimanere così per sempre.
Non volevo staccarmi da lui, ma dovevo farlo, Morea ,mi stava aspettando già da troppo tempo.
Indugiai ancora un pò, poi mi feci forza e presi il coraggio di allontanarmi da quel ragazzo meraviglioso per rimanere di fronte a lui.
Con un sorriso che veniva dal cuore, dissi:
 
- Grazie Taiki, grazie di tutto. -
 
- Brava Amy, volevo vedere il tuo sorriso. Sei bella così. Domani verrò con te a trovare Rea, non conosco ancora i miei turni, ma ti chiamerò e ci metteremo d' accordo ok? -
 
- Sì. Allora buonanotte Taiki. -
 
- Buonanotte Amy. -
 
Mi allontanai da lui ancora sorridendo, ed entrai in macchina di Morea.
 
 
 
 
Note e commenti:
 
*: L'amnesia retrograda: è la perdita di memoria limitata ai fatti precedenti ad un danno cerebrale.
Questa è temporanea ed è spesso causata da un trauma cranico e da shock elettroconvulsivi. Questa amnesia può riguardare pochi istanti, giorni o perfino settimane, a seconda della gravità del trauma. Con il passar del tempo, vengono ricordati anzitutto gli eventi più vecchi, finché, alla fine, l’amnesia svanisce. Spesso, però, il ricordo degli eventi accaduti poco prima del trauma cranico è perduto per sempre, in quanto non è stato possibile il processo fisiologico di consolidamento della traccia.
 
Ciao  a tutti! Spero di non avervi deluso con questo capitolo, personalmente non lo amo molto! Comunque, come avrete letto alla fine, Rea si riprenderà presto, quindi non mi uccidete :P
Vi ringrazio ancora una volta per l' attenzione che state rivolgendo alla mia storia, spero di fare sempre meglio! Ringrazio tantissimo come sempre Demy per i suoi consigli e per il suo appoggio :)
 
Un grazie speciale anche a:
EllieMarsRose, LadyFire, Key17, Usa-Mamo86, Pianistadellaluna, Miroku88, Moon91, Lisanechan, Cry88, Kayla XY, e Alemagica88.
Alla prossima!
SailorMercury84
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Ritorno a Londra. (Seconda Parte) ***


Ritorno a Londra.
Seconda parte.
 
 
Quella notte riuscii a dormire serenamente, nonostante quello a cui avevo assistito la sera prima. Normalmente, avrei avuto un sonno agitato, e sarei stata preda dell'ansia, ma Taiki mi aveva aiutata a vedere le cose come stanno, senza ingigantire il problema e farsi prendere dal panico. In questo caso specifico, mi ero agitata proprio perchè il problema riguardava la mia migliore amica, e in fondo mi sentivo in colpa per non esserle stata vicina... Taiki invece, fece scomparire questo pensiero dalla mia mente con la frase "se doveva succedere, doveva succedere" e con le sue rassicurazioni. 
 
Mi alzai presto, e mi preparai per uscire, poi andai in cucina a preparare il caffè quando mi arrivò una chiamata sul cellulare.
 
- Pronto? -
 
- Buongiorno Amy! Sai dove sono adesso? -
 
Sprizzava gioia da tutti i pori, mentre io ero ancora intontita dal sonno:
 
- Buongiorno a te Taiki. Non saprei, dove sei? -
 
- Sono all' Italian Clinic, e ho parlato con un mio collega neurologo. Gli ho spiegato la situazione, e mi ha detto che se Rea ha battuto la testa, potrebbe recuperare la memoria anche nell' arco di qualche settimana, come dicevo io. L' unica cosa è che vuole farle fare delle lastre e vuole visitarla personalmente. Mi ha anche consigliato di far venire qualche suo parente, che può aiutarla a ritrovare i vecchi ricordi. Ci pensi tu ad avvisare la famiglia? - 
 
- Sì va bene Taiki, ti ringrazio tantissimo, sei il mio angelo custode in questi giorni! -
 
- Ci mancherebbe altro! Io comunque devo attaccare da lunedì, quindi ho ancora un paio di giorni liberi! - 
 
- Sì anche io sono ancora in ferie, per tre giorni compreso oggi, rientro martedì al lavoro. -
 
- Ah bene! Senti, hai già fatto colazione? -
 
- No ma sto preparando il caffè. Quando le altre si sveglieranno vorrei salutarle e dargli i souvenir, poi avrei la mattinata libera e vorrei passare da Rea... -
 
- Allora facciamo così, io adesso vado a farmi un giro per capire un pò le strade, voglio anche vedere qualche autosalone perchè vorrei acquistare una macchina nuova. Poi quando hai fatto mandami un messaggio così ci mettiamo d' accordo e andiamo insieme a trovare Rea, ti va? - 
 
- Sì va bene. Grazie Taiki, non so se riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per quello che stai facendo per me! -
 
Ci salutammo e riagganciai. Mi sentivo leggera, sentire la sua voce incoraggiante di prima mattiva mi metteva serenità. 
Piano piano iniziarono a svegliarsi le mia amiche, la prima fu Morea.
 
- Buongiorno Amy, come stai oggi? Mi sembra di vederti più tranquilla rispetto a ieri o sbaglio? - 
 
- Buongiorno Morea, non sbagli! Ho sentito Taiki, e mi ha detto che ha parlato con un suo collega dell' Italian Clinic, faremo visitare Rea lì, e ci sono buone probabilità che guarisca in tempi brevi. Mi ha detto di chiamare un suo parente, stavo pensando a sua sorella Ottavia, lei è in Francia per studio, ed è la più vicina che può arrivare qui a Londra, che dici? -
 
- Mi sembra un' ottima idea, anche perchè ieri ho provato a chiamare la madre, ma non mi ha risposto. Comunque Amy... quel ragazzo ti piace vero? - 
 
- Ma Morea! Ti pare il momento di parlare di certe cose? -
 
Ero diventata rossa come un peperone e mi giraì dall'altra parte con la scusa di cercare un cucchiaino per girare il caffè. Una domanda del genere non me la sarei aspettata così su due piedi! 
 
- E dai Amy! Guarda che ieri sera ti ho vista dallo specchietto, mentre lo abbacciavi! Se state insieme e non mi hai detto niente, mi offendo eh? -
 
- Ma che dici!! Non stiamo insieme, è solo un vecchio amico, te l' ho detto! E poi... mi sta aiutando molto in questi giorni e l' ho ricambiato con un abbraccio, tutto qui! -
 
- Beh allora se siete solo amici... potrei anche provarci con lui no? E' un così bel ragazzo! Capelli lunghi, occhi tendenti al viola... Proprio un bel figurino! Allora, ci provo eh? Mi dai il suo numero di telefono? -
 
Trasalii ad una richiesta del genere:
 
- Ma.. ma che cosa stai dicendo Morea! No non te lo posso dare il suo numero senza permesso! E poi... no non posso! -
 
- Ah ah ah ah!!! Lo sapevooooo!! L' ho fatto apposta! Ma quanto ti piace eh? Ah ah ah ah!! Sei anche gelosa! E brava Amy! Nemmeno per Ryo eri mai stata gelosa ah ah ah ah!!! -
 
- Ma... -
 
Non dissi più niente, mi sentii solo sollevata al pensiero che Morea stesse scherzando, e che non volesse sul serio il numero di Taiki. Era vero, per un attimo avevo provato gelosia. Non volevo che qualcuno lo portasse via da me. Ma allora mi piaceva veramente? Io che non volevo più affezionarmi a nessun ragazzo, perchè ero gelosa? Perchè mi sentivo felice quando sapevo di poterlo vedere? Non mi ero nemmeno sforzata di allontanarlo da me, come invece avevo fatto con Zaffiro. Mi era sembrato tutto così naturale! Ma basta, avevo deciso di tenermi questa cosa dentro, non volevo che Taiki lo capisse, non volevo avventurarmi in un' altra storia che per causa mia sarebbe sicuramente finita, anche se questa volta capivo che c' era qualcosa di diverso, non so perchè, ma sapevo che mi sarei dovuta trattenere dal non fargli capire che mi piaceva, quindi sarei dovuta andare contro me stessa. Con Ryo invece c' era stato un allontanamento spontaneo da parte mia. 
Taiki... continuavo a vedere il suo viso davanti ai miei occhi, quando arrivarono anche Marta e Bunny per la colazione.
 
-Amyyyyyyyy buongiorno!!! -
 
Corsero ad abbracciarmi, e mentre facevamo tutte colazione intorno al tavolo, raccontai loro di ciò che avevo visto a Roma e consegnai loro i souvenir, partendo dai braccialetti per arrivare ai prodotti gastronomici italiani. 
Morea sembrava impazzita per i prodotti tipici che le avevo portato, poi con aria dispiaciuta disse:
 
- Ah peccato, non ho mai capito come si cucini la pasta, ci ho provato ma mi viene sempre male! -
 
- Non ti preoccupare Morea, tanto un giorno di questi verrà Taiki che ci insegnerà a... -
 
Mi bloccai di colpo, stavo di nuovo pensando a lui! 
 
- Amy Amy Amy... piccola cara dolce Amy... non è che ci nascondi qualcosa? Rea ci ha parlato di questo Taiki... bene bene, allora? Non ci racconti niente mia cara pulcina? -
 
Disse Marta con il suo solito modo scherzoso. Poi Bunny mi venne vicino e con aria sospetta, mi scrutò:
 
- Mmm... mmm... tu non me la racconti giusta... uhm... Amy hai il fidanzato e non ce l' hai detto? -
 
Ero imbarazzatissima, mi sentivo circondata e osservata:
 
- M... ma no! Vi dico di no! -
 
Poi si aggiunse Morea al discorso:
 
- Si si... Amy non ha il fidanzato... però guarda il caso ieri sera lei e Taiki si sono abbracciati amorevolmente  e poi Amy si è persino rifiutata di darmi il suo numero di telefono per quanto è gelosa ah ah ah! -
 
- Ahhhhh lo sapevo che presto l' amore avrebbe fatto breccia nel dolce cuore di una dottoressa in carriera! -
 
Sospirò Marta, mentre io cercai di cambiare discorso:
 
- Bunny, sbaglio o stai mangiando più del solito oggi? Ti sei mangiata già due cornetti e cinque biscotti ripieni! -
 
Scoppiò in una fragorosa risata:
 
- Ah ah ah ah!!! Ma che dici Amy, io mangio sempre tanti dolci!!! Ah ah ah!!! Beh adesso io vado a prepararmi o farò tardi al lavoro! Poi stasera andrò a trovare Rea con Marzio! -
 
Marta la tirò per un codino:
 
- No aspetta Bunny, oggi è il mio turno, vado prima io a prepararmi! -
 
Le due iniziarono la lotta finchè non raggiunsero il bagno per prepararsi, vederle giocare mi metteva sempre il buon umore. 
Nonostante il problema di Rea, mi sentivo ottimista, sentivo che sarebbe guarita presto, e questo grazie a Taiki.
Prima di uscire di casa, telefonai alla sorella minore di Rea, Ottavia, che dopo aver saputo la notizia, mi disse che ci avrebbe pensato lei ad avvisare i suoi genitori, e che avrebbe fatto in modo di essere a Londra la sera stessa.
Poi mandai un messaggio a Taiki, dicendogli che lo avrei aspettato all'uscita della fermata della metro di London Bridge.
Erano le undici quando arrivai sul luogo dell'appuntamento. Guardai con insiestenza l' uscita della metro, nella speranza di vederlo comparire da un momento all'altro, non vedevo l'ora. Ogni minuto in più che passava, non faceva che aumentare in me la voglia di vederlo. Quelle sensazioni piacevoli nel cuore che provavo mentre lo aspettavo sembravano essere irrefrenabili.
Poi finalmente, lo vidi arrivare verso di me, sempre con il suo tailleur giallo. Chi non lo conosceva, lo poteva giudicare un tipo serioso, aveva sempre un' espressione dura quando camminava fra la gente, ma in realtà io sapevo che non era così, lui era tutt'altro. Man mano che si avvicinava, potei vederlo sorridermi, e questo già mi bastava per sentire un tuffo al cuore.
Arrivò finalmente da me, ci salutammo e poi prendemmo un autobus per arrivare al Blackmoon Hospital, dove era ricoverata Rea.
Entrammo nell' ospedale, finalmente avevamo tutto il tempo per stare con lei, visto che l'orario di visita durava fino all'una.
Arrivammo alla stanza di Rea, e la vidi migliorata di aspetto rispetto alla sera prima, questo mi rincuorò.
 
- Buongiorno Rea! Come stai oggi? -
- Buongiorno Amy! -
 
Il fatto che si fosse ricordata il mio nome mi fece sorridere dalla contentezza. 
 
- Rea, questo è Taiki, noi due siamo dei medici, e ti aiuteremo a risolvere il tuo problema sai? Tra l'altro, tu hai una sorella minore che si chiama Ottavia, e questa sera verrà a trovarti, sei contenta?-
 
- Questa mattina stavo proprio pensando se io avessi o no dei genitori... -
 
- Si Rea, hai dei genitori che ti vogliono molto bene e loro vivono in Giappone, dove sei nata tu. -
 
- Perchè non riesco a ricordarmi i loro volti? Non mi ricordo nemmeno i loro nomi... ma cosa è successo ai miei ricordi? -
 
- Ieri sei caduta e hai battuto la testa. Ma per fortuna non ti è successo niente di grave, noi ti aiuteremo e piano piano ricorderai tutto, vedrai! -
 
- Ma Amy, tu non sei solo una dottoressa vero? Tu fai parte del mio passato? - 
 
- Sì Rea, noi siamo molto amiche. E per questo, io ti sarò vicina. -
 
Rea si commosse e poi mi prese la mano:
 
- Grazie Amy. - 
 
Nel frattempo Taiki uscì dalla stanza, e andò ad informarsi con il dottore che si stava prendendo cura di lei, il dottor Diamond. Io invece rimasi con Rea, e le raccontai della sua vita attuale, cercai di stimolare la sua mente, finchè non mi disse:
 
- Amy, io dipingo? Faccio quadri? Ho avuto come un flashback, e mi sembra di aver visto tanti quadri appesi su una parete bianca... -
 
- Bravissima Rea! Piano piano ti sta tornando in mente qualcosa. Tu non dipingi, ma lavori in una galleria d'arte, quindi vedi spesso dei quadri appesi alle pareti. Questa è una cosa buona Rea, sono convinta che fra qualche giorno, inizierai a ricordare tutto! -
 
Rea sorrise, e io cercavo di infonderle fiducia, per non farla demoralizzare. Rimasi con lei fino all' una, quando ci chiesero di andare via. Abbracciai Rea e prima di andarmene le dissi:
 
- Tranquilla Rea, stai facendo progressi. Abbi fiducia, appena io e Taiki potremo, ti porteremo in una clinica dove ti seguiranno costantemente, va bene? Ciao Rea. -
 
- Ciao Amy... anche se non mi ricordo bene di te, sento che la nostra amicizia è molto profonda. Ti ringrazio di essere venuta a trovarmi. Ciao. - 
 
Vedere man mano i progressi di Rea mi faceva sentire meglio, e mi sentivo ottimista. Uscii dalla sua stanza con il sorriso sulle labbra, un sorriso pieno di speranza.
Taiki mi disse di aver parlato con il Dottor Diamond,  il quale gli confermò che Rea al momento era affetta da amnesia retrograda e che il pomeriggio stesso l'avrebbero dimessa dal Blackmoon, dopo aver effettuato un'ultima visita con il neurologo che gli avrebbe prescritto una terapia. 
Dopo avermi dato queste informazioni, Taiki mi mise una mano sulla spalla, e così ci accingemmo ad uscire dall' ospedale, stretti l'uno all'altra come una coppia, finchè non sussultai alla vista di un uomo che mi guardava con rabbia: era Zaffiro.
 
 
 
 
Note e commenti:
 
Questo capitolo è meno pesante del precedente, e mi è piaciuto di più, scriverlo!
Ho ancora mille idee da pubblicare, spero di animare sempre la vostra attenzione alla mia storia :)
Un grazie grandissimo a Demy84, per il suo appoggio e per il suo aiuto costante :)
Grazie di cuore anche a:
EllieMarsRose, LadyFire, Key17, Kayla XY, Star86, Moon91, Alemagica88, Pianistadellaluna, Miroku88, Lisanechan, Cry88, e Court!
Al prossimo capitolo!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Il ricatto di Zaffiro. ***


Il ricatto di Zaffiro. 
 
 
 
Zaffiro si fermò davanti all' uscita del Blackmoon Hospital, mentre io e Taiki ci dirigevamo fuori dalla struttura. Quando lo vidi sussultai: aveva due occhi pieni di rancore.
Ignorando volutamente il messaggio che mi stava trasmettendo, finsi un sorriso e lo salutai:
 
- Ciao Zaffiro! Ora che mi ricordo mi avevi detto di lavorare qui al Blackmoon. Come stai? -
 
- Non credo ti interessi molto dal momento in cui non mi hai cercato. Il mio numero ce l'hai no? Tu piuttosto, come stai? - 
 
Era evidente che mi stava attaccando per non averlo più cercato, e per avermi vista con Taiki, al quale lanciò delle occhiate di sfida. Finsi di non sentire la prima frase che aveva detto e risposi in tutta tranquillità:
 
- Io sto bene Zaffiro grazie. Sono venuta per far visita ad una mia amica che è ricoverata qui. -
- Beh che stai bene si vede. E tu chi sei, il suo fidanzatino? -
 
Si rivolse con tono di scherno a Taiki, che rispose seccamente:
 
- No non lo sono, perchè ti interessa? -
 
La situazione si stava riscaldando, e io mi sentivo a disagio, il loro dialogo non mi piaceva, stava prendendo una brutta piega, quindi decisi di interrompere il discorso:
 
- Beh adesso dobbiamo andare. Ciao Zaffiro! -
 
Lo superai, ma mentre stavo per oltrepassare l'uscita, mi sentii tirare per un braccio:
 
 - Amy aspetta un attimo! -
 
Io e Taiki ci girammo, fui colta di sorpresa e mi immobilizzai, poi Zaffirò proseguì:
 
- Voglio parlarti un attimo... -
 
guardò Taiki con disprezzo e poi continuò:
 
- ... a quattr'occhi! -
 
- Amy vai pure... io ti aspetto qui fuori ok? - 
 
- Ma... - 
 
- Non ti preoccupare, ti aspetto. -
 
Taiki aveva un' espressione seria in volto, mentre usciva definitivamente dall' ospedale. Quanto sarei voluta andare con lui! Invece fui costretta a rimanere lì, con Zaffiro che mi guardava con occhi torvi. Che cosa voleva da me? Mi sembrava evidente che non volessi frequentarlo, e a lui questo non andò giù. Poi iniziò a parlare:
 
- Allora, come mai non mi hai più cercato? Sai, è una curiosità che mi voglio togliere, non tutte le donne riescono a sfuggire al mio fascino. Sò bene di essere presuntuoso, ma voglio proprio sapere cosa ti ha spinto a non chiamarmi. Anche perchè da quello che ho visto, mi sembri una ragazza che non esita a frequentare gli uomini, anzi... l'altra volta il bacio con quel tipo in mezzo alla strada, oggi quest'altro gallo da cui ti fai abbracciare... Su avanti, voglio proprio sentire cos' hai da dire! -
 
Mi sentii in collera per quello che aveva detto, mi fece sentire una persona "sporca", una ragazza facile, e non era così. Con Ryo era ormai finita, e Taiki era rientrato a far parte della mia vita senza troppe pretese, tutto stava nascendo spontaneamente, e sapevo che lui non aveva secondi fini nei miei riguardi. Ma chi si credeva di essere Zaffiro per parlarmi così? Mi salirono delle lacrime di rabbia e mi difesi:
 
- Ma come ti permetti Zaffiro? Con quale presunzione parli in questo modo? Tu non sai niente di me, niente! -
 
- Uh ma come siamo aggressive, non ti ci facevo così. Ti senti colta sul vivo eh? Beh vedi cara Amy, non accetto una risposta come questa. Io voglio solo sapere per quale motivo non mi hai cercato, visto che gli uomini ti piacciono e ogni volta ti vedo con uno diverso. Che cos' ha quell' imbecille più di me? Non ho mai ricevuto un no da una donna, e quindi esigo una risposta! -
 
Sembrava completamente diverso da quando lo incontrai la prima volta, e capii che inizialmente si era comportato con garbo solo per adescare un'altra preda, ma in realtà Zaffiro non era l'uomo gentile e cortese che aveva voluto farmi credere di essere. E quello che fece scatenare ancora di più la mia ira, fu l'appellativo con il quale aveva nominato Taiki. Lo disprezzavo con tutta me stessa per l'idea che si era fatto di me, per le cose disgustose che stava sputandomi contro, solo perchè secondo il suo pensiero malato, "non gliela avevo data". Con tutta la rabbia che avevo in corpo e le lacrime agli occhi, gli gridai contro:
 
- Ma non ti vergogni?! Ma che razza di persona sei?! Mi fai schifo Zaffiro! Non ho intenzione di andare oltre, me ne vado! -
 
Un' infermiera si avvicinò a noi e chiese:
 
- Tutto bene dottore? -
 
Con il suo falso e odioso sorriso le rispose:
 
- Tutto bene, la signorina qui ha solo ricevuto  una brutta notizia, non si preoccupi, torni al suo lavoro. -
 
Ero incredula, aveva detto quelle cose per non andarci di mezzo, facendo passare me per una povera parente di qualche degente dell'ospedale, che non sapeva controllare le proprie emozioni! Feci per andarmene, ma lui mi prese per un braccio con violenza, e mi trascinò in un piccolo corridoio desolato e scarsamente illuminato dove c'era solo una porta in fondo, sembrava una sorta di ripostiglio. Mi sbattè contro il muro e ancora stringendomi il  braccio con la forza disse a bassa voce mentre io ero paralizzata dalla paura:
 
- Non ti azzardare mai più ad urlare certe cose qui in ospedale, davanti ai miei pazienti e ai miei colleghi. Sta' attenta Amy, con me scherzi con il fuoco. Sappi che io risalirò alla persona che sei venuta a trovare, e credimi, non gli renderò vita facile. Tra l'altro avrei la complicità di uno dei dottori più importanti dell'ospedale, il Dottor Diamond, mio fratello. - 
 
Quando sentii pronunciare il Dottor Diamond, un brivido mi percosse la schiena, avevo paura. E se davvero Zaffiro fosse risalito a Rea? Che cosa le avrebbe fatto? Mi misi una mano davanti agli occhi dalla disperazione, non sapevo cosa fare, mi sentivo impotente davanti al lui che mi continuava a stringere il braccio mentre tenendomi bloccata contro il muro diceva quelle crudeltà.
Arrivò poi un'ombra ad oscurare la luce che arrivava dalla sala centrale al piccolo corridoio: era Taiki.
Quando capii che era lui provai un senso di sollievo, ma appena cercai di dirgli qualcosa, lui si avventò su Zaffiro, e gli diede uno spintone facendolo cadere a terra.
 
- Amy come stai? Ti ha fatto qualcosa? Non ti vedevo tornare e mi sono preoccupato, ho fatto bene a tornare! Me lo sentivo che non avrei dovuta lasciarti sola con "questo"! -
 
- Sto bene... -
 
Riuscii a dire solo questo con la voce spezzata dal pianto, mentre mi rifugiavo fra le sue braccia.
Zaffiro si alzò in piedi, si risistemò il camice e facendo finta che niente fosse accaduto mi guardò con un ghigno rispondendo a Taiki:
 
- Certo che sta bene, stavamo decidendo di andare a pranzo a casa mia vero Amy? Noi abbiamo deciso di andare a pranzo insieme, non è così? - 
 
Il suo sguardo fu eloquente: mi stava ricattando, e se non avessi fatto quello che voleva, avrebbe fatto qualcosa di male a Rea. Avevo ancora più voglia di piangere, ma fui costretta a resistere e con un finto sorriso, mi rivolsi a Taiki:
 
- Sì, io e Zaffiro abbiamo deciso di andare a pranzo insieme... Mi dispiace Taiki. -
 
Lui mi guardò negli occhi, e per quanto io cercassi di  nascondere la verità, lui capì e andò verso Zaffiro gridando: 
 
- No non è vero! Lo so che la stai costringendo! Adesso ti faccio vedere io, razza di pervertito! -
 
- Taiki fermati! -
 
- No Amy, non mi fermo! Io l'ho visto che ti stringeva per un braccio, non scherziamo! Voglio vedere se ha le palle di prendersela con me, non con una donna! -
 
Lo fermai tirandolo da dietro per il cappotto, il problema si stava facendo grosso e io avevo una terribile paura per Rea. Taiki si girò verso di me con aria interrogativa:
 
- Ma che fai? Lasciami! -
 
Nel frattempo arrivarono delle persone che avevano sentito gridare Taiki, c' era anche una guardia che intervenne:
 
- Allora si può sapere che succede? Dottore lei sta bene? -
 
Con aria disinvolta, Zaffiro ci sorpassò e rispose alla guardia:
 
- Sì tutto bene, potete andare, era solo una discussione tra me e i miei amici. -
 
Se ne andarono tutti, anche se la guardia giurata ci guardò fino alla fine con aria circospetta. Poi Zaffiro si girò verso di noi:
 
- Vattene Amy, io sono un dottore ti ricordo, e tu sei solo una stupida se pensi che io avessi mai potuto fare una cosa simile. Vai pure con il tuo caro eroe! E tu, cerca di fare meno lo spavaldo, che quelli come te sanno solo parlare, ma a conti fatti valgono meno di zero! Siete ridicoli! Adesso andatevene! -
 
Taiki stava per dire qualcosa, ma io lo presi per mano e gli feci cenno di evitare, e ce ne andammo.
 
 
Una volta fuori, Taiki mi chiese cosa fosse accaduto con Zaffiro e io gli raccontai tutto. Anche se Zaffiro aveva detto che non avrebbe fatto niente in realtà, avevo l'ansia, non mi fidavo di quell'uomo e sapere che Rea adesso era lì dentro all'ospedale con lui, mi mise in agitazione.
Taiki con la solita dolcezza con cui si rivolgeva sempre a me, disse:
 
- Non ti preoccupare, oggi pomeriggio la dimetteranno, e noi potremo portarla all' Italian Clinic. E' solo questione di qualche ora, vedrai che quel verme non le farà niente, perchè  ci tiene al suo posto di lavoro, lo ha detto anche lui. Voleva solo spaventarti per costringerti ad andare con lui quel vigliacco schifoso! Ma stai tranquilla, non succederà niente a Rea.-
 
- Grazie Taiki. Sembri il mio angelo custode, da quando ti ho conosciuto non fai che aiutarmi. Chissà come potrò mai sdebitarmi... -
 
- Un modo c'è: devi sempre sorridere. Ah e già che ci sei... potresti venire a pranzo con me! -
 
Lo disse con un sorriso e io capii che non avrei più potuto fare a meno di lui, la sua presenza nella mia vita mi stava aiutando ad affrontare le cose in maniera positiva, e vederlo ogni giorno era di fondamentale importanza per me. Gli risposi con il sorriso sulle labbra:
 
- Ok, pranziamo insieme! Ti va di insegnarmi a cucinare la pasta? -
 
Lui accettò, e io mi sentii leggera, ero felice al pensiero che sarebbe venuto a casa mia per aiutarmi a cucinare, e che quindi avremmo passato ancora del tempo insieme. In quel momento, Zaffiro e tutte le cose negative che mi erano successe poco prima, scomparvero dalla mia mente come se non fossero mai accadute. Era sempre lui, Taiki, a farmi tornare il sorriso e a farmi sentire in pace con il mondo come non lo ero mai stata. Era lui che si faceva largo nei miei pensieri perennemente e nel mio cuore. Lui era già dentro di me, e io non riuscivo nemmeno a sforzarmi di evitarlo. Decisi che andava bene così, se non potevo fare niente per non innamorarmi di lui, avrei almeno evitato di farglielo capire. Non volevo farlo soffrire, e a me bastava semplicemente che lui rimanesse al mio fianco come aveva fatto fino adesso.  Mi bastava solo averlo nella mia vita, poterlo vedere, poterci parlare e sentire la sua voce piena di quella dolcezza che riservava solo a me. Solo questo.
 
 
Note e commenti:
 
Ed ecco il nuovo capitolo. Sono presa dall'ispirazione e quindi sto scrivendo a raffica, mi rendo conto che è difficile starmi dietro :)
Un grazie con tutto il cuore a Demy *___* (e tu sai il perchè di questa faccina!)
E un grazie con affetto a:
EllieMarsRose, LadyFire, Key17, Kayla XY, Star86, Moon91, Alemagica88, Pianistadellaluna, Miroku88, Lisanechan, Cry88, e Court!
Un saluto a tutti da
SailorMercury84
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Sentimenti nascosti. ***


Sentimenti nascosti.
 
 
Io e Taiki salimmo su casa, e gli feci vedere le camere da cui era composta, con la cucina, il bagno e la sala da pranzo.
Dopo Ryo, questa era la prima volta che facevo salire un ragazzo in casa, ma non mi sentii affatto a disagio, mi fidavo di lui e del fatto che non gli avrei mai detto niente circa l'affetto che provavo nei suoi confronti.
Poi andammo in cucina, e tirai fuori dalle buste, tutte le cose che avevo comprato in Italia.
 
- No Amy, aspetta, non tirare fuori tutto. Allora, ci serve questa passata di pomodoro, la bottiglia d'olio e un pacco di pasta, ecco. Ce l'hai una cipolla e qualche foglia di basilico? -
 
- Ah beh... forse Morea li aveva comprati, è lei che si occupa della cucina, mi vergogno a dirlo, ma io so fare solo i biscotti! -
 
Rispose sorridendo:
 
- Beh, da oggi saprai fare anche la pasta. Poi un giorno ti insegnerò a fare il sugo con i pomodori freschi, intanto accontentiamoci della passata! -
 
Taiki prese la cipolla dal frigo, e la posizionò su un tagliere per farci delle fettine molto sottili.
 
- Allora vedi? Adesso voglio che lo faccia tu, devi imparare, su vieni qui. -
 
Presi il coltello con il quale aveva affettato la cipolla un secondo prima, lo impugnai e cercai di fare delle fettine sottili anche io, ma il risultato fu completamente diverso, le mie fettine era troppo erte. Lui si fece una grossa risata:
 
- Ah ah ah non così Amy! Non stai mica squartando un animale! Il coltello devi posizionarlo così, ecco... -
 
Mentre parlava, afferrò la mano con la quale tenevo il coltello, per seguire insieme a me il movimento del taglio. La mia mano era nella sua, e sentivo il suo respiro vicino all'orecchio destro. Sentire il suo profumo, sentirmi circondata da lui che mi teneva la mano, mi fece subito arrossire e dentro di me si scatenarono delle sensazioni che mi condussero ad un profondo sospiro. Da una parte avrei voluto scansarlo per far sì che i miei sentimenti per lui non diventassero sempre più profondi, ma dall' altra parte, volevo sentirlo vicino a me. Il cuore iniziò a battere sempre più forte e mi sentii irradiata da un piacevole calore che partiva dal petto, sentivo una morza nello stomaco. 
Cercai di non fargli notare il mio stato d' animo di quel momento e finsi di essere disinvolta, parlando di tutt' altro argomento:
 
- Ah devo chiamare Bunny per dirle di passare a prendere Ottavia in aeroporto con Marzio
stasera! -
 
La risposta che mi diede non fu per niente attinente:
 
- Tu non sei fidanzata vero? Avevo capito bene in macchina l' altra volta? -
 
Mi si gelò il sangue per un attimo, adesso il mio cuore batteva ancora più forte. Perchè me lo stava chiedendo? Con voce tremante gli risposi di no, senza aggiungere altro. Non volevo alimentare quel tipo di colloquio, avevo paura di finire in certi discorsi che non ci avrebbero portato da nessuna parte, io non volevo e non potevo permettergli di capire cosa stavo provando per lui. Tolsi delicatamente la mia mano dalla sua e mi misi alla sua sinistra per evitare ancora quella posizione che mi faceva venire i brividi. Lui notò il mio imbarazzo e cambiò discorso:
 
- Bene, la cipolla è tagliata, adesso dobbiamo metterla in una padella con un pò di olio per farla dorare... dopodichè aggiungiamo la passata di pomodoro, con un pizzico di sale e qualche fogliolina di basilico. Mi raccomando, dopo aver messo tutti gli ingredienti, ricordati sempre di mettere un coperchio sulla pentola, altrimenti il sugo schizzerà dappertutto! Intanto possiamo mettere sul fuoco l'acqua per la pasta. -
 
Lo guardai armeggiare in cucina, e lo ammirai ancora di più. 
Mentre la pasta si stava cuocendo, Taiki continuò il discorso:
 
- Scusami, prima ti ho chiesto se sei fidanzata perchè immaginavo che il tuo ipotetico ragazzo potesse ingelosirsi a sapere che mi vedi tutti i giorni. Non vorrei metterti in imbarazzo per ciò che riguarda la tua vita privata. -
 
- Non ti preoccupare Taiki, se lo fossi stata forse non avrei accettato io di vederti ogni giorno. -
 
- Sì hai ragione. E' quel "forse" che mi lascia pensare sai? -
 
Mi sentii messa alle strette, che cosa avrei dovuto rispondergli? Forse sarebbe stato meglio non farlo salire su casa, mi sentii in colpa per averlo fatto, perchè così non avevo fatto altro che alimentare quel qualcosa dentro me  che stava nascendo per lui, e nello stesso tempo, gli stavo facendo capire qualcosa. Non avrei dovuto permettere una cosa simile. Con una risata imbarazzata gli risposi:
 
- Mi sono espressa male, certo che non ti avrei visto ogni giorno se fossi stata fidanzata! E poi comunque se adesso sto accettando di vederti sempre è perchè noi siamo buoni amici no? Tu mi stai aiutando moltissimo poi... -
 
- Ah, quindi lo stai facendo per riconoscenza? Ti senti in debito con me per qualcosa? Quello che faccio per te, lo faccio perchè mi viene naturale, non ti devi sentire obbligata a frequentarmi, questo mi ci fa rimanere proprio male! -
 
Le mie parole stavano facendo l'effetto inverso, non sapevo davvero più cosa dire, se da un lato non volevo fargli capire che mi piaceva, dall'altro gli avrei fatto credere che avevo piacere di frequentarlo solo per ricambiare l'aiuto che mi stava offrendo. Non sapevo più come comportarmi, ero confusa. Poi trovai una risposta:
 
- Vedi Taiki, come avrai capito da quel discorso che facemmo in macchina quando eravamo in Italia, io non ho tempo per l'amore, quindi è molto semplice, io non mi innamoro più, vedo ogni ragazzo come un amico. Tu certo, sei un amico speciale, e io ti voglio bene, non pensare che il mio affetto sia condizionato dall' aiuto che mi dai, così ci rimango male io! -
 
- Amy ma come puoi comandarlo? L'amore non è una cosa che puoi decidere tu, se provarlo o meno. -
 
A questo punto aveva vinto, non avevo più parole, mi limitai a fissarlo con lo sguardo di chi aveva perso, mentre lui sapeva di aver vinto. Per non procurarmi ulteriore imbarazzo, si dedicò all cottura della pasta, poi prese un tortiglione con la forchetta che mi posizionò davanti alla bocca:
 
- Soffia un pochino e poi assaggiala, dimmi se secondo te va bene di sale e se è cotta. -
 
Dopo aver mangiato quel tortiglione risposi:
 
- Mi sembra che sia cotta! Poi non so, sei tu l'esperto! -
 
- Ho capito, la assaggio io! -
 
La pasta era finalmente pronta e ci sedemmo a tavola. Quei tortiglioni al sugo erano veramente ottimi!
 
- Complimenti Taiki, è buonissima! -
 
- Il segreto sta anche nella cottura, ecco così è perfetta! Adesso mi aspetto che un giorno tu mi faccia i biscotti però eh? -
 
Era così dolce la sua espressione! Avrei voluto stringerlo forte a me, e non lo nego, avevo voglia di baciarlo. Da quanto tempo non avevo più provato quelle sensazioni! 
Finimmo di mangiare, raccontandoci gli episodi vissuti insieme alle superiori, quando eravamo sempre in lotta per il primo posto, sempre sui libri a studiare ma anche a divertirci.
E seguendo sempre lo stesso discorso, Taiki con sguardo perso nel vuoto e sorridendo disse:
 
- Mi presi una cotta per te sai? Rivederti poi dopo tanti anni proprio lì in Italia, mi ha fatto un certo effetto! -
 
Adesso rivolse lo sguardo a me ed aveva un'espressione seria, forse voleva proseguire il discorso ma non lo fece e io mi sentii sollevata. 
Poi sentii aprire la porta di casa, stava entrando Marta e udii anche la voce di qualcun'altro. Marta si affacciò in camera da pranzo mentre io e Taiki eravamo ancora a tavola.
 
- Tooooooooooh ma chi si vede! Tu devi essere Taiki scommetto! Ah... ehm... Yaten vieni! -
 
Non credevo ai miei occhi, Marta aveva portato Yaten su casa, scommetto che mi stava nascondendo qualcosa, e mi tornò in mente la sera in cui non era rientrata a casa dopo essere stata a cena fuori con lui.
Mi alzai dalla sedia per andarle incontro.
 
- Ciao Marta! Torni da un servizio fotografico? Ah, ciao Yaten, come stai? -
 
I due erano visibilmente imbarazzati, forse non si aspettavano di trovarci in casa. Fingendo di non aver capito le loro intenzioni, presentai loro Taiki. Poi lui e Yaten iniziarono a conversare e Marta mi prese da parte parlandomi all' orecchio:
 
- Amy ti devo confessare un cosa: Io e Yaten ci siamo messi insieme! Non è fantastico? E comunque aveva ragione Morea, secondo me tu e Taiki siete fidanzati, io ti ho detto la verità, adesso tocca a te! -
 
Come al solito Marta stava aprendo un discorso che non era il caso di intrattenere davanti a loro, le risposi a bassa voce:
 
- Poi ne parliamo meglio in separata sede, comunque io e Taiki non stiamo insieme, e non uscirtene con le tue solite battutine, te lo chiedo per favore Marta! -
 
- Uff... quanto sei antipatica! -
 
Come se non le avessi detto nulla, Marta andò verso di loro e disse:
 
- Bene! Visto che siamo due coppie, perchè non ci vediamo un bel dvd romantico? -
 
- Marta!!! -
 
Esclamai spazientita.
 
- Uffa Amy come sei noiosa! Si vede lontano un miglio che vi piacete! Beh, fate come vi pare, io e Yaten ce lo guardiamo da soli il film! -
 
Yaten si intromise:
 
- Marta dai non li mettere in imbarazzo, sei sempre la solita! Vieni gattina, ce lo vediamo insieme il dvd! -
 
Lui la prese per mano guardandola con tenerezza e lei annuì arrossendo. Erano veramente carini insieme, Marta è un tipo esuberante e a volte mi mette a disagio con le sue uscite, però è una ragazza dolcissima ed ero contenta che il suo sogno d'amore si fosse avverato.
Mentre loro due sceglievano il film, Taiki mi sorrise e disse:
 
- Però, la tua amica è molto perspicace... Non mi sarebbe dispiaciuto vedere il film! -
 
Mi stava dicendo sotto le righe che io gli piacevo e che sapeva di piacermi. Dovevo fare qualcosa per fargli passare questo pensiero, e mi forzai di cambiare atteggiamento, da quel momento avevo deciso che non mi sarei più lasciata trasportare dalle emozioni, e che non gli avrei dato, seppur inconsciamente, altre prove del mio sentimento per lui. Adesso probabilmente vedeva tutto rose e fiori, avevo la piena disponibilità per poterlo frequentare, ma cosa sarebbe successo una volta che avrei ricominciato a lavorare? Lo avrei trascurato come avevo fatto con Ryo, e non sarebbe stato giusto. Preferivo mantenerlo come amico ed assicurarmi di poterlo vedere, invece di perderlo definitivamente.
Con aria severa gli risposi:
 
- Taiki io non ho voglia di guardare il film, e poi dopo dobbiamo passare a prendere Rea per portarla all' Italian Clinic, ti sei già scordato? -
 
Diventò serio anche lui e mi parlò senza guardarmi negli occhi:
 
- No, non me lo sono dimenticato, ma abbiamo ancora un'ora e mezza di tempo, per questo te l' ho detto. Comunque adesso cosa vuoi fare? Stare un'ora e mezza così, senza fare niente? -
 
Aveva colto il mio cambiamento di umore, ed era visibilmente seccato. Per quanto odiassi dover fingere un comportamento duro nei suoi riguardi, dovevo farlo, non era ancora troppo tardi e avremmo potuto così mantenere la nostra amicizia, senza che io lo deludessi nel caso in cui avessimo iniziato una relazione. Mantenendo il tono fermo, gli risposi:
 
- Non lo so Taiki cosa dobbiamo fare, non lo so. -
 
- Bene, allora se non abbiamo niente da fare io me ne vado. Ti passo a prendere fra due ore al massimo, poi portiamo Rea all' Italian Clinic e me ne torno a casa. -
 
Mi diede un bacio sulla fronte, prese il suo cappotto e se ne andò.
Io non feci niente per fermalo, sentivo solo il cuore a pezzi e mi sentivo in colpa per averlo trattato così, ma era l'unico modo che avessi per non fargli capire che mi stavo innamorando di lui.
Senza farmi sentire da Marta e Yaten, corsi nella mia stanza e la chiusi a chiave.




Note e commenti:

Eccoci qui!  Ho ancora molte idee da mettere "nero su bianco" e in questo particolare capitolo, ho voluto evidenziare le sensazioni e i pensieri di Amy su Taiki.
Spero vi sia piaciuto!
E come sempre ringrazio tantissimo  Demy84  e tutti voi che seguite la mia storia, tra cui:
EllieMarsRose,  Key17, Kayla XY, LadyFire, Moon 91, Star86, Lisanechan, Alemagica88, Court, Pianistadellaluna, Miroku88, e Cry88.
Un grande abbraccio
SailorMercury84
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Rivelazioni. ***


Rivelazioni.
 
 

Quando Taiki passò a prendermi con il taxi, mi salutò con un semplice "ciao", senza dire più una parola. Vidi solo il suo profilo mentre guardava la strada, e aveva la solita espressione seriosa che aveva con tutti, ma che non aveva mai avuto con me.
In quei momenti di silenzio, mi tornò in mente Ryo, quando in macchina prima che ci lasciassimo, era caduto nel mutismo. Ma che cosa dovevo fare? Possibile che in qualunque modo io agissi, era sempre quello sbagliato? Mentre pensavo a tutte queste cose e ascoltavo il suo assordante silenzio, il tassista disse che eravamo arrivati. Taiki pagò il taxi e scendemmo dall'auto. Prima di entrare in ospedale, lo fermai.
 
- Taiki ascolta... - 
 
- No senti Amy, ascolta tu! Posso sapere che cosa ti balena per la testa? Senti... devi dirmi se possiamo continuare a frequentarci oppure no.  Esci con me ogni giorno, oggi mi inviti a casa tua, passiamo dei bei momenti insieme e poi... ci ripensi! In questi giorni ho imparato a conoscerti meglio, e sò che prima ti sei comportata in quel modo per allontanarmi, e io l'ho fatto. Ma adesso, dimmi che cosa devi fare, se hai intenzione di continuare a vederci o se preferisci non vedermi più. Lo devo sapere Amy, perchè io mi sto innamorando di te... -
 
Mi aveva spiazzata, aveva capito tutto! Seppur avessi intenzione di allontanarlo, ero felice, felice che si stesse innamorando anche lui di me. Lui era il ragazzo che desideravo, amavo il suo modo di essere, amavo i suoi occhi, il suo sorriso, la sua positività, il suo altruismo. Sì, lo amavo. Da quando lo avevo ritrovato, aveva cambiato la mia vita, sapeva infondermi fiducia nell'affrontare le cose, c'era sempre stato solo lui nella mia testa, e io mi sentivo viva, avevo provato delle sensazioni e delle emozioni dentro di me che non provavo da anni. Il semplice fatto di non essermi mai lasciata totalmente andare era perchè avevo paura di perderlo, e io lo avrei voluto vicino a me per sempre.
Sì, anche io avevo provato simpatia per lui quando lo conobbi alle superiori, ma ora che lo avevo ritrovato, avevo scoperto che era diventato un uomo, un uomo adorabile, e avevo scoperto di amarlo. Lui era stato sincero, e adesso toccava a me dirgli la verità. Mi avvicinai ancora di più a lui, eravamo uno di fronte all'altra e io gli presi le mani. Poi dissi:
 
- Taiki ho tanta paura di deluderti. Se io ti voglio allontanare è perchè ho paura di perderti. Quando tornerò al lavoro non avrò più modo di frequentarti come vorrei. Potrebbe succedere che io non ti risponda alle telefonate e che non riesca a vederti per giorni. Piuttosto che perderti così, preferisco che tu rimanga mio amico, in modo che possa continuare a vedere la persona che amo... te. -
 
- Ma ormai è troppo tardi Amy... perchè se adesso decidi di non volermi frequentare come ragazzo, ma solo come amico, io non potrei più esserci, perchè ormai sappiamo cosa proviamo reciprocamente... Io ti amo. -
 
Mi strinse forte contro il suo petto ed io ero felice. In quel momento non mi importava di pensare alle conseguenze, perchè ero fra le sue braccia e potevo dare finalmente un nome a quel sentimento che si muoveva dentro di me, e che si era evoluto da quando lo avevo incontrato: l'amore. Finalmente potevo di nuovo sentire il suo profumo, sentii anche il suo cuore che batteva forte nel petto, proprio come il mio. Provai delle sensazioni meravigliose, una gioia infinita, un calore fortissimo che mi faceva venire i brividi. Era quello il paradiso? Io dico di si, perchè non c'è emozione più grande che essere amati dalla persona che si ama. 
Taiki tolse le braccia dalla mia schiena, per prendere il mio viso fra le mani. Non potevo più resistere, lo volevo anche io e già da molto tempo... mi baciò.
Le sue labbra vennero a contatto con le mie, per poi aprirsi e farmi provare delle sensazioni ancora più profonde. Sentii la sua lingua morbida scivolare con la mia, e chiusi gli occhi per assaporare ancora meglio quel momento, mentre sentivo l'odore della sua pelle. Aprii gli occhi per un istante, per accertarmi che non stessi sognando, e per vedere il suo bellissimo viso mentre mi baciava... in quel momento aprì gli occhi che aveva chiuso anche lui, e accennò ad un sorriso con lo sguardo, un sorriso pieno d' amore e di felicità. Mi strinse ancora più forte a sè fino a togliermi quasi il respiro, e continuammo a baciarci, all'infinito. 
Si allontanò lentamente dalle mie labbra, poggiò la sua guancia sulla mia e mi sussurrò nell' orecchio:
 
- Ti amo... -
 
Ero talmente felice che mi sembrava di volare. Portai una mano sulla sua nuca e accarezzandolo con la punta delle dita gli risposi a bassa voce:
 
- Anche io ti amo Taiki... -
 
Continuò a parlami in quella posizione, mentre con una mano mi accarezzava i capelli spostandoli dietro all' orecchio:
 
- Sono sicuro che il tuo lavoro non ci dividerà se ci amiamo veramente. Io ci metterò tutto l'impegno possibile per vederti, anche se fosse un'ora al giorno... ma tu mi prometti che farai la stesso, che ti impegnerai per vederci anche dopo estenuanti turni di lavoro? -
 
Adesso che mi ero lasciata completamente andare e non potevo più tornare indietro, sapevo che avrei dovuto fare di tutto per non deluderlo, e sapevo che avrei avuto sempre voglia di vederlo, non mi avrebbero fermato nè gli orari, nè le chiamate sul cellulare. Lo amavo e non volevo perderlo, era troppo importante per me. Risposi con il cuore in gola dalla gioia:
 
- Sì... te lo prometto. -
 
Adesso era tutto chiaro dentro di me, il fatto di non aver trovato tempo per Ryo, era accaduto perchè io non lo volevo davvero, mi ero convinta di amarlo ma in realtà non era così. Per Taiki invece, avrei fatto di tutto pur di non perdermi un istante del suo sorriso. Ero decisa più che mai a portare avanti la nostra storia appena nata.
Taiki mi guardò ancora una volta negli occhi e mi diede un bacio a stampo, prima di entrare in ospedale.
Mi sentivo viva.
 
 
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
 
Tornammo alla realtà, avevo paura di incontrare di nuovo Zaffiro; per fortuna arrivammo fino alla stanza di Rea senza problemi.
 
Rea era seduta sul letto, con le coperte che le coprivano le gambe, mentre guardava la televisione.
Non appena mi vide, abbassò lo sguardo e mi salutò a malapena.
Non riuscivo a capire il suo comportamento, e mi avvicinai con una sedia al suo letto.
Le presi una mano, e lei continuava a non guardarmi in faccia.
 
- Rea come stai? Tutto bene? -
 
Non rispose alla mia domanda, ma iniziò a parlare:
 
- Prima è venuto un dottore a visitarmi e mi ha raccontato di come ho battuto la testa. Sò che sembra sciocco chiederlo proprio a te, ma anche se non ho ancora molti ricordi, sento di potermi fidare più di te che di lui... Sei stata tu a provocare il mio incidente? - 
 
Rimasi allibita:
 
- Chi ti ha detto una cosa del genere? E' stato il dottor Zaffiro? -
 
Taiki intervenne:
 
- Quel bastardo fottuto! -
 
- Taiki calmati adesso. Rea ha bisogno di capire con tutta tranquillità quello che è successo. Allora, è stato il dottor Zaffiro a dirti questa cosa? -
 
Tremavo di rabbia, ma cercai di mantenermi calma per non spaventare Rea, e per ottenere delle risposte. Indugiò, e io le strinsi la mano. Finalmente si voltò a guardarmi, aveva gli occhi lucidi:
 
- Non so come si chiamasse, era un uomo alto, con i capelli riflessati di blu e gli occhi azzurri. Mi ha detto che sei stata tu a spingermi per le scale durante un tremendo litigio fra noi. Ma io non gli credo. Non mi ricordo niente, ma sento che tu non avresti mai fatto una cosa del genere, vero Amy? -
 
Le sorrisi con dolcezza, anche se dentro di me sentii il sangue ribollire:
 
- E' così Rea, non sono stata io provocare il tuo incidente. Sei scivolata per strada e cadendo all'indietro, hai battuto la testa violentemente. -
 
- Mi dispiace di aver dubitato anche per un istante di te. -
 
La abbracciai, avrei voluto che recuperasse la memoria il prima possibile, mi faceva tenerezza vederla in quello stato, così indifesa, quando Rea era sempre stata una donna combattiva e grintosa.
Poi entrò un ragazzo nella stanza, e Rea sgranò gli occhi. Il ragazzo si presentò a me e a Taiki: era Yuri. 
Appena lui si avvicinò a Rea per salutarla, lei gli prese il viso tra le mani, e con le lacrime agli occhi lo fissò a lungo, poi disse:
 
- Adesso mi ricordo... tu sei... sei Yuri! -
 
Rimanemmo di stucco, Rea si era ricordata di lui, la sua memoria stava riaffiorando lentamente.
Lui le sorrise e le diede un bacio sulla fronte:
 
- Sì sono io Rea -
 
Lei lo abbracciò e io mi commossi. Ero felice per Rea, perchè stava facendo progressi, e perchè il suo Yuri era venuto a trovarla.
Finalmente potevamo uscire dall' ospedale tutti insieme, e Yuri si offrì di accompagnarci all' Italian Clinic con la macchina. Io mi sedetti dietro con Rea, che guardando le strade dal finestrino, sembrava frastornata:
 
- E' questo il posto dove vivo? Mi ricordo qualcosa, ma non riesco a ricordare bene alcuni luoghi... -
 
Le posai una mano affettuosamente sulla sua:
 
- Sì Rea, tu vivi qui e noi due viviamo insieme ad altre tre ragazze. Siamo tutte molto amiche sai? Comunque stasera potrai rivedere tua sorella, ti aiuterà a ricordare tante cose! -
 
Rea mi sorrise, ero contenta di poterla aiutare.
 
Approfittai del viaggio verso la clinica per chiamare Bunny ed avvisarla circa l'arrivo di Ottavia; quando le chiesi se lei e Marzio potevano andare a prenderla in aeroporto alle 22.30, mi rispose:
 
- Spero di farcela, non mi sento molto bene, forse ho mangiato troppo... Nel caso non dovessi farcela andrà solo Marzio ok? A proposito, da questa sera mi trasferisco da lui per un pò! -
 
- Capisco, ma non sarà il caso di parlarne anche con le altre? Per quanto tempo starài da lui? -
 
- Per tutto il tempo che ci vorrà! -
 
La sentii ridacchiare e non riuscii a capire cosa volesse dirmi, poi proseguì:
 
- Stasera vi parlerò della cosa ok? Non farmi altre domande perchè non rispondo! Ah... Puoi chiedere a Morea se mi prepara la sua favolosa torta al cioccolato? -
 
- Bunny così mi incuriosisci! -
 
- Adesso devo andare Amy, mi raccomando, chiedi a Morea della torta! Io e Marzio verremo per l'ora di cena e più tardi andremo a prendere Ottavia va bene? Sempre che io riesca ad uscire! A più tardi!-
 
Bunny riagganciò, e io avevo già intuito qualcosa su ciò che doveva dirci. 
 
I miei pensieri adesso erano concentrati su diverse situazioni, quella di Rea, quella di Bunny... Poi guardai verso il sedile davanti, e vidi Taiki... in quel momento la mia mente si incentrò solo su di lui e sul sentimento che avevo appena scoperto di provare. Quel "ti amo" che mi aveva sussurrato nell' orecchio, era la cosa più bella che potessi sperare di sentirmi dire da quel ragazzo che con la sua dolcezza, il suo modo di essere, mi aveva conquistata. Tutti i momenti di tenerezza vissuti con lui quel pomeriggio, occuparono la mia mente, e io mi sentii orgogliosa finalmente, di aver fatto la scelta giusta, promettendo a me stessa che non lo avrei mai deluso.
 
 
 
 
 
Note e commenti:
 
Image and video hosting by TinyPicQuesto capitolo lo voglio dedicare al ragazzo che fra poco più di un anno diventerà mio marito, e a tutte quelle persone che amano incondizionatamente qualcuno e che provano sentimenti veri e sinceri!
Ok, basta con le smancerie :D
Grazie di cuore a Demy84, e grazie tantissime anche ad EllieMarsRose, LadyFire, Key17, Kayla XY, Star86, Moon91, Alemagica88, Court, Lisanechan,Pianistadellaluna, Miroku88 e Cry88.
Alla prossima!
SailorMercury84
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Una serata da ricordare. ***


Una serata da ricordare.
 
 
 
Arrivammo all' Italian Clinic, e mentre io, Rea e Yuri ci sedemmo in sala d'attesa, Taiki andò a parlare con la neurologa per spiegargli la situazione della mia amica. Tornò dopo poco per dirci che Rea doveva fare una lastra al cranio. Mi alzai quindi con lei, per accompagnarla al reparto lastre e rimanerle accanto, ma Yuri mi bloccò:
 
- Ti prego, fai andare me... voglio starle vicino. -
 
Capii quanto Yuri tenesse a lei, e gli dissi che per me andava bene, io rimasi in sala d'attesa con Taiki che si sedette accanto a me.
Poi lui mi prese la mano incrociando le sue dita con le mie, per farmi di nuovo provare mille sensazioni. Ero completamente persa nella sua presenza. Si avvicinò per darmi un bacio sulla guancia, poi disse:
 
- Ho parlato con una mia collega neurologa, la dottoressa Kermesite. E' molto brava nel suo campo, possiamo fidarci di lei. Mi ha detto che se dal risultato delle lastre non emergeranno problemi seri, Rea potrà tornare a casa, a patto che almeno per i primi tempi venga tutti i giorni qui per farsi visitare, vuole tenerla sotto controllo e trovare il giusto rimedio per farla guarire al più presto possibile. Sei contenta? -
 
Annuii, ero serena grazie a lui, o meglio, da quando c'era lui...
Anche un suo piccolo gesto, come quello di prendermi per mano, mi faceva stare bene, e al contempo mi faceva provare sensazioni indescrivibili. Mi appoggiai con la testa sulla sua spalla, mentre eravamo ancora in attesa.
Dopo un quarto d'ora, tornarono Rea e Yuri, tutti e due con il sorriso stampato in faccia. Mi alzai per andargli incontro:
 
- Allora, che cosa vi hanno detto? -
 
Rea aveva il volto disteso:
 
- Che posso tornare a casa, adesso l'unico problema da risolvere è l'amnesia, ma sto bene. Nei prossimi giorni però, dovrò farmi visitare costantemente, domani la dottoressa Kermesite mi aspetta qui per le 16.00... Yuri si è offerto di accompagnarmi tutti i giorni con la macchina. -
 
Non riuscii a resistere dalla contentezza, e l'abbracciai:
 
- Rea quanto sono felice! -
 
Adesso potevamo tornare a casa, e avevo un motivo in più per sorridere.
 
Si erano fatte quasi le 20.00 quando arrivammo su casa, Taiki e Yuri erano stati invitati a cena da noi, dopo aver avuto il consenso telefonico dalla cuoca di casa Morea.
Sembrava una serata di festa, dopo aver saputo del ritorno a casa di Rea, Morea aveva invitato molte persone, oltre a me,Taiki, Rea e Yuri, c'erano anche Marta e Yaten, poi ci avrebbero raggiunti a momenti Bunny e Marzio, ed infine c'era un cliente assiduo del ristorante dove lavorava Morea, un certo Moran che lei ci presentò quella sera.
 
Quando lo salutai, gli dissi:
 
- La cucina di Morea è fantastica, vero? -
 
- Sì è fantastica, è per questo che ho insistito per farmi invitare... praticamente mi sono autoinvitato! Del resto solo una persona stupenda può cucinare altrettanto stupendamente, no? -
 
Sorrisi, avevo intuito che a Moran piaceva Morea.
 
Io e Marta apparecchiammo la tavola, e mi sembrò tutto così divertente, per il fatto che eravamo tutte coppie praticamente... Spesso io e le altre mangiavamo in orari diversi per via del lavoro, e quando capitava di cenare insieme, eravamo noi cinque, mentre adesso eravamo raddoppati!
Si respirava un' atmosfera di serenità e allegria, e io avevo il cuore a mille perchè potevo essere orgogliosa di presentare Taiki come mio fidanzato alle altre. 
Suonò il campanello, erano arrivati Marzio e Bunny.
Quando le squisitezze di Morea furono pronte, ci sedemmo tutti a tavola.
Prima di iniziare a mangiare, Marzio e Bunny si alzarono in piedi, dopo essersi accertati che tutti avessimo il vino nel bicchiere.
Lei era imbarazzatissima, stava per annunciarci qualcosa. Per darle coraggio, Marzio la prese per mano, e con sguardo dolce le disse:
 
- Avanti amore, coraggio! -
 
Lei lo guardò con tenerezza e poi si rivolse a noi:
 
- Allora... volevamo aspettare il rientro di Rea per potervi dire questa cosa, perchè volevamo che ci foste tutti. -
 
Deglutì e bevve un sorso di vino, era totalmente imbarazzata, ma aveva il sorriso sulle labbra.
Marta si intromise:
 
- Dai Bunny non tenerci sulle spine!  - 
 
Marzio le mise un braccio intorno alla vita, e lei proseguì:
 
- Ecco sì... io e Marzio, fra 9 mesi saremo in tre! -
 
Lo avevo intuito ed avere quella certezza mi mise una gioia indescrivibile, mi vennero le lacrime agli occhi dalla commozione: una delle mie amiche più care stava per diventare mamma!
 
Mentre tutti ci stavamo alzando per andarle incontro, Marzio ci fermò:
 
- Aspettate, c'è dell'altro! Avevamo deciso già da qualche tempo, ma adesso è confermato: io e Bunny abbiamo deciso di sposarci, fra due mesi esatti! -
 
Eravamo tutti felici, io e le altre corremmo ad abbracciare la nostra Bunny, eravamo così contente per lei! Marta si mise a parlare con la pancia appena tondeggiante di Bunny e disse:
 
- Allora, chi è la zia più bella del mondo? La zia Marta vero? -
 
Quando fu il mio turno di abbracciare Bunny, lei mi disse:
 
- Amy, vorrei che ci fossi tu nella sala quando partorirò... con il tuo mestiere, sai anche far partorire una donna vero? -
 
Non riuscii a trattenere le mie lacrime di gioia:
 
- Bunny stai dicendo che vorresti che io ti aiuti a far nascere tuo figlio? Davvero mi faresti questo onore? -
 
Lei mi abbracciò forte e rispose:
 
- Ma certo Amy, sei una delle mie  migliori amiche, e sei anche un'ottima dottoressa, chi meglio di te potrebbe aiutarmi quel giorno? -
 
- Oh Bunny, grazie, grazie infinite! -
 
La serata proseguì all' insegna dell' allegria, la notizia dei nostri amici aveva illuminato il sorriso di tutti noi, quella rimase una serata indimenticabile.
Era quasi ora di uscire per loro, quindi Bunny e Marzio si prepararono per andare a prendere Ottavia in aeroporto, che quella notte avrebbe dormito da noi nella stanza di Bunny che aveva già portato le sue cose a casa di Marzio.
Anche Yuri si stava preparando per andare via, e si offrì di accompagnare Taiki a casa, visto che non aveva la macchina; mi si strinse il cuore, avrei voluto che rimanesse ancora. Taiki ringraziò Yuri dicendogli:
 
- Ti ringrazio Yuri, ma rimarrò qui un altro pò, domani è l'ultimo giorno di ferie, e quando tornerò al lavoro non potrò più passare molto tempo con Amy. Preferisco stare ancora qui con lei, poi prenderò il taxi, grazie amico. -
 
Avrei voluto buttargli le braccia al collo, mi sentivo fortunata ad aver incontrato un ragazzo così speciale.
Taiki si girò verso di me sorridendo:
 
- Vieni con me... -
- Co... come con te! E dove? -
 
La mia mente stava già viaggiando, e subito le mie guance avvamparono.
 
- Vieni con me in terrazzo, un attimo. -
 
Non capivo, forse voleva parlarmi di qualcosa in separata sede.
Mi prese per mano e ci recammo verso il terrazzo, dove l'unica illuminazione era quella tenue della luna. 
 
- Taiki che succede? Devi parlarmi di qualcosa? -
 
Si mise di fronte a me e sorrise:
 
- Sì... volevo stare un pò da solo con te. -
 
Come riusciva a farmi tremare il cuore ogni volta che ero con lui? Ero così felice che se avessi parlato, mi sarebbe sembrato di dire delle banalità, quello era un momento speciale, perchè Taiki mi voleva tutta per lui, ed io lo volevo tutto per me. La mia risposta fu un sorriso che partiva dal cuore.
Taiki mi accarezzò il viso e disse:
 
- Sei così bella quando ridi... il tuo sorriso per me è un raggio di sole. -
 
Avrei voluto aprirgli il mio cuore, per fargli vedere quanto era grande il sentimento che provavo per lui. Mi avvicinai al suo viso con l'intenzione di baciarlo, ma provavo ancora un senso di imbarazzo nel fare la prima mossa, così fu lui a continuare ad avvicinarsi per far in modo che le nostre labbra si incontrassero. E ancora brividi. Incrociai le mie braccia dietro al suo collo, e lui mi strinse più forte a sè, quel bacio fu ancora più intenso del primo, perchè fu ricco di trasporto da ambo le parti ed io concentrai tutte le mie emozioni e il mio sentimento in quell'atto, per fargli capire, senza parole, quanto io lo amassi. Il nostro bacio durò a lungo, come se il tempo non esistesse, come se niente e nessuno potesse mai intaccare quel magico momento. Poi lentamente ci allontanammo, iniziavo a sentire freddo e rabbrividii. Senza bisogno di parlare, Taiki capì, e si tolse la giacca per mettermela sulle spalle. Mi sentivo avvolta dal suo sentimento. Mi rannicchiai fra le sue braccia, mentre lui iniziò a parlare:
 
- Sono molto contento per i tuoi amici, Bunny e Marzio. Non li conosco bene, ma l'ho capito subito che fra loro c'era qualcosa di grande, da come si guardano, da come sono complici. Li ho osservati molto, e poi quando hanno dato l'annuncio ho pensato, "chissà quando saremo noi a dare il lieto annuncio"! -
 
- Ma Taiki... non ti sembra presto? -
 
- Sì, certo che lo è, però... non lo so è stato solo un pensiero così! -
 
- Taiki... -
 
- Sì? -
 
- Che cosa ti ha colpito di me? Insomma... mi rendo conto di aver spesso avuto degli atteggiamenti imperfetti, mi hai visto spesso in tutta la mia debolezza... E poi, generalmente hai sempre un atteggiamento serioso... perchè con me ti sei aperto così? -
 
- Di te mi hanno colpito tante cose. Da quando ti ho conosciuta alle superiori, ho sempre pensato che tu fossi una ragazza brillante, di grande intelligenza e determinazione. E poi sei molto dolce, e sensibile. Quando eravamo in macchina in Italia, e ti sei sfogata fra le mie braccia, ho capito che quella fiamma che avevo avuto per te anni prima, non si era mai spenta, già da quel momento avrei voluto stringerti forte e baciarti. E poi sono anche quei tuoi momenti di debolezza che mi piacciono, perchè è in quei momenti che posso esprimerti tutto il mio amore, standoti vicino. Infine, sei la ragazza più bella che potessi desiderare... -
 
Non lo feci finire di parlare, perchè gli presi il viso tra le mani e lo baciai di nuovo, questa era l'unica risposta che potessi dare alle sue parole. Donargli tutti i miei sentimenti con un bacio.
Poi sentimmo un rumore provenire dalla finestra e ci voltammo a guardare cosa fosse: erano Yaten e Marta. Lei sorrise maliziosamente ed esclamò:
 
- Ecco dov'eravate! E bravi i miei piccioncini! Se continuate così mi sa che oltre a quella di Bunny, dovremo aspettarci un'altra gravidanza in "famiglia"! -
 
Diventai rossa:
 
- Marta!!! - 
 
Iniziarono tutti e tre a ridere vedendo la mia reazione, e mi contagiarono nella risata. Entrammo tutti dentro casa, l' atmosfera era ancora vivace, e io stampai nella mia mente i sorrisi di tutti loro, e gli occhi del mio Taiki, in ricordo di quella splendida serata.





Note e commenti:
Ci vuole un pò di respiro ogni tanto, questo capitolo è ricco di positività per tutti :)
Colgo l'occasione per fare tanti auguri di Buon San Valentino a tutti gli innamorati :)
Ancora grazie con tutto il cuore alla mia amica Demy84, e a tutte le mia carissime amiche:
EllieMarsRose, LadyFire, Key17, Kayla XY, Star86, Moon91, Alemagica88, Court, Lisanechan,Pianistadellaluna, Cry88.
Grazie anche ad IceWarrior per aver inserito la mia storia fra le seguite :)
Un abbraccio a tutti!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Una giornata con Taiki. ***


Una giornata con Taiki.
 

 
Ultimo giorno di ferie per Taiki. 
Mi alzai dal letto presto quella mattina, avevo appuntamento con lui per pranzare fuori, ma prima volevo stare un pò con Rea e fare gli onori di casa alla nostra ospite Ottavia. Andai in cucina e vidi che Morea era già in piedi; stava preparando una torta.
 
- Buongiorno Morea! Cosa prepari di buono?-
 
- Oh buongiorno Amy! Sto preparando una torta al cioccolato da portare a Bunny, visto che ieri sera non ho fatto in tempo a farla. -
 
- Beh lo immagino, con tutto quello che hai dovuto cucinare! Eravamo in tanti! A proposito... che mi dici di questo Moran? - 
 
Sussultò e le cadde a terra la farina, capii di aver centrato il segno:
 
- Morea tutto ok? -
 
- Ah si si, mi è solo caduta un pò di farina, non ti preoccupare! -
 
- Mmm... allora questo Moran? -
 
Morea si voltò verso di me ed era rossa come il fuoco in viso. Le sorrisi:
 
- Ho capito, ti piace! -
 
- Beh... sì è un ragazzo molto carino! -
 
- Anche tu piaci a lui lo sai? -
 
- Da...davvero? Dici?! Sai Moran mi ricorda tanto... -
 
- ... il tuo ex ragazzo lo so! -
 
Esclamai divertita. Poi ci raggiunsero in cucina Rea e Ottavia, mentre scoprii che Marta era già uscita per andare al lavoro. Mi precipitai verso di loro e salutai Ottavia, poi la mia amica:
 
- Buongiorno Rea, come stai oggi? -
 
- Uhm... sono un pò assonnata, comunque... stanotte ho sognato una cosa, è vero che sono nata il 17 aprile? -
 
- Bravissima Rea!! Sì è così! Sono tanto contenta che stia riacquistando la memoria! -
 
Ottavia si avvicinò a Rea  e l'abbracciò, poi disse:
 
- Dai sorellona, ti aiuterò io a ricordare le altre cose, tu continua così! Oggi verrà anche Yuri a trovarti e poi ti accompagnerà in clinica, sei contenta? -
 
Ottavia era una ragazza silenziosa, ma nascondeva una grande dolcezza sotto il suo carattere apparentemente chiuso. Voleva molto bene a Rea,
e anche con noi si era aperta già dalla prima volta che la conoscemmo un anno prima.
 
Finimmo di fare colazione, mentre io e Ottavia cercavamo di far ricordare a Rea alcuni particolari del suo passato. Poi mi alzai e andai a prepararmi per uscire con Taiki; quando fu quasi ora di pranzo, mi mandò un messaggio:
 
"Sono arrivato, ti aspetto giù."
 
Quando scesi non vidi Taiki ad aspettarmi fuori dal cancello, ma al suo posto c'era un'automobile nera. Quando stavo per sorpassare la macchina, sentii il suono del suo clacson, mi voltai e notai con stupore che al suo interno c'era lui. 
Taiki uscì dalla macchina e disse: 
 
- Allora, che te ne pare della mia Golf gti? E' fresca fresca di autosalone! -
 
- Wow Taiki, non pensavo che avresti acquistato un'automobile così presto! -
 
- Ho sbrigato tutte le pratiche con un'assicurazione telefonica in questi giorni, et voilà! Poi ho visto questo gioiellino... e non ho resistito a comprarla! Questa è anche d'importazione, perchè ha il volante posizionato a sinistra come in Italia* ... Bella eh? Dài, sali! -
 
Salii in macchina, Taiki era contentissimo del suo nuovo acquisto, e mi baciò sprizzante di gioia. Mi resi conto di adorare anche questo suo lato, quello di lasciarsi molto trasportare dagli avvenimenti esterni che lo rendevano allegro. Mentre guidava con fierezza la sua auto, mi guardò con la coda dell'occhio:
 
- Oggi ti rapisco. Sei mia per tutto il giorno! -
 
- Tutto il giorno? Ma Taiki c'è Ottavia a casa, sembra brutto che io mi assenti per... -
 
- Shhh, non ti preoccupare, ci sono Morea e Marta poi no? -
 
- Beh sì, ma che cosa c'entra... -
 
- Non fare i capricci amore, oggi sei mia e basta! -
 
Già solo il fatto di avermi chiamata "amore", mi bastò per zittirmi, mi aveva fatto sobbalzare il cuore, era la prima volta che mi chiamava così.
 
- Dove mi porti? -
 
- Per adesso andiamo a mangiare in un ristorante italiano che si trova  in zona Leicester Square, dall'altra parte del Tamigi, e poi... non ti dico
nient' altro! -
 
- Mmm... va bene mi fido! -
 
Ero curiosa di sapere dove mi avrebbe portata, Taiki era un uomo pieno di sorprese, avrei dovuto portarlo io in giro per Londra, e invece si era studiato un percorso per portarmi lui a spasso per la città. Approfittai intanto del viaggio per informare Morea che sarei tornata dopo cena.
Arrivammo al ristorante, e sotto suo consiglio questa volta ordinai delle pappardelle al sugo di cinghiale, e per secondo solo patate arrosto.
Il primo piatto fu una leccornia, stavo piano piano conoscendo e amando la cucina italiana.
 
- Caspita Taiki, queste pappardelle sono sensazionali! Se continui a farmi mangiare il cibo italiano, diventerò una botte, io che sono abituata per lo più a panini! -
 
- Ma no, sei così magra, non sarà il pranzo all'italiana due volte a settimana, a rovinare il tuo bel fisico! -
 
Arrossi, sapeva sempre come farmi sentire ammirata e gratificata.
Finito il pranzo e usciti dal ristorante, Taiki non volle prendere la macchina, disse che aveva voglia di passeggiare per le vie della città. Mi prese per mano e questa volta fui io a condurlo per le strade, per fargli conoscere alcuni luoghi interessanti di Londra; da Leicester Square camminammo lungo la The Mall street che arriva dritto per dritto a Buckingam Palace, poi da lì gli feci ammirare il tipico prato all'inglese del grande parco appartenente al Buckingam Palace, sino ad arrivare alla Queen's Gallery, che Taiki volle visitare.
Quando fummo sulla strada del ritorno verso la macchina parcheggiata in Leicester Square, si erano già fatte le 17.00, ed il cielo iniziò ad imbrunire. Stradafacendo, Taiki pensò ad alta voce:
 
- Quanto gli spaccherei la faccia a quel Zaffiro! -
 
- Come ti è venuto in mente adesso? -
 
- Stavo ripensando all'altro giorno... Mi sono pentito di non averlo preso a pugni! -
 
- Ma Taiki, perchè adesso ci stai ripensando? Dai è un capitolo chiuso con Zaffiro, buttiamocelo alle spalle! -
 
- No, invece ci ripenso eccome! Non ti avrebbe mai dovuto mettere le mani addosso... tu sei mia! -
 
Rimasi stupita del suo comportamento, non credevo fosse un tipo così geloso. Cominciai a ridere vedendo la faccia arrabbiata che faceva e lui che già stava cambiando espressione disse:
 
- Bhe che c'è? Ti faccio ridere? -
 
Gli stava venendo da ridere, cercava di mantenere l'atteggiamento duro di prima ma con un sorriso sotto i baffi che lo tradì finchè non iniziò a ridere con me. Era semplicemente adorabile, e io mi sentii lusingata di ricevere le sue attenzioni e del fatto che fosse geloso di me; scoprire ogni volta un lato del suo carattere era sempre una piacevole sorpresa, Taiki non mi stancava mai, ed ero felice di averlo conquistato, perchè quel ragazzo stupendo, era diventato mio.
Il buio della sera non tardò ad arrivare, mentre io e Taiki eravamo in macchina, in meta verso un posto che lui aveva definito "magico".
Una volta parcheggiata la macchina, vidi davanti ai miei occhi un' immensa costruzione a forma di ruota, con tanti raggi al suo interno: era il London Eye**.
 
Il London Eye è una delle ruote più alte del mondo, ed è un posto davvero romantico per le coppie, in quanto si può affittare una cabina con tanto di cameriere che serve i pasti.
Taiki aveva intenzione di cenare proprio in una di quelle cabine, dove dall' alto si poteva ammirare la bellezza del paesaggio notturno londinese.
Ero sempre più soddisfatta nel suo atteggiamento nei miei confronti, e mi sentii coccolata. 
Quando entrammo nella cabina, Taiki mi prese per mano, aveva fatto sì che ci lasciassero la cena, ma senza il cameriere, voleva che fossimo soli,
e io non potei fare a meno di sorridere per la contentezza.
La ruota iniziò a girare lentamente, e mentre la nostra postazione saliva sempre più in alto, rimasi incantata dal paesaggio che circondava le pareti trasparenti della nostra cabina, Londra dall'alto era stupenda,  vedere quelle sue luci che illuminavano il Tamigi, mi fece tornare in mente in momenti vissuti a Roma con Taiki. 
 
 - Taiki ti ricordi quando abbiamo ammirato il riflesso delle luci sul Tevere? Guarda, adesso lo puoi ammirare anche sul Tamigi, non sono bellissime quelle pennellate dorate che scivolano sulla superficie blu notte dell'acqua?  - 
 
Lui si avvicinò a me, ed iniziò ad osservare il panorama, stringendomi a sè, per farmi nuovamente provare un forte sentimento che mi faceva scoppiare il cuore nel petto. Poi, con le luci riflesse negli occhi, rispose alla mia domanda:
 
- Sì sono bellissime, è per questo che ti ho portata qui, sapevo che ti sarebbe piaciuto questo panorama. Tu sei fissata con l'acqua amore! -
 
Arrossi, non negando la mia passione per quel meraviglioso elemento:
 
- Sì sono fissata, mi piace... L'acqua mi rilassa anche solo a guardarla... E poi stavo pensando alla casualità: sia a Roma che a Londra, ci sono due fiumi importanti con il nome che inizia per "T" , forse era un segno, non credi? -
 
- Sì forse era un segno... perchè la "T" sta anche per "Ti Amo"! -
 
Così dicendo, Taiki mi baciò a lungo, e in me ci fu un esplosione di sentimenti, mai come con lui mi ero sentita così amata ed innamorata, proprio io che dei ragazzi non ci avevo mai capito niente e che più di tanto nemmeno me ne importava; ero sempre stata presa dallo studio, dai libri, e dopo la laurea, dal lavoro. Ma con lui non c'era spazio per nient' altro, lo amavo con tutta me stessa.
Dopo quel bacio pieno di emozioni mi guardò teneramente e disse sottovoce:
 
- Senti come mi batte il cuore... -
 
Prese la mia mano e la poggiò sul suo petto, dove sentii una forma geometrica che mi premeva sulle dita. Capii che era una scatolina che aveva messo nella tasca della camicia all'altezza del cuore.
 
- Avanti amore, prendi la scatola e vedi cosa c'è dentro. -
 
Ero imbarazzatissima, quello era un regalo per me, cosa poteva essere? Tra curiosità e stupore aprii la scatola che conteneva un paio di piccoli orecchini di argento smaltati di blu, a forma di simbolo di Mercurio. Rimasi senza parole e i miei occhi divennero lucidi, non riuscivo a pensare ad un commento che non cadesse nelle solite frasi fatte, ero completamente sconnessa da qualsiasi pensiero "lucido", così gli buttai le braccia al collo e lo abbracciai con tutta la forza che avevo dicendogli semplicemente:
 
- Grazie amore!!! -
 
- E' la prima volta che mi chiami "amore"! Ecco... ho pensato che quegli orecchini stessero bene con il bracciale, non sai quanto li ho cercati! -
 
Stavo per baciarlo di nuovo, ero al culmine della felicità con lui, ma la mia attenzione fu interrotta dal suono del cellulare che mi squillò nella borsa.
Si trattava di un messaggio di Heles che lessi ad alta voce:
 
"Carissima come stai? Domani potremmo vederci per le 12.00 davanti al bar vicino all'ospedale? Devo parlarti, è importante. Un abbraccio, Heles"
 
Rimasi stupita, Heles non era solita mandare messaggi, e per scrivermi tali parole, doveva esserci un motivo ben più che serio. Ero curiosa e iniziarono a frullarmi mille pensieri nella testa, mentre rispondevo ad Heles che non sarei mancata all'appuntamento. Non riuscivo a capire di cosa si trattasse, e iniziai ad arrovellarmi il cervello, nella ricerca di una motivazione a quel messaggio.
 
- Tutto bene amore? Cosa voleva Heles? -
 
Tornai con i piedi per terra, il mio Taiki era lì con me, e decisi di non pensare più a quel messaggio sino all' indomani, in quel momento avevo solo voglia di vivermi la serata in serenità, con lui, e di godere delle emozioni che solo lui sapeva farmi provare.
 
 
 
 
 
Note e commenti:
 
Image and video hosting by TinyPic*: In Inghilterra le automobili hanno il volante posizionato sulla destra.
**: La London Eye è una ruota panoramica costruita nel 1999 ed aperta al pubblico nel Marzo del 2000. Era la più alta del mondo fino alla costruzione di The Star of Nanchang, aperto nel Maggio del 2006 e successivamente del Singapore Flyer, 30 metri più alto del London Eye.
Il London Eye è diventato l’attrazione a pagamento più popolare nel Regno Unito, con 3.5 milioni di visitatori all’anno.
Il London Eye si innalza per 135 metri all’estremità ovest dei Jubilee Gardens, sulla riva sud del Tamigi tra il Ponte di Westminster e lo Hungerford Bridge.
 
Aaaah!! Scommetto che avevate pensato ad un anello nella scatoletta che Taiki ha regalato ad Amy... e invece no XD  
Sarebbe stata un'esagerazione, è troppo presto :D
Colgo l'occasione per ringraziare come sempre Demy84 per il suo aiuto, il suo supporto e i suoi consigli :)
E ringrazio con tutto il cuore anche:
Moon91, Key17, EllieMarsRose, Kay89, Court, LadyFire, Star86, Pianistadellaluna, Lisanechan, Alemagica88, Miroku88, Cry 88. Ringrazio anche ChibyRoby per aver inserito la mia storia fra le seguite.
Un abbraccio a tutti
SailorMercury84
 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Calunnie. ***


Calunnie. 
 
 
 
Erano le dodici in punto ed ero di fronte al bar vicino al lavoro in attesa di Heles.  La vidi arrivare da lontano, mi fece piacere rivederla.
 
- Ciao Amy! Allora, sembri il ritratto della felicità, ti ha fatto bene questa vacanza, hai visto? -
 
- Beh sì, ed è anche merito tuo, grazie ancora Heles! -
 
- Figurati! -
 
Heles era sempre generosa con le persone a cui si affezionava. Entrammo nel bar, e lei ordinò due tramezzini ed una coca cola avendo la pausa pranzo a quell' ora, io invece mi limitai a prendere una cedrata. 
 
- Allora Amy, che mi racconti? Come sono andate le ferie? -
 
- Benissimo, meglio di quel che pensassi! Mi devo abituare all' idea che domani rientrerò. Sai, sono stata in Italia, e devo dire che è stata proprio una bella esperienza! -
 
- Wow in Italia! Stavo pensando di andarci con Milena prima o poi! Oh! Ma che bel braccialetto che hai! -
 
Arrossi sorridendo:
 
- Ah... bhe questo l'ho preso in Italia... o meglio, mi è stato regalato in Italia! -
 
- C' è di mezzo un uomo eh? Ti si legge un faccia, sei così sorridente e sei diventata ancora più carina! Guarda che con me puoi parlare liberamente eh? -
 
- Beh sì... ho ritrovato un vecchio amico lì in Italia che adesso si è trasferito a Londra. Ci conosciamo da molti anni... e adesso stiamo insieme.
Non nascondo di essere finalmente serena Heles! Oh, a proposito di braccialetti, ti ho portato qualche souvenir! -
 
Le diedi il braccialetto che avevo comprato per lei in Italia, e poi le regalai anche il formaggio e una marmellata di fragole.
 
- Caspita quanti regali Amy! Grazie, non dovevi! E che bel braccialetto, adoro il giallo! Me lo metto subito! -
 
- E' stato un piacere Heles, sono contenta che il bracciale ti piaccia! -
 
Poi il suo sguardo si fece serio, e capii che stava per intraprendere un discorso che non mi sarebbe piaciuto.
 
- Ascolta Amy... mi dispiace dover smorzare questa serenità che hai acquisito in questi giorni, ma devo parlarti di una cosa seria. -
 
Immaginavo dovesse dirmi qualcosa di serio, e avevo anche paura di sapere di cosa si trattasse. Il sorriso che avevo avuto sulle labbra sino a quel momento, scomparve per dare spazio ad un'espressione di preoccupazione.
 
- Di cosa si tratta Heles? Riguarda il lavoro? -
 
Heles poggiò il bicchiere di coca cola sul tavolo con nervosismo, facendolo quasi sbattere.
 
- Sì, è così Amy. Ho voluto vederti proprio oggi perchè non vorrei che quando rientri domani, tu possa trovarti ad affrontare determinate situazioni senza essere al corrente di ciò che sto per dirti. 
Ieri mattina stavo andando dal dottor Kaspar per farmi firmare un'uscita anticipata. Stavo quasi per bussare alla sua porta, quando sentii fare il tuo nome. Lui ed un altro uomo, un certo dottor Zaffiro, stavano parlando di te. Sono molto amici da quanto ho capito, anche se questo dottore non lavora nel nostro ospedale. Tu lo conosci immagino... -
 
Si fece largo un senso di rancore dentro di me, che cosa ci faceva Zaffiro nell'ufficio di Kaspar? Quali intenzioni aveva? Digrignai i denti, cercando di mantenere una calma di facciata.
 
- Sì, lo conosco. E' un essere infimo e spregevole. Hai sentito di cosa stavano parlando? -
 
- Sì, ho sentito ... Ecco, devi stare molto attenta. Zaffiro ha detto a Kaspar di conoscerti molto bene, e di stare attento ad un soggetto come te.
Gli ha detto di controllarti perchè potresti combinare danni sul lavoro e... -
 
Non ci vidi più dalla rabbia ed esplosi alzando la voce:
 
- Combinare danni?!? Combinare danni?! Ha detto proprio così?! Ma se sono due anni che lavoro al Guy's Hospital! Il dottor Kaspar mi conosce bene ormai, e sa come lavoro!! Lui stesso mi ha concesso le ferie proprio perchè in due anni non ho preso quasi mai dei permessi! Voglio sperare che non gli abbia creduto!!! -
 
Heles abbassò lo sguardo.
 
- Amy capisco la tua rabbia, però fammi finire di parlare. I danni di cui parlavano, non sono rivolti al campo medico, sul lavoro non potrebbero mai attaccarti. Zaffiro ti ha fatto passare per una poco di buono agli occhi di Kaspar, facendogli credere che tu sia una donna facile, e che tu possa intrattenere delle relazioni o dei rapporti con alcuni colleghi dell' ospedale all'interno della struttura stessa. Io sò che non è così, e inizialmente anche Kaspar non ci ha creduto proprio per la freddezza con la quale lo tratti, ma Zaffiro alla fine lo ha convinto, dicendogli che in qualità di amico non avrebbe mai potuto raccontargli menzogne e che lo faceva per mantenere alto il buon nome dell'ospedale... non facendolo passare per... -
 
Heles si interruppe, aveva capito che forse non era il caso di ripetere le stesse precise parole che aveva usato quel verme di Zaffiro, ma io dovevo, volevo sapere per filo e per segno cosa avesse detto, quindi la incitai a proseguire chiedendole con foga:
 
- Avanti Heles, dimmi che cosa ha detto! Non vuole far passare l'ospedale per... ? -
 
Sospirò in segno di sconfitta e disse:
 
- ... per un bordello, Amy. -
 
Non potevo credere alle mie orecchie, sentii i battiti del cuore farsi sempre più veloci, tremavo di rabbia. Mi sentii talmente in collera che avevo paura di sentirmi male, così inziai a fare dei profondi respiri. Zaffiro era talmente meschino da arrivare ad intaccare il mio nome persino sul posto di lavoro. Voleva la mia disfatta, voleva rovinarmi per averlo rifiutato. Avrei voluto sputargli in faccia tutto il mio odio, ma solo il pensiero di rivederlo mi fece venire i brividi, quell'uomo mi faceva paura, e da uno come lui non si sapeva mai cosa aspettarsi. Come mi sarei dovuta comportare?
Improvvisamente la mia ira si trasformò in paura, preoccupazione. Rischiavo di perdere il lavoro per causa sua ed ero preoccupata di doverlo di nuovo incontrare e subire un altro attacco.
Con le braccia conserte, portai le mani a stringermi i bicipiti come in un abbraccio, in segno di difesa.
 
- Heles, che cosa devo fare? Ho bisogno di un consiglio, ti prego, dimmi cosa devo fare... -
 
Lei si alzò e venne a sedersi sulla panca vicino a me, per portarmi un braccio intorno alle spalle, in senso di protezione.
 
- Ascolta Amy, io per un pò non mi farei vedere, anche perchè quel tipo sta venendo spesso. Se puoi, dopo chiama il dottor Kaspar, e chiedigli altri giorni. Non puoi tornare adesso, quel bastardo potrebbe tornare in ospedale mentre ci sei tu, e non è il caso. Fai passare un pò di tempo, magari si stancherà di venire... -
 
- Ma non posso, Kaspar non mi darà mai altri giorni, e io non posso rinunciare al mio lavoro per colpa delle calunnie di quell'essere! Credo... credo che ne parlerò con Kaspar, e gli racconterò chi è veramente Zaffiro. -
 
Le raccontai di come Zaffiro si era comportato con me, del suo ricatto, della sua crudeltà nell'approfittare di una ragazza malata per attaccare me. Heles rimase sempre più scioccata dal mio racconto, e vedi salire la collera anche in lei.
 
- Senti Amy, io rimango del parere che tu non debba farti vedere per un pò in ospedale, è troppo rischioso, quel figlio di puttana potrebbe farti del male. Perdonami, ma ti chiedo di non dire niente a Kaspar, rischierei se sapesse che ho spiato. Fai così, prova a prendere altre ferie, oppure datti malata, ma stai lontanta dall'ospedale per almeno altre due settimane, lo dico per te. -
 
- Forse hai ragione... Ma domani verrò di persona a parlare con Kaspar, voglio dimostrargli che sono una persona corretta. Prometto di non dirgli nulla di ciò che mi hai detto. Grazie per avermi avvisata Heles, sei un'amica. -
 
- Ti capisco, anche io avrei agito così... Ma stai attenta, non vorrei che incontrassi quel bastardo. -
 
- Rischierò, non posso fare altro. -
 
Heles mi abbracciò, poi ci alzammo per pagare il conto ed uscire dal bar, lei doveva tornare al lavoro.
 
- Heles grazie. -
 
- Mi sembrava il minimo metterti al corrente della situazione. Ci vediamo domani quando verrai a parlare con Kaspar, io attacco alle 9.00, ovviamente non so a che ora staccherò di preciso, ma in teoria dovrebbe essere per le 18.00. Fa' attenzione mi raccomando eh? Ah, e grazie per i regali, sei un tesoro! Ultima cosa, domani i tuoi turni sono 8.00\17.00 ok? A domani! -
 
Così dicendo, se ne andò, e io rimasi di fronte al bar per un attimo, per cercare di realizzare quello che stava accadendo, avevo bisogno di focalizzare l'attenzione sul problema, sembrava irreale.
Mentre mi incamminavo per la Saint Thomas Street in direzione di casa, in preda a mille pensieri, mi squillò il cellulare.
 
- Buongiorno principessa dell'acqua! -
 
Fu stupendo ascoltare la sua voce in quel momento.
 
- Buongiorno amore! Sei in pausa? -
 
- Sì, ho ancora una ventina di minuti, ho già pranzato. Questo primo giorno è molto intenso, sto cercando di capire come funzionino le cose qui.
Tu dove sei? Ti stai godendo l'ultimo giorno di ferie senza quel rompiscatole  del tuo ragazzo fra i piedi? -
 
Se solo avesse saputo come mi ero sentita fino a quel momento! Finsi di essere allegra e stetti al suo scherzo:
 
- Ebbene sì, mi sto proprio rilassando senza di te! -
 
- Ahahah non avevo dubbi! A proposito, non dovevi vedere Heles? Cosa dovevi dirti di 
importante? -
 
Non potevo dirgli la verità, sapevo che avrebbe creato ulteriori problemi con Zaffiro, questa volta lo avrebbe picchiato davvero. Per quanto mi sarebbe piaciuta l'idea che Taiki gli desse una lezione, non volevo coinvolgerlo in questa storia, avevo paura di Zaffiro, e non avrei sopportato l'idea che combinasse dei guai anche a Taiki. Trovai rapidamente una scusa per non dirgli la verità:
 
- Sì ho visto Heles, le sono molto piaciuti i regali che le ho portato sai? Ah, poi non voleva dirmi niente di così importante, semplicemente che aveva bisogno di fare altri straordinari in questi giorni, così mi ha chiesto se potevo prendere altre ferie, e ti dirò che l'idea non mi dispiace. Se il capo accetterà, mi prenderò qualche altro giorno! -
 
La scusa non fu molto credibile, ma fu la prima cosa che mi venne in mente.
Taiki rimase un attimo in silenzio, poi rispose:
 
- Mmm ho capito... Possibile che oltre a te non vada in ferie nessun altro? Mi pare strano! Ho capito, ti avrà parlato di cose sue private che non vuoi dirmi, e con l'occasione ti prendi altre ferie perchè non ti va di tornare al lavoro, dì la verità! -
 
Il suo tono era scherzoso, e io non avevo altra scelta che confermare le sue parole. 
 
- E va bene amore, io stacco alle 18.30 stasera, ti va di cenare insieme? -
 
- Sì, va bene amore! A che ora ci vediamo? -
 
- Per le 19.30 ti va bene? -
 
- D'accordo, a più tardi! Buon lavoro Tay! -
 
- A stasera amore mio. -
 
Mi sentivo in colpa per avergli mentito, ma era l'unico modo per non avere altri problemi, nè io, nè lui. Proseguii per la strada verso casa, mentre pensavo a quanto avrei voluto schiaffeggiare quell'essere deprecabile.
 
 
 
 
 
Note e commenti:
 
Sempre più perfido questo Zaffiro, lo sto facendo odiare poverino :D  
Tra l'altro non ci crederete, ma io come personaggio nell'anime lo adoravo, ma qui ci voleva un cattivo che inizialmente fosse bello e affascinante, perciò mi è venuto in mente lui, poveretto :D
Grazie Demy per il tuo supporto :)
E grazie come sempre a voi:
Kay89, EllieMarsRose, Moon91, Key17, Lisanechan, LadyFire, Star86, Court, Pianistadellaluna, Alemagica88, Cry88,Miroku88.
Un saluto e alla prossima!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Una romantica cena. ***


Una romantica cena.
 
 
 
Il pomeriggio arrivò presto, mentre io, Rea, Ottavia e Morea, ci godevamo la nostra merenda intorno al tavolo. Morea aveva preparato dei croissant ripieni alla marmellata di albicocche che le avevo portato dall' Italia.
Suonarono alla porta: era Yuri.
 
- Buon pomeriggio ragazze, come state? -
 
Poi si avvicinò a Rea e le accarezzò i capelli, portandoglieli dietro ad un orecchio con dolcezza:
 
- Piccola come stai? Ti ho portato un libro di arte moderna, sono certo che ti piacerà! -
 
Yuri era molto affettuoso con Rea, da quando lei ebbe l'incidente, non passò giorno in cui non venne a trovarla. 
Lei era imbarazzatissima dal gesto di lui che si era avvicinato fin troppo al suo viso e si scansò all'indietro.
 
- Ma cosa fai? Non ti avvicinare troppo! -
 
- Rea non essere scortese, Yuri ti ha fatto un regalo! -
 
La sgridò Ottavia. Rea fu costretta a cambiare tono e sfogliando il libro che le aveva regalato Yuri disse:
 
- E' un bel libro, grazie Yuri! -
 
Rea stava tornando la stessa di sempre, ed era bello vederla nel suo solito atteggiamento. La conoscevo, e sapevo che Yuri le piaceva davvero tanto, ma per orgoglio non glielo avrebbe fatto mai capire, anzi, lo avrebbe trattato in malomodo per fargli capire tutto il contrario, lei era fatta così!
Yuri si unì alla merenda, sedendosi accanto a Rea che assunse un'espressione infastidita:
 
- Allora, è proprio necessario che tu mi stia sempre così appiccicato? Guarda che sto guarendo, non c'è bisogno che tu venga sempre qui a fare il buon samaritano! -
 
Yuri diventò rosso e balbettò:
 
- Ma... ma Rea, io lo faccio perchè sono tuo amico, non ti ricordi di quante volte siamo andati a pranzo insieme? -
 
- Sì ma io lo facevo solo per farmi pagare il pranzo da te! -
 
Ottavia andò su tutte le furie, per farla arrabbiare significava proprio che Rea stava esagerando:
 
- Rea adesso basta! Ma insomma perchè lo devi trattare così? Yuri è molto carino con te, dovresti scusarti! Mi fai sembrare nostra madre quando mi tocca dirti certe cose, eppure sei tu la sorella maggiore fra noi due! - 
 
Rea fece l'indifferente e non disse più niente.
Colsi l'attimo di silenzio per rivolgermi a Morea:
 
- Morea, è un problema se anche questa sera non rimango a cena? -
 
- Ma no dai, tranquilla. Adesso che Taiki ha iniziato a lavorare, avete poco tempo per vedervi, ed è normale che almeno la sera vi vediate! Ah e poi da domani ricomici anche tu vero? -
 
Mi si fermò il respiro per un attimo a quella domanda. Poi mi feci coraggio, non volevo mentire anche alle mie amiche, e raccontai loro di Zaffiro e del fatto che forse avrei preso altri giorni di ferie. Rimasero tutti allibiti ed iniziarono a volare commenti di disprezzo su quel verme, e di preoccupazione per me. Poi Yuri mi disse:
 
- Ma Taiki lo sa che Zaffiro ti sta intralciando anche sul lavoro adesso? -
 
- No Yuri, e ti prego di non dirgli nulla. Non voglio che scoppi un putiferio. -
 
- Come no! Guarda che quel tizio è un malato di cervello, e se ti facesse qualcosa? Taiki lo dovrebbe sapere secondo me, se fossi la mia ragazza mi arrabbierei molto se scoprissi una cosa del genere senza che tu me lo avessi detto, e poi lui ha il diritto e il dovere di difenderti! -
 
- Ma Amy non è la tua ragazza! -
 
Lo interruppe Rea. Ero pronta a giurare che fosse gelosa per quello che aveva detto lui, nonostante avesse frainteso il suo discorso, in quanto Yuri mi stava dicendo quelle cose solo dal punto di vista di un uomo, e non perchè avesse interesse per me. Non aveva ben capito che Yuri non aveva occhi che per lei.
Io però ero preoccupata che Yuri parlasse con Taiki, adesso che si erano conosciuti:
 
- Capisco il tuo discorso Yuri, però ti prego, non dire niente a Taiki, per favore. -
 
Lui fece spallucce e non replicò. La sua mancata risposta dovetti (o volli) prenderla per buona.
 
 
Erano quasi le 19.30 ed ero pronta per uscire, stavo aspettando l'arrivo di Taiki.
Ottavia mi sorrise:
 
- Wow che begli orecchini Amy! Che classe! -
 
- Ah... beh... grazie Ottavia! -
 
Quella sera indossai una camicetta di raso blu in tinta con gli orecchini, un paio di jeans e delle ballerine a punta sempre blu. Ultimamente stavo dedicando più tempo ai vestiti, e mi piaceva fare gli abbinamenti. Forse non lavorando, avevo maggior modo di dedicarmi al look e poi... ogni volta che indossavo un capo pensavo:
 
"Chissà se piacerà a Taiki!"
 
Portai con me anche un maglioncino di ciniglia nero, oltre al cappotto e ad una pesante sciarpa di lana bianca, in fondo era ancora inverno, e chissà dove mi avrebbe portata a cena stavolta!
 
Finalmente mi arrivò il suo messaggio, Taiki mi stava aspettando in macchina davanti al cancello.
Salutai le mie amiche e uscii.
Taiki scese dalla macchina, non appena mi vide disse:
 
- Sei bellissima. -
 
Quanto era bello lui, pensai! Mi strinse forte e mi baciò, dopodichè salimmo in macchina.
 
- Allora dove andiamo di bello stasera? Hai trovato un altro ristorante italiano? -
 
- No, niente di tutto ciò! Stasera avrai il piacere di gustare le pietanze di un grande chef... Lo chef Taiki Kou, hai presente? -
 
Avevo capito bene? Provai una strana fitta al cuore:
 
- Mi stai dicendo che cucinerai tu stasera? -
 
- Sì proprio così. Vorrei che venissi a cena da me. -
 
Provai imbarazzo al pensiero che saremmo stati da soli a casa sua. Non riuscii a nascondere il rossore sulle mia guance, e Taiki lo notò:
 
- Stai tranquilla, non ho intenzione nè di farti ubriacare, nè di saltarti addosso. Quanto sei carina quando diventi rossa! Dai non rifiutare l'invito, guarda che ho dovuto sistemare tutta casa per il tuo arrivo, e per me è stata una gran fatica! -
 
Ero contenta e nello stesso tempo imbarazzata, Taiki era stato molto dolce ad aver sistemato casa per ospitarmi a cena, lo adoravo sempre di più. Poi risposi alla sua supplica:
 
- Insomma anche stasera vuoi mettermi all'ingrasso ho capito! Se c'è un cuoco come te non posso certo rifiutare! -
 
Taiki era felice che io avessi accettato, ed ero felice anche io quando potevo vederlo sorridere grazie ad un mio gesto o ad una mia parola nei suoi riguardi.
 
Arrivammo a casa sua, viveva in un appartamento nel West End. La casa era abbastanza grande per una persona, aveva un ampio salone davanti all'entrata con un angolo cottura in fondo alla stanza, poi un bel bagno grande con tanto di vasca, ed una camera da letto matrimoniale. 
La casa era molto ordinata e si vedeva che era nuova.
 
- Allora amore, che te ne pare della mia casa? -
 
- E' bellissima devo dire! Per una persona sola è molto grande! -
 
- Sì lo so, ma a me piace la comodità, e i soldi non mi mancano, quindi perchè andarmi ad accontentare di un lettino in un buco di stanza? -
 
- Beh sì hai ragione! Mmm, ma che cos' è questo profumo? -
 
- Ho messo le lasagne al forno a riscaldare, le ho preparate in fretta e furia prima di venire a prenderti! Per secondo ci sono un pò di affettati e del formaggio, non ho fatto in tempo a preparare niente, va bene uguale? -
 
- Ma certo, già mi pare abbastanza! Te l'ho detto che vuoi farmi ingrassare! -
 
Lui si voltò verso di me e mi sollevò da terra portandomi un braccio sotto la piega delle ginocchia e l'altro dietro la schiena per sorreggermi, poi appoggiò la sua fronte sulla mia e sussurrò:
 
- Non dire così, a me piace solo farti assaggiare la cucina italiana. E poi tu hai un fisico asciutto, non tendi ad ingrassare... stai tranquilla amore, sei leggera come una piuma... io ti amo lo sai? Mi sei sempre piaciuta, non mi sembra vero che adesso tu sia mia. -
 
Sapeva come farmi battere il cuore, e quelle piacevoli fitte che provavo in quel momento, mi indussero a sospirare. Portai le mie braccia intorno al suo collo per stringermi ancora di più a lui, cercando le sue labbra per baciarle teneramente. Quei piccoli baci stuzzicarono la nostra passione per portarci a un bacio più intenso, mentre io ero ancora in braccio a lui come una sposa. Poi portai le mie mani sul suo viso e lo guardai negli occhi:
 
- Ti amo Taiki Kou. -
 
Continuammo a baciarci finchè le braccia di Taiki non ebbero più forza per tenermi in braccio, poi lui mi prese per mano dopo avermi dato un ultimo bacio sulle labbra.
 
- Devo ancora preparare le tartine... mi aiuti? -
 
Per me il suo sguardo era irresistibile, non sarei mai riuscita a dirgli di no. Ero straordinariamente felice.
Ci recammo in cucina e lo aiutai a prepare le tartine, mentre lui mi spiegava gli ingredienti delle salse da spalmare sul pane.
 
Ci sedemmo a tavola, era tutto pronto, e Taiki regolò la luce della stanza per creare un'atmosfera romantica; al centro del tavolo c'erano delle candele profumate, ed un vaso con delle bellissime rose rosse.
Parlammo del cibo che aveva preparato, era tutto favoloso come sempre.
 
- Taiki sei un ottimo cuoco! Mi sono scelta proprio un buon partito! -
 
- Eh sì, se la mia prima passione non fosse stata la medicina, avrei sicuramente fatto il cuoco! La cucina è arte sai? Poi per me l'arte è di famiglia,
 i miei hanno uno studio di design, mentre mio fratello è un cantante molto conosciuto! -
 
- Ah mi ricordo di Seiya! Alla fine è riuscito a sfondare nel campo della musica? -
 
- Sì. Si è trasferito con me in Italia quando decisi di partire per il Giappone, ed ha fatto carriera. In Italia è famoso adesso! Dopo ti farò ascoltare qualche sua canzone, ho portato i suoi cd con me. -
 
- Sei orgoglioso di tuo fratello vero? -
 
- Sì, Seiya è sempre stato una parte della mia famiglia molto importante per me. I nostri genitori erano spesso fuori casa, e io e lui siamo cresciuti insieme, condividendo molte esperienze. Mi manca un pò! Ma non glielo dirò mai ovviamente. -
 
- Eh? E perchè no? -
 
- Orgoglio maschile. Non andrò mai a dire a mio fratello che mi manca, mi sfotterebbe a vita! Fra di noi c'è un legame profondo, ma raramente ci siamo scambiati parole d'affetto. In fondo tutti e due lo sappiamo che ci vogliamo bene, quindi a cosa serve dirlo! -
 
Ridacchiai, la mentalità maschile era così contorta a volte! 
 
- Vedo che indossi gli orecchini che ti ho regalato, ti stanno bene! Ti piacciono? -
 
- Sì, sono bellissimi! Oggi anche Ottavia mi ha fatto i complimenti! Grazie ancora amore! -
 
Lui mi sorrise, e tutto era così bello da sembrare un bellissimo sogno. Con Taiki era tutto magico, non importava dove fossimo, l'importante era che ci fosse lui ad illuminare le mie giornate, a far battere il mio cuore, a farmi sorridere. Solo un piccolo tarlo continuava a martellarmi il cervello: mi sentivo in colpa per avergli mentito.
 
 
 
Note e commenti:
 
Questa volta niente malignità "Zaffiriane" :D
Ci tenevo a descrivere la famiglia di Taiki, anche per far conoscere qualcosa in più su di lui. E soprattutto, non vedevo l'ora di aggiungere anche Seiya che già dall'inizio era destinato come fratello di Taiki.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Riingrazio particolarmente Demy84 per l'affetto e il supporto, e ringrazio tantissimo anche voi: Moon91, Key17, EllieMarsRose, Kay89, Court, LadyFire, Star86, Pianistadellaluna, Lisanechan, Alemagica88, Miroku88, Cry 88.
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Il neo a forma di cuore. ***


ll neo a forma di cuore.
 
 
 
"Search for your love.*
 
Nel cielo splendono
stelle d'amore e poi
si alza la luna che
dolce ci avvolgerà,
la mia principessa sarai
(principessa sarai)
 
Io canterò per te
sino al giorno che
non ti ritroverò
tra le stelle lassù,
principessa del cielo blu
(principessa sarai)
 
Search for your love
Il cielo nel mio cuore
Search for your love
Parole senza un'età
Search for your love
Io ti cercherò
Dai ascolta l'anima mia
 
Chi lo sa
se tu mi ascolterai,
là nel blu
nel cielo immenso
Canterò
il sentimento
e solo te sognerò
 
Cercherò (su nel cielo)
Brilla su (su nel cielo)
Là nel blu (su nel cielo)
Mi sentirai (su nel cielo)
 
Search for your love (su nel cielo)
Search for your love (su nel cielo)
 
Search for your love..."
 
 
Era una bellissima melodia con delle dolci parole che mi vennero tradotte da Taiki. Era la canzone cantata da Seiya con il suo gruppo. Taiki ci tenne a farmi sentire la musica di suo fratello dopo cena, ne era orgoglioso.
 
- Taiki, tuo fratello è bravissimo, il suo successo è davvero meritato! -
 
- Già... sai ballare? -
 
- Cosa? Ah non molto a dire il vero... -
 
- Vieni qui... -
 
Taiki mi prese per mano e poi mi strinse forte a se in un abbraccio, iniziando a muoversi lentamente al centro della stanza. Io appoggiai la testa fra il suo collo e il suo petto, e chiusi gli occhi per assaporare meglio quel momento, stringendo le braccia dietro alla sua schiena.
Capii che non era necessario saper ballare, bastava lasciarsi guidare dal suo movimento, dalla magia di quelle note.
Taiki iniziò di nuovo a baciarmi, molto lentamente, stuzzicando le mie labbra con la lingua.
Iniziai a sospirare e a ricambiare i suoi baci, che si facevano sempre più passionali. Adesso le sue mani mi stringevano i fianchi, e la sua bocca si allontanò dalla mia, per continuare a baciarmi dapprima sull'angolo delle labbra, poi sulla guancia, infine sul collo, dove si soffermò a lungo, provocando in me una serie di scosse dietro la schiena. Quella piacevole sensazione mi fece venire i brividi e il mio respiro era sempre più affannato. Poi si fermò, mi guardò negli occhi un attimo mentre io cercavo di riprendermi da quelle emozioni, e disse:
 
- Forse adesso è ora di tornare, si sta facendo tardi. -
 
Perchè aveva interrotto bruscamente quel momento così intenso? Non volevo che smettesse, avevo voglia dei suoi baci, ancora di più.
 
- Ma... amore perchè? -
 
- Domattina devo alzarmi presto, mi dispiace amore. Dai andiamo a metterci i cappotti, penserò io domani a sparecchiare. -
 
Ma cosa stava succedendo? Perchè tutta quella fretta di riaccompagnarmi? C'era dell'altro, non poteva essere davvero perchè doveva alzarsi presto, non era da lui. Mi salirono dei dubbi: che avessi fatto qualcosa involontariamente che lo avesse infastidito? Non riuscivo a capire e gli feci ancora domande:
 
- Ma amore... ho fatto qualcosa che non va? Ti prego, dimmi la verità... -
 
Mi sorrise con un angolo della bocca e mi appoggiò una mano sul viso:
 
- Ma no amore mio, che cosa avresti dovuto farmi che non va? Stai tranquilla, è che sono solo stanco e non vorrei fare troppo tardi.  
Dai andiamo a prepararci. -
 
- No Taiki... io ti conosco, c'è qualcosa che non va. Per favore, dimmi almeno se è dipeso da me. Non vorrei aver fatto qualcosa che ti abbia infastidito, se così fosse vorrei saperlo, ti prego! -
 
Sospirò in segno di sconfitta, poi mi appoggiò le mani sulle spalle, e mi rispose guardando nel vuoto, senza incontrare i miei occhi:
 
- Amy, io non vorrei davvero che tu pensassi che io ti abbia invitata qui solo per... non so come dirtelo... non vorrei che pensassi che io voglia approfittare di te. Io ti ho invitata qui veramente solo per farti vedere dove vivo, e perchè avevo intenzione di prepararti una cenetta romantica, tutto qui. Però il contatto con te mi fa perdere la testa. I tuoi baci, il tuo profumo... solo il fatto di stringerti a me come ho fatto poco fa... mi manda veramente in tilt, e rischierei di non limitarmi più solo ai baci, capisci? Sono pur sempre un uomo... -
 
Forse si aspettava da me chissà quale reazione a quelle parole, ma a me spuntò un sorriso sul viso. Mi sentivo amata e desiderata dall' uomo che amavo, non potevo che esserne gratificata. Lo  conoscevo, sapevo che era un ragazzo corretto, già il fatto che si fosse fermato molto prima di esagerare, ne era la prova. E poi non aveva fatto i conti con quello che io volevo davvero. Non ero stata io a fermarmi, ma lui. Anche io lo desideravo.
 
- Amore... perchè stai sorridendo? -
 
- Ascolta amore, non ho mai pensato che tu volessi approfittare di me. Io... io vorrei stare qui stanotte. -
 
Ero molto imbarazzata, ma ero anche decisa a fargli capire quale fosse il mio desiderio. Lui rimase stupito e mi guardò con occhi interrogativi:
 
- Ma... ma sei sicura? Amore io non... -
 
Non lo feci finire di parlare, perchè ripresi a baciarlo, e questa volta si lasciò abbandonare anche lui alla passione, i nostri baci erano dolci, passionali, paradisiaci, le mie labbra volevano solo le sue, e le sue labbra volevano solo le mie. Continuamente, senza fermarsi se non pochi secondi per riprendere fiato, e poi di nuovo baci, infinitamente baci. 
Taiki mi fece sedere sul tappetto in mezzo alla stanza dove qualche minuto prima avevamo ballato, e mentre io ero seduta, lui si mise in ginocchio, con le mani appoggiate per terra e con il viso di fronte al mio per baciarmi ancora. Dentro di me si muovevano un misto di sensazioni, sentimenti, emozioni, io amavo Taiki e lo volevo tutto per me, corpo e anima. Lui riprese a baciarmi sul collo, delicatamente, facendomi venire i brividi su tutto il braccio attinente al lato del collo che sfiorava con le sue labbra. Più baciava il mio collo e più scendeva giù con le labbra, arrivando a sfiorare la mia camicetta di raso. Io nel frattempo alzai la testa per rendergli più facile quell'atto, e intanto gli accarezzavo la nuca. Poi mi guardò negli occhi:
 
- Ti amo... -
 
Così dicendo mi adagiò sul tappeto, sdraiandosi su di me, ma poggiando i gomiti a terra per non farmi male. Il mio cuore aveva sussultato al suono delle sue parole, che esprimevano tutto il suo sentimento per me.
Mi baciò nuovamente sulle labbra, quando mi staccai lentamente prendendogli il viso tra le mani:
 
- Ti amo anche io... -
 
Lui sorrise, era talmente bello che mi salirono le lacrime agli occhi, anche al pensiero che mi stavo concedendo a lui, il ragazzo che amavo con tutto
il cuore.
Lui se ne accorse e sussurrò:
 
- Che c'è amore? -
 
- Niente... sono semplicemente felice... -
 
- Sei dolce... ti voglio tutta per me... -
 
Taiki sbottonò la mia camicetta mentre continuava a baciarmi dolcemente, a tratti passionalmente.
Feci lo stesso anche io con la sua camicia, anche se un pò mi tremavano le mani dall'emozione, era tanto che non mi concedevo più a qualcuno, anche con Ryo negli ultimi tempi trovavo sempre una scusa per evitarlo. Ma lui no, io lo volevo, lo amavo, lo desideravo, più che mai.
Lui mi facilitò il compito nello sfilarsi le maniche mentre io lo guardavo ammaliata dal suo corpo, aveva un bellissimo petto scolpito, spalle larghe, braccia muscolose al punto giusto.
 
- Sei... bello! -
 
Balbettai sorridendo. Non era da me fare complimenti ad un uomo così direttamente, ma in quel momento non riuscii a trattenere il mio pensiero tradotto in parole.
 
- Anche tu sei bellissima... -
 
I suoi baci passarono dalle labbra al collo, dal collo alle spalle, dalle spalle al seno in parte ancora coperto dalla biancheria grigio perla che indossavo quel giorno, facendomi di nuovo rabbrividire,  provare mille sensazioni, e un intenso piacere. Più mi vedeva respirare affannosamente e più mi baciava lì sul seno. Sentivo di perdere il controllo sempre di più, in paricolar modo quando sentii che era eccitato, mentre il suo corpo era premuto sul mio.
 
- Ta... Taiki, ti voglio! -
 
Lui tornò con il viso verso il mio, aveva un'espressione seria, piena di desiderio:
 
- Anche io ti desidero... da morire! -
 
Lo volevo, il mio corpo, la mia anima, il mio cuore lo reclamava. Volevo lui, solo lui, dentro di me.
Si frenò di colpo:
 
- Aspetta! Aspettami qui amore, non ti muovere! -
 
Si alzò di fretta e corse verso lo stereo. Rimise da capo il cd di Seiya come sottofondo, che parlava d'amore. Poi tornò da me che lo aspettavo ancora sdraiata, di nuovo con le lacrime agli occhi dalla gioia.
Mi strinse forte e questa volta fui io a baciarlo prima sulle labbra e poi sul collo, fino ad arrivare sotto alla clavicola sporgente, dove notai una piccola macchiolina scura, dalla forma originale.
 
- Amore... ma qui hai un neo a forma di cuore! -
 
- Sì... ce l'ho da quando ero bambino... è particolare vero? -
 
Annuii, e gli diedi un delicato bacio proprio lì, su quel neo a forma di cuore.
Quella notte facemmo l'amore, sotto le dolci note di Search for your love, fino ad addormentarci stretti l'uno all'altra.
 
 
 


Note e commenti:
Image and video hosting by TinyPic * Search for your love: Cerca il tuo amore. Come saprete, questa è la canzone cantata dai Three Lights nella quinta serie di Sailor Moon.
Adesso avrete capito la scelta di inserire il raiting rosso nella storia; nonostante non sia un capitolo molto spinto, temo che per via di alcune parole abbia dovuto cambiare raiting.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Grazie mille a Demy84 che è una persona straordinaria.
Grazie di cuore acnhe a voi che mi seguite sempre con tanto affetto :)  :
Key 17, Star86, EllieMarsRose, Moon91, Kay89, LadyFire, Court,  Lisanechan, Pianistadellaluna, Alemagica88, Miroku88, Cri88.
A presto!
SailorMercury84

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Incomprensioni. ***


Incomprensioni. 
 
 
 

Quella mattina aprii gli occhi, svegliata dai movimenti che facevano sussultare il materasso. 
Misi a fuoco che c'era Taiki vicino a me che si stava alzando, e mi ricordai che ero rimasta da lui quella notte. Ci eravamo persino addormentati sul tappeto, ma durante la notte ci eravamo svegliati  infreddoliti, così ci infilammo sotto le coperte nel letto.
 
- Buongiorno my water's drop*! Ti ho svegliata io vero? -
 
Taiki si avvicinò e mi abbracciò forte, dandomi un bacio a stampo sulle labbra.
 
- Mmm... buongiorno amore, che ore sono? - 
 
- Sono le 7.00, devo prepararmi per andare al lavoro. Tu se vuoi puoi rimanere qui quanto vuoi. -
 
- Le 7.00?!? Oh santo cielo, devo sbrigarmi! -
 
 
Alle 8.00 avrei dovuto attaccare al lavoro, e anche se avevo intenzione di prendere ferie, non sarei voluta arrivare oltre quell'ora in ospedale per parlare con Kaspar.
Taiki si fermò a guardarmi mentre io mi alzavo di corsa e cercavo i miei vestiti per andare a prepararmi:
 
- Scusa sono le 7.00, dove devi andare tanto di corsa? -
 
- Devo... devo andare a... niente devo chiedere a Kaspar le ferie dato che oggi dovrei attaccare alle 8.00, non volevo tardare! -
 
- Amore posso sapere perchè hai deciso di prendere altre ferie? Prima o poi dovrai comunque rientrare al lavoro... non è da te prendere le cose così superficialmente, non lo facevi mai con lo studio... -
 
Mi conosceva bene sotto quel punto di vista, ma io dovetti trovare un milione di scuse per non fargli capire il vero motivo di quella scelta:
 
- Amore niente, sono ancora sotto stress in realtà, ho solo bisogno di qualche altro giorno. -
 
- Amy non sei convincente. -
 
Il suo sguardo era serio, e mi aveva chiamata per nome, non ero brava a mentire. Non risposi alla sua affermazione, e facendo finta di non sentire, cercavo disperatamente i miei vestiti, mentre in quel momento indossavo un semplice maglione di Taiki che mi aveva prestato per la notte.
 
- Amore dove sono i miei vestiti? -
 
Ignorò la mia richiesta:
 
- Perchè non sei sincera con me? Insomma, credevo che fra noi stesse nascendo un rapporto leale... perchè non vuoi rendermi partecipe delle tue scelte? -
 
- Amore ti prego. Sto facendo tardi... -
 
- Sono nell'armadio. Adesso suppongo che ti vestirai in gran fretta e te ne andrai senza darmi spiegazioni vero? -
 
Quelle sue domande pressanti mi stavano colpendo una ad una come un pugno nello stomaco. Più mi faceva domande e più dovevo mentirgli, ma come facevo a dirgli la verità? Avevo paura che Zaffiro avrebbe attaccato anche lui in qualche modo, e io dovevo impedirglielo, sebbene questo mi costasse la sofferenza di non essere sincera con Taiki.
Aprii l'armadio e finalmente trovai i miei vestiti che lui aveva piegato con cura la notte scorsa.
Feci per recarmi verso il bagno ma lui si mise davanti alla porta per non farmi passare:
 
- Ma si può sapere che cos'hai? Guardami negli occhi almeno! Cosa sono tutti questi segreti fra noi? Così mi fai sentire come uno che abbia un ruolo marginale nella tua vita... -
 
- Taiki fammi passare, per favore! -
 
- No non ti faccio passare! Facciamo così allora, se non vuoi dirmi il tuo segreto va bene, ma almeno spiegami per quale motivo non ti fidi di me! -
 
- Ma cosa c'entra questo? Senti... non posso dirtelo il motivo, ti prego non farmi altre domande! -
 
- Ma almeno una risposta dammela!! Perchè non ti fidi? Hai paura che io possa giudicarti, o che vada a raccontare al mondo il tuo segreto? -
 
- Sei pressante con le tue domande, basta Taiki! -
 
Avevo le lacrime agli occhi e lui adesso aveva un'espressione infuriata, non l'avevo mai visto così.
 
- Ah adesso sarei anche pressante? Dimmi Amy, quante altre cose sono oltre ad essere pressante ed uno che va in giro a raccontare i fatto tuoi? Forza lo voglio sapere! -
 
- Non... non alzare la voce, non voglio che ci sentano... -
 
Sembrava che gli avessi detto tutto il contrario e gridò ancora di più:
 
- Io a casa mia urlo quanto voglio!!! -
 
Mi faceva paura vederlo così, era andato su tutte le furie, e il suo tono di voce così alto mi metteva in agitazione, quindi iniziai a piangere ancora di più e lo supplicai:
 
- Ti prego, fammi passare... -
 
Lui diede un pugno sulla cornice della porta con tutta la forza che aveva, come se gli servisse a scaricare tutta la rabbia e la delusione che gli stavo provocando. Mi sentii terribilmente in colpa, io volevo renderlo felice, sorridente, e invece in quel momento lo stavo facendo star male; la mia bugia a fin di bene stava distruggendo tutti i bei momenti che avevamo vissuto la sera prima, e la responsabilità era solo mia. Poi mi guardò con occhi improvvisamente tristi:
 
- Mi dispiace di aver gridato. Vorrei solo che ti confidassi con me... Adesso scappa pure. -
 
Così dicendo, si scansò dalla porta facendomi passare. Lì per lì stavo per uscire dalla stanza, ma non ce la feci a lasciarlo così, in collera e ferito.
Mi girai verso di lui:
 
- E va bene, ti dirò il motivo della mia scelta. -
 
A malincuore da una parte, decisi di dirgli la verità, non ne potevo più di quella maledetta bugia che aveva rovinato la nostra serenità.
 
- Non mi interessa più saperlo, va' a prepararti. -
 
Questa fu la sua risposta mentre sceglieva dei vestiti dall'armadio. Il suo tono era calmo, ma celava una grande delusione. Mi avvicinai di più a lui e gli presi una mano:
 
- No, ho deciso di dirtelo. La verità è che... -
 
Tolse con rabbia la sua mano dalla mia, facendomi provare un dolore lancinante nel petto: 
 
- Ti ho detto che non voglio più saperlo! Non voglio la tua pietà! Se fossi stata davvero intenzionata a essere sincera con me, mi avresti reso partecipe dei tuoi pensieri senza condizionamenti. Lascia perdere. Adesso vai a prepararti, che poi devo entrare io nel bagno. Sbrigati o farò tardi. -
 
- Ma... -
 
- Vai ho detto! -
 
Mi sentii umiliata da come aveva tolto la sua mano dalla mia, e da come mi stava cacciando via, ma questo non bastò a farmene andare come voleva impormi. Ormai non mi importava nemmeno più del fatto che stavo facendo tardi, e questa volta alzai io il tono della voce:
 
- Non me ne vado invece! La verità è che Zaffiro conosce il mio capo, il dottor Kaspar, e mi ha calunniato! Gli ha raccontato che sono una poco di buono, facendomi passare per una puttana che se la fa con mezzo ospedale. Zaffiro sta andando spesso al Guy' s Hospital, vuole farmi controllare, e io ho paura di lui, capisci?!? Mi sta attaccando sul lavoro, e ho paura anche che possa farmi del male, così sotto consiglio di Heles, ho deciso di non andare al lavoro per un altro pò, perchè la cosa è troppo fresca... -
 
Taiki chiuse l'armadio sbattendone le ante violentemente e poi diede un altro pugno contro il mobile.
 
- Maledetto bastardo! Lo ammazzo di botte!!! -
 
- Ecco, era proprio per questo che non volevo dirtelo! Non voglio che ci vada di mezzo tu, giurami che non gli farai niente! -
 
- Perchè dovrei giurarti una cosa del genere?! Ti rendi conto di quello che ti sta facendo? La prima volta te lo vedo mentre ti stringe per un braccio sbattendoti al muro, adesso queste calunnie gravissime. E io secondo te dovrei rimanere qui con le mani in mano aspettando il giorno in cui lui ti trovi sola per farti del male? No non esiste! -
 
- Ma quell'uomo è perfido e potrebbe attaccarti in qualsiasi modo come vedi, nel lavoro ad esempio! -
 
- Non crederai mica che lui conosca tutti i dottori del mondo eh? Ascoltami amore... -
 
Finalmente mi guardò di nuovo con la sua espressione dolce che mi faceva battere il cuore, e mi portò una mano sul viso, come per accarezzarmi, poi proseguì:
 
- ... non ti devi preoccupare per me, so badare a me stesso. Quel maiale merita una lezione, non voglio che ti tocchi più con un dito, e gli farò passare la voglia di dire in giro certe malignità su di te! Stai tranquilla... -
 
Non riuscivo a stare tranquilla come diceva, non mi era mai capitata una brutta esperienza con un uomo come Zaffiro, avevo troppa paura, perciò supplicai Taiki:
 
- No ti prego, lascialo stare, chissà cos'altro si farà venire in mente poi... -
 
- Ma insomma adesso basta!!! Devi avere fiducia in me, ma come devo dirtelo?! Se non vuoi che il tuo ragazzo ti protegga, dimmi allora che cosa devo fare! Dimmelo tu, vuoi vedermi solo per passare delle belle giornate, senza che io mi intrometta nella tua vita privata? Diamine Amy, non sopporto questo tuo modo di pensarla su di me! Che razza di ruolo ho io per te? -
 
- Taiki ti scongiuro, ma non lo capisci che io lo dico per te? Perchè sei così nervoso adesso? Io non voglio che ti succeda niente per causa mia! Io ho fiducia in te, ma ho più paura di lui! - 
 
Taiki era sempre più in collera, e prese a calci i vestiti che aveva fatto cadere a terra con rabbia. Avevo combinato un disastro dicendogli la verità,
mi ero pentita di averlo fatto. Non riuscivo a trattenere la lacrime, mi sentivo emotivamente distrutta nel vederlo così. Poi tuonò:
 
- Maledizione Amy!! Non venirmi a dire che hai fiducia in me, perchè non è vero! Quel bastardo non è l'uomo più invincibile del mondo, lo vuoi capire?!? Ma tanto è inutile parlare con te, non vuoi capire! -
 
Singhiozzando sempre di più iniziai ad alzare la voce anche io:
 
- Smettila di trattarmi così! Io lo dico per te, solo per te! -
 
- Lo vedi che non capisci? Dannazione! Più dici così e più mi arrabbio Amy!!! Sono un uomo anche io, e sono capace di battermi con quel verme cosa credi? E poi non ho paura delle sue ritorsioni, perchè gli farò passare la voglia di giocare con il fuoco! Sono il tuo ragazzo lo capisci o no?!
Mi sento umiliato dalla tua scarsa fiducia nei miei confronti! -
 
- Ma... -
 
- No, non aggiungere altro! Sono fuori di me!!! Va bene allora, farò come dici tu, me ne starò all'angolino buono buono, tu non preoccuparti di dirmi più niente delle tue cose, tanto io ho solo un ruolo marginale per te, in caso ci vedremo solo per fare sesso se è questo quello che vuoi! -
 
Questa volta fu lui a ferirmi profondamente, ma nonostante sapessi che le sue parole fossero dettate dall'ira, non sopportai una frase del genere e mi partì un ceffone che lo colpì in faccia.
Ritrassi subito la mano che lo aveva colpito, avevo totalmente perso il controllo, e mi sentii ancora peggio. Non riuscivo nemmeno più a parlare.
Per colpa di Zaffiro, ma anche mia, la mia vita stava andando a rotoli, prima sul lavoro, adesso in amore. Alzai gli occhi per vedere Taiki che si era posato la mano sulla guancia colpita, e aveva gli occhi lucidi, non aveva nemmeno lui la forza di parlare, poi con grande fatica e il tono decisamente più calmo mi ordinò:
 
- Vattene. -
 
Non ce la feci a replicare, e tra rabbia, frustrazione e dolore, mia avviai verso il bagno per cambiarmi, poi uscii dalla porta di casa senza che ci dicessimo più niente. 
 
 
 

Note e commenti:
 
*: mia goccia d'acqua.

Aaaargh doveva arrivare questo momento! Le premesse c'erano tutte per questo litigio :P
Grazie di cuore alla dolcissima Demy84 per il suo supporto :)
E grazie  alle mie lettrici fantastiche: Key17, Marziolina86, Elliemarsrose, Moon91, Kay89, FireLady, Court, Lisanechan, Pianistadellaluna, Alison95, Alemagica88, Cry88.
Un abbraccio a tutti!
SailorMercury84

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Dove sei? Parte prima. ***


Dove sei?
Parte Prima. 
 
 
 
Tutto quello che era successo quella mattina, tutta la rabbia e il dolore che serbavo dentro, si trasformarono in determinazione, in forza.
Arrivai in ospedale con quasi un'ora di ritardo, ma non mi importava, avevo deciso di non chiedere più le ferie, non volevo sfuggire ancora una volta al problema Zaffiro. Se lo avessi incontrato, questa volta lo avrei affrontato, e gli avrei sputato in faccia tutto il mio odio, perchè se quella mattina avevo litigato con Taiki, era anche colpa sua.
Raggiunsi comunque l'ufficio di Kaspar, per firmare il ritardo. 
 
 
- Buongiorno dottoressa Mizuno, la stavano cercando, è in ritardo! -
 
Avevo un'espressione seria, ero pronta a qualsiasi attacco:
 
- Sì lo so, e mi scuso. Oggi le chiedo per favore di non assegnarmi delle ore di straordinario, perchè ho necessità di staccare all'orario previsto, cioè alle 17.00 -
 
Azzardai la richiesta nonostante fossi appena rientrata, ma avevo intenzione di vedere Taiki dopo il lavoro e non volevo staccare troppo tardi. Kaspar fece il giro della scrivania, e si avvicinò a me, mettendomi una mano sulla spalla, e con aria maliziosa mi disse:
 
- Non c'è problema dottoressa. Immagino che avrà molti impegni dopo... -
 
Scansai la mia spalla dalla sua mano e con occhi di ghiaccio gli risposi:
 
- Non sono affari che la riguardano. Adesso se mi vuole scusare, io vado a lavorare.-
 
- Non così in fretta Mizuno. Si sieda, devo parlarle. -
 
Potevo ben immaginare cosa dovesse dirmi, ma ero pronta ad affrontarlo, così mi sedetti senza esitazioni. Lui tornò al suo posto dietro alla scrivania, e mi osservò per vedere se potessi tradirmi in qualche espressione del viso, come per dare l'impressione di sapere già cosa volesse dirmi, ma io rimasi impassibile. Kaspar cominciò a parlare:
 
- Mizuno, girano strane voci sul suo conto. Io l'ho sempre reputata un ottimo elemento, ma non le nego che queste voci mia abbiano colpito particolarmente... sa di cosa sto parlando? -
 
- Non ne ho idea. Vuole mettermi al corrente di tali voci, per favore? -
 
Dovevo salvaguardare la posizione di Heles, e finsi di non sapere nulla.
 
- Dottoressa, si dice che lei abbia... beh, che abbia dei rapporti extra lavorativi con alcuni colleghi qui in ospedale, e addirittura qui in sede.
Lei ne sa qualcosa? -
 
Odiavo dover sentire quelle cose, avrei voluto urlare di rabbia, era indecente il modo in cui Zaffiro volesse rovinarmi la reputazione, ma mi mostrai calma, apparentemente pacata.
 
- Questo mi meraviglia dottor Kaspar. Lei ormai mi conosce da quasi due anni, e dovrebbe conoscermi bene sul campo lavorativo. Spesso qui in ospedale non c'è nemmeno il tempo per un caffè, dovrebbe saperlo. Mi auguro che lei non creda a queste calunnie che sono state messe in giro,
mi affido alla sua intelligenza. -
 
Kaspar  era sorpreso dalla mia reazione calma, e si sentì in difetto ad aver detto quelle cose, le sue parole ne furono una conferma:
 
- Certo che no, non ho mai creduto ad una simile affermazione, ma sa, io sono il capo del personale, e mio malgrado a volte devo sottoporvi a dei quesiti per far si che questo ospedale funzioni correttamente, e che sia gestito da elementi validi che non facciano scoppiare scandali. -
 
- Bene. Comunque a conferma di ciò che le ho detto, non ho problemi se vorrà controllarmi, e può chiedere anche in questo momento a qualunque mio collega, se abbia mai avuto un rapporto extra lavorativo con me. Per me non c'è nessun problema dottore. Ecco, l'unica mia curiosità è questa: chi è stato a mettere in giro tali calunnie? Immagino sia un essere abominevole... -
 
- Non saprei dottoressa, queste sono voci che girano, tutto qui. -
 
Quell'uomo era falso e stava proteggendo il suo caro amico, ma ero sicura che non si fosse lasciato completamente convincere da Zaffiro, tutto sommato una sua intelligenza ce l'aveva.
 
- Bene, adesso posso andare? -
 
- Prego dottoressa. -
 
Uscii dall'ufficio di Kaspar, sembravo una furia. Mi recai al reparto del pronto soccorso, per dedicarmi finalmente ai pazienti, quando vidi Heles che stava fasciando la gamba di un bambino che era seduto su un lettino in mezzo al corridoio.
 
- Ciao Heles! - 
 
- Hey Amy! Sei passata a salutarmi? Come mai hai il camice? -
 
- Sono venuta a lavorare, poi ti spiegherò. -
 
- Senti, alle 12.00 in sala mensa ok? Pranziamo insieme visto che sei venuta tardi. -
 
Heles si era rabbuiata dopo averle detto che ero venuta lì per lavorare, ed aveva un'espressione preoccupata.
 
 
Ore 12.05, raggiunsi Heles in sala mensa, che era già li ad aspettarmi. Dopo aver preso un piatto di riso in bianco ed una bottiglietta d'acqua minerale, mi sedetti accanto a lei con il pranzo.
 
- E quello sarebbe tutto il tuo pranzo? -
 
Domandò Heles che invece nel vassoio aveva oltre al riso, anche uova con pancetta, un pezzo di pane e una mela. 
 
- Sì, non ho molta fame. -
 
- Ok Amy, arriviamo al sodo, come mai hai deciso di tornare subito? Non credi sia pericoloso per te? -
 
- Forse. Ma sono stufa di scappare. Se Zaffiro dovesse tornare, lo affronterò. E poi non mi interessa delle voci che ha messo in giro, credimi. -
 
- Wow come sei determinata Amy! Ma che cosa ti è successo da ieri? Hai completamente cambiato atteggiamento! Beh meglio così, preferisco questa Amy più decisa! Anche se non ti nego che un pò di preoccupazione c'è! -
 
Heles non poteva immaginare che quella mia determinazione che adesso le mostravo, erano semplicemente rabbia e tristezza che si erano trasformate in forza:
 
- Stai tranquilla Heles, non mi succederà niente. -
 
- Beh lo spero! Ma che diavolo ti è successo in un giorno per cambiare totalmente idea? -
 
Sospirai profondamente, il pensiero del litigio di quella mattina mi intristì; mi venne un nodo in gola che cercai di reprimere con tutte le mie forze e le raccontai della lite con Taiki.
 
- Caspita Amy, mi dispiace dirtelo, ma Taiki ha ragione! -
 
- Ma che cosa dici Heles?! Avrei dovuto metterlo in mezzo a dei casini per causa mia? -
 
- Ma dai Amy, come fai a non capirlo! Lui è il tuo uomo, ed è normale che voglia proteggerti! Lo hai ferito nell'orgoglio, non ti rendi conto? Prima gli racconti una balla colossale, e poi quando lui cerca di proteggerti, tu gli fai capire di non avere fiducia in lui. Andiamo... penso proprio che lui abbia ragione, mi dispiace deluderti! Capisco che una scazzottata fra lui e quel vile possa turbarti, ma almeno avresti dovuto dirgli la verità da subito; così lo hai fatto sentire escluso! In poche parole: hai ferito il suo orgoglio maschile e lo hai anche relegato all'angolo... non credi che avesse ragione a reagire in quel modo? -
 
Le parole di Heles mi avevano spiazzata, era come se improvvisamente fosse riuscita ad aprirmi gli occhi e mi sentii terribilmente in colpa per come mi ero comportata. Adesso capivo anche il senso di quella frase che mi aveva ferita e che aveva scatenato in me una rabbia tale da schiaffeggiarlo.
Taiki aveva ragione, avrei dovuto essere sincera con lui, e avere più fiducia nelle sue possibilità.
Tutto quel putiferio che era scoppiato fra noi lo avevo creato io inconsciamente. Ero stata io a umiliarlo e a farlo sentire l'ultima ruota del carro. Maledetta Amy! Come avevo fatto a non capirlo prima? Avrei voluto urlare di rabbia in quel momento, mi ero resa conto di averlo offeso profondamente. Mi salirono  di nuovo le lacrime agli occhi al pensiero di quell'errore che avevo commesso.
 
- Heles hai ragione. Ti ringrazio! -
 
La abbracciai mentre lei che non si aspettava quella mia reazione rimase di sasso per un attimo, poi ricambiò l'abbraccio:
 
- Lo so che ho ragione! Dai, sono sicura che sistemerai tutto! -
 
 
Heles stava diventando una delle persone più care che avessi conosciuto li in quel paese straniero, la sua presenza era sempre rassicurante, mi resi conto che con lei riuscivo a sfogarmi e le raccontavo sempre tutto, spontaneamente. Era una ragazza d'oro.
 
Prima di riprendere il lavoro dalla pausa, mandai un messaggio a Taiki:
 
"Vorrei vederti stasera quando stacchi, vorrei parlarti."
 
Dopodichè spensi il telefono fino a fine turno.
 
Erano le 17.20 circa quando uscii dall'ospedale ed accesi il cellulare. Arrivò subito un messaggio che mi accelerò i battiti del cuore, nella speranza di una risposta di Taiki che non arrivò. 
Il messaggio era di Morea:
 
"Tesoro stasera puoi rimanere tu a casa con le altre? Io ho un appuntamento con Moran! Sì hai letto bene, un appuntamento con... M O R A N :)  Allora ci conto eh? Un bacio, Morea!" 
 
Sorrisi su come aveva evidenziato il nome di Moran, in quel modo aveva trasmesso tutta la sua felicità. Ma subito dopo pensai a Taiki che non mi aveva ancora risposto al messaggio. Pensai che forse avrei dovuto aspettare, in fondo avrebbe staccato alle 18.30 e magari non aveva ancora avuto modo di rispondermi. Intanto risposi a Morea, dicendole che per le 20.00 sarei tornata a casa e le augurai buona fortuna con Moran.
Per non perdere tempo, decisi di recarmi direttamente davanti all'Italian Clinic, per aspettarlo lì.
Alle 18.00 arrivai puntuale di fronte alla struttura, faceva molto freddo quella sera, ma decisi comunque di aspettarlo fuori.
Nell'attesa, inviai un messaggio a Marta, chiedendole se per loro andasse bene che portassi la pizza per cena.
L'attesa era estenuante, più passava il tempo e più non vedevo l'ora di veder comparire Taiki per fargli le mie scuse. Aspettai a lungo, intanto Marta aveva risposto al mio messaggio, dicendo di portare la pizza anche per Bunny e Marzio che sarebbero venuti a cena. 
Nessun messaggio di Taiki, e non lo vedevo nemmeno uscire dalla clinica, nonostante fossero le 18.45. "Forse lo hanno trattenuto" pensai. Aspettai ancora, mentre le temperature si abbassarono ancora di più ed iniziavo a tremare dal freddo. Guardai di nuovo l'orologio, ormai erano quasi le 19.00 e i tempi si stavano stringendo, perchè dovevo tornare a casa, così mi feci coraggio, ed entrai all' Italian Clinic.
Mi diressi dalla receptionist, continuando a guardarmi intorno nella speranza di veder comparire Taiki da un momento all'altro.
 
- Buonasera, mi scusi, cercavo il dottor Kou, avrebbe dovuto staccare alle 18.30. -
 
La signorina mi chiese di aspettare, controllò il registro e poi mi disse:
 
- Mi dispiace signora, il dottor Kou oggi ha staccato alle 18.00, vedo che ha preso mezz'ora di permesso... -
 
Rimasi di stucco, Taiki era già andato via ed io non lo avevo visto uscire, per di più non mi aveva mandato nemmeno un messaggio di risposta.
"Ma dove sei?"
Sapevo di aver sbagliato, ma non avere nemmeno l'opportunità di scusarmi mi sembrò troppo. 
Me ne tornai in strada, e chiamai un taxi per dirigermi a casa, mentre stava iniziando a nevicare. Il freddo pungente di quella serata sembrò colpire anche il mio cuore ormai a pezzi, mentre le lacrime cominciarono a scendere copiose nell'attesa del taxi. 




Note e commenti:
Image and video hosting by TinyPicE qui giù con altre negatività... non mi picchiate XD
Mando un grande abbraccio a Demy84 e le ancora una volta la ringrazio! E poi un grande abbraccio a voi:
Elliemarsrose, Key17, Moon91, Lisanechan, Kay89, Ladyfire, Court, Marzionlina86,Cri Cri, Pianistadellaluna, Alemagica88, Alison95 e tutti voi che seguite la mia storia.
Grazie infinite! :)
SailorMercury84

 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Dove sei? Parte seconda. ***


Dove sei?
Parte seconda. 
 
 
 

La cena proseguì all'insegna delle risate, Marta e Yaten sapevano sempre tener banco. C'era anche Yuri, che ormai stava diventando "uno di casa". Guardai Rea e la vidi sorridere mentre parlava con lui, ormai era quasi guarita ed ero felice di vederla così, sprizzava energia da tutti i pori.
 
- Non mangi niente? -
 
Ottavia mi guardò con aria triste, era una ragazza molto perspicace.
 
- Non ho molta fame Ottavia, se vuoi puoi mangiare anche la mia parte! -
 
Prima ancora che rispondesse si intromise Bunny:
 
- Ah se non la mangi, ci penso io Amy! Mi sacrificherò io per te! -
 
Rea la sgridò:
 
- Ma Bunny vuoi smetterla di mangiare? Stasera ti sei già ingozzata con quattro pezzi di pizza, vuoi forse diventare una balena? -
 
- Senti un pò Rea!! Non lo sai che le donne incinte devono mangiare per due? E che devono essere coccolate? Marzio ti prego dille qualcosa!-
 
Bunny piagniucolò tirando la manica di Marzio e puntando il dito verso Rea.
 
- Ma dai amore, Rea ha ragione, stasera stai esagerando! Lei lo dice per il tuo bene! -
 
- Sigh... ma non è veroooo! Sniff sniff... Rea è sempre così crudele con meee sigh!  Amy diglielo anche tu, è vero che le donne incinte devono mangiare tanto? -
 
Rea continuò:
 
- Ma finiscila Bunny, tu esageri sempre! -
 
- Amyyyy sniff sniff... ti prego diglielo tu!!! -
 
E così le due continuarono a lungo, mentre tutti si divertivano a vedere i loro battibecchi. Mi unì alle risate degli altri, le mie amiche erano ancora una volta il motivo del mio sorriso, e per alcuni brevi istanti mi aiutarono a non pensare a Lui. Lui. Dov'era finito? Continuavo a guardare il cellulare sperando che prima o poi arrivasse un suo messaggio, ma niente. Mi sentii totalmente a pezzi, possibile che quella maledetta bugia avesse rovinato il nostro rapporto? "Perdonami Taiki" pensai tra me e me; avevo una gran voglia di piangere.
 
- Amyyyyyyy, ci seeeei?! -
 
- Ah Marta! Sì, certo che ci sono! Mi passi l'acqua per favore? -
 
Per quanto mi sforzassi di mantenere il sorriso, le mie amiche si accorsero che qualcosa in me non andava. 
Poco dopo cena, mentre Bunny era intenta a gustarsi le crepes alla nutella che aveva portato Yuri, Marzio mi chiamò un attimo da parte.
 
- Cosa c'è Marzio, ti serve un consiglio medico per Bunny? -
 
- Beh in parte sì! Vorrei che ci consigliassi una struttura seria dove possa far seguire la gravidanza della mia piccola. Ma non è per questo che ti ho presa da parte. Volevo chiederti, come va con Taiki? -
 
Marzio mi stupì, come mai quella domanda? Solo a sentir pronunciare il suo nome, mi sentì un dolore allo stomaco come se mi ci avessero dato un pugno.
 
- Beh... non lo so nemmeno io. Perchè mi fai questa domanda? -
 
- Perchè una ragazza non può uscire in strada da sola di notte. Quindi pensavo che tornando a casa, io e Bunny avremmo potuto accompagnarti da lui con la macchina. -
 
Marzio mi lasciò ancora più sconcertata, come aveva fatto a intuire che fra me e Taiki non andasse tutto a gonfie vele? Il mio stato d'animo era così ben visibile agli occhi degli altri? 
 
- Ma... Marzio, perchè vorresti accompagarmi da lui? Come fai a... -
 
- Perchè sono arrivato ad una conclusione. Ti dico la verità, non ho la palla di vetro, ma ho parlato con Yuri prima che tu arrivassi, e conversando mi ha raccontato del fatto che tu non volessi dire la verità a Taiki su Zaffiro. Poi stasera ti ho vista arrivare qui da sola senza di lui, spesso avevi l'aria affranta e guardavi il cellulare in attesa di qualcosa e... ho fatto due più due! Immagino che lui abbia scoperto la verità e che sia successo un pandemonio, giusto? -
 
Ero imbarazzata e al contempo scioccata da come avesse capito tutto.
 
- Beh... hai ragione Marzio. Ma... ma io non voglio andare da lui! Da oggi non mi risponde ai messaggi, non mi cerca... Non mi dà l'opportunità di scusarmi. Non è giusto! Perchè dovrei cercarlo ancora io? -
 
- Perchè tu lo ami. Io per la mia Bunny farei di tutto, calpesterei anche il mio orgoglio credimi, perchè io la amo e non vorrei mai perderla. E sono certo che anche per te è così! -
 
- Ma... se io cedo e lui no... allora vuol dire che lui non mi ama abbastanza, perchè nemmeno lui mi sta cercando. -
 
- Non siamo tutti uguali. Io sono convinto che lui ti ami, già il motivo della sua presa di posizione sulla faccenda ne è una prova. Semplicemente è molto orgoglioso, come lo sei tu in questo momento. Magari non è riuscito a farsi sentire, chi può dirlo? Va' da lui Amy, parlaci, sono sicuro che si sistemerà tutto. Io e Bunny saremmo felici di darti un passaggio. Riflettici, poi fammi sapere ok? Tra un'ora io e Bunny ce ne andiamo. -
 
Guardai un' ultima volta il cellulare... nessuna risposta. Non mi sentivo bene, il freddo che avevo preso quella sera aspettandolo, mi aveva fatto venire il mal di testa, e quella situazione stava peggiorando ancora di più il mio aspetto fisico. Guardai Marzio che stava per tornare da Bunny, e gli risposi:
 
- Va bene, verrò anche io! -
 
Dopo circa un 'ora, Bunny venne da me portandomi il mio cappotto, e a bassa voce disse:
 
- Tieni, copriti bene che fa freddo, e stasera hai già starnutito diverse volte. Marzio mi ha detto tutto... Sono sicura che risolverai tutto amica mia. -
 
Poi mi abbracciò e io ricambiai commossa:
 
- Grazie Bunny! -
 
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Arrivammo davanti casa di Taiki, quando in strada continuava a fioccare ancora di più.
 
- Marzio, Bunny... Grazie! -
 
Marzio si voltò:
 
- Per noi è stato un piacere Amy. Dai aspettiamo che entri in casa, prima di andarcene ok? -
 
Annuii e poi esitai ancora un pò guardando la porta di casa di Taiki dal finestrino della macchina. 
Poi Bunny mi guardò sorridente:
 
- Forza Amy... va' da lui. -
 
Ringraziai e salutai i miei amici, poi scesi dalla macchina quando una sferzata gelida avvolse il mio corpo. Avevo freddo e la neve non faceva che peggiorare le mie condizioni di salute; iniziai a sentire dei dolori alle ossa mentre percorrevo il vialetto che conduceva alla porta di casa di Taiki. 
Mi voltai e vidi che Marzio e Bunny erano ancora lì ad aspettare che io entrassi in casa. Sorrisi pensando alla loro generosità nei miei confronti, poi tornai a guardare dritto di fronte a me, ero davanti alla porta, le luci erano accese, le vedevo fuoriuscire dalle finestre.
Non avevo nemmeno preparato un discorso, non sapevo se fargli prima le mie scuse o parlargli del mio disappunto per la sua mancata risposta al mio messaggio. Intanto la neve continuò a posarsi sui miei capelli, sul mio cappotto, sul mio viso, in quanto non avevo portato l'ombrello, e l'unico che Bunny e Marzio avevano con loro,  non lo presi perchè poteva servire a Bunny una volta scesa dalla macchina. Doveva proteggere lei e il suo bambino.
Iniziai a starnutire violentemente, e finalmente mi decisi a suonare il campanello.

Nessuna risposta.

Non sapevo se andarmene, in fondo Bunny e Marzio erano ancora lì ad aspettare e sarei potuta tornare a casa, senza subire quella terribile umiliazione di essere rifiutata. "Perchè non vuoi rispondermi Taiki?". Tutto intorno a me iniziò a girare, avevo dei terribili capogiri, quindi mi appoggiai con entrambe le braccia sulla porta per non rischiare di cadere. Decisi un'ultima volta di suonare,  mentre iniziai a tremare dal freddo, poi finalmente udii dei passi avvicinarsi alla porta, e sentii la sua voce:
 
- Chi è? -
 
Non avevo più nemmeno tanta forza di parlare, ma tirai fuori la voce il più possibile:
 
- Taiki sono io... Amy. -
 
Finalmente aprì, ed io rischiai di cadergli addosso in quanto ormai mi ero involontariamente appoggiata con tutto il corpo sulla porta, che era stato il mio sostegno nell'attesa. Lui mi prese al volo, per evitare che cadessimo.
 
- Santo cielo Amy che cos'hai? Sei tutta bagnata, per quanto tempo sei stata qui fuori ad aspettare? -
 
- Io... sta nevicando! -
 
- Amy ma sei rossa in viso! -
 
- Che... che cos'hai fatto alla bocca? E ai tuoi capelli?-
 
Aveva un labbro gonfio, spaccato, mentre i capelli erano sciolti e completamente spettinati.
Lui mi appoggiò una guancia sulla fronte, poi esclamò:
 
- Ma tu hai la febbre! -
 
Così dicendo, mi prese in braccio, io non riuscivo nemmeno a capire cosa stesse accadendo, tutto intorno a me continuava a girare, sentivo ribollire il mio corpo, mi bruciavano gli occhi. 
Lui continuava a farmi domande, mentre tenendomi in braccio mi portava da qualche parte:
 
- Amy mi dispiace! E' tanto che aspetti? E non ti sei portata un ombrello? Mi stai ascoltando? -
 
Prima di chiudere gli occhi fra le sue braccia, in uno stato di semincoscienza fui solo capace di dire:
 
- Ti amo... -
 
 
 


Note e commenti:
Image and video hosting by TinyPic E finalmente rispunta Taiki! Non potevo tirarla troppo per le lunghe, altrimenti avrei rischiato il linciaggio XD
Bisogna poi vedere... ok non dico niente :P
Sono qui di nuovo a ringraziarvi per il vostro supporto e il vostro affetto che mi dimostrate sempre, non sapete quanto mi rendiate contenta :)
In primis ringrazio Demy84, senza di lei non avrei mai iniziato a scrivere una storia :)
E poi ringrazio di cuore anche voi: 
Elliemarsrose, Key17, Moon91, Marziolina86, LadyFire, Kay89, Court, Pianistadellaluna, Lisanechan, Alison95, Cri Cri, Alemagica88 e tutti coloro che hanno inserito la mia storia fra le seguite :)  Thanks!!
Un saluto
SailorMercury84
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Riconciliarsi. ***


Riconciliarsi.  
   
 
 
Sentii un panno umido poggiarsi sulla mia fronte, mi svegliai.
La luce era fioca, conoscevo quella stanza... ero nel letto di Taiki. Riuscivo a tenere a malapena gli occhi aperti, mi sentivo soffocare dal caldo e non riuscivo a muovermi.
 
- Come ti senti? -
 
Taiki era lì sulla sedia vicino al letto che mi osservava con occhi preoccupati, mentre intanto si raccoglieva i capelli nella solita lunga coda. Con grande sforzo girai la testa verso di lui:
 
- Non mi sento bene... sento il corpo pesante, ho caldo... -
 
- Sei stata una sciocca a venire fin qui senza ombrello, con questo tempo! -
 
Il suo sguardo era duro, era ancora arrabbiato con me, ma io non avevo nemmeno la forza di piangere. Abbassai poi lo sguardo verso le sue labbra, dove c'era un' evidente spaccatura proprio sul labbro inferiore che era gonfio e tumefatto.
 
- Che cosa ti è successo al labbro Taiki? -
 
Sospirò profondamente, poi prese il bicchiere colmo di acqua che si trovava sul comodino, e avvicinandomelo, con una compressa nell'altra mano disse:
 
- Hai 38.6 di febbre... Tieni, prendi quest' antipiretico, ti aiuterà a far scendere la temperatura. Aspetta, ti aiuto a farti sedere. -
 
Dopo aver posato bicchiere e pastiglia di nuovo sul comodino, si avvicinò a me e mi aiutò a farmi sedere, coprendomi le gambe con il piumone,  
e sistemando il cuscino dietro la mia schiena. Solo il fatto che si fosse avvicinato così a me, mi alleviò il dolore che avevo dentro.
 
Presi la compressa, e rimanendo con il bicchiere fra le mani poggiate sulle gambe, iniziai a parlare.
 
- Mi dispiace Taiki. Ho commesso un errore, lo so. Non avrei mai dovuto tenerti nascosta la verità, seppur a fin di bene e... -
 
- Amy hai la febbre e io sono stanco, ne parliamo domani ok? -
 
Aveva un tono calmo come il mio, non avevamo più voglia di urlare, ma decisi di proseguire, ero intenzionata una volta per tutte a chiudere quel brutto capitolo, a chiedergli scusa, ma soprattutto, volevo capire  se avesse ancora voglia di stare con me, dopo la delusione che gli avevo dato.
 
- Taiki ti prego... ho capito il mio errore, e tu avevi ragione. Non avrei mai voluto ferirti, la mia immensa paura per quell'essere orribile ha suscitato in me dei pensieri talmente negativi da portarmi ad avere scarsa fiducia in te, però credimi, non avrei mai voluto ferirti... perchè io ti amo, e tutta questa indifferenza che mi hai riservato oggi, mi ha fatta stare male, malissimo.... -
 
Iniziai a piangere, fu più forte di me, avevo paura di quello che potesse rispondermi, mentre ascoltava in silenzio il mio discorso. Continuai:
 
- Prima di venire qui avevo pensato di chiederti come mai non mi avessi risposto oggi al messaggio e non mi avessi più cercata, ero delusa e sconfortata per questo, ma adesso non voglio più saperlo. Mi basta che tu creda alle mie parole, e mi bastano questi momenti in cui ti stai dedicando a me, ancora una volta. Mi basta essere qui con te e che tu sappia quanto io ti ami. -
 
Taiki che era rimasto in silenzio per tutto il tempo, si sedette sul letto vicino a me ed ebbe una reazione inaspettata: portò la mia testa fra le sue braccia, sul suo petto e mi abbracciò. Ero così felice che non mi importava più di niente, di nessuno, solo di lui, e del sentimento che dentro di me si faceva largo, riempiendo ogni parte del mio corpo fino ad ogni singolo capello. Ricambiai il suo abbraccio, e lo strinsi più forte che potevo, come per non lasciarlo mai più. Mentre mi stringeva, portò una mano sui miei capelli accarezzandoli:
 
- Sono felice che tu abbia capito. Io voglio essere il tuo punto di riferimento Amy, voglio essere per te quella persona su cui tu possa riporre la tua piena fiducia, oltre al tuo amore. Io vorrei essere al centro del tuo mondo, come tu sei al centro del mio. Ogni pensiero, ogni gesto, ogni cosa che faccio, la faccio pensando a te. Non mi era mai successo con nessun'altra, io ti amo già da allora, nel mio cuore ci sei sempre stata solo tu, e prima di ritrovarti, il mio sentimento si era semplicemente addormentato, ma è sempre rimasto lì, rivolto solo a te. Sentirmi escluso da te in quel modo mi ha fatto male, non lo sopportavo, anche se ciò non significa che anche io non ti debba delle scuse per come ho gridato. Ma ero ferito, non potevo sopportare l'idea che proprio tu che sei così importante per me, mi escludessi e non avessi fiducia in me, anche se mi avevi mentito a fin di bene. -
 
- Perdonami amore! Io... io adesso so cosa vuol dire sentirsi esclusi dalla persona che si ama! Giuro che non ti farò mai più una cosa simile! -
 
- Lo so amore... -
 
- Quanto volevo che mi chiamassi di nuovo così!  Amore ti dico la verità anche su un'altra cosa... So che eri in collera, ma anche io ci sono rimasta male per come mi hai trattata, anche se avevi tutte le ragioni del mondo... e per questo mi è partito quello schiaffo. -
 
 - Amore... Io mi vergogno per come mi sono comportato con te... L'atteggiamento che ho avuto nei tuoi confronti non ha giustificazioni, e ho dato il peggio di me urlando e sbattendo pugni a destra e a manca come un pazzo. Purtroppo questo è sempre stato un lato negativo del mio carattere, quando sono fuori di me non capisco più niente, ma non succederà più, cercherò di smussare il più possibile questo mio difetto... Ti chiedo umilmente scusa. Io ti amo my water's drop.-
 
Finalmente il mio cuore era in pace con il mondo, e Taiki, il mio Taiki era lì che mi stringeva fra le sue braccia, potevo sentire il suo cuore, il suo respiro, i suoi lunghi capelli fra le mie mani.
Lui si allontanò di poco dall'abbraccio e rivolse il suo viso al mio, voleva baciami, ma io gli posai una mano sulle labbra delicatamente:
 
- Amore ho la febbre... non vorrei attaccartela... -
 
 
- Dì la verità, ti sei ammalata apposta per non baciarmi, vero? -
 
Cominciammo a ridere, e lui si accontentò di baciarmi sulla fronte. Ero felice di poter vedere di nuovo il suo sorriso, e quello sguardo magicamente unico. Interruppe la sua risata con un smorfia di dolore, portandosi le dita sul labbro gonfio. 
 
- Amore, vuoi dirmi che cos'hai fatto a quel labbro? -
 
- Lo vuoi proprio sapere eh? -
 
Disse guardandomi con sguardo furbo e al contempo divertito.
 
- Sì, lo voglio sapere. -
 
- Però giurami che non dirai niente! -
 
Ormai avevo capito di cosa si trattasse, ma morivo dalla voglia di farmelo dire da lui:
 
- Giuro che non ti dirò niente! -
 
- Bene... Allora, da dove inizio... Ah beh sì. Hai presente quell'imbecille sottospecie di medico del Blackmoon Hospital? -
 
Mi venne da ridere e annuii, portandomi una mano davanti alla bocca.
 
- Bene. Diciamo che finalmente ha beccato quello che si meritava. Sai, mi prudevano un pò le mani... in qualche modo dovevo lasciarle sfogare poverine! Ho passato tutta la giornata al lavoro, pensando a dove e quando avrei potuto mettergli le mani addosso. Poi ho letto il tuo messaggio,
e non ho volutamente risposto per evitare di dirti quali fossero le mie intenzioni e non doverti dare spiegazioni sul fatto che non ti avrei potuta vedere dopo il lavoro, perchè avevo preso la decisione di andare al Blackmoon a fare visita al bastardo. Ho preso mezz'ora di permesso, e mentre stavo per uscire dalla clinica, ti ho vista di spalle che mi aspettavi, così sono uscito dalla porta secondaria per non farmi vedere da te che mi avresti sicuramente impedito di andare da Zaffiro. Mi sono diretto al Blackmoon Hospital, e spacciandomi per un caro amico del verme, mi sono informato sull'orario in cui avrebbe staccato, sempre che fosse ancora di turno (e la fortuna ha voluto che fosse così e che staccasse alle 21.00). Così l'ho aspettato fuori, senza farmi vedere, e quando è finalmente uscito, l'ho seguito fino alla macchina... tu non ci crederai, ma il primo a colpirmi è stato lui! Non ho avuto nemmeno il tempo di dirgli qualcosa che mi ha sferrato un colpo sul labbro. E allora lì mi sono infuriato ancora di più e l'ho preso a pugni, non sai che soddisfazione! Non penso che si farà vedere per un bel pò in ospedale, per come l'ho conciato. E ti assicuro che non ti farà più del male, a meno che non voglia un'altra scarica di botte. Questo era solo l'assaggio! Quando sono tornato a casa avrei voluto chiamarti, ma sei arrivata prima tu, proprio mentre stavo cercando il telefono. -
 
Provai anche io un senso di soddisfazione al pensiero che Zaffiro avesse avuto ciò che meritava, e senza dire niente come promesso, abbracciai di nuovo Taiki.
 
- Amore ascolta, hai la febbre molto alta, ti va di rimanere qui per qualche giorno? In caso potrei passare io a prendere le tue cose, e magari possiamo chiedere alle tue amiche se durante il giorno possono passare qui per non lasciarti sola mentre sono al lavoro. Purtroppo vorrei rimanere io, ma essendo i primi giorni non mi darebbero mai dei permessi. So che sarebbe più facile per te tornare a casa direttamente, ma mi farebbe piacere trovarti qui al mio ritorno la sera... Ti va? -
 
- Sì! -
 
Avrebbe potuto chiedermi qualsiasi cosa il mio Taiki, purchè ci fosse lui con me, con il suo sorriso, con le sue braccia che mi stringevano forte, con il suoi meravigliosi occhi viola. Non esistevano più nè Zaffiro, nè le sue calunnie, la forza di cui avevo bisogno per affrontare le cose, me la trasmetteva lui, e mi sentivo pronta ad affrontare qualsiasi problema, proprio come era successo quella mattina. Se mai Zaffiro si fosse ripresentato nella mia vita, questa volta non sarei più scappata, perchè potevo contare su due cose: la mia forza riscoperta e il sostegno di Taiki.
 
 


Note e commenti:
E finalmente si svela il famoso incontro di boxe che tutti aspettavate :D Stavolta Taiki lo ha conciato proprio male Zaffiro, per la felicità di molti (anche di Amy a questo punto)!
Adesso che Amy e Taiki sono di nuovo insieme più innamorati che mai, vi consiglio vivamente di non perdere il prossimo capitolo... Senza dirvi altro ;)
Un ringraziamento di cuore a Demy84, come sempre per l'ispirazione di questa storia :)
E grazie di cuore a tutti i lettori della mia storia, in particola modo a:  Elliemarsrose, Marziolina 86, Key17, Kay 89, Moon91, Court, Pianistadellaluna, LadyFire, Alemagica88, Alison95, Lisanechan, Cri Cri, Cry88.
A presto!
SailorMercury84

 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Le nozze. ***


Le nozze.
 
 
 
Il grande giorno era arrivato, tutto era pronto. In quei due mesi ci eravamo dati tutti da fare per aiutare Marzio e Bunny con i preparativi. I due avevano deciso di sposarsi con rito cattolico, secondo le regole del loro credo. Scelsero un luogo incantevole per la loro cerimonia: la St. Paul's Church*.
La cerimonia  si sarebbe tenuta per le 11.00, e alle 6.00 eravamo già tutte in piedi. Quella notte Bunny aveva dormito da noi, in modo che il giorno seguente potesse prepararsi ed indossare l'abito da sposa lontano dagli occhi di Marzio, che in quanto sposo non avrebbe dovuto vedere la futura consorte prima che arrivasse sull'altare, secondo tradizione. 
In casa nostra c'era una gran confusione, eravamo tutte euforiche per la nostra Bunny che non aveva dormito quasi niente. Io e Rea fummo scelte da lei come testimoni, mentre Morea e Marta come damigelle. 
 
- Oddio quando arriva la truccatrice? Ma si vede che ho la faccia stanca? Mmm... dite che la pancia si noterà molto? -
 
Bunny era agitatissima, aveva scelto uno abito bianco morbido, fatto di seta, perle, merletti ed organza. Il modello le donava, aveva la parte superiore a maniche lunghe fatte di solo merletto che aderiva sulla pelle; dall'attaccarura del seno fino vita, il merletto era sostituito dalla seta, che era cucita seguendo delle pieghe particolari con organza che nascondevano un pò la rotondità del ventre; infine, dalla vita in giù si apriva un'ampia gonna principesca, sempre di seta decorata con nastri, e perle color champagne che ne componevano il motivo del disegno ondeggiante. Avrebbe indossato un collarino color avorio, con un piccolo ciondolo d'oro bianco a forma di mezza luna come gli orecchini pendenti (quel simbolo significava molto per lei e Marzio, che si erano conosciuti una notte d'estate sotto i raggi della mezza luna, a Primerose Hill** durante una scampagnata con degli amici in comune).
Arrivarono le estetiste, la caposquadra Pezzite si dedicò interamente a Bunny, affiancata da una parrucchiera esperta, mentre altre due truccatrici con altre due parrucchiere si divisero fra noi quattro amiche.
Bunny aveva scelto per me e Rea degli abiti in raso color lilla, lunghi fino a toccare il pavimento, con la parte superiore a tubino, e la parte inferiore che scendeva morbida seguendo le linee del corpo. Li scelse simili per Morea e Marta che li avevano però rosa pastello e con l'aggiunta di due piccole bretelline sulle spalle. Ognuna di noi doveva portare una rosa fra i capelli, e Bunny le scelse per noi seguendo dei ragionamenti ben precisi: io avrei indossato una rosa - ibisco come simbolo di delicata bellezza; Rea invece aveva assegnata una rosa cappuccina come simbolo di splendore; Morea doveva indossare una rosa Tea che rappresenta la gentilezza di una donna; infine Marta avrebbe messo tra i capelli una rosa arancione che simboleggia il fascino.
Ma la cosa ancor più bella che Bunny non sapeva ancora, era che Marzio aveva scelto per lei il bouquet, composto da rose galliche (francesi) che hanno un significato stupendo: "Incontriamoci al chiaro di luna" ,  non vedevo l'ora che lei lo vedesse!!
Finalmente pronte! 
Arrivammo di fronte al cancello per uscire e salire nelle macchine che ci aspettavano: io, Rea, Taiki e Yuri andammo tutti con la macchina di quest'ultimo; Morea, Marta e Moran invece andarono in macchina con Yaten.
Bunny invece sarebbe andata con l'auto d'epoca che era lì fuori ad attenderla, mentre lei, seguita ancora dalle estetiste, era radiosa: i suoi lunghi capelli bondi vennero legati come sempre, con due piccoli chignon laterali dai quali cadevano lunghe ciocche dorate, le quali erano contornate da piccole roselline bianche, che nelle nozze richiamavano Amore eterno. I suoi occhi azzurri erano perfettamente contornati da un delicato ombretto celeste perlato che contrastava le sue labbre colorate da un rossetto rosa più scuro del solito. La famiglia di Bunny era arrivata la sera prima dal Giappone, ed era lì fuori ad aspettarla.
 
- Mamma, papà, Sam! -
 
Bunny corse ad abbracciare commossa i suoi genitori e suo fratello, mentre Pezzite la seguiva con un battufolo di cotone fra le mani:
 
- Hey sposa aspetta un attimo, se inizi a piangere da adesso anche il trucco waterproof*** ne risentirà! -
 
La nostra Bunny era semplicemente bellissima nel suo sorriso, era il ritratto della felicità, e ci aveva contagiate rendendoci allegre.
 
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Entrammo tutti dentro la chiesa, ad eccezione di Bunny, suo padre, Morea e Marta. 
Io e Rea prendemmo posto nei banchi della prima fila, vicino alla famiglia di Bunny, mentre dalla parte di Marzio, oltre ai suoi genitori, c'erano due suoi vecchi amici come testimoni. Taiki e gli altri ragazzi erano nella panca dietro alla nostra; mi girai per guardare il mio amore che era bellissimo nel suo completo giacca e cravatta nero a costine. Lui mi sorrise, ed io mi sentii orgogliosa del fatto che lui fosse lì con me.
Bunny ancora si faceva attendere, e tutti dirigemmo il nostro sguardo su un nervosissimo Marzio.
Lui che era sempre così calmo, quel giorno sembrava che gli stesse scoppiando il cuore fuori dal petto, muoveva un ginocchio provocando all'intero corpo un leggero movimento sussultorio, e ogni tanto si girava verso di noi come per chiederci "Dov'è Bunny?". Io e Rea gli strizzavamo l'occhio per tranquillizzarlo, e lui riprendeva a guardare l'atrio della chiesa.
Finalmente la sagoma della sposa fece ombra sulla luce che entrava nell'edificio, e così l'organo iniziò a suonare le dolci e meravigliose note dell'Ave Maria di Schubert. Eravamo tutti emozionatissimi, mentre Bunny percorreva l'ingresso della chiesa che l'avrebbe condotta all'altare, anche suo padre che la teneva sottobraccio aveva gli occhi lucidi dalla commozione. Sembrò un momento solenne, tutto era perfetto, la sposa, lo sposo e quella tenera melodia. Morea e Marta sorreggevano fiere il lungo velo di Bunny, ed erano anche loro bellissime, entrambe con i capelli sciolti e mossi con le rose fra i capelli.
 
Il prete iniziò il discorso per gli sposi, ogni minuto che passava era un passo sempre più vicino al fatidico "sì", ed ognuno di noi era impaziente di aspettare quel magico momento, mentre Bunny aveva ancora il volto coperto dal velo ed era emozionatissima come Marzio.
Finalmente arrivò il momento tanto atteso da tutti noi, ed il prete pronunciò quello che avevamo tanto sperato di sentire presto:
 
-  Oh Signore, santifica l'amore di questi sposi: l'anello che porteranno come simbolo di fedeltà li richiami continuamente al vicendevole amore. Per Cristo nostro Signore - 
 
- Amen. -
 
Io e Rea che ormai eravamo vicine a Bunny consegnammo il cuscinetto di raso rosso con sopra le fedi. Marzio prese la mano sinistra di Bunny, e con l'altra mano era pronto ad infilarle l'anello al dito:
 
- Bunny, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. -
 
Gli tremava la mano, e con molta emozione negli occhi le mise la fede all'anulare sinsitro. -
 
Poi fu la volta di Bunny, anche lei era commossa e le tremava la voce:
 
- Marzio, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
 
 
Dopo le ultime parole religiose, finalmente Marziò potè baciare la sua sua sposa: le alzò il velo, e scoprendo ancora una volta la bellezza del suo viso, la baciò.
 
Ci fu un'aria di festa fino a che non accompagnammo gli sposi fuori dalla chiesa, dove li inondammo di chicchi di riso come da tradizione.
Erano bellissimi ed emanavano una luce tutta nuova, sembrava fossero contornati da diamanti mentre il sole illuminava i loro volti felici! Il fotografo lì riempì di fotografie, e spesso anche noi facevamo parte delle sue inquadrature, tra cui una in particolare in cui Bunny era al centro fra noi quattro amiche. Dopo aver scattato centinaia di foto agli sposi, il fotografo venne da me e Taiki che stavamo parlando:
 
- Amore te l'ho detto che sei bellissima? -
 
Mentre Taiki mi parlava, il fotografo lo interruppe rivogendosi a me:
 
- Lei è una delle testimoni della sposa vero? Venga, le faccio una foto! Ah, se lei è il suo compagno posso anche farvela insieme! -
 
Così io e Taiki ci stringemmo in un dolce abbraccio, con i visi rivolti verso la macchina fotografica e gli occhi pieni di quella gioia che quel giorno, il matrimonio dei nostri amici ci aveva regalato.
 
 
 
 
 

Note e commenti:
 
Image and video hosting by TinyPic *St. Paul's Church:  Chiesa di San Paolo, a Londra. L'accesso alla struttura è limitato da un cancello, e la particolarità di questa chiesa è  che vi è annesso un giardino. Varcando il cancello della chiesa parrocchiale, (Parish church) nel Covent Garden, si viene proiettati in un'altra "dimensione", il chiasso, la frenesia, la calca, vengono sostituiti da quiete e silenzio; non a caso, il sito viene descritto soventemente come "a place of calm amidst the tumult of Central London"( un luogo calmo fra il tumulto del centro di Londra).
 
** Primrose Hill: (letteralmente Collina delle Primule) è una collina situata nella parte nord di Regent's Park, a nord di Londra, dalla quale si ha un'ottima veduta della città dall'alto, essendo a 70 metri d'altezza sul livello del Tamigi.
 
*** Waterproof: resistente all'acqua.
 
Ci tenevo a sottolineare che non sono diventata una botanica, ma l'idea di scegliere una rosa per ogni ragazza mi piaceva, e così ho studiato un pò i significati delle rose ^^ Perciò il significato di ogni fiore descritto, anche delle rose galliche, è quello reale, non ho inventato niente di mio :)
Vi dico la verità, mi sono un pò commossa nello scrivere certe cose :D (sono fuori di testa lo so!) Spero vi sia piaciuto il capitolo! Scommetto che molti avranno pensato alle nozze di Amy e Taiki... e invece no :P  La storia non finisce qui! :)
Questo capitolo lo voglio dedicare a Demy84 in segno di ringraziamento. Era tanto che volevo dedicarle un capitolo, e quale poteva essere quello più appropriato, se non quello del matrimonio di Marzio e Bunny?  E poi voglio ringraziare di cuore voi lettrici che siete sempre carinissime con me!
Partiamo da: Key17, Moon91, Marziolina86, Elliemarsrose, Kay89, Pianistadellaluna, LadyFire, Lisanechan, Cri Cri, Alison95, Alemagica88, Court e tutti coloro che si sono soffermati su questa pagina!
Adesso la smetto altrimenti al posto di note e commenti scrivo un altro capitolo :D
Un saluto a tutti!
SailorMercury84


 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Tempo di cambiare. ***


Tempo di cambiare.  
 
 
 
In quegli ultimi tre mesi, io e Taiki riuscivamo a vederci nei ritagli di tempo fra il mio e il suo lavoro. Solo nei weekend, quando ero libera anche io, avevamo più tempo per noi, e spesso dormivo da lui.
Dopo la lite che avevamo superato per via della famosa bugia, non avevamo avuto più screzi, e facevamo tesoro di quelle poche ore libere per stare insieme.
 
Quella domenica mattina, io e Taiki ci preparammo per andare a casa mia, dove avremmo pranzato insieme agli altri; sarebbero venuti anche Marzio e Bunny.
Mentre mi pettinavo i capelli, Taiki mi raggiunse nel bagno:
 
- Amore me li pettini tu i capelli dietro? -
 
I suoi capelli lunghissimi mi piacevano da matti e sapeva bene che adoravo spazzolarli, facendoli intanto scorrere fra le mie dita.
 
- Sì amore, girati! -
 
Iniziai a pettinare i lunghi capelli lisci, mentre lui mi osservava dallo specchio che si trovava al nostro fianco; io lo notai:
 
- Che c'è amore? -
 
- Niente... c'è che ti amo! -
 
Così dicendo, si voltò verso di me per baciarmi, stringendomi forte al suo petto. Ogni volta che mi baciava, il mio cuore aumentava i battititi, sospiravo profondamente, e mi sentivo pervadere da un misto di sentimenti che mi avvolgevano tutto il corpo. Amore, sentimento, passione. Per me Taiki era diventato importante come l'aria. Più passava il tempo, e più lo amavo, più lo desideravo, più avevo bisogno di lui nella mia vita. Con lui mi sembrava di vivere in paradiso, e le emozioni che riusciva a regalarmi, non erano mai abbastanza, avevo sempre più voglia di viverlo, giorno per giorno, dalla mattina alla sera. Solo la mia grande passione per il lavoro poteva farmi sopportare la lontananza da lui, spesso capitava che non riuscissimo a vederci per via degli orari incompatibili. Ne soffrivo. Un solo giorno senza il suo sorriso, senza i suoi profondi occhi viola, era una dura punizione da sopportare, anche se cercavo di non darglielo a vedere. Non volevo che mi giudicasse troppo "appiccicosa".
Dopo quel lungo e intenso bacio, Taiki prese il mio viso fra le mani e mi chiese:
 
- Di cosa sapeva? -
 
Lo adoravo quando faceva questi giochi. Sorrisi:
 
- Sapeva d'amore... -
 
- E l'amore di che cosa sa? -
 
- Umhh... di dolce, qualcosa di dolce... un cioccolatino? -
 
- Risposta sbagliata my water's drop! Per me sai di che sapore è l'amore? -
 
- Non lo so, dimmelo tu! -
 
- Per me sa di "Amy Mizuno". -
 
Sorrisi, ero pazza di gioia per quanto riuscisse sempre a farmi esplodere il cuore come tanti fuochi d'artificio che mi facevano vibrare l'anima.
Il mio Taiki. Gli misi le braccia intorno al collo, e mettendomi in punta dei piedi, mi avvicinai al suo orecchio sussurandogli:
 
- Per me invece sa di "Taiki Kou"!! -
 
Lo baciai di nuovo e ancora, ancora, ancora.
Lui si allontanò con dolcezza da me, poi mi prese le mani:
 
- Amore vorrei chiederti una cosa... Ti andrebbe di lavorare con me? -
 
Quella domanda mi lasciò tra l'interdetto e lo stupito:
 
- Ma... dici all'Italian Clinic? -
 
- Sì. Ultimamente c'è sempre più bisogno di personale, e mi sono permesso di parlare di te con il direttore della sede qui a Londra. Gli ho detto che avrebbe potuto valutare la cosa, mentre ti avrei chiesto se ti andasse di lavorare in clinica. Spero di non aver fatto male, so che avrei dovuto prima parlartene, ma mi sono ritrovato a chiacchierare con il direttore che in questo periodo sta facendo alcuni colloqui, così mi è venuto spontaneo parlargliene. Dice che eventualmente vorrebbe incontrarti per un colloquio e leggere il tuo curriculum, cerca anche dei chirurghi generici. Pensaci amore... non voglio obbligarti a fare niente, ma ho pensato che forse avresti preferito uno stile di vita più normale, con orari di lavoro normali, appuntamenti prefissati con i pazienti, niente più turni di notte a parte rare eccezioni.E poi... potremmo andare e tornare insieme, senza contare che eviteresti anche eventuali visite di Zaffiro in ospedale. Fammi sapere cosa decidi poi, purtroppo non hai molto tempo però, perchè le assunzioni termineranno tra una settimana, ok? -
 
Non sapevo cosa rispondere, non avevo mai preso in cosiderazione un'ipotesi del genere: lasciare il Guy's Hospital. Quella era una decisione che dovevo valutare con calma. L'idea di lavorare con Taiki però mi abbozzò un sorriso.
 
- Va bene amore, ci rifletterò. Cercherò di farti sapere entro metà della prossima settimana ok? -
 
Taiki sorrise come se gli avessi risposto che andasse bene e mi abbracciò:
 
- Sarei proprio felice se lavorassimo insieme. Come i vecchi tempi, dallo studio al lavoro, sempre gomito a gomito. Spero mi dia una risposta positiva amore, lo vorrei tanto! -
 
Mentre il pensiero di questo nuovo posto di lavoro mi passava davanti agli occhi, si fece ora di uscire.
 
 
Arrivammo a casa mia, dove c'erano già gli altri ad aspettarci. 
Quel giorno i cuochi erano in due: Morea e il suo "assistente" Moran.
 
- Salve ragazzi! - 
 
Appena arrivammo salutammo i nostri amici, poi Morea, con una mano sporca di farina mi acciuffò per il cappotto, portandomi nella mia stanza tutta sorridente.
 
- Morea cosa c'è? -
 
- Non potevo aspettare a dirtelo! Io e Moran... ci siamo baciati! -
 
Era il ritratto della felicità e le brillavano gli occhi dalla gioia.
 
- Morea sono felicissima per te! -
 
La abbracciai e lei cominciò a saltellare durante l'abbraccio regalandomi tutto il suo etusiasmo.
 
- Moran è un ragazzo meraviglioso, sono così felice Amy! Adesso capisco cosa significhi avere la stessa luce negli occhi che avete tu e le altre! -
 
Poi guardò l'orologio e sgranando gli occhi, escalmò:
 
- Oh no, devo andare a controllare le mie pizze! Vado Amy! -
 
Non ebbi il tempo di dirle altro perchè corse fremendo verso la cucina, e io rimasi con il sorriso stampato in faccia. Feci per raggiungerla, quando arrivò Taiki davanti all'uscita della camera. 
Gli accarezzai il viso dicendogli:
 
- Amore andiamo ad aiutare gli altri ad apparecchiare la tavola! -
 
- Aspetta... Questa è la tua stanza vero? -
 
Taiki aveva ragione, da quando eravamo insieme, non lo avevo mai fatto entrare nella mia camera; soltanto la prima volta che venne gliela feci vedere da fuori senza farlo entrare, quando eravamo ancora amici.
 
- Sì... Vuoi entrare? Così puoi vedere bene l'ambiente che mi circonda... -
 
- Sì, voglio vedere! -
 
Entrò chiudendosi la porta alle spalle ed iniziò ad osservare prima le pareti, poi le cose che avevo appoggiato sul comodino, la scrivania, il letto, le lampade... scrutò tutto portandosi un pugno sul mento e picchiettandolo, come se stesse studiando. Interruppi il suo silenzio:
 
- Beh cosa ne pensi? Ti piace? -
 
- Certo che mi piace! Ovviamente il colore delle pareti non poteva che essere azzurro come l'acqua! Sei una ragazza molto dolce, e anche determinata su alcune scelte. Mi piace il tuo letto ad una piazza e mezza con la trapunta blu. Ti piace la comodità, come me! E studi ancora molto,
a giudicare dai libri sparsi ovunque. -
 
- Taiki stai studiando il mio profilo psicologico eh? Dai amore, andiamo di là, o noteranno troppo la nostra assenza! -
 
- Aspetta... vieni qui... -
 
Taiki mi attirò a se prendendomi per un braccio, e iniziò a baciarmi con dolcezza, fino a buttarmi letteralmente sul letto.
 
- No amore... dobbiamo andare... -
 
- Solo un attimo... -
 
Taiki mi baciava e mi accarezzava i capelli mentre era sopra di me, ed iniziò poi a far scorrere la mano sulle mie forme facendomi sussultare.
 
- Quanto sei bella... -
 
- Amore... non... ci stanno aspettando... -
 
Le sue carezze proseguirono e io mi sentivo completamente sopraffatta da lui; ero preoccupata che ci scoprissero, ma nello stesso tempo non riuscivo ad allontanarlo, quei baci piacevano anche a me.
Poi si fermò appoggiando la sua fronte sulla mia e sussurrò :
 
- Scusami, non riesco a trattenermi a volte... mi fa impazzire il profumo di te su questo letto... -
 
Taiki mi desiderava, e io desideravo lui. Ma non potevamo andare oltre in quel momento, la paura di essere scoperti era più forte. Prima di convincerlo a raggiungere gli altri, feci una cosa improvvisa, seguii un impulso irrefrenabile: gli sbottonai la camicia e lo bacia proprio lì sotto la clavicola, dove c'era il suo particolare neo. Lui sorrise e mi prese il viso tra le mani:
 
- Quanto sei dolce... Va bene, andiamo ad aiutare gli altri... però stanotte sei mia... rimani a dormire da me? -
 
- Va bene amore, ma domattina poi dovrò alzarmi all'alba, attacco alle 6.00 e da casa tua sono distante... -
 
- Ti accompagnerò io. -
 
- Ma no dai, non mi va di farti alzare presto... -
 
- Invece ti accompagno amore! Senti... Hai mai preso in considerazione l'idea di venire a vivere con me? -
 
Non che non ci avessi pensato, ma quella richiesta fatta lì su due piedi mi fece trasalire. Ogni volta che mi era passato di mente quel pensiero, ero contenta ma allo stesso tempo non amavo troppo i cambiamenti, e un pochino mi intristiva l'idea di lasciare quella casa e le mie amiche. Effettivamente però avrei potuto sempre vedere il mio Taiki, dormire con lui, vivere al suo fianco... ma non era forse troppo presto?
Non stavamo insieme nemmeno da un anno... Fui assalita dai dubbi, nonostante desiderassi averlo al mio fianco continuamente.
Rimasi un attimo in silenzio a riflettere e lui incalzò:
 
- Allora amore? Che ne dici della mia proposta? -
 
- Beh... io penso... sì, forse... -
 
- Amore è un si o un no? -
 
- Vorrei che ne riparlassimo con più calma amore... -
 
Sentimmo dei rumori dietro alla porta, e poi udii la voce di Marta gridare:
 
- Ma dove sono finiti quei due porcellini? Scommetto che stanno facendo le "zozzerie"! -
 
Mi sedetti di scatto, facendo di coseguenza alzare Taiki dal letto, non volevo che gli altri immaginassero chissà cosa su di noi. Mi sistemai i capelli e poi mi alzai frettolosamente, prendendo Taiki per mano sorridendo:
 
- Prometto che stasera ne parleremo con calma a casa tua! -  
 
Questo gli bastò per accennare un sorriso sul suo volto serio. Quella mattina Taiki mi aveva fatto ben due proposte, le quali richiedevano entrambe un momento di riflessione, perchè dalle mie decisioni in merito, sarebbe potuta cambiare la mia vita da un giorno all'altro. Cosa mi prospettava il futuro? Ma soprattutto, cosa volevo veramente? Io lo sapevo cosa volevo... volevo Taiki. Però avevo paura di affrontare tutti quei cambiamenti così da un momento all'altro. 
Mentre mi sedevo a tavola, inizia a fare delle riflessioni, estraniandomi dal gruppo. Volevo decidere, senza farlo aspettare troppo per dargli una risposta definitiva quella sera.
Pensai ai lati positivi del nostro rapporto...
Stare con lui mi faceva bene, mi faceva sentire in pace con il mondo e averlo nella mia vita era la cosa più bella che mi fosse mai capitata.
Io che non ci avevo mai capito niente dell'amore, adesso non avrei mai potuto vedermi senza di lui, perchè quel sentimento profondo che mi sconquassava il cuore mi inebriava, mi rendeva felice... felicemente innamorata, appagata. Tutte le mie insicurezze erano quasi sparite. Decisi dentro di me che forse era arrivato il momento di cambiare, non ero più la ragazza arrivata dal Giappone oltre due anni prima, in una città sconosciuta, piena di timori, sempre timida, sempre paurosa. Dovevo rendermene conto.
Forse era davvero maturo il tempo, per stare definitivamente con qualcuno e non vivere più un rapporto da sedicenne. Ormai ero una donna e come dimostravo tanta determinazione sul lavoro, era ora anche di essere determinata su altre scelte importanti della mia vita. Cacciai dalla mente quei dubbi che avevo avuto fino ad un minuto prima, dettati dalla sorpresa di quelle proposte cadute così dal cielo. Finalmente avevo deciso... Sì sarei andata a vivere con Taiki, e perchè no... sarei anche andata a lavorare con lui. Non vedevo l'ora di dirglielo quella sera stessa, e tutto sommato tenerlo sulle spine ancora per un pò mi divertiva. 
Sì, era tempo di cambiare.



Note e commenti:

Image and video hosting by TinyPic Avevate creduto che la storia fosse finita eh? E invece dovrete sopportarmi ancora per un pò, perchè il bello deve ancora arrivare O.O
Come sempre ringrazio infinatemente tutti voi lettori che con le vostre recensioni mi rendete sempre contenta:
Demy 84, Elliemarsrose, Kay17, Ladyfire, Pianistadellaluna, Marziolina86, Kay89, Moon91, Alison95, Cri Cri, Court, Alemagica 88, Lisanechan.
Un abbraccio a tutti!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Decisioni e confidenze. ***


Decisioni e confidenze. 
 
 
 
Dopo pranzo, i ragazzi decisero di fare una partita a carte, mentre io e le altre ci radunammo intorno a Bunny per farle domande sulla gravidanza.
Era il ritratto della salute e le sua guance erano paffute. Una donna incinta emana sempre un' aura di tenerezza, di dolcezza, e si avverte intorno a lei il "profumo di mamma". 
Marta ovviamente fu la prima a inondarla di domande:
 
- Allora Bunny, si sa già se è maschio o femmina? -
 
- Sì ma non ve lo dico, voglio tenervi sulle spine ancora per un pò! A proposito Amy, hai fatto bene a consigliarmi l'Italian Clinic, è un'ottima struttura! -
 
- Figurati Bunny! -
 
Marta proseguì con le sue domande:
 
- Bunny è vero che se fosse una femminuccia la chiameresti Marta in onore della zia? -
 
- Ma dai Marta, lasciala decidere per conto suo! -
 
La stuzzicò Rea, poi intervenne Morea:
 
- Beh Morea è un bel nome, perchè no... Potresti farci un bel pensierino Bunny! -
 
- Cara Morea, il nome Marta significa "signora padrona, dominatrice", e la piccola ha bisogno di un nome dal carattere forte, come la sottoscritta! -
 
- Eh chi ti ha detto che sia per forza una femmina? Magari sarà un maschietto e lo chiamerà Moran!  -
 
- Insomma adesso basta! -
 
Bunny finalmente prese parola:
 
- Io e Marzio abbiamo già deciso: se sarà una femmina la chiameremo Chibiusa, se invece sarà maschio lo chiameremo Ale... E noi sappiamo già il sesso del bambino, quindi il nome è già deciso, ma non ve lo dico! -
 
- Brava Bunny così si fa! Subito loro che si erano messe in mezzo! -
 
Rea guardò con aria dispettosa Marta e Morea che la ricambiarono con un sorriso di circostanza.
 
Colsi l'occasione per parlare con le mie amiche sulle decisioni che stavo per prendere. Con aria un pò imbarazzata iniziai il discorso:
 
- Ah ragazze... volevo parlarvi di una cosa... -
 
Si rivolsero tutte a me. Proseguii.
 
- Ecco... Taiki mi ha proposto di... -
 
- Aaaaaaaaaah lo sapevo!!! Non è giusto che ti sposi prima di me Amy uffy! Glielo avevo detto a Yaten che se non si decideva a chiedermelo,
ci saremmo sposati per ultimi! Comunque, se vuoi posso aiutarti con il vestito, i fiori e... -
 
- Frena Marta, chi ti ha detto che Amy si deve sposare? Lasciala parlare! -
 
Sorrisi, Marta era sempre esuberante.
 
- Grazie Rea. Infatti non volevo dirvi che mi sposo ma... che Taiki mi ha proposto due cose: la prima è di andare a vivere con lui, la seconda è di lavorare insieme all'Italian Clinic... Dovrei lasciare così il Guy's Hospital e subire qualche cambiamento ma... ho deciso si accettare entrambe le proposte! Spero non ci siano troppi problemi per l'affitto se me ne vado anche io adesso... -
 
- Ma Amy è fantastico! -
 
Rea mi abbracciò forte, e anche le altre gioirono per me e per le mie decisioni.
 
- Ah beh... in realtà ecco... anche a me Yaten ha chiesto di convivere! -
 
Marta approfittò del momento propizio per parlarne.
 
- Cavoli Rea, dovremmo dividere l'affitto in due! A questo punto, potremmo far venire qui anche Moran e Yuri visto che le stanze sarebbero a disposizione, così divideremmo l'affitto in quattro! Tra l'altro so che Moran non ne può più di quella stanza nel Bermondsey! -
 
- Senti Morea, io non ho intenzione di far venire qui Yuri, chissà cosa gli passerebbe per la testa, tsè! -
 
Morea rispose con un sorrisetto:
 
- Forse gli passerebbe per la testa che sei completamente innamorata di lui! Del resto, è la verità no? -
 
Rea divenne dapprima rossa, poi ringhiò come suo solito:
 
- Ma... ma che cosa dici Morea?! Non è così!!! Beh sì un pò lo è... ma lui non deve saperlo chiaro?!? - 
 
Iniziammo tutte a ridere, ormai la nostra Rea era tornata quella di sempre, e non avrebbe mai ammesso davanti a Yuri che aveva perso la testa per lui!
 
Proprio in quel momento arrivò Yuri con una tazza di tè caldo che porse a Rea:
 
- Rea ho pensato che gradissi una tazza di tè! -
 
Lei sorrise e prese la tazza fra le mani poi con aria fintamente seccata gli rispose:
 
- Ti ringrazio, ma non è necessario che tu mi stia sempre dietro come un maggiordomo! -
 
Stavolta non c'era Ottavia a calmare l'irruenza di Rea, e così vedendo l'espressione dispiaciuta di Yuri mi intromisi:
 
- Ma dai Rea, Yuri è stato molto carino con questo gesto! -
 
- Già Amy ha ragione, anzi, adesso vado subito a rimproverare Yaten per non aver fatto lo stesso con me! -
 
Aggiunse Marta. Rea era fatta così, prima lanciava il sasso e poi nascondeva la mano, con Yuri. 
 
- E va bene... scusami... Yuri... -
 
Rimanemmo a bocca aperta, nessuna di noi si sarebbe mai aspettata che Rea facesse le sue scuse a Yuri.
 
Poi lei si voltò verso di me, mandandomi un muto messaggio con lo sguardo:
 
- Amy vorrei farti vedere il ciondolo che mi ha lasciato Ottavia prima di partire, vieni un attimo in camera mia? -
 
Ci recammo in camera sua, e Rea mi fece vedere il ciondolo. Sapevo che quello era un modo per stare in separata sede e che aveva bisogno di parlare, glielo avevo letto negli occhi.
Si sedette sul letto e poi mi invitò a prendere posto al suo fianco iniziando il suo discorso con alcune domande:
 
- Amy, tu come hai fatto a capire che Taiki era l'uomo giusto per te? Insomma... ti ci rivedi in un futuro con lui? -
 
Non le chiesi il perchè di quelle domande per non farla sentire obbligata a trovare delle motivazioni, ormai Rea era come una sorella per me, e sapevo bene quali erano sempre state le sue paure sulle relazioni con i ragazzi, perciò mi limitai a rispondere alle sue domande come desiderava:
 
- Beh... non lo so. Non posso sapere il futuro cosa prevederà per noi. Non so se Taiki sia davvero l'uomo della mia vita, ma so che per una volta ho seguito il mio cuore. Non si può mai dare niente per scontato, però dentro di me sento che con lui posso vivere una vita felice, anche se non è molto che stiamo insieme. -
 
- Capisco... Ma... ma che cosa faresti se un giorno capissi che lui non fa per te? -
 
- Se devo essere sincera non mi sono mai posta questo problema. Adesso voglio solo vivere i miei sentimenti alla giornata, e godere dell'amore che lui mi dà e che mi fa provare... -
 
- Già... E se un giorno lui decidesse di lasciarti? -
 
Per un attimo aggrottai le sopracciaglia, solo il pensiero mi gelò il sangue nelle vene. Le risposi sospirando:
 
- Non so come reagirei... Ho talmente paura di questo pensiero che adesso non ti saprei rispondere Rea, non voglio nemmeno considerarla questa ipotesi adesso... -
 
Rea abbassò lo sguardo:
 
- Amy? -
 
- Sì? -
 
- Vedi, io vorrei... vorrei confessare i miei sentimenti a Yuri, ci ho pensato tante volte... Ma in amore io sono fatta così lo sai... è una delle poche cose che mi mette davvero paura. Come ti dissi, io mi sono presa una cotta e più di una volta ho accettato di pranzare con lui durante la pausa al lavoro. Adesso, nonostante io mi faccia vedere così fredda con lui, non ti nego che sia contenta di vederlo spesso anche qui a casa. Sono innamorata di lui ma ho paura di farglielo capire. Mi pongo tante domande sul futuro, e non vorrei soffrire per amore. -
 
- E tu non pensare al futuro... pensa a goderti il presente Rea... raramente ti ho vista così innamorata di un ragazzo... oserei dire mai! So che sono l'ultima a poter dare questo tipo di consiglio ma... buttati! Non nascondere i tuoi sentimenti dietro ad un atteggiamento duro. Inizialmente, in maniera diversa dalla tua, cercai anche io di mascherare il mio sentimento per Taiki, e finii quasi con l'allontanarlo. Ma quando vidi che davvero si stava allontanando da me e mi pose delle domande sul mio comportamento... Quando vidi che lui fu sincero con me, decisi di dirgli la verità. E da quel giorno stiamo insieme. Non lo so cosa ci riserverà il futuro, ma so per certo che il presente che vivo con lui mi fa sentire viva. Non privarti di queste emozioni... Se penserai sempre al futuro non inizierai mai una storia con qualcuno. Tu sei innamorata di Yuri e anche lui prova interesse nei tuoi confronti, questo è sicuro... lasciati andare Rea! -
 
- Dici che non dovrei mai pensare al futuro... -
 
- Già! Io ti ho sempre ammirata per la tua forza, la tua grinta, la tua determinazione... Adesso devi mostrare queste tue caratteristiche anche in amore, è arrivato il momento! -
 
- Sarà dura per me ma... sì, forse posso provare... Sapevo che mi avrebbe fatto bene parlare con te, era tanto che non ci facevamo una bella chiacchierata! -
 
- Hai ragione. Sono così contenta che tu sia totalmente guarita Rea! -
 
Ci abbracciammo, Rea era la sorella che non avevo mai avuto, e il nostro affetto era sempre più grande e solido. Sapevo che avrei sempre potuto contare su di lei, come Rea sapeva che avrebbe sempre potuto contare su di me.
 
 
Arrivò la sera, così io e Taiki ci accingemmo a salutare i nostri amici per andare a casa sua.
Quando arrivai da Rea, lei mi disse a bassa voce:
 
- Mi mancherai molto... ma sono contenta per te Amy, te lo meriti! -
 
- Grazie amica mia... Mi mancherai anche tu, ma ci vedremo sempre, lo sai. E spero che anche tu prima o poi ti lascerai andare con Yuri... -
 
Rea sorrise imbarazzata, poi ci salutammo.
 
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Giungemmo all'appartamento di Taiki, e posai alcune mie cose che avevo portato da casa, visto che dovevo rimanere lì un'altra notte.
 
- Stasera non ho molta fame amore, oggi Morea e Moran hanno cucinato fin troppo, sono ancora piena! -
 
- Mmm... Se vuoi faccio giusto due toast per cena, magari più tardi! -
 
- Per me va bene, grazie amore! -
 
Così dicendo lo abbracciai, poi lo condussi verso il divano e ci sedemmo.
Ero un pò imbarazzata, ma cercai di essere il più disinvolta possibile:
 
- Amore...  Volevo parlarti delle proposte che mi hai fatto oggi... -
 
- Immagino sia no per tutto vero? -
 
- Perchè dici così? -
 
- Perchè scommetto che hai paura di cambiare... -
 
- E invece no. Anzi, ci ho pensato bene e ho deciso che... sì, verrò a vivere qui con te, e la prossima settimana vorrei fare il colloquio all' Italian Clinic. -
 
Taiki mi guardò con occhi sgranati, quasi come se non credesse alle mie parole, poi finalmente sorrise:
 
- Stai dicendo sul serio? Verrai a vivere qui con me? -
 
- Sì amore, ho deciso! -
 
- Non mi sembra vero! Sono contento! -
 
Taiki mi abbracciò e mi baciò con tanta passione, non si sarebbe mai aspettato che decidessi così in fretta e che optassi per il cambiamento.
Ma io ero decisa più che mai a vivere con lui, e anche a lavorare al suo fianco. Inoltre lavorare in clinica mi avrebbe permesso di avere degli orari di lavoro normali, niente più medicina d'urgenza, ma chirurgia generale. Avrei avuto dei turni regolari e sarei tornata la sera a casa con lui. Ero contenta della mia decisione quanto il mio amore.
Notai che quella notte Taiki fu ancora più dolce con me, e dopo aver fatto l'amore,ci addormentammo stringendoci in un tenero abbraccio.



Note e commenti:

E vissero felici e contenti. Fine della storia, spero vi sia piaciuta! Non è verooooooooooooooooooo scherzooooooo :D  
Troppo facile la vita XD  Spero comunque che abbiate gradito il capitolo anche se per l'ultimo manca ancora un pò!
Colgo l'occasione per ringraziare la mia cara amica Simona per aver letto tutto d'un fiato 25 capitoli... povera ormai ho costretto anche lei a leggere la mia storia XD
E poi ringrazio come sempre Demy84, Lisanechan, Elliemarsrose, Key 17, Kay89, Moon91, Marziolina86, Pianistadellaluna, Cri Cri, LadyFire, Alemagica88, Alison95, Court e DeepSubmerge85.
Grazie anche a chi di recente ha inserito la mia storia fra le seguite e le preferite :)
Un saluto!
SailorMercury84
 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** La discussione. ***


La discussione. 
 
 
 
 
Lavoravo in clinica da circa due settimane ormai, e mi ero perfettamente ambientata. L'unico neo era che mi mancavano le  chiacchierate in pausa con Heles, ma eravamo rimaste comunque in contatto, e ci sentivamo spesso, specialmente tramite messaggi.
Contemporaneamente ero andata a convivere con Taiki, e la mia vita sembrava perfetta. Il lavoro in clinica mi piaceva molto, e mi ci dedicavo corpo e anima, fino a che la sera non staccavo insieme al mio "lui" e non rientravamo a casa stanchi, ma felici come due novelli sposi.
Avevo sistemato ormai le mie cosa in casa Kou, e avevo anche comprato una libreria da mettere nel salone, visto che non c'era posto per i miei libri. L'unica cosa che ancora non avevo fatto, era quella di avvisare mia madre.
 
Quella sera quando staccammo dal lavoro, sulla strada del rientro decisi di chiamarla, ed informarla sulle mie nuove condizioni di vita. Mai cosa fu tanto sbagliata. Le raccontai prima dell' Italian Clinic e poi della mia convivenza con Taiki.
 
- Coooooosaa?!?!? Convivi con un uomo? Ma non mi hai mai detto niente di lui! Da quanto lo conosci? Oh santo cielo Amy, sapevo che lasciarti partire per Londra non avrebbe portato a niente di buono! E per di più hai anche lasciato l'ospedale per una squallida clinica! -
 
- Ma mamma che cosa stai dicendo?!? Senti... sapevo che non avrei dovuto parlartene. Sto comunque lavorando in una clinica di prestigio, e sono adulta abbastanza per decidere di convivere con chi voglio... mi dispiace che tu non capisca... -
 
- No infatti non capisco Amy! Ma cosa ti è successo? Quella città ti ha trasformata! Una volta non mi avresti mai parlato in questo modo e  non avresti preso delle decisioni così affrettate... santo cielo! Ascoltami, domani verrò lì a Londra, rimango un paio di giorni ok? -
 
- Mamma se vieni per discutere è meglio che non... -
 
- Ti faccio sapere più tardi a che ora arrivo così potrai venire in aeroporto a prendermi, a domani! -
 
Riagganciò, senza darmi la possibilità di parlare, come al solito.
 
Taiki, che stava parcheggiando l'auto e che aveva assistito alla telefonata mi chiese:
 
- Tutto bene? -
 
- Non proprio direi. Mia madre non è contenta dei cambiamenti che ho scelto di fare... domani verrà qui a Londra, non credo nemmeno che mi diano il permesso per mancare dal lavoro... -
 
- Per quello non ti devi preoccupare. Ti sei fatta valere in questi giorni, e il direttore si è anche complimentato con me per avergli presentato un elemento valido. Penso che due giorni di ferie te li anticiperanno visto che per ora non ne hai accumulati. -
 
- Speriamo. -
 
Ero pensierosa, non avevo voglia di mancare al lavoro per passare la giornata a discutere con mia madre.
 
 
 
Arrivò presto il giorno seguente, erano le 15.00 ed ero in aeroporto. Vidi arrivare mia madre da lontano, portava uno dei suoi soliti tailleur grigi, tutti uguali.
 
- Ciao tesoro! Vieni qui, fatti abbracciare! -
 
- Ciao mamma! E' andato bene il viaggio? -
 
- Beh, poteva andare meglio, comunque... dove avete parcheggiato? Questa valigia è molto pesante! -
 
- "Avete parcheggiato" chi? Sono venuta con il taxi mamma, e ci recheremo a casa sempre con il taxi... -
 
- Ma come! Non è venuto il tuo nuovo compagno? Non ha un' auto? -
 
- No, i permessi al lavoro li ho già chiesti io, non era il caso che li chiedesse anche lui... -
 
- Perchè... lavorate insieme? Cosa fa l'infermiere? -
 
Stava già iniziando con le sue domande, e sapevo dove voleva andare a parare. Lei voleva che io mi mettessi con qualcuno che non fosse
(secondo la sua mentalità) di livello inferiore. Non sopportavo quel suo modo di ragionare. Risposi con tono seccato:
 
- No mamma, non fa l'infermiere, è un dottore anche lui. Adesso andiamo a chiamare il taxi! -
 
 
Per tutta la durata del viaggio non fece che parlarmi della sua attività in Giappone, cercando di convincermi a tornare, ma io accennai solo delle brevi risposte, naturalmente negative.
Finalmente eravamo a casa, e la feci accomodare.
 
- Bene... pensavo peggio! Questa è la vostra casa? Chi l'ha scelta? -
 
- In realtà questa era casa di Taiki, poi sono venuta a viverci anche io... Per adesso ancora non è nostro l'appartamento. -
 
- Vorresti dire che non l'avete comprata?! -
 
- Senti mamma... io vorrei solo che tu non criticassi le mie scelte, per favore. Se hai qualche consiglio da darmi ne sarei contenta, ma se sei venuta qui solo per criticare me, Taiki, la casa e tutto il resto, allora non mi fa piacere. -
 
- Come sei diventata dura Amy! Una volta non mi avresti mai parlato in questo modo... Chi è stato a farti cambiare così, quel Taiki?  Comunque sono venuta anche per parlarti di una cosa importante, e dopo che mi hai dato la notizia di essere venuta a convivere con qualcuno, ho deciso di parlartene il prima possibile. -
 
- Facciamo così, adesso ti siedi con calma, io ti preparo una tazza di tè e ne parliamo va bene? Non voglio partire con il piede sbagliato mamma, voglio essere serena con te. -
 
 
Dopo cinque minuti, portai il vassoio con il tè e i biscotti sul tavolo del salone dove mi stava aspettando mamma che nel frattempo scrutava ogni cosa della stanza.
 
- Ecco qui, quanto zucchero ci vuoi? Non ho il dolcificante, perchè noi non lo usiamo... -
 
- Se lo sapevo me ne sarei portata qualche bustina dietro, comunque... come mai hai preso la decisione di trasferirti a casa di questo ragazzo? -
 
Sapevo che qualla discussione sarebbe iniziata con il terzo grado rivolto a me e con il suo monologo finale, ma non avevo alternative e dovevo rispondere. L'unica soluzione sarebbe stata quella di mandarla via, ma era pur sempre mia madre e la rispettavo. Iniziai a fornire le mie risposte:
 
- Ho deciso di venire a vivere qui da Taiki perché con lui sto bene, siamo fidanzati da un pò e ci vogliamo bene. -
 
- Capisco ma... da quanto tempo vi conoscete? -
 
- Lo conosci anche tu in realtà. E' Taiki Kou, quel ragazzo che veniva sempre a casa nostra per studiare con me. -
 
- Ah Taiki! Beh è già qualcosa... così è diventato un dottore anche lui? -
 
- Sì è un cardiologo, e lavora presso l'Italian Clinic qui nel West End... io da circa due settimane lavoro nella stessa clinica come chirurgo generico. -
 
- Già che non hai smesso di lavorare nel campo medico mi rincuora, anche se l'idea di una clinica italiana non mi piace molto. Comunque... Ho incontrato giorni fa Zachar, ti ricordi lui? Sapessi che bel giovanotto è diventato! Adesso è persino primario del reparto di chirurgia nell'ospedale  Tokyo Adventist Hospital... sai gli ho parlato di te, e si ricorda molto bene della tua dedizione allo studio e del tuo bel viso... -
 
Non volevo credere che stesse facendo pubblicità a quel ragazzo che era il figlio di una sua cara amica. Una volta mi piaceva Zachar, ma era solo una cosa superficiale, lo ammiravo più che altro perchè anche lui era un ragazzo che studiava molto. Poi riflettei: che cosa voleva dirmi mia madre con quel discorso? I nervi iniziarono a battermi sulle tempie, mentre cercavo di rimanere calma per non trarre conclusioni affrettate:
 
- Sì mi ricordo di lui... Sono contenta che gli vada tutto bene. Ah stasera comunque incontrerai Taiki, verrà a casa intorno alla 19.00. -
 
- Bene. Ti stavo dicendo, questo Zachar mi ha chiesto molto di te, ed è rimasto deluso quando ero a cena a casa di sua madre e gli ho detto che eri partita per Londra. Dice che avrebbe voglia di rivederti... -
 
- Mamma non ho intenzione di venire in Giappone se è questo che mi stai chiedendo. -
 
- Senti tesoro ascolta... Tuo padre è partito anni fa per fare il pittore a Parigi e non si è più visto.  Mio marito mi ha lasciata, e adesso anche mia figlia... perchè?! -
 
Iniziò a piangere coprendosi il viso con le mani, e mi faceva una gran tenerezza vederla così. L'avevo vista piangere raramente e mi si strinse il cuore nel vederla tanto addolorata. Mi avvicinai con la sedia alla sua e le poggiai una mano sulla spalla:
 
- Mamma mi dispiace che tu ti senta così sola... Vedi, anche io mi sentivo così da bambina quando papà se ne andò e tu eri sempre fuori per lavoro. Ma bisogna andare avanti. Io ho scelto di stare qui a Londra e adesso la mia vita è qui... -
 
- Perchè te ne sei andata? Mi manchi... -
 
Sapevo che un giorno mi sarei pentita di ciò che stavo per dire, ma il mio dispiacere nel vedere mia madre sofferente era più forte e mi spinse comunque a chiederglielo:
 
- Perchè non vieni qui a Londra mamma? C'è sempre posto per una dottoressa del tuo livello qui, sai? -
 
- No Amy... non chiedermi di lasciare anche il mio paese, il mio lavoro... Io vorrei solo che tu tornassi. Penso sempre a te, al tuo futuro... io vorrei vederti felice, e viverti quotidianamente... -
 
- Mamma io sono felice qui... davvero! Lo sarei ancora di più se venissi anche tu a Londra... non mi mancherebbe più niente... -
 
Smise di piangere e il suo sguardo si fece serio mentre gli occhi erano ancora umidi:
 
- No. Tu devi tornare in Giappone Amy, lo dico per il tuo bene. Questa città ti sta rovinando, stai cambiando anche nel modo di essere. Ascolta, voglio essere sincera con te: domani mattina verrà qui Zachar. Gli ho chiesto di convincerti a tornare... se non ci riesco io spero che ci riesca lui. Mi ha detto di essere sempre stato attratto da te e so che potrà essere persuasivo. Devi tornare Amy, vorrei che creassi una bella famiglia con lui e che lavorassi al mio fianco. Se non ti piace lui potremo sempre trovare qualcun altro, ma ti prego, devi tornare. -
 
Non riuscivo a crederci, mia madre era una persona talmente egoista che avrebbe fatto carte false pur di farmi tornare in Giappone da lei. Non riusciva a capire che la mia felicità era a Londra, che io stavo bene lì, e che se fossi tornata sarebbe stato solo per il suo bene, non di certo per il mio. Ero fuiosa al pensiero che volesse organizzare la mia vita come voleva lei, decidendo per me ogni cosa, senza chiedermi veramente cosa volessi io, senza considerare davvero i miei desideri. Esplosi senza trattenermi come invece avrei fatto qualche anno prima:
 
- Adesso basta! Sono io che decido della mia vita mamma, non tu! E io ho deciso di rimanere qui a Londra. Ho deciso di restare in una casa in affitto con Taiki e di lavorare in una clinica italiana va bene? Non lo so cosa mi riserverà il futuro, ma io sto bene così adesso, lo vuoi capire? -
 
Si sentii mortificata, non solo per le frasi che le avevo detto, ma per il modo con il quale le avevo pronunciate. Si alzò in piedi di scatto, dirigendosi verso l'attaccapanni per prendere la sua giacca. Aveva di nuovo le lacrime agli occhi e uno sguardo pieno di collera. Mentre si infilava la giacca rivolse quel suo sguardo a me:
 
- Fai come vuoi. Io sono tua madre e quello che dico è solo per il tuo bene. Adesso sei persino arrivata a rispondermi con quel tono, ho ragione io a dire che questo posto ti sta rovinando! Una volta eri una ragazza timida, sempre impacciata, non osavi di certo parlare a tua madre in quel modo!
Io adesso me ne torno a Tokyo comunque... -
 
Mi dispiaceva di aver usato quel tono, ma non avevo avuto scelta. Era vero che un tempo non avrei mai reagito così, ma averlo fatto, non lo vedevo come segno di una rovina morale, anzi, mi sentivo finalmente libera di potermi esprimere come volevo, mi sentivo libera di lasciar andare le mie emozioni, invece di dover sempre reprimere tutto e soffrire come una volta. Nonostante ciò ero dispiaciuta del fatto che mia madre volesse andarsene così di corsa, a causa del tono che avevo usato nei suoi confronti. La raggiunsi vicino alla porta di casa e la presi per un braccio:
 
- Mamma aspetta! Perchè non possiamo parlarene con calma? Perchè non proviamo ad ascoltarci a vicenda e a cercare di comprenderci? Non te ne andare così ti prego, parliamone... -
 
Si voltò verso di me con occhi di ghiaccio:
 
- Non c'è più niente da dire Amy, ormai il tuo pensiero è chiaro! Adesso vado, stammi bene. -
 
Mi sbattè la porta in faccia, lasciandomi con quel sordo rumore e una sensazione di rabbia, collera, delusione. 
 
Mi sedetti sul divano con gli occhi persi nel vuoto, non potevo credere davvero che se ne fosse andata così! Poi sprofondai la testa in un cuscino che avevo messo sulle gambe, piangendo di rabbia.
 
 
 
 
Note e commenti:

Il grande ritorno della signora Mizuno... vi eravate scordati di lei? E invece eccola di nuovo qui, più pedante che mai! -.-
Che pappa! Lo ammetto adesso inizierà una trilogia di capitoli un pò pesantina, non piace nemmeno a me ma è una parte fondamentale da scrivere -.-
Ci tengo a sapere il vostro parere ^^
E come sempre ringrazio tantissimo voi lettrici (siete tutte sempre carinissime, grazie!) :  Demy84, Elliemarsrose, Key17, Kay89, Moon91, Marziolina86, Alison95, Pianistadellaluna, Court, Ladyfire, Cri Cri, Alemagica88, Lisanechan, DeepSubmerge85 e Simona :)
Grazie anche a tutti coloro che sono su questa pagina (malcapitati con un capitolo del genere :D  )
A presto!
SailorMercury84



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Sensi di colpa. ***


Sensi di colpa.
 
 
 
Da quando mia madre se ne era andata sbattendo la porta, ero rimasta sul divano a riflettere sino ad addormentarmi. Solo il rumore della chiave nella toppa mi svegliò; avevo dormito più che altro per stanchezza mentale.
Aprii gli occhi e vidi Taiki che si stava togliendo il cappotto, e poi mi raggiunse accosciandosi vicino al divano e accarezzandomi il viso:
 
- Buonasera my water's drop... -
 
- Amore... mi sei mancato! Come è andata oggi? -
 
- Bene, come al solito. Tua madre dov' è, in albergo? Dobbiamo andarla prendere per cenare insieme? -
 
- No... -
 
Sospirai profondamente, non avevo voglia di parlare di lei e di quello che era successo, ero stanca di pensarci. Taiki mi guardava con aria interrogativa, così decisi di aprire il discorso, ma solo perchè volevo fornire delle risposte a lui:
 
- Mia madre ha detto che tornerà a Tokyo, probabilmente starà sostando in qualche hotel... oggi abbiamo discusso... -
 
- Come, di già? Se non sono indiscreto, posso sapere cosa è successo? -
 
Mi feci forza, e gli raccontai tutto, mentre Taiki era sempre più sconcertato:
 
- Caspita, non me la ricodavo così dura tua madre! -
 
- Lo so... è da quando sono partita per Londra che è diventata così... o meglio... è sempre stata invadente, ma non come adesso. -
 
- Mi dispiace... Senti, ma quindi domani devi anche vedere quel tipo? -
 
- Non lo so se mia madre ha ancora intenzione di farlo venire... Spero di no! -
 
- Lo spero anche io. Anche perchè domattina io sarò al lavoro, e non mi piace l'idea che rimanga con questo Zachar che ti fa le avances... Non posso mai stare tranquillo! -
 
- Ma no, per quello non devi preoccuparti, a me da solo fastidio la sua intromissione nella rapporto fra me e mia madre, ma per il resto puoi stare tranquillo, non credo che dopo tutti questi anni venga qui per provarci, e se anche fosse, devi fidarti di me... -
 
- Io di te mi fido, è di lui che non mi fido... Speriamo bene! -
 
- Beh in caso potrai sempre seguirlo in strada per prenderlo a botte! -
 
Dissi con tono sarcastico.
 
- Mi stai forse prendendo in giro? -
 
- Penso proprio di si amore! -
 
Lui sorrise e anche io lo seguii nella risata. Poteva fare sonni tranquilli il mio Taiki, perchè per me c'era solo lui.
 
L'indomani, mi alzai di buona lena, feci un bagno caldo e sistemai casa. Dopo le pulizie mi sedetti sul divano e ripresi la lettura del libro "Relatività. Esposizione divulgativa e scritti classici su spazio geometria fisica" di Einstein, quando sentii suonare il campanello, ormai si era fatto tardo pomeriggio. 
 
- Chi è? -
 
- Sono un tuo vecchio amico... sono Zachar! -
 
Non potevo crederci, era davvero venuto fino a casa mia, e conoscendo mia madre, si era sicuramente segnata l'indirizzo e aveva studiato perfettamente il percorso per arrivarci per poi dirlo a Zachar... assurdo!
Aprii la porta e vidi quello che ricordavo come un ragazzino, essere diventato un bell'uomo dai capelli lunghi. Rivederlo non mi fece nessun effetto, ma accese una piccola fiamma di infastidimento in me.
 
- E' tanto che non ci vediamo eh? Beh, non mi fai entrare? -
 
In realtà non avrei voluto farlo entrare, perchè sapevo bene quale fosse il motivo della sua visita, ma fui costretta a dire (non con molto entusiasmo) :
 
- Prego, accomodati. -
 
Zachar entrò, togliendosi la giacca e buttandola sul divano. Poi si guardò intorno:
 
- Gran bella casa! -
 
- Grazie. Posso offrirti qualcosa? Un tè magari? -
 
- Un "me"? No grazie! Se si tratta di un "te" magari preferisco. -
 
Rimasi in silenzio guardandolo con aria severa, dopo tutti quegli anni era solo capace di fare lo sbruffone, quando credevo fosse diventato un uomo serio e maturo.
 
- Beh? Sei sempre la solita secchiona, nemmeno a 27 anni suonati ti fai una risata? -
 
- Zachar cosa sei venuto a fare fin qui? -
 
- Hey calmati! Dai, fammi un bel tè e siediti qui così ne parliamo. Non sei contenta di rivedermi? -
 
Che ragazzo arrogante! Voleva persino spadroneggiare in casa mia! Il suo comportamento non faceva che peggiorare la situazione, già non sopportavo il motivo dela sua visita, per di più mi infastidiva il suo atteggiamento. Mentre riempivo d' acqua il bollitore, mi tremarono le mani e il cuore mi batteva forte come un martello pneumatico tant'era la rabbia che sentii salirmi dentro. Cercai comunque di fare l'indifferente, e una volta preparato il tè, raggiunsi Zachar al tavolo.
Mentre sorseggiava il tè, Zachar mi guardò con un mezzo sorriso:
 
- Per cena hai da fare? -
 
- Sì ho da fare, torna il mio fidanzato e ceniamo insieme. -
 
- Peccato... certo non si può dire che mi abbia dato un bel "benvenuto" eh? -
 
- Tu lo sai perchè non sono felice di vederti, adesso per favore, dimmi tutto quello che mi devi dire.  Sappi che io in Giappone non ci torno, e mi dispiace che mia madre abbia messo in mezzo anche te, ma in parte sbagli anche tu ad intrometterti in una faccenda che non ti riguarda. -
 
- Cavoli, e che ti è successo? Siamo sicuri che tu sia sempre la stessa ragazzina casa e libri, silenziosa e timida che non faceva altro che studiare? -
 
- La ragazzina è cresciuta Zachar, e non ho più intenzione di subire stando in silenzio. Senza giri di parole, dimmi cosa sei venuto a fare qui. -
 
- Mamma mia come sei diventata acida! Beh, comunque questo mi affascina ancora di più. Sei diventata una bella donna e con questo modo di fare, sei ancora più da desiderare. -
 
- Smettila adesso! Te lo chiedo per l'ultima volta... che cosa sei venuto a fare qui?! -
 
Sparì il suo sorrisetto dal volto, e divenne serio, troppo. Si avvicinò molto a me con la sedia facendomi sentire in imbarazzo. Poi abbassò lo sguardo:
 
- Amy ascolta... il problema è più serio di quello che pensi... -
 
 
Lì capii che aveva smesso di fare lo sbruffone e avevo capito che non sarei dovuta intervenire nel discorso, ma che avrei dovuto lasciarlo parlare, anche se inizialmente tentai di controbattere.
 
Portò di nuovo i suoi occhi verso i miei, guardandomi profondamente:
 
- Si tratta di tua madre... -
 
- Di mia madre? Questo era ovvio... -
 
- Sì, ma adesso ascoltami... -
 
Mi prese le mani fra le sue, e  per qualche assurdo motivo, non ebbi il coraggio di liberarmene, si era creato uno strano clima e non capivo cosa stesse accadendo. Riprese a parlare con tono basso, quasi sottovoce:
 
- Tua madre è molto malata Amy. Mi dispiace dirtelo così, ma ho il dovere di farlo. Lei non ha mai avuto il coraggio di dirtelo, perchè non voleva che tornassi in Giappone per pietà; non voleva giocare sulla tua decisione di tornare a causa di questo motivo, perchè dice che sarebbe stato un gesto innaturale il tuo. Ma io, ho deciso di dirtelo perchè lo ritengo giusto, anche se lei non voleva che io lo facessi... lei non sa che che io te ne stia parlando... -
 
Per tutto il tempo rimasi imbambolata, incredula. Perchè mia madre non mi aveva detto niente? E quanto era grave la sua malattia? Inziai a provare degli enormi sensi di colpa per non averlo capito, e per averla fatta andare via in quel modo. Poi iniziai a pormi un milione di domande, ero spaventata e agitata, così inondai Zackar di domande:
 
- Ma che cos'ha esattamente mia madre? E' molto grave? Devi dirmelo! -
 
- Tua madre è molto malata Amy, ma sarà lei a dovertene parlare se vorrà... io mi sento solo di dirti che dovresti tornare per starle accanto... -
 
Sembrava uno scherzo spaventoso, ma doveva essere vero, nessuno giocherebbe mai una simile carta pur di convincerti a fare una cosa. Ero preoccupata, spaventata. Cosa aveva di tanto grave mia madre? Avrei dovuto saperlo al più presto. E avrei fatto in modo di convincerla a venire a Londra per poterle essere di aiuto, non l'avrei mai lasciata da sola, ma nello stesso tempo avrei comunque seguito la mia vita in quella città. Un viaggio in Giappone pensai comunque che fosse d'obbligo, dovevo andare da lei, scoprire quale fosse la sua malattia e cercare di aiutarla il più possibile sperando che non ci fosse nulla di grave come temevo. Cercai di fare leva su questo pensiero, volevo essere ottimista in fondo, come se non volessi accettare che stesse accadendo per forza qualcosa di negativo. Mi calmai, cercai di razionalizzare per non farmi prendere dal panico, poi mi rivolsi a Zachar:
 
- Ascolta, nel fine settimana verrò a Tokyo... ma sappi che non rimarrò lì, porterò via mia madre con me e la farò rimanere a Londra. Ti chiedo solo di accennarmi qualcosa della sua malattia, te lo chiedo per favore... non posso rimanere con quest'ansia opprimente... -
 
 
- No Amy, non posso... Ho promesso a tua madre di non dirtelo, ho già parlato troppo... devi parlarci di persona. -
 
- Ti prego Zachar! -
 
Lui si alzò in piedi e si diresse verso il divano dove precedentemente aveva tirato la giacca in malomodo:
 
 
- Mi dispiace... Non posso. Adesso vado, verrò a prenderti sabato mattina così ti accompagno a Tokyo. -
 
- Non è necessario grazie. -
 
- Ho anche promesso a tua madre di prendermi cura di te nel possibile, nel caso in cui avessi deciso di tornare in Giappone... vuoi forse farla addolorare ancora di più? -
 
Zachar colpì nel centro, e io non volevo che mia madre peggiorasse a causa delle  preoccupazioni che involontariamente le arrecavo. Fui costretta ad accettare:
 
- Va bene Zachar, poi ci metteremo d'accordo per gli orari. -
 
- Bene. Io ho il tuo numero di telefono, me lo ha dato tua madre. Ti chiamerò venerdì sera, adesso vado. Mi dispiace Amy... fatti forza. -
 
Così dicendo si avvicinò a me e sorprendendomi, mi diede un bacio tra l'angolo della bocca e la guancia. In quella frazione di secondo, colta alla sprovvista fui solo capace di allontanarmi di scatto con aria interrogativa e contemporaneamente sbalordita e disgustata. Mentre si dirigeva verso la porta mi portai una mano su quell'angolo della bocca che aveva appena baciato e sfiorandolo con le dita come per pulirmi gli dissi con tono apparentemente calmo:
 
- Non... non ti azzardare mai più... -
 
Lui si voltò verso di me e mi guardò con un ghigno:
 
- Ci sentiamo venerdì. -
 
Chiuse la porta e io iniziai a piangere di rabbia e disperazione. Mia madre era malata! Ma che cosa aveva? Perchè non me lo aveva detto? "Maledetta mamma, maledetta!!! Perchè mi fai questo? Mi odi così tanto per le decisioni che ho preso nella mia vita, da non dirmi una cosa così importante?!? Sei come papà... anche tu mi hai abbandonata in realtà! " Dovevo assolutamente sentirla e così provai a chiamarla. Il telefono dava libero ma non mi rispondeva. "Che cosa diavolo è successo? Non mi rispondi perchè sei ancora arrabbiata con me? O non mi rispondi perchè ti sei sentita male?Dannazione rispondi a questo maledetto telefono!!!" Mi accasciai sul tappeto disperata, non sapevo più cosa pensare, non riuscivo, non riuscivo a calmarmi a pensare qualcosa di razionale. Mi passarono mille pensieri per la testa, di lei che se ne era andata via in quel modo, di lei che piangeva, di lei che aveva sofferto a causa di papà che l'aveva abbandonata, di lei che soffriva perchè io non le ero vicino... La immaginavo ancora con le lacrime agli occhi mentre magari in quel momento era chissà dove con il suo male. Ma quale male?!? Perchè non potevo saperlo subito?!
Le mandai un messaggio, in quel momento era l'unica cosa che potessi fare:
 
"Mamma come stai? Rispondimi al telefono!"
 
 
Rimasi con il cellulare in mano e gli occhi fissi sul display mentre ero ancora seduta sul tappeto, cercando intanto di calmarmi. Finalmente dopo cinque minuti mi arrivò la risposta tanto attesa, quei pochi minuti mi erano sembrati un'eternità.
 
" Sto bene, sono in albergo, domani ho l'aereo per Tokyo. Non ho voglia di parlare con te adesso. "
 
La durezza delle sue parole non mi colpì questa volta, ma fui bensì felice di aver ricevuto quel messaggio e di sapere che non mi aveva risposto alla chiamata non perchè fosse  in preda ad un malore, ma per orgoglio. Sorrisi con il telefono in mano e gli occhi ancora umidi.
 
Poi si aprì la porta di casa e mi voltai verso un Taiki stupito di vedermi in quello stato, seduta per terra:
 
- Che succede? -
 
Così dicendo si affrettò a venirmi incontro.
 
 
 
 
Note e commenti:
 
Ed eccoci qui :) Ora sono curiosa di sapere cosa direte sulla madre di Amy, scommetto che questa non ve l'aspettavate :D
E poi adesso c'è anche Zachar... chissà come finirà? Eheh...
Detto questo non mi resta che passare ai ringraziamenti!
Ringrazio ancora una volta la mia ispiratrice Demy84 e  ringrazio con tutto il cuore voi: Elliemarsrose, Key17, Kay89, Marziolina86, Moon91, Alison95, Pianistadellaluna, LadyFire, Court, Alemagica88, Cri Cri, Lisanechan, DeepSubmerge85 e Simona! :)
Grazie a tutti i lettori.
A presto!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Subconscio e paure. ***


Subconscio e paure. 
 
 

Raccontai tutto quello che era successo a Taiki, che rimase sconvolto, attonito.
 
- Mi dispiace da morire... Pensa che domani sarebbe anche dovuto venire Seiya, mi ha mandato un messaggio oggi dicendomi che sarebbe venuto a trovarmi fino a fine settimana.
Avevo pensato di chiederti se ci fossero problemi se lo lasciassi rimanere qui qualche giorno, magari lo avremmo fatto dormire sul divano letto qui in soggiorno... Ma se non te la senti di avere una persona per casa, in queste condizioni lo capisco. Gli chiederò di venire un'altra volta va bene? -
 
Ero ancora frastornata, più che altro incredula. Scacciavo il pensiero di mia madre dalla mente con forza, come se non volessi più pensarci fino al momento di partire. Era un modo egoistico di andare avanti soffrendo il meno possibile, anche se dentro di me sentivo un peso opprimente schiaccarmi il ventre. Non volevo piangermi addosso fino a che non fossi partita, non avevo voglia di vivere quei giorni in uno stato pietoso e anche se l'ansia e la preoccuazione mi facevano provare un dolore quasi fisico, dovevo andare avanti. Dovevo. Mi rivolsi a Taiki che intanto mi stringeva a se:
 
- No amore, fai pure venire Seiya. Distrarmi adesso mi farà bene, preferisco così. -
 
Taiki mi guardò stupito, togliendosi dall'abbraccio ma rimanendo con le mani sulle mie spalle:
 
- Ma sei sicura? Non vorrei che lo facessi solo per tenermi contento. Credimi, per me non è un problema rimandare con Seiya... -
 
- Stai tranquillo, davvero... non ho voglia di pensare al problema in questi giorni, non ce la faccio. Avere una persona per casa mi terrà la mente occupata... Fai pure venire Seiya. Ci tengo a dirti però, che dovrò scambiare telefonate con Zachar, so che non ti farà piacere, ma devo farlo, perchè lui è l'unico contatto che ho per sapere come sta mia madre, visto che lei al momento non ha intenzione di rispondere alle mie chiamate, e magari potrei preoccuparmi per niente...-
 
Lui mi rivolse uno sguardo rassicurante, anche se il volto era serio:
 
- Non ti preoccupare... lo sai che in condizioni normali me la sarei presa, geloso come sono. Ma in questo caso, che cosa posso dirti? Ti capisco. Solo una cosa... lo sai che puoi sempre contare su di me vero? -
 
Mi abbracciò di nuovo e io mi sentivo al sicuro, con il viso sprofondato nei suoi indumenti. Lui mi dava sempre la forza per affrontare tutto, anche un problema serio come quello. Ormai ero totalmente rapita dal mio sentimento per lui, che con il suo modo di essere non faceva altro che alimentarlo. Era come se in quel momento, scavasse dentro di me a mani nude, per togliere strati di sentimenti negativi dovuti alla preoccupazione per mia madre. Con il volto ancora avvolto nel suo maglione risposi: 
 
- Grazie amore mio... Lo so che ti stai trattenendo dopo aver saputo anche quello che ha fatto Zachar, e lo apprezzo molto. -
 
Si rabbuiò in viso:
 
- Già... ovviamente il mio istinto sarebbe quello di mettergli le mani addosso, lo sai come sono fatto. Ma c'è di mezzo una situazione troppo delicata e non voglio crearti ulteriori problemi.
Lo sai che lo faccio per te... -
 
Sorrisi.
 
 
Non passai bene la notte, per quanto mi sforzassi razionalmente di non pensare a mia madre, il mio inconscio non poteva fare a meno di trasformare la mia angoscia in incubi terribili, che disturbarono il mio sonno facendomi svegliare tre o quattro volte. L'ultima volta prima di alzarmi definitivamente, sognai mia madre senza capelli e senza bocca che mi aggrediva verbalmente ( nonostante fosse priva di labbra, nell'incubo riuscivo lo stesso a sentire la sua voce) urlandomi contro tutto il suo odio: "E' tutta colpa tua se sono diventata così Amy!"  "Sto per morire e tu non fai niente per salvarmi!"  "Maledetti tu e tuo padre, mi state uccidendo!!!"  finchè non mi portò le braccia al collo per strangolarmi e mi svegliai. Ero completamente sudata, con le lacrime agli occhi ancora una volta e mi sembrava di faticare a respirare, come se mi avessero davvero messo le mani intorno alla gola stringedola con forza. Il cuore pulsava più forte del normale e mi portai le mani al petto premendo con forza, come per fermare quei battiti accelerati. Così decisi di alzarmi, dovevo calmarmi. Mi recai in cucina e mi preparai una camomilla, mentre accesi la tv cercando qualche canale dove trasmettessero repliche di varietà, cartoni animati o film comici. Proprio i programmi che non vedevo mai, ma avevo studiato che quando si è spaventati e non si riesce a dormire, ci si può rilassare vedendo in tv qualche programma per così dire "leggero" che servisse ad attenuare la tensione, era una questione psicologica. Poi un rumore mi fece sobbalzare e mi voltai vedendo la sagoma di Taiki che si era svegliato e mi stava raggiungendo con aria assonnata e al contempo preoccupata:
 
- Non riesci a dormire? -
 
- No... mi dispiace di averti svegliato, guardo un pò di tv e torno al letto. -
 
Lui mi abbracciò da dietro, poggiando le braccia sulle mie spalle:
 
- Stai tranquilla... ci sono io con te, non ti lascio sola. Vieni, torna al letto, sono le tre e mezza... -
 
Non riuscivo a dirgli di no, il suo tono di voce dolce e rassicurante era ipnotizzante per me.
Spensi la tv e tornai al letto con lui che, una volta sotto le coperte, mi teneva stretta al suo cuore, riuscendo così a farmi addormentare fino a che la sveglia non suonò.
 
 
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Quella mattina il lavoro in clinica per la prima volta mi sembrò pesante. Anche se lavorare mi evitava di pensare a mia madre, era come se ogni mio movimento fosse rallentato, come se fossi priva di energie; non mi era mai successo prima. 
Qualcuno mi urtò violentemente un braccio facendomi cadere a terra nel corridoio della clinica, dove mi ero soffermata a leggere la cartella clinica di un paziente. 
 
- Ops, mi dispiace tanto dottoressa! -
 
Era la dottoressa Green Esmeralda, che si era trasferita all'Italian Clinic di Londra da circa tre giorni. Non so perchè, ma aveva uno sguardo sprizzante odio nei miei confronti, lo avevo capito da subito. Mi alzai spolverandomi il camice e raccogliendo i fogli, mentre lei rimase ferma a guardarmi impassibile. Non ci volevano anche lei e la sua antipatia quel giorno, proprio no. La guardai con aria di riprovero:
 
- Cerca stare più attenta la prossima volta, siamo in una clinica, non in un campo da rugby. -
 
Feci per andarmene, ma Esmeralda richiamò la mia attenzione:
 
- Senti, ti ho già detto che mi dispiace se non sbaglio! -
 
- Già, ma non mi hai certo aiutata a rialzarmi e a raccogliere i fogli... Senti Esmeralda non so per quale motivo, ma io te stiamo partendo con il piede sbagliato. Oggi sono particolarmente nervosa e il tuo comportamento ha peggiorato la situazione. Vorrei che fra noi non si creasse tensione, adesso come adesso non sarei in grado di sopportare altri problemi. Che ne dici di prenderci un caffè insieme durante la seconda pausa? Ti va? -
 
Esmeralda continuava a guardarmi con disprezzo, i suoi occhi parlavano chiaro, sembrava quasi che le avessi fatto un torto personale. Un sorrisetto le si stampò in viso:
 
- Mi dispiace ma non credo che farò la pausa, sono arrivata da poco e voglio farmi notare, IO. -
 
- Ma la pausa è un diritto, non ti sto certo dicendo di oziare durante l'orario lavorativo. Beh non importa. Adesso vado. -
 
 Dopo averle voltato le spalle, mi venne dietro e mi fermò con una mano sulla spalla, poi mi sussurrò nell'orecchio:
 
- Non trovi sia affascinante un neo a forma di cuore? A me piace da impazzire baciarlo proprio lì... -
 
 Mi voltai di scatto verso di lei sentendomi quasi mancare il respiro e strabuzzai gli occhi guardandola ridere come un'oca mentre se ne andava via.
"Come fa a sapere del neo a forma di cuore?!" "A me piace da impazzire baciarlo proprio lì?!?" No... non è possile... che diavolo significa!? Taiki mi deve delle spiagazioni!!" 
 
In quel momento capii anche per quale motivo Esmeralda mi odiasse tanto, era evidente che sapesse di me e Taiki! Ma chi era quella donna? Anche lei si era trasferita dall'Italia, proprio come lui... "No, non ci credo! Taiki non mi tradirebbe mai! Non trarre conclusione affrettate Amy... " 
 
Decisi di dedicarmi ancora di più al lavoro quel giorno, non ne potevo più di quei pensieri orribili, "basta!".  E infatti i miei pazienti riuscirono a farmi dimenticare tutti i pensieri sgradevoli che mi avevano afflitto fino a poco prima, anche se non riuscivo a non sentire quell'enorme cumulo di sensazioni negative che mi trafiggevano lo sterno. Taiki aveva staccato due ore prima per andare a prendere Seiya all' aeroporto e portarlo a casa nostra, così dopo aver sentito Rea per messaggio, la mia amica decise di venirmi  a prendere. 
Quando staccai la vidi appoggiata su un lato della sua auto, era sorridente. Appena mi vide arrivare le si spense quel sorriso:
 
- Hey Amy, che hai fatto? Hai una faccia... -
 
- Non sto molto bene infatti, comunque grazie per essere venuta a prendermi. -
 
- Senti, ce l'hai il tempo per un caffè? -
 
- Sì. Ho ospiti a casa come sai, ma il tempo per un caffè con te ce l'avrò sempre. -
 
Rea parcheggiò davanti al Senshi bar dove entrammo e ci sedemmo ad un tavolo ordinando i due caffè. Rea mi guardò preoccupata:
 
- Si può sapere cosa è successo? -
 
Le raccontai di mia madre e anche di Esmeralda, sembravo un fiume in piena e presi parola per venti minuti buoni, sotto gli occhi sconcertati di Rea che non proferiva parola. Solo quando ebbi finito il discorso commentò:
 
- Mi dispiace molto per tua madre Amy... Capisco la tua scelta di andare a trovarla in Giappone ora, ma cerca di convincerla a venire qui a Londra, altrimenti non potrai starle vicino... Per quanto riguarda Esmeralda... stai attenta a quella donna. Ho una strana sensazione... -
 
- Quale sensazione Rea? Senti io... non lo so... vorrei fidarmi di Taiki ma questa storia del neo... credimi, solo essendo in intimità con lui si può notare... -
 
- Stai tranquilla, potrebbe anche essere una sua ex, non ci hai pensato? -
 
- Sì in effetti... è quello che voglio pensare, non potrei mai credere che Taiki mi tradisca. Però... non lo so è tutto così negativo adesso! Ci mancava solo questa storia, non mi bastava la preoccupazione per mia madre... non so come reagire Rea, in questo momento mi sento vuota, come se non avessi emozioni... non ce la faccio. -
 
Rea posò la mano sulla mia:
 
- Non ti preoccupare è normale... sei talmente satura di tutti questi problemi che adesso non riesci nemmeno più a soffrirne, è un sistema di autodifesa. Io posso solo consigliarti di far venire tua madre a vivere qui, e di parlare con Taiki... -
 
- Sì ma stasera e fino a che io non parta c'è Seiya a casa, non me la sento di aprire il discorso davanti a lui... -
 
- E tu non farlo. Se ne avrai modo parla con Taiki, altrimenti pensa prima al problema di tua madre. Sono sicura che lui non ti nasconda nulla, non avrebbe nemmeno il tempo di frequentare quella tipa, anche perchè quando non lavora è sempre con te, pensaci. -
 
- Sì forse hai ragione. La voglia di sapere è tanta, ma se non ne avrò modo resisterò fino al mio rientro a Londra... o almeno spero di farcela! Grazie Rea... -
 
- Figurati... se potessi ti accompagnerei in Giappone, così potrei anche rivedere i miei genitori, ma sono già mancata troppo dal lavoro... -
 
- Non preoccuparti, fai già molto per me! Ti voglio bene! -
 
- Ti voglio bene anche io! Dai adesso andiamo, o farai tardi! -
 
Mentre uscimmo dal bar, guardai il cielo e ringraziai qualche entità per avermi fatto incontrare un'amica così speciale, una sorella. 
I problemi c'era ancora a turbarmi l'animo, ma mi recai verso casa con un' espressione decisamente rilassata.
 
 
 
 
Note e commenti:
Evviva, siamo ancora nel pieno della catastrofe XD Che titolo rassicurante eh? Ahah! Ebbene si, qui vorrei dire che una di voi ci aveva visto bene su una cosa... Kay89! Il ritorno del neo a forma di cuore!!!  "Da Taiki con furore!" XD  Ok ok lo so che probabilmente starete pensando che questo capitolo è pesantissimo, povera Amy la subisso di problemi! Comunque prometto che questo periodo sarà anche interrotto spesso da cose piacevoli ^^
Detto questo passo ai ringraziamenti!  Grazie infinite come sempre a Demy84, e grazie di cuore a Kay89 (te lo avevo detto che ti avrei citata per la storia del neo :D), Elliemarsrose, Key17, Moon91, Marziolina89, Pianistadellaluna, LadyFire, Alison95, Court, DeepSubmerge85, Lisanechan, Cri Cri, Alemagica88 e Simy ed Ele!
Un saluto a tutti i lettori!
SailorMercury84
 

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** L'arrivo di Seiya. ***


L'arrivo di Seiya.  
 
 
 
Seiya era davvero un tipo simpatico, e da quando era arrivato a Londra, sul volto di Taiki si era stampato un sorriso. Eravamo tutti e tre a tavola, Taiki aveva come al solito preparato un'ottima cena.
 
- Allora fratellone, non mi avevi detto che ti eri fidanzato con una ragazza così carina! Sei sempre il solito marpione! -
 
Taiki arrossì:
 
- Ma senti chi parla! Tu piuttosto ti sei deciso a fidanzarti seriamente? -
 
- Beh stavolta sì... è una ragazza stupenda! -
 
Mi intromisi:
 
- Oh e come si chiama? -
 
- Si chiama  Kakyuu. Stavolta sono cotto perso! Ho anche scritto una canzone per lei! -
 
- Davvero? Sei molto romantico Seiya! Taiki mi ha fatto ascoltare un tuo cd, e devo farti i miei complimenti, la tua musica mi ha colpito molto! Tra l'altro so che in Italia stai diventando famoso! -
 
- Beh sì! Sono già al terzo album, e le vendite stanno andando alla grande! Ma Taiki non te l'ha detto che suonava nella mia band una volta? -
 
- Cosa? Davvero Taiki? -
 
Lui rispose imbarazzato, non me ne aveva mai parlato:
 
- Sì! Mi piaceva suonare la tastiera... poi ho dovuto mollare tutto, non riuscivo a coltivare quella passione per via del lavoro. -
 
Seiya rispose divertito:
 
- Sì, del lavoro e delle ragaz... ops! -
 
- Seiya!!! -
 
Lo rimproverò Taiki. E subito mi tornò in mentre Esmeralda. In quel momento stavo meglio, la presenza di Seiya mi aiutò a non pensare ai problemi, ma visto che involontariamente introdusse il discorso "ragazze", ne approfittai per chiedere a Taiki quello che tanto mi premeva, in tutta tranquillità, senza più seguire il consiglio di Rea:
 
- A proposito Tay, tu conoscevi già Green Esmeralda vero? E' la nuova dottoressa... -
 
Seiya e Taiki si scambiarono un fugace sguardo d'intesa, poi il mio fidanzato rispose:
 
- Sì la conosco. Perchè? -
 
- Perchè mi ha detto di conoscerti, anche lei viveva in Italia fino a poco tempo fa... -
 
- Sì era una collega, niente di che! -
 
"Una semplice collega?! Ma lei sa del tuo neo! Cosa mi nascondi Taiki?" Non riuscii a trattenermi nonostante la presenza di Seiya, così esplosi:
 
- Come "niente di che"?! Lei... lei mi ha detto di conoscerti molto bene, e sembra che fra voi ci... sia stato qualcosa... -
 
Taiki saltò in piedi dalla sedia, capii che si stava infuriando, dando il sopravvento al suo lato negativo del carattere:
 
- Senti Amy non mi pare il caso di parlarne adesso! Adesso scusatemi ma vado un attimo in bagno. -
 
Si diresse verso il gabinetto sbattendo la porta. Lo conoscevo bene ormai sotto quel punto di vista, e sapevo che quello era un modo per far sbollire la rabbia. Perchè se l'era presa tanto? Forse perchè ne avevo parlato davanti al fratello? Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio mentre Taiki si era assentato, poi Seiya prese parola, parlando a bassa voce:
 
- Amy... Taiki ha avuto una storia con Esmeralda in Italia... ma ecco... era solo una storia di sesso, niente più. Lui poi tagliò i ponti con lei che iniziò ad essere pesante... gli faceva le poste sotto casa, al lavoro lo controllava e non voleva che lui anche semplicemente parlasse con qualcun'altra... era molto ossessiva, e per un certo periodo lo ospitai a casa mia per far sì che lei non lo trovasse. Poi purtroppo scoprì che Taiki era mio ospite, e tu non sai quante gliene ha combinate... -
 
Si interruppe, ma io volevo a tutti i costi sapere:
 
- Continua... -
 
Seiya abbassò lo sguardo:
 
- Beh, una volta si fece trovare completamente nuda nel suo studio, in clinica. Lui aprì la porta ed era in compagnia di una paziente che doveva visitare, puoi immaginare! Lei invece di coprirsi, cominciò a fargli una scenata di gelosia e divenne aggressiva, addirittura lo schiaffeggiò, mentre lo insultava dandogli del porco. Era gelosa perfino delle pazienti. Dopo quell'esperienza Taiki decise di trasferirsi qui a Londra, sotto consiglio del direttore della clinica in Italia, per evitare altri scandali con i pazienti. Ma Esmeralda adesso lo ha trovato anche qui, e so che non gli renderà vita facile. Comunque, se vuoi un consiglio, sta' attenta... quella donna è matta! Era stata buttata fuori dalla clinica e persino denunciata sia da Taiki che dai dirigenti, e adesso non so proprio come abbia fatto ad essere riammessa nella sede di Londra, sono scioccato anche io!-
 
Adesso si spiegava davvero tutto. Perchè Taiki non me ne aveva parlato? In fondo era una storia chiusa... almeno fino a tre giorni prima. Chissà cosa avrebbe architettato questa volta Esmeralda. Ci mancava solo lei ad alimentare le mie ansie! Oltretutto dovevo anche assentarmi da Londra per un certo periodo, e sapere che Taiki era nel mirino di quella donna non mi rendeva certo contenta, senza contare che il pensiero che lui ci fosse andato al letto non mi piaceva affatto! Mentre i pensieri mi affollavano la testa, Seiya mi sorrise:
 
- Dai stai tranquilla, Taiki non te lo porterà via nessuno, credimi non l'ho mai visto così innamorato. Sei la prima ragazza a cui ha chiesto di convivere, non è poco! Poi voglio farti un regalo, anzi due... -
 
Estrasse tre foglietti dalla tasca e me li porse:
 
- Ecco, questi sono due biglietti per il concerto che terrò il prossimo mese a Roma. Se tu e Taiki veniste mi farebbe molto piacere! Ah e in questo foglietto vi ho scritto il nuovo indirizzo di casa, nel caso in cui voleste passare a trovarmi prima del concerto. -
 
Presi i biglietti e lo ringraziai:
 
- Grazie Seiya! Faremo sicuramente in modo di venire! Ah e... grazie anche per avermi raccontato quelle cose, in parte mi hai tranquillizzato, anche se il fatto che Esmeralda sia tornata alla carica non mi piace per niente... -
 
In quel momento tornò Taiki, che si era evidentemente sciacquato il viso dopo una lunga riflessione per calmarsi; era ancora nervoso, ma meno di quanto pensassi. Mi sorrise forzatamente, poi si rivolse a Seiya:
 
- Scusatemi per l'assenza. Allora ti è piaciuta la cena fratellone? -
 
- Sicuro! Hey, mi aspetto anche la spaghettata di mezzanotte eh? Amy devi sapere che quando io e Taiki vivevamo insieme in Italia, era d'obbligo una spaghettata aglio, olio e peperoncino a mezzanotte! -
 
- Molto salutare devo dire! E bravo Taiki, piano piano spunta qualcosa di nuovo! -
 
Iniziammo a ridere tutti e tre, e Seiya circondò con il braccio la spalla del fratello. Taiki era sorridente di nuovo, era semplicemente bellissimo, e mi inteneriva vederlo così felice grazie alla presenza di suo fratello. Percepivo l'affetto che provava per lui, e anche Seiya contraccambiava spontaneamente, si volevano molto bene, era evidente. "Grazie Seiya" pensai, perchè vedevo il mio ragazzo contento e sereno; era riuscito a fargli passare persino l'arrabbiatura.
 
Mentre i due fratelli erano intenti a giocare a carte, io li salutai e mi recai al letto, era stata una giornata pesante e poi volevo lasciarli un pò soli. 
Anche quella notte feci dei terribili incubi; sembrava non volessero più lasciarmi dormire in pace.
Inizialmente sognai di nuovo mia madre, questa volta su una sedia a rotelle che mi gridava contro "Tu hai ammazzato tuo padre e adesso stai uccidendo anche me!". Nel sogno ripeteva sempre questa frase, la ripetè almeno trenta volte di seguito finchè io non svenni e lì mi svegliai.
Successivamente sognai di nuovo mia madre ed Esmeralda che mi inseguivano in una strada buia mentre io correvo a piedi nudi che si ferivano al contatto con l'asfalto, finchè non arrivai davanti ad un muro dove apparve Taiki che mi disse con durezza: " Adesso ho voglia di scoparmi Esmeralda, sparisci dalla mia vista!".
 
- NO!!! -
 
Mi svegliai di soprassalto, non ne potevo più di quei terribili incubi. Taiki che mi aveva sentito gridare corse nella stanza e accese la luce:
 
- Che è successo?! -
 
Io avevo le lacrime agli occhi e avevo l'affanno... il cuore a tremila.
 
- Niente... era... solo un brutto sogno. -
 
Taiki mi accarezzò il viso:
 
- Queste notti non riesci proprio a dormire eh? Vuoi che ti prepari una camomilla? -
 
- No no... stai tranquillo, passeranno prima o poi questi incubi... -
 
- Mi dispiace tanto, so che sono dovuti alle tue preoccupazioni. Speriamo che tua madre non abbia nulla di grave... -
 
Mentre ancora la voce mi tremava, mi aggrappai alle sue braccia, poggiando la testa sul suo petto:
 
- Taiki... -
 
- Dimmi piccola... -
 
- Io ho paura... Esmeralda non si sta comportando bene con me e io so tutto... non voglio che ti porti via da me in qualche modo... -
 
- Ma come ti salta in mente?! Stai tranquilla principessina dell'acqua, io voglio solo te. Come posso fartelo capire? Non farti venire le ansie anche per questo, non ce n'è bisogno. Guardami negli occhi... -
 
Mi prese il viso fra le mani e mi fissò negli occhi:
 
- Io ti amo! -
 
Ci baciammo, e ancora una volta sentii liberarmi da quell'aura di negatività, il cuore riprese il normale ritmo, i muscoli si rilassarono. Taiki. Lui era la medicina che curava le mie ferite dell'anima. Era la medicina che curava tutte le mie paure, e l'unica in grado di rendermi felice.
Si allontanò di poco dalle mie labbra:
 
- Stavo pensando ad una cosa... è tanto che non vai in piscina, forse stare a contatto con la tua adorata acqua ti farà bene sai? -
 
- Sì hai ragione... ma non ne ho mai tempo. -
 
- Facciamo così, domani dopo il lavoro ti porto in piscina, poi vado a casa da Seiya e per l'ora di cena passiamo a prenderti, magari mangiamo un boccone fuori, ti va? -
 
Lo abbracciai mentre ero ancora seduta sul letto e lui si era chinato verso di me:
 
- Certo che mi va... grazie! -
 
- Adesso dormi tranquilla, fra poco ti raggiungo, finisco di fare due chiacchiere con Seiya ok? Buonanotte... -
 
Mi diede un ultimo bacio a stampo sulle labbra e spense la luce, mentre io mi rinfilavo sotto le coperte con il cuore in pace.




Note e commenti:

Image and video hosting by TinyPic Ed ecco svelato il mistero della vostra beniamina Esmeralda! Dai questa volta sono stata magnanima, e a parte qualche incubo qua e la, non ci sono troppe tragedie. Lo dicevo che non sarebbero stati tutti così catastrofici i capitoli ^^   Comunque, cosa ne pensate dell'arrivo di Seiya? A me piace, è un personaggio positivo :)
Naturalmente colgo l'occasione per ringraziare Demy84, e con lei anche voi, come sempre: Elliemarsrose, Marziolina86, Key17, Kay89, Moon91, LadyFire, Pianistadellaluna, Alison95, Court, Cri Cri, Lisanechan, DeepSubmerge85, Alemagica88, Simona ed Ele :)
Vi ringrazio tantissimo non solo perchè state seguendo la mia storia, ma anche per le vostre recensioni, siete adorabili :) E grazie a voi, la mia storia ora è fra le più popolari dell'anno nella categoria "Sailor Moon", non mi sarei mai aspettata un simile risultato quando ho iniziato a scrivere, e lo devo a voi, Grazie di cuore :)
Grazie anche a chi ha inserito la mia storia fra le preferite e le seguite, e anche a chi semplicemente spende un pò del suo tempo per leggere la mia fanfiction :)
Un saluto a tutti!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Pomeriggio in piscina. ***


Pomeriggio in piscina. 
 
 
 
Avevo staccato dal lavoro alle 18.40, per fortuna quel giorno non mi era capitato di incontrare Esmeralda. Taiki mi accompagnò in piscina e mi aiutò a prendere il borsone dal portabagagli.
 
- Passo a prenderti per le 20.00 circa, d'accordo? Io intanto porto un pò in giro Seiya per le strade del West End... a dopo tesoro! -
 
- Grazie amore! -
 
Mi diressi così verso la struttura, ero emozionata al pensiero di farmi una bella nuotata dopo tanto tempo. Di solito a quell'ora c'era pochissima gente, e quella volta in particolare, notai dalle borse nello spogliatoio che dovevano esserci almeno due ragazze.
 
Arrivai sui bordi della piscina con il mio costume blu, pronta a tuffarmi, quando qualcuno richiamò la mia attenzione:
 
- Hey Amy! -
 
Vidi Heles dall'altra parte della piscina che mi salutava con la mano, e mi fece un enorme piacere.
Mi avvicinai a lei facendo il giro sul bordo vasca:
 
- Heles che bello vederti! Sei venuta a farti una nuotata? -
 
- Beh più che altro è la mia compagna Milena che adora nuotare, e così qualche volta l'accompagno. Eccola lì, è l'unica a mollo nell'acqua! Hey Milena voglio presentarti una mia amica! -
 
Chiamò la ragazza dai capelli chiari che si voltò verso di noi con un sorriso:
 
- Hey, perchè non entrate in acqua, possiamo presentarci anche qui no? -
 
Heles le sorrise poi si rivolse a me:
 
- Beh, io credo che rimarrò sul lettino a riposare un pò, è stata una giornata pesante, e ho nuotato fino adesso... Fosse per Milena staremmo in acqua per ore! -
 
- Come la capisco, anche io adoro l'acqua! -
 
- Allora vai, ci salutiamo dopo! -
 
Annuii e finalmente mi tuffai in acqua, la mia amata acqua. Sentire quella piacevole sensazione di freschezza sulla pelle che mi avvolgeva il corpo e mi irrorava i capelli era un'emozione unica, per me. Chiusi gli occhi per qualche secondo per assaporare meglio quel momento di benessere, poi nuotai fino a raggiungere quella ragazza dagli occhi verde mare.
 
- Piacere, io sono Amy, un'ex collega di Heles. -
 
- Oh Amy, ho sentito parlare di te! Piacere io sono Milena! -
 
Ci stringemmo la mano, poi Milena proseguì:
 
- Stavo sentendo che anche tu sei un'amante dell'acqua... -
 
- Sì, se potessi scegliere un elemento che mi rappresenti, sceglierei proprio l'acqua... che scorre e porta tutto con se... L'acqua che in un contenitore è costretta a prenderne la forma e a trattenere tutte le sue molecole... ma può sempre essere liberata e così può scorrere portandosi dietro ogni singolo atomo di ossigeno e ogni singolo atomo di idrogeno senza che nessuno possa più fermarla e... oddio sto parlando troppo scusami! -
 
Ero imbarazzata, ma stranamente, quella ragazza appena conosciuta mi ispirava fiducia e così mi ero lasciata andare con le parole. Lei che mi aveva ascoltato attentamente fino a quel momento, sorrise vedendomi imbarazzata:
 
- Ah ah ah, non ti preoccupare, anche io potrei stare un giorno intero a parlarti del mare. Io adoro il mare come fonte d'acqua... in fondo abbiamo gli stessi gusti no? Senti... immagino sia piuttosto brava a nuotare! -
 
- Beh sì... me la cavo! -
 
- Ti va di fare una gara di nuoto? -
 
- Perchè no! -
 
Passò un'ora intera senza che ce ne accorgessimo, mentre gareggiavamo adottando diversi stili di nuoto e più o meno eravamo sempre ad una situazione di parità.
 
- Hey ragazze sono passate le 20.00 la piscina fra mezz'ora chiude! -
 
Heles ci richiamò, mentre noi, esauste ci mettemmo supine sulla superficie dell'acqua godendoci quel momento di pausa. Poi Milena si rivolse a me:
 
- Complimenti, sei molto brava! E' un piacere gareggiare con te! -
 
- Grazie Milena, sei bravissima anche tu devo dire! -
 
- Ti senti meglio adesso? -
 
Cosa significava quella domanda? Avevo capito bene? Per esserne certa le risposi con un' altra  domanda:
 
- Come? -
 
- Volevo sapere se ti senti meglio adesso. Quando mi hai stretto la mano, ho percepito le tue angosce. Non guardarmi con quegli occhi, non sono una strega! Semplicemente ho un dono innato nel carpire alcune cose... ho la capacità di percepire visivamente cose non visibili naturalmente... sono una specie di sensitiva se vogliamo... -
 
- Ah adesso capisco... anche una mia cara amica ha una capacità simile... -
 
Ignorò il mio commento:
 
- Se non vuoi parlarne lo capisco, del resto sono fatti tuoi e non vedo perchè debba condividerli con un'estranea. Spero solo che questa ora di nuoto ti abbia fatto bene... L'acqua ti avrà certo purificato dalle ansie, ne sono certa! -
 
Heles gridò spazientita:
 
- Allora vogliamo andare? Siamo rimaste solo noi, e se non ci sbrighiamo ci chiudono dentro! -
 
In quel momento pensai che probabimente c'erano anche Taiki e Seiya ad aspettarmi fuori dalla struttura, così mi affrettai ad uscire dalla vasca con Milena, mentre Heles ci passò due asciugamani.
 
Dopo esserci asciugate i capelli e cambiate, uscimmo dall'edificio e vedi in lontananza la macchina parcheggiata di Taiki. Ci fermammo così per i saluti, iniziò Heles:
 
- Amy mi ha fatto piacere rivederti, magari qualche volta potremmo organizzarci e andare tutte insieme in piscina! -
 
- Certo, mi farebbe molto piacere! Sono contenta anche io di averti rivisto Heles! -
 
La abbracciai e poi mi voltai verso Milena:
 
- E' stato un piacere conoscerti! Grazie per la bella serata! -
 
- Figurati! Spero che ci rivedremo davvero per nuotare ancora insieme... e se posso darti un consiglio, stai attenta, c'è qualcuno vicino a te che non è per così dire una persona positiva... -
 
Sbarrai gli occhi, di chi stava parlando? Forse di Zachar? Ammiravo le persone in grado di avere quel potere sensitivo, ma allo stesso tempo mi metteva ansia sapere certe cose. Mentre ero ancora assorta nei miei pensieri, Heles si rivolse sorridendo a Milena:
 
- Oh avanti smettila, così spaventi la gente! -
 
- Sì forse hai ragione, ma è più forte di me, ah ah! Beh, allora a presto Amy! -
 
- A... a presto ragazze! -
 
I miei pensieri erano ancora concentrati sulle parole di Milena, mentre mi avvicinavo alla macchina di Taiki. Eppure quella ragazza su una cosa aveva ragione, sarà stato l'effetto dell'acqua, sarà che avevo nuotato spensieratamente... ma mi sentivo davvero meglio.
 
 
Taiki allargò le braccia vedendomi arrivare:
 
- Eccola la mia gocciolina d'acqua preferita! -
 
Seiya, che era sceso dalla macchina anche lui, lo derise:
 
- Ma sentilo, e da quando in qua saresti diventato così tenero? Fai sempre il duro e poi guarda come ti sciogli davanti a due ciglia lunghe ah ah ah! -
 
Io li presi entrambi sotto braccio, ero talmente allegra dopo essere stata in piscina e aver conosciuto Milena!
 
- Allora ragazzi dove mi portate a mangiare? -
 
Seiya sorrise:
 
- Ah beh se non me lo dite voi dove dobbiamo andare... Non sono certo del posto! -
 
Taiki scherzò, indicando il braccio che avevo incrociato con quello di Seiya:
 
- Beh Amy, ti dirò dove andiamo a cena solo se togli il braccio da lì! Ma guarda tu se dovevo invitare mio fratello a Londra per farmi soffiare la ragazza! -
 
I due iniziarono a scherzare, e Seiya per dispetto iniziò a scompigliargli i capelli, cosa che fece davvero innervosire Taiki. Diedero inizio a una serie di scene comiche, e io che ne ero la spettatrice non potevo fare a meno di ridere.
Era stata una bella giornata, mi sentivo positiva.




Note e commenti:
Questo capitolo come avrete notato è più breve rispetto agli altri, però ho preferito interromperlo così, pittosto che continuare a scrivere solo per "allungare il brodo" e rischiare di rovinarlo!
Stavolta è tutto positivo... non ve l'aspettavate eh? ^^  Questo capitolo lo dedico a DeepSubmerge85, visto che qui è entrata in scena Milena :)
Stavolta non ringrazio nessuno perchè... U.U     Scherzooooo!!! ^^
Ma certo che vi ringrazio, come sempre ringrazio con tutto il cuore Demy84, Elliemarsrose, Kay89, Key17, Moon91, Marziolina86, Lisanechan, LadyFire, Court, Alison95, Cri Cri, Alemagica88, Pianistadellaluna, DeepSubmerge85, Simy ed Ele :)
A presto!!!
SailorMercury84
 

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** La partenza. ***


La partenza
 
 
Venerdì sera mi misi d'accordo con Zachar che il giorno dopo ci saremmo visti in aeroporto alle 9.00 per prendere l'aereo insieme, destinazione Giappone. Per  telefono aveva dato alcune delle sue solite battute da sbruffone, ma io lo ignorai, finendo quasi per attaccargli in faccia.
Durante tutto il tempo di conversazione, Taiki mi aveva lanciato delle occhiate serie, mentre parlava con Seiya.
Poi mi diressi verso la camera da letto:
 
- Vado a preparare la valigia! -
 
- Aspetta Amy, voglio parlarti un attimo! -
 
Taiki si era alzato dal divano dove fino a poco prima era rimasto seduto a vedere un film con il fratello e mi raggiunse. Seiya, che aveva capito tutto disse:
 
- Beh io vado in terrazza a prendermi una boccata d'aria, così ne approfitto anche per chiamare Kakyuu. -
 
Taiki gli rispose:
 
- Grazie Seiya...-
 
Poi si voltò verso di me:
 
- Andiamo in camera, così se Seiya vuole rientrare si sentirà libero di farlo, senza trovarci qui. Voglio parlarti... -
 
Annuii e ci recammo in camera dove ci sedemmo sul letto. Taiki era più serio del solito, sapevo che l'idea che io partissi con Zachar lo preoccupava non poco. Lo vedevo nervoso anche se cercava di trattenersi il più possibile, poi aprì il discorso:
 
- Amore... So che hai chiesto un mese di ferie al lavoro. Se posso essere onesto, non condivido questa richiesta che hai fatto. Potevi prenderti tre, quattro giorni per partire e poi se ti fossero serviti altri giorni li avresti potuti richiedere più in là... -
 
- Lo so, vista così hai ragione. Però c'è la possibilità che mia madre debba fare diverse cure, e so già che non sarà facile convincerla a venire a Londra... preferisco prendermi un mese per stare tranquilla... -
 
- Amy... io... senti lo so che adesso il tuo problema principale è sapere di quale malattia sia affetta tua madre e che dovrai spendere molte energie per convincerla a venire qui, però... -
 
Di nuovo per nome. Sì, mi aveva chiamata di nuovo per nome, e quando lo faceva sapevo già che qualcosa non andava, ne era la conferma. Era sempre più nervoso, agitato, e cominciò a muovere su e giù una gamba come se fosse colpita da un tremore, facendo sussultare il materasso. Avevo quasi paura di affrontare quel discorso, ma lo incitai a parlare:
 
- ... Però? -
 
- ... Però non sopporto l'idea che quello Zachar ci sia di mezzo. Ora, posso capire il fatto che in questi giorni vi siate sentiti perchè volevi delle rassicurazioni sullo stato di salute di tua madre... ma non mi piace il fatto che debba addirittura fare un viaggio con lui... sapendo poi quello che ha fatto! Non chiedermi di sopportare anche questo, non ce la faccio! -
 
- Mi dispiace amore... lo so che ti stai trattenendo tantissimo, e io sono stata la prima a rifiutare di fare il viaggio con lui, poi ho capito di non avere scelta... mia madre gli ha chiesto di prendersi cura di me, e io non voglio provocarle ulteriori dispiaceri... -
 
Taiki si alzò in piedi, capii che era furibondo e stava per esplodere:
 
- E a me non ci pensi?! Non lo posso accettare Amy! Sono io che devo prendermi cura di te! Solo io posso... solo io ti posso proteggere, solo io posso starti accanto! Non mi hai nemmeno chiesto se volessi partire io con te... Hai dato per scontato che saresti andata da sola... perchè?!? -
 
- Oddio, io... si l'ho dato per scontato, ma solo perchè non pensavo che avessi intenzione di chiedere anche tu dei permessi... potrebbero farci delle storie sul lavoro, già sono appena arrivata, in più ci manca solo che ci facciamo un mese di "vacanza" insieme... perdonami ma ho pensato a questo! -
 
Era arrabbiato ma vedevo che continuava a trattenersi in tutti i modi, si mise una mano sulla fronte senza rispondere, e mordendosi la lingua si rimise a sedere accanto a me. Non volevo litigare prima di partire, così gli presi il viso fra le mani e lo guardai negli occhi:
 
- Adesso ascoltami... Sappi che Zachar non potrà mai farmi niente, perchè io non glielo consentirò. Sei tu l'unico uomo che voglio al mio fianco, l'unico dal quale io voglia farmi proteggere. Voglio solo te! -
 
Adesso il suo sguardo era tremendamente triste:
 
- Dimmi che non mancherai per un intero mese, che non sarai liggiù per tutto questo tempo... con lui.-
 
- Lo spero amore, lo spero... giuro che farò il possibile per tornare presto... però ti prego, non pensare che io vada lì con l'intenzione di stare al suo fianco, io vado lì per mia madre, una volta arrivata in Giappone farò di tutto per mandarlo al diavolo, te lo prometto. -
 
Per la prima volta vidi scendere una lacrima su quel volto dall'espressione sempre seria, e capii che dentro di sè Taiki era pervaso da un misto di sentimenti tra gelosia, malinconia e rabbia. Non so se avesse voglia di piangere al pensiero della mia lontananza, o perchè era uno sfogo della sua ira repressa... probabilmente era per entrambe le cose. 
Tutto ad un tratto mi buttò giù sul letto con la forza mentre nascondeva il viso sulla mia pancia, poi disse con tono carico di sentimento:
 
- Tu sei mia Amy... solo mia! -
 
Così dicendo, si sdraiò sopra di me, spostandomi verso il centro del letto, ed iniziò a baciarmi con foga, con un ardore impressionante, quasi da togliere il respiro. Mi mise in agitazione quella sua foga mai vista, di solito quando mi baciava o facevamo l'amore era sempre molto dolce, non mi aspettavo una simile reazione. Mi infilò un braccio sotto il maglione facendomi sussultare quando mi avvolse un seno con la mano, così con voce tremante lo supplicai di smetterla, anche se in fondo piaceva anche a me quello che stava facendo:
 
- No ti prego... c'è Seiya di là! -
 
Come se non avesse ascoltato le mie parole, mi chiuse la bocca con un bacio ricco di passione, intenso, mentre le sue mani esploravano ogni centimentro del mio corpo provocandomi brividi ovunque, fino alla cute. Ma il pensiero di Seiya che avrebbe potuto sentirci non mi consentiva di lasciarmi andare come avrei voluto, così insistetti:
 
- No... non possiamo! C'è... c'è tuo fratello di là! -
 
Taiki smise di baciarmi il collo per posare il suo sguardo sui miei occhi:
 
- Ho voglia di te... Non mi importa di niente... Ti voglio, ti voglio adesso! -
 
 
 
In poco meno di tre minuti mi ritrovai completamente nuda fra le sue braccia mentra lui si muoveva sopra di me, anche lui svestito. Poi mi guardò negli occhi con un'espressione ricca di passione, e mi sussurrò nell'orecchio:
 
- Ti amo, ti desidero, ti voglio! Voglio farti mia ancora una volta, prima che te ne vada... -
 
Non curanti del fatto che ci fosse una persona dall'altra parte della porta, facemmo l'amore. Non mi era mai successa una cosa del genere prima, anzi, avevo sempre criticato chi non sapeva controllare i propri istinti, ma quella volta non ce la feci a resistere, ero completamente travolta da lui. Mentre sentivo che Taiki stava arrivando al culmine del piacere, un pensiero mi balenò nella testa, facendomi provare una strizza al petto "Oddio mio, non..."
 
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Sabato alle 8.00 in punto, eravamo tutti all'aeroporto. Erano venute tutte le mie amiche a salutarmi, per fortuna non lavorava nessuna di loro quella mattina.
 
Ci aveva raggiunto anche Zachar, che oltre ad essersi presentato agli altri, ebbe il buon senso di rimanere in disparte. Salutai una ad una le mie amiche; quando salutai Bunny, lei mi disse:
 
- Stai tranquilla, so che tua madre non sta bene... Quando tornerai fra un mese in clinica, sarò quasi al settimo mese di gravidanza, e non mancherà poi molto al parto... se con il tempo dovessi avere molto da fare con tua madre e non dovessi riuscire ad aiutarmi con il parto, stai tranquilla, lo capisco! -
 
- No Bunny, io quel giorno ci sarò, te lo assicurò, avrò l'onore di far nascere tuo figlio. -
 
Bunny si avvicinò al mio orecchio e bisbigliò:
 
- Lo dico solo a te... è una femminuccia... è la piccola Chibiusa! -
 
Abbracciai la mia amica, mi aveva regalato una grande gioia rendendomi partecipe di quel segreto! Marta che aveva intuito qualcosa sbuffò:
 
- Allora Amy, che cosa vi siete dette? Bunny guarda che lo sò che le hai detto qualcosa sul bambino, voglio saperlo anche io! Chi è allora, la piccola "Marta junior"? -
 
Risero tutti, mentre Rea mi venne incontro:
 
- Fai buon viaggio Amy. Spero che tornerai presto qui con tu madre... e stai attenta d'accordo? -
 
Disse questa frase rivolgendo lo sguardo a Zachar.
 
- Stai tranquilla Rea, grazie. -
 
Ci abbracciammo proprio come feci successivamente con Morea e Marta. Poi fu la volta di Seiya:
 
- E' stato un piacere conoscerti Amy, sono proprio contento che mio fratello abbia trovato una  brava ragazza come te! Mi raccomando, venite a trovarmi il prossimo mese, so che sarai tornata da appena quattro giorni a Londra, ma ci tengo anche che veniate a conoscere Kakyuu d'accordo? -
 
- Certamente Seiya, faremo in modo di venire, ti ringrazio! -
 
 
Finalmente arrivò il momento di salutare Taiki, così ci allontanammo un pò dal gruppo. Aveva sempre quel suo sguardo serio, imperturbabile. 
 
- Chiamami appena sarai arrivata a casa di tua madre, ok? -
 
- Sì certo. Poi probabilmente dovrò acquistare una nuova scheda per il cellullare, vedrò se ci sono delle buone promozioni per chiamare all'estero, va bene? -
 
Non rispose alla mia domanda, ma continuava a fissarmi serio, poi disse:
 
- Adesso vai, Zachar ti sta aspettando... -
 
Capii che stava di nuovo trattenendo i suoi sentimenti, era geloso da morire. Mi venne un nodo in gola, non volevo lasciarlo, e promisi a me stessa che sarei tornata il prima possibile. Gli cinsi il busto con le braccia, e lo strinsi forte a me, questa volta fui io a trattenere le lacrime:
 
- Mi mancherai tantissimo! -
 
Ricambiò il mio abbraccio portando una mano sulla mia testa che strinse ancora di più al suo petto.
 
- Anche tu mi mancherai tantissimo my water's drop... torna presto... -
 
Alzai lo sguardo verso i suoi occhi, e cercai di trasmttergli tutto l'amore che provavo per lui con sole due parole:
 
- Ti amo. -
 
Lui di tutta risposta mi baciò dolcemente, passionalmente. Avrei voluto fermare il tempo in quell'attimo, avrei voluto che quel bacio durasse per sempre, mentre le sue braccia mi stringevano forte. "Voglio restare qui con te...", ma non potevo, dovevo prima aiutare mia madre. "In fondo un mese passa presto." Quel bacio finì con il suono della sua voce che mi accarezzò il cuore:
 
- Ti amo anche io... -
 
Il momento fu interrotto da un'altra voce, quella irritante di Zachar:
 
- Forza Amy, dobbiamo andare! -
 
Io e Taiki ci guardammo un'ultima volta negli occhi, mandandoci un messaggio muto ma allo stesso tempo inequivocabile. Ci amavamo.
 
 
- Allora Amy, quanto ci metti? Dobbiamo andare!! -
 
 
"Maledetto Zachar!" . 
Mi allontanai da Taiki mentre ci tenemmo la mano fino all'ultimo, fino a che piano piano non lasciai scorrere le mie dita toccando prima il suo palmo, poi le sue dita, poi l'aria.
 
 
 
 
 
Note e commenti:
 
Sono andata un pochino sul tragico come al solito, ma volevo sottolineare la difficoltà nel separarsi dalla persona amata... Ci tengo come sempre a conoscere il vostro parere :)
Come sempre vorrei ringraziare voi carissime lettrici e amiche: Demy84, Marziolina86, Elliemarsrose, Moon91, Kay89, Kay17, FireLady, Court, Lisanechan, Pianistadellaluna, Alison95, Alemagica88, CriCri, Deepsubmerge85, Simo ed Ele ^^
Un abbraccio a tutti voi :)
SailorMercury84
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Quella persona negativa. ***


Quella persona negativa.
 
 
 
Il viaggio fu estenuante, Zachar non aveva smesso di parlare un attimo, mi era persino venuto il mal di testa. Eravamo quasi arrivati a casa di mia madre, mentre dentro al taxi, Zachar continuava a raccontare di quanto fosse abile sul lavoro, di quanto fosse un ammaliatore, di quanto fosse intelligente.  
 
- Senti Zachar, per cortesia, me le hai già ripetute quattro volte queste cose, potremmo parlare di altro? -
 
- Mamma mia, lo dicevo che eri acida! Da oggi ti chiamerò "acidella"! -
 
- Piuttosto, non mi hai ancora detto presso quale clinica sia in visita mia madre... -
 
- Umpf! Se ci sono io di mezzo puoi stare tranquilla... E' visitata presso il Beryl Center dove lavoro, ed è in cura dal dottor Ruben va bene? Non posso dirti in cosa sia specializzato altrimenti capiresti cos'ha tua madre... -
 
Ma quanto durava quel viaggio? Non vedevo l'ora di arrivare da mia madre per potermi finalmente divincolare da quell'uomo insopportabile. Sembrava come se non fosse capace di parlare di cose serie, come diavolo era diventato un dottore? 
 
Finalmente il taxi si fermò davanti casa di mamma. Zachar offrì il passaggio e scese dalla macchina con me. Avevo promesso a Taiki che mi sarei presto liberata di lui, una volta arrivata a Tokyo, così mi fermai davanti al cancello:
 
- Ti ringrazio Zachar, per tutto. Adesso se devi andare non farti scrupoli... grazie ancora! -
 
- Hey hey e chi ti ha detto che debba andar via?  Voglio entrare a salutare tua madre, posso? -
 
Non riuscii a dirgli di no, in fondo era merito suo se mia madre era in cura presso il Beryl Center. Suonammo al campanello, e arrivò presto mia madre ad aprirci la porta, aveva un plaid sulle spalle, e mi buttò le braccia al collo commossa:
 
- Oh Amy, finalmente!!! Ho desiderato tanto che venissi qui!!! Vieni entra tesoro, ti ho pulito la camera, vieni!! Zachar entra, prego! -
 
Mi prese per mano trascinandomi in casa, e mi fece una gran tenerezza, capii che doveva essersi sentita molto sola. La mia vecchia stanza era rimasta come l'avevo lasciata, ed era pulita e ordinata. Aveva giusto comprato una nuova trapunta per il letto in stile occidentale, e aveva cambiato le vecchie tende verdi, per mettere quelle azzurre, del mio colore preferito.  "Povera mamma", pensai.
Si girò verso di me con le lacrime agli occhi, non riusciva a trattenere la sua emozione:
 
- Come sei bella tesoro... Hai visto che tende deliziose che ho comprato per te? -
 
- Sì mamma, ti ringrazio! -
 
Non sapeva che quelle tende avremmo dovute portarle presto a Londra, e in quel momento non aprii il discorso, volevo regalarle quel momento di felicità per poi parlarle con calma di tutto.
Mi ricordai di aver promesso a Taiki che lo avrei chiamato una volta arrivata a casa:
 
- Mamma posso usare il telefono? Devo fare una chiamata internazionale, giusto un attimo, tanto so che avevi quell'opzione per chiamare me a Londra a tariffa mensile fissa giusto? -
 
- Ah ehm... sì certo... però l'ho fatta disattivare sapendo che saresti venuta qui! -
 
- Come l'hai fatta disattivare?!? Ma... ma scusa mamma perchè? Io... lavoro a Londra non te lo ricordi?! Ho preso un mese di ferie e poi dovrò tornare! Non ho mai detto che sarei rimasta qui e poi... come facevi a sapere che sarei venuta, e perchè hai cambiato le tende della camera? Insomma... non mi hai più risposto al telefono! -
 
Si intromise Zachar:
 
- Ma è ovvio, sono stato io ad informarla! -
 
Mentre cercavo di contenere la rabbia che già si stava impossessando di me, squillò il mio cellulare, doveva essere Taiki che si era preoccupato per non avermi ancora sentito. Mi recai verso il soggiorno dove avevo lasciato la borsa, ma prima di poterla prendere, sentii urlare mia madre. Posai la borsa a terra spaventata e corsi verso la camera, trovandola sul letto in posizione fetale che gridava: 
 
- AAAAH LA PANCIA!!! -
 
- Oh santo cielo mamma!!! Che succede? -
 
Zachar uscì dalla stanza, mentre io continuavo a fare domande a mia madre:
 
- Mamma ti fa male la pancia? Cos'hai, delle fitte?! -
 
- Forse... forse l'ulcera perforata... AAAAH!!! -
 
- Oddio mamma!!! Stai prendendo dei farmaci? Hai degli antidolorifici specifici in casa?! -
 
- Ho... ho il morbo di Crohn*!!! -
 
- Che cosa?!? Aspetta allora, vado a vedere se hai un antinfiammatorio a base di mesalazina**! -
 
Frugai nel cassetto delle medicine ma non trovai nulla, così mi accontentai di un antinfiammatorio generico  in polvere che versai in mezzo bicchiere d'acqua. Mentre mi dirigevo verso la stanza da mia madre con il bicchiere, vidi Zachar di spalle che parlava al telefono, ma non gli prestai molta attenzione, fu quello il mio sbaglio.
 
- Tieni mamma, bevi questo! -
 
- Sto... sto meglio adesso... è che mi prendono dei dolori lancinanti, scusami... -
 
- Sì ma bevilo lo stesso, è un antinfiammatorio... poi ne parliamo bene di questa storia, adesso stenditi sul letto e riposati ok? -
 
- Grazie tesoro... sei il mio angelo... -
 
Tornai nel soggiorno, e continuai a cercare il mio telefono nella borsa, quando Zachar indicò il tavolo:
 
- E' lì, sul tavolo. -
 
Guardai la superficie di legno e vidi il cellulare. Il mio cellulare. Sentii salire la collera:
 
- Chi ti ha detto di frugare nella mia borsa?!? -
 
- Il telefono squillava imperterrito e così ho riposto. Stai tranquilla, ho avvisato il tuo ragazzo che è tutto a posto e che siamo arrivati qui da tua madre. -
 
- CHE COSA HAI FATTO?!? -
 
Avrei voluto picchiarlo!! Potevo solo immaginare quanto Taiki si fosse imbestialito, ma io mi infuriai altrettanto, e sputai veleno verso quell'essere detestabile:
 
-  Ma come ti permetti?!? Chi ti ha dato il permesso di fare una cosa del genere?! Vattene fuori di qui!!! -
 
- Come scusa? Oltretutto che ti ho fatto un favore... -
 
- Vattene, vattene via!!! Fuori da questa casa!!!-
 
Spuntò mia madre dalla stanza:
 
- Cosa succede? -
 
- Mamma torna al letto! E tu vattene immediatamente!!! -
 
Mia madre corse verso di me con occhi preoccupati:
 
- Ma cosa dici Amy, sei impazzita? Ti rendi conto di quanto ci stia aiutando questo ragazzo?!? -
 
Ma io non l'ascoltavo, no, pensavo solo a Taiki, avevo il terrore della sua reazione. In quel momento arrivò un messaggio, era di Taiki e lo lessi ad alta voce in preda al panico:
 
" E questo sarebbe il modo di mandare al diavolo quell'uomo? Brava Amy, questo è il tuo modo di dimostrarmi i tuoi sentimenti? Facendomi rispondere da lui? Spero che non sia vero che starai qualche giorno a casa sua... Non ho parole! Vorrei fidarmi di te, ma in questo momento sono troppo arrabbiato per ragionare."
 
 
- No... Taiki!!! -
 
Alzai lo sguardo verso il volto divertito di Zachar che fece spallucce:
 
- Che c'è, non si può più nemmeno scherzare? -
 
Divenni una furia e cominciai a spintonarlo verso la porta di casa:
 
- Vattene!!! Esci immediatamente da questa casa!!! -
 
Mia madre iniziò a stringermi da dietro afferrandomi per le braccia mentre io mi liberavo in tutti i modi con la forza della disperazione:
 
- Amy sei impazzita?!? Fermati!!! Ma cosa ti è preso, fermati!!! -
 
- No tu non... non capisci mamma, lasciami!!! -
 
 Provai un senso di frustrazione, mentre mamma tentava di bloccarmi, e Zachar non si spostava di un millimetro, umiliando la mia scarsa forza. Poi mi prese per i polsi mentre cercai di colpirlo con i pugni sul petto come in preda a un raptus e lui ridacchiò:
 
- Che orribile spettacolo che stai dando di te... Non voglio umiliarti ulteriormente, me ne vado, tranquilla! -
 
Mentre mi teneva ancora i polsi bloccati con le braccia alzate, si avvicinò al mio viso che girai prontamente porgendogli la guancia e lui si limità a sorridere. Un sorriso pieno di cattiveria. Finalmente aprì la porta di casa per andaresene e sentii solo la voce di mia madre che si rivolse a lui:
 
- Scusala ti prego! -
 
 
"Scusala ti prego?!?" mi voltai immediatamente verso di lei, ero ancora in preda all'ira:
 
- Ma che cosa stai dicendo mamma?!? -
 
Zachar salutò mia madre, dicendole che sarebbe tornato l'indomani.
 
Mi sedetti sul divano, dovevo sbollire la rabbia e chiamare Taiki. Mamma si sedette accanto a me con occhi sgranati:
 
- Si può sapere cosa è successo?! Dio mio Amy, quella città e quel Taiki ti hanno rovinato! Non ti ho mai visto reagire così in tutta la mia vita! -
 
Taiki mi aveva rovinato? Sembrava che la collera non volesse più abbandonarmi:
 
- Ma cosa stai farneticando mamma? Senti adesso basta!! Taiki non mi ha rovinato, tanto meno Londra... Ascoltami adesso... Hai altri problemi di salute gravi oltre al morbo di Crohn? Zachar mi ha detto che sei molto malata... So che questo morbo non è una cosa da sottovalutare, ma è facilmente curabile con determinati antibiotici e una dieta particolare, come sai. Da come mi ha parlato ho pensato che fossi affetta da qualche malattia gravissima. -
 
- N... no... no ho solo questo morbo, però credimi, sto malissimo! -
 
Cercai di calmarmi per intraprendere il discorso di farla venire a Londra con me:
 
- Sì lo so che stai malissimo, conosco i sintomi che dà e sono consapevole che potresti avere l'ulcera perforata che ti provoca dei tremendi dolori addominali... Però ascoltami mamma, io posso stare qui solo un mese... vorrei che venissi a Londra con me, te lo chiedo per l'ultima volta. Io non posso rimanere qui, capisci? Anche nella clinica dove lavoro ci sono dei bravi medici e... -
 
- Ti ho detto di no Amy! Adesso torno a riposare, sono stanca, mi sono affaticata troppo. -
 
Non mi andò di replicare, in quel momento era più importante chiamare Taiki. Usai il telefono di casa, prendendomi la responsabilità di pagare la chiamata e composi il suo numero mentre la mano mi tremava dall'agitazione.
 
 
 
 
 
 
Note e comment:
 
*: La malattia di Crohn è una patologia infiammatoria cronica dell'apparato digerente o MICI (malattia infiammatoria cronica intestinale). (Fonte Wikipedia) 
**: mesalazina, sostanza spesso utilizzata per la cura del morbo di Crohn.
 
 
Che bel "benvenuto" per Amy eh? Iniziamo subito con le solite catastrofi che adoro descrivere :D
Stavolta mi aspetto la valanga di parole poco "tenere" su Zachar, lo ammetto XD
Colgo l'occasione per ringraziare tantissimo tutte voi: Demy84; Key17, Marziolina86, Elliemarsrose, Moon91, Kay89, FireLady, Court, Lisanechan, Pianistadellaluna, Alison95, Alemagica88, Cri Cri, Simy, Ele, Deepsubmerge85 e Sailor Crystal :)
Grazie anche a tutti gli altri lettori che seguono la mia storia!
Un saluto!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Condizionamenti ***


Condizionamenti.
 
 
 
- Pronto Taiki? -
 
- Amy finalmente... sei ancora con lui? -
 
- No, l'ho cacciato fuori di casa, ascolta... -
 
- Lo so che mi sono imbestialito come al solito, e voglio credere che non andrai a dormire da lui... ho fiducia in te, ma quando ho sentito la sua voce sono salito su tutte le furie! Mi dispiace per la crudezza del messaggio, ma non ci vedevo più dalla rabbia... dimmi che non dormirai in casa sua! Perchè dovete essere sue ospiti, tua madre una casa non ce l'ha? -
 
 
- Sì che ce l'ha, e infatti io dormirò qui nella mia vecchia stanza... Senti... Zachar si è approfittato del momento in cui mia madre gridava dai dolori addominali e io ero corsa a soccorrerla mentre tu mi chiamavi, così lui ha risposto a mia insaputa alla telefonata. L'ho cacciato di casa... -
 
- Sapevo che c'era qualche buon motivo sotto. Ma questo l'ho capito a mente fredda, purtroppo lì per lì mi sono saltati i nervi come al solito, devo imparare a contare fino a dieci prima di parlare quando sono arrabbiato, lo so. Scusami... -
 
- Ormai conosco come sei fatto... però quando reagisci in quel modo mi fai stare male, non posso farci niente. -
 
- Hai ragione... ti avevo promesso che avrei cercato di smussare questo mio lato del carattere e credimi, a volte faccio uno sforzo tremendo per trattenermi, ma non sempre ci riesco, scusami ancora... Senti, tua madre come sta? Hai scoperto da quale malattia è affetta? -
 
- Sì, ha il morbo di Crohn. Come sai è curabile e non compromettente, solo che devo ancora convincerla a venire a Londra. -
 
- Capisco. My water's drop... torna presto! -
 
- Farò il possibile amore mio! -
 
Ci salutammo e riagganciai.
 
Quella fu la prima delle tante telefonate che ci scambiammo io e Taiki nell'arco di venticinque giorni. Il tempo stava per scadere e mancava poco al mio rientro a Londra. In tutto quel tempo non ero riuscita a convincere mia madre a tornare con me, e spesso il discorso era impossibile da continuare perchè si sentiva male. Nel frattempo lei non sembrava accennare a un miglioramento, nonostante la portassi continuamente dal dottor Ruben che le assegnò due diverse terapie da seguire. Zachar si fece vedere sempre meno e fu l'unica cosa positiva. Probabilmente aveva capito che non era il caso di continuare ad importunarmi perchè da me non avrebbe ottenuto niente.
 
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
 
Quella mattina ero già in piedi alle 7.30, mancavano due giorni alla partenza per Londra. Preparai le valigie mettendo prima le cose che non mi sarebbero più servite in quel breve periodo.
 
 
- Buongiorno Amy... fai le valigie? -
 
- Buongiorno mamma. Fra due giorni ho l'aereo. Come stai oggi? -
 
- Male... mi fa molto male il cuore... non te ne andare! -
 
- Mamma ne abbiamo già parlato... io vivo e lavoro a Londra. Mi dispiace che tu non voglia partire con me, ma vorrà dire che verrò a trovarti più spesso, non posso fare altro. -
 
- A parte il fatto che ho ancora altri venti di giorni di malattia per il lavoro e non posso partire prima... e poi sto ancora molto male! Tesoro ti prego, rimani almeno per quest'altro mese, poi prometto di non infastidirti più con questa storia. Non voglio più essere un peso per te... -
 
Sospirai e la invitai a sedersi sul divano accanto a me:
 
- Ascoltami... ti rendi conto di cosa significhi chiedere un altro mese di ferie al lavoro? Già dopo due settimane che ero entrata in clinica ho azzardato a chiedere un mese, non posso permettermi di chiedere altri giorni. E poi non sei un peso mamma. Sono solo demoralizzata per non averti convinto a venire via con me, ma del resto non ti posso costringere... -
 
- Tesoro per i permessi lavorativi, basterà presentare un certificato rilasciato dal dottor Ruben che potrai mandare in clinica. Se hai un parente malato da seguire ci sono dei particolari permessi da poter richiedere al datore di lavoro, l'importante è presentare la certificazione medica. Credo che anche a Londra sia così no? -
 
- Sì ma... -
 
- Giuro che se rimani un altro mese non ti chiederò più di venire a vivere qui. Ho ancora bisogno di te Amy... Sei l'unica figlia che ho e sei l'unica famiglia che mi sia rimasta... ti chiedo solo un mese, soltanto uno... -
 
Effettivamente sapevo anche io che avrei potuto prendere altri giorni di permesso presentando l'adeguata certificazione e per legge il datore di lavoro doveva accettare senza toglierti il posto. Ma il mio pensiero era Taiki, gli avevo promesso che sarei tornata il prima possibile e invece così sarei dovuta mancare un altro mese. Come potevo però ignorare mia madre che chiedeva aiuto? Era persino disposta a non chiedermi più di tornare a vivere in Giappone pur di farmi rimanere ancora un pò con lei, e poi ero davvero l'unica famiglia che le era rimasta. Mi guardava con occhi supplichevoli e decisi che sarei rimasta. "Solo un mese... è solo per un altro mese, resisti Taiki!"
 
Naturalmente ero pronta alla sfuriata di Taiki quando lo chiamai:
 
- Mia kirakira mizu* sono entusiasta al pensiero che fra pochissimi giorni ci vedremo, ho anche una sorpresa per te che spero ti faccia piacere! -
 
- Ah beh... amore devo dirti una cosa... -
 
- Ascoltami un attimo solo, prima che tu mi dica qualunque cosa... In questi giorni mi sei mancata da matti, e... e ho capito che sei davvero importante per me... Non che prima non lo avessi capito però... non posso fare più a meno di te! Sappi che ci sarà una festa per il tuo rientro, io non sono bravo a organizzare queste cose, però le tue amiche mi stanno aiutando molto! Poi... ci sarà la mia sorpresa, ma non ti dico altro! Ah e ricordati che fra poco ci sarà anche il concerto di Seiya! -
 
Era elettrizzato ed euforico, mentre io quasi non riuscivo a concentrarmi sulle sue parole al pensiero di dovergli dare la notizia. Dentro di me cercavo di trovare le parole migliori per "indorare la pillola", ma lui interruppe i miei pensieri:
 
- Amore ci sei? Ah, cosa dovevi dirmi? -
 
- Tay io non... prenderò l'aereo dopo domani, purtroppo mia madre non sta ancora bene e devo rimanere qui un altro mese... Ho già chiamato il lavoro, oggi devo inviargli la documentazione via fax... Ti prego non ti arrabbiare, mia madre è sola qui, e mi ha promesso di non volermi più convincere a tornare in Giappone... -
 
- No... no Amy ascoltami bene adesso... io... senti... no... -
 
- Cerca di capirmi, anche tu mi manchi tantissimo, ma non ho tanta scelta, si tratta pur sempre di mia madre! -
 
- E continui a stare sotto di lei!!! Io non critico il fatto che tu voglia stare vicino a tua madre! Ma è possibile che non sia riuscita a convincerla a venire qui?! No, devi sempre piegare la testa tu con lei e adesso ti lega lì per un altro mese!! Ti rendi conto? -
 
- Lo so ma cosa posso fare, dovrei legarla e portarla di forza nell'aereo? Come puoi pretendere... -
 
- E il concerto?! No senti... lo so che il concerto davanti alla malattia è nulla ma... Maledizione!!! Riesci ancora a farti comandare a bacchetta da tua madre è questo che non sopporto! E per giunta me lo dici solo qualche giorno prima, che non tornerai!!! -
 
- "Farmi comandare a bacchetta"? Ma cosa stai dicendo!! Sono due anni  che me ne sono andata di casa contro il volere di mia madre, come fai a dire una cosa del genere? Questo è un caso particolare! -
 
- Non hai capito, io ho il terrore che per causa della malattia lei ti convinca a rimanere lì, giocando sulla tua sensibilità! Proprio come ha fatto adesso! Sono scioccato! -
 
- Taiki è possibile che non riesca mai a contenere la tua rabbia? Io capisco la tua delusione ma non puoi dirmi certe cose... Io tornerò tra un mese, te lo prometto! Anche tu mi manchi da morire, cosa credi? -
 
- Me lo prometti come lo hai promesso prima di partire Amy? Io non ci credo più alle tue promesse... o almeno  non credo a questa, vedendo come tua madre influisca su di te! -
 
 
- Sei ingiusto a parlare in questo modo!-
 
- No, tu sei ingiusta a dirmi all'ultimo minuto che non tornerai a Londra quando io mi sogno la notte come posso chiederti di... lasciamo stare, rimani pure lì, non so cosa dirti, la decisione è tua. Le cliniche ci sono anche a Londra questo lo sai da te. Adesso vado, ho già finito la pausa da dieci minuti. -
 
Riagganciò.
"Perchè? Perchè non mi capisci?" Scoppiai in lacrime, e mia madre mi venne vicino:
 
- Che cosa succede tesoro? Ti ho sentito litigare... Lo sapevo che ti avrebbe fatto soffrire quel Taiki, è per questo che... -
 
- Smettila! Non voglio sentire niente adesso! -
 
Mi rinchiusi nella mia stanza, non volevo sentire mia madre che parlava male di Taiki. Aprii la valigia e presi la foto che mi aveva regalato Bunny: era la foto che ci aveva scattato il fotografo a me e Taiki il giorno delle nozze della mia amica. Guardando la foto, una stretta mi catturò il cuore, sentivo dolore ovunque, e tutto quel malessere traboccava dai miei occhi attraverso lacrime salate: "Perchè... perchè non possiamo mai essere felici, perchè ogni volta che sembra che tutto sia a posto, qualcosa ci divide?"
 
Cercai una cornice vuota per mettere la foto, volevo che Taiki fosse sempre lì, con quel suo meraviglioso sorriso a guardarmi da un pezzo di carta fotografica. Aprii diversi mobili, ero sicura di avere una vecchia cornice da qualche parte, me l'aveva regalata una vicina di casa per il compleanno molti anni prima. "Eppure doveva essere nel terzo cassetto della scrivania... che l'abbia spostata mamma?" 
Aprii il quarto cassetto, quello che non avevo mai usato, nella speranza di trovare la cornice, ma sotto a dei vecchi stracci trovai qualcos'altro... un mucchio di carta legata con un elastico, e una scritta sul primo foglio:
 
"PER AMY."
 
 
 
Note e commenti:
 
*: kirakira mizu, abbreviazione affettusa di "kirameku mizu" il cui significato è  "Acqua che risplende" 
 
Eccoci al 34esimo capitolo! Ora so che vi starete chiedendo cosa ci sia in quel famoso "mucchio di carta legata con un elastico"... si accettano scommesse :D
La condizione del rapporto fra Amy e Taiki è precaria, e tutto a causa della signora Mizuno... Posso garantirvi che nel prossimo capitolo ci saranno due scoperte scioccanti, di cui una specialmente non avete la minima idea di cosa si possa trattare!!!
Colgo l'occasione come sempre, per ringraziare la mia ispiratrice Demy84, e per ringraziare voi affettuose lettrici: Elliemarsrose, Key17, Kay89, FireLady, Marziolina86, Moon91, Lisanechan, Pianistadellaluna, DeepSubmerge85, Alison_95, Alemagica88, Court, CriCri, Kate_88, Sailor Crystal, Simo ed Ele :)
Grazie a tutti coloro che si sono soffermati su questo capitolo anche solo per leggere senza commentare :)
Un saluto a tutti!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Lettere. ***


Lettere.
 
 
 
"Per Amy"...
 
Ero curiosa di sapere di cosa si trattasse, così tolsi nervosamente l'elastico che comprimeva quel pacchetto di carte, mettendo da parte il foglietto con su scritta la frase rivolta a me. Sotto c'erano delle lettere e il mio cuore smise di battere per un secondo quando lessi il nome del mittente: Takeo Mizuno.
 
"Papà!"
 
Le mie mani iniziarono a tremare, mentre sfogliavo una ad una le buste da lettera. La più vecchia era di cinque anni prima. Avevo sempre creduto che mio padre mi avesse abbandonata senza mai chiedersi nulla di quella figlia che aveva lasciato, e in fondo non era proprio così. Le prime lettere provenivano da Londra, e le ultime da Parigi. Dunque anche lui era stato a Londra, ma io ero molto piccola quando se ne andò di casa, e credetti che fosse sempre stato in Francia come mi aveva detto mia madre. Aprii l'ultima busta, che era arrivata circa quattro mesi prima mentre rimasi seduta per terra con una mano sulla bocca e il cuore in gola.
 
 
"Mia piccola Amy, 
come stai? Continuo a scriverti nella speranza che un giorno tu risponda alle mie lettere. Non voglio perdere le mie speranze, e spero di rivederti presto. Qualche tempo fa ho provato per l'ultima volta a chiamarti a casa, ma come al solito tua madre mi ha negato di parlare con te inventando futili scuse. Continuerò sempre a scriverti sperando che prima o poi uno dei miei pezzi di carta ti arrivi fra le mani...
Come va? Tua madre mi disse che ormai sei una dottoressa, non sai quanto sia orgoglioso di te. Lo so che non ho nessun diritto di intromettermi nella tua vita ormai, eri solo una bambina quando me ne andai di casa, ma vorrei che tu sappia che non ho avuto scelta. Stare con Saeko per me era diventato impossibile e decisi di fuggire da lei, da Tokyo... da te. Mi rendo conto che probabilmente non meriterò mai il tuo perdono per essere cresciuta senza un padre, ma voglio solo dirti che per me ci sei sempre stata. Sei stata sempre la mia fonte di ispirazione, la musa che appare in ogni mio dipinto. Qui a Parigi finalmente ho trovato una stabilità lavorativa, e sono diventato un pittore conosciuto nell'ambito. Ho trovato le giuste conoscenze, che mi hanno aiutato ad entrare nel mondo dell'arte e adesso ho persino una galleria tutta mia. L'ho chiamata Galerie d'Amy, pensando a te... Ogni opera esposta parla di te, di quella bambina affettuosa che mi stringeva con le sue manine quando tornavo la sera stanco dal lavoro. Parla di quella bambina intelligente e timida che aveva sempre una  luce brillante negli occhi azzurri come il mare... parla di quella bambina che io ho sempre immaginato diventare adolescente e poi adulta... Ho una tua sola foto recente che sono riuscito a ottenere da tua madre, e la porto sempre con me. Sei diventata una donna adesso, una bellissima donna, ma sarai sempre la mia bambina. Anche se non vorrai mai più vedermi, anche se avresti tutti i motivi del mondo per odiarmi, sappi che io ti vorrò sempre bene e che sarai sempre la persona più importante della mia vita. Ti allego a questa lettera una decina di foto che ho fatto ai miei quadri più importanti. La prima, riproduce un tuo ritratto, ripreso dalla foto di cui ti parlavo... L'ho intitolato "A Te". Il resto sono tutti dipinti che riproducono scene di vita quotidiana, più qualche paesaggio. Dietro a ogni foto troverai il titolo del quadro.
Continuerò sempre a cercarti, non credere che io non sia mai venuto fino a Tokyo per vederti, anche se mi è sempre stato negato di avvicinarmi a te. Spero che Saeko sia una buona madre con te, e spero che non dovrai mai ritrovarti a subire le sue menzogne che ti rovinano la vita, come ha fatto con me.
Ti voglio bene piccola mia.
Il tuo papà
Takeo."
 
 
Rilessi ancora quelle ultime parole per imprimerle bene nella mente: 
 
"Il tuo papà, Takeo".
 
Mio padre mi aveva sempre cercato in tutti quegli anni, era persino venuto a Tokyo, e io non l'avevo mai saputo. Perchè mia madre mi aveva impedito di vederlo? Come poteva avermi fatto una cosa del genere, vedendo quanto avevo sofferto quando mio padre se ne era andato? Ripensai a quella frase appena letta: " Spero che Saeko sia una buona madre con te, e spero che non dovrai mai ritrovarti a subire le sue menzogne che ti rovinano la vita, come ha fatto con me."
 
Mia madre era solo una bugiarda! Mi aveva sempre detto che papà ci aveva abbandonate, che non gli importava niente di noi, che era solo un egoista... ma non era vero! Lui aveva abbandonato lei, non me! Come se quella lettera mi avesse aperto gli occhi da un lungo letargo, cominciai a pensare a mia madre, a quante bugie mi avesse raccontato, sempre. E la malattia era vera? Cominciai a dubitare anche su quello, perchè una persona capace di far soffrire la figlia privandola di un padre, è capace davvero di tutto. Di tutto. Sapevo quanto lei desiderasse farmi tornare a Tokyo, e forse aveva mentito con l'appoggio di Zachar per soddisfare se stessa. Lei e le sue menzogne, anche papà mi aveva detto di stare attenta in un certo senso. La mia emozione nel leggere quella lettera, fu schiacciata da un rancore profondo. Come una furia aprii la porta della mia stanza con le lettere in mano, alcune caddero anche a terra mentre raggiungevo la stanza di mia madre in preda all'ira.
Senza nemmeno bussare, spalancai la porta della sua camera, trovandola beatamente seduta sulla poltrona a leggere un libro. Solo quando si accorse che ero dentro la stanza, alzò lo sguardo verso di me:
 
- Beh? Non si buss... -
 
Abbassò lo sguardo sulla mano piena di lettere che le sventolai in faccia:
 
- E queste cosa sono mamma?!? Da quanto tempo le nascondi? Da soli cinque anni, o ce ne sono altre?!? Come hai potuto farmi una cosa del genere?!? -
 
Si alzò di scatto dalla poltrona, e per una attimo pensai temesse che la schiaffeggiassi. E avrei voluto farlo, eccome se avrei voluto! Pretendevo delle risposte immediate, mentre lei in preda al panico balbettava con occhi supplichevoli di perdono, ma non mi feci intenerire questa volta, e le chiesi con ancor più veemenza:
 
- COME HAI POTUTO NASCONDERMI UNA COSA DEL GENERE?!? SEI SOLO UNA BUGIARDA, UNA BUGIARDA!!! -
 
- Amy io... non... ti prego ascoltami, sono stata io a scrivere su quel foglietto "Per Amy" perchè un giorno te le avrei date ma... non ci sono riuscita e... io l'ho fatto per il tuo bene, io... -
 
- Smettila di pensare cosa sia giusto o sbagliato per me!!! Tu lo odi papà, lo odi perchè ti ha lasciato!!! E' per questo che gli hai sempre negato di vedermi vero?!? -
 
- Io... sì anche... ma... l'ho fatto per te, io... -
 
- Maledizione mamma!!! Sii sincera una volta nella vita!! Voglio la verità! Perchè non ci hai consentito di vederci?! -
 
Si avvicinò alla finestra, e spostò la tenda per guardare la pioggia che batteva violentemente contro il vetro:
 
- Perchè ero gelosa. Tuo padre mi aveva abbandonata e non sopportavo l'idea che per lui ci fossi solo tu. Come non sopportavo che per te ci fosse solo lui. Hai sempre preferito tuo padre a me, io lo so! Lo vedevo da come eri felice quando eri con lui... con me eri sempre taciturna e... -
 
- Ero solo una bambina mamma!!! Lui era fuori tutto il giorno a lavorare ed ero felice di vederlo quando rientrava la sera a casa... come puoi essere gelosa di una cosa simile?! -
 
- Ascoltami tesoro, io ti ho sempre voluto bene e... -
 
- Sta' zitta!!! Adesso voglio sapere solo un'ultima cosa, solo una, me lo devi. Devi essere sincera! E' vero che sei malata? -
 
Rimase in silenzio e si girò verso di me con le lacrime agli occhi, ma ormai non mi faceva più tenerezza:
 
- Amy... io si lo sono... -
 
Non le credevo, era solo una bugiarda, e volevo la conferma sulla verità, così glielo chiesi ancora una volta:
 
- Mamma dimmi la verità!!! Dopo tutto quello che mi hai fatto, non puoi continuare a rovinarmi la vita! Ho litigato persino con Taiki pur di rimanerti vicino... Voglio che tu sia sincera, è l'unico modo che hai per rimediare a una parte dei tuoi enormi sbagli verso di me. Te lo chiedo per l'ultima volta: sei davvero malata? Hai il morbo di Crohn?!? -
 
Guardò il pavimento:
 
- Io... -
 
- Guardami negli occhi!!! -
 
- ... no. Non sono malata. Il dottor Ruben è un amico di Zachar e ha falsificato i referti, prescrivendomi terapie fittizie... ma ti prego Amy non te ne andare!!! Troverò il modo di farmi perdonare!!! Ti prego!!! -
 
- Basta così! -
 
- Amy!!! -
 
- Non voglio più sentirti! -
 
Raccolsi le lettere che mi erano cadute, e corsi nella mia stanza per mettere le ultime cose nella valigia. Mi preparai in fretta e furia, mentre mia madre continuava a sbraitare e a urlare come una pazza pregandomi di non andarmene. Arrivai davanti alla porta di casa e mi afferrò un braccio fra le mani:
 
- Ti prego Amy, hai tutte le ragioni del mondo, ma non lasciarmi sola!!! Ho bisogno di te!!! Io rimedierò... rimedierò giuro! Non ti dirò più bugie, ti racconterò tutta la verità! -
 
La guardai e per un attimo mi fece compassione, poi con lo stesso sguardo severo che aveva avuto lei quando se ne andò da casa mia le risposi:
 
- Potevi pensarci prima. Adesso rimani sola con le tue frottole. Ciao mamma. -
 
Me ne andai.
 



Note e commenti:

No comment.
Ahahahah no daiiii!!! Lo so che molte di voi staranno pensando: "Lo sapevoooo!!". Una delle due notizie scioccanti è quella della finta malattia di Saeko, e qui devo dire che ormai lo avevate previsto tutte! E la seconda... ( secondo me la peggiore) è che Saeko ha sempre impedito ad Amy e al padre di vedersi!!! Io penso che nella vita se scoprissi una cosa simile diventerei una furia O.O  Anche qui, devo dire che qualcuno aveva pensato bene, e cioè che le lettere fossero scritte dal padre. Che dire... sappiate che i colpi di scena non finiscono qui, adesso Amy tornerà a Londra... Taiki sarà contenta di vederla dopo la loro lite? A voi la parola ^^
Come sempre, colgo l'occasione per rinnovare i miei ringraziamenti alla carissima Demy84, e anche a voi dolcissime lettrici: Elliemarsrose, Moon91, Key17, Kay89, Alison_95, Marziolina86, DeepSubmerge85, Lisanechan, Pianistadellaluna, FireLady, Court, CriCri, Alemagica88, Kate_88, Sailor Crystal, Simo ed Ele!
Grazie a tutti i lettori!
SailorMercury84
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Accorgermi che, non sei più parte di me.* ***


Accorgermi che, non sei più parte di me.*
 
 


Non avevo avvisato nessuno del mio rientro. Ero rimasta tre giorni in albergo e poi avevo preso l'aereo per tornare. Durante quei tre giorni, Taiki era sempre un pò freddo al telefono, ma io non volevo dirgli che sarei tornata, avevo intenzione di fargli una sorpresa, così finsi di essere ancora a casa di mia madre.
Il mio pensiero fisso in quel breve periodo prima della partenza, era concentrato su ben altro, un problema. Chissà se lo era poi davvero?
 
Arrivai in aeroporto stanca e accaldata; mi pentii di non aver avvisato almeno Rea per potermi venire prendere, e mi accontentai di un taxi.
Finalmente ero davanti la porta di casa, con il mio trolley, una grande valigia, e la borsa. Sapevo che a quell'ora Taiki non c'era perchè aveva ancora due ore di lavoro, e usai tutte le mie forze per portare quei borsoni che mi sembravano pesanti come macigni. Mi fermai davanti alla porta di casa, e mentre cercavo le chiavi, udii dei rumori al suo interno. "Ma allora è in casa!"
Ero più felice che mai, e decisi comunque di non suonare e usare le chiavi per aprire, per ultimare la sorpresa.
Spalancai la porta che dava sul grande soggiorno e l'immagine che vidi mi provocò uno stupore e un dolore talmente grande, che mi fece scivolare le chiavi per terra. Mi tremavano le gambe e mi si era persino seccata la gola, mentre guardavo i suoi occhi sgranati. A stento, riuscii a pronunciare queste parole:
 
- Che... che... ci fa lei... qui?!? -
 
Esmeralda mi guardò con un ghigno stampato in faccia, mostrandosi in tutta la sua nudità. Quello che più mi aveva sconvolto, era che Taiki era scalso e  aveva la camicia completamente sbottonata, con un' impronta di rossetto rosso come il fuoco proprio sotto la clavicola... sul neo. Per terra vicino ai loro piedi, c'era una coperta tutta arrotolata. Il cuore era trafitto da mille spade che lo facevano sanguinare, sentivo il respiro affannato, avevo gli occhi lucidi ma non piangevo. Quella scena era fin troppo forte per consentirmi una qualsiasi naturale reazione, almeno lì per lì. 
Taiki si avvicinò subito a me in preda al panico e mi mise le mani sulle spalle come per appoggiarsi, sembrava non si reggesse quasi in piedi, poi urlò:
 
- No!! No ti prego, non è come sembra!!! -
 
La classica frase... la classica. La classica che si dice in certi casi, quando scopri il tuo compagno è fra le braccia un'altra donna e viene colto il flagrante. No, non a me. Non poteva dire una cosa del genere a me, che gli avevo donato il mio cuore, che avevo messo da parte tutte le mie paure e mi ero lasciata andare a quel sentimento. A me che avrei fatto qualsiasi cosa per renderlo felice. Non ero triste, ero furibonda, e mi tolsi in malomodo le sue mani di dosso:
 
- Non mi toccare!!! Sei... sei un... -
 
- Amy ti scongiuro ascoltami!!! Questa puttana si è approfittata del fatto che... -
 
- NO!!! Tu, tu ti sei approfittato del fatto che io non ci fossi per fare i tuoi porci comodi con lei!!! Mi fai schifo!!! -
 
Esmeralda, che intanto si era seduta sul divano a gambe accavallate si intromise:
 
- E' stata una gran bella scopata eh Taiki? Amy cosa ne pensi dello stampo che Taiki ha lì sul neo? Una sagoma perfetta, non trovi? -
 
Taiki gli si avventò addosso rischiando di cadere e la afferrò per i capelli, trascinandola così, nuda com'era fuori di casa:
 
- Vattene puttana maledetta!!! Questa volta vai in galera hai capito?! Puttana!!! -
 
Io ero rimasta inebetita dalla scena, e lui mi strattonò per la manica facendomi entrare di forza in casa mentre Esmeralda iniziò a battere i pugni sulla porta che le  era stata sbattuta in faccia, gridando e supplicando di aprire. Taiki prese i suoi vestiti e glieli tirò dalla finestra, e stranamente, in quel momento provai persino pietà per lei, mentre lui gridava:
 
- Questa è l'ultima volta hai capito?!? L'ultima volta che mi fai una cosa del genere stronza!!! Se non te ne vai immediatamente chiamo la polizia!!! E sappi che ti aspetta la galera!!! -
 
Poi si voltò verso di me:
 
- Tu non ti fidi di me, non ti fidi di me!!! -
 
Era fuori di se, sudava, tremava, aveva uno sguardo da far paura. Prima che potessi dire qualcosa, le gambe gli cedettero e si dovette appoggiare al tavolo per non cadere. Capii che c'era qualcosa che non andava e corsi verso di lui che non avendo più nemmeno la forza nelle braccia, si stava accasciando a terra. Lo feci appoggiare su di me e lo accompagnai fino al divano dove ci si buttò letteralmente. Ma cosa diavolo gli era successo? La mia rabbia si trasformò in preoccupazione:
 
- Taiki... che hai fatto? -
 
Guardava nel vuoto, poi disse:
 
- Dobbiamo chiamare la polizia... -
 
- Ma cosa è successo? -
 
- Quella... quella puttana mi ha somministrato il Brotizolam*... ho solo sentito una puntura sul collo mentre stavo rientrando a casa... oggi avevo staccato prima perchè non ne potevo più di lei fra i piedi... ma a quanto pare mi ha seguito... vicino alla soglia di casa dovrebbe esserci persino la siringa che ha utilizzato. -
 
Mi voltai istantaneamente verso la porta di casa, e vidi quel pezzo di plastica con l'ago luccicante. Doveva essere arrivata fin lì dopo che Esmeralda l'aveva gettata a terra in preda allo sforzo di mantenere in piedi Taiki. Mi sentii terribilmente in colpa, in un attimo capii cosa doveva essere successo, e mi tornarono in mente le parole di Seiya, quando mi raccontò delle follie di Esmeralda, di quando si fece trovare nuda in clinica... Sicuramente l'effetto del Brotizolam aveva fatto sì che Taiki perdesse la cognizione rimanendo in uno stato di intontimento, e non riuscisse a muoversi se non con estrema fatica... ed Esmeralda se ne era approfittata, spogliandosi  e sbottonandogli la camicia per baciarlo. Come dei perfetti conti matematici, la mia mente iniziò a tirare le somme e a trovare i risultati... Tutto combaciava. Ma... allora la coperta per terra? Azzardai la domanda a Taiki:
 
- Senti... che cosa ci fa la coperta per terra? -
 
Continuava a fissare il soffitto e rispose a bassa voce, senza far trasparire nessuna emozione:
 
- Gliel'avevo tirata addosso per farla coprire... Esmeralda per fortuna non mi ha iniettato una dose massiccia di pre - anestetico,  e se finora sono riuscito a muovermi, è stato solo per la forza della rabbia e della disperazione... E adesso sono crollato... quest'effetto può durare fino a sette ore come sai. Adesso rispondimi a una domanda... -
 
Intanto mi si era formato un nodo in gola dai sensi di colpa, e cercai di resistere al pianto per poter rispondere alla sua domanda; con tono sommesso risposi:
 
- Dimmi... -
 
 
- Come mai sei tornata? -
 
- Perchè ho scoperto che mia madre mi ha sempre mentito... anche sulla malattia, e me ne sono andata. -
 
Taiki si portò a fatica un braccio sul viso che gli coprì gli occhi:
 
- Amy... io ti amo da morire... Ma non posso stare con una ragazza che non si fida di me... che torna da me solo perchè costretta da un altro evento... continuo a sentirmi ancora escluso per certi versi... -
 
Se mi avesse sferrato un pugno nello stomaco avrei sentito meno dolore. Sentii un brivido percorrermi la schiena, e facendo finta di non aver capito, gli risposi con voce tremante:
 
- Che cosa stai dicendo? Perchè parli così adesso? Io... voglio stare con te! -
 
- No Amy... io avrei voluto tuffarmi, e chiederti di sposarmi. Lo so che non è tanto che stiamo insieme, ma per la prima  volta nella vita avevo capito di amare davvero una persona... te. Ti avrei voluto per sempre al mio fianco, vedere il tuo sorriso, godere della tua dolcezza... sentirmi innamorato e felice per sempre. Ma... la realtà è che adesso sono confuso. Non lo so più nemmeno io cosa voglio... perchè non voglio sentirmi costantemente il tuo pensiero secondario, e soprattutto, non mi merito la tua mancanza di fiducia.  -
 
Finalmente si girò a guardarmi negli occhi e io ero completamente assorbita da quelle parole, pensavo pensavo pensavo... e non riuscivo a capire. Perchè? 
Cercai con difficoltà di mantenere la ragione per un attimo, poi esplosi:
 
- Taiki sei solo un egoista! La verità è che tu non ti metti mai nei miei panni! Se sapessi che Seiya fosse malato e avesse bisogno di te per sei mesi in Italia... tu faresti la stessa cosa che ho fatto io per mia madre, e se  anche io soffrissi la lontananza, non ti chiederei mai di tornare solo per me, perchè capirei la condizione in cui ti trovi. E per quanto riguarda la fiducia... vorrei sapere se tu mi avresti creduto, se ti avessi detto di essere innocente, trovandomi mezza nuda con Zachar in casa. Di la verità! Mi avresti creduto? Avresti creduto che non fosse accaduto niente? Mettiti nei miei panni! -
 
- Io... non lo so, non lo so Amy, sono confuso! Ho bisogno di pensare seriamente a noi due. -
 
- Fai... fai quello che vuoi, io... non starò qui ad aspettare le tue decisioni, sono stufa di subire i tuoi sfoghi. Sei tu che non hai mai avuto fiducia nei miei sentimenti per te. Cos'altro devo fare per dimostrartelo? Da quando sei entrato nella mia vita, ho cambiato persino il mio modo di prendere le cose... Mi sono lasciata andare ai miei sentimenti con te, io che nell'amore non ci credevo. Ho scelto di lasciare il mio lavoro e la mia casa per stare con te. Cos'altro dovrei fare? No Taiki... sono io che non posso stare con te! -
 
- Amy... -
 
Mi alzai dal divano, con il cuore trafitto, non volevo farmi vedere da lui che piangevo, non avrei mai voluto che finisse, ma non avevamo scelta. Lui non si fidava di me e io non mi fidavo di lui... e se in amore manca la fiducia, non ci sono le basi per per un'unione solida.
Se in quel momento avessi seguito il mio cuore, avrei fatto di tutto per risolvere con lui questo problema, per tornare insieme, e assaporare la sua presenza nella mia vita quotidiana, per provare sempre quel sentimento che ti fa vedere il mondo con una luce diversa. 
Ma io avevo scelto di seguire la testa, il cervello, e facendo dei calcoli, non sarebbe mai durata a lungo la nostra storia, quindi era meglio finirla subito, anche se ormai era troppo tardi per non soffrire. Chi lo sa... forse il mio problema è sempre stato quello di fare dei calcoli, nelle materie di studio così come nella vita. 
 
 
 
 

Note e commenti:
 
*: Il titolo del capitolo è ripreso da una frase della canzone "Raccontami" di F. Renga.
 
**: Il brotizolam è una Tienobenzodiazepina ad attività sedativa ed ipnotica, analogo delle benzodiazepine (anestetici).
Possiede attività ansiolitica, ipnotica, sedative e rilassante muscolare. Può essere usato come pre-anestetico, i suoi effetti vertono sul rilassamento muscolare e nervoso del soggetto, portandolo ad una quasi mancata cognizione di ciò che gli accade intorno e ad un rallentamento dei movimenti dovuto alla Miorisoluzione (rilassamento della muscolatura).  (Fonte: Wikipedia)
 
 
Sempre peggio!!! Sì lo so sono proprio drammatica, ma prometto che il prossimo capitolo non sarà così, anzi sono certa che vi piacerà ^^ (cerco di arrampicarmi sugli specchi!) XD
La fine del rapporto fra Amy e Taiki, a questo punto era inevitabile... chi dei due ha ragione secondo voi? Aspetto il vostro parere e come sempre, non posso far altro che ringraziarvi con tanto entusiasmo per la vostra lettura e le vostre recensioni!
In particolare ci tengo a ringraziare: Demy84, Elliemarsrose, Key17, Kay89, FireLady, Marziolina86, Moon91, Lisanechan, Pianistadellaluna, CriCri, DeepSubmerge85, Alison_95, Alemagica88, Court, Kate_88, Sailor Crystal, Diana89, Simo ed Ele :)
Un abbraccio a tutti i lettori!
SailorMercury84
 

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Benvenuta Chibiusa! ***


Benvenuta Chibiusa! 
 
 
 
 
Erano passate due ore e continuai ad incitare la mia amica con i guanti che mi ricoprivano le mani:
 
 
 
- Forza Bunny, forza! Ancora un ultimo sforzo! Forza Bunny!!!-
 
- Ggggwwwhaaaaaaaa!!!!!! -
 
 
Il mio cuore si fermò dall'emozione per un attimo, poi sorrisi:
 
- Brava Bunny, sei stata bravissima!!! -
 
Così le dissi, dopo aver reciso il cordone per poi dare un colpetto sul piccolo gluteo morbido di quella creaturina che emise il suo primo suono, un pianto. 
 
L'ostetrica, che mi era stata al fianco per tutto il tempo, si preoccupò di lavare via i liquidi del parto da quel cucciolo d' uomo, mentre io, mi voltai verso il volto stanco, distrutto e madido di sudore di Bunny, con Marzio accanto che la teneva ancora per mano.
Bunny era rimasta con gli occhi semichiusi, poi spalancò quei fari color cobalto e si guardò intorno, fino a spostare lo sguardo su di me:
 
- Dov'è? Dov'é? -
 
Prima che le rispondessi, l'ostetrica mi mise fra le braccia la piccola bambina dalla pelle rosea, per darmi l'onore di porgere il frutto di un grande amore, alla mia amica:
 
- Eccola qui, la vostra piccola Chibiusa! -
 
Marzio e Bunny si guardarono negli occhi per un breve istante, e scorsi in entrambi gli sguardi, delle lacrime di gioia. La piccola Chibiusa, che aveva pianto per tutto il tempo, smise di farlo solo quando fu avvolta dalle braccia della mamma, mentre il papà le sfiorava il visino con un dito.
Vedere quella scena, commosse anche me.
Sorrisi, poi mi tolsi i guanti, mi sciacquai le mani e mi diressi verso l'uscita per avvisare i nostri amici e le famiglie dei neo genitori che ci aspettavano fuori dalla sala, del lieto evento. Misi la mano sulla porta per aprirla, quando mi sentii chiamare da Marzio:
 
- Amy! -
 
Mi voltai e vidi il volto sereno di Bunny che mi disse:
 
- ... grazie! -
 
- Non c'è di che Bunny! -
 
"Sono io che dovrei ringraziare voi per avermi permesso di vivere una tale gioia. Far nascere la figlia di una delle mie più care amiche!"  Così, mi recai nel corridoio, dove vidi tutti i parenti e gli amici venirmi incontro, mentre io mi portai una mano sul grembo.
 
- Allora? E'nata?! -
 
La madre di Bunny fu la prima a chiedermelo. Feci un cenno di assenso col capo, e tutti gridarono di gioia, mi riempivano di domande e mi chiedevano se potevano entrare nella sala.
Mentre mi sedetti su una panca del corridoio, sentii scendere tutta l'adrenalina che mi era salita in quelle oltre due ore, era stato faticoso anche per me, tenere i nervi saldi per tutto quel tempo. Sospirai per cacciare fuori la stanchezza e trovare un pò di relax, quando l'ostetrica, la dottoressa Selene si avvicinò a me poggiandomi una mano sulla spalla:
 
- E' stata bravissima dottoressa, le faccio i miei complimenti. Anche se il suo ramo è un altro, devo dire che la medicina d'urgenza le è stata davvero di grande aiuto. Ha mai pensato di fare l'ostetrica? 
 
- A dire il vero no... comunque la ringrazio per avermi concesso di poter essere io ad aiutare la mia amica nel parto... So che se ci fosse stato qualche altro dottore al suo posto, non avrebbero acconsentito alla mia richiesta. -
 
- E' stato un piacere, ho stima di lei dottoressa! Beh vado a mangiare un boccone, viene con me? -
 
- Veramente... vorrei tornare dai miei amici se non le dispiace! -
 
- Si figuri! Ci vediamo più tardi allora! -
 
Ci salutammo e io tornai nella sala dove si respiravano gioia e allegria. "Chissà cosa diranno quando succederà a me!", sorrisi.
Rea mi scorse fra la gente e mi venne incontro:
 
- C'è una macchinetta del caffè in questa clinica? -
 
- Sì certo, se vuoi ti accompagno in sala mensa! -
 
- Magari, ne ho proprio bisogno! -
 
 
Giungemmo alla sala e ci sedemmo per sorseggiare quella leggera miscela di caffè.
Rea mi guardava con sguardo severo:
 
- Tu mi nascondi qualcosa... -
 
- Come? Ma di cosa parli Rea? -
 
- Lo sai di cosa parlo... Non potrai nasconderlo a lungo... -
 
- Rea... come... come lo hai... -
 
- Ti conosco bene ormai, e poi da quando sei tornata a vivere con me e Morea, ho notato alcune cose. Ad esempio, nausee... e stai mangiando più del solito, non è da te! -
 
- Capisco. Sapevo che prima o poi lo avrei dovuto dire, però... da quando io e Taiki non stiamo più insieme... -
 
- Non te ne devi vergognare Amy, non farti problemi assurdi! Adesso hai continuato a lavorare solo per stare al fianco di Bunny, ma dovresti metterti in maternità, non puoi continuare a stancarti così, sei già al secondo mese da quanto ho capito...  -
 
- Sì è così... infatti ho già parlato con il capo del personale, e dalla prossima settimana sarò in maternità. Rea... ti prego non dirlo a nessuno per adesso. -
 
- Va bene stai tranquilla, terrò la bocca chiusa. Però ascolta... non dovresti parlarne con Taiki? Insomma lui è... -
 
- Te l'ho già detto Rea, in clinica non si è più fatto vedere, ha preso sei mesi di aspettativa. Io... non voglio chiamarlo... -
 
- Perchè Amy? Lui è il padre e ha diritto di sapere! -
 
- Non... non voglio vederlo... -
 
- Tu lo ami ancora vero? Amy... -
 
Mi appogiò una mano sulla spalla e proseguì:
 
- ... lo so che rivederlo ti farebbe male, che ancora provi qualcosa per lui... però è pur sempre il padre del bambino che porti in grembo, e lui lo deve sapere! -
 
- Lo so hai ragione... ma non ce la faccio, adesso non riuscirei a vederlo o a sentire la sua voce... -
 
- Ascoltami, facciamo così: un giorno di questi ti accompagno con la macchina. Se vuoi vengo con te. Lo so che in teoria dovresti essere solo tu a dirgli questo, ma... per una volta cambiamo le regole. Però devi dirglielo, è troppo importante! Io sarò al tuo fianco se vuoi. -
 
Quello che Rea non capiva era che la ferita era ancora aperta per me. Da quado fra noi era finita, Taiki aveva provato a chiamarmi due sole volte i primi giorni e io non gli avevo risposto. E giustamente, per orgoglio non mi aveva più cercato. Ero stata irremovibile, e avevo deciso che ormai dovevo dimenticarlo, perchè fra noi non sarebbe mai andata bene... e sapevo che averlo rivisto o averlo risentito mi avrebbe fatto cedere... sempre se mi avesse di nuovo voluto con lui.
Sentivo gli occhi di Rea su di me, aspettava una risposta. Era giusto che Taiki sapesse... chissà, forse con il supporto di Rea sarei riuscita a dirglielo, anche se vederlo mi avrebbe fatto soffrire.
Con un grande sforzo feci leva sull'aiuto che la mia amica mi stava offerenendo e decisi di fare la cosa giusta:
 
- Va bene Rea, glielo dirò... dimmi tu quando sei disponibile... -
 
- Anche stasera se vuoi! Quando stacchi ti passo a prendere e andiamo da lui, ti va? -
 
"Stasera?" Trasalii, non mi aspettavo che Rea decidesse così presto, pensavo che temporeggiare sarebbe stato meglio, non ero pronta. Poi iniziai a pensare: "Tanto prima o poi dovrai affrontarlo... che sia oggi o sia domani, cosa cambia?". Alzai lo sguardo sulla mia amica:
 
- Va bene Rea. Stasera. -
 
- Stai facendo la scelta giusta. -
 
Si alzò e mi diede un bacio sulla fronte, poi mi prese per mano:
 
- Andiamo, Chibiusa ci aspetta! -
 
- Grazie Rea... chissà se un giorno riuscirò a ripagarti per tutto l'aiuto che... -
 
- Non lo dire nemmeno per scherzo! La tua amicizia per me vale moltissimo, lo sai! Intanto, mi hai già pagato il caffè, mi accontento! Dai andiamo.-
 
Non potei fare a meno di sorridere, Rea era un'amica preziosa per me.
 
 
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
 
- Allora, sei pronta? -
 
Rea si voltò un attimo a guardarmi, e poi riprese a guardare la strada, ingrandando la seconda.
 
- Più o meno... senti Rea... forse dovrei parlarci da sola? Mi basta sapere che tu sarai lì ad aspettarmi! -
 
- Ma certo, anzi, è l'idea migliore! Non era proprio il massimo presentarsi in due per dire una cosa così importante... insomma, sarei stata fuori luogo, però per te lo avrei fatto ed era l'unico modo per convincerti a parlargli. Sono contenta che abbia preso questa decisione! Stai tranquilla, ti aspetterò in macchina, davanti al cancello, ok? -
 
- Va bene grazie! Ah ma... senti Rea, poi anche tu dovrai raccontarmi qualcosa vero? In questi giorni Yuri non è più venuto a trovarti... -
 
Il suo viso si rabbuiò, mentre una macchina si era accostata fin troppo alla sua:
 
- Vai al diavolo stronzo! -
 
Il tizio dell'altra macchina le si era messo davanti e non le consentiva di superarlo, camminando di proposito a cavallo fra le due corsie, cosa che fece innervosire ancora di più Rea:
 
- Chi te l'ha data la patente imbecille!!! Via dalle palle!!! -
 
- Rea calmati! -
 
- Cosa... cosa mi devo calmare a fare! Ma non lo vedi? -
 
Appoggiò un gomito sulla base del finestrino aperto e portò la mano davanti alle labbra, mentre con l'altra teneva il volante. Notai gli occhi lucidi e capii che avevo aperto un discorso che a Rea faceva male, così le poggiai una mano sulla gamba:
 
- Scusami Rea... non volevo certo... -
 
- No stai tranquilla, è colpa mia, come al solito. -
 
- Non voglio sembrarti invadente... ma lo sai che con me puoi parlare, vero? -
 
- Yuri si è scocciato di me. -
 
Calò il silenzio per un attimo, ero incredula, ma forse iniziai a intuirne il motivo:
 
- Rea... non ti sei più lasciata andare vero? -
 
Fece un breve cenno di assenso col capo:
 
- E' così. Non ho seguito il tuo consiglio, ho continuato a tenermi tutto dentro, dimostrandomi sempre fredda e arrogante con lui. Poi qualche giorno fa si è... dichiarato, dicedomi che voleva capire cosa provassi per lui, e che non era più disposto a sopportare quel mio comportamento nei suoi confronti e che gli faceva male... perchè mi ama. -
 
- E lo hai respinto?  -
 
Sospirò profondamente, mentre una lacrima le rigava una guancia:
 
- Sì. Ma... non l'ho fatto con cattiveria. E' solo che non ho avuto il coraggio di aprirgli il mio cuore, e davanti a quel discorso mi sono spaventata, così sono stata in silenzio per tutto il tempo, e lui ha capito che per lui io non provassi niente... -
 
- Rea mi dispiace tantissimo... Cercheremo il modo di farlo tornare, però questa volta dovrai essere chiara con lui, va bene? -
 
- Non lo so io... sono talmente impaurita dall'amore Amy! E come puoi farlo tornare? -
 
- A questo ci penso io, tu non ti preoccupare! Stai già facendo molto per me amica mia, ed è arrivato il momento che io ricambi, non posso vederti così! -
 
Finalmente vidi spuntarle un sorriso sul volto, e questo mi diede ancora più forza per aiutarla. Decisi che avrei parlato di persona con Yuri. Non sapevo cosa gli avrei detto esattamente, ma Rea meritava di essere felice, e io avrei fatto tutto il possibile per rendere serena la mia più cara amica.




Note e commenti:

Stavolta c'è un'altra vittima: Rea! Però il capitolo è meno pesanete dei precedenti, c'è anche la nascita di Chibiusa ^^ che spero di aver descritto come si deve, visto che di parto proprio non me ne intendo :D  E qui infatti apsetto il parere delle mamme, come CriCri :)
Questo capitolo lo voglio dedicare particolarmente a tutte le fans della coppia Bunny - Marzio e a Demy.
Ringrazio tantissimo Kate_88 per aver letto in brevissimo tempo tutti i capitoli fino a rimettersi in paro, come sta facendo anche Diana89 :)
Grazie tante anche alla nuova lettrice Hoon98 per aver inserito la storia fra le preferite!
Infine, grazie infinite a tutte voi: Demy84, Elliemarsrose, Key17, Kay89, Moon91, Marziolina86, FireLady, Pianistadellaluna, Lisanechan, Alison_95, CriCri, Sailor Crystal, Kate_88, Diana89, Deepsubmerge85, Alemagica88, Court, Hoon98, Simo ed Ele  :)
Grazie a tutti i lettori!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Paure. ***


Paure. 
 
 
 
Arrivammo davanti casa di Taiki, per un attimo esitai a scendere dall'auto e rimasi immobile sul sedile, guardando nel vuoto, quando sentii la voce di Rea:
 
- Dai Amy! Coraggio, io ti aspetto qui fuori ok? -
 
Annuii, mentre una morza mi strinse il cuore vedendo quel vialetto che portava all'entrata di casa. Da quando io e Taiki ci eravamo lasciati, non ero mai più tornata in quel posto e tutte le mie cose le avevano riprese le mie amiche. L'unica cosa che mi era rimasta di quell'appartamento, erano le chiavi, che per qualche motivo avevo deciso di non rendere a Taiki... restituirgliele sarebbe sembrata la chiusura definitiva del rapporto, e in cuor mio avevo sempre sperato che prima o poi sarei riuscita a separarmene definitivamente. Fino a quel momento non c'ero riuscita, e finsi di dimenticare di restituire le chiavi; Taiki non me le aveva mai richieste.
Mi fermai davanti alla porta, e per un secondo mi voltai verso la strada, avrei voluto andar via. Come lo avrei detto a Taiki? E se non avesse accettato il bambino? "Ecco cosa succede a lasciarsi andare alla passione senza pensare, brava Amy, fai anche il medico!" . Fui assalita da mille pensieri, poi mi incentrai su quello più importante: io quel bambino lo volevo... "Non mi importa se non lo vorrai Taiki, questo bambino è il frutto del nostro amore..." Un amore profondo che c'era stato fra noi quando concepimmo quella piccola vita... e che... sì, era ancora presente nel mio cuore. "Non ho mai smesso di amarti Taiki... chissà se un giorno riusciremo a comprenderci, a smussare alcuni lati del nostro carattere... e chissà se tu mi ami ancora!".
Mi girai nuovamente verso la porta, strinsi i denti e suonai il campanello. 

Chissà perchè ma me lo sarei dovuta aspettare: nessuna risposta.

Mi venne spontaneo un sorriso, quella situazione era talmente tragica da diventare comica e pensai: "Ogni volta che suono a questa porta, devo sudare per farmi aprire!" , l'ultima volta che accadde una cosa del genere, avevo persino la febbre e quando lui aprì rischiai di cadergli addosso.
"No, non mollo Taiki, stavolta no!"
Suonai di nuovo, tenendo il dito premuto sul pulsante più a lungo. 
Nessun rumore proveniva dalla casa, e capii che Taiki non c'era. Un lampo mi attraversò la mente e pensai di fare una cosa che anni prima non avrei mai neanche immaginato di fare: aprire la porta con la chiave e lasciargli un biglietto dove gli avrei detto che avevo bisogno di parlargli, facendogli capire che era molto importante, in quanto ero arrivata sino a lì.
Mi guardai intorno, sapevo che non era corretto entrargli in casa, ma volevo fargli comprendere l'importanza del fatto che lo avessi cercato, recandomi da lui personalmente.
Finalmente ero dentro, e chiusi la porta alle mie spalle. Guardai sul tavolino per cercare un foglietto di carta, dove solitamente  li metteva Taiki e la mia attenzione fu attratta da due fogli in bella mostra con l'intestazione "Per Te".  "Per me? Ma cosa..."
I fogli erano datati, così lessi quello riportante la data più vecchia, era di un mese e mezzo prima:
 
"Cara Amy, sapevo che prima o poi saresti passata di qui. Quello che è successo ultimamente fra noi mi ha ferito profondamente, e capisco che anche io sono stato la causa di rottura del nostro rapporto. Mi sono pentito di averti parlato in quel modo, di averti lasciato andar via così... sono stato uno stupido! Avrei voglia di chiamarti, di vederti, di sentirti... ma da quando te ne sei andata e non mi hai più risposto al telefono, mi sono sentito crollare il mondo addosso, perchè ho capito che per colpa del mio stupido comportamento, ti sei stufata di me e forse non mi ami più. E io non posso stare con questo senso di malinconia e di colpa addosso. Da quando non ci sei più, questa casa è vuota... maledettamente vuota come la mia vita senza di te. E' la prima volta che scrivo queste cose a una ragazza, è la prima volta che mi dichiaro così, che apro il mio cuore a qualcuno, tu lo sai, io sono sempre serioso e tengo tutto dentro, non sono nemmeno capace di dire a mio fratello che gli voglio bene, anche se lui già lo sa. Ma con te è diverso Amy, tu hai tirato fuori il meglio di me, sin dalla prima volta che ti ho visto e non riesco a perdonarmi per averti lasciato andare. Ho deciso di non venire in clinica per un pò, perchè vedere la tua aria indifferente nei miei confronti mi farebbe solo star peggio, e adesso non ho il coraggio di affrontarti dopo quello che ci siamo detti l'ultima volta. Hai ragione, sono un egoista... e lo sono talmente tanto, che per non soffrire, ho deciso di trasferirmi in Italia da Seiya per un pò. Non riesco a stare in questa casa se tu non ci sei, perchè ogni cosa mi parla di te, e io devo capire bene cosa fare adesso: se dimenticarti o cercare un modo per farti di nuovo innamorare di me, non vorrei darmi per vinto da una parte. Stare da mio fratello per un pò mi farà bene e spero di prendere la decisione giusta. 
Ti amo.
Taiki."
 
 
Rimasi impassibile qualche minuto, rileggendo quella lettera altre due volte, per capacitarmi di quello che gli era passato per la mente. "Come puoi pensare che io non ti ami più?"
Trattenni il nodo che avevo in gola, e presi fra le mani il foglio riportante la data più recente, risaliva a quattro giorni prima ed era un breve messaggio:
 
"Ho deciso Amy. Sapevo che in Italia avrei trovato le giuste risposte. Adesso devo partire, ma tornerò."
 
 
Cosa significava quella frase? E se Taiki avesse deciso di dimenticarmi? Perchè doveva partire di nuovo? Sarebbe tornato per rivedermi o per chiudere i ponti con l'Italian Clinic e riprendere le sue cose? Mille dubbi si affollarono nella mia mente, alla ricerca di una risposta, ma nessuna era quella giusta. Avevo una terribile paura che lui non volesse più saperne di me. 
Presi i fogli, li piegai e li infilai nella borsa, dovevo parlarne con Rea.
Arrivai alla macchina e aprii lo sportello in preda al panico, mentre Rea si voltò di scatto a guardarmi con aria interrogativa:
 
- Che è successo? Dai entra! -
 
Guardai Rea con occhi preoccupati e iniziai a parlarle con l'agitazione che mi aveva ormai pervaso le membra; parlai talmente velocemente che la mia amica fu costretta a zittirmi:
 
- Calmati Amy! Aspetta un attimo, non ho capito una sola parola! Tranquillizzati per favore, non ti fa bene essere così agitata! -
 
- Sì si lo so Rea ma... -
 
Decisi che forse era meglio farle leggere direttamentente quello che mi aveva scritto Taiki, così con le mani che tremavano, le porsi i due pezzi di carta:
 
- Leggi prima la lettera... -
 
Gli occhi di Rea sorrisero mentre leggeva quelle righe che mi avevano fatto sperare di tornare con lui; almeno fino a un mese e mezzo prima, Taiki mi amava ancora. 
 
Sentii gli occhi viola puntati su di me:
 
- Amy non sei contenta? Taiki ti ama ancora, è fantastico! -
 
- Aspetta, leggi l'altro foglio. -
 
Le dissi con il cuore in gola. Ci fu un minuto di silenzio nella macchina, mentre Rea leggeva quel messaggio sgranando gli occhi e portandosi una mano sulle labbra, come se non avesse parole da dire. Fremevo all'idea di sapere cosa stesse pensando, avevo bisogno di conoscere il parere di una persona che non fosse coinvolta personalmente nella storia. La mia amica rimase ancora in silenzio, mentre alzava lo sguardo verso di me, così la incitai a parlare:
 
- Che cosa ne pensi di quel messaggio? Sinceramente... lo vedi positivo o negativo? -
 
Finalmente Rea tolse la mano dalle labbra e sospirò profondamente:
 
- Non lo so Amy... io ci vedo qualcosa di... non vorrei influenzarti con il mio pensiero. Se ti dicessi che io ci vedo qualcosa di positivo e poi non fosse così, mi sentirei in colpa per averti illuso... non so, il fatto che debba tornare forse è positivo... ma non riesco a capire per quale motivo sia di nuovo partito. E poi non si sta facendo vivo, se la sua decisione fosse positiva, perchè non provare a contattarti? -
 
 
- Quindi... quindi è negativo!!! Non mi vuole più vedere!!! -
 
Scoppiai in lacrime, quel pensiero mi distruggeva, e lasciai libero sfogo alle mie emozioni, mentre Rea mi abbracciava:
 
- Amy, non ho detto questo... capisci perchè non volevo dirti cosa pensavo? Qualunque cosa avessi detto avrei alimentato dei pensieri che magari non sono giusti! Mi dispiace da morire!! -
 
Soffrivo, e continuai a piangere fra le sue braccia, mi sentivo male, come se qualcuno mi avesse strappato via il cuore dal petto provocandomi un forte dolore al torace. Con la voce attufata dalla maglia di Rea, gridai:
 
- Io lo amo ancora! Lo amo ancora! -
 
Nella vita mi ero sempre vergognata di esternare in quel modo i miei sentimenti, le mie emozioni, le mie paure, ma quella volta non mi importò di niente, non mi importò dell'idea che Rea si facesse di me, sapevo solo che avevo bisogno di gridare al mondo quanto amore io provassi per Taiki, e pensai a quanto fossi stata stupida ad averlo lasciato, a non averlo mai cercato. 
Poi Rea si distanziò da me e mi poggiò le mani sulle spalle che ancora sussultavano dai singhiozzi:
 
- Adesso calmati... lo so che lo ami ancora, ma non è detto che sia tutto finito, ti prego, cerca di tranquillizzarti. Fai così, prova a chiamarlo tu, prova a parlarci, e digli che devi comunicargli una cosa molto importante. Così sentirai anche la sua reazione no? Potrai intuire dal tono di voce se sarà freddo o se gli farà piacere sentirti! -
 
- Ho paura di non farcela... e se mi venisse da piangere al telefono risentendo la sua voce? Non voglio fare la parte della ragazzina, dopo il modo in cui l'ho lasciato. -
 
- Ascoltami, adesso sei sotto shock, sei terrorizzata e sei fragile. Fai passare qualche giorno, cerca di riacquisire almeno un pò di serenità, e poi, quando ti sarai calmata, chiamalo. Devi dirgli che sei incinta Amy... è troppo importante! -
 
Accennai un assenso con il viso, anche se non ero troppo sicura che avrei fatto così. 
Se davvero Taiki non mi avesse più voluto al suo fianco, come avrei potuto credere ancora una volta nell'amore? Che fine avrebbe fatto quella forza che mi aveva sempre trasmesso? Probabilmente si sarebbe sgretolata come un castello di sabbia sotto la pioggia. 
Il mio cuore era a pezzi al pensiero che non lo avrei mai più visto, che non avrei mai più ricevuto il suo amore e che un giorno, forse nemmeno io lo avrei amato ancora.
E cosa sarebbe successo quando nostro figlio sarebbe nato? Saremmo stati costretti a vederci? E magari lui si sarebbe presentato con un'altra donna mentre veniva a prendere il bambino per portarlo al parco la domenica? Non avrei mai sopportato una cosa del genere.
Sapevo che ancora una volta sarei dovuta essere forte, avrei dovuto cercarlo e dirgli del bambino, ma in quel momento ero talmente demoralizzata che vedevo solo cose negative, e non sapevo come e dove avrei potuto trovare il coraggio di sentirlo.
Ma dovevo farlo.
 
 
 
Note e commenti:
Come qualcuno aveva previsto, si torna al drammaticooo!!!
Adesso mi aspetto di sapere il vostro parere: secondo voi, il messaggio di Taiki è positivo o negativo? In realtà la frase non dice molto, ma per sensazioni, mi aspetto un vostro commentino ^^
Grazie ancora una volta per l'affetto che mi dimostrate... e siamo a 6 capitoli dalla fine (miii come sono triste! >.<)
I ringraziamenti sono rivolti particolarmente a:
Demy84, Elliemarsrose, Key17, Kay89, FireLady, Marziolina86, Moon91, Lisanechan, Pianistadellaluna, DeepSubmerge85, Alison_95, Alemagica88, Cri Cri,  Court, Kate_88, Sailor Crystal, Diana89, Hoon98, Miss Moonlight, Simo ed Ele :)
Grazie anche a Lan per aver inserito la mia storia fra le preferite!
Infine, grazie a tutti i lettori che mi seguono ^^
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** Speranza. ***


Speranza.
 
 
 
 
 
Era passata una settimana da quando ero stata a casa di Taiki, e in tutto quel tempo, non avevo avuto ancora il coraggio di contattarlo.
Erano le 6.00 del pomeriggio, quandò sentii infilare la chiave nella toppa, era Rea.
La casa in quel momento era abitata da me, Rea, Morea e Moran, mentre Marta si era già trasferita da diverso tempo a casa di Yaten. Mi mancavano molto Marta e Bunny la mattina che mi svegliavano  con il solito modo di scherzare, e mi mancavano le loro risate.
In quel periodo ero ancor più malinconica.
Feci per alzarmi dalla sedia dove ero rimasta seduta per ore  a navigare su internet con il mio portatile, per andare a salutare Rea che mi fermò:
 
- Stai stai, vengo io, aspetta che poso la borsa e le buste, ho fatto un pò di spesa! -
 
- Ah d'accordo... com'è andata oggi al lavoro? -
 
- Come al solito! -
 
Sapevo che Yuri ormai non passava nemmeno più in galleria per  evitare di incontrare Rea, ma ero sicura che fosse ancora innamorato di lei; il sentimento che aveva sempre dimostrato nei suoi confronti, non poteva essersi già disperso in così poco tempo. Sapevo anche che Rea ne soffriva molto, quindi non le chiedevo nulla per delicatezza. Avevo deciso di aiutarla, ma ancora non avevo impostato un discorso da fare a Yuri.
Dopo aver sistemato la spesa nel frigorifero, la mia amica si sedette accanto a me, e poggiò un gomito sul tavolo:
 
- Oggi ho visto Yuri... -
 
- Davvero? Avete parlato? -
 
- No... ha fatto finta di non vedermi. Ho scoperto che sta ancora tentando di convincere il direttore a far esporre i suoi quadri, ma pur di non incontrarmi, non entra più in galleria, così lo aspetta fuori vicino alla tavola calda dove il capo va a pranzare... -
 
Guardava con gli occhi persi nel vuoto, sicuramente stava soffrendo moltissimo, ma tentava in tutti i modi di non darlo a vedere. In quel momento mi balenò in mente un'idea: avrei parlato con Yuri recandomi vicino alla tavola calda all'ora di pranzo, magari lo avrei invitato a mangiare da qualche altra parte per non farmi vedere da Rea, così non le avrei procurato ulteriore apprensione, anche se l'avevo già informata che in qualche modo l'avrei aiutata. I miei pensieri furono interrotti dalla sua voce:
 
- A che cosa pensi? -
 
- No, niente... E' un pò che non controllo la posta elettronica, voglio vedere se ho qualche e-mail in arrivo! -
 
Così dicendo, cliccai con il mouse sul sito dove avevo aperto l'account e - mail, e digitai l'indirizzo e la password negli appositi campi. Avevo 10   e - mail non lette, e quasi tutte erano pubblicità...  tutte tranne una che per un attimo mi fece bloccare il cuore in gola alla vista del nome del mittente... Kou.
Il destinatario del messaggio era Seiya. Come aveva avuto il mio indirizzo e - mail? Rea indicò il suo nome sullo schermo del computer:
 
- Cavoli, Seiya ti ha mandato un'e - mail! -
 
- Sì... ho visto... -
 
Ero curiosa e al contempo stupita di trovare quel messaggio, poi Rea proseguì:
 
- Dai, vado a ritirare i panni puliti... -
 
- No aspetta, rimani un attimo qui. Puoi leggerla anche tu... -
 
Non avevo segreti per lei, e preferivo condividere anche la lettura di quell'e - mail, saperla vicino mi dava forza.
Rimanemmo con gli occhi incollati sullo schermo leggendo quella breve frase di Seiya; l'e - mail risaliva persino ad un mese prima:
 
"Ciao Amy, come stai? Mi sono permesso di prendere il tuo indirizzo dall'agendina di Taiki, se sa che ti sto scrivendo, mi ammazza. Ti mando questo messaggio per dirti che mio fratello non si è mai dimenticato di te, sappilo. Vorrei che ascoltassi la canzone che ti ho inviato in allegato. E' cantata e suonata da me, ma il testo l'ha scritto lui, e sono certo che pensava a te quando lo ha fatto. In questo periodo non fa altro che scrivere testi, e grazie a lui sono sicuro che pubblicherò un album eccezionale, non l'ho mai visto tanto ispirato. Mi raccomando, acqua in bocca, non deve sapere di questa e - mail ok? Se ho deciso di scriverti questo messaggio, è perchè ci tengo a mio fratello e perchè sono certo che nemmeno tu ti sia dimenticata di lui.
Un saluto
Seiya.
 
PS: La canzone è in italiano, ma di seguito ti riporto la traduzione in inglese! "
 
 
Taiki aveva scritto una canzone pensando a me? Il cuore mi batteva a mille mentre finivo di scaricare l'allegato.
 
- Amy ma è fantastico! Dai apri il file, voglio sentire! -
 
Non avevo ancora avuto il coraggio di commentare; dentro di me si accese una piccola fiamma di speranza, la speranza che forse non era tutto perduto. Allora perchè non mi cercava, e non era più tornato? Non volevo illudermi, anche se un angolino in fondo al cuore mi diceva di essere positiva.
Finalmente aprii il file e partì la canzone:
 
"Semplice parlare con te
dietro ad un telefono
ascoltarti ridere
capire che e' dolce
e solo per un attimo
ignorare i brividi che non senti piu'
Amore raccontami
Amore racconta l'inverno che c'e'
Tu distante
sei cosi' grande da farmi perdere
sono qua
a rincorrere parole
ad inventare ancora scuse
Accorgermi che
non sei piu' parte di me
Nelle stanze del mio cuore
ti ho sentita piangere
un amore inutile
ti ho vista delusa
sempre piu' lontana
una stella pallida
che non brilla piu'
Amore raccontami
Amore racconta l'inverno che c'e'
Tu distante
sei cosi' grande da farmi perdere
sono qua
a rincorrere parole
ad inventare ancora scuse
Accorgermi che
sembra impossibile
Piove gia'
non ho piu' domande e poi
Ora e' tardi ci sentiamo
piu' avanti se vuoi
amore dove sei
sembra impossibile" *
 
 
Io e Rea rimanemmo in silenzio per tutto il tempo, leggendo il testo tradotto e ascoltando le parole pronunciate dalla bella voce di Seiya. Era come se, improvvisamente avessi capito che Taiki non mi cercava più perchè ero stata io a lasciarlo definitivamente e lui forse per orgoglio, non voleva piegarsi a contattarmi. Fu una frase della canzone in particolare a farmelo capire:
"ti ho sentita piangere un amore inutile, ti ho vista delusa, sempre piu' lontana, una stella pallida che non brilla piu'"... e mi tornarono in mente le parole che gli dissi prima di andarmene di casa: "non starò qui ad aspettare le tue decisioni, sono stufa di subire i tuoi sfoghi [...] No Taiki... sono io che non posso stare con te!" 
Quelle note, quelle parole, avevano colpito direttamente il fulcro del problema e mi venne da piangere. Mi voltai a guardare Rea che anche lei aveva gli occhi lucidi, forse quella canzone le aveva ricordato Yuri... così scoppiammo a ridere guardando l'una la faccia dell'altra, ridevamo mentre le lacrime scorrevano sulle nostre guance, quasi ci sembrò comica quella scena, ed era un modo per distogliere l'attenzione dall'imbarazzo, pensando "Siamo due sceme!". Le risate durarono qualche minuto, fino a che Rea stropicciandosi l'occhio disse:
 
- Siamo veramente due stupide lo sai? -
 
- Sì, lo so! -
 
Le risposi soffiandomi il naso e porgendole un fazzolettino di carta mentre lei proseguì:
 
- Però Amy... devi sentirti fortunata, Taiki ha scritto una canzone pensando a te! -
 
- Sì... ma è pur vero che è passato un mese e l'ultimo messaggio è ancora da decifrare... però lo ammetto, sentire questa canzone e sapere che l'ha scritta pensando a me, mi ha reso felice! -
 
Mi alzai di scatto dalla sedia sotto gli occhi stupiti di Rea:
 
- Dove vai? -
 
- Vado a prendere il telefono. -
 
Lei sorrise e mi fece un segno di "ok" con la mano.
 
 
"Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile."
 
 
Avevo provato due volte a chiamare, ma Taiki aveva sempre il telefono irraggiungibile. "E' sempre il solito orgoglioso, ma non mi importa, anche se mi fa rabbia che non voglia piegare la testa una volta, lo farò io o non ne usciremo più da questa storia. Devo sapere cos'ha deciso. Lo devo fare per me, per lui... per il nostro bambino. E voglio... dirgli che l'amo ancora."
 
 
Quella notte mia addormentai con la speranza nel cuore, e con quella canzone nella mente, che avevo ascoltato altre tre volte durante la serata.
 
La mattina seguente mi alzai di buona lena, le mie amiche erano tutte uscite. 
Composi nuovamente il numero di cellulare di Taiki, ma era di nuovo irraggiungibile. 
"Ma dove sei?!". Non persi altro tempo, mi preparai e verso le 12.00 uscii.
 
Era quasi l'ora di pranzo quando arrivai di fronte alla tavola calda. Un sorriso mi spuntò sul viso quando vidi in lontananza un ragazzo dai capelli lunghi, che portava sotto braccio delle tele avvolte in carta di giornale. 
 
- Ciao Yuri! -
 
Era visibilmente in imbarazzo, non si aspettava di trovarmi lì, e forse aveva paura che dovessi incontrarmi con Rea, così lo tranquillizzai:
 
- Ti stavo aspettando! -
 
- Me? E che cosa... -
 
- Devo parlarti. Ti va di pranzare con me? -
 
- Senti Amy, io non... -
 
- Non vorrai mica far pranzare da sola una povera donna incinta! Dai, offro io! -
 
- Sei incinta?! Ok... ma non voglio rimanere in questo posto! -
 
- Tranquillo, conosco un'altra tavola calda da queste parti dove si mangia bene! -
 
 
 
Finalmente ci sedemmo a tavola, e mentre aspettavamo che la cameriera ci servisse, Yuri poggiò con cura le sue tele accanto a sè, sulla panca. Indicando i quadri con lo sguardo, iniziai il discorso:
 
- Sai, anche mio padre è un pittore! L'ho scoperto non da molto... -
 
- Davvero? E che tipo di quadri fa? -
 
- Realistici... adotta una tecnica simile a quella degli impressionisti... è molto bravo, ha anche aperto una galleria tutta sua a Parigi! -
 
Al suono di quelle parole, Yuri si addentrò ancor più nel discorso:
 
- Una galleria?! Ma come... come ha fatto! E'difficilissimo realizzare una cosa simile se non hai... -
 
- ... le giuste conoscenze e i soldi, lo so. Ma lui ce li ha entrambi! Sai, ho deciso che quando avrò risolto alcuni problemi, lo chiamerò. Voglio che mi senta felice la prima volta che sentirà la mia voce dopo tanti anni! E chissà che non riesca a parlargli dei tuoi quadri!-
 
- Ah ma... tu non lo vedi da molto? -
 
- Già... ho scoperto da qualche mese che mio padre mi ha sempre amato, e la sua galleria l'ha chiamata "Galerie d'Amy"... Però a causa di mia madre siamo sempre stati separati, per anni. Ed io ho sempre pensato che lui mi avesse abbandonato, ma non è mai stato così in realtà. E' brutto separarsi da qualcuno che ami, non trovi? - 
 
Yuri si sentì colto sul vivo e tutto a un tratto si ammutolì, poggiando il mento sui dorsi della mani incrociate. La sua lunga frangia gli copriva lo sguardo, ma io immaginavo benissimo la sua espressione: stava pensando a Rea. Passò un altro minuto, poi finalmente prese parola:
 
- Taiki poi l'hai più sentito? Mi ci trovavo bene, mi dispiace che... -
 
- Ascolta Yuri. Tu sai perchè sono qui? -
 
- Senti Amy, non ho voglia di parlare di Rea! -
 
Il mio volto si fece serio quanto il suo:
 
- Io invece si. Voglio parlarti di un'amica, la mia più cara amica che sta soffrendo per amore. Voglio parlarti di una ragazza che raramente ho visto innamorarsi nella vita, e che l'unica volta che ha perso davvero la testa per qualcuno, ha alzato un muro per nascondere i suoi sentimenti. Lei è sempre stata così con i ragazzi, ma con te in particolare, ho capito che era diverso. Rea ti ama... ma ha una forte paura di lasciarsi andare. Si interroga spesso sul suo futuro, ha paura di donare il suo cuore a qualcuno che un giorno forse non la amerà più, e questo la porta a mascherare i suoi veri sentimenti, comportandosi con freddezza... -
 
Yuri battè un pugno sul tavolo, poi con tono triste mi interruppe:
 
- Basta così! Io... come posso credere a quello che dici vedendo come mi ha sempre trattato? -
 
- Senti Yuri... io ci sto mettendo la mia faccia! E Rea non sa che sono qui... io l'ho vista piangere per te! Si sta dannando l'anima perchè non ha mai avuto il coraggio, nemmeno alla fine, di rivelarti i suoi veri sentimenti. La conosco bene, e so che per lei sarebbe difficilissimo fare il primo passo... ma stavolta sono sicura che se tu la cercherai, si lascerà andare... magari piano piano, ma lo farà, fidati! -
 
Yuri sbuffò, facendo muovere il ciuffo che gli copriva gli occhi:
 
- Insomma... perchè sempre io devo piegare la testa? -
 
- Perchè tu sei come me, io lo so. Io ho deciso di passare sopra al mio orgoglio per Taiki, perchè lo amo ancora e voglio che lui lo sappia. Se non facessi così la nostra storia non avrà mai un risvolto definitivo. Se lui non mi vorrà più non potrò farci niente, ma almeno non avrò rimpianti. -
 
- Amy... ma come faccio adesso a... -
 
- Tu non devi fare niente. Penso a tutto io! Stasera farò in modo che casa sia vuota. Io andrò a cena  da Bunny e Marzio, e chiederò a  Morea e Moran se verranno con me, sono sicura che capiranno. Ma tu devi andare da lei, me lo prometti? -
 
Yuri esitò, così lo incitai:
 
- Me lo prometti? -
 
- Va bene... ma non sopporterei un altro rifiuto... -
 
- Questo non accadrà, te lo garantisco! Mi raccomando però, non dire a Rea di quest'incontro, per favore. -
 
- Ok, grazie. Spero che tu abbia davvero ragione... -
 
 
Il discorso proseguì su altri argomenti, sulla mia gravidanza, sull'arte, su cosa piacesse a Rea e come l'avevamo conosciuta. 
Uscii dal locale con il cuore in pace, sapevo di aver fatto una cosa buona e il pensiero che Rea potesse finalmente essere felice, mi rese allegra e positiva.
 
 
 
 
 
Note e commenti: 
 
Image and video hosting by TinyPic*: Il titolo della canzone è "Raccontami" ed è di F. Renga (però, bella voce che ho dato a Seiya eh? XD). Mi sembrava indicatissimo questo testo, per esprimere i sentimenti di Taiki, a prescindere dal fatto che la canzone possa piacere o no ^^ Fra questo capitolo e il capitolo 38 in cui Amy e Taiki si lasciano, c'è uno stretto nesso basato proprio sulla canzone che qui fa da sfondo musicale, mentre nel precedente capitolo, fa da titolo.
In virtù del titolo della mia storia, in quasto particolare capitolo, ho voluto evidenziare ancora di più, l'amicizia fra Rea ed Amy.
Piano piano si stanno sciogliendo alcuni nodi... e non dico altro :D
Grazie di cuore per le vostre recensioni affettuose, in particolare, grazie a:
Demy84, Elliemarsrose, Key17, Marziolina86, Moon91, Kay89, DeepSubmerge85, Pianistadellaluna, FireLady, Alemagica88, CriCri, Alison_95, Diana89, Kate_88, Sailor Crystal, Court, Hoon98, Miss Moonlight, Lisanechan, Lulu85, Simo ed Ele ^^
Grazie anche a tutti i lettori :)
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Emozioni. ***


Emozioni.
 
 
 
Mancavano dieci minuti alla cena, mentre Morea aiutava Marzio a cucinare e Moran preparava la tavola. Io e Bunny invece, eravamo letteralmente rapite da quella pargoletta che sorrideva felice nella culla. La mia amica era orgogliosa della sua piccola Chibiusa, e le piaceva toccare il suo nasino con l'indice che veniva regolarmente catturato fra le tenere manine della piccola.
Con un dolce sorriso, Bunny si voltò verso di me:
 
- Non è bellissima? -
 
- Sì che lo è! E' così dolce! Posso tenerla in braccio Bunny? -
 
- Ma sì, certo! Aspetta che la tiro fuori dalla culla... -
 
Così dicendo, la neo mamma prese fra le braccia quella piccola creatura e la poggiò dolcemente fra le mie, pronte a sorreggere la bambina. Chibiusa era molto silenziosa in quel momento, e mi guardava con i suoi occhioni color amaranto con un'espressione perplessa. Pensai che forse si stesse domandando "Chi è questa?" e sorrisi.
Provai una piacevole sensazione tenendo stretta a me quella bambina, e cominciai a parlarle accarezzandole una guancia con il dito. "Chissà come sarà il mio bambino... e chissà se sarà un maschio una femmina". Notai gli occhi di Bunny puntati su di me, mentre mi osservava con aria sospetta:
 
- Senti Amy... stavo notando una cosa... non è che tu... -
 
Sobbalzai sgrandando gli occhi:
 
- Cosa? Di che parli?! -
 
Un sorrisetto curioso le si stampò sul viso, mentre si avvicinava silenziosamente a me:
 
- Senti... non ci vuole una laurea per capire che sei incinta! L'ho capito subito! Non me lo vorrai mica nascondere in eterno, forse gli altri non lo hanno notato, ma ti ricordo che sono stata incinta anche io... -
 
Mi sentii messa alle strette e la implorai:
 
- Shhhh Bunny non farti sentire per favore! -
 
- Waaaaaaaaaaah lo sapevo!!! E da quanto?!? -
 
 
Morea, che aveva sentito l'urlo di Bunny si rivolse a noi:
 
- Bunny che cos'hai tanto da urlare? Comunque è pronto, venite a tavola! -
 
Guardai gli occhi azzurri e felici della mia amica e le dissi sottovoce:
 
- Prometto che te ne parlerò, ma in separata sede ok? Non dire niente a nessuno per favore! -
 
- Ci puoi giurare! -
 
Mi fece l'occhiolino e poi riprese la piccola Chibiusa per metterla nella culla.
 
 
Durante la cena, il mio pensiero volò spesso su Rea: "Chissà se riuscirà ad aprirsi... spero che lei e Yuri riescano a chiarirsi!"
Per un attimo mi sentii a disagio, mentre Morea scherzava con Moran, infilandogli la forchetta con  il cibo in bocca, e Marzio stringeva la mano di Bunny schioccandole un tenero bacio sulla guancia... mi mancava ancora di più Lui. La mia mente si concentrò di nuovo su Taiki e sulla sua canzone. Chissà se c'era ancora una possibilità? In quel mese dalla masterizzazione della canzone, potevano essere cambiate tante cose, e il suo ultimo messaggio scritto, era fraintendibile. Decisi che dopo cena avrei provato di nuovo a chiamarlo. I miei pensieri furono interrotti da Morea:
 
- Amy, cosa ti sei inventata poi con Rea per lasciarla da sola a casa? -
 
- Ah beh... le ho detto che tu e Moran sareste andati a cena fuori, mentre io sono rimasta con lei finchè non è arrivato Yuri. -
 
- E brava Amy! -
 
Sorrisi a Morea, poi mi alzai dalla sedia dirigendomi verso la camera di Bunny e Marzio:
 
- Scusatemi, devo fare una telefonata, torno subito! -
 
Provai di nuovo a chiamare Taiki, ma il suo telefono risultava ancora irraggiungibile. Mi scoraggiai, pensando che forse quello era un segnale; forse avrei dovuto aspettare che fosse lui a cercarmi? Ma io  dovevo dirgli del bambino, come avrei potuto fare? In realtà la soluzione c'era.
Sospirai profondamente e composi il numero telefonico, che ero riuscita ad ottenere mesi prima. Finalmente una voce maschile mi rispose:
 
- Pronto? -
 
Esitai un attimo, poi mi feci coraggio:
 
- Ciao Seiya... sono Amy. Come stai? -
 
- Oh Amy! Io sto bene, che sorpresa!  Ma non spenderai troppo per la chiamata? -
 
- Non c' nessun problema... senti, vorrei sapere se... ecco... so che Taiki è lì da te vero? -
 
Ci fu silenzio per qualche minuto, poi finalmente Seiya rispose:
 
- Amy veramente no. Taiki non è più qui, mi dispiace... -
 
Il cuore mi si bloccò nel petto per un attimo, che fosse una copertura? Cercai di mantenere la calma, nonostante l'agitazione si fosse già impossessata di me. Sospirai profondamente, poi cercai di sapere qualcosa in più:
 
- Seiya... devo parlare con Taiki. Il suo telefono è sempre irraggiungibile e... -
 
- Non so dove sia andato, gli ho chiesto se sarebbe tornato a Londra, ma mi ha risposto di no e non ha voluto dirmi dove sarebbe andato. Mi dispiace tanto Amy, vorrei aiutarti, ma non so come fare... -
 
Mi veniva da piangere, capendo che le parole di Seiya erano sincere. Ma dov'era andato? Mi feci forza e preseguii con le domande:
 
- Senti... da quanto tempo se n'è andato? -
 
- Beh ormai sarà una settimana credo... se lo sento, gli dico che hai chiamato? -
 
- Sì per favore. E' molto importante, ho bisogno di parlargli. -
 
 
Lo ringraziai e poi ci salutammo.
 
Tornai dai miei amici, mentre nel frattempo arrivarono anche Marta e Yaten.
La serata assunse un tono ancor più piacevole, mentre Marta e Bunny facevano le boccacce alla piccola Chibiusa. 
La solarità dei miei amici e la loro compagnia, mi aiutò a distrarmi, facendomi evitare di pensare a Taiki.
 
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
 
Sentii il profumo di caffè invadere la mia stanza, e decisi di alzarmi.
Erano le 7.30, e Rea si stava preparando per andare al lavoro. Ero curiosa di sapere come fosse andata e fremevo dalla voglia di riempirla di domande.
 
- Buongiorno Rea! -
 
Si voltò con sguardo cupo:
 
- Buongiorno. -
 
Mi prese un colpo, possibile che non fossero riusciti a chiarire? "Rea perchè non ti apri con Yuri?" 
Mi feci coraggio ed azzardai la domanda:
 
- Com' è andata ieri? Quando ho visto che Yuri era venuto da noi, ho preferito lasciarvi  soli... -
 
La mia amica rispose freddamente alla domanda:
 
- Male. -
 
Mi morsi il labbro inferiore, e con aria dispiaciuta mi avvicinai a lei:
 
- Rea mi dispiace tanto, ma cosa... -
 
Non feci in tempo a finire la frase che Rea mi abbracciò e disse ridendo:
 
- E' andata benissimo!!! Grazie Amy! -
 
Sgranai gli occhi, perchè Yuri gliel'aveva detto? Ma cosa importava in fondo, in quel momento la cosa più bella era vedere lo sguardo sereno di Rea che proseguì:
 
- Sì lo ammetto... Non sono riuscita ad aprirmi completamente, per me è stata molto dura... però gliel' ho detto. Gli ho detto cosa pensavo di lui e... -
 
- ... e?!? -
 
- Sì ecco... -
 
Rea era imbarazzatissima, l'amore la rendeva timidissima, così finii io la frase per lei:
 
 
- Vi siete baciati! -
 
Accennò un "sì" con la testa, poi mi prese le mani:
 
- Grazie Amy... senza il tuo intervento, Yuri non mi avrebbe più cercato per orgoglio, proprio come avrei fatto io. Lui mi ha detto tutto! -
 
- Sono contenta Rea, finalmente!! -
 
Ci sedemmo per fare colazione, mentre Rea mi raccontò nei dettagli, ciò che si erano detti la sera prima lei e Yuri.
 
 
 
Si erano fatte le 10.00 ed ero sola in casa. Volevo finire di leggere il mio libro e poi sarei andata a trovare Bunny, in realtà ero già pronta per uscire.
Sussultai quando suonarono alla porta, ero talmente immersa nella lettura, che il suono acuto del campanello mi aveva fatto trasalire. Mi avvicinai alla porta e chiesi:
 
- Chi è? -
 
Guardai dallo spioncino, non potevo credere ai miei occhi. Il cuore smise di battere per un attimo, mentre sentii la sua voce maschile. I battiti accelerarono e i miei occhi si inumidirono quando aprii la porta e lo vidi di fronte a me:
 
 
- Papà!!! -
 
 
Aveva delle buste e una valigia che fece cadere a terra per liberare le mani e stringermi forte:
 
- Piccola mia!!! -
 
Ci abbracciammo e mi sentii ubriaca di emozioni, di felicità nel sentire per la prima volta dopo tanti anni, il calore dell'abbraccio di mio padre, che mi stringeva forte a se e piangeva come un bambino.
 
- Papà! -
 
Ripetei, come a volermi rendere conto che quella era davvero la realtà, non era un sogno. Stringevo fra le mie braccia il mio papà, l'uomo che mi aveva sempre amato, quella parte della mia famiglia che davvero mi aveva sempre voluto bene e che io avevo sempre rimpianto. 
Il nostro abbraccio durò a lungo, mentre un turbinio di emozioni si era impossessato di noi, e io finalmente piangevo lacrime di gioia. Poi gli presi il viso tra le mani per poter osservare il suo viso sorridente e commosso; aveva qualche segno di maturità che gli solcava la fronte e gli angoli della bocca, ma era sempre lui, il mio bellissimo papà che da bambina come in quel momento, mi guardava sempre con gli stessi occhi di padre innamorato. Portava ancora il cappello, dal quale spuntava qualche ciocca di capelli sale e pepe e notai che i suoi occhi azzurri come i miei si strinsero e divennero sorridenti, mentre in silenzio, osservavo il suo volto.
Con voce tremante mi disse accarezzandomi una guancia:
 
- Sei bellissima! -
 
Sentire il suono della sua voce era musica per le mie orecchie e gli sorrisi:
 
- Anche tu sei bellissimo papà! -
 
 
Lo riabbracciai di nuovo, non avrei mai più voluto lasciarlo andare, e credo che anche lui pensasse lo stesso di me, mentre riprese a stringermi forte contro il suo cuore ricambiando il mio affetto.
 
Cercai di asciugarmi le lacrime con il dorso della mano, mentre con l'altra presi la sua:
 
- Dai entra, sarai stanco! -
 
 
Lo aiutai a portare dentro casa alcune buste, e lo feci accomodare sul divano. Mi sentivo agitata ed emozionata, e mi sembrava talmente incredibile che mio padre fosse lì, che quasi non sapevo come comportarmi, avrei voluto fargli mille domande e avrei voluto che il tempo si fermasse in quell'istante per l'eternità. Con una punta di imbarazzo gli chiesi:
 
- Gradisci del caffè? -
 
- Va bene, ma dopo che lo avrai fatto, vieni a sederti qui accanto a me! -
 
Preparai il caffè, mentre il sorriso non aveva mai smesso di essere sulla mia faccia da quando mio padre era arrivato. Mi avvicinai al divano con due tazze fumanti di caffè americano, e mi sedetti davanti a lui che contraccambiò il sorriso:
 
- Abbiamo molte cose da dirci piccola mia. Ma la prima che mi sento di dire adesso, è che sono felice di vedere che non mi odi. Credevo che dopo tutto questo tempo, nonostante fossi venuta a sapere la verità, non mi avresti accolto volentieri. E invece, vedere la tua reazione mi ha reso l'uomo più felice del mondo! Comunque, adesso ascoltami, c'è una cosa molto importante che devo dirti... -
 
Quel momento fu interrotto da una nausea fortissima che mi costrinse a correre in bagno.
Quando rientrai nel soggiorno dove papà mi aspettava con occhi sgranati, cercai di riprendere un aspetto normale sistemandomi i capelli, e sorridendo gli dissi:
 
- Tranquillo, sto bene... -
 
- Ma ti sei sentita male! -
 
La pancia ancora non era molto evidente, ed era ben nascosta dai larghi vestiti che ultimamente indossavo. Nonostante ciò, gli occhi saggi di papà scesero inevitabilmente sul mio ventre:
 
- Sei incinta? -
 
Come aveva fatto a capirlo in così poco tempo? La mia poteva essere stata benissimo una comune nausea dovuta a qualche cibo che mi aveva fatto male. Lo guardai con aria interrogativa:
 
- Perchè? -
 
- Perchè anche se non ti vedo da una vita, sono sempre tuo padre, e ho avuto un'intuizione. Credimi, a me puoi dirlo, sarei il nonno più felice della terra! -
 
E io avrei tanto voluto condividere quella gioia con lui, ma come facevo a dirgli che sua figlia aspettava il bambino di un uomo con cui non stava più insieme? Non volevo mentirgli, ma volevo almeno temporeggiare per trovare le parole giuste ed affrontare quel discorso. Mentre questi pensieri mi affolavano la mente, papà riprese a dire:
 
- C'è una cosa importante che devo dirti adesso... -
 
Aveva un'espressione sorridente, e così tornai al mio posto sul divano, accanto a lui, per ascoltare ciò che doveva dirmi.
 
 
Note e commenti:
Avrei dovuto intitolarlo "Carramba che sorpresa" queasto capitolo, lo so :)
Ci tenevo a descrivere le emozioni che che avrebbe provato Amy nel rivedere il padre dopo così tanti anni, e spero di averle trasmesse anche a voi! 
Grazie come sempre per le vostre recensioni affettuse, e grazie a tutti i lettori che si sono fermati su questa pagina :)
Ci tengo in particolar modo a ringraziare voi: Demy84, Elliemarsrose, Key17, Kay89, LadyMars,  Marziolina86, Moon91, Lisanechan, Pianistadellaluna, DeepSubmerge85, Alison_95, Alemagica88, Cri Cri,  Court, Kate_88, Sailor Crystal, Diana89, Hoon98, Lulu 85 (anche per aver inserito la storia fra le preferite), Miss Moonlight, Simo ed Ele :)
Un saluto a tutti!
SailorMercury84 

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** Ricordi di bambina. ***


Ricordi di bambina.
 
 
 
Papà mi stringeva una mano e mi guardava con occhi raggianti. Rimasi a fissarlo non distogliendo mai lo sguardo da lui, nemmeno per un attimo. Volevo memorizzare il più possibile nella mente quei momenti, stampare nella mia mente il suo viso, i suoi occhi pieni d'amore e di dolcezza. Quanto mi era mancato il mio papà! Vederlo lì, mentre sorseggiava il suo caffè ormai freddo, mi fece tornare bambina. 
Mi ricordai di quando una sera, rincasò particolarmente tardi, e io nonostante l'enorme stanchezza, lo aspettai con trepidazione, mentre la mamma continuava a dirmi di andare a dormire.
 
 
Finalmente sentii infilare la chiave nella toppa, così corsi a prendere il regalo che era sul tavolo e mi fiondai davanti alla porta che si aprì:
 
- Tanti auguri papà! -
 
In un attimo, tutte le stanchezze che avevo visto un secondo prima sul volto di mio padre, diedero spazio ad un'espressione di gioia, quando lo vidi prendere fra le mani il mio regalino per lui: un portafoto fatto con il das dove al posto della foto avevo messo un disegno di noi due colorato con i pastelli a cera. Non ero brava a disegnare, ma in quel momento, a giudicare dal sorriso di papà pensai di aver fatto il disegno più bello del mondo, e ne ebbi conferma. Mio padre si chinò per arrivare alla mia altezza e mi diede un bacio sulla fronte:
 
- Ma è il regalo più bello del mondo! Grazie, amore di papà! -
 
Così dicendo mi prese in braccio e mi strinse forte, poi disse:
 
- Scommetto che oggi hai fatto tutti i compiti, vero? -
 
Risposi appongiando la mia testolina sulla sua spalla:
 
- Sì! Ho ripetuto tante volte la tabellina del nove, se vuoi te la ripeto! Allora, nove per nove... -
 
- Aspetta aspetta! Visto che sei stata così brava, guarda cosa ti regalo io! -
 
Mi rimise giù, e tirò fuori  dalla tasca un pacchettino con il fiocco dorato:
 
- Aprilo! -
 
Lo guardai con somma felicità e mentre scartavo il regalo con ingenua espressione:
 
- Perchè mi hai fatto il regalino se è il tuo compleanno papà? -
 
- Perchè sei sempre brava, e poi questo premio è perchè hai imparato tutte le tabelline fino a quella del nove. Guarda se ti piace! -
 
Scartato il regalo, mi ritrovai fra le mani una piccola calcolatrice azzurra, con tanti cuoricini bianchi sul retro. 
 
Prima che potessi parlare, papà si chinò nuovamente di fronte a me:
 
- Ti piace? Questa ti sarà molto utile più in là, dopo che avrai fatto altri compiti di matematica! -
 
- Come si usa papà? -
 
- Quando avrai imparato le tabelline fino a quella del dieci, te lo spiegherò... vedrai che lo troverai un bellissimo regalo! Questa serve per fare le addizioni, le sottrazioni, le moltiplicazioni e le divisioni più velocemente. -
 
- Davvero? Ma allora è un regalo proprio bellissimo! Grazie papà! -
 
Allungai le braccia intorno al collo di papà e ci abbracciammo. Peccato che non potei più rimanere altro tempo con lui  perchè la mamma mi costrinse ad andare al letto. Lei al contrario di mio padre era sempre molto severa.
 
 
 
- Tesoro, ci sei? -
 
Ero rimasta incantata a guardarlo con occhi persi nel vuoto, non so per quanto:
 
- Oh, sì sì! Scusami, stavo ricordando... -
 
- Amy, devo parlarti, è urgente... -
 
- Che succede? -
 
- Niente di grave, non ti allarmare. Abbiamo moltissimo tempo per parlare, per stare insieme... però adesso il tempo stringe... Non ti sei chiesta come sia riuscito ad arrivare fin qui? -
 
Effettivamente, fino a quel momento ero stata talmente felice di vederlo, che non ci avevo pensato. Possibile che glielo avesse detto mamma? Provai a chiederglielo:
 
- Te lo ha detto mamma che ero qui? -
 
- Figurati se me lo avrebbe detto lei... Beh, diciamo che forse indirettamente lo ha fatto sì... Però non è stata lei. Lo conosci questo nome? -
 
Me lo chiese porgendomi un cd, dove sulla copertina bianca, era evidente un nome scritto con un pennarello nero:
 
"Taiki".
 
 
Il cuore sussultò nel petto e sgranai gli occhi incredula:
 
- Ma come... come?!? -
 
- E' stato lui a portarmi da te. Credo che quel ragazzo sia molto innamorato di te, anche se non me lo ha detto esplicitamente. E' un pò introverso o meglio, serioso, ma da come parlava di te, e soprattutto, da quello che ha fatto... ho capito che ha perso la testa per la mia bambina. -
 
Rimasi un attimo in silenzio, ero talmente felice che non avevo parole, mentre stringevo il cd al petto con le lacrime agli occhi e il sorriso sulle labbra. Poi deglutii, e sempre con lo stesso sorriso chiesi:
 
- Ma... allora è qui! -
 
Papà mi fece un cenno di assenso con la testa, poi disse:
 
- Ha detto che prima devi ascoltare il cd... e poi ti aspetta alla L. E. lui è già lì... Credo che dovresti andare, anche perchè se lui è il padre del bambino dovresti dirglielo non credi? -
 
Mille domande, mille pensieri e mille emozioni smuovevano la mia mente e il mio cuore. Mi alzai in piedi di scatto, sorpresa:
 
- Papà! Come fai a sapere? -
 
- L'ho capito... e me ne hai dato conferma adesso, mettendoti una mano sul grembo. Sono sicuro che sia lui il padre, vero? -
 
- Sì! -
 
Risposi imbarazzata, mentre il cuore mi esplodeva fuori dal petto e tiravo lunghi sospiri trattenendo le lacrime. Taiki era a Londra, era lì che mi aspettava alla London Eye... e aveva fatto in modo che incontrassi papà. Come aveva fatto? Possibile che...
Prima che potessi fare qualunque cosa, papà si alzò e mi portò una mano sulla spalla:
 
- Vai, ti sta aspettando. -
 
- Ma... e il cd? -
 
- Lo ascolterai in macchina mentre lo raggiungi... -
 
- No papà, io non ho la macchina... aspetta, voglio ascoltarlo, se ha detto che devo sentirlo prima di andare da lui dev'esserci un motivo! -
 
Sorrise:
 
- Tranquilla, c'è la tua amica Rea con la macchina qui fuori... è tantissimo che ti sta aspettando, l'ho incontrata mentre usciva di casa ed io cercavo le giuste parole per affrontarti, immobile per ore davanti alla porta. Quando ho visto uscire lei di casa, mentre toglieva l'antifurto alla macchina, ho pensato che forse avevo sbagliato civico e le ho chiesto se conosceva una certa Amy Mizuno. Quando ha capito chi fossi, le ho chiesto se sarebbe stata disposta ad aspettarti fuori, per accompagnarti alla L. E. ... e le ho spiegato brevemente per quale motivo dovessi andare lì! -
 
Quella mattinata fu ricca di eventi positivi e mi sembrava di respirare gioia a pieni polmoni.
Con il cd in mano, strinsi papà:
 
- Grazie papà! Ma... adesso mi dispiace lasciarti solo... perchè non vieni in macchina con noi? -
 
Non se lo fece ripetere due volte, così uscimmo di casa e raggiungemmo Rea che ci aspettava appoggiata allo sportello della sua auto. Non appena la vidi, le corsi incontro e l'abbracciai:
 
- Rea!! Non so come ringraziarti!!! Spero di non averti creato storie con il lavoro! -
 
- Ma no, ho detto che non mi sentivo bene e che sarei rimasta a casa. Dai, sbrighiamoci o Taiki penserà che tu non voglia raggiungerlo! -
 
Salimmo tutti e tre in macchina, e la prima cosa che feci, dopo che Rea si allacciò la cintura, fu quella di porgerle il cd:
 
- Possiamo sentirlo? E' importante! -
 
Rea mi strizzò un occhio:
 
- Un'altra canzone? -
 
Così dicendo infilò il cd nel lettore che non sembrava volesse partire, scatendo l'ira di Rea:
 
- Maledetto coso, non funziona mai! -
 
Cominciò a picchiettare il frontalino della radio, che faceva girare il cd a vuoto, non accennando a far partire la musica. Tutto ciò non fece che aumentare la mia voglia di sentire di cosa si trattasse e così proseguii io il lavoro di Rea, sferrando dei leggeri pugni sulla radio:
 
- Forza! Andiamo!!! -
 
Rea mi guardò sbigottita:
 
- Amy vuoi distruggere la mia macchina? Guarda che tuo padre potrebbe prenderti per una violenta ah ah ah!!! -
 
Mio padre, da dietro allungò un braccio sporgendosi fra i due sedili, e premette a fatica il tasto "eject" per estrarre il cd dalla radio. Mentre Rea mise in moto la macchina, mi voltai verso papà:
 
- Perche' lo hai tolto? -
 
- Magari è solo sporco, aspetta... -
 
Iniziò a strofinare il retro del cd sul tessuto del pantalone, mentre cominciai a pensare a Taiki:
"Credo proprio che dovrò farmi perdonare... anche se ha dimostrato di tenerci ancora a me, è giusto che io gli porga le mie scuse per come mi sono comportata. Anche se non mi sono sentita capita da lui, nemmeno io ho mai cercato di comprendere  il suo stato d'animo. Si è sempre sentito escluso da me, sono stata una stupida! Ho dato a lui dell'egoista, quando io sono la prima a non aver capito che in coppia si ragiona un due, e spesso ho preso delle decisioni senza nemmeno interpellarlo. Come ho potuto fare un simile sbaglio? Davvero lui voleva essere al centro del mio mondo, e invece, io l'ho sempre messo da parte su tante cose. Solo questa lontananza mi ha fatto capire quanto io davvero sia innamorata di lui, e... quanto lui sia al centro del mio universo. Questo voglio farglielo capire. Sono disposta a tutto, ma lui deve capire che non farò più lo stesso errore, non farò più calcoli traendo somme sbagliate. In amore non esiste la matematica, stavolta scelgo il cuore... sempre se avrò ancora la possibilità di farlo..."
 
 
Papà introdusse nuovamente il cd nell'imbocco del frontalino:
 
- Dai, prova adesso! -
 
Rea premette il pulsante "play", e partirono le note di un pianoforte.
 
 
 
 
Note e commenti:
 
Ed ecco svelati diversi arcani ^^ Il papà di Amy è stato portato a Londra da Taiki... capito il mistero del telefono spesso irraggiungibile? Il ragazzo era sull'aereo e ha girato mezzo mondo ^^
E con questo, direi che ci stiamo avvicinando alla fine... mancano 3 capitoli ;) Ah e... non date nulla per scontato ;P
Naturalmente un grazie speciale alla mia ispiratrice Demy, e un grazie di cuore a voi carissime (siete adorabili con i vostri commenti *___*) : Elliemarsrose, Key17, Kay89, LadyMars, Marziolina86, Moon91, Lisanechan, Pianistadellaluna, DeepSubmerge85, Alison_95, Alemagica88, Cri Cri,  Court, Kate_88, Sailor Crystal, Diana89, Hoon98, Lulu85, Miss Moonlight, Simo, Ele  e Giulia :)
Grazie infinite a tutti voi, anche a chi si ritrova su queste pagine a leggere senza commentare :)
 
PS: Vi informo di aver provveduto all'inserimento dei disegni che ho realizzato per la mia fan fiction. Li trovate nelle note dei seguenti capitoli: 14, 16, 19, 21, 22, 24, 25, 30, 39. Possibilmente cercherò di farne altri per questi ultimi capitoli, vi chiedo solo una cosa: nelle recensioni preferisco che commentiate solo i capitoli senza soffermarsi sui disegni, non voglio che l'immagine vada poi a mascherare il pensiero sul commento alla storia :) Vi ringrazio in anticipo, e spero di aver fatto cosa gradita :)
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Misteri svelati. ***


Misteri svelati. 
 

"Restiamo l'ultima notte distesi sul letto 
Guardando all'insù 
Senza parlare, che cose da dire 
Adesso non servono più 
Domani, ovunque sarai 
In ogni istante saprai 
Per te non avrò segreti 
E qui mi ritroverai 
E poi in un minuto 
Sarò l'uomo che vuoi 
Così non avrò più sete 
Ancora berrò 
L'ultima goccia di te 
In questo deserto che c'è 
Sveglio, ma rimango muto 
Trattengo il fiato come fai tu 
È già mattino e tra poco quel treno 
Parte e non torna più 
Ora anche tu te ne vai 
Non ti voltare, lo sai 
Per te non avrò segreti 
E qui mi ritroverai 
E poi in un minuto 
Sarò l'uomo che vuoi 
Ed io non avrò più sete 
In questo deserto che c'è 
Così, tra mille anni 
Ancora berrò l'ultima goccia di te 
Ogni volta che vorrai io ci sarò 
Basterà un tuo solo cenno ed io verrò 
Per te non avrò segreti 
E poi ogni minuto 
Ancora berrò 
L'ultima goccia di te 
In questo deserto che c'è" *
 
 
Nemmeno il tempo di commentare, che a fine canzone, partì una registrazione con la Sua voce:
 
"Amy questa canzone l'ho scritta, ripensando a quando te ne sei andata via, mentre io come uno stupido sono rimasto sdraiato su quel maledetto divano, incapace di fermarti... Ma sappi che questa volta sono più determinato che mai a farti capire quello che provo per te, e sono davvero disposto a rispettare il messaggio della canzone... sarò l'uomo che vuoi, pur di rimanere al tuo fianco. Non so quale sarà la tua reazione... però adesso corri, ti aspetto."
 
Il pensiero fu istintivo, mentre lacrime di gioia scorrevano sulle mie guance:
 
"No Taiki, tu devi rimanere così come sei... perchè sei già l'uomo che voglio!"
 
Ero rimasta tutto il tempo in silenzio, proprio come Rea e papà, mentre il cuore non aveva smesso un attimo di battere forte come un rullo di tamburi. Dio solo sa quanto ero felice! Una contentezza incontenibile che si riversava con quelle lacrime, finalmente dolci, non più amare. Mi guardai il ventre e lo carezzai con un sorriso:
 
"Hai visto piccolo mio, forse il papà e la mamma torneranno insieme!"
 
Mentre le mie membra erano pervase da scosse di felicità, Rea mi guardò sorridente:
 
- Sono proprio contenta per te Amy! Che dichiarazione stupenda hai ricevuto! -
 
Poi si intromise papà:
 
- Questo ragazzo è proprio in gamba, l' ho capito subito quando l'ho conosciuto, e dopo questa dichiarazione, ne ho avuto conferma... -
 
Non potei far altro che dargli ragione... 
La strada che mi divideva dalla London Eye sembrava infinita, fremevo all'idea di vedere Taiki, ed ero anche agitata. Come gli avrei detto del bambino? E come avrebbe reagito? Mi arrovellavo il cervello per trovare il modo migliore di dargli la notizia... chissà se per lui sarebbe stata bella!
 
Il respiro si fermò per un attimo, quando Rea si fermò davanti alla grande ruota panoramica... proprio quella dove Taiki mi aveva portato tempo prima, dichiarandomi ancora una volta il suo amore, e con l'occasione mi regalò gli orecchini con il simbolo di Mercurio, che indossavo anche in quel momento.
L'emozione fece si che mi bloccassi sul sedile con gli occhi rivolti alla London Eye, tutta quella fretta di arrivare si trasformò in paura. Paura della sua reazione alla notizia. 
 
- Forza Amy! -
 
Rea mi poggiò una mano sulla spalla strizzando un occhio, mentre sentii la voce di papà:
 
- Taiki ti sta aspettando, coraggio tesoro! -
 
"O la va o la spacca Amy!" 
Ringraziai papà e la mia amica, poi feci un grande sospiro ed aprii lo sportello.
 
Mi guardai intorno, ma man mano che mi avvicinavo all' immensa ruota non riuscivo a vedere Taiki.
 
"Spero non sia troppo tardi!" 
 
Vidi uscire dal chiosco dei biglietti, il gestore della giostra che mi venne incontro:
 
- Mi scusi, lei è la signorina Amy Mizuno? -
 
Rimasi stupita e risposi un pò titubante:
 
- Sì... sono io... perchè? -
 
- Bene, c'è qualcuno che l'aspetta, nella cabina numero uno. Il biglietto è stato già pagato, venga... -
 
Capii che Taiki aveva organizzato tutto al meglio per potermi incontrare, e col cuore in gola, avanzai velocemente verso la cabina ed entrai. L'abitacolo era vuoto, Taiki non c'era... avevo capito che fosse già lì ad aspettarmi... ma dov'era? Che ci avesse ripensato? Perfino papà mi aveva detto che mi stava aspettando già da un pò alla London Eye, e il gestore mi aveva confermato che nella cabina numero uno c'era qualcuno che mi attendeva. "Dove sei? Che c' abbia ripensato? No, non può essere!"  Feci per affacciarmi, volevo chiedere informazioni al giostraio, ma appena questo mi vide,  mi fece cenno di rimanere dentro ed iniziò a far girare la ruota bloccandomi la porta. 
"Maledizione, ma cosa succede?" Mentre i pensieri mi affollavano la mente, le casse posizionate all'interno della giostra emisero delle note, e sbarrai gli occhi portandomi le mani sulla bocca, quando capii che stava partendo la canzone che mi aveva dedicato Taiki e che avevo ascoltato in macchina durante il viaggio.
Poi guardai sul sediletto di fronte al mio e notai un foglietto. Mi precipitai per prenderlo, e lo lessi rapidamente:
 
- Cercami. Se i tuoi occhi incontraranno i miei, vorrà dire che ho ancora una speranza con te. -
 
Cosa voleva dire? Forse... Taiki aveva paura che io lo respingessi? Aveva bisogno di conferme?
Mi voltai frettolosamente verso le pareti di vetro della cabina, appoggiandomi con le mani sulla superficie e guardando fuori... Niente, vedevo un mare di gente, bambini con i palloncini, ragazzine sedute su una panchina, la fila al chiosco dello zucchero filato... ma Taiki non c'era! Mi recai sul lato opposto alla parete e posai le mani di nuovo sul vetro... ma non  lo trovavo! "Ti prego smettiamola con i giochi, dove diavolo sei?" Quel gioco era snervante per me, ed ero quasi arrivata alla fine del giro, quando in un secondo percepii qualcosa: guardai in alto, verso la cabina numero due.
Due occhi seri mi osservavano, erano gli occhi più belli che avessi mai visto, gli unici che riuscivano a sconvolgermi in quel modo, facendomi emozionare come una ragazzina che riceve il suo primo bacio. Mi portai le mani sul petto, per sentire il battito del cuore che accelerava sempre di più e gli sorrisi, esprimendo tutta la gioia che avevo in corpo.
Finalmente la ruota si fermò, ma la porta della mia cabina rimase bloccata. In un attimo capii il perchè, e lo vidi arrivare... 
Aprì la porta ed entrò guardandomi con espressione seria e gli occhi lucidi. Fu più forte di me, mi coprii la bocca con una mano come per trattenere un qualsiasi verso che in quel momento sarebbe stato acuto, ed iniziai a piangere. Era l'effetto che sortiva quel mix di emozioni che mi scombussolavano corpo e anima, del calore che si irradiava in tutto il corpo, della piacevole e unica sensazione che sentivo nel petto. Rimanemmo qualche secondo senza parlare, guardandoci solo negli occhi. Erano ormai mesi che non lo vedevo, e trovarlo lì di fronte a me che mi osservava in quel modo, mi diede la sensazione di essermi rinnammorata di lui per la prima volta. Nella mente non c'erano più pensieri logici o razionali, solo due parole sentivo riecheggiare all'infinito nelle mie orecchie "Ti amo!"
 
Finalmente Taiki si avvicinò a me, mi tremavano le gambe dall'emozione, quando sentii di nuovo la sua voce:
 
- Ciao... -
 
Voleva essere diplomatico, non sapeva come comportarsi vedendo la mia reazione, così risposi con un sorriso:
 
- Ciao... -
 
Sembravamo due studenti alla prima cotta,  entrambi non sapevamo come prendere l'altro.
Lui continuava a fissarmi e mi si seccò la gola, quando mi persi di nuovo nei suoi occhi viola.
Taiki non riusciva a sciogliersi, come me del resto, e chiese:
 
- Come stai? -
 
Era stato così diretto nelle sue canzoni, nel messaggio sul foglietto, e adesso sembrava quasi impacciato. "Dio quanto sei bello!". Decisi di fare la prima mossa per rompere il ghiaccio, non ne potevo più di trattenere la mia felicità, il mio amore, i miei sentimenti... e se Taiki aveva bisogno di conferme, beh, le avrebbe avute: mi fiondai fra le sue braccia e lo strinsi a me con tutta la forza che avevo:
 
- Mi sei mancato... mi sei mancato da morire! -
 
Finalmente quelle braccia forti mi avvolsero in un forte abbraccio provocandomi dei singhiozzi di pura gioia. Mi accarezzò i capelli senza lasciarmi andare un attimo e dal tono di voce tremante, capii che anche lui era emozionato come non mai:
 
- Avevo paura di essere respinto! Mi sei mancata da morire anche tu! Non voglio lasciarti andare mai più! -
 
- Ti prego dimmelo... quello che desidero sentire con tutto il cuore solo da te! -
 
Mi prese il viso tirandolo su dal mento, mentre con l'altro braccio continuava a stringermi per la vita. Poi con gli occhi fissi dentro ai miei e un caldo sussurro che mi sfiorò le labbra, lo disse:
 
- Ti amo!!! -
 
No, quel tempo non era passato per i sentimenti, anzi forse li aveva alimentati ancora di più.
Portai le mani sulle sue guance e con il sorriso migliore che potessi sfoggiare, sentii il bisogno di comunicare anche io il mio sentimento unico e sincero per lui:
 
- Ti amo anche io Taiki... il mio Taiki! -
 
Mi sembrò di non essere sulla terra, ma in qualche dimensione simile all' Eden quando sentii le sue labbra sulle mie e  la sua calda e dolce lingua che incontrava la mia... quello era il bacio più desiderato e più bello del mondo! Fu un bacio che durò per un tempo interminabile, pieno d'amore, di passione, di tutte le emozioni e i sentimenti più belli che con quell'atto si possono donare ad una persona. Donare se stessi con un bacio.
 
I giri della ruota sembravano infiniti, ma non c'era tempo che potesse fermare quel momento intenso e magico che tanto avevamo desiderato entrambi chissà da quanto, forse da sempre!
Mi sentivo amata, la donna più felice del mondo, si. Ed era meraviglioso sentirsi così, perchè anche io volevo farlo sentire l'uomo più amato del mondo, trasmettendogli il mio grande sentimento.
 
Si allontanò lentamente dalle mie labbra, prendendomi il viso fra le mani:
 
- Sei stupenda! Non ho mai amato così tanto in vita mia, prima di conoscerti... giuro che non ti lascerò mai più andare! -
 
Premetti di nuovo le mie labbra contro le sue, adoravo quel contatto con il suo viso, perchè in quel modo potevo sentire l'odore della sua pelle che mi faceva impazzire. Questione di dna.
Poggia la testa sul suo petto e gli cinsi la vita con le braccia:
 
- Grazie, per avermi fatto incontrare mio padre... adesso ho capito perchè eri di nuovo partito e il telefono non ti prendeva mai... -
 
- Già, ho fatto diversi viaggi, tra cui quello verso il Giappone per parlare con tua madre della nostra situazione e cercare di capire se avessi potuto in qualche modo farvi riappacificare... volevo fare qualcosa per te, per dimostrarti che ti amo ancora. Purtroppo Saeko è molto orgogliosa e non ha voluto sentire ragioni, però mi ha detto che se davvero volevo fare qualcosa di buono per te, avrei dovuto trovare tuo padre... così mi ha dato tutti i riferimenti per cercarlo e portarlo da te. In fondo credo che tua madre abbia voluto farsi perdonare in qualche modo, mi ha raccontato tutto. In tutto ciò però, ho capito che non ha intenzione di riprendere contatto con te... crede di essere nella ragione. -
 
Chi lo sa, forse davvero mia madre voleva farsi perdonare, e il fatto che avesse aiutato Taiki per farmi incotrare papà, mi stupì, nonostante non volesse più parlarmi. 
 
 
 
Note e commenti:
 
* :  Il testo è della canzone "Segreti" di F. Renga.  Ora, non è che sia per forza fissata con questo cantante, ma in realtà, nel precedente capitolo avrei voluto inserire questo testo, poi ho capito che quello di "Raccontami" era più indicato... in ogni caso non volevo rinunciare a questa canzone  che trovavo comunque perfetta per esprimere il pensiero di Taiki e così... eccola qui ^^

Misteri svelati è il titolo più giusto, in quanto finalmente avete capito che cosa caspita ha combinato Taiki in tutto questo tempo! Facendo un riepilogo della situation, ora le cose stanno così: Amy e Taiki si amano ancora e si sono ritrovati; c'è stato il ritorno di Takeo Mizuno; la madre ha fatto una cosa buona nella vita ma tanto "rimane di coccio" e ha tolto la parola alla figlia; Amy deve dare la notizia della gravidanza al ragazzo.
Sono certa che queste dichiarazioni d'amore fra i due vi siano piaciute ^^
In tutto questo, vorrei ancora una volta porgere i miei ringraziamenti a voi:
Demy84, Elliemarsrose, Key17, Kay89, FireLady, Marziolina86, Moon91, Lisanechan, Pianistadellaluna, DeepSubmerge85, Alison_95, Alemagica88, Cri Cri,  Court, Kate_88, Sailor Crystal, Diana89, Hoon98, Miss Moonlight, Lulu85, AsielRosa, Simo, Ele, Giulia e rullo di tamburi... il mio boy che ha iniziato a leggere la storia ^^ 
Al prossimo (penultimo) capitolo!
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** Ho guardato dentro un'emozione, e c'ho visto dentro tanto amore che ho capito perchè non si comanda al cuore.* ***


Ho guardato dentro un'emozione, e c'ho visto dentro tanto amore che ho capito perchè non si comanda al cuore.* 
 
 
 
 
Dopo aver toccato il discorso di mia madre, decisi che era arrivato il momento delle scuse:
 
- Amore... devo dirti una cosa... -
 
- No, sono io che devo dirti una cosa... -
 
Sorrisi spontaneamente, mentre lui prese parola:
 
- Ascoltami... in questo lungo periodo senza di te, ho capito che sono stato uno stupido a volte. Reagisco spesso d'impulso, e mi lascio andare all'ira fin troppo spesso. Non ragiono mai prima parlare quando ci sono occasioni in cui magari sono geloso o qualcosa non mi va bene. Ho riflettuto molto sul discorso che mi hai fatto quando ci siamo lasciati... e avevi ragione. Se ti avessi trovata mezza nuda in casa con Zachar, probabilmente sarei andato su tutte le furie. Non si tratta di mancanza di fiducia, è che lì per lì credi solo ai tuoi occhi... l'importante è cercare di capire dopo, e in quel caso bisogna sì, avere fiducia nelle parole della persona che ami... io cercherò in tutti i modi di non cadere più nello stesso errore, voglio avere fiducia in te e nell'amore che provi per me Amy, e... -
 
Poggiai le dita sulle sue labbra, non volevo continuasse il suo discorso, perchè le parole che mi aveva detto mi bastarono per sorridere, e poi era arrivato il mio turno, così, mentre lui afferrò la mano che avevo posato sulla sua bocca per baciarne le dita, mi feci coraggio:
 
- Tay... in realtà anche io ho sbagliato. Quante volte ho preso delle decisioni senza avvisarti prima, proprio a te che sei così importante per me... E ti ho fatto sentire escluso, spesso... Questa lontananza da te mi ha fatto capire quali siano stati i miei errori, e mi impegnerò per non farti più sentire emarginato da me, perchè voglio finalmente farti capire che al centro del mio mondo... ci sei tu! -
 
 
Vidi il suo volto sorridente e felice, e questo mi riempì d'orgoglio, perchè capii che credeva alle mie parole sincere. Poi ci baciammo di nuovo, una, due, tre, infinite volte, mentre cercavo disperatamente dentro me, le parole migliori per dirgli che aspettavo nostro figlio.
Taiki si staccò dal bacio e mi accarezzò il viso, penetrandomi con lo sguardo negli occhi, nell'anima. Mi sentivo sua, totalmente rapita dal suo essere. Poi mi indicò l'immensa distesa azzurra che  caratterizzava il centro di Londra, e che si poteva ammirare dal vetro della cabina:
 
- Guarda amore... guarda il Tamigi. Ti ricordi quando ti ho portata qui la prima volta e ti regalai gli orecchini che porti adesso? Ecco... io non sapevo se mi avresti ancora voluto con te, ma l'ho sperato tanto e così avevo deciso che nell'eventualità in cui mi avessi concesso ancora di stare al tuo fianco... avrei voluto regalarti un anello. Ma non l'ho fatto, non ho nessun anello con me, perchè avevo una folle paura di illudermi... e adesso, mi sento in colpa per non averlo comprato! Questa sarebbe stata l'occasione migliore per chiederti di sposarmi. Ma sappi che nello stesso tempo non voglio metterti paura, e vorrei che ti prendessi tutto il tempo necessario per pensarci su... So che il mio carattere non è dei migliori, e non vorrei che un giorno ti stancassi di me. Però ti prego, ti chiedo almeno di pensarci. Questa... questa dichiarazione che ti sto facendo... ho pensato di fartela... Dio, com'è difficile! -
 
Era visibilmente imbarazzato, per lui esternare tutti quei sentimenti non era facile di persona, e mi sentii ancor più contenta ed orgogliosa nel vedere che si stava lasciando andare a quella dichiarazione, perchè capii che ero l'unica che riuscisse a fargli aprire il cuore.
Cuore... quello che in quel momento aveva ripreso a battere come pervaso di nuova vita... 
Taiki riprese a parlare,  poggiando gli avambracci sulle mie spalle per abbracciarmi da dietro, mentre i nostri visi erano rivolti verso l'azzurro del fiume:
 
- Ascolta... quello che sto cercando di dirti è che... ecco non mi sono preparato un discorso, sono sincero. Però posso dirti che da quando ti ho rivisto dopo tanti anni in Italia... beh da quel giorno qualcosa è cambiato nella mia vita. Non mi sarei mai aspettato di ritrovarti proprio lì, e non sai come mi sono sentito, quando quella sera al pub, ti ho riconosciuta. Non mi sembrava vero, e tu avevi sempre quell'espressione dolce che mi aveva colpito sin dai tempi del liceo... In quel momento ho capito che avrei dovuto fare di tutto per conquistarti. Al liceo mi eri sempre piaciuta, e avere l'occasione di ritrovarti dopo tanto tempo, non poteva che essere un segnale... ti desideravo, volevo averti accanto. Ma quella era solo attrazione, un debole sentimento che col tempo è cresciuto, fino a diventare qualcosa di più. Non sai come mi sono sentito, quando quel giorno in Italia, si fermò la macchina e capii che non eri fidanzata... e poi ti sei sfogata fra le mie braccia! Non sai quanto già da quella volta avrei voluto baciarti Amy! -
 
Lo interruppi scherzando:
 
- Dì la verità, avevi sperato che la macchina si fermasse, tu lo sapevi che la batteria aveva problemi e non era vero che avevi fatto controllare la macchina ah ah ah! -
 
Sentii il suo fiato sull'orecchio mentre rideva:
 
- Ah ah ah, no dai amore, dico sul serio! In quella vacanza in Italia, ho dato tutto me stesso per conquistarti... i pranzi insieme, la passeggiata sul lungotevere, il braccialetto azzurro! E non sai quali salti mortali ho dovuto fare per poter prendere l'aereo con te per venire a Londra! In quel momento ho pensato che se ti avessi lasciata andare, avrei perso la mia occasione, non volevo aspettare di venire in questa città qualche giorno dopo di te. Ti ho sempre voluto Amy, sin dal primo giorno in cui ti ho incontrata. Poi, stando con te, ho avuto una sorpresa ancora più grande dell'attrazione: ho conosciuto il tuo modo di essere. E vedermi respinto in più occasioni da te mi ha fatto stare male... ma adesso, non voglio più perderti... guardami... -
 
Mi girò il volto verso il suo, così mi portai di fronte a lui, stringendolo per i fianchi, mentre gli occhi color indaco mi provocarono un piacevole brivido lungo la schiena. Taiki parlò in un sussurro, tutto d'un fiato, stringendomi ancor più forte a se:
 
- Diventa mia moglie... -
 
 
Non esistono parole per descrivere i sentimenti di una donna innamorata quando Lui ti fa la proposta. Rimasi inebetita, assaporando quelle intense sensazioni che Taiki mi regalava.
 
Prima che potessi rispondere, i ricordi riaffiorarono uno dopo l'altro davanti ai miei occhi; noi da ragazzini che studiavamo insieme, l'incontro al pub, le passeggiate in Italia... la sua dichiarazione, la mia dichiarazione, il nostro primo bacio: 
 
 
"- Taiki ascolta... - 
 
- No senti Amy, ascolta tu! Posso sapere che cosa ti balena per la testa? Senti... devi dirmi se possiamo continuare a frequentarci oppure no.  Esci con me ogni giorno, oggi mi inviti a casa tua, passiamo dei bei momenti insieme e poi... ci ripensi! In questi giorni ho imparato a conoscerti meglio, e sò che prima ti sei comportata in quel modo per allontanarmi, e io l'ho fatto. Ma adesso, dimmi che cosa devi fare, se hai intenzione di continuare a vederci o se preferisci non vedermi più. Lo devo sapere Amy, perchè io mi sto innamorando di te... -
 
- Taiki ho tanta paura di deluderti. Se io ti voglio allontanare è perchè ho paura di perderti. Quando tornerò al lavoro non avrò più modo di frequentarti come vorrei. Potrebbe succedere che io non ti risponda alle telefonate e che non riesca a vederti per giorni. Piuttosto che perderti così, preferisco che tu rimanga mio amico, in modo che possa continuare a vedere la persona che amo... te. -
 
- Ma ormai è troppo tardi Amy... perchè se adesso decidi di non volermi frequentare come ragazzo, ma solo come amico, io non potrei più esserci, perchè ormai sappiamo cosa proviamo reciprocamente... Io ti amo. -
 
Mi strinse forte contro il suo petto ed io ero felice [...] Taiki tolse le braccia dalla mia schiena, per prendere il mio viso fra le mani. Non potevo più resistere, lo volevo anche io e già da molto tempo... mi baciò.
Le sue labbra vennero a contatto con le mie, per poi aprirsi e farmi provare delle sensazioni ancora più profonde. Sentii la sua lingua morbida scivolare con la mia, e chiusi gli occhi per assaporare ancora meglio quel momento, mentre sentivo l'odore della sua pelle. Aprii gli occhi per un istante, per accertarmi che non stessi sognando, e per vedere il suo bellissimo viso mentre mi baciava... in quel momento aprì gli occhi che aveva chiuso anche lui, e accennò ad un sorriso con lo sguardo, un sorriso pieno d' amore e di felicità. Mi strinse ancora più forte a sè fino a togliermi quasi il respiro, e continuammo a baciarci, all'infinito. "**
 
 
Mentre Taiki attendeva pazientemente e al contempo ansiosamente la mia risposta, tanti flashback, della nostra storia ,ogni momento vissuto con lui, continuavano a passarmi davanti agli occhi: la prima volta che facemmo l'amore sotto le note di Search for your love e  vidi il suo neo a forma di cuore, la volta in cui mi propose di andare a vivere con lui e rimase piacevolmente sorpreso quando accettai senza troppe storie... le mattine in cui ci alzavamo insieme ed io gli spazzolavo i lunghi capelli, in particolare di quella volta in cui:
 

"Iniziai a pettinare i lunghi capelli lisci, mentre lui mi osservava dallo specchio che si trovava al nostro fianco; io lo notai:
 
- Che c'è amore? -
 
- Niente... c'è che ti amo! -
 
Così dicendo, si voltò verso di me per baciarmi, stringendomi forte al suo petto. [...] Dopo quel lungo e intenso bacio, Taiki prese il mio viso fra le mani e mi chiese:
 
- Di cosa sapeva? -
 
Lo adoravo quando faceva questi giochi. Sorrisi:
 
- Sapeva d'amore... -
 
- E l'amore di che cosa sa? -
 
- Umhh... di dolce, qualcosa di dolce... un cioccolatino? -
 
- Risposta sbagliata my water's drop! Per me sai di che sapore è l'amore? -
 
- Non lo so, dimmelo tu! -
 
- Per me sa di "Amy Mizuno". -
 
Sorrisi, ero pazza di gioia per quanto riuscisse sempre a farmi esplodere il cuore come tanti fuochi d'artificio che mi facevano vibrare l'anima. Il mio Taiki. Gli misi le braccia intorno al collo, e mettendomi in punta dei piedi, mi avvicinai al suo orecchio sussurandogli:
 
- Per me invece sa di "Taiki Kou"!! -" ***
 
 
E ancora ricordi, di quando mi insegnò a cucinare la pasta, di quando mi portò per la prima volta sulla London Eye. Amore. Tutto questo era Taiki. Amore vero ed emozioni, sensazioni e passione. I miei pensieri smisero di offuscarmi la vista, quando Lui mi sussurrò:
 
- Amy... non sei costretta a rispondere adesso... -
 
Ero rimasta incantanta nei miei ricordi per diversi minuti, un tempo che a Taiki doveva essere sembrato interminabile. Ed era giunto il momento della risposta, anche se con un pò di paura nel cuore, per la reazione che avrebbe potuto avere alla notizia che ancora non avevo avuto il coraggio di dargli.
 
Sorrisi, prendendogli il viso fra le mani, e con il cuore in gola sussurrai anche io:
 
- Se tu vuoi essere mio marito... allora io sarò tua moglie, Taiki. -
 
 
Credo di non averlo mai visto piangere tanto come in quel momento. Mi stringeva forte, coprendosi il viso sulla  mia maglietta, poggiando gli occhi chiusi sulla mia spalla. Due bambini felici, ecco cosa sembravamo, mentre pensavo: "Stiamo per formare una famiglia piccolo mio... se il tuo papà ti vorrà, sarai il bambino più felice del mondo, perchè oltre al mio grande amore, riceverai anche il suo."
 
 
Mi feci coraggio, pensando che "è proprio vero che nella vita gli esami non finiscono mai!"
 
Gli strinsi le mani fra le mie che ormai erano gelide e sudate dall'emozione, e richiamai la sua attenzione:
 
- Amore... ho una cosa molto importante da dirti... -
 
Taiki mi guardò con aria interrogativa, dopo essersi portato una mano sugli occhi umidi per asciugare le sue lacrime di uomo felice e realizzato. Volevo il contatto con lui, così ripresi di nuovo la sua mano, mentre l'altra era rimasta stretta alla mia. Sospirai profondamente, e poi, portai una sua mano verso la mia pancia, facendola ben aderire sul mio ventre:
 
- Ta... Taiki io... noi... -
 
Di nuovo un sospiro e poi:
 
- ... aspettiamo... un bambino... -
 
 
Avevo paura. Il suo sguardo in quel momento, non lo dimenticherò mai.
 
 
 
 
 
Note e commenti
 
*: Il titolo è ripreso da una frase della canzone "Senza Parole", di V. Rossi.
**: Dal capitolo 14 - "Rivelazioni".
***: Dal capitolo 25 - "Tempo di cambiare".
 
Questo capitolo lo voglio dedicare all'uomo della mia vita, quello che presto sarà mio marito, e che io già considero tale in cuor mio. Senza le vere emozioni che nella realtà provo quotidianamente da ormai quasi quattro anni, come se vivessi in una continua favola, non sarei mai riuscita a descrivere i sentimenti di Amy, e per questo, voglio dedicargli questo capitolo in segno di ringraziamento.
Se in questa storia ci ho messo l'anima e il cuore, è anche grazie a lui. "Amore vero ed emozioni, sensazioni e passione".
E dopo aver messo in pubblico un pensiero molto personale, ci tengo ancora una volta a ringraziare voi lettori, voi che avete inserito la mia storia fra le preferite, fra le seguite, o che anche vi siete soffermati semplicemente, almeno una volta a leggere un mio capitolo.
Ringrazio voi lettrici che recensite sempre con affetto; quando dicevo che in parte è merito Suo se sono riuscita a mettere cuore e anima in questa storia, ho voluto lasciare un spazio anche per voi che con le vostre recensioni mi avete sempre spronato ad andare avanti con entusiasmo e con il piacere di pubblicare capitolo dopo capitolo. Naturalmente, questo ringraziamento va a voi: 
Demy84, Elliemarsrose, Key17, Kay89, LadyMars, Marziolina86, Moon91, Lisanechan, Pianistadellaluna, DeepSubmerge85, Alison_95, Alemagica88, Cri Cri,  Court, Kate_88, Sailor Crystal, Diana89, Hoon98, Lulu85, Miss Moonlight, Asielrosa, Simo, Ele, Giulia :)
 
Al prossimo (ultimo) capitolo... mamma come sono triste :(
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** Epilogo. A come Amicizia, Acqua, Amore... ***


Epilogo. 
A come Amicizia, Acqua, Amore... 
 
 
 
Mi chiamo Amy, ho 34 anni e sono originaria del Giappone.
Mi sono trasferita diversi anni fa qui a Londra per lavoro, dove inizialmente ho condiviso l'appartamento con quattro ragazze che si sono rivelate delle amiche speciali.
Due di queste mie amiche sono felicemente sposate, e sono le dolcissime Bunny e Marta. Poi c'è Morea, la cuoca per eccellenza, che convive con il suo fidanzato Moran da circa sette anni ormai. Infine c'è la mia migliore amica Rea, che convive da qualche tempo con il suo fidanzato Yuri con il quale non fa altro che litigare nonostante si adorino a vicenda.
Non meno importante, è stato per me l'incontro con una ex collega di lavoro Heles, e la sua fidanzata Milena. Sono due ragazze stupende, e negli ultimi anni la nostra amicizia si è ancor più fortificata, poichè spesso ci siamo ritrovate in piscina insieme e ho avuto modo di frequentarle di più.
 
Il mio trasferimento in questa splendida città, è avvenuto a seguito dell'oppressione che mia madre ha sempre esercitato su di me, scoprendo in seguito che è una donna bugiarda, e che mi ha diviso da mio padre con le sue menzogne. Mio padre. L'ho rincontrato
qualche anno fa, dopo averlo visto andar via di casa quando ero ancora una bambina, e da quando ci siamo ritrovati, siamo diventati molto uniti, e anche lui si è trasferito qui a Londra per stare vicino alla sua unica famiglia rimasta.
 
Qui a Londra ho trovato una stabilità lavorativa, e sono felice della mia carriera di dottoressa, che inizialmente è stata difficile da gestire. Nonostante io abbia sempre avuto paura di mostrare i miei sentimenti in amore, in quanto in primis non credevo in questo sentimento, l'esperienza mi ha fatto capire l'importanza di amare qualcuno e di essere ricambiata.
Tanti anni fa ho conosciuto colui che  oggi è diventato mio marito, sviluppando con lui la nostra storia d'amore, sullo sfondo londinese. A volte abbiamo dei piccoli screzi, lui è un tipo facilmente portato all'ira  e alla gelosia, mentre io sono spesso portata a prendere decisioni in autonomia. Con il tempo, ho capito che non è facile correggere i propri difetti, ma ho anche capito che, se si ama davvero qualcuno, si può scendere a compromessi. E io lo faccio, proprio come lo fa mio marito Taiki. Le piccole discussioni fra noi, non sono più quelle che ci vedevano protagonisti qualche anno fa, e passano spesso in secondo piano, perchè entrambi abbiamo deciso che l'amore che ci unisce, deve prevalere sui nostri difetti, specialmente da quando sei anni fa, è nata la nostra Muzuko*.
 
Muzuko è il dono più bello che potessimo desiderare, e da quando c'è lei, la nostra bambina che ha il mio stesso viso, ma con gli occhi del padre, ho capito che il vero paradiso lo si può vivere anche sulla terra, e credo che sia così anche per Taiki.
Ecco riassunta la mia vita.
 
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
 
Sono davanti alla soglia di casa Chiba, mentre tengo per mano Muzuko.
Dopo aver suonato il campanello, Bunny viene ad aprirmi la porta; indossa una parannanza rosa:
 
- Vi stavamo aspettando! Ciao Muzuko! -
 
Muzuko è un pò timida, ma anche molto educata, così con aria posata, saluta la mia amica:
 
- Ciao zia Bunny! -
 
Bunny prende in braccio la bambina, facendosi dare un bacio sulla guancia, poi si volta verso di me:
 
- Sei bellissima Amy! Hai tempo per un caffè o Taiki è già arrivato? -
 
- No ancora non è arrivato, ma sarà qui a momenti... intanto un caffè lo prenderei volentieri, grazie! -
 
Nemmeno a chiederlo, Bunny mi accoglie in quella casa dove si respira sempre odore di felicità e allegria. Nell'aria aleggia profumo di cioccolato e noto che la mia amica stava facendo dei biscotti con la piccola Chibiusa, di poco più grande di Muzuko. Le due bambine sono molto unite, e non appena si vedono, corrono a salutarsi e a prendersi per mano per andare a guardare la televisione insieme, ma prima Chibiusa viene da me sgranando gli occhi:
 
- Come sei bella zia Amy! Sembri una principessa delle favole! -
 
Essendo il giorno del sesto anniversario di matrimonio, ho voluto indossare l'abito da sera azzurro che avevo comprato anni prima con Marta... non lo avevo mai messo ed era ancora nuovo con tanto di cartellino attaccato, quando lo tirai fuori dall'armadio.
 
Mi chino per schioccare un bacio sulla guancia paffuta di Chibiusa:
 
- Grazie tesoro di zia, anche tu sei molto bella con questi fiocchetti rossi sui codini sai? -
 
La piccola mi sorride e poi torna a guardare la televisione con la mia Muzuko.
 
Un clacson suona tre volte in strada e riconosco il rumore della macchina di Taiki. Il mio Taiki. Mi avvicino a Bunny, con un largo sorriso, sono così felice! Lei mi guarda con le mani intinte nella cioccolata fusa, dove stava immergendo i suoi biscotti:
 
- Sei talmente raggiante Amy! Allora tranquilla, ci penso io a Muzuko, le ho già preparato il lettino vicino a quello di Chibiusa! -
 
- Grazie del favore Bunny, sei proprio un tesoro! -
 
- Ahah, a tempo debito amica mia! Dai vai, che Taiki ti sta aspettando... penso che lo farai svenire per quanto sei bella stasera! -
 
Arrossisco sempre davanti ai complimenti e ringrazio Bunny.
 
Mentre saluto e faccio le raccomandazioni a Muzuko, suonano alla porta: è Taiki che vuole salutare nostra figlia, così ha preferito entrare in casa senza aspettarmi fuori.
 
Lo sento salutare Bunny, e quando mi avvicino anche io all'entrata di casa, il cuore inizia a battermi come fosse stata la prima volta che lo vedessi... è così bello ed elegante nel suo completo nero!
 
Mi guarda e sorride, mangiandomi con gli occhi:
 
- Dio, quanto sei bella! -
 
Mi accarezza il viso, mentre le voci allegre e innocenti delle bambine ci raggiungono:
 
- Papààà!!! -
 
- Ciao zio Tay!! -
 
Lui si inchina accogliendole a braccia aperte:
 
- Eccole le due principessine! -
 
Mi si scioglie il cuore, quando lo vedo con quell'atteggiamento dolce che ha sempre con Muzuko, e mi si illuminano gli occhi. Capisco ogni istante di più, che non potrò mai più fare a meno di lui. Quel sentimento è sempre vivo dentro me.
 
Taiki tira fuori dal taschino due lecca lecca, ma prima di darle alle bambine, fa loro una domanda:
 
- Allora, avete fatto tutti i compiti? -
 
Si alza un coro:
 
- Siii!!! -
 
- Allora meritate un regalino! Però prima voglio due bacetti sulle guance! -
 
Provo una grande tenerezza, quando vedo il suo volto così sorridente, fra i volti di Muzuko e Chibiusa che gli schioccano due bacetti sul viso.  Mio marito è così duro apparentemente, ma in realtà nasconde una grande dolcezza.
 
Guardo l'orologio da cucina, sono le 20.15 e mi rendo conto che è davvero tardi; sono costretta a interrompere quell'idillio e mi avvicino a Taiki appoggiandogli una mano sulla spalla:
 
- Amore si sta facendo tardi, tra un quarto d'ora dovremmo essere al ristorante... - 
 
 
Taiki mi sorride, poi dà un buffetto sulla guancia di Chibiusa e prende in braccio Muzuko:
 
- Piccola, veniamo a prenderti domani all'ora di pranzo va bene? Mi raccomando, fai la brava con la zia Bunny e lo zio Marzio, d'accordo? -
 
- Sì papà! Domani verrà anche il nonno? -
 
Mio marito mi guarda e ci scambiamo uno sguardo d'intesa, poi riprende a parlare con la piccola:
 
- Sì certo, verrà anche il nonno! - 
 
La nostra bambina sorride e lo stringe con le sue braccine, poi la prendo in braccio io:
 
- Buonanotte piccola gocciolina di rugiada! -
 
- Buonanotte mamma, ti voglio tanto bene! -
 
- Anche la mamma te ne vuole tanto! -
 
Stringo forte a me il mio tesoro, poi le dò un bacio sulla fronte, e saluto Bunny, seguita da Taiki.
 
Usciamo da casa Chiba, mano nella mano, la nostra unione non è mai cambiata, anzi è sempre più solida, perchè da tanto tempo ormai, oltre all'amore che ci lega, c'è anche fiducia. Inizio a sentire delle gocce sulla pelle e sui capelli, mentre raggiungiamo la macchina a piedi. Taiki mi guarda:
 
- Cavoli, non ho trovato parcheggio vicino e la macchina è lontana... non pensavo iniziasse a piovere! Mi dispiace che adesso ti bagnerai il vestito, sei così bella stasera amore! -
 
Nemmeno il tempo di rispondere, che inizia a diluviare. Taiki mi prende per mano e inizia a correre verso la macchina, ma io con i tacchi non riesco ad essere veloce, così dopo poco tolgo la mano dalla sua e mi fermo rimanendo indietro. Lui si gira a guardarmi con aria interrogativa:
 
- Che succede? Perchè ti sei fermata? -
 
Ormai ho i capelli quasi zuppi quanto il vestito, mentre cerco di riprendere fiato con le mani poggiate sulle ginocchia:
 
- Tanto ormai è troppo tardi amore... siamo fradici! -
 
- Diavolo, ma proprio adesso doveva piovere così? E meno male che le previsioni davano bel tempo! Mi verrebbe da dirne quattro, guarda, non lo faccio per rispetto a te... -
 
Ha la sua solita espressione scocciata che scorgo dalla fioca luce dei lampioni che gli illumina di poco il viso nell'oscurità della sera. Ha un'aria arrabbiata, mentre cerca di sistemarsi i capelli, che l'acqua piovana ha "oltraggiosamente" spettinato. Tutto questo provoca una risata in me, che inizio a trovare piacevole quella sensazione di freschezza, per me e l'acqua non sarà mai un fastidio e vedere mio marito tanto indignato per i suoi capelli bagnati, sta rendendo ilare questo momento. Esplodo in una risata, mentre Taiki mi guarda sempre più stupito, con una ciocca dei lunghi capelli fra le mani, che stava disperatamente cercando di sistemare:
 
- Beh?! Che c'è da ridere?! Siamo zuppi, sotto la pioggia, e stiamo anche facendo tardi al ristorante! -
 
Più si innervosisce e più rido, ma adesso devo cercare di calmarmi per rispondergli. Allargo le braccia e tiro su il viso in direzione del cielo, per lasciar scorrere la mia acqua sul corpo, e assaporando ad occhi chiusi questa magnifica sensazione di benessere mentre rispondo:
 
- Ormai che importa amore... siamo completamente fradici, ma... che problema c'è? Che male fa? -
 
- Fa male eccome! Qua ci prende un accidente! -
 
Rido di nuovo, e stavolta rivolgo in mio sguardo a lui, a quella figura d'amore, tanto preziosa per me, rimanendo a braccia aperte:
 
- Vieni qui... -
 
Finalmente si avvicina e mi stringe le mani sui fianchi, così gli porto le braccia intorno al collo, mentre capisco che sta per dirmi qualcosa, infatti:
 
- Mi dispiace che la nostra serata sia rovinata, my water's drop... -
 
- Shhhh... non è così amore... se io sono con te, la mia serata non può essere rovinata, anzi... - 
 
- So a cosa stai pensando, ormai ti conosco: stai pensando che sei felice così, perchè adesso hai con te il tuo Amore e la tua Acqua, dì la verità! -
 
 
Prima che possa rispondergli, mi arriva un messaggio sul cellulare, chi può essere? Apro la borsetta e tiro fuori il telefono, evitando di farlo bagnare dalla pioggia. Taiki mi guarda curioso:
 
- Chi è? -
 
- E' Rea... -
 
- Ah... e cosa dice? -
 
Rido ancora:
 
- Dice che se usciamo dobbiamo portarci un ombrello!!! -
 
- Ahahahah!!! Poteva dirmelo prima che mi bagnassi i capelli! Beh dai, magari in zona sua ancora non piove, e ha solol voluto avvisarti che il tempo è brutto... -
 
- Sarà sicuramente così! -
 
Ringrazio Rea per messaggio, è sempre e comunque un tesoro. Torno di nuovo ad abbracciare Taiki, mentre lui mi  stringe ancora le mani sui fianchi, poi gli sussurro pensando alla mia amica:
 
- Amicizia... -
 
- Che? -
 
- Niente, pensavo a Rea... -
 
- Ho capito, allora ci risiamo ancora con la "A" che tanto caratterizza la tua vita... -
 
- In che senso? -
 
- Nel senso che... la "A" di Amy, riassume anche la tua vita... in " A come Amicizia, Acqua, Amore..." ! -
 
 
Già, non ci avevo mai pensato...
A come l' Amicizia che mi lega così tanto alla mia carissima amica Rea, come alle altre stupende ragazze: Bunny, Morea e Marta. E ultimamente anche ad Heles e Milena.
A come l'Acqua, il mio elemento, quello che mi ha sempre carezzato la pelle e l'anima anche nei momenti di tristezza, purificandomi dalle paure.
A come Amore, quello che ormai ho trovato con l'uomo che in quest'istante mi guarda con occhi pieni di sentimento, e come quello che provo per la nostra piccola Muzuko.
 
Guardo negli occhi mio marito e con un sorriso affermo:
 
- Hai ragione tesoro... la mia vita, può essere riassunta in una semplice "A". -
 
Taiki mi sorride, e mi stringe forte a se:
 
- Ed io allora aggiungo una cosa... A come "Adesso baciami". -
 
Le emozioni di sempre, quelle alle quali non rinuncerò mai, quelle che solo tu mi sai dare anche con questo bacio. 
In questo momento esistiamo solo tu ed io, con il nostro amore, con il nostro bacio carico di sentimento, mentre nel silenzio della notte, sento solo lo scroscìo dell'acqua sull'asfalto. 
 
 
 
"Senti che fuori piove, senti che bel rumore."**
 
 
 
 
 
 
 
Note e commenti:
 
*: Muzuko significa "figlia dell'acqua".
**: frase tratta dal testo della canzoni di V. Rossi - "Sally".

Per questo finale, ho preparato dei disegni...
Questa è Muzuko ^^ :  
Image and video hosting by TinyPic
Image and video hosting by TinyPic E questi sono i due protagonisti :)  

 
Image and video hosting by TinyPic
 
Image and video hosting by TinyPic Ed eccoci alla fine... aaaah come sono emozionata :')
Mi rendo conto che la mia fan fiction non abbia una trama particolare, e può benissimo essere catalogata come una storia comune e dal finale scontato. Ciò non toglie, che nella stesura di ogni capitolo ci abbia messo il cuore e l'anima, per poter trasmettere a voi lettrici le emozioni, i sentimenti, le delusioni di una ragazza. Amo le storie realistiche ed è per questo che ho deciso di raccontare la vita di tutti i giorni di una ragazza, e per questo ho voluto utilizzare un personaggio della Takeuchi, Ami Mizuno, che è sempre stata la mia senshi preferita nell'anime e nel manga di Sailor Moon, sviluppando una storia d'amore con il co - protagonista Taiki Kou (cosa che, come avrete capito, avrei sempre voluto vedere nella storia originale). Inizialmente non avevo un'idea ben precisa per questa fan fiction; premetto di non aver mai scritto prima una storia tutta mia, e l'ultima volta che ho stilato un testo, è stata in occasione della tesi di laurea tenuta diversi anni fa, quindi chiedo venia se avete trovato magari qualche errore di forma, che in ogni caso ho deciso di correggere, revisionando l'intera storia. L'aver scritto questa fan fiction, mi ha aperto un nuovo mondo: quello della scrittura, che ho iniziato ad amare ed apprezzare, perciò ho deciso che non mi fermerò qui, ma  andrò avanti per la mia strada aspettando l'ispirazione per qualcosa di nuovo e sperando di stupirvi ancora (per chi vorrà seguirmi ^^). Vi anticipo infatti, che ho già pronte tre brevi storie da pubblicare, di cui una è un dono per una speciale amica, poichè la protagonista questa volta sarà Usagi ;)
Poi se l'ispirazione verrà, chissà che non inizi una nuova long fiction, intanto ho già pubblicato delle one-shot che alcune di voi hanno già letto: "Domande e pensieri di una stella", "Domande e pensieri di una giovane studentessa" e "Malinconia, pensando ad una stella", quindi per ora ho esaurito le idee, ma tornerò ^^
Detto questo passo ai ringraziamenti:
 
La prima persona che voglio ringraziare è Demy84, perchè se non ci fosse stata lei a spronarmi e a darmi dei validi consigli, non avrei mai scritto una fan fiction. L'ispirazione è nata dopo aver letto i primi capitoli di Moonlight... vedere quanta passione c'è dietro ad ogni capitolo, mi ha fatto capire che scrivere, doveva essere una gran bella cosa, e così, grazie alla tua storia Demy, ho trovato anche io l'ispirazione per scrivere qualcosa di mio... e se sono arrivata sin qui è anche merito tuo, per questo: grazie di cuore! 
Un altro ringraziamento lo devo ad Elliemarsrose (la mia rockettara preferita), perchè ricordo che i primi tempi in cui avevo in mente di scrivere e pubblicare la storia, tra dubbi e indecisioni, c'è sempre stato anche il tuo sopporto, quindi anche a te amica mia, ancora grazie! Un grazie lo devo alla dolcissima Key17, che sin dalla prima recensione, mi ha fatto sentire una scrittrice tanto apprezzata, e leggere i suoi commenti è sempre stato un momento di beatitudine che mi ha regalato tanti sorrisi, con il pensiero "ne è valsa la pena di pubblicare!" E fra l'altro, grazie a questa storia, siamo diventate amiche nella vita reale... ancora grazie tesoro!
I ringraziamenti sono anche per Marziolina86, Pianistadellaluna, Kay89 e Moon 91 che sin dall'inizio hanno seguito la mia storia sempre con entusiasmo e lasciandomi dei commenti meravigliosi... Per questo, vi ringrazio tantissimo ( e Anto, grazie per aver segnalato la storia all'amministrazione per l'inserimento tra le scelte, non sai quale onore mi abbia fatto, grazie ancora!!!).
Ringrazio Lisanechan e Court che mi hanno seguito anche loro dall'inizio, e... Cory, sei sempre stata carinissima, grazie!
Grazie ad Alison_95 e Cri Cri che hanno letto i primi capitoli e poi hanno deciso di dire la loro, lasciando sempre delle recensioni tanto gradite che mi hanno reso contenta :)
I ringraziamenti sono anche per: DeepSubmerge85, Kate_88, Sailor Crystal, Diana89, FireLady e Alemagica88 che hanno fatto (e alcune stanno facendo) una maratona per leggere tutti i capitoli d'un fiato, dedicando molto tempo alla mia storia e lasciando dei commenti che ovviamente, mi sono piaciuti moltissimo... grazie ragazze!
Grazie a Hoon98, Lulu85 e AsielRosa, che hanno letto tutta la fan fiction, iniziando a recensire dagli ultimi capitoli fino alle mie shot, e inserendo sempre dei commenti che ho apprezzato tanto :)
Ancora grazie a Simo, Ele e Giulia, che hanno seguito la mia storia fino alla fine, dicendomi in privato i loro commenti, come sempre super apprezzati :)
Grazie a Lan e MissMoonlight per aver letto la storia ed aver lasciato dei commenti che fa sempre piacere leggere quando si tratta di nuovi lettori, perchè è bello sapere cosa ne pensiate anche voi ^^ (Lan la tua recensione mi è davvero piaciuta *___*)
Grazie a Rei_ Hino che ha iniziato a leggere questa fan fiction.
Infine, grazie a chi ha inserito la storia fra le preferite o le seguite, e grazie a tutti i lettori che hanno semplicemente seguito i miei capitoli senza commentare.
Ci rivedremo presto, promesso! Un abbraccio a tutti,
SailorMercury84

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=646970