Petali di neve

di Anna Mellory
(/viewuser.php?uid=271)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Petali di neve…

Petali di neve…

Petali di neve mi scivolano addosso,provocando nel mio corpo un fremito,

un fremito non di freddo,non di tristezza,

un fremito di piacere,che mi fa sentire a casa.

Perché anche se mi ostino a negarlo,la Russia rimarrà sempre la mia casa,Mosca il mio giaciglio.

 

Petali di neve…

Ora cadono con più insistenza,

diventano una successione fitta che mi impedisce bene di vedere la strada che percorro.

Così il mio futuro si para davanti ai miei occhi:

incerto e nebuloso.

Perché non ho più niente alle spalle,non ho delle certezze che mi possano sostenere.

Mio nonno,quel viscido essere,mi rivuole con se, esige che io ritorni da lui.

-Sono il tuo tutore e come tale devi obbedirmi-mi ha sputato in faccia quando l’ho incontrato dall’avvocato.

Perché l’avvocato?Semplice:non voglio più essere ricattato,messo alle strette,sfruttato.

Sarò inutile, ma voglio almeno d’ora in poi prendere le decisioni riguardanti la mia vita.

Voglio almeno avere la certezza ed,in un certo senso,la sicurezza di riuscire a finire qualcosa,senza danneggiare altri.

 

Petali di neve…

Petali di neve che pesano sul mio animo stanco.

Stanco del continuo lottare,della strenua difesa che ho opposto a tutte le entità esterne che avrebbero potuto ferirmi:chiuso a guscio,respiravo a stento l’aria.

Eppure mi ferivano lo stesso:falciate gelide cadevano implacabili sul mio corpo già martoriato.

-Perché?-mi continuavo a chiedere nei miei soliloqui,chiuso nella mia camera dopo l’ennesima umiliazione subita.

-Perché dovevo essere torturato in quel modo?-sussurravo tra le lacrime.

 

Petali di neve….

Petali  di neve scivolano trasformandosi in gocce d’acqua,traducendo l’atto che il mio corpo vorrebbe compiere da anni e che non riesce a fare.

-Tu sei un demone-mi aveva sussurrato Vorkof durante una delle nostre “sedute speciali”-ed i demoni non hanno sentimenti:uccidono e basta-aveva detto ridendo sguaiatamente.

E io ci avevo creduto,Dio  se ci avevo creduto!

Dopo quello,gli allenamenti massacranti non divennero più massacranti,le sevizie terribili subite dai monaci non furono più tali:ero un demone e come tale dovevo comportarmi.

 

Petali di neve…

E quanti hanno sbagliato dicendo che io e Yuriy eravamo simili.

Non lo eravamo affatto.

Yuriy Ivanof,il lupo della steppa, era un cyborg ed obbediva ciecamente a ciò che gli veniva ordinato.

Io ero un demone e quindi un ribelle che non amava essere comandato,ma che alla fine veniva sottomesso con le più atroci torture.

 

Petali di neve…

Forse sono ancora convinto di essere un demone,forse sono davvero un’entità del male.

Alla fine Hito e Borkov hanno ottenuto qualcosa.

Mi hanno svuotato,mi hanno privato delle cose più belle che una persona potesse avere:

il calore di una famiglia che mi voglia bene,

il calore di amici che non chiedono nulla in cambio stando al tuo fianco.

 

Petali di neve…

Perché tutto mi sembra improvvisamente così freddo e triste?

Perché la mia vita mi sembra così insignificante?

Voglio sparire,sparire nel nulla….e non tornare mai più.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


A maggio aveva cominciato con una nuova vita

 

A maggio aveva cominciato con una nuova vita.

Aveva cambiato casa,scuola,città.....

Si era allontanato il più possibile da Mosca,quel luogo che lo rendeva infelice più di ogni altro.

 

La notte ora riusciva a dormire più di 5 ore,senza svegliarsi di soprassalto per i continui incubi che faceva.Aveva trovato impiego presso la biblioteca comunale e nelle ore libere da lavoro e studio passava tutto il suo tempo chiuso li dentro.

Non si allenava più,il suo Dranzer giaceva ormai abbandonato in un cassetto del comodino.

 

Sentiva il groppo alla gola diventare sempre più grande e,nonostante ciò,si rifiutava di concedersi quello sfogo che il suo corpo chiedeva incessantemente ad ogni ora del giorno.Non aveva fatto amicizie, si era molto interessato a conoscere qualcuno.Ormai in Università era già stato denominato Lupo Solitario e Scorbutico ad Honorem,ma la cosa non gli interessava molto.

 

Dei suoi vecchi compagni di squadre non aveva contattato nessuno e non si era fatto trovare,a dire la verità:infatti aveva buttato via il suo vecchio cellulare,ignorando i numerosi messaggi lasciati da Max,che gli chiedeva di tornare a casa.Anche Rei lo aveva chiamato un paio di volte ma aveva ceduto presto,vedendo che era ben deciso a non rispondere.

 

Ma lui non aveva fatto una piega,non lo aveva chiamato cercato in un qualche altro modo.Era frustrante ed ironica una simile situazione:fuggiva da tutto e da tutti ma l'unica persona che avrebbe desiderato rivedere non aveva nessun desiderio di cercarlo.Takao era un idiota:glielo avrebbe detto se l'avesse rivisto!

 

Sbuffò un paio di volte al ricordarlo,e posò la penna:nonostante avesse un quoziente intellettivo sopra la norma,faceva fatica a comprendere quella poesia.Una poesia d'amore ovviamente:non era fatto per capire simili scempiaggini!

Rosicchiò la punta della biro ed odio quel porco di un professore filoromanticista,che non faceva altro che allungare le sue grinfie in un modo tutt'altro che piacevole.

 

Faceva freddo nonostante fosse già primavera:il cielo era nuvoloso e non un cinguettio rallegrava l'atmosfera grigia.Si ricordò che il bar giù di sotto,quel giorno,aveva in menù dello strudel,ed il suo stomaco borbottò al solo pensiero.Si alzò,chiudendo i libri,prese il portafoglio ed uscì.

 

Attraversò la strada ed entrò nel locale,sentendo subito su di se gli sguardi dei presenti.Nonostante non fosse narciso,sapeva di possedere un bell'aspetto.Fin da quando era giovane,purtroppo,aveva attirato l'attenzione.La carnagione pallida,gli occhi rossi,il corpo esile ma allo stesso tempo robusto,l'aria misteriosa che sempre lo circondava lo aveva sempre portato ad essere oggetto dei desideri di tutti,uomini e donne di qualsiasi età.

 

Non si sentì intimidito,anzi,si avvicinò con sicurezza al bancone e con voce atona ordinò il dolce prescelto.La cameriera uscì dal trance e balbettando gli disse che glielo avrebbe portato in un secondo.Si appoggiò ad una sedia e cominciò ad osservare il locale.Intanto il chiacchericcio era ricominciato e l'attenzione sulla sua persona diminuita.Kei colse l'occasione per ascoltare quello che dicevano due signori di fianco a lui:discutevano animatamente di politica estera e,sebbene fossero di fazione politica contraria,si trovavano d'accordo su ciò che stava facendo un presidente europeo.

 

Alla loro destra,due ragazzine s'intrattenevano in un discorso alquanto sciocco sulle ultime rivelazioni di una nota cantante russa,ma le vide posare spesso lo sguardo su di lui,per poi arrossire e distoglierlo.Finalmente l'agognato dolce venne consegnato da una cameriera quanto mai goffa.Pagò ed uscì,rabbrividendo quando una folata di vento lo prese in pieno.Si strinse nella maglietta e corse verso il portone.

 

Sfortunatamente la sorte si era accanita contro di lui quel giorno:sbattè contro un estraneo e le aspettative de suo stomaco andarono a farsi benedire.Finì col sedere per terra e si trattenne dall'esprimere a voce alta le irripetibili bestemmie che gli erano balenate in mente

 

Alzò il capo,coll'intenzione di freddare l'imbecille che gli era venuto addosso con "parole gentili", ma si ghiacciò quando riconobbe la figura che gli si stagliava innanzi:Takao doveva aver tagliato i capelli,perchè non vedeva la sua solita coda.Non sembrava sorpreso di vederlo,anzi,gli sorrideva mentre gentilmente gli porgeva una mano per alzarsi.

 

Si alzò da solo e cominciò a spolverarsi i vestiti,cercando di calmare il suo cuore impazzito.

-Mmmh,devo dire che non sei affatto cambiato Kei, sempre pronto a rifiutare l'aiuto che ti viene offerto.Ah,per essere precisi,sei tu che mi sei venuto addosso dato che correvi a testa bassa, e non il contrario-

Anche la voce era cambiata,pensò con un tramito Hiwatari alzandosi completamente e fiassandolo negli occhi.

 

-Che cosa ci fai qui?-

Alla domanda il sorriso sparì dalle labbra del giapponese.Si avvicinò di più all'altro e lo afferrò per un braccio,sentendo come un tremito avesse percorso il corpo del suo ex-compagno di squadra.

-Che domande:sono venuto a prenderti,no?-

E lo baciò.

 

# # #

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Corse su per le scale,fregandosene della signora del quarto piano che aveva urtato e che ora gli urlava dietro,fregandosene del dolore alle gambe,che dopo il decimo piano di corsa minacciavano seriamente di lasciarlo col fondoschiena per terra

Corse su per le scale,fregandosene della signora del quarto piano che aveva urtato e che ora gli urlava dietro,fregandosene del dolore alle gambe,che dopo il decimo piano di corsa minacciavano seriamente di lasciarlo col fondoschiena per terra.Voleva solo fuggire lontano,rintanarsi nel suo letto e pensare che quello che lo aveva appena baciato non era Takao,che quel ragazzo non gli aveva detto che era venuto a prenderlo,che era venuto solo per lui.Al solo pensiero si sentiva sollevare da terra  e il sorriso gli nasceva spontaneo sulle labbra.

 

Arrivò infine all’ultimo piano e con mani tremanti estrasse un mazzo di chiave,cercando quella che gli avrebbe aperto la porta e permesso di nascondersi.

-Pensi che sia così facile seminarmi?-

Kei si voltò di scatto trovandosi di fronte al suo ex compagno di squadra,che lo guardava severamente.Si spaventò ancora di più e riportò l’attenzione sulle chiavi,non riuscendo però a concentrarsi tanto era il suo nervosismo.

 

Takao lo guardò e con gesto deciso gli strappò di mano l’oggetto,tirandogli poi immediatamente un ceffone.Hiwatari si coprì la guancia sbalordito ed allo stesso tempo furioso.

-Come diavolo ti sei permesso di tirarmi un ceffone,brutto idiota che non sei altro?-

L’altro non gli diede ascolto e cominciò lui stavolta a trafficare con le chiavi.

-Ehy mi vuoi ascoltare!!!-urlò stavolta Kei,sentendosi idiota nell’essere trattato a quel modo.

 

Kinomiya finalmente riuscì ad aprire la porta:si volse verso l’amico e gli ingiunse di entrare.

-Chi diavolo sei per permetterti di ordinarmi cosa devo fare?-

-So quello che faccio ed ora entra per favore,non mi piace fare scenate in pubblico-sibilò guardando male due donne che sbirciavano con curiosità il loro colloquio-

Il russo si sentì avvampare ma obbedì:entrò in casa e chiuse gli occhi quando la porta si chiuse con un tonfo.

 

Sinceramente non sapeva cosa fare:Takao lo spaventava ma allo stesso tempo lo attraeva incredibilmente.Era sempre stato così tra di loro.O erano d’accordo su tutto oppure litigavano per niente.E c’era sempre quell’elettricità, quella dannata attrazione che tutte le volte lo metteva in imbarazzo.Che lo spingeva ad arrossire fino alla punta dei capelli le volte che il suo “amico” lo toccava accidentalmente.Odiava sentirsi così ma non poteva farci nulla.

 

Ed ora quel silenzio di certo non lo stava aiutando.Takao stava ancora trafficando con la porta:quando riuscì a chiuderla si volse verso di lui e, quando i loro sguardi s’incontrarono,fu come se una scarica elettrica li avesse percorsi da capo a piedi.Sentì di doversi allontanare ma non fece in tempo.

 

Takao aveva probabilmente capito le sue intenzioni:con un balzo fu in piedi e gli si avvicinò velocemente.Lo afferrò per un braccio e lo strinse a se,in un abbraccio soffocante ma,allo stesso tempo,confortante.

-Non ti lascio andare via stavolta,Kei-gli sussurrò all’orecchio ed il giovane sentì il cuore gonfiarglisi di emozione e le lacrime scendere dai suoi occhi.

 

Kinomiya lo guardò in volto e gli asciugò il volto con le proprie labbra; poi lo baciò di nuovo e Kei si abbandonò a ciò che stava provando:passò le braccia attorno al collo del compagno,permettendogli di approfondire il contatto.

Si separarono dopo alcuni minuti e Takao lo prese in  braccio senza che potesse protestare,trasportandolo in camera,depositandolo sul letto e,dopo essersi tolto il cappotto,sdraiandosi su di lui.

 

Intrecciò le sue mani con quelle di Kei,portandole sopra la sua testa,ed,impedendogli di muoversi,ricominciò a baciarlo sulla bocca,sugli occhi per poi passare al collo dove venne accolto da un tremito e un gemito soffocato.Cominciò a slacciargli la camicia leggera che indossava,lasciandogli le mani libere,e scoprì completamente il suo petto,sentendo come l’altro stesse trattenendo il respiro.

 

Kei si sentì impazzire quando quelle labbra fresche si posarono sulla sua pelle rovente e impazzì ancora di più quando sentì le sue mani all’apertura dei suoi pantaloni.

Stavano per fare sesso e….

-No,Kei,stiamo per fare l’amore-gli disse Takao riportandosi alla sua altezza e baciandolo di nuovo,sentendo tutta la necessità che aveva il russo di essere toccato con amore.Era sempre stato solo,non sapeva cosa significasse essere amati da qualcuno completamente.

 

Hiwatari sentì di nuovo una voglia di piangere incredibile quando si accorse che Takao riusciva a capirlo,a capire le sue paure, i suoi pensieri e segreti più nascosti. Si appoggiò sui gomiti e cercò la bocca del compagno,che rispose appassionatamente.

Non gli importava quello che sarebbe successo da ora innanzi,in quel momento voleva solo che Takao lo baciasse e gli facesse dimenticare che il peggio doveva ancora arri vare.

 

# # #

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Non riusciva a muoversi,non voleva muoversi

Non riusciva a muoversi,non voleva muoversi.Sentiva il suo corpo stanco,spossato da quello che aveva appena fatto.Fuori ormai il buio faceva da padrone ma lui sentiva di avere una luce dentro il petto adesso. Forse perché aveva la fonte di quel bagliore bianco e caldo accanto?

Poteva ancora sentire il dolore che aveva provato quando Takao era diventato una parte del suo corpo,quando il piacere e l’emozione avevano riempito il suo corpo,portandolo ad afferrarsi a quel ragazzo che lo stava….amando….

 

-Kei?-

Alzò lo sguardo,scontrandosi con gli scuri e caldi del suo compagno,che per tutto quel tempo,probabilmente,aveva continuato a fissarlo accarezzandogli la schiena con una mano.

-Stai bene?-

Annuì senza sapere in realtà che cosa fare:erano andati troppo in fretta. Quell’intimità era arrivata senza preavviso e lui non sapeva che reazioni avrebbe avuto da quel momento in poi.

 

-Kei,sei spaventato?-

Annuì di nuovo e si sentì vagamente sciocco.Kinomiya si sporse su di lui e lo baciò lievemente.

-Sarò io la tua forza-disse deciso quest’ultimo quando si staccarono.

-Prego?-

-Che c’è di strano?Non vuoi essere protetto da me?-disse mentre sulle sue labbra si disegnava un sorriso.

 

Ma l’altro non si fece contagiare dalla sua allegria.Anzi,con tutte le sue forza si alzò in piedi e,ignorando il dolore al basso ventre, si  rivestì.

-Dove stai andando?-gli chiese Takao turbato.

Si voltò verso di lui:-Non è questo il modo di affrontare le cose,Takao-

Uscì dalla stanza e si diresse verso la cucina.

 

Non riuscì nemmeno ad arrivarci:infatti il Dragoonblader lo aveva rincorso,lo aveva afferrato per un braccio e lo aveva sbattuto con le spalle al muro.Ancora una volta:Takao riusciva sempre a metterlo in difficoltà.

-Allora non è questo il modo per comportarsi?Bene,Kei:io mi sono fatto un cazzutissimo viaggio lungo ore in aereo e poi in treno per venire a ripescarti,con tutte le seghe mentali del caso, e tu mi vieni a dire che ciò che ho fatto non va bene?!-

 

Le ultime parole le aveva quasi urlate:Hiwatari aveva spalancato gli occhi e si era spaventato davanti ad un Takao così inferocito.Non seppe mai perché reagì in quel modo,né riuscì a spiegarsi perché non era riuscito a smettere:si mise a piangere.Prima leggermente,poi singhiozzi convulsi presero possesso del suo corpo.

Kinomiya lo guardò senza sapere cosa fare per un momento,poi prese l’iniziativa abbracciandolo e stringendolo con forza contro il suo corpo,quasi cullandolo.

 

-C—c-come puoi volermi ancora dopo quello che ho fatto?-

-In che senso?-

Il russo si staccò dal compagno e lo guardò con gli occhi pieni di lacrime:-Takao ti ho tradito non una,ma ben tre volte.Ti ho mollato senza dirti niente e tu,ogni volta che ritornavo mi hai riaccolto con il sorriso sulle labbra.Perché?Perchè sei così buono con me?Potresti avere chiunque ed invece continui a scegliere me-

 

L’altro ragazzo gli incorniciò il volto con le mani:-Perché ti amo,da sempre,da quando c’hai mollato la prima volta ed io ci sono stato così male che quasi nulla aveva più importanza.-

-Ma io non vado bene per te,lo vuoi capire?!Io sono sbagliato,tu no.Non devi stare vicino a me e rovinarti-disse Kei staccandosi dal suo abbraccio.

-Come fai a dire che tu non vai bene per me?Kei siamo stati amici per quattro anni,ma io mi sono accorto che così noi non possiamo stare.Io desidero toccarti come ho fatto fino a qualche momento fa,voglio sussurrarti il mio amore per te ogni volta che ne sento il bisogno-

Si interruppe per prendere fiato.Poi sorrise.

 

-Dovresti vedere come sono felici Rei e mio fratello-

Kei,che si era allontanato dandogli le spalle,si voltò a guardarlo,non capendo che cosa c’entrassero quei due nel loro discorso.

-Sai Hitoshi c’ha messo un po’ prima di riuscire a convincere Rei che lui faceva sul serio.Dovevi vederlo la volta che ha minacciato di lanciarsi da un grattacielo se Rei non avesse accettato di passare un weekend in montagna con lui-

 

-A quanto pare la pazzia l’hai ereditata da qualcuno-mormorò il russo ironicamente.

-Già,ma è stato allora che mi sono reso conto che anch’io sarei stato in grado di fare una simile azione per te.Per questo sono qui Kei,perché sono venuto a prenderti e non me ne andrò senza di te-

Quest’ultimo tacque per alcuni minuti,poi sospirò:-Non può funzionare-

-Perché no?-

 

-Takao ma sei scemo o cosa?Tu mi porti l’esempio di tuo fratello assieme a Kon per convincermi,ma non pensare che ci caschi:se tu ti identifichi in Hitoshi,io non faccio lo stesso col cinese-disse allontanandosi ancora di più da Kinomiya,temendo il contatto con lui.

-Io non mi identifico con mio fratello,sto solo dicendo che anche noi potremmo diventare come loro e…-

-No,non è possibile-lo freddò ancora una volta il russo.

 

-Perché?-chiese per l’ennesima volta Kinomiya,sentendo il suo cuore incrinarsi dinanzi a tanta ostinazione e freddezza.

Kei non rispose subito.In quel momento sentiva che,se avesse parlato ancora,tutto ciò per cui aveva lottato fino a quel momento (la sua indipendenza,soprattutto), tutti i timori che aveva rinchiuso in quel baule a doppia mandata relegato in un angolo del suo cuore sarebbero venuti a galla senza che lui potesse fare niente per impedirlo.

 

Al diavolo….

 

-Perché io sono un mostro Takao-

-Come scusa?-chiese il moretto,senza essere sicuro di avere capito bene.

-Perché io sono un mostro-ripetè Kei e stavolta non si nascose ma fronteggiò direttamente il suo compagno guardandolo negli occhi.

Questi era rimasto tanto stupito dalle sue parole che era completamente ammutolito.

 

-Sai,non è un’idea che mi sono fatto da solo,ma alla fine quando te la senti ripetere più di una volta,ti ci abitui e te ne convinci.Io sono un mostro Takao,sono venuto al mondo senza che neanche i miei genitori mi amassero; se una volta come obiettivo avevo quello di diventare il miglior blader del mondo,ora,dopo che Brooklin mi ha quasi ucciso e terrorizzato all’idea di prendere in mano un altro bey, non ho più niente.Sono vuoto,un involucro senz’anima.Io….-

 

-No!-

Kei interruppe il suo monologo e guardò l’altro ragazzo sorpreso:Takao aveva i pugni serrati in una morsa e si mordeva il labbro con forza:-Chi ti ha detto che sei un mostro?-

-Che c’entra adesso Taka..-

-C’ENTRA INVECE DANNAZIONE.CHI TE L’HA DETTO?-urlò,avvicinandosi a Kei e prendendolo per le spalle.

 

-Mio nonno,Vorkof,…-

-Tutta gente già in prigione….-sibilò Takao guardandolo negli occhi.

-Takao ma cos….-

Kei non potè continuare a parlare,perché il suo compagno aveva posato con violenza le proprie sulle sue,infilandogli la lingua in bocca.In principio cercò di liberarsi,cercando di spostare il capo qua e là e tempestando di pugni il petto di Kinomiya.Invano.

 

Takao lo teneva stretto in una presa micidiale:lo baciava in modo violento,ma ciò per Kei stava assumendo quasi una cadenza erotica quando il compagno gli morse il labbro inferiore,facendolo sanguinare.Si staccarono ansimanti:il moretto lo teneva ancora per le braccia mentre velocemente passò la propria lingua sul suo labbro,facendo rabbrividire Kei ancora una volta.

 

-Pensi che una persona senza sentimenti potrebbe rabbrividire come hai fatto tu adesso?-

-No….-

Takao lo baciò ancora,stavolta però con dolcezza facendo passare le braccia di Hiwatari attorno al suo collo per poterlo stringere con maggior facilità.Kei si  lasciò andare e rispose al bacio con la focosità che fino a quel momento aveva nascosto.

 

Quando si separarono,Takao appoggiò il suo capo sulla spalla del compagno vicino al suo orecchio:-Ti amo Kei e voglio stare con te-

Il Dranzerblader si sentì felice e si strinse di più al suo corpo,sentendo come l’altro lo prendeva in braccio e lo portava in camera da letto.

 

Il moretto lo depositò con dolcezza sul letto,baciandolo quando lo vide sorridere ad occhi chiusi.Si portò sopra di lui e gli sorrise furbescamente quando lo vide aprire gli occhi,sorridendo ma contrariato dal fatto che lui avesse smesso di baciarlo.

-Dimmi un po’ Kei,cosa stiamo per fare?-chiese con aria finto-tonta

Fu allora che Takao vide il sorriso più grande e felice che Kei avesse mai fatto in tutta la sua vita.

 

-L’amore….-

 

 

OWARI

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=64700