My Final Breath For You

di Kat Logan
(/viewuser.php?uid=120935)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La quiete prima della tempesta ***
Capitolo 2: *** La battaglia ***
Capitolo 3: *** La richiesta ***
Capitolo 4: *** Destination: Darkness ***
Capitolo 5: *** Alla ricerca di Michiru ***
Capitolo 6: *** I talismani ***
Capitolo 7: *** La competizione ***
Capitolo 8: *** L'incontro ***
Capitolo 9: *** Il Contratto ***
Capitolo 10: *** Ritorno ***
Capitolo 11: *** Il mio ultimo respiro per te ***



Capitolo 1
*** La quiete prima della tempesta ***




Il caldo sole di Agosto emanava una luce quasi accecante.
Un cielo azzurro e limpido, privo di nuvole faceva da sfondo al paesaggio.
Un vento fresco soffiava leggero sull'acqua increspandone la superfice quasi piatta.
Il rumore del mare era accompagnato solamente dal canto dei gabbiani e da una risata che echeggiava in lontananza.
Haruka passeggiava tranquilla in riva al mare.
Si mise una mano davanti agli occhi per proteggere la sua vista dal sole.
Guardando poco più avanti a sè, vide Michiru che correva a piedi nudi sulla sabbia bruciante, rincorrendo un piccolo cagnolino bianco.
"Haru, vieni qui! dove scappi?! dai su bello! vieni!"
La ragazza bionda scosse la testa "Guarda te se doveva chiamare il cane come me!" pensò divertita.
"Ma dove stai andando?! Aah vuoi farti un bagno! hai proprio preso da me!"
La voce di Michiru era interrotta dalle risate, era divertita da quel piccolo batuffolo bianco che non voleva lasciarsi prendere.
Haru si tuffò tra le onde e lei lo seguì in acqua avvolta da un lungo abito celeste.
Il cucciolò abbaiò divertito dal gioco che stavano facendo e puntò tutto bagnato verso Haruka.
"Ahi, scotta, scotta!" si lamentò Michiru riprendendo a correre sulla sabbia.
"Prendi i sandali!" disse Haruka porgendoglieli con un sorriso che faceva intravedere i denti bianchi.
"Grazie!"
Il cane abbaiò nuovamente, fissò Haruka con i suoi piccoli occhietti vispi e si scrollò l'acqua che gli aveva bagnato il morbido pelo, dalle orecchie alla coda contro di lei.
"Ecco fatto! Doccia anche per me!" esclamò lei.
"Sei proprio come la tua padrona, a te il mare ti fa impazzire!" 
Dicendo così lo sollevò prendendolo in braccio e facendogli una carezza leggera sulla testa.
"Andiamo a casa?"
"Di già?!" Michiru assunse un'espressione quasi dispiaciuta, mentre giocherellava con il bottoncino nero che pendeva da una catenina che adornava il suo collo. 
La sua casa era già il mare e quei due che le tenevano compagnia.
Sembrava una bambina con il broncio a cui era stato tolto il suo gioco preferito.
"Son due ore che siamo qui ormai! scommetto che avresti voglia di dipingere!"
Il suo sguardo s' illuminò.
"Allora sii! ho già in mente cosa mettere su tela!"
"Fortuna che so come renderti felice!" ridacchiò Haruka.
"Oh si! e lo farai ancora di più non appena poserai per me!"
"No dai Michiru! non puoi sempre incastrarmi così!"
La ragazza rispose con una linguaccia e corse verso l'auto parcheggiata sul molo.
Il vento fece svolazzare la sciarpa bianca e leggera che indossava Haruka.
Si rese conto di amare immensamente la sua vita. Era perfetta così.
Non aveva bisogno di altro.
Salirono in auto, costeggiando la costa, lasciandosi alle spalle il faro bianco su quella spiaggia sempre deserta che sembrava fatta apposta per loro.
 
La scuola era finita, entrambe avevano superato gli esami brillantemente.
Subito dopo Haruka si trasferì nella grande casa di Michiru e alla loro convivenza aggiuinsero il nuovo coinquilino, Haru.
I mesi estivi erano passati spensierati e felici.
Michiru ormai si era affermata come violinista e nel tempo libero dipingeva.
Haruka invece guadagnava con il suo sport preferito, le corse in auto.
Cosa che a volte impensieriva Michiru che però era presente ad ogni sua gara per incoraggiarla e sostenerla.
Erano inseparabili, vivevano ogni momento intensamente.
Con l'inverno Michiru avrebbe dovuto iniziare un piccolo tour e Haruka l'avrebbe seguita con il loro fedele nuovo amico.
Dove andava una, andava anche l'altra.
Così avevano deciso.
 
La macchina frenò nel vialetto della villa bianca.
"Casa dolce casa" disse Michiru stiracchiandosi.
Haru scese dall'auto scappando in qualche angolo nascosto del giardino.
Haruka fece per dirigersi verso il garage, quando Michiru la fermò.
"Signorina, dove pensa di andare?! niente motori, prima devi posare per me! ricordi?"
"Beccata! ehehehe!"
Entrarono in casa.
La vetrata che dava sul giardino innondava di luce la stanza.
Una tela bianca su un cavalletto era pronta per essere dipinta.
Michiru si tolse il vestito bagnato lasciandolo sul pavimento.
Anche nel far scivolare a terra l'abito non perdeva la sua eleganza.
La grazia con cui compiva ogni singolo gesto non dava nemmeno l'impressione del disordine. Per Haruka, Michiru avrebbe pure potuto svuotare l'armadio e lasciare tutti i vestiti sparsi in giro, che il modo che avrebbe usato non avrebbe dato l'idea del caos che realmente avrebbe provocato in casa.
"Ora che sei un'artista fai la trasgressiva!" disse alzando un sopracciglio Haruka.
Adorava prendere in giro Michiru.
"Il tuo commento non mi farà pensare di essere meno aggrazziata!" rispose l'altra con voce divertita.
Michiru spuntò nuovamente con un vestito addosso.
"Mettiamoci all'opera!"
Haruka sbuffò rumorosamente.
"Lascia giù quel casco! su accomodati sul divano! si femminile un pò!" 
Michiru era divertita dalle sue stesse parole, la scena sarebbe stata ancora più bella se l'avesse obbligata a indossare una delle sue gonne.
"Non ridere sotto i baffi!"
"Sissignora" 
Haruka alzò gli occhi al cielo.
Per Michiru avrebbe trovato tutta la pazienza del mondo.
"Non ti muovere!"
"Ma mi prude la schiena!"
"Non fare i capricci!"
"Prude davvero! ti prego grattami!"
"Che modella dispettosa e poco professionale che ho!" disse Michiru in tono scherzoso, abbandonando la sua sedia e andando in aiuto ad Haruka.
La biondina la prese per il polso destro tirandola a lei sul divano.
Si persero in un bacio.
"Così non vale!" protestò Michiru.
"In amore tutto è concesso!" 
Il sorriso sghembo di Haruka la ipnotizzò.
Non poteva resisterle.
Si perdeva a guardare i suoi lineamenti fini, le sue labbra sottili e quei grandi occhi profondi.
 
Un colpo di vento.
Michiru ebbe un fremito.
I suoi occhi azzurri, divennero di una tonalità blu scura. Oltreoceano.
Haruka s'irrigidì nel sentire le parole che Michiru pronunciò tutte dun fiato.
 
"Il mare è in tempesta!"
 
 
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Miei cari lettori, eccomi qui con una nuova Fan Fiction e vecchi personaggi! Alla fine non vi ho fatto attendere, son poi brava con voi eh?! ;P
Haruka e Michiru sono tornate, con un pò d'ironia in più rispetto forse a Prisoner Of Love. Ho fatto questa scelta caratteriale, un pò per "combattere" i toni cupi che potrebbe assumere questa nuova avventura. (Ho come l'impressione che i personaggi si stiano evolvendo).
Sta a voi decidere se vi piace o meno. Il tipo di scrittura, aihmè, rimane invariato invece!
Come avete notato...niente canzoni ispiratrici questa volta, ebbene si...questa FF è stata unicamente concepita dalla mia testolina in un delirio notturno delle quattro di notte.
Con la speranza di scrivere qualcosa di buono, la dedico a tutti quelli che hanno amato Prisoner of Love.
 
Kat
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La battaglia ***


 
 
 
 
 
Il tempo sembrò fermarsi.
L'immobilità regnava nella stanza.
Si percepiva chiaramente una tensione profonda.
L'aria era come diventata densa, pesante, irrespirabile, si sarebbe potuta tagliare.
Le due erano in silenzio.
Ferme nella loro posizione.
Michiru sembrava ascoltare attentamente ogni minimo suono, mentre Haruka cercava di capire se il vento poteva suggerirle qualcosa.
In realtà sperava anche solo in una parola di conforto.
Desiderava ardentemente, che il mare di Michiru si sbagliasse. Che non fosse realmente in tempesta, perchè quell'affermazione sapeva molto bene che significava un'unica cosa.
Guai in arrivo.
Haru ringhiò.
Michiru scattò in piedi, si affacciò alla vetrata, non riusciva a vederlo e in giardino non notò nulla di strano. 
Fino a quando non vide i fiori profumati e colorati, che accudiva con tanta cura, appassire di colpo.
Si seccavano.
I piccoli fragili petali cadevano.
Perdevano la loro bellezza e il loro colore uno dopo l'altro.
Quello che stava succedendo non era certo opera del vento.
La scia di fiori morti e appassiti si avvicinava sempre di più alla finestra.
"Haruka, corri! ho bisogno del Lip Rod!" gridò di scatto Michiru.
La ragazza ubbidì veloce. Attraversò il corridoio, in quel momento le sembrò una galleria così lunga, che aveva paura potesse non attraversarlo in tempo.
Arrivò alla camera da letto per recuperare l'oggetto che le era stato chiesto.
Iniziò a frugare in preda al panico in ogni cassetto, in ogni angolo.
 
La vetrata tremò.
Haruka udì un tonfo improvviso provenire dall'altra stanza.
Michiru si trovò scaraventata a terra in mezzo ai vetri rotti nella sala in cui pochi istanti prima regnava la pace.
Una figura nera, di una consistenza simile al fumo apparì davanti a lei.
Due occhi rossi dall'aspetto poco rassicurante la fissarono.
Michirù con una capriola si mise al riparo dietro al tavolo che era stato rovesciato a terra dall'urto, per proteggersi dall'attacco del demone.
L'altra ragazza le lanciò il Lip Rod in tempo.
"Neptune Planet Power, Make Up!" 
La potenza del mare si scatenò, Michiru si ritrovò nei panni da guerriera.
"Stai bene?!" chiese Haruka preoccupata.
"Non ti preoccupare, è stata solo una caduta!"
Una voce agghiacciante, vagamente metallica, provenne dal demone di fumo nero "Voglio il cristallo!"
"E' inutile non troverai nulla qui!" rispose pronta Michiru.
"Stai mentendo!"
"Mi dispiace per te ce ne siamo già sbarazzate tempo fa!" 
Un ghigno di scherno a quella creatura attraversò il volto di Michiru.
"Haruka, scappa!" 
"Non ci pensare nemmeno, io resto!"
"Fa come ti dico!"
Il demone si spostò velocemente verso Haruka impedendole il passaggio.
Michiru si parò davanti a lei "Bestione, il tuo avversario sono io!"
"Maledizione a quando ti ho lasciato fare di testa tua!" gridò la bionda.
Haruka si sentiva maledettamente impotente.
Non poteva far nulla, si sentiva un inutile intralcio.
Era come una palla al piede di Michiru che la faceva affondare, dopo che una ciurma di pirati l'aveva legata e buttata in mare.
Michiru si scagliò contro la sagoma di fumo nero, l'attraversò senza nessun risultato, era come puro vapore.
Gli attacchi fisici erano inutili.
Riuscì solo a catalizzare la sua attenzione distogliendolo da Haruka.
La figura alzò le braccia verso il cielo, delle piccole saette color oro iniziarono a intravedersi tra la sua nera inconsistenza.
Sailor Nettuno invocò il suo potere più potente.
Doveva sbarazzarsi di quell'entità al più presto, prima che quella cosa, potesse ferire Haruka.
Invocò il suo catastrofico maremoto di nettuno.
"Deep Submerge!"
Un'onda degna dello Tsunami si scagliò contro il mostro.
Haruka sgranò gli occhi. In quel momento realizzò qualcosa che le scombussolò lo stomaco.
Le saette che s'intravedevano nel vapore nero erano una scarica elettrica. E L'acqua era un conduttore di elettricità.
L'orrore prese possessò degli occhi di Haruka.
Ma era troppo tardi per intervenire.
"Michiru Nooo!" urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Il mostro venne fulminato in un lampo,disintegrandosi, ma Michiru venne colpita dalla scarica che aveva attraversato il suo vortice d'acqua.
"NO! NO! NO!" Haruka continuava a gridare, non riusciva a fermarsi.
Si lanciò verso la sua ragazza che era distesa a terra.
La prese tra le braccia alzandole la testa.
Michiru tossì.
Il vestito da Senshi era tutto strappato.
"CHE HAI FATTO?!" era scovolta.
"Il mio dovere!" disse flebilmente Michiru interrotta da un altro colpo di tosse.
"Non doveva andare così, non dovevi combattere! E' una maledizione questa!"
"Non c'è maledizione che non possa essere sciolta..."
Uno spasmo fece sobbalzare la ragazza dai lunghi capelli verde acqua tra le braccia dell'altra che la stringeva.
"Guarda te che casino...ha distrutto i mobili!" sorrise debolmente.
"Ti preoccupi dei mobili? sei proprio incorregibile" Haruka si sforzò di ridere, vedeva la luce negli occhi dell'amata spegnersi poco a poco.
Iniziò a singhiozzare.
"Ehi, sono io quella che piange, vuoi rubarmi la scena?!" una convulsione stroncò la frase.
"Hai compiuto la tua missione, amore..." 
Michiru sorrise "è la prima volta...che...mi..chiami così.."
Haruka la strinse forte.
Le bagnò il viso di lacrime, non riusciva a fermarsi.
I suoi occhi erano un fiume in piena.
Le duoleva tutto come se la scarica elettrica avesse colpito lei.
"Dove vai tu vengo io..." le sussurrò all'orecchio con la poca calma che l'era rimasta in corpo.
Michiru allungò la mano, riuscì a farle una carezza delicata sul viso.
Poi chiuse gli occhi.
Per sempre.
 
Haruka si sentì trafitta da mille lame.
Pensò che di li a poco il suo cuore avrebbe smesso di battere come quello della sua amata Michiru.
Desiderava ardentemente che succedesse.
Non poteva esserci un mondo senza di lei.
Non la lasciò andare, continuò a tenerla stretta a se, come se quel gesto potesse tenerla attaccata alla vita.
Sperava di essere la sua ancora in qualche modo.
Sprofondò il viso nella sua chioma ancora bagnata, quando con la coda dell'occhio scorse una luce uscire dal suo petto.
Un bagliore si librò nell'aria, davanti ai suoi occhi.
"Un talismano!" 
La voce spezzata dal dolore.
Continuò a fissare quel piccolo oggetto prezioso.
"Cercava il tuo, non si riferiva al mio..."
 
All'improvviso una figura familiare, si materializzò davanti a lei.
"Setsuna!"
La donna abbassò lo sguardo.
"Oh mia cara..." un profondo dispiacere si poteva udire nella sua voce e nella smorfia che si dipinse sul suo volto.
Si chinò e accarezzò il capo ad Haruka.
"E' stata una grande guerriera, ha compiuto la sua missione con onore. Ha mantenuto la sua parola, ha dato tutto per la persona che amava e che voleva difendere. Ha donato la propria vita per salvare la tua..."
Quel discorso le ricordò le parole di Michiru quando le spiegò chi poteva possedere uno dei tre talismani.
Ma a lei dei discorsi non le importava nulla in quel momento.
La sua ragione di vita era scomparsa, lasciandole dentro una voragine.
 
 
 
note dell'autrice:
 
Solo due parole: NON ODIATEMI!
Oltre alla tragedia, in questo capitolo avete capito a cosa si riferiva in Prisoner Of Love Setsuna, quando in macchina insinuò qualcosa parlando con Michiru.
Lei aveva già visto negli eventi futuri che Michiru si sarebbe sacrificata, avrebbe donato la sua vita per l'amata. Abbiate pietà! non ho mai scritto una scena di combattimento in vita mia, questa è la prima, spero sia per lo meno passabile! aspetto le vostre opinioni!
Inoltre Sailor Pluto è poco presente soprattutto nella serie (il manga non l'ho letto). E si sa poco di lei, quindi non so se la mia descrizione sia qui che nei prossimi capitoli rispecchierà l'originale. Da quel che ho letto in giro è premurosa e gentile ma riesce ad essere calcolatrice e distaccata anche nelle situazioni più critiche.
Spero possa piacervi come apparirà qui. ^-^
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La richiesta ***


 
 
 
 
La furia di un ciclone attraversò Haruka.
Una rabbia bruciante e incontrollata prese possesso di lei, la sentiva scorrere nelle vene.
Il suo sangue ribolliva.
Non poteva fermarsi.
Avrebbe distrutto qualsiasi cosa si fosse trovata sulla sua strada in quel momento.
Puntò il suo sguardo su Setsuna e le si scagliò contro urlando.
Un grido di dolore, di rabbia, di risentimento.
"E' COLPA TUAA!"
Sailor Pluto schivò per pochi centimetri il pugno della ragazza.
"Sei ancora molto veloce!" osservò.
"Non cambiare argomento! Tu sapevi tutto e non l'hai fermata!"
"Posso vedere gli eventi futuri ma non posso impedirli!"
Haruka riuscì a colpirla.
"Bugiarda! non vuoi è diverso!"
Le mani tremanti erano chiuse in due pugni.
Strinse gli occhi come per concentrarsi, come se quel gesto potesse aiutarla a far scomparire quella rabbia intensa che la stava controllando.
Le sue gambe crollarono.
O forse era lei che stava cedendo.
Era come se la sua anima e il suo cuore si fossero frantumati in piccoli pezzi, troppo microscopici da ricomporre.
Il dolore che provava per quella perdita era troppo forte da sopportare.
Tornò accanto a Michiru.
Era pallida e fredda.
Il colorito roseo delle guance era svanito, ma la sua bellezza non l'aveva certo abbandonata.
Sembrava dormire serena.
"Ti senti meglio?" domandò Setsuna, massaggiandosi la masciella dolorante.
"Uno schifo"
La donna avvicinò le mani al cristallo e lo chiuse tra i suoi palmi.
"Di questo me ne occupo io."
Haruka avrebbe voluto impedirle di prenderlo.
Era come se qualcun altro le portasse via un pezzo di Michiru.
Stava per gridarle contro di non toccare il suo cuore e aveva una voglia sfrenata di colpirla di nuovo, quando un'idea folle e malsana attraversò come un lampo la sua mente.
"Setsuna devi fare una cosa per me."
La voce era risoluta, non ammetteva repliche.
Non era un favore quello che stava chiedendo, bensì un'ordine da eseguire alla lettera.
"Sai che non posso modificare gli eventi, non mi è concesso".
"Non ti sto chiedendo nulla di tutto questo"
La donna trattenne il respiro, aveva paura di sentire la richiesta che poteva uscire dalle labbra della ragazza che si trovava davanti.
"Ti sto semplicemente chiedendo...di aprirmi le porte della morte".
Setsuna era come pietrificata. Non riusciva nemmeno a muovere i muscoli del viso.
"Tu...vuoi andartela a riprendere!" deglutii rumorosamente, quando il silenzio di Haruka le fece capire che la sua deduzione era giusta.
Si mise a camminare nervosamente da una parte all'altra della stanza.
"Puoi smetterla per favore?! mi innervosisci!" sbottò Haruka.
"Quella nervosa sono io! Se qualcosa andasse storto il sacrificio di Michiru sarebbe stato vano te ne rendi conto?!" il tono di voce era alto e fermo, somigliava a quello di un generale.
 
Dei piccoli passi spezzarono l'atmosfera che si era venuta a creare.
Haru trotterellante si diresse verso le sue padrone.
"Piccolino, stai bene!" la voce di Haruka era dolce, sembrava aver ripreso il controllo per un istante.
"Sei un bravo cagnolino! vai forte quando ringhi!" sorrise.
Il cucciolo le leccò la mano avido di coccole e si sdraiò accanto al fianco di Michiru, sul pavimento, iniziando a mugulare.
Haruka pensò a quella mattina. 
Alla risata limpida di Michiru mentre correva in riva al mare seguendo Haru.
Una stretta al cuore le provocò uno spasmo di dolore.
"Non preoccuparti piccolo, ti riporterò la tua padrona! Noi non possiamo star senza di lei no?!"
Il cane rizzò le orecchie, sembrava aver capito quello che Haruka gli stava dicendo, la leccò ancora una volta in segno di riconoscenza.
 
"Anche se io mi opponessi, tu non ti fermeresti vero?"
Setsuna interruppe la conversazione della ragazza con il cane.
"Ti sembro una che non farebbe qualunque cosa per la persona che ama?! in più sono stata egoista già una volta e ho fatto una scelta che l'ha messa in pericolo, perciò è il minimo che posso fare.."
Era stata una domanda stupida, la donna se ne rendeva conto, ma era una scelta estrema la richiesta che l'era stata fatta.
"Voi siete così unite, così sprezzanti del pericolo quando si tratta della salvezza dell'altra, che non capisco come mai non siate un'unica persona..." gli angoli della bocca di Setsuna si tirarono in un sorriso.
Lo sguardo era pieno di comprensione, di ammirazione ma anche di preoccupazione.
Sospirò rumorosamente.
"Mi aiuterai?" incalzò Haruka.
Ormai non aveva più nulla da perdere.
"D'accordo"
"Bene, ho bisogno di riprendermi i miei poteri!" 
"Non ti serviranno, saranno completamente inutili al cospetto della morte, tu stai andando nella sua dimora e sarai un ospite, si gioca secondo le sue regole, non secondo le tue. Non funzionerebbero".
"Come devo fare per riportarla indietro?"
Ad Haruka scoppiava la testa, si sentiva sfinita senza Michiru al suo fianco e non sapeva come comportarsi. Era confusa. Disorientata. Voleva riportarla a casa ma si rendeva conto di non sapere a cosa andava incontro. 
Quali erano le regole del posto in cui era finita la sua amata?
Setsuna si sedette sul divano, con le gambe accavallate.
"E' un tipo bizzaro, alcuni lo descrivono come un giovane affascinante, altri dicono sia una donna dai lunghi capelli rossi, molto eccentrica e incontentabile. Non so sotto quali spoglie si presenterà a te ma di sicuro ci sarà un prezzo da pagare. Non fa nulla per nulla. Oltretutto..."
Riprese fiato.
"Nessun'anima torna indietro se lui non ne riceve una in cambio".
"Quindi basterà che io mi offra al posto di Michiru?"
"Assolutamente no! se tu lo facessi non risolveresti nulla! Riporteresti in vita lei se accettasse la tua proposta, ma non credi che poi Michiru farebbe la stessa cosa per te? sarebbe una catena inutile e senza fine, devi offrire qualcos'altro...qualcosa che lo alletti. Si tratta sempre di affari con la morte, ricordalo"
Haruka era silenziosa. 
La sua mente cercava di macchinare un'idea che potesse funzionare.
Non riusciva a staccare lo sguardo dal corpo inerme e senza calore di Michiru.
"Ci riuscirò, ti salverò Michiru, costi quel che costi".
La prese tra le braccia e la distese sul letto.
Setsuna la seguì in camera "mi occuperò io di lei in tua assenza non temere.."
"Tratta bene la mia principessa" sorrise debolmente Haruka, sistemando a Michiru una ciocca di capelli sulla fronte.
"E occupati anche di Haru, o poi Michiru avrà da ridire quando si sveglierà!"
"Penserò a tutto io! ora però tocca a te, sei pronta?"
Haruka annuì con il capo.
 
"Bene, perchè devi decidere il modo in cui morire!" sorrise Setsuna.
 
 
Note dell'autrice:
 
Miei cari, la vicenda sta assumendo toni molto cupi! (ma dai!! ;P) ecco perchè il tag "Dark" nella Fan Fiction.
Come avrete notato, le mie idee macabre stanno avendo il sopravvento! Ma..Non riversate altro odio su di me! avete visto? Haruka va a riprendersela, su su ottimismo! ;P
Dato che vi ho fatto molto soffrire con il capitolo precedente, vi ho postato subito questo!
Mi son resa conto che questa FF,è un pò una rivisitazione del mito di Orfeo (per chi lo conosce, ma non disperiamo!) spero non vi stanchi essendo un pò più pensante della storia precedente. Io aspetto fiduciosa le vostre opinioni e i vostri scleri! Risponderò sicuramente a tutti stra volentieri come sempre! siete dei grandi!
A presto!!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Destination: Darkness ***




Michiru indossava un lungo abito bianco in pizzo.
I lunghi capelli sciolti le ricadevano sulle spalle dalla carnagione chiara, scoperte dal vestito.
La sua pelle ricordava il candore della luna.
Era seduta su uno scoglio, in mezzo al mare, mentre suonava il suo amato violino.
Una melodia malinconica le faceva ricordare il suo ultimo momento con Haruka.
Non avrebbe cambiato nulla, se avesse avuto l'opportunità di tornare indietro, avrebbe compiuto la sua scelta milioni di volte, purchè lei fosse stata salva.
Ricordava di essere arrivata li, in quel luogo, accompagnata da una ragazza dai lunghi capelli corvini, che si era dileguata velocemente dicendole che aveva qualcuno da accompagnare altrove.
Le uniche istruzioni che aveva ricevuto erano state quelle di immaginare un luogo che lei avrebbe potuto amare, considerando che avrebbe dovuto trascorrerci l'eternità.
Alzò lo sguardo.
Al posto della luna in quel cielo buio scorse una grande sfera ghiacciata.
Era il pianeta urano, l'aveva messo li con la sua fantasia in modo da sentirsi più vicina ad Haruka, come se fosse a vegliare su di lei.
 
 
Pianeta terra.
 
Haruka era rimasta interdetta dalla frase di Setsuna.
"Sii più chiara, pensavo di doverci arrivare viva la!" disse alzando il sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
"Ho detto che devi scegliere il modo in cui morire, non propriamente che saresti morta! Perchè io possa aprirti il portale, essendo un luogo proibito ai vivi, tu devi avvicinarti a un passo dal morire. Così facendo riuscirò ad aprirti i portoni della morte, ma tu laggiù sarai viva e vegeta, qui risulterai come addormentata. Ah una cosa importante...hai ventiquattro ore terrestri per riportarla indietro, avrai un'unica possibilità di trovare la porta che ti aprirò per tornare con Michiru. Un'ora qui equivale a molto più tempo trascorso la, Michiru non avrà più la cognizione del tempo.."
Haruka la interruppe "Se non riuscissi a trovarla e a riportarla indietro entro ventiquattro ore cosa succederà?"
"Rimarrai bloccata in un limbo, non essendo deceduta effettivamente ma trovandoti la, diventerai automaticamente proprietà della morte. In ogni caso non sarai certo in compagnia di Michiru"
"Ti hanno mai detto che non sei brava a rassicurare la gente?" domandò.
"Non c'è nulla di rassicurante in questa storia" Setsuna non riusciva a spezzare la tensione era troppo preoccupata di perdere laggiù anche Haruka, non avrebbe saputo come recuperarla. Non esisteva modo.
"Possiamo andare" disse decisa Haruka.
Setsuna le lanciò uno sguardo interrogativo.
"Andiamo alla torre televisiva della città, ho deciso di farmi un volo da lassù!"
"Così avrai modo di ascoltare il vento in caduta libera!"
"Sei perspicace!"
 
Dopo mezz'ora d' auto le due si trovavano ai piedi della torre televisiva.
Il buio era calato.
Haruka lanciò le chiavi a Setsuna.
"Oh, tratta bene il mio gioiellino, quando torno non ci voglio trovare nemmeno un graffio!"
"Non guido certo come te, non correrà pericoli la tua auto!" 
Haru abbaiò. 
"Sei impaziente che mi suicidi?! guarda te che tipetto! Sei polemico come Michiru, doveva darti il suo di nome altrochè!" Lo guardò divertita.
La situazione era così tragica da risultarle irreale, si sentiva già morta senza Michiru e doveva quasi ammazzarsi per riportarla in vita, non potè fare a meno di ridere.
Setsuna la guardò mentre rideva nervosamente.
"Io devo rimanere qua sotto...sicura di non volerti portare Haru? potrebbe aiutarti a trovarla più velocemente!"
Haruka guardò il cuccioletto che scodinzolava vicino a lei.
"E' troppo piccolo per fare il segugio all'inferno o dove diavolo finirò, non voglio certo rischiare di perdere pure lui, sarà al sicuro con te e farà il super visore, ti controllerà se non ti comporti bene!" terminò la frase facendo l'occhiolino alla donna.
Si chinò per accarezzare il cane "Vado e torno! conto su di te!"
Setsuna si avvicinò ad Haruka "Non deludermi! Ritorna vittoriosa!", allungò una mano dandole una pacca energetica sulla spalla.
"Non si abbandona un compagno, soprattutto se quello in questione è un soldato come Michiru!" Un sorriso le si dipinse in volto, era orgogliosa della sua ragazza.
"Io vado! vedi di non farmi ridurre a una poltiglia!" disse la bionda voltando le spalle a Setsuna e correndo su per le scale di ferro della torre.
Raggiunse la cima in breve tempo.
332,6 metri di altezza. 
Un vento forte e freddo si scagliò addosso ad Haruka scompigliandole i capelli.
"Fortuna non soffro di vertigini..." pensò guardando in basso.
Sailor Pluto era in posizione, pronta con il suo bastone argentato a fare il suo dovere.
Il battito della ragazza accellerò improvvisamente, stava sudando freddo.
Era pronta al salto.
"Devo far finta di tuffarmi da un trampolino, molto, molto alto.."
Deglutii nervosamente.
"Uno.." contò tra se e se Sailor Pluto, guardando sopra di lei.
"Due.." disse sottovoce Haruka, piegando le ginocchia.
"Tre! Coraggio, puoi farcela!" 
Haru abbaiò agitato.
Haruka si lanciò nel vuoto.
Le braccia aperte come fossero un paio di ali.
Gli occhi chiusi,serrati.
Stava immaginando di tuffarsi nel mare di Michiru. Senza paura.
Sembrava stesse volando.
Il vento le fischiava nelle orecchie e lei gli sussurrava quanto desiderava la sua amata.
"Voglio tanto dirti che ti amo, desidero ardentemente vedere la luce del sole nei tuoi capelli e dirti ancora e ancora quanto ci tengo, a volte sento come se il cuore traboccasse...Michiru.."
Setsuna la vide arrivare, doveva essere precisa.
Quando Haruka stava per schiantarsi a pochi centimentri dal suolo, Sailor Pluto, impugnò saldamente il bastone argenteo, disegnando un cerchio sull'asfalto con l'estremità finale dell'oggetto.
Un buco nero si aprì. 
Era la serratura per l'aldilà e il bastone di Sailor Pluto era l'unica chiave che poteva aprire la porta che avrebbe condotto Haruka nella dimensione in cui si trovava Michiru.
La ragazza bionda aprì gli occhi, e continuò la sua caduta all'interno della voragine.
Fu come risucchiata da un vortice buio.
 
"Ha funzionato!"  La donna tirò un sospiro di sollievo.
Scoccò la mezzanotte.
Sailor Pluto richiuse la porta che aveva appena aperto.
"Buona fortuna, Sailor Uranus!"
 

 
Note dell'autrice:
 
Miei cari! Questo capitolo è stato un parto, non avete idea della difficoltà che ho avuto a scriverlo.
Il problema era che avevo ben in mente la scena di Haruka che volava giù dalla torre, ma da descrivere a parole è stato davvero ardua. Non so se rende a pieno l'idea di quel che "vedo" io nella mia testolina malata. Inoltre mi piace particolarmente il capitolo precedente, la scena di rabbia di Haruka mi ha scatenato qualcosa di particolare, vorrei che i capitoli fossero più o meno sullo stesso livello. Ad ogni modo, spero non vi abbia annoiato questo!
Le parole che dice Haruka mentre si butta, sono una parte del testo della canzone "Hello" di Lionel Richie. Stavo scrivendo e la cover di questa canzone, rifatta dagli attori del telefilm Glee, mi ha fatto pensare che tutta la canzone Haruka potrebbe dedicarla a Michiru. Per me è davvero bellissima, per motivi di copyright credo sia meglio che io non l'abbia citata del tutto.
Alla prossima :)

Kat
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Alla ricerca di Michiru ***


 
 
 
Regno della morte.
 
Il gelo attraversò ogni parte del corpo di Michiru che posò il violino.
Una strana senzazione pervase ogni fibra del suo essere.
Spalancò gli occhi dallo sguardo vacuo.
Se avesse avuto respiro, le si sarebbe bloccato all'istante, e il suo cuore se avesse potuto battere nel  petto, avrebbe sobbalzato violentemente nella sua cassa toracica.
Un riflesso le fece portare la mano al petto, anche se non poteva sentire più nulla al suo interno.
"E' forse accaduto qualcosa ad Haruka?"
Un senso d'ansia prese possesso di lei.
Nessuno poteva farle sapere nulla? come funzionava li?
Domande su domande affollavano la sua mente.
Un'ombra buia calò su di lei e sull'angolo di paradiso che si era creata.
Michiru udì un tuono.
Un vento di tempesta portò con se l'odore di terriccio umido e acqua salmastra.
Una figura scura si materializzò davanti a lei.
La ragazza sobbalzò, per un attimo credette che il demone che l'aveva uccisa stesse comparendo di nuovo, pronto a darle il tormento eterno.
Guardò meglio.
Un'uomo giovane, affascinante, alto e dal portamento elegante si avvicinò a lei sorridendo.
Sembrava passeggiare tranquillo con le mani dietro la schiena, come se fosse di casa.
I suoi occhi color ghiaccio scossero Michiru.
"Benvenuta mia cara! Cielo! se avessi saputo prima che l'ultima anima arrivata qui fosse stata così graziosa e talentuosa, sarei accorso prima a porgerle i miei saluti!"
L'uomo baciò la mano curata di Michiru.
"Spero possiate scusarmi per questa mancanza..." continuò inchinandosi.
"Ehm..." 
"Oh, a proposito...mi presento, sono la morte!"
Il sorriso sul volto chiaro come la neve dell'uomo si allargò, mostrando dei canini appuntiti e altrettanto bianchi.
"Come trova il soggiorno qui? E' di suo gradimento?"
Quel sorriso e quell'interessamento inquietarono Michiru che si limitò a un cenno positivo del capo.
"Ho udito la sua melodia, la trovo estremamente sublime, mi dica...si unirebbe alla mia orchestra? Sa non è una richiesta che faccio a tutti..."
"Non fraintenda, sarebbe un'onore ma..."
"MA COSA?!" La morte alzò il tono della voce che rimbombò in tutto l'aldilà.
La mascella sporgente era contrita in un'espressione di disappunto.
"M'innervosico quando le persone rifiutano le mie richieste, mi deve scusare...tendo a perdere un pò il tatto!" la voce tornò pacata e il volto si distese.
"Non per contraddirla ma io suono solo per un'unica persona, lo facevo prima e non ho intenzione di cambiare questa mia abitudine"
"Oh capisco...qualcuno di speciale! mia cara, quel qualcuno prima o poi la dimenticherà e si rifarà una vita!" disse l'uomo, girandole attorno come un'avvoltoio che tiene d'occhio la sua carcassa.
Michiru abbassò lo sguardo.
Haruka l'avrebbe dimenticata prima o poi? Avrebbe trovato un'altra persona da amare?Doveva staccarsi da lei, da ogni ricordo per riposare in pace?
Il silenzio di Michiru era denso di domande a cui non sapeva rispondersi. 
Tutti quei dubbi all'improvviso l'avevano come paralizzata, si sentiva improvvisamente in catene.
"Non volevo ferirla...ci pensi alla mia proposta, un talento così sarebbe sprecato, glielo ripeto!"
"Posso farle una domanda?!"
"Abbiamo l'eternità! nonostante abbia un sacco di lavoro arretrato!"
"Questo è l'inferno?"
La morte rise sguainatamente.
"L'oltretomba è una sola, non esiste inferno ne paradiso, sta a ogniuno di voi creare la propria pace o la propria condanna...ora, se mi vuole scusare, ho qualche anima da mietere! sa personalmente non avrei gettato via la mia esistenza per qualcun altro ma non nego di esserne felice, una ragazza bella come lei è un piacere averla qui".
Michiru rabbrividì.
"Un altro incontro così e ci rimango secca una secoda volta!" pensò.
"Arrivederci..."
La morte si fece di nebbia.
 
 
La caduta nel buio sembrava non finire più ad Haruka, quando si ritrovò sdraiata sulla schiena su un selciato polveroso.
Un uomo anziano e distinto che indossava una divisa da maggiordomo la fissò dall'altro, dietro ad un paio di occhialini da vista.
"Un ospite imprevisto!"
La mano ricoperta da un guanto bianco si tese per aiutarla ad alzarsi.
"Ahia, Ahi! che botta! faccio da me grazie!" disse Haruka alzandosi goffamente, mentre si massaggiava la schiena.
Si tolse la polvere dai pantaloni sbuffando,  poi dandosi un'occhiata veloce rimase sorpresa nel vedere che era ancora tutta intera.
"Lo schianto è andato bene tutto sommato!"
L'uomo la fissò in silenzio.
"Piombano tutti così qui?" chiese Haruka.
"No, in effetti arrivano con più grazia solitamente! e soprattutto...aldilà del portone!"
Solo in quel momento la ragazza notò davanti a se un'imponente portone in pietra.
"Annuncierò il suo arrivo..."
"No, no, NO!" lo interruppe Haruka agitando le mani in aria freneticamente.
"Caro signore, faccio da me!"
"Ma, sua signoria la morte..." 
La ragazza non lo fece finire "Ho detto di no, grazie! non ho tempo da perdere, devo trovare una persona e il suo padrone o padrona, quel che è...non mi attende e..."
"Prego, si accomodi, faccia come crede, tanto se ne accorgerà...una persona così rumorosa e con poca delicatezzi, non passerà di certo inosservata!"
"Mi sta dando della grezza?! ma che tipo!"
Haruka si lasciò alle spalle il vecchio, irritata, e spinse il pesante portone.
L'oscurità che ne uscì era più buia della notte. Dava il senso del vuoto.
Un passo dopo l'altro varcò la soglia di quel luogo.
Il portone si chiuse dietro di lei echeggiando.
Un suono di tamburi, seguito da trombe, corni e clarinetti si alzò nell'aria investendo il suo udito.
Una marcia.
Una banda vestita a lutto si schierò davanti a lei cominciando a suonare.
"Oddio, ci mancava il comitato di benvenuto! Sailor Pluto non scherzava quando diceva che la morte è eccentrica!"
Haurka seguì la banda, non aveva idea della direzione da prendere.
Avanzò nel buio fino a quando non si trovò a costeggiare un fiume.
L'acqua nera era cosparsa di fiori di loto ed era illuminata da delle piccole lanterne galleggianti.
Alzò lo sguardo e notò una gondola attraccata poco più avanti, su cui era seduta una ragazza mora.
Haruka le si avvicinò timorosa.
"Uhm..." si schiarì la voce.
La ragazza si voltò.
Il suo viso era pallido e i suoi grandi occhi lanciavono dei piccoli lampi viola.
"Stai cercando qualcuno, non sei certo di queste parti!" 
"Si, cerco una ragazza...la riconosceresti sicuramente!"
"Vedo tanta gente, non ricordo tutti..."
"Oh no ti assicuro che è una che non si dimentica!" insistette.
"Per questo sei venuto fin qui, non riesci a dimenticarla!"
L'aveva scambiata per un ragazzo, certe abitudini non cambiavano nemmeno nell'aldilà.
"Sono qui per riprenderla, mi è stata strappata!"
"Beh a tutti prima o poi viene tolto qualcuno..."
"Senti..." Haruka stava perdendo la calma, quel tono pacato e indifferente le urtava terribilmente i nervi "Nessuno può togliermela! ne tu, ne la morte, ne nessun altro! Lei mi appartiene ed io appartengo a lei! non pretendo che tu capisca...è bellissima, è aggraziata, mi ha salvato la vita più di una volta, ha con se la brezza e la potenza del mare, è un eccellente violinista e sono sicura...che se l'hai vista, sai benissimo di chi sto parlando!"
"Ma certo...la musicista!"
Gli occhi di Haruka s'illuminarono di speranza.
"Posso portarti dall'altra parte della riva, poi dovrai proseguire tu, io devo traghettare delle altre anime, non posso sospendere il mio lavoro!"
"Ti ringrazio" Haruka inchinò il capo in segno di riconoscenza.
Salì sulla gondola.
"Te l'avevo detto che è una che non si dimentica!" sorrise pensando a Michiru.
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Eccomi di nuovo qui con il nuovo capitolo! Nonostante sappia bene come proseguire la storia mi sta risultando molto difficile scriverla. Cerco di impegnarmi più che posso perché vi possa piacere!
Per la prima volta ho descritto un pò la morte, non sapendomi decidere se è uomo o donna ho scelto di farle cambiare aspetto a suo piacimento! A Michiru si mostra come in questo capitolo, vedrò nel corso della storia se mantenerla così. Di sicuro è un pò folle come personaggio! XD Per la banda ho preso spunto dal video di The Black Parade dei My Chemical Romance, gruppo che mi piace molto.
Grazie a tutti. Amo le vostre recensioni e mi fa tanto piacere che vi stia piacendo la storia!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** I talismani ***


Pianeta terra.
 
La notte era calata.
Il cielo era cosparso di piccole stelle. 
Il canto delle cicale e la quiete del giardino della villa di Michiru era interrotto dall'abbaiare insistente di Haru, che girava su stesso.
"Ti prego smettila di abbaiare che hai?"
Il cucciolo la guardò fissa, scodinzolò e decise di attaccarsi alle sue scarpe rosse laccate, nuove.
"NO NO! le scapre nuove no! non rosicchiarle! ti prego! ti prego!!"
Il cane si lamentò con un sonoro mugolio, venendo allontanato dal suo nuovo gioco.
"Non sei solo dispettoso, forse hai fame vero?"
Setsuna prese una ciotola e la riempì con il cibo per cani che aveva trovato frugando tra i cassetti dei mobili. 
Porse il pasto ad Haru, che tutto felice si mise a mangiare dandole un momento di tregua.
"Un pesciolino rosso sarebbe stato meno impegnativo!" 
Si sedette sul divano guardando la sala.
Aveva provato a riordinare il più possibile, così al loro ritorno, Haruka e Michiru, avrebbero avuto un momento di tregua senza dover pensare anche ai mobili distrutti.
"Farai in tempo Haruka?" si domandò fissando un orologio appeso al muro.
Il tichettio delle lancette la rendeva nervosa, era li a ricordarle lo scorrere delle ore, e non sapere nulla delle due sue amiche non la faceva stare tranquilla.In più non era abituata ai rumori.
Solo il pensiero di poterle perdere entrambe le dava alla testa. Se fosse accaduto, una follia omicida avrebbe avuto il sopravvento su di lei, portandola ad infrangere le regole e i tabù che rispettava in maniera ligia da secoli.
Non le sarebbe più importato di nulla.
Lei non era di per sè una persona gelida. Poteva apparire una menefreghista a prima vista. Aveva sempre molto autocontrollo e poteva risultare una persona fredda, con una corazza impenetrabile, ma quel carattere era stato forgiato dal destino che le aveva imposto una vita poco sociale, lontana da tutto e da tutti.
Solitamente, infatti, se ne stava in solitudine, in una dimensione fuori dal tempo, che faceva capo a tutte le porte dimensionali e i viaggiatori non erano certo numerosi.
Provò a concentrarsi appoggiando la testa ad un cuscino.
Non vedeva nulla.
Solo nebbia.
Probabilmente Haruka non aveva ancora fatto una mossa che potesse risultare decisiva per il futuro.
Setsuna sbuffò irrequieta.
Provò a meditare per ritrovare un pò di pace interiore. Niente da fare.
Haru era alle prese con un nuovo gioco, che sembrava andargli particolarmente a genio.
La donna guardò meglio.
L'oggetto del divertimento del cucciolo era il suo bastone.
In particolare l'estremità superiore.
Un dubbio che non aveva ancora sfiorato la sua mente s'insinuò prepotente in lei.
"Che uno dei tre talismani sia..."
Fece materializzare i due cristalli, appartenenti ad Haruka e Michiru, che stava facendo viaggiare da una dimensione all'altra.
Impugnò decisa il suo bastone verso le due piccole fonti di luce.
Setsuna rimase senza fiato nel vedere la pietra rossa, che da lungo tempo era sempre stata sul suo scettro, illuminarsi, richiamando dai due cristalli altri due preziosi oggetti.
Uno specchio e una spada.
"I talismani del cuore!"
Era impietrita per la scoperta. 
Per tutto quel tempo i misteriosi oggetti, tanto agoniati, erano stati nelle loro mani e solo ora se n'era resa conto.
Sailor Pluto li recuperò e si occupò di metterli al sicuro per poi consegnarli alle due ragazze, legittime proprietarie.
La donna si diresse in camera da letto.
I corpi di Michiru e Haruka erano distesi uno accanto all'altro.
Sembravano addormentate.
"Vi sarete già incontrate?" sperava con tutto il cuore che le due fossero una tra le braccia dell'altra.
Haru la raggiunse andandosi a sdraiare ai piedi delle due ragazze.
"Direi che i due cristalli possono tornare nei vostri cuori puri! Abbiamo trovato quello che ci serviva!" disse poi sorridente.
Fece per prendere quello di Michiru per riporlo nel suo petto.
Ma la piccola luce le sfuggì dalle mani.
Setsuna presa alla sprovvista si mise a rincorrerla per casa.
"Ehi! Ehi! dove stai andando!! devi tornare dalla tua proprietaria!"
Si lanciò in avanti, ma le sfuggì nuovamente.
"Anche questo era fuori ogni previsione!" 
Si arrotolò con un gesto veloce le maniche fino a farle arrivare alle spalle.
Doveva recuperarlo.
Saltò da una parte all'altra della casa e inciampò nei propri passi più volte in quella corsa sfrenata.
Quando ormai era senza fiato si fermò. 
Fissò il cristallo di Haruka che si trovava fermo su di lei, stava per prenderlo tra le mani, quando quello di Michiru le passò tra le dita andando a fondersi sotto ai suoi occhi con l'altro.
Qualcosa che non era mai successo prima d'ora, stava accadendo sotto al suo naso lasciandola incredula.
Nettuno e Urano si stavano unendo tra di loro.
Una luce calda accecò Setsuna.
Un'onda di energia la colpì, facendola cadere a terra.
Sentì la voce del vento, poi quella del mare seguite da un'altro suono particolare.
Inconfondibile.
Un pianto.
La bocca di Setsuna rimase socchiusa per lo shock.
 
"Questa sarà proprio una sorpresa!"
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Miei adorati/e! Innanzi tutto vi ringrazio per tutte le vostre belle recensioni, questa storia per ora ne ha ricevute 27 e se continuerà di questo passo, penso che supererà le 45 della prima! Non avete idea di quanto mi faccia piacere! Ero partita molto titubante, non sapevo quanto potesse prendervi e invece ho ricevuto solo riscontri positivi! vi adoro! Ecco perchè vi posto subito un altro capitolino!Quanto è stato difficile scriverlo!  Sailor Pluto non è assolutamente un personaggio semplice da descrivere per me. Forse proprio per il fatto che si sa poco su di lei!
Chissà se qualcuno capirà quello che è successo alla fine di questo capitolo! Immedesimatevi nella mia follia e ditemi la vostra se vi va! ^-^

p.s. Dato che molte persone mi scrivono qui delle mail private,(cosa graditissima, non preoccupatevi!) ho deciso di fare un blog per chi volesse tenersi aggiornato sulle FF e i capitoli. O per chi volesse far semplicemente due chiacchere con me ;) Lo trovate nella mia pagina su EFP che ho appena modificato.
A presto!
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La competizione ***




Haruka arrivò alla sponda opposta del fiume.
Una fitta nebbia aleggiava nell'aria di quel posto.
La traghettatrice si mise il cappuccio del suo mantello sul capo e fermò la gondola.
Haruka scese dall'imbarcazione. Davanti a lei si stagliavano tre cancelli in ferro battutto.
"Devi attraversare quello di mezzo" 
"Dove portano gli altri due?"
"Quello di sinistra, è quello dietro il quale finiscono le anime corrotte. Un brutto posto. L'altro, a destra è per tutte le altre".
"E quello centrale?" la curiosità faceva diventare la bionda quasi loquace.
"E' per le persone che muoiono per qualcun altro, che non risultano nella lista delle anime da mietere, arrivano qui inaspettatamente. Sono quelle che la morte visita più spesso. E' affascinata da loro. Molte poi, hanno talenti particolari e alcune vengono scelte per arrichire la sua corte."
Ad Haruka quella storia non piaceva per nulla. 
Michiru era speciale sotto tanti aspetti.
Doveva sperare che la morte non fosse così capricciosa da volerla per se, o chissà cosa avrebbe dovuto offrirle per la sua liberazione.
La mora aprì il cancello con un grosso mazzo di chiavi.
"Non sarà molto contenta quando lo verrà a sapere. Spero tu abbia qualcosa di molto prezioso da donare alla mia signora."
La gondola svanì nelle nebbie.
"Simpatica..." boffonchiò Haruka entrando.
Una foresta di alberi bianchi e spogli si estendeva davanti a lei.
Sembrava infinita.
S'incamminò a passo svelto.
Il terreno era ripido.
Guardò in alto, tra i rami morti delle piante e scorse in lontananza una palla ghiacciata.
"Urano!" gli occhi le si riempirono di lacrime.
La nostalgia per il suo pianeta e per Michiru si agitò dentro di lei scombussolandola tutta.
Una figura nera si mosse veloce tra gli alberi attirando la sua attenzione e facendole distogliere lo sguardo dal cielo.
Udì un sibilo.
"Chi sei?!"
"Dovrei farti io questa domanda..."
Un ragazzo biondo e pallido si presentò davanti a lei con una falce tra le mani.
Solo dopo averlo squadrato per bene si accorse di un paio di ali nere.
"Sei la morte?" chiese Haruka.
Un cenno negativo del capo "Pensi che sia lei a sporcarsi le mani?" s'interruppe ridendo.
Quella risata non aveva nulla di umano. Era gelida come quel posto, non conteneva alcun calore. Alle sue orecchie quel suono era quasi fastidioso, lei era abituata a sentire la risata allegra e cristallina di Michiru, che era capace di riscaldarle il cuore.
"Sono uno dei suoi angeli, un suo soldato...ah e non puoi proseguire oltre!"
Il sangue di Haruka ribollì.
I personaggi di quel posto erano insopportabili con la loro freddezza e il loro ostentare superiorità.
"Senti bello...ho una certa fretta!"
"Così pare! gli altri ti avranno anche fatto la gentilezza di arrivare fino a qui, io però sono totalmente privo di sentimenti per tua sfortuna e non posso farti continuare questo viaggio, non dovresti essere qui, dall'odore mi pare che tu sia viva!"
Haruka si portò una mano alla fronte, era poco paziente, soprattutto se doveva salvare Michiru.
"Uno, non fare la faccia schifata, perchè se qualcuno puzza non sono certo io, ma la senti quest'aria?! Forse oltre la mancanza di sentimenti hai problemi anche con l'olfatto! Due...non mi fermerai certo tu!"
L'angelo nero sembrò divertito dalla determinazione di Haruka, vedeva in lei una sfida.
"Facciamo un patto...ti faccio passare se riuscirai a battermi, altrimenti...la mia bella falce si prenderà la tua anima, ci stai?"
"Non mi tiro mai indietro da una competizione, a cosa dovrei batterti?"
"L'onore di decidere a te!"
Haruka non ci dovette pensare molto, eccelleva in una cosa.
Lo sport.
Non aveva a disposizione ne moto ne auto, ma le sue gambe erano pronte a scattare.
"Scelgo una gara di velocità!"
L'altro sbattè le ali.
La falce svanì in una nube di fumo scuro.
"Perfetto!" 
"Non si bara! niente ali! vediamo chi arriva prima al pianeta che vedi lassù!"
Sarebbe arrivata alla sua amata prima di lui, Urano era anche nell'oltretomba per proteggerla e donarle la forza di far qualsiasi cosa. Non avrebbe fallito.
" Vincerò per te, Michiru, lo farò ad ogni costo!"
 
Haruka prese un respiro profondo.
Si mise in posizione.
"Quando vuoi..." sorrise diabolicamente la creatura.
"Pronti, partenza...via!"
I piedi di Haruka scattarono in avanti, le braccia piegate tagliavano l'aria muovendosi avanti e indietro.
Quel posto era tutto in salita, era una vera e propria montagna da scalare.
L'angelo le passò di fianco, le ali chiuse emettevano il sibilo che aveva sentito poco prima.
Correva al suo fianco, alla stessa velocità.
La ragazza mantenne la calma e la concentrazione.
Doveva farcela, non poteva permettersi di perdere, non era mai arrivata seconda a una gara in vita sua, non si sarebbe fatta battere da un morto, o quel che era.
Il ragazzo la sorpassò.
Haruka strinse i denti, abbassò la testa, chiuse gli occhi e proseguì dritta per la sua strada.
Le sue ginocchia erano forti, i muscoli delle gambe erano messi a dura prova.
Cercò tutta la forza che aveva in lei.
Si spinse al limite. 
Riaprì gli occhi, riusciva a vederlo davanti a lei, nella veste nera svolazzante.
Correva veloce.
Passò lo sguardo più lontano e la vide.
Michiru era poco più avanti a loro, seduta con la testa bassa.
Non riusciva a vederla in viso, ma quella massa di capelli morbidi e ondulati l'avrebbe riconosciuta ovunque.
500 metri a lei.
Aumentò la velocità.
300 mertri "Forza tieni duro!"
Delle piccole goccie di sudore le perlarono la fronte. 
100 metri. L'ultimo scatto che richiese al suo fisico. 
Affiancò l'angelo guardandolo in viso, il suo sorriso maligno si tramutò in una smorfia, gli angoli della bocca si storsero verso il basso.
Haruka non riuscì a trattenersi, tirò fuori la lingua dalle labbra e lo schernì con una linguaccia superandolo definitivamente.
 
"Game over!" Alzò le braccia verso l'alto in segno di vittoria.
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Rieccomi qui! allora, vi siete stancati di avermi tra i piedi?!  Se provate a dire di si, faccio morire per davvero anche Haruka eh!?! ;P No scherzo!
Pensavo non sarei riuscita più a scrivere una riga e invece vi confesso che mi son divertita a scrivere la fine di questo capitolo! E' inutile, ho una passione sfrenata per Haruka strafottente! Poi penso ci voglia per alleggerire un pò questo viaggio, che non è di sicuro una vacanza!
Ho visto che alcuni mi sono venuti a trovare sul blog, è bellissimo che siate interessati! E' un piacere stare in vostra compagnia!
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** L'incontro ***


 
 
L'angelo nero vergognandosi della sua sconfitta non proferì parola.
Tornò semplicemente indietro, lascinadosi alle spalle una scia di piume corvine.
 
"Mi-chi-ru!" la visione della sua amata davanti a lei le provocò il batticuore.
La voce era spezzata dall'emozione e dal fiatone.
Un sorriso nacque sul suo volto stanco e le ginocchia cedettero sotto il suo peso, facendola cadere a terra.
Michiru alzò il capo.
La voce che aveva appena udito l'avrebbe riconosciuta ovunque. Tra miliardi di persone, dopo milioni di anni. Avrebbe sentito la voce di Haruka anche se si fosse trovata dall'altra parte del mondo. Per un attimo si sentì di nuovo viva.
"HARUKA!" gridò.
Era spaventata, le balenò subito l'idea che Haruka fosse morta.
"Cosa ci fai qui?!" Michiru la strinse in un abbraccio.
"Calmati, sto bene...ora sto bene!"
Il marmo freddo sembrava aver sostituito la pelle vellutata di Michiru.
La bionda rispose all'abbraccio, dopotutto era sempre lei, solamente un pò diversa.
"Sono venuta per riportarti a casa!"
Michiru sentiì il suo calore e si tranquillizzò nel capire che era viva.
"Non sai proprio starci fuori dai guai eh?!" le domandò con un filo di voce.
"Dove vai tu vengo anche io...te l'avevo detto no?! dovresti prestarmi più attenzione!"
Haruka la guardò negli occhi.
La profondità del mare non era la stessa. Il suo sguardo era velato, come se guardasse altrove, le mancava vedere i suoi occhi profondi e brillanti.
Le mancava sentire il suo fiato profumato e caldo.
Voleva rivedere al più presto il rosa sulle sue labbra e sulle sue gote, e risentire il calore del suo corpo.
Urano su di loro sembrava una luna piena.
 
Haruka si perse nel ricordo della prima notte trascorsa a casa di Michiru dopo il suo trasloco.
Erano nel loro giardino pieno di fiori appena sbocciati, illuminato solo da delle piccole candele colorate e si misero a ballare un valzer senza musica sotto la luna.
Le note di quella melodia silenziosa per lei erano la risata di Michiru, accompagnata dal vento e da un'orchestra di grilli canterini che spezzavano la quiete notturna.
 
"Balliamo!" disse improvvisamente Haruka, alzandosi e facendo un inchino a Michiru.
"A cosa devo l'onore di questo ballo?" domandò l'altra divertita.
"Al tuo ritorno in vita!"
Michiru era in sintonia con lei, chiuse gli occhi e il paesaggio attorno a loro cambiò.
Era come ritrovarsi a quella sera, nel loro grande giardino.
"Sei diventata una brava illusionista!" commentò Haruka guardandosi attorno "Sta volta allora...aggiungi un'orchestra vera!"
"Come desidera!"
Un valzer allegro partì in sottofondo, facendo per pochi minuti dell'oltretomba un luogo spensierato.
Michiru volteggiava leggera e con grazia, guidata da Haruka che le faceva da cavaliere.
Sembravano il principe e la principessa di una fiaba, ma ben presto dovettero tornare alla realtà.
Il valzer s'interruppe bruscamente.
Una scossa fece tremare la terra sotto i loro piedi.
L'illusione di Michiru svanì.
Rimase aggrappata ad Haruka mentre sentiva di nuovo il gelo impossessarsi di lei e di tutto quello che la circondava.
"Che succede?" domandò nervosa la bionda.
"Sta arrivando..."
Una voce rimbombò seguita da un tuono.
"C'E' UN ESTRANEO IN CASA MIA!"
"Ops, credo che la morte mi abbia scoperta!"
Un vortice polveroso fece apparire l'uomo che aveva fatto visita a Michiru poco tempo prima.
"Ma bene abbiamo ospiti!" lo sguardo ghiacciato si posò su Haruka che stringeva la sua ragazza.
"Non importavano gli effetti speciali!" commentò fissandolo mentre si avvicinava a loro.
Il suo fiato era diventato una nuvoletta di vapore, a causa dall'improvviso freddo.
"Qualcuno con il senso dell'umorismo vedo! Potresti essere un pò più cordiale, il padrone non sei certo tu qui! Forse mi tratteresti con più rispetto se fossi così!" 
La morte con uno schiocco di dita cambiò aspetto.
Era diventata una donna alta e snella dai lunghi capelli rossi e la pelle candida.
Fece una giravolta su se stessa per farsi notare meglio, come una modella in passerella che deve valorizzare il capo d'abbigliamento che sfoggia.
Il rossetto rosso cremisi che le colorava le labbra, faceva contrasto con i canini appuntiti che scoprì sorridendo " Ora sarai più gentile? " domandò con voce suadente.
Haruka fissò la figura che aveva davanti da capo a piedi "La morte è un pagliaccio trasformista! Questa non me l'aspettavo!"
"Hai fegato ragazzo! Mi parli così, pur sapendo che prima o poi avrai a che fare con me! Hai coraggio da vendere!"
Era stata scambiata ancora una volta per un maschio, questo giocava a suo favore, in quel momento ebbe l'illuminazione di cosa offrire al posto di Michiru.
"Mia cara, hai perso la tua bella voce?" domandò poi rivolgendosi a Michiru che si era fatta piccola piccola.
"No." 
"E' dunque il ragazzo per cui suoni...interessante!! Beh, se non vuoi suonare per me ho pensato a qualcos'altro..."
Haruka sbuffò rumorosamente stava per interrompere la conversazione, quando la morte riprese a parlare "Ti farò la mia proposta in sua presenza, sarà ancora più d'effetto così!"
Si applaudì da sola, era divertita dalle sue stesse parole.
Cambiò aspetto ancora una volta, tornando ad essere l'uomo dai lunghi capelli neri, legati in una coda, che indossava un completo elegante, rigorosamente nero.
"Anzi che una violinista, avrei un ruolo più di spicco per te mia cara, una bellezza del tuo calibro sarebbe sprecata solo a suonare, potresti divenire la mia sposa!"
Se fosse stata viva Michiru sarebbe sicuramente svenuta a quelle parole.
Si limitò a soffocare un imprecazione e a sobbalzare in maniera composta, intrecciando le dita gelide con più forza a quelle di Haruka.
 
Haruka era giunta al limite. 
Se era mai stata in possesso di una buona dose di pazienza, in quel momento era certa che l'aveva esaurita una volta per tutte.
"Questo è troppo!" sembrò ringhiare.
Rabbia e gelosia stavano creando una miscela esplosiva, facendo di lei una bomba ad orologeria.
La morte respirò l'elettricità che si stava venendo a creare nell'aria e sogghignò.
"Apri bene le orecchie, Michiru verrà via con me!"
"Ne sei certo?"
"Ho una proposta che credo non potrai rifiutare!"
"Un giovane intrepido e di bell'aspetto,che cosa eccitante!"
Michiru posò lo sguardo su Haruka, in quel momento la sua mente era illegibile per lei. 
Cosa aveva in mente? L'avrebbero fatta franca?
Si rese solo conto di una cosa, non riusciva a reagire, era come persa in quel posto.
 
"Andiamo a parlare di affari!" Esclamò la morte, sfregandosi impaziente le mani.

 
 
Note dell'autrice:
 
Carissimi lettori, riesco ad aggiornare abbastanza velocemente perchè mi ero messa avanti. In più la prossima settimana, dovrei mettermi a studiare seriamente per il prossimo esame, in quello scorso mi avete portato fortuna. Perciò dato che ormai siamo verso la fine non voglio farvi attendere troppo! Non è giusto lasciarvi in preda all'ansia troppo a lungo u__u  Sono una persona poi buona no?! ;P Mi scuso per eventuali errori ortografici, come qualcuno sa ho il wordpad per scrivere e non mi segnala gli erroracci, è già tanto che scriva -.-"
Colgo l'occasione per avvisare chi segue il blog, ed è interessato, che ho postato le novità sulla Crossover che scriverò nella sezione delle Fan Ficition. E ringrazio perchè sta salendo in classifica ^-^
Un abbraccio a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Il Contratto ***


 
 
 
 
La morte si girò di spalle, schioccò le dita teletrasportando tutti in un elegante ufficio.
Haruka si guardò attentamente, sembrava un uomo d'affari. 
Quell' individuo che lei riterneva un prestigiatore psicopatico, le aveva fatto indossare un completo grigio scuro con tanto di valigetta ventiquattrore alla mano in pelle nera.
"Erano necessarie giacca e cravatta?!" domandò sbuffando.
"Le cose si fanno fatte bene!" si limitò a rispondere la morte sedendosi su una comoda poltrona dietro la scrivania.
Michiru si accomodò sulla sedia accanto ad Haruka, cercando di tirare alle ginocchia la gonna troppo corta che si era ritrovata addosso "Non ti lamentare! guarda qui sembro una spogliarellista!" disse sottovoce all'orecchio della bionda, che cercò di soffocare malamente una risata.
"Desiderate un caffè?"
"No, desidereremmo solo andarcene!" 
"Ok, tre caffè allora!"
La morte prese in mano la cornetta del centralino che si trovava sulla scrivania lucida alla quale era seduta "Miyuki! tre caffè svelta!"
Haruka sospirò alzando gli occhi al cielo.
Si sentiva esausta.
Michiru riusciva solo a mordicchiarsi nervosamente il labbro inferiore.
La tensione non le permetteva nessun movimento troppo complesso, anche solo per muovere un braccio era necessaria una buona dose si sangue freddo, di cui in quel momento non disponeva.
Una donna in taileur, con i capelli tirati in un concio sulla nuca, varcò la porta con un vassoio tra le mani "Ecco i caffè!"
"Non mi vanno più! ci hai messo troppo mi è passata la voglia! Miyuki devi essere più svelta!"
"Si, vostra signoria!"
"Novità?"
"No, vostra signoria!"
"Bene, sparisci che ora devo lavorare!"
"Si, subito! Come desidera!"
La donna si ritirò veloce e in silenzio.
"MIYUKIIII!" la voce tuonò venti secondi dopo, facendo vibrare il vetro nella stanza.
Dei passi concitati e un rumore di tacchi si avvicinò nuovamente.
Miyuki con il fiatone riapparì al cospetto del suo padrone.
"Mi dica!"
"Voglio un sigaro!"
"Si! subito! desidera un sigaro cubano, toscano..."
"No! No! anzì niente sigaro, voglio una sigaretta!"
Haruka battè i pugni sul tavolo "Quando avrà finito di torturare la sua povera segretaria? non ho tempo da perdere!"
"Miyuki, SPARISCI!"
"Mia cara..." incominciò rivolgendosi a Michiru "Il suo uomo è veramente insistente, una persona delicata come lei pensavo avesse gusti differenti..."
"La prego di portare pazienza, vorrebbe ascoltare la sua proposta ora?"
"Ma certo, se me lo chiede lei in questo modo, non posso che accettare, su bel giovane allora cosa mi vuole proporre?"
Michiru silenziosa guardò Haruka.
Cominciò a battere ripetutamente un piede sotto la sedia.
Il non aver idea di cosa volesse proporre alla morte, la turbava così tanto da sovrastare il senso di protezione che le trasmetteva la vicinanza della sua amata.
"Non vorrà mica offrire Setsuna al mio posto?!" 
L'idea per quanto impossibile le passò per la testa.
Haruka le strinse la mano e iniziò a parlare.
La sua voce calda la rassicurò per un istante.
"Non le lascierò Michiru!"
"Avevo intuito...procediamo!"
Haruka si alzò dalla sedia "Mi guardi! cosa vede?" domandò alla morte indicando se stessa.
"Un aitante giovane che mi piacerebbe aggiungere alla mio stuolo di seguaci! Vorrei ti unissi alla mia corte!"
"Ben detto! Per il bel giovane intendo! la mia proposta è questa..."
Michiru si dimenò. Ora non riusciva a star ferma per quanto ci provasse con tutte le sue forze.
"So che è interessato a Michiru, come darle torto! è una gran donna sotto tutti i punti di vista! beh...se me la lasciasse, sicuramente avremo dei belissimi bambini non le pare?"
La morte si raddrizzò sulla sedia.
La ragazza aveva attirato la sua completa attenzione.
Michiru arricciò il naso, era perplessa e sorpresa allo stesso tempo, Haruka stava ingannando la morte e lo stava facendo egregiamente.
"E se io le dicessi...che la nostra primogenita se la potrà prendere e farne magari la sua sposa? Ho notato che vorrebbe una compagna! Beh, sarebbe sicuramente bellissima come Michiru non crede?!"
 
Silenzio.
Haruka e Michiru trattennero il respiro.
 
"Affascinante!"
La morte sorrise estasiata ed applaudì freneticamente.
"Ah! che coraggio! Spietato come piace a me! AFFASCINANTEEE! Vendere la propria figlia per la donna che ama! Che idea sublime! Ecco perchè l'ha scelto mia cara! E' senza scrupoli!"
Michiru sorrise.
"Dimmi che ci crede, dimmi che ci crede..."  continuava a ripetersi quelle poche parole senza sosta, come se fossero una preghiera che voleva a tutti i costi che venisse esaudita.
"BENE!"
Haruka alzò il sopracciglio.
"Siamo giunti ad un accordo allora! All'età di dodici anni vostra figlia sarà mia!"
Michiru sbottò indignata "DODICI ANNI?? MA E' UNA BAMBINA!!"
"Desidero una moglie giovane!"
"DICIOTTO!" sbottò Michiru per contrattare.
"Quattordici!"
"Diciotto! santo cielo almeno sarà maggiorenne!"
"E' già condannata tanto, non ha senso la maggiore età!"
"Diciasette?!" propose Haruka inserendosi nel discorso.
"Sedici o mi tengo la sua fidanzata!"
Haruka si ricompose.
Michiru accettò sbuffando, dopotutto perchè insistere per qualcosa che nemmeno esisteva e mai sarebbe esistito?
"Molto bene...firmate il contratto!"
Una pergamena apparì sotto i loro occhi.
 
Il patto con la morte era fatto.
 
"MIYUKIIIII!!!! Accompagna le nostre ospiti alla porta! devono far ritorno!"
"Si, subito! se volete seguirmi..." Un cenno della mano accompagnò la frase.
"E' stato un piacere, arrivederci!" disse la morte inchinando il capo.
"Speriamo di vederci il più tardi possibile!" commentò Haruka.
Michiru fece un'inchino composto, come quando ringraziava il pubblico dopo un'esibizione.
Chiuse la porta dell'ufficio alle sue spalle.
"Siamo libere!" esultò poi saltellando. "Sei davvero senza scrupoli a svendere nostra figlia!" aggiunse poi dando una leggera spinta ad Haruka.
"Gli affari sono affari!" concluse l'altra.
"Torniamo a casa!" sorrise dolcemente lasciandole poi un lieve bacio sulla fronte tra i sottili capelli blu.
Michiru annuì.
Poco dopo si ritrovarono ai tre cancelli.
"Mi spiace se ne vada signorina Michiru, la sua presenza era molto gradevole qui!" disse la segretaria arrossendo in volto.
"Grazie Miyuki, ma guarda il lato positivo, avrai meno lavoro da fare!"
La donna s'inchinò e tornò alla sua postazione.
 
Le ragazze udirono un fischio acuto e un vortice nero si aprì sotto i loro piedi.
"Setsuna è stata puntuale!" disse Haruka guardandoci dentro.
"Come sempre!"
"Hai paura?" domandò.
"Non mi alletta molto l'idea di buttarmi dentro questa sottospecie di voragine!"
"Ci sono io Michiru, dammi la mano, andrà tutto bene!"
La ragazza si avvicinò.
Le sue dita sfiorarono quelle di Haruka.
Sentì come una piccola scossa al cuore.
"Sta quasi ricominciando a battere!" disse meravigliata.
"E' proprio la porta per noi allora!" Haruka le fece l'occhiolino.
Michiru si aggrappò a lei, stringendola forte.
 
Presero coraggio e saltarono nel vuoto, venendo risucchiate dall'oscurità che le avrebbe riportate alla vita.
 
 

note dell'autrice:
 
Faticaaaa! ma anche sta volta sono riuscita a completare il capitolo.
Cavolo è un capitolo davvero importante questo, non so però se è uscito come dovrebbe. Sono perplessa, qui ho davvero estremo bisogno di voi!
Ormai ci siamo...due capitoli e giungeremo alla conclusione di questa seconda FF. Grazie a tutti quelli che sono arrivati fino a qui :)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Ritorno ***


 
 
 
Setsuna osservò nervosa le due ragazze sul letto.
Nessun segno di vita.
"Dai..Forza.."
Guardò l'orologio.
Mezzanotte e un minuto.
"Svegliatevi!"
Haru piegò la testina pelosa a destra e abbaiò.
"mmmh..."
Setsuna presto più attenzione al mugolio.
Haruka spalancò gli occhi rimanendo distesa sul letto.
"Eccoti! mi hai fatta preoccupare!" esclamò la donna.
"Ssht, ti prego non parlare ad alta voce! che dolore alla testa!"
"Credo sia il minimo! sei tornata indietro dalla morte!"
"Michiru?!"
"E' accanto a te, ancora nulla..." Setsuna si fece scura in volto.
"Ma come?! è venuta con me! la morte l'ha lasciata libera!"
Haruka si drizzò con un movimento veloce, un capogiro la prese alla sprovvista.
Guardò Michiru, le mise un dito sotto le narici.
Aspettò.
Sentì un sospiro caldo.
"E' QUI! RESPIRA!"
Michiru tossì.
Aprì gli occhi sbattendo velocemente le palpebre.
Le sembrò di soffocare.
L'aria l'era mancata per troppo tempo.
"Va tutto bene!" Haruka la guardò negli occhi, mentre Setsuna si avvicinò al letto alzandole il cuscino sotto al capo.
Ecco di nuovo le stelle che illuminavano i suoi occhi.
Haruka in quel blu profondo ci vide l'alba, vide il tramonto sul mare, vide la vita.
"Ce l'abbiamo fatta?!" disse Michiru tra un colpo di tosse e l'altro.
"Si!"
La bionda non si potè più trattenere. 
Si avventò su Michiru baciandola.
Sentì il calore sulle sue labbra, fu un bacio così dolce che le sembrò di assaporare dello zucchero filato.
Setsuna si coprì gli occhi con la mano.
"Scusaci! ma la felicità è troppa! non potevo aspettare che te ne andassi!" ridacchiò Haruka seguita da Michiru.
Haru s'infilò tra le due, agitò le zampette soffici come per abbracciarle.
"Ciao piccolino! mi sei mancato!" Michiru lo soffocò tra le sue braccia stringendoselo al petto.
Il cucciolo rispose al gesto d'affetto leccadola delicatamente.
"Cos'è questo rumore?" chiese Haruka interrompendo l'atmosfera che si era creata nella stanza.
Le tre si zittirono restando in ascolto.
"Ops!" 
"Che vuol dire ops! Setsuna?!" domandarono le due ragazze in coro.
"Ehmm...si...in vostra assenza è successa una cosa..."
"Stai bene? sei stata attaccata da un demone?" Domandò preoccupata Michiru lasciando andare il cagnolino giù dal letto.
"Si, si sto bene, non è successo nulla di tutto questo!"
"Però qualcosa è successo! parla!" la incitò impaziente Haruka.
La donna si sedette composta ai piedi del letto.
"Ho scoperto che una parte del mio bastone è uno dei tre talismani e dai vostri cristalli sono riuscita a far comparire gli altri due!"
Si alzò, richiamando la spada e lo specchio.
"Eccoli!"
Li porse alle due che li guardarono sbalordite.
"Sono sempre stati con noi..." disse incredula Michiru, rigirandosi lo specchio tra le mani.
"Ma non è tutto!"
Setsuna scomparve dalla stanza seguita da Haru trotterellante, per fare dopo pochi minuti nuovamente la sua comparsa.
Tra le braccia stringeva qualcosa avvolto da una coperta.
"Non c'è altro modo per spiegarlo, se non farvelo vedere!"
"Oddio hai preso un'altro cane?! Haru ci basta!" disse Haruka gesticolando enfaticamente.
Lei e Michiru si alzarono. 
Ad entrambe duoleva tutto il corpo e avevano dei forti capogiri, ma la curiosità batteva qualunque sintomo di malessere.
Si avvicinarono in punta di piedi a Setsuna.
Per qualche motivo a loro sconosciuto sentivano di dover far piano e in silenzio.
Michiru scostò la copertina blu.
"Per tutti i pianeti esistenti!"
"E' un cane lo sapevo, No Michi! non possiamo tenere anche lui!" disse risoluta Haruka.
"Ma quale cane! guarda!"
Setsuna porse il fagotto a Michiru lasciandoglielo delicatamente tra le braccia.
Una testolina ricoperta da corti capelli neri come la pece fece capolino tra le pieghe della copertina.
"Oddio! hai rapito una bambina!"
Setsuna scosse il capo in segno negativo.
"Ragazze...è vostra!"
Michiru e Haruka si sentirono cedere le gambe, ma non per la debolezza.
"Non so come sia potuto accadere, i vostri cristalli si sono uniti ed è apparsa lei! E' vostra figlia sotto ogni punto di vista, è nata dai vostri cuori, dal vostro amore!"
"N - no - non è possibile!" balbettò la bionda sedendosi.
Le lacrime le rigarono il viso, straboccando prepotentemente dai suoi occhi.
"Cos' abbiamo fatto?!?" la voce di Michiru era spezzata dal dolore.
Avrebbe voluto morire di nuovo.
Avrebbe voluto che Haruka non avesse fatto quel patto.
Così che la morte avesse avuto l'anima che gli spettava senza dover condannare una neonata.
Tremò.
Guardò la bambina, poi fissò Setsuna che non riusciva a capire nulla e chiese una spiegazione con il suo solo sguardo.
"Abbiamo ingannato la morte, pensava che Haruka fosse un uomo e lei per riportarmi in vita le ha offerto nostra figlia, ovviamente lo ritenevamo impossibile o non avremmo mai fatto una cosa del genere! Noi non potevamo sapere...noi..."
Anche Michiru crollò. 
Teneva stretta la bimba che dormiva ignara del suo destino.
"Mi dispiace noi..." i singhiozzi le impedivano di parlare.
Setsuna si mise tra le due, mise ad ogniuna un braccio sulle spalle.
"Affronteremo anche questa, non temete!"
Il tono pacato e sicuro di Setsuna riuscì ad infondere coraggio ad Haruka e Michiru che si asciugarono le lacrime tirando su con il naso come due bambine.
"Guarda te...quel pazzoide della morte prima vuole la mia fidanzata e ora si vuole prendere mia figlia! Le donne della mia vita non si toccano!"
"Uuh che uomo protettivo!" scherzò Michiru.
Il buon umore era tornato ad entrambe e Setsuna non poteva chiedere di meglio.
"Ci vuole un nome per questa bella bambina..." sentenziò la donna amorevolmente.
"Che ne dici di...Hotaru, Haruka?" chiese Michiru.
"Hotaru...mi piace! significa Lucciola!"
"Si! è fragile come una piccola lucciola! e inoltre.. la sua luce potrà risplendere nell'oscurità che il destino le ha riservato a quanto pare.."
"E' decisamente il nome per lei!" sorrise Setsuna.
La bimba aprì i grandi occhi assonnati.
Erano di un colore viola intenso che avrebbero stregato chiunque.
"Ciao piccola Hotaru!" Haruka sussurrò.
La neonata rispose con un versetto, mentre con la manina candida e morbida le prese un dito, stringendolo forte nel suo piccolo pugno.
 
"Ci saremo noi a tenerti per mano, non temere!"
 
 
note dell'autrice:
 
Eccomi con il penultimo capitolo! Per alcuni Hotaru è stata una sorpresa, per altri meno perchè ci erano arrivati! Nel manga e nell'anime è la figlia del dottor Tomoe, che poi rinasce e viene accudita da Michiru e Haruka. Naoko sostiene che le outer rappresentino una famiglia per chi non lo sapesse. Michiru sarebbe la madre, Haruka il padre (Hotaru la chiama papà nella versione originale e non censurata) e Setsuna rappresenta la tutrice. Mi sono ispirata a questa sua idea. Però niente dottor Tomoe, ho decido di farla nascere dai due cristalli del cuore di Haruka e Michiru che rappresentano un pò il loro amore,spero non vi dispiaccia! 
Mercoledì vi posterò l'undicesimo capitolo.
A presto :)

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Il mio ultimo respiro per te ***


 
 
 
Il sole splendeva alto nel cielo ed una giornata tiepida era appena cominciata.
Haruka sedeva sotto il porticato del giardino, guardando delle piccole farfalle bianche posarsi di fiore in fiore e ascoltando il cinguettio brioso degli uccellini.
Nonostante la notte insonne dovuta al pianto incessante di Hotaru e dagli incubi che non facevano dormire Michiru si sentiva calma e serena.
Erano state le parole di Setsuna a placare il suo senso di colpa per il contratto firmato con la morte.
Le aveva ripetuto fino allo sfinimento che tutto si sarebbe risolto e lei voleva crederci.
Aveva fiducia nella guardiana del tempo, forse più di quanta poteva averne in se stessa.
Aveva deciso di vivere giorno per giorno cercando di preoccuparsi meno possibile, con le donne della sua vita, cercando di prendere il meglio da ogni istante che l'era concesso in loro compagnia.
Dei passi leggeri si avvicinarono a lei.
Due braccia l'avvolsero da dietro.
Chiuse gli occhi e sentì le onde del mare che la cullavano dolcemente.
"Buongiorno Michiru!"
"Buongiorno a te" rispose piano l'altra.
"Che ci fai qui fuori così presto?"
"Mi godo la pace e tutte le cose belle che riesco a vedere!"
Michiru sorrise "Ottima idea!"
Si sedette accanto a lei. Il suo volto sembrava sereno, la voce era pacata e tranquilla, ma i suoi occhi guardavano lontano, facendo trasparire una scintilla di preoccupazione che sarebbe stata impercettibile per chiunque. 
Chiunque tranne che per Haruka, che navigando spesso in quegli occhi blu, ne conosceva a fondo i segreti, ogni angolo, ogni scintillio ed ogni sfumatura.
"Cosa c'è che non va?"
Michiru rimase in silenzio sospirando leggermente.
"Michi...non aver paura!"
La ragazza del mare si voltò guardandola intensamente.
Era come se Haruka fosse una parte di lei. 
Pur non avendo detto una parola sapeva leggere le sue emozioni come se fossero anche le proprie.
"Hai una grande forza dentro di te e un coraggio da leoni, hai affrontato demoni su demoni e persino la morte. Mi avrai sempre al tuo fianco, non c'è motivo di essere spaventati..."
"Non l'ho affrontata io, lo hai fatto tu per me!"
"Tu ti sei sacrificata per proteggermi, l'hai guardata dritta negli occhi in quel momento. Io mi sono limitata a ingannarla e per altro ho combinato un casino enorme! La più coraggiosa sei tu. Non aver paura, ti proteggerò io da ora in poi. Il peso del nostro destino lo dividerai con me!" Sorrise continuando a parlare "Combatteremo fianco a fianco come una volta, ho richiesto il mio Lip Rod a Setsuna questa notte! Ho sbagliato una volta, fuggendo dalle mie responsabilità! Ma non accadrà più!"
"Sei meglio del principe azzurro di cui mi raccontava in ogni fiaba mia madre, Haruka, grazie!"
Un raggio di sole si posò sul suo viso.
I suoi occhi erano di nuovo limpidi e liberi da ogni brutto pensiero.
Il vento era riuscito a spazzare via con un solo soffio delicato ogni dubbio ed ogni timore.
"Ora ho anche una spada, manca solo il cavallo bianco!" rise Haruka.
Michiru avvicinò le labbra alle sue, voleva giocare con quella bocca dalla forma perfetta.
Ad ogni contatto con lei era come se perdesse se stessa.
Si lasciò trasportare dalla sua brezza preferita, ignara del luogo dove l'avrebbe portata.
Sentì un fremito.
Assaporò lo zucchero, riconobbe la passione e l'amore.
Ogni bacio che le dava era magico.
Haruka la teneva prigioniera del più bell'incantesimo che potesse esistere.
"Darò il mio ultimo respiro per te...amore..." 
Il cuore di Michiru sobbalzò violentemente.
Sapeva che quella ragazza avrebbe dato ogni cosa per averla con se sana e salva, l'aveva già dimostrato più di una volta e lei avrebbe fatto lo stesso. 
Nessuna delle due si sarebbe fermata davanti ad ogni tipo di ostacolo. Unite erano inarrestabili.
Setsuna comparve tutta pettinata e vestita di tutto punto.
"Ragazze devo tornare alle porte del tempo, mi mancherete!"
Gli occhi le si velarono di malinconia ma il sorriso non abbandonò il suo volto.
Le due l'abbracciarono in sincrono.
"Ci mancherai anche tu!" disse Michiru senza sciogliere la morsa gentile in cui la tratteneva.
Apprezzava la sua compagnia e il pensiero che tornasse a stare tutta sola lontana da tutti la intristiva un pò.
"Ti porteremo un pensierino dall' Europa!" aggiunse Haruka.
"Fate buon viaggio, Michiru ti auguro successo e fortuna per tutti i tuoi concerti! E tu bionda... cerca di non mettere le mani addosso ai suoi ammiratori!" rise divertita Setsuna.
"Che storia è questa?!"
Haruka si portò una mano al capo, passando le dita tra i capelli. Era visibilmente imbarazzata.
Lo sguardo furbo era rivolto ai suoi piedi "Uhm, Scusa per quel cazzotto!"
"L'hai picchiata?" Michiru sbarrò gli occhi.
Le tre scoppiarono a ridere di gusto.
" Quando farete ritorno verrò a trovarvi non temete. Ora ho anche una nipotina a cui far visita! Per cui mi avrete tra i piedi!" Sailor Pluto fece l'occhiolino.
Haru le corse in contro abbaiando e cercando di salirle in braccio.
"Si verrò pure a trovare te! furfante sgranocchia scarpe!"
Fece una carezza al cucciolo che le si strusciò in mezzo alle gambe per aver altre coccole.
La donna le rassicurò ancora una volta, sul fatto che in caso di bisogno sarebbe accorsa immediatamene.
Salutò le amiche con un gesto della mano e fece ritorno nella sua dimensione.
 
"Andiamo a far le valige!" 
"Sissignora!" esclamò sull'attenti Haruka imitando un soldato.
Entrarono in casa seguite da Haru che pareva un fedele cane da guardia.
Michiru si avvicinò ad Hotaru che sognava tranquilla.
Le posò un bacio sulla piccola fronte.
"Tra poco si parte, vedrai tanti bei posti piccolina!" 
Sorrise serena.
Haruka le cinse i fianchi e guardò il frutto del loro amore.
La trovò la cosa più bella che avesse mai visto dopo la sua amata Michiru.
 
Quell'avventura, per quanto dolorosa, le aveva portate ad essere una vera famiglia, ed ora erano pronte per un nuovo viaggio.
Insieme.
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Ed ecco il nostro finale! Finale "aperto" perchè la vicenda non è conclusa del tutto! Le risposte si troveranno nell'ultima ff che completerà la trilogia, che cercherò di cominciare al più presto per farvela leggere ^_^
Qualcuno mi ha chiesto di scrivere qui il titolo della nuova ff, così da trovarla più facilmente appena pubblicata. Beh ho optato per "All we are".
Vi ringrazio ancora una volta di cuore per aver seguito questa nuova storia e avermi fatto compagnia con le vostre bellissime recensioni! My Final Breath For you, ha superato alla grande il numero di recensioni di Prisone Of Love, questo mi rende davvero orgogliosa di quel che ho scritto e mi fa avere una voglia sfrenata di continuare questa vicenda in una nuova avventura. Detto questo...siete fantastici! Grazie ancora una volta.
 
Un bacio
Dalla vostra Kat

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=647541