Figlio del buio.

di thom_riddle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il bambino. ***
Capitolo 2: *** La lettera. ***
Capitolo 3: *** A villa malfoy. ***
Capitolo 4: *** The Flood ***
Capitolo 5: *** Grazie Signore ***
Capitolo 6: *** Anatemi di cuori. ***



Capitolo 1
*** Il bambino. ***


Quella mattina Bellatrix si alzò presto.
Alzandosi dal letto diede uno sguardo al marito che dormiva per poi dirigersi in bagno, lì la donna si guardò allo specchio, era pallida.
Pensò "forse devo mangiare", così si recò in cucina per riempirsi un po' lo stomaco; mangiò, sì, ma ancora sentiva un lieve dolore alla pancia.
Più tardi il marito si svegliò e scese giù per le scale, era il solito uomo alto, pallido e con una scura barba nera.
 Arrivato dalla moglie la abbracciò da dietro e la baciò. 
-Giorno amore!- disse l'uomo. -Giorno Rod- rispose la donna.
-Come mai in piedi così presto?- domandò. 
Bellatrix guardò a terra confusa per poi rispondere: - Non è che stia molto bene-.
Rodolphus la guardò interrogativo: -Hai lavorato fino a tardi?- domandò, ma non ricevette risposta. 
-HAI LAVORATO FINO A TARDI?- urlò questa volta l'uomo con tutta la sua freddezza strattonando la donna.
-Lasciami!- imprecò Bellatrix. 
-Tutto e sempre per il signore oscuro!- esclamò. 
-Il signore oscuro...- disse Rodolphus mollando uno schiaffo alla moglie facendola cadere a terra 
-...a te importa solo di lui!-.
L'uomo si allontanò con un viso tempestoso, cosa che alla moglie non piaceva affatto.
Bellatrix corse subito di sopra in bagno a vomitare, a vomitare sì...l'unica cosa che sapeva fare da quando passò la notte con il mago oscuro Lord Voldemort.
Il marito poi...non era un uomo, era una bestia! D'altronde che si meritava una come lei?
Un'assassina a sangue freddo, una donna cui piaceva torturare la gente, ammazzarla, fare dei loro corpi cibo per Nagini, il serpente di Voldemort.
Bellatrix chiuse gli occhi e disse fra se e se "lo faccio!", così puntò la bacchetta contro la sua pancia e pronunciò un incantesimo, il quale fece risplendere il suo stomaco e dall'ombelico uscire una farfalla;
una farfalla...quell'animale non piaceva alla donna, non solo perché era aggraziato, ma perché significava solo una cosa...era incinta!

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Capitolo 2
*** La lettera. ***


La notizia  la sconvolse, la fece tremare, impaurire. Sì perché questa notizia non sarebbe piaciuta a nessuno, perciò cerco di abortire.
 
Tentando e ritentando i giorni e le settimane passano, è al secondo mese e la pancia incomincia ad essere evidente, ma per quanto 
possa essere crudele e violenta, non riusciva a far del male ad una creatura indifesa, che non può neanche tendere le braccia in avanti per proteggersi.
Per distrarsi riprese il suo ruolo da mangiamorte, così si recò alla GRINGOTT, la più grande e affidabile banca dei maghi. E' da molto che non ci andava e le sembrava giusto
lasciare alla sua famiglia, alle generazioni future, una prova di ciò che era accaduto, che stava accadendo e che accadrà.
Il folletto Unci-Unci aprì la camera blindata e per un secondo sbirciò all'interno per assicurarsi che fosse tutto al posto giusto, ma la strega non la prese con le buone
e subito esclamò: -Di che ti impicci? Lurido essere malforme!- e così gli sferrò un calcio facendolo saltare per un paio di metri indietro.
- Povera stirpe- sussurrò il folletto dolorante mentre si allontanava.
La camera era come al solito piena zeppa di oggetti e manufatti preziosi ed antichi. Evitando la trappola delle coppe che si riproducevano, riguardò dinuovo la lettera che diceva:
" Cari Black,
come più fedele e cara alla mia famiglia e razza dei Serpeverde, desidero lasciare voi questa testimonianza, forse  una delle più importanti della famiglia Black.
Il giorno 23 Marzo del 1995 la sottoscritta Bellatrix Black, in Lestrange, compie un atto sessuale con due uomini differenti. Il primo, Rodolphus Lestrange, è un mangiamorte
marito della sottoscritta, l'altro invece è il mago Tom Orvoloson Marvolo Riddle conosciuto ai tempi d'oggi come 'Lord Voldemort'. 
Tredici giorni dopo compie il test di gravidanza dove risulta positivo (qui allego un ala della farfalla fuoriuscita dal grembo).
Spaventata cerca in tutti i modi più dolorosi ad abortire senza riuscirci...
sperando di trovare una risposta."
                                                                                                                BELLATRIX BLACK (IN LESTRANGE)

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Capitolo 3
*** A villa malfoy. ***


Uscita dalla camera blindata urlò: -TU! ESSERE DEFORME!- e così richiamò l'attenzione di un folletto facendo sussultare il 
drago che era di guardia. -S...s..si mia s...s..sing..signora?- rispose balbuziente e terrorizzato il folletto. -Chiudi questa maledetta
porta e posa la chiave nella bocca del drago quando hai finito!- fu così che si allontanava sui binari.
Sul vagone in movimento meditava su ciò che aveva fatto i mesi precedenti, chi poteva essere il padre della creatura?
Scese dal vagone e si precipitò all'ingresso della banca come se non fosse successo nulla e quel posto era semplicemente una
camera della sua casa.
Diagon Alley era deserta, vuota e lei era annoiata. Sfoderò la bacchetta e con un movimento fece esplodere due o tre negozi di seguito,
tanto per attirare attenzione.
Allontandosi saltellando incontrò una figura curva avvolta in un mantello. Aveva una folta criniera bionda con delle guance paffute. Dei 
dentoni fuoriuscivano dalla sua bocca e la sua mano brillava, come se fosse d'argento...era d'argento!
-Codaliscia!- esclamò Bellatrix. -Brutto ficcanaso... mi stavi seguendo? Vedi di portare la tua coda via da qui, sporco ratto!-
L'uomo rimase a bocca spalancata -Signorina Lestrange, io passeggiavo solo per Diagon..- d'un tratto dalla bacchetta di Bellatrix fuoriusciva una frusta 
che lo avvolse e lo tirò a se. -Non mentire a Bellatrix...ratto!-.
Codaliscia tremava, aveva timore di Bellatrix e così annuì e sgattaiolò via.
Camminando pensò "E se lo dicessi a Cissy?"
Rifletteva, rifletteva, senza arrivare alla conclusione. -Massì andiamo a casa..- così un vortice la risucchiò e i suoi pensieri svanirono.
 
Sì materializzò alla dimora dei Malfoy, luogo in cui si incontravano i mangiamorte.
Ecco che lì piazzati d'avanti alla porta, giacevano il lupo mannaro Fennrir Grayback e uno dei mangiamorte che prestava personalmente servizio all'oscuro signore,Yaxley.
-Nessuno di qui passa, Lestrange!- disse un' acuta voce. - Come osi vietarmi l'accesso alla dimora dei miei pari?- urlò la donna al lupo. -C'è una riunione con il nostro signore!-
ribattè Yaxley. La donna spalancò gli occhi e mollò una sberlà ad entrambi, poi urlò:- E non osate invitarmi?-.
D'un tratto la porta si spalancò e una sagoma bianca e scheletrica appariva dietro essa -Signorina Bellatrix!- esclamò la sagoma avvicinandosi alla donna e accarezzando l'enorme
serpente che posava su di esso.
-M...m...mio signore!- disse la donna inchinandosi. -La invito ad accomodarsi signorina, la stavamo aspettando!- le ordinò l'uomo.
Entrando, la sala era ampia, le mura di mattone grigio e la luce del sole che rifletteva contro le finestre verdi, proiettava delle croci color smeraldo sulle pareti, facendola così 
assomigliare alla casa comune di serpeverde.
Tutti erano seduti dietro un lungo e liscio tavolo di legno; prese posto accanto alla sorella  e guardò il signore oscuro parlare: -Bene...stavamo dicendo...- continuò colui che sedeva 
a capo tavolo. -....faremo in modo che Potter creda il suo patrigno torturato da me...- tutti erano intenti ad ascoltare. -Lo attireremo al ministero e li gli faremo prendere la profezia- 
aggiunse un mangiamorte. -E lì interverrò io!- disse Lucius. -Lo attireremo a disparte facendolo incontrare con il signore oscuro, poi il destino farà la sua parte-.
Al signore oscuro piaceva il piano, lo rallegrava; Finita la riunione dopo qualche oretta, Bellatrix si avvicina alla sorella...

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Capitolo 4
*** The Flood ***


Camminava senza sosta per i corridoi gelidi e chiari. Passavano attraverso le stanze in un batter d'occhio,
entrambe sembravano due saette e quando arrivarono a destinazione si chiusero nella stanza a chiave.
Respiravano a fatica entrambe.
-Mi dici perché diamine mi hai trascinata qui!?- chiese furibonda Narcissa.
-Devo parlarti...- Le rispose di botto Bellatrix. -Ti giuro che se non è qualcosa di importante prima ti
ammazzo e poi brucio il tuo cadavere! Mi hai fatto prendere una storta alla caviglia!- Disse massaggiandosi
dal piede in su.
-Sono incinta.- Disse secca.
Le due si guardarono a lungo, parlandosi con gli occhi. Sapevano entrambe che era senza speranze, sapevano
entrambe che un bambino avrebbe rovinato le cose, sapevano entrambe che il Signore Oscuro l'avrebbe
cacciata, o persino fatta abortire. Tutti i loro sentimenti scorrevano velocemente come una pallicola senza fine.
Erano entrambe impaurite. Bellatrix si buttò fra le braccia della sorella liberandosi dal vuoto che aveva dentro.
Piangeva a dirotto e ad alta voce. Singhiozzava contro il collo della sorella. Profumava di mirtillo, come quand'erano
piccole. Come quando ad Hogwarts lei non sapeva cosa fare. Quando l'Oscurità la attraeva e lei non sapeva
cosa scegliere fra il bene e il male. Andava sempre dalla sorella a piangere ed a sfogarsi, ma ora era diverso.
Era una donna, una donna matura che aveva commesso una cosa della quale solo lei poteva rimediare.
Aveva commesso atti perversi con due persone nello stesso giorno. E questo era il problema.

Si fece buio, tuonava e pioveva a dirotto. Bellatrix osservava le gocce che si disintegravano violentemente contro
la grande vetrata del salotto. Fu attirata da quella grande quantità d'acqua e quindi uscì fuori al balcone.
Alzò la testa al cielo e sentì le gelide gocce tamponarle il viso. Era una sensazione piacevole. Si smaterializzò nel giardino
e aprì le braccia. Era sudicia e tremava dal freddo, ma quella era la sua punizione.

Passarono settimane e la pancia si faceva evidente. Quella pioggia che non smetteva mai era sempre lì. Le inondazioni presso
le città babbane erano sempre più alte, ma i maghi non erano in pericolo. Grazie a delle magie di incanto la pioggia cadeva a
terra e si prosciugava in un batter d'occhio.
Passeggiava per la villa tenendosi la pancia e pensò a ciò che successe la sera prima:
"Lestrange, hai qualche problema con l'alimentazione?" disse Yaxley guardandole la pancia.
"Sì...alimentazione." rispose Bellatrix guardandolo negli occhi.
"Mi sembri tesa" notò il mangiamorte sorridendo.
"Non sono fatti che ti riguardano, cane!" disse alzandosi e andandosene.


Forse aveva notato qualcosa, forse era in pericolo?
I tuoni che ancora non smettevano di rimbombare nell'aria si fecero più ampi e spaccatimpani.
Era un vero diluvio, fra pianti, piogge e disastri.

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Capitolo 5
*** Grazie Signore ***


-Amore mio, non ti dimenticherò. Non finirò di pensarti. Non smetterò di amarti...- un colpo di bacchetta e la pancia si ridusse.


Gli lasciò la mano. La notte che avevano passato era stata da sogno. Aveva bisogno di parlarci. Aveva bisogno di confessarsi.
Lei lo amava. Lui lo sapeva, ma non lo voleva sapere. Non poteva sapere.
-Hai fatto bene a dirmelo Bellatrix- disse l'uomo accarezzando il suo viso pallido, tremante e freddo. Sudava.
-Hai fatto bene a venire qui stanotte...- indietreggiò di due passi. -A nasconderlo con un incantesimo di camuffamento...-
dopo quest'ultima frase si guardarono entrambi negli occhi.
-...crucio!- disse sfoderando la bacchetta dal mantello e affondandola nell'aria.  La donna soffriva in silenzio e si agitava
mentre altre oscure maledizioni le piombavano addosso procurandole tagli e ferite. Chiuse gli occhi.
" -Salve signorina Black!- disse un ragazzo vicino a lei.
  Alzò il capo e lo guardò a lungo. -Che cosa vuoi?-.
  Lui le si avvicinò e le accarezzò la guancia sussurrandole
  -Voglio che la tua anima non sia altro che un piccolo, nero
   e attraente punto d'inchiostro alla fine del libro della
   mia vittoria! Voglio che tu sia mia! Voglio che tu mi renda
   felice! Inoltre so, che tu non vuoi nient'altro!-.
   La ragazza rimase immobile a fissarlo. Era sconvolta
   e affascinata allo stesso tempo. Era innamorata
   di quel ragazzo. -C...come ti chiami?- chiese lei.
   -Non è importante come mi chiamo...è importante
    come mi chiamerai tu!- disse appoggiando le sue
   labbra sulla sua guancia.
   -Sono tua!-. "

Il loro primo incontro. A Nocturne Alley. Si ritrovò accanto al negozio 'Magie Sinister' e lo incontrò. Così giovane e attraente.
Tom Riddle. O almeno come si riconosceva a quell'epoca. Era riuscito ad affascinarla intrattenendola per nemmeno un minuto.
Ma lei era felice. Era felice di essereselo portato al letto. Di averlo avuto fra le braccia. Di essere stata punita per quello.
Non soffriva, ma godeva. Non era dolore e di questo se ne accorse dopo.
Temeva nella morte del feto, ma se lo sentiva ancora vivo in lei. Respirò della polvere che era posata sul pavimento di Villa Malfoy
e aprì gli occhi. Ritornò nella realtà. Con lui in piedi accanto a lei. Solo lui. Nessun altro. Si rialzò con la testa verso il pavimento
in segno di rispetto per il suo Lord e sussurrò un semplice 'Grazie Signore'.
Il mago sorrise e le si avvicinò. -Nessuno lo saprà. Sarà un grande mago!-. E poi si smaterializzò via.
Si massaggiò la pancia che alla vista non dava segni di vita all'interno grazie al potente incantesimo di camuffamento.
Sentiva freddo. Non per la tortura, ma per il tempo. Era Dicembre ed a giorni si sarebbe festeggiato il Natale.

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Capitolo 6
*** Anatemi di cuori. ***


Anatemi di cuori

Aria fredda giù in villa. Il cielo era cupo e grigio. La cosa non si metteva molto bene per Bellatrix. Ormai gli incantesimi di camuffamento incominciavano a non funzionare, perché la pancia cresceva di volta in volta. Era la vigilia di Natale, nonché niente di speciale. Era diretta in un bosco solitario, un bosco ai limiti dell'alta Scozia, un bosco, che valeva come paradiso, come isolamento, come luogo per aggiornare il suo stato di coscienza. La sua autostima era calata da quando aveva rivelato il suo 'segreto' al Signore Oscuro, ma ormai ciò che doveva essere compiuto, è stato compiuto.

Dopo le varie smaterializzazioni volle proseguire a piedi per via delle nausee continue.

Dopo qualche miglio di cammino ecco che era arrivata alla meta. Cercava qualcosa nel bosco, come se ne fosse affascinata e desiderata allo stesso tempo. Come se non volesse che altro in quel momento e così forse era. Era strano, perché lei quella cosa ce l'aveva già, ovvero quel qualcuno.

Fatto sta che era una semplice casetta costruita in legno. Una misera casetta in legno costruita di fianco ad un lago quasi del tutto ghiacciato.

Un colpo di bacchetta oppure due e la magia era compiuta, i focolari intorno alla casa si accendevano e la casa riprendeva 'vita'. Da come la sua mente racconta era opera della sua maturità. La costruì alle vacanze di Natale del terzo anno; solo questo ricordava e niente più.

''Lei se ne stava sola soletta in quella bella casetta tutta carina anche se piccoletta.'' E come le rime di una filastrocca lei pensava a lui e a come i loro destini potrebbero essersi intrecciati. Tutto perfetto e in rime, rime baciate. Baciate. Quello che ci voleva. Un bel bacio da quelle labbra secche e sgretolate, che hanno assaggiato l'ultimo respiro dei cadaveri da lui compiuti. Un bacio e nient'altro. Un bacio e...

-Lurida puttana!- aveva urlato un uomo portandola nella realtà fredda e cruenta.

-Sei solo una sgualdrina! L'ho sempre saputo..-.

Era Rodolphus, il Lestrange per eccellenza. Il marito non amato, ma che amava.

-Credi che non sappia cos'è successo quella notte oltre a noi due? Credi non l'abbia mai saputo? Ma ora che lo sa anche LUI è tempo che il mistero sia svelato. E' tempo che tu sappia perché io sono stato zitto per tutti questi quattro mesi. E' giunto il tempo che tu sappia che io ti amo veramente e che tu mi hai fatto soffrire. E' giunto il momento che noi due chiariamo veramente le cose.- concluse tutto d'un fiato il poveruomo.

-Rod...io amo lui- confessò secca. Quel fiato che si trasformò in quattro e quattr'otto in un paio di lacrime. Tre, quattro, cinque. Le lacrime cadevano una dopo l'altra. Erano condivise da entrambe le persone.

Bellatrix restò abbracciata fino alla mezzanotte se non oltre al 'marito'. Si consolarono a vicenda senza versar lacrime. Infondo lui l'aveva aiutata a 'sopravvivere' riempendo un po' il vuoto che c'era, ma che giorno per giorno si svuotava. Tira e spingi insomma. Era la vigilia di Natale, nonché niente di speciale. Era la vigilia di Natale ed era tempo di amare.

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