The story

di TittaH
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** The Kill ***
Capitolo 3: *** Was it a dream? ***
Capitolo 4: *** A Beautiful Lie ***
Capitolo 5: *** Attack ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Questo non è un capitolo vero e proprio della storia, ma una sorta di incoraggiamento a me stessa. Amo scrivere e questa è la prima volta dopo due anni che posto qualcosa di mio. Questa storia ha il titolo di una delle più belle canzoni, almeno per me, dei 30 Seconds To Mars; conterrà 4 capitoli soltanto, ognuno basato su una storia diversa che però saranno collegati tra loro. Ogni capitolo avrà il nome di un singolo dei 30, tratto dall'album A Beautiful Lie. In più, e qui concludo, ci sarà un Missing Moment che posterò quando finirà la storia, che verrà postata a breve. TittaH

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Capitolo 2
*** The Kill ***


The Kill
 

Luci abbaglianti, urla disumane, svenimenti a destra e manca, tre ragazzi su un palco ed una folla intera ad ammirarli. Robe così non si vedevano dai tempi dei Beatles.
Ora era il momento dei 30 Seconds To Mars.

Il loro concerto era giunto quasi a metà e ciò signifiava solo una cosa: era arrivato l'esatto istante in cui tutti gli Echelon sarebbero diventati un'unica persona ammaliata da quelle leggere e arpeggiate note di chitarra che annunciano la loro più famosa canzone.

Un Jared carico e sorridente, si libera da ogni possibile inibizione o vergogna e svela tutto il suo essere, tutto il suo dolore in quella canzone.
Quella canzone che aveva scritto per lei, che l'aveva sedotto ed abbandonato in una stupida stanza d'hotel a sole tre stelle.

Cantarla sul palco, con Tomo che carezza le corde della sua chitarra come per non ferirla e con Shannon che suona la batteria in simbiosi col cuore del fratello, con l'Echelon che comprendeva tutti i fan che stava in silenzio ed ascoltava rapito, faceva tutt'un altro effetto.

Suonavano The Kill a tutti i concerti, ma ogni volta, anche se la prassi, le parole, i gesti e la musica erano gi stessi, l'emozione era sempre diversa.

Quella sera era particolarmente preso come non mai da quella canzone, come se non fosse stato lui a scriverla.

Camminava da una parte all'altra del palco col microfono tra le mani e ogni tanto lanciava un'occhiata a qualche possibile ragazza da portare in hotel per sentirsi meno solo, ma erano tutte troppo piccole per lui.

Per scacciare via quel pensiero dalla testa, si esibì in un balzo che lo fece atterrare sul bordo della transenna di sicurezza. Il bodyguard era in allerta come ogni concerto: quello era il momento peggiore della serata per la security.
I fan impazziscono, spingono e fanno di tutto pur di toccare una parte del corpo di Jared.
Tutti si comportano allo stesso modo; tutti tranne una.

Se ne sta lì, fredda, impassibile, apatica.
Non ride, non piange, non canta, non fa nulla.
Sembra vuota e fuori posto, ma non lo è.
Lei sa esattamente dove si trova e cosa fare.
Sa perfetttamente che così e solo così Jared l'avrebbe notata e lei avrebbe ottenuto quello che ha sempre agognato.

Infatti, il frontman, si spinge dalla parte della giovane e bellissima Echelon dagli enormi occhi color cioccolato, e le canta in faccia quello che avrebbe sempre voluto cantare alla sua puttana.


 

<>

 

Rimangono così, faccia a faccia, occhi negli occhi.
Un mare color cioccolato si fonde con un mare ghiacciato e tempestoso.
Alchimia, senza contatto.
Un freddo brivido dietro la schiena di entrambi.
Un increspatura sul viso di lei, un battito in meno al cuore di lui.

Again pensò.

Riprese a urlarle in faccia l'ultimo pezzo della canzone e proprio sul penultimo Bury me sussurrato, lei si avvicina al viso di lui e annulla le distanze in un calso bacio a stampo che scatena l'uragano nell'universo Jay.

Bury me! gli sussurra, sparendo via come se fosse stata una visione e nula fosse realmente accaduto.

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Capitolo 3
*** Was it a dream? ***


Was it a dream?

 

Il tour era finito ed era finito bene: si erano esibiti rasentando la perfezione, in arene e stadi tutti sold out e davanti ai soliti Echelon calorosissimi.
Eppure, Shannon, trovava che c'era qualcosa di finto in Jared.

Sul palco lo vedeva sorridere, ma gli sembrava più una smorfia falsata che altro; lo vedeva interagire col pubblico spontaneamente, ma era come se stesse cercando qualcuno, e lui sapeva chi era.

Quella ragazza del bacio lo aveva lasciato senza parole, senza fiato ed era sparita senza traccia.

Di solito le ragazze o le sceglie lui, o lo aspettano direttamente in hotel; ma lei non si era fatta viva.

Tutti i giornali parlavano di quell'avvenimento, tutti i tabloid riportavano foto del bacio o della ragazza. Lui stesso aveva provato a cercarla, ma vanamente.

Giravano brutte voci sul conto della ragazza che, ovviamente, stava guadagnando popolarità più in fretta di quanto ci avessero messo i 30 Seconds To Mars. E forse era questo quello che più rodeva a Jared.

Il batterista era ormai quasi un'ora che lo fissava impazzire su quella poltrona, trafficando sul portatile e sul suo amatissimo BlackBerry.
Decise che era momento di intervenire.

-Bro, che hai?-
Il frontman sobbalzò, leggermente spaventato.
Si passò una mano fra i capelli devastati dalle continue tinture e dai tagli pazzi, e sospirò pesantemente.
-Nulla.- cercò di mentire, ma nessuno lo conosceva meglio di Shannon.
-Sputa il rospo. Ammettilo: quella ragazza ti ha spiazzato, eh?-
Lo vide annuire piano, come  a non volerlo ammettere, ma i suoi occhi ghiacciati e ghiaccianti, anche se nascosti dietro enormi lenti scure, parlavano per lui.
Stava cercando di capire le sue emozioni e i suoi stati d'animo, ma essendo l'animale del gruppo non poteva capire.
-Va beh, visto che prefersico crogiolarti nel tuo dolore invece di condividerlo, ti ci lascio nuotare; ma sappi che se vuoi, sai dove trovarmi.- Gli diede due pacche fraterne sulla spalla  e lo lasciò lì, in quella hall spenta e solitaria.

-Devo fare qualcosa!- appurò, Shan.
Poi gli venne un'illuminazione.




 

E se fosse stato tutto un sogno? E se me lo sono soltanto immaginato ad occhi aperti davanti a me solo perchè mi manca lei? Perchè mi mancano le sue mani calde che roventano come tizzoni ardenti sul mio corpo? Perchè ho bisogno delle sue labbra umide sulle mie per sentirmi nin paradiso? Perchè necessito dei suoi dolci e leggeri sussurri per eccitarmi e stare bene? Perchè dopo di lei non ho più sfiorato nessun altra per non togliermi di dosso il suo odore, sapore, calore...? E se quel bacio, dopo sei mesi, avesse risvegliato in me il desiderio di formarmi una famiglia? Di abbandonare tutto? Di lasciarmi andare a cose che si fanno alla mia età?
 


Si ritrovò a pensare come un vecchio in fin di vita che ha perso la sua anima gemella e non ha il coraggio di amare un'altra.

Amore.

Cosa significava per lui quella piccola, ma enorme parola?

Troppe domande in un misero corpo. Troppe domande che pesavano sul cuore, sul'anima, sulla coscienza.

Non voleva parlarne con nessuno per non far preoccupare nessuno.

Non voleva ammettere nè a se stesso, nè ai suoi amici d'avventura da ormai tredici anni, di avere altro per la testa.

Di averla ancora in testa.

-Devo smetterla,cazzo!- imprecò massaggiandosi le tempie.

Decise di spegnere tutto, mente, pc, BlackBerry; tutto.



-Sei sicuro, Shan?- domandò un Tomo incerto.
Era una proposta assurda.
Mai nessuno gli aveva chiesto di far da consigliere d'amore; nè tantomeno consigliere d'amore di Jared Joseph Leto, che dall'amore si era sempre tenuto lontano.
-Sono sicurissimo Tomo. Tu, che tra poco ti sposerai con Vicky, sai meglio di me come parlare di questo genere di cose. Mi fido!-

E lo lasciò in stanza a meditare sulle giuste parole da usare e soprattutto a come non farsi ammazzare dall'uragano Jay.

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Capitolo 4
*** A Beautiful Lie ***


A Beautiful Lie
 

-Allora Jay com è questa storia del bacio? No! Ehi Jay ti va di parlare? Nemmeno! Come cazzo si fa a fare da consulente ad una primadonna isterica?-
 
Un Tomo sudaticcio e ansioso misurava la stanza a grandi passi, nervosamente.
 
Come cavolo gli era venuto in mente di accettare quella strana, nonchè assurda, proposta di Shannon?
 
Andrà tutto bene! gli aveva detto il batterista e lui, magnanimo, si era fidato.
 
Era tutto così surreale: lui e Jared nella stessa stanza a parlare di amore, baci e depressione.
 
Assolutamente assurdo!
 
-Ce la puoi fare!- si autoconvinse il sovietico.
 
Si asciugò maldestramente le mani sui jeans scuri e aderenti e si incamminò verso la stanza del cantante.
 
Prese un respiro profondo e bussò tre volte, come era solito fare.
 
-Entra Tomo.-  gli urlò dalla stanza un Jared abbastanza stanco.
 
Mise piede nella stanza e lo trovò steso sul letto, intento a fissare la rivista che riportava la foto della ragazza.
     
Più facile di così!si tranquillizzò il chitarrista.
 
-Jay, ne vuoi parlare?-
Lo vide annuire appena e alzarsi per mettersi seduto sul candido e morbido materasso. Incrociò le gambe imitando una posizione yoga e cominciò a parlare senza prendere fiato e senza fermarsi un attimo.
 
-E' come rivivere tutto da capo. E' come se avessi visto in quella ragazza lei .
Non posso più scordare con quanta semplicità e facilità mi ha baciato e poi è scappata, con così tanta sicurezza e nonchalance. Mi ha spiazzato! Non mi sentivo così da quando stavo con Mary.
Ora di quella stramba Echelon, se così può essere definita, non mi resta niente se non il sentore della sua pelle e l'impronta delle sue labbra sulle mie.
Non so come si chiama, nè da dove viene, nè quanti anni ha; nulla, Tomo. E' questo quello che mi manda in bestia.
Ho dovuto sopprimere i miei sentimenti ed il mio essere per non soffrire più, ma ora è venuta lei e mi ha stravolto la vita.
E' ritornata in quel posto e mi ha fatto male, mi ha trattato come se mi conoscesse, come se sapesse quale era il punto che mi facesse più male.
Come se avesse già premeditato tutto.
Cazzo, Tomo, mi sto confondendo. Non le distinguo più, per me ora sono un'unica persona. Sono entrate silenziosamente nella mia vita e altrettanto silenziosamente sono uscite, provocando un rumore che la notte mi assorda e non mi fa dormire. Sto impazzendo!-
Si ritrovò le braccia del vocalist attorno al collo e lo sentì piangere sulle sue spalle; vedeva il suo busto muoversi scosso dai singhiozzi e dai singulti che erano stati repressi per troppo tempo.
Lo lasciò sfogare per una decina di minuti e poi, quando si accorse che si era calmato, lo fissò in volto.
Era pallido, con profonde occhiaie e gli occhi arrossati.
Aveva l'aria di uno che stesse per morire, senza sapere che davvero Jared si sentiva morire dentro, ma era troppo da ammettere.
Gli concesse un sorriso prima di consigliargli una cosa fondamentale.
-Ascolta Jared, e ascoltami bene. Non devi mai più trattenere il tuo essere e i tuoi sentimenti, capito? Se devi sfogarti, chiamami o chiama  Shan. Siamo un gruppo, ma siamo anche amici, no?-
Il frontman assentì.
-E allora,- continuò il barbuto, -conta sempre su di noi. Per qualsiasi cosa. Ricorda che se proprio non ne vuoi parlare perchè ti vergogni, puoi sempre scrivere; uscirebbero dei successi mondiali!-
Gli strappò un sorriso e lo abbracciò prima di lasciarlo a riflettere su se stesso.
-Se ci stai male è perchè ci hai tenuto, ma lo sai meglio di me che era una bugia la sua.-
Stava per uscire dalla camera, quando Jared lo chiamò.
-Ti voglio bene Tomo.-
Ed era sincero, lo sapevano entrambi, ma non erano sentimentalisti fino a quel punto.
-Smettila di fare il gay, Jay!- lo prese in giro, chiudendosi la porta alle spalle.
Il sorriso che illuminava il viso del leader si spense in un attimo, lasciandoci l'ombra di un'increspatura malinconicamente triste.

-Era una bugia. Una bellissima bugia.- 
 

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Capitolo 5
*** Attack ***


Attack

 

Era stato semplice, chiaro, conciso.
Da quel giorno Jared era rinato e il fratello non faceva altro che ringraziare Tomo ogni giorno.
Era già la terza ragazza che il frontman stava baciando quella sera, dopo lo show di Detroit.

La musica era altissima e scandiva beat sensuali, così come il movimento del bacino della biondona ossigenata che stava succhiando anche l'anima dalle labbra di Jared.
Shannon osservava la scena compiaciuto, sorseggiando il suo drink e ammiccando ogni tanto al chitarrista che alzava gli occhi al cielo.
-Poi mi dirai cosa gli hai detto!- urlò il batterista all'orecchio del croato.
-Gli ho semplicemente dato il consoglio di lasciar stare tutto e continuare con la sua vita. Niente di più.- rispose quest ultimo, sparendo con la sua Vicki.
Il moro dagli occhi castano-verde sorrise ad una morettina che gli passò di fianco; si avvicino ad essa offrendole un drink ed una nottata di puro sesso sfrenato.
Lei accettò senza indugi.
Uscirono dalla discoteca lasciando Jared alla sua preda.


Gemiti sommessi, morsi, urli, strusciarsi di corpi che diventano tutt'uno, coperte che diventano d'impiccio, vestiti sparsi sul pavimento e quattro mura che avranno un segreto in più da nascondere.
In tre stanze diverse stava succedendo la stessa cosa, ma con modalità diverse: Shannon era impegnata a succhiare i seni della mora che aveva un demone nel suo corpo; Tomo sussurrava alla sua consorte quanto l'amasse, spingendosi più a fondo in lei; Jared stava penetrando la biondina così violentemente da farle urlare bestemmie irriproponibili.


Il mattino seguente il cantante scese nel ristorante dell'albergo per fare colazione con gli altri componnti della band, ma loro non c'erano. In compenso, però, c'era la bomba sexy della notte prima.
Se ne stava seduta da sola, in disparte, a mangiare il suo croissant alla marmellata mentre leggeva una chissà quale notizia che la fece infervorare e non poco.
La vide mollare la colazione sul tavolo, sbattendo la rivista in un cestino e andandosi a spalmare su un divanetto beige, quasi a volersi fondere con esso.
Si premette le mani sul viso e rimase in quella posizione per un bel lasso di tempo, fin quando Jared non si avvicinò.
Le toccò un braccio, facendola sussultare.
-Che vuoi?- domandò lei sgarbata.
-Cosa, cosa c'è che non va?-
La ragazza rise di una risata priva di alcuna allegria.
Da quando Jared Leto, Jared Joseph Leto, si interessava dei sentimenti e dei problemi delle ragazze che scaldavano la sua parte vuota di vita?
-Nulla. Va tutto a meraviglia e anche se così non fosse, la cosa non ti riguarderebbe.-
Poteva sentire la cattiveria nel tono di voce della ragazza.
E pensare che voleva solo cercare di capire, cercare di essere umano, una persona migliore. Girò i tacchi e se ne andò a sedersi al solito tavolino.
D'altronde cosa gliene poteva importare?
Sarebbe partito a breve per chissà dove e non sarebbe tornato in quella città per chissà quanto. Perchè avrebbe dovuto interessarsi di quella ragazza? Conosceva ogni centimetro del suo corpo, conosceva ogni signola sfumatura delle sua voce incrinata dal piacere e dalla voglia, la conosceva, ma non sapeva il suo nome. Che senso aveva tutto questo?
"Nessuno."
Cercava di imprimere quel pensier nella memoria, ma per quanto si sforzasse, per quanto lo volesse, non ci riusciva.
Cosa gli aveva fatto Tomo? Cosa gli aveva detto?
Quale realtà si nascondeva dietro le sue parole? Che meccanismo aveva innescato in lui?
Ancora una miriade di domande che lo fecero sprofondare in una voragine chiamata oblio.
Voleva dimenticare tutto, voleva solo vivere in santa pace la sua per così dire vita*, voleva solo vivere, dimenticando tutto il resto. Voleva sentirsi vivo, senza il peso dei rimpianti e dei rimorsi.
Immerso nei suoi pensieri, non si accorse di star seguendo la ragazza che ormai era uscita dall'albergo. Se ne fotteva dei paparazzi, dei flash e degli scoop: dietro la star c'è una persona, dopotutto.
La seguì, correndo quasi, finchè lei non si accorse di lui e  rimase bloccata nel bel mezzo della strada con un'espressione mista a scazzo e imbarazzo.
-Cosa stai facendo, Jay?- chiese lei, piano, per paura di una risposta troppo grande.
Lui si avvicinò a lei, rompendo ogni distanza, e la baciò lì, in mezzo al putiferio che non aveva niente a che fare con uragani e temporali.
-Come ti chiami?- domandò, paradossalmente.
-Come pensi che io mi chiami?-
-Mary.- disse senza pensare.
Stava pensando a lei, di nuovo; si stava legando ad un'altra ragazza in ricordo di lei; stava cercando Mary negli occhi di un'altra.
Ma era impossibile.
-Ma per me tu sei Crystal, dal primo momento.-
Lei sorrise confusa.
-Crystal?-
-Sì, perchè con te ho capito chiaramente che il passato è passato. Il mio presente lo vedo con te.-
Sarebbe potuta sembrare irreale come situazione, sarebbe potuta sembrare affrettata come dichiarazione, ma Jared è sentimentalmente romantico e vive di pancia.
Si baciarono ancora, sotto gli occhi di tutti, esplorando sentimenti nuovi e curando le ferite leccandole col sapore dell'amore.


Erano passate due settimane e Crystal era ancora lì, con loro.
, non si sa di preciso dove, ma era con la band, in tour, dato che il leader non la lasciava andare.
In quel periodo aveva scritto molte nuove canzoni che riproponeva agli Echelon per sapere cosa ne pensavano.
In quei momenti sul palco erano solo lui, la chitarra, gli Echelon e Crystal, che era la sua musa ispiratrice.
Dopo ogni concerto, cantante e chitarrista prendevano le loro dolci metà ed andavano ad amarsi silenziosamente in un astanza d'hotel, mentre Shan se ne stava beatamente seduto in un solitario privé, attendendo una sventola da potersi scopare senza impegni.

"Cosa gli hai fatto Tomo? Perchè la tua magia funziona con lui e non con me? Perchè voi non siete immuni al richiamo dell'amore, mentre io ne pago ancora le conseguenze? Quanto tempo deve passare ancora, eh Tomo?"

Le domande che si fecero spazio nella mente del batterista lo sorpresero, mentre contemplava la sua solitudine.
Mandò giù, tutto d'un sorso, la vodka liscia lasciandosi burciare la gola, e attuò il piano di ogni sera.
Abbordò una rossa focosa, che ormai gli stava succhiando i capezzoli ricoperti dalla leggera peluria, e se la godette per tutta la notte.

Il mattino dopo si svegliò solo, come ogni giorno, ma trovò un foglietto sul comodino.

 

"So che per te sono solo una valvola di sfogo, ma volevo comunque dirti il mio nome. Mi chiamo Becky ed è stata la prima volta più bella di tutta la mia vita. Grazie e addio."
 


Era stata la sua prima volta. Ora gli apparteneva. Stronzate, pensò, io sono il Dio del sesso, non ho bisogno dell'amore.
E con questo pensiero andò a far colazione tra baci, abbracci, cornetti e cappuccini.





Note dell'autrice: Dopo un po' l'ho finita. Manca il Missing moment che spiegherà tutto, ma ci vorrà un altro pochino di tempo dato che sto lavorando ad altro.
Eniuei, ringrazio chi ha letto e commentato, ma anche chi ha solo letto. Mi farebbe piacere, comunque sia, sapere cosa ne pensate. Vi spiego il nome che da Jared alla ragazza: allora Crystal perchè al nostro amato cantante barra attore barra regista barra un altro milardo di cose xD, piace tanto dire che ama vedere le cose "Crystal clear" (Nda, chiaramente). Capito?

*puro e "casuale" riferimento al telefilm "My so-called life" a cui Jay e Sha n hanno preso parte in gioventù (1994).

Ringrazio ancora.
Baci *__*
TittaH.

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