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In quel momento gli si affiancò Merlino, che quella sera con
Gwen era addetto a servire il tavolo, sebbene ci fossero solamente Artù, Re
Uther, e Lady Morgana. Il moro si sporse per riempire il calice del suo
Principe, che sorrise facendogli un piccolo occhiolino. A cui Merlino rispose
con un largo sorriso.
Dei, non so mai che
cosa fare quando è vicino…
“Artù? Artù, ma mi ascolti??”
La voce di suo padre, in particolar modo il suotono irritato, lo distolse in maniera quasi
brutale dai pensieri in cui era caduto. E preso di sorpresa fece un lieve balzo
sulla sedia e rovesciò sbadatamente il suo calice.
“Cosa..?”
Uther lo guardò
preoccupato e perplesso.
“Ti senti bene, figliolo?”
Ovvio! Sto
MERAVIGLIOSAMENTE bene!, pensò. “Sì.. Sì, scusate. Sono semplicemente un
po’ stanco. Un po’ di riposo, e sarò come nuovo.”
Morgana, rimasta in silenzio per tutto il tempo, aveva
notato perfettamente lo scambio di sguardi tra il fratellastro ed il suo
fedelissimo e leale servitore; così come aveva già compreso da un po’ che cosa
c’era fra i due ragazzi.
“Beh, puoi andare in questo caso.”, disse il Re, “Va pure
nelle tue stanze. E riposati.”
Artù si alzò con un
piccolo inchino, salutò Morgana con un sorriso sincero e si recò verso le sue
stanze, dove si buttò sulla suasolita
sedia, sospirando. Davanti a lui delle carte che dovevacontrollare per il padre, che però fissava
senza realmente guardare. Assorto com’eranei suoi pensieri.
Ma perché mi sento tanto … incapace?! ,pensò
prendendo un respiro profondo, E va bene,
Artù. Mantienila calma, ok? Basta
nonpensarci. : detto, anzi pensato
questo prese la piuma, la immerse nella boccetta dell’inchiostroe si concentrò sui compiti che doveva
svolgere; suo padre era parso contrariatoper il suo comportamento. Doveva dimostrargliche stava bene.
TOC- TOC.
Il suo cuore prese a battere a ritmo frenetico: se conosceva
bene le abitudini sue e della persona a cui stava pensando, a quell’ora poteva
essere, al 98% delle possibilità, proprio lui…
Ma vinse il restante 2%: dalla porta fece capolino la testa
di Morgana. E sorrise.
“Morgana. Entra pure…”
La ragazza, con un sorriso piùfalso che mai, chiuse la porta e lo guardò.
“Ero preoccupata per te, Artù. Non eri tu a cena…”
Come sempre da qualche
mese a questa parte…, pensò. “Come ho detto, è
solamenteun po’ di stanchezza.”
“Davvero?”
La ragazza restò a fissarlo per qualche istante, dopodiché
avanzò verso di lui. Superandolo. E dirigendosi verso il tavolo davanti alla
porta, dall’altra parte della stanza, per versarsi dell’acqua.
“Sì..”
“Che strano … Avrei detto che il tuo bizzarro comportamento
fossedovuto alla presenza di Merlino
nella stanza.”
TU-TUM. Il solo sentir nominare il suo nome, faceva
schizzare il suo cuore a 3000. NO. NON PUO’ ESSERE, NON E’ POSSIBILE … NON
PUO’ AVERLO CAPITO…,pensò.
“Non ho idea di che cosa tu stia parlando.”
Lei si versò un po’ d’acqua, e scoppiò a ridere.
“Ah no, eh?”, poi si sedette e lo fissò, “Artù, anche un
cieco lo vedrebbeche provi qualcosa per
lui.”
Il Principe sentì il cuore fare un balzo, e alzò lo
sguardosu di lei per scrutarla qualche
istante negli occhi, poi fece un mezzo sorriso.
“E’… così evidente?”
Lei sorrise: un sorriso di puro e malvagio trionfo che Artù,
accecato dall’affetto, non interpretò.
“Beh, è evidente PER ME perché ti conosco bene.”
Lui sospirò.
“Ho … Provo dei sentimenti molto forti e profondi, per lui. Io non so come… Non so spiegarlo!”
Morgana gli sorrise.
“E sei pienamente ricambiato! Lui prova le stesse cose per
te.”
Il cuore di Artù batté, se possibile, ancor più forte.
“Ti ha detto qualcosa?”, le chiese
“Parla di te DI CONTINUO!”, rise
lei, “Eviterò comunque di ripetere ciò che mi sento dire. Il tuo Ego è già
colmo di suo. Ma ciò che ti posso dire, è… che da
qualche mese a questa parte, quando gli sei vicino non sa come comportarsi, o..
cosa dire.”
“Non è il solo…”, sussurrò lui.
Poi guardò davanti a Sé con espressione beata e sorrise. Per
qualche secondo i suoi pensieri vagarono, provando ad immaginare checosa potesse dire di lui.. se ne parlava
sempre male oppure soltanto bene, nonostante tutto. Se…
La sua espressionesi rabbuiò. E Morgana
aspettandoselo si finse triste.
“Cosa c’è che non va, Artù? Parla con me.”
“Quello che… Che provo mi fa male,
Morgana. Mi distrugge e mi… dilania! Perché so che
non potrò mai averlo.. Che niente potrà mai esserci tra di noi...”
Morgana fece l’espressione più perplessa e triste che
riusciva a fare, ovviamente falsa, e si avvicinò a lui sporgendosi. Posando una
mano su quella del fratellastro. E guardandolo negli occhi.
“Se è Merlino che desideri… perché
rinnegare te stesso?”
Artù sospirò. Lasciandosi cadere all’indietro poggiandosi
allo schienale.
“Mio padre vuole che io mi sposi, lo sai. Per il Bene di
Camelot. Sono il futuro Re, Morgana. Devo pensare al mio popolo. Non posso
permettermi di pensare a me stesso. E comunque non accetterebbe mai il mio
amore per Merlino.”
Lei sbuffò.
“Uther non sa nulla dell’Amore!”, poi gli sorrise, “Perché
non passi un po’ di tempo con Lui? Ne sarebbe felice! E anche a te farebbe
bene, Artù. Andiamo … AL momento ci pensa Uther a fare il Re..”
Artù la guardò, poi si alzò girando attorno alla sua sedia,
incrociando le braccia e riflettendofissando il Fuoco.
Morgana in fondo ha
ragione.. E’ tanto che non passo SUL SERIO del tempo con Merlino. E, Dei, mi
manca da impazzire tutto il tempo che passavamo a scherzare e prenderci in
giro! E per il momento c’è mio padre che governa su Camelotnel migliore dei modi.
“Hai ragione”, si voltò e le sorrise, “Appena mi sarà
possibile, mi prenderò qualche ora di pausa da tutto il resto. Ti ringrazio,
Morgana.”
Lei si alzò sorridente, e lo abbracciò baciandolosulla guancia.
“Non dirlo neanche! Ti voglio bene. Sei come un fratello ,
per me. È il minimo che posso fare, per te.”, e uscì.
Dopo nemmeno cinque minuti, Artù era già tornato verso il
tavolo, preso una pergamena bianca e aveva preso nuovamente in mano la piuma,
scrivendo qualche cosa sulla pergamena stessa. Poi piegò il foglio a metà, e
aprì la porta della sua stanza guardandosi attorno. Sapeva che a quell’ora
c’era il cambio delle Guardie. E se la memoria non si sbagliava, quella sera
c’era la Guardia più fidata.
“Leon.”
Un giovane sulla
trentina, biondo, con un accenno di barba, si avvicinò e gli sorrise.
“Sì, Sire? Posso fare qualche cosa per voi?”
“Porta questo a Gwen.”, disse porgendogli il foglio
“Stanotte fai la guardia nell’Ala Ovest, giusto? È dove si trovano le stanze di
Morgana… Dì a Gwen di consegnarlo a Merlino. È
importante. Molto.”
Lui annuì serio.
“Vado subito a consegnarlo a Gwen. Nontradirò la vostra fiducia.”
“Lo so.”, sorrise lui, “Per questo ho affidatoquesto compito a te, fra gli altri. Grazie,
amico. Sono in debito.”
Leon andò subito, a passo spedito, verso l’Ala Ovest, verso
le stanze di Lady Morgana. La ragazza era assente, ma Gwen stava sistemando al
meglio le ultime cose prima di andarsene a dormirea casa sua. Sorrise al ragazzo, che conosceva
da quando era bimba.
“Ciao! Cercavi Morgana?”
“No. Te.”, tirò fuori la pergamena, “E’ un messaggio per
Merlino. Da parte del Principe. Mi ha detto che è estremamente importante. Di
consegnarlo a te, che devi darlo subito a lui.”
Gwen osservò il foglio, e tra i baffi sorrise: forse,
finalmente, era giunto il momento che il suo migliore amico attendeva da ormai
tanto tempo..
“Grazie. Mi affretto aconsegnarglielo.”
Leon uscì dalla stanza con unpiccolo inchino, a cui lei sorrise. Dopodiché
la giovane sistemò bene il letto della sua Signora, e uscì dalla stanza. Prese
il corridoio più illuminatodel
Castello, e uscì dal portone secondario. Quella era la strada più veloceper la casa del suo migliore amico. E di
Gaius. Difatti arrivò in meno di cinque minuti: visto la tarda ora, bussò piano
anche sesapeva che stavano svegli sino
a tardi.
“Chi è a quest’ora?”
Gaius sbuffò.
“Come faccio a saperlo! Apri e lo scopriremo, pigrone.”
Merlino si alzò dalla sedia ridendo, e andò ad aprire la
porta. Sorridendo affettuosamentealla
persona che si trovò davanti.
“Gwen!! Ciao! Entra pure.”
“Grazie.. Ciao Gaius. Scusate per l’ora tarda.”, disse
entrando.
“Puoi venire a che ora vuoi.”le sorrise Gaius, “Possiamo
fare qualcosa per te, Ginevra?”
Lei scosse la testa sorridendo.
“No. Sono qui per consegnare un biglietto a Merlino.”,
glielo porse sorridente, “E’ da parte del Principe Artù.”
TU-TUM.
Artù… Artù mi ha
scritto un biglietto..? , lo aprì di fretta e lo lesse sentendo il cuore
esplodere di gioia, Ditemi che è un sogno… Questo non può essere vero.. Non ci posso..
“Merlino! Allora??”
Il ragazzo guardò il suo mentore, che lo guardava
preoccupato. E Gwen che sorrideva. E rise di gioia.
“Artù... Il Principe vuole passare del tempo con me.”
I due si guardarono: Gwen più sorridente che mai, Gaius
meravigliato. Ma sorrideva.
“Intendi…?”
“Beh, immagino di sì..” si sedette, “I..Io non so…”
Gaius sorrise.
“Il mondo è uno strano posto, Merlino. Te ne accorgerai,
ragazzo mio! Tutto può accadere.”
“Ma..”
Gwen si avvicinò al
suo migliore amico.
“Vuoi che gli riferisca che non vuoi..?”
“NO! Cioè…”, sospirò.
E lei rise.
“Merlino. Lui ti piace?”, il ragazzo annuì, “E tu piaci a
lui?”, di nuovo annuì, “E.. Non è questa l’unica cosa che conta davvero?”
E’ l’unica cosa che
conta davvero… Gwen ha ragione. La dovrei smettere di
farmi tutti questi problemi. Scommetto che quel Lucertolone Millenario di
Kilgharrah sarebbe estremamente contento di tutto ciò..
“Sì. D’accordo, allora…”
“Bene! Hai preso la decisione più giusta, Merlino. Ah.”, lo
guardò seria, “Se vedi che è una situazione, come dire…
‘sciolta’ abbastanza… Parlagli. Anche diQuella cosa.”
Gaius sospirò.
“Ginevra ha ragione, Merlino. È una cosa che devi dirgli
quanto prima. Più tempo sprechi, più possibilità ci sono che si infuri come una
belva..”
Lui sospirò.
“Avete ragione anche per questo. E va bene. Se siamo
abbastanza rilassati, gli parlerò del mio Dono.”
Gwen uscì dando la buonanotte ai due, e prima di andare a
dormire, tornò dentro al Castello rintracciando la Guardia che le avevaconsegnato il biglietto poco tempo prima. E
gli sorrise trovandolo davanti alle stanze della Lady che leiserviva,
“Si vedranno? Dimmi di sì.”
Lei rise.
“Sì. Domani mattina. Finalmente! Temevo che avrebbero perso
la loro occasione.”, rispose lei.
“Già!”, esclamò lui, “Quando ho visto quel biglietto ho
pensato ‘ei.. magari è lavolta buona.’.
Perfetto. Allora tu vallo a riferire ad Artù, poi vieni da me tanto ripassi da
qui. Io informerò Merlino.”
La ragazza sorridendo bussò alla porta di Artù, che
l’accolse conun largo sorriso.
“Oh. Gwen. Ti aspettavo. Allora..?”
“Missione compiuta, Sire.”, rispose inchinandosi, “Il vostro
servitore manda a dire che non vede l’ora che sia domattina. Dove lo
incontrerete? Vi consiglio fuori dalla città. Nel bosco. Lontano da occhi
indiscreti.”
Lui sorrise e annuì.
“Manda a dire a Merlino che lo aspetto al ruscello. Sai..
quello..”
“Ho capito.”, rispose lei “Riferirò. E… Sire, se posso
permettermi di darvi un consiglio. Non usate solamente l’arroganza, con
Merlino. Alternate arroganza con dolcezza. Lo conquisterete.”
Lui le sorrise.
“Ti ringrazio, Ginevra. Per tutto.”
“Dovere, Sire. Se volete scusarmi..”, s’inchinò. E uscì.
Bene.. Posso farlo. Ne
ho avuti tanti di appuntamenti. Coraggio, Artù. Lo puoi fare …
“Al ruscello. Domani mattina.”
Leon sorridendo le diedela buonanotte definitivamente, e a passo svelto si diresse verso la casa
dell’anziano cerusico: riferì il messaggio a Merlino che gli aprì la porta,
salutò lui e Gaius, e tornò alla suapostazione di guardia.
“E così… Domani mattina, eh?”
Merlino sospirò, guardando fuori dalla finestra perso nei
suoi pensieri. Ma con l’orecchio teso in attesa che Gaius, appunto, dicesse,
qualche cosa.
“Credi che sia giusto? Voglio dire..”
“Merlino.”, lo interruppe lui col sorriso, “Se Artù prova
qualcosa per te.. e tu provi qualcosa per lui.. perché andare avanti nella
menzogna? Non è esattamente una scelta furba.”
Il ragazzo sorrise guardandolo.
“Però Artù dovrà sposarsi. Per il bene di Camelot.”, sospirò
nuovamente, “Il mio Destino è aiutarlo a diventare il Re che è nato per essere,
Gaius. Essergli amico. Consigliere. Ma non so se è mio Destino essere anche
suo..”
“Amante..?”
“Esatto.”, fece lui sconsolato.
“Merlino! Dei, un po’ di allegria!”, gli si avvicinò, “Fra
poche ore, hai appuntamento col ragazzo che ti piace, e forse più, in riva al
ruscello. Dovrestiesserne felice! Solo
felice. E non pensare al resto.”
Il moro sorridendolo
abbracciò.
“Grazie.”
E sospirando, col sorriso sulle labbra e il cuore già a 2000
e più, se ne andò a dormire.
Il cuore gli batteva molto più forte del normale, mentre
usciva dalle sue stanze vestito come un normale ragazzo della sua età: per quel
lasso di tempo nel bosco, non voleva essere il Principe Ereditariodi Camelot. Non il figlio del Re. O il
Capitano dei Cavalieri. NO. Nulla di tutto questo. Ma solamente un normalissimo
ragazzo al suo primo, vero appuntamento con una personaper cui provava qualcosa di VERO.
Passò dalle cucine, preparando un cesto con qualche cosa di
leggero ma sostanzioso. Sotto lo sguardo divertito e affettuoso dei cuochi che
lo conoscevano oramai da anni. E sapevano che se non mangiava a sufficienza, il
suo caratterino ‘pepato’ veniva fuori.Sempre.
E preso il cesto lo montò su Hengroen,
lo sellò, e saltò in groppa.
Merlino si guardò intorno: i vestiti che giacevano per terra
erano quelli che aveva messo il giorno prima, e per un appuntamento del genere
nonandavano affatto bene. Si avvicinò
all’armadio, aprendolo e dando una sbirciata per vedere che cosa poteva
mettere. Passò in rassegna tutti i vestiti, dal primo all’ultimo, sebbene non
ne avesse che cinque o sei. Ma alla fine li trovò.
Una maglietta blu notte, la migliore che aveva. Un paio di
calzoni neri non eleganti ma diversi dai soliti marroni che metteva sempre. E,
ovviamente, il suo fido fazzoletto attorno al collo.
Quando uscì dalla stanza, vide Gwen che chiacchierava
allegramentecon Gaius. I due si
voltarono e sorrisero meravigliati.
“Per gli Dei, ragazzo…”
“Stai benissimo così, Merlino!”, esclamò la giovane amica
entusiasta, “Artù sarà estasiato, vedrai. Ne sono più che certa. Fuori c’è il
tuo Garulf che ti aspetta. Ho pensato di portarlo qui davanti.”
Lui le sorrise.
“Ti ringrazio. Beh…”, e rise, “Io
vado!”
I due lo guardarono mentre si avvicinava prima a Gwen per darle
un bacio sulla guancia, e a Gaius dopo per un bell’abbraccio tipo figlio-padre.
E si dirigeva verso la porta, al di fuoridella quale lo attendeva ,appunto, il suo fedele cavallo marrone chiaro
Garulf. Vi montò. E spronò al trotto.
Artù era arrivato da appena dieci minuti, e aveva sistemato
un telo sull’erba, con sopra un paio di cuscini di quelli morbidi. Del suo
letto. Prese uno dei piatti d’argento presi dalla sua credenza personale, e si
guardò dentro per controllare di essere in ordine.
Il giovane Merlino, arrivato in quel momento, rise a quella
scena sebbene fosse altrettanto agitato, e scese da cavallo legandolo poco più
in là.
“Artù..?”
TU-TUM. Quando il Principesi voltò, incrociando così lo sguardo del giovane servitore, il suo cuore
balzò in un modo in cui nonaveva mai
fatto.
Per tutti gli Dei…
E’… Come posso non provare ciò che provo? E’ semplicemente…
stupendo..
Lo guardò. E sorrise.
“Merlino…Sei…”
“State cercando di dirmi che sto bene vestito così..?”,
sorrise lui che oramai lo conosceva.
E lui sorrise annuendo.
“Sì.. Scusa. Vieni.”
Merlino sorridendo guardò avanti a sé e vide un piccolo
rivolo d’acqua con dei sassi. Tutti e due erano a conoscenza del suoscarso equilibrio! Ma comunque con sangue
freddo egrande calma, mise piede sulla
prima pietra. E poi su quella successiva. Una dopo l’altra. Finché non arrivò
dall’altra parte dove Artù, con sua somma sorpresa e fatto che lo fecearrossire seppur sorridere, gli porse lamano per aiutarlo.
“Grazie…”
Artù si sforza di fare
il rude… Ma lo so che non è così… Anche per questo
sento ciò che sento..
I due si sedettero, e Merlino si mise sulle ginocchia,
prendendo il piatto di Artù e il cestino per riempirlo. Ma la sua mano lo
fermò. delicatamente. E gli sorrise.
“Ei. Non sei qui come servitore.”
Merlino avvampò e sorrise, sedendosi mentre Artù riempiva un
piatto che, comprese, era per lui e non per se stesso.
“Scusate, Si”
“Artù.”, lo interruppe lui guardandolo serio, “Solo Artù. E
non darmi del voi. Non qui, almeno.”
Merlino sorrise felice come non mai.
“E’ diverso, vero? Lontano da Camelot…”
Artù annuì.
“Camelot è il mio Regno. La amo di più di quanto riesca a
dire. Ma spesso mi sento troppo … pieno di doveri e responsabilità. Qui.. con
te.. posso essere me stesso.”
“Mi piace quando siete voi stesso.”, rispose lui.
Artù ricambiò il sorriso sincero e aperto del giovane,
mentre i battiti del suo cuore erano ,oramai, quasi fuori controllo.
Merlino… Mi fai un effetto terribilmente stupendo..
“Sai, a volte penso… di lasciare
Camelot.”
Merlinolo guardò
divertito.
“Seriamente? E dove andresti?”
“Beh, comprerei un po’ di terra.”, rispose stringendosi
nelle spalle, “E vivreicome contadino.”
Il moro scoppiò a ridere.
“TU? Un contadino?”, scosse la testa, “Non ti ci vedrei
molto, sai? Sei..un po’ troppo abituato ad essere servito e riverito, per far
il contadino.”
Lui lo guardò, e ridendo gli lanciò una bacca.
“OVVIAMENTE ti porterei con me. Per i lavori pesanti.”
“Beh, come minimo”, rispose lui fingendosi serio.
A Camelot …
“Oggi è unabellissima
giornata, non trovate?”, disse Morgana guardando il RE, “Che ne dite di un bel
giro a cavallo insieme?”
Uther e Lady Morgana stavano consumando il loro pranzo
nell’enorme Sala, a tavola da soli, visto che Artù aveva detto al padre di
uscire fuori per far un giro con Leon tanto perfare una piccola perlustrazione. Ma la ragazza SAPEVA che in quel
preciso momento,il suo fratellastro era con Merlino. E sapeva DOVE.
L’uomo le versò da bere.
“Purtroppo non è possibile. HO il Consiglio fra mezz’ora.”
“Oh.. Capisco.”, sospirò fingendosi triste, “E’ che passiamo
così poco tempoinsieme.. Il nostro
tempo assieme è…molto prezioso, per me.”
Uther allorala
guardò con affetto e le sorrise.
“Hai ragione. Non possiamo abbastanza tempo assieme. Il
Consiglio può attendere.”
Ilsorriso trionfante
della giovane si camuffò dafinta
espressionedi pura gioia. Conversarono
allegramente per tutto il restante pranzo, scherzando tra di loro come
solevanofare un tempo. Finché,
consumato il pranzo, il Re e la Lady ‘tremate piccioncini’ si presero a
braccettoper poi uscire dal cancello
principale. Andando alle stalle, sellando i propri cavalli, e montandovisopra in sella.
“Che ne dite di una bella gara, come facevamo una volta?”,
chiese lei
Uther sorrise.
“Ti do un vantaggio.. Parti pure.”
“Tra non molto dovremo tornare a Camelot…”
Merlino e Artù, finito da qualche minutoil pic-nic, erano adesso sdraiati l’uno
accanto all’altro, poggiati sui due cuscini precedentemente sistemati dal
Principe stesso: lui steso sullaschiena, con un braccio dietro la testa, Merlino steso sul fianco verso
di lui.
“Possiamo restare ancora un po’.”, rispose Artù, “Non
sappiamo quando potremo rifarlo…”
Merlino gli sorrise.
“Forse quando diventerete un contadino, potremo passare molto
più tempo insieme. Voglio dire… Più di quanto già non
facciamo. Ma in questo caso non è…”
“La stessa cosa.”, sospirò Artù.
“Esatto..”
Artù divenne serio in volto. Estremamente concentrato.
“Non..ti muovere.”
E il giovane servitorelo guardò allarmato.
“Cosa c’è? Briganti?”
Artù fissò un punto dietro la spalla del moro, dopodiché
allungo il proprio braccio così velocemente che Merlino ebbe appena il tempo di
vederlo allungarsi, che già era tornato al suo posto sul petto di Artù. Che
aprì la mano.
“Una vespa.”
Merlino scoppiò a ridere scotendo la testa. E lo guardò: E’ proprio incorreggibile! L’aitante
Cavaliere di Camelot che salva l’indifeso servitore da una vespa.. . Poi il
suo cuore prese a battere più veloce. Erano incredibilmente vicini, adesso. E i
loro sguardi erano talmente intensi … che pensò di potersi seriamente perdere
dentro lo sguardo blu cielo di Artù.
Sorrise e si sporse su di lui. Posando dolcemente le sue
labbra su quelle del Principe di Camelot, in un piccolo tenero bacio. E lo
guardò. Cercando di capire se fosse arrabbiato o no. Ma sembrava tranquillo.
E così le loro labbrasi toccarono per la seconda volta. Un bacio dolce ma intenso.
In quel preciso istante, due cuori schizzarono fuori dal rispettivo
petto, in una corsa accelerata l’uno verso l’altro: perché non appena le labbra
si furono toccate, anzi sfiorate, entrambi i giovani sentirono una scossa. E si
sentirono felici come quando,dopo tanto tempo che cerchi, trovi quel pezzo di
puzzle che ti serve per finire il cielo.
Mentre con una mano si poggiava
sul cuscino, l’altra mano la portò sul petto del Principe. E lui facendo
scivolare la sua mano, afferròcon
dolcezza quella del suo leale servitore.
“Artù?”
Quel magico incanto si spezzò
quando alle loro orecchie giunse la voce di UtherPendragon: era davanti a loro, a cavallo,
un’espressione incredula quanto sconvolta e irata sul viso. Dietro di lui
Morgana, con espressione (falsamente) preoccupata per i due amici. Ma Merlino
notò perfettamente, lui che sapeva, il sorrisino dipuro Trionfo che le sileggeva sul volto.
“Padre…”
Ragaaaazze e ragazzi!
Chiedo venia per il ritardo, ma non ricordavo di avercelo
gia’ scritto! XDDDD ora che lo so, aggiornerò presto!
Camminava su e giù per la Sala, con andatura decisamente
nervosa: la sua testa era un frullatore di pensieri, e il suo cuore era quasi
fermo da quanto era agitato e preoccupato per la sorte sua e di Merlino. Ma
aveva preso una decisione: voleva Merlino al suo fianco. Non solamente come
amico, né tantomeno come servitore, o soltanto come Consigliere. Voleva di più.
L’ enorme porta della Sala delTrono si aprì.
“Padre.”
Uther guardò il figlio con espressione dura quanto
pensierosa. Dopodiché scoppiò a ridere.
Sta … RIDENDO..?
“Pensavo vi sareste infuriato..”
“Sono stato giovane anche io, figliolo.”, rispose lui
ridendo, “Conosco perfettamente questo genere di divertimenti con servitrici e
servitori. E quanto siano allettanti divertimenti di questo tipo.”
Artù tirò un sospiro di sollievo. E tornò a respirare.
“Lo so, avrei dovuto
parlarvene. Credevo di agire per il meglio..”
Uther annuì comprensivo.
“E’ chiaro che non possopermetterti di rivederlo. Né che Merlino sia ancora il tuo servitore.”
Come era appena tornato.. il fiato se ne andò di nuovo. E
guardò il padre.
“M..ma.. avete appena detto che…”
“Artù, è fuori discussione.”, lo interruppe duramente
scrutandolo, “Non permetterò che tu metta a repentaglio il nostro Regno per una
passione passeggera.”
Una…
Una passione passeggera??
“Padre… Vi supplico. Non è una
passione passeggera!” poi loguardò
dritto negli occhi “Ho cercato di..reprimere ciò che provo, ma non posso più
negare i miei sentimenti. Io AMO Merlino.”
Lo sguardo di Uther fu di ceca rabbia.
“Non lo posso permettere. Merlino è bandito da Camelot.”,
disse per poi dirigersi all’uscita, “Ha due giorni per prendere tuttala sua roba, e lasciare il Regno.”
Il cuore di Artù diminuì i battiti d’improvviso. Ma non era
il tipo da abbandonare il ‘campo di battaglia’senza lottare.
“No!”, Uther si voltò, “Vi..prego. Camelot è diventata la
sua vita, padre. Vi giuro che non lo vedrò più. Mi cercherò un altro servitore.
Ma vi prego…”
Uther lo guardòseveramente.
“Hai detto pochi secondi fa di non sapercontenere i tuoi sentimenti per quel ragazzo.”
“Vi supplico…”, disse
afferrandogli il braccio.
Uther gli scoccò un’occhiata delle più severe che
sapevafare.
“E’ per il tuo bene, figliolo.”, e uscì.
Il cuore di Artù, se prima battevadannatamente piano, in quel momento si era
pressoché fermato. Davanti a sé vide apparire una sconvolta Gwen, ma sul
momento non le diedemolta importanza:
fissava ilvuoto davanti a sé. In preda
all’angoscia più totale.
“Artù..”
“Dimmi che non è vero, Gwen…”, si
stupì di quanto la sua voce uscisse flebile, “Ti prego.. Dimmi che…” poi sbottò “Come ha fatto a saperlo?! COME??”
La ragazza scosse la testa.
“Non lo so! Io Vi giuro che non ho detto niente.”
Lui sospirò e le fece un mezzo sorriso.
“Lo so. Hai la mia piena fiducia, Ginevra.”, rispose, “So
che non ci avrestimai traditi.”
Lei lo guardò. Poi sospirò triste.
“Mi scusi… Col Vostro permesso, io
andrei.”
“Vai da lui..?”
Lei annuì.
“Magari ha bisogno di aiuto per … Per la sua roba, ecco.”,
sussurrò inchinandosi , “Ci vediamo domani.”
Artù con gli occhi lucidi la guardò.
“Ti prego… Digli da parte mia che…”
Lei sorrise.
“Lo farò.”, e si allontanò.
Artù uscì subito dopo di lei, dirigendosi verso le scale per
poi salirle di corsa e chiudersi nella sua stanza. E non appena entrò si buttò
sul letto. Ma l’agitazione e il dolore che provavalo fecero alzare. Camminò avanti e dietro per
la stanza,poiafferrò un cuscino e lo
lanciò contro il tavolo che tremò.
“Artù…”
Il biondo si voltò verso la porta: contutti i suoi pensieri non aveva sentito
bussare.
“Morgana.”
La giovane entrò e chiuse la porta dietro di sé, sul volto
una delle espressioni più addolorate eangosciate che riuscisse a fare.
“Ho appena saputo. E’ terribile! Dei, mi dispiace così
tanto!”
“E’ colpa mia.”, disse Artù
“No! Tu non hai colpe, Artù”, disseavvicinandolo, “La colpa è stata mia. Se non
avessi proposto a Uther di uscire a cavallo! E non ti avessisuggerito di…”
Lui sorrise scotendo il capo.
“Tu mi hai aiutato a dire ad alta voce ciò che provoper Merlino.”
Lei sorrise e sospirò guardandolo .
“Che cosa farai ora?”
Lui si poggiò al tavolo e la guardò sofferente.
“Non posso sopportare l’idea di non poterlo più vedere,
Morgana.”, disse, “Io non sopporto di non poter … Andrò con lui. Lasceremo
Camelot.”
Morgana, sorriso di soddisfazione nascosto ‘tra i baffi’, lo
guardò sconvolta.
“Vuoi rinunciare al tuo diritto al trono??”
Lui annuì alzandosi e guardandola dirittonegli occhi.
“Per il momento. Un giorno torneremo, insieme. Prenderò il
posto che mi spetta sul trono. E Merlino sarà al mio fianco.”
Le certezze della Strega vacillarono.Ma gli sorrise.
“Giusto. Se Uther non accetterà, dovrete aspettare il
momento in cui non potrà più decidere su di voi.”
Merlino tirò fuori le sue poche magliette dal cassetto.
“Ci sono un sacco di cose da fare.”, disse all’amica, “Devo
impacchettare le mie cose, considerato che da un anno e mezzo fa ne ho di cose
nuove da dover portare via. E dovrò trovare un nuovo servitore per Artù!”
Gwen sospirando guardò Gaius, che a sua volta fissò Merlino
che andava su e giù per la suapiccola
stanza.
“Merlino.”
“Per caso uno di voi conosce qualcuno di adatto? Perché Artù
non può esser seguito da uno qualsiasi. Deve essere all’altezza, e”
“Merlino!”, esclamò dopo di lei Gaius, “Fermati un attimo!”
Il giovane lo guardò, anzi guardò entrambi, come se li
vedesse in quel momento veramente.
“Sì?”
“Dove andrai?”, gli chiese Gwen preoccupata, “Eldor é nella giurisdizione di Uther. E ti ha bandito dal
Regno … Dunque dove..?”
Quelle due parole riecheggiarono nella sua mente: “dove
andrai?”.
Gwen ha perfettamente
ragione.. Uther ha il controllo anche su Eldor. Non
posso tornare là. E quindi dove …
Realizzò in QUEL momento che non aveva un posto dove andare.
E con ancora due asciugamani tra le braccia, si lasciò sedere sul letto con le
lacrime agli occhi.
“Non lo so! Eldor e Camelot sono le…mie uniche
case.”, disse, “Sono gli unici luoghi che conosco….”
Gaius sospirò e si sedette accanto a lui.
“Hai idea di come Uther possa aver saputo dove eravate?”
Lui scosse la testa.
“No. Io non l’ho detto a nessuno. E ci metterei la mano sul
fuoco che neppure lei”, con la testa indicò Gwen chescosse la testa, “Ha detto niente. Quindi
proprio no so come possa aver”
Le parole gli si fermarono in gola. Nella suamente si fece strada lentamente una nuova
consapevolezza. Un piccolo dettaglio che nell’angoscia di quei momenti
avevascordato completamente.
“Cosa?”, chiese ansiosamente Gwen
“Morgana.”
Gaius guardò Gwen, e si scambiaronouno sguardo consapevole.
“Lo sospettavo..”
“C’ era da aspettarselo.”, disse lei adirata, “E’ arrivata a
tanto! Non socome possa essere arrivata
a … E’ decisamente cambiata.”
Merlino si alzò e sistemò gli asciugamani in una borsa.
“In ogni caso, devo andarmene. Non ho altra scelta.”
Quando Morgana uscì
dalla sua stanza, Artù sospirò eaprì il
proprio armadio: avrebbe lasciato Camelot assieme a Merlino.
Oramai non negherò mai
più ciò che provo per lui. Lo amo. Non lo lascerò da solo. Se mio padre ha
deciso di bandirlo dal Regno, il mio destino è quello di seguirlo. E lo farò.
Costiquel che costi.
Il re in questione se ne stava seduto alla finestra delle
sue stanze. Assorto nei suoi pensieri.
TOC TOC.
“Ero preoccupata per te.”
Lui sorrise.
“Entra pure Morgana. Stavo pensando…”
“Ad Artù?”
“Non riesco a capirei suoi sentimenti per questo ragazzo. Questo servitore!”, disse, “Io non
so che cosa pensare. E’molto strano..”
Lei annuì.
“Già.. Io conoscoArtù da sempre. Mi ha sempre parlato di tutto quanto.. Ma non mi ha mai
parlato di questi sentimenti per Merlino.”, sospirò, “Temo che non sia come
sembra.”
Utherla fissò.
“Che intendi dire?”
Lei si sporse in avanti e lo guardò negli occhi preoccupata.
“Temo che sia sotto effetto di un Incantesimo! Ricordi
quando Gwen fu accusata, e lui ne uscì che era lui lo Stregone? Artù lo ha
negato. Ti ha convinto del contrario. Ma se, invece, fosse vero?”
Uther guardò davanti a sé.
“Uno Stregone … Grazie Morgana. Domani mattina farò
setacciare le stanze di Artù.”
LA DE.TE.STO.
Nonlareggo. Cioè.. come .. cosa..
PERCHE’?? -_-“questa ragazza é un Mistero.Un Enigma.Un.. ARGH!!!!
“Che cosa credete di
trovare? Un ragazzo nascosto da qualche parte?”
CinqueGuardie di
Camelot setacciavano da cima a fondo la stanza, sotto lo sguardo divertito del
Principe Erede, e lo sguardo confuso ma spaventato di Ginevra che, passando lì
davanti ,aveva visto il trambusto.
“Sir Leon.”
Il biondino, che era il vice Capitano (dopo Artù), si
avvicinò al lettoe al novellino che lo
aveva appena interpellato, e tirò fuori dasotto i cuscini di Artù un sacchettino fatto di un fazzoletto ricamato. Che
poi mostrò ad Artù.
“Cos’è?”, chiese Artù incuriosito.
“Non lo so. Ma lo devo portare al Re.”, disse uscendo.
Il biondo scoppiò a ridere e, mentre le guardie uscirono, salutò l’amica per poi avvicinarsi
con pochipassi all’armadio, aprirlo, e
tirare fuori qualche vestito per quando sarebbepartito assieme a Merlino all’alba del giorno seguente.
IO me ne andrò assieme
al ragazzo che amo.Nulla di quello che
potrebbe fare, o dire, mio padre mi farà cambiare idea mai. E quel sacchetto,
qualsiasi cosa sia, non mi interessa minimamente.
“Artù!!”
Ginevra entrònella
sua stanza spalancando la porta, agitata e alquanto spaventata. Lui la guardò
perplesso.
“Sì Gwen?”
“ Due guardie stanno portando Merlino nella Sala del Trono,
Sire.”, disse lei.
Artù la guardò
terrorizzato, e corse fuori dalla stanza seguito dalla ragazza: nel frattempo,
le due Guardie trascinarono Merlino fino al trono dove, seduto in posa
autoritaria,c’era il Re. Uther. Che ora
guardava il ragazzo con disprezzo e odio. Le Guardie lo gettaronocon poca delicatezza per terra. Mani legate
dietrola schiena.
“Conosci questo?”
L’ uomo gli porse un
fazzoletto ricamato, con due fiori di lato, chiuso a sacchettino. Con uno
stemma sopra.
“No.”, rispose lui perplesso alzando lo sguardo, “Mai visto
prima.”
“Gaius.”
“Sire ?”
“Questo è il simbolo dell’Antica Religione?”
L’uomo guardò Merlino e sospirò.
“Sì Sire. Ma posso confermarleche Merlino non può in alcuna maniera essere
uno Stregone.”
No! Non in questo modo
… Ti prego, non così … Artù non devesaperlo a questa maniera!
“Cosa sta succedendo?”
Uther si alzò avvicinandosial figlio appena entrato, seguito da Ginevra, e gli fece vedere il
sacchetto. Serio.
“Questo..involucro, è stato trovato sotto ai tuoi cuscini.”,
disse, “E’ un sacchetto che contiene Erbe Magiche. Ti ha messo sotto
incantesimo.”
Merlino non si voltòma sentì il viso bagnato delle sue stesse lacrime.
“Non conosco quel sacchetto. E seppure fossi un Mago, di
sicuro non userei la Magia nella Corte. E nel modo PIU’ ASSOLUTO per far del
male ad Artù. IO lo amo!”
Uther si voltò infuriato.
“TU HAI INCANTATO MIO FIGLIO!! A COSA MIRI?? EH? Al Trono? A
distruggere Camelot?”
Merlino fu forzato dalle due Guardie a prostrarsi davanti ad
Uther.
“NON HO FATTO NIENTE!”
Re Uther peròlo
guardò con rabbia. Cieca. E guardò Gaius che lo osservavasperanzoso.
“Il verdetto verso coloro che fanno uso dellaMagia è uno. E Uno SOLTANTO. Guardie. Conducetelo
nelle prigioni. Domanimattina all’alba
questo insulso Mago sarà bruciato al Rogo.”
Due cuori in quel
momento si fermarono, nello stesso istante: quello di Merlino, e quello di
Artù. Il quale guardò con furia suo padre,e si lanciò in avanti.
“NON PUOI FARLO!!”
Due Guardie lo trattennero impedendogli di avvicinarsi.
Mentre Uther si alzava di nuovo e si avvicinava.
“Lo faccio per te. Per il tuo bene, figliolo.”
“A voi non importa della felicità di vostro figlio, Uther
Pendragon.”, disse Merlino a bassa voce.
Ma lui sentì. Tutti sentirono.
“Che cos’è che hai detto?”
Merlino no. Ti prego
non peggiorare le cose.
Peggiori di così non
possono essere, Gaius. “A lei non è mai interessata la felicità di Artù. A voi
interessasolamente condannare
un’ennesima persona innocente per placare il vostro insensato odio verso la
Magia.”
Uther si avvicinò a lui, si sedette sul trono, e li mollò un
ceffone. Artù spinse in avanti per potersi avvicinare, cosa chegli fu impedita.
“TOCCATELO DI NUOVO, E”
“Cosa?”, Uther si alzò, “Artù. Lo vedo, non sei in te.
Vedrai, appena il Mago sarà morto l’ Incantesimo si spezzerà. E starai bene.”
BENE?? No. Non senza
Merlino. Se lui muore … Io morirò con lui.
“Non vi perdonerò mai per questo.”, disse serio guardandolo,
“MAI.”
Uther lo guardòpreoccupato. E gli voltò le spalle.
“ Starai meglio
quando sarà morto.”
“NO!! Lasceremo Camelot, padre. Ve lo giuro, non vi faremo
maipiù ritorno.”, Uther lo guardò
scotendola testa e gli voltò le spalle.
In quel momento Artù urlò.. “RINUNCIO AL MIODIRITTO AL TRONO!!!”
Gli occhi di Merlino si sgranarono.
A..Artù…!
Ti ama moltissimo,
Merlino. È pronto a lasciaretutto
quanto, per te., disse Gaius.
Ma non può!! NON E’
GIUSTO!
Uther a bocca spalancata si avvicinò al figliopreoccupato e angosciato.
“Questa e’ la dimostrazione… Mio
figlio non avrebbe MAI rinunciato al Trono.”, e si voltò verso le Guardie,
“Portatelo nella cella. E ordinate di preparare il Rogo per l’alba di domani.”
Merlino fu alzato in piedi dalle due Guardie, i suoi occhi
gonfi di lacrime.
“No... Vi prego.. non ho fatto niente!”
Artù.. Artù..
“NO!! MERLINO!!”, Artù veniva ben tenuto dalle altre
dueGuardie, tra cui Sir Leon.
“ARTU!! ARTU! NO!!”
Artù cercò inutilmente di dimenarsi urlando disperatamente
il suo nome e Sir Leon, vedendolo tanto disperato, e notando cheanche Merlino era sinceramente disperato, in
quel momento senzafarsi notare lasciò
andare Artù, che corse verso Merlino e lo baciòdavanti agli altri, un bacio a stampo ma intenso, che Merlino a quel
punto, fregandosene di tutto il resto, ricambiò totalmente.
“Ti amerò per sempre”
Quel sussurro, fece schizzare il cuore di Merlino alle
Stelle e oltre. Gli sorrise felice e lo baciò di nuovo, di sfuggita.
“Anche io. Ti amerò per sempre, asino reale.”
Tra le lacrime Artù trovò la forzaper ridere, assieme al suo amato, mentre
veniva portato via in camera sua e Merlino giù nelle prigioni.
“Mio Re! Tutto questo è”
“Taci, Gaius.”, lo interruppe Uther, “Non posso tollerare la
Magia. Né che un maledettissimo Stregonemetta le mani su mio figlio!”
Cocciuto!!
“State sbagliando, Sire. Sapeteche vi sono sempre stato fedele, SEMPRE. Ho
rinnegato ciò che sono per Voi.”, disse Gaius serio, “Ma non rimarrò in questo
Regno un attimo in più, se Merlino verrà bruciato al rogo.”
E detto questo, uscì
dalla sala irato.
Ebbene, ecco la vostra lady Merendina
(ALIAS Kinder Buena)che torna ^^ vi avviso,questo é
il penultimo chappy di questa storiella. Ho voluto
rifare questo Episodio perché, beh… GWEN proprio NO!
Merlino é quello giusto (piùche giusto)
per Artù. NON Gwen. -.-“ma perché gli
autori questo non lo capiscono, rimarra’ per sempre
un Mistery temo =(
Il Re Utherino in
questoEpisodio LO DETESTO. Cioè, non lo
capisce proprio eh!? Suo figlio AMA qualcuno finalmente!!! E lui CHE FA?? GLI
condanna l’amatoMerlino al ROGO!! -.-“
Uther, proprio NON.CI.SIAMO.!
Grazie a tutti voiche avete letto e recensito <3 siete il
motivo per cuivado avanti in questa
storia ;P
[PS:Per chiunque di voi segua“IL
COMPIMENTO DEL DESTINO”:Sono ‘lavori in
corso’. Ci sto lavorando.Aggiorno
domani o martedì ^^ )
Fuori dalla finestra si potevano vedere un gruppo di soldati
che, aiutati da alcuni popolani, costruivano il rogo per l’indomani mattina.
Oramai mancavano una manciata di ore. A quattro diverse finestre, quattro
differenti persone guardavano quella costruzione enorme quanto infida e
spietata che veniva lentamente eretta : Lady Morgana, con un sorrisino sul
volto; Gaius, dalla finestra della sua umile casa con espressione truce in
volto; Merlino, dalla piccola finestrella della sua cella che, avvolto in una
coperta per l’umido che gli entravanelle ossa, guardava il rogo col volto rosso e bagnato di lacrime; e
alfine Artù, anche lui il volto bagnato e rosso, che dalla finestra della sua
stanza fissava lapiazza con sguardo
perso nel vuoto.
“Artù.”
Il suo volto si girò in modo quasi impercettibile, vedendo
davanti a sé Gwen. Preoccupata e angosciata. Avevaappena pianto.
“Io… Non posso guardarlo morire, Gwen. Non posso…”
Lei annuì.
“Dobbiamo trovare un modo per farlo scappare da Camelot.”
“E come? Ci sono Guardie fuori dalla mia porta a
sorvegliarmi. E” indicò fuori “La piazza ne é stracolma. Non c’è.. niente che”
Gwen gli mollò uno schiaffo. Poi si portò la mano alla
bocca.
“Mi dispiace! Scusi Sire, non..” e s’inchinò “Chiedo
umilmenteil vostro perdono, Sire. Non
volevo. Però…”, lo guardò seria, “Merlino se fosse qui le direbbe di non
perdere la fiducia. Di non mollare.”
Col solito tono
irriverente che tanto amo..
“Voi amate Merlino, giusto?”
Lui la guardò serio.
“Più della mia stessa Vita, Ginevra. Non potrei amare mai
nessun altro.”
“Lo so.”, sorrise lei, “E allora dobbiamo ideare un piano.
Un buon piano. Avremo bisogno di tuttol’aiuto possibile. Gaius sicuramente sarà disponibile.”
Lui annuì.
“Hai ragione. Stare qui a fissare il rogo non aiuta Merlino. Lo dobbiamo tirare fuori di
qui.”
“Andrete con lui?”, chiese
“Certo che sì.”, rispose, “ Non resterei qui senza di lui un
secondo di più, Gwen.”
“Vi aiuterò ad uscire di qua.”, disse lei avviandosi alla
porta, “Sono certache Sir Leon ci darà
una mano volentieri. È molto amico con Merlino. Ed è fedele a Voi, e non a
vostro padre.”
Quando Gwen uscì, il Principe si asciugò le lacrime e con
passo deciso si avviòverso la borsa
lasciata sul tavolo poche ore prima, che non aveva più sfiorato da quando, ore
prima, era rientrato in stanza. Prese dai piatti che aveva in stanza tutto ciò
che c’era, poi lo chiuse e prese la sua cinta con la spada allacciata, se la
mise, edindossò il mantello verde acqua
regalatogli da Gaius. Prese I diari di sua madre. E si avviò alla porta in
attesa.
“Gaius.”
“Gwen! Hai visto Merlino?”
La ragazza sospirò e scosse la testa.
“Nonmi fanno
entrare. Ascolta. Io e Artù vogliamo farlo scappare da Camelot.”, disse con
tono determinato, “E abbiamo bisogno del tuo aiuto. Hai già fatto fuggire
Balinor in passato, giusto? Sir Leon è dei nostri.”
Gaius annuì, e si avviòall’armadietto. Prese una fiala.
“Tu dovrai mettere questo sonnifero dentro il calice di
Morgana. Per nessuna ragione deve sospettarequello che abbiamo in mente.”, si avviò alla porta, “Io nel frattempo
vado da Sir Leon.”
Gwen lo fermò.
“No, fermo. Non ancora. Sir Leon farà entrare te e Artù
nelle segrete per portarvia Merlino. E
ritarderà l’allarme. Prima però devi far uscire Artù.”
Gaius la guardò.
“Devo trovare un modo per farlo uscire dalla sua stanza,
quindi? Bene.”, tornò all’armadietto e prese un’altra fiala, “Coraggio. So
esattamenteche cosa dire e fare. Tu va
da Morgana.”
“Nessuno può entrare.”
Gaius sbuffò.
“Andiamo, ragazzo! Non fare l’idiota, Artù ha bisogno del
suo sonnifero oppure non si addormenterà. Il Re sa di questa visita.”
La guardia lo scrutò.
“Chi mi dice che non mi stai ingannando?”
“Giovanotto! Come osi??”
Il giovane allora sorrise e gli diedeuna pacca leggerasullaspalla.
“Scherzavo! Entra pure.”
“Gaius!”
“Abbiamo poco tempo.”, sussurrò chiudendo la porta,
“Ingerisci questa. È un liquido che ti farà perdere i sensi per qualche minuto.
Domanderò di portarti da me per poterti risvegliare.”
Artù aprì la fiala, poi lo fissò.
“Mio padre si chiederà come mai non mi hai rinvenuto qui..”
“Gli diròsemplicemente che non ho il necessario dietro” rispose sicuro “e che,
mentre vado e torno con le pozioni, potresti morire. Vedrai, ci cascherà. Dai,
bevi non c’è più tempo.”
Il biondo annuì, e ingerì il contenuto tutto d’un fiato.
Dopo pochi secondi, era già ko. Gaius sorrise, e aprì la porta di scatto.
“Il Principe ha perduto i sensi! Lo devo portare
immediatamente da me. Su, presto!”
Le due guardie entrarono e, senza farsi domande, presero di
peso il principe per portarlo fuori dalla stanza, in quel momento arrivòdi corsa Gwen.
“Artù? Cosa è successo?”
“E’ svenuto.”, disse Gaius uscendo, “O perlomeno credo sia
solamente svenuto. Farò accertamenti nel mio studio.”, le fece un occhiolino.
Lei nascose un sorriso assumendo un’aria preoccupata.
“Vengo con voi.”
I cinque si recarono di corsa, o quasi, verso la casa umile
del medico, che fece posare Artù sopra il solito consunto lettino, mentre Gwen
prendeva una pezza bagnata e gliela posavasulla fronte. E guardò le guardie mentre Gaius trafficavacon le fiale.
“Ragazzi. Vi chiedo di uscire.”
“Il Re non sarebbe d’accordo.”; disse una delle due, “Se la
prenderà con noi …”
L’altra però alzò le spalle e lo preseper un braccio.
“E dai. Tanto restiamo qua fuori.”
Le due guardie giovini uscirono, nel frattempo Gaius prese a
colpo sicuro una fiala e Gwen si alzò e si avvicinò.
“Coraggio. Dagli questa.”
“Cos’è?”
“Lo farà rinvenire in pochi istanti.”, poi andò alla porta,
“Vado ad avvertire Leon. Tu aspetta che si svegli,lo farà quasi subito. Poi dagli il suo zaino.
È accanto al tavolo.” E uscì
Gwen aprì la boccetta, gli tirò su la testa, e gli fece
beretutto il suo contenuto.
“Coraggio Artù..”
Merlino…
“G..Gwen?”
Lei sorrise e annuì.
“E’ ora di fuggire con Merlino, Sire. Coraggio, alzatevi.”
Artù non si fece pregare: si alzò, aspettò che passasseil giramento di capo, dopodiché prese il suo
zaino, lo aprì per mettersi il mantello, lo mise in spalla e seguì Gwen di
fuori. Le due Guardie stavano ridendo tra loro.
“Per di qua..”, sussurrò lei.
I due appiattendosi sui muri si avviarono verso le porte del
Castello, passando dalla piazza oramai buia, e quando videro ilRogo già montato si sentirono spaventati e
ansiosi, ma anche più risolutia salvare
il loro amico ( e amante).
“Sire.”
“Leon. Ti ringrazio per ciò che stai facendo.”, gli disse
Artù abbracciandolofraternamente “Non
mi sdebiterò mai abbastanza,amico mio.”
Lui scosse la testa.
“Non ci pensate. E poi, merlino è anche un mio amico.
Coraggio. Andate. Ecco la chiave.”
Artù seguito da Gaius scese le scale sino alle celle,
cercando quella in cui era rinchiusoil
giovane.
“Merlino!”
Lui appena li vide sgranò gli occhi più che sorpreso,esi alzò andandoalle sbarre.
“Gaius! Artù! Che cosa ci fate qua??”
“Ti liberiamo, mi pare ovvio.”, disse il primo, “Non avrai
certo creduto che lasciassimorire così
il mio figliastro, vero?”
Ma Artù.. lui…
Mentre apriva la cella, guardò Artù dietro le spalle del
medico di corte.
“Non dovresti farlo..”
“Ti amo, Merlino. Non lascerò che ti facciano del male,
amore mio. MAI.”, rispose per poi entrare e stringerselo forte al petto,
“Dovranno uccidermi prima di portarci via l’uno dall’ altro.”
Quando gli baciò i capelli, sorrise sentendo il cuore
battere nuovamente.
Finalmente … Temevo di
non sentire più il suo calore tra le mie braccia.
“Non puoi farlo.”
Artù si staccò dolcemente e carezzandogli il viso lo guardò
serio.
“Sì che posso. Lo VOGLIO fare.”
Merlinoscosse la
testa sospirando, e gli baciò il palmo.
“Non riguarda soltanto me e te, Artù. Non puoirinunciare al trono che ti spetta di diritto.
Camelot ha BISOGNO di TE! é il tuo popolo.”
E non sono talmente
egoista da anteporre la mia Felicità a quella di un intero Regno.
Artù lo guardò con le lacrime agli occhi. Se potessi
ti sposerei, Merlino! E un giorno lo farò.
“Io vengo con te. Un giorno ,quando sarà il momento… torneremo. Insieme. E non dovrai più nascondere
ciò che sei, amore mio.”
Il cuore di Merlino diminuì di un battito.
“C..ciò che”
“Merlino. Forse sono un asino, reale, ma non un cieco né
stupido. So che sei davvero un Mago.”, sorrise lui, “Da tempo penso che la
Magia non è soltanto volta al Male. Ma che può fareanche tanto bene.”
Ha… Ha appena detto ciò che ho sentito??
Ti aspettavi qualcosa
di diverso da lui?, disse Gaius sorridendogli, Io te lo dissi che Artù èdifferente.
“Riesci sempre a sorprendermi, Artù Pendragon”
“Come tu sorprendidi
continuo me, Merlino.”, rispose lui
“Ti amo, amore mio.”, E LO BACIò.
“Sire! Dovete sbrigarvi!”
La voce di Leonli
riportò alla realtà: Artù prese per mano Merlino e corse con Gaius fuori di là
risalendo le scale, in cima alle quali c’erano Leon che salutò Merlino e poi
Artù con un sorriso e un “a presto Sire”, e andò con passo lento verso
l’allarme della città . Gwen salutò Artù con un piccolo abbraccio. Mentre Gaius
strinseforte il proprio pupillo.
“Fa attenzione. Proteggilo.”
“Certo. È ciò per cui sono nato, giusto?”; rispose lui,
“E nel frattempo faccio attenzione
anche ame stesso. Stavi per dirmelo, dì
la verità!”
Gaius rise.
“Ovviamente. Ma son abituato, ormai. Attiri guai! Comunque,
vacci cauto , con la Magia. Se hai bisogno..”
Merlino annuì. E si voltò in avanti.
“Gwen.”
I due siabbracciarono come sorella e fratello, e
piansero tra la gioia e il dolore di non vedersi più per un po’ di tempo.
“Ti scriverò. O troverò comunque una maniera. Vedrai.”
Lei annuì
“Mi fido di te. Ti voglio bene.”
“Anche io te nevoglio tanto, Ginevra.”, rispose lui.
Gaius strinse forte
Artù.
“Non dire mai chi sei. E proteggi Merlino.. Anche se è più
facile che ti protegga lui.” gli sorrise, “E gli DEI vi proteggeranno. E tua
madre.”
Artù assentì.
“A presto, Gaius. Grazie per tutto.”
Artù fischiò, facendo arrivare al galoppo Hengroen. Montò in
sella e porse la mano a Merlino che salì in groppa davanti a lui.
“ Pronto?”
“Ovvio.”
I due sentirono la campana d’allarme, e seppero cheera giunto il momento di andarsene.
Salutarono con un cenno i tre, anche Sir Leon corsoda loro per risalutarli, ed Artù spronò al
galoppo.
Assieme al suoMago Merlino.
HAPPYENDING!! <3 <3
Comevolevasidimostrare … LA
VostraLady KINDER é d’IndoleRomantica ^^
GRAZIEA TUTTEE TUTTIX AVER SEGUITOQUESTA REVISIONE!!!! ^^