A Goodly One. di ___Sky (/viewuser.php?uid=85494)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Lockdown (1)
Elena
si fece strada tranquillamente giù per le impressionanti scale
del pensionato, controllando con la coda dell'occhio che non ci fosse
Colui-che-non-doveva-essere-nominato. Avrebbe dovuto lasciare la
casa con Stefan quella mattina quando lui era andato a caccia.
Così ora non si sarebbe ritrovata a sgattaiolare furtivamente
per arrivare alla porta della casa.
Quando finalmente fu al piano di sotto, non potè fare a meno di
sentirsi soddisfatta. Sapeva che il suo udito da vampiro non l'aveva
sentita, altrimenti si sarebbe già presentato davanti a lei in
quel modo incredibilmente fastidioso.
In punta di piedi, stava per girare la maniglia per aprire, quando
accadde l'inevitabile. Era talmente vicino a lei che se avesse fatto un
passo i loro corpi si sarebbero toccati.
« I miei occhi mi ingannano?». Chiese Damon con un tono divertito nella voce.
« Damon». Sospirò. « Sono di fretta, okay?
Devo tornare a casa e cambiarmi i vestiti e sono già in ritardo
per la scuola».
« Non ci potevo credere quando vi ho sentiti tornare a casa, la
notte scorsa. Non hai passato la notte qui dal nostro piccolo..
incidente. Probabilmente un tentativo fallito di evitarmi. Cosa
è cambiato?».
« Non è cambiato niente».
« Eppure stai ancora tentando di sgattaiolare fuori senza salutarmi. Sono ferito, Elena».
« Damon, potresti farti da parte? Devo andare sul serio».
« Bè, devo ancora fare i conti con il fatto che vi sentite
abbastanza sicuri per passare la notte qui, con me nella stessa
casa». Damon si strinse nelle spalle e finalmente si fece da
parte come aveva chiesto lei.
« Come ho detto: non è cambiato niente». Ribadì Elena.
Prima che Damon potesse rispondere e sapeva che avrebbe risposto, dato
il suo ardente desiderio di avere sempre l'ultima parola, Elena
sentì una scossa di elettricità passare attraverso il suo
corpo quando afferrò la maniglia della porta. L'esplosione era
stata abbastanza forte da farle fare un volo, urtando Damon -che era in
piedi tra lei e la parete- e facendolo andare a sbattere contro il muro
con tanta forza da creare una crepa profonda. Il corpo di Elena era
schiacciato contro quello di Damon che di certo non aveva avuto un
atterraggio più morbido del suo. Damon gemette ed Elena ebbe il coraggio di aprire gli occhi,
rendendosi conto che era sulle ginocchia del vampiro, con la testa
appoggiata al suo petto. Le braccia di Damon che le cingevano la vita. Si sentivano entrambi a
disagio.
« Stai bene?». La voce di Damon suonava stanca e leggermente dolorante.
« Sì». Rispose lei dolcemente. « Tu?».
« Niente di rotto». Disse gemendo e girando la testa a
destra e a sinistra per controllare che fosse davvero tutto a posto.
Elena lottò per uscire dal suo abbraccio e si alzò
attentamente in piedi. « Cos'è successo? Cosa è
stato?».
Damon cercò di alzarsi, ma era evidentemente in
difficoltà. Come una sorta di riflesso, Elena si
precipitò al suo fianco per assisterlo. Gli prese un braccio per
dargli sostegno, ma lo lasciò andare subito quando lui fu di
nuovo in piedi, temendo uno dei soliti commenti di Damon su come lei
era corsa al suo fianco.
« Qualcosa o qualcuno evidentemente non vuole che tu te ne vada». Disse infine Damon, guardando la porta.
« Come un incantesimo?». Chiese Elena, aggrottando le sopracciglia. « Chi lo farebbe?».
« Io conosco solo una strega. E tu, invece?».
Damon fece un passo avanti verso la porta con l'intenzione di aprirla.
« Attento!». Fu l'unica cosa che riuscì a dire,
prima che un altro sussulto di energia elettrica sembrava volesse
fulminare la casa. Questa volta Damon era preparato, anche se emetteva
versi di dolore. Non voleva fare un volo all'indietro come Elena. Fu
costretto a fare qualche passo indietro, però, a causa
dell'impatto della scossa.
« Figlio di..». Iniziò il vampiro, voltandosi di
nuovo verso la ragazza. « Prima o poi ucciderò quella
piccola strega!».
« Perchè Bonnie farebbe una cosa del genere?». Elena
prese parola. « Non ha alcun motivo per farlo. Perchè mi
chiuderebbe in una casa con te?».
«
Non abbiamo appena detto che questa è la prima volta che passi
la notte qui da settimane? Probabilmente lei non aveva idea che tu
fossi qui. Ha visto Stefan uscire di casa questa mattina e ha pensato
che questo sarebbe stato il momento ideale per tenermi via per
sempre».
« Nella tua gigantesca casa? Dove vive anche Stefan? Non ha
senso, Damon, e lo sai. Se Bonnie avesse volto fare una cosa del genere
lo avrebbe fatto già molto tempo prima e non in casa tua, ma in
uno spazio piccolo e limitato, non credi?».
Damon esitò un secondo, la rabbia era ancora evidente sul suo
volto e dalla sua postura. Elena capì che il vampiro si stava
costringendo a calmarsi.
« Allora chi combinato questo casino?». Chiese infine, con calma.
« Non lo so. Dovremmo cercare di scoprirlo. Ma di certo non era
Bonnie, Damon. Comunque, è lei che potrebbe tirarci fuori di
qui».
Elena raggiunse la tasca dei jeans, pregando che l'impatto
dell'esplosione non avesse rotto il cellulare. Fu sollevata quando vide
che non si era rotto e compose il numero della sua migliore amica,
portando il telefono all'orecchio. Con la coda dell'occhio vide Damon
camminare avanti e indietro, toccando ogni parte delle finestre e
imprecando ogni volta che veniva respinto da una scossa elettrica.
« Smettila». Ordinò lei. « Penso sia ovvio che siamo chiusi qui dentro».
« Ci deve pur essere un punto debole da qualche parte».
Mormorò Damon, continuando la sua ricerca. Lasciò la
stanza per controllare le altre finestre e porte.
Fu solo allora che Elena si rese conto che non aveva sentito lo squillo
del telefono. Guardò lo schermo e sospirò per la
frustrazione. Nessuna ricezione.
Provò a tenere il celluare il più in alto possibile, facendo grandi passi nel salone. Senza fortuna.
« Perfetto». Sussurrò, cercando di trattenersi
dall'imprecare e pensando che Damon lo stava facendo abbastanza per
tutti e due.
« Damon, dov'è il tuo cellulare? Non ho il segnale».
Urlò, sperando che non fosse troppo impegnato a urlare contro le
streghe per sentirla.
Damon spuntò davanti a lei con il cellulare il mano. Elena lo prese e compose il numero.
« Siamo come i pazzi nei manicomi». Annunciò Damon,
infastidito. « Circondati da recinzioni elettriche».
Elena guardò il telefono di Damon e sospirava. « Niente segnale».
Questo gli fece alzare gli occhi al cielo. « Che diavolo di stupido incantesimo è questo?».
« Ora dobbiamo solo aspettare che torni Stefan». Disse
Elena con razionalità. « Probabilmente non si può
entrare, ma ne parleremo attraverso la finestra e lui porterà
Bonnie per risolvere il problema. Calmiamoci ora, okay?».
« Oh io sono tranquillo». Damon la rassicurò, quando
il suo aspetto suggeriva il contrario. « Calmo. Pronto ad
uccidere con molta calma chiunque abbia avuto il coraggio di rinchiuderci qui dentro».
« Io continuo a non capire chi avrebbe--». Elena si
fermò a metà frase. Era ovvio. Guardò Damon.
« Katherine».
I loro sguardi si incrociarono e Damon sembrò considerare
quell'opzione per un momento. « Questo non è esattamente
il suo stile. E ha bisogno di una strega per questo genere di
incantesimo.. a meno che..».
« A meno che?». Domandò Elena ansiosamente. Voleva
sapere chi lo aveva fatto, anche se non avrebbe risolto nulla.
« Ci sono alcuni oggetti e artefatti che le streghe possono
maledire. E' come un incantesimo bloccato dentro l'oggetto e questo
oggetto può essere attivato per scatenare l'incantesimo».
Spiegò Damon. « Katherine potrebbe avere un oggetto del
genere. Forse Emily glielo aveva fatto».
«
Okay». Elena annuì, avvicinandosi al divano per sedersi.
« Così potrebbe essere Katherine. Ma
perchè?».
Damon si strinse nelle spalle. « Facile. Vuole Stefan e questo ci tiene fuori dalla sua strada».
« Così è troppo facile». Obiettò Elena.
Il vampiro annuì. « Hai ragione. Come ho già detto:
non è Katherine. Il suo stile sarebbe stato molto più
violento. Sai, tenerci lontano dai suoi folli piani, assicurando la nostra
morte orribile..».
Elena rabbrividì involontariamente alle parole di Damon. Katherine la spaventava a morte.
« Così.. non è Katherine».
« Non è Katherine». Disse Damon deciso. Aveva le
braccia incrociate e un grande cipiglio frustrato sulla fronte.
Improvvisamente il suono di un'altra scossa elettrica sembrava aver
scosso tutta la casa ed Elena balzò in piedi, guardando Damon.
« Non eravamo noi». Affermò Damon,
che si affrettò ad arrivare vicino alla finestra in tempo per
vedere Stefan camminare lì vicino.
« Stefan!». Elena gridò il suo nome e si fermò appena in tempo per non toccare la finestra.
Stefan si avvicinò alla finestra con uno sguardo confuso sul
volto. Elena capì che stava dicendo qualcosa perchè la
sua bocca si muoveva, ma non sentiva nulla.
« Cosa sta dicendo?». Chiese Elena, voltandosi verso Damon.
« Nessun indizio». Damon si strinse nelle spalle con noncuranza.
« Dai, Damon! Non dirmi che l'udito da vampiro non funziona attraverso la finestra..».
« Sì, dovrebbe funzionare, ma non lo fa per qualche
ragione». Spiegò, ovviamente anche lui sorpreso. «
L'incantesimo ci ha bloccato con successo dal mondo esterno. Come te la
cavi nel linguaggio dei segni?».
Per qualche ragione Elena fu un pò sollevata nel vedere Damon
tornare ai suoi soliti scherzi e modi indifferenti. Molto meglio
dall'essere infastidito e arrabbiato o incontrollato. Elena si
affrettò a prendere una penna con un pezzo di carta dalla
scrivania.
« Il mio linguaggio dei segni è un pò arrugginito.
Me la cavo molto meglio con la scrittura». Disse a Damon quando
iniziò a scrivere.
« Huh. Intelligente». Rispose apaticamente, mentre stava
davanti alla finestra, salutando il fratello con uno di quei suoi
sorrisetti da bastardo.
Elena sospirò. « Finiscila. Non c'è niente di divertente».
« Infatti». Concordò Damon. « Ma a volte
è meglio trarre il meglio da una brutta situazione».
Elena si avvicinò di nuovo alla finestra, costringendo Damon a
farsi da parte mentre lei metteva il foglietto in bella mostra.
Incantesimo. Bloccati. Porta Bonnie.
« Così efficace con così poche parole». Osservò Damon sarcasticamente.
Stefan annuì e mimò qualcosa con la bocca che i due bloccati subito capirono. Chi ha fatto questo?
Non Katherine.
Scrisse Elena su un altro foglio di carta.
« Ma una strega deve essere per forza coinvolta in tutto
questo». Disse Damon ad Elena. « E' una magia forte. Devo
aver ragione sull'oggetto maledetto con un incantesimo. Qualche idea su
cosa potrebbe essere?».
Elena ci pensò su, ricordandosi improvvisamente di qualcosa. Il
pensiero le fece fermare il cuore per un secondo. Damon si fece
leggermente ansioso.
« Cos'è?». Chiese lui, fingendosi infastidito.
« Torno subito». Annunciò invece lei, correndo su per le scale? Poteva essere...?
Entrò nella camera da letto di Stefan e subito si
avvicinò alla libreria. Quella mattina era stata attratta da
diversi cofanetti d'argento sugli scaffali. Non si era potuta fermare e
ne aveva aperti alcuni, solo per vedere se c'era qualcosa dentro. Non
era così curiosa di solito, ma le scatole erano così
belle e lucenti che l'avevano fatta incuriosire. Allungò la mano
e prese la scatole più piccola che aveva aperto. Ricordava la
scintilla che aveva attraversato il suo corpo. Non aveva pensato a nulla, ma purtroppo i pezzi del puzzle sembravano combaciare.
Sospirò. Era stata lei a causare tutto questo? Si
precipitò giù per le scale. Vide che Damon era ancora in
piedi davanti la finestra e faceva facce strane.
« Cosa stai facendo?». Gli chiese fermandosi all'ultimo gradino.
« Sto cercando di
giocare a Sharade con mio fratello. Stefan non è così
divertente, ho già indovinato tutti i suoi personaggi: Dr.
Seuss: "Il Grinch che ha rubato il Natale". Ma non vuole cambiare
personaggio. Non fraintendermi: Stefan sta disapprovando tutto con il
suo sguardo arrabbiato. Ha anche aggiunto una sesta ruga sulla fronte
pensierosa. Così la somiglianza con il Grinch è
inquietante. Ora però è il mio turno e lui insiste per
essere il Grinch tutto il tempo. Non credo che abbia capito le
regole».
Elena alzò gli occhi al cielo. « Sono contenta che ti stia divertendo».
« Oh anche io. E' molto meglio che scattare e fare qualcosa di avventato a causa della frustrazione».
Lei ignorò l'ultimo commento, rendendosi conto che aveva quasi
dimenticato il "caso" come lo aveva chiamato amorevolmente in
precedenza, in tutta quella confusione.
« Potrebbe essere questo?». Chiese lei, camminado verso Damon e mostrandogli la scatolina.
« Katherine ama i gioielli». Disse Damon quando vide e
prese la scatole dalle mani di Elena. «Hai ficcanasato nella
stanza di Stefan, eh?». Aggiunse, beffardo.
« L'ho aperto stamattina ed è successo qualcosa. Potrebbe essere stato questo?».
« Chiaramente potrebbe essere stato questo gioiello. Emily deve avere bloccato un incantesimo lì dentro».
« Quindi questa scatola è datata 1864. E nessuno l'ha mai
aperta?». Chiese stupita Elena. Insomma, aveva quasi 150 anni e a
nessuno era venuta la curiosità di aprirlo per vedere cosa c'era
dentro? Neanche a Stefan? Mah.
« Non fino a quando la bella Elena Gilbert è intervenuta e
ha deciso di curiosare in giro». Rispose lui, girando le spalle
alla finestra e alzando la scatola per farla vedere a Stefan. «
La tua ragazza ha fatto la ficcanaso!». Aveva praticamente
urlato, come se questo potesse averlo sentito anche Stefan. Damon aveva
un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
« Non ti può sentire».
« Oh ma credo che abbia capito il messaggio».
Stefan infatti aveva capito cosa stava succedendo. Rivolse la sua attenzione ad Elena e mimò qualcosa.
« Sto bene». Lo rassicurò lei, annuendo.
Poi Stefan focalizzò il fratello e gli sparò uno sguardo di traverso.
« Oh! Era uno sguardo di avvertimento da parte del solo e unico
Santo Stefano? Sto tremando nei miei stivali, fratellino».
Stefan scosse la testa e mimò qualcosa che non poteva mancare:
"Torno subito". E così il più giovane dei Salvatore si
voltò e corse via.
« E fu così che andò. Il nostro grande eroe». Affermò Damon,
sempre sorridente e divertito dalla faccenda, prima di passare a Elena.
« Allora, sembra che tu ed io rimarremo bloccati qui per un bel
pò. Cosa hai intenzione di fare per far passare il
tempo?».
« Questo è un incubo». Sospirò Elena,
ignorando Damon mentre camminava di nuovo verso le scale e si sedeva su
uno dei gradini.
Damon le si avvicinò. « Aspetta.. fammi capire bene. Dopo
tutto quello che hai passato negli ultimi mesi, tutte le occorrenze
inquietanti, le morti e il caos... rimanere rinchiusa in una casa
gigantesca con il sottosritto è un incubo. Davvero, Elena? Ci provi gusto a prendermi a calci quando sono già ferito?».
« Non sto dicendo questo per farti del male». Rispose lei
guardando in su, verso Damon. « Non posso pensare a cose
più carine di questo, Damon».
« Ma andiamo. Incubo. Davvero? Parola abbastanza forte, non credi? Non potevi pensare ad una parola un pò più morbida?».
« Incubo è stata la scelta più dolce,
credimi». Lo rassicurò, rialzandosi per fronteggiarlo
faccia a faccia. « Le morti e il caos sono stati un inferno,
Damon. Quindi sì, "incubo" è l'unica scelta corretta.
Sono bloccata in una casa gigantesca con un vampiro malvagio che ha
ucciso mio fratello. Penso che dovresti ritenerti fortunato se ti
qualifico come "incubo" nella mia vita incasinata».
Elena si voltò e iniziò a salire per le scale.
« Dove stai andando?». Chiese Damon.
« Questa non è una rimpatriata di due vecchi amici».
Rispose, girandosi. « Non ci sederemo insieme sul divano per fare
discorsi stupidi o conversazioni significative o per giocare a giochi
stupidi. Potremmo anche essere bloccati insieme, ma in realtà
è una casa gigantesca e farò di tutto pur di evitarti.
Sarò al piano di sopra, a fare la doccia e a studiare un
pò».
« Bene. Fai quello che vuoi». Concordò Damon, stringendosi nelle spalle.
« Grazie».
____
Nota dell'Autrice:
Salve bella gente! ^^
Non so da dove cominciare.. okay ho avuto un'illuminazione, sì xD
E' giù da un pò ch ho questa idea in mente: e se Damon ed
Elena rimanessero bloccati da qualche parte? Cosa succederebbe?
Ed ora ecco la risposta alle mie domande: il primo capitolo della mia prima storia! *__*
Inizio col dire che la storia durerà più o meno una
decina di capitoli (e avevo in mente anche qualche extra) e che
posterò UNA sola volta a settimana, più precisamente il
Giovedì (perchè dovete dare il tempo di tradurre il capitolo a Mometta -salvo imprevisti di cui ovviamente vi avviserà lei).
Così allevierete un pò l'attesa della puntata con un mio
capitolo -ovviamente se avete deciso di seguire la storia! U_U
Okay è finito il discorso della suprema U_U Alla prossima -spero.
PS: L'autrice della storia è americana. Ho avuto i permessi da lei di tradurre la sua storia. (Moma)
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Lockdown (2)
Elena
seppellì la faccia nel cuscino e urlò silenziosamente al
suo interno, prima di tirarsi le coperte fin sopra la testa. Quanto
tempo avrebbe dovuto stare chiusa lì dentro?
La musica rock ad alto volume ormai le aveva fatto guadagnare un
terribile mal di testa e l'aveva fatta rimanere sulla stessa pagina del
libro di storia per chissà quanto tempo. Non era sicura se stava
immaginando il letto che tremava sotto i toni della musica pesante, o
se davvero stava succedendo.
Gemette, prima di lanciare via le coperte.
« Damon!». Urlò quasi a squarciagola, anche se era
ben consapevole che lui sarebbe stato in grado di sentirla anche se
avesse solo sussurrato. « Sto cercando di studiare!».
Non ci fu nessuna risposta a parole. Invece la musica era diventata
ancora più forte in una manciata di secondi. Ovviamente lui
aveva alzato il volume. Se non lo aveva odiato prima, di sicuro lo
adiava ora. Emise un ferso di frustrazione, prima di gettare il suo
libro da parte e di alzarsi dal grande letto. Poi uscì dalla
camera da letto.
Scese le scale e si ritrovò faccia a faccia con un Damon
ballerino che andava avanti e indietro per il corridio e il soggiorno,
la camicia sbottonata e un bicchiere di scotch in mano. La musica era a
dir poco assordante così vicino allo stereo e Elena si chiedeva
come facesse lui con il suo udito super sensibile da vampiro.
« Damon!». Urlò di nuo, incazzata sul serio.
Lui alzò gli occhi al cielo, facendo finta di non averla
sentita. Danzò verso la radio e finalmente abbassò il
volume ad un tono accettabile, e poi le rivolse uno sguardo
interrogativo. « C'è qualche problema?».
« Sì. Sto cercando di studiare! Cosa stai facendo tu?».
« Ballo». Si strinse nelle spalle, prendendo un sorso del
suo scotch preferito. « Rivivo l'ultima volta che sono rimasto
bloccato in questo osto. Anche quella votla con una bella ragazza,
aggiungerei. Era moolto più divertente di te. Non è finita così bene per lei, però».
« E' una minaccia?». Chiese Elena, incrociando le braccia a quelle parole.
« Bé, ho pensato che un desclaimer vago non aiuterebbe
nesuno di noi. Sto solo dicendo che potresti comportanti un pò
più gentilmente con me, visto che sei consapevole del mio brutto
carattere e non c'è modo di sapere quanto sangue ho nel frigo.
La mia scorta potrebbe esaurirsi presto e potrei avere molta fame,
allora, e molto presto, anche».
« Non mi fai paura, Damon. Non sono una ragazza a caso che hai raccolto per strada».
« Un motivo in più per essere un pò spaventata,
Elena. A differenza di quelle ragazze a caso, tu sai di cosa sono
capace». Le fece l'occhiolino.
« Non hai intenzione di farmi del male».
« La cosa importante è che tu ci creda». Rispose
lui, indifferente, voltandosi di nuovo verso la radio, pronto per
alzare il volume di nuovo.
« Potremmo solo..». Iniziò a dire, ma si
fermò a metà frase, appena Damon alzò lo sguardo
verso di lei, la sua mano già toccava la radio.
« Sì, Elena? Potremmo solo..?».
Sospirò, temendo le parole che stava per dire. « Potremmo
solo chiamarla "tregua"? Per ora? Ovviamente staremo bloccati qui
dentro per chissà quanto tempo e potremmo per lo meno essere un
pò più gentili».
« Ah, un pò di civiltà. E' tutto quello che chiedo
anche io. C'è qualcosa che vuoi chiedermi, ora?».
« Puoi tenere la musica ad un volume accettabile cosicché io possa studiare?».
« Assolutamente». Rispose Damon, sogghignando. « Non è un problema».
« Grazie». Disse, prima di voltarsi e tornare su per le scale.
-X-X-X-X-X-X-X-X-X-
« Andiamo, Elena!». Damon la stava chiamando dal piano di
sotto. « Posso sentire il tuo stomaco brontolare da qui! E'
fastidioso! Non fare la testarda e porta il tuo culo qui!».
Elena si rigirò sul letto, in realtà non aveva voglia di
stare in compagnia di Damon. Era vero: aveva fame, ma poteva resistere
ancora. Voleva solo ritardare l'inevitabile.
« Elena!». Damon quasi cantava. « Sai, sono molto
affamato anche io, ma non ho intenzione di mangiare finchè non
ci sei anche tu. E quando ho fame sono irritabile. Quindi smettila di
metterti in un inutile pericolo e vieni qui!».
Finalmente, Elena capì che Damon non avrebbe smesso fino a
quando non l'avrebbe vista già in cucina. Si pasò una
mano tra i capelli e poi si trascinò al piano di sotto.
Lui la stava aspettando con un sorriso orgoglioso sul volto.
« Cancella quel sorriso dalla tua faccia». Mormorò
lei. « E cosa è successo a quella cosa chiamata "tregua"?
Quella era una minaccia bella e buona».
« Nah. Basta solo capire i miei modi di fare. E quello era
esattamente un invito a mangiare questo delizioso pasto».
« Stefan non è ancora tornato?». Chiese invece lei, stringendosi nelle braccia.
« Non credi che te l'avrei detto prima se fosse tornato?».
Damon le laciò un'occhiata sarcastica. « Comunque dovremmo
elaborare un piano». Continuò, piegandosi verso il
frigorifero. « Io sono quello al piano di sotto che tenere
d'occhio la finestra in ogni momento. Sono l'unico che pensa sia
sleale? Il mio collo ne risente».
« Bene». Rispose Elena, sedendosi al bancone. «
Faremo a turni. Tu andrai al piano di sopra, mentre io rimango qui a
tenere d'occhio la finestra».
« Oh, ma io non ho detto che volevo andare al piano di sopra. Ho
appena detto che non volevo tenere d'occhio la finestra per tutto il
tempo».
« Davvero? E ballare come un idiota era tenere d'occhio la finestra?».
« Cosa posso dire? Sono un tipo che sa fare più cose
contemporaneamente». Damon si strinse nelle spalle. « Cosa
vuoi mangiare?».
« Che hai? Non sono stata qui da un pò».
« Sono ancora curioso di scoprire cosa ha causato il cambiamente
nel tuo cuoricino per passare la notte qui». Cambiò
discorso, poi si concentrò su qualche altra cosa: « Faccio
un pò di uova e pancetta. Con un contorno di ragazza del college
per chiunque sia interessato». Decise tutto da solo e andò
ai fornelli con tutti gli occorrenti per cucinare.
« Nessun cambiamento, Damon». Ripetè ancora. «
Ho solo pensato che non c'era motivo per non passare la notte qui.
Sappiamo dove dovevamo stare e abbiamo stabilito che non ho paura di
te. Puoi farmi le uova..».
« Strapazzate». Finì lui per lei, rivolgendol
un sorriso compiaciuto quando lei fece una faccia sorpresa.
« Forse non ti piacerà, ma ti conosco, Elena. Questo non
è di certo la prima volta che ti osservo quando fai colazione
qui. Però prima le cose erano meno tese». Arricciò
le labbra e iniziò a mettere le uova sul fuoco.
« Bè, non ti pare che le circostanze siano cambiate da
allora?». Chiese Elena alzandosi e inarcando un sopracciglio.
Cacciò dei bicchieri dalla credenza. « Vuoi un
succo?». Gli chiese poi.
« Solo una ragazza del college per me, grazie». Rispose lui sarcastico.
Lei alzò gli occhi al cielo e prese un altro bicchiere. Doveva
comunque aprire il frigorifero. Si sentì sollevata nel vedere
che c'erano più di una ventina di sacchetti pieni di sangue
là dentro. Non aveva mentito prima, non aveva paura di Damon, ma
sapeva che erano davvero nei guai se lui avesse finito il sangue.
« Qual è la ragazza del college?». Chiese di rimando, sarcastica anche lei.
« Non ne ho idea. L'ospedale non li etichetta con cura, che
è un vero peccato. Di solito lo scelgo per gruppo sanguigno. Ma
mi piace immaginare una storia sulla persona che bevo. Quindi.. a te la
scelta». Rispose Damon, continuando a maneggiare le uova sulla
pentola. Gli era sempre piaciuto cucinare.. solo dopo essere diventato
un vampiro. Quando non cercava Katherine, cucinava.
Elena fece una smorfia quando prese il sacchetto in mano. Era troppo mollo.
« Fai attenzione a non fartelo cadere addosso». La mise in
guardia. « Potrei decidere di leccarti pur di riavere la mia
ragazza del college».
Elena riconobbe il tono della presa in giro nella sua voce, ma si
allontanò un pò alle sue parole. Il brivido che le corse
lungo la schiena scomparve in un istante, appena sentì il
piacevole odore di uova e pancetta riempire la cucina. Posò il
bicchiere sul tavolo con la faccia disgustata. Prendere un bicchiere
era stata una pessima idea: qualcosa di meno trasparente sarebbe stata
meglio. Versò un quarto del contenuto della sacca nel bicchiere.
Damon notò l'espressione sul suo volto e si fece avanti,
prendendo il bicchiere dal tavolo e buttò tutto giù in un
sorso come se fosse stato un bicchierino di tequila.
« Non c'è bisogno di fare la schizzinosa». Sorrise, posando il bicchiere sul tavolo.
« Ma non è il sangue. Ormai ci sono abituata. E' il fatto che in realtà tu lo beva».
« A ciascuno il proprio, eh?». Rispose lui sarcastico.
Elena sorseggiava il suo succo di arancia e annuì lentamente. « Forse».
« Facciamo un brindisi con le uova e la pancetta e tanto sangue». Propose Damon.
« Faccio io aspetta». Elena ignorò il commento di
Damon e andò verso il tostapane. Il vampiro la fermò a
metà strada e le avvolse lentamente la sua mano intorno al polso.
« Sei l'ospito, ricordi?».
Elena fu sorpresa dal suo tocco improvviso. Per qualche motivo toccare
Damon non era mai stato facile per lei, ma era ancora più
difficile in quel momento, sapendo che erano rinchiusi là
dentro. Tirò rapidamente il polso indietro e tornò al suo
posto, guardandosi i piedi mentre il suo disagio cresceva.
« Oh andiamo! Non posso neanche toccarti più il
braccio?». Commentò Damon lanciandole uno sguardo di puro
fuoco.
« Non hai ancora risposto alla mia domanda». Disse Elena,
ignorando di nuovo il commento di Damon. « Non pensi che le
circostanze siano cambiate?».
« Certo che le circostanze sono cambiate. Hai espresso molto bene
il concetto del "per-sempre-lontano-da-me"». Rispose lui,
ricordando le parole di Elena in modo beffardo che la fecero irritare
all'istante.
« Damon io sto cercando di capirti. E mi sa che ho cercato fin
troppo. Sto anche cercando di essere civile con te, ma.. devi capire
che se avessi potuto scegliere, non avrei mai scelto te.. e non saremmo
mai stati insieme a fare colazione e cucinare insieme, mai. Non ho
potuto fare una scelta e sto cercando di fare del mio meglio».
« Cercare di ricavare il meglio da una brutta situazione».
Damon annuì, ripetendo le parole di quella mattina, ancora chino
sulla padella.
« Esatto».
« Come andare avanti in questo incubo». Continuò il vampiro, con un pò di amarezza nella voce.
« Non farlo, ti prego. Tregua, ricordi?». Sospirò Elena.
«
Oh, io mi ricordo». La rassicurò Damon, rivolgendosi a lei
e poi mettendo il cibo nei due piatti che Elena aveva messo sul tavolo.
« Sei tu quella che sta continuando a dire quanto non vorrebbe
rimanere qui. L'ho capito la prima e la seconda volta che l'hai detto.
Ti ho persa per sempre». Si sedette di fronte a lei e le porse
una forchetta e subito si tuffò sul piatto con il cibo.
Elena contemplò le sue parole ancora per un secondo, senza
mangiare ancora. Non poteva fare a meno di stare male. Era una
sensazione del tutto irrazionale.
« Ma io non sono un cucciolo malato d'amore, Elena».
Continuò Damon dopo aver ingoiato il primo morso. « Io non
sto facendo il gentile con te perchè voglio tornare nelle tue
grazie. Abbiamo chiuso. Per sempre. Ho capito. Io qui sono di troppo,
nonostante anche io stia
cercando di trarre il meglio da una brutta situzione. Quindi non
confondere il mio essere gentile con te per altre cose. Mai
più.».
Elena guardò il suo piatto senza sapere cosa dire.
« Non voglio essere tuo nemico Elena, a meno che tu me ne dia
motivo». Concluse il vampiro. « Ora mangia il tuo cibo o si
farà freddo».
-X-X-X-X-X-X-X-X-X-
« Dovrebbe essere già tornato. Cosa sta combinando di
tanto importante?». Elena sospirò, parlando a se stessa
mentre era seduta sulla comoda poltrona che aveva messo
convenientemente nel corridoio, davanti la finestra.
Damon entrò anche lui nel corridoio sentendo la voce della ragazza. « E' vero. Non è un buon segno».
« Non posso credere sia stata io a farci bloccare qui
dentro». Si rimproverava Elena, scuotendo la testa. «
Potremmo non uscire mai più».
« Ed eccola che inizia ad armare le truppe...».
« Non avrei mai dovuto curiosare! Solo che non so cosa mi è preso. Di solito non sono così curiosa».
« Questa è la peggiore scusa che io abbia mai sentito nella mia non-vita».
Damon si avvicinò alla porta e allungò la mano.
« Non farlo!». Lo avvertì lei che era saltata in
piedi dalla poltrona, ma era troppo tardi e la scossa -ormai familiare-
percosse la casa, facendo cadere Damon all'indietro.
« Tutto sotto controllo». Disse lui, rialzandosi e fissando
con aia di sfida la porta. « I problemi non se ne vogliono
proprio andare, eh?».
« Devi smetterla di farlo. Ti friggerai il cervello o qualcosa del genere».
« Sei preoccupata per me?». Damon sorrise sarcastico, girandosi verso di lei.
« Ti stai facendo del male deliberatamente. E' un pò da
masochisti, non credi?». Elena si andò a sedere di nuovo
sulla poltrona senza degnarlo di un'occhiata.
«E hai perso tutto questo tempo per capirlo? Dopo aver speso
quasi un secolo e mezzo andando dietro ad una donna che non voleva
sapere niente di me..». Lasciò la frase in sospeso,
credendo che Elena avesse capito, invece lei aggrottò le
sopracciglia.
« Mi stai dicendo che ti piace il dolore?».
« Bè, il dolore ha uno strado modo per trovarmi,
così mi ci sono abituato. Dire che mi piace potrebbe essere un
ponte troppo lontano». Spiegò Damon, tirando un sospiro e
immergendosi nel silenzio venutosi a creare.
« Lo stai cercando, il dolore». Disse Elena dopo un
pò, accennando alla porta. « Sapevi che l'incantesimo non
era ancora stato revocato».
« Ero sicuro al 99 per
cento. L'incantesimo potrebbe avere anche un limite temporale. Chi lo
sa. Ho voluto controllare». Lui scrollò le spalle.
« Bene, allora la prossima volta punzecchia la porta con un bastone o qualcosa del genere». Consigliò Elena.
« Hm. Non è una cattiva idea».
Elena si portò la mano sulla fronte, stanca di stare seduta
senza fare niente per tutto il giorno. Era quasi buio e stava iniziando
a preoccuparsi. Che cosa dovevano fare Stefan e Bonnie per impiegarci
così tanto tempo?
Improvvisamente Damon era al suo fianco, tenendole il braccio.
« Che stai facendo?». Chiese Elena scettica.
« Cos'è questo?». Chiese lui, fissandole il braccio.
Elena abbassò lo sguardo e sospirò. « Parli come se non avessi mai visto un livido prima».
« Ti fa male?».
« E' solo un livido, Damon. Ricordi che sono caduta addosso a te stamattina?».
« Ricordo, sì. Ti fa male da qualche altra parte?».
« Basta». Ordinò lei, sfilando il braccio da sotto la mano del vampiro. « Sto bene».
« Quanto "bene"?». Chiese curioso Damon.
« Ho un leggero mal di testa per via, oh sì, della musica troppo alta e qualche livido qua e là».
« Definisci "qua e là"». Ordinò Damon con voce seria.
« Damon, se fossi ferita in modo grave, te lo direi».
« Mostrameli e basta».
« Non so nemmeno io dove sono! Praticamente mi fa male tutto!
Perchè tutto questo interesse improvviso?». Chiese Elena
aggrottando le sopracciglia.
« Nel caso non l'avessi notato, siamo bloccati qui dentro. Non
c'è nessun medico né tantomeno forniture mediche. Ti
sfiderei a trovare una sola garza in questo posto. Se c'è
qualcosa che non va, dovresti dirmelo. Sto solo cercando di tenerti
fuori pericolo, perchè se succedesse qualcosa, sono praticamente
condannato a morte certa. La causa? Santo Stefano da Mystic
Falls!». Damon alzò gli occhi al cielo con fare
sarcastico.
« Non succederà niente finchè ti comporterai bene.
Sono sempre seduta su una sedia in una casa. Starò bene».
« Potresti avere una commozione celebrale».
« Non morirò, Damon! Vuoi smetterla, per favore? Va tutto
bene!!». Esclamò Elena al limite dell'esasperazione. Non
capiva perchè tutto quell'interesse improvviso. Stava bene,
insomma!
Damon sembrò notare qualcosa con la coda nell'occhio e
sparì dalla sua vista in un secondo. Elena si guardò
intorno confusa, prima di accorgersi che il vampiro era in piedi
accanto la finestra e che stava cercando di comunicare con Stefan. Le
praticamente si gettò verso la finestra, dopo essere stata
raramente così felice e sollevata di rivedere il suo ragazzo.
« Dov'è la scatola?». Chiese Damon appena lei lo
raggiunse al suo fianco e dopo aver letto ciò che Stefan aveva
scritto su un foglio: Mostraci la scatola.
Elena prese la scatola dalla tasca e la sollevò davanti la
finestra. Improvvisamente Bonnie comparve accanto a Stefan, a malapena
aveva guardato Damon ed Elena, era concentratissima sulla scatola.
« Bonnie!». Esclamò Elena, ovviamente sollevata di vederla.
Bonnie disse qualcosa a Stefan che subito passò a scrivere velocemente su un altro pezzo di carta.
Fate un passo indietro.
Damon ed Elena si allontanarono subito, tenendosi qualche passo
più dietro dalla finestra. La giovane strega alzò le
braccia verso il cielo e, anche se non riuscivano a sentirla, si
accorsero che stava pronunciando qualche parola strana -un incantesimo.
« Finalmente..». Damon quasi ringhiava. « Potrei anche abbracciarla se ci tira fuori di qui».
« Ti ucciderà se solo ti avvicini a lei di un
passo». Rispose Elena, sorridendo alla visione di lei fuori da
quella casa.
« Era un sorriso quello, Elena? Non l'ho visto per tutto il giorno».
Il sorriso di Elena si accentuò leggermente quando Damon le toccò dolcemente il braccio.
«Peccato che tu stia sorridendo perchè finalmente terrai
l'inferno lontano da te». Aggiunse il vampiro, scherzosamente.
Damon ed Elena immediatamente rispettate, tenendo qualche passo indietro in quanto atteso la prossima mossa di Bonnie. La
strega giovane alzò le braccia verso il cielo e, anche se non
riuscivo a sentire lei, ovviamente, cominciò a cantare.
« Sto sorridendo solo alla prospettiva di uscire di qui. Non
prenderla sul personale». Ribattè lei, lanciandogli una
rapida occhiata.
« E questa è la fase due nella giusta direzione». Damon fece uno dei suoi sorrisi sghembi.
Dopo poco la casa cominciò a tremare, facendo aggrappare Elena
istintivamente al braccio di Damon. Sembrava che la casa stesse
crollando lentamente a pezzi, come se un tuono forte li stava
circondando e lampi di luce li disorientavano. Damon si tirò
qualche passò indietro e seppellì il volto sulla testa di
Elena, facendosi il più piccolo possibile. Sentì i vetri
rotti intorno a loro.
« Ora!». La voce di Bonnie echeggiò per tutta la
casa. « Non so per quanto tempo posso tenere aperto
tutto!».
« Elena!». Urlò Stefan, quasi spaventato.
« Vai, Elena!». Damon lo disse con voce calma, senza urlare, ma la spinse forte in avanti.
Elena perse quasi l'equilibrio mentre si dirigeva verso il piccolo
portale e si affrettò quando Stefan allungò le mani verso
di lei. Quasi volò in avanti, ma riuscì ad afferrare le
mani di Stefan che inziò a tiralra verso di sé,
trascinandola con i piedi. Il vetro stava graffiando le gambe della
ragazza, ma lei non lo sentiva nemmeno. Strisciò ancora
più vicino a Stefan, le mani sulle sue braccia e poi
passò ad arrampicarsi sul collo del vampiro, pronta a gettarsi
intorno ad esso. Poi l'ambiente diventò così brillante da
farle bruciare gli occhi, e poi ci fu un grande scoppio, e si
trovò a volare verso la parte opposta. Lottò a mezz'aria
per trovare di nuovo le mani di Stefan, ma non ci riuscì.
Poi tutto diventò nero.
______________________________________________
Author's note:
Ben ritrovati! ^^
Allora ha superato e soddisfatto le vostre aspettative questo capitolo?
Io ho adorato scriverlo! Così tante spiegazione da dare e
soprattutto tanto Damon!! xD
Bene non ho più nulla da dire, se non rispondere alle vostre recensioni, che sono bene 6! Volevo
anche ringraziare tutte le persone che hanno letto, quelle che hanno
recensito, le persone che hanno messo la storia tra le preferite (16),
quelle che l'hanno messa tra le ricordate (1) e quelle che l'hanno
messa tra i seguiti (25)! Un grazie dal profondo del mio cuore! ^^
DeLiz: Ehi e chi ha detto che Elena cederà al
fascino di Damon?? u.u Ovviamente scherzo, ma non posso dire di
più, non voglio U_U Anche perchè se dicessi il
finale, nessuno leggerebbe più niente! xD Grazie cara! Un
bacio **
Siwa94: Grazie
cara! Sono felice che ti sia piaciuta! Mi raccomando vorrei tanto
sapere se questo capitolo ti è piaciuto, okay? Ci conto! u.u
Un bacio! **
B_Green: Grazie milleee!! **
Non sai quanto ho adorato la tua recensione :3 Proprio tanto! Mi
fa piacere che siano quelle le parti che ti siano piaciute
perchè io ho adorato -letteralmente!- scriverle! E ho voluto
metterci tutto il sentimento e il sarcasmo che c'era in me! Ancora
grazie! Un bacio. **
gerby: Ahah
bè credo che ci abbiano pensato un pò tutti, ma alla fine
solo io sono riuscita a scriverci su! :3 u.u Comunque, bando alle
ciance, mi fa piacere che tu abbia recensito e spero tu continui a
seguire la storia! Grazie e un bacione **
kiss88: Ed ecco qui il tanto atteso secondo capitolo, visto? ^^ Spero ti sia piaciuto! A presto, un bacio **
gloria7: Grazie mille!! ^^ Spero ti sia piaciuto questo capitolo! :) Alla prossima, un bacio **
PS (dalla traduttrice): Volevo precisare che questa FF è una TRADUZIONE! E volevo ringraziare neusiedler
perchè mi ha fatto precisare, nel caso nessuno l'avesse capito!
Ho ricevuto i permessi dalla vera autrice (che è dei Paesi
Bassi) ed è lei che risponde alle recensioni e mette i commenti,
io ho solo il compito di tradurre! Comunque grazie per il complimenti
che le avete fatto, ne è stata molto felice, la Stef u.u :) **
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Lockdown (3)
Si
portò una mano alla testa appena si risvegliò. Emise un
verso di dolore piano, capendo quanto sia doloroso avere il mal di
testa dopo aver preso una botta di quelle micidiali. Almeno era ancora
viva.
« Elena?». Una voce risuonò leggermente lontana.
Aprì lentamente gli occhi, trovando la luce fioca del soggiorno
troppo luminosa. Ma comunque provò a mettersi seduta.
« Cos'è successo?». Mormorò. « Il portale...».
« Quella streghetta non era abbastanza forte». Disse Damon, non riuscendo a celare bene la sua rabbia.
Elena si accorse solamente ora che stava distesa su uno dei divani in
casa Salvatore, la testa era appoggiata su un cuscino comodo. Damon era
seduto sul bordo del piccolo divano, mantenendola per un braccio e
aiutandola a rialzarsi.
« Come ti senti?». Le chiese leggermente preoccupato.
« Non molto bene». Ammise Elena.
« E Bonnie come sta?».
« Ugh. Chi se ne frega?». Rispose lui con un tono quasi disgustato.
«
E' stata completamente inutile. Ora sostiene che non c'è strega
al mondo che possa rompere l'incantesimo e l'unica persona che
può farlo è colei che ha liberato l'incantesimo alias tu.
Io le chiamo "stronzate". E' la streghetta che è troppo
debole».
«
Beh, che cosa significa? Io non sono una strega, non posso spezzare
l'incantesimo». Obiettò Elena, leggermente contrariata.
«
Sì, la streghetta sta cercando di occuparsene, ma io non
rimarrò col fiato sospeso nel frattempo. Anche se potrei. Sto
iniziando a credere che tu ed io dovremmo costruirci una vita da soli
qui dentro». Disse il vampiro con evidente sarcasmo.
«
E Stefan?». Chiese la ragazza mentre Damon le toglieva la mano
dal suo braccio che si posò sulla spalliera del divano.
«
E' andato da qualche parte a trovare un modo per andare avanti senza di
te. Può ancora sbirciare qui dentro e continua a fissarci con
quella sua ruga da uomo vissuto, insiste nel torturarsi a quel
modo». Il vampiro sorrise.
« Sarebbe un pò da brividi, però. Con tutto il Voyeurismo e il resto».
« Avevo chiesto come stava». Ribadì Elena, cercando di colpire Damon con il massimo delle sue forze.
Damon esitò un momento quando il suo sguardo di posò su di lei.
« Sta aspettando fuori dalla finestra come un cagnolino fedele accertandosi con i suoi occhi che tu stia veramente bene».
Elena si avviò subito vicino la finestra cercando di non barcollare troppo, ma Damon ovviamente la fermò.
« Aspetta un secondo! Come ti senti? Niente di rotto?».
« Sto bene, sì». Lo rassicurò lei.
« Niente di rotto. Solo un gran mal di testa».
« Hai sbattuto la testa contro un muro». Confessò Damon.
«
Ho cercato di prenderti prima e sono sicuro di averti presa, ma hai
comunque sbattuto la testa. Sei sicura di non avere la nausea?».
Lei non era sicura. Per niente.
« No!». Mentì, cercando di rialzarsi. Lui la spinse sul divano ancora una volta.
« Damon!».
« Le gambe ti sangunavano molto dopo che hai rotto il vetro».
Elena si guardò le gambe, non ricordava niente di tutto quello e
non sentiva niente di anormale. Vide le macchie di sangue sui suoi
jeans e poi rialzò lo sguardo per incrociare quello di Damon.
« Ti ho tolto tutte le schegge di vetro. Guarirai». Le disse, rassicurandola.
« Belle gambe, comunque».
Lei gli lanciò uno sguardo di disapprovazione.
« Okay, ho capito». Disse.
«
Ho fatto una brutta caduta e non devono prenderla come se non mi fossi
fatta niente. Ma io voglio vedere Stefab, Damon, per favore».
Damon sospirò.
« Va bene. Vai».
Elena si alzò immediatamente in piedi, naturalmente troppo
veloce dopo essere stata seduta per troppo tempo e la stanza
iniziò subito a girare velocissima. Allungò una mano per
cercare sostegno che trovò nella spalla di Damon che
immediatamente la fece appoggiare.
« Mi sa che mi serve un pò d'aiuto». Ammise con riluttanza.
« Cavaliere dall'armatura scintillante al vostro servizio». Annunciò Damon, sogghignando.
Adesso che era in piedi, Elena sentì un battito flebile nella
caviglia. Fece un a smorfia non appena iniziò a camminare in
direzione del corridoio.
« Stai bene?». Le chiese Damon, preoccupato.
« La mia caviglia». Spiegò.
« Penso si sia storta o qualcosa del genere. Ma va bene».
« Sì , sì. Va tutto bene». Acconsentì Damon con sarcasmo, scimmiottando la voce di Elena.
« Non puoi camminare o stare in piedi da sola, ma a parte questo sì, va tutto bene».
« Ho detto che sto bene». Ripetè la ragazza.
« Tutto questo è colpa della strega».
« Il suo nome è Bonnie!». Prese parola Elena.
« E ha provato, Damon. Ha cercato di aiutarci».
« Ha cercato di aiutare te, vuoi dire». La corresse lui.
« Una volta che tu fossi uscita, mi avrebbe chiuso il portale in faccia e mi avrebbe lasciato marcire qui dentro».
« Eppure mi fai andare ancora prima di te».
« Donne e bambini per primi». Damon si strinse nelle spalle.
« Decidi tu in quale categoria vuoi rientrare».
Elena scosse la testa, ancora appoggiata pesantemente a lui, quando raggiunsero la finestra.
«
Pensi davvero che le avrei lasciato fare una cosa del genere?».
Chiese Elena all'improvviso e si affrettò a spiegare quando lui
fece una faccia confusa.
« A Bonnie. Credi davvero che avrei lasciato che ti rinchiudesse qui dentro?».
Damon sorrise.
« Inizi di nuovo a preoccuparti per me, vero?».
« Non ho scelta». Rispose lei subito, con il tono più tagliente del previsto.
« Ma non voglio vederti morto. Te l'ho dimostrato prima».
« Come ho detto: ti stai di nuovo iniziando a preoccupare per me».
«
Non farmi ripetere. Di nuovo». Lo avvertì Elena,
lanciandogli uno sguardo, incerta se era una delle battute argute di
Damon o se era solo maledettamente serio.
« Sì, sì.». Sospirò Damon.
« Ti ho persa per sempre. Bla bla bla».
« Non è uno scherzo, Damon». Gli disse, irritata dalla leggerezza del suo tono.
« Oh, lo so».
Erano finalmente entrati nel corridoio ed Elena alzò subito lo
sguardo sulla finestra, alla ricerca di un contatto visivo con il suo
ragazzo. La coppia si fermò guardando attentamente la finestra.
« Ma che diavolo..?». Disse Damon per primo.
Invece delle porte e delle finestre, ora c'era il nulla. Era tutto
nero. Ma non un muro nero o qualcosa di effettivamente tangibile. Solo
nero. Niente. Il bordo del mondo. Forse la fine del mondo.
Gli occhi di Elena di allargarono a dismisura.
« No..». Mormorò.
« Questo è..».
«
Quella stronza ha peggiorato la situazione». Concluse Damon ed
Elena notò la rabbia tangibile nella sua voce. Ma era d'accordo.
Non si preoccupò neanche di difendere Bonnie quando Damon la
definì a quel modo.
« Com'è possibile?».
Damon sollevò Elena da terra come se fosse leggera come una
piuma e la portò rapidamente sulla poltrona che era ancora al
suo posto nel corridoio. Si appoggiò sulla poltrona mentre lei
si voltò a guardare il vampiro. Se n'era andato subito e lei
poteva vedere attraverso la porta del salotto dove stava tirando
aprendo le tende che probabilmente aveva chiuso per poteggerla dalla
forte luce diurna.
« Dannazione!». Urlò il vampiro quando vide che c'era il nulla. Letteralmente.
Poi scomparve dalla vista con le parolacce che facevano eco attraverso
la casa. Elena si guardò intorno chiedendosi dove fosse andato a
finire Damon. Poi lo vide scendere le scale. Immediatamente lo sguardo
del vampiro corse su di lei.
« Abbiamo un problema». Dichiarò semplicemente.
«.. Un problema grande».
« Anche al piano di sopra?». Chiese Elena. La sua voce era spezzata. Stava quasi per sciogliersi in lacrime.
« Siamo nella terra del nulla assoluto». Rispose lui alla sua domanda con un semplice cenno del capo.
Sparì ancora una volta dalla vista della ragazza, muovendosi
alla rapida velocità da vampiro. Poi sentì un vetro in
frantumi e più parolacce. Lei chiuse gli occhi. Questo non
poteva accadere. E pensare che era stata lei a scatenare tutto. Era
tutta colpa sua. E al momento non c'era neanche una via d'uscita.
Nessuno ad aiutarli e nulla che potesse salvarli. Sent' il panico
crescerle dentro, ma si sforzò di mantenersi calma. Ci doveva
essere un modo. Non era ancora finita. Riusciva a respirare. E
finchè riusciva a respirare, sarebbe stato tutto okay.
Vabbè, non proprio tutto.
Poi intorno a lei si fece completamente nero come la pece, costringendola ad urlare. Ed ecco tutto. Ora era
finita davvero. Erano stati risucchiati nella terra del nulla. Nel
bordo del mondo. La fine del mondo. Chiuse gli occhi, aspettando
l'ignoto.
« Damon!». Si ritrovò a gridare, in un ultimo e disperato tentativo.
« Sono qui». Sussurrò lui in risposta, improvvisamente di nuovo accanto a lei, mentre le toccava il braccio.
Elena allungò la mano e tirò il vampiro più vicino
a lei. Era spaventata e aveva bisogno di qualcuno. Chiunque. Anche se
era lui.
« Sono solo le luci». Cercò di consolarla Damon.
« E' un black-out. Il nessuno che vive nel nulla avrà dimenticato di pagare la bolletta delle luce questo mese».
La ragazza respirava pesantemente, cercando di controllare il suo battito cardiaco.
« Riesci a risolvere il problema?».
« Non con te aggrappata al mio braccio». Sospirò, leggermente seccato.
« Non ti facevo come una ragazza che aveva paura del buio».
«
No, ho solo pensato che..». Iniziò, non riuscendo a finire
la frase. Cosa pensava, comunque? Che il mondo ormai era giunto al
termine? O almeno che il loro mondo era volto al termine? Non sapeva
neanche lei che parole usare per spiegare le proprie paure.
« E' tutto uno schifo, Damon. E mi dispiace tanto. Ho combinato io questo casino...».
« Sì, sei stata tu». Rispose lui.
«
Ma cerchiamo di non arrivare a fare i melodrammatici del momento.
Calmiamoci. Stefan e Bonnie sono ancora là fuori, anche se non
possiamo vederli. Ci tireranno fuori di qui».
« Lo pensi davvero?».
« No. Ma ci sto sperando». Sospirò.
« Torno subito. Vedo se riusco a far tornare la luce».
«Ti prego , fai in fretta».
Si lamentò lei, ma lui sparì prima che le parole
potessero uscirle di bocca. Chiuse gli occhi mentre cercava di
acoltarlo. Quanto era incasinata quella situazione? Lei in
realtà stava sperando che Damon facesse presto e potesse tornare
al suo fianco. Damon. Di tutte le persone... ma adesso era tutto quello
che aveva.
« Cavolo, Elena». La voce del vampiro risuonò per tutta la casa.
«
Posso sentire il tuo cuore che batte quasi ad uscirti dal petto fino a
qui. Non fare la damigella in pericolo -come sempre».
« Puoi stare solo zitto e fare in fretta?». Chiese lei, con la voce talmente acuta de sembrare uno squittio.
« Mi calmerò quando potrò vedere cosa sta succedendo».
All'improvviso le luci si riaccesero ed Elena dovette strizzare bene
gli occhi mentre cercava di abituarsi di nuovo alla luminosità.
Emise un sospiro di sollievo.
« Ogni tuo desiderio è un ordine». Disse Damon appena ricomparve accanto a lei.
« E' stato facile. Era davvero un black-out. Credo che questa casa non sia attrezzata per magie fastidiose come questa».
«
Bè, e ora?». Chiese Elena, mentre la sua mente faceva gli
straordinari per cercare di trovare la loro prossima mossa.
« Cosa vuoi dire con "be, adesso"? Ora si va a letto. A dormire. Domani è un nuovo giorno».
« Smettila di fare il comandante, Damon. Sai che ora non riesco a dormire».
«
Forse no, ma troverai il modo di prendere sonno. Ora vai di sopra
a riposare. Cercherò di friggermi il cervello per trovare un
piano».
« Damon...».
«
Sono serio, Elena. Non sto cercando di fare il boss di turno, ma hai
preso un brutto colpo e devi essere in un unico pezzo per quando
usciremo di qui, altrimenti Stefan mi ucciderà che ritengo
sarebbe davvero una mossa azzardata». Spiegò lui,
inclinando la testa in maniera da convincere la ragazza a prenderlo sul
serio.
Elena sospirò.
« Bene.. andrò in camera di Stefan».
«
Chiudi le tende se non vuoi vedere il nero. E' già abbastanza
brutto averlo visto troppo giù. Ti porto un'aspirina e del
ghiaccio per la caviglia». Si offrì lui.
«Pensavo non ci fosse neanche un cerotto in questa casa».
« Bè, io bevo. E l'aspirina fa miracoli con i postumi della sbornia».
« Capito». Lei annuì mentre cercava di zoppicare verso le scale. Damon la guardava con un cipiglio sul viso.
« Stai bene?».
«
Sono solo stanca». Elena sospirò appena inziò a
salire le scale. Dopo i primi passi si girò e lo guardò.
Chiuse gli occhi e cercò di trovare le parole, ma non poteva.
Non voleva dirlo. Lei non stava bene e lo sapeva e sapeva anche che
Damon voleva sentirlo dire. Era preoccupata e le faceva male tutto e si
odiava anche per averli messi in questa situazione.
« Chiama se hai bisogno di me». Disse poi il vampiro, facendole un cenno rapido con la testa.
Elena provò a trattenere un sorriso mentre guardava giù dalle scale.
« Grazie». Mormorò tra sé.
-X-X-X-X-X-X-X-
Non sapeva quanto tempo aveva dormito quando si risvegliò. Fu
sorpresa di come era stata in grado di dormire tranquilla, senza fare
brutti sogni o pensieri inquietanti. Infatti, anche se non riusciva a
ricordare, sentiva che aveva fatto dei sogni e sorrise al pensiero.
«Prego». Sentì una voce proprio accanto a lei e cadde quasi dal letto per la sorpresa.
Damon era sdraiato accanto a lei, sopra le coperte. Era vestito con
solo un paio di jeans neri e stava leggendo un libro, senza
preoccuparsi di guardarla.
«
Che ci fai qui? Nel mio letto?». Elena si era tirata le coperte
fino sul collo, sentendosi molto impacciata e imbarazzata nella sua
canottiera e mutandine.
« Perchè non sei vestito? E perchè sei.. bagnato?».
«
Sono saltato fuori dalla doccia proprio ora. Poi mi sono ricordare che
c'è stato un periodio a cui Stefan piaceva la stregoneria.
Pensavo avesse dei libri». Damon non alzò lo sguardo di
nuovo mentre parlava, ma alzò leggermente il libro per
sottolineare ciò che stava dicendo.
« Quindi, per rispondere alla tua domanda sul cosa sto facendo qui: questa è un'attivita nota ad alcuni come lettura».
« E non ti sei preoccupato di vestirti o asciugarti?».
« Ho messo i jeans, vedi? Non essere così puritana, Elena».
Lei sospirò e si appoggiò ai cuscini, decidendo di ignorare l'ultimo commento.
« In questo libro c'è scritto come possiamo uscire di qui?».
« Forse.. Ma il mio latino non è più quello di una volta».
« E' in latino?». Elena si accigliò.
«
Sì. Dovevo andare ad Ivy League, come mio fratello. Vuoi provare
a leggere?». Disse con voce monotona e le lenaciò il libro
a modo suo alzandosi dal letto.
« C'è una cosa che voglio mostrarti di sotto quando sarai vestita».
« Buone notizie?». Chiese Elena con un briciolo di speranza nella voce.
« Cattive notizie». Il vampirò schiacciò le speranze della ragazza.
« Ma credo ci sia una possibilità. Più o meno. Vieni e vedi».
Damon si diresse verso la porta ed Elena lo guardò, aggrottando le sopracciglia. Si mise un pò a sedere.
« Cosa volevi dire quando hai detto "prego", prima?». Ebbe il coraggio di chiedere Elena.
Damon le fece un sorrisetto.
« Hai fatto un bel sogno, vero?».
«
Che cosa hai fatto..?». Chiese Elena e le sue mani andarono
subito al collo, dove non sentì la presenza della collana di
verbena. Si guardò intorno per cercarla.
« Sul comodino». Disse Damon.
« Basta rimetterla di nuovo».
« Sei stato nella mia testa».
«
Ieri sera ti giravi e rigiravi come una matta. Pensavo che potessi
darti un aiuto per dormire meglio. E il tuo sirriso quando ti sei
svegliata ha detto tutto». Le fece l'occhiolino.
« Ma non mi ricordo niente». Obiettò lei sulla difensiva, temendo il peggio.
« Cosa mi hai fatto sognare?».
«
Posso solo dire che ho avuto un'idea abbastanza chiara di ciò
che ti piace fare la notte. O dovrei dire: chi ti piace?».
Elena afferrò un cuscino e lo gettò sul vampiro, prendendolo facilmente.
« Damon! Che hai fatto?». Chiese di nuovo completamente disgustata.
« Rilassati». Damon sospirò e gettò il cuscino indietro sul letto.
«
Era Stefan. Di ho fatto sognare di Stefan. E niente di sporco. C'era il
sole e gli arcobaleni. Persino un coniglietto birichino o due che aveva
paura che Stefan li scambiasse per la cena. Speravo ti avrebbe aiutato
a calmarti».
Il vago ricordo del sogno le riempì di nuovo la mente e fece un sorriso. Guardò di nuovo Damon.
« Grazie». Disse Elena con sincerità.
« Ma rimani fuori dalla mia testa d'ora in poi».
« Ci vediamo al piano di sotto. Porta il libro. Potrei decidere di darci un'altra occhiata dopo la colazione».
Lei annuì e Damon, con un ultimo sorriso, lasciò la stanza.
-X-X-X-X-X-X-X-X-
Erano entrambi in ginocchio, dove avrebbero dovuto esserci la porta e
le finestre. Damon teneva costantemente una penna in mano che poi
gettò al di sopra del bordo nero.
« Cosa hai fatto?». Chiese Elena, aggrottando le sopracciglia.
« Non sembra sia caduta. Non ha prodotto alcun rumore».
« Questo è quello che ho pensato anche io. E' appena scomparsa». Damon annuì.
« Per dove?».
« Se vuoi saperlo ti posso dare una piccola spinta».
« Non è divertente». Ribattì lei, quasi volendolo avvertire.
« Bè, non so dove sia finita».
« Quindi è questa la cattiva notizia?».
« No». Disse Damon, mettendosi a sedere.
«
Quella era solo un'osservazione. La cattiva notizia è che ho
fatto qualche ispezione e il nero si accorcia sempre di
più».
« Cosa?».
« Si è mosso di circa mezzo pollice su di noi dalla notte scorsa. Anche sopra».
« Oh mio Dio!».
«
Il vantaggio è che la metà di un pollice è
praticamente nulla, anche se la matematica non è il mio forte.
Direi che ci rimangono mesi, fino a quando non scompariremo
completamente».
« E' questa la chiami possibilità?».
« Bè, vuol dire che non moriremo presto. Ho pensato fosse meglio. Anche se..».
« Anche se, cosa?».
«
Non abbiamo sicuramente cibo a sufficienza per mantenerci per mesi.
Così ho pensato che dovresti continuare con l'alimentazione
umana d'ora in poi. E io mi atterrò, bè.. anche
alimentazione umana, ma in senso più letterale».
Elena si alzò, chiudendo gli occhi per un secondo.
«
Questo è un amle, Damon. Questo è davvero un male. Non
abbiamo ancora la minima idea di come uscire di qui.. e io non so come
faremo...».
« Non dare di matto». Le ordinò Damon alzandosi e afferrandola per il braccio.
« Dando di matto non ci aiuterai».
«
Ma non stiamo facendo niente! Siamo solo seduti qui, in attesa.. del
nulla.. sperando che Stefan e Bonnie riescano a capire un modo per
tirarci fuori di qui, che sappiamo sia molto improbabile, d'altra parte
l'avrebbero già fatto..».
« Abbiamo ancora il libro». Le ricordò Damon.
« Che è in latino! E non sappiamo il latino!».
«
No, io ho detto che il mio latino non è più quello di una
volta. Io direi di darci un'altra occhiata. Andiamo».
Cercò di rassicurarla, mentre la teneva dolcemente per il
braccio e la guidava nel salotto.
« Come fai a restare così calmo?».
«
Bé, stai facendo la regina del dramma abbastanza per tutti e
due. Non siamo in nessun pericolo imminente. Capiremo..».
« Lo spero...».
-X-X-X-X-X-X-
Elena lo osservava dal suo posto comodo sul divano, mentre teneva una
tazza fumante di caffè tra le mani. Damon era totalmente
coinvolto nel libro, di tanto in tanto scarabocchiava qualcosa su un
pezzo di carta. E lei si sentiva completamente inutile, adesso,
frustrata dal fatto che in realtà non c'era niente che potesse
fare. Si schiarì la gola.
« Come fai a sapere se il nero non inizierà a muoversi più velocemente col tempo?».
« Infatti non lo so». Rispose Damon mentre scriveva qualche altra cosa sul foglio.
« Così.. stiamo sperando solo per il meglio?».
Lui alzò glio chi su di lei per un istante.
« Non era il tema dell'intera situazione? Cercare di ricavare il meglio da una brutta situazione?».
Elena sorseggiò il caffé caldo. Era seriamente a disagio
con l'avere così tante domande e non sapere ancora un bel niente
su quel maledetto incantesimo. Con la coda dell'occhio vide Damon che
apriva e chiudeva in continuazione la scatolina di Katherine.
« Sai c'è una cosa che mi infastidisce». Disse poi il vampiro, guardandola.
« Oh, sei davvero infastidito da qualcosa?». Chiese Elena, sarcastica.
« Mi stupisco».
«
Hai detto una cosa interessante ieri. Stefan aveva questa scatolina dal
1864. E' molto improbabile che non l'abbia aperta nemmeno una volta in tutti questi anni».
«
Che vuoi dire?». Chiese, mentre si metteva seduta e poggiava la
tazza di caffé sul tavolo di vetro di fronte a lei, incuriosita
dalle parole di Damon.
«
Questo libro parla di qualcosa, ammettendo che l'abbia tradotta
correttamente. Dice anche come non deve essere per forza un'azione
fisica ad attivare l'incantesimo».
« Non ho fatto che aprirla e chiuderla una sola volta». Chiarì Elena.
« E cos'altro potrebbe essere al di fuori di un'azione fisica che potrebbe innescare l'incantesimo?».
«
Non lo so ancora. Forse qualcosa ha a che fare con il tuo legame con
Katherine? Considerando che questa è la sua scatolina per i
gioielli?». Teorizzò il vampiro.
« Ugh. Quella stronza vivrebbe il miglior giorno della sua vita se sapesse in che situazione ci ha messo».
Elena si alzò dal divano.
« Vado a controllare il corridoio. Mi assicuro che sia.. bhè, ancora lì».
Damon annuì in fretta prima di chinarsi nuovamente sui suoi
appunti e il libro, con un cipiglio pensieroso quasi uguale a quello
del fratello. Elena pensò che era meglio non dire della
somiglianza ad alta voce. Poi realizzò che in effetti quella era
la prima volta che vedeva Damon assumere un'aria seria. Sembrava
davvero dedicato ad andare a fondo in quella faccenda e lei lo ammirava
per questo. Erano da soli, senza streghe o altri vampiri che potessero
aiutarli e invece di impazzire a questo pensiero inquietante, Damon si
era messo a lavoro e stava cercando di risolverlo. Ammirevole davvero.
«
Se usciremo di qui, darò per scontato che tu abbia imparato una
lezione di vita». Disse Damon, prima che Elena uscisse dal
salone.
« Che lezione di vita?». Chiese, girandosi, e trovandolo ancora con il naso nel libro.
« Non farai più la ficcanaso».
Lei ridacchio.
«
Ho capito. Anche se sarebbe meglio dire: non farò più la
ficcanaso in case occupate da esseri sovrannaturali».
« E' tutto ciò che chiedo».
Elena sorrise tra sé e sé mentre si voltò di nuovo verso la porta.
« Come va la caviglia?». Chiese lui di nuovo.
« Meglio».
« Bene».
Elena fece un respiro profondo.
« Hai appena detto se».
« Cosa?». Chiese Damon, alzando gli occhi, ma Elena riuscì a vedere solo la sua schiena.
« Hai appena detto se usciamo di qui. Ieri continuavi a dire "quando usciremo di qui"».
« Non ne avevo intenzione». Ha subito risposto Damon, quasi risentito.
« Usciremo di qui, Elena. Entrambi. Staremo bene».
Lei annuì lentamente.
« Okay..».
_________________________________
Author's Note:
Ed eccoci qui! Un nuovo capitolo ** I nostri Delena stanno
cercando un modo per uscire fuori dalla casa e la bolla nera sembra non
volerli fa uscire! Chissà cosa nasconde quella bolla
che si sta chiudendo intorno a loro... un altro mondo? Una via
d'uscita? Mah! Beato chi lo sa! *Fischietta innocentemente*
Mi scuso per gli eventuali errori di battitura ma ho appena finito di tradurre il capitolo. xD
Quindi ora passerei ai ringraziamenti: un
grazie particolare alle persone che leggono in silenzio, a quelle che
hanno messo la storia tra le preferite (21), tra le ricordate (1) e
tra le seguite (37). Vi ringrazio un mondo, ragazzi!! **
E ora passo ai ringraziamenti per le persone che recensiscono e mi fanno sentire al settimo cielo!:
x SeryChan x
: Grazie mille, cara!! ** Grazie davvero per i complimenti, ma io
farei più un applauso alla Momuccia che traduce la mia
storiella! U_U xD Comunque.. cosa ne pensi di questo nuovo
capitolo? Ti ha soddisfatta come quello precedente? :)
Baci **
12Kià12
: Ahah grazieee!! ** Non hai idea di quanto mi faccia
felice la tua recensione! :) ** Il sarcasmo di Damon è la
parte che preferisco di lui, anche se è perfetto.. però..
U_U Alla prossima, baci **
gerby
: Ciao! Sì il capitolo era decisamente interessante, ma penso
che con questo si scoprano più cose! Certo, non è bello
che Elena non sia uscita, però però.. è con Damon.
Ed è meglio, per cui.. ahah ! Al prossimo capitolo, baci! **
Giuls_Salvatore : Ehi! Ecco il
nuovo capitolo! Bè, l'ha detto stesso Elena che loro si
capiscono a vicenda! Comunque beh, è ovvio che in questo
capitolo si capisce se Elena è rimasta, no? Cosa ne pensi? Baci.
**
DeLiz
: Uh il momento Delena spero anch'io che arrivi, non sai quanto..
sempre se arriverà! U_U Elena è troppo astiosa nei
confronte del nostro bel vampirello! xD Ahah io credo che Elena sia
solo preoccupata per ciò che può accadere lì
dentro, perciò rifiuta ancora Damon. E non dimenticare che Damon
ha già ucciso Jeremy, quindi lo "odia" ancora di più.
Aspetto con ansia la tua prossima recensione! Bacii **
Siwa94
: Grazie, cara! ** Sìì, Damon che fa i dispetti
è un grande, rivela anche la sua personalità un pò
da bambino, ma così sexy ahah! :) Felice che ti sia
piaicuto! Cosa mi dici invece di questo? Alla prossima, baci **
kiss88
: Ciao da tutte e due! Ahah! :) Eh.. Damon è Damon, cosa
ci vogliamo fare? E' un grande bastardo, ma quando ci mette il cuore
esce tutto il tenerono che c'è in lui *__* Ed eccoti
accontentata con il nuovo capitolo! Alla prossima, baci **
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Lockdown (4)
Elena
salì le scale per andare a prendere il suo diario nello zaino.
Voleva scrivere qualcosa su tutto quello che stava accadendo in tutto
quel tempo. Entrò il camera da letto e decise di ignorare il
fatto che un piccolo bordo della grande matassa nera si era
visibilmente spostata da dietro le tende chiuse. Si muoveva intorno a
loro. Perfetto. Raggiunse il suo zaino e strinse il diario al petto
mentre correva letteralmente giù per le scale. Non era sicura
del perchè, ma aveva bisogno di stare vicino a Damon ora. La sua
presenza era stranamente importante per lei.
Stava per tornare in cucina quando vide con la coda dell'occhio
qualcosa che catturò la ua attenzione. Si fermò quando
capì cosa stava succedendo. In un angolo del corridoio c'erano
diversi rami e sassi sul pavimento. Elena aggrottò la fronte,
poi poggiò il diario sul gradino più basso della scala e
si diresse verso gli oggetti imprevisti sul pavimento del corridoio. Si
sporse e prese qualche ramoscello in mano, guardandosi intorno,
cercando di trovare una spiegazione sul "da dove erano arrivati". Non
c'era nessuno. Non aveva senso. Si inginocchiò e guardò
dritto davanti a sé, direttamente nel.. nulla.
« Damon!». Lo chiamò subito e lui apparve in una manciata di secondi.
« Che succede?». Chiese lui con uno sguardo preoccupato sul volto.
Elena aprì la mano verso di lui e gli fece vedere cosa aveva
trovato. Damon prese un ramoscello dalla sua mano aperta e lo
osservò attentamente. « Da dove viene?».
Elena fece un verso il nero davanti a lei. « Non c'è altra
spiegazione. Abbiamo gettato la pena nel buio, ma forse c'è
qualcosa dall'altra parte».
Damon esitò solo per un secondo, prima di gettare il ramoscello
nel muro invisibile nero con una certa forza. Come previsto, il
ramoscello scomparve. La coppia si guardò con stupore. Non
dovette attendere molto per vedere altri ramoscelli e sassolini
atterrare davanti a loro sul pavimento del corridoio.
« Oh mio Dio». Borbottò Elena mentre si alzava in
piedi per lo stupore. « C'è qualcosa dall'altra parte,
Damon. Qualcuno! Potrebbe essere Stefan!».
Elena corse rapidamente verso i sassi e i rametti e li rigettò nel buio.
« Calmati, Elena.. dobbiamo esserne sicuri prima». Disse
Damon mentre cercava di razionalizzare tutto, ancora in piedi al suo
posto.
Poi un atro ramoscello atterrò sul pavimento, questa volta con
un pezzo di carta attaccato ad esso. Damon si era incuriosito
abbastanza per camminare e prendereil ramoscello. Spiegò il
pezzo di carta ed esaminò rapidamente le parole, prima di
consegnarlo ad Elena che ormai gli si era avvicinato.
Elena, sei tu? Va tutto bene?
« E' lui, Damon. E' Stefan. Questa è la sua
scrittura!». Dichiarò Elena quasi con felicità. Non
era in grado di nascondere il sorriso sul suo viso. Corse in salone per
prendere il blocco delgi appunti di Damon e una penna. Iniziò a
scrivere con entusiasmo. Ci mise pochissimo tempo, poi strappò
la carta dal blocco e lo mostro a Damon.
Sì, siamo noi. Stiamo entrambi
perfettamente bene. Tu come stai? Bonnie ha scoperto qualcosa in
più sull'incantesimo?
Damon attaccò la nota al ramoscello e lo gettò di nuovo
nel muro invisibile. Si girò verso Elena che saltellava su e
giù tutta emozionara. Allunò le mani e gliele posò
sulle spalle nel tentativo di calmarla.
« So che vuoi credere che sia davvero lui, ma non possiamo essere
sicuri, Elena. Potrebbe essere un trucco. L'incantesimo potrebbe fare
questo».
« E se forse è proprio lui?». Elena parlava con un
tono di voce pieno di speranza. « Potrebbe essere lui,
Damon».
Lui annuì con rilutanza e sospirò. Elena sapeva che
avevano tutto il diritto di essere sospettosi a riguardo, ma voleva
credere che ci fosse Stefan lì dentro e che non fosse qualche
brutto scherzo dell'incantesimo.
Questa volta Damon prese il ramoscello quando tornò a loro. Lo
spiegò e si avvicinò a lei, in modo che potessero
leggerlo anche lei.
L'incantesimo è ancora un
mistero. Voi due siete ancora costretti a stare insieme. Stiamo
cercando di far passare un lungo bastone per verificare quanto siate
dentro. Prendetelo se lo vedete.
« Non so se è vero.. non sono ancora
sicuro...». Dichiarò Damon, incrociando le braccia dopo
che Elena gli prese la nota dalle mani e iniziò ad esaminarla a
fondo.
« E' lui, Damon. Me lo sento».
« Sì va benissimo, ma mi piacerebbe avere qualche prova
tangibile prima. Non sappiamo come funzione questa barriera. Che fa
passare sassi e rametti è una cosa, ma un essere umano..».
« Aspettiamo il bastone». Concordò Elena. «
Dovrebbe essere già più grande di sassi e rametti. Se
funziona, io dico che vale la pena rischiare. Non abbiamo nessun'altra
opzione, Damon».
Lui esitò un momento, poi fece un cenno rapido ad Elena e
inchiodò i suoi occhi in quelli di lei che non riusciva a
nascondere il sollievo. Elena sentiva una buona sensazione, sentiva che
erano sulla giusta strada per uscire di lì. Stefan era
più vicino di quanto pensasse e solo questo la faceva sentire
meglio.
« Funzionerà». Lo rassicurò la ragazza. « Funzionerà davvero».
« Spero di sì».
-X-X-X-X-X-X-X-X-X-
Erano passati quasi quindici minuti quando un altro ramoscello con una
nota si posò sul pavimento. Elena corse verso di esso e lo lesse
immediatamente.
Non sta funzionando. Troveremo un altro modo, lo prometto. Bonnie ci sta lavorando. Fate attenzione. State al sicuro.
« No..». Mormorò Elena, sentendo la sua ultima speranza venire schiacciata. « No..».
Damon lesse la nota e scosse la testa. « Secondo te Stefan
scriverebbe una cosa del genere? Avrebbe già saltato nel nulla
per salvarti, Elena. Chiusi qui o no».
« E rischiare di essere ucciso?». Lei si girò, infastidita dai dubbi del vampiro. « No, non avrebbe corso il rischio. Questo è più il tuo stile».
Lui annuì lentamente e
sembrava essere in sovrappensiero per un secondo. « Sì,
credo sia il mio stile».
Elena aggrottò le
sopracciglia alle sue parole, senza capire cosa volesse dire,
finchè non vide Damon fare qualche passo indietro, completamente
concentrato sul buio davanti a lui. Poi capì. Appena Damon prese
lo slancio, pronto per saltare, Elena fece un verso misto tra la
sorpresa e l'orrore.
« No!». Esclamò,
intervenendo appena in tempo, facendo fermare Damon appena in tempo.
Gli mise una mano sul petto.
« Elena..». Sospirò lui.
« No, non puoi fare questo! Non puoi lasciarmi qui, Damon!
Andremo insieme». Lei lo supplicò con le lacrime negli
occhi.
« Assolutamente no! Non mi fido di questo "nulla", neanche un
pò, Elena. Ma è la nostra unica opzione, quindi devo
andare a controllare. Non sto rischiando di essere ucciso. Almeno
credo».
« Invece si! Stai rischiando di essere ucciso!».
Obiettò lei, abbassando la mano e girando la testa dall'altra
parte, imbarazzata per le lacrime che non riusciva più a
trattenere. « Lasciami saltare! Io ci ho messo in questa situazione, Damon! Dovrei farlo io!».
« Non sappiamo quanto sia lungo. Devo farlo». Le
spiegò, prendendo la mano piccola della ragazza e poggiandosela
di nuovo sul petto. « E se c'è veramente Stefan dall'altra
parte, verrò dritto indietro a prenderti».
« E se non è Stefan?». Chiese infine, ritornando a guardarlo negli occhi.
« ..Tornerò. Te lo prometto. Non ho intenzione di lasciarti qui».
Damon si chinò e le sfiorò dolcemente la fronte con le
labbra. Poi, prima che Elena potesse capire cosa stesse succedendo,
Damon si allontanò da Elena che si voltò appena in tempo
per vederlo sparire nel buio.
« Damon!». Urlò più forte che poteva, la sua
voce riecheggiava per tutta la casa, prima di morire e lasciarla in
completo silenzio.
Continuava a fissare il punto dove Damon era scomparso e poi
scoppiò a piangere in maniera incontrollabile. Doveva tornare.
Per forza. Non riusciva a stare lì da sola. Non voleva.
Cercò di pensare e ricordare quanto tempo ci era voluto per loro
scambiare le note. Ci erano voluto soltanto pochi secondo. Se Stefan
era dall'altra parte, Damon avrebbe dovuto essere di ritorno in pochi
minuti al massimo. Si asciugò le lacrime, cercando di
controllare i singhiozzi, dicendo a sé stessa più e
più volte che Damon sarebbe tornato subito. Che sarebbe tornato
a prenderla e quell'incubo sarebbe finito.
Poi, dopo tutto quel pensare, la casa iniziò a tremare. Elena si
guardò intorno in prenda al terrore, cercando di mantenersi in
equilibrio. Ebbe appena il tempo di fare un passo indietro, quando si
rese conto che il nero intorno a lei si stava facendo sempre più
denso ad una velocità incredibile. Strillò per la
sorpresa e la paura, arretrava sempre di più, prima di fermarsi
a guardare la porta che l'avrebbe condotta in salotto. Riuscì a
barcollare fino alla porta, la casa ancora tremante e il buio che
andava dritto verso di lei. Appena entrò nel salotto, tutto
divenne di nuovo tranquillo.Con il fiatone, Elena si appoggiò
con la schiena contro il muro e scivolò in ginocchi osul
pavimento. Si girò verso il corridoio e resistette alla
tentazione di urlare, quando si accorse che il buio aveva inghiottito
quasi tutto il corridoio. Chiuse gli occhi in preda alla disperazione,
resistendo alla tentazione di urlare. Si prese il viso tra le mani e
scoppiò a piangere di nuovo. Era troppo. Troppo stanca, troppo
spaventata, troppo stufa di quella situazione.
Non sapeva per quanto tempo era stata seduta lì, quando ebbe
finalmente il coraggio di guardare il buio. In un lampo di
lucidità, si alzò asciugandosi le lacrime. Aprì il
cassetto del ripostiglio contro il muro alla sua sinistra, alla
disperata ricerca di un pezzo di carta e qualcosa per scrivere. Niente.
Aprì il secondo cassetto gemendo per la frustrazione. Poi
cambiò idea e prese una candela sul tavolino. La accese e si
rivolse al buio. Aveva solo bisogno di un segno di vita, bisogno di
sapere che Stefan era ancora lì. Gettò la candela contro
la barriera con la massima forza possibile e quasi cadde in ginocchio
in preda alla disperazione, quando la candela venne rispedita indietro,
atterrando proprio davanti i suoi piedi.
« No..». Sussurrò, deglutendo pesantemente quando si
rese conto che la sua ultima connessione al mondo esterno, ogni suo
segno di vita, era sparito.
Damon non c'era più. Era lontano da troppo tempo ed Elena temeva
che il collegamento dall'esterno all'interno della casa non potesse
funzionare. Non aveva intenzione di entrare in quella barriera buia da
sola. Non avrebbe potuto vedere più Stefan. Oppure Jeremy.
Jenna. Bonnie. Caroline...Damon. E si sentì morire.
-X-x-x-x-
Elena strisciò sul grande letto, le coperte la coprivano fino al
mento. La frustrazione crebbe e la sua voglia di dormire diminuiva.
Così prese il Bloc Notes che Damon aveva lasciato sulla
scrivania e iniziò a leggere qualcosa. Voleva riuscire a
tradurre quel poco che poteva. Il grande libro aperto era accanto a
lei.
Con il passare del tempo i pezzi del puzzle potevano rimettersi a
posto. La scrittura di Damon bastò a rassicurarla. Almeno per un
pò. Riuscì anche a tradurre alcune delle parole latine.
Aveva imparato che gli incantesimi era divisi in categorie. Tutte
motivazione che erano dietro gli incantesimi. Odio. Amore. Magia. Pace.
Elena si disse che il loro incantesimo poteva ritrovarsi in molte di
quelle categorie. La frustrazione crebbe ancora di più,
perchè non riusciva a capirci niente. Si mise a leggere qualche
nota di Damon, che aveva tradotto più volte "stare insieme".
-X-x-x-x-
Nel bel mezzo della notte, si trascinò nella doccia. Accese
l'acqua calda ed era rimasta piacevolmente sorpresa da quanto
confortante fosse l'acqua calda dopo giorni -probabilemente- in cui
erano in quella situazione. Chiuse gli occhi quando i rivoli d'acqua le
scivolarono lungo il corpo. Il semplice atto di lavarsi i capelli la
calmava in un modo strano, quasi come se fosse tornare alla
normalità.
Uscì dalla doccia e immaginò che Stefan fosse lì
nella sua camera da letto con la sua maglia bianca e i jeans, guardando
verso di lei e sorridendo. Immaginava Damon entrare a sorpresa nella
camera, giusto per fare loro un dispetto, in possesso di un bicchiere
di liquore e il sorriso spensierato che sembrava volesse dire "va tutto
bene". Immaginava il suo telefono squillare e sentire la voce di Jenna
che le chiedeva se poteva prendere qualcosa al supermercato prima di
tornare a casa. Immaginava Bonnie che le chiedeva di raggingerla a casa
sua per leggere qualche incantesimo.
Si asciugò il più velocemente possibile, prima di
infilare una maglietta che per lei era troppo grande. La maglia
sembrava essere di Stefan, ma aveva un profumo diverso. Elena la
annusò velocemente, trattenendo le lacrime e sentendosi
rassicurata. In parte.
Scese velocemente in cucina cercando di cucinarsi qualcosa che fosse
buono quanto quello che le cucinava Damon. Ma prima che potesse fare
qualsiasi cosa, sentì dei rumori provenire dalla camera da
letto. Sulle prime si sentì spaventata. Poi corse sopra.
Quando aprì la porta si trovò di fronte il corpo
familiare di uomo di cui aveva molto bisogno in quel momento e che
pensava di non rivedere più. Elena chiuse gli occhi, pensando
fosse uno stupido sogno, ma quando lo riaprì si ritrovò
uno spettacolo a dir poco agghiacciante. Damon era steso per terra,
tutto dolorante e pieno di sangue.
« Damon..». Disse dolcemente, correndo al suo fianco, in ginocchio accanto a lui.
« E-Elena».
Le mani della ragazza correvano sul viso del vampiro in preda al
panico, cercando di capire da quale parte del corpo provenisse il
sangue. Si era fatto male, ma dove? Quando non riuscì a scoprire
le lesioni evidenti, la mano destra di Elena tornò al suo viso,
faceva correre il pollice su e giù per la guancia, in un
tentativo fallito di consolarlo.
« Cosa è successo?».
« Ti avevo detto che sarei tornato per te..». Lui parlava a
bassa voce. Lo sforzo, ovviamente, prendeva un sacco delle sue energie,
ma gli occhi di Damon erano concentrati su di lei e la bocca era
piegata in una forma di ghigno.
« Stai male». Lei affermò l'ovvio, incapace di nascondere il panico crescente nella sua voce.
« Sto bene...».
Damon allungò la mano facendola correre sulla camicia che era
bagnata dal sangue e la sollevò lentamente, rivelando un taglio
fatale a partire dal suo petto fino al basso ventre. Sembrava che
qualcuno lo volesse aprire in due come un pesce appena pescato. Per
quanto fosse orribile la vista di quella ferita, Elena emise un sospiro
di sollievo quando vide che la ferita aveva già iniziato a
rimarginarsi. Damon era un vampiro. Non sarebbe morto per questo.
« Hai bisogno di sangue». Decise Elena, pensando che lo
avrebbe aiutato a guarire. Corse giù in cucina e prese una sacca
di sangue che -una volta tornata sopra- Damon divorò.
« Sono felice di vedere che ti piaccia la mia maglia..».
Sottolineò lui, con un ghigno stampato in volto. Elena fece un
verso sorpreso e si guardò la maglia. Ecco perchè il
profumo era diverso. Era di Damon. « Belle gambe,
comunque». Aggiunse il vampiro. Ed Elena fece una risata
sommessa.
Damon sarebbe stato più che bene.
-X-x-x-x-
Elena era sul letto, e asciugava con attenzione il viso e il corpo
insanguinato di Damon con un panno umido. Ogni volta che si sbarazzava
di una parte di sangue, si rivelava una cicartice nuova. Elena emetteva
dei sospiri di sollievo ogni volta che una cicatrice si chiudeva sotto
i suoi occhi. Guardò l'addome di Damon: la ferita era
completamente sparita, ora era solo un brutto ricordo.
« Ti piace quello che vedi?». Disse Damon divertito, mentre
si prendeva una pausa dal bere un'altra sacca di sangue.
Elena ignorò il commento e si appoggiò allo schienale del
letto. Indagò sul volto del vampiro. « Cosa è
successo, Damon?».
« Mi credi se ti dico che Stefan ha scatenato una rabbia fuori
dal comune su di me, ma aspetta con ansia il tuo ritorno e che lo
andrò a prendere appena mi sento meglio?». Chiese
speranzoso.
« No».
« L'avevo immaginato». Sospirò e si tirò su a
sedere. « Okay. Quindi, niente Stefan. Niente Bonnie».
« Poi cosa è successo?». Insistè lei.
« E' difficile da descrivere. Il buio si è adattato alla mia esatta definizione di Inferno».
Elena chiuse gli occhi quando il suo stomaco emise un verso di orrore
alla parola "inferno". Damon le mise una mano sul ginocchio,
costringendola a guardarlo.
« Ehi, guardami. Sono in giro da un pò. E non
è di certo la prima version dell'inferno a fermarmi».
« .. Si è avvicinato». Sussurrò lei, guardandolo.
« Da lì dentro potevo vedere la grande massa di buio
avvicinarsi a te». Continuò Damon, ignorando le sue parole
e cercando di cambiare soggetto guardandosi intorno. « Credo che
non erano le regole del gioco».
Elena si accigliò. « Che vuoi dire?».
« Beh, abbiamo avuto due tentativi di fuga. Dopo Bonnie, il buio
ha fatto la sua prima apparizione. Ed ora, dopo la mia fuga non
riuscita, ci si è chiuso intorno. Non dovremmo cercare di
fuggire, ma trovare un modo di giocare secondo le regole».
« Non sappiamo quali sono le regole».
« Allora è meglio trovarle al più presto».
Damon fece spallucce e posò la sacca di sangue vuota sul
comodino. « E' come un indovinello che dobbiamo risolvere».
Elena si diede della stupida perchè non le era venuta in mente
fino ad ora. Avrebbe anche potuto evitare che Damon si facesse male per
lei. Si rivolse a Damon e si morse dolcemente le labbra.
« Mi dispiace tanto..». Iniziò a dire Elena, con le
lacrime agli occhi. « Hai dovuto passare tutto questo a causa
mia».
« E' tutto okay.».
« No.. non lo è». Obiettò Elena, asciugandosi
le lacrime. « Ho pensato che non saresti più tornato. Ho
pensato..».
Lei non finì l'ultima frase, perchè le lacrime inziarono
a rotolarle sul viso,. La sensazione travolgente di felicità che
la avvolse, vedendo Damon sano e salvo, era piacevole, ma strana. Era
tutto un misto di preoccupazione, paura e più di tutto,
sollievo.
« Vieni qui..». Disse Damon, raggiungendo una la spalla di
Elena e tirandola verso di sé. « Io sono qui. Sto
bene».
Elena gli era completamente addosso e piangeva. Si ritrovò con il capo sul suo petto, mentre lui le accarezzava il viso.
« Ssshh.. staremo bene». Sussurrò lui, cercando di
tranquillizzare Elena, baciandole delicatamente i capelli,
accarezzandole il viso.. Elena non vide la preoccupazione che
coprì il volto di Damon mentre la teneva stretta a sé.
_________________
Author's Note:
Ed eccoci qui! Dopo due settimane
di pausa, vi regalo il nuovo capitolo!! :D Sono così
contenta di aver scritto questo capitolo! L'ho trovato così
dolce.. e finalmente facciamo un passo avanti verso il risolvere
più o meno l'indovinello dell'incantesimo. Un pò
complicato, eh? Beh, quando saprete la fine.. non vi risulterà
poi tanto complicato.. anzi sarà persino scontato! U_U
Mi scuso sempre per gli errori di battitura :D
Ora passiamo ai ringraziamenti: un
grazie particolare alle persone che leggono in silenzio, alle persone
che hanno messo la storia tra le preferite (29), a quelle che hanno
messo la storia tra le ricordate (2) e quelle che l'hanno messa tra le
seguite (63).
Ed ora passiamo alle recensioni! Ringrazio sempre voi per il sostegno che mi date:
gloria7: Grazie mille, carissima! :D Spero stia continuando a piacerti! ** Baci :3
12Kià12:
Beh, ora che il telefilm è in pausa, cosa c'è di meglio
di un capitolo di una bella fanfiction? :3 Grazie come sempre
per il complimenti! :D Bacioni **
Siwa94:
Grazie mille, cara! ** Le idee sono sempre un pò sconvolgenti e
complicate, ma come ho detto prima, la soluzione a questo "gioco"
sarà quasi scontata! Elena è Elena.. non sarebbe lei se
non fosse un pò drammatica.. però è sempre
risoluto e dobbiamo tener conto che ne supera ogni giorno di diverse
situazioni.. e questo credo che per lei sia la peggiore. Ora si sta
sbloccando un pò, perchè dobbiamo ricordare che Damon ha
appena "ucciso" il fratellino Jeremy senza sapere che indossasse
l'anello... per cui per lei è un pò difficile
perdonarlo.. ma credo che preso lo farà e si sbloccherà.
Ancora mille grazie! Baci **
gerby:
I nostri beniamini non sono ancora arrivati a capo della
situazione.. che si fa sempre più complicata! Lo so, sono
cattiva :3 Ma non sarebbe una bella storia se si capisse subito il
finale! >.< xD
Grazie per aver recensito! Un bacio **
kiss88:
Sì.. il tuo ragionamento non fa una piega! Il tempo è
qualcosa di cui il Damon del telefilm è privato.. così
Elena non ha tempo di capire i suoi sentimenti. Anche se fosse rimasta
chiusa lì dentro con Damon e con Stefan.. non avrebbe mai capito
i suoi sentimenti verso il fratello dagli occhi belli :3 xD
A parte gli scherzi.. hai completamente ragione.. e spero che
questo capitolo ti abbia soddisfatta! :D
Baciii **
GiuLy93:
Hm.. mi dispiace deluderti.. ma Damon ne sa quanto Elena.. forse solo
la sua conoscenza del latino lo salva.. visto che potrebbe tradurre un
incantesimo del libro! Comunque penso che questi due faranno fuoco e
fiamme in questo capitolo.. che nasconde un pò di
verità.. ma allo stesso tempo non contiene la soluzione per il
gioco. Spero ti sia piaciuto questo capitolo.. e posso dirti che il
prossimo capitolo sarà un pò più tranquillo -in un
certo senso. Alla prossima. Baci **
x SeryChan x:
Ah sì.. Monica sta facendo un bel lavoro nel tradurre questa
storia! E' il mio idolo! :3 Beh, punto è proprio
questo: voglio che questa fanfiction piaccia a tutti! Grandi, vecchi e
piccini! :3 Bacioni **
Ehris: Grazie mille, cara!! :D Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! :DD Alla prossima, baci **
Giuls_ Salvatore:
Sì, Elena finalmente sta capendo che Damon ha un cuoricino d'oro
*_* Spero lo capisca prima che escano, altrimenti sarà un
vero a proprio problemino! :3 Cosa ne dici di questo capitolo? Un
pò dolce e un pò spaventoso, direi io.. Elena è
spaventata a morte su quello che potrebbe succedere a Damon dentro
quella barriera. Ha paura di perderlo. E questo è un passo
avanti nel capire i suoi sentimenti nei confronti del bel vampiro :3
Bacioni **
PS (dalla traduttrice): Grazie
mille a tutte voi che mi fate i complimenti per le traduzioni! Ci metto
davvero il cuore e tutto il sentimento che ho verso questa FanFiction!
Quando l'ho letta ho capito che meritava avere un pubblico più
grande e quindi l'ho esteso all'Italia! Vi ringrazio con tutto il
cuore! :D <3
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Lockdown (5)
Damon uscì dal bagno e trovò una ragazza bruna sul suo
letto. Elena si era messa comoda sul letto che fino ad ora aveva visto
solo da lontano.
« Oh, una ragazza nel mio letto». Disse Damon,
sogghignando. « E' passato un pò di tempo dall'ultima
volta. Anche se sono stato a letto con una ragazza molto recentemente.
Somigliava molto a te, in realtà. Sei tornata per la
replica?».
« Hai la TV». Spiegò Elena, accennando allo schermo.
« Per fortuna questo maledetto buio non ci ha ancora tolto la via
cavo per tenerci fuori dal resto del mondo!». Damon si
accigliò leggermente.
« Già, per fortuna».
« Cartoni animati?». Osservò lui, aggrottando le sopracciglia.
« Sono divertenti e innocenti e nessuno muore». Alzò le spalle. « Come ti senti?».
« Mai stato meglio». La rassicurò, camminando verso
il suo armandio e facendone uscire una delle sue camicie nere. «
E tu invece come stai? Quasi non ti si riconosce senza la tua faccia
rossa per il pianto».
« Non fare lo stupido». Ordinò lei, volendo
disperatamente dimenticare gli eventi della notte scorsa e spingendo
via i ricordi della notte passata tra le braccia di Damon. C'erano cose
che non avrebbe voluto accadessero, specialmente dopo tutto quello che
era successo tra loro. Si sentiva leggermente imbarazzata per essersi
lasciata andare a quel modo con Damon.
« Sei pronto a studiare un pò?». Chiese Elena mentre
spegneva la TV. Si sedette sul letto appena Damon si avvicinò a
lei, mentre si abbottonava la camicia.
« Oppure..». Iniziò il vampiro, ancora in piedi di
fronte a lei, poi poggiandosi su di lei, e mettendo le mani ai lati
della ragazza, il suo volto che si muoveva verso quello di Elena.
« Potremmo stare qui e ripetere la scorsa notte. Però
senza lacrime e un po più di..».
Elena lo respinse non appena i loro nasi si sfiorarono. « Damon!».
Lui la lasciò passare e sorrise, evidentemente soddisfatto di
sé stesso quando Elena saltò già dal letto e si
rivolse a lui.
« Sul serio?». Chiese Elena.
« Molto serio». Damon annuì.
« Questa non è ancora una festa, Damon! Sarebbe molto
più facile per me dimenticare quello che è successo ieri
sera e fare solo finta di non essere qui dentro bloccata con te e
questo buio che potrebbe inghiottirci da un momento all'altro, okay? Ma
non posso! Abbiamo solo bisogno di fare qualcosa. Torniamo a quel libro
e cerchiamo di capire qualcosa».
« Pensavo ci servisse ancora un'ora da passare senza fare
niente». Damon si strinse nelle spalle, con quei suoi modi
fastidiosi.
Elena gemette per la frustrazione. « Bene. Fai come vuoi. Io
sarò al piano di sotto, facendo qualcosa di utile!».
Elena si diresse verso la porta, non credeva che il vampiro avesse
potuto cambiare umore così velocemente. Una vocina nella sua
testa le diceva che poteva anche essere un pò più
comprensiva, dopo aver trascorso mezza giornata in un luogo che poteva
benissimo essere chiamato inferno. E lui l'aveva annoiata già.
Lui non poteva fare semplicemente come se non fosse successo niente la
notte scorsa? Bene.
« Elena..». Sospirò Damon, prima che lei lasciasse la stanza. « Stavo scherzando!».
Lei lo ignorò e si diresse verso le scale. Stavano iniziando a darsi sui nervi l'un l'altro e questo la preoccupava.
-X-x-x-x-
«
Senti..». Iniziò Elena dal suo posto in cucina. «
Siamo stanchi, siamo frustrati, siamo incollati l'uno all'altra da
giorni, rimasti bloccati nello stesso posto per giorni e ora sono
sempre pià irritata da quello che succede ogni secondo che
passa. Possiamo almeno cercare di non litigare, no?».
« Possiamo porvarci». Damon annuì. « Non funzionerà».
« Perchè non ci stai neanche provando».
Contenstò, buttando il libro da parte, mentre guardava Damon che
aveva trascorso gran parte del giorno girando per la casa, facendo di
tutto tranne che rendersi utile e questo la infastidiva sempre di
più.
« No, perchè situazioni come queste fanno impazzire le
persone! Questo è un dato di fatto e non possiamo farci niente.
Presto uno di noi perderà la testa e salterà
volontariamente nel nostro amico Mister Buio e capirà che era
meglio rimanere qui dentro con le mani in mano. Non sarò io,
però. Ho visto l'altra parte e conosco di meglio. Sto bene per
ora..».
Elena esitò, sentendosi male per lui. « Non mi hai ancora
detto esattamente quello che è successo.. dall'altra parte. O
come sei uscio. Se vuoi parlare..».
« Non voglio..». La interruppe Damon.
« Okay». Elena annuì. « Puoi quindi aiutarmi con il libro, per favore?».
« Non possiamo fare più niente con quel maledetto libro,
Elena». Disse poi. «Non ho capito ogni parola e non ci ha
portato a niente fino ad ora».
« Si può tradurre». Gli disse. « Hai letto il
libro, tradotto qualcosa qua e là, hai deciso che non era utile
e non hai continuato. Se solo lo si traducesse dalla prima pagina -e il
tuo lavoro potrebbe aiutarci- potrebbe essere che tu abbia trascurato
qualcosa. Per favore».
« Penso che abbiamo bisogno di mettere da parte quel libro e
trovare un modo per sgomberare le nostre menti». Decise Damon.
« Abbiamo bisogno di divertirci un pò.. Se non vuoi,
saremo rovinati nei prossimi giorni. Voglio dire, non sarò in
grado di prevedere un disastro, ma forse un pò di divertimento
potrebbe posticiparlo».
Elena lo guardò, rendendosi conto che non aveva intenzione di
fare niente. Lei sapeva comunque che qualunque cosa avrebbe fatto
sarebbe stato inutile, ma almeno stava facendo qualcosa, giusto? Come
poteva Damon non voler fare niente?
« Non riesco a divertirmi mentre siamo qui». Gli disse lei sinceramente.
« Beh, non hai mai festeggiato con Damon Salvatore prima
d'ora». Le strizzò l'occhio, prima di andare verso
l'armadietto dove teneva alcuni dei suoi liquori. Elena lo guardava con
sincero interesse, cercando di capire quale fosse il modo giusto per
convincerlo che la cosa migliore da fare in quel momento era capire
come trovare una via di fuga.
« Ecco». Disse Damon, mettendo un bicchiere di scotch accanto a lei. « Bevi. Ce lo meritiamo».
« Damon..».
« Provare per credere. Prova a svuotare la testa».
Elena sospirò e guardò il bicchiere che Damon aveva
appena messo accanto a lei. « Stai condividendo alcolici.
Scommetto che non sei preoccupato di rimanerne a corto».
« Se dovessimo sopravvivere con l'alcol che c'è in questa
casa. Sopravviveremo un'eternità». La rassicurò
Damon, alzando il sopracciglio e buttando giù il suo scotch.
Rabbrividì quando sentì la sua gola bruciare.
Elena prese il bicchiere dal tavolo e lo annusò. « Questa roba è buona?».
« Mi conosci. La migliore che ci sia in circolazione».
La ragazza non era convinta, ma prese un piccolo sorso comunque.
Cominciò subito a tossire e mise il bicchiere sul tavolo.
« Già. Sono rimasta ancora alla tequila o qualcosa del
genere».
Dopo un solo secondo, Elena si ritrovò Damon di fronte con una
bottiglia di tequila in mano. Il vampiro sorrise compiaciuto quando
finì di versarle il liquido nel bicchiere. « Bevi».
Elena lo guardò aggrottando le sopracciglia. « Che cosa
stiamo facendo? Questo non ci aiuterà, Damon».
« Ma è divertente. E solo Dio sa quanto divertimento ci meritiamo». Razionalizzò il vampiro.
« Non siamo qui per divertirci! Abbiamo solo bisogno di fare
qualcosa di costruttivo. Come provare a trovare un piano per uscire di
qui». Si ritrovò a ripetere lo stesso discorso vecchio e
stravecchio di nuovo, considerandolo un ultimo tentativo.
« Un bicchierino di tequila non ti ucciderà. Abbiamo
bisogno di rilassarci un pò, prima che uno di noi impazzisca e
uccidi l'altro. Il che significa che probabilmente io ti
ucciderò, perchè non hai nessuna possibilità di
vincere contro di me. Dobbiamo rilassarci. Una paio di drink, un
pò di musica. Un pò di divertimento vecchio stile! Ti
ricordi il divertimento, Elena? Una volta ci divertivamo io e te,
ricordi?».
Elena
lo guardò e fece il broncio. Quella era un'idea stupida e lei lo
sapeva. Ma sapeva anche che stava per avere un attacco di panico ora
che aveva realizzato che la situazione era disperata. E una piccola
-piccolissima- parte di lei stava iniziando a credere a Damon. Si
meritavano un certo divertimento. Era necessario.
« Un'ora». Propose lei, decidendo per tutti e due. «
Poi dormiremo un pò e domani lavoreremo duro sulla traduzione di
quel libro».
« Benissimo». Damon annuì, buttando giù un altro bicchiere di... qualsiasi cosa.
Elena fece un respiro profondo, cercando di respingere gli ultimi pensieri razionali e buttò giù la tequila.
« Io scelgo la musica». Disse lei mentre si alzava dalla sedia.
« Io ti verso un altro drink».
Damon uscì dalla cucina e si diresse in quello che era rimasto del soggiorno.
« Ed è così che morirò prima o poi..».
Mormorò a sé stessa, prima di seguirlo.
-X-x-x-x-
Elena
salì su uan delle sedie, guardando in basso e chiedendosi a che
punto della notte avesse tolto il suo maglione. Adesso era in canotta e
jeans, a piedi nudi ed era abbastanza sicura di aver fatto un ballo
stupido a circa metà della canzone anni '80 che era appena
finita. L'alcol aveva realmente portato via la sua vergogna.
« Okay. Un'ora è finita..». Disse a Damon, che era
vicino alla radio e infilava un altro CD nel lettore. Elena
guardò l'orologio. « ..Come tre ore fa. Dobbiamo andare a
letto, Damon».
Elena si guardò intorno nella stanza e fu felice di concludere
che quella sera si era veramente divertita. Avevano giocato a carte e
Damon aveva cacciato il suo gioco di Scrabble preferito, avevano
cantato insieme ad alcuni classici più forte che potevano, Damon
aveva fumato dei sigari disgustosi e avevano praticamente fatto gli
sciocchi per tutta la notte. Lei e Damon. Come amici. Come prima.
Naturalmente con un bel pò di alcol come aiuto.
« Letto, eh?». Chiese Damon, girandole intorno, compiaciuto dalla parola.
« Non dire quello che stai pensando!». Lo avvertì lei. « Rovinerai la notte».
Poi tutto ad un tratto Elena si ritrovò al piano di sopra sul
letto di Stefan con Damon che la guardò trionfante prima di
cadere accanto a lei.
« Questo è quello
che stavo pensando». Chiarì Damon. « Non credevo tu
fossi abbastanza stabile per salire quelle scale».
« Mi stai sottovalutando». Lei sorrise, strisciando sotto le coperte.
« Può darsi. Ho bevuto con molte, molte donne, Elena. E tu sei la prima che ha tenuto il passo con me».
« Correzione: la prima che ha bevuto sotto un tavolo con te».
Damon sorrise appena, mettendosi un pò più comodo sul
letto, la testa appoggiata sul cuscino. « Stasera sei stata
divertente. Non pensavo lo fossi così tanto».
« Sapevo di essere divertente, grazie».
« Però non credevo potessi divertirti tanto in una situazione tanto brutta».
« Uh». Gemette la ragazza, nascondendo il viso nel cuscino. « Non me lo ricordare».
« Huh. Hai dimenticato che non sei qui volontariamente, ma sei effettivamente bloccata qui con me? Io lo chiamerei progresso». Lui sorrise, infilando le mani dietro la testa.
Elena si girò verso di lui e lo guardò. «
Grazie». Disse poi. « Lo so che le cose sono un pò..
difficili.. tra di noi. Ma ti ringrazio per esserci stato per me
attraverso tutto questo».
« Dovere». Damon sorrise sinceramente, e legò i suoi
occhi chiari con quelli scuri della ragazza. Elena aveva previsto un
commento sarcastico e rimase un pò scioccata quando non
sentì neanche una briciola di sarcasmo.
« Mi manca tutto questo». Disse improvvisamente Elena, sorprendendo perfino sé stessa con quelle parole.
Naturalmente, Damon sollevò le sopracciglia per la sorpresa. « Ti manca cosa?».
« Noi che ci divertiamo insieme. Lo so che prima d'ora non
abbiamo mai fatto niente del genere, ma.. mi manca il tu ed io che ci
divertiamo. Come amici».
« Sei tu quella che ha deciso di non voler più vedermi». Damon si strinse nelle spalle.
« Perchè non possiamo».
Elena si odiò per aver detto quelle parole ad alta voce, dopo
tutto quello che avevano passato, ma sapeva che doveva dirle per essere
onesta con lui. Come potevano tornare alla normalità?
« E allora stanotte cos'è stato?». Chiese il vampiro.
Elena si mise a pancia in su, mentre fissava il soffitto. « Avevo bisogno di una pausa».
Improvvisamente la testa di Damon apparve sopra di lei che vide un
pizzico di oscurità negli occhi del vampiro. Lui le mise le mani
su entrambi i lati per reggersi. « Così mi hai usato. Di
nuovo».
« Non ti ho usato. Lo sai a che punto siamo, Damon».
« S', continui a dirlo. Ma spero vivamente che un giorno ci creda anche tu».
« Qual è il tuo problema?».
« Il mio problema è che le tue parole non corrispondono
alle tue azioni, Elena. Continui a respingermi, ma le tue azioni
continuano a trascinarmi verso di te. Mi stai usando. Come una che non
sa quello che vuole!».
« Siamo bloccati qui insieme, Damon!». Esclamò lei,
cercando di singerlo via. Ma fallì miseramente. «
L'abbiamo chiamata tregua!».
« Già. Ognuno lascia stare l'altro. Abbiamo deciso di
essere civili. Ma stasera siamo andati un pò più avanti
del lasciarsi stare, non credi? E che mi dici della scorsa notte? Gli amici non manipolano gli amici, Elena!».
« Beh, noi non siamo amici!». Sputò fuori, dicendo quelle parole più per frustrazione che altro.
Damon finalmente si allontanò da lei e scese dal letto. Elena
faticò nel mettersi seduta, temendo la prossima mossa di Damon
che ora si aggirava rabbiosamente per la stanza.
« So che non è giusto». Disse la ragazza,
dolcemente. « Ma abbiamo solo noi in tutto questo, okay? E non
posso farcela da sola! Abbiamo bisogno di stare insieme!».
Damon si fermò e la guardò. « Così hai
bisogno di me. Finché saremo qui. E' così?».
« .. Sì.. ». Confessò Elena.
« Va bene». Lui annuì. « Allora io so a che
punto siamo. Ma io non ho bisogno di te, Elena. Non ho bisogno di
nessuno. Nemmeno qui».
« Damon..».
«
Spero proprio di non rimanere bloccato qui ancora per molto».
Continuò. « Mi stai dando sui nervi. E mi sa che sei in un
grosso guaio».
Damon le scoccò un ultimo sguardo e un sorriso che le diede i
brividi, prima di lasciare la stanza. Elena sospirò e cadde sui
cuscini. Merda. Damon adesso l'aveva proprio spaventata. Elena era ben
consapevole di ciò che sarebbe potuto accadere se qualcuno
avesse spinto Damon più in lù. E non c'era nessuno a
tirarla fuori. Dovevano uscire di lì. E subito.
-X-x-x-x-
Elena
sbadigliò mentre allungava distrattamente la mano per prendere
la sua tazzà di caffè, cercando di carpire qualcosa da
tutte quelle informazioni sulle note scritte sui foglietti. Non aveva
dormito per niente bene quella notte, i cattivi pensieri la
ossessionavano ogni secondo e non era riuscita ad addormentarsi. Si
chiedeva se effettivamente Damon era entrato di nuovo nella sua testa e
le avesse fatto sognare tutte quelle cose, ma sapeva che non era il
caso. La collana si verbena era ancora incollata intorno al suo collo.
Scese giù verso le sei del mattino, quando aveva deciso di
utilizzare il suo tempo per fare qualcosa di più utile, visto
che non dormiva. Quindi eccola lì, al tavolo della cucina,
cercando di dare un senso a delle parole completamente senza un senso.
Improvvisamente Damon entrò in cucina, in silenzio come sempre, spaventandola come sempre.
« 'Giorno». Lo salutò lei, mettendo un gomito sul tavolo e poggiando la testa sulla mano.
Damon non reagì e appena si versò una tazza di
caffè, uscì dalla cucina. Elena sospirò e chiuse
gli occhi per un secondo. Non sapeva neanche se prenderla come una cosa
buona o cattiva. Almeno non l'aveva fatta urlare o spaventare. Ma il
silenzio le sembrava molto peggio, per qualche strano motivo. Fece un
respiro profondo, prima di tornare alle note scritte da Damon. Si
accigliò quando vide un certa cosa. Poi le venne un'idea e
tirò il libro più vicino a sé, mentre sfogliava le
pagine in cerca di quello che voleva.
« Damon!». Girdò, quasi aspettandosi una risposta.
Controllò di nuovo ciò che aveva catturato la sua
attenzione nel libro, ed si scoprì leggermente emozionata
sapendo che magari aveva trovato qualcosa di significativo. Si
raddrizzò e prese una penna, per sottolineare le parole
importanti.
« Damon!». Ripetè più forte. « Per favore! E' importante!».
« Se non sei in grave pericolo, non mi interessa». L'inattesa risposta arrivò da qualche parte della casa.
Lei esitò, chiedendosi se quello che stava per dire fosse la
cosa giusta. «.. se fossi in grave pericolo verresti a gongolare
e guardarmi morire.. oppure ad aiutarmi?».
« Smettila di fare domande stupide». La sua voce venica da
qualche altra parte della casa, diversa da quella di prima.
Elena sospirò, con leggero sollievo. « Bene, allora sono in grave pericolo. Vieni ad aiutarmi!».
Ci volle un pò, ma poi udìdei passi scendere le scale. Di
sicuro non aveva fretta, ma almeno stava arrivando. Apparve accanto a
lei.
« Cosa?». Chiese lui, evidentemente infastidito.
« Credo di essere sulle tracce di qualcosa». Spiegò
Elena, spingendo il libro verso di lui, insieme alle note. «
Riusciresti a tradurre questo passaggio per me?».
« Non mi interessa». Mormorò Damon, ripassandole il
libro, prima di girare intorno al tavolo e fare qualche passo verso la
porta.
« Non sei più interessato ad uscire di qui?». Disse
lei, girandosi a guardarlo. « Vuoi davvero morire qui
dentro?».
« Sono già oltre la mia data di scadenza, Elena. Forse
è arrivato il mio momento per morire. Questa volta per
davvero». Lui rispose con noncuranza, uscendo dalla cucina.
Elena gemette per la frustrazione, saltando giù dalla sedia,
pronta a seguirlo. « Non essere così dannatamente
testardo, Damon! So che sei arrabbiato con me, ma questo è
ridicolo! Adesso torni indietro e mi aiuti!».
Quelle parole fecero tornare Damon indietro. « Oppure?». Chiese con voce scura e pericolosa.
« Non ho intenzione di morire qui». Disse Elena con calma.
« E so che non vuoi morire qui dentro neanche tu e soprattutto,
so che non hai intenzione di lasciarmi morire qui, visto che l'hai
detto. Per cui, quando sarai pronto, io sarò in cucina».
Elena lo guardò dritto negli occhi, prima di voltarsi e
camminare di nuovo in cucina, prendendo il suo posto al tavolo e
sedendosi. Aspettò con pazienza, battendo il piede contro la
sedia, abbastanza sicura di quello che stava succedendo nel corridoio
in quell'istante. Lei era sicura, conoscendolo abbastanza bene, dei
pensieri che gli stavano attraversando la mentre, l'espressione del
viso che andava a pennello con l'esito del processo.
Lei non riuscì a nascondere un piccolo sorriso quando
sentì i passi del vampiro dietro di lei e quando lui prese posto
sulla sedia accanto a lei.
« Cosa è?».
Elena spinse di nuovo il libro verso di lui e indicò un piccolo
passaggio. « Le note che tu hai scritto dicono che questa frase: cohearo cohero cohesi cohesum significa stare insieme».
« Sì. E quindi?».
« Beh, l'ho notato l'altro giorno, ma la tua scrittura mi aveva
confusa per un attimo e ho pensato di aver letto "bloccati insieme",
che ha attirato la mia attenzione C'è qualche possibilità
che tu possa aver tradotto male?».
« No. Significa "stare insieme"».
« Puoi tradurlo lo stesso? E' un incantesimo di odio, giusto? Con
un qualche riferimento ad un incantesimo di pace nella pagina
successiva?».
Damon tirò a malincuore il librò più vicino a
sé, chinandosi sulla pagina. Lei lo guardò mentre leggeva
le parole e il leggero cambiamento nell'espressione del vampiro non le
passò inosservato.
« Cosa c'è?». Chiese, incuriosita.
« E' un incantesimo di odio, ma funziona solo con una persona con
un insolita quantità di odio dentro di lui..o lei». Disse
Damon, girandosi verso di lei e scoccarle un'occhiata insolita. «
Credo che tu sia qualificata».
« Che cosa fa?».
Damon tornò alla pagina. « Beh, non è un
incantesimo che viene rilasciato per scelta. Un paio di secoli fa,
alcune streghe non così buone hanno nascosto questi incantesimi
in diversi oggetti pensati per farli funzionare su persone che hanno
odio verso un'altra persona. Tutti gli altri ne sono immuni.. Huh, dice
qualcosa su come questi sentimenti di odio devono essere restituiti.
Devono essere sentimenti reciproci fra due persone. Maledice entrambi,
rendendo impossibile per loro trovare la felicità se non con
l'altro, costretti a tenere fuori i loro problemi e stare insieme.. o
morire in modo orribile. Divertenti piccole streghe».
« E il riferimento all'incantesimo di pace?». Domandò Elena, apprendendo quelle informazioni.
Damon girò la pagina. « Il risultato dell'incantesimo
è che queste due persone trovino la pace o ancora: muoiano in
modo orribile».
« Potrebbe essere questo, Damon».
« C'è di più». Notò Damon, ignorando
Elena e sfogliando più pagine. « L'incantesimo è
metaforico. Le persone colpite saranno attratte l'uno dall'altra in
modo inspiegabile, cercheranno la compagnia dell'altra, girerebbero il
mondo, se necessario, per trovare l'altra persona, che di solito
è quello che li fa impazzire, essere sottoposti al loro peggior
nemico, spesso con il suicidio di uno o di entrambi... bla bla bla.
Davvero. E' un incantesimo divertentissimo». Concluse, guardando
verso di lei. « Ma non è tutto. Non parla esattamente di essere forzati a stare insieme. Anche se la parte dell'odio mi suona familiare. Sicuramente è il tuo profilo».
Elena non rispose, assorta nei suoi pensieri.
« Ma l'incantesimo sarebbe stato rilasciato prima. Se Stefan
avesse aperto quella scatola ad un certo punto, e sono sicuro che lo ha
fatto, sarei stato maledetto prima. Io e lui ci odiamo fino alle budella». Aggiunse Damon.
« No, non è vero». Elena finalmente parlò.
« Voi siete fratelli. Non vi siete mai odiati. Stefan non
è il tipo che odia qualcuno. Potrebbe essere immune».
« Allora diciamo che è così. Questo significa che
hai un'insolita quantità di odio verso di me».
Lei gli lanciò un'occhiata. «Leggilo bene: significa che
abbiamo un'insolita quantità di odio verso l'altro. Deve
funzionare in entrambi i sensi».
Damon non rispose.
« E di solito quando due persone si odiano così tanto,
restano fuori dalla vita dell'altro. Come cita il libro, viaggerebbero
per il mondo pur di trovare questa persona. Loro non sono nello stesso
posto insieme. Forse l'incantesimo è stato modificato quando
l'ho liberato con te vicino». Teorizzò Elena. « E'
stato modificato in senso più letterale, cambiando il metaforico
"stare insieme" per il letterale "bloccati insieme"*».
Damon si alzò dalla sedia. « Bene. Diciamo che abbiamo
qualche teoria, per ora. Come facciamo ad annullare
l'incantesimo?».
« ..Smettendo di odiare l'altro. Trovando la pace». Elena parlava a bassa voce, guardando verso il tavolo.
«.. Io semplicemente non credo che questo è il nostro
incantesimo, Elena». Disse poi, il vampiro. « Perchè
se lo è, siamo rovinati. Tu non mi potrai mai perdonare».
« Tu mi odi?». Sussurrò poi a bassa voce, la
ragazza. « E' la conferma di cui ho bisogno. Se sì, allora
questo è il nostro incantesimo». Ebbe finalmente il
coraggio di alzare lo sguardo e si sorprese quando vide l'espressione
sofferente sul volto di Damon, quando lui si girò per guardarla.
« Io ti odio». Damon annuì. « A volte. Parti di te».
Il mondo smise di girare per un attimo, non appena Elena sentì
quelle parole. Erano più dolorose di quello che aveva
immaginato. Lui la odiava?
« Elena...». Iniziò Damon. « Ho bisogno
che tu risponda a questa domanda. E ho bisogno che tu risponda
sinceramente per essere onesta verso me e verso te stessa: potrai mai
perdonarmi?».
Elena chiuse gli occhi, cercando nel più profondo della sua
anima per una risposta sincera a quella domanda. Damon aveva ucciso il
suo fratellino. Proprio così. E ogni volta che pensava di nuovo
a quel momento, una folle quantità di rabbia ribolliva dentro di
lei. Allora poteva perdonarlo? Sarebbero mai spariti quei sentimenti di
odio verso di lui? Poteva fidarsi di nuovo di lui?
« Siamo fottuti». Affermò infine Damon, senza alcuna
emozione quando capì cosa lei avrebbe risposto. Nascose le mani
nelle tasche, prima di lasciare la cucina.
Elena si girò verso il tavolo e nascose il viso tra le mani.
-x-x-x-x-x-x-x-x-
*Nella storia è un gioco di parole: "stick together" (ovvero
"stare insieme") e "stuck together" (ovvero "bloccati insieme"). Per
questo Elena pensa che Damon abbia sbagliato a capire o che lei abbia
sbagliato a leggere.
-x-x-x-x-x-x
Author's note:
Ed ecco qui un nuovo capitolo! Mi scuso per il ritardo ma volevo dare
anche alla storia la sua vacanza (anche se piccola) in quanto ieri era
l'Unità d'Italia! Viva L'Italia e le auguro altri infiniti anni
di unità! :)
Ma passiamo a qualche spiegazione.. citando Damon, lui ed Elena sono
"fottuti". Così la verità viene fuori! E Damon odia
Elena? Davvero? Sì! Ha le sue buone ragioni.
Così è un simpatico incantesimo di odio.. ma siamo
proprio sicuri che sia così? In effetti teorizzare non li ha
portati alla soluzione e ne sono ancora molto lontani! Sì, sono
cattiva :3
Diciamo che siamo mooolto lontani dalla fine, devono ancora accadere
così tante cose! Tutte scritte nella mia mente contorta! Sper
che anche questo capitolo vi sia piaciuto e arrivo subito al punto: i
ringraziamenti. (Sono noiosa, lo so. Ma sono necessari!) Ringrazio
tutte le persone che leggono in silenzio, le persone che hanno aggiunto
la storia tra le preferite (36), tra le ricordate (2) e tra le seguite
(70). Davvero un enorme abbraccio a tutte voi! Mi fate commuovere, davvero! *_*
E ora i ringraziamenti personali alle persone che recensiscono che ringrazio infinitamente:
Kikka 97:
Grazie mille! *_* Ahah sì Damon è davvero ridotto male,
ma guarisce in fretta, è un vampiro in fondo! Alla prossima! :D
Baci **
GiuLy93:
Damon ha le sue motivazioni nell'essere preoccupato, ciò che ha
sopportato è letteralmente l'inferno. Vuole anche lui uscire
immediatamente da lì, anche se lo dimostra in modo più
calmo rispetto ad Elena -che è molto agitata. Stanno cercando di
fare qualcosa insieme e di riuscire ad andare d'accordo, ma come
vediamo in questo capitolo capiscono che non potranno mai liberarsi da
quella prigione, se continuano su quella strada. Nel prossimo capitolo
ci sarà qualcosa di molto sorprendente! Ma non dico cosa u.u
Grazie come sempre di aver recensito. Baci **
Cassie chan:
*___________________* Graaaazieeee *___* Oddio, davvero, mille
grazie! :D Non sai quanto mi abbia fatto piacere questa
recensione! *_*
E per rispondere alla tua domanda, sì, prende luogo dalla 2x01 e
dalla 2x03.. perchè come avrai letto negli altri capitoli, Damon
ha "scherzato" sul fatto che Elena gli abbia detto di averla persa per
sempre. Ancora mille grazie! Baci**
Elena01:
Grazieee *_* Diciamo che sei vicina alla soluzione, ma anche
lontana. E' un incantesimo di odio, come abbiamo visto in questo
capitolo, ma la verità è che Damon non ha letto le pagine
seguenti e quindi non ha capito che la soluzione è l'amore.
Forse potrebbe finire in tragedia, oppure usciranno sani e salvi da
lì? Ma quale sarà il prezzo da pagare? Eheh. Nelle
prossime puntate! ahah xD Grazie ancora! Baci **
x SeryChan x:
Quelle sono delle parole che fanno sognare tutti i Delena, ovviamente
:3 Compresa me :3 xD No, a parte gli scherzi.. in
questo capitolo si sono venute a sapere taante altre cose. In fondo
Damon conosce il latino, ma potrebbe anche sbagliare! C'è sempre
un alone di dubbio, tra di loro, con l'incantesimo, che rendo quasi
impossibile la comprensibilità! :3 Sono pazza! u.u
Grazie mille, carissima! <3 Baci **
RibelleDentro: Grazie mille! Spero che questo capitolo ti abbia soddisfatto come gli altri! Baci**
gerby: Wauuu.. direi che ci sei quasi vicina.. ma devono superare
ancora tante cose, che nei prossimi capitoli crederai che la storia sia
infinita! ahah xD Grazie mille! Baci **
Ehris:
Sì.. è il fascino di Damon! E' bello sempre, quando
è arrabbiato, quando dorme, quando sorride, quando ti guarda con
quegli occhi :Q__ Okay basta divagazioni!
Grazie mille! Baci**
Giuls_Salvatore: Sono
cattiva ... ho postato in ritardo! Ma vabbè, la festa era
importante! Comunque sì.. Elena è confusa ma in questo
capitolo si è rimboccata le maniche e ha iniziatto a teorizzare
insieme a Damon. Speriamo arrivino presto alla soluzione! u.u
Grazie mille! Baci **
12Kià12:
Ma grazie mille!! :D Il buio è una parte oscura
dell'incantesimo e nei prossimi capitoli sarà ancora più
pauroso! O.O''' Vabbè.. lasciamo perdere ahah! Alla prossima,
baci **
kiss88:
Diciamo che le due settimane ci volevano! xD Per me, e per la mia
sanità mentale! Ahah! Elena lo vede ancora come amico, putroppo,
e non lo ha ancora perdonato del fatto che abbia ucciso Jeremy T_T
Ma comunque, spero anche io che tolga quel prosciutto che ha
incollato sugli occhi ! U_U
Grazie mille, baci **
____
Ed ora vi lascio un piccolo regalino.. uno spoiler.. tanto per aumentare l'ansia Ahahah:
« E' così è successo finalmente? Sei scoppiata!».
« Dimmelo!». Lo sollecità lei. « Perchè mi odi?».
« Ti odio perchè mi
hai svegliato nel bel mezzo della notte, colpendomi con un cuscino! Ti
odio, perchè hai chiaramente perso la testa!».
« Sono seria, Damon».
« Oh, lo sono anche io. Credimi». La rassicurò lui, sogghignando.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Lockdown (6)
Elena era seduta sul letto, le braccia avvolte intorno alle gambe, con
lo sguardo fisso sul ticchettio dell'orologio sulla parete. Erano le
tre del mattino. Almeno sapeva che era notte, le ore si confondevano
tra loro, rendendo difficile capire se era giorno o notte. Da quanto
tempo erano chiusi lì dentro? Quattro giorni? Cinque? Più
a lungo?
Viaggiò con la mente ancora una volta sugli eventi successi fino
ad allora, cercando di essere brutalemente onesta con sé stessa.
Sapeva che Damon aveva ragione ad essere arrabbiato con lei. Tutto
quello che aveva fatto non era giusto nei confronti del vampiro e
sapevo che gli stava facendo del male. Ma solo il pensiero di
perdonarlo, le sembrava una pazzia.
Ma oggi Damon aveva ammesso di odiarla e anche se lei sapeva che era
infantile, non le piaceva affatto. E la faceva anche arrabbiare un
pò. Che motivo aveva di odiarla? Cioè, davvero? Certo,
non era stata fiera di quello che gli aveva fatto, ma odiarla? Era la
cosa più ridicola che avesse mai sentito e ogni secondo che
passava lei si incazzava sempre di più. Aveva tutte le ragioni
per odiarlo, poteva addirittura scriverci un libro, ma quali erano le
ragioni di Damon? Non c'erano. Aveva bisogno di risposte e subito.
Elena saltò giù dal letto ed entrò nel corridoio
al piano di sopra con indosso solo i pantaloncini e una canotta, ma non
ci fece caso. Si avvicinò alla stanza di Damon e vide la porta
aperta, che le piacque molto, visto che sperava di prenderlo di
sorpresa. L'avrebbe sicuramente sentita se avesse aprto la porta, e se
lui dormiva, poteva intrufolarsi tranquillamente nella stanza. Si
sentiva infantile e stupida, ma era sul punto di impazzire.
Quando entrò nella stanza, fu contenta di vedere che Damon era
effettivamente addormentato. Era sdraiato sulla schiena, le coperte che
raggiungevano la vita, rivelando il suo corpo mezzo nudo. Elena era in
punta di piedi vicino al letto e studiò il volto del vampiro che
si svegliava. Era incuriosita. Damon sembrava così innocente e
pacifico, due caratteristiche che non aveva mai visto quando era
sveglio. Poi tornò al suo piano e, in un solo movimento, Elena
tolse il cuscino da sotto la testa del vampiro e iniziò a
colpirlo, sentendosi come una bambina di otto anni, ma non riusciva a
trattenersi.
« Ma che diavolo..?». Mormorò Damon, appena
svegliatosi, quando vide Elena in piedi accanto al suo letto che lo
colpiva più e più volte.
« Così mi odi, eh?». Esclamò la ragazza, non
fermandosi, colpendolo ovunque poteva. « E' ridicolo, Damon! Come
puoi odiarmi?».
Era veramente arrabbiata e iniziò a colpirlo ancora più
forte, anche se sapeva che non gli avrebbe fatto niente. Damon
saltò giù dal letto e cercò di prendere il
cuscino, ma lei era veloce e abile e non riuscì ad afferrarlo
subito. « Cosa stai faccendo?». Disse Damon. « Donna
matta!».
« Io non sono matta, va bene? Tu sei pazzo!».
Obiettò infantilmente, evitando le mani del vampiro e cercando
ancora di colpirlo ogni volta che ne aveva l'opportunità.
« Ah sì, perchè sono io quello che sveglia le
persona con un cuscino, qui». Rispose sarcastico, finalmente
riuscendo a prendere la ragazza per i polsi e facendole cadere il
cuscino di mano. Elena cercò di liberarsi, ma prima di
rendersene conto, era di schiena sul letto, con Damon che la teneva
giù per le spalle, su di lei.
« Che ti prende?». Chiese lui, evidentemente infastidito.
Elena lottò nuovamente per liberarsi, cercando di colpirlo con
le mani. « Come osi odiarmi, Damon Salvatore?».
« Hai perso la mente». Sospirò lui. « Guarda
per un secondo quello che stai facendo, Elena. Andiamo, questa è
pazzia!».
Elena era completamente senza fiato e non aveva più la forza di
combattere contro di lui. Lo guardò semplicemente dritto negli
occhi, sentendosi ancora arrabbiata. « Tu mi odi».
Continuò, respirando affannosamente. « Ho bisogno di
sapere il perché. Cosa ti ho mai fatto?».
Damon ridacchiò incredulo, rilasciando la presa su di lei per un
momento. Ma era ancora su di lei in modo che non potesse alzarsi.
Elena non se ne importò, visto che non avrebbe avuto comunque la
forza di alzarsi in ogni caso.
« Alla fine è successo, eh? Sei scoppiata!».
« Dimmelo!». Lo sollecitò lei. « Perchè mi odi?».
« Ti odio perchè mi hai appena svegliato nel bel mezzo
della notte, colpendomi con un cuscino! Ti odio, perchè hai
chiaramente perso la testa!».
« Sono seria, Damon».
« Oh, lo sono anche io. Credimi». La rassicurò lui, sogghignando.
« Dimmelo». Ormai lo stava quasi supplicando e Damon si
girò verso di lei, il suo volto era vicinissimo a quello del
vampiro. Si guardavano negli occhi.
« Lo vuoi sapere davvero?». Chiese, con la voce più calma e seria.
« Sì».
Damon esitò. Elena guardava verso di lui, ovviamente, determinata ad ottenere le risposte che voleva.
« Ti odio..». Iniziò il vampiro. «
..perchè ogni volta che ti guardo, vedo Katherine. Ogni volta
che ti vedo, mi sento un pugnale che mi trafigge dritto nel
cuore».
« Non è colpa mia se sono uguale a lei».
« Nessuno ha mai detto che l'odio debba essere razionale, Elena.
Sto solo dicendo quello che sento. Ti odio, perchè per qualche
strana ragione, tiri fuori il lato di me che avevo programmato di
seppellire per sempre. Ti odio perchè mi fai prendere cura delle
cose, perchè mi fai preoccupare. Ti odio, perchè non hai
ancora capito quello che mi stai facendo, senza nemmeno capire che i
momenti in cui non penso a te sono rari. Ti odio, per farmi sentire in
questo modo, per rendere difficile anche il fatto di andare avanti e
non guardarmi indietro. Ti odio, perchè so che non ricambierai
mai i sentimenti che provo per te, ma anche perchè stai girando
le spalle a ciò che provi per me e lo neghi. Ti odio,
perchè non sei coraggioda e giusta per darmi una
possibilità, ma soprattutto, ti odio perchè mi stai
facendo desiderare di odiarti, di non desiderarti affatto. Mi stai
trasformando in una persona che non voglio essere, Elena. E io ti odio
per questo».
La sua voce si estinse nella stanza silenziosa. Elena continuava a
guardarlo. Ingoiò, senza spiccicare parola. La verità era
che non aveva ascoltato nulla di nuovo. Sapeva che tutte quelle parole
era la maledetta verità, ma aveva rifiutato di affrontarla fino
ad ora.
«.. Adesso è il tuo turno. Perchè mi odi? A parte l'ovvio».
La ragazza prese un respiro profondo, cercando di ritrovare la sua
voce. « Credo che l'ovvio sia sufficiente. Quello che hai
fatto..».
« Sii onesta, Elena». La interruppe lui. « Per una volta nella vita. Sii onesta».
Le veniva da piangere quando sentì quelle parole. I suoi occhi
vagavano sul volto del vampiro, e lo sguardo si appoggiò sulle
labbra che avevano appena parlato.
« Ti odio..». Iniziò la ragazza. «
..perchè sei imprevedibile. Perchè rendi impossibile per
me abbassare la guardia con te, perchè ho paura che tu in
qualche modo ti rivolti contro di me. Ti odio, perchè mi rendi
impossibile fidarmi di te. Ti odio, perchè ho ancora tanta
voglia di essere tua amica, dopo tutto quello che è successo
quando quello che dovrei fare è solo chiuderti fuori dalla mia
vita per sempre. Ti odio, perchè il tuo conoscermi così
bene mi fa paura. Ti odio, perchè a volte ti sento sotto la mia
pelle e non posso neanche odiarti per questo.. Ti odio perchè il
mio cuore batte troppo forte quando sono vicino a te, ti odio..».
Chiuse gli occhi, ferma a metà frase, capendo quanto era
difficile essere completamente onesta. « Ti odio, odio, odio perchè.. mi fai provare sentimenti per te, che non voglio sentire».
Aveva quasi sussurrato l'ultima parte della frase e aveva paura ad
aprire gli occhi, sapendo che aveva appena confessato una cosa alla
persona a cui non avrebbe mai dovuto confessarlo.
« Elena..». Sussurò Damon dopo un minuto buono. « Apri gli occhi».
Lei scosse la testa e li tenne chiusi.
«Elena..». La esortò Damon, la sua voce era più forte adesso.
« Damon. ho finito, okay? Ho avuto le mie risposte. Tu hai le
tue. Voglio solo tornare nella mia stanza. Per favore».
« Beh, dovrai aprire gli occhi per arrivarci».
Elena sospirò, poi con molta attenzione aprì gli occhi e
lo fissò. Si sorprese vedendo quanto lui fosse vicino, anche se
non si era spostato da quando aveva chiuso gli occhi. « Ti
odio..». Sussurrò nuovamente la ragazza.
Damon non rispose, ma annuì solamente. Si guardavano negli occhi
ed Elena non pensava di essere stata più vulnerabile prima
d'ora. I suoi penetranti occhi azzurri sembravano capire tutto quello
che lei aveva dentro ed Elena vedeva qualcosa di nuovo in loro. Una via
di mezzo tra adorazione completa, confusione e, forse, odio puro. Elena
ebbe il sospetto che nei suoi occhi c'era la stessa cosa che vedeva
negli occhi del vampiro. Lei notò come lui lentamente si
avvicinava.
« Damon...». Disse piano, cercò di controbattere debolmente.
« Fai pure». Sussurrò il vampiro, continuando ad
avvicinarsi. Le sue labbra erano a centimetri di distanza da quelle
della ragazza. « Rifiutami di nuovo».
Lei non lo fece. Quando le loro labbra si toccarono, chiuse appena gli
occhi, ma non fece una mossa. Damon lasciò andare la sua spalla
e spostò la sua mano libera sulla guancia di Elena, ora
baciandola con più entusiasmo. Era evidentemente stordito dal
fatto che lei gli avesse permesso di fare una cosa del genere e lei era
quasi paralizzata, incapace di opporsi o vedere al bacio. Lui non
sembrava accorgersene, e continuava a coprirle le labbra con le
proprie. Elena poi capì che la sua mano libera si era spostata
sulla schiena calda del vampiro e la fece rimanere lì,
comodamente appoggiata. La consapevolezza che riusciva a muoversi,
dopotutto, la costrinse oltre il limite e tirò il vampiro
più vicino a sé e rispose finalmente al bacio. Gli
concesse l'accesso alla sua bocca, le lingue si incontrarono a
metà strada. Ora lui era completamente appoggiato su di lei,
appena la sua mano si trasferì sul viso della ragazza. I loro
corpi erano premuti insieme in un momento di pura passione. Lei gemeva
piano, quando la sua mano libera andò ad intrecciarsi a quella
di Damon sopra la sua testa. Il bacio diventava sempre più forte
e passionale.
Ed ecco che lei si ritrasse, cercando di recuperare il respiro. Questo era sbagliato. Non avrebbe dovuto farlo.
« Scusa..». Mormorò e si sorprese quando Damon scese
dal letto per farla scendere, invece di tenerla lì.
« Scusa. Non so cosa era».
« Sai esattamente cosa era, Elena».
« Non avrei dovuto..».
« Prenditi il tuo tempo». Disse poi, più sincero di
quanto lei avesse mai sentito. « Non è che dobbiamo andare
da qualche parte».
Elena prese un respiro profondo, poi annuì.
« Sogni d'oro». Disse lui.
« Già. Anche a te».
« Non sarà un problema. Ho appena ricevuto l'ispirazione».
Damon sorrise ed Elena non potè fare a meno di ricambiare. La
ragazza alzò goffamente la mano e gli accarezzò
dolcemente la guancia. Poi uscì velocemente dalla stanza,
chiudendosi la porta alle spalle. E Damon si sdraiò sul letto,
fissando il soffitto, con un espressione sorpresa sul viso. E la stessa
cosa fece Elena quando entrò nella stanza di Stefan e si
infilò nel letto.
Era davvero successo?
-X-x-x-x-
Elena
si irrigidì quando lo sentì entrare in cucina dietro di
lei. Cercò di ignorarlo e continuò nella sua intrigante
attività: versare il caffé. Ma sapeva di non ingannare
nessuno, nemmeno sé stessa. Era appoggiata al bancone della
cucina.
« 'Giorno». La salutò Damon quando fu davanti a lei.
Si allungò, quasi scavalcando Elena e prese una tazza dal
mobile. Si chinò su di lei e sorrise.
« 'Giorno». Riuscì a dire Elena, ma era difficile
ignorare la pelle d'oca sulle braccia, non appena gli toccò il
petto con una spalla.
Il vampiro ridacchiò piano. « Pelle d'oca, eh? Dopo solo un bacio? Sono bravo».
Quelle parole fecero irrigidire immediatamente Elena che passò
dalla goffaggine al fastidio. Lo guardò mentre le toglieva la
caffettiera di mano e versarsi una tazza. Damon si sentì gli
occhi della ragazza addosso e si voltò verso di lei. «
Cosa?». Chiese, fingendosi infastidito.
Elena fece un respiro profondo. «.. Stefan non deve mai sapere che cosa..».
« Già, già, già». La interruppe,
roteando gli occhi mentre si sedeva. « Il mio caro fratellino
sarà all'oscuro di tutto riguardo alle attività
extracurriculari della sua ragazza con il più attraente dei
fratelli Salvatore. Ho capito. E' adorabile, davvero».
« Cosa è adorabile?». Chiese Elena sospirando, mentre si sedeva di fronte a lui.
« La tua convinzione incrollabile di rivedere Stefan di nuovo. Ci
siamo baciati, per l'amore del Cielo, e non mi sembra un atto che due
persone che si odiano reciprocamente sono solite partecipare, e siamo
ancora bloccati dentro questo buco dell'inferno».
« Noi usciremo».
« Sì? E qual è il tuo grande piano da Grande Maestra?».
« Parleremo, semplice». Decise Elena, mettendo la tazza sul tavolo dopo aver ingoiato il suo caffé.
Damon rise di nuovo, roteando gli occhi. « Ah,sì. Come mai
non ci ho pensato? Sto resistendo alla tentazione di gridare "Eureka".
Davvero. E' un piano brillante».
« Sono seria, Damon». Gli disse. « Parleremo di
alcune cose che forse ci aiuteranno a capirci un pò meglio.
Forse ci porteranno al perdono l'uno verso l'altra».
Damon sospirò guardando la ragazza seduta di fronte a lui.
« Nel momento in cui dirai solo la prima sillaba della frase: "E
come ti ha fatto sentire il bacio?" sarò fuori dalla
discussione. Inoltre, berrò molto alcohol».
« Bene».
« Bene».
-X-x-x-x-
Damon
le lanciò uno sguardo mentre lui la guardava con il suo
bicchiere di liquore in mano. Si mossero in salotto, dove erano
scomparse due sedie, il divano e il camino, per fortuna si erano
salvate altre due sedie. Il buio che li circondava sembrava non essere
più qualcosa che li riguardava. Era diventato parte del
"paesaggio".
« Bene. Inizio io..». Disse lei con sguardo spento, mentre si faceva più comoda sulla sedia.
« Non vedo l'ora..». Lui fece un sorrisetto.
« Sii serio su questo argomento, okay? Altrimenti non funzionerà».
Damon butto giù il suo drink in un sorso e allungò di
nuovo la mano verso la bottiglia, riempendo novamente il bicchiere.
« Va bene. Adesso sono di una serietà mortale. Al limite
sarò annoiato a morte. E' un bel tema. Morte».
Lei lo guardò con aria sospettosa, ma decise di concedergli il
beneficio del dubbio e si schiarì la gola. « Va bene..
beh, vorrei iniziare col dirti che mi dispiace. Non sapevo che provassi
sentimenti così forti verso di me..».
« Stronzate». La interruppe Damon. « Sapevi benissimo
cosa provavo. E' questo che mi ha portato a uccidere tuo fratello
minore, Elena».
Lei gli lanciò uno sguardo.
«..che è un'azione di cui mi pentirò per sempre». Aggiunse il vampiro, stringendosi nelle spalle.
Elena sospirò. « Stai trasformando la morte di Jeremy in uno scherzo, Damon».
« Non è vero. Anche se la morte ti fa reagire eccessivamente male, non ti pare? Sta bene».
« Non grazie a te!».
« Andiamo! Ho già detto il mio sincero "mi dispiace" per
questo, ricordi? Se vuoi farmi scusare ogni volta, allora si
trasformerà in una barzelletta. Ti ho chiesto scusa, diventando
vulnerabile nel pronunciare quelle parole, cosa altro vuoi da
me?».
Lei chiuse gli occhi per un secondo, sforzandosi di calmarsi. « Nuova regola: nessuna interruzione».
« Bene. Torna alle tue scuse basate sulle bugie».
« Okay, forse non volevo vedere i tuoi sentimenti per me».
Si corresse la ragazza. « Che è colpa mia e mi dispiace
anche per questo. E mi dispiace di averti fatto credere che tra.. me e
te.. potrebbe mai esserci qualcosa..».
« Veramente, Elena? Davvero? Stai seduta lì con la faccia
seria, dicendomi questo, quando la scorsa notte ci siamo baciati?
Quando ammetterai i tuoi sentimenti per me? Pensavo che questa
discussione richiedesse onestà, non che doveva essere basata
sulle bugie». Damon ruppe la sua promessa di non interrompere e
si alzò dalla sedia. « Nuova regola: sarò fuori
dalla discussione quando dirai delle menzogne. Cioè adesso.
Quindi sono fuori..».
Il vampiro finì il suo drink, prima di dirigersi verso la cucina.
« Damon..». Iniziò Elena, seguendolo con lo sguardo.
Lui non reagì.
« Damon! Siediti!». Esclamò. « Ricomincio da capo. E dai! Lo farò! Sarò onesta!».
Elena chiuse gli occhi mentre diceva l'ultima parte della frase. Questa
volta sarebbe stata dura. Quando li riaprì, Damon si era girato
e la stava guardando. « Sto aspettando..». Le disse,
impaziente.
« Mi dispiace. Mi dispiace di non poter essere chi vuoi che io sia. Mi dispiace perchè anche se tra me e te.. c'è qualcosa.. non cambia nulla. Io amo Stefan, Damon. Di lui mi fido».
« E' questo, non è vero? Tu non ti fidi di me».
« In parte, sì. Sei troppo pericoloso. Troppo imprevedibile». Ammise.
« Ad alcune ragazze piace il pericolo». Damon sorrise, tornando verso la sua sedia.
« Beh, io no. Non mi è mai piaciuto. E anche se sono in
una situazione dove sono continuamente in pericolo, non significa che
voglio peggiorare le cose».
«.. Sei stanca di stare con mio fratello, Elena. Sei stanca di
stare nel nostro mondo». Damon affondò nella sua sedia,
scoccandole uno sguardo intenso e serio.
« Stefan non mi farebbe mai del male. E non farebbe mai del male
alle persone che mi circondano. Finchè ci sei tu nella mia vita,
sarà sempre un rischio e io questo rischio non sono più
disposta a prenderlo, perchè si ritorcerà contro di me,
se devo essere sincera. Non sto dicendo che è una scelta facile,
non sto dicendo che non ti voglio nella mia vita, ma è quello
che devo fare per proteggere le persone che amo».
Damon sospirò e abbassò lo sguardo per terra,
evidentemente immerso nei suoi pensieri. « ..Ero arrabbiato e
sconvolto quella notte. Sono scattato».
« E cosa succederà la prossima volta che sarai arrabbiato?
Cosa succederà la prossima volta che ti dirò qualcosa che
tu non vorrai sentire?». Gli chiese. « ..le persone si
arrabbiano. Io mi arrabbio. Ma ciò non significa che vado ad
uccidere la gente a causa della rabbia e frustrazione».
« Non sei un vampiro vizioso la cui natura è uccidere».
« Esattamente!». Disse Elena, sporgendosi in avanti sulla
sedia. « E' nella tua natura. E' quello che hai fatto per oltre
un secolo. Non riesco neanche a rinfacciartelo. Questo è chi sei
e tu potresti anche dire che ti sto trasformando in una persona che non
vuoi essere, ma c'è qualche altra cosa che ci impedisce di
essere amici.. o qualsiasi altra cosa. Ma come ho detto: non è
ciò che voglio... è difficile e mi manchi -sempre- e ci
sono stati dei momenti in cui sono riuscita a dimenticaer dove ci
troviamo e perchè ho compiuto certo azioni e perchè ti ho
fatto capire che forse avrei potuto lasciarmi alle spalle tutto e sono
veramente dispiaciuta per questo, Damon. Ma ogni volta che faccio un
passo indietro e ci penso bene, è ovvio che non possiamo tornare
indietro».
« Allora.. perchè stiamo avendo questa conversazione? Che cosa è in grado di risolvere?».
« Hai bisogno di capire e rispettare la mia decisione.. E ho
bisogno di trovare un modo per non odiarti. E sai una cosa? Penso di
poterlo fare. Perchè so che ti dispiace davvero e sei stato
così buono con me da quando siamo bloccati qui. Potrei credere
che tu non sia cattivo e che ti preoccupi per me. Perdonarti per quello
che hai fatto è un'altra storia. Ma l'odio.. penso di averlo
passato».
« E come?»
« Facendolo e basta. Stando seduta su questa sedia qui adesso e dicendoti che non ti odio».
« Non funziona così, Elena». Disse Damon, scuotendo
la testa. « Non devi solo dichiararlo. Questa è la
maledetta cosa piena di sentimenti. Fidati, lo so. O lo senti davvero e
ti viene dal cuore. Oppure no».
« Lo so. Ma ci sto provando, okay? E devi provare anche tu».
« Bene. Ci provo. Dichiaro di non sentire più odio verso
di te». Lui sorrise, poco convincente. « Ecco. Fatto.
Incantesimo, vattene!». Si guardò intorno nella stanza.
« Beh, guarda qui! Siamo ancora chiusi qui dentro!
Scioccante!».
« Damon..».
« Siamo fottuti, Elena. Anche se facessimo tutte le conversazioni
del mondo, non riusciremo a risolvere questo problema. Pensi che io ti
voglia odiare? Indipendentemente se siamo bloccati qui o no? Non
è una scelta, Elena. Non possiamo solo spegnerla. In
realtà, io potrei, ma poi la mia feroce parte-da-vampiro
tornerebbe in superficie e il mio libro dei record suggerirà di
odiarti e potrei succhiarti-fino-a-prosciugarti, così neanche
questa è un'opzione. Diciamoci la verità, Elena: siamo
condannati. Moriremo qui».
« Non sei esattamente il Signor Positivo». Mormorò Elena, frustrata dall'intera conversazione.
« Sono realista». Concluse il vampiro, alzandosi dalla
sedia. « Non c'è soluzione. Avremmo anche potuto battere
qualche altra magia, ma questa... Il nostro rapporto, a prescindere da
quello che è, è troppo complicato e conflittuale per
risolvere questo incantesimo. E' sempre stata basata su quel pò
di odio che ultimamente ci è sfuggito di mano. E mi dispiace per
questo. Mi dispiace di non poterti salvare, ma io non vedo via
d'uscita».
Elena alzò gli occhi a quelle parole. « E' per questo che ti dispiace? Di non potermi salvare? »
«.. non meriti di morire così». Damon si strinse
nelle spalle. « E se muori, è colpa nostra. Mie e di
Stefan. Ti abbiamo portato noi in questo mondo. E molto tempo fa mi
sono promessa di mantenerti al sicuro, qualunque cosa avesse potuto
accadere. E mi dispiace di non poter mantenere questa promessa».
Elena si sentì in soggezione quando sentì quelle parole.
Damon parlava con tanta chiarezza e sincerità, che quasi la
spaventava.
« .. Io non ti odio, Damon». Sussurrò. « Non ti odio. Punto e basta».
« Torna quando fai sul serio». Le disse, guardandola dritto
negli occhi, facendole un cenno rapido prima di dirigersi verso la
cucina.
Una rabbia improvvisa ribollì dentro Elena mentre lo guardava
andarsene. Si alzò dalla sedia e allungò la mano dietro
di sé. Prese il bicchiere dove Damon aveva appena finito di bere
e lo scaraventò verso il vampiro con quanta più forza
possibile. Il bicchiere si frantumò in tanti piccoli pezzi
contro il muro, e costrinse Damon a voltarsi sorpreso.
« E questo è tutto?». Esclamò la ragazza.
« Queste sono le tue ultime parole mentre aspettiamo
pazientemente la morte? Sei pronto a rinunciare? Io non voglio morire,
Damon! Non posso morire!».
La rabbia si trasformò velocemente in disperazione, appena lei
guardò Damon con le lacrime agli occhi. Ancora una volta.
« Non posso morire».
Damon la fissò, un'espressione sofferente sul volto.
« Mi dispiace». Le disse, cercando di confortarla.
« Sì, l'ho capito». Elena annuì. Ormai le
lacrime sorgavano lungo il viso. « E ho anche capito che sei un
vigliacco. Sei stato dall'altra parte, Damon! Hai visto cose orribili,
e lo so, perchè non vuoi neanche parlarne. E ho paura. Sono
terrorizzata! E ho paura! E il tuo semplicemente accettare tutto,
invece di cercare almeno di fare qualcosa, mi spaventa ancora di
più! Non puoi farlo! Devi essere forte, va bene? Devi combattere
questa battaglia con me. Fino a quando prenderemo il nostro ultimo
respiro, c'è speranza! E non puoi togliermi anche quella! E non
puoi neanche portare via quel poco di speranza che c'è in
te».
« Okay». Lui annuì. « Combatterò. Non so come. Ma combatterò».
Elena si asciugò le lacrime e prese un respiro profondo. « Grazie».
Damon sembrò esitare per un secondo, poi tornò verso di
lei. Elena non se ne accorse fino a quando non se lo trovò
davanti e si spaventò quando sentì le sue braccia intorno
alle spalle e si sentì tirare verso di lui, ma per lei fu una
cosa naturale. Come l'acqua. Questa volta lei non ricambiò
l'abbraccio, ma appoggiò volentieri la testa sul petto del
vampiro.
« Sei una specie di soldato, Elena». Disse Damon, poggiando la guancia sul capo di Elena
La ragazza alzò le spalle con noncuranza. « Lo sono sempre stata».
Elena sentì Damon sorridere sulle sue labbra, un momento prima che la baciasse di nuovo.
________________________________________________________________________
Author's Note:
Hola! :D Stavolta ve
lo dico in spagnolo, ahah! E' mercoledì lo so.. però non
potevo aspettare!! >.< Avevo il capitolo pronto e non ho potuto
fare a meno di postarlo.. era lì che mi chiamava e io non ho
resistito! :3
Cosa ne pensate del capitolo? I
personaggi erano (specialmente Damon) troppo fuori dal pesonaggio con
la conversazione e le cose da ammettere? Ed Elena con la sua
nattaglia-col-cuscino era sempre troppo OOC? Ho provato a scrivere il
più realisticamente possibile, ma non ne sono sicura! >.<
>___________>
Bene.. allora.. siamo al capitolo
di svolta. Totale e definitiva. Finalmente possiamo iniziare a gridare
"Delena!!!", ma dovrete attendere ancora un pò secondo me..
tanto per non rimanere delusi xD *fa la risata cattiva* Non
uccidetemi, vi prego! u.u
Siamo al punto in cui finalmente
Damon ed Elena dichiarano apertamente i loro motivi di odio
(letterale.. anche se c'erano dei sentimenti nelle loro frasi, stanno
comunque dichiarandosi odio
apertamente -non dimenticatelo). Motivi che sono ovviamente profondi,
ma questo comunque non li porta ad eliminare definitivamente
l'incantesimo. Come ho scritto nel capitolo, ormai i nostri due
beniamini non fanno quasi più caso al buio che li circonda e
stanno guardando direttamente nei loro cuori, cercando possibilmente di
dire la verità. Damon l'ha detta, ormai si è dichiarato
ed Elena.. è ancora titubante e timorosa. Diciamo che non si
è ancora tolta il prosciutto dagli occhi. xD
Poi c'è la loro
conversazione su quello che è successo. Damon è sincero,
l'hanno capito tutti, mentre Elena.. si può dire che ha detto
una mezza verità? Sta cercando dentro sé stessa, sono
troppe le cose che Damon ha fatto che la fanno dubitare di lui e la
goccia che ha fatto traboccare il vaso è ovviamente la mortebarraresuscitazione di Jeremy. (Gli anelli magici devono diventare santi, e subito! U.U).
Okay, il mio sproloquio è
finito. Mi dispiace ma oggi non potrò rispondere alle recensioni
a causa di mancanza di tempo. Ma vorrei fare lo stesso i miei
ringraziamenti!
Ringrazio
tutte le persone che leggono in silenzio (ormai le letture sono
arrivate a più di mille per capitolo *-* <3), le persone che
hanno aggiunto la storia tra i preferiti (42), tra le ricordate (2) e
tra le seguite (75). <3 Non sapete quanto mi fate felice!
<3
E poi ringrazio con tutto il cuore
e l'affetto possibile le ragazze che recensiscono e mi supportano.
Questo capitolo lo dedico a voi! Grazie, grazie, grazie! <3
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