Al cuor non si comanda

di RondineSapientina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo giorno ***
Capitolo 2: *** Complimenti, Ninfadora ***
Capitolo 3: *** Eroina o vigliacca? ***
Capitolo 4: *** Fai la brava, Ninfadora! ***
Capitolo 5: *** Un uomo come nessun altro ***
Capitolo 6: *** Una francese per amica ***
Capitolo 7: *** Il momento è giunto ***
Capitolo 8: *** Che lo spettacolo abbia inizio! ***
Capitolo 9: *** Il mostro dagli occhi verdi ***
Capitolo 10: *** Per gioco o per amore? ***
Capitolo 11: *** How to save a life - Prima parte ***
Capitolo 12: *** How to save a life - Seconda parte ***
Capitolo 13: *** Un giorno nei panni di Remus Lupin ***
Capitolo 14: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 15: *** Non si è mai soli ***
Capitolo 16: *** Un Natale diverso dagli altri ***
Capitolo 17: *** Colpe e pentimenti ***
Capitolo 18: *** Nessuno è più al sicuro ***
Capitolo 19: *** Un pranzo da dimenticare ***
Capitolo 20: *** Blackout ***
Capitolo 21: *** Un invito inaspettato ***



Capitolo 1
*** Un nuovo giorno ***


Capitolo 1

Un nuovo giorno



-Dichiarare nome dell’agente
 
-Agente Tonks
 
-Nome non valido. Dichiarare nome completo
 
-Uffa…Agente Ninfadora Tonks
 
-Benvenuta al Ministero della Magia, agente Tonks
 
-Sì, sì come vuoi tu! Ora muoviti, perché se faccio tardi Moody mi trasfigura nel cestino della carta!
 
 La base della cabina telefonica cominciò improvvisamente a scendere e dopo poco la strada, i palazzi e le persone scomparvero dalla visuale della ragazza, fino a che dal basso non iniziò a diventare visibile l’entrata dell’edificio sotterraneo. Quando l’ascensore si fermò e la porta si fu aperta, Tonks inspirò profondamente, prima di immergersi nella folla che confluiva verso il centro del Ministero. Mentre camminava tra tutti quei maghi e quelle streghe, sentiva su di sé molti sguardi, che la osservavano incuriositi. Era consapevole che ciò era dovuto al suo aspetto, soprattutto ai suoi capelli fucsia, che cambiavano colore a seconda del suo umore, al suo abbigliamento stravagante e al fatto che fosse una degli Auror più giovani del Ministero. Sapeva di essere diversa, ma non le importava. Era fiera di essere chi era, di essere se stessa. Raggiunse giusto in tempo l’ascensore, prima che le porte si chiudessero. Quando entrò, altre persone all’interno le fecero spazio. Nessuno la salutò, né le face un qualche cenno, ma non se ne meravigliò. Era un periodo difficile e turbolento per il mondo magico. Harry Potter aveva assistito al assassinio di Cedric Diggory, da parte di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Nessuno credeva alle parole di quel ragazzino dagli occhiali tondi e dai capelli arruffati. Lei, invece, sapeva che Harry stava dicendo la verità. In qualche modo si aspettava una cosa del genere, che il Signore Oscuro potesse tornare un giorno. Per questo motivo aveva scelto di diventare un Auror, per combattere il male, i “cattivi”, per essere pronta per qualsiasi evenienza. All’improvviso una voce metallica annunciò
 
-Quarto livello. Ufficio Auror
 
Era il suo piano. Aspettò che l’ascensore si arrestasse per uscire; ma per la foga andò a sbattere contro qualcuno. Tonks sentì solo un tonfo molto forte e dopo qualche secondo una fitta acuta al sedere. Aveva già aperto bocca per maledire l’individuo, contro cui aveva sbattuto, ma non ne uscì nemmeno una parola. Si era incantata a guardare l’uomo che, sorridendo, le stava tendendo la mano per rialzarsi.
 
-Tutto bene?
 
Ma Tonks non rispose. Era attratta dagli occhi color ambra dell’uomo. Non ne aveva mai visti di così…così…”…intensi!”. Sarebbe stata capace di scrutarli per ore, senza mai stancarsi. Poi il suo sguardo passò sui capelli. Erano castano chiari, ma con qualche striatura grigia, che compariva di tanto in tanto.  Si accorse dei graffi che aveva sul volto; alcuni erano ancora arrossati, altri, invece, erano già delle cicatrici. Nonostante ciò aveva un aspetto molto innocuo e gentile.
-Mi dispiace molto…non ti ho vista uscire dall’ascensore…spero non ti sia fatta male!
 
-No…sono solo un po’ ammaccata!
 
-Permettimi di aiutarti…
 
 e, prima che potesse dire o fare qualcosa, Tonks fu rimessa in piedi con una grazia che non avrebbe mai immaginato. Quando si trovò di fronte a lui, notò che appeso al taschino della giacca c’era un cartellino e strizzando un po’ gli occhi potè leggere cosa c’era scritto sopra “Remus John Lupin: Visitatore”.
 
-Grazie Remus…
 
-Figurati…Ninfadora…
 
Sul volto della ragazza si disegnò un’espressione di stupore. “Come fa a conoscere il mio nome?”. Allora abbassò lo sguardo sul proprio petto, alla ricerca di un qualche ipotetico cartellino, che probabilmente non sapeva di avere; ma lui la precedette
 
-No, non hai un cartellino con il nome! E no, non sono un ninfomane che ti spia!
 
-E allora come sai il mio nome?
 
 Lui ridacchiò un po’ e disse
 
-Moody mi parla molto di te e di come…
 
Ma non fece in tempo a concludere la frase, che lei lo anticipò
 
-…di come non avrebbe mai scommesso nemmeno un galeone su di me, ma alla fine si è dovuto ricredere?
 
Era abituata a recitare quella parte con il suo capo. Quando doveva rimproverarla, attaccava dicendo che non avrebbe mai scommesso sulle sue doti di Auror, ma col tempo ha dovuto cambiare idea. Tonks sapeva di essere una dei migliori lì dentro, solo che a differenza di altri non le piaceva sbandierarlo ai quattro venti. Remus le sorrise di nuovo
 
-Esatto. Devi essere proprio in gamba per andare a genio ad uno come Alastor!
 
La ragazza fece un gesto di noncuranza con la mano, come per colpire l’aria, e rispose
 
-Faccio quello che posso! E comunque- lo ammonì lei -…non chiamarmi MAI più Ninfadora! Non mi piace! Chiamami Tonks!
 
Lui annuì, sempre con quel suo sorriso bonario, che già le piaceva tanto
 
-Ti prometto che d’ora in poi non sbaglierò più! Ora scusami ma devo proprio andare e credo che anche tu sia in ritardo!
 
-Oh, cavolo!
 
Tonks guardò allarmata l’orologio
 
-Malocchio mi ucciderà!
 
-Spero di no! Sarebbe un peccato perdere un Auror del tuo calibro di questi tempi! Allora…buona giornata!
 
-Sì…certo…allora ciao anche a te!
 
Lo guardò entrare nell’ascensore e sparire poi verso l’alto. Non avrebbe mai creduto di poter incontrare qualcuno come quel tipo; era così gentile, buono, simpatico. “Dovrebbero esistere più uomini così…”.All’improvviso si ricordò che stava facendo tardi, così cominciò a camminare lungo il corridoio per raggiungere l’ufficio del suo capo. Quando si trovò davanti alla porta con scritto su “Ufficio di Alastor Moody”, alzò il pugno per bussare; ma una voce roca le urlò dall’altra parte
 
-Sei in ritardo, ragazzina!
 
Tonks rise. Si era dimenticata che Moody poteva vedere attraverso le cose grazie al suo occhio magico. Per questo motivo, infatti, si era guadagnato il soprannome di Malocchio Moody. Allora la ragazza aprì la porta, ma improvvisamente qualcosa la colpì sul braccio
 
-Ahia! Moody non mi picchiare col bastone!
 
-Sei in ritardo!
 
-…di cinque minuti!
 
-Comunque sei in ritardo!
 
Il suo capo le stava di fronte con il suo solito sguardo accigliato. I modi dell’Auror non erano un granché, anzi erano pessimi molte volte; ma lei lo ammirava lo stesso. Lo considerava un mito, una leggenda vivente, il miglior Auror che avesse mai conosciuto. Dopo poco Malocchio le ordinò
 
-Siediti Ninfadora, devo parlarti!
 
Lei, mentre si gettava sulla sedia lì vicino con la sua solita poca grazia, disse
 
-Alastor quante volte ti ho detto che devi chiamarmi Tonks?! E poi perché vai a raccontare di me agli altri?
 
-A cosa ti riferisci?
 
-A chi, semmai! A un certo Remus John Lupin, contro cui sono andata a sbattere!
 
-Lo avrei dovuto mettere in guardia dalla tua goffaggine!
 
Era vero. Si poteva dire che Tonks era tutto, tranne che aggraziata e femminile. Dopo poco Moody le chiese
 
-Hai ricevuto il mio gufo stamattina?
 
La ragazza, senza nemmeno aspettare il permesso, si gettò sulla sedia di fronte alla scrivania e appoggiandosi sopra di questa con i gomiti, rispose sbuffando
 
-Sì…ed ero nel bel mezzo di un sogno bellissimo…bè cosa c’era di così urgente?
 
Lui prima di rispondere, fece, zoppicando, il giro intorno al tavolo e si sedette sulla sedia di fronte a lei. Rimase qualche secondo in silenzio per soppesare le parole da utilizzare. Alla fine le chiese quasi a brucia pelo
 
-Voglio che entri a far parte dell’Ordine della Fenice…
 
Se avessero potuto esserci dei grilli nella sua testa, Tonks era sicura che in quel momento li avrebbe sentiti. Passo un po’ di tempo prima di una sua qualche reazione. All’improvviso scoppiò in una sonora risata
 
-Oh, Malocchio! Smettila di scherzare! Mica sono così scema!
 
Ma l’Auror di tutta risposta si limitò ad alzare un sopracciglio e a rimanere in silenzio. Ninfadora, capendo finalmente la serietà della situazione, si aggrappò con entrambe le mani alla scrivania e disse meravigliata
 
-Oddio! Allora fai sul serio! Io…io…certo, mi piacerebbe moltissimo!
 
Moody sorrise soddisfatto
 
-Bene…sei una tosta e ci servono tipi come te! Allora accetti? Sappi che non dovrai dirlo a nessuno, nemmeno ai tuoi genitori e il Ministero, se sospetta della minima cosa, potrebbe sbatterti ad Azkaban a vita! Sei pronta a rischiare tutto per Silente, per Harry Potter…per il mondo magico?
 
Tonks non ci dovette pensare su
 
-Sì, sì accetto! Non me lo faccio ripetere due volte!
 
-Bene…perché  stasera c’è una riunione e vogliamo che anche tu partecipi!
 
-Quando dici “vogliamo”…a chi ti riferisci esattamente?
 
-Lo scoprirai stasera…passo a prenderti alle sette…ora vai! Che ho degli affari da sbrigare!
 
Tonks uscì dall’ufficio del suo capo ancora in tralice. Lei…un membro dell’Ordine della Fenice. Sentiva l’entusiasmo scorrerle nelle vene e l’unico pensiero, che il suo cervello fu capace di formulare, fu “Adoro boicottare il sistema!”.


Devo essere sincera ho avuto qualche difficoltà a pubblicarla, perchè non sapevo che non si potevano usare le vigolette! Spero che vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Complimenti, Ninfadora ***


Capitolo 2

Complimenti, Ninfadora


Nella stanza risuonarono i sette rintocchi dell’orologio.
“Dove diavolo è andato a finire Moody?!”.Tonksera nervosa, troppo. Stava seduta sul divano, con le ginocchia tirate al petto. Negli ultimi dieci minuti non aveva fatto altro che fissare quelle maledettissime lancette, che sembravano quasi burlarsi di lei. Avrebbe giurato che ad un certo punto quella dei minuti avesse iniziato a girare all’indietro. Scosse la testa. Doveva assolutamente calmarsi; eppure il suo cuore sembrava un martello pneumatico. Mille dubbi incominciarono a ronzarle nella testa. “E se sono antipatici? E se non piaccio a nessuno di loro? E…se non sono all’altezza?”. No, se non fosse stata all’altezza, Moody non glielo avrebbe proprio chiesto. Aveva fiducia in lui, ma l’infido mostro dell’insicurezza era decisa a demoralizzarla. Erano le sette e tre minuti. “Sarà successo qualcosa?!”, ma si decise che doveva pensare positivo, che Malocchio era solo in ritardo. Chiuse gli occhi, fino a strizzarli, e si sforzò per concentrarsi su qualcosa di piacevole. Improvvisamente nella mente le comparvero gli occhi ambrati, che quella mattina le erano tanto piaciuti. Cercò di ricordare ogni particolare del viso dell’uomo che aveva incontrato, ogni cicatrice. Le si era dipinto un sorriso sul volto. “Questo sì, che aiuta…”. All’improvviso bussarono violentemente alla porta e Tonks sobbalzò sul divano. Corse ad aprire e si trovò di fronte Moody con il suo solito sguardo accigliato.

-Muoviti, che è tardi!

-Non per colpa mia stavolta!

Mentre rispondeva stizzita, afferrò il mantello, buttato sull’appendiabiti, e si affrettò a seguire il suo capo in strada. C’era molta umidità per essere una tranquilla serata di agosto. Tonks, infatti, sentiva già i capelli arricciarsi.

-Dove andiamo?

Alastor, facendo roteare in continuazione il suo occhio magico per osservare la zona circostante, rispose

-Ti Smaterializzerai con me! Non dovrai sapere dove stiamo andando fino a quando non ci arriveremo! E’ per la tua sicurezza; così se ci dovessero catturare, non otterrebbero nulla. Ora appoggiati al mio braccio!

Tonks lo afferrò saldamente e dopo qualche secondo si Smaterializzarono, ritrovandosi in un altro quartiere della città. La ragazza si guardò un po’ intorno. Sembrava tutto normale. Le case erano costruite una affianco all’altra, i lampioni illuminavano i marciapiedi e il cielo era pieno di stelle. Ad un certo punto Moody cacciò dalla tasca del mantello un foglietto. Glielo passò e disse

-Leggi e dopo distruggilo. Mangialo anche, se necessario!

La ragazza obbedì e lesse cosa c’era scritto. “Grimuland Place 12”. All’inizio non capì cosa potesse significare quel messaggio; ma improvvisamente le case intorno a lei cominciarono a tremare e due in particolare si spostavano in senso opposto, come se fossero stati due magneti con la stessa carica. Ciò che più la meravigliava era che i Babbani non si accorgevano di nulla; ma continuavano tranquillamente chi a guardare la televisione, chi a cenare. Li poteva vedere attraverso le finestre illuminate dall’interno. Poi dallo spazio lasciato dai due edifici, emerse un’alta casa, ma dall’aspetto molto più lugubre e cadente. Moody si avvicinò alla porta d’ingresso e Tonks lo seguì immediatamente, preoccupata per quello che aveva appena visto. L’Auror bussò con tre tocchi e la porta si aprì cigolando. Allora spinse dentro la ragazza, perchè entrasse per prima. Tonks, ancora disorientata e incredula, urtò contro qualcosa, perse l’equilibrio e si sbilanciò in avanti. Era già pronta a pararsi il viso con le mani e di lì a qualche secondo era certa che avrebbe sentito un dolore lancinante al naso, ma non accadde; perché fu fermata giusto in tempo. Percepiva una salda stretta attorno alla sua vita. Alzò lo sguardo per ringraziare il suo salvatore, quando incrociò di nuovo lo sguardo che quella mattina le aveva tolto le parole di bocca. “Non è possibile!”. Lupin le sorrise bonariamente e disse

-Dovremmo smetterla di incontrarci così!

Tonks sentì le guance avvampare e, in modo impacciato, si rimise in piedi. Sapeva che una ciocca di capelli era diventata rossa e vi mise subito una mano sopra, per coprirla.

-Già…che vuoi farci! E’ più forte di me!

-Giusto per informazione: la prossima volta fai attenzione al porta ombrelli qui all’ingresso!

Lei si voltò indietro e notò che, accanto alla porta, c’era un orripilante porta ombrelli a forma di piede di Troll. Arricciò il naso in segno di disapprovazione e disse

-E’ proprio di cattivo gusto!  

Ma quella volta non fu Remus a rispondere

-Lo so, mia madre non se ne intendeva in fatto di arredamento! E non hai ancora visto il resto della casa…

Quando Tonks si girò verso l’origine di quella voce roca e profonda, si sentì raggelare. Si trovò di fronte un uomo dagli intensi occhi azzurri e dai capelli neri, che gli cascavano sulle spalle. Riconobbe immediatamente il suo volto; lo aveva visto molte volte sulle pagine dei giornali.

-Sirius Black…

-Ciao cugina! Ti trovo bene?

Tonks aveva completamente rimosso dalla mente che era imparentata con quell’uomo. Sua madre, Andromeda Black, era la sorella di Narcissa Malfoy e Bellatrix Lestrange ed era la cugina preferita di Sirius Black, perché era stata ripudiata dalla famiglia per aver sposato un Babbano

-Un momento…lui ha ucciso Peter Minus e tredici Babbani!Come può far parte dell’Ordine?

Sirius si appoggiò allo stipite della porta del corridoio e, incrociando le braccia come offeso,
rispose

-Vorrei prendermi il merito di aver ucciso quel traditore di Peter Minus; ma no, non l’ho fatto e non ho ammazzato io tredici Babbani! Quindi puoi stare tranquilla, non dovrai collaborare con un criminale! Ora muoviamoci. Gli altri sono di là che aspettano!

Dopo quelle parole Sirius entrò nella stanza in fondo. Lupin lo seguì subito.

-Ben fatto, ragazzina…

Solo allora Tonks si ricordò di Moody. Il suo sguardo era più accigliato del solito. La ragazza, sentendosi in colpa, abbassò la testa. Ecco, aveva già fatto la sua prima figuraccia.
Seguì anche lei il suo capo nell’altra stanza, desiderando che quella serata terminasse nel modo più indolore possibile. C’erano molte altre persone in quella che a prima vista sembrò una cucina, piuttosto mal ridotta.
Alastor le presentò ogni membro dell’Ordine

-Tonks, questo è Arthur Weasley. Lavora al Ministero all’Ufficio per l’Uso improprio dei Manufatti Babbani.

La ragazza strinse la mano ad un uomo leggermente stempiato e dai capelli color carota. Si chinò un po’ in avanti e la salutò sorridendo

-Felice di fare la tua conoscenza!

Poi fu la volta di un uomo dalla pelle scura e dall’aspetto austero e allo stesso tempo buffo, per i vestiti sgargianti che indossava

-Questo è Kingsley Shacklebolt. E’ anche lui un Auror, ma lavora nelle alte sfere.

-Piacere, agente Tonks.

Moody fece un cenno con la mano a Lupin, seduto intorno al tavolo della cucina

-Lui già lo conosci. Poi c’è Sirius e…bè…penso che tu e Silente già vi conosciate!

La ragazza si voltò verso il mago anziano che si trovava, in piedi, all’altro capo del tavolo. La guardò attraverso i suoi occhiali a mezza luna e disse

-Come potrei dimenticarmi di una ragazza vivace ed esuberante come te, Ninfadora?

Tonks posò una mano sulla zazzera di capelli e sorrise, imbarazzata.

-Eh…sì…in effetti io ancora non ho dimenticato tutte le volte che sono finita nel suo ufficio per aver Fatturato qualcuno!

Silente allargò le braccia e disse, rivolgendosi a tutti

-Bene! Ora che siamo tutti qui, possiamo cominciare la nostra riunione! Prima però, cara Tonks, vorrei spiegarti il motivo della tua presenza!



Ok ero un pò indecisa su quali dovessero essere i personaggi che Moody le doveva presentare. Per esempio all'inizio volevo inserire anche Bill Weasley e Piton, poi però ho cambiato idea. In questa prima parte sto andando a rilento con la narrazione per far trasparire bene i caratteri dei personaggi! Spero che vi piaccia! :D
 

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Capitolo 3
*** Eroina o vigliacca? ***


Capitolo 3

Eroina o vigliacca?


Tonks guardava decisa il mago, che le stava di fronte. Lo sguardo di Silente trasmetteva pacatezza, ma allo stesso tempo determinazione e serietà. Era una delle tante qualità di quell’uomo: rimanere tranquillo, quasi imperturbabile, di fronte a situazioni di pericolo o a circostanze che avrebbero mandato su tutte le furie anche il più placido degli eremiti. 
Tonks stava riflettendo su quello che le aveva appena detto.
 
-Cara Ninfadora, devo…

Ma lei lo aveva interrotto

-Preside, la prego, mi chiami Tonks! Ormai dovrebbe sapere bene che detesto il mio nome!

Lui le rispose, sorridendo

-Hai ragione, perdonami! Tonks, devo spiegarti il motivo della riconvocazione dell’Ordine della Fenice. Come sai anche tu, Harry Potter durante il Torneo Tre Maghi ha assistito alla rinascita di Voldemort, per mano di Peter Minus. Peter Minus, infatti, non è morto. Sirius andò da lui, dopo la morte di James e Lily Potter, ma non lo uccise. Fu Peter a far morire tutti quei Babbani e si tagliò un dito per far credere a tutti di essere morto.
In realtà per dodici anni ha vissuto, assumendo le sembianze del topo di Ron Weasley, il figlio di Arthur e migliore amico di Harry. L’anno scorso  Sirius e Lupin riuscirono a smascherarlo e a catturarlo, ma fuggì prima di essere consegnato ai Dissennatori.

Tonks ascoltò quelle parole attonita.

-Tutte queste notizie non sono giunte al Ministero…io…non ne avevo idea…

Silente annuì mestamente

-Sì, purtroppo ne siamo consapevoli. Caramell preferisce ignorare questa situazione e far credere all’intera comunità magica che la mente di Harry è stata plagiata da me, perché, secondo molti, desidero diventare il nuovo Ministro della Magia; ma, in realtà, non fa parte dei miei progetti per il futuro.

La ragazza parlò quasi sussurrando, più a se stessa che per farlo sentire

-Ma è tutto assurdo…

-Sì, purtroppo la paura rende gli uomini vulnerabili, tanto che alla fine, senza accorgersene, si lasciano logorare inconsapevolmente da essa. Ora però voglio che mi ascolti bene, Tonks…

Silente aveva appoggiato le mani sul tavolo e si era sporto verso di lei, come per richiamare la sua attenzione

-Io credo che tutto ciò porterà ad una nuova guerra, più cruenta e pericolosa della prima. Sappiamo che Voldemort sta già reclutando dalla sua parte Mangiamorte e creature magiche, come giganti e lupi mannari. Ovviamente quando questa guerra scoppierà, l’intero mondo magico sarà indifeso e impreparato e, a quel punto, il nostro compio sarà quello di combattere contro Voldemort, di difendere gli innocenti…da soli. Ora Tonks pensaci bene: sei disposta a mettere a rischio tutto, anche la tua vita, per questa causa? Se no, sei liberissima di andartene. Nessuno ti giudicherà per questo.
 
Ninfadora era rimasta in silenzio per qualche minuto. Non riusciva a formulare un pensiero decente, tanto che la sua mente era entrata in confusione. Percepiva il panico scorrerle nelle vene. Non si aspettava tutto quello che Silente le aveva appena detto. Le sembrava che un pesante macigno le fosse piombato addosso.
Improvvisamente si alzò dalla sedia e disse

-Ho bisogno di pensare…

E prima che qualcuno la potesse fermare, uscì dalla cucina e si fiondò nella prima stanza che trovò nel corridoio. Chiuse la porta e vi si appoggiò sopra. Era terrorizzata.
“Io non sono in grado di combattere una guerra…sono solo una ragazza, che è diventata Auror per un colpo di fortuna…”. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Cercò di richiamare a sé tutte le forze, tutto l’autocontrollo possibile, ma fu inutile. Riapri gli occhi, capendo che la situazione non sarebbe potuta migliorare. Mentre cercava di riordinare i pensieri, si accorse della strana decorazione che c’era nella stanza. Era un arazzo con raffigurata sopra una specie di ramificazione e per ogni radice vi era un nome, scritto sopra. Dopo un po’ capì: era l’albero genealogico dei Black. Scorse, infatti, il nome di Sirius, anche se sopra di esso vi era un bruciatura. Trovò il nome di sua madre, ma anche sopra di questo la stoffa era annerita. Tonks era ancora presa a guardare l’arazzo, quando la porta si aprì e comparve Sirius di fronte a lei.
La ragazza lo guardò senza dire nulla, soprattutto perché non sapeva cosa dire. Probabilmente era andato lì per convincerla ad accettare la proposta di Silente, ma aveva ancora bisogno di tempo per riflettere. L’uomo la affiancò e cominciò a scrutare l’arazzo, proprio come se si fosse trovato davanti ad un quadro famoso. Tonks lo fissò in silenzio, iniziando a credere che fosse davvero pazzo; ma poco dopo Sirius disse

-Orripilante vero? Purtroppo non sono riuscito a toglierlo prima del tuo arrivo. Mia madre deve averlo fissato al muro con qualche incantesimo…

-Perché avresti dovuto toglierlo?

-Non volevo che vedessi come mia madre avesse ripudiato tutti coloro che non hanno accettato il modo di vivere della mia famiglia, compresa tua madre…non volevo che pensassi che sono come loro…da ragazzo scappai di casa perché non ne potevo più di quella schizzata di mia madre e fui ospitato da James Potter, il padre di Harry.

Ci fu di nuovo silenzio. Sirius passò le mani dietro la schiena, tanto da sembrare uno scolaretto che aveva imparato a memoria la lezione, che avrebbe dovuto riferire all’insegnante. Così cominciò a raccontare

-Quando James e Lily morirono, mi sentii responsabile; perché IO avevo suggerito loro di scegliere Peter come Custode Segreto…credevo che ci potevamo fidare di lui…sai io, James, Remus e Peter da ragazzi siamo stati grandi amici…ci chiamavamo i Malandrini, per quello che combinavamo a scuola! Eravamo dei pazzi! Non hai idea di quante volte siamo stati nell’ufficio di Silente!

Per la prima volta da quando si erano incontrati, Tonks gli aveva visto un sorriso dipingersi sul volto, segnato dalla sofferenza.

-Sono stati gli anni migliori della mia vita. Poi siamo cresciuti e ognuno ha seguito la propria strada, anche se siamo rimasti sempre amici. E all’improvviso, quando le cose stavano andando bene, Peter tradisce James e Lily e Voldemort li uccide. Quando andai a casa loro e la vidi a pezzi con fuori Hagrid che portava in braccio il piccolo Harry, il desiderio di vendetta si diffuse in tutto il mio corpo. Non avrei trovato pace, fino a che non avessi vendicato la morte dei miei migliori amici.

Sirius tornò a rivolgere lo sguardo all’arazzo, come per non far trasparire le sue emozioni. Il tono della sua voce era diventato quasi atono e il suo sguardo sembrava assente in ricordi lontani e dolorosi.

-Trovai Peter. Ti confesso che il mio primo intento era quello di ucciderlo, ma lui fu più furbo…o meglio…più spietato di me e fece saltare in aria un intero quartiere, portandosi sulla coscienza tredici Babbani. Tutti credettero che fui io a compiere la strage. Provai a convincerli del contrario, ma invano. Così fui rinchiuso ad Azkaban…è stato terribile. Non hai idea di cosa puoi provare, stando a contatto con i Dissennatori. Eppure ho resistito. Sapevo che Harry era in pericolo e che aveva bisogno di me. Ho lottato contro tutti e tutto.

Tonks potè percepire l’orgoglio con cui Sirius stava raccontando quello che lei capì essere stato il periodo peggiore della sua vita.

-Anche se stremato, scappai da Azkaban, grazie alle mie doti di Animagus e mi recai ad Hogwarts, dove c’erano Harry e Remus, che quell’anno era l’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Fu difficile conquistare la loro fiducia, ma non mi sono avvilito. Avevo bisogno di loro, quanto loro di me. Fu così che, dopo la cattura e la successiva fuga di Peter, scappai in groppa all’Ippogrifo di Hagrid, che ora si trova in soffitta…ma questa è una lunga storia! Tonks voglio che tu capisca bene una cosa…

Allora si voltò verso di lei e la afferrò per le spalle. Avvicinò il suo volto a quello della ragazza e fissò gli occhi nei suoi, in modo tale che non potesse scappare con lo sguardo.

-Fin dal giorno in cui sono stato rinchiuso ad Azkaban ho capito che non potevo arrendermi. Dovevo uscire, perché Harry meritava di vivere la sua vita con tutta la serenità possibile, quella serenità che non aveva mai avuto. Sapevo che dovevo lottare per un futuro migliore per me, per lui…per tutti. E ora sono qui, che trascorro i giorni nascondendomi e non potendo essere d’aiuto all’Ordine, perché sono un ricercato…ma tu, Tonks…tu puoi fare la differenza!

A quelle parole la ragazza si irrigidì. Si sentì di nuovo chiamare in causa. Sirius aveva ragione, aveva stramaledettissimamente ragione. Non poteva rimanere a guardare, mentre la guerra uccideva tutte le persone a lei care. Doveva fare qualcosa.

-Bè…io torno di là…spero di esserti stato d’aiuto, cugina…

L’uomo era già fuori la stanza, quando Tonks lo richiamò.

-Sirius! Sirius aspetta!

Lui ricomparve di nuovo sulla porta, dubbioso.

-Ehm…mi dispiace per quello che ho detto prima…non volevo offenderti!- Ninfadora pronunciò quelle parole a bassa voce per la vergogna e abbassò lo sguardo sui i suoi piedi.

-Oh…non preoccuparti- rispose lui ironico –Mia madre mi ha sempre detto cose peggiori!

Tonks rimase di nuovo sola. A quel punto doveva prendere una decisione. Il suo sguardo cadde di nuovo sull’arazzo, in particolar modo si soffermò sul nome della madre, e aggrottò le sopraciglia alla vista della bruciatura. Improvvisamente seppe cosa fare. Si diresse immediatamente in cucina. Quando spalancò la porta, Silente, che stava parlando, si interruppe. Tutti la guardarono ansiosi, in attesa di una risposta.
Lei sorrise decisa e disse

-A quando la prima missione?    


Non sono molto soddisfata di questo capitolo...mi sembra quasi di aver tralasciato qualcosa, ma non ne sono sicura.
Che ne dite di Tonks e Sirius? Vi sono sembrati affiatati, come cugini?
Recensite e ditemelo!  :D

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Capitolo 4
*** Fai la brava, Ninfadora! ***


Capitolo 4

Fai la brava, Ninfadora!


Tonks inspirò profondamente per darsi coraggio. Poi bussò alla porta e la voce roca e scorbutica di Moody le rispose

-Entra!

La ragazza non se lo fece ripetere due volte. Quando entrò, il forte odore di tabacco le pizzicò le narici. Odiava quando Moody fumava la pipa, perché poi aveva la sensazione che la puzza le rimanesse addosso. Alastor era seduto dietro la scrivania, con il capo chino su delle scartoffie e la pipa in bocca, che cacciava fumo.

-Cosa vuoi?

-Ehm…mi sono dimenticata l’orario della riunione di stasera…

L’uomo alzò lo sguardo su di lei e aggrottò le sopraciglia.

-Non devi prendere questa situazione sotto gamba, ragazzina…

Ninfadora si sentì offesa. Come poteva pensare una cosa del genere?

-Non ti fidi più di me, Malocchio?- chiese lei con stizza.

-Voglio che tu stia attenta. Solo perché non siamo ufficialmente in guerra, non vuol dire che non ce la faranno!

-Lo so.

Rimasero in silenzio per qualche minuto. Tonks era decisa a sostenere lo sguardo di Moody con orgoglio. L’aveva mai delusa? Aveva mai creato problemi? No, per tutti gli Elfi del mondo! Perché ora se ne usciva con quella paternale?

-La riunione è alle sette.

-Grazie- rispose lei secca.

-E ricordati: vigilanza costante!

Ma lei non lo sentì nemmeno, perché aveva già abbandonato la stanza. Era decisa a far cambiare idea al suo capo. Era vero: era goffa e maldestra, ma certamente non si poteva dire che fosse inaffidabile.
 
Quattro ore più tardi. Tonks si trovava di fronte ad un’altra porta, quella del numero 12 di Grimuland Place. Quando le fu aperto, la ragazza si infilò immediatamente all’interno; ma quella volta ad accoglierla c’era una donna paffuta e da folti capelli rossi.

-Tu devi essere Ninf…scusa…tu sei Tonks giusto? Piacere, io sono Molly Weasley, la moglie di Arthur. Mi ha parlato molto di te! Sai anche io faccio parte dell’Ordine, anche se per ora mi occupo di pulire questa casa e di preparare da mangiare!

Improvvisamente si sentì il rumore di qualcosa che si era appena frantumata per terra.

-FRED! GEORGE! SMETTETELA IMMEDIATAMENTE!

Tonks non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di quello che stava accadendo, che sentì vicino a sé un CRAC e poi comparvero due ragazzi. Erano due gemelli e si capiva che erano figli di Molly per il loro colore di capelli.
Uno dei due parlò

-Non siamo stati noi!

-E’ stata Ginny!

-NON E’ VERO!

Fu una ragazzina a pronunciare quelle parole. Quando la vide, Tonks credette di stare impazzendo. Non aveva mai visto così tanti capelli rossi in un’unica stanza. Ginny si avvicinò ai due fratelli e diede loro rispettivamente un pungo sulla spalla. Molly trasse un profondo respiro per calmarsi e poi disse

-Ragazzi…vi presento Ninfadora Tonks! Nuovo membro dell’Ordine. Tonks, loro sono una parte della mia famiglia! Questi sono Fred, George e Ginny! Poi c’è Ron sopra con Hermione, una sua amica, e Percy, Bill e Charlie…bè loro non ci sono, perché lavorano!

Allora i due gemelli le strinsero entrambe le mani e dissero in coro

-Piacere di conoscerti!

Poi fu la volta di Ginny

-Ciao! Mi piacciono i tuoi capelli rosa! Sai avevo pensato anche io di cambiarne il colore, ma mamma non vuole!

-Oh no, ma i miei non sono tinti! Io sono una Metamorfomagus, quindi i capelli cambiano a seconda del mio umore!

-Forte! E puoi cambiare anche altre cose del tuo corpo?

-Bè…più tardi ti faccio vedere come trasformo il mio naso in un becco d’anatra!

Ma la signora Weasley la interruppe dicendo

-Ginny…ora basta! Tra qualche minuto saranno qui papà, Alastor e Kingsley per la riunione! Su, salite al piano di sopra!

Poi rivolgendosi a Tonks continuò

-Avviati pure in cucina, cara! Io mi assicuro che i ragazzi non possano origliare…ne inventano una più del diavolo!

Così Ninfadora vide Fred, George e Ginny salire le scale, iniziando a lamentarsi e a imprecare, perché li escludevano dalle decisioni dell’Ordine, mentre Molly li picchiettava sulle spalle per convincerli ad allontanarsi.
Allora la ragazza, ancora un po’ stordita dall’incontro con quella combriccola scalmanata, si diresse verso la cucina. La luce della stanza filtrava nel corridoio attraverso la porta semichiusa. Stava per appoggiarvi sopra la mano, quando sentì una voce provenire dalla stanza.

-Mi spiace Preside, ma devo insistere!

Ne riconobbe subito la tonalità dolce e stranamente sensuale. Era Remus Lupin che stava parlando. Inaspettatamente le si dipinse un sorriso sulle labbra.

-Mi dispiace Remus, ma sono io che insisto! Hai bisogno della pozione, perciò lascia che sia Severus a preparartela!

“C’è anche Silente?”. Era stata la voce del Preside di Hogwarts a parlare. Quindi erano in due nella stanza. “Un momento…quale pozione?”. Tonks era stata così presa dal capire chi si trovava in quel momento in cucina, che non si era soffermata su quel particolare.
La voce di Remus sembrava essere diventata agitata

-Davvero non c’è bisogno che vi diate tanto da fare per me! Non voglio essere di peso per nessuno!

Improvvisamente qualcun altro si intromise nel discorso

-Se non erro, Lunastorta, non sei mai stato particolarmente portato per le pozioni. Io sono certamente molto più capace, come saprai.

Il tono con cui erano state pronunciate quelle parole fece rabbrividire Tonks. Era stato duro, secco, distaccato e “…antipatico!”. Allora avvicinò il viso allo spazio tra lo stipite e il limite della porta, ma ci mise un po’ per mettere a fuoco la scena. Poteva vedere la nuca di Lupin, che era seduto intorno al tavolo, dandole le spalle. Di fronte a lui, invece, c’era un altro uomo. Era piuttosto pallido di carnagione e aveva un naso aquilino. I capelli neri e unti gli contornavano il volto, cadendogli sulle spalle. Aveva uno sguardo austero e sprezzante. Già lo odiava. Era una cosa che poteva sentire a pelle. Ad un certo punto lui alzò gli occhi e incrociò quelli della ragazza.
“DANNAZIONE!”.Tonks si ritrasse subito da vicino la porta, ma sentì l’uomo dire

-Mi dispiace interrompere questa “interessante” conversazione, ma credo che uno dei ragazzi Weasley stia origliando da dietro la porta.

Ormai era troppo tardi. Infatti il corridoio fu invaso dalla luce e Ninfadora si trovò di fronte Silente, che probabilmente pensava di beccare in flagrante uno dei gemelli. Quando vide, invece, una zazzera di capelli viola, rimase perplesso per qualche secondo; poi disse

-Buonasera Tonks! Non credevo che fossi gia qui, altrimenti non ti avremmo lasciato sulla porta!

La ragazza sentì le guance avvampare per la vergogna.

-Sa…salve Preside…io…non si preoccupi…

Allora il mago le fece spazio per farla entrare. Remus, dopo essersi voltato sulla sedia, la salutò come sempre

-Ciao Tonks! Come stai?

-Bene…gra-grazie…

Non riusciva a smettere di balbettare per l’imbarazzo. “Meno male che dovevi dimostrare a Moody che si può fidare di te! STUPIDA!”. Poi la voce di Silente la distolse dai suoi pensieri

-Tonks, permettimi di presentarti Severus Piton, insegnante di Pozioni ad Hogwarts e membro dell’Ordine.

Ma l’uomo non si mosse e non fece alcun cenno di saluto. Semplicemente rimase a squadrarla con quello sguardo, che Tonks già non sopportava più.

-Piacere…- fu l’unica parola che le sue labbra riuscirono a pronunciare.

Calò un silenzio imbarazzante nella stanza. “Non ce la faccio più!”; ma Ninfadora fu salvata proprio dall’arrivo di Alastor, Arthur e Kingsley, seguiti da Sirius e Molly, che erano appena scesi dai piani superiori. Così la riunione potè cominciare, ma le novità non erano rassicuranti. A quanto pareva Voldemort aveva già reclutato dei maghi dalla propria parte, ovviamente minacciandoli e ricattandoli. Inoltre avevano perso le notizie di Hagrid, il semigigante e guardia caccia di Hogwarts, che era stato inviato da Silente stesso a parlare con i giganti e a convincerli a passare dalla loro parte. Il Preside sembrava molto preoccupato, ma cercò di non darlo a vedere. Dopo due ore passate a discutere, Moody richiamò l’attenzione di tutti, annunciando che tra due settimane sarebbe stato il compleanno di Harry e che lo sarebbero dovuti andare a prendere, per portarlo a Grimuland Place, dove avrebbe trascorso gli ultimi giorni di vacanze con la famiglia Weasley e Hermione, la loro amica. Quindi si sarebbero dovuti organizzare su come trasferirlo, senza che gli accadesse nulla. Sirius cominciò ad agitarsi sulla sedia. Ad un certo punto aprì la bocca per parlare, ma Moody lo anticipò

-Puoi scordartelo Sirius! Tu non andrai a prendere Harry! E’ troppo pericoloso! Potresti essere visto e allora manderesti tutto all’aria!

-Ma Alastor…Harry…

-NO! Non se ne parla nemmeno! Tu non andrai e con questo l’argomento è chiuso!

Allora Silente capì che era arrivato il momento di sciogliere la riunione, anche perché si era fatto tardi ed erano tutti stanchi.

-Credo che per stasera possiamo finirla qui. Ci vedremo di nuovo martedì prossimo alle sette. Ora vado anche io, perché ho degli affari da sbrigare a scuola. Auguro a tutti voi una buona serata. Severus vieni con me?

Piton, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, lanciando sguardi carichi di disprezzo soprattutto a Sirius, rispose

-Sì, Preside.

Furono i primi a lasciare la stanza. Poi fu la volta di Sirius, che furioso, salì direttamente le scale per andarsene di sopra.

-Gli passerà!- disse Moody, noncurante.

Quest’ultimo si avviò verso la porta d’ingresso insieme a Kingsley, mentre Arthur li accompagnava. Ad un certo punto la signora Weasley si voltò verso di lei e disse

-Tonks cara, puoi aspettare qualche minuto? Dovrei parlarti un attimo, però devo prima andare a controllare che i ragazzi siano andati a letto!

-Certo. Non c’è problema!

Così senza rendersene conto notò che erano rimasti solo lei e Lupin. “E ora? Devo dire qualcosa? Ma cosa? Mi raccomando, Tonks” sembrò dirle la sua coscienza, “Se proprio devi farlo, che sia qualcosa di intelligente!”.

-Sai Remus, so trasformare il mio naso nel becco di un’anatra!

“Oh, sì complimenti! Davvero intelligente da parte tua!”.

Lui, invece che guardarla inorridito, rise di gusto e rispose

-Sì, Moody me lo aveva accennato!

-Vedo che il buon vecchio Malocchio ha parlato molto di me!

-Oh sì, abbastanza! Spero che non ti dispiaccia?

-Assolutamente no! Però a quanto pare sai molte cose di me! Eppure non ci siamo mai conosciuti prima…devo considerarlo stalking? Anche se potresti rimediare raccontandomi qualcosa di te!

“Ma cosa fai?! Ti metti a fare la civetta con lui?! Questo sì, che è prendere la situazione sotto gamba!”.

Remus fece spallucce e, infilandosi le mani in tasca, disse

-Effettivamente hai ragione. Allora chiedimi qualsiasi cosa e ti risponderò!

Lei assunse un’ espressione pensierosa e ci rifletté su per qualche secondo.

-Perché hai bisogno che Mr. Capelli Unti ti prepari una pozione?

Lupin divenne improvvisamente serio.

“Ecco brava! Hai rovinato tutto, come sempre! Ma perché non pensi prima di parlare?!”.

Poi lui sorrise di nuovo e, come se non fosse successo niente, rispose

-Ho un problema di salute… e Silente ha chiesto gentilmente a Piton di prepararmi la pozione!

Stranamente Tonks non gli credette. Arricciò gli occhi, come per scrutarlo dentro. Poi incrociò le braccia e disse

-Questa puoi darla a bere ad un bambino di cinque anni, ma non a me. Quindi? Qual è la verità?

Si guardarono per qualche secondo. Ad un certo punto Remus fu il primo ad abbassare lo sguardo. Sospirò e alzò le mani, rassegnato

-Va bene…però ti prego non ti spaventare, quando lo saprai.

Tonks alzò, scettica, un sopracciglio.

-Piton mi deve preparare una pozione Anti-Lupo.

“Ho capito bene? Anti-Lupo?”.
Remus lasciò passare dei secondi prima di continuare, in modo tale che Ninfadora potesse abituarsi all’idea.

-Sì…sono un lupo mannaro.

Ci fu di nuovo silenzio. Lui stava aspettando una qualche reazione di Tonks, sapendo che probabilmente se ne sarebbe andata spaventata da quella notizia. Invece si dovette ricredere, perché la ragazza chiese

-E cosa c’è di spaventoso in questo?

-Sono un mostro. Questo è spaventoso.

-No, tu non sei un mostro!- ribatté lei decisa.

-Sì, quando mi trasformo lo sono, per questo ho bisogno della pozione. Mi aiuta a frenare il mio istinto animale. Così, invece, di far dal male a qualcuno, lo faccio solo a me stesso!

Dette quelle parole, indicò le cicatrici che aveva in faccia. Tonks, però, sembrava determinata a dimostrargli che non era così.

-Appunto, non lo sei! Perché se fossi un mostro, permetteresti all’istinto di prevalere e non avresti scrupoli nel ferire qualcuno. Hai dei sentimenti, Remus, ed è bello questo. Vuol dire che c’è ancora speranza che qualcosa migliori!

Lupin era scioccato. Com’era possibile che quella ragazza sconosciuta lo vedesse per quello che era? Nessuno aveva mai reagito così, quando lo aveva detto. Bè…nessuno tranne i Malandrini.

-Quindi la Luna piena ci sarà tra poco?- riprese lei.

-Sì…tra due giorni

-E dove starai quella notte?

-Arthur e Molly domani tornano alla Tana con i figli e Sirius ha detto che c’è una stanza in questa casa, dove posso trasformarmi e distruggere quello che voglio.

-Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti?

-Io…

Ma Remus non terminò la frase, che Molly spalancò la porta ed entrò nella stanza, un po’ trafelata.

-Scusate…ma ho dovuto fare una ramanzina ai ragazzi, perché li ho scoperti ad ascoltare con le Orecchie Oblunge!

-Con cosa?

A Tonks quella famiglia sembrava sempre più strana.

-Sono dei congegni con cui ascoltare attraverso le pareti! Comunque…Tonks ti piacerebbe venire da noi a pranzo domenica? Ovviamente sei invitato anche tu, Remus! E non voglio sentire scuse! Lo puoi dire anche a Sirius, per favore? Si è chiuso in soffitta con Fierobecco e non vuole parlare con nessuno!

-Grazie, Molly. Accetto volentieri!- rispose Lupin. Poi assunse un’ espressione amareggiata e continuò

-Solo non credo che Sirius possa spostarsi da qui…

-Oh, ma allora lo faremo qui il pranzo! Non ci sono problemi! Vuol dire che ci trasferiremo tutti  un giorno prima! Ai ragazzi non dispiacerà di certo! Tu vieni, vero Tonks?

-Sicuro! Non vedo l’ora! Scusatemi, ma adesso devo proprio andare! Buona notte!

-Oh, sì certo cara! Vuoi che ti accompagni?

Ma Lupin si intromise

-Non preoccuparti, Molly! Vado io!

Così attraversarono il corridoio insieme e quando si trovarono davanti alla porta, lei si voltò e disse

-Solo perché mi hai detto il tuo più grande segreto, non significa che so molte più cose di prima! Spero che domenica potrò estorcerti qualche altra notizia!

“Aspetta com’è il detto: barcolli ma non molli?!” “Oh e stai un po’ zitta inutile di una coscienza!”.

Lui rise di gusto.

-Sarò a tua completa disposizione. Buona notte Tonks.

-‘Notte Remus.

Quando si trovò fuori la casa, Ninfadora inspirò profondamente. Lasciò che l’aria le penetrasse lentamente nei polmoni e sperò che il suo cuore smettesse di martellare nel suo petto.

“Ninfadora Tonks…sei un genio!” “Lo so!”.


Finalmente sono riuscita a completare questo quarto capitolo! E’ vero…è molto lungo! Ma più scrivo, più mi vengono idee che devo assolutamente inserire! :P
L’unico personaggio che mi lascia un po’ perplessa è Molly Weasley, però solo all’inizio. Mi sembra un po’ superficiale come donna…in ogni caso spero che vi sia tanto piaciuta!
Prossimamente il quinto capitolo! :D


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Capitolo 5
*** Un uomo come nessun altro ***


Capitolo 5

Un uomo come nessun altro


Tonks diede un’ultima e fugace occhiata allo stufato che aveva tra le mani. Alzò delicatamente la carta argentata e scrutò attentamente la pietanza.

“Può andare…”.
Ninfadora non era certo un asso in cucina. Infatti era abituata ad andare avanti a panini, pizza e cinese; quindi non era molto pratica con i fornelli. Però le sembrava inopportuno quella domenica presentarsi a Grimuland Place senza portare qualcosa. Così aveva pensato che avrebbe potuto cucinare un piatto particolare, ma lo stufato non aveva per niente un bell aspetto.

“Bè…o la va o la spacca!”.

Anche se era un membro dell’Ordine da solo due settimane, già si era abituata a tutte le procedure che doveva seguire. Infatti quando si trovò di fronte alla porta dell’abitazione, bussò tre volte e, dopo un po’, le aprirono.
Ad accoglierla c’erano due ragazzi. Uno aveva i capelli rossi e lo sguardo un po’ inebetito; l’altra, invece, aveva capelli castani e mossi (cosa di cui Tonks si meravigliò molto) e la salutò, sorridendo.

-Scommetto che voi due siete Ron ed Hermione- disse Ninfadora, indicandoli rispettivamente e cercando di fare i conti mentalmente su quanti ragazzi Weasley avesse già conosciuto –Piacere, io sono Ninfadora Tonks, ma voi chiamatemi solo Tonks! Detesto il mio nome! Sono già tutti qui?

Fu Ron a risponderle

-Bè…considerando che noi, Sirius e Lupin abitiamo qui…mancavate solo tu e mio fratello Bill, con la fidanzata Fleur, che sono arrivati qualche minuto fa!

-Oh…mi dispiace allora di avervi fatto aspettare!

-Non preoccuparti…tanto mamma sta finendo di cucinare!

Così tutti e tre si avviarono in cucina. Tonks fu quasi travolta dal profumo di patate al forno e arrosto che aleggiava nella stanza.

-Buongiorno a tutti e scusatemi per il ritardo!

Una serie di voci risposero al suo saluto. La prima fu quella del signor Weasley

-Tonks! Ciao! Vieni poggia pure qui!- la ragazza non fece in tempo a ribattere, che Arthur le aveva già tolto lo stufato dalle mani e lo aveva poggiato sulla tavola imbandita.

-Ti presento il mio secondogenito, Bill, e la sua fidanzata, Fleur Delacour.

Un altro ragazzo dai capelli rossi le porse la mano

-Piacere! Sai mi ricordo di te…eri un anno avanti a me ad Hogwarts! Eri molto famosa anche nei Grifondoro per le Fatture che facevi ai Serpeverde!

Poi fu la volta di Fleur. Era incantevole, graziosa e fine. Tutte qualità che Tonks non possedeva.

-Enchanté Ninfadorà! I signori Weasley mi hanno tonto parlato de toi!

-Oh bene!

Ad un certo punto la porta si spalancò e comparvero Sirius e Lupin, che ridevano, probabilmente per qualcosa che uno dei due aveva detto. Quando la videro, smisero immediatamente, cercando di trattenere le risate.

-Tonks! Che bello rivederti! Come stai?

Mentre pronunciava quelle parole, Sirius andò verso di lei e la abbracciò.

-Benissimo, grazie! E tu? Sbollita la rabbia dell’altra sera?

-Si, non preoccuparti! Sto bene…

Quando l’erede dei Black si scostò un po’ da lei, Remus la salutò

-Buongiorno Tonks! Ti trovo bene oggi!

Ma la ragazza non poteva dire lo stesso di lui. Era più pallido del solito e sembrava avere un’aria stanca. Inoltre sul volto erano comparsi nuovi graffi, dovuti probabilmente alla trasformazione di qualche giorno prima.

-Ciao Remus! Come ti senti oggi?

-Meglio…grazie.

Non riuscirono a dirsi nient’ altro, perché Molly entrò nella stanza e corse anche lei ad abbracciarla.

-Tonks cara, sono così felice che tu oggi sia qui! Ma hai mangiato in questi giorni? Ti trovo un po’ sciupata!

-Sì, grazie Molly! Ho mangiato a sufficienza!

-Bene! Comunque volevo avvisarvi che è tutto pronto! Quindi se volete accomodarvi…

Così cominciò il banchetto. La signora Weasley aveva preparato delle pietanze deliziose e saporite. Tonks non aveva mai visto così tanto cibo come quel giorno. Infatti quando ebbero finito di mangiare il dolce, si lasciò andare sulla sedia con la pancia che le scoppiava. Ad un certo punto Ginny si ricordò della promessa che le aveva fatto l’altro giorno, così Tonks trasformò il proprio naso prima nel becco di un’anatra, poi nel muso di un maiale e infine in quello di un gatto. Tutti risero delle sue imitazioni, tranne Fleur, che la guardava un po’ allibita e dubbiosa.

“Qualcuno qui è un po’ snob!”.

-Ehm…mi potreste dire dov’è il bagno? Ne ho proprio bisogno!- esclamò ad un certo punto Ninfadora.

-Certo cara,- le rispose Molly –è al primo piano. La seconda porta sulla sinistra!

Tonks salì le scale frettolosamente e riuscì a raggiungere il bagno giusto in tempo. Quando ne uscì, trovò Lupin nel corridoio, che si era appena voltato verso di lei.

-Remus…cosa ci fai qui?

-Ti stavo aspettando!

-Perché?

-Forse lo hai già dimenticato, ma ti avevo promesso che oggi mi sarei messo a tua disposizione per rispondere alle domande sulla mia vita!

Tonks non se l’era scordato. Più che altro stava aspettando il momento giusto, ma in quella casa piena di gente, non si poteva certo sperare di rimanere da soli.

-Oh…sì, sì, mi ricordo! Ma non c’era bisogno che mi aspettassi in corridoio!

-Io, infatti, volevo mostrarti una cosa! Ti dispiacerebbe seguirmi?

Ma Remus non aspettò nemmeno la sua risposta, che cominciò a camminare lungo il corridoio. Tonks lo seguì immediatamente. Non voleva sprecare quell’occasione. Dopo un po’ si trovarono di fronte ad un’altra porta, che Lupin aprì. La stanza era una specie di biblioteca e studio insieme. Vi erano, infatti, lungo le pareti numerosissimi scaffali, pieni di vecchi libri, e al centro vi erano poi una scrivania e una sedia. Lei allora entrò e cominciò a guardarsi intorno. Le ricordava molto lo studio del padre a casa sua. Era confortevole. Remus, dopo aver richiuso la porta, disse

-I libri sono il mio mondo. Adoro leggere, lo trovo un passatempo interessante e istruttivo.

Tonks intanto aveva cominciato a passare vicino agli scaffali e, arricciando gli occhi, cercava di leggere i titoli dei volumi.

-Quando fui morso, tutti credevano che io potessi essere una minaccia, un pericolo per tutti. Allora ero piccolo e credevo che le persone fossero cattive e malvagie, poi capì che si comportavano in quel modo perché erano ignoranti. Allora da quel giorno mi ripromisi che sarei cresciuto diversamente, che sarei stato una persona colta, matura e intelligente. Così cominciai a leggere. Solo in questo modo potevo estraniarmi dalla realtà e dimenticarmi di quello che sono

Lei lo guardò commossa.

-Mi dispiace che tu abbia sofferto in questo modo…nessun bambino dovrebbe crescere con questo peso…

-No, non dispiacerti. Non ne vale la pena! Tanto ormai sto imparando a conviverci

Poi Remus le sorrise e disse

-Perdonami, non volevo rattristarti! Hai visto qualcosa che ti interessa?

Tonks riprese a passeggiare tra qui scaffali, fino a quando non fu colpita dal titolo di un libro

-Oh…che strano!

-C’è qualcosa che non va?

Allora lei estrasse il volume e, passandoci sopra le dita per togliere la polvere, rispose

-Bè…non proprio! E’ “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen!

-Oh sì,- annuì lui –un romanzo meraviglioso!

-Appunto!- convenne lei –Quello che mi ha meravigliato è che lo possedeva una donna terribile come la madre di Sirius! Sai mi aspettavo libri su i più famosi maghi purosangue d’Inghilterra o qualche libro sulla Magia Oscura, ma non questo!

Remus, infilandosi le mani in tasca, si appoggiò al fianco dello scaffale, in modo tale che potesse avere la ragazza proprio di fronte a sé

-Le persone ci sorprendono sempre. Probabilmente la signora Black era stata cresciuta in quel modo, ma magari desiderava una vita diversa. Le storie dei libri molte volte rispecchiano anche le nostre. Forse lei si sentiva immedesimata nel personaggio di Elizabeth…

-Credo che anche Mr.Darcy si sarebbe rifiutato di amare una donna come la madre di Sirius…

Poi Tonks cominciò a recitare una parte di quel romanzo, che le piaceva tanto

-”Se i vostri sentimenti sono rimasti quelli che erano lo scorso aprile, ditemelo subito. Il mio affetto e il mio desiderio sono immutati; ma basterà una vostra parola a farmi tacere per sempre”. Mia madre me lo leggeva sempre prima di andare a dormire- spiegò lei -Lo adoravo. Mi ha fatto capire che non bisogna mai accontentarsi, che bisogna sempre sperare di poter incontrare un giorno un uomo come Darcy o Bingley…un uomo che ti ama per quello che sei…

-E fino ad ora lo hai trovato?

Tonks, non aspettandosi una domanda del genere, alzò, incredula, lo sguardo verso Remus, . Arrossì per come lui la stava scrutando. Aveva una sguardo così intenso, che le fece dimenticare per un attimo della guerra, dei Mangiamorte e di Voldemort. Avrebbe tanto voluto perdersi in quegli occhi ambrati.

“Ma cosa mi succede? Perché mi sento così strana…”.

Aveva aperto bocca per rispondere a Lupin, ma Fleur comparve nella stanza e, quando si accorse di loro due, disse

-Oh…sono spioscente! Cercavo il baigner! Mais Molly vi stava scercando! Vi deve parler absolument!

-Mercì Fleur d’avior mis en grade (Grazie Fleur di averci avvisato)!- rispose lui con un perfetto accento francese.

-De rien!

La ragazza dai fluenti capelli biondi lasciò la stanza.

“Il momento magico è finito!”.

Dopo che Tonks ebbe rimesso il libro al suo posto nello scaffale, entrambi uscirono dallo studio. Mentre scendevano le scale, lei le chiese maliziosa

-Quindi sai parlare anche il francese, eh?

-Oh sì, è una lingua molto raffinata!

-Ma c’è qualcosa che non sai fare?!-

Era più un’esclamazione che una domanda.
Quando arrivarono in cucina, però, trovarono tutti in agitazione. Ron ed Hermione si lanciavano continuamente degli sguardi preoccupati. Arthur cercava di far calmare la moglie, che con le mani nei capelli diceva

-Povero…povero ragazzo!

Sirius, invece, faceva avanti e indietro nella stanza, imprecando

-Quei luridi bastardi! Oh, ma la pagheranno cara! E come se la pagheranno, quei figli di…

Ma Lupin lo richiamò

-Sirius! Che cosa è successo? Fleur ha detto che ci volevate vedere!

L’amico lo guardò per qualche secondo e poi annunciò rabbioso

-Harry è appena stato attaccato da due Dissennatori!


Ok ed ho pubblicato anche questo quinto capitolo! Forse mi sarei dovuta concentrare di più sulle figure di Bill e Fleur, ma conto di farlo più in là lungo la storia! :D
In ogni caso…vi è piaciuto questa cosa di “Orgoglio e pregiudizio”? Forse è un po’ banale…però fin dall’inizio ho capito che è il loro romanzo! :D Fatemi sapere!
Un abbraccio da abby_nigel

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Capitolo 6
*** Una francese per amica ***


Capitolo 6

Una francese per amica


La notizia dell’attacco dei Dissennatori aveva sconvolto tutti. Silente aveva già mandato due gufi in un’ora. Uno per comunicare che Harry era vivo, ma aveva praticato un Incanto Patronus davanti al cugino Babbano e quindi il Ministero lo aveva espulso da Hogwarts; il secondo, invece, per dire che era riuscito ad ottenere un’udienza in cui il ragazzo sarebbe stato giudicato e che bisognava convocare urgentemente una riunione dell’Ordine, perché Harry doveva essere trasferito a Grimuland Place. Così Tonks, Lupin, Sirius, Molly, Arthur, Bill e Fleur stavano aspettando l’arrivo degli altri membri per poter agire.
Il signor Weasley aveva immediatamente mandato i ragazzi nelle loro camere, perché non ascoltassero ciò che si sarebbero detti. Remus, intanto, stava cercando di calmare Sirius, che camminava nervosamente per la stanza.

-Felpato fermati, per favore! Fare così non ti servirà a nulla!

-Non dirmi di stare calmo, Lunastorta! Lo sai che mi irrita ancora di più!

-Andiamo Sirius! Cerca di tranquillizzarti!- si intromise Arthur –Harry sta bene!

-Ma se gli fosse successo qualcosa? E se i Dissennatori fossero riusciti a Baciarlo?- disse Molly tutto d’un fiato.

Tonks sapeva che doveva fare qualcosa, anche se non era certa di cosa precisamente. Era più l’istinto che la esortava, che la spingeva a porre fine al caos che c’era in quella stanza.

-Sentite: ora basta! Molly, Sirius, smettetela di preoccuparvi! Harry, fortunatamente, sta bene! E’ un ragazzo in gamba e se l’è saputa cavare!
Quindi non dobbiamo pensare a cosa gli sarebbe potuto succedere se non si fosse difeso! Ora dobbiamo solo concentrarci sul suo arrivo qui!

Tutti ammutolirono. Sirius la guardò stupito. Molly, invece, sembrava indignata. Arthur le lanciò uno sguardo riconoscente e Remus, con piacere di Tonks, la guardava ammirato.
Improvvisamente bussarono alla porta principale e Bill corse ad aprire. Dopo un po’ piombarono in cucina Moody, Kingsley e Piton.
La signora Weasley fu la prima a esplodere.

-Allora? Sapete qualcosa? Harry sta bene?

Alastor le rispose con fare sbrigativo

-Sì, Molly, tranquilla! Quel ragazzo è forte e sa il fatto suo. Ora ci sono cose più urgenti da sbrigare: tra due giorni dovremo andare a prendere
Harry a Privet Drive. Silente ha detto che ci dovremo andare con le scope. E’ più sicuro. E no Sirius,- disse anticipandolo –tu non puoi assolutamente venire!

-Dannazione Malocchio! Io sono il suo padrino! Non posso abbandonarlo proprio ora che ha bisogno di me! Io verrò, anche se non vuoi! Lo sai che non puoi costringermi a rimanere a guardare!

All’improvviso Moody sbattè violentemente il suo bastone per terra e urlò

-SMETTILA DI VOLER GIOCARE ALL’EROE! Non è per ripicca che non ti voglio far andare! Se qualcuno ti dovesse riconoscere, salterebbe tutta la copertura!

Tonks aveva visto poche volte il suo capo così arrabbiato e, fortunatamente per lei, non era stata a causa sua; ma di altri addetti del Ministero, che avevano osato parlare male di Silente davanti a lui. L’occhio sano gli schizzava fuori dall’orbita e aveva un po’ di affanno.

-Te lo ha detto anche Silente! Devi rimanere nascosto qui! E’ per il bene di tutti, SOPRATTUTTO DI HARRY! Quindi finiscila di lamentarti!

Sirius non rispose, ma continuò a guardarlo in cagnesco. Intanto Alastor si era ricomposto e,  dopo aver inspirato profondamente, riprese a parlare

-Si accettano comunque volontari per la missione. Io e Kingsley cercheremo di reclutare altra gente in questi due giorni. Qualcuno vuole partecipare?

Ninfadora non ci dovette pensare due volte.

-Vengo io, Moody!

Tutti la guardarono allibiti, tranne Piton, che con il suo solito fare altezzoso, disse

-Questo non è un gioco, ragazzina! Potresti anche morire, durante la missione! Oppure sei talmente ingenua da non capire la gravità della situazione?

“Oh no, questo non doveva dirlo!”.

Allora Tonks si rivolse all’uomo dai capelli unti e rispose, decisa

-Primo: non sono una ragazzina. Secondo: quando ho accettato di entrare a far parte dell’Ordine, sapevo benissimo a cosa sarei andata incontro, anche alla morte, se è necessario. Quindi finitela di dire o pensare che sono troppo giovane per combattere una guerra o che prendo la situazione sotto gamba! Solo perché ho i capelli fucsia e sono un po’ goffa, non significa che non sia abbastanza matura e capace di affrontare determinate situazioni!

Alastor sorrise compiaciuto.

-Bene. Piton tu hai qualcosa in contrario?

Come risposta Severus alzò un sopracciglio e disse

-Tranne per il fatto che, a mio parere, è inutile sprecare la propria vita per Harry Potter…no, non ho nulla da obiettare

Sirius, dopo quelle parole, sbottò di nuovo

-Attento a come parli, Mocciosus! Non ti permetto di…

Ma non riuscì a concludere la frase, che Moody lo aveva già spinto sulla sedia con il bastone e gli aveva detto

-Non c’è tempo per i vostri stupidi litigi da ragazzini di sei anni! Sono un Auror, non una balia!- poi si rivolse di nuovo agli altri e riprese a parlare –Riguardo l’ora precisa della missione vi farò sapere al più presto. Ora io e Kingsley dobbiamo tornare subito al Ministero, perché l’arrivo di Silente ha creato il caos e Caramell ci vuole lì. E Piton deve tornare ad Hogwarts. Prima, però, Tonks vorrei parlarti un attimo in privato. Seguimi!

Non appena si ritrovarono in corridoio, Ninfadora, stizzita, esclamò

-So quello che stai per dirmi: che non sto prendendo la situazione seriamente, che sono una ragazzina presuntosa e che non avrei dovuto rispondere in quel modo; ma lo sai che è più forte di me! E io…

-Stai zitta per un secondo!

Lei ammutolì immediatamente.

-Ti volevo solo dire…che sono molto orgoglioso di te.

Tonks lo fissò stupita. In quei due anni non le aveva mai detto una cosa del genere; veramente era sicura che non lo avesse mai detto a nessuno.

-Sei una tosta. L’ho saputo fin dal primo momento in cui hai messo piede al Ministero. Stasera mi hai reso l’Auror più fiero del mondo e sai perché? Perché se io non ce la dovessi fare, morirei con la certezza che ci saresti tu a combattere per entrambi. Ora però ascoltami…torna a casa e rimani lì in questi due giorni. Ti arriveranno presto notizie per la missione. Ora devo proprio andare.

Allora tornarono in cucina e, dopo aver salutato tutti, Moody, Kingsley e Piton scomparirono con la stessa velocità con cui erano arrivati.
Calò di nuovo il silenzio. Erano tutti stanchi e preoccupati. Sirius, ancora seduto, fissava il vuoto accigliato. Quando si accorse della presenza di Tonks, disse

-Grazie…ti sono debitore…

-Non esserlo…sono felice di poter dare una mano! Scusatemi, ma si è fatto tardi e Moody mi ha ordinato di rimanere chiusa in casa per i prossimi due giorni. Quindi...ehm...buona notte!

-Attends! Ti accompagno alla port!

Ninfadora rimase stupita della reazione di Fleur. Si fece comunque scortare fino all’entrata e, quando si voltò per salutarla, la ragazza francese le disse

-Sonti Ninfadorà…ti dispiasce se après demain ti vengo a trovare? Vorrei tonto conoscerti mieux…

-Ehm…no, figurati! Tanto non avrò niente da fare per due giorni!

Tonks, dopo essere uscita dalla casa, rimase un attimo fuori la porta a pensare.

“Le francesi sono strane!”.


 
Il giorno dopo nel pomeriggio Tonks sentì bussare al campanello di casa. Quando andò ad aprire, si trovò di fronte una Fleur dei capelli biondi, che le cadevano sulle spalle, e dall’aria un po’ titubante. Effettivamente Ninfadora era rimasta perplessa per la richiesta della sera prima, però che c’è male a voler approfondire la conoscenza di un’altra persona.

-Ciao Fleur! Vieni entra!

-Bonjour Ninfadorà! Comment vous?

-Ehm…scusami, ma non ti capisco quando parli francese…

-C o m e  s t a i?

-Oh…bene grazie!

Fleur entrò in casa e, con uno sguardo un po’ scettico, ne scrutò l’interno.

“Perché si è auto invitata, se non le piaccio?”.

-Andiamo in cucina! Ti posso offrire una birra?

-Preferirei un tè, s’il vous plait!  

Allora le due ragazze si accomodarono attorno al tavolo e Tonks mise il bollitore sul fuoco. Scrutò la sua ospite per qualche secondo. Era bella, molto bella, aggraziata, delicata, femminile. “Tutti la vorrebbero come fidanzata…”, pensò mestamente. Rimasero per qualche secondo in silenzio, non sapendo cosa dirsi; fino a che non fu la ragazza francese a rompere il silenzio

-Quando Bill mi ha dit che sci sarosti stota anche tu al pranso, mi sono sontita sollevata. Enfin non saroi stota l’unica ragassa. Molly non mi sopporta…fa di tutto per rondermi la vita impossible, e anche qui Ginny…oh, non fa altro che squodrarmi jour et nouit. Ma non hanno capito nulle… j’aime Bill e non ho intensione di lasciarlo per loro…per questo voglio che siamo amis… ho bisogno di qualcuno che mi apposci e mi conforti…surement farò lo stosso puor vous, se avrai bisogno di moi!

-Oh…grazie…

Tonks era un po’ intontita, sia perché aveva avuto difficoltà a seguire il discorso con tutti quei francesismi, sia perché Fleur era stata molto diretta con lei.

-Comunque non prendertela per Molly! Non è cattiva, è solo molto attaccata alla sua famiglia! E teme che qualcuno possa portarle via i figli!

-E quel qualcuno sarei moi… ponsa che ieri sera le ho sontito dire a Monsieur Lupìn che vorrebbe che Bill si fidanssasse con toi, pourquoi sono troppo altessosa esnob per la loro fomiglia!

-Fleur ti assicuro che nessuno sano di mente, vorrebbe fidanzarsi con me! E poi ho visto come Bill pende dalle tue labbra e stai certa che non è uno stupido! Non ti lascerebbe mai, solo perché lo vuole la madre! Ma toglimi una curiosità…

-Scerto!

-Remus…che cosa ha risposto a Molly?

La ragazza bionda alzò un sopracciglio incuriosita e le si dipinse un sorriso malizioso sul volto.

-Pourquoi ti intoressa tonto quello che ponsa Monsieur Lupìn?

Tonks arrossì improvvisamente. Doveva aspettarsi che dopo la sua domanda, Fleur sarebbe diventata estremamente curiosa.

-Solo così…per sapere…

La ragazza francese la fissò per qualche secondo, poi rispose  

-Si è messo a ridore e le ha dit che può spostare le sue onsie sugli altri enfants, pourquoi Bill è abbostansa grande per cavorsela da solo.

-Ah…

Tonks effettivamente era rimasta un po’ delusa.

“Scusa cara, ma cosa ti aspettavi?” “Bè…non lo so di preciso…però qualcosa mi aspettavo!”.

-Ma cosa sc’è tra te e Monsieur Lupìn?

“Ora voglio proprio vedere cosa rispondi…”.

Ninfadora aveva aperto la bocca per dire qualcosa, ma fu salvata dal fischio del bollitore. Cercò di far finta di nulla, presa dalla preparazione del tè. Dopo che lo ebbe servito all’amica, Fleur riprese

-Alors?

L’altra si finse indifferente.

-Ma non c’è assolutamente niente! Ci siamo conosciuti due settimane fa, quindi come potrebbe esserci qualcosa?!

-Da comme vi guardavate nello studio non sombrava…

-Non ci guardavamo in nessun modo!- ribatté Tonks, sempre più imbarazzata.

-Se lo disci tu…

-Certo che lo dico io!

Ma non riuscirono a terminare il discorso, che sentirono picchiettare al vetro della finestra. Era un gufo. Dopo che Tonks ebbe aperto le ante di vetro, l’uccello planò giusto al centro del tavolo. Aveva un messaggio legato alla zampa. La ragazza lo prese e, come ricompensa, diede all’animale un biscotto, che aveva preso nella dispensa. Quando aprì il messaggio, dalla calligrafia frettolosa e disordinata capì che era di Moody.
 
Tonks vediamoci dopo domani alle cinque al quartier generale. Porta la scopa.
Moody
 
-E’ di Moody, vrai?

-Sì…

-Hai paura, Tonks?

La ragazza sospirò profondamente.

-Molta…ma non dirglielo, ti prego! Non voglio deluderlo…

-E pourquoi dovresti deluderlo? Il crede molto in toi! Vedrai che ondrà tutto bien! Pardonnez-moi Ninfadorà, ma ora devo tornare da Bill!

-Si…certo…

Quando si avvicinarono all’ingresso, Tonks disse

-Grazie, Fleur…sono contenta che tu sia venuta!

-No, grace a toi! Avevo tonto bisogno di sfogarmi con qualcuno! Sci vediamo dopo domani…amis!

E mentre guardava la ragazza francese uscire in strada e Smaterializzarsi, Ninfadora disse

-A presto…amis!


Ok mi scuso profondamente per gli errori commessi nel precedente capitolo…come il fatto che Bill in realtà è il primogenito e non il secondogenito…o come il fatto che Piton dovrebbe essere stato professore di Tonks. In questo sono stata superficiale! Mea culpa!
Per quanto riguarda Bill e Fleur mi piacciono…quindi mi dispiaceva inserire Bill senza Fleur! :P
Comunque non so se Fleur ricomparirà presto…perché scrivere in francese e italiano contemporaneamente (considerando che non ho mai studiato francese!) è stressante! xD
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto…anche se lo trovo un po’ fiacco!
Un abbraccio! Abby_nigel

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Capitolo 7
*** Il momento è giunto ***


Capitolo 7

Il momento è giunto

Buio. Sì, era proprio quello di cui Tonks aveva bisogno. Doveva concentrarsi, focalizzare il suo obiettivo e catalizzare tutta la paura in una parte della sua testa e farla rimanere lì fino alla fine della missione. Quando aveva deciso di prendervi parte, si era sentita audace, fiera, coraggiosa. Ora aveva solo le gambe molli e lo stomaco che le doleva. Quel pomeriggio alle cinque, come Moody aveva stabilito, si era recata a Grimuland Place. Poiché mancavano ancora alcune delle persone reclutate, avrebbero dovuto aspettare. Così Tonks, per calmarsi, pensò di recarsi nello studio e di rimanervi per un po’. Aveva spento le luci e si era seduta dietro la scrivania, portandosi le ginocchia al petto. Stava lì ferma e con gli occhi chiusi, ascoltando gli scricchiolii della casa. Ormai era quasi riuscita a calmarsi, quando improvvisamente la porta si spalancò e alla ragazza bruciarono gli occhi per la luce, che aveva invaso la stanza.
 
-Ninfadora? Cosa ci fai qui?
 
Quella voce l’avrebbe riconosciuta ovunque.
 
-Remus chiamami di nuovo Ninfadora e te la faccio pagare per tutta la vita!
 
-Qualcuno è un po’ nervoso oggi? Perché sei qui dentro e al buio per giunta?
 
-Cercavo di concentrarmi…- ammise lei, rimettendo i piedi a terra e scivolando un po’ lungo la sedia.
 
Lupin avanzò verso di lei e chiese
 
-Hai paura?
 
Tonks abbassò lo sguardo, indecisa, e poi rispose
 
-Ti mentirei se ti dicessi che non è vero…speravo che venendo qui, sarei riuscita a calmarmi, ma non ce la faccio!
 
-Vedrai che andrà tutto bene! Comunque verrò anche io…sono l’unico che conosce Harry e
Moody vuole essere sicuro che non portiamo qui un Mangiamorte trasformato…e poi sono riuscito a trovare una scopa con cui volare. Sai uno degli svantaggi di un lupo mannaro è quello che non concedono facilmente un lavoro, quindi non ho molti soldi da parte…l’unico a darmi fiducia è stato Silente, offrendomi due anni fa il posto di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure!
 
-Scommetto che i ragazzi ti adoravano!
 
Remus fece spallucce e da modesto qual era disse
 
-Ai ragazzi basta che dai un po’ di fiducia e loro ti danno il massimo! E poi come si dice: “rem tene, verba sequentur”!
 
-Rem che?
 
Lui rise, divertito.
 
-E’ latino. Significa “Conosci l’argomento e le parole verranno da sole”!
 
Tonks ormai stava iniziando rilassarsi e continuò a scherzare
 
-Francese, latino…hai molte qualità nascoste Remus Lupin! Scommetto che tutte le donne impazziscono per te!
 
-Ti assicuro che non è affatto così…diciamo che questo è un altro degli svantaggi di essere un
lupo mannaro…
 
-Ecco! Ora hai riacceso la mia curiosità riguardo la tua vita e mi sono venute in mente altre domande!- disse lei, illuminandosi in volto
 
Remus scosse la testa, sorridendo, e affermò
 
-Mi spiace, disilluderti…ma questa volta è il mio turno! E poi mi sembra che tu abbia lasciato in sospeso la mia domanda dell’altra volta!
 
Tonks arrossì. Non sapeva perché le capitava, ma si sentiva in imbarazzo.
 
-Oh…sì…mi sembra che stia riaffiorando un vago ricordo…illuminami, ti prego!
“Forse ora ti stai rilassando un po’ troppo, ragazza! Ricordati che hai una missione da compiere!”.
 
-Ti avevo chiesto se fino ad ora hai trovato il tuo Mr.Darcy!
 
Lei, fingendosi indifferente e divertita, assunse un’aria pensierosa. Si portò l’indice al mento e alzò gli occhi al cielo.
 
-Posso dire che la mia vita amorosa è stata…movimentata!
 
-Addirittura?!- chiese lui con un misto tra il divertito e il curioso.
 
-Una donna bella come me fa impazzire molti uomini!
 
-Non lo metto in dubbio!
 
-Mi prendi in giro, Remus?
 
-Assolutamente no! Non mi permetterei mai!
 
-Tu…- fece lei, lanciandogli uno sguardo truce.
 
Ma la loro conversazione fu interrotta da Sirius, che era salito a chiamarli.
 
-Ehy…sono tutti giù! E’ ora che andiate!
 
I due lasciarono immediatamente la stanza e, seguiti dall’amico, giunsero in cucina, che all’improvviso si era riempita di maghi e streghe che Tonks non conosceva. Moody fece un cenno verso di loro con il bastono e annunciò
 
-Questi sono Tonks e Lupin!
 
Le altre persone presenti fecero dei cenni con le teste per salutarli.
 
-Ora muoviamoci! Siamo già in ritardo!- disse Alastor con fare sbrigativo.
Ognuno prese la propria scopa e uscirono in strada. Tonks non aveva più paura, ma provava entusiasmo. Infatti i suoi capelli da rosa, erano diventati viola,proprio come il suo umore. Moody diede loro il segnale di inforcare le scope. Dopo che lo ebbe fatto, Ninfadora si voltò a sinistra e vide Remus farle l’occhiolino. Sì, sarebbe andato tutto bene.
 
 
-Che strano posto in cui vivere!
 
-Zitta Tonks! Non dobbiamo attirare l’attenzione!
 
-Va bene…scusa!
 
Erano giunti sani e salvi, ma infreddoliti, a Privet Drive. Era un quartiere pieno di villette tutte uguali e una affianco all’altra. Era tutto molto Babbano. Dopo aver messo piede sul marciapiede, si diressero verso la porta del numero quattro. All’interno era tutto buio, solo da una finestra al primo piano proveniva un po’ di luce. Harry doveva essere lì.
 
-Alohomora!- pronunciò il suo capo.
 
La porta si aprì, cigolando un po’. Allora entrarono tutti di soppiatto, ma proprio in quel silenzio assorto Tonks sfiorò qualcosa appeso al muro, che traballò e poi cadde a terra, infrangendosi e facendo un rumore pazzesco.
 
-Cosa è successo?- domando Lupin, preoccupato.
 
-Ninfadora!- la riprese Moody.
 
-Scusate…
 
Poi il suo capo continuò a parlare
 
-E’ al piano di sopra. Riesco a vederlo, ma credo sia chiuso nella stanza da fuori.
 
Allora agitò la bacchetta e la porta della camera del piano superiore scattò e si spalancò. Dopo un po’ sulla cima delle scale, comparve la sagoma di un ragazzo che puntava la bacchetta verso di loro.
 
-Giù la bacchetta, ragazzo, prima di cavare un occhio a qualcuno!- gli disse Malocchio.
 
-Professor Moody
 
La sua voce era un po’ incerta.
 
“Bè…anche io mi spaventerei, vedendomi piombare in casa un sacco di gente!”.
 
-Professore non saprei, non è che abbia insegnato molto, vero? Vieni giù, vogliamo vederti bene!
 
Harry non si mosse. Allora Remus gli parlò
 
-E’ tutto apposto, Harry. Siamo venuti per portarti via.
 
-Professor Lupin. E’ lei?
 
-Perché siamo tutti al buio?- si intromise Tonks –Lumos!
 
Dopo aver osservato il suo aspetto un po’ trasandato, gli occhiali tondi e la cicatrice, coperta dai capelli neri, disse
 
-Oh, è proprio come lo immaginavo. Ciao, Harry!
 
Moody strizzò l’occhio sano e chiese, sospettoso
 
-Sei proprio sicuro che sia lui, Lupin? Sarebbe un bell’affare se portassimo via un Mangiamorte con le sue sembianze. Dovremmo chiedergli qualcosa che solo il vero Potter può sapere. A meno che qualcuno non abbia con sé un po’ di Veritaserum…
 
-Harry, che forma assume il tuo Patronus?- gli chiese subito Remus.
 
Il ragazzo rispose dubbioso
 
-Un cervo.
 
-E’ lui, Malocchio!
 
Dopo che si furono spostati in cucina, Lupin gli presentò tutti.
 
-Questo è Alastor Moody, Harry.
 
-Sì, lo so
 
-E questa è Ninfadora…
 
-Non chiamarmi Ninfadora, Remus!- ribatté lei, stizzita –Io sono Tonks!
 
-Ninfadora Tonks, che preferisce essere nota solo col cognome!
 
-Lo preferiresti anche tu, se quella sciocca di tua madre ti avesse chiamato Ninfadora!
 
Dopo che ebbero fatto le presentazioni, lei salì al piano superiore con Harry per aiutarlo a fare il baule. Aveva cercato di fare conversazione, ma quel ragazzo sembrava restio a voler parlare con lei.
 
“Forse perché hai accennato alla sua cicatrice, intelligentona?” “Ma volevo solo rompere il ghiaccio!”.
 
Quando ebbero finito, scesero di nuovo in cucina. Tonks faceva fluttuare il baule e in una mano portava la gabbia del gufo. Era ora di andare. Allora uscirono in strada e lei caricò i bagagli sulla sua scopa.
 
-Notte serena- commento Moody –Un po’ di nuvole ci sarebbero state più utili per coprirci. Ehy tu,- disse, rivolgendosi ad Harry – voleremo in formazione compatta. Tonks starà davanti a te, stalle attaccato alla coda. Lupin ti coprirà da sotto. Io starò dietro di te. Tutti gli altri si disporranno attorno a noi. Non romperemo le righe per nessun motivo, capito? Se uno di noi viene ucciso…
 
-Può succedere?- lo interruppe il ragazzo dagli occhiali tondi, che aveva assunto un’espressione preoccupata.
 
Ma Alastor continuò, indifferente.
 
-…gli altri continuano il volo, non si fermano, non abbandonano i ranghi. Se ci abbattono tutti e tu sopravvivi, Harry, la retroguardia è pronta a prendere il tuo posto; continua a volare verso est e ti raggiungeranno!
 
“Ma perché fa così? Non lo vede che è terrorizzato!”.
 
-Smettila di essere così allegro, Malocchio, o penserà che non prendiamo la faccenda sul serio!- disse Tonks.
 
-Sto solo spiegando il piano al ragazzo! Il nostro compito è accompagnarlo sano e salvo al Quartier Generale, e se cadiamo nel tentativo…
 
Ma non concluse la frase, che un bagliore rosso comparve in cielo e Lupin disse
 
-Salite sulle scope! Ecco il primo segnale!
 
Poi ci fu un altro schizzo di scintille rosse.
 
-Il secondo segnale! Andiamo!
 
Allora si librarono in volo, seguendo gli ordini di Moody. Fortunatamente il viaggiò andò bene e non incontrarono imprevisti. Quando poi furono a Grimuland Place, Harry assisté incredulo alla improvvisa comparsa del numero dodici. Tonks pensò, divertita, che anche lei doveva avere un’espressione come quella del ragazzo la prima volta che il suo capo l’aveva portata in quel posto. Malocchio bussò alla porta e, quando si aprì, infilarono immediatamente Harry dentro.
Solo quando furono tutti dentro, Ninfadora tirò un sospiro di sollievo.
Ce l’avevano fatta.


Ok…non credo che questo capitolo sia il massimo, ma ho trovato difficoltà per scriverlo! Infatti devo dire che i dialoghi di quando vanno a prendere Harry, sono quelli del libro. Non mi sembrava il caso di distaccarmi troppo dal libro! Spero che vi sia piaciuto!
E preavviso che nel prossimo capitolo ci sarà una specie di novità…
Un abbraccio a tutti da abby_nigel!

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Capitolo 8
*** Che lo spettacolo abbia inizio! ***


Capitolo 8

Che lo spettacolo abbia inizio!

Quella mattina Tonks camminava per strada, cercando di seguire un ritmo immaginario, che le risuonava nella testa. Era di buon umore. I suoi capelli, infatti, erano più fucsia che mai. Anche se  la sera prima aveva promesso a Molly che quella mattina sarebbe andata a Grimuland Place a dare una mano nelle pulizie, sacrificando il suo unico giorno libero, stranamente non le dispiaceva affatto. Soprattutto per il fatto che avrebbe rivisto Remus. Più i giorni passavano, più qualcosa dentro di lei cresceva e le faceva desiderare che quel periodo non terminasse mai. Insomma il suo lavoro procedeva senza intoppi, la sua prima missione era andata a gonfie vele e adorava stare in compagnia di quell’uomo dagli occhi ambrati. Però era consapevole che la sua era più una cottarella, che qualcosa di più. Si era di nuovo sentita come quando aveva diciassette anni. Spensierata, forte, audace, attraente. In fondo cosa c’era di male?
Per l’ennesima volta in quella settimana si trovò di fronte al numero dodici di Grimuland Place. Bussò alla porta e una indaffarata e spettinata Molly le aprì
 
-Buongiorno Tonks! Scusami per il mio aspetto, ma stiamo combattendo con i ragazzi contro delle Pixie al piano di sopra e stavamo quasi per finire!
 
-Non preoccuparti Molly! Vai pure, qui posso chiudere io!- disse la ragazza, accostando la porta.
 
-Tonks, cara, ti dispiacerebbe iniziare a dare un’occhiata al salotto? Quando ho finito ti
raggiungo!- le chiese la signora Weasley, mentre saliva le scale.
 
-Certo! Stai tranquilla!
 
Allora Ninfadora, che ormai conosceva a memoria la casa, si diresse verso la seconda porta del corridoio. La aprì lentamente, controllando che non ci fosse nessuno. Si meravigliò di trovarla vuota. In ogni caso buttò la borsa sul divano e si guardò un po’ intorno. Sembrava tutto in ordine, si vedeva solo uno spesso strato di polvere sui mobili e sulle tende. Però, prima di estrarre la bacchetta, iniziò a frugare nella borsa e dopo un po’ ne caccio fuori un walkman per cassette. Glielo aveva regalato il padre Babbano qualche giorno prima. La cassetta, invece, l’aveva comprata lei. Era di un musical, che si intitolava “Rocky Horror Picture Show”. Lo aveva scoperto qualche anno fa, quando un Babbano con cui usciva l’aveva portata a teatro una sera. C’era una canzone in particolare che le piaceva. Allora inserì la cassetta e, dopo aver messo le cuffie, premette il tasto play e la musica partì.
 
“I was feeling done in
Couldn't win
I'd only ever kissed before
You mean she?
Uh huh
I thought there's no use getting

Into heavy sweating
It only leads to trouble
And bad fretting
Now all I want to know
Is how to go
I've tasted blood and I want more”.

 
Tonks all’inizio si mise semplicemente a controllare che dietro le tende non ci fosse qualche Pixie, mentre lasciava che la testa ondeggiasse al ritmo della canzone e che le labbra, senza che emettessero alcun suono, ne ripetessero le parole. Poi arrivò il ritornello e a quello Tonks non seppe resistere.
 
“Touch-a touch-a touch-a touch me
I wanna be dirty
Thrill me, chill me, fulfill me
Creature of the night”.

 
Allora iniziò a muovere i fianchi sinuosamente e si portò le mani dietro la nuca, scompigliandosi i capelli. Si sentiva proprio bene con se stessa e voleva godersi quel momento di benessere. A quel punto cominciò anche a cantare, sebbene fosse consapevole che la sua voce non era per niente soave; però non le importava, non le interessava se l’avessero sentita, se avessero detto che era stonata.
 
“And that's just one small fraction
Of the main attraction
Are you a friendly man?
And I need action
Touch-a touch-a touch-a touch me
I wanna be dirty
Thrill me, chill me, fulfill me
Creature of the night”.

 
Ad un certo punto pensò di imitare le movenze del personaggio, che aveva visto a teatro. Fingendo di essere presa dal desiderio, lasciò scendere di poco e molto sensualmente la schiena contro il pendolo. Intanto continuava a cantare “Creature of the night!”.
Quando decise di fare una aggraziata piroetta, si accorse che, appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate, c’era Remus, che la osservava divertito. Tonks per lo spavento e la sorpresa incrociò per sbaglio i piedi e cadde di faccia sul divano. Anche se aveva il volto immerso nei cuscini impolverati del mobilio, sentì la risata dell’uomo. Dopo un po’ si rimise in piedi goffamente e, cercando di stoppare il walkman, chiese imbarazzata
 
-Da…da quanto te-tempo sei qui?
 
-Abbastanza.
 
-Oh…bene…spero che lo spettacolo ti sia piaciuto!- disse lei, cercando di calmarsi e sperando di non essere
arrossita troppo.
 
Lui si avvicinò e le rispose
 
-Sì, l’ho gradito molto! Soprattutto l’uscita di scena!-, ma Lupin non riuscì a trattenere una risata.
 
Tonks lo colpì sul braccio e, fingendosi stizzita, gli disse
 
-Si si, ridi pure, caro professore! Io stavo cercando di dare una pulita!
 
Remus, passandosi una mano tra i capelli un po’ ingrigiti, continuò a prenderla in giro.
 
-Sì, ci credo! Il pendolo è diventato come nuovo!
 
Tonks lo fulminò con lo sguardo. Rimasero per qualche secondo in silenzio. Lei lo guardava di sbieco; lui la osservava, credendo di averla offesa con le battute. Poi, improvvisamente, scoppiarono entrambi a ridere. Furono delle risate fragorose, sonore, energiche, di quelle che poi fanno uscire le lacrime. Dopo un po’ Remus, ricomponendosi, disse
 
-Non sapevo che ti piacesse il “Rocky Horror Picture Show”!  
 
-E io non credevo che lo conoscessi! Allora…- continuò lei molto maliziosamente – sono stata abbastanza
sensuale come Janet?
 
Tonks capì che lui non si aspettava una domanda del genere, perché lo vide irrigidirsi e, quando ripose, balbettò
 
-Oh…s-sì…cioè credo di si! Insomma…l’ho visto una volta nella mia vita e…
 
-Non credevo che ci volesse così poco, per farti diventare rosso come un pomodoro!
 
Remus, di tutta risposta, allargò le braccia e con fare arrendevole rispose
 
-Eh sì, una mia piccola pecca, se la si può chiamare così!
 
Tonks gli sorrise, convincendosi sempre di più che quell’uomo era perfetto. Era sensibile, dolce, intelligente, maturo.
 
-Non c’è sfizio a prenderti in giro, Remus! Non reagisci mai!- disse Tonks, mettendo il broncio.
 
-Non volevo farti dispiacere!
 
-Non chiedermi scusa per come sei!- continuò lei –E’ una cosa che non sopporto…in nessuno! Io non chiedo mai scusa per la mia goffaggine! Sono fatta così! Insomma noi piacciamo agli altri per quello che siamo.
 
Remus le sorrise accondiscendente.
 
-Hai ragione. Per questo…mi piaci: sei sincera, semplice, grintosa, fedele…tutte qualità che apprezzo!
 
Tonks sentì le guance avvampare e riuscì solo a sussurrare un
 
-Grazie…
 
-Sono sicuro che gli uomini con cui sei stata fidanzata, ti amavano proprio per questo!
 
-Amavano…forse è una parola troppo grossa…
 
Ninfadora si sedette sul poggiolo del divano e abbassò mestamente lo sguardo sul walkman che si rigirava tra le mani.
 
-Dopo un po’ di tempo che ci frequentavamo, iniziavano a sentirsi minacciati dal mio carattere…dalla mia “grinta”! E quindi mi lasciavano…ho sempre creduto che ero sbagliata per loro, per l’amore…
 
Ad un certo punto Remus le si avvicinò e le alzò il viso, spingendole il mento con la mano.
 
-Non pensarlo mai più. Tu sei speciale, Tonks. Sono loro che non l’hanno capito.
 
E rimasero così, fermi, persi l’uno negli occhi dell’altra. Lei, guardandolo, non poteva far altro che perdersi nei suoi occhi ambrati, gentili, belli. Quando le sue dita le avevano sfiorato il mento, aveva sentito le farfalle nello stomaco. Era stata una sensazione piacevole e inebriante. Quando ormai il tempo sembrava essersi fermato solo per loro due, la porta della stanza si spalancò improvvisamente e da dietro comparve Sirius. I due si ritrassero, subito, imbarazzati. L’uomo li osservò per un po’ e poi disse
 
-Remus, Molly ti vuole al piano di sopra per un Molliccio!
 
-Oh…sì, certo! Vado immediatamente!
 
Così rimasero Tonks e Sirius, la prima ancora imbarazzata, il secondo desideroso di sapere cosa stava accadendo.
 
-Ciao Tonks! Prima non ti ho sentita entrare!
 
-Ciao! Mi ha aperto Molly e mi ha chiesto di venire a controllare che in salotto non ci fossero Pixie o Mollicci!
 
-Certo, certo.
 
Calò di nuovo il silenzio tra i due. Poi Sirius ricominciò a parlare più agguerrito di prima.
 
-Senti, Tonks, ormai da quanto tempo ci conosciamo?
 
-Ehm…tre settimane…- rispose lei, non capendo cosa volesse dire il cugino.
 
-Già…e sono state tre settimane in cui ci siamo potuti conoscere meglio, no?!
 
-Bè…sì, più o meno!
 
-E quindi se tu avessi un segreto, non me lo terresti nascosto, giusto?
 
-No, credo di no…
 
-Bene, bene. Allora perché non mi hai detto che ti piace Remus?
 
Ninfadora non si aspettava una domanda del genere. Percepì che il colore dei suoi capelli stava radicalmente passando dal fucsia al rosso. Il walkman le cadde dalle mani. Sirius, con aria indifferente, glielo raccolse; ma prima di ridarglielo, la scrutò e chiese
 
-Allora? Puoi dirlo al cugino Sirius!
 
Lei, fingendosi stizzita, gli strappò il lettore musicale dalle mani e disse
 
-Io non devo dire assolutamente niente! Io e Remus siamo solo buoni amici, non mi sembra strana come cosa!
 
Sirius alzò un sopracciglio, ma, invece di controbattere, con un gesto teatrale, si gettò sul divano.
 
-Come vuoi! Io volevo aiutarti a conquistarlo, anche se da come ti guarda, direi che è praticamente inutile! Sai Remus può essere un buon partito!
 
“Ok…ora esagera!”.
 
-Senti Sirius: non so cosa ti sei messo in testa, ma…
 
-Calmati Tonks! Stavo scherzando!- continuò lui, portando tranquillamente le mani dietro la nuca e sorridendole –Comunque se davvero non hai ancora fatto un pensierino sul caro Lunastorta, ti consiglio di farlo!
 
Dopo che ebbe detto quelle parole, si alzò e poi le disse, dandole una pacca sulla spalla
 
-Continua così e gli ruberai il cuore!

E così come era arrivato, se ne uscì dalla stanza, lasciando Tonks da sola, confusa e allibita.
 
“Ma in questa casa non si può mai stare un po’ da soli!”.


Ok…in questo capitolo è totalmente Remus/Ninfadora! :D Anche se non è proprio questa la novità…mi dispiace da questo punto di vista semmai di avervi deluso!
Prometto che nel prossimo capitolo ci sarà questa “fatidica” novità! :D

Per quanto riguarda la canzone si intitola “Touch a touch a touch a touch me”. Il musical si intitola “Rocky Horror Picture Show”. Consiglio comunque di andare a leggere la trama, in quanto tratta di temi abbastanza spinti e non credo di poterli citare in questa pagina. Ho scelto soprattutto questa canzone perché, come avrete notato, dice “Creature of the night”, ossia “creatura della notte!”, e ho pensato che potesse essere un chiaro riferimento a Remus, in quanto lui solo con la Luna piena si trasforma!

Spero che vi sia piaciuto!
E ringrazio tutti per le recensioni! :D
Un bacio abb_nigel


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Capitolo 9
*** Il mostro dagli occhi verdi ***


Capitolo 9

Il mostro dagli occhi verdi

“Metà della mia anima respira,
l’altra parte è scomparsa,rapita da Eros o da Ade, non so bene.
Si è persa dietro a un ragazzo?
Eppure li avevo avvertiti più volte :”Ragazzi, se scappa, non accoglietela”.
Sarà a casa di Chiso ne sono certo:
è là che si aggira quella sciagurata, pazza d’amore”.

 Callimaco – Antologia Palatina

 
“Che splendida giornata!”.

Tonks alzò il volto al cielo, ma il Sole era completamente coperto dalle nuvole grigie, che minacciavano un forte temporale di fine estate. Eppure lei si sentiva radiosa, serena, contenta, come non mai. Era come se vivesse in un mondo ovattato, dove niente, neanche la più terribile delle tragedie, poteva rattristarla. E tutta questa felicità a cosa era dovuta?

“Forse a chi è dovuta…”.

Già, a chi. Tonks conosceva perfettamente la risposta a quella domanda. Era quell’affascinante di un Remus Lupin, che con i suoi occhi ambrati e le sue cicatrici sexy le stava pian piano stregando il cuore.
Mentre pensava per l’ennesima volta a lui, entrò come suo solito al Ministero della Magia e, arrancando tra la folla di maghi e streghe che ogni giorno ne affollavano l’ingresso, arrivò all’ascensore. Aspettò che la voce metallica annunciasse “Quarto livello. Ufficio Auror” e che le porte si aprissero, per incamminarsi lungo il solito corridoio. Quella mattina, però, Moody le aveva inviato un gufo, chiedendole di recarsi prima nel suo ufficio, per parlare di un affare urgente.

“Sarà qualcosa per l’Ordine…”.

Quando si trovò davanti alla porta con scritto sopra “Ufficio di Alastor Moody”, bussò, ma a risponderle non fu la voce del suo capo.

-Avanti!

Quando, infatti, entrò, rimase meravigliata nel vedere il Ministro della Magia, Caramell, seduto dietro la scrivania di Moody, che, invece, stava in piedi al suo fianco.
Caramell la salutò cordialmente.

-Buongiorno agente Tonks! Venga si sieda!

-Non dovrebbe dirmelo Malocchio?!

Quest’ultimo, lanciandole uno sguardo truce, le disse

-Siediti e basta!

Lei ubbidì immediatamente. Solo dopo poco si accorse che affianco a lei c’era un’altra persona. Era un uomo dagli intensi occhi azzurri e dal volto luminoso e delicato. I capelli scuri gli cascavano intorno al volto in tanti ricci sinuosi.

-Agente Tonks, mi permetta di presentarle Paul Gilbert. Da oggi farà parte della squadra di Auror di Moody.

Paul, quando la vide, le sorrise. Ninfadora fu incantata dal suo sorriso, affascinante e “…perfetto! Questo tizio ha dei denti bianchissimi!”. Lui le porse la mano e disse

-Molto piacere di conoscerti! Il Ministro e il signor Moody mi hanno parlato molto bene di te! Spero che potremo formare un’ottima coppia di agenti!

Lei, incantata dalla bellezza statuaria dell’uomo, ricambiò la stretta, anche se debolmente.

-Sì, non vedo l’ora…

Rimasero a fissarsi per qualche secondo, fino a che Caramell, con un colpo di tosse, non li riportò alla realtà.

-Ehm…agente Tonks stamattina l’ho fatta convocare dal suo capo proprio per questo. Vorrei che in queste prossime due settimane lei faccia, come dire, da tutore all’agente Gilbert. Insomma gli spieghi come funzionano le cose qui dentro. So che posso fidarmi di lei!

-C-certo, Ministro! Non la deluderò!

-Bene! Ora, se non vi dispiace, dovreste lasciarmi un attimo da solo con l’agente Moody. Spero che si trovi bene qui, Paul!

Quest’ultimo si alzò dalla sedia e strinse la mano a Caramell per salutarlo.
Quando uscirono, Tonks era ancora un po’ intontita. L’uomo allora si voltò verso di lei e esordì, dicendo

-Grazie mille Ninf…

Ma lei lo bloccò immediatamente.

-No, non chiamarmi mai più Ninfadora! Sono solo Tonks!

-Va bene!- sorrise lui, accondiscendente –Allora grazie in anticipo, Tonks! Per ricambiare vorrei offrirti il pranzo più tardi!

Ninfadora, non volendo lasciarsi sfuggire l’opportunità, disse

-In genere per queste occasioni si fa un invito ufficiale…

-Allora signorina Tonks gradirebbe andare a pranzare più tardi con il sottoscritto?

-Certo, non vedo l’ora!

-Bene!- disse lui soddisfatto dell’impresa riuscita –Allora ci vediamo più tardi!

-Sì, a più tardi!

Tonks guardò Paul dirigersi verso il suo ufficio. Rimase qualche secondo a pensare, ripercorrendo velocemente gli eventi delle ultime settimane. Eh sì, il destino le stava regalando molte possibilità!
 


Poche ore più tardi Tonks si trovava seduta di fronte a Paul in un ristorante italiano. Aveva detto che voleva farle una sorpresa, così l’aveva portata in quel piccolo locale e l’aveva fatta sedere attorno ad un tavolo apparecchiato con una graziosa tovaglia a quadretti bianchi e rossi. Quando il cameriere era venuto per ordinare, Paul aveva risposto per entrambi, dicendo di volere due piatti di spaghetti. Dopo un po’ Tonks rise, coprendosi la bocca con la mano.

-Perché stai ridendo?

-Perché se mia madre sapesse che sto per mangiare degli spaghetti, mi ucciderebbe! Quando ero piccola me li faceva spesso e io mi rifiutavo sempre di mangiarli! Mi sembravano dei lunghi vermi!

-Aspetta di assaggiarli con il sugo, fatto con i pomodori di Sorrento!- le disse, mentre le versava del vino nel bicchiere.

Lei ne prese un lungo sorso e poi gli chiese.

-Perché hai deciso di fare l’Auror? Insomma…i tempi iniziano a farsi difficili e qualcun altro avrebbe scelto addirittura di andarsene!

Lui appoggiò le braccia sul tavolo e poi rivolse lo sguardo verso la finestra lì vicino, come per pensare alla risposta.

-Tu perché lo fai?- chiese dopo qualche secondo Paul.

-Per un futuro migliore, per le persone a cui voglio bene, perché so di lottare per una giusta causa!

Nel pronunciare quelle parole Tonks si era agitata un po’.

Lui le sorrise e le disse

-Ti sei risposta da sola!

Quel Paul era davvero un tipo sorprendete. Sapeva esattamente cosa dire al momento giusto e soprattutto lo faceva senza sprecare troppe parole.
Ad un certo punto il cameriere tornò con due piatti di spaghetti fumanti. Tonks volle aspirare a pieno il profumo di quella pietanza prelibata. Aveva già preso in mano la forchetta, quando Paul la bloccò e, prendendo in mano il bicchiere con il vino, le disse

-Aspetta! Prima propongo un brindisi! A un futuro migliore!

Ninfadora fece toccare il suo bicchiere con quello dell’uomo e ripeté

-Già, a un futuro migliore!


 

“Sempre mi scende nelle orecchie il ronzio degli Amori
e l’occhio muto offre ai Desideri un dolce tributo di pianto.
Non trovo riposo né notte né giorno: un filtro
m’ha segnato il cuore col marchio che io bene conosco.
Amori alati, sapete volgere lo sguardo solo su di me
e neppure per un attimo rivolarvene via?”

 
Meleagro – Antologia Palatina
 
 

-Allora Moody ci sono novità al Ministero?

Sirius Black, seduto dietro al tavolo della cucina di Grimuland Place, voleva essere aggiornato di quello che succedeva all’esterno dell’abitazione, visto che non poteva mai lasciarla. Erano ordini di Silente.
Moody, che quella sera si era recato al numero dodici di Grimuland Place per fare una visita agli abitanti della casa, rispose

-Caramell ha inserito nella mia squadra un nuovo Auror. Si chiama Paul Gilbert. Però sono riuscito a convincere quel rincitrullito del Ministro, affinché per queste settimane fosse sotto la tutela di Tonks.

Sirius, a quelle parole, scoccò uno sguardo furtivo all’amico, Remus Lupin, che stava seduto indifferente a leggere un libro. Come lo irritava quel atteggiamento pacato e calmo anche nelle situazioni più disparate.

-Spero solo che quella ragazzina non si lasci distrarre troppo dal suo fascino!- continuò Alastor con uno sguardo sempre più crucciato.

-Quindi è molto bello?- chiese curiosa la signora Weasley.

-E’ il classico Adone, fascinoso e intelligente. Come Auror non è male.

-Ma a Tonks piace?- continuò la donna imperterrita.

-Bè…stamattina quando si sono incontrati, non hanno fatto altro che guardarsi. Poi lui l’ha invitata a pranzo fuori. Me l’ha raccontato lei dopo.

-Oh, magari quella ragazza trovasse la sua anima gemella!- esclamò Molly.

-Cara, ti ricordo che non siamo qui per fare pettegolezzi!- la ammonì Arthur, guardandola severamente da dietro i suoi occhiali tondi; ma lei insistette, facendo un gesto di non curanza con la mano

-Tutti meritano un po’ di amore al giorno d’oggi! Da la forza per andare avanti!

Sirius, che fino a quel momento non aveva mai distolto gli occhi dall’amico, che aveva continuato a sfogliare le pagine del libro, disse

-Hai sentito, Lunastorta? Cosa ne pensi di questa notizia?

Remus, non scollando gli occhi dal volume, rispose

-Credo che Moody abbia avuto un’ottima idea, come sempre.

-Anche se Tonks si dovesse innamorare perdutamente di questo Paul?

Lupin rimase per qualche secondo in silenzio. Poi rispose semplicemente

-Perché no? E’ libera di amare chiunque vuole.

“Idiota di un Lunastorta!”.

Pensò irritato Sirius. Odiava come l’amico sapesse divincolarsi da certe situazioni con il suo atteggiamento diplomatico e gentile. Insomma qualsiasi essere umano avrebbe mostrato un pizzico di gelosia, invece Remus stava lì seduto tranquillo a leggere quello stramaledettissimo libro.

-Scusatemi, ma qui non riesco a concentrarmi. Vado nello studio.

Così Lupin, attirando gli sguardi sconcertati e dubbiosi di tutti i presenti, uscì dalla cucina e molto frettolosamente si recò nello studio. Quando fu certo di aver chiuso la porta dietro di sé, fece un profondo respiro.
Era stata sgradevole la sensazione che aveva provato prima. Il lupo che sembrava assopito dentro di sé, improvvisamente si era svegliato e aveva cominciato a girare, agitato, all’interno della gabbia in cui era rinchiuso. Sembrava furioso, impotente. Lupin credeva che tra qualche secondo il petto, che si alzava e si abbassava continuamente, gli sarebbe scoppiato.

“Ma cosa mi succede?”.

Ad un certo punto si diresse verso la scrivania e vi si appoggiò con le mani, cercando di calmarsi; ma poco dopo la porta si spalancò e lui sobbalzò per la sorpresa.

-Lunastorta si può sapere cosa ti è preso prima?

Era Sirius.

-Niente…- rispose lui lapidario.

L’amico incrociò le braccia spazientito e chiese

-Te la sei presa per quello che ho detto riguardo Tonks, vero?

-Sì…sì, me la sono presa per questo! Contento?!

Sirius si passò stancamente le mani sul viso e continuò

-Scusami Remus, non volevo offenderti!

-Ormai dovresti sapere cosa penso dell’amore!

-E tu sai cosa penso della tua stupida teoria! Remus tutti meritano di essere felici…anche tu! E se l’amore può dartela questa fottutissima felicità, perché non lasciarsi andare?! Ma no, tu sei il mostro che non può avvicinarsi a nessuno, altrimenti c’è il rischio che lo puoi sbranare, nonostante tutte le meticolosissime precauzioni che prendi!

-Tu non puoi capire!- disse Lupin, quasi rabbioso.

-Già…è da quando ci conosciamo che mi ripeti questo! In realtà hai paura, ma non di ferire qualcuno. Questa è solo una scusa! Tu hai paura di soffrire! Ammettilo, perché è così!

A quel punto Remus perse la pazienza, come poche volte nella vita gli era capitato, e sbattè i pungi sulla scrivania.

-Sì, Sirius! Ho paura! Ho paura che, anche se mi dovessi innamorare, questa maledetta guerra mi possa portare via tutto, soprattutto la persona che amo!

Sirius, in fondo, poteva comprendere quel suo ragionamento; ma Remus aveva ancora una possibilità, mentre era lui quello costretto a rimanere chiuso in una casa, che gli ricordava solo odio e sofferenza.

-Io non volevo farti arrabbiare,- riprese a parlare –semplicemente vorrei che tu fossi felice…te lo meriti, più di me!

Remus lo guardò in silenzio per qualche secondo, poi gli sorrise stancamente.

-Non cambierai mai, eh Felpato?

Sirius, notando che l’amico non era più offeso, rispose

-Assolutamente no!- fece per andarsene, quando all’improvviso si fermò e disse –Comunque…pensa a quello che ti ho detto, anche perché questo Paul sembra un tipo davvero in gamba!

Lupin rimase da solo nello studio. Aveva la mente offuscata dalla gelosia.

“Gelosia?!”.

Ormai il mostro dentro di lui sembrava essersi calmato e stava tranquillamente seduto al centro della gabbia, ma qualcosa era cambiato in lui, qualcosa che solo chi ha davvero provato almeno una volta nella vita la gelosia può riconoscere. I suoi  occhi selvaggi e maligni erano diventati verdi.


E anche questo nono capitolo è andato! :D
Piaciuta la sorpresa?! Vorrei spendere qualche riga per spiegare l’origine del nome di Paul. Allora a scuola ultimamente abbiamo studiato i poeti “decadenti” e tra questi vi è Paul Verlaine. Allora ho visto poi un film intitolato “Poeti dall’Inferno”, in cui Verlaine era interpretato proprio dall’attore di Lupin! :D
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo!
Un abbraccio abby_nigel!

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Capitolo 10
*** Per gioco o per amore? ***


Capitolo 10

Per gioco o per amore?

Tonks lasciò che la fresca brezza serale di un settembre inoltrato entrasse dalla finestra del salotto. Aveva preparato tutto. La tavola imbandita, la cena, il film. Quella sera Paul sarebbe andato a casa sua per mangiare qualcosa con lei e per poi vedersi un film. Era da un mese ormai che uscivano insieme. All’inizio lui lo faceva solo per ricambiare il fatto che Tonks lo aiutasse al Ministero; poi però era stata lei a proporgli di andare al cinema e lui aveva accettato. E avevano continuato così, fino a che non lo aveva invitato a casa sua quella sera.
Non sapeva cosa provava esattamente per Paul. Certo, era attraente, affascinante, intelligente, carismatico. Insomma ci sapeva fare. A Tonks piaceva, ma non a tal punto da non poter vivere senza di lui. Semplicemente stava al gioco.
All’improvviso suonarono alla porta. Era lui. Tonks lanciò un ultimo sguardo furtivo alla tavola. Si passò velocemente le mani tra i capelli per sistemarli e poi andò ad aprire. Paul era più bello del solito.
Indossava un maglioncino blu con lo scollo a v, dei jeans un po’ attillati e dal suo corpo proveniva un intenso profumo di muschio.

-Ciao!

La salutò, mostrandole una bottiglia di vino, che aveva in mano.

-E’ vino Elfico. Spero non ti spiaccia, se l’ho portato!

Lei, con fare malizioso, rispose

-Assolutamente no! Ci voleva proprio qualcosa di inebriante!

Allora lo fece entrare e poi si recarono in cucina. Tra una portata e l’altra Paul le versò continuamente il vino nel bicchiere e così Tonks cominciò col sentirsi euforica.

-Allora Ninf…

-Ah-ah! Ti giuro che se lo dici di nuovo, ti Fatturo!

-Va bene…allora Tonks…posso chiederti una cosa?

-Spara!- disse lei, mandando giù un altro bicchiere di vino.

-C’è qualcuno che ti piace in questo periodo? Insomma…

Ma lei non gli fece concludere la frase

-Hai qualche preferenza per la risposta?

“Tu sei ubriaca…”
“E tu sei noiosa! Lasciami stare!”
“Guarda che Moody ti ha detto di controllarlo, non di flirtare con lui!”
“Questi sono dettagli…”.


Lui arrossì improvvisamente, ma cercò di sorriderle disinvolto.

-Sai ormai ci frequentiamo da un mese e…

Ma Tonks, per l’euforia, volle continuare il suo gioco malizioso.

-Sai Paul…devo lavare i piatti o non ci potremo vedere il film! Sempre che non ti vada di fare qualcos’altro!

“Spudorata!”.

Sì, era vero. Si stava comportando come una vera spudorata, ma cosa c’è di male quando due persone si piacciono?!

“Ma a te non piace Paul…”

“Sì, invece!”

“No, cara, a te piace Remus!”

“Ma io non posso stare ad aspettarlo!”

“Ma non puoi nemmeno illudere Paul!”

“Cos’è? Non mi ritieni capace di farlo?”

“No, temo che tu ti possa innamorare della persona sbagliata!”

“Che idiozia!”.


Tonks si alzò barcollando e mentre si avvicinava al lavandino, inciampò. Paul le stette subito dietro per aiutarla.

-Forse abbiamo bevuto un po’ troppo!- affermò lui.

-No, io sono sempre così imbranata!

Tonks aprì l’acqua, ma uno dei piatti le scivolò. Allora Paul da dietro le afferrò le mani e la aiutò ad insaponare i piatti sporchi. Aveva un tocco delicato, quasi angelico. A lei piaceva quella situazione, quel contatto che stavano avendo. Inclinò leggermente la testa di lato, ma rabbrividì, quando le labbra di Paul le sfiorarono la pelle del collo. Ninfadora emise un suono gutturale, come quando una gatta fa le fusa.
Ad un certo punto Paul con un dito le fece girare il viso verso di sé e le stampò un bacio leggero sulle labbra; ma lei non si accontentò. E allora lo baciò di nuovo più appassionatamente, mettendogli le braccia attorno al collo. Lui, invece, poggiò le mani sulla sua vita e cominciò ad alzarle la maglietta. Tonks sorrise, ma non lo fermò.
A quel punto non ci sarebbe più stato bisogno del film per intrattenere la serata.
 


Il pomeriggio seguente Ninfadora si recò a Grimuland Place. Sapeva che ci sarebbe stata anche Fleur e doveva assolutamente raccontarle di quello che era successo con Paul. Le si dipinse un sorriso malizioso sul volto, al ricordo del petto nudo e perfettamente asciutto del fidanzato.

“Fidanzato? Forse è un po’ troppo…”.

Tonks scrollò la testa, come per ricacciare quel pensiero. Quando bussò alla porta del numero dodici, Fleur la accolse con uno dei suoi graziosi sorrisi.

-Ninfadorà, che bell vederti!

-Ciao Fleur! Presto, fammi entrare! Ti devo raccontare di ieri sera!

Tonks non le diede il tempo di rispondere, che la trascinò direttamente nel salotto. Era piuttosto buio, ma non ci fece caso e cominciò a parlare.

-Ieri sera avevo invitato Paul a casa, sai per il fatto che Moody mi aveva detto di tenerlo sotto controllo!

-Ninfadorà!

-Non interrompermi Fleur!- disse lei, stizzita –Comunque…si è portato dietro del vino Elfico, buonissimo. Allora abbiamo mangiato quello
che avevo preparato e abbiamo iniziato a bere…

-Ninfadorà…

-Fleur aspetta un secondo, che ora arriva il meglio! In pratica mi ha chiesto se mi piace qualcuno, ma io sono rimasta sul vago e, devo essere sincera, ho flirtato un po’ con lui e…

-Tonks!- esclamò la francese, esasperata, ma Ninfadora continuò.

-Bè, allora mi sono avvicinata al lavandino per lavare i piatti, però uno mi era scivolato; così lui mi è venuto vicino da dietro e ha iniziato a darmi una mano. Ad un certo punto ci siamo fermati e mi ha baciato il collo; poi mi ha girato la faccia verso di sé e mi ha baciato…ti dico solo che non siamo arrivati al divano!

-TONKS!

-Fleur! Perché continui ad interrompermi? Cosa c’è?

-Probabilmente voleva avvisarti della mia presenza…

Tonks fu contenta che in quel momento la stanza fosse un po’ in ombra, così Remus non avrebbe potuto vedere il rossore dipingersi sulle sue guance.

“Che figura…”.

-Ehy, Remus!- Ninfadora si voltò piuttosto imbarazzata verso l’origine della voce.

L’uomo era seduto sulla poltrona con un libro aperto sulle gambe e la stava guardando con un sopracciglio alzato.

-Buon pomeriggio, Ninfadora.

Il suo tono sembrava piuttosto severo. Ad un certo punto poggiò il libro sul comodino vicino e, alzandosi, disse

-Fleur  pourriez-vous s'il vous plaît nous donner un moment de solitude (Fleur, per favore, potresti lasciarci un attimo da soli)?

-Oui, Monsieur Lupìn!

Tonks lanciò uno sguardo spaventato all’amica, come per implorarla di rimanere lì con lei. Remus, intanto, continuava a guardarla.

-Mi dispiace, se ti abbiamo disturbato! Credevo che la stanza fosse vuota e…-, ma lui la interruppe.

-Tonks vorrei parlarti…di quello che stai facendo!

-E cosa starei facendo, esattamente?

Lo sguardo di Lupin divenne ancora più severo.

-Moody ti ha assegnato una missione…non sottovalutarla!

Tonks alzò gli occhi al cielo, esasperata.

-Quante altre volte dovrò sentirmi ripetere che non sono brava a gestire certe situazioni? Cos’è Malocchio ha affibbiato a te l’onere di rimproverarmi quando non c’è?

-Ninfa…

-Tonks! Il mio nome è Tonks!

-Bene…Tonks- rimarcò il suo nome – voglio solo che tu faccia attenzione! E che nessuno soffra…

-Soffrire? E per cosa? Per amore? Non sono una ragazzina! So badare a me stessa! Non ho bisogno che nessuno di voi mi dica come devo comportarmi!

Remus incrociò le braccia e disse

-Spero che almeno tu ci sia andata a letto per amore…e non per divertimento.

-Questi non sono affari tuoi…- sibilò lei, rabbiosa.

-Sì, e forse è meglio così…

Lupin se ne andò, lasciandola da sola nella stanza.

“Che rabbia! Ma perché tutti stanno sempre a controllarmi?!”.

Tonks per la stizza diede un calcio alla poltrona, facendo alzare la polvere che vi era depositata. In fondo sapeva perché aveva reagito in quel modo e sapeva che Remus aveva ragione in tutto.

“Ma cosa ti sta succedendo, ragazza?!”.



Allora? Come vi sembra? Vi prego siate clementi, lo so che volete uccidermi per quello che è successo tra Ninfadora e Paul, ma non volevo che lei sembrasse come quell ache sta lì ad aspettare che Remus si decida! Sarà perchè anche io mi sento così ultimamente, ma ho voluto rivoluzionare un pò le cose!
E poi ho già un progettino in mente…eheh!
Al prossimo capitolo! abby_nigel

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Capitolo 11
*** How to save a life - Prima parte ***



Capitolo 11

How to save a life


Prima parte
 

“Sei una stupida!”.

Ninfadora Tonks lo sapeva fin troppo bene. Era passato un altro mese e lei e Remus non si rivolgevano la parola. Tutto perché si era comportata da ragazzina irresponsabile, qual era. Quando c’erano le riunioni dell’Ordine, si salutavano educatamente; ma dopo passavano il tempo ad ignorarsi: Remus leggendo uno dei suoi libri o discutendo di quello che accadeva nel mondo; Tonks, invece, scherzando con Sirius o cercando di dare una mano a Molly, sempre indaffarata.
Intanto la sua storia con Paul continuava. Non avevano parlato di quello che era successo in quella notte di settembre, non avevano parlato della loro relazione, ma semplicemente si frequentavano. Lei non aveva detto nulla della sua storia con Paul, né a Moody, né a nessun altro membro dell’Ordine. Gli unici a saperlo erano Fleur e Lupin, che fortunatamente aveva deciso di tenerselo per sé. Più ripensava alla loro ultima conversazione, più si convinceva di essere stata davvero stupida. Doveva farsi perdonare e aveva già pensato al modo. Sapeva che quella sera ci sarebbe stata la Luna piena e Remus si sarebbe rinchiuso in una stanza a Grimuland Place. Gli sarebbe stata vicina in quel momento difficile. Certo, non poteva avvicinarsi mentre era trasformato; ma pensava di sedersi davanti alla porta, come per fargli sentire la sua presenza, per fargli capire che non era solo. Poi la mattina gli avrebbe fatto trovare la colazione pronta. Aveva già pianificato tutto, quando all’improvviso le venne in mente che quella sera Paul aveva promesso di portarla al cinema. Bè, poteva aspettare. Allora in fretta gli scrisse un messaggio e glielo spedì via gufo.

“Capirà sicuramente!”.
 

 
Paul intanto stava finendo di prepararsi per l’appuntamento. Guardandosi allo specchio, si passò una mano nei capelli come per sistemarseli e renderli più vaporosi. Ormai faceva coppia fissa con Tonks, ma a lui non interessava molto. All’inizio le era stavo vicino, perché credeva di poterle carpire informazioni importanti su come acquistare fama al Ministero. Ma dopo del tempo aveva capito che era solo una ragazza, imbranata e goffa, che se ne stava tranquilla sotto le grazie di quel bisbetico di Malocchio Moody. Aveva pensato di lasciarla di lì a qualche settimana, trovandola di una noia mortale. Ad un certo punto fu distolto dai suoi pensieri, poiché qualcosa picchiettava alla finestra. Quando si voltò, vide un gufo che volava fuori. Allora aprì la finestra e l’animale planò con leggerezza sul letto. Aveva un messaggio legato alla zampa. Paul, ansioso, lo prese e lo lesse.
 
Caro Paul,
scusami, ma purtroppo stasera dovremo rimandare l’appuntamento. Ho avuto un imprevisto e non posso farci nulla!
Perdonami!

Tonks
 
 

Rilesse una seconda volta il messaggio, come per essere sicuro di aver capito cosa c’era scritto.

“Un imprevisto…? Forse è meglio se vado a dare un’occhiata!”.

Allora velocemente afferrò il mantello e, dopo essere uscito di casa, si Smaterializzò nel vicolo, che affiancava la dimora della ragazza. Stava per avvicinarsi all’ingresso della casa, quando vide Tonks uscirne e incamminarsi tranquillamente nel senso opposto. In un primo momento Paul pensò di chiamarla, ma qualcosa dentro lo bloccò e lo spinse a fare una cosa peggiore: la seguì. Ninfadora camminò almeno per tre chilometri, fino a quando non arrivò a destinazione. Paul strizzò gli occhi per leggere il nome della strada.

“Grimuland Place…non gliel’ho mai sentita nominare!”.

Ad un certo punto la ragazza si fermò e davanti a lei, emergendo dalle altre due case, ne comparve una più cadente e malridotta. Paul credeva di non aver mai visto niente del genere; ma la sua meraviglia crebbe, quando Tonks bussò alla porta e ad aprirle fu

“SIRIUS BLACK!”.

Dopo che fu entrata, la casa sparì così com’era comparsa. Paul, allora, si nascose dietro un cespuglio. Capì che da tutta quella storia ne avrebbe potuto solo trarre vantaggio. Si immaginò mentre il Ministro della Magia gli conferiva un’onorificenza per aver catturato il famigerato Sirius Black. Un sorriso maligno gli si dipinse sul volto.

“Non mi scappi, Tonks!”.

 


-Tonks! Che bella sorpresa! Perché hai il fiatone?

-Sono venuta a piedi!- ammise lei, cercando di riprendere fiato.

-A piedi?

-Sì…sai, volevo che Remus non mi vedesse arrivare!

Sirius corrucciò, incuriosito, lo sguardo. Allora lei gli raccontò cosa aveva in mente.

-Non credo sia una buona idea…

-Mi siederò buona, buona fuori la porta! Ti prego, Sirius! Ti prego!

Quest’ultimo, intenerito dallo sguardo della ragazza, disse

-E va bene! Però se Lunastorta si arrabbia, do la colpa a te, sappilo!

Tonks saltò al collo di Sirius, abbracciandolo.

-Grazie, grazie, grazie!

-Sì, sì!- disse lui con fare sbrigativo –però io starò con te! Non mi fido a lasciarti da sola! Ma toglimi una curiosità…

-Certo!

-Perché tu e Remus non vi parlate più? Sembravate così affiatati!

Ninfadora sentì le guance avvampare.

-E’ una storia lunga…- disse, sperando che la cosa cadesse lì.

-Non preoccuparti! Tanto dovremo stare svegli per tutta la notte!

 
Qualche minuto dopo Tonks si trovava seduta per terra, davanti ad una porta di ferro, al fianco di Sirius. Gli aveva raccontato il motivo del litigio tra lei e Lupin e lui l’aveva lasciata parlare, non distraendosi nemmeno per una frazione di secondo. Quando Ninfadora terminò il racconto, le chiese

-Sinceramente Tonks…ma lo ami questo Paul? Perché da come ne parli, non sembra!

Lei sospirò profondamente e, stropicciandosi gli occhi stanchi con le mani, rispose

-Sinceramente Sirius…no! Sì, è attraente, intelligente; ma è come se ci fosse una barriera invisibile tra di noi!

-Allora perché stai con lui?

-Perché mi sentivo stupida ad aspettare che l’uomo, che davvero mi piace, prenda una decisione!

Sirius fece un gesto di non curanza con la mano e disse

-Ti assicuro che Remus l’ha già presa la sua decisione!

Lei si irrigidì improvvisamente, ma cercò di non darlo a vedere.

-Ancora con questa storia! Insomma cosa ti fa pensare che mi stavo riferendo a Remus?

Sirius alzò un sopracciglio e con fare malizioso rispose

-Se non fosse così, adesso non staresti qui a sprecare il tuo venerdì sera, seduta davanti una porta di ferro con un ricercato, per fare
compagnia ad un licantropo!

“Effettivamente il suo ragionamento non fa una piega…”.

-Oh, e va bene!- ammise lei, alla fine, -Sì, Mi piace Remus! Mi piacciono il suo tono sempre gentile e pacato, il suo charme e i suoi occhi color ambra…

Sirius ridacchiò di sottecchi.

-No, Tonks! Tu ne sei innamorata!

Ninfadora gli diede per scherzare un pugno sulla spalla.

-Dico sul serio, cugina! Vi ho osservati bene!- continuò lui, massaggiandosi il punto colpito -In tutto questo periodo che non vi siete parlati, ma non avete fatto altro che guardavi; anche se i vostri sguardi non si incrociavano mai! E’ chiaro che vi piacete!

-Sirius smettila!- disse lei stizzita –Non dirmi certe cose, altrimenti inizio a farmi dei film mentali, che potrebbero vincere quel…come si chiama? Quel premio Babbano che vincono gli attori…

-Vuoi dire l’Oscar?

-Sì, sì proprio quello! Io lo so che non interesso a Remus…dai, ce lo vedi Remus Lupin alle prese con Ninfadora Tonks?!

All’improvviso la loro conversazione fu interrotta da un ululato che proveniva da dietro la porta.
Tonks rabbrividì, inconsapevolmente.

-Sta soffrendo, vero?- domandò al cugino, quasi in un sussurro, temendo la risposta che le avrebbe dato.

-Purtroppo sì…soffre di più quando prende la pozione; ma Remus è fatto così. Deve avere sempre la situazione sotto controllo, i suoi sentimenti sotto controllo, o potrebbe far del male a qualcuno…

-Ma questa non è vita!

-Già…io glielo ripeto da quando avevamo undici anni…

-Com’è diventato un lupo mannaro? A te lo ha mai detto?

-Sì, anche se è sempre stato restio a raccontarci tutto. Aveva solo otto anni. Fu Greyback a morderlo e a trasmettergli questa…maledizione. Silente gli permise di studiare ad Hogwarts, creandogli un passaggio che andava dal Platano Picchiatore alla Strambenga Strillante. Lì poteva trasformarsi senza problemi. Io, James e Peter ci insospettimmo, perché una notte ogni mese scompariva e non sapevamo dove andava. Una sera decidemmo di seguirlo e per poco non ci fece fuori!- un sorriso stanco si dipinse sul volto di Sirius. –Quando scoprimmo il suo segreto, noi tre decidemmo che saremmo diventati degli Animaghi, cioè potevamo trasformarci in animali. James si poteva trasformare in un cervo, Peter in un topo e io in un cane. Così non era mai solo.

-E’ stato tenero da parte vostra…

-No, è stata amicizia…

 


Ok...forse non è un granchè come capitolo, però ho dovuto per forza dividerlo in due parti. Credo che la seconda sarà certamente migliore!
Sorpresi di quello che in realtà prova Paul? Eheh e non è finita qui! :D
Al prossimo capitolo! abby_nigel

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Capitolo 12
*** How to save a life - Seconda parte ***


Capitolo 12

How to save a life

Seconda parte


“Sono contenta che tutto stia procedendo per il meglio!”.
Tonks quella mattina si sentiva fiduciosa. La veglia era trascorsa senza intoppi. Aveva passato tutta la notte a parlare con Sirius, che ormai considerava più un fratello, che un cugino. L’aveva aiutata a preparare la colazione e le aveva dato delle istruzioni precise su come, a suo parere, avrebbe dovuto ammaliare Lupin. Tonks lo aveva ascoltato con aria perplessa, poi si era convinta che non sarebbe stata una buona idea seguire i suoi consigli.
Non appena ebbe finito di apparecchiare la tavola, si era posizionata di nuovo davanti alla porta di ferro. Aveva teso l’orecchio, trattenendo il fiato per qualche secondo, nella speranza di sentire qualche rumore. Nulla. Allora pensò che Remus, probabilmente, stava ancora dormendo.

“Ne approfitto anche io e mi faccio qualche minuto di sonno…”.

Non fece il tempo di poggiare la testa alla porta, che questa si aprì improvvisamente e Tonks, perdendo l’equilibrio, cadde con la schiena per terra, sbattendo la testa sul pavimento. Un dolore lancinante le invase il cervello. Quando aprì gli occhi, si trovò di fronte la testa di Remus, che la guardava al contrario.

-Ninfadora? Cosa ci fai qui?

-Remus…e sono cento! Mi chiamo Tonks!

-Ti sei fatta male?

-Un po’…

-Aspetta ti do una mano ad alzarti!

Lui le si mise davanti e, tirandola per le braccia, la alzò di peso.

-Allora?- chiese lui, un po’ spazientito.

-Allora cosa?

-Cosa ci facevi qui fuori?

-Ti facevo compagnia!

-Come…?

-Bè…sì, immagino che quando c’è la Luna piena, sia sempre difficile per te; quindi pensavo che stando anche solo fuori la porta, potevo starti vicino…non sei arrabbiato, vero? Non ho corso nessun pericolo e Sirius mi ha sorvegliata per tutta la notte!

-Sirius?

Tonks annuì, come una bambina colta in flagrante a mangiare i biscotti, nascosti sopra il frigorifero.

“Quel traditore di un Felpato…”, pensò Lupin.

-Ti ringrazio per il gesto affettuoso…- disse lui, accompagnando quelle parole con un cenno del capo –Ora puoi tranquillamente andare e…

-Stai scherzando vero?! Mica è finita qui! Prima ti devo medicare i graffi sul viso,- e accennò al volto dell’uomo, segnato da graffi nuovi e ancora un po’ sanguinanti –poi c’è la colazione che ti ho preparato!

-La colazione?- ripeté lui, sempre più incredulo per tutte le attenzioni di Tonks.

-Sì, ho pensato che avresti avuto fame dopo la trasformazione; così ti ho preparato una sostanziosa colazione a base di uova, pancetta e frittelle!

-Grazie Tonks, ma non dovevi io…

-Sì, invece! Te lo meriti! Ora andiamo, quei graffi non guariscono da soli!

Così lo trascinò con sé in cucina, lo fece sedere e dopo prese da un mobiletto un unguento per medicare le ferite. Sirius l’aveva avvertita che probabilmente le avrebbe avute anche sulla schiena, ma lei non ebbe il coraggio di proporglielo, né lui vi accennò. Allora con la sedia si avvicinò a lui e con le dita prese un po’ di unguento dal barattolo. Cercò di concentrarsi sui graffi, ma era continuamente tentata di guardargli gli occhi.

-Se ti faccio male, dimmelo…

-Oh no, non preoccuparti! Sei bravissima…

Lei arrossì un po’, lusingata dalle parole di Lupin.

“Sa essere così galante!”.

-Senti Tonks…c’è una cosa, che volevo chiederti da un po’…- cominciò Remus, afferrandole delicatamente il polso della mano, con cui stava medicando i graffi, e discostandolo del suo viso.

Lei ebbe solo la forza di annuire, catturata dai suoi occhi ambrati.

-Sei…sei felice con Paul? Insomma…mi dispiace per come è andata a finire quella discussione e alle riunioni non sei sembrata così…esuberante come sempre; quindi è da un po’ che mi chiedevo se stai bene…con lui…

Ninfadora si liberò velocemente dalla presa di Lupin e, alzandosi, disse

-Credo che i graffi sono apposto! Ora ti porto subito la colazione prima che si raffreddi!

Remus rimase per qualche minuto da solo.

“Bel colpo, Asso!”.

Sentì dalla stanza vicina la ragazza fare rumore con i piatti e le posate. Dopo poco ritornò portando due piatti pieni di roba da mangiare. Riuscì miracolosamente a servirli a tavola, ma non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo sull’uomo che aveva di fronte. Allora cominciarono a mangiare in silenzio. Tonks spiluccava qualcosa; Remus, invece, non faceva altro che guardarla.

-Tonks…non volevo essere invadente prima! Scusami io…

Sul viso della ragazza si dipinse un’espressione di stupore.

-Remus, santo Merlino, non devi scusarti! Sono io che devo farlo con te!

-Cosa?

-Sì, per quella discussione che abbiamo avuto!- ammise lei, posando la forchetta e allargando le braccia –Avevi ragione…sono stata una
stupida ragazzina incosciente! Non so cosa volevo esattamente dimostrare…semplicemente mi sentivo forte, sicura di me, spavalda! Per questo stanotte sono rimasta fuori la porta e ti ho preparato la colazione…non sopportavo il fatto che non ci parlavamo più!

-Aspetta, aspetta…hai fatto tutto questo…per me?

-No, in realtà l’avevo preparato per Bill, perché Molly vorrebbe che ci fidanzassimo; ma lui mi ha dato buca all’ultimo minuto…certo che l’ho
preparato per te!

-Tonks, ma io non parlavo con te perché ero offeso; ma perché credevo che ti fossi arrabbiata per la paternale che ti ho fatto! Non sono nessuno per giudicarti!

-E invece hai fatto bene!

Lui sorrise e disse

-Allora è stato solo un terribile equivoco…

Si guardarono a lungo e intensamente. Nessuno dei due aveva il coraggio di ammetterlo, ma si erano mancati. A Tonks erano mancati il suo sorriso, le sue cicatrici, i suoi capelli un po’ ingrigiti, le sue deliziose fossette, nascoste dal pizzetto, i suoi occhi magnetici. Le era mancato tutto di lui.

“Non c’è paragone con Paul…”.

Più lo guardava, più si convinceva che lasciare Paul sarebbe stata la cosa migliore.

-Ora mangia, perché hai bisogno di riprenderti!

-Ai suoi ordini, infermiera Tonks!

Ad un certo punto lo sguardo di Ninfadora cadde sull’orologio appeso al muro.

-Per tutti gli Ippogrifi! E’ tardissimo! Scusami Remus, ma ora devo proprio scappare! Anche perché devo passare da casa a cambiarmi!

-Sì, certo! Non preoccuparti! Anzi mi dispiace di averti tolto del tempo!

Tonks, che aveva già preso il mantello, gli si avvicinò e, lanciandogli uno sguardo truce, gli disse

-Dì di nuovo che ti dispiace Lupin e ti giuro che la prossima volta ti avveleno la colazione!

Prima di andarsene, gli diede un bacio leggero e sfuggevole sulla guancia.

-Ci vediamo dopo domani a riunione!

-S-sì…ciao…

Remus riuscì solo a balbettare quelle parole, mentre la vide uscire di corsa. Gli era proprio mancato quell’uragano di ragazza. Solo quando fu rimasto solo, gli balenò in mente una cosa.

“Sirius mi maledirà per non averle detto di medicarmi anche i graffi sulla schiena!”.


 
Tonks si Smaterializzò direttamente davanti casa sua, ancora euforica per quello che era successo con Remus. Aprì allegramente la porta di casa e, quando entrò, lanciò il mantello sull’appendiabiti. Poi si diresse in salotto ed emise in gridolino per lo spavento, quando notò che Paul era seduto sul divano e che la guardava con fare beffardo.

-Buongiorno Tonks…

La sua voce era diversa dal solito. Sembrava più vellutata e viscida.

-C-ciao Paul…come hai fatto ad entrare?

-Nella foga di andare a trovare Sirius Black, hai lasciato la porta aperta.

Tonks, quando capì il significato di quelle parole, si irrigidì.

-Sirius Black? Cosa stai dicendo?- cercò di sdrammatizzare lei, sforzandosi di sorridere.

-Non fare la finta tonta con me. So tutto.

Ninfadora portò la mano alla bacchetta, ma Paul la anticipò, puntandole la propria contro.

-Non ti consiglio di farlo. Non sei nella posizione giusta…

Allora lei abbassò il braccio, mentre cominciava ad essere assalita dal panico.

-Cosa vuoi da me?

-Bene, vedo che cominci a ragionare. Comunque per ora niente! Voglio solo che tu mi tenga d’occhio Black; io poi lo consegnerò al Ministro, quando sarà il momento opportuno!

Tonks strinse i pugni talmente forte, che le mani le fecero male. Ad un certo punto Paul si alzò e le si avvicinò. Ninfadora sentiva il suo fiato sul viso.

-So che farai la brava e collaborerai…

Le aveva afferrato il mento con la mano, stringendoglielo un po’ troppo. Lei trovò il coraggio di guardarlo. Il nuovo Paul non aveva più niente del vecchio uomo dagli occhi azzurri e dai modi pacati, che le era piaciuto. Mentre prima provava per lui semplice affetto, in quel momento avrebbe voluto squartarlo con le sue stesse mani.

-Non. Mi. Toccare…- sputò lei.

-Come vuoi, dolcezza! Sappi, però, che ti controllo…

La guardò per un po’; poi si avviò verso la porta e se ne andò.
Tonks rimase da sola con i pugni ancora stretti; mentre, tremante per la rabbia, le lacrime cominciarono a rigarle il volto.

Allora? Come vi sembra questo capitolo? C’è abbastanza Remus/Ninfadora? xD
Bene, bene, finalmente Paul si è rivelato per quello che veramente è e vedremo come continuerà a svolgersi la vicenda…
Al prossimo capitolo! abby_nigel


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Capitolo 13
*** Un giorno nei panni di Remus Lupin ***


Capitolo 13

Un giorno nei panni di Remus Lupin

Quella mattina Remus Lupin si svegliò decisamente di buon umore. Si alzò un po’ svogliatamente dal letto. Quando i piedi scalzi toccarono il pavimento freddo, ridacchiò, meravigliandosi di come non gli desse fastidio. Anzi era una sensazione piacevole. Ad un certo punto si fece forza e si recò in bagno per darsi una sciacquata. Si guardò stancamente allo specchio. Aveva degli occhi spenti, i capelli ingrigiti e i graffi recenti ancora un po’ arrossati.

“Se non ci fosse stata Tonks…”.

In quel momento al posto della sua immagine riflessa nello specchio comparve quella dai capelli fucsia di Tonks, che lo salutava con la mano. Improvvisamente Remus aprì il rubinetto e si sciacquò la faccia con l’acqua ghiacciata. Quando rialzò lo sguardo, Ninfadora era sparita.

“Sto impazzendo…”.

E’ vero, quella ragazza gli metteva stranamente il buon umore. Quando il giorno prima l’aveva vista cadere, aprendo la porta, aveva sentito il cuore perdere un colpo. Eppure aveva paura a domandarsi cosa provasse effettivamente per Tonks. Da uomo maturo, qual era, aveva cercato di darsi delle spiegazioni razionali di come, in sua presenza, le mani cominciavano a sudargli, di come lo stomaco si annodasse e di come il cuore cominciasse a battergli all’impazzata.

“Sei innamorato!”

“No, non lo sono! Io e Ninf…”

“Ah-ah…si chiama Tonks!”

“Bè, io e Tonks possiamo essere solo amici!”

“Certo, per la tua solita convinzione!”

“Esattamente…io sono povero, vecchio…”

“Ma non sei vecchio…ti SENTI vecchio! E’ diverso!”

“…e sono un mostro!”

“Questo è solo un dettaglio!”

“Un dettaglio che deve essere tenuto necessariamente in considerazione!”

“Tanto se non morirai per la guerra, morirai per amore! Non riuscirai a resistere tanto!”

“Ho sopportato cose ben peggiori!”

“Vedremo, vedremo…”.

Remus scrollò la testa, come per ricacciare indietro quei pensieri. Finalmente si decise a scendere in cucina, dove trovò Sirius seduto a fare colazione.

-Buongiorno Lunastorta!

-Felpato…- rispose lui con tono quasi apatico.

-Oh, Remus non è possibile che tu ce l’abbia con me, perché ho detto a Tonks che poteva medicarti i graffi sulla schiena!- sbottò l’amico -Tanto non te l’ha chiesto, no?! Quindi qual è il problema?

-Il problema è che…non puoi continuare a darle false speranze…

Sirius gli lanciò uno sguardo torvo.

-Ti sbagli!- continuò lui imperterrito –Non sono io…sei tu che fai tutto! E non sono false speranze! A te piace Tonks, ma hai paura a lasciarti andare all’amore!

-Oh, Sirius! Finiscila con questa storia!

Lupin si sentì colto nel vivo. Era vero. L’amore, la passione erano lussi che lui, Remus Lupin, non poteva permettersi.

-Lo sai che ho ragione, idiota di un lupo! E…

Ma Sirius non finì la frase, che un gufo picchiò ai vetri della finestra, interrompendo la loro conversazione. Allora corse ad aprila e l’uccellò atterrò sul tavolo. Portava una lettera e un flaconcino, in cui vi era uno strano liquido verde.

-E’ di Tonks!- disse Sirius, girandosela tra le mani.

Dopo che la ebbe letta, esclamò

-E’ strano…comunque pensò sia per te! Tieni, leggi!
 
Cara mamma,
stamattina hai la Lunastorta? Perché vorrei che venissi a trovarmi e al più presto!
Ho bisogno di te per una questione urgente!
Con affetto
Tonks
 
P.S.= Ti mando la pozione per la tosse che mi avevi chiesto! Bevila prima di venire o potresti avere problemi!
 
Sirius, intanto, aveva tolto il tappo di sughero dal flaconcino e vi aveva portato sopra il naso per sentirne l’odore.

-E’ una pozione Polisucco…Remus, io ho un brutto presentimento!

Lupin si sfregò il mento con la mano, pensieroso.

-Già…credo che tu abbia ragione. E’ probabile che sia tenuta sotto controllo e che abbia bisogno di aiuto, altrimenti non si spiegherebbero il messaggio e la pozione!

-Allora bevila e vai da lei! Comincio a preoccuparmi!

Sirius gli passò il flaconcino, di cui Remus bevve una parte del contenuto. Sentì diffondersi in tutto il corpo uno strano formicolio, fino a che non capì che il suo aspetto era cambiato.

-Sì…ora assomigli un po’ a Tonks!

Lupin prese il cucchiaio e quella che vide fu l’immagine di una donna anziana dai lineamenti distorti per la forma del cucchiaio.

-E’…cioè sei Andromeda. La madre di Tonks…

L’altro annuì, cercando di convincersi dell’idea.

-Ora vado!

-Fammi sapere al più presto! 

Così Remus uscì dal numero dodici di Grimuland Place per Smaterializzarsi davanti casa di Ninfadora.
Quando bussò titubante alla porta, la voce della ragazza gli rispose spaventata.

-Chi…chi è?

-Ehm…sono Andromeda!

Ma lui non ebbe il tempo di rendersi conto di nulla, che Tonks lo aveva già trascinato dentro.
La prima cosa che Lupin notò furono i suoi capelli. Erano grigi e ricadevano flosci sulle spalle.

-R-remus sei tu?
Lui non ebbe bisogno di rispondere, perché improvvisamente il suo aspetto tornò normale. L’effetto della pozione era finito. Quando Tonks lo vide gli saltò al collo, abbracciandolo. Lupin non si aspettava una reazione del genere, infatti si irrigidì quando il petto della ragazza sfiorò il suo; dopo poco la sentì emettere dei lievi singhiozzi.

“Sta piangendo!”.

-Tonks…cosa succede? Perché il messaggio?

Lei si discostò un po’, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.

-Sono stata una stupida…

-Perché?- domandò lui, con una leggera punta di ansia nella voce.

-Paul sa…

-Sa cosa? Ti supplico Ninfadora, non tenermi in sospeso!

-Paul sa di Sirius…

Dopo quelle quattro parole, ci fu un minuto di silenzio. Remus ci mise un po’ per metabolizzare quella notizia.

-In che senso…”sa”?- chiese lui, nella speranza di aver compreso male ciò che gli aveva detto.

-Quando l’altra sera sono venuta a Grimuland Place- cominciò lei, tirando su col naso –mi ha seguita…e ha visto Sirius che mi apriva la porta! Ieri mattina si è fatto trovare qui, a casa, e ha detto che gli devo tenere Sirius sotto controllo, perché vuole consegnarlo a Caramell!

Lupin cominciò a camminare a grandi passi per la stanza, cercando di pensare ad una soluzione.

-Io non volevo che andasse così…anzi io avevo intenzione di lasciarlo e…- riprese lei.

A quella notizia lui sentì il mostro che sogghignava, soddisfatto. Remus scrollò la testa, cercando di sopprimere quel sentimento.

-Va bene, ora ragioniamo con calma! Non sa niente dell’Ordine della Fenice?

-Non credo, altrimenti me lo avrebbe detto! Comunque penso che sia meglio se avvisi Silente. Io non posso fare niente da qui, perché mi controlla. Stamattina si è fatto trovare dall’altro lato della strada…

Dopo quelle parole, Remus potè vedere la ragazza rabbrividire.

-Ti ha fatto qualcosa? Nel senso ti ha picch…

-No, no! Questo no! E poi lo sai che mi so difendere! E’ solo un po’ angosciante sapere che sei impotente…però per il resto sto bene…

-Dovrei andare da Sirius e avvisare tutti, ma non voglio lasciarti da sola, sapendo che c’è lui fuori…

Tonks arrossì e, chiudendo gli occhi lasciando che una lacrima le rigasse la guancia, disse

-No, non preoccuparti per me…in questo momento sono l’unica di cui dovete preoccuparvi! Vai subito a Grimuland Place, avvisa tutti e dì loro di non farsi vedere lì intorno…è probabile che lui faccia la guardia anche là fuori! Dovrete trovarvi un altro posto per le riunioni…

-Va bene…

-Aspetta! Prima prendi un altro po’ di pozione Polisucco…non deve riconoscerti!

Allora lui, mettendo la mano in tasca, estrasse il flaconcino di prima. Fece per portarselo alle labbra, quando Tonks lo bloccò di nuovo.

-Aspetta!

-Cosa c’è?

Ma lei non rispose, perché lo abbracciò di nuovo. Quella volta Remus ricambiò l’abbraccio, lasciando che poggiasse la testa sulla sua spalla. Era uno strazio vederla farsi forza in una situazione del genere.

-Grazie…

-E’ il minimo, dopo quello che hai fatto per me! Vedrai che si sistemerà tutto!

-Lo spero…- disse lei, staccandosi da Lupin.

Quest’ultimo trattenne il respiro e bevve il resto della pozione. Cambiò di nuovo aspetto, ritrasformandosi nella madre di Tonks. Mentre poggiava la mano sulla maniglia, disse

-Ti farò sapere al più presto!

Lei annuì mestamente. Quando uscì di casa, Lupin sapeva esattamente quello che doveva fare.
 

*   *   * 


-Quel viscido di un Vermicolo…ma aspetta che me lo ritrovo tra le mani, lo strangolo e…

-Sirius, stai zitto! Sto cercando di scrivere la lettere a Silente!

-Ma come fai ad essere così calmo! Non pensi a Tonks?!

-Certo che ci penso!- sbottò Lunastorta –Continuamente…

Sirius si zittì immediatamente, cominciando a girare nervosamente attorno al tavolo.

-Cosa dirai a Silente?- chiese l’altro.

-Che dovremo vederci tutti immediatamente e organizzare un piano, ma non qui! Pensavo alla Testa di Porco…

-Ma se non vi riunite qui, io non posso venire!- esclamò Sirius.

-Lo so…!

-Ma io devo venire!

-Sirius…Paul ti ha visto! E ha detto Tonks che come tiene d’occhio lei, può controllare anche questo posto! Non fare il bambino e lasciami scrivere la lettera!

-Come vuoi, Lunastorta…- rispose Sirius lapidario –Io lo facevo per Tonks…mi angoscia il pensiero che sia impotente di fronte a tutto questo…

Mentre Remus sigillava la lettere, cercò di ingoiare il nodo che aveva in gola. Anche lui si era sentito impotente a lasciare Tonks da solo prima, ma non lo disse.

-Ho fissato la riunione per stasera…ho chiesto a Silente se poteva trovare un modo per farti venire…

-Grazie Lunastorta…sei sempre un amico…- disse Sirius commosso –Comunque non preoccuparti…Tonks sa badare a se stessa…

Lupin annuì, cercando di convincersi; ma il mostro dentro il suo petto ringhiava troppo forte per permettergli di pensare. Qualcuno aveva osato invadere il suo territorio e questo qualcuno l’avrebbe pagata.
 

*   *   *

 Molte ore più tardi Remus Lupin camminava per una stradina buia e desolata di Hogsmade, con le mani nelle tasche del mantello e la sciarpa che gli copriva la bocca. Si guardava continuamente indietro per controllare se qualcuno li stesse seguendo. Poi lanciò uno sguardo fugace al cane nero, che gli camminava al fianco.

-Felpato…non appena apro la porta, tu infilati dentro senza indugiare!

Il cane, dal canto suo, rispose con un cenno della testa. Ad un certo punto entrambi si fermarono, alzando lo sguardo verso l’insegna consumata della Testa di Porco. Erano arrivati. Allora Remus aprì la porta del locale e il cane nero sgattaiolò dentro. Quando furono dentro entrambi, Sirius assunse forme umane. Si guardarono un attimo intorno e notarono che in angolo era radunato un gruppo di persone, che li stava aspettando.

-Alla buon ora…- commentò l’apatica voce di Piton.

-Buona sera Severus!- rispose Remus –Ci dispiace, ma abbiamo dovuto aspettare il via libera da parte di Kingsley!

-Prego, accomodatevi! Aberforth, per cortesia, potresti portare altri due bicchieri di Whisky Incendiario?

A parlare era stato Silente, che aveva indicato ai nuovi arrivati due sedie vuote. Lupin si guardò attorno per scrutare i volti dei presenti. Erano tutti un po’ preoccupati, ma Fleur e Molly sembravano le più ansiose.

-Allora cominciamo! Anche perché Kingsley non riuscirà a tenere occupato il nostro caro Paul per molto tempo!- annunciò il vecchio mago dalla barba argentea.

-Aspetta! Stai per caso parlando di Paul Gilbert, l’Auror?- chiese Moody dubbioso.

Silente annuì silenziosamente.

-Per favore qualcuno può dirci cosa sta succedendo?- esplose alla fine la signora Weasley.

-Remus potresti raccontare a tutti quello che hai detto anche a me?

-Certo, Preside…

Allora cominciò a parlare della lettera di Tonks e di quello che lei gli aveva detto, quando quella stessa mattina era andato a trovarla. Alla fine del racconto Moody sbattè la mano sul tavolo, esclamando

-Maledizione! Quella ragazza imprudente! L’avevo avvertita di non prendere la situazione sotto gamba!

-Dai Malocchio! A tutti capita di commettere degli errori!- si intromise Sirius.

-Certo Black, per te è facile parlare…

-Severus, dì un’altra parola e ti strappo la lingua!

-Potroste non litigare, s'il vous plaît… Tonks è in danger e ha bisogno del nostro aiuto!

-Fleur ha ragione!- esclamò il signor Weasley –Ma c’è una cosa che vorrei sapere...come è riuscito Paul a scoprirla?
Remus aveva aperto bocca, pronto ad addossarsi tutta la colpa; ma Sirius lo anticipò.

-Sono stato io…l’avevo invitata per fare una partita a carte, solo che è venuta a piedi e Paul l’ha seguita…

Remus guardò incredulo l’amico.

“Sirius…perché?”.

-SIETE STATI DUE PAZZI INCOSCIENTI! Mandare tutto a rotoli per una fottutissima partita a carte!- sbottò Moody furente –Potevate far saltare tutta la copertura!

-Mi dispiace…- rispose Felpato, con tono secco e deciso; ma non osando alzare lo sguardo su Malocchio.

-Ti dispiace? TI DISPIACE? Sirius forse non ti rendi conto, ma stai correndo il rischio di tornare ad Azkaban per una partita a carte…e aspettate che incontri Tonks…mi sentirà quella ragazza!

-Alastor, ti prego, non c’è bisogno che ti agiti in questo modo!- disse pacato Silente –Ho già pensato ad un piano per poterci liberare di questo Paul! Ascoltate…
 
 
Quando la riunione fu terminata e la maggior parte dei membri se ne fu andata, Remus titubante si avvicinò a Silente.

-Preside…potrei scambiare qualche parola con lei?

-Certo, Remus!

-Ecco…- cominciò lui, imbarazzato –Non era vera la storia di Sirius…è per me che Tonks quella sera è venuta a Grimuland Place…

Lui arrossì improvvisamente e non ebbe il coraggio di guardare l’uomo che stava di fronte a lui.

-L’avevo capito….

-Cosa?

-Bè, ormai ti conosco da abbastanza tempo da sapere che, quando ti senti colpevole, assumi uno sguardo particolare…un misto di paura e pentimento…

Lupin sentì le guance avvampare ancora di più.

-Non preoccuparti Remus…non è né colpa tua, né della povera Tonks; purtroppo di questi tempi non ci si può fidare di nessuno, solo di noi stessi…Ora perdonami, ma devo tornare a scuola…buona notte a tutti!

Se ne uscì, seguito subito da Piton, che come sempre non salutò nessuno.

-Torniamo a casa, Lunastorta?- gli chiese ad un certo punto Sirius.

-Felpato…perché ti sei preso la colpa per me?

-Perché è l’unica cosa che posso fare…sacrificarmi per le persone a cui tengo…ora però sono stanco di tutte queste smancerie da amici! Sappi che con questo gesto sei in debito con me e che sarà ripagato solo quando mi chiederai di farti da testimone al matrimonio tuo e di Tonks!

Allora Sirius si trasformò di nuovo nel cane nero e Lupin gli aprì la porta per farlo uscire per primo. Così i due amici si incamminarono silenziosamente per poter tornare a Grimuland Place.

Ok questo tredicesimo capitolo mi ha fatto penare un po’! xD Bè, finalmente inizia ad esserci un po’ di azione…eheh! Vedrete nel prossimo capitolo…
I nostri eroi riusciranno a sconfiggere Paul? Tutto questo nel prossimo capitolo!
Un bacio abb_nigel ;-*

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Capitolo 14
*** L'inizio della fine ***


Capitolo 14

L'inizio della fine


“Ora rilassati! Andrà tutto bene!”.
 
Tonks si passò una mano nei capelli ingrigiti, mentre aspettava ansiosa Paul fuori la Strambenga Strillante. Si sfregò le mani per il freddo e dopo vi alitò sopra, per cercare di prendere un po’ di calore. Sapeva, però, che quella sensazione di gelo non era per il freddo di un novembre ormai inoltrato; ma per la paura, per la fottutissima paura di non riuscire a catturare Paul. Remus le aveva riferito il piano di Silente. Era semplice ed efficace, ma Tonks aveva un brutta sensazione. Ad un certo punto fu distolta dai suoi pensieri da un rumore di passi, che affondavano nella neve. Quando si voltò, vide Paul che le si avvicinava, completamente avvolto nel mantello. Ninfadora inspirò profondamente, mentre l’aria gelata le invadeva i polmoni.
Quando l’uomo le fu vicino, la salutò con il suo solito tono beffardo e viscido.
 
-Buona sera, dolcezza…
 
Lei ricambiò con uno sguardo torvo. Lo odiava. Lo odiava per quello che l’aveva costretta a fare, per aver minacciato di spedire Sirius ad Azkaban, per aver messo in pericolo tutti gli altri membri dell’Ordine.
 
-Allora?! Che aspetti? Fammi strada!
 
Tonks alzò gli occhi al cielo, esasperata; ma dopo qualche secondo tornò a concentrarsi sulla missione. Era semplice: doveva portare Paul dentro la Strambenga Strillante e poi lasciare che gli altri lo catturassero per consegnarlo a Silente. Quando il giorno prima aveva chiesto a Remus che cosa ne avrebbe fatto il Preside, lui le aveva risposto
 
 
-E’ meglio se non lo sai. Così se te lo dovessero chiedere, non potrai dire nulla!
 
Lei, accigliando lo sguardo, chiese
 
-Non vi fidate più di me, fino a questo punto?
 
Lupin sorrise stancamente e ripose
 
-No, semplicemente è meglio così…per la tua sicurezza…
 
-Certo…
 
 
 
-Sei sicura che sia questa l’entrata, dolcezza?
 
La voce di Paul l’aveva riportata alla realtà.
 
-Sì…e non chiamarmi dolcezza…- rispose lei lapidaria.
 
Seguì alla perfezione le indicazioni che Remus le aveva dato. Si accostò al portone sbarrato della casa e con un incantesimo lo aprì. Quando entrambi furono dentro, Tonks sussurrò
 
-Lumos!- e la punta della sua bacchetta si illuminò improvvisamente.
 
-Allora dove sta Sirius Black?
 
-Al piano di sopra.
 
Paul annuì convinto. Sfoderò la bacchetta e salì le scale, preceduto da Tonks. Quest’ultima percepì un leggero tremolio della mano, dovuto alla paura. Si stavano avvicinando alla stanza, dove ci sarebbe stato l’agguato. Quando si trovarono di fronte alla porta giusta, lei lentamente la aprì.
 
-Vai avanti prima tu!- le ordinò Paul.
 
Questo certamente non avrebbe creato problemi, ma non appena Tonks mise piede nella stanza, Paul le passò un braccio attorno al collo e le puntò la bacchetta alla gola.
 
-Uscite tutti fuori o la uccido!
 
Ma non si mosse nulla. Allora Paul disse
 
-Faccio sul serio! Ve lo ripeto: uscite o la ammazzo!
 
Allora Tonks capì cosa stava succedendo.
 
“Sa tutto!”.
 
Dopo qualche secondo Moody, Kingsley, Remus, Arthur e Bill sbucarono dall’ombra.
 
-Bene, bene…che sorpresa!- commentò Paul malignamente –Ci siete proprio tutti…tranne Black ovviamente.
Lui doveva rimanere nascosto al quartier generale, giusto?
 
Moody a quelle parole rimase impassibile, mentre sui volti degli altri si dipinsero delle espressioni di stupore.
 
-Come ci si sente a tradire dei compagni per una inutile ricompensa?!- domandò sarcastico Malocchio.
 
Lo sguardo di Paul si infiammò per la rabbia.
 
-Non sono io qui il traditore! Siete voi che fate parte dell’Ordine della Fenice e che tenete nascosto quel fuggiasco Black! Caramell mi aveva avvertito che saresti stato un osso duro, Alastor! Ma non ho paura dei tipi come te!
 
-Caramell ti ha ordinato di spiarci?- chiese sempre più meravigliato Bill Weasley.
 
Paul sogghignò divertito dalla situazione.
 
-Certo e ha fatto bene…ora vi rinchiuderò qui dentro e uscirò fuori a chiamare il Ministro e gli altri Auror per consegnarvi a loro!- dette quelle parole, fece un cenno a Lupin e disse
 
-Tu, cane, prendi le bacchette degli altri e consegnamele!
 
-No, no, Remus non farlo! Non preoccupatevi per me!
 
-Zitta, stupida!- esclamò Paul, premendo ancora di più la bacchetta sul suo collo.
 
Il volto di Tonks si contrasse in una smorfia di dolore. Finché fosse rimasta vicino a lui, nessuno avrebbe potuto colpirlo. Remus aspettò qualche secondo, poi passò affianco ad ognuno dei suoi compagni e prese le loro bacchette.
 
-Bene, ora vieni fuori con me e poi chiudili dentro! Se anche uno solo di voi, prova a fare un passo, la uccido!
 
Allora lui cominciò ad indietreggiare, trascinandosi Tonks; mentre Remus, titubante li seguiva. Quando furono fuori, quest’ultimo chiuse la porta dietro di sé e disse
 
-Alohomora!
 
Si sentì lo scatto della serratura.
 
-Bene! Ora bestia mi consegnerai le bacchette!
 
-Però voglio che tu lasci andare Tonks!
 
Paul lo scrutò con lo sguardo, riflettendo sul vantaggio dello scambio.
 
-Va bene, ma prima togli anche a lei la bacchetta!
 
Allora Lupin si avvicinò ai due e, mettendo una mano sotto il mantello della ragazza, ne estrasse la bacchetta.
 
-Ora dammele!- intimò Paul.
 
Remus obbedì, rassegnato. Quando l’uomo dagli occhi azzurri ottenne ciò che voleva, lasciò Tonks, che si aggrappò immediatamente a Lupin, sollevata per essersi allontanata da Paul.
 
-Ora portatemi fuori di qui, che devo avvertire il Ministro!
 
Allora Lupin prese per mano Tonks, come per tenerla vicino nel caso fosse accaduto qualcosa; ma invece di dirigersi verso le scale, li condusse in un’altra stanza, dove c’era una specie di passaggio.
 
-Prima non siamo entrati da qui!
 
-Lo so,- ammise Remus –ma all’ entrata principale ci sono altri membri dell’Ordine ad aspettarci. Qui è il tragitto è più lungo, ma è più sicuro.
 
Tonks capì che stava mentendo, ma non disse nulla.
 
“Allora ha un piano di riserva!”.
 
Così i tre si incamminarono lungo quel percorso angusto e piuttosto buio. Ogni tanto Tonks aveva la sensazione che Remus le stringesse la mano per darle coraggio. Lei dal canto suo gli lanciava degli sguardi furtivi, come per capire quali fossero le sue intenzioni; ma lui proseguiva imperterrito e sempre più deciso. Ad un certo punto arrivarono alla fine di quel passaggio e Remus ne aprì l’ingresso. Tonks non fece in tempo a rendersi conto di nulla, che Lupin, dopo aver fatto qualche passo verso l’esterno, si gettò di lato, tirandosi dietro la ragazza e coprendola con il proprio corpo.
 
-Ehy, che state facen…
 
Ma Ninfadora non sentì la fine della frase, perché fu come se Paul fosse stato colpito da qualcosa di grosso e “…scricchiolante! Ma cosa succede?”.
Dopo qualche secondo udì un pesante tonfo, preceduto dall’urlo di Paul. Il fiato iniziò col diventarle più corto per il panico che l’aveva assalita e per il peso di Remus sul suo corpo. Quest’ultimo alla fine si scostò da lei e così Tonks potè vedere cosa stava succedendo.
 
“Non è possibile!”.
 
Ninfadora capì di trovarsi sotto il Platano Picchiatore, che si agitava minaccioso sopra le loro teste, frustando con i rami una figura, distesa per terra ed immobile. Ad un certo punto Remus afferrò un ramo e con una agilità, che non gli si confaceva, toccò il cuore dell’albero, che si arrestò all’istante.
Tonks, allora, si alzò in piedi e dopo poco fu raggiunta da Lupin, che aveva già recuperato le loro bacchette.
 
-Stai bene?- le chiese, mentre le porgeva la sua bacchetta.
 
-Sì,- annuì lei poco convinta –ma dov’è Paul?
 
I due si guardarono intorno, ma dell’uomo non c’era traccia. Così si divisero, girando intorno al tronco dell’albero. Fu questione di un attimo, che Tonks udì
 
-Stupeficium!
 
Quando si voltò, vide Remus accasciarsi per terra e Paul, con il volto grondante di sangue per i colpi subiti dai rami, che lo guardava minaccioso. Dopo poco si accorse della presenza della ragazza e fu più veloce di lei.
 
-Expelliarmus!
 
Tonks si massaggiò immediatamente la mano dolorante e tornò a guardare l’uomo, che avanzava sempre più verso di lei.
 
-Avrei dovuto ucciderti prima, traditrice del tuo sangue…
Ninfadora capì cosa stava per accadere e allora chiuse gli occhi. Non aveva il coraggio di guardare in faccia la morte.
 
-Avada…
 
Quel momento sembrò durare un’eternità. I volti di tutte le persone a cui voleva bene cominciarono a vorticarle nella mente. I suoi genitori, Moody, Sirius, Fleur e Remus. Fu con rammarico che pensò le sue labbra sottili, ai suoi capelli un po’ ingrigiti, al suo modo di fare galante e gentile. La sua vita stava per finire ed erano ancora molte le cose che avrebbe voluto fare. Ad un certo punto qualcosa cambiò, perché un altro incantesimo echeggiò nell’aria.
 
-CRUCIO!
 
Allora Tonks riaprì gli occhi e vide Paul inarcare la schiena e cadere a terra, urlando per il dolore. Dietro di lui comparve Remus, che con una mano teneva ancora alta la bacchetta e con l’altra si tamponava una ferita che gli si era aperta sul fianco. Improvvisamente si curvò un po’ e il suo volto divenne spaventosamente pallido. Tonks corse immediatamente al suo fianco e lo afferrò giusto in tempo.
 
-Remus! Remus, va tutto bene?
 
-Qua-quando Paul mi ha colpito, ho preso di striscio un ramo appuntito dell’albero…- ogni parola gli costava fatica –Invia un Patrono a Silente. Digli che abbiamo bisogno di lui.
 
-S-sì…
 
Allora Ninfadora puntò la bacchetta verso l’alto e pronunciò l’incantesimo
 
-Excpecto Patronum!
 
Una rondine argentata spuntò all’improvviso dalla punta della sua bacchetta e, librandosi in volo, scomparve. Dopo qualche minuto Silente si Materializzò davanti a loro, accompagnato da Piton. Il mago dagli occhiali a mezzaluna spostò velocemente lo sguardo dal corpo immobile di Paul e a loro due, come per riflettere sul da farsi. Poi con il solito tono pacato chiese
 
-Dove sono gli altri?
 
-Sono chiusi dentro la Strambenga Strillante! Paul ci aveva scoperti e…e ha minacciato di uccidermi, se non avessero fatto quello che diceva!
 
-Piton, per favore, vai a liberare gli altri e riporta loro le bacchette. Io penserò al nostro giovane amico. Tonks, tu, invece, porta immediatamente Remus a Grimuland Place. Ha bisogno di essere curato. Avviserò io Molly e Sirius del vostro arrivo!
 
Ninfadora annuì, ancora un po’ scossa; ma cercò di rianimarsi e si Smaterializzò con Lupin a Grimuland Place. Bussò energicamente alla porta ormai familiare e dopo poco comparve Sirius sulla soglia.
 
-Tonks! Finalmente! Remus…cosa gli è successo?
 
Sirius sbiancò alla vista della chiazza rossa che si allargava sempre di più sulla veste dell’amico.
 
-E’ ferito! Presto, facci entrare!
 
Allora Sirius afferrò Lupin dall’altro lato e aiutò Tonks a portarlo dentro. All’improvviso comparvero Fleur e Molly nel corridoio. Quest’ultima disse
 
-Sirius! Remus è ferito! Silente…
 
Ma le parole le morirono in bocca, quando si trovò di fronte quei tre.
 
-Lo so, Molly! Prendi l’Essenza di Dittamo!
 
La donna dai folti capelli rossi corse agitata in cucina. Fleur, intanto, aveva aperto loro la porta del salotto. Così Tonks e Sirius trascinarono fino al divano Remus, che ormai era sul punto di svenire a causa di tutto il sangue che aveva perso. Lo appoggiarono delicatamente sul mobilio, cercando di non fargli male; ma il suo volto si contrasse comunque per il dolore. Ad un certo punto l’amico gli scosto la giacca sdrucita e, afferrando saldamente due lembi della camicia, gliela strappò. Lì dove doveva esserci della pelle, vi era invece una ferita aperta e sanguinolenta. Dopo un po’ Molly comparve frettolosamente nella stanza con una ciotola.
 
-Ecco Sirius! Le bende sono già immerse nel Dittamo!
 
Quest’ultimo, dopo aver alzato le maniche della camicia, prese una benda gocciolante dalla ciotola e la posò sulla ferita. Tonks vide il volto di Remus contrarsi di nuovo, ma dopo qualche secondo aveva già ricominciato a riprendere colorito. Mentre Sirius continuava la sua opera, Ninfadora crollò affranta sulla poltrona lì vicino, si portò le mani sugli occhi e pensò
 
“E’ tutta colpa mia!”.


Ok mi scuso profondamente per il ritardo, ma non sapevo proprio come far fuori Paul! Dopo aver scartato varie opzioni, bizzarre e macabre, ho pensato che fosse meglio così!
Però vorrei comunque ringraziare tutti coloro che recensiscono la fanfiction: sono contenta che stia piacendo a tutti voi! Mi preoccupo sempre che lo stile lasci molto a desiderare o che i dialoghi non siano poi così efficaci, come dovrebbero!
Vi ringrazio di nuovo per l’appoggio che mi date!
Un bacio abby_nigel
 

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Capitolo 15
*** Non si è mai soli ***


Capitolo 15

Non si è mai soli


Uffa! Perché non riesco a decidermi?”.
 
Era da più di mezz’ora che Tonks, seduta in cucina, fissava un foglio scarabocchiato, poggiato sul tavolo. Si passò una mano nei capelli fucsia e inumidì nervosamente le labbra con la lingua, mentre il piede destro batteva ininterrottamente per terra. Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla lista dei regali di Natale che avrebbe dovuto comprare quel giorno con Fleur. C’era un nome in particolare che la stava facendo penare.
 
-Remus Lupin hai dei gusti troppo difficili!- esclamò lei, esasperata, sbattendo il pugno sul tavolo.
 
Niente. Non le veniva in mente niente. Inizialmente aveva pensato ad un libro, ma dopo poco si era convinta che era troppo banale. Voleva regalargli qualcosa di speciale, qualcosa che le avrebbe ricordato lei, ogni volta che lo avesse guardato.
 
“Probabilmente gli basterà guardare la cicatrice sulla pancia, per ricordarsi di me…”.
 
Era passato un mese da quella notte alla Strambenga Strillante. Tonks ricordava ancora perfettamente il volto inferocito di Paul che le puntava contro la bacchetta per ucciderla e poi Remus che, come il principe azzurro, era comparso all’improvviso, sconfiggendo il cattivo e salvando la principessa.
 
“Bè…io potrei essere più il rospo, che la principessa…”.
 
Fu proprio in quel momento che un dubbio sorse nella mente di Tonks.
 
“Un momento…ma i principi azzurri non usano la maledizione Cruciatus per sconfiggere i cattivi!”.
 
Chiuse gli occhi, fino a strizzarli, per ricontrollare la scena. Fu come un flashback al rallentatore: vide Paul di fronte a lei, con il viso ricoperto di sangue, che cominciava a pronunciare l’Anatema che Uccide e dopo poco ricordò di aver sentito Remus urlare l’incantesimo Crucio e l’altro cadere a terra, urlante per il dolore. Riaprì immediatamente gli occhi, spaventata e preoccupata per quello che aveva ricordato.
“Perchè Remus avrebbe dovuto usare la maledizione Cruciatus? Esistono un milione di incantesimi per stordire l’avversario e lui doveva scegliere proprio una delle maledizioni senza perdono?”.
 
Ad un certo punto bussarono al campanello e Ninfadora fu immediatamente riportata alla realtà. Corse ad aprire, facendo rovesciare la sedia della cucina. Quando aprì la porta, si trovò di fronte Fleur con le guance e il naso all’insù arrossati per il freddo.
 
-Bonjour Ninfadorà! Sei pronta per acheter des cadeaux?
 
-Buon…oh Fleur, quante volte ti devo ripetere che non capisco il francese!- esclamò l’altra.
 
La ragazza bionda alzò gli occhi al cielo e poi disse nel miglior inglese possibile
 
-S E I  P R O N T A  P E R  C O M P R A R E  I   R E G A L I?
 
-Ora ho capito!- rispose Tonks soddisfatta –Sì, sono pronta! Aspetta che prendo il mantello! Andiamo ad
Hogsmeade, giusto?
 
-Oui! Mais volio andare ai Tre Manisci  di Scopa! Devo plus tot  bere quolcosa di chaud!
 
-Va bene! Così intanto ti parlo del mio problema!- confessò Tonks, uscendo di casa e chiudendosi la porta
alle spalle.
 
-Che problème, Ninfadorà? Sei nouveau nei guai?
 
La ragazza dai capelli fucsia le lanciò uno sguardo torvo.
 
-Grazie per avermi ricordato di essere una cretina, Fleur!
 
-Quelqu’un è trèsnervosa…
 
-Sì, lo sono!- rispose Tonks stizzita – E’ che non riesco a decidere cosa regalare a Remus!
 
-Alors è questo il problème!- affermò la ragazza francese, sollevata dalla dichiarazione.
 
-Non solo…-aggiunse Ninfadora mestamente.
 
Fleur capì dallo sguardo dell’amica, che qualche pensiero la preoccupava.
 
-Andiamo ai Manisci di Scopa e porliamo lì!- disse la francese decisa.
 
Si presero sotto braccio e dopo qualche secondo si Materializzarono insieme proprio davanti al locale. Tonks fece strada all’amica, entrando per prima nel locale. Furono immediatamente assalite dal calore che proveniva dall’interno e dal chiacchiericcio dei clienti. Era molto affollato. Ninfadora si guardò un po’ intorno, fino a che non trovò due posti vuoti.
 
-Vieni!
 
Fece cenno alla ragazza francese, che intanto si era già sfilata il cappello, lasciando i capelli biondi perfettamente intatti.
 
“Ma come fa ad essere così perfetta?”.
 
Pensò Tonks, immaginando in che stato dovevano essere i suoi capelli in quel momento. Dopo essersi tolte i mantelli, si sedettero.
 
-Alors? Cosa ti preocupa, Ninfadorà?
 
Quest’ultima sospirò mestamente e disse
 
-E che non capisco perché Remus abbia usato la maledizione Cruciatus per colpire Paul quella notte alla Strambenga Strillante!
 
Fleur aggrottò le sopracciglia, dubbiosa.
 
-Mi ha detto Bill che Monsieur Lupìn ha usato l’incontesimo Stupefiscium!
 
Tonks arricciò buffamente gli occhi, come se il proprio cervello dovesse decifrare bene le parole che aveva sentito.
 
-Non è vero! L’ho visto io!
 
-Mais a Bill l’ha detto Monsieur Lupìn, quando ha raccontoto agli altri cos’è susscesso!
 
Ninfadora rimase per qualche secondo a fissare il vuoto. Cercò di immaginare il momento in cui Lupin avesse pronunciato l’incantesimo Stupeficium. Eppure quell’immagine non coincideva con il suo ricordo.
 
-Ne sono sicura! Ha mentito!
 
Fleur alzò le sopracciglia, scettica.
 
-Monsieur Lupìnmontire? E’ assurdo, Ninfadorà!- esclamò la ragazza francese, mentre scuoteva convinta la testa –E’ come dire che Harrì non è il Proscelto!
 
-Lo so, lo so!- disse Tonks, passandosi le mani sugli occhi –Ma ti assicuro che è così!
 
-Magari lo shock ti ha fatto ricordore mal!
 
-No, Fleur! Sono sicurissima che è così! Ora, accertato che ha utilizzato la maledizione Cruciatus…bisogna
capire perché lo ha fatto e perché poi ha mentito!
 
-Pourquoi  non glielo chiedi plus tard a Grimuland Place?
 
-Va bene…- disse Tonks, annuendo poco convinta.
 
-Pour l’instant ordiniomo! Che ho tonta volia di una Burrobirrà!
 
 
 
Dopo due ore ininterrotte di compere, di incarti, pacchi e pacchetti, le due amiche tornarono esauste a Grimuland Place. Fu Molly ad aprire loro la porta, quando bussarono.
 
-Alla buon’ora! La cena è già pronta!- esclamò stizzita la donna dai capelli rossi –Tonks, cara, perché non rimani a mangiare qui stasera? Ho preparato lo stufato!- disse poi con toni più gentili.
 
-Ti ringrazio Molly, ma stasera proprio non posso!- rispose educatamente Ninfadora, mentre Fleur, alle spalle della signora Weasley la supplicava in silenzio di rimanere.
 
-Oh…come vuoi, cara!
 
-Molly, scusami, sai dov’è Remus? Devo chiedergli urgentemente una cosa!
 
-E’ nello studio, come sempre! Fleur, per favore, porta i regali in salotto e poi vienimi a dare una mano!
 
-Certainement!- rispose la ragazza francese, alzando gli occhi al cielo, scocciata.
 
Tonks la salutò con un gesto della mano, mentre la vedeva seguire Molly in cucina, che la rimbrottava per qualcosa riguardo la cena. Dopo un po’ Ninfadora salì al piano di sopra e si diresse verso la porta dello studio, che ormai conosceva bene. Bussò educatamente e la voce roca di Remus le rispose da dietro.
 
-Avanti!
 
Quando entrò, gli occhi si dovettero adattare all’oscurità della stanza. C’era solo una fioca luce, che proveniva da una lampada sulla scrivania. Lupin era seduto dietro di questa, con un libro poggiato sulle gambe. Quando la vide varcare la soglia, sul suo volto si dipinse un sorriso cordiale.
 
-Tonks! Non sapevo che saresti passata!
 
-Sì, è stata una decisione dell’ultimo minuto…- ammise lei imbarazzata –Come va la ferita?
 
Lui alzò un sopracciglio divertito e poi rispose
 
-Ninfa…scusa, Tonks, ormai è passato un mese! Sto bene, non preoccuparti!
 
Lei sorrise sollevata dalla risposta dell’uomo.
 
-Remus, ecco…- riprese lei -io dovrei chiederti una cosa proprio riguardo quella sera…
 
-Certo, chiedi pure!- disse lui, divenendo improvvisamente interessato e poggiando il libro sulla scrivania.
 
-Perché, quando hai colpito Paul, hai utilizzato la maledizione Cruciatus? E perché poi hai detto agli altri che hai usato un altro incantesimo?
 
Quel bel sorriso gentile e premuroso che prima era comparso sul viso di Lupin, sembrò quasi rovesciarsi.
Un’espressione di sofferenza prese il suo posto.
 
-Non potresti capire…- tagliò corto lui.
 
-Magari se me lo spiegassi…- ribatté Tonks, incrociando le braccia.
 
Lui scosse deciso la testa.
 
-E’ stato un errore…non avrei dovuto usare quell’incantesimo. Me ne vergogno profondamente…
 
-Ma se non l’avessi fatto, io non sarei qui!
 
A quelle parole un brivido freddo le salì lungo la schiena, fino alla nuca. Ancora rabbrividiva all’idea che quella notte aveva davvero rischiato di morire.
Remus, all’improvviso, si alzò e si avvicinò alla finestra. Quella sera la Luna era oscurata dalle nuvole, che minacciavano un’altra forte nevicata.
 
-Si dice che se vuoi che le maledizioni senza perdono riescano bene, devi volerlo. E in quel momento lo volevo, capisci? Volevo che lui soffrisse! Sono un mostro…
 
-No che non lo sei!- disse Tonks –Sei una delle migliori persone che io abbia mai conosciuto! Sei gentile, buono, intelligente, premuroso, affabile, simpatico! Quando ti guardo, non vedo un mostro…ma tutte queste qualità, che fanno di te quello che sei davvero!
 
Dopo aver detto quelle parole, Ninfadora sentì le guance avvampare improvvisamente.
 
“Continua così e vedrai che non capirà che ti piace!”.
 
Lupin, che fino a quel momento, aveva continuato a guardare fuori dalla finestra, si voltò verso di lei e le chiese, quasi sussurrando.
 
-Lo…lo pensi davvero?
 
Tonks, prima di rispondere, si soffermò a guardarlo per qualche secondo. Com’era possibile che quell’uomo si sentisse tanto combattuto dentro? Si capiva dagli occhi stanchi, che in passato doveva aver sofferto molto.
 
-Sì…l’ho sempre pensato e continuerò a farlo! Non devi vergognarti per l’incantesimo. Se non lo avessi pronunciato, non sappiamo come sarebbe andata a finire quella sera…
 
Lupin annuì silenziosamente, come per cercare di convincersi.
 
-Va bene…grazie, Tonks. Mi sei stata di grande aiuto…
 
-No, grazie a te…ora, scusami, ma devo proprio andare! Bè, buona notte!
 
-Sì, buona notte!- rispose lui, con un cenno della testa.
 
Ninfadora lasciò la stanza, lanciando un ultimo sguardo all’uomo, che la stava salutando. Mentre scendeva le scale, le sue labbra incresparono un sorriso.
 
“Ora so perfettamente cosa devo regalarti per Natale, Remus Lupin”.

 
 
Remus, intanto, continuava a guardare pensieroso il posto nella stanza che prima era occupato da Tonks. Non riusciva a spiegarsi come facesse quella ragazza a farlo sentire bene con se stesso. Si conoscevano da poco tempo e già aveva capito molte cose della sua personalità, del suo modo d’essere. Si era sentito come al sicuro, tra braccia amorevoli e premurose, si era sentito accolto, si era sentito amato. Era da molti anni che non gli capitava.
 
“Dai tempi di Hogwarts in effetti…”.
 
Ad un certo punto sulla soglia comparve Sirius. Con un sorriso compiaciuto sul volto, si appoggiò allo stipite della porta e disse
 
-Quella del mostro era solo una scusa, vero, Lunastorta?
 
-Sai Sirius, sei peggio di Fred e George nell’origliare le conversazioni degli altri!- esclamò l’amico piccato.
 
-Vuoi sapere, secondo me, perché hai usato la maledizione Cruciatus con quel Paul?
 
-Avanti, illuminami! Non vedo l’ora di sentire la tua brillante teoria!
 
Intanto Remus aveva ripreso il libro che stava leggendo, prima che Tonks lo interrompesse, e lo stava riponendo al suo posto nello scaffale.
 
-Hai usato quell’incantesimo perché volevi che pagasse per quello che aveva fatto a Tonks…
 
Lupin si irrigidì di colpo, rimanendo con il braccio ancora teso in alto.
 
-Ora non mi prendi più in giro, vero Lunastorta?- gli chiese ironico Sirius.
 
-No, perchè la tua teoria è talmente ridicola che non ce n’è bisogno!
 
-Continua, continua! Offendi pure il tuo povero amico che vuole solo darti una mano!
 
-Darmi una mano? E in cosa?- chiese Remus, divenuto improvvisamente curioso.
 
-A non passare un altro Natale da solo…- rispose l’amico.
 
-Felpato, ti prego…
 
Ma Sirius lo interruppe.
 
-Rem, tu ti ostini a voler rimanere da solo; ma in realtà sei circondato di persone che ti vogliono bene! Quando ti deciderai a volerti fare una vita, fammi un fischio! Io sono qui!
 
Dopo quelle parole dure, ma incisive, Sirius se ne andò, lasciando l’amico solo nella stanza. Lupin incrociò le braccia corrucciato e pensò
 
“Ha ragione…ha fottutamente ragione…”.



Mi scuso per l’enorme ritardo! Mi inginocchio davanti alla vostra pazienza! T_T Purtroppo sono stata molto impegnata con la scuola e, devo essere sincera, ho avuto una specie di blocco per questo capitolo! Credo che questo capitolo non sia un granché, ma prometto che il prossimo andrà decisamente meglio! :D
Spero comunque che vi sia piaciuto!
Un bacio, abby_nigel

 
 

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Capitolo 16
*** Un Natale diverso dagli altri ***



Note dell’autrice: volevo solo scusarmi per l’enorme ritardo! Ma ho avuto interrogazioni e compiti in classe e due giorni fa sono tornata dalla gita, che è durata una settimana intera! Finalmente sono riuscita a pubblicare il 16° capitolo!
Ovviamente volevo ringraziare tutti coloro che seguono la fanfiction!
Soprattutto volevo dire a bethpotter che ho seguito il suo consiglio! Quindi Beth spero che questo capitolo ti piaccia! ;)
Un bacio abby_nigel



Capitolo 16

Un Natale diverso dagli altri



“It's the greatest time of year,
and it's here
Help me celebrate it
With everybody here,
friends so dear
Let me simply state it
Joy to the world and everyone
Lift up your hearts and feel the love
It's our favourite way, to spend the holiday”

 

Greatest time of year – Aly & Aj

 
La neve continuava a cadere abbondante da giorni. Aveva ricoperto ogni cosa. I giardini, gli alberi, i tetti delle case. Tonks ammirava quello spettacolo da dietro la finestra del numero 12 di Grimuland Place. Finalmente il Natale era arrivato anche lì, portando con sé gioia e spensieratezza.
 
“E’ proprio quello di cui avevamo bisogno…”.
 
Era vero. Soprattutto dopo l’attacco ad Arthur Weasley al Ministero da parte di Nagini, il serpente di Voldemort. Ricordava ancora perfettamente l’espressione di terrore che si dipinse sul volto di Molly, quando furono avvisate dal ritratto del nonno di Sirius. Quella era stata la prima volta che aveva visto la signora Weasley seriamente spaventata per qualcosa e la donna forte e coraggiosa, che aveva conosciuto, era scomparsa, completamente eclissata dalla paura di perdere i propri cari. Fortunatamente Arthur si era salvato ed era stato dimesso dal San Mungo giusto in tempo per festeggiare il Natale. Così quell’anno a Grimuland Place si respirava aria di festa. Sirius non faceva altro che canticchiare carole di Natale, Molly cucinava ormai da giorni, tutti i ragazzi, tornati da Hogwarts, avevano dato una mano a decorare la casa. Ovviamente la signora Weasley aveva invitato anche Tonks al grandioso pranzo di Natale e lei aveva accettato. I suoi genitori erano rimasti contrariati dal fatto che per la prima volta non avrebbe festeggiato con loro, ma Tonks non aveva ceduto, né si era lasciata prendere dai sensi di colpa; però per farsi perdonare aveva organizzato a casa propria la cena della vigilia e aveva trascorso la serata, sommersa dalle domande assillanti dei genitori su come andava il lavoro, su come dovesse trovarsi un uomo con cui vivere e altre ciance.
 
-Tonks! Ehy, Tonks!
 
Quest’ultima, sentendosi chiamare, si voltò verso l’origine della voce e vide Ginny ed Hermione, che la guardavano incuriosite e con aria furbesca.
 
-Salve ragazze!- le salutò lei cordialmente.
 
-Tonks te l’ho mai detto che il fucsia dei capelli ti dona molto?- domandò la ragazza Weasley.
 
-Ok, Ginny! Cosa vuoi?
 
A quelle parole Hermione ridacchiò sotto i baffi, portandosi una mano davanti alla bocca. Ginny, invece, continuò imperterrita
 
-Senti Tonks…ma il Natale lo passi da sola?
 
Ninfadora aggrottò le sopracciglia, non capendo il significato di quella domanda.
 
-No…lo passo qui con voi!- rispose lei sinceramente.
 
-No,- si corresse Ginny –io intendevo se avevi qualcuno di speciale con cui passare il Natale!
 
-Oh…veramente no…ma perché mi chiedi una cosa del genere?
 
-Perché io e Ginny- intervenne Hermione –ci chiedevamo se ti poteva interessare Bill…sai è carino, intelligente,
simpatico…
 
-Bill? Ma come vi viene una co…- Tonks si interruppe improvvisamente, capendo il perché dell’insistenza delle due
ragazze –Dite la verità: volete liberarvi di Fleur, eh?
 
-No no, ma che dici!- rispose Ginny, ma Ninfadora colse il tono ironico e falso di quella frase –E’ che stavamo provando a cercarti qualcuno con cui fidanzarti…
 
-E avete pensato a Bill?!
 
-Non solo…- continuò Hermione –Il secondo è Sirius!
 
-Sirius?- esclamò Tonks divertita –Ma è mio cugino!
 
-In realtà è il cugino di tua madre…quindi siete imparentati, ma molto alla lontana…
 
-No, ma che pensate! Io e Sirius ci vogliamo bene come se fossimo due fratelli!
 
-Allora è da scartare anche lui…- concluse Ginny, portandosi una mano al mento e assumendo un’aria pensierosa –C’è per caso qualcuno al Ministero che ti interessa?
 
-No, Ginny!- tagliò corto Tonks.
 
-Uffa Tonks! Noi stiamo cercando di aiutarti! Vienici un po’ incontro!
 
-E che ne pensi del professor Lupin?- azzardò, infine, Hermione.
 
Ninfadora si irrigidì di colpo, colta alla sprovvista dalla domanda.
 
-Ma, Hermione, è vecchio!- esclamò Ginny.
 
-Non è vecchio!- disse Tonks –Lui si sente vecchio! E’ diverso!
 
Le due ragazze, dopo quell’affermazione, si bloccarono immediatamente e si scambiarono degli sguardi complici.
Tonks capì subito cosa stava succedendo.
 
-Non credevo ti piacessero i tipi intellettuali…- disse Hermione, che stava diventando sempre più curiosa.
 
-Ma che dici!
 
-Scommetto che ti piacciono soprattutto le sue cicatrici!- affermò Ginny, sempre più convinta.
 
-Ora basta ragazze! Uscite da qui, prima che vi fatturi!
 
Tonks era diventata improvvisamente rossa per l’imbarazzo e non sapeva come svincolarsi da quella situazione.
 
-Va bene, va bene! Ce ne andiamo! Ma sappi che non finisce qui!
 
Dopo quelle parole le due ragazze lasciarono la stanza, ridacchiando per la nuova scoperta. Ninfadora, invece, cominciò a borbottare tra sé e a maledirsi per non essere riuscita a nascondere meglio il suo segreto. Fu proprio in quel momento che in cucina comparve Remus, che la guardava dubbioso.
 
-Ehy, Tonks! Ciao!
 
La ragazza arrestò immediatamente il borbottio e percepì che le guance stavano diventando sempre più incandescenti.
 
-Re-remus! Ciao! Cosa ci fai qui?
 
-Ehm…Ninfadora…ci vivo…
 
-Oh, sì sì! Giusto!
 
“Che figura!”.
 
-Tonks…va tutto bene?- domandò Lupin preoccupato.
 
-Certo! Va tutto benissimo!- mentì lei, cercando di riprendere il controllo della situazione –Ehy, Remus! Ho una cosa per te!
 
Così si avvicinò alla borsa, poggiata sul tavolo, e ne estrasse un pacco avvolto in una carta marrone con sopra un fiocco d’orato. Poi si diresse verso l’uomo e, porgendoglielo con aria angelica, disse
 
-Buon Natale Lunastorta!
 
-Ninfa…
 
-Chiamami di nuovo così e il regalo te lo spacco in testa!
 
-D’accordo!- disse lui, ridendo, -Comunque non c’era bisogno che mi comprassi un regalo!
 
-Sì, invece! Hai fatto tanto per me da quando sono entrata nell’Ordine e questo è il mio modo per ringraziarti! Spero solo che non lo trovi offensivo…- confessò lei alla fine.
 
Lupin alzò un sopracciglio scettico e chiese
 
-Devo preoccuparmi? Può esplodermi in faccia?
 
Tonks rise e con un gesto della mano rispose
 
-No, non arrivo fino a questo punto! Dai aprilo!
 
Mentre l’uomo scartava delicatamente il regalo, Ninfadora lo osservò per un po’. Notò le nuove cicatrici, che gli segnavano il volto, il maglione a collo alto, che lo sfiniva ancora di più, gli occhi ambrati, velati da una impercettibile tristezza. Ad un certo punto Lupin aveva strappato tutta la carta da regalo e guardava incuriosito il cofanetto blu notte, che aveva tra le mani.
 
-Su aprilo!-lo esortò nuovamente lei.
 
Remus le lanciò un altro sguardo indagatore, poi alzò il coperchio del cofanetto. Una soave e dolce musica partì e, come sospesa nel vuoto, al centro del contenitore comparve una piccola Luna, che brillava lucente e girava lentamente su se stessa. Tonks aspettò una qualche reazione di Lupin, che continuava ad osservare in silenzio il regalo fattogli.
 
-Lo sapevo- sbottò lei dopo poco -ti sei offeso! Scusami, io non volevo! E’ solo che so quanto tu sia combattuto per questa cosa della licantropia e pensavo che magari il carillon poteva aiutarti a superarla! E’ stata un’idea stupida invece!
 
-No…no…è bellissimo Tonks! Mi piace moltissimo!- disse lui, con voce quasi commossa.
 
-Davvero?
 
Lui annuì, con lo sguardo ancora fisso sull’oggetto.
 
-Il tizio del negozio mi ha detto che la musica è la sonata…
 
-La “Sonata al chiaro di Luna” di Beethoven…
 
-Sì, sì proprio quella!- continuò lei, sempre più soddisfatta del regalo che aveva comprato.
 
Ad un certo punto Remus richiuse il coperchio del carillon e la musica cessò. Alzò nuovamente lo sguardo verso la ragazza e disse
 
-Grazie, Tonks…è…meraviglioso…però anche io ho qualcosa per te! Aspetta che te lo vado a prendere!
 
Così velocemente poggiò il dono sul tavolo e uscì dalla cucina, per poi farvi ritorno dopo qualche secondo. Allora, mentre sul volto gli si dipingeva un sorriso imbarazzato, le porse un pacchetto rosa e disse
 
-Buon Natale, Tonks!
 
Lei lo guardò entusiasta e quasi gli strappò il regalo di mano. Quando tolse la carta che lo avvolgeva, le si illuminarono gli occhi per la contentezza. Erano delle cassette musicali su delle band Babbane che aveva sentito nominare spesso dal padre.
 
-Oh, Remus sono fantastiche! Volevo tanto ascoltare le canzoni di queste band! I Beatles, i Pink Floyd…non credevo li conoscessi!
 
-Infatti mi ha aiutato Sirius…però l’idea mi è venuta, quando ti ho visto ascoltare il…
 
-Il walkman! Grazie, grazie, grazie!
 
E, presa dall’euforia, gli saltò al collo e lo abbracciò più forte che potè. Quando si staccarono, lei alzò lo sguardo al soffitto e notò che vi era appeso un ramoscello di vischio.
 
-Remus, sai cosa succede quando due persone si trovano sotto il vischio?- chiese lei, con finta innocenza.
 
-Sì, si dovrebbero baciare…- concluse lui, guardandola sorridendo.
 
Allora Tonks si sporse leggermente in avanti, aspettandosi un bacio sulle labbra; ma Lupin la colse di sorpresa, spostandosi improvvisamente di lato e stampandole un fugace bacio sulla guancia.
 
-Ehy! Ma questo non è un vero bacio!- disse lei, stizzita.
 
-Lo so,- ammise lui, facendo spallucce –purtroppo non posso offrire di meglio!
 
-Sei proprio una delusione, Remus John Lupin! Anche se immaginavo una cosa del genere…
 
-E cosa vorresti dire con questo?- domandò lui, incuriosito.
 
-Bè…sai…girano voci, che tu non ci sappia fare con le donne…
 
-E queste voci corrispondono a quelle di Sirius, immagino…
 
-In effetti immagini bene! Ma quella di prima è stata una prova del fatto che non ci sai fare con le donne!- disse lei, assumendo un atteggiamento da saputella irritante.
 
-Ti assicuro che non è assolutamente vero!- ribatté lui deciso.
 
-Allora…dimostramelo!
 
E dopo quelle parole, Tonks girò su se stessa e uscì dalla stanza, lasciando Remus, che la guardava andare via imbambolato.
Ninfadora sorrise soddisfatta e pensò
 
“Buon Natale a me!”.

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Capitolo 17
*** Colpe e pentimenti ***



Capitolo 17

Colpe e pentimenti



“Finché dura il pentimento, dura la colpa!”.
Jorge Luis Borges
 

 
Tonks camminava in silenzio in quel corridoio buio e tetro della sezione Misteri. Teneva la bacchetta alzata al livello del viso per farsi luce e soprattutto per non andare a sbattere contro gli scaffali, pieni di sfere di cristallo. Continuava a guardarsi intorno circospetta nell’eventualità di scorgere un qualche potenziale intruso, mentre il suono dei suoi passi riecheggiava in quel silenzio angoscioso. Non sopportava il clima teso e allo stesso tempo tranquillo del posto. Ed era proprio in quell’assordante silenzio, che Tonks non riusciva a darsi pace e continui pensieri le ronzavano in testa.
 
“Non sono una ragazzina…”.
 
Svoltò bruscamente l’angolo e si ritrovò in altro corridoio simile al primo. Continuò a camminare imperterrita, pronta a cogliere ogni singolo movimento.
 
“E’ vero! Ho sbagliato…ma non volevo fare del male a nessuno!”.
 
Si guardò indietro, come se qualcuno la stesse seguendo, ma non scorse nulla. Allora riprese a muoversi il più silenziosamente possibile tra tutti quegli enormi scaffali. Le trasmetteva inquietudine, sapere che stava facendo la guardia a qualcosa più potente di lei, qualcosa che interessava a Voldemort, a tal punto da sguinzagliare i suoi Mangiamorte più in gamba e fidati. Eppure lei era pronta a difendere quella cosa, anche a costo della morte.
 
“Al contrario di quello che pensa Moody! Io sono una di cui ci si può fidare!”.
 
Svoltò nuovamente un altro angolo, ma si fermò, dopo aver fatto qualche passo. Si guardò un po’ intorno e pensò
 
“Questi dannati corridoi sembrano tutti uguali! Bene…mi sono persa…”.
 
Quel pensiero la sconfortò ancora di più. Aspettò qualche secondo, per decidere bene su cosa avrebbe dovuto fare. Alla fine si decise a continuare e, quasi meccanicamente, riprese a vagare tra quei corridoi, che sembravano infiniti.
Intanto Tonks ripercorse con la mente l’avvenimento che tanto le aveva rovinato il resto della giornata.
 
 
 
Quella mattina, come suo solito, si era recata al lavoro. Aveva attraversato la folla di maghi e streghe, che confluivano verso l’entrata principale del Ministero, aveva preso l’ascensore, dove aveva incrociato Arthur e Kingsley, che l’avevano salutata con degli impercettibili gesti del capo, e, infine, quando l’ascensore si era arrestato al quarto piano, lei ne era uscita, dirigendosi verso l’ufficio del suo capo. Quando fu davanti alla porta, inspirò per darsi coraggio e bussò tre volte. Dopo poco le rispose da dentro la voce roca di Moody.
 
-Avanti!
 
Lei aprì di poco la porta e si affacciò con la testa all’interno della stanza. Moody era seduto dietro la scrivania e sembrava impegnato a scrivere qualcosa di importante.
 
-Buongiorno Malocchio!- lo salutò la ragazza, cercando di essere il più cordiale possibile.
 
-Sì, buongiorno…- tagliò corto l’uomo.
 
Ci fu una pausa di qualche secondo.
 
-Ci sono novità di cui dovrei essere informata?- riprese lei, mentre con uno sforzo sovraumano le si dipingeva un sorriso sul volto.
 
-No. Niente che deve interessarti.
 
-Oh…va bene…
 
Il tono di voce della ragazza era chiaramente deluso, ma Alastor Moody non si scompose e rimase chino sulle sue carte.
 
-Non hai nient’altro da fare che startene lì impalata?- le chiese dopo un po’, senza nemmeno alzare lo sguardo su di lei.
 
-Bè…sì…
 
-Allora cosa aspetti? Vai!
 
Tonks rimase per qualche secondo lì, immobile. Era come se Malocchio le avesse dato una coltellata al cuore e stesse girando la punta del coltello, per farla soffrire ancora di più. E lei non poteva opporsi a tutto ciò.
 
“E chi l’ha detto?!”.
 
Così, prendendo coraggio, entrò nella stanza e, chiudendosi la porta alle spalle, sbottò
 
-Si può sapere perché mi tratti così? Cosa ti ho fatto?
 
Moody alzò lentamente la testa verso di lei e, lanciandole uno sguardo truce, rispose
 
-Hai anche il coraggio di chiederlo?
 
-Sì, perché non merito di essere trattata in questo modo!
 
-Ne sei sicura?
 
-Certo!- ribatté lei decisa.
 
-E cosa mi dici di quello che è successo con Paul?
 
Tonks si sentì come un pallone gonfiato, che, bucato con uno spillo, aveva perso tutto l’aria, che conteneva.
 
-Cosa c’entra Paul ora!?
 
-C’entra e come!- disse lui, sbattendo una mano sulla scrivania –Era un semplice compito che ti avevo affidato e tu hai
voluto complicare tutto!
 
-Io…non volevo fare del male a nessuno…- sussurrò lei.
 
-No, è vero! Tu volevi solo spassartela con quel vigliacco, giusto?! Da quello che so ci sei anche riuscita! Complimenti,
Ninfadora!
 
Moody era scattato in piedi e aveva cominciato a camminare per la stanza nervosamente.
 
-Ti avevo detto di non prendere la situazione sotto gamba! E tu cosa fai? Vai a letto con il nemico! Sei stata superficiale!
 
Quelle parole la ferivano più di quanto immaginasse. Senza accorgersene le lacrime avevano cominciato a rigarle le guance.
 
“No, non devo piangere!”.
 
Ma il nodo che aveva in gola premeva insistentemente e non riusciva a bloccarlo.
 
-Mi dispiace…- sussurrò Tonks.
 
-Non credere che questo basti! Ma ti rendi conto del rischio che hai fatto correre a tutti noi?- mentre pronunciava quella frase, Moody appoggiò le mani alla scrivania e guardava furente la ragazza –Stavi per mandare Sirius ad Azkaban, per far saltare le coperture di tutti noi e Lupin ha rischiato persino la vita! Ti credevo migliore, ragazzina…
 
Quelle parole furono il colpo di grazia. Tonks sentì il respiro farsi più corto e affannoso. Si sentiva come se avesse le spalle contro un muro e un forte riflettore, che indicava la colpevole di tutto. Malocchio aveva ragione. Lei si era sempre sentita in colpa per quello che era successo, ma non aveva mai avuto l’occasione di spiegarsi, soprattutto con il suo capo.
 
-Sei stata una delusione…
 
In un primo momento Tonks ebbe la sensazione che Malocchio l’avesse trafitta ancora più forte con il coltello; poi, però,  qualcosa scattò in lei, che la spinse a reagire.
 
-E’ vero! Ti ho deluso, ma ora cosa vuoi fare? Tenermi il muso per tutta la vita? Affidarmi incarichi meno importanti? Non mi importa! Fai quello che vuoi! Lo so, ho sbagliato e mi sento ancora in colpa per questo, ma non posso cancellare quello che ho fatto! E tu dovresti comprendermi più di tutti!
 
Moody aggrottò le sopracciglia e assunse uno sguardo, che era un misto tra l’incuriosito e l’orgoglioso.
 
-Malocchio, dannazione!- continuò lei –Tu sei come un secondo padre  per me! Possibile che proprio non riesci a perdonarmi?
 
Ormai il suo tono da determinato era diventato quasi supplichevole. Rimasero a guardarsi in silenzio per qualche minuto. Tonks che aspettava una qualche risposta; e Moody che, invece, sembrava combattuto.
 
-Non…ci riesco…- rispose lui, in un lieve sussurro.
 
-Allora non abbiamo nient’altro da dirci…
 
Così lei uscì immediatamente dalla stanza e chiuse la porta, sbattendola per la rabbia. Quando fu ritornata un po’ in sé, si diresse verso il proprio ufficio, sperando che la sua giornata migliorasse.
 
 
 
Le lacrime calde, che le rigavano le guance, le bagnarono le labbra. Allora, senza smettere di camminare, le asciugò distrattamente con il dorso della mano. All’improvviso andò a sbattere contro qualcosa di morbido e, senza rendersene conto, si trovò per terra con il sedere dolorante. Quando alzò lo sguardo, vide che Remus le tendeva una mano preoccupato.
 
-Ninfadora? Ti sei fatta male?
 
-Remus, ti giuro che, se mi chiami di nuovo così, ti faccio IO male!
 
-Scusami…- disse lui, mentre la aiutava a rialzarsi –Credevo che stavolta ti fossi fatta davvero male…
 
-No, scusami tu…sono stata antipatica…
 
E mentre Tonks cercava di risistemarsi, sentì su di sé lo sguardo indagatore di Lupin.
 
-Tonks…ma stai piangendo?
 
Lei sospirò mestamente e disse
 
-Sì…stamattina ho litigato con Moody…
 
Lui fece un gesto con la mano e, sorridendo, provò a consolarla.
 
-Ma tu e Moody litigate spesso! Vedrai che si sistemerà tutto!
 
Lei scosse la testa.
 
-Non mi ha ancora perdonato per quello che è successo con Paul…- ammise alla fine –E inizio a credere che abbia ragione…
 
Dopo quella frase, riprese a camminare per non far vedere a Remus gli occhi, che erano diventati di nuovo lucidi per le lacrime. Sentì dietro di sé i passi dell’uomo, che la raggiungeva, e poco dopo la afferrò per un braccio, facendola voltare verso di sé.
 
-Tonks, non devi sentirti in colpa per il fatto di Paul!
 
-Non ci riesco…
 
-Insomma capita a tutti di sbagliare!- continuò lui –E poi non preoccuparti per Moody! Lui ti vuole molto bene…è solo molto orgoglioso per ammetterlo! Praticamente sei la sua protetta lì al Ministero! Guarda che ti è andata bene! L’ultima volta che Sirius ha discusso con lui, Malocchio per non sentirlo più parlare gli aveva lanciato un Pietrificus Totalus!
Ninfadora sorrise, immaginandosi la scena raccontatale.
 
-Finalmente ti vedo sorridere…sei molto più bella quando sorridi…
 
-Davvero?- domandò lei innocentemente.
 
Remus avvampò improvvisamente, rendendosi conto di quello che aveva detto.
 
-Bè…sì…tutti sono più belli quando sorridono!- le guance diventarono ancora più rosse -Dai ora riprendiamo il nostro turno di guardia! Silente conta su di noi!
 
-Già…
 
Lupin fece qualche passo, precedendola; ma Tonks lo chiamò
 
-Remus!
 
Lui si voltò verso di lei e con il suo solito tono cordialmente gentile, chiese
 
-Sì?
 
-Grazie…
 
Remus fece spallucce e, sorridendo, disse
 
-A che servono gli amici, sennò?
 
Ninfadora lo guardò avanzare lungo il corridoio buio e pensò
 
“Già…peccato che io non voglio essere solo un’ amica…”.


E’ vero…ho pubblicato piuttosto presto! Il fatto è che devo partire di nuovo, quindi non volevo lasciarvi per altri giorni in trepidante (almeno spero! xD) attesa di un nuovo capitolo! In realtà l’idea era un’altra per questo capitolo, ma poi, analizzando un po’ la storia, ho notato che la figura di Moody si era eclissata! Quindi l’idea iniziale l’ho semplicemente spostata al prossimo capitolo! Spero comunque che vi piaccia!
Ovviamente ringrazio sempre tutti per i bellissimi commenti che lasciate! Non sempre riesco a rispondere a tutti personalmente e mi scuso per questo! Però sono contenta (alla faccia della modestia! :P) che la storia piaccia!
Un bacio da abby_nigel!

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Capitolo 18
*** Nessuno è più al sicuro ***


Capitolo 18

Nessuno è più al sicuro


Tonks si guardò intorno, ma era completamente circondata dall’oscurità. Fece qualche passo in avanti, muovendosi incerta nel buio più totale. Una strana sensazione di angoscia e panico la assalì. Si sentiva sola e abbandonata. Proprio quando ormai aveva perso la speranza di uscire da quel limbo, davanti a lei apparve un’intesa luce bianca. In un primo momento Ninfadora si coprì gli occhi con il braccio, poi, quando la luce scomparve, notò che di fronte a lei era comparso Silente, che la guardava serio.
 
-Professore…cosa succede?- domandò lei titubante.
 
L’uomo dagli occhiali a mezza luna rispose, cercando di sorriderle
 
-Tonks volevo solo dirti che, se avrai bisogno del mio aiuto, non devi esitare a chiederlo.
 
-Gr-grazie…ma perchè dovrei aver bisogno del suo aiuto, non capisco…è successo qualcosa?
 
Silente, sorridendole cordialmente, disse
 
-Lo scoprirai tra poco…
 
E dopo quelle parole, batté le mani e delle fiamme enormi lo avvolsero, facendolo scomparire.
 
 
Tonks si svegliò di soprassalto. Aveva la fronte imperlata di sudore e il respiro era corto e affannoso. Con le mani tastò la superficie su cui era distesa e, sfiorando le lenzuola con i polpastrelli, ricordò di trovarsi in una delle stanze di Grimuland Place. Si voltò sul fianco alla ricerca della sveglia e sobbalzò, quando vide le lancette dell’orologio segnare le 8:30.
 
“Porca…! Sono in ritardo!”.
 
Tra un’ora sarebbe dovuta essere in ufficio e doveva prima passare da casa a posare le proprie cose. Così si vestì in fretta e dopo poco si fiondò direttamente giù in cucina. Quando aprì la porta, vide Remus e Sirius, seduti uno di fronte a l’altro, che parlavano concitatamente. I due amici, non appena notarono la presenza della ragazza, smisero immediatamente di parlare.
 
-Buongiorno…-salutò lei dubbiosa –Spero di non aver interrotto nulla di importante!
 
-No…niente di importante…- ripeté Sirius poco convinto.
 
Ad un certo punto Lupin abbassò la copia della Gazzetta del Profeta che stava leggendo e lanciò uno sguardo severo all’amico. Tonks se ne accorse e chiese, stizzita.
 
-Avanti! Sputate il rospo! Prima Silente che mi appare in sogno e mi dice che avrò bisogno del suo aiuto, poi voi due che giocate a fare i misteriosi! Allora? Chi prende la parola?
 
I due amici si scambiarono degli sguardi colpevoli e alla fine Remus le passò direttamente la copia del giornale. Ninfadora glielo strappò di mano e, quando lesse il titolo in prima pagina, impallidì improvvisamente.
In primo piano c’erano le foto segnaletiche di Bellatrix Lestrange e di suo marito, assieme a quelle di altri Mangiamorte. L’articolo diceva che proprio quella notte c’era stata un’evasione di massa da Azkaban e molti dei più temibili Mangiamorte erano riusciti a fuggire dal carcere di massima sicurezza. Tonks lesse attentamente tutto l’articolo, fino a che non arrivò al punto in cui diceva che colui che aveva organizzato l’evasione era stato proprio Sirius Black.
 
-Oh, ma è ridicolo!- sbottò lei, colpendo la pagina di giornale con il dorso della mano –Tu non c’entri nulla!
 
-Lo so, Tonks, ma non è questo il problema! Hai visto chi è evaso, no?
 
-Certo! E’ chiaro che è tutta opera di Voldemort! Insomma già sapevamo che stava portando dalla propria parte i
Dissennatori, come è successo con Harry quest’estate…ma addirittura un’evasione!
 
-Non è solo questo il problema, Tonks…- disse poi Remus –Temiamo che Bellatrix possa venire a cercare te e tua madre…
 
-Co…oh, andiamo è assurdo! Lei non fa un passo, se non glielo dice Voldemort!
 
-E’ vero, ma non sappiamo come si svolgerà adesso la situazione…Silente ha detto che per un po’ tu e la tua famiglia dovrete stare nascosti. Molly e Arthur si sono offerti di ospitarvi, fino a quando sarà necessario e…
 
-No, no, e ancora no!- lo interruppe lei bruscamente –Io come faccio per il mio lavoro? E la mia casa? Non posso abbandonare tutto così! E poi che mi dici di Sirius? Potrebbe cercare anche lui!
 
-Per Voldemort è più comodo che io sia vivo…come hai letto, sono il capro espiatorio della situazione; così nessuno potrebbe pensare che Lui è davvero tornato!
 
-Per tutti gli unicorni! E’ terribile quello che sta accadendo…
 
Tonks si gettò su una sedia, sconfortata. Remus aveva appena aperto bocca per consolarla, quando sentirono battere vicino ai vetri della finestra.
 
-E’ il gufo di Moody- disse Sirius, mentre andava ad aprire al volatile.
 
L’animale planò delicatamente sul tavolo e Lupin prese immediatamente il messaggio del suo padrone. Gli diede prima velocemente un’occhiata e poi lo lesse ad alta voce, in modo che sentissero anche gli altri due.
 
 
“Lupin dì a Tonks di non presentarsi a lavoro stamattina! Sospettano di lei, perché è imparentata con Sirius. Ovviamente sto già combattendo con Caramell per convincerlo del contrario. Attuate il piano che abbiamo stabilito e dì a Tonks di non preoccuparsi, ma di stare in vigilanza costante. Ci vediamo dopo.
Malocchio”.
 
 
Ninfadora si sentì confortata nel sapere che Moody le voleva ancora bene e che stava prendendo le sue parti al Ministero.
 
-Ma di che piano parla Malocchio?
 
Remus, alzandosi in piedi, rispose
 
-Io e Kingsley scorteremo te e i tuoi genitori alla Tana. Kingsley andrà a prendere i tuoi genitori e io ti accompagnerò prima a casa, in modo che tu possa prendere le tue cose, e poi ci Smaterializzeremo dai Weasley. Poi rimarrò con voi lì alla Tana per sicurezza.
 
-Va…va bene…- disse Tonks, ancora scioccata dalla notizia –Vado a prendere le mie cose e andiamo subito…
 
-Ti aspetto all’ingresso.
 
Ninfadora stava per dirigersi verso la porta, quando si voltò di nuovo verso i due uomini e annunciò con un’espressione colpevole sul volto
 
-C’è solo un problema…i miei genitori non sanno che faccio parte dell’Ordine!


  
Una ventina di minuti dopo Tonks e Remus si Materializzarono davanti casa di lei.
 
-Vuoi che ti dia una mano con il borsone?- domandò lui cortesemente.
 
-No, non preoccuparti! E’ leggero e ormai sia…
 
Ma la ragazza non terminò la frase, perché si bloccò proprio davanti alla porta d’ingresso.
 
-Remus...
 
-Cosa c’è?- chiese lui, mentre si guardava intorno circospetto.
 
-La porta…è…è aperta…
 
Allora lui la superò e analizzò la situazione. La serratura non era forzata e da dentro non proveniva alcuna luce. Poi prese la bacchetta dalla tasca della giacca e disse
 
-Stai dietro di me!
 
Lei annuì preoccupata e fece ciò che le era stato ordinato. Entrarono il più silenziosamente possibile. Tonks si guardò attorno e notò che era tutto in ordine.
 
“Un momento…ma io non avevo messo in ordine ieri!”.
 
-Remus…c’è qualcosa che non va!- gli disse, afferrandogli un braccio.
 
-Grazie Tonks, lo avevo capito anche io!- rispose lui scettico.
 
-Intendo dire che è tutto in ordine…mentre io, in genere, vivo nel caos più totale!
 
-E quindi?- chiese Lupin, che stava diventando sempre più spazientito.
 
All’improvviso dalla cucina arrivò un’altra voce.
 
-Dora? Dora sei tu?
 
-Io non ho sentito alcun rumore, Ted!
 
Tonks sospirò sollevata e, rivolgendosi all’amico, disse
 
-Tranquillo…sono solo i miei genitori!
 
Infatti dalla stanza affianco sbucarono due persone, che a prima vista nessuno avrebbe detto essere i genitori di Ninfadora. La donna aveva un aspetto austero e rassicurante allo stesso tempo. Remus riconobbe sul suo volto alcuni caratteri della famiglia Black, come i capelli mossi e il tratto degli occhi. L’uomo, invece, aveva più un aspetto bonario ed innocuo, con dei vivaci occhi azzurri e dei capelli biondi radi sulla fronte. In un primo momento sembrarono vedere solo la figlia e le rivolsero dei sorrisi di sollievo. Quando notarono l’uomo che le stava di fianco, rimasero paralizzati, non aspettandosi una cosa del genere. Tonks notò che gli sguardi dei suoi genitori si spostavano da lei, a Remus e, infine, al borse che portava con sé. Allora capì cosa stava accadendo e soprattutto quale idea stesse prendendo corpo nella mente dei suoi.
 
-Mamma! Papà!- esclamò lei, imbarazzata –Cosa ci fate qui?
 
-Non appena abbiamo letto della fuga dei Mangiamorte da Azkaban, siamo corsi qui per vedere se stavi bene…- disse Ted –Ma noto che sei in buone mani…
 
-Non ci presenti il tuo…- Andromeda lasciò di proposito la frase in sospeso.
 
-…AMICO! Ehm…lui è Remus Lupin…
 
Quest’ultimo porse prima la propria mano al padre di Ninfadora, che ricambiò con una stretta energica. Quando fu il turno della donna, questa lo guardò prima severa e poi salutò Remus con un gesto della testa. Lui fece finta di nulla, mentre Tonks lanciava uno sguardo di rimprovero alla madre.
 
-E’ un piacere conoscervi!- cominciò Lupin –Ho solo riaccompagnato Ninfadora a casa, perché non ha dormito qui stanotte e…
 
Ma non terminò la frase che Tonks, esasperata per la situazione che si era venuta a creare, lo guardò furiosa per farlo tacere e poi prese lei stessa la parola.
 
-Sì…cioè…ho dormito in un’altra casa in cui c’era anche lui…ma eravamo in stanze separate…
 
“Ok. Ora devi solo scappare!”.
 
I suoi genitori la guardavano come inorriditi e Ninfadora li poteva comprendere benissimo. Chiunque, non conoscendo la verità, avrebbe potuto fraintendere.
All’improvviso nell’ingresso comparve una lince argentata che, sospesa nell’aria, parlò con voce profonda.
 
-I Tonks non sono in casa. Vado a cercarli al Ministero. Ti terrò informato.
 
Allora Remus si avvicinò alla ragazza e disse
 
-Vado ad avvisare Kingsley che i tuoi sono qui. Vi lascio un attimo da soli…
 
Lei annuì, sapendo esattamente cosa avrebbe dovuto fare. Quando si voltò di nuovo verso i suoi, notò che erano impalliditi.
 
-Era…era un Patronus quello?- domandò Andromeda preoccupata.
 
-Sì…noi dell’Ordine li usiamo per comunicare…
 
-Noi dell’Ordine?- ripeté Ted incerto.
 
-Sì, papà…io faccio parte dell’Ordine della Fenice.
 

 Un quarto d’ora dopo Ninfadora si trovava in piedi al centro del soggiorno, con il fiato corto e un mal di testa cronico. I suoi genitori, a quella notizia, in un primo momento erano rimasti in silenzio, ma alla fine erano sbottati, dicendo che lei era troppo giovane per certe cose, che aveva tutta una vita davanti a sé.

 

-Ti rendi conto che stai combattendo contro qualcosa più grande di te?- riprese la madre con più foga.
 
-Bell’incoraggiamento che mi dai!- ribatté Tonks, alzando le braccia al cielo.
 
-Non usare quell’atteggiamento spudorato con me!- disse Andromeda, puntandole l’indice contro –Io lo dico solo per il tuo bene! Sei troppo giovane per combattere in guerra!
 
-Ma non sono troppo giovane per trovarmi un marito, vero mamma?
 
-Dora…- la ammonì il padre.
 
-Dora un cavolo! Io sono libera di fare quello che voglio!
 
Andromeda Black serrò gli occhi, furibonda, e disse decisa
 
-Io lo dico solo per il tuo bene.
 
Improvvisamente sentirono bussare alla porta e Remus, che fino a quel momento aveva assistito in silenzio al litigio appoggiato allo stipite della porta, parlò a Tonks.
 
-Questo è Kingsley. Vado ad aprirgli.
 
Allora Ninfadora si rivolse di nuovo ai suoi e disse
 
-Ora Kingsley vi accompagnerà a casa, così che possiate prendere le vostre cose! Poi vi porterà alla Tana, l’abitazione dei Weasley. A me penserà Remus.
 
La madre aveva già aperto bocca per controbattere, ma la ragazza la anticipò
 
-Continueremo a parlare lì! Ve lo prometto…
 
Ad un certo punto Kingsley comparve in soggiorno, con indosso una delle sue vesti colorate. Si presentò cordialmente ai suoi genitori e li scortò fuori l’abitazione. Quando Tonks chiuse la porta, tirò un sospiro di sollievo. Almeno era riuscita a ritardare quel supplizio di qualche ora. Ad un certo punto si sentì sulla propria spalla una presa delicata e decisa allo stesso tempo.
 
-Va tutto bene, Tonks?
 
Allora si voltò verso Remus, che le stava sorridendo.
 
-Sì…credo di sì…
 
Ninfadora dovette abbassare lo sguardo per non perdersi negli occhi ambrati di Lupin.
 
-Vado subito a preparare il borsone…
 
Così sgusciò via dalla presa dell’uomo e si diresse in camera da letto. Aprì svogliatamente il cassetto del comò e, passandosi nervosamente la lingua sulle labbra, pensò a cosa si sarebbe dovuta portare. Allora, prendendo la bacchetta dalla tasca dei jeans, fece un leggero movimento con il polso e gli indumenti cominciarono a librarsi in aria e ad ammucchiarsi disordinatamente nel borsone.
Ad un certo punto comparve Remus sulla soglia e per un po’ di tempo la osservò divertito.
 
-Sai non avevo mai preso in considerazione la possibilità di chiamarti Dora…
 
-Infatti non devi! Io sono solo Tonks!
 
Lui fece spallucce e, incrociando le braccia, disse
 
-Come vuoi…Dora!
 
All’improvviso una delle magliette di Tonks gli arrivò sulla faccia. Quando la sollevò dal volto, vide la ragazza che lo guardava furente. Lui, con molta calma, piegò la maglietta in modo perfetto e gliela porse, piegandosi leggermente in avanti, in segno di riverenza. Ninfadora gliela tolse dalle mani e la infilò con rabbia nel borsone.
 
-Tonks sei sicura che vada tutto bene?
 
-No…non ne sono più sicura…insomma io e mia madre siamo ricercate da una pericolosa Mangiamorte, ho appena confessato ai miei di far parte dell’Ordine e abbiamo discusso e sto per trascorre le prossime settimane in loro compagnia alla Tana, isolata dal mondo intero!
 
-Dimentichi che ci sarò anche io…
 
La ragazza si voltò verso l’amico e lo scrutò scettica.
 
-E questa dovrebbe essere una consolazione?
 
In realtà lo era. Tutto quello che Tonks voleva era trascorrere del tempo con l’uomo dei suoi sogni, se così lo si poteva definire, ma sapeva che la presenza dei genitori avrebbe reso tutto più complicato.
Sul volto di Remus si allargò un sorriso comprensivo. Dopo afferrò Ninfadora per le spalle e le disse
 
-Tonks ti prometto che non accadrà nulla né a te né a tua madre. Ci sarò io a difenderti. Te lo prometto…
 
La ragazza, sentendosi confortata, si liberò della presa e lo abbracciò più forte che potè. Affondò il viso nell’incavo tra il collo e il viso, inspirando il dolce profumo di muschio e cioccolata che Remus emanava. Lui ricambiò quell’abbraccio, poggiando le mani sulla vita della ragazza e attirandola a sé quanto più possibile. Entrambi provarono un’attrazione
inspiegabile verso l’altro, come se desiderassero rimanere così, vicini tanto da potersi sfiorare e rabbrividire per quel piccolo contatto. Quando si distaccarono, Tonks era molto vicina al volto dell’uomo. Poteva sentire il suo respiro sul volto. Allora con audacia si sporse in avanti nella speranza che accadesse qualcosa, ma Remus fu più veloce.
 
-Ora sbrigati! Altrimenti Molly, se non ci vede arrivare, darà in escandescenze!
 
Dette quelle parole, si dileguò, uscendo velocemente dalla stanza. Tonks rimase per qualche secondo a fissare il vuoto, maledicendosi di non essere stata abbastanza pronta a baciarlo.
 
“Ero così vicina! Così vicina!”.
 
Rassegnata, chiuse la cerniera del borsone, ormai diventato pesantissimo. Se lo caricò sulle spalle e, mentre si avviava verso l’ingresso, desiderò che, dopo tutto, quelle settimane non passassero così velocemente come aveva sperato.
 


Ok, Avete ragione! Tiratemi modem, mouse, tastiera addosso! Lo so, ho pubblicato tardissimo e mi inchino di fronte alla vostra ENORME pazienza! Purtroppo ho avuto molto da studiare…i test per l’università e la maturità (maledetto chi la inventò!) si avvicinano e l’ansia aumenta ogni giorno di più!
Voglio comunque ringraziare tutti coloro che seguono e commentano la fic! E mi scuso se non rispondo a tutte le recensioni, ma è perché veramente non ho nemmeno il tempo di respirare!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto…eheh d’ora in poi (ve lo prometto!) ci saranno più momenti Remus/Ninfadora e soprattutto accadrà qualcosa di inaspettato! xD
Un bacio abby_nigel

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Capitolo 19
*** Un pranzo da dimenticare ***


Capitolo 19

Un pranzo da dimenticare



Tonks si stiracchiò svogliatamente nel letto, in cui di solito dormiva uno dei due gemelli Weasley. La luce del sole passava attraverso le sottili tende di lino e finiva proprio sul suo cuscino. Con i piedi accartocciò le lenzuola verso la fine del letto e molto lentamente si mise a sedere. Si stropicciò stancamente gli occhi con le mani e passò la lingua sulle labbra secche per la notte. Dopo qualche secondo si ricordò che era già trascorsa una settimana da quando lei e i suoi genitori era stati trasferiti alla Tana. Era stata una settimana difficile. Sua madre la controllava continuamente e, come se non bastasse, le lanciava uno sguardo severo ogni volta che la trovava a parlare con Remus. Non poteva spiccicare una parola, che gli occhi ammonitori della madre la puntavano e Tonks doveva smettere immediatamente. Fu in quei giorni che ricordò per quale motivo avesse deciso di andarsene di casa e vivere in un appartamento proprio. Rimpiangeva fortemente l’indipendenza che aveva acquistato in quegli anni. Improvvisamente ricordò che per quel giorno Molly aveva organizzato un pranzo per tutti i membri dell’Ordine e certamente la madre sarebbe stata troppo presa dalla gioia di rincontrare Sirius per prestarle le sue pressanti attenzioni. Così si alzò dal letto con una marcia in più per affrontare la giornata che la stava per aspettare. Dopo che si fu vestita, scese in cucina e insieme alla madre e a Fleur diedero una mano alla signora Weasley ad apparecchiare la tavola e a cucinare la varie portate. La mattinata trascorse piuttosto velocemente e, senza nemmeno accorgersene, Tonks si trovò seduta a tavola tra Sirius e Remus, che tra risate e beffe, ricordavano i vari scherzi fatti ai tempi di Hogwarts. Dopo che Molly ebbe tolto da sotto i loro nasi i piattini del dolce, il signor Weasley propose di fare tutti insieme una passeggiata lungo il sentiero vicino alla Tana.

-Sirius, prima di uscire ritrasformati in cane e ricordati: vigilanza costante!- disse Moody, prima di uscire dalla casa ed essere investito dai raggi caldi di un Sole di fine aprile.

Così la comitiva si incamminò lungo il sentiero e Tonks approfittò del fatto che la madre stesse parlando con Molly e che il padre stesse descrivendo ad Arthur alcuni congegni babbani, per potersi allontanare un po’ e godersi quei pochi attimi di solitudine. Alzò il volto per poter assorbire il calore del Sole e metteva un piede davanti all’altro, cercando di non inciampare in qualche ramo secco. Dopo poco, però, si sentì tirate i pantaloni vicino al ginocchio e, quando guardò in basso, notò che un cane nero la guardava con aria divertita, mentre la lingua gli penzolava fuori dalla bocca e la coda scodinzolava velocemente. Allora il cane avanzò di poco e poi guardò di nuovo al ragazza, come in segno di sfida.

-Ho capito, ho capito. Ti va di fare una corsa con me, giusto?- chiese la ragazza, rivolgendosi all’animale.

Quello rispose abbaiando più volte, come conferma.

-E va bene!- disse, infine, Tonks –Al mio tre, partiamo! Uno…due…ehy! Sei partito in anticipo!

Ma il cane nero già correva veloce lungo il sentiero. Allora Ninfadora cominciò a correre, mentre da lontano sentì la signora Weasley gridare -Non allontanatevi mai dal sentiero, mi raccomando! Ma Tonks non ci fece molto caso. Corse il più veloce che poté, anche se i polmoni le stavano per scoppiare. Ormai di Sirius non c’era più traccia e improvvisamente si trovò ad un bivio. Allora si fermò di colpo e, mentre riprendeva fiato, cercava di riflettere su quale sentiero dovesse intraprendere. Quando ormai aveva deciso, sentì un fruscio alla sua sinistra e dopo poco il suo sguardo fu catturato da una macchia nera che sfrecciava veloce. Tonks strizzò gli occhi per distinguerne bene i contorni, ma non ci riuscì. Allora, sorridendo, urlò -Ti ho trovato Sirius! Non credere di potermi battere! Dopo quelle parole, ricominciò a correre con più foga di prima, inoltrandosi nella boscaglia fitta. I rami e le spine dei cespugli le graffiavano le gambe e il viso, ma Ninfadora non si sarebbe fermata per nulla al mondo. Quello era l’unico momento di libertà di quella terribile settimana trascorsa con i suoi genitori. Ora voleva solo sfogare la propria frustrazione. Fu così che, senza accorgersene, si ritrovò in una radura. Si guardò intorno alla ricerca del cugino, ma del cane nero non c’era nemmeno l’ombra.

“Dove diavolo è andato? Moody andrà su tutte le furie, se non lo riporto indietro!”.

Tonks aveva portato la mano vicino alla bocca e stava per urlare il nome di Black e chiamarlo, quando un’altra voce la bloccò.

-Guarda, guarda chi ha portato l’uccellino…anzi…il cane…

Era una voce agghiacciante, stridula, folle; e Ninfadora sapeva benissimo a chi apparteneva. Un brivido freddo le percorse la schiena e le sue gambe si immobilizzarono per la paura.

-Tua mamma non ti ha insegnato che è maleducazione non salutare la zia con il dovuto rispetto?

Allora Tonks si voltò di scattò e sbiancò, quando si trovò di fronte lei, Bellatrix Lestrange. Era ancora più terribile dal vivo. I suoi capelli neri e ricci, le sue labbra piccole e carnose, i suoi occhi scuri e malefici, tutto di quella donna incuteva timore.

-La zietta prodiga. Qual buon vento!- disse dopo poco la ragazza, cercando di richiamare a sé un po’ di coraggio.

-Sei identica a tua madre. Traditrice e spudorata.- continuò la Mangiamorte, mentre sul volto le si dipingeva un ghigno divertito.

-Non. Parlare. Così. Di. Mia. Madre…- sputò Tonks con rabbia.

Improvvisamente Bellatrix scoppiò in una risata fragorosa e agghiacciante, inclinando la testa indietro e lasciando intravedere i denti perfettamente bianchi.

-Dimenticavo che tu sei un Auror- disse la donna ironicamente, mentre faceva qualche passo intorno a Tonks –E che il tuo compito è quello di difendere i deboli…

-…e di spedire ad Azkaban i Mangiamorte come te!

Fu questione di un attimo, che Ninfadora afferrò la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e pronunciò l’incantesimo.

-Stupeficium!

Ma Bellatrix fu più veloce e parò l’attacco.

-Non c’è da stupirsi, se non sei un granché come strega. In fondo sei sempre figlia di uno schifoso Babbano! REDUCTO!

La furia con cui aveva pronunciato l’incantesimo era talmente forte, che se Tonks si fosse protetta con una semplice barriera magica, sarebbe stata comunque colpita e catapultata lontano. Così si riparò dietro l’albero più vicino e, schiacciando la schiena contro il tronco, guardò un enorme masso esplodere per l’incantesimo, che aveva appena schivato.
Poi una nuova consapevolezza prese corpo nella mente di Tonks. Era in trappola.

 -Ti va di giocare a nascondino con la zia, eh? E va bene! Allora giochiamo!

Ninfadora sentiva i passi della Mangiamorte avanzare tra le foglie secche e sapeva che si stava avvicinando. Doveva fare qualcosa.

“Sta venendo da destra! Sì, ne sono sicura!”.

Allora, stringendo la presa attorno alla bacchetta e inspirando profondamente, si portò allo scoperto e lanciò l’incantesimo, sicura di colpire Bellatrix, ma l’attaccò andò a vuoto.

-Mancata!

Tonks riuscì solo a girarsi e a guardare la sua nemica in volto, che un altro incantesimo la colpì in pieno petto e la scaraventò al centro della radura. L’impatto con il terreno fu così violento, che un dolore lancinante le si diffuse per tutta la schiena. Non riusciva a muovere nemmeno un muscolo. Provò ad alzarsi sui gomiti, ma qualcosa la colpì sul petto e la costrinse a gettarsi di nuovo a terra. Quando alzò lo sguardo, vide Bellatrix che con un sorriso beffardo la sovrastava e le puntava la bacchetta contro, mentre con il piede premeva sul suo sterno.

-Quell’orbo di Malocchio non ti ha insegnato a combattere?

Ninfadora non aveva la forza si risponderle, soprattutto perché il tacco dello stivale le impediva di respirare. Allora cercò di alzare la mano che impugnava la bacchetta, ma la Mangiamorte la anticipò, colpendola con un calcio e lanciandola lontano.

-Sarebbe troppo banale ucciderti così…perché non recuperiamo il tempo perso e ci divertiamo un po’ insieme?

Tonks incrociò lo sguardo folle di Bellatrix e capì che non aveva più scampo.


*      *     *



“Ma dove sono andati quei due?”.

Remus si trovava di fronte al bivio, di cui Molly gli aveva parlato. Si grattò la testa, indeciso su quale sentiero intraprendere. Quando Sirius e Tonks erano scomparsi di corsa dalla vista del gruppo, lui si era offerto di andarli a cercare. Aveva seguito le indicazioni di Molly e le tracce lasciate dai due amici lungo il sentiero, ma, in fondo, aveva sperato di incontrarli prima del bivio, mentre, esausti, cercavano entrambi di riprendere fiato. Tenere Tonks sotto controllo si era rivelato essere più difficile del previsto, soprattutto perché la ragazza rischiava la vita più per colpa della sua goffaggine, che per dei terribili Mangiamorte. Ormai aveva perso il conto di quante volte in quell’ultima settimana l’aveva afferrata giusto in tempo, prima che rovinasse per terra e si spaccasse il naso. Un sorriso divertito gli comparve sul volto, al ricordo di quei momenti.

“Sarà anche un uragano, ma è impossibile non lasciarsi contagiare dalla sua allegria!”.

Remus aveva appena deciso di inforcare il sentiero di destra, quando un urlo agghiacciante squarciò il silenzio assoluto del bosco.

“TONKS!”.

La consapevolezza che lei fosse in pericolo in un primo momento lo mandò nel panico più totale; dopo pochi secondi, però, lo spinse ad agire. Così con la bacchetta inviò un Patrono agli altri e poi cominciò a correre verso l’origine della voce, sperando che non fosse troppo tardi.


 

*       *      *


 

Tonks era distesa per terra, tra le foglie secche della radura, mentre il petto le si alzava e abbassava sempre più lentamente. Non aveva la forza di reagire o di alzarsi in piedi per fronteggiare la nemica. Ormai sapeva che Bellatrix si stava divertendo ad ucciderla lentamente. Il suo scopo era quello di farla soffrire e ci stava riuscendo.

-Si vede che sei la figlia di quella ignobile di tua madre!

Allora la Mangiamorte avvicinò il proprio volto a quello pallido della ragazza e le soffiò con rabbia. -Starai pregando che ponga fine alla tua inutile esistenza…- emise un ghigno di soddisfazione e inclinò leggermente la testa di lato –Non preoccuparti. Il Signore Oscuro non mi ha dato abbastanza tempo per divertirmi con te. Manderò un saluto speciale ad Andromeda da parte tua!

Bellatrix puntò la bacchetta proprio sul volto di Tonks. Stava per pronunciare l’Anatema che uccide, solo che le parole le morirono in bocca, quando un’altra voce echeggiò nella radura.

-TONKS! TONKS DOVE SEI?

Ninfadora riconobbe immediatamente il tono di voce. Remus la stava cercando. Avrebbe voluto urlare, dirgli di scappare finché era ancora in tempo; ma sentiva che le forze la stavano lentamente abbandonando. Dopo poco seguì l’abbaiare di un cane, dal lato opposto del bosco. Anche Sirius la stava per raggiungere. Bellatrix si guardò attorno, allarmata e indecisa se portare a termine la sua missione oppure fuggire. Lanciò un ultimo sguardo alla ragazza, distesa scompostamente per terra. Udì i passi dei due uomini avvicinarsi sempre di più e raggiungere il limitare della radura. Alla fine si chinò verso Tonks e le sussurrò nell’orecchio

-Per questa volta ritieniti fortunata, perché non ti sarà data un’altra occasione…

E dopo essersi ricomposta, si Smaterializzò, prima che qualcuno potesse fermarla. Dopo pochi secondi comparvero Remus, correndo a per di fiato, e Sirius, ancora tramutato in cane. Quando videro Ninfadora, la affiancarono immediatamente. Lupin, allora, le sorresse la testa e cominciò a parlarle

-Tonks! Tonks cosa ti è successo? Tonks riesci a sentirmi?

Sirius, che intanto aveva assunto di nuovo la propria forma umana e si era inginocchiato accanto alla cugina, disse all’amico

-Rem, guarda i tagli! E’ stata torturata!

Sul volto del licantropo comparve un’espressione di stupore e paura insieme.

-Tonks…sai dirmi chi ti ha fatto questo? Ti prego…non abbandonarci…

Ninfadora non sentiva più nulla. Le voci dei suoi amici erano lontane e soffuse. Percepiva l’oscurità avvolgerla e le palpebre faticavano a restare aperte. Però, prima di perdere i sensi, riuscì a emettere una parola, anzi un nome.

-B…Bellatrix…
 


Ok...chiedo scusa per il ritardo, però ho avuto problemi con il vecchio portatile, che, non appena lo accendevo, si bloccava sulla schermata iniziale. Mi scuso e mi inchino davanti a voi per introduzione molto riassuntiva, ma non volevo essere troppo prolissa e stancarvi con le cose inutili, tipo le portate che Molly ha servito a tavola o cosa simili. Spero che questo capitolo sia stato avvincente e...dinamico...perchè no?! (fase di sclero delle 23:24!!). Coooomunque ringrazio sempre tutti per i commenti che con grande pazienza mi lasciate, non sapendo se vi risponderò (putroppo mancano tipo 20 giorni all'esame di maturità e la ripetizione incombe!).
Vi prometto che il prossimo capitolo sarà un pò più romantico...ho già un'idea in mente (eheh...)...poi vedrete, anzi leggerete!
Un bacio abby_nigel

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Capitolo 20
*** Blackout ***


Note dell'autrice:  finalmente sono riuscita ad aggiornare, però volevo darvi delle spiegazioni prima che leggeste il capitolo! In pratica si dice che quando una persona è in coma, può sentire cosa dicono gli altri In questo capitolo, come avrete certamente capito, Tonks è in coma a causa dell'attacco di Bellatrix, però si trova più nella fase del risveglio e per questo riesce a sentire quello che gli altri dicono...le parti in corsivo sono i suoi pensieri. E dopo questo breve prologo informativo...vi auguro una buona lettura! :D
 



Capitolo 20

Blackout

 

“Quanto tempo sarà passato? Un’ora? Due? Penso massimo tre…”.

Tonks si trovava in una sorta di oblio. Attorno a lei c’era solo il vuoto, nient’altro. Si sentiva stranamente leggera e non percepiva il suo corpo. Provava ad ordinare alle dita delle mani di muoversi, ma non accadeva nulla. Sembrava non avere più il controllo delle proprie facoltà. Cercò di tendere le orecchie o meglio, l’udito, ma ciò che sentiva era solo un respiro alla sua sinistra, un respiro lento e continuo. Allora si aggrappò a quel respiro, a quell’unico segno di vita che riusciva a percepire. Il tempo passava e Tonks si sentiva impazzire. Avrebbe voluto urlare, ma le labbra non avevano alcuna intenzione di schiudersi né la voce di uscire dalla gola. Allora cominciò a credere di essere morta e che stava scontando una qualche punizione divina per come si era comportata in vita. Proprio quando ormai la speranza l’aveva abbandonata, sentì una voce.


-Non si è ancora svegliata?

Era una voce amica, ne era certa; ma era come se il suo cervello avesse avuto un blackout e non riuscisse più a ripartire.

-No…

Conosceva anche quella seconda voce. Le ricordava una strana sensazione di affetto e dolcezza.

-Ci sono stati dei miglioramenti da ieri?

Miglioramenti? E di cosa?

-E’ stabile…

Stabile…non è un vocabolo che in genere si usa per i malati?

-Bellatrix deve esserci andata davvero pesate, se Tonks è in coma da due giorni!

Cosa? Due giorni? Erano trascorsi due giorni? E poi in coma? Era in coma? Bastarono quelle poche parole, perché Ninfadora improvvisamente ricordasse ciò che era successo. Le immagini di quella domenica cominciarono a sfilare davanti a suoi occhi al rallentatore. Vide la tavola imbandita con Sirius e Remus che scherzavano, Moody che diceva al primo di trasformarsi in cane, il sentiero che scorreva veloce affianco a lei, la radura con Bellatrix che la stava aspettando. Vide il proprio corpo disteso a terra moribondo, mentre la Mangiamorte le sussurrava qualcosa all’orecchio. E poi il buio.
Allora quelle due voci…


-Remus perché non lasci che io o i genitori di Tonks ti diamo il cambio e vai a riposarti un po’? Non hai una bella cera amico…

-Sto bene…

Ma la voce di Lupin era terribilmente stanca e roca.

-No, che non stai bene! Ma ti sei visto? Non dormi da due giorni e hai appena toccato quello che Molly ti ha preparato da mangiare! Se Tonks non dovesse svegliarsi…

-TONKS SI VEGLIERA’!

Ninfadora, se avesse avuto pieno possesso del proprio corpo, sarebbe rabbrividita per il tono di voce dell’uomo. Non lo aveva mai visto alterarsi in quel modo.

-Calmati! Volevo solo dire che se tu continuassi a vivere così, alla prossima Luna piena non reggeresti! Sono solo preoccupato per te…

Ci fu un minuto di silenzio, carico di tensione. Tonks poteva percepirlo.

-Sì, scusa Sirius…è che se non si dovesse svegliare, io…è colpa mia, se ora si trova in queste condizioni. Non potrò mai perdonarmelo…

In quel momento Tonks capì perché all’inizio aveva provato quella strana sensazione per lui. Era amore e la frase, che aveva pronunciato, le aveva ricordato perché si era innamorata di lui.

-Ma Rem non è colpa tua! Non avremmo potuto prevederlo! Anzi l’avevamo portata qui proprio per proteggerla!

-Sì, Silente mi aveva ordinato di badare a lei e ho fallito…non merito di stare nell’Ordine…

-Per favore non cominciare ad autocommiserarti! Lo sai che non sopporto, quando lo fai!

-Dimenticavo che tu sei intollerante alla sensibilità umana…- commentò amaramente Remus.

-E che tu, invece, sei sempre il solito melodrammatico…

E dopo quelle parole, scoppiarono entrambi a ridere. Le loro risate riecheggiarono nel vuoto intorno a Tonks e la ragazza se ne rallegrò. Avrebbe voluto poter ridere insieme a loro e alleviare le loro preoccupazioni, ma, anche volendo, non sapeva come svegliarsi da quell’incubo, se così lo poteva chiamare. Ad un certo punto sentì il cigolio della porta e poi un’altra voce parlò

-Oh, scusate non volevo interrompervi.

Il tono era piuttosto altero, ma allo stesso tempo dolce e rassicurante.

-No…- disse Sirius, tossendo e cercando di ricomporsi –Non preoccuparti, Andromeda…

Sentendo quel nome, Ninfadora ricordò immediatamente che la voce apparteneva a sua madre.

-Io volevo scambiare una parola con il signor Lupin, se era possibile.

Era sempre stata così formale. Tonks, infatti, fin da quando era piccola, si era chiesta com’era possibile che una donna composta e austera come la madre potesse essersi innamorata di un uomo ilare e decisamente poco serio come il padre.

-Oh, certo! Vi lascio soli – disse Sirius, mentre lasciava la stanza.

Ci fu qualche secondo di silenzio, prima che Andromeda cominciasse a parlare.

-Signor Lupin, io…

-La prego, mi chiami Remus e mi dia del tu.

La donna esitò un attimo, ma cercò di non darlo a vedere.

-Remus…io volevo parlarti di Dora.

-E’ ancora stabile.- cominciò lui –E’ stata torturata duramente e…

-No, non di questo… - Tonks poté sentire la madre prendere un profondo respiro e riprendere a parlare –Ma di quello che c’è tra te e mia figlia…

Remus rimase in silenzio.

-Io e Tonks siamo amici e…

-Questo lo so, però conosco mia figlia e so che per te prova qualcosa di più che semplice amicizia. Lo vedo da come ti guarda, da come ti parla…

Tonks era irritata per quello che stava accadendo. Insomma come si permetteva sua madre di intromettersi nella propria vita sentimentale?

-Io e Dora non abbiamo un rapporto idilliaco…- continuò la madre, con un velo di tristezza nella voce –Quindi non parliamo molto, soprattutto di queste cose; però la conosco abbastanza bene da sapere, quando perde la testa per qualcuno.

-Io…

Ma Lupin non riuscì a terminare, che Andromeda lo anticipò.

-Remus devo chiederti di non fomentare questa cotta che Ninfadora si è presa. Lei deve vivere la sua vita, lei merita un futuro migliore…capisci cosa intendo?

Se Tonks in quel momento avesse avuto la facoltà di muoversi, sarebbe scattata in piedi e avrebbe cominciato ad urlare alla madre per come si stava comportando. Non poteva decidere della sua vita, non poteva prendere le scelte al posto suo e soprattutto non poteva obbligarla ad amare qualcuno che non voleva. Sperava che Remus si opponesse a questa situazione, che si alzasse in piedi e esprimesse i suoi sentimenti.

-Sì, lo capisco e ha ragione…

Una strana sensazione di amarezza e delusione pervase Ninfadora, lasciandola come svuotata. Ora era certa che lui non la amava o che non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti.

-Ti ringrazio, Remus. Sapevo che saresti stato comprensivo. Perché ora non vai un po’ a riposarti? Rimango io qui con Dora.

-No, non ce n’è bisogno. Sto bene.

-D’accordo. Allora salgo più tardi.

E così anche Andromeda lasciò la stanza e rimasero Remus e Tonks da soli. La ragazza poté sentire l’uomo che le stava affianco prendere qualcosa dal comodino e poggiarselo sulle gambe. Capì che stava leggendo un libro, perché dopo poco udì Remus sfogliare delicatamente una pagina. Avrebbe voluto poter ammirarlo silenziosamente, mentre era intento a leggere. Proprio quando Tonks cominciò a chiedersi come mai non avesse ancora girato pagina, Lupin chiuse di scatto il volume e con la sedia si avvicinò al letto, poggiando i gomiti sul materasso.

Fece un respiro profondo.


-Tonks…mi dispiace moltissimo. Non volevo che ti accadesse una cosa del genere. E’ solo colpa mia…però ti prego, svegliati! Devi svegliarti! Tutti abbiamo bisogno di te…- ci fu una sorta di pausa, prima che l’uomo ricominciasse –Io ho bisogno di te…delle tue risate, dei tuoi scherzi, di vedere i tuoi capelli fucsia girare per Grimuland Place…Quando due giorni fa ho sentito il tuo urlo agghiacciante, ho avuto paura che fosse accaduto il peggio e io non ero lì a proteggerti come avrei dovuto… se ti avessi perso…

Ma non terminò la frase. Probabilmente avrebbe voluto dire qualcosa, ma si trattenne. All’improvviso Tonks si sentì stringere la mano. Dal tocco delicato e sicuro allo stesso tempo capì che era la mano di Remus, quella intrecciata alle proprie dita. Cercò di ricambiare la stretta, ma la forza le venne meno.

-Sei un vero uragano, Ninfadora…- pronunciò quelle parole con tono divertito –Sei…incredibile…insomma sei tu! Prometto che se ti sveglierai, non ti chiamerò più Ninfadora…

Le parole le uscirono di bocca senza nemmeno che lei lo volesse.

-C’era bisogno che finissi in coma…perché tu non mi chiamassi più così…

-Tonks!

Quest’ultima riuscì ad aprire gli occhi, anche se le palpebre erano troppo pesanti. In un primo momento non riuscì a mettere a fuoco la stanza e la voce dell’uomo sembrava solo un eco lontano. Lentamente mosse le dita delle mani e girò di poco la testa, ma ogni muscolo del corpo si ribellava anche a quei lievi movimenti.

-Tonks come ti senti?

Sentendosi chiamare di nuovo, si girò verso l’amico e si rassicurò nel incrociare i suoi occhi ambrati.

-Remus…- disse lei in un impercettibile sussurro.

-Tonks sono così contento che ti sia svegliata!

Allora le accarezzò la fronte e le scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Poi le strinse un po’ più forte la mano e, portandosela alle labbra, gliela baciò. In quel momento lei avrebbe voluto ringraziarlo per quello che aveva fatto, rassicurarlo per ciò che era successo con Bellatrix, dirgli che lo amava più di ogni altra cosa. Remus si voltò verso di lei e la guardò sollevato.

-Remus…Bellatrix l’avete trovata?

-No…è fuggita prima che io e Sirius arrivassimo…mi dispiace Tonks, avrei dovuto proteggerti e non l’ho fatto…

-Non è colpa tua- disse lei, mentre cercava di mettersi seduta e un’espressione sofferente le si dipingeva sul volto –Sarei dovuta stare più attenta…e ora che accadrà?

-Niente…se denunciassimo la cosa al Ministero, si inizierebbero a chiedere perché eri qui, insieme ad altri Auror, ad un lupo mannaro e ad un ricercato…Silente ha detto che ovviamente non appena ti saresti ripresa, saresti potuta tornare a casa…

-E tu sei rimasto qui per tutto il tempo che ho dormito?- domandò Ninfadora, anche se già conosceva la risposta.

Remus arrossì ingenuamente e discostò lo sguardo da lei.

-Ehm…sì…mi sentivo in colpa per quello che ti era successo…

Tra i due calò un silenzio imbarazzante, durante il quale Tonks continuava a guardare l’uomo che le stava di fronte e Remus le sorrideva felice.

-Io vado ad avvisare gli altri che sei sveglia…- disse lui alla fine, lasciando la stanza abbastanza in fretta.

Ninfadora si lasciò sprofondare nei cuscini e, mentre le si dipingeva un sorriso sulle labbra, sperò che la sua convalescenza fosse abbastanza lunga da permetterle di stare più tempo con l’uomo che amava.

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Capitolo 21
*** Un invito inaspettato ***


Immagino che vi starete chiedendo cosa sia successo…bè, ho riscritto il capitolo! Quello precedente non mi convinceva per niente, soprattutto il falshback e la parte in cui Tonks doveva chiedere a Remus di accompagnarla al ballo! Spero almeno di averlo migliorato! Ringrazio tutti, ovviamente, per aver recensito il vecchio capitolo e che siate stati clementi con i commenti, anche se faceva davvero pena! Spero che questo vi piaccia di più!
Abby_nigel
 



Capitolo 21

Un invito inaspettato

 



I passi di Tonks riecheggiavano nel corridoio del quarto piano dell’Ufficio Auror. Era da qualche settimana che non metteva piede al Ministero per l’attacco, sferratole da Bellatrix e nulla sembrava cambiato, tranne l’ atteggiamento degli altri impiegati, che apparivano esuberanti ed entusiasti. Ninfadora non sapeva spiegarsi a cosa fosse dovuto tutto ciò, ma quella strana atmosfera riuscì a coinvolgere anche lei. Sorrideva a ogni collega che incontrava e, quando entrò nel proprio ufficio, capì che, nonostante tutto, il lavoro le era mancato. Lanciò uno sguardo veloce attorno a sé e notò che non c’era niente fuori posto, tranne la pila di scartoffie, che si erano accumulate durante la sua assenza. Si buttò svogliatamente sulla propria sedia e sbuffò nel constatare che in realtà la montagna di fogli era molto più grande di quello che sembrava. Allora, cercando di richiamare a sé un po’ di buona volontà, afferrò la penna e prese il documento in cima. Cominciò a sfogliarlo, ma fu totalmente inutile, poiché la sua mente aveva cominciato a navigare tra i ricordi della settimana precedente, trascorsa alla Tana. Soprattutto ripensò ai momenti trascorsi con Remus, a tutte le volte che, svegliandosi, lo aveva trovato affianco al letto a leggere un libro, a tutte le volte che le aveva portato colazioni, pranzi e cene in camera, a tutte le volte che l’aveva accompagnata a fare una passeggiata, quando lei ne aveva voglia o si sentiva abbastanza in forma.
Ad un certo punto rivolse lo sguardo verso la finestra e rimase ad ammirare il cielo azzurro, che sovrastava l’intera città. Quel cielo terso e limpido era lo stesso della settimana precedente.
 


Una mattina, infatti, quando ormai stava abbastanza bene da poter abbandonare la propria stanza, uscì dalla casa e si avviò lungo il sentiero, che aveva percorso solo una settimana prima. Il caldo sole di fine aprile le baciava le gote un po’ troppo pallide per i suoi gusti e sembrava quasi far evaporare quella sensazione di malessere, che le aveva fatto compagnia per tutto quel tempo. Sentiva la ghiaia scricchiolare sotto i suoi anfibi e i canti allegri degli uccelli erano musica per le sue orecchie. Non si era mai sentita così bene, né così felice. Anche se il Fato era deciso ad esserle avverso a qualsiasi costo, Tonks cercava di andare avanti e di sorridere alle difficoltà. Ormai aveva già percorso abbastanza strada, quando improvvisamente qualcuno la affiancò.

-Non dovresti andare in giro da sola, soprattutto non nelle tue condizioni.

Quando Ninfadora si voltò, trovò al suo fianco Remus, che le sorrideva premurosamente. Allora lei si bloccò e, fingendosi offesa, disse

-Guarda che io so badare a me stessa.

-Questo non lo metto certamente in dubbio!- ribatté lui, portando le mani dietro la schiena –Ero solo preoccupato per te…

Tonks rimase sorpresa da quella risposta e non poté fare a meno di guardarlo meravigliata; poi, però, le si dipinse un sorriso sul volto e, mentre riprendeva a camminare, esclamò

-Remus Lupin sai sempre cosa dire al momento giusto! E’ snervante come cosa!

Lui ridacchiò divertito e affiancò immediatamente la ragazza.

-In effetti è snervante anche per me, soprattutto quando da ragazzo, dovevo trovare una scusa per quello che combinavano James e Sirius…Silente mi aveva nominato prefetto per cercare di tenerli a freno, ma fu totalmente inutile. Erano irrecuperabili!

-Non dirmi che Silente ti ha ordinato di proteggermi?- domandò lei, ironicamente.

-Tecnicamente sì,- ammise Remus –ma io non sono stato in grado di farlo…

Tonks smise di camminare e guardava Lupin, come meravigliata. L’uomo si fermò un po’ più avanti e si girò indietro per aspettarla.

-Dici sul serio?- chiese lei –Davvero credi di non avermi protetta?

-Certo!- disse lui, annuendo con convinzione, -Se non fosse stato così, tu non saresti entrata in coma e non saresti stata male e…

-Remus, prendi fiato e ascoltami!

Allora Ninfadora gli si avvicinò e, allargando le braccia, riprese a parlare

-Non è assolutamente colpa tua! Neanche Silente aveva previsto che Bellatrix sarebbe arrivata fin qui! Sei un essere umano come tutti noi e a tutti capita di commettere degli errori!

Il volto di Lupin divenne funereo e il suo tono di voce era completamente atono.

-Io non sono un essere umano…sono un licantropo…

-E questo cosa c’entra?

-C’entra, perché sono un mostro!

Remus si voltò, dando le spalle alla ragazza e, quasi in un sussurro, disse

-Sono pericoloso e non sono nemmeno capace di proteggere chi amo…

Tonks sussultò nel sentire quella parola. Possibile che lo avesse detto davvero, che fosse riferito a lei? Un barlume di speranza si accese nel suo cuore e, spinta dall’amore che provava per lui, gli posò una mano sul braccio e lo costrinse a girarsi verso di lei.

-Remus tu non sei un mostro! Se davvero fosse stato così, non saresti qui, adesso, a preoccuparti per me! Tu hai dei sentimenti, come tutti noi…come me…

Dopo quella frase, Ninfadora trattenne il fiato nell’attesa di una risposta, che non arrivò, poiché Lupin le sorrise. Non c’era niente da fare, ma per lei quel sorriso valeva più di mille parole, di mille gesti, più di qualsiasi altra cosa. Questa era l’unica cosa che riusciva a spiazzare Tonks. Il suo sorriso, il suo sguardo, riuscivano a catturarla, a catapultarla in un altro universo, senza che lei nemmeno se ne accorgesse. Amava Remus perché sapeva essere dolce e gentile, premuroso e amorevole, deciso e sicuro di sé.
Senza accorgersene, Tonks rabbrividì a quel pensiero e lui se ne accorse.

-Torniamo dentro. Non vorrei che ti ammalassi per colpa mia!

Così la prese sotto braccio e la riportò alla Tana e, da quel giorno, non parlarono più di quell’argomento.
 


 

-Ehy Tonks! Posso entrare? Ti disturbo?

-Cos…oh Sarah, no figurati! Vieni entra!

Sarah era la ragazza tutto fare dell’ufficio Auror. Non era molto sveglia ed era anche un po’ civetta, ma andava comunque bene per consegnare messaggi o informazioni.

-Finalmente sei tornata! Stai bene? Perché sei un po’ pallida!

-Sì, sì, sto bene, grazie!- tagliò corto Ninfadora -C’è qualcosa di importante che devi dirmi?

-Oh, sì! Ecco, dovevo consegnarti questo!

Mentre lo diceva, le passò una specie di invito. Sopra c’era il simbolo del Ministero e alla fine la firma di Caramell stesso.

-E’ l’invito per il ballo organizzato dal Ministero!- spiegò Sarah, con un po’ troppo entusiasmo –Gli inviti li hanno distribuiti, mentre eri assente. Devono partecipare tutti coloro che lavorano qui e devi
portare un accompagnatore…allora? Con chi verrai?

-Che significa che devono partecipare tutti?!- domandò l’altra, preoccupata.

-Che c’è “frequenza obbligatoria”! Non vedo l’ora che arrivi questo ballo, tu no?

-No, per niente…a me non piacciono i balli e non ho alcuna intenzione di fare un’eccezione per questo!

-Credo che non potrai fare diversamente!- disse Sarah, alzando innocentemente le spalle –Il Ministro è irremovibile su questo punto e, se fossi intelligente, capiresti il perché!

Tonks avrebbe voluto ribattere, ma la ragazza se n’era già andata. Allora si girò l’invito tra le mani e ne osservò attentamente le decorazioni sfarzose. No, non sarebbe mai andata a quel ballo e nessuno l’avrebbe potuta costringere.
 

*          *         *

 

-Invece ci andrai!

-Andiamo Malocchio! Perché devo andarci? Non mi puoi costringere!

Tonks scattò in piedi e il tavolo della cucina di Grimuland Place oscillò pericolosamente.

-Non essere sciocca!- la ammonì Alastor, che stava percorrendo la stanza a grandi falcate –Anche io non voglio andarci, ma dobbiamo! Non hai ancora capito che Caramell ha organizzato tutto questo per far credere che viviamo in un periodo di pace, tanto che il Ministero può permettersi di stare in panciolle e di organizzare un maledetto ballo?

-Ma io cosa c’entro in tutto questo?- domandò la ragazza, che ormai era sull’orlo dell’esasperazione.

-Se tu, che sei un Auror, non partecipi ad un evento del genere,- cominciò Lupin, appoggiandosi al bordo del tavolo con i gomiti –penseranno tutti che sei in combutta con Silente e, allora, potresti anche perdere il tuo posto di lavoro…e poi, a mio parere, più membri dell’Ordine ci sono e meglio è.

-Già!- convenne Alastor –Quella potrebbe essere un’ottima occasione per attaccare…

-Oh…- disse Tonks, sorpresa da quella spiegazione –In effetti non ci avevo pensato…è che mi scoccia dover fingere che vada tutto bene, quando sappiamo che non è così…

Moody fece un ghigno divertito e, puntando rumorosamente il bastone per terra, esclamò

-Devi ancora capire come gira il mondo, ragazzina!

-Grazie Malocchio, lo prenderò come un complimento!

-Cara hai già pensato a chi chiedere di accompagnarti?- domandò Molly Weasley, portando alle labbra la tazza con il tè.

Ninfadora si grattò pensierosa la testa.

-Non ne ho la più pallida idea! Io non sono una tipa da ballo di gala! Insomma guardatemi!

Allargò le braccia come per indicarsi e tutti si voltarono verso di lei per osservala, ma l’unica a prendere la parola fu Molly.

-Sciocchezze, ragazza mia! Sei molto carina e…

-…e ho la grazia di un elefante che cammina sulle uova! Anche volendo, nessuno sano di mente accetterebbe di accompagnarmi, rischierebbe ti tornarsene con tutte le dita dei piedi fratturate!

-Cosa che hai certamente ereditato da tuo padre! Noi Black siamo sempre stati eleganti e leggiadri!- disse, scherzando, Sirius, che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

Tonks gli lanciò uno sguardo truce, non riuscendo comunque a trattenere un sorriso.

-Remus perché non l’accompagni tu?- propose l’amico dopo poco.

Lupin si sentì colto di sorpresa e, in un primo momento non rispose, ma si limitò a far scorrere il suo sguardo sui volti di ogni presente. Erano tutti in attesa di una sua risposta, ma questa volta non ci fu il solito tacito sorriso, come Tonks si aspettava.

-Non…non credo sia il caso. Penso che la mia presenza non gioverebbe alla posizione di Tonks. Sono sempre un licantropo e…

-Figurati! A me non importa!- disse la ragazza, alzando le spalle indifferente –Pensassero quello che vogliono!

-Ma voi non capite!- cercò di ribattere lui, ma fu tutto inutile.

-Non ricominciare ad autocommiserarti, Lunastorta!- lo ammonì Sirius –E poi lo hai detto tu stesso: più membri dell’Ordine ci sono e meglio è! Ci andrei io stesso, ma, se metto piede al Ministero, mi
rispediscono ad Azkaban!

Lupin sembrò pensarci su, mordicchiandosi il labbro inferiore e lanciando all’amico uno sguardo severo. Poi si rivolse a Ninfadora e le chiese

-Tonks sei sicura che per te vada bene? Non ti crea problemi il fatto che sia un licantropo?

-Remus, non mi è mai importato dell’opinione degli altri né mai mi interesserà!

-Allora va bene!- esclamò Lupin, alzando le mani come segno di resa –Ti accompagnerò io!
 

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