T e m p i B u i
Il silenzio regnava sovrano nella Sala comune dei Serpeverde, nella torre ovest del castello.
Gli studenti che non erano cullati ancora dalle braccia di Morfeo erano già scesi a fare colazione nella Sala Grande. Tutti tranne uno.
La voce di Ginevra Weasley gli giunse alle orecchie all’improvviso, come da un altro universo, distante dal suo anni luce. Il ragazzo, Draco, avrebbe voluto rispondere ma qualcosa glielo impediva. Stava seduto su una vecchia poltrona verde-argento, posta di fronte al fuoco scoppiettante del camino, dando le spalle alla sua interlocutrice, il cui battito del cuore aumentava ogni istante di più. Restarono qualche istante senza proferir parola, poi la Grifondoro parlò nuovamente, come sempre allegra.
« Come stai, Draco? » chiese gentilmente, cercando di essere il meno invadente possibile.
Sapeva quanto il ragazzo odiasse le intromissioni, anche se lei non era di certo un’estranea.
« Sto bene. Va tutto bene. » sussurrò Malfoy con un tono cupo che non tradiva affatto le sue emozioni. Ginevra andò a sedersi a gambe incrociate sul tappeto accanto alla poltrona e osservò il fuoco anche lei. Poco dopo sfiorò la mano del ragazzo, delicatamente, dolcemente, ma Draco rabbrividì a quel contatto e ritrasse immediatamente la sua.
« La prossima settimana mio fratello Charlie verrà a prendermi. » disse lei tutto d’un fiato.
Draco, per la prima volta da quando la ragazza era entrata, si voltò a guardarla.
I suoi occhi azzurri brillarono di una luce che lei intravedeva spesso ultimamente.
« Andrò a vivere con la mia famiglia in Romania, qui… beh, non ci è rimasto più nulla. »
Pausa. « Sarà un’ottima occasione per ricominciare » concluse Ginevra.
Era terrore o rassegnazione quello che la piccola Weasley scorgeva negli occhi del suo amico?
«Non devi andartene» sibilò Draco, alzandosi.
Fissò la rossa sconvolto, agitato, puntandole il dito contro minaccioso.
Sentiva di stare per perdere la calma. Eppure la presenza dell’altra fungeva da tranquillante, di solito. «Non puoi.» aggiunse perentorio.
Ginevra sorrise debolmente, non si aspettava una reazione del genere.
Anzi, non si aspettava affatto una reazione. Credeva che alla notizia avrebbe continuato come se nulla fosse, trascinandosi sempre di più in quell’apatia che ormai sembrava essere diventata la sua unica amica e compagna.
Era difficile per lei, ma finalmente la vita le offriva una prospettiva insperata.
« Sai che siamo traditori del nostro sangue. Non passerà molto tempo prima che Lui ci trovi… gli incantesimi non possono proteggere la Tana per sempre! Io devo andare. »
Era inammissibile. Non poteva abbandonarlo anche lei.
« Va bene, fai come meglio credi. Ora vattene e lasciami in pace.»
Il solito Draco disfattista. La fissò dritto negli occhi, tenendo l’espressione gelida e ostica di sempre. Per lui non era complicato, o almeno, non avrebbe dovuto esserlo.
Continuò a dirle che a lui non importa, che sarebbe andato avanti da solo. Mentiva.
Ginevra lo conosceva troppo bene. E in cinque anni lui non l’aveva mai capito.
Pensava ancora di poterla ingannare.
« Mi dispiace, Draco.»
Ginevra avanzò verso di lui per abbracciarlo, ma il ragazzo digrignò i denti, scansandosi.
« Potresti restare… sono figlio di uno dei più fedeli servitori del Signore Oscuro: non negherà a mio padre questo favore!» le urlò contro Draco.
« Proprio non capisci, vero? Tutto gira solo intorno a te, come al solito. Non posso abbandonare la mia famiglia, né tantomeno desidero vivere in un mondo unito dall’odio e dalla paura.» rispose Ginevra affranta, con la voce flebile. Draco non capiva, lei non poteva restare perché nell’unico luogo dove avrebbe voluto essere, non sarebbe mai potuta entrare. Tanto valeva andarsene e cercare quel luogo da un’altra parte. Sospirò.
Draco le diede le spalle e fece per tornarsene nel suo dormitorio.
« Ti voglio bene. » riuscì a dire la ragazza prima che lui si richiudesse la porta alle spalle.
Non la vide più.
*
Draco Malfoy respirava a fatica, come dopo una lunga ed estenuante corsa, continuando a sbattere con violenza i pugni contro il muro della stanza. E non gli importava niente se si stava scorticando la pelle. Semmai batteva ancora più forte, disperato e amareggiato.
Sfogava quella rabbia che non sarebbe mai dovuta trapelare.
Sin da bambino Draco era stato un tipo posato, austero, educato, controllato.
Non usciva mai fuori di sé e aveva sempre posseduto il pieno controllo delle proprie emozioni.
Non era più così : forze incontenibili e incontrastabili dentro di lui desideravano solo uscire, senza mai placarsi. Draco urlò. Urlò di nuovo, un urlo prolungato, forte, disumano.
La bocca deformata dalle quelle urla. Ma era tutto inutile : la vergogna, l’umiliazione e la paura lo assalirono e lui continuò a piangere, gridare e scalciare come una bestia selvatica.
Smise soltanto quando si accorse che la porta del suo dormitorio si era aperta.
Draco si riavviò i capelli come se si aspettasse di veder comparire qualcuno da un momento all’altro… ma non c’era nessuno. Si alzò e chiuse la porta.
Ma neanche il tempo di girarsi che questa si riaprì di nuovo.
Il Serpeverde credette di essere impazzito, così tornò davanti alla porta e dopo essersi assicurato di aver girato bene la chiave nella serratura se ne andò a letto.
Pochi istanti dopo sentì un cigolio.
« Cosa diavolo…? »
Si alzò, ancora, chiuse la porta con più forza ma quella si riaprì davanti ai suoi occhi come se volesse fargli i dispetti. Se non fosse stato un mago avrebbe dubitato dei suoi stessi occhi.
Decise di non dare importanza allo strano accaduto e tornarsene sotto le coperte.
Doveva stare calmo, doveva stare calmo, doveva… sbam!
Draco sollevò la testa di scatto: no! Non era la porta stavolta, ma .. il baule!
Il ragazzo scattò di nuovo all’in piedi.
« Veramente divertente, Blaise! Ma lo scherzo è bello quando dura poco!» disse spazientito.
Ma nella stanza non volava una mosca.
«Blaise! Esci subito! »
Silenzio. La porta del dormitorio si aprì facendo entrare Theodore Nott e Blaise Zabini.
« Draco, ma con chi stai parlando?» domandarono i due all’unisono.
Il Serpeverde li osservò con uno sguardo indecifrabile.
N O T E
Stamattina mi sono svegliata con la sensazione che questa storia fosse una boiata incredibile -.-"
Diciamo che mi convince tutto a parte il finale! è così lontano dal mio stile.
Non dovrei sperimentare cose nuove xD
Ad ogni modo... ecco finalmente in scena Ginny Weasley.
E ovviamente già l'ho fatta sparire.
Mi devo congratulare con una lettrice che ha quasi indovinato il personaggio sorpresa ;)
Comunque... le ipotesi sono ancora aperte.
Chi sarà mai?
Un bacio a tutte le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo! <3
Cioccorane per tutte ù___ù
Spero arrivino presto e che il gufo non se le pappi durante il volo.
Ci leggiamo la prossima settimana :D
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