A quattro mani

di Lady Gourmande
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La fine e l'inizio ***
Capitolo 2: *** Una novità sconvolgente ***



Capitolo 1
*** La fine e l'inizio ***


Era freddo, nevicava, era la prima neve dell’anno e Parigi era davvero bellissima ricoperta da quello strato bianco invernale, mentre sul palco una ragazza di sedici anni con lunghi e mossi capelli mori,  di nome Cassandre, stava magnificamente suonando il piano. Finita l’esibizione la giovane tornò nel suo camerino dove la madre la aspettava in lacrime con un mazzo di rose e margherite in mano.
“Sei stata bravissima.” Le disse la madre.
“Grazie. Papà dov’è?”
“Siediti, devo parlarti.”
 “Cosa è successo, mamma?”
“Cassandre tuo padre stasera voleva veramente venire a sentirti per incoraggiarti, ma nella strada che porta qui.. un camion lo ha investito.” La madre, Antonella, ora piangeva e singhiozzava senza più un contegno, doveva essere stata molto dura per lei pronunciare quelle parole alla figlia che tanto amava il padre.
“Non è vero! Non ci credo!” Cassandre si accasciò a terra urlando il nome del padre.
Era proprio vero, Hugo aveva fatto tardi ma non voleva, per nulla al mondo, perdersi il provino della sua unica figlia, aveva accelerato, stava chiamando la moglie per rassicurarla che sarebbe arrivato di lì a poco, ma non era riuscito a evitare il camion che era sbucato all’improvviso dal lato opposto della strada. Antonella non aveva più sentito la voce di suo marito e aveva pensato subito al peggio, confermato poi dai carabinieri e dall’ambulanza che erano accorsi sul luogo.
Cassandre, distesa sul letto, con i lunghi capelli mori che le nascondevano i bellissimi occhi verdi ormai gonfi di lacrime, leggeva ininterrottamente il bigliettino rosa scrittole dal padre inserito nei fiori che la madre le aveva donato la sera prima. Era scritto a penna, con una calligrafia maschile e curata e  riportava poche ma affettuose parole : “Sei sempre la pianista che preferisco, ti voglio bene. Papà”. La madre entrò lentamente nella camera della figlia, con le pareti coperte di foto e scaffali disordinati con libri e peluche.
“Cassandre, amore, alzati, rinfrescati e vestiti o faremo tardi al funerale.”
La ragazza non rispose, ma pochi minuti dopo era al piano di sotto abbracciata alla madre. Al cimitero attorno alla tomba del defunto, molte persone piangevano e consolavano la madre e la figlia. Cassandre, con ai lati le sue due migliori amiche Isabelle e Violette, non riusciva a staccare gli occhi dalla lapide bianca su cui era scritto “Al buon Hugo Gérard Moreau, Riposa in pace” e dai fiori colorati posti vicino. Le due Moreau e le amiche fidate tornarono a casa per continuare a svolgere la loro vita di sempre. Cassandre, Isabelle e Violette si sedettero sul letto e si misero ad ascoltare la musica. La ragazza, mentre udiva le note di “A message” dei Coldplay, pensava a tutto il tempo passato con il padre ed a tutto ciò che non avrebbe più potuto fare con lui. Era stato, infatti, Hugo ad insegnarle ed a trasmetterle la passione per la musica, in particolare per il pianoforte. Quando era piccola ed andava a trovare il padre nel suo grande museo, si metteva sullo sgabello di pelle imbottito vicino al pianoforte a coda nero ed aspettava che il padre finisse di lavorare per suonare con lui; egli le aveva insegnato le prime note e l’aveva portata all’età di cinque anni ad una importante scuola di musica parigina. Cassandre era grata alle sue amiche perché le erano state vicine sempre ed erano lì anche in quel momento. Isabelle Robin la conosceva fin dall’asilo, si erano subito piaciute e da tredici anni non si erano stancate un momento l’una dell’altra, aveva i capelli lunghi, biondi e ondulati, gli occhi di un nocciola profondo. Lei era la più estroversa e simpatica del trio, aveva i genitori separati ma non le pesava perché accanto a lei aveva sempre il suo labrador, Iago. Amava gli animali, i film romantici e i vestiti di alta moda.
 Violette Beauregard si era, invece, unita al gruppo all’età nove anni, ma erano ugualmente molto unite. Lei aveva i capelli rossi, lisci e piuttosto lunghi con una frangia che le arrivava fino ai grandi occhi azzurri come il cielo. Lei era la “pazza” del gruppo, amava la musica rock e le piaceva l’esagerazione, infatti alle feste non perdeva occasione per ubriacarsi; fumava, sorbendosi ogni giorno la disapprovazione delle due amiche. Aveva un fratello più piccolo, Carl, di tre anni, che era coccolato dalle tre ragazze. In comune avevano da sempre la passione per i viaggi, infatti avevano visitato insieme qualche importante città d’Europa come Amsterdam, dove Violette era voluta andare a tutti i costi, Milano, per la gioia di Isabelle e Vienna. Speravano di visitare altri luoghi nelle loro vacanze estive.
 
 
Cassandre era pronta per andare in piscina con Isabelle e Violette, quando suonò il campanello. Era il postino con una busta importante per lei. Scese velocemente le scale con le infradito che facevano un buffo rumore. Prese la lettera e la lesse :
 
Gentile sign.ina Cassandre Elisa Moreau,
l’Ecole d'Art de Grenoble è felice di informarla che, visto il suo provino, è stata ammessa al prossimo corso che avrà inizio a settembre prossimo. Dietro le alleghiamo le istruzioni e il modulo da compilare.
                                                                                        Au revoir, la direzione.
 
Chiamò le ragazze, disse loro che non poteva andare in piscina e stette tutto il pomeriggio in camera sua con l’iPod nelle orecchie a pensare a cosa avrebbe deciso di fare. Non voleva lasciare le amiche, Isabelle e Violette, e la madre, ma desiderava coronare il suo sogno di pianista, come aveva promesso al padre.

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Capitolo 2
*** Una novità sconvolgente ***


“When you try your best but you don't succeed, when you get what you want but not what you need, when you feel so tired but you can't sleep. Stuck in reverse. And the tears come streaming down your face , when you lose something you can't replace, when you love someone but it goes to waste could it be worse?  Lights will guide you home and ignite your bones and I will try to fix you…”  canticchiando  Fix You, del suo gruppo preferito, Cassandre se ne stava stesa sul suo letto, con il vento proveniente dalla finestra aperta che le scompigliava i lunghi capelli mori. Pensava a suo padre, all’incidente, alla lettera dell’Accademia, alle sue amiche, a tutta la sua vita fino a quel preciso istante. Il piano era la sua passione, ma non voleva abbandonare Isabelle e Violette, alle quali non aveva detto ancora niente. Suo padre sarebbe stato fiero di lei, qualunque fosse stata la sua scelta. Dopo vari ragionamenti, le venne in mente la madre, Antonella Paolini, quella bella donna italiana che le era sempre stata vicina. Era una signora sulla quarantina e gestiva una pasticceria del centro di Parigi. Cassandre e la madre avevano sempre avuto un buon rapporto, fin da piccola la ragazza confidava in lei, le raccontava i suoi segreti e le sue paure più intime. Antonella era contenta del rapporto che aveva con la figlia, ma da quando il padre era morto, Cassandre non parlava più con lei. Si era chiusa in se stessa, stava tutto il giorno in camera sua, suonava il piano e non avevano più il rapporto di una volta. La madre era molto rattristata per questo.  
 
 
“Mamma, mamma! Esco!  Torno più tardi.  “
“Prima di mezzanotte, ma dove vai? “
“ Vado a bere qualcosa con Isabelle e Violette.”
Arrivate al locale, le tre amiche si erano sedute ad un tavolino e Cassandre, preoccupata, aveva detto loro di ascoltare attentamente ciò che aveva da dire.
“Ho fatto una scelta importante. Non ve ne avevo parlato prima, perché non ero ancora sicura, ma ora ho preso una decisione e voglio parlarvene. Siete le prime a saperlo.” Disse con aria rattristata Cassandre.
“Cosa è successo? Qualcosa di grave?” chiesero le altre due.
“Lasciatemi parlare. Tempo fa mio padre mi aveva iscritto al’Ecole d'Art de Grenoble. “ a questo punto Cassandre aveva le lacrime agli occhi, non riusciva ad andare avanti.
“Dai, tranquilla. Vai avanti …”
“Insomma, mi hanno presa. Da settembre andrò a studiare musica a Grenoble. “
“Ma Grenoble è lontanissimo! E’ praticamente in Italia! “ sbottò Violette.
“Non puoi! Come faremo noi senza di te?! “ esclamò Isabelle.
“ Non peggiorate la situazione! E’ stata una dura scelta, ma penso che sia ciò che mio padre avrebbe voluto per me. “
Le due amiche, sorprese, incredule e offese dalle parole di Cassandre, si alzarono e uscirono dal bar lasciando la povera ragazza sola, seduta al tavolo sconvolta dalla loro reazione.
 
Erano trascorse diverse ore, ormai la mezzanotte era passata da un pezzo. Antonella preoccupata aveva chiamato Isabelle, perché Cassandre non era ancora tornata a casa e non le rispondeva al cellulare : “Isabelle, dove siete? “
“Chi parla?”
“Sono Antonella, la mamma di Cassandre. Dove siete? La sto aspettando e non è ancora tornata!” disse irritata la donna.
“Io sono qui con Violette, ma Cassandre non c’è. L’abbiamo lasciata qualche ora fa ad un bar. Ci ha dato una notizia sconvolgente. Non è possibile che ancora non sia a casa!“
“Come? Non è con voi?! Oh mio Dio! “
“Forse so dove trovarla!” urlò Violette alle spalle dell’amica.
Violette cominciò a correre, lasciano Isabelle e Antonella incredule al telefono. Lei sospettava che Cassandre fosse al Museo del padre. Mentre correva ripensava al comportamento che avevano avuto con lei, e si maledì.
Arrivo al Museo ed effettivamente Cassandre era lì, seduta in una stanza dove ormai non c’era più niente, ma che poco tempo prima era addobbata da quadri e dal pianoforte a coda col quale padre e figlia suonavano.
Le amiche si abbracciarono e si scusarono l’un l’altra. Tornarono a casa, parlando del cambiamento al quale tutte stavano andando incontro.
Arrivata a casa, la madre era sul divano che aspetta il suo rientro. Cassandre, cercò di salire le scale senza far rumore, ma la madre le andò incontro e si fece spiegare il motivo della sua momentanea sparizione.
“Intanto, sei in punizione! Poi devi spiegarmi qual è la notizia sconvolgente di cui mi ha parlato Isabelle. “
“Mamma, rimettiti a sedere. Ti spiego tutto.”
Cassandre confessò finalmente alla donna che la scuola per cui quella maledetta sera aveva fatto il provino, l’aveva accettata per il corso che sarebbe iniziato a settembre, esattamente tra due mesi. Grenoble era lontano, ma le promise che si sarebbero sentite tutti i giorni e che le avrebbe raccontato la vita nella nuova città. Le disse anche che le dispiaceva lasciare le sue due amiche, ma soprattutto lasciare lei che le era stata sempre vicino, in particolare in quel periodo strano. Le chiese come avrebbe fatto senza di lei, se ce l’avrebbe fatta a stare sempre da sola in casa ed altre paranoie che la madre consolò, dicendole che aveva fatto la scelta giusta e che lei sarebbe stata sempre lì, comunque andasse. Quella sera piansero tanto e si sentirono finalmente vicine come una volta.
 
Il mattino seguente le due amiche si presentarono in casa con tre biglietti aerei per Barcellona. Irruppero nella stanza sventolando i biglietti e annunciarono a Cassandre del viaggio che avevano programmato. Sarebbero partite presto e c’erano tante cose ancora da organizzare. Violette e Isabelle avevano deciso di partire perché non riuscivano a pensare di stare un anno senza la loro amica, e quello sarebbe stato un addio quasi perfetto.
  

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