Come ali di farfalla

di dolcetrilly88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Tutto cominciò quel sabato mattina – Ciao Isaaa! – Buongiorno Lily – rispose scocciata Isabel, poi guardando l’orologio continuò – Come fai ad avere sempre tanta energia anche alle sette e mezza della mattina? – Quando vedo te mi rianimo! Dai, perché a te non succede? – Vuoi la verità? … NO – Che amica… - Ma come CHE AMICA? Sono stata pure sincera! – Finisce che devo pure ringraziarti – Ah ecco l’autobus! – Finalmente! Ah lo sai devo raccontarti una cosa! – Sì ma timbra il biglietto prima! – Ops! – No Lily non mi dire! Te lo sei dimenticato di nuovo! Tu fai sempre il viaggio gratis! – Scusa io devo darmi alla politica! Perché è inammissibile che i servizi pubblici si debbano pagare! Aspetta che divento sindaco di questa sporca cittadina e vedrai che le cose cambieranno! Ehi sediamoci laggiù, guarda che bel tipo! – Lily per piacere! Sei allupata già di prima mattina, mi stupisci sempre di più! – Bè non è roba di tutti i giorni un viso come quello! – Sediamoci qui – Sei una guastafeste Isa! … Allora, adesso posso parlare? – Sono circa venti minuti che parli senza neanche prendere fiato ogni tanto. Sono le otto meno cinque e già sono sveglia, ma ti rendi conto? A quest’ora sogno ancora le mie belle coperte calde – ma Isabel, guardando l’amica, capì che non avrebbe condiviso questi piccoli bisogni… Lily viaggiava su tutto un altro mondo e poi in quel momento era lì che la guardava speranzosa, con quei grandi occhi marroni – Ok parla, che ti è successo di tanto spumeggiante stavolta? – Grazie grazie grazie! Allora senti che figata! Ieri sera sono uscita, sai com’è il venerdì sera di solito si esce con gli amici Isabel! – D’accordo voglio che tu ti metta in testa una cosa! Cioè che se devi parlare non devi rompere sui miei modi di vivere, ok? – Ok ok… sei proprio acida la mattina… - Basta non ti ascolto più – No no va bene scusa! Allora… ti dicevo, sono uscita con Liz e Giugiù e siamo andate in un bel discopub e abbiamo incontrato due tipi e… - mentre la sua amica parlava, Isabel pensava ad altro. Come poteva essere che Lily, dovunque andasse, incontrasse “tipi”, come li chiamava lei?? Non ne trovava mai uno fisso. I suoi bellissimi occhi azzurri guardavano un po’ tristi al di là del finestrino e quel po’ di aria fresca che entrava le faceva volare e ricadere i luminosi capelli biondi su quelle piccole spalle di un colore candido. Era proprio brutto l’inverno, non vedeva l’ora che arrivasse l’estate, anche e soprattutto per terminare la maturità, ma purtroppo la scuola era da poco cominciata e il tempo non sarebbe passato così in fretta come avrebbe voluto. Cominciò a riconoscere i dintorni della loro scuola, così si allontanò da quei pensieri e si voltò mortificata verso Lily, sperando che non si fosse accorta di quell’assenza, ma… - Ah bene! Buongiorno Isabel! Ti sei tolta le tue belle coperte calde da sopra? Bè ti consiglio di ricoprirti il culo, prima che te lo prenda a calci – l’amica si alzò e scese dall’autobus, così anche Isabel le corse incontro – No aspetta Lily! Non l’ho fatto apposta! – Ah no certo! Questa è nuova! La verità che non riesci a dire è che non t’importa nulla di quello che mi succede! – Ma no non è vero, non puoi dirmi così perché ti ascolto sempre! – Sì e pensi che non noto i tuoi occhi splendenti guardare altrove ogni volta? – Solo la mattina! – Ma tu dovresti essere mia amica sempre! Ah ma io lo so cosa ti è successo, ti sei innamorata! – Isabel rimase sconcertata, poi scoppiò a ridere, così anche Lily si lasciò andare e continuò – So anche di chi… DELL’AUTISTA!! – ricominciò a ridere e corse dentro la scuola, per i corridoi, sicura di essere seguita dall’amica divertita, fino ad arrivare in classe – Ok time-out! Mi sono proprio stancata! Adesso devo dedicarmi alla revisione dei compiti – Sì e questa revisione, cara dolce Lily, con il quaderno di chi vuoi farla? – Ehi ma mica li copio sempre i compiti è!? – poi sorrise e continuò – Me li fai controllare se sono giusti? – così Isabel sorridendo prese il quaderno di latino dalla sua cartella e glielo porse – Tieni e non sbagliare a copiare – Ma per chi mi hai preso? – mentre Lily copiava, Isabel ripassava la lezione, era davvero preoccupata e le sue manine ora tremavano, si ravviavano continuamente qualche ciocca di capelli che le ricadeva in avanti mentre era a testa bassa, poi… - Ragazzi seduti! Possibile che dobbiate fare sempre tanto chiasso? Siete delle bestie! – eccola lì, rompipalle come sempre: la professoressa Laura Scagliola, con il suo bel vestitino sexy nonostante i 12 freddi gradi dell’inverno. Gli alunni erano obbligati a indossare quella stupida divisa, ma lei se la poteva evitare quella gonna e quella scollatura…! Ma no, non si poteva mica! Non poteva passare certo inosservata! E quei tacchi li aveva sempre più rumorosi, per incudere timore agli alunni, o per far sì che, quando scendeva le scale, nel corridoio tutti i suoi colleghi MASCHI si voltassero per aspettare la grande venuta della Dea Venere! Comunque adesso Isabel era proprio nervosa e venne colpita da un pezzetto di carta bianca; si guardò intorno e naturalmente era la sua amica Lily con un bel disegnino… Colorato per di più! Una bella signora con un vestito lungo e dei manicotti rossi e un uomo con una catena in mano: ma che significava? Lesse il retro del biglietto “pensi che sarà così masochista anche a letto con suo marito?” e scoppiò in una risata rumorosa, in seguito mascherata da una forte tosse improvvisa e da un – Mi scusi professoressa – eh sì… la sua amica era proprio pazza! – Bene fatemi scrivere gli assenti e portatemi le giustificazioni, nullafacenti! – naturalmente tutti si lanciarono sguardini nella classe dopo quell’affermazione, e Isabel, approfittando della testa bassa della Scagliola, rispose al biglietto: “con questo vestitino sexy sarà una lepre!!” e naturalmente anche Lily rise, nascondendosi dietro a Giugiù… - Benissimo preferite cominciare con latino o italiano? – tutti si guardarono un po’ complici in quel momento, chi diceva latino, chi italiano, ma alla fine la risposta era ovvia – Basta siete proprio degli incivili! Sapete che vi faccio sempre la stessa domanda quindi potevate decidere prima! Latino! E interrogo! … Vengano Marini… - e quel dito scorreva su e giù per l’elenco, qualcuno cercava di sostenere lo sguardo scrutativo della prof per far vedere che erano tranquilli, altri si nascondevano dietro le compagne, come Lily, e altre nervosissime, come Isabel, giocavano con la zip dell’astuccio -… Antonini vieni che non hai nemmeno un voto in latino! – un altro innocente al patibolo e ne mancava uno… o UNA!!! – E venga anche De Santis – cioè Lily… che sprofondò sul banco strizzando gli occhi – De Santis ci sei? – No sono assente! – la classe si concesse delle risatine e anche la prof. Intanto Lily si alzò e lanciò un’occhiata a Isa – Sei preparata De Santis? Perché non sono tanto di buon umore oggi e non mi piacciono, come sapete, le persone che vengono qui a fare scena muta… - Ho fatto i compiti! – già… copiati… - Sì ma hai studiato? – Bè… so qualcosa – Qualcosa è già tanto, allora dai cominciamo con il correggere la versione che c’era per oggi – un raggio di speranza illuminò gli occhi della piccola peste e Isa ne fu felice. La prof rimase stupita da quella versione così precisa, così incredibilmente appartenente alla signorina De Santis… la signorina zappa!!! – De Santis stai migliorando! Sono contenta! Ok passiamo a Marini… traducimi questa, che era per la volta scorsa… - lei ebbe invece molta difficoltà, forse perché nessuno faceva i compiti in quella classe! La prof si arrabbiò naturalmente e passò ad Antonini, poi ricominciò il giro – De Santis salvami tu, traducimi questa sul libro, a pagina 214 – Lily guardò Isa appanicata, così in un attimo dal banco arrivarono dei suggerimenti – Brava De Santis, continua pure… la tua voce oggi suona come una dolce melodia per me! Sai? Hai un bel timbro vocale! Peccato ch’io non l’abbia mai sentito! Finalmente ti sei decisa a venire all’interrogazione è!? – Isa continuò a suggerire a Lily e la Scagliola fu così contenta di vedere quella piccola zappa parlare con così tanta facilità delle opere di Virgilio! Le sembrava un miraggio! – Bravissima! Ok tu puoi andare a posto e ti becchi un bel 7! Mi sei proprio piaciuta! Vedi? Quando vuoi puoi De Santis! – quando tornò a posto Lily scrisse un biglietto a Isa: “Sei proprio una figata! Se non ci fossi tu…” e vicino il disegno di loro 2 abbracciate. Lily ha sempre amato disegnare e aveva addirittura comunicato ai genitori che non avrebbe frequentato un’università normale come tutti, bensì una qualche specializzazione per disegnare… voleva diventare stilista… e conoscere Claudia Schiffer! Isa le sorrise. 2 ore passarono in fretta, la felicità di un voto così alto, dei complimenti della prof, l’idea di essere ora la cocca della Scagliola! Lily era al settimo cielo. Isa uscì per andare in bagno al cambio dell’ora. Non capiva perché in ogni minuto era sempre una cappa lì dentro e non ne poteva più di respirare tutto quel fumo. Entrò e fece i suoi bisognini, poi si ritoccò il trucco e quando uscì le passarono vicino un gruppo di ragazzi, i teppistelli della scuola. Lei naturalmente cercò di svagare – Ehi guardate chi c’è qui… una pollastrella! – Già, la riccona ce l’avrà qualche miliardo nelle tasche! – Ma che dici, la sua gonnellina non può avere delle tasche altrimenti non sarebbe più così perfettina no? – Bè ma nel reggiseno dovrà pur nascondere qualcosa! – Solo un gran bel paio di tette Kail! – Siete proprio dei porchi – fu ciò che Isa rispose, ma a loro non andò poi molto a genio – Dai riccona facci vedere cos’hai nel reggiseno! – Andatevene! Siete dei cretini! – adesso Isa aveva proprio paura e si guardò intorno sperando di vedere un salvatore, qualcuno! Bè in realtà sperava di vedere la preside, ma quella cogliona non usciva mai dal suo buco pieno di soldi, ossia la presidenza. Poi sentì una voce – Lasciate stare quella ragazza! – quelli si voltarono increduli e ironizzarono – Ah ah! Se no? Ti butti addosso a 4 teppisti come noi? Non credo, scarafaggio! – Siete proprio degli stupidi, ma non avete di meglio da fare? – Sì: gonfiarti di botte! – gli diedero uno schiaffo e Isa spaventata corse in classe – Professoressa può uscire per favore?! Stanno pestando uno… - tempo 10 minuti e quella rissa fu placata da forze maggiori: la prof di tedesco. Isabel nel frattempo era rientrata in classe e tutti parlavano con lei per sapere cos’era successo, ma solo a Lily raccontò tutto per filo e per segno… le loro parole… - Oh sono proprio degli schifosi Isa… stai tranquilla ora… come ti senti? – Come una che è appena stata violentata! – Immagino! Povera piccola! … Certo che quel ragazzo è stato troppo figo! – Si dice coraggioso Lily – ironizzò Isa e la sua amica rise continuando – Mischiarsi in un pìgia pìgia con quelli… ti piace questo nuovo termine? Significa rissa! – Io non so dove te le prendi queste parole! Ohi ecco la prof che rientra – tutti filarono a posto e quella – Parker più tardi faremo due chiacchiere io e te – Cosa?? Ma che c’entro io? – polemizzò Isabel – Che ci facevi al cambio dell’ora in corridoio? E con quei tizi per di più? – Ma vogliamo scherzare!? Ero in bagno e quando sono uscita me li sono trovati davanti e mi hanno importunata! – Racconterai la tua versione alla Preside – Io non ci andrò – Cos’hai detto Parker? – la Leoni pensava che la dolce (a volte pestifera) Isabel Parker si rimangiasse le parole… invece no… anzi, per farsi sentire meglio si alzò in piedi, dietro il banco – Ha capito bene. Non verrò dalla preside, perché non ho fatto nulla di male. Avevo la necessità di andare in bagno e l’ho persino chiesto alla prof delle ore prima quindi mi dispiace risponderle così, ma non la seguirò nell’ufficio della preside… per principio! – Parker sai che prenderai una bella nota ora? – Isa prese il diario e si avvicinò alla Leoni. Glielo sbattè sulla cattedra – Me la metta, poi ci penseranno i miei ad andare dalla preside, ma prima di ciò io non mi muoverò da questa classe. E sa che le dico? Invece che proteggere quei delinquenti, dovrebbe controllare e proteggere i suoi alunni perché quelli sono veramente pericolosi. Non oso immaginare cos’avranno fatto a quel povero ragazzo… - la prof rimase senza parole – Allora, me la vuol mettere questa nota? – Isa aprì anche la pagina giusta, ma quella ci ripensò – D’accordo Parker. Per questa volta la passi liscia – così la ragazza, soddisfatta, tornò a posto. Naturalmente venne elogiata da tutti i suoi compagni, prima fra tutti Lily… poi suonò finalmente la campanella e tutti uscirono da quella prigione. Lei circondata da tutte le compagne – Oh Isabel sei stata una grande! Ha fatto una faccia quella zitella! Se l’è proprio meritato! – Hai fatto proprio bene! Come ha potuto quell’acidona proteggere quei mocciosi?! – scesero le scale del cortile e Isa vide quel ragazzo che l’aveva salvata in terza ora – Ehm… Lily aspettami lì in fermata, vado a ringraziare quel ragazzo – così si avvicinò, lui la guardava incantato. Eh sì… Manuel Moroni era follemente innamorato di lei ed ora la stava vedendo scendere quelle scale verso di lui, con la dolce gonnellina che oscillava a ogni suo passo, con quei capelli stupendi che si facevano cullare dal vento – Ciao – affermò Isa e lui continuava a guardare quelle meravigliose gemme che erano i suoi occhi, poi abbassò un po’ lo sguardo e arrossì nel vedere i primi tre bottoni di quella camicetta bianca aperti, che facevano immaginare il suo bel completino intimo… - Senti lo so che non vorrai neanche più vedermi. Mi dispiace tantissimo per quello che è successo – Ma no, scherzi! Stai tranquilla! Quei cretini dovevano avere una punizione! – Ma la punizione l’hanno data a te! Guarda che occhio nero! – dolcemente la sua manina scivolò su quell’occhio gonfio e lui la guardò di nuovo, estasiato – Sono stati sospesi – affermò lui – Sai quanto gliene frega! Saranno pure felici… mi dispiace davvero tanto! – Ma di cosa? Ti stavano importunando, non potevo far finta di niente! – lei sorrise, quel bel sorriso splendente su quelle labbra che tutti avrebbero voluto baciare. Poi si sentì chiamare – Isabel! L’autobus! – Arrivo! Bè avrei voluto che il mio nome uscisse dalla mia bocca! Ora lo sai come mi chiamo! – come se lui non lo sapesse già! Era press’a poco la ragazza più carina della scuola! – Tanto piacere… io sono Manuel – Ed io ora devo scappare! Ciao! – lui neanche la salutò, non fece in tempo. Continuò a guardarla mentre il vento le alzava leggermente la gonna: era proprio bella! Poi… quei tipi le si avvicinarono – Hai fatto la spia ragazzina! – Ti conceremo per le feste! – Sì, magari domani che adesso devo scappare! – Sì… domani… ti faremo ammazzare da Cole! Fai le tue ultime preghiere stupida puttanella! – Non ho paura di voi e continuerò a dire ai professori quello che fate, senz’alcuna esitazione! – detto questo Isa salì sull’autobus e salutò dal finestrino Manuel che, naturalmente, ricambiò – Isa che volevano? – Guai, ecco che volevano – Ti volevo chiedere una cosa… non è che ti sei innamorata di Moroni? – Lily come fai a conoscere tutti? Persino i cognomi! – Io so tutto dei ragazzi più carini della scuola... ma quello è proprio un imbranato! – Non mi è sembrato affatto! Oltre ad essere molto coraggioso con quei teppisti, mi ha anche guardato la scollatura della camicetta! – Eh come se ne avessi una maxi! – Intanto però avrà immaginato cosa c’era sotto! A te lo vedono e basta! – Ehi mica sono sconcia! Fammi il piacere Parker – Non chiamarmi come la prof di tedesco. La detesto ti giuro! – Comunque senti, visto che è press’a poco l’una e mezza e ti sarai svegliata da un pezzo, soprattutto con questa giornata un po’ pesante, mi ascolti? – Il racconto di stamattina? Certo… eri rimasta che tu, Liz e Giugiù avete incontrato dei ragazzi… - No, lì c’eri rimasta tu! – Senti non farmi pesare il fatto che non ti ho ascoltata! Dai… ricomincia da questi ragazzi… - TIPI Isa… non ragazzi… TIPI! – risero entrambe, poi Lily continuò. In parole povere avevano preso qualcosa da bere con questi sconosciuti, poi erano salite sulle loro moto ed erano andate a Roma, a Trastevere. La cosa “spumeggiante” era che Lily, come al solito, si era follemente innamorata di un certo Max – Com’è, carino questo qui? – E’ fantastico! E ora arrivo al dunque… domani sera esci con me? – Io, te e Max??? No grazie… - Allora: Primo, è sabato sera e devi uscire. Secondo, un uscita in 4. Con un amico di Max che si chiama Stefano. Non è assolutamente male e va benissimo per il tuo carattere! Poi lo sai che se sono cessi te lo dico! – Bè… poi ci penseremo ok? Adesso scendiamo che siamo arrivate! – Devi farmi sapere il più presto possibile! – Va bene! Non rompermi oggi pomeriggio che devo studiare tantissimo! – Cosa studi? – Latino! E dovresti farlo anche tu! – Non mi va per niente! E’ inverno, una stagione triste, sfido chiunque a mettersi sui libri! – Allora, l’inverno perché è inverno, l’estate perché è estate e, a tuo avviso, è la stagione degli amori… mi spieghi quando ti metterai a studiare?? Abbiamo la maturità Lily! – Non me ne dimentico mai Isa! Ok buon pomeriggio e a domani! – così Isa entrò in casa e, dopo aver mangiato qualcosina di corsa, si chiuse in camera a studiare…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Lily in casa sua pensava alla sua amica e a cosa stesse facendo. Decise di non domandarselo più di una volta e le telefonò – Mari sono Lily! Isabel? – Oh Lily menomale che hai telefonato! Sono 2 ore e mezza che è chiusa in quella camera. Ha mangiato pochissimo a pranzo. Dici che è preoccupante? – Guarda, purtroppo dovevi pensarci quando l’hai messa al mondo! Isa è sempre stata preoccupante!
Ma sta proprio sotto con lo studio! Me l’ha detto stamattina! – Ma deve recuperare qualche materia? – Lily stava per rispondere, ma sentì la voce di Isabel – No mamma non devo recuperare nessuna materia. E se vuoi sapere qualcosa sulla mia vita chiedilo a me, non alla mia amica! … Pronto Lily? – Ehi Isa! Ciao! – Da quando in qua ti metti a discutere con mia madre sulla mia vita? – Ehi è lei che mi ha domandato ed io le ho risposto! – Ah sì? Mi piacerebbe sapere cosa ti ha domandato e cosa le hai risposto! Ma sai? Quello che voleva sentirsi dire, e cioè che sua figlia è innamorata di un principe, non gliel’hai potuto dire perché in realtà la mia unica preoccupazione è lo studio! CI SENTI MAMMA? – Dai Isa ma che hai? La coda di paglia? Perché la tratti così? – Perché mi da fastidio che si impiccia! E poi lo chiedesse a me! – Ok ok… ho sentito abbastanza la tua voce! – Già anch’io! – Ehi ma come sarebbe a dire? Io stavo scherzando! … Lo sai? Ti stavo pensando parecchio! Ormai siamo inseparabili! – Sì… - Senti secondo me lo studio ti rincoglionisce… ma che hai? – Niente, sono un po’ preoccupata… no, forse sono stanca… oh non te lo so dire! – E ci credo! Sono 2 ore e mezza che stai sopra il libro di latino! – E tu l’hai aperto almeno? – Certo! – In 2 ore e mezza, in cui io sono riuscita a studiare 15 pagine, tu hai avuto solo la forza di aprirlo e richiuderlo… vergognati! – Ma come fai a saperlo!? – L’hai detto tu che siamo inseparabili! – Va bene non ti si può nascondere nulla! – Guarda Lily che è più probabile che quella becchi te, che sei una zappa! – Ma oggi sono andata bene! – Certo, sotto mio suggerimento! – Eh vabbè non tutti sono perfetti come Isabel Parker! – Smettila! Prendi la vita con più serietà! – Lily rimase un po’ perplessa poi domandò – Isa va tutto bene? Hai qualche problema? Parlamene! –
in realtà Isa era nervosissima per lo studio, per aver cioccato la mamma che stava facendo l’interrogatorio alla sua migliore amica, per il pensiero dell’indomani quando avrebbe rincontrato quei teppisti e poi per lei… la sua migliore amica Lily… che pensava a tutto fuorchè la maturità! Ma cosa pensava quella stupida? Che anche quel giorno Isa le avrebbe suggerito? … Ecco a cosa pensava, e vi sembra niente? – Lily tu non capisci. Siamo all’ultimo anno eppure mi sembra che pensi a tutto tranne che alle cose importanti! Io lo dico per te! Accidenti, sei la mia migliore amica… a chi dovrei dirle queste cose se non a te? Sei importante per me e devi renderti conto di una cosa, ovvero, io non ci sarò il giorno della maturità a suggerirti intesi? Avrò tanti cavoli per la testa e non posso studiare per due persone! – Isabel ma ti senti così GENIO da venirmi a dire queste cose? Bè allora ti faccio un applauso… ma ti dico anche: vai all’inferno! – Lily riattaccò e corse piangendo in camera sua. Era stata proprio colpita nel profondo del cuore… si chiese se la sua amica avesse ragione, ma subito dopo si rispose che anche se fosse stato così, non avrebbe dovuto parlarle in quel modo…
Isa rimase per un po’ senza parole. Poi riagganciò e andò in cucina a prendere da bere – Isabel… - Mamma sei l’ultima persona che voglio sentire in questo momento! – Volevo solo chiederti se stai bene! – Vai a chiederlo a Lily no? … Ops no scusa! Abbiamo litigato quindi te lo dico io come sto: di merda! – e corse in camera sua. Riaprì quel libro maledetto e fissò per un po’ le versioni e quelle parole che, tutt’ad un tratto, le sembravano così sconosciute… si accasciò sulla scrivania, con un po’ di lacrime agli occhi. Qualcuno bussò alla porta – Chi è? – Selène – Lo so che ti ha mandato la mamma! – E invece no! – Isa si asciugò qualche lacrimuccia che era scesa incontrollata dai suoi bellissimi occhi, pieni ora di una tristezza tale da far impazzire il cuore di ognuno. Aprì la porta – Dai entra – la sorellina si sedette sul letto e la guardò per un po’, poi attaccò – Cos’hai? – Sono strana vero? – Stranissima! Perché sai, in genere sei un angelo, e oggi ti sei mascherata con un vestito nero, le corna rosse e te ne vai in giro con un forcone… - E’ così che mi vedi? Travestita da diavolo? – Sì sorellona… dai con me puoi parlare! E non inventarti scuse che sono troppo piccola e certe cose non le posso sapere… - in realtà Isa aveva pensato proprio questo, perciò sorrise e decise di confidarsi – E’ che… te ne accorgerai quando sarai all’ultimo anno… c’è troppa tensione… con i proff, con le amiche, in famiglia… tutti credono sempre che sono perfetta, invece no! Io posso arrabbiarmi, posso offendermi, posso dare di matto e… - E puoi anche dire tante cavolate – Com’è già successo – Con Lily vero? – E non solo! Allora, rischiavo l’espulsione da una prof che già di per sé mi odia, ho fatto la dura di fronte ad alcuni teppisti che mi hanno minacciata e domani mi aspetto di essere picchiata a sangue, ho trattato mamma da schifo, e ti prego tu non farlo mai, e poi Lily… anche lei… - A cosa pensi sia dovuto? – Lo stress, Sele… arrivi ad un certo punto che non ce la fai più e tiri fuori anche i lati più nascosti di te! – Wow… ho una sorella ribelle! – Non mi piace – Sì lo so… ma che c’è di male? Insomma era ora che tirassi fuori un po’ d’artigli! Vedrai che domani quei teppisti si cacheranno in mano! – Bello, ma falso… - Ma perché te la sei presa anche con Lily? – Perché lei non capisce! Insomma abbiamo gli esami, quelli che decideranno il nostro futuro si può dire e lei pensa ai ragazzi, alla discoteca, alle uscite… come fa? – Vuole svagarsi! – Svagarsi da cosa, che non apre mai libro?!? – Mai mai? – Mai Sele… sono sempre io che in classe le faccio copiare i compiti e le suggerisco! – Si è adagiata per questo. Tu cerca di farle capire che non sei più disposta a fare le cose per lei, vedrai che si renderà conto che è alle strette – Ma poi litigheremo di brutto! – Le amiche non sono quelle che suggeriscono… - Ehi sorellina lo sai che sei proprio brava a dare consigli? Chi ti ha imparato? – Tu! – Isa sorrise e la abbracciò – Ti ringrazio piccolina. Vado a chiedere scusa alla mamma! – così scese in cucina e la signora Parker era lì, seduta al tavolino, che beveva una tazza di camomilla – Mamma… - Sta piovendo hai visto? – Isa si voltò e fuori c’era un brutto temporale – Sì lo vedo. Io volevo… - Ma le previsioni dicono che domani esce una giornata estiva! – Certo… Posso dirti… - Vuoi una camomilla? – NO. VOGLIO PARLARTI – rispose Isa scocciata – Spero che vuoi chiedermi scusa, altrimenti puoi anche risalire in camera tua! – Guarda, non mi altero solo perché voglio arrivare fino in fondo altrimenti sono assalita dai rimorsi. Ti chiedo scusa, davvero… non so cosa mi sta succedendo… insomma, oggi sono particolarmente nervosa – Già… - Ho litigato un po’ con tutti… - Può succedere, l’importante è che poi te ne rendi conto! … Una tisana? – Aspetta, mi hai davvero perdonata? – Ci vorrà un po’ – risero entrambe e Isa accettò la tisana – Adesso bevi, poi vai in camera e ti fai una bella dormita, d’accordo? – Sì, credo che ne ho bisogno! – Mi vuoi dire cosa ti è successo oggi? – Isa raccontò tutto alla mamma e si sentì subito molto meglio. L’unica cosa che tralasciò fu quella dei teppisti… non voleva farla preoccupare! – Ti capisco… sei un po’ stressata, ti senti tanti pesi sulle spalle! Selène ha detto bene, le amiche non sono quelle che suggeriscono, quello non è aiutare intesi? – Ok, io lo capisco, ma lei che è dall’altra parte e ha bisogno di aiuto, che farà quando vedrà che non le sarò vicina? – Devi parlarle infatti. Glielo devi dire! – E’ così difficile. Ma perché le cose non possono essere più semplici? – Non vedi l’ora che finisca questa scuola è!? – Odio tutta la gente che è lì dentro! – la mamma le accarezzò i capelli – Vedrai che si sistemerà tutto – Già… lo spero proprio! – Tu sei una ragazza intelligente, e saprai come risolvere questi problemi vedrai! Però non devi chiuderti in camera credendo di poter studiare con tutte queste cose dentro! Devi prima parlarne! Puoi fidarti di me, lo sai no? – Sì certo mammina… Da oggi in poi farò così. Ehi lo sai che Selène è proprio in gamba? … Insomma mi ha dato dei consigli proprio utili! Mai come i tuoi, però è su una buona strada! – Ah sono contenta perché ultimamente mi preoccupa un po’… è come se si fosse risvegliato in lei un istinto animalesco! Non so come dirti… insomma tu sei sua sorella, che ti racconta? – Per la verità non so niente, ma proverò ad indagare! – Non mi piace che voglia crescere così in fretta… sai cosa intendo… abiti, trucco, discorsi… - E’ inevitabile mamma… benvenuta nel mondo dell’adolescenza! … Si è appena affacciata ad un nuovo mondo: le superiori… il liceo… devi portare pazienza e soprattutto ogni tanto tappati gli occhi! – Controllala a scuola ti prego. Io non posso farlo! – Dove non puoi tu, posso io mammina! – Bene! Grazie piccola mia! Ehi ti va una pizza stasera? Tutti e 4? – Wow! Che bello! Vado a dirlo a Selène! …
Sele! Sele! – Che vuoi? – La mamma ha detto che stasera andremo tutti a cena fuori! – Io non posso – Cosa? – Devo aspettare la telefonata della mia amica – Scusa, quanto importante può essere questa telefonata per farti rinunciare alla pizza? – E’ davvero importante! – Le chiedi di telefonarti più tardi! O sul cellulare – Oh per piacere, io non ho un cellulare! – Intendevo sul mio! – Neanche per sogno! Poi tu memorizzi il numero e la richiami per avere informazioni! – Smettila, lo sai che ti reggo sempre il gioco! Una volta finita la chiamata cancelli tu il numero ok? – Ah allora ok – così quella sera la famiglia si riunì per una bella cenetta! L’amica di Selène telefonò sul cellulare di Isa e lei si chiedeva cosa mai avessero da dirsi! Sperava che non stavano combinando casini! La mattina dopo in fermata… Isa guardò più volte l’orologio: Lily non era ancora arrivata. Così telefonò sul cellulare ma era spento, allora a casa sua – Pronto? – Sono Isabel… scusa se ti disturbo, ma… Lily? – Non ti ha avvertita? – No, cosa doveva dirmi? – E’ venuta a prenderla un ragazzo con la moto ed è andata a scuola con lui. Tu sei in fermata? – Sì… bè… non fa niente – Non capisco perché non ti abbia detto nulla! E’ proprio una cafona! – No, no… ora che ci sto pensando mi è arrivato il suo messaggio! Sì sì… solo che non avevo capito molto il senso! – Non devi giustificarla. Lo so che c’è qualcosa che non va tra voi. Spero chiarirete! Buona giornata Isabel! – Grazie – la mamma di Lily riattaccò. Stava arrivando l’autobus ma Isa sentì il suono di un clacson. Guardò nella macchina ed era Manuel. Lo salutò e lui si fermò – Ehi salta su! Ti porto a scuola! – senza pensarci due volte Isa salì – E’ dura aspettare l’auto a quest’ora è!? – Sì, soprattutto se scopri che la tua amica ti ha dato buca senza fartelo sapere! – Chi, la moretta? – La moretta si chiama Lily… - Ok scusa – No, scusa tu. Ultimamente sono proprio odiosa! – Sei nervosa, non odiosa! – Già… - Mi dispiace per la tua amica. Ma avete litigato? – Sì. Ieri. Ma non ne voglio parlare! Tu passi sempre per questa strada? – Sì. Tutte le mattine! – Ah non lo sapevo! Non ci siamo mai visti! – Non ci facevamo caso! – Sì. Forse – in realtà lui la vedeva sempre… come perdersi uno spettacolo così? – Oh eccola là Lily… guarda adesso deve spadroneggiare su quella moto. La detesto quando fa così – E’ l’età… - No, è la stupidità! – Aspetta che parcheggio – Lo sai che hai proprio una bella macchina? – E’ di mio padre. Me la presta per andare a scuola – scesero entrambi e si incamminarono per l’entrata – Ci vediamo a ricreazione? – Accompagnami fino in classe ti scongiuro. Non posso guardarla! Mi fa schifo! – Non dire così, rimane sempre la tua migliore amica! – Sì, bè, fatto sta che è una stupida! E poi non mi piace quello, a te piace quel tizio? E’ orrendo… ha una faccia losca… – lui sorrise – Dammi il tempo di rispondere! Non ci trovo nulla di male sinceramente! Tu ora sei solo arrabbiata! – Solo??? Dici pure solo?? Non è mica una cosa da poco è!? – Siamo arrivati. Questa è la tua classe! – Davvero? – lui sorrise e si rese ancora più conto di quant’era bella quella ragazza! Voleva a tutti i costi uscirci insieme, avrebbe tanto voluto… - Allora a ricreazione? – le chiese – Sì. A più tardi! – Bene… buon lavoro! – Buona fortuna più che altro! Ciao ciao! – Isa entrò in classe e subito dopo entrò anche la prof di geografia astronomica. Da dietro arrivò un sussurro – Ehi Isabel – Liz che c’è? – Dove accidenti è Lily? – Fuori con Max! – Ma come fuori con Max?? Chiamala! Avvertila! – Avvertila tu no? – Ma come sarebbe a dire?! – Isa ripensò alle parole di sua madre e pensò che era il momento giusto per cominciare ad aiutarla davvero. Doveva rendersi conto dei suoi sbagli e doveva prendersi le sue responsabilità… basta con le solite cretinate da adolescenti! Lily entrò in quel momento, proprio prima che la prof pronunciasse il suo cognome nell’appello – De Santis si può sapere dov’eri? – Ha fatto tardi l’autobus, mi scusi! – Ok per questa volta ti ammetto in classe, anche perché non ho ancora terminato l’appello e le regole parlano chiaro! – La ringrazio! – le due amiche si lanciarono un’occhiata infernale. A ricreazione Isa non uscì con Manuel, se ne dimenticò… - Che fai qui tutta sola? – era Lily – Provo a rivedere un po’ la lezione di latino per lunedì – Ce l’hai sempre in testa è!? – Sempre… - Senti ho sentito mia madre… mi ha detto che hai cercato di coprirmi. Ti ringrazio! – Grazie a te per avermi lasciata sola in fermata! – Bè mi sembra che ti sei consolata subito! Con Moroni… - Isa chiuse scocciata il libro e si alzò dal banco – E’ passato di lì casualmente e sono salita! E’ un reato? – No, ma allora non lamentarti! – Non avrò più nulla di cui lamentarmi con te, ho deciso! – Ehi no aspetta… ti volevo chiedere scusa, ma non mi sono posta tanto bene! – No infatti! Senti ho deciso una cosa… che non ti piacerà… non ho più intenzione di suggerirti alle interrogazioni, né di farti copiare i compiti ogni giorno, né di svolgere anche il tuo compito in classe!! Perché questa non è amicizia, intesi? Devi svegliarti Lily e anche se adesso ti incazzerai da morire con me, dovevamo fare questo cambiamento. Se sei mia amica capirai, altrimenti non so che dirti… - Ti capisco – Mi capisci?? – Isa rimase un po’ perplessa e Lily continuò – Sì insomma, ieri c’ho pensato tanto e so che tu stai facendo tutto questo per me! Devo averti causato un sacco di stress è!? – Oh no Lily tu non… - Io non c’entro? Invece mi sento terribilmente in colpa per tutto! Insomma, hai sempre dovuto fare i compiti doppi ed io pensavo solo a me stessa! Che ipocrita – Ok basta, ti dico che non è colpa tua, che… che… - Non sai più che dire è!? E’ da te… lanciare la pietra e tirare indietro la mano. Devi svegliarti anche tu Isabel… devi tirare fuori il coraggio accidenti! – Sì hai ragione – E’ suonata la campanella! Abbiamo fatto pace? – Isa sorrise e si sedette al suo posto. Entrò la prof di storia dell’arte e ad Isa arrivò un bigliettino: “cosa spiegherà oggi? Gli intelligenti greci o quei burini dei romani? ” le due espressioni erano accompagnate da un disegnino naturalmente, che non manca mai nei bigliettini di Lily! Isa le fece cenno che non le avrebbe risposto, che voleva stare attenta! La Baldriga era forse l’unica prof che ad Isa stava davvero simpatica! Lei sì che meritava la cattedra all’università, non quella farlocca della Scagliola o quella di tedesco! Comunque, dopo due ore intere di spiegazione suonò quella campanella tanto attesa – Allora ti sei divertita a sentire due ore di seminario Parker? Poi dì che non è noiosa! – Deve accellerare col programma Lily! Non è colpa sua! – Voglio vedè se dirai la stessa cosa quando dovrai studiarla per mercoledì! – Non ho problemi. A me piace! – Ma ti rendi conto? Ha spiegato 20 pagine! – Bè, te le distribuisci nel tempo! Hai 4 giorni! – Sì e di mezzo c’è il sabato e la domenica! Giorni in cui non si aprono i libri Parker, benvenuta nel mondo del Liceo! – Sorellona! – Selène eccoti! Dov’è Mike? – E’ là, con una! – subito Lily si sporse un po’ in avanti per sbirciare – Oh mio Dio Isa! Si stanno baciando! Ti rendi conto? Una sgualdrinella sta baciando mio fratello! – Dai Lily, che ne sai se è una poco di buono? – Io so tutto tesoro… oh il mondo si è ribaltato! – Ehi, ma non è Katerina vero? – Stai scherzando??? – Ah bè, allora… - invece Lily la guardò esterrefatta – Ma ti sei bevuta il cervello? – la sua amica la prese per mano e avanzò verso quella direzione – No Lily non fare la sorella esasperata! Mi dispiace, ma non sarò con te! – Lily le lanciò un fulmine – No acidona, non ti permetterò di farlo! Ma dove credi di andare?! Lo facevamo anche noi alla sua età! Cioè, TU lo facevi, quindi evita!! – Oh ma è assurdo dai… uffa… sono gelosa… ehi, eccolo che arriva! … Mike! Di buon’ora! – il fratello parlò a denti stretti – Lily zitta e filiamo via… non farmi fare brutte figure! – Sì è vero Lily, taci! Ne parlerete a casa! – così cominciarono a scendere le scale quando… - Isabel?? – Manuel?? – lui arrivò col fiatone – Oh… sono arrivato giusto in tempo prima che tu salissi sull’autobus. Come mai non sei venuta in corridoio a ricreazione? – Oh accidenti! La ricreazione! – lui sorrise sollevato – Mi sono dimenticata Manu, scusami! – No non preoccuparti… comunque volevo farti una proposta! Tu sei… ecco, saresti… impegnata stasera? – Isa! – era Lily… le fece cenno di guardare alle spalle di Manuel e fu lì che Isa li vide: quei teppisti da strapazzo! – Senti Manu ne parleremo un altro giorno. Devo andare – andò vicino a Lily e le sussurrò – Porta Selène e Mike lontano da qui. Non prenderemo l’autobus oggi, incamminatevi! – No io non posso lasciarti –
Muoviti accidenti! – poi avanzò verso quei tipi che la stavano aspettando appoggiati a quella golf grigio metallizzata e fissò il nuovo arrivato. Credeva fosse un boss, uno tutto muscoloso, con uno sguardo cattivo, con tutti orecchini… ma non era così… immaginò quello che le avrebbe detto Lily: “che gran pezzo di fico!” e le venne quasi da sorridere… ma in quel momento c’era ben poco da sghignazzare… - Eccola la stronza Cole! – quello si voltò a guardarla e Isa – Ma bene! Vedo che siete tornati con il rinforzo altrimenti non combinate un bel niente vero? – Ma brutta figlia di… - uno le stava per mollare un pugno e lei stette per tirarsi indietro quando… - Ehi Bruce aspetta! Vediamo cos’ha da dire questa bella ragazza! – Ho da dire che siete solo dei cretini! – Tutto qui? – Penso sia abbastanza! – Grazie pupa… ora vai – gli amici lo guardarono allibiti e anche Isa rimase per un po’ confusa – Vattene ti ho detto! – e le diede una piccola spinta, così lei colse la palla al balzo e si allontanò. Al culmine della salita riconobbe Lily, Selène e Mike, così corse verso di loro – Isabel tutto bene? Che ti hanno fatto? Che ti hanno detto? – No non ti preoccupare… volevano solo parlare! – l’amica la guardò accigliata: quelli volevano solo parlare??? Mah… decise comunque di non proseguire con quel discorso, anche perché ne aveva un altro già pronto – Ok… senti allora per stasera? – Cosa c’è stasera? – Oh non posso crederci che ti sei già dimenticata! … Un’uscita in 4 ti ricorda qualcosa? Remember? – Ah certo! Naturalmente… certo… - Ehi cosa sono queste esclamazioni? Non mi piacciono per niente! Non starai mica per dirmi che mi darai buca? – Bè ecco… in realtà… volevo studiare per lunedì che forse vado volontaria a latino, prima che quella mi chiami impreparata! – Per piacere Isa… perché Liz e Giugiù ci escono da sole con quelli, ma io non voglio stare sola con lui, per questo ho organizzato l’uscita in 4. Ti prego! … E non puoi rifiutare perché… - abbassò lo sguardo e Isa capì – Non mi dire che hai dato il mio consenso senza sentirmi? – lei annuì – Ma perché ho un’amica come te?!?! – Perché mi adori! – sorrise Lily. Dopo un altro quarto d’ora arrivarono davanti casa di Isabel – Bene allora a stasera! Ci vengono a prendere loro! – Con cosa? – Con le moto! – Ma per piacere! Non se ne parla proprio! Io su una moto?? Figurati… ho solo una vespa scassata in garage e per di più neanche la uso! – Ok… macchina? – Ma neanche per sogno! Senti, preferisco venire con la mia vespa – Ma Isa! Al primo appuntamento ti presenti con la vespa? – Ok… motorino? Di mia sorella! – l’amica sospirò – E va bene, te lo concedo. Io vengo con loro invece! Alle 9 in piazza e andiamo a farci una bella passeggiata. Ciao Isa a più tardi! – Isabel rientrò in casa un po’ scocciata e avvertì subito i suoi dell’uscita, per prepararli. Poi volò in camera sua, certa delle raccomandazioni che le avrebbe di sicuro cominciato a fare sua madre, la solita fissata! Per questo non usciva mai di casa, per non farla preoccupare e, sì, anche per non sentirla! – Che giornata pesante Sele, non puoi capire! – Isa si sdraiò sul letto e Selène le si sedette vicino – Perché, che ti è successo? – Sai, i professori, i teppistelli e poi lei, Lily… Non hai sentito i discorsi che mi ha fatto prima? – No stavo parlando con Mike. Hai litigato? – No ma forse avrei dovuto! Fammici pensare… cosa potrei dirle? – Ehi no non fare sciocchezze! Dimmi tutto! – Mi ha obbligata ad uscire stasera con lei e due amici suoi! Conosciuti ieri Sele! – E dai non farla troppo lunga! – Capito… non mi assecondi nemmeno tu! A te com’è andata invece? Come ti sembra questo primo anno? – Da quando ho cominciato non ho mai smesso di ripetermi “che pizza”… insomma io lo so perché papà ci ha mandate in quella scuola! Non per l’indirizzo o per l’istituto che ritiene perfetti, bensì perché è privata e siamo più controllate! – E dobbiamo indossare quella divisa… oh che squallido! – Bè tu almeno hai quasi finito! Io ho altri 4 anni davanti! – Lo sai? Ieri un bel ragazzo mi ha protetta da quei 4 teppisti! – Ah sì? E chi è? – Si chiama Manuel… oh oggi Lily mi aveva persino detto il cognome, ma l’ho già dimenticato! – Mmm… fammi pensare… Moroni per caso? – uno sguardo confuso la fulminò e Selène si affrettò a spiegare – Bè in classe parlano tutte di lui – Dev’essere famoso – Tra le ragazze è famosissimo! E a te ti ha salvata, non ci credo! – Mi raccomando, ora attacca un cartello nella tua aula è!? Così poi mi toccherà pure firmare gli autografi! – risero entrambe, poi Isa guardò gli occhi gioiosi di sua sorella e la abbracciò – Sei un tesoro! – Ehi, ma che fai, ci provi? – Oh piantala! Usciamo insieme questo pomeriggio? Ti porto al centro commerciale e ti compro qualcosa, poi ti offro anche un panino al Mc! – Wow! Lo vado subito a dire alla mamma! … Mamma! Mamma! – Che c’è? – Isabel mi porta in centro! – la sua voce squillante si allontanò dalla camera e Isa sorrise contenta.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


A 2-3 km di distanza anche Lily era in camera sua, nella bella villetta a due piani di un comprensorio. Naturalmente nulla a che vedere con la mega villa di Isabel Parker! Ogni tanto Lily ci pensava ed era invidiosa, ma poi si dava uno schiaffo per essere stata così meschina con quel pensiero! Era nervosissima per il primo appuntamento con quel tipo e cominciò a spargere sul letto tutti i vestiti che aveva nei cassetti e negli armadi, decidendo gli abbinamenti o le scollature… poi si sentì osservata: suo fratello – Mike!!!! Esci subito dalla mia stanza! Mammaa!! – Ehi ma che stai facendo? Hai un appuntamento stasera è!? E a vedere il letto, deduco sia con un ragazzo! – Certo, mica sono lesbica! – E mamma lo sa? – Oh no moccioso, non provare a ricattarmi, ti spezzo le ossa! Vai subito via di qui! – Mamma! Lo sai che Lily stasera esce con uno!? – Oh mio dio, taci! Dai sbrigati, entra e rimangiati le parole! Muoviti! – Lily spero sia uno scherzo! – Sì mamma! Un tremendo scherzo! … Oh Mike ti odio! Riesci sempre a rovinare tutto! – lei chiuse di corsa la porta e continuò a guardare tutti quei vestiti – Posso darti un consiglio? – Ah ah, bella questa! Un ragazzino di 14 anni viene a dare consigli a me sul come vestirsi! Tu non la conosci proprio tua sorella! – Allora posso giocare con i soldatini qui in camera tua? – Assolutamente no! – Mammaa! – subito Lily gli tappò la bocca – Mike mi fai sempre più schifo! Vai, vai a prendere i tuoi maledetti soldatini! Fai il primo superiore e ancora giochi coi soldatini! Vergognati – Allora fammi fare qualcosa da grande! Usciamo! – Senti, l’ultima cosa che vorrei è uscire con mio fratello! Inoltre come vedi sono occupatissima! – E anch’io fra poco sarò occupatissimo a dire a mamma che esci con un poco di buono! – i due si guardarono per un po’, poi Lily scoppiò – E’ assurdo che ti prendi gioco di me in questo modo, sei un monello! Ed io che mi faccio pure mettere i piedi in testa! Va bene… ma prima devo scegliere il vestito… andremo al centro commerciale, va bene? – Sì che bello! Sono riuscito a convincerti evviva! Vado a prepararmi! – bè, se non altro era riuscita a farlo sgommare dalla sua stanza! Così prese il cordless e telefonò a Isabel – Pronto? – Sono io, sono agitatissima, in più Mike rompe che vuole uscire! – Ehi ehi calma… innanzitutto conosci le formule di apertura al telefono? Ciao sono Lily, che stai facendo? – Oh Isa per piacere, risparmiami le tue prediche da ragazza perfettina! Sono proprio nervosa, il primo appuntamento Isa! Lui è bellissimo, è… non lo so, è indescrivibile! – Allora non provare a descrivermelo! – Sei sempre la solita! Devi aiutarmi… che mi metto? Ti dico quali abbinamenti ho davanti… - e dall’altra parte del telefono, Isabel alzava gli occhi al cielo e sospirava rassegnata -…ho i jeans scuri e il maglione giallo e arancio, oppure jeans chiari e maglione nero, quello che mi hai regalato tu no?, poi ho i pantaloni neri, quelli che mi fanno un bel culo, con la maglietta a maniche lunghe rosa, quella gagliarda che ti piace tanto… allora? – Direi… l’ultimo… pantaloni neri e maglietta rosa, con sopra quel tuo bel giacchetto di pelle! – Sì… sì hai ragione… va bene… anzi NO! Non va bene per niente perché li sto vedendo ora e sono sporchi! – di nuovo il sospiro di Isa – Ok Lily non ti appanicare, allora metti i jeans chiari e la maglietta rosa – Eh ma sopra non ci sta bene il giacchetto di pelle! – Bè metti il giacchetto jeans no? – Sì e che vado tutta vestita di blu? –
Lily ti prego, non puoi crearti questi problemi dai! – Ok ok. Aggiudicato! Grazie Isa! A più tardi! – Ciao Lily. E stai tranquilla, sarai bellissima! – le due amiche si salutarono, poi uscirono – Allora, dove mi porterai sorellona? – Senti Mike, non mi devi rompere. Andremo dove ci porta il cuore! – O l’olfatto! Senti che odore! – No senti, sono a dieta! – Ma io no! – Mike non ci provare! Oh no, troppo tardi! Mike non ho i soldi, non puoi comprare nulla! – Io li ho, me li ha dati mamma! – Ok resto fuori… - il fratellino comprò tante ciambelline e le gustò prima di arrivare al centro commerciale – Allora, con chi devi uscire stasera? Non fare le porcate! – gli arrivò dritto dritto un rovescio sulla bocca – Davanti a me non si parla così signorino intesi? – Ok ok. Mi hai fatto male però… vabbè dai con chi esci? – Con un bel ragazzo. Non posso dirti altro – Ma non lo dico alla mamma! – Ma a volte parli troppo e ti sfugge! Lasciamo stare è!? – Ehi guarda, un negozio di giocattoli! – Fai il serio Mike! Guarda le tipe, invece che quei tizi inermi! – Non gli interesso alle ragazze – Come sarebbe a dire? – Che non piaccio a nessuna perché faccio schifo! – Ma Mike! – la sorella fu amareggiata e triste da quella risposta – Sì, me lo dicono tutti – allora Lily si fermò e lo portò da una parte, per evitare di essere investiti da tutta quella gente – Ma chi ti mette in testa queste cose? – Una… mi piaceva e mi ha mollato perché dice che ho troppi brufoli! E gli amici da quel giorno mi sfottono! – Oh fratellino… - si abbracciarono, poi lei ci ripensò e lo guardò meglio – Troppi brufoli?? Ma se stai usando quella crema, come si chiama… - Sì ma non serve a nulla! E io voglio solo lei! – Oh fammela vedere questa sbruffona! Ma cos’ha nel cervello, i criceti che giocano sulle ruote? – lui rise, seppure una lacrima scivolò incontrollata sulla sua guancetta – Mike stai migliorando giorno dopo giorno… parlo del tuo aspetto… e poi dille di guardarsi i suoi di brufoli… - ricominciarono a camminare e lui confessò – E’ Katerina Wolmes – così Lily si bloccò allibita – Katerina???? Quello schifo?? Ehi fratellino, è un orso! E’ un uomo! Un trans… mio dio che altre parole sono rimaste… ah! E’ un travestito! Fammi il piacere Mike! – Mi piace… La amo… -
Ah bè se la ami… - Non sfottermi anche tu! – Mike mio dio tira fuori gli artigli! Ti ha detto che hai troppi brufoli e tu non le hai detto che lei è pelosa come un volpino? … Non le hai detto che ha l’alito che puzza di topi morti? … dio, che schifo! Pensa se la baci e ti arriva quella fiatella! – Già fatto… - Ti è arrivata la fiatella? – Ma no! L’ho baciata… - Mike… è una cosa seria… - Lo so, per questo la amo – Ma no stupido! E’ una cosa seria nel senso che secondo me sei proprio disperato! Ehi guardati intorno, ce ne sono di meglio! Quella è il peggio del peggio, e va a dire a te che hai troppi brufoli?? Ora noi passeggiamo, ci divertiamo, tu ti dimentichi dei tuoi soldatini e di tutte le altre stron… stramberie… ok? – Ok - … Lily odiava dire parolacce davanti a suo fratello, non voleva educarlo male! Presto lui si dimenticò di Katerina…!!!!
Anche Isabel e Selène erano arrivate al centro commerciale ed erano proprio in giro per negozi a cercare un qualcosa di carino da indossare… anche lei fece la sua rivelazione – Lo sai che mi sposo? – Ah sì? E con chi? – Non lo so… - Come sarebbe a dire? – Non conosco il suo nome, l’ho conosciuto solo oggi, ma già lo amo e so che avrò un futuro con lui! – Sì… cotte passeggere… capitò anche a me… - Ehi questa non è una semplice cotta! Insomma è che… ha degli occhi stupendi, quel sorriso e i suoi capelli… per non parlare del suo culo! – Selène! Non provare mai più a dire una cosa simile! L’amore non è una cosa sporca! Odio chi fa così! – Ok ok scusa! Comunque volevo dirti che voglio cambiare… voglio farmi una bella maglietta scollata, perché voglio far vedere la mia seconda di reggiseno e dei pantaloni aderenti… - Dimentichi che indossiamo la divisa a scuola – Ma io voglio anche cominciare ad uscire! – Oh mio dio… sei pazza… - Sì, d’amore sorellona! Di lui! Inoltre la mattina voglio truccarmi per lui! E tu mi aiuterai! – Io??? – Sì perché io non sono capace! – Ok guarda che bel negozio, entriamo? – le due sorelle entrarono e cominciarono a provarsi i vestiti. Il commesso le guardava affascinato, mai viste due ragazze così carine. Isabel cercava un bel vestito lungo ed elegante per i vicini 18 anni della sua amichetta Lily e sembrava che ogni vestito fosse adatto a lei, a quel suo esile corpicino…
ogni tessuto si adagiava a quei bellissimi fianchi che il commesso insisteva a fissare e le scollature, sempre molto semplici, si rialzavano di un po’ sopra quel suo bel seno. Vestiti bianchi, neri, rosa, celesti… - Che ne pensa di questo? – chiese Isabel al commesso – Ti sta benissimo, davvero! Tutti ti stanno bene e a questo punto ti consiglierei quello nero… è più adatto per un compleanno! – Lei dice? Ok lo compro allora! Lo metta in cassa! … Ehi Selène hai concluso? – No! – Posso darti dei consigli? – No, tu che ne sai di queste cose! – Isabel abbassò lo sguardo arrossendo, poi si voltò verso il commesso – Scusi, sa… le sorelle più piccole! – O quelle più pestifere! – Già… sta cambiando… i primi amori… quel senso di stupidità se indossi qualcosa che non valorizza le tue forme… - Cosa cerca? – Qualcosa di esagerato… che non le farò mai comprare – e tagliò corto così, prima di entrare nel camerino della sorella – Su fammi vedere! Questo no, troppo scollato, questo neanche, troppo volgare, questo neanche, troppo da grossa… QUESTO! – Isabel ma stai scherzando? Questo? Il primo che ho scartato? Non lo comprerò mai! I soldi sono i miei, ci faccio quello che voglio! – Sì ma la testa è la mia e se torni a casa con questo vestito, mamma me la stacca! – Ma a me piace! – Anche a me piacerebbe conoscere David Boreanaz, ma a volte certe cose non sono proprio permesse! – Sì ok cerco qualcosa di meglio, ma questo assolutamente no! – Va bene, cerchiamolo insieme! – così ricominciarono a girare in largo e in lungo quel negozio, col commesso che ogni tanto dava delle occhiate… alla fine trovarono qualcosa che andava bene ad entrambe e pagarono – Vedi, questo è molto più carino per te… ti da un certo tono, ma non è neanche troppo volgare come quello che avevi nel camerino! – Sono proprio contenta! Piacerò a Maglia Bianca? – Maglia Bianca? – Bè non so come si chiama e quando l’ho conosciuto portava quella felpa bianca stupenda… - Il signorino non sa della divisa scolastica? – Se l’era sporcata e ha dovuto togliersi la maglietta… a proposito avresti dovuto vedere che addominali!!! … e se n’è messo una così! – Comunque io penso che con un bel tocco di trucco sarai perfetta! – Wow! Andiamo a prenderci quel panino che mi avevi promesso? – Naturalmente piccolina! Andiamo! – Ehi, ma quella non è Lily? Con Mike! – Sì hai ragione! Che ci fa qui? Lily! Ehi, sono qui! – Isa! Vieni Mike andiamo là… che ci fate qui? – E’ la stessa domanda che stavo per fare a te! – Noi siamo venuti a fare un giro! – Noi a fare compere, per passare un po’ il tempo! Quel negozio laggiù è stupendo e c’ho trovato il vestito per i tuoi 18 anni! – Dai, fammi vedere! – Eccolo! – Wow è proprio elegante… non sarà esagerato per la mia festa? Dove gli amici verranno in jeans e le amiche in mini? Sai, tipo Liz, Giugiù, Ale! – Oh non farmi prendere gli scompensi, l’ho pagato pure un occhio della testa! Noi stavamo andando da Mc, venite? – Ma io sono a dieta! – E dai sorellona andiamo! Ho voglia di un panino! – Mike non scocciare! – Lily tanto ci dobbiamo andare noi, unitevi dai! Neanch’io mangio! – così tutti insieme si sedettero lì al Mc – Dai dimmi la verità, come mai sei qui con tuo fratello? Ti ha ricattato è!? – Lascia stare Isa, lo detesto… è entrato in camera mia e minacciava di dire a mamma che sarei uscita con un poco di buono! Ho dovuto tenerlo lontano da casa… poi tu hai presente Katerina? – La Wolmes? – Esatto! Stavano insieme e lei l’ha mollato perché ha troppi brufoli! – Che cosa??? Ma se lei è un cadavere ambulante?!? – E’ ciò che gli ho detto anch’io e lui sta a pezzi, si è convinto che nessuno lo vuole perché è brutto! – Senti, è ora che facciamo vedere a tutti chi sono questi ragazzi… - Questi ragazzi? Perché, anche tu… - Sì, Selène. E’ innamorata e non conosce nemmeno il nome del suo principe azzurro! Lo chiama Maglia Bianca – Ah andiamo bene! – Così si è fatta un vestito tutto gagliardo per far colpo, perché ha intenzione di uscirci! – Il mondo si è ribaltato! – Non dirlo a me che mi toccherà truccarla domattina! –
l’amica si scompisciò dalle risate, poi tornò seria vedendo che Selène e Mike stavano guardando insospettiti – Ok e cos’hai intenzione di fare? – Li conciamo per benino! Tu domani gli fai dei bei capelli ingelatinati e adesso che usciamo dal Mc andiamo in profumeria a cercare una bella crema per togliere i brufoli. Un bel trattamento Lily… Io dal mio canto truccherò benissimo la mia sorellina e vedrai che tutti moriranno ai loro piedi! – Sì lui ne ha proprio bisogno! Sarà un bel tipo e quella rosicherà da matta! – Giusto! Inoltre prenderanno l’autobus con noi – Cosa?? Non se ne parla! Solo i grandi possono prendere l’auto… loro devono andare con i genitori… insomma ho aspettato così tanto tempo per prendere quell’accidenti di auto a due piani! – Senti Lily, devono darsi un tono! Pensa alla faccia di Maglia Bianca quando vede Selène uscire da quell’auto… - E alla faccia dello sgorbio quando vede Mike… sì mi hai convinta! – Aggiudicato! – Ehi che ora si è fatta? – Dai Lily tranquilla, sono solo le 6! – Mamma mia sono agitatissima! Pensi che farai qualcosa stasera con quel tizio? – Non credo mi interesserà! – Ti sbagli! – Alla fine hai deciso cosa mettere? – Sì per fortuna. Un pensiero in meno! Ehi i tuoi che ti hanno detto che ti dai alla pazza gioia!? – Sono un po’ contrari, soprattutto perché non vorrebbero che uscissi con dei ragazzi… però si fidano di te! – E fanno male! – No, in teoria fanno bene, ma se solo osi lasciarmi da sola… ti rovino! – Staremo tutta la sera insieme! A che ora è il coprifuoco? – Undici massimo – UNDICI? Ma vuoi scherzare? Il mio primo appuntamento Isa! – La mia prima uscita, Lily! – Ok mi accontento, ho capito! – Bene, adesso andiamo in profumeria – fecero altri giri e Isabel comprò anche dei nuovi trucchi dopodichè tornarono a casa. Fu difficile abbandonare per due ore Lily, era al settimo cielo, ma alla fine Isa riuscì a liberarsene………
– Mamma siamo tornate! – Ah ciao ragazze! Avete fatto compere? – le due sorelle si guardarono e, complici, corsero in camera ridendo, con la mamma dietro che faceva le scale due a due. Naturalmente non riuscì a prenderle, perché si chiusero tutt’e due in camera… Poi arrivò la sera tanto attesa (da Lily, più che da Isabel), dopo circa una decina di telefonate al cellulare da parte della sua amica… Isa prese il motorino e dopo aver guidato per un quarto d’ora parcheggiò in piazza. Era, come al solito, bellissima. Aveva raccolto i capelli in una coda alta e gli occhi avevano un trucco rosato. Indossava jeans attillati e una bella magliettina rosa. Da lontano sentì immediatamente voce di Lily – Isa! Isa! Siamo qui! – e dentro di sé pensò: ma perché deve sempre dare spettacolo? Adesso tutta Albano saprà il mio nome! Odio queste piazzate! … Eh sì, Isabel odiava stare al centro delle attenzioni. Attraversò la strada e andò verso di loro – Ciao – affermò – Allora procedo alle presentazioni. Ragazzi lei è Isabel, la mia migliore amica. Isa, lui è Stefano e lui è Max – Piacere ragazzi – bè… Qualcuno era rimasto folgorato dalla bellezza della piccola Isabel, qualcuno di nome Stefano! Cominciarono a passeggiare – Allora… di che parliamo? – fu la prima domanda di Stefano e naturalmente a Isa non piacque per niente. Insomma ma com’è possibile che un ragazzo sia di una tale superficialità? Lei non lo capiva… ma lui in realtà si sentiva tremendamente a disagio perché sin dal primo sguardo aveva capito perfettamente che quella ragazza era stata “obbligata” dall’amica a uscire e che non aveva il minimo interesse verso di lui – Non so. Di dove sei? – Io abito qui, nei dintorni. Tu? – Anch’io… dintorni… - Capisco. Vuoi un gelato? – No grazie non ne ho voglia. Ma se tu vuoi prenderlo non fare complimenti, insomma… non voglio condizionarti! – No no… assolutamente! Lo dicevo per te! – Isa alzò gli occhi al cielo e pensò a quanto questo tizio fosse noioso. Avrebbe tanto voluto qualcuno che la salvasse, qualcuno che… - Isabel! Ciao! – Manuel??? – non credeva ai suoi occhi e Stefano dal canto suo – Ehi ma tu sei Sara?! – riferito alla ragazza che era con Manu. Isa rise e pensò: eccolo di nuovo il mio salvatore! Cominciarono a parlare, Isa con Manu e Stefano con Sara, finchè tutti non si separarono – Ehm Isabel stai con il tuo amico? Io vado a fare un giro con Sara! – Sì va benissimo. Ciao! – e poi Lily prese da una parte la sua amica – Isa mi ha chiesto di andarci a fare un giro in macchina, che bello! – Lily non fare stupidaggini! – Ma dai… ci proverà, questo è sicuro, però… - E’ proprio questo che non deve fare! E’ il primo appuntamento, non puoi farti vedere già così disponibile! – Sei proprio una rompicoglioni Isabel… questo è il mio momento di felicità, se ti sta bene lo accetti, altrimenti problemi tuoi! – Isa le mollò uno schiaffo e Lily se ne andò arrabbiata con Max – Ehi cos’è successo con la tua amica? – le domandò Manuel – Non voglio pensarci. Lasciamo stare. Mi ha detto una cosa che non doveva dire… Già le ho fatto un favore ad uscire con quei tizi che neanche conosco, poi mi dice pure… oh basta… discorso chiuso. Chi era quella là? – Quindi tu non stai… insomma non sei…, come posso dire… fidanzata con… - il bellissimo volto di Isabel fu illuminato da una grande risata – Ma non mi dire che hai pensato… Oh mio Dio sì l’hai proprio pensato! … Che io potessi stare con quell’idiota?! – poi si guardò intorno per assicurarsi che nessuno la sentiva e parlò più a bassa voce – Insomma hai visto che tipo è no? Non mi piace per niente! Blah… se solo ripenso a ciò che Lily mi ha fatto fare! – lui sorrise – E’ una gioia per me sentirti dire questo! … Ti va un gelato? – Ma certo! Andiamo! – Che gusti preferisci? – Vado sulla frutta, non mi piacciono le creme! Faccio… cocco e amarena! – Io invece vado sulle creme! Sono troppo goloso! Allora vediamo un po’… Sì, signorina, caffè, cioccolato e nocciola grazie! – Panna? – Sì anche… - Ok ecco a voi! – Isa, tieni il tuo! – Grazie! – uscirono dalla gelateria – Com’è? Ti piace? – Sì… ehi attento al tuo, sta… - tempo a dire così che una grande palla di gelato si spiaccicò sul marciapiede ed Isa cominciò a ridere di crepacuore, così lui con il dito prese un po’ di cioccolata e gliela sparmò sul naso – Ehi ma come ti sei permesso? Beccati questo! – fecero un po’ a guerra con quei gelati… mi sa che a nessuno dei due andava veramente di mangiarli! Si erano persino sporcati i vestiti… poi… l’ora x: il coprifuoco
– Oh ora devo proprio andare Manu! – Ah ok non preoccuparti! Vuoi che ti accompagno? Sto con la macchina! – No grazie, magari un altro giorno. Io sto col motorino! Ecco è questo qui… lo scarabeo della mia sorellina – Ho capito. Va bene! Allora… ci vediamo? – Sì, a scuola domattina! – Ehm… potremo non vederci solo a scuola? – Bè, perché no!? – Grande! Perfetto! Allora buonanotte… - si avvicinò e la baciò in guancia. Lei le regalò un sorriso meraviglioso, poi mise in moto e lo salutò di nuovo, prima di continuare a guardarlo dallo specchietto retrovisore. Fu felice di quella serata, ma… - Ciao mamma, ciao papà! – Isa ha telefonato Lily. Si può sapere dove sei stata? – Ah sì e che voleva quella? – QUELLA?? Si da il caso che “quella” sia la tua migliore amica da un sacco di tempo. Ci hai detto una bugia? – No, sono davvero uscita con lei e due suoi amici, ma poi abbiamo litigato e… aspettate un attimo… cosa voleva? – Oh non ricordo… caro che ci aveva detto? – Mamma non è una cosa da poco! Potrebbe esserle successo qualcosa! Ditemelo! – Tesoro non ricordo bene se… - Isa lo so io! – si intromise Selène – Oh sorellina sei la mia salvezza! Che ha detto? – Ha lasciato detto che devi richiamarla! – subito Isa si precipitò al telefono – Lily mi senti? Ehi?!? … Accidenti a questi cellulari da schifo! Non prendono mai quando ti servono veramente! … - No Isa ti sento… forte e chiaro… - Lily grazie al cielo… ma, perché piangi? – Non è andata bene – Che significa? Perché devo tirarti fuori le parole di bocca? Parla! – l’amica cominciò a piangere più forte, a singhiozzi – Ha tentato di spogliarmi Isa… e quando gli dicevo di no, lui ci ha messo più cattiveria, più forza… ho avuto tanta paura, poi gli ho dato un calcio e sono scappata! – Oh dio Lily! Ma adesso dove sei? – Nascosta – Sì, ma dove? – Aspetta, sta ripassando con la macchina! – Lily stai giù, non farti vedere. Mio dio. Intanto dimmi dove sei? – Nei dintorni di… insomma hai presente il lago? Giù in fondo… sono dietro un cespuglio. Oh dio ha parcheggiato Isa. Sta scendendo – Lily arrivo, tu stai… - Eccoti brutta sgualdrina! – Vattene! Isabel! Lasciami stare! – Lily? Lily? Oh dioo! – cadde la linea e Isa si precipitò fuori, sul motorino, su per Castel Gandolfo, giù per quella discesa del lago… fino lì dov’era scoppiata una tremenda rissa. Isa non credeva ai suoi occhi! Erano quei teppistelli della sua scuola, quelli che la minacciavano! Oh santo cielo! Insieme c’era anche quel ragazzo nuovo. Lily era lì, seduta a terra, a piangere, che guardava allibita quella scena – Lily!!!! – Isabel! – le due amiche si abbracciarono e lei si sfogò, pianse addirotto… Isa la guardò, con quella camicetta sgualcita, con quei bottoni rotti che facevano intravedere il suo bel reggiseno – Oh amica mia, come ho potuto lasciarti da sola? – Isa non è colpa tua. Sono io l’incosciente… guarda quelli mi hanno aiutata! – così Isa si ricordò di quei tizi – Sì ma quelli sono anche i teppisti che mi minacciano – Ma sono così bravi, com’è possibile!? Sono venuti in mio aiuto! – Isa si avvicinò a loro – Ok ragazzi smettetela! Ne ha prese abbastanza… e grazie… - Ah Cole, guarda chi c’è? La serata finisce proprio bene è!? – Se la toccate vi stendo! Non si mena alle ragazze, hai capito porco? – riferendosi a Max.
Isa si accucciò – Max come va? – Peggio di così non poteva andare – Ehi riccona, vuoi dargli anche dei pasticcini? – affermò divertito uno, poi Isa effettivamente si ricordò delle parole di Lily, della sua camicetta strappata, dei suoi occhioni pieni di lacrime e si rialzò guardando Max con disprezzo – L’hai voluto te stronzo! – gli mollò un calcio in pancia – Questo è per averla presa in giro – poi un altro – Questo è per averla portata in un posto sperduto come questo – un altro ancora – E questo è per la camicetta, che l’ha pagata un occhio della testa! – si fermò – Ti basta, brutto verme? – sentiva intanto le risate compiaciute dei teppistelli, poi qualcuno la prese da dietro – Sta venendo la polizia bella, dobbiamo scappare! Saltate su! – Non se ne parla proprio, non saliamo in macchina con degli sconosciuti, soprattutto se siete voi! – Muoviti, non possiamo aspettare! – Lily andiamocene! – Ehi si da il caso baby che questi sconosciuti hanno salvato il culo alla tua amichetta in lacrime! Quindi muoviti! – Nessuno mi ha mai parlato così e tu non sarai certo… ehi lasciami! Lily! – due le presero in braccio e le chiusero in macchina, un altro nascose il motorino di Isabel, poi tutti in macchina cominciarono la corsa per fuggire da quel posto. Per fortuna riuscirono a seminare i piedipiatti – Allora state bene? – Lily era ancora sconvolta, ma Isa guardò quel certo Cole – Ne ho abbastanza. Adesso ci riportate laggiù, devo riprendere il motorino! – così uno le puntò il dito contro – Senti bella per colpa vostra rischiavamo i casini – Nessuno vi ha chiesto di rischiare! – Dovevamo lasciare che quel verme la sverginasse? – Ehi io non sono più vergine! – esclamò Lily e Isa le mollò uno schiaffo, poi si voltò verso quello – Se non ci accompagnate voi, andiamo da sole. Forza Lily – Isa ma stai scherzando? Non hai visto dove siamo? – Non importa, meglio a piedi che in macchina con questi! Vuoi la seconda, Lily? – le due scesero dalla macchina e si incamminarono ma Cole fu più veloce – E’ tardi, non potete andare sole in giro per queste strade. Salite, vi riportiamo a casa! – No, devi riportarci a lago! – Senti bella quel luogo sarà affollatissimo di poliziotti, se quello schifo ti vede ti denuncia! Vuoi passare i guai? – Isa ti prego, andiamo con loro. Mi sento più sicura. Insomma, mi hanno salvato! – lei sospirò – Ok. Andiamo – le portarono a casa di Isa – Vi ringrazio ragazzi, siete stati proprio gentili con noi e… - Lily andiamo! Sei proprio una stupida! – Perché ce l’hai a morte con loro? Si può sapere? – Entra! E non farti vedere dai miei! – lei entrò – Quanto a voi… sia la prima e l’ultima volta che vi vedo! – aprì e richiuse la porta alle sue spalle, con un tonfo – Tesoro è tutto apposto? – Sì mamma. Tutto ok. Ti spiegherò poi – corse in camera dove Lily stava già raccontando tutti i particolari a Selène – Lily accidenti! Lasciala stare! Con quello che ti è successo sei ancora così gioiosa? – Sto mettendo in guardia tua sorella da questi tipi! – Selène vai giù dalla mamma, io e Lily dobbiamo parlare! – la sorella filò via e Isa chiuse a chiave la porta – Tu adesso chiami tua madre e le dici che rimarrai a dormire qui. Inoltre stasera è stata e sarà la prima ed ultima volta che avrai visto quei tizi… per ultimo negheremo quanto accaduto. Max ci denuncerà e Stefano forse sarà con lui. Racconteremo di esserci usciti fino alle 22 e di essere successivamente andate via. I poliziotti credono sempre di più alle femmine! – Ok – Bene… - Non mi chiedi come sto? – Come stai? – Stranamente bene… avresti dovuto vedere con quale coraggio quel ragazzo… oh accidenti… mi sto innamorando! – CHE COSA??? Ti ho detto che non devi mai più rivederli! – Sì ma si può amare lo stesso un uomo invisibile no? – Lily provaci a rivederlo e ti stacco i capelli uno ad uno! – Ehi comunque meni è!? L’hai ucciso Max! – Isa si sedette sul letto accanto all’amica – Non so cosa mi sia successo. Ho ripensato alle tue lacrime e a quello che ti aveva fatto… avevo paura che per te diventasse un trauma e inconsapevolmente forse lo sarà… mi è preso un raptus… - Sei un’amica grandiosa! – le due si abbracciarono.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


- Ehi Cole, perché non hai lasciato che la uccidessimo quella puttanella? – Perché non è un nostro nemico! – Ma che dici? Non hai visto come ci ha trattati? – Era arrabbiata, chi non lo sarebbe al posto suo! – Ma che fai, la giustifichi? Ehi ma non è che niente niente… è!? Te la sei già fatta? – Piantala Bob! – A me intriga l’amica! – Per questo l’hai salvata è!? – L’avrei fatto comunque, anche se fosse stata un cesso! … Aspetta, com’è che si chiama? – Isabel! – esclamò con un tono ironico Bruce e Bob rispose – No Isabel è la pazza scatenata! – Ah davvero? Si chiama Isabel? – domandò Cole – Sì sì. Isabel Parker… siamo ancora in tempo per ucciderla! Risaliamo al suo indirizzo e a tutte le sue informazioni personali! – Isabel Parker… - Che hai Cole? – Niente… niente… dicevi? – Ti ricordi il nome dell’amica? – allora rispose Tom con un lampo di genio – Certo! Lily! – Wow è un nome eccezionale! – Ma dai, Lily e il vagabondo! – Voglio rivederla… - E tanto sta in classe con quella sgualdrina… - Cole gli mollò un pugno sul naso – Se parlate nuovamente così di quella ragazza, vi spacco il setto nasale… a tutti… E non vi avvicinate mai più alla sua classe, se non per chiederle scusa. Anzi, domani vi porterò da lei e le chiederete umilmente scusa – Ok ok. D’accordo. Non è poi così male come ragazza! – Non ha colpe e voi ve la siete presa con lei! – Va bene va bene, stai tranquillo! – quella notte Michael (Cole) pensò molto a Isabel e si chiedeva se lei, dall’altra parte, si stesse pentendo di come l’aveva trattato… Ma sapeva che non era così, ed effettivamente…
- Tira su le coperte Lily, fa freddissimo! – Io ho caldo – Certo, perché stai pensando a quel tizio e ti stai eccitando! – Ma dai! … Ehi Isa… - Oh ti prego voglio dormire! Domani dobbiamo svegliarci presto! – Tu pensi che mi starà pensando? – No io penso che a quest’ora si staranno drogando! – No secondo me mi sta pensando. E Cole sta pensando a te – Non dire queste scemenze – Dai, dì che non è intrigante! E’ un bel tipo! – Non fa per me – Certo, perché ora vedi solo Manuel, ma Cole è meglio! – Manuel è gentile, carino, simpatico… ha tante qualità rispetto a quello stupido! – Ci stanno pensando Isa. Sento il suo calore… sento i loro pensieri – Sì sì va bene… - poco dopo Lily si ritrovò a parlare da sola, Isabel si era addormentata. Lei non dormì quella notte, era troppo felice per poter spezzare il suo sorriso con sogni o incubi… Nessuna delle due sapeva che presto anche Isabel avrebbe provato questa sensazione… Lily sorrideva e scriveva sul cellulare “Bob sono pazza di te!” … poi si alzò e andò a guardarsi allo specchio, cominciò a fare le facce buffe… Ogni tanto sentiva l’amica parlare nel sonno e sorrideva perché sapeva che aveva avuto senz’altro una brutta giornata… le dispiaceva.
La mattina alle 7 meno un quarto suonò la sveglia, Isa si rigirò nel letto e allungò una mano per cercare quella dell’amica, ma… si alzò immediatamente e corse giù per le scale. La vide lì, seduta al tavolino insieme ai signori Parker – Buongiorno tesoro! – Buongiorno! – rispose Isa un po’ confusa – Dormito bene? – Dormito poco… - e lanciò un’occhiataccia a Lily – Bè pensa che Lily alle 5 era già in cucina a preparare la colazione! – Isa sbalordita domandò – Hai preparato tu tutto questo??? – Ehi ma per chi mi hai preso? Guarda che io sono bravissima! – Ma fammi il piacere! Comunque sentiamo un po’ di che sa questa robaccia… - concluse ridendo. Finirono di fare colazione e Isa si cimentò a truccare la sorellina. Poi sentì la mamma dal piano di sotto – Ragazze buona notizia! Oggi vi accompagniamo io e vostro padre a scuola! – Selène sbuffò e anche Isa effettivamente – Perché fate queste facce? Vi piace tanto prendere l’auto? – No più che altro è perché loro ci accompagnano per controllarci – Come sarebbe a dire? – Sì per vedere con chi ci salutiamo! – E poi odio che mi accompagnano con quella macchina. Nella scuola tutti mi conoscono per quella macchina e per la mia villa – Ma dai Isa non è vero! – E quei teppistelli? Mi chiamano sempre “riccona”… mi hanno persino accusato di avere qualche miliardo nascosto nel reggiseno! – Lasciali stare Isa, sono stupidi dai! – A volte ho come l’impressione che la gente si avvicina a me solo per i soldi! – O solo per la tua solare bellezza, che ne dici? – Secondo te Manuel è uno di quelli? – Secondo me sì… non mi piace tanto… o dio, gli piaci è!? Però… non durerà più di tanto! – Come fai a saperlo? – Me lo sento! E poi a te non piace… - No! Perché dici così? – Conosco l’amore Isa e, credimi… il tuo è interesse, ma non ne sei innamorata! – Bè, forse col tempo… chissà… -
l’amica scosse il capo – Cosa credi di saperne Lily? – domandò arrabbiata Isabel e la sorella attirò la sua attenzione – Ohi ragazze basta! Isa devi truccarmi! – Sele non sono affari che ti riguardano! – Ehi ma come mi rispondi? – Oh basta accidenti! Truccati da sola! Mi sono stufata! – affermò lei uscendo dalla sua camera, poi si rivolse a Lily – E quanto a te, non puoi sapere cosa provo per lui! – Ma dai Isa! Vieni qui! – lei invece scese in cucina – Isa ma ti rendi conto? Stiamo litigando di prima mattina! – Io la mattina sono ancora più acida del solito, quindi è del tutto normale che stiamo discutendo! – Sì ma rammentami il motivo! – con aria minacciosa Isa la guardò e con sarcasmo continuò – Certo! Ti rammento di sicuro! Mi piace questo ragazzo e la mia migliore amica invece pensa il contrario, nonostante quello che le dico! … Ecco il motivo! – Ma dai che importa ora questo? Ok, ho sbagliato, perdonami. Cos’altro devo dirti? – Uffa non rompere! – Senti fai come vuoi! Ultimamente non ti reggo proprio! – Isa guardò l’amica con aria di sfida e si affrettò ad uscire per entrare per prima in macchina. Durante il tragitto nessuno parlò… si avvertiva quell’aria non proprio favorevole… Circa un quarto d’ora dopo erano già davanti scuola e, aprendo lo sportello, Isa vide subito Manuel che la salutò con entusiasmo – Ciao mamma! Ciao papà! … Selène ci vediamo all’uscita! – a Lily non disse nulla e andò verso Manu – Buongiorno! Sono i tuoi quelli? – Eh già! – Senti visto che è presto, ti va di venire un attimo in macchina? – Per fare cosa? – Non ti preoccupare, non ci provo! Devo farti sentire una canzone! – Ah ok! Andiamo! – si incamminarono verso il parcheggio – Allora, cosa c’è che non va? – Sarebbe a dire? – Sarebbe a dire cosa c’è che non va!? Non è difficile vederti infuriata anche se lo nascondi molto bene! – lei sorrise, abbassando lo sguardo – Niente ho di nuovo litigato con Lily – E per quale motivo stavolta? – Non mi va di parlarne! Senti che fai questo week end? – Entra in macchina… Senti che bella questa canzone! – Ah è Raf! Ti piace? Non credevo! – Ascolta le parole! – nel frattempo mise in moto – Ehm… dove vai? – Una sorpresa! Tu non pensarci ora… ascolta! – si ammutolirono per un po’… Raf cantava: Scorrono, morbide, curve di una strada da percorrere; vanno via, ruvidi, giorni di un novembre senza nuvole. E penso a te. Solo tu puoi sentire e puoi comprendere. Nei silenzi, dentro le parole che non ti ho mai detto, è chiaro quanto t’amo e non saprei immaginare la mia vita senza te – Sì è un po’ deprimente però… - No è bellissima! – in realtà Isa era terribilmente imbarazzata. Perché le aveva fatto ascoltare questa canzone?? Si chiedeva… - Ah senti quest’altro pezzo! – … tu che sai leggere nei miei pensieri e non ho più misteri. Nei silenzi, in un’emozione rotta da un respiro, è chiaro quanto t’amo e non saprei immaginare la mia vita senza te – Un’emozione rotta da un respiro… mi piace troppo questa frase! – Certo, di prima mattina non è il massimo è!? – Adoro le sue canzoni! – Già… - poi Isa alzò lo sguardo e non riconobbe più la strada – Manu io… ma dove mi stai portando? … non conosco queste strade! – Le conosco io, non preoccuparti! Ci vengo tutti i giorni qui! Sai, ho sentito il tuo stomaco brontolare, credo che tu non abbia fatto una bella colazione! – lei arrossì e lui rise – Ti porto a fare colazione, cosa immaginavi? – No, niente… è da stupida ma avevo paura che volessi fare… insomma… - Marinare la scuola? – Già… - Non è nel mio programma da ultimo anno di scuola… sai com’è… gli esami! – Scusa, non volevo! – Ecco siamo arrivati! – Ma non ci siamo allontanati troppo da scuola? – Tranquilla! Sono solo 5 km di più! … No no aspetta! Non scendere! – Perché? – lui passò dall’altra parte e le aprì lo sportello – Oh dio Manu che carino sei! – Meriti di più – per un attimo i loro sguardi si incrociarono, ma lei abbassò lo sguardo… Forse è vero, forse non mi piace davvero, magari aveva proprio ragione Lily… non ne era innamorata… - Guarda che panorama! E guarda dove faremo colazione?! – era una terrazza che dava sul lago con lo sfondo del sole che sorgeva su Roma – Ciao Alex – Ehi Manu ciao! In compagnia stamattina? Piacere Alex! – Piacere Isabel – Sì è una mia amica… puoi servirci fuori? – Certo! Cosa vi porto? Birra, crodino, chinotto… – Ma dai Alex! … Isa cosa vuoi tu? – Ehm… un latte macchiato grazie – E per me un caffè. Andiamo a sederci là! – Tu ci vieni spesso qui? – Tutte le mattine, eccetto ieri quando ti ho accompagnata… - Ah… - Non far caso al mio amico, è spiritoso! – Certo! – Isa provava proprio imbarazzo, non riusciva a spiccicare parola – Ti piace? – E’ bellissimo! – Pensi ancora alla tua amica? – No è che… insomma… tu sei molto carino con me. Ti ringrazio. Solo che non credo di meritarmelo! – Ma piantala Isa! Ah grazie Alex… quant’è? – 3.20 – Isa metti in tasca quel portafogli per piacere! – Ma come? – Ehi piccola non te l’hanno mai detto che è il ragazzo a pagare?! Grazie Manu, ci si vede domattina! E se venite insieme colazione gratis! – Ah allora ok! Ciao Alex! … Che matto è!? – Sì – Isa guardò il suo bicchiere di latte macchiato e poi si voltò verso il panorama – C’è qualcosa che non va? Non ti piace? Lo riporta, non ti preoccupare! Prendi qualcos’altro… - Ehi ehi… no, non è questo… è che non volevo che pagassi! – Tu ti fai troppi problemi! – Sì… forse… - Senti allora, parliamo un po’ di te – Di me? –
- Sì insomma… mi hai chiesto se questo week end sono libero… e poi non vuoi che ti pago una semplice colazione! Forse non sai che se o sabato o domenica decidi di uscire, io ti inviterò a cena fuori e pagherò io, quindi… non vedo quale sia il problema… parliamone! – Non verrò a cena con te! – Ah sì? E se ti mandassi delle belle rose rosse a casa? – Non lo faresti mai! – Sì forse… Cosa dovrei fare per convincerti? – La cosa più assurda di questo mondo! – Una serenata sotto casa? – Mm… fammi pensare… sì, perché no?! – Bè, sarà fatta! – Si vedrà! – Andiamo, dobbiamo andare! Dammi la mano! – Perché? – Non essere diffidente! – Lo sono invece! Perdonami ma alla macchina ci so arrivare anche sola! – Uh uh… acidona! – Cauta direi! – Ok! Posso darle del tu o preferisce di no? – Del tu va bene… ma evita la confidenza! – Posso aprirti lo sportello? – Ma certo! – risero assieme e salirono in macchina. Alle otto e venti precise erano a scuola. Isa scese dalla macchina e vide subito quel tizio seduto sulle scale della scuola… oh come si chiama?! Cole! Certo! Insieme ai suoi amici stupidi – Manu non guardarli ma ci sono i teppistelli! – Ok non pensarci, fai come se non ci fossero! – Bene… - cominciarono a camminare – All’uscita della scuola ti aspettano i tuoi? – No, mi aspetta il bus! – Bene, ti aspetterò io! – C’è anche Lily, sicuramente faremo pace in classe! – poi si voltò e Cole la stava fissando dritto negli occhi. Lei si perse per un attimo nei suoi occhi verdi… finchè – Ciao Parker – lei si bloccò… no, non era Cole… ma un suo amico – Ci conosciamo? – Dai voglio solo fare la pace! – La pace sta solo nel regno di Dio… di certo non tra me e te! – Mi chiedo dove sia questo Dio – ora era stato Cole a parlare. La guardava con aria di sfida, ma lei aveva la risposta pronta per tutto così… - Non ci crederai, ma sta sprecando il tempo a ritrovare il tuo cervello – si guardarono ancora per un secondo, poi lei se ne andò – Per un attimo ho creduto che ti fossi innamorata di lui! – Isa ebbe un sussulto – Perché? – Bè quando l’hai visto non hai più ascoltato me! In realtà eri solo furiosa è!? – Già… tantissimo… - ma quale furiosa?? Isabel?? Con Cole?! Non lo sarebbe mai stata! O forse un giorno… chissà… - Comunque ti stavo dicendo che può venire anche Lily – E mia sorella con suo fratello? – Anche! Scusa ma che ti credi?! – Ok ti ringrazio… accetto volentieri! Corro in classe! – per fortuna la porta dell’aula non era ancora chiusa e Isa si affrettò a sedersi al banco. Ripensò per tutto il giorno a quello sguardo, a quegli occhi… - Parker sarebbe così gentile da rispondere quando la chiamo? – Oh mi scusi professoressa… non ero attenta! – Mi lusinga la sua sincerità. Vuole esporre alla classe, nonché alla inutile professoressa di matematica, i suoi pensieri signorina? – Nulla di importante, mi scusi… - Bene allora venga alla lavagna e risolva questo problema! – Ma… lo abbiamo visto oggi per la prima volta! – Se stava pensando ad altro, significa che aveva già capito la soluzione o sbaglio? – Isa si voltò a guardare il problema, cercò di risolverlo, ma era inutile – Sì si è sbagliata professoressa, lo ammetto! Non ho capito questo problema – Bene, vai dalla preside, forse lei avrà comprensione per te! – Ma… le ho chiesto scusa… mi dispiace… non volevo! Può capitare a tutti un momento di… - Di insolenza signorina Parker? Di maleducazione? – NO! Di disattenzione professoressa! Di distrazione… nessuno è perfetto! – Fila fuori! – Bene – poi si alzò una voce nella classe – Mi scusi ma non sono d’accordo con la sua teoria professoressa! Con tutto il rispetto… - Ah certo De Santis, mancava solo lei! L’avvocato del diavolo! – No prof. Io non sono avvocato di nessuno perché anche se fosse successo a Marini, che mi sta terribilmente sul cavolo, avrei fatto la stessa cosa! – Appunto De Santis! Io ho il potere… e voi no. Fila fuori, muoviti! Avvertirò io la preside! – Lei ha il potere prof.? No, io non credo. Perché senza la preside, lei starebbe a casa a fare la calzetta! – le due amiche risero e uscirono fuori dall’aula – Perché l’hai fatto Lily? – Le amiche ci sono nel bene e nel male no? – Non è una barzelletta. L’ho presa a ridere ma siamo state buttate fuori dal diavolo, quella è una bestia! E stiamo al quinto! – Lo so benissimo! Ma io ho determinati valori e li faccio valere quando mi pare ok? Non lamentarti! – le due si guardarono e risero, ripensando alla cosa della calzetta…poi passarono i teppistelli – Oh dio Lily non voltarti! – Perché no?! – Ciao bellissima! – Ciao Bob – Che fate qui? … Ciao Parker! – Isa non rispose – Siamo state buttate fuori! Sai la prof di matematica! Isa dovrà fare ripetizioni credo! – Ah anche lei è stata cacciata? – Prima lei ed io le sono andata dietro, non l’avrei lasciata sola! – Andiamo bene! Parker, non preoccuparti, bandiera bianca! Non so perché, ma Cole ti fa gli occhi da pesce lesso… quindi non ti faremo niente! Sii un po’ più dolce però! – Pure! – Ok Lily, vi lasciamo! Ci si vede bella! – quello si avvicinò e diede un bacio in guancia a Lily. Quando girarono l’angolo Isa cominciò – Ma cosa ti salta in mente? Ti rendi conto di cosa stai facendo? – Di cosa ho già fatto, vorrai dire! – Perché, cos’hai fatto? – Me ne sono innamorata! – Ok non ho più parole! – Hai sentito che ha detto? Cole ti batte i pezzi! – Lily avevi ragione, devo avere ripetizioni di matematica! Io ma ti rendi conto? – L’hai detto tu, nessuno è perfetto! – Ma sono sempre andata bene! Uffa! – Conosco qualcuno che può farti ripetizioni! Te la mando a casa oggi alle 5! – Menomale, è una ragazza! – Eh già! – per fortuna erano state buttate fuori proprio all’ultima ora, quindi non si annoiarono, anzi!! Suonò la campanella e andarono via con Manuel… Cole era di fuori e le sorrise dicendo – Ci si vede! – ma lei lo fulminò con lo sguardo. Tornata a casa, Isa raccontò alla mamma i problemi con la matematica, ma non ammise di essere stata mandata fuori dall’aula – Lily conosce una ragazza che verrà a farmi ripetizioni! Alle 5! – Bene! Brava sono contenta che ti stai impegnando con tutta te stessa! – Vado a mettermi il pigiama! – alle 16;50 suonarono il campanello. Isa stava per scendere le scale quando la mamma aprì la porta – Sì? Chi cerca? – Isa rimase sconvolta – La signora Parker? – Sì, chi è lei? – Mi dia del tu! Piacere Michael! – Sì e… saresti? – Per le ripetizioni a sua figlia Isabel! – Aspettavamo una ragazza! – lui alzò lo sguardo e la vide sulle scale. Scoppiò a ridere – Ma come sei vestita Isabel! – la mamma si voltò a guardarla – Isabel ma vi conoscete? – Sì mamma, sbattigli la porta in faccia! – Aspetta un attimo… Michael giusto? – Ai suoi ordini! – Sei davvero qui per le ripetizioni? – Sono un asso in matematica! Mia sorella doveva venire ma ha mandato me… sa com’è… quei problemi femminili… mi dispiace, posso anche andare se vuole! – No no, ma ci mancherebbe! Entra! – La ringrazio! – Mamma! Ma io non esisto?! – Isa vai a cambiarti per piacere! – No, sono in casa mia e faccio quello che voglio! Tu piuttosto non dovresti essere qui! – Che modi Isabel… sono qui per aiutarti! –
- Sì tesoro è vero… smettila! Non ti ho insegnato questa maleducazione! Vuoi qualcosa Michael? – Tu non ti chiami Michael! Ti chiami Cole! – Cole è il mio diminutivo! Avrei voluto rivelartelo in tutt’altre circostanze, ma non me ne hai mai dato modo! Come stamattina! … Sa signora? Sua figlia è un peperino! – Sì la conosco! Cosa ti offro? – Una birra grazie! – Una birra? – Signora sono vaccinato, non prenderò un malanno! – Ma guarda che insolente! Mamma non gliela dare! Senti tu, vai al diavolo, o da dove sei venuto! Non ti voglio in casa mia! – Ok basta con le chiacchiere! Signora stavo scherzando, ora ci chiuderemo nella sala da pranzo a studiare! – No è meglio su in camera tua Isabel, la sala da pranzo è un po’ in disordine! – Isa guardò la mamma con disappunto, ma non c’era nulla da fare, così fece strada a Michael, chiuse la porta della camera e lo guardò – Allora, cosa vuoi? – Una cosa la vorrei! – e rise. Ma lei aprì 2 libri di matematica e il suo quaderno – Vai, comincia a farmi capire questo problema – Ma che roba è!? – Matematica forse? – Ah sì sì, devo farti ripetizioni! Ma io sono bravo in molte altre cose che nemmeno immagini! – lei gli mollò uno schiaffo e lui si fece serio. Cominciò a leggere i dati del problema – Bene, dovresti prendere questo e moltiplicarlo per… 2! Poi vedi se la soluzione è uguale è quella del libro! … Vedi? E’ uguale! – Sì certo, e che procedimento hai fatto? Hai forse usato il metodo alla Cole? – Certo! – Tu non sai un’acca della matematica! – Sì ok lo ammetto sono venuto qui per te! Ma non mi aspettavo di trovarti in pigiama! – Ed io non mi aspettavo di vedere te! – Chiedilo alla tua amica! Che taglio quella ragazza! – Lily?? E’ stata una sua idea? – Lui e Bob hanno organizzato tutto! – Oh non posso crederci! Senti io non ho tempo da perdere, devo veramente avere ripetizioni, quindi se non ti dispiace ora devi tagliare la corda! – poi si sentì bussare alla porta – Ragazzi si può? – Oh mio dio, apri il libro, muoviti! Vieni qui, fai finta di fare il problema… Sì mamma! Vieni! Cosa c’è? – lei entrò – Vi ho portato la merenda! – Oh signora Parker, lei è un angelo! – Sei molto gentile Michael! – Isa alzò gli occhi al cielo e Cole rise – A che punto state? – Molto indietro signora! Ma sua figlia è piuttosto intuitiva! E’ bravissima! Non capisco perché abbia tutti questi problemi con la matematica! – Bè sai forse è lo stress Michael, tu vai a scuola? – No, mi sono preso un periodo di pausa! – Andrai all’università? – Neanche per sogno! Quella è roba da piccoli! Lavorerò! – Ah capisco… bè vi lascio studiare! Mangiate anche i biscotti mi raccomando! – Naturalmente! – la mamma chiuse la porta e Cole rise di nuovo – Piaccio molto alla mammina è!? Un ostacolo in meno! – Ma per cosa?? Non ti voglio in casa mia ok? Ora devi andartene! – Non posso… - Che significa? – Allora, anziché della matematica, occupiamoci di scienze – Ma che dici? – Hai presente in scienze, non ricordo in quale capitolo, quando due poli opposti si attraggono? Bè noi siamo due particelle, tu il + ed io il - … E sai? … - si avvicinava sempre di più al volto di Isa, che nel frattempo indietreggiava – Non riesco a staccarmi da te! – provò a baciarla, ma lei si scansò – Tu ne sai un’altra invece? Mi avevano detto che eri stupido, ma non credevo così tanto da illuderti di poter venire qui e provarci! – Già, forse bellezza! Comunque resta il fatto che in men che non si dica ti ritroverai innamorata di me! – Ma che sciocchezze! – Vedrai! – Adesso fila via! … Mamma! Michael, o come accidenti si chiama, sta per andare via! Aprigli la porta! E sbattilo fuori! – Non si preoccupi signora Parker! Riesco anche da solo! – poi le bisbigliò in un orecchio – A presto, dolcezza! – e scese le scale per andarsene. Isa si sdraiò sul letto piena di rabbia! Avrebbe voluto ucciderlo quell’insolente! – Isabel!? – Che c’è? – Posso entrare? – Tanto! Hai portato caffè e biscottini al mio peggior nemico! – la mamma la guardò come per dirle “esagerata” ma Isa continuò – Potevi mettermi su un piatto d’argento con un bigliettino “ecco la tua cena”! – Ma che stai dicendo? – Che c’ha provato! Tu l’hai fatto venire in camera mia! Sul mio letto, la mia scrivania! Il mio pavimento! – Ma cos’ha di male? Ok, è un po’ presuntuoso, ma è simpatico! – E’ odioso! Non farlo più entrare in questa casa! – Dì la verità… non faceva ripetizioni è!? – No, ci ha ingannate! Vedi quant’è bugiardo? – Che carino! – Carino???? – Voleva vedere te! – E provarci! – Gli piaci! – Ma a me no ok? Ora va’ a preparare la cena, non voglio più pensarci! – Va bene, non te ne parlerò più! – la mamma chiuse la porta e Isa si precipitò a chiamare Lily, rossa dalla rabbia… o forse dall’emozione, chissà… la uccise per telefono, quasi! Le solite parole: sei pazza, c’ha provato, è un bugiardo, mi avete presa in giro, non voglio più vederlo, non ti perdonerò mai… ma un’ora dopo era ancora lì, a parlare con la sua migliore amica, a ridere di quegli attimi un po’ strani, ma simpatici! E Lily sentiva qualcosa di diverso nella voce dell’amica… lei non aveva mai parlato così tanto di un ragazzo, prendendo l’esempio di Manuel… non si era mai espressa così, non aveva mai parlato così apertamente della sua vita privata… Lily sapeva che doveva fare qualcosa, sapeva che in un’altra circostanza, in cui Isa non sarebbe potuta sfuggirgli, loro si sarebbero parlati e poi… una cosa tira l’altra… Quella sera per telefono parlarono per ben 2 ore… le rispettive mamme stavano urlando da altrettante 2 ore, ma a loro non importava… loro dovevano parlarsi… e Lily non accennò nulla su quel tema chiamato Amore! Conosceva Isabel e sapeva che non avrebbe mai ammesso cosa stava nascendo, cosa sentiva in quel momento…
La ascoltò e basta… come fa una vera amica… A cena Isa non mangiò molto e non capiva per quale motivo… non aveva fame! Aveva solo tanta voglia di ritelefonare a Lily e parlarle di quanto strano fosse stato quell’incontro, di quanto brillavano quegli occhi, di quanto l’aveva affascinata quel capello ingelatinato… Ma allo stesso tempo, per non insospettirla, le avrebbe detto che era stato proprio presuntuoso, invadente e maleducato! E che non era proprio il tipo per lei! Eppure quella notte non aveva sonno e quando riuscì finalmente ad addormentarsi, lo fece con il sorriso sulle labbra!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Quella mattina Isabel era diversa… come una farfalla nella stagione primaverile! Si svegliò più presto del previsto e si chiuse in bagno per ¾ d’ora!!! Selène bussava alla porta, si era spazientita e aveva capito che doveva fare tutto di fronte allo specchio che aveva in camera – Ti rovino Isabel! – le aveva detto. Ma Isa non sentiva… era felice… non sapeva perché, ma le batteva forte il cuore e aveva voglia di cambiare, di… guardò i trucchi della sorella e cominciò a colorarsi un po’ il viso con un fondotinta chiaro, quasi invisibile, ma utile… continuò con lo sfumare un po’ di bianco e rosa sulle palpebre, passò un delicato rimmel azzurro sulle ciglia e un tocco di matita celeste sotto gli occhi, che li risaltava! Sulle labbra passò un bel rossetto rosa con i brillantini. Si sparmò un po’ di crema per il corpo di Acquolina, al profumo di zucchero filato, e poi si vestì con la solita, stupida divisa… ma oggi era più bella… raccolse i suoi bellissimi capelli biondi in una lunga coda alta ed infine… si guardò allo specchio… sorrise… i suoi occhi si illuminarono meravigliosamente. Aprì la porta e la sorella accorse – Isa giuro che… ma che accidenti hai? Tu non sei mia sorella! – le tappò la bocca – Che te ne pare? – bisbigliò – Sei uno schianto sorellona! Ma per chi? – Per nessuno! Volevo cambiare! – Ti sei svegliata troppo presto per voler solo cambiare! – Forse! Un giorno te lo dirò! Sbrigati! Oggi ci accompagna la mamma a scuola! – Cosa?? E perché? Vuoi cambiare anche l’autobus? – Isa rise di crepacuore e
Selène rimase perplessa… da quanto non vedeva più la sorella ridere così?! Eh sì, non vi erano dubbi… era innamorata!! – Isabel! – Sì mamma? – la signora Parker rimase per un po’ a fissare la sua bambina… - Mamma ci sei? – Bè… Allora vi… - non sapeva più cosa volesse dire… era così diversa sua figlia, così bella, così truccata, così… grande! – No dicevo… vi accompagno io? – Sì se non ti dispiace! – No no… - Ok, vado in macchina! Selène sbrigati! – Tesoro sei… - Sono? – Bellissima! – Grazie! – la mamma, a differenza di tutti gli altri, pensava semplicemente che sua figlia stesse crescendo e di questo aveva paura… Isa salì in macchina e poco dopo arrivarono anche sua madre e sua sorella, poi fecero una sosta alla fermata dell’autobus per aspettare Lily e Mike – Eccola mamy sta arrivando! Lily! – Isabel?? – domandò sbalordita l’amica – Vieni andiamo, ci accompagna mamma! Buongiorno diavoletto! – scompigliò i capelli di Mike, che la mandò a quel paese con tutto il cuore. Nel tragitto fino a scuola, Lily aveva cercato di parlare a Isa, circa quel cambiamento, ma lei era sulle nuvole! Scesero dalla macchina – Ciao mamma! – Bacio? – No, mi si toglie il rossetto! – la mamma si stupì, poi accellerò e andò a lavoro. Isa camminava a testa alta e si guardava in giro con un po’ di ansia… naturalmente non passava inosservata! – Isa chi cerchi? – Nessuno! – Stai per essere sommersa dalla bava! – Me ne pulirò! – Senti, devi dirmi cos’hai! Insomma perché questo cambiamento? – Quale cambiamento? – rispose sorridendo Isa, e continuò a guardarsi intorno – No sai… il trucco, i capelli, lo sguardo ansioso, questo… questo profumo invitante… mi sembra di sentire il tuo cuore battere a mille, e vorrei non vedere che più giù ti si sta strappando qualcosa! – Mica me la tiro! – l’amica rimase sbalordita – Hai imparato anche questi termini! – Non mi si sta strappando Lily, tranquilla… questa se la tira per esempio! – si riferì ad una ragazza che l’aveva appena guardata con superiorità e che si era appena girata per dirle “cos’hai detto di me?”, ma Isa la precedette – Hai capito bene! Avanti, non fare quella faccia stupita, sai benissimo che più te la tiri, più ti si strappa! Ciao ciao bellezza! – Isabel non ti riconosco più! – nel frattempo Selène e Mike erano andati in ritirata, perché pensavano che Isa fosse una bomba quella mattina, e se fosse esplosa avrebbe fatto i veri casini! – Posso prendermi un caffè a portar via qui al bar oppure fai qualche guaio? – Nessun guaio! Ti aspetto! – sulle scale c’erano Bob, Bruce, Tom, Kail e… lui… Michael… che la guardò con gli occhi spalancati, e si fece persino rubare da Tom il bicchiere di caffè che stava bevendo! Isabel sentì il suo cuore battere a mille, non lo avrebbe mai salutato, non avrebbe mai… oh insomma lo odiava, no? …
ma lui, con l’aria di uno che se la voleva solo fare, si alzò e scese le scale, camminò fino al bar e si avvicinò pericolosamente al suo viso – Il buongiorno si vede dal mattino è!? – le disse e lei – Già, e so che sarà assolutamente una bellissima giornata! – lui le mise una mano sul fianco – Mi farai vedere le stelle? – Isabel! – arrivò Lily che la guardò impietrita, ma Isa sapeva cosa fare. Prese il bicchiere di caffè da in mano alla sua amica e gliene diede un sorso a Michael – Le stelle no, Cole… ti farò vedere un posto chiamato FANCULO! – versò tutto il caffè sulla sua testa, che naturalmente gli sporcò anche la camicia oltre che il suo bel viso! – Andiamo Lily – Oh mio Dio! – tutti guardavano Isa sbalorditi, e gli amici di Cole ridevano. Lui si voltò a guardarla dopo aver bestemmiato tutto il Cielo! – Ehi Parker! – lei lo guardò e lui – Sei già follemente innamorata di me è!? – Se ti fa felice pensarlo fai pure! Ma non vorrei che tu ti illudessi così! – dopodichè entrò nella scuola – Isabel ma come… insomma mi vuoi spiegare? – Sì certo ti spiego! … Ma non so cosa devo spiegarti! – Ovvero? – Ovvero… non so come mi è uscito quel gesto, né quelle parole! – Sei stata una grande però! – Mi sento più forte! – Mi fa piacere! Spero che sarai più forte anche con matematica oggi! – Isa si mollò uno schiaffo sulla fronte – Matematica! Me l’ero dimenticata! Oh Lily quella oggi mi chiama, non posso, non riesco, non so fare niente! – In questi casi c’è solo una cosa da fare! – Lily si diresse verso la bidella – Ehi Katya ciao! – Ciao bella! – Come va il lavoro? – Lo odio! Se qualcuno sapesse dirmi perché i maschi pisciano per terra, affronterei la giornata con più vitalità! – le due amiche si guardarono e risero, poi Lily arrivò al dunque – Parker ha un problema… e anch’io, ma è meglio parare il culo prima a lei! – Certo. A che ora devo chiamarla? – Alla terza! – Bene! A dopo belle! – Lily ma come hai fatto? – Svegliati tesoro, il paradiso non esiste! – Sei proprio forte! – entrarono in classe e, naturalmente, gente come Liz e Giugiù non persero tempo a dirle “sei una strafica! Per chi?”, volevano subito farsi gli affari degli altri e spifferarli in giro! Isa rispose con la solita tranquillità “volevo cambiare”. Pochi credettero a quell’affermazione!!  Per tutto il tempo Isa non fece altro che scarabocchiare sul banco qualche frase incomprensibile, qualche disegnino elementare di cuoricini e fiorellini… La prof di arte parlava… le arrivò un bigliettino dalla sua amica “scusa ma non segui la lezione? Sta parlando dei Romani, non ti piacevano una volta?” … “non mi va proprio di seguire oggi” …
“Isabel Parker, l’eterna secchiona e rompicoglioni sul tema ESAMI DI MATURITA’, non ha voglia di seguire?” … “non è così strano, può succedere a tutti! Oh non vedo l’ora che mi chiama Katya” … “ti va di uscire oggi?” … “Dovremmo studiare Lily” … “E che ci importa? Un po’ di svago è concesso a tutti!” … “lo svago dovremmo prendercelo il sabato sera o la domenica! Non in mezzo alla settimana” … “basta con questi stupidi principi! Lo svago ce lo prendiamo quando ci pare!” … “Tu te ne stai approfittando! Sei come uno stupido uomo che fa ubriacare la ragazza per farsela!” … “Con la sola differenza che io non mi ti voglio fare! Certo che sei proprio cambiata! Ma mi piaci di più così… però ho paura che non ti senti te stessa!” … “scherzi?? SONO me stessa! Ho 18 anni quasi, se non mi diverto ora, quando lo faccio?” … “Grande! Ora seguo la lezione! E tu?” … “Me ne strafrego!”. Le due amiche passarono ore intere a lanciarsi sguardi complici e felici, oltre che disattenti!  sapevano che il pomeriggio ne avrebbero fatte di tutti i colori! Alla terza ora entrò Katya, come promesso, proprio nel momento in cui quella bastarda di mate pronunciò il nome di Isabel! Con la scusa di una cosa grave, uscì e rientrò in quarta ora! Le altre due ore passarono molto in fretta poi… La campanella suonò un “siete liberi!” piuttosto squillante, tutti si precipitarono fuori dalle aule e andarono via. Lily, Isa, Selène e Mike stavano scendendo le scale, quando… Isa improvvisamente si girò, piena di rabbia negli occhi – Isa che c’è? – dietro di lei c’era Cole, che le sorrise – Bel culo signorina Parker! Le darei un bel 10! – E io ti darei un bel calcio! – Però…? – Mi accontento di uno schiaffo! – e gli mollò una pizza così forte da farlo indietreggiare, dopodichè si voltò e salì sull’autobus – Isa ma che aveva fatto? – Mi aveva dato una bella tastatina al culo! – Oh mio Dio! Da quando è venuto a casa tua si sta prendendo troppa confidenza! – Pensa di essersi accasato! Ma neanche morta! – Isabel! – Manuel?? – Aspetta non salire! Ti do un passaggio io! – No grazie, vado con loro! – Vengono anche loro! – No non fa niente! Ti ringrazio lo stesso! – Ti prego! – Ma… - Isa stava per rispondere, ma qualcuno si intromise – Ti ha detto di no, non hai sentito? – Ci conosciamo? – domandò con sarcasmo Manuel e Cole rispose – Sì e mi stai un tantino sulle palle! – Problemi tuoi! Isa andiamo? – ma Cole gli strinse il colletto della camicia, così Isa scese – Piantala cretino! Lascialo stare! – Sei solo un rospo che sogna di diventare un principe! – Ma che belle parole! – Manu non lo aizzare alla violenza! Lo sai come sono questi tipi! Fanno schifo! – Modera i termini baby o do una bella scrollatina all’amico tuo! – Sei odioso! Lascialo ti ho detto! – ma Cole continuava a guardarlo con rabbia e a stringerlo al collo – Non sei tanto principe se obblighi una ragazza a venire con te! – Michael basta! – esclamò Isa. E Cole ebbe un colpo al cuore:
l’aveva chiamato Michael, il suo vero nome! La guardò negli occhi e lei lo implorò – Ti prego… - in quel momento pensò che si sarebbe innamorato più volte di quegli occhi azzurri, fino all’infinito! Lasciò Manuel, che se ne andò arrabbiato (se l’era presa anche con Isabel) e continuò a guardare quella ragazza – Ve lo do io un passaggio, ti va? – No grazie! E grazie anche di avermi fatto fare una figura del cavolo davanti a Manuel! Ciao e a mai più rivederci! – le porte del bus si chiusero separando i due e Isa andò a sedersi vicino a Lily, mentre Michael non cessava di fissare quell’auto allontanarsi… era rimasto colpito in pieno da quel tono di voce… Per tutto il tragitto fino a casa Isa non aprì bocca e quando scese non accennò nulla all’uscita del pomeriggio. Salutò e si avviò alla porta di casa con Selène – Ciao ragazze mie! Com’è andata oggi a scuola? – rispose Selène – A me benissimo! 7.5 mamma! – Davvero? – madre e figlia si presero per mano e cominciarono a saltellare felici. Isa guardò quella scena patetica e cominciò a salire le scale – E a te com’è andata Isabel? – Bene – esclamò senza fermarsi.
Chiuse a chiave la porta della camera e scaraventò a terra lo zaino con i libri, dopodichè si sdraiò di peso sul letto, con lo sguardo fisso al soffitto… Ma perché si sentiva così? Perché, per la prima volta, quando tornava a casa da scuola non aveva voglia di pranzare, né di raccontare la giornata alla mamma? Perché le sembrava tutto così confuso? – Biscottina! Sono papà! Apri? – Sto riposando – Ma non vieni a darmi un bacino? – Fra un po’ – E non hai voglia di mangiare? – No – Ehi non me la racconti giusta, apri e parliamo! – Isa si alzò spazientita, aprì la porta – Bè? – Ah ecco, ora va meglio! Prima cosa dammi un bel bacio – Poi? – Non me lo dai? – Non ne ho voglia! – Ok, passiamo al piano B… inutile girarci intorno… cos’è successo? – Niente, ho avuto una giornata pesante, mi rode un po’ il… ehm cioè… sono nervosa… tutto qui! – stava per dire una parola che in famiglia non doveva proprio dire! Ma il papà non ci fece caso in quel momento, le interessava solo capire cos’avesse la sua bambina! – Sei sicura che non vuoi parlarne? – Sicura – Non vuoi farmi entrare in camera? Non vuoi mangiare qualcosina? – Papà… sto a posto così – gli diede un bacio per farlo andare via. Lui sorrise e lei richiuse la porta. Si sdraiò di nuovo sul letto. Non aveva sonno, come aveva fatto credere ai suoi. Voleva semplicemente rimanere sola, nella sua camera… accese la radio e sentì il dj – Cento per cento grandi successi! Buon pomeriggio a tutti i nostri amici! Alcuni di voi saranno a lavoro, altri saranno appena tornati da scuola, chi starà pranzando… Tutti comunque uniti dalla stessa musica: Rds! Quest’oggi cominciamo con una dedica da parte di una certa Plinkia89 a Ale88 – ma ad Isa non erano mai piaciute quelle dediche smelate, soprattutto se lei era sola… e confusa… così cambiò stazione e sentì una musica dolce… che canzone era? – Questa la conosco, ma quando l’ho sentita? Accidenti non mi viene in mente! … Ah! E’ cuori in tempesta! – sì… precisamente… una canzone molto bella di Nek! Era appena cominciata, wow! Prese un foglio e cominciò a scarabocchiare qualcosa; senza pensarci, scrisse qualche parola di quella canzone e fece dei ritocchi, qualche sfumatura di colore, qualche stellina… lo squillo del telefono irruppe presuntuoso nel silenzio della camera, come un piede di troppo in un terreno confinato – Pronto? – Ciao Isa che fai? – Ah Lily! Senti questa canzone “dai dai dai cuori in tempesta siamo noi, ti riaccompagno a casa vuoi? e già mi manchi sai… Chiamami, ci chiuderemo in camera, le bocche sul telefono, ci rideremo su noi due… che buffonata è!? – Isa cos’hai? – Non ti sembra una stronzata? – Isa cosa c’è che non va? – Mi rode il culo Lily! Perché sono così? Perché parlo così? – E se non lo sai tu! – Starò cambiando – Forse… allora, usciamo oggi? – Certo! Non vedo l’ora! – Bene! Alle 4:30 in fermata? – Ok – Andiamo al centro? – Eh sì, tanto con questo tempo! – Pioverà che dici? – Io l’ombrello me lo porto per sicurezza! – Ok anch’io! Che ti metti? – Quello che capita! Jeans e maglietta! – Ok anch’io! – Ehi non sarai troppo uguale a me?! – l’amica rise – Chissà che non rimorchiamo è!? – Oh Lily scapperebbe il malcapitato! Oggi sono proprio acida! – Ti pensi se il malcapitato si chiama Cole? – Oh questa poi! E’ l’ultima persona che vorrei vedere! – Però oggi ti ha difesa con Manu! – Certo! Difesa! Momenti faceva a botte! Quello non è difendere! – Io l’avrei ringraziato! D’altronde cavolo, gli avevi detto una volta di no, basta! Invece insisteva! Posso dirti una cosa? – No – Te la dico lo stesso! – Eh che me lo chiedi a fa allora? – Ha una stracotta per te! – Chi, Manu? – No scema! Cole! – Sì, forse – Sì, sicuro! Insomma, sei cieca se non te ne sei già resa conto! – Ok, a dopo! Hai già parlato troppo! – A più tardi! L’hai detto alla signora Parker? – No, ma mi ucciderà! – Ah bene… fammi sapere! – Ti mando un messaggio! – Ciao! – così Isa scese dalla mamma e il papà – Ah tesoro hai fame? – No sono venuta a dirvi che oggi pomeriggio esco! – Oggi? Ma non è… - In mezzo alla settimana sì! Ho bisogno di svago! – Ma guarda che tempo poi! – Ho l’ombrello! Andiamo al centro! – Tu e Lily? – Sì – Ok ma… i compiti? – Torno in camera a farli, a dopo! –
ma non era vero… entrò in camera sua, si chiuse dentro, si sdraiò sul letto e si rilassò un po’… Poi mandò un messaggio a Lily con scritto “confermato. A dopo”. Si addormentò per qualche minuto, infine cominciò a prepararsi… fuori il tempo era proprio brutto! Il cielo era nero e tuonava… Indossò il cappotto mentre scendeva le scale – Stai andando via? – Sì, a dopo! – Dopo cosa significa? – Ma che devo dirti l’ora esatta? – Sì, visto che lo so che non hai aperto libro! – Non farla lunga, ti manderò un messaggio! Ciao! – State attente! – Isa sbattè la porta di casa e sbuffò pensando “che rottura di scatole mamma”… Più giù incontrò Lily – Isa hai una cera! – Lo so, sono esausta! – Hai studiato? – Ma che cosa?!?! Non ho aperto libro! E mia madre se n’è accorta! – Ah bene! – No, male! Molto male! – Ok ok, non prendertela con me! Sai forse dovresti rilassarti! – Infatti prima ho dormito! – Brava! Dai adesso ci divertiamo! – Lo spero! – Andiamo al Mc? – Ma sì, sticavoli! Tanto non ho mangiato! – Perché? – Mi sentivo strana! Andiamo! – entrarono al McDonald e quando si sedettero al tavolo, per la prima volta, Lily era imbarazzata. La sua amica non parlava, si vedeva proprio che era strana! Che non ne poteva più di qualcosa… ma cosa? Si era veramente mai prodigata a chiederglielo? Era la sua migliore amica! Ed era il colmo che non le avesse mai chiesto “Isa ma cosa ti preoccupa? Cosa ti fa star male?”. Addentò il suo panino, poi lo sbattè sul tavolo e si pulì la bocca. Isa la guardò con gli occhi sbarrati – Lily non ti va?! – Sì mi va invece… mi va di chiederti una cosa! Sono la tua migliore amica e chi, se non io, può aiutarti a risolvere i tuoi problemi?! – lei capì e abbassò lo sguardo – No Isa guardami! Basta far finta di niente… ultimamente mi sento a disagio con te, e prima ero imbarazzata e non sapevo cosa dirti! Non possiamo essere amiche se questo scoglio ci separa! Abbattiamolo! – Non è semplice, Lily… ma mi lusinga la tua richiesta! – Non fare la cretina! Isa, ti prego… - la sua amica le strinse la mano, al cui gesto Isa rispose con un sorriso triste e con gli occhi pieni di lacrime -…cosa c’è che non va? Cosa ti turba? – Se lo sapessi te lo direi… è che… mi sento così confusa… sai Manuel? – Bè? – Ecco… mi sta troppo addosso e non sono sicura di esserne felice! – Ti piace Cole? – No… no… bè sì mi attrae, ma non provo nulla per lui… Poi la scuola è difficile quest’anno – Lo so – Ed io non sono sicura di potercela fare! Insomma mi sembra che tutti corrano, mi sembra che il mondo stia girando troppo in fretta e che io non riesca a starci in equilibrio! Non mi segui è!? – Sì, certo… ma non so cosa si potrebbe fare per farti superare questa cosa! – Non lo so neanch’io! Torno a casa e sono sempre nervosa… vorrei tornare indietro a quando avevamo finito il quarto ed erano appena cominciate le vacanze estive! – A chi lo dici! – Ma tu non ti senti fuori luogo come me? – Me la prendo di meno diciamo! – E fai bene accidenti… se solo anch’io riuscissi a fare così! – Io penso che dovresti cercarti un ragazzo! – L’amore non si cerca… viene e basta! – E chi ha parlato di amore? – Ah no scordatelo! Io non sono così, lo sai! Non faccio flirt! – Vedrai quando ti accadrà! – Lo so che non mi accadrà! – Non hai fame vero? – Ma scherzi? Ora che te ne ho parlato mi sento un po’ meglio. Non ce la facevo più a tenermi tutto dentro! – Sono contenta… anche perché io mi mangerei altri 10 panini! – le due amiche risero contente – Dove vuoi andare uscite da qui? – Compere? – Ce li hai i soldi? Ci compriamo qualche vestito! – Sì ne ho qualcuno! – Good! Allora so io dove portarti! – Va bene! – Dai dai sbrigati a finire quel panino! Non vedo l’ora! C’è un negozio stupendo che ti piacerà di sicuro! – Ok dai lo lascio quest’ultimo boccone, tanto non mi va! – Vamos! – salirono al secondo piano – Eccolo! Guarda che bel negozio! – Wow che bel completo! – Quello è col pantalone, ti faccio vedere lo stesso però con la gonna! Entriamo! – Buonasera – Ciao ragazze, volete una mano? – La mia amica vuole provare quel completo con la gonna! – disse Lily e Isa le diede una botta, mentre la commessa felice glielo prese – Grazie –
così entrò nel camerino e provò quel capo. Era abbastanza sexy… la maglietta aveva una bella scollatura ed esaltava molto la forma del seno, mentre la gonna arrivava poco sopra al ginocchio e aveva delle frange qua e là… quando uscì la commessa le fece i complimenti per il magnifico corpo, ma quello era ovvio! Tutte le dicevano così, per farle spendere soldi!  lei si rivolse invece alla sua amica – Isa è stupendo! Guardati allo specchio! Vieni vieni! – Ce lo compriamo uguale? – Non è roba per me… a me piace quello! Dopo lo provo, ora pensiamo a te! Che ne dici? – Isa si guardò allo specchio e riflesso vide chi stava entrando nel negozio – Oh mio Dio Lily non ti voltare… - Chi è? – Guarda lo specchio… - No non ci credo! Cole! – Zitta! – Ok facciamo finta di niente! Che ne pensi, come ti sta? – lei stava per rispondere, ma Cole naturalmente s’intromise avendola già vista – Io direi che sta da Dio Lily… - Oh ciao Cole, come mai qui? – Non dirmi che non mi avevi visto! – Ok, ti avevamo già visto! – lui rise e guardò nuovamente Isa, estasiato oserei dire – Sei bellissima lo sai? – ma lei gli diede le spalle guardando Lily – Tu pensi che dovrei comprarlo? – e lui – Ah hai anche un bel culo complimenti! – a quel punto lei gli mollò uno schiaffo e si rivolse alla commessa – Lo compro! – quella, con perplessità, sorrise e cominciò a fare il conto – Ehi Lily ma che ha la tua amica? – Bè Cole tu non ti regoli mai! – Sarò maleducato, ma almeno saluto e non do le spalle a nessuno! – Regalale una rosa la prossima volta, vedrai che ti perdonerà! – Lily SMETTILA! – urlò Isa dal camerino. Poi uscì e guardò in cagnesco quello stupido – Allora dove andate di bello? – Stiamo qui nel centro commerciale! – Facciamo un giro insieme? – NO! – la precedette Isabel, poi continuò – Anzi andiamo via Lily, tanto ho finito di pagare! – Ma dovevo farmi quel vestito! – Pazienza! Lo farai da un’altra parte! – lei uscì fuori e Lily – Mi dispiace Cole, ti detesta! – Io non credo… ascolta vieni un attimo qui… - per non farsi sentire lui le bisbigliò in un’orecchia – Dammi il suo numero! – Mi uccide Cole – E chi glielo dice che sei stata tu? – Se ne accorgerà di sicuro! – Muoviti! – Cole ti prego… - Le dico che ho minacciato Moroni per farmelo dare! – Ma per piacere! Così uccide lui! – Quanti problemi De Santis! Sbrigati! Altrimenti metto una cattiva parola con Bob! – Sei un viscido! Mi minacci così…! Segnatelo – Vai – 347/4563213 – Benissimo! Vattene ora e non dirle nulla! – Ti dico solo una cosa! Ti farò bruciare all’inferno se la tratti male! – Tu forse non hai capito, ma a me piace da impazzire – Ti riferisci solo all’aspetto fisico quindi!? – Assolutamente! Mi fa morire anche quand’è arrabbiata, persino ora che mi ha dato quello schiaffo… ma non voglio lasciarmi andare a confidenze! – Cole, te lo ripeto per la seconda ed ultima volta: te la vedrai con me se la prenderai in giro! – Voglio fraquentarla! – Bene… Prega Dio che non vengo a sapere cose che non mi piacciono! – Ok – Ciao! – Ciao Lily… Ciao Isabel! – lei lo guardò arrabbiata e se ne andò – Aspettami Isa! – Lily ma che accidenti vi siete detti? – Sei gelosa? – Smettila! Sai che lo odio! Non lo posso vedere! – Uhm… allora perché sei diventata tutta rossa quando… - Tutta rossa IO??? Tu stai vaneggiando! – Guarda che ti ho vista! – Era la rabbia! – Probabilmente… già… magari ho sbagliato! – Sicuro che hai sbagliato! – Sai che la vita è imprevedibile no? – Lasciami stare e spariamo da qui! – uscirono dal centro commerciale e a Lily squillò il telefono – Mamma? … Mi senti? … Ehi che hai? Sei scon… ok ok, ma… ehi stai calma! – durante la telefonata Isa la guardava come per dire “che sta dicendo tua madre?” -…sì ho capito, ma sta bene? … va bene vieni! … davanti al centro! C’è anche Isa! – riattaccò – Che è successo? – Non lo so, era incavolatissima! Mike ha combinato qualche casino! Ma vai a capire! – Bè? – Sta venendo a prendermi e andiamo da lui, ma non so dov’è! Tanto vieni con noi no? – Ma stai scherzando? La conosco tua mamma, quand’è incavolata tratta a pesci in faccia tutti… - Ma dai smettila! Tu ormai sei di casa! – No guarda, chiamo mamma, le dico di venire! – Ok fallo e se ti dice di no, vieni con me! - … - Pronto? – Mamma! – Isa è successo qualcosa? – No no! E’ che Lily deve andare via prima, potresti venire a prendermi? – Ma come faccio? – Sta piovendo non farmi venire a piedi! – Fatti accompagnare da loro dai! – Non possono! – Ok ti richiamo fra 5 minuti per farti sapere se può passare tuo padre! – Va bene! – Che ha detto? – Che arriva fra 5 minuti! –
non era vero naturalmente, ma non le andava minimamente di subirsi quella rompiscatole della signora De Santis! Quando si arrabbia è insopportabile con tutti! – Ah eccola mamma! Isa sei sicura allora? – Sì sì! – Ti lascio l’ombrello! – Grazie! – Ciao a domani! – Ciao! Poi fammi sapere! – Sì! – la sua amica si allontanò con la macchina e lei rimase lì, immobile… squillò il telefono – Mamma? – Senti fatti accompagnare da Lily che non mi sento tanto bene… e papà arriva tardi! – Mamma Lily non può accompagnarmi, è già andata via e poi avevano degli impegni! – Eh allora aspetta che spiove e poi incamminati! Io non posso muovermi che non mi sento bene! Forse ho la febbre! – No, forse hai la paraculite! – le attaccò il telefono in faccia e le tirò un “vaffanculo” arrabbiato, mentre qualche lacrimuccia faceva capolino dai suoi bellissimi occhi azzurri – Problemi? – si girò di scatto: Cole – Sì! – rispose lei e lui – Posso risolvertene qualcuno? – No perché uno di questi sei proprio tu! – Ah bè allora non ti ritrovi sola sotto la pioggia dopo aver visto la tua amica andarsene, dopo aver litigato con tua madre… - E dopo aver visto te… - Rappresento la tua salvezza! – No rappresenti il mio inferno! – Eh che parole! Tu l’inferno neanche lo conosci! – Ce l’ho davanti ogni volta che incontro te! – Dai andiamo ti accompagno io a casa! – No grazie, vado a piedi! – Ho la macchina a due passi, muoviti, e non te lo ripeterò una terza volta! – Ne ho abbastanza, me ne vado! – tentò di aprire l’ombrello, ma niente… le aveva dato buca anche quello – Avanti, apriti! – E’ rotto, non vedi? – Sparisci tu! – Ok, me ne vado! – lui si allontanò per un po’, poi si nascose dietro un angolo e continuò a guardarla, non l’avrebbe mai e poi mai lasciata sola sotto la pioggia, con un ombrello rotto… pensò che Lily era una grande, faceva sempre le cose per bene! Alla fine Isa avrebbe ceduto e sarebbe andata in macchina con lui! Grande Lily con l’ombrello rotto!!! Lei continuava a innervosirsi con quell’affare e a Cole sembrava di vedere fin lì le sue lacrime scendere insieme alla pioggia… non ce la faceva più a restare fermo… era bagnata come un pulcino! … ecco aveva smesso di trafficare con l’ombrello e si guardava intorno, come se stesse cercando un angelo, un qualcuno che facesse un miracolo per non farla bagnare! E per farla tornare a casa… quell’angelo arrivò da lei… La prese per mano, anche se lei si dimenava – Andiamo e non fare storie! Ti stai bagnando tutta! – Non voglio venire in macchina con te! Non mi fido! – Guido benissimo! – Non mi fido di te, idiota! – Poche storie! Entra! – No! – a quel punto lui si spazientì e le strinse le spalle – Ahi mi fai male, cretino! – Non ho voglia di rovinare il mio bel capello, così come non ho voglia di lasciare TE sotto la pioggia con un ombrello rotto! – lei si zittì per un attimo, era rimasta colpita da quella frase… perché aveva sottolineato il fatto di lasciare LEI sola… chi era per lui??? Cole allentò la presa e le sorrise – Soprattutto perché ho visto delle lacrime sul tuo viso mischiarsi alla pioggia! … Dai entra… - le aprì lo sportello e lei si sedette. Anche lui, facendo il giro, entrò in macchina e si asciugò un po’ i capelli con le mani, poi la guardò – Ma guardati, sei tutta bagnata! Certo che quando ti ci metti…! – Sono fatta così! – Bè sei fatta bene, però ogni tanto dovresti fidarti un po’ di più… e soprattutto dare meno conto ai pregiudizi! – Che significa? – Non fare la finta tonta… in giro di me non si dice che sono un laureato in medicina, che lavoro e che sono un angelo… si parla solo di ciò che si vede… la mia aggressività, la mia “disoccupazione”, e la mia golf… Tipi così li chiamano delinquenti, no? – lei lo guardò con perplessità, non sapeva bene cosa rispondere, ma le piacevano le sue parole – Non sai che dire è!? – No infatti… però io non penso che tu sia un delinquente… - Ora! – Non l’ho mai pensato! – Allora perché mi odi? Gente ricca come te non può stare con dei barboni come me, non è così? – Ecco questi sono i classici discorsi che mi fanno schifo! Sto per scendere dalla macchina… – Grazie per avermi avvertito – Se proprio vuoi saperlo, neanche volevo entrarci! – Ah certo, come se non avessi visto che ti guardavi intorno e speravi di vedermi! Vuoi fare la preziosa, la dura, ma con me non attacca! – Vedi perché ti odio?! – E’ per questo? – CERTO! – Bene… - lui abbassò lo sguardo e mise in moto la macchina.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Cominciava a tuonare, dei fulmini solcavano il cielo, la pioggia era sempre più consistente… e lui non parlava… così Isa decise di fare il primo passo – Io non ti odio – L’hai detto tu! – Ero arrabbiata! – No, eri sincera! – Senti mi fai parlare?? – lui tacque – Mi da fastidio il tuo modo di fare, la tua aggressività sì, e la tua superiorità con gli altri. Noi non siamo nessuno. O meglio, siamo tutti uguali! Non c’è superiorità né inferiorità… e tu invece fai sempre la differenza! Nel tuo mondo esisteranno sicuramente i bianchi, i neri, gli asiatici! I forti e i deboli… Ma non è così! – Non me ne intendo di religione! – QUESTA NON E’ RELIGIONE ACCIDENTI! Questa è la vita! E non biasimo il tuo modo di pensare, no! E non voglio cambiarti! Ma riflettici almeno un po’! E’ per questo che non ti sopporto delle volte! Io lo so, la tua è solo una maschera! – lui rise ma lei lo zittì – Lo sai anche tu, ma non lo ammetterai mai! Né a me, né a te stesso! E’ una maschera perché hai paura di soffrire, vuoi essere accettato dai tuoi amici, che alla fine hanno lo stesso problema! Ma provate ad essere sinceri tra di voi! Forse le cose miglioreranno! – Ok mammina! – Cole… ehm… Michael scusa… - Mi piace anche Cole! – Ma a me no! – Ok ok – A me non interessa quello che fai, non devo sposarti e non mi premi neanche tu come persona, ma… - Ti ringrazio per la dolcezza! – E’ così! Insomma, non abbiamo nulla a che spartire, però io di carattere sono così, ossia do consigli alle persone che vedo in difficoltà… quindi ti consiglio di scoprire un po’ più te stesso, di guardarti allo specchio e vedere cosa nascondi sotto quella maschera… - Tu cosa pensi che troverò? – Io penso che ci sia qualcosa di più bello di ciò che mostri agli altri! – Sai? Nessuno mi ha mai detto queste cose!! – Perché nessuno ha mai scavato dentro di te! Perché tu non ne dai modo! Ma a me l’hai permesso… ed è bello questo… è un passo avanti… per te intendo… - Non ti chiedi perché proprio a te ho permesso ciò? – No e non voglio saperlo – Non è vero. Te lo chiedi e lo sai anche. Ma non vuoi ammetterlo a me, né tantomeno a te stessa. Anche tu indossi una maschera… forse dovresti guardarti allo specchio, e scoprire cosa nascondi sotto quel visino spaventato… penso che scopriresti un’altra te… la parte più vera di te… basta ascoltare il cuore e seguire i suoi battiti, che suonano come consigli… - Già… - Sto cominciando a smascherarmi è!? – lei sorrise ed ebbe un brivido di freddo – Hai freddo? – Bè, un po’… - Tieni, ti do il mio giacchetto, non è il massimo, però è caldo! – E poi tu come fai? – Non ho freddo! Io sono un uomo, carissima! – Ah certo! Un uomo di 2 anni! – Mi sa che siamo arrivati a casa tua è!? – Sì, è questa! Ti sei ricordato senza problemi la strada è!? – Ho un bel senso dell’orientamento! – Sta calando anche la nebbia mamma mia! Non si vede più niente! – Senti ma che ore sono? – Le… 18:30! – Perché non andiamo a farci un altro giretto!? Poi ti riaccompagno! – Ma ormai siamo a casa! – Qual è il problema? – Devo avvertire mamma però! – La chiami col telefono mio! – Ma sono davanti casa! Scendo e glielo dico! – Alt! Non ti faccio prendere altra acqua! Prendo l’ombrello aspetta! – lui scese, aprì l’ombrello, fece il giro e le aprì lo sportello – Ma non deve vederti mamma! Se no comincia a farmi domande su domande! – Tu lasciala domandare! – E’ insopportabile quando comincia a fare l’ottavo grado credimi! – Ok, vede la macchina, e tu che le dici? Devi dirle comunque che c’è un ragazzo! E poi io già le piaccio! – Senti, per piacere è!? Non dire queste baggianate! – in lontananza si sentì una voce, Isa si girò e vide la mamma alla finestra – Oh-oh! – Dovevi pensarci prima stellina! – Ciao mamma! – Che state facendo sotto la pioggia?! E chi è quello? – Signora Parker sono Michael, non mi riconosce? – Ah sì, scusa, ma con questa nebbia si vede ben poco! – Non si preoccupi! Andiamo a fare un giro, la porto dalla sua amica, Lily, che ha appena chiamato! – Ah è tornata a casa lei? – No dobbiamo raggiungerla a Frascati, è andata con la mamma! – Ok! Isa alle sette e mezza a casa! Tu lo sai è!? – Sì mamma! – felice lei rientrò in macchina e lui la guardò mentre accendeva la macchina – Allora che ne pensi? – Non so come fa, ma ti adora! – Le ho mentito… un po’ mi dispiace! Comunque non sono poi così male è!? Ti stai ricredendo? – Fammici pensare… NO! – Ma dai! Mi lasci uscire con te, è un onore! – risero insieme e lui si convinse del fatto che quella ragazza era un angelo. Aveva un sorriso così solare, era così bella! – Dove vuoi andare? – Con questo tempo la scelta non è facile! – Me ne rendo conto! Allora decido io! – la portò al mare, in un posto isolato… lei non sapeva se era sempre così vuoto, o se lo era solo quel giorno perché pioveva! Ma non si preoccupò di domandarlo, perché lui parcheggiò e spense la macchina – Ti piace? – di fronte a loro si estendeva un panorama spettacolare!
Era una cosa bellissima vedere i fulmini tuffarsi nel mare, e la pioggia che batteva sulla macchina per poi scivolare dolce sui vetri… - Sì è proprio bello! – Ti starai chiedendo perché ti ho portata qui… - Sì. Perché? – Vengo qui quando sono triste o quando sono felice – E adesso come sei? – Felice… vengo qui per riflettere, e un giorno è capitato che pioveva, da allora non ho mai dimenticato questo posto! – E’ bellissimo… mai vista una cosa così! – Abbiamo poco tempo purtroppo per guardare questo spettacolo – Infatti non so con che coraggio mi ci hai portata! Insomma sono già le 7! – E dobbiamo già ripartire altrimenti non faremo in tempo! … Perché parli di coraggio? Se si ha il desiderio, si può fare tutto! Se una cosa ti piace veramente, la fai! E poi… dovevi vederlo! – Grazie! – Ora andiamo che è meglio! – Già… - stavano per ripartire quando lei… - Oh mio Dio guarda! – lui inchiodò – Cosa?? – Quella casa! – Quale? – Lassù, su quello sperone di roccia! – Bè stella, quella è una villa! … Disabitata, per di più! – E’ ridotta male! – Andiamo a vederla? – Isa guardò l’orologio e si rattristò nello scoprire che doveva per forza tornare – No non posso – Ok pazienza dai! Andiamo! – non parlò per un po’ e lui – Ti piaceva davvero tanto è!? – La casa dei miei sogni! – Lo capisco… bè… sarà tua! – Ma che dici?! – Te la compro! – Ma fammi il piacere! – lui rise e lei anche. Alle sette e mezza erano a casa – Meglio di un orologio svizzero è!? – Michael grazie per la serata, e grazie anche per avermi fatto da taxi! – Ma mica devi ringraziarmi! Te l’ho detto, se una cosa ti piace la fai! – sorrise – Ora vado. Ciao! – Ciao! – rientrò in casa – Ciao mamma! Ciao papà! – Ciao tesoro! Puntuale è!? Strano! Bacio a papà che è tornato da lavoro!? … (smack) – Non lo odiavi Michael? – Mamma per piacere non mettere il dito nella piaga! E’ stato gentile, mi ha vista al centro commerciale, da sola, e mi ha offerto un passaggio! Poi appena arrivati qui ha telefonato Lily e quindi siamo andati giù! – Si comincia sempre così. Odio e amore! – Sé! Che assurdità! – Isa ti conosco ormai! Se non puoi vedere una persona, la cancelli dalla faccia della terra! – Vado in camera! – Pensaci! – Taci! – prima di chiudersi in camera sentì cosa si stavano dicendo i suoi.
La mamma cominciò – Caro, mi piace proprio quel ragazzo lo sai? – Sono contento! Se non altro l’ha riportata puntuale a casa! – Appunto mi piace! E’ preciso! Vorrei solo che Isabel aprisse un po’ di più gli occhi… tipi così non ti cadono dal cielo! – lei sorrise e chiuse la porta. Doveva essere contenta… lo era… ma allo stesso tempo si sentiva così strana, così confusa! Si sdraiò sul letto per aspettare la cena, ma naturalmente… qualcuno bussò alla porta – Sorellona? – Selène che c’è? – Apri? – Che vuoi? – Ehi che acida, aprimi e basta! Poi ti dico che voglio! – Isa aprì e la sorella si autoinvitò a sedersi sul letto – Allora, ho sentito che sei uscita con Cole… ma non mi dici più niente? – No perché ho la strana sensazione che i miei cavoli li viene a sapere tutta la scuola! – Ehi ma mica sono una spia! – Tu no, ma le tue amiche sì! – Giuro che non glielo dico! – Sele chiudi il becco e anche qualcos’altro, altrimenti te lo apro io! Sai cosa… - Mamma mia che ignorante! Dai dimmi, state insieme? – No. Ci sono stata bene, questo sì. Ma ora mi sento così confusa, ho paura che sto sbagliando! E poi mi sento in colpa per Manuel! – che in quel momento le fece uno squilletto sul cellulare – Ecco, tanto per dirne una… - E’ lui? – Sì… poi non so perché, ma sento che non potrà mai nascere una storia tra me e Michael, perché comunque la pensiamo diversamente! – E che significa? Gli opposti si attraggono, te l’ha mai detto nessuno? – Sì… Lui!!! … Non so come spiegarti… boh! – Ti piace Manuel ma anche Cole è!? – Forse… - Devi fare pace col cervello sorellona! – Già… lo so… - Ragazze! E’ pronta la cena! – Dai andiamo e zitta con mamma! – Certo! – la cena fu tranquilla, nessuno fece domande… poi tutti a dormire e di nuovo la giornata scolastica… solo che Isa non aveva per niente voglia di vedere Michael! Né tantomeno Manuel! Accidenti che problemi! Appena incontrò Lily, le raccontò del disastro accaduto, dopo di chè si affrettarono ad andare a scuola, sperando 1.che Manuel non passasse con la macchina 2.che Cole, essendo presto, non fosse ancora lì a scuola! Ma naturalmente, più una persona non la vuoi vedere, più c’è…
Selène e Mike entrarono nell’istituto, e Lily stava parlando con un suo amico quando… - Buongiorno Parker! – eccolo… Cole… Isa si voltò piano piano – Ciao Michael – Allora, che ti hanno detto ieri i tuoi? – Ma… niente di che… - Bè ti ho riportata puntuale a casa! – in quel momento due ragazze si voltarono a guardarla e lei si sentì tremendamente a disagio – Vado, devo studiare! – Come vai? Dove? – In classe! Ho un’interrogazione importante! – Ci vediamo all’uscita! – lei non rispose e corse su per le scale della scuola, ma si scontrò con l’altro: Manuel – Isabel dove vai così di fretta? – Manuel! Possiamo parlare dentro? – Per quale motivo? Ti devi nascondere da chi? Da Cole? – Ti prego Manuel! – Sì ti prego Manuel! – s’intromise Cole. Isa spalancò gli occhi e si fece tutta rossa in faccia – Cosa vuoi tu? Fatti da parte! – Ah ah! Non mi sembra vero che tu, Moroni, dica a me di farmi da parte! Io ti straccio in un secondo! – Fallo allora! – Oh accidenti basta! Cole, voglio che tu sappia che non hai diritti su di me, non stiamo insieme, né mi importa qualcosa di te, quindi sparisci dalla mia vista! E tu, Manu, sei un grande stupido, un bambino, sei sempre pronto a rompere le scatole e a fare a botte! Ma così non risolverai mai niente, né mi piacerai di più! – detto questo lei corse in classe. Si sedette al banco con le mani tra i capelli e cercò di calmarsi. Naturalmente Lily la raggiunse dopo poco tempo e la consolò per bene… Secondo lei, Isa doveva lasciar perdere entrambi per un po’…
trascorsero le solite pesanti ore di scuola e finalmente suonò la campanella. Lei uscì sorridendo a Lily… non sapeva neanche il motivo, ma si stava guardando intorno come se si aspettasse di vedere qualcuno… ma non vide chi sperava – Sono uscito un po’ prima per incontrarti… ti accompagno a casa ok? – Manuel ci sono anche loro! – Loro non verranno perché io devo parlarti – Mio dio ok! Facciamola finita una volta per tutte con questa pagliacciata! Voi andate, ci vediamo! – così si allontanò con Manu, colpita dagli sguardi incazzati degli amici di Cole… entrarono in macchina e lui cominciò a guidare senza parlare – Casa mia non è da questa parte – Ora andiamo dove dico io! – Sto scoprendo una parte di te che non mi piace proprio! – Anch’io l’ho scoperta! – frenò di colpo e Isa notò con grande ansia che era un posto molto isolato – Mi stai facendo preoccupare! – Perché ti stai comportando così? – Perché non stiamo neanche insieme e mi stai così addosso! Non ne posso più, ho bisogno di respirare! – Ah sono io il problema?? O tu? – Entrambi! Abbiamo sbagliato fin dall’inizio! – Tu per me sei l’unica cosa giusta che ho fatto, invece! – lei abbassò lo sguardo e lui si avvicinò – Perché non lo capisci che sei importante per me? – E perché tu non capisci che non provo nulla per te? – Allora perché mi hai illuso? – Io non ho fatto un bel niente! Ho sbagliato ad uscire con te, ma non ti ho illuso! L’avrai fatto da solo! – Senti, gli errori si fanno sempre in due! – E te l’ho detto infatti che abbiamo sbagliato! – Ma c’è sempre qualcuno che ha più colpe dell’altro! – Cioè scusa, mi stai dicendo che… - lui si avvicinò e la baciò, ma lei cercò di spingerlo via, di dimenarsi. Continuava, non si staccava, era assurdo! – BASTA! MIO DIO! – esclamò lei piangendo, ma lui era in preda a una crisi di rabbia e le si buttò addosso – Perché Isa? – Vattene! – Perché mi respingi?! – le toccò il seno – Mi fai schifo! Vai via! – le sbottonò la camicetta, ma lei riuscì a spingerlo via e ad aprire lo sportello – Sei uno stupido! – corse via, ma non sapeva bene dove stesse andando… pioveva tanto ed era tutta bagnata… e la camicetta era strappata… lui passò a tutta velocità con la macchina e corse via. Per ripicca forse. Così Isabel si accucciò a terra e pianse tanto. Aveva molto freddo e la gonna, col vento, le si alzò un pochino… Sentì, poco dopo, una macchina correre, e rallentare vicino a lei. Non riuscì neanche ad alzare lo sguardo, sentì lo sportello chiudersi e qualcuno si inginocchiò vicino a lei – Sei solo uno stupido – lui stette per farle una carezza – Non mi toccare idiota! Stupido! – Sì è vero – la voce non era di Manuel, ma… lo guardò e lui aveva le lacrime agli occhi – E’ vero sono uno stupido per averti lasciata sola all’uscita – le strinse la mano e la fece sedere in macchina. Lei era felice, era veramente felice di vederlo, ma era anche troppo sconvolta; in macchina non parlarono, poi Isa con la coda dell’occhio vide che lui si stava asciugando una lacrima e ricominciò a piangere. La portò a casa sua e Isa esitò un po’ prima di entrare – Tranquilla, non farò nulla – aprì la porta e la fece accomodare in camera sua, dopo di che cominciò a frugare in un cassetto, prese una camicetta della madre simile alla sua e gliela porse – Tieni, devi cambiarti… - esclamò lui triste.
Lei prese la camicia, poi gli strinse la mano e si avvicinò – Grazie… sei sempre dietro l’angolo quando… quando ho bisogno… - ma non riuscì a terminare la frase che ricominciò a piangere, così lui la abbracciò, stringendola più forte che mai. Si asciugava qualche lacrima ogni tanto, poi la guardò negli occhi e trovò il coraggio di guardarle la camicia strappata. Gli fece così male! Abbassò lo sguardo e stette per uscire dalla stanza per farla vestire – No Michael, non lasciarmi – Devi vestirti – i suoi occhi lo implorarono e si sdraiarono vicini sul letto, mentre la pioggia batteva forte sulla finestra. Non si parlarono, ma si capirono e basta. Lui le tolse la camicetta e le mise subito l’altra, senza fare nulla… solo dopo averla rivestita, la strinse forte a sé e le accarezzò i capelli. Di nuovo una lacrima percorse la sua guancia, ma questa volta non ebbe la prontezza di cancellarla, e Isa se ne accorse. Lo guardò negli occhi, poi gli diede un bacio in guancia, … baciò quella piccola goccia di dolore e lo abbracciò. Senza parlare lui la riportò a casa per le quattro, si salutarono e basta, poi lei entrò in casa e rispose con delle bugie a tutte le domande della mamma… per fortuna Selène l’aveva coperta, dicendo che la sorella era stata semplicemente trattenuta da una professoressa. Isa aggiunse solo che aveva preso un sacco di acqua!! Corse in camera poi e raccontò tutto a Selène e anche lei pianse, perché sentiva il dolore della sorella, ed era sconvolta! Non se lo sarebbe mai immaginato! Più tardi Isabel le chiese di andare in camera sua, che voleva rimanere sola… pianse per tutta la sera, poi si fece una bella doccia, come se volesse togliersi di dosso quelle mani sgarbate, quel tocco non voluto, quell’arroganza, quella rabbia… si strofinò bene il viso, per cancellare il suo bacio. Poi si accarezzò dolcemente, ripensando a come l’aveva accarezzata invece Michael… e sorrise… Uscì dal bagno, scese in cucina per la cena e risalì per la notte.
Non spiccicò parola, ma ai genitori non sembrò affatto una novità: Isa diventava sempre più insopportabile e i suoi pensavano fosse per la scuola! … Sì, era principalmente quello il problema, lo stress, ma quella bambina, con il cuore da donna, era oppressa da molti altri pensieri…! Si sdraiò sul letto e prese il cellulare: pensò che se avesse avuto il numero di Michael gli avrebbe mandato un messaggio! Oggi si era rivelato una persona diversa, aveva visto le sue lacrime, aveva letto la paura nei suoi occhi e la tristezza… aveva notato quel profondo interessamento nei suoi confronti che mai nessuno aveva dichiarato!! Decise di telefonare immediatamente a Lily – Pronto? – Lily ti prego fammi un favore, reperiscimi il numero di cellulare di Michael! – Oh Isa che ti ha fatto stavolta? – Voglio il suo numero! – Ti ha trattata male? Basta che me lo dici, lo uccido io! – No Lily ascolta… non mi ha fatto niente di male, anzi! Voglio ringraziarlo! Voglio… come dire… voglio sentirlo… oh mi sento un’idiota a dirti queste cose, perché so che mi risponderai “ma come?! Lo odiavi! E adesso chiedi il numero!” però… - No tesoro, tutt’altro! Ti rispondo innanzitutto che non vedevo l’ora che me lo chiedessi, secondo poi che te lo do immediatamente! – Grazie grazie grazie! Tu sì che sei un’amica! – mentre le dettava il numero, Lily pensava e ripensava “per quale motivo Michael non si è fatto ancora sentire con Isabel?” e le scocciava ciò! Non voleva che la prendesse in giro! A quel punto le due si lasciarono con l’euforia di rivedersi l’indomani: Isa doveva sfogarsi con la sua migliore amica e Lily non vedeva l’ora di sapere cosa le era successo di tanto grande per farle cambiare idea su Cole!! Attaccato il telefono, Isa mandò subito un messaggio a Michael –“Ciao sono Isa, volevo ringraziarti per oggi, sei stato proprio carino e gentile! Inoltre mi hai salvata dalle grinfie di mia madre! Inutile dirti che hai alleviato il mio dolore (mi riferisco a Manuel). Grazie mille!” – sorrise e aspettò invano una risposta. Non c’era verso, quel maledettissimo telefono non dava segni di vita! – Andiamo rispondimi! – Isa si girava e rigirava nel letto, non trovava la posizione giusta. Alla fine si rassegnò e spense il cellulare, con qualche lacrima negli occhi. L’indomani si incontrò con Lily e le raccontò tutto: l’amica rimase sbalordita, voleva ammazzare Manuel – Quel brutto figlio di… io lo uccido! Tu puoi denunciarlo, Isa! – E non lo farò! – Ma come sarebbe a dire? Quella è violenza Isa! Lui è maggiorenne, si fa un po’ d’anni di galera e lo ricacciano fuori, così andrà a pulire i cessi! E’ questa la vita che merita, considerando ciò che ti ha fatto! – Mi basta sapere che c’era lui, Lily…che lui mi ha salvata! – E quel porco continuerà a gironzolare indisturbato qua e là no? E magari violenterà un’altra ragazza che lo rifiuterà?! Ma per piacere Isa! – Dai Lily non parliamone più, dimmi piuttosto se il numero di Cole è giusto! Ieri non mi ha risposto al messaggio! – Allora, 347-9087654 – Sì è giusto… ma perché? – Guarda eccolo laggiù! Ti sta aspettando! Vedi come si guarda in giro?! – Sembra nervoso! – E certo, dovrà dirti qualcosa che lo imbarazza! – Non dev’essere necessariamente una bella cosa, lo sai? – Scherzi? Ti ama alla follia, è pazzo di te… cosa vuoi che ti dica, che non vuole più vederti?! – Spero di no – Vai, poi entra subito in classe che ti aspetto là! – Ok… vado – Ehi… stai tranquilla tesoro… vedrai che ritornerai in classe al settimo cielo! – Sì hai ragione! – nonostante ciò, lei era molto preoccupata – Michael! – Ah eccoti… - Buongiorno – Buongiorno a te… ascolta devo parlarti… - Sì, me l’ero immaginato… - Non ce la faccio, non possiamo più vederci… non riesco più a guardarti… - Che significa? Aspetta un attimo… ti è arrivato il mio messaggio? – Sì e non sapevo cosa dire… insomma… mi pesa quella cosa di Manuel, non ci crederai, ma è atroce! Ho paura a vederti, a toccarti, a starti vicino… so che stai soffrendo per quella cosa che è successa ieri, e che probabilmente sarà sempre un trauma per te, e per questo ho paura di farti soffrire ulteriormente – Perché? … Michael io ieri ti ho visto, eri scosso tanto quanto me, forse di più… - Ci tengo a te, mi piaci, questo è ovvio. Ma non voglio più vederti – Non ha senso! – lui le diede un bacio in guancia, salì in macchina e scappò via. Isabel rimase lì, a guardarlo correre via, mentre avrebbe voluto seguirlo fino in capo alla luna!
Rientrò in classe, come le aveva “ordinato” la sua amica e pensò che questa volta Lily avesse proprio toppato con le previsioni del futuro!! Appena si guardarono in faccia, lei cominciò a ridere e affermò – Te l’hanno mai detto che i ragazzi sono contorti? Te l’hanno mai detto che ti amano per tanto tempo, e quando poi li ami te, ti lasciano? – Isa cos’è successo? Andiamo in bagno, dai! – qualche lacrima cominciò a scendere nel tragitto dall’aula al bagno – Accidenti, che brutta allergia – giustificava alle persone che nel corridoio la vedevano così stravolta, ma quando, insieme all’amica, entrò in bagno scoppiò in un pianto isterico! – Non lo capisco Lily! E’ assurdo! Non basta il periodo di merda che sto passando, ora ci si mette pure lui! Vedi? E’ uno stronzo, io te l’ho sempre detto! – Avrà avuto i suoi buoni motivi, Isa! – Ah sì e quali? – Non lo so, ma è meglio per lui che ce li abbia, perché già glielo dissi una volta che l’avrei ucciso con le mie stesse mani se ti avesse fatto soffrire! E non mi piace vederti così! – Ma che uccidi Lily… è l’unico che in questo brutto periodo mi ha fatto sorridere, oltre te… gente così non la trovo io! – Oh piccola mia! Vieni qui, abbracciami! – Temo di essermene innamorata… e non voglio… - E’ bello l’amore! – Quand’è corrisposto! – Lo è credimi… lui ha solo paura… - Anch’io ne ho! Non è certo il ragazzo che ho sempre sognato, ma ora voglio lui! Ha qualcosa di speciale, ha qualcosa che mi piace! Io credo che in sé nasconda tanta bontà, ma perché non la esterna?! – Isa te lo giuro, si vede da un kilometro di distanza, glielo si legge in faccia a caratteri cubitali, ha una paura tremenda! – Ha detto che ha paura a stare con me, pensa che potrebbe farmi soffrire ulteriormente! Se una persona ci tiene ad un’altra, perché dovrebbe farla soffrire? – Ti sta portando rispetto Isa… e tu ti lamenti… aspetta qualche giorno e tornerà… quella cosa di Manuel non ha scosso solo te, ma entrambi! – Dovrebbe starmi vicino no? – Devi dargli tempo… ci rifletterà vedrai! Quindi tu adesso rispetti la sua decisione, di non vederti e non sentirti… - Ma come faccio?!? – si aprì la porta del bagno e Isa si voltò perché si vergognava, poi con il trucco colato non era un bello spettacolo. Riconobbe la persona subito dopo – Finalmente vi ho trovate! – Robè è il bagno delle ragazze questo! – Parker ma che è successo, me lo spieghi? Guarda che se solo hai fatto qualcosa al mio migliore… - Il tuo migliore amico, carissimo Roberto, ha delle crisi d’identità! E tu devi solo pensare agli affari tuoi! – Che sono anche i tuoi guarda caso! – Ok ok ragazzi, basta! – Eravamo d’accordo Lily! Avevi detto che se Cole le avesse fatto qualcosa l’avresti ucciso! Bè in seguito ti sei foderata le orecchie di prosciutto, perché te l’ho detto chiaro e tondo che anch’io l’avrei ammazzata! – Ma guarda tu che faccia da… - No Isabel stai calma! – Ma ti rendi conto? – Siete nervosi entrambi e quindi… - Da che parte stai Lily? – Basta accidenti! Ma siamo all’asilo secondo voi? Roby per piacere, non è giornata! Non è colpa di Isa, è Cole che deve riflettere un po’… intesi? – E’ andata davvero così? – Sì, te lo giuro! Ma lui che ti ha detto? – Ci siamo incontrati, lui stava correndo con la macchina e neanche si è fermato, così ho fatto inversione di marcia e l’ho rincorso! Alla fine gli ho tagliato la strada col rischio di un incidente e finalmente sono riuscito a fermarlo! Se continuava a quella velocità avrebbe preso presto un biglietto di sola andata per l’inferno! – a quelle parole così crude Isa scoppiò in un altro pianto – Oh no tesoro! Vieni qui, non piangere. Tranquilla… Bob è riuscito a fermarlo e a placarlo, vero Robè? – lei le lanciò un’occhiata-fulmine, alla cui domanda lui avrebbe dovuto per forza rispondere “sì, è vero” – Sì, naturalmente! Non devi preoccuparti Parker! – ma Lily gli lanciò un’altra occhiataccia, come per dirgli “non chiamarla Parker anche in questi momenti, e sbrigati a venire qui a consolarla”, al che lui si avvicinò e la abbracciò – Non credevo di riuscire a fare una cosa del genere con te, comunque dai stai tranquilla… - Non c’è bisogno che mi dai il contentino ok? – Ma anche quando piangi sei così acida? Pensa a disperarti per una volta! – a Isa sfuggì una risatina, ma subito domandò tra i singhiozzi – Cosa ti ha detto? – Non ti dirò stupidaggini Parker… ehm… Isabel… una bella utopia a volte è peggio di una cruda realtà… ha detto che è finita e non vuole stare con te. Che ha bisogno di star solo – Ti ringrazio per la tua sincerità – Dovere… - Cosa ne pensi tu? – Vuoi davvero sapere cosa penso? – lei abbassò lo sguardo, pensando al peggio, ma lui – Tornerà. Lo conosco troppo bene. Io non so cosa gli abbia fatto cambiare idea, forse un tuo atteggiamento, o un incontro… non me l’ha detto… - Io lo so – Bè piacerebbe saperlo anche a me – s’intromise Lily – Ehm ok, la conversazione si è prolungata parecchio! Roby ma non devi andare in classe? – Lily è giusto che lui lo sappia, è suo amico! Sono stata molestata… - Violentata! – precisò Lily e lui spalancò gli occhi, così Isa continuò – Lui mi ha raccolta dalla strada e mi ha portata a casa sua per togliermi quei vestiti così… sudici… poi stamattina la notizia… - Chi è stato? – Non te lo dirò – Ma glielo dirò io Isabel, quindi presto o tardi lo saprà – Io l’ho già perdonato – ma Bob la strattonò – Perdonato? Una persona così meschina, che mette le mani addosso ad una ragazza, tu lo perdoni? Io gente così uso ammazzarla! – E’ per questo che non te lo dirò mai! – Sei proprio una stupida, io l’ho sempre detto! Lily, sputa quel nome! – ma l’amica si ritrovò per un attimo senza parole, colpita dagli sguardi della sua migliore amica, e del suo ragazzo – Non potete mettermi in questa situazione… smettetela! – Se non me lo dici giuro che… - Cosa campione?? Dimmi cosa fai?! – Lily tu non sai in che guaio ti stai mettendo! – Mi avete chiesto di scegliere tra l’uno e l’altra… bè sapete? Io non scelgo nessuno dei due! – detto questo uscì dal bagno e lui – Non ti senti un po’ in colpa? Tutto questo è a causa tua! – ed uscì anche Bob. La giornata passò così, tra pianti, dubbi e pensieri… Lily ed Isabel non si parlarono per tutte le ore, poi all’uscita fecero la strada insieme, così Isa decise di cominciare – Mi dispiace – Tu non c’entri – Lui dice che è colpa mia – Si dicono tante cose nella vita – lei si voltò per cercarlo, ma non lo vide – Se lo stai cercando, lui è là, vicino alla macchina – lei lo guardò e lui anche, così Lily scese le scale per andare verso di lui, ma Bob accese la macchina e se ne andò. Isa guardò il volto dell’amica, era così triste! – Lily senti… - No senti tu, Isa! Gradirei rimanere da sola per qualche tempo, perché non sopporto più né te, né il mio ragazzo! Quindi se non ti dispiace… -
si voltò ed entrò in macchina della mamma, che nel frattempo salutò anche Isa. Ora era proprio una brutta situazione, e, volente o nolente, la causa di tutto era lei. Per questo si sentiva profondamente depressa…tornò a casa molto giù di morale, pensando a cosa avrebbe potuto fare per riaggiustare tutto! – Isa ha telefonato un certo Manuel prima, ma questo tizio non va a scuola? – Manuel?? – ebbe un colpo al cuore… sì, era proprio l’ultima persona che avrebbe voluto sentire – Ha detto che richiama fra una mezz’oretta – scese Selène – Sorellona le ho già fatto io la predica, stai tranquilla! – Tesoro, non devi evitarlo, so che ti ha fatto una cosa cattiva, però tanto adesso hai Michael no? – per la seconda volta Isa sussultò. La domanda era una: cosa le aveva detto Selène? E poi… Michael… non la voleva più – Sele andiamo di sopra – nei suoi occhi si accese la rabbia, cominciò a piangere e la mamma la richiamò – Isa cos’hai? E’ successo qualcosa? – ma lei non riusciva a rispondere, ora il suo pianto si faceva sempre più forte, cominciò a singhiozzare, poi il respiro le si affannò. La mamma la strinse per le spalle – Isabel che ti succede?! Parlami! –

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


La signora Parker leggeva la paura negli occhi della figlia, Isa voleva parlare, ma non riusciva! Non riusciva a respirare… 3 secondi dopo perse i sensi – Isabel! Isabel! Oh mio dio Selène chiama l’ospedale! – Mamma ma che ha? O dio! – Muoviti cristo! Un autombulanza! – la sorellina chiamò l’ospedale che inviò subito un’autombulanza lì da loro… i vicini naturalmente erano tutti affacciati a farsi gli affari degli altri, ma né la signora Parker, né Selène ebbero il pensiero di quegli sguardi curiosi. Erano troppo in pena, non sapevano cos’avesse Isabel! Mezz’ora dopo erano in ospedale – Dottore dov’è? – Sul letto signora, in quella stanza – Ma cos’ha? L’avete visitata giusto? – Ha semplicemente perso i sensi signora. Un calo di pressione, forse si era agitata… nulla di che – Si riprenderà? – Naturalmente, ma ora è indispensabile che sua figlia riposi – Certo… certo… - E anche lei signora Parker – Mio dio che spavento. Sele vieni qui – O dio mamma ho avuto così paura! – Anch’io tesoro… anch’io – Ora è tutto a posto, però devo chiederle di portare pazienza per qualche giorno. Voglio tenerla sotto osservazione – Cosa?? – Durante le analisi e i vari esami, abbiamo riscontrato una certa predisposizione nel soggetto a questi cali di pressione… abbiamo notato delle arterie dilatate – E ciò è male? – Non è male, è semplicemente da prestarci più attenzione ecco! Evidentemente ha un periodo di stress, culminato nel malore di oggi – Cosa devo fare? – Lei non può fare nulla signora… è la ragazza che dovrebbe stare più calma… Comunque, quando la dimetterò, lei dovrà stare più attenta signora, evitare di lasciarla sola, perché la vostra assenza oggi le sarebbe stata fatale! – Ma sulserio? O santo cielo… - Comunque fra un quarto d’ora potete entrare nella stanza! Arrivederci – Arrivederci dottore e grazie! – Mamma… lei è nervosissima ultimamente – Lo so. Lo vedo. Ma cos’ha? – La scuola la distrugge mamma… poi litiga continuamente con Lily… e sicuramente sarà successo qualcosa con Michael! – Perchè? – Me lo sento – naturalmente Selène evitò di raccontarle l’accaduto di Manuel…
Più tardi entrarono nella stanza, ma Isabel era intrattabile; inoltre era stanchissima e non voleva sentire nessuno… voleva solo Lily e Michael! … che non c’erano… l’orario delle visite era terminato e il dottore la portò a fare degli accertamenti… 2 ore di analisi… non ne poteva più.. quando si sdraiò su quel lettino, si addormentò immediatamente, anche perché le avevano dato un tranquillante! La mattina dopo, un raggio di sole presuntuoso la svegliò… stanca, si rigirò nel letto, e vide qualcosa sul comodino: un mazzo di rose rosse. In realtà non c’era solo quello, ma la sua mente pensò subito a lui. Si alzò di scatto – Oh mio Dio, Michael! – lesse il bigliettino: “Ti chiedo scusa… non so cosa mi sia passato per la mente… ti adoro, fiorellino!”. Lei sorrise, poi vide gli altri regali. C’era un peluche dolcissimo con un bigliettino. Isa lesse immediatamente, e riconobbe subito i disegnini: Lily. Le aveva scritto: “Non ce l’ho con te (non ti nascondo che un po’ c’ho goduto quando m’hanno detto che eri in ospedale … scherzo naturalmente!!!) e poi ho fatto pace con Bob perché alla fine gliel’ho detto! Non so come reagirai, ma se sei veramente mia amica, capirai cosa mi ha spinto a farlo! Ti voglio bene!” ed infine un piccolo portachiavi a stella con una dedica incisa sopra: “Scusa… Bob”. Isabel sorrise… era proprio felice… qualche lacrima scese dai suoi occhi, poi sentì un rumore – Sorpresaaaa!!!!! – ed entrarono loro: Michael, Bob e Lily – Oh mio dio!! – esclamò entusiasta Isa – Ma ragazzi come… che fate… oh vi voglio bene! – il saluto più bello fu quello di Cole, che le diede un bacio sulla guancia, e Lily si mise in mezzo – Michael ma per piacere! Dalle un bel bacio in bocca! Guardate come si fa! – lei e Bob si baciarono appassionatamente e Isa guardò Cole, come per dirgli che non se la sentiva. Lui accettò senza problemi – Allora, come stai? – Stanca… non vedo l’ora di uscire! Avete incontrato i miei? – No! – Ieri li ho trattati proprio male! Vabbè, mi rifarò oggi, sempre se verranno a trovarmi! – Ma comunque ho sentito il dottore, ha detto che puoi uscire oggi! – Davvero?? Oh quante belle sorprese! – infatti in quel momento entrò il dottore, che le comunicò quanto già detto da Michael. Naturalmente lei ci mise pochissimo ad uscire da quell’istituto, si vestì in fretta e in furia e saltò in macchina per tornare a casa.
Per tutto il tragitto risero tantissimo, però ad un certo momento lui si fece serio – Dobbiamo parlare – Di cosa? – Voglio chiarire il mio comportamento Isabel… e voglio sentirti dire che mi perdoni, perché mi rendo conto che ho fatto schifo! – Sì, hai ragione! – poi rise – Ma dai! Capita a tutti di sbagliare no? L’importante è che ora siamo qui, e che stiamo bene! Comunque se vuoi chiarire, per me va bene! – Ok… siamo arrivati! Andiamo! Non vedo l’ora di rivedere i tuoi! – lei sorrise ed entrò in casa con una vitalità fuori dal comune – Mammaaa!! Papàaa!! Selène!! – Oh mio dio! Isabel! – fu la loro risposta, e la abbracciarono così forte da stritolarla – Ehi ehi, piano! – Ti ha dimessa! Dio, che emozione! – Vi sono mancata è!? – Bè, quando non ci sei si sente! – Ma dai! – a tutte quelle moine naturalmente Michael non partecipò, anzi era lì, in un angolo del salotto, a guardare la felicità di quel piccolo angelo… a gioire per lei, ma nello stesso tempo il dolore gli mangiava il fegato… sua mamma aveva mai fatto quelle cose? L’aveva mai amato così? “Oh Isabel… troppe cose non sai su di me… forse dovrei parlartene, dovrei raccontarti tutto… ma no, meglio di no” … eh, se solo anche lui avesse avuto una famiglia così, allora sì che le cose sarebbero state più semplici! Lui stesso non sarebbe divenuto così crudele con gli altri! In quel momento Isabel si voltò e gli fece cenno di farsi avanti – Ah ma c’è anche Michael! Ciao! – Salve! – Bè, che fai lì?! Siediti, ti offriamo qualcosa! – Gradirei un caffè, grazie signora! – Solo un caffè? – Sì, basta così! – Ti vedo un po’ pallido, sicuro di star bene? – Tutto apposto! – si sedettero tutti in salotto, sul divano… scherzarono molto, e a Michael i signori Parker fecero un sacco di domande! Lui rispose con così tanta tranquillità che a Isabel venne spontaneo pensare che avesse già avuto esperienze con genitori di altre ragazze… ma che! In realtà, per lui, quella era la prima volta!! Lily raccontò del suo incontro con Bob, omettendo i particolari naturalmente,… era felicissima, era al settimo cielo!
Quel giorno fu bellissimo per tutti! In mezzo a tutto quel chiasso, Michael si isolò per un momento, per guardare Isabel… faceva mille cose: rideva, commentava le vicissitudini di Lily, versava il thè nei bicchieri, mangiava qualche biscotto… “è proprio bella” pensò… scostava continuamente le ciocche di capelli che le ricadevano in avanti, ed era affascinante il modo in cui teneva quella tazzina tra le mani… sembrava una principessa… aveva la grazia e la semplicità tipiche di un angelo… in quel momento lei si voltò distrattamente verso di lui, notando quello sguardo insistente, che aveva forse già percepito. Arrossì naturalmente… poi gli fece cenno di seguirla. Si alzarono quindi e andarono verso la cucina per posare delle tazzine – Ti stai divertendo? – Sto benissimo – Ma non ti stai divertendo – Perché? – Mi guardavi come per dire “portami via!” – Il mio sguardo ha mentito allora… in realtà ti guardavo e basta… sei così bella… - lei posò le tazzine sul tavolo, imbarazzata, e non rispose – Lo so che sei timida, ma certe cose devo dirtele – Ti ringrazio… Vieni, andiamo di sopra – Dove? – In camera mia – Ah interessante! – Smettila cretino! Hai detto tu che dovevamo parlare! – Bene, posso sedermi? – Certo! – Comunque sto veramente bene qui con voi è!? – Bè, non farci l’abitudine, perché non voglio fidanzarmi in casa! – Ah certo! Neanch’io! – Forse non voglio proprio fidanzarmi! – Ah no!? … Credevo! – Non prendermi in giro… sei un amico, inutile nasconderlo! – Ah certo… quindi tu non sei stata male questi giorni che siamo stati lontani, giusto? – Sì, ma fisicamente! – Ma fammi il piacere Parker! – lei sorrise e lui – So che ti farà male, ma dobbiamo affrontare il discorso…cosa ti ha fatto? – lei abbassò lo sguardo – Non è successo nulla di che, s’è quello che vuoi sapere – lui si alzò e le strinse le spalle con le mani, con un po’ di cattiveria anche – Isabel ti ho chiesto: cosa ti ha fatto?? – Mi ha toccata… ma non… - Ti ha costretta a farlo? – No… - E poi? Ti ha più cercata? L’hai più visto? – Prima di sentirmi male e di andare in ospedale, mamma mi ha detto che mi aveva chiamata a casa! – Bastardo… è per questo che ti sei sentita male, vero? – Perché mi fai queste domande? – Perché mi hanno detto che l’hai perdonato! – lei si vergognò e abbassò lo sguardo – Inutile che arrossisci… tu l’avrai pure perdonato quel verme, ma io no! E avrà ciò che si merita! – Non metterti in mezzo ai guai! Quello ha un padre che ti stende se vuole! – Gli avvocati non mi fanno paura! – Già, forse a te non importa di finire in galera, ma a me sì! Come farò poi!? – lui si avvicinò e la abbracciò – Sono stato un cretino a lasciarti sola! Mi perdoni? – Il mio perdono lo avevi già da prima! –
i loro cuori battevano a mille, entrambi erano innamorati, entrambi volevano una storia seria, un fidanzamento in casa, ma nessuno dei due lo ammetteva! Michael si decise a chiederle – Usciamo domani? – Poi vediamo che compiti ho! – e cioè… sì… sarebbero usciti!  tornarono giù dagli altri subito dopo e continuarono a parlare… verso le 20:00 casa tornò nuovamente vuota! Solo Lily rimase, per dormire con la sua migliore amica… o meglio, per parlare, perché tutto fecero, meno che dormire!! La mattina fu difficilissimo svegliarle, ovvio, ma la signora Parker era brava in questo! Arrivate a scuola, Isabel da lontano vide Michael e, per poco, non fece i salti della gioia! – Sono emozionatissima Lily!! – Inutile dirti che ne sei innamorata è!? – Già… inutile…!! – Non posso crederci! L’hai ammesso! – lei rise e salutò Cole, che le andò subito incontro – Ciao bellezza, come va? – Meglio rispetto a ieri! – Avete dormito stanotte? – No, per niente! – le due amiche risero con complicità – Allora, per oggi? Lily, convincila te che deve per forza uscire con me! – Ma certo, perché quale sarebbe il problema? – Vuole studiare! – Ma Isabel fai schifo! Esci e divertiti, altrimenti mi diventi una zitella acida prima o poi! – lui rise e commentò – Acida confermo, ma zitella non credo proprio! – Basta, uffa!!, non prendetemi in giro! Ok esco oggi! A che ora? – Alle sei? Così hai tutto il tempo per fare qualche compito? – Perfetto! – Ci vediamo all’uscita allora, vi accompagno a casa, ok? – D’accordo! – così, molto lentamente, passarono anche quelle 6 ore di scuola… lentamente perché Isa non fece che pensare al pomeriggio che avrebbe trascorso con lui… altro che studiare!! Non avrebbe fatto un bel niente, anzi, avrebbe passato il tempo a guardare l’orologio e a decidere cosa indossare!! All’una, come promesso, Michael le riaccompagnò a casa… Selène e Mike si scambiavano sguardini complici, e non si capiva bene cosa volessero dirsi! Un giorno Lily aveva detto ad Isa che forse i due si stavano innamorando, ma subito dopo entrambe erano scoppiate in una fragorosa risata!! – Allora ci vediamo oggi alle sei Isabel! – Sì ok! Ciao a tutti! – Ciao! – rientrò in casa tutta felice – Ciao famiglia! – Bentornate! Come è andata? – Benissimo! … Che profumino! Che c’è da mangiare? – Tortellini con panna! – Wow! Non vedo l’ora! Vado a cambiarmi e scendo! – mangiò molto velocemente quella porzione di pasta, quando invece prima ne avrebbe persino lasciata un po’… stava proprio cambiando…!
Come già previsto, non studiò quel pomeriggio… stava cominciando ad agitarsi… non vedeva l’ora!! E, fortunatamente, l’attesa non fu lunga… mancava un po’ alle sei e sentì il rombo di una macchina (della SUA macchina!!!!!!!) sotto casa… così si affacciò alla finestra, nascondendosi dietro la tenda, e lo vide… con la sua golf grigio metallizzata. Guardò nuovamente l’orologio: le 17:55. Rimase stupita. Michael era l’ultima persona che avrebbe potuto anticipare un appuntamento, secondo lei! Ma troppe cose la nostra piccola Isabel sbagliava sul suo conto… e non conosceva neanche…!! Subito fece le ultime cose, il cuore le batteva a mille… e scese, non voleva farlo aspettare! La prima volta che riuscivano SOLI dopo tutto quel casino! – Mamma torno per le sette e mezza! – Eh sì, anche perché dopo si fa buio e non mi piace ok? – Va bene! Non ti preoccupare! – uscì di corsa da casa ed entrò in macchina. Lui l’aveva già consumata con lo sguardo mentre scendeva le scale. Ne era veramente innamorato! Non capiva il motivo di quel suo periodo di insicurezza, di paura… ma gli bastò guardarla aprire la porta di casa, per capire quanto la amava! Le sorrise – Eccomi qui! Visto? Puntuale! – Non posso credere ai miei occhi, giuro!!, pensavo che mi avresti fatto aspettare mezz’ora! – Pensavi male – Bene… - lei arrossì, si era sentita una stupida a dirgli così! – Dove andiamo? – Non so, decidi te! – Ma come sarebbe a dire? Sei pazza? Io sono un uomo di classe! Deve decidere la donna! – Ok ok basta! Cavolo! Sei pesante! Sono appena entrata e… - E non ci siamo nemmeno dati un bacio? Sì è vero – No non intendevo quello! – Io sì… peccato che tu non la pensassi come me! Comunque scusa – Ok… andiamo a lago? Ti porto in un posto bello! – Perfetto! – Isa diresse Michael alle “terrazze”, ovvero delle piazzette dalle quali, comodamente seduti in macchina, si può godere di un panorama mozzafiato sul lago! Durante il tragitto, lei non faceva che guardare fuori dal finestrino, imbarazzata, non sapendo bene cosa fare o dire, tutto le sembrava sbagliato. Lui guidava e teneva lo sguardo fisso sulla strada, anche se ogni tanto, con la coda dell’occhio, curiosava alla sua destra per vedere cosa stesse facendo Isabel. Si sentiva a disagio, e non sapeva per quale motivo! L’aveva già vista parecchie volte, eppure… quell’uscita gli sembrava qualcosa di speciale, qualcosa che avrebbe deciso un futuro… – Quindi che si dice dalle tue parti? – Bè, niente di che! – Che hai fatto stamattina a scuola? – Nulla di interessante! – Certo – Certo… Bè lo sai no? La scuola annoia! – Bè sì – i soliti discorsi imbarazzanti… intanto erano arrivati e lui aveva parcheggiato
– Che facciamo? – … Ascoltiamo la musica? – e si sentì un’imbecille totale ad avergli fatto quella domanda, alla quale lui rispose – Siamo venuti qui per ascoltare la musica?! – La musica fa da sottofondo a certe situazioni… la musica è vita – Ok dopo questa rivelazione freudiana, di cosa vorresti parlare? – Non è Freud… sono io. Magari non lo sai, ma la vita è un insieme di note, connesse tra loro, a formare una melodia, una sinfonia. Quando si sbaglia nota, ecco lì che la sinfonia si interrompe, stona… - E allora? Cosa ci consiglia lei? – Basta saper ricominciare… - Bella metafora… complimenti! Te l’hanno mai detto che nella vita bisognerebbe parlar chiaro, e non con delle metafore? – Io credo di non doverti dire nulla… - Credi male – lui si voltò dall’altra parte, un po’ offeso. Lei si pentì, ma non gli parlò. Prese un cd a caso e lo inserì. Quando cominciarono le canzoni, riconobbe la voce di Brian Adams – Lo sai? Ultimamente ho la fissa di questo cantante! – Bè, le canzoni sono molto dolci, forse è per quello! – Sì… forse… - contemporaneamente abbassarono gli sguardi: chissà cos’avevano di tanto bello le loro scarpe!!  – Ehi, non parli più? – No è che… Senti mi dispiace per quella cosa di prima! – Ti ho già perdonata! – detto questo lui si avvicinò, ma lei si scansò preoccupata. Aveva creduto che volesse baciarla, ma Michael non l’avrebbe fatto per nulla al mondo!! Era ancora troppo presto…! Con esitazione cominciò ad accarezzarle i capelli; con il sole, quel biondo brillava come una stella! A quel punto Isa sorrise e fermò il tempo per qualche secondo, per percepire fino in fondo la dolcezza di quel tocco delicato, e d’un tratto quelle carezze le fecero battere forte il cuore… era felice… Il tempo passò in fretta – Che ore sono? – Le sette, non preoccuparti, non ti farò far tardi! Cambiamo cd! Metto questo! E’ musica mista! – Anastacia cominciò a cantare, mentre Isa guardava il panorama – Perché è capitato tutto questo? – In riferimento a cosa? – Perché mi hai lasciata sola? Perché mi hai fatto soffrire? – Ho avuto paura. Dovevo essere sicuro di ciò che facevo, non potevo rischiare, perché tu eri stata già ferita… - Lily dice che mi hai portato rispetto – Sì. Ma in altre parole, si può dire che sono stato solo un codardo! – Non è vero, sei stato giusto. Ed ora? Cos’hai intenzione di fare? Hai riflettuto abbastanza? – Mi sembra che quella che dovrebbe rispondere a questa domanda sia tu, signorina! – Perché? – Dici che non vuoi fidanzamenti in casa, che non vuoi proprio fidanzarti, e poi mi fai queste domande… non mi sembri convinta… - Perché non sento sincerità nella tua voce – e non era vero naturalmente, ma non sapeva che rispondere… in realtà voleva essere sicura di ciò che lui pensava – Bene, allora ti rispondo: sì, c’ho pensato parecchio! … Ti penso sempre… - E qual è il verdetto? – Non si capisce? – Mi piace sentirmelo dire! – Bene… io ci tengo a te e non ci rinuncio! Tu sei la prima ragazza che ha avuto influenza su di me! Io sono sempre stato un poco di buono e tu mi hai fatto diventare grande! – Questo è bello se cerchi una seconda mamma… ma se cerchi amore, bè… non è la frase che avrei voluto sentire! – Isa tu ora non capisci, perché non mi conoscevi prima! E forse ancora non mi conosci tanto bene… Bob lo sa, sono completamente cambiato. Rinchiudermi in casa a riflettere?? Io?? Mai fatto… pensare esclusivamente ad una ragazza!? … Tu mi stai cambiando Isabel… ho bisogno di te… voglio te… come posso dirtelo… - Non devi dirmelo… basta dimostrarlo… - ma lui abbassò lo sguardo, non voleva baciarla, no! Voleva portarle rispetto… voleva aspettare… lei si rassegnò allora e sorrise, pensando che un attimo prima lei stessa si era scansata… – Guarda che bel cielo!! – Su, ora non fare la poetica con me! – Non prendermi in giro quando dico queste cose, altrimenti significa che non mi capisci! – Ma io ti capisco… insomma… sei una sognatrice! Hai qualcosa che… non so… - La capacità di volare col pensiero? – Esatto! – Io sono sempre molto attenta ai particolari della vita… quando sono felice mi godo ogni secondo della mia gioia! – Fai bene! – Il sole sta per tramontare, guarda che bei colori! – Staresti ore e ore a parlarmi di queste semplici bellezze è?! – A me piace la semplicità! – E a me piaci te! – lei sorrise e si strinse a lui. Le sembrava di sentire il battito delle ali di quegli uccelli, le sembrava di essere così vicina al paradiso! La sua vita ora le appariva così chiara e colorata, come ali di farfalla… E proprio come una farfalla, stava volando verso il sereno! – A che pensi? – A quanto mi affascina la vita delle farfalle – era stata così spontanea e se ne pentì immediatamente… “ecco adesso ride, ora ride e mi sfotte!” ma lui no… lui la strinse forte a sé e le chiese – Come mai? – Bè, la maggior parte della loro vita la passano travestite da larve… ci hai mai pensato?! Insomma una semplice larva nasconde una bellezza assoluta! Poi si rinchiudono in quel bozzolo e quando ne escono… non sono più le stesse… sono diverse, sono cresciute… sono farfalle! – Sì. E’ un po’ come la vita di ogni essere vivente! – No… assolutamente no… noi sappiamo di avere tanto tempo a disposizione e lo sprechiamo in giochi inutili, parole inadeguate, gesti sbagliati… loro lo sanno che vivranno al massimo una settimana e quando le vedo volare percepisco la loro pace, la loro gioia… - Mi lasci senza parole – Non ci sono parole… Stringimi – lui obbedì… la strinse forte a sé… di nuovo… Di nuovo il tempo corse, quei giorni non fu proprio il loro migliore amico!! – Sono le otto – Non è vero scemo! Saranno le sette e un quarto! – Magari!…Sono le otto dai! – Piantala! Fammi vedere! … Ops! Le sette e 35! E’ meglio tornare a casa è!? – Direi di sì! – lui mise in moto e guidò – Ehi stai guardando? – Molto prima di te! Sai? Da casa mia si vedrebbe proprio bene il tramonto! – Devo salire? E’ questo che stai cercando di dirmi? – Isabel rise – No! Ho già fatto due volte l’errore di farti entrare in casa! – Non c’è due senza tre! – Ah certo! – E poi, di che errore parli? – lei rise – Nessun errore, tranquillo! Era per scherzare! Ma te l’ho detto, l’ultima cosa che farei è un fidanzamento in casa! – in realtà era la prima cosa alla quale aveva pensato!!
Per qualche minuto, poi, calò un silenzio piuttosto imbarazzante – A che stai pensando? – domandò Cole – Io a niente… e tu? – Niente è impossibile! – Senti sei tu il pensieroso, quindi tira fuori il rospo! – Bè in effetti… - In effetti? – Vabbè… - Vabbè cosa? – Ma niente, è che… sono stato proprio bene… credo sia la prima volta con una ragazza! Insomma lo sai come sono le tipe di oggi no? Senza cervello… non sanno fare un discorso come quello che hai fatto tu! – Bè, anche tu ho visto che non mi hai risposto! – Mi hai colto impreparato! – I discorsi non li devi preparare! Ti vengono dal cuore! – Sì, adesso dì che qualcosina non te la sei studiata a casa!? – lei lo guardò con gli occhi spalancati – Ma sei pazzo? Io non sono così! – Stavo scherzando piccola! … Mamma mia, quanto sei suscettibile è!? – Eh scusa, tu mi dici quelle cose ed io che… - si bloccò, perché lui intanto le faceva le boccacce – La finisci? – La finisci? – ripetè lui, poi scoppiò a ridere… aveva un sorriso stupendo, di cui Isa si innamorò… eh già, si innamorò di lui per la seconda volta… oh com’era dolce… - Ti piace Raf? – Sì… dipende… tutte meno che “nei silenzi” – Scherzi? E’ bellissima quella! – Sì, ma… non mi piace. Punto – lui capì al volo: si trattava di Manuel – Vieni qui – Dove? – Eh, dove secondo te? Vicino a me, forse? – Ma stai guidando! Devi stare attento alla strada! – Ti dispiacerebbe non preoccuparti, per una volta? – Come vuoi – così con una mano teneva il volante e con l’altro braccio la stringeva a sé. Non c’era bisogno di parlare… lui l’aveva capito che Isa non stava pensando a quel verme. Lo sapeva… sentiva il suo calore… Per tutto il tragitto fino a casa rimasero così – Siamo arrivati – Già – Ti dispiace? – Un po’ sì… - Bè, allora… alla prossima…! e buonanotte! – Grazie! – camminò verso la porta di casa e lo guardò per l’ultima volta prima di aprire, prima di ritrovarsi sola nella sua camera a pensare a lui… Michael le sorrise… Isabel entrò e richiuse la porta.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


– Ciao mamma! – Tesoro non ti avevo detto alle sette e mezza a casa? – Sì ehm… lo so… scusa – No mica per niente, è che poi fa buio! – Capisco! Vado di sopra! – si chiuse a chiave in camera, si sdraiò sul letto e sentì il cd di Nek… Era già inserito nell’impianto stereo quindi…! Passò la canzone numero 1, la 2, la 3 e poi… la 4… Cuori in tempesta… si soffermò sulle ultime parole: “ti riaccompagno a casa vuoi? E già mi manchi sai!” e pensò a quel giorno in cui queste parole le sembravano così stupide, così incomprensibili… era al telefono con Lily, sì, a prendere in giro Nek! Ed ora era tutto più bello, tutto più chiaro… Michael, nel frattempo, le aveva già fatto uno squillo e lei lo rifece, immediatamente… – Isabel! – balzò sul letto… eh sì, era proprio su un altro mondo! – Che c’è? – E’ pronta la cena, ma sei sorda!? – Scendo! – si guardò allo specchio in camera e cercò di ricomporsi… ma si vedeva quant’era felice! Aprì la porta e scese di corsa le scale – Uhm che profumino! – Era ora! – Dai mamy non arrabbiarti! Dai ti do un bacio! (smack) ma quante volte mi hai chiamata? – 3, forse 4 volte! Ma non mi sentivi? – No stavo riposando! Ero in fase di dormiveglia, sai com’è! – Certo… bè comunque adesso mangiamo! – Ciao papy! (smack) com’è andata a lavoro? – Tesoro, benissimo! Grazie! E a te stamattina a scuola com’è andata? – Alla grande! – Sorellona dormiamo insieme stanotte? – Cosa devi chiedermi? Non mi ti allisciare! – No dai posso dormire con te? – E va bene dai! Ma solo per stavolta! – così la famiglia, per la prima volta da quando Isa aveva cominciato il quinto, era riunita a ridere e a scherzare! Ogni tanto c’era del silenzio e Isa ripensava a lui, a quella giornata, e sorrideva felice… poi diventava rossa e sperava che i suoi non l’avessero vista…
Dopo cena si misero tutti e 3 seduti sul divano davanti la tv e la signora Parker preparò le pop corn, poi si unì al marito e alle figlie. Era contenta, finalmente di nuovo tutti vicini! Guardarono Blade II fino alle undici e mezza, poi Isa sbadigliò – Tesoro forse è meglio che andate a letto è!? Domani dovete svegliarvi presto! – Anche voi! Quindi filate a letto, forza! – Ah bè adesso ci da anche gli ordini! – Buonanotte genitori! – Buonanotte figlie! – Selène fammi vedere quanto sei agile! Chi arriva per ultima userà per ultima il bagno domattina! – Non vi fate male! – Ma non vale! Sei partita prima! – Tana! Sei ultima! Bene, il bagno è tutto mio domattina! – Ma è assurdo! Chiudi la porta dai che dobbiamo parlare! – Ehi piccola domani è un giorno nuovo e l’alba arriverà presto, quindi filiamo a dormire! – Non ci penso neanche! – la sorellina chiuse la porta e aprì il divano letto – Dai dai parla! Ti deve essere per forza successo qualcosa! Con chi stai flirtando? – Sele! Io non flirto! Io ho storie serie semmai! – Dai parla! Escludo a priori una persona, quindi… Come si chiama? – Comincia con la M! – Bè io spero per te che non sia quel viscido di Moroni! – No no! Sono 7 paroline! Inizia con la M e finisce con la L! – Dai non mi piacciono gli indovinelli! – Ok ok si chiama Michael! –

- Michael?? NON POSSO CREDERCI! Allora avete chiarito? Ce l’hai fatta!! – e fuori dalla porta si sentì la signora Parker – A cosa non puoi credere? – Mamma fatti gli affari tuoi! E tu parla a bassa voce! – continuarono a bisbigliare – Che significa che ce l’ho fatta? – Te l’ho sempre detto che era il tipo per te! – Ma dai! – E pensare che avevo escluso anche lui! Mi avevi detto che non era il tuo tipo! – Già… - Vi siete baciati? – Non ancora… non è capitata l’occasione, anche se lui mi dice tante cose dolci… - LUI?? Cioè lo sai come lo chiamano le ragazze?? “cuore di pietra”! – Invece no! E’ dolcissimo… e poi… mi fa le coccole! Mi sembra di sentirlo adesso, mentre delicatamente mi accarezza i capelli! … - Ma non posso crederci! Lo chiamano anche “elefante”, puoi immaginare perchè! – Non è vero, è proprio delicato! … Poi… ha detto che mi insegnerà a guidare! – Ah parla anche del futuro! Mio Dio Isa, l’hai proprio trasformato! – Era così stronzo? Da come ne parli! – Stronzissimo! Ne parlano tutti così! – Poverino! Forse nessuno l’ha mai capito fino in fondo! – Ne sei innamorata? – No! – Però sei rossa ora! … Fai sentire il cuore? – No! – Muoviti sorellona! – Isa si alzò e cominciò a schivare i colpi della sorellina – Fammi sentire! Lo so che sta battendo per lui! – poi si sdraiarono sul letto e Isa guardò negli occhi Selène – Ti voglio bene sorellina! – Sono contenta che sei così felice! Guarda che begli occhi hai! Sei uno schianto sorellona! – si abbracciarono – Dai ora mettiamoci il pigiama! E vai a letto tuo! A proposito, come mai questa novità di dormire da me? – Volevo sapere tutti i particolari! – si infilarono i pigiami e poi via, sotto le coperte! – Spengo la luce? Hai fatto sorellina? – Sì sì, vai! – spense… e naturalmente la sua mente vagò subito lontana verso di lui… - Giochiamo al gioco della verità – Ok, oggi mi va! – Ti ci vuoi mettere insieme? – Non desidero altro! – Wow!!! Vai fammi tu una domanda! – Pensi che lui sia innamorato di me? – Scherzi??? E’ stracotto! Si vede! L’avevo già capito, ma mi sembrava strano da parte sua! Soprattutto dopo aver visto che non vi parlavate più! … Ok tocca a me… me lo dirai quando farete l’amore? – Te ne accorgerai vedrai! Come ti sei accorta che ero uscita con qualcuno… vado io… ti sembro innamorata? – Sì sì! Guarda che ti ho vista a tavola che ridevi da sola! – No sulserio?! Oh dio non mi avranno mica vista mamma e papà? – No non ti preoccupare! Certe cose le vedo solo io! … Tocca a me… a proposito di mamma e papà: glielo dirai? – Non so proprio che fare. Per il momento no! – Ok… finite le domande? – Sì. Sono stanca… parecchio! – Ok andiamo a dormire! – stettero un po’ in silenzio – Isa sono troppo contenta non puoi immaginare! Tu e lui! Vi vedo bene! Che bello! Non mi piaceva Manuel, ecco perché ti dico questo! – Già, troppo semplice è!? – Stupido più che altro! – Poverino… mi dispiace un po’… - Fa schifo – Ma mi ha chiesto scusa! – E che significa?! Allora pur’io domani ammazzo uno e poi gli chiedo scusa! – Non è la stessa cosa! – pensando ancora a Michael, Isa si girò su un fianco e sorrise… - Abbiamo ascoltato Brian Adams per tutto il tempo! – Che cosa??? Scusa scusa accendi la luce! – Perché? – Devo guardarti in faccia! Ma dici sul serio? – Sì! – Ma lui ascolta solo musica rock! Così mi dicono! – Forse sbagliano! Aveva anche cd dei Pooh, Nek e Raf… - Mio Dio ma il mondo si è ribaltato! – O forse è lui che si è rincoglionito! – Isa ma che parole??! – risero insieme – Basta, dormiamo che è mezzanotte! – Ok notte! – Sogni d’oro piccola! - …… ma Isa non riusciva a dormire, pensava incessantemente a lui – Non dormirai stanotte vero? – Sele ma non dovevamo dormire? – Non riesco! – Nemmeno io! Non sapevo che fossimo così legate! – Tanto non riusciremo mai a dormire! Perché non mi racconti per filo e per segno cos’avete fatto e cosa vi siete detti? –

così Isabel cominciò a raccontare ogni minimo particolare di quel 25 novembre 2005 e Selène ascoltava, incantata! Alle 4 però si addormentò ed Isabel si ritrovò a parlare da sola… sorrise quando si rese conto che la sorellina stava dormendo e pensò che lei, al contrario, non era stanca e sarebbe stata sveglia fino all’indomani mattina… non voleva chiudere gli occhi, non voleva dormire, altrimenti avrebbe perso quel giorno… non c’avrebbe più pensato… lei voleva continuare a viverlo… Dei brividi percorsero il suo corpo, così strinse forte a sé le coperte… ripensò a Lily: anche lei aveva vissuto le sue stesse sensazioni, ma allora Isa non la capiva proprio… non conosceva l’amore! In quel momento guardò il cellulare che si era appena illuminato. Balzò sul letto e sulla schermata apparve “chiamata in corso: Michael” – Mio dio sta chiamando! – ma no… non stava chiamando… era uno squilletto un po’ più lungo… lei lo rifece subito e pensò con felicità che anche lui era sveglio e la stava pensando… alle sette alcuni raggi prematuri indugiarono nella stanza, come qualcuno in punta di piedi, e Isa capì che era ora di alzarsi – Sele! Sele! – sussurrò – Uffa che c’è?! Stavo facendo un sogno bellissimo! – E’ ora! Vado in bagno! – Sì io finisco il sogno! – Isa prese le mutandine, le calze e la divisa e si chiuse in bagno. Un po’ di trucco, un ultimo tocco ai capelli e poi… pronta per un nuovo giorno! Che per lei era sempre lo stesso visto che non aveva chiuso occhio! Uscì dal bagno e scese in cucina per la colazione – Buongiorno a tutti! – esclamò piena di vitalità – Buongiorno tesoro! Dormito bene? – Sì – rise – Ti vedo così insolitamente felice è!? – Già… mi va tutto bene in questo periodo! Fortuna! – Spero che duri per sempre questo periodo! Vieni qui, fatti dare un bacio! – Ti voglio bene mamma! – Sì e il papà? – Ah certo, scusa gelosone! Voglio bene anche a te! Adesso dammi il mio saccottino! – alle 7:45 cominciarono le corse – Selène sei pronta? – Sì sì, vieni un attimo su! – Che c’è? – chiese Isa salendo le scale – Ma che mi sono addormentata ieri? – lei rise annuendo – Oh no che sorella hai! – Erano le 4 Selène! Per forza che ti sei addormentata! – E tu? – Io non ho dormito! – Ti ho lasciata sola! Potevi svegliarmi?! – Tranquilla! – Perché non hai dormito? – Non ce l’ho fatta… non volevo che quel giorno finisse! E infatti non è finito! E’ come se fosse ancora il 25 novembre! – Che poetessa! – Dai ora muoviti! Devo vederlo prima di entrare in classe! – Ah io non vengo oggi, mi sento troppo strana… come se dovessi vomitare da un momento all’altro! – Sé sé… paraculite! – Buona scuola sorellona! – così Isa andò in fermata con Lily – Ehi ma Mike dov’è? – Non viene oggi a scuola! – Come mai? – Aveva sonno! … Sti monellacci! … Ma… non vedo neanche Selène! Dov’è? – Anche lei a casa, ha detto che per poco non vomitava… penso sia quest’influenza intestinale che gira! – Sé sé… influenza…! – salirono sull’autobus – La cosa non mi convince! – Cosa? – Tutt’e due a casa… e poi… non ti pare che Selène questi giorni si stia acchittando un po’ troppo per dover solo assistere a delle noiosissime lezioni? – In che senso? – Lo so che in questo momento anche se cadesse una bomba tu non te ne accorgeresti comunque, capirai!!, stai sulla nuvoletta rosa con i cuoricini attorno!, però sforzati un attimo… C’è del feeling tra i due no? – Chi? – Ehi sveglia tesoro!! Siamo nel 2005!! Ti chiami Isabel Parker e hai una sorella, Selène, che si fa bella per mio fratello, Mike! Ci stai? – No, ma davvero pensi questo? – Quale delle tante cose? – Che si piacciono!? – Vedi che non capisci un cazzo! Io penso che stanno già facendo gli impicci, non che si piacciono! Quella è la fase iniziale! E mi sembra che l’abbiano già passata da un pezzo! – Chissà! Indagheremo è!? – Non te ne frega proprio niente è!? – Penso ogni secondo a lui Lily! Non vedo l’ora di rivederlo! – Eccolo là, sulle scale! – O dio o dio! Come sto? – Benissimo! Sei uno spettacolo – Ok, vado è!? – Mio dio, non ti rendi nemmeno più conto che ti sto prendendo in giro! – ma lei era già su un altro mondo, sulla nuvoletta rosa, come diceva la sua amica! Appena scese dal bus guardò verso le scale, e lui effettivamente era lì.
Si alzò immediatamente, come attratto da una calamita e le andò incontro – Buongiorno dolcezza – Ciao Michael! – poi si intromise Lily ridendo – Buongiorno Cole! – Buongiorno mocciosa! – poi lei se ne andò e lui la fissò negli occhi – Dì la verità, hai messo i manifesti? – Isa si risentì di quella domanda e lo guardò imbronciata – Dai non offenderti tesoro! Era per scherzare! Sei ancora più carina quando fai la bimba! Ti offro qualcosa al bar, vuoi? – No grazie, ho già fatto colazione! – La rifai! Mica ingrassi! – No, mi fai schiattare! – Su non fare la modella! – Ma che scemo! – ridendo, Isa gli scompigliò i capelli – Dai a me lo zaino! – Grazie! – nel frattempo tutti guardavano Cole come se fosse un alieno! Com’era possibile che fosse cambiato così!? Eh sì, perché tutti sapevano che odiava mani sconosciute sui suoi capelli, soprattutto se ingelatinati! E tutti sapevano che non era proprio un gentiluomo! Invece le portava la borsa!! Incredibile!! E se qualcuno avesse saputo che stava pagando la colazione a quella ragazza con i suoi soldi, ci sarebbe stata una crisi di ilarità! Dopo la colazione e dopo tanti scherzi e risa si salutarono con un bacino in guancia e Isa scappò in classe… - Oh principessa era ora! – Lily che bello non puoi capire! Mi ha offerto la colazione! – Ti ha fatto cosa??? – Sì mi ha offerto la colazione! – Senti questo ragazzo ha un febbrone a 50!!! – E’ dolcissimo! – Che carini siete! … Che pizza eccola, sediamoci va! – sì, la Scagliola era appena entrata – Buongiorno bestie! Avete studiato? – si sentì un coro generale di “sì” – Bene, perché oggi faccio una strage! Spero di non trovare nessuno impreparato! – Professoressa non controlla le giustificazioni? – No, perché ho solo un’ora, quindi devo sbrigarmi ad interrogare! – tutti si guardarono terrorizzati, avrebbe fatto davvero una strage quella lì… ma stranamente Qualcuno ascoltò le preghiere di quegli innocenti, ed entrò la Baldriga – Buongiorno! – Ah Irene, non ti aspettavo! – Davvero? – Volevo fare una strage oggi! … Hanno asserito di aver studiato! – Bè, menomale! Allora ti lascio! – No aspetta, ti devo dire una cosa – e naturalmente, quel discorso durò un’ora intera. Suonò la campanella e quella si rigirò – Ragazzi quando abbiamo italiano? – Lunedì! – Bene, lunedì interrogo è!? E chi è impreparato va anche dalla preside! – tutti sospirarono, almeno per il momento si erano salvati! Isa non seguì le lezioni quella mattina, pensava incessantemente a lui… voleva vederlo, abbracciarlo… non ne poteva più! Per fortuna era sabato e dunque sarebbero usciti! … Anche quella giornata scolastica era terminata, e Isa tornò a casa di corsa – Mamma sono tornata! – Ehi! Com’è andata oggi a scuola? – Mah, come al solito! La Scagliola ci ha minacciati, ha detto che lunedì farà una strage! Quindi tra oggi e domani devo studiare tanto! – Capisco… senti, esci oggi? – Sì, Michael ha detto che viene a prendermi alle 6! Non so perché viene così tardi… mi urta, perché comunque è sabato, finesettimana, e voglio divertirmi il più possibile! – Dai, ti starà preparando una sorpresa! – Lo spero per lui! – infatti alle 17:30 le squillò il cellulare – Pronto? – Tesoro sto in un casino! Sto qui a Genzano e c’è un traffico della madonna! Potresti farti accompagnare almeno davanti al Palaghiaccio? – Ma scusa, che ci stavi a fare a Genzano? – Dovevo accompagnare Bob da una parte – Vabbè poi mi spiegherai, comunque ok, mi accompagna mamma! – A dopo piccola! – Ciao! – lei attaccò e andò subito a riferirlo alla mamma, che non rifiutò assolutamente e la accompagnò al palazzetto dello sport – Ma dov’è? Starà ancora in mezzo al traffico?! – E’ possibile, non ti agitare dai! – Che dici mà, lo chiamo? – Aspetta 5 minuti e poi vedi – infatti lui arrivò dopo 2-3 minuti – Scusate se vi ho fatto aspettare! C’era un traffico allucinante! – No, non ti preoccupare! Mamma poi ti faccio sapere a che ora torno è!? – Sì, non fate tardi! – Ciao! – Arrivederci signora Parker! – Ciao Michael! – Allora? Che doveva fare Bob? Non esce con Lily? – Andiamo a pattinare? – Non cambiare discorso, Cole! Che intenzioni ha Bob? – Te lo spiego dopo, giuro! Ora entriamo! – Ma guarda tu che impicci… dai, andiamo, ma se non me lo dici io non mi diverto! … E poi aspetta un attimo, io non so pattinare! – Ti insegno io! – Eh allora!! – entrarono nel palazzetto e pagarono per 2 ore – Stringili bene i pattini! – Più stretti di così…! – Eh ma non vanno bene! – Ehi ma perché non c’è nessuno? – Non tutti di sabato pomeriggio vengono a pattinare! – Mah… - lui s’inginocchiò e le strinse i lacci – Ecco, così va meglio. Dai entriamo! – lei arrancò fino al ghiaccio e una volta in pista si attaccò alla balaustra. Lui invece andò subito al centro della pista: sapeva pattinare proprio bene! – Dai vieni, possibile che non sai fare nemmeno qualche passo? – Lì al centro non ci vengo! – Ok, mi avvicino! … Vieni! – Guarda che se cado paghi i danni è!? – come previsto, Isabel riuscì a compiere giusto 8-10 passi traballanti, prima di schiantarsi col sedere per terra, e Michael si piegò in due dalle risate, mentre si precipitava ad aiutarla. Le porse una mano – Su alzati – Non prendermi in giro, mi da fastidio! – Le prime volte ero anch’io una frana! – Dovrei prenderla come una consolazione questa cosa? – Sì, direi di sì! Dai, dammi la mano! E cerca di non fare le spaccate… guarda, è un movimento continuo, non devi stare ferma con le gambe! Come se stessi camminando… - E’ proprio difficile, ma dai! – Ci stai riuscendo! Visto? Non è impossibile! – Che bello, è vero! Ci sto riuscendo! – Ora ti lascio, vediamo che fai… - Sì, proviamo! – ma non appena lui allontanò la mano, lei riperse l’equilibrio – Uffaaa!! E’ una battaglia persa, Michael! – continuarono così per molto, si divertirono tantissimo, e la pista fu sempre libera… lei non capiva perché, ma lì per lì non glielo chiese. Poi uscirono
– Allora? Ti sei divertita? – No, mi sono rassegnata! Io danza sul ghiaccio non la potrò mai fare! – lui rise divertito e ripensò a quante volte era caduta…! – Vuoi sapere cosa doveva fare Bob? – Ah allora non ti sei dimenticato! – Scherzi!? … Avevo programmato tutto… il palaghiaccio, la pista sgombra… - Ma dici davvero? – Sì! – Non posso crederci! Come hai fatto a convincere… - Ciao Daniè! – salutò Michael e Isa si voltò per vedere chi fosse: il proprietario del palazzetto – Ah ora capisco! Sei raccomandato! – E’ un amico di mio fratello! Gli ho chiesto questo piacere, e ha detto che la pista me la metteva a disposizione per sole 2 ore! – Ma tu sei tutto matto! – lui la strinse forte a sé, poi la prese in braccio – No lasciami! Michael! Dai! – Ti porto così fino alla macchina! – Sì, come un sacco di patate! – Andiamo a cena fuori? – Ehm… devo avvertire i miei… ma penso che vada bene! – Tieni, chiama col mio! – Posso? – E certo che puoi! – Grazie tesoro, ti adoro! … Mamma? – Sì? – Vado a cena con Michael, non aspettatemi! Sarò a casa per le 11, va bene? – Ok, ma ce l’hai i soldi? – Me li presta Michael, poi glieli ridiamo! – Ok, a più tardi! Divertitevi! – lei attaccò – Allora dove vuoi andare a cena? – Dai Michael, non mettermi in imbarazzo, decidi tu! … Fai finta che non conosco ristoranti nella zona! – Va bene, preferisci lago, mare, montagna!? – Andiamo al Castagneto! – Ah prima dici che non conosci ristoranti, e poi mi indirizzi tu!? Ma almeno la sai la strada per questo posto? – E certo scusa! Dai dai che bello, andiamo! Ma che dici, abbiamo sbagliato a non chiamare Lily e Bob vero? – Per quale motivo, volevamo stare io e te, non è un reato! – Sì lo so, però… - Ehi, cerca di non pensare ad altro quando sei con me… divertiamoci… così dev’essere! – Sì, hai ragione! Dopo magari la chiamo! – Eh, col cellulare mio scommetto! – Ehi sei tu che prima me l’hai dato! – Bè, detto così pare brutto! – E piantala, mamma mia! Intendevo il cellulare! Hai sempre in mente i doppi sensi! – Devo girare qui, vero? – Ma bravo! Allora sei intelligente! – lui rise. Dopo un quarto d’ora furono al Castagneto e ordinarono – Allora, che te ne sembra del posto? – chiese lei – Bè, ha sicuramente un certo charm… - Oh dio! Adesso sa anche l’inglese! – lui sorrise, un sorriso bellissimo che gli illuminò il volto, e rispose – Non sottovalutarmi! – Dove andiamo dopo? – chiese Isa, mentre posizionava il tovagliolo, e lui le bloccò la mano, portandola verso di sé – Ma che fai? – Voglio tenerti la mano – Ma ci guardano tutti! – E tu dì a tutti di farsi gli affari propri! – Mi imbarazza – lui sbuffò e mollò la presa – Sei proprio esagerata delle volte! – Ma scusa, lo sai come sono! Ti pare che in mezzo a tutti… - Ok basta, non mi va di discutere. In realtà volevo dirti una bella cosa, ma hai rovinato tutta l’atmosfera! – Forse questa cosa non era poi così bella! – Ma sei proprio una cretina quando fai così! – Ah pure!? – lui non ribattè nulla e lei si girò dall’altra parte, arrabbiata. Arrivarono i piatti, e lui – Buon appetito – Grazie – ma dopo 5 minuti Michael lasciò cadere la forchetta, non ne poteva più. Gli veniva da vomitare, non ce la faceva a starle lontano – Senti, la finiamo con questa pagliacciata? – Hai cominciato tu! – Ma che faccia tosta!? Perché non ti prendi un po’ le responsabilità dei tuoi gesti? … Faccio qualcosa di carino e tu mi respingi sempre, o perché sei timida, o perché ti guardano… c’è sempre una scusa! Isabel non mi sembri molto entusiasta di stare con me! – Noi non stiamo insieme – Bene, e neanche ci vorrò mai stare con una così – si alzò e andò fuori al ristorante. Si accese una sigaretta con la mano tremolante per il nervoso, e battè un pugno al muro per sfogare la rabbia. Dentro, invece, Isa guardava il piatto con le lacrime agli occhi, ma non le andava di mangiare… Alla fine decise di raggiungerlo – Michael! – lui non le rispose, e non si girò neppure.
Continuò a fumare. Aveva gli occhi lucidi, ma al buio “per fortuna” non si vedeva – Michael ti chiedo scusa, non so cosa mi sia preso, è che… è vero, ho sbagliato… non c’è un motivo, ho sbagliato e basta – Mi dispiace che tu sia così Isabel – Io non sono così, ormai dovresti saperlo – Sì, lo so come sei. Sei la ragazza più dolce e buona di questo mondo, ma quando ti rode il culo te la prendi anche con me! … Cerchi amore, coccole, affetto, e quando cerco di dartene mi respingi! Ti chiedo cosa provi per me e mi rispondi la cosa più romantica di questo mondo, ovvero “noi non stiamo insieme e non voglio un fidanzamento in casa”… Mi spieghi allora cosa vuoi? Io così non ci sto più, voglio che tu lo sappia! – Vuoi una risposta ora? – Volevo una risposta già da tempo! Ma ora la esigo! Ho aspettato troppo! – Perché questa fretta? – Isabel accidenti! E’ quasi un mese che ci conosciamo, facciamo tutte cose che farebbero due fidanzati, e poi mi dici che non vuoi metterti con nessuno! E’ ora che anche tu dimostri il tuo interesse per me! – Io voglio stare con te Michael – non seppe neanche come le uscirono quelle parole, ma finalmente ebbe il coraggio di confessargli il suo amore. Lui rimase immobile, non credeva alle sue orecchie – E’ una cosa di adesso, o che avevi già pensato? – E’ da quando ti conosco che lo penso, ma avevo paura… mio dio, ne ho tutt’ora, però… non voglio perderti e dovevo dirtelo… io lo so, cavolo, lo so che ci prenderò una batosta! Lo so che mi farai soffrire, lo so! – ma lui la strinse forte a sé, e asciugò le sue lacrime infantili – No Isabel… io non so cosa pensi di me, ma se dovrà finire non sarà per colpa mia! Te lo assicuro! Tu per me sei qualcosa di stupendo, un miracolo, un raggio di sole in un cielo nero! Il cuore mi batteva forte quando ti ho vista per la prima volta, e batte a mille anche ora! … Senti! – guidò la mano di Isabel sul suo petto. Lei sorrise e lo abbracciò – Io ti voglio bene Isa… Davvero… non ti tradirei per nulla al mondo! Non ti mentirei mai! Sei troppo importante per me… ok basta, altrimenti ti imbarazzo! – ironizzò lui, e Isa rispose – E’ bello ciò che mi dici. Grazie. Ora ci conviene rientrare, prima che ci tolgono i piatti. E ti chiedo scusa per tutto – Niente scuse, ti avrei perdonata in ogni caso! – rientrarono, e mentre facevano le scale per andare al loro tavolo, lei lo prese per mano e Michael sorrise. Sembrava così tranquillo, come se sapesse che lo avrebbe fatto… ma in realtà il cuore gli batteva talmente forte, che poteva esplodere da un momento all’altro! Dentro di sé si ripeteva di stare calmo, di non farle notare il suo stupore, di essere normale, come sempre, altrimenti lei poteva ripensarci… ogni parola poteva essere quella sbagliata, quindi decise di tacere. Ma era inevitabile provare quella felicità, quella gioia immensa data da quel piccolo gesto… era al settimo cielo, e pensò che era la prima volta che si emozionava per una cosa così comune. In realtà, era proprio la prima volta che provava emozioni con una ragazza!! Si sedettero di nuovo, e mangiarono anche il dolce… parlarono molto, risero tantissimo… i loro occhi brillavano d’amore!

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Usciti dal ristorante, lui la portò al Tuscolo, per ammirare quel bellissimo panorama notturno – Santo cielo Michael, è bellissimo! – Stupendo, oserei dire – Ci vieni spesso qui? – E’ da tanto che non venivo. E non ci sono mai venuto di notte, perché le uniche volte in cui mi spingevo fin quassù erano quando Kail doveva pilotare l’aereo da modellismo – Ma dai!? E’ appassionato di modellismo? – Appassionato è troppo… gli piaceva – Ed ora? Non gli piace più? – A quanto pare no. Ma so che non è così. Gli è successo qualcosa che l’ha allontanato dalle cose che gli davano gioia e tranquillità… - Non sai cosa può esser stato? – Sicuramente c’entrano i suoi genitori. Lui viveva con la madre, perché i suoi si erano separati, e sapevo che il padre si ubriacava spesso. Kail adorava sua madre, diceva che era una donna “con le palle” – e si fece sfuggire un sorriso dopo aver usato quell’espressione – Che aveva coraggio, e forza d’animo… la amava, come un figlio normale ama una mamma normale… Poi, d’un tratto, divenuto maggiorenne, decise di andare ad abitare con la zia e i cugini – E non ha mai spiegato il motivo di questa sua scelta? – No. Chiedevamo, ma… lui non rispondeva mai… e quanto dolore aveva in quegli occhi…! – Poverino, quanto mi dispiace! – Lo sai, purtroppo la vita non va mai come vorremmo. Ci sono persone alle quali vuoi bene che ti fanno davvero male e tu… - i suoi occhi si fecero lucidi, ma Isa non li poteva vedere, anche se capì subito. Sentiva la sua voce tremare, e percepiva la profondità di quelle parole… Michael stava parlando di esperienze personali - …tu non puoi farci nulla – Non bisogna lasciarsi andare però – E’ più facile a dirsi che a farsi – Bè, che uno lo dica è già un gran passo no? – lui annuì – Cosa mi dici di te, Parker? – Non cambiamo discorso, parliamo di te – Non ho nulla da dire – Hai tanto da dirmi, Michael… ma non sai da dove cominciare… e hai paura ch’io possa calpestare i tuoi sentimenti… prima, al ristorante, io mi sono fidata di te… ora tocca a te! – lui prese fiato, poi sospirò

– Avevo 10 anni, ed ero appena tornato da scuola… sai quella felicità ingenua dei bambini, che non vedono l’ora di rivedere i propri genitori, che vogliono raccontare tutti i particolari della loro giornata… bè… ero così… - e si asciugò una prima lacrima sulla guancia – Quel giorno ero rientrato prima perché mi aveva riaccompagnato la mamma di un mio amico. Volevo fare una sorpresa ai miei, così sono entrato piano piano in casa, ma non ho trovato nessuno. Ho girato tutte le stanze, finchè non ho sentito delle voci… oggi saprei che significato avrebbero quelle voci, ma allora ero troppo ingenuo, e non sapevo che, aprendo la porta della stanza da letto, avrei trovato mio padre e una sgualdrina che lo facevano – Mio dio – fu la risposta di Isa e lui continuò. Ormai non si sarebbe più fermato, voleva che lei sapesse tutto, ed era la prima volta che si lasciava andare a confidenze di quel tipo… non aveva mai raccontato a nessuno la vera storia dei suoi genitori; ma lei era diversa, lei ascoltava e capiva… e piangeva per lui, come nessuno aveva mai fatto prima d’ora – Io sono rimasto lì, sulla porta, poi sono scappato via e mi sono chiuso a chiave in camera. Lui si era rivestito e mi era corso dietro, senza prendermi, e aveva cominciato a sbattere i pugni alla porta, finchè non l’ha sfondata e mi ha quasi ammazzato di botte. Mi ripeteva “guai se lo dici alla mamma capito? Se glielo dici ti ammazzo!”. Quella storia andò avanti per 4 anni, spesso quella veniva a casa mia e mio padre l’accoglieva come se io non ci fossi, non gli importava del dolore che potevo provare nel vederli insieme, e nel sentire poi le domande di mia madre, dolcissima come sempre. Mi chiedeva perché avessi tutti quei lividi, quei graffi, quelle ferite, non sapeva che papà mi picchiava quasi tutti i giorni, per ricordarmi che se avessi fatto la spia, mi avrebbe rinchiuso in una tomba… Io non le rispondevo mai e la sentivo piangere, disperarsi… non puoi capire, Isa… è stato assurdo. Un giorno presi una decisione che mi cambiò per sempre la vita: volevo ammazzarlo. Così seguii corsi di arti marziali per tantissimo tempo, ed è lì che conobbi gli altri, dopo di che… bè… inutile raccontarti i particolari… - Devi dirmi tutto, Michael. Non solo perché voglio che tu sia sincero con me, ma anche perché lo sfogo è la miglior cosa – lui prese di nuovo fiato, era proprio difficile parlarne… - Bè… sono tornato a casa dalla palestra, l’istruttore mi aveva detto che avevo fatto enormi progressi, che ero diventato una bomba, mi aveva gonfiato di orgoglio che, mischiato alla rabbia, fece di me un assassino. Entrai in casa, mamma non c'era, la stronza aveva appena concluso un bel servizietto a papà, dunque sai che ho fatto? Gli ho detto “ti aspetto in salone”. Dopo dieci minuti lui è sceso: “ho deciso che ti denuncio per molestie su un minore, e che dirò tutto alla mamma, così potrà chiedere il divorzio da un verme come te” … mio dio, ricordo quelle parole come fossero di ieri… lui naturalmente si è scagliato su di me, ma io ho avuto la meglio. Dovevi vedere la sua faccia Isa! Era rimasto allibito dalla mia forza, dal mio coraggio… quel ragazzino esile, pauroso, cacasotto, era diventato finalmente un uomo! Ed io non ho avuto pietà, ho agito fino all’ultimo, ripercorrendo mentalmente tutte le brutalità che avevo sopportato, le quali facevano crescere in me quel senso di non perdono, di odio e di rancore! – ora parlava con così tanta rabbia, si stava veramente sfogando, e Isa, piangendo, continuò ad ascoltarlo – Gli ho dato il colpo finale proprio mentre entrava mia madre che, sconvolta, venne ad abbracciarmi e mi chiese cos’era successo. Per la prima volta, le raccontai tutta la verità… mi aiutò nel processo, lei e il mio avvocato mi sostennero, dicendo che era stata legittima difesa. Dietro al banco degli imputati, io raccontai tutta la verità, ma mi condannarono per omicidio premeditato, anche se mi scagionarono subito dopo, grazie ad una cauzione molto salata che mia madre pagò. Tentai di cercarla, di chiamarla, ma lei non voleva più vedermi, e quando tornai a casa lessi la sua lettera. Seppi che lei sapeva tutto di quel tradimento, e aveva immaginato che quell’uomo mi metteva le mani addosso, ma che non poteva fare nulla, e che non avevo il diritto di togliergli la vita… ti rendi conto? – Perché l’ha fatto? – domandò Isa con un filo di voce – Perché lo amava… amava mio padre come nessuno ha mai amato qualcuno, e mai amerà, sulla faccia di questo mondo – E di te non le importava nulla? – Io ero nato per sbaglio, sono sempre stato uno sbaglio. Lui l’aveva messa incinta senza il suo volere, ma nonostante tutto lei lo amava… - Oh dio Michael… vieni qui – lui si lasciò andare tra le braccia di quell’angelo, si sentiva in paradiso… così stranamente vicino a Dio – Ora capisci perché sono diventato così cattivo?! E capisci l’importanza che hai tu per me, Isabel?! Tu mi hai cambiato! Mi hai reso sensibile, mi stai insegnando cos’è l’amore, cos’è la pace… il solo guardarti mi rende felice… Ho bisogno di te, Isa… non lasciarmi mai – Non succederà. Ora ci siamo incontrati, e ora non ci lasceremo più! – Non potrei sopportare la tua perdita… - Hai già sofferto abbastanza, ed io ti renderò solo più felice, Michael… fidati di me! – Hai tutta la mia fiducia e il mio amore – lei lo strinse forte a sé, sembrava un bambino, e pianse per la prima volta dopo tutto quel tempo… gli mancava sua madre, avrebbe voluto rincontrarla, ma… chissà… si sdraiarono sul prato, con gli occhi rivolti al cielo, e rimasero così, fermi, per due ore.

Michael si era addormentato tra le braccia di Isabel, e lei lo guardava innamorata, e in quel momento chiese piangendo a Dio – Perché gli hai fatto questo? Perché hai permesso che gli facessero così male? Io Ti sono devota, CREDO in Te, ma dov’eri in quel tempo? Cos’è un mondo senza amore? Cos’è un prato senza fiori? – e si promise una grande sfida contro di Lui, Gli disse che se non gli aveva mai dato gioia, ora c’era lei che l’avrebbe reso felice! … Quella notte, tornarono all’una a casa – E’ proprio tardi – affermò lei – Spero che i miei stiano già dormendo – Ne dubito, vista la luce della cucina accesa – Forse l’avranno lasciata per me! – Sé sé – E’ meglio che vada! – Sì, lo penso anch’io – Buonanotte – affermò Isa, baciandolo sulla guancia – Notte – lei aprì lo sportello e uscì. Salì le scale e stava per aprire la porta, quando… - Isabel! – lei si voltò di scatto, e lui le corse incontro – Che c’è? – le rispose con un bacio, al quale lei non reagì, ma rimase immobile, con gli occhi spalancati – Grazie – affermò Michael. Lui non si aspettava una risposta da parte sua, sapeva che l’avrebbe stupita con quel gesto, dunque scese le scale e tornò in macchina, poi corse via. Lei rientrò in casa e vide i suoi che si erano addormentati sul divano, così stese una coperta sopra di loro e salì in camera sua. Ordinò le coperte, indossò il pigiama, e si sdraiò… ripensò ore ed ore a quel bacio, si accarezzava continuamente le labbra e sorrideva. Si rese conto di amarlo più di qualunque altra cosa! Pensò subito a dove avrebbe potuto portarlo l’indomani, ma non ne aveva idea… gli fece uno squillo e lui le mandò un messaggio: “Buonanotte stellina. Ti adoro”. Lei rispose: “Buonanotte tesoro”… dopo di che fece subito uno squillo a Lily per sentire se ce l’aveva acceso. Sì, era raggiungibile, allora la chiamò – Isabel è successo qualcosa? – Sì – A sentirti sembrerebbe una cosa bella. Sei uscita con Cole? – Non solo! Mi ha baciata! – COSA??? Mio dio, dobbiamo parlare per forza… senti, ora sono con Bob, mi faccio accompagnare subito a casa e ti chiamo da lì ok? – Sul cellulare però, se no svegli tutti qui! – Va bene, ci sentiamo tra un quarto d’ora! – Ti voglio benissimo! – Ti adoro! – lei riattaccò tutta felice, e decise di andare da Selène, per salutarla, anche se sapeva che stava dormendo! Voleva solo vederla… Aprì la porta e le diede un bacio sulla fronte. Poi si voltò, ma… - Dove credi di andare? – domandò la sorellina, con la voce rauca dalla stanchezza. Isa la guardò e si sedette sul letto vicino a lei – Sono venuta a salutarti! – Sei appena rientrata, brava è! – Sono uscita con Michael – Lo sapevo tesoro! – stava per alzarsi, ma Isa la fermò – No no, ora dormi, domani ti racconto tutto! Anche perché fra poco mi telefona Lily! – Ah allora è successo qualcosa di eclatante! – Mi ha baciata! – Wow!! – la sorellina la abbracciò e rise – Sono proprio contenta! E tu? – E’ stata una cosa improvvisa, quindi non gli ho detto nulla, non ho reagito – Sei stata ferma come un manico di scopa? – Bè… in un certo senso… sì – Oh che suora sei! Io gli sarei saltata addosso! – E’ stata una sera magnifica, lui mi ha parlato dei suoi problemi familiari, ho scoperto che persona era, e perché è diventato così… poverino, ne ha passati di guai! – Bene, domani mi dici tutto! – Ok ok! Buonanotte passerotta! – Notte – e Isa tornò nella sua stanza, in attesa della chiamata di Lily… quando l’amica le telefonò, rimasero 1 ora al telefono, fino alle 2:15.

Era tardissimo, ma non avevano sonno! Isabel le raccontò quella serata stupenda, e Lily fece altrettanto! Erano così contente, e non vedevano l’ora di rivedersi per abbracciarsi forte forte… decisero di fare un’uscita in 4 l’indomani pomeriggio, dopo di che si lasciarono con un dolce “buonanotte”. La mattina dopo, alle otto Isabel era già in piedi; si alzò dal letto e si guardò allo specchio – Mio dio che orrore! – corse a lavarsi la faccia e a sistemarsi un po’ prima di scendere in cucina – Isabel sei già in piedi? – Sì! – Bè noi usciamo, ci vediamo a pranzo! – Aspetta mamma! – lei corse di sotto e chiese – Non è che per caso passate davanti ad una pasticceria…! Per caso è!? – Sì, le compriamo, scema! – Grazie! A dopo! – chiuse la porta e aprì la credenza per vedere cosa ci fosse da mangiare: fette biscottate, nutella, tuc, cornetti… decise che avrebbe preso un cornetto e si preparò un bel cappuccino. Mentre il latte si scaldava, accese il cellulare, ma non le arrivò nulla, allora scrisse lei a Michael: “Buongiorno tesoro, ancora dormi? Io mi sono appena alzata e sto preparando la colazione. Oggi usciamo in 4 è!? Dillo a Bob, ammesso che non gliel’abbia già detto Lily! Risp” … ma lui non rispose… Isa gli fece uno squillo, ma era irraggiungibile. Sorseggiò la tazza di latte mentre guardava un po’ di tv, ma continuava a fissare quella schermata! Niente… morto, come una foglia in autunno. Si alzò dal divano e si affacciò alla finestra – Che giornata…! – sì, faceva schifo! Tirava vento ed era nuvoloso… probabilmente si sarebbe messo a piovere a momenti. Pensò che non vedeva l’ora che arrivasse il Natale e di fare dei bellissimi regali a Lily e a Bob, nonchè uno altrettanto stupendo al suo amore! … E chissà cosa le avrebbe fatto lui…!  lo squillo del telefono di casa la distolse da quei pensieri. Balzò, credendo fosse lui… - Pronto? – Isabel buongiorno! – Oh Lily, da quanto tempo è!? – Sì, giusto da ieri notte…! – risero insieme – Devo darti una brutta notizia! – ad Isa per poco non venne un colpo – Che cosa? – Ehi che hai? E’ successo qualcosa? – Che devi dirmi? Riguarda Michael? – No, perché? – lei sospirò – Perché è irraggiungibile – E’ uscito con Bob, a quanto ne so io! – Ah bene! E a me non dice nulla? – L’hanno deciso stamattina – Bè ma Bob ha avuto il tempo di chiamarti, lui no?? – Isa che devo dirti io… non prendertela per questa cosa… avrà avuto i suoi buoni motivi scusa! – Sì vabbè… qual è la notizia? – Non posso venire oggi – Ah e perché? Che usciamo io, Bob e Cole? – Ma vuoi stare calma?! Non ti arrabbiare e non dire queste stronzate! – Allora? – Bob ha organizzato qualcosa a mia insaputa, quindi ha detto che non verremo con voi! Ma la cosa bella è che prenderà la macchina di Cole! – Sì e noi? Con che usciamo? – Tesoro, esistono i mezzi! – Eh sì, ve!? Non se ne parla neanche! – Mi dispiace, ma Cole ha già deciso e ce la lascia! – Dopo quello mi sente… Ma guarda s’è il caso arrabbiarsi di prima mattina! Che rosura! – Hai studiato ita? – Lasciamo stare va! – Io mi giustifico domani! – Quella non giustifica! – Eh allora faccio sega! – Ma fai quello che ti pare! – Vabbè ho capito, non è aria stamattina… mannaggia a Cole! Dopo mi sente pure a me! Ciao acidona! – Piantala! Peggiori solo la situazione chiamandomi così! … Divertitevi oggi, ciao! – riattaccò e salì in camera per studiare. Selène ancora dormiva, quindi cercò di ripetere a bassa voce. Guardò l’orologio poi e vide che era passata un’ora… poi sentì bussare alla porta – Chi è? – Chi vuoi che sia? – Ah Selène, buongiorno! – Ammazza, già ti rode!? – Sto studiando! – Ci vediamo a pranzo! – ironizzò Sele, ma Isa non rispose. Era mezzogiorno e mezzo, e suonarono il campanello – Isa vai ad aprire! – Sto studiando! – Ma ti si è incantato il disco? … Dai vai tu! Io sto in bagno! – Dio che rottura di scatole! – sbattè il libro sulla scrivania, e aprì la porta richiudendola con un tonfo. Scese le scale tutta arrabbiata – Perché non ti porti mai le chiavi, si può sapere!? – ma quando aprì la porta di casa non si ritrovò davanti i suoi genitori, bensì lui… MICHAEL!!!!!!! – Perché non le ho le tue chiavi di casa! – lei rimase senza parole, poi lo invitò ad entrare – Comunque buongiorno stellina! – stette per darle un bacio sulla guancia, ma lei si allontanò e si sedette sul divano – Che ci fai qui? – Credevo di farti una sorpresa! – Non l’ho gradita però! – Accidenti… hai dormito col culo scoperto? – e dal piano di sopra Selène rispose – Sì Cole! Tutta la notte! – lui rise – Buongiorno anche a te Selène! – Ora scendo a salutarti, un attimo! – ed Isa continuava a guardarlo, come se si aspettasse una spiegazione – Che ti è successo, me lo vuoi dire? – Perché non mi hai cercata? – Ero con Bob! – LO SO DOV’ERI! E non ti ho chiesto questo! – Lo ammetto, non c’ho pensato… è che… mi ha chiesto di prestargli la macchina e… - LO SO e questa cosa non mi sta bene! – Ma come fai a sapere tutto? – Perché Bob, a differenza di te, l’ha chiamata Lily! E lei mi ha informata! – Dai, ma te la sei presa per questo? – SI’!! – lui la abbracciò – Sei un amore! E ti chiedo scusa se ti ho fatto star male… non c’ho proprio pensato… e ho sbagliato! – Non ti prendeva mai il telefono! – aggiunse lei con una voce più calma – Mi dispiace tantissimo. Oggi mi farò perdonare! … A proposito! So già dove portarti, però dobbiamo prendere il treno fino a Termini! – Scusa è!? Ma Bob non ce l’ha la patente! – Lo so – E allora? Sei pazzo? – Sa guidare – Ma se lo beccano i carabinieri? – Isa, per un amico si fa questo ed altro! E poi lui dovrebbe avere un documento falso, quindi…! – Ah andiamo bene! … Senti, a scarso di equivoci o di NON RISPOSTE al cellulare, mi dai il tuo numero di casa? – Risponderà mio fratello se chiamerai! – Bè almeno è sicuro che potrò parlare con qualcuno! – E quanto la fai lunga! Te lo memorizzo sul cellulare! – Ti offro qualcosa? – Un bicchiere d’acqua grazie! – lei si alzò e versò un po’ d’acqua nel bicchiere – Insomma dove ci incontriamo oggi? – Vengo con Bob fin qui, poi andiamo alla stazione ad Albano, dopo di che lui va da Lily… quindi alle 4 direi! – Così presto? – gli porse il bicchiere – Grazie… sì, perché non va bene? – No, solo che… dove dobbiamo andare scusa!? – lui finì di bere – A Roma! – Eh grazie, questo l’ho capito, ma dove!? – Non te lo dico neanche per sogno! – Ciao Cole! – Ehi piccoletta! Fatti dare un bacio! (smack!) … come va? Ti sei appena alzata? – No, è da un po’ che sono in piedi! L’hai placata la tizia? – Sì sì, le ho chiesto scusa! – Mamma mia guarda! Non litigate più, se no mi spacca casa! – La volete finire piccioncini?! Siete insopportabili, quasi quasi vi faccio sposare! – in quel momento entrarono i genitori di Isa – Ciao a tutti! Ciao Michael! Che bello rivederti! Come va? – Bene signora… - Isa mi aiuti con la spesa? – e nel frattempo il signor Parker strinse la mano a Michael, in modo molto cordiale… ma cos’erano tutte quelle formalità?! Bah… - Michael rimani a pranzo? – No grazie, signora Parker, vado via! – Ma dai, abbiamo anche le pastarelle! – No davvero, non si disturbi! – E dai Cole, rimani! – supplicò Selène… così lui guardò Isabel, come per chiederle il consenso, e lei gli sorrise in un modo stupendo – Ok va bene… rimango! Grazie mille! – Perfetto! Sele, apparecchia di là, in camera da pranzo! – quindi mangiarono tutti insieme, Michael si divertì tantissimo, ormai quella era anche la sua famiglia… I ruoli si erano invertiti, quel giorno era Isabel che lo guardava, perché sapeva… sentiva il suo dolore per non possedere una famiglia così unita.

Dopo essersi abbuffati alla grande, salirono in camera – Bè? Come va? – Bene perché? – Per sapere – Sto proprio bene con voi, credo di volerti sposare…! – lei rise alla battuta, ma Michael non stava affatto scherzando. Voleva davvero sposarla, e amare quel padre e quella madre come fossero i suoi genitori… quei genitori che non aveva mai avuto! – Ti vedevo un po’ pensieroso ogni tanto! – Ah allora mi osservavi! – Ogni tanto, te l’ho detto! – rispose lei sorridendo – Mi vedevi pensieroso perché stavo pensando che devo chiamare Bob per metterci d’accordo – Speravo che stessi pensando a me – Sei proprio egoista! A te ci penso sempre, permetti che per una volta penso al mio migliore amico? – lei lo abbracciò e lui le diede un bacio sulla fronte – Sei bellissima – Come sempre! – Eh sì… come sempre! – Ma sto scherzando scemo! Mica sono così modesta! – Il mio, però, non era uno scherzo! – Dove mi porti oggi? – Surprise! – Per quanto hai intenzione di nascondermelo? – Finchè non arriviamo a destinazione! – Uffa! Vabbè dai, chiama Bob, che fra poco dobbiamo andarlo a prendere! – A che ora c’era il treno? – Alle 16:22 mi sembra, ve’? – Sì sì, bene… lo chiamo è!? – Fai fai, io vado un attimo di sotto – scese le scale e andò felice dalla mamma – Grazie grazie grazie mammina! – Di che? – Per averlo invitato a pranzo! – Ma guarda che puoi invitarlo anche te ogni tanto è!? – Mi vergogno! … Vabbè lasciamo stare… comunque vado a Roma col treno oggi! – Come mai non prendete la macchina? – Deve prestarla a Roberto! – Ah capisco… e dove andate di bello? – Non lo so – s’intromise il signor Parker – Tesoro vi informo che a Piazza Venezia c’è una specie di manifestazione, non so di che si tratta, comunque c’è un casino…! Quindi evitate, anche perché non è un luogo molto sicuro se c’è tutta quella gente! – Ok glielo dirò! Ma non credo che mi porta a Piazza Venezia! … Vabbè, vado su! A dopo! – Digli se vuole un caffè – Michael!!! Ha detto mamma se vuoi un caffè! – lui uscì dalla stanza – Con piacere, grazie! – Lo prendo anch’io mamy! – Scendete giù allora! – Insomma, che ti ha detto Bob? – Va bene, lo andiamo a prendere alle 15:45 – Ok. Cioè io dovrei studiare per domani, ma non ho proprio il tempo materiale! – Ti assicuro che torniamo per l’ora di cena, non preoccuparti! – Sì, ma su quello non c’era dubbio perché comunque i signori qui presenti non mi farebbero far tardi! – Ecco brava tesoruccio! Alle otto si cena, quindi fatti qualche conto…! – lei sorrise.

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Più tardi uscirono, prima presero Bob, poi andarono alla stazione e salirono sul treno. Sapete dove la portò Cole?? … Al Pincio naturalmente!! Il panorama più romantico di Roma!! Affittarono un Risciò per divertirsi un po’ (naturalmente guidò lui…!! ) dopo di che si affacciarono alla terrazza per vedere il tramonto su S.Pietro – E’ stupendo! – Lo sai? Sono venuto decine di volte qui al Pincio per incontrarmi con gli amici, o per il live di trl con i Gemelli Diversi, ma mai, ti giuro mai, mi sono fermato a guardare il panorama… - I miei mi ci portavano quand’ero piccola, quindi non lo ricordavo tanto bene… non lo ricordavo così bello! – Perché non c’ero io – Il tramonto è sempre quello! – ironizzò lei – Isa ma mi rovini sempre l’atmosfera! – lei si fissò sulla cupola di S.Pietro e su qualche stellina che cominciava a spuntare – Voglio tornarci a Natale qui, sperando che nevichi! … Voglio vedere gli addobbi, l’albero di Natale a Piazza Venezia, voglio respirare l’aria natalizia… Insomma Michael… voglio trascorrere il Natale con te – E insieme lo passeremo – Giuralo – Non c’è bisogno di giurare, ti do la mia parola! Anch’io voglio stare con te quel giorno! – lei sorrise e in quel momento squillò il cellulare di Cole – Oh ma chi è che rompe!? … Kail?? … Mò che vuole?! … Scusami Isa, devo rispondere – Fai pure! – Kail che vuoi? … Sì, perché? … Cazzo, che è successo? … Bastardi, li ammazzo! Tu sei lì ora? … Sbrigati ad andare da lui, per dio! Io arriverò sul tardi, perché sono a Roma e devo riprendere il treno! … Porca puttana, accidenti a me! … E’ colpa mia vaffanculo! Ma adesso non perdiamo tempo, vai da lui! – riattaccò – Andiamo via – affermò lui, cominciando a camminare impettito – Michael cos’è successo? – Un problema con Bob – Che è successo? – Gliel’hanno suonate di santa ragione, … un gruppo di stronzi coi quali siamo sempre stati in conflitto! … Vermi… - E come sta? – Se lo sapessi non me ne andrei ora! Kail deve ancora andare là, dice che l’ha avvertito Tom – E Lily? – Sono a Rocca di Papa – Sì ok, ma Lily? – Ti dico che il mio amico è stato malmenato, e tu mi chiedi di lei? – Stavano insieme, Michael! – Bè lei sta bene! – Cazzo FERMATI! – lo bloccò – Devi dirmi come sta, hai capito?! Cosa le hanno fatto? Dov’è? – Non lo so come sta, cazzo! Stiamo andando su apposta, ci arrivi a capirlo? – Stronzo – non si parlarono più, presero il treno, ma arrivarono comunque molto tardi, infatti Kail e Tom avevano già portato Bob e Lily all’ospedale – Cole eccoti finalmente! … Ciao Isa – Kail come stanno? – In pessime condizioni, ma pare che non sia nulla di irreparabile – Dove sono? – In quella stanza, ma non possiamo ancora entrare – s’intromise Cole – Che cazzo è successo?! – Quei bastardi Cole… io te l’avevo detto che non dovevamo risparmiarli! – Sono troppo buono – No, sei troppo stronzo! – Che gli hanno fatto? – A lui l’hanno bastonato, infatti è pieno di lividi, e a Lily le hanno giusto dato uno schiaffo per allontanarla e qualche calcio – Che cosa?? – domandò Isa e Tom rispose – Sì, purtroppo hanno beccato pure lei… perché ha tentato di proteggerlo evidentemente… non so come sono andati esattamente i fatti, perché quando li ho trovati non riuscivano a parlare per i dolori – la parola tornò a Kail – A proposito Cole… la tua macchina ha subìto qualche danno! – Cosa di preciso? – Ruote bucate e graffi sulla carrozzeria… graffi che ti costeranno un occhio della testa – Cazzo – Ma che ti è saltato in testa, me lo vuoi dire? Perché gli hai lasciato la macchina? – Mi ha chiesto un favore e l’ho accontentato…! Dov’è la macchina ora? – Su a Rocca… se vuoi la andiamo a prendere – Domani, tanto non se la frega nessuno! – Come vuoi –

più tardi, però, Isabel dovette tornare a casa… l’indomani doveva andare a scuola, non poteva mancare… Si ricominciava dunque la settimana… e lei non aveva toccato per niente libro il giorno prima… se la stava facendo sotto… si vide con Michael davanti scuola, anche per avere notizie su Bob e Lily, ed era scoppiata a piangere perché aveva paura per loro due. Lui cercò di calmarla, dicendole che sarebbero usciti dall’ospedale quel giorno stesso… In prima ora Isa aveva francese, ma non se ne curò poi tanto… era lontana con la mente, era in quella stanza d’ospedale con la sua migliore amica… guardò ripetutamente il banco di Lily, come se si aspettasse di vederla lì seduta, a fare i disegnini… cercava un miracolo. Non seguì per tutte le lezioni, e alle 10 vide il cellulare illuminarsi nel suo astuccio! Un messaggio! Michael! Pregò affinchè ci fossero buone notizie e infatti…: “Sono usciti, li sto portando a casa. Ti salutano tanto. Come va li a scuola? Comunque eri stupenda stamattina… Ti voglio bene!” naturalmente Isa era felicissima che i suoi amici stessero bene, e si emozionò per quella frase così bella… era diventata tutta rossa…! Sospirò per riprendere fiato, e i suoi occhi si illuminarono di gioia. Il cuore le batteva a mille, avrebbe tanto voluto rivederlo ed abbracciarlo! Anzi no, voleva baciarlo… ma no, non era ancora tempo! E poi non l’avrebbe mai fatto il primo passo! Ma che bello, che romantico che lui ancora non c’avesse provato! Gli rispose al messaggio: “Tutto ok per ora… dì a Lily che quando torno a casa la chiamo! Grazie per il complimento comunque! Ti voglio bene anch’io”. Da quel momento in poi ricominciò a seguire le lezioni, ma ormai era giunta l’ultima ora… l’ora dei sacrifici… l’ora di italiano, in altre parole – Buongiorno ragazzi! … Allora, che facciamo oggi? – tutti tacquero, non volava una mosca in quella classe – Mamma mia, siete una massa di cadaveri! Ragazzi, un po’ di brio! … Vabbè, spiego Goldoni va! – tutti si guardarono allibiti: ma non doveva interrogare??! … Meglio non ricordarglielo, comunque. Quella giornata passò così e, tornata a casa, Isabel chiamò immediatamente la sua amica. Quel giorno non uscì con Cole, ma andò da Lily per farla sfogare, per sapere com’erano andati i fatti, per farla calmare, ma anche per aiutarla a studiare italiano, visto che l’indomani avrebbe di sicuro interrogato! L’avevano passata liscia quel giorno, ma con la Scagliola non ci si salvava mai più d’una volta…!! Lily pianse tanto, era proprio distrutta, disse che era assurdo che nel mondo ci fosse tanta cattiveria e tanta violenza – Dovevi vedere come lo picchiavano Isabel! – continuava a ripetere… Alle otto Isa rincasò e la mamma la avvertì che aveva telefonato Michael – Che voleva? – Non lo so, non me l’ha detto – Bè ma… richiama? O lo richiamo io? – Non me l’ha detto! Ha risposto “va bene, non fa niente, la ringrazio lo stesso” – E’ successo qualcosa – Perché? – Perché non è normale che fa così! – si precipitò a chiamarlo, ma il cellulare era irraggiungibile, così lo chiamò a casa – Pronto? – rispose il fratello – Ehm buonasera, c’è Michael? – No è uscito, chi lo cerca? – Isabel, Isabel Parker – Mi dispiace Isabel, devo lasciargli detto qualcosa? – Sì, che lo sto cercando! – Ma… c’è qualcosa che non… - No nulla… grazie, scusi il disturbo! – e riattaccò. Riprovò al cellulare, ma ancora niente – Rispondi santo cielo! – provò a chiamare Bob, ma il telefono squillava senza risposta – Ma dove sono!? Accidenti! … mammaa! – Che c’è? L’hai sentito? – No, è irraggiungibile! A che ora ha chiamato? – Alle 6 all’incirca! – Due ore fa, due ore fa! – Ma perché ti agiti!? – Perché lo conosco, avranno combinato qualche casino! Dio aiutami te, ti prego! – Isabel si chiuse in camera, in attesa di una chiamata, e iniziò a pregare – Dio proteggilo, fai che non gli sia successo nulla, ti prego, ti scongiuro! – quando scese giù per cena, e masticò il primo boccone, lo rigettò subito… aveva lo stomaco chiuso, non poteva mangiare con quella preoccupazione enorme!

Erano le 22:00 quando squillò il telefono – Pronto? – rispose al primo squillo – Isa – Michael che è successo? – cominciò a piangere – Mi ha detto Davide che hai telefonato! – Che è successo, Michael!? – Niente tesoro, perché eri così preoccupata? – Dimmi la verità, ti prego! Avete rincontrato quei tizi vero? – No, sono uscito con gli amici, e siamo tornati ora! – NON E' VERO! – sbottò lei – Senti cosa vuoi che ti dica?! E’?!? Che ci siamo incontrati e ci siamo ammazzati di botte?! Bene, te l’ho detto, è così! Li abbiamo pestati a sangue… punto… - lei cominciò a singhiozzare – Così non finirà più questa storia Michael – Non dovevano toccarli – ora Isa non riusciva più a parlare per quanto piangeva – Ehi Isa – niente – Isabel rispondimi – Perché!? – Cosa? – Perché sei così? – Per dio, ma ti sembra giusto quello che gli hanno fatto? – Voi ve le andate a cercare cazzo! – Senti Isa, ci risentiamo quando ti sarai calmata – Aspetta! – ma lui attaccò. Stavolta non s’era proprio regolato, non doveva trattarla in quel modo… non a lei! S’incazzò da morire e decise di non cercarlo più. Si mise a letto e di nuovo non aveva toccato libro, accidenti! Sapeva giusto qualcosina di italiano, grazie a Lily, ma niente più… si addormentò poco dopo, ma alle 3 la svegliò lo squillo del telefono. Si spaventò: chi poteva essere a quell’ora? Pensò subito a Michael, che era successo qualcos altro! – Michael? – No, sono Lily – Tesoro, che hai? E’ successo qualcosa? – l’amica scoppiò in lacrime – Non riesco a dormire Isa! Li ho sognati, ho sognato quei tipi! – Lily tranquilla, ascoltami… devi stare calma ok? – Perché aspettavi a quest’ora la chiamata di Michael? – Niente, abbiamo litigato – E perché? E’ successo qualcos altro con quelli? – No, ma cosa ti salta in mente!? – Isa non dirmi cazzate! Sei l’unica di cui mi posso fidare! Non mentirmi anche tu! – lei sospirò, pronta a dire la verità – Dice che li hanno picchiati a sangue – Li hanno rincontrati? – A quanto pare – CAZZO! MA SONO DEFICIENTI!?!? – E’ ciò che gli ho detto anch’io ed è per questo che abbiamo litigato! – Mi ha svegliata un incubo… Isa non sarà mica un segno!? … non è che sta succedendo qualcosa? – Ma no Lily, stai tranquilla! – Isa ho sognato… - Lily sono solo sogni! – E se si avverassero? – Lily è un’assurdità! – Gli sparavano Isa – SMETTILA CAZZO! – l’amica tacque – Oh scusa Lily, è che… - E’ che sei spaventata quanto me – Sì, è proprio questo – Vuoi saperlo allora? – No, non pensiamoci, tanto non è vero – Sparavano a Kail, davanti agli occhi di Cole e Bob e poi… anche loro… avevano del sangue addosso… - Isa rimase senza parole. E se Lily c’avesse davvero preso? A volte capita… mio dio – Ci credi anche tu, vero Isa? – No, no è proprio questo il punto, non ci credo! E non devi crederci nemmeno te! Vai a dormire, domani abbiamo un’interrogazione… è questo che devi sognare! – Buonanotte Isabel – Notte Lily – attaccarono, ma entrambe passarono la notte in bianco.

Lily si alzò dal letto e andò in cucina a prepararsi una camomilla. Non riusciva proprio a dormire. Provò a fare uno squillo a Bob, ma ce l’aveva spento – Bè, se non altro è possibile che stia dormendo se ce l’ha spento! – cercò di pensare positivo, anche se la sua mente le ripeteva “e se sta con quei teppisti?” … versò dell’acqua in un bricchetto e la mise sul fuoco. Accese la tv e ascoltò le notizie di tutti i tg, tanto non aveva di meglio da fare – Lily ma che fai? – Mike che ci fai in piedi? – Ho sentito dei rumori e sono venuto a controllare! – Sì, inventatene un’altra! Ti sarai cacato sotto dalla paura… torna a dormire – E tu che stai a fa, scusa!? – Non riesco a dormire ok? Torna a letto, fila! – Notte – Buonanotte fratellino! – ma a quelle voci, naturalmente, si svegliò anche la signora De Santis – Lily ma… sono le 4! – Ah mamma, scusa se ti ho svegliata – Oh dio, in realtà non mi hai svegliata tu, ho fatto un incubo… - lei si voltò di scatto – Che tipo di incubo? – la mamma la guardò perplessa – Come mai ti interessa? – Perché anch’io ho fatto un brutto sogno! – Tuo padre? – Ah… no… non ho sognato lui… tu sì? – la mamma annuì – Non me ne faccio una ragione, ho sempre la speranza che a qualsiasi ora, la porta possa aprirsi ed entri lui – E’ stato cattivo, mamma – Perché, tu non lo speri? – No – No?? – Sì, ok, lo desidero tanto. Desidero avere un padre affettuoso, non avrei mai voluto che se ne andasse, ma purtroppo so anche che non tornerà – Ma perché? – E’ passato troppo tempo! – Una settimana – NON IMPORTA! … Scusa mamma… - Ne hai parlato con Isabel? – No, non ho avuto il coraggio di dirglielo – E quando pensi di dirglielo? Lily, siete cresciute insieme, è la tua migliore amica! – E tu l’hai detto a Marina? – No – E allora non hai il diritto di rimproverarmi! – Qui l’acqua è calda, prendi la bustina della camomilla, te la preparo io – Grazie… - Prenditi la pasticca, e cerca di calmarti, che ultimamente ti vedo molto su di giri… - Mamma… - Sì? – Perché ci ha lasciate? – Piacerebbe saperlo anche a me tesoro –

Isabel si alzò dal letto e scese in cucina. Pensò a Lily e al suo sogno, e pensò anche che di sicuro non stava dormendo, proprio come lei… era di sicuro in cucina a prepararsi una camomilla o un thè caldo, per calmarsi… era solita fare così, in genere. Era ignara dei problemi della sua amica, e non sapeva neanche di quante pasticche prendesse ogni giorno… Decise di prendersi anche lei una camomilla. Guardò l’orologio: le 4:15. Accese la tv e fece un po’ zapping con il telecomando, ascoltò qualche tg, e sorseggiò la camomilla bella calda. Alle 5 però la stanchezza vinse sulle preoccupazioni e si addormentò sul divano. La mattina, alle 7, la signora Parker svegliò la figlia – Oh mamma, buongiorno! Sono le 5? – No tesoro, sono le 7 – Le 7? – Non hai dormito stanotte? – Sono rimasta alle 5! – Me ne sono accorta! In queste condizioni non puoi andare a scuola – NO, non se ne parla neanche! Ecco, vedi!? Sono già in piedi! – corse su per le scale e cominciò a prepararsi. Prese l’autobus insieme alla sua amica – Lily che cera! – Non parliamo della tua! – Non hai dormito è!? – Neanche tu, a quanto pare! – Siamo due sceme! Dobbiamo calmarci un po’ – Fosse facile! – Dai, tanto adesso ci staranno aspettando lì davanti scuola! – Speriamo! – scesero dal bus, ma non c’era nessuno ad aspettarle – Mio dio – affermò Lily ed Isa – Dai, forse… forse oggi non potevano… - gli occhi le si riempirono di lacrime, e Lily scoppiò a piangere – Lily ti prego… non è successo nulla, vedrai! – E allora perché non c’è nessuno!? Neanche Tom e Kail! – Andiamo dentro, qualcuno li avrà visti! – chiesero di loro, ma nessuno li aveva visti quella mattina. Isabel telefonò al cellulare di Michael, ma rispose una voce diversa… era Davide – Isabel? – Sì sono io, Michael? – Sono all’ospedale, corri! – Quale? – Al S.Giuseppe! – riattaccò – Lily dobbiamo muoverci, sono in ospedale! – E come… - Al diavolo la scuola! Andiamo! – presero il primo autobus e andarono in ospedale. Salirono parecchie scale, finchè non arrivarono a destinazione – Ciao, sei Isabel? – Sì, e lei è la mia amica. Tu sei Davide? – Il fratello di Michael – Come sta? – Distrutto, ma guarirà – E Bob? – Anche lui è in pessime condizioni, ma ce la faranno. L’altro amico è entrato in coma, invece – Kail?? – chiesero all’unisono Isa e Lily – Sì, Kail – le due amiche si guardarono spaventate, poi si sedettero in attesa di poter entrare nelle rispettive stanze – Davide tu sai cos’è successo? – Certo, li ho riconosciuti quei bastardi! Devo solo riferirlo al mio capo, e li arresteremo! Non vi preoccupate… sarà fatta giustizia! – Ma scusa, tu sei… - Un carabiniere, sì – Ah capisco… ma come sono andati i fatti? – Tempo fa c’era stata una rissa in un bar, mio fratello e i suoi amici avevano 17 anni, si sono azzuffati con questi tipi, poi sono intervenuto io, che li ho separati. Erano monelli, non credevo che la cosa sarebbe andata avanti! Così non li ho denunciati! … Poi ecco ora sono tornati, hanno picchiato prima Bob con la sua ragazza e… - La sua ragazza sono io – Ah sei la famosa Lily? – Sì, piacere – Brutte circostanze per una conoscenza, però… piacere, Davide. Comunque dicevo, dopo questa cosa, mio fratello non è che si è fatto gli affari suoi! No! E’ andato a ricercarli insieme a Kail e Tom e li hanno conciati per le feste… - E quelli si sono vendicati – finì Isabel – Sì, ma stavolta le cose sono degenerate, non si sono più menati, quelli avevano delle pistole! – Mio dio – Kail è entrato in coma con 2 colpi al torace, Michael e Bob sono stati colpiti una sola volta, ma… - Che cosa?? Anche loro…!? – No no tranquille, fatemi parlare! Il rimbalzo della pallottola contro il pavimento li ha colpiti, mentre Kail ha proprio due pallottole nel torace! – Mio dio… povero Kail… - Sono arrivato io, attirato dagli spari, ho pensato a soccorrere loro, e i miei colleghi a rincorrere quei teppisti, che sono stati più veloci però – Li prenderete vero? – Sicuro! – Altrimenti questa storia non finisce più, io gliel’avevo detto a Michael! Ma perché non mi ascolta? – Perché non ascolta nessuno! Le persone care non gliele devono toccare – Lo so. Lo conosco ormai… - Vado a prendere un caffè, volete qualcosa? – No grazie – le due amiche si guardarono, e Lily cominciò – Mi sto spaventando di me stessa – Lily tu hai sognato che Kail moriva, non che… - la sua voce si bloccò. Forse Kail non sarebbe riuscito a uscire dal coma – No Lily, non dobbiamo pensarlo neanche per scherzo! – E se succede così? – Santo cielo – Ma come ho fatto a prevedere tutto? – Dio aiutaci te! – stettero altre due ore in sala d’attesa, non ne potevano più. Arrivò il dottore – Potete entrare… i due ragazzi sono molto stanchi, quindi non fate troppe domande, mi raccomando – Vai Isabel, entra tu – No, vieni anche tu, sei suo fratello! – Ora lui ha voglia di rivedere te, quindi entra – Grazie – lei entrò nella stanza e gli diede un bacio sulla fronte – Isa – Ciao – Scusami – Shh… non sforzarti – Sono stato uno stronzo – Ti ho già perdonato – Dove sono Bob e Kail? – Bob sta bene, si è svegliato, è con Lily – Kail? – bisbigliò Michael e lei dovette per forza dirgli la verità – E’ entrato in coma e non si hanno ancora notizie su di lui – E’ tutta colpa mia – E’ colpa di tutti, non solo tua – Non l’ho difeso – Non avresti potuto – Se muore mi ammazzo – Potevi pensarci prima – Non potevo risparmiarli una seconda volta, ci avevano fatto troppo del male – Senti, ora devi riposare ok? – Ok – Come ti senti? Ti fa male la gamba? – No, è tutto apposto. Non mi hanno colpito. Brucia un po’, ma nulla di grave – Bene… Io rimango qui, ok? Non ti lascio, ma tu devi dormire un po’.. Comunque tuo fratello ha detto che li arresterà! – lui si girò su un fianco e cercò di dormire. Isabel non lo abbandonò un solo momento, e anche Lily fece lo stesso con Bob. Finchè… - Isabel? – Davide? – Puoi venire un momento? – la sua voce era stranissima, e Isa capì ancor prima di sentire – Cosa devi dirmi Davide? Qualcosa che non mi piacerà vero? – Non ce l’ha fatta – lei scoppiò in un pianto silenzioso, non voleva che Michael si svegliasse, e in quel momento uscì Lily dalla stanza di Bob – Cos’è successo? – ma si rispose automaticamente, guardando gli occhi dell’amica. Si abbracciarono – Adesso come lo diciamo a loro? – domandò Lily tra i singhiozzi, ma Isa non rispose.

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


I funerali furono fissati per il 9 dicembre. Bob e Cole si erano come trasformati nel frattempo, erano diventati silenziosi, duri, non volevano vedere nessuno. Sembrava che anche il loro amore per Isabel e Lily fosse d’un tratto svanito. In realtà, spesso, il dolore ti fa fare cose che non vorresti, ti fa dimenticare di quelle bellezze che sono sempre esistite nella tua vita… ti fa odiare la vita stessa… Isa e Cole non si erano più visti in quei due giorni che li separavano dai funerali, come anche Lily e Bob. Alle tre del pomeriggio si svolsero le esequie e fu lì che si rincontrarono. Lily ed Isabel andarono insieme verso la Chiesa, senza dire una parola. Le campane suonavano molto lentamente, sembrava stessero piangendo, come faceva del resto molta gente in quella piazza. C’erano tantissime persone, Isa provava un senso di vergogna nell’alzare lo sguardo… non sapeva perché… percepiva le occhiate della gente: “Guarda, quella è la ragazza di Michael, l’amico di Kail. Quello che l’ha portato alla morte” … le sembrava di impazzire, ma Lily le mise un braccio intorno alla vita, quasi come se avesse sentito i suoi pensieri, e bisbigliò – Facciamoci forza – a quella frase, Isa ebbe il coraggio di guardare avanti e incontrò subito lo sguardo di Michael, che la fissava da lontano. Lei continuò a guardarlo, voleva fargli forza, ma lui abbassò la testa. In macchina arrivarono gli zii di Kail e i cugini, ma non si videro né la mamma né il papà di quel ragazzo. Uno zio, in particolare, non riusciva a reggersi in piedi per il dolore, e ad Isa quella scena mise così tanta tristezza, che pianse per una prima volta. Dopo 5 minuti parcheggiò davanti alla Chiesa il carro funebre e i becchini portarono la bara davanti all’altare, seguiti dalla massa di persone. Nel guardare quella cassa là, poggiata sull’altare, con la foto di Kail sulla moto, Isa e Lily scoppiarono in un pianto silenzioso, e si consolarono a vicenda. Lo zio gridava, ripetendo – Apritegli! Lui è vivo! Aprite quella cassa, lui vuole uscire! Sta soffocando! – mio dio… era una scena orribile… Michael non versò una lacrima, a differenza di Bob che pianse dall’inizio alla fine – Cari fratelli e sorelle, siamo tutti qui riuniti oggi per dare l’estremo saluto a questo caro ragazzo. Lo conoscevamo tutti, Kail era davvero speciale… lui non era credente, ma mi diceva sempre che lo sapeva che qualcuno ci osserva da lassù… ora è nel Regno dei Cieli, e siede accanto a Dio, così forse, una volta per tutte, potrà convincersi che esiste davvero un’Entità Maggiore, ed è sempre esistita fin dall’inizio dei tempi – il sacerdote tornò a sedersi, e cominciarono a parlare le persone che lo conoscevano. Prima o poi anche Isabel e Lily sarebbero dovute salire sull’altare, infatti Isa si voltò verso l’amica – Non so se ce la faccio – Ce la faremo – Non mi ricordo nulla di quel discorso che avevamo preparato – Parla con la voce del tuo cuore – prima di loro parlò Bob – Vi chiedo di scusarmi se non riuscirò a finire questo discorso, ma sapete? Kail era come un fratello per noi – cominciò a piangere – Abbiamo rischiato di essere uccisi anche noi, e vivremo sempre ponendoci questa domanda: perché non è toccato a noi? … Perché Cole? … Perché è successo proprio a lui? – la voce tremolante di Bob evidenziò la chiara crisi del momento, dunque Michael prese il microfono e disse solo – Ciò che ho da dire non lo dirò a voi, ma a lui – si avvicinò alla bara e diede un bacio alla sua foto, poi si allontanò, mentre Bob gridava – Perdonami Kail! Perdonami! – e allora toccava a loro…

Isabel salì le scale, sorretta dall’amica. Si avvicinò al microfono e guardò Michael, come se stesse cercando un appoggio. Stette per un po’ zitta, poi cominciò – Io Credo nel mondo di Dio… Credo nelle parole del sacerdote, e so che adesso Kail è felice, perché è in Pace. Questo non deve impedirci di soffrire, il dolore è umano e inevitabile, ma deve darci la forza di andare avanti e non mollare mai. Anche questo fa parte della vita. Non so chi mi da la certezza di un mondo migliore, di un Giudizio Finale, e non so chi mi da la forza di pensare che verrà, un giorno, l’eclissi del Male e il sorgere di una nuova alba, ma so che tutto questo è dentro di me! Forse vi sembreranno inutili e stupide queste parole, ma credetemi, noi tutti siamo destinati a rincontrarci prima o poi. Io stessa, quando succedono cose brutte, chiedo a Dio “perché hai permesso questo?”, quindi comprendo i vostri stati d’animo, ma… io so, lo sento… so che… - fece una pausa e si asciugò qualche lacrima, respirò profondamente e concluse – So che lui ci sta guardando, e non vuole vederci così. Non diamogli questo dolore, non provochiamo ulteriore sofferenza a un ragazzo che ha dovuto sopportare già tante cose… pensiamo alla sua felicità ora… - poi si voltò verso la bara e affermò – Solo così lui resterà davvero nei cuori di ognuno. Solo così potremo dire di averlo amato davvero – detto questo scese le scale e tornò a sedersi. Era stato proprio difficile, ma ce l’aveva fatta, e il discorso che aveva fatto non aveva nulla a che fare con quello che aveva preparato il giorno prima… le era uscito dal cuore. I funerali terminarono un’oretta dopo, e tutti seguirono il carro funebre fino al cimitero – Sapevo che ce l’avresti fatta – E’ stato difficile – Ma l’hai fatto – Già… - E’ stato bello ciò che hai detto, soprattutto quando mi sono resa conto che non era un discorso preparato! – Grazie Lily – Ma ci credi davvero? – Sapevo che me l’avresti chiesto. La risposta è sì. Ci credo – Perché questo è trapelato dalla tua voce. Che ci credevi sopra ogni cosa, che ne eri certa – Sono contenta – guardarono i becchini riporre la bara nel fornetto e, a turno, vi poggiarono vicino dei fiori, poi fecero le ultime preghiere – Voglio andare via Lily – Stai male? – Sì, mi sembra di svenire – Ok, andiamo – Aspetta, non li salutiamo? – Ok, andiamo – si avvicinarono a Bob e a Michael, si guardarono per un po’, poi cominciò Lily – Noi stiamo andando, Isabel non si sente tanto bene – Ci vediamo – affermò Michael, poi si voltò, dunque le due amiche uscirono dal cimitero e tornarono verso casa. Per tutto il tragitto non parlarono, poi Isabel domandò – Perché non ci parlano? – Dagli tempo – Ma che abbiamo fatto di male noi? – Nulla… ma il dolore li sta uccidendo, e le ultime persone cui pensano siamo noi. Non per cattiveria, bada bene – Ho capito… - Ecco, siamo arrivate a casa tua. Ora vai a letto e riposati – Lily puoi sfogarti. Oggi sei stata fin troppo forte, ma adesso puoi scendere da quell’altare… puoi uscire da quella chiesa… ora sei con me, puoi essere te stessa – Penso che dobbiamo rimanere insieme oggi – Lo penso anch’io, vieni, entra in casa – appena si chiusero in camera Lily scoppiò in un pianto disperato.

Purtroppo i giorni che seguirono non furono dei migliori, ma piano piano Bob e Cole si stavano riavvicinando… c’era ancora un po’ di angoscia nella scuola, davanti all’armadietto di Kail c’erano sempre tantissimi fiori e tanta gente, ma alla fine anche quella storia sarebbe passata… presto tutti si sarebbero dimenticati di quella vicenda, i fiori davanti all’armadietto sarebbero appassiti e nessuno li avrebbe cambiati. Kail sarebbe diventato un ennesimo morto in età giovanile, così lo avrebbero definito... ma no... per Isa, Lily, Bob, Cole e Tom, Kail era una dolce farfalla volata via, in cerca di pace, in cerca di vera gioia, in cerca di amore… quell’amore che nessuno ha saputo dargli, nemmeno i suoi genitori. Ogni volta che passavano di fronte a quell’armadietto, era impossibile per loro trattenere le lacrime, e così sarebbe stato per sempre.

15 dicembre: Isa studiò inglese per due ore di seguito; non le pesò assolutamente quel tempo trascorso sul libro, perché sapeva che poi avrebbe rivisto Michael, avrebbe passato un altro bel giorno con il suo grande amore. La mamma bussò alla porta – Isa! – Sì, che c’è? – Ho preparato la torta! Ne vuoi un po’? – Magari dopo – E dai! E’ una millefoglie! Apri che è buonissima! – lei sorrise, e ripensò a quante volte la mamma, in quel periodo, aveva cercato di farla star bene per un solo secondo. Così si alzò dalla sedia e aprì la porta – Ho superato me stessa tesoro! – Bè, anche perché non è che ci voglia molto per superarti! – Ah-ah… simpaticona… - Non mi hai mai fatto un dolce in vita tua! – Eh non esagerare ora! L’eterna incontentabile! … Dai dai, siediti! Ti servo io! – Oh dio mamma! – la madre le preparò il piatto e si sedette di fronte alla figlia con sguardo speranzoso. Isa ingoiò un piccolo boccone e sorrise – Non posso crederci, signora Marina Parker! E’ buonissima! – Wow! Sono proprio contenta! – Ne prendo una fetta anche per Michael, posso? – Ma certo! Puoi anche farlo venire qui, gli offriamo la merenda! – No mamma, oggi è la prima volta che riusciamo dopo tutto quello che è successo, quindi preferisco… - Ah sì sì scusa, non c’avevo pensato… Senti ma… come sta? – Non voglio chiederglielo, per paura di riaprire la sua ferita. Cercherò di farlo divertire oggi – così tagliò una fetta e la incartò – E tu? Come stai? – Meglio, rispetto a prima – Lo so, questo l’ho notato. Mi hai fatto star male per così tanto tempo! Ti vedevo sempre triste, mai un sorriso… per questo oggi ti ho fatto la torta! – Sei dolcissima mamma, come sempre – A che ora esci? – Alle 5 – Sono felice – Lo credo bene! E’ la prima volta che ti viene bene un dolce! – la mamma rise e Isa continuò – Sé ridi ridi! … Anche al mio compleanno hai tentato di uccidermi!  - Ma scema! Non intendevo quello! Sono felice per te e Michael! – Oh dio mamma, mi fai… - Isa cercò di non piangere, non finì la frase ma preferì abbracciare la madre per dirle solo “Grazie”, dopodichè corse in camera, a prepararsi. Alle 16:50 le squillò il cellulare, era lui… ed era sotto casa. Isabel si affacciò alla finestra e lo salutò per fargli capire che stava scendendo, infatti di corsa fece le scale, prese la torta e uscì – Ciao! – Ciao! … Che hai lì? – Un regalino per te! – Ah bene… Allora è azzeccato il posto in cui volevo portarti! – Ovvero? – Anch’io ho un regalo per te! … Eccolo – Ma cos’è? – Una benda nera! – Sì e… a cosa servirebbe? – A bendarti! – Ma per fare cosa? Giochiamo a mosca cieca? – Può darsi… tu copriti gli occhi! E guai a te se sbirci! – Ok, sto al gioco! – lui mise in moto la macchina e durante il tragitto parlarono, risero, scherzarono… fu tutto così magico! Soprattutto perché anche lui si stava riprendendo dopo quella grande perdita… Lei lo prendeva in giro dicendo che tanto la riconosceva la strada – Lo so dove stai andando! – gli ripeteva… e lui rideva, perché la amava alla follia!!! Arrivato a destinazione, parcheggiò – Stai ferma lì e non toglierti la benda… vengo ad aprirti lo sportello! – Ah siamo diventati anche degli gentleman! – lui aprì e lei sentì subito dei gabbiani, ma non ci fece caso – Dove siamo? – Non senti l’odore? – Ah mi hai portata a cena fuori?! – Sé, a quest’ora!! Ora dobbiamo camminare un po’ e arriviamo dove voglio io! – Ma c’è gente? Che figura! Io davanti a tutti con questa benda! – La gente c’è, ma mi guardano con occhi innamorati! Lo sanno che ti sto facendo una sorpresa! – Che scemo! – Attenta, devi salire degli scalini… - Questi non sono scalini, sono rocce! Ma dove siamo, in montagna?! – Quasi! – rise lui… in realtà era tutto l’opposto!!  - Bene… siamo arrivati… - le tolse la benda e lei rimase sbalordita… non le uscirono le parole…

Erano sul molo, e di fronte a loro c’erano il mare e il tramonto! Il vento soffiava forte, le onde si infrangevano contro gli scogli, gli uccelli volavano verso l’orizzonte… Isabel colse tutto l’incanto di quel momento e lo racchiuse nel profondo del suo cuore, certa che non l’avrebbe mai dimenticato! Non riuscì a parlare, ma guardò Michael negli occhi e lo abbracciò. Era così bello poterlo avere vicino dopo tutto quel tempo…! Lui le aveva fatto uno dei regali più desiderati… sentì il calore di quell’abbraccio, sentì il battito del suo cuore e tornò a guardarlo. Tutto fu così improvviso, per nulla pensato, ma solo spontaneo! I loro volti si avvicinarono, le loro labbra si toccarono, ed i respiri si fecero sempre più veloci. Poi si guardarono di nuovo e lui – Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata – lei non distolse lo sguardo e lo abbracciò nuovamente – Andiamo sulla spiaggia, ti va? – Sì, dai! – Prendimi, se ci riesci! – lei cominciò a correre, e lui le andò dietro per un po’, finchè non riuscì a prenderla e caddero entrambi per terra, ridendo. Ora Michael era sopra di lei, e le diede un altro bacio… poi un altro e un altro ancora… - Sei bellissima – Ti voglio bene Michael. Sto proprio bene con te… grazie… - si sedettero vicini, poi lei si alzò – Dove vai? – Tu resta lì, ora vedi! – Dai dimmi che sono curioso! – Aspetta! – lei cercava un bastoncino, ma non lo trovò e decise di scrivere con il dito sulla sabbia… scrisse un “Michael e Isabel” molto grande, che s’incise automaticamente anche nei loro cuori – Guarda. Ti piace? – Bè, magari un cuoricino non ci sta male è!? – Ecco, hai sempre da ridire! – Ma scherzi?! Guarda come suona meglio col cuoricino! – Meglio la mia scritta! – Ma guarda tu questa scemotta… vieni qui, dove scappi!? – lei ricominciò a correre e gli faceva le boccacce… quella sera fu bellissima e Isabel tornò a casa con un sorriso stupendo. Altrettanto felicemente si addormentò e sognò di nuovo quel pomeriggio… Di nuovo aveva provato quella sensazione di leggerezza, le sembrava di aver compiuto un volo bellissimo…

La mattina dopo s’incontrarono davanti scuola e si salutarono con un bacio in bocca dolcissimo. Lily, che non sapeva nulla della sera prima, rimase sbalordita… per non parlare di Selène!! Ah! A proposito di Selène!! Apriamo una parentesi: non ci crederete, ma Lily un giorno aveva cioccato lei e Mike proprio sul più bello! Si stavano baciando!! … Bè, torniamo a noi. Lily e Isabel entrarono in classe e si raccontarono varie cose, compreso il fatto di Selène e Mike. Risero per molto, erano davvero felici. Lily la informò che anche Bob si stava riprendendo, nonostante ci pensasse ancora molto a quell’accaduto. Entrò la prof di spagnolo e cominciò a spiegare, ma ad Isa non importava proprio nulla, anzi, chiese di andare in bagno. Sapeva che Michael era lì, fuori scuola, perché quel giorno Bob sarebbe entrato in seconda… Così andò nel corridoio d’entrata e si affacciò alla finestra per salutarlo – Ce l’hai fatta ad uscire! – Avevo spagnolo in classe… non riuscivo a seguire, non mi andava! Un po’ mi dispiace, però vabbè… L’unica cosa che mi penalizza è che domani ho l’interrogazione! E se non sto attenta alla spiegazione… la vedo brutta… – Bè? Che problema c’è? Facciamo sega no? – lei rimase per un po’ perplessa, poi – Perché no!? – No, non posso crederci! La perfettina si fa plagiare da uno come me! – Shh zitto! Che ti urli…!? Se mi sentono sono rovinata! – Ok ora vai in classe! Non voglio ramanzine dalla signora Parker! – Dio, mi fai fare una pazzia domani! – Ti porterò in un posto stupendo! – Voglio sperarlo per te, caro! Se no che la faccio a fa sega!? – Ok, ti telefono dopo pranzo va bene? – Sì, ma quindi oggi usciamo no? Tanto se domani non vengo, non ho compiti! … ma dov’è Bob? – Al bar! – Ma glielo dici di domani? Così io avverto Lily?! – Glielo dirò, ma mica vengono con noi è!? – Ah ti sei fatto il programmino è!? Tanto io i tuoi programmi li sfascio tutti! – Va bene! Ciao Parker! – Ciao!! – Ah all’uscita non vengo, ho degli impegni! – Che genere di impegni? – Ehi che sei gelosa?! Non cominciamo con queste storie è!? – Oh scusa è!? – rispose permalosa Isabel… c’era rimasta male, ed era gelosissima!!! – Ciao allora, ci vediamo oggi – Dai non arrabbiarti tesoro! Guarda, ti mando un bacio stupendo! – al cui gesto lei si squagliò e gli sorrise – Ora vado! A oggi! – richiuse la finestra e tornò in aula. Raccontò tutto a Lily che non poteva credere alle sue orecchie!! – Isa hai aspettato il quinto per imparare a fare sega!?! Credo non sia una buona idea! – Ormai! Non puoi capire, non posso stare senza di lui! E’ stupendo! – Dimmi un po’… che rimanga tra noi… non avete fatto ancora nulla? – Eh no! – Non ci posso credere! E’ proprio cambiato! Bè, ma domani qualcosa dovrà pur succedere! – Ho un desiderio enorme di abbracciarlo! Mi manca! E voglio baciarlo di nuovo! – Succederà pure qualcos’altro domani, vedrai! – Sé, ma dove!? In mezzo alla strada!?! – Che ce sta a fa la macchina secondo te?! – Assolutamente no! In macchina manco se m’ammazzi! – Eh la solita sentimentale!! – Dev’essere tutto perfetto la mia prima volta! Tu non capisci! A parte il fatto che non so neanche s’è lui il ragazzo giusto! E poi io perderò la verginità solo con il ragazzo che sposerò! – Mi dispiace abbattere i tuoi castelli in aria, ma non capitano cose così belle nella vita! Ti ricordi no? La mia prima volta è stata con quello, in primo… o dio, come si chiamava? – Cristiano! – Mamma mia! Che assurdità! Ti ricordi poi come mi ha trattata no? – No, io a queste cose ci devo stare attenta! Lo sai come sono! – Non ci devi pensare, Isa… se capita capita… è il destino… i sentimenti non si comandano! – Ma per piacere!! Smettila! Poi si vedrà! – Comunque tu hai studiato ita? – Sì, un bel po’… speriamo bene! – Certo che quella ha proprio rotto le palle! – Eh infatti… ma si può essere così acide?! Cioè, devono capire che siamo vive, mica dei robot!! Respiriamo, parliamo, e ridiamo ogni tanto se la vita ci va bene! – Si vede che non scopano! – Già! – Oh mio dio! Una volta mi avresti dato già un cazzotto sulla testa, ed ora dici “già”??? Sei proprio cambiata Isa!! Santo Michael!! – l’amica rise e ripensò subito a lui… come gli mancava… Da morire!! E pensare che non l’avrebbe neanche visto all’uscita!!  infatti le ore scolastiche passarono in fretta e tutti si precipitarono nei corridoi appena suonò la campanella

– Che bello non vedevo l’ora! Faceva due palle quella di informatica! – Eh infatti! – Dove andrete oggi pomeriggio? – Non so, dammi uno spunto! – Cinema? – No, non voglio un posto affollato… solo io e lui! – Ah allora ci parti con l’intenzione di stenderlo è!? – Ma piantala Lily! – Allora… vediamo un po’… può essere che ti porta a casa sua! – No, non è tipo! – Ah già è vero, ora è diventato un Santo! … Portalo in un bel posto… fagli una bella sorpresa… insomma, sarebbe una cosa carina no?! – Sì ma non ho idee! – Eh neanch’io! – ma tutt’ad un tratto si fece seria – Lily cos’hai? – Continua a guardarmi e non fermarti per nessun motivo! – Ok, ti sto guardando… ma chi c’è? – Quel verme di Moroni. Sta venendo verso di noi, e non azzardarti a salutarlo! – Io sono educata! – E io no, quindi se lo saluti ti uccido! – era proprio furiosa! Isabel fu stupita da quell’affermazione, non se la sarebbe mai aspettata… ma ugualmente… - Ciao Isabel, ciao Lily – al cui saluto Isa alzò la testa: Manuel la guardava con occhi pentiti. Stava per rispondere un semplice “ciao”, ma Lily fu più veloce – Hai perso l’orientamento? Te l’ha detto qualcuno che è suonata e l’uscita non è da questa parte? – allora Isa cercò di calmare l’amica, mettendole una mano sulla spalla – Su Lily, non… - NON MI TOCCARE TE! – era incredibile, non l’aveva mai vista così! Isa si impaurì con quella risposta, e non aggiunse altro… non si rese conto che le cose si stavano mettendo proprio male!! – Devi sparire dalla mia vista!! – Su Lily fatti da parte, devo solo parlarle! – Ma lei non vuole, come la mettiamo? – Sei tu che l’hai costretta! Quindi sparisci! – CHE COSA? Non ti azzardare mai più, capito??? – lui le diede un colpo sulla spalla per allontanarla… non cercava rissa, ma… - Non mi toccare, schifoso! – Allora tu non rompermi i coglioni! – Ma brutto figlio di puttana, come ti permetti? – si azzuffarono, lei gli saltò addosso e lo fece cadere – Oh mio dio, Lily smettila! Aiuto! Aiuto! – ma lei continuava a malmenarlo, era fuori di sé, non si riconosceva più! – Aiuto! – urlava Isabel, e in quel momento accorse Bob che guardò Lily con gli occhi sbarrati – Che cazzo… Lily smettila! Vieni qui! – Lasciami stare tu! Questo bastardo merita una lezione! – Tu togliti, coglione! Non devi toccarla la mia ragazza! … Vieni Lily, muoviti… - NO! – MUOVITI TI HO DETTO! – a quell’urlo, Lily balzò in piedi e andò con lui, mollando l’ultimo calcio a quel verme, che nel frattempo era piegato su se stesso per i dolori… gliel’aveva suonate di santa ragione!! … Isabel li seguì, stava per uscire dall’edificio, quando… - Isabel – era lui… - Ti prego, aiutami, sto malissimo – lei si voltò a guardarlo – Ti prego – Non posso, io… non… - Ti prego… - era ridotto proprio male, così lei decise di aiutarlo. Michael era di fuori che aspettava, appoggiato allo sportello della macchina… bè sì, era una bugia quella che aveva detto ad Isa la mattina… impegni?? Nulla veniva prima di lei! Nessun impegno era così importante da impedirgli di vederla! E non vedeva l’ora di riabbracciarla, era pazzo di lei, non c’era un solo minuto in cui non la pensava!! Guardò l’orologio per l’ennesima volta, e si chiese perché quelle due fossero sempre le ultime ad uscire! Poi si guardò intorno e non vide neanche Bob: “forse è stato trattenuto in classe” pensò… Bob combinava sempre tanti casini…!! Ma lo vide uscire subito dopo insieme a Lily, sembrava stessero litigando, quindi non si intromise, però gli venne un flash: se Lily era lì, Isabel dove accidenti stava?!? Bob si accorse del suo amico e gli andò incontro – Ho bisogno di un’arma – Dai Bob, oggi non sono in vena di risse, devo dare un regalo a Isabel… possibile che litighi sempre con tutti tu?! … Ciao Lily, tutto bene? – No, per niente – Ok, mi faccio gli affari miei! – Ecco bravo, fatti gli affari tuoi, e vai a riprendere la tua ragazza – Eh, a proposito, dov’è Isabel? – E’ intenta a curare le ferite del suo amichetto! – Ma che stai dicendo? – Hai ancora quella pistola in macchina? – a quella domanda, Michael perse il controllo! Sbattè l’amico contro la macchina, e gli strinse il collo con una mano – Stai zitto cazzo… non solo faccio una pessima figura se qualcuno ti sente, ma mio fratello mi sbatte direttamente in galera! … Che sta succedendo? – Quel verme ha messo le mani addosso alla mia ragazza – Di chi parli? E che c’entra Isabel? PARLA, coglione! – Cole, lascialo, gli fai male! Isa è dentro con Manuel, lui voleva parlarle e lei non sapeva che fare, così mi sono messa in mezzo e… - Lo ammazzo – Ma lei sa cavarsela, lo sai! E’ forte! Staranno solo parlando, vedrai! – Cosa aspettavi a dirmelo, è!? Cosa aspettavi?! – Non fare sciocchezze Cole! – lui si diresse come un fulmine verso l’entrata, salì le prime scale, poi si bloccò… una scena che i suoi occhi non avrebbero mai voluto vedere, un colpo che il suo cuore non si sarebbe mai aspettato… lasciò cadere dalle mani quel regalo per lei… sì, perché l’impegno di cui le aveva parlato la mattina stessa, si chiamava “mazzo di rose”… in un attimo ripensò alla felicità con cui si era recato dal fioraio, all’emozione, all’agitazione… e con quanta cura aveva scelto quelle rose! Gli sembrava che nessuna potesse meritare di appartenere ad una ragazza così bella… qualcuna era troppo piccola, altre troppo secche, altre ancora un po’ annerite… ma quelle che le stava regalando erano il massimo dello splendore… perché mentre le sceglieva pensava a lei, a quel piccolo angelo dal volto divino… pensava a quanto sarebbero stati luminosi i suoi occhi nel momento in cui, uscendo dalla scuola, l’avrebbe visto lì, con quel mazzo di fiori… si era preparato un discorso, voleva scriverle una lettera… ma non gli era venuto nulla in mente, tant’era l’euforia e la fretta di tornare a scuola sua… aveva pensato a quel sorriso che più d’una volta l’avevo fatto innamorare… quelle labbra che avrebbero nuovamente baciato le sue! … quelle labbra che ora stavano baciando un altro… Una lacrima scese incontrollata sulla sua guancia. Lily e Bob non capivano cosa stesse facendo, ma preferirono non dirgli nulla… rimasero a guardare, finchè non lo videro ripartire. Era un treno senza freni, prima o poi si sarebbe schiantato…

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Colpito da un raptus, Michael corse verso l’entrata e afferrò Manuel per i capelli, trascinandolo fuori dall’istituto. A Isabel per poco non venne un colpo, sapeva che stavolta si sarebbero ammazzati – Michael no! – urlò spaventata, ma lui non la ascoltò e riempì di botte quel viscido – Credevo di aver parlato chiaro, stronzo! Ti avevo detto che al minimo sgarro, ti avrei ucciso! – Lasciami! – Ti avevo detto che non dovevi più avvicinarti a lei! – Fammi parlare! – Michael lascialo stare! Ti prego, ascoltami! – Togliti tu! … Tom portala via! – Michael ti prego! Lascialo! – arrivò Tom che afferrò Isabel dai fianchi e la portò in braccio fino alla macchina – Lasciami Tom! Non ci provare! Mettimi giù! – Tom le fai male, mettila giù! – Tu non rompere Lily – Bob, le sta facendo male! – L’ha voluto lei – Qui la situazione non si mette per niente bene, digli qualcosa! – Ti ha messo le mani addosso quel bastardo, adesso pagherà! – nel frattempo Tom chiuse Isabel nella macchina, a chiave. Lei continuò a dimenarsi, a battere i pugni sul vetro, non sopportava di vedere quella scena… Michael era impazzito, se avesse continuato indisturbato l’avrebbe ucciso davvero! Alla fine si rassegnò, e cominciò a piangere… sapeva cosa doveva fare, lo sapeva benissimo… nel frattempo Bob cercò di richiamare Cole – Non pensi che ne abbia prese abbastanza? – e Lily – Michael per piacere! Così finisci nella merda! – Deve morire questo stronzo! Muori! Finchè non gli tolgo il respiro, non mi allontano da lui! – e così fu effettivamente… Manuel non si mosse più… - Mio dio è morto! – sussurrò Lily, spaventata. Cole si fermò, poi si voltò verso la macchina dov’era rinchiusa Isabel e le andò incontro – Cole che hai intenzione di fare!? Non toccarla, hai capito? Bob diglielo! – Cole hai già fatto abbastanza casini, andiamocene! – ma lui non voleva picchiarla, non le avrebbe fatto mai nulla… aprì lo sportello e la afferrò per un braccio – Lasciami stare! – Vieni fuori! – Non toccarmi! – Perché l’hai fatto!? – Lasciami! – PERCHE’?! – Mi fai schifo! – Io ti amavo Isabel… Sei solo una stronza! – lei gli sputò in faccia, e lui, con una smorfia di disgusto, si ripulì. Poi raccolse qualcosa da terra: il mazzo di rose – Con quale faccia mi sputi addosso è!? … Vedi quali erano i miei impegni?! Lo vedi ora? E stamattina hai finto di essere anche gelosa! … Perché mi hai fatto questo? … Tra tutti gli stronzi su questo mondo, credevo che tu fossi l’unica che non mi avrebbe mai tradito! – lei stette per mandarlo a quel paese, ma si bloccò quando vide che stava piangendo – Io mi fidavo di te… mi fidavo accidenti! – gettò a terra quei fiori, e li calpestò ripetutamente con un piede – Eri la cosa più bella per me… Ora hai perso tutto – detto questo, salì in macchina e corse via… lei non ebbe il coraggio di dire nulla… stava malissimo… quelle parole l’avevano distrutta.

Si sentì il suono della sirena della polizia poco dopo – Cazzo, qualcuno ha chiamato la volante! Filiamo via! – Isabel vieni! – ma lei non si mosse, così Lily la trascinò in macchina insieme a Bob. Cominciò una corsa scatenata, e per fortuna riuscirono a seminarli – Tutto bene ragà? – Chi avrà chiamato la polizia? Qualcuno ci ha visti! Mio dio, se fanno i nostri nomi… - Tranquilla, andrà tutto bene… Isabel? – lei alzò lo sguardo, e Bob – Come va? – s’intromise Lily – Come vuoi che le vada, Bob? Michael non s’è regolato! Adesso stiamo tutti nella merda! Lui se ne laverà le mani, tanto sticazzi no? Ma qui c’è di mezzo un morto! – Quello non è morto – Non respirava più! – Ti dico che non è morto, vedrai! – Che cavolo gli è preso? – Voi non lo conoscete Cole… quando accumula qualcosa diventa una bomba, e prima o poi esplode… ma quando lo fa, è la fine – Ma ti sembra giusto ciò che ha fatto? – Era giusto per lui, quindi qualcosa gli era successo, altrimenti non avrebbe reagito così. Isabel, tu ne sai qualcosa? – lei non rispose. Sapeva… eccome… conosceva fin troppo bene le motivazioni di Michael. E si sentiva uno schifo anche per aver chiamato la polizia, ma d’altronde era la cosa più giusta da fare in quel momento… Arrivati davanti casa scese dalla macchina, non avrebbe neanche salutato se Lily non fosse scesa insieme a lei – Isabel devi stare calma ok? Vedrai che andrà tutto a meraviglia – lei annuì – Non devi essere triste, lui capirà di aver sbagliato e ti chiederà scusa… vieni qui, dammi un bacio… (smack) … e non fare quella faccia triste ok? Devi sorridere, che tanto quell’orso lo sistemo io! – rise alla propria battuta, ma notò con dispiacere che Isabel non dava segni di vita – Ora vai a casa, ti chiamerà – ma mentre saliva le scale, Isa sapeva benissimo che Michael non l’avrebbe mai più cercata… che niente sarebbe andato a meraviglia, come diceva Lily, dopo quello che lui aveva visto! E, di certo, non importava un bel niente ora se era stato tutto un equivoco, a cosa serviva dirgli “Michael lui mi ha costretta”? … A NIENTE!!! Tanto non le avrebbe creduto comunque…

Entrò in casa, ma non disse nulla. Cominciò a salire le scale, ma la mamma aveva sentito dei rumori – Isabel sei tu?? – Sì – E non mi avverti che sei rientrata? Come mai hai fatto tardi? – la signora Parker si affacciò dalla cucina e guardò perplessa la figlia – Ti sei trattenuta con Lily? – Sì – Perché non mi guardi? E’ successo qualcosa? – No – la mamma salì le scale e la prese per mano – Isabel, sfogati… cos’hai? – a quella richiesta, Isabel si voltò a guardarla, pronta a rivelarle il tutto, ma dalla tv arrivò quella voce…! – Un gruppo di teppisti, quest’oggi, ha malmenato un ragazzo di fronte al Liceo Ugo Foscolo di Albano Laziale. Uno di loro è stato arrestato, si tratta di un ventenne, Bianchi Michael, ed ora si trova nel carcere di Regina Coeli a Roma. Non ha parlato e crediamo non ne abbia intenzione… - Ma… è lui?? … Isabel quello è Michael! – lei corse immediatamente in camera sua, senza dare spiegazioni alla madre. Era disperata, non ne poteva più! Doveva fare qualcosa per lui, d’altronde era tutta colpa sua!! Telefonò a Davide – Pronto? – Davide sono Isabel! – Lui non c’è – Lo so che non c’è… dobbiamo aiutarlo! – Va contro il giuramento che ho fatto per diventare carabiniere. Non aiuto i criminali – Ma è tuo fratello! – Non c’entra niente… ha comunque infranto la legge… e adesso quel povero ragazzo è in ospedale… ti rendi conto Isabel? L’ha mandato all’ospedale!! – Io so perché ha reagito così e… - Forse non ti è chiaro il concetto, Isabel Parker. Ora ti sto parlando da Maresciallo dei Carabinieri. Non proteggo i delinquenti, ho fatto un giuramento e lo rispetterò. Inoltre se proverai a fare qualcosa, se infrangerai anche tu la legge, diventerai sua complice, quindi pensaci bene prima di commettere degli errori per una persona che non se lo merita. L’ho avvertito già troppe volte – Non posso crederci… Che schifo! – detto questo, riattaccò. Non le importava nulla delle parole di Davide, lei comunque doveva inventarsi qualcosa, doveva fare uscire Michael dal carcere, doveva andarlo a trovare! A quel punto decise... Fuori faceva veramente freddo, si cominciava a sentire l’aria natalizia…! S’infilò un maglione a collo alto e un giaccone nero, poi cercò la sciarpa e i guanti nel cassetto. Dopo averli trovati, camminò in punta di piedi fino alla camera da letto dei suoi, e prese un pezzo da 50€… Avrebbe mentito a sua madre riguardo quell’uscita, quindi non poteva chiederle soldi. Stava per aprire la porta di casa quando… - Dove credi di andare? – Esco – Per andare dove? – Da Lily – E tu pensi che io ti creda? Mi hai mentito su Michael, ora che altro ti aspetti da me? – Lui è innocente! – Ma è in carcere, mi sembra! – Io lo so! Lui non ha fatto niente! – Ha malmenato quel ragazzo, Isabel! Lo so che i tuoi occhi non vedono il male in lui, ma io che guardo dall’esterno so che… - TU NON SAI NIENTE!! IO ERO PRESENTE E TU NON IMMAGINI CIO’ CHE HO VISTO! – aprì la porta e la richiuse alle sue spalle. Cominciò a correre e sentì la mamma gridare – Isabel se andrai laggiù SCORDATI DI APPARTENERE A QUESTA FAMIGLIA!!! – lei continuò a correre – MI HAI SENTITA?? TORNA QUI!!! – ma Isa non si sarebbe fermata per nulla al mondo. Pensò che se la madre non l’avesse capita, non sarebbe davvero più rientrata in quella casa… mai più…

Corse fino alla fermata dell’autobus e cominciò a piovere a vento. Aprì l’ombrello, ma notò con rabbia che se l’avesse tenuto aperto un altro po’ le si sarebbe rotto! Quindi lo chiuse e, per fortuna, arrivò l’autobus. Salì e si fermò di fronte alla macchinetta della convalida, sapeva di avere un biglietto nel portafoglio, quindi lo cercò… - Signorina, dovrebbe entrare altra gente! – affermò un signore dietro di lei – Un attimo solo, sto cercando il biglietto! – Può timbrarlo dopo! – lei continuò a cercare, ma niente – Senta, abbiamo capito che questo biglietto non ce l’ha, può gentilmente accomodarsi? – Ma io… - l’autista si voltò – Mi dispiace, ma se non ha il biglietto deve scendere, signorina – La prego, sono sicura di avercelo! – Scenda signorina – ma un ragazzo la chiamò – Scusa! E’ questo il tuo biglietto? – lei si voltò ed esitò un istante, ma quello – L’ho visto cadere dal tuo portafoglio, me ne sono reso conto solo adesso, mi dispiace di non averlo detto prima! – ad Isa sembrava strano, ma per salvarsi lo prese e lo timbrò, poi si avvicinò a quel ragazzo – Ti ringrazio, ma… dove l’hai trovato? – bisbigliò – Vieni, siediti qui, tanto è libero – lei si sedette e lo guardò con aria interrogativa – Ti ho vista in difficoltà e ti ho aiutata – Ma non è vero che l’hai visto cadere dal… - lui sorrise – No, era il mio… - Ah allora ti ridò immediatamente i soldi! – Ma stai scherzando? – No, davvero, non posso… - aprì il portafoglio e vide che aveva solo quel pezzo sano - …Accidenti, non ho spicci – Meglio così – Come posso ringraziarti, vorrei… - Dimmi il tuo nome – Cosa? – Puoi ringraziarmi così, dicendomi il tuo nome – Scusa ma… non credo che possa ripagare il favore che mi hai fatto… - Ah allora non vuoi ringraziarmi!? Guarda che mi offendo! – lei sorrise e si arrese – Isabel – Leonardo… ti si è rotto l’ombrello? – No, perché? – Sei tutta bagnata! – Bè in effetti… non mi si è ancora rotto, ma è questione di qualche ora! – lui rise. Era veramente un bel ragazzo… aveva due occhi celesti stupendi, lo sguardo penetrante, era biondo, magro, indossava una maglietta classica e dei jeans – Tieni, ne ho uno in più – Oh no davvero, non posso prenderlo – Santo cielo quanti problemi Isabel! – No, insomma… è che non ci conosciamo neppure, e mi hai già fatto un favore davvero grande! Non sai che importanza ha per me arrivare a Roma, quindi per piacere… non chiedermi altro… - Mi offri un caffè e mi ripaghi di tutto, che ne pensi? – No, devo affrettarmi ad andare… - Due minuti… - a quel punto lei pensò che non doveva essere una cattiva idea, quindi accettò – Va bene – Però ti prendi anche l’ombrello – lei rise – Ok, affare fatto – quando scesero dal bus, che li aveva fermati ad Albano Laziale, andarono verso il treno – Dove sei diretta? – lei stava per rispondere “al carcere di Regina Coeli” ma ci ripensò… non era certo una bella risposta!! – A Roma – Sì grazie, quello l’avevo capito! – ironizzò Leo, ridendo – Dai, a parte gli scherzi, dove devi andare? – Verso S.Pietro – Ah accidenti! E’ lontano! Io invece devo fermarmi a Spagna! – Capisco – Cosa ci vai a fare a S.Pietro? – Sto nei dintorni veramente, e vado a trovare una mia amica – E’ la prima volta che vai? – No no! Ci sono già andata altre volte! – Uhm… certo… e come mai dalla tua borsa semiaperta si intravede una cartina? – lei si affrettò a richiuderla – Bè, perché… sempre meglio averla… con questo tempo è facile perdersi. Fra poco scende la nebbia! – Bè sì, verso le 5 scenderà un po’ di nebbia… ma a quell’ora è già buio, e tu starai riprendendo la metro, no? – No, non credo… ne avremo per molto io e la mia amica – Ah capisco… non è che invece sei scappata di casa? – Ma come ti permetti di insinuare una cosa del genere?! Insolente! – Non ho insinuato, mi è bastato leggere le tue risposte! – Ma che significa?! – nel frattempo era arrivato il treno e lui – Senti Isabel, io sono laureato in psichiatria, lavoro in una piccola associazione che si occupa di aiutare persone in difficoltà… sto molto a contatto con ragazzi e ragazze di tutte le età, e non è la prima volta che vedo una fuggitiva…! – Senti, la nostra conversazione finisce qui – Devo andare anch’io dove vai tu, forse l’hai dimenticato! … Inoltre mi devi un caffè e devi prenderti l’ombrello! – Il caffè te lo paghi da solo, l’ombrello puoi tenertelo, e infine viaggeremo in due vagoni differenti! Piacere di averti conosciuto e a mai più rivederci! – lei salì sul treno (questa volta timbrò il biglietto!!!!) e si sedette in un vagone completamente vuoto. Si voltò verso il finestrino e guardò fuori, ripensando a quello strano incontro.

Ma come si era permesso quel tizio? Doveva farsi gli affari propri…! Certo che però… doveva essere proprio bello occuparsi dei giovani! Isabel aveva sempre sognato di fare volontariato, di aiutare i bambini abbandonati, di disegnare un sorriso sulle labbra dei più tristi. Chissà, forse quel ragazzo faceva proprio questo! – Scusa, posso sedermi? – senza guardare chi fosse, lei rispose di sì, e continuò a pensare – Tutto bene signorina? – lei si voltò, dopo aver riconosciuto quella voce – Oh ancora tu?? – sospirò e si alzò – E’ inutile, tanto ti seguo! – attraversarono qualche vagone e lui continuava a parlare – Non capisco perché tu abbia reagito in quel modo, significa che è vero allora! – Senti non prendermi in giro! Ormai lo so che l’hai capito, quindi inutile nasconderlo! Ma devi farti gli affari tuoi, neanche mi conosci! – Mi hai colpito! – Ti conviene sparire, prima ch’io ti colpisca in un altro modo! – continuarono a camminare, si sentivano solo loro per tutto il treno, e la gente li guardava divertita: era una scena davvero comica!! – Dai, ma che male c’è se faccio il viaggio con te? – Devi lasciarmi stare! Ora tu ti siedi qui, ed io andrò 3 vagoni più avanti, ok? – Ok – Bene – lui si sedette, lei si voltò e continuò a camminare, ma… - Ah comunque volevo dirti…! – lei sospirò e, arrendendosi, si lasciò cadere su un sedile, stremata. Leo le si appiccicò – Non mi piaceva quel posto! – E questo sì?? – Se ci sei te, sì – Mio Dio… che vuoi, si può sapere? – Parlarti – Senti, non ho bisogno di uno strizzacervelli, ok? So cavarmela anche da sola! – E’ su questo che sbagli… io non sono uno strizzacervelli, non ho mai sognato di esserlo… voglio solo aiutarti! – Aiutare ME?? Non ce la farai! – Chi te lo dice? – Io! Perché non riesco ad aiutarmi neanche da sola, figurati se può un’altra persona! – Vedi che allora non sai cavartela? – lei abbassò lo sguardo e non rispose – Dimmi cosa ti è successo – Sei un estraneo per me, perché dovrei dirtelo? – Perché, in fondo, lo sai che non lo sono! – lei rimase stupita da quella risposta, e pensò che era proprio così. Cominciò – Promettimi di non fare domande – Te lo prometto – Ho litigato con mia madre – Perché? – Ti avevo detto di non fare domande! – Ma così non posso aiutarti! – E allora che le fai a fare le promesse?! – lui fece un gesto di sottomissione, e abbassò lo sguardo, così lei continuò – Purtroppo non è un bel periodo per me. Ho litigato anche con il mio ragazzo, perché lui è troppo violento. Non con me, sia chiaro! Non mi ha mai toccata nemmeno con un dito! Ma quelli che danno fastidio a me o ai suoi amici, li concia per le feste! Soprattutto con uno se l’è presa a morte, l’ha picchiato… nulla di grave, però… - mentì in quel momento, altrimenti Leo avrebbe capito in base a quella notizia al tg! -…per questo motivo ho litigato con mia madre – Ti sei mai chiesta se questo ragazzo ti rende felice? – lei lo guardò con gli occhi sbarrati e rispose subito dopo – Io sono felice con lui – Ma non ti sei mai chiesta se è il ragazzo che fa per te? – No, perché la risposta ce l’ho già – Eppure ti stressa – Cioè? – Il suo essere aggressivo ti stressa, ti vergogna, ti demoralizza… e forse lui non ti ama a tal punto da voler cambiare – No, non è così – Ah no?? – NO!!! – lui si voltò dall’altra parte e lei – Lui mi ama da morire – Sì sì, non ho dubbi – ironizzò lui, al che Isabel non parlò più. Arrivarono a Termini e scesero le scale per andare alla metro; lei guardò le indicazioni più volte, ma lui – E’ la mia stessa linea. La A – Lo sapevo – Ah certo! Come no… - aspettarono la metro in silenzio, poi salirono… Repubblica… Barberini… e Spagna, finalmente!!! – Ti saluto Isabel. Attenta alle strade! – Ciao – rispose lei infastidita, e si voltò dall’altra parte. Appena lui uscì, prese la cartina e cominciò a vedere le strade, era quella la sua preoccupazione primaria… la metro si era fermata a Flaminio, poi a Lepanto. Il cuore le batteva fortissimo, aveva paura di sbagliare strada, di non saper riprendere la metro al ritorno… e poi… a che ora sarebbe tornata? E dove sarebbe andata?! Sentì la voce annunciare la fermata Ottaviano S.Pietro e scese, spinta dalla massa di gente che doveva sbrigarsi. Già quello la terrorizzò… era un mondo tutto nuovo per lei, non sapeva dove andare!! Seguì le indicazioni dell’uscita, o meglio… andò dietro a tutte le persone, che sembravano saperne molto più di lei! Uscì dalla metro… ora non poteva più seguire nessuno… si bloccò e si guardò intorno… per poco non dimenticò la sua destinazione… era spaventata e… “sola”… così pensava lei, per lo meno!!  guardò ripetutamente la cartina, la girò e la rigirò per vedere la direzione, ma alla fine intuì che doveva girare a sinistra e seguire la Via Ottaviano. Si lasciò alle spalle la metro e, dopo un po’, anche un vecchio cimitero; si rincuorò nel vedere che stava percorrendo la strada giusta. Dopo un quarto d’ora riconobbe la Piazza Risorgimento – Ok, ci sono… e adesso… ah ok, sempre dritto, questa dovrebbe essere Via… Via… - guardò il cartello – Bene, Via di Porta Angelica… direi… un altro quarto d’ora e sono a San Pietro – così fu in effetti. Costeggiò il colonnato, ed eccola arrivata a Piazza S.Pietro – Perfetto… ora… - consultò nuovamente la cartina – Mio dio, ora come faccio ad arrivare da quella parte? Chiedo a qualcuno… Mi scusi! – Sì? – Devo arrivare all’Ospedale S.Spirito, mi può indicare la strada? – Certamente! Guardi, percorra tutta Via della Conciliazione, poi subito sulla destra e sulla sinistra ha Borgo Santo Spirito, si trova lì – La ringrazio tantissimo signore, grazie! – Di niente, figurati! – a passo più svelto andò verso quella direzione e infatti arrivò all’Ospedale, dal quale non fu difficile trovare la via del Lungotevere Gianicolense. Inoltre bastava tenersi alla propria destra il parco del Gianicolo e il gioco era fatto. Rincontrollò il numero civico del Carcere, ma era facile anche notarlo, in quanto era veramente enorme! Guardò l’orologio, erano le 16:20 e il cielo cominciava ad oscurarsi… camminò su per una piccola salita, poi entrò nell’edificio. Si avvicinò ad una signora – Senta, sono in orario per una visita? – Le conviene anche sbrigarsi perché alle 5 deve andarsene – Posso chiedere a lei? – Altrimenti che ci starei a fare? – Bianchi Michael… dov’è? – Attenda un minuto – subito dopo, delle guardie la accompagnarono in una sala. Era proprio come nei film: una stanza vuota, con un tavolo al centro, alle cui estremità si sedevano le due persone, e la guardia controllava da fuori la porta – Lo portiamo subito qui – Certo – ad Isa batteva fortissimo il cuore, non ne poteva più… cos’avrebbe fatto? Cosa gli avrebbe detto? Si aprì la porta e lei si alzò di scatto – Avete dieci minuti per parlare, dopo di che… - Sì certo – rispose tremolante Isabel. La guardia richiuse la porta – Ciao Michael – Che ci fai qui? E come accidenti sei venuta? – Questo non ha importanza… abbiamo poco tempo e dobbiamo parlare di te… - Sei venuta con i mezzi? Da sola? – Michael ascoltami… siediti – Non ne ho voglia, sto seduto tutto il giorno – lei gli si avvicinò – Ti pagherò la cauzione e ti farò uscire di qui – gli prese la mano, ma lui la ritrasse – Non ne ho bisogno Isabel – Sì invece! Troverò un lavoretto part-time, te lo prometto! – Con un lavoretto part-time, come lo chiami te, ti ci pulisci il culo, perché 1500€ non te li da nessuno! – lei rimase sbalordita – Sono davvero così tanti soldi? – Se non di più – Ce la farò, non mi arrendo Michael! – Forse non ti è chiaro il concetto, devi lasciarmi stare Isa! – Non posso! – Perché ti senti in colpa e vuoi scaricarti quel peso da dosso? – Mi sento in colpa solo per aver chiamato la polizia… per il resto… non ho niente di cui incolparmi, lui mi ha costretta! – Mi dispiace, ma non ho avuto la stessa impressione! Mi sembravi felice tra le sue braccia! – Bè ti sbagli! Michael te lo giuro, mi ha forzata, io non volevo! – Le solite scuse… ascolta… tu fai la tua vita ed io farò la mia. Doveva capitare prima o poi. Punto. Inoltre ti pregherei di lasciarmi stare! – Accidenti, perché fai così?! – esclamò lei rovesciando la sedia per terra – Inutile che ti scaldi Parker – entrò la guardia – Il tempo è scaduto. Andiamo! – Lo farò comunque Michael. Anche se tu non vuoi! Ti tirerò fuori di qui! – lui non rispose e andò via insieme a quell’uomo.

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Isa uscì con le lacrime agli occhi, ed erano appunto le 16:50. Si mise sotto un lampione per osservare di nuovo la cartina, poi si ricordò che non aveva più una casa dove andare, allora stracciò quella mappa e si accasciò per terra, a piangere – Michael Bianchi… è lui il tuo problema – lei guardò di scatto quella persona e riconobbe Leo, ma non riuscì ad alzarsi, era sfinita – Che accidenti ci fai tu qui?! – affermò tra i singhiozzi, e lui – Ti ho seguita, mi sembra ovvio. Sapevo che non avevi amiche quaggiù e sapevo che era la prima volta che venivi, dunque potevi perderti facilmente, e non volevo averti sulla coscienza – lei si alzò arrabbiata a quel punto – Bene, ora che sai che non sono morta, puoi anche andartene! – attraversò la strada e si appoggiò su un muretto che dava sul Tevere – Non ti lascio sola Isabel. Voglio che tu lo sappia – Invece DEVI! Altrimenti chiamo la polizia e dico che mi stai seguendo! – Non ne hai il coraggio! – lei si mise le mani fra i capelli – No… no è vero… non ne ho il coraggio… non ho questa forza… non ho niente io! … Neanche quei 1500€ per tirarlo fuori di lì! Gli ho detto che avrei trovato una soluzione, che avrò quei soldi, ma IO NON CE LI HO! – ricominciò a piangere e lui la abbracciò. La sentiva tremare, percepiva il calore del suo respiro contro il petto… non sapeva perché si fosse così fissato su quella ragazza, non sapeva per quale motivo voleva essere così protettivo nei suoi confronti… l’aveva guardata negli occhi e aveva letto qualcosa di diverso, qualcosa che la distingueva dalle altre persone. Quella ragazza era speciale, oltre che bellissima. Ecco… per questo l’aveva così a cuore. Voleva aiutarla! D’altronde, non era forse questo il suo obiettivo, anche in campo lavorativo? AIUTARE… - Sfogati – le disse. E lei, stranamente, riuscì a piangere come non aveva mai fatto, nonostante quel ragazzo fosse un perfetto estraneo. Si sentiva sicura, protetta – Io voglio aiutarlo! Ho fatto tutta questa strada, ho rischiato di perdermi, ce l’ho messa tutta per poterlo vedere solo 10 minuti, e lui mi ha trattata da schifo!! Gliel’ho detto che non l’ho tradito! Gliel’ho detto che è stato un equivoco, ma non mi ha creduta! Mi sento persa! – dopo qualche altro minuto di lacrime, lui riuscì a calmarla e si sedettero su una panchina. Isabel gli raccontò tutta la storia, questa volta senza mentire… ogni tanto le veniva da piangere, ma voleva continuare, affinchè lui potesse consigliarla – Tu che ne pensi? – domandò alla fine – Gli occorre del tempo Isabel… è palesemente confuso, deluso, si sente tradito… e tua madre… è il suo istinto protettivo che l’ha portata a dirti quelle cose! Ho la macchina a casa, ti accompagno fino da te. Vedrai che se tornerai non ti caccerà via – Sono io che non voglio tornare! Perché lo so che mi renderà la vita impossibile… con Michael intendo! – Ma se mai le parli, mai saprai! … Dai alzati, andiamo a casa mia e prendo la macchina! – Ti sei scomodato già troppo tutt’oggi! – Non importa… andiamo! – passeggiarono per il Lungotevere – Non mi hai detto quanti anni hai e cosa fai nella vita, Isabel! – A febbraio compio 18 anni e studio al Liceo Ugo Foscolo di Albano… è un linguistico – Ah davvero!? Bello! – E tu? – Bè io ho 25 anni e mi sono laureato il mese scorso in medicina e in psichiatria – Ma dai! Sul serio? – Eh sì, ti sembra così strano? – No, solo che… devi essere proprio bravo è!? – Quando una cosa ti piace, la fai con piacere, soprattutto se devi perseguire uno scopo! … Ho deciso di studiare altri 3 anni però! – Ah prendi la laurea breve? – Esattamente! – In quale materia? – Psicologia! – Bello! – Tu cos’hai intenzione di prendere dopo la maturità? – Bè, mi vergogno a dirlo, ma non ho idee – E perché vergognarsi scusa!? – lei fece spallucce e lui – Lo sai, ti racconto una cosa divertente. Io ero un ciuccio alle superiori! Andavo al liceo classico e non studiavo mai… soprattutto odiavo il latino e il greco! – Ma dai! A me piacciono tanto! – Bè a me potevano minacciarmi quanto gli pareva, ma tanto quando dicevo no era no! … Comunque senti, a tutte le persone che mi chiedevano “cosa vuoi fare dopo?” io rispondevo “non ne ho idea” e, arrivato all’ultimo anno, sai cos’è successo? – Sei stato bocciato? – lui rise – Assolutamente no! Volevo fare volontariato – Cosa? – Sì, mi è presa questa fissa, così ho chiesto alla mia prof di italiano cos’avrei dovuto fare! Premetto che quella di italiano, mi insegnava anche latino e greco è!? – lei annuì e con lo sguardo gli chiese di continuare, che era proprio curiosa – Lei mi ha risposto che avrei dovuto prima di tutto studiare latino e greco, e poi sarei andato dove volevo! – Ma che c’entrano latino e greco con… - Eh aspetta… adesso arriva il bello… io c’avevo creduto, perché mi sembrava proprio convinta, così tutto quello che non ho studiato in 2 anni, l’ho imparato ed approfondito in quei 2 mesi che mi separavano dalla maturità! – Ma pensa te! – Stavo tutto il giorno sui libri, studiavo senza mai fermarmi, ma il bello è che non mi pesava per niente, perché sapevo che poi avrei coronato il mio sogno! – In realtà era un’illusione! – Già… ma alla maturità ho spaccato tutto, uscendo con un bel 100 comprensivo di lode! E’ stato in quel momento che la prof mi ha rivelato l’inganno, e mi ha indicato la strada giusta per realizzare il mio sogno. Mi ha detto testuali parole “Bene Varani, ora che sono riuscita a farti studiare le mie materie, ti dico che sei stato fantastico! Mi hai stupita e ho anche compreso l’importanza che ha per te questa cosa” così mi ha incitato ad andare all’università… ed eccomi qui… ancora oggi, quando ci incontriamo, scoppiamo subito a ridere, ripensando a quell’accaduto! – lei rise – Certo che è sbalorditivo! Senti, ma… non ti ho chiesto dove abiti! – In Via Tomacelli… Ecco, dobbiamo attraversare Ponte Cavour, questo qui davanti a noi! – Tu conosci benissimo Roma – Bè, ci abito, vorrei dire…! Sei stanca? – Un po’ – Ah ok – Perché? – Perché volevo farti fare una bella passeggiata! – Ah sì? E dove? – nel frattempo avevano imboccato la via di casa sua – Sai, qui siamo praticamente nel centro di Roma – Ehm… no, non lo so perché non me ne intendo di strade! Dove siamo? – Questa via porta fino a Piazza di Spagna – Ma dai! – Sì, non so se riesci a vedere la scalinata di Trinità dei Monti! – Ah sì, si intravede! – Eh, quindi se volevi… tanto poi non ci mettiamo tanto a tornare a casa tua! – Ok, va benissimo! – così continuarono a camminare, e passeggiarono per Via del Corso fino ad arrivare a Piazza del Popolo. Senza rendersene conto, Leo la stava portando al Pincio, ma lei era troppo concentrata nella conversazione, si stava divertendo tantissimo! Parlarono del più e del meno, delle loro esperienze, della loro vita, e Isabel gli confessò quel sogno del volontariato – E’ una bellissima aspirazione, perché non la coltivi? – Perché non saprei a chi rivolgermi – Certo, perché ancora non mi conoscevi! – Vuoi dire che puoi aiutarmi? – Naturalmente! Non c’è cosa più semplice! Io faccio volontariato! – Sulserio? Ma dai! – Sì, nel tempo libero! Puoi venire da me? – Sono lontana da casa… non potrei lavorare qui a Roma! – Guarda, è semplice… io ho cominciato così. Puoi venire a fare volontariato da me, lavoreresti con dei bambini piccoli, sempre che tu lo voglia – Scherzi!?!? E’ ciò che piace a me! – Perfetto! Nel frattempo ti trovi un lavoretto per pagarti l’affitto dell’appartamento, che dividerai con me, vai all’università e prendi la mia stessa facoltà… infine lavorerai nella mia associazione. Il gioco è fatto! – Non sarebbe male! – poi si guardò intorno e riconobbe la terrazza del Pincio – Mio dio – Bel panorama è!? – Ehm… sì… - Ti ricorda qualcosa? – Lui – L’avevo capito, mi dispiace di avertici portata – No, non è colpa tua – stettero entrambi zitti a quel punto, poi Isa gli domandò – Come faccio a lavorare e a guadagnare tutti quei soldi? – Non devi farlo. E’ ora che si prenda le sue responsabilità. Non gli puoi sempre spianare la strada! – Che vuoi dire? – Che un po’ di giorni là dentro lo aiuteranno a riflettere – Ma se io… - Sì lo so cosa vuoi dire… tu ti aspetti una “ricompensa” se lo fai uscire… ti aspetti un “grazie” e magari anche che lui torni… Isabel guarda in faccia alla realtà – Non può essere finita – Già. Forse no. Ma non è pagandogli la cauzione che lo riavrai! – Lo so, ma voglio farlo comunque! – E’ davvero questo che vuoi fare? Alzarti tutte le mattine, subire lo stress della pre-maturità, tornare a casa e non poterti riposare perché devi andare a lavoro, e mentre sei lì devi anche studiare… è questo che vuoi? – lei abbassò lo sguardo, poi rispose – Se è per lui, lo faccio volentieri, anche se con fatica – Dio, non ho mai conosciuto amore più grande di questo. Allora esistono ancora gli angeli sulla terra – lei sorrise, poi lo guardò con occhi imploranti – Tu puoi aiutarmi? – Proverò – Oh grazie! – si abbracciarono e lui – Perdona l’insensibilità, rimarrei ore ed ore qui, ma mi preme riportarti a casa! – Ok andiamo! – tornarono indietro quindi e lui stava per aprire il garage quando… - No Leo – lui la guardò con aria interrogativa – Non voglio andare a casa – Ma come sarebbe a dire? Tu ci vai, eccome! – No – lui sospirò, ma ebbe molta pazienza e le si rivolse con calma – Isabel non fare la bambina, tua madre sarà preoccupatissima, quindi adesso andiamo ok? – Hai una vaga idea degli effetti negativi che questa tua scelta avrà sulla mia psiche? – lui si voltò dall’altra parte, forse per decidere il da farsi, o forse semplicemente per contare fino a 10 prima di esplodere. Poi la guardò – Dove hai intenzione di andare? – Bè… speravo che tu mi invitassi a casa tua… - Il mio appartamento è per una sola persona… - lei lo scongiurò con lo sguardo, proprio come prima, e lui non seppe resistere -…ma ci stringeremo – Grazie grazie grazie! Ti devo un favore! –

lui chiuse il garage, prese le chiavi ed entrò nel condominio, poi cominciò ad avvertirla – Bene, non ti spaventare per il disordine, ma sono uscito di fretta stamattina, poi… non far caso ai piatti da lavare, ma ieri sera ero stanco e volevo dormire… - aprì la porta dell’appartamento – Prego, entra – lei rimase estasiata, era bellissimo! Non come gliel’aveva prospettato lui! – Ma Leo che dici!? E’ proprio bello! – Ti ringrazio – Pulisci tu? – Sì – Wow è strabiliante! – Eh che esagerazione! – aveva un salotto all’entrata con un bel divano in pelle e un tavolino in vetro – Vuoi qualcosa? La cucina è qui – era sulla sinistra in pratica. Lui accese la luce – Mi piace proprio! – Dunque… vediamo che ho… un po’ di vino? – No grazie, non bevo! – Ma neanch’io, lo bevo solo a cena, sai il vino rosso con la carne è qualcosa di spettacolare! – Davvero? – Dopo ti faccio assaggiare! – Senti, dammi un po’ d’acqua – Sì… ecco… ora ti faccio vedere il resto della casa – lei poggiò il bicchiere sul tavolo e lo seguì…

… – Questa è la camera da pranzo, qui c’è la mia stanza, e qui quella degli ospiti, dove dormirai tu… mi dispiace informarti che avrai il letto singolo – Bè, io dormo sempre nel letto singolo! – Ah, a me invece piace il letto matrimoniale, tant’è che nella mia stanza ho quello – Capisco… - Informazioni più pratiche: qui c’è il bagno e qui il ripostiglio per le scarpe, le borse eccetera… vediamo che ore sono… le 19:00… vado a preparare la cena, tu telefona a tua madre intanto – E che le dico? – Non avevi mica intenzione di sparire e basta? Glielo vorrai dire, spero, che ti fermi fuori! – Sì, ma… a casa di chi le dico? – Della tua amica, aspetta, come si chiama? – Lily? – Eh! – Non so, non mi convince! – Poi chiami anche la tua amica e glielo dici di coprirti! – Sua madre e la mia sono amiche, quindi ti pare…!? – Ah, dici che la avverte? – Eh direi! – Non hai altre amiche? – Non così importanti da andarci a dormire a casa! … Aspetta, potrei dirle che… senti, oggi è meglio che non la chiamo. Se è preoccupata mi chiama lei – Isabel non farle questo torto – Ma scusa, ma perché devo… senti, non infierire… ho deciso così, punto – Fai come ti pare. Chiama la tua amica allora! – così Isa si sedette sul letto e aspettò che lui chiudesse la porta. In realtà non chiamò, perché non le andava di sentire nessuno. Fece finta di parlare, poi riabbassò la cornetta e uscì dalla camera – Leo! Scusa ma non riesco ancora ad orientarmi! – Sulla sinistra, poi a destra e sei nel salone! – Ah ok, eccoti! … Aspetta, ti aiuto! – Neanche per sogno, sei mia ospite! Quindi cucino io! Tu siediti – No, io apparecchio! – No, tu ti siedi! – Ok, allora dopo lavo i piatti – Vedremo! … Accendi la tv, sentiamo che si dice dalle altre parti! – lei prese il telecomando e accese, poi lui le domandò – Hai telefonato alla tua amica? – Sì – Uhm… e quanto siete state al telefono? – Bè, il tempo che ho passato di là – Che ti ha detto di bello? – Mah… nulla di nuovo – Ovvio che non c’è niente di nuovo, non l’hai chiamata! – Ma che dici? – Isabel, ma vuoi mentire a me?! Hai scelto la persona sbagliata! Io lo capisco dal tuo tono di voce! – Bè hai scocciato sinceramente! – Vediamo qualcosa in tv stasera? – Non cambiare discorso! – Che devo dirti…!? E’ colpa mia se leggo nel pensiero? – Una volta tanto reggimi il gioco! – Ah certo…! Insomma… vediamo qualcosa? – Sì… va bene… Cosa? – Dovrei buttarti fuori di casa con tutte le bugie che mi hai detto, invece ti invito pure ad un dopocena… è da signori! – Oh che onore! – affermò lei divertita, poi pensò che non aveva neanche un pigiama – Ehm… Leo! – Sì? – Sto pensando che non ho nulla da mettermi per la notte! – Oh accidenti… ti va bene un mio pigiama? – In mancanza d’altro – Bene… ok, ho fatto… - apparecchiò per due, poi le porse il piatto con una fettina di carne e un po’ di verdura – Buon appetito – Buon appetito! – Isa cominciò a mangiare e rimase stupita – Chi ti ha insegnato a cucinare così? – Ehi ma che ti credevi!? Ammettilo che sono bravo! – Sei bravissimo! – Grazie! – Ma tu vivi da solo qui? – lui fece un gesto come per dire “che domanda!” e rispose – Vedi qualcun altro? – lei arrossì e lui – Scusa per la maleducazione. Comunque sì, sono solo – E non ti rattrista questa cosa? – No, perché adesso ci sei tu – Ma io non rimarrò per sempre! – E chi lo sa! – Dai, non scherzare! – ma lui non stava affatto scherzando… lo pensava veramente… avrebbe tanto desiderato stare con lei! Ma rispose comunque – A parte gli scherzi, no, non mi rattrista! Perché ci sto solo per mangiare e per dormire qui! Non ci sono giorni in cui non esco – E’ a causa del tuo lavoro? – Io direi più che è grazie al mio lavoro…! Mi distrae, a volte dimentico che ho una casa qui, perché dormirei volentieri nell’istituto! – lei rise, poi gli domandò – Che mi dici della tua famiglia? – Io sono di Milano, quindi i miei vivono su. Sono venuto qui a Roma per studiare – Così, allo sbaraglio? Senza avere amici qui? – Ero completamente solo, ma non ne soffrivo! Tu dimentichi con quale scopo sono venuto qui! – Ah certo! Il volontariato! – Non solo! Poi ho cominciato a studiare e lì ho conosciuto alcune persone veramente squisite, che già lavoravano nell’associazione e mi ci hanno indirizzato! Io lì lavoro, ok, ma quando sono libero faccio anche volontariato, ovvero aiuto quei bambini di cui ti parlavo prima al Pincio! – Cosa fate di specifico? – Questi sono bambini abbandonati, oserei dire che il nostro è una specie di orfanotrofio… gli compriamo dei libri e li facciamo leggere, divertire, in attesa che qualcuno li adotti. Ma soprattutto, diamo loro la gioia di vivere, che altrimenti non avrebbero! – E’ bellissimo! – Eh sì. Ti voglio lì, Isabel… voglio vedere come te la cavi! – Domani potrei venire! – lui abbassò lo sguardo e lei intuì – Ah, capisco… c’è la tua ragazza là! – lui scoppiò a ridere, e per poco non gli andava di traverso un boccone – Che c’è da ridere? – Io non sono fidanzato Isabel! Non c’è nessuna ragazza là! – tornò serio – E’ solo che sono tremendamente contrario a questa storia… io voglio che tua madre sappia cosa stai facendo, non solo perché è giusto, ma anche perché io passo dei guai se lei denuncia la tua scomparsa! – Non succederà vedrai – Cosa ne sai?! – E tu cosa ne sai invece!? – Senti Isabel, io so solo che tu sei minorenne e sei qui, in casa mia, contro la volontà dei tuoi, quindi prima risolvi la situazione, prima potrai entrare nella mia associazione! – E’ un ricatto? – Ma che ricatto! Ragiona, per l’amor del cielo! – Ma cosa devo fare, Leo!? Cosa!? – Senti, io ti ho ospitata questa notte, ma tu domani devi tornare a casa, capito? – No… no, ti prego… no, non voglio tornarci… - Stai calma! – No ti prego, non mandarmi di nuovo là! TI PREGO! – Shh, non urlare, stai tranquilla! – Io voglio rimanere qui! – Isabel lo capisci che così non migliori la tua situazione!? … Ascoltami… domattina vieni con me nell’istituto, ti ambienti un po’, ok? Ti diverti… poi ti accompagno a casa, va bene? – E se lei non mi vuole? – Ne dubito, ma se non ti vuole allora le dici dove sei, e mi chiami – E resto da te? – Certo! – No, però non posso… devo contribuire alle spese di casa! – Ma smettila! Che sarà mai…! Quando avrai trovato un lavoro, divideremo l’appartamento, ma fino a quel momento sarai mia ospite! – Non posso chiederti questo – Non me l’hai chiesto! – lei sorrise, poi misero in ordine la cucina e lui – Ma a te va di lavare i piatti? – Sì – Basta con le bugie Isa! Sii te stessa! Non va nemmeno a te, che bello! Dai, andiamo in sala da pranzo! – Ma che la vediamo lì la tv? – Perché, dove vuoi andare? – A letto! – Ah davvero? Ho pensato che potessi sentirti a disagio, per questo sono venuto qui! Allora andiamo! – entrarono nella sua camera e lui le porse il pigiama – Vai, il bagno è là – Sì sì, me lo ricordo! – chiuse la porta e s’infilò quel pigiamone. Lui era magro, ma quel pigiama le stava il doppio!

La casacca era molto lunga, e i pantaloni le andavano larghi! Era comica! Uscì dal bagno – Ehi non scoppiare a ridere! – Di cosa? – Sono orrenda! – si fece vedere e lui si scompisciò dalle risate – Ti avevo detto di non ridere! – lei prese il cuscino e cominciò a “picchiarlo”, così lui la buttò sul letto e le fece il solletico, finchè non si accorsero di essere l’uno sopra l’altra. Entrambi smisero di ridere e si guardarono, ma nello stesso momento si allontanarono, profondamente imbarazzati. Leo accese la tv senza dire una parola, li separava un’infinità di spazio… lui a destra, lei a sinistra, alle due estremità del letto. Leo cominciò – Ti piace questo film? – Sì sì va benissimo! – Ok, cambio canale. Questo? – Non tanto – Senti Isabel scusa… non volevo… insomma, è stato un errore! – Ma non è stata colpa tua! – No è vero… è stato un errore! Vediamo la tv ora, divertiamoci! – Sì sì – ma rimasero ugualmente lontani. Lei si sentiva terribilmente in imbarazzo e si ripeteva “accidenti a me e a quando gli ho detto di venire a letto a vedere la tv, ma che mi è saltato in mente?” … più tardi però non ci pensarono più, e tutto divenne nuovamente spontaneo. Ricominciarono a scherzare, e nel giocare si riavvicinarono un po’…

Ora lui la stava fissando… Isabel si era addormentata. Era ancora più bella quando dormiva… Leo non voleva che, al risveglio, lei si ritrovasse in quel letto con lui… potevano nascere equivoci, o poteva semplicemente starci male nel ripensare al ragazzo! Si sentiva in colpa, voleva portarla nell’altra camera…! Ma non poteva svegliarla! Così si alzò molto lentamente per non fare rumore, ma lei – Leo? – Sì? – Dove vai? – Stavo andando nell’altra camera, visto che ti eri addormentata! – E perché vai di là? – Bè… perché… pensavo non volessi dormire con me! … Insomma… capito il senso no? – lei sorrise – Non fare lo sciocco… rimani qui! – Sei sicura? – Sì, tanto io fra un attimo mi riaddormento – lui sorrise e si sdraiò accanto a lei. Come promesso, Isabel si riaddormentò in un battibaleno, mentre lui non riuscì per niente a chiudere occhio. Non sapeva perché, ma aveva paura che lei si potesse risvegliare da un incubo e si sarebbe trovata sola, perché lui dormiva…! No, non poteva permetterlo, dunque vegliò su di lei per un po’… poi alle 5, la stanchezza prese il sopravvento su tutto il resto…

Isabel aprì gli occhi, aveva sognato Michael, e… MIO DIO!!! Ma che ci faceva tra le braccia di Leo???!?!? Per un attimo aveva creduto fosse Michael in quel letto, MA NO!!! ERA LEONARDO!!! Spalancò gli occhi, e pensò che, forse, mentre stava sognando Michael, aveva creduto di stringersi fra le sue braccia! … Dio che assurdità!! Per non svegliarlo, si mosse molto lentamente, ma le sembrava di schiattare dal caldo!! Era diventata tutta rossa, stava andando a fuoco!!!!!! Riuscì ad allontanarsi, finalmente, e si sedette sul letto… nonostante quella “brutta disavventura” mattutina, sorrise nel riconoscere il volto di Leo (non le era dispiaciuto poi così tanto di essersi ritrovata fra le sue braccia…!! Ma non l’avrebbe mai ammesso a se stessa, le sembrava di tradire Michael!!)… ripensò alla sua gentilezza, alla sua educazione… e involontariamente anche al suo fascino. Lo osservò per un po’ mentre dormiva, seguì il ritmo del suo respiro, poi lui fece un movimento improvviso e lei balzò in piedi imbarazzata! Avrebbe fatto una tale figuraccia se si fosse svegliato!! … ma lui doveva solo cambiare posizione, così Isa sorrise e andò in cucina… decise che gli avrebbe preparato la colazione, d’altronde lui si era fatto in 4 per lei…!!! Guardò l’orologio: le 5:50!!! Ma perché si era svegliata così presto??!!?? … Comunque si ricordò che sotto casa c’era un bar, quindi si vestì in fretta e in furia e andò a comprare delle brioches! Tornata su casa, preparò il latte e glielo portò in camera. Poggiò la tazza sul comodino e gli fissò la sveglia per le 6.20, poi scrisse un biglietto: “Sei ancora in tempo per l’alba del Pincio” … sorrise… chissà se l’avrebbe capito!! … ma sì, cavolo! D’altronde mica era stupido!!  fatto questo, uscì di casa e passeggiò da sola fino al Pincio. Era ancora buio, il sole sarebbe sorto alle 7, o giù di lì. Arrivata a Piazza del Popolo, percorse la salita, fece le scale e si fermò sulla terrazza del parco. Le stelle cominciavano a diminuire… guardò l’orologio: le 6:35! – Sicuramente si starà affrettando a vestirsi. Se non si sbriga si perde lo spettacolo! – …

- Dio mio, è tardissimo! Sono le 6:40! – con molta fretta Leo fece le ultime cose e uscì di casa. Alternava passi svelti a piccole corse, e intanto pensava a quel volto così bello! –“E’ stata proprio carina” – pensò –“Mai nessuna ragazza mi ha fatto una cosa del genere. Purtroppo lo so che non prova niente per me, mi vede come un amico… Ma come posso esserle amico in 1 giorno che ci conosciamo?! … Stanotte alla fine mi sono addormentato… oh se solo penso che lei si è svegliata presto e mi ha preparato la colazione… poi quel biglietto… ma che ore sono!? … oh dio, le 6:55!!” – per fortuna doveva solo salire le scale e l’avrebbe vista, ma il problema era quello…! Gli batteva forte il cuore –“Eccola, la intravedo, per fortuna non è ancora sorto il sole, altrimenti non me lo sarei mai perdonato! … Mamma mia com’è bella, ma come faccio ad avvicinarmici?! Mi sembra di impazzire!” – le sue gambe ormai si muovevano a rilento, un po’ per l’emozione, un po’ per la stanchezza dovuta alla maratona da casa sua fin lì…!  ora le era dietro, a qualche passo di distanza… cercò di stare calmo, di essere quello che era stato anche ieri, ma non sapeva cosa dire!! Non sapeva che fare! Come avrebbe cominciato il discorso?! Fece un altro passo verso di lei… in realtà voleva solo baciarla…! Nessuna parola era adatta in quel momento!! Ancora un altro passo… poi si rassegnò…

Isabel guardò l’orologio: le 6:58… pensò che ormai era inutile aspettarlo, sarebbe sicuramente arrivato in ritardo, ma… - L’eclissi delle ultime stelle! – riconobbe la sua voce e sorrise. Il suo cuore cominciò a palpitare, poi rispose – Il sorgere di una nuova alba! – lui le si avvicinò, ora era accanto a lei e le disse – Buongiorno! – lei lo guardò negli occhi e rispose – Buongiorno… piaciuta la sorpresa? – Tantissimo! – stettero in silenzio, lei abbassò lo sguardo, poi tornò a guardare verso S.Pietro… lui la fissò per un po’, senza dire nulla, imbarazzato… Poi cominciarono a spuntare i primi raggi di sole. Non sapevano cosa dire, forse perché entrambi pensavano alla stessa cosa…!! Lei si voltò di scatto a guardarlo, lui le sorrise… rimasero qualche secondo così, a fissarsi… poi si avvicinarono e, mentre il sole sorgeva, le loro labbra si avvicinarono – No non posso – esclamò lei e si voltò – Perché? – E me lo chiedi pure?? Io sono fidanzata! – Lui non lo saprà – Ma io non vivrò più! – Ehi non hai ancora fatto nulla! – E mai farò qualcosa! Il solo aver pensato di farlo mi fa morire! E’ come se l’avessi tradito! Nel momento più brutto, nel periodo più critico, io, anziché pensare a lui, l’ho tradito! – Stavi pensando a te stessa, tutto qui. E questo non è peccato – Oh dio, puniscimi ti prego! – cominciò a camminare più in fretta, seguita da Leo – Aspetta Isabel! Non hai nessuna colpa, vuoi capirlo? – Michael perdonami – Fermati un attimo! E’ ciò che hai sentito, anche se non l’hai fatto, e non puoi fartene una colpa! – Come potrò guardarlo in faccia!? – Fermati! – lei si fermò di scatto e lo guardò con aria minacciosa – Senti, è stato tutto un tragico errore – Ma cosa? – Tutto! L’esserci incontrati, conosciuti, l’esser venuta da te… tutto!! – Per me non lo è stato – Bè per me sì! Quello che stava succedendo prima al Pincio non significa niente, non ha importanza… non ha senso… non… - I tuoi occhi mi hanno parlato più di mille parole! … mi hanno parlato di te, Isabel… dei tuoi sentimenti… e tu dici che non ha senso?!?!? – Sentimenti??? Io non provo nulla per te! – Finiscila Isabel! Smettila di mentire! Ti ho detto che con me puoi essere te stessa! DEVI esserlo! – Sono me stessa, Leo… e sono me stessa solo con Michael – Io so quel che dico, e in fondo lo sai anche te! … Ma ti spaventa! … La reazione che hai avuto, è la classica crisi che avviene nel momento in cui si sa di aver fatto una cosa dettata dal cuore, ma che porterà cambiamenti nella vita quotidiana! – Accidenti a te e al tuo lavoro! – Tu sai che è così! – Certo che lo so! – Ah… è già un passo avanti – Sì, un passo avanti verso la morte…! Un biglietto di sola andata per l’inferno! – Quanto la fai tragica! – Ma guardiamo in faccia alla realtà, ci conosciamo da 1 giorno! – 2! – Eh cavolo, un giorno in più fa la differenza! – Isabel, non conta il tempo… conta quello che hai qui… nel cuore! Cos’hai provato? – NIENTE!! – Non è vero! – Uffa lasciami stare! – lei stette per voltarsi, ma lui la afferrò per le spalle – Isabel… - sospirò – Il mio cuore batteva all’impazzata, le mie gambe tremavano, avevo paura fosse un sogno, perché anche stanotte sei rimasta nei miei pensieri…! Ma quando ho visto che eri veramente lì, Isabel… mi sono sentito in Paradiso! – Ma per piacere! – lui la fissò e lei abbassò lo sguardo – Isabel… - Il tempo si è fermato… – C’eravamo solo noi – lei non aggiunse altro e ricominciò a camminare – Lo so che è difficile per te – No, non lo sai – Te lo leggo negli occhi – Hai letto male allora… perché per me non è difficile… è impossibile! – Devi seguire il tuo cuore – Che mi porta da lui – Che ti porta da me – Ma che ne sai tu? – gli domandò, bloccandosi. Lui abbassò lo sguardo, poi la superò e lei – Dove vai ora? – A lavoro – Ed io? – Sei tu che devi decidere della tua vita – lui entrò nell’istituto, salutò i suoi colleghi… sapeva che Isa lo avrebbe seguito… andò a salutare tutti i bambini, cominciò a giocare con loro. Isabel entrò poco dopo, lui sorrise – Bambini, vi presento una mia amica! Vedete? Lei è Isabel! Salutate! – Ciao Isabel – risposero in coro i bimbi. Lei scoppiò a piangere e uscì fuori dall’edificio. Leo la seguì immediatamente – Isabel? – lei si asciugò le lacrime e si voltò dall’altra parte – Va tutto bene? – Sì – A vederti non sembrerebbe – Sai Leo? … Oh, è difficile! – Ehi, sono qui, ti ascolto, parla! – Ho sempre desiderato fare volontariato, ed ora che ho visto quei bambini è come se il mio sogno si fosse avverato – E’ una bella cosa, perché piangi? L’emozione? – No… la consapevolezza di non poterlo fare – Chi te lo vieta? – I miei non saranno sicuramente d’accordo… e poi… con questa situazione…! – Hai mai voluto essere semplicemente te stessa? – Oh non ricominciare con queste domande – Ti sei mai chiesta se la tua vita ti soddisfa, o se vorresti ottenere risultati più grandi? Hai mai pensato per un solo istante a cosa farebbe bene a Isabel, a cosa la renderebbe felice? – Vuoi la verità? … No – Lo so. Allora pensaci… io posso giudicare solo in base a ciò che ho visto nei tuoi occhi quando sei entrata in quella stanza – Cos’hai visto? – La gioia di una bambina che ha appena ricevuto un regalo. I tuoi occhi brillavano – lei abbassò lo sguardo e lui concluse – Per qualsiasi cosa… io ci sono… e anche loro… – detto questo rientrò nell’istituto.

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Isa stette per un po’ a pensare, poi percorse Via del Corso e andò verso Piazza di Spagna. Si voltò un attimo, pensando di essere seguita da lui, si fermò per qualche secondo… Infine salì sulla metro… Barberini… ripensò a quel giorno, in cui aveva conosciuto Michael! Oh come lo odiava!!  ripensò a quant’era cambiato poi e all’amore che si era acceso nei loro cuori… il suo primo amore! … Repubblica… Leo era stato proprio dolce con lei, l’aveva aiutata, sapeva come risolvere la questione di Michael, ma anche come esaudire il suo sogno… forse aveva fatto male ad andarsene così, d’altronde lui l’aveva ospitata in casa sua, ed era giusto portargli rispetto… Termini… scese dalla metro. Un flash le attraversò la mente: ricordò quel giorno al mare, con Michael… l’emozione, l’euforia, quel bacio… la scritta sulla sabbia e i giochi sulla riva. Gli scherzi, le boccacce, le urla… Salì le scale per andare al treno. Lesse “treno per Albano Laziale, ore 10:06, binario 20”… doveva tornare da Michael… no, non poteva tornare, lui non l’avrebbe voluta… doveva aiutarlo! Doveva semplicemente tirarlo fuori da quel carcere! … Si avvicinò alla convalida e timbrò il biglietto, poi salì sul treno… Si sedette, esausta e decise di chiamare a casa – Pronto? – rispose preoccupata la signora Parker – Sono io – Isabel!! Santo cielo, ma… - scoppiò in un pianto disperato, e lei avvertì – Sarò a casa in un’ora… – Ok, ti aspetto con ansia – durante il viaggio si lasciò andare a riflessioni molto profonde, pensò che alla fine Leo aveva ragione, che forse doveva pensare un po’ più a sé stessa… E’ ingiusto come certe persone riescano a strappare così i tuoi sogni. Pensò che quei problemi erano più grandi di lei, che non sarebbe mai riuscita ad affrontarli e tantomeno a risolverli, che non ne avrebbe avuto il coraggio… ma esiste davvero un ostacolo che qualcuno non sia in grado di oltrepassare? … Esiste veramente una situazione che, pur grave che sia, ti tolga la forza e il coraggio di andare avanti? … Certo che no… d’altronde la vita non può essere e non sarà mai tutta rose e fiori. Esisteranno sempre giorni scuri, spetta a te far sì che in molti di essi torni a splendere il sereno… Ci sarà sempre un’alba e un tramonto, non dimenticatelo mai…

Con questi pensieri Isabel si addormentò e, a destinazione, fu avvertita da un controllore – Signorina!? … Signorina!? – Ehm… Sì? – Siamo arrivati… ha intenzione di trascorrere la notte qui? – No… no, certo… la ringrazio! – quello si voltò sbuffando, con la maleducazione tipica di chi ha il “potere” (professori, carabinieri, vigili urbani…). Isa si diresse verso la fermata dell’autobus e, alle 12 in punto, si trovava davanti alla porta di casa. Non le andava minimamente di entrare. Era la prima volta che non era impaziente di rivedere sua madre… la signora Parker, che stava aspettando dietro la finestra, uscì immediatamente fuori – Isabel! – Ehi… come va? – Tesoro, me lo chiedi pure!? Non puoi capire quanto sono stata male! Ma tu… tu invece? Ti vedo pallida, stai male? – No – Sei sicura? Vuoi… vuoi qualcosa? Ti porto dal dottore, non so… cos’altro potrei… - Mamma no! Sto bene e… - decise di abbracciarla forte e le disse – Scusami. Perdonami – Ti ho già perdonata, piccola mia – Non devi solo perdonarmi, devi capirmi mamma! Perché io aiuterò Michael, lo farò uscire di là – Isabel sono tremendamente contrariata… - Ma? – Ma ti aiuterò. Ho rischiato di perderti, bè non farò lo stesso errore. Ma da oggi in poi pretendo sincerità da te! E’ davvero innocente Michael? – così entrarono in casa e si sedettero sul divano. Isa le raccontò tutta la storia, compresa la faccenda di Manuel e quella più recente di Leonardo – Non devi sentirti in colpa, in finale tu non hai fatto niente con quel ragazzo! – Sì lo so, però… - Ehi guardami… comincia ad asciugarti quelle lacrime che non si adattano per niente al tuo bel viso! – lei sorrise e la mamma continuò – Dopo di che pensa solo a come aiutare Michael! – Tu sai che sono tanti soldi vero? – Sì – E sai anche che lavorerò per procurarmeli? – No – Bè, l’hai appena saputo – Cerca di trovare un’altra soluzione e se non dovesse esserci… i soldi te li darò io – Che cosa?? – Sei mia figlia, cos’altro potrei fare per te? – lei abbassò lo sguardo. Marina si alzò, s’infilò il cappotto e aprì la porta – Dove vai? – Esco – E non pranzi? – Devo vedermi con tuo padre fra una mezz’oretta, quando torniamo mangiamo! – Vi preparo qualcosa io? – Bè non sarebbe una cattiva idea! Ciao ciao! – dopo averla vista andar via, Isa si mise subito dietro ai fornelli. Voleva preparare qualche strana ricetta per ringraziarla – Ma dov’è quella rivista!? … Ah eccola! … bene – Sono tornata… – esclamò tristemente Selène e Isa rispose – Bè? Cos’è questa tristezza? – Isabel??? Oh mio dio! Sorellona! Quanto mi sei mancata! – Eh che esagerazione! Non manco da tanto! – Ti voglio bene, ti adoro, ti amo! – Sì sì, mi stai allisciando! Parliamo di cose serie: a quest’ora rientri da scuola? – Mi sono trattenuta! – Come si chiama il tuo intrattenimento? MIKE??? – Ma che stai dicendo?? – lei arrossì e Isa scoppiò a ridere – Era una battuta! – no, non lo era, ma che importava!? Sele cambiò discorso – C’è Lily? – No, perché dovrebbe esserci!? – Ma da quant’è che non la vedi? Lei mi chiede sempre di te – Se vuole mi chiama – Se vuoi puoi chiamarla anche te è!? – Ho troppe cose nella testa – Le amiche non si dimenticano mai – Già – la sorellina si voltò di scatto e cercò un fazzoletto per soffiarsi il naso – Raffreddata? – Eh… sì – Sì? – Sì – Che hai combinato? – Perché? – E’ raro vederti piangere! – Non sto piangendo! – Ah no? Li sento i tuoi singhiozzi, che ti credi!? … Ehi, guardami! – No, mi vergogno! – Ma dai, scemotta! … Allora? Parlamene! – lasciò stare il pranzo e si avvicinò a Selène – Guarda che occhi rossi! Che ti è successo? – No, è che… mi preoccupo per te! – Per me?? – Sì… perché deve succedere tutto a te? – Ma di cosa parli? – Di tutto! Non c’è un momento tranquillo nella tua vita! – Sele stai calma, va tutto bene! – No, non va tutto bene! Chissà come ti sentirai! L’ho saputo di Michael… e lo so che non sei andata a dormire da Lily ieri, me l’ha detto lei! – Chi ti ha detto che… - La mamma! Mi ha mentito! E tu non mi hai fatto sapere niente di te! Ed io ho avuto una paura atroce! – Tesoro! – Sei scappata di casa… sì lo so, l’importante è che tu sia qui, ma… dov’è Michael? – Gli vuoi proprio tanto bene è!? – Lo considero come un fratello! Perché so che ti ama… - Davvero? – Che è successo Isa? Vuoi dirmelo?! – Manuel… mi ha baciata proprio nel momento in cui passava Michael… a scuola… lui l’ha pistato di botte e poi… bè ecco… sai dov’è ora – E tu sei qui?! Insomma, non vai a trovarlo!? – Per quale motivo sarei scappata secondo te!? – Sei andata a Roma? – Sì – Sola?? – Sì – E lui? – Isa scosse la testa e abbassò lo sguardo, poi si ricordò – Oh accidenti Selène! Si è bruciato tutto! Altro che ricetta! – la sorella rise – Ma che ti ridi? Stavo preparando qualcosa di squisito! – Rido perché sei tutta matta! Ti stavo parlando di cose serie! – Perché, il cibo non è una cosa seria? – Sei proprio scema! Dai, ti lascio alla tua arte culinaria! Vado a fare i compiti! – Eh lo credo che mi lasci stare, perché sai che ora devo ricominciare e potrei chiedere un aiuto! – Non è vero! – Sì che è vero! – Antipatica! – Scansafatiche! –

- Ragazze siamo tornati! … Ah Isa, cos’è questo profumino? – Una nuova ricetta! Selène scendi! E’ pronto! – Ah ci usi come cavie! – Dai dai, assaggiate! Vi piacerà! – i genitori si sedettero e dopo qualche minuto scese anche Sele. Naturalmente il pranzo faceva schifo, ma le regole della buona educazione impediscono di ammetterlo, anche se quello era proprio il peggio del peggio…! – Buonissimo Isa! – Sì, piccante al punto giusto! – Davvero? Forse dovrei mettermi più spesso ai fornelli! – NO! – esclamarono in coro tutti e tre e Selène continuò – Quello è compito di mamma, scusa! Fallo fare a lei! – Uhm… sì, forse hai ragione! Bè, ora vado di sopra! – Aspetta Isa! – Che c’è? – Devo dirti una cosa! … Vieni, andiamo in camera tua – Ehi, mi stai facendo preoccupare mami! – Devo farti una domanda – Parla! – Quando hai intenzione di tornare a scuola? Sono 2 giorni che non vai! – Non lo so… non ho intenzione di tornarci! E’ che mi sento così… non so spiegarti – Devi andarci, però… e lo sai – Devi devi… ma cosa sono tutti questi doveri? Per una volta posso decidere io della mia vita? – Isa non rispondermi così! Altrimenti ti ci porterà tuo padre! – Dirò di no anche a lui! – la mamma le mollò uno schiaffo e Isa non fiatò… pensò immediatamente che sua madre non l’aveva mai toccata nemmeno con un dito! E quella cosa la fece piangere – Sei pazza!? – sussurrò e lei rispose – Tu non capisci! La tua vita non è finita! Hai la maturità quest’anno Isa! E stai facendo i capricci come le bambine dell’asilo! Per un ragazzo stai mandando tutto all’aria! – Non devi ricordarmelo! – E allora cosa devo fare? Sono tua madre! – Devi… devi darmi tempo! – Dopodomani tornerai – Ma… - Niente ma Isa! Questa volta le regole le faccio io! E telefona a Lily, che Ornella mi ha chiamata tutta preoccupata! – sì… in quel momento aveva una voglia matta di incontrare Lily… era l’unica che avrebbe potuto comprendere il suo stato d’animo.

Compose il numero e rispose Ornella – Pronto? – Ciao sono Isabel! – Ah tesoro! Ciao! Come stai? Non ti ho più vista! – Eh ho avuto dei contrattempi – Bè l’importante è che tu e Lily non vi allontaniate… nulla di grave spero! – No, è che… - ma in quel momento Isa sentì dei rumori assordanti e subito dopo la voce affannata di Lily – Isabel!!!! – Lily??? Ma… tua madre… - Non ti sei fatta più sentire né vedere, dove accidenti eri finita? E scuola? L’hai dimenticata? Ma soprattutto, ti sei dimenticata di me?? – Lily tranquilla – No, sono tutto meno che tranquilla! Perché lo so il periodo difficile che stai attraversando e… - E’ di quello che voglio parlarti – Mio dio, è successo qualcos altro? – No, è una cosa già successa che dovevo rivelarti qualche giorno fa, ma… non ne ho avuto il coraggio – Isa mi stai facendo preoccupare. Si tratta di Michael? So che è in carcere, tu lo sapevi vero? E non me l’hai detto… è questo che devi dirmi? Bè, non ti devi preoccupare, non è una cosa… - No Lily, non è questo – Mio dio – Possiamo vederci oggi? – Sì, vengo da te – No, meglio che vengo io – Ok. Alle 4? – No, ci metterò un po’ di più che ho delle cose da sbrigare, penso per le 5 – Eh sì, tanto mancano 2 ore… dio non mi passeranno più… ma è una cosa grave? – Penso di sì, ma Michael la sapeva da un pezzo! – Santo cielo… cerca di fare presto – Sì – Ti voglio bene Isabel – Grazie, sei un tesoro – E qualunque cosa sia, io ti sarò vicina – Lo so – A dopo – Ciao Lily – riagganciarono. Alle quattro e mezza uscì e pioveva nuovamente, quindi s’infilò l’impermeabile e aprì l’ombrello… La pioggia creò immediatamente delle piccole pozzanghere qua e là, il vento le penetrava nei vestiti, le mani erano già diventate cubetti di ghiaccio, non le sentiva più… si strinse bene la sciarpa attorno al collo, ma non fece certo la differenza! I rami degli alberi si piegavano minacciosamente, il cielo era nero, pieno di nuvole, ogni tanto solcato da qualche fulmine… Eccola lì… arrivata a destinazione… suonò il campanello – Isa sei tu? – Sì, sbrigati, sta piovendo addirotto! – l’amica le aprì il cancello, poi le andò incontro e corsero verso il portico… chiusero la porta a vetri e si sedettero sul dondolo – Mamma mia che tempo! – Allora?? – domandò subito Lily e Isa abbassò lo sguardo – Ecco… - Vuoi dirmi che sei scappata di casa? Io lo sapevo già… e so anche che quello stronzo non ti ha neanche ringraziata! – No, non è… - Che vuoi trovare lavoro per pagargli la cauzione? So anche questo, me l’ha detto Selène – Lily fammi parlare accidenti! – Scusa – Michael non è poi così stronzo come dici te – Ah certo, ora lo giustifichi! – No, ascolta! Sono io che devo giustificarmi! Quel giorno… Michael mi ha vista tra le braccia di Manuel – l’amica la guardò con gli occhi sbarrati, ma non disse nulla – Lui mi ha costretta, mi ha stretta a sé, io mi dimenavo, ma nello stesso tempo avevo anche paura e non ho più opposto resistenza… mi ha baciata… lì ci ha visti Michael. Quindi lo capisco, so perché ha reagito così, ed è anche per questo che spetta a me tirarlo fuori di lì – Troppo tardi – Cosa?? – So che la mamma sta tornando da Chicago per rivederlo – Come… - Me l’ha detto Bob… La mamma gli pagherà la cauzione – Ma sono un mucchio di soldi!! – A quella i soldi le escono pure dalle orecchie… tu non la conosci – E tu sì? – Me ne ha parlato tanto Bob – Ma quella che vuole? Dopo tutto quello che gli ha fatto, dopo la vita che gli ha fatto passare, come si permette di tornare così? – Bè almeno lei gli sta vicino quando ha bisogno! Tu che hai fatto, invece, è!? UN BEL NIENTE!!! – Volevo… - Certo, VOLEVI!! Cosa?? Volevi dirgli “mi dispiace amore mio, tutto si risolverà”?? … Bè, non ti è uscita bene la frase visto che gli hai addirittura sputato in faccia quel giorno! Gli hai detto che ti faceva schifo, ma SEI TU CHE FAI SCHIFO!! – Lily… - sussurrò Isa con le lacrime agli occhi, ma l’amica continuò, era andata su tutte le furie – Ora niente si risolverà, e capisco anche perché lui ti odia! Aveva riposto una fiducia enorme in te Isabel, e come tutti anche tu l’hai tradito!! Non posso crederci… TU!! Miss perfettina, la suora della situazione, proprio TU!! Cosa devo sapere oltre a questo? Che ti sei innamorata di un altro in 3 giorni??? – Isa ripensò subito a Leo, ma decise di non parlargliene… scoppiò a piangere e Lily si bloccò… la fece un po’ sfogare e si alzò dal dondolo. Andò vicino alle vetrate del portico e guardò la pioggia cadere, che intanto si era fatta più fina… era stata troppo dura, ma d’altronde quel poverino era in carcere a causa sua!!! … Ma no… non poteva scaricare tutta la colpa su di lei… Michael avrebbe dovuto regolarsi – Isa io… - sospirò – Sono stata un po’ cattiva – No, sei stata giusta – Non del tutto! La colpa non è mai di uno solo, ma sempre di entrambi! Bè, tu potevi dargli un calcio nelle palle a quel verme, e lui doveva limitarsi a dargliene un altro, invece... ha esagerato… come al solito… Ma sai? Sono contenta che sua madre stia tornando – Io no – Pensaci Isa… se dovevi pagargliela te la cauzione, sarebbe uscito tra 1 anno! – Ma forse si sarebbe lasciato alle spalle quell’accaduto – No… assolutamente… forse ti perdonerà, nella migliore delle ipotesi, ma non dimenticherà mai… gli hai fatto troppo male – lei annuì e Lily la abbracciò – Sei disperata amica mia… ed io ti ho promesso che ti avrei aiutata… bè, sono qui, accanto a te… ora non sei più sola – Come faccio? – Aspetta che esce dal carcere – Quando arriva la mamma? Voglio incontrarla – Non provarci nemmeno – Ti prego Lily! Devo vederla – Per fare cosa? Per dirle quello che hai detto a me? – No… per conoscerla… lui mi ha parlato benissimo di quella donna – una mezz’oretta dopo, Isa andò via da casa di Lily…

la pioggia era meno consistente, ma comunque fastidiosa… il vento si era calmato… l’autobus arrivò quasi subito e Isa cominciò a ripensare alle parole della sua amica, che non la abbandonarono mai –“Oggi… alle 7… prenderà una stanza in un albergo nei pressi dell’aeroporto – Come si chiama l’albergo? – Hotel Fiumicino – Come si chiama lei? – In America ha cambiato nome: Kirstein Dustin – E il suo vero nome sarebbe? – Ma cosa vorresti fare? Metterla in imbarazzo? – No… dimostrarle che la conosco – Vanessa De Marchis. Il volo è il numero 563, proveniente da Los Angeles, non dimenticare – Non lo dimentico. Ma ho intenzione di aspettarla in albergo – Sii gentile, per piacere – Lo sarò –” – così era finita la conversazione ed ora mancavano 45 minuti al suo arrivo. Isa scese dall’autobus e andò in quell’albergo – Buonasera – Buonasera, come posso aiutarla? – La signora Dustin alloggerà qui, giusto? – la signorina controllò il planning – Sì, in arrivo da Los Angeles – Ne sono a conoscenza – Lei é…? – Un’amica – Lei sa che non posso farla salire in camera, vero? – La aspetterò qui, all’ingresso. Mi avverta quando la vede – Con piacere – lei andò a sedersi e controllò l’orologio: le 18:30… prese un giornale e lesse. I battiti del suo cuore scandivano i minuti che passavano… 18:45… si avvicinava il momento ed era davvero agitata… 19:00… non era ancora arrivata… Isa se l’era imparato a memoria quel giornale e decise di cambiarlo… 19:15… ma in quel momento… - Mi cercava? – a quella voce Isa balzò e le cadde la cesta intera dei giornali – Oh mio dio… mi scusi un secondo! – Kirstein (o Vanessa) lesse subito in quegli occhi celesti l’agitazione ed ebbe un po’ di paura: cosa voleva da lei quella ragazza?? Allo stesso tempo, però, capì che non c’era nulla di cui preoccuparsi e la aiutò – L’ho fatta attendere molto? – Ehm… no! – e in quel momento Isa si domandò “ma perché mi da del lei? Mi mette in imbarazzo!” – Bè, un uccellino mi ha detto di sì, quindi la inviterei a prendere qualcosa – Oh no, davvero, non si disturbi – Mi segua – senza replicare, Isabel camminò accanto a lei, e andarono a sedersi nel bar dell’albergo – Signorina! Dovremmo ordinare – Ditemi – Per me un boermut, non troppo freddo, per cortesia – Certamente… e lei? – lei non sapeva proprio che prendere! Quella donna le sembrava così chic, che si vergognava parecchio a chiedere un semplice cappuccino. Le venne in mente, per caso, un nome di una bevanda – Una schweppes – Limone o arancia? – lei arrossì… ma che ne sapeva? Non l’aveva mai bevuta!! – Arancia! – tirò a caso e la signorina, con un gesto educato, si allontanò – Allora, a cosa devo la tua visita, Isabel? Nessuno sapeva che sarei tornata a Roma! – lei rimase sbalordita: come faceva a conoscerla?? … Semplice… si era informata! Isa cominciò a pensare a una sorta di ossessionata, che aveva ingaggiato una spia per… oh ma che importava!? Tanto valeva cominciare – Come vuole ch’io la chiami, signora? Kirstein Dustin o Vanessa De Marchis? – i ruoli si erano invertiti, ora era stata Isabel a lanciare la freccia e, a giudicare dalla faccia di Kirstein, aveva guadagnato molti più punti – Sai molto su di me – Più di quanto lei possa immaginare – Dammi del tu – Bene… allora come fai a conoscere il mio nome? – E’ la stessa cosa che dovrei chiedere io a te! – Ma la domanda l’ho posta prima io – Vi ho visti insieme… te e Michael… non ti ho cacciata, perché nei suoi occhi ho letto un amore enorme per te! – Dovrei ringraziarti? – Devi essere molto importante per lui – Come hai fatto a vederci? – Sono tornata a Roma un po’ di tempo fa e mi sono appostata davanti casa… vi ho visti uscire da lì – E poi? – Poi ho visto che lui era felice e me ne sono ritornata a Chicago – Non hai pensato per un solo secondo che lui potesse aver bisogno di te? – Ha te… – lei abbassò lo sguardo e Kirstein sospirò – …Ma qualcosa si è sfasciato. Non è così? – Perché? – Altrimenti non mi spiego il motivo della tua visita. Vuoi chiedermi di andarmene – Volevo – Perché vuoi risolvergli tu i problemi, non è così? – Volevo – Però? – Non posso – lei si mise una mano in tasca ed estrasse delle banconote – Tieni – Ma che…!? – con un gesto spontaneo, Isa allontanò quei soldi dalle sue mani e Kirstein affermò – Sono 2000€ - Mio dio – E sono per lui. Vai e tiralo fuori di lì – Mi dispiace, ma non li accetto – la cameriera portò le ordinazioni al tavolo e rimase sbalordita quando vide tutti quei soldi – Signorina, ha intenzione di trattenersi qui per molto? – ironizzò Kirstein e quella andò via di corsa – Isabel, volevi o no liberarti di me? Bè, ti sto offrendo la possibilità! – Non prenderò mai questi soldi – quella cominciò a sorseggiare la bevanda, poi poggiò il bicchiere – Sai? Ho sempre pensato che Michael non avrebbe mai trovato la ragazza giusta… poi ti ho vista quel giorno… e so che sei tu – Perché? – Mi è bastato osservarvi un momento… ve l’ho letto negli occhi… e, ancor più, lo leggo adesso! – Perché l’hai abbandonato? – Io non so cosa ti abbia raccontato lui, ma… - La verità Vanessa… soltanto la verità… - a lei non piacque risentire quel nome, ma lo accettò e proseguì – Purtroppo non abbiamo avuto una vita facile – Tu potevi cambiarla – E come? Lui mi avrebbe uccisa! – Tuo marito? – annuì e continuò – Lui mi picchiava sempre – Picchiava anche Michael – Ero riuscita ad allontanare solo Davide, l’avevo mandato da mia madre… ma mio marito non era d’accordo, e non voleva che gli portassi via anche Michael, che era il suo prediletto – Addirittura… - Voleva che lui diventasse un pugile – E il suo sogno l’ha ucciso – Michael non è mai diventato un pugile – Ma si è allenato per sembrarlo – Per ucciderlo – Non aveva altra scelta – Tu non lo puoi sapere – Lo so eccome. Era stufo, tu non lo sai, ma ogni volta che era a casa vedeva tuo marito con la sua amante, li sentiva mentre… lo immagini no? … e poi tu gli facevi tante domande: “cos’hai? Cosa sono quei lividi?” ma lo sapevi… tu sapevi tutto – Non della sua amante – Peggio ancora. Non ti chiedevi perché lo picchiasse? – Non potevo fare nulla – Non volevi! Perché lo amavi – Amavo anche mio figlio – Ma lui era nato per sbaglio – Uno sbaglio bellissimo – Lui dovrebbe essere solo bellissimo per te… la parola “sbaglio” non dovrebbe neanche uscire dalla tua bocca – lei abbassò lo sguardo, poi si alzò – Dove vai? – Seguimi nella mia stanza – andarono di sopra – Vieni, entra… Siediti – continuarono a parlare per molto, poi Kirstein arrivò al dunque – Non mi vede da tantissimo tempo, voglio che glieli dia tu questi soldi! – E magari vorresti anche ch’io gli dica che sono tuoi? – lei annuì – Non voglio offenderti, ma è un’idiozia – Cosa?? – Sì, lo è. Ti rendi conto di quanto puoi farlo star male se lo aiuti e non ti fai vedere? – Ho paura – Di cosa? Che ti sputi in faccia? E’ il minimo, ma quello sarebbe un errore suo! E, per quanto lo conosco, so che non lo farà, perché ti adora, nonostante tutto quello che gli hai fatto – Tu dici? – Ne sono certa – Mi manca così tanto – Isa le si avvicinò e le diede un fazzoletto – Ti ringrazio Isabel – si asciugò qualche lacrima, poi la fissò per un po’ – Ora vuoi dirmi cos’è successo tra te e lui? Potrei aiutarvi io questa volta – lei raccontò tutta la storia, dall’inizio, e pianse molto…

erano le 21:00 quando finì e telefonò a casa, che sicuramente erano in pensiero. Disse che sarebbe tornata tra un’oretta, Kirstein le aveva proposto un passaggio – E così finisce la storia – Non è finita Isabel – Lo è – Ah certo, se vuoi arrenderti, fai! Ma se lo ami, continua a cercarlo! – E’ proprio questo il problema. Se lo amo, devo fare quel che vuole lui. E lui vuole esser lasciato in pace – Lui vuole che tu lo cerchi, che gli chiedi scusa, vuole vederti pentita… - Vuole farmela pagare – In un certo senso sì – Che devo fare? – Domattina vieni con me al carcere. Vengo a prenderti io alle 8, che alle 10 possiamo entrare – Lo faresti? – Lo farò. Ora andiamo, tua madre sarà in pensiero – quella donna era davvero speciale, proprio come l’aveva descritta Michael. Chiese al suo autista di andare verso Albano Laziale e accompagnò Isabel sotto casa. Quando scesero dalla macchina si accorsero che stava nevicando – Guarda Isabel! La neve! – Sì è vero! – Si sta avvicinando il Natale – Non c’è cosa più bella di un Natale con la neve! – Vi ritroverete per quel giorno – Lo spero – Te lo dico io – Grazie – Ora vai in casa, fa veramente freddo! Ci vediamo domani! – Sì – Buonanotte – prima di aprire la porta, Isabel fece un altro cenno a Kirstein, poi entrò – Isa! Tesoro, ma dove sei stata? – Ho dovuto sbrigare delle cose – Chi era quella signora? – La mamma di Michael – Come sarebbe a dire? E che vi siete dette? – Pagherà lei la cauzione mamma – E non sei felice? – Non so… è che… domani andremo insieme al carcere e non ho idea della rezione di Michael! Cosa farà? Cosa dirà? – Non pensarci ora, altrimenti questa notte non dormirai! – Mi sento tanto confusa! Inoltre lui non vede sua madre da anni e sicuramente ci starà male! – O forse sarà contento no? – … Sì… forse… - Senti, vai a letto ed io ti porto una camomilla, così ti rilassi – Grazie – E’ il minimo! Vai… fila in camera tua! – infatti lei indossò il pigiama e si distese sul letto. Come sarebbe finita quella storia? Cosa doveva fare? Credeva che tutto potesse crollare, tutto meno che il loro amore. Le sembrava così forte quel legame che era naturale pensare che non si sarebbe più spezzato – Tesoro, eccomi qui. Tieni. Ora bevi e poi fatti una bella dormita, va bene? – Sì – Dai, oggi ti rimbocco anche le coperte! – Era tanto che non lo facevi – Sei diventata grande, te ne sei accorta? – Piccola o grande, il tuo affetto lo voglio comunque – Ah, buono a sapersi! (smack!) Ora vado – la mamma stava per uscire dalla stanza – Mamma? – Sì? – Tu pensi che ce la farò? Che avrò il coraggio di affrontare tutto ciò? – Tu hai coraggio da vendere, stellina! – Mi sento tanto debole e vulnerabile! – E’ comprensibile, chi non lo sarebbe al posto tuo! L’importante è che tu non dimentichi mai tutto quello che c’è stato fra voi due… questo ti darà la forza di lottare – Sì… hai ragione – Non sei convinta è!? – Mi convincerò! – Buonanotte – Grazie – lei rimase sveglia a lungo… quasi per tutta la notte. Si avvicinò ai vetri della finestra e si fermò ad osservare la neve… In poco tempo, il paesaggio sarebbe stato ricoperto da quel soffice manto bianco… Poco dopo si distese nuovamente sul letto e si addormentò…

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


- Isabel! Isabel! – un po’ intontita, Isa aprì gli occhi – Sele, che c’è? – si girò verso la sveglia e vide che erano le 7 – C’è la neve Isabel! C’è tanta neve! – Bè? Qual è la novità? – Dai andiamo a giocare fuori, andiamo andiamo! – O dio Selène!! – Dai dai! – Ok, tu intanto vai! – Sbrigati a scendere! – lei sorrise e si affrettò a vestirsi, più che altro per essere pronta nel momento in cui sarebbe arrivata Kirstein. Alle otto meno venti scese in cucina, dalla finestra osservò che le strade erano quasi inaccessibili, tutto era completamente imbiancato… Qualche mezzo spazzaneve era già passato, ma bisognava stare veramente attenti per strada. Isa si coprì bene bene e aprì la porta. Scese le scale e si guardò intorno finchè… - Ahi!! – la faccia le si congelò: le era arrivata una palla immensa di neve… da parte di chi?! – Comincia la guerra! – urlò e cominciò a giocare con la sua sorellina. La signora Parker uscì poco dopo – Isabel falla rientrare! Fa freddissimo! – ma loro non l’ascoltarono. Volevano giocare e volevano divertirsi! Alle 8, puntuale, arrivò Kirstein, ed Isabel si avvicinò alla macchina – Buongiorno! – Buongiorno Isabel! Tutto ok? – Non sarà facile arrivare fino a Roma – Ce la faremo! – ma Selène la richiamò – Isa!! Vieni a giocare!? – E’ tua sorella? – Esatto, è la mia adorata sorellina! – Oh è deliziosa! – Isabel!! Vieni!? – Sele io ora devo andare via, quella è la mamma di Michael. Vado a Roma, oggi uscirà dal carcere! Tanto tu non vai a scuola giusto? – Credo proprio di no! Che bellezza! – Oh quando vado a scuola io ste cose non succedono mai!! Vabbè… - Sfigata!! – Scema! Ci vediamo! Dì alla mamma che sono andata via! – Sì! Ciao! – lei entrò in macchina – E’ adorabile! Avete un bellissimo rapporto voi due è!? – Stupendo! –

Michael era sdraiato su quel letto scomodissimo della sua cella e stava pensando ad Isabel, a quel viso stupendo… era l’unico pensiero che lo teneva ancora in vita, altrimenti si sarebbe impiccato lì dentro. Si chiedeva se lei lo stesse pensando a sua volta e si era pentito di averla trattata male quel giorno… poi si sentì chiamare da una guardia – Ehi è ora della pappa cretino, devi scendere a mensa! – lui si alzò un po’ rintontito, erano giorni che non mangiava: le guardie lo beffavano continuamente e immancabilmente il suo cibo finiva per terra… Ma la cosa più bella era che toccava a lui poi ripulire le loro cazzate!! Non ne poteva più di star lì dentro, ma non voleva certo che fosse Isabel a pagare la cauzione! Uscì dalla cella e quello gli mollò un calcio – Avanti delinquente! Non riesci a camminare? – Taci, stronzo – e ricevette una manganellata, così non parlò più. Arrivò in mensa e si sedette insieme agli altri detenuti – Io le voglio ammazzà tutte ste guardie del cazzo! – esclamò uno e l’altro rispose – Organizziamo una retata! – Mettiamo una bomba – propose un altro – Buona idea. Ehi amico! Tu che dici? – si rivolsero a Michael, che li guardò, ma continuò a mangiare – Ma che fai, non ci rispondi? – Non mi intrometto! – Certo! Perché te la fai addosso! Senti che puzza di merda! – quelli cominciarono a ridere, ma Michael cercò di non curarsene, finchè arrivò quella guardia schifosa – Che avete da ridere qui? – nessuno rispose e, naturalmente, con chi se la poteva prendere quello? – Ehi tu! Ti piace la pappetta? – lui non rispose – Devi rispondermi quando ti parlo, capito? – Non ti piace quando non ti s’inculano è!? – fu la risposta di Cole, che fu punito con un pugno talmente forte che cadde dalla sedia. A quel punto non c’erano più Santi che lo reggevano, si rialzò, si asciugò un po’ di sangue che gli colava dal naso e restituì il pugno. Nella sala si levarono cori a suo favore, al che accorsero le altre guardie. Lo picchiarono per 5 minuti e gli buttarono la minestra addosso – Adesso pulisci stronzo! – Pulite voi, figli di puttana! – Ah ma allora non ti basta! Vuoi prenderle di santa ragione è!? – la loro ira fu però bloccata da un signore che annunciò una visita per Michael…
br> Lo raccolse da terra e lo accompagnò nella saletta. Cole sperava che non fosse di nuovo Isabel, non voleva essere visto in quello stato – Puoi uscire – esclamò il signore – E stacci attento. Non vorrai mica tornare qui dentro, spero! – lui non rispose e pensò subito “come accidenti ha fatto Isa a trovare tutti quei soldi?” … fece qualche altro passo e la vide. Lei piangeva e accanto c’era un’altra persona. La riconobbe immediatamente, nonostante fossero passati anni!! Rimase per un po' fermo, poi corse ad abbracciarla – Michael… come va, tutto bene? – Sì – Andiamo, torniamo a casa – per tutto il tragitto regnò il silenzio, poi arrivarono davanti casa di Isabel… era all’incirca mezzogiorno – Ok… io sono arrivata… vi saluto – lei uscì con le lacrime agli occhi, a testa bassa. Selène la stava aspettando dietro alla finestra, perché uscì subito di casa – Isabel! – le corse incontro – Ciao sorellina… ti stavi annoiando è!? – Come è andata? – Andiamo dentro dai – Giochiamo con la neve? – Ancora! Ma sei fissata! – Dai! – Sono molto stanca Sele, abbi pietà di me! – e in quel momento si sentì chiamare da Michael – Isabel! – lei si voltò di scatto, speranzosa, e Selène corse ad abbracciarlo, poi decise di lasciarli soli e rientrò in casa. A quel punto Michael si avvicinò ad Isa – Hai visto? Finalmente ce l’ha fatta a nevicare! – Eh sì – Tu lo volevi tanto! – lei annuì e si sfregò un po’ le mani – Ascolta… volevo ringraziarti… ma come hai fatto a rintracciare mia madre? – Lei è venuta di sua spontanea iniziativa ed io mi sono solo informata sull’orario del suo arrivo – Avete fatto conoscenza? – Sì, è molto simpatica… proprio come l’avevi descritta tu… un angelo – Già… - Spero che il vostro rapporto migliori – Lo spero anch’io – Bene… Devi dirmi altro? – lui fece cenno di no con la testa e lei si voltò per rientrare in casa. Appena chiuse la porta cominciò a piangere e lo guardò da dietro alla finestra, mentre saliva in macchina e se ne andava. Corse in camera sua e si chiuse dentro a chiave… si sfogò come non aveva mai fatto e fu in quel momento che ripensò a Leo… ripensò alle sue parole: ti sei mai chiesta se ti rende felice? Ti sei mai chiesta se è il ragazzo giusto per te? … eppure ti stressa. Ti imbarazza, ti demoralizza… - BASTA! – urlò… voleva allontanare quelle parole dalla sua mente, ma non riusciva! Strinse le coperte tra le mani e pianse ancora più forte… Nel tardo pomeriggio riuscì a calmarsi e decise di portare Selène al centro commerciale – Davvero? E che mi compri? – Nulla! Andiamo a vedere il tuo regalo di Natale! – Sì sì! Che bello! – Mamma, vuoi venire anche te? – No ragazze, andate! Io devo fare le faccende di casa – Non sai che ti perdi! – Non fate tardi! – Ciao! – le due sorelle uscirono, faceva veramente freddo. Ai lati della strada c’era anche un po’ di ghiaccio – Sele stai attenta che lì si scivola – Ehi ma che me voi fa da mamma!? – lei rise…

Lily era in camera sua, con il telefono in mano, era indecisa se chiamare o no Cole… voleva aiutare la sua amica, doveva vederlo e parlargli di lei, ma quello l’avrebbe presa a calci…! … Ma no, d’altronde era sua amica, non l’avrebbe mai trattata così…! Prima di ripensarci per l’ennesima volta, compose il numero – Pronto? – Cole? – Lily. Ciao. – Ah che bello essere salutate con così tanta euforia! Sei proprio contento di risentirmi è!? – Perdonami – Già fatto... ascolta… devo vederti – Ti è successo qualcosa? – Bè… sì! – Con Bob? – No no, lui non c’entra niente! Al Bar dello Sport alle 6? – Ok, là – Come stai? – Come uno appena uscito di prigione – Già… L’hai vista Isabel? – E’ venuta anche lei con mia madre – E quindi? – Senti, se dobbiamo parlare di lei, è meglio che non ci vediamo ok? – Ok ok, calmo! Allora… tua madre? – lui si schiarì la voce – Vanessa? – Certo, quante madri hai!? – Chiamala Vanessa – Ok, ma mi vuoi rispondere? – E’ andata via – Cosa??? – Sì. E’ tornata a Chicago! – Tornata… l’hai cacciata?! – L’ho ringraziata per la cauzione, poi le ho detto che non avevo più bisogno di lei – Bè, quello nella mia lingua si chiama “cacciare via una persona” – Insomma ma che vi aspettavate tutti?! Che la accoglievo come una di casa? Lo era… ma ha preferito lasciarci soli, a me e a mio fratello – Esiste il perdono sai? – Un sentimento che non conosco – Stai soffrendo – E’ una ruota che gira, Lily… ora è toccato a me… ben presto toccherà agli altri – Non devi augurarlo – No no… so solo che arriverà quel giorno – Mi dispiace che stai così, ma… - Ci vediamo al bar più tardi! – lui riagganciò e Lily gli tirò un “vaffanculo” con tutto il cuore… ma come si permetteva di attaccargli il telefono in faccia!? Comunque alle 17;45 prese il motorino e andò al Bar. Parcheggiò lì vicino e si sedette al tavolo – Signorina prende qualcosa? – Sto aspettando un amico, appena arriva ordiniamo – Certo – erano le 18 e Michael ancora non si vedeva… 18:05… 18:10… Lily cominciava ad innervosirsi – Giuro che se adesso mi da buca la prossima volta gli rigo la macchina – … 18:15… Lily sentì una sgommata e riconobbe il motore della golf. Attese con pazienza che lui la raggiunse al tavolo – Che piacere rivederti Lily! – Questo me lo dirai dopo – lui la guardò con aria interrogativa e lei lo aggredì – Innanzitutto non ti preoccupare se mi hai fatto aspettare, d’altronde sono qui solo dalle sei meno 5! Secondo poi, le scuse sarebbero gradite! – Sei tu che sei arrivata prima del previsto! – Ah certo, ora la colpa è mia! – Dai, di che devi parlarmi!? – Lo sai di chi – lui capì subito, ma svagò – Sì è vero, Bob mi ha detto che tuo padre se n’è andato. Mi dispiace tantissimo, tu come stai? – lei scosse il capo – Non voglio pensare a persone che non posso vedere né aiutare… preferisco dedicarmi ai miei amici che soffrono – lui sbuffò e si voltò dall’altra parte – Guardami Michael – esclamò Lily con calma, prima di farsi prendere una crisi nervosa – Senti Lily vedi di… - lei sbottò – DEVI STARE ZITTO QUANDO PARLO IO OK? – Ehi tesoro stai calma, ti si alza la pressione! – Stronzo – Grazie, molto gentile! Una rosa, come sempre! – Sicuramente meglio della fogna che sei tu – Oggi sei in vena di complimenti è!? – Ultimamente sono in vena di discorsi e se la gente non mi ascolta so essere molto vendicativa – Brr… che paura! – lei poggiò la schiena alla sedia e cercò di contare fino a 100, altrimenti l’avrebbe ucciso, poi cominciò – Isabel è disperata. Sta vivendo un periodo da schifo – Non è l’unica – Lo so, per questo dovete stare vicini, per farvi forza a vicenda – Sono più forte se le sto lontano – Gran bella cazzata Michael… complimenti! Ma valla a raccontare a qualcuno che non ti conosce, a qualcuno che non ha mai visto i tuoi occhi brillare d’amore per lei, a qualcuno che non ti ha mai visto piangere – No Lily, la vado a raccontare a chi so che non mi tradirà! – Lei non ti ha tradito! Non voleva! Manuel l’ha costretta! Che se solo non l’avessi già mandato te all’ospedale, ci pensavo io, giuro! – L’ha costretta a far che?! – Lei era impotente, aveva paura! Ma te la immagini!? Io me la faccio sotto già solo quando lo vedo quel verme che mi ha violentata, figurati lei che gli stava vicino! – Poteva andarsene, come avete fatto tu e Bob – Non tutti siamo perfetti – Esatto. Ed io credevo che lei potesse esserlo. Mi sono sbagliato ok? Ho capito di non amarla, non mi piace più… è un reato? Sono stato fin troppo sincero! – Sei fin troppo bugiardo! Ma ti rendi conto di quante stupidaggini mi stai raccontando? – Vado a prendere un caffè – Cole non puoi far finta che non te ne freghi nulla… la ami e te lo leggo negli occhi – Tu pensi che sia facile per me? – Assolutamente no, ma non puoi nasconderti! – E cosa devo fare? – Devi tornare da lei, parlarle, chiarire… ascoltarla… E le cose andranno meglio – Ma che meglio Lily! – La ami tanto – Troppo – Come lei – Non credo – E’ così – Mi manca tantissimo – Lo so – No, non lo sai. Non sai quant’è brutto vivere senza di lei… non sai quanto io possa star male… è allucinante, è bruttissimo! Svegliarsi nel cuore della notte dopo averla sognata, ricordare quegli attimi insieme, imporsi di non cercarla, di non pensarla… tu non sai che significa – Dove vuoi arrivare? – Non ce la faccio. Mi è impossibile per ora. Non posso rivederla – Sbagli – Non siamo tutti perfetti, l’hai detto anche tu no? – lei abbassò lo sguardo, d’altronde non poteva rimangiarsi le sue stesse parole! Gli disse solo – Pensaci Cole, perché non c’è cosa più bella dell’amore – Ora vado – Michael! – lui si voltò a guardarla con aria interrogativa e lei – Ti voglio bene! – lui sorrise dolcemente – E’ la prima volta che mi chiami Michael, sai? – Lo so – lui annuì e salì in macchina. Aveva deciso di andare al centro commerciale per comprarsi un maglione… Lily lo fissò ancora per un po’, poi prese il motorino e tornò a casa. Mentre pioveva, qualche lacrima percorse le sue guance gelide. Non era riuscita a convincerlo e ripensava al volto della sua amica… quanto dolore, quanta amarezza!! Perché la vita doveva essere così difficile? Perché ti impone di fare cose che non vorresti, che non sogneresti neppure? Perché un bel fiore colorato, vivendo in un mondo sporco, deve diventare uno come tanti altri in un grande giardino? … Ecco, questo Lily non lo capiva proprio. Non capiva per quale motivo sulla loro vita non sorgesse mai il sole, quella luce che ti illumina, che ti riscalda, che ti guida…

– Oh finalmente siamo arrivate! Mi sto gelando! – le vetrine del centro erano interamente decorate con addobbi natalizi, era bellissimo! Selène cominciò a correre da una parte all’altra, Isa invece si fermava nei negozi per trovare qualcosa… Stava osservando la vetrina di un negozio d’abbigliamento quando, riflesso nella vetrina, vide Michael. Si voltò di scatto, ma lui non disse nulla… la fissò solamente per quel breve istante, perché Selène la trascinò via – Isa andiamo! C’è un babbo-natale enorme laggiù! – lei non replicò e continuò a guardare Michael con tristezza – Isa guarda! Lo vuoi guardare!? – Sì, lo vedo Sele! – Ma che hai? – No, niente… non ti preoccupare… andiamo al piano di sopra, so che c’è una profumeria veramente grande! – Sì sì, andiamo! – salirono le scale e Isa riuscì finalmente a trovare qualcosa – Sele aspettami qui, io faccio subito! – Tanto ti ho sgamato! Che mi compri? – Piantala, devi sempre rovinare tutto! – Dai, vai! – Non ti muovere! – Ok! – in quel negozio, però, Isa trascorse un lungo quarto d’ora. Quando uscì non trovò più la sorella – Accidenti! Dov’è andata? – Te la sei persa? – Oh dio Michael… l’hai vista? – No – Oh dio dov’è!? – d’istinto Isabel prese il cellulare per chiamarla, ma in seguito ricordò che la sorella non ce l’aveva il telefonino! – Come faccio ora? … vado a cercarla! – Vengo anch’io! – No, tu devi rimanere qui, nel caso torni! Io vado di sotto! – cominciò a correre, a cercarla disperatamente… trascorse venti minuti d’inferno, poi la incrociò. Anche lei era preoccupatissima – Sele! – Isabel! O dio! Che spavento! – si abbracciarono – Mamma mia Selène! – Scusa, non volevo… - Non farlo mai più! – Scusami! – Andiamo di sopra, che Michael ti stava aspettando davanti al negozio – Michael??? – Sì, c’è anche lui…! – Faremo la strada insieme? – lei sospirò – Se ce lo chiede, sì – Vedrai che ce lo chiede! – lei sorrise, speranzosa, e tornò da lui – Michael grazie, grazie davvero – Ti ho restituito il favore! – Noi andiamo, tu cosa… - Io rimango – Ah… capisco… - Sì. Buon proseguimento – Grazie – si allontanarono, Isabel fece cenno a Selène di stare zitta. Per tutto il tragitto fino a casa non parlarono, Isabel stava malissimo e Selène si sentiva in colpa per aver dato false speranze alla sorella – Mamma, siamo tornate! – Ha chiamato Lily qualche minuto fa! – Che ha detto? – Richiama fra una mezz’oretta! – invece la sua amica richiamò subito, era impaziente – Pronto? – Isa sono Lily! – Ciao! – Come va? Ti sento strana! – Non ti si può nascondere nulla allora! – C’entra Michael? – Sì – Ah… vi siete visti? – Prima… al centro! – E… che ti ha detto? – Nulla! E’ questo il bello! – Mi dispiace tanto! … Comunque ti chiamo per dirti che domani devi assolutamente tornare, i proff si stanno stufando di tutte le tue assenze! Oggi in classe me l’hanno detto esplicitamente! – Sticavoli! – No Isa, ma che sticavoli! Ti do i compiti per domani, segnali! C’è solo inglese, per tua fortuna, e vedi di studiare altrimenti ti fa un culo enorme! … E’ incredibile che si siano invertiti i ruoli, ora sono io a doverti dire di studiare! Wow, mi sento quasi importante! – Ok, finito il momento di autocelebrazione? – Mamma mia oh! Stai calma! Allora, c’è da studiare Londra e i vari monumenti… è tantissimo, vedi di farlo che di sicuro ti interroga! – Tanto quest’anno mi steccano! – Senti Isa siamo solo all’inizio e… - Bè certo, all’inizio! Siamo solo a dicembre d’altronde, e mi sembra che a giugno abbiamo la maturità, ma potrei sbagliarmi, tu che dici? – Smettila! Fin ora hai solo bei voti, tutti 8 e 9! Non rovinarti Isa… volevi uscire con 100, o sbaglio? Non era il tuo sogno? … Anzi, volevi anche la lode, così potevi prendere giurisprudenza e diventare avvocato… ma hai dimenticato tutto questo? – No – lei ebbe le lacrime agli occhi e Lily continuò – Senti… Oggi al carcere com’è andata? – Uhm… Bene – Bene? – Sì – Sì? – Da schifo – Lo immaginavo… Ma non ti ha parlato? – Sì, l’ha fatto… la mamma ha detto che mi aiuterà… Io e lui abbiamo scambiato qualche parola così… - Capisco… Non ti preoccupare Isa, mi inventerò qualcos altro! – Perché, che hai fatto già? – Niente! Niente, niente… mica mi intrometto! Cioè, lo farò, però non l’ho ancora fatto! – Lascia stare Lily… la speranza non è più mia amica – Ma io sono ancora tua amica! Non importa se la speranza ti ha abbandonata, l’indispensabile è al telefono che ti sta parlando! – Modesta è?! – l’amica rise e continuò – No davvero Isa… ti aiuterò in tutti i modi possibili e immaginabili! – Come ti pare – Ci sentiamo, studia bene! Ci vediamo domani in fermata! – Ciao! – Ciao tesoro! – riattaccarono e Isa andò in camera… Ma che freddo faceva lì dentro!! Accese i riscaldamenti e si sedette vicino al termosifone che, dopo un po’, era già tiepido. Tirò su la tapparella della finestra… che tempo! Ormai non esistevano più giornate di sole, pioveva sempre, nella migliore delle ipotesi, oppure nevicava… in quel momento c’era solo un cielo grigio e un po’ di vento… Isa prese il libro di inglese e cominciò a ripetere – London is a very beautiful city – … le solite cose che si dicono quando a scuola si studia la geografia! Magari quella città ti fa così schifo che neanche la nomineresti, ma alla prof immancabilmente ripeti sempre la stessa pappardella!!! A questo pensiero Isa sorrise, ma continuò imperterrita – It’s the capital of England and one of the greatest cultural cities in the world. It offers a huge range of museums, art galleries and... and... Accidenti, che c’era dopo?! – sbuffò e guardò fuori dalla finestra per trovare l’ispirazione  … ora stava nevicando (visto? Ve l’avevo detto…!) e quei soffici fiocchi bianchi cadevano al suolo con così tanta grazia che sembravano piccole farfalle in volo, mandate direttamente da Dio per coprire i colori monotoni della vita… – Oh basta pensieri! Sgombrate la mia mente, altrimenti la Sperduti domani non mi da neanche più modo di averne! … Mi stacca la capoccia! – continuò a ripetere e così fu fino a notte fonda. Non si presentò nemmeno a cena, aveva troppa paura per il giorno dopo… altro che “sticavoli”!  – London has over 100 theatres, 125 cinemas, 5000 pubs where you can taste good English food, but also many ethnic restaurants. The British Museum is situated in Russell Square and it is one of the… - perse nuovamente il filo del discorso, non ci stava proprio con la testa e, con un gesto improvviso, chiuse il libro sospirando. Ora pensava a Michael. Guardò l’orologio: le 23:15… Ripensò al suo volto, al suo sorriso… non ce la faceva più, lui era tutto ciò di più bello al mondo, era la sua vita, la sua gioia, il suo amore… era colui che, pur non sapendolo, accellerava i battiti del suo cuore… era il pittore che disegnava i suoi sorrisi, ma sulla tela il colore si era sciolto fino a trasformare quei sorrisi in lacrime… cos’era ora?? Chi era lui?? … semplicemente un dolce ricordo lontano, un sogno svanito, un colore sbiadito, una bella utopia… era il desiderio più ardito per lei… un desiderio che non si sarebbe mai avverato, una stella cadente che non sarebbe mai passata nel suo cielo… Ecco, le lacrime cominciarono a scendere incontrollate sul suo viso, nessuno più l’avrebbe resa felice come lo era con lui… avrebbe tanto voluto chiamarlo, dirgli “ti prego, torniamo insieme!” – No, non posso, e con questo basta Isabel! Non devi più pensarci! Ormai è finita! –

Anche Michael era nella sua stanza e, sdraiato sul letto, non riusciva assolutamente a dormire… in realtà, dopo essersi lasciato con Isa, non c’era più stata una sola notte in cui era riuscito a chiudere occhio  . Pensava a cosa fosse giusto fare e le parole di Lily non avevano mai lasciato la sua mente –“Lei non ti ha tradito! Non voleva! Manuel l’ha costretta! … Devi tornare da lei, parlarle, chiarire, ascoltarla, e le cose andranno meglio!” – sì, forse avrebbe dovuto… ma con quale faccia si sarebbe ripresentato davanti ai suoi occhi?! Squillò il telefono e balzò sul letto, credendo fosse Isabel… ma no, come poteva essere lei??!! – Bob? – Ehi capo! Che fai, dormi? – No, Bob… ti pare?! … Che vuoi? – Ehi che hai? Stai male? – No – E come mai non riesci a dormire? – Chi ti ha detto che non riesco a dormire!? E’ semplicemente che non mi va! – Ah… certo… senti, ti va di uscire? – No, non ne ho voglia! Fa troppo freddo fuori! – Ma dai, domani faccio sega a scuola, non posso stare a casa stasera! – E bè, dovrei sacrificarmi io per i tuoi capricci!? – Eh, mica è un sacrificio! Dai, domani faccio sega! – Eh ho capito, non farla se mi devi rompere così le palle! – Ma che ti prende!? Vabbè ho capito va, chiamo qualcun altro! – Ecco bravo! Ciao! – Ah Cole! – Che vuoi ancora? – Ti ha cercato? – Di chi parli? – Eh sì, adesso vuoi farmi credere che non stai aspettando una sua chiamata! – Neanche per sogno! – Ah allora hai capito di chi sto parlando! – Senti, sparisci! – Non pensarci troppo Cole… non ne vale la pena – lui riattaccò, poi si rigirò nel letto – E’ vero, ha ragione Bob… non ne vale la pena! Non ne vale affatto la pena!! –


Ringrazio tutti per essere arrivati fin qui...!! continuate a leggere mi raccomando e scrivetemi!!

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


21 dicembre: Le attesissime vacanze di Natale erano arrivate e avevano accolto i nostri amici con una bellissima nevicata! All’uscita della scuola ci furono grida, saluti, baci… Michael era, come sempre, seduto sulle scale e abbozzò un sorriso a Isabel; lei, d’altro canto, gli fece un cenno, poi decise di avvicinarsi – Ciao… aspetti Bob? – Sì – Ah… Lily, ma Bob dov’è? – Torno dentro a cercarlo! Aspettatemi qui! – bella strategia signorina De Santis!!  voleva lasciarli soli! Ma quei due non si dissero più di tanto. Isa sospirò, imbarazzata – Finalmente sono arrivate le vacanze! – Già, così non farete più niente è!? – lei rise (per il nervoso!!!) – Bè, era pure ora! Forse hai dimenticato che da gennaio in poi comincerà un bel countdown verso la maturità! – Impegnatevi bene – Certo…! Senti… ehm… - Ah eccolo Bob! – e fece un fischio per attirare la sua attenzione. Naturalmente quello era intento a sbaciucchiarsi con Lily e Michael sbuffò, poi si accese una sigaretta. Isa capì che era nervoso, ma proseguì – C’è una pista da pattinaggio giù in piazza, è grande! Poi ci sono gli addobbi, l’albero… l’hai visto l’albero di Natale? Quello grande al centro della piazza? – Sì. Molto bello! – Già… e… - E’ una cosa particolare! – Cosa? – La pista da pattinaggio! Finalmente il Comune è riuscito a sganciare un po’ di soldi per i cittadini! – lei rise, anche se non ci fosse assolutamente un bel niente da ridere…!! – Dì che non è vero, Parker! – lei sussultò… Parker… di nuovo era tornato a chiamarla per cognome, come quand’erano perfetti estranei. Cercò di non fargli notare la sua tristezza e rispose – Bè sai, io penso che finanziare un progetto simile risulti molto complicato… - Ah hai ricominciato a parlare come una secchiona è!? Ricordi quando ci siamo conosciuti che eri… - lì si bloccò. Senza rendersene conto, si stava spingendo troppo oltre con le parole. Si schiarì la voce e continuò a fumare. Isa continuò come se nulla fosse – Il Comune deve fare molte altre cose per il paese… ma è bello che abbia speso dei soldi per questo! Perché quelli sono soldi Michael, non credere che… - Ehi Bob, ti vuoi muovere per piacere!? Ho una voragine nello stomaco! – lei si zittì, detestava quando qualcuno interrompeva i suoi discorsi  soprattutto se quel qualcuno era Michael! Stranamente non si lasciò sconfiggere e continuò – Ti hanno mai detto che è maleducazione interrompere un discorso? – Mi scusi professoressa! – Oh dio Michael, sei insopportabile quando fai così e… - No, è che non capisco dove tu voglia arrivare Parker. Mi hai raccontato delle vacanze, della maturità, della piazza, del Comune… manca solo che mi dici “uh che bello, sta nevicando!”, ma la morale della favola qual è? – Che sei proprio uno stronzo, accidenti! Come cavolo fai ad essere così insensibile e prepotente? Chi ti credi di essere?! Cioè basta, stai rovinando anche il mio primo giorno di vacanza! Ma chi ti cerca!? Chi ti parla!? Ho chiuso con te! – lei scese le scale e si abbottonò il cappotto, poi aspettò Lily e se ne andarono – Isabel che ti ha detto? – Io non ce la faccio più! Non lo so perché fa così, ma sono un… un cane!? Oppure faccio schifo? Magari non piaccio più agli altri! – Ehi ehi tesoro… guardami… non piangere – Non farti vedere Lily che ci sta guardando! – E chi se ne frega! FOTTITI COLE! – Stai zitta! E’ peggio così! Andiamo! – Si può sapere che ti ha fatto? – Ma mi risponde in un modo, mi lancia certi sguardi schifati… che accidenti ho fatto di male? Mi ci sono pure avvicinata per parlargli! Volevo chiedergli di venire con noi in piazza oggi, ma non mi sono uscite le parole! – E come potevano uscirti!? Non è colpa tua, è lui che deve farsi un esame di coscienza! – Non lo so Lily, non ho neanche più voglia di uscire oggi! – SCHERZI??? Tu DEVI venire! Cioè, siamo tutte ragazze, ci divertiremo da morire! – Ma alla fine chi viene? – Siamo io, te, Liz, Giugiù, Alex… - ALEX?? Stai parlando di Alessandra? – Sì – Antonini? – Sì! Perché, non la vuoi? – No no, solo che mi sembra strano! Come mai, il convento ha chiuso i battenti?! – l’amica si scompisciò dalle risate e le diede una pacca sulla spalla – Sei proprio forte! Ha detto che i suoi partono per tutte le vacanze di Natale – E la lasciano qui? – Così pare! Partono dopo pranzo! – Wow! Allora mega-party in casa Antonini?! – C’abbiamo già fatto un pensierino! … Isabel guardami – Che c’è? – Così ti voglio. Da oggi in poi devi dire a te stessa che è finita – Ci sto provando – Bè è ora di riuscirci – Ok – Ce la puoi fare… solo così lui tornerà… cosa ti ho sempre detto?! Quando una cosa ce l’hai non l’apprezzi… è nel momento in cui ti manca che ti rendi conto di ciò che hai perso! – Hai proprio ragione Lily! – Bene, da oggi in poi A TUTTA BIRRA!!! Ecco, ti ho preparato il programmino! – Cosa?? – la sua amica tirò fuori dalla tasca due fogli – Uno è per me e uno è per te! Lo attacchiamo sulla parete della nostra camera, ci stai? – Ma che cos’è? – Leggi!! –
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De Santis and Parker’s Life:
How to make a detour (come effettuare una deviazione):
Program for the Christmas’ Holidays:
TANTI TANTI TANTI TANTI TANTI TANTI TANTI SOLDI PER LE COMPERE!!!!
TANTISSIME USCITE TRA AMICHE (SVAGO, RISATE, DIVERTIMENTI, … CAPITO ISA?)
MEGA PARTIES!!!! (POSSIBILMENTE A CASA DI ANTONINI…) BIRRA, CIBO, DVD, MUSICA…!!!!!!!
DISCOTECHE!!!!



Isabel rise tantissimo nel vedere quei disegnini e nel leggere quelle scritte! Lì si convinse ancor più che quella ragazza, E SOLO LEI, poteva essere la sua migliore amica!!! Chi riusciva a farla ridere così nonostante i momenti difficili? Solo lei!!! – Lily sei fantastica! – Ti ho convinta? – Convintissima!! – Bene, allora ci vediamo fra due ore qui davanti casa tua! – Perfetto! – Ah e ricorda che stasera andiamo al cinema! – Ah cominciamo bene le vacanze! – Naturalmente! Dillo alla signora Parker, altrimenti ti scuoia viva se la avverti all’ultimo momento! – Ci vediamo dopo! – Ciao e buon pranzo! – … - Famiglia! Sono tornata! – Di buon’ora! – Bè sì, mi sono trattenuta! – Lo immaginavamo! – Ciao papino! – Ciao biscottina, com’è andata? – Come sempre! Una noia mortale! Ma chi ha inventato la scuola? – ironizzò Isa togliendosi lo zaino dalle spalle e poggiandolo sul divano – Più che altro, quale scienziato pazzo ha inventato la Scagliola e la Baldriga? – i suoi genitori risero, poi scese Selène – Sorellona! Sono uscita prima oggi! – Eh lo so, che ti credi che non sono informata!? Io ti tengo d’occhio! – Mi ha detto Mike… ehm… Lily…! Mi ha detto che… - Oh, hai avuto un lapsus è!? Che strano, chissà perché proprio quel nome! Non è strano, mamma? Diglielo anche tu! – Sì sì, è stranissimo! – Concordo! – affermò il signor Parker e Isa rise di gusto nel vedere la faccia di Selène! Aveva creato un tutt’uno con il suo maglione rosso…!!  - Ma che avete tutti? – Dai Sele, non puoi tenercelo nascosto a vita! Stai insieme a Mike, punto! – Non stiamo insieme! – Ah no? E quel bacino fuori scuola…!? Sai com’è… la campanella, l’attesa per l’autobus, voi due imboscati… e Lily che vi ha cioccati! – Oh mio dio! Ma non vi fate mai gli affari vostri! – Nascondetevi meglio la prossima volta! … Dai, ora andiamo a tavola! Che stavi dicendo prima? – Andate in piazza oggi? – Sì, a pattinare! Ah mamma, poi andiamo al cinema con le amiche! – Va bene! – Sele vuoi venire anche tu? – In piazza sì – E al cinema? – Ho già degli impegni questa sera! – Del tipo? – Vado a casa di un’amica! – Un’amica che si chiama Mike?? – No scema! Si chiama Marika, è quella della classe mia! – andarono avanti per molto, tra scherzi, prese in giro, battute varie… Mancava poco all’appuntamento con Lily, quindi Isa cominciò a prepararsi. Indossò vestiti molto caldi, sapeva che avrebbe patito il freddo in una maniera assurda!! – Selène! Vieni! – No c’ho ripensato! – Cosa?? – Non vengo più! – Bah… vabbè, ci vediamo! Ciao famiglia! – Stai attenta! E facci sapere per stasera! – Sì! – Lily era già lì, davanti casa, che giocava con la neve – Guarda che ti ho fatto Isabel! – Ma che cos’è? – Sei tu! – Ma come ti permetti?! – iniziarono subito a giocare e a scherzare, poi raggiunsero Liz e Giugiù e in piazza s’incontrarono con Alex! – Dai, entriamo in pista! – Ah ragazze c’è un problema! Io non so pattinare! – Neanche noi, ma qui sta il bello! – Ah certo! Voglio risentirvi dopo, quando ci troveremo tutte schiantate per terra! – Dai vieni qui, al centro! Non fare la fifona! – Al centro ci vai tu, io non voglio fare figuracce! – Ehi che c’era scritto sul programma?! – L’ho rimosso! – Te lo rimembro io! Svago, risate, divertimenti!! – Ah davvero c’era scritto così? – Muoviti! – la sua amica la trascinò e pattinarono per un’ora buona, finchè… - Oh dio non ce la faccio più a ridere! Devo fermarmi! – Ma che!? La vita non ti aspetta! – Ehi, ma che sono queste perle di saggezza!? – Dai vieni! – Fra un attimo, giuro! Fammi prendere fiato! – Sbrigati! – lei sospirò e si guardò intorno felice per osservare cosa stessero facendo le altre persone! Le piaceva fermarsi a guardare la gente, le espressioni, i gesti, le parole… amava rapportarsi con gli altri, ma la sua attenzione fu attirata da lui… Michael. Era seduto al bar di fronte alla pista con i soliti amici e la stava guardando. Isa avrebbe voluto fargli cenno di raggiungerla sul ghiaccio, ma no… dopo come si era comportato quella mattina no… In un secondo le rivennero in mente tutte le parole di Lily: “Da oggi in poi devi dire a te stessa che è finita… è ora di riuscirci… Ce la puoi fare… solo così lui tornerà… cosa ti ho sempre detto?! Quando una cosa ce l’hai non l’apprezzi… è nel momento in cui ti manca che ti rendi conto di ciò che hai perso!” era vero ciò che diceva la sua amica, ma come poteva!? Non sarebbe mai riuscita a… “La vita non ti aspetta” … - E’ vero Lily, la vita non mi aspetta! Questo treno non passerà più. Ragazzeee!!! Eccomi!!! – Ah Isabel, sbrigati! – Guardate! Sto pattinando! Sono al centro della pista! – Attenta a quel signore! – Non riesco a fermarmi! Si tolga di mezzo signore! Stia attento! – ma entrambi caddero. Per fortuna i danni non furono rilevanti, ma… - Accidenti signorina, impari a stare più attenta! – Mi scusi, davvero, non volevo! – E’ proprio un’imbecille, poteva farmi male! – Bè, potevo farmi male anch’io! Quindi non la faccia troppo lunga! E se proprio vogliamo mettere i puntini sulle i… - quello si alzò e la guardò. Isa sussultò – Oh mio dio, ma lei è… - Ah signorina Parker buon pomeriggio! – Gr-grazie professore! – Voleva farmela pagare? – P-per cosa? Lei è un brav’uomo, mica uno… uno… - Signorina Parker, mi chieda semplicemente scusa! – Mi scusi – Bene, ora se ne vada al diavolo! – Oh, ma che modi!? – lei raggiunse le sue amiche – Isabel ma sei impazzita!? – E’ proprio maleducato quello! – Quale professore non lo è! – Si credono appena scesi dal cielo! – Non roviniamoci la giornata! – Esatto! A proposito Isa, vieni con me! – Dove? – A pattinare! – le due amiche si presero per mano e Lily affermò – Ti ho vista, sai? – Lo immaginavo! – Perché lui è qui? Gliel’avevi detto? – No! – Sicuramente gliel’ha detto Bob! – Volevo chiamarlo… - Ma? – Mi sono rivenute in mente le tue parole. La vita non mi aspetta. Il treno passa una sola volta Lily, avevi ragione! – Isabel ascoltami… ehi stai attenta! Ma che fai, la spaccata!? – Le gambe mi vanno avanti! – Ma dai! Dove pensavi che andassero?! … Ti stavo dicendo… lui è là, ti sta guardando… ti ama ancora – E’ qui che ti sbagli! – C’ho parlato Isa! E me l’ha detto! – Quando? – Che importa quando!? Basta che lo sai! – E allora? – E allora hai detto bene… il treno passa una volta sola! Ciao ciao! – Ma dove… che significa?! – Lo sai bene! Fai quello che ti senti di fare! – lì Isabel capì e, mentre il cuore le batteva a mille, le sue gambe si diressero verso l’uscita della pista…

– Michael! – lui la stava ancora guardando, ma era perplesso – Vieni qui! – lui fece un cenno ai suoi amici e la raggiunse – Non ti sei ancora stancata di pattinare? – Come mai sei qui? – Sapevo che saresti venuta. E tu come mai mi hai chiamato? – Vorrei darti l’occasione per chiedermi scusa – Per cosa? – Stamattina! Remember? – Ah… certo… - Volevo chiedertelo già stamattina, ma… oh accidenti, ci sto di nuovo girando intorno… Ti va di pattinare? – gli chiese con un sorriso stupendo. Lui si voltò e andò verso gli amici – Ma che significa!? – lì per lì non capì, poi si voltò con gli occhi sbarrati, non poteva crederci! Se n’era andato! Accidenti a Lily! Il treno… ma quale treno!? Era passato, sì, ma l’aveva investita!!!  uscì dalla pista e si sedette per togliersi i pattini, quando… - Vai già via? – Sì – rispose acida Isabel e lui – Peccato! Volevo chiederti di accompagnarmi in pista! – lei lo guardò di scatto e si alzò – Ah sì? Bè allora chiedimelo! – lui si inginocchiò e sorridendo affermò – Signorina Isabel Parker – Ma che stai facendo? Alzati! Ci guardano tutti! – Lasciali guardare! – Alzati! – Non prima di aver finito… vorrebbe cortesemente accettare l’invito di un cretino come me? – Ok ora alzati – lui obbedì e la guardò, in attesa di una risposta – Tu non sei un cretino Bianchi! – Mettiamola così: lo sono stato – Lo sono stata anch’io – Un po’ di meno. Allora, qual è la risposta? – Questa – lei lo baciò all’improvviso. Era bellissimo poterlo avere nuovamente vicino, accarezzarlo, baciarlo… Bruce, Tom e Bob applaudirono e fischiarono felici – Dai andiamo! – lui la prese per mano e cominciarono a pattinare, come quella volta in cui… ma basta pensare al passato… per andare avanti bisogna vivere il presente guardando al futuro… Ed ora Isabel stava vivendo una felicità grandissima!

Quella sera si riunirono tutti per andare al cinema e, alle 23:30, Michael riaccompagnò Isabel – Vuoi andare a casa? – Che significa? – Non vuoi tornare subito a casa vero? – Cos’è, una minaccia?! – Un’affermazione più che altro, perché tanto alla guida ci sto io, quindi non ci saresti tornata comunque! – Ah bene! Allora dai, dov’è che mi vuoi portare? – In un bel posto, che di sicuro non conosci! – il bel posto non era solo bello, ma STUPENDO!!! Era una veduta molto alta, dalla quale si osservava tutta Roma; il cielo era meravigliosamente stellato ed Isa stava per piangere. Non poteva, non riusciva a credere ai suoi occhi… era come essersi svegliati all’improvviso da un brutto sogno e rendersi conto di aver vissuto semplicemente un incubo. Succede a tutti no? Risvegliarsi con le lacrime agli occhi, chiedersi “mio dio, ma cos’è successo?” e rispondersi subito dopo con un “era solo un sogno” … quel senso di sollievo, quella gioia rinata… Isa poteva vederlo, poteva parlargli, abbracciarlo, baciarlo, dopo tutto quel tempo in cui erano stati separati – Michael – Sì? – Io ti amo – E io voglio sposarti, come la mettiamo? – lei rise – Piantala! Hai sempre voglia di scherzare! – anche lui sorrise, ma non stava affatto scherzando! Pensò che però quello non fosse proprio il momento adatto per dirglielo, dunque continuò – Siamo stati proprio due cretini! – Più tu che io! – Con quell’orgoglio stupido! – Ma per piacere!! Io non sono orgogliosa! – Ah no? Se non fossi stata orgogliosa, mi avresti seguito dappertutto e non mi avresti dato pace! – Non potevo scusa! Per amore dovevo fare quello che volevi tu, e tu volevi esser lasciato in pace! – Non giustificarti! – Non è una giustificazione!! Tu, piuttosto, non sei stato un po’ troppo sgarbato con me? – Io??? – Sì, tu! Signor “ce l’ho solo io” – Ma per piacere! – Sì sì… continua così…! – Comunque… c’è una cosa che dovresti sapere… - Proprio ora?? – Perché? – Perché mi sta vibrando il cellulare in tasca! – Oh dio, ma come posso stare con una così? – Non ti obbliga nessuno! … Pronto? – DOVE ACCIDENTI SEI??? – Oh mammina, che entusiasmo! Ehm… sto per tornare! – SBRIGATI PRIMA CHE TI CHIUDA FUORI! – Ops… ha riattaccato – E’ un po’ imbestialita! – Tanto io le dico che è colpa tua! – Ah bene! – Che stavi dicendo? – Lasciamo stare, tanto ho capito che oggi non è aria…! Comunque la tua sensibilità è sempre spiccata è!? –  Andiamo, su! Se no mamma mi rinchiude in casa per una settimana! – lei lo prese per mano e cominciò a correre – Ma che stai facendo? – Non si vede? Corro! E tu dovresti seguirmi! – Mi stai trascinando! – Dai, fa troppo freddo! – Non è che se corri cambia qualcosa è!? – Ti riscaldi! Dai, dai! – Ma guarda che mi tocca fare! – Corri, se no ti si gela il cervello! Già non è che tu sia molto intelligente, poi se ti si congelano anche gli ultimi meccanismi…! – Ma guarda tu… Vieni qui! – Ah adesso corri è!? – Tanto ti prendo! – scherzando, corsero felici verso la macchina… Nel tragitto fino a casa lui la tenne sempre stretta a sé e con l’altra mano guidava. Ogni rosso del semaforo era un pretesto per un bacio affettuoso e poi stavano zitti, ascoltando la musica. Ogni tanto Isabel guardava il cielo scuro e ringraziava Dio per averle fatto incontrare quel ragazzo così bello, così dolce, così gentile… Sentiva il suo cuore esplodere dalla felicità, sentiva i suoi occhi brillare d’amore per lui… entrambi sapevano già che, da quel momento in poi, sarebbe stato tutto diverso, perché le loro vite sarebbero state illuminate sempre da un bellissimo sole… un sole che non conosceva tramonto… quell’amore che poteva essere paragonato ad un libro… un libro che non avrebbe mai avuto fine… Raf cantava: “E chissà domani come sarai, chissà se ancora ci crederai in un futuro da difendere, … non fermarti alle apparenze, guarda sempre nel profondo: una stella a volte è solamente luce ormai. Ed il mondo siamo noi, dovremmo noi decidere di noi” – Eh sì – Cosa? – No, dicevo… è vero – Ah sì? – Sì, dovremmo prendere una decisione! – Su cosa? – Sulla nostra vita – E’ questa la nostra vita, cos’altro vorresti fare? – Ma non capisci proprio? – No, non ti seguo – Allora pensaci – E’ inutile, non lo so! – Ma sì che lo sai! – Tesoro la tua testolina è un po’ contorta, quindi non potrei mai immaginare i tuoi pensieri…! – Allora non dormirai più per pensarci! – Non credo proprio! Ora hai tirato fuori il discorso e ora me ne parli! – lui rise – No Michael, ma che ridi!? Dai, me lo dici!? – Pensaci amore, vedrai che ti verrà in mente! – Uffa! Tanto non ci penserò! – Allora dovrai aspettare quel giorno – Quale giorno? Ma cosa sono tutti questi segreti? – Siamo arrivati! Che dici, scendi?! – Ma che ti sto sulla pancia? – No… mi stai qui… nel cuore – lei fu colpita da quelle parole e lo baciò… - No Michael io non ce la faccio! Devo stare sempre con te! Non posso lasciarti andar via! – Credo che dovrò andarmene invece! – Eh? – Guarda la signora “Sentinella” Parker? – Oh mio dio, dov’è? – Fuori alla porta – Oh che vergogna! – Sbrigati ad andare, dai! – Ok, ciao tesoro! – Ciao amore mio! – Ciao! – Ciao, vai ora! – Non ce la faccio! – ma in lontananza si sentì la voce della mamma – ISABEL!!! NE HAI ANCORA PER MOLTO?!?!? – Credo che tua madre sia proprio arrabbiata! – Quando le dirò cos’è successo, sarà felicissima!! – Ci vediamo domani! – Sì! Vai piano, mi raccomando! – Sì mamma! – lei chiuse lo sportello e raggiunse la mamma – Era ora! – Mamma entriamo! Ti prego! Devo raccontarti! – Ma sei pazza? Io sono imbestialita e tu… - Isa la abbracciò – Mamma ma non mi vedi? – Sì e fra poco sei tu che non ti vedrai più! – Mi sono rimessa con Michael! – Ma dai, non l’avevo intuito! Staccati, entriamo in casa! – chiusero la porta e la mamma fece per salire le scale – No mamma, non pensarci nemmeno! Devi ascoltarmi! Ti prego, ti prego, ti prego! – Isa ti prego io, veramente! Ho sonno! – Mamma queste sono cose che capitano una volta nella vita, non puoi non ascoltarmi! – Buonanotte Isabel! – Uffa! – lei salì le scale e andò in camera sua. Si buttò di peso sul letto e sorrise… il cellulare s’illuminò e lei balzò in piedi – Ti prego Dio, fai ch’è lui, fai ch’è Michael! … SI’!!! SI’ E’ LUI!!! Amore mio! – era solo uno squillo, ma lei era al settimo cielo! D’altronde si erano appena lasciati e il fatto che lui l’avesse già cercata era bellissimo!!! Glielo rifece subito, poi indossò il pigiama e si distese sotto le coperte. Il cellulare si illuminò di nuovo – Un messaggio! Sicuramente è lui! – sì, era proprio lui –“Ciao stella mia. Ora che siamo tornati insieme, non ti lascerò più andar via. Non ci perderemo più. Ti amo!” – Sììì!!! Sì! Che bello, che bello! O dio! – VUOI FINIRLA ISABEL??? – Ops… scusa mamma! – DOMATTINA FACCIAMO I CONTI! – Ok! – ma cosa le importava!? Un bel niente! Le arrivò un altro messaggio –“Prova ad affacciarti, forse trovi un regalo!” – lei fece capolino dalla finestra e Michael era lì! – Ma che ci stai facendo lì? – bisbigliò – Ehm… Credevo lo intuissi! – Non posso scendere, lo sai! – Sì lo so, non puoi scendere… ma puoi scappare! – Che cosa??? – in quel momento Isa sentì dei passi, poi la porta della sua camera si aprì e lei balzò – Che stai facendo, si può sapere? – Oh mamma…! Ehm… sto guardando fuori, non vedi? – E perché ti sento parlare? Mi hai stufato è!? – Sto parlando da sola, con chi vuoi che parli? – Guarda, preferivo tu mi dicessi che stavi parlando con Michael, anziché da sola! – Ah sì? Bè allora… - Smettila! E fila a letto! Tuo padre va a lavoro domani! – Ok ok. Notte mammina! – Ciao – la mamma richiuse la porta e Isa si affacciò nuovamente alla finestra – Ehi, ci sei ancora? – Andrò via solo quando anche tu sarai con me! – Mi stai facendo fare… - Una pazzia? … Bè… in amore tutto è concesso! – Ah certo! Senti… dove ce l’hai la macchina? – Naturalmente non davanti casa, se no si sentiva il motore no?! Ce l’ho un po’ più giù! – Devo aspettare che si addormentino! – Sbrigati! – Aspettami! – in fretta e in furia Isa si rivestì, s’infilò il cappotto, la sciarpa e i guanti, poi si sedette sul letto, in attesa che sua madre si addormentasse!  … 00:15… 00:30… Non ne poteva più di aspettare! In punta di piedi si diresse verso la camera da letto e notò, con grande gioia, che la mamma dormiva profondamente e il papà… bè, il papà russava profondamente!!!  Scese le scale fino in cucina e si fermò per riprendere fiato (stava facendo tutto il tragitto in apnea…!), poi si guardò ancora una volta alle spalle… vuoto… silenzio totale… a questo punto poteva uscire!!! Sospirò e stava per aprire la porta di casa, ma… – Dove vai? – il cuore le arrivò in gola e si voltò di scatto – Selène!! Shh…! Sta zitta! – Dove stai andando? – Non sapevo che tu fossi già a casa! – Già?? Veramente è un po’ tardino sia per rincasare, che per uscire! – Sì lo so, è che… Michael è qui e… - Ah capisco, una fuga d’amore è!? – Shh! Parla a bassa voce – A che ora rientri? – Ehm… - Non rientri? – No no, rientro, però… poco prima che papà vada a lavoro! – Tu sei pazza! – Sì! Sì lo sono Sele! Ti prego reggimi il gioco! – Ah io non ho visto niente! – Grazie sorellina! – E non ti proteggo ok? Questa volta… - Sì sì, ok, le prediche rimandiamole a domani! – Divertiti sorellona! – Torna a dormire tu! – Tanto un giorno lo farò anch’io! – Ciao! – State attenti! – lei girò la chiave nella serratura, poi fece un altro cenno alla sorella e uscì – Era ora tesoro! – Guarda che non è semplice è!? – Lo immagino! – Sé vabbé! – Dai, dammi un bacio! – Sbrighiamoci! – Ma che cos’è questa fretta? Ormai sei uscita di casa! – Sì e se mamma si sveglia!? Andiamo dai! – Dai allora, corriamo! – Fa freddissimo! – Ma dai! Eccola la macchina! – Riscaldamenti a palla è!? – Ovvio! Vai entra! – Grazie – lui chiuse lo sportello – Mamma mia, si gela! – Io stavo per morire di crepacuore! Proprio mentre stavo aprendo la porta chi viene?? Selène! Mi ha fatto prendere un colpo! – Quella ragazza è un taglio! – Sé sé! A proposito! Tu che ci fai qui, si può sapere? – Hai detto tu che non riuscivi a stare senza di me no? – Bè? – Bè, la stessa cosa vale per me! – Ti adoro! (smack!) – Dove andiamo? – E me lo chiedi pure? A casa tua, ovvio! – Mi hai letto nel pensiero! – lui mise in moto la macchina e si diresse verso casa – A che ora devi rientrare? – Papà solitamente si sveglia alle 7, quindi io per le sei e mezza vorrei tornare! – E a quell’ora tornerai! – Che bello! Mi sembra un sogno! – Che ti ha detto Sele? – Mi regge il gioco! – Non avevo dubbi! – Ah ma tuo fratello non è a casa? – E anche se ci fosse? – Non c’è, vero? – No, oggi fa il turno di notte! Rientra alle 7! – Poverino, chissà come… - Ma che poverino!?!? Gli sta bene! Non voleva neanche buttarmi fuori da quel carcere! E’ un pezzo di… - Ehi ehi basta! E’ pur sempre tuo fratello! – Vabbè va, scendi così chiudo la macchina! – Dammi le chiavi, che intanto entro! – Tieni! – lei aprì la porta e andò subito in camera di Michael, ma… - Aaaah!! Aiutoo!! Michael!! – Isa che c’è? – C-c’è… c’è qualcuno lì! – lui accese la luce – Che accidenti ci fa qui…? Ehi sveglia! Bob! Sveglia! – Uffa… chi è?! – Ma come chi è?! Sei in casa mia e chiedi chi è!? – Oh Cole! Mi sono addormentato! – Grazie, questo l’avevo visto… ma la domanda era un’altra: che ci fai qui? – Bo! … Ho litigato con Lily! … E’ nell’altra stanza! – Nell’altra stanza?? Ma che significa, è uno scherzo!? – Isa camminò per il corridoio, poi trovò Lily – Lasciami stare Isabel, mi rode il culo! – Mi fa piacere, ma perché siete venuti qui a litigare? – Non voglio più vederlo! HAI CAPITO TU?? – e Bob rispose – TACI GALLINA! – Ma ti rendi conto Isa? Mi sta trattando da schifo! – Sì ok Lily, però… perché siete qui, accidenti?! – Io lo so che vi diamo fastidio, però… che posso farci?! – l’amica pianse – Oh no Lily, non fare così! Non dai fastidio, tranquilla! E’ che… non capisco perché qui… ma noi vi vogliamo bene, ok? – Grazie – nell’altra stanza intanto… - Bob si può sapere perché sei venuto qui? – Avevo bisogno di te! – E Lily? – Credeva che Isabel stesse qui! – Vabbè ok, non m’importa! Fate pace e sgombrate! – Ma… - Niente ma Bob! Questa è la nostra sera! Mia e di Isabel! Lei è addirittura scappata di casa, ha fatto tutto di nascosto e… - Ah ok ok, ho capito! Potevi dirmelo subito! – Questo significa che ve ne andate? – Ovvio! – Oh grazie, tu sì che sei un amico… ma… ma che fai, piangi? – Sono disperato Cole! – Oh no Bob! Non puoi farmi questo! – Cosa devo fare? – Chiedile scusa! – Ma non ho torto io! – E allora fatti chiedere scusa da lei! – Ma non vuole! – E io che devo farti!? – Aiutami! – Ok, ti mando Isabel, io vado a parlare con Lily! … Isa! Vieni di qui! – i due s’incontrarono nel corridoio e si diedero un bacio – Michael ma che significa?! Perché sono qui?! – Tesoro scusami, non lo sapevo…! O dio… - Mandiamoli via! – Bob è scoppiato a piangere! – Anche Lily! Accidenti! – Cerchiamo di farli riavvicinare, così se ne vanno presto! – Ok! Buon lavoro! – Anche a te! – ma quei due non davano segni di miglioramento… La notte passò così – Michael, è ora che mi accompagni a casa – Che palle, mi rode proprio il culo! – Dai andiamo, non dirgli nulla – salirono in macchina e si diressero verso casa di Isabel – Mi dispiace che sia andata così Isa – Ma non ti preoccupare! Tu che c’entri? Va bene così! – Dici? – Ehi, tranquillo! – Ok, allora… buonanotte! – Io direi buongiorno! – Stai attenta, mi raccomando! – Ciao! – piano piano Isa aprì la porta e la richiuse delicatamente; si tolse le scarpe e salì le scale in punta di piedi, poi filò immediatamente in camera sua e chiuse la porta. Sospirò, ce l’aveva fatta, incredibile!!! – Sì sì sì!!! – Ah Isabel sei già sveglia? – lei balzò e inscenò una voce assonnata – Ehm sì, mamma… ma ora mi rimetto a dormire – Perché non vieni ad aiutarmi in cucina invece? Così mi racconti pure di Michael, visto che ieri non ti ho ascoltata! – Ma io veramente… - E dai su! E’ un obbligo! – lei sbuffò e dovette scendere di sotto, così quel giorno non dormì neanche un’oretta!  bè questa era senz’altro la punizione meritata per aver mentito a entrambi i genitori…!


Ringrazio nuovamente tutti per aver avuto la pazienza di leggere fin qui, è molto lunga questa storia, ma agli appassionati di lettura piacerà senz’altro… almeno spero… Comunque leggete l’ultimo capitolo e aspetto commenti da tutti…!!

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


24 dicembre: La mattina Isabel uscì con Lily e si affrettarono a fare gli ultimi regali, prima che i negozi chiudessero – Vuoi farti due risate? – Sì, ne ho bisogno guarda! – Bene… oggi devo stare tutto il giorno con i parenti! – Pensa che palle! – Non lo dire a me! Io che volevo uscire con Michael! Che ingiustizia! – Almeno tu ce l’hai i parenti! – Che significa? – Guarda che bello quel vestito! – No no, aspetta un attimo, che volevi dire con quell’affermazione? – Semplicemente che i miei si odiano tutti, quindi nei giorni di festa ricevo sempre quelle patetiche telefonate sul cellulare, neanche a casa, in cui mi dicono “auguri tesoro, buon Natale e buon Anno” perché naturalmente ne fanno solo una di chiamata… due sarebbero troppe! – Cioè in tutti questi anni che ti conosco, non sapevo di questa cosa! – C’è anche un’altra cosa che non sai – Ovvero? – Mio padre se n’è andato di casa – CHE COSA??? – l’amica annuì e si sedette su una panchina, poi affermò – Ehi guarda! Comincia a nevicare! – Lily… - Che c’è? – Perché io non ne sapevo niente? E Nella l’ha detto a mamma? – No, non l’abbiamo detto a nessuno. Lo sapeva solo Bob, che naturalmente l’ha spifferato a Cole – Ma… com’è… insomma, com’è successo? – E come vuoi che sia successo, Isa? Ha aperto la porta, perché non poteva passare dalla finestra, ed è andato via – Fai meno la simpatica Lily – Vabbè ma tu mi fai certe domande…! – Ti faccio CERTE domande, come dici tu, perché è assurdo che io sono la tua migliore amica e non sapevo nulla di una cosa così importante! Quale altra cosa mi tenevi nascosta? Oggi è il giorno delle rivelazioni, a quanto vedo! – Smettila Isa. Non sono dell’umore giusto. E non ti conviene che io ti spieghi il motivo per cui non ne sapevi nulla – Che vuoi dire? – Eri troppo presa da te stessa – Io??? – Dai tuoi problemi. Michael, Michael e ancora Michael… non usciva altro dalla tua bocca – Ma come vuoi che la prendessi io quella situazione? Ero disperata! – Ma mi hai dimenticata – Non è vero! – Non sapevo con chi parlare – Ok ti chiedo scusa, se vuoi che sia così, ma adesso spiegami! – Non c’è tanto da spiegare. Ha litigato con mamma, io mi sono intromessa perché la situazione stava degenerando e… - Vi ha picchiate? – Ha provato, ma io gli ho gridato di andarsene e di non tornare più – con le lacrime agli occhi Isabel abbracciò l’amica – L’avrei fatto anch’io al posto tuo. Non devi fartene una colpa – Ah no? – No – Se lo dici tu… Lo sai? Sono contenta che sei tornata con Cole – Non cambiare discorso! E la prossima volta parla! – Non volevo essere il tuo ennesimo problema – Non lo saresti stata e non lo sarai mai. Ma non vi ha chiamato ancora? – No – Forse tornerà domani. Sarà il tuo più bel regalo di Natale – Il mio regalo l’ho già ricevuto – Cioè? – Tu e Cole. Di nuovo insieme – lei sorrise e la abbracciò ancora più forte – Dai Isa adesso andiamo altrimenti si fa tardi! – Come stai tu? – Guarda che se mi chiude quel negozio in centro io… - Lily ti ho chiesto come stai! – Bene, come vuoi che stia? – Davvero? – Ma sì, insomma… fa male indubbiamente, però è stato cattivo e non posso soffrirci più di tanto! Preferisco divertirmi, alla mia età! – Ed io ti aiuterò a farlo – Bene, allora andiamo! – a pranzo rimasero nel centro commerciale e alle cinque tornarono a casa – Bè sento belare qualche pecora, il gregge è già al pascolo! – Allora buona fortuna amica mia! – Grazie Lily! Tu esci con Bob, spero! Altrimenti rimani con me e… - Non se ne parla nemmeno! A parte il fatto che viene a casa mia e poi scusa me volevi fa morì lì dentro? – Viene a casa tua? Ma davvero? – Fidanzamento ufficiale – Udite udite…! Non posso crederci! Poi fammi sapere come va – Naturalmente! Buon proseguimento! – Ah grazie! Ciao! … Buonasera a tutti! – Ah Isabel era ora che arrivassi! Stiamo giocando a Scala 40, tu sei dei nostri? – Ma con piacere! Dai mettete in mostra i vostri denari che oggi ho intenzione di spellare il mio dolce zietto!! – si divertirono parecchio e, stranamente, Isa non smise un attimo di ridere – Vado a preparare la cena giovani! Voi rimanete giusto? – Ma sì dai! – Mamma, vuoi una mano? – No tranquilla, tu gioca! – durante la cena i complimenti si sprecarono, come ogni anno… dovete sapere che la cucina di Marina è piuttosto rinomata…! – Complimentoni Mari, sono buonissimi questi! – Eccezionali, oserei dire! – Vi ringrazio, accidenti, mi fate arrossire! Ma… Silvestro senti volevo chiederti una cosa… ma alla fine col lavoro? Hai risolto? – Bè no, risolto direi proprio di no… Ho intenzione di prendermi la pensione e andarmene, di rovinarmi la vita lì con quelli non ci sto! – No certo, fai bene! – m’intromisi – Sé sé zietto, così fai la vita da donnaiolo è!? – E poi il traffico che c’è ultimamente è inammissibile! Ma l’avete visto? – Isa abbassò lo sguardo, non era stata proprio calcolata. Cominciò un lungo dibattito sull’aumento dell’inquinamento e ne seguirono molti altri sui vari lavori degli zii… sembravano tutti impazziti, ognuno diceva la sua e urlavano come galline!! – Ok, che ne dite di smettere e farci un’altra partitella a carte? – No Isabel davvero, certe cose si devono dire, perché… - Oh ho capito basta! Io me ne vado fuori! – Isa ma dove vai? Fa freddo! – Mi copro! – stava per aprire la porta quando le squillò il telefonino: un messaggio –“Ci vediamo al parco fra 10 minuti, ci sei?” … Michael??? … Al parco??? … Ma che significa? … Vabbè, tanto dovevo uscire comunque! – rispose che stava arrivando e uscì sbattendo la porta alle sue spalle. Non ce la faceva più a sopportare quella mandria, i parenti tutti insieme sono una vera tragedia…! – E poi che discorsi devono fare la Vigilia di Natale, è assurdo! – cominciò a passeggiare velocemente, stando molto attenta a non scivolare… le strade erano ghiacciate, ecco perché Michael non era andato a prenderla con la macchina. In poco tempo fu al parco e si meravigliò di vederlo già lì, seduto su una panchina – Michael? – Ciao – lei avanzò lentamente verso di lui e sorrise – Bè? Come mai… - lui la baciò all’improvviso, poi la guardò negli occhi e le sussurrò – Sei bellissima – Grazie, ma… - Come mai ti ho portata qui? – Sì! – Era perfetto – Il posto? – Sì! Non ti pare? – Bè… - Sono contento che la pensi come me – lei rise – Ma dai scemo! Certo che la penso come te, però… - Allora, che ore sono? – Non ti capisco, sei strano stasera! – Sono le undici e mezza, benissimo! – Ah ho capito!!! Vuoi cominciare il giorno di Natale con me! – Non chiedo troppo, giusto? – Assolutamente! – Dai, sediamoci – entrambi abbassarono lo sguardo, imbarazzati per il silenzio – Sai Michael? – Sì? – A volte ho paura… paura di perderti – E perché? – Perché nulla è eterno – Quel che conta non è l’eternità, ma tutti gli attimi che vivremo insieme… e ce ne saranno tanti sai? – Ah sì? – Certo! – Ma io ti amo, Michael, e voglio stare con te per tutta la vita! – Bè? Chi ce lo impedisce? – Non so… - Ehi ascolta… sei tu che devi decidere di te stessa, nessun altro può farlo al posto tuo – Esatto! Quindi io non posso farlo per te e se tu dovessi stancarti un giorno di me? – Non succederà – Come fai ad esserne così sicuro? – Perché tu mi hai cambiato Isabel! Tu mi hai reso migliore! E poi ci si stanca di una storia solo quando cominciano ad esserci incomprensioni, discussioni frequenti, solo quando uno dei due non ha più rispetto verso l’altro – Ma… - Credi a me Isa! Mi è capitato, è così che succede… e tra noi due questo non potrà mai succedere perché io ti rispetterò sempre, qualunque cosa accada! Anche in punto di morte, tu per me sarai sempre l’unica… come unica sei stata fin dal primo momento! – Cominci a farmi commuovere – E’ ciò che volevo perché significa che le mie parole ti hanno colpita…! Almeno non hai più dubbi – si abbracciarono e così stettero per un po’ finchè… - Oh ma è mezzanotte!! – lui prese qualcosa dalla tasca e gliela porse – Auguri amore mio – Oh mio dio – era una scatola molto piccola, rossa – Michael… - Aprila! – Non mi dire… - Dai dai, apri! – quando Isabel vide il contenuto di quella scatoletta per poco non svenne: era un anello con tre diamanti – Io… non… - Dammi la mano – lui le mise al dito quella fede – Guarda… non a caso l’ho scelto… tre diamanti: passato, presente e futuro… Non importa quello che è successo in passato, dobbiamo lasciarcelo alle spalle e vivere il presente… E non pensare al domani, stiamo insieme a basta, perché il domani è già il nostro futuro… Sono stato sveglio tutta la notte per pensare a queste parole è!? – Oh io… non so… - Io e te insieme siamo una persona sola… Sei tutta la mia vita Isabel… e ti amo! – lei scoppiò a piangere e tra i singhiozzi cercava di dire “ti amo anch’io” ma non c’era nulla da fare – Ehi, perché piangi? Cos’hai? Ho detto qualcosa che non va? – No! Io… tu non me l’hai mai detto! – Bè, c’è sempre una prima volta no? – Ti amo anch’io! All’infinito!! – cominciò a nevicare subito dopo e le campane del Duomo, in lontananza, avevano già iniziato a suonare – Isa… Vuoi sposarmi? – lei rimase stupita da quella domanda. Tutto così, all’improvviso, troppe cose, troppe sorprese… no, era ancora troppo presto, cos’avrebbe detto ai suoi? E poi… - Sì… sì, voglio sposarti Michael – … e non poteva andare diversamente giusto? Perché l’amore non è altro che un traguardo… lo insegui per tutta la vita, ma quando l’hai raggiunto non puoi fare a meno di volare in un nuovo mondo, di esultare per la tua vittoria. Molto spesso la strada per giungervi è dissestata, ci sono buche profonde, ma altre volte ti rendi conto che è più semplice. Così dev’essere… la vita non è mai nè tutta bianca nè tutta nera e, per quanto noi tutti lo vorremmo, non può essere solo rose e fiori. I problemi esistono e ci saranno sempre, nessuna storia finirà con un “…e vissero per sempre felici e contenti” come quelle de La bella e la bestia o di Cenerentola… ma bisogna saper combattere ed andare avanti e bisogna saperlo fare per le persone che ci vogliono bene, ma soprattutto per se stessi…



Dedicato a tutti coloro che hanno perso la voglia e il coraggio di lottare, affinchè ritrovino la gioia e il desiderio di rialzarsi;
dedicato a tutte quelle persone cattive, che non solo ti tolgono la voglia di vivere, ma non faciliteranno mai la tua vita;
dedicato a tutta quella gente che ha dimenticato cos’è l’Amore, affinchè riescano a rinascere e a VIVERE quest’emozione così forte.
Dedicato ad ognuno di noi, perché non siamo altro che piccole farfalle in volo verso un’unica meta: la VITA.
Con la speranza mai morta che si arrivi a destinazione passando attraverso l’Amore, l’Umiltà e il Rispetto.
Solo così potremo dire di aver vissuto davvero.




“Quando sembra che non succeda più ti riporta via, come la marea, la felicità”
Da -La bella e La bestia-

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