Silver Rose

di Silver Rose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hermione ***
Capitolo 2: *** Luna Lovegood ***
Capitolo 3: *** Pansy Parkinson ***
Capitolo 4: *** Weasley ***
Capitolo 5: *** Ipocrisia ***
Capitolo 6: *** Quidditch ***



Capitolo 1
*** Hermione ***


CAPITOLO I
Hermione

-Mi scusi, professor Piton.- la McGranitt era entrata nel sotterraneo senza nemmeno bussare.
Si avvicinò a Piton, col suo fare preoccupato e ansioso; sussurrò qualcosa all’orecchio del professore, Piton fece una strana smorfia, un po’ particolare, e poi congedò la McGranitt con un gesto impaziente; si rivolse alla classe: -Svuotate i calderoni e mettetevi in piedi in fila, Grifondoro e Serpeverde separati- ognuno obbedii com’era solito obbedire a Piton.
La McGranitt rientrò dopo cinque minuti; dietro di lei veniva una ragazza che, benché indossasse una divisa Grifondoro, nessuno aveva mai visto nella scuola.
-Ragazzi, questa è Silver Rose. Da oggi sarà una Grifondoro. In particolare a quelli della sua Casa, chiedo a tutti di trattarla con rispetto e di aiutarla ad integrarsi. Grazie-
Forse fu la sua espressione, o forse la luce del sotterraneo, se non tutte due, ma da subito, perfino i Serpeverde, ognuno si augurò di aver poco a che fare con lei: era alta, sul metro e settanta, snella e con forme floride; il viso era incorniciato da una frangetta diagonale di capelli lunghi e lisci, bruni, con qualche sfumatura ramata; gli occhi leggermente a mandorla erano d’un ebano tanto scuro che sembrava di sprofondarci, la bocca leggermente carnosa e rosea, il naso a patatina leggermente alla francese; la carnagione era chiara e risaltava contrastandoli gli occhi e i capelli; l’espressione che aveva in quel momento era seria, o per meglio dire, non era espressiva, sembrava non provare niente.
Tutti si stupirono che fosse una Grifondoro: che il cappello magico si fosse sbagliato?
Ma la ragazza se ne fregò di tutte le occhiate e si sistemò tra i suoi compagni.
-Signorina Rose, si faccia spiegare la lezione di oggi dalla signorina Granger. Se dovesse avere difficoltà nella comprensione, me lo faccia sapere-
Hermione non se lo fece ripetere due volte: si avvicinò alla nuova arrivata, combattuta tra la curiosità e il timore per una simile persona.
-Ciao, io sono Hermione. Allora, Rose,  –
-Non c’è bisogno di chiamarmi per cognome. -
-…stavo dicendo, Silver, che oggi abbiamo preparato la –
-Sì, so cosa stavate preparando- e glielo disse –Questa miscela non può essere usata per nessuna pozione, se non per quella-
DRIIIIN!!! In quel momento Hermione ringraziò la campanella. Come si permetteva di trattarle così, una novellina? Sicuramente quella formula la conosceva solo scritta, non l’aveva mai messa in pratica e poi probabilmente Piton aveva voluto che gliela spiegasse proprio lei per umiliarla, farla sentire inferiore e –La sala pranzo non è da questa parte?-
E non si era nemmeno accorta di stare andando in biblioteca, anziché a mensa, e che quella Silver, nome del cavolo, la stesse seguendo –Ehm…sì, ma stavo andando in biblioteca a restituire un libro-
-Ti accompagno. Mi sono sempre piaciuti i libri e così almeno imparerò a usare le scale giuste. –
Hermione sorrise: che ignorante, non sapeva nemmeno delle scale di Hogwarts. L’ennesima a non averne letto la storia e a cui poteva dare qualche lezioncina –Devi sapere che le scale di Hogwarts –
-Cambiano posto da sé. Lo so, ho letto Storia di Hogwarts due volte, prima di venire qui-
-Potresti smetterla di interrompermi quando ti parlo?-
Gli era scappato e ora non poteva far niente per cancellare la gaffe, anche se…un piccolo oblivion non era niente di male e –Se stai pensando di cancellarmi la memoria per una cosa così futile sei veramente una bambina. Mica mi offendo, è solo che non sopporto di sentirmi spiegare cose che so già. Comunque scusa per prima: sai, dopo che tutti per l’intera mattinata si confondono il tuo nome e cognome all’ennesimo scoppi–
Dovette ricredersi. Non era niente male e poi le sembrava che sapesse tantissimo, come lei. D’ora in poi avrebbe avuto qualcuno su cui appoggiarsi contro quei due fannulloni di Harry e Ron. E chissà, avere un’amica del genere che incute un certo timore, non paura ma timore, qualcosa più vicino al rispetto, forse l’avrebbe aiutata in parte anche contro i Serpeverde.
-Se vuoi posso spiegarti cosa abbiamo per il momento nel programma, tu mi dirai cosa non sai e poi ti spiegherò. –
-Grazie, ma ho già fatto da me. –
Un’ altra delusione, ma era pur sempre rimediabile. E ora speriamo di non fare un’altra gaffe:
-Perché sei entrata al quinto anno? Tutti di solito entrano al primo, non s’è mai visto niente del genere. –
E qui, Silver sorrise: era molto dolce e carina, un po’ in contrasto col carattere dimostrato finora:
-Questioni familiari…-







Nota dell'autrice:
non mi sembra che questo primo capitolo mi sia venuto particolarmente bene quindi vorrei chiedere un commento a chi lo leggerà.

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Capitolo 2
*** Luna Lovegood ***


CAPITOLO II
Luna Lovegood

- Ciao…sei nuova?-
- che palle…Sì. -
- Piacere…Io sono Luna Lovegood, e tu?-
- Silver Rose-
- Oh…che buffo…qual è il nome?-
- Oh dei! Grazie di avermelo chiesto: sei la prima. Il nome è Silver e Rose il cognome. -
- Sai che sei strana?…perché ti sei fermata col cucchiaio a mezz’aria? Hai trovato degli Spruzzasprizzi? Sai che sono molto rari? Mi raccomando, non ucciderli. – detto questo si alzò e se ne andò.
- Ok…Hermione – e Silver si voltò a destra – cosa sono i Spruzzasprizzi?-
- Animali che una ragazza di Corvonero che ti consiglio di non prendere mai sul serio sostiene che esistano ma che in verità si è inventata…Perché?-
- La ragazza in questione è una certa Luna Lovegood?-
- Sì…Perché queste domande? L’ hai conosciuta?-
- Ehm…sì. E non mi sembrava molto normale. -
Hermione fece spallucce – E’ un opinione generale, non preoccupartene. –
- Se lo dici tu…-
 
Era particolare quella Silver. Percepiva qualcosa di diverso in lei: forse l’occhio destro era leggermente più in su del sinistro…chissà che carattere aveva…probabilmente simpatico e allegro, anche se a prima vista non sarebbe sembrato: evidentemente era timida. Strano che fosse Grifondoro, le era sembrata una persona attenta e intelligente: era riuscita ad individuare degli Spruzzasprizzi in un brodo! Avrebbe dovuto dirlo a papà: finalmente qualcuno della scuola che la capisse!
 
- Ciao…anche tu studi in biblioteca? Io penso che il silenzio stimoli la concentrazione. -
- Ciao Luna. Vuoi sederti qui?-
Almeno gentile lo è. Vediamo che altro:
- Cosa stai studiando? Se è astronomia chiedimi pure. -
- Grazie, ma non è astronomia – e Silver sollevò il libro – pozioni. Sto ripassando il programma, mi hanno detto che Piton è molto esigente. Conosco già praticamente tutte le pozioni ma ripassarle non fa male a nessuno. -
Seria nello studio. Questa di solito è una caratteristica da Tassorosso, dei Grifondoro solo Hermione è tale.
Dopo mezz’ora, Silver si alzò.
- Te ne vai già?- il tono di Luna era tra lo scoraggiato e il rimproverante.
- No, vado solo a prendere un altro libro. Te ne serve un altro anche a te?-
- No, grazie…-
Altra mezz’ora.
- Stai ancora studiando pozioni?-
- No, sto cercando qualche magia particolare da fare con la bacchetta. -
- Com’è la tua?-
- 14 pollici, legno di rovo, cuore di ala di Thestral. -
- Sei brava a usarla?-
- Sì. -
- Le magie che stai cercando sono del programma?-
- No, sto cercando magie particolarmente difficili, per poter essere sempre pronta a qualcosa al di sopra delle mia capacità, e anche per essere migliore degli altri miei coetanei, anche se probabilmente lo sono già. -
Molta ambizione e poca modestia: tipico Serpeverde. Questa ragazza potrebbe essere di qualsiasi Casa fuorché Grifondoro. Non metto in dubbio che non sia coraggiosa, probabilmente lo è, ma forse le manca un po’ di buon cuore. Chissà se potrebbe essere anche Corvonero: - Posso farti un indovinello?-
- Spara. -
Wow, che gergo! – Cos’è quella cosa che chiunque può aprire e nessuno può chiudere?-
- L’uovo. -
Affermativo: è un gran mischione di tutte le Case e quindi potrebbe appartenere a qualunque ma non Grifondoro.
- Perché ti hanno messo in Grifondoro?-
Si fissarono in silenzio per qualche secondo.
Poi Silver disse. – Se lo sapessi non sarei più qui. –
- Io invece credo che il cappello magico per una volta si sia sbagliato. -
Silver sorrise: se avesse saputo in anticipo tutto quello che le sarebbe successo…eh…chissà.

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Capitolo 3
*** Pansy Parkinson ***


CAPITOLO III
Pansy Parkinson

Fece finta di essere capitata per caso proprio su quella poltrona, e tentò di nascondere la farsa comportandosi il più naturale possibile. Ma era difficile parlargli direttamente con quei due che gli ronzavano intorno. Lui doveva aver capito qualcosa dalle sfrecciatine irritate che lanciava a quei due e così fece in modo di mandarli via. Poi:
- Cosa devi dirmi Pansy?-
- Hai notato quella nuova Grifondoro? Io non credo che debba stare nella Casa in cui è. Dico, hai visto che sguardo? E poi ho anche sentito dire che è particolarmente brava in Difesa contro le Arti Oscure e Incantesimi. Soprattutto Incantesimi, si dice che superi addirittura la Granger. -
Draco sorrise, un sorriso maligno: - Finalmente quella sporca mezzosangue ha trovato pane per i suoi denti. Comunque hai ragione: quella Silver presenta caratteristiche poco comuni per una Grifondoro. Sembra che il cappello magico si sia sbagliato, per una volta. –
- Lo pensa mezza scuola. -
Draco rimase qualche minuto a rimuginarci sopra. A un osservatore esterno sarebbe sembrato concentrato nella comprensione del testo che teneva di fronte, ma Pansy aveva capito che stava pensando seriamente a quel nuovo problema. Lo lasciò così per un paio di minuti, poi tentò di rompere il ghiaccio: - Io dico che dovremmo tentare di portarla dalla nostra parte; poi convincere prima Piton, poi la McGranitt, che starebbe meglio nella nostra Casa e –
- No. – il tono non ammetteva repliche – Se anche passasse dalla nostra parte, sarebbe pur sempre meglio lasciarla nei Grifondoro. Al Signore Oscuro farebbe comodo qualcuno che lo tenga informato di ciò cha accade “dalla parte del nemico”. -
- Quindi se io tentassi di farmela amica…-
- Sarebbe perfetto. Mi raccomando però: quella lì è il tipo di persona che ti ama o ti odia. Se fallisci, saremo messi peggio di prima. Tu stessa hai detto che eccelle in Difesa contro le Arti Oscure e in Incantesimi. Entrambe sono materie che vanno trattate con precauzione. Perciò, vedi di non fartela nemica o saranno guai per noi tutti. -
 
Non avrebbe deluso Draco, per nulla al mondo. Doveva crearsi un’amicizia dal nulla? Bene. Non era proprio il suo forte, ma se ce la metteva tutta ci poteva benissimo riuscire.
 
Era entrata in quel bagno senza nemmeno rendersi conto che era quello del secondo piano. Stava per andarsene quando qualcosa di insolito attrasse la sua attenzione: Mirtilla Malcontenta stava parlando con qualcuno di cui però non ne riconosceva la voce, che in quel momento era in un bagno e che quindi non poteva vedere. Stavano parlando delle storie dei vari fantasmi del castello: la solita lagna di Mirtilla. Incuriosita, aspettò che uscisse.
Si stupì quando vide che era proprio Silver. Rimasero a fissarsi per qualche secondo, ognuna con uno sguardo che voleva dire “e tu cosa ci fai qui?”. Pansy decise di rompere il ghiaccio, e lo fece nel suo modo più naturale possibile: - Mirtilla ti stava rompendo con le sue solite storie?-
- Per me non sono “le solite storie” e sono venuta qui, in questo bagno, proprio per sentirle. -
Ok, ti sei fregata da sola, tenta di rimediare, trovati una scusa – Beh, sai, dopo che le senti praticamente tutti i giorni, diventano “le solite storie”, non voleva essere un’offesa. –
- Vai al sodo: cosa vuoi?-
Accipicchia, perspicace la tipa. Forse è meglio come dice lei, se continuo a prendere scuse sarà peggio per me.
- Vedi, praticamente mezza scuola si chiede perché il cappello magico ti abbia messo in Grifondoro: non presenti nessuna caratteristica tipica di quella Casa. Ogni altra Casa, invece, ha notato in te caratteristiche proprie e ti sta osservando: ognuna ti vorrebbe dalla sua parte. Io, da parte dei Serpeverde, non voglio chiederti direttamente di far parte della nostra Casa, ma almeno di stare dalla nostra parte sì. -
- Credi che non abbia capito che in verità voi, Serpeverde e Mangiamorte – e qui Pansy sussultò – mi volete dalla vostra parte solo perché se vi fossi nemica per voi sarebbe peggio? Credi che non abbia capito che sei venuta qui per ordine di Malfoy? Tu credi davvero che il cappello magico si sia sbagliato? Io no. E sai perché? Perché sto bene nei Grifondoro, loro mi accettano, anche se sembro il lupo nell’ovile. E sta pur certa che non li tradirò mai, soprattutto se devo tradirli passando dalla parte di Voldemort. – Pansy si portò una mano alla bocca: aveva pronunciato quel nome senza ombra di scrupolo, come se fosse la cosa più naturale del mondo (o quasi)! Accipicchia, era peggio di Potter.
Silver aveva quasi urlato, senza staccargli gli occhi di dosso, presa com’era dall’argomento. Appena finì, uscì dal bagno senza nemmeno guardarla in faccia, anzi, addirittura urtandola di proposito. Pansy capì che forse il cappello effettivamente non si era sbagliato.
Dopo dieci minuti, Pansy era ancora lì, ferma, in piedi, pensando a cosa dire a Draco e immaginandosi la sua reazione. Mirtilla Malcontenta aveva visto tutto e ora la fissava, con uno sguardo più apatico di quella Silver.
Finalmente si decise ad andarsene, ma prima: - Guai a te Mirtilla, se spiattelli qualcosa in giro. –
Mirtilla ora assunse la sua solita espressione imbronciata e: - Io non tradisco le persone che mi rispettano – e sparì.
Pansy non seppe cosa dire. Chi era realmente quella Silver, che si era portata dalla sua parte una come Mirtilla?

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Capitolo 4
*** Weasley ***


CAPITOLO IV
Weasley

- Scusa Silver, potresti farmi un po' di posto? -
- Certamente Ginny, nessun problema. -
- Grazie. -
La sala comune di Grifondoro, col suo bel fuoco scoppiettante, era forse il luogo migliore per trascorrere le umide e fredde serate autunnali. I ragazzi si ritrovavano qui fino a tardi chi per studiare, chi per fare una partita a carte, chi (specialmente femmine) per sparlare dei nuovi fattacci e chi, come Silver, per leggere un buon libro.
Ormai era passato un mese dall'inizio della scuola e nessuno ancora sapeva da dove venisse Silver. Le femmine che stavano in camera con lei ci avevano provato più volte ma lei riusciva sempre a sviare l'argomento in maniera incredibile: persino Hermione, che era quella con cui aveva legato di più, non era riuscita nell'intento.
Bisogna dire che Silver interessava anche gli uomini, forse per un altro aspetto che non fossero il comportamento e il carattere, e qualcuno ci aveva anche provato ma, ahimè, anche il più affascinante non era riuscito a scalfirla anzi, ne era rimasto profondamente colpito (e non in termini proprio felici e positivi).
Ron era uno di quelli che ci erano cascati e aveva pagato Ginny un anticipo di cinque galeoni per il tentativo e la promessa di altri dieci nel caso ci fosse riuscita.
Ginny ovviamente era molto sicura di se: aveva aspettato che il divano in cui stava Silver e le poltrone intorno fossero libere per lasciare più intimità a loro due.
Aspettò che la sala si svuotasse ulteriormente e quando furono rimasti solo lei, Silver, Ron, Hermione ed Harry (che stavano apposta ad osservare la scena) partì all'attacco.
- E' interessante quel libro?-
- Sì, mi sta affascinando molto. - il tono confermava di molto ciò che aveva appena detto.
Ginny non si scoraggiò e ritentò: - I miei libri preferiti me li ha sempre suggeriti mia madre. Anche a per te è la stessa cosa?-
- I miei libri preferiti me li sono scelta da sola. I miei genitori mi hanno solo ispirato il genere. -
- Leggono molto i tuoi genitori? -
- Sì. – e la conversazione morì lì.
Ginny cominciava a sfiduciare: aspettò circa dieci minuti poi ritentò.
- Ti stai ambientando bene qui da noi?-
- Sì, perché non si vede?- il tono era piuttosto sarcastico e questo fece preoccupare Ginny in modo più personale.
- Silver, sul serio, non so come trattarti e non capisco se mi stai prendendo in giro o stai facendo sul serio. -
Silver fermò la lettura, rimase un attimo pensierosa, appoggiò il libro e si volse a guardare Ginny.
Quest’ultima notò che lo sguardo di Silver non era il solito, apatico o quasi, ma che in quel momento era malinconico, triste. Ginny si sentì fuori luogo, non sapeva più che dire o fare ma non trovava una maniera per cavarsi d’impiccio. A questo ci pensò Silver stessa: - Scusa Ginny, ma non ce l’ ho con te in particolare: in verità ce l’ ho un po’ con tutti. Comunque me la sono presa perché nessuno vuole aspettare il corso degli eventi e anzi, tenta di forzarli. Mi sto riferendo al fatto che mezza scuola e più vuole sapere da dove vengo e perché sono Grifondoro. Perché proprio Grifondoro all’inizio me lo sono chiesto anch’io ma ora ho capito. Per quanto riguarda da dove vengo…- a questo punto si alzò, prese il libro e si diresse verso il trio, che stava di spalle alla poltrona e che quindi non poteva vedere i suoi movimenti; avvicinatasi al tavolo dove stavano i tre, sollevò il libro e lo fece cadere di peso sulla testa di Ron (e non era proprio un libro leggero). Fatto questo, tornò tranquillamente al suo posto, ora con un bel sorriso stampato in faccia. Quando si fu seduta fece un sorriso a mille denti a Ginny poi si rivolse al trio: - Quello che volevate sapere ve lo dirò ma guai a voi se osate dirlo in giro perché questo non è un semplice segreto: ne andrebbe di mezzo persino il Ministero. E voi tre, avvicinatevi! Se rimanete laggiù dovrò urlare e addio segreto!-
I tre si avvicinarono, con una faccia un po’ spaventata, particolarmente Ron (a cui era passata completamente la cotta), e si disposero nelle poltrone vicino a Ginny e Silver.
- Allora, i miei genitori sono i penultimi discendenti diretti delle quattro Case. Mi chiederete com’è possibile, dato che Voldemort, e non fare quella faccia Ron, teoricamente era l’ultimo Serpeverde ed Helena l’ultima Corvonero. Per quanto riguarda Grifondoro e Tassorosso, so solo che i miei nonni materni erano gli ultimi discendenti, ciascuno di una delle due Case. Per quanto riguarda Serpeverde, sappiate che Orfin Gaunt è il mio nonno paterno. In questo modo, mio padre è cugino di Voldemort, a insaputa di quest’ultimo, ed è principalmente per questo che il Ministero ci tiene sotto stretto controllo. Se proprio volete saperlo, mio padre fu concepito in una notte di ubriachezza: nessuno dei miei nonni sapeva chi fosse l’altro, in un primo istante. Orfin finì la sua misera vita senza neanche sapere di aver avuto un figlio. Della nonna materna invece non ne conosco il nome: morì quando mio padre aveva solo cinque anni e prima di ciò gli cancellò ogni ricordo che la riguardasse; per sapere tutto questo del suo passato, mio padre si riferì all’attuale professor Piton quando erano compagni qui ad Hogwarts. Quando seppe tutto, mio padre impose a Piton il Voto Infrangibile di non parlare, costo la vita. La natura più positiva di Corvonero per fortuna ha sempre prevalso in lui e questo lo salvò dalle grinfie di Voldemort. I miei genitori si sposarono l’uno ignorando le origini dell’altra. Solo quando mia madre fu incinta di me riferì a mio padre le sue origini. Ovviamente anche lui fece lo stesso e allora, preoccupati per quello che poteva accadermi se Voldemort avesse saputo tutto in un qualche modo, chiesero aiuto a Silente. Quest’ultimo li mandò in Italia, in una località toscana di cui la maggior parte della popolazione è inglese, a causa del turismo. Ogni anno veniva a salutarci un “amico di famiglia”: quando i miei mi raccontarono tutto, mi dissero che in verità era un inviato del Ministero, amico fidato di Silente. E questo è tutto signori, se permettete…- ma appena si alzò sentì che qualcosa di liquido si avvicinava alle sue spalle ad una velocità incredibile. Reagì d’istinto: tirò fuori la bacchetta, si girò e – Immobilus!-
Un bicchiere con del succo di zucca mezzo fuori si bloccò a mezz’aria. Anche gli altri si erano girati: Fred e George fissavano la scena con la bocca spalancata e due palle d’occhi. Sembrava che l’incantesimo avesse colpito anche loro due. Prima che chiunque capisse cosa stesse realmente accadendo, Silver aveva già pensato “Vingardium Leviosa” e “Finite Incantate”. Risultato: Fred e George si ritrovarono ricoperti di succo di zucca dalla testa ai piedi.
- Miei cari ragazzi – e fino a qui il dono era molto suadente – guai a voi se tentate di nuovo uno scherzo del genere!- il volume era andato in crescendo e il tono era passato da carezzevole a isterico. Dopo ciò, Silver li obbligò a non dire niente in giro di ciò che avevano sentito, pena un trattamento particolare, e quindi se ne andò a dormire, più beata che mai e in pace con se stessa.

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Capitolo 5
*** Ipocrisia ***


CAPITOLO V
Ipocrisia

C’era una cosa che a Silver mancava: la musica.
Prima di venire lì ad Hogwarts era solita ascoltarla non proprio ventiquattro ore al giorno ma quasi. Gli mancava tanto anche il canto. Aveva una bella voce, e ne era consapevole, ma si vergognava troppo per mettersi a cantare, anche solo davanti a Hermione. Per questo aveva ordinato un paio di violini, a insaputa di tutti. Da circa un mese, i fine settimana andava in riva al lago, in un luogo abbastanza nascosto. Qui, facendo suonare i violini da se, si esercitava nell’Ave Maria di Schubert, la sua preferita. Quella mattina si era svegliata più presto del solito, tanto che alle sei era già in riva al lago. Andando lì le era sembrato che qualcuno la seguisse ma non ci aveva fatto troppo caso. Si esercitò un po’ con qualche vocalizzo, aspettando che l’aurora si affacciasse sul lago.
Appena arrivò il momento fatidico, fece partire i violini, e al momento giusto partì anche lei. La musica andava crescendo gradualmente col sorgere del sole. Chi era stato con lei e l’aveva osservata in quei primi due mesi, avrebbe faticato a credere che Silver, quella e unica Silver, si commovesse a cantare l’Ave Maria davanti all’aurora. Ma nessuno in verità la conosceva realmente, come al solito. Era brava a crearsi amicizie, spesso partendo dal timore, ma poi chi veniva scelto le rimaneva sempre fedele e sinceramente amico. Ma quella mattina le avrebbe riservato sorprese che l’avrebbero portata dove nemmeno lei si sarebbe mai immaginata.
Quando finì di cantare, sentì un applauso vicino, di una sola persona, un applauso sincero. Dopo qualche istante osò girarsi e vedere da chi venisse quell’applauso: dietro di lei, comodamente seduto su di un mezzo tronco, a fissarla sorridente stava Fred Weasley. Era sicura che fosse Fred, al 99%, non sapeva nemmeno lei perché, ma era sicura che fosse lui. Stava per ringraziarlo quando il disgraziato pronunciò la frase che gli avrebbe cambiato la vita: - Stavo scherzando. Canti da schifo, e sei una maledetta ipocrita. –
Silver si era resa conto che la stava provocando ma non poté fare a meno di prendersela tantissimo: - Comincia correre Fred Weasley!- detto questo tirò fuori la bacchetta. Il gesto fece sparire completamente il sorriso dalle labbra di Fred, riportandogli alla mente gli ultimi ricordi poco felici ricevuti da quel bastoncino di legno. E cominciò a correre. Al loro passaggio, le foglie secche si alzavano in ondate, creando una vera e propria tempesta. Fred correva veloce e Silver gli stava alle calcagna. Il disgraziato stava ridendo e correndo da meno di un minuto quando inciampò in un tronco. Silver, che lo stava per raggiungere, non riuscì a fermarsi in tempo e inciampò sul tronco, finendo di colpo sopra Fred. Rimasero così, ansimanti, per qualche secondo. Poi Fred: - Bellezza, ti dispiacerebbe alzarti?- in tutta risposta Rose gli puntò la bacchetta sul naso – No, carissimo, a meno che tu non ritiri quello che hai detto prima al lago- - Mai – e Silver, non seppe nemmeno lei come, si ritrovò sotto, al posto dove un attimo prima stava Fred. Quando si rese conto di quanto fosse imbarazzante cominciò ad arrossire. Fred lo notò, e si mise a ridere: - Sei realmente ipocrita, sai? Di quello che ti ho detto prima, ritiro solo la prima parte, e cioè che canti da schifo: non è assolutamente vero; della seconda, che sei un ipocrita, lo pensato subito e lo penso anche adesso. Dimostrami che non è così!- e la baciò.
 
No, Silver, staccati, accidenti! Ti sta solo provocando…sì, è vero, è solo una provocazione ma…bacia bene…No! Non cedere, staccati!
 
Strano. Lo stavi facendo solo per provocarla, però ti piace…sì, è vero, ha delle belle labbra…e  poi…questo sì che è un bacio…meglio del primo…ma che fai scemo!?! Cadi nella tua stessa trappola!? Staccati!
 
Si staccarono l’uno dall’altra contemporaneamente. Ripreso fiato, Silver gli sussurrò: - Guai a te se dirai una sola parola di tutto quello che è successo stamattina. – e se lo tolse di dosso.
Lei ritornò al castello, ma Fred rimase nella posizione in cui era stato lasciato per quasi un’altra ora.
Pensava a che scherzi avrebbe potuto farle per farle capire che non c’era cascato, che al massimo c’era cascata lei. Ma si rendeva conto che qualcosa si stava insinuando dentro di lui, un dolce pensiero che non voleva ammettere.
Cosa avrebbe detto George? Non poteva nasconderglielo, non a lui. E allora gli avrebbe chiesto aiuto, chissà che lui non sapesse come fare per dimenticarsi una ragazza, o come dimostrargli il suo amore…
Si rese conto che aveva commesso un grande fallo baciandola, molto grande.
 
Anche Silver ci rimuginava sopra e più ci pensava, più si irritava. Quel bacio era stato il primo per lei, ed era stato un bel bacio…molto bello…Ma non doveva cadere nella trappola! Sapeva che lui l’aveva fatto solo per dimostrargli che era un ipocrita, e sinceramente c’era anche riuscito – e arrossì – ma non poteva permettersi di cedere, non poteva permettersi di…innamorarsi…Naaa, che andava pensando? Uno frivolo come lui innamorato di una come lei? Ma fammi il piacere! Lui probabilmente aveva già baciato molte ragazze e quello non era stato niente! Gliel’avrebbe dimostrato, lo avrebbe trattato come se niente fosse successo!
 
Ma quando quel pomeriggio si scontrarono nel corridoio non riuscirono ad essere ipocriti nemmeno con se stessi, e rimasero a fissarsi quasi per un minuto, senza parole…
 
 
 
Nota dell’autrice:
Potreste lasciarmi un commentino, please? Sarei curiosa di sapere cosa ne pensa il pubblico. 10x
(Per darvi un idea dell’Ave Maria, andate ad ascoltare quella di Celine Dion)

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Capitolo 6
*** Quidditch ***


CAPITOLO VI
Quidditch

Mancavano due settimane al suo compleanno. E nessuno lo sapeva. Perché non l’aveva detto a nessuno. E a chi sarebbe interessato? Mamma e papà avrebbero mandato un regalo e lei li avrebbe ringraziati, sinceramente. Forse erano gli unici esseri viventi che la capivano. Quell’anno il 12 novembre era domenica. Sarebbe andata ad Hogsmeade, alla Testa di Porco, come al solito. Da quando Fred, quasi tre settimane prima, l’aveva scoperta, al lago, i finesettimana li passava lì. Aveva scelto la Testa di Porco perché era silenzioso e nessuno le faceva caso. Le due volte che c’era stata aveva passato il pomeriggio a disegnare e sorseggiare burrobirra, forse incuriosendo un po’ il locandiere, ma a lei importava poco.
 
Mancava una settimana alla prima partita di Quidditch. I Grifondoro si erano allenati duramente ed erano sicuri di vincere, dovevano, perché sarebbero andati contro Serpeverde. Proprio il lunedì, Katie Bell si ruppe una gamba durante gli allenamenti. Madama Chips disse che ci sarebbero voluti tre giorni per rimettere tutto a posto e che poi avrebbe dovuto evitare attività fisiche per almeno una settimana. I Grifondoro caddero nella depressione più nera: come trovare un buon cacciatore in una settimana? E se anche ci fossero riusciti, gli allenamenti rimasti sarebbero stati sufficienti? Tentar non nuoce e a pranzo diedero subito l’annuncio: Prove per cacciatore oggi pomeriggio ore 16, campo di Quidditch.
 
L’annuncio le entrò in un orecchio e le uscì dall’altro. A parte il fatto che il Quidditch in se non le interessava molto, anche se per chissà quale casualità avesse avuto l’idea di entrare in squadra, non ci avrebbe rimuginato su nemmeno un attimo: avrebbe voluto dire passare la maggior parte della giornata in compagnia di Fred ed era proprio ciò che voleva evitare da tre settimane a questa parte. Quello che era successo al lago se lo ricordava ancora bene e Fred glielo ricordava solo con la sua presenza. Per lui era un po’ lo stesso e a pranzo si evitavano a vicenda come la peste.
 
La campanella suonò e ognuno andò per i fatti suoi, a godersi la libertà pomeridiana. I Grifondoro, però, si diressero tutti allo stadio. Silver era l’unica che andava contro corrente. Si scontrò proprio con Fred che, vedendo dove stavo andando, non poté resistere: - Sei tanto snob che non vieni nemmeno a vedere le selezioni della tua Casa? - Silver si fermò in mezzo al corridoio: quanto era irritante quel ragazzo!
Si girò lentamente, e senza sforzarsi di essere minimamente gentile, gli disse: - Potresti farti gli affaracci tuoi e non inficcarti in quelli altrui, per favore? Se non voglio venire a vedere le selezioni, avrò le mie buone ragioni.-
- Io credo che tu non sopporti di vedere qualcuno più bravo di te in qualcosa, super tutto-io.-
- E chi ti dice che io non sappia giocare a Quidditch?-
- Dimostramelo!- Fred aveva parlato prima di pensare. Entrambi arrossirono al suono di quella parola: l’ultima volta si era dimostrata fatale. Silver fece finta di niente: - Ok. Te lo dimostrerò, e sia ben chiaro che se verrò selezionata, renderò la tua vita un inferno finché non torna Katie. –
- Sicura?- il tono era provocatorio.
-Sì!- i loro volti ormai si sfioravano. Rimasero così qualche altro secondo, poi ognuno andò per la sua strada.
Silver non ci aveva pensato ma, effettivamente, se voleva fare i provini avrebbe dovuto avere una scopa. Per un attimo si prese un colpo...poi benedisse la mania di suo padre per il Quidditch: prima di partire l’aveva costretta ad accettare una Nimbus 2002, “poteva sempre tornare utile”.
 
Era il suo turno. Aveva voluto provare per ultima per studiare le capacità degli altri concorrenti e anche per avere il portiere più stanco, in modo da fare goal più facilmente (mica scema!).
Appena salita sulla scopa la sentì sua e capì che ce l’avrebbe fatta benissimo. Lei e Fred si fissarono un attimo prima d’iniziare, uno sguardo carico di sfida ma anche d’ironia. Suonò il fischio d’inizio.
 
Era riuscita a segnare con tutte le pluffe che le avevano lanciato. Fred non aveva smesso un attimo di bersagliarla coi bolidi e a un certo punto, non potendo sopportare di più, Silver aveva addirittura preso un bolide a due mani e ci aveva fatto goal, lasciando tutti esterrefatti, soprattutto Fred. La squadra non dovette consultarsi tanto: in dieci minuti decisero di lasciare il posto a Silver.
Silver non lo seppe fino al mattino dopo: quando scese per colazione, notò che in molti la guardavano chi con più paura (soprattutto Serpeverde) chi con più rispetto (Grifondoro). Arrivata alla Sala Grande vide i Grifondoro in grande agitazione. Si sedette come al solito tra Hermione e Ginny. Quest’ultime però la fissavano raggianti. Non poté trattenersi: - Insomma, cosa avete tutti stamattina?-
Le rispose Fred, seduto di fronte, con un tono mooolto lugubre: - Sei stata scelta per il posto di cercatrice.-
La risposta lasciò Silver un po’ stupita, sulle prime, poi felice. Ora sapeva che avrebbe festeggiato il compleanno in modo più felice: doveva essere vittoria schiacciante per i Grifondoro.

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