Obscurity

di kikkinavampire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pazzia ***
Capitolo 2: *** O io o lui. ***
Capitolo 3: *** Luce ***
Capitolo 4: *** Non ho mai capito se io fossi ***
Capitolo 5: *** E poi te ne accorgi ***
Capitolo 6: *** Chiacchierando con Angel ***
Capitolo 7: *** Ride delle cicatrici, chi non ha mai provato una ferita ***
Capitolo 8: *** Aragoste e molta confusione ***
Capitolo 9: *** Elena alla riscossa! (Parte prima) ***
Capitolo 10: *** Elena alla riscossa! (Parte seconda) ***
Capitolo 11: *** La Signora degli Anelli ***
Capitolo 12: *** Oh cavallina, cavallina storna... ***
Capitolo 13: *** Famiglie spezzate ***
Capitolo 14: *** Coraggio,Bella! ***
Capitolo 15: *** Di nuovo tutti insieme ***
Capitolo 16: *** Like Romeo and Juliet ***



Capitolo 1
*** Pazzia ***


Obscurity.

1. Pazzia.

-Bellaaaaaa!!!- urlettò Elena appena entrai in classe.

Mi spaventai,come ogni mattina.

-Elena, ciao- sorrisi timidamente in confronto al suo saluto.

Le alzò gli occhi al cielo, -Che entusiasmo!!!- poi riflesse un secondo e diventò completamente bianca,-Oh… oh mio dio.. ci credo che hai poco entusiasmo..- disse mentre mi incamminavo al mio nuovo posto assegnato durante l’assemblea del sabato prima,-Non ti vorrai sedere proprio lì, vero? Che sei matta?! Bella, fermati!- disse quando io la guardai storto e andai avanti a camminare, -No- mi prese per un braccio,-Quello è pazzo, hai capito! P-a-z-z-o! e tu lì non ti ci siedi! Quello ti fa fiori con un solo pugno,magra com----

-Elena!- la bloccai, -Sempre i soliti pregiudizi…!-

-Ma ci credo,Bella! Dio!!-.

-Elena, sta tranquilla, non succederà proprio nulla. Ora va a sederti che se la Brusa ci trova in piedi..-

-Ci dà quattro, sì,sì.. e io vado dal preside e la denuncio- borbottò lei.

Alzai gli occhi al cielo, -Su- la incitai, -Tranquilla-.

Il ragazzo che Elena, come tutti gli studenti della mia classe, una buona parte dell’indirizzo linguistico e quasi metà del resto della scuola, chiamava pazzo, in realtà è Edward Masen.

Dicevano tutti che era pazzo perché non parlava con nessuno, se ne stava sempre per i fatti suoi ed era un po’ violento –da quanto si sente in giro ha mandato cinque o sei ragazzi all’ospedale fra gli ultimi due anni delle medie e i primi due delle superiori, di cui una col naso rotto-.

Io non credevo che fosse pazzo,perché,bhe,come avrei potuto? Nemmeno lo conoscevo. Ed era questo quello che cercavo disperatamente di far capire ad Elena, che erano solo pregiudizi. Nessuno conosceva davvero Edward, quindi non poteva giudicarlo.

Tutti gli stavano alla larga, fin dal primo giorno di scuola, mentre io l’avevo sempre salutato e qualche volta, soprattutto quest anno, lui aveva ricambiato un con un semplice ciao o con un gesto della mano, come a far capire che aveva sentito.

All’inizio ,in realtà, nemmeno mi guardava o mi guardava stralunato come per farmi intendere che ero io una pazza a salutarlo. Per questo non lo consideravo pazzo, perché teneva alla larga tutti.

Persa fra i miei pensieri su come avrebbe reagito quando mi fossi solo avvicinata al suo banco per sedermi, mi stavo sempre più avvicinando al mio destino.

-Ciao- sorrisi dolcemente, cercando di essere il più cortese possibile.

Edward si girò calmo,con viso furente ,ma si distese subito quando mi rivolse lo sguardo, -Ciao- sussurrò.

Mi sedetti calma, senza far capire troppo che ero agitata, mi sudavano le mani e tremavo come una stupida.

Lui intanto continuava a fissarmi con quell’ espressione seria di sempre, di quando mi salutava controvoglia – o almeno quello era ciò che pensavo io-.

Non pensavo di stargli molto simpatica ,dopotutto non ero un gran che bella, né attraente e nessun ragazzo mi aveva mai rivolto più di due parole in croce.

Sapevo che dovevo cercare di iniziare una conversazione con lui,buttar lì quattro parole o una domanda, ma ero così agitata che non sapevo da che parte prendere.

Non sapevo nemmeno perché ero così agitata, o meglio, dentro di me lo sapevo il perché ma non volevo darlo a vedere. Edward era il più bel ragazzo che io avevo mai visto.

Era alto, ben proporzionato, né troppo muscoloso, né troppo esile, i capelli sul rosso-marrone erano corti e a volte metteva del gel per fissarli; l’abbigliamento non era come quello degli altri ragazzi che portavano quei pantaloni con la vita sotto il ginocchio e che inciampavano ogni due secondi nelle proprie scarpe slacciate, era diverso, era elegante, con quel fare di misterioso e affascinante.

Era per questo che ero così agitata.

Però io ,con la mia felpa lilla mezza scolorita, i jeans di sottomarca e le prime scarpe che avevo trovato quella mattina, non ero nulla al suo confronto.

Lui era considerato pazzo e violento e io timida,riservata e gentile.

-T-ti sono v-venute le frasi d-d-di lat-tino?- domandai balbettando appena mi affiorò un po’ di coraggio.

Lui mi guardò per un secondo mentre io tenevo gli occhi bassi e quando incrociai i suoi arrossi come una sciocca.

-Non tutte, l’ultima non sono riuscito. Ho scritto le parole tutte in fila, ma non hanno alcun senso- rispose.

Lo guardai stupefatta: la sua voce era dolce mentre mi parlava, non come quando mi aveva salutato prima di allora o come quando rispondeva agli insegnanti.

Quando mi accorso che lo stavo fissando, arrossi nuovamente.

-Oh, bhe nemmeno a me l’ultima è venuta.. c-c-cioè ho scritto qualcosa m-ma.. è sbagliata-balbettai.

-Erano difficili- controbatté dopo qualche istante, e si girò verso la finestra. Lo faceva sempre, io sapevo che lui vedeva cose che io non avrei mai visto.

Si girò solo dopo un po’, quando il bidello ci venne ad annunciare che la professoressa sarebbe stata assente per tutta la settimana e forse anche quella dopo, e quindi dovevamo fare silenzio.

Due ore di supplenza… al giorno. E io odiavo le ore di supplenza, per precisare.

Edward mi guardò un istante quando sbuffai alla notizia e annullai sul diario tutti i compiti vari di inglese, dati in anticipo di settimane.

-Olè!- saltai dallo spavento sulla sedia, mentre Elena rideva come una pazza.

-Sorry-,rise. –Ma ci pensi?- riprese –Niente test, niente inglese, niente BRUSA per una settimana!!!- applaudì e rise, -Oh, già… ma a te non piacciono le ore di supplenza,- sbuffò, -L’unica in tutto il mondo a cui non piacciono!- urlettò e mi fece la linguaccia.

Sorrisi compiacente alla sua solita battuta, ma la cacciai via con una manata quando mi sussurrò che se Edward mi avesse toccato avrei dovuto urlare e poi si mise a ridere.

Non sapendo cosa fare, presi il libro di latino e cercai di ricontrollare brevemente il resto delle frasi assegnate, trovando anche un paio di errori.

-Quindi.. non ti piacciono le ore di supplenza?- mi chiese Edward dolcemente dopo qualche istante.

-Mmm.. no, so che .. forse sono l’unica in tutto il mondo, però.. non servono a nulla.. e noi.. bhe, veniamo a scuola per fare qualcosa, quindi…- scossi la testa.

-Non sei l’unica-, sorrise piano.

Qualche attimo dopo riprese con le domande, come se fosse curioso di sapere qualcosa su di me.

E a ogni domanda saltavano fuori cose, anche minuscole che avevamo in comune.

-Ti piacciono questi bracciali?- chiese indicando il mio polso sinistro, sul quale c’erano cinque o sei di quei braccialetti colorati riusciti a sfuggire all’estate appena passata, gli unici che non si erano rotti con tempo o consumati, insomma.

Sorrisi ironica, -Sì, a me piacciono… ma c’è.. gente .. bhe… che mi considera fuori moda, perché ormai non si usano più.. io però li metto lo stesso- dissi, cercando di fargli capire che se anche la gente lo considerava pazzo, lui comunque doveva continuare a essere ciò che era senza farsi coinvolgere in stupidi pregiudizi.

Non so se capì realmente dove volevo arrivare.

-Non sei l’unica nemmeno in questo- disse mostrandomi il suo polso, anch’esso con qualche braccialetto simile al mio, -Sai mia zia me ne ha comprati moltissimo quest estate. Diceva che andavano di moda e mi avrebbero aiutato a socializzare- sorrise sconsolato ma in parte divertito,-Avrà speso un patrimonio per questi ..resti di plastica. Però,- mi guardò e sorrise, -Sono carini-.

A differenza di molti ragazzi Edward non sorrideva mai apertamente, i suoi segreti, come pensavo all’epoca, dovevano essere così grandi da non permettergli di sorridere o comunque di fidarsi di qualsiasi persona.

E non avevo poi così tanto torto.

Dopo poco riprese a parlarmi, ma questa volta il suo tono era diverso, come se avesse cambiato umore da un momento all’altro, era serio e cupo.

-Allora, non le sai le cose che dicono in giro sul mio conto?-

Quella domanda mi lasciò a bocca aperta,non sapevo proprio che cosa avrei potuto dirgli. Immaginai che dirgli in faccia “so che sei un pazzo, ma non mi interessa” era brusco, ma non trovavo un altro modo per farglielo capire.

Per cui, non risposi.

Per un attimo rimase in attesa di una risposta, ma non ricevendone una continuò,-Non lo sai che sono pazzo?-

Sì, avrei dovuto rispondergli, ma non mi importa. Mi sentivo in imbarazzo,non sapevo che dire, che fare,avrei voluto mettermi a piangere e dirgli che era un ragazzo fantastico. Ma nemmeno lo conoscevo,per cui nemmeno quella era una riposta adatta.

Così, non riposi nuovamente.

I miei occhi erano pieni di lacrime e lui mi fulminò con uno sguardo terribile, come se avesse voluto uccidermi da un secondo all’altro.

-Non lo sai che potrei … ucciderti?- mi chiese, ma il suo tono di voce cambiò ancora, diventando soffice e dolce, quasi ironico sulla parola “ucciderti”.

-Il tuo posto assegnato è questo, ma sei vicino ad un pazzo,non lo dimenticare- riprese.

-Vuoi che me ne vada?- furono le uniche parole di senso compiuto che riuscii a pronunciare,per evitare di rimanere di nuovo a fissarlo con gli occhi lucidi.

Edward cercò i miei occhi col suo sguardo, -Certo che no- mi sussurrò, quasi impaziente che io ricominciassi a parlare, ma io proprio non sapevo che dire.

Immagino che vedendomi di nuovo arrossire, dovesse aver sicuramente pensato che anche solo un pochino ero attratta da lui –il che era vero- ma anche che volevo conoscerlo.

Certo, chi tace acconsente, ma anche chi tace ascolta, si potrebbe dire.

Nessun ragazzo prima di Edward mi aveva anche minimamente presa in considerazione: più che altro la mattina qualcuno mi chiedeva i compiti da copiare o faceva qualche battuta stupida sugli insegnanti alle quali io raramente ridevo, più spesso sorridevo.

-Mi chiedevo una cosa, ma immagino che tu non voglia nemmeno… prenderla in considerazione..- disse, cercando una mia risposta.

-Dimmi- sorrisi timidamente.

-Mi chiedevo se- disse più serio, -Se… ti andava di prendere un gelato con me questo pomeriggio. Sempre che tu sia libera ed abbia intenzione di uscire con un pazzo-.

Questa volta ,però, non pensai a moderare le parole, -Tu, tu non sei pazzo,okay? La gente.. ha dei pregiudizi stupidi nei tuoi confronti.. ma.. ma non dovrebbe averli! Nemmeno ti conoscono e ti giudicano.. non dovrebbe essere così,non trovi? Tu non sei pazzo, perché.. perché tu tieni alla larga le persone da te, quindi.. non vuoi fare proprio niente a nessuno.. io non credo tu sia pazzo, non sei pazzo..-.

Appena pronunciate quelle parole pensai di aver fatto un atroce errore nell’avergliele dette, non cercavo il suo sguardo, sapevo già che sarebbe stato arrabbiato.

Ma poi mi resi conto, che non avrei potuto realmente sapere se era arrabbiato se non avessi guardato.

Né se era pazzo se non lo avessi conosciuto.

Così, cercai il suo sguardo.

Mi guardava con meraviglia e tenerezza assieme, per nulla con sguardo arrabbiato o furioso.

Poi mi sorrise, con il sorriso sghembo che mi faceva battere a mille il cuore, -Questa volta sei proprio l’unica- sussurrò, -Lo credi davvero quello che hai appena detto?-.

-S-sì- balbettai.

A quelle parole si appoggiò allo schienale della sedia come per riflettere un minuto, ma subito io interruppi i suoi pensieri, -C-comunque- balbettai, -Oggi pomeriggio non ho nulla da fare,quindi..-.

-Sicura?- mi chiese. Ma quel “sicura” non intendeva se ero sicura di non aver nulla da fare, ma se ero sicura di voler passare del tempo sola con lui.

Annuii, -Certo-.

Alla fine della mattinata, dopo aver convenuto che nessuno era riuscito a fare quella strana frase di latino perché c’era un errore in due sostantivi coniugati sbagliati, decisi di non dire nulla a Elena sulla mia uscita pomeridiana.

Salutai Edward che mi diede appuntamento in piazza per le tre e mi incamminai velocemente sulla strada di casa.

Appena cercai di aprire la porta con la chiave notai che era già aperta e notai anche che c’era un’auto nera parcheggiata nel vialetto.

-Mamma..- sussurrai.

-Mamma?-

-Bella!- mi abbracciò mi madre.

-Non credevo tornassi oggi- sussurrai.

-Oh, non sai che bello quando mi hanno detto che potevo tornare qualche giorno prima! Ti ho preso un regalo in Francia.. è una felpa di quelle che ti piacciono tanto! È in camera tua, Sali su e vedi se ti piace- mi sorrise, -Io intanto preparo qualcosa per pranzo, ti va?-.

-Sì,certo- sorrisi, -Ah,mamma alle tre mi trovo con.. un amico.. quindi.. -.

-Ma certo,tesoro, vai pure-.

Salii in camera e guardai sul mio letto: c’era una felpa arancione con la scritta FRANCIA dietro e la bandiera davanti,più piccola. Mia mamma aveva lavorato in un sacco di posti, per cui di quelle felpe ne avevo un sacco, di quasi tutti i paesi. Alcune me le aveva prese anche mio padre, ma era raro che si ricordasse di portami qualcosa.

Soprattutto da quando non viveva più con noi.

Mangiammo la pasta al sugo che aveva cucinato mia mamma e ci perdemmo nel raccontarci ciò che avevamo fatto nelle ultime settimane.

-Oh mio dio!-.

Quasi urlai e sudai freddo quando vidi che mancavano già cinque minuti alle tre.

“Edward mi uccide davvero” pensai in preda al panico.

Mia madre mi vide correre in camera a prepararmi il più velocemente possibile, lavarmi i denti e mettermi le scarpe in pochissimi minuti, salutarla e correre fuori dalla porta. Era abbastanza perplessa.

Corsi il più velocemente possibile nelle vie secondarie ma nelle principali non potevo andare in giro correndo. Così camminavo molto velocemente cercando di non dare troppo nell’occhio.

Erano già le tre e dieci quando arrivai in piazza e scorsi Edward in piedi di spalle vicino all’edicola.

-Ciao- dissi affannata, -Scusami… io..- cercai di riprendere fiato.

Quando si girò la sua faccia era un mix di noia e perplessità, ma era anche un pochino arrabbiato.

-Riprendi fiato. Poi mi spieghi- disse calmo.

Chiusi un secondo gli occhi e cercai di rilassarmi,le gambe mi facevano male per la corsa e la gola bruciava per l’affannamento.

Quando riaprii gli occhi Edward mi guardava teneramente, -Allo che è successo?- chiese quasi impaziente di ricevere una stupida giustificazione per il ritardo.

-Mia mamma è tornata proprio oggi dalla Francia, ma io non lo sapevo.. e così abbiamo fatto tardi a parlare…-

-Francia?- mi interruppe lui. –Sì, è andata a lavorare lì due settimane…-,spiegai.

-E i papà non sono bravi in cucina- proseguì.

-No… in realtà mio padre non vive con noi- sussurrai, -Loro, cioè mia mamma e mio papà sono divorziati.. mio papà lavora per una multinazionale a Londra, mia mamma in giro per il Mondo per uno studio di cause internazionali.. per cui non c’è quasi mai-.

Edward strabuzzò gli occhi, -Ma, perdonami, se tua madre non c’è, e nemmeno tuo padre,tu con chi stai?-

-D-da sola- balbettai.

Mi guardò qualche secondo con un’espressione serissima,-Ma tu… voglio dire, a te sta bene che i tuoi genitori non ci siano mai?-

-Bhe..- cercai di trovare una risposta decente, ma in realtà non mi ero mai posta una domanda di questo genere, -Non lo so.. cioè, alla fine non gli posso dire nulla, è il loro lavoro- sorrisi sconsolata, -Certo ero più felice quando almeno sapevo che si amavano anche se erano lontani, ora.. che nemmeno sono più assieme mi spiace di più, però non posso farci nulla. Mi spiace solo quando.. ad esempio a Natale dell’anno scorso mia madre –erano già separati- non è tornata a casa…-

-Sul serio?- chiese lui quasi arrabbiato.

Annuii, -Sì, e allora ho passato la Vigilia e Natale sola.. mi dispiaceva un po’ perché vedevo le altre famiglie che si riunivano.. però.. bhe non fa nulla-, sapevo di non aver dato una risposta degna, ma solo un insieme di pensieri in generale, ma alla fine Edward avrebbe dovuto conoscermi per quello che ero.

-Tu sei tanto buona con loro.. con tutti, in realtà- sorrise, -Ma loro non sono così buoni con te- precisò, -Bhe dai ora andiamo a prendere un gelato-.

-Edward?- chiesi mentre camminavamo verso la gelateria.

-Sì?-

-Perché .. perché ti considerano pazzo?-

Lui sorrise, -Lo sai perché-.

-No,voglio dire, perché non parli con nessuno e tutto il resto?-

Lui divenne serio e proseguì, -Perché nessuno mi capirebbe…- poi si fermò un attimo, -A parte te-.

Non disse nulla a riguardo, ma io ero diventata troppo curiosa.

-Ti prego, allora spiegami…- lo presi per una manica per fermarlo,-Ti prego- sussurrai.

Lui mi fulminò con uno sguardo serissimo perché avevo appoggiato una mano sul suo braccio e i miei occhi si riempirono di lacrime, -S-scu-scusa- balbettai e tolsi velocemente la mia mano.

Per un attimo interminabile non parlò, poi mi prese una mano e me la accarezzo piano, -Dai, vieni-.

Ero felice che non si fosse arrabbiato più di tanto ma a un certo punto si girò quasi di scatto e mi guardò serio, -I miei genitori sono morti -, disse quasi come se si fosse liberato di un assurdo peso.

Le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento, a quell’ultima dichiarazione si lasciarono andare e rigarono il mio viso.

-Non dovresti piangere per me- disse serio ma con voce calma e mi asciugò le lacrime dal viso.

-S-scu--- ma non mi lasciò finire che mi appoggiò due dita sulle labbra per fermarmi.

-E nemmeno ti devi scusare- sorrise.

-Mi sp---

Di nuovo.

-è un vizio- rise. La prima volte che lo vedevo ridere.

-Dai forza, lo vuoi questo gelato?- mi sussurrò a un orecchio.

-Sì- sorrisi.

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Capitolo 2
*** O io o lui. ***


Vorrei dire prima di tutto grazie per le recensioni, poi volevo rispondere ad alcune vostre domande:
@prettivitto:No mi spiace molto, ma la storia è solo su Edward e Bella, non ci saranno altri personaggi della famiglia.
@MaryAlesyaCullen:Grazie mille, mi fa piacere davvero che ti sia piaciuta. In realtà all’inizio pensavo di non fare POV Edward perché vorrei che la storia si basasse solo sulle impressioni e su ciò che coglie Bella dai comportamenti di Edward capendone le motivazioni solo dopo, capisci? =) Però, ciò non toglie che non ci penserò.
Ah! Ultima cosa per tutti: mi spiace per la scrittura ma io lo metto l’HTML ma non me lo riporta sul sito. Vedrò di fare del mio meglio,
Grazie ancora <3
P.S. Scusate tantissimo se non ho postato più recentemente, ma ho avuto una settimana pesantissima, e non avevo nemmeno il tempo per mangiare… figuratevi per scrivere qualcosa…! Mi spiace tantissimo, ma spero di farmi perdonare con questo capitolo. Inoltre vi prometto che posterò subito il 3^ dato che sono a casa una settimana per la “settimana di sospensione” da scuola. <3<3

 
2. O io o lui.
-Allora- chiese Edward quasi impaziente di andarsene più in fretta che poteva da quella gelateria, -Che gusti vorresti?-
Guardai velocemente i vari gusti disponibili e decisi, -Mmmm.. crema e bacio- sorrisi.
Edward annuii, -Salve, due coni per piacere. Uno con bacio e crema e l’altro fiordilatte e cioccolato fondente-.
In quel momento ogni cosa di Edward mi sembrava ricondurre a qualcosa di particolare del suo carattere e anche la scelta dei gusti era così: il cioccolato già in sé mi sembrava simboleggiare la forza e in più fondente aggiungeva di amaro, cioè il carattere che aveva con gli altri, forte, duro e quasi antipatico; fiordilatte era come si comportava con me, dolce e semplice.
Mentre pensavo cercavo di aprire la borsa e cercare il portafoglio ma la mano forte di Edward mi bloccò e fece di no con la testa.
-Ma…-
-Con me non si discute- sussurrò e sorrise gentilmente.
Mi porse il cono e mi fece segno di uscire mentre io cercavo un tavolo libero.
-Andiamo a fare un giro?- chiesi.
-Sì,- annuii lui mentre mangiava calmo il suo gelato, -Cosa c’è che non so di te?- aggiunse.
-Non lo so..- pensai, -Credo che io non sia una persona molto.. complicata..- spiegai, ma lui volle sapere tutto, ogni cosa che io volessi raccontargli.
Così gli raccontai la mia vita, la mia amicizia con Elena, indissolubile sin dalla prima elementare, del lavoro dei miei genitori, di quando avevano deciso di separarsi da un giorno all’altro all’inizio senza dirmi nulla; dell’affidamento dato a mia madre solo perché lei restava a casa qualche giorno in più all’anno di mio padre e perché sennò avrei dovuto trasferirmi in Inghilterra visto che mio padre aveva lì la cittadinanza.
Passai un’ore a raccontargli tutto questo.
-Bella,- mi fermò ad un certo punto Edward, -Devo tornare a casa ora o mia zia penserà che mi sono cacciato in qualche guaio… mi spiace molto-
-Oh..- lo guardai triste, -Ma certo, anche io è meglio che torni a casa.. a ripassare qualcosa..-
Ma era ovvio che nessuno dei due voleva andarsene in realtà. Dai suoi occhi capii che non era una scusa il tornare a casa da sua zia, perché forse si cacciava nei guai troppo spesso, -Bhe, allora ci vediamo domattina- sorrisi.
-Certo. Ciao,Bella…-disse guardandomi negli occhi con un espressione indescrivibile: un misto di ansia,rabbia e paura. Sapevo dentro di me che tutti quei sentimenti c’entravano con me, ma non riuscivo ad ammetterlo a me stessa, per cui gli sorrisi nuovamente e entrambi proseguimmo per la nostra strada.
 
Appena entrai in classe il giorno dopo Elena mi guardò con gli occhi sgranati e un espressione da killer; così, decisi che se aveva qualche problema, era meglio lasciarla in pace per un po’, ed andai a sedermi accanto a Edward.
Ovviamente non pensai nemmeno che i suoi problemi c’entravano con me.
-Ehi- salutai Edward con un cenno della mano.
-Bella- mi sorrise lui.
-Tua zia...non era preoccupata,vero?-
-In realtà… un po’ lo era,-spiegò lui- non le avevo detto dove andavo-.
-Oh…Bhe la pr--- ma mi interruppi, data l’espressione di Edward mutata improvvisamente da gentile a infuriata e mi voltai.
-Oh, Elena…-sussurrai e guardai di nuovo Edward che nel frattempo si era girato e guardava fuori dalla finestra.
-Tu, muoviti un attimo-
-Ma che succede?- domandai preoccupata.
-Oh nulla- disse infuriata e mi strattonò da una parte della classe, in un angolo dove nessuno poteva sentirci.
-Ma sei matta!!!!???- mi urlò addosso, cercando di abbassare il più possibile il suo tono altissimo di voce.
-Ma cosa…??-
-Cosa?! Cosa tu, Bella!!!- urlò di nuovo.
-Abbassa la voce, per piacere- mi lamentai, -E dimmi che succede-.
-Oh! Che succede, ma guarda!- borbottò,-Che succede,eh! Se i uscita con quel pazzo ieri pomeriggio?!-.
-Elena!-
-Bella!- urlò a sua volta, -Dimmelo!-
-Sì. Sono uscita con Edward. Perché? Cosa c’è che non va?-
-Oh mamma santa!!! Cosa.. cosa c’è che non va mi domandi?!- rise isterica –Quello è pazzo!!- disse scandendo le lettere ad una ad una come se fossi una stupida che non capiva nulla.
Avevo sempre odiato quando qualcuno faceva commenti sulle mie amicizie, e anche se Elena era la mia migliore amica, di certo non potevo permetterglielo, perché io volevo bene ad Edward.
Credo che Elena non mi avesse mai vista così arrabbiata dopo tutti gli anni che ci conoscevamo, -Elena!-la guardai infuriata e notai come anche lo sguardo di Edward si posò su di noi improvvisamente e fece no con la testa per cercare di fermarmi,-Come.. come puoi?! Come puoi trattarlo così! Non lo conosci! Non lo sai com’è! Perché in questo mondo ci sono tutti questi pregiudizi!!!?? Dimmi, ti ha mai fatto qualcosa lui?- domandai ironica.
Ma Elena era pietrificata, nessuno aveva mai provato solo a controbattere una sua opinione, nemmeno io. Ma questa volta era diverso,-Rispondi!-.
-N-no.. -balbettò.
-Bene- cercai di calmarmi, -E allora cos’hai contro di lui?-.
-Bella, vedo che tu non capisci- scosse la testa, -Mi spiace- sorrise triste, -Ma se tu stai con lui… non stai anche con me. Nel senso… tu sei la mia migliore amica, certo, e rimarrai tale, ma… è ovvio che se stai con lui…-
-Certo,sono pazza anche io-
-Bhe…Bella, io ti voglio bene… non ti buttare via così.. per piacere!-
-Mi spiace- le sorrisi e mi voltai senza nemmeno guardarla in faccia. Per tutta la mattina non ci parlammo più.
Mentre Edward per tutta la mattina mi guardò con un’espressione a metà fra l’angoscia e la felicità, ma non scambiammo nemmeno due parole in croce.
-Bella,- mi fermò prima di uscire.
-Sì?-
-Bella, non sei obbligata… ad uscire con me. Non voglio che tu non veda più le tue amiche per stare con me, ha capito?-sussurrò.
-Sì, ho capito- e gli sorrisi.
-Ma?-
-Ma non mi importa di ciò che pensano- dissi imbarazzata.
Lui annuii, -è una tua decisione-.
-Ovvio-
-Allora ci vediamo di nuovo alle tre?-
-Sì, stavolta sarà puntuale, promesso- sorrisi.
Sorrise anche lui e mi salutò con una lieve carezza sulla guancia.
Io rimasi lì imbambolata per qualche istante, cercando di capire tutto quello che mi era successo quella mattina in due minuti e poi, scuotendo la testa per liberarmi da quei mille pensieri, mi incamminai verso casa.

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Capitolo 3
*** Luce ***


Salve a tutti =)
Rieccomi qua con un nuovo capitolo.. come avevo promesso prima della scorsa volta. Spero che lo scorso capitolo vi sia piaciuto ,anche se era più breve del primo.
Come sempre voglio rispondere ai vostri commenti:
@solele96: Ciao, grazie per il commento. Vorrei però dirti che forse Elena sembra cattiva, ma prova a pensare come sarebbe se tutti ti convincono di un fattore e tu non ce la fai a ripudiarlo. Elena più che cattiva, ha un carattere debole, infatti non si rende nemmeno conto di quello che ha fatto con Bella, la sua migliore amica. Quindi non avere pregiudizi su Elena =P Si dimostrerà molto carina e dolce, ma bisogna darle tempo. Spero commenterai ancora <3
@Queen Alexia: Ciao! =) Grazie di essere una mia nuova fan <3 Se hai Messenger ci potremmo conoscere meglio =D
Comunque.. non essere cattiva con Elena, ha bisogno si tempo. Si certo lei non è stata molto gradevole nei confronti di Bella, questo è sicuro. Ma vedrai come diventerà!!!! =P
Spero commenterai!! (E.. leggi ciò che ho scritto a solele96, risponde anche a te <3
@chihuahua:grazie mille per il commento! Hai perfettamente ragione: è proprio questo il messaggio che volevo inviare =)  <3
 
Buona lettura!


 
3. Luce.
Erano le tre in punto quando arrivai in piazza, proprio vicino all’edicola come il giorno precedente.
Ma a differenza del giorno precedente, quel ragazzo di spalle con l’espressione un po’ seccata per il mio ritardo non c’era.
Promisi a me stessa che avrei aspettato almeno mezz’ora, ma già dopo cinque minuti mi convinsi che non sarebbe mai venuto.
-Questa volta sono io in ritardo- mi sussurrò qualcuno all’orecchio, circa dieci minuti dopo le tre.
Mi girai di scatto, -Edward!- dissi forse con troppo entusiasmo.
-Bella-, sorrise lui.
Poi aggiunse, -Posso offrirti una cioccolata calda? Non è proprio il giorno da gelato, non credi?-.
Quel giorno faceva davvero freddo, ed io, col mio giubbino leggero stavo congelando, -Sì, hai ragione, qualcosa di caldo mi farebbe bene- dissi sovrappensiero.
-Senti freddo?-
-No..- mentii.
Lui mi guardò, sorrise e scosse la testa, -Con me non puoi mentire- sussurrò.
Io lo guardai sapendo che quelle parole erano perfettamente vere; primo perché , non so come, ma sapeva leggere i miei pensieri, e sapeva capire quando mentivo solo dalla mia espressione e secondo, bhe, lui non mi aveva mai mentito, per cui io avrei dovuto fare lo stesso.
Così, arrivati alla pasticceria ci sedemmo ad un tavolino e ordinammo due belle tazze di cioccolata fumante.
-Quindi tu ora vivi con… tua zia? Giusto?-
-Sì, esatto-
-Mmmm. Quando..- ma mi bloccai, stavo per chiedergli qualcosa di troppo personale e sapevo che non ero la persona giusta a cui lui l’avrebbe detto.
-Chiedimi pure tutto ciò che vuoi, Bella- disse lui con fare premuroso.
-No.. è … meglio che.. questa domanda.. io.. non…- balbettai.
-Bella- alzò gli occhi al cielo, -Tanto ormai l’ho capito cosa vuoi chiedermi. Non essere timida con me- sorrise.
-Se… hai già… capito.. allora puoi.. dirmelo.. o preferisci che… ehm.. cioè..- balbettai di nuovo, cercando di formulare un discorso di senso compiuto , ma non riuscendoci.
Lui mi guardò serio e poi sorrise, divertito dal mio balbettare. Dopo un attimo di esitazione, per trovare le parole giuste, mi rispose –Quando avevo undici anni. In un incidente d’auto. Io non ero con loro… sono morti sul colpo entrambi.. non.. non li ho nemmeno potuti salutare un’ultima volta- disse arrabbiato.
Lo guardai triste, -Mi spiace molto…- sussurrai, ma non trovai nulla da aggiungerci.
-Non fa nulla-.
Io sospirai; ormai sapevo che dovevo lasciarlo in pace in questi momenti.
Finimmo la cioccolata in silenzio e ,ovviamente, pagò Edward il conto alla pasticceria; quando uscimmo il venticello freddo era diventato gelido, anche se era passata meno di un’ora.
Lui mi guardò qualche istante, immobile per il freddo, poi mi sorrise dolcemente prendendomi per mano, -Vieni un momento con me-.
Io annuii, perché non riuscivo nemmeno a parlare, talmente tremavo per il freddo.
A pochi metri dalla pasticceria si trovava un negozio di vestiti molto costosi, dove una volta sola in tutta la mia vita avevo guardato la vetrina insieme ad Elena un giorno dei saldi estivi, ma nemmeno lei si era azzardata ad entrarvi.
-M-M-Ma..- cercai di slegarmi dalla sua forte presa.
Edward mi guardò con la stessa espressione seria e ironica del giorno prima, -Ti ho già detto che con me non si discute…-
-Sì, ma qua…- ribattei ma lui mi guardò malissimo così stetti zitta.
Ipnotizzata da milioni di vestiti troppo costosi non mi accorsi nemmeno che eravamo arrivati alla cassa e che Edward stava pagando qualcosa.
Poi, mi accorsi.
-Edward!- mi lamentai quando vidi una sciarpa di quelle che andavano di moda quell’anno, azzurro acceso, uno dei miei colori preferiti.
Ma lui nemmeno mi ascoltò e mi fulminò con uno sguardo arrabbiato.
Appena uscimmo dal negozio Edward mi avvolse attorno al collo la sciarpa, -Con questa starai al caldo- mi sussurrò all’orecchio, facendomi tremare e arrossire.
-Grazie Edward io….- ma non abbi nemmeno il tempo di terminare la frase che il mio telefono squillò, facendomi saltare dallo spavento.
Mentre Edward rideva per il mio salto presi il telefono e guardai sullo schermo: mamma.
Sospirai e vidi che anche nell’espressione di Edward qualcosa era cambiato, -Scusami- sussurrai, -Rispondo e..-
-Bella, non ti fare questi problemi- scosse la testa e mi sorrise dolcemente.
-Mamma?-
-Oh, Bella per fortuna hai risposto… non hai sentito il messaggio?-
-No, mamma… non mi hai inviato alcun messaggio in realtà…-
-Oh, porca miseriaccia, ma allora a chi diavolo l’ho.. bhe .. comunque ti volevo avvisare che..-
-Sei all’aeroporto?- chiesi preoccupata sentendo il rumore degli aerei in sottofondo.
-Bella… scusami..-
-Ma.. mamma non me lo potevi dire prima che partivi?-
-Mi sono scortata, tesoro… fortunatamente la mia amica Magda mi ha chiamato un’ora fa così non abbiamo perso l’aereo.. tesoro, mi spiace…-
Sospirai triste, -Non fa niente-
-Bella.. mi spiace davv--- tesoro devo scappare! L’aereo parte, ciao!-
-Aspetta, mamma! Ma quando torni?-
-Cosa? Bella? Devo scappare… non ho tempo da perdere… non sento più nulla. Ti mando un sms quando arrivo e ti dico quando torno… ciao!-
-Mamma asp……- cercai di dirle, ma lei aveva già attaccato.
-Aspetta- sussurrai.
-Ma che succede?- chiede Edward serio e preoccupato.
-Mia mamma… lei è partita, non me l’ha nemmeno detto. Si è dimenticata… non se n’era mai dimenticata prima… e- sospirai.
-Forse è meglio che io torni a casa.. –aggiunsi dopo qualche istante –Sai…-
-Tu non vai da nessuna parte,- disse prendendomi per mano, -Vieni con me-.
-Fidati- disse quando lo guardai preoccupata.
-Dove?- balbettai.
-A casa mia. Mia zia ti porterà a casa questa sera. Così starai un po’ in compagnia…-
-Io.. non voglio disturbare, Edward…-
-Isabella- mi guardò serio pronunciando per intero il mio nome, -Tu non disturbi… ma non mi va di costringerti a fare una cosa che non vuoi- disse arrabbiato, ma nello stesso tempo mi cinse la vita con una mano facendomi arrossire.
-No, no… io.. voglio… è solo che non vorrei.. disturbare, ecco.. – balbettai cercando di spiegarmi.
Edward sorrise dolcemente e mi prese per mano stringendomi a sé.
Dopo una breve passeggiata arrivammo in  un complesso di villette a schiera, vicino ad un grande parco assolato, qui Edward all’improvviso si fermò.
-Che.. che succede?-
-Niente. Volevo solo dirti che forse… bhe, senza forse, mia zia avrà una reazione eccessiva nel vederti…-spiegò.
-Come mai?- cercai di capire.
-Bhe… non ho amici dalla prima media, e non ho mai portato nessuno a casa sua… figuriamoci una ragazza…- disse serio.
-Oh… bhe non ti preoccupare… ci sona abituata alle situazioni imbarazzanti-
-Ah sì?-
-Sì- risi, -Mia mamma quando mi portava con sé nei suoi viaggi per lavoro estivi mi faceva fare un sacco di brutte figure davanti alle sue colleghe, facendo esempi sulla mia goffaggine o altro.. e.. ti giuro, non era divertente. Per me.- spiegai ridendo.
Edward sorrise e , dopo aver preso le chiavi dalla tasca, aprì il grande portone d’ingresso.
 
-Ciao- disse Edward appena entrammo.
-Oh mio Dio! È un miracolo! La prima volta che saluti quando entri da….- ma la persona che stava parlando si interruppe bruscamente e a bocca aperta quando vide che Edward non era solo…
-Oddio…- sussurrò mettendosi una mano davanti alla bocca; dopo pochi attimi di imbarazzo lei si schiarì la voce incitata dagli sguardi minacciosi di Edward.
-Ciao, tesoro. Come ti chiami?-
-Lei è Bella- rispose per me Edward, vedendomi abbastanza imbarazzata in questa situazione nuova per tutti e tre.
-Piacere di conoscerti, io sono Angel,la zia di Edward-, si presentò, -Ma… dammi la giacca, tesoro, sìsì, anche la borsa, te li metto qua, okay?-
-Grazie mille, signora…-
-Oh no!- urlettò come faceva Elena quando si arrabbiava, -Nono.. non chiamarmi signora! Mi fa sentire vecchia- rise.
-Resterai a cena, tesoro?- soggiunse dopo poco.
-Ehm.. io… non.. vorrei dist----
-Sì- mi interruppe Edward.
-Oh, bhe- sorrise Angel, -Benissimo allora- ridacchiò.
-Ah!- aggiunse dopo poco, -In realtà io avevo in programma di fare la pasta alla carbonara questa sera… però… forse è meglio che cambio programma- disse quasi a mò di domanda.
-No…no no- balbettai ,-Va benissimo anche per me… quello è il mio piatto preferito-.
-Oh!- ci guardò maliziosa Angel, -Allora siete in due, eh!-.
Guardai subito Edward che ridacchiava ma la voce di sua zia mi fece tremare, -Su, forza!!! Non ho bisogno di voi per cucinare! Andate di sopra, su!- trillò entusiasta.
Mi domandai da quanto tempo non ci fosse un invitato in quella casa…
-Sì, zia, ma dopo vengo a darti una mano prima che..- aggiunse Edward serio.
-Si si.. – alzò gli occhi al cielo lei.
-Vieni- disse allora Edward prendendomi per mano, -Saliamo-.
-Tua zia è simpatica- mormorai e gli sorrisi.
-Sì. Ma non sa cucinare- sorrise, -Una volta ha fatto esplodere la pentola a pressione…-.
Risi, -Nemmeno mia mamma sa cucinare.. però lei non ha mai fatto esplodere nulla- dissi, e ridemmo entrambi.
 
Si dice che i luoghi dove viviamo in qualche modo ci rappresentino.
E appena Edward mi fece entrare nella sua stanza dalla porta cupa e nera ne fui ancora più convinta.
La stanza era scura e buia, le tapparelle abbassate davano l’idea di una prigione; quando lui accese la luce non cambiò molto: questa era fioca e non emanava alcun tipo di calore all’interno di quella stanza che ti rendeva triste; le pareti erano blu scuro e il pavimento era in parquet anch’esso scuro; i mobili, la scrivania, la poltrona e le sedie erano scuri, o di legno –per quanto riguarda la scrivani e alcuni inserti dei mobili- o blu scuro, quasi neri. L’unica cosa, che mai mi sarei aspettata, erano le lenzuola: bianche candide risplendevano in quella stanza così buia.
Mi rattristai e guardai Edward con le lacrime agli occhi, -Che c’è?- chiese lui preoccupato.
-Qui… è buio… non c’è nemmeno un po’ di luce… che ne dici se apro un po’?- chiesi.
Lui non controbatté né la mia affermazione né la domanda; così andai verso l’unica grande finestra della camera e schiacciai il pulsante per alzare la tapparella.
Fu uno spettacolo meraviglioso: a mano a mano la tapparella saliva la camera si riempiva di luce e i muri , da blu scuro che erano, si coloravano di azzurro e in parte di un arancione caldo, ove il blu era più chiaro: quasi un effetto ottico.
Non potei non rimanere a bocca aperta quando Edward aprii le tende scure della stanza facendomi ammirare un panorama mozzafiato: dopo il grande balcone pieno di fiori c’erano alberi di pesco , introvabili in questa zona e al di là di quelli c’era un paesaggio favoloso: le montagne coperte dalla prima neve risplendevano al tramontar del sole come in un quadro.
-E’… è…- balbettai, ma non trovavo nessuna parola che potesse andar bene per questo spettacolo.
-Favoloso- sussurrò Edward guardandomi.
-Ma.. perché non… perché sei sempre al buio se hai uno spettacolo così?- domandai.
Ma Edward non rispose, rimase fermo nella stessa posizione a guardare fuori prendendomi per mano.
-Perché.. perché il buio è triste, Edward, e tu sei triste. La tua camera ti rispecchia in ogni particolare, lo sai? In tutto. Anche nelle lenzuola bianche candide- sussurrai e lui si girò improvvisamente verso di me, facendomi arrossire come al solito.
Mi guardava con gli occhi sbarrati, come se avessi capito qualcosa che nessuno aveva mai capito prima, - E se aprissi le tende, sarebbe tutto diverso. Non ci sarebbe più solo una cosa che risplende ma tutto. E..-
-Come puoi capire tutte queste cose di me?- chiese quasi angosciato.
-Non lo so- abbassai la testa, triste.
Allora lui con due dita mi tirò su il mento facendomi arrossire di nuovo, per poi stringermi in un caldo abbraccio.
Dopo qualche attimo sospirò, -Quelle lenzuola… erano blu fino a qualche giorno fa-.
-Ah sì? E come mai ora…?-
-Perché ora c’è una cosa che risplende nella mia vita- sussurrò.
Io scossi la testa per fargli intendere che non avevo afferrato il concetto, -Isabella- sospirò, -Tu. Tu risplendi nella mia vita ora. Solo tu-.

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Capitolo 4
*** Non ho mai capito se io fossi ***


Salve a tutti!
Eccomi qui(prestissimo!!!!)con un nuovo capitolo; premetto che da ora in poi i capitoli saranno un pochino più brevi dei precedenti sennò la storia diventa troppo corta e ci saranno sprazzi di azioni quotidianissime.
In questo capitolo vedremo una lezione in tutto e per tutto, ma diciamo, un po’ particolare!
Come sempre voglio ringraziare per i commenti:
@solele96: grazie di nuovo del commento! Certamente, Edward è proprio un ragazzo misterioso ma è anche dolcissimo e molto affidabile, nonché generoso. Ha molti pregi questo ragazzo *-*
@Queen Alexia: Mi hai fatto emozionare e arrossire quando ho letto il commento, lo sai? =P
Grazie grazie  e grazie! Vedo che allora il paragone con la stanza si è capito bene!! Per fortuna! Ero in dubbio sul metterlo, ma a quanto pare, ho fatto bene! <3
@rocchia1988: Ma non ti preoccupare! Anzi! Ti ringrazio per aver anche solo commentato questo capitolo <3
 
Spero che tutte continuerete a commentare! Mille baci!!
Buona lettura:

 
4. Non ho mai capito se io fossi.
- "Non ho mai capito se io fossi
Il tuo cane fedele e incimurrito
O tu lo fossi per me.
Per gli altri no, eri un insetto miope
Smarrito nel blabla
Dell’alta società. Erano ingenui
Quei furbi e non sapevano
Di essere loro il tuo zimbello;
di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo
radar di pipistrello” -lesse il professor Petrone ad alta voce.
-Questa- riprese, -è un famosa poesia di Eugenio Montale che fa parte della raccolta Satura dedicata alla moglie. Allora vogliamo commentare?- domandò.
-Chi mi suggerisce?- chiese dopo un po’ vedendo che nessuno fiatava.
-Prof?-
-Sì, Chiara?-
-Che cos’è “incimurrito”?-
Il prof alzò gli occhi al cielo, -Non cos’è, ma cosa vuol dire al massimo, Chiara-.
-Comunque,- riprese –Vuol dire ammalato, raffreddato-.
Anche quando Petrone chiese di nuovo di analizzare la poesia assieme nessuno parlò.
-Bene- disse –Allora facciamo come al solito. Io commento e voi non fate un cavolo- ridacchiò.
-Dai, scherzavo- rise, -Forza muoviamoci, non abbiamo tutta la mattina! Solo un’ora!-
E a questa affermazione tutti ci guardammo perplessi.
Bhe, non tutti perplessi. Io e Edward ci guardavamo ma nessuno dei due aveva un espressione che poteva ricordare l’essere perplesso: io lo guardavo dolcemente mentre lui era serio ma i suoi occhi e le sue dita che sfioravano le mie mani gelide esprimevano dolcezza.
-Ehm, ragazzi iniziamo dallo schema metrico- riprese Petrone, -Com’è?-
-Rime libere-
-Versi! Versi liberi! Capra!- bofonchiò lui agitando furentemente il libro in aria.
-Quindi. Versi liberi… ci sono rime?-chiese dopo essersi ripreso.
-Sì- rispose Angelica.
-E..? non basta un sì, ditemi quali-
-Ah. Allora… zimbello con pipistrello è rima baciata-
-Oh Gesù! Ti sembra rima baciata!? Sono lontane millemila chilometri quelle due parole!-
-Scusi- mormorò lei ridacchiando, -Comunque poi ci sono due rime … ehm.. centrali… ehm.. no al mezzo, volevo dire, al mezzo-
-Molto bene- annuì Petrone con fare autorevole.
-Capito con incimurrito e… blabla con società-
-Benissimo. Poi.. allora.. che cosa notate per quanto riguarda le figure retoriche?-
-Le metafore- risposi –Le metafore sono con animali, però non con animali comuni nella poesia, a parte il cane che indica sempre la fedeltà, gli altri sono il pipistrello e un insetto e non sono animali poetici-.
Petrone mimò un bacio, -Ti dovrei baciare!- urlò e mi fece arrossire mentre Edward ridacchiava, -Almeno qualcuno qua dentro sa formulare discorsi coerenti-.
-Bhe, Isabella, e se ti chiedessi come mai proprio il pipistrello e un insetto?- domandò ridacchiando, pensando già prima che io avessi parlato che non sapessi la domanda.
-Mmm..- pensai –La mosca… bhe perché Montale chiamava ironicamente sua moglie “Mosca” perché era molto miope e il pipistrello.. forse ha a che fare con il “radar” cioè il suo istinto o la sua sensibilità- mormorai.
-Favoloso! Molto bene!- si schiarì la voce, -Sì è proprio così!-
-Poi- riprese, -Chi mi nota altre figure retoriche?-
- C’è… un’anafora- urlettò Elena.
-Oh signore, Elena, per l’amor di Dio, abbassa un po’ la voce. Comunque sì, c'è, dove però?- si lamentò il professore massaggiandosi le tempie.
-Sì- trillò Elena –Di essere, di essere. Ottavo e nono verso-.
-Molto bene… andiamo avanti. Guardiamo il testo in generale.. ha una sua struttura per caso?-
Osservai attentamente ma in realtà non notai nessuna struttura fondamentale di quelle che avevamo studiato anche perché era una poesia a versi liberi; ma di solito quando Petrone fa una domanda vuol dire che la risposta c’è sempre.
E di solito è sì.
Notai un’unica cosa, così provai a dirgliela, -Forse è.. formato da quattro periodi?-
-Grandioso!- esultò lui –E guardali.. ti sembrano posti un qualche modo particolare?- chiese con gli occhi luccicanti.
Osservai bene, basandomi ,non solo sui vari schemi poetici, ma anche sul mio istinto, -Sono simmetrici- mormorai.
-Se parlassi anche a voce più alta, Bellina1, non ti mangio- rise e io arrossii, -Comunque è corretto, ma mi manca un particolare- sussurrò per imitarmi.
-Il primo e l’ultimo sono formati da tre versi, mentre il secondo e il terzo da due e.. e mezzo, potrebbe c’entrare?- tentai di rispondere.
-Non potrebbe, c’entra eccome!- rispose lui soddisfatto.
-Bene- annuii, -Ora.. prendi appunti!- disse cambiando improvvisamente umore vedendo che Giacomo stava messaggiando di nascosto con il cellulare e scarabocchiava qualcosa senza senso sul libro.
-S-sì s-scu-scusi- balbetto lui saltando sulla sedia dallo spavento.
Ne seguirono le risate di mezza classe e i commenti acidi dell’altra metà, compresa Elena, che borbottò qualcosa di incomprensibile in dialetto.
Il prof si schiarì la voce e continuò l’analisi, -Bene, visto che oramai- guardò l’orologio, -Non ci resta che una decida di minuti, sbrighiamoci- annuì.
-Allora, che mi dite della contrapposizione “per me” al terzo verso e “per gli altri” al quarto?- chiese.
-Ma- rispose acido Niccolò, -Non sono collegati-.
-Ecco- annuì Petrone, -Asino!-gli urlò addosso poso dopo, -Sciagurato di una capra! Anzi! Caprone!-
-Scusi- mormorò lui.
-Ma se non sai l’argomenti perché dibatti!?- gli urlò contro usando uno dei suoi soliti paragoni.
-Mi scusi tanto- ribadì Niccolò.
-Eh, sì, vedremo che farete nella verifica!- disse lui furente, -Verrà un giorno…!- disse imitando Fra Cristoforo ne “I Promessi Sposi”.
-Io credo- cominciò Edward, -Che questa contrapposizione sia il tema principale di questa poesia. È la contrapposizione di come Montale vede sua moglie e come gli altri invece la vedono. Lui la conosce nel profondo, con lei ha un rapporto di fiducia reciproca, in quanto mostrato dalla metafora con il cane. Montale ci vuole far capire, -continuò guardandomi a sprazzi –Che la moglie era trattata male dagli altri, mentre nessuno si accorgeva che era proprio lei a scoprire i “segreti” degli altri e non il contrario! A saper smascherarli ,che poi questo è anche un contrasto fra l’apparire e l’essere come avevamo notato nelle diverse sue poesie, e… bhe che la moglie era andata oltre i pregiudizi di tutti con la sua sensibilità, la sua “ricezione speciale” da pipistrello, quella che le permetteva di scacciare i pericoli ma anche di vedere cose che gli altri non potevano vedere- concluse guardandomi.
La classe rimase in silenzio e Petrone rimase a bocca aperta per qualche attimo.
-Bhe, Masen, meglio tardi che mai… e.. bhe meglio tardi! Molto meglio! Anche perché.. questa analisi è splendida!- applaudì lui, -Molto, molto bene! Dovresti esprimerti.. nel senso,- si schiarì la voce –Esprimere le tue ragioni più spesso!-.
Ma Edward non guardava per nulla il professor Petrone, né lo ringraziò per il bel commento su di lui, né lo degnò di un minimo sguardo.
Edward guardava me. Io mi ero sentita il destinatario di quel suo commento, e sapevo di non aver torto perché Edward mi sorrideva malizioso con quel suo sorriso sghembo da far svenire.
Bhe la moglie era andata oltre i pregiudizi di tutti con la sua sensibilità…
 
1. NOTA: il professor Petrone che esiste anche nella realtà (infatti insegna la maggior parte delle materie nella mia classe) chiama tutti con dei soprannomi quasi ridicoli a volte e questa ne è una prova.
 
Forse vi è sembrato un po’ noioso questo capitolo ma mi serviva per farvi capire alcune cose, soprattutto che non ci sono solo Edward e Bella, ma c’è anche un mondo dietro di loro. Quindi mi sembrava giusto mostrarvi, non solo una mia tipica giornata scolastica (quello che ho raccontato è successo davvero Sabato scorso!) ma anche farvi vedere come ogni cosa si interseca perfettamente con il rapporto Bella-Edward, inoltre questa poesia sembra proprio (a parte il fatto dell’essere miope!) essere dedicata da un Edward adulto alla sua sposa Bella. Inoltre,ultimissima cosa, avete notato che il nostro prof chiama tutti per nome o per soprannomi ma chiama Edward per cognome? Non sarà anche lui vittima dei pregiudizi, per caso?? =P
Il prossimo capitolo sarà più emozionante, promesso!!

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Capitolo 5
*** E poi te ne accorgi ***


Salve a tutti!
SCUUUUUSATE! Ci ho messo un secolo, lo so, lo so.
Ma ho avuto talmente tanto da fare con la scuola che arrivavo alla sera e mi addormentavo di qua e di là xD
Peeeerò! Mi avete resa felice,sapete!? Quando ho letto che a nessuno era sembrato noioso questo capitolo, soprattutto!!!!!! Scusate se ho ritardato un po’ a postare, ma volevo raccogliere bene lei idee.
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato e anche solo chi ha letto, in particolare:
@chihuahua: Eh sì, è proprio così, Edward ha tutti contro…
Certo, nei prossimo capitoli Angel e Bella avranno del tempo per parlare della situazione di Edward e vedremo anche come tutta la classe si comporterà nei confronti della (povera) Bella. <3
@Queen Alexia: =D bhe, spero davvero che la mia analisi parziale ti potrà aiutare in qualche modo se agli esami di Stato ti daranno questa poesia!!
Per quanto riguarda il professor Petrone, bhe, è molto particolare, diciamo ha le sue idee e le sue preferenze, a volte è molto calmo ma cambia di umore radicalmente(come avrai notato anche durante il capitolo) e… purtroppo è vittima di pregiudizi, a volte anche molto stupidi. Mi sembrava la figura adatta e inoltre esiste davvero e quindi (per me è anche molto strano parlarne!) sembra quasi una storia reale, non so se rendo l’idea..
@deba: Ti ringrazio molto di essere una mia nuova fan! Spero commenterai ancora, un bacio!
@roby_97: Grazie mille!! Troppi complimenti!! Spero di esserne all’altezza (come avete notato, sono pessimista ihih) <3<3
 
Buona lettura:

 
 
5. E poi te ne accorgi.

A volte nemmeno ti accorgi che i giorni passano e tu sei sempre lì, allo stesso banco, seduto sulla stessa sedia, a sbadigliare durante le lezioni noiose.
Poi , ad un certo punto te ne accorgi, e inizi a chiederti se forse non dovevi fare più di quello che hai fatto in quei giorni, se ti sei perso qualcosa, se hai dimenticato un appuntamento, un compleanno, se ti sei dimenticato di tutto il resto e hai pensato troppo a te, se non hai studiato come dovevi.
Però, te ne accorgi solo dopo.
Credo che per Elena sia stato così.
 
-Buongiorno!- entrò il professor Greco con il suo sorriso smagliante. Prima ora di un venerdì soleggiato. Prima ora e anche ultima. Giorno di assemblea di istituto.
Poi, sono dettagli che la maggior parte degli studenti vada al supermercato vicino alla scuola, ma sul registro compare la scritta “Assemblea di istituto, autogestione”.
-Oggi giorno di assemblea- ci ricordò il professore, molto su di giri, -Io, modestamente, presento un nuovo progetto sulla storia della matematica in cinque lingue- e qui si levarono almeno una decida di sbadigli.
-Vabè, visto che non vi interessa… passiamo a qualcosa di più interessante- sorrise maligno, -Ad esempio: interroghiamo-
Molti dei miei compagni smisero immediatamente di ridere, quasi come avessero preso una scossa, alcuni si nascosero sotto il banco, alcuni fecero finta di cercare qualcosa, altri cercarono di imparare in venti secondi due capitoli di definizioni.
-Direi- riprese lui passando in rassegna tutti i nostri nomi sul registro, -Eleonora, di sicuro… e bhe, Angelica-.
Io non avevo di che preoccuparmi e Edward con me, entrambi eravamo stati interrogati all’inizio dell’anno, io per prima e lui due volte dopo di me, entrambi sul ripasso ed entrambi con un bell’otto e mezzo.
L’interrogazione fu abbastanza breve, visto che né Eleonora né Angelica avevano studiato perfettamente le regole, né sapevano fare gli esercizi.
Al suonare della campanella quelli più sfegatati delle manifestazioni si buttarono fuori dalla classe, facendo infuriare anche il calmissimo professor Greco, che , per punizione, gli assegnò circa una trentina di disequazioni per il giorno seguente.
Per quanto riguarda me, mi ero messa d’accordo con Elena per il giorno seguente, per andare ad ascoltare il professor Petrone, con la sua analisi del libro “Maus”.
Così, misi a posto il materiale nello zaino molto velocemente per evitare che Elena iniziasse a strillare di muovermi in cinque lingue come il progetto del professor Greco.
Poi, però, notai che Edward infilava piano la giacca e si metteva lo zaino in spalla pronto per andarsene, -Edward?- chiesi ,-Dove vai? Non resti per l’assemblea?-
-No- rispose lui secco.
-Bhe, oggi dovrebbe essere carino, di solito non c’è autogestione… oggi ognuno può andare a vedere qualcosa in particolare, molti professori presentano nuovi progetti o—ma Edward mi interruppe bruscamente,-Ho detto che me ne vado- disse arrabbiato.
-Ma…-
-Ho detto di no, Isabella. Lasciami stare!- urlò arrabbiato verso di me, girò le spalle e se ne andò verso l’uscita.
Nessuno sentii il nostro discorso. A parte Elena.
-E io che ti avevo detto,mh?- mi sussurrò lei.
Io non risposi, imbambolata per quella brutta risposta,-Dai sbrigati Bella- disse Elena, -Oh tè! Guarda che folla che va su! Dai, dai lascialo perdere e andiamo, sennò perdiamo tutti i posti a sedere!! Su su!!-
-Okay- sospirai triste.
 
Tutti erano ammassati sulle scale per tentare di salire o scendere, come imbottigliati in un traffico assurdo per andare nei vari piani: moltissimi bravi insegnanti presentavano programmi favolosi, ma la maggior parte degli studenti era interessato a qualcosa di meno complicato e io ed Elena eravamo sicure di trovare il pienone alla presentazione di “Maus”. Un altro programma molto gettonato era sicuramente “R.I.S. indagini di laboratorio” tenuto dalla professoressa Andreacchi e dal professor Recupero di chimica e scienze rispettivamente.
Ma in realtà io non pensavo molto alla presentazione di “Maus”, all’autogestione, o al programma sui R.I.S. , non  riuscivo a capire perché Edward mi avesse trattato in quell’assurdo modo, visto che fino al giorno e all’ora prima era stato gentile con me.
Non provai nemmeno a girarmi per vederlo andare via, forse perché ero troppo vigliacca o forse perché avevo solo paura di non vederlo lì a sorridermi, per cui mi misi in coda a braccetto con Elena e cercai disperatamente di fuggire da quel piano.
 
Ma a volte credo di essere talmente pessimista sulle cose che dentro di me qualcuno o qualcosa mi dica “ma smettila, Bella, sii positiva. Arriverà anche il tuo giorno!”, ma io non ascolto mai.
Non la trovai una cosa strana quando sentii una voce cupa ma soffice pronunciare il mio nome quasi tremando.
-Bella…-
Mi girai di scatto, notando gli occhi azzurri di Edward a fissarmi, -Dammi un secondo- dissi a Elena.
-Bella!- provò a fermarmi lei, -Ti ha trattata malissimo, lascialo perdere!-
-Va pure…- dissi, -Ti prego, solo un attimo-
Lei sbuffò, -Sbrigati, io quello non lo sopporto…- ringhiò.
Senza nemmeno pensarci abbracciai quel ragazzo che mi guardava tristemente; lui rimase sconvolto, forse pensando che lo avrei trattato male anche io.
-Scusa, scusami Bella… io te l’ho detto che.. sono pazzo ..io… mi dispiace…-
-Edward- dissi calma, per la prima volta era lui a balbettare e non io, -Smettila-
-Sei qui..- ripresi quasi estasiata dopo pochi attimi, -Sì, sono qui Bella, e non me ne vado più senza di te-
-Davvero?- chiesi come se fossi in un sogno.
-Davvero- sorrise Edward, -Promesso-
Io sorrisi e lo abbracciai più forte, -Bella- disse lui dopo qualche secondo baciandomi sulla fronte, -Ora è meglio che andiamo.. Elena ti sta guardando come se ti volesse uccidere- ridacchiò.
-Vuole uccidere tutte e due- puntualizzai.
-Bhe, allora mi sa che vuole uccidere più me- rise lui prendendomi per mano.
-Eccomi- dissi io a Elena che era ancora sul primo pianerottolo ad aspettarmi.
-Bene- rispose secca.
-Vorrei scusarmi con te, Elena- disse Edward gentilmente.
-Come no- sussurrò lei acida, ma Edward sorrise e continuò,-A volte ,molte volte, capita che le persone mi detestino, quindi non mi stupisco dal tuo comportamento. Vorrei solo che tu avessi un trattamento differente con Bella, per favore-
-Dipende da quello che Bella fa e con chi sta- disse lei.
-Bhe, se Bella volesse stare con me, non vuol dire che lei sia come me, non trovi Elena? Sei una ragazza molto intelligente, quindi dovresti capirlo.. ma ora,- mi sorrise, -Volete andare ancora a sentire il prof. Petrone?-
-Sì- annuii io e poi guardai Elena con espressione interrogativa.
-Viene anche lui? – disse lei squadrando Edward che si incamminava sulle scale.
-Bè, sì- balbettai io,- Certo… Elena, ti prego, dagli una possibilità- supplicai.
-Una sola- rispose lei secca, -Senza contare quella che gli avevo dato oggi.. perché da come ti ha trattata..-
Io scossi la testa, -Tutti possono fare errori, tu non ne fai mai?-
-No-

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Capitolo 6
*** Chiacchierando con Angel ***


Rieccomi qua con un nuovo capitolo tutto per voi =)
Come al solito ringrazio moltissimo tutti per le visite e in particolare per i commenti :D
@chihuahua: esattamente! È proprio così.. ma più che altro credo che Edward si comporti così perché in quel momento è un po’ arrabbiato e allora se la prende con il primo che gli capita vicino, cioè Bella.
@QueenAlexia : a Edward non si può tenere il broncio! :P
anche io vorrei un ragazzo come lui ihih anche se a volte è un po’ scortese.. certo, io di sicuro vorrei delle scuse sincere e non lo fermerei prima di scusarsi come fa Bella, ma.. :D
Grazie per gli auguri, li ricambio anche io anche se in ritardo.
@corny83: Ohhhh grazie! *___*
Sono contenta che tu abbia trovato la mia FF allora! :D
Cavolo, hai perfettamente ragione su tutto! Ma che bello che tutti capiscano subito la mia storia <3
Buona Pasqua anche a te.. anche se in ritardo <3
 
Buona lettura!

 
6. Chiacchierando con Angel.
Così, anche un altro giorno passò. È strano come alcuni giorni, proprio quelli in cui stai bene, passino così velocemente, che nemmeno te le accorgi.
Quella mattinata mi sembrò durare un secondo, solo il tempo di poter vedere Edward sorridermi, seduto accanto a me sul freddo pavimento della 3E dove si teneva la lezione su “Maus”.
Elena aveva potuto vedere quanto Edward era carino e gentile con me, ma comunque restava dubbiosa su di lui. Così non prendeva nessuna posizione, si imitava a dire che nn le interessava ciò che io facevo e che la vita era mia “punto e basta”.
 
Edward mi aveva detto di andarlo a trovare a casa quel pomeriggio e non potrei nascondere di non essere stata veramente contenta ed emozionata solo all’idea.
Mia madre non era ancora tornata, mi aveva mandato un sms qualche giorno prima dicendomi che sarebbe stata via un altro paio di settimane, così quando tornai a casa avevo tutto il tempo per mangiare e prepararmi per bene.
Sapevo che dovevo essere perfetta per andare a casa sua, come mi aveva detto lui, infatti, sua zia era maniaca dell’eleganza e quindi non mi potevo presentare come mi vestivo a scuola.
Cercando nell’armadio , da una parte in preda al panico di non avere nessun vestito elegante, dall’altra pensando di essere stupida a comportarmi in quella maniera, ringraziai Elena per avermi regalato un paio di jeans più attillati di quelli che mettevo di solito e una giacca blu adatta proprio ad una situazione del genere.
Così, cercai una maglietta carina (né rovinata né rotta) da abbinare e in pochi attimi ero già pronta per uscire.
Non so se capita a tutti, ma io ogni volta che devo uscire mi preparo venti minuti prima, pensando di essere sempre in ritardo, ma poi mi trovo invece ad essere in anticipo e a esser lì seduta sul letto, trepidante per l’attesa.
E anche quella volta non fui da meno; Edward mi aveva detto di raggiungerlo a casa sua per le tre e mezza ma io alle tre ero già pronta e non sapevo che fare, così ripetei due o tre paragrafi di storia prima di spazzolarmi i capelli, prendere una borsa decente e le chiavi di casa, chiudere la serratura e incamminarmi verso quella graziosa casa azzurra.
 
Dopo dieci minuti di cammino arrivai davanti al grosso portone bianco che mi separava da Edward.
Bussai ma nessuno rispose e l’ansia che Edward si fosse dimenticato di me iniziò a salire. Ma improvvisamente sentii la serratura girare e la porta aprirsi violentemente.
-BELLAAA!- urlettò Angel, -Vieni cara! Entra! Vieni, su!-
-Permesso.. –sussurrai e lei sorrise.
-Allora!? Come stai, tesoro?-
-Bene grazie e lei?- sorrisi.
-Non ti avevo già detto di chiamarmi Angel?- mi disse lei facendo finta di arrabbiarsi.
-Oh.. scusami-
-Ma nulla! Nulla! Dai vieni, ti piace il tè?-
-Sì, grazie-
-Bhe vieni, ne avevo preparato per Edward ma..-
-Dov’è?- chiesi preoccupata.
-Oh, tesoro, non ti preoccupare. Sarà in giro da qualche parte a litigare con qualche ragazzo… eh- sospirò, -Ama mettersi nei guai quel ragazzaccio- alzò gli occhi al cielo.
-Ma- la guardai strabuzzando gli occhi, -Non hai provato a chiamarlo? Cioè a sapere se sta bene.. io..-
-Bella, Bella, tesoro calmati...di sicuro non si è dimenticato di te.. si sarà solo attardato con qualche altro ragazzo-
-Ma—
-Non ti fare problemi, dai, Edward è un ragazzo grande e vaccinato, se la cava sempre - sorrise lei premurosa, -Fidati-
Sentendo quel “fidati” che mi ricordava le parole di Edward la prima volta che ero andata a casa sua cercai di calmarti.
-Ora siediti e prendi del tè- sorrise di nuovo Angel, -Vedrai che tutto andrà a posto.. Edward vive qua da un po’, quindi so come fa… tesoro ti piace il tè fruttato?-
-Uhm.. preferirei quello normale-
-Eccone un’altra- alzò gli occhi al cielo, -Ho dovuto eliminare tutti i tè fruttati da quando Edward è qui… a lui non piacciono. E nemmeno a te- ridacchiò.
Poi mi versò una tazza di tè e si sedette sul divano dell’enorme salotto facendo segno di accomodarmi.
-Zucchero?-
-Sì, grazie- sorrisi.
-Allora- sospirò, -L’altro giorno speravo di avere qualche minuto per fare una bella chiacchierata con te, tesoro, ma poi Edward era sempre in giro- sbuffò sorridendo, -E non ho potuto dirti nulla- sorrise, -Però ora che siamo qua noi due.. vorresti sapere qualcosa in particolare?-
Avevo un sacco di domande su Edward che mi affollavano la testa ma in realtà non osavo chiedere nulla ad Angel, però lei mi supplicò più volte di farle domande poiché si divertiva a parlare di Edward e le piaceva ricordare.
-Bhe, allora.. da quanto tempo vive con te?- iniziai la mia serie di domande.
Lei annuì, -Edward era a giocare con degli amici, a calcio mi pare o basket.. era molto bravo negli sport.. ora non vuole fare più nulla, ma comunque.. quella sera era a giocare con questi ragazzini della sua classe mentre io ero comodamente sdraiata sul divano a guardare Il Codice Da Vinci. Me lo ricordo perché mio fratello me l’aveva regalato due giorni prima, cioè al mio compleanno- sorrise, -Io e lui avevamo programmato di fare una grande festa per la domenica seguente e infatti casa sua era tutta addobbata già a festa.. Myriam , la mamma di Edward, era un’arredatrice… era così brava!- rise, -Aveva fatto di quelle decorazioni! Sembrava che ci dovesse essere un matrimonio!- mi sorrise, -Ero così entusiasta.. devi sapere che io sono molto più giovane di mio fratello.. all’epoca, cioè quando Edward aveva tredici anni, io ne avevo ventiquattro, ero giovanissima!- mi sorrise.
-Anche ora lo sei- sorrisi.
-Ma ovvio!- rise, -Comunque.. io e mio fratello andavamo d’accordissimo anche se avevamo tutti quegli anni di distanza.. mentre con l’altro mio fratello, Martin,  non vado d’accordo nemmeno ora, con Robert era tutta un’altra cosa. Devi sapere che ,sfortuna vuole, mia madre era morta quando io avevo solo sette anni. Mio padre ,da quel che mi ha raccontato quel muto di Edward, -fece una smorfia, -Era un po’ come tua madre, sempre in giro per lavoro.. così Robert si era sempre occupato di me e di Martin che eravamo entrambi più piccoli di lui. E quindi.. con Robert eravamo molto uniti, ci trovavamo ogni domenica, lui aveva la famiglia che io desideravo. Diciamo che era il mio modello di vita, come per voi teen ora sarebbe un attore- mi sorrise, -Quando sentii squillare il telefono pensai o che fosse qualche mia amica oppure che fosse Edward, perché già si cacciava nei guai all’epoca- alzò gli occhi al cielo e io risi.
-Invece no- si rattristò, -Ospedale Sant’Anna, signora Masen?- disse recitando le parole a memoria, -Bhe, in poche parole mi dissero che c’era stato un brutto incidente d’auto ed era coinvolto mio fratello e sua moglie. Visto che Martin non era ancora sposato, subito scoppiai a piangere perché sapevo che era Robert l’interessato- disse con le lacrime agli occhi –Erano morti sul colpo entrambi- sospirò.
-Oddio..- sussurrai rattristandomi.
-Già.. la cosa più brutta fu dirlo a Edward. Rimase sotto shock per almeno un mese… e poi… e poi peggio. Non parlò più con nessuno, si picchiava con tutti.. come si dice, -sospirò- La casa dei suoi fu messa all’asta, perché io non avevo soldi per poter pagare il mutuo, sai.. praticamente studiavo ancora. Fu proprio una tragedia dopo l’altra.. Edward.. bhe, è ovvio.. io non so badare a lui. Quanti anni abbiamo di differenza?! Troppo pochi, non ero adatta, Bella. Per me fu un colpo basso, ma per Edward f la fine! Fino a..- e mi sorrise.
-A?-
-A te, tesoro- disse e io arrossii.
-Essì- mi sorrise, -Credo proprio che gli piaci un bel po’. Ma comunque.. sono cambiate tante cose in solo pochi mesi. La cosa più brutta è stato che non avevo più il mio idolo, ma non potevo piangere, dovevo confortare Edward che già stava male di suo. Non so nemmeno se l’ho superata quella cosa, ma.. sono cose che capitano,- mi sorrise- La vita non è facile e t lo sai meglio di tutti, Bella. Alla morte non c’è rimedio, ma la storia dei Masen fa proprio ..horrible!- ridacchiò e io sorrisi.
-Bhe- riprese dopo un attimo, ti fermi a cena, vero cara?-
-Oh io.. non voglio disturbare Angel- balbettai.
-Ma smettila!- sorrise, -Tu hai fatto rivivere me e Edward, okay? Quindi non disturbi… solo che non so cosa fare per cena uffa.. – borbottò.
-Pizza?- disse un’altra voce.
-Edward- mi alzai in piedi dal divano.
Lui mi sorrise, -Scusa se ti ho fatto aspettare…- poi guardò male la mia tazza di tè, -Non la stavi drogando con l tuo tè hippie fruttato, vero?-
Angel gli fece una smorfia e la linguaccia, in quel momento sembrava davvero avere anche lei diciassette anni.
Sì, diciassette, non sedici perché Edward era stato bocciato in terza media avendo tirato un pugno in faccia al presidente della commissione, ma questi erano argomenti che preferivo non affrontare, nemmeno con Angel. Quello che mi aveva raccontato quel venerdì pomeriggio era già stato abbastanza duro per me, ma soprattutto per lei, per cui risi alla sua smorfia senza toccare argomenti sull’età e seguii Edward in camera sua.

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Capitolo 7
*** Ride delle cicatrici, chi non ha mai provato una ferita ***


Buonasera a tutti! =)
Finalmente siamo al capitolo che preferisco, scoprirete il motivo!!
Non vedevo l’ora di arrivare a qui e finalmente ci siamo! :D
Ringrazio per i favolosi commenti, mi emozionate sempre quando commentate *_____*
@QueenAlexia: Sìsì, hai visto che cambiamenti Elena!! Hahaha
Da non crederci è?! xD No, dai da adesso in poi impareremo a conoscere anche lei,alla fine c’è comunque un motivo per cui è così =)
@corny83: grazie per il commento, mi piace tantissimo il fatto che tu pensi alla storia proprio come io l’ho scritta, cioè, hai le mie stesse idee sui personaggi.. è favoloso! *___*

Un bacio ad entrambe.
Sono così emozionata a farvi leggere questo capitolo *___*
Vi lascio alla lettura.

 
7. Ride delle cicatrici, chi non ha mai provato una ferita.
Ride delle cicatrici chi non hai mai provato una ferita.
Sorgi ,o bell’astro, e spengi la invidiosa luna, che già langue pallida di dolore, perché tu, sua ancella, sei molto più vaga di lei. Non esser più sua ancella, giacché essa ha invidia di te.
È la mia signora; oh! È l’amor mio! Oh! Se lo sapesse che è l’amor mio!
 
Il lunedì seguente doveva solo essere un giorno come un altro, una di quei giorni in cui vai a casa, mangi, studi, guardi la tv e poi vai a dormire, stanca per quella giornata da dimenticare.
Ma io stavo dimenticando di avere Edward. Ogni giorno ormai non era più normale; appena entravo in classe i miei occhi cercavano subito Edward che trovavo a sorridermi seduto sul suo banco.
-Ciao Edward- sorrisi anche quel giorno appena entrai.
-Bella- sorrise lui, -Questo pomeriggio mi vieni a trovare? Tanto la prof Brusa non c’è di nuovo, quindi niente compiti..- mi sussurrò all’orecchio facendo scatenare sguardi assassini da parte di Elena che stritolava una povera matita cercando di spezzarla in due.
-O-okay- balbettai io come al solito e lui mi sorrise compiaciuto.
Elena tossi alla mie spalle come se le fosse andato di traverso qualcosa alla mia risposta ma io la degnai solo di uno sguardo superficiale, così lei, non più al centro dell’attenzione, si sedette girandomi le spalle.
-Non capisco perché fa così- disse Edward guardandola.
-Non è più al centro della mia attenzione- mi lasciai sfuggire.
-Ahhh!- risi lui, -Perché adesso cosa c’è al centro della tua attenzione?-
Io arrossi completamente facendolo ridere ma fortunatamente il professor Petrone si presentò in classe con il pacco dei test di latino e una faccia infuriata, così tutta la classe sprofondò nel più totale silenzio a parte Edward che cercava ancora di trattenere le risate, mentre io gli tiravo gomitate.
-Ave classe!- sorrise lui, -Scusate se sono entrato con un’espressione un po’ da killer, ma non è per colpa vostra- e qui si levarono vari sospiri e il professore sorrise, -Oggi che cos’avevamo? Ah, sì! Stavamo finendo di parlare di quella cosa del Messico vero, Irene?-
-Esatto- rispose lei prontamente. Irene era una di quelle ragazze che ammiravo moltissimo: studiava pochissimo e prendeva sempre voti alti, molto più di me che stavo tutto il pomeriggio sui libri.
-Bene, Irene, ci stavi parlando appunto delle tradizioni, giusto? Del gioco della Palla?-
-Esattamente, professore- disse lei con tono autorevole iniziando il suo discorso mentre Elena alzava le sopracciglia e distorceva le labbra per l’invidia.
-Bene, bene prosegui pure- disse Petrone, -Così io finisco di trascrivere i vostri voti-
-Quanto ho preso?!- disse eccitata Alessandra.
-Ma che ne so, Alessandra… dopo vedrai- disse lui sbuffando.
-Bene, continuo allora…- disse Irene, -Stavamo dicendo appunto che usavano dei canestri, come quelli del basket, e dovevano colpire la palla o con i fianchi o con la testa, niente piedi né mani, e chi riusciva a “fare canestro” per primo vinceva. Unica controindicazione era che il capitano della squadra che perdeva veniva decapitato-
-Dai giochiamo anche noi. Sono molto più bravo di te a basket- mi sussurrò Edward, ridendo ancora per il nostro discorso precedente.
Io lo guardai male, -Questo è sicuro.. hai intenzione di decapitarmi?- bisbigliai.
Lui mi sorrise beffardo, -Bhe, no.. scusa, sennò chi giocherebbe con me poi?-
-Non so giocare a basket, Edward- scossi la testa.
-Perché nessuno ti ha mai insegnato- annuì e si indicò, -Questo pomeriggio ti dimostrerò che sai giocare-
Io scossi la testa e sorrisi.
-Bhe- disse il professor Petrone, -Diciamo che è come il basket o il calcio di adesso… ma senza decapitazione- e tutta la classe scoppiò a ridere.
 
Erano circa le tre e venti quando bussai alla porta di casa Masen. Non mi spaventai quando Angel aprì di scatto la porta, perché l’aveva già fatto quando ero andata a casa sua l’ultima volta. Fu la sua espressione a spaventarmi, e mi venne ovvio chiedere preoccupata cosa fosse successo.
-Bella, non ti agitare- disse lei provando a calmarmi.
-Che cosa è successo?- dissi quasi in lacrime scandendo bene le parole, come faceva Elena per prendermi in giro quando non capivo cosa diceva.
-Bella, sta calma. Non ho voglia di avere una ragazza svenuta in casa, okay? Siediti, okay?- disse lei preoccupata.
-No, Angel… dimmi che succede?-
-Ma nulla, Bella. È normale qui…-
-Cosa?- dissi tremando per la paura che fosse successo qualcosa a Edward.
-è.. è che Edward è tornato a casa e.. bhe Bella. Era tutto pieno di sangue in faccia.. e la maglietta.. non so cos’abbia combinato, ho provato a dirgli di fermarsi e di dirmi che era successo ma mi ha sbattuto la porta della sua camera in faccia… senti, Bella.. oddio Bella stai bene?-
Io la guardavo terrorizzata e stavo tremando moltissimo, -N-no..-
-Senti, calmati, okay?-
-Okay-
-Bene- sospirò lei, -Senti prova tu, eh, ad andare su in camera sua. Magari a te.. a te dà ascolto, ti prego, provaci-
-Certo- balbettai e schizzai in pochissimo tempo al piano di sopra.
Ero troppo agitata per bussare e così aprii la porta piano cercando di rendermi bene conto di cosa fosse successo.
Edward mi dava le spalle; ero sicura che non aveva sentito che qualcuno era entrato. Stringeva fra le mani sporche di sangue una maglietta panna anch’essa ricoperta completamente di sangue.
Praticamente io stavo per svenire: la sua schiena era ricoperta di lividi e tagli da cui usciva sangue e mi immaginavo che visto che la maglietta era così sporca ce ne dovevano essere tanti, troppi di quei tagli.
-Edward- balbettai appoggiandomi , tremante, al muro.
Lui si girò di scatto mostrandomi il viso pieno di lividi e di sangue, -Oh mio dio- sussurrai mettendomi una mano davanti alla bocca.
 Lui mi venne incontro facendo attenzione come se fossi un bicchiere di vetro che da un momento all’altro sarebbe caduto da un tavolo.
-Bella- sussurrò abbracciandomi.
-Ma che… che.. cosa è.. cosa… hai fatto? Cos’è successo? Dio, Edward.. sanguini. Troppo!- mi lamentai.
-Bella, calmati.. ho solo litigato con un ragazzo- mi sussurrò all’orecchio.
-Oh bhe, immagino che tu abbia perso da come sei messo-
-Non ho perso- disse lui quasi arrabbiato, -Solo che lui aveva un coltello. Comunque era ridotto peggio di me alla fine..- sorrise.
-Tu.. – balbettai, -Dovresti andare all’ospedale-
-Non ci penso nemmeno-
-Edward-
-Bella. Con me non si discute, te l’ho già detto.. due volte-
-No, stavolta no- sussurrai e andai in bagno a prendere alcol e bende per la medicazione. Quando tornai Edward mi guardò disgustato, -Non ci provare nemmeno…-
-Te lo scordi, Edward- dissi imbevendo un pezzo di benda nell’alcol.
-No, Bella.. non ci.. oh accidenti.. Bella!-
-Finiscila, non hai due anni-
-Ehi.. ah!- gemette di dolore quando inizia a medicarlo.
-Se stai fermo senti meno male- sussurrai.
-Ehi.. ah! Aia, fai piano-
-Sto facendo piano.. e ora sta fermo.. dio, sei.. sembra che tu sia passato con la faccia in un frullatore- mi lamentai.
Edward rise, -Questa non me l’avevano ancora detta. Okay, sto fermo-
Ero abile nelle medicazioni perché da piccola nessuno aveva mai pensato a medicare le mie ferite così avevo dovuto arrangiarmi da sola, come potevo, e man mano che crescevo avevo imparato anche a medicare gli altri bambini. 
Non era la prima volta che vedevo tutto quel sangue, ma vederlo addosso a quel ragazzo, così sconosciuto solo due settimane prima e che mi amavo ora, fu uno shock.
Mentre procedevo a disinfettare tutti i tagli con l’alcol e a pulire il sangue Edward iniziò a fissarmi con quegli occhi azzurri che mi facevano impazzire e io arrossii più volte mentre lui cercava di trattenere le risate.
Chiusi un secondo gli occhi e premetti un po’ troppo forte su un taglio con l’alcol facendolo gemere di dolore quando appoggiò delicatamente le sue mani sul mio corpo, facendole scendere fino ai fianchi.
-Scusa..- balbettai con il filo di voce che mi rimaneva, ma lui non disse nulla continuando a fissarmi intensamente e cercando di avvicinare il suo viso al mio, facendomi arrossire e tremare.
Non passarono pochi attimi che Edward mi tolse della mani, gentilmente, cotone e alcol, facendoli cadere a terra; poi avvicinò ancora di più il suo viso al mio chiudendo gli occhi e avendo sempre un espressione più seria.
Non feci nemmeno in tempo ad accorgermi del suo lieve “ti amo” che mi sussurrò, che le sua labbra erano sopra le mie e le sue mani mi stringevano forte alla vita.
Non avrei mai pensato che un giorno o l’altro averi potuto baciare Edward Masen due settimane prima, però, lì, in quel momento così perfetto fra le sue braccia mi sentivo così sicura che il nostro non potè non essere un bacio molto passionale.
Non mi resi conto di nulla, nemmeno del tempo che passava, mentre le sue labbra si modellavano sulle mie, solo quando Edward si stacco gentilmente da me baciandomi in fronte mi accorsi di essere seduta sulla scrivania e di stare accarezzando il suo petto con le mie mani gelide e tremanti.
-E pensa che dovevamo giocare a basket oggi.. – rise e io sorrisi cercando però le sue labbra con le mie.
-Bella io ti amo- mi sussurrò.
-Anche io.. Edward.. ti amo.. – balbettai e lui sorrise compiaciuto baciandomi nuovamente.
-Ehi..- bisbigliai ad un certo punto accarezzandogli il viso.
-Dimmi- disse lui fissandomi e giocherellando con i miei capelli.
-Bhe- risi, -Io non ho finito con la mia medicazione-
-Oh accidenti.. non ci posso credere!- rise lui scuotendo la testa.

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Capitolo 8
*** Aragoste e molta confusione ***


Buon giorno a tutti e ben ritrovati,
Oggi vi propongo il capitolo ottavo (mamma mia! Siamo già all’ottavo?!) di questa FF.
Questo, diciamo, è un po’ un capitolo di transizione che analizza quello che succede la sera e la mattina dopo lo scorso capitolo.
Ringrazio davvero moltissimo chi ha commentato: un’ora dopo che avevo postato già c’erano tre bei commenti.
@QueenAlexia: Ma come farei senza di te?! Cioè, cioè, tu sei la ragazza più FOOOORTE che conosco!!! ^^ E poi capisci sempre quello che voglio dire! È favoloso! Mi fai sentire stragrande! xD Okay, vedi non sei l’unica ad andare fuori di testa.
Mi riprendo, ora. Romeo e Giulietta mi sembravano giusti per questo capitolo.. in realtà all’inizio l’avevo pensato leggermente diverso,cioè senza la parte a scuola, ma alla fine mi sono resa conto che A era troppo breve B era troppo angosciante in alcune parti. Così ho deciso di aggiungere la parte a scuola, che mi sembrava anche divertente. Soprattutto perché una cosa simile mi è successa pochi giorni fa, quindiii! Meglio di così non si può! xD
haha Elena immagino ti sia piaciuta moltissimo qua! Ridevo come una scema mentre scrivevo quella parte!!!
Ultima cosa… ah! Sì! Edward e il coltello xD  Poveraccio, dai. v.v però anche lui se le va un po’ a cercare….
okay, ora smetto, perché sennò faccio mezzo capitolo a parlare con te <3
Cavolo, ti devo conoscere *___*
Un bacio <3
@chihuahua: Edward va sempre a fare a botte con qualcuno xD solo che Bella prima di oggi non lo sapeva =)
@corny83: Eh, lo so, la figura di Elena è complicata, ma vedrai col tempo si spiegherà tutto quelle che fa, basta avere un po’ di pazienza. Anche Elena diventerà simpatica, non ti preoccupare :D
Grazie perché pensi che io abbia descritto bene i miei personaggi *___* bhe, io li adoro, e quindi non potrei non descriverlo bene! :D
A presto!! <3
@SunInTheMiddleOfTheNight & Isabella_Swan: grazie per i commenti, seguite la mia FF, mi raccomando :D
baci!

E ora… ecco a voi =)


8. Aragoste e molta confusione.
-Senti, scusa, potresti togliermi tutti questi cerotti dalla faccia?- chiese Edward.
-No- scoppiai a ridere, -Sei troppo buffo!-
-Ma senti questa!- rise, -Troppo buffo? Accidenti.. sono messo proprio male con te!- mi baciò sulla fronte.
-Ehi, secondo me dovremmo andare di sotto.. Angel era molto preoccupata quando sono arrivata…-
Edward sbuffò. –Edward- sussurrai, -Lei ci prova in tutte le maniere con te.. prova a farle capire che anche tu.. diciamo, dai il tuo contributo- sorrisi.
-Bella, tu non capisci…- scosse la testa.
-No, ti sbagli.. –sussurrai, -Io capisco che Angel non sia la persona giusta con cui crescere, che non sia adatta, e tutto quello che vuoi. Che ..non sappia nemmeno badare a se stessa e quindi non può badare anche a te.. questo lo capisco, Edward, ma invece non capisco perché tu non le dai una possibilità. Critichi tanto Elena ma tu sei il primo a non dare una possibilità, tutti sbagliano, lo hai detto tu. Provaci.. anche se va male, che perdi?-
Lui mi guardò qualche secondo e poi annuì, -Hai ragione.. ci proverò, te lo prometto- mi sorrise.
Rimanemmo ancora un po’ a chiacchierare ma ad un certo punto Edward decise che la cosa migliore da fare era andare di sotto e far vedere a sua zia che stava meglio.
Così scendemmo mano nella mano le scale e trovammo Angel sul divano a guardare la TV.
-Zia?-
-Oh Edward! Grazie al cielo! Ero preoccupatissima.. non sono venuta su di sopra per non disturbarvi.. ma, cavolo, un’altra volta quel Claudio?- disse lei cercando di formulare un intero discorso ma avendo troppi pensieri per la testa.
-Sì zia.. non andiamo d’accordo- annuì Edward.
-Le altre volte però non arrivavate ai coltelli.. – poi scoppiò a ridere, -Sai che sei davvero buffo con tutti quei cerotti?-
Edward guardò me e poi Angel e poi scosse la testa sorridendo. –Bella resta a cena- aggiunse prima di farmi cenno di ritornare di sopra.
-Bhe- disse Angel, -Ho comprato delle aragoste- rise, -Farò quelle!- disse esultante.
-Oh mio dio..- sussurrò Edward facendomi ridere.
 
-Okay ora te li tolgo- dissi a Edward mentre eravamo in camera sua,- Però siediti un secondo che non ci arrivo-
-Sei bassa- mi fece la linguaccia, -Ma non è colpa tua- sospirò e io gli diedi un pugno leggero sul petto, -Finiscila- sussurrai.
-Osi dirmi finiscila? Ha Ha! La pagherai cara, bellezza- disse lui ridendo.
-Oh mio dio.. tutto quell’alcol ti ha drogato- risi e lui mi abbracciò facendomi cadere sul letto accanto a lui.
-Al massimo sono drogato di te, ma non dell’alcol- mi sorrise e poi mi diede un lieve bacio facendomi rialzare.
-Allora.. questi cerotti?-
-Toglili pure- mi sorrise, -Ormai il sangue… si sarà fermato immagino-
-Spero.. tutto quel sangue mi ha fatto impressione prima..- sussurrai.
Dopo qualche attimo però sentii delle lievi grida provenire dal piano di sotto, -Edward? Ma è Angel che grida?- chiesi spaventata e lui scoppiò a ridere.
-Edward!- bussò energicamente alla porta Angel.
-Un secondo amore- mi disse e andò ad aprire.
-Stai uccidendo le aragoste?- scoppiò lui a ridere vedendo la faccio di Angel.
-Quelle cose mi guardano e urlano Edward?! Ma è normale?!- urlò lei spaventata.
-Bhe, sì. Tu cosa proveresti se ti cuocessero viva?-
Angel lo guardò strabuzzando gli occhi ,-Sono vive?!-
Edward annuì sorridendo, -Esatto-
-Come esatto?! E come faccio ad ammazzarle?-
-Bhe lo stai già facendo- rise.
-Ma mi fissano! E gridano! Diavolaccio!- strillò lei.
-Okay, okay, non urlare zia. Ora io e Bella veniamo a darti una mano, va bene?- disse Edward tappandosi le orecchie e facendomi segno di seguirlo.
 
Angel era troppo spaventata da quelle aragoste che le buttò nella pattumiera e non ce le fece nemmeno assaggiare, così ordinammo della pizza.
Mentre mangiavamo Angel mi lanciava occhiate ammiccanti perché credo avesse capito che ora io e suo nipote stavamo assieme.
Io ricambiavo con lievi sorrisi mentre Edward cercava di trattenere a stento le risate mentre Angel lo guardava malissimo.
Dopo la cena Angel disse che era veramente troppo stanca per rimanere sveglia un minuti in più e tirò un bello schiaffo (leggero ovviamente) a Edward per le preoccupazioni che gli aveva dato, facendolo rimanere di stucco, mentre io scoppiavo a ridere.
Così io e Edward ci sedemmo sul divano e guardammo un po’ la televisione; ma anche io ero veramente stanchissima…
 
-Oddio- sussurrai la mattina dopo quando mi accorsi che stavo dormendo nel letto di Edward e scattai come una molla controllando di avere addosso ancora tutti i vestiti.
Edward, accanto a me, scoppiò a ridere, -Guarda che li hai ancora tutti i vestiti..- poi si interruppe, -Per un pelo- sussurrò avvicinandosi a me.
-Scusami..- sussurrai, -Credo di essere addormentata…-
-Credi?-
-Bhe..- arrossii e lui rise.
-Sì, ti sei addormentata.. Angel dormiva come un sasso e credo che se l’avessi svegliata mi avrebbe ucciso, quindi.. già che c’ero- rise.
-Scemo- sussurrai e lui mi baciò prima sulla fronte e poi sulle labbra.
-Io credo.. che ora dovresti rivestirti- disse fissandomi.
-Oddio, dobbiamo andare a scuola?!-
-Bhe come preferisci. Se vuoi stiamo a casa- sorrise e io scossi la testa.
-Sì, ho capito, vado in bagno-
-Ecco. brava- mi fece la linguaccia, -Ehi aspetta- riprese poi, -Scegliti una felpa dal mio armadio… non puoi andare in giro conciata così- disse squadrando il mio maglione stropicciato e sporco di sangue.
-Giusto- annuii e lui ridacchiò.

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Capitolo 9
*** Elena alla riscossa! (Parte prima) ***


Buona sera :D
Rieccomi qui per voi,
Capitolo interessante: parliamo della nostra cara Elena! E.. inoltre introduciamo un altro personaggio molto importante.
Ho deciso di postare subito perché così vi lascio una bella settimana per leggere e recensire (anche i capitoli precedenti mi raccomando!) perché ho una settimana infernale a scuola e non riuscirò a scrivere nulla che non siano verbi e aoristi greci -.-“

Come al solito ringrazio per le visite e i commenti(sempre tantissimi e tutti positivi!)
@corny83: haha certo, non ti preoccupare per la precisazione: sapevo che i crostacei non possiedono corde vocali ma ho messo questo passaggio per due motivi: A perché volevo far capire che Angel era proprio una frana (Edward faceva solo lo spiritoso per darle corda e farla spaventare) B perché è successo anche a mia mamma la stessa cosa ed è stato davvero divertente! xD
Grazie perché commenti sempre, un bacio.
@QueenAlexia: Ohhh ma figurati! Ora fai tu arrossire me! Grazie per tutte queste belle cose che mi hai detto ;D Spero che ti piacerà anche questo nuovo capitolo, che è dedicato soprattutto a chi non aveva capito bene la figura di Elena, che spiegherò poi volta per volta un particolare.
Haha sapevo che la parte delle aragoste ti avrebbe fatto morire xD xD!!!!!!!!!!!
E… bhe sìì! Cavolo anche io vorrei passare una notte con Edward! Bhe, scusa ovviamente lui è tentato da lei.. ma visto che era mezza “andata” la sera precedente Edward non ha esagerato xD anche perché è una persona seria lui v.v
Tanti baci <3
@RenEsmee_Carlie_Cullen: Che bello! *-* una nuova fan! Spero ti piacerà anche il seguito della mia storia <3
 
(P.S. ci tengo a ringraziare anche roby_97 che ha commentato il settimo capitolo! Vi adoro tutte ragazze! *____*)
Buona lettura,
 

9. Elena alla riscossa! (Parte prima)
Quando arrivammo a scuola assieme, nella classe si sollevarono occhiatacce e commenti mentre Elena mi guardava disgustata.
-Ehi, pazzo- rise Niccolò avvicinandosi a me e Edward quando ci sedemmo.
-Che vuoi?- rispose Edward arrabbiato.
-Guarda che lei è troppo bella per stare con te, pazzo- disse indicandomi, -E poi chi starebbe con te?- rise, -Sei matto!-
Edward cercò di evitarlo sedendosi ma lui continuò, -Ohhh! Che fai? Cerchi di evitarmi? Guarda che ti stendo con un solo pugno-
-Ne dubito- sussurrò Edward.
-Ah sì, eh? Ora mi provochi, pazzo?-
-Finiscila-
-Sennò?- rise Niccolò.
Edward si alzò in piedi pronto a caricare un pugno, -Sennò le prendi, amico-
-Edward- cercai di calmarlo mettendogli un mano sulla spalla, -Calmati, ti prego-
-Ecco sì ascoltala va!- risse Niccolò. Edward iniziò a innervosirsi seriamente e fece un passo avanti verso di lui mentre Niccolò si allontanava vigliaccamente.
-Vigliacco- sibilò Edward andando verso di lui.
-Edward- mi misi davanti a lui per fermarlo sotto sguardi angosciati di Elena.
-Calmati..- sussurrai.
-Togliti- sibilò.
-No- sussurrai, -Ti prego, Edward..-
Lui mi guardò qualche secondo e poi fece due passi indietro, -Va bene- mi sussurrò ,-Ma prima o poi ti prendo vigliacco!- disse rivolgendosi a Niccolò che era già scappato via.
 
All’intervallo ,vedendo che Edward si era un po’ calmato e  approfittando che io non stavo parlando con lui, Elena si avvicinò.
-Ciao- sorrise.
Edward si girò e le sorrise lievemente e lei ricambiò per la prima volta.
-Che ti è successo?- gli chiese.
Edward rimase sorpreso che Elena le rivolgesse la parola e io con lui, ma rispose da bravo gentiluomo, -Ho litigato con un ragazzo e..-
-Oddio.. – scosse la testa, -Bhe ora stai meglio?-
-Sì grazie- le sorrise lui.
-Volevo chiederti scusa, Edward. Mi sono comportata da deficiente.. volevo chiedere scusa anche a te, Bella. Perché alla fine tu sei la mia unica vera amica.. e io che cos’ho fatto?!- sospirò, -Bhe.. mi dispiace.. –
Io mi alzai e la abbracciai, -Non ti preoccupare-
-Grazie. Edward.. potrei mai scusarmi?-
-Certo che no- rise, -Ovviamente sì, Elena-
-Ti ringrazio- sorrise lei, -Comunque- proseguì, -Vorrei spiegarvi perché mi sono comportata in quel modo… nemmeno tu Bella lo sai.. –
Io lo guardai scuotendo la testa, -Elena non ci devi spiegazioni…-
-Invece sì, vi ho trattati malissimo. E ora devo spiegare- prese una sedia e si mise accanto a noi.
-Dicci tutto- sorrise Edward incitandola.
-Cioè.. è una storia un po’.. così.. nel senso.. magari..- balbettò lei.
-Eh no- scosse la testa Edward, -Un’altra che balbetta no- disse serio facendoci ridere.
-Okay, okay- disse lei alzando un sopracciglio, -è solo che, tu Bella non te lo ricorderai, ma io alle medie avevo questa amica, Silvia.. noi eravamo molto amiche.. migliori amiche direi, più di quanto lo ero con te. Le nostre famiglie si conoscevano da sempre, hai presente? Amiche dalla nascita- spiegò, -Per poi un giorno.. di punto in bianco lei ha iniziato a stare con queste persone, così diverse sia da lei che da me.. erano ragazzacci- fece una smorfia e Edward ridacchiò.
-Come me?- chiese lui.
-Ecco esatto- rise Elena, -Bhe sì.. io ti consideravo così Edward.. e così visto che Silvia è finita mezza drogata sotto i portici dei negozi, bhe,  volevo evitare solo che Bella soffrisse- spiegò lei, -Ma credo solo di aver sbagliato tutto…-
-Sai Elena, ho cercato anche io di convincere Bella a starmi lontano.. ma lei è troppo testarda- spiegò Edward.
-Ma ora voi.. cioè..-
-Se stai per dire “state assieme” annuisco- rise Edward.
-Che scemo..- disse lei guardandolo superficialmente.
-Ma ce l’avete con me?!- scoppiò a ridere mentre io ed Elena ci guardammo perplesse.
Edward si schiarì la voce, -Scusate-.
-Nono prego, se vogliamo andare avanti così…- sibilò Elena facendoci ridere.
-Comunque- riprese dopo qualche minuto Elena, -Che diavolo vi ha detto quel demente di Niccolò?-
-Niente- rispose Edward secco, -Quello è solo un vigliacco e stupido provocatore- sibilò mentre io gli prendevo la mano.
-Non ti preoccupare- mi disse dolcemente e io annuii.
-Bella, vuoi proferire parola?- rise Elena.
-Eh, che ci vuoi fare.. – sospirò Edward, -Io bacio troppo bene, si vede che non ha più parole- disse lui facendo scoppiare a ridere Elena mentre io arrossivo come una scema.
-Smettila- mi sussurrò ad un orecchio quando gli tirai una lieve gomitata.
-Smettila tu- brontolai e lui mi diede un tenero bacio sulle labbra.
Elena alzò gli occhi al cielo, -Ma la volete finire?-
Edward rise e io arrossii,-Scusa..-
-Ma di che ti scusi- brontolò Edward facendo la linguaccia a Elena.
-Sai non ti avevo mai immaginato così Edward- sorrise lei compiaciuta.
-Ahhh- rise Niccolò alle nostre spalle e Edward lo squadrò innervosendosi.
-Ora anche tu Elena, eh.. guarda lì, Edward… quanta folla!- rise, -E, oh, cosa vedo mai?! Bella! Ma che fai lo prendi anche per mano?!- ridacchiò.
-Ma che problema ha?- disse Elena fissandolo annoiata.
-Non lo so- dissi preoccupata.
-Vuole che gli rompa la faccia. Ecco che problema ha- sibilò Edward furente.
-Sta calmo, Edward- dicemmo sia io che Elena.
-Dove vai?- chiese Edward preoccupato quando mi alzai, -Fermati, Bella-
-Voglio capire che problema ha seriamente…-
-No, tu stai qui- disse lui arrabbiato.
-No Edward, non lascerò che ti mandino in presidenza per quel deficiente-
-Vai, Bella- mi incitò Elena, -Sii tosta e fallo a pezzi!!- cantilenò.
-Elena!? Ma che fai? La inciti? Bella!- si alzò lui in piedi per cercare di fermarmi.
-Sta calmo Edward- gli sorrisi, -Lo sai che so sempre cosa faccio-
-Per favore.. –
-Edward, fidati- lo rassicurai, ma lui scosse la testa in segno di disapprovazione.
-Edward!- urlettò Elena, -Lasciala fare-
-Niccolò-
-Bella- sorrise lui.
-Che hai contro Edward? Me lo spieghi?- chiesi seria.
Lui sorrise, -State assieme?-
-Rispondi alla mia domanda-
-Uuuuuh tosta, eh- ridacchiò, -Bhe, lo voglio solo provocare, finché non ci prenderemo a cazzotti-
-Bhe, vincerebbe lui- sorrisi.
-Ah! Addirittura?!- rise, -Bhe non credo sai.. e comunque mi diverto a provocarlo-
-Lui la prende sul personale, Niccolò-
-Ed è meglio così.. – disse cercando di avvicinarsi a me, -Sai sei carina, non l’avevo mai notato- disse accarezzandomi lievemente una coccia di capelli mentre io lo guardavo incredula.
-Lasciala stare- sibilò Edward alle mie spalle, -Prova a toccarla di nuovo e ti spacco quella bella faccia- ringhiò tirandomi verso di sé.
-Oh, Edward..! Ma credi davvero di meritartela ? – rise Niccolò, -Guardala, siete opposti .. dio! – rise nuovamente.
Edward fece un passo avanti, -Ti piacciono le minacce?!- disse sgranchendosi le ossa delle mani, -Ora ti faccio vedere io-
-Oh mio dio! Edward.. per piacere…!- lo supplicai.
-Stanne fuori- mi ringhiò contro.

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Capitolo 10
*** Elena alla riscossa! (Parte seconda) ***


Buona sera a tutti!!
Eh-eh! Mi ho sorpreso,eh?! Non pensavate di rivedermi prima di lunedì, ma invece… eccomi qui, con l’attesa fine del nono capitolo.
Elena finalmente farà vedere il lato più coraggioso di sé!
Rispondo come sempre a tutti i vostri commenti:
@RenEsmee_Carlie_Cullen: Non ti preoccupare, ora vedrai che Edward non si caccerà in alcun guaio :D
@corny83: Eh già, non vi potevo lasciare così! Con un po’ di buona volontà mi sono messa e ho scritto.. magari non sarà uno dei miei capitolo migliori ma sono soddisfatta di aver trovato il tempo anche per questo :D
Niccolò è un idiota concordo. xD
E.. per la domanda personale, non fatti alcun problema, potete chiedermi tuuuutto! =)
Faccio il liceo classico (infatti ho da studiare 356 aoristi .-.) esattamente.. e sì, tutte le persone fino ad ora (a parte Edward e Bella) esistono, Elena, Niccolò, il professore, Irene, Alessandra, tutte. E più o meno hanno le stesse caratteristiche =) mentre invece, Angel.. come tutta la famiglia di Edward che vedremo fra un po’.. non esiste purtroppo, se non qui.
Un bacio <3
@Queen Alexia: haha bhe, ho pubblicato prima, quindi lo saprai v.v
Evvai, qualcuno che capisce che studiare tremila aoristi vuol dire suicidio! Eh solo chi l’ha passato può capire T.T
Ma sai che mi fa tanto piacere che ti piaccia (scusa il gioco di parole) il personaggio di Elena?! ^^
Però, no, non assomiglierà ad Alice.. ma ti posso dare un’anticipazione.. ci sarà un personaggio che le assomiglierà! :D
sperando che vada bene il test di dopodomani sugli aoristi ti auguro una buona lettura! <3



10. Elena alla riscossa! (Parte seconda)
Ma l’uomo che da quel nero ha oscurata la vita, ti chiama a benedire la vita, che è bella, tutta bella;cioè sarebbe; se noi non la guastassimo a noi e agli altri. Bella sarebbe; anche nel pianto che fosse però rugiada di sereno, non scroscio di tempesta; anche nel momento ultimo, quando gli occhi stanchi di contemplare si chiudono come a raccogliere e riporre nell’anima la visione, per sempre. Ma gli uomini amarono più le tenebre che la luce, più il male altrui che il proprio bene.
E del male volontario danno a torto, a torto […].
                                                                     [Myricae, introduzione; Livorno marzo 1894]

 
-Fermi tutti- strillò Elena con voce calma.
In effetti il suo “grido di guerra” servì: Edward si bloccò e Niccolò prese l’occasione per allontanarsi un po’ da lui, mentre io andai verso di Edward per cercare di fermarlo.
-Edward ti prego…- sussurrai tremante.
-Bella… stanne fuori- disse con voce stanca e annoiata.
-Ti prego…- supplicai.
-Ohhh! Finitela!- brontolò Elena, -Ne ho piene le scatole di te Niccolò- ringhiò, -Vattene e lascia in pace i miei amici !- gli strillò contro lasciando Edward scandalizzato e perplesso.
Niccolò la guardò superficialmente all’inizio, ma poi, accorgendosi del suo sguardo poco calmo e molto, molto severo, la squadrò e borbottò qualcosa di incomprensibile scatenando l’ira nascosta di quella ragazza all’apparenza così calma.
-Ma la vuoi finire? Senti, se oggi è un tuo giorno no, non mi sembra il caso di prendersela con Edward non trovi?- gli urlò contro.
-Bhe, ma io me la prendo con Edward anche se è un mio giorno sì- rise lui, -Perché? Bhe, che ne so .. mi piace tirarmelo contro e poi..- disse guardando me, -Ora, ho qualcosa in più per prenderlo di mira, vero Bella?- ridacchiò.
Edward che fino a qualche secondo prima era accanto a me, sfuggì dal mio sguardo per fare due passi avanti verso Niccolò, che ne fece a sua volta due indietro diventando pallido dalla paura.
Vigliacco.
-Ti spacco la faccia se non la finisci- ringhiò Edward, -Puoi prendere di mira me, ma non Bella-
-E perché mai?-
-Perché ti faccio a pezzi!-
-Oh mio dio!- bisbigliò il professor Petrone appena entrò in classe, -Edward, Niccolò?! Ma che succede?- chiese furente, -Forza su calmatevi.. Masen, sempre a cercare di fare a botte,eh.. il lupo perde il pelo ma non il vizio- borbottò.
-Eh no!- strillò Elena spaventando anche il professore.
-Che succede?- chiese quasi impaurito dalla sua voce squillante.
Elena rise ironica, -Professore, io capisco tutto.. ma non mi pare per nulla giusto dare sempre la colpa a Edward. È stato Niccolò a provocarlo- disse guardando sia me che Edward, -Per cui, va bene che Niccolò è un angioletto eccetera eccetera … ma, che cavolo, sempre la colpa a Edward no- ringhiò furiosa.
Il professor Petrone squadrò Edward per un breve minuto, poi me e poi Elena.
Finalmente, però si accorse, quasi in un flashback di non aver nemmeno lui, dato una possibilità a Edward, di averlo sempre punito e di aver lasciato, forse, impuniti tutti gli altri.
O almeno, questo è quello che mi parve di vedere nella tristezza dei suoi occhi castani.
Così, prese il registro e una penna e scrisse quella nota tanto attesa da Elena a Niccolò.
-Bene, Elena- sorrise poi, -Mi hai chiarito molte cose. Grazie- disse sorridendo anche a Edward.
 
-Hai visto la faccia di Elena?- mi disse Edward ridacchiando mentre eravamo sdraiati sul letto il pomeriggio seguente.
Io risi, -Sì, non l’avevo mai vista così! È stata.. grandiosa-
-Sì,- annuì lui, -Hai proprio ragione-
-Ma.. la cosa che mi è piaciuta di più è stata che.. bhe, è riuscita a convincere Petrone di una cosa, voglio dire, Petrone ha la sue idee e nessuno gliele ha mai fatte cambiare, per cui è un successo enorme per Elena- sorrisi.
-Bhe io invece sono più soddisfatto perché per una volta c’è stata giustizia- ridacchiò lui, -Quell’idiota se lo meritava- ringhiò.
- Sai, credo che non dovresti fare così…- sussurrai.
-Così come?-
-Voglio dire- spiegai, -Arrabbiarti subito.. e cercare di fare a botte con tutti.. ieri hai rischiato molto. Quel ragazzo aveva un coltello, capisci? -
-Oh Bella!- sospirò, -Io sono fatto così… ma se non ti va bene.. puoi ancora cambiare idea- sussurrò arrabbiato.
Io lo fissai smarrita, -Cosa.. cosa.. ? cosa vuoi dire?-
-Che non sono la persona giusta per te- sibilò.
-Perché?! Edward, io ti amo.. come.. no.. non puoi dirmi questo… non capisco..-
-Bella…calmati. Non ho intenzione di lasciarti…ti amo anche io ma..-
-Ma?-
-Bhe..- mi sorrise, -Il problema non sei tu… intendo.. Sono io il preblema.. me li cerco i guai, lo hai visto bene oggi; non so trattenermi..-
-Provaci- sorrisi dolcemente, -Tu mi potrai anche insegnare il basket.. ma io ti insegnerò a controllarti-
-Affare fatto- rise lui.
-Ma smettila- gli diedi uno spintone facendolo cadere sul letto.
-Ehi, ma come ti permetti?- rise e mi trascinò con lui.
-Ehi, ehi.. – risi mentre lui mi baciava.
-Bacio troppo bene, lo so- scherzò.
-Come sei sicuro di te stesso…!- ridacchiai.
-Bhe, io me le andrò a cercare .. ma tu! Ora vedi!- disse prendendomi in braccio.
-Nooo…!! Ohhhh.. EDWARD!- risi e mi dimenai mentre mi faceva il solletico.
-Ahhh! Ho trovato un’ottima tortura- rise.
-Aspetta, aspetta… nooo ti prego!!- risi ancora finché non sentì il mio telefono squillare.
-Dai, ti lascio libera solo per rispondere…- mi sussurrò mordicchiandomi un orecchio.
Io lo guardai maliziosa, -Tu hai intenzione di farmi impazzire?-
-Forse….- bisbigliai e presi il telefono.
-Papà.. – bisbigliai guardando lo schermo del cellulare pochi istanti dopo.
Edward si alzò, preoccupato dalla mia espressione, -Che succede?-
-È mio papà…-
-Bhe, perché non rispondi?- chiese perplesso.
-Perché non mi chiama dallo scorso Luglio. Diciamo che le uniche volte che mi chiama è perché è successo qualcosa… quindi credo di dovermi preoccupare.. - dissi con le lacrime agli occhi.
Fissai ancora qualche secondo il cellulare e poi decisi di rispondere, -Papà?- dissi con voce tremante, -Che succede?-

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Capitolo 11
*** La Signora degli Anelli ***


Oddio, lo so che mi volete uccidere tutte!! *sigh*
Mi voglio scusare con voi per pubblicare così tardi, ma questa settimana ho avuto giornate da suicidio.. ieri ho dovuto studiare dall’una alle sette per l’interrogazione di latino e oggi uguale per quella di geografia, mentre martedì suicidio collettivo: giorno delle prove INVALSI (suicidio perché il nostro carissimo prof. Petrone non ce ne aveva mai fatte fare.. nemmeno un esempio -.-) quindi mi sono ridotta a finire adesso il capitolo.
Allora, che posso dire di questo capitolo… bhe, allora si concluderà il discorso sui pregiudizi, e poi scopriremo finalmente “Che succede?” =)
 
Come al solito ringrazio per i (numerosissimi!) commenti:
@Let_It_Be: Ciao =D oggi scoprirai che succede, finalmente!
immagino l’ansia xD
esatto tutti devono avere una possibilità, anche se magari non la meritano, perché non siamo noi a decidere chi la merita e chi no.
haha bhe sì Petrone (il nostro prof che è anche quello di questa storia) fa un po’ di battutine… però vabè dai.. =)
buona lettura!
@Lisy: Oh, ciao! Acquisto nuovi lettori ad ogni capitolo =P benvenuta anche tu in questa FF, spero ti piacerà anche il seguito <3
@Queen Alexia: rieccoci qui! =D
mi dispiace di avervi lasciato così, spero che ne sarete soddisfatte, pero ^^
concordo pienamente su tutto quello che hai scritto (poema xD) soprattutto sulla parte di Niccolò e Elena.
Volevo però precisarti una cosetta =P
i personaggi della mia storia, a parte Edward e Bella, sono tutti diversi da quelli della Saga originale, per cui infatti i genitori di Edward non si chiamano Edward e Elizabeth, né nella saga esiste una Elena o un Niccolò, per cui anche il padre di Bella non sarà “Charlie”, ma avrà un altro nome, né la madre si chiamerà Reneè, perché alla fine sono italiani =D
Se però vi piace il nome Charlie vedrò di farcelo stare! Fatemi sapere tutte <3
@roby_97: ma figurati! Non ti preoccupare per non aver recensito =)
Sì,sì hai ragione Niccolò sarebbe da sgozzare v.v
@Sissy Cullen: Ohhh ma grazie *__* quanti complimenti!! Sono felice che ti piaccia Edward e.. cavolo! Vorrei anche io abbracciarlo *____*
@RenEsmee_Carlie_Cullen: Cavolo, hai proprio ragione, non possono stare un attimo tranquilli che succede qualcosa… T.T
Però la vita è così, niente è rose e fiori purtroppo.
e… bhe, GRANDE ELENA sicuro! =D
@corny83: ooops sorrry xD so che sono crudele ihih
esatto, esatto, Elena ha un carattere protettivo ma è molto forte, anche se lo dimostra poche volte, sono felice che ora anche lei sia un personaggio apprezzato.
Inoltre ci tengo a ringraziarti per le belle cose sul liceo che mi hai detto: hai ragionissima! =D
io amo il mio liceo, amo anche tutte le volte che mi va male una verifica, perché alla fine deve succedere anche quello nella vita. Amo ogni cosa della vita che faccio ora.. so che la rimpiangerò.. T___T

Spero che il capitolo piaccia a tutti =)
E.. ricordatevi di dirmi se volete che il papà di Bella sia chiami Charlie o meno :D (leggete sopra)
Grazie mille <3<3
Buona lettura (ho preso le frasi di inizio un po’ dappertutto, spero che vi ispirino u.u <3):

 
 
11. La Signora degli Anelli.
Ritenere di non avere pregiudizi è il più comune pregiudizio. [Nicolas Gomez Davila]
Non è mai troppo tardi per rinunciare ai nostri pregiudizi. [Henry D. Thoreau]

C'è gente che non è mai giunta ai concetti, perché è rimasta ferma ai preconcetti, come non è mai giunta al giudizio, restando nel pregiudizio. [Gigi Picetti]
Preoccupatevi più del vostro carattere che della vostra reputazione, perché il vostro carattere è quello che siete realmente, mentre la vostra reputazione è solo quello che gli altri pensano che voi siate. [John Wooden]
 
-Ciao tesoro- disse con voce cupa mio padre al telefono.
-Papà.. che succede?- chiesi preoccupata.
-Nono, Bella, nulla di che. Sta tranquilla-
-Non mi chiami di Luglio… e ora.. –
-Scusa Bella- disse con voce triste, -Lo so, non ti chiamo da tanto… ma in realtà volevo solo chiederti un favore-
-Ah- risposi secca, -Cosa?-
-Tua madre.. potresti dirmi in qualche paese è?- disse con voce scocciata.
-Ora è a Miami, Florida. Se ti serviva solo questo..- dissi arrabbiata.
-Bella, ti prego non trattarmi così, così.. come fa tua madre-
-Papà! Non mi chiami da più di cinque mesi! Come.. come .. mi dovrei comportare, secondo te? E mi chiami solo per chiedermi dov’è mamma?-
-In realtà… oh! Tiffany un secondo- disse dolcemente.
-Tiffany?- dissi con voce tremante.
-Tesoro, Tiffany… vedi…io e lei-
-Oh mio Dio…- dissi tremando e appoggiandomi al muro mentre Edward si avvicinava sempre più preoccupato.
-Bella non fare così, calmati-
-Hai una nuova …fidanzata?-
-Bella..- balbettò.
-Rispondimi ti prego!- dissi crollando sul pavimento sorretta a malapena da Edward, che a gesti chiedeva spiegazioni.
-Lei.. sì, Bella stiamo assieme.. io ora devo andare.. di a tua madre che le devo parlare..- disse velocemente chiudendo la comunicazione senza nemmeno salutarmi.
Io rimasi accovacciata per terra e il telefono mi cadde dalle mani tremanti.
-Bella.. che succede?- chiese Edward terrorizzato.
-Mio padre si è trovato una nuova ragazza- dissi scoppiando a piangere.
Edward mi abbracciò, -Calmati Bella… non fare così ti prego- disse poi tirando un lieve pugno al muro, -Bastardo..- sussurrò.
-Non è giusto… -balbettai.
-Bella, ti prego calmati ora- disse baciandomi i capelli più volte, -Calmati.. shhhh… shhhh Bella… shhhh-
Io lo guardai con le lacrime agli occhi, -Perché?... perché.. lui..? non interessa a nessuno di me… - scoppiai di nuovo a piangere e finalmente dissi anche quello che a nessuno avevo mai detto.
-Questo non è vero- sorrise lui, -Io ti amo, quindi direi che mi interessi-
Dopo poco, quando mi ero un po’ calmata prese un fazzoletto e me lo porse, -Al diavolo tuo padre! Questo doveva essere un pomeriggio fantastico per te.. per noi, anzi- sorrise e mi diede una mano per alzarmi da terra.
-Pe-per-perché?- balbettai.
Lui mi sorrise beffardo e poi frugò nelle tasche della sua giacca, estraendo un piccolo cofanetto azzurro; poi si sedette sul letto e mi incitò a fare lo stesso.
-Ma..- cercai di parlare ma lui mi mise due dita sulle labbra, -Tocca a me parlare ora- sorrise emozionato.
Mi dovetti tenere ben salda al letto quando aprì quello scatolino di velluto e mi mostrò un bellissimo anello d’oro con inciso all’interno un piccolo cuore rosso e i nostri nomi.
Rimasi senza parole.
-Potresti anche parlare, Signora degli Anelli- disse sorridendo e io scoppiai a ridere.
-Signora degli Anelli?-
Lui rise, -Ovviamente amore. Vuoi che te lo metta io? .. Bhe, ma che domande faccio.. non ti reggi in piedi!-
Io sorrisi, ma non trovavo nessuna parola, nessuna frase, nessun concetto che potesse esprimere quello che provavo in quel momento.
Quando mi infilò dolcemente l’anello sull’anulare destro lo abbracciai forte, facendolo cadere sul letto e ridere fragorosamente.
-Bella, così mi strozzi- rise.
-Scusa..- arrossii e lui mi diede un dolce bacio sulle labbra.
-Ti amo- sussurrai.
-Io ti amo di più. E lo sai- sorrise beffardo.
Avrei voluto replicare in realtà, dirgli che quello che provavo io era molto più di ciò che provava lui, ma dentro di me sapevo che il suo amore verso di me non poteva competere con niente e nessuno, così mi limitai a scuotere la testa e sorridere.
 
-Allora ragazzi- disse Petrone dopo aver fatto l’appello, -Oggi vorrei parlare qualche minuto con voi di un argomento-
Tutti noi sapevamo benissimo che quando il professor Petrone parlava di “qualche minuto” si perdeva circa un’ora o due a parlare di questo o quest’altro, che magari non c’entravano proprio nulla con l’argomento ,molto spesso di politica, da cui eravamo partiti. Perciò ci mettemmo tutti comodi in attesa del suo discorso.
-Oggi- continuò ,-Volevo parlare con voi dei pregiudizi- disse sorridendo a Edward, -Perché… vedete quello che è successo ieri.. con Elena.. bhe mi ha fatto pensare che, alla fine…- balbettò ,-Voglio dire, siamo in un mondo moderno e ancora ci sono questi pregiudizi. Per cui volevo sentire un po’ cosa ne pensavate voi- ci sorrise.
-Io credo- disse Angelica, -Che siano delle cose che una persona dice su un’altra… cioè.. capito, no?-
-Sì,sì Angelica… discorso un po’ contorto ma ho capito. Qualcun altro?-
-Bhe, sono delle voci che girano.. magari sono vere, magari false..- disse Alessandra.
-Oh bhe- rise Niccolò, -Quelle che si dicono in giro su Edward sono vere eccome!-
Edward si alzò in piedi mentre io cercavo di  tranquillizzarlo, -Ora vedi….-
-Edward, per favore siediti- disse Petrone, -E tu, sciagura ambulante! Se dici un’altra volta una cosa del genere ti butto fuori con trenta note-
-Scusi..- disse lui ancora sorridendo.
-E togliti quel sorrisetto da deficiente dalla bocca!! - disse furente.
-Uhm.. io credo- dissi prendendo la mano di Edward per tranquillizzarlo, -Che i pregiudizi partano da una semplice affermazione che si fa e poi girano, si spargono dappertutto e alla fine diventano verità assolute, anche se si è partiti magari da una semplice presa in giro.. ad esempio, prof, non ci aveva detto lei, che a Bari c’era un ragazzo nella sua scuola a cui era stato detto un giorno per scherzo che era gay? Bhe, ecco, poi ci aveva anche detto che erano apparse sui muri della città scritte del tipo “Pepe* gay”? Bhe.. ecco questo è quello che succede, credo..-
-Bene, bene- annuì lui sorridendo, -Almeno qualcuno si ricorda ciò che dico-
-Comunque- proseguii, -Credo che a volte succeda che .. bhe la persona su cui si fanno pregiudizi.. voglio dire, si identifica in quello che si dice- mi spiegai, -Come in quel testo de La patente dove Chiarchiaro** chiedeva addirittura la patente di “jettatore”, perché si immedesimava nella condizione che gli avevano imposto, o meglio, che gli aveva imposto tutta la società, come un autoconvincimento di quello che tutti dicevano..-
Lui mi sorrise apertamente, -Bravissima, era proprio lì dove volevo arrivare Isabella- spiegò, -Nel testo che abbiamo letto proprio qualche giorno fa…Chiarchiaro dice di essere stato assassinato! Perché.. ormai tutti quando lo vedono, senza nemmeno conoscerlo,- Mi sorrise, -Come uno jettatore- poi sospirò, vedendo che la maggior parte degli alunni sbadigliavano o parlavano d’altro.
-Bhe, comunque, per concludere… lo so, Edward, i pregiudizi sono cose brutte… per fortuna che io non..- disse mentre Edward scuoteva la testa, ma Elena lo guardò alzando le sopracciglia e lui scoppiò a ridere, - Bhe, ho capito Elenina, andiamo oltre!-
-Ecco sì sarà meglio- sussurrò lei ridacchiando.
-Allora…- disse in tono autorevole, -Oh cavallina, cavallina storna…- iniziò a recitare, ma il suono della campanella lo fermò.
Lui sospirò, rimise il libro di poesia del primo cassetto della cattedra e sorrise, -Bhe, ragazzi, ci vediamo alla quarta ora!-
 
* soprannome di Giuseppe, il ragazzo in questione
** Rosario Chiarchiaro, protagonista de La patente di Luigi Pirandello

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Capitolo 12
*** Oh cavallina, cavallina storna... ***


Eccomi qui di nuovo.
Mi devo scusare ogni volta oramai per il tempo che faccio passare da un capitolo all’altro, ma in questo ultimo mese di scuola sono davvero troppo impegnata.
Questo capitolo richiama molto il quarto, visto che anche oggi vedremo una lezione quasi completa. Spero di non annoiarvi, ma come dico ormai ogni volta, vorrei fa capire che oltre a Bella e Edward c’è anche tutto il resto del mondo. =)
Come sempre ringrazio tutte voi che mi seguite e non mi fate mai commenti negativi T__T <3<3 grazie!
@Queen Alexia: ihih ma certo che mi sei mancata! <3
mi fa molto piacere che continui a recensire ogni volta e sempre con lo stesso entusiasmo dei primi capitoli. =D
Non ti preoccupare per “Charlie” ^^ so che è stato un riflesso.
Nel prossimo capitolo vedrai che nome ho scelto. =D
Haha immaginavo che saresti scoppiata a ridere alla battuta della Signora degli Anelli xD
@roby_97: Grazie grazie grazie! Anche io amo quel bel ragazzo di Edward! *___*
@solele96: nono non sono di Bari. =) è il nostro caro prof Petrone che è di Bari.
@cory83:Hai ragione seriamente su tutto, e ringrazio anche te dei commenti, ogni volta più interessanti da leggere <3
@Lucry_95: ossì anche io con le invalsi -.-
esatto hai capito perfettamente tutti i mie messaggi <3<3 *____*
@I s a b e l l e: Ohhh grazie! Spero che la storia ti coinvolga sempre più!! <3
@RenEsmee_Carlie_Cullen: Sììì è un peccato che non si facciano davvero discorsi così T.T

scusate per le risposte brevissime ai commenti, ma sono davvero di corsa =(
come sempre vi ADOROO!
Buona lettura:

 
12. Oh cavallina, cavallina storna…
-Che portavi colui che non ritorna…!- disse trionfante il professor Petrone riprendendo il filo della poesia.
-oh! Due parole egli dovè pur dire!
 E tu capisci, ma non sai ridire.
- continuò Edward a bassa voce.
-La sai a memoria?- chiesi esterrefatta. Lui mi sorrise beffardo, -Può darsi…- ridacchiò.
-Bene- riprese il professore, -Chi mi fa una bella analisi di questa poesia?-
-“Oh cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna-
iniziò a recitare Edward,
-oh! Due parole dovè pur dire! E tu capisci, ma non sai ridire.
Tu con le briglie sciolte tra le zampe,
con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,

con negli orecchi l’eco degli scoppi,
seguitasti la via tra gli alti pioppi:
lo riportavi tra il morir del sole,
perché udissimo noi le sue parole”.
stava attenta la lunga testa fiera.

Mia madre l’abbracciò su la criniera
“O cavallina, cavallina storna,
portavi a casa sua chi non ritorna!
A me, chi non ritornerà più mai!
tu fosti buona… ma parlar non sai!
tu non sai, poverina; altri non osa.

Oh! Ma tu devi dirmi una cosa!
Tu l’hai veduto l’uomo che l’uccise:
esso t’è qui nelle pupille fise.
Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.
E tu fa cenno. Dio ti insegni come.”
Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
disse un nome… sonò alto un nitrito.
il professor Petrone rimase imbambolato, con gli occhi sbarrati e fissi su Edward.
Io credo che nessuno mai, né prima né dopo di lui avrebbe potuto recitare quella poesia in un modo migliore, con un’intensità diversa, con una passione più forte.
Avevo i brividi, ero come terrorizzata e assieme così emozionata, come se avessi recitato io stessa la poesia in quel modo.
-T-tu.. b-bhe..- balbettò Petrone, -Hem hem.. voglio dire- si riprese, -Una sola parola: wow!- scoppiò a ridere, -Ma.. la sai a memoria?-
-Sì- rispose Edward.
-C’è.. c’è.. qualche motivo in particolare?-
-Adoro Pascoli- sorrise lui.
-Bhe, questa cosa è positiva- annuì lui, -Ma.. saresti in grado di farmi un buon commento? Diciamo- sorrise, -Da nove?-
-Dubita delle mie capacità?- rise Edward.
-Certo che noi- alzò gli occhi al cielo sorridendo, -Ma ti metto alla prova-
-Peccato che mi abbia chiesto proprio questa poesia,- sorrise lui beffardo, -Non è che ci sia poi tanto da dire..-
-No in effetti.. tu prova. Tanto alla fine non abbiamo molto tempo.. cos’avete alla prossima ora, Greco?-
-Sì, esatto- annuì Edward e poi iniziò a raccogliere le idee per il suo commento.
-Allora.. questa in realtà più che una poesia potrebbe sembrare una filastrocca, in quanto è ritmata e presenta un ritornello, presenta un alone quasi fiabesco, come se fosse una leggenda. Questo credo che sia dato soprattutto dal… dialogo fra uomo e animale. E poi, che altro? Bhe, diciamo nelle poesie di Pascoli troviamo sempre gli animali, dato il suo interesse per la natura…- poi si fermò un istante, -Però mi dà i brividi ogni volta- sussurrò, -Voglio dire.. quando la madre di Pascoli fa il nome del presunto omicida… la cavalla nitrisce. Questo.. dà i brividi, non trova?-
-Sì Edward, hai proprio ragione.. credo che sia una delle poesie più belle- annuì lui.
-No..- sorrise Edward, -Niente supera “X Agosto”-
 
-Allora, avete capito tutti? Devo rispiegare quest’ultimo passaggio?- disse il professor Greco con aria annoiata.
-Ma quindi.. quelle condizioni di accettabilità sono come le CAS?- chiese Giacomo.
-No!- rispose Greco di scatto, -Vedi delle equazioni? No! –disse innervosito –Per cui.. niente condizioni di accettabilità soluzioni. Le chiameremo.. CA-
-Eh Giacomo, non c’entra un CAS! - disse Niccolò facendoci ridere tutti poco prima che suonasse la campanella.
La classe si svuotò in pochi attimi e mentre tutti sfrecciavano al bar per accaparrarsi gli ultimi panini – quel giorno uscivamo alla due, per cui dall’una all’una e cinque si faceva un breve intervallo, giusto per consentire di mangiare qualcosa- e il professor Greco sbuffava mentre rimetteva a posto le sue cose, io sospirai e mi appoggiai a Edward.
-Non so come farò a dirlo a mia madre..-
Edward mi guardò con un espressione interrogativa, -Di ..Tiffany- borbottai facendo una smorfia.
-Ah…- sussurrò lui ,-Non ti preoccupare amore, troveremo un modo-
-Edward… per mia madre è stato un colpo solo quando mio padre le ha chiesto il divorzio! Figuriamoci se io le devo dire che lui ora sta con un’altra che succede…!- dissi singhiozzando.
-Ehi ehi calmati- disse lui arrabbiato ,-Non mi sembra il caso di fare così. Tu me lo dici sempre che c’è una soluzione ad ogni cosa, giusto? Quindi.. tua madre è grande, accetterà le cose come stanno- mi rassicurò, -bhe, anche perché è l’unica cosa che può fare-
-Scusami.. è solo che mi preoccupo—ma lui non mi lasciò nemmeno finire, -Ti preoccupi?! Ma se lei nemmeno ti chiama quando va via! Ti prego Bella!- mi urlò contro.
-Scusami- disse lui poco dopo, vedendo la mia espressione completamente persa, -è solo che .. vedi a volte- poi si bloccò ,-No, nulla- scosse la testa, -Glielo diremo assieme, troveremo un modo Bella, te lo prometto.- sorrise rassicurandomi.
Nemmeno ebbi il tempo di rispondere perché Elena, appena entrata in classe, urlò un “Oh mio Dio!” squillante e prendendo un quaderno ad anelli dal suo banco, stava cercando di uccidere qualcosa sul muro.
Io e Edward la guardammo allibiti, -Che cosa staresti facendo?- chiese Edward.
-MUORI!- urlò lei, sempre contro quel qualcosa.
-Elena..?- disse Edward preoccupato.
Lei sospirò sorridendo e ci mostrò una striscia di sangue marroncino sul muro.
-Oh mio dio, che.. schifo…- sussurrai facendo una smorfia.
-Ma che diavolo…?!- rise Edward.
-Oh, senti, che cavolo vuoi?- disse Elena fintamente imbronciata, -Ho solo ucciso un ragno gigante che mi fissava!-
-E con questo- scoppiò lui a ridere -ho deciso, mi sparo in testa-.
 
Io e Edward eravamo entrambi preparati psicologicamente quando entrammo a casa mia.
Edward era la prima volta che vi veniva e così iniziò a guardarsi attorno.
Immaginai che avesse notato ogni minimo particolare; l’angolazione dei quadri, la mancanza delle foto di famiglia che mia madre aveva fatto scomparire pochi giorni dopo il divorzio, il disordine che mi faceva capire ogni volta che lei era tornata, le valige sparse sul tappeto del salone e quel bel colore rosa delle pareti appena riverniciate, -Molto bello qui- mi sussurrò e io sorrisi imbarazzata.
-Mamma?-
-Oh tesoro! Bella!- mi sorrise lei venendomi incontro.
Io la abbracciai, -Mi sei mancata molto-
-Oh, tesoro, ma anche tu. Di sopra c’è la solita felpa- sorrise, -Miami!- ridacchiò e poi spostò il suo sguardo su Edward.
-Ahhh ecco, allora tu devi essere Edward!- riprese squadrandolo.
-Esatto. Buongiorno signora Almastri-
-Oh che gentile che sei. A trovali ragazzi come te al giorno d’oggi!- rise lei.
-Mamma.. in realtà io dovrei parlarti di una cosa- disse con voce spezzata dal pianto.
Edward mi aveva detto di trattenere le lacrime, di non scoppiare a piangere, di non lasciar tralasciare nulla. Ma io non ero capace, così una lacrima mi attraversò il viso a metà mentre Edward mi teneva gentilmente la mano e mi porgeva un fazzoletto e mia madre mi guardava allibita e sconsolata sapendo che mi aveva sempre visto piangere solo per una cosa.
Anzi una persona: mio padre.

 

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Capitolo 13
*** Famiglie spezzate ***


EHIIII! =D
ciao a tutti!
avete visto come sono stata veloce questa volta?
avevo una voglia pazzesca di scrivere questo capitolo!
per prima cosa fatemi gli auguri: domani analisi del testo su Pascoli!!!!!!!!!
poi.. passiamo a VOI <3
Grazie come al solito dei commenti! =D
@Queen Alexia: Lo so che ci stiamo passando tutti =) alla fine è bello andare a scuola! =D
Bhe, allora se adori pascoli devi amare anche me! =D anche io lo adoro!!!! *__________*
Ma dai poveri ragni >.< anche tu con la RAGNOFOBIA? (come dicono nella mia classe)
Esatto, per Edward è completamente incomprensibile il modo in cui si comporta Bella: voglio dire, la sua reazione sarebbe “le persone mi trattano male, io faccio lo stesso”. Che poi è quello che ha fatto quando lo trattavano le pazzo…..
sì, il loro rapporto diventerà sempre più forte, anche nelle piccole cose, come vedremo in questo capitolo.
Mi scuso per il pazzesco errore del X Agosto, ma in contemporanea allo scorso capitolo stavo completando il biglietti di auguri di un’amica che compie gli anni fra poco e magicamente tutto si è trasformato in dieci maggio, compreso il suo compleanno xD xD
Buona lettura.
@corny83: Molto responsabile! xD
Esattamente Edward sta uscendo dal suo nido finalmente… però, non dimentichiamoci il suo carattere, lo ritroveremo fra poco.
comunque io faccio ancora la quinta ginnasio, alla maturità manca ancora un po’ =)
@Sissy Cullen: già ç___ç povera Bella, ce n’è sempre qualcuna. Per fortuna c’è EDWARD!
@RenEsmee_Carlie_Cullen: sììì sììì questo è vero amore!
@roby_97: esatto, Edward sta molto cambiando, è il personaggio che vedremo cambiare di più, mentre alla fine Bella rimane sempre Bella. =)
la mamma è sempre la mamma sì, ma questa volta mi sembra che anche il papà abbia un po’ esagerato.. così Bella si sfoga e per la prima volta nella sua vita! Per cui.. bisogna un po’ capirla =D

Allora come ultima cosa vi riassumo brevemente i nomi dei personaggi, non che mi dispiaccia (ANZI!!) ma vedo che chiamate i genitori di Bella con i nomi “veri” di Twilight. Questa cosa mi piace molto perché vedo che la storia vi fa ricordare molto Twilight, ma qui i nomi sono diversi =D
Ecco a voi, giusto un riepilogo:
(anche per capire poi a chi appartengono i vari nomi xD)
Mamma: Irene
Papà: Jonathan
Scusate, non vorrei sembrare antipatica, anzi mi fa piacere che chiamiate i personaggi con i loro veri nomi, ma come ci tengo sempre a dire, i personaggi della mia FF hanno caratteri simili e diversi da quelli reali, o magari sono completamente diversi. =)
Scusate ancora per questa precisazione.
Buona lettura =D

 

13. Famiglie spezzate.
Il silenzio della casa era assoluto.
L’atmosfera era molto simile a quella di una vecchia casa abbandonata, simile all’atmosfera delle storie d’orrore che i professori di inglese ti fanno scrivere quando spiegano il past perfect.
Tutto era immobile, pronto per ascoltare un’altra brutta notizia.
Mia mamma ci aveva fatti accomodare in cucina e io ancora piangevo, senza riuscire a fermarmi, mentre lei mi cercava di consolare con una fetta di torta e del succo di frutta.
-Bella ti prego- disse sconsolata, -Dimmi che succede, va bene, tesoro? Sennò così è peggio, te lo giuro- mi incitò.
-No…-
-Bella- mi rimproverò Edward.
-Non do-dovrei d-dirtelo i-i-io, m-mamma- singhiozzai.
-Bella, per favore… almeno dammi qualche indizio- mi sorrise.
-Va bene- mi calmai dopo qualche attimo, -Ora ti dico tutto-
Così feci un respiro profondo e cercai di elaborare il modo migliore e indolore per raccontare di mio padre e Tiffany.
-Un paio di giorni fa mi ha telefonato papà- iniziai.
-Bhe fin qui c’ero arrivata- rise lei.
Sorrisi, -Bhe.. però.. io mi sono arrabbiata perché non mi chiamava da cinque mesi.. però, questo non c’entra- balbettai.
-Bella, arriva al sodo- supplicò lei.
-Okay, okay.. io…- “io avevo programmato un bel discorso da farti, cercando di tranquillizzarti, mamma, ma ora che sono qui guardandoti negli occhi non riesco a dirti nulla. Avrei dovuto dirti che mi dispiaceva molto della situazione, che papà mi aveva detto che la sua vita era cambiata, aveva incontrato questa ragazza, Tiffany, e che ora stavano assieme. Ma non ce la faccio a mentire di nuovo, a dispiacermi per questa situazione che ti sei andata a cercare, mamma”.
-Ehm.. – dissi guardando Edward, -In realtà avevo preparato un bel discorso.. ma non ce la faccio- sussurrai e scossi la testa, -Solo questo, papà si è trovato un’altra ragazza, Tiffany- feci una smorfia, -Io.. mi dispiace molto mamma.. soprattutto perché devo fare io da tramite.. da gufo di Harry Potter per dirti che succede e…- ma Edward mi diede una lieve gomitata per farmi capire che qualcosa non andava: infatti mia madre si era seduta e aveva un’espressione persa e sconsolata.
-Tiffany, ha detto?- chiese.
-Sì…-
-Tiffany Winston- scosse la testa, -Lo sai chi è, tesoro?-
-No…-
Lei sorrise, -è la figlia del direttore della multinazionale dove lavora tuo padre-
-Ah- risposi allibita, -Io non… lo sapevo…-
Lei non mi rispose, prese solo il telefono e compose un numero, -Scusate un secondo- disse a me e Edward.
-Jonathan- disse con voce tremante lei, -Devo parlarti. No subito! Non cercare scuse!-
-Di cosa?- riprese qualche secondo, -Sai di cosa?! Che hai una figlia sedicenne e che ti sei andato a mettere con una ragazzina poco più grande di tua figlia! Ecco di cosa-
-Bella- mi sussurrò Edward, -Forza vieni via-
-No…- dissi con voce tremante nel sentire quella telefonata; immaginai tutti i litigi mai avvenuti prima del divorzio sfociati tutti ora sotto i miei occhi.
-Bella- disse lui serio, -Forza-
Io scossi di nuovo la testa in segno di disapprovazione e così Edward mi prese in braccio e mi portò di sopra, nella mia camera, mentre sentivo sempre meno chiaramente la voce arrabbiata di quella persona che poco riconoscevo in quel momento.
 
Edward con un lieve calcio spalancò la porta della mia stanza e mi appoggiò dolcemente sul letto.
Mi lasciò in pace per qualche attimo, immagino per farmi riprendere da ciò che era appena accaduto, e in tanto si diede all’esplorazione della stanza.
Non avevo mai notato che fosse così curioso, forse perché non ci avevo mai prestato attenzione; osservò tutta la stanza, il letto a baldacchino lilla di fronte alla porta, gli armadi sulla destra e la scrivania sulla sinistra. La mia stanza era l’unica dove sei potevano ancora vedere le vecchie foto di questa famiglia un tempo felice; osservò le foto di me e di mio padre, sorridendo.
Poi decisi che era tempo di parlare, non potevo di certo starmene zitta tutto il tempo; mi innervosiva il fatto di non riuscire a controllare questa situazione, a me così estranea.
-Non ho mai visto.. un litigio fra di loro.. loro hanno deciso di divorziare ma.. io non sapevo che non andavano più d’accordo- scossi la testa, -Ora invece vederli così…-
Edward annuì, -Immagino non sia così carino vedere i tuoi genitori che litigano-
-Già-
-Ehi, Bella?- disse lui.
-Mhh?- dissi appoggiando la testa sulle ginocchia.
-Vini qui- disse lui alzandomi il viso; io mi avvicinai e lui mi baciò dolcemente, -Aspetta- gli sussurrai. –No te lo scordi- rise e continuò a baciarmi, sempre con più intensità. –Edward…- sussurrai, -Ti prego- balbettai.
-Va bene- mi sorrise e si sdraiò sul letto prendendo un cuscino e tirandomelo dritto in faccia.
Rimasi allibita e lui scoppiò a ridere, -Dritto in faccia!!!-
Io scossi la testa, -Me la pagherai un giorno-
-Non subito?- mi incitò lui, -No- risposi facendogli la linguaccia e poi sorrisi, -Ora… devo darti una cosa-
-Ah sì?- mi sorrise beffardo, -Se è un bacio lo accetto volentieri-
Io sorrisi, -No mi spiace-
-Oh, accidenti… ci speravo- disse facendomi l’occhiolino; io mi chinai e gli sfiorai le labbra calde con un bacio.
-Ora sono molto più felice. Odio vederti piangere- disse sorridendomi.
Io mi alzai e presi dal cassetto della scrivania un pezzo di stoffa verde acceso.
-Mi devo preoccupare?-disse Edward sarcastico vedendo la stoffa di quel colore.
-No.. sono io che mi devo scusare. Voglio dire… avrei dovuto farti un pacchetto oggi ma.. le cose sono andate diversamente- sospirai.
-Bella, il pacchetto regalo è come l’aspetto di una persona: è solo superficiale, quando apri il regalo rompi la carta e guardi solo quello che c’è dentro- disse.
Io risi, -Oh, signor Masen, non La facevo così poetico-
-Dammi qua- disse tirandomi per una manica e facendomi cadere sul letto.
-Ma ce la fai a stare in piedi?!- scoppiò a ridere.
-Antipatico- sbuffai.
-Oddio…- dissi imbarazzata, -Sono.. imbarazzatissima..- dissi coprendomi il viso con le mani e lasciando però cadere per sbaglio il pezzo di stoffa sul letto.
Edward non parlò, ma io non ero per nulla concentrata su di lui, stavo solo pensando un modo per spiegargli la scelta di quel regalo un po’ strano.
Sentì Edward sorridere, -Questo non è un regalo che fanno i ragazzi alle ragazze?-
-Bhe sì, ma non mi sembrava giusto che tu.. ehi, aspetta, ma come fai a sapere…?- dissi togliendo le mani dal viso e notando che gli occhi di Edward erano ancora più azzurri e accesi a causa delle lacrime e che sfiorava con due dite il mio regalo.
-Ma come hai fatto..?- balbettai cercando di capire come me lo avesse rubato.
-Se sei imbranata non è un mio problema- rise lui facendomi notare che mi ara semplicemente caduto dalle mani.
Io diventai rossa come un pomodoro, -Allora… ti piace?-
Lui sorrise, trattenendo a stento le lacrime, -Bhe,Bella, non avrei mai pensato di portare al dito un anello con inciso il nome della mia ragazza- disse infilandosi quell’anellino dorato con inciso “Bella”; poi mi prese in braccio e mi baciò.
-Ti amo…- sussurrò tra un bacio e l’altro, -Grazie, Bella..-

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Capitolo 14
*** Coraggio,Bella! ***


Ciao a tutti =D
oggi voglio dedicare un po’ di tempo a voi. Miracolosamente oggi ho avuto un po’ di tempo per me, per stare tranquilla e mettermi a scrivere, così mi è venuta l’idea per questo nuovo capitolo.
In realtà oggi però ho anche riletto ad alta voce (per la prima volta!) tutta la mia FF al completo e.. bhe ne sono rimesta molto fiera ;D
Scoprire che è proprio come dicevate voi, che si entra direttamente nella storia mi ha fatto sentire felice. Però riflettevo che io ho iniziato a scrivere questa FF dopo molto tempo che già l’avevo in mente… solo che ora rileggendola è venuta veramente diversa da come l’avevo pensata! xD è molto strano… però, vabbè =D
Ora sono qui per voi.
Allora, avrete notato che in questi ultimi capitoli sto cercando anche di mandare dei messaggi, tipo pregiudizi o cose simili, spero che non vi annoi questa “lezione di filosofia morale”.
Ma veniamo a voi:
come sempre ringrazio per i commenti <3<3 mi fa piacere che riusciate a commentare sempre!
@roby_97: haha lo so, l’avevo detto che avevo postato in anticipo ^^
meglio così, dai.. almeno avete avuto il vostro capitolo prima! Dato che adesso mi sa… che finché non mi interroga in greco (giovedì prossimo O.O) non vedrete nulla del 15esimo capitolo… T.T
Edward è veramente un ragazzo d’oro, anche se all’inizio non sembrava =D
@Queen Alexia: ihih sì, avevo pensato infatti che suonasse un po’ strano che una ragazza regalasse al suo fidanzato un anello, però il rapporto che c’è tra loro due è molto forte, così ci voleva un segno che lo testimoniasse altrettanto forte =)
Jonathan è il contrario di Bella, è una persona molto complicata con un lato abbastanza egoista e poi ha testimoniato proprio ora di essere immaturo, anche se all’incirca avrà sui 45 anni, si è messo con Tiffany che ne ha ventitrè! Per cui… è una figura complicata quella di Jonathan, per questo ci tenevo a distaccarla dalla figura del padre-premuroso-Charlie. =)
haha sì, Bella è davvero imbranatissima! Le cade tutto xD essì, hai visto Edward curiosane!? ^^

@Sissy Cullen: oh accidenti, mi spiace che ti sia sembrato troppo corto… ma non mi piace fare capitoli troppo lunghi, come il primo. =) spero che questo ti piacerà di più.
Hai ragione, nemmeno io so come Bella riesca a sopportare il padre e anche la madre! Ma Bella ha un cuore gentile e quindi… ha un dono favoloso.

@RenEsmee_Carlie_Cullen: haha sì, hai proprio ragione… Jonathan è immaturo più che str0nzo!! xD per quanto riguarda Edward, bhe, che dire *__________*
@antonella64: ciao! È la prima volta che commenti qui, vero? ^^
mi fa piacere che hai letto gli ultimi due capitolo d’un fiato! Ti sono piaciuti? Lo spero!!!

@corny83: già.. Irene è un po’ sfortunata, ma se guardi bene, nemmeno troppo.. lei si è andata a cercare la situazione (anche del divorzio) visto che era sempre fuori casa.. e anche Jonathan però non è da meno =(
Sì, quello di Edward è stato un gesto istintivo ma anche molto premuroso: sapeva che se Bella avesse assistito al litigio sarebbe stata ancora più dura per lei, ormai la conosce profondamente.
Non ti preoccupare né per Charlie, né per “la maturità” =D già, sono ancora in quinta ginnasio.. e dai a meno che prenda uno in tutte le prossime.. ehm.. due verifiche xD dovrei passare l’anno con tutte piene sufficienze(che fortuna!) =D  grazie per il complimento.. non pensavo di scrivere così bene.. ora che me l’hai detto sono proprio felice *________________*

 
 
Buona lettura a tutti!!!
 
 
 
 
 

14. Coraggio,Bella!
Non tutti credono di avere abbastanza coraggio per affrontare la vita, io ero una di quei “non tutti”. Pensiamo veramente di non avere coraggio, ma poi ci ritroviamo a prendere determinate decisioni e quindi ad affrontarne le conseguenze: ognuno ha un po’ di coraggio dentro di sé, deve solo tirarlo fuori. Quando arrivò il mio turno di tirar fuori quella parte di coraggio pensai che non ce ne fosse tanto da poter affrontare quella situazione, ma poi mi resi conto che io dovevo averlo per forza un po’ di coraggio, sennò non sarei mai riuscita a stare a casa da sola per tutte le vacanze di Natale, a consolare ogni volta mia madre dopo il divorzio, a non rispondere male a mio padre quando non mi telefonava per mesi, a riuscire ad evitare ogni pregiudizio e stare con quella persona grandiosa che oggi è al mio fianco, non sarei mai riuscita a vivere la mia complicata vita. Così, decisi di armarmi di quel coraggio e andare incontro a ciò che mi aspettava.
 
-Sai a volte penso di essere veramente vigliacca.. tipo,adesso.. non ci riesco a tornare giù..- scossi la testa, -Non riesco a pensare di vedere mia mamma piangere o peggio di vederla lì seduta in cucina a fissare il nulla-
-A volte però le cose vanno affrontate, Bella- disse Edward seduto accanto a me.
-Sì, è questo che voglio dire.. che tanto so che non posso tirarmi indietro- poi sorrisi, -Ti faccio un esempio stupido: ti ricordi che l’anno scorso la prof Airoldi ci aveva fatto fare quelle presentazioni in geografia?-
-Sì certo- sorrise lui, -Tu avevi fatto l’Alaska e io il Brasile. Giusto?-
-Sì, infatti- ricambiai il sorriso, -Avevamo anche l’esposizione fissata per lo stesso giorno, ricordi?-
Lui rise, dandomi un lieve bacio sulla guancia -Eravamo destinati a stare assieme- 
-Bhe io.. come sai ormai, non sono molto brava a parlare davanti alla gente- spiegai, -Non so perché, ma.. faccio confusione oppure mi blocco e non riesco ad andare avanti. Bhe ecco, non volevo con tutta me stessa che quel giorno arrivasse; all’inizio dicevo “bhe tanto mancano ancora tre settimane…” ma poi quelle settimane erano passate e… era arrivato anche quel giorno.. capisci cosa voglio dire? Che se anche non voglio vedere mia mamma in lacrime è.. destino che io debba andare di sotto a consolarla-
-Credi che sia già scritta tutta la nostra storia, Bella?- mi chiese Edward, serio.
Io annuii.
-No, non è così, Bella. Puoi cambiare le cose- mi sorrise, -Lo puoi fare. Lo possono fare tutti. Ora tu puoi decidere di non andare di sotto e il tuo destino di oggi cambierà-
-No.. non posso perché.. non so spiegare- sorrisi imbarazzata, -Mi sento obbligata quasi, ad andare di sotto… come se l’avessi deciso a priori. Alla fine.. non avrei mai potuto cambiare le cose per quanto riguarda mio padre e Tiffany per non far soffrire mia madre… e…-
-Bella- mi interruppe lui, -Quello si chiama prevedere il futuro- rise, -Non si può fare, quello. Io ti sto dicendo che ora potresti prendere la decisione di non andare a consolare tua madre- mi sorrise, -Sai una volta.. qualche giorno dopo la morte dei miei genitori ero a raggruppare le mie cose per portarle da Angel e ad un certo punto ho notato che sulla scrivania di mio padre c’erano tante .. frasi ad effetto, diciamo… frasi che ti fanno riflettere- scosse la testa, -Pensavo fossero cose inutili, ero arrabbiato, diamine!- ridacchiò, -E allora ho deciso che avrei strappato tutto e buttato via tutto. La filosofia non mi serviva in quel momento.. sai, stavo per strappare tutto quando vedo questa frase e… bhe, sono cambiate molte cose- mi sorrise, -Non era scritta su post-it come le altre, bensì era incorniciata-
-Vedi- sorrisi, -Destino-
-Bhe, forse hai ragione, ma solo in questo caso. Voglio dire, il destino può anche esistere- mi sorrise, -Ma ognuno di noi può cambiarlo, può scegliere una via diversa-
-So che hai ragione Edward- abbassai la testa appoggiandomi a lui, -Ma.. quello che mi dice la mia natura o comunque la mia testa e il mio cuore è che io devo andare di sotto e cercare di risolvere questa situazione- scossi la testa, -Tu mi chiederai il perché di tutto ciò.. io non lo so il perché.. so solo che non ce la farei a non fare nulla per mia mamma, perché so che le conseguenze si ripercuoteranno anche su di me, poi…scusa è un discorso un po’ complicato…-
-No, ti capisco, Bella- mi abbracciò, -Ma questa paura ti deve passare-
-Non ho paura- borbottai.
Lui scoppiò a ridere, -Ma smettila! Dai, sto scherzando… ora andiamo giù, dai. Devi affrontare le conseguenze della decisione che hai preso- mi sussurrò all’orecchio.
-Lo so- annuii, -Ma.. ehi? Qual era quella frase?-
Lui mi sorrise, -Qualche volta il coraggio si presenta soltanto nel momento in cui non si vede altra via d'uscita. Io non avevo nessun’ altra via d’uscita in quel momento,Bella…-
 
-Mamma.. come stai?- chiesi con voce tremante appena la vidi intenta a preparare un frullato.
Non era un buon segno.
-Bene- mi sorrise lei inaspettatamente, -Sai Bella, ho capito che se Jonathan vuole rifarsi una vita.. si sicuro non sono io a poterglielo impedire-
Io e Edward rimanemmo sbalorditi. –Bhe comunque.. volete del frullato ragazzi? Edward ne vuoi?-
-Sì, grazie signora Almastri- rispose lui gentilmente mentre io prendevo due bicchieri.
-Oh, chiamami solo Irene- disse lei sorridendo; poi si girò verso di me, che guardavo pensierosa un bicchiere, -Bella non ti preoccupare- mi sorrise, -Ne abbiamo passate tante… supererò anche questa- sospirò.
Dopo che mia mamma ebbe detto quella frase, vidi Edward posare violentemente il bicchiere sul tavolo e assumere un’espressione alquanto innervosita.
-Signora Almastri- si rivolse a mia madre con sguardo furente, tanto che lei non ebbe nemmeno il coraggio di risponderle di chiamarla solo Irene, -Io capisco la sua situazione di ora… ma, diamine! Lei non capisce- ghignò, -Lei dice di averne passate tante! Ma nemmeno sa quante ne ha passate sua figlia!-
Io ero allibita, nessuno aveva mai preso le mie difese… con mia madre.
Edward sorrise malinconico, -Lasciare a casa una ragazzina da sola come un cane durante le intere vacanze natalizie… non dirle nulla prima del divorzio.. è Bella che ne ha passate tante! Non l’ho mai vista una volta lamentarsi, mai.. mentre invece lei! Alla prima occasione—
-Edward- dissi in un soffio mentre mia madre lo guardava allibita.
-No Bella, mi spiace, magari ora tua madre non mi vorrà mai più vedere, ma.. qualcuno deve pur dirle che sta sbagliando-
Io guardai per qualche minuto mia madre e vidi pian piano il suo sguardo diventare sempre più triste mentre quello di Edward sempre più calmo, -Bhe.. Edward..- dissi con voce tremante, -Forse è meglio che ora andiamo-
Edward guardò qualche attimo mia madre negli occhi e poi chinò la testa e mi prese per mano, -Arrivederci signora Almastri…-sussurrò prima che uscissimo.
Non dissi nulla quando uscimmo, perché sapevo che aveva detto quelle cose solo per me.
Lui si accorse quasi subito del mio silenzio, -Bella..- si fermò, -Bella, mi dispiace- scosse la testa mettendosi una mano sul viso, -Non ce l’ho fatta a non dirle nulla…mi dispiace…-
-Non fa niente- sorrisi, -Sai.. credo che le serviva un discorso così-
Lui guardò altrove sorridendo scettico, -Certo, come no. Detto soprattutto da un diciassettenne-
-Edward- dissi prendendolo per mano, -Non .. ti preoccupare-
-Bella… devo preoccuparmi.. se lei non.. vorrà più che noi…-
-Edward- sorrisi e lo baciai sulle labbra, -Ti ho detto che le serviva un discorso così, vedrai, avrà capito cosa le volevi dire-
-Non lo so,Bella.. non credo- disse lui, questa volta però sorridendo.
-Hai fatto bene a farlo- risi, -Nessuno… mai… le avrebbe detto qualcosa così… io non l’avrei mai fatto per esempio-
-Bhe Bella se ci avessi pensato sopra un po’ prima anche io non l’avrei fatto!- rise lui.
-Che si fa di bello,ora?- chiesi sorridendo.
-Sei troppo felice per i miei gusti- scoppiò lui a ridere, -Andiamo a casa.. mia ovviamente. Immagino che tua madre voglia decapitarmi in questo momento-
-Non credo- sorrisi ammiccante, -Mi ha sempre vista abbastanza triste.. ora credo che anche lei abbia capito che con te sono felice-
Intanto fra mille discorsi e mille ricordi arrivammo davanti alla casa di Edward e Angel. Subito notai qualcosa di diverso in Edward, -Che succede?-
Lui sorrise apertamente, -Quella è l’auto di Martin.. sai è—
-Sì so chi è- ridacchiai, -Angel mi ha spiegato tutta la genealogia- gli sorrisi.
-Bhe, non penso proprio tutta…- disse alzando gli occhi al cielo, -Dai ora entriamo.. gli verrà un colpo a vedermi.. sono.. dio! Quanto tempo è che non li vedo?!- rise lui.

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Capitolo 15
*** Di nuovo tutti insieme ***


Io lo sapevo che sarei riuscita a pubblicare solo quando la scuola sarebbe finita.
Chiedo umilmente perdono per l’attesa di oltre due settimane dallo scorso capitolo, mi dispiace veramente tanto.
Ora vi spiego che cosa è successo in queste settimane (:
la prof. di greco era sclerata xD ci ha messo in punizione e ci ha dato ogni giorno dalle due alle tre versioni, e vi giuro che fino a giovedì studiavo normalmente dalle tre alle quattro ore e, davvero, ero stanchissima, visto che era la fine dell’anno scolastico.. in più aggiungiamoci anche che il prof Petrone ha finito di interrogare in latino/storia/italiano ieri per cui… Yeah!
 
Ora…
Ho una notizia bella e una brutta.
Quella bella è che in questo capitolo incontreremo un nuovo personaggio, importante quanto Edward, Bella, Niccolò o Elena (:
Quella brutta però è che il prossimo capitolo lo vedrete solo a Luglio..
Lo so, lo so che volete prendermi a calci ora T.T
È solo che sono via troppo spesso quest estate e nel resto del tempo devo fare 14 versioni di greco e millemila esercizi, altrettante versioni di latino e leggere circa nove libri -.-“
Vi spiego: il 21 Giugno parto per Roma cinque giorni con la mia classe accompagnati dal prof Petrone (!!!!!! :D ) in una sorta di gita ma fuori dai giorni scolastici (in protesta alla riforma Gelmini la mia scuola ha deciso di abolire le gite…) e poi dal 3 al 17 Luglio vado in Inghilterra.. per cui a casa ci sto ben poco, contando che ad Agosto vado al mare con i miei e lì non abbiamo Internet.
Non vi prometto nulla, però. Né a Luglio né i primi di Agosto, perché mi ci vuole calma per scrivere. Scusate ancora ):


Bene, siamo giunti al capitolo. Ringrazio tutti per i commenti e ,mi raccomando, godetevi questo capitolo e fatemi sapere cosa ne pensate del nuovo personaggio :D
buone vacanze a tutti, ci rivediamo a Luglio!
 
 
 
 
 

15. Di nuovo tutti insieme.
-Zio Martin!- disse Edward entrando in casa.
Intanto anche io ero entrata, giusto in tempo per vedere davanti a me due persone sorridenti.
-Bella, questi sono mio zio Martin e mia zia Clara - disse loro presentandomi.
-Ciao Bella- disse Martin, con quel sorriso che mi ricordava tanto quello di Edward, -Non credevo che Edward potesse avere una ragazza prima o poi- scoppiò a ridere.
-Ehi, la vuoi finire?!- disse Edward tirandogli scherzosamente un pugno sulla spalla.
-Oh, Bella.. questi due sono proprio pazzi- mi disse Clara; a differenza del marito, alto, molto muscoloso, dai capelli rossi e mille lentiggini sul viso, Clara era una donna minuta ma molto graziosa dai capelli biondo miele e gli occhi verde smeraldo.
-Edward, ti chiederai che ci fanno qui- rise Angel, -Sono secoli che non ci vediamo…-
-Sì infatti- annuì Edward, -Avete traslocato nelle vicinanze, per caso? Sarebbe grandioso!-
Angel annuì, -Bhe.. non nelle vicinanze.. proprio qui a Cantù1! Abitano nella via sopra la nostra!-
Edward sorrise apertamente, poi si girò verso di me, -Devi sapere Bella- mi spiegò, -Che loro lavorano per una multinazionale proprio come tuo padre, ma visto che ci lavorano entrambi preferiscono traslocare piuttosto che stare lontani l’un l’altro …e bhe- sorrise malinconico, -Non li vedo da… bhe.. dal funerale-
Ovviamente io capii che non era necessario chiedere di quale funerale si trattasse vista anche l’espressione di Edward che mutò profondamente da un sorriso angelico a uno triste e malinconico.
-Oddio, ma la smettete di deprimervi?- disse una vocina acuta che proveniva dall’alto delle scale.
Angel e Edward risero, -Lei potevate anche lasciarla a Torino - borbottò lui.
-Scemo- disse sempre la stessa voce che ora si era trasformata in una ragazzina adolescente con capelli rossi e ricci che le scendevano sulle spalle fino a metà schiena ,moltissime lentiggini sul viso e due occhi grandi e verdi, come quelli della madre.
-Ciao!- esclamò rivolgendosi verso di me, -Bella, giusto?! Piacere di conoscerti- mi sorrise.
-Questa è Katherine- disse Edward ridacchiando.
-Ma la finisci di ridere asociale?!- sbuffò lei facendogli la linguaccia, -E.. poi, Kitty non.. Katherine. È da vecchia-
-Bhe, allora- riprese Angel il discorso, -Spero che rimarrete per un po’ qui-
-Bhe sì- disse Martin, -La multinazionale ci ha dato due incarichi molto impegnativi e prestigiosi- disse facendomi l’occhiolino, -Per cui, tranquilla sorellina, ci vedremo spesso.. ma non troppo- rise fragorosamente mentre Edward tirava delle occhiatacce a Kitty che stava cercando di portarmi via.
-Sono discorsi da vecchi, io e Bella andiamo di là- mi sorrise e mi incitò.
-Vieni, sediamoci qui- mi disse portandomi nella stanza di Edward.
Non avevo mai visto casa sua così popolata, così piena di gente e di divertimento, dove si scherzava e non si ripensava ai vecchi ricordi.
Credo che mi fossi persa troppo nei miei pensieri perché Kitty mi guardò interrogativa, -Tutto okay?-
-Sì, scusami- le sorrisi.
-Allora!- disse con tono squillante, -Che bello che finalmente Edward si sia trovato una ragazza!-
Io sorrisi, -Già.. immagino che nessuno ci avesse mai sperato-
-Io sì- rise lei, -Edward è.. troppo carino e misterioso.. deve attirare per forza qualche ragazza- mi fece l’occhiolino.
Io le sorrisi, -Nella mia classe non la pensano tutti così-
-Sì lo so- annuì lei, -Dicono tutti che è pazzo vero? Già.. ma lui non lo è. E per fortuna ci sono persone buone e gentili come te che lo capiscono.. sai- mi sorrise, -Edward non era così quando i suoi genitori erano vivi, voglio dire, era un ragazzo perfetto, bravissimo a scuola, intelligentissimo, bello!- rise, -Non che ora non lo sia.. ma tutte le altre qualità le ha perse. Voglio dire, è intelligente e tutto il resto ma… tutto ciò viene annullato dal fatto che fa a botte con tutti- disse dispiaciuta.
-Raccontami- chiesi curiosa, -Com’è… com’è stato vedere Edward cambiare così?-
-Brutto- rise, -No, vabè… è che nessuno si aspettava che i suoi morissero. Angel te l’avrà raccontato di sicuro.. stavano tutti organizzando una bella festa per il suo compleanno e .. bum! Una notte e le cose cambiano. Sai fa riflettere tutto ciò-
-Certo, le nostre condizioni di vita sono molte precarie.. basta un soffio…-
-E voliamo via,Bella. Solo che Edward non era pronto a ritrovarsi orfano così- disse triste, -Io ho tre anni meno di lui e Edward per me… lui…- disse con occhi sognanti, -Era il mio mito- rise, -Veramente!-
-Perché?- sorrisi.
-Beh, per tante cose.. era carino, dolce, intelligente, simpatico, andava d’accordo con tutti, aveva un sacco di amici.. mentre io col fatto che questa è la sedicesima volta che cambio città in vita mia, beh puoi capire che non ho molti amici mentre lui era.. circondato di amici, stava sempre in compagnia..! avrei dato dieci anni della mia vita per essere in lui anche solo un giorno, una settimana, un mese- mi sorrise, -E poi è cambiato così improvvisamente! Non parlava più con nessuno dei suoi amici né dei suoi parenti.. beh, anche Angel, oddio.. non è che abbia fatto molto bene a Edward essere affidato a lei, ma alla fine meglio di mio padre che è sempre in giro e cambia spesso città- mi sorrise malinconica, -Ho saputo che anche tuo padre e tua madre sono sempre in giro per il mondo,eh…-
-Già- annuii io triste, -E loro sono anche divorziati-
-Sì, Edward me ne ha parlato.. deve essere brutto vedere i tuoi che non stanno più insieme. Deprimente. Cioè almeno- ridacchiò, -Per me sarebbe così- sorrise, -Io vedo nel rapporto che c’è tra mio padre e mia madre una sorta del “vero amore”.. cioè quello che vorrei ottenere io.. ho.. ho reso l’idea?-
-Sì- annuii io, -Certo. Infatti per me è stata…- scossi la testa, -Veramente dura…-
-Immagino…- disse triste ma dopo poco il sorriso le tornò sulle labbra, -Beh, ora basta deprimerci! Parliamo d’altro!-
-Okay- risi, -Allora, raccontami.. quanti posti hai visitato nei tuoi mille traslochi?- sorrisi, -Sei nata in Italia o come Edward all’estero?-
-Sono nata a Roma- sorrise, -Però subito dopo mi sono trasferita in un paesino nel sud della Sicilia per circa un anno, poi abbiamo traslocato in Valle d’Aosta per un paio d’anni poi… siamo andati in Abruzzo per un anno, poi in Toscana, sei mesi a Siena e sei a Livorno… e vabè.. in tanti altri posti- rise, -C’è da dire che ho visitato quasi tutta l’Italia!-
-Qual è il posto che ti è piaciuto di più?-
-Siamo stati sei mesi a Ravenna prima di andare a Torino.. l’atmosfera lì era rilassata, calma, c’era da divertirsi un sacco!- rise, -Lì direi-
-Io non ho mai viaggiato molto…- confessai.
-Edward adora viaggiare- disse lei sorridendo, -Magari quando vi sposerete ti porterà in tanti posti! Ti farà visitare tutte le città che vorrai!-
-N-non credo c-che Edward voglia s-sposarmi..- balbettai arrossendo.
-Ma smettila!- rise lei, -Si vede che è pazzo di te!- disse con occhi sognanti, -Scommetto fino a duemila euro che ti sposa!-
-Scommessa accettata- risi sempre arrossendo, -Ma credo che solo Edward lo possa sapere-
-Beh no- disse lei, -Tu vorresti sposarlo?-
-Ehm.. –balbettai, -Se fosse per me lo sposerei anche ora-
-Ecco, vedi? – sorrise, -Il vero amore…- canticchiò, -Esiste!- disse lei e ridemmo entrambe.
 
Quei giorni dopo l’arrivo di Kitty furono molto belli: l’atmosfera era sempre calma, sia nella mia famiglia che in quella di Edward. La maggior parte delle sere le passavo a casa sua a cena con tutta la sua famiglia ,che oramai mi considerava parte di essa; i pomeriggi li passavo a chiacchierare ore e ore con Edward e Kitty su svariati argomenti. Entrambi erano perspicaci e intelligenti e adoravo il fatto che si prendevano in giro di continuo, scherzavano e si capivano con un solo sguardo; per me era strano far parte per la prima volta di una vera famiglia, così unita, così simpatica e affettuosa.
Ma, ne ero certa, questa atmosfera di estrema tranquillità non poteva durare.
Così, non mi spaventai più di tanto quando, poco più di due settimane dopo mi rispose al telefono una Angel spaventata, con voce triste e affannosa, che balbettava dicendo che Edward era all’ospedale; mi limitai solo a pronunciare un lieve “io l’avevo detto”…
 
1nota: vi lascio un po’ di link su Cantù, la mia città :D
http://it.wikipedia.org/wiki/Cant%C3%B9
 
http://www.comune.cantu.co.it/cantu/index.html
 
http://maps.google.it/maps?hl=it&q=cant%C3%B9&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.&biw=1024&bih=580&um=1&ie=UTF-8&hq=&hnear=0x478698fd23e382a3:0x40678022e66e360,Cant%C3%B9+CO&gl=it&ei=nafzTeXzB4vAtAae54DLBg&sa=X&oi=geocode_result&ct=image&resnum=1&ved=0CCwQ8gEwAA
 
http://www.cantu.it/
 
http://www.google.it/imgres?imgurl=http://mw2.google.com/mw-panoramio/photos/medium/425709.jpg&imgrefurl=http://www.gibilix.com/2008/09/i-delatori-di-cantu/&usg=__R2GxSbqZsSnkbxdBhkN7siiTxJY=&h=374&w=500&sz=46&hl=it&start=0&zoom=1&tbnid=-gA859putierrM:&tbnh=121&tbnw=159&ei=V6jzTbS8MoSytAbR4amXBg&prev=/search%3Fq%3Dcant%25C3%25B9%26hl%3Dit%26biw%3D1024%26bih%3D580%26gbv%3D2%26tbm%3Disch&itbs=1&iact=hc&vpx=624&vpy=115&dur=1593&hovh=194&hovw=260&tx=123&ty=119&page=1&ndsp=15&ved=1t:429,r:3,s:0&biw=1024&bih=580 http://www.google.it/imgres?imgurl=http://media.bodaclick.com/img/img_moll/premium/galeria_marcada/ristorante-le-querce-50555.jpg&imgrefurl=http://www.nozzeclick.com/matrimonio/ristoranti-per-matrimoni/ristorante-le-querce-mirabello-di-cantu-.html&usg=__Ic6NMALCl1e6HLBWI3-MLN1BJ5I=&h=400&w=500&sz=73&hl=it&start=22&zoom=1&tbnid=DOuJc-r_YPwOmM:&tbnh=104&tbnw=130&ei=w6jzTZajMsXGswapp4XIBg&prev=/search%3Fq%3Dcant%25C3%25B9%2Bboschi%26hl%3Dit%26biw%3D1024%26bih%3D580%26gbv%3D2%26tbm%3Disch&itbs=1&biw=1024&bih=580
http://www.google.it/imgres?imgurl=http://imageseu.homeaway.it/vd2/files/HR/400x300/9w/1068647/448802_1275942274263.jpg&imgrefurl=http://www.homeaway.it/affitto-vacanze/p448802&usg=__ai702u2VMCGxOJBGH8X6PTVGgJk=&h=300&w=400&sz=87&hl=it&start=104&zoom=1&tbnid=Pd2Iqm-oli9N8M:&tbnh=122&tbnw=157&ei=uajzTbD-KcjKsgbq5s2xBg&prev=/search%3Fq%3Dcant%25C3%25B9%2Bboschi%26hl%3Dit%26biw%3D1024%26bih%3D580%26gbv%3D2%26tbm%3Disch&itbs=1&iact=hc&vpx=117&vpy=279&dur=2457&hovh=194&hovw=259&tx=126&ty=104&page=8&ndsp=15&ved=1t:429,r:0,s:104&biw=1024&bih=580
 

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Capitolo 16
*** Like Romeo and Juliet ***


Hei hei heiiiiiiiiiiiiii!
Non vi aspettavate di trovarmi qui,eh!
Ha-ha ma io sono imprevedibile ^^
In effetti vi ho lasciati troppo sulle spine.. e quindi ho detto, “vabè, ora ho un po’ di tempo, mettiamoci a scrivere questo capitolo!”.
È un po’ tragico ve lo dico subito =( (spoiler: nessuno muore,eh, non vi preoccupate/angosciate dal titolo!).
Passiamo ai commenti (vi ringrazio a vita! <3)
@RenEsmee_Carlie_Cullen: sì Edward è un po’ stupido veramente -.- ma la sua voglia di vendetta prevale su tutto…
@corny83: haha non sono sadica >.<  okay solo un po’ va bene u.ù
Ma almeno ho postato presto :D
Sììììììììì adoro Kitty *_____* anche perché hem hem.. praticamente sono io in versione capelli rossi xD  no, io sono più pestifera!
Ma sì, ho preso Cantù come città perché la conosco meglio di tante altre e poi perché è molto simile a Forks e quindi mi piaceva l’idea (: buona lettura!
@Betta_Masen:  Oh ciao mia nuova fan *________________*
sono felice che tu abbia scoperto la mia FF, meglio tardi che mai!
@Queen Alexia: Ma io ti invidio >.< Voglio andare anche io in Grecia ihih
Per quest anno Roma e Londra vanno bene però ^^
Ma veniamo a noi…. Mi spiace ma per sposare Edward c’è una bella lista >.< xD e ovviamente la nostra Bella viene prima di tutti, ma non ti agitare, ci manca molto alle nozze, anche perché i nostri piccioncini sono minorenni xD
<3<3 tanti baci!
e… p.s. prometto di non morire sotto il peso delle versioni ma sono davvero troppe T____T
@roby_97: a me buone vacanze ma a te.. buona fortuna per gli esami!
Beh, dai almeno non ti faccio aspettare fino a Luglio =P

BUONA LETTURA A TUTTI E QUESTA VOLTA.. BEH, CI VEDIAMO VERAMENTE A LUGLIO (:



 
16. Like Romeo and Juliet.
Il vento di quella fredda giornata di ottobre mi soffiava violento sul viso e una pioggerellina autunnale imitava le lacrime che mi rigavano il volto.
Ero immobile davanti al pronto soccorso indecisa se entrare o iniziare a correre per una meta non ben definita; stavo quasi per scegliere la seconda quando vidi uscire dalla porta una piccola ragazzina dai capelli rossi, che scuoteva la testa e apriva un ombrello fuxia.
-Bella, vuoi prenderti una broncopolmonite qui fuori conciata così? Ti sembra il caso di andartene in giro ad ottobre con una maglietta a mezza manica? Sei fuori?!- disse la ragazzina rimproverandomi, -Hei?- riprese dopo un poco vedendo che io non le rispondevo e rimanevo immobile a congelarmi, -Ma ci sei? Bella?- chiese preoccupata.
-Cos’è successo?- riuscii a balbettare dopo qualche attimo.
-Calmati Bella, non mi sembra il caso di fare così- disse lei mentre io tremavo e singhiozzavo.
-No, Bella- mi sgridò la ragazza, -Non devi fare così! Non è la prima volta che succede per cui finiscila!- mi disse arrabbiata ma allo stesso tempo premurosa, -Ti prego…-
-Okay- balbettai.
-Okay- annuì lei sorridente, -Ti va di entrare?- mi chiese, -Di sicuro Edward uscirà a breve…-
-Allora non è nulla di grave!- dissi spalancando gli occhi.
-Ma certo che no! Quel cretino di Edward le ha solo date di santa ragione a quello che lo aveva preso a coltellate l’ultima volta- sbuffò lei.
-Oh no.. di nuovo…- balbettai.
-Bella! Ti ho detto di stare calma.. la cosa peggiore che può essere successa è che ha un braccio rotto.. quindi!- sbuffò lei avvolgendosi nel caldo maglione azzurro, -Hei, mi sto congelando qui fuori. E tu stai tremando da dieci minuti, quindi sbrigati entriamo. Dentro c’è anche Angel..-
-Lo so, mi ha chiamata lei…-
-Ah, ecco allora perché sei così preoccupata- rise, -Lei sta piangendo da tre ore!- disse alzando gli occhi a cielo e poi sbuffò facendomi segno di entrare.
 
Il pronto soccorso lo ricordavo bene: tre mesi prima c’ero stata ad accompagnare mia mamma quando aveva cercato di farmi un frullato di pesche e di dita della sua mano.
Ma in quei tre mesi, passati così velocemente, molte cose anche in quel posto erano cambiate: il comune aveva ordinato una ristrutturazione immediata quando era quasi crollato il soffitto e così ora le pareti erano passate dal banco ingiallito a un bel rosa tenue mentre il soffitto era stato rinforzato da travi di legno e metallo.
-Kitty, Bella- disse Angel alzandosi dalla scomoda sedia della sala d’attesa.
-Bella ha deciso di diventare un Polaretto, zia- disse lei ridacchiando.
Angel alzò gli occhi al cielo, -Quando ti ho detto di venire in fretta speravo almeno che una giacca te la mettessi, tesoro-.
Io non fiatai, sia perché cercavo con lo sguardo il mio Edward da qualche parte in quella sala enorme, sia perché stavo veramente congelando di freddo e avevo la vista un po’ annebbiata.
Vedendomi tremare, Angel si tolse il suo maglione e me lo mise sulle spalle, -Sciocchina impulsiva- sorrise.
-Grazie- sorrisi.
-Ah eccolo il nostro Edward mani di forbice- rise Kitty dopo qualche istante.
-Quanto sei gentile cuginetta assassina- ghignò lui.
-Antipatico- disse lei facendogli la linguaccia.
-Antipatica tu- disse lui ridacchiando.
Era Edward, ovviamente, il mio Edward. Non era conciato molto bene nemmeno stavolta, ma almeno non aveva troppi tagli sul viso, ma in compenso aveva un braccio fasciato.
Ma in realtà non lo fissavo perchè era nuovamente ferito, ma perché non mi aveva nemmeno rivolto uno sguardo o un saluto.
Angel, pochi attimi dopo, si schiarì la voce per attirare l’attenzione di Edward su di me, -Buongiorno,eh- gli disse lei sorridendo.
-Non sono morto nemmeno stavolta- disse lui rivolgendosi a Angel.
-Ah, ciao- dissi poco dopo accorgendosi di me.
-Ciao- dissi con voce tremante, mi sembrava solo tutto un incubo: il suo sguardo era molto superficiale mentre mi fissava e la sua voce era annoiata.
-Come stai?- chiesi gentilmente.
-Io sto bene. Non capisco perché tu sia venuta, Isabella…- disse alzando le sopracciglia.
-Ma sei cretino?!- gli disse Kitty arrabbiata tirandogli una sberla in faccia, -Le parli in questo modo? Come ti permetti, idiota!? È venuta qui di corsa, con solo una maglietta maniche corte con il freddo che fa, per sentire un ragazzino presuntuoso che fa a botte col primo che incontra?-
-Sono problemi suoi se vuole ammalarsi, non miei- disse lui seccato.
Mi veniva da vomitare e stavo disperatamente cercando di trattenere quel fiume di lacrime che stava cercando via di fuga dai miei occhi, -Mi dispiace- balbettai.
-No, Bella- disse Kitty fissando Edward, -Non ti scusare. Credo che Edward abbia preso una botta in testa e dica cosa senza senso- annuì, -Brutto idiota!- gli sussurrò poi.
Dopo quelle parole lo sguardo di Edward cambiò radicalmente, trasformandosi nel tenero sguardo di quel ragazzo perfetto che tanto amavo; poi spostò lo sguardo su di me, che tremavo e mi picchiettavo la fronte violentemente, cercando di non piangere –Lasciateci un minuto, per piacere- disse con voce calma.
-Idiota- sbuffò Kitty dirigendosi verso la porta.
-Certo, Edward, tutto il tempo che vuoi- sorrise Angel, -Vieni Kitty, aspettiamo fuori-
Dopo qualche istante, mentre guardavo le due ragazze allontanarsi lasciandomi da sola con lui, cercai di buttar via la paura che provavo in quel momento e di argomentare una frase decente, ma non mi uscii niente di meglio di un “se vuoi che me ve vada..” singhiozzante.
Edward sbuffò, -Fai come vuoi-
A quelle parole, tutte le lacrime che avevo cercato di trattenere fino a quel momento scoppiarono fuori dai miei occhi e il mio corpo fu squassato da singhiozzi mentre, appoggiandomi al muro, cercavo di non cadere per terra.
-Finiscila- mi sussurrò lui arrabbiato, -Non ho intenzione di dare spettacolo-
-Ma io ti amo, Edward- balbettai singhiozzando, -Che cosa ti ho fatto? Mi dispiace se ti ho fatto qualcosa.. non.. volevo.. mi dispiace…-
A quelle parole vidi Edward chiudere gli occhi e mettersi una mano, chiusa a pugno, davanti alle labbra, mentre due lacrime gli rigavano il viso perfetto, -Va’ via- mi sussurrò, -Vattene…- disse quasi senza voce mentre io a fatica riuscivo a star dietro a quelle semplicissime parole.
Poi lui si avvicinò a me e mi abbracciò e dolcemente di diede un bacio sulla fronte, -Scusa...- sussurrò, -Scusami, Bella… io ti amo, tanto, troppo! Ma.. tu non puoi stare con un pazzo violento come me…va via prima che mi innamori a tal punto di non poter più fare a meno di te. Già ora non posso fare a meno di te per un solo giorno, ma.. posso sopportarlo. Ma man mano che il tempo avanzerà non riuscirò più a stare lontano da te nemmeno un minuto, un secondo.. per cui, vattene, prima che non ci sia più rimedio- sussurrò stringendomi a sé.
-Non me ne vado, Edward- balbettai, -Io ti amo.. Edward! Io ti ho accettato per come sei e non mi interessa se dovrò venire altre volte all’ospedale o dovrò vederti qualche altra volta con un braccio rotto.. io.. non ce la faccio a stare senza di te, ti prego.. non mi lasciare così…-
Edward mi prese il viso tra le mani, -Bella tu meriti di più-
-Ma io voglio te- sussurrai in preda al panico che mi potesse lasciare. Non l’avrei sopportato.
Lui alzò gli occhi al cielo, -Allora è questa la tua decisione?-
-Io ho deciso appena tu mi hai giurato il tuo amore con questo- dissi mostrando l’anello che avevo al dito, -Nulla mi fa cambiare idea-
-Come vuoi- disse, e finalmente mi sorrise, -Non pensare che questa era una di quelle stupide prove “se sopporti questo allora mi ami davvero” perché non ti farei mai soffrire in quel modo, Bella. L’ho fatto solo perché…- sorrise, -Beh perché io non ti merito e tu meriti di più, te l’ho già detto e.. comunque il mio braccio non è rotto- disse facendo una smorfia, -Quel bastardo di Claudio mi ha fatto un bel taglio profondo.. ma in realtà sei stata molto più brava tu con la medicazione che questi “dottori”- rise.
Io sospirai, -Edward, mi prometti una cosa?-
-Non mi stavi ascoltando vero?- sbuffò,-Io parlo a vuoto- rise.
-Edward…-
-Cosa devo promettere- mi sussurrò all’orecchio.
-Che con questi discorsi sul meritarmi o no la finisci-
Lui alzò gli occhi al cielo, -E va bene, promesso. Ma poi non lamentarti nel caso in cui qualche giorno mi ritrovi morto da qualche parte,eh-
-Non dire scemate, Edward. Se ti trovo morto mi suicido anche io- balbettai.
-Non dire tu scemate- disse arrabbiato.
-No-
No, tu Bella- disse lui, -Se muoio io per qualunque ragione di sicuro non devi farlo anche tu- disse baciandomi sulle labbra.
-E se muoio io?-
-Ehi, ma che sono questi discorsi?- rise.
-E i tuoi discorsi invece?- dissi alzando un sopracciglio.
-Se muori tu, muoio anche io, perché senza di te non vivo- disse sfiorandomi le labbra con un altro bacio.
-E allora!? Che differenza fa?- brontolai.
-Che io faccio quello che voglio e tu no- disse facendomi la linguaccia.
-Beh tanto se sei morto non mi puoi fermarmi dallo spararmi un colpo in testa- sorrisi beffarda.
Lui rise, -Non te lo permetterei comunque, non so in che modo ma.. non te lo permetterei-
-Perché? Saremmo di nuovo assieme, come Romeo e Giulietta- sussurrai.
-Primo, ora la finiamo con i discorsi sulla morte che portano pure sfiga- rise, -Secondo… non ti farò rimanere dannata per sempre, amore mio- disse baciandomi di nuovo, - Poiché mai storia fu più triste di quella di Giulietta e del suo Romeo…- sussurrò.

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