Everybody loves a vampire

di eleblack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Blood Brothers ***
Capitolo 2: *** Matt said ***



Capitolo 1
*** Blood Brothers ***


Play, play the game tonight
Can you tell me if it's wrong or right
It is worth the time, is it worth the pr- “
 
“Ehi!”
 
“Che vuoi, Dean? Sono le 4 del mattino, che ne dici di farmi dormire un po?” si lamentò Sam, coprendosi la faccia col cappotto e appoggiandosi al finestrino chiuso nell’ennesimo tentativo disperato di addormentarsi.
 
“Non siamo mica in un cazzo di motel, Sammy! E come dovrei fare io a guidare in piena notte senza nemmeno un po’ di musica a tenermi sveglio?” protestò Dean e rigirò la manopola il volume verso il massimo.
 
“…the curtains open
To the roaring of the crowd
You will feel it all around you…”
 
Dal suo angolo buio, Sam sbuffò.
 
“Oh, vedi di non rompere,” lo rimbrottò suo fratello maggiore, distogliendo lo sguardo dalla strada per guardare lui “Sei tu quello che ha insistito tanto per venire fino a qua.”
 
“Dean, quante volte te lo devo dire?” Sam si raddrizzò, buttò il cappotto sul sedile posteriore e si ravviò i capelli “E’ un lavoro facilissimo, roba di uno o due giorni, te lo prometto. Delle persone sono state attaccate da animali ultimamente...”
 
“Animali del cazzo,” mormorò Dean, e si vedeva che ancora non era del tutto convinto.
 
“Noi troviamo la causa e la eliminiamo, e poi ce ne torniamo alla nostra emozionante vita di tutti i giorni,” disse Sam ironico, guardando il fratello. Perché davvero, da qualche tempo Dean era così permaloso. Non pensava ad altro che a trovare il vampiro alfa.
 
Mentre superavano un cartello che diceva “Mystic Falls: 100 km” , dentro l’Impala calò il silenzio.
 
Sam sarebbe anche riuscito ad addormentarsi nelle due ore di viaggio che restavano, solo che non era più dell’umore. Non riusciva a non pensare a come il suo rapporto con Dean sembrasse essere cambiato per sempre.
 
D’accordo, loro due non erano mai stati bravissimi a relazionarsi, ma Sam aveva sempre saputo che Dean aveva fiducia in lui e che la cosa era reciproca.
 
Adesso era come se ci fosse un muro tra di loro. Non riuscivano più a comunicare con un semplice sguardo: c’era bisogno delle parole per avere anche la fiducia – e talvolta nemmeno le parole bastavano.
 
Dean non lo guardava più prima, ecco. C’era stato un tempo in cui Dean considerava il fratello innocente come una vergine, noncurante di quale strano tipo di sangue gli scorresse nelle vene o del fatto che il loro stesso padre avesse preso in considerazione l’idea di dover uccidere Sam, un giorno.
 
Ma poi, ammettiamolo, il giovane Winchester aveva combinato così tanti casini che adesso Dean non era più sicuro che fosse nemmeno suo fratello.
 
Sam sapeva che sotto la maschera che Dean indossava ormai da giorni si celavano delusione, disillusione e, chissà, magari anche preoccupazione per cosa ne sarebbe stato di loro. Ecco perché cercava disperatamente di reimmergersi nella loro vecchia routine di ingaggi e lavori in giro per l’America.
 
Lavorare fianco a fianco con Dean gli dava speranza, gli era più facile pensare che un giorno, forse, lui e Dean sarebbero tornati ad essere quelli di prima.

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Capitolo 2
*** Matt said ***


“Allora, cosa sai dirmi di questa Mystic Falls?” chiese Dean, aspettandosi da Sam un resoconto completo sul passato della cittadina attraverso cui ora guidavano lentamente.
 
“Beh, qui è successo di tutto,” cominciò Sam, sfogliando le pagine del plico che aveva in grembo “Una serie di attacchi da parte di animali, persone scomparse, un fuoco di origini ancora sconosciute nel centro della città, che tra l’altro ha distrutto un edificio e ucciso il sindaco in persona...”
 
“Bah, a me sembra molto ordinario.” Commentò Dean, comunque molto più interessato negli abitini corti delle ragazze in strada che nel vero motivo per cui erano venuti fin lì.
 
“Sì, lo è, almeno finchè non vai a controllare la storia della città. E’ parecchio interessante.”
 
 “Woah woah, aspetta, se davvero dovrò stare a sentire una delle lezioni di storia del professor Winchester, prima devo riempirmi lo stomaco.” esclamò Dean pieno di sarcasmo, ma non scherzava riguardo al mangiare: all’improvviso girò a sinistra ed entrò nel parcheggio di un locale chiamato Mystic Grill. Suo fratello alzò gli occhi al cielo ma non riuscì a reprimere un mezzo sorriso divertito.
 
I due scesero dall’auto e si avviarono all’entrata; Dean carezzò con nonchalance la sua macchina mentre faceva l’occhiolino a una bionda di passaggio.
 
Il Grill era un bel posto, accogliente e pieno di giovani; di sicuro era un locale da dopo scuola molto popolare – se non l’unico, viste le piccole dimensioni della cittadina.
 
Sam e Dean si sedettero nell’angolo più discreto del locale. Dean afferrò e aprì il menù non appena il suo culo toccò la sedia. Sam si schiarì la voce e si guardò intorno. Incrociò lo sguardo del giovane cameriere biondo, il quale gli indicò con un cenno che arrivava subito.
 
“Cavolo, guarda questi cheeseburgers!” esclamò Dean, e sembrava un undicenne di fronte a una ruota panoramica gigante.
Altro che due giorni, pensò Sam e sospirò. A Dean sarebbero volute due settimane solo per assaggiare tutti i piatti nel menù di quel posto.
 
Quando il cameriere arrivò, Dean era ancora indeciso tra 3 o 4 panini. Sam si scusò per suo fratello indirizzando al biondo uno sguardo disperato, e lui sorrise in risposta.
 
“Siete nuovi in città? E’ normale per i nuovi arrivati essere così indecisi. Ti consiglio il doppio cheeseburger “5 stelle”, è il migliore.” Fece l’occhiolino a Dean mentre tirava fuori penna e block-notes dalla tasca posteriore.
 
“Avrei preso proprio quello,” Dean sollevò lo sguardo dal menù e sorrise “E una birra.”
 
Sam abbozzò un sorriso e aggiunse: “Una birra anche per me, grazie.”
 
“Perfetto. Grazie a voi.”
 
Le birre arrivarono subito e Dean ne bevve subito un sorso, soddisfatto.
 
“Adesso puoi anche fare l’appello, Prof,” disse a Sammy, ma per la prima volta sembrava concentrato.
 
“OK...allora... la cosa più interessate risale al 1864...” Sam giocherellò un po’ con la sua bottiglia mentre controllava che nessuno stesse prestando loro ascolto “Quando gli abitanti si ribellarono contro i vampiri insediati qui. Li catturarono e bruciarono da qualche parte nel centro storico. E’ un caso unico, una popolazione cosciente del pericolo che corre e che decide di fare qualcosa al riguardo...”
 
“Sam.”
 
“Che c’è?”
 
“Perchè non mi hai detto subito che c’entravano dei vampiri in tutto questo?” chiese Dean serio.
 
Sam scrollò le spalle e rispose con tono innocente: “Beh, tu non me l’hai chiesto prima di dieci minuti fa...e poi ho pensato fosse abbastanza ovvio...voglio dire, attacchi di animali...”
 
Gli occhi di Dean diventarono due fessure. Posò la bottiglia di birra e si avvicinò a Sam.
 
“Certo. Sono secoli che stiamo dietro a questi vampiri di merda e tu semplicemente ti dimentichi che abbiamo una nuova traccia- “
 
“Ma non l’abbiamo, Dean! Insomma, non lo so ancora. E’ stato un caso, ho letto di questo paesino e ho pensato che potevamo tentare.”
 
“Oh, scusa tanto, pensavo solo che non volessi parlarne perché ti sentivi ancora in colpa per quello che è successo...”
 
“In colpa? Dean,” Sam scosse la testa “Quante volte devo dirtelo... mi dispiace, okay? Mi..”
 
“Lo so.” Dean riportò la sua attenzione sulla sua birra, interrompendo Sam in un modo che lo innervosiva sempre – e che stavolta gli fece perdere la pazienza.
 
“No, sai cosa? Non è vero, non lo sai,” sbottò Sam “Lo vedo che non mi credi e lo so che t’interessi ai vampiri solo perché così speri di trovare il vampiro alfa e che lui ti spieghi cos’è successo al tuo fratellino!”
 
“Sam,” sibilò Dean, e lo afferrò per un braccio “Mi hai appena detto che c’erano vampiri qui in passato e, se abbiamo ragione, ce ne sono ancora. Non mi pare il caso di parlare di queste cose in pubblico.”
 
“Ecco qua,” disse una voce insicura sopra le loro teste. Il cameriere aveva appena portato il cheeseburger di Dean e ora li fissava, un sopracciglio rialzato. “Tutto bene?”
 
“Sì, sì, certo,” Dean mollò la presa all’istante e mise su un gran sorrisone mentre si appropriava del piatto. “Grazie, amico. Anzi, non è che potresti sederti un attimo, per favore? Avremmo delle domande da farti.”
 
Il ragazzo sembrò confuso e solo dopo un attimo annuì; appoggiò la pila di piatti che trasportava su un tavolo vicino e si sedette. “Sì, certo... sono Matt, comunque.”
 
“Grazie, Matt. Noi siamo i Detective Angus e Fudge, FBI.” Disse Sam, ed entrambi mostrarono come al solito il loro distintivo falso.
 
Matt, sorpreso, commentò con un semplice “Oh.”
 
“Abbiamo saputo che alcune persone sono state attaccate nei dintorni, ultimamente.” Cominciò Dean.
 
“E qualcuno è scomparso. Se non sbaglio, la... famiglia Lockwood,” continuo Sam “Ha annunciato di recente la scomparsa del signor Mason Lockwood…”
 
“Conosco il nipote di Mason, è un mio am-...” spiegò Matt, e un lampo di confusione gli attraversò il volto mentre si bloccava “E’ un ragazzo di qui che conosco molto bene, siamo cresciuti insieme.”
 
Dean e Sam lo fissarono anche dopo che aveva finito di parlare, ma sembrava che avesse detto tutto quello che sapeva sull’argomento; sembrava che il ragazzo fosse adesso occupato a pensare a qualcosa che gli era appena venuto in mente e si fosse addirittura dimenticato di loro. Ma Dean, che non aveva guidato fino a Mystic Falls solo per fare da strizzacervelli a uno sconosciuto qualsiasi, aveva altre domande da fare.
 
“Da quanto tempo è scomparso, di preciso?”
 
“Uhm, è difficile dirlo. E’ stato dopo il Ballo in Maschera organizzato dai Lockwood. Abbiamo tutti pensato che se ne fosse semplicemente andato, sapete. La sua famiglia sostiene che sia sempre stato un uccel di bosco, sono abituati a vederlo partire senza preavviso.”
 
“Perché pensate che gli sia successo qualcosa, allora?” chiese Sam dubbioso.
 
“Io non so molto, ma ho sentito che una ragazza si è presentata a casa Lockwood in cerca di Mason e sosteneva che lui non è mai tornato in Florida, dove viveva con lei prima di ritornare qui.”
 
Dean annuì, ma non commentò nulla.
 
“Che ci dici degli attacchi di animali? Quando sono iniziati, e quando si è verificato l’ultimo?” domandò suo fratello.
 
“E’ cominciato tutto all’inizio della scuola, quest’anno, di questo sono sicuro,” rispose Matt. Si incupì e la sua voce sembrò incrinarsi per un momento “Mia sorella fu attaccata durante una festa lo scorso settembre. Sono quasi sicuro che quello sia stato il primo attacco.”
 
“Sarebbe possibile parlare con lei?” domandò Dean, ma Matt divenne subito rigido e scosse la testa.
 
“Mia sorella è morta.”
 
I due fratelli si scambiarono un’occhiata e poi tornarono a guardare Matt.
 
“Condoglianze.” Disse Dean educatamente.
 
“E’ morta nell’attacco?” chiese subito Sam, guadagnandosi un’occhiata severa da parte di suo fratello.
 
“No, è successo dopo.” Mormorò Matt, e poi si alzò schiarendosi la voce. “L’ultimo attacco c’è stato qualche tempo fa, durante la festa di carnevale della scuola, se non sbaglio. Anche quella era vicino al bosco, ma di più non so dirvi. E ora scusatemi, ma dovrei davvero tornare al lavoro.”
 
“Naturalmente, amico, grazie.” Dean gli rivolse un sorriso comprensivo e più caldo del solito di cui il ragazzo nemmeno si accorse mentre si affrettava a tornare dietro il bancone.
 
“Sei contento, Ispettore Gadget? Perché, davvero, porca miseria, hai il tatto di un robot.” Fece notare Dean a Sam. L’altro lo guardò come se non sapesse di che stava parlando e poi prese a sorseggiare la sua birra.
 
“Non eri tu che volevi sbrigarti a risolvere questa storia? Sono semplicemente andato dritto al punto.”
 
Non mi pare proprio, pensò Dean mentre lasciava ricadere il panino sul piatto, è solo l’ennesima dimostrazione del bastardo senz’anima che sei diventato.
 
“Andiamocene. Questo schifo mi ha fatto passare la fame.” Disse ad alta voce, alzandosi di scatto. Sam si alzò malvolentieri per seguirlo, un’espressione al tempo stesso sorpresa e scocciata sul suo viso.
 
Un paio di metri più in là, Matt e Alaric li stavano guardando; l’insegnante di storia aveva un bicchiere in mano ed era voltato indietro rispetto al bancone.
 
“Sono quelli?” domandò a Matt dopo che le due figure furono uscite all’esterno.
 
“Già. Non riesco proprio a immaginare cosa sia venuto a fare l’FBI a Mystic Falls,” commentò Matt, ancora turbato dalla conversazione appena avuta.
 
“Già. Nemmeno io.” Disse Alaric, sorseggiando il suo drink più pensieroso che mai.
 

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