La Principessa senza sorriso.

di Nearina_is_back_LoL
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Principessa e il Pettirosso. ***
Capitolo 2: *** La Principessa e la sirena ***
Capitolo 3: *** La Principessa e il Folletto. ***
Capitolo 4: *** La Principessa e la Ninfa. ***



Capitolo 1
*** La Principessa e il Pettirosso. ***


Mi hanno bloccato la pagina. Me lo son meritata.
MA LO RIFAREI, ECCOME.

Era ora di rimettere le mie poche storie x°D
Mi dispiace solo per quelle poche persone che avevan perso il loro tempo per commentare le storie mie X°°°D
Nel decidere con quale storia iniziare, ho pensato che anche le mie fiabe meritassero di stare su EFP. Tanto c'è di tutto.

Adooooro i doppi sensi ;D
Ogni parola, ogni frase, ogni situazione, ha un secondo significato.
Credo che nemmeno chi sa abbia capito tutto ;D
Solo io posso.
Per tutti gli altri...Vedetela come una semplice fiaba,no?
Buona lettura <3


C'era una volta una principessa, famosa come “La principessa senza sorriso.”
Si chiamava Vera.
Viveva in un bellissimo castello, ai confini di una meravigliosa contea.
Aveva tutto quello che poteva desiderare dalla vita.
Denaro. Potere. Notorietà.
Viveva nella bambagia.
Le bastava chiedere,per ottenere.
Soltanto..Era molto sola.
Passava le sue giornate chiusa nelle sue stanze, chiedendosi perché fosse l'unica a non avere compagnia nel suo regno. Desiderava soltanto un amico sincero,niente di più.
Un giorno, quasi per caso,un piccolo pettirosso cadde dal suo nido, e non fu più in grado di risalire sull'albero,essendo ancora troppo piccolo per volare.
La principessa decise che se ne sarebbe presa cura lei, fino al giorno in cui non fosse riuscito a volare via.
Più i giorni passavano,però, più Vera si affezionava al suo amato pettirosso,sicché non volle più lasciarlo andare,nemmeno quando ormai si era fatto grande e,con ogni gesto,urlava il suo bisogno di libertà.
Il piccolo pettirosso,dal canto suo, era felice di essere il compagno di giochi della signorina, e non la lasciava mai sola.
Perché,nonostante a volte la distanza li allontanasse, il pettirosso era sempre nella mente e nel cuore della Principessina.
Tutti,nel contado, si accorsero di questo improvviso cambiamento.
La principessa senza sorriso ormai non esisteva più.
Al suo posto, vi era la Principessa Sole, allegra e radiosa come non mai.
Il sorriso non abbandonava mai le sue labbra,illuminando un poco quell’espressione incupita che lei stessa detestava.
E se,a volte,tornava a deprimersi per quell’altra piaga che attanagliava il suo piccolo cuore,l’amore, sapeva che sarebbe bastato guardare negli occhi il suo pettirosso per scacciare ogni triste pensiero.
I giorni passavano,e la loro amicizia diventava sempre più solida. Non ci volle molto per trasformarla in ossessione.
La principessa desiderava soltanto la compagnia del suo pettirosso,e di nessun altro.
Iniziava a detestare chiunque lo accarezzasse, gli si avvicinasse o,semplicemente, lo guardasse.
"E’ mio. E di nessun altro. Non toccatelo! Non guardatelo! Non parlategli! E’ mio! Mio,e mio soltanto!" ripeteva,in continuazione.
A chiunque decidesse di sfidare la sorte e di sfiorarlo,anche per un solo secondo, faceva spezzare le dita.
A chiunque si avvicinasse per ammirarlo in tutta la sua bellezza, faceva cavare gli occhi.
La sua ossessione si stava trasformando in pazzia.
E,nonostante lei fosse disgustata da questa sua insana gelosia, non riusciva a evitare di comportarsi in quel modo.
Eppure,il piccolo pettirosso, non aveva affatto paura di lei; anzi,le stava accanto ancora più volentieri.
Il piccolo pettirosso era assetato di sangue almeno quanto la principessa.
Erano una coppia perfetta. Il mondo li ripudiava per il loro malato modo di essere,ma loro si capivano, si apprezzavano,si amavano per quello che erano.
Si completavano. Qualcuno li additava come “anime gemelle”, per deridere lo strano rapporto nato tra un pettirosso e una ragazzina.
A loro non importava.
A loro bastava avere l’altro per essere felice. Non necessitavano di nient’altro.
"Se tu sarai con me,pettirosso mio, non avrò più bisogno di niente. La compagnia delle altre persone è così insulsa,paragonata alla tua."
"Sei la mia vita,principessa."
"Non ti condivido con nessuno,ricordalo."
"Non voglio essere di nessun altro,mia principessa."
Quelle parole sapevano confortare la piccola Vera. Le ripeteva, sorridendo, nei rari momenti in cui il suo pettirosso era lontano e non poteva sussurrargliele.
Il piccolo pettirosso iniziò ad intraprendere viaggi sempre più frequenti.
Il suo bisogno di libertà iniziava ad essere opprimente.
"Tornerai?"
"Ovvio. Ve l’ho detto: io vi starò accanto per sempre."
La piccola principessa sa benissimo che il “per sempre” non esiste.
Da quando aveva il pettirosso con sé,però,l’aveva dimenticato.
Si era illusa che tutto sarebbe rimasto come ora.
"Se il mio pettirosso sarà con me, sarò felice. Per sempre."
I giorni passavano. Il pettirosso si faceva vedere sempre meno.
Ma la principessa non smetteva di sorridere. Il suo amato viveva nel suo cuore e nei suoi pensieri.
Andava bene così.
"Principessa,ti devo presentare una persona!"
Eccolo. Il suo pettirosso era appena tornato.
Sul viso del suo amato, vi era un enorme sorriso.
La principessa non riusciva a ricordare nemmeno un istante in cui aveva potuto vedere un sorriso simile illuminare il suo volto.
Durante un lungo viaggio, il pettirosso aveva fatto amicizia con una splendida fata.
In poco tempo, la fata riuscì ad ammaliare tutto il regno.
Era così bella che bastava la sua presenza a conquistare i cuori di chi la guardava.
Ed era accaduto persino al suo pettirosso.
"Siete bellissima,principessa! Proprio come dicevi tu,pettirosso!" disse la fata,abbracciandola.
La principessa la allontanò, e scappò nella sua stanza.
"Aveva detto…Che mi sarebbe rimasto accanto per sempre…Che gli bastavo io,per essere felice…Allora,che vuole da noi quella fata? Perché si è intromessa tra noi? Perché è entrata nella nostra vita?"
La principessa si mise ad osservare la fata. Voleva capire che cosa avesse di speciale.
Come era riuscito un microbo a intromettersi nel loro rapporto? Cosa aveva in più?
La fata era sempre allegra.
Era dolce,tenera e graziosa. Affettuosa e fragile,necessitava di essere protetta.
Date le sue piccole dimensioni,poteva viaggiare sul dorso del pettirosso.
Lei poteva stargli accanto davvero per sempre.
Non erano solo belle parole, come quelle della principessa.
"Perché io sono così grande? Perché io non posso volare insieme a lui come fa la fata? Perché sono una persona così orribile? Perché non sono come lei?"
Se fosse stata come lei, forse il pettirosso non avrebbe avuto bisogno di cercare qualcun altro.
Forse avrebbe continuato ad accontentarsi della compagnia della principessa.
Nonostante Vera cercasse di nascondere questo suo malumore,il pettirosso,che non era affatto stupido,si accorse subito dei sentimenti della principessa.
Soltanto,desiderava che fosse la sua adorata principessa a parlargliene.
La principessa,dal canto suo,si sentiva una sciocca: il suo pettirosso era felice, perché soffrirne?
"Ho paura."
"Di cosa hai paura,mia adorata?"
"Si quello che provo,pettirosso mio. Io…Non faccio altro che desiderare la tua compagnia….E tu…Torni con quella fata…Vedo che sei felice,ma non sono più io quella che ti rende felice. Ti meriti tutto quanto. Io…Devo essere contenta per te! Non posso…Pretendere che tutto torni come prima…Quello che è stato è stato."
Il pettirosso era la sua ragione di vita, l’unico in grado di farla sorridere sempre,in ogni situazione.
L’unico capace di esternare,senza peli sulla lingua,ogni suo pensiero.
Non doveva rattristarsi perché lo stava perdendo.
Doveva rallegrarsi,perché stava per volare verso quella felicità che non avrebbe mai visto,stando legato a lei.
"Ormai sono di troppo,fra voi due. Non posso darti quello che è in grado di darti quella fata,pettirosso mio. Perciò...Lascia questo nido. Vola via da me!"
"Di troppo…? Ma che cosa stai dicendo,mia principessa? Io voglio bene sia a lei che a te! Io non me ne vado da te,Vera. Ti voglio nella mia vita. Non me ne andrò mai. E non ti permetterò di andartene."
"Io non posso più far parte della tua vita,pettirosso. Vi guarderò,da lontano. E sorriderò,per voi."
"Perché…Vuoi allontanarti? Saremo felici. Io,tu e la fata. Come una famiglia! Non sarai mai più sola! Saremo felici,per sempre."
"Mi dispiace,piccolo pettirosso. Ma fra me e te nulla sarà più come prima. Esistevi solo tu per me. Esistevo solo io per te. Ormai,non è più così. Vola via,ti prego. Ti prego…"
"Perché vuoi farmi del male a ogni costo? Io…Non ti voglio perdere,principessa…"
"Non ti voglio fare del male. Non uscirò completamente dalla tua vita. Mi troverai in un angolino,ad aspettare. E quando avrai bisogno di me,chiamami ed io arriverò."
"A me non basta, Vera."
"Impara ad accontentarti,pettirosso"
"Mi adeguerò alla nuova te,principessa" disse infine,il pettirosso.
"Accetterai il fatto che mi allontanerò?" chiese,speranzosa.
"No. Mi adeguerò al fatto che dovrò seguirti io."
"Tu non hai capito proprio un bel niente!!"
"Sì,invece. Ma non seguo mai i consigli altrui. Mi dispiace,ma non accetto di perderti così!"
La principessa gli diede le spalle, sperando che se ne andasse,senza dover vederlo andare.
"Ti sei stufata di me."
"E’ la cosa più brutta che tu potessi dire
"Ti adoro.
"Lo so."
"Che cosa hai intenzione di fare?"


La fiaba non ha ancora una fine.
La storia della principessa e del pettirosso è destinata a continuare.
Quel che è certo, è che non ci sarà affatto un “e vissero tutti felici e contenti”.
La principessa sa che non esistono queste cose,come non esiste il “per sempre”.
La principessa è stanca di soffrire,di sentirsi un peso.
Il suo orgoglio è a pezzi. Quella fata è troppo superiore a lei.
Il suo cuore piange. Anche ora,sapete?
Ogni tanto ripete una filastrocca,che risuona in tutto il suo regno.

Canta, o pettirosso.
Canta un’ultima volta.
Salvami dall’oscurità.
Chiama ancora una volta il mio nome
E io tornerò alla luce.

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Capitolo 2
*** La Principessa e la sirena ***


Secondo capitolo della mia fiaba.
Ribadisco: chi non sa, non può pretendere di capire.
Prendetela come una semplice fiaba.


C'era una volta una principessa, famosa come “La principessa senza sorriso".
Si chiamava Vera.Viveva in un bellissimo castello, ai confini di una meravigliosa contea.

Come...?

Avete già sentito parlare di lei?
Si chiamava principessa Sole,dite?
Oh...
Beh...La principessa Sole era stata nuovamente sostituita dalla senza sorriso...
Mi dispiace deludervi.
La principessa perse la ragione del suo sorriso.
L'arrivo di quella fata nelle loro vite fu proprio un duro colpo per lei.
Il solo stare nelle sue stanze, nei suoi giardini, era una fonte di dolore. Troppi ricordi. Troppi rimorsi.
Così...Riprese a uscire. Da sola.
Per non pensare.
Per dimenticare.
Un giorno, durante una di queste sue uscite senza meta, si ritrovò alle rive di un lago.
L'acqua era così azzurra,così cristallina.
Quel scintillio, quel riflesso, la catturarono all'istante.
E si ritrovò a specchiarsi nell'acqua.
"Non mi riconosco più" sussurrò semplicemente.
E come darle torto.
Aveva scordato come fosse il suo viso senza un sorriso ad illuminarlo,tant'era abituata ad essere felice.
Aveva scordato quanto fosse vuoto il suo sguardo, tant'era abituata a vederlo brillare.
Era tornata quella di un tempo. E non le piaceva.
Colpì il suo stesso riflesso con la mano, illudendosi di poterlo cancellare così, all'istante,frantumandolo in piccole onde.
Ma lui ritornava. Poco dopo.
Non lo potete cancellare così, mia principessa...
"Io...Io ti odio. Vattene!" strillò la Principessa.
"Perchè...? Che vi ho fatto?"
Vera risollevò lo sguardo. Vide,di fronte a lei, nell'acqua, una bellissima ragazza,dai lunghi capelli biondi.
"Oh...Perdonami...Non...Non stavo...Parlando con te..."
"Ah sì? E allora con chi? Ci siamo solo io e voi, qui..." Rispose la ragazza.
"Stavo..Parlando con me stessa..."
"Stavate scacciando voi stessa?"
"Non proprio...Questa espressione..."
"Perchè siete così triste,mia principessa...? disse allora la ragazza, avvicinandosi a lei.
"Beh...Potrei dire lo stesso di te. La ragazza distolse lo sguardo, ma ormai era troppo tardi.
La principessa aveva avuto tutto il tempo necessario per accorgersi che anche gli occhi azzurrissimi di quella strana fanciulla erano vacui, vuoti.
Avevano lo stesso sguardo, loro due.
La principessa,allora, si convinse di essere l'unica al mondo a poterla capire.
Perchè i loro occhi avevano lo stesso vuoto dentro.
Parlavano dello stesso dolore.
Gridavano lo stesso bisogno di aiuto.
"A te che cosa è successo?"
La ragazza nuotò lontana, fino a raggiungere una roccia, in mezzo al lago. Fece un balzo aggraziato e vi si sedette.
"Vedete,mia principessa..Io, fino a poco fa...Ero una delle persone più felici a questo mondo...Ma poi, tutto è cambiato...La mia storia inizia un giorno, di molto tempo fa..
Quel giorno mi trovavo seduta proprio su questa roccia...E fu proprio quel giorno che lo vidi...Lui...Era bellissimo...Mi incantò subito il suo sorriso...Senza nemmeno rendermene conto, mi ero persa a guardarlo...Lui se ne accorse...Desiderai sprofondare! Lui non disse nulla. Sorrise soltanto. E si avvicinò,facendomi segno di raggiungerlo... Mi tese la mano,l'afferrai, la strinsi. E desiderai di non lasciarla mai più. Mi promise che ci saremmo rivisti. E mantenne la sua parola. Venne ogni giorno da me. E ogni giorno mi regalava il suo sorriso. In poco tempo, me ne innamorai.
Lui era sempre felice...E quel suo sorriso era così contagioso...Insieme a lui credevo di poter superare ogni ostacolo. Finchè accanto a me ci sarà il mio principe, io non avrò più paura di nulla. Ma poi... Si creò un gruppo di persone attorno a lui..Sai, i nobili..."
La principessa sorrise.
"Ecco...Il mio principe non ebbe più tregua. A poco a poco,venne a trovarmi più raramente..Fino a che smise del tutto. Non lo vidi mai più." Una lacrima rigò il volto della ragazza.
"E' un peccato che permetti alle lacrime di solcarti le guance,fanciulla. Sei così bella,quando sorridi..."
"Io..Ho smesso da tempo di sorridere,mia principessa.."
"Non è affatto vero...Poco fa,ad esempio, stavate sorridendo."
La ragazza si incupì ancora di più.
Stava sorridendo...Perchè parlava del suo principe...
"Ti chiedo scusa...Sono stata indelicata..."
"Non si peoccupi..." disse soltanto.
"Ma...Perchè il tuo principe non è più venuto a trovarvi?"
"Beh...L'ultima volta che lo vidi, provai a chiedergli perchè si fosse allontanato. Mi disse...Mi disse che ormai aveva talmente tante persone a cui badare che,a volte, si dimenticava di qualcuno...Diceva che per lui ero importante, che senza di me la sua vita non aveva un senso, e ora...Si dimentica di me?"
"E' la cosa più orribile che potesse dirti..." la principessa fu in grado di dire solo queste poche parole.
"Già...Ma ...Ora ho deciso di dimenticarlo anche io!" disse allora,poco convinta.
"Mi auguro che tu abbia la forza di farlo..."
"Sì..." sorrise lievemente la ragazza. "Ma...Voi perchè siete giù, mia principessa...?"
"Avevo un pettirosso. Era il mio unico amico. Ma una fata l'ha sedotto e me l'ha portato via...Capisco benissimo cosa provi..."
"Oh...Mi dispiace...Cosa avete intenzione di fare?"
"Il mio pettirosso dice che vuole entrambe nella sua vita...Io...Non ce la faccio. Lui è unico per me. E io sono unica per lui...Ero...Unica...Non posso accettare il fatto che questo sia cambiato..."
"Non volete essere l'una fra tanti...Vi capisco..."
La principessa non si era sbagliata.
I loro sguardi dicevano tante cose.
Loro potevano capirsi perchè entrambe portavano lo stesso dolore nei loro cuori.
Fu così che, un po' per caso,nacque una nuova amicizia.
La principessa si recò ogni giorno alla riva di quel lago soltanto per vedere la ragazza, per ridere un po' e per dimenticare.
"Sai...Quel principe non aveva capito proprio nulla di te...Tu sei speciale. E meriti di sentirtelo dire sempre. In ogni momento."
"Oh, mia Principessa..."
"Sei piccola e fragile. Hai bisogno di essere protetta..Se non lo fa lui, vorrà dire che lo farò io!"
"Davvero fareste questo per me?"
"Vieni qui...Lasciati abbracciare.."
"Non posso,mia principessa. Io...Sono una sirena....Non posso lasciare l'acqua..."
"Beh,se è così...Vorrà dire che verrò io da te..." Si immerse e,lentamente,la raggiunse,per stringerla a sè.
"Ti darò io la forza che a te manca. E insieme supereremo tutto questo. Parola di Vera.


I giorni passarono. La principessa continuò a mantenere la sua promessa. Non avrebbe mai abbandonato la sirena. Per nulla al mondo.
Avevano deciso di dimenticare,insieme.
Avevano deciso che si sarebbero sostenute a vicenda.

"Ehi,sirena! Sirena! Ho una notizia!"
" Che è successo,mia principessa?"
"La fata! Se n'è andata! Lei e il pettirosso...Non potranno vedersi mai più!"
"Che splendida notizia,mia principessa!"
"Già..." Lei distolse lo sguardo. Sensi di colpa?
"Che cosa vi prende...?"
"Il mio pettirosso...E' tornato da me...In lacrime...Mi ha detto..Che vuole tornare...Quelli che eravamo prima dell'arrivo della fata...Io...Non posso abbandonarlo ora...Ha bisogno di me..."
"Siete troppo buona,principessa.."
"Gliel'avevo promesso..." disse,fratumando di nuovo il suo riflesso con le dita. "Gli avevo detto che me ne sarei stata al mio posto, fino a che lui non avesse avuto bisogno di me. Solo in quel momento, io sarei tornata accanto a lui. Per poi sparire di nuovo. Ed è quello che farò."
"L'importante è che tu ne sia convinta, mia principessa."
"Sì...Ora...Vado da lui...Ci vediamo presto,mia sirena..."


E fu così che la principessa ed il pettirosso si rividero.
Fu come se non si fossero mai lasciati.
Era così naturale starsi accanto,ridere,scherzare, abbracciarsi.
Guardarsi negli occhi. E non dire niente.
Le parole non servivano.
Lui c'era.
Lei c'era.
Non avevano bisogno d'altro.
O così credeva la principessa.
"Sai, ho chiesto anche ai miei due nuovi amici di raggiungerci,oggi. Peccato che fossero entrambi impegnati! Ohhh..Vedrai che ti piaceranno...Il corvo è un po' pazzo,mentre il cane è veramente dolcissimo!"
La principessa si era illusa.
La fata se n'era andata, ma il suo pettirosso non era affatto solo.
Non aveva affatto bisogno di lei.
Il corvo e il cane l'avevano perfettamente rimpiazzata.
Lei era soltanto un peso. Di nuovo.
"Grazie,mia principessa,per essere stata qui con me..."
"Figurati..."
"Mi avete fatto tornare il buon umore!"
"Non è vero...Non servo più a nulla...Loro...Loro sono migliori di me..."
E se ne tornò dalla sua sirena.
"Come è andata...?"
"Lui...Ha altri due nuovi compagni. Lui...Non ha affatto bisogno di una sciocca principessa! Lui...Ha un corvo...Insieme,possono volare liberi nel cielo! Ed un cane...Può inseguirlo, mentre corre in una prateria...Loro possono restargli accanto sempre. Loro...Sono come lui. Io...Sono troppo diversa. Non vado bene."
"Perciò, cosa avete intenzione di fare?"


La fiaba non ha ancora una fine.
La principessa è stanca di tutto questo insensato dolore.
Ha preso la sua decisione.
Non torna indietro.
Ora, non è più sola.
Accanto a lei c'è una sirena.
E' proprio il dolore comune a tenerle unite.
Un filo rosso, che lega i loro cuori.
Il filo rosso del Destino.
Niente lo può spezzare.
Canta,sirena.
Canta il mio nome.
Fallo ridendo.
Fallo soffrendo.
Fallo piangendo.
Ma fallo.
E io correrò. Da te.


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Capitolo 3
*** La Principessa e il Folletto. ***


C'era una volta una principessa, famosa come “La principessa senza sorriso".
Si chiamava Vera.Viveva in un bellissimo castello, ai confini di una meravigliosa contea.
Il suo unico amico era un pettirosso.
Era la sua unica ragione di vita.
Si era decisa a restargli accanto per aiutarlo a dimenticare quella fata che l'aveva fatto innamorare e poi abbandonato.
Non poteva lasciarlo solo.
Ma...Lui solo non era.
Il pettirosso aveva degli amici fantastici,che potevano davvero restargli accanto, a differenza della principessa.
Sentiva che le sue erano solo belle parole.
Lei era completamente fuori dal mondo del piccolo pettirosso, eppure pretendeva di farne parte.
La consapevolezza di essere ormai una estranea la distruggeva sempre più nel profondo.
Il timore di rimanere sola, però,era infondato.
Accato a sè aveva una meravigliosa sirena. E le sarebbe rimasta accanto per sempre.
O,per meglio dire,il più a lungo possibile.
Perchè lei sa benissimo che il per sempre non esiste.
Un giorno,recandosi al lago della sua preziosa amica, si scontrò con uno strano esserino.
"Ti chiedo perdono! Non...Non ti avevo visto!"
"Non si preoccupi! Sono talmente piccolo che non mi vede mai nessuno!"
"Io mi chiamo.."
"Vera. La principessa! Oh mio Dio! E' un onore per me parlare con voi!"
"Un...Onore?" chiese la principessa,sorpresa.
"Vi ho sempre osservata da lontano, ma non avevo il coraggio di venirvi a parlare!"
"Io...Non ti ho mai visto..." disse imbarazzata la principessa.
"Non si preoccupi! Io sono un folletto! Sono abituato a non essere notato!" rispose lui con un grande sorriso.
La principessa desiderò conoscere meglio quel folletto.
Perchè lui sapeva ancora sorridere?
Perchè lei,invece, aveva dimenticato come si facesse?
"Sei di qui?" chiese,allora.
"No. Vivevo nella vostra corte. Mi sono trasferita qui,nel bosco vicino al lago,da poco tempo."
Era dolce e cordiale. Faceva una tenerezza infinita.
Aveva un che di innocente in quegli occhi così grandi.
Eppure...Eppure la principessa,dietro a quell'innocenza, scorse un qualcosa a cui non riuscì a dare un nome.
Che cosa nascondeva quel folletto?
"Come mai vi trovate in questo bosco,mia principessa?"
"Sto andando a trovare una mia cara amica,la sirenza del lago. Vuoi venire con me?"
E così, si incamminarono verso la casa della sirena.
"Ehi,sirena! Guarda un po' chi ti ho portato,oggi! Ti presento il folletto. L'ho incontrato per strada,venendo qui"
"Oh. Ciao,folletto..."
"Salve!" la salutò con un sorrisone. Quel sorriso fu in grado di sorprendere persino la sirena.
"La vedi? Lei sa ancora sorridere. Abbiamo tanto da imparare..." sussurrò la principessa.
Si avvicinarono al laghetto e presero posto su una delle rocce della riva. La sirena le raggiunse all'istante.
"Prima mi dicevi che ti sei trasferita dalla corte in questi boschi. Come mai?"
"Beh...Sono scappata di casa!" disse,ridendo.
"E...Come mai?" chiese sorpresa la sirena.
" disse,distogliendo lo sguardo.
La principessa osservò le reazioni del folletto. Aveva ragione. Quel piccolo essere aveva qualcosa da nascondere.
E non lo avrebbe ammesso facilmente.
"E te ne sei andata da sola?" le chiese,allora.
"No no!" risollevò lo sguardo "Con la mia amica. Siamo scappate insieme!" rispose,con l'entusiasmo di sempre.
"E lei dov'è?" insistette,guardandola negli occhi.
Non si sarebbe persa la sua reazione per nulla al mondo.
"Beh...Vive con il suo fidanzato..." Eccolo. Quello che cercava. Un velo di tristezza.
"Non si potevano vedere spesso..Così..." E quella...Era una lacrima. Il folletto non le permise di solcarle le guance, ma lei era lì.
E insisteva per cadere.
"Ma lei ora è felice. E' questo che conta!" Il velo di tristezza sparì. Il solito sorriso era riuscito ad offuscarlo.
Ma...Alla principessa non sfuggiva niente.
"Sentiti libera di sfogarti con noi,folletto. Siamo le persone che più possono capirti,in tutta la contea."

E fu così che nacque una nuova amicizia.
Una principessa,una sirena ed un folletto.
Legate dallo stesso dolore.
Legate dalla stessa voglia di reagire.
Cullate da una forza che poteva esistere soltanto se restavano insieme.

Un giorno la principessa si presentò al lago con un pacchetto.
"Che cosa c'è lì dentro?" chiese, curioso, il piccolo folletto.
"Un regalo.Per voi." rispose lei.
Aprì il pacchetto e vi estrasse tre braccialetti gemelli.
"Un richiamo degli angeli?" chiese la sirena, mentre la principessa le chiudeva il bracciale attorno al polso.
"Tre bracciali. Tre campanelli. Lo stesso suono. Agitateli. E anche quando saremo lontane ci sarà questo suono a consolarci. Sapete cosa è questo suono? Sono le nostre voci, rinchiuse in un campanello."
"E cosa dicono le nostre voci?" domandò il folletto.

Se sei piena di dolore, resisti.
Se sei piena di rimpianti,continua a camminare.
Non ti fermare mai.
Sorridi alla vita.
Sorridi al Destino.
E non avere paura.
Non sei più sola.


Un sorriso illuminò il volto delle ragazze.
Sapevano di poter contare l'una sull'altra.
Sapevano che,insieme,avrebbero superato ogni cosa.
Una dichiarazione.
Una separazione.
Sapevano che potevano chiamarsi. Trovarsi.
Abbracciarsi.
Ridere.
Dimenticare.
Insieme.
E,se non fosse stato possibile,avrebbero agitato le loro mani.
E il campanellino avrebbe fatto tutto questo per loro.

Dal pacchetto cadde una collana.
Anch'essa aveva un campanellino.
Lo stesso che pendeva dai loro bracciali.
"E questa? Per chi è?"
"Per qualcuno di molto speciale. Qualcuno che deve spiccare il volo al più presto."
" E questa collana serve per ritrovarlo,non appena se ne andrà?"
"No. Deve ricordargli che io sono sempre con lui. In ogni istante. Anche se non ci vedremo mai più" rispose la principessa,sorridendo.


Il pettirosso e la principessa si sono detti addio.
Il dolore era insopportabile.
Il suo sentimento era sbagliato. E ne aveva paura.

Quando si ama qualcuno,bisogna avere il coraggio di lasciarlo andare.

Ma non poteva permettergli di andarsene così.
Prima doveva confessargli tutto.
Non poteva accettare di perderlo,con la consapevolezza che non aveva mai capito nulla di lui.

E così..Gli confessò tutto.
Con una lettera.
Le sue parole,ormai, si sono perse nel vento.
Restano soltanto poche righe.

Grazie.
Ti voglio bene.
Ti adoro.
Ti amo


The end.

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Capitolo 4
*** La Principessa e la Ninfa. ***


Quarto e ultimo capitolo della mia fiaba.
In realtà,la storia si conclude con il terzo capitolo, purtroppo.
Questo capitolo,però, è un po' speciale.
Dedicato a una persona importantissima.


C’era una volta una Principessa,famosa come “la Principessa senza sorriso”.
Si chiamava Vera. Viveva in un bellissimo castello, ai confini di una meravigliosa contea.
Aveva tutto quello che si possa desiderare dalla vita.
Denaro. Potere. Notorietà.
Le bastava chiedere,per ottenere.
Soltanto…Era molto sola.
Passava le sue giornate chiusa nelle sue stanze, chiedendosi perché fosse l’unica a non avere compagnia, in tutto il Regno.
Desiderava soltanto un amico sincero,niente di più.
E fu con questo desiderio nel cuore che incontrò il suo amato Pettirosso.
Ma avete già sentito questa storia, vero?
C’è qualcosa,però, che non vi è stato ancora detto.
Questa è la storia di un’amicizia un po’ speciale,nata per caso.
E’ una storia un po’ nascosta.
Una storia dietro la storia.
Iniziata ancora prima di ciò che vi è stato già narrato.
Prima ancora che la vita della Principessa cambiasse radicalmente, grazie ad una sirena ed a un folletto.
Questa è la storia di un qualcuno che ha avuto un grande ruolo nella vita della Principessa e che è destinato ad averlo ancora.
Forse per sempre. Chi lo sa.


Era un periodo felice per la Principessa.
La vita stava donando qualcosa di bello anche a lei, incredibilmente.
Spesso il suo Pettirosso mancava ma, invece di rinchiudersi nelle sue stanze e soffrire di solitudine, frequentava la sua corte.
Era strano. Deliziosamente strano.
Finalmente la Principessa usciva alla luce del sole: giubilo nel paese!
Molte dame e molti cavalieri la circondarono. Fra questi ve n’era uno,sempre buono con tutti, che presto divenne un suo grande amico.
Era un cavaliere amabile, molto gentile.
Talmente gentile che diventava amico di tutti.
Dimenticandosi di chi conta davvero.
La Principessa credeva di essere speciale per lui, ma non era affatto così.
Nessuno,per lui, era davvero speciale.
Tutti erano importanti, per quanto dare la stessa importanza a tutti sia possibile.
E la Principessa non poteva accettarlo.
Voleva avere accanto a sé persone che davvero le volessero bene.
Si era abituata ad essere amata dal suo Pettirosso.
Ora,inconsciamente, si aspettava che anche altri la amassero come lui, prendendo il suo posto.
Ma nessuno era in grado di darle le stesse emozioni che solo il pettirosso sapeva scatenare in lei.
Ciò non le provocò dolore,anzi: era una conferma che nessuno fosse importante quanto lui.

Finalmente, aveva qualcun altro con cui passare il suo tempo.
Però, la Principessa non donava a tutti quella confidenza riservata,finora,soltanto al suo pettirosso.
E’ sempre stata un po’ difficile,la nostra Principessa.
Pur di non soffrire ulteriormente, si era costruita un muro attorno.
Soltanto poche persone sarebbero riuscite a valicarlo.
Un periodo davvero felice per lei.
Felice perché aveva compagnia.
Felice perché era riuscita ad avvicinare il ragazzo che tanto amava.
Tutto stava andando per il meglio.
Mai prima d’ora aveva avuto quello che,in poco tempo, era riuscita ad ottenere con lui.
Non era di certo la prima volta che si infatuava di un cavaliere.
Soltanto,era la prima volta che riusciva a costruire con lui un rapporto speciale.
Sapeva benissimo che lui non avrebbe mai ricambiato quello che lei celava nel suo cuore.
Eppure, le bastava sapere che lui si fidava di lei, che lei fosse… Importante, per essere felice.
E fu così che nacque un nuovo sorriso sul volto della Principessa.
Un sorriso dettato da un equilibrio.
Un equilibrio a cui attaccarsi con tutte le forze, poiché è l’unica cosa rimasta.
Un equilibrio così importante,da diventare persino fragile.
Fu proprio in questo periodo di equilibrio e leggerezza che la incontrò.
Accadde per caso, durante una gita fuori dalla corte, in mezzo al suo popolo.
Si distrasse. E si perse.
In preda alla disperazione, si mise a correre, ma non riuscì a trovare la via di casa.
E si spaventò.
Stava per perdere la speranza quando, in lontananza, vide una figura.
Si avvicinò per chiedere quale strada portasse al castello.
La Principessa aveva la sensazione che quell’incontro non fosse casuale.
E ne ebbe presto la conferma.
"Scusi, da che parte devo andare per…"
"Prendi quel sentiero. E troverai ciò che cerchi. "
Rimase stupita da quella risposta.
Eppure,seguì il suo consiglio, affidandosi a quella sensazione.
Quel sentiero non portava affatto al castello. Ma ad un vicolo cieco.
Alla fine di quella viuzza vi era soltanto un laghetto.
"Perfetto. Mi chiedo perché diamine io mi sia fidata di uno sconosciuto!"
Allora,si avvicinò ad osservare la sua immagine riflessa.
"Dove diavolo mi trovo?" sussurrò,sfiorando il pelo dell’acqua, frantumando il suo stesso viso.
"Ora sei a casa" rispose il suo stesso riflesso.
Si allontanò di scatto, presa da un improvvisa paura.
Il suo riflesso…Le aveva parlato?
E non solo. Era cambiato.
Non stava più guardando il suo viso, ma quello di una ragazza bionda, dagli occhi azzurrissimi.
Allungò,allora,la sua mano per incontrare quella del riflesso, ma ciò che sentì la stupì.
Non stava toccando acqua, ma altre dita. Calore…Umano.
Il riflesso le fece segno di raggiungerla e lei non poté resistere.
Strinse nuovamente la sua mano e si ritrovò presto sott’acqua, insieme a quello che era sembrato essere soltanto un riflesso.br> "I tuoi occhi…Non sono affatto azzurri…" una svista?
Stringere quella mano era stata la migliore delle sue decisioni.
Capì che non avrebbe mai voluto lasciare quella mano e,di certo, non l’avrebbe mai fatto.
O così credeva.
La conobbe in uno dei periodi più radiosi della sua vita.
E l’avrebbe avuta accanto anche in quelli più difficili.
Lei lo sapeva.
Non saprebbe dire cosa le legasse.
Non era un qualcosa di materiale.
E’ più un qualcosa che non si può spiegare a parole.
Un legame che si è instaurato quando i loro sguardi si sono incontrati.
Il Riflesso si propose subito come sua confidente.
La Principessa aveva trovato una compagna molto speciale.
Qualcuno a cui raccontare tutte quelle storie che aveva sempre tenuto nascosto nel suo cuore, poiché nessuno aveva mai offerto il suo tempo per ascoltarle.
Nessuno,eccetto il suo pettirosso.
Invece…Quella ragazza desiderava soltanto ascoltare la Principessa.
Le sue storie buffe, per cui avrebbe riso.
Le sue storie malinconiche, per cui avrebbe pianto.
Le sue storie d’amore, per cui avrebbe gioito o sofferto,a seconda dell’evenienza.
E avrebbe trovato il modo di consolarla in qualsiasi occasione.
La Principessa, dal canto suo, si sentiva un’egoista.
Quello non sarebbe mai stato un vero rapporto d’amicizia, finché lei non avesse fatto la sua parte.
"Tu non fai che ascoltarmi. Non è giusto,così! Anche io voglio ascoltarti!"
"Non c’è molto da dire,a essere sincera. La mia vita non è poi così interessante"
"Ti prego. Raccontami di te."
"Beh..Diciamo che non ho mai avuto una vera amica. Accanto a me c’è sempre stato soltanto un uomo. E’ venuto da me, alle rive di questo lago. Mi raccontava tutto di sé. Un giorno,però, venne piangendo. Una donna gli aveva spezzato il cuore. Fu proprio questo dolore ad avvicinarci. Io avevo solo lui. Lui aveva solo me. Ci vogliamo un bene dell’anima. Mi chiese quale fosse il mio desiderio. Gli risposi che ho sempre voluto un’amica. E lui disse che avrebbe fatto di tutto per realizzarlo."
Il Riflesso aveva con sé un uomo meraviglioso, che avrebbe fatto di tutto per lei. Anche mentire.
Quel Riflesso non raccontò molto di sé.
E,probabilmente,non lo farà mai.
La Principessa,però, non ha mai avuto davvero bisogno delle parole per capire cosa si celi dietro una persona.
Aveva uno sguardo malinconico. Anche lei nascondeva una profonda tristezza.
"Raccontami ancora di quel ragazzo che ami tanto. Ti invidio,sai? Io…Io non mi sono mai innamorata" ammise, lo sguardo al suolo.
"Beh…Sai,presto lo rivedrò! Non abbiamo molte possibilità di incontrarci. Lui…Frequenta una corte molto distante dalla mia. Però…Però mi cerca spesso! Ci sentiamo spesso. Mi vuole davvero bene,sai? Mi dice cose bellissime! Dice… Che sono un’amica speciale…"
Se la Principessa iniziava a parlare di quell’uomo che,ormai, riempiva il suo cuore insieme al pettirosso, non riusciva più a fermarsi.
Quel Riflesso aveva presto capito che era questa la fonte della sua felicità.
Nonostante fosse consapevole che questo suo innamoramento non sarebbe mai sfociato in una storia d’amore, la Principessa ne parlava sempre con la gioia nel cuore.
"Se dice queste cose, forse anche lui potrebbe finire con l’amarti!"
"Non credo proprio!" rispose,ridendo. "Lui ha già trovato la persona del suo cuore"
"Mi..Mi dispiace…" seppe dire soltanto questo,il Riflesso.
"Ma no! Non importa! Io so benissimo che lui non ricambierà mai, ma questo non mi fa stare male. Sono riuscita a diventare una persona importante per lui. E questo mi basta."
Il Riflesso rimase colpito da quelle parole. Lei non soffriva più per questa situazione.
Anzi,aveva imparato ad apprezzare le piccole cose, che si trattasse di un Ti voglio bene o di un sorriso, e di trarre da esse la sua forza, e il suo raro sorriso.
Una grande forza, che il Riflesso non aveva mai visto. Ne rimase affascinata.
"Vorrei tanto che mi raccontassi ancora di lui…"
"Non appena lo incontrerò ancora, sarai la prima a sapere com’è andata!"
E fu davvero così.
La Principessa le raccontò ogni cosa.
Ma non lo fece più in quel modo che sapeva incantare il Riflesso. No.
Perché tutto era cambiato.
In poco tempo. Lasciando la Principessa sconvolta.
Era un giorno importante, per la Principessa.
Era l’anniversario dell’incontro con colui che tanto aveva ammirato da lontano.
Si era illusa che sarebbe stato un giorno speciale.
Non sappiamo cosa accadde quel giorno.
Sappiamo soltanto che tutto finì.
Nessuno lasciò sola la Principessa. Nemmeno il suo amato pettirosso.
Chissà cosa raccontò la Principessa al Riflesso, il giorno in cui si rividero.
Le sue parole si sono perse nel vento.
La Reazione che ebbe, però, dice molto.
Per la Principessa erano appena finito i giorni felici. Ma non era sola.
Perché il suo Riflesso era con lei. In ogni momento.
Pronta a sorreggerla e ad asciugare le sue lacrime.
Lacrime che aveva smesso di versare da anni.
La Principessa ha un grande orgoglio. Non può sopportare di soffrire a lungo.
Allora,semplicemente, dimentica il suo dolore.
Lo rinchiude nel suo cuore, e non ci pensa più.
E’ questa la sua forza.
Andare avanti. Dimenticare.
Ogni sentimento. Ogni bel momento.
Per non cadere di nuovo.
Non può permettersi di ricordare, di cedere alla malinconia.
Quel che si è perso, non torna più.
Il Riflesso stimava la sua Principessa proprio per questo.
Non aveva mai conosciuto nessuno come lei. Aveva tanto da imparare.
"Quasi ti invidio" sussurrò il Riflesso "io..Non ho tutta questa forza…"
"Beh.." sorrise,la Principessa "Non è niente da invidiare, fidati"
"Invece sì. Perché tu riesci a superare tutto. Io…Io mi abbatto come nulla. Come ci riesci? Insegnami!"
"Non credo sia propriamente qualcosa che si possa insegnare. Posso,però, restarti accanto, e donarti un po’ della mia forza. Non ti lascerò mai sola."
Finalmente, anche lei aveva un modo per contribuire.
Stringere quella mano era stata davvero la migliore delle sue decisioni.
Non l’avrebbe mai lasciata. O,almeno,così desiderava.
Le due ragazze avevano molto in comune,ma reagivano alle difficoltà in maniera opposta.
Proprio come uno specchio riflette un’immagine creandone un doppione perfettamente uguale, ma opposto nei movimenti.
La Principessa era cupa e triste. Il Riflesso sempre sorridente.
La Principessa era egoista. Il Riflesso altruista.
La Principessa era solitaria. Il Riflesso socievole.
La Principessa era forte. Il Riflesso fragile.
Le due passarono molto tempo insieme. L’una offrendo il suo ascolto, l’altra la sua forza.
"Ehi,ma…Sono stanca di rivolgermi a te come Riflesso. Sei…Sei uno spirito del lago? No,eh? Una Ninfa? Sì sì. Tu sei una Ninfa!" non attese nemmeno una risposta.
Sì,lei era la sua Ninfa.
Una bellissima creatura, che viveva da sola nel lago.
"Non ti fa soffrire vivere sola,quaggiù?" le chiese la Principessa.
"Sola…Io non sono sola.." rispose.
"Ah,no? E chi ci sarebbe qui,oltre a te?"
"Ci sei tu. E questo mi basta."
"I-io>?"
"Sì. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata."
Quelle parole colpirono a fondo la Principessa, tanto da fargliele scolpire nel suo cuore e nella sua mente, così da non poterle dimenticare,mai.
"E’ assurdo quanto abbiamo in comune,Principessa! Pensa che risate se ci innamorassimo della stessa persona!"
La Ninfa disse quelle parole,forse un po’ ingenuamente.
Mai avrebbe potuto immaginare che quella sua battuta potesse divenire realtà,e invece…
Lo vide un giorno, per caso.
Si impose di non innamorarsi di lui. Era la persona più sbagliata che potesse scegliere.
Ma…Al cuor non si comanda,no?
Quel fante…Non faceva altro che recarsi al lago,ogni giorno.
La Principessa lo incontrava ogni volta che cercava di vedersi con la Ninfa.
Parlavano, scherzavano, e poi se ne andava. Capiva di essere di troppo.
Quel fante aveva raggiunto il cuore del suo Riflesso.
In poco tempo,raggiunse anche quello della Principessa.
E,come era accaduto per il cavaliere, la Principessa non fece altro che celare i suoi sentimenti nel suo cuore.
Nessuno avrebbe dovuto saperlo. Soprattutto, non la Ninfa.
Si videro ancora, ma qualcosa era cambiato.
La Principessa non era più così spontanea. Non doveva lasciar trapelare nulla.
"Come…Come sta il tuo Pettirosso, Principessa?" chiese improvvisamente la Ninfa, rompendo un silenzio imbarazzante.
"Emm..Perchè questa domanda improvvisa?"
"Mi piace sentirti parlare di lui. Si vede…Si vede Quanto lo adori…"
Ma non ne parlò più con quel sorriso che sapeva incantare e con lo sguardo che brillava di luce propria.
Lo fece sempre sorridendo. Ma con lo sguardo spento.
Quei ricordi sapevano comunque riscaldarle il cuore ma,appunto,erano soltanto ricordi.
A questo punto,aveva già fatto la sua entrata la Fata, una nuova protagonista,destinata ad avere un ruolo fondamentale,probabilmente per sempre.
Il periodo radioso si era definitivamente concluso.
Fu soltanto con l’incontro con la sirena e il folletto che la Principessa poté riscoprire un po’ di luce in quel baratro.
Durante questi tempi bui,però, fra lei e la Ninfa si andava creando una frattura profonda. Difficile da rimarginare,nonostante il forte desiderio di entrambe.

La storia del fante e della Ninfa fu talmente breve che non ebbe il tempo di imprimersi nel vento, per poter giungere a noi.
Rimase solo nel cuore della Ninfa. E in quello distrutto della Principessa.
Quando tutto finì, la Principessa si ricordò della sua promessa.
Anche lei aveva dovuto superare un addio, un doloroso addio.
Ma aveva avuto la forza per sopportarlo.
Quella forza che alla Ninfa,ora,mancava.
E fu così che si rividero.
La Principessa confessò alla Ninfa il perché del suo allontanamento.
"Se tu l’avessi saputo, non saresti stata con lui. Ti conosco."
"Forse sarebbe stato meglio così…" sussurrò.
"Volevo soltanto che lui fosse felice. Quando era con te, i suoi bellissimi occhi brillavano. Proprio come quando io ero con il mio cavaliere." disse la Principessa,un grande sorriso ad illuminarle il volto. "Son certa che lui è stato felice con te. Grazie."
Cadde il silenzio,tra le due.
Una lacrima. Una pesante lacrima colpì il suolo.
"Non è giusto…" sussurrò la Ninfa.
"Cosa non è giusto?...Ehi! Non piangere!"
Lei le corse in contro,la strinse forte.
"Non è giusto che a te vada tutto male." "Ohh,ci sono abituata, piccola mia…" disse lei, rassicurandola. "Perché a te va tutto male,e stai qua a sorridere,invece di arrabbiarti?!"
La Principessa scoppiò a ridere.
E’ vero.
Tutto il suo mondo era andato a rotoli. In pochi mesi.
Eppure lei trovava ancora la forza di ridere.
Aveva delle persone meravigliose accanto.
Persone che avevano bisogno che,almeno lei,fosse forte, per poter andare avanti.
Non poteva permettersi il lusso di perdere tempo in insulse lacrime.


Nessuno sa come sia finita la storia della Principessa e della Ninfa.
Forse continua tuttora, chi può dirlo.
Risuona ancora una canzone,nel vento.
E mi chiederò all’infinito se sei reale o meno.
Sei forse un angelo?
Un dono di Dio.
Per dirmi: ricordo ancora di avere una figlia come te.
Forse…Forse sei quel demone che ho tanto cercato.
Che mi starà accanto per sempre.
Che mi chiederà,sussurrando: qual è il tuo desiderio?
E io risponderò,sorridendo,a gran voce: essere felice!
Non smettere mai di starmi accanto.
Poiché io vivo solo grazie a te.


Per quanto il Destino possa separarci, i nostri cuori sono uniti.
Perciò,se dovessimo perderci di vista, canta.
Con il cuore.
E io ti ritroverò.


The end.
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