Vacanze Spagnole

di pensiera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La mia prima originale... spero vi piaccia!


Capitolo 1°
 
ARRIVO A BARCELLONA

 

 

Ancora non potevo credere che ero seduta su quell’aereo.

Guardai dal finestrino ma non vidi nulla, erano le dieci di sera e senza le luci della città era impossibile vedere qualcosa. Era agosto e quell’estate avrei passato 3 settimane con le due mie più grandi amiche, Patrizia e Romina.

Mi avevano praticamente costretto ad andare con loro, quella sarebbe stata la nostra estate. Almeno così l’avevano definita.

 

Io mi sarei dovuta laureare ad ottobre ed ero in piena crisi “tesi”, proprio per quello non volevo partire. Ma come sempre, quando si impuntavano tutte e due era difficile resistere….

Volevo un mondo di bene a tutte e due, ci conoscevamo dall’asilo, eravamo andate a scuola insieme fino a quando ci era stato possibile. Patrizia dopo essersi diplomata in ragioneria aveva aperto una profumeria, che fortunatamente andava bene e lavoro non gli mancava. Romina aveva optato per il liceo classico per poi iscriversi a legge ed io, dopo il liceo scientifico avevo deciso di iscrivermi a sociologia.

E quell’anno finalmente mi sarei laureata. Ancora non potevo crederci, se pensavo che per 3 settimane non avrei potuto occuparmi della mia tesi mi veniva il magone! Sospirai…

" Ma la smetti di sentirti in colpa per la tesi? Perché tanto lo so che stai pensando a quello! Nella tua mente bacata e contorta come un’ellissi ti stai sentendo in colpa!"

Mi girai verso Romina, odiavo quando riusciva a leggermi nel pensiero!

"E’ che vorrei fosse perfetta!"

"Santi numi Ele! La tesi sarà perfetta! Cosa dovrei fare io? Strapparmi i capelli? Mi sposo tra poco più di un mese, eppure stò qui con voi e sicuramente mi divertirò!"

"Tu sei un caso patologico!" Risposi, Romina era incredibile! Riusciva a fare le cose sempre all’ultimo minuto, sempre di corsa, mai una volta che si organizzasse per tempo!

"Ma la smettete di fare casino? Siete peggio di due comari!" Patrizia si era appisolata, evidentemente le nostre chiacchiere l’avevano svegliata.

"Stavo cercando di fare riflettere Eleonora, continua a tormentarsi sulla tesi!"

Patrizia per tutta risposta sbadigliò, mi lanciò un’occhiata e disse.

"Basta tesi, basta matrimonio, tra un po’ arriviamo, quindi solo sole, mare, divertimento e possibilmente bei ragazzi!" Discorso chiuso.

Tra noi tre era quella che all’apparenza dava l’idea della dura, invece, quando voleva era più morbida di un budino!

 

Mi allacciai la cintura e pensai che forse le mie amiche avevano ragione, una vacanza non avrebbe fatto male a nessuno!

 

Certo Patrizia parlava facile, aveva un’attività ma il mese di agosto era chiusa per ferie, per lei era più semplice! Anche se non stava affrontando un bel momento, aveva da poco rotto con il suo ragazzo storico, anzi con il suo ragazzo di sempre visto che il primo bacio fu dato quando avevano 12 anni! Si erano conosciuti alle medie e da allora non si erano più separati, stavano progettando una convivenza insieme, quando lei scoprì un suo tradimento.

 

Fu Romina a pensare alla vacanza insieme dopo quello che era successo alla nostra amica. Da brava mamma del trio, pensò che 3 settimane tra amiche avrebbe fatto bene a tutte! Io sospettavo che avesse usato la scusa “Patrizia” per non rilevarci che di quella vacanza ne aveva un bisogno enorme anche lei!

 

Si sarebbe sposata i primi di ottobre con un compagno di università. Lui era istruito, di buona famiglia, bello, ma terribilmente freddo! Non capivo come Romina, così dolce e romantica, potesse

stare insieme al sig. Iceberg, come lo chiamavo io.

 

"Ele ritorna tra noi, siamo arrivate"

Patrizia mi passava una mano davanti la faccia, ero “partita con i miei pensieri”.

Slacciai la cintura e mi avviai verso l’uscita.

La vacanza incominciava.

 

Appena presi i nostri bagagli uscimmo dall’aeroporto di Girona in cerca di un autobus che ci avrebbe portato a Barcellona. La stazione era vicina, salimmo sull’autobus ed aspettammo la partenza. Alle 23,00 eravamo alla stazione di Barcellona e venti minuti dopo finalmente in albergo!

Romina che già aveva visto la città tempo fa, decise di prendere un albergo nel Barrio Gotico, un quartiere della città.

Eravamo indecise sul da farsi, eravamo stanche per il viaggio, ma non volevamo perderci neanche un minuto di vacanza. Optammo per un giro in zona, magari trovavamo un pub per gustare della sangria!

 

Dopo mezz’ora eravamo pronte tutte e tre. Patrizia portava una gonna leggera che arrivava alle ginocchia con un top viola, aveva lasciato i capelli sciolti, le arrivavano sulle spalle, lisci come degli spaghetti, neri come la pece. Si era truccata solo i grandi occhi neri. Romina indossò un vestito azzurro, anche lei aveva lasciato sciolti i capelli, erano leggermente più corti di quelli di Patrizia, però erano ondulati e come Patrizia anche lei li tingeva, solo che di rosso, diceva che si intonava ai suoi occhi color cioccolato. Io indossavo i miei soliti jeans e canottiera, ero l’unica che aveva legato i capelli con una coda.

"Ti prego, dimmi che dentro la tua valigia c’è qualcosa di meglio di un paio di jeans!"  Mi disse in tono disperato Romina.

"Non incominciate a rompere!"

Sandali ai piedi per le mie amiche, scarpe da ginnastica per me, e partimmo.

 

C’era movimento nella città, la gente era allegra, felice, non solo perché era venerdì, ma anche perché era agosto, il sole, l’estate, portavano sempre profumi nuovi che non poteva non far piacere a chi li assaporava. Trovammo un pub stra pieno di gente, dopo venti minuti in piedi riuscimmo a trovare tre sedie libere. Intorno a me sentivo parlare una lingua che conoscevo poco, mi sentivo un po’ spaesata, confusa. Il primo impatto non era dei migliori!

Sembrava che solo io era infastidita da tutta quella confusione, capì che proporre di ritornare in albergo sarebbe stato vano.

Dopo un tempo, per me, interminabile ritornammo nella nostra camera.

Ero stanca e volevo riposare, poi domani c’era da girare la città, se ero venuta fin lì, bè almeno dovevo vedere i monumenti!

 

La mattina dopo la mia sveglia suonò alle 9,00 suscitando varie imprecazioni da parte delle mie amiche. Ci preparammo per la prima visita nella città.

Come primo giorno, facemmo un giro sommario, comprammo il biglietto per l’autobus turistico che ci avrebbe fatto fare il tour della città.

Incominciavo ad abituarmi alla lingua straniera che sentivo intorno a me, avevo studiato un po’ di spagnolo e lo trovavo una lingua molto musicale.

 

Nel tardo pomeriggio ritornammo in albergo e mentre Romina si faceva una doccia, Patrizia decideva cosa mettersi, io ero seduta sul letto con la cartina della città davanti a me.

" Stavo pensando che domani potevamo visitare la Pereira, Paseis de Gracia e la ramblas, poi se non siamo troppo stanche in questa zona c'è il palazzo di musica catalana e... "

" Ele, ti prego non incominciare! Piuttosto dimmi, meglio questo vestito o questa gonna con questo top?"

La guardai torva, l'idea di girare la città attirava solo a me...

" Perchè quello è un vestito? Avrei detto che fosse una maglietta!"

" Chi non mostra non vende mia casa!"

Detto questo infilò la gonna e il top nell'armadio, lasciò fuori l'abito nero, aveva deciso. Romina uscì dalla doccia.

" Allora dove si và stà sera? Cerchiamo qualche locale dove fanno della musica dal vivo?"

" Il bagno è mio! Vada per la musica dal vivo! Ah Romy, ti prego cerca di non far indossare dei jeans ad Eleonora..."

Patrizia si rinchiuse anche lei al bagno, stava iniziando il suo restauro!

Romina aprì la sua parte di armadio ed incominciò a tirare fuori una marea di vestiti. 

" Ele cosa metti tu stà sera?"

" Non lo sò, non ho ancora deciso, ma è proprio vietato indossare dei jeans? "

La guardai con uno sguardo supplichevole, alla mia richiesta Romina sospirò.

" Non cambi mai! Ma quand'è che ti deciderai di vestirti con abiti un pò più femminili? "

Sorrisi e ritornai alla mia cartina. Loro avevano ragione, non prestavo molta attenzione a quello che indossavo, ma non sentivo l'esigenza di mostrarmi femminile, non per tutti almeno. Non avevo avuto molte storie nella mia vita, avevo sempre pensato che l'amore era uno,bisognava solo aspettare l'altra metà della mela!

 

Quando anche Patrizia uscì dal bagno e Romina aveva deciso cosa indossare, andai a rinfrescarmi anch'io. Sicuramente ci avrei messo meno di loro due nel prepararsi!

 

Dopo un'ora, io ero già pronta da una mezz'ora, finalmente le mie compagne erano pronte.

Patrizia indossava un vestito nero, che per me sembrava più una maglietta per quant'era corto. I bordi viola richiamavano la borsa e le scarpe in tinta. Anche questa sera aveva tenuto i capelli sciolti ed il trucco risaltava gli occhi.

Romina pantaloncini jeans e canottiera rossa semi trasparente, molto sexy. Aveva tirato su i capelli per risaltare le spalle e la schiena che la maglietta lasciavano scoperte. Lei aveva optato per un trucco leggero sugli occhi puntando sulle labbra, rossetto rosso fuoco per lei!

" Allora tu esci così? " lo sguardo di Patrizia la diceva lunga su quanto non gli piaceva quello che indossavo.

Mi guardai allo specchio, avevo un paio di jeans e una maglietta nera a mezze maniche.

" Cosa c'è che non và? Vesto sportiva! Poi io stò sicuramente più comoda di voi... "

Indicai le mie scarpe da ginnastica e i loro sandali dal tacco vertiginoso.

Sorridemmo tutte e tre ed uscimmo dall'albergo.

 

Le via della città erano piene di gente, la città era affollata non solo di spagnoli, ma anche di turisti che avevano deciso di passare le vacanze lì.

Patrizia notò un locale dove c'era musica dal vivo ed entrammo tutte e tre. Il pub della sera precedente era vuoto in confronto a questo. Naturalmente saremmo dovute stare in piedi!

 

Iniziò a suonare un gruppo locale, le mie amiche si lasciarono coinvolgere dalla musica. Io mi sentivo un pò a disagio in mezzo a tutta quella gente, senza contare che io al contrario di loro due, non sapevo mettere due passi di ballo insieme.

Mi rintanai in un angolo del locale, dove speravo non essere disturbata da spinte e gente troppo calorosa per via dell'alcol.

 

Ero appoggiata in un angolo, osservavo la gente intorno a me, quando ad un certo punto qualcuno mi venne addosso facendomi cadere metà del succo d'ananas che avevo in mano.

" Ehi! "

" Ops, sorry! "

La maglietta e i jeans si erano bagnati.

" Maledizione! " Esclamai.

" Mi dispiace, scusa. "

" De nada "

Poi notai che aveva parlato italiano, alzai lo sguardo verso la persona che mi aveva fatto fare il bagno al succo d'ananas.

Rimasi un' attimo disorientata, aveva la carnagione scura e capelli neri, i lineamenti erano perfetti, ma quello che più mi stupirono furono gli occhi. Non solo per il colore, un verde intenso molto caldo, ma sopratutto per la luce che emanavano, erano vispi, allegri, furbi, erano vivi! 

" Parli italiano? "

Mi resi conto che ero stata a fissarlo per qualche secondo, lui se ne accorse e mi sorrise facendomi diventare rossa in volto.

" Si signorina, parlo italiano, ed altre lingue... Ora scusami. "

Detto questo si girò e andò a confondersi tra la folla. Rimasi stupita, com'era arrivato se n'era andato, non si era neanche degnato di chiedermi se mi ero fatta male, se poteva offrirmi da bere, niente! Un sorriso smaliziato e via... 

Mi infuriai, pensava che due occhi verdi ed un sorriso bastavano? Qua si trattava di educazione! 

Raggiunsi le mie amiche, Patrizia appena mi vide, notò che avevo jeans e maglietta bagnati.

" Che è successo? "

" Niente un cretino! Vado a cercare un bagno, non vorrei rimanessero macchiati! "

 

Mi addentrai nella folla alla ricerca di una porta che indicava una toilette. Ne vidi una ma non c'era scritto niente, provai ad entrare, al massimo avrei chiesto. C'era un piccolo corridoio poco illuminato, non c'era nessuno. Ero indecisa se continuare  alla cieca oppure bussare in una delle porte che si affacciavano, qualcuno avrei incontrato!

Optai per la seconda opzione, bussai alla prima porta sulla destra, non mi rispose nessuno ed era chiusa a chiave. Ne saltai due e bussai ad un'altra porta.

" Come on " Qualcuno all'interno mi rispose, in inglese notai, bene almeno avrei chiesto informazioni.

 

Aprì la porta e tutti mi aspettavo tranne lui!

Lo stesso ragazzo che mi era venuto addosso poco fà era dentro quella stanza, che a prima vista doveva essere un camerino.

Rimasi stupita, indossava un paio di jeans che sicuramente avevano passato tempi migliori ed aveva tolto la maglietta, era a dorso nudo. Ero rimasta ferma sulla porta senza dire una parola.

Lui si girò e mi guardò, rimase stupito anche lui, ma si riprese più velocemente di me.

" Che fai mi segui? "

Sorrideva mentre pronunciava quelle parole, i suoi occhi erano maliziosi. Che faccia da schiaffi!

" No, veramente cercavo un bagno per pulirmi quello che mi hai versato addosso! "

Risposi acida, forse più del dovuto.

" Tranquilla il succo d'ananas non macchia, comunque se vuoi approfittare del mio bagno fà pure. "

Si era avvicinato e continuava a tenere quel sorriso sulla faccia che mi mandava tanto sui nervi!

" Come fai a sapere che era succo d'ananas? "

" Bè l'ho riconosciuto dall'odore, si è versato anche sulla mia maglietta."

Fece un gesto per indicare la maglietta sul divano. Il mio sguardo andò un' attimo sull'indumento che si era tolto per poi ritornare sui suoi occhi.

" Cos'è hai perso la parola? "

" No, no, vado "

Feci per voltarmi ed andare via, ma mi trattenne per un braccio.

" Ed il bagno? Non ti serve più? "

Avevo dimenticato del motivo per cui ero lì.

" Grazie, cercherò fuori "

" Con tutto quel casino? Vai, stai tranquilla non ti spierò dal buco della serratura! "

Che arrogante! Decisi comunque di seguire il suo consiglio e mi avviai alla porta interna alla stanza che mi indicava.

Il bagno era spartano, aveva il minimo indispensabile, ma almeno a prima vista sembrava pulito. Incominciai a pulire i jeans e la maglietta.

Quando avevo finito i jeans erano bagnati fino al ginocchio per tutta la gamba destra e la maglietta sembrava uscita dalla lavatrice. Fortunatamente era estate! Uscì dal bagno, lui era seduto sul divano e fumava una sigaretta, non si era ancora rivestito, che insolente!

L'arredamento del camerino era sui toni del rosso, pochi mobili, un tavolo due sedie ed il divano, erano marroni, le pareti rosse con le luci creavano un'atmosfera rilassante.

" Grazie, ora vado. "

" Hai la maglietta completamente bagnata, cos'è vuoi far colpo questa sera? "

Mi girai a guardarlo, inizialmente non capì quello che aveva detto, poi mi resi conto che la maglietta aderiva al corpo evidenziando il seno. Arrossì, quel ragazzo era di un'arroganza unica!

" No, ecco io, non volevo " Mi sentivo un'idiota!

Lo sentì sorridere. " Non dirmi che sei timida? "

Alzai lo sguardo ed incrociai i suoi occhi.

" Forse sei tu un pò troppo sfacciato!"

Mi stava provocando ed io ci ero cascata con tutte le scarpe. Se pensava di poter fare il cascamorto con me si sbagliava! Ma chi si credeva di essere?

" Io torno di là, mi stanno aspettando, grazie per avermi fatto usare il bagno".

 

Raggiunsi Patrizia e Romina, che stavano ancora ballando, non mi chiesero niente per fortuna. Cercai di distrarmi ascoltando la musica.  

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Eccomi qui con un'altro capitolo di questa storia.


http://www.youtube.com/watch?v=_RV7eq52dOc


IL CONCERTO
 
Sentì bussare alla porta, ma nessuno attese una risposta per entrare, era Marck.
" Alex tra 15 minuti tocca a noi. Ma che ci fai senza maglietta?"
" Mi sono scontrato con una che mi ha versato del succo d'ananas addosso, ora prendo una maglietta pulita e sono pronto."
" Succo d'ananas? Chi è che beve succo d'ananas a quest'ora? Ci sono per caso delle suore?"
Scoppiò a ridere.
" Marck io penso che tu non abbia mai bevuto succo d'ananas neanche per colazione!"
Mi infilai una maglietta ed uscimmo dal camerino.
 
Conoscevo Marck dai tempi della scuola, eravamo fissati tutti e due con la musica. Una volta cresciuti avevamo deciso che questa nostra passione doveva diventare la nostra vita. Avevamo inziato come duo a Londra, poi quando ci trasferimmo a Barcellona incontrammo Manuel e Pablo, da allora il duo era diventato un quartetto.
 
Gli inizi non furono facili, dovevamo farci conoscere e arrivare a fine mese era un'impresa epica. Almeno fino a l'anno scorso, quando il Barrio Club ci propose di suonare tutte le sere facendoci un contratto.
"Vamos!!" Manuel ci diede la carica quando arrivammo.
Anche dopo tutto questo tempo, il minuto prima di salire sul palco, l'adrenalina entrava in circolo, ed avevi una paura matta!
Fortunatamente poi si trasformava in una gran carica. Nei nostri concerti alternavamo cover e brano scritti da noi, il nostro sogno era riuscire a fare un concerto con soli inediti! Non che le canzoni mancassero, l'unica cosa non eravamo abbastanza conosciuti!
 
Le luci si spensero e noi prendemmo i nostri posti.
Pablo batteria, Manuel tastiere, Marck basso, io imbracciai la chitarra e mi avvicinai al centro davanti il microfono. 
Pablo iniziò a battere il tempo con le bacchette, un, dos, tres.... le luci si accesero e le note presero vita dalle nostre mani.
Durante i nostri concerti, quando suonavo la chitarra, quando cantavo, niente contava, la mia vita era un pentagramma con 7 note, tutto il resto passava in secondo piano, mi sentivo vivo!
" I'd say love was a magical thing, I'd say love would keep us from pain, Had I been there, had I been there, I would promise you all of my life, But to lose you would cut like a knife, So I don't dare, no I don't dare"
(Direi che l'amore sia una cosa magica,direi che l'amore ci salverebbe dal dolore, se ci fossi stato, se ci fossi stato, ti prometterei di dedicarti tutta la mia vita, ma perderti mi ferirebbe come un coltello:così non oso, no non oso )
 
Mi resi conto che quella sera il locale era pieno anche se non riuscivo a vedere le faccie delle persone che erano lì per divertirsi ed ascoltarci per via delle luci che avevo di fronte.
" 'Cause I've never come close in all of these years, You are the only one to stop my tears, And I'm so scared, I'm so scared"
( Perché non mi sono mai avvicinato in tutti questi anni, Tu sei l'unico che fermi le mie lacrime, Ed io ho così paura, ho così paura )
 
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalle note delle canzoni, quella sera, come ogni sera, avrei suonato e cantato per me.
" Take me back in time maybe I can forget, Turn a different corner and we never would have met, Would you care? I don't understand it, for you it's a breeze, Little by little you've brought me to my knees, Don't you care? No I've never come close in all of these years, You are the only one to stop my tears, I'm so scared of this love, And if all that there is, is this fear of being used, I should go back to being lonely and confused, If I could, I would, I swear "
( Riportami indietro nel tempo e forse posso dimenticare; Se avessimo girato ad un angolo diverso non ci saremmo mai incontrati. Ci pensi? Io non lo capisco, per te è un attimo, a poco a poco mi hai messo in ginocchio, Non ti importa? No non mi sono mai avvicinato in tutti questi anni, tu sei l'unica che fermi le mie lacrime, Sono così spaventato da questo amore, E, se tutto quello che c'è, è questa paura di essere usato, Tornerei indietro a quando ero solo e confuso:Se potessi, lo farei, lo giuro. )
 
L'esibizione andò bene, il pubblico era soddisfatto, gli applausi sembravano non finire. Entrammo nel camerino e ci rilassammo. Dopo ogni esibizione ti sentivi svuotato, sfinito, come se avessi scalato l'Everest.
Mi sedetti sul divano e mi accesi una sigaretta, chiusi gli occhi e appoggiai la testa addosso al muro.
" Oggi è andata bene, c'era il pienone! "
Manuel era seduto accanto a me, era soddisfatto anche lui.
" Io pensavo di ritrovarmi un branco di suore dopo quello che mi aveva raccontato Alex!"
Marck era incredibile, non riusciva a tenersi niente per se, sia che era una cavolata sia che era una cosa seria! Sorrisi di quell'esclamazione.
" Che significa un branco di suore? Alex non dirmi che questa sera ti sei rimorchiato una suora? "
Manuel aveva dato voce ai pensieri suoi e di Pablo e mi guardavano con un enorme interrogativo, l'interrogatorio aveva inizio...
" Mi sono scontrato con una ragazza quando sono entrato nel locale, e mi ha versato del succo d'ananas, tutto qui, nessun rimorchio questa sera, tantomeno suore! "
Pablo iniziò a ridere.
" Alex che fai perdi colpi? Cos'è la vecchiaia?"
Risero tutti. Gli piaceva sfottermi.
Onestamente avevo sempre avuto un discreto successo con le ragazze e non mi mancavano. Non avevo mai avuto una storia fissa e non mi ero frequentato con una ragazza per più di un mese.
La musica era la mia donna, la donna della mia vita e quello mi bastava. Il resto era solo distrazione e divertimento di qualche ora.
 
Avevo evitato di raccontare che quella ragazza me l'ero ritrovata nel camerino. Secondo loro dovevo raccontare per filo e per segno tutto quello che mi succedeva con una ragazza. Ma a me non piaceva, preferivo tenermi per me le mie pseudo storie.
" Andiamo di là, così beviamo qualcosa"
Speravo che l'invito a bere qualcosa insieme riuscisse a far passare in secondo piano l'incontro con la ragazza.
 
Ci trovammo sommersi in una marea di gente, il locale quella sera era veramente pieno. Ci avviammo al bancone e ordinammo 4 birre. Rimanemmo lì a chiacchierare un pò, poi stanchi morti decidemmo di andare a casa.
 
Avevamo preso una casa in affitto non molto lontano dal locale, un pò per comodità, un pò perchè quel quartiere piaceva a tutti e quattro. La scelta di andare ad abitare tutti insieme fu spontanea, semplicemente davamo per scontato che dovevamo vivere insieme. Non eravamo solo una gruppo musicale, ma anche quattro amici, a parte io e Marck, con il tempo eravamo divetanti legati tutti quanti.
La casa che dividevamo non era  enorme, ma aveva quattro stanze, un salone piccolino con un angolo cottura. L'ideale per le nostre esigenze. Ognuno di noi aveva la sua privacy e nello stesso tempo avevamo una stanza per poter stare tutti insieme.
 
Vivere è passato tanto tempo Vivere! è un ricordo senza tempo Vivere è un po' come perder tempo Vivere.....e Sorridere!....... VIVERE! è passato tanto tempo VIVERE! è un ricordo senza tempo VIVERE! è un po' come perder tempo VIVERE....
 
Prima di andare a letto mi feci una doccia calda, era l'ideale per rilassarsi e sciogliere la tensione post - concerto. Mi sdraiai a letto e presi l'ipod, chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dalle note, fino a quando non mi addormentai... 
 
... e Sorridere dei guai così come non hai fatto mai e poi pensare che domani sarà sempre meglio OGGI NON HO TEMPO OGGI VOGLIO STARE SPENTO!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ecco a voi un'altro aggiornamento... spero possa piacervi.

 
 
UNA GIORNATA IN SPIAGGIA
 
Dopo essere ritornata da Parizia e Romina, avevano annuciato che il concerto del gruppo più atteso, almeno da quello che avevo potuto notare dalla folla, sarebbe iniziato da lì a poco.
Le luci si spensero e il batterista iniziò a dettare il tempo. "Un, dos, tres" e lo spettacolo aveva inizio.
 
Incominciai ad ascoltare il gruppo, il cantante aveva una voce bassa, profonda, molto sensuale. La canzone era in inglese, di George Micheal. Quando le luci illuminarono meglio il cantante per poco non mi venne un colpo!
Il cantante del gruppo era lo stesso ragazzo che mi era venuto addosso, che avevo incontrato nel camerino! Avevo lo stesso paio di jeans ma aveva indossato una maglietta nera. Rimasi ipnotizzata dal suo modo di cantare, anche se arrogante e presuntuoso come pochi, il ragazzo ci sapeva fare. Aveva chiuso gli occhi mentre cantava, sembrava non accorgersi delle persone in quel locale, come se si fosse totalmente immerso nella musica.
Tutto ciò aveva un qualcosa di affascinante.
 
Il concerto durò un'oretta abbondante, e a giudicare dalla reazione del pubblico, molti avevo gradito lo spettacolo. Guardai Romina e Patrizia e gli chiesi se volevano andare a casa, lo spettacolo era finito e non ce ne sarebbero stati altri quella sera.
Rientrammo nella camera d'albergo alle 3.00 passate, la stanchezza si faceva sentire per tutte quante.
" Ragazza che ne dite se domani saltiamo la parte culturale della città e andiamo al mare? "
" Patrizia io sono d'accordo, tu Ele ci stai? "
" Si ok, siamo qui anche per prendere un pò di sole!"
 
Il giorno dopo ci alzammo con calma e ci avviammo alla spiaggia a piedi.
" Ragazze io mi fermo a prendere un gelato, lo volete?"
Ero indecisa, avevo da poco fatto colazione e non avevo fame, ma ero molto golosa, specialmente di gelati.
" Io sono sazia, credo che lo prenderò dopo così potrò gustarlo meglio"
Anche Patrizia rifiutò.
Aspettammo Romina davanti la gelateria. Ci eravamo distratte a guardare una vetrina, quando notai che era un pò che aspettavamo.
" Ma il gelato glielo stanno facendo sul momento?"
Dopo un pò vedemmo Romina uscire dalla gelateria mentre chiacchierava con un ragazzo. Si avvicinarono a noi, tutte e due avevano due coni in mano. 
" Ragazze lui è Manuel, Manuel queste sono Patrizia ed Eleonora"
" Hola"
" Hola"
Ci venne spontaneo salutare in spagnolo, anche se Romina ci aveva presentato in italiano.
" Ragazze lui è il tastierista del gruppo che abbiamo ascoltato ieri al Barrio Club"
" Oh! Complimenti, siete stati molto bravi"
Concordai con quello che aveva detto Patrizia. Mi ritrovai a pensare che se avevamo incontrato il tastierista, potevamo incontrare il cantante, quel ragazzo mi metteva a disagio...
 
" Manuel noi stiamo andando alla spiaggia, vieni con noi?"
Da dove usciva fuori quell'aria disinvolta di Romina?
" Bè se a voi non dispiace!"
 
Così ci incamminammo verso la spiaggia tutti e quattro. Manuel parlava un pò d'italiano, noi parlavamo un pò di spagnolo, la conversazione tra noi sembrava procedere bene. Parlammo del più e del meno, scoprimmo che era di origine francese e all'età di 15 anni si trasferì con i genitori a Barcellona. Aveva scoperto la passione per la musica da bambino e nella vita aveva sempre suonato. Era un tipo molto estroverso, spigliato e notavo che Romina ne stava subendo il fascino. Ammisi a me stessa che oltre il carattere coinvolgente, Manuel era anche un bel ragazzo.
Aveva i capelli castani che arrivavano al mento, occhi talmente azzurri da sembrare quasi trasparenti. Era evidente che quella non era la prima volta che veniva in spiaggia, perchè la sua pelle era abbronzata.
 
Manuel era molto attratto da Romina, praticamente non aveva smesso un' attimo di guardarla!
 
" Ragazze, io e Manuel andiamo a farci un bagno, voi restate qui? "
Mi affrettai a rispondere prima di Patrizia.
" Si, si, rimaniamo qui, andate pure..."
Detto questo sia Manuel che Romina si avviarono verso il mare, Patrizia si girò a guardarmi.
" Ma perchè? Io sarei andata!"
" Appunto! Non hai notato che non si sono staccati un' attimo quei due? E poi Romina ha chiesto se volevamo restare qui non andare con loro...."
Le feci l'occhiolino.
" Ah! già non ci avevo pensato! Ma forse non è tanto un bene che quei due stiano da soli, insomma Romina tra un pò di deve sposare!"
" Capirai... anche se fosse la perdita di MR Iceberg non sarebbe così drammatica! E comunque non è detto che succeda qualcosa, facciamogli godere questi ultimi attimi di libertà. Poi lei non è stupida"
" Un tradimento non è un buon modo per iniziare una relazione"
Mi girai a guardarla, fissava un punto impreciso nel mare, la sua voce era triste.
" Pensi ancora a Fabrizio?"
Lei non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo.
" Patrizia forse dovresti parlarci, dargli una possibilità, non puoi cancellarlo così!"
" Per sentirmi dire cosa? Che non voleva? Che non era quello che sembrava? Non ero io quella che stava baciando sul divano di casa!"
Si alzò ed andò a farsi una passeggiata.
 
La lasciai sola, avvicinarmi a lei in questo momento era inutile.
Ripensai a cos'era successo alla mia amica, non riuscivo a credere che Fabrizio potesse avere una storia parallela con un'altra donna. Patrizia lo aveva sorpreso a baciarsi con una bionda che non conosceva,e a detta sua il bacio non era proprio innocente, tanto mento la posizione, era sdraiati! A quel punto lei non ci ha visto più, agendo d'istinto aveva tirato il dolce che aveva portato contro loro due ed era andata via. Da quel momento non ne ha più voluto sapere di lui, rifiutando di vederlo e non rispondendo alle sue chiamate.
Una spiegazione la meritava quel ragazzo! Ero ancora convinta che loro due erano una coppia stupenda, si amavano, c'era passione, tenerezza, complicità, caspita io la sognavo tutte le notti una storia come la loro!
Loro due si completavano, una era impulsiva, estroversa, l'altro era riflessivo e pacato.
 
Sospirai, speravo veramente che le cose tra loro si potessero sistemare.
Mi sdraiai sull'asciugamano, volevo rilassarmi e prendere un pò di sole.
Dopo un pò mi accorsi che il calore sulla mia pelle era diminuito, non sentivo più i raggi del sole, forse era una nuvola passeggera, aprì gli occhi.
Non era una nuvola, era un ragazzo!
" Dopo il terzo incontro lo sai che è obbligatorio dirsi almeno il nome?"
Era il cantante del gruppo, quello che avevo incontrato nel camerino del locale, quello che mi era venuto addosso rovesciando il succo d'ananas, insomma lui!
" Tu che ci fai qui?" Erano le uniche parole che riuscì a pronunciare.
" Potrei farti la stessa domanda, ma sarò più educato di te ed eviterò! Manuel mi ha mandato un sms dicendomi che era in spiaggia, se volevo lo trovavo qui."
Per un' attimo avevo dimenticato di Manuel e del gruppo. Mi ritrovai a fissarlo sbalordita. I suoi occhi verdi alla luce del sole diventavano ancora più intensi, indossava solo il costume e continuava a sorridermi con quella faccia da schiaffi che ti toglieva il fiato.
Alla luce del sole notai che era veramente un bel ragazzo, il suo fascino non veniva fuori solo quando cantava, quel ragazzo sprizzava fascino e sensualità da tutti i pori!
" Io mi chiamo Alexander"
Mi offrì la mano ed ancora stupita di vederlo gli tesi la mia.
" Piacere io sono Eleonora"
Si sedette vicino a me, con lo sguardo rivolto verso il mare.
" Sei in vacanza con le tue amiche?
" Si sono con delle amiche, tu vivi qui?"
" Si certo " Sorrise di quella domanda
" Allora come mai hai il nome inglese e parli così bene l'italiano?
Era rimasto stupito da quell'osservazione, pensava che fossi una stupida oca?
" Wow che spirito di osservazione!"
In quel momento Manuel e Romina ci raggiunsero.
" Ehi Alex alla fine sei venuto! Lei è Romina e lei è Eleonora" 
" Piacere Romina, Eleonora ho già avuto il piacere di conoscerla" 
" Non perdi tempo eh! Sempre il solito!" 
Scoppiarono a ridere. E così era una che non se ne faceva sfuggire una, chi sà perchè non mi sorprese quell'informazione.
" Ele dov'è Patrizia?" 
" E' andata a fare un giro, voleva camminare." 
Mentre rispondevo alla domanda di Romina, mi resi conto che non sapevo quanto tempo era passato da quando Patrizia si era allontanata.
" Ora che mi ci fai pensare, che ore sono? Mi sono addormentata, non sò da quanto tempo è via "
" Andiamo a cercarla, Romina ha fame, prima la troviamo e prima mangiamo. Io e Romina andiamo verso destra, Alex ed Ele possono andare dalla parte opposta"
L'idea di trovarmi da sola con Alex mi metteva a disagio, ma incominciavo ad avere fame anch'io. Iniziammo a camminare in silenzio, mi sentivo in imbarazzo, quando mi ero alzata dal mio asciugamani Alexander mi aveva praticamente fatto la radiografia. Oltre a disagio quel ragazzo mi dava ai nervi!
" Com'è questa ragazza?"
" E' mora, capelli lisci, lunghi, indossa un due pezzi bianco. Prima tu non hai risposto alla mia domanda."
Mi guardò di sottecchi sorridendo.
" Non ti sfugge proprio niente!"
" Bè se non vuoi rispondere basta dirlo, non c'è bisogno di tutti questi giri di parole!"
" Oltre che perspicace anche permalosa!"
Il suo sorrisetto era sempre più evidente. 
" Non sono permalosa!"
Dovetti ammettere a me stessa che avevo risposto con troppa enfasi.... Quel ragazzo mi mandava al manicomio!
Smisi di guardarlo e continuai a cercare con lo sguardo Patrizia, ma dove si era cacciata!
 
Ad un certo punto, vicino al porto notai una figura familiare, era lei.
Era seduta e guardava fisso davanti a se.
" Aspetta un'attimo qua per favore."
Non sapevo in che condizioni avrei trovato la mia amica, non volevo che uno sconosciuto la vedesse piangere. 
Mi avvicinai a lei, non stava piangendo, ma la sua faccia non era dei migliori!
" Trizia tutto ok?" 
Si girò a guardarmi, era triste e anche se ora non piangeva aveva smesso da poco.
" Tutto ok?"
Sorrise appena.
" Si tutto ok, mi sono solo lasciata andare"
" Patrì se vuoi io sono qui, lo sai"
Ritornò a fissare il mare.
" Si lo sò, grazie, ma ora basta brutti pensieri, siamo qui per divertirci!"
Si alzò in piedi e solo allora notò Alexander che ci aspettava poco lontano, mi guardò con aria interrogativa.
" Lui è Alexander, il cantante del gruppo è stato chiamato da Manuel, ci siamo divisi per venirti a cercare, incominciavamo ad avere fame"
" Ok andiamo"
 
Ci avvicinammo ad Alex e presentai i due.
" Ho avvertito Manuel, ci verranno incontro"
Bene, se voleva sapeva rendersi utile, pensai.
Quando anche Romina e Manuel ci raggiunsero i ragazzi ci invitarono a mangiare una pizza da loro, o meglio Manuel ci invitò, Alex si limitò ad annuire. Romina e Patrizia accettarono subito e io mi ritrovai costretta a dir di si. Ma una volta Romina non era la saggia del gruppo? Quella che ti riprendeva ogni volta che facevi una cavolata!
 
Una volta giunti in albergo esternai i miei dubbi.
" Ragazze io non sò se abbiamo fatto bene ad accettare, insomma non li conosciamo, non è prudente andare a casa di gente che non si conosce!"
" Ele tranquilla, sono sicura che non accadrà niente! Manuel è un tipo così simpatico, alla mano, gentile"
Mentre parlava accese la TV sul canale musicale.
 
Tus ojos, claro de monte, Como guitarras trovadoras de san juan, Tu ojos, son mi suplicio, Son mi perdon, mi redencion, mi despertar
(I tuoi occhi, chiaro di monte, come chitarra trovadora di san juan, i tuoi occhi sono il mio supplizio, sono il mio perdono, mia redenzione, mio risveglio)
 
" Romina proprio tu parli? Ma non eri la nostra mamma una volta? E poi tutta quest'attenzione verso il tastierista, ma niente niente ti starai prendendo una cotta? Non vorrei farlo, ma ti ricordo che ti devi sposare!" 
 
Tus ojos que me arrebatan, son mi locura, son la plena perdición. Tus ojos lo tienen todo, nada me falta porque son mi bendición. Tus ojos que tienen mi ausencia, como dulce y fresco sereno de mar. Tus ojos son mi equilibrio, son mi libertad.
(i tuoi occhi hanno tutto non mi manca niente perche' sono la mia benedizione i tuoi occhi che hanno la mia assenza come dolce e fresca umidita' del mare i tuoi occhi sono il mio equilibrio sono la mia liberta')
  
Romina si fermò a guardare prima me e poi Patrizia. Si era fatta seria, sospirò e andò a sedersi sul letto.
" Devo dirvi una cosa"
Dal suo tono capì che non era niente di buono, ci sedemmo accanto a lei, preoccupate.
 
Mírame, dame fuerza y alivio. Mírame, que es lo que necesito. Mírame, para tenerlo todo sólo basta quedarme fundida en tus ojos. Mírame, que es la paz tu mirada. Mírame, que mi dicha no alcanza. Mírame, que la luz y la calma que me brindan tus ojos, tranquilizan mi alma.
(guardami, dammi forza e sollievo guardami, e' quello di cui ho bisogno guardami, per averlo tutto mi basta solo rimanere nei tuoi occhi guardami, che c' e' la pace nel tuo sguardo guardami, che la mia fortuna non basta guardami, che la luce e la calma che mi offrono i tuoi occhi tranquillizzano la mia anima)  
 
" Da quando sono qui non ho mai sentito Daniele, tanto mento ci siamo scambiato sms. Ho sentito la mia famiglia, messaggiato con mio fratello, ma con lui niente! Non abbiamo litigato, semplicemente non ne sento l'esigenza, non mi manca. Non mi ero neanche resa conto di questa cosa fino a quando oggi pomeriggio, quando cercavamo Patrizia, Manuel mi ha baciato! Mi ha accarezzato il viso e sfiorato le labbra. Ma dentro di me ho sentito una scossa che con Daniele non avevo mai provato! Non sò cos'altro fare, come comportarmi, perchè non mi manca l'uomo che da qui a poco più di un mese diventerà mio marito? Perchè non vedo l'ora di andare a cena con Manuel, anche se sò che non saremo soli, perchè mi tremano le gambe manco fossi al primo appuntamento?" 
 
Tus ojos, dulce esperanza. Remedio y cáliz de ese sorbo de tu amor. Tus ojos, son el camino donde abre paso mi desbordada pasión. Tus ojos me llenan el alma. No hay otra riqueza, no tengo temor. Tus ojos dulces, benditos, son mi devoción.
(i tuoi occhi, dolce speranza rimedio e calice di questo sorso del tuo amore i tuoi occhi sono il mio supplizio sono il mio perdono, mia redenzione, mio risveglio i tuoi occhi mi riempiono l' anima non c' e' altra ricchezza non ho timore i tuoi occhi dolci benedetti sono la mia devozione)
 
Romina era andata. 
Si era presa una bella cotta e se da una parte era contenta che per la prima volta aveva messo in discussione il suo rapporto con MR Iceberg, dall'altra mi dispiaceva vederla così confusa.
 
Mírame, dame fuerza y alivio. Mírame, que es lo que necesito. Mírame, para tenerlo todo sólo basta quedarme fundida en tus ojos. Mírame, que es la paz tu mirada. Mírame, que mi dicha no alcanza. Mírame, que la luz y la calma que me brindan tus ojos,tranquilizan mi alma. Mírame, mírame Mírame, que la luz y la calma que me brindan tus ojos, tranquilizan mi alma. Mírame, dame fuerza y alivio. Mírame, que es lo que necesito. Mírame, para tenerlo todo sólo basta quedarme fundida en tus ojos.  
(guardami, dammi forza e sollievo guardami, e' quello di cui ho bisogno guardami, per averlo tutto mi basta solo rimanere nei tuoi occhi guardami, che c' e' la pace nel tuo sguardo guardami, che la mia fortuna non basta guardami, che la luce e la calma che mi offrono i tuoi occhi tranquillizzano la mia anima guardami guardami guardami, che la luce e la calma che mi offrono i tuoi occhi tranquillizzano la mia anima guardami, dammi forza e sollievo guardami, e' quello di cui ho bisogno guardami, per averlo tutto mi basta solo rimanere nei tuoi occhi)
 
Patrizia riuscì prima di me a trovare le parole giuste per aiutare la nostra amica. 
" Romy, per la prima volta hai dei dubbi sulla tua storia. Cerca di capire se i dubbi sono collegati a Manuel o ti sarebbero venuti comunque. Spegni il cervello ed ascolta il cuore è l'unica cosa da fare."
Annui a quelle parole, non potevo essere più d'accordo.
" Grazie ragazze, ora sarà meglio iniziare a prepararci, altrimenti faremo tardi come al solito, almeno la prima volta vediamo di non farci riconoscere!"
Scoppiammo a ridere tutte e tre. La vacanza si stava facendo interessante.
 
Mírame, dame fuerza y alivio. Mírame, que es lo que necesito. Mírame, para tenerlo todo sólo basta quedarme fundida en tus ojos. Mírame, que es la paz tu mirada. Mírame, que mi dicha no alcanza. Mírame, que la luz y la calma que me brindan tus ojos, tranquilizan mi alma.
(guardami, dammi forza e sollievo guardami, e' quello di cui ho bisogno guardami, per averlo tutto mi basta solo rimanere nei tuoi occhi guardami, che c' e' la pace nel tuo sguardo guardami, che la mia fortuna non basta guardami, che la luce e la calma che mi offrono i tuoi occhi tranquillizzano la mia anima)

  


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4°
 
LA PIZZA INSIEME
 
  

Quando Manuel nel pomeriggio mi mandò un sms dicendomi che era in spiaggia con delle ragazze non mi sarei aspettato di trovare la ragazza del locale! Se voleva Barcellona era proprio piccola!

Dovetti ammettere che Eleonora non era niente male, oggi l'avevo potuta notare bene, il due pezzi nero gli stava una meraviglia...

 

Aveva dei lunghi capelli ricci castano chiari e gli occhi neri risaltavano la carnagione chiara. Rimasi stupito quando Manuel propose alle ragazze di cenare con noi, di solito non era così espansivo con delle sconosciute. Evidentemente la ragazza con i capelli rossi gli interessava parecchio, se non sbagliavo si chiamava Romina, mentre l'altra Patrizia. Si ok, i nomi erano memorizzati, era già qualcosa.

L'appuntamento per cena era alle 20,00, dovevamo anche sbrigarci perchè alle 23,00 avevamo il concerto al club.

“ Alex come stò?”

Mi girai a guardare Manuel, indossava dei jeans e una camicia blu.

“ Come mai tanta preoccupazione per il tuo aspetto fisico?”

Lo canzonai.

“ Dai smettila di fare il sarcastico! Dimmi come stò?”

“ Stai bene, stai bene!”

Non feci in tempo a finire di parlare che scappò via, sorrisi.

Sentì suonare alla porta, sicuramente erano loro, mi avviai per andare ad aprire ma Manuel mi aveva preceduto, quando arrivai all'ingresso loro erano ancora sulla porta a salutarsi.

 

Vidi che Romina si era vestita con particolare cura, capelli sciolti, trucco leggero sugli occhi, rosso fuoco sulle labbra. Indossava un abito nero aderente senza maniche che arrivava al ginocchio, la scollatura risaltava il suo seno formoso. Patrizia, sempre curata ma un po' meno dell'amica. Pantaloni aderenti neri per lei con un top a fascia viola. A differenza dell'amica, Patrizia non aveva un gran seno, anzi, ma vestita in quel modo risaltava la sua figura esile.

Ele … bè lei era decisamente più sportiva, jeans e camicia neri. Non mi dispiaceva il suo abbigliamento, la camicia metteva in evidenza le sue forme che non erano ne prorompenti come quelle di Romina, ne quasi inesistenti come quelle di Patrizia. Mi dispiaceva solamente che a differenza delle amiche avesse legato i suoi capelli.

 

Dopo i saluti e le presentazioni con Pablo e Mark, ci sedemmo nel piccolo salone. Avevamo ordinato le pizze, le avrebbero consegnate tra qualche minuto, nell'attesa chiacchieravamo tranquillamente. Dovetti ammettere che si stava bene in compagnia di quelle ragazze. Patrizia era la più prorompente delle tre, mi sembrava di vedere la versione femminile di Mark. Ele era la più introversa, era seduta sul piccolo divano ed aveva detto si e no tre parole.

Mi avvicinai a lei.

“ Sei molto silenziosa” Le sussurrai in un orecchio.

Mi ero seduto accanto a lei e la vidi prima spaventarsi e poi arrossire del mio gesto.

“ No, bè... ecco”

Abbassò lo sguardo, l'avevo messa in imbarazzo. Sorrisi della sua reazione, mi piaceva stuzzicare quella ragazza.

Suonarono alla porta, erano arrivate le pizze, decisi di avere un po' di pietà per lei, così mi alzai per andare ad aprire.

 

La cena procedette tranquillamente, vidi l'ora, erano le 22,30, dovevamo andare.

“ Ragazzi dobbiamo andare altrimenti faremo tardi” feci notare.

Annuirono tutti, Manuel si girò verso Romina.

“ Voi venite con noi? Vi abbiamo prenotato un tavolo così non dovete stare tra la folla.”

“ Oh! Grazie, non dovevate disturbarvi. Comunque si, veniamo, sicuramente.”

Uscimmo tutti e sette insieme.

Romina e Manuel erano impegnai in una fitta conversazione privata, Patrizia, Mark e Pablo non facevano altro che ridere e scherzare. Io mi ritrovai accanto ad Eleonora che non pronunciava una parola. Decidi di divertirmi un po', mi avvicinai a lei e le sussurrai,

“ Sempre silenziosa, lo sai, la mia esperienza mi dice di diffidare dalle persone che non parlano mai...”

“ Bè si, tu hai una grande esperienza in fatto di donne!”

Sorrisi .

“ Bè si, non mi lamento”

La guardai, sempre sorridendo, le misi un braccio intorno alla spalla.

“ Tu invece hai esperienza? Potremmo scambiarci il nostro sapere.... “

Dissi malizioso. Mi resi conto di star filtrando con lei.

Al mio gesto accompagnato dalla mia frase le sue guance si tinsero di rosso. Sorrisi ancora di più, a quel punto si staccò da me e mi lanciò uno sguardo che doveva essere intimidatorio, ma in me provocava solamente ilarità. Non sapevo perchè ma mi divertiva troppo filtrare con quella ragazza, poi vederne una che ancora arrossiva era una rarità al giorno d'oggi.

 

Quando arrivammo al locale, accompagnammo le ragazze al loro tavolo e ci avviammo nel nostro camerino. Ci preparammo velocemente per la serata e ci avviammo verso il palco. Il nostro momento era arrivato.

Come al solito suonammo con tutta l'anima, Manuel non la smetteva di sorridere verso il tavolo che avevamo riservato alle ragazze. Non le vedevo in faccia, ma giurai che anche Romina non toglieva gli occhi di dosso al nostro tastierista. Le luci non mi permettevano di guardare bene il pubblico, mi spostai per cercare di guardare il tavolo, come avevo previsto, Romina era incantata a guardare Manuel, Patrizia non guardava nessuno in particolare, Ele aveva uno sguardo strano, sembrava assorta nei suoi pensieri.

 

Iniziammo a suonare l'ultima canzone, una cover di qualche anno fa, era di George Micheal, Careless Whisper.

 

J fell so unsure, as j take your hand and lead you to the dance floor. As the music dies... Something in your eyes, calls to mind a silver screen, and all it's sad goodbyes.

(Mi sento insicuro, quando prendo la tua mano e ti conduco sulla pista da ballo, quando la musica muore, qualcosa nei tuoi occhi richiama nella mia mente uno schermo d'argento dove l'unica cosa scritta è arrivederci)

 

Mi accorsi che alle prime note, Ele alzò lo sguardo, l'aveva riconosciuta.

Continuai a guardarla, i nostri occhi si incrociarono.

 

I'm never gonna dance again, Guilty feet have got no rhythm. Though it's easy to pretend, I know you're not a fool. I should have known better than to cheat a friend, And waste a chance that I'd been given. So I'm never gonna dance again, The way I danced with you.

(Non ballerò mai più, E’colpa dei miei piedi che non hanno ritmo benchè sia facile fingere so che non sei stupida dovevo sapere meglio che imbrogliando un amica sprecavo la possibilità che volevo mi fosse data non ballerò mai più perché ho ballato con te )
 

Non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi e neanche lei sembrava riuscirci.

 

Time can never mend, The careless whisper of a good friend. To the heart and mind, Ignorance is kind There's no comfort in the truth, Pain is the all you'll find.

(Il tempo non puo mettere a posto Le maldicenze a cuor leggero di una buona amica Al cuore e alla mente,L'ignorare è dolce non c’é conforto nella verità Sofferenza é tutto cio che troverai)

 

Era come incantata, mi guardava persa nei miei occhi ed io mi sentivo incatenato da quegli occhi neri.

 

Tonight the music seems so loud, I wish that we could lose this crowd. Maybe it's better this way, We'd hurt each other with the things we want to say.We could have been so good together, We could have lived this dance forever... But now, who's gonna dance with me? Please stay.

(Stasera la musica sembra cosi alta vorrei che fossimo lontani da questa folla forse é meglio cosi Ci saremmo feriti l’un l’altro con le cose che avremmo detto Potevamo stare cosi bene assieme Potevamo vivere questo ballo per sempre Ma ora chi ballerà con me Ti prego resta)

 

Per tutto il tempo della canzone rimanemmo a fissarci negli occhi.

Mi sentì strano come se il resto del pubblico non ci fosse, come se fossimo solo io e lei.

 

Now that you're gone... Now that you're gone... Now that you're gone... Was what I did so wrong? So wrong that you had to leave me alone?

(Ora che te ne sei andata ora che te ne sei andata ora che te ne sei andata Cosa ho fatto di sbagliato, cosi sbagliato che tu mi hai lasciato solo?)

 

Quando la canzone finì e le luci si spensero mi sentì strano, era la prima volta che fissavo così intensamente una ragazza mentre cantavo, anzi di solito, durante le canzoni per me più importanti chiudevo gli occhi e mi estraniavo dalle persone con la mia “amante”.

 

Ritornai con gli altri nel camerino, fortunatamente loro non si accorsero del mio turbamento. Manuel non fece in tempo ad entrare che riuscì fuori dalle ragazze provocando ilarità da parte di Mark e Pablo.

Poco dopo anche loro vollero raggiungere il tavolo.

“ Alex tu non vieni?”

“ Mark voi andate, mi fumo un'altra sigaretta e vi raggiungo”

Uscirono chiudendo la porta e io mi sedetti sul divano ispirando una boccata di fumo.

Che sensazione strana, nuova. Mi ritrovai ad averne quasi paura, forse dovevo smetterla di filtrare con quella ragazza, altrimenti sarei rimasto intrappolato nella mi stessa rete.

 

Uscì fuori tra la folla e mi avviai verso il bancone del bar per prendermi una birra.

Una ragazza di avvicinò a me.

“ Ciao, complimenti per il concerto”

Mi girai a guardarla, era bionda di un biondo non naturale, occhi azzurri ed il suo abito lasciava poco spazio all'immaginazione, aveva tutte le curve al posto giusto. Era la compagna ideale per quella sera. Sorrisi e mi avvicinai a lei.

“ Sono contento che il concerto ti sia piaciuto”

Mi aveva detto come si chiamava, forse, ma non me lo ricordavo, non mi importava. Finì la mia birra e poi uscì dal locale con lei diretti verso la mia camera.

 
Hai capito Alex… ha trovato un modo per “cambiare” andamento alla serata… chi sa che succederà!
Grazie mille alle persone che mi seguono, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, ci vediamo al prossimo aggiornamento!  



 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Rieccomi! Con un po’ di ritardo, ma alla fine ce l’ho fatta…
Domani spero di riuscire ad aggiornare anche l’altra storia. Buona lettura!



DUBBI

 

La mattina dopo mi svegliai tardi, la sera avevamo fatto tardi, ed eravamo ritornate dardi in albergo. La cena a casa dei ragazzi era stata piacevole, se non fosse stato per Alexander che ogni volta mi dava ai nervi quando si avvicinava!

Durante il concerto mi ero isolata con il resto del mondo, lasciando che la musica cullasse i miei pensieri. Mi succedeva spesso, e le mie amiche mi prendevano in giro per questo!

Poi riconobbi quella vecchia canzone, era meravigliosa, una delle canzoni d’amore più belle che fosse stata scritta, sicuramente tra le prime dieci! Alzai lo sguardo ed incontrai i suoi occhi.

Mi guardavano, come io guardavo lui, ero rimasta incatenata, non riuscivo a spostare lo sguardo da un’altra parte, ascoltare la sua voce bassa e profonda cantare quella canzone, i suoi occhi che avevano una luce particolare forse erano le luci del locale, non saprei… quella era la loro ultima canone per quella sera.

Rimanemmo sedute al tavolo, aspettando che gli altri ci raggiungessero. Il primo fu Manuel che aveva occhi solo per Romina, seguito subito dopo da Pablo e Mark. Facemmo i complimenti a tutti erano stati veramente bravi. Dopo un po’ con la scusa di andare a prendere qualcosa da bere mi alzai, volevo cercare Alexander, non si era aggiunto al tavolo con noi, ed io,  volevo vederlo. Prima di cercare in camerino, mi avvicinai al bancone del bar, magari voleva prendere qualcosa da bere.

 

Lo cercai con lo sguardo. Lo vidi tra la folla.

Era in compagnia di una bionda che sicuramente aveva scordato di vestirsi. Parlavano fitto fitto, ero rimasta a guardarli fino a che non uscirono insieme. Sicuramente lo sguardo e il sorriso dei loro volti lasciavano poco spazio all’immaginazione su quello che avrebbero fatto.

Ritornai dagli altri, non sapevo perché, ma quella scena mi aveva innervosito!

Cercai di distrarmi durante la serata, fortunatamente Mark e Patrizia erano una compagnia tutt’altro che noiosa!

 

Guardai l’ora, erano le 12,30! Mi rigirai nel letto, quel giorno non avevo voglia di gite nella città, ero ancora arrabbiata per la scena che avevo visto nel locale, più ci pensavo, più mi innervosivo, e mi innervosivo di più perché non capivo di questa mia reazione!

Decisi che non potevo stare a letto a rovinarmi la vacanza per un tipo come Alexander.

Sfacciato, arrogante, presuntuoso, don giovanni.

Sospirai.

Era terribilmente affascinante!

Aveva due occhi stupendi, un sorriso da infarto e come se non bastasse cantava in un modo seducente, molto seducente…. Troppo seducente!

 

Mi alzai di scatto, dovevo smetterla di pensare a lui. Guardai in direzione di Patrizia e Romina, ancora dormivano, non volevo svegliarle. Feci una doccia al volo, indossai un paio di calzoncini jeans, canottiera nera, legai i miei capelli ed usci a fare una passeggiata.

Avevo scritto un biglietto alle pigrone, dicendo che sarei uscita, quando si sarebbero svegliate mi avrebbero chiamata.

Incominciai a camminare per distrarmi, assaporai i colori e i profumi che quel quartiere mi regalavano, mi deliziai a sentire il calore del sole sulla mia pelle. Giravo senza meta, tra i vicoletti. Ad un certo punto mi ritrovai in una piccola piazza, placa de Rei, era piena di gente, ragazzi seduto sui gradini a chiacchierare, ad ascoltare della musica coccolati dal sole. Mi piaceva, era una piazza piena di vita!

Continuai il mio cammino, ero indecisa se andare verso il mare o verso il centro della città. Mi squillò il telefono, era un sms, le pigrone si erano svegliate, mi avevano dato appuntamento tra mezz’ora al bar vicino all’hotel.

 

Incominciai a ritornare indietro con calma. Quando raggiunsi il bar, loro stranamente erano già lì.

“ Ragazze che facciamo oggi?”

Volevo trovare qualcosa da fare, prima di ricominciare a pensare alla sera prima.

“ Manuel mi ha mandato un sms, oggi hanno le prove, non può stare con noi.”

Patrizia si girò a guardarla.

“ Con noi? Con te forse… Dicci un po’, non ci stai nascondendo niente? Ieri per tutto il concerto non hai fatto altro che guardare lui…”

Guardammo Romina con aria interrogativa e nello stesso tempo divertita. Lei non ci rispose subito, abbassò lo sguardo, sembrava voler prendere il coraggio da qualche parte per confidarci chi sa quale segreto. Capì che c’era qualcosa che non andava, Romina prese un respiro profondo.

“ Manuel mi piace, parecchio pure! Con lui mi trovo bene, mi fa sentire bene, è allegro spiritoso. Mi fa sentire a mio agio. Ieri sera durante il concerto ho pensato per la prima volta che non volevo sposarmi. Mi ha messo in crisi!”

Io e Patrizia ci lanciammo uno sguardo, mentre Romina ancora guardava le sue mani.

“ Non preoccuparti, io e Patrizia ti staremo vicino, non ti preoccupare non ti lascia remo sola, quando vuoi noi siamo qui. I sentimenti che provi per Manuel e per Daniele li sai solo tu. “

Ci guardò e con i suoi occhi ci ringraziò.

“ Hai sentito Daniele da quando sei qui?”

Domandai.

“ No, non no ho proprio voglia, non mi manca, e credo che la cosa sia reciproca visto che neanche lui si è fatto vivo!”

Feci una smorfia, le manifestazioni d’amore di quell’uomo erano inesistenti! Patrizia parlò per prima che il mio istinto mi facesse dire qualcosa di sbagliato.

“ Romy io credo che dovresti sentirlo, vedere che effetto ti fa”

Effettivamente Patrizia aveva ragione.

“ Ok, mi avete convinto, lo chiamo subito, così ci togliamo il dente!”

Prese il cellulare e compose il numero.

“ Pronto? Ciao Daniele sono io…. Si ciao, come và?...... si tutto ok….. c’è il sole…. Bella città…. Si ok… capisco…. Ok ciao”

Telefonata lampo!

“ Aveva un incontro per un ipotetico lavoro, andava di corsa”

“ Sempre il solito romantico!”

Patrizia mi guardò male per quello che avevo detto, aveva ragione, il mio astio per verso Daniele non aiutava la mia amica.

“ A parte questo, cosa hai provato nel sentirlo?”

“ Niente, assolutamente niente! Non mi manca, non ho voglia di sentirlo, ho solo voglia che arrivi questa sera per vedere Manuel. Io incomincio ad avere dei seri dubbi su questo matrimonio”

“ Romy tranquilla, io e Patrizia siamo qui! Ora cerchiamo di divertirci, siamo qui per questo! Facciamoci una passeggiata per la ramblas”

 

Ci alzammo dal tavolo ed incominciammo a camminare. La tensione si era sciolta, ridevamo e scherzavamo come delle adolescenti. La giornata passò piacevolmente, avevamo comprato dei souvenir da riportare a casa, penne, matite, calamite, se incominciavamo così dovevamo comprare un’altra valigia per il ritorno!

“ Ragazze, Manuel mi ha mandato un sms, mi chiede se anche questa sera l’onoravamo della nostra presenza.”

Io e Patrizia ci guardammo divertite…

“ Sei proprio sicura che abbia parlato al plurale?”

Domandai. Romina, sorrise e lesse ad alta voce sms.

“ Per colpa delle prove oggi sono dovuto stare lontano da te tutto il giorno. Mi piacerebbe se venissi nuovamente a cena a casa nostra, naturalmente anche Eleonora e Patrizia sono le benvenute. Ho voglia dei tuoi occhi, mi mancano. Manuel”

“ Wow! Questo si chiama mandare un sms per far sciogliere anche il polo nord!”

Non potevo essere più d’accordo con Patrizia, con un sms gli aveva comunicato la voglia di vederla, dolcezza e passione.

 

Ho voglia dei tuoi occhi…. Era una frase bellissima.

Ripensai agli occhi che mi avevano incatenata la sera prima, gli stessi occhi che guardavano un’altra donna dopo poco...

Romina sorrideva, aveva lo sguardo perso, aveva il cellulare in mano ed avrei scommesso qualsiasi cosa che stava rileggendo per l’ennesima volta sms .

Non sapevo come sarebbe andata a finire con Manuel, ma ero contenta, qualcuno che le dimostrava un po’ di dolcezza, quella che in realtà si sarebbe meritata.

Guardai Patrizia, anche lei sorrideva, ma il suo sorriso era diverso. Si stava divertendo, era contenta per Patrizia, ma c'era qualcosa dentro di lei che la turbava.

Quel qualcosa si chiamava Fabrizio.

Avrei scommesso tutto quello che avevo che stava pensando a lui, che contrariamente a quello che diceva stava ancora malissimo per la fine della loro storia.

 

 

Alzai gli occhi al cielo e guardai il sole. 

Chi sà che ci avrebbe regalato ancora quella vacanza.... 

Sospirai e sorridendo mi incamminai con le mie amiche verso l'albergo, dovevamo prepararci, avevamo una cena in programma! 

 

 

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