Chi visse per sempre felice e contento?

di Appleeatyou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima (1/2) ***
Capitolo 2: *** Parte Seconda (2/2) ***



Capitolo 1
*** Parte Prima (1/2) ***


 Autore: Erena
Fandom: Death Note
Titolo: Chi visse per sempre felice e contento?
Personaggi: Parecchi, a dire la verità. I principali sono Light, Mikami ed L – e Ryuk.
Genere: Horror, sovrannaturale, romantico (?)
Avvertimenti: AU, Fiaba, non proprio per stomaci delicati, shounen-ai accennato.
Rating: Arancione
Interpretazione scelta: Serena convivenza: Mikami/L/Light… o quel che di loro rimane.
Note Autrice:At the end…?
Nulla da dire, troverete tutto alla fine.
 
Un misero avvertimento: questa non è una fiaba alla Disney, fru fru e piena di buoni sentimenti. E’ più simile alla versione originale delle fiabe di Perrault, Grimm ed Andersen.
Cosa significa ciò?
Fondamentalmente, significa che c’è abbastanza horror e sangue, ed è chiaramente una death fiction. Quindi, se cercate le fiabe alla Disney, questa è da escludere – il che è un peccato. Io adoro Disney, ma credo che solo lui possa scrivere un “e vissero tutti felici e contenti” senza scadere nella noia. Io non ne son capace. Ed è uscita questa death-fiction – la quale non è che un esperimento… chissà se riuscito o meno? Non riesco proprio a giudicarla, hum… forse perché è una specie di “esercizio” ed espressione di una fissa che ho da un po’ di tempo (le fiabe). Ditemi voi…
 
E’ una one-shot, che ho diviso in due parti per comodità!
Come nell’introduzione, questa storia partecipa al “Threesome is Better” Contest, indetto da EnDarkCiel (Setsuka)  sul forum di efp. Appena ci saranno i risultati, li inserirò nella seconda parte della fiction, così come gli “spunti” di scrittura.
 
 
 
 
 
Ora, leggete con me?
 
 
 

Chi visse per sempre felice e contento?

 
 
 
 
-“ Io non penso che dovreste andare.”-
 
L osservò senza alcuna espressione il volto di Watari. Il vecchio Mago sembrava placido e straordinariamente serio, ma allo stesso tempo rassegnato. Le parole che seguirono confermarono il pensiero di L: -“ Ma penso anche che, come al solito, agirete seguendo il vostro giudizio.”-
 
Il Principe si mordicchiò il pollice, mentre i suoi occhi – che non sembravano del tutto vivi, come se in realtà non avesse più di tanto da spartire con il mondo dei Viventi – rilucevano alla luce della Luna.
 
-“ Non parlare quando non sei interpellato, Watari.”-
 
Il Mago non batté ciglio; sapeva che quando il Principe L gli intimava di fare silenzio, significava che era d’accordo con lui - ma non per questo disposto a sentirsi dire che si stava comportando nel modo meno adatto. Eppure, non c’era scelta peggiore di quella decisa dal Principe.
 
La Luna brillava nel cielo terso, gravida di luce e chiara nell’oscurità della notte – ed era una Luna ingannatrice, malvagia e forse anche infausta, dato che quello era il giorno in cui il Re Light poteva essere svegliato dal suo lungo sonno.
 
Una Maledizione gravava sul capo del Re dalla sua nascita, ma questo non aveva scoraggiato i pretendenti al trono che puntualmente, una volta ogni mese sinodico, giungevano alla bara di diamante del Re e tentavano di svegliarlo nel più classico dei modi – con un Bacio d’Amore.
 
Questo espediente non sortiva l’effetto desiderato. Il Re aveva accettato di buon grado il sonno lungo cento anni, andando contro ogni logica comune e contro ogni buon senso. In effetti perfino lo Shinigami che gli aveva lanciato quella Maledizione era decisamente rimasto sorpreso dalla sua reazione entusiasta, per poi sghignazzare apertamente confabulando qualcosa sulla falsa riga della “spassosità” (un termine talmente assurdo che solo uno Shinigami poteva usare) del giovane Sovrano.
 
La Maledizione era stata in un certo senso terribile: compiuto il suo diciassettesimo compleanno, Re Light avrebbe impugnato una Piuma Maledetta intinta, anziché nell’inchiostro, nel veleno di una Medusa. Respirando gli effluvi velenosi, il Re sarebbe dovuto perire… ma la sua vita era stata salvata da uno Shinigami Bianco, che aveva usato le sue ultime capacità magiche per modificare la Maledizione: non la Morte, ma un sonno lungo cento anni avrebbe colto il Re nel suo diciassettesimo anno di vita.
 
La storia era andata esattamente come gli Shinigami avevano progettato, e il Re era effettivamente caduto nel sonno al tramonto dei suoi diciassette anni – ma lo Shinigami Nero era una fonte inesauribile di sorprese: dopo due soli mesi di attesa, annoiato fino al midollo di stare a guardare quella misera bara di diamante e il suo dormiente occupante, aveva modificato la sua malia.
 
Una volta ogni ciclo lunare, quando la luna era limpida e piena nel cielo, un Bacio d’Amore poteva risvegliare il Re… ma non era affatto una cosa semplice!
 
Il Sovrano, come già detto, era stato molto felice di questa Maledizione: fino a quando lui non fosse passato a miglior vita restava comunque il Re del regno di Fiaba, e nessuno poteva prendere il suo posto, e non era neppure costretto a prender marito e dividere il suo prestigio – quindi, era prevedibile immaginare che, ogni volta che un Principe lo risvegliava dal suo sonno ogni ventotto giorni (sperando di essere da lui accettato come consorte), Re Light lo rifiutasse puntualmente, preferendo riaddormentarsi per un altro mese sinodico… non prima di aver dato ordine di impalare il Principe che aveva osato svegliarlo.
 
Tutti sapevano di non avere speranze. Lo sapeva Watari, lo sapeva L, l’avevano saputo tutti i Principi che avevano tentato di conquistare il Re, e che ora giacevano intorno alla bara di diamante infilzati da lunghi pali di legno, come monito verso tutti coloro che desideravano imbarcarsi in quella impresa. Ma sembrava che anche questa fosse stata una clausola della Maledizione dello Shinigami Nero – il quale si divertiva da matti a volare da un palo all’altro, tra i corpi che si putrefacevano e le ossa che pendevano ancora attaccate agli scheletri chi era giunto tanto tempo prima.
 
Il Mago Watari aveva accompagnato L nei pressi della bara di diamante e – che terribile scenario!
Il corpo del giovane Re era placidamente addormentato su una stuoia di seta, e il suo capo riposava su un cuscino decorato da filigrana in oro. La bara era trasparente, riluceva con la brillantezza tipica dei diamanti perfino nello splendore malevolo della Luna gravida, e la rifrazione della luce colorava i teschi degli scheletri che circondavano il Sovrano dei sette colori dell’arcobaleno.
Solo scheletri appesi vi erano intorno alla bara – gli scheletri dei primi Principi che avevano sperato di aprire il cuore del Re, e ciò che rimaneva dei loro corpi era a guardia del sonno del Sovrano. Poco più lontano vi erano i cadaveri in decomposizione,  e vicino ad L c’erano i corpi meglio conservati, i più recenti. Quella foresta di cadaveri impalati si ergeva intorno al fulcro costituito dalla bara di diamante come una maligna ragnatela di morte e, ironia della sorte, su di uno dei pali più vicini al Sovrano vi era lo Shinigami Nero.
Appollaiato sulla punta affilata, lo Shinigami fissò lo sguardo sul Principe L e rise divertito.
 
–“ Siete qui per tentare di conquistare Re Light?”- Chiese con la sua voce stridula. L non rispose, limitandosi a fissarlo con calma, e lo Shinigami reclinò allora il capo da un lato e distese una delle grottesche braccia.
 
-“ Questa volta non sarete solo. Un altro Nobile tenterà l’impresa,”- disse.
 
L girò il capo nella direzione indicata dallo Shinigami, e scorse effettivamente un Marchese che giungeva in groppa al suo fido destriero. Appena vide il Principe, questo Marchese scese da cavallo con una mossa elegante, sguainando una spada intarsiata di rubini scarlatti.
 
-“ Chi siete, e perché vi siete mostrato al divino Re Light?”- Chiese con un luccichio feroce nello sguardo.
 
-“ Chi siete voi, piuttosto,”- disse il Principe in tono fiacco, senza particolari inflessioni nella voce. Si portò il pollice alle labbra e fissò con attenzione il volto del Marchese – un bel volto, dai lineamenti cesellati e una folta capigliatura scura; anche L aveva i capelli neri come le ali dei corvi, ma più che piume lucide, i suoi capelli sembravano disordinati tanto quanto i nidi che quegli uccelli costruivano.
 
-“ Io sono il Marchese Mikami, delle Colline dell’Est!”- Disse il Marchese freddamente; puntò poi lo sguardo sul Sovrano addormentato, e la sua espressione si sciolse lentamente mentre i suoi occhi si addolcivano. –“ Sono qui per risvegliare il divino Re Light dal suo sonno.”-
 
-“ Non ci riuscirete.”-
 
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-“ Non ci riuscirete.”-
 
Le parole di quel Principe che sembrava ancora più cadavere del Sovrano giunse alle orecchie del Marchese Mikami come una profezia blasfema, tanto da indurlo a distogliere lo sguardo dal volto del Re per fissarlo nel suo.
 
-“ Finirete esattamente come tutti gli altri uomini che hanno tentato prima di voi.”-
 
-“ E voi?”- Sputò allora Mikami, -“ voi, credete davvero di avere maggiori possibilità di me?”-
 
-“ No.”-
 
-“ Mi prendete in giro?”- Disse il Marchese sollevando un sopracciglio in un arco superbo, -“ o siete totalmente pazzo?”-
 
Il Principe non rispose, limitandosi ad un gesto eloquente verso la foresta di cadaveri impalati che li circondava. Mikami non batté ciglio, pur irrigidendosi impercettibilmente alla vista degli scheletri e dei corpi ancora abbastanza ben conservati da poter sembrare vivi.
 
–“ Credete che non l’abbia previsto…? Ma io so che il Divino Re mi riconoscerà. E’ stato lui stesso ad istituirmi della carica di Marchese, lui, perché mi ha ritenuto l’unico degno di governare sulle vaste Colline dell’Est!”-
 
-“ Principe L, Marchese Mikami, ascoltatemi,”- fece allora il Mago Watari. Mikami si girò verso di lui, abbastanza accorto da voler ascoltare le parole di un vecchio Mago, ma il Principe non parve altrettanto contento.
 
-“ Watari…”-
 
-“ Perdonatemi, Principe. Non posso trattenere le mie parole se esiste anche una sola, singola possibilità che la mia visione possa realizzarsi.”-
 
-“ Quale visione?”- Chiese il Marchese interessato.
 
-“ Ordunque, Nobile Signore, i segni sono stati chiari: ‘Due uomini di nobile sangue insieme giungeranno, riconosciuti dallo Shinigami saranno ed insieme a svegliare il Re proveranno’. Ma la visione del futuro è molto sfumata, miei Signori, e non è stata chiara la reazione del Sovrano. Una sol cosa è certa: il Destino vuole che compiate questa impresa insieme,”- proclamò il Mago, poi congiunse le mani e tacque.
 
-“ E io, io dovrei dividere il Destino del regno con questo Principe-Mostro? Dovrei dividere il Divino Re Light con…”-
 
Il Marchese venne interrotto dalla sghignazzante risata dello Shinigami Nero. A quel suono tanto simile allo stridio dei cardini di un ponte levatoio mal oliato, perfino il Principe L distolse lo sguardo dalla bara del Re e guardò gelidamente il Dio della Morte.
 
-“ Provate insieme! E’ scritto nel destino! E se non dovreste riuscirci… sarà il turno dello spiedino!”-
 
-“ Terribile rima…”- mormorò il Mago, cercando di non farsi sentire. In fondo, lui ci aveva messo qualche secolo per perfezionare le sue declamazioni…
 
Lo Shinigami Nero non diede segno di averlo sentito. Anzi, il suo sorriso si fece più ampio e spalancò le grottesche ali in una misera imitazione di un monocromatico pavone.
 
-“ Perché esitate? Ah, se potessi bacerei io il Re… ma non penso gradirebbe! Kukuku! Non resta che provare con esseri d’aspetto migliore del mio!”-
 
Ormai la Luna stava tramontando nel cielo, non c’era più tempo per tirarsi indietro. Il Principe L e il Marchese Mikami sfilarono attraverso i lunghi pali insanguinati, proiettando ai loro lati le ombre che strisciavano seguendo l’andatura dei passi dei loro Padroni.
 
Mikami si portò alla destra del Sovrano, mentre L si posizionava a sinistra nella sua strana posa ricurva. Il volto sereno del Re Light risaltava sul rosso cupo del cuscino di velluto, un volto pallido quanto quello del Principe L ma delicato come quello del Marchese Mikami.
Il corpo che riposava nel feretro di cristallo era perfettamente immobile, le mani congiunte sul petto come se fosse in preghiera.
 
Sia il Principe che il Marchese si chinarono, lanciando un ultimo sguardo l’uno verso l’altro con una punta di odio, e ciascuno baciò un angolo delle labbra del Re.
 
Mikami ci mise qualche secondo più di L a sollevarsi, e la prima cosa che vide fu il tocco vitale che tornava a scorrere nelle vene del Sovrano; il cuore produsse il primo battito, e la sua pelle acquistò lentamente colore man mano che il sangue circolava nuovamente nei vasi prima vuoti. Con uno sguardo di pura adulazione, gli occhi del Marchese seguirono la lenta ascesa del petto del Re Light, credendo quasi di percepire sulla pelle il soffio del suo primo respiro.
 
Dio, siete pari ad un Dio, pensò Mikami incoerentemente, siete stato voi a scegliermi, avete condiviso con me il vostro Governo e io… oh, potevo io lasciarvi qui a giacere come un cadavere abbandonato?
 
Gli occhiguizzarono al di sotto delle palpebre in un movimento frenetico, e finalmente si aprirono accompagnati da un sospiro stentato; inaspettatamente il corpo del Principe L si chinò nuovamente verso quello del Sovrano, come se fosse desideroso di osservare bene il suo risveglio – ma più che desiderio, quella del Principe era brama: sul suo volto c’era una smorfia non classificabile proprio come sorriso, e gli occhi spalancati parevano sporgere ancora di più dalle loro orbite, come quelli di un uomo impiccato nella piazza del paese. Immancabile, poi, il pollice che accarezzava le pallide labbra dischiuse.
 
L’ombra del Principe coprì in parte il volto del Sovrano, e il Marchese notò con fastidio che lo sguardo assonnato del Re Light si posò per primo su quella specie di gufo antropomorfo; tuttavia, quando quegli occhi si spostarono sulla sua persona, vi rimasero abbastanza a lungo perché Mikami sentisse seccarsi la gola.
 
Dopo qualche secondo, però, il Sovrano parve cambiare aspetto – o, per meglio dire, sembrò che una specie di fuoco si accendesse dentro di lui. L’occhio che era coperto dall’ombra del Principe si scurì, divenne rosso cupo, in tutto e per tutto simile al luccichio degli occhi di una belva nascosta nel sottobosco. Sul suo volto si dipinse un’espressione ferina, simile a quella di una iena, mentre le sue dita affusolate si aggrappavano ai bordi della sua bara di diamante come gli artigli di un rapace; la realizzazione fu fulminea per il Marchese: Re Light era una belva pericolosa - e lui e quello sciocco del Principe L avevano osato risvegliarla….!
 
Lo Shinigami Nero, fino a quel momento dimenticato, ricordò la sua presenza con una risata abbastanza stridula da far accapponare la pelle in bitorzoli ruvidi – e, inaspettatamente, a quel suono si unì un’altra risata, peggiore perché umana, che fuoriusciva dalle belle labbra del Re Maledetto. Il Sovrano rise e rise e rise, mentre il rigor mortis abbandonava le sue membra ed egli riusciva a sollevarsi in una posizione seduta – e l’ultimo eco della sua risata si spense mentre riapriva le palpebre e mostrava ai due Nobili increduli entrambe le iridi rosse e gonfie di sangue.
 
-“ Non avete ancora abbandonato le vostre speranze…?”- Chiese la dolce voce melliflua del Sovrano, -“ addirittura due Principi, questa volta! Niente di meno!”-
 
-“ Re Light…”- fece allora L, lasciando cadere il pollice dal suo viso come se fosse stato privato di ogni sua forza; fulmineo, il dito del Re si sostituì a quello di L, posandosi sulle labbra pallide ed incredule: -“ Tacete, ve ne prego. Come molti altri uomini avete tentato la fortuna, e condividerete la sorte di chi vi ha preceduto. Ma…”- concluse allora con falsa dolcezza, mentre dei rampicanti magici fuoriuscivano dalla terra fredda e negra per allacciarsi agli stinchi dei due Nobili, -“ … dovreste considerarvi fortunati. Ho deciso che voi sarete gli ultimi.”-
 
Mikami cadde al suolo, mentre i rampicanti si avvilupparono intorno al torace e al collo – sentendosi incapace di reagire, di comprendere quello che stava accadendo. Chinò il volto in avanti, i capelli che lo circondavano come il velo di un penitente, mentre avvertiva distintamente il morbido passo del Sovrano che, per la prima volta dal suo diciassettesimo compleanno, usciva fuori dalla sua prigione di diamante.
 
Poi – Chissà come? Quanto tempo era rimasto chino su se stesso? Il Marchese aveva perso la concezione del tempo e dello spazio - furono in volo, e i suoi pensieri si persero da qualche parte tra la terra e le nuvole.
 
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Rinchiusi nelle prigioni del Palazzo dello Specchio, il Principe L e il Marchese Mikami attendevano quasi increduli di essere giustiziati nella piazza interna alle mura.
Era la prima volta che Re Light tornava nel suo regno da ben dieci anni, ed era la prima volta che portava come suo seguito dei Nobili ridotti a prigionieri di guerra.
 
Per dieci anni  la corona era stata retta dal Reggente Soichiro, padre di Re Light, che per lungo tempo aveva sperato che giungesse un uomo in grado di sciogliere la Maledizione che gravava sul capo del primogenito – ma ahimé! Le sue speranze si erano rivelate sempre più vane ad ogni Principe che falliva nell’impresa.
 
Il Palazzo sapeva della terribile usanza scelta dal Re per punire chi lo svegliava dal suo sonno – ma nessuno di loro aveva mai intagliato i pali che avevano trapassato i corpi di quei figli di Regine, né tantomeno avevano piantato nel suolo quei grotteschi incastri ancora agonizzanti. No, il Regno si era sempre tenuto alla larga dalla terribile scelta del Sovrano – lo Shinigami Nero era stato più che felice di assolvere quel compito; allo stesso tempo, però, non avevano osato metter lingua nelle disposizioni del Re perché… beh, chi poteva mai dire quando gli sarebbe venuto il ticchio di far fare la stessa fine a chi si opponeva alle sue leggi?
 
Il Reggente e tutta la Corte sperava prima o poi in una buona notizia; per questo, quando avevano scorto l’alta ed elegante figura del sovrano avvicinarsi al palazzo, Soichiro aveva dato ordine di suonare le trombe a festa, illudendosi che finalmente la Maledizione si fosse spezzata.
 
Vana Speranza! L’unico motivo per rallegrarsi era che sia il Marchese che il Principe non potevano dichiarare guerra in alcun modo, essendo fisicamente lontani dai loro regni…
 
E ora, quei due poveri uomini giacevano nelle fredde segrete del castello, in attesa che Re Light decidesse cosa fare di loro – e non passò molto tempo, in effetti; Light dispose che venissero decapitati e, ironia della sorte, si autoproclamò loro boia.
 
I Nobili vennero dunque scortati nella Sala di Pietra, entrambi pallidi e ridotti all’ombra di quel che erano stati pochi giorni prima e di fronte a loro, in un contrasto sfarzoso, la bella e slanciata figura del Re che indossava la sua dorata corona.
 
I due uomini vennero condotti fino ai piedi del Sovrano, tra i  pianti della Corte e le suppliche del Reggente. Le loro ginocchia furono adagiate su cuscini di seta, i polsi legati dietro la schiena con un cappio stretto al collo – e oh! Quanto odio c’era nel loro sguardo! Prima abbastanza amore da tentare un’impresa disperata, infine il disprezzo per quel Re che era sordo alle suppliche del suo stesso padre.
Le loro lunghe ombre filiformi si fusero con quella del Sovrano, mentre la forte luce di mille candele colpiva i loro visi e la schiena del Re, di fronte ai corpi inginocchiati. Il volto di Light era di spalle alla luce, e l’unico elemento chiaro erano gli occhi da iena che brillavano come rubini nonostante il suo volto fosse in ombra.
 
-“ Confermate di aver tentato di svegliare il Vostro Signore Light dal suo sonno senza alcun permesso?”-
 
I due Nobili tacquero.
 
-“ Confermate di aver toccato il Vostro Signore Light senza il suo consenso?”-
 
I due Nobili tacquero nuovamente.
 
-“ Confermate di aver pensato di spodestare il Vostro Sovrano dal suo legittimo trono, ergendovi a salvatori della sua persona?”-
 
All’ennesimo silenzio il Re si limitò a sorridere, facendo cadere la pergamena dove erano trascritte le loro accuse. Light afferrò invece la scure da Boscaiolo che aveva fatto lucidare dal migliore Mastro Ferraio del regno, ed ora la scure brillava come un cristallo nella forte luce delle candele, grazie alle abilità e alle lacrime versate dal buon Mastro durante la realizzazione di quel macabro compito.
 
-“ La pena decisa per i vostri peccati è la morte,”- mormorò docilmente il Sovrano.
 
-“ Mio Re…”- pronunciò la voce del Mago Watari, misericordiosamente risparmiato dal Sovrano (pensando di poterlo piegare al suo volere, forse, per avere un’arma ancora più potente di un semplice Shinigami), -“ … cessate questa catena di Morte, solo voi potete farlo - non lasciate che lo Shinigami Nero si nutra del vostro cuore. Non lasciate che la vostra anima diventi più nera della vostra stessa ombra.”-
 
Il Re guardò direttamente il vecchio Mago, mentre un sorriso gli addolciva i lineamenti e le sue braccia si spalancavano come a voler abbracciare tutta la sala: -“ Vecchio padre, la mia ombra non è che una proiezione della mia Regale Persona… guardate: non si distingue forse anche in questo momento?”-, chiese, accennando alla sua lunga sagoma filiforme che si stagliava sul pavimento di pietra; era molto più aggraziata dei due fagotti informi ai suoi lati, perfette riproduzioni dei corpi abbandonati dei due Nobili.
 
-“ No, mio Re,”- disse allora il Mago, fissando con i suoi penetranti occhi azzurri il volto giovane del Sovrano. –“ Io vedo solo tre ombre uguali. Anzi, a voi non pare che la vostra sia desiderosa di elargire consolazione e amore?”-
 
Il Re girò bruscamente il capo, rendendosi effettivamente conto che, mantenendo le braccia così spalancate, sembrava quasi che l’ombra avesse posato le sue braccia sulle spalle di quelle dei due Nobili. Eppure, nonostante il fastidio per quell’insinuazione di bontà che non gli apparteneva, Light  sorrise: -“ Non è che un illusione, Mago, come le ombre non sono che illusioni create dalla luce. Che la mia ombra si crogioli nell’amore e nella comprensione – io ho ben altro compito da svolgere.”-
 
Detto questo si chinò, inginocchiandosi al livello del Principe L; gli sollevò il volto con un dito, posando un bacio sulle sue labbra bianche e screpolate: -“ Eravate il mio promesso, non crediate che l’abbia dimenticato. Vi siete divertito mentre tentavate di riscuotere ciò che ritenevate vostro? Questa è la misera fine che vi spetta, voi che avete ostacolato il mio sonno di pace.”-
 
Il Principe L tacque.
 
Il Re allora passò all’altro prigioniero, che a differenza del Principe sembrava non del tutto padrone di sé; anche egli venne delicatamente baciato, e il sussurro del Sovrano scivolò direttamente su quelle labbra tirate in un ringhio feroce: -“ Voi siete stato il mio più fedele servitore, io non dimentico nulla. Ma avete peccato di presunzione – credevate che, oltre a concedervi il controllo sull’Est, avrei anche ceduto la mia corona? Morirete per esservi ribellato al vostro Re.”-
 
-“ Re?”- disse Mikami in tono stridulo,-“ Voi sareste il Re? Voi siete feccia! Non siete un Dio in terra, non siete degno della corona! Siete solo FECCIA!”- il lamento venne concluso con un grido di disgusto, e l’unica reazione del Sovrano fu un suono di scherno diretto verso il Marchese.
 
Ecco, la scure venne impugnata da dita non abituate a simili pesi, ma – oh, come sembrava leggera per le spalle del Re! La falce di ferro oscillò davanti ai volti dei due nobili, l’uno con gli occhi strabuzzati e le narici dilatate, l’altro con il volto simile al gesso.
 
-“ Onorate il vostro sangue, e chinate il capo,”- mormorò la voce del Sovrano – e pronunciò così la loro condanna a morte.
 
Lo sguardo del Principe si soffermò un’ultima volta sul volto cesellato del suo boia: -“ Io vi amo,”- sussurrò, chinando il capo – ma la sfida e la provocazione di cui furono intrise quelle parole rimasero sospese nell’aria.
 
Lo sguardo del Marchese si soffermò un’ultima volta sul volto del suo boia: -“ Io vi amo,”- fu il suo sussurro, e anche lui chinò il capo – le parole grondarono di macabra ironia e rimpianto, e rieccheggiarono a lungo nell’aria immobile.
 
Le ombre parvero per l’ultima volta congiungersi, quella lunga e filiforme del Sovrano si eresse quasi a consolazione delle sue due compari accartocciate al suolo, come in una promessa…
 
E poi la mannaia calò, e la sala si riempì del flebile suono di due nuche che crollarono sulla pietra.
 
Poi ci fu il sangue.
 
Infine una risata stridula, e nulla più.




Ci vediamo nella seconda parte^^
 Ere.

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Capitolo 2
*** Parte Seconda (2/2) ***


Grazie ad Aras 13 per il commento, ti ho risposto ... e grazie mille anche a tutti quelli che hanno aggiunto la mia storia ai preferiti, alle ricordate ed alle seguite! Se vorrete lasciarmi un'opinione sarò molto, molto felice :)

Grazie anche a chi legge, se volete farmi sapere il vostro parere è benaccetto :)

Dunque, questa storiella si è classificata... SECONDA! Su nove partecipanti :)
Sono davvero felice per il podio, ma soprattutto vi invito a leggere il commento di Setsuka se la storia dovesse risultarvi poco chiara... lei penso che abbia pienamente centrato il mio messaggio.
E' davvero un enorme risultato essere arrivata seconda ad un esperimento, e questa è una delle storie alle quali tengo di più... perché pensavo che fosse buona fin dall'inizio. Io no lo penso mai nelle mie storie, ho sempre qualcosa da ridire, ma questa... forse perché la fiaba non è poi cosi difficile da scrivere? Chissà :)

In ogni caso leggere il commento finale, è davvero azzeccato. Complimenti alle altre podiste ed alle altre partecipanti... e niente più da dire, tranne:
Buona lettura!

(P.S: la storia è stata concepita come oneshot, ma per ragioni di lunghezza l'ho suddivisa in due capitoli... vi consiglio di rileggere il capitolo precedente, così ricordate bene ^^)





-“ Venite, mio Mago.”-

Watari venne avanti, le mani congiunte e la testa bassa: -“ Il Re mi desidera?”-

 

Re Light poggiò il gomito sul bracciolo del suo trono – un trono che era solo suo, che non avrebbe mai diviso con nessun altro – e la guancia sul palmo. La sua posa lasciva non parve però tale nell’ombra proiettata sul muro alle sue spalle; anzi, era quanto più simile alla proiezione di  un cadavere grottescamente abbandonato su di una scranna.

 

-“ Voglio incaricarti di un compito importante: sarai tu a dirigere i lavori per i funerali del Principe L e del Marchese Mikami. Solo di una cosa mi raccomando: che siano degni di uomini del loro valore,”- disse il Re con un’inflessione ironica sulle ultime parole.

 

-“ Avete realizzato il vostro desiderio, Signore? Siete soddisfatto?”- Chiese il Mago, non in tono di rimprovero… ma semplicemente interessato.

Il Sovrano si alzò dal trono, e la sua ombra lo seguì; giunse di fronte allo specchio, di fianco alla grossa porta che divideva la Sala del Trono dal Corridoio Principale, e la luce che filtrava da essa proiettò l’ombra del Re sulla parete vicino al Mago.

 

-“ Non crediate che sia stato facile, mio Mago, ho agito solo per il bene del mio popolo. Nessuno oltre me merita di regnare su queste terre… cosa avrei dovuto fare? Prender consorte a discapito del regno? Un Re deve prima di tutto pensare al bene dei suoi sudditi. Non c’è stata mai nessuna altra alternativa.”-

 

Il Mago fissò intensamente la schiena del Sovrano, poi chinò il capo e mormorò. –“ Vi chiedo di perdonarmi, Sire, ma non posso fare a meno di credere che le vostre azioni siano state determinate dal puro desiderio di divertimento.”-

 

Il volto riflesso nello specchio si distese lentamente in un sorriso furbo e gelido: -“ Non ho mai detto che non sia stato anche divertente,”- mormorò il Re, poi si diresse verso la grossa porta e sparì nel corridoio; non si accorse che la sua ombra aveva ripetuto, da brava ombra che era, le sue azioni ma, proprio come il Re era sparito nel corridoio, così la sua ombra si fuse con l’oscurità del muro e giunse a sfiorare la spalla del Mago.

Watari si girò verso quel tocco accennato, sorrise, e i suoi occhi azzurri parvero brillare di magia.

 

-“ Tra poco mia cara. Tra poco.”-

 

*

 

Passò molto tempo prima che Re Light si accorgesse che la sua ombra era scomparsa – infatti, avvenne per caso: una mattina stava passeggiando tra le rose quando si accorse di non gettare ombra sui rovi dove si chinava per annusare i fiori.

 

-“ Strano,”- si disse, -“ quando ho perduto la mia ombra?”-

 

Giacché non se ne era minimamente accorto, e se non fosse stato per quelle rose chissà quando ne avrebbe preso coscienza, concluse che non c’era da preoccuparsi e se ne dimenticò presto. Ogni tanto però, quando leggeva a lume di candela per esempio, trovava strano il fatto di non vedere la propria fedele proiezione sul muro…

Fu proprio una sera di quelle, intento in un’interessante lettura serale, che avvertì battere alla porta della Biblioteca.

 

-“ Avanti,”- sussurrò, ancora immerso nella lettura. Non alzò lo sguardo, e non si accorse dalle strane e grottesche sagome filiformi che si allungarono fino alla poltrona dove era seduto.

 

Improvvisamente le candele si spensero.

 

Il Re ebbe un sussulto, mentre alzava il volto dal libro e sul suo viso veniva riflessa la luce della Luna che filtrava dalla finestra aperta. Avvertì solo un tocco gelido sulle guance, e spalancò la bocca in un grido di terrore quando avvertì la stretta feroce sulla sua mascella e sul suo braccio; il suo volto venne bruscamente girato verso destra, e il Re si trovò faccia a faccia con il cadavere del Principe L.

 

-“ Io vi amo, ricordate?”-, chiese l’apparizione, mentre gli occhi sporgenti luccicavano sinistri nella spettrale luce fredda – e Re Light vi si vedeva riflesso, distorto e grottesco quanto L lo era stato in vita. Quando la mano sul volto allentò la stretta, Light si sentì trascinare in senso opposto, scivolando leggermente sul velluto della poltrona, e le sue labbra vennero toccate da una bocca gelida, amara quanto il veleno di un cobra – e quella bocca aveva il sapore non solo dell’amaro veleno, ma dell’amara e bruciante delusione delle aspettative tradite del Marchese Mikami.

 

-“ Io vi amo, come ho promesso,”- sussurrò proprio il Marchese quando il bacio finì.

 

Re Light tentò di divincolarsi, balzando fuori dalla sedia con un urlo di terrore - ma nessuno giunse, nonostante la porta fosse rimasta aperta. Forse tutti dormivano, o forse qualcuno agiva affinché non ci fossero interventi estranei in quella faccenda… 

 

Light gridò di nuovo, chiudendo con ferocia gli occhi fino a farsi spuntare protuberanze gonfie e violacee al posto delle palpebre, e indietreggiò alla cieca fino a giungere alla porta – dove sbatté contro qualcosa di non proprio corporeo e cedevole.

 

Alzò lo sguardo, trovandosi di fronte una riproduzione piuttosto smagrita di sé stesso, vestita di nero e in qualche modo… evanescente. Quella sua proiezione lo strinse per le spalle con spirito cameratesco, e un sorriso gli sfiorò i lineamenti non proprio precisi, confusi, ma abbastanza distinguibili.

 

-“ Non mi riconoscete?”- Chiese il Light alla porta, e Re Light sbatté le palpebre in confusione.

 

-“ Sono la vostra ombra! Ricordate?”-

Il Re Annuì freneticamente, mentre indicava dietro di sé le due apparizioni che non si erano mosse dalla postazione vicino alla poltrona. Era abbastanza felice di ritrovare la sua vecchia compare, ma in quel momento aveva altri grilli per il capo.

 

-“ Ti riconosco! Ora però guarda… guarda quegli orrori! Cosa sono? Perché sono… perché siete qui? Come hai fatto a diventare…?”-

 

L’ombra corporea sorrise freddamente, afferrando il braccio del Sovrano fino a condurlo nuovamente alla poltrona. Si appoggiò al tavolino, mentre Il Marchese e il Principe si disponevano intorno a lui come se fossero parte della corolla di un fiore.

 

-“ Sono domande molto semplici, mio caro Padrone. Vi hanno ben giurato amore, vero? Sono semplicemente tornati per mantenere la loro promessa. E per quanto riguarda me…”- disse l’ombra con un gesto eloquente, -“ … devo la mia salvezza al Mago Watari: voi mi avete perso, come succede a molte persone col loro senno – lui però ha avuto il coraggio di venire sulla Luna a cercarmi, e mi ha reso corporeo. Le sue magie sono meravigliose, sapete?”-

 

Il Sovrano si limitò ad annuire nuovamente, decisamente scosso da tutte quelle notizie. Non potendo più sopportare tutta quella tensione si coprì il volto con le mani, esalando un gemito simile a quello di un animale ferito.

A quel suono, i due cadaveri scambiarono uno sguardo gioioso con l’ombra, come per un tacito accordo.

 

___

 

Piano piano, l’ombra del Re acquistò sempre maggiore consistenza. Poteva camminare al sole, anche se non aveva perso l’attitudine di vestirsi in scuro – il Re aveva però dato disposizione per almeno una decina di completi di colore nero, e l’ombra si riteneva soddisfatta.

Aveva perfino migliorato i lineamenti che la costituivano, e dalla confusa fisionomia di ombra era giunta ad avere un aspetto assolutamente identico a quello del suo antico Padrone, solo più alto e filiforme del solito.

 

Re Light, invece, pareva assottigliarsi sempre più. Circondato di continuo dalle opprimenti presenze dei suoi due “amanti”, non poteva più dormire di notte, e di giorno non osava allontanarsi da loro per timore che potessero mostrarsi alla Corte per i morti viventi che erano; per questo delegava la maggior parte dei suoi compiti alla sua ombra, che ormai era talmente uguale a lui che nessuno, neppure suo padre, si era accorto della differenza.

 

In fondo era la scelta migliore, dato che la sagoma poteva muoversi liberamente, senza essere seguita dai cadaveri del Marchese e del Principe. Però Re Light era tanto immerso tra quei cadaveri  da non accorgersi che l’ombra pareva fortificarsi man mano che le sue forze scemavano, e che sembrava diventare sempre più forte e corporea man mano che lui diventava più debole e sottile.

 

-“ Oh…”- sospirava talvolta l’ombra e tutti, giacché credevano che a sospirare fosse il Re, si prodigavano per cercare una soluzione ai suoi crucci.

 

-“ Cosa succede, figlio mio?”- chiedeva il Reggente.

 

-“ Padre… per un motivo incomprensibile la mia ombra si è staccata dai miei piedi, e ora resta sempre chiusa nella mia camera. Dovreste sentirla! E’ convinta di essere totalmente corporea e di essere Re come me!”-, si lamentò la sagoma. Dopo qualche secondo di silenzio, continuò: -“ E non è tutto, padre; sapete che meraviglioso Mago sia Watari, e quanto sia potente la sua magia… ebbene, io mi son pentito delle mie azioni, e l’ho implorato di riportare indietro il Principe L e il Marchese Mikami. Ci è riuscito, ma la mia ombra li tiene sempre chiusi nelle mie stanze, non vuole che escano!”-

 

-“ Che ombra maleducata!”-, ruggì il Reggente, che sapeva essere una chioccia con il suo primogenito.

 

-“ Ho provato a farla ragionare… e mi spiace delle mie parole, ma è tanto convinta di essere umana che crede di amare il Principe L e il Marchese Mikami…”-

 

-“ Oh, povera creatura,”- aggiunse il Ciambellano Matsuda, un uomo piuttosto incline alla compassione, -“ non sarebbe meglio sollevarla per sempre dalle sue sofferenze? Non è che un ombra che ha perso la sua identità.”-

 

-“ Sarebbe il caso di toglierle per sempre questo peso…”- sussurrò il Reggente.

 

-“ Mi è stata fedele per così tanti anni…”- disse in tono mellifluo la sagoma, ma il Mago Watari lo interruppe con il suo sguardo calmo: -“ Non abbiatene a male, mio Re. E’ la soluzione più giusta, l’unica che possiamo prendere.”-

 

Solo quando il Ciambellano e il Reggente si allontanarono per assolvere il loro compito, Watari guardò negli occhi l’ombra e sussurrò spietato: –“ Occhio per occhio. Non dimenticatelo.”-

 

Gli occhi dell'ombra brillarono per un secondo di rosso, come un vecchio richiamo alla ferocia che aveva contraddistinto il vero Re Light. 

Annuì.

___

 

Oh! Fuochi d’artificio, festa dentro e fuori le mura del castello, puro divertimento e clima gioioso per il matrimonio del Re Light!

Lassù, dal grosso balcone della sua camera nuziale, il Re osservava la vita che scorreva sotto la sua torre, anche dopo essersi ritirato nelle sue stanza assieme ai suoi Consorti.

Un tocco delicato scivolò sulla sua spalla, e delle labbra fredde si posarono sulla sua guancia come una carezza. Re Light si voltò, guardando dritto nei volti degli ultimi due uomini che avevano tentato la sorte, erano periti e erano tornati indietro a causa di quel legame d’amore che li ancorava alla terra.

Oh, se solo il popolo avesse sospettato che a governarlo vi erano ora due cadaveri e un’ombra divenuta uomo…!

 

-“ Mio Divino, a cosa pensate?”- Sussurrò la voce del Marchese. Afferrò una mano affusolata del nuovo Re Light, portandosela alle labbra per baciarla.

 

Il Re sospirò.

 

-“ Talvolta… penso al mio vecchio Padrone…”- disse, poi continuò: -“ E’ stato un uomo crudele, perfino agli occhi della sua ombra – e io non avevo occhi, pensante un po’ quanto era malvagio!-, ma…”-

 

-“ Nessun ma, “- intervenne L, i cui occhi rilucevano come specchi, -“ qualunque siano le ragioni, solo una linea d’azione è davvero giusta: occhio per occhio.”-

 

L’ombra divenuta Re guardò negli occhi dei suoi Sposi, riconoscendoli per quello che erano – nulla più che due cadaveri riesumati, ormai freddi e senza vita, ma in qualche modo esistenti. Re Light, il vero Re Light, era cadavere per davvero, molto più dei due Nobili, che pure avevano la pelle talmente bianca e trasparente da mostrare il reticolo di vene sottostante, e gli occhi che erano tanto simili a quelli dei pesci: biglie oscure e dallo sguardo fisso.

 

Ma, nonostante tutto, l’ombra li amava – e il suo era l’amore vero che il  Re si era rifiutato di provare per chiunque. Mikami ed L erano spiriti ancorati alla terra proprio a causa di quell’amore, e proprio grazie ad esso si erano accettati a vicenda, giungendo ad una serena convivenza al fianco dell’ombra che restituiva i loro sentimenti da cadavere.

 

L’ombra sorrise, baciando alternativamente le labbra di Re L e Re Mikami, e voltò le spalle alla Foresta che per dieci anni era stata la dimora del sonno del vero Light ed ora ne era l’eterna tomba.

 

Infatti al di fuori delle mura, dove un tempo sorgeva la bara di diamante, troneggiava invece la testa mozzata del Re Maledetto.   

____

 

Ryuk non si era mai aspettato di poter comprendere gli esseri umani – ma di essere divertito da loro sì, e nella sua breve permanenza in quel regno di fiaba ne aveva assolutamente tratto il maggior giovamento possibile.

 

Era stata un finale stranamente ironico: Re Light, il re più potente e inespugnabile, battuto dalla sua misera ombra, anche se c’era una sorta di giustizia ironica in tutto ciò… la storia di un Re crudele al quale perfino la sua stessa ombra aveva voltato le spalle.

E c’era ancora più macabra ironia nel fatto che ora proprio la sua sagoma fosse a capo del regno, assieme agli ultimi due uomini che avevano amato il Sovrano ed erano giunti ad un compromesso pur di conquistare il suo amore.

 

Ryuk sorrise al capo mozzato del suo Re Maledetto – e lui, Light, che era stato il suo maggior complice e la sua più povera vittima, ora non esisteva più. In fondo le persone crudeli come lui non potevano far parte delle favole e sperare di avere un lieto fine, perché se c’era una cosa che le fiabe insegnavano era che i buoni vivevano per sempre felice e contenti. Su una cosa però Re Light aveva avuto ragione: le leggi vengono fatte dai vincitori, e i “buoni” erano ora i tre Sovrani che governavano in quel momento, e forse loro era il “per sempre felici e contenti”.

 

-“ Se Re Light avesse vinto, Re Light sarebbe stato nel giusto,”- sussurrò lo Shinigami Nero a quel capo scarnificato dal tempo.

 

–“ Ma chi ha vinto ora, Re Light? Non ho forse vinto io, alla fine?”-

 

E, in effetti, chi aveva avuto la meglio? Non di certo due cadaveri riesumati che si illudevano di poter camminare di nuovo tra i viventi, e di certo non un’ombra che si era sostituita al suo Padrone – e, se era per quello, neppure il Re che aveva perso la sua testa.

No, il vero vincitore era lo Shinigami Nero, Ryuk, il fautore della vicenda – lui, che aveva scagliato la Maledizione sul Re e aveva alimentato la sua superbia, dandogli potere di vita e di morte sui Principi che tentavano di svegliarlo -, la Fata Madrina Oscura che aveva ritirato il suo incantesimo allo scoccare della mezzanotte.

Lo Shinigami aveva avuto il suo divertimento, e questo bastava perché fosse l’unico ad avere il vero  lieto fine.

 

Ryuk ragliò un’ultima risata sulle ossa che un tempo erano state coperte da una pelle di pesca, dispiegò le sue ali e volò via – e visse felice e contento per molto, molto tempo.

 

 

 

…And he lives happily for a long, long time.

 





 

Fine.

 

 

 

Note finali Autrice: hahahaha, è davvero da un bel po’ di tempo che immaginavo d scrivere una cosa del genere… scriverla per davvero mi riempie di soddisfazione – anche se magari il risultato non è dei migliori… beh, posso dire che almeno ci ho provato!

Questa storia prende ispirazione, in buona misura, da due fiabe in particolare: Biancaneve e L’Ombra, una fiaba-racconto sconosciuto ai più di Hans Christian Andersen. Oltretutto vi sono molti altri riferimenti, come per esempio al senno perso che va a finire sulla luna (ripreso dall’Orlando Furioso di Ariosto – un modo di dire che ho trovato molto, molto azzeccato…) allo Shinigami Ryuk – Fata Madrina Oscura. Poi abbiamo l’elemento del sonno lungo cento anni, ripreso dalla Bella Addormentata, e infine un lieve accenno all’Acciarino Magico – quando i due principi vengono giustiziati.

I continui richiami alla Luna sono collegai al nome di Light che, come saprete si scrive col simbolo月, cioè Luna (Tsuki).

Ho provato a seguire il modello delle fiabe comuni, anche se devo dire che mi sento più vicina a HC Andersen che ai Grimm o Perrault… In fondo questa era una storia per un concorso, e non potevo essere… beh, riassuntiva quanto lo sono le fiabe normali, ma non poteva neppure creare un romanzo…

Chiedo scusa se per caso fosse una storia troppo lunga… o troppo corta, dipende dai punti di vista!

 

Beh, cosa dire? Che le Fiabe, alla sottoscritta, piacciono nella loro forma originale – e no, non sono simili ai prodotti Disney, proprio per nulla (anche se adoro anche quelle versioni, che però prendo come… beh, come un prodotto per ragazzi più giovani di quanto sia io…).

Questa fiabetta è splatter quanto Cenerentola e Biancaneve messe insieme… e tende all’horror.

E c’è un lieto fine? Ma certo che c’è - ed è, in un certo senso, relegato solo al caro vecchio Ryuk… che poi non è quel che accade nel manga di Death Note?

Io la vedo così, huh?

 

A proposito dei personaggi… HO TENTATO di mantenerli il più IC possibile, pur facendo di loro cadaveri e ombre e Fate Madrine. Però non voglio addurre come giustificazione all’OOC il fatto che questa sia una fiaba, e non lo farò. Non penso che sia una scusante… questa, alla fin fine, non è che una AU, giusto?

Insomma, ho fatto del mio meglio, e se ho sbagliato è stata una negligenza mia. Però, ho cercato di riprodurre il più fedelmente possibile almeno le reazioni ed i pensieri del Principe, del Marchese e del Re – infatti Re Light è superbo, poco disposto a condividere il suo potere (più o meno come nel manga..), il Marchese Mikami è adorante e feroce quando le sue aspettative vengono deluse,  e il Principe L… si porta i pollici alla bocca ed è particolarmente indisponente verso il Re (nonostante lo ami, huh?).

 C’ho provato XD L’unico che penso di aver centrato in pieno e Ryuk – e non ci vuole molto…

Ho scelto l’interpretazione “serena convivenza, spero si capisca… infatti, ho cercato di “bilanciare” l’importanza dei personaggi: Light guarda per primo L, ma guarda più a lungo Mikami. Bacia entrambi… nei primi due paragrafi, il punto di vista è alternato, prima L e poi Mikami… però nessuno di loro è “buono”: nel manga, tra Mikami, L e Light, non ho trovato nemmeno uno, dico uno, al livello di Soichiro. E ho cercato di riprodurre questa mia impressione nel manga – il cattivone pare Light, ma anche L e Mikami sono bramosi e superbi quasi quanto lui… questo è quello che il manga mi ha trasmesso, anche se forse è solo una mia impressione.

Qualche altro appunto: scusate per le rime orrende, che però ho trovato carine ed abbastanza adatte alla struttura di una fiaba… no, non sono portata alla poesia xD Talvolta troverete qualche Oh! e qualche altra esclamazione del genere… le ho trovate in molte fiabe, e ho voluto mantenere questo piccoli elemento. Le maiuscole non sono un errore: Luna, Marchese, Principe, Mago e tutte gli altri nomi comuni (erroneamente) maiuscolati sono voluti, sempre per seguire quella vecchia tendenza delle fiabe ad aggiungere maiuscole ai nomi comuni per indicarne l’importanza  - e sì, Maledizione e Luna e Principe e Marchese e sono parole rilevanti nella storia…

 C’è anche qualche termine un po’ in disuso, tipo “abbiatene”… anche quei termini sono voluti.

 

Oh, posso essere per un attimo una fangherl sciocca? Ebbene, ma QUANTO mi piace la fine?

Onestamente, nella mia ottica, non avrei potuto idearne una migliore – e anche se a voi non piace, sappiate che… beh, io la AMO. E’ praticamente… beh, è impagabile Ryuk che tira le somme della vicenda e conclude con il suo solitario “visse per sempre felice e contento…”… ironizzando anche sulla visione del mondo del Light/Re/Kira…

Non per dire, eh, ma Death Note non finisce così…?

 

Ok, taccio. Insomma, più che una fiaba, questa pare una favola molto lunga con tanto di morale… e questa morale è forse “they live happily for ever after…?” (in inglese rende di più!)

Io penso di no.

 

Il lieto fine è per chi vince… non per chi torna dalla tomba e per chi si illude di esistere pur essendo una misera ombra. E tra tutti, l’unico che ha vinto davvero è Ryuk, e solo a lui spetta il lieto fine.

 

E.

 

 

(Once upon a time: C’era una volta.

He lives happily for a long, long time: lui visse felice e contento per molto, molto tempo.

So che sapete, ma ho aggiunto queste note per specificare…)





Giudizio Setsuka


SECONDA CLASSIFICATA: Chi visse per sempre felice e contento?
di Erena

C'erano una volta un Principe e un Marchese che con un bacio d'amore volevano riportare in vita il bel Re Light vittima di un crudele incantesimo. Il Mago Watari fa a loro una predizione, devono svegliare insieme il Re! ...ammetto che questa parte iniziale -qui riassunta da me- mi aveva lasciata un po' perplessa, nonostante da subito il musicale linguaggio e lo stile perfettamente fiabesco ( a parte diverse imprecisioni nella punteggiatura e ripetizioni come "Luna gravida" che non so quante volte compare ) mi allettavano alquanto, ma voglio esser onesta: inizialmente non mi aveva convinta per niente, avevo pregiudizi e credevo che il finale fosse alquanto prevedibile. Oh quanto mi sbagliavo!
Nel momento in cui L e Mikami baciano Light, lo sfondo lontano dark si insinua, penetra, nella storia sempre più e rivoluziona qualcosa che pareva scontato e Disneyano, fa emergere la vera natura delle fiabe in questo universo dove i personaggi di Death Note -che inizialmente sembrano pesci fuor d'acqua- calzano a pennello in questo universo parallelo dove rivivono lo stesso fato della storia originale, o almeno io la penso così: L è morto a causa del suo affetto ( amore? ) per Light, così come Mikami per il suo amore per Kira ha mandato tutto a rotoli e segnato il suo destino. E in questo universo Fantasy e grottesco la storia si ripete e ancor più macabra, con un lieto fine che non è quello del manga, è simile, ma non sono i buoni a trionfare, Ryuk non è buono, nella serie originale è semplicemente neutro, nell'anime affezionato invece a Light, o almeno questo è quello che io ho percepito, è interessante però che nel tuo universo di Fiaba finalmente i "Cattivi" vincono e hanno il loro lieto fine, avvicinandosi -per certi aspetti- a quelle che sono le cronache della realtà e così facendo però non si allontana allo stesso tempo dallo spirito delle Fiabe: c'è una lezione, c'è una morale, che Light non ha imparato, non ha compreso e non comprenderà, ma lo farà al suo posto il lettore.
Light è la figura centrale in cui ruota tutto, tanto protagonista da metter all'oscuro un po' il Threesome, il tema principale, che hai sicuramente centrato ma appare marginale anche se intrinsecamente fondamentale, anta portante del racconto che però si focalizza su Light e la sua Ombra, figure comunque incredibilmente affascinanti e che si divertono a confondere il lettore, visto che non credo propria sia casuale il riferimento a Light e Kira, apparentemente la stessa persona ma che in realtà sono due entità ben definite. Chi era Light? Chi era Kira? Che Light fosse il Re che per inseguire il suo dovere di sovrano perde se stesso e lascia entrare dentro di se tanta oscurità quanto nella sua ombra ( Kira)? Oppure il Re che ricorda tanto l'affascinante e crudele Salomè è forse Kira che aveva ridotto a semplice ombra Light che è riuscito a riprendere il suo ruolo uccidendo l'Ombra/Kira e dunque in realtà la storia ha un'Happy Ending anche per lui? Apparentemente è tutto così chiaro eppure il dubbio rimane e onestamente quando una storia è interpretabile in più modi ed è ambigua allora è sicuramente speciale, ha vinto la simpatia e il gradimento dei lettori e merita tanto, tantissimo rispetto per la sua originalità non può che essere premiata.

Vincitrice del Premio Bonus Originalità, in quanto un'apparente innocente e banale fiabe si trasforma in un racconto gotico enigmatico e che lascia con mille domande.

Correttezza grammatico-morfo-sintattica & punteggiatura: 9
Trattamento Threesome: 9
Stile: 9
Originalità: 10
Caratterizzazione: 10
Gradimento personale: 10
Punteggio totale: 57/60


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Secondo Posto



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