All we are

di Kat Logan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Settembre ***
Capitolo 2: *** Il ritorno di Setsuna ***
Capitolo 3: *** Alla volta di Tokyo ***
Capitolo 4: *** Visita inaspettata ***
Capitolo 5: *** Losing control ***
Capitolo 6: *** Lo scontro ***
Capitolo 7: *** Last night on earth ***
Capitolo 8: *** Need you now ***
Capitolo 9: *** All we are ***
Capitolo 10: *** October ***
Capitolo 11: *** Pantere ***
Capitolo 12: *** Il risveglio di Saturn ***
Capitolo 13: *** Invincibile? ***
Capitolo 14: *** Danza di spade ***
Capitolo 15: *** Il sacrificio ***
Capitolo 16: *** Rewind ***
Capitolo 17: *** Il riscatto della guerriera ***
Capitolo 18: *** Condanna ***
Capitolo 19: *** Out of time ***
Capitolo 20: *** Nuova amicizia ***
Capitolo 21: *** L'invito ***
Capitolo 22: *** Una serata con Jack ***
Capitolo 23: *** Alice in wonderland ***
Capitolo 24: *** Identità segreta ***
Capitolo 25: *** Emotions ***
Capitolo 26: *** Romeo & Giuliet ***



Capitolo 1
*** Settembre ***




Settembre.
Un vento tiepido soffiava al crepuscolo, facendo volteggiare lungo le strade di Francoforte in una piccola danza le prime foglie color ocra cadute dagli alberi.
I colori caldi dell'autunno stavano cominciando a fare la loro comparsa, regalando al paesaggio nuove tonalità.
Haruka e Michiru avevano viaggiato in compagnia della piccola Hotaru e di Haru attraverso l'europa negli ultimi due mesi.
Michiru si era esibita in concerto in grandi città come Roma, Vienna, Parigi, Londra e Berlino.
La sua fama era cresciuta notevolmente e uno stuolo di giornalisti e reporter sembrava inseguire le ragazze in ogni istante della giornata senza lasciare loro tregua.
Un pugno di fotografi accecò con i flash, la ragazza dai lunghi capelli blu che corse al riparo all'interno di un furgoncino nero dai vetri oscurati.
La portierà sbattè violentemente lasciando fuori dall'abitacolo le grida e le domande concitate dei paparazzi, che ora apparivano come un fastidioso brusio.
Tirò un lungo sospiro.
Haruka era seduta accanto a lei sul sedile posteriore dell'auto, sulle sue ginocchia faceva capolino una testolina ricoperta da sottili capelli neri di una bimba che dormiva tranquilla.
La ragazza sfogliò un'altra pagina del quotidiano sbuffando.
"Sei silenziosa..."
"Sono stanca, quella gente mi sfinisce!" sentenziò Michiru portandosi una mano alla fronte e stropicciandosi gli occhi.
Haruka chiuse il giornale nervosamente e lo lanciò ai suoi piedi.
L'altra allungò una una mano facendo una carezza ad Hotaru sulla nuca.
"E' cresciuta ancora..." sospirò.
"Ha cinque anni, in due mesi è cresciuta alla velocità della luce!" 
"Non so più cosa inventarmi, i giornalisti mi assillano con domande su di lei, vogliono sapere di più e l'età che ha!"
"Lo so, numerosi giornali ci hanno mandato anche delle offerte con cifre astronomiche per una sua foto esclusiva..."
Hotaru mugugnò.
Sbadigliò rumorosamente e sbattè le palpebre tre volte prima di aprire i grandi occhi assonnati.
"Mamma!" sorrise indicando Michiru con il ditino.
"Ciao amore!"
"Sei tornata!"
La bimba si alzò, scavalcò impacciata Haruka per mettersi seduta tra le due.
La pelle candida e il vestitino pieno di fiocchetti che indossava la facevano apparire una bambolina di porcellana.
"Certo che sono tornata! Mamma aveva delle cose da fare, porta pazienza, domani dopo l'ultimo concerto torniamo a casa!"
Michiru le sorrise dolcemente tirandola a se e abbracciandola.
"Papà mi ha raccontato la storia della lucciola!"
"Ah ancora una volta? bene!"
"Si è tanto bella!"
Haruka rise alla parola papà.
Fu la prima parola che Hotaru pronunciò indicandola con le manine.
D'altronde non poteva darle torto, di certo non era Michiru quella che poteva assomigliare di più a un papà.
La piccola era un bambina vispa, o almeno lo era stata nelle ultime quarantotto ore quando era cresciuta improvvisamente.
Da neonata qual' era aveva assunto in qualche istante, inspiegabilmente, l'età di una bambina di cinque anni.
Ma nulla ormai poteva sorprendere le due ragazze dopo aver avuto una figlia dai loro cuori.
Il furgone attraversò le strade trafficate della città fino ad arrivare a  Willy Brandt Platz all'hotel dove alloggiavano.
"Ora devi travestirti da cappuccetto rosso!" disse Michiru mettendo una felpa sul vestitino di Hotaru e tirandole sulla testa il cappuccio.
La bambina emise un gridolino di gioia.
"Chi sono i lupi cattivi da cui scappare?" domandò Haruka stando al gioco.
"Gli omoni che fanno le foto e tante domande alla mamma!"
"Bravissima! ti sei meritata una caramella!"
La bionda prese in braccio la bambina nascondendola il più possibile da occhi indiscreti e corse dentro l'hotel.
 
Nella stanza ad accoglierle c'era Haru, che abbaiò felice al loro arrivo.
Hotaru lo inseguì di corsa per tutta la suite cercando di prenderlo.
"Forse dovremmo chiamare Setsuna!" disse chiudendo la porta Michiru.
"Magari sa qualcosa..." continuò, togliendosi il soprabito.
"Aveva detto sarebbe venuta lei, se avesse visto qualcosa di strano ci avrebbe avvisate, anche se non può dirci più di tanto riguardo al futuro..."
"Non è abbastanza strana la crescita improvvisa di nostra figlia?!" 
Il mare era agitato.
La voce dal tono alto si frantumò come un'onda da cavalcare con il surf su di Haruka.
"Sono preoccupata anche io ok? però dobbiamo cercare di mantenere la calma, se non altro per lei..." disse la bionda moderando la voce per non farsi sentire da Hotaru che stava giocando con il cucciolo nell'altra stanza.
Michiru abbassò lo sguardo.
Non era da lei comportarsi in quel modo, ma era stanca per via di quel tour, per lo stress subito ogni giorno dai giornalisti e per l'incessante pensiero che sua figlia appartenesse secondo un contratto alla morte.
Un contratto che avevano firmato loro.
Non c'era notte che quel pensiero non la tormentava.
Ormai aveva perso il conto delle notti in cui non aveva chiuso occhio.
Si sentì dispiaciuta nell'essersela presa con la propria compagna.
"Scusami, hai ragione!"
Haruka le si avvicinò abbracciandola.
"Non preoccuparti lo so che sei stressata, domani sera saremo in viaggio verso casa però, andrà meglio!"
"Si! sono d'accordo!" Michiru sorrise, passando le dita tra i capelli dorati della ragazza.
"Diamo la cena alla demonietta e la mettiamo a letto, così possiamo fare pace come si deve!" aggiunse con aria maliziosa.
Haruka sentiva il cuore rimbalzarle nel petto.
Ogni volta che la guardava provava la stessa emozione della prima volta in cui l'aveva vista.
Annuì con il capo sorridente.
"Vado io che faccio prima!" disse ridendo tra se e se.
Anche Michiru rise.
La sua famiglia per quanto stramba riusciva a tirarle su il morale anche dopo una giornata d'inferno, non avrebbe mai fatto a cambio con nessuno. Avrebbe affrontato qualunque malumore e qualunque cosa per loro.
Erano unite da un'amore che nessuno poteva spezzare. 
Quella era una vera e propria certezza.
 
 
Note dell'autrice:
 
Eccomi qui con la nuova ff!  Avevo detto l'avrei postato domani, ma l'ansia per l'esame di domani mattina mi sta uccidendo e allora per distrarmi la posto adesso.Tanto non manca poi molto a mezzanotte!
 
Premetto che la crescita veloce di Hotaru non ha nessun mistero da essere svelato. Cresce saltando varie fasce d'età per motivi di comodità. Se lasciavo passare anni Michiru e Haruka sarebbero invecchiate e la cosa non mi va XP In più ai fini della storia serve che Hotaru cresca velocemente, quindi non ponetevi strani interrogativi! ^_^
Ho mantenuto la scelta di Naoko di far chiamare con la parola "papà"  Haruka da Hotaru.
Non avevo idea che la storia iniziasse così, con una certa tensione tra la nostra coppia sempre stra unita, il tutto è venuto da se. Penso che poi un pò di tensione ci debba essere più che altro come conseguenza di quello che è successo a Michiru nella storia precedente. Insomma è tornata in vita, mica una passeggiata! Detto questo...spero che la vicenda possa prendervi quanto la precedente! 
Many Kisses
 
Kat
 
 
 

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Capitolo 2
*** Il ritorno di Setsuna ***


"C'era una volta un piccola Lucciola che un brutto giorno purtroppo venne ingoiata dalle tenebre. Ma lei sebbene fosse piccola, possedeva una grande luce. Una luce così brillante da ferire l'oscurità e illuminare il buio più profondo..."
 
Haruka raccontava a bassa voce quella storia, rimboccando le coperte ad Hotaru.
Era l'unico modo per farle capire che un giorno sarebbe potuto venire qualcuno per lei.
Qualcuno di non propiamente buono.
"E nemmeno sano di mente!"  pensava ogni volta, quando le sovveniva l'immagine della morte.
Michiru era appoggiata allo stipite della porta in silenzio e guardava le due persone che amava di più al mondo con un infinita dolcezza.
Haru era sdraiato ai piedi del letto della bambina che ascoltava la storia che ormai conosceva anche lui a memoria.
Il respiro di Hotaru si fece pesante. Si era addormentata prima della fine del racconto.
"Buona notte piccola mia!" Haruka le baciò la fronte, spegnendo la luce.
Dalla finestra un debole raggio di luna illuminava l'elegante profilo di Michiru, che l'aspettava in piedi a braccia incrociate.
Le labbra erano increspate in un dolce sorriso.
I capelli le ricadevano morbidi e fluenti su una camicetta da notte viola scura, che lasciava poco all'immaginazione.
Un'ondata di desiderio sbalzò nel petto di Haruka, attraversandole poi tutto il corpo.
La invase come un potente veleno che si mischiò al suo sangue e iniziò a scorrerle nelle vene. Ma l'effetto non era paralizzante.
Una scossa corse lungo la sua spina dorsale.
L'adrenalina la faceva sentire un feroce predatore e la preda che bramava con tanta passione era sotto i suoi occhi.
Il suo sguardo si posò su ogni curva di Michiru.
La ragazza si lasciò scivolare una spallina lungo il braccio, scoprendo un pò di più la pelle "ops!"sussurrò avvicinandosi all'orecchio di Haruka.
Il suo fiato caldo le provocò un brivido.
Il mare stava giocando con lei, chiuse la porta della stanza e con passo leggero e silenzioso si precipitò nella stanza matrimoniale.
Haruka seguì la principessa delle onde.
La stanza era buia, illuminata dalle piccole fiamme tremolanti di qualche candela che emanava un profumo dolce. Vaniglia.
Spinse piano Michiru sul letto a baldacchino imprigionandola tra le lenzuola bianche.
S'impossessò delle sue labbra carnose e la baciò ardentemente.
Si sentì avvampare, il fuoco bruciava dentro di lei, le sue guance assunsero un colorito roseo che al buio passò inosservato.
Passò le labbra sul collo di Michiru e le lasciò una scia di baci sulle spalle, la fragranza della sua pelle unita all'odore delicato delle candele le invase i sensi, provocandole una sensazione di smarrimento seguito da una sottile euforia.
Era come essere ubriaca. Era ubriaca della donna che amava. 
Quella notte imprigionò con le sue catene d'amore l'unica di cui non si sarebbe mai potuta stancare. Che era certa di volere per il resto della sua vita.
 
 
La mattina seguente, la pioggia colpiva incessantemente i vetri delle finestre. Il cielo plumbeo preannunciava una giornata che non avrebbe ospitato nel cielo nemmeno l'ombra di un pallido sole.
Un tuono svegliò Michiru di soprassalto facendola sobbalzare.
Rimase qualche istante nel letto guardandosi attorno.
Un rumore attirò la sua attenzione.
Spostò delicatamente il braccio di Haruka che la stringeva, raccolse la camicia da notte finita sul pavimento e la indossò alzandosi.
Prima di uscire dalla stanza afferrò decisa il Lip Rod.
Avanzò a piccoli passi.
Un altro rumore.
Poi la risata allegra di Hotaru.
Corse nel cucinotto della suite presa dal panico.
Qualcuno era con la bambina.
"Oh ciao Michiru ti abbiamo svegliato?" 
La ragazza tirò un sospiro di sollievo, aveva pensato subito al peggio.
In piedi davanti a lei con una tazza di the fumante c'era Setsuna.
"Mamma, mamma c'è la zia!" la bambina le corse incontro abbracciando le sue gambe.
"Ho visto tesoro! Ciao Setsuna! che bello averti qui! Scusa mi ero spaventata!"
"Stai tranquilla..." la donna sorrise dolcemente e l'abbracciò.
"Qualcosa non va?" domandò poi Michiru ansiosa.
"Nessun pericolo in agguato! volevo solo passare a trovare la mia nipotina! Mi mancavate!"
"Oh bene!"
"Sta sera ripartirete per Tokyo eh?!"
"Già! ci fai compagnia?" domandò entusista.
Setsuna le versò una tazza di the fumante "Se non vi reco disturbo si, vorrei poi tener d'occhio Hotaru!"
La bambina ridacchiò felice mettendosi a sgrannocchiare un biscotto al cioccolato.
"Dì la verità qualcosa non va! Non mentirmi.." disse Michiru con un filo di voce.
"Ti ho già detto che non c'è nulla di cui preoccuparsi vorrei solo controllarla perchè ho una certa sensazione..."
Lo sguardo di Michiru si fece interrogativo, sorseggiò il the adagio.
"Ho come l'impressione, che la piccola, potrebbe essere speciale!"
"Lo è di sicuro, guarda solo come è nata!"
"Intendo, che penso potrebbe avere dei poteri...se sei d'accordo..."
L'altra la interruppe "si sono d'accordo con tutto quello che deciderai Setsuna, tienila d'occhio tu! avvertimi se il tuo sospetto è fondato. Oggi purtroppo sarò impegnata con l'ultimo concerto quindi io non potrò starle molto dietro!"
"Sono qui per questo cara!"
 
Hotaru si mise a saltellare attorno alle due canticchiando "forse sono magica, forse sono magica!"
Il solo pensiero che passò nella testa di Michiru fu "spero tanto non sia così!"
 
 
Note dell'autrice:
 
Ok, miei devoti seguaci! Eccoci di nuovo qui! QUESTO CAPITOLO E' STATO PUBBLICATO ORA, SOTTO MINACCIA DEL CARO LEARCO xD
Tutti i nostri personaggi si sono dunque riuniti ancora una volta! 
Qualcuno (chi meglio, chi peggio) sapeva che ho avuto una crisi mistica perchè avevo in mente tre sviluppi/finali diversi per questa storia, inizialmente avevo pensato di sottoporvi un sondaggio per fare decidere a voi cosa sarebbe successo, ma da una parte poi vi sareste rovinati tutte le "sorprese". Fortunatamente, andando a letto mi è venuta la "genialata" e nella mia testa ho già fatto in modo che siano presenti entrambi gli sviluppi e conseguenti finali che avevo pensato. Ve li segnalerò a fine capitolo quando si presenteranno! ^_^
Vi adoro!
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Alla volta di Tokyo ***


 
 
 
Oltretomba.
 
Nel silenzio più profondo, avvolto dall'oscuirità non si udiva alcun tipo di rumore se non il lento scorrere del fiume nero su cui navigava la traghettatrice.
L'eternità regnava indisturbata in una sorta di pace fino a che la voce della morte non tuonò  una nota d'isterismo.
"MIYUKIIIIIIIIIIIIIIIIII!" 
La segretaria, balzò in piedi dalla sua scrivania come se fosse stata colpita da qualcosa improvvisamente.
Corse per il lungo corridoio rischiando di rompersi il tacco delle decoltè lucide nere che indossava fino a spalancare la porta che si trovò poco più avanti a se.
"Eccomi vostra signoria!" disse chinando il capo ed entrando nell'ufficio.
"Miyuki! Mi hanno ingannato!" un sorriso luciferino illuminò il viso dell'uomo.
 Gli occhi color ghiaccio erano spiritati. 
Nonostante tutto sembrava divertito da quella scoperta. Iniziò a ridere sguainatamente mentre sventolava una lista di carta lunga qualche metro.
Era sommerso da fogli scritti e schede di persone sparsi di qua e la.
"Guarda con i tuoi stessi occhi, stupida morta!" 
Miyuki guardò il foglio che la morte le sventolò sotto il naso, si tirò su gli occhialini con l'indice affusolato e lesse ad alta voce "Haruka ten'ō, uscita dal coma, scampata a morte certa, sesso...femminile!"
"ESATTO!!! E' UNA DONNA MIYUKI! MI HA PRESO IN GIRO!!" una risata sadica e isterica allo stesso tempo perforò i timpani della donna che non sapeva bene come reagire alla notizia.
"Miyuki cos'è quella faccia da pesce lesso?!"
"Ehm..."
"CORRI COSA DIAVOLO ASPETTI?!?"
"Si vostra signoria!" Fece per scattare fuori dall'ufficiò ma si bloccò interdetta "ehm...mi scusi ma...corro dove?" domandò con voce imbarazzata.
La morte alzò un sopracciglio.
"A prendere il mio Whisky, stupida!"
"Sissignore!"
 
***
 
Michiru si era esibita nell'ultimo concerto di quella stagione.
Le note del suo violino erano state accompagnate da un'orchestra che era stato presente a tutti gli eventi e da un brano inedito di pianoforte eseguito da Haruka per la prima volta.
Erano una coppia che faceva scintille e soprattutto notizia.
Per tutta la durata del tour erano state in prima copertina su tutte le riviste.
Haru era stato l'intera mattinata a far da guardia ad Hotaru nel camerino, ringhiando a chiunque tentasse di avvicinarsi a lei e facendo sentire inutile Setsuna, che più volte gli aveva fatto notare il suo disappunto per quel ruolo secondario, ma con scarso risultato in quanto Haru sembrava poco interessato a quello che aveva da dire.
Quando si riunirono tutte quante, le ragazze, fecero i loro bagagli.
"Cosa ne dite se al posto dell'aereo apriamo un portale per tornare a casa? è sicuramente più veloce di un viaggio su quel volatile!"
"Ehm non è propriamente un uccello un aereo Setsuna!" precisò Haruka.
La donna sventolò le mani gesticolando enfaticamente come per zittirla, aspettando una risposta alla sua proposta.
Michiru si tirò subito indietro "preferisco un volo lungo..." il pensiero della voragine nera la faceva rabbrividire. 
Le ricordava il ritorno dal regno dei morti.
Per un attimo si sentì mancare il respiro.
Haruka la vide sbiancare "Rimango con lei, prenderemo come tutti i comuni mortali l'aereo, grazie per la proposta!"
"Io voglio andare nel buco con la zia!" esclamò Hotaru, guardando con i suoi occhi viola decisa le sue mamme.
"Se per voi va bene ci penso io a lei, vi aspettiamo a casa" le rassicurò Setsuna.
"E' un'ottima idea, così non sarà allo scoperto in caso di paparazzi all'aereopoto!"
"Ah e si dice veivolo!" la punzecchiò la bionda.
La frecciatina non colpì il suo avversario.
"Bene, allora si parte!" disse Sailor Pluto prendendo per mano la bambina.
"Ciao mamma, ciao papà!"
"Ciao tesoro!" dissero le due in coro.
Un portale si materializzò nella stanza, Setsuna e Hotaru ci si buttarono dentro scomparendo sotto i loro occhi.
La porta temporale scomparve dietro di loro.
"E' ora di partire anche per noi!" sospirò Haruka prendeno Haru e chiudendolo in una gabbietta.
Il cucciolo sembrava contrariato, incominciò a mugolare e a tentare di aprire le piccole sbarre dell'abitacolo in cui si trovava.
"Grazie per essere rimasta!"
"Non dirlo nemmeno per scherzo" disse avvicinandosi a Michiru e baciandola sulla fronte.
La vedeva tremendamente fragile, come se potesse spezzarsi da un momento all'altro. Provava una tenerezza sconfinata nel vederla impaurita su cose che tempo prima affrontava senza problemi.
"Passerà tutto vedrai!" Cercò di rassicurarla.
"Lo spero!"
 
Un'ora dopo decollarono alla volta del Giappone.
 
Sul loro stesso aereo, qualche sedile più indietro, una donna pallida, dai capelli ordinati neri, vestita in modo molto professionale era seduta ad osservarle mentre sorseggiava silenziosa un drink.
Il viso era seminascosto dallo schermo del portatile che aveva davanti a se.
Ma se Michiru e Haruka avessero guardato attentamente attorno a loro e non fossero state così stanche, l'avrebbero certamente riconosciuta.
Non potevano averla già dimenticata.
Quella donna era Miyuki.
 
 
Note dell'autrice:
Ciao a tutti! 
Ecco qui una prima ricomparsa della morte e di Miyuki.
Abbiate pazienza questa storia ci mette un pochino a "carburare" in confronto alla precedente, anche perchè, come scoprirà chi non abbandonerà prima la lettura, ce ne saranno da affrontare per le nostre eroine! (Dal quinto capitolo si parte! :P)
Un pochino di pazienza! Spero non vi annoierete nel frattempo!
Al prossimo capitolo!
 
Kat

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Capitolo 4
*** Visita inaspettata ***


 
Passò qualche giorno dal ritorno in Giappone.
La giornata non si preannunciava delle migliori.
Il cielo era grigio, ricoperto da nuvole scure. Il vento iniziava a perdere il suo tiepido calore facendo rabbrividire gli abitanti della città.
Haruka era seduta su una panchina nel bel mezzo di un parco poco affollato e guardava pensierosa Hotaru far avanti e indietro da un gioco all'altro.
Anche Setsuna la osservava accanto a lei, ma il suo sguardo aveva qualcosa di differente.Non la stava semplicemente guardando.
La stava analizzando.
Raccoglieva mentalmente una serie di dati per cercare di capire se la piccola avesse una qualche dote nascosta oltre alla sua crescita improvvisa.
Hotaru salì canticchiando gli scalini in legno di un piccolo castello blu, dotato di tunnel colorato che collegava l'intera struttura ad un lungo scivolo.
S'infilò gattonando all'interno del tunnel perdendosi a guardare i suoi colori brillanti, le sembrava di stare dentro ad un piccolo arcobaleno.
Haruka si alzò non vedendola riapparire dall'altro lato.
Si avvicinò piano con una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
"Hotaru?!"  la chiamò con voce decisa.
Nessuna risposta dalla bambina.
"Stai indietro!" disse Setsuna.
Haruka si voltò a guardarla, le sue pupille erano dilatate, gli occhi erano diventati simili a quelli di un gatto.
Stava avendo una visione.
"Eccola che arriva!"
"Arriva cosa?" chiese le bionda, rimanendo immobile ma iniziato ad agitarsi visibilmente
"L'energia..."
Non fece in tempo a finire di pronunciare la parola che una luce accecante invase il piccolo tunnel nel quale si trovava la bambina.
Haruka si fece scappare un grido, corse su per le scalette per poi mettersi a gattoni.
La luce svanì.
"Papà?!" La voce sembrava diversa.
"Tesoro esci, che è successo?"
"Non posso uscire!"
"Cosa vuol dire che non puoi uscire?! Dai ti aspetto io dall'altra parte se non vuoi tornare indietro, hai paura a scendere?"
"No...non posso uscire! ecco..i vestiti non mi vanno più!"
"Sei cresciuta ancora?!"
"Si papà!"
"Esci, ti do la mia giacca e torniamo a casa!" disse con voce comprensiva Haruka.
Hotaru uscì scalza, si era dovuta togliere il vestitino e le scarpe che indossava perchè non le andavano più bene.
Alla bionda scappò un sorriso.
"Tieni" disse avvolgendola nella sua giacca.
"Anche le mie scarpe preferite si sono rimpicciolite!"
"Sei tu che sei cresciuta! guarda qui! avrai otto anni!"
Hotaru abbassò lo sguardo, sembrava triste.
"Ehi, sei un pò come alice nel paese delle meraviglie! solo che tu non hai bisogno della pozione per diventare più grande o restringerti!"
La bambina a quelle parole sorrise.
"Mi piace quella storia!"
"Più di quella della lucciola?"
"No quella è la più bella!"
Risero insieme, Haruka la prese in braccio "Torniamo a casa! Mamma ti troverà sicuramente un nuovo vestito!"
"Zia, andiamo con il portale?" chiese a Setsuna.
"Meglio di no, potrebbe vederci qualcuno, questa volta si va a piedi!"
"uffaaa!" Hotaru sbuffò, aggrappandosi al collo del suo "papà".
 
 
Al loro ritorno a casa, Michiru le accolse tutte e tre con il suo sorriso.
Sorriso che si spense nel vedere Setsuna che le faceva un cenno con il capo.
Quel gesto lo conosceva, era quando dovevano allontanarsi perchè qualcosa non andava solitamente.
"Hai visto qualcosa Setsuna?"
"Si, i miei sospetti erano fondati...E' una sailor!"
Una tempesta stava agitando l'intero corpo di Michiru.
Setsuna continuò "avrà poteri immensi, sarà distruzione e rinascita, è bene che impari a controllarli..."
Haruka sbucò all'improvviso sentendo tutto "Mia figlia ci farà saltare in aria?! Non bastano le mie bombe di Urano?"
Senza che Setsuna potesse rispondere alla battuta, Michiru prese a parlare "Non possiamo toglierle i poteri? Non darle il Lip Rod, ti prego! ha già abbastanza problemi, perchè darle anche quest'altra responsabilità?! E' così piccola per queste cose..."
"Dovrebbe decidere lei!"
Haruka l'aveva interrotta.
Il viso angelico di Michiru era contrito in una smorfia.
Gli occhi avevano assunto uno sguardo serio tutto d'un tratto, e la voce era accompagnata da una nota di disappunto che andò a colpire la ragazza.
"Ti sei bevuta il cervello? Tu sei la prima che avrebbe rinunciato volentieri ai suoi poteri, ed ora se ci fosse la possibilità non le faresti avere una vita normale?"
"Non l'avrà mai una vita normale!"
"Lo sarà ancora meno con dei poteri, oltretutto così distruttivi!"
La forza del mare si scagliò contro la potenza del vento, dando vita ad una calamità naturale.
"Non alzare la voce con me!"
"E tu cerca di ragionare!"
I loro visi erano a una distanza ravvicinata, ma per la prima volta non c'era nessun gioco di sguardi o labbra, nessun respiro a solleticare la pelle dell'altra, nessuna carezza in arrivo.
Solo parole pesanti simili a macigni.
"Adesso basta!" Setsuna si mise in mezzo alle due dividendole con il suo bastone.
Il silenzio calò.
"Che cosa vi prende?!"
La domanda evidentemente non fu quella giusta, le due iniziarono a parlare una sopra l'altra, gesticolando come pazze, Haruka con movimenti decisi delle mani fendeva l'aria, Michiru con eleganza ma altrettanta decisione si sbracciava. 
Ognuna cercave di far valere le proprie ragioni.
Ma il tono più alto era quello di Setsuna, ora accompagnato dal suo sguardo severo. "SILENZIO! BASTA HO DETTO!" 
Gli occhi rossi rubino le fulminarono.
"E' inutile litigare su questo. Io non le darò nessun Lip Rod, credo però che sarà inevitabile, è una forza che è dentro di lei che sta solo aspettando di svegliarsi. Non c'è modo di fermarla che io sappia, è diversa da noi! E' semplicemente destinata..."
"Mammmaaaa!" la voce di Hotaru interruppe la conversazione.
Michiru si diresse in casa dalla bambina senza dire una parola.
Haruka sentì un gelo improvviso.
L'indifferenza con cui Michiru le aveva voltato le spalle fu un colpo che le tolse il respiro.
Il mare poteva ferire, lo faceva ogni volta con i suoi nemici, ma per la prima volta aveva ferito anche chi l'amava profondamente.
Setsuna non ebbe il tempo di pronunciare qualcosa che potesse tirare su il morale all'amica quando nel giardino, vicino a loro si presentò la figura di Miyuki.
La mascella di Haruka si paralizzò lasciandole la bocca semi aperta dallo stupore.
"Oddio la seguace dello psicopatico" la frase uscì come un sibilo.
 
 
"Buongiorno, signora Ten'ō!" disse inchinandosi lievemente.
Il suo pensiero si paralizzò sulla parola di mezzo che la donna aveva pronunciato.
"Signora".
 
 
Note dell'autrice:
Miei cari lettori eccoci arrivati al quarto capitolo! Volevo postare domani il capitolo, ma alla fine è stata una serata profiqua, nonostante la scrittura del Crossover ecco qui il nuovo capitolo per voi che seguite All we are.
Sono contenta di vedere che vi piace anche questa fan fiction, nonostante non ci sia ancora stato alcuno scontro o situazione realmente critica.
La pazienza è la virtù dei forti! ;)
Lo so che non siete abituati a vedere la "mia" Michiru, così "antipatica" o che comunque si comporta male con Haruka. Non ho messo l'avvertimento OOC nelle segnalazioni perchè il suo è un comportamento passeggero, dovuto allo shock di tutto ciò che è successso in precedenza.
Perciò niente paura! Vi ringrazio per le recensioni, mi fa piacere ritrovare "vecchi" e nuovi fans! Non vi farò attendere a lungo.
Baci.
 
Kat

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Capitolo 5
*** Losing control ***


Haruka iniziò a sudare freddo.
L'aveva chiamata, "signora", questo significava una cosa sola. La sua copertura era saltata.
"Ma bene, sempre la solita fortuna!" pensò.
Nel frattempo Setsuna era rimasta in silenzio a fissare quella donna.
"Mi scusi per l'intrusione..." cominciò Miyuki.
"Non è una buona giornata" commentò acidamente Haruka.
"Da me non lo è mai, glielo assicuro!"
"Non ne dubito!"
"Il mio signore..."
"La, la, la, la!!!" Haruka iniziò a emettere quel verso tappandosi le orecchie, perchè non voleva sentire altro.
Le sembrava di ammattire.
"Non voglio avere più a che fare con quel pazzo, folle, omicida. Una volta è bastata, due sono davvero troppe, cavolo! cavolo no!"
"La, la, la, la, la" la sua voce continuava la lagna ininterrotamente.
"Mi fai quasi paura, Haruka, ti prego smettila!" la implorò Setsuna.
La ragazza si fermò.
Alzò gli occhi al cielo. "Che vuoi Miyuki?" domandò sbrigativa.
"Io nulla, il mio signore però, si chiede come farete a rispettare il vostro accordo, siccome dopo un accertamento siamo venuti a conoscenza che lei...beh si insomma...non è propriamente un uomo..."
Setsuna si scambiò uno sguardo con l'amica.
Entrambe avevano notato quel particolare.
La morte non era a conoscenza della nascita di Hotaru, non ancora almeno.
"Con permesso, tolgo il disturbo!" sorrise Setsuna, lanciando un'altra occhiata d'intesa con Haruka e scivolando in casa.
Attraversò velocemente il salone.
"Michiru, Michiru!"
Michiru alzò lo sguardo su di lei.
La patina di lacrime che stava trattenendo nei suoi occhi blu li fecero risplendere.
"Non far uscire Hotaru! C'è Miyuki fuori!"
"E' sola??"
"Si, si, la morte ha capito che Haruka non è un'uomo, ma non sanno di Hotaru, ancora!"
"Calma Michiru, stai calma, cosa facciamo ora? come facciamo? dovrei andare? dovrei nascondere Hotaru?" una lunga sequenza di domande sgomitò tra i suoi pensieri.
"La porto via."
"Via dove?"
"Non lo so Setsuna, da qualche parte!"
"Michiru stai vaneggiando, non basterà nasconderla in un altro paese!"
"E allora cosa faccio?! Me ne sto qui ferma ad aspettare?!" 
Senza rendersene conto stava gridando contro la sua amica.
Era in preda al panico.
Si sentiva impotente ma voleva trovare a tutti i costi una soluzione. E subito.
La sua voce giunse fino all'orecchio di Haruka.
Miyuki aspettava ancora una sua risposta.
"E' la signorina Michiru! Vorrei andarla a salutare, ma dal tono non sembra molto dell'umore adatto!"
"Infatti, te l'ho detto che non era una buona giornata questa, non entrare, per favore".
"Ma non sembrerò scortese?"
"No. La farai infuriare se non fai come ti dico! E in più farai arrabbiare me! non posso permetterti di entrare in casa, quindi, vattene. Torna dal tuo padrone e digli che non si preoccupi, lo risarciremo..."
"Non è molto paziente, dovrebbe saperlo che non gli basterà questa risposta!"
"NON ME NE IMPORTA NULLA SE NON GLI BASTERA'. NON COSTRINGERMI A FARTI DEL MALE. VATTENE!"
Miyuki s'inchinò come suo solito e scomparve davanti ai suoi occhi.
Haruka tirò un sospiro di sollievo.
I suoi nervi erano sul punto di cedere, lo sapeva che la pace sarebbe durata poco.
Lo sentiva dentro di lei.
Lo sentiva nella voce di Michiru.
Lo sentiva nell'ululato del vento che le stava gridando contro.
"Maledizione!"
La sua imprecazione venne interrotta da Haru che sfrecciò davanti a lei, andandosi a nascondere in un angolo del giardino.
Dietro di lui fecero la loro comparsa anche Hotaru e Setsuna.
Sailor Pluto sembrava meno ordinata di pochi minuti prima, i suoi capelli erano tutti disordinati e teneva saldamente per mano Hotaru come se fosse fuggita dall'interno della casa.
Lo sguardo interrogativo e stordito di Haruka si posò sulla donna.
"Sembra che hai appena combattuto!"
"In realtà ho appena evitato uno scontro!"
"La mamma è molto arrabbiata! Grida e lancia oggetti!"
"Lancia...oggetti?!"
"Si, li fa volare!" disse Hotaru.
"Penso che dovresti parlarle..."
"Grazie Setsuna, così le botte me le prendo io!"
"Non ti rovinerai quel bel faccino! Puoi star tranquilla!"
 
Le note del violino si librarono nell'aria.
La melodia prodotta dallo strumento non era nè dolce, nè malinconica.
Per la prima volte le corde sembravano stridere. 
Quella musica era carica di rabbia, di rancore e di dolore.
Haruka entrò in punta di piedi, aveva timore di farsi sentire.
Si ritrovò davanti a lei di Michiru che suonava.
L'archetto era accompagnato da un gesto violento della mano.
La testa era china e i capelli le ricadevano spettinati sul viso. Era a piedi nudi in mezzo a cocci rotti, vetri e oggetti di ogni genere.
La sala era diventata un campo di battaglia e Michiru era artefice di quello sterminio ma anche vittima di un malessere che la stava divorando nel profondo.
"Approccio gentile Haruka, fa piano..."
"Fa attenzione ai vetri, potresti ferirti..." disse con un filo di voce, sedendosi sul divano bianco ancora intatto.
Michiru si bloccò con un gesto convulso.
Le corde emisero un suono simile ad un urlo acuto.
"Vorrei poter urlare come loro. Ma non sono in grado nemmeno di fare questo.."
Michiru lasciò che l'archetto le scivolasse dalle dita cadendo a terra.
Si voltò. L'amarezza stava dipingendo il suo volto.
La mano strinse con forza il violino per poi scagliarlo violentemente contro la parete più vicina, sfiorando Haruka che riuscì a schivarlo piegandosi velocemente e riparandosi tra le mani il capo.
"Michiru..."
Il suo sguardo si posò sul violino rotto che giaceva sul pavimento.
"Che cosa sono io Haruka? Qual'è il mio posto qui?"
I suoi occhi si liberarono finalmente delle calde lacrime che tenevano prigioniere da quella mattina.
Le piccole gocce le rigavano le gote rosee, per poi morire sul pavimento dopo una lunga caduta dall'alto.
"Oh..." Haruka si alzò andandola ad abbracciare.
La strinse al suo petto, più forte che poteva.
"Non toccarmi...non voglio che diventi come me!" Michiru straparlava tra i singhiozzi che si facevano sempre più intensi.
"Cos'avresti di contagioso? Dimmi..."
"L'inutilità!"
"Non dire sciocchezze, Michi..tu sei utile a me!"
"Te la caveresti con o senza di me..."
"Senza di te non mi sarei mai svegliata dal coma, ma non è solo questo...non lo capisci?!"
Haruka avrebbe voluto continuare il suo discorso.
Voleva spiegare a Michiru cosa sentiva per lei ancora una volta, ma non potè finire quello che aveva da dire perchè si vide volare Setsuna davanti.
Il problema non fu la donna che entrava nella stanza, ma il fatto che fosse stata scaraventata lì.
Giaceva al suolo dolorante nella sua divisa da Senshi.
"Hotaru!" gridò Haruka correndo fuori in giardino alla ricerca della figlia.
Michiru si avvicinò a Setsuna "tutto bene?"
"Si..si! presto trasformati!"
"Ma che cosa è successo?!"
 
"E' arrivato un tizio con una falce!"
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Momento di silenzio prego. U.U *prendo un grande respiro e..*
ECCOMI DI NUOVO QUI!! Innanzi tutto grazie mille per tutte le vostre recensioni! Sono felicissima che stiate apprezzando anche questa nuova storia! A chi non ho ancora risposto, lo farò al più presto, non sia mai che lascio indietro qualcuno! Comunque...grazie,grazie davvero! Mi rendete proprio contenta! Come avete notato le cose si stanno un pò movimentando! Venerdì vi posterò il nuovo capitolo, così per questa settimana vi ho viziati abbastanza! ;P
Mi scuso ancora una volta per eventuali errori, ho wordpad senza correttore quindi sicuramente qualcosa mi sfuggira, perdonate le mie sviste.
 
Colgo l'occasione per dire a chi non ha letto il blog, che se è interessato a un crossover Harry Potter / Sailor Moon, io e la mia amica Ghost ne stiamo scrivendo uno che potete trovare Qui
Un abbraccio a tutti!
 
Kat

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Capitolo 6
*** Lo scontro ***


Haruka era in piedi davanti ad Hotaru.
Cercava di nasconderla il più possibile dietro il suo corpo atletico, anche se ormai era inutile.
"Oggi è il giorno delle visite indesiderate!" 
Di fronte a lei l'angelo biondo incontrato nell'oltretomba sbatteva le sue ali nere, impugnando la sua falce argentata, che emetteva dei riflessi violacei, come se fosse una spada.
"Sono venuto a riprendermi la rivincita!" sogghignò malvagiamente.
"Non sai proprio perdere!" Haruka assunse la sua espressione spavalda.
"La nanetta li dietro gioca con noi?!" domandò, spostando la testa verso destra per cercare di vedere meglio la bambina.
"Non sono una nanetta! brutto corvo!" Hotaru sbottò da dietro ad Haruka che tentò di zittirla.
"Un corvo io?!" la faccia dell'angelo era sorpresa da quella somiglianza che gli era appena stata affibbiata.
"Si! sembri uno di quegli uccellacci tutti neri!" Hotaru rincarò la dose ancora una volta.
"Certo che...ha il tuo caratterino quella! Mi sa proprio che il mio signore ha fatto bene a mandarmi qui! Miyuki ha capito che qualcosa non andava!"
"Non so cosa ti abbia detto Miyuki, ma di sicuro si è sbagliata" le parole uscirono dalla bocca di Haruka come un ringhio.
"Che ci fai qui?" domandò la voce di Michiru che aveva appena fatto la sua comparsa assieme a Sailor Pluto.
"Il mio signore mi ha mandato a controllare che non aveste qualcosa da nascondergli...ma a quanto pare, avete il suo futuro dono! Non so come ci siate riuscite davvero!"
"Non abbiamo nulla per quel pazzo furente!" Sbottò Haruka.
"Questo è da vedere!"
Sailor Pluto prese per mano Hotaru e la fece allontanare.
"Uranus Planet Power, Make Up!" Haruka invocò il potere di Urano e si trasformò, pronta a combattere.
Non avrebbe lasciato nessuna delle presenti in mano alla morte.
"A che gioco giochiamo biondina? Sembravi più sicura di te quando tutti pensavamo fossi un ragazzo!"
"Ragazzo o no, io sono Sailor Uranus e vincerò con la forza!"
"Ma bene...uno scontro diretto allora!"
 L'angelo aprì le ali e volò verso di lei facendo volteggiare la falce che sibilava, fendendo l'aria. 
Era così veloce che i suoi movimenti non erano chiari a nessuna delle Sailor, ma ad Haruka non importava vederlo, le bastava sentire i suggerimenti che il vento le stava dando, per capire da che parte avrebbe colpito.
La punta dell'arma apparve improvvisamente davanti a lei, sembrava la stesse per colpire in pieno viso, quando la Space Sword fece la sua comparsa tra le mani di Haruka, fermando con la sua lama scintillante la falce.
"Sorpresa!"
"Ma cosa..?!"
L'angelo era interdetto, il suo colpo non era mai stato fermato da nessuno prima d'ora.
"Sei rumoroso! e in più io ho un nuovo giocattolo!" Un sorriso sicuro le attraversò il viso da parte a parte.
Sentiva la potenza del suo talismano fluire dentro di lei.
Le due lame si colpirono più volte sibilando, scivolando violentemente una sull'altra.
Haruka sembrava un cavaliere ottocentesco che duellava per la salvezza delle sue dame.
 
"Sailor Neptuno, non posso colpirlo, potrei ferire anche Sailor Uranus!" disse Sailor Pluto a denti stretti.
"Lo so, porta al sicuro Hotaru! Lo colpiremo quando sarà più lontano da lei!" rispose prontamente Michiru.
 
L'angelo indietreggiò sotto i colpi della Space Sword.
Alzò la falce al cielo e pronunciò una formula incomprensibile.
Un cerchio infuocato circondò le tre Sailor risparmiando solo Hotaru.
"Ma che diavolo..." 
"Mi ero stancato! vediamo come ve la cavate con le mie fiamme infernali!" disse il nemico lasciandosi andare ad una risata di soddisfazione.
"Maledetto...stai lontano da lei!" gridò Michiru vedendolo volare nella direzione di Hotaru.
"Presto Sailor Neptuno sei l'unica che può spegnere il fuoco!"
"Non..non posso!"
Una vampata di calore le colpì.
Le fiamme si alzarono danzando attorno a loro.
"Il vento alimenterà le fiamme! non posso colpire! cosa stai aspettando?!"
"Sferra il tuo maremoto!" aggiunse Sailor Pluto.
Michiru si accasciò, scossa da una serie di brividi.
"Io..non posso..."
Si portò le mani sul viso, coprendosi gli occhi.
Nella sua mente affiorò il ricordo di lei che difendeva Haruka e del suo turbinio d'acqua che aveva fatto da conduttore contro il nemico, fulminandola.
La scena che gli occhi della sua mente stavano osservando era agghiacciante.
Sentiva ancora quella scarica elettrica potentissima che aveva causato la sua morte.
Haruka si chinò, scostò le mani dell'altra dal suo viso e la guardò nei profondi occhi blu.
"Avanti lo puoi fare...non accadrà nulla questa volta!"
"Ho detto che non ce la faccio!"
"Fallo per Hotaru! La prenderà!"
Gli occhi di Sailor Uranus vennero attraversati da un lampo. 
Era disperazione quella. 
Michiru riusciva a coglierne ogni particella, perchè era la stessa disperazione che stava ingoiando anche lei.
Lo strepitio del fuoco accompagnò il suono silenzioso dell'angoscia che si stava impadronendo di tutte le presenti.
L'angelo rise ancora una volta, fece per appoggiare le sue mani, simili ad artigli, sulla bambina che nascondeva il viso tra le gambe, quando un'onda di energia lo scagliò lontano da lei.
Hotaru era come protetta da una bolla invisibile.
Una barriera che nessuno poteva attraversare.
Sailor Pluto sospirò assistendo alla scena. Avevano ancora un pò di tempo.
"Forza Michiru, reagisci!"
 
"Sei una guerriera, sei intelligente e forte! Puoi combattere tutto questo!" Haruka continuava a parlare.
Le appoggiò una mano sulla spalla per confortarla.
Se avesse potuto con quel gesto le avrebbe trasferito tutta la sua forza.
Lo sguardo di Michiru accarezzò i suoi occhi, l'unica cosa che si poteva leggere in quelle profondità blu oltreoceano era una paura sconfinata. 
Sembrava persa.
Lontana mille miglia da lì.
"La cicatrici che porti sono il segno di chi combatte, non dimenticarlo! Abbiamo bisogno di te!"
Sailor Neptuno si alzò, barcollava, ma con lei c'era Sailor Uranus.
Le era accanto ancora una volta, poteva sentire l'immensa forza che voleva donarle.
Haruka appoggiò le mani su quelle di Michiru.
Poteva sentire l'oceano ribellarsi, scorrere dentro ogni fibra della ragazza del mare.
Le onde urlavano e si schiantavano una contro l'altra.
"Adesso!"
 
"Deep Submerge!" la potenza del mare si scagliò sulle fiamme spegnendole con un solo colpo.
Sailor Pluto non perse tempo e colpì  l'angelo con il suo meteorite di plutone, mentre era intento a trovare un modo per aggirare la barriera che Hotaru aveva innalzato attorno a lei.
La creatura dell'oltretomba cadde al suolo.
Hotaru abbassò le difese, i suoi occhi sembravano vuoti, era come se una forza misteriosa la stesse guidando. Sapeva benissimo cosa fare.
Corse verso l'arma del nemico che giaceva al suolo, poco lontana da lui, la impugnò e lo colpì una volta per tutte con la stessa falce.
 
Le tre guerriere rimasero di pietra.
Hotaru, a soli otto anni, aveva appena messo fine alla seconda vita dell'angelo della morte.
 
 
Note dell'autrice:
 
Facciamo finta sia venerdì ok? Non riesco a stare con le mani in mano, quindi beccatevi il capitolo in anticipo!!
Mi sono divertita a scrivere questo primo scontro, voi che ne pensate?
I capitoli che seguiranno (il 7 e l'8 che sono già stati scritti), mi piacciono molto, spero li apprezzerete quanto me. Beh che dire...buona lettura, ma soprattutto buona serata!
 
Se vi sta a cuore la sorte di Miyuki, potete decidere cosa le accadrà votando al sondaggio sul mio blog. Trovate il link nella mia scheda autore ;)
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Last night on earth ***


 
 
 
"It's the last night on earth, before the great divide.
My hands are shaking time was.Never on our side.
there's no such thing as a beautiful goodbye. 
As an ordinary day, I prayed for you a thousand times "
 
 
 
"Hotaru, perchè non lasci quella falce? Potresti farti male tesoro..." Michiru cercò di avvicinarsi alla bambina per toglierle l'arma dalle mani.
"E' bella!"
"E' pericolosa però!" provò a dire Haruka per aiutare Michiru nell'impresa.
Gli occhi viola di Hotaru non si staccavano dall'oggetto, sembrava come rapita, incantata. Come se fosse vittima di un incantesimo.
Un vento improvviso soffiò violentemente, alzando dal terriccio un vortice di sabbia. Un vortice che andò a circondare la bambina.
"CHE DIAVOLO SUCCEDE ANCORA?!" Gli occhi di Michiru erano terrorizzati. 
Non sapeva più che cosa aspettarsi.
Era troppo per lei, era troppo per il suo fragile cuore.
"Basta, quando finirà tutto questo? la mia vita è una zona di guerra!" 
"Credo che i suoi poteri si stiano risvegliando!" intervenì Setsuna " Il contatto con la falce, sta svegliando la guerriera che è in lei. Dopotutto la falce è proprio simbolo di distruzione e rinascita. Gli angeli della morte portano via le anime che rinascono nell'oltretomba"
"Diventerà un angelo della morte?!" Chiese Haruka cercando di ripararsi il viso con le mani.
"No era un paragone, lei è solo Sailor Saturn, ok?"
"Ehi stavo chiedendo! Non fare la saccente con me, Setsuna!"
"La volete piantare voi due? Fate qualcosa no?!" Michiru era in preda al panico, continuava a gridare contro le altre senza sapere cosa fare.
Il mare da tempo non era più calmo come una tavola piatta. Era un'incessante mare mosso. Una tempesta che avrebbe fatto naufragare ogni tipo di nave che poteva attraversarlo e annegare anche il più esperto navigatore.
Era fuori controllo.
Il turbinio di sabbia cessò.
Hotaru indossava la divisa da Senshi.
Il capo era rivolta verso il cielo e gli occhi erano spenti. Vuoti. Attraversati da piccole saette violacee.
Si sollevò da terra per qualche istante per poi cadere al suolo svenuta e riprendendo le sue sembianze di bambina.
Le tre Sailor erano esterrefatte. "Non ha avuto nemmeno bisogno del Lip Road! Ne di invocare il suo pianeta!" Esclamò Setsuna.
"Fenomenale!" Si lasciò scappare Haruka.
"Spaventoso" L'unica parola che attraverso i pensieri di Sailor Nettuno.
"Prenditi cura di lei." disse con un filo di voce Michiru, dirigendosi verso il cancello del giardino.
"Michiru, che vuol dire?!" 
Le gambe di Haruka si fecero deboli. 
"Mi stai abbandonando?"
" Non puoi lasciarmi qui!" gridò con tutta la voce che aveva in corpo.
Michiru si voltò, la testa era bassa, lo sguardo rivolto ai suoi piedi. "Non posso guardarti amore, non ne ho il coraggio"
"Io non ti servo qui!" concluse con tono deciso.
Haruka si portò le mani al petto. Una fitta improvvisa. Era il cuore quello che le faceva male.
"Certo che mi servi qui, qui e ovunque!"
"Sono solo d'intralcio, non l'hai ancora capito?! Non posso fare nulla per voi. Non riesco più a combattere. Sono solo un peso, non hai bisogno di qualcun altro da difendere! Devo pensare al bene di nostra figlia e la cosa giusta da fare è questa, con te sarà al sicuro!" un sorriso amaro le fece tirare leggermente gli angoli della bocca verso l'alto.
Si voltò in silenzio per poi uscire dal cancello della loro casa.
"E al mio bene non ci pensi?!"  Haruka urlò quella frase prima di perdere definitivamente la voce.
Sailor Uranus era ridotta ad uno zerbino.
Stava implorando a qualcuno di rimanere, per la prima volta.
"Pensavo non l'avrei mai fatto...non tanto per orgoglio ma credevo non ce ne sarebbe mai stato bisogno con te Michiru"
Il dolore che si stava impossessando di ogni singola fibra del suo essere non l'aveva mai provato prima d'ora. Nemmeno il demone che l'aveva colpita più ferocemente in battaglia le aveva mai fatto un male del genere.
Era come bruciare viva. 
Come essere sbriciolata in pezzi minuscoli.
"Forse l'amore mi ucciderà una volta per tutte"
Posò lo sguardo davanti a lei, su Hotaru inerme tra le braccia di Setsuna che la portava in casa.
"Probabilmente mi ucciderà, ma non prima che ti abbia salvata, piccola lucciola!"
 
 
***
 
Regno dei morti.
 
Miyuki aprì con una tale violenza la porta dell'ufficio della morte, che il suo padrone si spaventò, facendo cadere la cenere della sigaretta sulla moquette scura che ricopriva il pavimento.
"PER TUTTI I DIAVOLI! STUPIDA! CHE TI PRENDE?!"
La voce tuonò facendola rabbrividire. Se fosse stata appena più leggera sarebbe stata ridotta come un fusciello spazzato via da un uragano.
"Brutte notizie mio signore!"
"E certo! si è macchiata la moquette! Lo vedo anche io! dovremmo farla sostituire ora!"
"Con tutto il rispetto signore io..."
"Una tazza di sakè Miyuki, mi sento svenire!" 
"Sissignore!" La segretaria svanì per qualche secondo riapparendo con quello che aveva chiesto il suo capo. Negli ultimi tempi aveva fatto pratica ed era diventata più veloce nell'esaudire le richieste che le venivano fatte.
"Dicevo..."
"Non ho voglia di ascoltarti Miyuki! Ho un terribile male alla schiena, proprio qui! Su che aspetti fammi un massaggio, veloce!"
"Ma mio signore..." 
"ORA MIYUKI! in silenzio cortesemente!"
La donna sbuffò. Si avvicinò all'uomo massaggiandogli energicamente le spalle con le sue dita ossute.
"Dovremmo assumere un massaggiatore professionista..." boffonchiò la morte, socchiudendo gli occhi "possibile non ci sia qualche anima esperta in questo?!"
"Controllerò la lista più tardi..."
"Eccellente Miyuki!"
"Vostra signoria..."
"Si..." 
"Il soldato che avete mandato subito dopo la mia visita..."
La donna venne interrotta "Oh bene, bene! E' arrivato dunque! con quali notizie???" La morte sbattè le ciglia nere con fare inquietante.
"Veramente, non è tornato!" Miyuki deglutì rumorosamente cercando di non perdere il suo contegno.
Il pallore del suo capo stava venendo sostituito da un violento colore violaceo.
"CHE FINE HA FATTO QUELLO SCIAGURATO? E' SCAPPATO CON UNA SCIACQUETTA DI SECONDA CATEGORIA?!"
"No mio signore è stato eliminato!"
La morte era accigliata. Respirò a fondo. Un gesto più teatrale che realistico, siccome non aveva certo bisogno di far passare ossigeno nei suoi polmoni.
Si portò la mano alla fronte, e chinò la testa indietro come una diva del cinema. Se fosse stato un attore avrebbe inscenato uno svenimento alla perfezione.
Degno di un oscar.
"Come hanno fatto ad uccidere una cosa già morta Miyuki?"
"E' stata la bambina mio signore!"
Gli occhi gelidi dell'uomo si spalancarono come due fanali in piena notte.
"Bam...bina!"
Lo stupore sul suo viso questa volta era reale.
Una gioia inverosimile pervase l'oscuro signore dell'oltretomba.
"Sono estasiato! Non so come abbiano fatto quelle due! Ecco perchè mi piacevano così tanto, sono fenomenali! Questa è musica per le mie orecchieee! Le perdonerò per la perdita subita!! Miyuki, prepara la macchina! Vado a trovare la mia futura sposa!"
"Si vostra signoria, come desiderate! Subito! Vado! Corro! Sarà fatto al più presto!"
"Ah Miyuki!" bloccò la sua dipendente sulla porta.
"Ritira il mio abito gessato elegante dalla tintoria! Voglio essere impeccabile!"
"Ai vostri ordini!"
 
 
***
 
 
Michiru sedeva sulla sabbia chiara della spiaggia.
Il vento continuava imperterrito ad accarezzarle il viso e a scompigliarle i capelli.
" è solo il vento o è anche il tuo pensiero ad accarezzarmi, Haruka?"
Aprì le braccia come se potesse volare e si lasciò cadere all'indietro.
Da sdraiata poteva vedere in tutta la sua altezza il faro bianco che si stagliava alto nel cielo.
Essere su quella spiaggia senza la sua amata era come trascorrere l'ultima notte sulla terra.
Era come se la sua intera esistenza stesse per cessare.
" Ho provato a spiegarti che questo è amore. Se il domani non dovesse arrivare, voglio che tu sappia che io ti amerò fino al giorno in cui morirò..."
Lo scrosciare dell' acqua la rilassò. 
Era come se le onde, stessero trascinando via tutto il marcio che aveva dentro, tutti i problemi, come se la stessero ripulendo da ogni paura. 
Il mare la stava disintossicando da quel male che si era impadronito di lei.
Le sfumature del cielo passarono dalle tinte di giallo a quelle rosa, per poi incupirsi in un viola che diventò a sua volta un blu notte.
Le prime stelle brillarono nel firmamento. 
"E' come se fosse l'ultima notte sulla terra.."
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Eccomi qui con il settimo capitolo. Ho aggiornato prestissimissimo, visto?!
Devo ammettere che mi piace questa settima parte! Anche se voi, magari, non sarete della stessa idea per la faccenda di Haruka e Michiru, suppongo.
Il titolo del capitolo è anche quello di una canzone che mi ha ispirata. Amo particolarmente questa canzone anche se è un pò tragica e mi ha portata a scrivere tutto questo "ambaradam" tra le due fidanzate.
Non disperate su!  ;)  BUON WEEKEND!!!

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Capitolo 8
*** Need you now ***



- I just need you now. Another shot of whiskey can’t stop looking at the door
Wishing you’d come sweeping in the way you did before. And I wonder if I ever cross your mind. To me it happens all the time -
 
 

Tre giorni di assoluto silenzio.
Tre giorni di buio totale.
Haruka era rimasta seduta sulla poltrona in camera da letto per tutto quel lasso di tempo, senza dire una parola, senza dare alcun cenno di vita.
La finestra era stata chiusa, la luce mai stata accesa.
Era voluta rimanere sola. 
Completamente isolata da tutto e tutti.
Aveva chiuso il mondo fuori dalla porta.
Poco importava, dato che tutto il suo mondo l'aveva abbandonata senza degnarla di uno sguardo. Senza un bacio d'addio.
Due ombre scure le contornavano gli occhi stanchi.
Non aveva dormito.Le risultava impossibile. 
Come poteva addormentarsi senza ascoltare il battito di Michiru accanto a lei? Era la sua favola della buona notte quella e non poteva far sogni tranquilli se non l'ascoltava ogni volta. Di incubi non ne voleva ulteriori, quello che stava vivendo le bastava.
Era riuscita a fare solo tre cose: piangere, bere e fissare la porta.
L'altro passatempo che aveva trovato in alternativa, era quello di auto commiserarsi e prendersela con Setsuna. 
Doveva sfogare il suo dolore e la sua rabbia su qualcuno. Non lo avrebbe fatto certo sulla propria figlioletta, quindi il suo capro espiatorio era Sailor Pluto.
La donna aveva provato a farla uscire da quello stato comatoso, irrompendo nella stanza e spezzando la quiete che regnava li dentro.
Era entrata come una furia e si era diretta alla finestra per far filtrare la luce naturale proveniente dal grande giardino, ma Haruka non glielo permise.
Senza nemmeno abbandonare la sua postazione, aveva iniziato ad urlare e lanciarle addosso la bottiglia di whiskey che si era scolata poco prima, cacciandola via.
 
"Setsuna starà ridendo di me da giorni, io che sono sempre stata considerata quella forte, guarda qui come sono ridotta, uno straccio avrebbe più vita! Al diavolo quello che pensa Setsuna. Cosa m'importa?! La gente non capisce, io NON sono forte, la mia unica forza, il mio coraggio è Michiru."
 
Guardò il bicchiere di vetro che teneva in mano.
Ormai il suo contenuto era finito tutto nel suo stomaco.
Aveva bevuto per cercare di anestetizzare il dolore.
Aveva fissato la porta imperterrita, imparandone ormai ogni segno ed ogni particolare. 
Desiderava veder Michiru varcare quella soglia.
L'aveva sognata ad occhi aperti in un lungo abito bordò, che si dirigeva amorevole tra le sue braccia, dicendo che era tornata, tornata per rimanere.
"E' l'una e un quarto, io sono un pò ubriaca ed ho bisogno di te ora...e non so come posso farne a meno.."
 
Dei passi leggeri attraversarono il corridoio.
La porta si aprì lentamente.
Haruka rimase con il respiro mozzato in due.
"Michiru?!"
Sulla soglia apparve una piccola esile figura.
"Papà?!"
Hotaru si stropicciava gli occhietti semi nascosti dalla frangetta corvina.
"Entra amore...però chiudi la porta..."
Il cuore dolorante di Haruka trovò un attimo di pace vedendo la sua bambina.
La presenza di Hotaru la sciolse come un gelato al sole. Zittì per pochi minuti tutto il rumore che aveva dentro di se.
"Mi manca la mamma..."
La ragazza prese in braccio la bambina e la fece accoccolare addosso a lei accarezzandole i capelli.
"Anche a me!" disse con la voce spezzata.
"Quando torna?"
"Presto...sai che facciamo?"
Hotaru mugugnò un "no" poco convinto.
"Se per caso non torna presto, l'andiamo a cercare noi, non può mica giocare a nascondino per sempre!"
"Tu però mi vuoi ancora bene?! Anche se lei non è più qui?"
"Ma certo! Non voglio solo tua zia in mezzo alle scatole, ma tu puoi entrare qui, va bene?"
"E tu non puoi uscire più da qua?" chiese con viso innocente Hotaru.
Haruka sospirò.
Le sembrava di aver perso ogni tipo di forza.
Pensava che i muscoli delle sue gambe non fossero più in grado di tenerla in posizione eretta.
Lei non voleva muoversi da li, voleva far la guardia a quella porta.
La porta della loro stanza. Del loro amore.
"Per ora no, starò qui ancora un pò..."
 
 
***
 
 
Michiru aveva cavalcato le onde.
Aveva nuotato nell'acqua di quel mare che ormai tratteneva poco carole.
Aveva ascoltato le storie delle profondità marine, le canzoni dei gabbiani e i racconti racchiusi nelle conchiglie che avevano viaggiato a lungo, trasportate dalla corrente verso luoghi lontani.
La sabbia ormai era diventata parte del suo essere.
Lei così curata in ogni dettaglio, si era persa in quel paesaggio tanto da abbandonare se stessa per tre giorni.
Aveva dovuto allontanarsi dal suo essere per perdersi e poi ritrovarsi.
Ritrovare la Michiru calma e riflessiva che si era smarrita.
Nella notte aveva trovato riparo tra le mura del faro abbandonato.
Erano bianche come quelle della sua villa, avevano un che di familiare, ma dopo aver ripreso lucidità si rese conto, che per quanto le facesse bene stare li le mancava la cosa che rendeva ancora più magica quella spiaggia.
Haruka.
"E mi chiedo se io abbia mai attraversato la tua mente..."
In quei tre lunghi giorni, aveva mai pensato a lei la sua dolce Haruka?
La sua bellissima Haruka. La sua spavalda Haruka. La sua ferita Haruka.
Poteva ancora considerarla sua?
"Sono stata un' egoista, ti ho scaricato tutto il peso di questa situazione, perchè sono una persona inutile..."
Michiru si strinse in un abbraccio solitario per cercare un pò di calore.
 
"E’ l’ una e un quarto, io sono sola ed ho bisogno di te ora.."
 
Se lei fosse tornata a casa, Haruka l'avrebbe perdonata questa volta?
Aveva fatto di lei pezzi così piccoli da non poterli rimettere insieme?
Stava bene?
E Hotaru era salva?
Solo ora tutte quelle domande affiorarono alla sua mente.
"Devo avere proprio perso la testa..." scosse il capo dicendo quelle parole.
Si stava vergognando.
Qualunque problema avesse, qualunque cosa dovesse affrontare, aveva sbagliato a farlo da sola. Il modo giusto di sconfiggere le paure, i nemici, gli ostacoli e tutto il resto era con la sua famiglia.
"Arrivederci caro mare! Grazie." 
Sorrise.
Inspirò profondamente l'aria che portava l'odore del sale con sè.
 
" Ho perso tutto il controllo ed ho bisogno di te ora, non so come posso farne a meno. Ho bisogno di te!"
 
Corse verso casa, con la benedizione dell'oceano.
 
 
Note dell'autrice:
 
Miei adoratissimi! Ecco il capitolo otto, che si concentra su quelle due "sciagurate" delle nostre eroine! Anche questo capitolo (come il precedente), mi è stato ispirato da una canzone, il cui titolo è appunto "Need you now" e in alcuni dei pensieri delle ragazze ci sono alcune frasi della canzone. Sinceramente...sono soddisfatta! Non avrei mai pensato che mi piacesse scrivere di loro due che si lasciano. Sarà l'effetto delle canzoni smielate, non so! XD
Spero siate soddisfatti anche voi, che è molto importante per me! ^_^
Ho fatto un calcolo approssimativo dei capitoli, secondo me questa ff potrebbe averne una ventina! Come ho anticipato saranno presenti etrambi i tre finali che avevo pensato per questa storia. L'unica ora è decidere quale usare come finale effettivo. E' una scelta ardua.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** All we are ***


Correva a perdifiato.
Ancora scalza, con il vestito pieno di sabbia.
Cos'avrebbero scritto di lei i giornalisti se in quel momento fossero stati appostati davanti a casa sua?
"La musicista Michiru Kaiō, a causa di un crollo di nervi per l'improvvisa celebrità, scappa dalla famiglia per condurre una vita da senza tetto!"
Rise di se stessa a quel pensiero.
"Musicista."
Il ricordo del suo gesto violento le attraversò la mente.
Aveva distrutto il suo violino. Il suo vecchio violino che le aveva regalato suo padre quando ancora era una bambina.
Il suo primo e unico strumento. La compagnia nei giorni di solitudine.
La forza di andare avanti nei momenti difficili.
L'oggetto che riusciva ad esprimere quello che la sua anima non poteva dire. Che suonava per Haruka.
"Posso ancora definirmi tale?!"
Si guardò le mani dalla pelle candida che avevano compiuto quel gesto avventato e terribile per un amante della musica, in un momento di pura follia e d'intenso dolore.
Respirò.
Si nascose dietro una siepe, all'angolo della via dove abitava, per controllare che non ci fosse nessuno di sospetto.
"Via libera!"
 
 
***
 
Setsuna era intenta a far giardinaggio con Hotaru.
Si stavano prendendo cura delle piante che Michiru tanto amava.
Il cigolio del cancello attirò la sua attenzione.
Tirò un sospiro di sollievo nel vedere che si trattava della sua amica.
"Mamma! Mamma!" Hotaru le corse incontro andandola ad abbracciare, seguita da Haru che si mise ad abbaiare, compiendo delle piccole piroette su se stesso scodinzolante di gioia.
Michiru era tornata a casa.
La donna le sorrise in silenzio mentre la guardava abbracciare parte della sua famiglia.
"Finalmente sei tornata!" esclamò appoggiando il tubo dell'acqua che aveva in mano.
"Si, mi dispiace di essermene andata così!"
"Non ha importanza, la cosa importante è che tu sia qui!" aggiunse poi con aria serena.
 
"Ricorda Michiru, solo lontana da ciò che ami sei una persona inutile, qui non lo sarai mai!" Quella certezza improvvisa le fu rivelata dallo sguardo di Setsuna, dall'abbraccio di Hotaru, dal profumo del suo giardino, dalla sua casa e presto si sarebbe radicata in lei ancora più prepotente dopo aver visto la donna del suo cuore.
 
***
 
Haruka era riuscita a cadere tra le braccia di morfeo.
Dormiva profondamente senza accorgersi del rumore che proveniva da fuori e che si era spostato all'interno della casa.
Quella poltrona ormai aveva preso la forma della sua sagoma.
La porta della stanza si aprì lentamente, lasciando passare pochi sottili raggi di luce nell'oscurità della camera da letto.
La ragazza aprì gli occhi.
La vista era poco nitida a causa del sonno.
Vide Michiru sulla soglia, che chiudeva in silenzio la porta dietro di se, attenta a far il meno rumore possibile.
"Sto sognando..." Pensò la bionda mettendo a fuoco la ragazza.
" Apriamo un pò questa finestra?" domandò Michiru con la sua voce calma.
Il suono della sua voce appariva come musica alle orecchie di Haruka, musica accompagnata dal sorriso che sapeva cullarla più di una ninna nanna.
"Solo se non mi sveglio!" 
Michiru rise piano. Finalmente una risata allegra. Limpida.
La risata che scaldava il cuore di Haruka, la risata divertita che aveva quando correvano dietro ad Haru sulla loro spiaggia.
"Credi di star ancora dormendo? Questo non è un sogno..."
La bionda sgranò gli occhi. Le labbra rimasero semi aperte senza riuscire a sputare fuori una sola parola.
Si alzò dalla poltrona e si gettò tra le braccia della ragazza.
Nascose la testa tra i suoi capelli increspati e inizò a piangere. 
Un pianto forte, ma un pianto di gioia.
"Perdonami Haruka, sono stata una stupida, mi dispiace di averti fatto del male"
"Non farlo mai più!" Fu l'unica frase che riuscì a capire Michiru tra i singhiozzi e la voce rotta dell'altra.
"Mai più lo giuro..." Le accarezzò il capo e la strinse più forte.
"Setsuna mi ha detto non sei più uscita di qui..."
"Quella spiona!"
"Che sei rimasta a fare?!"
"Ti stavo aspettando."
"Si sente..."
"In che senso?"
Haruka si staccò da Michiru asciugandosi con il dorso della mano gli occhi e le guance.
"E' un pò che non ti fai la doccia!"
Ecco il sorriso beffardo di Haruka ricomparire a quelle parole sul suo viso, illuminandole lo sguardo.
"Senti chi parla! Guardati! Sei diventata una scultura di sabbia!"
Le due risero di gusto. 
Si abbracciarono e si baciarono come se potesse essere l'ultima volta.
Quel tempo trascorso lontane, era sembrata una vita. 
Non si può dividere una stessa anima anche se abita due corpi differenti.Perchè questo erano Michiru e Haruka. Due corpi e una sola anima. Due cuori ma che battevano all'unisono.
Due facce della stessa medaglia. Due persone diverse ma che si completavano. Che s'incastravano alla perfezione. Pezzi di un piccolo puzzle che erano isostituibili.
"Andiamo a far la doccia" disse Haruka aprendo le persiane e facendo entrare la luce nella stanza.
"Solo se mi lavi i capelli come sai fare tu!"
"Ma certo mia principessa!"
"Allora, affare fatto!"
 
 
***
 
Il tramonto aveva portato con se un vento tiepido.
Nuovi colori si erano impadroniti della luce e del paesaggio.
Una sensazione di tepore pervase Michiru.
Vedere Hotaru giocare con Haru, Setsuna intenta a cucinare e Haruka che la prendeva in giro, le dava la vera sensazione di casa. Di famiglia.
Era circondata da persone che le volevano bene e che lei amava profondamente.
"Haruka smettila o il ramen lo uso come shampoo per i tuoi capelli anzichè fartelo mangiare!"
"Spero che la tua cucina non prenda da te Setsuna! Sei così acida!"
"Sono una cuoca eccellente, mia cara!"
"Staremo a vedere!! Di sicuro non batterai mai il sushi che mi prepara la mia Michiru!"
Michiru si sentiva di nuovo felice. Felice per quello che aveva e felice di essere li con loro.
Scattò mentalmente una fotografia di quel momento, così da conservarlo nella sua memoria.
Lo sguardo le cadde ancora una volta sul violino che aveva rotto pochi giorni prima.
"Dovremmo seppellirlo!" esclamò improvvisamente.
Haruka si voltò a guardarla confusa.
"Chi?!"
"Il violino! Gli ho fatto fare una fine tremenda...è stato però un ottimo compagno di vita e di sogni, purtroppo non si può riparare..." lo sguardo si velò di malinconia.
Hotaru arrivò con un pacchetto fra le mani e glielo porse delicatamente.
"Tieni mamma!"
"E' per me?!" il suo sguardo si fece stupito.
La bambina accennò un "si" con il capo, era impaziente di vedere l'espressione della madre quando avrebbe scoperto il contenuto del regalo.
Michiru strappò la carta colorata ritrovandosi una grande scatola dorata.
"Papà l'ha preso prima di rinchiudersi dentro alla camera..."
"E comportarsi come un'ubriaca psicopatica, lancia bottiglie!" aggiunse Setsuna tirando uno scappellotto leggero ad Haruka che le rispose con una boccaccia.
Le dita sondarono la scatola per poi aprirla, così da far ritrovare tra le mani di Michiru un nuovo violino classico.
Gli occhi le s'illuminarono. Accarezzò il legno laccato dello strumento e lo guardò attentamente. Sul retro c'era una sottile incisione.
"L'autunno del cuore H.H.S"
"Così quando lo suonerai, ti ricorderai di quest'autunno, che è iniziato facendoti impazzire ma che ti ha fatto tornare da noi, dal tuo cuore..." spiegò Haruka grattandosi la nuca un pò imbarazzata.
"E quelle sono le nostre iniziali! così ci avrai sempre con te, in ogni nota!" aggiunge Hotaru raggiante.
"E' bellissimo, grazie! Venite qui, voglio abbracciare le mie ragazze! Non potevate farmi un regalo migliore!"
"Adesso però suoniamo qualcosa! per festeggiare!" propose Haruka.
Ora il suo cuore non duoleva più, scoppiava solamente di gioia. Michiru era stata dolore e medicina allo stesso tempo. Era di nuovo li, con il suo calore, il suo amore in ogni suo gesto e parola e questo era quello che importava.
Haruka si sedette al pianoforte. Fece scivolare le sue dita sui tasti bianchi, iniziando a suonare. Michiru si mise accanto a lei aiutandola e ascoltandola cantare le parole di quella canzone.
 
" We won't break, we won't die. It's just a moment of change. All we are, all we are, it's everything that's right."
 
"Il tuo inglese è sempre buono!" disse sottovoce Michiru. 
Lasciando che quelle parole e la voce di Haruka, scorressero dentro di lei per poi non abbandonarla più. 
 
 
Note dell'autrice:
 
That's All! 
E' tutto per questo capitolo miei cari!! Michiru è tornata e con lei anche la pace familiare, che possiamo volere di più?! Occorreva un pò di quiete (o almeno quiete apparente) dopo il trambusto dell'angelo della morte ed eccola qui.
Il nome del capitolo è anche quello della storia. Il punto chiave è nella frase canzone "All we are it's everything that's right"   "Tutto ciò che siamo è tutto ciò che è giusto".
Il capitolo credo sia un pò diverso da i soliti, se avete notato è composto come da diverse "inquadrature" di una telecamera. Nel primo pezzo sono gli occhi di Michiru che vedono la scena, nella seconda parte è Setsuna che guarda le cose, nella terza parte invece il punto di vista è quello di Haruka e così via. L'ho un pò scritto come se vedessimo un film. Inoltre temo di aver detto alla leggera la scorsa volta che questa ff avrà venti capitoli, ne avrà di più! XD Ieri mi sono lasciata trasportare, ho scritto cose che dovevano concludersi in due capitoli occupandone 5! AHAHAHAH! Dovevo sfogarmi! Bene, smetto di intasare con le mie considerazioni la ff e...a presto!!
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** October ***


Ottobre era arrivato con il suo grigiore e il suo freddo pungente.
Hotaru era cresciuta ancora una volta alla mezzanotte di quella stessa nottata, era diventata in qualche istante una ragazzina di dodici anni.
Setsuna aveva rassicurato le sue mamme che la crescita si sarebbe fermata per lungo tempo a quell'età, l'aveva visto negli eventi futuri e aveva provveduto nei giorni di assenza di Michiru a riempire l'armadio della piccola con capi più adatti.
Tuttavia non le risultava chiaro il piano della morte. 
Forse era alla pari con un  Dio, o comunque una creatura così potente di cui non si poteva prevedere nessuna mossa.
Quella mattina Hotaru era fuori con Setsuna che la stava allenando.
Attorno a loro c'era un leggero muro di nebbia.
"Ok, allora stai ben attenta, ora io cercherò di colpirti con il bastone, tu devi cercare d'imperdimelo d'accordo?"
"Va bene, sono pronta!"
"Mi raccomando! guarda che non faccio finta! Rischio di farti male sul serio, concentrati!"
"Ci provo!"
"Bene, uno, due...tre!"
"Setsuna! cosa diavolo credi di fare a mia figlia?!" Haruka interruppe la donna che rimase con l'arma a mezz'aria.
"Zia Setsuna mi allena!" intervenì Hotaru per rassicurarla.
"Dagliele di santa ragione tesoro! E' vecchia...inizia a perdere colpi, aproffittane!"concluse la frase fecendo l'occhiolino alla figlia, che soffocava una risata dietro le sue mani.Quell'atteggiamento era tipico di Michiru, aveva preso molti gesti da lei.
"Non ascoltare tuo padre! Ti sembro vecchia decrepita?! E' tutta invidia la sua!"
"Non credo!" Aggiunse Haruka sorseggiando il the caldo, con un sorrisetto di scherno.
"Vediamo che sapete fare!" esclamò all'improvviso Michiru, portando con sé un vassoio pieno di biscotti di ogni genere e tazze di the. Appoggiò il tutto sul tavolino della veranda e si sedette sulla sedia di vimini "Qui c'è uno spuntino per quando volete far pausa!" 
Haruka si avvicinò furtiva rubando dei biscotti al cioccolato in tutta fretta.
"Guarda che ti ho vista ladruncola! lasciane un pò anche a loro!" sorrise Michiru.
La bionda boffonchiò con la bocca piena e si mise accanto a lei.
"Riprendiamo! Non farti distrarre Hotaru! Con un nemico bisogna sempre stare in guardia!" Gli occhi rossi di Setsuna si puntarono in quelli violacei della nipote acquisita.
La donna sferrò il suo attacco, tentò di colpirla frontalmente ma Hotaru fermò il bastone con un gesto deciso delle mani.
"Vai così!" Haruka cercava di fare un tifo spietato nella sua testa o sarebbe presa a saltare con delle trombette da stadio come se stesse assistendo a una partita di calcio.
Michiru accanto a lei guardava silenziosa e seria quella simulazione di corpo a corpo. 
Sembrava aver riacquistato la sua pace interiore.
Hotaru allontanò da lei Setuna, che decise di provare a colpirla alle spalle, materializzandosi dietro di lei.
La ragazza riuscì ad alzare una barriera protettiva violacea.
Era come una bolla che la proteggeva e che nessuno poteva attraversare.
"Evviva! ci sono riuscita!" 
"Bravissima!" Setsuna era fiera di lei.
"Speriamo se la cavi così bene anche con gli attacchi a distanza, non ho idea di cosa possa essere capace la morte!" Nella mente di Michiru i pensieri viaggiavano alla velocità della luce in cerca di un indizio, di qualche strategia da adottare.
 
Haru si stava rotolando allegro nel giardino quando sfrecciò sulle sue quattro zampette verso il cancello.
Annusò l'aria e scrutò al di fuori della villa il paesaggio circostante con i suoi occhietti neri.
Le orecchie si drizzarono al rumore di una macchina che si stava fermando nelle vicinanze.
Le gomme dell'auto frenarono provocando uno stridio, a causa dell'attrito con'asfalto.
Il cane iniziò ad abbaiare agitato.
"Ho sentito una macchina fermarsi qui!" disse Haruka rispondendo allo sguardo preoccupato di Michiru che osservava il cucciolo.
"I vicini sono via e non parcheggiano mai qui sotto..." sentenziò la ragazza.
Una voce stizzita gridò di fermarsi più avanti.
Haru si allontanò correndo a nascondersi sotto il divano in casa.
Una limousine nera si accostò davanti alla loro abitazione.
Haruka impallidì.
"Tutto questa stravaganza può essere solo di una persona."
Il pensiero venne interrotto dalla voce di Michiru e dalla sua presa forte che le stritolò la mano.
"Il mare è in tempesta, lo persepisco chiaramente!"
"Si lo so, anche il vento mi sta parlando e più precisamente tradurrei con un GUAI IN ARRIVO!"
"Non è il momento del sarcasmo direi." aggiunse seria Setsuna.
"Noiosa!" la riprese Haruka con una smorfia.
Le tre strinsero i loro Lip Rod tra le dita, alzarono gli oggetti in contemporanea verso l'alto invocando i loro poteri e si trasformarono.
"E' una celebrità?!" domandò innocentemente Hotaru guardando curiosa gli sportelli dell'auto ancora chiusi.I vetri erano oscurati e non lasciavano intravedere nulla.
"Spiacente di deluderti tesoro! Temo sia solo l'ennesimo pazzo che entra in questa casa!" sospirò Sailor Uranus dandole una pacchetta leggera sulla spalla.
 
La portiera si spalancò facendo intravedere una coscia marmorea e un piede che calzava dei tacchi vertiginosi rossi cremisi.
Dalla vettura uscirono due donne alte, dalla pelle diafana e dai lunghi capelli castani ben pettinati. Sembravano gemelle.
Indossavano dei mini abiti succinti, rigorosamente neri con dei coprispalle di pelliccia del medesimo colore. Gli occhi color ghiaccio erano contornati da un pesante trucco scuro che li mettevano ancora di più in risalto.
L'unica nota di colore erano i rossetti rossi e le scarpe laccate.
Dopo di loro, fece la sua comparsa il loro accompagnatore, a cui dedicavano le risatine e il loro fare svenevole.
Lo presero a braccetto divertite, una delle due gli accese il sigaro.
"Ma chi diavolo..." le tre Senshi guardavano la scena con sguardo interrogativo. Non riuscivano ad avere un quadro chiaro della situazione, fino a quando non scese dall'auto la terza donna, seminascosta da una pila di carte e documenti che teneva in mano e le coprivano parte del viso.
Quella voce Michiru e Haruka l'avevano ben presente.
Finalmente scorsero il volto dell'uomo. Il ghigno scopriva i canini appuntiti e splendenti.
 
"Non svenire, non svenire, non svenire!" Michiru cercava di farsi forza mentalmente.
 
"Mie care!! Che gioia rivedervi! Dove può parcheggiare Alfred?" Domandò l'uomo, togliendosi elegantemente i guanti in pelle nera che indossava.
"Mi prendi per il culo? Chi è Alfred?!"
"Vedo che il carattere non è cambiato Miss Haruka! Alfred è il mio autista!" 
"Devo stare calma, devo stare calma! Ma quale calma io li faccio fuori tutti questi! Li uccido, li disintegro! li faccio sparire!!!"  
La stretta di Michiru bloccò i pensieri di massacro della compagna.
La bionda respirò a fondo.
"Va benissimo li la macchina, tanto non vi tratterreta a lungo, anche perchè non siete stati invitati!"
"Oh suvvia! Tutto quest'astio...non mi pare il caso! Ho saputo della lieta notizia! Mi aprite gentilmente il cancello?!"
 
Le ragazze spalancarono gli occhi incredule, iniziando a sudare freddo.
La morte era lì. A casa loro. E sebbene avessero ucciso il suo emissario era venuto a conoscenza dell'esistenza di Hotaru.
 
 
Note dell'autrice:
 
Ecco qui il capitolo 10 per i miei amatissimi lettori! Vi ringrazio dal profondo del cuore, le recensioni hanno superato quelle della precedente ff che già mi sembravano davvero tante e in più, hanno permesso a questa storia di entrare nella classifica delle più popolari dell'ultimo anno nella categoria Sailor Moon!! E' diventata una soddisfazione grandissima scrivere, ed è merito vostro e di tutte le belle cose che mi dite, mille volte grazie!
Svelo a chi non avesse letto il blog, che nella mia testa si è "abbozzata" un'idea per un' altra possibile storia...a questo punto altro che trilogia, qui facciamo una saga! Ahahaha!!
 
Un ringraziamento particolare a SerenityEndimion, che ha segnalato le mie ff all'amministrazione come storie scelte e a LaIndiA per lo stesso motivo :)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Pantere ***


"Ti dona quel completino alla marinara!" Disse la morte facendo una radiografia ad Haruka.
La ragazza espresse il suo dissenso per quello sguardo con una smorfia di disgusto.
"Ti cavo gli occhi se mi guardi ancora in quel modo!"
"Dovresti essere più ospitale mia cara, quando mi hai fatto visita non mi pare di essere stato sgarbato e incivile"
L'uomo si avvicinò facendo roterare il suo elegante bastone da passeggio dal manico dorato come se dovesse iniziare a ballare un musical.
Diede un'occhiata veloce attorno a lui "Che delizioso complesso, sembra abbiate veramente una bella dimora, ma...questa donzella chi è?! Molto piacere!" Si rivolse tendendo la mano a Sailor Pluto.
"Non credo sarebbe adatto le stringessi la mano..." sentenziò la donna.
"E perchè mai? Forse non mi ritiene alla sua altezza?"
"No, solo non credo sia una visita di cortesia! E sa com'è...sono della fazione opposta alla sua!"
 
Hotaru era seduta sotto il porticato, si stringeva le mani nervosamente sotto al tavolino. Forse il momento per la lucciola di risplendere nel buio era arrivato. Si fece piccola piccola sulla sedia come se quel gesto potesse renderla invisibile.
Era consapevole che al momento l'unica cosa che sapeva far meglio era fare una barriera per se stessa.
"Che l'oscurità da cui verrò inghiottita sia quest'uomo?!"
Più che per lei era preoccupata per la sua famiglia, non sapeva come aiutarle. Voleva poter essere utile in qualche modo.
 
"Mie care, la scelta sta a voi. Se foste cordiali sarebbe tutto molto più facile..."
"Non renderebbe certo più facile darti mia figlia!" Lo interruppe Haruka.
"Eccomi di nuovo dentro ad uno dei deliri di questo pazzo." 
"Mi sembra sia stata tu a prendere questa decisione, ti ho forse obbligata io?"
Le mani di Haruka tremarono di rabbia.
L'espressione si accese di un odio intenso.
"Stai zitto bastardo!" Sailor Uranus si lanciò contro la morte tentando di colpirlo con un pugno allo stomaco.
Il suo braccio passò da parte a parte l'uomo, lasciandole in mano solo un pugno di cenere.
La morte rideva sguainatamente, il volto era sfigurato da una smorfia di gioia intensa, sollevò Haruka per il mento scaraventandola addosso a Michiru.
Le due Sailor si ritrovarono per terra una sopra l'altra.
"Stai bene, Haruka?!"
"Si...si, scusa Michi! Quello è come se fosse aria! Non ha una consistenza, ma picchia duro!"
 
"Bene, bene, bene...si sono accesi gli animi! Un brivido di piacere mi sta percorrendo la spina dorsale! Che bella sensazione! Stare qui con voi e un pò come essere...Vivo!"
Le due donne misteriose, continuavano a stargli attaccate. Ridacchiavano e gli accarezzavano i lunghi capelli corvini.
"Oh...eccola!" La morte sembrava in estasi.
Posò lo sguardo su Hotaru che aveva assunto un'espressione impaurita e turbata.
"La mia futura sposa! Sei una visione mia cara! Lascia che ti osservi da più vicino!"
Così dicendo salì i gradini della veranda, che cigolarono sotto il suo peso.
Michiru e Haruka fecero per intervenire quando Sailor Pluto le fermò.
Sapeva che la morte non avrebbe fatto del male ad Hotaru, era la sua ricompensa, qualcosa di troppo prezioso da perdere.
L'uomo si chinò, prese la mano candida della ragazza e la baciò "E' un onore per me fare la tua conoscenza!" 
Lo sguardo che posava su di lei era riverenziale.
"Se non fosse un pazzo schizzato potrebbe passare per un gentiluomo!" Haruka a quel suo pensiero si picchiettò la fronte.
"Uhm..." Hotaru lo guardava silenziosa. 
La morte non era come il suo emissario. In sua presenza aveva il sentore di non riuscire a reagire. 
"Mia cara, non c'è motivo di essere timida, ma non sforzarti di far conversazione! volevo solo farti visita, perchè non stavo più nella pelle! Quale regalo magnifico che mi hanno fatto i tuoi genitori! E mi permetto di darti del tu, dato che presto saremo in intimità... Oh biscotti!! Che meraviglia! Al burro! Al cioccolato! E questi??" 
 
"Oddio questo individuo passa da un discorso all'altro...e ai biscotti!" Setsuna era perplessa dal modo di fare di quello strambo soggetto. Era surreale.
 
"Cannella!" Disse Hotaru indicando il dolcetto che la morte tentava di studiare.
Michiru guardò Haruka "Ci...ci sta facendo conversazione?!"
"Quello è il genere di partito che non vorrei mai per mia figlia. A questo punto credo che Hotaru abbia dei problemini..."
"Non parlare così di tua figlia!" la riprese Michiru.
"Ah ora è solo mia figlia?!"
"Ehm..Ehm.. scusate ragazze? Anzi che discutere sulla sanità mentale di Hotaru cosa ne dite di un piano per mandare quello all'altro mondo?" domandò Setsuna.
"Al suo mondo." Precisò Haruka.
"Plutone aiutami tu o una di queste volte me la mangio!"
"Non chiedere al tuo pianeta di farmi fuori!" 
"Haruka, stop! Ha ragione! Come lo rispediamo a casa?!"
 
"MIYUKIIII!!" La voce stridula della morte interruppe il vociferare delle tre guerriere.
"Si signore!"
"Il contratto prego!"
"Certo! Eccolo!"
Un foglio bianco apparve tra le mani dell'uomo che lo sventolò sotto al naso di Hotaru.
"Questo è quello che ti lega a me, signorina!"
"Oh..ehm.. possiamo bruciarlo?!" chiese ingenuamente Hotaru.
"Non direi! Ahahahahah! Hai il senso dell'umorismo! Mi piaci ancora di più!"
"Quanti anni ha la ragazza?" Domandò poi rivolgendosi a Michiru.
"Non abbastanza per portartela via!"
"Ah, ah, ah...Mia cara questa è una risposta che mi avrebbe dato la tua consorte, non certo tu...Frequentare certa gente influenza il tuo modo gentile ed elegante!"
"Mi sta dando della cafona??!" Haruka si lamentava a voce alta.
"Esatto!" Setsuna le diede una pacca sulla spalla.
Miyuki controllò tra le sue scartoffie per poi intervenire "Dodici anni mio signore!"
"Oh eccellente! Bene siamo pronti per andare!"
"Ehi! Ehi! Dove vorresti andare con lei?" domandò Sailor Pluto.
"Ma nel mio regno ovviamente!"
"Nel contratto c'è scritto sedici anni!" intervenne Michiru. 
Cercò di temporeggiare.
La morte assunse un'espressione accigliata "Oh si, il contratto era stato anche firmato da un presunto, UOMO! o sbaglio?!"
Il silenzio calò. Aveva il coltello dalla parte del manico.
Si erano tirate la zappa sui piedi.
Era una partita in cui avevano deciso di bluffare, ma l'avevano fatto nel modo sbagliato.
 
"Le parole, i contratti e i giochetti mentali non servono più, qui si può solo combattere!"
Haruka assunse l'aria decisa di chi sa perfettamente qual'è il suo scopo e che ha la certezza di poterlo raggiungere.
"Qui nessuno se ne va prima di aver calpestato il mio cadavere!"
"La vogliamo mettere così? optiamo per lo spargimento di sangue?" Chiese la morte, senza un'ombra di preoccupazione.
"Fatti sotto! Non ti permetterò di portarmi via Hotaru!"
"Se morirai, non mi porterò via solo lei!" 
Quelle parole fecero intendere che non avrebbe rispettato gli accordi. In caso di sconfitta non ci avrebbe pensato due volte a prendersi anche Michiru.
"L'hai voluto tu, piccola, stupida, irreverente...umana!"
L'uomo non si mosse di un centimetro dalla sua posizione.
"Mie signore...a voi l'onore!" aggiunse riferendosi alle due gemelle.
I sorrisi sui volti delle due donne si spensero. I loro occhi sembravano quelli di due animali feroci pronti a cacciare la loro preda, si chinarono mettendosi a quattro zampe.
Non era solo il loro fare, ma anche i loro tratti si fecero animaleschi.
Scoprirono i denti bianchi che si trasformarono in zanne. 
Le mani vennero sostituite da grosse zampe nere dotate di artigli.
Michiru e Setsuna si avvicinarono ad Haruka, ognuna copriva le spalle all'altra, mentre davanti a loro le donne si erano tramutate in due feroci pantere.
Il loro manto lucido sembrava brillare.
 
"Questa non me la voglio perdere!" La morte si sedette versandosi una tazza di the fumante, pronta a godersi lo spettacolo.
 
 
Note dell'autrice:
 
E con il tono che userebbe la morte... "Miei carii!" aahahah XD Ok, mi ripiglio! Ho postato il capitolo oggi (come avevo anticipato) e non l'ho postato prima perchè ieri ho pubblicato una one shot su "5 centimeters per second", in caso qualcuno lo conoscesse e fosse interessato, la può dunque trovre su EFP :)
In più  ho avuto la "lampante" idea di mettermi a scrivere un originale. Mi voglio proprio vedere...Ahahahah!!!  Mi farà uscire ancora di più di testa!
Scusatemi, mi perdo sempre in chiacchere! Che dire...spero vi sia piaciuto, credo che il prossimo potrò postarlo solo martedì sera, dato che lunedì sarò via per un concerto e farò ritorno a casa il giorno dopo...
Vi auguro un Buon Weekend, come sempre!

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Capitolo 12
*** Il risveglio di Saturn ***




Gli occhi gialli dei due felini puntarono le loro prede.
"Calma ragazze, stiamo calme!"
"Setsuna non mi agitare con il tuo training mentale, siamo già abbastanza nei casini!" Sbottò Haruka.
Le due pantere le circondarono ringhiando.
Un filo di bava pendeva dalle fauci dell'animale che stava puntando Michiru. 
"Bleah! Sembra abbiano fame!"
"Amore, secondo me sbava perchè sei bella!"
"Haruka, ma come fai?!"
"A fare cosa?" domandò ingenua la bionda senza perdere di vista l'altra bestia.
"Sarcasmo e battute in questi momenti!"
"E' il sangue freddo!"
"No è quello che ti va alla testa!" La ribeccò Setsuna.
Una delle pantere balzò con uno scatto veloce verso Haruka e Setsuna che riuscirono a schivarla.
"Porca miseria, ci è mancato poco!"
 
La morte applaudì gioiosa e infervorata da quella situazione.
"Che spettacolo sublime! Sembrate dei graziosi gladiatori in una piccola arena!"
"Zitto! Dopo penserò a te e applaudirai meno!" Gli urlò nervosa Haruka.
"Perchè stai facendo tutto questo?" domandò Hotaru non riuscendo a staccare gli occhi dalle guerriere.
"Perchè ti voglio più di qualunque altra cosa mia cara!"
Un brivido freddo scosse la ragazza. Era come se tutto il suo essere si stesse gelando in un istante. Si sentì quasi indolenzita da quel respiro freddo che l'aveva sfiorata.
L'uomo si avvicinò a lei. 
Moriva dalla voglia di passargli le sue dita tra i capelli e accarezzare quella pelle morbida e profumata.
Alzò una mano per avvicinarla alla guancia di Hotaru quando questa lo fermò con la sua barrirera "Non ci provare!"
La morte sentì come una scossa.
"Ahi!"
Rise guardandosi le dita. Aveva la sensazione di essersi bruciato una mano.
"Che meraviglia!! Sei la mia degna sposa!"
"Hai finito di blaterare?!" Hotaru si alzò in piedi.
Il respiro era affannato, si portò le mani al collo come per cercare di respirare meglio.
Una forza sovrumana e misteriosa aveva preso possesso del suo corpo. Sentiva la guerriera che era in lei scalpitare per uscire allo scoperto. 
La potenza della distruzione e della rinascita scorreva nelle sue vene.
Lo sguardo era assente, vuoto.
Un bagliore l'avvolse. La consapevolezza di poter combattere si fece strada in lei.
I nuovi panni da Senshi le avvolsero il corpo longilineo.
"Silence Glaive !" La falce che era stata l'arma dell'angelo della morte, si materializzò nelle sue mani.
 
Michiru gettò un'occhiata ad Hotaru distraendosi.
La belva le saltò addosso approffitandone di quel momento.
La ragazza si dimenò, ma l'animale era troppo pesante. 
Cercò di bloccare le mascelle della pantera con una mano, tentando con l'altra di liberarsi da quella prigonia.
Haruka urlò minacciosa e colpì la bestia con la Space Sword più volte fino a che non si accasciò al suolo emettendo dei versi di dolore."Prenditi questa! Carogna!!"
"Grazie! dell'aiuto!" Disse Sailor Neptuno afferrando la mano della compagna e rialzandosi.
"Di nulla! Nessuno che non sia io, può saltarti addosso!" Il sorriso beffardo di Haruka si tramutò in un sorriso per Michiru.
Stava di nuovo combattendo al suo fianco.
Condivideva la vita con una donna senza paura e talmente forte da potersi riprendere dopo avvenimenti terribili.
La voce sicura di Sailor Pluto si levò nell'aria "DEAD SCREAM!" Il suo potente meteorite di Plutone colpì l'altra pantera facendola scomparire nel nulla.
Miyuki imperterrita prendeva appunti. Probabilmente era intenta a calcolare e a stimare i danni di quelle perdite per volere del suo esigente padrone.
Tutte le presenti si voltarono verso la morte, non sembrava essere né dispiaciuto né turbato per la perdita dei suoi due animali domestici.
Forse troppo intento nella conversazione con Hotaru.
"Cosa credi di fare?!"
"Magari ti ruberò l'anima come fanno i tuoi amichetti con questa falce!" Sentenziò Sailor Saturn.
"Sshht! Non dire eresie, non sei all'altezza di batterti con me, accontentati del ruolo di moglie!"
La ragazza si scagliò verso di lui mancandolo.
Era velocissimo, sembrava usare una sorta di teletrasporto.
Con un stretta violenta la morte la prese per il bacino scagliando lontano da lei la Silence Glaive.
Sailor Saturn provò a dimenarsi. Le sembrava di essere intrappolata tra due pareti di marmo pesante e il gelo di quel corpo le bruciava la pelle.
"Lasciami! Lasciami andare, bastardo!"
"Ah, la maleducazione non mi piace, mio dolce pasticcino! No, no, no!"
"LASCIAMIII!" Quel grido le uscì strozzato. La stretta era così forte che le toglieva il respiro.
Le guerriere provarono a intervenire, quando Miyuki con la sola forza del pensiero le scaraventò in mezzo alla siepe del giardino, senza nemmeno distogliere lo sguardo dai suoi preziosi documenti.
"Ben fatto Miyuki!"
"Per servirla!"
Hotaru si dimenò come poteva, provò più e più volte a liberarsi.
"Vuoi proprio allontanarti da me eh?! Ogni tuo desiderio è un ordine!"
La morte questa volta le strinse le mani al collo e l'alzò dal suolo senza il minimo sforzo.
La ragazza appoggiò le sue su quelle che la stringevano per liberare le proprie vie respiratorie.
"Eccoti accontenta, dolcezza!" E con quelle parole la scaraventò oltre la vetrata della salone che dava sul giardino.
 
Miyuki battè degli altri numerini sulla tastiera della calcolatrice.
"Dovremmo ripagare anche il vetro suppongo! Signore non esageri, sono spese che costano!"
La morte sbuffò, lasciandosi cadere di nuovo sulla sedia.
"Se le facciamo tutte fuori e ci portiamo la mia fidanzata a casa, non dovremmo pagare proprio nulla, Miyuki!"
"Devo smettere di calcolare le spese?"
"Naaa! E' divertente vederti concentrata sul tuo lavoro!"
La donna fece spallucce, tornando al suo compito.
Michiru, Haruka e Setsuna uscirono doloranti dalle piante.
"Senti un pò, i tuoi micioni sono crepati, ora tocca te!" 
La morte alzò lo sguardo su Sailor Uranus, "Mi sembri ridotta un pò male, solo per una spintina, sei sicura di voler continuare?"
"Non mi tirerò mai indietro!"
"Uuh, qui si ostenta sicurezza da ogni poro del tuo essere!!"
"Non perderti in chiacchere, voglio che mi fai riparare tutti i danni e che fili da casa mia!"
L'uomo si stiracchiò.
Si scrocchiò le lunga dita bianche e si alzò in piedi raggiungendola con un solo balzo.
Il suo viso era a pochi centimetri da quello di Haruka.
 
"Vorrei che cercassi di non rovinarmi il mio splendido capo gessato!"
"Vorrei che ti allontanassi perchè non sopporto il tuo alito!"
Moriva dalla voglia di vederlo piegato in due su se stesso dolorante. Ma aveva già sperimentato che gli attacchi fisici, o almeno i suoi pugni erano del tutto inutili.
 
"Cominciano le danze!"
 
 
Note dell'autrice:
 
Ciao a tutti!
Ooh! alla fine lo sapete come sono fatta!! Non voglio farvi aspettare fino a martedì!! Son troppo buonaaaa! Quindi eccovi il dodicesimo capitolo!! 
Questo l'ho scritto nella stessa giornata del precedente, tuttavia ho fatto una fatica colossale. Questo tipo di battaglia mi è risultato più difficile da scrivere rispetto a quella contro l'angelo nero.
Ovviamente non manca il sarcasmo di Haruka, che ormai è sempre presente. Per lo meno credo che alleggerisca questi momenti che di certo non sono dei più felici! Spero non vi stanchi!
Alla fine le cose sembrano mettersi male, nel prossimo assisteremo alla morte contro le nostre adorate...Cosa potrà mai accadere?! La morte non è certo solo un animale feroce! Ahi..ahi.. p.s. Per divertimento, ma soprattutto per tenermi in contatto con voi ho creato la pagina fb se vi può interessare!cliccate qui
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Invincibile? ***




La morte si tolse la giacca del suo elegante completo rimanendo in camicia.
Si arrotolò le maniche lungo il braccio per cercare di non rovinare il suo abito.
Niente dolcetti, danze o musica. Per lui quella era già una vera festa.
Qualcuno che lo sfidava.
Qualcuno da abbattere con un soffio.
Si sentiva il lupo cattivo delle favole, ed era pronto a mangiarsi tutte le cappuccetto rosso che si trovava davanti.
Era consapevole che lì, lui era quello più forte. 
Poteva deridere i suoi avversari e schernirli come e quando voleva, sapeva di aver la vittoria in pugno. 
Era la morte in fin dei conti, era alla pari con un Dio.
Alzò con gesto plateale le mani al cielo "Creiamo un pò di atmosfera!" 
"Quale stramberia avrà in mente ora questo individuo?!"  Haruka lo fissava, cercava di anticipare una sua possibile mossa, non aveva idea di come e se poteva colpirlo in qualche modo. 
Colpirlo in modo da fargli male.
Voleva sentisse dolore se fosse stato possibile, almeno la metà di quello che aveva fatto sentire a lei portandosi via Michiru e cercando di appropriarsi di Hotaru.
La ragazza osservò il cielo cambiare colore.
"Lo psicopatico sta facendo calare le tenebre!"
L'uomo aveva richiamato delle grosse nubi scure su di se. La luce del giorno stava scomparendo come se ci fosse in corso un' improvvisa eclissi.
Il buio stava calando nonostante fosse mattina.
"Luce scura! la mia preferita!" Ridacchiò soddisfatto del suo lavoro.
"Altro che luce, qui non si vede più nulla!"
"Così sarà più d'effetto quando ti colpirò all'improvviso, bellezza!"
Haruka cominciò a sudare freddo.
Quel demonio era estremamente veloce, in più il favore del buio non avrebbe aiutato ad intuire i suoi attacchi.
Lo sentì spostarsi, udiva la sua risata gracchiante avvicinarsi.
"E luce fu!"
"World Shaking!" Haruka, indirizzò la sua bomba di urano, sopra la sua testa, verso il cielo.
La sua luce fece risplendere tutto quanto intorno a lei.
"Stupida sono qui! Non mi hai colpita!" gridò lui sferrando un calcio che finì a vuoto.
"Era per vederti idiota!! Mi hai mancata anche tu!"
Mentre diceva quelle parole Michiru attaccò richiamando la forze dell'oceano " Deep Submerge!" Il maremoto colpì in pieno la morte.
"Colpito!"Il momento di esultanza durò poco. 
"Ma non affondato!" Disse lui senza un graffio, sembrava solo essersi fatto un bagno.
"Non...Non gli ha fatto nulla!" Michiru era incredula, gli occhi blu erano sgranati.
"World Shaking!" Haruka attaccò senza lasciare tregua all'avversario, ma anche quel colpo sembrava inutile.
"Ok, proviamo con un attacco combinato!" la voce di Haruka era ferma. Non voleva perdere la speranza. Le tre guerriere unirono i loro attacchi micidiali in un' unica enorme esplosionde di energia, che andò ad investire la morte.
Una densa cortina di fumo si levò davanti a loro.
La sagoma del nemico era ancora in piedi e lui integro che rideva a crepapelle.
"Adesso tocca a me!"
Puntò Setsuna "Prima pensiamo a te, così ti metto fuori uso per un pò!".
La donna era pronta a scattare ma le fu impossibile.
La morte senza muoversi dalla sua posizione l'aveva incatenata contro all'albero del giardino.
"Co..come diavolo ha fatto?!?" L'esclamazione venne sputata all'unisono da Sailor Uranus e Neptuno.
Sailor Saturn apparì silenzionsa alle spalle di quello che tanto la desiderava, era dolorante e si teneva stretta con una mano la spalla ferita dalla finestra che aveva distrutto poco prima. 
Non poteva colpirlo con la Silence Glaive, si trovava troppo lontana da lei e i suoi attacchi erano prettamente difensivi.
L'unica cosa che poteva fare era bloccarlo. 
Gli saltò addosso alle spalle, era troppo alto per lei così tentò di soffocarlo con una presa delle braccia attorno al collo.
Sailor Nettuno e Uranus provarono a colpirlo simultaneamente con un attacco fisico per paura di ferire Hotaru con i propri poteri.
Sembravano tutte avvinghiate a quell'uomo.
"Non funziona così!" disse tra sè e sè Miyuki scuotendo la testa e rimanendo comodamente seduta.
"Adesso basta!" 
La morte si scollò di dosso le tre ragazze e incatenò anche Sailor Saturn con le sue catene magiche accanto a Setsuna.
Gli bastava uno schiocco delle dita per compiere quell'azione.
"Ed ora...passiamo a voi due!" disse rivolgendosi a Michiru e ad Haruka.
Le due indietreggiarono tenendosi per mano, Haruka aveva il cuore in gola e sudava copiosamente.

"Devo difendere Michiru, qualunque cosa accada! Non la toccherà!"
La ragazza del mare deglutiva nervosamente, si sentiva affaticata ma sapeva di non poter mollare, avrebbe usato tutte le sue forze perchè non accadesse nulla alla sua amata.
Haruka si mise davanti a lei, invocò il suo talismano e si mise sulla difensiva.
"Bella spada!" commentò la morte.
"Sarà ancora più bella quando ti attraverserà da parte a parte!"
"Vuoi provare?" La domanda suonava come un invito.
"Mi piacerebbe!"
"Prego!"
Un ghigno gli si dipinse in volto mentre Haruka lo colpì all'addome con tutta la sua forza.
Sentì la lama affondare nelle sue viscere.
L'uomo non si scompose, continuava a sorridere.
La prese per i capelli, facendole alzare il viso verso di lui "Non...sento...niente!" le sussurrò all'orecchio.
"Ora gioco io!" Allontanò la ragazza con uno spintone e si sfilò la spada dal corpo.
"Sapete...non posso uccidervi direttamente!" sbuffò alzando gli occhi al cielo.
Quella notizia non rassicurò le Sailor anche perchè il discorso non era ancora finito.
"Nonostante sia la morte, beh...sarebbe abuso di potere! potrei andare ad uccidere tutti indistintamente, proverei di certo un malsano piacere ma a quest'ora se fosse così avrei già sterminato l'intero pianeta! Io sono più un re! controllo quello che succede nel mio regno e ho il pieno controllo delle anime! I miei soldati o emissari o seguaci, in qualunque modo vogliate chiamarli, possono uccidervi sotto mio comando, ma io ahimè..." si portò una mano alla fronte scuotendo la testa "non posso ammazzarvi con le mie mani...ma sapete cosa posso fare?"
La domanda era retorica, seguì un silenzio di tomba.
La sua espressione si fece divertita, sembrava avesse appena udito la battuta del suo comico preferito.
"Posso farvi uccidere tra di voi! il che sarà ancora più piacevole per me!" La fine della frase seguì con una risata profonda che scosse la terra sotto i piedi dei presenti.
 
"Sei pronta ad uccidere la tua bella fidanzata, bionda?"

Note dell'autrice:
Carissimi lettori, sono veramente a pezzi, però ecco per voi un altro capitolo.
Ero indecisa se postarlo sta sera o domani, ma poi mi è stato ricordato che è la festa della donna, da chi commenta solitamente, ho notato che la maggior parte di voi sono ragazze, perciò ecco "la mia mimosa" per voi.
Auguri! Spero vi piaccia!
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** Danza di spade ***



"Cosa vuoi dire?!" Gli occhi di Haruka sembravano quelli di un cucciolo che vede davanti a se i fari della macchina che sta per investirlo.
"Quello che ho detto...ucciderai tu per me la tua dolce e bellissima Michiru".
"Non lo farò mai! Sei pazzo!"
"Lo prendo come un complimento, tuttavia...ti garantisco che accadrà!"
Una paura profonda pervase Haruka.
Guardò Michiru senza sapere cosa dire. La voce era come bloccata. Le sue corde vocali non volevano saperne di vibrare. 
"Non potrei mai farle del male!"
Quel pensiero sapeva essere reale. Era certa del suo amore per lei. Non avrebbe mai potuto nemmeno sotto tortura o ricatto ma allora perchè quella paura?
Perchè stava tremando?
"Michiru io non farei mai..."
"Lo so!" la interruppe l'altra senza staccare gli occhi dai suoi.
La morte s'improvvisò burattinaio e la marionetta che aveva scelto era Haruka.
La ragazza sentì perdere il controllo delle mani. 
Una forza che non apparteneva a lei la spinse a raccogliere la Space Sword.
L'uomo simulò il gesto di impugnare l'arma.
Tutti i movimenti che lui compiva si riflettevano in Haurka.
Era il suo specchio.
"Michiru, allontanati ti prego! Non sono io che comando il mio corpo!"
"Non mi colpirai! Lo so!"
"Ti prego, scappa!"
Haruka era disperata, compiva passi veloci verso Michiru senza volerlo.
La lama scintillante della spada era puntata verso la donna che amava.
"Devo resistere! Devo combattere! Maledetto!!"
Ogni sforzo era inutile, era posseduta dalla morte, la sua mente era lucida ma il suo corpo non ubbidiva al suo volere.
La bionda prese la rincorsa scagliandosi urlante verso Michiru che evitò il colpo con una capriola.
"Combattilo!" Le urlò la ragazza dai capelli blu.
"Ci stò...provando!" 
"Scusa Setsuna, prendo il tuo bastone in prestito!"
"Fa pure! non posso aiutarti al momento!" disse la donna senza riuscire quasi a respirare per le catene troppo strette.
"Divertente!!" La morte era estasiata da quello spettacolo che lei stessa aveva appena messo in scena.
La lama della Space Sword fischiava colpendo il bastone di Setsuna, con cui si stava difendendo Michiru.
Le due sembravano danzare.
 
"Miyuki?! Dimmi un colore!" la interpellò il suo capo con una nota di estasi nella voce.
Gli occhi della segretaria brillarono dietro le lenti degli occhiali.
"Rosso sangue!"
"E rosso sia!"
Un kimono rosso acceso, ora vestiva Michiru.
"Così è spettacolare!!! Che scena magica!"
"Di nuovo i trucchetti di magia!" pensò la ragazza dai lunghi capelli.
Quell'abito le impediva i movimenti.
Si sentiva una geisha. 
Era costretta ad avanzare a piccoli passi. I movimenti erano notevolmente rallentati a causa della lunga stoffa.
 
Il ballo delle ragazze continuò sotto gli occhi delle altre due sailor impotenti.
Michiru schivò un altro colpo con una piroetta, i lunghi capelli ondulati volavano nel vento leggero.
Le foglie si alzarono dal prato ben curato danzando con loro.
Le vesti rosse svolazzavano ad ogni movimento, sembravano dare alla scena un movimento al rallentatore.
Era un tango quello, il tango della morte.
L'unico rumore che interrompeva quel silenzio, quasi sacro, erano le armi che si sfioravano e si toccavano e le grida di dolore delle due ragazze per quello che stava succedendo.
Il bastone e la spada s'incrociarono.
Haruka e Michiru erano vicinissime. Il fiato dell'una accarezzava la pelle dell'altra.
Gli occhi erano persi gli uni negli altri.
Le onde sbattevano dentro Sailor Nettuno.
Il vento soffiava feroce dentro a Sailor Uranus che cercava di combattere contro se stessa per non ferire chi amava.
Michiru sorrise, sotto i colpi dell'amata.
"Ti amo..."
"Anche io!"
Lacrime calde e limpide rigarono le guance di Haruka che si slanciò in avanti per baciare l'altra.
Tra i loro corpi, mentre le labbra si sfioravano dolcemente c'erano le armi. Tra di loro solo amore.
 
"Ah...troppi sentimenti, troppe emozioni di mezzo! Ora le facciamo tutte fuori! Così è tutto più facile vero Haruka?!"
La morte rise.
Haruka tremò urlando un "No" Fino a perdere la voce.
Gli occhi della bionda si spalancarono come se fosse appena stata colpita.
Il burattinaio le stava camuffando i sentimenti, era con le sue mani invisibili dentro di lei a rivoltarle il cuore e tutto quello che poteva farle opporre resistenza.
Haruka urlava piegata su se stessa.
"SMETTILAAAA!" Ordinò Michiru alla morte disperata.
"NON FARLE DEL MALE SMETTILA!" stava implorando impotente, anche se non incatenata quanto le altre due guerriere.
"Non preoccuparti mia cara...è lei che farà male a te!"
"Prendi me! Maledetto! Fai a me quello che stai facendo a lei!" 
Le urla di Haruka cessarono.
Il viso era chino verso il suolo e i suoi occhi erano nascosti dai capelli biondi bagnati.
Il suo cuore era come azzerato.
Era uno strumento della morte ora.
Era come intrappolata nell'oblio, non poteva ribellarsi, non c'era via d'uscita, li c'era solo il vuoto.
Michiru le si avvicinò, le mise una mano sulla spalla.
"Che ti ha fatto?" Chiese preoccupata accarezzandole i capelli.
"Mi ha resa più forte!"
Haruka le prese la mano e gliela strinse.
"Mi...mi fai male!"
"Lo so!"
Le diede uno spintone facendola cadere a terra.
Raccolse la Space Sword e gliela puntò alla gola.
I suoi occhi erano vuoti ora.
Michiru riuscì ad allontanare la lama da lei con un calcio deciso, rotolò sfuggendo al colpo per poi rialzarsi.
"Questo lo prendo io!" sentenziò la morte facendo materializzare nelle sue mani il bastone di Setsuna.
Hotaru gridò a sua madre un "Prendila!" 
Anche se legata, riuscì con la forza delle gambe a lanciarle la sua falce.
Michiru la prese per farsi scudo.
"Tu, te ne sei andata! Mi hai lasciata sola! Ti odiooo!" Haruka si lanciò verso di lei urlando quelle parole.
Michiru sentì un colpo al cuore. La morte stava facendo leva sul rancore della ragazza per comandarla.
"Ti ucciderò!" Continuò Haruka.
L'altra si abbassò evitando che la spada la colpisse in testa.
"Svegliati! Non sei tu a parlare!"
"Si che sono io!"
"No è lui che ti fa dire queste cose!"
"Zitta!"
La Space Sword fischiò ancora una volta, abbattendosi contro l'altra.
Michiru stava perdendo le forze, fisicamente Haruka era più forte. Inoltre era più abile di lei con la spada e non era impedita da un lungo kimono.
"Non ti ho lasciata qui perchè volevo allontanarmi!"
"Bugiarda!"
"Dovevo ritrovare me stessa per tornare a combattere!"
"Bugiarda!"
"Combattere al tuo fianco Haruka, per difenderti!"
"Non è vero!"
"Si!"
"No!" 
"Io ti amo!"
"Zitta! Taci!"
La falce fermò un altro colpo.
"ci è mancato poco, un altro colpo come questo e mi fa fuori!"
Haruka gridò di rabbia.
Sembrava furente, inferocita.
Sailor Neptuno indietreggiò.
Vide gli occhi dell'altra riempirsi di lacrime.
Provò un dolore immenso nel vederla in quello stato.
La spada la colpì ad un fianco facendola cadere sulle ginocchia, ferita.
Hotaru urlò dimenandosi per quel che poteva nella sua prigione di catene di ferro.
"Mammaaaaaaaaaaaaa!!"
Sailor Uranus le puntò la lama al petto.
Michiru sorrise "Su colpiscimi! Affonda quel colpo!"
Haruka vacillò.
"Fallo!"
Le mani dell'altra tremarono.
"FALLO!" gridò Michiru. Quella impossessata ora sembrava lei.
"Finirà tutto se mi uccidi!"
 
"Su bionda! Dalle il colpo di grazia!" la invitò la morte.
 
 
Note dell'autrice:
 
Non so a voi...ma a me questo capitolo piace un sacco!
Una persona a cui tengo particolarmente mi aveva chiesto di scrivere una danza di spade tra Michiru e Haruka. 
Ero convinta di non riuscire a mettere giù nemmeno una parola e invece ecco che è spuntato tutto questo, di cui sinceramente, sono soddisfatta. 
Mi scuso come sempre per eventuali errori, il problema è sempre lo stesso. Mancanza di correttore e un programma per scrivere decente.
Beh come sempre aspetto le vostre recensioni, curiosa di sapere cosa ne pensate! A presto!
 

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Capitolo 15
*** Il sacrificio ***


Avviso: Il capitolo potrebbe risultare un pò traumatico per qualcuno. xD
 
 
"Mira dritta al cuore, piccola!" Michiru continuava a sorridere.
La sua voce dolce e armoniosa arrivava sino ad Haruka, sino al suo cuore che se anche sotto quella terribile maledizione batteva comunque per lei.
"Andiamo!"
Haruka riprese un momento di lucidità "Non...Non lo...farò!" 
Quello sforzo le costò una fatica sovrumana.
Il gesto di non colpirla sembrò risucchiarle tutte le forze.
La morte era contrariata.
"COSA STAI COMBINANDO?!"
Si avvicinò a Michiru, l'alzò con uno strattone colpendola alla ferita sul fianco.
La ragazza gridò di dolore.
Era come se le avessero appena conficcato un coltello dove era stata colpita e lo stessero rigirando nella feirta.
l'uomo guardò intensamente Haruka negli occhi. 
Lo sguardo glaciale l'attraversò nuovamente facendole perdere il controllo ancora una volta.
La ragazza, come un' automa, senza poter opporre resistenza, fece per colpire Michiru imprigionata nella gelida e forte morsa della morte, quando con voce disperata Sailor Pluto fermò il tempo "Time Stop!"
Tutto rimase immobile.
Il tempo era congelato.
Haruka e Michiru sembravano due statue di sale ferme nella loro posizione con l'espressione e i movimenti bloccati.
Solo la morte, Hotaru e Setsuna erano in grado di parlare e muoversi liberamente.
"Zia..."
"Lo so Hotaru, ho appena violato uno dei tabù, ma non ha importanza! Basta siate salve" sorrise debolmente mentre pronunciava quelle parole e si rivolse alla morte che era basita e piacevolmente stupita dell'accaduto.
"La guardiana del tempo!! una carica importante! Meraviglioso!! Non ci si annoia mai con voi! Ora potresti gentilemente far tornare tutto alla normalità?! Hai bloccato questo film drammatico nel momento che preferisco!"
"Ascoltami!"
"Perchè dovrei? Suppongo che tra poco anche senza che tu lo voglia, il tempo riprenderà a scorrerre!"
"Ho una proposta per te!"
Gli occhi dell'uomo iniziarono a brillare. Lo sguardo era felice come quello di un bambino a cui è appena stato regalato un enorme lecca lecca. Adorava i patti.
"Volevi un' anima e una sposa giusto?!"
"Perspicace..."
"Prendi me, essere subdolo!"
Hotaru gridò un "No!" che fece morire lentamente in gola.
Setsuna aveva violato una regola fondamentale, aveva fermato il tempo per cambiare un avvenimento che la riguardava da vicino, ed ora si stava sacrificando, non avrebbe avuto più nulla da perdere.
La morte si mise a riflettere interdetta dalla proposta della donna.
"Mmh..."
Si portò l'indice alla bocca scrutando il vuoto.
"Avrai l'anima che ti doveva Haruka, potrai avere una moglie e una serva, nonchè la guardiana del tempo, potrei farti viaggiare ovunque e in qualunque momento..." Il tono di Setsuna era convincente. Sembrava essere un avvocato difensore con la propria arringa, pronto ad aggiudicarsi il volere della giuria e del giudice.
Era un avvocato che perseguiva il suo scopo con tutte le sue forze e voleva vincere a tutti i costi quella causa.
"Sembra divertente..."
"Oh lo sarà! Potrei fare andare indietro il tempo tutte le volte che vuoi e farti riprovare i momenti che preferisci!"
"Quindi...ammettiamo che Miyuki mi racconti una barzelletta e io rida a crepapelle, se volessi rifarmi quella risata tu potresti...?"
"Ma certo! Tutto quello che vuole, mio signore..." ora il tono era accondiscendente con una punta di malizia.
"Amari estremi, estremi rimedi..."
"Tutto questo mi piace!! Ossìììì!!! UN SACRIFICIOOO! è esilarante!"
"Zia..." Hotaru cercava di bloccare le lacrime, la voce era bassa, le parole facevano fatica ad uscirle dalle labbra. 
Non voleva finisse in quel modo, non voleva perdere una persona a lei cara "le mamme...non appoggeranno questa tua decisione! E nemmeno io, c'è un'altra soluzione...Ci dev'essere!"
Setsuna ordinò di essere liberata. Le catene che la bloccavano si sciolsero all'istante.
Accarezzò il viso della ragazza mora "La soluzione di cui parli, non la riusciamo a vedere...è troppo forte, non sono nemmeno sicura si possa uccidere la morte, piccola mia...Siete una famiglia, siete la MIA famiglia, non permetterò vi venga fatto del male..."
La morte si sfregò le mani radiosa.
Sailor Pluto, si avvicinò. "Fermale, io sono il tuo premio, loro devono essere lasciate in pace, questo è il patto!"
"Ma certo, mio dono!"
Il presente tornò in moto.
Miyuki riprese la sua penna in mano.
Michiru si ritrovò a terra ed Haruka lasciò cadere la Space Sword. Era sfinita.
Si accasciò accanto a Michiru. 
Aveva ripreso coscienza di se stessa.
 Allungò la mano confusa verso la sua fidanzata "Stai bene?!"
"Circa..." la ragazza si trascinò più vicina a lei.
"Che è successo?" domandò poi.
 
La morte prese la parola.
"Non sia mai che non sia al centro dell'attezione quell'essere..." pensò Haruka per poi posare lo sguardo su Setsuna.
Era libera. Che fine avevano fatto le catene?
"La padrona del tempo, si è gentilemente concessa a me!"
"Cosa sta dicendo??" Michiru non comprendeva quelle parole, forse era il dolore lancinante al fianco che le impediva di rimanere concentrata.
Haruka si fece forza, appoggiò le mani sulla ferita di Michiru cercando di fermare l'emoraggia e guardò interrogativa la morte.
"La vostra amica ha fermato il tempo! per quello non hai ucciso la donna che tanto ami!" sorrise riprendendo a parlare "L'avresti fatta a fettine credimi! sarebbe stato uno spettacolo fantastico!! Ma...l'evento è stato bloccato e lei..." indicò Setsuna cingendole i fianchi e soffiando sui suoi lunghi capelli "lei...si è offerta al posto della piccola Hotaru!! Fatemi le congraturazioni! MI SPOSO!!!" 
 
Miyuki applaudì disinteressata. I conti erano più importanti, la gioia poteva attendere.
"TI SEI BEVUTA IL CERVELLO???!!" Haruka era infuriata.
"Non c'è soluzione! Lo ha capito persino tua figlia!"
Quella era l'ultima frecciatina di Setsuna? Chi avrebbe preso in giro? Con chi avrebbe battibeccato d'ora in poi? Poteva lasciare a quel destino qualcuna delle sue compagne? Setsuna aveva visto il futuro?
"Ha infranto una delle leggi del tempo...l'avrebbe aspettata qualcosa di peggiore della morte come punizione?!"
Michiru perse i sensi per il dolore.
Setsuna intervenne vedendo la situazione critica dell'amica "Abbiamo detto un'anima, non due! Quindi facciamo quello che dobbiamo fare! Così tutto tornerà alla normalità per loro!" disse frettolosa a quel Dio folle, malefico e meschino.
"Non posso ucciderti io lo sai, quindi a te l'onore di scegliere la tua morte per venire con me!"
Era eccitato. Non gli servivano luna park o party folli.
La fragilità umana gli dava un brivido di piacere impareggiabile a qualunque divertimento esistente.
Lui "viveva" respirando la tensione e la disperazione di momenti come quelli.
Le loro vite erano tutte appese ad un filo. Un filo che la grande morte avrebbe potuto tagliare in qualsiasi istante.
Sailor Pluto guardò Haruka, era impallidita a vedere Michiru in quello stato.
"Uccidimi Haruka!"
 
"C..co..cosa?!" 
Lo sguardo della biondina era spaventato e implorante.
"Ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo?! Non era già abbastanza la scelta che hai preso?!"
"Fa come ti dico...per favore...vuoi negarmi il mio ultimo desiderio?!"
"Stai diventando pazza come quello!"
"Uccidimi ti prego, fa che il mio sacrificio non sia vano. Salverai Michiru e tua figlia. Fammi felice senza discutere una buona volta!" Raccolse la spada, porgendogliela.
Le dita di Haruka si trovaronoe strette all' elsa della Space Sword, come incapaci di lasciarla cadere una volta ancora.
Setsuna le diede un bacio leggero sulla fronte. Si mise davanti a lei guardandola con il suo sguardo comprensivo, che solitamente riusciva a darle pace.
Haruka piangeva.
"Non posso fare una cosa del genere! Nemmeno se è l'ultimo tuo desiderio, amica mia!"
"Non fare aspettare Michiru, non rischiare!" la voce della donna la staccò dai suoi pensieri.
"Fallo, fidati!"
Le mani le tremavano, facendo vibrare la lama della spada.
"No, Setsuna!"
"NON FARE LA BAMBINA! SII UNA DONNA! CORAGGIO!" Sailor Pluto gridò e prese decisa tra le mani la lama scintillante puntata verso di lei.
Era così affilata che nello stringerla si ferì le mani.
"Che diavolo stai facendo, Stupida!" 
L'impugnatura le stava scivolando.
La donna sorrise ancora una volta e con tutta la forza che aveva, spinse l'arma nel suo ventre.
Hotaru e Haruka urlarono nello stesso istante.
Anche Michiru se avesse potuto lo avrebbe fatto.
Per la morte era il miglior spettacolo mai visto. 
Un campo di battaglia pieno di corpi senza vita non era una visiona intensa; e ai suoi occhi, bella, come quella.
Setsuna emise un gemito. Vacillò. Si spostò due passi indietro.
Appoggiò le mani sul ventre piatto attorno alla lama, mentre sulla divisa da Senshi si stava formando una macchia rossa che si espandeva piano piano.
Un'altro gemito. 
Le forze la stavano abbandonando.
Le gambe cedetterò.
Cadde sulle ginocchia. Non tolse mai lo sguardo da Haruka, continuò a fissarla negli occhi profondi invasi dalle lacrime.
Era uno sguardo di ringraziamento e pieno di speranza.
I singhiozzi dell'amica e di Hotaru, divenivano un eco sempre più lontano.
Impugnò il suo bastone con la sfera di granato, voleva morire come una guerriera, voleva morire così, per le persone che amava.
 
Il suo corpo divenne pesante all'improvviso.
Una fitta di dolore la fece rantolare, un sottile rivolo di sangue le uscì dalle labbra e si lasciò cadere piano, mentre i suoi occhi si chiusero.
 
 
Note dell'autrice:
 
Il capitolo del venerdì non può mancare, ormai è una tradizione no?!
Non so quanti di voi siano stati fermati dall'avvertimento a inizio capitolo. Era giusto metterlo, dato che la scena finale non è propriamente delle migliori. Forse un è pò brutale. Sta a voi giudicare, come sempre!
Sarà che ero molto intenta e immedesimata nello scrivere ma mi son sentita "un pò male" alla fine. Nonostante Setsuna sia quella tra di loro a cui "tengo" meno. 
 
Se ben ricordate, vi avevo detto inizialmente che avevo tre finali per questa ff. Uno doveva essere questo. Setsuna si sacrificava, come in effetti succede e poi sarebbero seguiti due capitoli per concludere definitivamente la vicenda. Beh, questo non è la conclusione effettiva che ho scelto, perciò...si continua la storia con il prossimo capitolo! E' stato giusto segnalarvelo, magari a qualcuno interessava sapere tutte e tre le opzioni. Ora vi resta da vedere cos'accadrà e quale "stratagemma" ho usato per continuare il tutto! ;P
 
Tenterò di aggiornare al più presto, ma penso tarderò rispetto al solito perchè ho scritto i prossimi tre capitoli, ma non ne sono soddisfatta per nulla. Credo dovrò lavorarci e tentare di migliorarli un pò...

Come sempre vi auguro un buon weekend!
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** Rewind ***



Un cielo pumbleo era al di sopra di quello scenario desolante e disperato.
Grandi nuvole grigie si erano addensate, pronte a versare le loro lacrime per la scena a cui avevano appena assistito.
 
Un brivido scosse Haruka.
Era immobile, con la testa nascosta tra i capelli disordinati di Michiru.
Le teneva su il capo e la stringeva forte.
Non era freddo quello che stava provando, non era la temperatura che si era abbassata di colpo.Era la fitta gelida del dolore.
Un dolore non fisico, qualcosa di morale, di emotivo.
Cos'avrebbe dovuto ancora affrontare?
"Aiutami Michiru, svegliati ti prego"
Stringeva la donna che amava, inerme tra le sue braccia.
Era così scossa da non poter affrontare nient'altro.
Non sarebbe riuscita a muovere nemmeno un muscolo se avesse perso qualcun altro.
La sua sopportazione aveva un limite. Un limite che era stato già sorpassato da tempo.
 
 
"Miyuki?!"
"Sissignore?!"
"Ho una domanda!"
"Mi dica!"
"Da quanto non rispettiamo un accordo?"
"mmmhh..." La donna cercò nella sua mente la risposta giusta, dovette andare indietro di anni, di secoli.
"Signore...con tutto il rispetto..penso che non abbia mai rispettato un contratto in tutta la sua esistenza!"
Lo sguardo della morte era stupefatto "Oh, ma davvero?! Che vile impostore!"
La sua voce era divertita, tuttavia nessuna emozione reale, spezzava quel suono.
Guardò davanti a se. 
Lo spettacolo al quale i suoi occhi vitrei stavano assistendo era piuttosto soddisfacente per lui.
 
***
 
I rumori stavano scomparendo lentamente.
Erano ovattati, lontani, disturbati.
Setsuna non riusciva a muovere più un muscolo.
Era pesante e leggera allo stesso tempo.
Nella sua mente comparvero delle immagini, da prima offuscate, poi sempre più luminose e nitide.
Non erano ricordi. Non potevano esserlo.
C'era la morte e le sue amiche a fronteggiarla.
Non poteva nemmeno essere la scena che si stava svolgendo in quel momento, nel presente, perchè lei non riusciva ad aprire gli occhi per quanto si stesse sforzando.
Fu in quel momento, che si rese conto, di star scrutando il futuro.
Per quanto debole stringeva ancora il suo bastone.
Era sospesa tra la vita e la morte, il suo spirito non aveva ancora abbandonato la terra.
La morte non rispetterà l'accordo. Lascierà morire Michiru mentre farà uccidere da Hotaru, Haruka! Ci porterà tutte con sé nell'oltretomba!
L'ultima stilla di vita in lei riuscì ad invocare il tempo.
Ormai un tabù è stato infranto, uno in più...pur di poterle salvarle non sarà peggio di questo futuro infausto.
Il Garnet Orb, s'illuminò.
Una luce color rubino accecò tutti i presenti e il tempo si riavvolse come la pellicola di un film, tornando indietro.
 
 
"Zia Setsuna! Zia Setsuna!"
Hotaru era davanti a lei che la scuoteva per le spalle.
Setsuna ritornò alla realtà come se fosse stata intrappolata in un lungo incubo.
Haruka le sventolò una mano davanti agli occhi.
"Ehii?? C'è nessuno?! Ti sei incantata!! Vogliamo vedere questo allenamento!"
Michiru uscì con il vassio pieno di biscotti sulla veranda "Vediamo che sapete fare!"
Setsuna si guardò le mani. Ci era riuscita. Aveva mandato indietro il tempo.
Era viva. Erano tutte vive.
"Ragazze!" La voce le uscì improvvisamente facendo sobbalzare le altre tre.
"Ho fatto tornare indietro il tempo!"
Il vassoio cadde dalle mani di Michiru provocando un rumore di tazzine rotte.
Haru corse ai suoi piedi per aggiudicarsi i biscotti appena caduti per terra.
Quale catastrofe sarà mai successa per farle compiere un gesto simile? la domanda di Michiru non riusciva a trovare una risposta tra i suoi ricordi. Aveva come un buco nero in testa.
"Abbiamo poco tempo." Affermò seria la donna, prima di respirare a fondo e continuare la sua spiegazione "E' arrivata la morte, con due pantere!"
"Pantere?!?" Lo sguardo di Haruka era interdetto.
"Non interrompere! Non so quanto tempo abbiamo, potrebbe tornare da un'istante all'altro e non sarà piacevole se andrà come è andata..."
"Abbiamo perso così clamorosamente?!"
Setsuna annuì con il capo.
"Tu stavi per uccidere Michiru, io ho fermato il tempo, mi sono offerta in cambio di Hotaru e per la vostra salvezza. Mentre stavo per lasciare questo mondo ho avuto un'ultima visione. La morte non avrebbe rispettato gli accordi. Vi avrebbe uccise tutte, così sono riuscita a riportare il tempo indietro!"
"Come?! Come?! Io uccidere Michiru?!" Haruka era sconvolta. Non ci stava capendo più nulla. Com'era possibile?
"La morte può controllare le nostre azioni, ti ha manovrata!"
 
Ben due tabù ha violato! Cosa accadrà?! La mente di Michiru era come rimasta ferma al fatto che Setsuna non aveva rispettato le leggi del tempo. 
Era in pena per l'amica. Si era sacrificata donando la sua vita una volta e lo aveva fatto di nuovo, non rispettando quelle regole che per anni si era ben guardata dall' infrangere.
 
"Purtroppo, non so quale approccio potremmo usare. Gli attacchi fisici non le fanno nulla e nemmeno i nostri poteri. Abbiamo provato persino un attacco combinato che non le ha lasciato nemmeno un graffio!" La voce della donna sebbene fosse svelta, per paura di non aver tempo per avvertire le amiche era piatta e calma. Quasi distaccata. 
Michiru le invidiava quella sorta di freddezza.
Il suo sangue freddo invece, era messo a dura prova da tutte quelle informazioni inquietanti che stava ricevendo.
Forse fu la tensione.
Forse fu il panico che l'attanagliava.
O forse furono le parole di Setsuna che sembravano non lasciare speranza a tutta quella vicenda, ma un pensiero invase completamente la mente di Michiru lasciandola senza respiro.
 
E se nessuno al mondo fosse in grado di sconfiggere la morte?

Note dell'autrice:

Miei carissimi lettori mi scuso per il capitolo. Dopo i due precedenti che amo così particolarmente, mi sembra che ogni capitolo manchi di qualcosa, o comunque non sia all'altezza di quei due, spero mi perdonerete per questo. Cercherò di scrivere al meglio per voi!
Anche se ora risulta tutto più difficile!! 
Grazie per le vostre bellissime recensioni, è un onore ricevere i vostri complimenti e le vostre opinioni in merito alla mia storia.
A presto!
 

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Capitolo 17
*** Il riscatto della guerriera ***



Un'idea varcò la soglia della mente della giovane Hotaru.
Si radicò in lei prepotente.
I grandi occhi attraversati da lampi viola posarono lo sguardo sulle candide piccole mani.
Queste mani hanno già ucciso.
Ricordò il momento in cui conficcò la lama della falce nel petto dell'angelo nero.
Si portò le mani alle tempie.
Quel ricordo rilasciò nella sua testa un dolore simile a una scarica elettrica.
"Qualcosa non va?" Domandò Michiru apprensiva, appoggiandole una mano sulla sua spalla.
"E' solo un pò di mal di testa..." La rassicurò la ragazzina con un sorriso a fior di labbra.
La falce, la...
"Silence Glaive!" disse con tono deciso facendo comparire l'arma nella sua mano.
La voce era leggermente cambiata, meno morbida, un pò più profonda.
Un'altra fitta di dolore le attraversò la testa facendole stringere le palpebre.
Michiru provò ad avvicinarsi nuovamente a lei preoccupata, ma fu fermata da una barriera violacea attraversata da scariche nere di energia.
"Silence Wall!"
"Hotaru che stai facendo? Che ti succede?!" chiese Haruka allontanando Michiru dalla barriera che si era innalzata dividendole.
La ragazza non rispose, alzò la Silence Glaive e si trasformò in Sailor Saturn.
Il muro invisibile di energia scomparve di colpo.
Stava prendendo consapevolezza del proprio potere, del proprio ruolo e di ciò che poteva fare.
Lei era distruzione e rinascita. Lei poteva distruggere chiunque.
"Credo di sapere...come uccidere la morte!" esclamò sorridendo.
 
Un silenzio irreale calò dopo quell'affermazione.
L'aria che ostentava sicurezza e quelle parole rassicurarono l'animo tormentato di Michiru.
Quella guerra le sembrava durasse da anni.
I giorni sereni e spensierati, gli attimi di pace sembravano lontani anni luce.
"Sono mai esistiti?"
 
Alcune nuvole scure, spostate dal vento coprirono il pallido sole che si stagliava nel cielo.
Un brivido di freddo percorse la schiena di tutte quante.
Non era solo la temperatura ad essersi abbassata.
C'è chi ormai conosceva bene quel tipo di freddo.
Quel brivido che faceva gelare il sangue. 
Che immobilizzava e faceva affiorare una paura innata in chi lo sentiva scorrere lungo la propria spina dorsale.
Una densa nebbia grigiastra, simile a una nube di smog comparve poco più lontano da loro.
Quando la cortina di fumo si dissolse fece la sua comparsa la morte avvolta in un lungo mantello scuro.
"Ben ritrovate mie signore!"
Sembrava il ritratto di un vampiro uscito da un romanzo.
Non avevano fatto in tempo a studiare il piano di Sailor Saturn, ma tutte contavano su di lei.
Ognuna di loro doveva far affidamento sull'altra perchè tutte sapevano che non sarebbero bastate a loro stesse contro quell'essere.
"Bello il trucco del tempo, complimenti!" 
L'uomo sorrise serafino a Sailor Pluto.
"Lui può ricordare tutto..."
 
"Mi basterà lo teniate fermo..." sibilò Hotaru a denti stretti.
Haruka annuì con un cenno del capo impercettibile.
La morte sbadigliò osservandole.
Non voleva annoiarsi. 
Voleva portarsele via tutte ma in un modo che ancora non avesse usato.
Odiava ripetersi.
Voleva qualcosa di plateale.
 
Michiru prese la parola "Se non le dispiace, gradirei suonare qualcosa per lei..."
Tutti rimasero a bocca aperta e interdetti.
"Il morbo della pazzia ha contagiato anche lei..." Haruka osservò i suoi movimenti eleganti e delicati. 
Poi passò a guardare i suoi occhi e capì che aveva in mente qualcosa.
"Probabilmente pensa che con la forza non riusciremo a tenerla ferma quanto serve ad Hotaru...gioca d'astuzia!"
"Mia cara a cosa devo l'onore?" Anche la morte era sorpresa.
Un senso di frenesia ed eccitazione pervase l'uomo, che si sedette comodamente, tamburellando il piede sul suolo senza staccare lo sguardo dalla ragazza.
"Lo so che vuole portarmi via Hotaru, tuttavia...un patto è un patto...ma vorrei suonare un'ultima volta per la mia bambina...e anche per lei. Tratto bene i miei ospiti!"
"Miele per le mie orecchie..."
I lunghi capelli color oceano le si scompigliarono leggermente, prese il suo nuovo violino, lo appoggiò alla spalla e con l'archetto strofinò le corde argentate.
Una melodia spezzò quel silenzio.
Ad Haruka sembrò che volteggiasse leggera nel vento.
La morte era come incantata da quella visione e da quella musica.
Le sue mani erano rilassate, gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta in un sorriso beato.
Sembrava quasi aver dimenticato il motivo per cui era giunto fino a li.
La musica crebbe, le note inebriarono la mente dell'uomo.
Michiru accompagnava con movimenti leggeri la sua melodia ed ogni tanto accennava un sorriso composto al nemico.
In quel momento Haruka capì.
Michiru aveva ipnotizzato la morte con il suo violino, quella non era cortesia, era un attacco vero e proprio. 
Un attacco in puro stile Michiru Kaiō, di classe.
"Corrente galattica del violino!" Le parole le uscirono come un sussurro.
"Come hai detto mia cara?!"
La ragazza sorrise, continuava a farlo senza smettere di suonare.
Sul viso della morte apparve uno sguardo confuso. Provò a muoversi. Era come bloccato.
Rapito dalla musica.
Sailor Saturn gli si avvicinò.
"Polvere alla polvere!"
Alzò la Silence Glaive e la puntò verso di lui "Spiacente...non sono ancora pronta ad essere una moglie!"
I suoi occhi brillarono. Una scintilla li attraversò.
La scintilla della distruzione.
Le immagini di Haruka e Michiru che combattevano l'una contro l'altra e di Setsuna che si sacrificava invana le percorsero la mente e l'accecarono.
Quei ricordi la portarono a colpire violentemente con la sua arma, l'essere che voleva distruggere la sua famiglia, la sua vita.
Quello che voleva porre fine alle loro esistenze.
"Silence Glaive, surprise!" La distruzione di Saturno si abbatté sul Dio imprigionato dalla musica del mare.
Un'onda di luce e di energia spaventosa lo spazzò via disintegrandolo.
Di lui rimase solo cenere.
 
 
Note dell'autrice:
 
Miei adorati lettori, ecco un capitolo tutto per voi!
Posto oggi e salto domani, dato che sarà il mio compleanno e avrò un pò di giri da fare! Invecchio anche io purtroppo -.-"
 
Un piccolo appunto...Non ho idea di come sia l'attacco della corrente galattica del violino, perchè da quel che so compare solo nel manga, che io non ho letto. Quindi l'ho inventato così. Come se fosse un ipnosi provacata dalla melodia di Michiru. Per chi conosce com'è realmente questo attacco spero non sia stato un trauma leggere questo tipo di cosa. Mi scuso a chi ci tiene alla forma originale della cosa u__u Solo non volevo ripetermi con solo le cose dell'anime. 
Ebbene, Saturn direi che si è riscattata. Solo lei poteva uccidere la morte. Tuttavia rimane qualche mistero ma che credo farò sapere solo nel quarto racconto ;P
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Condanna ***


Uno stormo di uccelli neri si alzò in volo sbattendo rumorosamente le ali e abbandonando il giardino della casa in cui era appena stata sconfitta la morte.
Sailor Saturn si lasciò cadere sull'erba verde e ben curata, esausta.
La divisa scoparve dissolvendosi in un leggero fascio di luce e lasciando Hotaru nei suoi vestiti addormentata.
La sua trasformazione le portava via ogni volta tutte le forze.
Haruka abbracciò Michiru. 
Inspirò il profumo dei suoi capelli a fondo, lasciandosi cullare a sua volta dall'abbraccio dell'altra.
"E' finita..."
"Non ci credo." Sussurrò Michiru senza lasciare andare la bionda.
"Credici...ce l'abbiamo fatta!"
"Era così...semplice!"
La ragazza bionda si scostò guardandola in viso.
Le allontanò una ciocca di capelli dal volto e la baciò dolcemente, lasciando scivolare le sue mani sui fianchi dell'altra.
 
Setsuna si appoggiò all'albero che gli uccelli avevano abbandonato. 
Si sedette respirando l'aria fresca che le attraversò le narici.
Quel respiro profondo le sciolse i nervi.
Era successo tutto così freneticamente, ed era stato così difficile, che era come se in tutto quel trambusto avesse dimenticato una delle cose più semplici. Respirare.
"Saturn è riuscita a ricordare, al di là del tempo...aveva capito che l'unica cosa che poteva uccidere la morte era uno strumento della morte stessa. La falce."
Guardò Hotaru innocente dormire con la bocca semi aperta.
Il suo respiro era pesante e regolare.
"E' davvero potente!"
Sospirò.
Socchiuse le palpebre e appoggiò la testa alla corteccia.
Il suo cuore pulsò violentemente.
Spalancò gli occhi portandosi la mano al petto e stringendo il tessuto dell'abito.
Un 'altro spasmo di dolore attraversò il suo torace.
Le sue pupille si dilatarono.
I suoi occhi rossi erano sgranati e stavano osservando altrove. Alle porte del futuro.
In un momento fu di nuovo li, al presente.
Haruka e Michiru erano accanto a lei a tenerle le mani.
"Tutto bene?!" chiesero all'unisono.
"Si, ho solo..." il fiato era spezzato.
"Avuto una visione".
Il suo tono di voce non rassicurò le presenti.
Le iridi rosse erano puntate su Hotaru e non si decidevano a guardare in un'altra direzione.
"Cos'hai visto?" Domandò Haruka notando lo sguardo di Setsuna.
"Centra lei vero?" Chiese Michiru riferendosi alla ragazzina.
La donna annuì con il capo.
 
"Abbiamo ucciso la morte. Distrutto un Dio. Sconvolto un regno. Il regno dell'oltretomba."
"E' un bene?!" La voce di Haruka aveva un tono indeciso.
"Non direi..."
La bionda sbuffò mugugnando un "Ecco lo sapevo!"
Michiru la invitò a continuare.
"La morte è necessaria...Nessuno vive per sempre e le anime devono essere controllate, non si può abbandonare un regno come quello a se stesso. E' una porta molto potente! Avete idea di cosa può succedere se si apre un varco con un'altra dimensione? O se qualcuno ci piombasse vivo la?!"
"Suppongo nulla di buono..." intervenne Haruka.
"Supponi bene...Serve una guida. Un re. Qualcuno, che in modo giusto, possa regnare l'aldilà!"
"Troviamo questa persona no?!" Disse non curante la bionda interrompendola.
"La persona più vicina alla morte in questo mondo...è Hotaru!"
Quelle parole furono un colpo di pistola al petto di Michiru.
La ragazza sobbalzò.
Sentì un vuoto allo stomaco.
"Che sia "viva" o morta la morte...me la porterà via!"
Haruka era come pietrificata.
"No..." scosse la testa in segno negativo "No! No! No!" ripetè tutto dun fiato realizzando quello che l'amica le stava dicendo.
Setsuna abbassò lo sguardo. 
Riusciva a guardarsi solo le scarpe. Ormai non sapeva più cosa fare. Qualunque cosa facessero, che vincessero o perdessero, non erano mai vincitrici del tutto. 
Avevano sempre qualcosa da perdere.
Avevano sempre qualcuno da perdere.
"E' possibile sconfiggere la morte?" Di nuovo quella domanda prese a tormentare Michiru.
"Lei è l'unica che ha potuto ucciderla...è la distruzione...Deve scendere nell'oltretomba e prendere le redini di un regno che non le appartiene ma può solo essere suo. E' la perfetta discendente della..."
Haruka la zittì con un gesto.
"Non voglio sentire altro!"
"Ma..."
"Mia figlia non andrà da nessuna parte!" Ribbattè senza ammettere repliche.
"E' ancora una bambina...non la si può mandare la!" intervenne Michiru spaventata.
Aveva paura per sua figlia. 
Non voleva fosse relegata in un posto del genere, non l'avrebbe augurato a nessuno.
"Fa tornare in vita quel buffone!" Disse Haruka.
Setsuna la fissò "Sarà tutto da capo, non avremo risolto nulla!"
"Io non la perdo, Setsuna!"
"Puoi farlo?" domandò Michiru.
"Si...ormai l'ho già fatto, che vuoi che sia una volta in più una in meno...siete sicure? Può cambiare ogni cosa..."
 
"Fallo. Riporta indietro il tempo!" 
La voce di Haruka fu l'ultimo suono che udirono tutte quante prima che il tempo si ripiegasse su se stesso.
 
 
Note dell'autrice:
 
Questo era un'altro dei finali. Ovvero...Sailor Saturn uccide la morte ma deve prendere il suo posto nell'aldilà. Setsuna si sarebbe offerta al posto suo ma comunque sarebbe toccato ad Hotaru prendere le redini dell'oltretomba. Non ho scelto nemmeno questo finale perchè beh...avrebbe lasciato molto l'amaro in bocca secondo me...e in teoria non potevo reggere a scirvere un capitolo seguente dove Michiru ed Haruka dicevano addio alla loro bambina. E' già abbastanza pesante il tutto così non esageriamo.
Dunque..ho una domanda per voi...
cosa preferite? Che faccia un'altro capitolo e finisca questa la storia, spostando dunque "il terzo finale" in quella nuova, dato che centra con la prossima vicenda, o che continui finendo "del tutto" (quindi questa diventa di più di 20 capitoli) ??
Comunuque sia la quarta storia è una conseguenza di quello che ho scelto, perciò saranno intrecciate comunque. Aiutatemi a decidere dai ^___^

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Capitolo 19
*** Out of time ***




Fuori dal tempo, dove tutto era fermo a dopo la vita, la morte si rigirava sulla sua sedia da ufficio giocherellando con un accendino.
"Signore, rischia di far prendere fuoco a tutto se continua così!"
"Zitta Miyuki!"
La segretaria ubbidì.
Un grosso taglio all'altezza dell'addome le si doveva rimarginare.
"Ci vorrà un pò." 
Pensò tra sé e sé. 
Il buono di essere morti era quello di non sentire dolore solitamente, ma in quel caso lo sentiva. 
Lo sentiva eccome.
Era come bruciare.
"Dobbiamo pensare a qualcos'altro..." sussurrò la morte.
La sua voce non era come al solito. Era bassa e sottile.
Sembrava aver perso un pò del suo carisma e della sua pazzia.
La situazione richiedeva concentrazione.
Per qualche minuti il signore dell' aldilà aveva cessato di esistere.
Non era finito in nessun regno dei morti, in nessun limbo.
Era semplicemente svanito, scomparso, dissolto. 
Ogni traccia della sua esistenza era cessata nel momento in cui l'arma aveva affondato il colpo su di lui.
Per lui non c'era nulla dopo la sua "morte".
"Non accadrà mai più...Nessuno! E dico, nessuno mi farà scomparire un'altra volta! Io sono un animale da palcoscenico! I riflettori, saranno per sempre puntati su di me!"
Miyuki sospirò, il suo capo era tornato in sé.
"La sua follia non si è certo spenta!"
 
 
***
 
Il sole splendeva sulla terra.
Un vento freddo e leggero soffiava scompigliando i capelli di Setsuna.
"Ancora una volta indietro. Ce la faranno?"
I suoi pensieri erano rivolti alle sue amiche, lei ormai non poteva fare più nulla per loro.
Lo sapeva bene. 
Lo sentiva.
La sua punizione era in arrivo, al tempo lei non poteva sfuggire, non ora che aveva sabotato le sue leggi.
Hotaru apparve silenziosa davanti a lei.
"Che hai zia? Sei pensierosa! E chi si sveglia così presto vuol dire che è proprio preoccupato..." Sentenziò la ragazzina.
Setsuna l'abbracciò.
"Tu ricordi tutto vero?"
"Non io, ma Saturn si!" rispose lei.
"Beh è una fortuna questa, dovrai guidare Michiru e Haruka! Loro non ricordano. Tu sai come sono andate le cose, dovrete trovare una soluzione..."
"Dobbiamo." Precisò la mora interrompendo la donna.
"No piccola io devo andare..."
"Andare dove?"
"Non lo so...ma non posso rimanere qui. Il tempo mi chiama, l'ho violato ed ora devo espiare le mie colpe. Prenditi cura di loro"
Setsuna riuscì a malapena a sorridere, si stava dissolvendo sotto gli occhi della giovane Hotaru che non poteva far nulla.
La guardiana del tempo le apparve come un miraggio, dopo di che scoparve nei colori di quella giornata come se fosse stata solo un ricordo.
La ragazzina sospirò. 
Venne imprigionata nella gabbia della malinconia.
Guardò l'orizzonte, poi al di là del cancello.
"Quando tornerà a prendermi?"
 
 
***
 
Haruka emise un flebile mugolio.
La luce che filtrava dalle persiane disturbò il suo sonno.
Sentì l'odore di Michiru tra le lenzuola e si avvicinò di più a lei.
"Ecco il suo calore"
Si appoggiò alla sua schiena calda e le cinse i fianchi.
Era tutto così calmo.
Così bello.
Il pensiero della morte e della sua missione era stato scacciato violentemente dalla sua mente.
Michiru si mosse e si girò verso di lei.
La baciò dolcemente sulla fronte per poi passare alle sue labbra.
"Zucchero filato" 
Haruka aveva un sapore così dolce, che nessuno si sarebbe aspettato, se si fosse fermato solo al suo carattere.
"Buongiorno amore..." disse piano con la voce impastata dal sonno.
"Buongiorno..." rispose l'altra accennando un sorriso ad occhi chiusi.
"Oggi c'è la gara..."
"Sfreccierò con la mia macchina, veloce come il vento!"
"Come te stessa allora!"
Haruka ridacchiò.
"Devi fare attenzione, non farmi preoccupare!"
La bionda aprì gli occhi e guardò la sua donna.
Era tremendamente bella.
Non che le altre volte non lo fosse ma la quiete di quella mattina glielo ricordò ancora una volta facendole agitare il cuore.
"Oh Michiru..."
La voce venne spezzata dal desiderio di farla sua ancora una volta.
Quella notte era sembrata eterna.
L'accarezzò delicatamente provocandole un brivido.
"Perchè mi sento come se avessi rischiato di perderla ancora?"
Premette le sue labbra su quella morbide e rosa del suo mare.
Le mani di Michiru, la presero annullando ogni tipo di distanza.
Mare e vento stavano danzando ancora una volta insieme, consumando il loro amore, ignare del tempo che stava giocando con loro.
 
Note dell'autrice:
 
Carissimi eccomi qui! Lo so il capitolo è breve breve, però non mi sento di aggiungere altro qui. Mi ha dato l'idea di calma e pace dopo una lunga tempesta. Spero vi abbia fatto un pò lo stesso effetto. Non posso farvi stare sempre in ansia e agitati ;P
Magari vi sarete chiesti il perchè della ferita della nostra segretaria, vi dirò solo che è una delle cose che si scoprirà nel quarto racconto insieme alla sua storia. Lei avrà un ruolo importante, quindi non crucciatevi troppo su questo particolare ;) Ancora una volta vi ringrazio per le splendide recensioni, non pensavo sarebbe piaciuta così tanto questa storia! Mi sbagliavo di grosso! Grazie anche a chi è sulla mia pagina di fb, mi fa piacere trovarvi li pronti a seguire tutti gli aggiornamenti! Un bacio dalla vostra Kat
 
 
 

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Capitolo 20
*** Nuova amicizia ***



Il sole di quella mattina era così splendente e luminoso che sembrava prendersi gioco delle stagioni, ricordando l'estate nonostante fosse una giornata di fine Ottobre.
Michiru, Haruka e Hotaru erano al circuito di Tokyo, in attesa che la gara automobilistica avesse inizio.
Si poteva respirare l'adrenalina nell'aria.
La tensione nei box era alle stelle.
Haruka era nell'abitacolo della sua vettura e passava le mani, ricoperte da un paio di guanti bianchi sul volante, come per controllare che aderissero bene a quella superficie a lei familiare.
Un meccanico con un capellino blu, dalla visiera troppo calata sugli occhi, controllava la pressione delle gomme, mentre un'altro ragazzo si occupava del carburante.
Tutto era in fermento.
Michiru si chinò vero la pilota "Sei pronta?"
"Non vedo l'ora! Batterò tutti!" 
Haruka si sentiva carica, pronta a doppiare tutti i suoi avversari.
Hotaru era la prima volta che assistiva ad una corsa. 
Stava in un angolo con Haru tra le braccia che le leccava delicatamente le mani.
"Non ti farai male vero?" Chiese improvvisamente alla bionda.
"Ma no! Stai tranquilla!" sorrise Haruka.
"E se finisci fuori strada?" 
"Non succederà! Le corse sono la mia specialità!"
"Non andare troppo forte, non importa se perdi, l'importante è partecipare no?!"
"Sei tutta tua madre! Vi preoccupate troppo! Su andate in tribuna!"
"Ah ci cacci via così?!" intervenne Michiru sorridendo mentre si  portava le mani sui fianchi.
"Non prima di aver dato un bacio alle mie ragazze!" 
Con un salto Haruka uscì dalla macchina rossa fuoco e si avvicinò alle due.
Baciò a fior di labbra la sua fidanzata e strinse Hotaru posandole un bacio sulla testa.
"Non essere troppo preoccupata! Ti piacerà! Fai un tifo sfrenato per me! Ti voglio sentire!"
La ragazzina annuì con il capo, mostrando in un sorriso i suoi denti bianchi e curati.
Haru abbaiò, liberandosi dalla sua stretta e scappò zampettando veloce.
Sembrava che qualcosa avesse attirato la sua attenzione improvvisamente.
"Oh no! E' scappato! Haru! Haru torna qui!" gridò Hotaru cercando di richiamarlo.
Il cucciolo si era allontanato veloce, ormai era lontano e stava sparendo dalla sua visuale.
"Mamma ci vediamo in tribuna! Vado a recuperarlo! Buona fortuna papà!" disse sbrigativa correndo dietro alla bestiola.
 
Un fiume di gente pronta a fare il tifo per il proprio idolo stava prendendo i posti assegnati.
Qualcuno si spintonava.
Altri facevano la fila per prendersi qualcosa da bere o qualche snack prima dell'inizio della gara.
Hotaru passò in mezzo alla folla, facendosi spazio a fatica.
Vedeva a malapena la coda di Haru agitarsi veloce, sotto le gambe delle persone.
"Ma che gli è preso?!"
In quel momento stava odiando quel cane.
"Proprio qui e ora doveva scappare?"
Sbuffò innervosendosi.
Troppe voci.
Troppo caos.
Troppe persone.
Lei voleva solo arrivare al suo cane e andarsi a sedere accanto a sua madre, senza pensare a nulla.
Nella sua testa i pensieri su Setsuna facevano troppo rumore.
Dove sarà ora? Starà bene? Starà scontando già la sua punizione? Di cosa si tratta? Tornerà? Quando potrò rivederla?
Tutte quelle domande la facevano impazzire. Quella situazione la faceva impazzire.
"Perchè non sono una ragazza normale?"
Che fosse quello il vero problema?!
Non lo sapeva, non sapeva nulla. 
Ma quel nervosismo la stava divorando.
Tornò alla ricerca di Haru, cercando di non perdersi nuovamente tra i meandri della sua mente.
Le arrivò una gomitata.
Poi una spinta.
Qualcuno le pestò un piede.
"Accidenti!"
Si abbassò per afferare Haru, ma non riuscì a prenderlo.
"Veloce il piccoletto!"
 
L'autoparlante annunciò che mancavano cinque minuti alla partenza.
I megaschermi si accesero mandando in onda le inquadrature dei box.
Il suo sguardo passò da un immagine all'altra. 
La folla si diradò un poco.
Quel movimento sembrò cessare per un attimo.
Haru ricomparve sotto il suo sguardo, la guardò con gli occhietti vispi per poi correre veloce via, come a farle un dispetto, fino a che non incontrò due anfibi neri che bloccarono la sua fuga.
Un ragazzo dai capelli rossi, sparati in una cresta lo prese in braccio.
"Ehi piccolo fuggitivo dove scappi?!"
"Oh grazie! Non ce la facevo più a stargli dietro!" Esclamò Hotaru riconoscente.
"E' tuo?" Domandò curioso e accarezzandogli le piccole orecchiette pelose.
La ragazza annuì.
I suoi occhi viola osservarono quel tipo.
La pelle era candida quanto la sua, delle lunghe catene penzolavano dai suoi pantaloni neri, facendo ad ogni movimento un sorta di "tintinnio".
Le braccia forti erano coperte da un giacchetto di pelle.
"Come si chiama?"
La domanda del ragazzo la riportò alla realtà.
"Uhm..Haru!"
"Carino! E tu?"
"Hotaru!" 
"Fanno rima!"
"Già..." Hotaru era imbarazzata. 
In fin dei conti non aveva mai parlato con nessuno al di fuori della sua famiglia.
Non sapeva bene come comportarsi, tanto meno con un ragazzo.
Era pure sempre un'adolescente impacciata.
"Jack!"
"Mh?"
"E' il mio nome!"
"Oh!" Hotaru arrossì "Piacere!"
Sorrise, cercando di rimediare.
"Ora, ehm...devo andare!" disse guardandosi i piedi.
"Appassionata di corse?" domandò lui.
"Non proprio! Mio padre...ehm, cioè, mia madre...si insomma..."
"Daai! Non dirmelo!"
"Che..Che cosa?!"
"Panico, panico, panico!"
 
"Signori e signore ecco il momento che stavate aspettando! La partenza! Tre, due...uno...Via! Ecco i nostri piloti che sono partiti!"
 
Haruka sentì l'autoparlante gracchiare, mise il piede in posizione e spinse l'accelleratore.
 
Michiru si alzò in piedi come se avesse appena preso la scossa per vedere meglio la partenza.
"Vai!" Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo.
 
Hotaru prese Haru, "Scusa, devo andare!" disse lasciandosi di spalle Jack.
 
Un nuovo giorno era iniziato, una nuova competizione, un'amicizia o forse qualcosa di più.
Il tempo scorreva ancora una volta, incatenando a se gli eventi, le persone e i destini. Dirigendo le ragazze verso una nuova strada, a loro sconosciuta.
 
Ma forse l'unica da percorrere.
 
 
Note dell'autrice:
 
Ventesimo capitolo! O___O Chi l'avrebbe mai detto?! Non avrei mai pensato di scrivere venti capitoli quando mi venne l'idea della terza storia e invece...
Beh che ne pensate? Aspetto le vostre impressioni :D 
A una seconda lettura ho apprezzato un pò di più questo capitolo, come al solito inizialmente non ero convinta, forse per l'ora tarda o chissà!
 
Dovete avere un pochino di pazienza prima di arrivare all'ultimo finale, c'è un pò da sviluppare la vicenda che ci porterà al dunque! Su, su! Prima o poi finisce anche questa ;P Non temeteee!
Intanto un bacio grandissimo ai miei super lettori adorati e buon weekend!
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 21
*** L'invito ***




Haruka tagliò per prima il traguardo.
La macchina sgommò rumorosamente tracciando un grosso segno nero sull'asfalto.
La ragazza scese, lasciando la vettura nelle mani dei suoi meccanici.
Udì le grida portate dal vento.
Socchiuse gli occhi. Poteva sentire il suo mare esultare per lei, ebbe l'impressione di coglierne persino la risata limpida e cristallina.
Sorrise, con lo sguardo in cerca di Michiru e Hotaru, mentre con un gesto della mano salutò la folla che l'acclamava, prima di salire sul podio.
 
Hotaru era riuscita ad assistere alla sua prima corsa.
Se la sarebbe senz'altro goduta di più se non avesse fatto quell'incotro poco prima.
"Jack"
Una serie di domande su di lui avevano spintonato via i pensieri su Setsuna ma non lasciandole ugualmente tregua.
Il pensiero di quel ragazzo l'aveva completamente staccata dalla realtà per tutto il tempo della gara, tanto che sua madre ogni tanto l'aveva scossa dalle spalle, preoccupata, vedendola così silenziosa.
 
Michiru si avvicinò, non appena i fotografi e i cronisti si dispersero, lasciando che Haruka si potesse allontanare.
"Complimenti! Un'altra vittoria portata a casa!" Esclamò scompigliando i capelli alla bionda.
"Avevi dubbi?!"
"Nemmeno uno!" Sorrise.
Entrambe rivolsero uno sguardo ad Hotaru.
"Che ha quella bambina? Come fa a non essere in fibrillazione per la gara?" domandò sottovoce Haruka, con gli occhi che non potevano credere a quella calma piatta che vedeva in sua figlia.
"Non lo so..." sussurò Michiru per poi continuare con voce sempre più bassa "E' stata così tutta la gara...forse era preoccupata per te, non lo so è così pensierosa!"
Haruka si rivolse alla figlia "Ehi! Allora ti è piaciuto?!"
Hotaru annuì con il capo.
"Daai! un pò di entusiasmo! Mi fai paura così seria!"
"E' solo che..."
Michiru incuriosità si avvicinò di più.
Indagò la strana espressione negli occhi della ragazzina.
"E' solo che..??" La invitò a continuare Haruka.
"Ho conosciuto un ragazzo prima, mi ha aiutato a recuperare Haru!"
I suoi occhi sembrarono brillare a quelle parole.
"Oooh! è carino?" domandò Michiru tutta eccitata.
"Chiacchere da donne si! Finalmente!"
"Ma..ma.." Haruka sembrava essere in imperventilazione. Si faceva aria con la mano destra in modo convulso e un'espressione stranita mista ad imbarazzo le aveva completamente invaso i tratti del viso.
"Perchè balbetti tesoro?"
"Mi..Michiruuu!!"
Haru abbaiò. Se avesse potuto ridere l'avrebbe certamente fatto vedendo il viso della bionda passare da ogni tipo di sfumatura del colore rosso.
"Sta..sta..parlando di ragazzi!"
"Papà ho sbagliato qualcosa?" Hotaru sembrò preoccupata.
"Oddio le prende un infarto?!"
"E' la mia bambinaaaaa!" 
Michiru guardò la sua compagna mettersi le mani nei capelli e gridare quelle parole.
"Ne parliamo a casa io e te ok?" disse piano a sua figlia.
"Ma si metterà a piangere?" domandò con voce sottile Hotaru.
I capelli blu ondulati, accompagnarono il gesto delle "spallucce" di sua madre.
"Haruka è sempre imprevedibile".
 
Dopo che la crisi mistica da "padre" iper protettivo verso la figlia si fu placata, le tre uscirono dai box.
Michiru diede la mano ad Haruka.
Le mancava passeggiare con le dita intrecciate saldamente alle sue.
Respirò l'aria fresca che portava con se un'odore speziato.
"Ehi Hotaru!"
La voce appartenente ad un ragazzo le fece voltare tutte e tre.
Haru si mise sull'attenti.
"Ciao Jack!"
"Prima sei scappata così in fretta che..."
Haruka spalancò gli occhi e stritolò la mano di Michiru che sibilò un "Oh, dev'essere lui!"
"Un sovversivo! Mia figlia esce con un anarchico, un teppistello...un...!"
"Ssssht!" provò a zittirla l'altra.
Jack aveva invitato Hotaru ad uscire e loro si erano perse la conversazione.
"Mamma posso?" chiese la ragazzina con lo sguardo di una bambina che scoppia di felicità.
"FARE COSA?!"
La voce di Haruka uscì alta e stridula.
"Andare al party di Halloween che organizza Jack, domani sera!"
Michiru deglutii.
Aveva immaginato un soggetto diverso per sua figlia.
Una ragazzetto con gli occhiali, un futuro dottore, educato di buona famiglia. O magari un ragazzo qualche anno più grande, dai modi gentili e raffinati, un artista.
Diede uno stop alle sue fantasie.
Se avesse lasciato una decisione ad Haruka sarebbe scoppiata una guerra mondiale.
Intervenì rimanendo più calma possibile. 
"Certo tesoro...però non far preoccupare questa donna..." disse indicando Haruka, per poi continuare il suo discorso pacata e sorridente "Non farai tardi, quindi intesi?!"
"Va bene!"
"Allora passo a prenderti domani io" sorrise il ragazzo rivolgendosi ad Hotaru che era raggiante.
"D'accordo! Ecco, questo è il nostro indirizzo!" 
Frugò nella piccola borsa a tracolla colorata che aveva con sé ed estrasse un blocchetto sul quale scrisse, porgendo il foglio al suo nuovo amico.
"Perfetto! A domani!" La salutò lui con un cenno della mano.
 
La luce nel cielo cambiò leggermente.
Il sole si nascose dietro ad alcune nuvole grigiastre.
Gli spettatori abbandonarono le loro postazioni e le tribune iniziarono a svuotarsi.
Hotaru uscì da quel posto con il cuore in subbuglio ed un enorme sorriso.
Pian piano, non rimase più nessuno all'interno del circuito, solo una donna, che era ancora seduta ad osservare con sguardo vacuo la pista.
Un'uomo delle pulizie si avvicinò con il suo carrello colmo di oggetti per l'igene del posto.
"Signora, i cancelli sono già chiusi! Dovrebbe essere uscita, il pubblico non può trattenersi qui!"
La donna si voltò, i suoi occhi erano umidi e rossi, doveva aver pianto.
"Non sono una Signora! Se mai, signorina!" ringhiò aggrottando le sopracciglia.
L'uomo sospirò alzando gli occhi al cielo.
Probabilmente non era dell'umore adatto per perdere del tempo, lui voleva pulire e andarsene a casa al più presto.
Non poteva sapere, che non avrebbe fatto ritorno.
"Io...sono...Miyuki!" sibilò lei scaraventandolo con la sua forza cinetica giù per le gradinate.
L'uomo sbattè ripetutamente la testa gridando per il dolore.
Miyuki guardò lo spettacolo immobile, senza dar cenno di pentimento o altro.
Dentro di lei stava bruciando qualcosa d'inspiegabile e come modo di sfogarsi aveva scelto quello.
"Succede di essere nel momento sbagliato, nel posto sbagliato!"
 
Scese i gradini uno ad uno, per poi arrivare al corpo dell'uomo che rantolava.
Si chinò guardandolo negli occhi "Il mio padrone sarà felice, serve qualcuno che faccia le pulizie nei nostri uffici!" 
 
Note dell'autrice:
 
Ed ecco qui il nostro ventun'esimo capitolo! Devo dire che non mi entusiasmava più di tanto ma...ho cambiato idea sul finale! Muhahahah!!! 
Miyuki sembra aver tirato fuori gli artigli su un poveraccio passato di li per caso eh?! Ve l'aspettavate?? 
La cara segretaria, di cui vi preoccupate tanto sembra nascondere qualcosa, tra cui una certa dose di malvagità a quanto pare.
A tempo debito le spiegazioni. Ormai sapete che alcuni misteri o comportamenti verranno svelati nel quarto, cercherò di non farvi attendere molto. Spero mi esca abbastanza di getto così non diventerete pazzi ad aspettare con i vostri dubbi!!
 
Colgo l'occasione per fare gli auguri alla cara LaIndiA, dato che è il suo compleanno ed una fedele lettrice delle mie ff! Buon compleanno! :)

p.s. Spero di aggiornare presto, queste due settimane lavorerò, quindi non so bene quando riuscirò a scrivere!
A presto bella gente!
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** Una serata con Jack ***




Haruka era dietro la porta della stanza di Hotaru, in ginocchio, che cercava in tutti i modi di sbirciare all'interno della serratura.
"Che stai facendo?" Domandò accigliata Michiru.
"Non lo vedi?"
"Vedo solo che sembri una guardona!"
La bionda si girò verso l'altra, si grattò la testa come se fosse un gesto di stizza, sollevandosi i capelli biondissimi dalla nuca.
"Voglio capire che costume indosserà!"
Lo sguardo di Michiru divenne interrogativo.
"Questa donna sta impazzendo!"
"Magari è troppo corto! Non voglio venga molestata da quel punk!"
"Tu mi preoccupi..."
"E' mia figlia! Nostra figlia! Un'adolescente! Oddio..." Haruka sembrò sbiancare improvvisamente e prese a balbettare "uhm...le hai spiegato certe cose, vero Michi?"
Le sue guance avvamparono di colpo, assumendo una gradazione rosso/violacea.
Tutta di colpo si era imbarazzata.
"Tesoro, spiegati meglio! Non sono una veggente!"
"Eddai...insomma...quei discorsi che fanno i genitori ai propri figli quando sono ragazzi...sulle uhm..ehm..." La ragazza iniziò a tossire, per un momento Michiru pensò che fosse sul punto di soffocare, quando tra un colpo di tosse e un altro riuscì a captare le parole "precauzioni" e "sesso sicuro".
Michiru si lasciò andare a una risata fragorosa.
Vedere Haruka in quello stato era uno spettacolo non da poco.
"Scusa ma...perchè poi dovrei essere io a farle certi discorsi?!"
"Beh..uhm.."
"Non arrampicarti sugli specchi su!"
"Michi!!! Ma tu non sei preoccupata?"
Michiru sorrise lievemente. Il suo sguardo era calmo e lei in pace con il mondo. In pace perchè se anche quel ragazzo non la convinceva del tutto, era sicura di Hotaru.
"Mi fido di lei..."
Con quelle parole si lasciò alle spalle un' Haruka interdetta e immobile nella posizione in cui l'aveva trovata.
La porta della stanza di Hotaru si spalancò violentemente facendo sobbalzare e urlare dallo spavento la bionda.
La ragazzina sgranò gli occhi "Oddio papà urli così forte perchè sto male? Mamma, mamma! Sto proprio male vestita così?"
Gli occhi le si velarono e un'espressione delusa si posò sui suoi lineamenti.
Michiru si voltò a guardarla.
Sua figlia era uno splendore in quell'abito azzurro da Alice nel paese delle meraviglie che indossava.
"Ti sta benissimo tesoro sei un incanto!"
"Davvero??" domandò poi facendo una giravolta.
"Si, se fossi più grande e non fossi mia figlia sceglierei te anzi che tua madre!" intervenne Haruka.
"Haruka Ten'ō, ripeti quello che hai detto!!!" 
"Scherzavo amore!" disse rimediando e aggiungendo rivolta ad Hotaru "ma...ma stai benissimo tesoro davvero!" 
"Manca solo questo!" disse poi Michiru avvicinandosi alla morettina.
Le mise le mani tra i capelli e li raccolse con un fiocco celeste "Ora sei proprio perfetta!"
 
 
Il rombo di una moto echeggiò davanti alla loro casa, accompagnato dall'abbaiare insistente di Haru.
Un' Harley Davidson lucente aveva frenato bruscamente davanti al cancello, cavalcata da un Cappellaio Matto versione rock.
Haruka deglutii. Guardò il ragazzetto scendere con l'aria da macho, nonostante l'abbigliamento bizzarro.
"A quanto pare nella mia vita di posto per i folli se ne trova sempre! Che sia un parente della morte??!"
Hotaru interruppe il pensiero della bionda con i suoi passi leggeri e il suo gridolino di gioia.
"Ciao Jack! Wow, ma hai la moto!"
"Gne, gne Jack, hai la moto! Ma scusa pure io l'ho!! E mai una parola per la mia bellissima creatura a due ruote! Figlia degenere!"
Le sopracciglia di Haruka si corrugarono in una smorfia.
Michiru le si avvicinò pronta a subire una sfilza di nuove lamentele.
"No, ma dico l'hai vista? Il peggio del peggio! Non solo il poco di buono, ma il poco di buono bizzarro, con la moto e quindi più grande! Te lo dico io! Quel coso non toccherà la mia bambina! Lo spazzerò via con una bomba di urano se solo prova a infilarsi sotto la sua gonna è chiaro?!"
"Prendi fiato!" Michiru era allucinata e divertita allo stesso tempo.
Vedere Haruka in quello stato era si, una sopportazione, ma allo stesso tempo le garantiva uno spasso assurdo.
"Scusa, giovanotto!" Intervenne poi lasciando indietro Haruka borbottante "Promettimi solo che sarete responsabili e che andrai piano con quell'aggeggio motorizzato!"
"E' carina anche quando fa la madre apprensiva e chiama i ragazzi con quel ridicolo giovinotto..." I pensieri su Michiru riuscivano ancora ad anestetizzare la sua testa e la sua gelosia.
 
"Allora sei pronta?" domandò Jack ad Hotaru aiutandola a salire.
La ragazza annuì con un cenno lieve del capo infilandosi il casco in testa.
Un brivido di eccitazione la scosse; e non solo perchè non era mai salita su una moto. 
Quella situazione le faceva galoppare il cuore. 
Avrebbe corso in moto con uno sconosciuto.
Ringraziò la visiera e il casco che non potevano far certo intravedere il rossore che aveva colorato il suo viso per l'emozione.
"Stringiti a me!" disse con voce calda il ragazzo.
"Stringiti a me!"gli fece il verso Haruka in lontananza, prima di urlare un "VACCI PIANO PUNK! E' MIA FIGLIA QUELLA!"
I pneumatici macinavano l'asfalto sotto di loro.
Il sole era calato, il cielo aveva assunto le sfumature dal rosso, al viola per poi lasciare spazio a un blu notte impreziosito da piccole stelle che sembravano dei gioielli luccicanti.
Solo la luce pallida della luna, illuminava i due ragazzi.
Hotaru stringeva la vita di Jack e aveva appoggiato la testa alla sua schiena. 
Qualche volta aveva socchiuso gli occhi per sentire meglio la brezza fresca che si scagliava contro di loro e il canto potente del motore.
"Che papà ami tanto la velocità per questo motivo? Per questo senso di libertà e di sogno che ti dà?"
Hotaru non avrebbe mai immaginato che un rumore del genere potesse suonare tanto bello.
O forse era la compagnia e lo strano fascino di Jack a farlo sembrare più bello?
Non sapeva cosa rispondere a quelle domande che continuavano a scivolarle in punta di piedi in testa.
"Siamo quasi arrivati!" disse il ragazzo.
Hotaru si guardò attorno.
Non riconosceva il posto, erano usciti dalla città. 
Avevano percorso chilometri lontani dai palazzi, lungo prati che costeggiavano un fiume che poi si era nascosto da qualche parte.
"Abiti così lontano? potevo farmi accompagnare!"
"Abito ancora più lontano, non immagini quanto...non ti sto portando a casa mia..."
"La festa è da qualche tuo amico?"
"Naaa!"
"E dove allora?" La ragazza era confusa, si drizzò alzando la testa e allentando la presa alla vita di Jack.
Non ebbe risposta fino a che la moto non si fermò.
"Non c'è nessuna festa!" sorrise lui.
Hotaru era rimasta in silenzio, stringendosi nel suo abito da Alice, che più che nel paese della meraviglie, era meravigliata.
Si perse in quello sguardo.
"Ghiaccio che brucia"
Ecco cosa le sembravano gli occhi di Jack.
Hotaru si perse in quel colore che sotto la luna emetteva uno strano scintillio e numerose sfumature che l'affascinavano e la rapivano.
Non riusciva a rispondere.
Qualcosa stava sgomitando e bruciando dentro di lei.
 
"Se mamma e papà scoprissero che sono qui nel nulla lo ucciderebbero, eppure, sono contenta di essere stata presa in giro."
 
Note dell'autrice:
 
Giuro che non era nei piani. Questo pezzo della "non festa" non era stato pensato così. Ma l'istinto ha preso il sopravvento sul ragionamento che io mi ero fatta! Come accade spesso.
E' inutile, se io penso a qualcosa ma la mia testa vede delle immagini precise, seguo le immagini! 
Non pensavo nemmeno mi sarebbe piaciuta così tanto la "coppia" Hotaru/Jack.
Mi sorprendo da sola! XD Son proprio fusa, chissà se piace anche a voi. IHIHIH! Quello che so è che...vado a scrivere il prossimo capitolo prima che l'ispirazione voli via!! BACI! Spero vi siate divertiti ancora un pò con papà Haruka e che vi stia piacendo il tutto!
 
 
 
 
 

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Capitolo 23
*** Alice in wonderland ***



"Non esiste nessuna festa..." Hotaru sibilò la frase come se fosse più un pensiero scappato dalle sue labbra che per parlare.
"Già...penso che i tuoi, non ti avrebbero mai fatta uscire con me da solo! Halloween era una scusa! E per rendere tutto più realistico ecco che siamo anche mascherati!"
"Ingegnoso!"
"Zitta Saturn!"
"Non puoi zittire una guerriera!"
"Oh si che posso! Dopotutto sei dentro di me! E te la dormi,tranne quando ti pare!"
Una strana litigata interiore si scatenò dentro ad Hotaru. Era come se improvvisamente nella sua testa potesse sentire la voce di Sailor Saturn, che in quel momento, riteneva un ospite indesiderato.
"Che poi una festa non l'avrei mai potuta organizzare..."
Jack stava continuando a parlare senza essersi accorto che Hotaru era impegnata con i propri pensieri.
"Non ho nemmeno un'amico!"
"Sei straniero vero?"
"Cosa?" 
La domanda della ragazza lo aveva preso alla sprovvista.
"Intendo...non sei giapponese, hai un nome straniero, oserei dire...americano!"
"Oh, si...non sono di queste parti..."
"Vago il ragazzo!"
"Forse non è molto loquace!"
"No, no ha la parlantina se vuole! Fa il misterioso!"
"Beh a me piace, ma insomma, Saturn la pianti?"
"Qualcosa non va?" domandò Jack passandosi una mano tra i capelli rosso acceso e sistemandosi la cresta che il casco aveva un pò abbassato.
"No è tutto ok! Mi domandavo dove fossimo!"
"Oh beh...il posto non è ancora propriamente questo!" sorrise, slegandosi il fiocco esagerato che aveva legato al collo e bendò Hotaru.
"Dammi la mano Alice! Ti porterò nel paese delle meraviglie!"
Le dita timide di Hotaru, s'intrecciarono a quelle di Jack, mentre rideva alla sua battuta.
"Scommetto che cado..."
"No, non inciamperai! sono io i tuoi occhi! Ah non te l'ho ancora detto, sono proprio grezzo e maleducato!"
"Cosa non mi hai detto, ancora?"
"Sei bellissima vestita così!"
"Oh..." Il cuore della ragazza sobbalzò violento.
"Se continuo così me lo ritroverò in gola!"
"Uhm...grazie! Anche a te ti dona il tuo pazzo look!"
"Sono pazzo tutti i giorni io!"
 
***
 
"Ora che ci penso...non abbiamo l'indirizzo di quel ragazzo!" esclamò Haruka rischiando di far cadere la tazzina fumante di caffè che teneva in mano.
Caffè, che si era fatta correggere.
La mano le tremava per il nervosismo.
Michiru, tranquilla, sfogliava le pagine di una rivista di moda.
Non alzò nemmeno lo sguardo.
Ormai era più di un'ora che Haruka continuava a blaterare in quel modo.
"Mi stai ascoltando?"
"Si, tesoro!"
"Non dirmi si tesoro, come se fossi una demente!"
Michiru sospirò.
Abbassò il giornale, lo piegò e se lo mise sulle gambe guardandola.
Scosse leggermente la testa in segno negativo.
"Prima o poi sarebbe arrivato questo momento...Hotaru avrà pure diritto di uscire no?!"
"Si ma..."
"Si ma...niente! Non dirmi che ti sei già scordata di quando scappavi di casa dalla finestra per uscire di nascosto con me!"
La bionda ridacchiò imbarazzata.
"Colpita..."
Michiru sfoderò il suo sgurado di soddisfazione, assumeva ogni volta che sapeva aver ragione quell'espressione compiaciuta.
"Spero che quel Jack, la porti a caso presto e illesa!"
"Si, tesoro!" Michiru alzò gli occhi al cielo, ormai sfinita da quella vocetta che le dava il tormento.
"Ehi, ti ho detto di non dirmelo così!"
 
***
 
"Ok, adesso si che siamo arrivati!"
Quella che era stata la benda sugli occhi di Hotaru scivolò nelle mani di Jack.
La ragazza rimase con la bocca semi aperta per la visione.
Erano su una splendida collina pieni di fiori violetti e azzurri chiusi sui loro petali, ma ugualmente bellissimi.
Quel posto era così alto che le sembrava di essere vicinissima al cielo.
Alzò timida una mano, come a volerlo toccare.
Provò anche alzandosi sulle punte, le sembrava di poter acchiappare con un saltello alcune delle stelle che splendevano sulle loro teste ed arrivare alla luna.
"Candida e bellissima"
Il pensiero di Jack non sapeva più se era rivolto ad Hotaru o alla luna piena, che vegliava su di loro.
La mora rise di se stessa. 
Si sentiva una bambina, ma una bambina felice e non le importava di apparire strana o ridicola.
Sentiva di essere proprio lei. Solo e soltato Hotaru.
Abbassò lo sguardo e lo rivolse davanti a lei.
Una distesa blu luccicante scrosciava sotto i suoi occhi, poco più lontano.
Quella era una collina sul mare.
Il mare che la sua mamma amava tanto.
Inspirò l'aria che le solleticò le narici. Quell'odore era quasi pungente.
Salsedine, mare e profumo di fiori.
"Non ho mai visto un posto così bello!"
"Sono felice che ti piaccia!"
Hotaru si sedetta.
"Ora sono davvero Alice nel paese delle meraviglie!"
"Come hai scoperto questo posto?" domandò curiosa, mentre le sue mani acarrezzavano i ciuffi d'erba verde smeraldo e si godeva quell'atmosfera.
"E' un segreto!"
"Ooh! Su Jack! Non fare così il misterioso però!"
La voce le uscì lamentosa. 
Il ragazzo rise.
Hotaru le piaceva proprio così. Naturale e spontanea, senza paura di apparire magari infantile o capricciosa.
"Se ti dicessi tutto, sono convinto che non ti piacerei per niente!"
Le guance di Hotaru presero fuoco ancora una volta. 
"Come...come..."
Jack la guardò mentre balbettava. Era tremendamente divertito, tanto da riderle in faccia.
"Eddai!" sbiascicò lei imbarazzata.
"Come faccio a sapere che un pò ti piaccio?!" L'aiutò lui dicendo quelle parole.
Hotaru annuì, nascondendo il viso nel vestito.
"E' logico! Dalle tue guance!" scherzò.
"Dai, non ti vergognare..." aggiunse poi.
 
Le cicale interruppero la conversazione, aiutate dal canto dei dei grilli,dai rumori della città in lontananza e del mare che s'increspava sottovoce.
"Nemmeno io..." disse mordendosi il labbro Hotaru e prendendo fiato.
"Nemmeno io, ti piacerei più molto se sapessi tutto su di me, quindi è ok..."
Sorrise.
Un sorriso agrodolce, con un fondo di amarezza.
Jack si abbassò, sedendosi vicino a lei.
Le sue mani cercarono discrete quelle di Hotaru che accarezzavano ancora l'erba, che non appena incontrarono quelle del ragazzo però si bloccarono.
"Come sono fredde..."
Le sue piccole dita affusolate si strinsero a quelle di Jack.
Nella sua testa giustificò quel gesto con un "Così gli scaldo le mani". 
Debole alibi.
Non le riusciva bene ingannarsi da sola.
"Credimi..."
Hotaru sobbalzò alla voce di Jack.
Delle lucciole comparvero davanti a loro, volarono tra i capelli di Hotaru, per poi sparire nel buio della notte.
"Mi piaceresti comunque, piccola lucciola!"
Gli occhi lucidi e viola della ragazza s'illuminarono guardando quello sguardo che le faceva provare quella strana sensazione.
Voleva dire qualcosa.
Ma venne fermata prima.
 
 
Venne fermata da un bacio.
Ebbe la sensazione di perdersi e cadere nel vuoto.
 
 
Note dell'autrice:
Bene, bene! E anche il capitolo 23 è stato scritto.
Spero di non essere risultata troppo mielosa. Se lo sono stata però, pazienza! Spero mi perdoniate anche se devo dire mi piace. Ci voleva sta cosa, ossììì! Bisogna concentrarsi su di loro prima del finale. Anche questo capitolo non era previsto, ma non seguo uno schema fisso, mi faccio guidare dalla mia follia e dal mio cuore ;P
Come di rito, buon weekend a tutti!
 
 
 

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Capitolo 24
*** Identità segreta ***




La moto nera lucidata, aveva attraversato con solo la luce del fanale e delle stelle la notte scura.
Hotaru sentì una stretta alla bocca dello stomaco quando scese davanti al cancello di casa.
"Anche lui si sentirà così? Stupida! Stupida!"
Si tolse il casco dal capo, la sua testa era intasata da mille domande.
Guardò gli occhi del suo accompagnatore attraverso la visiera, lui l'aveva baciata.
Aveva appena ricevuto il suo primo bacio.
"Ed è stato bellissimo" pensò di getto.
Si voltò verso la porta di casa, le luci erano ancora accese. Fortunatamente non c'erano i suoi genitori sulla soglia. La situazione, era migliore quindi, di quella che si era immaginata.
"Sparirai nel nulla come sei comparso?"  Domandò poi d'istinto focalizzando di nuovo la sua attenzione su di lui.
"Credo che sarò così presente da stancarti".
Il ragazzo si sfilò il casco e tirò per la vita a sè Hotaru.
"E' stato il più bel Halloween mai festeggiato" le sussurrò con voce calda all'orecchio e sorridendo malizioso.
Le gambe della morettina divennero improvvisamente molli. 
"Anche il mio, il primo e il più bello!"
"Ancora meglio allora".
I loro visi erano a pochi millimetri.
"Ecco, il bacio della buonanotte dal tuo cappellaio matto!" sussurrò premendo le labbra contro le sue.
"HOTARUUUU!"
"Oh porca..." 
Il tono alto di Haruka, rimbombò come un fulmine a ciel sereno. 
Hotaru sobbalzò staccandosi all'istante. Aveva paura di voltarsi e vedere lo sguardo di suo padre.
Riuscì a captare la voce di Michiru e gli strilli di Haruka che stava venendo trascinata dall'altra dentro casa con la forza.
"Ehm...sarà meglio che vada!"
"Meglio si! Ci vediamo! Buona notte!"
Jack le fece un cenno con la mano e mise in moto.
 
"Ecco scappa, maledetto! Ho visto cos'hai cercato di fare!" 
"Fortuna che papà non ha un fucile, o avrebbe sparato!"
Hotaru entrò in casa, facendo scivolare la porta alle sue spalle.
Il ragazzo partì, scomparendo nel buio più profondo.
 
***
 
Michiru era riuscita a placare quella furia inverosibile che si era scatenata dalla sua compagna.
Aveva fatto un cenno alla figlia di raccontarle tutto il giorno dopo, in assenza di Haruka o sarebbe scoppiato un'altro finimondo e lei di strilli e urla per quella sera ne aveva sentiti abbastanza.
"Mi domandavo una cosa..." 
"Ti prego, fa che non sia su tua figlia e Jack, ti amo Haru lo sai, però basta così per oggi..."
"No, no non centra..."
"Allora dimmi..."
"Da quando c'è tutta questa calma nella nostra vita?" chiese guardando la sua amata negli occhi blu oceano.
Michiru ci pensò su in silenzio, mentre con una mano le passava le dita tra i capelli color grano.
"Da quando Setsuna, non è più qui...anche se con te di calma c'è né poca, sei un terremoto!"
"Porta guai allora quella! e io sono addomesticabile lo sai!"
Risero tutte e due, scacciando ogni brutto pensiero che aveva rischiato di solleticare le loro menti.
Non avevano mai abbassato la guardia in vita loro.
Ma in quel momento erano prive di difese e nelle mani del fato.
"Vieni a farti addomesticare sotto le coperte, bionda!" Michiru sorrise maliziosa.
"Se proprio insisti..."
La luce nella camera si spense tra risatine, sospiri e dolci carezze.
"Facciamo quello che Hotaru e Jack, sono troppo piccoli per fare!" disse Haruka baciando la sua amata con il sorriso sulle labbra.
"Sei incorreggibile!"
"Sono ancora piccoli per queste cose vero?" La bionda si bloccò pensierosa.
"Zitta e baciami!" 
"Sissignora!"
Michiru tirò verso di se Haruka.
La baciò prepotentemente come se non potesse più fare a meno di assaporarla.
Quelle morbide, dolci labbra, avevano scatenato un mare in tempesta, in cui l'unico pericolo, era quello di annegare in una notte d'amore profondo quanto l'oceano.
 
***
 
Miyuki smise di battere a macchina non appena udì i portoni del regno della morte cigolare.
Si sporse dalla sua postazione perlustrando con i suoi occhi spenti il paesaggio in lontananza.
Lo sguardo di un morto sapeva vedere molto, molto lontano.
Un ragazzo dai capelli rossi come le fiamme accese dell'inferno, lasciò che le porte in pietra pesante, si richiudessero alle sue spalle.
Il maggiordomo s'inchinò al suo cospetto.
Il ragazzo gli fece cenno di alzarsi. Sembrava annoiato da tanta riverenza.
Qualche passo e i suoi capelli cambiarono colore, passarono dal rosso acceso, ad un ramato per poi diventare neri pece.
La cresta si abbassò lasciando liberi di cadere sulle spalle i capelli ora lisci e lunghi.
Uno schiocco delle dita e Jack aveva assunto in un nano secondo le sembianze della morte.
"Miyuki cara!"
La voce del suo capo le arrivò inaspettatamente all'orecchio facendole soffoccare un urletto di paura.
Era comparso improvvisamente alle sue spalle.
"Ben...bentornato signore!"
"Che combinavi?" domandò tranquillo e pacifico l'uomo.
"Nulla... osservavo il suo arrivo, si sente bene?"
Non ricevette risposta.
La morte si buttò a peso morto sulla sua poltrona nera, in pelle. 
Socchiuse gli occhi e accavallò le gambe incrociandole sulla scrivania, portandosi la mano marmorea sulla fronte.
La segretaria lo osservò. Aveva un aspetto strano.
"Dove diavolo è la sua esuberanza?"
Quella situazione era irreale.
La donna spalancò gli occhi, si sistemò il concio sulla nuca e si schiarì la voce.
Nessun ammonimento.
Decise di tirare un calcio al cestino dell'immondizia.
Il suo capo non disse nulla.
Era rimasto immobile, in silenzio nella stessa posizione.
Miyuki si alzò, si guardò attorno, prese la pianta accanto alla porta a vetri dell'ufficio e la scaraventò a terra rompendo in mille pezzi il vaso.
"Miyuki..." il tono era piatto.
"Si, mio signore!"
"Potresti smetterla di fare tutto questo baccano?"
"Con tutto il rispetto lei ha qualcosa che non va!"
"Raccogli tutto..." 
"E questa calma? Questa freddezza?" 
Rabbia.
Miyuki stava provando quel sentimento e si stava facendo divorare.
"Ho assunto un uomo delle pulizie, ci penserà lui a questo."
Stava disubbedendo. Stava ostentando quasi superiorità.
"mh...mh.." 
Se il sangue le avesse potuto ancora circolare in corpo avrebbe ribollito nelle sue vene.
La donna assunse uno strano colorito. Sembrò meno pallida.
Le labbra si tirarono.
Un' espressione di disappunto velò i suoi occhi.
Uscì sbattendo la porta. Urlò a squarciagola.
La morte ridacchiò piano "sembra una cornacchia quella donna!" 
Pensò ancora un pò a quel suono. 
Per la prima volta gli sembrò quasi fastidioso.
Guardò fuori dalla finestra. Il vetro sembrava inesistente. Forse lo era. Magari non c'era nessun vetro, poteva essere benissimo solo un illusione e lui l'illusionista che galleggiava nell'aria anzi che starsene seduto su una poltrona.
Miyuki aveva le mani nei capelli, li aveva scioltì e la sua compostezza era svanita come se non fosse mai esistita. 
Continuava a gridare contro il nulla.
La morte la vide dirigersi a passi veloci verso la traghettatrice.
La segretaria le sferrò uno schiaffo e la gettò nell'acqua nera del fiume che scorreva in quel luogo silenzioso, come per annegarla.
 
"E' proprio strana, ma in fin dei conti sa sempre come farmi divertire!"
 
***
 
Nella stanzetta dalle pareti lilla, Hotaru giaceva addormentata sul suo letto.
Si era sciolta i capelli e pettinata.
Aveva tolto le scarpe e gli accessori più ingombranti del suo travestimento.
Si era addormentata, però, ancora con l'abito addosso.
Sua madre non avrebbe approvato.
Ma indossarlo era per lei un test. Al suo risveglio trovandosi vestita ancora così, sarebbe stata certa che quella bellissima serata ci fosse stata davvero. Che non fosse stata solamente il frutto della sua fervida immaginazione.
Sorrise nel sonno, angelica, pacifica, senza sapere, che quelle labbra erano state baciate dal suo peggior nemico.
 
 
Note dell'autrice:
 
Miei amatissimi, ecco svelata la natura di Jack.
Qualcuno l'aveva capito, altri avevano intuito che non bisognava forse fidarsi troppo ed ora...sappiamo per certo che Jack e la morte sono la stessa persona! 
In realtà quindi la morte non è mai stata lontana dalle sue vittime. A qualcuno il dubbio era sorto "vedendo" Miyuki all'autodromo :D
Insomma, cosa mi dite di tutto ciò?! ovviamente voglio sapere la vostra e tutto quello che vi passa per la testa.
Non pensavo mi sarei dilungata così tanto per il terzo finale ma ormai, ci sono dentro e bisogna far tutto per bene! 
 
Un piccolo avviso: Domani traslocherò. Questo comporta che per qualche giorno non avrò la connessione internet (spero non più di una settimana o potrei spararmi), perciò se vedete che non aggiorno la storia o la pagina fb è per questo motivo! Non mi farò di nebbia lasciandovi così! Appena il mio pc sarà in grado di collegarsi, risponderò a tutte le recensioni(su su commentate che avete tempo!! sta volta U___U) e posterò un nuovo capitolo :D
 
p.s. Grazie di cuore a chi ancora sta leggendo. Ho visto che i lettori sono calati un sacco mano a mano che ho aggiunto i capitoli. Non biasimo nessuno, in effetti sta diventando lunga la cosa e ci si può annoiare! Chi legge dall'inizio o comunque continua, mi da una grande soddisfazione. State rendendo speciale questa All we are, non importa in quanti siate o rimarrete fino alla fine!
Volevo solo farvi sapere che vi apprezzo tantissimo. 
Al più presto possibile allora! 
Baci 
Kat
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 25
*** Emotions ***


 
 
Oltretomba.
La morte era tornato ancora una volta da una delle sue gite sulla terra e stava fischiettando allegramente.
"E' di buon umore mio signore?" Domandò la segretaria guardando il volto felice e spensierato del suo padrone.
Non sapeva bene quale risposta le sue orecchie avrebbero voluto udire realmente, ma rimase in attesa.
L'uomo compì un'elgante giravolta su se stesso e scoprì i canini bianchi.
"Ooh Miyuki! Non potrai mai crederci!"
"A cosa?"
"Alla sensazione che sto provando!"
La donna assunse uno sguardo pensieroso, mise in moto il suo cervello cercando di indovinare.
"mmh...sensazioni...mmh.."
"Dai Miyuki! Vediamo se ci arrivi!"
Una sfida. Era ufficiale. 
Miyuki fece un giro su se stessa seduta sulla sua sedia da ufficio. 
Sistemò gli occhialini da vista sottili sul naso e prese a parlare.
"Vediamo...lei sta provando...odio"
"no!"
"Rabbia!"
"no!"
"Voglia di sterminare qualcuno?"
"No, no, no!"
"Mi dia un'indizio!"
"Sembra impossibile!"
"mmh..."
"Dai Miyuki! Il tuo cervello è troppo lento?!"
"Gioia? però...gioia macabra s'intende! Come quella che prova quando firma un contratto con qualcuno che poi fregherà spietatamente..."
"Oh..."
Lo sguardo della morte s'incupì.
"Davvero lo faccio?" domandò in tono serio.
"Di continuo, signore!" La donna lo guardò alzando un sopracciglio.
Era decisamente strano. 
Troppo.
"Stupida donna, te lo dico io cosa sto provando..."
Lo sguardo della morte cambiò, gli occhi color ghiaccio sembrarono essere attraversati da una scintilla.
Qualcosa che assomigliò a un lampo di vita.
Miyuki era incrudela. Guardò le labbra della morte incresparsi mentre stavano facendo uscire quelle poche parole.
"Mi sento come se fossi vivo."
Colui che metteva fine all'esistenza e regnava l'aldilà, provava qualcosa. 
Addirittura provava ciò che manifestava il contrario del suo essere.
Poteva la morte sentirsi viva?
"co...come è possibile?"
"E' quella ragazza...E' la mia futura sposa!" L'uomo applaudì saltellando.
Ecco un'altra scintilla nei suoi occhi.
"Possibile stia diventando...umano?" 
"Devo dirglielo!"
Gli occhi della donna sembrarono schizzare fuori dalle orbite.
"Il mio tempo sta scadendo stupida! Non fare quella faccia! lo sai che non posso sempre girare tra il mondo dei vivi e quello dei morti a che servirebbero gli angeli della morte?!"
"Non si spaventerà? crede che la seguirà qui di sua spontanea volontà, quando saprà realmente chi è?! NON ERA QUESTO IL PIANO!"
"NON ALZARE LA VOCE CON ME!" le tempie dell'uomo pulsarono, la terra di quel mondo tremò.
"Nemmeno il bacio e quelle smancerie erano nei piani!"
"Cos'è questa?" 
"Questa...cosa?! Di cosa sta parlando?"
"Non fare la tonta Miyuki...stai al mio fianco da...non so quanto tempo ormai...non ti sei mai comportata in questo modo prima d'ora, sei sempre stata disciplinata...ma ora..."
Gelosia. Ecco cos'era.
Il mostro dagli occhi verdi. Il sentimento più distruttivo che esiste.
Più pericolosa dell'odio.
L'emozione indomabile.
La gelosia stava divorando quella donna.
Sbatteva dentro di lei, bruciava, mangiava, divorava. 
Sterminava la sua calma, tramutandola in una bestia indomabile.
Stava seminando qualcosa, il cui raccolto non avrebbe certo portato a nulla di buono.
 
***
 
Sulla terra il vento freddo di novembre soffiava violento facendo oscillare i rami degli alberi ormai spogli e secchi.
I colori erano spenti e freddi.
Ma Hotaru stretta nella sua sciarpa camminava spensierata.
Un sorriso sereno le illuminava il volto dando ancora più luce ai suoi occhi violacei.
Aveva passato altri tre giorni in compagnia di Jack.
Tre giorni a visitare posti stupendi e a divertirsi con il ragazzo che le faceva battere il cuore.
Per la prima volta nella sua vita Hotaru stava provando il sentimento più forte del mondo.
L'amore.
Qualcosa che aveva vissuto indirettamente fino a quel momento. L'aveva scorto negli sguardi, nei gesti e nelle parole delle sue affettuose madri.
Ed ora toccava a lei.
"E' così che ci si sente?"
Il suo cuore galoppava come un cavallo selvaggio.
Ogni cosa aveva un colore diverso dal solito.
Il freddo di quei giorni non la toccava, perchè il calore che la pervadeva era più forte.
Si sentiva forte, felice, piena di vita.
L'amore era come una scarica. La benzina, il motore. E lei era una macchina da corsa che sfrecciava a gran velocità.
"Ti stai a perdere in sciocchezze!" La voce nella sua testa apparteneva a Saturn.
"Sei mai stata innamorata?" Domandò innocentemente Hotaru.
"Che vai dicendo?" Una nota di stizza accompagnò la frase della guerriera.
Se l'avesse potuta avere davanti se la sarebbe immaginata accigliata e a braccia conserte con una strana espressione in viso, forse imbarazzata.
"Parliamo di cose serie..."
Hotaru sbuffò rumorosamente, dando un calcio ad un sasso sulla sua strada.
"Concentrati su cose importanti...Sailor Pluto e la morte...Non ti sarai mica scordata che verrà a prenderti prima o poi no?!"
"NON L'HO DIMENTICATO!" la ragazza urlò a voce alta.
Una vecchietta che passava a fianco a lei sobbalzò portandosi una mano al petto e fissandola per un momento stranita.
"Scu..si.." sbiascicò Hotaru, sorpassando la donna e continuando a passo veloce il suo ritorno a casa.
"Ne parlerò alle mamme di Setsuna, ma non rompere ok?!"
"E questo caratterino?"
"Mi stai stufando!"
"Non puoi farci nulla!"
"Si che posso, io decido cosa fare non tu!"
"Fai la ribelle come il tuo ragazzo?!"
Quella era una frecciata bella e buona. 
Jack era il suo ragazzo? come poteva definirlo? 
"Senti, voglio solo una vita normale. Stai zitta e non farti gli affari miei!"
"Non è molto facile restare in disparte, sono io quella che ti salva la pellaccia nei momenti di pericolo!"
"Non te l'ho certo chiesto io!"
"Nemmeno io ho chiesto di essere baciata da un tipo con i capelli rossi!"
"Tu non l'hai BACIATO!" aveva gridato di nuovo anzi che pensare, mentre stava entrando in casa.
 
Michiru la fissò perplessa.
"Ciao tesoro, qualche problema?" domandò premurosa.
"Saturn rompe le palle!" sbottò Hotaru, togliendosi la giacca.
"E questo linguaggio?!"
"Oh, oh..." disse di sottofondo un'altra voce appartenente ad Haruka, che teneva il viso nascosto dietro una rivista automobilistica.
"Scusa mamma..." 
La ragazza abbassò il capo per un momento in segno di scusa, lo rialzò e la guardò negli occhi.
"E' che mi fa venire il mal di testa, mi parla e s'impiccia degli affari miei!"
Haruka abbassò il giornale incuriosita per poi domandarle un timido "lei ti parla?"
"Si da qualche tempo..."
Michiru si sedette, porse una tazza di sakè ad Haruka che la trangugiò scottandosi la lingua e rimanendo in ascolto.
"E' più semplice così..." la voce della ragazza cambiò come il suo aspetto. 
Davanti a loro apparve Sailor Saturn nelle vesti da senshi.
"Vorrei ricordarvi un pò di cose che Hotaru sta trascurando e di conseguenza pure voi..."
Michiru si schiarì la gola.
Lei eccelleva in molte cose e sentirsi dire che trascurava qualcosa o non lo stava facendo abbastanza bene, fu un colpo basso per la sua autostima.
"E' un pò inquietante questa cosa.." commentò Haruka guardando la guerriera per poi continuare "Non fraintendermi...ti voglio bene comunque, per me sei sempre la mia piccola Hotaru, ma l'effetto speciale del cambio di voce e questa sottospecie di possessione è inquietante ok?!"
"Tutto chiaro. Spiacente, ma non posso farci nulla...il destino ci ha unite in un unico corpo. Per ospitarmi Hotaru aveva bisogno di crescere in fretta, per questo da un momento all'altro è diventata un adolescente...non preoccupatevi, per ora rimarrà così a lungo se la cosa vi preoccupa, ma... non è di questo che dovremmo parlare ora..."
"E allora, cos'è la cosa che non stiamo facendo bene?" domandò Michiru rigida.
"Si non l'ha presa bene lei quella frase..." disse sottovoce la bionda portandosi una mano davanti alla bocca come per nascondere quelle parole.
"Ti sento." aggiunge Michiru tirandole uno scapellotto leggero sul coppino.
 
"Non ricordate della morte e di Sailor Pluto, sono qui per farvelo presente io!"

Note dell'autrice:
Finalmente eccomi di nuovo qui! Questo trasloco è stato un disastro, danni su danni...
Comunque sia, mi sono data da fare ed ecco un altro capitolo...con il prossimo concluderò All we are, per passare poi al racconto successivo.
Vi avverto che il finale è cambiato, quello che avevo pensato in precedenza, comunque, "non va buttato", perchè sarà presente nel prossimo racconto come il resto del mucchio delle cose che sono rimaste in sospeso qui. 
"Purtroppo" è andato tutto all'aria perchè la mia testa è partita per un trip infinito che ha avuto bisogno di una modifica XD
Insomma...avrete un finale aperto ma lo avrete. Non rimaneteci male, preparatevi psicologicamente :D
Vediamo intanto che ne pensate di tutto questo!
 
 

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Capitolo 26
*** Romeo & Giuliet ***


 
 
Michiru e Haruka erano scombussolate dal racconto di Saturn.
Per tutto quel tempo non avevano pensato alla loro amica Sailor Pluto. Avevano dimenticato ogni cosa, ogni dettaglio, ogni scontro.
Avevano avuto un blackout e nessuno aveva riacceso la luce fino a quel momento.
"Mi domando cosa le sarà successo..."
Lo sguardo della ragazza del mare era pensieroso mentre si spazzolava i lunghi capelli davanto allo specchio.
"Non so nemmeno come potremmo scoprirlo. Insomma...è lei che ci fa attraversare le dimensioni, noi non sappiamo dove sia finita!"
Haruka girava avanti e indietro per la stanza come se fosse in una sala d'attesa all'interno di un ospedale.
"Hotaru ricordava tutto e non ce lo ha detto? ma che ha in testa quella ragazzina?!" La bionda continuava a brontolare.
Michiru non sapeva più se parlava con lei o a se stessa, decise comunque di rispondere.
"No, lei ha solo visto scomparire Setsuna, ma tutti gli avvenimenti ce li ha dovuti raccontare Sailor Saturn perchè solo lei ricorda tutto ciò che è accaduto. Comunque...non essere troppo severa con lei, è una ragazzina...è innamo..."
"Non usare quella parola, ti prego!"
"Devi affrontare come stanno le cose Haru..."
Venne nuovamente interrotta dalla ragazza che canticchiava comprendosi le orecchie per non sentire.
Michiru si alzò dalla sedia. 
Appoggiò la spazzola al comò e si diresse verso la bionda.
Le afferrò le mani e le strinse nelle sue, scostandole dalla sue orecchie. 
"Amore...rimarrà comunque la tua bambina, la nostra bambina, ok?"
I suoi occhi color oceano erano limpidi e sereni, quel mare piatto trasmise la sua calma al vento impetuoso.
"Voglio solo non le venga fatto del male..."
"Non possiamo proteggerla per sempre...non da cose come i ragazzi, le cotte, l'amore...non possiamo combattere anche contro i sentimenti!"
"Oh Michiru..." 
"come fai sempre a dire le cose giuste?"
 
 
Nell'altra stanza Saturn si era di nuovo addormentata ed Hotaru aveva ripreso il controllo di se stessa.
Un bisogno impellente però stava scalciando dentro di lei.
Non sapeva se era qualcosa di suo o un avvertimento dell'ospite indesiderata con cui condivideva il suo corpo.
"Devo tornare dove Jack mi ha portata la notte di Halloween"
Si alzò come una saetta e si diresse da Haruka mentre già si stava infilando il capotto nero.
"Papà prendi la moto? Dobbiamo andare in un posto!"
"Oddio..." gli occhi della bionda brillarono. 
"L'hai sentita?!" domandò incredula e in preda alla felicità fissando Michiru "Mi ha chiesto di fare un giro in moto!"
"oh santo cielo, un'altra patita di motori in famiglia!"
Michiru alzò gli occhi al cielo. "Fate attenzione!" esclamò facendo per tornare alle sue faccende.
Hotaru però si ricordò del mare, di quel posto che le fece venire in mente sua madre.
"No, mamma vieni anche tu, ti piacerà!"
"Allora prendo la macchina!" Disse Haruka scattando.
Era così eccitata per quella gita improvvisa che uscì senza coprirsi.
"Ti prenderai un raffreddore!" le girdò dietro la sua ragazza, mentre indossava un lungo cappotto blu con il cappuccio in pelo dello stesso colore che sollevò sui lunghi capelli.
 
Le tre salirono in macchina.
La morettina indicava loro la strada che aveva fatto qualche notte prima in sella alla moto di Jack.
Le sembrava di sentire ancora il profumo del ragazzo.
L'asfalto scivolava sotto le ruote della macchina sportiva, ad un certo punto però, Hotaru non riconobbe più la zona. 
Sapeva benissimo che la strada imboccata era quella giusta, ma inspiegabilmente, dopo la curva che avevano appena passato, il paesaggio era totalmente cambiato.
Com'era possibile che fosse scomparso tutto all'istante da sotto i suoi occhi?
"Fermati, papà! Fermati qui!"
La voce le era uscita come un soffio.
La sorpresa e la confusione stavano prendendo il sopravvento su di lei.
Scese dalla macchina, passandosi una mano tra i capelli corvini.
"Non esiste più il mio paese delle meraviglie?"
 
"Ehilà!" una voce spezzò il silenzio.
Hotaru si voltò portandosi una mano al petto. 
Quella voce profonda le aveva fatto sobbalzare il cuore. 
Quel muscolo pulsante l'aveva riconosciuta prima di lei, prima che il suo sguardo potesse posarsi sulla pelle del ragazzo candida come la porcellana e sui suoi occhi ghiaccio.
"Jack!"
"Oh...NOOOOO!" Il lamento di Haruka accompagnò il suo gesto di chiudere la portiera della macchina mentre scendeva.
"Un appuntamento al buio col tuo ragazzo no!!" continuò la biondo sbuffando.
Michiru le si avvicinò prendendola per mano.
"Non lo sapevo..." disse Hotaru senza staccare gli occhi dalla figura di Jack.
Il ragazzo era sorridente.
Un sorriso che spiazzava.
"Non lo trovi più il posto eh?!"
La ragazzina sorrise nervosamente "ehm, no! E' tutto così diverso...eppure non capisco come sia possibile!"
"Ah, non essere imbarazzata! Non lo trovi perchè...non esiste!"
"Co..come?"
Anche Haruka e Michiru assunsero un'aria confusa. 
Erano impietrite e silenziose.
Sembrava stessero guardando un film di cui la trama era troppo complessa per capirci qualcosa.
"Era un illusione...ho creato io quel posto per noi!"
"Oh..." il fiato di Hotaru era spezzato in due.
"Non sono solo io quella strana allora!" 
Con quel pensiero la pervase anche una sensazione simile al sollievo.
"Questa situazione mi puzza..." sussurrò Michiru all'orecchio di Haruka che era sull'attenti, pronta a scattare.
Una scintilla apparve tra le mani di Michiru, il suo talismano comparve.
Alzò lo specchio, guardandosi come per aggiustarsi i capelli.
I due ragazzi erano troppo presi dalla situazione per prestare attenzione a lei, così prese coraggio e puntò l'oggetto verso Jack.
Il riflesso dimostrava qualcosa che non era quello che avevano sotto gli occhi.
"Oh-mio-Dio!"
Le mani le tremarono.
Haruka la vide sbiancare in volto.
"Cos'hai visto?"
"Jack è la morte!"
"Hotaru, allontanati subito!"
"Che cos..." la ragazza non fece in tempo a terminare la domanda che suo padre l'aveva strattonata per allontarla da quel soggetto che aveva ritenuto pericoloso fin dall'inizio.
"Stalle lontano farabutto!"
"Stavo cercando di parlarle!"
"Ah e cosa le avresti detto?! Sentiamo!"
Jack cercò con lo sguardo Hotaru che si sporse da dietro il corpo di Haruka, trattenuta dalla madre.
La guardò negli occhi.
La ragazza vide quel ghiaccio venir attraversato da un lampo.
"Cosa volevi dirmi, Jack?"
Il suo tono di voce era agitato.
Era tutto in subbuglio.
"Che diavolo succede?"
"Hotaru io..." il ragazzo esitò "sono venuto perchè volevo essere sincero..." 
Sembrava che le parole facessero fatica ad uscirgli di bocca.
Erano parole pesanti.
Macigni.
 
"Io, sono la morte!"
 
"Cos'è questo crack?"
"Il tuo cuore che si spezza..." sentenziò Saturn.
"Può davvero andare in pezzi un cuore? può farlo? è come uno stupido oggetto di cristalleria?"
La ragazza era rimasta zitta.
Non aveva staccato gli occhi da Jack nemmeno per un istante.
Stava solo in silenzio a riflettere. A farsi domande, in attesa di qualche risposta.
Ma quelle domande l'avrebbero aiutata? 
C'era rimedio a quella situazione? 
Il suo cuore avrebbe potuto essere curato?
"E ora cosa succederà?" L'ulitma domanda le era uscita in un filo di voce.
Non sapeva se voleva realmente rivolgerla ai presenti o lasciarla vagare nella sua testa, ma lì, nella sua mente ormai non aveva più spazio. C'era troppo caos, troppo traffico. Era diventata peggio di un autostrada piena di automobilisti arrabbiati che suonano il clacson.
 
"Si fa che tu te ne vai e ci lasci in pace, hai già fatto abbastanza danni!" sentenziò Haruka minacciosa.
I suoi occhi erano attraversati da una scarica di rabbia intensa.
In quel momento desiderava ardentemente che Saturn si svegliasse per prendere a falciate quell'individuo, perchè lei non poteva ferirlo ma soprattutto, non voleva colpire davanti a sua figlia, quello che aveva assunto le sembianze del ragazzo di cui si era innamorata.
La morte non la stava ascoltando.
I suoi occhi erano fissi in quelli della sua "promessa sposa", cercavano qualcosa, una risposta, una reazione.
Fu in quel momento che Hotaru parlò di nuovo "Non ci credo..."
"Vuoi che te lo mostri?" chiese titubante Jack.
La ragazza rispose con un cenno positivo del capo.
Il ragazzo schioccò le dita, riprese l'aspetto con il quale l'aveva visto la prima volta, i capelli corvini e vestito con un elegante completo grigio fumo.
"Perchè stai ancora perdendo del tempo con lui?" Haruka la guardò severa.
Non voleva essere dura con lei ma allo stesso tempo non concempiva quel perdere tempo con un mostro, con un nemico.
Con quello contro cui avevano combattuto fino allo sfinimento sin dall'inizio.
"In fin dei conti..." 
Michiru lasciò la presa.
Già si aspettava quello che sua figlia stava per dire.
"Non ha mentito. E' stato onesto...non è venuto qui per portarmi via, solo per dirmi chi è in realtà...giusto?" cercò il consenso della morte.
"Mi dispiace tesoro, non basta..." sua madre aveva preso la parola, cercò di essere il più comprensiva possibile.
"Come possiamo fidarci?!" continuò.
"Vattene!" ringhiò nuovamente Haruka all'uomo. 
"Sparisci è un ordine!"
 
"Forse Miyuki aveva ragione, però sono stato spinto da qualcosa...volevo farle solamente sapere chi sono realmente."
 
"Non importa..." Hotaru scosse la testa, e cominciò a piangere.
"Non importa chi tu sia...intendo...sei comunque Jack no?!"
"Adesso basta." Haruka non ammetteva repliche.
Addio buone maniere. Addio tatto e tenerezza. Non avrebbe permesso a sua figlia di stare con un mostro. Non avrebbe permesso che la morte venisse perdonata.
"Andiamo a casa! Sali!"
La strattonò spingendola verso la macchina.
"Lasciami! Papà lasciami, io..."
Haruka era risoluta, per la prima volta non voleva ascoltare sua figlia. Non per capriccio, non per cattiveria, solo non era il momento di farsi impietosire, voleva solo portarla lontano da chi l'avrebbe ferita.
 
"Ho detto...di LASCIARMI!" La ragazza perse il controllo, Saturn comparì liberandosi dalla stretta della bionda.
"Silence Glaive!" La sua arma si materializzò.
"Ora ti faccio fuori! Io devo condividere il corpo con questa ragazzina ok? Non mi stai simpatico, ti voglio fuori dai piedi!"
La morte sorrise.
"Come se fossi idiota da farmi colpire ancora da te!"
Sailor Saturn prese la rincorsa, fece per colpirlo ma si accasciò. 
Hotaru aveva preso il sopravvento sulla guerriera.
"Non...ti ho detto...di uscire!" sibilò.
La morte si avvicinò a lei, si chinò per guardarla in viso.
"Non preoccuparti, non voglio che tu muoia".
Il cuore di Hotaru si riempì di calore a quelle parole.
Capì in quel momento che non le importava Jack chi fosse.
Morte non morte. Un demone, un Dio malvagio. Lei era innamorata di Jack, il ragazzo che riusciva a mettere in moto il suo cuore.
Michiru la fece alzare mettendole un braccio attorno al collo, "andiamo!" le disse con un filo di voce portandola in macchina.
"Ci sarà qualcuno di migliore per te credimi!" aggiunse quando si sedettero sulla vettura.
Hotaru rimase in silenzio.
Non le importavano le parole di sua madre, le voleva bene si, ma non le importava ciò che aveva da dire, lei sapeva cosa sentiva, sapeva cosa voleva.
Nel bene e nel male.
Guardò fuori dal finestrino.
L'ultimo sguardo a chi amava.
 
Una famiglia che s'intrometteva nell'amore della propria figlia con tutte le sue forze.
Hotaru e Jack erano un pò come Romeo e Giulietta, anche il loro sarebbe stato un amore destinato alla tragedia?
Di certo non era incominciato nel migliore dei modi.
 
Haruka salì in macchina, rilassò i nervi e tirò un sospiro profondo.
"E' finita."
I suoi occhi si posarono sulla figlia riflessa nello specchietto retrovisore.
"Spero tu capisca tesoro..."
Hotaru scrollò le spalle.
Con l'espressione che aveva assunto sembrava ancora più piccola.
I suoi occhi si guardavano le mani bianche, stretta sulle ginocchia.
"Forse mi sarò guadagnata l'odio di mia figlia, ma almeno è salva".
Michiru poggiò alla bionda una mano sulla spalla, come per darle coraggio, era sicura che in fin dei conti stessero pensando le stesse cose.
Il vento non danzava mai senza il suo mare.
Erano unite da una sintonia e un amore reciproco, profondo, che avrebbe superato qualsiasi cosa.
Sarebbero uscite anche da quella situazione insieme e si sarebbero prese cura delle ferite, l'una dell'altra.
 
Mare, vento, forza, sentimento, rinascita, distruzione, era tutto ciò che erano.
 
Vicine, ma lontante, unite e divise in quel momento, ma insieme.
 
 
Note dell'autrice:
 
Non uccidetemi. So che è triste. Non è propriamente un lieto fine (per la prima volta xD) magari a questo punto avreste preferito uno degli altri due finali ma sono seriviti comunque nel corso della storia perchè ci hanno portato a tutto questo.
Ad ogni modo che vi sia piaciuto o meno, ci tengo a sapere la vostra, come sempre!
Tutte le cose in sospeso (Setsuna compresa) avranno una soluzione come avevo già anticipato nel prossimo racconto, non ho inserito qui il tutto perchè servono nella prossima storia. Dopo quella però giuro che non ci sarà più nulla senza risposta! 
A chi va di leggerla e ha il coraggio di non fermarsi qui, lo aspetto volentieri come sempre :D
Spero non vi abbia deluso il tutto anche se speravate in qualcos'altro.
 
Grazie a tutti quanti per aver letto pazientemente; e avermi fatto compagnia durante il corso di questa storia con le vostre recensioni e la vostra partecipazione in generale, siete stati fantastici! Mai avuto tanta soddisfazione in vita mia. Non bastano mille grazie. 
 
Per chi ha voglia di ammattire ancora un pò troverà "Forever with you" (il quarto racconto) la prossima settimana ^_^ un super bacio.
Kat.

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