Senza di te

di sailormoon81
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte prima - In assenza di te ***
Capitolo 2: *** Parte seconda - La solitudine ***
Capitolo 3: *** Parte terza - Un amico è così ***



Capitolo 1
*** Parte prima - In assenza di te ***


Nuova pagina 1

Senza di te

 

Parte prima

In assenza di te

 

E mi manchi amore mio

tu mi manchi come quando cerco Dio

e in assenza di te

io ti vorrei per dirti che

tu mi manchi amore mio

il dolore è forte come un lungo addio

e l'assenza di te

è un vuoto dentro me

(In assenza di te - Laura Pausini)



 

Sta andando in Italia.

Quattro parole che mi fanno cadere nella disperazione più cupa. Non c’è bisogno che Alice aggiunga altro: Edward mi aveva spiegato chi ci fosse in Italia, e sapere che ora lui è diretto là mi fa solo temere il peggio.

Sento Alice parlare di tempo, possibilità, ma non la ascolto realmente: la mia mente corre veloce, troppo veloce per essere fermata da semplici congetture.

Oh, quanto vorrei che per una volta le sue visioni fossero precise!

Vorrei che potesse dirmi un o un No: questo Forse mi fa impazzire più di qualsiasi altra risposta…

Scrivo un biglietto a Charlie, consapevole che non basterà a tranquillizzarlo, e ignoro le suppliche di Jacob: non posso restare, non quando lui è a un passo dalla morte!

Il tempo di prendere il necessario e con Alice siamo in volo per l’Italia.

 

Per tutto il viaggio la ascolto parlare delle varie possibilità, di cosa accadrà se non arrivassimo in tempo, e di cosa invece potrebbe succedere se riuscissimo a fermarlo prima che sia troppo tardi.

Dio, ti  prego…

 

Raggiungiamo Volterra a pochi minuti da mezzogiorno.

Devo sbrigarmi, non c’è più tempo!

Inizio a correre tra la gente, ma ci sono troppe persone e non riesco a vedere dove sto andando.

Quando finalmente riesco a vederlo è troppo tardi: una bambina si è già accorta di lui e sta attirando l’attenzione della madre verso quello strano ragazzo che brilla.

In un istante, capisco che è non c’è più nulla da fare.

Non è più solo la bambina a fissarlo: la sua famiglia si gira verso di lui, e pian piano sembra che tutta la piazza abbia qualcosa di molto interessante da vedere.

Cala un silenzio che ha il potere di risvegliarmi dallo stato di contemplazione in cui sono caduta, e posso immaginare i pensieri di chi assiste per la prima volta allo spettacolo che sta offrendo Edward.

Pur sapendo l’inutilità del mio gesto, urlo il suo nome con tutto il fiato che ho in gola, ma lui non mi sente: con un ultimo slancio lo raggiungo e cerco con tutte le mie forze di portarlo in ombra.

Ci vuole un po’ per fargli capire a che non sono un’illusione, che sono reale, lì tra le sue braccia.

Mi guarda interdetto, quasi fossi un’allucinazione e quando finalmente si rende conto di come stanno le cose è lui a farmi scudo col suo corpo.

Alice ci raggiunge pochi secondi dopo.

« Stanno arrivando » dice, e senza che possa opporre resistenza mi prende per un braccio e mi trascina via, lontano da Edward.

« No, Alice » la supplico. « Devo andare da Edward, ti prego… »

Mi guarda fissa negli occhi e leggo la disperazione nel suo sguardo; allenta la presa attorno al mio braccio ed io ne approfitto per correre da lui.

« Vieni via » gli dico, cercando di scuoterlo dall’apatia in cui sembra caduto. « Scapperemo insieme, Edward. Vieni via con me. »

« Vattene, Bella » sussurra, e non mi piace il tono rassegnato che ha la sua voce. « Devi andartene. Alice ti porterà al sicuro. »

Non mi muovo e mi aggrappo a lui ancora più forte.

« Non c’è più tempo. » Un sorriso sghembo gli si disegna in volto, ma non è lo stesso di sempre: è un sorriso remissivo, come di chi ha capito che per lui non c’è speranza. « Ti amo, e ti amerò sempre, Bella. »

Mi spinge via un attimo prima che due figure appaiano dalla penombra della strada in cui si trova Edward.

Alice mi afferra evitandomi una rovinosa caduta in strada e contro la mia volontà mi trascina lontano da Edward e dal suo destino.

« Dobbiamo tornare! » insisto, mentre l’auto prende velocità verso l’aeroporto. « Alice, non puoi davvero voler lasciare Edward! »

Sono arrabbiata, confusa. Perché Alice non mi parla? Perché non torna indietro? Perché continua a ignorarmi?

Sto per aprire la bocca e dare sfogo ai miei dubbi quando improvvisamente ci fermiamo nella strada deserta.

Credo che finalmente faremo inversione e andremo a salvare Edward, ma l’esultanza si trasforma in disperazione quando vedo lo sguardo della mia amica.

« No » sussurra, e si copre il volto con le mani.

È una sola sillaba, ma ha un significato ben più profondo di quanto avessi mai potuto immaginare.

Con quelle due lettere, Alice ha distrutto tutto il mio mondo.

Un urlo rompe il silenzio che ci circonda: è un urlo disumano, disperato, e solo quando avverto un forte dolore alla gola capisco che è la mia voce quella che ho sentito.

Scendo dalla macchina e inizio a correre nella direzione da cui siamo venute finché le mie gambe hanno la forza di muoversi.

Quando le forze mi vengono meno, mi accascio a terra incurante del fatto di essere in mezzo a una strada, in un paese sconosciuto.

Grido più e più volte il suo nome, sperando di svegliarmi da un terribile incubo e trovare Edward al mio fianco, come ogni mattina prima dell’incidente.

Poi, il nulla.

 

Quando riapro gli occhi, le pareti familiari della mia camera mi danno il buongiorno.

Forse è stato un sogno… sì, deve essere stato un sogno!

Scendo in cucina e il sangue mi si ghiaccia nelle vene: Alice è lì, seduta assieme a Charlie, ed entrambi hanno un’espressione disperata in volto.

« Bella » mormora Charlie appena mi vede, e corre ad abbracciarmi come non faceva da tanto. « Mi dispiace tanto, tesoro mio. »

La realtà mi crolla addosso con il peso di una montagna: è tutto vero… Edward non c’è più…

Mi sciolgo dall’abbraccio di Charlie e raggiungo Alice, cercando il suo sguardo.

« Addio Bella » dice in un sussurro. « Edward ti amava più di se stesso. »

« Non lasciarmi, Alice. Non andartene… »

Sospira, e avverto tutto il dolore riversarsi su di me. « Addio » ripete. « Vivi per lui, Bella, e lui rivivrà in te. »

Rimango sola nella cucina diventata improvvisamente troppo grande.

Non c’è neanche Charlie con cui poter parlare: ma d’altronde cosa potrei dirgli?

Risalgo in camera e ripenso agli ultimi tempi e a cosa ha portato a tutto questo.

Se Edward non avesse insistito nel festeggiare il mio compleanno, non sarebbe mai andato via…

Se non fossi stata così stupida dal lanciarmi dalla scogliera, Alice non avrebbe avuto quella visione…

Se Rosalie non avesse parlato a Edward della visione di Alice, lui non mi avrebbe mai creduta morta…

Se Jacob non avesse risposto al telefono, quella maledetta sera, Edward non sarebbe mai andato in Italia…

Sono tutti eventi su cui non ho avuto il minimo controllo.

Dio, perché?

Perché la mano di Jake è stata più veloce della mia?

Perché ha parlato del funerale?

Perché non mi ha permesso di spiegare?

 

Quando Charlie bussa alla mia porta è già scuro.

« Vuoi qualcosa? »

Voglio Edward, voglio poter tornare indietro nel tempo e impedire tutto questo.

Ma non lo dico.

Mi limito a scuotere la testa senza neanche voltarmi verso di lui.

« Sono stato da Billy. Jacob ha chiesto di te… »

Il solo sentirlo nominare mi fa mancare un battito al cuore.

Mi sento fremere di rabbia verso quello che credevo mio amico, e che ora è la causa della morte di Edward.

Sento insulti salire alle mie labbra, ma non sono per Charlie e faccio affidamento a tutta la mia volontà per impedirmi di dire qualcosa che lo possa ferire.

« Be’, se hai bisogno di parlare… » inizia, lasciando in sospeso la frase.

« Grazie » mormoro, e vorrei poter dire altro, ma ho la testa completamente vuota.

Lo sento sospirare e chiudere la porta dietro di sé.

Sono di nuovo sola, e mille pensieri si affacciano alla mia mente.

Vorrei poterne afferrare uno, uno qualsiasi, e invece sono tutti talmente rapidi che sfrecciano e si allontanano prima che possa rendermene conto.

Sento il telefono squillare, e per un breve e folle istante penso che possa essere lui.

Non rispondo, non ho voglia di parlare…

Mi stendo sul letto, sotto le coperte, e chiudo gli occhi: spero ancora che sia tutto un brutto sogno…

A occhi chiusi dovrebbe essere più semplice non pensare, no?

O forse è il contrario?

Mi manca Edward.

Mi mancano le sue labbra, le sue mani. Mi manda tutto di lui.

E lui non tornerà mai più da me.

È andato via, via per sempre, e niente potrà farlo tornare indietro.

Il telefono squilla una seconda volta.

Lo afferro e guardo il display.

È un numero che non conosco: rispondo?

« Bella Swan » dico dopo qualche altro squillo.

« Bella, sono Carlisle. »

Tutto il mondo pare fermarsi; sento la gola secca, i battiti accelerare, le mani sudate.

« Come stai? » chiede, e devo fare tre respiri profondi prima di riuscire a parlargli.

« Mi dispiace, Carlisle » dico, racchiudendo un quelle due semplici parole un intero universo di significati.

« Bella, non fartene una colpa » mi rimprovera. « Non è stata colpa tua, né di nessun altro. »

Annuisco ma senza convinzione; poi ricordandomi che lui non può vedermi balbetto un che di affermazione ha ben poco.

« Tornerete? » domando, temendo la risposta, qualunque essa sia: un no vorrebbe dire perdere ogni contatto con Edward, mentre un sì significherebbe il costante ricordo di quanto è stato e mai più sarà…

« No, Bella » risponde infine, dopo qualche istante di silenzio.

Mi immagino Carlisle in piedi, accanto a una finestra col telefono in mano, che cerca di non lasciarsi andare alla sofferenza per la perdita del figlio, e il senso di colpa torna prepotente a farsi strada nel mio cuore.

« Non torneremo più » sta dicendo Carlisle. « Troppi ricordi. Farebbe troppo male. Ma tu sarai sempre la benvenuta, se vorrai venire a trovarci. »

Mi immagino in un futuro lontano andare a far visita ai Cullen: loro eternamente belli, nel loro limbo di immortalità, mentre io…

Con gli occhi della mente vedo Rosalie ed Emmet, Alice e Jasper, Esme e Carlisle tra cinque, dieci, vent’anni: nei loro gesti l’affetto di sempre, ma nei loro occhi una velata accusa…

Non potrei biasimarli.

« Mi dispiace » ripeto come un disco rotto, e lo sento sospirare dall’altro capo del telefono.

« Addio, Bella. Vivi e sii felice: lui per te non desiderava altro. »

Prima che possa aggiungere altro, la comunicazione viene interrotta.

« Addio, Carlisle » dico al telefono muto, e lentamente un senso di smarrimento mi attanaglia le viscere.

Sono sola.

Forse dovrei uscire, incontrare gente, ma non so dove andare.

Per uno strano scherzo del destino, il solo posto dove so che sarei capita realmente è anche l’unico che mi è ostile: avrei tanto bisogno di un abbraccio, un abbraccio caldo, confortante, ma Jake…

Come richiamato dal semplice pensiero, il cellulare squilla e non ho bisogno di leggere il nome sul display per sapere che è Jacob: la suoneria personalizzata che tanto ho amato fino a qualche giorno fa, adesso è per me motivo di odio.

Verso di lui

Verso me stessa.

 

 

Bentrovati, Twilighters ^^

Questa storia è stata scritta per il contest "What if... e se il succhiasangue fosse morto?" indetto da Nan96, classificandosi seconda.

L'obiettivo era, manco a dirlo ^^ , cosa sarebbe successo se Edward fosse morto, alla fine di New Moon, con particolare riferimento al rapporto tra Bella e Jacob.
Ecco il giudizio di Nan:

-Correttezza grammaticale, ortografica e morfo-sintattica: 12/15

Correttezza grammaticale e ortografica: 7/10
La tua fanfiction è abbastanza curata sotto questo punto di vista, se non fosse per alcuni errori di distrazione e un po’ di virgole mancate.

Per esempio, ci sono degli errori di battitura: “capisco che è non c’è più nulla da fare” o “per fargli capire a che non sono un’illusione” o un “di” invece di “ti”, “manda” invece di “manca”, “un” invece di “in”, “inviare” al posto di “invitare, “il” invece di “io”.

Poi, si chiama “al cellulare” e non “sul cellulare”; si dice “in quel modo”, non “a quel modo”

A volte hai omesso delle virgole fondamentali poiché servono per segnalare le frasi incidentali. Per farti un esempio: “Annuisco ma senza convinzione; poi ricordandomi che lui non può vedermi balbetto un Sì che di affermazione ha ben poco.” dovrebbe essere “Annuisco, ma senza convinzione; poi, ricordandomi che lui non può vedermi, balbetto un Sì che di affermazione ha ben poco.

Inoltre, forse usi troppo spesso i puntini sospensivi (che invece dovrebbero essere usati solo in particolare circostanze!).

A parte queste piccole sviste, comunque, il testo è pulito e procede liscio come l’olio ;)


Correttezza morfo-sintattica: 5/5
Niente da dire su questo punto^^ La frasi sono ben costruite: forse ce n’è solo una che non mi ha particolarmente convinto.
Eccola: “Il tempo di prendere il necessario e con Alice siamo in volo per l’Italia.
Penso sarebbe meglio dire “Il tempo di prendere il necessario e io ed Alice siamo in volo per l’Italia.”, ma ho deciso di non penalizzarti perché, comunque, quella che hai usato è una forma spesso usata, soprattutto nella lingua parlata.
A parte questo, davvero brava^^


-Stile narrativo, caratterizzazione dei personaggi e IC: 16/20

Stile narrativo: 8/10
Non ti ho dato il punteggio pieno in questo ambito perché, nonostante il tuo stile sia fluido e scorrevole, nella tua fic a volte ci sono delle ripetizioni.

-[prima pagina] “[...]non riesco a vedere dove sto andando. Quando finalmente riesco a vederlo è troppo[...]”
-[seconda pagina] “[...]dalla penombra della strada in cui si trova Edward. Alice mi afferra evitandomi una rovinosa caduta in strada e contro[...]”
-[seconda pagina] “[...]hanno la forza di muoversi. Quando le forze mi vengono[...]”
-[quinta pagina] “[...] ed io non ho intenzione di rompere questo silenzio calato tra noi due: so già che cosa mi direbbe. Ed io non ho voglia[...]”
-[ottava pagina] “Perché solo ora ti mostri a me, e solo nelle vesti di un’illusione?

Inoltre, nell’ottava pagina, da “Perché, dannazione, mi manchi.[...]” fino a “[...]Il sole prima o poi sorgerà di nuovo, ma senza di te per me farà sempre freddo.” Bella si è rivolta a Jake con la seconda persona singolare. Perché, se fino a quel momento aveva sempre pensato a lui alla terza persona?


Caratterizzazione dei personaggi e IC: 8/10
Personaggi perfettamente caratterizzati e introspezione approfondita. Non ho potuto darti più di otto perché a un certo punto ho trovato Bella piuttosto OOC: lei, infatti, ha la particolare caratteristica (che odio!) di darsi sempre la colpa di tutto, quindi non trovo plausibile che dopo la morte della sanguisuga incolpi Jake, penso piuttosto che in una situazione del genere avrebbe incolpato se stessa per essersi buttata dalla scogliera.
Per il resto, ho adorato Paul -non solo l’ho trovato pienamente IC, ma sei riuscita a dargli una voce e un modo di muoversi che ho semplicemente amato (<3)- e anche Jake.
Brava^^

-Trama, sfruttamento del tema proposto e sviluppo del rapporto Jake/Bella: 13/15

Trama e sfruttamento del tema proposto: 4/5
Senza dubbio una bella trama, sviluppata bene dall’inizio alla fine. L’unico problema è stato, come ti ho già detto, che Bella abbia incolpato Jake, decisione sulla quale si basa un po’ tutto il rapporto fra i due personaggi. Ora, non avendo trovato IC questa decisione, in effetti la trama si è un po’ “smontata”, per così dire.
Ma, comunque, la tua storia mi è piaciuta moltissimo. Sei stata l’unica, inoltre, che alla fine ha lasciato che i due protagonisti rimanessero solamente amici, cosa che ti ha valorizzato (l’originalità è sempre un punto forte!).
Bravissima!


Sviluppo del rapporto Jacob/Bella: 9/10
Penso che il punteggio parli da solo! La tua fic è senza dubbio incentrata sul loro rapporto e, ripeto, il fatto che rimangano solo amici ti ha senza dubbio fatto risaltare!
Non ti ho potuto dare il punteggio pieno sempre perché Bella ha incolpato Jacob, diventando OOC. Mi è molto dispiaciuto non averti dato quel voto in più che ti avrebbe attribuito un punteggio pieno in questo ambito, ma purtroppo quest’errore è rientrato anche in questo ambito.
Comunque, sei stata davvero brava!

-Gradimento personale + un totale di 8 punti bonus: 4.3/5 + 8/8

Gradimento personale: 4.3/5
Beh, il fatto che tu sia arrivata seconda e gli alti punteggi in tutti gli ambiti dovrebbero già averti fatto capire che la tua fic mi è piaciuta molto, ma te lo dirò lo stesso: bravissima! Il tuo stile è fluido (se non fosse per quelle ripetizioni!) e andando avanti nella lettura viene solo voglia di continuare a leggere.
Davvero, brava. E complimenti per la posizione ;)

8 punti bonus: 8/8
-3 punti bonus per aver inserito notizie sui Cullen in un modo pertinente al discorso.
-2 punti bonus per aver inserito il personaggio n. 6 (Paul).
-3 punti bonus perché il personaggio n.6 (Paul) si è rivelato importante ai fini della storia.

per un totale di 53.3 punti su 63


Partecipa anche al "Song fic contest" indetto da Roe, di cui ancora non si conosce la classifica finale.

 

Non so se il risultato possa essere di vostro gradimento, ma la storia è breve, solo tre parti, quindi mi sopporterete per poco ^^

Ringrazio chi è arrivato fin qua senza scappare, chi spende un minuto del suo tempo per lasciare una traccia del suo passaggio, e soprattutto ringrazio Nan per aver creato il contest e avermi dato la spinta a scrivere questa storia ^^

 

Bax, Kla

 

 

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Capitolo 2
*** Parte seconda - La solitudine ***


Nuova pagina 1

 Parte seconda

La solitudine

 

La solitudine fra noi

Questo silenzio dentro me

È l'inquietudine di vivere

La vita senza te

Ti prego aspettami perché

Non posso stare senza te

Non è possibile dividere

La storia di noi due

 

 

Sono già dieci giorni che vegeto in giro per casa.

Charlie ha rinunciato quasi del tutto a parlarmi, ed io non ho intenzione di rompere questo silenzio calato tra noi due: so già che cosa mi direbbe.

Ed io non ho voglia di sentirmi dire che tutto passa, che il dolore presto si trasformerà in ricordo, per poi restare un punto indefinibile della mia memoria.

Lui non può capire.

E questo mi fa rabbia.

Perché nessuno può realmente capire, nessuno sa.

La sola persona che conosce ogni cosa è anche la sola che non voglio sentire.

Jacob.

Ha provato a chiamare tante volte, è anche venuto a scuola, ma sono riuscita ad evitarlo.

Credo che abbia capito che non voglio vederlo, perché sono tre giorni che non mi gira intorno.

Ripenso per un breve istante ai momenti trascorsi insieme, quando Edward non c’era.

È vero, mi ha aiutato.

Però…

Come posso perdonarlo? Se non fosse stato per lui…

Il suo volto galleggia davanti agli occhi della mia mente, alternandosi a quello di Edward.

L’idea di chiamare Carlisle si fa strada nella mia mente, ma la scaccio via subito.

Afferro il portatile e inizio a scrivere ad Alice, come ho fatto per tanti mesi dopo la sua partenza.

Anche stavolta non ho il suo vero indirizzo.

Anche stavolta mi tocca fingere di parlare con lei.

E anche stavolta vorrei poter sentire una voce amica.

 

Sono stanca di stare in camera.

Ho bisogno di uscire, anche da sola, non mi importa.

Charlie non fa una piega quando mi vede con le chiavi del pick-up, ma sono quasi certa che dentro sé stia festeggiando: almeno per un paio d’ore, quella pazza di figlia che si ritrova sarà in giro a svagarsi e a non pensare al suo ex fidanzato morto…

Non ho una meta precisa, e senza volerlo raggiungo la spiaggia di La Push.

So che dovrei andarmene, e invece trovo un angolo per parcheggiare e mi concedo una camminata lungo la battigia.

Sembra trascorsa un’eternità da quando venni qui la prima volta dopo il mio ritorno a Forsk.

Ricordo ancora le parole di Jake mentre mi spiegava le leggende dei Quileute… a ben pensarci, è stato grazie a lui che ho scoperto la verità su Edward e la sua famiglia.

Dovrei essergli grata, e non solo per questo…

Ma è più forte di me.

Raggiungo un punto vicino alla riva e mi siedo, abbracciandomi le ginocchia.

L’acqua è a pochi centimetri dalle mie scarpe, ma è abbastanza lontana perché non mi bagni; il rumore delle onde è rilassante, quasi un toccasana per i miei nervi tesi.

Sento dei passi alle mie spalle ma non mi volto: immagino già chi possa essere, e se fingo di non averlo notato se ne andrà.

« Ehi, ragazzina » mi sento apostrofare, e sussulto nel non riconoscere la voce.

Mi aspettavo fosse Jake, invece quando decido di voltarmi verso il mio interlocutore rimango non poso sorpresa nel trovarmi faccia a faccia con Paul.

Si siede al mio fianco senza che possa obiettare e rimane in silenzio a fissare il mare assieme a me.

« So di non esserti particolarmente simpatico » inizia dopo qualche minuto, « ma non sono venuto fin qui per mordere. »

Come no, l’ultima volta che ci siamo visti per poco non diventavo la tua cena…

Mi guardo bene dall’esternare questo mio pensiero, e rimango in attesa che continui con quello che ha da dire.

« Non mi piacciono i giri di parole, quindi arrivo subito al punto. Vedi di piantarla. »

Cosa?

« In che senso? »

« Non fare la santarellina. Ti rendi conto che sono due settimane che Jacob cerca in tutti i modi di mettersi in contatto con te? »

Lo guardo con un’espressione sorpresa: non credevo che si preoccupasse per Jake…

« Non fraintendere, non me ne frega niente se tu e quel bamboccio litigate o altro » continua, come se avesse letto i miei pensieri, « ma sono stanco di sopportare tutte le elucubrazioni mentali di cui è vittima Jacob, e come me tutto il branco. Quindi, abbi la decenza di parlare con lui e chiarire quanto c’è di oscuro. »

Non mi dà il tempo di rispondere che si alza e fa per andarsene.

Ma stavolta sono più svelta. « Cosa c’è da chiarire? » domando, non nascondendo la rabbia per quell’intromissione indesiderata.

« Tutto, direi. »

Lo imito e non senza un po’ di timore mi avvicino a lui minacciosa. Per quanto possa sembrare minacciosa in confronto a un lupo grande e grosso quale è lui…

« Non ho niente da dire a Jacob » continuo facendomi sempre più vicina.

« Be’, allora digli questo. Siamo tutti stanchi delle sue continue lamentele: “Perché Bella non chiama? Perché non risponde alle mie telefonate? Perché non vuole vedermi?”… »

Sbuffo e incrocio le braccia al petto, voltandomi dall’altra parte.

« Se vuole una risposta, perché non impara a fare due più due? »

Credo di averlo sorpreso con questa frase perché mi sento osservata come se avessi detto una barzelletta incomprensibile.

« Visto che siete collegati telepaticamente » ribatto sarcastica, « perché il vostro caro amico non torna indietro con i pensieri e vi fa vedere che cosa ha fatto? »

Non sono stata molto chiara, o forse è Paul ad essere un po’ tardo…

« Quando è venuta Alice, ed Edward … » spiego, ma vedo il suo volto illuminarsi.

« La sanguisuga? È per questo che sei arrabbiata? »

Lo dice come se fosse una scemenza, ma la morte di Edward non è una scemenza.

« Avrebbe dovuto farmi parlare con lui » dico, per la prima volta da quando il pensiero ha fatto capolino nella mia mente. « Non sarebbe morto, se mi avesse fatto spiegare. »

Stranamente, invece di sentirmi più leggera, avverto una maggiore pesantezza all’altezza del petto.

Mi aspetto che Paul mi dia ragione, e invece scoppia in una fragorosa risata.

« Tu ce l’hai con Jacob perché la sanguisuga ha deciso di farsi ridurre in cenere? »

Non ci trovo niente di divertente, e credo lo si legga dalla mia espressione perché Paul smette di ridere e ritorna serio.

« Stammi a sentire, ragazzina. Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, il succhiasangue non era un idiota. Ha fatto un’emerita cazzata, non ha raccolto le informazioni necessarie per poter agire di conseguenza. Da quel che so, al telefono ha detto di essere il dottor Cullen, e Jacob ha risposto a una semplice domanda: “dov’è Charlie Swan”. Non puoi accusare nessuno, se non il vampiro, per quello che è successo. »

« Ma se Jake mi avesse fatto parlare con lui… »

« Lui non ha chiesto di te » insiste, e lo vedo tremare leggermente.

Credo si stia innervosendo, e non è saggio contraddire un lupo nervoso.

« Jake avrebbe dovuto farmi spiegare » continuo nonostante sia consapevole del pericolo a cui mi sto esponendo.

Paul fa un respiro profondo e torna a fissarmi con quei suoi occhi neri. « Vorresti farmi credere che in tutti questi giorni hai versato lacrime di disperazione per la dipartita del succhiasangue, e che sei stata talmente occupata a prosciugarti da non avere il tempo di spiegare il tuo punto di vista a Jacob? E che per questo motivo tutto il branco ha bisogno di un antidepressivo? »

« Non posso parlare con lui: non lo voglio più vedere. Io lo odio » ribatto, ma nel pronunciare la frase ad alta voce mi sento girare la testa.

Cerco di sostenere il suo sguardo ma è molto difficile.

« Se è così che la pensi, allora ho fatto bene a venire a parlare con te: Jacob saprà cosa pensi di lui e la smetterà di piangersi addosso. »

In un battito di ciglia si trasforma in lupo, ma non va via: resta fermo dov’è, e sono certa che ora tutta la nostra conversazione sia di dominio pubblico.

Non trascorrono che una manciata di secondi: un ululato riempie il silenzio.

Se non fosse impossibile, giurerei di aver visto un lampo di soddisfazione nello sguardo del lupo grigio prima che mi voltasse le spalle.

Avverto un pizzicore agli occhi nell’ascoltare il lamento lontano, e ora più che mai ho bisogno di rivedere Edward, di sentirmi dire che andrà tutto bene, che non mi fa una colpa per quanto accaduto.

Raggiungo il pick-up e vado nell’unico posto che sono certa potrà farmi ritrovare lui, anche solo per un attimo.

Raggiungo la scogliera in pochi minuti e così come ho fatto non molto tempo fa mi preparo al tuffo.

Mi aspetto la sua visita da un momento all’altro: chiudo gli occhi e sto con le orecchie tese in cerca di un segno, ma la sola cosa che riesco a sentire è il pianto del lupo.

Devo andare più avanti, e con tutte le mie forze cerco di ignorare il dolore al petto che mi provoca quel lamento.

« Non farlo » sussurra finalmente una voce, ma ha qualcosa di diverso dall’ultima volta.

« Edward? » domando, come se potesse realmente rispondermi.

« Bells, non farlo. Non ci sarò io a proteggerti, stavolta. »

Riapro gli occhi e mi guardo intorno. Non c’è nessuno.

Faccio un passo verso il bordo e mi sporgo leggermente: è alto, più di quanto ricordassi.

« Ti prego, Bells! »

La voce è proprio dietro di me.

Mi volto appena in tempo per vedere due occhi scuri fissarmi preoccupati.

Mi gira la testa: non era Edward. Era…

« Allontanati, Bells. Torna a casa, per favore. »

Stavolta non svanisce: resta vicino a me e mi allunga una mano, come a volermi inviare a seguirlo.

Dov’è Edward?

Perché c’è Jacob al suo posto?

E perché, nel riconoscerlo, lentamente nasce un sorriso sul mio volto?

« Jake » sussurro, e tutta la forza che credevo di avere si scioglie come neve al sole.

Resto immobile ad ascoltare il pianto lontano di un lupo che soffre, cado in ginocchio e mi porto le mani al volto: è bagnato.

Sto piangendo anch’io, e, solo ora me ne rendo conto, è la prima volta da che sono tornata dall’Italia.

Perché, dannazione, mi manchi.

Mi manchi più dell’aria che respiro.

Perché non posso stare senza te.

La vita va avanti lo stesso, ma io non ci riesco, non riesco a dimenticare il passato, non riesco a guardare oltre, non ce la faccio!

Stupida, stupida che non sono altro.

Ho bisogno di averti qui con me, ma un muro enorme ci separa: è troppo grande da superare, troppo grosso per essere abbattuto, ed io non ho la forza per provarci.

Dio, perché…

Perché non riesco a staccarmi da te neanche volendo? Perché il tuo volto mi torna in mente sovrapponendosi al suo?

Perché, solo ora me ne accorgo, piango per te e non per lui?

Oh, Jake… ho mentito: non è vero, non ti odio.

Ma non posso dirtelo, perché ora sarai tu a non volermi vedere.

Perché non hai insistito e non hai fatto come sempre, imponendomi la tua presenza anche quando non ero certa di volerla?

Perché solo ora ti mostri a me, e solo nelle vesti di un’illusione?

Perché non sei reale?

Torna, Jake.

Torna da me, ti prego…

Sta facendo buio, ma non me ne curo.

Il sole prima o poi sorgerà di nuovo, ma senza di te per me farà sempre freddo.

Ed io non voglio il freddo, non più.

Non dopo aver capito cosa vuol dire avere il sole accanto.

 

 

 

 

Rieccomi ^^

Spero di non avervi deluso con questo capitolo, e che seguirete la storia per un altro aggiornamento ancora =)

Intanto ringrazio chi è arrivato fin qua e specialmente chi ha speso e spenderà un minuto del suo tempo per lasciarmi detto cosa pensa di questa mia folle creazione ^^

A presto con l'ultima parte...

 

Bax, Kla

 

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Capitolo 3
*** Parte terza - Un amico è così ***


Nuova pagina 1

Parte terza

Un amico è così

 

E ricordati che finché tu vorrai

Per sempre al tuo fianco lo troverai

Vicino a te mai stanco perché

Un amico è la cosa più bella che c'è

 

 

Sono trascorsi altri dieci giorni, e il dolore per la morte di Edward si è lentamente trasformato nella disperazione per la perdita del mio sole.

Ogni giorno sono andata in spiaggia a La Push, sperando di incontrarlo, di incontrare uno qualunque del branco per potermi spiegare, ma è stato tutto inutile.

Ho chiamato più volte sul cellulare, a casa, ma non ha mai risposto nessuno.

E Charlie non vede Billy da parecchio…

Che sia successo qualcosa?

Non me lo perdonerei mai.

Mi guardo allo specchio e una smorfia di disgusto si disegna sul mio viso: non sono molto presentabile, e anche se non mi sono mai preoccupata del mio aspetto, non devo essere un bello spettacolo, specialmente per Charlie, costretto ad avermi in casa in queste condizioni, per la seconda volta in meno di un anno.

Nonostante tutto, un sorriso saluta il mio riflesso allo specchio: com’è strana la vita… quando Edward mi ha abbandonata, Jacob è stato al mio fianco tutto il tempo, e adesso invece è lui la causa di questa mia condizione.

Devo uscire. Ne ho bisogno.

 

La spiaggia è deserta, come sempre dopotutto.

Lo so che è stupido da parte mia continuare a venire a La Push, ma è come se ci fosse una calamita ad attirarmi qua ogni giorno.

Eppure oggi avverto qualcosa di diverso nell’aria, un odore di muschio che ieri non c’era…

Mi siedo vicino alla riva e lascio vagare il mio sguardo.

Ormai non so più a cosa pensare, ho esaurito tutte le idee…

Mi vien da ridere, considerato che io amo meditare. Renée mi prende sempre in giro, dicendo che se anche fossi stata impossibilitata a fare ogni cosa, nessuno mai avrebbe potuto impedirmi di pensare.

Se le dicessi che non ho più pensieri credo rimarrebbe scioccata…

Se anche provassi, la sola cosa su cui mi concentrerei è anche la sola che mi fa male, ora.

Ho davvero bisogno di qualcuno con cui parlare, ma chi?

È da una settimana che ho smesso di scrivere ad Alice, e mi sento tremendamente in colpa per questo: suo fratello è morto, e anche se non avrebbe mai letto quelle lettere, era pur sempre un modo per sentirmi ancora legata a lei.

Ma dopo aver scritto l’ultima e-mail, mi sono resa conto che, se anche avessi saputo il suo indirizzo, non gliel’avrei mai spedita.

Come avrei potuto dirle che la persona di cui maggiormente sentivo la mancanza era Jacob?

Non le avrei mai detto che senza di lui la mia vita era vuota.

Né che il fatto di non sentirlo mi stava facendo male, più di quanto me ne aveva fatta l’assenza di Edward…

Dopo aver realizzato questo, ho capito che continuare a scriverle, seppure per finta, sarebbe stata una menzogna che non meritava.

 

Qualcuno si sta avvicinando, e mi assale una sensazione di dejà vu.

Mi verrebbe quasi da salutare Paul, ma non voglio dargli questa soddisfazione.

Perciò continuo imperterrita a guardare il nulla davanti a me, anche se nella mia mente cerco tutte le cose che vorrei dire a Jacob: sono certa che, anche stavolta, Paul farà da messaggero…

« Ciao. »

La sua voce mi fa sobbalzare.

Deve essere un sogno, altrimenti non sarebbe qua…

Mi volto verso di lui e resto a fissarlo come se fosse un fantasma.

« Jake… » inizio, ma onestamente non so cosa dire.

Lui mi guarda sottecchi, e sono certa che non prova tutta la calma che vuole dimostrare: seppure minimamente, la mascella gli si contrae quasi ritmicamente.

Pesco nella mente qualcosa di sensato da dire, ma mi esce solo un misero « Sei qui ».

Non dice nulla, ma lo vedo rilassarsi impercettibilmente.

Un lieve sorriso gli increspa le labbra, ma non accade nulla.

Sospiro e torno a guardare il mare.

È tutto così surreale: avrei tanto da dirgli, e invece me ne sto zitta, in attesa che sia lui a rompere il silenzio.

Mi scopro a sorridere, anche se non ne conosco il motivo; ma forse è la sola presenza di Jake al mio fianco, nonostante tutto, a rendermi felice.

« Mi dispiace » sussurro infine. « Non dicevo sul serio. Io non ti odio, Jacob » sento il dovere di dire, e come un fiume in piena, le parole mi affollano la mente e cercano di uscire tutte in una volta, con il solo risultato di un discorso incomprensibile persino alle mie stesse orecchie.

Jacob si mette a ridere, e, Dio, quanto mi è mancata questa risata!

« Tu ci sei sempre stato, per me » riprendo, dopo aver organizzato un po’ le idee.

« Non devi scusarti, Bells » dice, interrompendomi. « Ho visto cosa hai detto a Paul » ammette, e mi sento malissimo per questo. « Mi ha fatto male » continua, « ma io te ne ho fatto di più. Avevo giurato che mai ti avrei fatto soffrire, e una volta di più non ho mantenuto la mia parola. »

« Oh, Jacob… Potrai mai perdonarmi? »

Non risponde, e un’ansia incontrollabile si impossessa di me: e se non volesse più vedermi? Se mi abbandonasse?

« Sono stato male » ripete, « perché sapevo di essere la causa della tua sofferenza. E mi dispiace per come sia andata a finire con il succ… con Edward. Per quanto il lo detestassi, non meritava di morire. Non a quel modo, comunque. »

Sto per chiedergli come faccia a sapere il modo in cui Edward sia morto, ma mi rendo conto che non mi interessa. Non ora, almeno.

Lo lascio parlare, in attesa del verdetto finale.

« Mi sentivo responsabile per quanto accaduto, e ho fatto i tuoi stessi pensieri, con la differenza che non sono mai riuscito a dirli ad alta voce. »

« Ho pianto tanto » ammetto, ma me ne pento subito nel vedere l’espressione affranta che ha in viso.

« So che lo amavi, e se potessi tornare indietro… »

« Tu non c’eri » lo interrompo, rivelandogli quanto mi sia mancato. « Tu non c’eri, ed io avevo bisogno di te. »

Lo vedo sbattere più volte le palpebre, forse non si aspettava una simile confessione: Jake deve sapere il perché del mio dolore.

« Ho pianto perché tu non eri con me, perché solo con te mi sentivo al sicuro, ma tu mi hai tolto la certezza di un riparo. Stavo male, Jake, perché sapevo di aver sbagliato tutto, e quando l’ho capito non ho potuto rimediare. »

Prima che possa capire cosa sia successo, mi ritrovo stretta nel suo abbraccio caldo.

È bagnato, e non impiego molto a rendermi conto che sono le mie lacrime quelle che sto sentendo.

« Non abbandonarmi più, Jake. Non farlo mai più… »

Rimaniamo così, persi l’uno nell’abbraccio dell’altro; dopo tanto tempo, non ho freddo, e lo devo tutto al mio sole personale.

« Lo sai che per te darei la vita, vero? » domanda cercando il mio sguardo, e il modo in cui lo dice mi fa mancare un battito.

Perché è vero, so che lo farebbe, e nell’istante in cui realizzo questa consapevolezza mi rendo conto di non volerlo: non posso immaginare un mondo senza Jacob al mio fianco…

« Non voglio la tua vita. Io voglio te… »

« Finché vorrai, io ci sarò sempre. »

Mi stringo ancora di più a Jacob.

« Per sempre? » domando.

« Per sempre, sempre. »

 

 

E ricordati che finché tu vivrai

Un amico è la cosa più vera che hai

È il compagno del viaggio più grande che fai

Un amico è qualcosa che non muore mai

 

 

 

 

Terminato il mio sclero ^^

La canzone che fa da sfondo a questa terza e ultima parte è "Un amico è così", di Laura Pausini.

Si accettano critiche, commenti e tutto quello che vi passa per la testa ;)

So che magari avreste preferito un finale più *zuccherino* ma credo che sarebbe stato forzato, almeno per come si erano mossi i due ragazzi nella mia storia... Non me ne vogliate, per questo ^^

Come sempre, ringrazio chi è arrivato fin qua, e un abbraccio più forte a chi ha speso il suo tempo per farmi sapere cosa ne pensa di questa folle storia.

 

Bax, Kla

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