Scritta
per il The Vampire Geometry Fest con il prompt: Damon/Elijah “È più facile urlare che sussurrare, vero?”
Note: What if? 2x22.
...
E come al solito, sopportatemi. -__-
SANGUE ORIGINARIO
-Svegliati,
ragazzo.-
Damon aprì gli occhi appannati dal sudore e si sforzò di
mettere a fuoco la figura accanto al suo letto.
-Che diavolo ci fai tu qui?- domandò con voce roca e
affannosa.
-Chi credi che ti abbia riportato a casa?- domandò Elijah a
sua volta. –Oppure pensi che Elena sia abbastanza robusta da trasportarti di
peso?- lo schernì.
-Dov’è lei, adesso?- riuscì a chiedere nonostante le fitte
martellanti.
-Al piano di sotto con il segno dei tuoi canini sul collo.-
riprese quello con tono svagato, sedendosi sulla poltrona più vicina. –Ma sta
bene.-
Damon si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
Ma dopo un istante di apparente quiete si ritrovò ad
affondare il viso nel cuscino, ruggendo di dolore: il veleno del lupo scorreva
in ogni vena del suo corpo.
Si contorse e gridò, cercando di riprendere fiato, e alla
fine si lasciò ricadere boccheggiando tra i cuscini.
-Trattieniti, per favore.- commentò Elijah infastidito.
–Soffri in silenzio, c’è più onore in un lamento misurato.-
Damon lo mandò misuratamente al diavolo.
Ma al secondo doloroso attacco tenne la bocca chiusa,
lasciandosi sfuggire a malapena qualche gemito trattenuto.
-È più facile urlare che sussurrare, vero?- lo schernì di
nuovo Elijah, mostrando tuttavia uno sguardo compiaciuto.
Il ragazzo lo ignorò e si concentrò sul soffitto della sua
camera da letto, respirando profondamente per riprendere le forze.
Chiuse gli occhi per un istante e quando li riaprì, il polso
del vampiro originario era davanti al suo viso.
Il sangue gocciolava piano dal taglio appena inflitto…
Elijah incrociò il suo sguardo sospettoso e rise di gusto.
-Rallenterà il veleno.- chiarì poi, accostandoglielo alle
labbra. –E ti darà sollievo.-
Damon deglutì suo malgrado e si abbandonò sospirando tra i
cuscini, sentendo il dolore farsi sempre meno intenso.
L’altro lo osservò soddisfatto e tornò a sedersi sulla
poltrona, le gambe accavallate.
-Adesso ti fidi di me?- gli domandò dopo qualche
minuto di silenzio.
-Non me ne importa niente di te.- ribatté il ragazzo
risoluto. –Sto morendo, ricordi?-
-Questo non t’impedisce di essere sfrontato come tuo solito,
a quanto pare.- constatò quello, celando di malavoglia un sorrisetto ilare.
-E non ha trattenuto te abbastanza, da farti rinunciare al
tuo svago preferito.- aggiunse Damon, tagliente.
-Non sono qui per quello, ragazzo.- chiarì l’altro
distratto, mentre gettava uno sguardo poco convinto al libro sul comodino.
-E allora cosa diavolo sei venuto a fare?-
Elijah si adagiò contro lo schienale della poltrona e
incrociò le dita in grembo.
-A mostrarti compassione nei tuoi ultimi istanti.- gli rispose
calmo.
Damon voltò la testa dall’altro lato, sbuffando derisorio.
-Elena era più che sufficiente per questo, grazie.-
commentò.
L’altro si lasciò sfuggire un sorriso ghignante.
-Ma Elena non possiede la cura.- sottolineò senza
scomporsi.
Damon si voltò per la prima volta genuinamente sorpreso ed
Elijah stirò le labbra in un mezzo sorriso insolitamente rassicurante.
-Che te ne fai della cura, se tanto mi lascerai morire?-
commentò sarcastico, dopo un istante, il vecchio Damon Salvatore.
-Non è detto che ti lasci morire.- rispose quello di nuovo
impassibile. –La scelta dipende da te.-
-Sei un maledetto sadico.- asserì il ragazzo.
L’altro rise sonoramente e si alzò dalla poltrona per
chinarsi sul letto.
-Ti sbagli.- gli sussurrò avvicinandogli le labbra
all’orecchio. –Io sono il fratello gentile e questa è la quarta volta che ti
salvo la vita.-
-Cosa vuoi in cambio?- sputò Damon senza mezzi termini.
-Farai ciò che ti dico.- decretò deciso, allontanandosi da
lui per misurare la stanza a grandi passi.
Il ragazzo sbuffò esasperato. –Lo faccio già, tu mi
costringi.-
Elijah rise ancora. –Lo farai senza protestare.- aggiunse.
-Vai al diavolo!- sbottò quello, tornando a piegarsi dal
dolore.
Quando riuscì a riprendere fiato, trovò il suo interlocutore
in piedi vicino al letto.
-Hai già smaltito il mio sangue.- lo informò serio. –Il
veleno ha ripreso a fare il suo effetto.-
-L’ho notato.- sibilò quello sarcastico, ma la sua
voce era di nuovo debole e roca.
Elijah si sedette sul bordo del letto, scostando i lembi della
giacca che indossava.
-Con questa non succederà.- disse poi, mostrando al ragazzo
la bottiglietta con la cura.
-Non la voglio.- biascicò quello. –Non voglio essere in
debito con te.-
-Lo sei già, sia chiaro.- ribatté l’altro imperturbabile.
-Non sarò mai la tua marionetta.- aggiunse Damon, lesinando
sul fiato per riuscire a parlare.
Elijah sollevò brevemente gli occhi al cielo.
-Sfrontato e testardo.- mormorò, forzandogli la bottiglietta
contro le labbra e costringendolo a
bere.
Attese qualche minuto per assicurarsi che facesse effetto,
poi si alzò dirigendosi verso la porta.
-Quando ti sarai ripreso, raggiungimi in biblioteca.- gli
disse prima di varcare la soglia. –Dobbiamo parlare.-
-Ho alternative?- riuscì a domandare pungente Damon
Salvatore.
Elijah indugiò un istante, con la mano sulla maniglia.
–Ricordati che non ti ho mai soggiogato.- gli rispose infine.
-Ma lo faresti se mi rifiutassi.- insistette quello.
-Dovresti provare per scoprirlo.- ribadì il vampiro
originario. –Ma sappiamo entrambi che non lo farai.- e si chiuse la porta alle
spalle.
FINE.
Angolino
dell’autrice: ^_^
Se
devo essere sincera, mi vergogno enormemente per i pensieri poco pudichi
che m’ispirano questi due, per non parlare del loro sarcasmo pungente di cui
non riesco proprio a fare a meno. -_-
Poi,
qualcuno ha inserito di proposito dei prompt che sembravano fatti
apposta per me, e in effetti lo erano. Per cui cos’altro avrei dovuto fare? *occhioni ingenuamente sbrilluccicanti*
Poiché la mia mente perversa non accennava a sentirsi
soddisfatta, ho deciso di trasformare “Originario svago” da shot a raccolta:
tre storie, dunque. L’ultima in lavorazione. ^_^
Un giorno la smetterò di tormentare Damon, forse.
*Si dilegua senza farsi notare*