Originario svago

di Joy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Originario svago ***
Capitolo 2: *** Sangue originario ***
Capitolo 3: *** Originari debiti ***



Capitolo 1
*** Originario svago ***


ORIGINARIO SVAGO

                                                                                                                                                                                   A Gweiddi at Ecate, semplicemente.

 

 

 

ORIGINARIO SVAGO

 

 

-Ragazzino ingrato.-

Elijah mandò giù un sorso di whisky e facendo schioccare la lingua, posò il bicchiere sul tavolino di marmo.

L’odore di sangue imbrattava l’aria.

Respirò profondamente, abbandonandosi contro lo schienale della poltrona.

Paura.

Arricciò il naso, con una smorfia di disgusto.

-Per un attimo ho sperato che tu fossi diverso da quelle inutili creature che tremano alla mia sola vista.- accavallò le gambe. – E per le quali l’immortalità è decisamente uno spreco.-

Damon Salvatore, chino sul tappeto insanguinato, ruggì contro il suo interlocutore una risposta poco garbata.

Quello posò il gomito sul bracciolo, la mano sotto il mento e lo scrutò con interesse.

-Rabbia.- commentò compiaciuto. –Molto più ragionevole.-

Poi s’inginocchiò al suo fianco e finalmente lo liberò dal collare. –Va meglio, adesso?-

Il ragazzo sbuffò, si sollevò da terra faticosamente e si lasciò cadere esausto sul divano; le catene che tintinnavano sinistramente, ancora avvolte ai suoi piedi.

-Ti piace fare l’eroe, non è così?- disse infine. E la sua voce, resa roca dalle ferite, non bastò a coprire il tono sprezzante.

L’altro scrollò le spalle con noncuranza. –Salvaguardo semplicemente i miei interessi.-

-Non ne dubito…- commentò Damon dolorosamente, portandosi una mano alla gola martoriata.

L’emorragia non si era ancora fermata, segno che la verbena era ancora in circolo.

Dalle labbra gli sfuggì, suo malgrado, un soffio dolente.

Elijah sollevò gli occhi al soffitto, vagamente infastidito.

Al secondo rantolo sospirò, poi rassegnato si  avvicinò al ragazzo, chetò sul nascere le sue proteste e con gesti misurati, esaminò i danni lasciati dal collare.

Si ritenne oltremodo magnanimo, estraendo una scheggia di legno dalla ferita e tamponandola poi con il  proprio fazzoletto, ma quel ragazzino ingrato gli scoccò un’occhiata torva.

-Saresti così gentile da versarmi anche da bere?- ebbe il coraggio di chiedergli, premendo la stoffa sul collo sanguinante. –Ho qualche difficoltà a muovermi liberamente.- e accennò alle pesanti catene che limitavano ogni suo movimento.

Il vampiro orginario lo fissò divertito, riempì un bicchiere panciuto fino all’orlo e lo posò sul tavolino più vicino a lui.

Continuò ad osservarlo anche mentre beveva. Le ferite cominciavano a migliorare…

-Ti serve altro, ragazzo?- domandò poi, con tono di scherno.

Damon sbuffò e distese le labbra in un ghigno mascherato da sorriso.

-Magari, queste catene…- cantilenò.

-Oh, no.-

Questa volta Elijah rise apertamente. –Quelle restano lì.- e si deliziò dell’espressione guardinga che comparve sul suo volto.

Poi si chinò su di lui, aspirò profondamente, e avvicinò le labbra al suo orecchio.

-Così sarà molto più divertente.- sibilò.

 

***

 

Damon si portò la sigaretta alle labbra e aspirò profondamente.

-Per essere un Antico, hai dei desideri piuttosto moderni.-

-Mi piace tenermi al passo coi tempi.- lo informò quello, e distese le gambe sul tappeto cosparso di cuscini. -… In alcuni ambiti.- aggiunse dopo un istante, rifiutando con un cenno la sigaretta che l’altro gli porgeva.

Il ragazzo, per tutta risposta, gli soffiò contro senza tante cerimonie, una nuvoletta di fumo.

-Coloro che furono umani quando lo ero anch’io, non erano soliti inalare foglie di tabacco bruciate.- commentò, con poco velata superiorità.

-Coloro che furono umani quando lo eri te, l’avevano inventata la ruota?- se ne uscì Damon Salvatore.

L’altro ghignò pericolosamente.

-Provi soddisfazione ad essere sempre così sfrontato?- domandò poi, versandosi elegantemente da bere.

-Oh per favore!- sbottò Damon. –A te piace che io lo sia.-

 Elijah scrollò le spalle. –Te lo concedo.- rispose semplicemente, sorseggiando il contenuto del bicchiere.

Il ragazzo gli lanciò un’occhiata feroce, ma rimase in silenzio. Spense con disinvoltura la sigaretta sul pavimento e si stirò pigramente.

-Potresti togliermi queste catene, adesso?- domandò poi, senza mitigare in alcun modo il tono sarcastico.

Quello si alzò, si rivestì con calma e prima di andarsene tranciò gli anelli di ferro, lasciando che si ammucchiassero sul pavimento con rumore tintinnante. –Tornerò domani notte.- disse infine.

Damon si alzò, finalmente sgravato dal peso attorno ai suoi piedi e gli si parò davanti.

-Lascia che ti dica una cosa, Signor Vampiro Originario.- proruppe. –Quello che è successo stanotte non si ripeterà.-

Elijah sorrise malefico.

-Ricordi che posso soggiogarti quando voglio, ragazzino?-

Damon lo afferrò per il collo. –Non lo farai.- ringhiò minaccioso.

L’uomo levò gli occhi al cielo e con più pazienza di quanta disponesse si liberò dalla presa.

-No.- gli concesse, tuttavia. –Non ti soggiogherò.- poi posò la mano sulla maniglia e aprì la porta.

-Ma solo perché non è necessario.- e piegò le labbra in un sorriso sghembo.

 

FINE.

 

 

* Angolino dell’autrice *

 

Damon e Elijah nelle mani di Joy. ^_^

 

Scene scartate:

 

1.

-Lascia che ti dica una cosa, Signor Vampiro Originario.- proruppe. –Quello che è successo stanot… Andiamo, ragazzi! Non posso dirlo. Tutti penseranno che abbiamo fatto sesso davvero! 0_0-

-STOOOP!-

 

2.

-No.- gli concesse, tuttavia. –Non ti soggiogherò.- poi posò la mano sulla maniglia e aprì la porta. -Ma solo perché non è necessario.- e sorrise accattivante.

-STOOOP!-

-Ma così sono più figo! -_é -

 

3.

-Ricordi che posso soggiogarti quando voglio, ragazzino?-

Damon lo afferrò per il cavallo dei calzoni. -Ti stacco le palle se ci provi!- ringhiò minaccioso.

-STOOOP!-

 

4.

-Ehm… Cosa significa esattamente che Elijah passa sensualmente una mano tra i suoi folti e rigogliosi capelli e augura a Gweiddi at Ecate un Buon Compleanno o_0?!-

-FALLA E BASTA. AZIONE!-

 

-…E Buon compleanno a Gweiddi at Ecate!- concluse Elijah passando sensualmente una mano tra i suoi folti e rigogliosi capelli. –Perché noi valiamo. -_^!-

 

* Fine angolino dell’autrice *

 

 

Un bacio, Ecate.

 

Joy s’inchina e saluta.

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Capitolo 2
*** Sangue originario ***


Scritta per il The Vampire Geometry Fest con il prompt: Damon/Elijah “È più facile urlare che sussurrare, vero

 

Scritta per il The Vampire Geometry Fest con il prompt: Damon/Elijah “È più facile urlare che sussurrare, vero?”

Note: What if? 2x22.

 

... E come al solito, sopportatemi. -__-

 

 

SANGUE ORIGINARIO

 

 

-Svegliati, ragazzo.-

Damon aprì gli occhi appannati dal sudore e si sforzò di mettere a fuoco la figura accanto al suo letto.

-Che diavolo ci fai tu qui?- domandò con voce roca e affannosa.

-Chi credi che ti abbia riportato a casa?- domandò Elijah a sua volta. –Oppure pensi che Elena sia abbastanza robusta da trasportarti di peso?- lo schernì.

-Dov’è lei, adesso?- riuscì a chiedere nonostante le fitte martellanti.

-Al piano di sotto con il segno dei tuoi canini sul collo.- riprese quello con tono svagato, sedendosi sulla poltrona più vicina. –Ma sta bene.-

Damon si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

Ma dopo un istante di apparente quiete si ritrovò ad affondare il viso nel cuscino, ruggendo di dolore: il veleno del lupo scorreva in ogni vena del suo corpo.

Si contorse e gridò, cercando di riprendere fiato, e alla fine si lasciò ricadere boccheggiando tra i cuscini.

-Trattieniti, per favore.- commentò Elijah infastidito. –Soffri in silenzio, c’è più onore in un lamento misurato.-

Damon lo mandò misuratamente al diavolo.

Ma al secondo doloroso attacco tenne la bocca chiusa, lasciandosi sfuggire a malapena qualche gemito trattenuto.

-È più facile urlare che sussurrare, vero?- lo schernì di nuovo Elijah, mostrando tuttavia uno sguardo compiaciuto.

Il ragazzo lo ignorò e si concentrò sul soffitto della sua camera da letto, respirando profondamente per riprendere le forze.

Chiuse gli occhi per un istante e quando li riaprì, il polso del vampiro originario era davanti al suo viso.

Il sangue gocciolava piano dal taglio appena inflitto…

Elijah incrociò il suo sguardo sospettoso e rise di gusto.

-Rallenterà il veleno.- chiarì poi, accostandoglielo alle labbra. –E ti darà sollievo.-

Damon deglutì suo malgrado e si abbandonò sospirando tra i cuscini, sentendo il dolore farsi sempre meno intenso.

L’altro lo osservò soddisfatto e tornò a sedersi sulla poltrona, le gambe accavallate.

-Adesso ti fidi di me?- gli domandò dopo qualche minuto di silenzio.

-Non me ne importa niente di te.- ribatté il ragazzo risoluto. –Sto morendo, ricordi?-

-Questo non t’impedisce di essere sfrontato come tuo solito, a quanto pare.- constatò quello, celando di malavoglia un sorrisetto ilare.

-E non ha trattenuto te abbastanza, da farti rinunciare al tuo svago preferito.- aggiunse Damon, tagliente.

-Non sono qui per quello, ragazzo.- chiarì l’altro distratto, mentre gettava uno sguardo poco convinto al libro sul comodino.

-E allora cosa diavolo sei venuto a fare?-

Elijah si adagiò contro lo schienale della poltrona e incrociò le dita in grembo.

-A mostrarti compassione nei tuoi ultimi istanti.- gli rispose calmo.

Damon voltò la testa dall’altro lato, sbuffando derisorio.

-Elena era più che sufficiente per questo, grazie.- commentò.

L’altro si lasciò sfuggire un sorriso ghignante.

-Ma Elena non possiede la cura.- sottolineò senza scomporsi.

Damon si voltò per la prima volta genuinamente sorpreso ed Elijah stirò le labbra in un mezzo sorriso insolitamente rassicurante.

-Che te ne fai della cura, se tanto mi lascerai morire?- commentò sarcastico, dopo un istante, il vecchio Damon Salvatore.

-Non è detto che ti lasci morire.- rispose quello di nuovo impassibile. –La scelta dipende da te.-

-Sei un maledetto sadico.- asserì il ragazzo.

L’altro rise sonoramente e si alzò dalla poltrona per chinarsi sul letto.

-Ti sbagli.- gli sussurrò avvicinandogli le labbra all’orecchio. –Io sono il fratello gentile e questa è la quarta volta che ti salvo la vita.-

-Cosa vuoi in cambio?- sputò Damon senza mezzi termini.

-Farai ciò che ti dico.- decretò deciso, allontanandosi da lui per misurare la stanza a grandi passi.

Il ragazzo sbuffò esasperato. –Lo faccio già, tu mi costringi.-

Elijah rise ancora. –Lo farai senza protestare.- aggiunse.

-Vai al diavolo!- sbottò quello, tornando a piegarsi dal dolore.

Quando riuscì a riprendere fiato, trovò il suo interlocutore in piedi vicino al letto.

-Hai già smaltito il mio sangue.- lo informò serio. –Il veleno ha ripreso a fare il suo effetto.-

-L’ho notato.- sibilò quello sarcastico, ma la sua voce era di nuovo debole e roca.

Elijah si sedette sul bordo del letto, scostando i lembi della giacca che indossava.

-Con questa non succederà.- disse poi, mostrando al ragazzo la bottiglietta con la cura.

-Non la voglio.- biascicò quello. –Non voglio essere in debito con te.-

-Lo sei già, sia chiaro.- ribatté l’altro imperturbabile.

-Non sarò mai la tua marionetta.- aggiunse Damon, lesinando sul fiato per riuscire a parlare.

Elijah sollevò brevemente gli occhi al cielo.

-Sfrontato e testardo.- mormorò, forzandogli la bottiglietta contro le labbra e costringendolo a bere.

Attese qualche minuto per assicurarsi che facesse effetto, poi si alzò dirigendosi verso la porta.

-Quando ti sarai ripreso, raggiungimi in biblioteca.- gli disse prima di varcare la soglia. –Dobbiamo parlare.-

-Ho alternative?- riuscì a domandare pungente Damon Salvatore.

Elijah indugiò un istante, con la mano sulla maniglia. –Ricordati che non ti ho mai soggiogato.- gli rispose infine.

-Ma lo faresti se mi rifiutassi.- insistette quello.

-Dovresti provare per scoprirlo.- ribadì il vampiro originario. –Ma sappiamo entrambi che non lo farai.- e si chiuse la porta alle spalle.

 

 

FINE.

 

 

Angolino dell’autrice: ^_^

 

Se devo essere sincera, mi vergogno enormemente per i pensieri poco pudichi che m’ispirano questi due, per non parlare del loro sarcasmo pungente di cui non riesco proprio a fare a meno. -_-

Poi, qualcuno ha inserito di proposito dei prompt che sembravano fatti apposta per me, e in effetti lo erano. Per cui cos’altro avrei dovuto fare? *occhioni ingenuamente sbrilluccicanti*

Poiché la mia mente perversa non accennava a sentirsi soddisfatta, ho deciso di trasformare “Originario svago” da shot a raccolta: tre storie, dunque. L’ultima in lavorazione. ^_^

 

Un giorno la smetterò di tormentare Damon, forse.

 

*Si dilegua senza farsi notare*

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Capitolo 3
*** Originari debiti ***


Scritta per il The Vampire Geometry Fest con il prompt: Damon/Elijah “ Forse non ci siamo capiti

 

Scritta per il The Vampire Geometry Fest con il prompt: Damon/Elijah “ Forse non ci siamo capiti.”

Note: What if? ambientazione post 2° stagione.

 

 

ORIGINARI DEBITI

 

 

-Smetti di agitarti e rilassati.-

Damon gli scoccò un’occhiata torva e sottraendosi alla sua presa, si lasciò ricadere di schiena sul materasso.

-Rilassati tu.- gli rispose sfrontato, incrociando le braccia al petto.

Elijah rise di gusto sdraiandosi al suo fianco. –Potevi dirlo che il veleno del morso ti aveva reso momentaneamente più debole e sensibile.-

Damon afferrò il bordo del lenzuolo e se lo trascinò fin sopra il petto.

-Vai al diavolo.- gli disse poi serafico.

Quello scrollò le spalle con noncuranza e allungando il braccio verso il comodino, afferrò un bicchiere colmo di whisky.

-Non ti scaldare troppo.- commentò sorseggiando il liquore. –Sei stato male, lo capisco. Rimandiamo.-

-Sto perfettamente bene.- chiarì Damon, sforzandosi con scarsi risultati di sembrare credibile.

Elijah posò il bicchiere e gli rivolse uno sguardo falsamente innocente. –Vuol dire che vuoi farlo?-

Damon si sollevò di scatto e gli artigliò la gola ringhiando.

-Non provocarmi.- sibilò.

L’altro sbuffò esasperato e senza scomporsi gli afferrò il polso costringendolo a mollare la presa.

-E tu risparmia le forze.- gli rispose, scostandolo da sé con un gesto deciso. –Ne avrai bisogno.-

-E per cosa? Se mi è consentito chiedere…- domandò lugubre, massaggiandosi il braccio offeso.

-Partiremo domani.- lo informò Elijah, appoggiando le spalle ai cuscini e fissando il soffitto con aria distratta.

-Io con te non vado da nessuna parte!- ribatté il ragazzo con impeto, aggrottando la fronte.

-Neanche se servirà a salvare tuo fratello e ad uccidere il mio?- buttò là, lanciandogli una breve occhiata.

Damon lo guardò incerto per un istante.

-Non avrai il mio aiuto, dopo che ci hai tradito una volta.- rispose infine.

-Forse non ci siamo capiti.- dichiarò Elijah per niente turbato. –Tu mi aiuterai e basta.-

-Sono stanco di fare quello che dici.- commentò il ragazzo irritato.

-Non è un problema mio.- lo informò l’altro incurante.

Damon si avvicinò tanto da sfiorargli l’orecchio che le labbra.

-Presto lo sarà.- gli sussurrò.

Elijah rise ilare.

-Sai qual è il vero problema, Damon?- iniziò poi.

Quello lo guardò con stupore.

Non aveva mai pronunciato il suo nome, in genere lo chiamava ragazzino, avendo cura tingere il suono d’una punta di sarcasmo.

-Ti lamenti di continuo,- seguitò. –ma è evidente che ti piace la mia compagnia.-

-Mi lamenterei di meno se qualche volta tu facessi stare me sopra.- chiarì il ragazzo.

-Allora è solo una questione di dominio?- chiese Elijah abbozzando un mezzo sorriso.

-Mettila come vuoi…- gli rispose Damon vago, sollevando le spalle.

-Se stai sotto puoi risparmiarti l’umiliazione di non riuscire a soddisfarmi.- gli fece notare quello, sollevando le sopracciglia.

-Ma cos…?- Il ragazzo aprì la bocca per replicare, ma lo stupore impedì alle parole di uscire.

-Stai scherzando, vero?- riuscì a fiatare dopo un attimo.

Elijah rise di nuovo. –Vuoi provare?-

Damon lo scrutò assottigliando gli occhi.

-Voltati.- gli disse deciso.

E quello obbedì con un’espressione divertita stampata in viso.

 

 

***

 

Damon si lasciò cadere esausto sul materasso.

-Sei ancora dell’idea che io non sia in grado di soddisfarti?- chiese con un sorriso ghignante.

Elijah gli lanciò uno sguardo allegro e quasi tenero.

-Te la sei cavata.- ammise.

-Potresti essere anche un po’ più generoso…- gli fece notare il ragazzo.

L’altro lo afferrò, trascinandolo sotto di sé.

-Te la sei cavata bene.- gli concesse, prendendogli il viso tra le mani.

Poi rotolò su un fianco e chiuse gli occhi rilassato.

-Hai un piano per fermare Klaus?- gli chiese dopo un istante Damon, con tono serio.

-Non proprio.- gli rispose l’altro.

Il ragazzo rimase in silenzio, ma si lasciò sfuggire un sospiro preoccupato.

-Ritroveremo Stefan.- lo rassicurò Elijah.

-Perché dovrei fidarmi di te?- gli chiese Damon, accompagnando la smorfia delle labbra al tono retorico.

-Perché ti ho salvato la vita non so più quante volte.-

Quello sbuffò. –L’hai fatto solo per divertirti.-

-Credimi Damon,- chiarì l’altro quieto. –quando sarai su questa terra da abbastanza tempo, capirai che il divertimento –come lo chiami tu-, è decisamente effimero, e lo puoi trovare in molte cose. Non avevo bisogno di salvarti la vita solo per quello.-

-E allora perché l’hai fatto?-

Elijah aprì gli occhi e scrutò il soffitto della stanza aggrottando la fronte, quasi potesse trovarvi scritta la risposta.

-Capirai anche questo.- gli disse infine. –Se vivrai abbastanza a lungo.-

Poi si voltò su un fianco e posò con disinvoltura il braccio sul torace del ragazzo.

-Sto ancora aspettando le tue scuse per avermi ucciso.- gli fece notare con un lieve sorriso.

Damon chiuse gli occhi, vistosamente stanco.

-Aspetterai ancora un po’.- riuscì a rispondergli prima di sprofondare nel sonno.

 

FINE.

 

 

Angolino dell’autrice: ^_^

 

Ultima storia di questa raccolta. Fortuna, perché come avrete notato questi due si stanno vagamente rammollendo, quando la cosa più bella del loro rapporto e il sarcasmo tagliente.

Detto questo, ringrazio tutte le anime coraggiose che mi hanno seguito fin qui e m’inchino al loro cospetto. ^__^

Spero vi siate divertiti –io scrivendo l’ho fatto-, e che non mi odierete troppo per avervi propinato questa discutibile versione del rapporto tra Damon e Elijah.

 

Vi abbraccio forte,

Joy.

 

 

 

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