A crystal won't make you happy

di Alison_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Away from you ***
Capitolo 2: *** Vanished ***
Capitolo 3: *** Unbelievable ***
Capitolo 4: *** Time is passing by ***
Capitolo 5: *** Alone ***
Capitolo 6: *** That day ***
Capitolo 7: *** Just you and me ***
Capitolo 8: *** Under the stars ***
Capitolo 9: *** Let's talk about us ***
Capitolo 10: *** November rain ***
Capitolo 11: *** Just hold on tight ***
Capitolo 12: *** Goodbye ***
Capitolo 13: *** Everybody hurts ***
Capitolo 14: *** Reality is not a dream ***
Capitolo 15: *** Sixteen years ago ***
Capitolo 16: *** Once upon a time ***
Capitolo 17: *** Trust People You Love ***
Capitolo 18: *** This is not the end ***



Capitolo 1
*** Away from you ***


Desclaimer: I diritti e i personaggi di Sailor Moon appartengono esclusivamente a Naoko Takeuchi.

A crystal won’t make you happy


Prologo: Away from you

Seiya a Bunny: Testolina buffa: te lo avevo detto. Il tuo ragazzo e' tornato sano e salvo. Bunny io... finche' vivro' non ti dimentichero' mai".
Bunny: Gia'. Nemmeno io. Resteremo per sempre grandi amici.
Tutti ridono.
Seiya: Ehi non mettetevi a ridere!
Morea: Ma dai, Bunny: non capisci?
Bunny: Allora volete spiegarmi cosa non ho capito?
Rea: E' possibile che non te ne sia accorta?
Bunny: No, visto che sto chiedendo spiegazioni!
Rea: Smettila di fare la finta tonta, Bunny!
Bunny: Ma cosa ci posso fare se non ho capito!
Rea: Molto bene. Allora sarai l'unica a non saperlo mai!
Bunny: Uffa! Non fare cosi': dimmelo!
Tutti ridono.
Seiya: Senti Marzio. Mi raccomando: prenditi sempre cura di Bunny. Di sicuro lo saprai gia'. Tu sei un ragazzo davvero fortunato. Ti vuole un mondo di bene.
Marzio: Si: questo lo so.
Seiya: Arrivederci, testolina buffa!.
Tutti: "Ciao!".

Erano partiti, tornavano nel loro pianeta per poterlo ricostruire, per far rifiorire la vegetazione, per poter riorganizzare le feste, per poterlo nuovamente proteggere, per poter vivere…
E quando il loro viaggio era giunto a destinazione, grazie alla loro principessa, le Starlight erano ufficialmente i Three Lights, le sembianze di guerriere erano per sempre sparite, ed era stata una loro richiesta perché si trovavano più a loro agio nei corpi maschili inoltre sarebbe stato più facile proteggere la loro amata galassia…

Taiki: Sono contento di essere di nuovo a casa
Y: Si anche io, la Terra iniziava ad annoiarmi..
S: A me proprio per niente, era molto emozionante!
T: La terra? O forse Bunny?
S: E ragazzi non voglio essere volgare quindi non mi esprimo su come mi piaccia Bunny…
Y: E noi non vogliamo saperlo grazie!
S: Beh se proprio ci tieni, te lo dico…allora…
Y: No ti prego, voglio ancora dormire la notte!
Kakyu: Ahaah, ma Seiya non ti manca?
S: Lei sarà sempre una parte importante della mia vita, ma il mio posto è qui e il suo è sulla Terra con quel tipo…
T: Quel tipo ha un nome…
S: Quel bastardo…. Va meglio?
T: Non cambierai mai…
S: Finchè vivrò non la dimenticherò mai…gliel’ho promesso…
T: Bisogna ammettere che ci eravamo legati a loro e che forse mancheranno anche a me…
Y: Ma siete pazzi? Noi siamo a casa e voi pensate a quelle?!
S: Parlò colui che voleva dimenticare la protettrice di Venere…
Y: No no che sia chiaro, io sto bene qui soprattutto perché non c’è lei!
T: Yaten le bugie hanno le gambe corte e già sei basso…
Y: Non offendere il mio 1.70!
S: Però ho notato che siamo cresciuti dopo aver abbandonato la doppia identità…
T: Beh dobbiamo essere ragazzi o no??
S: Concordo…
T: Magari i codini..
S: E no puoi scordartelo! Perché credi che ci amassero tanto le fan sulla terra??
Y: Effettivamente è un punto di forza…
Kakyu: Ragazzi, basta con le chiacchiere, diamoci da fare!

E così, aiutati dagli abitanti rinati grazie alla sconfitta di Galaxia, iniziarono la ricostruzione…il palazzo dove vivevano, i giardini, le case…
Era ormai sera e Seiya guardava le stelle, i pianeti e la Terra che appariva così piccola perché a migliaia di chilometri di distanza… chissà cosa stava facendo la sua testolina buffa, ora forse era felice, lui doveva dimenticarla, forse sarebbe stato più semplice visto che non l’avrebbe mai più rivista… ma il ragazzo dal lungo codino nero sapeva benissimo che quella era solo un’illusione e che Bunny era entrata talmente dentro il suo cuore che ormai era irremovibile…

Mentre Seiya pensava a quella ragazza dai capelli biondi, lei stessa stava pensando a lui e nessuno dei due percepì telepaticamente il suono di un vetro che andava in frantumi… Quel suono sordo proveniva da Tokyo, più precisamente dalla parte interna, presso la tv Galaxy… Al suo interno un enorme lastra di cristallo colorata si era appena spezzata in sei parti.. Cosa significava?
Non era finito il tempo delle guerre e dei mostri?
Evidentemente le guerriere saranno troppo buone o meglio disattente e ne pagheranno le conseguenze…


Eccomi qui con la mia nuova ff :) Spero che il prologo vi abbia in qualche modo incuriosito e che la continuerete a seguire. Sono ben accette, come al solito, anche le critiche costruttive. Questa storia sarà leggermente diversa dalla precedente dedicata quasi completamente al sentimento tra Bunny e Seiya perchè qui è Bunny la vera protagonista, insieme a Seiya ma solo dopo qualche tempo, ma non sarà una vero e proprio racconto su una possibile coppia, ci saranno anche un mistero da svelare, il cambiamento di Bunny e tanto altro.
Sarà aggiornata più lentamente rispetto alla precedente causa numerosi impegni scolastici.
Grazie a tutte ^^

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Capitolo 2
*** Vanished ***


 Capitolo I: Vanished
 
Bunny si era appena alzata, era in ritardo come al solito, improvvisò una corsa affannata per prendere l’autobus, incontrò Marta, ma potè scambiarci poche parole visto che le lezioni sarebbero iniziate a breve. La mattinata trascorse molto velocemente, e nel primo pomeriggio le ragazze si incontrarono al santuario da Rea per studiare…
Bunny, come al solito, era in ritardo ma se la prendeva comoda. E lungo la strada non si sforzò di correre o accelerare il passo, perché avrebbe dovuto? In fondo era una così bella giornata e una lunga passeggiata con Luna di sicuro non guastava. Eppure in quel momento non aveva voglia di parlare, si accontentava di stare in silenzio, guardare per terra e dava dei calci ogni tanto ai sassolini per vedere dove essi arrivavano. Poi alzava gli occhi al cielo, osservava la forma delle nuvole e ogni tanto si chiedeva cosa stesse facendo Seiya, poi però spostava il suo pensiero su altro, era come se la sua mente volesse evitare ogni contatto con quella dolce stella cadente.. “Chissà perché… Mi manca così tanto.. Eppure è sempre stato solo un amico per me.. Ma la mia mente vuole cancellare ogni cosa…o sono io che lo voglio fare? Non mi va di soffrire per la sua mancanza, dovrei essere contenta. Finalmente la Terra è serena, fra qualche anno mi sposerò, sono con le mie amiche e lui sta ricostruendo il suo pianeta, quindi non devo essere egoista. Lui non può stare qui con me. Né ora né mai. E devo essere contenta. Per me. Per lui. E poi io ho Marzio, sono felice che sia tornato e lo amo. Però è diversa la situazione, avevo instaurato un legame molto forte con Seiya quindi è lecito che mi manchi giusto?”
Mentre rifletteva, Bunny vide una leggero scintillio provenire dall’altro lato della città, si voltò a guardare chiedendosi cosa fosse, ma era già scomparso. Too late, my dear.
 
Ami: Chissà dov’è Bunny…
Rea: Si sarà incantata a guardare qualcosa!
Bunny: Ciao ragazze! Scusate il ritardo…
Rea: Parli del diavolo…
Bunny: Insinui che lo sono?!
Rea: No, Bunny si dice così…
Bunny: Cioè si dice che io sia un diavolo?
Rea: Lasciamo stare dai che è meglio, ragazze vi prego cambiamo argomento!
Morea: Come mi sento bene! Svincolata da combattimenti..
Rea: A me quasi manca il fatto di combattere!
Marta: Pazza! Ora potrò dedicarmi a tutti i bei ragazzi che esistono al mondo!
Bunny: Anche se tu ne hai in testa solo uno..
Ami: Che carina, Marta è innamorata!
Marta: Parli proprio tu, iscritta al fan club dei Three Lights con la tessera numero 25!
Ami: Erano bravi a cantare!
Marta: Ammettilo, a te piaceva Taiki! Ami e Taiki, Taiki e Ami, Amiki, Tami…
Ami: Ragazze, ditele di smetterla!
Morea: Beh, Ami….è la verità!
Bunny: Immagino il vostro primo appuntamento… in un laboratorio di scienze!
Ami: Preferirei in uno di matematica, grazie!
Rea: Allora vedi che vorresti!
Ami: Non intendevo quello!
Morea: Io farò la torta…
Ami: Basta!
Bunny: Chissà come staranno…
Rea: Chi?
Bunny: I Three Lights… Seiya… Non li vediamo da un po’
Rea: Beh loro stanno ricostruendo il loro pianeta…
Bunny: Sapete ogni tanto mi manca…
Marta: Beh ma adesso hai Marzio
Bunny: Si è vero, ma Seiya era comunque una parte importante della mia vita… Tante volte avrei preferito che fosse rimasto…
Morea: Bunny, scusa se lo dico… Ma non sarebbe stata una buona idea, lui innamorato di te, non sarebbe andato d’accordo con Marzio…
Bunny: E poi alla fine avrei scelto Seiya ahahah
Rea: Bunny…
Bunny: Ragazze umorismo, il mio amore è Marzio, certo per Seiya ho provato qualcosa di forte ma non è paragonabile… è solo amicizia
“O almeno penso” avrebbe voluto aggiungere, ma quella conversazione animata fu ben presto interrotta dall’arrivo di Marzio…
 
Marzio: Ehi Bunny, che dici andiamo a fare un giro?
Bunny: Volentieri, scusate ragazze!
Marta: Tranquilla, vai ad amoreggiare!
Bunny: Invidiose!
Marzio: Anzi veramente sarebbe meglio che veniste anche voi, ragazze.
Bunny: Vuoi che amoreggino con noi?!?!
Marzio: Ma no! E’ che c’è stato un problema…
Bunny: Che tipo di problema? Sei forse innamorato di una di loro?
Marzio: Ma che sciocchezze vai dicendo?!
Bunny: Sputa il rospo!
Marzio: Se avevi un attimo di pazienza… Luna e Artemis hanno recepito segnali negativi presso la Tv Galaxy… Dovremmo andare a controllare…
Bunny: Ma Galaxia ora è buona!
Rea: Bunny non discutere, andiamo!
 
Tv Galaxy
 
Luna: Sentite anche voi?
Rea: Si, ma sembra ci siano in contrasto una forza negativa e una positiva…
Ami: Proviene da quella cassa…
Morea: Forza la rompo!
 
La cassa esplose, le guerriere Sailor riuscirono a distruggerla…
 
Ami: Forse ora potremmo stare tranquilli…
Morea: Finalmente
Rea: Dite che dovremmo distruggere l’edificio?
Marzio: Su ragazze, torniamo a casa, non ha senso, ormai tutto il male è svanito…
Bunny: Ho notato qualcosa, voi andate avanti, io vi raggiungo dopo… Luna potresti rimanere con me? Devo parlarti…
 
Il giorno dopo
 
Ikuko: Bunny tesoro è pronta la colazione! Bunny, Bunny! Bunny dove sei?
La mamma aprì la porta della stanza e non trovò la figlia, subito pensò che potesse essere rimasta a dormire da una delle sue migliori amiche ma nessuna di loro l’aveva vista, così telefonò persino a Marzio, ma neanche lui non l’aveva più vista dopo quel pomeriggio…
 
Drin, Drin…
 
Ami: Si, Rea cosa c’è?
Rea: Vediamoci al santuario tra cinque minuti, corri è urgente.
 
Santuario di Rea.
 
Marta: Ragazze, cosa è successo?
Rea: Bunny: mi ha chiamato la mamma stamattina chiedendomi se fosse a dormire da qualcuna di noi…
Marta: Da me non era…
Morea: Neanche da me.
Ami: Io stavo studiando…
Heles: Noi non l’abbiamo vista…
Ottavia: Io e Sydia abbiamo giocato a carte tutta la sera ma non si è presentata …
Marzio: La cosa strana è che non è venuta nemmeno da me..
Artemis: Ed è sparita anche Luna…
Milena: Sei sicuro?
Artemis: Si da quando le abbiamo lasciate alla tv Galaxy…
Rea: Dove si sono cacciate?!
Marta: Ragazze, Bunny non è tipa da scappare o fare questi tipi di scherzi, è successo qualcosa..
Ami: Dobbiamo ritrovarla…
Heles: Abbiamo bisogno di aiuto..
Marta: Forse io ho un’idea…
Rea: Sarebbe?
Marta: I Three Lights…
Morea: Sono d’accordo.
 
Così le guerriere Sailor contattarono i tre cantanti che stavano ricostruendo il loro pianeta e mentre azionavano il trasmettitore, una ragazza dai lunghi capelli biondi e la sua gattina svanivano per sempre da quel mondo.

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Capitolo 3
*** Unbelievable ***


Capitolo II: Unbelievable
 
Kakyu alzò lo sguardo, era alquanto turbata e lo si poteva leggere in viso, non capiva come mai le Terrestri stessero cercando un collegamento, “Ragazzi, le guerriere Sailor stanno cercando di mettersi in contatto con noi”
Taiki, allarmato, rispose “Cosa è successo?”
-“Non lo so, andiamo nella sala comandi.”
 
Dall’altra parte della galassia Ami stava cercando di utilizzare quella ricetrasmittente e di instaurare un collegamento sufficiente per vedere i Three Lights e parlare con loro, “Ragazzi, mi sentite? Ci siete?”
“ Si, ciao quanto tempo! Come state?” Rispose il più tecnologico dei tre, l’unico che probabilmente sapesse usare quell’aggeggio, Taiki.
- "Noi bene, ma abbiamo un problema, dobbiamo parlarvi."
- "Di che cosa si tratta?"
Marta, scorgendo in lontananza la figura di Yaten, non si trattenne e intonò un motivetto, grazioso, agitando i capelli e muovendo le mani imitando il movimento delle onde “O ecco il mio amore, che ha rapito il mio cuore, poi è partito lontano e il mio cervello non è più stato sano..”. Yaten stava per ribattere con il suo solito modo scontroso di parlare quando Rea rimproverò la guerriera di Venere: “Marta chiudi il becco è una cosa importante…”
Ami, allora riprese la conversazione, con tono addolorato e poggiò la sua mano destra sul gomito sinistro mentre con l’altra si teneva il viso, dispiaciuta “Ecco, vedete Bunny è scomparsa…”
Un'improvvisa fitta colpì quel ragazzo che fino a quel momento era stato zitto perché non voleva vederla e sentire il suono di quella voce melodiosa, invece aveva ascoltato attentamente le parole di Ami, e preso dal panico, si agitò “Che cosa? Ci state prendendo in giro?”
- "No, ieri abbiamo dovuto annientare l’ultimo filtro di energia proveniente dalla tv Galaxy e lei ha sentito qualcosa alla fine… Così ha deciso di rimanere lì e da quel momento non abbiamo più rivisto né lei né Luna… Non ha chiamato.. Non è tornata a casa.."
E per la prima volta parlò Marzio, visibilmente preoccupato, atterrito per la scomparsa della sua amata, non in vena di sentire la voce di colui che le era stato accanto negli ultimi tempi, ma doveva trovarla, voleva trovarla, gli mancava : “E non è venuta neanche da me..”
Sydia: “Ragazzi, sappiamo che state ricostruendo il pianeta ma è un favore che vi chiediamo, è davvero importante ritrovarla…”
Yaten: "E perché lo chiedete a noi?"
Marta: "Perché tesoro tra le guerriere siete quelli con cui abbiamo migliori rapporti in più voi la conoscete soprattutto Seiya…"
Seiya: "Marta, io vorrei però…"
Kakyu, prese subito una decisione, in fondo non erano quelle le guerriere che li avevano aiutati?: “ Ragazze, verremo. Voi avete fatto così tanto per noi e dobbiamo ricambiare il favore. Arriveremo stasera, appena possibile.”
Le Sailor ringraziarono e ripresero a setacciare la città alla ricerca di qualche notizia.
 
Nel frattempo a Kinmoku…
 
“Ma sei pazza? Dovrei rivedere quella!” Sbraitò Yaten ancora scocciato dalle parole che gli aveva rivolto la dolce biondina.
 “Non dimenticare che ci hanno aiutato..”, Kakyu cercava di convincere i tre ed era sulla buona strada.
- “E va bene…”
- “Seiya, per te non è un problema vero?”
- “No, anzi io voglio rimanere là finchè non la troviamo…” Rispose Seiya, ma senza guardare negli occhi nessuna delle persone presenti, sapeva che si sarebbe lasciato andare e avrebbe detto tutti i suoi sentimenti repressi perché la ferita era ancora aperta e la cicatrice non sarebbe mai guarita.
- “E noi ti sosterremo. Ma non dovevi lasciarla perdere?”
- “Non posso, è più forte di me. E se le fosse successo qualcosa? No, non me lo perdonerei mai.”
- “E va bene, stasera partiremo!”
- “Grazie, principessa lo so che per te e’ un sacrificio”
 
Seiya iniziò a preparare i bagagli. Tornare sulla Terra era per lui una fitta al cuore, rivedere tutti i posti in cui era stato con la sua amata Testolina Buffa e non poter riabbracciare lei. “Ma dove sei finita? Dimmi che non ti è successo nulla di male, ti prego. Non saprei cosa fare. Ci provo ogni giorno a dimenticarti ma non ci riesco, e ricordo tutti quei momenti e come mi hai spezzato il cuore. Ma tu non volevi, non è colpa tua.. Tu sei destinata a lui e lo ami e io non posso competere con il suo amore, sarebbe tempo sprecato. Ma voglio rivederti, anche a costo di girare il mondo, devo trovarti, non posso permettere che una luce così si spenga. E quando ti avrò trovato, tornerò sul mio pianeta, ti lascerò con lui perché è questo quello che vuoi, non ti è mai importato niente di me eppure io sento il dovere nei tuoi confronti di salvarti. E se poi volessi rimanere? Ora potrei combattere per te… Ma non avrei speranze, ma perché? Perché mi sono innamorato di te: ci sono tante ragazze, però io ho scelto l’unica legata da un filo indissolubile, perché? E perché ora voglio vederti? Avevo promesso di non dimenticarti mai, ma ero convinto che non ti avrei mai più rivista, avrei potuto semplicemente ricordarti come una ragazza dai lunghi codini che mi aveva stregato il cuore e l’anima.. e invece, se mai riusciremo a trovarti, dovrò sopportare i tuoi occhi pieni d’amore solo per lui, e un sorriso di semplice amicizia per me. Non ce la farei. Rimarrei congelato. Senza scampo. Sarebbe come sprofondare in un abisso e non riemergere. Vorrebbe dire arrendersi e io non sono un tipo che lo fa così facilmente, ma cosa posso fare davanti all’evidenza? Okay, ora basta! Non l’ho neanche rivista, non so dov’è… e l’unica cosa che ora mi importa è la sua vita!”
 
Seiya sbattè un pugno contro il muro, non riusciva a trattenere la rabbia e lo sconforto. Doveva reagire. Prese i bagagli e si diresse verso l’entrata del castello dove gli altri lo stavano aspettando.
 
Kakyu sorrise leggermente, sapeva che quello era l’unico modo per tranquillizzare il cuore e l’anima di quel ragazzo: “Seiya, eccoti! Sei pronto?”
- “Si..”
- “Allora si parte!”
 
Un tunnel li risucchiò e iniziarono a viaggiare.
 
Ottavia, alzando gli occhi al cielo, sorridendo e rimanendo colpita, esclamò: “Guarda, le stelle cadenti!”
“Stanno arrivando..” Rispose Heles con il suo solito tono duro e severo, ma che lasciava trasparire un leggero sentimento di preoccupazione per la situazione in cui si erano andati a cacciare.
 “Pensi sia una buona idea?” Si udì la voce di Milena che si avvicinava per rassicurare la compagna, lei la conosceva, sapeva quando c’era qualcosa che la turbava e voleva essere presente per lei.
- “Stavolta sì, Seiya conosceva bene Bunny..”
-  “Ma anche Marzio..”
- “Eppure lui è mancato nell’ultimo periodo quindi io penso che loro siano più utili, le sono stati accanto.”
“Sono d’accordo. Non dimentichiamoci che lui era il suo migliore amico..” La voce di Sydia echeggiò in quel luogo desolato dove tutte le Sailor si erano riunite.
- “Ma on dimentichiamoci che lui era innamorato di lei.. Non abbiamo pensato che ne soffrirà.”
- “E’ il prezzo da pagare.”
Si sentì mormorare Rea, mentre si cercava di raccogliere i capelli, “Ancora mi chiedo se abbiamo fatto la scelta giusta..”
Morea, che aveva sentito il lento e triste sussurro dell’amica, le mise una mano sulla spalla  “Vedrai che andrà tutto bene. A proposito ragazze, avete visto Artemis?"
 - “No, mi stavo chiedendo anche io dove fosse.. ma penso che arriverà tra poco, eccoli che atterrano!”
 
Ed ecco che i quattro appoggiarono i piedi per terra e Seiya aveva una strana sensazione, lentamente si sfiorò i capelli con la mano destra, come per indicare stupore e incredulità davanti a quei sentimenti che provava, aveva instaurato un legame con la Terra e neanche se ne era accorto, provava dolore per i recenti avvenimenti ma cercava di mascherarlo con il suo solito sorriso : “Ciao ragazze, quanto tempo!”
“Qualche giorno! Ma sembra un’eternità.. O, scusa Seiya, ora saluto l’amore mio!” Marta sorrise e rivolse lo sguardo verso Yaten..
- “Tu sei l’unico motivo per cui non volevo tornare!”
- “Come puoi dire una cosa del genere?!”
- “La dico senza problemi!”
- “Dopo tutto quello che è successo…”
- “Appunto non provo niente perché non è successo assolutamente NIENTE!”
- “Un giorno rapirò il tuo cuore”
- “Non succederà mai!”
 
“Ragazzi, basta, dobbiamo trovare Bunny: abbiamo una missione” affermò severamente Ami che però non aveva smesso di guardare Taiki da quando era arrivato, aveva quel fascino misterioso che la coinvolgeva, sentiva in lei la competizione che si era creata durante la permanenza sulla Terra, e poi lei piaceva molto anche esteticamente…
Ma i suoi pensieri amorosi furono interrotti da Artemis, il cui volto era piuttosto cupo, preoccupato e, subito, si rivolse verso Marta: “Temo che sia tutto inutile, anche chiamare i Three Lights è stato inutile…”
“Artemis, cosa dici?” Gli occhi della guerriera di Venere per la prima volta lasciavano trasparire una certa agonia, un qualcosa nascosto come l’ansia.
- “Luna mi ha lasciato un biglietto…”
- “E cosa dice?”
-  “Purtroppo poco, non dice niente su dove sono andate, perché sono partite ma dice che d’ora in poi noi dovremmo vivere senza di loro per un po’ perché hanno una missione e che il Tempo si bloccherà..”
- “Artemis, Cosa significa?!”
- “Che voi e tutti gli abitanti della Terra continuerete ad avere la stessa età quindi voi sedici anni sia in corpo che in spirito fino a quando non torneranno…”
- “Quindi non cresceremo??”
- “Esatto, i giorni passeranno ma voi avrete sempre la stessa età, quindi frequenterete sempre lo stesso anno scolastico..”
- “Ma rivivremo sempre la stessa giornata?”
- “No, si blocca solo il Tempo delle persone, la loro età, il Tempo degli anni terrestri continua a scorrere… quindi per esempio fra due anni si potrà dire che essi sono realmente passati ma di fatto voi avrete sempre sedici anni…
- “Finchè Lei non torna?”
- “Esatto…”
Heles, allibita, sbuffò, incrociò le braccia e puntò i piedi per terra, decisa: “Ma che razza di storia è questa! Cosa è successo a Bunny?!”
- “Non so dirvi altro..”
Taiki: "Quindi noi…?"
Purtroppo però Seiya doveva capire cosa sarebbe successo, quindi guardò negli occhi la principessa, ottenendo una sorta di consenso tramite lo sguardo: “Io resto qui, finchè non torna… Penso che dobbiate avere l’aiuto di qualcuno”.
Taiki: "Io resto con te…"
Yaten: "Vabbè! Anche io a questo punto…"
Kakyu, invece, voltò le spalle a tutti: “No, ragazzi io me ne vado, devo ultimare la ricostruzione ma sono sicura che voi starete bene..”
“Si, grazie per averci concesso questa possibilità, forse è anche la cosa più giusta, a presto principessa.” Seiya aveva paura, paura che non l’avrebbe più rivista ma in lui prendeva il sopravvento anche un altro sentimento che non riusciva a spiegare, aveva un nodo in gola, si sentiva in colpa per qualcosa, ma non capiva neanche lui il perché. C’era solo un'unica cosa certa nella sua vita: l’amore che provava per Bunny. Il resto non contava, avrebbe lottato per poterla rivedere e ce l’avrebbe fatta.
Così la principessa abbandonò il pianeta e tutti si ritrovarono a fissarsi stupiti per quanto avevano appena ascoltato, assorti nei loro pensieri, fino a quando Marzio disse: “La troveremo e tornerà tutto alla normalità”. No, sarebbero passati mesi e anni senza una sua traccia, prima del suo ritorno, in un giorno di primavera. Ma ciò che lei avrebbe portato non sarebbe stato felicità bensì desolazione, tristezza, rassegnazione e tutto era destinato a cambiare. Everything.

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Capitolo 4
*** Time is passing by ***


 Capitolo III: Time is passing by
 
Quindici anni dopo…
 
Nella sua stanza Rea stava pettinando i capelli di Marta, che si guardava nello specchio, e dopo tanto tempo le ritornò alla memoria il momento in cui aveva passato la spazzola tra la folta, liscia capigliatura di Sailor Moon, era passato tanto tempo… 
Rea, che aveva intuito i pensieri che turbavano l’amica, l’accarezzò e cercò di volgere il suo pensiero altrove: “Ehi Marta, ci vieni alla festa stasera?”
- “Si, ma devo ancora scegliere il vestito, ti dispiace se rimango sola per un po’?”
- “Sicura di stare bene?”
- “Si, tranquilla solo un po’ di malinconia…”
- “Okay, allora io vado… a stasera”
 
Marta annuì, non se la sentiva proprio di fingere, le era tornata nella mente l’immagine della sua migliore amica, una figura importante nella sua vita che improvvisamente era sparita. Le lacrime iniziavano a rigare il volto della ragazza che lentamente si stese sul letto, prese il cuscino e lo strinse a sé con tutta la forza che possedeva per cercare di resistere, di essere forte. Davanti alle sue amiche cercava di comportarsi con naturalezza per non farle preoccupare e per non lasciare che la loro mente volasse a spiacevoli ricordi ma, quando poi si ritrovava sola, un senso di tormento e di nostalgia prendeva il sopravvento trasformando le sue giornate in una continua lotta contro i sentimenti. Cercava di evitarli, di stare il meno possibile da sola, cercava di non pensare, ma era inutile. “Marta, sii forte, ti prego… Stasera c’è una festa e tu devi divertirti, fallo per lei, anzi fallo per te stessa, hai sofferto abbastanza”, così pensando si alzò dal letto, e si diresse verso l’armadio per scegliere il vestito da sera che avrebbe indossato.
 
Erano passati quindici anni, ma le ragazze erano le stesse da quando la loro principessa era scomparsa, avevano aspettato mesi e poi si erano semplicemente rassegnate e avevano accettato il fatto che, forse, Bunny non sarebbe più tornata.. E così il suo nome era pronunciato sempre meno spesso, quasi non si evocavano più i ricordi, Rea aveva smesso di pensare alle sue eterne e divertenti discussioni con lei, Morea e Ami si erano dimenticate il modo in cui si abbuffava, Heles e Milena non percepivano più la sua dolcezza, Marzio mascherava la sua sofferenza ma, anche lui, si era abituato alla triste realtà e poi Seiya, lui aveva preferito dimenticare o meglio tentare e far finta di dimenticare, ma in cuor suo non ci riusciva. Si autoconvinceva di odiarla e davanti agli altri si comportava come se fossi immune al dolore, come se fosse la persona più felice del mondo… Tutto questo suo solito atteggiamento da persona spavalda e forte nascondeva la debolezza e il suo cuore infranto.
 
Durante tutti quegli anni i ragazzi avevano continuato a frequentarsi e, per non annoiarsi, organizzavano delle feste. Quella sera ce ne sarebbe stata una.
La sala prenotata era più che altro una discoteca, la stessa dove i Three Lights andavano a divertirsi nei pomeriggi di svago di tanti anni prima. C’era un sacco di gente, le luci colorate si spostavano continuamente creando una sorta di gioco di arcobaleni luminosi e si potevano sentire le canzoni più in voga del momento.
 
“Ti va di bere qualcosa?” Disse Marzio rivolgendosi a Rea, che intanto cercava di muovere i primi passi sulla pista da ballo. “Con molto piacere, qui c’è troppa confusione”.
“Aspettate un attimo” , Heles li bloccò, mantenne lo sguardo serio e disse “Seguitemi”. Li condusse in una saletta sul retro, dove tutte le Sailor e i Three Lights li stavano aspettando, e chiuse la porta.
 
Rea, incuriosita e anche preoccupata, si rivolse al resto del gruppo: “Cosa è successo?”
Heles: “A quanto pare c’è qualcuno che ci vuole parlare…”
 
“Buonasera, ragazze e ragazzi, non ci vediamo da così tanto tempo, saranno ormai quindici anni?” Una bellissima ragazza, capelli biondi, un vestito rosa avanzò al centro della sala; tutti erano stupiti, non ricordavano più l’ultima volta che l’avevano vista, pareva passato un secolo, e invece..
 
Seiya la ricordava bene, nonostante non la vedesse da anni, si diresse verso di lei ed esclamò: “Galaxia!”
Galaxia: "Vedo che mi hai riconosciuta, bene!"
Yaten: "Come dimenticarsi di te, ce ne hai causati di problemi!"
Galaxia: “E’ vero ragazzi! Ma ora sono qui per aiutarvi… Purtroppo devo toccare un tasto dolente…. Bunny…Sailor Moon…”
Seiya rimase a bocca aperta, riuscì a malapena a formulare una frase di senso compiuto: “Parla! Se puoi aiutarci a trovarla..”
- “Mi dispiace, non sono qui per questo…”
- “Pazienza, ormai abbiamo perso le speranze…”. Detto questo Seiya si sedette e da allora tutte le guerriere erano stordite, ma cercavano di rimanere concentrate per capire la storia.
- “Dispiace anche a me, ma adesso vi racconterò. Quando Sailor Moon ha lasciato il vostro mondo e non so neanche perché l’abbia fatto, si trovava alla Tv Galaxy.”
 - “Si, mi ricordo, abbiamo eliminato l’energia negativa e lei è voluta rimanere..” Rea, la più impassibile tra i presenti, prese la parola per cercare di capire il discorso della Guerriera Leggendaria. Sapeva che, sebbene gli altri ci provassero, la loro capacità d’ascolto era ridimensionata quando si parlava di Bunny e, benché anche lei soffrisse per tutta questa faccenda, era consapevole del fatto che Galaxia li avrebbe potuti aiutare.
- “Esatto, non so perché l’abbia fatto ma so bene che lì c’era una lastra di vetro che avevo lasciato per garantire la pace. Ho sentito che si infrangeva e infatti voi siete corse a bloccare l’energia negativa e l’avete distrutta, tuttavia la lastra si è spezzata in sei cristalli di colore diverso…”
- “E a cosa servono?”
- “Come ho detto, la lastra era simbolo di pace e quindi sono sicura che prima o poi succederà qualcosa ed è per questo motivo che dovete tenervi pronte; i cristalli sono sei, voi dovete recuperarli tutti per poter ristabilire la pace ed evitare guerre. So che da quando Sailor Moon è sparita, il destino è a rischio ma almeno questo vi permetterebbe un periodo di serenità…”
- “Quindi noi dobbiamo trovarli tutti e sei? E come facciamo? Dove sono?”
- “Con il tempo giungeranno degli automi, non potrete sbagliarvi perché tutti quelli che attaccheranno avranno un cristallo e voi dovete annientarli per ottenerlo, ma intanto io ne ho già trovati due… Ecco a voi, a me non servono, ora dovete trovare gli altri quattro.”
- “Quindi non dovrebbero esserci problemi a prenderli?”
- “Esatto, e secondo i miei calcoli gli automi arriveranno il prossimo anno, quindi godetevi questa vita ancora per un po’ perché dopo avrete una missione da portare a termine.”
- “Tanto questa vita mi stava annoiando! Preferisco combattere…” mormorò Heles tra sé e sé, ma in modo tale da farsi sentire dalle compagne.
Milena, prese la mano della compagna, sapendo quanto era preoccupata anche lei e chiese: “Galaxia, non sai niente su …Bunny?”
- “Purtroppo no, mi dispiace…Mi dispiace, ora devo andare perché il tempo a disposizione è scaduto. A presto, ragazzi.”
 
 
E così ben presto calò il silenzio. Tutti si guardavano increduli, non parlavano di quel famoso giorno di quindici anni prima ormai da tempo e quella conversazione aveva portato con sé rabbia, malinconia, tristezza, rassegnazione.
Questi sentimenti oramai si mescolavano senza tregua nelle menti dei giovani, in cerca di un luogo dove bloccarsi, dove chiudersi con un lucchetto per non esplodere. Bunny era un tassello importante della loro vita, erano grati del fatto che, per il momento, non ci fosse stato nessun cambiamento nel XXX secolo, ma sapevano anche che, continuando di questo passo, si andava incontro a numerosi pericoli e che Bunny stava giocando un po’ troppo col destino. Ma era davvero scomparsa per qualcosa che era questione di vita o di morte? O semplicemente li aveva abbandonati? Cosa significavano la sua partenza e i cristalli? Altre domande a cui le Sailor avrebbero dovuto trovare risposta.
 
“Quindi adesso abbiamo una missione” Concluse Heles. “We are women on a mission!” disse scherzando Marta e Yaten subito si infuriò spiegando il fatto che ci fossero quattro maschi in quella sala così ricominciarono i battibecchi. Ma ben presto tutti abbandonarono la saletta e tornarono a ballare; Marzio pensò al tempo trascorso con Bunny, ancora gli mancava, ma aveva imparato a vivere senza di lei.. Gli mancava “un ricordo” e ormai era come se il suo sentimento si fosse spento. Quanto l’aveva ferito con la sua partenza inaspettata e ingiustificata: nei primi mesi aveva provato ad incolpare Seiya di tutto, forse lei aveva avuto ripensamenti sul rapporto a causa di quel cantante… Ma poi vedeva come anche lui soffriva per lei e capiva che forse c’era bisogno di un po’ di sostegno reciproco anche se alla fine non sarebbero mai stati buoni amici.
Seiya, rimasto solo, aveva una sensazione: l’avrebbe rivista presto. Non sapeva cosa fosse successo, ma dopo quel colloquio aveva capito quanto gli mancasse e quanto avesse bisogno della sua presenza, inoltre aveva avuto un premonizione molto bella su Bunny. Si, sarebbe tornata di lì a breve, potevano essere giorni, mesi o al massimo un anno, ormai aveva aspettato così tanto che aveva perso ogni speranza eppure qualcosa gli diceva che non doveva arrendersi proprio in quel momento.
Peccato perché la previsione di Seiya era corretta; purtroppo per loro, però non era così buona come lui credeva.


P.s. Bene spero di riuscire ad aggiornare presto in base agli impegni :) Un enorme grazie  a tutte quelle che stanno seguendo la ff in particolare Moana, Cri Cri, Chiby Roy e EllieMarsRose !

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Capitolo 5
*** Alone ***


Capitolo IV: Alone
 
Un anno dopo…
 
Rea si alzò presto quella mattina perché voleva pulire il tempio e aiutare il nonno visto che il pomeriggio si sarebbe vista con le altre per discutere riguardo ai cristalli. Erano ormai le 7.30 quando entrò in cucina e trovò sul tavolo una colazione a dir poco invitante, preparata probabilmente proprio dal nonno che le ripeteva continuamente “Dovresti mangiare un po’ di più, ultimamente sei sempre più magra e soprattutto ti vedo stanca”. Ed era vero. Molto spesso Rea doveva usare chili di trucco per coprire le occhiaie alle sue amiche, non voleva che si preoccupassero inutilmente. In fondo era solo una semplice insonnia momentanea dovuta a continui incubi, che forse avrebbe dovuto raccontare. “Ma non servirebbe a niente, non siamo astrologhe… e poi non devo preoccuparmi, sarà solo un ansia dovuta agli eventuali combattimenti.”
Così Rea prese la cartella e iniziò a scendere le scale, quando una sensazione di dolore la assalì, si voltò, sembrava provenire dal tempio, eppure non c’era nessuno.. “Basta adesso comincio anche ad avere le allucinazioni”. No, mai confondere la stanchezza con la verità.
 
La campanella del pranzo suonò e tutti si riunirono in giardino come erano soliti fare da anni. Ormai la scuola era diventata seriamente noiosa, anche per la stessa Ami che si era ritrovata a ripetere sempre le stesse materie per ormai sedici anni, quando avrebbe potuto essere un medico. Molto spesso accadeva che marinassero le lezioni e si trovassero a casa dei Three Lights a giocare a carte, a Guitar Hero o semplicemente a trascorrere le giornate insieme. L’unico che passava a trovarli ogni tanto era Marzio: l’università era una cosa differente poiché lui accedeva comunque ai corsi successivi e dopo un paio di anni si era trovato un lavoretto che ormai gli teneva occupata la mente, mentre Seiya, molte volte, trascorreva interi pomeriggi a comporre canzoni o a fare lunghi giri della città in moto, aveva un posto speciale, una collinetta, dove si fermava a pensare, o semplicemente cantava.
La scuola era ormai davvero una “pizza” e le ragazze ne risentivano, quindi per scacciare la noia, organizzavano durante la pausa pranzo nuovi giochi o nuove uscite da fare.
Ma quel giorno erano tutte turbate.
Morea si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, “Ho portato il pranzo per tutti, ieri non avevo niente da fare..”
- “Ecco perché non sei venuta a scuola!” Rispose Marta, nascondendo il suo sguardo assassino.
- “Scusa, preferisco passare la mattina a cucinare piuttosto che a scuola a fare sempre le stesse cose, tanto poi con voi mi vedo nel pomeriggio”
- “Purtoppo non hai tutti i torti”
- “Ragazze, su con la vita, insomma io mi diverto” . Seiya sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi per rallegrare le ragazze ma ciò che ottenne fu solo una serie di “Mmm..” senza senso e che non promettevano nulla di buono.
 
All’improvviso però il telefono di Ami squillò, era Heles… Cosa voleva a quell’ora?
- “Ciao Ami, abbiamo un problema o meglio io penso sia favoloso”
- “Spiegati meglio! Dobbiamo preoccuparci o no?”
- “Ha attaccato un mostro vicino la sala giochi, noi stiamo andando, raggiungeteci lì, è il primo cristallo! Finalmente!”
- “Heles, non è esattamente una cosa molto positiva che ci sia un mostro!”
- “Non ti rendi conto?! Si torna a combattere! Ammetti che anche tu sei felice…”
- “Effettivamente, okay arriviamo, ora lo dico agli altri, riattacco. Ciao Heles”
 
Bisogna precisare che Ami aveva in mano un libro di matematica, la sua materia preferita e che quella serie di pagine ricche di formule si volatilizzarono in aria in meno di un secondo, o meglio furono lanciate dalla stessa ragazza che prima le stava guardando con tanta cura, la stessa ragazza che fece un sorriso misto tra il compiacimento e il diabolico e urlò “Ahahah, ragazzi c’è un mostro, si torna a combattere!”
 
- “Cosa?! Non ci credo! Aaaaa chiamiamo Rea!” Marta non perse tempo a manifestare la sua gioia prendendo il cellulare e urlando parole senza senso alla povera guerriera di Marte che cercava di decifrare la comunicazione.
- “Quindi si torna all’attacco?” Seiya si rivolse ai suoi fratelli con una sorta di compiacimento e loro semplicemente annuirono cercando di non sbilanciarsi troppo, altrimenti l’intera scuola avrebbe pensato che il gruppo si fosse appena ubriacato.
I tre si alzarono con la massima disinvoltura e trascinarono verso i bagni le ragazze, ancora in preda a una crisi, con un sorriso da una parte all’altra del viso.
- “Ragazze dovete trasformarvi? E non è detto che i mostri siano così semplici come diceva Galaxia” disse Taiki, cercando di tranquillizzare le ragazze.
- “Va bene, ora proviamo a tornare con i piedi per terra. Ma vi rendete conto?! Finalmente combattiamo, basta ora ci trasformiamo” rispose Morea.
- “Potere di Mercurio, vieni a me!”
- “Potere di Giove, vieni a me!”
- “Potere di Ven… Aspettate un attimo, ma voi adesso come vi trasformate?!”
- “Marta, sempre la solita curiosa! Noi rimaniamo così, possiamo comunque utilizzare i nostri poteri” , Yaten sbuffò e si passò la mano tra i capelli con la solita aria di superiorità.
- “Ok, scusa antipatico! Potere di Venere, vieni a me!”
- “Ehi, ci sono anche io! Potere di Marte, vieni a me”!
 
Seiya incrociò le braccia e con sguardo divertito, “Era ora! Possiamo andare?!”
 
E il gruppo si avviò verso il luogo di incontro, correndo a più non posso, saltando da un tetto all’altro, sentivano l’adrenalina che scorreva nelle loro vene, il cuore pulsava all’impazzata, ma non capivano cosa li rendesse così felici, così soddisfatti del combattimento. Percepivano le onde negative del mostro avvicinarsi, eppure non avevano paura bensì si sentivano emozionati come se fosse una competizione, come se fosse la prima volta che i poteri confluissero in loro… Ma se invece quello che li spingeva così tanto verso il mostro fosse la remota possibilità di rivedere Bunny? E se lei fosse ricomparsa, li avesse riabbracciati, pentendosi di ciò che aveva fatto? No, lei aveva dovuto partire, non era stata una sua decisione, ma qualcosa di imposto.
Era questo quello che tutti pensavano.
Ma certe persone dicono: “Certe volte ami troppo una persona per vedere i suoi lati negativi”. Chiunque abbia inventato questa frase, ha ragione.
 
- “Ehi ragazze, eccoci qua, come procede?” urlò da lontano Rea.
Heles sferrando un altro pugno si voltò “Ce l’abbiamo quasi fatta, non era poi tanto difficile!”
Marta puntò le mani sui fianchi “E ci avete tolto tutto il divertimento?!”
- “Visto che ci tenete tanto, sferrate il colpo di grazia!”
- “Catena dell’….”
 
Marta non riuscì a concludere il suo attacco che improvvisamente il mostro fu tagliato in due da una lama che emanò una luce potentissima, generando un cristallo a forma di prisma, azzurro e brillante esattamente come una stella, e dall’ombra spuntò una figura sconosciuta.
 
- “Chi va là?” Chiese Ottavia che intanto aveva  richiamato a sé l’asta di Saturno per iniziare il combattimento.

Non si udì risposta, tutti tacquero mentre con un velocissimo gesto, il cristallo azzurrò finì nella mani di colei che aveva lanciato la lama, che avanzò lentamente attraverso il vicolo.
 
- “Non ci posso credere… Bunny!” Urlarono in coro le Inner, che non vedevano l’ora di potere correre verso l’amica, abbracciarla e farsi raccontare i motivi della lontananza, c’era di sicuro una spiegazione.
Ma ben presto si accorsero di come quella ragazza camminava a passo sostenuto verso il mostro sconfitto per riprendere la sua arma. Aveva un top semplicissimo senza maniche bianco con una scritta in nero “I’m not who you think I am”, dei pantaloni neri con degli strappi all’altezza del ginocchio e scarpe, anch’esse nere, col tacco ma, non fu tanto l’abbigliamento, quanto i capelli, sciolti, mossi e tagliati fino a metà schiena, e l’atteggiamento a colpire le guerriere, quegli occhi azzurri, duri come il ghiaccio, che scrutavano attentamente ogni mossa delle avversarie.
 
- “Bunny, adesso chiamiamo Marzio, sono contentissima che tu sia tornata! Non vedevamo l’ora…”  Marta le sorrise.
- “Si, adesso possiamo cercare i cristalli insieme, grazie per averci aiutato.!” Disse Rea, cercando di allentare la tensione, venutasi a creare.
- “Voi pensate davvero che io sia qui per voi?”
- “Bunny, cosa significa?”
- “Mi pare di essere stata abbastanza chiara, io e Luna siamo qui per altri motivi, non di certo per vedere voi!”
- “Se è uno scherzo non è affatto divertente!”
- “Ti sembra che stia scherzando?”
Quegli occhi gelidi, incutevano terrore. Seiya la guardava, non capiva cosa stesse succedendo, o meglio aveva capito troppo bene. Lei era tornata, ma non per lui, non per loro.
- “Bunny non ti ricordi di Marzio? Del tuo regno?”
- “Si certo, Marzio, come no! Potete dirgli che, se non l’ha ancora capito, ho chiuso con lui sedici anni fa, come ho chiuso con tutti voi”
Un’altra pugnalata.
- “Noi eravamo le tue migliori amiche, ti abbiamo aspettato per tutto questo tempo! Non ti abbiamo mai accusato di niente! I Three Lights sono tornati solo per te!” Replicò Rea ormai singhiozzando.
- “Rea, qualcuno una volta mi disse che le lacrime non servono a niente. Per quanto mi riguarda avete solo sprecato il vostro tempo aspettando il mio ritorno. Io devo portare a termine la mia missione e voi non dovete intralciarla. Sono stata abbastanza chiara? O ve lo devo dimostrare?”
Oramai erano tutti attoniti, nessuno riusciva a parlare.
- “In questi sedici anni, ho imparato a stare senza di voi e devo dire che ora mi riesce bene stare da sola. Ora, scusate, ma potete anche andarvene visto che il cristallo l’ho preso io.”
- “Non esiste, a noi servono e adesso tu ce lo ridai” ribattè con disprezzo Heles.
- “Beh l’ho preso prima io, potete anche provare a prendervelo ma non conviene visto che sappiamo bene chi tra di noi è la più forte. Ora, visto che non levate le tende, me ne andrò via."
- “No, io non ci credo. Come può la persona dolce, ingenua, buona che ho conosciuto diventare così?” Seiya gridò queste parole che, più che una domanda verso Bunny, sembravano una triste affermazione.
- “Ahah, forse Seiya, hai sbagliato a innamorarti di me. A proposito, lo sei ancora? Perché ora te lo dico: eravamo amici, nulla di più, tu l’hai accettato ma sei tornato comunque per cercarmi, questo significa che speravi di potermi rivedere e conquistare. Bene ora ti dirò che tu significhi meno di zero per me, già a quel tempo continuavo a vederti solo per compassione visto che amavo Marzio. Ma ora il problema non si pone, non amo più neanche lui e tu, beh povero, puoi anche continuare a illuderti su di me, ma dai.. potrebbe succedere che io ti calcoli il giorno in cui scoprirò di essere nata mora. Ops! Ma che dico? Io sono nata bionda! Quanto mi dispiace, ahah!
Eccola, dritta al cuore, un’altra pugnalata, inflitta senza nemmeno pensare al dolore provocato. Bunny, si girò, richiamò Luna e insieme sparirono nel buio delle tenebre.
Milena si appoggiò al muro e scivolò lentamente verso terra cercando di trattenere le lacrime, che invece solcavano il volto delle Inner. Heles si avvicinò “Andrà tutto bene”,
- “No, è finita” le rispose Milena con gli occhi fissi verso la strada.
- “Staremo senza di lei. L’importante ora non è il destino, ma la pace.”
 
Bunny aveva lasciato tutti senza parole e mentre Sydia spiegava la situazione al telefono a Marzio, Seiya realizzò solo in quel momento il significato delle parole che gli aveva rivolto, le aveva fatto pena? Era questa la verità?
“Quindi è questa la fottuta verità! Io non ho mai contato niente per lei… Ma cosa diavolo è successo in questi sedici anni?! Perché è cambiata? E la sua missione?
Non posso arrendermi, non senza aver capito quel che succede. La troverò.”
 
E mentre un ragazzo prendeva una decisione, a pochi metri di distanza, su un tetto, una ragazza guardava la sua città illuminata, le vetrine, le strade che aveva lasciato anni prima, e le scese una lacrima sul volto. Una lacrima di tristezza, nostalgia, rassegnazione e di speranza.
 
- “Tieni, ora siamo a due” Bunny diede a Luna il cristallo.
- “Ne manca solo uno…”
- “Si e poi arriverà la parte difficile..”
- “Ce la faremo”
- “E se lui…”
- “Non pensarci neanche, lo è senz’altro. Ora però non piangere.”
- “Non piango per lui..”
- “Allora per..?”
- “Si, è triste vedere che quando piangi l’unica persona che ti può consolare, è quella per cui stai piangendo.”

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Capitolo 6
*** That day ***


 Capitolo V: That day
 
Bunny si alzò, era ancora assonnata. Guardò Luna mentre riposava e poi aprì le tende della stanza, facendo sì che i raggi del sole illuminassero la stanza. Si trovava in un albergo non molto lontano dal centro città dove soggiornavano vari studenti visti i costi ridotti: non si pagava molto e le stanze possedevano un piccolo spazio dove c’era un letto, una scrivania, un armadio e il bagno. Ma Luna e Bunny si erano adattate e avevano decorato a modo loro quelle pareti grigie che si erano tinte di rosa, per loro poi non era un problema vivere lì visto che in realtà dovevano solo dormirci, sapevano bene che avrebbero trascorso tutta la giornata fuori.
Luna si mosse, nonostante ancora avvertiva la stanchezza per il lungo viaggio, e decise, a malincuore, di svegliarsi, andò da Bunny, sedendosi tra le sue braccia e sussurrando: “Primo giorno di scuola eh?”
- “Sai mi sento emozionata, in fondo non metto piede in quella scuola da una vita”
- “Conoscendoti non sarai neanche molto entusiasta..”
- “Puoi dirlo forte, il solo pensiero che devo ascoltare quei discorsi assurdi di quella gente”
- “Si chiamano lezioni e quelli sono i professori, Bunny..”
- “Si si non farmi la predica! Ci vado solo perché devo e poi voglio vedere come se la cavano senza di me…”
- “Ti mancano, vero?”
- “A volte, ieri mi sono ricordata di tutto… Saranno sempre una parte di me, ma non posso coinvolgerli, lo sai. E poi questi sedici anni a qualcosa sono serviti..”
- “Bunny…”
- “Il nostro rapporto non sarà mai più uguale, ma mi sono accorta che ciò che mi dispiace di più è stato perdere l’affetto che provavo per esempio per Marzio e che ora non sono più sicura di sentire… Dovrei rivederlo, ma non posso.”
- “Magari potresti parlargli, è sempre la persona che hai amato più della tua stessa vita”
- “Ci penserò, ora prepariamoci e andiamo!”
 
Detto questo, prese la sua vecchia divisa, il bianco la riportava indietro a tutti i dolci che aveva mangiato con le sue amiche e a tutte le volte in cui era tornata a casa sporca di cioccolata, il blu le ricordava Ami, i suoi capelli e la sua incredibile dolcezza, la sua intelligenza non comune e la sua nascosta golosità per i biscotti di Morea… Sì, Morea la stessa che all’apparenza sembrava una comune liceale ma che in realtà nascondeva una forza strabiliante, un enorme coraggio e la forza di non arrendersi mai. Dopo rivolse lo sguardo al fiocco rosso, come il fuoco, l’elemento dominante di Rea, e la mente ripercorse tutti i battibecchi, lei non gliel’aveva mai detto ma ogni volta che litigavano, sentiva dentro di sè l’affetto che provava l’amica e infine i suoi capelli biondi sciolti le ricordavano Marta, due ragazze così simili, entrambe negate per la scuola, entrambe bionde e complici, ma che potevano contare l’una per l’altra.
Non volendo che la malinconia prendesse il sopravvento, Bunny si vestì rapidamente, prese la cartella e uscì diretta verso scuola.
 
La scuola non era cambiata per niente, sempre le stesse facce assonnate, o in preda al panico per i compiti in classe, sempre lo stesso giardino, la stessa campanella… Era tutto identico a come lo aveva lasciato e la nostra guerriera della Luna avanzò, sentendo dentro di sé una grande agitazione, l’emozione come fosse il primo giorno in cui metteva piede in quell’edificio e anche la paura, non voleva rivederli, ma doveva, avrebbe condiviso la classe con loro e come si sarebbe comportata? Avrebbe finto per tutto il tempo?
Era davvero confusa ma pensò “Iniziamo entrando a scuola, poi si vedrà, andrà tutto bene”.
Erano le 8.30: inizio delle lezioni. Bunny chiese al professore di non essere presentata ai suoi compagni, avrebbe provveduto lei stessa a ricreazione, anche se metà della classe la conosceva già. Entrò salutando i suoi nuovi compagni e prese posto vicino a una ragazza dai capelli rossi, probabilmente tinti, visto che si notava la ricrescita nera. Stava scrivendo qualcosa su un piccolo quaderno azzurro ma, appena notò il corpo di Bunny vicino al suo, si girò e sorridendo accolse la sua nuova compagna: “Ciao, piacere, io sono Mary. Tu come ti chiami?”
- “Piacere, io sono Bunny” rispose, tendendo la mano per stringere quella della nuova amica.
- “Da dove vieni?”
- “Un paese qui vicino, sicuro non lo conosci. Come è questa scuola? Chiese, mostrandosi interessata, come se non avesse mai messo piede in quella struttura.
- “Oh beh, bella, ma noiosa se consideri il fatto che non cresciamo…”
- “Cioè?”
- “Non so, la popolazione ha avuto un blocco totale e io sono anni che ripeto questa classe perché ho sempre la stessa età!”
- “Si, ho notato, che dici se pranzi con me magari nei prossimi giorni? Mi sembri sola..”
- “Non ho molti amici, in questa classe i rapporti non sono dei migliori..”
- “Ma come io mi ricordo…cioè pensavo che fosse una bella classe..”
- “Lo eravamo, io sono arrivata qui quattro anni fa, ma mi hanno raccontato che c’è un gruppo di ragazze che frequentano i Three Lights: ecco, loro erano molto socievoli, simpatiche però col passare degli anni sono diventati sempre più un gruppo chiuso, non fanno entrare nessuno, sono amichevoli ma… strane…”
Three Lights, gruppo di ragazze. Bunny, prima di rispondere, fu presa dal panico. Sgranò gli occhi. Non poteva parlare di loro. Era un incubo.
- “Ho sentito parlare dei Three Lights…”
- “Sono famosi, belli e simpatici! E single!”
- “Non sono …fidanzati?”
- “Beh diciamo che… girano voci che Yaten stia o con Morea o Marta, le conoscerai presto, e Taiki con Ami, perché sono entrambi dei cervelloni!”
- “Non c’era anche un terzo membro?”
- “Logico: Seiya! E’ bellissimo…divertente e simpatico!”
Deglutì. Prese un respiro. Quel nome: era diventato un incubo durato sedici anni. La paura costante di rivederlo. Sognava sempre il modo in cui l’aveva fatto soffrire e non se lo perdonava.
- “Beh… e lui?”
- “Lui è anomalo…non sembra avere un feeling preciso con nessuna delle ragazze del gruppo eppure rifiuta ogni richiesta di appuntamento, ha frequentato solo due persone..”
- “Quindi ha avuto delle storie?”
- “No, pare che questo fatto risalga a quindici anni fa, ma con nessuna c’è mai stato niente perché a quanto pare erano un rimpiazzo.”
Di lei. L’unica che aveva amato e l’unica che gli aveva spezzato il cuore.
- “Povero…”
- “Già, considerando che potrebbe avere chi vuole… O eccoli stanno entrando!”
Una fitta al cuore. Quanto le mancavano. In quei sedici anni aveva passato le notti a sognarli, a sentire la malinconia attraverso il suo corpo.
 
- “Ehi, scendi dal mondo delle nuvole?” . Le tirò una pacca Mary sulla schiena.
- “A si…scusa…”
- “Pare che tu abbia fatto colpo negativamente, sembra che già ti odino..”
- “Non avrebbero tutti i torti…” sussurrò Bunny.
- “Hai detto qualcosa?”
- “No, ecco il professore, cominciamo la lezione, che pizza!”
 
Quelle ore sembravano interminabili, non tanto per la lezione quanto per l’atmosfera e le emozioni che venivano provate.
“Cosa ci fa qui? Cosa vuole ancora? Non capisco. Quante volte vuole spezzarmi ancora il cuore? Pensavo che fingere che non fosse mai esistita, avrebbe funzionato. No, ancora una volta, mi sono illuso delle mie capacità, pensavo di essere forte abbastanza per condurre un’esistenza senza di lei, eppure ora che me la ritrovo davanti… Quanto è bella, ha sempre quegli occhi che trasmettono calore, allegria e quasi compassione, ma come è possibile che un angelo sia diventato una persona priva di amore? Non voglio crederci, e ora la dovrò vedere ogni giorno. Vuole annientarmi, distruggermi, ma cosa le ho fatto di male?
Amore mio, ti prometto che ti farò tornare la Bunny di un tempo.” E mentre Seiya pensava queste parole, i pensieri delle altre sailor si focalizzavano su una sola domanda: Perché.
Come era possibile che fosse successo? Loro, che per tanto l’avevano cercata, si sentivano arrabbiate, umiliate per essersi comportate come persone che pendono dalle labbra della loro principessa. Ma forse era vero. Bunny era sempre stata “il capo”. Non era sicuro il leader per antonomasia, era piagnucolona, imbranata, ingenua e urlava per un graffietto, ma solo lei era capace di provare tanto amore per il prossimo, lei vinceva le battaglie non con la violenza, ma lottando per i sentimenti umani, quelli buoni, convertendo i nemici che, davanti a tutta quella luce, non potevano fare altro che inchinarsi. Per questo motivo era una principessa: non erano i suoi modi, alquanto goffi per dirla tutta, a renderla di stirpe reale, non era una corona, era la sua anima.
 
La ricreazione finalmente giunse, Bunny si alzò dalla sedia e si diresse verso il tetto, dove si lasciò accarezzare da una leggera brezza. I suoi capelli si muovevano verso sinistra, mentre avanzava piano verso la ringhiera, fino a quando non fu interrotta.
 
- “E così sei addirittura tornata a scuola…”
- “Che cosa diavolo vuoi?”
- “Siamo piuttosto scontrose… Bunny, voglio solo parlarti.”
- “Seiya, non ti è bastato il discorso di ieri?!”
- “Evidentemente no, ascolta voglio capire perché sei cambiata, sono disposto anche a conoscere la nuova te, ma tu non puoi allontanarmi..”
- “E che cosa dovrei fare?”
- “Stasera esci con me a cena”
- “Passo, non ci tengo”
- “Lo sai che non accetto un no come risposta, ci vediamo alle otto alla fontana del parco. Ciao”
- “Non aspettarmi…”
 
Ma Seiya era già sparito, mentre scendeva le scale per tornare dai suoi amici, rifletteva si quanto fosse stato avventato quel gesto. Lei non sarebbe mai andata e lui avrebbe aspettato invano, gli sembrava che fosse lui stesso a volersi fare del male, illudendosi. Eppure c’era una cosa che non l’aveva mai abbandonato: la speranza. Era un insegnamento che proprio lei gli aveva dato e che lui non avrebbe mai perso.
 
Nel frattempo Bunny finse un malore e si precipitò a casa. Era troppo confusa. Non sarebbe riuscita a rivederlo dopo quello che le aveva chiesto. Ma perché più cercava di allontanare e di eliminare ogni contatto lui tornava? E adesso…Avrebbe guardato un ragazzo col cuore a pezzi o sarebbe andata, cercando di fare la sostenuta?
Spalancò la porta della stanza, lanciò la borsa contro il muro urlando: “Lunaaaaaaaaaaaa, ho bisogno di te!”
- “Si può sapere cosa c’è?”
- “Seiya! Mi ha chiesto di uscire, è pazzo!”
- “Stai scherzando?!”
- “No, ha detto che vuole conoscermi anche così o robe del genere... vuole portarmi a cena!”
- “Non ci andrai vero?”
- “No…cioè…non lo so!”
- “Bunny, se esci con lui rischi di affezionarti..”
- “Pensi che non lo sia già?! Pensi che non mi manchino e che abbia dimenticato tutti loro?”
- “No Bunny ma sarà doloroso…”
- “Lo so…”
- “Avvicinandoti a Seiya rivedresti tutti, anche Marzio…”
- “Se esco, vedo solo con Seiya anche se… potremmo avere la prova…”
- “Bunny no, quello dobbiamo scoprirlo in un’altra maniera…”
- “Si, hai ragione. E ora che faccio?”
- “Cosa vuoi tu?”
- “Basta, io esco e che vada come vada!”
 
Dire che Bunny era nervosa è poco. Sembrava il suo primo appuntamento. Scelse con cura scarpe, vestiti, trucco, ma la sua così accurata concentrazione e la sua emozione erano dovuti alla paura, la paura di essere smascherata, di lasciarsi andare troppo e tornare quella di un tempo dopo che aveva faticato una vita a cambiare, a recitare un copione ben scritto nel quale faceva la parte della stronza.
“Devo semplicemente comportarmi come oggi a scuola. Posso farcela.”  Just a fool, just a fool to believe you can change your world.
 
Ore 19.30
 
Toc, toc.
 
- “Chi è?” Bunny era ancora in alto mare con i vestiti, il trucco e i capelli e chi poteva essere a quell’ora?  Senza neanche guardare dallo spioncino aprì la porta.
- “Allora è vero che sei tornata…”
Quella voce. L’aveva sentita così tante volte, molto spesso in semplici sussurri che le avrebbero dovuto comunicare l’amore che lui nutriva per lei, a volte erano state parole che l’avevano ferita, altre volte aveva gioito. Ma quella voce se la ricordava bene.
- “Marzio…Cosa ci fai qui?”
- “Volevo rivederti… Mi hanno raccontato.. tutto..”
- “Bene”
- “Ascoltami, manchi a tutti, devi tornare.”
- “Manco anche a te?”
- “Si…”
- “Bugiardo..”
- “Bunny è complicato…”
- “Non dire niente, ora parlo io: sono passati sedici anni, e devo ammettere che un certo effetto me lo fai ancora, all’inizio è stato difficile dimenticare tutti quanti e te.. Avevamo passato momenti così belli insieme e io ero davvero innamorata, ma tante volte mi sono chiesta se non fosse solo frutto del destino la nostra unione.. Forse non lo saprò mai, ma voglio dirti che ora sono davvero confusa e che ho bisogno di tempo per decidere come comportarmi con te, non so quello che provo e sapere quello che senti tu mi creerebbe solo ulteriore confusione quindi, quando un giorno te lo chiederò e avrai riflettuto, allora me lo dirai.”
- “Non so cosa dirti, anche io ho provato sentimenti molto forti per te però hai ragione… sono pur sempre sedici anni, sono confuso anche io. Ho capito che non tornerai da noi, almeno per il momento. Ora tolgo il disturbo.
- “Marzio… Io ti ho amato davvero.”
- “Lo so, anche io, spero che tu lo sappia e che tu sia felice.”
E così facendo il principe chiuse la porta alle sue spalle.
 
Bunny fece scorrere una lacrima sulla sua guancia, ma al contempo, nonostante il vuoto che provava, era fiera di se stessa, perché aveva detto la verità. Erano davvero quelli i sentimenti che provava per Marzio in quel momento. Sedici anni sono tanti, troppi per continuare ad amare follemente una persona senza vederla, senza sentire l’amore corrisposto, senza provare emozioni con lei.
E mentre si preparava per uscire con il suo migliore amico di sempre, ripensava alla frase del suo Milord: “Spero che tu sia felice.”
“Fidati Marzio, ho smesso di essere davvero felice quel giorno.”



Angolo dell'autrice: ecco qui il vero e proprio ritorno della nostra Bunny! Chissà cosa succederà ora con Seiya...Comunque non temete ci sarà spazio anche per gli altri, solo che era importante focalizzare questo capitolo su di lei anche perchè è la protagonista.
Un grazie immeno a tutti quelli che seguono la ff in particolare a Moana, ChibyRoy, Kay89, Cri Cri, EllieMarsRose.

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Capitolo 7
*** Just you and me ***


Capitolo VI: Just you and me
 

Bunny era pronta. Era già in ritardo, per cui prese la borsa e salutò in fretta Luna, che le augurò buona fortuna. Si, quella sera le sarebbe servita davvero.
Era davvero nervosa; la strada per il parco era molto breve e lei prese di sua volontà quella lunga, sia per poter riflettere, sia per far aspettare il suo cavaliere.
Vedeva i ragazzi che si riunivano ai bar, sentiva i clacson delle macchine, fino a quando si addentrò tra vie più silenziose che conducevano al luogo di incontro. Il suo cuore batteva a mille, sia perché era il suo primo appuntamento dopo tanto, sia perché non sapeva minimamente come comportarsi e sia perché era Seiya. Se c’era una cosa che non era mai riuscita a capire era come quel ragazzo fosse in grado di convincerla ad uscire, come riuscisse a farla sorridere anche nei momenti più cupi della sua vita ed era sorpresa di quanto affetto lui provasse per lei, non si era mai arreso. Quando Marzio non era presente, aveva quasi preso il suo posto, trascorrendo più tempo possibile con lei, e ora, mentre tutti la odiavano, aveva trovato il coraggio e la forza di perdonarla, di vederla, ma non solo: Lui voleva ritrasformarla nella persona che era una volta, e dallo sguardo che aveva intravisto Bunny la mattina, sembrava sicuro di farcela. Come al solito. Era sempre stato molto sicuro delle sue capacità, tante volte appariva anche presuntuoso, e forse un po’ lo era, ma era questo che la colpiva. All’apparenza era una persona semplicemente divertente, di bell’ aspetto ma aveva un cuore enorme. Il cuore di chi ama perdutamente senza essere ricambiato, di chi farebbe qualsiasi cosa per salvare le persone a cui tiene e renderle felici. Questo era Seiya e lei l’aveva capito, avrebbe solo dovuto scoprirlo prima, forse per non illuderlo; ma ormai il danno era fatto e quella sera avrebbe cercato di cancellare ogni momento passato con lui, per focalizzarsi sul suo “copione”.
Era il suo obiettivo: dimostrarsi davvero cambiata. No, sappiamo che non ce l’avrebbe mai fatta.
 
Seiya ormai l’aspettava da quindici minuti seduto su una panchina, guardava il cellulare e si convinceva sempre più della sua illusione.
Si sentiva un perdente, si era pentito subito dopo averglielo chiesto. Ma era convinto e sentiva dentro di sé che Bunny era sempre la ragazza allegra e buona di sempre e che il suo vero carattere fosse stato chiuso in una cassaforte da quei sedici lunghi anni. Lui doveva solo trovare la chiave, non era così difficile, o forse si? Per quanto gli era stato possibile constatare, il suo dolce angelo sembrava essere svanito per sempre, a cominciare dai capelli sciolti fino ad arrivare alla sua freddezza nel tono di voce, al suo distacco da qualsiasi tipo di emozione.
Il suo cuore era intrappolato e non riusciva a prendere una decisione, quella sera era davvero importante perché o avrebbe accettato la nuova Testolina Buffa oppure si sarebbe scoperto ancora innamorato di lei, avrebbe voluto un consiglio.
Advice is what we ask when we already know the answer and wish we didn’t.
 
Quando ormai stava perdendo ogni speranza, Seiya vide in lontananza una figura femminile avvicinarsi. Sembrava una dea: aveva una maglietta che arrivava a metà coscia con la scritta “Pretend is hurting me”, dei pantaloncini neri molto corti abbinati a degli stivaletti col tacco, i capelli erano sciolti, aveva raccolto solo due ciocche laterali che erano ben fissate sulla nuca con un fermaglio a forma di mezza luna, il trucco era inesistente, alla fine quelle ore di prove erano servite solo a farla optare per la “naturalezza”.
Il ragazzo trattenne il respiro, non solo per la sua incredibile bellezza, ma anche perché lei era arrivata, ormai non l’aspettava più e se ne stava andando. Non poteva credere ai suoi occhi, sembrava tutto un sogno, e in fondo lo sperava. Era davvero troppo nervoso, avrebbe dovuto tranquillizzarsi, non doveva dargli l’idea di una persona ancora cotta di lei, ma come avrebbe fatto?
Questo ancora non lo sapeva.
Si avvicinò, si fermò proprio davanti a lei, “Allora alla fine hai deciso di venire..”
- “Soltanto per farti capire come sono diventata..” Rispose Bunny, cercando di nascondere l’ansia e l’inquietudine. Anche lui era davvero bello, aveva una maglietta bianca, la giacca di pelle nera, i jeans anch’essi neri leggermente a vita bassa e sembrava davvero una star, lei non se lo ricordava così.. Aveva avuto occasione di vederlo solo due volte da quando era tornata: la prima era stata quella sera, la seconda quasi non si era neanche voltata per degnarlo di uno sguardo.. E ora era tutto così difficile.
- “Va bene, vorrà dire che cercherò di capire come sei cambiata!”
Sempre lui. Il suo ottimismo. La sua fragorosa risata.
- “Avanti, sbrighiamoci!”
- “Con molto piacere, se vuoi seguirmi, Testolina Buffa.”
Testolina Buffa. Testolina buffa. Bunny sentì che le mancava il respiro. Quel nome. Gliel’avevano assegnato a causa dei suoi due buffi codini ed era diventato un marchio, un simbolo di affetto. Come poteva dimenticarlo?
- “Si muoviamoci, così poi torno a casa.”
- “Se non ti spiace, ho pensato che prima potremmo passeggiare per il parco, poi fermarci in mezzo al prato e mangiare qualcosa…”
- “E va bene..”
- “Per piacere, sii te stessa, non fingere.” Le prese la mano mentre iniziava a camminare.
- “Non sto fingendo. Io sono così.” Bunny rifiutò il contatto con lui.
- “Lo vedremo. Allora cosa hai fatto in questi sedici anni?”
- “Vagato per le galassie con Luna, ho una missione. Tu?”
- “O bene facciamo le misteriose! Io sempre le solite cose…”
- “Ho saputo che ti sei trovato qualche donzella”
- “No, sono uscito con una sola ragazza per circa due volte ma non l’ho neanche sfiorata, evidentemente non ero pronto e non mi piaceva. Cos’è sei gelosa?!”
- “Brutto antipatico! Ma chi ti credi di essere?! Sei sempre il solito sbruffone, sono offes…”
La copertura. Bunny che ti prende? Non devi, non devi, NON DEVI dargli corda.
- “Cos’hai Testolina Buffa? Appena sembravi essere quella di una volta ti sei zittita..”
- “Perché ormai non sono più quella persona…”
- “Bunny, basta. Ho appena avuto la prova che tu fingi, non so per quale motivo e non indagherò oltre. Può essere che tu sia davvero cambiata, non lo metto in dubbio, anche se mi sembra improbabile, ma stasera ti prego sii te stessa, sul serio.”
- “Perché?”
- “Voglio la vecchia Bunny…”
- “Anche io..”
- “Su coraggio, ora ti faccio correre sui tacchi”
- “Cosa?!
 
Seiya iniziò a correre, tenendo la mano stretta a quella di Bunny, uscirono dal sentiero e iniziarono a ridere a crepapelle mentre cadevano sul prato. Erano tornati ai vecchi tempi, ormai sembrava che tutto intorno a loro fosse sparito, c’erano solo loro due.
 
Here’s how it goes
Boy meets girl
Girl leaves boy
That’s all I know, All I’ve done, all my life
When I believe that nothing lasts forever
You stay with me, keeping us together
And make me feel like I never,
Ever wanna give you up
Till now I’ve always been a quitter.
 
- “Piaciuta la corsa?”
- “Tu sei completamente pazzo! Ahah”
- “E tu sei poco atletica, io mi alleno con le fans!”
- “Solito sbruffone, ma non cambi mai?!”
- “Neanche tu, sempre imbranata come al solito, mia cara principessa!”
- “Fai lo spiritoso?!”
- “Mi diverte!”
- “Mi ero dimenticata come fosse stare con te…”
- “Perché ci hai lasciato? Ci hai fatto passare…”
- “Ti prego, non aggiungere altro, forse un giorno capirai…”
 
La giovane ragazza si alzò, aprì il cestino del pic nic che aveva Seiya e, come se niente fosse, iniziò a mangiare davanti agli occhi sbalorditi del ragazzo.
 
- “Noi facciamo una conversazione seria e tu ti prendi il cibo?!”
- “Ma ho fame!”
- “Come puoi aver fame adesso?!”
- “Io ho sempre fame!”
- “Bene, allora pagherai!”
 
Seiya iniziò a farle il solletico e lei rideva come quando… Ormai non si ricordava neanche più l’ultima volta che si fosse sentita così felice, allegra, così libera e non vincolata a una missione. Era tornata la ragazza spensierata di sempre, quella pasticciona, imbranata e con una voglia pazzesca di godersi la vita ogni giorno che passava. Si sentiva leggera come un fruscello, slegata da ogni catena di finzione. Voleva essere ancora la "Bunny spensierata" di sempre e in cuor suo sapeva che l’unico che l’avrebbe sopportata, che avrebbe condiviso il suo dolore e le sue gioie, che l’avrebbe fatta sentire ancora se stessa, era Seiya. Lui non avrebbe investigato oltre sul perché fosse cambiata, sul suo atteggiamento nei confronti delle altre ragazze, nonostante sapeva che soffrissero, era protetta e lo era anche il suo cuore.
In tutto quel tumulto di emozioni non si accorse che, involontariamente, le sue labbra avevano sfiorato quelle di Seiya. Aveva sentito una scossa, era stato un incidente, ma i brividi percorrevano la sua schiena. Non era innamorata di lui, eppure cosa era quel battito così accelerato?
 
You rescued me
Saved my life, just in time
Saw past, all my issues
And scars
You made me try
The way you’re kissing me
Makes it hard to breathe
But I still like it
It feels like a dream.
 
- “Mi dispiace, ti giuro che non era mia intenzione, non ti ho chiesto di uscire per provarci, sappilo.”
- “Lo so, va tutto bene..”
No, non andava per niente bene. Perché lui era così tranquillo e lei no?! Forse si sentiva in colpa perché si sarebbe fatto delle illusioni, ma se non era neanche più sicura di quello che provava per lei? Confusione. Solo confusione!
- “Dai, si è fatto tardi, ti accompagno a casa.”
- “Grazie!”
 
Per tutto il tragitto Seiya raccontò a Bunny dei suoi compagni e di alcuni episodi divertenti che li avevano coinvolti, fino a quando si trovarono davanti alla porta della sua stanza.
 
- “E’ stata una bella serata, grazie, mi sono sentita di nuovo…bene.” Bunny guardava il pavimento, era troppo imbarazzata.
- “Sono felice e non ti forzerò a rivedermi, ma ti dico solo che saremmo tutti felici se tornassi…”
- “Non posso… Buonanotte, Seiya.”
 
Entrò nella stanza sbattè la porta e le lacrime iniziarono a sgorgarle dagli occhi, si guardò le mani, si coprì il viso con esse. Non capiva il suo dolore. Sarebbe troppo sintetico dire “le mancavano tutti”; non era solo questo, era il bisogno che lei nutriva di condividere la vita con qualcuno, le sue emozioni, di stare in compagnia. Non voleva essere sola, chiudersi in un mondo tutto suo. Voleva solo poter ricominciare da zero, senza nessuna missione, a volte avrebbe voluto non essere mai stata scelta come guerriera, chissà quante cose sarebbero state diverse. Ma poi pensava che sarebbero state diverse davvero troppe cose e tra queste di sicuro il rapporto con le sue migliori amiche, con Marzio e con I Three Lights ed era la cosa più preziosa che le fosse rimasta, anzi IL RICORDO più prezioso. Ormai non aveva più niente. E così mentre questi pensieri si affollavano nella sua mente, in un microsecondo, riaprì la porta, corse lungo il corridoio, vide Seiya, andò incontro a lui, lo prese per mano e lo tirò a sé. Non sapeva neanche lei cosa stesse facendo, voleva solo sentire il calore di qualcuno, dell’unica persona che le avesse restituito il suo VERO sorriso dopo anni.
Fu un bacio intenso. Lui la strinse a sé, ancora incredulo per quello che stava succedendo, lei non era neanche sicura se Seiya provasse sentimenti per lei, ma non gliene importava niente. Era un gesto di gratitudine, di bisogno, una richiesta di affetto e anche qualcosa di voluto.
 
- “Buonanotte” Bunny si girò e sparì nel buio del corridoio, lasciando il ragazzo, incredulo, a toccarsi le labbra.


Angolo dell'autrice: allora la confusione di Bunny inzia a farsi notare, non aggreditemi vi prego dicendo che non è possibile che lei baci Seiya. Ripeto che è confusa e lui è stato l'unico disposto ad ascoltarla. Inoltre sono passati sedici anni quindi è logico che per esempio i sentimenti per Marzio siano cambiati.
Spero che il capitolo vi sia comunque piaciuto :) un ringraziamento a tutte quelle che seguono la storia in particolare a Moana, ChibyRoy, EllieMarsRose, Asiasakura, CriCRi.

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Capitolo 8
*** Under the stars ***


Capitolo VII: Under the stars
 
Seiya si svegliò quella mattina ancora incredulo, non realizzava cosa fosse successo la sera precedente. I fratelli l’avevano visto rientrare, si erano chiesti dove fosse stato ma non avevano ottenuto risposta, l’unico suono emesso dal giovane cantante fu: “Sono stanco. Vado a dormire”. E da quel momento Seiya si era buttato sul letto, si era addormentato con i vestiti addosso, e aveva sognato il suo angelo biondo, aveva ripensato a quel bacio che ancora credeva un sogno. Esso aveva scaturito delle emozioni troppo forti, che lui sperava assopite da tempo e invece erano ricomparse più vere che mai ed erano pronte a distruggerlo, a tormentarlo. Ancora.
Tutto ciò che si domandava era ciò che avrebbe dovuto fare d’ora in poi, cosa le avrebbe detto e come si sarebbe comportato. Era giunto alla conclusione che dietro a quel comportamento da dura, da menefreghista, si nascondeva, in un angolo remoto, la vecchia Bunny, quella di cui lui era perdutamente innamorato, e che il giorno prima aveva potuto vedere di nuovo. Era tutta una messinscena ma perché? Cosa nascondeva? Perché non voleva più vedere nessuno?
L’avrebbe scoperto, doveva salvarla da quel vuoto che si era creato attorno a lei, da quella freddezza nei suoi occhi che lasciavano ogni tanto trasparire amore e chiedevano aiuto. Si, era questo ciò che era giunto al cuore di Seiya: una richiesta di aiuto. Ma per cosa? In realtà non gli importava tanto quale fosse il motivo, lui voleva solo esserci per lei, non farla sentire sola perché non poteva lasciare che quel viso angelico, quegli occhi dolcissimi e quei capelli dorati si spegnessero per sempre e patissero il peso della solitudine. Avrebbe lottato per lei, ma per farlo decise che avrebbe mentito. Non avrebbe riferito niente ai suoi amici perché, nonostante anche loro la cercassero, era l’unico che poteva scoprire qualcosa di più e che poteva riportarla alla normalità. E lui era deciso. Ce l’avrebbe fatta.
 
Uscì dalla stanza e giunse nel piccolo salottino vicino all’entrata, che comunicava con un angolo cottura al quale stavano lavorando i suoi fratelli, intenti a preparare le frittelle.
 
- “Buongiorno Seiya! Ieri sera sembravi turbato, dove sei stato?” Chiese Taiki mentre prendeva la cioccolata da spalmare.
- “Ho fatto un giretto in città…dovevo sgranchirmi le gambe.”
- “Pensavi a Bunny…” Yaten appoggiò il gomito destro sul tavolo e con l’altra mano si reggeva il viso in segno di sconforto.
- “Si, e sapete… Forse non la amo più…”
- “Cosa?!” I due fratelli spalancarono la bocca e si unirono in questo grido.
- “Ragazzi, sono passati sedici anni, sedici anni in cui non l’ho vista, sedici anni in cui non ha fatto altro che ferirci e ora torna e si comporta da grande signora ignorandoci!” In realtà Seiya sapeva che ciò che aveva appena detto corrispondeva a verità. In fondo era quello che Bunny aveva fatto: in poche parole li aveva abbandonati alla triste realtà e, quando era tornata, si era anche permessa di comportarsi da essere superiore, rinnegando tutti i sentimenti che li aveva legati a loro in precedenza. Eppure lui non riusciva a odiarla… Era impossibile.
 
-“Effettivamente Seiya non hai tutti i torti…”
- “Quindi ora mi cercherò una bella ragazza come avete fatto voi!”
- “E scusa chi sarebbe la mia ragazza?!” Domandò Yaten alquanto indispettito.
- “Avanti, guardi Marta con gli occhi di chi vorrebbe…”
- “Osa solo continuare!”
- “La verità fa male” Seiya mostrò uno dei suoi solito sorrisi da simpaticone, prese la giacca e si congedò “Mi raccomando ragazzi non fate gli sporcaccioni durante la mia assenza, vado a farmi un giretto visto che è domenica. Ciao”
 
I due cantanti rimasti erano piuttosto imbarazzati e cercarono di scacciare dalla mente immagini in cui loro erano i protagonisti insieme a Ami e Marta. Ma che sciocchezze andava dicendo Seiya?!
 
 
Alberi di pesco in fiore. Le ragazze passeggiavano per i vialetti alberati mentre si recavano a casa dei Three Lights per trascorrere la giornata con i soliti film e i giochi da tavola. Era meravigliosa l’atmosfera attorno a loro, tutto quel rosa e ogni tanto le foglie volavano staccandosi dai rami a causa del soffio del vento. Quelle foglie volavano, si depositavano per terra ed emanavano un buonissimo odore.
Riportavano alla memoria il momento in cui ci fu la pioggia di stelle di Nehellenia. Le Inner stavano tranquillamente camminando per il parco, Bunny correva contenta e si dondolava reggendosi sulle braccia di Morea e Marta e sprizzava felicità da tutti i pori. Quel sorriso così genuino rendeva l’aria ancora più leggera, ma ora era sparito, non esisteva più.
Le ragazze furono quasi dispiaciute di giungere a casa dei Three Lights e di abbandonare quella meravigliosa natura che trasportava con sé una miriade di ricordi tristi e sereni, a seconda dei punti di vista.
Ormai le Sailor erano tutte riunite ma, nonostante cercassero di mascherare il fatto, era evidente che mancasse il loro leader, non perché fosse la più forte o perché le dirigesse o comandasse anzi, nella maggior parte dei casi, era improponibile seguire Bunny, ma perché lei sapeva portare il buon umore, sapeva con la sua ingenuità e con la sua imbranataggine contagiare tutti: era sempre stata così.
 
- “Ehi bellocci, siamo arrivate” Disse ad alta voce Heles mentre bussava alla porta con molta intensità-
- “La solita violenta eh?” Yaten stuzzicò la guerriera.
- “Ma che strano! Pensavo che fosse Seiya come al solito!”
- “E’ uscito, era strano stamattina… comunque entrate a meno che voi non vogliate conversare sulla porta!”
- “Senti bell’imbusto fatti da parte!”
- “Ahah Milena ma come fai a stare con lei?”
- “Beh ha buone qualità!” Rispose la guerriera con un sorriso malizioso che lasciava intendere doppi sensi.
 
Le ragazze entrarono e, come ogni domenica, si sedettero sui divani davanti a una buona cioccolata calda preparata da Taiki.
 
- “Come al solito è deliziosa!” Arrossì Ami.
- “Se qui c’è qualcosa, o meglio qualcuno di delizioso.. sei tu..” Sorrise Taiki.
- “Beh ecco grazie..”
- “O mamma che attacco glicemico!” Yaten si passò la mano nei capelli, come era solito fare, e iniziò a scuotere la testa in segno di disapprovazione.
- “Ma cosa dici?! Che dolce che è stato Taiki…starebbero tanto bene insieme!” Subito Marta infuriata e con aria di sfida si rivolse a Yaten.
- “Possono fare quello che vogliono ma tu non rompere, che ne sai di romanticismo?!”
- “Ma come osi?! Semmai una cosa del genere la puoi dire a Heles, non a me!”
- “Aspetta un secondo, cosa ci sarebbe che non va in me..?” Ribattè offesa Heles.
- “Beh non sei lo stampo del romanticismo…”
- “Milena, dì loro qualcosa!”
- “Ecco… Tu hai tante altre belle qualità!”. Di nuovo quel sorrisetto malizioso.
- “Sono romantica!”
- “No Heles, almeno non in pubblico…”
- “Su ammettilo Heles!” In coro le guerriere intonarono queste parole che sembravano quasi una canzoncina.
- “Siete pregate di smetterla subito!”
 
Arrivò il momento dei giochi. Era molto evidente che evitassero l’argomento “Bunny” perché avrebbe portato solo malinconia e rabbia e non era di certo il modo in cui volevano trascorrere il resto dei loro giorni: rincorrendo una persona che, a quanto pareva, li aveva traditi.
Solo Marta si alzò, dicendo che doveva andare in bagno, prese il cellulare e chiamò Artemis.
 
- “Ehi, io sono a casa insieme agli altri…hai trovato quello che cercavamo?”
- “Affermativo. Ci vediamo tra venti minuti al parco.”
- “Ok, io invento una scusa.”
 
Marta chiuse la porta del bagno e si rivolse verso gli altri.
 
- “Mi ha chiamato Artemis, devo andare da lui. Devo ancora fare alcune commissioni, scusate.”
- “E’ tutto a posto?” Chiese Rea preoccupata.
- “Tranquilla, ci vediamo domani a scuola. Ciao ragazzi, ciao amoruccio mio Yatenuccio, mi mancherai.”
 
Senza neanche attendere una risposta Marta uscì, iniziò a correre e, dopo essersi incontrata con Artemis, cominciò a percorrere una serie di strade, seguendo il navigatore del suo micetto.
Cercava di non pensare, ma più si sforzava più le riflessioni si sovrapponevano nella sua mente, annebbiando il suo giudizio. La protettrice di Venere era nota per essere molto simile alla guerriera della Luna: erano imbranate, si divertivano sempre, odiavano studiare e preferivano poltrire. Ma tutte avevano sempre pensato che la differenza fondamentale stesse nella forza d’animo quando ci si trovava di fronte ai dolori della vita. Marta era sempre apparsa più forte di Bunny e, anche in questa situazione, aveva saputo affrontare il tutto con la dovuta calma e la serenità, sempre col sorriso sulle labbra; aveva sempre incoraggiato le altre, dicendo che l’avrebbero trovata, anche se lei non ci aveva mai creduto. Forse era una persona diversa da come appariva, forse era cambiata, non sapeva neanche lei cosa fosse successo ma il suo pensiero era fisso sulle lacrime che non voleva riversare. Non voleva mostrarsi debole davanti alle sue amiche, e con il suo volto sempre gioioso nascondeva i suoi veri sentimenti.
It’s amazing what you can hide just by putting on a smile.
Nessuno se ne era accorto. Ma le mancava, le mancavano tutte le volte che marinavano la scuola o i pomeriggi di studio al santuario di Rea per andare alla sala giochi, i commenti sui ragazzi che attraversavano la strada, le giornate trascorse a parlare di vestiti o a spazzolarsi i capelli, il modo in cui solo loro potevano confortarsi a vicenda. Era così difficile andare avanti. O meglio era ciò che si lasciava alle spalle che rendeva tutto così complicato.
Correva, correva, ormai le lacrime le rigavano il viso e in ognuna di esse era nascosta una parte della sua tristezza che lentamente veniva eliminata dai muscoli del corpo e dal cuore. Ma era solo una sensazione momentanea, perché tutti i sentimenti negativi sarebbero presto rigermogliati.
 
- “Siamo arrivati. Sei sicura di voler..?” Artemis sembrava davvero molto in pena per la sua padrona.
- “E’ come un cerotto…strappiamo e soffriremo di meno.”
No, non era così.
 
Due piani di scale che sembravano interminabili e poi una porta di legno. Marta esitò, ma poi appoggiò delicatamente le nocche e bussò.
 
- “Ora arrivo”.
 
Quella porta non era solo un pezzo di legno utilizzato per dividere un corridoio da una stanza, ma era soprattutto l’entrata verso nuovi dolori, nuove emozioni, nuove scoperte. Quella porta segnava il confine tra passato e presente, tra presente e futuro.
Marta trattenne il respiro e la porta si aprì.

- “Bunny, dobbiamo parlare.”
- “Entra.”
  
True Friends are the people who walk into your life and no matter what happens they never leave.

  Angolo dell'autrice: E così siamo giunte a questo capitolo dove Bunny non è praticamente presente, ma era necessario spiegare le emozioni di Seiya e quello che sente Marta. Ora la storia prenderà una piega piuttosto complicata, inoltre mi dispiace se aggiorno i  capitoli lentamente ma ho molti impegni e non riesco a essere sempre efficiente.
Un grazie infinito a chi ha messo la storia tra seguite o preferite e a tutti quelli che recensiscono sempre. :)
Alison_95

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Capitolo 9
*** Let's talk about us ***


 Capitolo VIII: Let’s talk about us
 
La pioggia batteva contro la finestra della piccola stanza, era incredibile come la bellissima giornata soleggiata si fosse trasformata in un temporale.
 
“Entra.”
 
Era stata quella parola, che suonava più come un ordine che come un invito, a infondere coraggio a Marta. Almeno non l’aveva cacciata, ma aveva accettato di conversare. O meglio, questo ancora lei non lo sapeva. In breve, almeno era entrata.
Rimase colpita da quanto quella stanza apparisse cupa, forse per la pioggia insistente e per le nubi che avevano coperto il cielo, forse perché era piccola e c’era solo una piccola finestra, forse perché le decorazioni delle pareti non erano servite molto a vivacizzare l’ambiente.
 
- “Che cosa vuoi?” Bunny, dopo aver preso due bevande dal frigo, ne offrì una alla sua amica/nemica, più per cortesia che per altro.
- “Devo parlarti..”
- “Di che cosa?”
- “Di te..” un suono debole uscì dalla sua bocca, iniziava a provare rimorso per essersi presentata. Alla fine, che cosa le avrebbe detto? Che aveva bisogno della sua migliore amica?
Si, e poi avrebbe ricevuto un bello schiaffo come minimo. Doveva agire con cautela, anche se non era da lei.
- “Bene, pare che ultimamente sia l’argomento del giorno, tutti che vogliono parlarmi”
Marta rimase stupida dallo sguardo freddo e quasi crudele con il quale la guardava l’amica.
- “Tutti…?”
- “No, niente lascia stare… Ora dimmi” Bunny sapeva in cuor suo che non poteva parlare di Seiya, forse lui non aveva riferito niente e non era il caso di metterlo nei guai.
- “Cosa ti è successo? E’ incredibile come tu sia…”
- “Cambiata? Capita nella vita, soprattutto dopo sedici anni di solitudine.”
- “Sei sempre stata sola?”
- “C’era Luna con me, ma non avevo nessun altro. Me la sono cavata. Sai non sono così incapace come tutti credevate.”
- “Non l’abbiamo mai creduto, sapevamo che eri capace di essere forte.. Ma perché te ne sei andata? Se fossi rimasta, saremmo ancora tutti insieme, tu ti saresti sposata con Marzio… E’ vero forse i Three Lights non sarebbe mai ritornati..”
- “Purtroppo invece me ne sono andata, e chissà ora cosa succederà al tanto caro Destino.”
- “Bunny, lo so che era frustrante ma tu sembravi felice..”
- “Lo ero, ma le cose cambiano per tutti, io non provo più niente per Marzio, almeno credo, e voi non siete più niente per me. Ora vattene.”
- “Artemis, forza andiamocene, è fatica sprecata.”
 
Artemis nel frattempo stava discutendo con Luna sul perché della loro missione ma dalla bocca della gattina non era uscita una parola. Le dispiaceva davvero tanto mentirgli in quel modo, ma doveva.
 
“Brava, hai capito che è fatica sprecata.” Bunny non vedeva l’ora che Marta se ne andasse via. Era così difficile mentire e visto che già c’era cascata con Seiya, non voleva fare lo stesso errore. Sapeva che stava ferendo la sua migliore amica ma si vergognava di se stessa, di tutto quello che era successo e di cosa l’avesse spinta ad andarsene. In quel momento non si sentiva più una principessa, ma un pezzo di ghiaccio. Non si aspettava la reazione che avrebbe ricevuto dall’amica. In realtà neanche la stessa Marta immaginava che i suoi nervi fossero talmente tesi da scatenarsi.
Non trattenne più niente e, quando stava per andarsene, si voltò. I suoi occhi erano lucidi ma governati da rabbia accecante.
- “Tu non ti rendi neanche conto vero?! Sedici maledetti, fottuti anni ad aspettarti per poterti riabbracciare e poi ecco come ti comporti! Io sono stufa di tutto, di dover mentire davanti alle altre per coprire il fatto che mi manchi maledettamente! E non è giusto perché sei una persona orribile, non pensavo fossi capace di comportarti con tanta indifferenza nei confronti altrui!
SEI MORTA PER ME!”
 
Bunny deglutì, guardò Luna, chiuse gli occhi e sentì il suono della porta che sbatteva con una grandissima forza. Sentì il suo cuore iniziare a battere ad una velocità enorme e ascoltò il rumore dei passi di Marta che si allontanavano, i suoi singhiozzi erano talmente acuti da poter essere sentiti anche in quella stanza dove giaceva un’anima in pena.
Si buttò sul divanetto, con la mano si toccò le tempie per rilassarsi, per cancellare l’ultima frase. Dopo che essa era stata pronunciata, un coltello le aveva attraversato il cuore. Non solo aveva ferito la sua migliore amica, ma anche se stessa. Quelle continue bugie la stavano uccidendo, non ne poteva più.
Cominciò a sfogliare la rubrica del cellulare in cerca di una persona con cui uscire, ma chiamare amici che non vedeva da una vita era impensabile.. le rimaneva solo lui, così mandò il fatidico messaggio. “Ti prego ho bisogno di stare con qualcuno. C’è un posto dove possiamo andare?”
Passavano i secondi, i minuti. Il ticchettio dell’orologio appeso alla parete la stava distruggendo. Non avrebbe risposto e avrebbe fatto bene. Lei non era più nessuno per nessuno. Fa ridere l’assonanza delle parole, un po’ meno il loro significato. Per sempre sola, era una cosa che avrebbe sopportato?
Il telefono squillò, era arrivata la risposta. Bunny cliccò il tasto “leggi” e chiuse gli occhi, stava pregando, stava sperando con tutto il suo cuore che lui fosse buono. Si, lo era.
“Sono tutti usciti perché si erano stufati di restare a casa. Tornano stasera sul tardi. Se vuoi puoi passare.”
Gli occhi le si illuminarono, prese la borsa e uscì immediatamente salutando velocemente Luna.
Durante il tragitto si chiese come fosse possibile che lui ci fosse ancora per lei, e poi ripensò alla frase di Marta: “Sei morta per me”.
Non avrebbe mai voluto sentirla. Riflettendo però si accorse di quanto avesse ragione. Per sedici anni loro l’avevano aspettata, anzi forse dopo i primi anni si erano già rassegnati e avevano pianto la sua scomparsa, forse se lei non fosse tornata, loro avrebbero continuato la loro vita dimenticandola per sempre. In ogni caso la colpa era sempre la sua.
“Marta, sii felice, ma sappi che la vera Bunny è davvero morta sedici anni fa e io non so più chi sono.”
 
Bunny bussò alla porta del suo appartamento. Non era cambiato niente: il solito vaso di fiori era alla sinistra dello stipite, il solito piccolo foro era presente nel muro a destra.
 
- “Mi hai fatto preoccupare. Va tutto bene?”
- “Avevo bisogno di stare con qualcuno…”
- “Dai testolina buffa, entra.”
- “Grazie, Seiya”
- “Vediamoci un bel film, scegli tu.”
 
Bunny entrò, poggiò la borsa e iniziò a cercare un film che fosse di suo gradimento e, dopo averlo scelto, iniziò a fissare Seiya che riempiva i bicchieri di succo di frutta per offrire da bere alla sua ospite.
La cosa che più la colpiva di lui era quanta spensieratezza ci fosse nel suo sguardo, quanto amore serbassero quegli occhi, non necessariamente per lei, ma verso ogni cosa; lui era capace di amare incondizionatamente nonostante quell’aria da spavaldo che si ritrovava. E lei non se n’era mai accorta perché troppo impegnata a pensare al suo fidanzato lontano ma, ora, dopo sedici lunghi anni, quando il suo cuore non era più annebbiato da Marzio, lo vedeva con occhi diversi, forse poteva davvero trovare ciò che tutti amavano in lui. Ma lei l’aveva già trovato, solo che non se ne accorgeva e poi aveva una missione da compiere che non lo riguardava… Almeno questo era quello che pensava lei.
 
- “Testolina Buffa, che fai ti sei incantata ad ammirarmi?”
- “Brutto antipatico! Come se fossi bello!”
- “Senti cara, non toccare la mia unica qualità!”
- “Unica?! Ahah io dire che non ne hai neanche una!”
- “Vieni qua!”
 
Si iniziarono a rincorrere intorno al tavolo, poi Seiya la catturò, la sollevò in braccio e iniziò a farle il solletico, fino a quando non sentirono il campanello.
Il ragazzo fu costretto ad interrompere le sue “coccole” e a recarsi al citofono.
 
- “Merda!”
- “Modera i termini, adesso cosa c’è?!”
- “Ci sono Yaten e Marta qui…”
- “Spero che sia uno scherzo!”
- “Corri, la cabina armadio in camera mia, muoviti!”
- “Ma guarda tu cosa mi tocca fare!”
- “Vuoi essere la mia ragazza…? Questi sono i rischi!”
- “Sogna sogna rockettaro!”
 
Quando Seiya aprì la porta ai suoi due amici che avevano dimenticato il cestino del pic-nic, Bunny si era già nascosta. Quella cabina era enorme, aveva la grandezza di una stanza, eppure non c’erano molti vestiti, solo tanti cassetti, tanti scaffali.
Prese una delle sue magliette, sentì il suo profumo, lo stesso che aveva sentito quel giorno in discoteca, lo stesso che emanava quando, al suo ultimo concerto, l’aveva baciata sulla guancia. Un bacio tenero, casto ma che in sé racchiudeva tutti i sentimenti d’amore che lui voleva esprimere, anche i più remoti. Proseguendo l’indagine, notò gli occhiali da sole, alcune sciarpe, e aprì la cassettiera…vi erano una serie di documenti, di cartacce e poi una foto. Quella ce l’aveva anche lei. Era stata scattata al Luna Park quel giorno lontano di sedici anni prima. Lei era serena, disinvolta come se tutti i suoi problemi fossero stati cancellati. Sul retro notò una scritta: “Sperando che un giorno riesca a dimenticarti.”
Forse ce l’aveva fatta. Forse no. Non erano affari suoi. Eppure provava un’enorme curiosità, ma, per il momento, le bastava avere qualcuno con cui parlare.
 
- “Bunny! Coraggio se ne sono andati…”
- “Era ora!”
- “Senti …non abbiamo più parlato di quello che è successo l’altra sera…”
- “Io…non so ..”
- “Tranquilla, se vuoi non tocchiamo neanche l’argomento, facciamo finta che non sia mai successo.”
- “Seiya, quando tornano gli altri? Prima ho sentito che Yaten diceva..”
- “Saltano la scuola domani e si fermano fuori città fino a martedì…perché?”
- “Posso dormire qui? Non voglio stare sola…”
- “Certo, Testolina buffa.”
- “Grazie.”
 
Bunny sorrise, a Seiya bastava quello. Era incredibile quanto si fossero riavvicinati e quanto lei contasse su di lui. Glielo si leggeva negli occhi, si sentiva protetta al suo fianco.
 
- “Vado a prendere le mie cose e torno. A dopo”
- “Tranquilla, io preparo la cena.”
 
Sembrava incredibile la sua richiesta. Eppure era tutto vero, non si sentiva così rilassata da anni ormai.
“E se lasciassi stare tutto?” No, Bunny mise da parte quei pensieri e ripensò all’unico peso che ancora la tormentava: doveva trovare quel maledetto cristallo.

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Capitolo 10
*** November rain ***


 Capitolo IX: November rain
 
“Testolina buffa! Quanto ci metti a cambiarti?” Seiya era impaziente di mangiare la sua pizza quattro stagioni che sembrava avere un aspetto delizioso.
Finalmente Bunny arrivò in cucina, avventandosi sulla pizza e portandola sul divano, davanti alla televisione.
 
- “Ti sembra questo il modo di comportarti e di… vestirti?!”
- “Perché? Qual è il problema adesso? Non sarà che ti attraggo vero?!”
-  “Ma per piacere!”
 
Seiya non poteva ammettere che il fatto di avere al suo fianco la ragazza dei suoi sogni lo metteva in imbarazzo, soprattutto se la ragazza in questione aveva una camicia addosso e dei pantaloncini cortissimi, che lasciavano libero spazio all’immaginazione. Bisognava trovare il modo di placare determinati pensieri, ma come? Beh, prima di tutto fingendo di non provare nulla per la diretta interessata, e poi comportandosi normalmente. Facile a dirlo, difficile a farlo.
 
I due ragazzi divorarono la loro cena guardando un film d’amore, scelto ovviamente da Bunny visto che Seiya non poteva patire le commedie sdolcinate. Quel film infatti era di Taiki e i due fratelli si divertivano a prenderlo in giro ogni volta che potevano per alcuni suoi strani gusti.
Ma quella sera, quel film aveva qualcosa di diverso, forse perchè non l’aveva mai visto interamente in ogni singola scena, forse perché lo commentava con la sua Testolina Buffa. Era di nuovo sereno, felice, rideva fino alle lacrime, provava sensazioni che ormai sembravano essere sparite durante quei lunghi sedici anni. Il suo cuore batteva sempre più forte, i suoi occhi emanavano una bellissima luce ogni volta che il suo sguardo era rivolto verso la ragazza. Era amore. Sedici anni non erano bastati, non erano serviti a cancellare quello che aveva provato. E ora si stava innamorando ancora, di nuovo, si innamorava di un amore che già esisteva, dal primo momento in cui l’aveva vista.
Ogni tanto Bunny si chiedeva cosa provasse il ragazzo, se fosse rimasto ancora qualcuno che provasse per lei sentimenti d’amore, ma poi scacciava quel pensiero perché, per prima cosa, era impossibile che, dopo tutto ciò che era successo, esistesse ancora qualcuno innamorato di lei e, secondo, a lei non doveva interessare. Aveva dimenticato Marzio, ma non per questo era alla ricerca di qualcun altro, anche se Seiya con i suoi modi, con la sua presunzione, con la sua allegria e spensieratezza, l’aveva sempre affascinata. Aveva trascorso con lui un sacco di bellissimi e indimenticabili momenti e, nonostante fosse cotta del suo Milord, quel cantante era stata una persona importante della sua vita, forse più di un semplice amico, ma Bunny non l’aveva mai potuto capire, perché lui se ne era andato, e qualche tempo dopo anche lei aveva lasciato la Terra per compiere la sua missione, tutto per rimediare a quello stupido errore, se solo avesse potuto evitarlo…
Improvvisamente diventò pensierosa..
 
- “Testolina Buffa, mi sembri stanca e pensierosa… vuoi che andiamo a dormire? Sono le due di notte”
- “Effettivamente non sono proprio in forma ultimamente…”
- “Tranquilla, se vuoi ti rimetto in forma io…” Sorrise maliziosamente il ragazzo.
- “Maniaco basta! Mi sono offesa!”
- “Dai che scherzo! Senti io sto qui sul divano, tu prendi la mia camera.”
- “No non posso sfrattarti, sono l’ospite! Dormo io sul divano!”
- “Non esiste! Proprio perché sei l’ospite devi dormire in un letto! Prendere o lasciare?”
- “Solo se vieni anche tu!”
- “Non pensavo che tu volessi che facessimo porcherie!”
- “Ma quanto ti odio! Intendevo che tu dormi da un lato e io dall’altro! Muoviti!”
- “Principessa ma tu ti poi ti muovi e mi finisci addosso..e russi!”
- “Basta! Antipatico!”
 
Bunny fece una linguaccia a Seiya che la prese in braccio e la portò fino in camera, poggiandola lentamente sul letto, dopo le diede la buonanotte e andò a pulire il soggiorno.
SI fecero le tre di notte quando il ragazzo tornò in camera e vide il suo angelo dormire, i suoi lunghi capelli biondi le arrivavano all’altezza delle cosce, le coperte erano ancora ai piedi del letto, le sue mani erano poggiate sul cuscino.
Cercò di stendersi senza fare il minimo rumore e poi iniziò a guardarla, le prese la mano e la intrecciò alla sua.
 
- “Ho sonno…E’ gia mattina?”
- “No, dormi…scusami Testolina Buffa”
- “Seiya… stringimi forte, per piacere..”
 
Seiya annuì, lei si spostò, appoggiò la testa sul petto del ragazzo, sentendo i battiti del suo cuore che acceleravano, avrebbe voluto rimanere così per sempre, si sentiva incredibilmente protetta, non c’erano obblighi che gravassero su di lei, nessuna missione da portare a termine, c’erano solo lei e lui, ancora, di nuovo, come era già successo tante volte. Il mondo intorno scompariva e si cancellava dinnanzi alla loro unione, tutto ciò che li circondava non esisteva quando erano insieme e questo Bunny lo sapeva. Era ciò che sentiva, che aveva sempre sentito, lui le aveva sempre trasmesso tutte le sue emozioni ed era stato l’unico che, dopo tutti quegli anni, l’aveva perdonata, l’aveva riaccolta, era stato l’unico con il quale lei aveva deciso di essere se stessa, di bruciare quello stupido copione.
“Chissà se ancora mi ama… e chissà se questo dolore che provo sparirà mai” Questo fu l’ultimo pensiero della ragazza prima di addormentarsi. La risposta ai tuoi dubbi, cara Bunny, è negativa e positiva, a seconda dei punti di vista.
Ricorda: Nothing lasts forever, even cold november rain.
 
Nel frattempo…
 
- “Ancora non dormi?”
- “Stavo guardando il cielo stellato…è proprio bello”
- “Marta, cosa succede? Se ti serve qualcuno con cui parlare…”
-  “Penso che mi segnerò sul calendario: oggi Yaten è stato gentile”
- “Io sono SEMPRE gentile!”
- “Ahah si certo! Comunque grazie ma non ho niente, davvero.”
- “Sembravi soprappensiero guardando il cielo..”
- “Perché è incredibile quanto sia vasto e quante stelle si riescano a vedere senza le luci della città… e pensare che molte di quelle sono morte, ma ancora splendono…”
- “E’ misterioso…”
- “Sono come le persone, nonostante esse scompaiano, splendono nei nostri cuori ancora per molto…”
- “Beh si, ma è un pensiero molto triste…”
- “Già… Yaten vai a dormire, stai tranquillo, io rimango ancora un po’ qui.”
- “Sicura di stare bene?”
- “Si, ero solo incantata, te l’ho già detto. Buonanotte”
 
Le bugie: ne diciamo tante, minimo due al giorno. Possono essere sciocchezze, possono celare verità nascoste. Qualche volta ci serviamo di esse per mascherare i nostri errori o per non ammettere le nostre colpe o le usiamo contro chi non sopportiamo. Sono utili per rovinare la vita di qualcuno, per salvarla perché ci sono anche le bugie dette per un buona causa, sono un'ottima maschera del dolore. Quante volte diciamo che va tutto bene e invece vorremmo urlare al mondo che non c’è niente che vada per il giusto verso. Quante volte mentiamo a noi stessi illudendoci, fingendo e non pensando agli eventi tristi, ridendo e recitando un copione nel quale tutti ti vedono come la persona più allegra del mondo e invece dentro urli e a malapena riesci ad andare avanti.
 
Marta non stava bene ma stata dicendo addio per sempre alla sua principessa, quella che avrebbe dovuto proteggere per l’eternità, quelle che tanto le aveva voluto bene e che tanto l’aveva ferita. Sapeva che non c’era altra via di scampo che fuggire. Fuggire da tutto quello che le ricordava lei, anche da quelle stelle che brillavano ancora. Rappresentavano la verità, non una bugia: anche se Bunny se ne era andata, la sua luce continuava a sopravvivere imperterrita nell’animo e nel cuore delle guerriere Sailor, nel cuore delle sue amiche.
 
Nothing lasts forever
And we both know hearts
Can change
And it’s hard to hold
A candle
In the cold November rain
 
Bunny si affacciò dalla finestra, nonostante il calore di Seiya, il suo dolore era troppo grande per permetterle di dormire. Guardava il ragazzo a cui aveva spezzato il cuore anni prima e capiva quanto il loro rapporto fosse lo stesso. Le cose cambiano, ma c’è sempre una parte della nostra vita che rimane uguale, per sempre. Un sorriso lieve si formò sul viso della principessa della Luna, pensando alla giornata appena trascorsa, ma quando si voltò ad ammirare il cielo stellato potè constatare la luminosità delle stelle e tutto il dolore che esse sprigionavano. “Sono come le persone: quando scompaiono, il loro ricordo rimarrà per sempre. Grazie di tutto, amiche mie.” E una lacrima rigò il suo volto.
 
We’ve been through this
Such a long long time
Just trying to kill
The pain
 
“Grazie perchè siete state sempre con me, nonostante tutto. Grazie Marzio, che sei stato il primo amore, il primo a farmi sognare, il mio primo principe azzurro.”
 
Everybody needs some time
On their own
Don’t you know you need
Sometime, all alone.
 
“E… Grazie Seiya… perchè sei qui con me, grazie per tutto.”
 
I know that you can
Love me
When there’s no one
left to blame
 
Sotto lo stesso cielo c’erano due ragazze i cui capelli d’oro erano mossi dal vento, i cui occhi blu riflettevano le stelle.
Entrambe pensarono: “Starò bene anche senza di te…”
 
La peggiore bugia è quella detta credendo di essere felici, e invece non esserlo per niente.
 
Nevermind the darkness
We still can find a way
 
Nothing lasts forever
Even cold November rain.




Angolo dell'autrice: ecco che il capitolo si conclude sulle note di November Rain dei Guns n Roses, una della mie canzoni preferite che ci lascia intravedere uno spiraglio sul fatto che questa situazione forse finirà, proprio perchè "niente dura per sempre", d'altra parte entrambe mentono dicendo di stare bene e qui c'è la mia digressione sulle bugie. Spero vi sia piaciuto il capitolo e ringrazio, come sempre, tutte quelle che mi seguono e recensiscono sempre, un bacio!
Alison_95

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Capitolo 11
*** Just hold on tight ***


 Capitolo X: Just Hold on tight
 
Seiya si alzò e trovò la parte destra del letto completamente vuota. Forse Bunny era in cucina, ma i suoi dubbi furono presto risolti da un bigliettino poggiato sul cuscino: “Meglio che vada. Ci vediamo a scuola. Testolina Buffa.”
Il soggiorno aveva ancora l’odore della pizza mangiata la sera prima e, nonostante le pulizie fatte, non accennava a diminuire. Così Seiya si arrese e iniziò a prepararsi una tazza di caffè che bevve silenziosamente guardando fuori dalla finestra, pensando a cosa stessero facendo gli amici, Bunny e decidendo se andare a scuola oppure no. Da un lato sarebbe stato da solo, non era il caso di rivolgere la parola alla sua Testolina Buffa e tutti gli altri se la stavano spassando chissà dove. Dall’altro però non poteva poltrire tutto il giorno a casa e non aveva nemmeno il coraggio di chiedere a Bunny di uscire per un ovvio motivo, ovvero se qualcuno avesse scattato delle foto e i titoli dei giornali fossero stati “La nuova fiamma di Seiya”, probabilmente nessuno gli avrebbe più rivolto la parola, i suoi amici si sarebbero allontanati e avrebbero sofferto ancora. E poi c’era un motivo meno ovvio: non aveva il coraggio di invitarla. Quella mattina il suo animo era invaso da una strana sensazione di paura. Per la prima volta aveva paura di FALLIRE. Forse era successo altre volte ma quella era in assoluto la prima volta che lo ammetteva a se stesso. Non voleva essere scaricato, rifiutato visto che ultimamente le cose stavano andando, secondo lui, troppo bene con la ragazza dei suoi sogni e non voleva perdere tutto, doveva essere prudente, non dare l’impressione di tenerci troppo e doveva anche cercare di capire il motivo del suo strano comportamento. Troppe cose insieme. Chissà se ce l’avrebbe fatta. Andava tutto bene, per il momento. Ma perché noi esseri umani pensiamo sempre che tutto duri nel tempo? Risposta: Ci aggrappiamo alle illusioni e non ne possiamo fare a meno. Vero Seiya?
 
Solite scale. Solito corridoio. Solito rumore assordante della chiave che gira nella serratura e per poco non si spezza al suo interno. Solita Luna che l’aspetta. Solita solitudine che l’attende.
Pensandoci le principesse sono sempre creature sole. I loro sudditi spesso sono un gradino inferiore al loro e, pur volendo, non riuscirebbero mai a comportarsi come dei loro pari per una situazione di rango. Le dame di compagnia molto spesso stanno accanto solo per trarne benefici quindi quella della principessa è una compagnia apparente.
Ma Serenity non era questo tipo di reale. Lei si circondava di splendide guardiane che erano le sue migliori amiche, che la difendevano ma che con lei erano le persone più semplici del mondo e il loro rapporto era caratterizzato da un grande affetto, da sincerità.
Dove era finito tutto ciò? Le pareti di quella stanza erano la risposta. Nonostante la pittura, alla base erano sempre state cupe. Nonostante la maschera che doveva portare, Bunny era sempre la stessa persona alla ricerca di condividere le sue emozioni. Ma purtroppo il vuoto aveva preso il sopravvento.
 
- “Oh benedetta ragazza, cosa stai combinando?” – Luna saltò giù dal letto e si arrampicò sul tavolo, guardando con occhi di sconforto la sua principessa.
- “Luna, io non lo so…”
- “Forse fra un po’ sarà tutto finito…”
- “E poi? Cosa succederà?”
- “Lo sai bene, è questa la tua missione…”
- “Luna, ho paura… Non voglio più stare sola, ecco perché sto con Seiya. Lui è l’unico che riesca a farmi sentire bene, è diverso con lui.”
- “O Bunny, io lo so ma non puoi permettere che lui sia di intralcio, sei ancora in tempo per salvare la tua vita.. nonostante ormai il destino può sembrare cambiato, tu puoi ristabilire l’equilibrio e far nascere Chibiusa…”
 
Bunny annuì. Non era più sicura che fosse quello che voleva fare. Forse sistemare le cose con le altre e raccontare la verità sarebbe stato meglio. Ma non poteva. Doveva fare tutto da sola, nessuno poteva partecipare, ce l’avrebbe fatta con lei sue stesse forze e Chibiusa sarebbe esistita. Non le importava di altro. Non poteva privare un essere così dolce e innocente dell’esistenza per colpa di uno stupido errore… cavolo se ci pensava le si contraeva lo stomaco. Come era potuto succedere? Perché non era stata forte a sufficienza da rimediare? Se ne era dovuta andare per colpa di quel fottutissimo errore!
 
 
- “Sei migrata su Marte improvvisamente?” Ami richiamò l’attenzione di Rea, rimasta sola incantata davanti al panorama, che si stringeva in una coperta.
- “Scusa, ero sovrappensiero..”
- “Siamo tutti di là, perché non vieni anche tu?”
- “Avevo bisogno di stare da sola…”
- “Allora su dimmi cosa è successo. Lo sai, ti conosco e vedo che c’è qualcosa che ti turba e non penso sia solo Bunny…”
- “Beh Bunny c’entra eccome ma non il suo arrivo o il suo strano comportamento…” Rea chiuse gli occhi e si strinse ancora di più nella coperta, nonostante fossero appena le undici di mattina.
- “Rea, non ti seguo…”
- “Marzio…”
- “Rea, non sarà che…”
- “Non è solo una mia fantasia. Dopo qualche tempo che Bunny se ne era andata, Marzio ed io abbiamo iniziato a frequentarci, a uscire ma abbiamo deciso di tenere le cose nascoste poco tempo dopo abbiamo capito che era meglio smettere. Ma in questo ultimo periodo ci siamo riavvicinati e…”
- “Rea, tesoro perché dovresti sentirti in colpa?”
- “Perché stava con la mia migliore amica e io avevo rinunciato a lui, quindi ora sembro quella che non vedeva l’ora di fregare il ragazzo all’amica! E non è vero, io ero felice per loro, ma dopo lui è tornato da me e io mi sono accorta di quanto è bello stare con lui…”
- “E allora dove sta il problema? Senti se ti va non dirlo ancora agli altri anche se non direbbero niente, inoltre Bunny si è comportata davvero male con noi e francamente non credo che mai tornerà né che sia ancora innamorata di Marzio..”
- “Ho paura…e se lui tornasse da lei?”
- “No, non succederà, stai tranquilla.”
- “Grazie amica mia. Ti voglio bene.”
 
Le due amiche si abbracciarono e raggiunsero gli altri ragazzi, pronti a cominciare l’escursione mentre Rea mandò un messaggio: “Che dici se domani ci vediamo da me per le 16? Baci”.
Si, ora era più sicura di sé, sapeva che provare era meglio di arrendersi. Oramai il destino era cambiato per tutti. Non c’era più nessuna certezza, nessun filo indissolubile. Rea si chiese come fosse possibile che qualcosa che sembrava tanto perfetto come il loro futuro, fosse stato sconvolto in qualche secondo, giusto il tempo che Bunny partisse e che non tornasse per sedici anni. Strana la vita, ci cambia. Maturiamo, cresciamo, cambiamo in base alle esperienze che attraversiamo e forse questo è un bene. Non rimaniamo chiusi sempre nello stesso involucro ma diventiamo capaci di volare e diventiamo sempre più forti. Perché anche le guerriere Sailor che affrontano ferite, perdite di sangue devono spesso rivaleggiare contro qualcosa che provoca ben più di un dolore fisico: i sentimenti.
E non si impara mai a gestirli perché è una cosa che non può essere insegnata. Si può semplicemente fare tesoro di ogni momento nella nostra vita per inserirlo nel grande puzzle che ci trasportiamo dietro. Nessuno è perfetto, tutti sbagliano. Rea lo sapeva e in quel momento sentiva di fare la cosa giusta. Si, l’importante è crederci.
 
- “Ami eccoti! Cercavo di calcolare la pendenza e il coefficiente angolare di questa collina… vuoi unirti a me?” Taiki aveva in mano una cartina e una penna che porse a Ami.
- “Mi farebbe molto piacere! Adoro l’analitica!”
- “Bene, anche a me piace molto, hai dei gusti davvero superbi”
- “La verità è che sono molto simili ai tuoi…” Ami arrossì e chinò il capo in segno di imbarazzo.
- “Bene bene qui c’è qualcuno prossimo alle nozze” Ovviamente era Marta che disturbava i due piccioncini.
- “Potresti stare zitta! Anzi meglio che ti prepari a non rotolarti per qualche burrone!” Acido Yaten le puntò il dito contro e scoppiò in una fragorosa risata.
Marta non ebbe neanche il tempo di rispondere che Heles li interruppe: “Ragazzi, spiacente, dobbiamo rientrare, il mostro ha attaccato. Chiamate Seiya e Marzio.”
 
I ragazzi levarono le tende con molta velocità, si trasformarono e si recarono verso la gelateria colpita, ben presto raggiunti sia da Seiya che da Marzio.
L’automa era abbastanza ciccione, aveva il corpo tutto ricoperto di glassa e i suoi abiti sembravano i gusti del gelato. Le sue mani erano degli enormi coni e i suoi occhi erano delle fette di torta alla fragola. Inutile dire che Marta voleva letteralmente mangiarselo. Ma non era quello il caso e il mostro non sembrava intenzionato a cedere poiché dopo aver addormentato tutti gli esseri umani presenti, voleva eliminare qualsiasi soggetto si mettesse in mezzo tra lui e il suo obiettivo di distruzione.
Nessuno sfoderò neanche un attacco. Non ne ebbero il tempo. Una lama colpì e squartò in due il mostro, esattamente come giorni prima, esattamente la stessa lama. Bunny era arrivata.
L’automa cadde a terra, dopo aver lanciato un potente attacco contro Marta, Seiya e Marzio che caddero a terra doloranti. La prima aveva un enorme taglio sulla gamba destra e gli altri due avevano una ferita all’altezza della milza. Per fortuna non era niente di grave, nonostante la perdita di sangue. Bunny si precipitò vicino per prendere il cristallo, ma in realtà voleva assicurarsi delle condizioni di salute dei ragazzi colpiti.
 
- “Ora ci lascerai il cristallo, siamo arrivati prima noi.” Heles strinse i pugni e la sua voce tuonò per tutta la sala, ma Bunny non si lasciò intimorire “Scordatelo, sono io che ho distrutto l’automa e io mi becco la ricompensa. Piuttosto dovreste controllare le condizioni di quei tre, sembrano proprio messi mali. Debolucci i ragazzi eh?”
- “Non permetterti di parlare così”
- “Perché? Me lo puoi impedire?! Ma quanto sei stupida!”
 
Heles non sopportava le sue parole che sembravano quasi una sfida. Iniziò a correre e sfoderò un pugno. Ma purtroppo neanche la forza fisica della ragazza riuscì a ferire Bunny che con una prontezza enorme di riflessi parò il pugno e gliene tirò uno dritto in pancia. L’avversaria balzò all’indietro sbattendo contro il muro.
 
- “Mi pareva di essere stata già chiara l’altra volta. Sappiamo bene tutti chi è la più forte.”
- “Heles… Lasciala stare, veramente non ne vale la pena” Marta con un filo di voce sussurrò.
 
Una fitta si addentrò nel cuore di Bunny. “Sei morta per me”. Ancora quelle parole, quella voce così dura, le lacrime che aveva versato, la rassegnazione quando le aveva dette.
Alzò poi lo sguardo e lo rivolse verso Seiya. I suoi occhi così blu che sembravano dire “smettila di fingere”. Per un momento tutti avrebbero giurato di aver visto un bagliore scintillare sul volto della loro principessa, ma fu talmente breve che tutti si ricordarono le parole che udirono dopo.
Bunny scosse il capo, lo sollevò e cercò di volgere i suoi occhi in una direzione che non fosse quella dei tre feriti, poi disse “Marta ha capito tutto. Appunto non ne vale la pena che perdiate tempo nel cercare di riavermi indietro. Non succederà. Siete solo una massa di sciocchi illusi.” – poi inclinò leggermente la testa, chiuse gli occhi – “Siete tutti morti per me”. E detto questo, sparì.
Silenzio. Non si sentiva più assolutamente niente. Era come se il mondo fosse finito in quel momento. Yaten sollevò Seiya, Taiki aiutò Marzio e Heles prese in braccio Marta, ma nessuno pronunciò una parola. Nessuno aveva più il coraggio di parlare. Dovevano solo tenere duro. Just Hold on Tight.
 
- “Bunny, cosa è successo?”
- “O Luna, ho detto delle cose terribili!”
Una principessa che piange è difficile da vedere perché molte, nonostante la sensazione di solitudine che grava su di loro, fingono di vivere nel loro mondo perfetto e molte ne sono anche convinte. Difficilmente aprono gli occhi e si accorgono dell’orribile e vuota realtà che le circonda. Bunny lo sapeva. Non ce la faceva più.
- “Ce la farai… E’ quasi finita..”
Ancora singhiozzando Bunny replicò “Ho l’ultimo cristallo…ora arriva la parte difficile.”
- “Se tutto va bene, domani sarà tutto finito.”
- “Deve andare bene… Non resisterei ancora così..”
 
Il destino è crudele vero? Prima ti riserva la vita che hai sempre sognato e poi cosa fa? Ti lascia sola. Nessuno, neanche una principessa, può avere la vita perfetta. Devi solo tenere duro. Just hold on tight.


Angolo dell'autrice: Penso che questo capitolo vi abbia fatto venire ancora più dubbi come ad esempio "cosa sarà mai questo errore di cui parla Bunny?" o "Cosa ci fa ora che ha i cristalli?" .
Eheh tutta la storia la capirete solo alla fine. Potreste intravedere qualcosa nei prossimi capitoli ma capire tutto l'intrigo è roba da geni. Non che l'intrigo sia da geni (io nn lo sono xD) ma se lo capite vuol dire che avete un'intelligenza superiore perchè non avete così tanti indizi.
Ora dopo le chiacchiere, vi ringrazio per la lettura e spero vi sia piaciuto.
Ringrazio come sempre tutti in particolare Moana, EllieMarsRose, Cri Cri, Kay89  e AsielRose. :)
Un bacio^^
Alison_95

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Capitolo 12
*** Goodbye ***


 Capitolo XI: Goodbye
 
Marzio era steso sul letto, nel suo appartamento. Dormiva, riposava e non sentiva più il dolore provocato dalla ferita. Il suo respiro era regolare. Vicino a lui c’era un bicchiere d’acqua poggiato sul comodino e sulla poltrona c’era Rea che sfogliava una rivista. Ogni tanto controllava che sul viso del ragazzo non vi fossero smorfie di sofferenza. Ami se ne era andata perché dovevano medicare gli altri, quindi Rea si era offerta di rimanere a vegliare su Milord. In fondo non c’era niente di sbagliato vero?
C’era una domanda che si poneva spesso: cosa sarebbe successo se Marzio e Bunny non avessero scoperto le loro reciproche identità? In fondo a malapena si conoscevano, avevano trascorso pochissimo tempo insieme e si erano innamorati solo grazie ai loro alterego Milord e Sailor Moon. Lui aveva smesso di frequentarla e lei aveva rinunciato a lui perché era il ragazzo della sua migliore amica. Strana la vita. Rea pensava di averlo dimenticato eppure negli ultimi anni si chiedeva spesso come avesse fatto solo a pensare di averlo cancellato dalla sua mente. Non era mai sparito e forse ora lei era ricambiata. Stavolta ci sperava davvero, in un lieto fine.
I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dai primi movimenti di Marzio, che iniziò ad aprire gli occhi.
 
- “Ehi…Ho dormito parecchio?”
- “Sono le undici e mezzo di sera…”
- “Sei rimasta tutto questo tempo a vegliare su di me”
- “Beh… Ecco..Io…” Rea era visibilmente in imbarazzo, non voleva dimostrarsi troppo premurosa, non voleva ricevere una brutta delusione.
- “Che dolce… Grazie, dai vieni qui” Marzio le fece segno di avvicinarsi e la ragazza non esitò un attimo a stendersi al suo fianco.
- “Mi sa che così mi addormento…”
- “Vuoi rimanere qui stanotte?”
Il cuore le batteva a mille, le aveva davvero chiesto di rimanere? Quanto avrebbe voluto. Non desiderava altro che stare al suo fianco. Purtroppo doveva tornare al tempio. Aveva le guance rossissime per l’imbarazzo e cercava di premere il viso contro la camicia di Marzio per nascondere le sue emozioni.
- “Lo vorrei ma ho il coprifuoco fra venti minuti… Anzi mi sa anche che devo andare..”
- “Aspetta…prima devo fare una cosa.”
 
Senza che lei potesse neanche replicare, lui le prese il viso tra le mani e la baciò. Non avrebbero voluto staccarsi per niente al mondo visto che piano piano le carezze divenivano sempre più passionali. Un cellulare però suonò. Nessuna persona al mondo, genitore o nonno che sia, si dimentica del coprifuoco.
 
- “Lo sapevo…è mio nonno, devo andare.”
- “Va bene. Ma domani ci vediamo vero? Vieni qui…”
- “Passo nel pomeriggio d’accordo?”
 
Rea fingeva di nascondere la sua tensione e la paura. Aveva paura di restare a casa con lui dopo il bacio e poi dentro di lei albergava uno strano senso di colpa. Il senso di colpa per non essersi sentita in colpa. Non pensava minimamente a Bunny. Forse perché erano passati sedici anni, forse per il modo orribile in cui li stava trattando forse perché era davvero innamorata di Marzio. Non lo sapeva neanche lei. Voleva solo stare con lui.
 
- “Ti accompagno alla porta..” Marzio fece segno di alzarsi e accompagnò la sua ospite.
- “Allora … a domani”
Questa volta fu la ragazza che scoccò un dolce bacio sulle labbra al ragazzo di fronte a lei che le cinse la vita e le sussurrò “A presto…”.
La porta si chiuse e Marzio si recò in cucina per bere un sorso d’acqua. La ferita non gli faceva male. Udì il suono del campanello.
 
- “Ti sei dimenticata qualcosa?” Chiese Marzio aprendo la porta per far entrare Rea per la seconda volta.
 
Un momento. Rea non è bionda, non ha gli occhi azzurri, non porta i tacchi, non ti guarda con quegli occhi che sanno solo comandare “fammi entrare”. Rea non è la ragazza con cui hai condiviso anni felici, non è la ragazza che dovevi sposare, con cui dovevi avere una figlia.
 
- “Bunny, cosa ci fai qua?”
- “Bel modo che hai di accogliere chi ti viene a fare visita.”
- “Detto da te suona proprio bene!”
- “Fammi entrare”
 
Era un ordine quello? Beh era molto simile a un ordine. Eppure Marzio la fece entrare senza dirle niente, aveva la capacità di essere ipnotica. Forse lui si ricordava ancora di quella ingenua Bunny che aveva sempre un sorriso sulle labbra e quindi cercando in lei quella bontà, ormai repressa, aveva ceduto.
Versò due limonate nei bicchieri e ne porse uno alla sua ex ragazza che intanto si guardava intorno. Era seduta sul divano, aveva le gambe incrociate e le mani poggiate sul ginocchio destro. Da quando portava i tacchi? E che tacchi! La alzavano di minimo dieci centimetri, poi quei jeans chiari stretti le mettevano in risalto le gambe magre e la maglietta era leggermente scollata. Ma non doveva guardarla, nonostante fosse davvero bellissima. Quando si parlava di Bunny si diceva quanto fosse simpatica, allegra e spensierata. Quando si parlava di Serenity si faceva riferimento all’ottimo modo di governare, ma soprattutto alla bellezza. L’unica qualità che era rimasta, che forse si era accentuata.
 
Marzio si sentiva a disagio a fissarla in silenzio quindi le chiese: “Allora cosa ci fai qui?”
- “Come va la ferita?”
- “Avanti…non fingere di essere interessata alle mie condizioni. Vuoi davvero qualcosa.”
- “Si. Voglio sapere a cosa vi servono i cristalli.”
- “Perché dovrei dirtelo?”
- “Fai come vuoi ma avremmo potuto collaborare.”
- “Vuoi collaborare con noi?”
- “Dipende dal vostro scopo”. Bunny poggiò il bicchiere sul tavolino innanzi a lei, portandosi la mano sotto il mento e guardando Marzio.
- “Dobbiamo ristabilire la pace e lo possiamo fare solo con i sei cristalli…ma tu ne hai tre quindi non so come faremo…”
- “Quindi volete ristabilire la pace con i sei cristalli? Illusi.”
- “Perché? Tu invece cosa vuoi?”
- “Non te lo dico. Ho deciso che non collaboreremo. Un giorno forse vi spiegherò il perché non ce la farete. E non pensare che sia io il problema. Anche se non ci fossi voi perdereste comunque.”
- “Sei venuta qui solo per farmi la paternale?”
- “No. Voglio che parliamo di noi.”
 
Marzio per un secondo non capì. Poi iniziò a realizzare le parole della bionda. Voleva parlare di loro, ma di cosa esattamente?
 
Bunny si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e per un attimo i suoi occhi si colmarono di serenità ma poi ritornarono vuoti, privi di luce. Aveva bisogno che qualcuno l’aiutasse, ma come?
 
- “Come ti ho detto io ti ho davvero amato.”
- “Anche io. Ma questo adesso cosa c’entra?” Marzio era sempre più perplesso.
- “Hai un’altra adesso?”
- “Non sono fatti che ti riguardano”
- “Ho bisogno di saperlo. Dopo sedici anni sarebbe anche giusto…”
- “Più o meno. Ma questo è tutto quello che uscirà dalla mia bocca. Per te c’è qualcun altro?”
- “Forse… Ma è qualcuno di cui non mi ero accorta in passato.”
- “Ahah sembra proprio che tu stia parlando di un tuo vecchio corteggiatore. Non sarà mica Seiya?”
Mentire. Bisogna sempre mentire. Bisogna trovare il coraggio per proteggere chi amiamo.
- “No. Ma non sono neanche sicura ancora di quello che provo”
Non è esattamente così, Bunny. Hai solo paura di ammettere che per la prima volta nella tua vita il tuo cuore batte per un'altra persona.
- “Per me le cose sono diverse…”
- “Marzio… Mi hai mai amato davvero?”
- “Che razza di domande fai?! E’ logico che ti ho davvero amato, eri la persona più importante della mia vita, mi hai cambiato totalmente e forse non te l’ho mai fatto capire a sufficienza.”
- “Non è solo colpa tua... Io ho riflettuto molto e penso che il nostro amore era vero e sincero, ma abbiamo perso molti momenti a causa del nostro futuro. Se noi avessimo semplicemente vissuto la nostra storia senza sapere chi eravamo o cosa saremmo stati nel futuro, forse la faccenda sarebbe andata diversamente. Mi ami ancora?”
- “Bunny, te l’ho già detto… è complicato.”
 
Goodbye, goodbye my love
I can’t hide, can’t hide
What has to come
I have to go, have to go
And leave you alone
 
- “E’ chiaro. Se pensi di ferirmi dicendomi di no, ti sbagli. Marzio io non ti amo più, sono passati sedici anni, ma vorrei che anche tu avessi il coraggio di dirmelo.”
Una semplice risposta. Aveva bisogno solo di quella e si sarebbe messa il cuore in pace. In senso positivo o negativo perché quella risposta le avrebbe cambiato la vita per sempre, come già era successo anni prima.
- “Ti ho amato. Ma sono passati tutti questi anni, non ti ho più vista, non ho più sentito la tua voce, sei cambiata. Non posso nascondere che tu sia una bellissima ragazza ma ora non sento più ciò che provavo prima, inoltre c’è questa ragazza con cui spero di poter passare felici momenti.”
 
But always know, always know
That once I loved you so
Loved you so.
 
- “Si, te lo auguro.”
Marzio notò che il volto di Bunny si contrasse in una smorfia, un misto tra dolore, rabbia e, ancora più visibile, era la rassegnazione. Ma per cosa? Lei stessa aveva detto di non amarlo più. Mentiva? No, lui la conosceva bene. Nascondeva qualcos’altro ma non riusciva a capire cosa fosse. Si sentiva rodere dalla curiosità ma sapeva di non poter commettere passi falsi.
Sentì improvvisamente il suono dei suoi tacchi sul pavimento, poggiò le mani sulle ginocchia e si alzò dal divano, prese la borsa, lo guardò. Quegli occhi blu che una volta trasmettevano tutti i pensieri della dolce principessa, adesso riuscivano a celare perfettamente le sue emozioni. Sedici anni sono davvero tanti, troppi.
 
- “Ti accompagno alla porta”
- “Grazie. E Marzio … Perché sei partito per l’America sedici anni fa?”
- “Dovevo studiare, non ti ricordi?”
- “No, intendevo, perché mi hai lasciata sola? Supponiamo per un momento che Seiya non ci fosse stato, chi sarebbe stato con me a tenermi compagnia durante le giornate, chi mi avrebbe fatto ridere? Suppongo che il mio destino sia quello di rimanere sola, per sempre.”
- “Mi dispiace….ancora oggi ho dei ripensamenti su quello che ho fatto. Ti ho lasciata sola. Ma non si può tornare indietro nel tempo.”
- “Ora non più…”
 
Detto questo, Bunny si voltò e uscì dall’appartamento. Passò per il parco, aveva bisogno di schiarirsi le idee, che cosa avrebbe fatto adesso? Non si aspettava una risposta del genere da parte di Marzio, doveva dirlo a Luna e insieme dovevano trovare un modo per sistemare la faccenda. Ma anche chi continua sempre a sperare e a crederci, come Bunny, a un certo punto della sua vita, si arrende. Non c’era più niente da fare, niente da salvare ed era colpa sua.
Che cosa avrebbe fatto da adesso in avanti? Forse avrebbe continuato a vivere la sua vita, creandosi nuovi amici e cercando qualcuno da amare, anche se già c’era. Quanto avrebbe voluto vederlo in quel momento. Purtroppo aveva pensieri ben più importanti. Perché si era illusa che Marzio in sedici anni potesse ancora amarla? Non era così. E questo faceva saltare tutti quei dannati piani!
 
Goodbye, blue eyes
Take care of yourself
I have to go, have to go
And leave you alone
 
Lullaby, distract me with you eyes
Lullaby, help me sleep tonight
 
Mentre camminava, notò I suoi amati alberi di pesco e poi appena abbassò lo sguardo intravide una figura in lontananza. Forse era esausta, stanca di lottare, i suoi nervi avevano retto troppo, iniziò a correre e si gettò tra le sue braccia. Lui la strinse, anche se sapeva quello che doveva fare. Lei invece piangeva, non ce la faceva più di quella stupida missione che non sarebbe mai riuscita a portare a termine. Voleva solo stare con lui…
 
- “Ti prego Seiya aiutami!”
Seiya chiuse gli occhi, respirò profondamente cercando di controllare le pulsazioni.
- “Bunny… io…”
 
Non era disposto ad aiutarla? O voleva dirle di stare con lei per sempre?
 
Goodbye, blue eyes
Goodbye, My love
It’s too late now.
 

Angolo dell'autrice: mi sembra che questo capitolo sia più lungo dei precedenti, forse perchè i dialoghi sono più corposi. Spero di non avervi annoiato!
Diciamo che qui i dubbi crescono ancora, come è possibile che Bunny sia così interessata ai sentimenti di Marzio? Beh ragazze presto scoprirete un po' di cose visto che mancano quattro o cinque capitoli alla fine.
Una prima parte è dedicata lla nuova "coppia" Rea e Marzio, la seconda a Bunny e Marzio e le ultime righe sono per Seiyuccio. Vi sarete chiesti: ma questi vagano a mezzanotte in un parco? Beh hanno bisogno di riflettere :D La canzone è "Goodbye" di Avril Lavigne ma alcune parti sono state modificate, per esempio ho messo "I LOVED you so" anzichè "I LOVE you so", proprio per far capire quello che c'era tra Marzio e Bunny e che non c'è più. Non so se avete capito perchè forse non è tanto chiaro... ma le ultime tre righe non sono dedicate a Marzio quindi... a voi le congetture su cosa succede nel prossimo capitolo.
Mi sono dilungata troppo! Un grazie  a tutte quelle che mi seguono e che recensiscono sempre, in particolare Moana, CriCri, EllieMarsRose, SailorStarLight :)
Un bacio^^
Alison_95

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Capitolo 13
*** Everybody hurts ***


Capitolo XII: Everybody hurts
 
- “Ti prego Seiya aiutami!”
- “Bunny… io…”
- “E’ tutto così difficile! E tu sei l’unico che è rimasto con me, che ci tiene..”
- “Bunny, mi dispiace…”
- “E di cosa?! Sei una persona fantastica e io…io…”
- “Non dire niente. So di essere un tuo grande amico, ma non possiamo andare avanti così. E’ troppo doloroso. Non posso tradire tutti quanti, anche me stesso, standoti accanto. Io lo vorrei però ormai è tutto così complicato… La mia mente è costantemente occupata da te e dalla tua missione e sono scappato da casa per poter riflettere.. Questa ferita a quanto pare non è così grave, anche se tutti si preoccupano.”
Basta. Anche lui aveva detto la parola fine. Non voleva essere la ruota di scorta. Non voleva che lei avesse compassione di lui, come era già successo. Non voleva essere un semplice amico. E’ vero gli bastava solo la sua amicizia ma, forse, si era sempre illuso che si potesse trasformare in qualcosa di più. La verità è che ora si era arreso e che non voleva più soffrire.
- “Seiya, ti racconterò tutto, ma ti prego non lasciarmi sola. Mi dispiace per tutto il male che ti ho fatto!”
Ormai la sua voce era un singhiozzo pieno di dolore. Chi avesse mai sentito quelle parole, avrebbe potuto dire: “Sembra che quella ragazza stia avendo una crisi di nervi”. Era vero. Il cuore di Bunny non era abituato a tutte quelle ferite e soprattutto la rapidità con cui era stata colpita era allucinante. Prima Marzio le aveva impedito di raggiungere la sua missione e ora Seiya la stava abbandonando. Bunny capì qualcosa di cui spesso gli esseri umani non fanno caso o meglio, ci pensano dopo. Ci si accorge di quanto si tiene ad una persona solo dopo averla persa. E solo in quel momento realizzò quanto Seiya fosse importante. Il cuore si comprimeva, lei faticava a respirare, era un dolore tremendo quello che le tagliava il petto, la perforava.
 
Seiya si voltò in modo da non guardarla, la allontanò da sé e sussurrò: “Bunny, io…sono passati …troppi…sedici…anni… e io…non ti …amo più…”
Il mondo di Bunny precipitò, lei si accasciò al suolo. Ora era davvero sola, forse presto l’avrebbe abbandonata anche Luna. Lui non la amava più. No era solo un brutto sogno. Proprio quando lei si era accorta di quei sentimenti, lui non…
Non riusciva neanche a formulare un pensiero completo, di senso compiuto.
- “Seiya…lasciami sola…”
- “E’ tardi…ti riporto a casa…”
- “HO DETTO: LASCIAMI SOLA!”
 
Ecco. Quella non era Bunny. Non aveva mai visto la sua dolce Testolina Buffa rispondere in quel modo. Anche quando aveva fatto la menefreghista, la fredda, la dura, lui aveva riconosciuto comunque l’animo della principessa della Luna. Ma ora nelle parole leggeva solo disperazione per la solitudine a cui andava incontro.
Per un attimo Seiya pensò di essere un terribile egoista, non fu solo un attimo, il pensiero albergò in lui per tutta la notte, ma sapeva che non voleva ricevere un’altra delusione.
Così si girò e se ne andò. Bunny lo guardava… gli occhi lucidi erano illuminati dalla Luna in cielo. Le lacrime sgorgavano senza sosta. Si alzò, iniziò a vagare per la città fino a quando, miracolosamente, dopo essere stata quasi investita da un camion notturno, giunse a casa, o almeno quella che era la sua stanza.
 
Don’t know, don’t know
If I can make it through
On my own
Why did you have to leave me?
It seems like I’m losing
Something deep inside of me.

 
- “Bunny! Cosa è successo?” Luna si era svegliata a causa del rumore provocato dalla porta ed era visibilmente preoccupata.
- “Lasciami in pace. Anzi uccidimi se puoi.”
- “Non è da te dire certe cose, raccontami cosa è successo.”
- “E’ tutto finito! Tutto, tutto…” Ricominciò a singhiozzare.
- “Ti prego, Bunny, calmati e dimmi tutto..”
- “Marzio non mi ama più, Luna! Non mi ama, non mi ama! Ed è stato tutto inutile, tutto!”
Purtroppo neanche Luna seppe cosa rispondere. Si distese sul letto e iniziò a pensare a cosa dire alla sua principessa, ma anche lei era del tutto sconvolta. Sedici anni lontana da tutti solo per questa missione e adesso tutto era andato perduto. Nessuno aveva messo in preventivo che lui potesse non amarla.
 
- “Mi dispiace! Non sono stata brava neanche a far sì che il mio ricordo durasse durante negli anni!”
- “Sono sedici anni. Tanti, troppi. Forse era inevitabile che succedesse. E ora?”
- “Luna, speravo che me lo dicessi tu.”
- “Potresti dare i cristalli alle altre.”
- “Non li avranno mai tutti e sei, e tu lo sai meglio di me…”
Non riusciva a calmarsi. Le sembrava di essere tornata a quel giorno sulla terrazza, quando pregava disperatamente e invocava il nome di Marzio. Era la stessa identica cosa ma avrebbe voluto urlare il nome di Seiya. No, questa volta era peggio. Era completamente sola. Non c’era nessun anima pia come qualche famoso cantante disposto ad ascoltarla, ad amarla follemente senza essere ricambiato.
 
Now I see, now I see
Everybody hurts some days
It’s okay to be afraid
Everybody hurts
Everybody screams
Everybody feels this way

 
- “Ho sempre anteposto la missione, Luna, anche all’amore!”
- “Non ci hai mai neanche pensato ultimamente…o forse, Seiya!”
- “Quando ho scoperto che la missione era andata a rotoli ho pensato che, anche se il destino ormai era imprevedibile, avrei potuto stare con Seiya…poi l’ho incontrato al parco e…”
Gli occhi continuavano a colmarsi di lacrime. Ormai aveva inzuppato la maglietta, non riusciva a vedere più niente. “Non mi ama più, Luna… ha detto che non può pensare sempre a me, costantemente…”
“Ho deciso che me ne andrò, comincerò una nuova vita altrove, dove nessuno mi conosce e dove non sono una guerriera Sailor.”
- “Bunny, scappare non è la soluzione ideale…devi affrontare le tue paure…”
 
Colpì duramente il muro con un pugno, le iniziò a uscire sangue che ben presto macchiò l’intero copriletto.
- “Io sono stufa di dover affrontare tutto! Voglio essere una persona normale, l’ho sempre voluto. E ora, ora che ce la potevo fare, la persona di cui mi sono innamorata non mi ricambia! Perché io l’ho trattato uno schifo! L’ho rifiutato e l’ho illuso! Ora capisco come si è sentito…Devo andarmene, Luna, tu non capisci!”
 
It feels like nothing really matters
Anymore
When you’re gone
I can’t breath
And I know you never meant
To make me feel this way

 
Luna guardò il muro bianco che si tingeva di rosso e capì che non poteva fare più niente per impedirle di partire. Se ne sarebbe andata comunque. E lei l’avrebbe seguita. Ma ora stava in silenzio, ogni parola l’avrebbe ferita ancora di più.
 

“Cambiati, vai a dormire e domani ce ne andiamo…”
 
Bunny avrebbe voluto dire grazie, ma non riusciva più a parlare. Si mise subito sotto le coperte con la mano ancora tagliata. Ma non sentiva dolore perché quello non era niente se paragonato al dolore del suo cuore, una lama nel petto avrebbe fatto meno male.
Era così distrutta che, appena chiuse gli occhi, si addormentò e sognò…
 
Era in una stanza, davanti a lei c’era un ragazzo con i capelli lunghi e neri che le diceva “Vorrei soltanto averti conosciuto prima di lui, dolcissima Bunny”. Poi lui le dava un casto bacio sulla guancia e lei sentiva tutto l’amore del ragazzo concentrarsi in lei, lui aveva la capacità di trasmetterle le sensazioni. Ad un certo punto vedeva questo ragazzo con abiti diversi. Aveva una giacca di pelle, una maglia blu scuro e dei jeans. Si avvicinava sempre di più, poi le sussurrava all’orecchio “Non ti amo più”. E quelle parole ricominciarono a vagare per la mente di Bunny che si alzò di soprassalto.
 
- “Hai fatto un brutto sogno?”
- “Terribile…”
- “Senti so che è doloroso ma stavo pensando una cosa… Puoi dirmi le parole che ti ha detto Seiya?”
- “Non ricordo tutto… qualcosa come: è troppo doloroso, non possiamo andare avanti così e che la sua mente è costantemente impegnata a pensare a me… e che non mi ama…”
Bunny riprese a singhiozzare, mentre Luna le si avvicinò, sussurrandole “Andrà tutto bene Bunny…dormi ti prego, devi riposare.”
 
Così Luna rimase ferma a pensare a quella frase…. Fin quando non arrivò alla soluzione. Sapeva cosa doveva fare, forse non era ancora finita.
 
So many questions
on my mind
So many answers
I can’t find
I wish I could
Turn back the time

 
Poi entrambe si addormentarono. L’indomani Bunny avrebbe preso il primo treno verso… Non importava la destinazione, le bastava andarsene senza lasciare traccia. Luna invece sarebbe partita con lei, ma prima doveva salvare una missione, ancora recuperabile. Perché la gattina sapeva che tutti soffrono. Everybody hurts.


Angolo dell'autrice: Ora devo solo sperare che qualche fan di Seiya non mi uccida! xD Ho fatto fuori Marzio lo scorso capitolo ma in realtà almeno lui è felice con Rea, e adesso faccio fuori anche Seiya... Povera Bunny! Ora e' davvero sola... se ne vuole andare e quindi voi non saprete mai la missione... no sto scherzando! Mancano quattro capitoli al termine quindi presto saprete tutto... Chissà adesso cosa ha capito Luna di così importante che può salvare tutto...lo scoprirete presto! ;)
Un grazie come al solito a Moana, ChibiRoby, EllieMarsRose, CriCri, SailorStarLights e a tutti quelli che mi seguono :)
Un bacio^^
Alison_95

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Capitolo 14
*** Reality is not a dream ***


 Capitolo XIII: Reality is not a dream
 
Era mattina. Bunny si alzò. I suoi occhi erano gonfi, sembrava che qualcuno le avesse tirato un forte pugno proprio sulle palpebre, era spettinata e il sangue ormai si era coagulato sulla mano, formando una grossa chiazza incrostata che andava solo lavata.
Dire che si sentiva uno straccio sembrerebbe una cosa positiva rispetto alle sensazioni che le attraversavano il corpo, sentiva un intorpidimento dei muscoli, sentiva un dolore lancinante sul lato sinistro del petto e le era passato l’appetito.
Aprì l’armadio, scelse l’abito da indossare e fece degli altri vestiti una massa informe che infilò in un borsone grande abbastanza per contenere tutte le sue cose. Indossò il suo abito viola con i tacchi e nella fretta non si era neanche accorta che Luna era sparita. Dove si era cacciata?
Mandò un messaggio tramite il cercapersone alla sua micetta e dopo di sedette sul letto. Prese un libro di scuola. L’annoiava a morte ma almeno fare disequazioni, per quanto fossero noiose secondo lei, le permetteva di tenere la mente impegnata.
“37+x+4 > 98”
98, 98, 98… Il risultato del test di matematica di Seiya. Entrambi avevano preso un’insufficienza, lui perché era troppo concentrato sul musical e sul fatto che non gli venisse bene la coreografia, nonostante fosse bravissimo, lei era sempre il solito somaro che non sapeva neanche fare una semplice addizione. Poi lui aveva recuperato brillantemente, lei ovviamente no, ma era felice lo stesso perché sapeva che prendere ogni giornata col sorriso l’avrebbe aiutata. Dov’era finita quella Bunny? E dove erano quei momenti trascorsi con Seiya?
 
Nel frattempo il ragazzo si svegliava dopo aver trascorso una notte quasi insonne a pensare alla sua Testolina Buffa, alla sua bellezza, all’amore che provava e al modo in cui l’aveva abbandonata. Lui era tutto per lei e si era comportato da perfetto egoista. L’espressione sul viso di Bunny l’aveva completamente spiazzato, non si aspettava una simile reazione, una manifestazione di dolore così ampia, tutte quelle lacrime… ripensare a quanto soffrisse era una fitta al cuore, un pugnale che non smetteva mai di perforarlo.
Ancora assonnato prese il caffè, diede il buongiorno a tutti quanti che erano già riuniti nel soggiorno e ritornò in camera per poter… Non sapeva neanche lui cosa fare, forse avrebbe pensato, avrebbe riflettuto. Guardò l’orologio: le 10:16.
16, 16, 16… Si, era il numero minimo di frittelle che Bunny aveva mangiato il giorno in cui erano usciti. Lui gliel’aveva chiesto con la sua solita aria spavalda ma non si aspettava davvero che lei si presentasse, in fondo era fidanzata. Invece avevano trascorso una bellissima giornata, parlando del più e del meno, divertendosi, abbuffandosi, ballando.
Seiya aveva ancora quella foto nel suo cassetto, emblematica la scritta: “Sperando che un giorno riesca a dimenticarti”. Spes, ultima dea. E’ vero, la speranza è l’ultima a morire, ma cosa succede se è impossibile dimenticare una persona? In realtà, Seiya aveva perso ogni speranza. Se sedici anni senza vedere il suo volto, sentire il suo profumo, ascoltare la sua allegra risata, non erano serviti, quanto tempo ci sarebbe mai voluto?
Non poteva dimenticarla, non ci sarebbe riuscito. Guardava quella foto, piena di ricordi felici.
 
Remember when I cried
To you a thousand times
I told you everything
You knew my feelings
 
Bunny stringeva al petto una fotografia. Lei e Seiya vicini, con dei volti sorridenti, al luna park. Erano allegri spensierati, tutte le preoccupazioni erano sparite.
I loro pensieri si sovrapponevano, la ragazza pensava al dolore, al dolore che era nel suo corpo e non le permetteva di respirare, al dolore per la perdita della persona più importante, al dolore che aveva provocato a Seiya. I pensieri di lui non erano molto differenti, anzi anche i suoi erano incentrati sul dolore che provava e che aveva provocato.
 
It never crossed my mind
That there would be a time
For us to say goodbye
What a big surprise
 
“Ora lascerò questa foto qui, per sempre. Mi creerò una nuova vita dove tu sarai solo un ricordo, il ricordo di un amore impossibile”.
 
“Forse dovrei strappare questa foto. E’ l’ultimo ricordo materiale che mi resta perché so già che non ti vedrò mai più. Mi rimarrà solo il ricordo di un amore impossibile”.
 
I remember when
It was together ‘till the end
Now I’m alone again
 
I cried a little bit
You died a little bit
Please say you won’t forget
 
La cerniera lampo che si chiudeva segnava la fine di un capitolo e l’inizio di un nuovo libro da scrivere. Bunny uscì dalla stanza e si incamminò verso la stazione, sapendo che Luna l’avrebbe raggiunta.
Seiya uscì dalla cabina armadio, si versò un’altra tazza di caffè e lo bevve in balcone. Era una splendida giornata. Ma quando stava per rientrare notò una curiosa presenza che lo fece sussultare.
 

  • “Seiya, dobbiamo parlare…” Lo sguardo era deciso.
  • “Entra, Luna”
 
It’s getting harder to pretend..
Remember when.
 
 

  • “Non ho molto tempo, ascoltami bene Seiya. Bunny sta partendo, tu la devi fermare.”
Seiya scosse il capo, il suo volto esprimeva sorpresa, ma allo stesso tempo rinuncia. “No, Luna io non posso…”
  • “Seiya tu la ami ancora, io lo so. Una persona che dice che è troppo doloroso, che pensa costantemente a lei… ecco queste non sono le parole di chi non ama più.”
  • “Tu non capisci! Non posso continuare a soffrire…forse se parte, io la dimenticherò. So che sedici anni non sono bastati, ma questa volta sarà per sempre.”
  • “Ma se la ami…”
  • “Lei non ama me, Luna tu lo sai!” Le mani gli circondavano il viso, i suoi gomiti erano appoggiati sulle ginocchia. Basta. Voleva cessare quella conversazione in quell’esatto momento.
  • “Seiya, perché pensi che lei si sia rivolta a te? Perché al parco ti è corsa incontro? Sai, era appena stata da Marzio eppure non ha chiesto aiuto a lui, ma a te e tu le hai spezzato il cuore.”
  • “Cosa stai dicendo?”
  • “Che ti ama. Binario 6, il treno parte tra mezz’ora.”
 
Luna sparì tra i rami dell’albero di fronte alla stanza. Seiya non riuscì neanche a sussurrare “No, aspetta..” che subito fu colto da un’improvvisa nostalgia, da un senso di colpa. Come aveva potuto? Non si era accorto dei sentimenti di Bunny, aveva paura di essersi illuso e l’aveva lasciata sola in quel parco a piangere per lui. Per la prima volta nella sua vita si sentiva amato da qualcuno, dalla sua Testolina Buffa e l’aveva lasciata andare. Aveva un’incredibile paura. Paura di svegliarsi e scoprire che fosse tutto un sogno, aveva paura che Luna si sbagliasse. Le sue gambe erano bloccate, sembravano dirgli di non seguirla, di lasciarla andare, non voleva soffrire. Eppure il suo cuore batteva a mille, sentiva un calore dentro. Doveva solo decidere: Andare o non andare. Questo è il dilemma.
Seiya realizzò che, in quel momento, doveva prendere una decisione importante. L’amava, forse era ricambiato e non avrebbe mai saputo se le parole della micetta erano la verità o no, non avrebbe più rivisto gli occhi blu, i capelli d’oro e quel dolce sorriso. Non poteva.
Saltò dalla finestra per non farsi vedere e iniziò a correre più veloce che poteva, ripetendosi le parole “Meglio un rimorso di un rimpianto”. Ed era vero. Quando parliamo di rimorso almeno ci riferiamo a qualcosa che abbiamo fatto e che magari non si è conclusa come speravamo, ma quando parliamo di rimpianto indichiamo, a priori, un fallimento, una rinuncia, una sconfitta per non averci provato. E’ più difficile da sopportare e Seiya lo sapeva, correva, la ferita era guarita, come il suo cuore. Se tutto fosse stato vero, avrebbero ricominciato da capo, ma insieme, come una coppia. Correva, correva, senza fermarsi.
Lesse il cartello: stazione. Binario 6. Corse, corse fino a quando non la vide. Era lì, in piedi, fissava il suo biglietto. Luna era sdraiata sul bagaglio e osservava la sua principessa che batteva con rapidità il tacco contro il cemento. Le gambe scoperte rendevano visibile la sua carnagione chiarissima, un vestito viola a metà coscia senza spalline la rendeva bellissima.
Seiya prese coraggio, fece un bel respiro e iniziò a camminare verso di lei.
 
Bunny si voltò per controllare l’orario dei treni e lo vide. Una fitta la colpì, cosa ci faceva lui lì e soprattutto perché le faceva ogni volta quell’ effetto?
“No, Bunny, è una stupida rockstar che non ti ama più ed è brutto…” Come faceva a dire che era brutto? Aveva dei pantaloni neri a vita bassa e una maglietta a mezze maniche rosse. Era semplice e così bello, così perfetto.
Il cuore non smetteva più di battere, sentiva le gote arrossarsi piano piano, un leggero venticello le scosse i capelli. Era lì a due metri di distanza e la guardava, cosa le doveva dire? L’agitazione cresceva sempre di più.
 
- “Non andartene” Fu il primo pensiero che passò per la mente di Seiya.
- “Perché dovrei restare? Non ho più nessuno…”
- “Ci sono io. Bunny io sono stato un cretino, non volevo dirti quelle cose…”
- “Tranquillo, me lo merito. Se non mi ami più c’è un motivo.” Un sorriso. Falso. Ma era pur sempre un sorriso e lui si sentì morire.
Le prese la mano “No, ascoltami ti prego. Sono stato egoista, ho pensato che, dicendoti questo, sarebbe stato più semplice. La verità è che in tutti questi sedici anni ho pensato solo a te, a quanto mi sei mancata e al fatto che tu non mi avresti mai ricambiato. Ma io…ti amo, ti ho sempre amato fin dal primo giorno perché con il tuo sorriso riesci a illuminare le mie giornate e..”
Bunny aveva le lacrime, ma lo interruppe “Seiya, io…non so che dire, sei stata l’unica persona che mi abbia accolta, in realtà sei stato l’unico che io volessi accettare, sentivo che mi avresti salvato e, senza neanche accorgermene, mi sono…innamorata di te..”
Il ragazzo non poteva credere a quello che aveva sentito. Allora era vero. Avrebbe voluto pizzicarsi per assicurarsi che non fosse tutto un meraviglioso sogno.

  • “Rimani con me, ti prego…”
  • “E tu come farai? Con tut…”
Non riuscì neanche a terminare la frase che fu interrotta. Seiya la stava baciando, l’aveva presa per la vita e l’aveva attirata a sé. Non riuscivano più a pensare, la loro mente era come annebbiata dall’amore e il cuore di entrambi batteva a una velocità incredibile.
 

  • “Andiamo a casa, stiamo un po’ insieme.”
  • “Grazie di tutto, Seiya. Vorrei però parlare con le altre. Vi spiegherò tutto, è una lunga storia, troppo lunga e vorrei fossero presenti tutti.”
  • “Certo, Testolina Buffa, come desideri.”
 
Bunny era felice, teneva la mano di Seiya e niente poteva andare più storto. Niente. Avrebbe raccontato a tutti la verità, si sarebbe tolta un peso atroce. Si sarebbe costruita una vita con la persona che amava, affrontando i nemici.
Un momento: Chibiusa, il patto, la missione. Se ne era completamente dimenticata. Il patto, il patto… O Cielo! E adesso?
 

  • “Ehi Seiya potresti andarmi a prendere un cornetto? Sto morendo di fame!”
  • “Ecco la mia solita testolina buffa, poi ingrassi lo sai e non va bene!”
  • “Sparisci antipatico!”
Appena il ragazzo si dileguò, Luna si avvicinò a Bunny con uno sguardo preoccupato e anche rassegnato.
  • “Ti ricordi vero qual è il tuo compito?”
  • “Luna, io vorrei stare con lui, ma so anche che Chibiusa non nascerebbe…”
  • “Bunny sono stata io a chiedere a Seiya di fermarti e mi dispiace ma non l’ho fatto perché possiate stare insieme, ma solo per la missione.”
  • “Luna…cosa intendi?! Sai bene che la missione è stata un fiasco totale anche a causa del fatto che Marzio non mi ama più…”
  • “No, la missione è salva grazie a Seiya, è lui quello che cercavamo e adesso puoi adempiere ai tuoi compiti…”
  • “No, non ti credo! Non può essere!”
  • “Racconterai tutto alle altre, se questo ti fa stare meglio e poi rispetterai il patto che hai firmato sedici anni fa, Chibiusa nascerà e tutto andrà secondo i piani.”
 
Bunny non ebbe neanche la forza di replicare, in cuor suo sapeva cosa doveva fare. Seiya arrivò con in mano il cornetto, dopo insieme si incamminarono verso casa. Era molto pensierosa, non voleva che tutta questa magia finisse, non voleva proprio saperne della missione e del patto…ma c’era Chibiusa.
E così quello che era un sogno, presto si trasformò in un incubo.
 
La perenne tentazione nella vita è confondere i sogni con la realtà.


Angolo dell'autrice: Allora questo capitolo sarà sicuramente piaciuto ai fan della coppia Seiusa anche se la fine ci riporta comunque con i piedi per terra. Insomma, Bunny ha una missione e... un patto? Che cosa sarà mai? E poi perchè Seiya era quello che cercavano? Quanti dubbi ^^ Ma non temete stavolta amnca davvero poco a scoprire la verità, nel prossimo capitolo verrà rivelato tutto l'inghippo che c'è sotto. Povera Bunny!
Spero vi sia piaciuto il capitolo :)
Il solito grazie va  Moana, CriCri, Sailor star lights, ChibyRoby, EllieMarsRose e AsielRose e tutto quelli che seguono sempre la ff!
Un bacio :)
Alison_95

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Capitolo 15
*** Sixteen years ago ***


 Capitolo XIV: Sixteen years ago
 
Il suo sguardo era assente, si guardava le scarpe. Il suo cuore era diviso tra la grande emozione appena provata, la felicità nel poter finalmente stare con il suo vero amore e la missione, Chibiusa. Sapeva che non poteva lasciarla andare, era sua figlia, una parte di lei, pasticciona e piagnucolona ma un piccolo batuffolo rosa che lei amava più della sua stessa vita. Cosa avrebbe scelto?
In realtà uno dei pensieri che affolava la mente di Bunny in quel momento era la reazione delle amiche. L’avrebbero ascoltata e poi perdonata dopo aver saputo tutto? Oppure l’avrebbero guardata con indifferenza e cacciata con disprezzo? Mille dubbi che creavano soltanto ansia, una terribile impazienza che arrivasse quel momento e una terribile voglia che il tempo si fermasse per non doverle affrontare. Non aveva il coraggio, non dopo tutto quello che era successo, non dopo il modo in cui le aveva trattate. Quanto le mancavano. Erano le sue migliori amiche, erano tutto per lei dal momento in cui erano diventate sailor. Lei non se lo sarebbe mai immaginato che il loro legame sarebbe diventato così forte e invece avevano combattuto insieme, avevano affrontato gioie e dolori e poi tutto era andato a rotoli a causa sua. Non riusciva a perdonarselo.
Mancavano pochi metri e il suo cuore batteva a mille. Seiya le strinse la mano “Andrà tutto bene, ti ascolteranno”. Bunny non sapeva cosa fare, chinò il capo e riflettè “Io ho paura…mi cacceranno e avrebbero anche ragione dopo tutto il male che ho fatto”.
Il ragazzo le prese il viso tra le mani “Sei una persona meravigliosa e sono sicura che dopo aver ascoltato la verità capiranno e sinceramente anche io sono molto curioso di sapere l’intera storia.”
Bunny annuì e finse di sorridere. Vedere Seiya così premuroso la faceva stare male, pensava a quanto avrebbe voluto che le cose andassero bene, lei finalmente fidanzata con la persona di cui si era innamorata e di nuovo con le sue amiche. Ma perché la sua vita doveva essere così complicata? Quegli occhi blu così profondi, che la guardavano e che sapeva avrebbe dovuto abbandonare.
 
“Amoruccio! Quando arrivano le pizze?” Marta saltellava per l’appartamento improvvisando ogni tanto qualche canzone.
Yaten era estremamente seccato “Non chiamarmi così! Quando la smetterai?! Starò con te il giorno in cui non esisterà più il sole!”
Erano ormai venti minuti che i due non la smettevano di punzecchiarsi a vicenda, quindi Heles cercò di chiudere la discussione nel modo più sarcastico possibile, non accorgendosi del silenzio che calò successivamente “Yaten potresti metterti con Marta il giorno in cui Bunny ci dirà la verità!”
Inizialmente nessuno sapeva rispondere, avevano tutti colto l’umorismo e sapevano che Heles non l’aveva detto intenzionalmente per ferire qualcuno, tuttavia questo era un tasto dolente che non andava toccato. Lo stesso Marzio, ancora sconvolto dalla conversazione avuta la sera prima, deglutì e cercò di fingersi disinteressato.
Il silenzio fu presto interrotto dal suono di un campanello.
Taiki si diresse verso la porta.
 
- “Era ora che arrivassi! Dove eri sparito?”
- “Dovevo cercare una persona… Ora per piacere non urlate, non trasformatevi, non fate niente, semplicemente ascoltate, è importante”
- “Sto iniziando a preoccuparmi sai fratellino! Ci hai portato un dinosauro per caso, qualcuno che potrebbe ferirci?”
 
Tutti scoppiarono a ridere. Non immaginavano di quanto quella persona potesse ferirli, anzi ce l’aveva già fatta. Bunny cercò di usare tutto il coraggio che le era rimasto ed entrò nella stanza. Non riusciva neanche a guardarli in faccia. Erano tutti sbalorditi, Rea fece cadere il bicchiere che aveva in mano, il quale andò frantumandosi in mille pezzi, Heles si alzò, poggiò con forza la tazza di caffè che aveva in mano e urlò: “COSA DIAVOLO CI FA LEI QUI?!”
Marta alzò gli occhi, la fulminò con quegli occhi azzurri bellissimi e la sua voce mutò quasi in un ruggito: “SPARISCI DA QUI! FUORI DAI PIEDI!”
Furono tutti sorpresi da quella reazione, se la sarebbero aspettata da chiunque ma non da lei.
Fu in quel momento che Bunny strinse i pugni e iniziò a parlare: “Io vorrei raccontarvi il perché del mio comportamento, cosa è successo… so di avervi ferito ma non pensate che io sia stata bene… Cosa posso fare adesso?”

  • “Dirci la verità. Puoi sopportarla?” Anche Ami aveva assunto un tono rabbioso. Sembrava incredibile come le Inner che erano sempre le più calme, fossero scattate non appena l’avevano vista.
  • “E’ quello che voglio fare.”
  • “E’ incredibile. Seiya cosa diavolo ti è saltato in mente?!”
  • “E’ giusto che voi la ascoltiate se ha qualcosa da dire!” Il ragazzo non sapeva più cosa fare, si trovava in una situazione pessima.
  • “E così adesso sei dalla sua parte?!” Vedere una Ami così arrabbiata metteva i brividi alla stessa Bunny che mai si sarebbe aspettata una simile reazione.
  • “A differenza vostra …io ecco…sono stato con lei e ho capito che nascondeva qualcosa e che era tutta una messinscena…
  • “Tu cosa?! Sei stato con lei? Non capisci che ti usa?! Ti ha sempre usato! Era innamorata di Marzio e ti ha solo illuso e ora ti sta usando per arrivare a noi!”
  • “Questo non è vero! Io sono qui solo perché voglio sistemare le cose, voglio almeno farvi sapere tutta la verità, spetterà a voi decidere cosa fare..” Bunny si era profondamente risentita per quelle parole.
 
A quel punto Morea, Marzio e Rea si sedettero sul divano in segno di arresa. L’avrebbero ascoltata, volevano davvero capire cosa era successo in quei sedici lunghi anni.
 

  • “Ora state tutti zitti e ascoltiamola! Sono stufa di questi comportamenti infantili!” Rea emanò la sentenza che tutti dovettero rispettare e così Bunny iniziò a giocare con le sue mani in segno di nervosismo e raccontò…
  • “E’ una storia molto lunga e complicata. Tutto è iniziato dopo la battaglia contro Galaxia. Noi pensavamo che il male fosse stato sconfitto, eppure non era così. Ricordate la Tv Galaxy, la base dei nemici? Beh era un covo del male, era comunque rimasta una piccola quantità della forza negativa che aveva invaso Galaxia. Noi non l’abbiamo distrutta, siamo tornate a casa ignare della situazione. Siamo state ingenue, troppo impegnate a festeggiare per accorgerci che la nostra fine era vicina. Poco dopo abbiamo percepito l’energia e l’abbiamo annientata ma non è bastato.”
  • “Ma l’abbiamo distrutta! Me lo ricordo bene… e poi tu sei rimasta lì e da allora…”
  • “Bisognava distruggere l’intera Tv Galaxy lo stesso giorno altrimenti il male si sarebbe sedimentato ed è ciò che è successo. Ormai quando abbiamo distrutto l’energia era troppo tardi… Io…Ho sentito una strana sensazione e sono rimasta con Luna ed è stato in quel momento che tutto è cambiato.”
  • “Però aspetta, Galaxia ci è apparsa l’anno scorso dicendoci che se avessimo trovato i sei cristalli sarebbe andato tutto bene quindi non aveva senso che tu te ne andassi…”
  • “No, non ce l’avreste mai fatta. Ora vi spiegherò dei cristalli, ma continuiamo con il racconto. A quel punto ho notato i sei cristalli, tutti frammenti di un’unica lastra che si era spezzata, quella era il simbolo del male che si diffondeva. Congiungendo i cristalli tutto sarebbe tornato alla normalità ed è per questo che Galaxia vi ha detto di cercarli. Ma Luna sapeva che sarebbe stato tutto inutile ed è per questo che io quel giorno…ho firmato un patto. Sarei tornata dopo sedici anni sulla Terra e avrei avuto bisogno di tre cristalli quindi avrei dovuto combattere contro di voi per poterli ottenere.”
  • “Scusa ma perché tre?” Yaten era sempre più perplesso.
  • “Tre è il numero necessario a tornare indietro nel tempo.”
Seiya sbiancò. Tre cristalli per riavvolgere il tempo, per far sì che lei tornasse con Marzio, per cancellare tutto quello che c’era stato. E lei ne aveva tre, e adesso?
 

  • “Tutto questo per un unico motivo: senza quei tre cristalli non siamo più a conoscenza del destino. Esso è cambiato nel momento in cui la Tv galaxy non è stata distrutta e quindi Chibiusa era in serio pericolo e, insieme a lei, anche il futuro della Terra. Ovvero non saremmo stati più a conoscenza dei possibili nemici che ci avrebbero attaccato. Quindi dopo averli ottenuti sarei tornata indietro, nessuno avrebbe ricordato niente di tutto ciò che era successo durante questi sedici anni a eccezione di Luna che avrebbe avuto un unico ricordo: l’obiettivo di distruzione della Tv Galaxy. A quel punto il destino avrebbe avuto il suo corso normale, come era stato scritto”
  • “Una cosa non mi è chiara: se tu avevi già i tre cristalli, perché non li hai usati?”
 
Bunny aveva paura di rispondere. Doveva usare delle parole giuste, dosate perché non voleva ferire Seiya, non voleva farlo sentire come un oggetto utilizzato da Luna per giungere allo scopo.
 

  • “C’è una parte del patto che prevede una condizione: i tre cristalli avrebbero funzionato solo se dopo questi sedici anni la persona che a quel tempo mi amava di più, mi avrebbe amato ancora. E’ per questo che io sono venuta da te Marzio ieri sera.”
Una fitta al cuore per Seiya, un’altra per Rea. Cosa nascondevano quei due?
 

  • “Quando ho detto di non amarti più, lo dicevo sul serio, purtroppo sedici anni sono troppi però dovevo sapere cosa provavi tu perché, tornando indietro nel tempo, noi saremmo tornati quei due ragazzi innamorati di sempre, ma avevo bisogno che tu mi amassi ancora. Quando però mi hai detto che c’era un’altra mi è crollato il mondo addosso… ma ora, essendo sincera, per una parte ero sollevata perché così avrei potuto vivere questa vita con la persona di cui mi ero innamorata davvero…” Dicendo così, guardò Seiya, ancora incredulo dopo aver sentito quelle parole.
  • “Quindi adesso non si può più fare niente?” Marzio si sentiva in colpa, anche se in realtà non poteva obbligare se stesso ad amarla.
  • “Ero convinta di no. Ieri sera ero a pezzi perché Seiya mi aveva detto di no, quindi oggi stavo per andarmene, ma poi è arrivato lui… Ero davvero felice ma c’era un problema che ho scoperto poco fa. Luna ha chiamato Seiya non per farci stare insieme… ma perché ha realizzato che la persona del patto era lui. Era lui quello che mi amava di più al mondo e quindi la missione è ancora possibile…”
Bunny stava per iniziare a piangere ma cercò di trattenersi. Non voleva dirgli addio ma doveva.
  • “E ora devo prendere una decisione, anche se in fondo so già quello che sceglierò. Mi dispiace un sacco per te, Seiya, per me che non posso mai scegliere la mia vita, per voi ragazzi che in questi sedici anni vi eravate legati molto, per te Marzio e per Rea, pensate che non sappia cosa c’è tra voi due? E ne sono contenta…”
  •  
I due ragazzi erano diventati rossi come dei peperoni. E sulle labbra di qualcuno si era anche accentuato un sorriso. Tutti erano meravigliati dall’atmosfera che si era creata. Guardavano Bunny e realizzavano come lei non fosse mai cambiata, era sempre la stessa ragazza a cui dispiaceva per tutti e che sacrificava se stessa per il bene della Terra. No, non era cambiata e loro sapevano quanto le costasse dire addio a Seiya. Anche se non erano stati partecipi della loro storia, capivano quando ci tenessero l’uno all’altra.
 

  • “Bunny, perché non ce l’hai detto fin dall’inizio? Perché ti sei comportata così?” Marta aveva gli occhi lucidi dopo il racconto dell’amica.
  • “Io…non volevo coinvolgervi in questa cosa assurda e poi…volevo cavarmela da sola, volevo che qualcuno fosse fiero di me per una volta…sono sempre stata così imbranata e pasticciona…e questa volta davvero volevo riuscire a fare qualcosa…”
Iniziò a piangere, dopo corse incontro all’amica e la abbracciò. Marta scoppiò a piangere e la strinse. Entrambe sussurrarono “mi dispiace” e solo loro sapevano il perché. Quel giorno, in cui si erano ferite a vicenda, era solo un lontano ricordo, non doveva più esistere.
Piano piano anche le altre si sciolsero davanti a quell’immagine, ricongiungendosi con la loro migliore amica, che era tanto mancata durante quegli anni.
 

  • “Ragazzi, che ne dite se ci raccontiamo cosa è successo durante questi anni?” Propose Morea.
  • “Si, dai Bunny, così ti raccontiamo le cotte di Morea, l’amore tra Ami e Taiki e ovviamente il mio fidanzamento con Yaten” Marta sorrise maliziosamente.
  • “La vuoi smettere?! Io e te siamo due entità separate e ti odio!”
  • “Senti cantante con la voce da gallina mettiamo in chiaro che tu mi ami alla follia!”
  • “Gallina a chi? Io sono bello e famoso a differenza tua!”
  • “Bello tu? Ma per piacere!”
 
Mentre la lite continuava, Seiya strinse la mano di Bunny. Il suo sguardo diceva tutto, ma di certo non poteva obbligarla a rinunciare a sua figlia e a un futuro pacifico assicurato per la Terra. La ragazza non sapeva che dire, forse quelli erano gli ultimi momenti che passava con lui e voleva goderseli, inoltre era serena per la riappacificazione con le amiche.
Le arrivò un messaggio: “Sono a casa. Ti aspetto dopo così parliamo della missione. Il destino non può cambiare. Luna”.
“Perché non capisce quanto soffro?”
Guardava i suoi amici ridere e scherzare e cominciò a pensare come per loro fosse semplice scegliere ciò che volevano. Per lei non era così.
 
Purtroppo è sempre difficile muoversi nella direzione giusta quando hai solo una via da prendere e non è quella che desideravi per te stesso.


Angolo dell'autrice: Ecco qui con tutta la verità, nient'altro che la verità. E' un bel casino eh?
SPero vi sia piaciuto il capitolo e anche l'idea molto incasinata xD Ora però cosa succederà? E poi vi do un microindizio (mi ha fatto notare questa cosa kay89 che io pensavo fosse sottointesa ma in realà non lo è, grazie kay xD) non vi sembra un po' troppo poco il fatto che Bunny non voleva dire niente alle amiche solo perchè voleva dimostrare di essere forte? Mistero :P
Mancano solo due o tre capitoli :(
Grazie a chi legge e commenta sempre in particolare Moana, CriCri, Sailorstar lights, AsielRosa, EllieMarsRose, Kay89.
Un bacio^^
Alison_95



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Capitolo 16
*** Once upon a time ***


 Capitolo XV: Once upon a time
 
Ridere. Scherzare. Prendersi in giro. Da quanto tempo non lo faceva, ormai non era quasi più abituata a quel tepore umano che la circondava. Quindi le dispiacque dove lasciare quella casa per recarsi nella sua umile dimora, cupa, buia, vuota, priva di quel calore. Doveva però parlare con Luna anche se sapeva che quella sarebbe stata l’ultima sera a disposizione con tutti quanti. In realtà non si trattava di prendere una decisione, ma di metterla in atto. Sin da quando Luna le aveva riferito la sua missione, lei aveva sempre saputo che, dopo aver trovato i tre cristalli, tutto sarebbe tornato alla normalità. Non poteva permettersi di scegliere, visto che non c’era solo Chibiusa in gioco, ma anche la pace e soprattutto le sue amiche… Il solo pensiero la faceva star male. Il solo pensiero di aver dovuto mentire le stringeva il cuore in una morsa. “Bunny, perché non ci hai detto niente?” E lei non aveva saputo rispondere, si era limitata a dire quanto volesse dimostrare, per una volta, le sue capacità. Ma non era vero, c’era ben altro dietro.
 
Così dopo qualche ora salutò tutti, dicendo che sarebbe passata per cena e che avrebbe portato con sé Luna. Tutti annuirono, gioiosamente, lei finse, ancora, perché sapeva che tutto stava per finire.
 

  • “Bentornata! Ti ho mandato il messaggio ore fa…”
  • “Lo so, Luna, ma volevo stare ancora un po’ con loro, con Seiya… Stai tranquilla, so cosa dobbiamo fare perché io voglio un bene dell’anima a Chibiusa e voglio sistemare tutto… per piacere, permettimi di essere triste almeno.”
  • “Vedrai, tornando alla normalità e non ricordandoti di questi sedici anni, sarai sempre la Bunny che era un tempo, degna di diventare una bellissima regina.”
  • “Si, forse hai ragione”.
 
In parte era vero. Riavvolgendo il nastro, tornando a sedici anni prima, Bunny avrebbe pensato a Seiya come un semplice amico, forse qualcosa di più, ma non l’avrebbe amato con l’intensità provata in quel momento. Si ripeteva continuamente che non avrebbe sofferto, che la sua vita sarebbe tornata alla normalità. Eppure in lei c’era qualcosa che la bloccava. Perché non voleva tornare in quel mondo così perfetto?Forse era questo il problema. La sua intera esistenza era basata su un sogno, l’amore perfetto, le amiche perfette, la pace perfetta, un mondo perfetto. Era tutto perfetto. Ed era questa perfezione che l’avrebbe portata allo sconforto. Perché forse era noia, perché forse lei era una persona spensierata e allegra non ancora pronta ad essere regina e a dover svolgere tutti quegli incarichi, forse perché lei stessa si reputava imperfetta.
E voleva esserlo. Ma doveva difendere le persone che amava.
 

  • “Luna, se non ti spiace io farò un pisolino, sono molto stanca.”
 
Detto questo, si tolse le scarpe e poggiò il capo sul cuscino, chiudendo gli occhi e iniziando a sognare una persona scomparsa alcuni millenni prima..
Bunny camminava su un bellissimo prato, il cielo era di un azzurro intenso e il sole illuminava il suo abito bianco. Si guardò, si era trasformata in Serenity. Improvvisamente intorno a lei il cielo iniziò ad aprirsi, mostrandole il Sistema Solare e tantissime stelle che, dalla Terra, ad occhio nudo, non è possibile osservare.
 

  • “Serenity, voltati, voglio mostrarti una cosa.”
 
Quella voce era dolcissima. Trasmetteva un senso di calore incredibile e emanava amore, un amore che si riconosce tra mille. Quello di una madre verso una figlia.
La regina Selene avanzò, le tese la mano e le sorrise, dicendo: “Voglio raccontarti una storia.”
Serenity era immobile, non riusciva neanche a parlare, era catturata dalla bellezza della madre e allo stesso tempo era curiosa di sentire cosa aveva da dirle.

  • “Ascoltami bene, piccola mia. Ho visto in questo momento cosa tanto ti affligge e purtroppo posso solo risolvere uno dei due quesiti che hai. Ho osservato come hai passato questi sedici anni e posso percepire anche l’amore che ora provi per Seiya…”
Bunny divenne improvvisamente pensierosa, rivolse uno sguardo di dolore alla madre, dicendo: “Mi dispiace, io so che non è giusto… rimedierò al danno, madre, te lo prometto.”
 

  • “Perché lo chiami danno? L’amore è una cosa bellissima… Ti ho visto innamorata di Endymion e poi ho visto come amavi Marzio e Seiya. Sono state tutti molto importanti per te, ma se devo essere sincera devo ammettere che tu sei molto diversa dalla Serenity del Silver Millennium. Siete la stessa persona, entrambe avete un animo buono, eppure tu sei nata sulla Terra e in alcune cose sei differente da lei, una tra queste è Endymion. Quello che c’era tra voi era un amore proibito, mentre sulla Terra vi siete potuti amare senza nessuno ostacolo, danneggiando il vostro sentimento, dandolo per scontato. Il vostro amore è sempre stato grande, ma non a sufficienza per affrontare questi anni di separazione e così è arrivato Seiya. Io voglio che tu sia felice e so quanto lo ami, per questo non devi avere nessuna paura.”
  • “Ma, il destino? Chibiusa? Non posso lasciare tutto questo…”
  • “Sulla Terra dicono: il destino ce lo costruiamo con le nostre mani. E’ vero amore mio tu hai un destino ben scritto, ma lo puoi cambiare. Puoi scegliere chi amare e come vivere. Hai due possibilità: o continui per la tua strada con Seiya, non sapendo quello che accadrà in futuro, oppure segui ciò che era già stato scritto, ma non lo devi fare per paura, solo per amore.
  • “Ma… ma… Chibiusa?”
  • “Sempre la solita testarda, ahah, figlia mia non ti fidi quanto ti dico che puoi scegliere Seiya? Non priverei mai quella bambina della sua vita…”
  • “Che cosa significa questo?”
  • “Prima che tu nascessi anche io avevo un destino sai? Eppure sono stata la prima della famiglia a disertare. Anche mia madre e mia nonna avevano voluto, ma non hanno mai trovato il coraggio di farlo e così mi sono trovata davanti a persone che crescevano la loro figlia con mariti che non amavano. O meglio che avevano amato tanto, ma che poi, come te, avevano avuto delle insicurezze e si erano lasciate sopraffare dalla paura del destino. Continuavano a vivere, ma vivevano nel ricordo del loro grande amore che non avevano potuto sposare. E’ stato per questo motivo che tu, Serenity, non sei frutto del destino, ma dell’amore vero tra me e tuo padre. Io ero destinata a un altro uomo che amavo con tutta me stessa, fino a quando non ho visto tuo padre. Ho capito che da giovani bisogna provare, bisogna fare quello che si sente perché sono momenti che non tornano più. Così mi innamorai del mio nuovo corteggiatore e sai ci sposammo e poco dopo sei nata tu. Non ho mai rimpianto niente perché sono sempre stata felice. E sai perché sei nata nonostante non avessi sposato chi dovevo? Perché tutti noi reali, guerriere del Sistema Solare abbiamo una stella oltre lo star seed, è la stella della nascita. A quel tempo io ho rischiato perché non lo sapevo, ma non lascerò che tu abbia dei dubbi su Seiya solo per il destino.
  • “Madre, io non sapevo…. Eppure non ho capito cos’è questa stella..”
  • “Chibiusa ha una stella. Una stella che si è creata dall’amore tra te e Milord, eppure lei nascerà dall’unione tra te e Seiya. Sarà una fusione. Chibiusa esisterà, figlia mia… Ora il tempo sta per scadere…”
  • “No, Madre aspetta! Ti ringrazio, queste parole sono state di grande conforto… Ma il problema non è solo Chibiusa, lo sai…E’ il motivo per cui in questi anni non ho detto niente alle mie amiche…”
  • “Figlia mia, non ti posso dire niente… Io mi fido di te e so che troverai la strada giusta per farcela… Ricordati solo di due cose: Fidati delle persone che ami. E soprattutto perdona chi ti è stato tutta la vita accanto e ti ha ferito, se l’ha fatto è solo per te.”
  • “Cosa significa, madre?”
Ma Selene era già sparita e Bunny si svegliò di soprassalto. Si sentiva leggera, poteva stare con Seiya? No, ancora no. C’era ancora qualcosa che doveva fare, doveva risolvere la questione che le stava più a cuore.
Sentì che qualcuno bussava alla porta.
 

  • “Testolina Buffa, volevo stare un po’ con te…”
  • “Seiya, entra, tranquillo! Stavo riflettendo…”
  • “Ho trovato una cosa ma non penso possa servire…”
  • “Adesso mi dici tutto.”
  • “Testolina buffa, non me la racconti giusta. C’è qualcosa che non va.”
 
Bunny scoppiò a piangere, strinse la maglietta del suo ragazzo tra le mani e cominciò a pensare alle sue amiche e al fatto che, nonostante la visita della madre, sarebbe dovuta tornare indietro nel tempo lo stesso. E le faceva male, soprattutto dopo aver scoperto che c’era una soluzione al destino.
 

  • “Seiya, ho mentito a tutti.”
  • “Bunny, calmati ti prego e dimmi cosa succede.”
 
Lei si sedette sul letto e iniziò a fissare il pavimento, prese un bel respiro, le tremavano le gambe e le mani. Poi con i suoi occhi blu pieni di lacrime, guardò Seiya: “Non è vero che non vi ho raccontato niente perché volevo crescere e fare tutto da sola…c’è un altro motivo…Non avevo il coraggio di dire alle mie migliori amiche che loro sono…sedici anni fa….loro”

  • “Bunny, cosa è successo?”
  • “Sedici anni fa, sono….morte…”
  • “Morte?! Come è possibile se sono qui? Se tutti le vedono?!”
  • “E’ perché sono…tutti…morti!”
 
Seiya spalancò gli occhi. Voleva spiegazioni eppure non sapeva neanche lui cosa dire. E Bunny piangeva, il suo viso era segnato da lacrime, lacrime che non sarebbero esistite se il tempo fosse stato riavvolto di sedici anni. Seiya la guardò e capì che quelle lacrime segnavano la fine, la fine del loro amore.

Angolo dell'autrice: Scusate se questo capitolo è un po' più cortino degli altri ma volevo aggiungerci anche la parte dove si spiega la situazione delle Sailor, solo che dopo veniva troppo lungo e soprattutto con troppa carne al fuoco. Quindi ho preferito lasciare in questo capitolo la risoluzione del problema di Chibiusa e nel prossimo scoprirete bene questa storia delle amiche. Sono morte?! E si care ragazze. Prendetemi per pazza ma sono proprio morte ed è per questo che le servivano i tre cristalli oltretutto. Ma ricordate bene: Seiya le ha portato un "regalino" che in realtà non serve a niente, cosa sarà mai?
Grazie a tutti quelli che seguono la ff e che recensiscono sempre come Moana, EllieMarsRose, CriCri, SailorStarLights, AsielRose, ChibyRoby, Kay89 e ai lettori silenziosi.
Un bacio^^
Alison_95

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Capitolo 17
*** Trust People You Love ***


 Capitolo XVI: Trust People You Love
 

  • “Sono… tutti morti!” Continuava a ripeterlo. Non riusciva a smettere.
  • “Bunny…Rifletti. Io ti vedo, ti ho baciato…come è possibile?”
  • “Seiya, tu sei vivo. Loro sono morte!”
  • “Scusami, ma non ti seguo….come è possibile?!”
  • “Tu non c’eri quando io ho firmato il patto, quando il male ha preso il sopravvento. Tu insieme a Yaten e Taiki eri a casa… loro erano sulla Terra!”
 
Bunny abbracciava le sue ginocchia, seduta sul letto. Luna non c’era, appena aveva visto Seiya se ne era andata per lasciarli soli, eppure in quella situazione sarebbe stato meglio affidare la spiegazione a qualcuno non in quelle condizioni, non nelle condizioni di Bunny. Lei a malapena riusciva a parlare, le sue parole uscivano come sussurri. Seiya era sconvolto, ma vedere la sua dolce Testolina Buffa in quello stato, lo feriva profondamente così si sedette accanto a lei e la strinse a sé. Non aveva ben capito la situazione, ma non gli importava. Voleva solo rimanere con la sua amata in quel momento.
 

  • “Amore mio, va tutto bene…tu salverai tutti quanti…”
  • “Perché sempre io?! Io voglio stare con te! Ma non posso lasciarle morire, mi dispiace…”
  • “Lo capisco. Ho sempre saputo quanto tieni a loro e a me basta sapere che hai scelto me, so che non lo ricorderò e soffrirò però è giusto così. Permettimi almeno di aiutarti adesso. Spiegami tutto con calma.”
  • “Loro sono morte quel giorno…insieme a tutti gli abitanti della Terra…loro sono “nel mezzo” ovvero per tutti questi anni tutti quanti erano tra la vita e la morte e solo con questi tre cristalli e  tornando indietro posso salvare il Mondo… ma non potevo dire niente perché come si fa a dire a una persona che è morta? E che potrebbe non vedere più la luce?”
Ricominciò a singhiozzare. Seiya la strinse e rimasero in silenzio per qualche minuto. Quella sera stessa il suo intero mondo sarebbe cambiato. Lui sarebbe tornato a essere il suo amico, colui che l’aveva consolata, colui che stava partendo, colui che avrebbe sofferto. Non poteva neanche conservare questi ricordi, sarebbero scomparsi. Era davvero difficile per lui, ma sapeva che era la scelta giusta per il bene di tutti, delle Sailor e del Mondo, non per il suo però.
 

  • “Testolina Buffa, dai per tirarti su di morale, ti mostro cosa ti ho portato. Secondo me è il più bello di tutti, è come i tuoi occhi.”
  • “Cos’è?”
  • “Beh, so che non serve a niente, ma ha attaccato un mostro e diciamo che ho preso questo…guarda è blu come i tuoi occhi, so che ormai tu ne hai già tre ma ecco, volevo dartelo lo stesso.”
 
Bunny era sconvolta. Non riusciva più a parlare. Riuscì solo a collegare: cristallo, Seiya, Chibiusa, amiche e… Luna. Come aveva potuto?
 

  • “Testolina Buffa, ci sei?”
  • “Tu non ti rendi conto di cosa hai in mano!”
  • “E’ un cristallo, che sarà mai?”
  • “No quello è il sesto cristallo! Io avevo bisogno di tornare indietro nel tempo perché trovarli tutti e sei era impossibile, come diavolo hai fatto?!”
  • “Ho distrutto un mostro … Bunny mi spaventi..”
  • “Tu hai SEMPLICEMENTE DISTRUTTO UN MOSTRO SENZA FARE ALTRO?!”
  • “Bunny si, per piacere mi spieghi qual è il problema…”
  • “Ricordi, in alternativa ai tre cristalli, c’era l’opzione di trovarli tutti e sei per poter distruggere il Male… ma io pensavo fosse impossibile!”
  • “Quindi vuoi dire che….?
  • “Che possiamo salvarle Seiya! Senza tornare indietro nel tempo!”
  • “E …Chibiusa?” Seiya ancora non ci credeva. Bunny gli raccontò del sogno e poco dopo però le tornò in mente un pensiero orribile.
 
Si incupì tutto d’un tratto. Finalmente poteva stare con Seiya, avrebbe avuto Chibiusa, il destino non sarebbe più stato scritto e le amiche, insieme ai terrestri, si sarebbero salvati… eppure Bunny non era contenta perché in quel momento stava pensando al chi l’aveva delusa più di tutti al mondo: Luna. Luna gli aveva detto che era impossibile trovare tutti e sei i cristalli: perché? Lei era stata sola per sedici fottuti anni senza le sue amiche: perché?
Era tutta colpa di Luna.
 

  • “Seiya, festeggiamo dopo, io devo fare una cosa. Ci vediamo dopo.”
 
Seiya non capiva la reazione di Bunny. La lasciò andare mentre era assalito dai dubbi. “E se lei non mi volesse davvero? E se tutto fosse stato una scusa? E se tornasse indietro nel tempo lo stesso?” Continuava a crearsi inutili paranoie invece di godersi la sua felicità. L’amava e finalmente poteva stare con lei. Il suo sorriso così dolce, così ingenuo per la prima volta era rivolto a lui, quegli occhi erano colmi d’amore solo per lui. “E allora perché è corsa via così?”
Decise di seguirla, non poteva fare altro. Doveva sapere, doveva proteggerla qualunque cosa fosse accaduta, perché l’amava, più della sua stessa esistenza.
 
Bunny non si accorse che il giovane ragazzo la stava spiando e correva per le vie della città. Nella sua mente viaggiava un unico pensiero: raggiungere Luna al parco. In quel momento era preda di numerosi sentimenti, alcuni anche molto differenti tra di loro. Dentro di lei nasceva lo sconforto, nasceva la rabbia per tutto quello che aveva patito, una rabbia smisurata nei confronti di Luna che l’aveva resa schiava di una realtà priva di ogni contatto umano. Ma ciò che la rendeva fragile e vulnerabile tanto da farle scendere le lacrime lungo il volto, era l’enorme tristezza. Aveva bisogno di una spiegazione, non poteva credere che Luna si fosse comportata così… Era la sua gattina, il piccolo esserino peloso con una mezza luna che l’aveva fatta diventare una guerriera, ridendo con lei e piangendo. Non poteva essere vero.
Eccola lì. Su una panchina, da sola. Non c’era nessuno al parco. Si era fatto tardi e tutti i bambini si erano recati a casa per la cena. Seiya si appostò dietro a un albero e iniziò a seguire la conversazione, non sapendo ciò che avrebbe portato.
 

  • “Finalmente sei qui. Dobbiamo sbrigarci.”
  • “Io non vado proprio da nessuna parte! Non ti seguirò mai. Lo sai che Seiya ha trovato il sesto cristallo?!”
  • “Non… è possibile. E’ impossibile!”
  • “Non pensare di fregarmi! Come hai potuto imbrogliarmi così?! TU NON SAI COSA HO PASSATO! Io pensavo che avere sei cristalli non servisse a nulla!!! Tu mi avevi detto che era impossibile trovarli, impossibile! Ecco perché mi sono lanciata sui tre subito e non ci ho pensato due volte a farlo perché volevo riportare in vita le mie migliori amiche! E tu hai sfruttato questa mia debolezza!”
  • “No… Bunny….io avevo paura… Se ti avessi detto la verità tu avresti iniziato a cercare i cristalli con gli altri e io avevo paura…che tu…stando con Seiya…ti saresti innamorata di lui e avresti abbandonato il tuo destino…non potevo…permetterlo, mi dispiace, ascoltami…”
  • “No, ascoltami tu! Sai che alla fine io avrei scelto comunque Chibiusa perché è mia figlia e non avrei mai rinunciato a lei. Tu invece mi hai privato della compagnia delle mie migliori amiche, mi hai costretto a un mondo di solitudine solo per questa tua paura!!! Luna, perché? Perché?”
  • “Mi dispiace…”
  • “NON DISPIACERTI! Sai una cosa?! Unirò i sei cristalli, riporterò la pace, tutti quanti vivranno e Chibiusa nascerà perché mia mamma, la Regina Selene, mi ha detto che sarà mia figlia, mia e della persona che amo ovvero Seiya. E insieme costruiremo un solido regno, dove ci sarà pace, dove non ci sarai tu. Non dovevi fare una cosa del genere, non hai minimamente pensato ai miei sentimenti! Ti sei sempre solo interessata della missione e mai di me! Da quando sono una Sailor ti stava a cuore la sconfitta dei nemici MA MAI LA MIA FELICITA’. BENE, SAI CHE TI DICO? HAI CHIUSO CON ME! ORA VATTENE.”
  • “No, ti prego Bunny….io…”
  • “NON MI HAI SENTITO PER CASO? VATTENE! SONO CRESCIUTA GRAZIE A QUESTI ANNI E ORA HO IL CORAGGIO DI DIRTI DI ANDARTENE. NON FARTI PIU’ VEDERE!”
 
Luna chiuse gli occhi, scese dalla panchina e se ne andò, lasciando Bunny con i pugni chiusi, con la gola ormai affaticata dalle grida, con le lacrime sul viso e con il cuore spezzato. Aveva perso l’unica persona che le fosse mai stata vicina in quegli anni, ma era colpa sua se era stata sola. Si sentiva un verme per come l’aveva appena trattata, si sentiva terribilmente in colpa eppure era amareggiata, delusa, come era possibile…?
Seiya si avvicinò: vederla soffrire era devastante. La strinse, tremava dalla rabbia, dal dolore. I suoi capelli erano lisci come la seta, le sue mani erano gelate e il ragazzo poteva percepire lo sconforto.
 

  • “Come ha potuto! Eravamo amiche… Perché, Seiya?!”
  • “L’ha fatto per te, lei …pensava che così avresti avuto un futuro migliore, senza ripensamenti… Forse pensava che fossi felice..”
  • “A stare da sola per sedici anni?!”
  • “A tornare indietro da Marzio…e io ti avrei solo confuso… Bunny, Luna ti vuole un bene dell’anima, non farebbe mai nulla per ferirti.. ti ha sempre capito…dovresti perdonarla…”
  • “Seiya…tu non capisci cosa ho passato…E’ troppo difficile perdonare…”
 
Cominciò a piovere. Bunny improvvisamente si ricordò delle parole della madre: “Perdona chi ti è stato tutta la vita accanto e ti ha ferito. Se l’ha fatto, è solo per te”
Quanto bene voleva a quella micetta. Era immenso, neanche tutte le stelle sarebbero bastate a descriverlo. Così sotto la pioggia, Bunny iniziava a dimenticare tutta la rabbia, perché al suo posto compariva il senso di colpa. Era stato giusto trattarla così dopo ciò che era successo? Alla fine quei sedici anni erano passati e Luna le era stata accanto nel Bene e nel Male e non voleva privarsi della sua esistenza. L’aveva già perdonata, doveva andare a cercarla. Sua madre e Seiya avevano ragione.
Sotto quel diluvio le lacrime si nascondevano bene. “Amo la pioggia perché mi permette di camminare a testa alta anche quando sto piangendo”. E nessuno se ne accorge. Mai.
 

  • “Devo parlare con Luna…”
  • “Prima però devi smetterla di piangere, Testolina Buffa…”
  • “E’ la pioggia che mi bagna…”
  • “Non è vero…asciugati le lacrime, ti conosco troppo bene.”
 
Bunny guardò Seiya e non potè evitare di sorridere.
Trust people you love (Fidati delle persone che ami).
Si, lei lo stava facendo ed il suono dell’amore riecheggiava nell’aria coperto solamente dallo scrosciare della pioggia.
 


Angolo dell'autrice: ecco che sono stati svelati tutti i misteri ed è stato risolto tutto...spero che abbiate capito e che non vi siate annoiate, ovviamente nel prossimo viene spiegato ancora qualche punto da chiarire: cioè con chi bunny ha fatto il patto e perchè riuscivano a essere nel mezzo! Il prossimo sarà l'ultimo capitolo! Cosa succederà con Luna? E alla fine Bunny si fiderà dei sei cristalli? Starà con Seiya?
Come sempre un grazie a tutti quelli che recensiscono, che mi seguono e ai lettori silenziosi. Un grazie speciale a Moana, CriCri, AsielRose, SailorStarLights, ChibiRoby, Kay89, EllieMarsRose.
Un bacio^^
Alison_95

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Capitolo 18
*** This is not the end ***


 Capitolo XVII: This is not the end
 
Seiya stava tornando a casa. Bunny correva sotto la pioggia, sapeva dove la gattina era diretta e doveva fermarla. Il ragazzo le aveva chiesto se aveva bisogno del suo sostegno, ma lei voleva farcela con le sue forze e poi era una questione che riguardava solo loro due.
La pioggia ormai le aveva inzuppato la maglietta e con i tacchi alti rischiava di scivolare, come al suo solito. Ma non le importava. Doveva trovarla. Quanti giorni passati insieme, quanti momenti che sarebbero andati perduti se non l’avesse trovata. Bunny sapeva quanto Luna ci tenesse a lei e che non avrebbe mai fatto niente per ferirla. Ma era stata accecata dalla rabbia. Fu in quel momento che si accorse di quanto fosse cambiata. Nessuna l’aveva mai fatta arrabbiare. L’avevano delusa. L’avevano ferita. Ma nessuno aveva mai suscitato la sua ira. Si chiedeva se fosse un bene ciò che era diventata o se potesse ritornare alle origini. Era inutile però porsi domande senza risposta.
 
Bunny giunse a scuola. Salì sul terrazzo, il luogo dove Luna passava le giornate aspettandola, semplicemente standole vicino.
 

  • “Luna… ascoltami, io non volevo…”
  • “No, Bunny…hai ragione tu. Per tutto questo tempo ho solo pensato alla missione, ma la verità è che pensavo davvero tu fossi felice con Marzio e non volevo che una semplice sbandata rovinasse tutto. Quando ho visto quello che è nato tra te e Seiya, ho capito di aver sbagliato… ma ho continuato a importi di proseguire l’obiettivo. Io ho paura dei cambiamenti, non volevo che ci fossero ulteriori pericoli. Altrimenti gli sforzi fatti dalla regina Selene mille anni fa, quegli sforzi fatti per salvaguardare il mondo, quegli sforzi pagati con la sua stessa vita sarebbero andati vani…” il viso della micetta fu invaso dalle lacrime.
  • “Luna, mi dispiace… non pensavo che le fossi così legata…. Anche io le voglio un bene del mondo e le sono grata per tutto ciò che ha fatto. Non sprecherei mai l’opportunità che ci ha dato ed è per questo che ho deciso di non tornare indietro nel tempo solo dopo averle parlato e dopo essere stata sicura delle eventuali conseguenze. Luna, io non volevo urlare in quel modo. Non sai quanto ci tengo a te, mi sei stata vicina e, anche se pensi che sia una pasticciona, io so che tu mi vuoi bene lo stesso. Vorrei soltanto che ogni tanto ti fidassi di me…”
  • “Ma io lo faccio ogni giorno…Sennò come pensi che mi sia stato possibile andare avanti durante gli anni? Solo fidandomi di te e del tuo straordinario sorriso…”
 
Bunny strinse la sua gattina e insieme piansero. Piansero perché per la prima volta entrambe avevano manifestato i loro sentimenti, ciò che provavano, ciò che era nascosto per così tanti anni. I lunghi capelli quasi coprivano interamente il minuto corpicino di Luna che era bagnato dalla pioggia. Iniziava a sentirsi il freddo.
 

  • “Andiamo a casa dagli altri. Torniamo a essere una squadra. Andiamo a distruggere i cristalli e a salvarle.”
  • “Si, grazie Luna.”
 
 
Casa dei Three Lights.
 

  • “Marta, qual è il problema?” Yaten era perplesso. La ragazza era decisamente triste e si era seduta sul letto ormai quasi senza forze.
  • “Tu…lasciamo stare! Sono stufa!” Gli occhi le si riempirono di lacrime. “ora basta! Ti ho visto con quella tipetta oggi! Potevi anche dirmi che stavi con qualcuno…”
  • “Non piangere e poi si può sapere cosa ti interessa di me?! Era una compagna di scuola e … non sarai gelosa?!”
  • “Si va bene!!!! Vuoi che ti facciano la statua adesso?! Tanto a te non interessa un bel niente di me!”
 
Yaten le scostò una ciocca di capelli, le asciugò le lacrime con il pollice e iniziò a baciarla. Inizialmente Marta era sorpresa, ma dopo iniziò ad abituarsi a quella dolcezza e ricambiò il bacio, mentre la stanza si riempiva d’amore.
 
Din Don.
 

  • “Ehi ragazzi! Scusate il ritardo ma dovevo fare una cosa… bene, ora cosa c’è da mangiare? Sto morendo di fame!” Bunny iniziò a frugare nel frigorifero in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
  • “Bunny, invece di mangiare, sarebbe il caso di dire cosa fare! Vabbè, ci penso io. Ragazzi, abbiamo tutti i cristalli, ora dobbiamo distruggerli e si restaurerà la pace.” Luna sbuffò per il comportamento infantile della sua principessa.
  • “Ma Chibiusa? Il futuro? Il passato?” Rea era sempre più perplessa.
 
Così Bunny raccontò ciò che le aveva detto Serenity, suscitando la felicità generale. Finalmente Marzio poteva amare la sua Rea e tutti erano felici.
Seiya prese in braccio la sua principessa, la fece volteggiare in aria e poi la baciò dolcemente.
 

  • “Prendetevi una camera come stanno facendo Marta e Yaten!” Heles separò la coppietta con la sua battuta.
  • “Marta e Yaten?! Ragazzi, dovete dirmi un po’ di cose!” Bunny si era persa sedici anni di avventure, di risate, di scherzi e ora doveva recuperare. Le erano mancati così tanto che non riusciva neanche a immaginarsi anche un solo momento in più senza di loro al suo fianco.
 
C’era aria di festa nell’aria. Bunny si allontanò un attimo per poter osservare la sua amata Luna, l’artefice di quelle enormi avventure. Quando era piccola osservava il satellite, qualche volta salutandolo perché i suoi crateri sembravano degli occhi, il naso e la bocca che le sorrideva. Le piaceva la Luna. Era del suo colore preferito ed emanava una luce chiara e bellissima che illuminava sempre il cielo. Non avrebbe mai pensato che ben presto avrebbe attinto il potere proprio da quella “palla nel cielo”, come la chiamava da bambina. Era grazie a essa che poteva ogni giorno deliziarsi con qualche piccolo ricordo. E ne era felice.
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di Seiya.
 

  • “Ehi Testolina Buffa, pensavi a quanto sarei bello se fossi nudo?”
  • “Ma…ma ma cosa dici?!” Bunny era visibilmente in imbarazzo.
  • “Beccata! Che pensieri sconci!”
Le cinse la vita e le sussurrò all’orecchio: “Vedi…alla fine non ti ho rapito, eppure sei venuta da me…”. “Non ti ci abituare mio caro rockettaro!”
 

  • “Ahah! Che dici di spiegarmi bene questa storia dei morti e del patto?”
  • “Diciamo che fino a quando non distruggiamo i cristalli, si trovano “nel mezzo” ovvero tra la vita e la morte. Ma potevano comunicare e vedersi con gli altri umani perché sono tutti “nel mezzo”. Tutta la popolazione terrestre e con la distruzione del Male tutto tornerà alla normalità. Domani li distruggeremo, ma ti prego non diciamo niente alle altre.”
  • “Come vuoi, amore. Ma questo patto, con chi l’hai fatto?”
  • “Non ricordo, sono smemorata. Ho un vuoto proprio su quello, mi ricordo solo di una voce e basta… vabbè dai, l’importante è che si sia risolto tutto.” Bunny sorrise e lo abbracciò mentre insieme osservavano il cielo blu.
 
Il giorno dopo.
 
Parco di Tokyo.
 
C’era un posticino poco frequentato del parco, dove le guerriere sailor erano andate per compiere la missione. Di solito i bambini giocavano nella zona centrale e, di conseguenza, questo lato era isolato. Un piccolo ruscello scorreva e la sua acqua era talmente limpida da lasciar intravedere i piccoli pesciolini rossi e i sassolini. C’èra un ponte che collegava le due sponde tutto ricche di vegetazione. Era davvero un peccato che un posto così tranquillo fosse popolato solo dai piccioni, ma questo permise alle guerriere di trasformarsi.
 

  • “Ragazze, mettiamo qui i cristalli, in cerchio e evochiamo i nostri poteri” Bunny era decisa, non vedeva l’ora che finisse quella tortura.
Le sue amiche annuirono, mentre i ragazzi guardavano lo svolgimento dei fatti. Alzarono le mani al cielo e la bella guerriera della Luna era quasi incantata a guardare il sole. “Quasi non ci posso credere….dopo tutti questi anni finalmente sono a casa con le mie amiche e mi sono innamorata. Posso scegliere il mio destino, avere Chibiusa e soprattutto salvare le persone più importanti per me. Le guardo e ricordo tutto. I grandi sforzi di Ami per farmi imparare delle semplici formule di geometria, le discussioni avute con Rea e forse lei non ha mai capito tutto il bene che le voglio, i biscotti di Morea che avevano un retrogusto dolce, non per il cioccolato ma per l’amore che ci metteva nel cucinarli, le passeggiate con Marta nella speranza di intravedere qualche ragazzo carino da poter abbordare, i contrasti con Heles e Milena, sono sicura che loro lo hanno fatto solo per il mio bene e per questo le ringrazio, loro sono diverse da noi Inner eppure dietro il loro sguardo indifferente e dietro la loro freddezza si cela un grande animo e un cuore capace di amare intensamente, e poi ci sono Ottavia e la sua grande potenza nascosta in un corpo così esile, e Sydia grazie alla quale siamo riusciti a sconfiggere più volte il nemico. Ognuna è stata capace di farmi sentire a casa e non le cambierei per niente al mondo, anche nei loro difetti. Grazie amiche mie.”
 

  • “Potere di Mercurio”
  • “Potere di Marte”
  • “Potere di Giove”
  • “Potere di Venere”
  • “Potere di Urano”
  • “Potere di Nettuno”
  • “Potere di Saturno”
  • “Potere di Plutone”
  • “Potere eterno dei petali di stelle”
 
Una grande luce fu emanata dall’esplosione tanto che il cielo si tinse dei colori dell’arcobaleno e iniziò a luccicare per qualche istante. Era tornata la pace. Improvvisamente tutti gli abitanti sentirono dentro di loro un calore immenso, si risentirono vivi. Era una nuova sensazione che si era assopita nel tempo e ora potevano nuovamente provarla.
 

  • “Forza ragazzi andiamo a festeggiare, dai Testolina Buffa che ti faccio ingrassare” Disse Seiya al settimo cielo.
  • “Brutto antipatico! Guarda che poi ci perdi tu..”
  • “uhm… Se ti lascio, sei tu quella che ci perde!”
Tutti scoppiarono a ridere e si diressero verso la spiaggia. Iniziarono a giocare, come ai vecchi tempi. Si lanciavano la sabbia e si schizzavano. L’odore di salsedine popolava l’aria eppure si sentiva anche qualcos’altro. Profumava, faceva sorridere e rendeva tutti più sereni. Era l’odore della felicità.
E quel mare così limpido sarebbe rimasto tale nei decenni, nei secoli e nei millenni perché ormai Bunny aveva deciso cosa fare, aveva affrontato la sua paura più grande: scegliere. E ce l’aveva fatta perché non era rimasta a fissare il bivio ma aveva avuto il coraggio di indirizzarsi verso la strada che voleva, quella scelta dal cuore.
Guardava il sole nel cielo e il mare, le onde che erano come lei: infrangendosi contro le rocce, trovavano sempre la forza di riprovarci.
E specchiandosi, le apparve Neo Queen Serenity che sorrise e le disse: “Grazie.”
Bunny capì e ricordò di chi fosse la voce di sedici anni prima. Quel patto era la sua missione. Le era stata data una nuova possibilità per essere felice e lei l’aveva colta. Ora era serena.
Si voltò, guardò Seiya e si sentì amata.
 
Epilogo.
 
Tre anni dopo.
 

  • “Ti pare questo il modo di comportarti in chiesa?”
  • “Seiya! E’ colpa dello stomaco che brontola!”
  • “Sei sempre la solita. Stai zitta e ascolta il prete, Bunny!”
 
Erano tutti seduti in primo banco. Avevano dei vestiti da favola.
 

  • “Sono davvero belli gli sposi. Guarda, quella colonna è stata costruita sfruttando le leggi del pi greco e della circonferenza.”
  • “E’ per questo motivo che ti amo, Ami.”
  • “Taiki, non farmi arrossire, ti prego.”
 
Heles e Milena bisbigliavano qualcosa, mentre Marzio teneva stretta la mano di Rea. Morea parlava di una ricetta con Moran e Sydia mandò un messaggio al suo fidanzato, impegnato in una conferenza fuori città, Ottavia pensava a un suo compagno di scuola e Marta e Yaten?
 

  • “Yaten Kou, vuoi tu prendere la qui presente Marta Aino come tua legittima sposa?”
  • “Si, lo voglio”
  • “Marta Aino, vuoi tu prendere….?
  • “Si, certo che lo voglio!”
  • “Signorina, io dovrei finire la formula!”
  • “Mi scusi, voglio sposarmi!!”
 
Tutti sorrisero vedendo l’impazienza della loro amica, così perdutamente innamorata del suo fidanzato.
 

  • “Tesoro, sono proprio belli vero?”
  • “Certo. Sono davvero felice per loro.”
  • “Seiya, mi ami vero?”
  • “Testolina Buffa, non sono domande da fare. E’ ovvio che ti amo, ancora dopo anni non posso credere di averti.”
  • “Come sei sdolcinato! Però è un bel peccato che l’avventura sia finita…”
  • “Bunny, la nostra avventura è appena cominciata.”

Angolo dell'autrice: E così è finita anche questa ff! Che ve ne pare? Tutti i nodi sono venuti al pettine e Bunny ha seguito questa strada, quella con Seiya <3
Mi mancherà un po' questa storia, ma spero che mi arrivi l'ispirazione per scriverne un'altra.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, commentato e che l'hanno inserita tra i preferiti e le seguite.
Un enorme GRAZIE!
un bacio^^
Alison_95

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