Connections di Bethan Flynn (/viewuser.php?uid=92550)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rivelation ***
Capitolo 2: *** Breaking bounds ***
Capitolo 3: *** Burning frost ***
Capitolo 4: *** We are connected, even without words ***
Capitolo 1 *** Rivelation ***
-Stupido coniglio guercio! Che mi ci hai portato
a fare qui?!-
-Sta’ zitto, Yu! Guarda là!-
Due occhi scuri come la notte che li avvolgeva seguirono
l’indice entusiasta di un ragazzo fra i capelli rossi, che
indicava un punto imprecisato di fronte a loro.
-Non vedo niente- sbuffò il moro.
“Ma perché mi lascio sempre coinvolgere in queste
cretinate?” pensò stizzito al tepore della propria
stanza che aveva abbandonato per seguire Lavi e le sue idee sbalzate.
-Un po’ di pazienza. Eccoli, eccoli! Lo sapevo!- il sussurro
eccitato del rosso richiamò loro malgrado
l’attenzione degli occhi del giapponese, che schizzarono
nuovamente nel punto indicatogli.
Rimanendo di sasso.
Kanda seguì con lo sguardo i profili di due corpi
abbracciati l’uno all’altro, stretti, soffocati,
quasi volessero fondersi per non lasciarsi mai più. Ma
ciò che lo sconcertò maggiormente fu il rendersi
conto di chi fossero i proprietari di quei corpi e di quelle bocche che
si cercavano avidamente, tanto che non si riusciva a distinguere dove
finisse una e iniziasse l’altra.
-Allen e Link! Lo sapevo!- l’esclamazione del rosso
bloccò temporaneamente il suo sconcerto, consentendogli di
tornare all’abituale stizza.
-E tu mi hai trascinato fuori a quest’ora per farmi vedere
questa roba?!- il sussurro acido fu seguito poco dopo dai passi del
moro che si allontanavano, seguiti a breve distanza da quelli di Lavi.
-Eddai, ammettilo che non te l’aspettavi!- la voce beffarda
del rosso non faceva che peggiorare la situazione. Suo malgrado, Kanda
doveva ammettere che quella vista l’aveva turbato
più di quanto non gli fosse lecito. Benedisse il buio,
perché era certo che le sue guance in quel momento fossero
in fiamme, e l’ultima cosa che doveva accadere era che Lavi
se ne accorgesse.
-Maledetto idiota- sbottò a bassa voce –ringrazia
il cielo che ho lasciato mugen nella mia stanza, altrimenti la tua
testa sarebbe volata via dal collo già da un pezzo-
sentì il ragazzo fermarsi, ma non ci fece caso e
procedette spedito verso la scalinata, attraversando il salone
d’ingresso come un fulmine per sfuggire alla luce delle
candele.
-Pensavo che vederli avrebbe potuto aiutarti- il mormorio di Lavi gli
giunse distinto alle orecchie non appena mise piede sul primo gradino,
nonostante fossero ai capi opposti della sala.
-E come potrebbe aiutarmi vedere una cosa del genere?!- la voce
salì di qualche ottava, rimbombando fra le pareti.
L’espressione strana di Lavi, a metà fra il triste
e il rassegnato, non voleva saperne di andarsene.
-Pensavo che avrebbe potuto farti capire che non sei solo- disse piano.
Il giapponese fece un verso di stizza e imboccò le scale.
Poco dopo il rumore dei suoi passi si perse nel buio, ma Lavi rimase
molto tempo a fissare l’ombra in cui era scomparso.
---
-Spero che avrai una ragione valida per questo, Walker- un
imbarazzatissimo, scocciato e infuriato Link si stava riabbottonando la
camicia, mormorando imprecazioni a ogni bottone saltato per via del
buio.
Allen sospirò –dovevo aiutare un amico. Grazie,
Link- disse a bassa voce. Sperava che almeno quella messinscena fosse
servita a qualcosa, e sperava anche che Lavi capisse quanto gli era
costata.
L’ispettore non disse niente, ma
nell’oscurità il ragazzo lo sentiva sbuffare
rumorosamente. Allen chinò la testa e si infilò
la casacca gelida.
-Link?- chiamò ad un tratto in un sussurro. Sentì
l’altro immobilizzarsi.
-Sei arrabbiato con me?- chiese. Il biondo sospirò e si
girò verso di lui, piazzandosi le mani sui fianchi.
-Considerato il fatto che mi hai trascinato fuori dall’Ordine
in piena notte, mi hai fatto spogliare con l’inganno, mi hai
baciato- la sua voce salì di tono involontariamente a quella
parola, e i suoi occhi si discostarono per un istante da quelli di
Allen –il tutto per aiutare chissà chi a fare
chissà cosa- continuò recuperando una parvenza di
autocontrollo –dovresti perlomeno avere la decenza di non
chiedermi se io sia arrabbiato, Walker. Anche se lo fossi, non sarei da
biasimare- le ultime parole svanirono in un sussurro così
basso che l’albino si chiese se le avesse sentite o se quella
serata avesse avuto l’effetto di fargli venire le traveggole.
-Quindi… non lo sei?- lo fissò con
l’espressione più innocente che gli
riuscì fare in quel momento. Gli occhi chiari
dell’altro si puntarono decisi a terra.
-Lo sono, ma per un motivo che non ritengo di doverti spiegare. E
adesso, se hai finito con le domande, torniamo a dormire- lo
oltrepassò velocemente, camminando verso il castello.
Allen lo seguì a testa bassa.
Davvero, si augurava che Lavi ottenesse quel che voleva,
perché per lui, per Allen, ciò che desiderava era
inaccessibile.
---
La mattina dopo, l’atmosfera era così densa che si
sarebbe potuta tagliare con un coltello.
-Ragazzi, state bene? Avete delle facce…- un mugugno diffuso
rispose alla domanda di Linalee, senza che nessuno articolasse una
parola precisa. La ragazza e Miranda, seduta accanto a lei, si
scambiarono un’occhiata perplessa.
Lavi e Allen fissavano le loro ciotole senza un’ombra di
appetito, cosa che da parte dell’albino era decisamente
grave, e con delle espressioni che dicevano che, se solo la zuppa fosse
stata di più, avrebbero cercato in ogni modo di affogarcisi
dentro.
Kanda e Link, dal canto loro, mangiavano normalmente e senza dire una
parola come al solito, ma a nessuno erano sfuggite le ombre scure sotto
gli occhi del moro, nonché la sua mancanza di
acidità mattutina, e all’ispettore continuavano a
cadere oggetti di mano, come un fracasso che fece sobbalzare tutto il
tavolo testimoniò drammaticamente.
-Maledizione!- Link imprecò, chinandosi a raccogliere i
cocci di quelle che una volta erano state le stoviglie sul suo vassoio.
Allen, quasi fosse un riflesso condizionato, si alzò
meccanicamente e iniziò ad aiutarlo, gli occhi bassi.
-Faccio da solo, Walker. Non c’è bisogno
che… ahia!- una scheggia di coccio gli era sfuggita di mano,
e un taglio piuttosto profondo sul palmo iniziò a gocciolare
sangue. L’albino si ficcò immediatamente una mano
in tasca, ne estrasse un fazzoletto e glielo premette sulla ferita.
-Devi andare in infermeria- mormorò atono, non osando
offrirsi di accompagnarlo.
-Allen, accompagna Link in infermeria. Ci pensiamo noi qui- disse
gentile Linalee, alzandosi.
Il ragazzo annuì, sforzandosi di stirare la bocca nel solito
sorriso, e assieme all’ispettore si dileguò dalla
sala.
-Kanda, Lavi. Ho bisogno di voi, nel mio ufficio- Komui era entrato
nella sala con la solita tazza rosa in mano e le pantofole a forma di
coniglio. I due si alzarono in un silenzio terrificante e lo seguirono
senza degnarsi di uno sguardo.
-Ma che cos’hanno tutti, oggi?- Miranda aiutava Linalee a
sparecchiare, contenta finalmente di poter parlare con un tono di voce
normale.
Sembrava che, usciti i ragazzi, la sala si fosse svuotata del tutto e
fosse rimasta la solita, tranquillizzante atmosfera
dell’Ordine.
-Non ne ho idea- rispose l’altra, scuotendo la testa.
–Allen non ha toccato cibo. La cosa mi preoccupa- disse,
rovesciando in un sacco nero la montagna di cibarie rifiutata
dall’albino.
Ripulirono in silenzio il resto della disastrosa colazione.
Note dell'Autrice:
Fanfiction nata da un amore appena sbocciato per le LinkAllen e da una
passione datata per le LaviYu.
Lascio i commenti a voi, questo è un capitolo introduttivo :)
Spero vi piaccia ^__^
Bethan
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Capitolo 2 *** Breaking bounds ***
-Ma come avete fatto, ispettore? Siete sempre
così attento…- l’infermiera ricuciva
lentamente il taglio sulla mano di Link, dopo aver constatato che era
troppo profondo e che ci volevano i punti.
Il biondo fece una smorfia di dolore –una notte
più insonne del solito. Niente di cui preoccuparsi- disse,
sforzandosi di essere gentile.
Niente di cui preoccuparsi un corno, pensò subito dopo.
La verità era che non solo non aveva chiuso occhio, ma tutta
la notte le immagini di Allen che gli si avvicinava e lo baciava con
quella foga, quella passione, l’avevano tenuto sveglio.
Possibile che fosse tutta una finta?
Scosse la testa bruscamente, guadagnandosi un’occhiataccia e
uno “stia fermo” dall’infermiera.
Non poteva permettersi di pensare una cosa simile, non poteva
permettersi di provare una cosa simile, non verso di lui.
Fissò la porta di legno dell’infermeria. Sapeva
che lui era lì dietro, era come se lo sentisse. Sapeva che
lo avrebbe aspettato, anziché approfittare della sua
costretta assenza e svignarsela.
Gli tornò in mente l’espressione depressa che
l’albino aveva tenuto su tutta la mattina, compreso quando
l’aveva accompagnato in infermeria.
Quanto avrebbe voluto vederlo sorridere sul serio, pensò, ma
ancora una volta nella sua mente suonò un campanello
d’allarme.
“Maledizione, Howard. Concentrati, smettila di
pensarci” si redarguì “non significava
niente. Era tutta una finta”.
Ma quel pensiero lo rattristò.
-Ecco, abbiamo finito!- il cinguettio dell’infermiera lo
distolse dai suoi pensieri. La ringraziò con un lieve
sorriso e uscì dalla porta.
Lui era lì, esattamente come si era aspettato.
-Non c’era bisogno che mi aspettassi- sentì la sua
voce uscire nel suo solito tono secco, ma avrebbe voluto che non fosse
così.
L’albino gli sorrise, dagli occhi non spariva la tristezza
–non avevo niente da fare. Andiamo?- disse semplicemente,
avviandosi verso la propria stanza.
Link lo seguì in un tumulto di pensieri.
La sua vicinanza lo stava mandando fuori di testa, per la prima volta
desiderò potersene allontanare quanto bastava per poter
recuperare la calma.
Finchè il limite non era stato oltrepassato, aveva potuto
sopportarlo, ma adesso quel limite era stato bellamente polverizzato, e
lui non sarebbe riuscito a far finta di niente.
Quando sentì Allen richiudersi la porta alle spalle, decise
che non sarebbe stato un secondo di più senza capire.
-Allen- la voce non voleva saperne di uscire in modo coerente dalla sua
bocca.
Era la prima volta che lo chiamava per nome.
-Si?- sentì che anche l’albino cercava di
mantenere un tono neutrale, ma avvertiva la tensione che lui stesso
aveva scatenato chiamandolo in quel modo.
Si girò a guardarlo. Non voleva affrontarlo di spalle.
L’espressione del ragazzo era mutata, ora era smarrita, gli
occhi spalancati, quasi fosse spaventato da lui.
Le sensazioni che stava provando colpirono Link come un pugno.
Aprì la bocca per parlare, ma l’altro lo prevenne.
-Link, quello che è successo ieri sera, ecco… era
davvero per aiutare qualcun altro, ma io non l’avrei mai
fatto se…- si interruppe, Link vide le sue guance diventare
sempre più rosse, gli occhi abbassarsi.
Il cuore gli mandava dei battiti a singhiozzo, forti e accelerati.
“Calmati, o ti verrà un infarto” si
disse, cercando di riguadagnare un po’ di freddezza.
-“Se” cosa?- chiese. La voce roca rivelò
all’istante ad entrambi quale fosse veramente il suo stato
d’animo.
-… se non l’avessi voluto- rispose
l’albino in un sussurro –io volevo farlo, Link,
indipendentemente da… altro- lo fissò negli
occhi, e il biondo si ritrovò ancora una volta ad affogare
in quegli specchi grigi che, per la prima volta, vedeva liberi da
qualunque barriera.
Mosse due passi, afferrò le braccia del ragazzo e
inchiodò il suo corpo alla porta, appoggiandosi su di lui.
I loro visi erano vicinissimi.
Vide gli occhi di Allen sgranarsi ancora di più, e le sue
pupille saettare verso le sue labbra, a un soffio dalle proprie.
-Link- mormorò, ma il biondo si avvicinò ancora
di più a lui, portando la bocca a sfiorare
l’orecchio dell’albino.
-No- sussurrò –di’ il mio nome, Allen-
sentì il ragazzo sussultare sotto il fiato caldo di Link.
-Howard- Allen liberò una mano dalla stretta del biondo e
andò a sciogliere la treccia, infilando il viso nei suoi
capelli chiari, liscissimi.
Link sorrise, baciando lievemente l’orecchio e la guancia di
Allen, sempre più vicino alla sua bocca. Si fermò.
Quello
voleva dire rinunciare alla sua vita.
Quello
voleva dire fare i conti col vero se stesso.
Quello
voleva dire ricominciare tutto da capo.
-Non devi, se non vuoi- le parole di Allen gli giunsero come attutite
dall’eccitazione. Guardò gli occhi chiari,
seguì il contorno della stella sulla fronte del compagno,
della lacrima rossa sulla guancia, e pensò che si, avrebbe
dovuto ripartire da zero, ma non avrebbe dovuto farlo da solo.
Non più.
-Non sarei qui, se non avessi voluto- sussurrò a fior di
labbra, poi, finalmente, appoggiò la bocca su quella di
Allen.
Per altre parole ci sarebbe stato tempo, più tardi.
Appena le loro labbra si sfiorarono, per entrambi fu chiarissimo che il
bacio della sera prima non era stato niente, in confronto.
Link avvertì la bocca di Allen calda, bollente, come le mani
che si stavano aggrappando ai suoi capelli sfiorando la pelle sulla
nuca.
Ad un tratto lo sentì sfuggire bruscamente al contatto.
Aprì gli occhi, disorientato, trovandosi a fissare un volto
accaldato e in piena crisi di iperventilazione.
-Devo… a sedere- ansimò Allen, aggrappandosi a
lui –un capogiro- sussurrò.
Link sorrise, prendendolo in braccio.
Era proprio un ragazzino.
Lo mise a sedere sul letto e gli circondò le spalle con le
braccia, facendogli appoggiare la testa sul suo petto.
Le mani di Allen si strinsero alla sua camicia, mentre il respiro
dell’albino riacquistava un ritmo normale.
-Howard- disse a un tratto. Il biondo lo guardò di sottecchi.
Sorrideva, gli occhi chiusi, la guancia attaccata a lui.
-Dimmi-
-Il cuore. Ti batte forte- quelle parole non ebbero certo
l’effetto di rallentarlo, come entrambi ebbero modo di
constatare.
Link sollevò il mento di Allen con un dito e
ricreò il contatto fra le loro bocche.
I vestiti finirono presto a terra, uno dietro l’altro, mentre
i sospiri e gli ansimi aumentavano di intensità.
Si ritrovarono uno sopra l’altro, e Link aveva ormai mandato
a farsi benedire ogni barlume di lucidità quando gli
arrivarono le parole di Allen.
-Aspetta- un ordine, una supplica, fatto sta che il biondo si
scansò all’istante.
Le braccia avide di Allen gli impedirono di staccarsi, aggrappandosi
alle sue spalle. Gli occhi grigi si fissarono nei suoi.
-Se deve finire con stanotte, fermati adesso- mormorò, le
labbra vicine al suo orecchio. Link sentì lo sforzo che gli
costava ogni parola. Si scostò quel tanto che bastava per
guardarlo in viso.
-Finirà se lo vorrai tu, Allen. Il mio errore è
stato quello di aver cominciato solo adesso- il sorriso che
l’albino gli regalò a quelle parole
rimpiazzò qualsiasi risposta.
Fuori la pioggia aveva iniziato a cadere, coprendo i sospiri degli
amanti, complice di quell’amore che illuminava anche il buio
notturno.
Note dell'Autrice:
Ecco la tanto attesa parte su Allen e Link X°D Spero vi sia
piaciuta! In effetti, questa fanfiction era nata solo come una
LinkAllen, però mi sarebbe dispiaciuto poi mollare a
metà Yu e Lavi! >_>
Di erotismo non c'è granchè, lo ammetto: non sono
molto brava T.T senza parlare del fatto che ho interpretato alla grande
il carattere di Link! Non so, anche se appena compare è un
grandissimo stronz*censura*, nelle ultime puntate si sta riprendendo,
quindi non mi veniva male renderlo meno freddo!
Rispondiamo ai commenti (sono tantissimi, mamma mia *lacrime di
commozione*):
XShadeShinra:
innanzitutto ti ringrazio per i complimenti e ti dico che se questa
fanfiction esiste è solo merito tuo XD la passione per
questa coppia me l'hanno trasmessa le tue fanfiction, prima di leggerle
non ci avevo mai fatto molto caso!
L'avvertimento OOC lo metto sempre, non sono molto capace di mantenere
i caratteri originali quando entrano in ballo i sentimenti
ç_ç perlomeno, così chi legge
è avvisato ^_^
Love_in_idleness:
io in questo momento amo di uguale passione le LinkAllen e le LaviYu...
e poi non potevo certo lasciare una coppia in sospeso! XD Se ti piace
la sdolcinatezza, in questa fanfiction ne trovi in abbondanza!
Rileggendo certi punti rischia di venire una carie pure a me che l'ho
scritta X3 decisamente, non mi piacciono le storie che finiscono male!!
Soprattutto se coinvolgono i miei personaggi preferiti
>_>
claws: ecco
il secondo capitolo ^__^ Lavi e Yu purtroppo faranno il loro ingresso
nel prossimo, ma cercherò di aggiornare in fretta! Spero che
intanto questo ti sia piaciuto!
Rebychan:
una coppia è già bell'e sistemata ^_^ avrei
voluto fare una trama più lunga, ma per come avevo pensato
la storia alla fine il tutto veniva troppo lungo e ingarbugliato x_x
l'idea della messinscena ad essere sincera mi è venuta in
mente in ritardo, però come espediente direi che ha
funzionato XD
Sparrow: al
momento della messinscena Allen e Link non stavano insieme... ma dopo
questo capitolo direi che perlomeno per loro le cose si sono risolte!
^_^
Sherly: via,
che dire... spero di non sconvolgerti troppo X°D ci sono andata
leggera, dai u.u
Grazie mille a tutti coloro che hanno recensito, che seguono la storia
o la hanno inserita fra le preferite/ricordate!! ^__^
Al prossimo capitolo!
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Capitolo 3 *** Burning frost ***
Kanda credeva di non aver mai fatto con Lavi un
viaggio così teso e silenzioso.
Il rosso non aveva smesso un attimo quella faccia da funerale, e si era
limitato a dire lo stretto indispensabile riguardo alla missione.
Adesso era seduto scomposto, con una gamba ripiegata e il mento
appoggiato al ginocchio, l’unico occhio chiuso.
Sembrava che dormisse, ma Kanda sapeva che era perfettamente sveglio.
La piega rigida della bocca non accennava ad andarsene, così
come la ruga in mezzo alle sopracciglia.
Sospirò impercettibilmente, scocciato.
Cosa credeva, che sarebbe corso fra le sue braccia dopo che gli aveva
fatto vedere quella… scena? Fece un verso secco con la mano
al ricordo dei corpi intrecciati della mammoletta e
dell’ispettore.
Beh, buon per loro, cosa avrebbe dovuto dire?
Non gli importava un accidente di quello che facevano.
“Pensavo che avrebbe potuto farti capire che non sei
solo”.
Le parole di Lavi gli tornarono in mente di botto, provocandogli
l’ennesimo sospiro nervoso.
Quell’idiota di un coniglio pensava che lui avesse paura.
Era davvero un cretino, non valeva nemmeno la pena di perdere tempo
dietro a un elemento simile, pensò. Che bollisse nel suo
brodo, prima o poi gli sarebbe passata.
Continuò a guardare fuori dal finestrino per tutto il tempo
del viaggio, sbirciando occasionalmente verso il rosso, immobile come
una statua.
Gli piaceva, si, era inutile negarlo a se stesso, constatò
dopo averlo fissato per una diecina di minuti buoni, gettando alle
ortiche ogni ritegno e prendendo per buona la speranza che
l’ostinazione di Lavi non gli facesse riaprire gli occhi
cogliendolo in flagrante.
Ma non avrebbe funzionato mai, soli o in compagnia, quindi
perché dovevano farsi del male? Anche se ci avessero
provato, avrebbero aggiunto solo dolore al dolore.
Forse si, forse aveva paura. Ma non l'avrebbe mai ammesso.
Tornò a guardare il paesaggio innevato, appoggiando la
fronte al vetro gelido. Rabbrividì: detestava la neve,
detestava il freddo, lo faceva diventare ancor più
irritabile.
Poco dopo chiuse gli occhi e si assopì.
-Dobbiamo scendere. Siamo arrivati- la voce di Lavi, gelida quanto la
tormenta che imperversava fuori dal treno, ebbe quasi
l’effetto di farlo sobbalzare. Il rosso uscì dalla
carrozza senza degnarlo di uno sguardo, dandogli le spalle.
Suo malgrado, quella vista gli fece male.
Kanda si alzò di scatto, afferrò mugen e lo
seguì fuori dal treno.
La stazione era deserta, spazzata dal vento e piena di cumuli
giganteschi di neve ammucchiati dove le folate provocavano mulinelli.
Secondo il rapporto, quella nevicata durava da mesi, e verosimilmente
era collegata alla presenza di innocence.
-Muoviamoci, forza- Kanda iniziò a camminare a testa alta
verso l’uscita. Se Lavi aveva deciso di non considerarlo,
sarebbe stato un problema di cui si sarebbe occupato più
tardi. Adesso voleva solo trovare l’innocence, far fuori gli
akuma e sfuggire a quel gelo terrificante che gli entrava nelle ossa.
Percorsero in silenzio la via centrale del paese, che sembrava
abbandonato da ogni forma di vita. Si udiva solo il rumore del vento e
delle raffiche, ogni tanto qualche cigolio di una persiana chiusa male,
lo sbattere di una porta scardinata, ma nessun suono che ricordasse la
presenza di esseri viventi.
Kanda camminava a passo spedito, i nervi a fior di pelle.
Ad un tratto sentì Lavi fermarsi.
-Che c’è?- sussurrò bruscamente. Il
rosso si limitò a indicargli una grossa costruzione
semidistrutta, e il giapponese si mise in ascolto.
Un suono, ritmico, come di metalli che cozzano l’uno contro
l’altro, proveniva dall’interno.
Poi una risata innaturale, mostruosa.
I due si scambiarono un’occhiata d’intesa, la prima
volta che si guardavano seriamente, in quella giornata, ed entrarono
nell’edificio.
Il rumore del vento si attenuò leggermente, sostituito da
quel battere incessante e da imprecazioni discontinue.
Akuma, senza dubbio, pensò Kanda sfoderando mugen.
Girato un angolo se li trovarono di fronte, sei, che inveivano contro
una barriera che avvolgeva un vaso, presumibilmente antico, da cui
proveniva una luce azzurrina.
L’innocence.
Kanda scattò velocissimo e uccise il primo akuma, afferrando
l’anfora e distanziandola dagli altri.
Con sommo orrore vide Lavi roteare il martello, divenuto gigantesco,
pronto a scagliare il timbro di fuoco nel bel mezzo di quella
catapecchia.
-Lavi, no, fermati!- gridò, ma era troppo tardi.
L’attacco partì, gli akuma furono avvolti dalle
fiamme, ma il tetto della costruzione cedette sotto le vibrazioni
dell’arma anti-akuma del rosso.
Kanda non ci pensò neppure un secondo. Mollò
l’innocence a terra e si slanciò verso Lavi,
evitandogli di venire schiacciato da un’enorme lastra di
cemento che si era appena staccata da sopra di lui.
Il rumore del crollo, assordante, durò alcuni secondi che
parvero infiniti. Entrambi non attendevano che lo schianto che li
avrebbe uccisi, ma quello schianto non venne.
Kanda si sollevò bruscamente dal corpo di Lavi, cui aveva
fatto da scudo, e vide ciò che temeva: la lastra di cemento
da cui aveva salvato il rosso non si era spezzata, ma aveva creato una
sorta di nicchia, proteggendoli dai detriti ma intrappolandoli senza
via di scampo.
-Dannazione, siamo bloccati qui dentro- imprecò, ma
un’esclamazione di dolore soffocata lo fece girare di scatto.
Lavi perdeva copiosamente sangue da una spalla, evidentemente qualcosa
doveva averlo colpito.
Il moro sospirò: ma perché quella giornata si
opponeva strenuamente alla sua razionalità?
Mosse due passi e si accucciò accanto a Lavi, tirando un
lembo della propria casacca fino a strapparlo. Evitò lo
sguardo stupito del rosso.
-Dammi qua. Stai perdendo troppo sangue, non voglio essere costretto a
trascinarti all’Ordine come un peso morto- disse secco.
L’altro obbedì, chinando la testa e mordendosi le
labbra mano a mano che Kanda stringeva la benda bruscamente e senza
troppa delicatezza.
Quando ebbe finito, il giapponese andò a sedersi in un
angolo, rannicchiando le ginocchia contro il petto, cercando di
contrastare il freddo.
Lavi continuava a non dire niente, e il suo silenzio aiutava il gelo ad
entrare non solo nel corpo, ma anche nel cuore dell’altro.
Passarono delle ore senza che nessuno dei due dicesse niente. Il rumore
del vento era cessato, segno che l’innocence era rientrata
sotto controllo, ma il freddo rimaneva tale e quale a prima, e Kanda
non lo sopportava più. Non riusciva a capire quanto di quel
gelo provenisse dalla temperatura esterna e quanto dalla situazione.
Gli sembrava di impazzire, gli occhi che continuavano a sgusciare
contro la sua volontà verso la figura di Lavi, immobile poco
distante.
-Lavi- lo chiamò con un bisbiglio. Con ogni
probabilità sarebbero morti lì dentro, e
nonostante si fosse sforzato per una vita di reprimere ogni
emotività, Kanda non poteva più reggere quel
silenzio che gli artigliava corpo e cuore con le sue unghie ghiacciate.
Lavi si girò verso di lui e quasi si spaventò.
Gli occhi del giapponese erano spalancati, quasi fosse terrorizzato, e
vide che cercava di controllare i tremiti del corpo.
Si alzò di corsa e si sedette di fianco a lui,
circondandogli cautamente le spalle con un braccio, aspettandosi un
pugno che non arrivò. Il moro, invece, chinò la
testa.
-Yu?-
-Parlami, Lavi, ti prego. Ho freddo- le parole del giapponese erano
appena un sussurro, il rosso sentì le sue spalle tremare.
Sospirando, prese le gambe del moro e le mise sopra le proprie,
circondandolo con entrambe le braccia. La testa di Kanda
finì nell’incavo del suo collo, facendolo
rabbrividire.
Era congelato.
-Va tutto bene, Yu. Usciremo di qui- mormorò, ma non ne era
affatto così sicuro, e il fatto che Kanda fosse in quelle
condizioni di certo non aiutava.
Possibile che l’acido, freddo, gelido Kanda si fosse fatto
toccare dal suo silenzio?
Sentiva il respiro del moro irregolare contro la sua pelle. Tremava.
-Yu, di’ qualcosa, per favore- sussurrò,
stringendolo ancora di più. La paura del giapponese,
qualsiasi cosa temesse, stava contagiando anche lui; non si sarebbe mai
aspettato di vederlo così fragile.
-Ho freddo- furono le uniche due parole che Lavi riuscì a
sentire, e fu allora che decise di fregarsene bellamente di tutto
quanto.
Afferrò i polsi di Yu con decisione e gli tolse la giacca
dell’uniforme di dosso, lasciandolo solo con la casacca senza
maniche, strappata.
-Che cavolo fai? Ti ho detto che sto congelando, maledetto idiota!- il
rimbrotto stizzito del moro non ebbe alcun effetto. Lavi si
spogliò a metà, incurante delle maledizioni del
compagno e in parte rincuorato da esse, poi si rimise a sedere e lo
strinse di nuovo a sé, coprendolo con i suoi vestiti.
Piano piano sentì il volto di Kanda scaldarsi contro il suo
petto nudo, e le mani del moro salirono a circondargli la vita.
-Le giacche di pelle sono una disgrazia contro il freddo-
mormorò abbracciandolo –va meglio adesso?- lo
sentì annuire.
Seguì il contorno delle sue spalle con le dita, fino al
collo, poi si spostò sotto l’orecchio. Sentiva il
suo corpo sforzarsi per non scattare a ogni suo movimento.
Appoggiò piano le labbra sui suoi capelli, rimanendo
immobile.
Se le circostanze fossero state diverse, a Kanda non sarebbe rimasta
altra scelta che farlo volare via con un calcio.
Ma stavano per morire, la situazione era quella.
Sentiva le dita di Lavi spostarsi sul suo corpo, accarezzandolo nei
punti più sensibili, sui fianchi, sul collo, sul petto. Ogni
carezza era come una scossa elettrica.
Ad un tratto lo sentì starnutire, e si rese conto che la
schiena su cui poggiava le mani era gelida.
-Lavi, stai congelando- uscì dal bozzolo di vestiti e lo
guardò in viso: era pallido, anche se si sforzava di non dar
a vedere che aveva freddo. Infatti sorrise, facendo un gesto di
noncuranza con la mano, ma Kanda afferrò deciso la propria
uniforme e la stese a terra, poi diede uno spintone a Lavi che, non
senza un’esclamazione sorpresa, ci cadde sopra come un sacco
di patate.
-Yu, ma che…- le parole del rosso furono bloccate da quello
che Kanda fece dopo, che lasciò entrambi di stucco. Il moro
si sfilò lentamente la casacca, rimanendo a petto nudo come
Lavi, poi si appoggiò nuovamente a lui, tirandosi dietro il
resto dei vestiti a coprirli.
Sentì il cuore dell’altro battere velocissimo,
più o meno quanto il suo quando avvertì di nuovo
le mani del rosso cominciare a giocare con la sua pelle.
Non sapeva che fare. Non si sarebbe mai immaginato di finire in una
situazione del genere, era contro tutto ciò che aveva sempre
pensato e fatto.
In quel momento quella vicinanza era la più atroce delle
torture.
C’era ancora un velo fra di loro, una sottile barriera che
doveva infrangere, oppure sarebbe impazzito in quel luogo, oltre che,
probabilmente, morirci.
Passò deciso una mano sul viso del giapponese,
costringendolo a sollevarsi e a portarsi di fronte a lui, vicinissimo.
I capelli neri scesero dalle sue spalle in ciocche sottili, sfiorando
il petto di Lavi.
Infilò deciso le dita in quella cascata buia, tirandolo
verso di sé.
Non lo sentì opporre resistenza, e la cosa quasi lo
rattristò. Si stava lasciando andare solo perché
sarebbero morti lì entrambi, Lavi lo sapeva bene. In altre
circostanze, Kanda non avrebbe mai permesso un contatto simile.
Le labbra del giapponese si impadronirono improvvisamente delle sue,
bollenti a discapito del freddo, stranamente delicate, ma decise.
Sentì il respiro di Kanda aumentare
d’intensità mano a mano che il bacio e il contatto
fra loro si faceva più profondo. Era convinto che quel
rumore spezzato, che rompeva il silenzio ghiacciato attorno a loro,
l’avrebbe mandato fuori di testa.
Si staccò bruscamente e lo abbracciò, facendo
sprofondare il viso fra i suoi capelli, stringendolo con tutta la forza
che aveva.
Non voleva lasciarlo andare.
Non voleva che morissero lì.
Non voleva che tutto finisse, una volta usciti da quel posto.
Non voleva, eppure non poteva dirgli niente, perché
rinunciare a quel contatto in quel momento sarebbe stato impensabile.
-Lavi- sentiva il corpo del ragazzo stretto addosso al suo, rigido, ma
non per il freddo.
Non per il freddo materiale.
-Yu, mi dispiace, non ce la faccio- il sussurro strozzato di Lavi gli
arrivò sottilissimo. Lo fece sdraiare, appoggiandosi a lui,
senza sciogliere l’abbraccio.
-Non voglio…- la frase del rosso si interruppe a
metà, ma Kanda intuì perfettamente cosa voleva
dire.
No, nemmeno lui avrebbe voluto che finisse.
Ma cosa avrebbero dovuto fare? Lui poteva cambiare, sentiva di essere
già cambiato da tempo, ma Lavi… Lavi era il
futuro Bookman.
Non era solo la sua freddezza ad essere un ostacolo.
Appoggiò le labbra sul collo del ragazzo, lasciandosi andare
a quello che l’istinto gli suggeriva. Il freddo che
l’aveva assalito durante tutta quella missione era come
scomparso, ma adesso rischiava di prendersi Lavi.
E lui non gliel’avrebbe lasciato fare.
Lo sentì mormorare il suo nome
un’infinità di volte, mentre la sua bocca si
impadroniva avidamente di ogni lembo di pelle libera
dall’orecchio alla spalla, al petto.
Si ritrovò a chiamarlo lui stesso, mentre le dita ben
più esperte delle sue li liberavano dai pochi vestiti che
ancora gli rimanevano addosso.
Il freddo era rimasto all’esterno. Quella nicchia si era
trasformata in un rifugio in cui le fiamme di Lavi erano state in grado
di riscaldare ogni asperità ghiacciata.
Non ci furono più parole eccetto i loro nomi sussurrati fra
i respiri sempre più affannati, caldi e perduti.
Note dell'Autrice:
Scusate il ritardo T.T devo veramente fare i salti mortali in questo
periodo per aggiornare! >_>
Dunque, ecco a voi come si risolve la situazione fra Lavi e Yu! Spero
vi sia piaciuto questo capitolo, personalmente non riesco a dare
un'opinione coerente perchè la fanfiction era nata come una
LinkAllen... Il fatto che ci siano finiti anche loro due è
perchè detesto lasciare qualcosa in sospeso!
Il prossimo capitolo vi anticipo già che sarà
l'ultimo, non so quanto mi ci vorrà a pubblicarlo
perchè la conclusione che ora come ora ho abbozzato fa
leggermente pena... cercherò di fare più in
fretta possibile!!! >_>
Rispondiamo ai commenti ^__^
Love_in_idleness:
mantenere l'OOC non è mai stato il mio forte, lo ammetto.
Sarà perchè quando entrano in gioco i sentimenti
non riesco a mantenere un personaggio gelido di natura freddo e rigido
come uno stoccafisso! ^^'' La fanfiction è piuttosto corta,
volevo solo scrivere qualcosa su questi pairing che mi piacciono da un
po' di tempo... ma per il bene di voi lettori è meglio che
le mie yaoi non abbiano un numero di capitoli molto alto XD dopo un po'
inizio a ripetermi .__. cerherò di dare un senso organico al
tutto nella conclusione, comunque, perchè so che adesso la
cosa sembra decisamente spezzata a metà. Speriamo in bene!!
>.<
Sherly:
eccoti i miei diletti, anche se ad essere sincera preferisco lo scorso
capitolo X°D fammi sapere che ne pensi!!! Un bacione!
Rebychan:
sono contenta che ti sia piaciuto ^__^ preferisco di norma scrivere
scene erotiche evitando le descrizioni troppo minuziose, non
perchè non mi piacciano ma perchè proprio non
sono il mio forte =_= dal momento che poi non volevo scrivere una
storia lunga, ho dovuto fare in modo che le cose si chiarissero alla
svelta ^^''
Quello che pensa Yu... credo che neppure questo capitolo sia riuscito a
chiarirlo granchè. Cioè, nell'essenziale si,
però ho preferito farlo pensare tanto più che
parlare, per una volta!
XShadeShinra:
lo ammetto, quando ho scritto quel capitolo la percentuale di zucchero
che avevo nel sangue era tipo del 100% XD la passione per il loro
rapporto è una cosa recente, ma non riesco proprio ad
immaginarmeli freddi... secondo me Allen e Link sono due personaggi su
cui la timidezza calza a pennello. Spero che ti sia piaciuto anche lo
sviluppo fra Lavi e Yu comunque X'D
Claws: ^_^ a
me Allen e Link mettono una tenerezza infinita... piccoli *__* (ok, mi
riprendo, dopo un po' inizio a dare di matto XD) anche per questo non
volevo scrivere dettagliatamente una scena erotica, perchè
in una coppia così preferisco descrivere i sentimenti e
lasciare spazio all'immaginazione sul resto...
Ermellino: si
lo ammetto, è un po' intricata ^^'' in pratica, all'inizio
della storia fra Kanda e Lavi non c'è ANCORA niente...
diciamo che sono tutti e due consapevoli di provare qualcosa l'uno per
l'altro, ma dal momento che non potevo fare un Kanda senza paranoie
mentali al seguito il nostro giapponese non vuole lasciarsi andare a
Lavi... almeno fino a questo capitolo XDXD spero ti piaccia!! ^_^
Grazie a tutti per i complimenti e grazie ovviamente a tutti quelli che
leggono e che seguono quello che scrivo!!
Un bacio! ^__^
Bethan
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Capitolo 4 *** We are connected, even without words ***
-Eccoli! Li ho trovati!- Allen sferrò
un pugno poderoso con l’innocence alla lastra di cemento, che
si sgretolò sopra di loro frammentandosi in minuscoli
pezzettini.
-Tsk. Alla buon’ora, mammoletta. Stavamo per morire
assiderati- la voce acida di Kanda stonava in maniera comica col
sorriso a trentadue denti stampato sul viso di Lavi.
Allen aiutò il rosso ad uscire dalla nicchia, arrampicandosi
sui detriti. Kanda rifiutò ogni aiuto con aria scocciata.
-Ci ha chiamati Komui ieri sera, abbiamo fatto più in fretta
possibile…- si giustificò a bassa voce, ma
l’altro scosse la testa, sempre sorridendo.
-Se foste arrivati prima credo che vi avrei rispediti indietro-
mormorò mentre si dirigevano verso la carrozza che li
aspettava.
-Cosa? E come mai?- Allen fece lo gnorri, tentando di ottenere
dettagli, ma Lavi non potè rispondergli degnamente.
Vedendoli tardare, Kanda era tornato indietro, afferrando il ragazzo
per un braccio e baciandolo senza alcun pudore di fronte a loro.
-Vediamo se adesso ti muovi, stupido coniglio guercio- gli
soffiò a fior di labbra con un mezzo ghigno stampato in
volto. Poi girò loro le spalle e li precedette nuovamente.
Allen e Link si scambiarono un sorriso furtivo, non chiedendo altro a
Lavi che era schizzato come un razzo dietro al giapponese, dimentico di
ogni ferita.
-Era per loro?- chiese il biondo a un tratto. L’altro
capì a cosa si riferiva e annuì, poi
corrugò le sopracciglia, ripensandoci.
-Forse- mormorò fissando le due figure vicine in lontananza
–forse non solo per questo-.
Non avrebbe saputo spiegare perché quella notte avesse
ceduto alle insistenze di Lavi per mettere in atto quella messinscena.
Forse perché sperava anche allora che le cose finissero
com’erano andate realmente.
Avvertì le dita di Link passargli sul viso, decise, e mentre
sprofondava in quel dolce oblio pensò che quella follia si
era tradotta nella più bella realtà possibile.
-Il Vecchio dovrà trovarsi un altro successore-
mormorò Lavi contro la spalla di Yu, mentre aspettavano Link
ed Allen.
Sentì una mano dell’altro posarsi sulla sua
schiena, indecisa, eppure senza muoversi di un millimetro.
-Ne sei sicuro?- mormorò il giapponese. Non voleva che Lavi
si illudesse che sarebbe stato facile. Voleva che capisse a cosa
stavano andando incontro, perché lui stesso non avrebbe
potuto sopportare il peso di una scelta presa alla leggera.
Non l’avrebbe sopportato addosso a sé, non dopo
aver per la prima volta aperto il suo cuore, ma non avrebbe sopportato
neppure che Lavi rinunciasse a tutto ciò che era stato fino
a quel momento per una passione destinata a sfiorire rapidamente.
Buffo quanto si fosse sempre preoccupato per lui senza mai ammetterlo.
-Lo sono stato fin dal primo momento in cui ho messo piede
all’Ordine- disse il rosso di rimando, piantando il suo
occhio verde smeraldo in quelli scuri di Kanda.
-Tu, piuttosto. Sei sicuro?- Kanda riuscì quasi a sentire la
paura mal celata dietro quelle poche parole.
Lavi temeva che l’altro potesse fare dietrofront
improvvisamente. Non se ne sarebbe stupito, non più di
tanto, non da lui. Anche Yu aveva paura, anche se la nascondeva meglio,
sotto quella maschera gelida.
Eppure, dopo che il rosso aveva scoperto che era realmente possibile
sciogliere quel ghiaccio, sarebbe stato un duro colpo se un muro di
pietra gli si fosse parato davanti.
Ma Kanda annuì semplicemente, senza smettere di guardarlo
negli occhi. Non se la sentiva di dire altro, non trovava le parole e
in realtà credeva che non ce ne fosse un bisogno immediato.
Lavi sapeva che non avrebbe mai mentito.
Aveva capito in quella notte che non sarebbe potuto tornare indietro
nemmeno se avesse voluto.
Non aveva mai apprezzato la vita che lo aveva strappato a forza dalla
morte quanto in quel momento.
Questo dicevano i suoi occhi, e Lavi vi lesse tutto ciò che
il moro non sarebbe mai riuscito a dirgli a voce. Sapeva che il
guardarlo in quel modo era quanto di più sincero potesse
fare, e per la prima volta in vita sua sentì quanto
realmente fossero superflui libri e parole.
Un mondo d’inchiostro non valeva quel sentimento.
Ci sono connessioni che
rimangono latenti per molto tempo, finchè un fatto
apparentemente irrilevante non giunge a risvegliarle.
Ci sono connessioni che
si risvegliano nel tentativo di sganciarsi.
Note dell'Autrice:
Dunque, sono consapevole del fatto che la conclusione sia cortissima
T__T
Perdonatemi, ma non riuscivo proprio a scriverla più lunga,
è già tanto se sono riuscita a spremere il mio
cervello in una cosa simile, che a ben leggere sembra sempre di
più un mucchio di idiozie X_X
Insomma, tralasciando questa fine orribile, ringrazio tutti coloro che
hanno letto/seguito/commentato la fanfiction, se mai vorrò
scrivere un'altra yaoi giuro che mi impegnerò di
più! >_>
Rispondiamo (un'ultima volta, sigh ç_ç) ai
commenti:
Rebychan:
si, Lavi non è mai un personaggio molto sveglio nelle mie
storie X3 però è un ottimo capro espiatorio per
creare le situazioni più improponibili XD
Spero che la conclusione non faccia troppo orrore, se così
non fosse, serba il ricordo piacevole dei capitoli precedenti!
>_>'' grazie per i complimenti e per le recensioni!! ^^
Claws: beh,
la situazione non era delle migliori all'inizio, ma direi che poi le
cose sono andate migliorando! E si salvano tutti e vivono tutti felici
e contenti perchè a me le cose troppo drammatiche non
piacciono assolutamente ç___ç
Sherly: mah,
se la mia attitudine per il tedesco continuerà ad essere
questa, mi ritroverò ben presto a tirare a campare
scrivendo, sempre che mi riesca! XD felice che la ff ti sia piaciuta
comunque! ;)
XShadeShinra:
non preoccuparti per il ritardo, come puoi ben vedere pure i miei
aggiornamenti tanto regolari non sono >.< se poi
consideriamo lo schifo che è venuto fuori è
ancora peggio! T_T quella frase credo che avrebbe dovuto essere "fece
un gesto seccato con la mano", non ho idea del perchè sia
uscito quell'ibrido, forse perchè ne stavo pensando due
contemporaneamente X'D la situazione tragica (che poi così
tragica non è... :3) si risolve con un bel (?!) lieto fine,
e chi poteva essere migliore di Link e Allen per andare a salvarli?^^
Grazie a tutti ancora una volta!!
Bethan
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