Keep calm and Carry on.

di CellarDoor
(/viewuser.php?uid=69525)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Svegliati, Upper East Side! ***
Capitolo 2: *** Se son rose fioriranno. E se sono fiori d'arancio? ***



Capitolo 1
*** Svegliati, Upper East Side! ***


lola

I tiepidi raggi del mattino che battevano sulla guancia, mi svegliarono. Adoravo iniziare la giornata con il sole sulla pelle; sembrava volesse dirmi:" Ben svegliata, Blair! Cerca di non essere troppo stronza oggi!".
Aprii gli occhi e scorsi una figura non meglio definita avanti a me. Gli tenevo la mano.                                         
“ Buongiorno,  mea regina.”, la sua voce era un misto fra l’intrigante e il dolce. Era lui. Mi avvicinai più a Chuck, poggiando la testa sul suo petto e una mano sulla sua spalla. Tutto era calmo. Quel momento era così perfetto, come baciarsi sotto una pioggia primaverile.                                                                                                                                    
“Ti ho svegliato?”, domandai.                                                                                                          
“No”, mi rispose stampandomi un bacio sulle labbra ed iniziando ad accarezzarmi il dorso della mano. “Stavo pensando”, continuò. Lo guardai con una nota curiosa sulla faccia. “Il matrimonio ieri sera è stato molto bello.” Wow! Non mi sarei mai aspettata un Chuck romanticone…                                                                                                      
“Una favola!”, proseguii io il discorso, iniziando a fantasticare “ Come Cenerentola ed il suo principe, come Edward e Bella oppure…”.                                                                      
“Non credo mi donerebbe brillare al sole.”, m’interruppe. Mi bloccai e lo guardai stranita.                                                 
“Non stavamo parlando di Lily e Rufus?”, mi sollevai appoggiandomi sui gomiti per poter guardare nei suoi occhi profondi, che sembravano ora quelli di un bambino scoperto a rubare le     caramelle.                                                                                                    
“Certo!”, rispose rapido lui, mentre sul mio volto si formava piano piano un sorrisetto malizioso. “Sono ancora addormentato.”, riprese alzandosi dal letto “Vado a prepararmi un caffè”, e si diresse verso la cucina.                                    
‘Se lo fa da solo?’, pensai immaginando, preoccupata, già l’albergo avvolto dalle fiamme e i miei capelli disordinati perché, per scappare, non avevo potuto sistemarli e pettinarli.                                                                                         
“Chuck!”, urlai per fermarlo. Tornò sui suoi passi. “Chiamo il servizio in camera.”, disse.                        
“Meglio.”, affermai adagiando la testa sul cuscino, mentre continuavo a sorridere. Guardai verso la finestra, che apriva la panoramica su una bellissima New York che si stava svegliando. Forse non era la sola…anche il cuore di ghiaccio di Chuck Bass si stava destando.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Se son rose fioriranno. E se sono fiori d'arancio? ***



Ero diretta sulla 5th avenue al Refined Sweets, dove avevo programmato di fare colazione con Serena.
Forse era l'aria di quei tempi a New York che era magica (o meglio dire inquinata?) ma tutto andava liscio come l'olio: il mio fidanzato era molto innamorato di me ( anche se ultimamente era un pò strano non ci facevo molto caso, d'altronde era Chuck Bass), adoravo la mia migliore amica e la scuola...beh, la scuola era un capitolo che si sarebbe risolto presto.
Io? Splendente come al solito. Mi specchiai in una vetrina. Le mie Louboutin gialle si intonavano perfettamente con la mia borsa. Tutto era come volevo.

L'appuntamento era alle 9:30. Erano quasi le 10 e ovviamente di Serena non c'era nessuna traccia. Notai che i camerieri iniziavano a guardarmi male e non volevo di certo passare per una forestierea solo alla ricerca di un posto caldo. Ordinai.
"Due cioccolate calde con panna", dissi allora alla cameriera, quando, dopo averla chiamata, mi giunse accanto."Con una spruzzata di cacao amaro", aggiunsi quando se ne stava andando. Volevo proprio darmi alla pazza goia oggi.
Mi stavo piano piano impazzientendo ed anche arrabbiando. Non si può dare buca a Blair Waldorf.
Improvvisamente suonò il mio cellulare. 'Serena', lessi sul display.
"Pronto.", risposi.
"Ciao B..."
"Non dovevamo vederci, S?", la interruppi.
"Scusa ma non ce la faccio proprio a venire. è per Carter: non riesco a trovarlo."  Stupendo! Ora chi se le sarebbe benvute due cioccolate calde? Chissà quante calorie...
"Non ti preoccupare! Non sono ancora arrivata alla caffetteria!", mentii.
"Menomale, la mia pena per non essere venuta si è di poco alleviata. Mi devo fare assolutamente perdonare. Fissimao per domattina? Stessa ora, stesso luogo?", proseguì Serena.
"Va bene. Ti voglio bene, S!".
"Anch'io, B.", ed attaccò.
Arrivarono in quel momento le due tazza bollenti. Ero tranquilla con le due bombe caloriche davanti e proprio mentre stavo facendo AMBARABACICCICOCò per scegliere chi mi sarei gustata per prima, arrivò una limousine nera che accosto sul lato opposto della strada.
Tante erano le macchine simili a quella a New York, ma questa aveva un'aria familiare.
Un uomo in un raffinato cappotto scese da essa. Ma aspetta...quel ragazzo era...Chuck?! Che ci faceva qui? Sapevo che quel giorno aveva degli appuntamenti d'affari all'Empire. Questo me lo avrebbe dovuto spiegare più tardi.
Col suo passo deciso ed ammaliante si diresse verso un negozio, il Sparkling Jewellery. Una gioielleria?
Dovevo saperne assolutamente di più.
Abbandonai le mie cioccolate, anche se con molto dispiacere, ma la curiosità era più forte di me. Lasciai il denaro sul tavolo e uscii dal locale. Quatta Quatta attraversai la strada e raggiunsi l'altro marciapiede. Mi nascondevo dietro qualche albero o un cestino dell'immondizia (sempre con molta classe, però!). Arrivai di fronte alla vetrina dell'orificeria e, abbassato il cappello fin sopra gli occhi e facendo finta di guardare i gioielli esposti, sbirciai all'interno del negozio. Potevo ben vedere il mio ragazzo che, accerchiato da commessi ( non era da tutti i giorni avere un miliardario nella propria attività!), osservava...degli anelli?
Mi sentii avvampare le guancie e girare la testa. Mi appoggiai ad un albero lì vicino. Dovevo calmarmi. Iniziai ad inspirare ed espirare molto lentamente. 'Blair', mi dicevo "Siamo nel 21° secolo, le donne hanno lottato per secoli per raggiungere la parità e gli stessi diritti degli uomini. Non puoi svenire davanti ad una proposta...di...di...matrimonio!'. Il mio cuore perse un battito dopo l'ultima parola. Ora mi era chiaro il suo atteggiamento inusuale del mattino.
'Matrimonio, matrimonio, matrimonio', continuavo a ripetere dentro di me.
"Matrimonio!", mi scappò dalla bocca involontariamente alla fine. Un'anziana signora che passava lì accanto, mi squadrò come se fossi una pazza.
"Sa", le dissi con orgoglio "Mi sposò!". Non mi rispose nemmeno ed affrettò il passo.
Sarei diventata la donna più potente dell'Upper East Side! Ma che dico? Del mondo. Forse stavo un pò esagerando: dovevo pur tenere in conto Michelle Obama. Ok, diciamo di New York!
La signora Blair Bass.

*AVVISTATO*
Il rampollo Chuck Bass in una gioielleria sulla 5th avenue.
Che ci sia profumo di fiori d'arancio per la coppia d'oro dell' UES?
E, tu, Blair sei pronta a lasciare il tuo alveare per un reame?
Solo il tempo ce lo saprà dire....ed io sono molto fiduciosa.
                                                             XoXo, Gossip Girl.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=666129