Heaven

di AlexMD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


-Rubare in una casa di Dio!
Silas si precipitò nella sagrestia, da dove venivano le urla di Aringarosa. Il vescovo, evidentemente appena entrato nella stanza anche lui, marciò con aria furibonda verso la cassetta delle offerte; Silas lo superò con due falcate e afferrò per un braccio la ragazza, tirandola via dalla refurtiva, poi la spinse contro il muro. Era bassina, magra, con i capelli neri arruffatissimi e gli occhi scuri. Il naso era cosparso di lentiggini. Indossava una vecchia felpa, jeans laceri e scarpe da tennis sfondate. Spalancò gli occhi nel vedersi inchiodata alla parete dal monaco albino di due metri e cinque, e lo squadrò con una sfacciatissima aria perplessa con cui sperava di farlo arrabbiare, ma non ci riuscì: Silas era troppo abituato al fatto che la gente fosse allarmata dal suo aspetto. Senza dire una parola, ma guardandola con aria truce, tese la mano verso di lei.
-Non ho rubato niente!- abbaiò la ragazza. Cercò di svincolarsi, ma Silas la tenne ferma e le infilò la mano nella tasca della felpa. Tirò fuori due dollari in moneta.
Lei fissò i soldi, poi Silas.- Non so come siano finiti lì- disse.
-Aringarosa- disse Silas- chiami la polizia.
-Già fatto- rispose Aringarosa.
La ragazza emise un ringhio di rabbia.
Passò un quarto d'ora prima che la polizia arrivasse, durante il quale la ragazza continuò a cercare di sgusciare via dalla presa di Silas e di guadagnare la porta, senza successo, ma impegnandolo in un corpo a corpo finché due agenti non gli vennero in soccorso, afferrando la ragazza per le braccia.
-Ancora tu- le disse uno degli agenti.
-La conoscete?- chiese Aringarosa.
L'agente annuì.- Sta in una casa-famiglia, ma continua a scappare. E' da una settimana che la cercano. Forza, muoviti. Tu vieni con noi- intimò alla ragazza, e la condusse, un po' spingendola un po' trascinandola, alla porta. 

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Capitolo 2
*** 2. ***


Silas ricevette la comunicazione il primo dicembre. -L'Opus Dei partecipa ad un progetto per ricondurre sulla retta via giovani pecorelle smarrite- disse Aringarosa.- Ragazzi disastrati che hanno bisogno di guide spirituali. Noi ci occuperemo di Heaven Melody Reed, quindici anni, nata il ventotto febbraio 1995 nel Bronx. Ti piacerà. E' una sfrontata piena di cattive abitudini, alta un metro e cinquantaquattro, peso quarantadue chili...non è più vergine dall'anno scorso...fuma...be', di buono c'è che le piace la matematica, ma non so se potrebbe passare gli esami di ammissione all'università. Che ne pensi? - Già l'adoro- disse Silas sarcastico. - Silas!- lo rimbrottò Aringarosa.- Io penso che questi ragazzi siano pieni di potenziale non relaizzato. Se solo ce l'avessimo qui, potremmo fare delle cose meravigliose con lei. Nevicava. Silas tacque e fissò fuori dalla finestra. I fiocchi farinosi s'incollavano al vetro. -L'importante è che Heaven venga a stare con noi- fece Aringarosa.- Il terzo anno delle superiori è cruciale. Siamo ancora in tempo per indirizzarla verso il college. La faremo iscrivere a un corso di preparazione universitaria. L'accompagnerò io tutti i martedì e tu tutti i giovedì... -Perchè non me l'ha detto prima?- chiese Silas. Aringarosa lo guardò. Silas sapeva benissimo perché non gliel'aveva detto. Voleva essere sicuro di aver sistemare tutto prima che Silas potesse obiettare qualcosa. -Sarà un cambiamento importante per te- disse Aringarosa. -Per me? Cosa intende dire? -Oh, vedrai- fece Aringarosa.- Andrà tutto bene.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Nove giorni dopo Heaven si presentò, ovvero, fu trascinata nell'ufficio di Aringarosa da una suora che risultò essere la sua tutrice. Non appena entrò nella stanza, incrociò lo sguardo di Silas. Entrambi rimasero impietriti, poi Silas ringhiò:- Tu!- e Heaven fece un passo indietro. Si trattava della stessa ragazza che aveva cercato di rubare le offerte dieci giorni prima. Aringarosa era altrettanto stupito. Si alzò dalla sedia e fece il giro della scrivania.- E' lei? E' lei Heaven? -C'è qualche problema?- chiese la suora. -No, no, assolutamente- disse immediatamente Aringarosa. Heaven e Silas continuavano a guardarsi in cagnesco.- E' solo che la ragazza diversi giorni fa ha cercato di sottrarre le offerte dalla nostra chiesa. La suora si volse verso Heaven, accigliata.- E' vero, Heaven? Heaven si strinse nelle spalle.-Dovevo mangiare. La suora sospirò irritata e si rivolse ad Aringarosa.- Fosse la prima volta- disse.- Ma questo demonio di ragazzina non ha nessun tipo di scrupolo. -Be', è proprio per questo che siamo qui, no?- disse Aringarosa, col solito tono zelante.-Per riportarla sulla retta via. Heaven emise un suono a metà strada tra uno sbuffo e una risata sarcastica. I capelli di Heaven erano tutti arruffati e diverse ciocche solitarie le ricadevano sugli occhi. Aringarosa continuava a spostargliela di lato, ma i ciuffi sfuggivano al controllo e tornavano dov'erano prima Heaven aveva le unghie rosicchiate laccate di smalto nero scrostato e le mani erano macchiate d'inchiostro, la sinistra piena di scritte.Portava una canottiera e dei jeans. Portava sulle spalle uno zainetto da cui pendevano svariati portachiavi tintinnanti e Silas non poté fare a meno di chiedersi quanta roba rubata ci fosse là dentro.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Aringarosa insisté per mostrare la sede dell'Opus Dei a Heaven. Durante il tragitto, le chiese dei suoi genitori. Heaven non parlò del padre. In quanto alla madre, disse:- Sì, be', si tratta di Tyler. -Tyler?- domandò Aringarosa. -Sì- fece Heaven roteando gli occhi.- E' un surfista che gira il mondo in cerca dell'onda perfetta e mia madre lo segue in cerca della scopata perfetta. All'Opus Dei non si parlava MAI di sesso, e tanto meno si usavano termini come "scopata". Aringarosa ebbe un attacco di tosse, inciampò nella tonaca e per poco non finì faccia a terra. Non disse nulla per qualche istante. Heaven cominciò a mangiucchiarsi le unghie e Silas ne approfittò per dare un'occhiata alle sue mani. Sulla sinistra, su ogni dito, c'erano le lettere S-E-S-S-O. Santo cielo.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Quella sera, a cena, Aringarosa e Silas osservarono- Silas con un certo disgusto- Heaven servirsi di una montagna di agnello e un pugno di riso e verdure. -Non ti piacciono le verdure?- chiese Aringarosa. Heaven scosse la testa.-Sono più per la carne al sangue in questi giorni. -E' agnello, non carne al sangue- precisò Silas, parlando per la prima volta. Heaven lo guardò.- Tu non mangi? -Sono un monaco- obiettò Silas.- Non cedo alle tentazioni della gola. Heaven cominciò a canticchiare "Mary aveva un agnellino", tanto per mandare in bestia Silas.- Perchè una persona sana di mente dovrebbe decidere di rinunciare agli hamburger, alla pizza e al gelato? -Hai mai pensato al fatto che un hamburger è una mucca morta? -No- disse allegramente Heaven.- Anche se nella diciassettesima scuola in cui sono andata c'era uno che... -Diciassette?-. Aringarosa sollevò un sopracciglio.- Hai cambiato diciassette scuole?-. Sembrava si stesse sforzando di non dire qualcosa di poco carino. Heaven annuì.-Mi hanno espulsa da tutte. Dopo un po' una scuola vale l'altra. Stessi armadietti, stessi snob, stessi pettegolezzi idioti-. Si spostò i capelli dagli occhi e abbassò lo sguardo sul piatto. -Magari sarà diverso qui- fece Aringarosa.- Vedrai che Silas ed io ti aiuteremo. Heaven e Silas si scambiarono un'occhiata dubbiosa, soppesandosi a vicenda. Dal sorrisetto di Heaven, Silas capiva benissimo che lo considerava un bigotto fuori di testa. Ma non gliene importava nulla perché lui l'aveva già inquadrata: era una ragazzina sfrontata destinata a scaldare la sedia davanti alla presidenza ogni due per tre.

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