Another Evans

di Pinns
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il cambiamento di Petunia Evans ***
Capitolo 2: *** La fine del viaggio ***
Capitolo 3: *** Cambio d'identità ***
Capitolo 4: *** Lettere via gufo ***
Capitolo 5: *** Avventure scolastiche ***
Capitolo 6: *** Strane, meravigliose scoperte ***
Capitolo 7: *** Abilità particolari ***
Capitolo 8: *** visite e cerimonie ***
Capitolo 9: *** Jo ***
Capitolo 10: *** Io non sono una strega! ***
Capitolo 11: *** Riunione ***
Capitolo 12: *** Io ho sempre ragione. ***
Capitolo 13: *** Non chiamarmi Gils! ***
Capitolo 14: *** Strane avventure con un Boccino. ***
Capitolo 15: *** Il canale dell'AMOORE. ***
Capitolo 16: *** Non dimenticarti di me. ***
Capitolo 17: *** Prime tappe a Diagon Alley. ***
Capitolo 18: *** Ce la farò. ***
Capitolo 19: *** EJ. ***
Capitolo 20: *** Alberi genealogici. ***



Capitolo 1
*** il cambiamento di Petunia Evans ***


Ehi! Mi sono appena registrata, e questa è la mia prima Fanfiction quindi... siate buoni, ma recensite, servono consigli! :)
Graazie,
Pinns;)


Il cambiamento di Petunia Evans

 

Nel viaggio in macchina con Dedalux Lux la famiglia Dursley rimase stranamente zitta, Petunia rimpianse il fatto di non aver augurato buona fortuna al nipote, capì di essere stata assolutamente perfida con la sorella, da quando Lily Evans aveva ricevuto la lettera di ammissione a Hogwarts lei era stata tremenda, e se ne pentì proprio mentre leggeva l'angoscia nei volti dei maghi che parlavano con suo nipote prima di separsi .Perchè aveva dovuto passare 17 anni guardando Harry, ricordarsi di Lily e vendicarsi sul figlio?

Perchè?

Lacrime silenziose scesero sul volto cavallino di Petunia Evans, cognome che aveva sempre rinnegato, usarlo voleva dire che lei era davvero imparentata con una strega, ma per la prima volta dopo molto tempo fu orgogliosa di quel cognome, e ripensandoci per la milionesima volta capì che era fiera di essere la sorella di Lily Potter, la sorella che era morta per proteggere il figlio, lei non avrebbe forse fatto lo stesso?

E decise che, quando tutto fosse finito (sapeva che sarebbe stato così) lei avrebbe cercato il nipote, e sarebbe andata a chiedere perdono, e sì avrebbe anche cercato la tomba della sorella, avrebbe reso omaggio a un'anima così nobile.

Vernon Dursely era indispettito, era una situazione assurda, dove stavano andando? Che ne sarebbe stato di loro? Sentì un singhiozzo appena soffocato e girò il suo grasso faccione, i suoi baffi tremarono, e per poco non mollò il volante, perchè Petunia stava piangendo? Pochi secondi dopo la vide trafficare dentro la sua borsetta di pelle nera, Petunia ne estrasse una scatolina azzurra chiusa da un grosso fiocco bianco un po' sgualcito come se fosse stato slegato tantissime volte. I piccoli occhi di Vernon Dursley vagarono interrogativi dal viso rigato di lacrime silenziose di Petunia alla piccola scatolina, le lunghe dita della donna slegarono il fiocco, aprirono la scatolina, Petunia estrasse una catenina d'oro bianco, era molto sottile, con un ciondolo a forma di giglio, un bellissimo giglio, bianco come la neve, i petali aperti verso l'alto, Petunia se lo rigirò tra le mani tremanti, sfiorò delicatamente il retro del ciondolo dove apparvero le seguenti parole:

Sarai sempre mia sorella, qualsiasi cosa accada.

Lily

La mente di Petunia cominciò a rispolverare vecchi ricordi, c'erano lei e Lily sulla sabbia calda, erano piccole, Lily con i suoi capelli rossi che le ricadevano sul viso grazie al vento, gli occhi verdi luminosi come due stelle, e un sorriso a 32 denti, stava costruendo un castello di sabbia, altissimo.

-Ehi Petunia, perchè non vieni a darmi una mano?

Petunia, era molto magra ma i capelli corti e neri erano vaporossissimi, colpa della salsedine, anche lei sorrise radiosa alla sorella e si apprestò a raccogliere le conchiglie per fare le finestre.

Un altro ricordo riaffiorò nella mente di Petunia, erano nella loro scuola elementare, era una scuola veramente graziosa e Petunia aveva ricordi bellissimi di quella scuola, tranne forse quello che stava per rivivere, dietro la scuola c'era un parco giochi dove tutti i bambini durante l'intervallo potevano andare a giocare, Lily con la sua divisa blu cobalto passeggiava con Grace e Millicent le sue due migliori amiche ''Babbane'' come dicono i maghi, cioè le persone senza poteri magici, Grace aveva lunghi capelli biondo cenere, la carnagione chiara e gli occhi verdi, ma neanche lontanamente belli come quelli di Lily, Millicent era anche lei bionda, ma il suo era un biondo più tendente al castano, portava degli occhiali neri, aveva il naso un po' schiacciato ma un sorriso simpatico.

Petunia invece era seduta da sola su un'altalena, indossava la sua divisa blu cobalto, e aveva raccolto i capelli stopposi in una coda di cavallo. Lily le stava correndo incontro e sorrideva, Petunia la salutò allegramente con la mano. Ma Lily presto si fermò.
-Attenta Petunia!
...SPLAT!

Il budino del pranzo (cioccolato) ricopriva completamente i capelli, la faccia e la divisa di Petunia, lacrime di umiliazione cadevano calde sulle sue guance...

-TU! Come osi sporcare di budino MIA sorella?

Eddy Stuart guardava Lily con un ghigno per nulla innocente come i suoi occhi azzurri potevano far pensare a tutte le maestre.

-Io non ho fatto assolutamente nulla.

-Si, e secondo te io potrei crederti?

-Uhm, si.

-Non ci penso neppure! IO ti ho visto!

-E' la mia parola contro la tua!
Bisogna tener conto del fatto che Eddy Stuart era il preferito dalle maestre, nutrivano una sorta di amore per quel bambino apparentemente angelico, gli occhi azzurri, la carnagione chiara, i capelli biondissimi e lisci, un angelo, poteva sembrare così, ma Lily sapeva, ne era certa, Eddy Stuart non poteva essere definito un angelo, per nessun motivo.

Petunia era ancora seduta sull'altalena, il budino che Eddy le aveva lasciato cadere sulla testa si stava sciogliendo e le aveva macchiato tutta la divisa, piangeva in silenzio, e guardava Lily che era solo una bambina di seconda elementare che teneva testa a un ragazzino di quinta, intanto Millicent che tra le migliori amiche di Lily era la più simpatica si avvicinò silenziosamente a Petunia e le porse un fazzoletto ricamato, Petunia cominciò a pulire la faccia, non staccava gli occhi da Lily.

Lily era rossa in viso, gli occhi verdi brillavano, guardava con così tanta intensità Eddy che pareva lo volesse sciogliere, ma accadde qualcosa di più straordinario, con un sibilo le corde dell'altalena affianco a quella dove era seduta Petunia si ruppero, l'altalena cadde e cominciò come per magia a rincorrere Eddy Stuart per tutto il parco, sembrava un piccolo carro trainato da due serpenti inferociti. Le urla di Eddy si persero al limitare del parco mentre tutti i bambini ridevano di quel buffo fatto...

-Lily ma come hai fatto? - chiese Grace, basita

-Io? Io non ho fatto proprio nulla

Ma non ci pensarono molto, continuarono a ridere di Eddy Stuart mentre aiutavano Petunia.

 

La Petunia del presente si risvegliò da quel turbine di ricordi, con le mani tremanti indossò la catenina d'oro bianco, accarezzandola dolcemente...

-Petunia? Tutto okey?

-Oh, s... si Vernon caro, tutto okey...

La donna appoggiò la fronte al finestrino e come per magia le riapparvero degli occhi verdi e luminosi, gli occhi di Lily Evans.

Quando tutto sarebbe finito Petunia avrebbe fatto ciò che avrebbe dovuto fare tempo, molto tempo prima; e si diede della stupida perchè in 17 anni non ci aveva mai pensato.

Dudley Dursley guardava anche lui fuori dal finestrino apparentemente perso nei suoi pensieri (avvenimento più unico che raro, ma ogni tanto succedeva pure a lui) guardava il paesaggio cambiare, prima la città con le sue case a schiera, le luci, poi mano a mano che si allontanavano il paesaggio mutava, ricco di alberi e prati, chissà che cosa stava facendo suo cugino? Avrebbe dovuto affrontare un compito durissimo come tutti quelli della ''sua specie'' dicevano? O era solo una grossa bugia?

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce squillante di Dedalux Lux, seduto accanto a lui

-Non siate così silenziosi, il viaggio è ancora lungo!

Al che Petunia ebbe un'illuminazione...

-Mi scusi, potrebbe raccontarmi la storia di mio nipote?

E ignorando la faccia sbigottita del marito al volante e del signor Lux si girò e sorrise radiosamente come non succedeva da un po' al suo interlocutore, anche Dudley rimase perplesso ma ora che sua madre lo aveva chiesto, anche lui aveva una gran voglia di sentire la storia.



Grazie per aver letto questo primo capitolo... che ne dite?

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Capitolo 2
*** La fine del viaggio ***


Ehi! Ecco qui il secondo capitolo, volevo ringraziare sicuramente  albyyy_black e gemellina_93 per le loro recensioni graditissime... Grazie! :D come vi avevo detto ecco il secondo capitolo!
Ringrazio anche 
ale146 che ha messo questa storia tra le preferite e CharmedAlis che l'ha aggiunta tra le ricordate
grazie ;) spero vi piaccia questo nuovo capitolo
thanks Pinns:)



La fine del viaggio

 

Superato l'imbarazzo iniziale Dedalux Lux aveva cominciato a raccontare la strana storia di Harry Potter ai suoi parenti.

 

- ...E così il piccolo Harry appena undicenne scese dentro la botola al quale Fufi, il cane a tre teste, come vi ho già detto, faceva la guardia, con i suoi migliori amici Hermione Granger, che stupenda ragazza, e Ron Weasley, lui lo conoscete per forza, sono una moltitudine di figli, tutti con i capelli rossi, sono i figli di Molly e Arthur Weasley, che gente simpatica, non siete mai diventati amici? Eppure è strano, Arthur ama i Babbani!

Petunia e Dudley ascoltavano rapiti, Vernon invece ogni tanto sbuffava ma sotto sotto anche lui prestava molta attenzione alla storia...

Avevano finito di raccontare la storia del primo anno di Harry, quando Voldemort aveva cercato di tornare per la prima volta. E ora erano quasi alla fine del secondo anno.

-... E così grazie all'aiuto della piccola Hermione, che era stata pietrificata, i due riuscirono ad entrare nella Camera dei Segreti, Harry, che parla il serpentese, la lingua dei serpenti riuscì ad...

-Allora aveva ragione Piers!

-Come dici Dud?

-Si mamma, ti ricordi quando per il mio compleanno avete portato me, Piers e Harry allo zoo ed è successo quel pasticcio con un serpente? Bè Piers dice che Harry stava parlando con quel serpente! Allora è vero! Lui non è per niente strambo, anzi, è maledettamente coraggioso!

Vernon Dursley rimase di sasso a queste parole, il SUO ragazzo che diceva che quello strambo di suo nipote era ''maledettamente coraggioso''? Non era possibile, sebbene anche lui ricordasse quell'episodio, non ci aveva mai fatto caso, ma sentire Dudley dire una cosa simile? Era decisamente strano...

-Hai ragione Dud, è stato maledettamente coraggioso, d' altronde è il figlio di zia Lily.

Eh no, questo era decisamente troppo! La sua Petunia ammetteva di avere una sorella, e la chiamava pure ''zia Lily'', ma che stava succedendo? Quel viaggio li stava rimbecillendo tutti quanti?

Dudley non prestò molta attenzione alle parole di sua madre, voleva sentire tutta la storia, aspettava che Dedalux continuasse.

-Orsù gente non interrompetemi! Siamo solo al secondo anno, ce ne mancano altri quattro, anche se alcune cose io non le so di certo, sono cose tra Silente, che brav'uomo che era! E Harry.

E mentre Dedalux raccontava il paesaggio mutava, gli alberi si facevano più radi, ma il cielo schiariva un poco, che bella notte, ma era anche la notte di un addio, no anzi, era la notte di un arrivederci, tra ciò che era e ciò che sarebbe stato.

Ormai erano giunti al sesto anno, avevano parlato di Sirius Black, del Torneo Tre Maghi che quando Harry vi aveva partecipato era siventato Quattro Maghi, di quella megera di Dolores Umbrige e dei Dissennatori che aveva mandato da Harry; quando avevano toccato l'argomento Dudley nonostante volesse ascoltare la storia non potè fare a meno di rabbrividire e di fare qualche mormorio sommesso sul fatto che quell'episodio non fosse stato particolarmente bello. Dedalux ora parlava della morte di Silente e tutti i Dursley (anche Vernon si era arreso ormai all'evidenza, quel ragazzo ci sapeva fare!) ascoltravano rapiti la storia del giovane e coraggioso Harry Potter, e mentre Lux parlava del funerale di Silente si ritrovarono tutti su una spiaggia, erano arrivati.

Il sole non era ancora sorto, ma poco mancava, un venticello leggero increspava la superficie del mare, nero come l'ignoto, ma loro, e pure Vernon dovette ammetterlo, non avevano paura, nonostante tutto si volevano bene, erano una famiglia...

-Bene ragazzi ci siamo!

La voce squillante del mago risvegliò la famiglia Dursley.

-Ora dobbiamo cercare la Passaporta

-E come è fatta scusi?- chiese Vernon sempre con il suo tono un po' burbero.

-Oh bè può essere qualsiasi cosa, ma penso che sia qualcosa di riconoscibile, siamo anche in anticipo, quindi, abbiamo tutto il tempo, sapete è stata pensata perchè io possa riconoscerla quindi...

-Che sia una lampadina?- era stato Dudley a parlare questa volta.

E con le sue dita grassoccie raccolse una lampadina che lampeggiava un po' di una luce azzurrina.

-Oh si, tu sei decisamente un ragazzo geniale! Ma abbiamo ancora -controllò l'orologio- più di un'ora, comunque grazie ragazzo, senza di te avremmo aspettato molto più tempo.

Dudley che non riceveva mai complimenti riguardanti la sua intelligenza ne fu piacevolmente colpito.

Ma Petunia si avvicinò timorosa al mago e gli sussurrò qualcosa all'orecchio...

-Oh si, penso di poterlo fare però non sarà certamente lo stesso.

-Oh non si preoccupi, basta che compaia la stessa scritta, a me interessa solo quello.

-Orsù allora mettiamoci al lavoro.

Petunia porse la catenina d'oro bianco a Dedalux e lui in pochi secondi ne fece un duplicato perfetto e lo porse alla donna, lei lo prese in mano e sfiorò delicatamente il retro del ciondolo, apparvero le seguenti parole:

Sarai sempre mia sorella, qualsiasi cosa accada.

Lily

-E' perfetta, grazie, e ora...

-Oh si si, allora... mi dica ciò che devo scrivere.

Petunia inspirò profondamente l'aria di mare e poi disse a Dedalux ciò che voleva scrivesse nel ciondolo.

Lux con un semplice incantesimo accontentò Petunia e le porse la catenina originale, lei lo prese e sfiorò il retro del ciondolo a forma di giglio dove ora apparivano le seguenti parole:

Lily avrebbe di sicuro voluto che lo avessi tu.

Perdonami, tua zia

-Scusi ancora signor Lux, non è che potrebbe prestarmi un foglio e una penna?

-Oh, non so che mi sta chiedendo, ma se vuole posso darle una pergamena e un po' d'inchiostro.

-Grazie, sono sicura che andrà bene.

Dedalux le porse una pergamena, una penna rossa e una boccetta d'inchiostro color porpora.

Poi roteò la bacchetta e una pietra si alzò dalla spiaggia, volteggiò a mezz'aria e Petunia ci appoggiò l'occorrente, cominciò a scrivere.

 

Caro Harry,

non mi aspetto che tu capisca o tanto meno mi perdoni, ma io voglio ugualmente dirti ciò che devo.

Mi dispiace, e te lo ripeterò anche un'infinità di volte, mi dispiace, e non so che dirti se non quello.

Mi dispiace di non essermi comportata come una zia che cresce suo nipote, ti ho tolto tutto ciò che potevo, pensavo di bearmi del fatto che tu stessi male, era un modo per vendicarmi di Lily.

Ma quanto ho sbagliato! Tanto, troppo, ho fatto in modo che il fatto che tu fossi come tua madre diventasse in casa mia motivo di scandalo perchè?

Perchè ero gelosa, e stupida, perchè quando tua madre ricevette la lettera per Hogwarts io morii d'invidia, perchè lei si e io no?

E tu sei sempre stato come lei, buono e gentile, nonostante quello che ti abbiamo fatto passare sei sempre rimasto allegro (perlomeno da ciò che il signor Lux mi ha detto) e con tutti i lutti, le delusioni ti sei rialzato come tua madre e scommetto pure tuo padre avrebbero voluto che tu facessi.

E mi dispiace che tu debba affrontare tutto questo, ma so che sarai all'altezza della situazione. Sei figlio di Lily dopotutto; anche se non so se lei mi avrebbe perdonata, ma mi piace pensare che lo avrebbe fatto, che saremmo tornate a giocare sulla sabbia se non fosse stato per... come si chiama? Oh si, Lord Voldemort.

Grazie per aver letto le scuse di una povera Babbana, il cui atto più coraggioso è stato quello di scrivere il nome di Colui che non deve essere nominato.

Riceverai questa lettera quando tutto sarà finito, quando tutti staremo in pace e Voldemort cadrà.

Se tu la ricevessi prima del tuo 17esimo compleanno tutto ciò per cui l'Ordine ha lavorato andrà in fumo (mi sono documentata, so tutto ormai su Traccie, Camere dei Segreti, Calici di Fuoco, Ordine della Fenice...)

Nella speranza che un giorno tu possa perdonarmi.

Zia Petunia

 

Petunia porse la lettera a Lux.

-Mi promette che gliela darà solo quando tutto sarà finito? Insieme al medaglione?

-Certamente.

-Allora tenga, e grazie

Rimasero per un altro quarto d'ora sulla spiaggia, Petunia e Dursley camminavano sulla sabbia bagnata parlando fitto di qualcosa che Vernon non capiva, così decise di intavolare una discussione con Lux.

Poi dopo un po'...

-Signor Lux si illumina!!

-Oh benissimo, allora signori miei dovete mettere un dito sulla lampadina, vedete? Come faccio io. Venite tutti qui!

I Dursley un po' perplessi obbedirono.

-3...2...1...

Poi provarono una sensazione stranissima, il dito non si staccava più dalla lampadina che ora lampeggiava di una luce azzurra molto più intensa (non che loro volessero staccarlo s'intende), si sentirono come tirati dall'ombelico in giù; decisamente strano, ma prima che potessero preoccuparsene più di tanto tutto finì, e si ritrovarono in un grande salotto illuminato.

 

Bè e anche il secondo è fatto
spero davvero che vi piaccia
miraccomando recensite
grazie:
)

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Capitolo 3
*** Cambio d'identità ***


Ehi, ecco il terzo capitolo, spero che vi piaccia, per favore recensite! :D Voglio sapere che ne pensate.
Volevo ringraziare Sev_the_best, gemellina_93 e albyyy_black per le loro recensioni :)
La piccola Crylliam che mi fa sempre commuovere :')
Le 4 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, lady marion che l'ha messa tra le ricordate, e le 6 persone che l'hanno messa tra le seguite.
spero vi piaccia
Pinns :)




Cambio d'identità

L'atterraggio non era stato dei migliori, Vernon e Dudley che non erano certo dei pesi piuma atterrarono bruscamente su un tappeto soffice, avevano un capogiro terribile; Petunia invece atterrò con leggerezza, anche lei sul soffice tappeto, ma prima che uno dei tre potesse dire qualcosa, guardarsi attorno o muoversi fu Dedalux a parlare.

-Eliza? Siamo arrivati!

Sentirono dei passi affrettati che si dirigevano verso di loro, una donna sbucò dalla porta più vicina; era bassottina e un po' rotondetta, aveva i capelli raccolti in una coda, un nasino all'insù e brillanti occhi grigi, nel complesso era molto carina.

-Oh, Dedalux! Siete arrivati! Non sai quanto avevo paura! E Hestia? Come mai non è con voi?

-Non preoccuparti Eliza, Hestia non è venuta con noi, è rimasta a casa, suo figlio ha il vaiolo di drago, doveva assolutamente portarlo al San Mungo, per fortuna sono riuscito a convincerla a rimanere a casa, voleva assolutamente venire!

-Oh Dedalux sono così contenta che stiate tutti bene!- e detto questo la piccola donna abbracciò stretto Lux, anche se gli arrivava soltanto alla base del collo, Petunia non potè fare a meno di pensare che fossero molto dolci.

Intanto la famiglia Dursley si era alzata in piedi.

-Ehm ehm!- era stato Vernon a parlare- scusate se vi interrompo ma...

-Oh si scusate- Eliza pareva un po' irritata- quindi voi dovete essere i Dursley, giusto? Io sono Eliza Lux, la moglie di Dedalux.

-Molto piacere.

-Posso offrirvi qualcosa mentre parliamo della vostra nuova sistemazione? Idromele, Burrobirra? Nel frattempo accomodatevi pure.- disse Eliza, fortunatamente l'irritazione era svanita e ora sorrideva.

-Oh Bé io gradirei della Burrobirra, grazie.-disse Petunia, anche lei sorrideva, pensò che per essere perdonata dal nipote avrebbe dovuto almeno cercare di essere gentile e amichevole con streghe e maghi, d'altronde non li stavano aiutando?

-Oh si, anche io ne vorrei una, grazie signora Lux- rispose Dudley che sorrise allo sguardo piacevolmente colpito di Petunia.

Petunia fu molto colpita dal comportamento del figlio, il loro discorso aveva fatto effetto, poi voltò il suo viso cavallino al marito aspettandosi che anche lui si dimostrasse un'ospite gentile, ma lui si limitò a borbottare.
-No grazie, io non prendo nulla.

I coniugi Lux uscirono dalla porta da dove Eliza era sbucata, e mentre Dudley si guardava intorno e ammirava quello strambo salotto con vari strani congegni, un meraviglioso camino di mattoni, dove il fuoco scoppiettava allegro, due sontuosi divani foderati con tessuti pregiati e variopinti, c'erano anche su dei mobili di legno scuro delle cornici lavorate con foto che si muovevano, aspetta... si muovevano? Com'era possibile? Le foto non si muovono! E mentre Dudley si poneva questi interrogativi i coniugi Dursley discutevano sottovoce, seduti su uno dei due soffici divani.

-Ma come puoi essere così maleducato, Vernon?- sibilava Petunia.

-Ma stai scherzando? Io non accetto niente di quello che uno di ''loro'' vuole darmi! Metti che lo abbiano avvelenato!

-Vernon! Come puoi dire una cosa simile? Ci stanno aiutando!

-Aiutando dici? Quelli vogliono toglierci la casa! Te lo dico io!

-Toglierci la casa dici? Ma sei ammattito? Ascolta Vernon, non capisco cosa abbia tu contro di loro.

-Petunia, non capisco che ti sta succedendo, da quando abbiamo salutato il ragazzo sei strana, hai ammesso di avere una sorella, e non lo fai da... da... sempre! Parli con uno di ''loro'' e pure Dudley fa come te! Sembra che vi stiano simpatici! Che vi succede?

-Abbiamo capito di aver sbagliato, di esserci comportati male, stiamo cercando di rimediare, Vernon, e dovresti farlo anche tu. Ah e soprattutto non chiamare mio nipote ''quel ragazzo''!

E prima che Vernon Dursley potesse ribattere i coniugi Lux riapparvero dalla porta e porsero a Petunia e Dursley le loro Burrobirre.

-Scusate il ritardo ma... non trovavamo i boccali.- disse Dedalux

In realtà non avevano bisogno né di boccali e né tanto meno di andare a prendere l'Idromele e la Burrobirra, bastava un semplice Incantesimo di Appello; avevano pensato che sarebbe stato meglio lasciare la famiglia Dursley un po' da sola per qualche momento, solo per farli rilassare un po'.

Petunia e Dursley assaggiarono la Burrobirra. Era deliziosa! Un poco della tensione si era come disciolta. Vernon guardava la scena sempre più allibito e contrariato. Il silenzio che si era creato fu interrotto da Dedalux.

-Bene signori Dursley, parliamo della vostra sistemazione fino a quando non sarà tutto finito. Vi trasferiremo in un piccolo paesino sulla costa, è un paese abitato in parte anche da maghi, così non sarà difficile rimanere in contatto. Il signor Vernon lavorerà alle poste e Dudley frequenterà il prossimo anno scolastico nella scuola locale, in quanto a Petunia farà la casalinga, come ha sempre fatto d'altronde, ovviamente la vostra casa sarà collegata con vie di comunicazione magiche, ogni tanto verremo a controllare come vanno le cose, se ci fossero problemi sarete immediatamente informati. Nel caso vi serva il nostro aiuto potrete contattarci via gufo, i camini non sono più sicuri come sapete ormai, i vostri vicini sono dei maghi così non avremo problemi, tutto chiaro gente?

Petunia e Dursley annuirono vigorosamente, Vernon grugnì contrariato.

-Oh Dedalux non hai dimenticato nulla? Non avranno più la loro identità, dovranno cambiare nome e cognome!- disse Eliza sorridendo al marito.

-Oh si, questa è la parte un po' più difficile, non sarete più la famiglia Dursley, ma la famiglia Ward. Per i nomi potrete tenere i vostri.

-Ma mi scusi, e mia sorella? A lei che direte?-chiese Vernon un po' spaventato.

-Bè sua sorella sa che siete a Maiorca, dove i suoi affari vanno benissimo. Faremo in modo che non faccia troppe domande- disse Eliza sempre sorridendo.

-Quindi se vi serve qualcosa potete chiedere ai Cook, i vostri vicini, il loro gufo; loro sanno che Petunia è una Maganò. Non faranno troppe domande. Ora se non vi dispiace la vostra Passaporta sta per partire, nella vostra nuova casa troverete tutto ciò che vi serve, documenti, soldi... vi aggiorneremo al più presto.

Tutti si alzarono come se fossero stati pizzicati.

Un vaso di porcellana rosa si illuminava pericolosamente. I Dursley, anzi i Ward fecero appena in tempo ad aggrapparsi prima che potesse partire senza di loro. Il tempo di un sorriso ai coniugi Lux che la Passaporta partì.

Petunia sentì la stessa strana sensazione e prima che potesse lamentarsi si ritrovò fianco a fianco a Vernon in un ingresso poco illuminato; dove la famiglia Ward avrebbe vissuto fino a che tutto non fosse finito.


 

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Capitolo 4
*** Lettere via gufo ***


Salve! Ecco il 4 cap. Spero che vi piaccia, recensite per favore!
Ah un'altra cosa xD se siete dei nuovi lettori per favore commentate anche i primi capitoli, voglio sapere che ne pensate! grazie :)
Ringraziamenti;)
Ringrazio le 5 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, lady marion che l'ha messa tra le ricordate, e le 12 persone che l'hanno messa tra le seguite
graazie :D
Poi...
grazie a : gemellina_93, Sev_the_best, sawakochan, Allice_rosalie_black e albyyy_black (anche se non ha commentato il terzo cap. spero l'abbia letto) :D
E come sempre un bacio alla piccola Crylliam 
Bene... 
Buona lettura! :D
Pinns


Lettere via gufo

Un buon odore di caffè e brioces al lampone riempiva la cucina del numero 9 di Appleton Street.

I Ward abitavano lì da quasi un anno ormai ma il signor Ward non si era ancora abituato alla ''nuova'' sistemazione, non gli piaceva, anzi odiava davvero il suo lavoro, e non perdeva occasione di lamentarsene, solo a casa però, ci teneva a fare bella figura. Ma in quel momento era a casa, poteva lamentarsene quanto e come voleva! Così mentre sua moglie gli versava del caffè nella tazza...

-Petunia cara, non sai quanto detesto questo lavoro!

-Si Vernon, lo so, lo ripeti ogni santo giorno da quasi un anno, credimi, lo so bene.

Vernon continuava imperterrito.

-E poi quel.. quel...

-Gray, caro

-Si si proprio lui. Pensa di starmi simpatico, continua a parlarmi dei problemi con sua moglie, ma a me non interessa minimamente! E poi...

-Poi ti prende sempre le penne senza chiedertelo, lo so caro lo so.- disse Petunia mentre sfornava le brioces al lampone e le disponeva su un piattino, il tutto fatto con assoluta calma, l'assoluta calma di chi ascolta la stessa cosa ogni giorno.

Passi pesanti e veloci avvisarono i coniugi Ward che il loro figlio Dudley stava arrivando a fare colazione.

In quasi un anno Dudley era cresciuto parecchio; prima di tutto era dimagrito molto, e la ciccia aveva lasciato spazio a muscoli ben curati, i capelli non erano più lunghi ma corti, sempre lisci certo, ma almeno non lo facevano più assomigliare a un maiale con la parrucca (come Harry si era premurato, estati prima, di apostrofarlo).

-Mamma, papà io vado con Gilda, Paul e Kelly, ci vediamo dopo, va bene?- disse mentre addentava una deliziosa brioces e infilava il giubbotto.

-Certo caro, vuoi un po' di brioces da portare ai tuoi amici? Ce ne sono tante!

-Ma certo mamma! Sai che amano i tuoi dolci!

E mentre Petunia poneva alcune delle tante brioces in una bustina qualcosa bussò alla finestra.

Un piccolo tonfo sordo avvisò tutti che Petunia era corsa alla finestra e che le brioces erano cadute sul pavimento.

...Ti prego fa che sia lui, ti prego, per favore!... pensò Petunia mentre slegava con mani tremanti una piccola pergamena dalla zampa di una nera civetta dagli occhi ambrati, la donna le porse una brioces, ne aveva fatte davvero troppe!

Le mani le tremavano da morire, succedeva sempre così per qualsiasi lettera, qualsiasi gufo vedesse svolazzare tra i camini di Appleton Street.

Il tempo sembrava essersi fermato, Dudley aveva ancora la brioces tra i denti, Vernon aveva ancora tra le mani la sua tazzina di caffè nero e girava distrattamente lo zucchero.

Ti prego, ti scongiuro, fa che quella maledettissima lettera dica che è tutto finito! Che dobbiamo tornare alla vita di sempre!... pregava Vernon, lo faceva sempre, con la stessa frequenza cui lo faceva sua moglie, anche se odiava i gufi ogni volta che ne vedeva uno sperava, sperava con tutto se stesso.

Gli occhi di Dudley invece vagavano terrorizzati dalla madre alla lettera.

Ti prego, per favore fai che quella lettera sia una delle tante di Dedalux, per favore! Fai che sia un avviso della sua prossima visita, ti prego! Non voglio tornare alla solita vita! Qui sto bene, non voglio tornare a Londra, qui ho Paul, Kelly e lei... Gilda...

Il cuore di Dudley fece una capriola poi sprofondò, odiava i gufi, ogni volta aveva paura che in una lettera ci fosse scritta la sua più terribile paura: andare via. Lui voleva rimanere in quel paese, in quella scuola dove si era inserito magnificamente, dove aveva trovato veri amici, e Gilda, la ragazza dagli occhi blu che aveva conosciuto il primo giorno di scuola.
I ricordi di Dudley riaffiorarono.
Il primo giorno di scuola lui era parecchio nervoso, decisamente troppo nervoso! Era arrivato tardi e mentre correva veloce verso l'aula dove supponeva ci fosse la sua lezione andò a sbattere contro qualcosa, qualcuno, era lei, Gilda, fu subito incantato da quei bellissimi occhi blu e i loro sguardi si incatenarono in un istante...

-Ehm... ciao

-Ciao

Mentre Dudley cercava di avvicinarsi di più alla ragazza urtò qualcosa con i piedi, libri, montagne di libri; dovevano essere caduti alla ragazza durante il loro piccolo scontro.

-Oh, mi dispiace ti sono caduti i libri, ti aiuto.- E così dicendo si chinò per raccogliere i libri, poco dopo essersi rialzato lei gli porse una mano tremante.

-Io sono Gilda, molto piacere- disse sorridendo, che bel sorriso aveva!

-Ciao Gilda, io sono Dudley.

-Bè Dudley ci si vede in giro no?

-Oh, si

E il caso, meraviglioso, unico fato fece si che i due capitassero a lezione insieme, e che nascesse una forte amicizia, se si vuole chiamare così.

 

Dudley fu risvegliato da un urlo gioioso e glorioso del padre.

-Si! SI SI SI!! Figliolo ce ne andiamo! E' tutto finito! Quel Lord Coso è morto!

Il cuore di Dudley sprofondò un altro po'.

Si sedette su la sedia più vicina e sprofondò la testa tra le mani. Vernon saltava come se fosse stato pizzicato, aveva fatto già tre volte il giro della casa...

Petunia con dita tremanti aveva slegato il laccio rosso che legava la pergamena dove erano scritte le seguenti parole.

Voldemort è morto, il suo regime è caduto, ora saremo in pace.
Questo pomeriggio Dedalux verrà a casa vostra per parlarne meglio con voi.

Saluti, Harry.

 

Il cuore di Petunia aveva spiccato il volo ed era precipitato nello stesso istante. Era così... così... freddo; il che voleva dire solo una cosa: non li aveva, non l'aveva perdonata!

Stava per ripiegare quella maledetta lettera e gettarla nel grande camino dove il fuoco scoppiettava quando notò che qualcosa si muoveva sulla pergamena, un poco spaventata la guardò più attentamente, delle parole si componevano, erano scritte con dell'inchiostro blu scuro:

 

Cara zia, solo tu puoi vedere questo messaggio.
Un gufo verrà da te non appena zio Vernon e Big D saranno usciti.

Rispondi presto alla prossima lettera.

Tuo nipote, Harry

 

Il cuore di Petunia parve leggero come l'aria.

Vernon era paonazzo, aveva fatto il giro della casa per almeno 10 volte. Pareva stesse per scoppiare, e non era certo un bello spettacolo, ma era felice, felice in una maniera assurda. Dudley era l'esatto opposto del padre, seduto su una sedia foderata di stoffa verde si teneva la testa tra le mani e singhiozzava impercettibilmente, i suoi peggiori incubi si erano esauditi! Perchè? Perchè a lui!?

-Ragazzi basta, basta. Stop! Dudley tu tirati su, prendi le brioces e vai dai tuoi amici, devi andare a scuola, non serve ti dica che non devi farne parola con nessuno. Ora vai! Sei ancora in tempo- disse Petunia risvegliando tutti e sorridendo radiosamente, porse la bustina con le brioces al figlio, gli diede un tenero bacio sulla guancia e gentilmente lo spinse verso la porta d'ingresso.

-Vernon! Smetti di saltare e calmati! Siediti, bevi il tuo caffè e vai velocemente a lavoro! E cerca di comportarti bene. Non è detto che ce ne dobbiamo andare proprio ora, e sii gentile con i colleghi.

Vernon annuì un po' contrariato, ma quella era proprio una bella giornata! Una meravigliosa giornata!

Dopo aver salutato la moglie e essersi chiuso la porta alle spalle andò fischiettanndo verso la sua macchina.

Petunia potè fare in tempo a sedersi su una poltrona soffice e morbida per godersi un poco di tranquillità e mangiare una delle sue brioces, ne aveva fatto davvero troppe!

Aveva appena finito di mangiarla quando sentì un leggero bussare alla finestra.
Un gufo con le piume arruffate e color mandorla con gli occhi color ambra, bussava, aveva un messaggio, un messaggio importante da consegnare.

Petunia si alzò di scatto e aprì la finestra, il gufo entrò planando dolcemente e si posò su una sedia, aspettando tranquillo che Petunia prendesse il biglietto che stava legato alla sua zampa. 

 

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Capitolo 5
*** Avventure scolastiche ***


Salve salvino (non pensate male per questo saluto un pò... equivoco :D)
Ecco il 5 capitolo.
Prima però volevo spiegare una cosetta... il nome Appleton Street, l'ho inventato io, cioè, io ho trovato il cognome Appleton, mi è piaciuto e l'ho usato per sare il nome alla via dove vivono i Ward. Grazie a Sev_the_best ho scoperto che esiste davvero D: e che è in Australia.
Quindi voi... fate finta che non esista, che sia solo il nome di una via, in un paese di cui voi non sapete nulla :D. Ok? :D
Bene bene, passiamo ai ringraziamenti:
Ringrazio le 6 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, lady marion che l'ha messa tra le ricordate e poi le 17 persone che l'hanno messa tra le seguite.
Sev_the_best, Allice_rosalie_black, Cloe black e... Miseriaccia! anche albyyy_black :)
e come sempre un bacio alla piccola Crylliam.
Ehi! Ricordatevi di commentare!!
spero vi piaccia
Pinns:)



Avventure scolastiche


Cara zia,

ti ho perdonata. Ti ho perdonata nel momento in cui poco prima di separarci ho notato un velo di preoccupazione nei tuoi occhi, nel momento in cui Dedalux mi ha consegnato la tua lettera, anche quando da piccolo ogni volta che ti chiedevo di mia madre tu cambiavi discorso arrabbiata, ma io nei tuoi occhi vedevo tanta tristezza.

Non posso nascondere però che la mia infanzia sia stata non proprio bellissima, ma, come Silente vi ha ricordato tempo fa, sono arrivato a Hogwarts sano e salvo e possiamo dire che sia questo l'importante.

Li ho rivisti sai? I miei genitori, mi hanno parlato, c'era anche il mio padrino ''l'assassino'', non mi sono mai premurato di dirvi che era innocente, non aveva commesso nessun omicidio.

La mamma era così bella, davvero, stavo per morire, era quello che pensavo io in realtà, ma loro mi hanno accompagnato e rassicurato, penso sapessero che non sarebbe successo nulla.

La fine di Voldemort, l'ultima battaglia, non hanno portato solo sollievo, ma tante, troppe vittime, e temo per voi, non abbiamo ancora catturato tutti i suoi seguaci, potrebbero venire a cercarvi per arrivare a me, come hanno cercato di fare già in passato, ma voi eravate, e siete, protetti perciò non dovete preoccuparvi.

Sai, anche io penso che la mamma ti avrebbe perdonato, anzi ne sono sicuro.

Devo andare zia, la battaglia è finita da solo dodici ore, volevo foste tra i primi a saperlo.

Verrò a trovarvi presto.

Harry

 

Il viso di Petunia si rigò di lacrime silenziose e gioiose, l'aveva perdonata! Tutta la preoccupazione che aveva sentito durante quei mesi si era come disciolta.

Quando ebbe finito di leggere la lettera del suo sollievo, e ebbe risposto; dopo moltissimi anni ebbe il coraggio di rispolverare le vecchie foto di famiglia, quelle dove c'era anche Lily.

 

Intanto Dudley era in preda a problemi ben peggiori. Camminava distrattamente per le strade affollate, non aveva incontrato i suoi amici all'appuntamento, aveva mandato un messaggio a Paul per dirgli che non ce l'avrebbe fatta ad arrivare in tempo, il che era una bugia, voleva rimandare il più possibile il momento in cui i suoi amici e Gilda lo avrebbero visto così depresso; per strada aveva cercato di convincersi del fatto che aveva ancora tempo, che non se ne dovevano andare subito, che avrebbe trovato un modo... ma non ci riusciva. E mentre camminava perso nei suoi tristi pensieri si accorse di essere a scuola, si guardava in giro un po' sorpreso del fatto che fosse arrivato così presto quando notò due strabilianti occhi blu che lo osservavano curiosi e preoccupati.

-Ehi Dudley va tutto bene?- chiese Gilda avvicinandosi con Paul e Kelly che si tenevano per mano.

-Ciao Gilda! Oh... si si va tutto bene... perchè me lo chiedi?- rispose Dudley cercando di apparire il più naturale possibile.

-Sembri strano.

-E' vero amico hai un'aria così depressa!

-No non è niente di grave.

Kelly lo guardava attentamente, con i suoi occhi color nocciola lesse un po' di disagio sul viso di Dudley, e decise di salvare l'amico dalle domande di Paul e Gilda.

-Ehi Dud, hai qualche dolcetto di tua madre?

-Oh, si oggi ha fatto le brioces al lampone- rispose sorridendo impercettibilmente in direzione di Kelly.

-Amico, io amo tua madre!

Ma Gilda continuava a guardare Dudley con attenzione, i suoi occhi blu lo studiavano attentamente, stava per chiedergli qualcosa quando la campanella suonò.

-Gilda tu che lezione hai ora?- chiese Kelly.

-Oh, io... ho... ho Geografia.

-Perfetto allora, andiamo o la Gordon si arrabbierà- e così dicendo trascinò l'amica verso l'aula più vicina, Gilda si girò appena in tempo per incontrare gli occhi di Dudley, lui le sorrise e poi si diresse verso l'aula di Matematica seguito da Paul che continuava a elogiare delle doti culinarie di Petunia.

La mattina trascorse placida, sonnolenta e molto, molto depressa; Dudley aspettava con terrore l'ora di Biologia, era l'unica lezione in tutta la giornata che aveva in comune con Gilda che, in assenza di Kelly che aveva Musica, si sarebbe sicuramente seduta vicino a lui. In realtà lui amava Biologia solo per questo, ma quel giorno desiderò non essere a scuola.

All'ultima ora decise così di sedersi all'ultimo banco, sperando che lei non lo vedesse, si sbagliava, si sbagliava di grosso, appena entrata Gilda andò a sedersi nel posto libero accanto a lui.

-Allora...- gli sussurrò non appena ebbe preso posto

-Allora cosa?

-Vuoi per favore dirmi che ti succede?

I loro occhi si incontrarono e Dudley desiderò ardentemente dirle tutto, dei Dursley, di Voldemort che aveva deciso di morire proprio quel giorno, di suo cugino, del fatto che da un momento all'altro sarebbe dovuto tornare a Londra a Privet Drive o chissà dove, e avrebbe dovuto lasciarla lì senza di lui.

-Nulla, non ho nulla.

-Stai mentendo.

-Non è vero.

-Oh si è così, ma se non vuoi dirmelo, ti capisco.- e detto questo abbassò gli occhi che fino a un secondo prima erano incatenati a quelli di Dudley.

Dudley fu colto alla sprovvista.

-Non è che non voglio dirtelo, è che... che... non posso.

-Qundi c'è qualcosa!

Lo aveva fregato.

-Ragazzi, laggiù! Voi smettete di chiacchierare e ascoltate la lezione- disse il professor Weber un po' contrariato. I suoi studenti migliori che chiacchieravano proprio mentre lui spiegava un nuovo argomento. Roba da matti.

La lezione trascorse tranquilla e quando la campana suonò Dudley preparò velocemente la borsa e si diresse a tutta velocità verso la porta. Quando una volta uscito incontrò Kelly e Paul seguiti a ruota da Gilda che stava per chiedergli qualcosa...

-Ops, mi dispiace ma ecco... devo tornare presto a casa, ci... ci sentiamo!- e detto questo Dudley partì a tutta velocità verso casa, lasciando i suoi amici un po' interdetti.

Una volta arrivato a casa trovò sua madre seduta su una poltrona che guardava vecchie foto, e Vernon che preparava il pranzo (cosa quasi mai vista) canticchiando allegramente. Dudley lo trovò abbastanza irritante.

Salì in camera sua e ci rimase per delle ore, guardando il soffitto con aria afflitta, ignorando la fame e i genitori che lo avvisavano che il pranzo era pronto. Scese solo quando sentì la porta d'ingresso aprirsi e richiudersi e la voce di sua madre che diceva...

-Salve Dedalux.

Dudley scese di corsa le scale, voleva sapere tutto quello che era successo.

-Oh salve Dudley- lo salutò allegramente Dedalux

-Salve Lux.

-Bene ora vi racconterò ciò che è successo tra Harry e Colui-che-non deve-essere-nominato...

Stava per cominciare quando il campanello suonò.

-Chi sarà?- chiese Petunia sorpresa, non dovevano ricevere nessuna visita.

-Non so mamma, vado io comunque.

Quando Dudley aprì la porta d'ingresso, due occhi di un blu stupefacente lo guardavano determinati.

-Dudley, dobbiamo parlare.


Ehi! Che ne dite? Pensate che Dudley sia un pò troppo depresso? E di Gilda che mi dite?
recensite... recensite... recensite
lo so vi sto stressando ma...
recensite :)
baci alla prossima

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Capitolo 6
*** Strane, meravigliose scoperte ***


Salve:) ecco il 6 capitolo. Spero che vi piaccia:) recensite per favore, o leggete e basta, fate come volete, ma leggetelo almeno :D
Ringraziamenti:D
ringrazio le 6 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, lady marion che l'ha messa tra le ricordate, le 22 persone che l'hanno messa tra le seguite, grazie;)
Poi ringrazio Sev_the_best (non essere così giù!!), gemmellina_93, Sabira7 e ily90 che l'hanno recensita per la prima volta ;), la mitica albyyy_black 
e come sempre la mia piccola e dolce Crylliam :)
bè... buona lettura!!
alla prossima
Pinns:)



Strane, meravigliose scoperte

 

Dudley guardò Gilda preoccupato, i suoi occhi blu lanciavano fulmini in tutte le direzioni. Che aveva combinato!?

-Uhm, parliamo allora-disse Dudley uscendo dalla porta e accostandola.

-Va bene, spiegami che accidente ti prende?

-Ti ho già detto che non ho nulla.

-Pensi davvero che sia così... così... tonta da non accorgermi che non vuoi dirmi... cioè dirci... che succede! Io Paul e Kelly siamo tuoi amici! Dovresti dirci ciò che ti fa stare così male! Per lo meno a me dovresti dirlo- Gilda sussurrò l'ultima frase, ma Dudley la sentì ugualmente, il suo cuore fece una capriola.

I vicini del numero 10 guardavano incuriositi quella scena, Gilda li notò...

-Non pensi sia meglio entrare? Per parlare... ecco da soli.

Dudley era un po' titubante, ma alla fine acconsentì, anche i vicini del numero 8 e 12 li guardavano. Perchè ovunque andasse i vicini non si facevano mai gli affari loro?

Appena varcata la soglia Lux andò incontro a Dudley non notando Gilda che era rimasta sulla soglia.

-Orsù Dudley quindi chi era?

Gilda si fece avanti.

-Salve, io sono Gilda, Gilda Colet. Buon pomeriggio signori Ward.- disse tendendo una mano a Lux.

-Salve Gilda cara. Prego accomodati- rispose Petunia, un po' spaventata, la ragazza era arrivata al momento sbagliato.

Petunia era troppo occupata a preoccuparsi del fatto che Gilda scoprisse qualcosa che non notò Vernon che con la gentilezza che lo distingueva salutava borbottando Gilda e Lux che era rimasto imbambolato. Pareva stesse contemplando qualcosa di raro e prezioso.

-Salve Gilda, io sono Dedalux Lux, piacere di conoscerti.

Petunia fece accomodare gli ospiti in salotto, e servì loro le solite ottime brioces al lampone, ne aveva infornato delle altre durante la mattina, con del caffè.

Erano tutti seduti comodamente sui divani soffici quando Lux ruppe il silenzio decidendo di fare quella domanda che gli bruciava le labbra.

-Scusa Gilda, ma discendi per caso dai Jewed?

Gilda rimase un po' sorpresa da quella domanda, le avevano detto che solo quelli...

-Lux, lei fa parte dell'Ordine della Fenice?

-Certo.

Dudley guardava la scena sbalordito, era come se il mondo si fosse invertito e Lux e Gilda si conoscevano, anzi lui la riconosceva, e Lux, Dudley era certo di questo, conosceva solo maghi, il che voleva dire solo una cosa...

-Gilda, tu... sei una strega?- appena ebbe pronunciato queste parole, nella mente di Dudley tutto ebbe stranamente senso.

-Dudley, tu come fai a sapere che esistono ancora maghi e streghe? Anche tu sei un..- chiese Gilda esaltata, ma fu subito interrotta.

-No, non lo sono.

-E allora come...?

-Gilda penso sia il momento di raccontarti la storia di questa famiglia, d'altronde Colui-che- non-deve-essere nominato è caduto, e i Ward se ne andranno tra quelche giorno...- Lux non si accorse minimamente del caos che aveva provocato.

La curiosità di Gilda si azzerò, ammutolì all'istante. Se ne andavano, lui se ne andava, lei sarebbe rimasta di nuovo sola.

-Se... se ne vanno?- chiese con un fil di voce.

-Certamente, non hanno più motivo di stare qui.

E all'improvviso Gilda capì, la faccia scura di quella mattina, la fretta di andarsene. Dudley lo sapeva, sapeva tutto, e non glielo aveva detto.

Prima che i suoi occhi si riempissero di lacrime decise di lasciare la scena, così si alzò di scatto.

-Grazie signora Ward, ma ecco... devo... devo tornare a casa- disse tutto d'un fiato.

Dudley, che aveva notato il suo cambiamento di umore decise di seguirla mentre varcava velocemente la soglia... ma lei cominciò a correre.

-Gilda aspetta!
Lei non rispose, continuò a correre.

Dudley urlò e la rincorse per tutta la via, fino a che lei non svoltò verso destra, in Dyce Street, quando ansante decise di fermarsi.

-Vuoi... vuoi dirmi... che... che ti è preso!?- chiese Dudley.

-A... a me?

-Si.

Gilda decise di prendere fiato e fermarsi. Se avesse cominciato a correre di nuovo lui l'avrebbe presa, e poi aveva una gran voglia di dirgli quello che pensava, sentiva la rabbia montarle dentro...

Dudley la guardava allarmato, gli occhi blu della ragazza brillavano pericolosamente...

-Bè vediamo allora, te ne vai, mi lasci, ci lasci qui. E non ti sei neanche preoccupato di dircelo!

-Gilda, tu... voi... non dovevate neppure saperlo.

-Oh meraviglioso, questo sistema le cose vero? Sai che ti dico!? Le peggiora! Ci avresti lasciato qui, sparendo senza una parola??- disse arrabbiata, sulla soglia delle lacrime.

-Pensi che mi diverta? Che sia di conforto il fatto che voi non sappiate nulla? Lasciarti così!? Ma io Gilda non so che fare, non posso farci nulla se mio cugino ha deciso di uccidere oggi quel Lord Coso o come diavolo di chiama!

Stavano alzando troppo la voce, lo sapevano, ma non importava, dovevano chiarire, e prima lo avessero fatto, meglio sarebbe stato.

-Tuo...tuo cugino!?

-Siediti Gilda- e così dicendo Dudley si sedette sul marciapiede.

La ragazza obbedì e lui cominciò a raccontare tutta la storia, dei Dursley, del cugino, delle varie lettere...

Quando ebbe finito Gilda rimase zitta per un po'...

-Sei il cugino di Harry Potter?

-Si

-E Lord Voldemort è morto, lui lo ha ucciso?

-Si.

Gilda sorrise radiosamente...

-Allora non dobbiamo preoccuparci.

-E perchè?

-Perchè anche io posso tornare alla mia solita vita.

E detto questo lo baciò, e tutti i motivi delle loro incomprensioni diventarono poco importanti.

L'unico fatto importante fu probabilmente che con un bacio riuscirono a dirsi quello che in anno non erano riusciti neppure ad accennare.

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Capitolo 7
*** Abilità particolari ***


Saalve! Ecco il 7 cap. scusate il ritardo xD

Ditemi che ne pensate, non sono molto sicura di questo capitolo. Anche le recensioni negative sono utili! :D

Ringraziamenti:

per le loro graditissime recensioni: Sev_the_best, gemellina_93, HarryPotterBooks, e per le mutande di Merlino! Anche la mitica albyyyblack con i suoi abbracci fuffolosi *-*

e come sempre la piccola Crylliam :D

Ringrazio anche le: 8 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 3 che l'hanno messa tra le ricordate e le 26 persone che l'hanno messa tra le seguite!

Buona lettura
Pinns:)

 

 

Abilità particolari

 

Il sole illuminava le villette a schiera proiettando le ombre degli alberi rigogliosi sulle strade poco trafficate. Il vento leggero soffiava per le vie e scompigliava dolcemente i capelli di Gilda Colet...

-Ehm, ehm...

-Ma chi cavolo...

-Salve Dedalux.

-Io... scusate se interrompo, ma...- l'uomo cercava di scusarsi e contemporaneamente di prendere fiato.

-Ma?- disse Gilda, sorridendo, quell'uomo le faceva ridere, con la sua veste colorata tutta stropicciata, il fiato corto...

-Ma l'Ordine vuole vedere te e la tua famiglia- disse Dedalux tutto d'un fiato.

Il sorriso sul volto di Gilda sparì, l'ultima volta che aveva visto quelli dell'Ordine, era stato per una notizia terribile...

Dudley che aveva notato la tensione della ragazza le sussurrò...

-Non preoccuparti, vorranno solo avvisarvi del fatto che Lord Moldemort è morto.

-Lord Voldemort.- lo corresse Gilda più rilassata.

- La tua famiglia è già dai Ward.- la avvisò Lux.

Detto questo i tre si incamminarono verso il numero 9 di Appleton Street.

Una volta entrati nel salotto dei Ward Gilda trovò i suoi genitori e suo fratello, tesissimi accomodati sul soffice divano.

Accomodata con aria elegantemente felice su una poltrona stava Hestia Jones.

Una volta entrata Gilda si sedette vicino a suo fratello Alan. E la riunione poté cominciare.

-Salve signori Jewed- salutò allegramente Hestia- e anche voi signori Dursley, in realtà la riunione non si sarebbe dovuta tenere in casa vostra, ma dato che Dedalux e Gilda erano qui ...Va bene, cominciamo con le notizie importanti.- detto questo fece una pausa, sorrise radiosamente, poi urlò lasciando che tutta la felicità che la invadeva uscisse fuori...

- Lord Voldemort è caduto! Harry Potter ha vinto!

Grida di felicità esplosero nel salotto curato della famiglia Ward. Alan abbracciò stretta Gilda, i coniugi Colet si abbracciarono felici.

Poco dopo, quando tutti si furono calmati fu Alan a parlare, il ragazzo era alto per la sua età (più o meno quattordici anni), aveva i capelli ribelli e scuri, e gli occhi di un blu stupefacente come quelli di Gilda e del padre, la madre invece aveva gli occhi color ambra e i capelli neri, la carnagione scura e il viso spruzzato di lentiggini. Il ragazzo chiese a Hestia di raccontare loro la storia della battaglia di Harry Potter, quando la donna ebbe finito fu il signor Colet a parlare.

-Quindi mi dica, Hestia, ora possiamo tornare a casa, in Irlanda?

-Dobbiamo sistemare delle cose, ma al più presto potrete tornare a casa signor Jewed.

Al che Vernon non ce la fece più. Aveva assistito alla scena seduto su una delle sedie foderate, stringendo la mano di Petunia, aveva ascoltato tutto cercando di calmarsi, di capire per lo meno, ma era difficile, dannatamente difficile, così dopo un po' non ce la fece più. E sbottò.

-Ma si può sapere perchè continuate a chiamarli Jewed? E non mi dica che ''sono faccende dell'Ordine''!

-Vernon caro, calmati.

-Non dirmi di calmarmi!

A Petunia non piaceva litigare in pubblico, così cercò Lux con lo sguardo sperando che la aiutasse, fortunatamente l'uomo era attento.

-Bè Hestia, signori Jewe...Colet, io penso sia ora di spiegare la vostra storia.

-Forse ha ragione.

-Bene signori Ward, o Dursley, mettetevi comodi, stiamo per raccontarvi la storia della famiglia Jewed.- disse allora con tono affabile Alan.

Così il padre cominciò a raccontare la storia della sua famiglia.

-Fin dall'inizio dei secoli, quando ancora maghi e Babbani, vivevano in pace, assieme, i Jewed si distinguevano per la loro notevole bravura come pozionisti, pozioni difficili, che un mago normale riusciva a stento a capire i nostri antenati riuscivano a prepararla in pochi giorni. Fu così che qualche secolo fa, un mio avo creò una pozione potentissima, in base alla quantità che se ne assume questa pozione può contrastare gli effetti delle tre maledizioni senza perdono, Imperius, Cruciatus e poi il più terribile, l'Anatema che uccide.

Immaginate che attrazione era per Voldemort, se ne fosse impadronito sarebbe stato davvero invincibile non sarebbe mai morto, quante altre persone avrebbe potuto uccidere? Il Ministero della Magia sarebbe stato suo in un secondo. Per questo abbiamo deciso di nasconderci quando lui è salito al potere la prima volta, con l'aiuto dell'Ordine naturalmente, ci siamo nascosti anche quando tutti dicevano che lui era ''scomparso'' che bugia colossale, lui aspettava nell'ombra, lo sapevamo, e quando è tornato e ha rapito e ucciso mio padre abbiamo deciso di aumentare la nostra protezione, chiedendo ancora una volta l'aiuto dell'Ordine, che ci hanno consigliato di venire qui.

-Perchè Voldemort vi cercava? Non poteva semplicemente rubare la ricetta?- chiese Dudley con un filo di voce.

Questa volta fu Gilda ad intervenire.

-Solo noi Jewed sappiamo prepararla non sappiamo perchè. E' una nostra caratteristica, come i nostri occhi, tutti i Jewed hanno gli occhi blu, tutti, non ne troverai uno che non li abbia. La nostra ''abilità'' permette solo a noi di preparare quella pozione, per questo Voldemort aveva bisogno di uno della famiglia, e quando mio nonno si è rifiutato, era frustrato dal fatto di non riuscire a scalfirlo con le maledizioni senza perdono, così ha deciso di ucciderlo alla vecchia maniera.

-Quale?

-Una pugnalata al cuore.

Un silenzio tombale cadde nel salotto. Dudley incurante degli sguardi che lo accompagnarono si diresse verso Gilda e l'abbracciò stretta, lei tremava un poco, e il ragazzo pensò stesse per piangere, ma lei non lo fece, non l'avrebbe mai fatto. Era forte, come la sua famiglia. E se c'era una cosa per cui era fiera della sua famiglia era proprio quella. I Jewed non piangevano, non si arrendevano mai, loro lottavano, sempre, come suo nonno aveva dimostrato.

 

Ehi che ne pensate? E' troppo ''strano''?

Recensite mi raccomando xD

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Capitolo 8
*** visite e cerimonie ***


ma saalve! siamo all'8 capitolo, aspetta giaà all'ottavo capitolo!? Io vi amo!
e per questo ho deciso di rendere questo capitolo un pò più lungo :) Anche perchè mercoledì parto e ritorno domenica mattina, magari un'altro capitoluzzo riuscirò a metterlo :D non si sà ;D
recensite, recensite, recensite!
ringraziamenti:
gemellina_93 che è rimasta scioccata dalle rivelazioni del 7 capitolo, la piccola Crylliam che è sempre dolcissima (e ha scritto una storia tutta sua, io ci darei un'occhiata se fossi in voi ;) ), poi la mitica albyyy_black  che questa volta ha commentato in tempo! (anche se l'importante è che abbia commentato)
le 8 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 3 che l'hanno messa tra le ricordate, e le 26 che l'hanno messa tra le seguite!
a presto.
Pinns:)
p.s. *continua con la pubblicità occulta* se volete, solo se volete eh;) ho scritto un'altra piccola ff, sempre sulla famiglia Dursley, su Petunia principalmente, se volete farci un salto;)
baci!


Visite e cerimonie

 

-Ehi Dudley vai tu alla porta?

-Non si preoccupi Petunia, vado io.

-Grazie Gilda.

La ragazza si diresse curiosa alla porta, non aspettavano visite, dopotutto, così quando aprì rimase sorpresa, piacevolmente sorpresa.

-Oh...

-Ehm... salve.

-Gilda chi è?- chiese Dudley dalla cucina.

-Ecco... penso che dobbiate venire tutti qui.

Vernon, Petunia e Dudley curiosi mollarono tutto ciò che stavano facendo, così quando arrivarono alla porta...

Petunia urlò.

Vernon borbottò sommessamente parole di benvenuto, se si vogliono chiamare così.

Dudley salutò allegramente.

-Ciao cugino!

-Ehi Big D!

Harry Potter alla fine decise di entrare di sua iniziativa nel numero 9 di Appleton street, erano tutti così sbalorditi, lo fissavano sorridendo (tranne Vernon, ma non c'era bisogno di puntualizzare).

Gilda era davvero felice, ma resistette all'impulso di correre ad abbracciare colui che l'aveva salvata da una vita di reclusione e nascondigli, quando scorse una ragazza con una chioma di capelli rossi che la fissava confusa...

-Una Jewed?- sussurrò

-Non di nuovo!- imprecò Vernon.

-Weasley?

-Ma come cavolo fate a conoscervi tutti?- domandò l'uomo esasperato.

Così dopo che Ginny e Harry si furono sistemati, anche a loro fu spiegata la storia di Gilda Jewed.

Aveva cominciato a piovere, le fronde degli alberi si muovevano piegate dal vento, e la pioggia picchiettava furiosamente sui vetri, si sentiva qualche tuono in lontananza. Ormai erano passati più o meno tre mesi da quando Gilda e la sua famiglia erano usciti allo scoperto e avevano raccontato ai Dursley la loro storia...

-Gilda, ma quindi non hai mai frequentato Hogwarts?

-No, mia madre ha insegnato a me e mio fratello tutto quello che dovevamo sapere, tranne pozioni. Direi che siamo abbastanza dotati in quella materia- rispose Gilda sorridendo.

Tutti risero.

Poi fu Petunia a parlare...

-Harry vorresti accompagnarmi in cucina?

-Oh... certo zia- rispose lui un po' spiazzato.

I due si diressero verso l'ordinatissima cucina di Petunia. La cucina era molto graziosa, delle tendine leggere color crema erano chiuse sulla finestra dove tempo prima un gufo con gli occhi ambrati aveva bussato, un tavolo di legno era posto al centro della cucina, circondato da delle sedie foderate di stoffa verde, dove Harry si accomodò. Petunia si diresse verso il forno da dove estrasse dei biscotti al cioccolato, poggiò la teglia sul tavolo e si accomodò davanti al nipote.

-Allora...

-Grazie, Harry.

Il ragazzo rimase colpito. Mai in tutta la sua vita aveva sentito sua zia ringraziarlo...

-Di che cosa zia?

-Di tutto, ci hai salvato, mi hai salvato Harry. Con il tuo perdono mi hai salvato da una vita di rimpianti. Sai, quando ho saputo che Lily era... morta, per la prima volta in vita mia ho provato rimorso, ma per poco, subito dopo ho provato un'enorme tristezza... mi dispiace.

-Zia...- Harry pareva stesse cercando con estrema cura le parole- perchè... perchè... allora non mi avete mai trattato come...

-Come un nipote? Oh, Harry potrai mai perdonarmi? Noi, io, ho sempre cercato di farti sentire emarginato perchè... volevo farti sentire come mi sentivo io da piccola e poi l'ho fatto per...

-Per?

-Per Dudley.

-Per Dudley?!

-Si, non volevo si sentisse escluso, come me, perchè tu eri diverso, speciale, più speciale di noi. Ma ho esagerato, e ho sbagliato, tantissime volte.- concluse Petunia.

-Ma zia io ti ho perdonato! E sono sicuro che anche la mamma lo avrebbe fatto!

-Dici? Dopo tutto il male che ti, che le ho, fatto?

-Si zia, la mamma era buona, come te.

-Oh no Harry, io non sono buona.

-Si zia, lo sei. Le persone buone sanno chiedere scusa, sanno chiedere perdono e provare rimorso. E tu sei buona, zia.

E mentre zia e nipote si abbracciavano come in tutta la loro vita non avevano fatto una chioma rosso fuoco sbucò dalla porta...

-Harry, dobbiamo andare. Ricordi? La cena da Andromeda!

-Oh si, da Teddy.

Così dopo pochi minuti dedicati ai saluti Ginny Weasley e Harry Potter si Smaterializzarono e lasciarono casa Dursley, o Ward. Fate un po' voi.

 

*

Stop, stop, stop :), che ne dite fino a qui?
Spero vi piaccia;) da ora in poi entra anche un'altro personaggio che mi piace tanto, e quindi ho voluto ''soddisfarmi'' avevo proprio voglia di scrivere un pò su di loro... curiosi?
allora leggete cari.

 

Erano passati quattro anni ormai e tante cose erano cambiate.

Gilda e Dudley si erano sposati.

Anche Ginny e Harry qualche tempo dopo.

Il dolore per le perdite si era un po' attenuato.

Per chi aveva perso un figlio, per chi aveva perso l'amore, per chi aveva perso una madre, un padre, un amico, un fratello, un gemello... come George Weasley, il dolore ogni tanto tornava sordo e cupo.

Il giorno del matrimonio di Ginny e Harry al quale Dudley aveva fatto da testimone, George era arrivato a cerimonia già iniziata, era rimasto ore da solo nella sua nuova casa.

Tornava di rado alla Tana, troppi ricordi, dolorosi, profondi riaffioravano ogni volta che ci tornava.

Ma quello era il matrimonio di sua sorella. Doveva cercare di essere felice, almeno per lei.

Così indossò la sua maschera da ''uomo spensierato'' e cercò di apparire il più naturale possibile.

Ma qualcuno lo stava osservando...

-Una Jewed?- pensò interdetto.

Gilda finita la cerimonia era rimasta un po' indietro, come lui. Indossava un vestito celeste pallido, i capelli corvini raccolti in una acconciatura semplice, con dei boccoli che le ricadevano leggeri sulle spalle.

George invece era seduto e pensava. A Fred ovviamente. Con lui si sarebbe divertito di certo, sarebbero stati l'anima della festa, sarebbe stata una cerimonia divertentissima, I Tiri Vispi Weasley sarebbero stati il negozio di scherzi migliore del mondo, altro che dell'Inghilterra!

-Non puoi vivere di ricordi.

-Come scusa? Dici a me?

-Chi altro vedi qui intorno, George?

Gilda si era fatta più vicina, era seduta accanto a lui ora.

-Che ne sai tu?- rispose George un po' meno cortese.

-Lo so e basta, non puoi vivere così, lui non lo vorrebbe.

-Ma chi sei tu per venire qui a dirmi che mio fratello, il mio gemello, non vorrebbe vedermi così?

-Nessuno, ma ho ragione, io non lo conoscevo, non ti conosco, non vi conosco, ma ho ragione.

-Jewed...

-Gilda.

-Va bene, Gilda, perchè mi dici ciò?

-Non lo so.

-Come non lo sai?
-Mi pareva la cosa più giusta da dire, ecco.

-Ti pareva la cosa giusta da dire?

-Esatto.

Dopo una breve pausa George confessò.

-Sai, lo penso anche io, tutti i giorni

-Che cosa?
-Che non posso vivere di ricordi.

-Ma è difficile, e non pensi di farcela, pensi che se non pensi a lui e provi a essere felice, sarebbe come offendere la sua memoria, dimenticarlo.

-Si...

-Ma ti sbagli! Non lo dimenticherai mai! Ogni volta che ti guarderai allo specchio lo vedrai. Ricorderai, non lo dimenticherai.

-Sai Gilda?

-Che cosa?

-Non capisco perchè hai sposato quel Dursley, tu vali molto di più.

-Ahahaha in realtà è stato lui a dirmi di parlare con te.

-Lui? E perchè mai?

-Non so, evidentemente ha capito come ti senti.

-Forse.

-Ah, e mi ha detto un'altra cosa.

-Quale?

-Mi ha detto di dirti di sorridere, di ridere. Fred è morto ridendo, tu prova a vivere ridendo, come facevate assieme, come avete fatto per quasi diciannove anni.

-Mi sa che quel Babbano ha proprio ragione.

-Lo penso anche io, George.

E detto questo Gilda si alzò e se ne andò, lasciando George, solo a pensare...

Sarebbe riuscito a essere felice?

Sì.

Un anno dopo sposò Angelina, la sua felicità ritornò. Non luminosa e splendente come quando aveva diciannove anni, ma ci si avvicinava.

E, cosa più importante, essendo felice non aveva dimenticato Fred.

Doveva un grosso favore a quel Babbano di un Dursley.

Well... che ne dite? E' di vostro gradimento?
recensite *-*


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Capitolo 9
*** Jo ***


Saalve;) Eccomi qui.
Chiedo perdono per il ritardo colossale! Anche perchè questo capitolo è un pò cortino;) ma sapete, mi servirà da collegamento per i capitoli futuri;)
Lasciate un commentino, anche piccino picciò.
Ringraziamenti;)
FloxWeasley, la mitica albyyy_black, gemellina_93, la stupenda-fantastica-meravigliosa-ecc...xD Crylliam <3 poi le 8 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 3 che l'hanno messa tra le ricordate, le 26 che l'hanno messa tra le seguite.
Saluti Pinns *che spera di non ricevere pomodori in faccia per questo capitolo*
Bacii





Jo

 

Joanne Marie Dursley nacque in un giorno primaverile e soleggiato.

Il sole illuminava il campo di tulipani e violette dietro casa Jewed dove tutta la famiglia stava accomodata, chi nelle poltrone, chi nei divani, chi nelle sedie, chi fuori sulle altalene...

La nascita di una nuova Jewed era molto importante!

Ma, la casa non ospitava solo una famiglia, anche i Potter vollero assistere all'evento.

Il piccolo James Potter in cortile guardava estasiato un ormai 20enne Alan Jewed che con la sua bacchetta magica faceva cambiare colore a tutti gli animali che gli capitavano a tiro, un'ape a pois rosa, un bruco a righe gialle e azzurre...

Alan, quando la guerra finì decise di iscriversi alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, divenne un brillante Corvonero, nonostante fosse entrato al quinto anno.

Delle voci eccitate arrivarono dalla casa, il ragazzo e James decisero di andare a dare un'occhiata, come aprirono la porta...

C'era gente che saltava, Petunia che piangeva, la signora Jewed abbracciava Ginny, Harry e Dudley saltavano felici, il signor Jewed stringeva la mano a un burbero Vernon Dursley, Kelly e Paul si baciarono... Oh si c'erano anche loro, alla fine Gilda non aveva resistito e aveva raccontato a Kelly tutto quanto, e di riflesso anche a Paul.

-Come la chiamerete?- chiese Ginny dopo poco.

Gilda fece la sua apparizione, gli occhi blu brillavano di felicità, teneva in braccio un fagottino di coperte celesti, lì stava la piccola.

-Già Dudley come la chiamerete?

-Joanne, Joanne Marie- dissero Gilda e Dudley in coro.

La piccola gorgogliò contenta, i pugnetti in aria.

Qualche secondo dopo il signor Jewed fece la fatidica domanda.

-Gilda, di che colore sono gli occhi?

-Papà questa è la cosa più straordinaria della piccola Jo.

-Decisamente- confermò Dudley sorridendo.

-Sono blu- disse lei.

-Ma anche verdi- continuò lui.

-Come i Jewed.

-E come zia Lily, come gli Evans.

-Stai scherzando Gilda? E' impossibile.- disse Alan.

-Vieni a vedere.

Era possibile.

Joanne era speciale.

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Capitolo 10
*** Io non sono una strega! ***



Saalve;) ecco a voi il decimo capitolo... aspetta... il decimo capitolo? Siamo arrivati al decimo capitolo? *Pinns si commuove* Graazie! Il decimo capitolo!
Torniamo seri (se.. se..) nel capitolo precedente abbiamo lasciato la piccola Jo appena nata, ora la ritroviamo undici anni dopo... che succederà? Spero di avervi messo curiosità (per le mutande di Merlino fa anche rima! xD)
Suu ora i ringraziamenti: la fuffolosa albyyy_black, la piccola-dolce-stupenda-magnifica Crylliam, poi FloxWeasley ;) e la ''nuova'' Guinevere90 :D poi...
Ehi aspetta! Dove sono finite Sev_the_best e gemellina_93? D: se ci sono che battano un colpo!! 
Ringrazio anche le 8 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le tre che l'hanno messa tra le preferite e le 27 che l'hanno messa tra le seguite :)
Well... ora direi che possiamo anche cominciare;)
Bacii
Pinns :D



Io non sono una strega!

 

-Joanne Marie Dursley! Vieni immediatamente qui!

Dei passettini svelti riecheggiarono per il corridoio...

-Si mamma?- disse la piccola con una voce per nulla innocente come voleva far sembrare.

-Vieni qui.- detto questo Gilda fece entrare la piccola nel grande salone illuminato dal sole, che entrava dalle ampie finestre.

Su una poltrona foderata color lilla stava Hermione Granger, e sulle sue ginocchia un gatto dal pelo fulvo, Grattastinchi, ormai vecchiotto, miagolava inviperito...

-Ora signorina mi spieghi perchè hai voluto versare ben tre bicchieri di aranciata sul povero gatto!- disse la madre.

-Oh ecco, con James pensavamo ecco... avesse... caldo...- disse Jo.

-Caldo!?- ripeté Gilda.

-Oh Gilda non fa nulla su, non preoccuparti- disse Hermione, che con un gesto leggero della bacchetta asciugò in un attimo il gatto, il quale poté tornare ad acchiappare le farfalle fuori in giardino.

-No che non fa nulla! Jo non me lo sarei mai aspettato da te!

-Oh andiamo Gilda sembri proprio mia madre!

-George non è questo il momento!- ribatté lei a mo di saluto al nuovo arrivato.

Ma poi lasciò che la piccola ritornasse a giocare con gli altri bambini fuori in cortile.

Joanne Dursley tornò in cortile e non appena notò il bambino più grande tra tutti gli altri del gruppo che giocavano, si avventò su di lui.

-James!- urlò.

-Dimmi tutto Jo.- rispose lui con fare indifferente.

-Ora noi facciamo i conti.- disse con gli occhi che lampeggiavano.

Il bambino, che conosceva bene la piccola capì che, forse, gli conveniva scappare...

-Se ti prendo!

Corsero per tutto il prato, arrivarono al frutteto, all'orto, ma fu nel capo di margherite che Jo riuscì a raggiungerlo, quando lo fece spinse il piccolo James sull'erba e cominciò a fargli il solletico...

-No, no ahaha no basta Jo! Scusa scusa, chiedo perdono, ti prego!

Dopo un minuto di vendetta Jo si sdraiò vicino a James sull'erba.

-Sei forte per essere una di undici anni.- disse lui.

-Guarda che sei più grande di me solo di un anno.

-Sono comunque più grande!

-Si si, hai ragione- disse lei con tono distratto.

-Se tu venissi a Hogwarts...

-James lo sai che non sarà così, io non sono una strega, mettitelo in testa, sono solo una Babbana, come mio papà.

-Ma...

-No, vedi Rose, Lily, Hugo, Albus e tutti gli altri? Si vede che sono dei maghi, io no, non so fare delle magie, so solo correre e farti il solletico.- rispose lei sorridendo.

-Secondo me la lettera arriverà anche a te.

-Lo speri così tanto?

-Si, cioè bo, sarebbe forte che anche tu venissi a Hogwarts, tutto qui, ti piacerebbe, saresti meglio di tutte le ragazze che sono lì.

-E' un complimento James Potter?

-Forse.

-Forse James Potter?

E detto questo ricominciò a fargli il solletico.

-Ragazzi è pronto il pranzo!- disse dopo qualche minuto Ginny, che era venuta a cercarli.

-Arriviamo mamma- rispose lui.

-Ringrazia che sia venuta tua madre a salvarti.- gli sussurrò Jo, con fare apposta minaccioso.

Una volta arrivati in casa, pronti per il pranzo, Jo notò che la madre si era calmata, così andò da lei...

-Mamma, ecco... io volevo chiederti scusa..

-Non fa nulla piccola, basta che tu non lo faccia più.

-Promesso.

Mentre Jo si stava accomodando qualcuno bussò alla porta...

-Vado io.- disse

Come aprì la porta...

-ZIO ALAN!

-Oh cielo, perchè deve sempre urlare così quando lo vede?- chiese Dudley.

-Perchè gli vuole bene.- gli rispose sorridendo Gilda.

-Si ma non urla così quando mi vede...- borbottò il marito.

Insieme ad Alan c'erano anche i nonni di Jo.

-Nonna! Nonno!

-Ciao piccola.

-Ciao mamma, papà. Ecco venite.- disse Gilda.

Quando tutti si furono accomodati, cominciarono a mangiare.

Il pranzo non durò molto, i bambini avevano voglia di andare a correre e giocare fuori, ma prima che Jo e James si alzassero Gilda e suo padre, che erano seduti vicini si alzarono confabulando e si diressero verso il corridoio e chiusero la porta della camera da letto.

James, che era seduto vicino a George si domandò che cosa dovessero dirsi, così fece anche Jo.

-Psst James, tieni queste, vai con Jo. Veloce!- gli sussurrò lo zio ponendogli due Orecchie Oblunghe.

-Wow! Grazie zio.

Jo, che aveva sentito la conversazione tra James e lo zio si precipitò silenziosamente verso il corridoio, chiuse la porta, sempre seguita da James, e accostò la sua Orecchia Oblunga alla porta, idem James.

-Quindi non le hai ancora fatto fare la prova?- disse il nonno.

-No e non intendo farlo.- rispose Gilda.

-Devi.

-No è mia figlia, e io e Dudley decideremo quando e come.

-Ha undici anni!

-E con questo?

-Deve andare ad Hogwarts.

-Non lo so papà, non mostra segni di magia come, Lily o Hugo, che hanno solo nove anni e fanno levitare le lumache!

-Oh andiamo Gilda, Jo è una Jewed!

-Si ma è diverso.

-Per Dudley?

-Si papà. I Jewed non hanno mai avuto figli con i Babbani, con Mezzosangue, Nati Babbani si, ma con Babbani no.

-Lo so, ma la zia di Dudley era una strega.

-Lo so, ma sai papà a me non interessa io amo Dudley e amo anche Jo, che sia una strega o no. E deciderò con Dudley quando farle preparare quella maledetta pozione.

-E se fosse una strega?

-Andrà a Hogwarts.

-Le lettere sono già arrivate?

-No papà, se la lettera arriverà anche a Jo le farò fare la prova.

-Ma...

Jo non voleva ascoltare altro, era troppo, così corse nella sua stanza che si trovava affianco alla camera dove stavano Gilda e il nonno.

James aspettò qualche minuto prima di bussare...

-Chi è? Sei tu James?

-Si... Jo, posso entrare?

-No.

-Lo prendo come un si.

Ed entrò.

Jo stava distesa sul letto guardava il soffitto azzurro cielo, le braccia sotto la testa.

-Quale parte della parola ''no'' non capisci James?

-Mi sa tutta la parola.

-Sei uno scemo.

-Jo...

-Si James?- disse lei senza neanche guardarlo, rimaneva distesa sul letto, ferma nella stessa posizione, se si fosse girata James avrebbe visto i suoi occhi colmi di lacrime.

-Non è detto che tu non sia...- ma fu interrotto.

-Oh invece è detto James, lo dice anche la mamma, e la mamma è una strega, papà no. I Jewed non si sono mai sposati con i Babbani, e se l'hanno fatto non hanno mai avuto figli con loro, lo hai sentito no? Quindi io non sono una strega James, e non lo sarò mai.

Jo, non voleva ammettere quanto le facesse male, per quanto cercasse di nasconderlo, lei desiderava davvero essere una strega, anche se cercava di prendere tutto alla leggera lei voleva andare ad Hogwarts. E se anche ammetteva davanti a James che sapeva di non esserlo e faceva gli stessi esempi di sua madre cioè Lily e Hugo, sotto sotto sperava di sbagliarsi e che la lettera di Hogwarts arrivasse anche a lei, ma ora aveva la conferma che non sarebbe successo, anche sua madre non ci sperava più di tanto.

-Non è detto!

-James, perchè continui a insistere con questa storia? IO NON SONO UNA STREGA! 

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Capitolo 11
*** Riunione ***


Oggi, non so perchè mi sento moolto buona, così ho deciso di pubblicare l'undicesimo capitolo :)
Spero, come al solito che vi piaccia, anche perchè io non ne sono molto sicura, ma voi fatemi comunque sapere che ne pensate;) quindi... lasciate un commentino anche piccolo piccolo!
Grazie a: albyyy_black, fuffolosa come sempre;), a FloxWeasley, a Guinevere_90, e a Sev_the_best che è stata perdonata;)
Ringrazio anche le 8 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 3 che l'hanno messa tra le ricordate e le 30 che l'hanno messa tra le seguite :D
Recensite, anche le critiche vanno bene;)
Bacii fuffolosi *-*
Pinns:D



Riunione

 

-Vai via, per favore James.

-Scusa Jo ma non capisco perchè te la stai prendendo tanto, anche tu dici sempre che non sei una strega, perchè ora fai così?

-Perchè... perchè...- Jo non sapeva che dire.

Qualcuno bussò.

-Chi è?- chiese Jo.

-Sono Lily.

-Oh entra.

Come Lily entrò un'espressione stupita si dipinse sul suo volto, sul letto stava Jo, che fissava il soffitto, con le mani dietro la testa. Invece James stava seduto sul soffice tappeto, la schiena poggiata sul bordo del letto. Che stavano facendo? Le parvero teneri, seduti così, lui che cercava di consolarla... ma forse si stava immaginando tutto, Lily era una bambina molto romantica.

-Che succede?

-Nulla piccola, perchè?- rispose James.

-E' strano.

Sentirono di nuovo bussare.

-Chi è adesso?

-Sono Albus.

-Cosa è una riunione dei Potter?- chiese sarcasticamente Jo

-Ehi ci sono anche io! Sono Rose.

Intanto i due erano entrati.

-Che c'è?

-Volevamo parlarvi di una cosa...

Toc toc.

-Per le mutande di Merlino chi è ora?- chiese Jo esasperata.

-Sono Hugo.

Quando anche Hugo fu entrato...

-Bene, come mai siete tutti qui?- chiese allora Jo.

-Volevamo parlarti di una cosa, una cosa che abbiamo ascoltato con le Orecchie Oblunghe di zio George.- disse Albus.

-Dovrai superare una prova.- disse Lily

-Ok, grazie, questo lo sapevo già.- rispose Jo apposta in modo scortese, voleva che se ne andassero, che la lasciassero sola.

-Dicono che sarà difficile, e noi vogliamo che tu la superi.- disse Hugo.

-Perchè se la superi vuol dire che sei una strega, e se sei una strega vuol dire che andrai a Hogwarts, con noi.- completò Rose.

-Che volete fare?- chiese James.

-Abbiamo scoperto che questa prova riguarda i Jewed, ne parlavano il nonno e la nonna di Jo dopo aver preso il caffè.

-Così abbiamo deciso di chiedere qualcosa ad Alan.

-E lo zio che dice?- chiese Jo più attenta.

-Non glielo abbiamo ancora chiesto.

-Come no!?- disse James- Albus, Rose andate subito da Alan. Ora. Su, su, scattare!- disse battendo le mani.

I due tornarono un quarto d'ora dopo.

-Quindi?

-Alan ci ha raccontato la prova che ha dovuto affrontare lui, a me è sembrato un po' titubante...

-Su Albus muoviti!- gli disse il fratello.

-James, calmati!

-No che non mi calmo, smetti di fare tutte quelle pause! Dacci la notizia, le indicazioni!

-Non dirmi quello che devo fare!

-Ragazzi, calmatevi! Per favore.- disse allora Jo.

-Va bene, racconto io allora.-disse Rose.- Alan ci ha detto che la prova che lui ha dovuto superare era facilissima, doveva preparare una pozione, la Pozione Polisucco, dice di averci messo due giorni.

-Allora è facile Jo!- disse Hugo.

-No che non lo è Hugo! La mamma al secondo anno l'ha preparata e ci ha messo molto di più! Dei mesi quasi, come può Alan averla preparata in soli due giorni?

-E' un mago?- disse Lily come se la cosa fosse ovvia.

-Appunto, e io, Rose, non lo sono.- disse Jo, poi raccontò anche a loro quello che lei e James avevano sentito.

-Ma non è detto!-disse Albus.

-Appunto Jo, Alan comunque ha poi detto che ha dovuto anche preparare un'altra pozione, dice che è la pozione che rende i Jewed così famosi.

-E qual'è?

-Non lo so.

Ehi! Che ne pensate? Un pò troppo confusionario? Fatemi sapere;)

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Capitolo 12
*** Io ho sempre ragione. ***


Saalve ;) ecco il 12 capitolo ;) chissà se scopriremo qualcosa su Jo? Chissà! *risata malefica* non vi anticipo nulla... Buona lettura!
Bacii
...
Oh no aspetta! i Ringraziamenti! (da notare la R maiuscola xD )
la ''romanticona'' albyyy_black, Guinevere_90 che odia la suspance:) la piccola-docle-meravigliosa ecc... Crylliam che è riuscita a trovare due minuti per commentare:) poi Sev_the_best che tifa per Jo e James!
Ringrazio anche le 9 persone che hanno messo questa storia tra le ricordate, le 4 che l'hanno messa tra le preferite e le 31 che l'hanno messa tra le seguite!
Graazie <3
Bien, ora che siamo in
VACANZA penso proprio che  riuscirò a postare almeno un capitolo ogni due giorni se non di più:)
Bè direi che è ora di leggere il 12 capitolo, che ne dite?
Buona lettura :D
Pinns**




Io ho sempre ragione.

 

Le giornate successive passarono lente, Jo non riusciva a togliersi dalla mente le parole della madre, e ormai era sicurissima del fatto di non essere una strega. E aveva anche imparato a non prendersela più di tanto, anzi ormai si era convinta del fatto che non le importava proprio, ma puntualmente...

-Secondo me sei una strega.

-James, basta per favore, devo fare i compiti.

-E perchè mai?

-Perchè a differenza tua io d'inverno frequento una scuola Babbana, poiché sono una Babbana.

-Scusa eh.

-Non trattarmi come un'isterica.

-Ti stai comportando da isterica.

-Uffa! Non vedo l'ora che arrivino le lettere a Rose e Albus, così finalmente ti convincerai del fatto che non sono una strega.- e detto questo tornò a fare matematica.

-Ma tu sei una strega!

-ORA BASTA JAMES POTTER!

I meravigliosi occhi blu e verdi di Jo Dursley si illuminarono di colpo, e James ne fu sorpreso per pochi secondi prima di ritrovarsi appeso per una caviglia, stava penzolando a testa in giù, come legato ad una fune, poi si ritrovò sbattuto sul letto. Jo per tutto il tempo era rimasta alla scrivania, ma aveva assistito allo spettacolo che lei stessa aveva creato.

-Sei una strega!!- urlò James compiaciuto del fatto di aver ragione.

-No.

-Si

-No.

-Si.

-NOO

-SII

-Basta!- urlò Rose, che era appena entrata.

I due si calmarono.

-James, la zia vuole che tu venga in cucina, le lettere di Hogwarts sono arrivate.

-E perchè devo venire anche io?-chiese lui.

-E' una cosa importante!- disse Rose, con fare molto simile alla madre.

-Va bene, va bene vengo.

-Vengo anche io! Non voglio perdermi la tua faccia James.- disse Jo.

-Perfetto, muovetevi allora.

I tre si diressero verso la sala da pranzo dove, riuniti intorno al tavolo, c'erano tutti, Ron, Hermione, Ginny, Harry e i rispettivi figli, Tutti coloro insomma che passavano l'estate nell'enorme casa in campagna, un po' come la Tana quindi.

Gilda e Dudley stavano invece seduti sulle poltrone foderate a leggere il giornale. Jo si diresse da loro.

Due gufi, uno nero e l'altro color nocciola stavano compostamente sul tavolo da pranzo, la lettera di ammissione ad Hogwarts legata stretta alla zampa sinistra, Rose e Albus stavano fermi dall'altro lato del tavolo, erano dritti, composti. A Jo parve una specie di cerimonia di iniziazione, il gufo nero si diresse con fare sicuro verso Rose, la quale slegò la sua lettera dalla zampa e la aprì, la madre andò ad abbracciarla, così fece anche il padre. Jo pensò che il tutto fosse un po' troppo formale, le parvero anche un pochino stupidi, tutti diritti e silenziosi, come se Albus Silente fosse lì con loro, come se fosse una cerimonia importantissima.

Jo non smetteva di guardare James, anche lui la guardava sbalordito, per una volta, la prima volta nella sua vita, James Potter aveva avuto torto.

Ma non era così.

Infatti il gufo color nocciola non si diresse verso Albus, spiccò il volo e si posò quindi sulle ginocchia di Jo, la quale era seduta in un divano morbido.

-Ma che...?- mormorarono in molti.

Albus sbiancò di colpo.

Ma mentre Jo guardava sbalordita il gufo che le poneva la sua zampa sinistra, un altro gufo, color miele planava dolcemente dalla finestra aperta e si posava sulla spalla di Albus, che riprese man mano colore e a respirare normalmente.

Jo slegò la busta dalla zampa del gufo, Gilda e Dudley si sedettero vicino a lei, sbalorditi.

 

Signorina Joanne Marie Dursley.

Salone.

Casa in campagna.

 

-E' uno scherzo.

-Dai Jo aprila!- disse Dudley.

Obbedì.

SCUOLA DI MAGIA E SREGONERIA

DI HOGWARTS

Direttrice: Minerva McGranitt

 

Cara signorina Dursley,

siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

Saluti

Filius Vitious

Vicedirettore

-E' uno scherzo.- ripeté Jo.

-Fa vedere?- disse Gilda inforcando gli occhiali.

Tutti stavano in silenzio e guardavano la famiglia Dursley.

Dudley leggeva con Gilda la lettera, che dopo qualche secondo annunciò.

-E' vera.

-Come fai a dirlo?- chiese Jo.

-Così- rispose lei- Mostrati- sussurrò.

Ma non successe nulla, la lettera si illuminò per pochi istanti, ma poi più nulla. Rimase solo una lettera di ammissione ad Hogwarts.

-Avevo ragione, io ho sempre ragione.- sussurrò dopo pochi istanti James all'orecchio di Jo.

Bè, bè che ne dite? Come tutte voi speravate Jo è una strega! E'una Jewed, quindi ora potete dormire sonni tranquilli care ;)
Vi è piaciuto questo capitolo? Spero di si, e anche di vedere tante recensioni! Sono un pò depressa oggi, ma delle recensioni
(anche critiche dà xD ) mi farebbero ritornare felice 

Basta ora, vi ho annoiato abbastanza <3

Alla prossima
Pinns**

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Capitolo 13
*** Non chiamarmi Gils! ***


Saalve :) ecco il tredicesimo capitolo, dove alla piccola Jo vengono spiegate un bel pò di cosette. Spero vi piaccia!
Ringrazio la cara Sev_the_best e la piccola-dolce-tenera... Crylliam, le 9 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 4 che l'hanno messa tra le ricordate <3 e le 30 che l'hanno messa tra le seguite!
Graazie e...
Ehi aspetta ma... ma... che fine hanno fatto albyyy_black, gemellina_93, Guinevere_90? Se ci siete battete un colpo (mi piace tanto dirlo) :)
Vabbè tornando a noi xD buona lettura e... BUONA PASQUA :)
A presto
Pinns**


Non chiamarmi Gils!

 

-Expecto Patronum!- esclamò Gilda, dalla cui bacchetta spuntò una meravigliosa civetta, lei sussurrò qualcosa riguardante i suoi genitori e Alan al suo Patronus e lui partì.

Intanto Jo guardava la lettera con tale intensità che pareva volesse incenerirla, stava davvero per andare ad Hogwarts! Con Albus, Rose, James, sarebbe stato magnifico!

Poi però le ritornarono in mente le parole e le scoperte di qualche giorno prima...

I genitori le sorrisero, la abbracciarono stretta. Così fecero tutti gli altri, si congratularono con lei, Albus e Rose; Hermione propose una cena speciale.

Mentre tutti erano distratti Jo andò dalla madre...

-Mamma ora posso fare quella prova, giusto?

Il vaso di fiori che Gilda stava spostando su una cassapanca andò in mille pezzi.

-Quale prova?

-Quella che devono fare i Jewed.-rispose Jo, come se la cosa fosse ovvia.

-E tu come lo sai?

-Oh bé io ho... usato le...

-Le Orecchie Oblunghe di George?!

-Ecco, si.

Ormai l'attenzione era tutta concentrata su di loro, fu Harry, che disse a tutti gli altri di continuare a fare quello che stavano facendo.

-Piccola, forse è meglio se usciamo fuori in giardino, c'è ancora caldo... Dudley?- chiamò Gilda.

La famiglia uscì in giardino, si sedettero su una panca foderata, Jo in mezzo tra Dudley e Gilda...

-Quindi sai della prova?

-Si, ma non so in che cosa consiste.

-Dicci quello che sai.- disse Dudley.

-E' una prova che fanno i Jewed, bisogna prima preparare una pozione normale, lo zio Alan ha preparato la Pozione Polisucco, ci ha messo due giorni, lo ha detto a Rose e Albus, ma Rose dice che sua mamma quando l'ha preparata ci ha messo dei mesi. Poi alla fine bisogna preparare la pozione che rende i Jewed famosi.

-Sai già tutto insomma.

-No, non so la storia dei Jewed, mamma, quando giriamo per Diagon Alley e incontro qualche mago o strega anziani, mi guardano strano, poi guardano te, e ci salutano calorosamente, sono felici di vederci, perchè?

-Perchè siete speciali piccola.- rispose semplicemente Dudley.

Jo stava per rispondere quando vide un pappagallo argenteo che si dirigeva verso Gilda, il Patronus parlò con la voce di Alan.

-Mi dispiace, penso ecco, accidentalmente di aver dato delle informazioni, troppo specifiche ai bambini sulla prova, io, mamma e papà comunque stiamo arrivando.

Cinque minuti infatti il resto della famiglia Jewed si materializzò davanti a loro.

-Buonasera, Alan, Lara, Erwin.- salutò Dudley.

-Buonasera a voi.- disse Erwin allegramente.

-Oh Jo, sono così felice che tu sia una strega!- disse Lara andando subito ad abbracciarla.

-Mamma, non è il momento, sto, stiamo per spiegare a Jo, la storia dei Jewed. Anche se a quanto pare Alan ha già spifferato un bel po' di cose giusto caro?

-Oh Bé, io non volevo, insomma...- balbettò lui.

-Insomma ti pare giusto andare a raccontare la tua prova a dei bambini?

-Mi sono tenuto sul generale Gils!

-Non chiamarmi Gils.

-Allora perdonami Gil... cara sorella.

-Devo pensarci.

-E' già un inizio, di che cosa stavamo disquisendo amabilmente?

-Stavamo per spiegare a Jo la nostra storia.

-Allora mettiamoci comodi, Gils- suggerì Alan, e con un gesto della sua bacchetta si materializzarono dal nulla tre poltrone di stoffa blu.

-Ti ho detto di non...- ma fu interrotta.

-Comincio io?- disse Erwin.

-Si papà.- rispose Gilda un po' più calma.

-Bene piccola Jo. Noi, i Jewed, siamo una famiglia molto antica, molto prima che anche Nicolas Flamel nascesse noi esistevamo già, e non ci siamo mai estinti. La nostra particolarità, esteticamente parlando, sono gli occhi blu, tutti i Jewed li hanno. Tutti, compresa te, nonostante i tuoi siano sia verdi che blu, ma come hai notato, ti riconoscono ugualmente. Sei una Jewed, e su questo non ci piove. Ma non siamo riconosciuti solo per quello, noi Jewed siamo anche abilissimi pozionisti, e, come spiegai anni fa anche a tuo padre, noi possiamo preparare pozioni difficilissime in poco tempo, vedi il caso di zio Alan, lui preparò la Pozione Polisucco in due giorni, ma in realtà ce ne vogliono molti di più, più di un mese. Fa parte delle nostre abilità.

-Va bene, ma non capisco perchè ci salutano, neanche fossimo famosi come Harry.- disse Jo.

-Perchè sappiamo preparare una pozione che nessuno sa fare, e quindi hanno un debito con tutta la famiglia Jewed.

-Un debito?

-Si piccola.- rispose allora Gilda,- quando Voldemort salì al potere la prima volta, e se ne impadronì quasi subito, non stette ad indagare sulle famiglie magiche, se non su quelle di sangue puro, come i Malfoy o i Black, noi, invece, ci eravamo nascosti, per non farci trovare; inoltre a noi non interessava il sangue e, sposandoci con Mezzosangue o Nati Babbani, non mantenemmo mai il sangue ''puro'' come altre famiglie, questo servì per coprirci. Se ci avesse scoperto saremmo tutti morti.

-Perchè?

-Perchè, come Voldemort scoprì dopo, noi sappiamo preparare una pozione speciale, se l'avesse potuta usare sarebbe stato davvero invincibile.

-Che pozione mamma?

-E' una pozione che solo noi sappiamo preparare, e, annulla e contrasta gli effetti delle maledizioni senza perdono. Ma appunto, per prepararla serve un Jewed, e noi, ci siamo sempre nascosti, pur di salvare la vita al mondo magico, abbiamo passato la vita da reclusi, anche quando lui era ''scomparso'' non tornammo mai allo scoperto, non tornammo mai in Irlanda, a casa nostra, fino a che non fummo sicuri che Voldemort era davvero morto. Il Mondo ci deve un favore.

-Siamo speciali per quello?- chiese Jo, con gli occhi che le brillavano.

-Esattamente.- disse Lara abbracciandola.

-Quindi, piccola, ora hai capito perchè siete così speciali?- chiese Dudley.

-Oh si papà, ma anche tu sei speciale.

-Oh, no io non sono un Jewed.

-Sei solo il papà migliore del mondo!- disse Jo sorridendo, abbracciò il padre ed entrò in casa.

Dudley rimase piacevolmente colpito.

Bè che ne dite? E' un pò troppo incasinato? Spero proprio di no <3
scusate ma mi sento teenera oggi <3 quindi...
Quindi nulla <3 recensite se vi va! (Solo se vi va eh) <3
Pinns**
<3

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Capitolo 14
*** Strane avventure con un Boccino. ***


Saalve:) ecco a voi il 14 capitolo, spero vi piaccia ;D qui vediamo una scenetta tra Jo e James, è un pò corto infatti, ma non possiamo sempre parlare delle ''abilità'' della piccola Jewed :)
Ringrazio le care FloxWeasley e Guinevere_90, Sev_the_best la quale mi Crucerà se non posterò un ''certo'' capitolo, e gemellina_93 che si è fatta ''perdonare'' anche se non ce ne era bisogno :)
Ringrazio anche le 9 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 4 che l'hanno messa tra le ricordate e le 31 che l'hanno messa tra le seguite :)
Ehi ma... albyyy_black dov'è finita?
Bè, buona lettura cari :)
Commentate!
A presto^^
Pinns**




Strane avventure con Boccino.

 

I bambini non erano in sala da pranzo, lì stavano tutti gli adulti, Jo pensò quindi fossero nelle rispettive camere, così si diresse verso quella di James.

Bussò.

-Chi è?

-Indovina.

-La nuova strega di casa? Entra, Jo.

Jo entrò. James era seduto alla scrivania, stava scrivendo su una pergamena, in realtà stava copiando da un libro, ma questo il professor Rüf non lo doveva assolutamente scoprire; la scrivania era interamente ricoperta di fogli e foglietti, boccette d'inchiostro a metà, penne colorate, la gabbia del gufo di James, Merlino, era posata in bilico su una pila di libri, il gufo stava fermo, attento a non muoversi...

-Ma dimmi tu se quel povero gufo deve avere paura di cadere, per colpa tua?

-Mhhmm si si.

-Grazie per l'ascolto.

-Scusa Jo ma devo finire un tema di storia della magia.

-Difficile?

-Oh si.

-Ti do una mano.

-Ma se non hai mai studiato storia della magia.

-A riassumere dal libro come fai tu ci riuscirebbe anche Grattastinchi.

-Va bene, va bene, se proprio insisti.

Jo prese il libro dalla scrivania di James e si diresse sul letto pieno di vestiti, buttò tutto per terra, il letto era disfatto, quindi non se ne curò, poggiò la testa su un mucchio di coperte usandole come un cuscino e cominciò a rielaborare...

-Quindi fin dalla notte dei tempi...

-Poi Greta, la strega di...

-Così i giganti decisero...

Il sole stava tramontando, si sentivano solo il grattare della penna di James, la voce di Jo e le pagine che venivano sfogliate...

-AAAAARRGGHHHH

-Per le mutande di Merlino!! Jo che è successo?

Jo nel frattempo si era alzata il più velocemente possibile, le coperte erano cadute per terra.

-Oddio, James, toglimelo, toglimelo. TOGLIMELO DI DOSSO!

-Che cosa c'è?- chiede James, tra lo spaventato e il divertito.

-Stavo leggendo, quando... quando ho sentito una cosa nell'orecchio, un ronzio, poi qualcosa mi ha fatto il solletico sul collo, sulla guancia, oddio, cosa era!?

Le coperte ronzarono...

-Ah!- disse James che si diresse a passo sicuro verso le coperte.

-Era il mio Boccino d'Oro.

-Il tuo Boccino d'Oro.

-Esatto.

-IL TUO BOCCINO D'ORO?!?

-Si, che c'è Jo?

-JAMES POTTER e ti costava molto avvisarmi del fatto che tra il caos della tua camera c'era un Boccino d'Oro pronto a ronzarmi nell'orecchio?

-Io non...

Ma Jo si era già diretta verso la scrivania, aveva preso una pergamena, la penna meno consumata, la intinse nell'inchiostro verde e scrisse qualcosa sul foglio che poi porse a Merlino, dopo averlo liberato uscì sbattendo la porta.

-E ha anche il coraggio di dire di non essere nervosa, andiamo! Avere paura di un Boccino!- esclamò James.

Bè che ne pensate? Vi è piaciuto? Non è che succeda molto in questo capitolo però...
Ah, ci tenevo a dire un'altra cosa!
Jo non è così fifona ma, tante emozioni tutte in un solo giorno... fanno questo e altro!
A presto
Commentate!
Pinns**

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Capitolo 15
*** Il canale dell'AMOORE. ***


 

Saalve:) rieccomi! Ecco a voi il 15 capitolo, il 15 CAPITOLO!! okok torniamo serie:)
Spero che vi piaccia, è un pò... ecco... ironico? Commentate per farmi sapere che ne pensate:)
Grazie alle meravigliose *-* Sev_the_best, gemellina_93, Crylliam, albyyy_black (che è stata fuffolosamente perdonata) e FloxWeasley :D Graazie:)
Grazie anche alle 10 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 4 che l'hanno messa tra le ricordate e le 35 che l'hanno messa tra le seguite!!
Grazie:)
Bè... buona lettura! Fatemi sapere che ne pensate <3
Pinns:)



Il canale dell'AMOORE.

 

In effetti poi Jo capì di essere stata troppo nervosa, ma era talmente orgogliosa che non voleva di certo ammetterlo a James.

Così si diresse verso camera di Rose dove, se era assolutamente certa, stava anche Albus. Bussò due volte.

-Chi è?

-Sono Jo.

La porta si aprì e lei entrò. Trovò i due seduti sul tappeto, ricoperto quasi interamente da libri aperti e consumati, alcuni nuovi...

-Che state facendo voi due?- chiese Jo.

-Ci prepariamo.

-Vi preparate. Uhm e per cosa?

-Come per cosa Jo? Stiamo per andare a Hogwarts!- le rispose Rose con gli occhi che brillavano.

Jo non capiva ugualmente, ma decise di arrendersi e sorridere e annuire, era la tattica migliore con Rose, specialmente quando parlava di cose che solo lei, e a volte Albus, riuscivano a capire.

Si sedette anche lei sul tappeto con loro.

-Che avete... uhm scoperto?

-Oh stavamo un po' guardando la storia delle case di Hogwarts.- le disse Albus.

-Ah una cosa interessante! Che avete da dirmi?

Rose si alzò.

-Le case di Hogwarts sono quattro, Grifondoro, Corvonero, Tassorosso, e Serpeverde. In questo libro- e mostrò un'enorme tomo dall'aspetto consunto.- c'è scritto che più di mille anni fa due maghi, Godric Grifondoro e Salazar Serpeverde, e due streghe Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero decisero di fondare una scuola di magia per i giovani versati nelle arti magiche, ognuno sceglieva i propri studenti in base alle loro caratteristiche, Grifondoro sceglieva gli allievi più coraggiosi, leali, audaci, Corvonero i più saggi, svegli, intelligenti, Serpeverde gli astuti e furbi, e prediligeva soprattutto i purosangue, Tassorosso tutti gli altri, i più buoni, laboriosi eccetera...

-Si ma ora che non ci sono più, chi ci smisterà?- chiese Jo.

-Il Cappello Parlante.- rispose Albus, come se la cosa fosse ovvia.

-Sarà lui che ci smisterà.

-Chissà come sarà.- chiese Albus.

-Basta chiedere a James.- consigliò Jo.

-Mi sembra un'idea perfetta.- disse Rose.

-Io non glielo chiedo però.- si affrettò a dire Albus

-E perchè mai?

-Sai mi prende sempre in giro.

-Come potrebbe prenderti in giro per questa domanda?

-Rose ha ragione, Albus.

-Jo vacci tu, ti tratta meglio di tutti.

-No, ecco prima in camera sua ho avuto un'avventura poco piacevole con il suo Boccino d'Oro.

Rose non li stava più ascoltando, era china su un libro piccolo ma vecchio e cercava di leggere i piccoli caratteri. Albus invece guardava con aria ''interessata'' fuori dalla finestra...

-Ho capito, vado io. Non capisco perchè vi faccia tanta paura.

Detto questo Jo si alzò e si diresse a passo svelto verso la camera di James, bussò, ma nessuno rispose, allora decise di entrare.

La scrivania era ancora ingombra di milioni di oggetti, il sole stava per tramontare completamente, ma qualche raggio riusciva a filtrare ancora dalla finestra chiusa e illuminava la camera che era nel più totale caos, superava anche quella di Jo, la quale doveva sistemarla sotto le minacce della madre. James si era addormentato, la testa poggiata sul libro di Storia della Magia, sonnecchiava piano, ogni tanto russava un po'.

-Ma dimmi un po' se ci si può addormentare mentre si fanno i compiti!

Jo stava per uscire quando qualcosa bussò alla finestra, un gufo, aspettava che qualcuno gli aprisse, gli occhi ambrati che vagavano per la stanza...

-James..? James...? Svegliati!- ma lui stava dormendo troppo profondamente.

Così Jo decise di aprire la finestra, il gufo planò dolcemente all'interno della stanza, lei slegò la lettera dalla zampa destra e il gufo ripartì.

Jo girò la busta dall'altro lato...

 

Signor James Potter

Stanza Ovest
Casa in Campagna.

 

Sul lato di davanti stava invece lo stemma di Hogwarts, Jo provò più volte a svegliare James, ma dormiva troppo profondamente, così prese una pergamena e con una penna non troppo malmessa gli scrisse un biglietto.

 

E' arrivata una lettera da Hogwarts per te, l'ho posata sul comodino.

Ho preso il tuo libro di Trasfigurazione, potevo?

Jo.

 

Poi uscì e si diresse vero la sua camera, si stese sul letto, stava per aprire il letto quando qualcuno bussò.

-Chi è?

-Sono James.- disse una voce impastata, dal sonno, suppose Jo.

-Entra.

Lui entrò.

-Quindi hai tu il mio libro di Trasfigurazione?

-Si te l'ho scritto nel biglietto.

-Oh si, scusa, ma ho troppo sonno.

-Solo tu puoi addormentarti mentre fai i compiti.

-Non riuscivo a concentrarmi.

-E perchè?

-Pensavo sempre alla tua faccia terrorizzata per il Boccino d'Oro...

-James Potter?

-Si?

-Scappa.

Lily nel frattempo era stata mandata dalla mamma a chiamare tutti per la cena, aveva fatto il giro delle camere, le mancavano James e Jo, ma James in camera sua non c'era, così provò in camera di Jo, la porta era socchiusa, così lei poté sbirciare un pochino, Jo rincorreva James che cercava invano di sfuggirle, tutti sapevano che Jo era la più veloce di tutti, infatti qualche minuto dopo riuscì ad acchiapparlo, cominciò a fargli il solletico, lui cercando di sfuggirle finì sul letto e lei continuò...

-Ahahah Jo, basta, ahahah, ti prego.

-Ah io non smetterò sappilo.

-Scusa, scusa, scusa!

-James Potter, è possibile che per strapparti delle scuse ti debba sempre fare il solletico?- le soffiò lei, era a pochi centimetri dalla sua faccia, gli occhi dei due brillavano, si sa la luce dell'amoore fa questo e altro, tutti e due avvamparono, ma non si mossero, gli occhi si fecero a cuoricino, a Lily parve di sentire il battito dei loro cuori, reso più veloce dall'amoore, si stavano per avvicinare, sii! La luna era magicamente sorta, era piena, il laghetto era calmo e piatto, due cigni nuotavano insieme...

Ok Ok, la mente di Lily Potter era programmata sul canale AMOORE, ve ne sarete accorti, poiché la scena che vide, cioè quello che lei aveva deciso di vedere non non è la scena reale, per nulla... quindi atteniamoci ai fatti realmente accaduti.

-James Potter, è possibile che per strapparti delle scuse ti debba fare il solletico?

-Si ahahah.

-Si eh?- Jo continuò a fargli il solletico ancora più forte.

Ma Jo aveva abbassato la guardia così James cominciò a farle il solletico...

-Come osi? Ahahaha

I due erano finiti sul letto, il sole era tramontato e lo stagnetto melmoso che si vedeva dalla finestra veniva ogni tanto increspato da qualche rana che decideva di uscire fuori per mangiare, non c'era nulla di romantico a cui pensare, direte voi, ma non se siete Lily Potter, per lei tutto era assolutamente e irrevocabilmente romantico! Così decise di entrare in scena...

-Siete fidanzati!! Lo sapevo!

I due smisero subito di farsi il solletico e guardarono la bambina.

-Che assurdità stai dicendo Lily?

-Vi ho visti mentre vi facevate il solletico, siete innamorati!- rispose la bimba, e un sorriso a trentadue denti si dipinse sul suo viso.

-Guarda che anche se ci facciamo il solletico non vuol dire che siamo fidanzati!- protestò James.

-Andiamo a cena, forse ci conviene.- disse allora Jo, e uscì dalla stanza, seguita poi da James e Lily che trotterellava contenta dietro di loro.

Ecco qui:) che pensate della piccola Lily? Spero vi sia piaciuto:) Commentate cari <3 (anche se sono critiche vanno bene ugualmente) :D
A presto**

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Capitolo 16
*** Non dimenticarti di me. ***


Saalve:) ecco a voi il 16 capitolo!! Qui Dudley mostra un pò i suoi sentimenti:) Spero vi piaccia e, per favore, lasciate anche un commentino piccino picciò:)
Grazie a: albyyy_black, Sev_the_best, la ''nuova'' hermione59, gemellina_93, FloxWeasley, Guinevere_90 e Crylliam.

74 rcensioni.
 per       
15 capitoli.
Tra le preferite di 9.
Tra le ricordate di 4.
Tra le seguite di 37.
Come farei senza di voi?

Vi lascio così, con un grazie enorme.
Buona lettura
Pinns**
*che non sa come mai oggi si sia svegliata così tenera <3 *


Non dimenticarti di me.

 

Decisero, durante la cena, che il giorno dopo sarebbero andati a Diagon Alley, Jo ci era già stata, ma era comunque emozionata, perchè andare a Diagon Alley voleva dire comprare una bacchetta!

Così con quel dolce pensiero uscì, dopo cena, armata di gelato al cioccolato ad ammirare il cielo ,che era trapuntato di mille stelle luminose, la luna mostrava solo metà del suo volto, era una bellissima notte.

Jo notò un puntino bianco che man mano si avvicinava e, avvicinandosi sempre più riuscì a capire cosa era.

-Boz.- sussurrò

Boz era il gufo di sua nonna, Petunia. Infatti pochi istanti dopo un meraviglioso barbagianni bianco, con le piume striate leggermente di grigio planò delicatamente vicino a Jo, le porse la sua zampa e lei slegò la lettera. Boz ripartì.

 

Cara Jo,

Non so se potresti capire la felicità che riempie il mio cuore! (Anche quello di nonno Vernon, ma sai, lui non ama ammettere certe cose).

Sono proprio contenta! Anche tu ad Hogwarts! Come zia Lily, del resto. Ma io l'ho sempre saputo che tu saresti stata come lei, speciale, quando ti vidi per la prima volta, guardandoti negli occhi vidi subito quel luccichio che notavo sempre in lei. Si, nonostante tu sia una parente un po' ''lontana'' io trovo molte somiglianze.

Sei solare, divertente, sveglia e sensibile. Proprio come lei!

Mentre leggevo la lettera che mi hai spedito oggi saltavo di felicità! (Fatto notevole piccola, perchè, sai, io ho una certa età!) Mi dispiace solo di non poter essere stata lì mentre aprivi la tua lettera, ma, presto verremo a farti visita piccola mia.

Ti abbraccio

nonna Petunia

 

Qualche minuto dopo Jo andò a letto, e si accorse solo in quel momento quanto stanca fosse.

 

Il mattino dopo si svegliò presto, per i suoi standard, ma non fu la prima, infatti il padre era già sveglio da un po'. Beveva il caffè in silenzio, scrutando il cielo limpido e tinteggiato di varie tonalità.

-Ehi papà?

-Oh, ciao Jo.

-Che c'è?- chiese lei.

-Nulla piccola.- rispose il padre scompigliandole i capelli.

-Va bene...

-Promettimi una cosa.- cominciò però lui dopo aver preso un respiro profondo.

-Che cosa papà?

-Che non ti dimenticherai di tutto questo. Perchè sì, il mondo della magia è meraviglioso, si possono fare un mucchio di cose, ma non dimenticare da dove vieni. Mai, perchè se sei quello che sei, se sei buona, divertente, felice, non lo sei perchè sei una Jewed, lo sei perchè tu sei Jo Dursley, strega o Babbana.- sembrava si fosse preparato il discorso con cura, trovando le parole giuste per esprimere i propri sentimenti alla figlia, come aveva fatto alla moglie, ma ogni tanto si fermava per guardare la piccola che ora gli stava seduta sulle ginocchia.

- Alcuni, pochissimi certo,- continuò- ma alcuni ti riconosceranno, sapranno che tu sei una Jewed e sta a te capire e se vuoi far capire anche agli altri che dietro i tuoi occhi c'è Jo Dursley, la piccola che mi chiedeva di allacciarle le scarpe prima di uscire, nonostante lo sapesse fare benissimo da sola, solo per poi...

-Guardarti dritto negli occhi e dirti grazie, papà.- completò la piccola.

-Esatto. Non dimenticarti chi sei. Non dimenticarti di me.- Dudley sussurrò l'ultima frase, ma la piccola riuscì a comprenderla ugualmente.

-Come potrei dimenticarmi di te, papà?

So che magari potrà esservi sembrato (io spero di no) un pochino noioso, ma serve da collegamento per le avventure dei prossimi capitoli
A presto caari
Pinns**

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Capitolo 17
*** Prime tappe a Diagon Alley. ***


Io....io chiedo umilmente perdono!! D: lo so che sono mancata (e spero di esservi mancata taanto), ma ho avuto i miei imprevisti
-Sono scadute le 100 ore della connessione a internet D: 
-Dovevo... studiare... studiare... studiare! Mi chiedo l'utilità degli esami -.-''
Quindi... chiedo perdono! Non Cruciatemi <3 (che tenera eh?)
Grazie a FloxWeasley, albyyy_black (la nuova Cho Chang), gemellina_93, hermione59 e la teenera Crylliam per le loro recensioni graditissime! ;)
... ma Sev_the_best e Guinevere_90 dove sono? <3
Grazie anche alle 10 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 4 che l'hanno messa tra le ricordate, le 41 che l'hanno messa tra le seguite...
Graazie <3
Buona lettura^^
Pinns**




Prime tappe a Diagon Alley.

 

Verso le undici erano tutti pronti per andare a Diagon Alley.

Jo si aggrappò saldamente alla mano di Gilda, mentre invece Dudley le posava una mano sulla spalla. Fu spiacevole come sempre, odiava Smaterializzarsi, si sentì come compressa come in un lungo e stretto tubo di gomma, l'aria scarseggiava, stava per finire, ma quando le parse proprio di non farcela più si ritrovò al Paiolo Magico, pochi istanti dopo anche i Potter e i Weasley si Materializzarono accanto a lei.

-Papà, perchè non possiamo usare la Metapolvere?- si lamentò Lily.

-Perchè- rispose Hermione- il tuo caro e adorato zietto si è dimenticato di comprarla, vero?

-Uhm... dai, d'altronde è più veloce.- disse lui a mo di scusa

Ma quando notò gli sguardi poco amichevoli di tutti gli altri decise che, forse, gli conveniva non proferire più parola a riguardo.

Dopo aver salutato Tom, il barista, uscirono dalla porta sul retro, dove stavano i bidoni della spazzatura.

Harry si fece avanti e colpì con la bacchetta i mattoni che servivano per accedere a Diagon Alley, meravigliosa come sempre.

La loro prima meta sarebbe stata la Gringott.

Jo ci era già stata diverse volte, infatti ormai le era familiare la velocissima corsa per arrivare alla camera blindata dei Jewed, la trovava divertente. Dudley invece doveva combattere contro la prepotente voglia di vomitare. Ma era un uomo, e resistette, credo.

La camera blindata di famiglia l'affascinava tanto, era grande e alta, un'enorme sala, colma di vari oggetti, in fondo stavano mucchi di monete tutte messe ordinatamente in fila, ai lati stavano due immense librerie antiche, colme di vecchi volumi impolverati, le copertine rilegate con cura, sparsi per la stanza stavano invece dei tavolini di legno chiaro colmi di oggetti delicati e strani, alcuni emettevano un lieve ronzio, altri sbuffavano leggermente, alcuni giravano velocemente, altri ancora emettevano una luce azzurrina, da qualcuno fuoriusciva del fumo colorato. Ma ciò che più affascinava Jo Dursley stava immediatamente davanti ad un antico stendardo di Corvonero (tutti i Jewed che avevano frequentato Hogwarts erano stati brillanti Corvonero) era un tavolo da pozioni; di legno e marmo, sulla base del tavolo stava un calderone di cristallo e zaffiri, le boccette messe in fila; c'erano poi due scaffali messi uno accanto all'altro. In uno stavano boccette, barattoli, scatoline... tutte in fila, ognuna con un piccolo cartello dove, scritto con inchiostro blu e una grafia sottile stavano il nome dei vari ingredienti, nell'altro scaffale invece stavano delle boccette colme di diversi liquidi colorati, celesti, ambrati, porpora, bianco, nero, verde... e su ogni boccetta stava scritto il nome della pozione e il nome di chi l'aveva preparata, Erica Jewed, Gustav Jewed, Eliza Jewed, Lucas Jewed, Jane Jewed, Simon Jewed, Claudine Jewed... erano solo alcuni dei nomi che comparivano sulle boccette. Rimase incantata a leggere tutti i nomi, dai più antichi ai più recenti: Gilda Jewed, Alan Jewed...

-Jo, abbiamo finito.- disse Gilda risvegliandola

*

Una volta tornati in superficie rincontrarono tutti gli altri, le vie di Diagon Alley erano affollate e frenetiche maghi e streghe di tutte le età camminavano veloci per fare acquisti, i bambini si fermavano ogni tanto per guardare ammirati i negozi più amati...

-Ora che si fa?

-Andiamo da Olivander!! Ti prego papà!- disse Rose.

-E' vero! Oggi compreremo la nostra bacchetta!- ricordò Albus.

Cori di ''vi prego'' ''per favore'' ''andiamo ora!'' riempirono le orecchie degli adulti, che alla fine acconsentirono, esausti.

Il negozio di bacchette essendo un po' piccolo poteva giusto ospitare poche persone, non tutta la comitiva di quel giorno, così Harry, Ginny e Albus entrarono per primi. Ne uscirono un quarto d'ora dopo, Albus teneva stretta la sua nuova bacchetta.

-Di che cosa è fatta?- chiese Jo, mentre Ron, Hermione e Rose entravano nel piccolo negozio.

-Tasso, corda di cuore di drago, dice che è molto flessibile.- ripeté Albus.

-Wow, è molto bella. Tieni una mela caramellata.- disse Jo porgendogliene una.

-Grazie!

E mentre i ragazzi mangiavano la loro mela caramellata, assaporandone il gusto dolcissimo che Jo amava, Ron, Hermione e Rose uscirono dal negozio, la piccola era felicissima, teneva la sua bacchetta sul palmo della mano destra e la studiava, aveva un sorriso radioso, Jo pensò si stesse trattenendo dal saltare per tutta la via.

Dudley, Gilda e Jo entrarono. Jo non era mai stata in quel negozio, era piccolo e polveroso, entrava poca luce dalle finestre coperte da tende scure, dietro il bancone e nelle due pareti laterali stavano immensi scaffali colmi di scatole di legno lunghe e strette, ognuna conteneva una bacchetta, pronta per essere scelta, pronta per scegliere il suo nuovo padrone.

Olivander stava dietro il bancone, magro e vecchio, gli occhi azzurri si illuminarono un poco quando notarono Gilda e Jo.

-Oh, un'altra Jewed eh?- chiese con un sussurro.- bene, bene, non vedevo l'ora! Mi stavo giusto chiedendo che fine avesse fatto la famiglia di pozionisti più dotata di tutti i tempi.- concluse con un sorriso.

A Jo piacque immediatamente, non seppe perchè ma nonostante l'aspetto di Olivander, a lei quell'uomo ispirava fiducia.

-Come ti chiami cara?- continuò il vecchio, mentre con un gesto della bacchetta apriva le tende, una luce splendente inondò il negozio.

-Jo.

Gilda e Dudley guardavano la scena, seduti su due sedie di legno.

-Bene bene, allora... con quale mano userai la tua bacchetta Jo?

-Con la sinistra.

-Ma tu non sei mancina piccola.- disse Dudley.

-Lo so, ma... sento che la mano sinistra sia la più indicata per fare magie.

-Ragionamento perfetto.- constatò Olivander.

Un metro magico cominciò a misurarla, mentre l'uomo toglieva dagli scaffali un bel po' di bacchette.

-Tieni, cara, quercia, peli di coda di unicorno, 12 pollici, bella flessibile.

Jo la prese e l'agitò, le tende presero fuoco.

-No, no, questa non credo proprio.- disse l'uomo mentre spegneva le fiamme.

-Prova questa.

Come Jo la prese Olivander gliela tolse.

-No, no...Questa.

-No no, mhhh... questa.

Le finestre esplosero.

-Neppure. Questa?

Anche questa le venne strappata di mano non appena l'ebbe impugnata.

Per i successivi tre quarti d'ora Jo provò milioni di bacchette, ma nessuna era quel che Olivander voleva, e comunque quando ne prendeva in mano una non le sembrava altro che un pezzo di legno, non faceva tanta differenza tra una bacchetta e l'altra, era un po' scoraggiata, sperava in qualcosa di meglio.

A un certo punto James entrò.

-Perchè ci state mettendo tanto? Tutti si chiedono che fine abbiate fatto! Stanno andando da Florian Fortebraccio ad aspettarvi, io posso restare con voi?

-Ma certo!- rispose Dudley.

Jo già era nervosa per la faccenda della bacchetta, ci voleva solo che James assistesse! Se non ne avesse trovata una lui l'avrebbe presa in giro in eterno!

Sbuffò.

-Oh su cara, sono sicuro che troveremo la bacchetta giusta per te!

Ne provarono altre venti, come minimo, alla fine Jo notò gli occhi di Olivander illuminarsi.

-Forse... possibile che?- farfugliò- magari... ma sì! Proviamo!

Sparì nel retro del negozio e ricomparve dopo quindici minuti, teneva cinque scatole strette e lunghe, di legno, finemente lavorate.

-Ecco.- disse, e con un gesto teatrale le posò sul bancone.

-Queste sono le prime cinque bacchette create da Olivander. Quando ero più giovane amavo sperimentare nuovi materiali per le mie bacchette, questi sono i miei prime cinque esperimenti, non le ho mai vendute, se queste non vanno bene piccola, non so più che dirti.

Jo provò la prima.

-Ulivo, aculei di istrice, 11 pollici, rigida.

Non era male, Jo sentì un leggero formicolio alle dita, ma nulla di che, come l'agitò del fumo marrone fuoriuscì dalla bacchetta.

-Non male, prova questa, baobab, corno di drago, 11 pollici, rigidissima.

Neppure questa provocò effetti disastrosi, il formicolio si fece un pochino più forte, Jo l'agitò, delle fiamme color porpora si scatenò dalla bacchetta.

-Bene, prova questa. Acacia, alghe del Lago Nero, 9 pollici elastica.

Il formicolio era più insistente,quando l'agitò un getto d'acqua nera uscì dalla bacchetta.

-Neppure questa, proviamo con questa allora, nespolo, ali di farfalla della Groenlandia, 12 pollici, abbastanza flessibile.

Il formicolio era forte, ma piacevole, la bacchetta sembrava come un continuò della sua mano, quando l'agitò una nebbiolina riempì la stanza.

-Va bene, va molto bene! Però io proverei questa, è la prima bacchetta che ho creato. Di mogano, il nucleo è per metà di petali di giglio e per l'altra di squame di sirena. Che ci posso fare? Amavo... sperimentare!- concluse l'uomo con un sorriso.

Jo la prese in mano, era molto bella, di legno chiaro, dei solchi colorati di celeste facevano pensare alle increspature delle onde. Come la sua mano si chiuse nella bacchetta la sentì sua, sentì come se quella fosse la bacchetta perfetta, il formicolio cessò, fu sostituito da una sensazione calda e piacevole.

L'agitò.

Delle scintille argentate e azzurre uscirono dalla sua bacchetta.

-Signorina! Penso proprio che questa sia la bacchetta perfetta!

Che ne dite? Vi piace la bacchetta di Jo?
Fatemi sapere che ne pensate:) Commentate <3

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Capitolo 18
*** Ce la farò. ***


Di nuovo, chiedo scusa per il ritardo, perdonatemi xD anche se... non vedo molta affluenza :( ma... va bè <3
Ecco a voi il 18 capitolo ;)
Graazie a: FloxWeasley, hermione59, Guinevere_90 e Crylliam <3
le 11 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 3 che l'hanno messa tra le ricordate e le 41 che l'hanno messa tra le seguite <3
Graazie
e Buona lettura dear :)
Pinns**




Ce la farò.

 

Jo camminava con aria sognante per le vie di Diagon Alley, incurante delle persone che li riconoscevano, incurante degli sguardi carichi di ammirazione e reverenza che molti maghi, soprattutto anziani, le rivolgevano quando la vedevano insieme alla madre.
Camminava così, distrattamente, andando a sbattere contro molte persone, la mente persa nei suoi ragionamenti.

Perchè non sono riuscita a trovare subito la mia bacchetta come Rose e Albus?

La mia bacchetta funzionerà come le altre dato che è così strana?

Camminando per inerzia non si era accorta di essere arrivata al Ghirigoro, le parve più grande di quanto ricordasse, ma più che altro fu risvegliata dalla voce di Harry che salutava qualcuno.

-Seamus! Da quanto tempo!

-Harry! Ron! Ginny! Hermione!- ruggì una voce carica di felicità

L'uomo che aveva parlato si chiamava Seamus Finnigan, era il direttore della Gazzetta del Profeta, Jo lo aveva visto giusto in qualche fotografia, accanto a lui stava una signora dai capelli color cenere, gli occhi nocciola le labbra rosse e carnose, accanto stavano due ragazzi, James si diresse subito verso il più grande, che doveva avere la sua età.

-Ciao Peter!- salutò.

-James!

Dopo le presentazioni, l'altra ragazza, che doveva avere più o meno l'età di Jo, Albus e Rose si avvicinò.

Charlotte Finnigan aveva lunghi capelli castani e mossi, la pelle diafana, le labbra piccole e piene, era piccola, ma, forse per il viso, si capiva bene quale fosse la sua età, comunque erano gli occhi di Charlotte ciò che attiravano molti, grigi e brillanti, con pagliuzze dorate, ma anche con qualche spruzzata di azzurro. Non erano di due colori diversi come quelli di Jo, ma sembrava che i colori si fondessero per crearne uno ancora più bello.

Anche Albus pareva dello stesso parere, da come guardava Charlotte, lei, accortasi dello sguardo del ragazzo gli sorrise, e lui avvampò un poco. Jo rise.

-Andiamo a cercare i libri, che ne dite?

 

Con la promessa di rivedersi presto si lasciarono, i Dursley, i Potter e i Weasley tornarono a casa.

Jo era felice e preoccupata tutt'e due assieme, la madre infatti mentre, lei parlava con Charlotte, l'aveva chiamata da parte e le aveva detto che l'indomani le avrebbe fatto fare la tanto attesa prova. Jo moriva dalla voglia di farla, ma era anche preoccupata di non riuscire a farcela. Così mentre tutti, dopocena si rilassavano, chi nelle poltrone, chi nei divani, chi leggeva, chi giocava... Jo stava seduta al centro del grande tappeto rosso che copriva il pavimento del salotto e leggeva il suo nuovo libro di Pozioni, per avere almeno qualche indicazione, i capelli ricci le ricadevano sul viso, ma era troppo concentrata per preoccuparsene.

Harry la scrutava attento, e pensava, ricordava più che altro. Tutte le volte che stavano assieme, in estate, o durante l'anno, da sempre, Jo, l'aveva chiamato Harry, non ''zio Harry'', perchè anche se un po' alla lontana, erano parenti. Invece James, Lily e Albus quando erano più piccoli chiamavano sempre ''lo zio Dudley'', ''la zia Gilda'', ma poi vedendo che Jo, non chiamava zio nessuno, se non Alan, forse avevano deciso di non farlo neanche loro. Jo ispirava moltissime persone.

Lo aveva sempre trattato con un po' di timore, di reverenza, come se non fosse quasi mai in confidenza con lui, ricordava quando, qualche anno prima una sera che gli era capitato di rimanere da soli nel salone lei aveva fatto quella domanda, che forse da molto tempo le bruciava le labbra.

-Harry, ma tu il mio papà l'hai perdonato?

E lui era rimasto spiazzato, perchè una domanda del genere?

-Ma certo Jo.

E lei aveva sorriso.

Nonostante fosse molto socievole Jo sorrideva pochissimo, rideva, accennava un piccolo sorriso, ma sorridere, nel vero senso della parola succedeva davvero di rado...

 

Fu risvegliato dal rumore di un libro che si chiudeva. Jo si alzò, salutò e si diresse verso camera sua. Non si accorse di essere seguita.

-Ehi, Jo.- chiamò James.

-Vai anche tu a dormire?- chiese lei, ancora la mente persa nell'ansia.

-A che pensi Jo?

-Io? A nulla, nulla di che.

-Non puoi mentirmi, Joanne.

-Non chiamarmi Joanne, io sono Jo. E comunque domani devo fare la prova.

-Quella prova?

-Si James, quella.

-Andrai benissimo, Jo.

-Non ne sono sicura perchè...

Ma fu interrotta, James l'abbracciò stretta, non si erano mai abbracciati così, anzi non si erano mai abbracciati e basta.

-Ho paura.- completò lei sottovoce.

-Io sono sicuro che andrai bene, e ricorda. Io non sbaglio mai.- detto questo se ne andò.

Jo entrò in camera sua stranita.

L'indomani, ce l'avrebbe fatta? James aveva sempre ragione, dopotutto.

Ma si, si disse, sono una Jewed.

Ce la farò!

Quindi... che ne pensate?  Vi è piaciuto? Nel prossimo capitolo ci sarà finalmente la prova di Jo <3
A presto^^
Pinns**

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Capitolo 19
*** EJ. ***


Saalve :) chiedo perdono per il ritardo, ma... ho molto da fare xD Anche se non vi vedo molto attivi...  :O
Coomunque grazie a hermione59, FloxWeasley e Crylliam per le loro recensioni <3
Ma... Guinevere_90, gemellina_93, albyyy_black, Sev_the_best e altri... dove siete finite? D: non vi piace più la storia? :\
Vabò <3 grazie anche a tutte le persone che seguono la mia storia, anche i lettori silenziosi :)
Grazie soprattutto a Ronald_Weasley92 che mi ha messo tra i suoi autori preferiti <3
Buona lettura^^
Pinns**



EJ.

 

Quella notte Jo non riuscì a dormire, si rigirava nel letto, aveva caldo, poi freddo, poi di nuovo caldo; a un certo punto non era più stanca, allora si mise a leggere qualcosa, ma improvvisamente si sentì di nuovo sonnolenta e allora si rimise a letto, e cercò di dormire, ma non ci riuscì. Così a tarda notte andò in cucina per prendere una camomilla, o una pozione ''Sonno Svelto''. Si chinò per prendere le bustine color giallo canarino...

-Ehi Jo... Jo... Jo, sveglia, sveglia Jo... JO!!

-Eh? Oh...Albus!?

-Jo è già mattina!

-Già mattina? Vuol dire che mi sono addormentata qui, in cucina?

-Precisamente. Gilda! L'ho trovata!- urlò poi.

-Oh, grazie al cielo Al, grazie!- disse Gilda, che nel mentre era entrata in scena, sorridendo a Albus.

***

 

Dopo aver fatto colazione chi doveva andò a lavoro, così in casa rimasero solo i ragazzi, Gilda e Ginny.

-Su ragazzi, andiamo fuori!- disse la rossa a Rose, Hugo, James e Lily.

Jo era in ansia. La madre la prese per mano e la portò nella camera da letto sua e di Dudley, aprì l'armadio, scostò i vestiti e con la bacchetta bussò due volte sul fondo dell'armadio. Con grande stupore di Jo, sul fondo dell'armadio comparve una porta, di legno chiaro e intagliata, Gilda spinse la maniglia dorata e le fece segno di seguirla.

Era un laboratorio, un immenso laboratorio, c'erano scaffali colmi di barattoli, bottiglie, scatoline, riempite con gli ingredienti, boccette messe in fila sui quattro tavoli da lavoro, ognuno con un calderone argentato... era tutto magnifico.

-Jo, prendi posto in uno dei quattro tavoli.

Obbedì, prese posto nel primo che le capitò a tiro.

-Apri il libro, vai all'indice e scegli una pozione. A caso.

Era un ordine strano. Ma se faceva parte della prova, era pronta a tutto.

Sul tavolo aveva trovato un libricino di color cobalto, con una scritta a caratteri argentati sulla copertina:

Pozioni.

 

Lo aprì e andò all'indice e con il dito scorse i nomi delle varie pozioni, ad occhi chiusi, per tre volte. Alla fine aprì gli occhi e guardò dove aveva puntato il dito.

Felix Felicis.

-Che pozione hai scelto?- chiese Gilda.

-Uhm... Felix Felicis.- rispose Jo, poco convinta.

-Meraviglioso, è un po' complicata ma so che ce la farai! Ora... comincia!

Jo seppe immediatamente ciò che doveva fare, aprì il libricino alla pagina 129 e cominciò a leggere la lista.

-Mamma... ma dove li trovo questi ingredienti?

-Oh non preoccuparti, sono tutti qui, comincia a cercare piccola! - E detto questo uscì dalla stanza, lasciandola sola.

Jo vagò per un buon quarto d''ora alla ricerca dei vari ingredienti, alla fine li trovò, in un piccolo armadio color malva.

La Felix Felicis è una pozione assai complicata da preparare, ha bisogno di molti mesi per essere pronta, deve essere perfetta. Anche un minimo errore può compromettere il risultato finale.

Jo cominciò, spingendo in un angolino della sua mente tutte le preoccupazioni, raccolse i capelli in una coda improvvisata e si diede da fare.

-Portare a ebollizione l'acqua pura di sorgente sotterranea.

Fatto.

-Mescolare con cura e aggiungere le foglie tritate di quadrifoglio irlandese.

Fatto.

-Ora la pozione dovrebbe avere un color verde pallido.

Jo non ebbe il coraggio di guardare tra i fumi profumati della pozione, ma dopo poco, la curiosità l'assalì, era verde, pallido.

Si trattenne dal saltare per la stanza e continuò.

-Aggiungere un ciuffo di capelli di Lepricani.

Fatto.

La pozione ora aveva un colorito biancastro.

-Ora mescolate ogni tre giorni, per sei mesi.

Mescolate per tre giorni ogni sei mesi... ok... mescolate... Aspetta, che!?

Rilesse la frase almeno sei volte, che poteva fare ora? Le lettere erano piccole e graziose, scritte con inchiostro blu notte, ma nulla di tutto ciò le serviva, tranne forse due lettere EJ ,che stavano scritte accanto alla parola ''mesi.''

EJ... EJ...EJ... che cosa potevano significare? Jo aveva notato queste due lettere alla quarta lettura, perchè erano scritte davvero in piccolo, ma non sapeva comunque che farsene, come potessero esserle utili.

EJ...EJ... non sapeva che fare! Cominciò così a camminare per tutta la stanza, tra gli scaffali, i tavoli... poi notò due furbi occhi verdi che la fissavano, una chioma vaporosa e rosso fuoco che ondeggiava, un viso spruzzato di lentiggini, degli occhiali tondi e leggeri, dei capelli scompigliati...

Corse ad aprire la finestra, usando una sedia, perchè era molto in alto.

-Che ci fate voi qui?

-Siamo qui per giocare a Giobbiglie Jo.- disse James ironico.

-Molto divertente, davvero. Entrate.- detto questo scese dalla sedia e li fece entrare.

-Siamo fuggiti dalle grinfie della mamma.- proclamò Albus orgoglioso dell'impresa compiuta.

-E non è stato facile!- completò James.

-Questo posto è meraviglioso!- esclamò Hugo.

-Si si, lo so è tutto meraviglioso, ma a me serve calma e concentrazione, ho bisogno di capire cosa fare.- disse ansiosamente Jo.

-Oh per tutti i nargilli Jo, sembri la zia Hermione!- constatò Lily con un sorriso.

-Poverina, Lily- la rimproverò Albus.- aiutiamola!

Ma poi vedendo che tutti gli altri erano troppo occupati a curiosare tra le meraviglie di quel luogo guardò Jo.

-Prego, procedi.- disse sconsolato, tappandosi le orecchie.

-Grazie.- disse lei, poi fischiò, un fischio forte e lungo, che fece quasi tremare le pareti.

-AHHH
-Ma per Merlino!

-Jo!!

-Santa Puffola!

-Perchè devi fischiare ogni volta Jo!- chiese James, tappandosi le orecchie.

-Perchè voi non ascoltate, né me, né Albus!

-Ok, ok abbiamo capito.- disse Rose cercando di calmare le acque.

-Va bene Jo, dicci dov'è il problema.

-Venite qui.- disse lei, poi mostrò loro il libricino.

-EJ...EJ- cominciarono a ripetere tutti.- chissà che vuol dire.

Rimasero per una ventina di minuti a pensare, chi provava a dire EJ con diverse intonazioni, chi lo scriveva, Albus addirittura lo scriveva per aria con le dita.

-ALBUS! TI BACEREI!- esclamò Jo d'un tratto, dopo averlo visto.

-Eh? Che ho fatto?- chiese lui confuso.

Ma Jo non rispose, si fiondò velocemente alla sua borsa e tirò fuori la bacchetta magica, tutti l'avevano seguita e le chiedevano che avesse in mente. Per tutta risposta lei scrisse con la bacchetta le lettere per aria, la scritta EJ si formò con scintille argentate e azzurre, brillò per pochi istanti, poi scomparve, al suo posto si materializzò un libro blu notte, trapuntato di microscopiche scintille argentate, Jo lo prese al volo e notò una scritta a caratteri argentatati che brillavano al sole.

 

EJ

L'Enciclopedia Jewed.
 

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Capitolo 20
*** Alberi genealogici. ***


Saalve:) sono tornata!! Dopo anni e anni, taa-daa, vi chiedo perdono dears ma... il mio computer è morto :'( per questo non ho potuto esserci ;) Vabò ora sono qui caVi <3 Quindi... cominciamo!
Ringrazio hermione59, FloxWeasley e Guinevere_90 (che è tornata!! <3 ) e anche albyyy_black che ha promesso di esserci ;) grazie anche alle 14 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 3 che l'hanno messa tra le ricordate e le 45 che l'hanno messa tra le seguite <3 Grazie anche ai lettori silenziosi ;)
Buona lettura dears.

 

Alberi genealogici.

 

Jo guardava meravigliata il libro che stava nelle sue mani.

-Che cosa significa secondo te?- chiese Al.

-Oh! Apriamolo!- dissero Hugo e Lily impazienti.

Jo aprì il libro

 

L'antica e nobile famiglia Jewed ha resistito per secoli e secoli alle persecuzioni da parte dei Babbani, tramandando il proprio sapere magico e le proprie abilità di figlio in figlio.

Questo libro, chiamato liberamente ''Enciclopedia'' racchiude alcuni insegnamenti che a voce sarebbero difficili da spiegare, perchè il potere dei Jewed è un fatto innato e naturale, è più che semplice magia. In questo libro, che si materializza solo all'occorrenza, il discendente troverà tutte le indicazioni per risolvere i propri problemi.

E' inutile dire che se un mago qualunque compisse le magie scritte in questo libro, i suoi sforzi sarebbero vani, questo libro può essere utilizzato solo da un vero Jewed.

Sperando che possa essere utile alle generazioni future.

In fede.

Cassandra Jewed. 10 a. C. - 79 d.C.

 

-E' uno scherzo.- disse Rose.

-Penso proprio di no.- rispose James.

Jo non disse nulla, continuò a sfogliare il libro, arrivò all'indice:

 

Albero Genealogico pag. 5 – 689

Pozioni pag. 690 -3489

Abilità pag. 3490 -5189

Lettere da Generazioni pag. 5190 -7889

Pagine compilabili pag. 7890 -Fine

 

Anche James stava guardando l'indice.

-Wow! Più di 600 pagine solo per l'albero genealogico.- fischiò.

Jo andò alla pagina 680.

 

Lara O'Connor – Erwin Jewed

|

Alan Jewed _ Gilda Jewed – Dudley Dursley

|

Joanne Marie Jewed

-Ma è meraviglioso!- disse Rose- ci sono anche le vostre foto qui!

E aveva ragione, vicino ad ogni nome c'era anche una piccola fotografia, ma Jo non ricordava di averla mai fatta, anche se la sua copia la salutava con la mano e sorrideva.

Andando avanti con le pagine notò che non era l'ultima Jewed, infatti nelle altre pagine comparivano altri nomi ed altre foto: Dennis Jewed, un bambino di circa 3 anni, Katlin Jewed, una ragazzina di non più di 9 anni, Giuliet Jewed, di 8 anni, sorella di Callum Jewed di 14...

-Per le mutande di Merlino! Se mai dovreste fare una riunione di famiglia potreste di certo riempire tutta Hogwarst!- disse Hugo.

-Ma tutti questi Jewed si sono nascosti quando Voldemort era al potere? - chiese James scettico.

-Ovvio!- rispose una voce profonda.

-Ma cosa...?

I ragazzi si spaventarono.

-Chi sei?- chiese Jo.

-Sono l'Enciclopedia sciocca!- rispose la voce.

Al che Jo guardò attentamente il libro, due stupendi occhi blu la fissavano.

-Salve.- salutò con un sorriso lei.

-Salve a te Joanne.

-No, no. Io mi chiamo Jo.

-No, no. Tu sei Joanne Marie e io ti chiamerò così.

-Penso di no, signor libro, lei mi chiamerà Jo.- rispose beffarda.

-No, no.

-Si invece.

-No, no.

-Si

-No.

-Si.

-No.

-VOGLIAMO SMETTERLA!?- urlò Rose.

Rose, se non si fosse già capito, odiava aspettare.

Quella volta lo capì anche il signor libro.



Questo capitolo non è che dica molto, però avete conosciuto l'Enciclopedia ;) Nel prossimo capitolo ci sarà più ''movimento''
A presto

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