Four Eyes

di Veruska Marija
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Biglietti ***
Capitolo 2: *** Parigi ***
Capitolo 3: *** Il ritorno del passato ***
Capitolo 4: *** Oggetti ***
Capitolo 5: *** Lacrime su lacrime ***
Capitolo 6: *** Colazione in due ***
Capitolo 7: *** Ancora insieme ***
Capitolo 8: *** A casa ***
Capitolo 9: *** Suzaku ***
Capitolo 10: *** Respiro ***
Capitolo 11: *** Uno di troppo ***
Capitolo 12: *** Prima volta ***
Capitolo 13: *** Destinazione: Los Angeles ***
Capitolo 14: *** Primo giorno ***
Capitolo 15: *** Bisogno di sfogarsi ***
Capitolo 16: *** Spuntino di mezzanotte passata ***
Capitolo 17: *** Azzurro e nocciola ***
Capitolo 18: *** Lungo la costa ***
Capitolo 19: *** Il giorno prima ***
Capitolo 20: *** Istanti, momenti, secondi. ***



Capitolo 1
*** Biglietti ***


Questa storia è puramente inventata, le azioni e le parole dei personaggi non li rappresentano e spero di non offenderli in nessun modo.
 
Ciao ragazze! Eccomi tornata con il sequel di Tomorrow. Questa volta non sarà dal punto di vista dei personaggi ma è raccontato da un narratore esterno. Buona lettura! :)
 
Four Eyes
1. Biglietti
 
Stava fissando allo specchio il riflesso del suo volto. Tutti le dicevano che il suo nasino perfetto era identico a quello del padre. Si mise a intrecciare i capelli biondo cenere attorno all’indice della mano sinistra e sospirò chiudendo gli occhi verdi.
Non l’aveva mai incontrato di persona, sua madre le aveva detto che poco dopo la sua nascita avevano litigato e avevano perso tutti i contatti.
I suoi occhi tornarono a fissare quella foto. L’unica prova che avesse, oltre al cognome, di essere davvero la figlia di Tom Kaulitz, il chitarrista dannatamente sexy e donnaiolo dei Tokio Hotel. Era stata scattata da Bill in ospedale il giorno in cui era nata. Il 15 maggio 2011.
 
Appoggiò la foto sul ripiano sotto lo specchio e in mano le rimase solo un altro foglio. Era rettangolare, diviso in tre parti e di un colore che non le piaceva per niente, giallo. Però per lei quel pezzetto di carta era importantissimo. Portava le scritte “Tokio Hotel – 15 maggio 2026 – Bercy, Parigi – 21:30”. Sarebbe stata la prima volta che li vedeva dal vivo, nonostante tutti quegli anni passati il loro successo non era diminuito anzi, avevano continuato ad entrare nel cuore delle ragazzine per poi non uscirci più e adesso mamme e figlie condividevano la stessa passione. La passione di Britney non era stata trasmessa dalla madre, a Silvia piacevano ancora ma dopo essersi lasciata con Tom aveva solo continuato a comprare i loro cd e ascoltarne le canzoni, non si era legata alla band perché il chitarrista era suo padre, no, a Britney piacevano davvero e si sentiva come una qualsiasi altra ragazzina. Il suo sogno era semplicemente quello di poterli ascoltare live, cantare con loro e magari incontrarli e ricevere un autografo e una foto, sperando nel più profondo che suo padre la riconoscesse e che non la lasciasse mia più.
In una settimana quel sogno si sarebbe realizzato, il concerto era proprio il giorno del suo compleanno e sua madre aveva acconsentito a portarla dall’Italia fino a Parigi.
 
Chiuse la valigia e andò a posarla vicino alla porta perché la madre la caricasse in macchina. Salirono nella BMW 330 cabrio nera e partirono, nell’abitacolo regnava il silenzio. Dopo cinque minuti Silvia accostò e scese dalla macchina.
-Ciao Erika! Sali pure, carico io la tua valigia.
Erika era la migliore amica di Britney, erano inseparabili sin dall’asilo, la ragazza aveva i capelli neri e lisci, gli occhi castani, era molto bella, alta e magra al punto giusto.
-Brit!
La biondina si voltò verso i sedili posteriori per salutare l’amica e abbracciarla.
-Erika! Oddio sono super agitata non vedo l’ora!
-Anche io! Ma… sei agitata solo per il concerto o anche perché vedrai lui?
Un sorriso un po’ triste si fece spazio nel volto di Britney:
-Beh tanto lui non mi vedrà neanche. Non credo riusciremo ad arrivare in prima fila.
-Ed è qui che ti sbagli tesoro!
La seconda ragazza rovistò nella borsa e si mise a sventolare quello che aveva preso.
-Ho vinto il meet! E ci posso portare un’amica!
La macchina si riempì di urletti isterici di felicità ma quando Silvia tornò in macchina, dopo aver rassicurato i genitori di Erika, tornò il silenzio.
-Potete continuare a parlare, lo sapete.
-Erika ha vinto due ehm, non so come si chiamano, biglietti, pass, per il meet.
-Incontrerai Tom…
Le parole le morirono di bocca, però in volto le comparve un sorriso sincero, era giusto che sua figlia vedesse suo padre anche se in quello strano modo.
Per tutto il resto del tragitto fino all’aeroporto Silvia non parlò più, ascoltò le chiacchiere delle due ragazzine e sperò che Tom non ferisse sua figlia non riconoscendola. Britney era forte e diceva sempre che sapeva che se il padre l’avesse vista in quel modo con un’amica l’avrebbe presa per una ragazzina qualsiasi, Britney, però, era anche molto sensibile infondo e non essere riconosciuta da chi le aveva donato la vita, l’avrebbe ferita di sicuro.
 
Le tre presero i biglietti dell’aereo, imbarcarono i bagagli, passarono tutti i controlli e quando la voce degli altoparlanti chiamò il loro volo, s’imbarcarono. L’aereo decollò e anche il cuore di Britney prese il volo con le mille emozioni che non riusciva a controllare. Era eccitata e felice ma aveva anche paura. Fissò le nuvole fuori dall’oblò e avrebbe voluto poter buttarsi sopra, rilassarsi e sognare una vita diversa. Una vita felice, in mezzo alle comodità, con un padre e una madre affettuosi e che si amavano. Si abbandonò a quei pensieri idilliaci e si addormentò per davvero.
A svegliarla fu l’amica quando furono atterrate, scesero a terra, superarono per la seconda volta i controlli, presero i bagagli e salirono su un taxi che le avrebbe portate all’albergo.
Arrivate presero subito le chiavi delle due camere e salirono, Britney ed Erika avevano la 311 mentre Silvia la 313. Britney osservò la 311 nei minimi particolari: l’armadio si trovava subito all’entrata in un rientro della parete e in quella opposta si trovava la porta del piccolo bagno con la tazza, il lavandino, un piccolo ripiano in marmo bianco e la doccia. C’era un letto matrimoniale con un copriletto verde, ai lati si trovavano due comodini in legno chiaro ciascuno con un cassetto e sotto uno spazio aperto. Giusto davanti c’era una scrivania con un piccolo sgabello e uno specchio, affianco c’era anche una poltrona. Britney aprì le tende gialle e verdi e fu felice di vedere che la stanza aveva anche un piccolo terrazzino dove si trovavano l’altra poltrona e un tavolino basso. Uscì e ammirò il panorama, si vedeva anche la Tour Eiffel, non era poi così lontana.
Svuotarono le valigie nell’armadio e verso le due scesero per il pranzo. Mangiarono con calma programmando la settimana, scegliendo quali luoghi avrebbero visitato. Avevano tutto il tempo a loro disposizione dato che avendo vinto il meet&greet non avrebbero dovuto fare la coda e subito dopo si sarebbero precipitate in prima fila.
 
Continua.
 
Questo è il primo capitolo, che ne pensate? Spero vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi. :)
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 2
*** Parigi ***


Four Eyes
2. Parigi
 
La Tour Eiffel, la Place de la Concorde, la Seine, l’Arc de Triomphe, les Champs-Élysées, le Quartier Latin, Montmartre, Notre-Dame, le Louvre.
 
Britney amava la Francia, considerava quella come la settimana più bella della sua vita. Aveva visitato i luoghi di Parigi che dalle letture sul suo libro di francese più l’avevano affascinata. Era il regalo più bello che sua madre avesse potuto farle, cercava dal terrazzo della camera d’hotel quei luoghi che in quel momento sembravano così lontani, solo un’allucinazione. Sapeva di averli visitati ma la loro immagine nella sua mente si stava lentamente offuscando lasciando spazio a quello che non sapeva se si sarebbe trasformato in un incubo o in una realtà felice. Quel venerdì, venerdì 26 maggio 2026 era arrivato in fretta, forse anche troppo.
 
-HeyBrit! Sbrigati o faremo tardi! Manca solo un’ora, ne abbiamo mezza di macchina e tu sei ancora lì in tuta!
-Lo sai che io sono veloce a prepararmi.
-Sì ma non dovresti essere così smorta! È il giorno del tuo compleanno, stai per andare al meete al concerto della tua band preferita e…
-…e vedrò per la prima volta mio padre.
-Sì…
La mora abbassò lo sguardo, non poteva comprendere fino in fondo il conflitto di emozioni che c’era nell’amica, ma la festeggiata entrò subito ad abbracciarla e le diede un bacio sulla guancia.
-È solo grazie a te se posso farlo e comunque vada te ne sarò grata per sempre.
Erika baciò l’amica sull’altra guancia e le diede una pacca in testa.
-Vedrai che andrà bene! Adesso a prepararsi!
-Agli ordini capo!
Tra le risate le due si sistemarono e prima di lasciare la camera Britney si specchiò. I capelli, mossi sulle punte, le ricadevano morbidi oltre le spalle, gli occhi verdi erano contornati da una spessa linea di matita ed eye-liner rigorosamente nero, mentre le palpebre erano ricoperte da un lieve strato di ombretto del colore della giada. La canottiera scura e aderente le evidenziava i seni, davvero prosperosi per una ragazza della sua età, la rientranza della pancia e il riallargarsi in corrispondenza dei fianchi. La minigonna, che poteva essere benissimo paragonata ad una cintura, le copriva a malapena il sedere e le gambe rimanevo scoperte fino a metà polpaccio, dove iniziavano delle AllStar Rosa come la farfalla al lato della canotta. Tutta la sua pelle perfetta era ricoperta da un lieve strato di brillantini per il corpo. All’ultimo si ricordò degli accessori e riparò immediatamente, scelse degli orecchini semplici a forma di dado, prese velocemente tutti i suoi braccialetti neri, viola, rosa e fucsia e abbellì l’ombelico con un semplice piercing con un brillantino bianco, anche se non si sarebbe visto. Alla fine, titubante, indossò una collana con un ciondolo a forma di cuore, era d’oro e decorato con solcati su tutta la superficie dei piccoli riccioli. Silvia le aveva detto che Tom gliel’aveva comprata durante il suo primo viaggio, dall’ospedale a casa, e che era l’unico regalo che non aveva abbandonato lì in quella casa. “Aveva accostato, era sceso dalla macchina dicendo di aspettare lì ed era tornato con la collana in mano.” Così le aveva raccontato.
Un flash la fece tornare al mondo reale.
-Scusa ma dovevo immortalare la scena! Cavolo sembri tanto più grande! Io non ti darei meno di diciannove anni!
-Ma va’ scema!
Britney prese la sua tracolla, controllò che dentro ci fossero i biglietti e le tre scesero al piano terra ed entrarono nel taxi che le avrebbe portate al Bercy.
-Mamma tu dove starai?
-Nelle tribune, potete andare in due ad incontrarli e quindi entrare prima. Non ti preoccupare, ci sentiamo quando il concerto sarà finito per trovarci.
-Non vuoi rivederlo?
-Tesoro…- il tono della madre si fece molto dolce –è stata Erika a vincere, io ho passato davvero molto del mio tempo con loro. E poi, sarò egoista, ma vorrei sapere se è in grado di riconoscerti non vedendomi.
-Sì hai ragione.
-Dai ci sarò io con te! E se non ti riconosce gli rompo la chitarra!
-No! Se no dopo non può più suonare!
-Allora le dita!
-No comment!
Britney si girò a guardare fuori dal finestrino ridendo e infilò una mano nella borsa. Piano passò le dita su una superficie lucida, non era carta di un biglietto, ma una foto.
 

*** ***

 
-Bill sbrigati! David ha detto che le fan sono già di là che aspettano!
-Un secondo! Giuro! Intanto dimmi… sono di più del solito dato che questa è l’ultima data del tour?
-No, non ci metteremo tanto. Speriamo ce ne siano di carine.
Bill raggiunse il fratello sospirando e scuotendola testa.
-Peggiori ogni giorno di più! Guarda di sceglierle maggiorenni almeno, non ho voglia di partecipare a processi dove ti accusano di pedofilia.
-Sempre il solito fratellino. Oh senti, arriva fino a qua il casino che fanno e sono solo in dieci.

 
*** ***

 
-Un respiro profondo. Espira. Inspira. Espira. Inspira. Amor stai calma!
Britney e Erika erano assieme alle altre otto ragazze in una stanzetta bianca ad attendere i Tokio Hotel. La neoquindicenne era agitatissima, ma non era l’unica, e nessuno se ne preoccupava, era una cosa normale. Chi non sarebbe agitato sapendo che sta per incontrare la sua band preferita? Sapendo che sta per essere scattata una foto dove sarà in mezzo a loro? Sapendo che avrà un autografo? Non si poteva sapere che quella biondina qualsiasi, che dava anche l’idea di essere una ragazza facile, stava per incontrare per la prima volta l’uomo che le aveva donato la vita.
La porta finalmente si aprì ed ecco che il primo a comparire fu proprio il chitarrista.
 
Continua.
 
Hallo! Oddio che sadica che sono, ho chiuso proprio sul più bello. Però c’era da aspettarselo, soprattutto da me. xD
p.s. il 15 maggio 2026 è davvero di venerdì… non l’ho fatto apposta! O.O Avevo scelto la data di nascita prima di pensare al sequel.
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 3
*** Il ritorno del passato ***


Four Eyes
3. Il ritorno del passato
 
Erano lì, davanti a lei, tutti e quattro, LUI era lì. Il suo cuore perse un colpo e la sua mente formulò un pensiero assurdo, al quale però si aggrappò disperatamente: Tom appena varcata la soglia avrebbe dovuto riconoscerla immediatamente, correre da lei, abbracciarla e dirle che non l’avrebbe lasciata mai più. Sapeva benissimo che era una cosa irrazionale e, infatti, i quattro iniziarono, come ad ogni incontro con le fan, a lasciare autografi. Quando i due gemelli le furono davanti, non diedero alcun segno di averla riconosciuta. Lei ringraziò per la firma e si mise ad aspettare per la foto. Era l’ultima, scattò la foto a Erika e poi, lasciando la macchinetta in mano all’amica andò a posizionarsi tra il padre e lo zio che, ignari, le misero le braccia dietro alla schiena. Britney a quei tocchi sentì come un brivido e le fu difficile riuscire a trattenere le lacrime. Quando la band se ne andò, le ragazze uscirono dalla stanzetta e si prepararono in prima fila per il concerto. A quel punto Britney lasciò andare tutto il suo dolore e si sfogò con l’amica.
-Sono una stupida, come ho potuto pensare che solo con questo ciondolo si ricordasse. Lui mi ha dimenticata!
-Tesoro non dire così! Non ci avrà fatto caso. Di sicuro non si è dimenticato che ha una figlia ma magari non pensa più di riuscire a incontrarti, soprattutto non in queste circostanze.
-È inutile. A lui non importa niente di me! E adesso ho solo un’altra stupida foto!
Le lacrime continuavano senza ritegno a rigarle il viso, il trucco le si stava sbavando tutto ma non le importava. Lei voleva solo per una volta poter dire la parola “papà” a quel ragazzo. Avevano smesso di parlare e la bionda di piangere anche, quando uno dei bodyguard si avvicinò a loro.
-Tom Kaulitz mi ha chiesto di darti questo.
L’omone temeva in mano un piccolo pezzetto di carta azzurro, lo consegnò e le lasciò sole. La speranza era tornata in Britney e il suo cuore iniziò a battere all’impazzata.
-Su! Cosa aspetti ad leggerlo?!
Annuì con la testa e lo aprì con le mani tremanti che quasi rischiò di farlo cadere.
 
“Se vuoi, l’uomo che ti ha consegnato questo biglietto ti accompagnerà da me in hotel dopo il concerto. Tom”
 
-Ha capito chi sei! Non ha detto niente prima perché c’erano altre persone! Aaaah! Sono così felice per te! E devi dirlo subito a tua mamma!

 
*** ***

 
Lo schermo del suo cellulare indicava che era appena arrivato un messaggio dalla figlia. Lo aprì e con stupore lesse che Tom l’aveva riconosciuta e che le aveva chiesto di andare in hotel da lui dopo il concerto. Silvia fu felice della notizia e ne rimase anche stupita. Non credeva sarebbe mai successo, pensò che forse aveva riconosciuto il cuore che portava al collo, ma non capiva perché aspettare fino a dopo il concerto.
 

*** ***

 
Le luci si spensero e il concerto iniziò. Dalla prima fila Britney ed Erika cantavano felici, ricevendo ogni tanto uno sguardo da parte del chitarrista. Dagli spalti anche Silvia si godeva il concerto, le era mancato tutto quello, si era dimenticata quanto adorasse sentire i ragazzi dal vivo, tutte le emozioni che riuscivano a trasmetterle attraverso la musica, attraverso le loro canzoni. Nonostante tutto c’era qualcosa che la turbava, non era ancora convinta che Tom avesse davvero capito che la ragazza che aveva invitato in hotel fosse sua figlia. Forse Tom si era dimenticato di avere una figlia, forse si era dimenticato della loro relazione, di lei. O forse no. Le lacrime iniziarono a scendere anche sul suo volto al ricordo di tutti quei bei momenti.
 

*** ***
 

Le luci si erano riaccese e lo staff aveva già iniziato a smontare il palco. Britney aspettò che gran parte della folla uscisse, saluto l’amica e seguì l’uomo che le aveva recapitato il messaggio quel pomeriggio.
 
-Aspetta qui, tornerà a momenti.
Dopo questo Britney si trovò da sola nella stanza 475. Dalla poltrona sulla quale era seduta osservò in tutta la sua magnificenza quella stanza. Era il doppio di quella del suo hotel. Appena si entrava c’era una zona giorno, lei si trovava lì, c’erano un divano e due poltrone, tra queste c’era un tavolino e attaccata al muro una tv enorme. Non c’era il frigo bar, ma un bancone vero e proprio con tanto di sgabelli. C’era un arco senza porta che dava sulla zona notte, si vedevano benissimo il letto a baldacchino con le lenzuola di seta e i due comodini. Sul pavimento si vedeva la luce che entrava dalla porta che dava sul balcone, molto probabilmente la tenda era rimasta aperta. Dell’armadio si notava l’ombra che faceva intuire fosse appoggiato alla parete della porta tra la zona giorno e quella notte. Si scorgeva dalla porta del bagno una vasca idromassaggio rotonda enorme. La ragazzina fece per alzarsi per andare a vederla ma il rumore della porta d’entrata e dei passi che si avvicinavano a lei la pietrificò. Trovò la forza e si girò. Il padre aveva un’espressione felice e il sorriso stampato in bocca.
-Ciao!
Ci volle un po’ perché il tedesco, che stava studiando, affiorasse nella sua mente.
-Ehm… ciao…
-Su non fare la timida, vuoi qualcosa da bere? Una birra?
Tom era già dietro il bancone e aveva stappato una bottiglia per lui e aspettava l’ok della ragazza ma questa rifiutò gentilmente. L’ultimo arrivato si accomodò con poca grazia sul divano e fece cenno all’ospite di unirsi a lui. Britney, un po’ impacciata, si alzò e si avvicinò andando però a sbattere con la gamba destra contro il tavolino. Lui la prese al volo riuscendo a non farla cadere.
-Hey attenta…
Erano a pochi centimetri di distanza e Tom iniziò ad avvicinare il suo viso a quello di lei.
-Allora… quanti anni hai dolcezza?
-Qui-quindici oggi…
Tom stava per posare le sue labbra su quelle di Britney ma si fermò di scatto e si allontanò tempestivamente.
-Quindici?! Oh mio Dio! Te ne davo almeno diciotto!
Britney a quelle parole realizzò che il padre non l’aveva riconosciuta e che l’aveva solo adocchiata come una possibile preda. Indietreggiò prima lentamente e poi corse fuori dalla stanza in lacrime.
 
Continua.
 
Salve! Spero di non aver osato troppo con Tom e Britney in questo capitolo. Ditemi cosa ne pensate. :) Grazie mille ragazze!
 
♥26.03.10 ♥ (scusate per questo mio momento)
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 4
*** Oggetti ***


Four Eyes
4. Oggetti
 
Tom proprio non riusciva a capire perché la ragazza si fosse comportata in quel modo. Pensava che la sua reazione, forse, non fosse stata delle migliori, ma lei aveva esagerato. Per lui non aveva senso piangere perché lui le aveva detto che era troppo piccola per andare con lui, e soprattutto non ne aveva correre via in quel modo. Tom abbassò lo sguardo dispiaciuto del fatto che quella notte era andato in bianco e si accorse che c’era una tracolla sul pavimento. La ragazza doveva averla dimenticata per la fretta. La raccolse e andò dal fratello. Gli raccontò tutto l’accaduto e il cantante non poté fare a meno di ridere un po’, trovava la situazione buffa dato che aveva avvertito Tom quel pomeriggio.
-Bill, cazzo, non ridere! Comunque che facciamo? La apriamo?
-Dobbiamo se vuoi restituirgliela.
-La svuoto sopra il tavolo o frughiamo finché non troviamo un cellulare o un documento?
Bill prese l’oggetto dalle mani del fratello, tolse le riviste dal tavolino appoggiandole sotto di questo e delicatamente rovesciò il contenuto della tracolla sul ripiano. Ne uscì di tutto e di più: due matite per gli occhi, un ombretto e un pennellino per stenderlo, una crema, un pacchetto aperto di orsetti gommosi e uno di fazzoletti, delle salviettine struccanti, un elastico per i capelli, una bustina con all’interno un assorbente molto probabilmente, i due decisero di non indagare, una penna, il cd che le avevano autografato quel giorno, due biglietti del concerto, la macchina fotografica e finalmente il cellulare e il portafoglio. Un foglio cadde per terra ma i gemelli non si preoccuparono di raccoglierlo subito, prima volevano contattare la proprietaria. Sempre Bill prese il cellulare e aprì la rubrica.
-Chi proviamo a chiamare?
-C’era una ragazza oggi con lei…
-Sai il suo nome?
-No…
-Come non detto… Cavolo se sei fortunato Tom, ci sono le foto abbinate ai numeri…
Scorsero un po’ la rubrica ed ecco che trovarono il volto dell’amica sotto il nome di “erika <3”. Bill chiamò e dopo solo uno squillo dall’altra parte risposero.
-Ehm… sonoBill Kaulitz…. Erika? La tua amica ha lasciato qui la borsa. Dove posso farvela recapitare?

Bill appuntò il nome di un hotel e il numero di una stanza.
-Ok grazie. Prima delle dieci di domani mattina la troverete alla reception. E come si chiama la tua amica? Sai per lasciare un nome…

-Britney… e il cognome?
Il ragazzo rimase in attesa ma non arrivò nessuna risposta.
-È caduta la linea. Vabbé comunque loro domani lasciano Parigi, la borsa deve essere lasciata entro le dieci alla reception del suo hotel, lì c’è il nome, diciamo che deve essere consegnata a Britney della 311. Non ho fatto in tempo a sentire il cognome.
-Ok, mandiamo qualcuno sulle otto e mezza, nove, adesso aiutami a rimettere tutto dentro senza dimenticare niente.
I due misero tutto in ordine e Tom fece per portare la tracolla all’uomo che l’avrebbe portata alla legittima proprietaria ma Bill lo fermò:
-C’è quel foglio che era caduto che non hai preso.
-Ah sì…
Il chitarrista andò a raccoglierlo e notò che era carta da foto. Il retro portava stampato il nome di uno studio fotografico che non gli suonava nuovo, in nero c’era riportata anche la data e l’ora di stampa: 15.05.2011 20:12. Gli venne un nodo alla gola, era la data di nascita della figlia che non aveva più rivisto. Una gran voglia di sapere cosa avevano stampato per quella quindicenne quel giorno, che era stato così importante per lui, lo pervase. Girò ciò che aveva in mano e vide quello che meno si aspettava. Pensava di vedere degli sconosciuti felici in una casa chissà dove, invece quello che vide fu il ritratto di se stesso. Era giovane, aveva ancora 21 anni, e in braccio teneva una pargoletta di nome Britney. Gli vennero i conati di vomito, ci aveva provato con sua figlia, aveva incontrato sua figlia e non l’aveva riconosciuta. Gli scese una lacrima e a fatica disse:
-Bill, sono una merda…
-Cosa stai dicendo? Cosa ti prende?
-Kaulitz, Bill! Kaulitz!
-Non capisco, non mi piace questo gioco.
-È il cognome della proprietaria della borsa.
-Britney Kaulitz? Oh Santo Dio. Quella Britney?
-Sì quella! Quante vuoi che ce ne siano?!
Mostrò la foto al gemello che la riconobbe subito.
-È quella che vi ho scattato io.
-Vado.
-Dove?
-Da lei! Abbiamo l’hotel e la camera!
 
Scese di corsa in strada e fermò il primo taxi, diede indicazioni all’autista e chiese, in un francese appena biascicato, di fare presto. Il tassista obbedì e in metà del tempo che Tom aveva previsto, l’aveva portato a destinazione. Lasciò qualche banconota, la cui somma comprendeva una lauta mancia, sul sedile e corse dentro.
-A che piano si trova la 311?
La ragazza alla reception rispose un po’ spaventata:
-Terzo.
Il chitarrista si voltò immediatamente e prenotò l’ascensore. Rimase per due secondi ad aspettarlo impaziente sbattendo ripetutamente il piede per terra e poi decise di prendere le scale. Corse fino al piano della figlia e con il fiatone arrivò davanti alla porta della 311. Senza pensarci due volte bussò.
 
Continua.
 
Ciao! Questo è un po’ più corto degli altri ma volevo finirlo qui. Grazie e tutte. A chi legge in silenzio, a chi ha inserito la storia tra le preferite e le seguite e, ovviamente, a chi legge in silenzio. :)
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 5
*** Lacrime su lacrime ***


Four Eyes
5. Lacrime su lacrime
 
Britney era al buio nella sua stanza, continuava a piangere distesa su quel letto che non le apparteneva. Tutte le sue speranze e i suoi sogni si erano spezzati, se n’erano andati, senza preavviso. All’improvviso la dura realtà le era piombata addosso e le faceva male. Un bacio che stava per essere posato aveva portato più dolore di mille pugnalate. Aveva gli occhi gonfi che le bruciavano ma non riusciva a fermare né le lacrime né i singhiozzi. Era sola, aveva chiesto alla migliore amica di dormire nella stanza con la madre, non voleva che nessuno la vedesse così, non voleva che nessuno le dicesse qualcosa o provasse consolarla, desiderava solo lasciar uscire il dolore attraverso il pianto.
Sentì bussare alla porta ma non si mosse dal letto, bussarono un’altra volta e lei rimase immobile, una terza, alla quarta si alzò e andò ad aprire infuriata.
-Sentite, vi ho detto che voglio rimanere da sola!
Spuntò la frase con rabbia, con ancora qualche lacrima che le rigava il viso e solo dopo si accorse che davanti a lei non c’erano né la madre né l’amica come pensava, i suoi occhi si stavano rispecchiando in quelli di Tom.
-Britney…
La ragazza rimase impalata a guardarlo, non riusciva a muovere un muscolo o una spiaccicare una misera parola.
-Scusa… io… io mi sento uno schifo per quello che ho fatto, ma non ti avevo riconosciuto, e mi odio anche per quello. Ho trovato la foto nella borsa dopo aver chiamato e ho capito tutto. Tu mi detesterai ma volevo dirti che in tutti questi anni io mi sono sempre ricordato di te e che non ho scusanti per la mia assenza. Avrei dovuto cercare tua madre solo per te.
Detto questo, si avvicinò di un passo, lentamente, come se lei fosse stata un cucciolo impaurito che non si vuol far scappare. Non si trattenne e improvvisamente la abbracciò. Con un braccio la teneva stretta a sé e con l’altro le accarezzava i capelli. Lei appoggiò la fronte al suo petto, si portò le mani all’altezza del volto e le strinse a pugno appendendosi alla maglia oversizedel chitarrista.
-Pa… papà…
Con quelle due semplici sillabe le lacrime tornarono a rigare il volto di Britney e anche Tom lasciò sgorgare un’altra lacrima.
-Sono qui… Adesso sono qui.
Cercò in qualche modo di consolare la ragazza che adesso vedeva con occhi completamente differenti. La prese in braccio, entrò nella stanza e con un po’ di difficoltà chiuse la porta. Lasciò cadere per terra la borsa e fece distendere la figlia sul letto. Si sedette vicino a lei prendendole una mano e timidamente baciandone il palmo. Temeva che se avesse manifestato troppo affetto immediatamente lei l’avrebbe preso per falso, però lui l’amava sul serio. Ricordava il giorno della sua nascita come se fosse successo qualche ora prima, le emozioni che aveva provato nel vederla e prenderla in braccio. Se l’era lasciata scappare come la sabbia su una mano aperta al primo soffio di vento; non l’aveva cresciuta e protetta come si era ripromesso, non l’aveva vista diventare grande.
-Rimani qui, dormi con me questa notte.
Bastarono quei sussurri per liberare il ragazzo dalle paure che l’avevano attanagliato. Si tolse le scarpe e si distese affianco alla bionda, coprì entrambi con le lenzuola e le cinse i fianchi con le braccia.
-Buonanotte, ti voglio bene. Ti prego credimi.
Come risposta ricevette un lieve bacio sulla guancia, appena posato, con quello anche le ultime insicurezze nel suo cuore svanirono. Chiuse anche lui gli occhi e si lasciò trasportare nel mondo dei sogni con la figlia.
 
La mattina dopo aprirono gli occhi insieme, erano entrambi in imbarazzo ma Tom sapeva che toccava a lui alleviare la tensione. Aprì la bocca per parlare ma la richiuse immediatamente, voleva farle così tante domande ma nessuna gli sembrava appropriata.
-Buongiorno… ehm… sì insomma adesso a me piacerebbe conoscerti. Era quello che volevi tu ieri sera, vero?
Britney annuì semplicemente.
-Andiamo a fare colazione insieme?
-A me va bene ma devo chiedere a mamma e anche perché siamo qui anche con la mia migliore amica.
-Oh certo…
-Comunque a me piacerebbe passare un po’ di tempo solo con te.
Arrossì, era timida e ammettere quella cosa a qualcuno che, in fin dei conti, era un estraneo le veniva difficile.
Tom era già pronto con gli abiti della sera prima, aveva dormito così, Brit invece iniziò a togliersi il pigiama nero con dei pois rosa sulla taschina sul sedere.
-Ehm…
-Oh scusa!
Il chitarrista si voltò immediatamente per non mettere a disagio la figlia. Questa ad un certo punto gli chiese quale delle due maglie che aveva in mano preferisse. Una era una t-shirt semplice nera con quattro pastelli colorati, viola, giallo, fucsia e azzurro, sulla spalla sinistra, e delle stelline degli stessi colori partivano dalle punte e arrivavano fino al fianco opposto. L’altra era rossa, aveva i fianchi e l’estremità sotto arricciati, un laccio nero nel mezzo che l’attraversava verticalmente la faceva assomigliare un corpetto.
-Quella rossa.
Questa volta non si fece problemi, tolse la maglia del pigiama e infilò la maglia scelta davanti al padre che si accorse di un piccolo particolare.
-Hai il piercing all’ombelico!
-Sì, regalo di compleanno dell’anno scorso. Anche la mamma ce l’ha.
-Sì, me lo ricordo.
Era stato un sussurro, quasi involontario.
La ragazza finì di truccarsi e intanto bussarono alla porta, andò lei ad aprire e, come pensava, erano Silvia ed Erika.
-Buongiorno!
-Sei di buon umore questa mattina! È passata in fretta allora.
Costatò felice la madre, le due entrarono nella stanza e l’ultima cosa che si aspettavano era di trovare Tom.
-Ecco perché… Tom.
-Silvia, quanto tempo. Tu devi essere Erika.
-Sì.
-Che ci fai qui?
-È mia figlia.
-Sì, l’hai capito alla fine.
Tom abbassò la testa non volendo ribattere, avrebbe perso, aveva tutti i torti e lei tutte le ragioni.
-Mamma, possono fare colazione con lui questa mattina?
-Sì puoi, basta che siate di nuovo qui per le dieci per andare all’aeroporto.
-Ma è solo mezz’ora!
-Silvia, perché non rimandate la partenza almeno di un giorno?
-Va bene, parlerò con i genitori di Erika. Noi andiamo a fare del sano shopping. A oggi pomeriggio allora, tesoro se ci sono problemi chiama.
Fece per andarsene ma si ricordò di una cosa.
-Ah Tom, quasi dimenticavo.
Uno schiaffo arrivò dritto sulla guancia del ragazzo.
Silvia non lasciò il tempo di repliche, si voltò e uscì dalla camera con Erika. Tom sospirò e aspettò che Britney prendesse la sua giacca di pelle per uscire a loro volta.
 
Continua
 
Salve! Non so cosa dire di questo capitolo, dice tutto da solo, spero non troviate troppo affrettato l’affetto che già dimostrano tra di loro. Grazie a tutte e ditemi cosa ne pensate. :)
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 6
*** Colazione in due ***


Four Eyes
6. Colazione in due
 
Quel sabato mattina di maggio era abbastanza caldo, il cielo era limpido ed era un piacere come il sole accarezzava la pelle. Sulla veranda del ristorante dell’hotel dove alloggiava la band, Tom e Britney erano seduti a un tavolo, erano appena tornati dal buffet con le rispettive colazioni, dopo la prima domanda tutto sarebbe stato più facile, e ancora una volta fu Tom ad iniziare:
-Allora, inizi tu con le domande o inizio io?
-Io, va bene se facciamo una domanda a testa?
-Certamente.
Tom trattenne il fiato per un secondo per prepararsi a rispondere a qualsiasi cosa gli avrebbe chiesto la figlia, e per sembrare più disinvolto prese una bustina di zucchero e con calma ne versò il contenuto nel suo caffè.
-Perché te e la mamma vi siete lasciati? Mi ha detto solo che avete litigato.
Tra tutte le domande che la figlia avrebbe potuto fargli quella era l’unica a cui il chitarrista non aveva pensato neanche minimamente.
-È una storia lunga, tutta colpa della domanda di un’intervista, riguardava il matrimonio, mio e di tua madre…
Britney lo interruppe:
-Volevate sposarvi?!
-Oh no, una giornalista quando tua madre era incinta, mi aveva chiesto se gliel’avevo proposto, io non avevo fatto in tempo a rispondere e nel giornale era uscita un’altra cosa. Stavo parlando dell’articolo con Bill e mi sono alterato troppo. Gli ho risposto che non mi sarei mai sposato, che una figlia ed essere innamorato non mi bastavano per mettere per sempre alla nostra storia e non mi ero accorto che Silvia era arrivata nella stanza. Lei non si è arrabbiata perché avevo detto che non mi volevo sposare ma perché in pratica avevo detto che non credevo nella nostra storia. Poi abbiamo discusso, io preso dall’impulso le ho detto che se non le stava bene così poteva anche andarsene e lei l’ha fatto sul serio.
Tutti e due avevano gli occhi fissi sulla bevanda nelle loro tazze, che in sincronia facevano muovere con il cucchiaino.
-Si vede che doveva andare così… Comunque adesso tocca me… …era il primo concerto a cui venivi?
-Sì, la mamma era preoccupata per l’effetto che avrebbe potuto farmi vederti ma io e Erika siamo riuscite a convincerla. Anche perché alla fine siamo delle fan.
Tom non poté fare altro che sorridere, la musica era la sua vita e il fatto che a sua figlia piacesse quella che faceva lui lo riempì di gioia. Britney arrossì, avrebbe voluto tagliarsi la lingua per l’ultima affermazione, si era esposta troppo e si sentiva in soggezione.
-Beh tocca di nuovo a me, hai già detto a qualcuno che sono “tornata”?
Fece le virgolette con le mani e poi tornò a prendere il suo croissant alla crema tutto ricoperto di zucchero a velo.
-Lo sa Bill perché era con me quando ho trovato la foto, poi sono corso da te, ma molto probabilmente ci ha pensato lui a divulgare la notizia.
Si guardarono negli occhi e risero, Tom si ritrovò la faccia e un po’ le treccine ricoperte dalla dolce polvere bianca.
-Oddio scusa! Ho riso e ci ho soffiato sopra! Non volevo! Facciamo che puoi farmi tu un po’ di domande per compensare.
Il chitarrista si pulì alla meglio con il tovagliolo.
-Non ti preoccupare. Comunque accetto volentieri la proposta. Allora… suoni qualcosa?
Britney scosse la testa mettendosi in bocca l’ultimo pezzettino della brioche.
-Sport?
-Pallavolo, da sette anni.
-Però, devi essere brava.
-Modestamente sì, sono il capitano della squadra.
-Fai agonismo?
-Sì, abbiamo quattro allenamenti da due ore e una o due partite a settimana.
-Wow, beh prima o poi verrò a vederti.
-Mi farebbe piacere. Un altro quesito e poi tocca di nuovo a me. Hai sentito che parole difficili conosco in tedesco? “Quesito”.
Risero per l’ennesima volta.
-Sì lo parli molto bene. Adesso m’impiccio di più, hai il ragazzo?
-Ehm… sì.
La ragazza era in completo imbarazzo, però decise di parlarne al padre dato che dall’espressione la sola risposta positiva non lo soddisfaceva.
-Si chiama Mattia e ha due anni in più di me. Ha i capelli neri e lisci, gli occhi castani, è alto, magro ma con un po’ di muscoli. Il 30 di maggio facciamo un anno insieme. Bene, adesso tu dovrai dirmi se hai intenzione di vedermi ancora o se quando tu sarai tornato a Los Angeles ed io in Italia sarà finito tutto.
Tom si rattristò, sua figlia non era ancora sicura delle sue intenzioni così si fece dare il telefono della ragazza e iniziò a scrivere.
-Questi sono il mio numero di cellulare, la mail e l’indirizzo sia in California sia in Germania. Poi chiamarmi e scrivermi quando vuoi. E magari venire in vacanza in America.
-Davvero???
-Certo!
-Oddio grazie!
Britney in preda all’eccitazione si alzò e andò ad abbracciare il padre. Lui la fece sedere sulle sue gambe e continuò a parlare:
-Però anche io vorrei sapere dove abiti e avere il tuo numero.
-Sì sì! Hai un’ultima domanda.
-Cavoli ne avevo tre, comunque scelgo questa: hai già fatto sesso?
-Cambiala!
-No! Sei tutta rossa!
-Cattivo! Comunque no!
Immediatamente si coprì la faccia con le mani per nascondersi ma non serviva a molto.
-Ehy non c’è niente di cui vergognarsi.
Tom le accarezzò i capelli e poi salutò quattro figure che si stavano avvicinando a loro.
-Britney, credo che tu lo sappia già comunque loro sono Bill, Georg, Gustav e David. Gentaglia, lei è Britney.
In coro risposero che era un piacere conoscerla, la bionda era un po’ titubante e per farsi coraggio, senza neanche pensarci strinse la mano di Tom.
-Ehm, piacere mio.
-Finalmente conosco mia nipote!
Bill la abbracciò più forte che poteva e senza volerlo la fece scoppiare in lacrime.
 
Continua.
 
Credo che questo capitolo sia indispensabile per conoscere un po’ meglio Britney, spero di non avervi annoiato. Grazie mille!
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 7
*** Ancora insieme ***


Four Eyes
7. Ancora insieme
 
-È stato imbarazzatissimo!
-Dai Brit, avranno capito di sicuro, hai appena conosciuto praticamente metà della tua famiglia!
-Erika tu non puoi capire! Non hai mai pianto di fronte a tuo papà, tuo zio e i loro amici!
-Quanti problemi! Comunque che avete fatto nel pomeriggio?
-Bill per farsi “perdonare” ha voluto portarmi a fare shopping.
-Beata te!
-Sì! Mi ha comprato un paio di scarpe da 500 euro! Ero andata in panico dopo aver visto il cartellino! Dopo te le faccio vedere, viola, tacco 12. Forse le metterò per l’uscita con Mattia.
-Eh sì, per il grande giorno! Avete già organizzato?
-Ha detto che fa tutto lui e di non chiedergli niente, solo informazioni su come vestirsi.
-Ma io sono curiosa!
-Perché io no?!
Continuarono a parlare lì, distese sul letto della loro stanza, fino a notte fonda, finché tutte e due non sbadigliarono e decisero che era meglio riposare.
 
Britney, Erika e Silvia avevano appuntamento con Bill e Tom dopo pranzo nel giardino privato dell’hotel della band. Britney ed Erika si stavano scambiando consigli sul trucco con Bill mentre i due ex erano seduti al tavolo vicino in silenzio, Tom fumava nervosamente e Silvia si osservava le unghie tenute corte da sempre.
-Allora prendete l’aereo per Venezia questa sera?
-Sì, voi?
-Volo per Amburgo di domani mattina.
Annuirono con la testa all’unisono e tornarono in silenzio. Picchiettarono entrambi le dita sul tavolo, ma quando si accorsero che anche l’altro lo stava facendo ritrassero velocemente le mani per poggiarle sulle gambe.
Silvia sospirò:
-È stata felice di incontrarti.
-Mi fa piacere, avrebbe potuto odiarmi.
-Invece nonostante tutto ti vuole già bene come se ci fossi sempre stato. Non farle male Tom.
-Non lo farò, promesso.
-Altrimenti non ti perdonerò.
-Lo so. Non sei cambiata nonostante siano passati tutti questi anni.
Silvia non replicò e rimasero a scambiarsi occhiate un po’ di sfida, ad un certo punto lei appoggiò la mano sinistra sul tavolino e stiracchiò un po’ le dita. Tom non l’aveva notato prima, ma un anello le adornava l’anulare sinistro. Era d’oro bianco con una pietra, abbastanza grande, che aveva tutta l’aria di essere un diamante decisamente molto costoso. Era molto semplice ma faceva effetto.
-Sono contento che tu riesca a permetterti certi lussi, che lavoro hai trovato?
-Niente di che, faccio la commessa in una profumeria.
-E riesci a guadagnare così tanto? Però.
-Oh, questo è un regalo.
-Un regalo?
-Sì, che c’è di tanto difficile? Due persone si amano, lui le chiede di sposarlo e le regala un anello di fidanzamento.
Tom aveva un’espressione persa, confusa ed incredula.
-Che c’è? Pensavi ti rimanessi fedele per sempre e che non ci sarebbe stato nessun altro?
-No, certo, solo che, è strano. Non ci avevo mai pensato e Britney non mi ha detto niente.
-Perché avrebbe dovuto?
-Sì hai ragione. Comunque congratulazioni! Quando? Chi?
-Che curioso! Comunque me l’ha chiesto prima di partire per la Francia, non abbiamo ancora deciso niente. Luca, 36 anni, avvocato, conviviamo da sei anni e ci conosciamo da undici.
Il chitarrista pensieroso continuava ad annuire, cercando di mettere insieme tutto quello che si era perso e come le era scappata via la ragazza perfetta.
-E ce ne sono stati altri in quei quattro anni prima?
-No. Ero troppo impegnata tra Britney e il lavoro. Non avevo soldi, dovevo fare un mucchio di straordinari e per fortuna le mie vecchie amiche mi hanno aiutato tenendo Britney senza dover assumere una baby-sitter. La smetti di annuire come uno scemo?
-Sì scusa.
-Tu? Ho letto che hai avuto una storia con una ragazza americana e poi one-night-stands come le chiami tu?
-Sì, comunque non era nulla di serio con quella ragazza.
-Et voilà! Come stiamo? Ci ha truccato Bill! Non ha fatto un disastro vero?
I due genitori si voltarono verso la figlia: aveva un ombretto grigio nella parte più in basso della palpebra superiore e sopra, fino alle sopracciglia, un altro ombretto verde con dei brillantini. Una riga abbastanza sottile di eye-liner nero le delimitava l’occhio nella parte superiore e ne accentuava la forma. L’amica era truccata allo stesso modo, solo gli ombretti erano di due tonalità di blu.
-No, state davvero bene.
A Silvia tornarono in mente tutti i bei momenti passati con Bill, era stato un amico davvero importante. L’aveva aiutata nei momenti difficili e quella volta era anche un po’ merito suo se la storia con Tom era ripresa, anche se, in fin dei conti non per molto. Forse erano sempre stati destinati a non stare insieme, e quei tiremmolla non avrebbero mai dovuto esserci, forse la loro relazione avrebbe dovuto finire già la prima volta che si erano lasciati. Le balenò per un secondo l’idea che forse avrebbe dovuto anche abortire, ma la scacciò immediatamente. Perché, per quanto rivedere Tom le facesse ancora male, amava sua figlia, la rendeva felice ed era stata da subito una parte insostituibile della sua vita.
 
Continua.
 
Oddio quanto dialogo ancora! Spero non vi dispiaccia! Grazie mille a tutte come sempre! Non so se riuscirò a postare la prossima settimana.
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 8
*** A casa ***


Four Eyes
8. A casa

Era arrivata a casa da qualche ora, aveva disfatto la valigia, si era lavata, messa il pigiama ed era andata a letto perché l’indomani mattina sarebbe tornata alla solita vita e quindi a scuola. Si rigirava tra le lenzuola pensando a due sere prima, quando si era addormentata tra le braccia di Tom. Accese la luce e guardò il computer sopra la scrivania. Decise di alzarsi per accenderlo e si sedette sulla sua sedia rosa. Si collegò a internet e aprì la sua mail, erano secoli che non ci andava, eliminò tutta la pubblicità che le era arrivata e aprì un nuovo messaggio. Scrisse due righe e le cancellò, ne scrisse altre ed eliminò pure quelle. Andò avanti così per un po’ finché non trovò qualcosa che secondo lei poteva andare e inviò la mail un po’ titubante. Non erano passate neanche 12 ore dall’ultima volta che l’aveva visto, forse era troppo presto. Si maledisse mentalmente quando comparì la scritta “Il messaggio è stato inviato correttamente”. Spense tutto, si buttò di peso sul letto e sprofondò con la testa sul cuscino.
-Stupida! Stupida! Stupida!
Lo ripeté all’infinito finché la porta della camera non si aprì.
-Tesoro che ci fai ancora sveglia? Sono le tre quasi. C’è qualcosa che non va?
Britney si voltò verso la madre e rispose:
-Ho scritto a Tom, ma forse è troppo preso, magari gli ho dato fastidio.
Silvia aspettò un po’ per rispondere, voleva trovare le parole giuste ma quando le arrivarono faticarono ad uscire. Le venne un nodo allo stomaco capendo che non riusciva ancora a parlare tranquillamente di Tom.
-Vedrai che gli farà piacere. È difficile da ammettere però all’inizio lui ha provato a cercarmi, a cercarci, sono stata io a cambiare numero. Scusami.
-Tutti commettono degli errori, anche lui, mi ha raccontato tutto.
-Hai il telefono che lampeggia. Rispondi e poi dormi. Buonanotte.
Silvia si allontanò e Britney controllò il cellulare. Le erano arrivati due messaggi, uno da Mattia e uno da Tom.
“Sono contento per te! Domani dopo scuola si va a mangiare in centro… niente no. v.v sogni d’oro ti amo”
“Va bene… :) ti amo”
Aspettò ad aprire quello del padre.
“Ciao stella, io sono qui ad Amburgo. Spero non ti dispiaccia che ti abbia risposto qui. Non ti preoccupare e scrivimi quando vuoi! A Los Angeles ci torno la settimana prossima, ma mi farebbe piacere passare anche lì prima. Un bacio. Tom”
“Sì vieni! :)”
Non le venne altro così inviò quel semplice messaggio, ripose il telefono sul comodino e si addormentò felice.

*** ***

Nella stanza accanto però era Silvia non riusciva a dormire. Era turbata. Si avvicinò al fidanzato che le passò un braccio sulla vita.
-Luca…
-Dimmi amore…
Nessuna risposta. Silvia gli chiuse le labbra in un bacio che da casto diventò sempre più passionale.
-Ti amo.
-Sì, anche io.
Istintivamente iniziarono a spogliarsi a vicenda e ad accarezzarsi, le loro mani scivolavano delicate sul corpo dell’altro esplorandolo come se fosse la prima volta. Ad un tratto però lui le si mise sopra e la penetrò. Iniziò a muoversi lentamente e poi sempre più veloce. Si staccarono solo quando raggiunsero il piacere, si rimisero l’intimo e si addormentarono abbracciati.

*** ***

Dei risolini. Poi silenzio. Sentì un peso sulla pancia e delle manine poggiarsi sulle sue guancie. Aprì gli occhi e una bimba dai capelli corvini e gli occhi ugualmente scuri gli sorrideva.
-Tio Tom! Altati!
-Lena… un secondo.
Tom rispose con la voce impastata.
-Tubito!
-Va bene, va bene.
Guardò l’ora, le dieci e mezza. Come gli era stato chiesto si alzò e si mise un paio di pantaloni. Prese in braccio la bimba di tre anni che poggiò la testa sul suo petto nudo e lui le accarezzò i capelli lisci. Adorava quella bimba, la figlia di Bill e Sabrina. Sabrina era la moglie di Bill ormai da sette anni, era una ragazza nella media, che in qualche strano modo aveva stregato il gemello. Tom accompagnò la nipote in cucina, dove i due sposini, ancora affiatati come se fosse il primo giorno di matrimonio, avevano preparato la colazione per tutti e quattro.
-Buongiorno!
Tom salutò sedendosi, Bill e Sabrina ricambiarono e si sederono a loro volta.
-Lena, tesoro siediti al tuo posto.
-No, in blaccio Tio Tom!
Normalmente l’avrebbero rimproverata per i capricci, ma erano mesi che non vedeva i due gemelli dato il tour mondiale e lasciarono correre. Tom mangiò tranquillamente le sue frittelle, dandone ogni tanto un morso alla piccola quando si toglieva il biberon dalla bocca e la apriva tirandogli una treccina, era il suo modo per appropriarsi del boccone.
Il chitarrista amava la semplicità della piccola e si rattristò pensando che non aveva potuto passare quei momenti con sua figlia.
Bill percepì i sentimenti del fratello e decise di intervenire.
-Lena vieni a fare le coccole con il papà e lasci finire lo zio di mangiare?
-Tiii!
La piccola scivolò sotto il braccio dello zio e corse da Bill che la fece sedere sulle sue gambe.
-Mi tei macato tato tato.
Bill non poté fare altro che sorridere, nonostante sentisse le sofferenze del fratello che stava assistendo alla scena.
-Anche tu mi sei mancata un sacco.

Continua.

Ciao ragazze! Oddio io adoro Lena *.* Scusate ma devo fare in fretta! Grazie a tutte!

Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 9
*** Suzaku ***


Four Eyes
9. Suzaku

Le sue unghie perfettamente smaltate di rosa e nero picchiettavano insistentemente sul banco, quasi le facevano male, quel contatto le portava dolore a lungo andare. Quando non riuscì più a sopportarlo staccò la mano dal legno e si sistemò una ciocca di capelli che le era caduta sul volto. Nonostante il caldo li aveva tenuti sciolti per mostrarne tutta la lunghezza, a Mattia piaceva così. Aveva indossato per lui una canottiera lunga molto attillata e scollata e un paio di leggings, tutto, come sempre, rigorosamente nero, e li aveva accompagnati con le sue inseparabili All Star basse viola. Ma al pranzo insieme mancava ancora altre cinque interminabili ore di scuola, la campanella aveva appena segnato l’inizio della seconda. Odiava il lunedì, era tremendamente pesante: tedesco, chimica, scienze, economia aziendale, inglese e storia. Incrociò le dita sperando che il professore di chimica non entrasse dicendo tutto felice di muoversi e scendere in laboratorio e le sue preghiere furono esaudite. L’uomo entrò senza che nessuno se ne accorgesse e come al suo solito aprì la finestra più vicina alla cattedra per cambiare aria. Solo in quel momento tutti si accorsero che era entrato, si alzarono in piedi in segno di saluto e quando tornarono a sedersi Britney si posò sulla finestra in fianco a lei. Non si preoccupò minimamente di ascoltare, lasciò il suo cervello vagare tra i mille pensieri.

A mezzogiorno e mezzo guardò l’orologio, mancavano ancora un’ora e dieci minuti prima di poter correre fuori dalla classe, prendere la navetta e arrivare fino da Suzaku, il manga café che da alcuni mesi era il ritrovo fisso per lei e Mattia. Non ce la faceva più, la lezione d’inglese era più noiosa del solito, aveva bisogno di parlare ma tutte le compagne vicino a lei stavano seguendo la correzione degli esercizi, anche Erika stranamente. Sbuffò ma le si illuminarono gli occhi vedendo lampeggiare il cellulare nell’astuccio. Aprì il messaggio e si scoprì a sorridere vedendo che era di Tom.
Rispose immediatamente:
“Mi hai salvato! Mi stavo annoiando a morte a fare inglese… Davvero rimarrai tutta la settimana prossima? :) Ci sarà anche Bill? Starai da noi?”
Tom doveva aspettare con ansia l’sms della figlia perché anche lui rispose immediatamente:
“Spero che tua mamma non venga a sapere che ti distraggo dalle lezioni se no mi bastona! xD Comunque, sì, no e no. Bill, Sabrina e Lena andranno direttamente a Los Angeles per non stancare troppo la bambina e starò in hotel, Silvia non mi vorrebbe mai e da quello che mi ha detto state a casa del suo compagno”
Le altre risposte arrivarono più lentamente ed arrivarono anche le 13:40 quando l’ultima campanella suonò.

Scese dall’autobus e si precipitò in una delle stradine che si collegavano alla piazzetta dove si trovava. Eccolo, era appoggiato alla vetrina del locale, indossava una maglietta semplice, un paio di jeans e un paio di Vans a quadretti ma era tremendamente sexy. La maglia, perfettamente aderente, lasciava vedere i muscoli del ragazzo, che seppur non molto pronunciati lo facevano sembrare decisamente forte. Britney gli si buttò addosso e si salutarono con un bacio molto prolungato.
-Mi sei mancata!
-Anche tu! Sì che non ci siamo visti solo per una settimana!
-Su entriamo che sto morendo di fame, odio quando fai sei ore.

Entrarono e si sederono al solito tavolo. Il posto era piccolo, tutto bianco e rosso, da una parte il bancone e i tavoli, dall’altra gli scaffali pieni di manga e gadget.
-Allora devi raccontarmi un sacco di cose!
-Sì! Non saprei da dove iniziare…
-Beh pensaci finché non ci portano la roba che poi mangerò ascoltandoti.
Una decina di minuti dopo arrivarono lo yakisoba e dell’acqua frizzante per lei e il sushi, gli onigiri e dell’acqua naturale per lui.
Britney prese un gamberetto con le bacchette e poi iniziò a confidarsi. Mattia l’ascoltava interessato, era delle cose che lei preferiva, ascoltava con piacere tutto quello che lei diceva, anche le chiacchiere più banali e i pettegolezzi riguardo a persone che neanche sapeva chi fossero.

Verso le tre lasciarono il manga café e passeggiarono fino ai giochi per bambini che c’erano vicino alle mura che facevano il giro di tutto il centro della città. Britney era ossessionata dall’altalena, le piaceva sedersi lì, muoversi leggermente e baciare Mattia. Era il posto dove si erano dati il loro primo bacio.
Lei gli mostrò le foto del concerto e di Parigi e ne scattarono qualcuna.

*** ***

Britney era distesa sul divano intenta a guardare la tv mentre Silvia e Luca erano ancora in cucina a parlare spreparando insieme il tavolo.
-Così la prossima settimana verrà qui…
-Sì, almeno così mi ha detto Brit, lei gli aveva anche proposto di stare qui ma per fortuna ha abbastanza sale in zucca da capire che non è il caso.
-Sei felice per lei?
Silvia sospirò mettendo l’ultimo piatto nella lavastoviglie e poi chiudendola:
-Sì…
-E per te com’è stato rivederlo?
-Ti dirò la verità, faceva ancora male, è stato stranissimo. È come essere tornati al capitolo precedente della mia vita.
Il compagno le si avvicinò e la strinse al petto baciandola sulle labbra.
-Sei ancora sicura riguardo a noi due?
Lei lo guardò stupita.
-Certo, che domande fai?! Come puoi anche solo pensare certe cose? Tom ed io ci siamo lasciati quindici anni fa.
Silvia sperò di averlo convinto, perché più era andata avanti con le parole meno si era creduta lei. Aveva detto “certo” e non “sì”, non aveva detto che tra lei e Tom semplicemente che si erano lasciati. Rivederlo aveva portato a galla sentimenti che aveva dimenticato. E stava cercando di sopprimerli ma era più difficile di quanto pensasse.

Continua.

Hallo! Sarò breve perché devo tornare a studiare -.-“. Questo capitolo non mi convince per niente, solo un po’ alla fine. Mi dispiace ma non sono riuscita a fare di meglio. Grazie a tutte quelle che continuano a leggere e che recensiscono. :)

Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 10
*** Respiro ***


Four Eyes
10. Respiro
 
Bill e Tom si fissarono negli occhi per un brevissimo istante.
-Ti aspettiamo a Los Angeles tra una settimana.
-Tao tao Tom!
Lena era in braccio a Bill e stava muovendo freneticamente la piccola manina tra le facce dei due gemelli. Il chitarrista salutò il fratello, la cognata e la nipote con un abbraccio e si divisero imbarcandosi nei rispettivi aerei.
Il volo di Tom durò poco e dopo neanche un’ora e mezza si trovava in Italia. Era nervoso. Era da tanto tempo che non andava in un paese senza avere una marea di impegni e a malapena il tempo di respirare. Questa volta invece si era preso una settimana per sua figlia e non voleva ammetterlo, ma anche per la madre della ragazza. Non aveva programmi e sperava di riuscire a rubare del tempo a Silvia. Dopo i brevi controlli e aver preso i bagagli salì nel taxi che aveva prenotato per recarsi all’hotel. Era in ritardo e arrivato all’albergo, trovò già Silvia che lo aspettava. Un po’ imbarazzati si salutarono con un abbraccio e andarono a ritirare la chiave magnetica alla reception.
-Ti aiuto a portare di sopra le valigie, non ci sono fattorini nei paraggi.
-Sì grazie.
In religioso silenzio presero l’ascensore e salirono al quarto piano. Il corridoio era deserto, si sentivano soltanto i loro passi e le ruote delle valigie. Tom aprì la porta della stanza, non era niente di speciale, c’era l’armadio vicino alla porta e dal lato opposto del piccolo corridoio il bagno. Nel resto della camera c’erano un letto matrimoniale con i comodini, una scrivania, due poltrone e un tavolino basso. Non era il solito hotel di lusso, ma era il più vicino a casa della figlia. Poggiarono le valigie davanti al letto.
-Bene direi che possiamo andare, te lo dico già Britney vuole presentarti Mattia quindi c’è anche lui a casa.
-Oh, sì me ne aveva parlato. È un bravo ragazzo?
-Sì, è fantastico. LEI è stata fortunata.
Calcò più del dovuto quel “lei”. Tom perse un po’ il controllo e alzò leggermente la voce.
-Stai dicendo che tu non lo sei stata? Che è stata tutta colpa mia?
-Tom, non è caso di rivangare il passato, è successo quello che doveva succedere. Andiamo che ci stanno aspettando.
Silvia fece per uscire ma Tom la bloccò prendendola per il polso. La spinse, senza farle male, addosso all’armadio. Si guardarono negli occhi e Tom appoggiò i palmi delle mani sulle ante del mobile per imprigionarla tra le sue braccia.
-Perché non è il caso?
-Tom, per favore.
Cercò di spostare un braccio del ragazzo, ma senza forza e senza volerlo veramente.
-Cosa hai paura che torni a galla? Il tuo amore per me?
-Sei il solito vanitoso. Non so perché tu creda che io sia ancora innamorata di te dopo tutto questo tempo.
-Certi sentimenti non svaniscono, sono troppo forti, magari si addormentano, ma basta pochissimo per risvegliarli.
-Stai solo dando aria alla bocca.
-Vuoi dire che se ti baciassi adesso, qui, per te non significherebbe niente?
-No.
Tom sorrise e abbassò lo sguardo dagli occhi di lei alle labbra. Ne aveva baciate davvero tantissime dall’ultima volta che si era posato su quelle, ma erano le uniche che ricordava. Così morbide. Si avvicinò di più e poté sentire il suo respiro sulla pelle. S’inebriò del profumo intenso ma non troppo forte di Silvia e chiuse gli occhi. Stava per tirarsi indietro quando qualcosa gli disse di farlo. Era stata come una scintilla e lui aveva deciso di seguirla. Unì le loro labbra e dopo un po’ di resistenza lei si arrese e permise alle loro lingue di incontrarsi. Tutti e due sapevano che era sbagliato quello che stavano facendo, era irrazionale dopo quindici anni. Lei inoltre aveva promesso di sposare un altro uomo. E al pensiero di Luca lei lo scostò.
-Questo non è mai successo. Non una parola. Io amo Luca.
Tom annuì a malincuore. Insieme scesero al parcheggio, salirono nella macchina di Silvia e lei guidò fino a casa.
 

*** ***


Britney era seduta sul divano in braccio al suo ragazzo e non faceva altro che torturarsi le mani.
-Amore stai calma! L’hai già incontrato!
-Ma devo presentarti! Tu non sei agitato?
-La verità? No, mi hai già presentato a tua madre e a Luca, e poi cosa potrebbe dire lui? Insomma ti conosce da neanche dieci giorni, cosa potrebbe mai pretendere da me?
-Hai ragione, però per me, non so, io mi sono già attaccata così tanto a lui.
-Perché sei super dolcissima e tenerissima e vuoi bene a tutti.
-Non prendermi in giro!
-Era un complimento!
Si sorrisero a vicenda e si baciarono. In quel momento Luca passò per il salotto:
-Non macchiatemi il divano!
Britney si staccò da Mattia e tirò un cuscino al suo quasi patrigno.
-Che schifo!
 
La porta d’ingresso si aprì e Silvia e Tom entrarono in casa. Dopo le varie presentazioni Mattia tornò a casa e Tom fu invitato a rimanere per la cena. Prepararono tutto Silvia e Luca, mentre Tom cercava di sistemare sempre di più il suo rapporto con la figlia.
A tavola Luca e Tom parlavano già come se fossero amici di vecchia data, Britney li ascoltava e ogni tanto interveniva, Silvia invece rimase in silenzio tutto il tempo. La sua mente era ancora nella stanza dell’hotel e si preoccupò quando si ricordò che avrebbe dovuto portare indietro Tom.
-Amore…
Il chitarrista fece per rispondere ma si fermò in tempo, si sentì solo la voce di Luca.
-Dimmi.
-Puoi riportare tu Tom in hotel e dopo sistemare qui con Brit? Scusatemi ma io vado a letto, ho un mal di testa pazzesco. Buonanotte a tutti.
-Buonanotte.
Il fidanzato le posò un bacio a stampo e a quella visione a Tom venne un nodo allo stomaco.
 
Continua.
 
Ciao! Capitolo 10, che dire? Tom rivuole Silvia ma c’è Luca in mezzo. :) Grazie a tutte quelle che continuano a leggere, inseriscono la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite e soprattutto a chi recensisce!
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 11
*** Uno di troppo ***


Four Eyes
11. Uno di troppo
 
Pioveva a dirotto e si era completamente bagnato per fare neanche tre metri, dalla macchina alla palestra. Era mercoledì sera e, come aveva promesso a Parigi, eccolo lì. A guardare la partita di pallavolo della figlia. Rimase incantato a guardare Britney per tutto il tempo. Era davvero brava, doveva aver preso dalla madre, sia la bravura sia la passione per quello sport. Avrebbe voluto gridare “Hey quella è mia figlia!”, ma non era il caso di dare nell’occhio e comunque in tedesco ben pochi l’avrebbero capito.
Le ragazze vinsero tre set su cinque e tornarono in spogliatoio festeggiando. Tom la attese impaziente assieme a Silvia, Luca e Mattia, il primo a cui Britney saltò addosso quando tornò. I due si diedero un bacio e poi gli altri si congratularono per la vittoria.
-Tom, di solito, quando vincono una partita, noi andiamo a mangiare una pizza, vieni?
-Certo!
Il chitarrista accettò molto volentieri l’invito dell’amico. Sì, in quei due giorni, Tom e Luca potevano già dirsi amici, una cosa rara per Tom. Luca era davvero simpatico, e Tom non sapeva come quell’uomo potesse piacergli tanto, senza alcun senso romantico ovviamente. Gli piaceva come persona e un po’ gli rodeva perché si era ripromesso non di odiarlo, ma di essergli almeno indifferente. Tutto per una donna, anzi per due. Per i sentimenti puri che provava per Britney e per quelli irrazionali nei confronti di Silvia.
 
In macchina guidò Luca, Tom si sedette nel posto affianco, Silvia, Britney e Mattia dietro. A quell’immagine il chitarrista non sapeva quale dei due uomini fosse di troppo, perché era così. Bastava solo uno dei due, e aveva percepito che anche Silvia aveva la stessa sensazione.
In pizzeria chiacchierarono come una normale famiglia: allegramente e senza preoccupazioni.
-Quando finisce la scuola che ne dite di venire voi a Los Angeles?
-Sì! Mamma ti prego!
-Ti ho già detto che puoi andare.
-Io comunque intendevo tutti.
-Dobbiamo iniziare a organizzare il matrimonio, ci sono un sacco di cose da fare e non abbiamo neanche tre mesi. Abbiamo deciso la data, il 15 agosto.
-Dai, amore, possiamo benissimo permetterci un wedding planner e controllare il lavoro dall’America. Ci farebbe bene staccare un po’, giusto due settimane.
-Ok, mi hai convinta.
I due fidanzati si scambiarono un bacio. A Tom per poco non andò di traverso una patatina della sua pizza e per distogliere l’attenzione si concentrò sull’altro ragazzo.
-E tu, Mattia? Vieni?
-Non credo, devo già andare due settimane via con i miei e poi lavorerò come cameriere in un locale.
-Beh quando vuoi, sei il benvenuto.

 
*** ***

 
Britney era a scuola, Luca a lavorare e Silvia aveva la mattina libera. Si sedette sul divano con il portatile per iniziare a cercare qualche posto e ristorante per il matrimonio. Era completamente assorta, sobbalzò quando suonò il campanello e prima di andare ad aprire guardò l’ora. Alle dieci e mezza poteva essere solo una persona. Aprendo scoprì di avere ragione: Tom, stranamente raggiante, la fissava aspettando che lo invitasse ad entrare.
-Cosa ci fai qui?
-Sì tutto bene grazie, te?
-Rispondimi.
Il ragazzo si strinse nelle spalle e mise le mani in tasca.
-Ero passato per un saluto. Non avevo niente da fare.
-Bene, ciao. Adesso puoi benissimo andare a farti un giro. Io sono occupata.
-Non mi offri niente?
-Dovrei?
Tom annuì:
-Certo, Luca?
-Sai benissimo che è al lavoro.
Tom sorrise compiaciuto, gli dispiaceva fare questo a un amico, però…
Silvia sospirò e lo fece accomodare in cucina. Preparò due caffè e poi si sedette davanti all’ex. Bevvero in silenzio e poi Tom si mise a disegnare cerchi con l’indice sul tavolo. Alla fine parlò:
-Che facevi?
-Non lo vuoi sapere.
-Perché?
-Perché stavo cercando qualche posto carino dove sposarmi.
-Oh.
Calò di nuovo il silenzio e questa volta fu lei a romperlo:
-Sei invitato, al matrimonio.
Tom la guardò con un’espressione stupita e confusa e la stessa doveva avere lei perché non sapeva il motivo per cui l’aveva invitato. Quando mai si invita al proprio matrimonio l’ex che quando torna dopo quindici ti bacia?
-Grazie, ti farò sapere.
Annuirono entrambi con la testa e poi per la terza i soli suoni udibili furono quelli provenienti dall’esterno.
-Adesso è meglio che io vada.
Si alzarono contemporaneamente, lei lo accompagnò alla porta e, prima che la aprisse, lui la baciò un’altra volta. Per la seconda volta lui non si pentì di averlo fatto e lei per la seconda volta non si pentì di aver risposto e di averlo assecondato. Entrambi si erano goduti quell’interminabile momento e quando aprirono gli occhi, si ritrovarono entrambi a fissare il proprio riflesso su due pozze nocciola.
Silvia aprì la porta e Tom uscì, non si salutarono.
-Io amo Luca.
-Lo so.
Lo guardò tornare a testa bassa nel taxi che l’aveva aspettato per tutto il tempo. In quegli interminabili secondi continuò a ripetersi “io amo Luca”, era l’unica frase che la salvava, a cui doveva aggrapparsi. L’aveva tradito, anche se erano stati due baci. Scosse la testa, non poteva mandare tutto a puttane per uno stupido capriccio temporaneo di Tom.
 
Continua.

Scusatemi se ci sono errori ma non l'ho riletto. >.< Spero vi sai piaciuto. Grazie a tutte!
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 12
*** Prima volta ***


Four Eyes
12. Prima volta
 
Era sabato pomeriggio, la mattina dopo Tom sarebbe partito per Los Angeles. La sera Britney sarebbe stata impegnata così eccolo lì, seduto sul letto a una piazza e mezza, accerchiato da una marea di vestiti e altri continuavano a volargli addosso.
-Sei peggio di tuo zio!
-Devi aiutarmi! Devo essere perfetta!
La figlia era agitatissima, quella sera sarebbe uscita con Mattia per festeggiare il loro primo anno insieme. Il chitarrista aveva accettato di aiutarla a scegliere come vestirsi ma non aveva immaginato sarebbe stata un’impresa così ardua.
-Oddio sono già le sette! Abbiamo solo un’ora!
Tom inspirò profondamente.
-Stai calma se no devi farti di nuovo la doccia. Allora… non abbiamo scartato solo quelle cose.
E indicò un piccolo pacchetto di vestiti su una sedia vicino all’armadio. Iniziò a guardarli attentamente uno ad uno e alla fine propose due scelte alla figlia. Un vestito color lampone che sfumava verso il viola alla fine, non molto lungo, senza maniche, allacciato dietro al collo con due fasce che partivano dal centro del seno. Così da far vedere le gambe e non la scollatura. In alternativa un corpetto bianco e nero e un paio di leggings in finta pelle. Nel caso la figlia avesse voluto mostrare la scollatura e non le gambe.
-Ok, esci che mi vesto e poi ti faccio vedere.
-Ma sei stata in intimo qui davanti a me per un’ora!
-Devo cambiarlo.
Tom la guardò un attimo perplesso ma poi annuì.
-Oh, brava la mia bimba.
Britney rossa in volto lo spinse fuori dalla camera e chiuse la porta a chiave. Si provò prima il vestito, fece rientrare il padre che prontamente scacciò un’altra volta per poi provarsi il corpetto e pantaloni.
-Preferisco il vestito.
-Ma è rosa e ha pochissimo viola.
-E quindi?
-Non è nero. È troppo colorato non mi ricordo perché l’ho comprato di quel colore, infatti, non lo metto mai.
-Ci inventiamo qualcosa per farti essere la solita macabra di sempre non ti preoccupare. Devo uscire finché ti cambi, vero?
-Yes!
Di nuovo con il vestito, Britney aprì due cassetti del comodino e fece vedere al chitarrista la maggior parte dei suoi accessori. Sull’orecchio destro si mise un orecchino a forma di teschio, mentre sul sinistro uno molto più particolare: era un serpente che si attorcigliava su tutto l’orecchio finché con la testa non arrivava verso l’interno e sembrava le sussurrasse qualcosa. Riempì le braccia di braccialetti neri o d’argento e all’anulare sinistro mise l’anello che le aveva regalato Mattia.
-Sono ancora troppo colorata!
-Dai così stupirai Mattia.
-Va bene, vado a truccarmi che è meglio. Se rimango qui un secondo in più mi cambio e il vestito non lo metto neanche se mi paghi.
La ragazza si ritirò in bagno e dopo tornò con gli occhi perfettamente contornati da una linea nera, un ombretto nero ricopriva tutta la palpebra superiore ma era stato illuminato da dei brillantini dello stesso colore dell’abito.
-Come sto?
-Perfetta!
Suonò il campanello, Britney corse al piano inferiore con Tom, lei andò a mettersi le scarpe che gli aveva regalato lo zio mentre lui raggiunse Silvia, Mattia e Luca in salotto.
-Adesso arriva.
-Già pronta? Di solito aspetto mezz’ora! Tom dovresti venire più spesso!
 
-Ehy che avete da ridere?
Britney fece la sua comparsa nella stanza e i tre che dovevano ancora vederla rimasero a bocca aperta. Mattia si alzò in piedi e andò a baciarla. Anche con i tacchi era alta ancora dieci centimetri in meno di lui.
I due ragazzi salutarono e uscirono. Britney chiudendo la porta guardò negli occhi Tom che con il labiale le disse di usare il preservativo.
 
Mattia la fece salire dietro al suo scooter.
-Devi lasciarmi venire con il mio! Non sei maggiorenne, non puoi portarmi!
-Dai, questa sera voglio portarti non succede niente!
La ragazza non provò a far cambiare idea al ragazzo, questo mise in moto, lei si strinse a lui e partirono.

 
*** ***

 
-A che ora tornerà? Posso aspettarla qui?
-Tornerà domani mattina, se vuoi puoi dormire in camera sua. Così domani mattina state più tempo insieme.
-Aspetta, tu lasci tua figlia fuori tutta la notte con un ragazzo?! Così sei sicura che scopano?
-Da quello che mi risulta è anche tua figlia. Mattia è un bravo ragazzo. Non mi preoccupo e le ho parlato a riguardo. Da quando sei contrario a queste cose? E ti ho visto che le dicevi di usare il preservativo con il labiale.
-Sì, hai ragione. Meglio se chiudo la bocca.
-Ecco bravo.
 

*** ***
 

Erano distesi sul letto di lui, era tutto perfetto, aveva acceso delle candele nere, quelle che piacevano a lei e sparso dei petali di rosa sul letto. Per lei sarebbe stata la prima volta.
-Hai paura?
Non rispose, si morse le labbra.
-Se non vuoi non devi preoccuparti. Aspetterò. Anche stare qui abbracciato a te è bellissimo.
A quelle parole Britney capì che era davvero il ragazzo giusto. Gli prese una mano e lo aiutò a sfilarle gli slip.
-Ti amo.
-Anche io ti amo piccola. Prometto che ti farò il meno male possibile.
Si baciarono e Mattia iniziò ad entrare in lei. Britney si morse il labbro inferiore e si strinse di più a lui. Il ragazzo iniziò a muoversi e lei seguì il suo movimento. Il dolore iniziale era passato e aveva lasciato spazio al piacere. Il piacere di essersi concessa al ragazzo che amava. I loro corpi uniti erano bollenti e l’unica cosa che desiderava era non staccarsi da quel calore. Non capiva come aveva potuto aspettare, si sentiva come completata da lui. Il respiri di uno sulla pelle dell’altro, il modo di toccarsi, si stava beando di tutte quelle nuove sensazioni. Alla fine si guardarono negli occhi, si sorrisero e Mattia la strinse a sé, come per proteggerla nella notte che avrebbero passato insieme.
 
Continua.
 
Salve! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. :) Come sempre ringrazio chi continua a leggere in silenzio, anche se mi piacerebbe sapere quello che pensate ;), e chi recensisce!
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 13
*** Destinazione: Los Angeles ***


Four Eyes
13. Destinazione: Los Angeles
 
La scuola era finita, il caldo si era fatto più intenso e l’aria condizionata dell’aeroporto rinfrescava per bene, anche troppo.
-Amore mi mancherai tantissimo!
-Anche tu! Ma sono solo due settimane, possiamo sopravvivere.
Britney e Mattia si abbracciarono e poi si baciarono per salutarsi. Lei aveva atteso fino all’ultimo minuto per passare gli ultimi controlli per imbarcarsi in aereo e adesso Silvia e Luca la stavano chiamando perché non c’era più tempo. Controvoglia si staccò dal ragazzo e se ne andò. Destinazione: Los Angeles.
 

*** ***

 
L’aereo era decollato già da sei ore e Silvia era sempre più agitata. Si torturava le dita e si mise perfino a mangiarsi le unghie. Cercò di rilassarsi guardando le nuvole, ma le mettevano ancora più agitazione. Sospirò e Luca si voltò verso di lei.
-Cosa ti preoccupa?
-Niente…
Mentì e fece un sorriso tirato che non convinse per niente il futuro sposo.
-Si capisce che c’è qualcosa, e non è l’aereo perché lo so che non hai paura di volare.
-Davvero non è niente, sono solo un po’ stanca.
-Spero che sia sul serio solo questo e che tu non abbia ripensamenti su noi due.
-Ti amo.
Luca non rispose, la baciò e le sussurrò sulle labbra che anche lui l’amava. Silvia si appoggiò sulla spalla di lui e chiuse gli occhi. Fu una pessima mossa perché tutto quello che vide fu Tom, Tom, Tom e ancora Tom, solo Tom. Si maledisse e non riuscì ad alzare le palpebre perché non sopportava l’idea di poter fare del male a Luca e vederlo l’avrebbe fatta stare peggio, se lo percepiva solo con il tatto, magari, poteva far finta che fosse un’illusione. Purtroppo sapeva benissimo che lui era lì, che da quando l’aveva conosciuto c’era sempre stato e l’aveva aiutata con Britney. Luca era così, un ragazzo calmo dal cuore d’oro. Tom, lui era l’opposto, impulsivo e focoso. E quel fuoco che gli ardeva dentro la attirava ancora a sé, era come se avesse riacceso la sua vita solo con un solo sguardo.

 
*** ***

 
Bill e Sabrina erano beati nel giardino posteriore a prendere il sole, mentre Lena aveva insistito affinché Tom giocasse con lei. Lanciava il suo ippopotamo di peluche viola e rosa nella piscina “per i grandi”, come la chiamava lei, e Tom doveva andare a prenderlo e riportarlo.
-Ma non si rovina in acqua?
-No!
Lena rispose tutta felice e rilanciò il suo amato giocattolo. Tom glielo riportò per l’ultima volta, poi si avvolse con un asciugamano caldo e prese in braccio la piccolina che gli mise l’ippopotamo in testa.
-Tu piaci a Robertino.
-Robertino?
-Tì!
-Bill chi è Robertino?
-Quella cosa che è sopra la tua testa che Sabrina a trovato in regalo con il detersivo, per questo si può bagnare.
-Oh…- Tom tornò a rivolgersi a Lena –Anche a me piace Robertino.
-Allora giochiamo ancora!
-No, lo zio deve andare a vestirsi perché deve andare a prendere la tua cuginetta, la sua mamma e…- non sapeva come definirlo –Luca all’aeroporto.
-Tì! La mia cuginetta!
Lena batté felice le manine e poi chiese ancora:
-Potto venire anche io?
-No, tu stai qui, non ci metterò tanto.
-E potto aiutarti a vetirti?
-Sì, questo sì. Prima però mi lasci andare a lavarmi.
Lena annuì e quando Tom la posò per terra corse dai genitori.
 
Tom si fece una doccia e quando uscì dal bagno chiamò Lena, come promesso, in camera sua. La piccola lo guardò incantata e quando ebbe finito non si trattenne:
-Che bello che tei tio Tom.
Il chitarrista la ringraziò, le poso un bacio sulla fronte e, prima di andarsene, la riconsegnò a Bill.
 
Dopo aver parcheggiato, scrisse un messaggio alla figlia per spiegarle la posizione, sarebbe stato troppo rischioso uscire. Aspettò e dopo venti minuti li scorse tra la gente che usciva. Che allegra famigliola, quel pensiero lo colpì allo stomaco, ma il dolore si alleviò perché sapeva che lui non avrebbe mai più lasciato Britney e lo stesso valeva per lei. Silvia, beh, voleva riconquistarla. Avrebbe fatto di tutto perché quell’immagine diventasse perfetta, due genitori che si amano e la figlia. Nessun altro uomo.
 
I tre salirono nell’auto e dopo i vari saluti, Tom partì per la villa sua e del fratello. Per tutta l’ora parlarono solo padre e figlia. Continuarono anche entrando in casa ma lei si ammutolì a una scena che le fece malissimo. Una bimba dai capelli corvini corse incontro al chitarrista e lui la prese in braccio immediatamente e le baciò la guancia. La piccola, che non si era accorta degli ospiti, quando percepì tutti e sei i loro occhi puntati addosso si nascose nell’incavo del collo di Tom, che per calmarla si mise ad accarezzarle la schiena e piano piano le spiegò chi erano quelle persone nuove. Dopo le presentazioni Lena salutò con la manina e quando arrivarono i genitori, si sporse verso la madre che prontamente la prese. Sabrina, cortese si presentò, Bill fece lo stesso con Luca, e, invece, abbracciò calorosamente la nipote e Silvia, che sperava tornasse ad essere la sua migliore amica.
 
Mentre Bill con la moglie e la figlia preparava il tavolo e la cena, Tom accompagnò gli ospiti nelle rispettive stanze. Prima Silvia e Luca nella stanza vicino a quella del gemello, poi andò solo con Britney in quella vicino alla sua.
-Wow è stupenda! E c’è anche qui il letto matrimoniale!
-L’unico inconveniente è che le camere hanno a due a due il bagno in comune, e questa con la mia.
-Oh, beh non è un problema!
Britney gli sorrise un po’ forzatamente e Tom l’abbracciò e le diede un bacio sui capelli.
-Avrei tanto voluto che fosse potuto succedere lo stesso con te, vederti crescere, vederti correre verso di me e prenderti in braccio. Beh magari ce la faccio ancora.
-Eh?! Sei pazzo?! Peso tantissimo!
Tom non la ascoltò e la prese in braccio.
-Hai qualcosa che non si può bagnare in tasca?
-No perché?
-Oh niente.
-Non vorrai mica… mettimi giù!
Tom scese le scale e uscì sul retro. Gettò la figlia in piscina e poi si tuffò con lei.
 
Continua.
 
Salve! :D Che ne pensate di questo capitolo? Che bello è tornata Lena, l’ho già detto ma ci tengo a ripetere che adoro quello scricciolo, e Robertino esiste sul serio. xD Bene dopo questa confessione vi ringrazio e scompaio! Lasciate una recensione :) Alla prossima!
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 14
*** Primo giorno ***


Four Eyes
14. Primo giorno
 
Era da poco passata l’alba e la luce del sole riempiva la stanza di Britney. La sera prima si era dimenticata di abbassare gli oscuranti delle vetrate ed ecco che i raggi del sole l’avevano svegliata. Abbracciò per un attimo le lenzuola e rilassata da quel tepore aprì gli occhi. Le ci volle qualche secondo per ricordarsi dov’era e quando realizzò che si trovava davvero a Los Angeles, che non era stato tutto un sogno, sorrise come un ebete. Rimase a fissare il soffitto sorridendo e poi scese dal letto e andò in bagno. Si fece una doccia veloce e poi si mise addosso qualcosa di comodo e pulito. Fece per tornare nella sua camera ma si bloccò. L’altra porta del bagno l’attirava, era quella che andava nella camera del padre. Sfiorò la maniglia fredda e poi con un movimento deciso l’abbassò e varcò la soglia. Si ritrovò in una stanza decisamente più grande della sua. Meno luminosa però, perché la luce entrava solo dalla portafinestra che dava sulla terrazza. Da questa entrava anche un soffio d’aria perché era stata bloccata aperta di appena 5 centimetri. L’aria fresca le solleticò il viso, si beò di quel tocco e poi si tuffò nel letto del chitarrista. Questo si mosse appena così Britney si avvicinò e dolcemente lo svegliò.
-Buongiorno!
-Buongiorno piccola. Che ore sono?
-Le sette meno quindici.
Tom emise un mugolio sofferente, avvicinò a sé la figlia cingendola per la vita e la coprì con il lenzuolo bianco.
-Devo prenderlo come un “è troppo presto, dormi e non rompere”?
Tom sorrise e annuì con la testa. Britney rimase lì ad occhi chiusi, con lui che la coccolava. Si alzarono verso le otto e trenta e scesero in cucina a fare colazione. Erano gli ultimi. Salutarono e si sedettero.
-Dormito bene?
Britney annuì con la testa mentre addentava la sua fetta biscottata ricoperta di Nutella.
 
-Shopping?! Certo che ho voglia, che domande sono. Prima però vorrei vedere anche un po’ la città.
-Nessun problema. Così viene anche Tom, se no figurati se ci accompagna.
Britney e Bill avevano deciso il programma della giornata e non erano ammesse repliche. Così tutti e sette uscirono per fare un giro della città. Parcheggiarono vicino al ristornate dove avrebbero pranzato più tardi e proseguirono a piedi. A Britney non sembrava ancora vero e guardava tutto con occhi sognanti. La sua mente era altrove e aveva rischiato più volte di inciampare o di scontrarsi con qualcuno.
-Brit stai attenta insomma! Non hai 5 anni!
-Mamma! Non è colpa mia!
-Guarda avanti!
Britney si allontanò dalla madre per andare a camminare a braccetto con il padre. Silvia e Luca erano dietro dei due e camminavano mano nella mano, mentre per ultimi c’erano Bill, che portava il passeggino con Lena, e Sabrina che gli camminava affianco. Due o tre volte il gruppo venne fermato da qualche fan che chiedeva una foto e un autografo. Bill e Tom li concessero con piacere e poi continuarono la passeggiata.
 
All’una erano seduti comodamente nel ristorante ed aspettavano le ordinazioni che non si fecero attendere molto. Mangiarono chiacchierando e tutti ebbero la possibilità di conoscersi meglio. Pagarono e uscirono dal locale.
-Ed ora shopping!
-Bene allora io vi saluto!
Tom fece per andarsene ma sorse un problema. In sei non ci sarebbero stati nell’auto di Bill. O rimaneva, o qualcuno sarebbe dovuto andare a casa con lui. Luca si offrì di tornare a casa con il moro ma ci fu un imprevisto. Britney stava facendo giocare Lena e non si era accorta che dietro di lei c’era Silvia. Inciampò sul piede della madre, facendola cadere e candendole sopra.
-Brit sei un pericolo ambulante! Cavolo guarda il mio polpaccio!
In effetti era ridotto un po’ male, era pieno di graffi e tagli sanguinanti provocati dall’asfalto del marciapiede.
-Ti accompagno a casa.
Tom, senza pensarci due volte, la fece salire in macchina e partì senza preoccuparsi di Luca e senza lasciare il tempo di una qualsiasi replica.
-Mi sa che torno a casa con voi. Vabbè… andiamo, non credo proprio sia qualcosa di grave.
Gli altri annuirono e Bill li accompagnò verso i suoi negozi preferiti.

 
*** ***

 
Silvia era seduta sul bordo della vasca del bagno principale e Tom, inginocchiato davanti a lei, le stava pulendo con un fazzoletto imbevuto di disinfettante la gamba.
-Lascia, sono grande, posso arrangiarmi.
-No, faccio io.
-Ho detto dammi!
-No!
-Dammi quel maledetto fazzoletto e lascia la mia gamba!
-Non ci penso neanche.
La ragazza sbuffò e lo lasciò fare.
-Finito.
-Finalmente.
-Grazie eh…
-Prego.
Tom scosse la testa ma non aggiunse altro.
-Uff, io non vedevo l’ora di comprarmi qualcosa di nuovo! Brit ha proprio preso la tua sbadataggine!
-Io non sono sbadato!
-Oh no certamente. Adesso cadrai alzandoti.
Tom prese la palla al balzo, si alzò e sbilanciandosi apposta dovette appoggiare le mani sul bordo della vasca. Le mani di lui erano una a destra e una a sinistra di lei e i loro volti a pochi centimetri.
-Cavolo, avevi proprio ragione.
Tom le soffiò queste parole avvicinandosi e poi la baciò.
 
Continua.
 
Salve, scusate non ho molto tempo quindi vi ringrazio per aver letto, recensito, inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate e mi scuso se c’è qualche errore ma non ho fatto in tempo a rileggere il capitolo.
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 15
*** Bisogno di sfogarsi ***


Four Eyes
15. Bisogno di sfogarsi
 
Per l’ennesima volta aveva risposto al bacio di Tom. Il suo corpo ne sentiva il bisogno, doveva avere quel contatto che per tanto tempo non le era stato concesso. Ma quando il bisogno si placava e tornava la razionalità capiva che era tutto sbagliato. Si riprometteva che sarebbe stata l’ultima volta e questa doveva davvero esserlo.
-Tom, starò per due settimane, dobbiamo mettere in chiaro delle cose. Io ho un fidanzato che amo e ho intenzione di sposare.- Sventolò l’anello fidanzamento in faccia al chitarrista –Non voglio rovinare questa fantastica prospettiva. Per cosa poi? Per un tuo stupido capriccio quasi sicuramente temporaneo? No, grazie. Molto probabilmente è come un bambino con un giocattolo: non lo sta usando ma se un altro lo prende e lo usa deve giocarci lui. Io non sono un giocattolo, ho dei sentimenti e anche Luca. Non deve venire a sapere niente e questa deve, ripeto deve, essere l’ultima volta.
Detto questo Silvia espirò profondamente e uscì dal bagno lascando il chitarrista solo. Senza il tempo di una replica. Ma cosa avrebbe potuto dire? Forse solo riesprimerle i propri sentimenti, che però dopo il suo discorso, metteva in dubbio anche lui.

 
*** ***

 
Come al solito Bill e Sabrina stavano preparando la cena per tutti, lei aveva lavorato come aiuto chef in molti ristoranti di lusso e se la cavava davvero bene, lui, lui voleva starle accanto e a lei faceva immenso piacere.
-Devo ancora vedere mio fratello da quando siamo tornati.
Bill aveva un brutto presentimento e aveva un gran bisogno di sfogarsi con la moglie.
-Neanche io. Cosa pensi? È successo qualcosa finché erano da soli?
-Molto probabile. Vai a parlarci?
-Io? Non sei tu il gemello che lo capisce meglio di chiunque altro?
-Sì, però tu sei una donna e puoi capire meglio di noi Silvia. Poi hai legato tantissimo con Tom, o sbaglio?
-Non ti sbagli, vado. Tu finisci qui, mi raccomando non ti scottare.
-Hey! Per chi mi hai preso?!
Bill fece una finta faccia offesa e attirò a sé la moglie per un fianco.
-Uff, non riesco proprio ad arrabbiarmi con te, piccola.
Si sorrisero e si scambiarono un piccolo bacio sulle labbra prima che lei se ne andasse per controllare la situazione dell’altro gemello.
 
Sabrina bussò e prima di ricevere una risposta, tanto sapeva che non ci sarebbe stata, entrò. La stanza era illuminata dalle luci esterne, Tom era disteso sul letto supino con le braccia dietro alla nuca. Indossava solo un paio di pantaloni di tuta molto più stretti dei suoi soliti standard, morbidi. Sabrina chiuse la porta dietro alle proprie spalle e si avvicinò andando a sedersi sul letto. Baciò sulla fronte il chitarrista e poi iniziò a parlare.
-Allora, cos’ha che non va il mio cognatino?
Tom sospirò e aspettò finché non pensò che la propria voce potesse essere il più normale possibile prima di rispondere. Aveva pianto e non voleva che nessuno lo sapesse.
-L’ho baciata. E non è la prima volta da quando l’ho ritrovata.
-Fammi indovinare. Lei ha detto che non ti ama più ma che ama Luca?
-Sì, ha detto che ama Luca, che ha intenzione di sposarlo, che non vuole ferirlo, che il mio è solo un capriccio temporaneo come un bambino con un giocattolo che non stava usando e qualcun altro lo prende per giocarci.
-Beh Tom, è difficile non darle torto da un punto di vista esterno. Vuole la sicurezza che tu non le hai dato, anzi che tu le hai tolto. Quante volte in questi ultimi anni hai pensato a lei?
-Ogni volta che facevo sesso con un’altra e volevo fosse lei. Ogni volta che vedevo te e Bill insieme. Ogni volta che vedevo Lena. Pensavo a lei e a Britney.
A Tom scese un’altra lacrima e Sabrina gliel’asciugò.
-Mi dispiace Tom.
-Non è colpa tua. È tutta colpa mia.
-Devi smetterla di colpevolizzarti, ormai le cose sono andate così e non si può più tornare indietro per cambiarle.
Il ragazzo annuì ed abbassò lo sguardo.
-Adesso su di morale. Pensa che le hai ritrovate, hai ritrovato tua figlia. Dovevi riconquistare due donne, con Britney ce l’hai fatta. Sii felice per questo, sappiamo tutti che sei fortunatissimo che non ti abbia picchiato con quella borsa.
Sabrina parlò sorridendo e anche a Tom scappò una piccolissima risata per l’ultima affermazione della cognata.
-Grazie, sei fantastica. Adesso puoi andare a riferire a Bill.
Tom le fece l’occhiolino.
-È preoccupato per te e anche io lo sono, non sono venuta perché me l’ha chiesto ma perché ti voglio bene. Scendi per cena?
-No, non ce la faccio.
-Ok, magari qualcuno ti porterà su qualcosa.
Sabrina uscì dalla stanza e prima di varcare la soglia si girò di nuovo verso il cognato.
-Tom, ti ha mai detto che non ti ama più?
Uscì e chiuse la porta. Lasciando il chitarrista solo e immerso nei suoi pensieri.
 
Continua.
 
Salve a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, a me piace particolarmente perché è molto riflessivo. Grazie a chi continua a leggere, a chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e naturalmente a chi recensisce.
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 16
*** Spuntino di mezzanotte passata ***


Four Eyes
16. Spuntino di mezzanotte passata
 
“Tom, ti ha mai detto che non ti ama più?”, ripensò intensamente a tutte le conversazioni avute con Silvia. No, non gli aveva mai negato il suo amore. Dalle sue labbra erano uscite un’infinità di parole ma mai quelle “non ti amo più”. Non erano parole che si potevano sottintendere e lui la conosceva, non si sarebbe fatta problemi a dirglielo in faccia, soprattutto in questa situazione.
Gli si sollevò il morale e gli venne voglia di scendere con gli altri ma venne preceduto. Britney era entrata nella stanza e in mano teneva un vassoio con un piatto di pasta e una bottiglietta d’acqua.
-Grazie mille, ma non serviva, stavo per scendere.
-Noi avevamo finito.
-Mi fai compagnia?
-Sì.
Britney diede il vassoio a Tom e aspettò in silenzio e un po’ agitata.
 

*** ***

 
Che cavolo può essere successo oggi pomeriggio?!
Aveva raccontato tutto anche a Mattia su facebook. Lui le aveva consigliato di lasciar stare, perché che se davvero era successo qualcosa tra i due, come un po’ lei sperava, la situazione si faceva davvero complicata ed era meglio non immischiarsi. Sapeva che aveva ragione, ma era troppo curiosa.
Si girava e rigirava nel letto cercando un modo per scoprirlo ma non le venne in mente niente. Verso le tre si era arresa ma il sonno se n’era andato completamente. Decise di scendere in cucina e bere qualcosa.
Giù trovò la luce accesa e vide un corpo magro frugare nel frigorifero.
-Tutto ok?
Bill si spaventò, batté la testa sul ripiano più alto dell’elettrodomestico e per poco non urlò.
-Brit, sei tu! Mi hai fatto prendere un colpo!
-Scusa, non riuscivo a dormire. Tu come mai sveglio?
-Stesso motivo, stavo per farmi delle uova, ne vuoi?
-Uova nel bel mezzo della notte? Oddio no grazie, ma se c’è del succo molto volentieri.
Il cantante diede il bicchiere pieno alla nipote e si preparò lo spuntino di mezzanotte passata. Si sedettero uno davanti all’altro e Bill iniziò a mangiare.
-Perché Tom sta così?
Al cantante andò di traverso il boccone e quasi soffocò, la nipote l’aveva preso di sorpresa per la velocità in cui aveva posto la domanda e per la domanda stessa. Dopo aver ripreso fiato Bill fissò negli occhi Britney.
-Non dovrei essere io a dirti queste cose.
-Per favore, voglio sapere cos’ha il mio…- si fermò per un istante -…papà.
Era stato difficile dirlo, le suonava ancora strano, ma sapeva che così Bill si sarebbe commosso e avrebbe spifferato tutto.
-Ti prego zio.
Britney unì una faccia da cucciolo all’ultima richiesta e fu il colpo di grazia per il cantante che sospirò e iniziò a cercare le parole adatte, anche se non c’erano molti modi per dirlo.
-Tom ha baciato Silvia oggi quando erano soli, non è la prima vota che succede da quando si sono rincontrati. Tua madre ha sempre risposto al bacio, dopo l’ultima però gli ha fatto tutto un discorso che in sintesi dice che lei ama Luca e che non vuole mandare tutto a putt, oh pardon, all’aria, per un suo capriccio temporaneo. Però non gli ha detto che non lo ama.
Britney fissava Bill ed era senza fiato.
-Io non so cosa dire.
-Beh è una cosa che devono risolvere da soli. Tutti noi non dobbiamo immischiarci, soprattutto perché la situazione è molto delicata.
-Sì hai ragione, sai Bill, io voglio bene a Luca, però ho sempre sognato di… sì insomma… che ci fosse Tom a farmi da padre.
A Britney scese una lacrima.
-Oh tesoro, no, non piangere. Vedrai che le cose andranno per il meglio.
Il vocalist si alzò e andò ad abbracciare la nipote. Aspettò che si calmò accarezzandole la schiena e dopo l’accompagnò fino alla sua camera.
-Ti lascio sola, ma non metterti a piangere.
-Grazie, ma non ti preoccupare, è passato tutto.
La ragazza sforzò un sorriso.
-Tom non si arrenderà così facilmente. Dai vai da lui, non restare da sola questa notte.
Detto questo Bill fece l’occhiolino a Britney e si recò nella proprio stanza lasciando lei sola nel corridoio. Appoggiò la mano alla maniglia della sua stanza ma la lasciò immediatamente per seguire il consiglio dello zio. Fece irruzione nella stanza di Tom che si svegliò di colpo trovandosi sopra un corpo che lo abbracciava. Il chitarrista sorrise e baciò la figlia sulla fronte.
-Tesoro che succede?
-Papà.
Britney non disse altro, il suo lato timido stava tornado a galla. Si lasciò cullare dalla voce di Tom che stava intonando “In die Nacht” molto dolcemente, come una ninnananna. E si addormentò tra le braccia del padre.
 
Continua.
 
Ciao a tutte! Mi scuso ma non sono riuscita a fare di meglio, nell’aria non c’era molta ispirazione, pardon! Grazie a tutte!
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 17
*** Azzurro e nocciola ***


Four Eyes
17. Azzurro e nocciola
 
La leggera brezza, che soffiava dalla terra al mare, le accarezzava il volto e i capelli. Era appoggiata a una spalla di Luca e si godeva il panorama. Erano sul punto più alto della ruota panoramica del lunapark sul molo di Santa Monica. Ammiravano insieme il mare scuro da un lato e le luci della terra dall’altro. Luca la strinse un po’ di più a sé e la baciò accarezzandole il viso. Si guardarono negli occhi per un secondo. Lei si perse in quelle due pozze azzurre che invidiava e amava tanto. Tornarono a baciarsi chiudendo gli occhi. Prima assaporarono le labbra dell’altro, dolcemente, in alcuni momenti si sfioravano appena, poi il bacio si fece sempre più intenso e appassionato. Era come il loro cibo, si stavano nutrendo dell’amore che provavano l’uno per l’altra e si staccarono solamente quando il respiro venne a mancare completamente. Aprirono lentamente gli occhi entrambi e si fissarono per la milionesima volta, non si sarebbero mai stancati di farlo. Due occhi color nocciola che si riflettevano in altri due dello stesso colore. Lei gli accarezzò le treccine:
-Ti amo Tom.
 
Si svegliò di colpo e non appena realizzò ciò che aveva sognato si portò le mani davanti al volto per reprimere le lacrime. Si calmò e abbracciò il corpo alla sua destra. Passò le mani sull’addome e il torace muscolosi di Luca e gli stampò un piccolo bacio sulla schiena, sulla scapola sinistra. Il fidanzato percepì quel leggerissimo tocco e sì girò per abbracciare a sua volta la ragazza. Silvia, ritrovata la pace tra quelle braccia, si riaddormentò.
 

***flash back***

 
La cugina di Sabrina ha partorito, visto che lei non la vedeva da molto abbiamo deciso di andare a trovare lei e tutta la famiglia. Staremo a Bakersfielddai genitori di Sabrina per una o due settimane.
Bill”
 
La mattina Tom, Britney, Silvia e Luca avevano trovato quel biglietto sul tavolo della cucina.
-Fantastico. Vabbé, preparo la colazione.
Tom preparò caffè e wafflesper tutti. Mangiarono in silenzio ed il primo ad andarsene fu Tom. Tornò nella propria stanza, prese il telefono e chiamò immediatamente il gemello. Al quarto squillo Bill rispose:
-Ciao Tom, dimmi tutto.
-La cugina di Sabrina ha partorito quasi un anno fa.
La voce del chitarrista non lasciava trapelare nessuna emozione.
-Oh beh era ora di andarla a trovare no?
-Quanto sei sfacciato Bill. Proprio adesso dovevate andare e lasciarmi da solo?
-Non sei solo, ci sono Britney, Silvia e Luca.
-Appunto! Cazzo Bill!
-Senti, io e Sabri non vogliamo interferire in questa situazione, lei deve capire da sola chi vuole e meno confusione c’è a casa meglio è. Abbiamo colto l’occasione.
-Quindi tornerete quando se ne saranno già andati?
-Sì, oppure giusto per i saluti.
-Ok, ciao Bill. Dai un bacio a Sab e Lena.
-Ciao Tom, fai lo stesso. Ah, ultima cosa, fai il bravo.
E riattaccò.
 
Tom passò tutto il giorno con Britney e la sera tutti e quattro andarono fino al lunapark al molo di Santa Monica. Salirono su molte attrazioni ma non potevano saltare le due più famose di quel parco, gli autoscontri e la ruota panoramica.
Andarono su entrambe e salirono a coppie, Tom e Britney e Silvia e Luca. Sugli autoscontri Tom cercava di colpire il più forte possibile Luca ma poi si ricordava che con lui c’era Silvia e si calmava. Lì fecero solo un giro e dopo s’incamminarono verso la ruota panoramica. Si sedettero e il giro iniziò. Britney strinse la mano al chitarrista e non parlava, ammirava l’orizzonte sorridente.
-Preferiresti Mattia qui con te vero?
La figlia si girò verso di lui e fece cenno di no con la testa.
-Sono venuta qui per te. Con Mattia sarà per un’altra volta. Mi inviterai ancora vero… papà?
-Sì piccola.
Si sorrisero, Tom le scompigliò i capelli e l’abbracciò.
Dietro di loro c’erano Silvia e Luca. Si stavano godendo il panorama, il giro, la serata. Lei non aveva mai pensato a Tom quel giorno e ne era felice.
Nel punto più alto si baciarono. Luca con una mano tra i lunghi capelli castani di lei l’attirava a sé e Silvia faceva lo stesso accarezzando quelli biondi di lui.
Quando ripresero la discesa però Silvia guardò un po’ in basso e vide Tom e Britney sorridere felici.
 
Prima di tornare a casa decisero di giocare al tiro al bersaglio. L’unica a non vincere qualcosa fu Silvia. Luca ebbe in premio un husky di peluche che regalò alla futura sposa.
-Ti assomiglia!
Le fece la linguaccia e poi la baciò.
Britney vinse un altro cagnolino di peluche mentre Tom una scimmietta. Padre e figlia se li regalarono a vicenda.
-Carina questa scimmietta, così mi ricorderò di te anche quando sarò casa. È la tua copia!
Risero tutti insieme e tornarono a casa.
 

***fine flash back***

 
Continua.
 
Ciao! Rieccomi con il 17esimo capitolo. Spero vi sia piaciuto e di non aver fatto casino! Grazie a tutte!
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 18
*** Lungo la costa ***


Four Eyes
18. Lungo la costa
 
Quando si era alzata dal letto non pensava che ci sarebbe potuto essere qualcosa di peggio del sogno che aveva fatto quella notte. Invece sì, sarebbe rimasta tutta la giornata da sola a casa con Tom. Luca aveva noleggiato una macchina ed era partito per una giornata da solo con Britney. L’idea era stata della ragazza. Aveva detto che voleva conoscerlo meglio visto che di lì a un paio di mesi sarebbe diventato il suo patrigno.
A Silvia la faccenda non convinceva ma non si oppose, avrebbe dovuto dare delle spiegazione sul perché non avesse voluto rimanere sola con Tom e non voleva preoccupare inutilmente Luca.

 
*** ***

 
La costa. Britney aveva chiesto a Luca di prendere l’autostrada vicino alla costa, per poterla vedere. Non avevano una meta. Avevano deciso che sarebbero rimasti in macchina praticamente tutto il giorno. Così potevano ammirare il paesaggio e anche chiacchierare con tutta calma.
Per pranzo si fermarono in un piccolo locale sulla spiaggia. Mangiarono un panino, fecero alcune foto, si riposarono e poi ripartirono.
Avrebbero iniziato il viaggio di ritorno solo sul tardo pomeriggio.

 
*** ***

 
La mattina era stata pessima. Né Tom né Silvia sapevano cosa fare e ogni volta che si incrociavano in casa si affrettavano a cambiare stanza. Anche il pranzo era stato difficile. Nessuno dei due avrebbe mai preparato qualcosa per l’altro, quindi per non stare vicini ai fornelli presero qualcosa di già pronto dal frigo. Tom prese un contenitore con l’ultima porzione di insalata di riso mentre a Silvia si scaldò in microonde due fette di polpettone. Lei mangiò sul tavolo, lui seduto sul bancone della cucina, in modo che lei gli desse le spalle. Alla fine misero i piatti nella lavastoviglie e lei uscì per andare a prendere il sole sul giardino dietro la casa. A Tom non rimaneva che restarsene dentro a cazzeggiare. Guardò un po’ la tv ma trasmettevano solo i soliti programmi spazzatura. Si alzò dal divano, si guardò attorno e salì in camera per cercare il portatile. Lo cercò per una mezz’ora buona, finché non si ricordò che quello di Bill si era rotto e così gli aveva prestato il suo. Molto probabilmente il gemello ormai lo riteneva un oggetto regalato, non in prestito, e se l’era portato via.
Vide la sua vecchia chitarra acustica, era la sua preferita, ma era tanto che non la usava. Da quando Silvia se n’era andata. L’aveva sempre tenuta a portata di mano, ma le sue dita non avevano più sfiorato quelle corde.
La prese mano e la osservò. Era arrivato il momento di tornare ad usarla? Sì. Si sedette per terra con la schiena appoggiata al letto, abbracciò la sua chitarra e chiuse gli occhi. Iniziò a sfiorare le corde e una leggera melodia si propagò nella stanza. Continuò, avrebbe potuto non smettere mai. Si fermò solo quando una voce lo interruppe.
-Era da tanto che non ti sentivo suonare così.
Silvia era seduta a terra, era rimasta fuori della stanza e si era appoggiata al muro vicino alla porta rimasta aperta. Tom riusciva a scorgerne un profilo.
-Sei qui da molto?
-Venti minuti.
Il chitarrista si voltò verso il proprio comodino e notò che la propria svegliava segnava le 19:18. Aveva suonato per quatto ore abbondanti.
-Vieni.
Si alzò, uscì dalla stanza e scese le scale. Lei rimase interdetta per qualche secondo da quell’affermazione ma poi deciso di seguirlo.
Lui andò fino al garage e salì in macchina. Si sporse sul sedile vicino per aprire la portiera del passeggero e le fece cenno di salire.
-Dove vuoi andare? Guarda come sono conciata.
Tom la fissò: indossava una t-shirt semplicissima gialla con una giraffa seduta su un po’ d’erba che giocava a “M’ama, non m’ama” con i fiorellini e dei cuoricini tutt’intorno, degli shorts neri, sotto aveva ancora il costume da bagno e ai piedi delle infradito bianche.
-Non ti preoccupare sei perfetta.- si voltò verso avanti e sussurrò –Lo sei sempre.
-Non girarti che non capisco quello che dici! Cos’hai detto?
-Niente. Forza, sali.
Silvia obbedì, lui mise in moto e partì.
-Almeno mi dici dove andiamo?
-Sorpresa. Comunque non è distante.
Passarono dieci minuti di silenzio. Nessuno dei due si era mosso più del necessario e anche il lettore cd era rimasto spento.
-Ma stai prendendo la super strada della costa! Non è vicino!
-Ti dico di sì. Fidati.
Lei sospirò e si appoggiò malamente sul sedile.
Cinque minuti dopo Tom uscì dalla super strada e andò a finire in una stradina sterrata. Accostò e scese dalla macchina.
-Dove siamo?
-In spiaggia.
-E non ce n’era una più vicina?
-Qui non ci viene mai nessuno. La stradina è nascosta e non ci sono indicazioni. Bisogna conoscerla. Ce l’ha insegnata Sabrina. Mi piace venire a guardare il tramonto qui.
Silvia si concentrò per la prima volta sul mare e sul cielo. Era davvero uno spettacolo bellissimo. Si lasciò cadere sulla sabbia per ammirare quello spettacolo.
-Da quando sei così romantico?
-Non so perché ma questo sole mi ricorda quello della mattina in cui avevi la visita per abortire.
Rimasero ancora in silenzio e Tom si avvicinò a lei. Erano seduti vicini. Silvia appoggiò la testa su una spalla di Tom e lui le cinse le sue con un braccio. Quando ormai il sole stava per scomparire all’orizzonte si guardarono negli occhi e questa volta fu lei. Fu lei a baciare lui. Non sapevano quale dei due fosse più felice. Lei lo attirò a sé e si ritrovarono distesi uno sopra l’altra.
Non smisero di baciarsi. Lei iniziò a lasciargli una scia di baci sul collo e lui delicatamente aveva iniziato ad accarezzarla dappertutto. Lentamente stavano riprendendo contatto con il corpo dell’altro. Si spogliarono e fecero l’amore lì sulla sabbia. Con il suono delle onde che si infrangevano ad accompagnarli.
-È stato bellissimo.
-È stata la nostra ultima volta vero?
-Sì Tom. L’ultima.
 
Continua.
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 19
*** Il giorno prima ***


Four Eyes
19. Il giorno prima
 
15 agosto. Era passato un mese e mezzo da quella sera. Il tempo passava in fretta, davvero troppo in fretta. Guardò l’orologio appeso al muro, segnava le 21:52, dodici ore, quarantotto minuti e si sarebbe sposata. Era sola a casa. Luca e Britney erano all’aeroporto per prendere Tom e accompagnarlo in albergo. Non sarebbero di sicuro tornati prima di un paio d’ore. Aveva indossato l’abito da sposa e si mise a specchiarsi. Fissava lo specchio ma non era sicura di quello che vedeva. C’era una ragazza dai lunghi capelli castani e un po’ mossi che le ricadevano sulle spalle lasciate scoperte dall’abito. Un abito davvero bellissimo. Era del bianco più puro. Era formato da un corpetto abbellito da un nastro rosa acceso di raso sul fianco destro. Questo rimaneva svolazzante sopra la gonna che andava ampliandosi vero il basso. Per non sembrare troppo semplice la gonna era formata da più tessuti e quello più esterno era stato rimborsato in un solo punto fino al corpetto in modo da lasciare uno spazio a forma d “v” rovesciata che lasciasse vedere i veli sottostanti.
Faticava a riconoscersi.
Si gettò all’indietro distendendosi sul letto e chiuse gli occhi. Iniziò a vedere le immagini della sera prima. La festa di addio al nubilato organizzata dalle amiche. Avevano prenotato una sala di una discoteca, portato da bere, una torta e degli spogliarellisti. Che spogliarellisti! Quattro ragazzi uno più bello dell’altro, si erano spogliati rimanendo in boxer e avevano ballato con loro e per loro. Ovviamente non era successo niente, avevano svolto il loro lavoro facendole divertire. Beh lei non ci aveva fatto niente, era quasi sicura di aver visto una delle sue amiche allontanarsi con l’unico biondo, probabilmente tinto, ma non le interessava più di tanto perché a quel punto era ubriaca. Aveva bevuto vodka alla fragola, vodka lemon, malibù cola, daiquiri alla fragola, sex on the beach, prosecco e anche della birra. Tutto perché uno degli spogliarellisti aveva un piercing, un piercing al labbro proprio come quello di Tom. Ed ecco che i suoi pensieri inevitabilmente andarono al chitarrista. Aveva bevuto perché quel nome uscisse dalla sua testa almeno quella sera, ma era stato inutile. Tutto quella che aveva ottenuto era solo un pazzesco mal di testa la mattina dopo.
Riaprì gli occhi, fissò il soffitto per circa un minuto sperando che anche la sua mente riuscisse a diventare così bianca, vuota. Ma quando capì che era impossibile richiuse gli occhi. Questa volta davanti a sé aveva l’immagine di Luca. Si sentì avvolgere da un senso di pace, di sicurezza, stabilità. Automaticamente le labbra le si arricciarono in un piccolo sorriso. Prese un cuscino e lo abbracciò come un’adolescente alla sua prima cotta. Il cuscino era quello del futuro marito perché ne poteva sentire il profumo. Sorrise ancora di più e ripensò a tutti i momenti passati con lui. Quando era entrato nella profumeria dove lei lavorava ogni giorno per un’intera settimana comprando cose che non gli servivano perché solo la settima volta riuscì a chiederle di uscire insieme. Quando gli aveva confessato di avere una figlia sperando che non scappasse a gambe levate e lui ne era rimasto entusiasta. Il loro primo bacio. Quando gli aveva presentato Britney. La prima volta che si erano detti “Ti amo”. La loro prima volta. Quando erano andati a vivere insieme. Quando lui le aveva chiesto di sposarlo. Avrebbe potuto continuare per ore a ricordare tutti quei momenti fantastici ma preferì alzarsi e togliersi il prezioso vestito perché si sa, porta sfortuna che lo sposo veda l’abito della sposa prima delle nozze. Lo ripose con cura nel nascondiglio pre-matrimonio, cioè nell’armadio di Britney, e poi andò a farsi una doccia aspettando il ritorno del fidanzato e della figlia.

 
*** ***

 
Salutò Luca e con un bacio la figlia. Si chiuse la porta della camera d’hotel alle spalle e andò in bagno per una doccia rinfrescante. Rimase sotto l’acqua per un bel po’, ripensando a perché si trovava lì. Era assurdo che Silvia l’avesse invitato al matrimonio ed era ancora più assurdo che lui avesse accettato. Un sorriso gli passò in volto, magari poteva fare come in quel film, “Due single a nozze”, e portarsi a letto una delle invitate o anche due, magari insieme, un bel ménage-à-trois. Uscì dalla doccia e andò a gettarsi sul letto con solo l’asciugamano legato attorno alla vita. Fissò il soffitto. Ma chi voleva prendere in giro? Non l’avrebbe mai fatto, non ci sarebbe mai riuscito. Era innamorato. L’unica donna al matrimonio che avrebbe voluto sarebbe stata Silvia, la sposa. Sapeva che non era troppo tardi, magari alle parole del parroco poteva alzarsi in piedi e urlare “io mi oppongo”. Scosse la testa. Sapeva che amare significa anche volere che l’altra persona sia felice. Lui ci aveva riprovato con Silvia per quasi tre mesi e lei aveva deciso che la sua felicità sarebbe stata con Luca. L’aveva capito.
 
Continua.
 
Ciao ragazze! Penultimo capitolo, per il prossimo dovrete aspettare agosto perché per le prossime due settimane non potrò postare, mi dispiace. Intanto spero che questo vi sia piaciuto! Ringrazio chi recensisce, chi inserisce la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi legge in silenzio. :)
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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Capitolo 20
*** Istanti, momenti, secondi. ***


Four Eyes
20. Istanti, momenti, secondi.
 
Gli invitati erano seduti sulle panchine della chiesa tutta adornata da splendidi fiori bianchi e gialli e attendevano l’arrivo della sposa, tra questi c’era anche Tom. Luca era in piedi sull’altare e fissava l’ingresso sperando ogni secondo che si aprisse e che la sua amata facesse la sua comparsa. Finalmente il grande portone in legno intagliato si aprì e tutti poterono ammirare Silvia. Rimase per un attimo immobile e i cuori dei due ragazzi iniziarono a battere all’impazzata. Anche il suo non era calmo ma il padre iniziò a camminare verso l’altare e i suoi piedi lo seguirono. Il suo sguardo era dritto verso Luca, non guardò gli invitati, nessuno. Aveva troppa paura. Arrivata al fianco dello sposo si sedette e Britney, che era la damigella d’onore e l’aveva seguita fino a quel momento, la aiutò a sistemare il lungo abito e poi andò a sedersi a sua volta.
Le parole del prete scorrevano con una strana velocità, erano come un tic tac continuo che segnava che il momento fatidico del sì e dello scambio delle fedi stava arrivando.
-…se qualcuno è contrario a quest’unione parli ora o taccia per sempre.
Nessuno fiatò, Tom si morse il labbro inferiore e inspirò ed espirò profondamente. Il don aveva appena riaperto la bocca e stava per chiedere a Luca se avesse voluto prendere Silvia come sua sposa ma non fece in tempo a pronunciare la prima parola che un “Io mi appongo” risuonò nel luogo. Il parroco non sapeva bene come comportarsi, era la prima volta che qualcuno rispondeva a quella sua frase che ormai era diventata solo una formalità. Sembrava quasi di essere in un film.
Silvia si sentì congelare, conosceva benissimo quella voce che con quelle tre semplici parole era riuscita a pietrificata. Era la voce che tanto l’aveva amata, coccolata, fatta arrabbiare ma poi anche divertire, quella voce che l’aveva fatta sentire sicura ma anche tradita. Si girò verso il chitarrista con l’intenzione di dirgli di tacere e tornare a sedersi.
-Silvia io ti amo, ti ho sempre amato, è vero abbiamo avuto un sacco di problemi ma insieme li abbiamo sempre superati. Abbiamo vissuto un sacco di momenti fantastici che vorrei rivivere ogni giorno. Io ti voglio perché solo con te riesco a stare bene e solo ora ho capito che la mia vita senza di te non è nulla.
Per ogni parola che stava pronunciando Tom, per ogni lettera, avrebbe voluto tirargli una sberla, ma si rese conto che amava quella voce, che era quella che sapeva consolarla e tirarla su di morale, che era la prima che sperava di sentire la mattina quando si svegliava e l’ultima la sera prima di addormentarsi. Non poté più reprimere i sentimenti che aveva voluto sopprimere fino a quel momento. Si voltò verso Luca e gli porse il bouquet.
-Scusa, non ti posso sposare.
Sollevò un po’ con le mani la gonna dell’abito e corse da Tom che l’abbracciò. Sentì che era stata la decisione giusta, anche se presa all’ultimo secondo, aveva lasciato l’altare e abbandonato Luca per seguire Tom.
I due, insieme, uscirono dall’altare e solo lì, che erano soli, Tom la baciò. Un bacio pieno d’amore, tanto sperato e combattuto.
-Sei l’unica donna che mi piace vestita di bianco, sei bellissima.
-Era una proposta di matrimonio fatta da Tom Kaulitz?
-No, almeno non per adesso. Però ti prego, non lasciarmi.
-Non lo farò.
 

***tre anni dopo circa, 20 agosto 2029***

 
Tom e Silvia avevano finalmente trovato il proprio equilibrio e si erano sposati. Vivevano a Los Angeles, avevano acquistato la villa di fianco a quella già posseduta dai gemelli.
Britney e Mattia erano in giardino a prendere il sole al bordo della piscina e Silvia uscì un secondo:
-Ragazzi ha chiamato David, tra meno di un’ora saranno di nuovo a casa.
-Va bene! Cena fuori?
-Certo!
 
Il campanello suonò e Silvia era pronta ad aprire, lasciò appena il tempo al marito di entrare e appoggiare le valigie che lo baciò. Lui la strinse a sé e rimasero abbracciati a godere della presenza dell’altro dopo cinque mesi di lontananza.
-Non state scopando per terra vero? Possiamo venire?
-Britney! Insomma!
-Scusa mamma!
I due ragazzi entrarono nella stanza nella stanza ridendo.
-Ciao tesoro!
-Ciao papà!
Padre e figlia si abbracciarono e poi Tom salutò anche Mattia.
-Amore ho prenotato il ristorante per questa sera.
-Fantastico! Siamo solo noi o hai organizzato con Sabrina?
-No, solo noi, prenotazione per cinque.
-A proposito, dov’è il mio ometto?!
A quelle parole si sentirono dei passetti veloci, un bimbo castano dagli occhi nocciola era sbucato dalla cucina con un biscotto un po’ mangiucchiato in mano, stava correndo dal chitarrista che subito lo prese in braccio e gli schioccò un bacio sulla guancia.
-Bentley!
-Papy! Bicotto per te!
-Grazie piccolo.
Tom ne morse un pezzettino e coccolò un po’ il piccolo ripensando al modo in cui Silvia gli aveva detto di essere incinta quella volta.
 
Erano a letto, si erano appena sposati, era febbraio ed erano passati sei mesi da quando era tornato con Silvia.
-Amore prendo il preservativo.
-Non serve, sono incinta.
Rimase a fissarla per elaborare quelle parole e poi sorrise come un’ebete. La baciò e si amarono.
 
Come continuarono a fare.
 
Fine.
 
Salve! Eccomi tornata con la fine. Spero vi sia piaciuta. Mi sono messa davvero d’impegno e spero di non avervi deluse. Mi sono divertita a scrivere sia Tomorrow e Four Eyes e adesso è finita sul serio. Vi ringrazio per aver continuato a leggere e per avermi dato davvero tanta soddisfazione.
 
Grazie a:
 
Aduzza_TK, Dan, Deny_death, iolly21, Marty_483_, MelyVanityLove, miki kendra, Paolina91, SchwarzeMeer483, sissy_chan_, vavy94, _Lucky_ e _VoCaLiSt_ che hanno la storia tra le preferite.
 
Angie 99 che ha la storia tra le ricordate.
 
alessia_bill98, jess_th483, Kaledoscopio, nike07, piske e sissy_chan_ che hanno la storia tra le seguite.
 
sissy_chan_,memy881, SchwarzeMeer483, Marty_483_, Kaledoscopio, iolly21, miki kendra, Holly94, Aduzza_TK, giorgina r8 e jess_th483 per aver recensito.
 
Grazie mille davvero
Un bacio
giady_crazy_ ♥

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