Revolution girls

di 3lo_2ofi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 parte 1 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 parte 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti di efp.it!! Abbiamo deciso di intraprendere la nostra carriera come scrittrici con questa fanfic su Inazuma eleven! Speriamo che vi piaccia e altrimenti … Buona lettura e commentate!
 
 
Finalmente il giorno della finale era giunto.
Non stavo più nella pelle e credo che anche i miei compagni la pensassero allo stesso modo.
Era una bellissima giornata di fine luglio, il sole splendeva alto nel cielo e faceva un caldo insopportabile, chissà quando avremmo iniziato a giocare …
Eravamo nello spogliatoio a cambiarci: sostituivamo gli abiti quotidiani con la divisa che ci aveva resi più forti, uniti.
La maglia a maniche corte nera con il drago a tre teste che ci contraddistingueva dagli altri team del campionato, i pantaloncini altrettanto neri, e due strisce laterali grige.
Le teste s’intersecavano tra loro raggiungendo tre punti diversi dell’indumento, una sulla spalla sinistra che sfumava in giallo, una sulla spalla destra che sfumava in azzurro e l’ultima dove terminava la stoffa, dove anch’essa sfumava, ma in rosso.
Avremmo giocato contro una delle squadre più forti del Paese, colei che aveva vinto il Football Frontiere, e aveva sconfitto i creduti alieni: la Raymond. Ero così emozionata che tremavo. Smisi, quando una mano mi si appoggiò sul mio braccio, come per calmarmi. Mi voltai, siccome ero girata di schiena e alzai lo sguardo: occhi color del sangue e capelli viola che terminavano in due codini blu metallizzati, era Lexa Moore.
Giocava nella difesa, era veramente in gamba, oltre a Jed Gray, ovviamente.
Lui era il nostro capitano, dei Darkhydra. È stato lui ha mettere insieme la nostra squadra, all’inizio ognuno giocava per conto suo, e a nessuno importava di partecipare a tornei e in conclusione, di vincerli. Ma lui aveva capito fin da subito che il calcio ci piaceva da morire. Quindi, decise di girare il nostro piccolo paesino e cercare i migliori giocatori. Alla fine c’era riuscito.
Ma oltre ad essere un difensore formidabile era pure un grandissimo allenatore. Era stato lui ad insegnarci tutto quello che sappiamo ora.
E come ringraziamento l’abbiamo, portato in finale.
Ma c’era un altro scopo, oltre al divertimento: vincere i soldi che c’erano in palio.
Il nostro villaggio era molto povero, e niente e nessuno sarebbe riuscito a vincere, oltre a noi.
 Mi senti strattonare dolcemente: quando ascoltavo la mia musica, nessuno riusciva ad attirare la mia attenzione, l’unico modo era: urlarmi contro oppure, toccarmi dentro.
Tolsi le cuffiette, abbandonando il mio lettore musicale nella tasca del mio zaino, e mi diressi con i miei compagni fuori dallo spogliatoio.
Attraversammo un lungo corridoio buio, prima di uscire all’aria aperta. Non avevo mai visto dell’erba talmente verde, e cosi tanti posti a sedere per i tifosi. Ne rimasi affascinata.
Mi sentii spintonare a forza. Non me l’aspettai e caddi a terra. Intanto una risata beffarda raggiungeva le mie orecchie.
- Ahahah! Sempre con la testa fra le nuvole tu, eh Callie?- disse Michael, il centrocampista. Capelli legati in una coda bassa, rigorosamente biondi  e occhi verdi. Io lo guardai ingenua, poi risposi altrettanto innocua:
-Stavo semplicemente ammirando l’immensità di questo stadio … è bellissimo!- dissi alzandomi, quasi saltando e sorridendo. Michael digrigno i denti, voleva farmi rimaner male, in un qualche modo ma io sapevo sempre come replicare per cambiare le carte in gioco. Mi lanciò un’occhiataccia e se ne tornò ad allenarsi.
Era ancora molto presto, ma Jed aveva deciso di arrivare molto prima della partita per riscaldarci e prepararci per quella sfida, per niente facile.
Sapeva perfettamente che la Raymond non era da sottovalutare, ma comunque credeva in noi, ed é questo che conta.
Ci trovavamo allo stadio della Royal Academy. In pratica eravamo in campo nemico.
Ci allenammo per ben due ore, siccome la partita c’era alle 20.00.
Mancava poco all’arrivo dell’altra squadra e non vedevo l’ora di conoscere i nostri avversari, ero sempre stata cosi, nemici o non. Per me era di vitale importanza. Gli altri ragazzi credevano che fossi tutta matta: passare da giocatore a giocatore, porgendo la mia mano e presentandomi. Io non capivo cosa ci fosse di male, nel farlo.
Oramai al loro arrivo mancavano 10 minuti, allora decisi di chiacchierare con qualcuno: Lexa era occupata, Jed pure, metà squadra si stava riscaldando. L’unica persona da sola era la riserva in panchina: era un ragazzo solitario e silenzioso. Con i capelli rasati, gli occhi persi nel vuoto, neri. Il motivo per cui era entrato in squadra non l’avevo mai capito, ma per non essere impertinente non glielo avevo mai domandato.
Mi avvicinai lentamente, e lo salutai.
-Ciao Al … - dissi con un filo di voce. Lui alzo semplicemente lo sguardo su di me. Io sapevo sempre cosa dire, ma con lui, la mia capacità di parlare a vanvera svaniva.
Mi sentivo osservata, per rompere il ghiaccio decisi di chiedergli che cosa pensava di questa finalissima, e riuscì a sbloccarlo.
-Penso … che sarà dura … - era già molto per lui. Gli sorrisi. Era un tic, per me era impossibile non sorridere.
Finalmente senti delle voci sconosciute provenire dal corridoio, da dove eravamo arrivati noi. Mi batteva fortissimo il cuore. E li vidi.
Erano strani ma emanavano un’energia di collaborazione, amicizia, e accoglienza.
C’erano undici ragazzi con la divisa, un’allenatrice, tre ragazzine, e una ragazza scura di pelle, e un ragazzo con degli occhiali, per niente adatto al calcio, che si diressero immediatamente in panchina.
Mi feci avanti. Corsi nella loro direzione. Quando li raggiunsi, tutti mi guardavano, ma non ci feci caso, essere al centro dell’attenzione non mi infastidiva.
Andai verso l’allenatrice, per rispetto, poi sarei passata al capitano e agli altri membri della squadra.
Lei mi guardava impassibile, la raggiunsi. Le porsi la mano, lei fece lo stesso, quando la strinsi, le dissi:
-È un vero piacere fare la sua conoscenza. Io mi chiamo Callie Lee e sono la punta dei Darkhydra.- Lei mi rispose subito dopo.
-Molto piacere Callie, io sono l’allenatrice della Raymon e mi chiamo Lyna Shiller.- annui sorridendomi. Captai subito il segnale. Non so come facevo, ma con un certo sguardo gli allenatori, mi davano il via libera per presentarmi alla sua squadra come preferivo.
Andai diretta e sicura verso il capitano: era il portiere, aveva dei grandi occhioni neri e i capelli castani con una fascia arancione. Appena mi vide che mi avvicinavo, una smorfia confusa si dipinse sul suo volto. Mi venne da ridere. Era proprio buffo.
Quando gli fui abbastanza vicina presi a parlargli, porgendo sempre e comunque la mano:
-Molto piacere. Io mi chiamo Callie Lee e sono la punta dei Darkhydra!- dissi molto più allegra. Lui rispose altrettanto vivace.
-Piacere mio Callie! Io sono Marc Evans e sono il capitano e portiere della Raymon!- Io aggiunsi, sempre guardandolo in quei profondi occhi:
-Sarà un vero piacere giocare contro di voi in questa finale, Marc! Ma non credere che sarà cosi facile!- gli sorrisi, anche lui di rimando ne fece uno, a trentadue denti.
-Ragazzi avvicinatevi!- disse ai compagni- devo presentarvi, una nostra avversaria che è venuta gentilmente a presentarsi!- in pochi secondi tutti i ragazzi, prima impegnati in altre attività ci circondarono.
-Lei è Callie ed è la punta dei Darkhydra!- io guardai in faccia a tutti.
Intanto nei Darkhydra …
Lexa stava impazzendo, non trovava Callie e tra poco sarebbe iniziata la partita.
-Ma dove diavolo si è cacciata quella … - stava per terminare la frase quando riconobbe la ragazza, circondata dalla Raymon.
“Non cambierà mai …” penso Lexa prima di avvicinarsi agli avversari.
Intanto Callie cercava di chiedere a tutti i giocatori i nomi, ma prima che potesse continuare venne presa per i capelli da Lexa …
-Aiho, Lexa!! Ma sei impazzita??- dissi massaggiandomi la testa, dopo essere stata strapazzata abbastanza. Lei mi trucidò con lo sguardo, poi chiese scusa a Marc e i suoi amici.
- Scusate, non riusciamo mai a tenerla a bada … - disse guardandomi di sottecchi.
Un ragazzo con i capelli castani in una strana pettinatura che tirava tutta da una parte e un neo sotto l’occhio sinistro, s’intromise.
-Ma non stava facendo niente di male … - purtroppo non ero ancora riuscita a scoprire tutti i loro nomi. Lexa non cedette allo sguardo del castano. Però … era carino. Decisi di dirglielo, mi rialzai di scatto, e dissi tranquillamente, indicandolo. Era nel mio dna, dire sempre e comunque la verità, seppur in modo strambo:
- Tu!! – richiamai di nuovo l’attenzione di tutti, e pure quella di Lexa su di me, lui con il suo dito lo rivolse a se stesso. Io annui con entusiasmo, - sei proprio carino!! – tutti si lasciarono andare all’indietro (stile manga). Quando si rialzarono, avevano una faccia stupita e preoccupata, ma non capivo il motivo della seconda sensazione.
Ci stavo ancora pensando quando udii dei pesanti passi avvicinarsi, mentre la mandria di ragazzi si apriva, stava arrivando la ragazza della panchina: aveva una faccia che costituiva l’ira pura, a parer mio, dagli occhi lanciava saette, ed erano indirizzate verso di me.
Aveva pure lei la divisa, dei capelli blu sotto le spalle e la pelle scura. Ormai era davanti a me. Mi guardava malissimo.
-Tu … chi hai chiamato … carino?- stava per sollevarmi dalla maglietta, ma la fermarono appena in tempo: un ragazzo piuttosto alto dai capelli azzurri, una montagna con i capelli afro verdi scuri e un altro piccolissimo, rispetto al secondo: con dei grandi occhioni arancioni da monello e i capelli viola scuro.
Mentre la portavano abbastanza lontano da me, sentivo che le parlavano, cercando di calmarla:
-Calma, Susette, non ha fatto niente … -  Lei rispose in malo modo, allo stangone.
-Come non ha fatto niente!!  Cosa stai dicendo, Bobby??!? A dato del carino al mio Eric!!- allora era così che si chiamava!! Stavo per chiacchierarci insieme quando Lexa, spazientita mi trascinò via da loro.
In un attimo eravamo dalla nostra parte, “ed ora si che sono cazzi …” pensai.
A Lexa pulsava una vena sulla tempia. Poi arrivò Luke, un altro dei nostri giocatori, attaccante. Alto, capelli neri con la cresta e occhi giallo limone, che la portò via. Sicuramente per farla ragionare, e non spezzare a me, le due gambe prima di questa finale.
Ormai era ora. Vidi che non c’erano tifosi se non dei ragazzi. Ma non m’importava.
Prima di entrare in campo mi sistemai il ciuffo dei miei capelli, per evitare che durante un’azione mi entrassero negli occhi.
Era ora di entrare in campo.
L’adrenalina entrava in circolo, il cuore ci esplodeva nel petto.
E finalmente, il fischio d’inizio.

 
 
Il primo è finito! Aspettiamo commenti ma anche tanti consigli su come migliorarci!! A presto! 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ecco il secondo chappy!!
Ricordate, leggere fa bene alla salute, ma pure commentare! Buona lettura!



Il fischio d’inizio partita vibrò nelle mie orecchie come un tuono in piena notte.
Il mio cuore stava impazzendo come se volesse uscirmi dal petto.
Non pensai molto hai miei compagni, mi sistemai al mio posto, la difesa e attesi che la partita avesse inizio.
Osservai bene lo schema avversario. Era tanto che volevo sfidarli, ed ora eccoci qua.
Ed ecco che il pallone rotola, passa in centro campo e poi si avvicina alla nostra porta, ma non troppo perché Len rubò la palla e la passo in avanti.
Per i primi dieci minuti la palla non si avvicinò troppo a nessuna delle due porte. Cosi io avevo tempo per guardare le mosse avversarie.
Giocavano veloci e precisi, come se si conoscono da anni e sanno perfettamente i punti deboli di uno e dell’altro. Era straordinario.
Luke il nostro attaccante, non il migliore forse, ma di certo forte, passò all’attacco.
Era abbastanza veloce, e con qualche movimento riuscì a scartare gli avversari.. Ma prima che potesse tirare, un ragazzo dai capelli azzurri legati in una coda di cavallo gli rubò la palla tanto velocemente che Luke ci rimase persino male.
Tenni d’occhio la palla aspettando che si avvicinasse.
Un ragazzo dai capelli biondi palatino si avvicinava e nonostante i miei compagni cercassero di fermarlo, lui avanzava.
Quando fu vicino alla difesa decise che era il momento di tirare.
Saltò e giro un paio di volte su se stesso, la palla era in alto a sufficienza perche lui potesse fare la rovesciata.
La sua voce irruppe nell’aria.
-Tornado.. Di fuoco!-
La palla si avvicinò..
-Non la farò passare!- gridai e mi fiondai li davanti.
Picchiai il piede per terra e gridai con tutta la forza che avevo nella voce..
-Muro di gomma!- la palla non passò. Riuscii a fermarla.
Questa tecnica non era la mia tecnica più forte, e questo voleva dire che lui non aveva usato tutta la sua forza..
Mi ritrovai la palla hai piedi e non persi tempo a lanciarla lontano dalla porta passandola a Michael, un centrocampista dei nostri. Anche lui non perse tempo a passare la palla a Callie, la nostra punta.
Quella ragazzina. Quella stupida ragazzina. Ricordo perfettamente la prima volta che la vidi.. Quegli occhi magenta e quei capelli neri, perfettamente in contrasto tra loro.. E poi la sua pazzia le faceva cambiare pettinatura ogni giorno.. Era particolare.. E sembrava pure stupida.. Ma quando era in campo quella Callie spariva ed appariva la Callie della Darkhydra.. La magnifica attaccante..
La vedevo sfrecciare verso la porta, con quel ciuffetto in testa che lei chiamava palma orami spiaccicato sulla testa per la sua velocità, quando faceva quel ciuffo era più facile prenderla per i capelli.. E anche più divertente..
La vidi tirare un calcio in direzione della porta e vidi il portiere pararlo senza alcuna fatica.. Non ci siamo..
La partita continuò cosi, senza nessuno che segnava per tutto il primo tempo. Quando il fischio di fine primo tempo suonò eravamo ancora 0 a 0..
-Lexa!- gridò Callie dietro di me.
-Si?- dissi voltandomi prima di sedermi sulla panchina.
-Dici che devo tenare con qualche tecnica?- chiese lei sorridente.
-Si.- dissi io bevendo dalla mia borraccia.
-Ok.. Allora faccio l’attacco fulmine che ho provato.- disse lei e se ne andò.
Mancava molto prima che il secondo tempo ricominciasse e quindi decisi di andare a fare un giro.. Magari mi sarei portata Callie.
-Hey Callie, io vado a farmi un giro per i corridoi, tanto abbiamo ancora tempo, vieni con me?- chiesi toccandole una spalla.
-Ok!- sorrise lei, raggiungendomi saltellando allegramente.
Ci incamminammo verso l’uscita del nostro spogliatoio e percorremmo tutto il corridoio. C’erano diverse stanze, ma la maggior parte di porte erano segnate da un cartellino con scritto : “privato”.
-Mi chiedo quanti giocatori ci sono in questa sede, perché un posto è enorme!- disse Callie guardandosi intorno imbambolata.
-Già… Il nostro ritrovo e grande come lo spogliatoio che ci hanno messo a disposizione..- dissi io tenendo gli occhi ben aperti. Avevo sentito dire che in questo posto, il capo di questo posto non’che allenatore della Royal era un uomo perfido e malefico, più volte aveva sabotato le partite per fare vincere i suoi..  In effetti mi era suscitato un dubbio, dicono che uno della Raymon era un suo giocatore.. Pensavo che avrebbe sabotato la partita per farlo vincere, ma poi avevo anche pensato che sarebbe stato un atto sciocco, anche perché lui, il suo giocatore, in un certo senso lo aveva tradito.
-È grande vero?- disse una vocina allegra alle nostre spalle.
Mi girai con uno sguardo glaciale, ma notai che era il portiere della squadra avversaria... Quindi rinunciai.
-Hey Mark!- Disse Callie sorridendo.
-Ciao!- fece lui.
Alle sue spalle uscirono alcuni dei suoi compagni di squadra.
Il biondino che aveva segnato, quello dai capelli grigi come gli occhi, il ragazzo-mantello, il difensore rapido, quello che aveva protetto Callie da me, e uno grande, più che grande, grosso.. Sembrava un divano.. Anzi.. Un hamburger.
Ci presentammo.
Il biondino si chiamava Axel  , quello dai capelli grigi Shawn, il ragazzo-matello Jude, quello dai capelli azzurri si chiamava Nathan, il nuovo amichetto di Callie si chiamava Eric e l’ultimo, l’hamburger con le gambe si chiamava Jake.
-Io sono Callie, e lei é Lexa.- dissi indicandomi, sorridendo lei.
Lei parlò molto con il portiere Mark e gli altri. Io aspettavo appoggiata al muro con le braccia incrociate al petto.
-Callie... Andiamo, mancano pochi minuti al secondo tempo.- dissi ormai stufa di ripetere che dovevamo andare.
-Si.- disse per la 5° volta lei.
-No, non si!- dissi io andandole incontro.
-Ma si … stavo arrivando..- disse lei perdendo il sorriso e incrociando le braccia dietro la testa.
-Mi chiedo perché...- disse Jude -Lexa sei in difesa, e tu Callie.. Perché mai sei in attacco?- chiese lui fissandoci, o almeno penso, perché quegli occhiali mi impedivano di vedere i suoi occhi.
-Non lo sappiamo.- disse Callie, alzando le spalle.
-È sempre stato cosi. E a noi sta bene, perché io in attacco sono una schiappa..- dissi mettendomi una mano sulla testa e facendo un sorrisino.
-E io in difesa … Stendiamo un velo pietoso.- disse Callie con il sorriso fino alle orecchie.
-Forza però, ora andiamo.- dissi strattonandola per la maglia. -Siamo in ritardo.- e iniziammo a correre verso lo spogliatoio, mentre Callie salutava i ragazzi.
Arrivammo appena in tempo. Perché Jed iniziò a ricordarci lo schema. Due minuti dopo eravamo in campo.
Quando il secondo tempo ricominciò io cercai di concentrarmi e capire quale tecnica usassero.
Notavo che si, c’erano due attaccanti, ma uno, il biondino, Axel, che aveva fatto il primo tentativo, ragionava su come passare palla ai compagni, mentre l’altro, un ragazzo dagli occhi e dai capelli grigi, Shawn, non ci pensava molto. Passava aggressivo sorpassando quasi senza sforzi i nostri compagni e poi tentava e tentava a tirare.
La palla però ora era hai piedi di Callie, che sfrecciava verso la porta.
La vidi seguire la palla fino all’ultimo, poi superati i difensori, Callie lanciò la palla con una tale potenza che senti il colpo che la palla subì.
-Group flash!- gridò. Poi riapparve vicino alla palla e le tirò un altro calcio, non capivo come poteva spostarsi cosi velocemente, e quando le avevo chiesto una spiegazione della sua tecnica mi aveva detto che non sapeva come spiegarmelo..
Questa tecnica confonde il portiere e fa in modo che la palla cambi direzione proprio d’avanti alla porta.
-Il fulmine non sai dove cade finche non distrugge qualcosa!- gridò lei.
La palla entrò in rete.
-Brava Callie!- gridarono la maggior parte di noi.
Lei tornò verso di noi e ci sorrise.
-Ora faranno sul serio..- dissi io a Jed vedendolo abbastanza vicino per comunicarglielo senza che nessuno sentisse.
-Si, è probabile..- disse lui.
Avevamo ragione.. Il biondino che prima aveva tirato la palla che noi pensavamo essere debole fece due gol, uno dietro l’altro.
Anche Callie ne fece un altro, ma rimanevamo sulla parità e non andava bene, perché mancavano solo 10 minuti alla fine della partita.
Il ragazzo dai capelli grigi iniziò a correre con la palla ai piedi, senza mai perderla.. Quando fu vicino si mise a terra toccando con una mano e poi disse le parole “tormenta glaciale”.. saltando volteggiò su se stesso e poi calciò la palla che era in aria con lui.
La palla passo via senza che nemmeno la vidi.. Un aria gelida mi fece percorrere la schiena dai brividi.
Stavano vincendo 3 a 2.
Mi girai dal portiere che mi passo la palla.
-Vado.- dissi e iniziai a correre.
Jed e Callie mi raggiunsero e corremmo verso la porta.
Passai la palla a Jed, lui dopo aver trasmesso il suo elemento, ovvero l’acqua, mi ripassò la palla, anche io dopo aver trasmesso il mio elemento, il fuoco, aspetto che Callie salti e le passo la palla, lei inserisce l’ultimo elemento, il fulmine e poi la calcia con potenza.
Insieme gridiamo..
-Spirale di Hydra!- e Callie riatterra al suolo.
Nel cielo si crea una spirale, fatta dei tre elementi, acqua, fuoco e fulmine. La palla ci passa in mezzo, e quando esce, è un drago a tre teste, ognuna per un elemento. Non c’e storia, la palla entra senza che nessuno possa fare niente.
Prima che ce ne accorgiamo però, la palla è tornata agli avversari che sfrecciano verso la nostra porta. Io corro per raggiungerli ma sono armai arrivati e stanno calciano.
Erano il ragazzo dal mantello blu, Jude se non ricordo male e quello che voleva proteggere Callie dalla mia ira, Eric. La palla viene passata a uno, e poi a l’altro, e troppo confuso, non capisco. Sento solo queste parole… “calcio.. Gemello!” poi un fischio. Guardo la porta e vedo la palla nella rete.
Hanno vinto. La partita è finita e la Raymon ha vinto.
-Grande partita!- dice il portiere che è anche il capitano.
-Grandi avversari..- aggiunge poi uno dai capelli rosa.
-Si.- conferma il portiere fissando attentamente la nostra squadra. 



Vi aspettiamo al prossimo! Un saluto da 3lo e 2ofi!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il terzo é arrivato! E noi scompariamo!! (Suona male -.-' Nda 3lo) (Ma sta zitta va >O< !! Nda2ofi)


Mi lascio andare pesantemente a terra. Abbiamo perso … Ora come avremmo fatto a tornare dalle nostre famiglie senza il guadagno della vittoria?
Quando Jed mi aveva chiesto di entrare a far parte di una squadra di calcio ne ero stata più che felice, addirittura dopo due anni di faticoso allenamento ci aveva proposto di partecipare a questo torneo ero stata la prima ad accettare.
Non mi ero mai tirata indietro, e l’idea di affrontare nuovi giocatori sempre più forti e abili mi invogliava sempre di più. Ma ora… era diverso.
Mi ripresi. Ma cosa mi stava succedendo? Non era da me fare cosi, abbattermi per una simile sconfitta.
All’improvviso rividi nella mia mente, i nostri gol, i miei compagni felicissimi di aver raggiunto la finale.
Riapri gli occhi che avevo chiuso e in un nano secondo mi alzai in piedi, come se all’improvviso le mie energie fossero tornate tutte di botto.
In fondo non eravamo stati battuti con umiliazione. Avevamo tenuto testa alla Raymon …  Ed era … ed era … Magnifico.
Vidi che Lexa, e i miei altri compagni di squadra si avvicinavano per vedere cosa avessi, poi esplosi.
-Abbiamo perso, ma quasi vinto contro la squadra più forte del Paese!!!- iniziai a saltare, a ballare insomma a fare la pazza che c’è in me. Non ero mai stata più felice di così. Tutti, ma dico tutti, si lasciarono andare (ancora, stile manga). Lexa, abituata al mio comportamento, venne vicino a me e mi tirò un pugno in testa.
-Sei sempre la solita … perché devi sempre fare l’idiota?- io la guardai con occhioni da cucciola e poi la abbracciai e presi a danzare con lei. Lei tentava in tutti i modi di liberarsi ma io insistevo.  Poi mi bloccai, perché mi resi conto che ero stanca morta e mi sdraiai sul prato fresco di quello stadio che sarebbe stato per sempre nella mia mente.
Poi la squadra avversaria si avvicinò alla nostra. Mi alzai nuovamente, ma vidi che c’era una mano tesa verso di me, intenta ad aiutarmi: era quella di Mark. Io gli sorrisi, quando mi alzai vidi che i miei compagni chiacchieravano allegramente con la Raymon.
Poi il nostro capitano si avvicinò a Mark e me.
-Callie, ti dispiace lasciarci parlare a quattrocchi?- disse con quei suoi occhioni viola e i capelli a spazzola verdi fluo. Era un tipo particolare ma era sempre stato come un fratello maggiore, per me e per tutta la squadra.
Vidi che Lexa era tutta sola soletta alla panchina con le braccia incrociate che mangiucchiava qualcosa di sconosciuto. E nella panchina della Raymon vidi che Jude, quello col mantello e gli strani occhiali, era circondato dai ragazzi che prima erano sugli spalti. Ne vidi uno, che era piuttosto carino. Il più alto di tutti, con una strana pettinatura, castano, con gli occhi blu.
Ma com’era possibile? Stavo impazzendo oppure queste squadre di calcio avevano come giocatori dei modelli?
Andai verso di loro con passo sicuro, ma appena mi avvicinai mi senti scrutata, e la loro conversazione s’interruppe bruscamente. Era la stessa sensazione di quando Al mi guardava, solo che era moltiplicata per tutti quei giocatori. Mi senti imbarazzata.
Mi guardavano come se non fossi la benvenuta. Man mano che passava il tempo, sentivo il rossore che si espandeva sul mio viso. Inoltre non dicevo una parola.
Intanto Lexa …
Alla panchina, mentre si riprendeva dalla stanchezza, pensava “è stata una bella partita, infondo Callie aveva ragione … Abbiamo perso ma quasi vinto contro la squadra più forte del paese!!” mi venne da ridere. Quella ragazzina era proprio buffa. Mi guardai in giro per vedere i miei compagni di squadra, quando non trovai Callie. Solitamente chiacchierava, o  ridev, ma la sua voce in quei momenti la udivo benissimo, ma ora… Con la coda dell’occhio vidi qualcosa di rosso. Mi sorpresi. Era Callie circondata, se non mi sbaglio … dalla Royal Academy, ed era … arrossita?
Intanto dal pomodoro …
Ho, accidenti … Diventare rossi non era per niente divertente anzi, era imbarazzante. In quel momento pensai a Lexa. Lei era l’unica a sopportami per tutti il tempo, e mi tirava fuori dai guai quando mi trovavano o meglio, quando io trovavo loro.
Chiusi gli occhi, sperando di sprofondare da un momento all’altro, ma improvvisamente mi senti trascinare via da qualcuno che conoscevo fin troppo bene … Lexa, mi aveva salvata ancora una volta.
Nel mentre che mi portava abbastanza lontano mi rimproverava, per finta, per reggere alla commedia:
-Che diavolo facevi li, eh? Non devi infastidire i giocatori … accidenti a te … Vieni, il capitano ci vuole parlare- mi disse dietro facendomi l’occhiolino. Io la ringraziai mentalmente.
Mi portò al mezzo delle panchine. C’erano tutti: Mark, Jed, e tutti gli altri giocatori.
Arrivo anche Jude, mi nascosi dietro al grassone, di nome Jack. Poi il nostro capitano prese a parlare.
-Ragazzi! Oggi abbiamo giocato una grandissima partita e anche i nostri avversarsi se ne sono accorti!- disse, Jed alzando il tono di voce per farsi sentire da tutti. Poi prese parola Mark.
-Scherzi? Siete stati fantastici, ed è proprio per questo che vorrei chiedere ad alcuni vostri giocatori di entrare nella squadra.- Io lo guardai, e passai lo sguardo a Jed. Lui, mi rilancio lo sguardo appena, e riprese il discorso:
-Mark, ha trovato dei giocatori che sono già forti, ma migliorando alcune loro abilità potranno diventare ancora più potenti.  Ma abbiamo deciso, per essere corretti e non pianificare tutto in segreto di chiederlo ad alta voce, hai compagni della Raymon ed alla vostra allenatrice.- concluse. Io iniziai a sudare. Sarebbe stato magnifico entrare in questa squadra, ma non ero adatta. Ero una punta certo, ma quelli della Raymon erano di gran lunga migliori di me.
Prendiamo come esempio Axel, veloce, scattante, preciso e potente. O Shawn, passava da attaccante a difensore, ed aveva un sacco di abilità speciali. Ero quasi sicura che avrebbero preso il nostro capitano, era bravissimo sia in attacco che difesa, inoltre aveva della buone capacità come allenatore. Anche Lexa, ottima in difesa, paziente, intelligente e buone capacità come regista.
Mi immaginai la mia vita nella Raymon, come titolare. Sognavo troppo ad occhi aperti ultimamente.
Dopo un attimo di pausa, ripresero a parlare e finalmente senti i nomi dei giocatori scelti.
-Dunque … il primo giocatore che ho deciso di prendere in squadra, è … Jed.- Io sorrisi. Lo sapevo che lo avrebbe scelto. Ora aspettavo subito la sua risposta ma non fu lui a rispondere, ma Mark.
-Ma ha deciso di non abbandonare i Darkhydra, ci sono ancora un sacco di cose che deve far imparare al suo team – ma poi prese la parola il verde.
-Ma la prossima volta che ci incontreremo e disputeremo un’altra partita, saremo noi a vincere.- Lo guardai. Era sempre stato generoso e si preoccupava per gli altri, che cuore d’oro quel ragazzo. Mark continuò il discorso, sempre più eccitato. Chissà cosa  aveva in mente quel tipo …
-IL secondo giocatore che abbiamo deciso di accettare in squadra …- si fermo di colpo. Probabilmente aveva sbagliato a parlare.
-Hahah, scusate ragazzi … La seconda giocatrice che abbiamo deciso di accettare in squadra è Lexa.- Per un momento mi parve che Jude la guardasse con un sorrisino … huhu, c’era sotto qualcosa, allora. Decisi che dopo sarei andata da lei a dirglielo. Sapevo che avrebbe negato fino alla morte, ma era troppo divertente infastidirla.
Iniziavo ad essere curiosa. Oltre a Jed, e Lexa i nostri giocatori non è che avessero delle buone capacità anche se con l’allenamento avrebbero potuto migliorarsi. Dio, quanto bramavo quel posto. Immaginai addirittura di sbranare chiunque avessero chiamato da adesso in poi.
Pero, in quella visione la carne umana aveva un buon sapore … Mi spaventai. Ma in quella città c’era qualcosa di acido nell’aria? Perché da quando ero arrivata lì oltre a pensieri contorti non avevo fatto …
Senti qualcuno toccarmi dentro. O ma cavolo! 
Vidi che tutti erano girati verso di me, e sembrava che aspettassero una mia reazione.
Ma non capivo, cosi chiedi scusa.
-Scusa Mark, non ho sentito, puoi … ripetere?- lui mi guardo sorridente e disse.
-L’ultima giocatrice che abbiamo scelto, sei tu Callie. Tutta la squadra è d’accordo con me .- io lo guardai poi guardai il mio capitano e la mia squadra. Stavo per gridare ma mi trattenni. Non volevo fare un’altra figuraccia cosi mi contenni e dissi semplicemente.
-A wow, non me l’aspettavo.- Mark ci rimase male, probabilmente si aspettava una reazione esagerata, alla Callie Lee. Guardai, naturalmente Lexa, che annui. Allora li … gridai con tutto il fiato che avevo in gola.
-FARÒ PARTE DELLA RAYMON!!!!!- addirittura per la felicità stesi Mark.
Dopo quella stupenda comunicazione iniziarono già a compilare i moduli della nostra iscrizione alla squadra.  
Salutare i miei compagni dei Darkhydra non fu cosi difficile come credetti, tutti erano molto contenti per noi.
Era ora di partire, salutai come si deve Jed, colui che ci aveva sempre sostenuti fino alla fine, che ci aveva allenati e cresciuti.
-Allora ragazze, ci vediamo presto.- ci avvicinammo a lui. Io con gli occhi lucidi lo abbraccia, vidi anche Lexa che era triste ma lo mostrava in un atro modo. Ma la intercettò comunque. Restammo abbracciati per almeno 5 minuti poi ci lascio andare.
Salimmo sul camioncino della nostra nuova squadra, era spaziosissimo. Senti il motore mettersi in moto e la nostra nuova allenatrice attirare la nostra attenzione:
-Ragazzi mettetevi seduti, e allacciatevi le cinture di sicurezza. Callie, siediti accanto ad Axel e tu Lexa vicino a Nathan.-  Il camion parti con un forte ruggito, mi sbraccia fuori dal finestrino salutandoli  e gridando:
-Ci vedremo presto!!- Mi misi composta al mio sedile subito dopo aver lasciato dietro di noi lo stadio. Scrutai il mio compagno di squadra dai capelli a punta biondo platino, le sopracciglia a fulmine e gli occhi chiusi.
Sarebbe stato stranissimo cambiare team, compagni e amici, ma mi sarei abituata mooolto in fretta! 


Il quarto arriva in un baleno ... domani!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Salve a tutti amici lettori!! Finalmente il quarto capitolo!! Buona lettura e commentate!

Risposta alle recensioni:

Grazie mille cate-chan!! Non preuoccuparti se non hai recensito subito!! Siamo molto lusingate del tuo commento! Hai proprio ragione su Susette! Prima o poi le verrà un colpo avendoci in squadra! (Parla per te. Nda Lexa)(Cattiva V.V NdaCallie)



Quel camioncino era enorme.. C’erano un sacco di posti e si stava terribilmente comodi. Mi guardai un po’ attorno spaesata.
-Quindi stai in difesa?- chiese Nathan.
-A quanto pare..- dissi io continuando a guardarmi attorno.. Erano tutti vestiti in blu, era strano non vedere tanto nero intorno a me.
-Mark ha detto che sei anche una brava regista.- disse ancora lui.
-So come cavarmela.- dissi io fissando gli alberi fuori dal finestrino.
-Lexa!- sentii Callie gridare dal suo posto a sedere.
Mi sporsi un poco da sopra i sedili e la vidi mostrarmi una divisa: pantaloni e maglia lunghi blu con strisce gialle.
-è la nuova divisa!- disse lei sorridente.
-L’avevo intuito.- dissi io fissando i miei pantaloni neri.
Pensai a quando ero entrata nella squadra..
Mi stavo allenando al campo di calcio della scuola quando dopo un calcio troppo forte la palla scavalcò il muretto e se ne andò. Feci per seguirla e riprenderla vidi con la coda dell’occhio un pallone che arrivava verso di me, il mio istinto fu quello di difendere, e quindi girandomi velocemente calciai via la palla al volo che finì tra le mani di Jed.
-Saresti brava come difesa. Perché non ti unisci a noi?- chiese facendo cadere la palla hai suoi piedi per poi lanciarmela.
La presi senza troppi problemi, era una palla facile.
-Ho altro a cui pensare, una squadra non mi facilita niente.- dissi calciando il pallone nella sua direzione. Lui la fermò.
-La scuola? Quella non è un problema, so che sei brava. Sono informato.- dissi sorridendo.
-Veramente.- feci io tentata da un si..
-Allora … Unisciti a noi.?.- mi disse Jed sorridendo.
-Non so..- feci io mettendomi una mano tra i capelli, che all’ora erano corti.
-Dai, se poi non ti piace puoi uscire..- disse di nuovo lui.
-Ci sto!- annui io alla fine.
Era stato difficile all’inizio sfidare le squadre avversarie, ma poi era divenuto un divertimento, poi un gioco di squadra, e io mi ero affezionata a tutti loro, e a Callie, che consideravo una sorellina.. Anche se avevamo la stessa età lei sembrava più piccola.
Fissai il cielo che si era fatto scuro. E io, molto probabilmente, mi addormentai.
-Hey, Svegliati!- fece una voce femminile.
Mi stiracchiai stropicciandomi gli occhi.
La ragazza era una tipa dai capelli lunghi mori..$
-Io mi chiamo Nelly e sono la manager di questa squadra.- disse lei socchiudendo gli occhi.
Secondo lei, a me, quando poteva interessare?
-Callie e gli altri?- chiesi tra uno sbadiglio e l’altro.
-Sono fuori e le stanno mostrando la scuola.- disse lei indicando un gruppo di ragazzi in divisa che si muovevano svelti tra la folla, tutti con la divisa, tranne Callie, che ancora indossava i pantaloni e la maglia della Darkhydra.
-Li raggiungo!- dissi alzandomi in piedi, ma la cintura mi bloccò facendomi ricadere, come un sacco di patate, sul sedile.
La slacciai e mi precipitai da loro.
-Hey Lexa, ti sei svegliata!- fece Mark.
-No sono stata svegliata. Ma che ore sono?- chiesi ancora un po’ assonnata.
-Ora sono le 9 passate.. Ma tranquilla.. Noi quando possiamo dormiamo fino tardi!- sorrise ancora lui, mettendosi una mano dietro la testa e socchiudendo gli occhi.
-Andiamo, continuiamo con il giro.- fece quello che doveva essere Eric, da quello che mi ricordavo.
Una ragazzina dai capelli di un colore strano e la carnagione un poco più scura si fiondò su di lui prendendolo a braccietto e poi guardò Callie, con sguardo omicida.
-Callie, Chi è quella?- chiesi indicandola senza nessun problema con il dito indice.
-Lei è Susette.-
- Mi fa venire in mente il nome di un pesce..- dissi sorridendo.
Ricordo che durante la partita, anche se era in panchina lei teneva la maglia della Raymon legata con un noto sopra la vita.. Che bisogno c’era di fare ciò?
-E questo è il nostro. Come possiamo chiamarlo… Punto di ritrovo!- disse Mark facendoci vedere una vecchia cascina..
-Carinaaa!- fece Callie.
Ci fecero accomodare e quando entrammo, Susette si toppo il naso.
-Che puzza ragazzi!- disse poi un po’ scioccata.
-Io non sento niente..- dicemmo io e Callie all’uniscono.
Hai ragazzi gli si illuminarono gli occhi.
-Sono le prime che non dicono che qui c’è una puzza terribile!- disse Mark giungendo le mani sotto il viso tondo.
-Ma qui non c’è nessuna puzza. Deve essere abbastanza vecchio questo posto.- disse Callie allontanandosi da me.
-Si, mio nonno e i suoi compagni di squadra si ritrovavano qui. Era il loro spogliatoio.- disse Mark ancora felice e con un sorriso che arrivava agli angoli della bocca.
-Potete anche sedervi.- ci disse Axel, il biondino.
-Grazie.- dicemmo ancora assieme io e Callie.
Ci mostrarono uno schema di gioco e ci dissero di chi saremmo state le riserve. Almeno finche non fossimo arrivate al loro punto di gioco.
-Comunque non ci vorrà molto. Dovete solo capire che dobbiamo essere un tutt’uno con la squadra, e potrete giocare anche in partita.- disse Jude.
-Ma voi non siete un tutt’uno.- dissi io secca.
-Cosa intendi dire?- chiese lui.
-Voglio dire che siete molto distaccati, gli attaccanti pensano solo a loro e i difensori difficilmente si staccano dalla porta.- dissi indicando i ragazzi che erano in attacco e quelli che erano in difesa.
-Si, lo sappiamo, stiamo cercando di migliorare.- disse ancora lui.
-Ma noi abbiamo qualche attacco combinato.- dissi Jack, l’hamburger.
-Si ma non basta. La nostra squadra era, forse, più debole della vostra, ma sicuramente più unita.. Voi sembra che abbiate un muro tra un calciatore e l’altro. Cosi non riuscirete mai a migliorare.- dissi io cercando di capire chi la pensava come me. E tutti, dai loro sguardi, erano d’accordo.
-L’avevo detto io che era brava!- disse Mark facendo per battermi il cinque.
Alzai la mono svelta e si senti uno schiocco rimbombare.
-Grande!- disse lui.
-Sarà divertente..- disse Jude sorridendo.
Se dovevo essere sincera ero orgogliosa della mia capacità di regista. Jed era sempre stato fiero di questo, e quando c’era qualcosa che secondo lui non andava bene mi chiedeva come potevamo migliorare. Io ero quella che organizzava la squadra, mentre Callie.. Bè lei era il “buonumore” della squadra, lei era quella che non si arrendeva, che sgridava chi non si impegnava. Era la punta nel gioco e la punta dell’orgoglio della nostra squadra.
-Possiamo anche mettervi alla prova..- disse Mark.
-Ci sto!- disse subito Callie.
Io annui solamente.. Perché non stava mai zitta lei?
Voglio dire. Io mi sono appena svegliata!
Ci diedero le divise con dei numeri. Io ero il 17 e Callie era il 26.
Andammo a cambiarci dove una ragazzina di nome Celia ci aveva detto di andare.
Poi ci ritrovammo tutti davanti alla cascina-ritrovo-della-Raimon.
Li seguimmo fino a un fiume, dove, appunto, di fianco si stendeva un campo da calcio.
-Mettetevi in posizione. Callie entri al posto di Victoria.- disse Mark.
Cercai con lo sguardo la ragazzina. E la vidi.. Aveva dei capelli rossi gonfi e in testa una cuffia e gli occhi azzurri.. E un naso da criceto.
Sbuffando andò in panchina e il ragazzo hamburger mostrò a Callie il posto di Victoria, il libero.
-E tu, Lexa prendi il posto di Jack.- disse ancora Mark.
-Ma Capitano..- disse Jack.
-Niente ma.. Ora loro sono della squadra.. Quindi anche loto devo allenarsi.- disse secco Mark.
-Come vuoi..- disse l’hamburger uscendo dal campo.
Poco dopo una squadra di ragazzi, mai visti prima, entrò nel campo.
-Mark! Ci cercavi?- gridò una ragazzina bionda correndo verso di noi.
-Si grazie, dobbiamo allenare le due ragazze nuove. Per favore.- disse Mark.
La ragazzina bionda corse al suo posto e la squadra avversaria prese posizione.
-Iniziate!- disse Nelly, la “manager!”… Puah!
La palla si spostò dai centro campo alla difesa e poi hai miei piedi. Gli avversari si fiondarono subito su si me. Pensa Lexa, pensa..
Ripassai la palla a Nathan, che prima me la aveva passata e superai gli avversari, incitandolo a passarmela di nuovo. Una volta che la palla era ancora hai miei piedi avanzai di qualche passo di corsa e poi la calciai in avanti, a Callie, toccava lei far vedere quello che sapeva fare.. Ma prima che la palla la raggiungesse venne intercettata da qualcuno.
Era la ragazzina che era stata mandata in panchina per l’allenamento.
-Victoria! Cosa stai facendo?- chiese quello che doveva essere Bobby.
-Non trovo giusto che noi, che siamo tuoi compagni da tempo, veniamo rimpiazzati da due ragazzine arroganti che sono nella tua squadra nemmeno da 12 ore!- disse lei prendendo la palla in mano.
-Ma cosa stai dicendo?- chiese ancora Bobby.
-Non voglio essere scartata cosi da due ragazzine che nemmeno sanno tirare la palla.
-Haa! È cosi allora?- chiesi avvicinandomi a lei.
-Si, chi vi credete per portarci via il posto cosi?- chiese lei avvicinandosi più a me.
-Non ci crediamo nessuno, ma sappiamo solo di essere più brava di te!- dissi io dandogli un dito un colpettino sul naso.
-Haia!.- disse lei.
-Quel che è troppo è troppo!- disse di nuovo e poi calciò la palla nella mia direzione.
Era molto vicina a me, e se quella palla mi avesse colpita mi avrebbe fatto male, ma schivarla non fu un problema.
-È cosi che difendi la porta he?- chiese lei aggrottando le sopraciglia.
-No, ma se vuoi ti faccio vedere come rompo la faccia alle persone!- gridai avventandomi su di lei ma qualcuno mi prese per le braccia e mi costrinse a stare ferma.
-Lasciami! Lasciami! Le raddrizzo il naso!- gridavo calciando.
-Calmati!- disse la voce, che allora riconobbi di Jude.
-Haaaa!Lasciami!- dissi di nuovo io.
La sua presa si smollò e io potei muovermi.
Un paio di persone, per la maggior parte quelle che c’erano in panchina, circondò Victoria, le altre calmavano me.
-Dai Lexa!- disse Callie da lontano.
-Ma non l’hai sentita?- dissi sedendomi al suolo.
-Sai Lexa, Victoria è impulsiva, e anche permalosa, ma di certo non voleva offendere ne ferire.- disse Mark inginocchiandosi vicino a me.
-Allora non abbiamo niente in comune perche io volevo sia offenderla e volevo anche ferirla.. Ahahah!- dissi isterica.
-Ora calmati, e fai vedere cosa sai fare.- disse di nuovo lui. L’allenamento ricominciò, sperando senz’altre interruzioni.



Ta dàà!! Finito anche questo!! Caspita se viaggiano le nostre dita!! Prenderanno una multa alla fine xD (Non faceva ridere NdaLexa)(Ma vaff...NdaCallie) Al prossimuuu!!!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Shalve a tutti!! Ecco a voi il quinto chappy!! Speriamo che sia di vostro gradimento! Buona lettura e commentate!!



Accidenti!! Lexa era davvero lunatica. Un momento prima era tutta silenziosa nel suo angolino, ma se qualcuno diceva o faceva qualcosa che non le andava a genio, impazziva.
Avrebbe fatto veramente del male a Victoria, ossi che l’avrebbe fatto, ma tutto questo se non l’avrebbero fermata.
In effetti mi ero chiesta perché i ragazzi non l’hanno fermata prima, erano incantati a guardare quella scena. Io stavo per mettermi a ridere. Ma certo non per divertimento. Se Lexa si incazzava sul serio ormai quella ragazzina era invalida.
Dopo quella piccola scena, era tornata al suo posto tranquilla come sempre. Mi torno in mente una particolare non calcolato prima. Era stato Jude a bloccarla per le braccia.
Huhu. Il mio istinto non falliva mai. Prima il sorrisino ed ora che la “abbracciava”, secondo me sarebbero stati benissimo assieme.
Non senti nemmeno il fischio di ripresa partita, ma percepii la pallonata in piena testa. Mi arrivo talmente forte che mi sbalzo un paio di metri più in la.
-Dolore atroce!!!- dissi con le lacrime agli occhi per il male, massaggiandomi il punto leso.  
-Bakaaa! – urlo Lexa avvicinandosi pericolosamente. Sicuramente non era ancora abbastanza calma. Stavo aspettando un altro colpo ma non arrivo.
-Su, torna al tuo posto, dobbiamo far vedere di cosa siamo capaci a quella Victoria.- disse aggressiva. Io aggiunsi.
-E alla squadra.- lei sventolò la mano come per dire “si, anche loro” e torno in difesa. Talvolta era persino più strana di me.
Mi alzai e riprese il gioco.
C’e l’aveva di nuovo Lexa la palla, dopo averla rubata facilmente agli avversari. Ora la passa a me con un calcio piuttosto potente.
La intercetto come niente, e parto in attacco. Scarto i miei avversari, ma poi decido di passare la palla a Shawn, perché due difensori mi bloccano la strada. Appena sorpassati me la crossa e senza utilizzare nessuna tecnica micidiale faccio gol.
Stiamo tornando verso centrocampo che si avvicina.
-Grande gol Callie!- disse sorridente. Io lo ringraziai e gli dissi altrettanto.
-Grande cross Shawn!!- tornammo ai nostri posti.
La partita di allenamento riprese. Non subimmo nessun gol, grazie alla difesa di Lexa, Nathan, Scott, e il ragazzo dai capelli rosa e la pelle scura, Harley. Ma in confronto ne facemmo un sacco, oltre ad io, che ero scatenata, si aggiungevano Axel, Shawn, ma anche Eric e Jude. Insomma, facevamo sul serio.
Alla fine l’altra squadra era sfinita. Mentre noi, non avevamo nemmeno il fiatone.
Lexa si avvicinò a Victoria puntandole il dito contro e dicendo semplici parole:
-Ora hai visto? Ti è bastato? Siamo più che in grado di sostituirvi!- lei si alzo, andò verso Lexa e le chiese scusa. Naturalmente a lei non importo molto, ma io sapevo che nel profondo le faceva piacere ricevere delle scuse.
-Ragazzi! Ci sono le polpette di riso!- disse Silvia, un’altra assistente della Raimon. Con i capelli e gli occhi castani scuri.
Mentre m’ingurgitavo di cibo, ripassavo tutti i nomi.
C’erano Axel, Shawn, ed io in attacco. Poi Jude, Eric e Bobby in centrocampo, Lexa, Harley, Scott e Nathan in difesa, ed infine Mark in porta. In panchina c’erano Susette, William, soprannominato Willly, Victoria, Jack, e Darren, i portieri di riserva, capelli corti castani chiari e occhi blu. Ero un genio! Li ricordavo tutti e non era nemmeno un giorno che li conoscevo. Mi sorprendevo da sola!!!
Finimmo la merenda e finalmente potevamo andare a cambiarci.
La mia divisa era fradicia, finalmente potevamo vestirci normalmente. In realtà dovevamo mettere il trenning della squadra ma non avevo voglia. Mi tolsi i pantaloncini e misi una canottiera verde con una giacca che arrivava a metà del mio busto, marroncina, una collana con una stella arancione, una minigonna rossa con dei pois bianchi , una cintura bianca, le calze acquamarina e le all star anch’esse con una stella sul fianco. Infine rifeci la palma ormai completamente disfatta e uscii dallo spogliatoio, con il mio borsone sottobraccio. Apri la porta e notai che ero l’ultima. Inoltre solamente Lexa ed io eravamo vestite normali. Lei indossava un paio di jeans a sigaretta grigi, una felpa della Nike nera, con sotto,sicuramente, una maglia  a maniche corte e le scarpe nere.
Ci riunimmo attorno alla nostra allenatrice che ci diede la spiegazione per il prossimo giorno.
-Domani avremo un ritiro. Fatevi trovare tutti quanti qua alle 8.00 in punto.- concluse scomparendo. Ora c’era un dilemma. Dove saremmo andate a dormire?
Mentre ci stavo pensando, sentii la voce dei ragazzi della squadra attirare la nostra attenzione.
-Ragazzi, io ora vado. Ci vediamo domani.- disse Eric portandosi dietro Bobby. Io lo salutai allegramente.
-Ciao Eric!! Ciao Bobby! Buona notte e a domani!!- loro mi salutarono, ma si aggiunse anche Susette  al gruppetto. Si attaccò come una sanguisuga al braccio di Eric, contrariato e mi fece la linguaccia, io di rimando la salutai con la mano.
Pian piano, rimanemmo solamente io, Lexa, Jude, Nathan, Axel, Shawn e Mark. Io feci finalmente l’acerrima domanda a Lexa.
-Dove andiamo a ronfare?- chiesi io, facendo il rumore e il gesto di andare a dormire. A tutti comparve una gocciolona in testa. Prima che lei mi rispondesse, Mark fece un’altra domanda.
-Ragazzi che ne dite, andiamo su alla torre, per farla ammirare alle ragazze?- disse guardando in faccia gli altri. All’inizio sembravano contrariati, ma poi mi aggiunsi, facendo anchio la faccia da cucciola bastonata. Ero curiosa di vedere questo posto.
Alla fine cedettero. Uscimmo dal cortile della scuola ormai completamente deserto. Era un bel posto. Percorremmo una strada secondaria, finché non arrivammo ad una scala che conduceva vicino ad un fiume. Mark ed io eravamo più in avanti di tutti gli altri. Ad un certo punto si mise ad urlare.
-Dai ragazzi!! Senno fa tardi e non ci arriviamo più alla torre!!- disse ridendo allegramente. Aggiunsi qualcosa, stando al gioco.
-Anche tu Mark di questo passo non la raggiungerai mai!!- accelerai il passo e lo superai, guardandolo con occhi di sfida. Lui capi al volo. 
-Assi?? Vediamo se tieni questo passo!- e si mise a correre, oltrepassandomi subito dopo. Io risi e presi a correre pure io. Sfrecciavamo a tutta velocità a bordo dell’acqua che scorreva tranquilla. In effetti la luce che si rifletteva era davvero bellissima.
Intanto dagli altri …
Nathan chiacchierava con Lexa e Axel, mentre Jude se ne stava in silenzio.
Shawn attirato da uno strano nuvolone che arrivava verso di lui chiese, gentilmente.
-Ma che diavolo è quella cosa?- tossi, colpito in pieno. Si coprirono tutti gli occhi (a parte Jude, ovviamente ).
-Accidenti a quei due!- disse Lexa. –Ma è sempre cosi Mark?- probabilmente era speranzosa: una persona simile a Mark le bastava.
-Mi dispiace, ma è spesso cosi.- rispose Jude. Lexa lo osservò.
-Forza, raggiungiamoli.- disse Axel. E ripresero a camminare.
Cinque minuti dopo erano arrivati in cima, e trovarono due ragazzi sdraiati a terra con il fiatone.
-Accedenti a te, portiere dei miei stivali!! Sei più veloce di quanto pensassi!!- dissi rialzandomi ed aiutandolo, porgendoli la mia mano.
-Non devi mai sottovalutare i tuoi avversari.- rispose lui. Io annui e basta.
Vidi gli altri avvicinarsi.
-Hey ragazzi, finalmente!- loro mi guardarono.
-Mark, Callie, siete veramente matti!- disse Nathan. –Ma non vi stancate mai?- chiese. Rispondemmo all’uniscono.
-Certo che no!- poi intervenne Lexa.
-Allora hai visto il panorama dalla torre?- chiese priva di emozioni. Ogni tanto mi sorprendeva, anche se ci conoscevamo praticamente da sempre.
-Si, devo dire che è spettacolare!! Ma mi è anche piaciuto il copertone. Quello con cui ti alleni Mark!- era davvero particolare il suo allenamento. Ora prese parola Jude.
-Mark, io dovrei andare. Domani dobbiamo partire presto e voglio essere in forma.-
-Anchio, ora vado. Grazie della compagnia- disse Shawn. Poi ci lasciò pure Nathan.
Restammo solamente Lexa, Mark ed io.
-Dobbiamo andare a riposarci anche noi. Su andiamo Callie.- disse Lexa, alzandosi dalla panchina su cui era seduta, io annui.
-Ragazze potete dormire da me se vi va. Soltanto per una notte.- Rifiutammo gentilmente e ci allontanammo senza far rumore.
L’allenatrice ci ha prenotato un motel economico. Lo raggiungemmo.
Presi le chiavi e salimmo al piano superiore. La camera non era messa poi cosi male.
Aveva due letti singoli, un armadio a muro la televisione e il bagno, con la doccia.
Decisi di farmi una doccia per rilassare i muscoli per il giorno seguente.
Quando usci vidi che Lexa era già sotto le coperte. Anchio saltai nel letto, ma prima di spegnere le luci le chiesi.
-Ti manca la nostra squadra?- dissi girandomi su un fianco e cercando i suoi occhi rosso sangue. Non mi guardo ma mi bastarono le sue parole.
-Un po’ si … mi mancano  le battute di Luke, l’asociale di Al, il nostro capitano … Jed. Ma non mi pento di averla lasciata.- Poi spense le luci e ci addentrammo nel mondo dei sogni.
Il giorno seguente ci svegliammo completamente rigenerate. Indossammo le nostre tute della Raimon, e alle 7.30 eravamo già in cammino per raggiungere il nostro camioncino.
Quando arrivammo, stranamente, eravamo le ultime a mancare. Erano già tutti ai loro posti.
-Buongiorno gente!!- dissi, completamente sveglia alle 8 di mattina. Una testolina con tanto di fascia sbucò dal fondo.
-Buongiorno anche a te!- disse Mark. Io lo raggiunsi. Andai a parlare con lui e Darren. Era timido ma simpatico.
Intanto dall’hamburger …
-Ma come diavolo fanno ad essere cosi attivi già di prima mattina?? Io non capisco …- disse Jack piagnucolando.
-Sarà qualcosa di misterioso... – aggiunse Scott con una faccia che faceva paura. Jack prese a tremare. Scott si mise a ridere malignamente.
Dopo quella piccola scena arrivò la signorina Shiller.
-Mettetevi ai vostri posti ragazzi, si parte.- Io tornai al mio posto accanto ad Axel misi la cintura ed attesi. Chissà dove ci avrebbero portati?
 
 
Ed ecco qui la fine! Vi aspettiamo al prossimo!! Ciauu 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Eccoci qua con il sesto chappy! Ed ora passiamo alle recensioni:

Grazie molte Michigan!! Siamo contente chei nostri personaggi inventati ti piacciano! Ci scusiamo per eventuali errori e quelli già commessi! Speriamo che anche i prossimi ti piacciano!!

Ed ora, buona lettura e commentate!

Spesso mi chiedevo come potesse essere cosi attiva Callie la mattina.. Ma poi mi ricordavo che era Callie.. E smettevo di pormi domande sul suo conto..
Mi misi seduta nuovamente vicino a Nathan e aspettai che il furgoncino partisse.
Nessuno di noi sapeva dove l’allenatrice ci stava portando, e alcuni morivano pure di curiosità, io speravo solo fosse un bel posto, e non una cosa orribile dove ci si annoiava a morte.
Passarono almeno trenta minuti e io stufa presi il mio Ipod e ascoltai un po’ di musica.
-Cosa stai ascoltando?- chiese Nathan allora.
-Tieni..- dissi porgendogli una cuffietta.
-Grazie.- disse lui e se la mise nell’orecchio.
-La conosci?- chiesi cercando di non far capire che in realtà non mi importava molto.
-No.. Cioè circa.. So di chi è..- disse lui tentando un sorriso.
-Si chiama Dynamite ed è di Taio Kruz.. Me l’ha fatta sentire Callie.. Io non ascolto solitamente questo tipo di canzone..- dissi fissando il mio Ipod.
-E che genere ascolti?- chiese ancora lui.
-Mhà.. Non so.. Devo ammettere che dipende dai momenti, a volte ascolto canzoni molto movimentate, come questa.. Ma a volte passo a canzoni più tranquille o piu.. Metal?- dissi sorridendo.
-Oh, capisco..- disse concentrandosi sulla musica.
La canzone cambiò.
-Questa la conosco.. E I am Blue dei Eiffel65.- disse fissandomi.
-Si, vero.. Questa però l’ho trovata io.. Non me l’ha consigliata Callie..- dissi cercando di mostrare un sorriso convincente.
-Carina..- disse ancora lui e poi rimase concentrato sulla musica.. Fino a che non mi addormentai.. Era raro che io mi addormentassi durante il pomeriggio.. Ma il fatto che avevo dormito poco e il mal d’auto non mi aiutavano.
Non so quanto dormì ma a svegliarmi fu Nathan.
-Lexa, pausa pranzo, andiamo a mangiare.- disse alzandosi dal sedile.
-Si.. Grazie di avermi svegliata.- dissi stropicciandomi gli occhi.
-Non sembri una ragazza dormigliona..- disse scendendo dal furgoncino.
-In fatti non lo sono.. Ma ho dormito male e poco.. E poi soffro un po’ il mal d’auto.. E allora chiudo gli occhi.. Ma questa volta mi sono addormentata.- dissi stiracchiandomi una volta uscita dal furgoncino.
-Dove sono tutti?- chiesi un po’ persa nel mio mondo.
-Non saprei, hanno detto che andavano a mangiare in quel posto li.. Ma non so di preciso dove..- disse mettendosi una mano in testa.
-Quanto hai aspettato prima di svegliarmi?- chiesi rimbambita.
-Circa trenta minuti..- disse lui guardandosi attorno.
-TRENTA MINUTI?- dissi strillando.
-Si, ho detto agli altri che svegliarti era stupido e che allora sarei rimasto finche non ti fossi svegliata.. Ma non accennavi a farlo.. Allora ti ho svegliata io.- disse lui con una mano sotto il mento.. Come se dovesse ricordarsi una super-iper difficilissima formula di matematica.
-Ma si dai, adesso andiamo a cercarli.- disse lui e ci incamminammo verso quella specie di ristorante.
Entrammo e ci guardammo un po’ attorno. Non c’era nessuno.
Girammo tutta la sala da pranzo.. Era come un fast food.. Solo gigante.
-Lexa!- sentii una voce famigliare chiamarmi, Callie, meno male, non ci siamo persi.
-Hey Callie.. Dove siete?- chiesi guardandomi attorno.
-Non lo so. Sono andata in bagno.. E non trovo più il tavolo..- disse sorridendo da ebete.
Vidi Nathan con la coda dell’occhio cadere all’indietro di botto.. Anche io le prime volte reagivo cosi, ma poi ci si fa l’abitudine.
-Tu, Sei un Mark al femminile..- disse lui alzandosi in piedi.
-Ahah!- fece Callie divertita.. Non so se dalla mia faccia, che descriveva quanta pena e quanto irritamento mi provava Callie in questi momenti… O per Nathan.. Che ancora non sapeva come reagire.
-Callie, Lexa, Nathan! Dove eravate finiti?- disse Eric sbucando con la testolina da dietro un muretto.
-Eccoli! Mi ero dimenticata che eravamo li!- disse Callie correndogli incontro.
-Meno male.- Dissi io e mi incamminai verso il tavolo.
C’erano tutti.
-Nathan, Lexa, dove siete finti?- chiese Mark quando ci vide arrivare.
-Scusateci, non vi trovavamo.- disse Nathan accomodandosi.
Presi posto in faccia a Callie e mi servì della patatine che erano rimaste.
-Già.. Questo posto è un po’ nascosto..- disse Axel guardandosi attorno.
-L’ha scelto Bobby..- disse Jack.
-Non l’ho scelto.. Era uno dei pochi cosi grandi.- disse lui mangiando due patatine alla volta.
-Hey Lexa.. Come mai ti sei addormentata?- chiese Callie.
-Il tuo parlare nel sonno è fastidioso.. E io non riuscivo a dormire.. E poi il mal d’auto.. E mi sono addormentata.- dissi lanciandole uno sguardo.
Lei e il suo maledettissimo parlare nel sonno.. Grrr, che rabbia!
-Meno male che Nathan è restato.. Se no non avresti mangiato.- disse lei abbuffandosi di patatine fritte. Io la guardai male, sembrava fare apposta a non lasciarmi cibo.
Finimmo di mangiare e tornammo al furgoncino.
-Avanti! Continuiamo, non manca molto!- disse lei sedendosi.
Io ripresi il mio Ipod e proposi di nuovo la cuffietta a Nathan che accettò ancora.
-Tieni, se trovi qualcosa che ti piace puoi metterla.- dissi porgendogli l’Ipod.
-Ok..- disse lui.
Le canzoni che selezionò erano movimentate. Quelle che Callie mi aveva scaricato e inviato.
-Hey ragazzi.. E ragazze!- disse Mark attirando la nostra attenzione. Ci girammo tutti in direzione di Mark.
-Nessuno di noi sa dove stiamo andando, ma dobbiamo allenarci comunque, in qualsiasi posto siamo, con amici e nemici, perché noi dobbiamo diventare i più forti!- disse lui.
-Si capitano!- dicemmo tutti in coro.
-Bene ragazzi, tornate pure a quello che stavate facendo.-
Continuammo ad ascoltare la musica.. Ma poi, senza che ci facessi troppo caso il sole diventò più caldo e fummo tutti costretti a toglierci la maglia a maniche lunghe.
Si sentiva una leggera brezza dal finestrino aperto. Una brezza marina..
MARINA?
Mi affacciai di più alla finestra.. Si era proprio brezza marina.. Eravamo al mare?!
No impossibile.
-Ragazzi ora manca veramente poco.. Pochi minuti.. Trenta al massimo e siamo arrivati nel nuovo appartamento, che ci terremo per un po’.- disse l’allenatrice.
-Appartamento?- chiesi a bassa voce.
-A quanto pare..- rispose Nathan.
-Bene..- dissi io sorridendo.
Avevo sempre voluto un appartamento, mi sarebbe piaciuto sapere cosa si provava.
Aspettammo ancora qualche minuto.. Il tempo di 4 canzoni scelte da Nathan e poi il furgoncino si fermò.
-Siamo arrivati.. Quello che vedete li davanti e il nostro futuro appartamento.- disse l’allenatrice sorridendo.
Tutti noi scendemmo dal furgoncino un attimo, il sole scottava sulla pelle e la brezza scompigliava i capelli.
Entrammo nel nuovo appartamento e notai che era enorme.
C’erano almeno 3 piani.
Il primo era composto dalla cucina, enorme, dalla sala, enorme e da un bagno piccolino.
Il secondo era composto da stanze. Non molte, 3.. Da una biblioteca e da un bagno con vasca. E il pian terreno era composto da un sacco di camere e un bagno con doccia.
Noi ragazze saremmo dovute andare sopra, dove c’erano 3 stanze, ognuna con 2 letti, i ragazzi di sotto.. Dove c’erano tante stanze da contenerli tutti.
Una volta messe apposto le nostre cose, nelle camere che ci erano state assegnate, io ovviamente con Callie, ci ritrovammo tutti al primo piano.
-Ragazzi, andate e mettetevi le divise da calcio, ora si fa allenamento sulla spiaggia!- disse l’allenatrice.
-Siiii!- dissero la maggior parte di noi.
Andammo tutti a cambiarci e poi ci ritrovammo di fuori.
Per arrivare alla spiaggia dovevamo solo attraversare la strada e un ponticello che passava sopra a un fiumiciattolo. E poi ci arrivavamo. La sabbia scottava, anche se si tenevamo le scarpe da ginnastica, ll sole mi irritava gli occhi.. Era fastidioso.
Scrutai tutta la gente che c’era.. E mi parve di riconoscere qualcuno in lontananza.. Qualcuno che aveva fatto diventare un pomodoro Callie. Ma certo! Quella era la Royal Academy! Stavano giocando con altre persone. Cercai di ricordare chi erano.. Ma non capii.. Eppure mi sembrava di averli già visti da qualche parte …
-Callie sai chi sono quelli?- chiesi indicandole i ragazzi che giocavano con la Royal, e altri che erano ad asciugarsi il sudore e rinfrescarsi bevendo dalle borracce.
-Non lo so.. Jude.. Chi sono quelli?- chiese lei tirandogli il mantello.
-Quelli.. Sono i ragazzi della Alyus Academy.. È una lunga storia … magari ve la spiegherà Mark un giorno.- disse andandosene.
-Hey Jude!- disse Callie prima che lui fosse fuori portata.
Callie si avvicinò di più a lui e io la segui.
-Ma perché porti quegli occhiali strani?- disse lei, indicandoli. Callie! Sei la solita curiosa!
-Non è affar tuo.- disse lui gelido.
-Stai calmo Jude.. Lei è solo curiosa!- dissi intervenendo..-E uno dei suoi difetti.. Che dovrebbe perdere.. Perdonala..- dissi sorridendo e poi la trascinai via..
-Callie! Devi imparare a farti gli affari tuoi!- dissi severa.
-Si.. Scusami Lexa..-  disse lei guardando solo i giocatori che si allenavano.
-Si certo.. Ora sparisci.- dissi e le diedi una spinta.
Non la capivo.. Perché voleva sapere sempre tutto di tutti? 

Aspettiamo commenti e consigli!! Alla prossima!! 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Salve a tutti amici lettori! Ecco a voi il settimo capitolo. Chiediamo scusa per eventuali errori!

Passiamo alle recensioni:

The Raindrop  siamo contente la mia collega ed io che la nostra storia ti piaccia! Per quanto riguarda il periodo ci troviamo dopo la partita dei Dark Empheros e prima della terza serie. Speriamo che anche i prossimi capitoli ti piacciano!


Michigan siamo felici che ha messo la fic tra le seguite! Cercheremo di non deluderti!! A presto!


 
Ed ora buona lettura e commentate!


Che noia! Non avevo fatto niente di male. In fondo eravamo una squadra e io potevo, anzi DOVEVO sapere quasi tutto di tutti! Non era per spettegolare o per altro, no. Ero fatti cosi, curiosa e tremendamente irritante. Ma oramai ognuno ha dei pregi e dei difetti ma credo di essere l’unica a possedere solo i secondi.
Poi ripensai alla domanda che mi aveva posto Lexa. Mi ha chiesto chi erano quegli altri ragazzi oltre alla Royal. Allora non ero curiosa solamente io!! Miracolo, Lexa dimostrava altre emozioni oltre alla freddezza e al sarcasmo, naturalmente comprendeva pure la violenza contro di me …
Mi brillavano gli occhi. Potevo andare là con lei …
- Huhuhu … può funzionare!- parlavo da sola. Infatti, Harley e Darren si erano avvicinati per avvisarmi qualche cosa, ma avevano cambiato idea. Io mi girai di scatto e presi a guardarmi intorno. Non la trovavo. Possibile che in due minuti qualcuno potesse scomparire improvvisamente. Mentre facevo vagare velocemente lo sguardo, vidi qualcuno avvicinarsi: era Axel.
-Callie, l’allenatrice ci chiama.- disse. Io gli risposi senza guardarlo e continuando la mia ricerca:
-Grazie Axel, ma dimmi, hai per caso visto in giro Lexa?- dissi spostando leggermente il mio sguardo magenta nel suo.
-Si, è la assieme agli altri, credo.- rispose. Io voltai lo sguardo verso la mia squadra, ma non la vidi. Mi grattai la testa. Ma dove era finita? Feci scorrere un’altra volta i miei occhi su tutta la spiaggia e finalmente la vidi: era assieme a Mark, vicini a quei ragazzi sconosciuti.
-Whaaa!- lanciai un urlo agghiacciante e la raggiunsi in un nano secondo. Mentre andavo verso di loro avevo creato un’onda anomala di sabbia che colpì in pieno Jack, Scott, Victoria e Susette. Gli altri si erano spostati appena in tempo. Mi girai e mi misi a ridere. Era troppo buffa la scena. Jack e Scott che si spolveravano a vicenda, Victoria che si guardava attorno confusa, credo che non avesse capito da dove fosse arrivata la sabbia e Susette che mi guardava omicida, più che mai. Posai di nuovo lo sguardo su di lei: in effetti era arrabbiatissima.
-Callliieeee!! Maledetta ragazzina, come osi??- disse prendendo a rincorrermi. Io fuggii. Mentre la seminavo le gridai in risposta:
-Susette, perché mi chiami ragazzina? Abbiamo la stessa età … senno, scusaa!!- dissi accelerando il passo. Dovevo fare attenzione, altrimenti avrei svuotato la spiaggia addosso alle persone che c’erano.
Alla fine si stufò e si bloccò ritornando dagli altri. Io decisi di andare da Lexa e Mark per conoscere gli altri ragazzi. Mi avvicinai e vidi che c’erano almeno sei squadre sconosciute e la Royal. Accidenti! C’era ancora quel bel ragazzo dai capelli castani e gli occhi blu.
Abbastanza vicina da sentirli parlare, udii la voce del mio capitano chiamarmi.
-Eccoti qua, Callie!- disse con fare allegro. Io accennai un sorriso e presi a guardare i ragazzi. Ne riconobbi alcuni!
O cavolo! C’erano i ragazzi della Zeus, coloro che avevano giocato la finale contro la Raimon nel Football Frontier. Il capitano era Bayron Love, un tipo dai grandi occhi castani e i lunghi capelli biondi.
La sua squadra era potentissima perché usavano il nettare degli dei: una bevanda speciale che esaltava le loro capacità e li rendeva invincibili. Fa alla fine aveva vinto la passione per il calcio e il gioco di squadra, della Raimon. E alla fine hanno deciso di eliminare quella sostanza ed allenarsi come tutti gli altri.
Poi c’erano gli altri: mi sembrava che avessero dei volti famigliari ma non ricordavo assolutamente dove gli avevo visti, ma fu Mark a risolvere il mio quesito.
-Callie, stavo già spiegando a Lexa dei giocatori qui presenti. Credo che conosca anche tu la Zeus, oltre alla Royal Academy.- io annui convinta. Lexa ed io ci scambiammo un’occhiata complice. Poi il capitano riprese a parlare.
-Mentre questi altri, sono, anzi erano della Alyus Academy.- concluse voltando lo sguardo verso un rossino. Lui sorrise. Ora ricordai, finalmente. Un paio di mesi prima una notizia sconvolgente aveva scosso il mondo dello sport. Dei cosiddetti alieni, avevano iniziato ad attaccare le scuole di tutto il Giappone. E per fermarle, bisognava sconfiggerli in una partita di calcio. Per molto tempo avevano usato il calcio per fare del male, ma alla fine tutto si era risolto. Ora che li guardavo meglio riconobbi il capitano della Gemini Storm, della Epsilon, della Prominence, della Diamond Dust e per ultimo, della Genesis.
-Ora, è il momento delle presentazioni!- disse pimpante Mark. Si avvicinò ad un ragazzo dai capelli verdi legati in un coda, la pelle abbronzata, gli occhi scuri con un viso luminoso.
-Ragazze, lui è il capitano della Gemini Storm. È stata la prima squadra che abbiamo dovuto battere. È stata dura, ma c’è l’abbiamo fatta!- il ragazzo si avvicinò e iniziò a parlare. Me lo ricordavo con i capelli più corti …
-Molto piacere. Io sono Jordan Greenway.- disse, porgendo la mano. Lexa stava per farlo pure lei, ma io le tagliai la strada. Gli strinsi la mano con un’energia che considerai esagerata, ma non ci feci caso.
-Piacere Jordan! Io sono Callie Lee e sono la punta dei Darkhydra!- lui all’inizio mi guardò un po’in modo strano, ma pensai che era per la mia presentazione. Ma poi mi resi conto che avevo detto Darkhydra invece di Raimon, e probabilmente ero stata presa per presuntuosa. Ero sì una punta ma Axel e Shawn erano migliori di me. Sorrisi a trentadue denti e dissi semplicemente.
-Ops.- gli spuntò una gocciolona dietro la nuca. Ma riprese subito il contegno.
-Hahah, assomigli a Mark.- sorrise. Io arrossì fino alla punta delle orecchie. Accidenti! Da quando m’imbarazzavo cosi? Poi Lexa mi passo davanti.
Lei non disse niente, gli strinse semplicemente la mano guardandolo negli occhi. Poi Jordan fece un passo indietro e riprese il discordo Mark.
-Lui invece – disse, richiamando un ragazzo da un’altra squadra – è il capitano della Epsilon. Ci hanno dato del filo da torcere, essendo più forte della Gemini Storm, ma alla fine gli abbiamo sconfitti!.-  Quanto era energico Mark!
Spunto un tipo altissimo dai capelli blu scuri e gli occhi rossi su sfondo nero.
-Piacere, io sono Dvalin.- disse indifferente. Lui non diede la mano né a me, né a Lexa. Semplicemente, ci scrutò. Per poi tornare accanto al suo team.
-Lui invece è il capitano della Prominence.- disse Mark. Da un’altra squadra spuntò un ragazzo dai capelli rossi, simili ad una fiamma, gli occhi gialli ed un sorriso arrogante stampato in volto.
-Salve ragazze, io sono Torch!- questa volta mi passò davanti Lexa. Per fortuna, non mi piaceva quel tipo. Assomigliava troppo a Michael: con quel sorrisino da arrogante.
Poi venne il mio turno.
-Heheh … allora sostieni di essere la punta …- disse, osservandomi. Io ribattei.
-No, mi sono confusa. Ero la punta nella mia ex squadra, i Darkhydra. Ora sono una semplice attaccante.-  Lui come risposta,
-Ma non farmi ridere! Saresti perfetta per stare in panchina, e non in campo. Io non darei mai la responsabilità dell’intera squadra in mano tua.- rise di gusto. Io risposi ingenuamente.
-Per stare in panchina, qualche volta lo farei. Sono abbastanza pigra. Ma credo che in questa squadra ci siano delle buone riserve, inoltre, non mi piace avere un peso troppo grande sulle spalle. Non sono mai stata responsabile.- dissi, chiudendo leggermente gli occhi. –Perciò, in un certo punto di vista, hai ragione!-  lui rimasi un attimo in silenzio. Poi stava per replicare ma un ragazzo dai capelli blu ghiaccio, puntati verso l’alto a sinistra, gli occhi acqua marina ed un’ espressione glaciale, lo fermò:
-Sei la prima persona ad essere riuscita a zittirlo per due minuti di fila. Molto piacere. Io sono Gazel Withingale e sono il capitano della Diamond Dust.- disse porgendo la mano verso di me. Io la accettai volentieri.
-Che bel nome la tua squadra! Polvere di diamante! Wow!- dissi con gli occhi che sbrilluccicavano. –Io sono … vabbé, lo sai chi sono. E comunque, piacere mio!- poi tornò al suo posto con Torch che gli sbraitava dietro, ma lui rimaneva calmo. Poi Mark, dopo questa interruzione riprese il discorso.
-Ok … dato che Gazel si è presentato da solo …- disse deluso, ma sapevo che scherzava. –Vi presento l’ultimo, ed il più forte giocatore con cui abbia mai giocato.- si avvicino il ragazzo che gli aveva sorriso all’inizio.
-Callie, Lexa, lui è Xavier, ed è il capitano della Genesis.- Aveva i capelli rossi e gli occhi verdi, acqua marina.
-Salve ragazze. È un vero piacere conoscervi.- disse con un sorriso raggiante.
-Anche per noi.- dicemmo all’uniscono, Lexa seriamente ed io con più entusiasmo. Io la guardai male, ma lei non ci fece caso.
-Finalmente tutti conoscete tutti!! Ora possiamo iniziare ad allenarci!- io non capi, ma fu Lexa a porre la domanda che alloggiava nella mente dei presenti.
-Scusa capitano, ma vuoi dire che ci alleniamo tutti quanti assieme?- disse incrociando. Ma non fu lui a rispondere ma l’allenatrice. Quanto sentimmo la sua voce ci girammo ed era presente tutta la squadra.
-Ragazzi, in questo lasso di tempo ci alleneremo tutti quanti assieme per migliorare le vostre abilità.- disse scrollando l’acconciatura. Poi Lexa chiese ancora.
-Ma perché anche le squadre della Alyus, della Zeus e della Royal?- rispose subito.
-Perché ho voluto chiedere a loro se gli andava di allenarsi con coloro che gli hanno sconfitti e non hanno di certo rifiutato. Inoltre, potete prenderla pure come una vacanza.- Mark  rispose allegramente.
-Sarà magnifico! Allenarsi e stare in vacanza? Non chiedo di meglio!- era entusiasta.
-Se sei cosi vivace, perché non cominciate a fare tutta la spiaggia a corsa? Forza iniziate!- disse incitandoci. –E poi cambiare l’aria non vi può che farvi bene!- iniziammo a correre uno dietro l’altro.
Sole, mare, e calcio! Una vacanza-allenamento migliore di questa non ci sarebbe stata mai più!
 
 
 
Attendiamo le vostre recensioni oppure i vostri consigli!! Al prossimo!  

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Salve a tutti! Ecco a voi l’ottavo capitolo!! Ci scusiamo già per eventuali errori.
 
Passiamo alle recensioni:
 
Michigan: Anche noi abbiamo visto Gazel per la prima volta in Italia, ma lo consideriamo come un maschio siccome lo è veramente. Ma non ti preoccupare, non scocci affatto. Grazie per le tue recensioni! Fanno sempre piacere!
 
The Raindrop:(Sono contenta che mi stimi!! Anchio non sopporto proprio Susett! By _2ofi/Callie). Già, la scena dove Gazel trascina via Torch è venuta spontanea. Ce li vediamo benissimo!! Ma poro Xavier!! (Io lo trovo cosi adorabile!! By_2ofi/Callie) Haha. Hai ragione, il ragazzo dai capelli castani e occhi blu è proprio Genda. Speriamo che il continuo ti possa piacere. A presto!

Buona lettura e commentate!!

 
 
Odio il caldo.. Si suda e si è appiccicosi.. E poi, se per di più stai correndo in massa sulla sabbia, tutta quella cosa a granelli ti si infila ovunque.. Anche in bocca ne avevo.. Anche perché Mark e Callie facevano degli sprint sulla sabbia.. E la sabbia ci investiva ogni maledetta volta..
-Callieeeeeeeee! Adesso bastaaaaaa!- gridai inferocita dopo l’ennesima insabbiata.
Come se mi ascoltasse. Continua a correre lanciando occhiate da sfida al portiere..
-Speriamo non sia sempre cosi.- disse l’altro suo amico. Come si chiamava?! Eric!
-Si. Speriamo..- dissi continuando a correre senza un briciolo di sforzo..
Andammo fino una montagna si sassi che si trovava li. Non so per quale motivo e poi tornammo indietro.
La corsa non era faticosa.. Insomma, era tutto in pianura.. Ma la sabbia, dove i tuoi piedi affondavano.. Il sole cuocente sul viso e le spalle.. E quei maledetti che ti facevano ritrovare in una bufera di sabbia.. Ecco.. Era quello che faceva sudare..
Quando arrivammo l’allenatrice e le altre ragazzine erano sdraiate in bikini sotto un ombrellone e sopra degli asciugamani.
-Cosa è questa storia?- chiese uno. Che non ho la minima idea di chi sia..
-Andate a cambiarvi.. E fatevi una nuotata!- disse l’allenatrice fredda come sempre.. Non ostante fosse sdraiata al sole cuocente.
-OK!- dissero un paio di persone. Solo perché le altre erano già andate.. E ci avevano sommerso di sabbia..
Ma io lo avevo portato il costume? Si! Me lo aveva messo in valigia mia madre..
Andai a passo da lumaca verso la nostra abitazione temporanea.
-Lexa!- disse Jude raggiungendomi.
-Ciao Jude.- dissi mentre colavo.. Questa divisa doveva essere invernale.. Huuuaaa!
-Sai.. Mi dispiace per come mi sono rivolto alla tua amica.. Ma vedi.. Il fatto è..- si interruppe un attimo -Lei si chiede come mai porto questi strani occhiali.. Io invece non capisco come tu non possa nascondere i tuoi occhi..- disse distogliendo lo sguardo.
-Non vedo un valido motivo per la quale devo coprirmi gli occhi..- dissi pensierosa.
-La gente potrebbe pensar male.. Potrebbe pensare che hai gli occhi del diavolo.. O qualcosa del genere..- disse abbassando lentamente il volume della voce.
-Jude spiegati meglio.- disse seriamente presa dal suo ragionamento.
-Bhè.. Il fatto è che in qualche modo ci assomigliamo..- disse seminandomi accelerando il passo.
Ma cosa cercava di dirmi.. Ci assomigliamo.. In qualche modo.. E gli occhi del diavolo.. Ma cosa..
Arrivai alla porta e senza farci caso ci sbattei il naso.
-Huuaaaaaaaaaaaaaa che male!- dissi toccandomelo per vedere se usciva sangue.
-Lexa? Tutto bene?- chiese Callie sbucando dal nulla.
-Si certo.. Perche?- dissi fredda.
-Pensavo di averti sentita gridare.- disse pensierosa.
-Hai sentito male.- dissi io e entrai fingendo indifferenza.. Mentre il dolore atroce che provavo alla punta del naso mi consumava!
Arrivai in camera e notai che sul mio letto c’era il mio costume e su quello di Callie c’era il suo.
Erano completamente diversi.. Il suo era colorato.. Più femminile forse del mio.. Era verde, rosa, giallo fluorescente.. Con dei bermuda degli stessi colori.. Mooolto appariscente.
Il mio era più sportivo.. Nero, rosso con una striscia grigia e una viola.. Molto fini sul sopra.. Ei bermuda erano neri a fiori rossi..
Mi cambiai svelta e sopra mi misi una canottiera rossa.
Callie entrò e si cambiò.. Eravamo cresciute assieme ma io di certo non stavo a guardarla mentre si cambiava. Andai fuori in corridoio ad aspettarla.
Quando mi raggiunse andammo in spiaggia. Gli altri erano gia li.
-Andiamo Lexa il mare sembra bellissimo!- disse Callie correndo spensierata verso il mare. Ci si tuffo a testa.. Con uno stile tutto suo.
Amava il mare.. Le piaceva il sole, la spiaggia.. L’acqua salata del mare fresco dopo che hai corso per trenta minuti sotto quel caldo sole. Ma a me no.. Non mi piaceva gran che.. Di certo non sarei stata li come quelle ochette a prendere il sole.. Ma mi sarei avvicinata al bordo come tutte le volte e avrei messo i piedi a mollo..
-Hey Lexa! Vieni su!- disse ancora Callie.
-Magari più tardi!- gridai sentendo l’acqua fredda sui piedi.
Non mi piaceva il mare per diversi motivi.. Ma quello che la maggior parte di volte mi costringeva a rimanere fuori.. Erano i granchi..-.-
Si lo so, è una cosa stupida, il mare con l’acqua chiara.. I granchi si vedono bene.. E quindi come potrei per sbaglio calpestarne uno?
Ma se mi spingessero e andrei con il sedere su uno di loro e se loro me lo pungessero? No grazie.
Notai che Callie stava uscendo con le mani dietro alla schiena.
-Perché non entri?- chiese sorridendo.
-Lo sai..- dissi sorridendole.
-è forse per questi?- disse tirando fuori da dietro la schiena il granchio più grande che io abbia mai visto!
-Haaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!- dissi alzandomi talmente in fretta che la testa mi girò per qualche secondo, ma iniziai ugualmente a correre lontano da Callie che mi seguiva con quell’affare in mano!
-Callie!!!!!!!!!!!!!!!!!!- dissi lasciando dietro di me una tormenta sabbiosa.
-HAHAHA!- disse lei divertita continuando a seguirmi.
-Basta Callieeeeeee!- gridai di nuovo.
-Entra in acqua!-ordinò lei.. E quello voleva dire che se fossi entrata lei mi avrebbe lasciata in pace.
-Ma come faccio se ora so che bestie ci sono li dentro?!?!?!- gridai continuando a lasciarmi dietro la tormenta.
L’occhio mi scappò sui nostri compagni di squadra e gli altri che ci guardavano confusi.
Lei si arrestò di colpo e io mi fermai piano.
-Eddai Lexa!- disse lanciando il granchio dietro di se.. Moolto lontano.
-Ok.. Ma se un granchio mi punge io non ti parlo più!- dissi avvicinandomi al mare e immergendomi.
Nuotai per diversi minuti, poi qualcuno propose di giocare a palla nuoto e accettai anche io. Giocammo a quel gioco stupido per diverse ore.. Forse 2.. Ma poi qualcosa, una cosa che ritenevo orami un mio problema lontano mi punse il piede.
-Haaaaaaaaaaaaaaa!- gridai sfrecciando a riva con l’alluce che mi pulsava.
-Lexa?- chiesero un paio di persona nel mare.. Callie compresa.
-Che male!- dissi stringendomi l’alluce tra le mani. Usciva un po’ di sangue.. Quindi doveva essere uno granchio bello grosso.
-Dai Lexa torna dentro!- disse Callie avvicinandosi.
Presi della sabbia umida in mano senza che lei se ne accorgesse.
E poi..
BAM!
Le tirai la sabbia in pieno petto per poi cominciare a ridere.
-Quindi è questo che vuoi he?- disse le inginocchiandosi vicino a me.
-HAAHHAHA!- dissi io divertita.
Iniziammo a rotolarci nella sabbia finche non ne fummo ricoperte..
Lei andò poi a sciacquarsi in mare e io in una doccia che c’era li.
Quando uscii l’allenatrice ci disse che era ora di tornare nella nostra abitazione temporanea e di fare la doccia. Che poi era ora di cena.
Tutti andammo e io fui la prima a fare una bella doccia rilassante.
Quando uscii di li Callie entrò. Andai in camera nostra e mi asciugai i capelli legandoli sempre con due codini molli sotto le orecchie poi mi avvicinai all’armadio per scegliere dei vestiti. Optai per un paio di pantaloncini al ginocchio di jeans blu chiaro, una canottiera azzurra. Le all star azzurre sarebbero stata perfette.
Mi sdraiai sul letto aspettando che Callie uscisse dalla doccia.. Ma sapevo che ci sarebbero voluti secoooooli.. Cercai di non addormentarmi.. Ma il sonno vinse.
Feci un sogno strano. Sognai la nostra partenza dalla Darkhydra.. E sognai i nostri amici.. Poi sognai la Raimon.. E i nostri nuovi compagni che sperai di poter chiamare amici..
Senti uno scossone e i miei occhi si spalancarono confusi.
-Lexa.. Andiamo.. È ora.- disse Callie sorridendomi.
E anche adesso.. Adesso che era estate.. Il mio modo di vestire era completamente di verso da quello di Callie.

 

Ta dààà!! Vi aspettiamo al prossimo! Grazie ancora a Michigan e The Raindrop!
A prestuuu ^O^ 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Voilà il nono capitoluzzo!! Siamo sempre contente che c’è gente che apprezza questa fanfic!! Grazie mille!
 
Ed ora le recensioni:
 
The Raindrop:(Grazie che mi trovi più simpatica. Ne sono contenta -.-^^ NdaLexa/3lo_)(Eddai!! >.< Grazie per gli striscioni! E addirittura colorati!! Sono io ad adorarti ^O^NdaCallie/_2ofi). Per le scene tra Callie, e Joe … mha … si vedrà!! Continua a seguirci come hai sempre fatto! Baci
 
Michigan: Grazie dei complimenti! Credo che Lexa lo sappia troppo bene cosa si provi ad essere punti da un granchio! (Dolore!!!NdaLexa/3l0_) Grazie di tutto! A presto!!

 

Ed ora buona lettura e commentate!
 
 
Che Lexa ed io avevamo stili diversi si sapeva da sempre, pure uno stupido se ne sarebbe accorto. Lei era più casual, semplice. Optava per colori scuri ma non troppo. Io invece ero colorata, anche troppo. Indossavo tinte esuberanti che attiravano l’attenzione, con abiti che la maggior parte della gente trovava troppo particolari ed eccentrici. Eppure io non mi stancavo mai di metterli.
Avevo i capelli legati in due treccine finissime con un cerchietto arcobaleno fatto di stoffa. Dei pantaloni semplicissimi di trenning con il cavallo leggermente basso verde chartreuse, ed una t-shirt  a quadretti, indaco elettrico e porpora. E sui piedi pantofole con muso da rana. Bellissime!!
-Ma perché diavolo devi esagerare sempre tu …- disse Lexa mettendosi degli occhiali da sole, appoggiati sul suo comodino: Ray-Ban neri.
-Ha-ha-ha … molto spiritosa.- dissi, sbuffando. Poi un brontolio di stomaco irruppe nell’aria. Era di Lexa. S’imbarazzò.
-Hahah! Hai fame vero?- dissi indicandola e scoppiando a ridere.
-Ma va? Da cosa l’hai capito?- rispose, riponendo gli occhiali, come se fossero stati la cosa più preziosa al mondo.
-Invece di fare queste tue battutine sarcastiche che ne diresti di scendere a cenare? Non sei l’unica ad aver bisogno di nutrirsi.-  finita la frase senti bussare alla nostra porta.
-Vado ioooo!- raggiunsi la porta con un balzo canticchiando allegramente. Quando la aprii mi ritrovai la faccina di Xavier davanti ai miei occhi. Saltai all’indietro spaventata.
-Ma che fai?-chiede confuso, trattenendo appena un risolino. Gli risposi.
-Niente, mi hai solo spaventata…- lui chiese scusa, mortificato. Era proprio gentile.
-Ma figurati! Piuttosto è pronta la cena??- chiesi speranzosa. Lui annui convinto.
-Si. È per questo che sono venuto.- sorrise di nuovo.
Io parti velocissima giù per le scale, rischiai di cadere di faccia ma qualcosa attutì il colpo.
-Uff… grazie, mi hai salvato la faccia.- alzai lo sguardo e vidi che era il portiere della Royal. O no. Sentivo il rossore salire pian piano, bastardo!
-Niente, figurati.- rispose. Aveva una voce strana, pastosa. Mi piaceva. Mi aiutò ad alzarmi e poi si presentò.
-Io sono Joseph King, ma per gli amici Joe.- disse sorridendo con quegli occhioni blu. Io incantata risposi.
-Io sono Callie Lee, ma per gli amici solo Callie.- poi senti un’altra voce chiamarlo. Dietro di lui vidi un ragazzo dai capelli leggermente sotto le spalle argentati, e gli occhi nocciola ma ne vidi solo uno, perché l’altro era coperto da una benda.
-Joe, che stai aspettando …- s’interruppe appena mi vide. –O, ma guarda un po’, c’è la ragazzina dell’altra volta.- disse sogghignando. Io lo fissai.
-Scusa, mi stavo presentando.- disse Joe, poi aggiunse l’argento:
-Già che siamo in vena … Piacere, io sono David Sanford.- mi dava fastidio quella benda, non poter guardarlo in tutte due gli occhi m’infastidiva, ma non quanto con Jude.
-Piacere David.-poi Mark ci richiamò arrivando vicino.
-Ragazzi è pronto! Hey Callie, perché sei rossa?- disse avvicinandosi. Io, scacciai il rossore.
-No niente … ho caldo.- e aggiunsi –finalmente è pronta la cena! Sto morendo di fame!!- dissi allontanandomi con Mark, da Joe e David. Sapevo controllarmi ancora, evvai!!
I tavoli erano enormi, già erano!! Perché in uno solo, otto squadre non ci sarebbero state. Inoltre, c’è n’era un altro per lo staff  e gli allenatori.
Ognuno prese posto. Io ero seduta vicino a Shawn sulla destra,a Mark a capotavola, mentre in faccia avevo Darren. Mentre Lexa era praticamente dall’altra parte della tavola, era accanto a Jude a destra e Bobby a sinistra, mentre in faccia aveva Jack. Povera. Le stava antipatico. Me l’aveva confidato quando si stava preparando questa mattina.
Dalla cucina proveniva un buon profumino di … pesce!
E non mi sbagliavo. Stava arrivando un carrello in ferro di tre ripiani pieni di squisitezze. C’era una teglia piena zeppa di verdure cotte come contorno, nel primo, nel secondo una torta alla frutta, e al terzo come piatto forte c’era …
-Spero che vi piaccia il merluzzo!- disse l’autista tutto fare della nostra squadra. Merluzzo! Ho sempre preferito la carne al pesce ma non ero una che rifiutava del buon cibo.
-Ittadakimasu!- gridammo tutti quanti in coro per poi buttarci su quel delizioso pasto. Non avevo mai assaggiato niente di così buono. Ma credo che fosse colpa anche della fame a farmelo finire in pochi attimi. Ma non ero l’unica. Anche nella mia squadra quasi tutti avevano finito, restavano Jude, Axel, Shawn, Nathan, Bobby, Lexa ed Eric che stavano ancora mangiando. Accidenti quanto ci mettevano? Io avevo ancora fame!! E volevo il dessert. Mi alzai dalla sedia, volevo infastidire un po’ Lexa. Ero fatta cosi. Mi accucciai a terra a quattro zampe ma Shawn mi richiamò.
-Callie, dove stai andando?- disse ingenuo, con il tono della voce un po’troppo alto per i miei gusti.
-Shhh!! Vado da Lexa a rompergli le scatole.- dissi, seria più che mai. Lui semplicemente annui, poco interessato. Andai sotto il tavolo. La raggiunsi in poche gattonate. Era li, riconoscevo le sue calze: blu scure.
Appoggiai una mano ma mi punse, era pieno di briciole di pane. Ma ricordai che il quel posto sedeva il ciccione, o hamburger, Jack.
Improvvisamente mi venne un’idea. Potevo spaventare tutti, inoltre avrei fatto cadere la colpa su Scott. Poteva funzionare.
Prima di tutto, facendo attenzione a non farmi vedere, feci cadere una posata di Scott, quando lui si è abbassato per prenderla gli confidai la mia idea. Lui fece un ghigno birichino e accettò. Pian piano, piede per piede, slacciai le stringhe di ognuno e le legai assieme. Con un nodo non troppo stretto, ma almeno da farli cadere.
Poi per ingrandire il piano fece anche gli altri sette tavoli e nessuno si accorse di niente. Poi tornai al mio posto.
-Dov’eri finita? Mark ti cercava.- disse Shawn. Io gli sorrisi e non dissi niente.
Finalmente arrivò la torta. Era gigantesca. La base fatta con biscotto, ricoperta di panna e frutta di ogni genere: deliziosa.
Mi abbuffai fino a non lasciare il minimo segno della sua presenza. Poi l’allenatrice attirò di nuovo la nostra attenzione.
-Ragazzi! Ci troviamo fra mezz’ora al pianterreno, fatevi trovare in divisa che poi si fanno due passi al chiaro di luna.- disse andandosene subito dopo. Io mi alzai prima di tutti, pronta a godermi la scena ma appena provai a fare due passi caddi rovinosamente a terra. Mentre si levava un brusio che presto divenne una risata generale.
Poi anche gli altri ragazzi si alzarono ma non inciamparono.  Credo che avevo un punto di  domanda stampato in faccia perché Lexa mi rispose.
-Non è stato difficile. Ci siamo insospettiti quando non ti abbiamo vista per almeno 5 minuti, all’inizio abbiamo pensato che eri andata in camera, ma nessuno ti ha vista salire le scale.- riprese il discorso Jude.
-E l’ultima prova c’è l’ha data il tuo complice …- lo precedetti.
-Scooooot!!- urlai. Lui rideva malignamente.
-Hihihi! Mai fidarsi del migliore.- Cercai di prenderlo ma mi sfuggi.
-Se ti prendo, finisci male!!- dissi alzando le braccia al cielo furiosa. Poi Lexa e Jude si diedero il cinque.
-Fregata!- disse una voce a me famigliare, Torch. Io mi girai di scatto e dissi a tutti quanti:
-Non è ancora finita …- rimasi in sospeso con la tensione che alleggiava nell’aria. Poi urlai –ATTACCO PALLA!!!- tutti, caddero all’indietro. Questa volta presi di sorpresa anche Lexa. Poi la voce di Jordan mi richiamò.
-Ma da dove le tiri fuori certe battute?- chiese sorridendo.
-Mha … sono spontanee.- risi con lui –no, scherzo. È in un filmato che ho trovato assieme a Lexa su Internet. Se vuoi ti scrivo il nome …- dissi prendendo un foglietto e una matita. Lui accettò.
-Ci do un’occhiata appena ho tempo.- e prese il post-it. Poi salimmo di sopra a cambiarci. Mentre mi toglievo il trenning e mi mettevo la divisa chiacchieravo con Lexa.
-Tu cosa pensi che ci dirà l’allenatrice?- chiesi sistemandomi davanti allo specchio.
-Non lo so … Mhmhmhhm …- rise da sola. Mi spaventai e mi allontanai nascondendomi nel bagno.
-C-che c’è da ridere da sola?- dissi guardandola male. Lei mi tiro la sua T-shirt in testa.
-Smettila scema. Mi è tornata in mente la scena di prima, che sei caduta davanti a tutti.- riprese a ridere. Io andai a sedermi sul suo letto a gambe incrociate.
-Poteva riuscire il mio piano, era perfetto. Se solo quella peste avrebbe tenuto la bocca chiusa.- Lexa si diresse verso la porta richiamandomi.
-Si ma noi siamo troppo furbi. E poi chi la fa, l’aspetti.- dissi raggiungendola sulla soglia.
-Ma dimmi, dimmi, da quando fai comunella con Jude?- dissi facendogli uno sguardo malizioso. Lei corse via. Accidenti, non mi aveva risposto! Le corsi dietro fino al pianterreno, dove trovammo tutti.
-Hey Lexa, dimmelo!- dissi gridando. Tutti mi guardarono male.
-Scusa, ma l’allenatrice ci sta parlando.- disse Torch con quel suo fare da sbruffone. Di rimando gli feci la linguaccia. Lo so che era un gesto un po’ infantile, ma in quel momento non avevo voglia di rispondergli.
-Allora, siccome siete presenti tutti vi citerò il programma che abbiamo deciso di effettuare in questo periodo.- disse l’allenatrice.
-Abbiamo radunato le squadre che ci hanno dato più filo da torcere, perché vogliamo che saliate tutti allo stesso livello. Poi vi faremo fare delle partite per vedere dove siete più deboli e infine migliorarvi in un altro ruolo.- concluse scrollando l’acconciatura.
-In che senso migliorarci in un altro ruolo?- chiese Harley confuso.
-Credo che Lyna Shiller, voglia dire che ognuno di noi deve imparare a giocare nel ruolo in cui è più debole.- Lei annui.
-Esattamente Bayron. È questo l’obbiettivo che dovrete raggiungere tutti quanti voi. Ed ora, tutti fuori! Dovete smaltire le calorie assunte.- praticamente ci buttò fuori dall’appartamento. Tutti assieme camminammo, per tutta la spiaggia.
Io tolsi pure le scarpe per sentire l’acqua solleticarmi le dita.
Restammo fuori per un’ora, quando ritornammo eravamo stanchi morti.
-È stata una giornata faticosa.- disse uno della Diamond Dust, con degli occhiali ridicoli e i capelli neri.
-Non vedo l’ora di stendermi!- aggiunse uno della Epsilon, dai capelli viola e una fascia nera.
Salutammo i ragazzi, siccome loro dormivano al pianterreno.
-Notte ragazzi, a domani!!- dissi io stanca, ma comunque allegra.
-Buona notte anche a te!- dissero loro in coro. Poi salutò anche Lexa.
-Notte Jude, Notte Nathan, notte ragazzi.- poi salimmo le scale.
Mi misi sotto le coperte dopo essermi tolta la divisa velocemente.
-Finalmente sappiamo il motivo per cui siamo qui.- dissi sbadigliando.
-Già. Sarà divertente.- disse Lexa in risposta entrando sotto le calde coperte e lasciandosi avvolgere dal tepore. Poi spense la sua luce e ci addentrammo nel mondo dei sogni.
 
 
 
Finito anche qvesto!!  Vi aspettiamo come al solito al seguente! Ciaoooo

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Scusate per il ritardo! (Di un giorno -.- NdaLexa/3lo_). Ecco il decimo!
 
Passiamo alle recensioni:
 
 Michigan: hehe non sei l’unica ad adorare Joe (*//* Nda Callie). Ed eccoti accontentata, il capitolo è arrivato!! Buona lettura!
 
The Raindrop: diciamo che la scena tra Callie e Joe … era già fatta, ma comunque felici che ti sia piaciuta. Per Lexa e Jude, si vedrà cosa ne pensa la mia collega. Per il resto … buona lettura!!
 
Buona lettura e commentate!!
 
-Leeeeeeeexa!- disse qualcuno che aveva voglia di infastidirmi.
-Leeexaaaaaaaaa! Eddai! Svegliati!- disse di nuovo.
-C..osa vuoi?- dissi girandomi dall’altra parte.
-Hai circa.. 2 minuti per alzarti, vestirti, pettinarti e fare colazione.. Poi inizia l’allenamento.- disse ancora quella voce insopportabile.
-Caaallieeeee! Io ti uccido! Non potevi svegliarmi prima!?- dissi alzandomi dal letto in un nano secondo.
-Ma sei cosi silenziosa, e cosi tenera quando dormi!- disse lei giungendo le mani sotto il viso mentre i suoi occhi sbriluccicavano tutti!
-AAAAAAAAAAAAAAH! Adesso le prendi Callie! Anzi prima devo prepararmi.. Ma poi le prendi!- dissi vestendomi e pettinandomi in circa 10 secondi.. Avevo notato che Callie indossava la divisa.. Quindi la misi anche io.. Mi feci i miei soliti codini e mi infilai le scarpe.. Ero pronta.
TOCK-TOCK
-Avanti.-dissi finendo di farmi i codino.
-Ciao, mi hanno mandato a darti un panino con la marmellata. Siccome non ti abbiamo visto giù.- disse quella che doveva essere Celia.. La sorella di Jude.
-Non dovevi disturbarti.. Ma grazie.- dissi tentando un sorriso.
-Voleva salire Jude.. Ma non potevo permettere che sprecasse il suo tempo.. Deve allenarsi..- disse lei sorridendo.
-S-sprecare il suo tempo?!- dissi tremando..
-Oh-ho!- disse Callie dietro di me.
-Q-quindi.. Io faccio sprecare tempo vero?!- dissi stritolando il panino nelle mie mani che si sbriciolò.
-No vedi.. - disse lei indietreggiando.
-Celia.. Ti conviene andare.. Non è un buon segno quando balbetta..- disse Callie mettendosi tra noi.
Celia usci e io impazzi.
-IO NON FACCIO SPRECARE IL TEMPO A NESSUNO!- dissi sentendomi bollire.
-Hem.. Lexa..?- disse Callie fissandomi alquanto stupefatta.
-CHE VUOI?- dissi gridando ancora.
-Stai andando a fuoco?- disse correndo in bagno.
-AAAAAAAAAAAAAAAH!- gridai spegnendo in qualche modo quello strano fuoco.
-Andiamo Lexa.- disse Callie superandomi e uscendo dalla porta.
Ci recammo al piano di sotto dove tutti stavano aspettando noi.
-Scusate!- disse Callie sorridendo.
Ci guardavano in modo strano e Celia stava molto lontana da me.. Ahahahah!
-Ragazze vi abbiamo sentito gridare.. Cosa diamine stavate facendo?- chiese Mark confuso..
-Ehm..- dissi io evitando gli sguardi curiosi di tutti.. Mica potevo dire che..
-Lexa andava a fuoco!- disse Callie..
Mi spiaccicai una mano sulla fronte.. Era quello che non volevo dire!
-Woo..- disse quella specie di hamburger.
-Hai qualche problema?!- dissi fiondandomi sotto quel suo musone rotondo e immenso.
-N…o…….HO TANTA PAURA!- disse poi nascondendosi dietro Scott.
Efficace.. Una montagna che si nasconde dietro un tappetto..
-Non è possibile che tu stai in difesa!- dissi a Scott, girandomi.
-In effetti..- intervenne Jude raggiungendomi,-All’inizio.. Avevamo qualche problema.. Perché al posto di fermare la palla.. Ecco.. Lui la schivava..- dissi mentre tutti ci incamminavamo verso la spiaggia.
-Stai scherzando?- dissi fissandolo scioccata.
-No affatto!- disse lanciando un sorrisino.
-Non è possibile!- dissi lanciando una risata.
-E tu? Come hai capito qual’era il tuo posto nel campo?- chiese curioso Jude.
-Bhè..- dissi -ricordo che la prima volta che mi misi contro qualcuno per gioco ero piccola.. E quel qualcuno erano Callie e Jed.. Lui la allenava come punta già da piccoli.. Certo.. Era uno stupidissimo allenamento.. Ma è solo grazie a Jed se lei è cosi.. Comunque ricordo che mi sfidarono.. Mi dissero che se avrebbero fatto gol io sarei stata una schiappa.. E mi dissero che potevo evitarlo con tutto il mio corpo mani comprese.. Ma non fui capace di usarle.. Giocai di piedi.. E mi impegnai molto.. Certo.. Fecero gol.. E non solo uno..- dissi ridendo divertita da quel ricordo..
-Ma è da li che ho capito che il mio posto è nella difesa.. Perché io lotto contro le persone che vogliono invadere ciò che è mio.. E gli attaccanti vogliono invadere la mia porta.. E io la devo difendere.. Forse è proprio l’egoismo materiale a farmi giocare nella difesa.. Quella porta è mia.. E solo io posso fare gol!- dissi ridendo ancora.
-Bhè è una motivazione che sta in piedi!-disse Jude sorridendo.
-Forza ragazzi! Iniziamo con la corsa!- disse l’allenatrice.
Correre di prima mattina senza niente nello stomaco non era mai stato il mio sogno.. Anzi era una cosa che non avrei mai voluto fare.. Non ero una mangione come Mark, Callie.. E avevo notato che anche Scott mangiava abbastanza frettolosamente e si abbuffava.. Ma il fatto di non fare colazione mi irritava.. Soprattutto se mi era stato detto, di prima mattina, che sono una seccatura! Quel pensiero mi fece ribollire il sangue nelle vene e accelerai il passo, raggiungendo i più veloci, tra cui Callie, Nathan, Axel e Shawn.. Se non li superai era solo per il fatto che il sangue si calmò notevolmente e io tornai al mio passo polentone.
Non sono mai stata un peso per nessuno, neanche a casa mia, ero e sono tutt’ora molto indipendente.. Come poteva dire quella “Celia” che per Jude sarebbe stato uno spreco di tempo portarmi la colazione?! Nemmeno io sarei mai andata a portare la colazione a letto a qualcuno.. Chi se ne frega di quello.. Pensai.. E l’idea che qualcuno potesse portarmi a letto la colazione mi infastidiva.. Penso che avrei chiuso la porta in faccia a Jude o a chiunque altro fosse venuto a portarmi la colazione.. Il mio orgoglio a volte mi spaventava.. E anche molto.
-Bravi ragazzi!- disse Mark fermandosi di scatto.
Mi resti conto solo allora che avevamo fatto avanti e indietro.. Ma dove ero rimasta con la testa? Tutte le altre squadre erano dietro di noi.
-Ragazzi ora vi dividerete per squadre e poi si giocherà in un piccolo torneo.- disse l’allenatrice mentre i suoi colleghi annuivano dietro le sue spalle.
-La Raimon contro la Royal.. E la..- e io smisi di ascoltare fissando i volti senza nemmeno guardarli.
Ci trascinarono fino a dei campi sabbiosi.. Erano almeno 8.. Ci prendemmo quello più vicino al mare.. Cosi la brezza ci avrebbe aiutati.
 Io ero quasi convinta che ci avrebbero messo in panchina.. Invece fui sorpresa di essere richiamata in campo non appena mi fui allontanata un po’.
-Lexa!- gridò Callie agitando le braccia. Notai che era vicino al portiere.
-Prendi il posto dell’ham..- disse lei.
Fortunatamente riuscii a raggiungerla tanto in fretta da riuscire a tapparle la bocca.
-Mark?- chiesi lanciandogli un’occhiata fredda.
-Allora..-disse lui come se io non lo stessi fulminando.. In realtà non lo facevo perché c’è l’avevo con lui, ma per dirgli di muoversi.
-Prendi il posto di Jack e Callie quello di Victoria..- disse Mark indicandoci.
-Non posso crederci!- intervenne Victoria.
-A cosa non puoi credere?- chiese Callie imbambolata.
-Dobe..- sussurrai tra i denti.
-Al fatto che vi abbia scelte di nuovo!- disse incrociando le braccia al petto.
Non potendo restare li a guardare decisi di intervenire.
-Sai Mark.. Callie ed io.. Non abbiamo ancora ben capito il vostro modo di giocare.. Non è poi molto che giochiamo nella vostra squadra.. E quindi abbiamo deciso, questa mattina, che se avremmo giocato.. Ecco noi ci saremmo ritirate in panchina..- dissi seria, senza emettere segno di nessun sorriso sul mio viso.
-Ma Lex..- disse Callie fissandomi con gli occhi da cucciola, ma il mio sguardo severo la fermò.
-Ma ragazze..- disse Mark interrotto dal braccio di Harley che gli cingeva scherzosamente la testolina rotonda.
-Lasciale fare! Se una regista hai livelli di Lexa dice che per loro è meglio cosi.. Sarà la verità no?- disse trascinandoli via, mentre io feci lo stesso con Callie.
-Ma che ti prende?- disse Callie gridando inferocita verso di me.
-Come?- dissi distaccata.
-Io volevo giocare.. Volevo far vedere a tutti cosa so.. E cosa sappiamo fare!- disse sedendosi accavallando le gambe e incrociando le braccia al petto.
-Avrai..- iniziai a dire ma fui interrotta da una imitazione mal riuscita della mia voce.
-“Avrai un’altra occasione per far vedere loro chi sei!”ma questa volta non è cosi Lexa!- disse guardandomi male.
-Non mi hai ascoltata. Volevo dire che prima della fine del primo tempo ci chiameranno in campo.. Jack e Victoria sono hai nostri livelli.. Ma noi possiamo dare di più. E Mark lo sa bene.. Come il resto della squadra.. Solo che se ne devo rendere conto davvero.. Per primi Jack e Victoria.. E saranno proprio loro, che sfiniti, chiederanno il cambio.. La Royal è una squadra molto forte, certo, molto probabilmente la Raimon è più forte, ma Jack e Victoria non sono all’altezza di questa competizione..- dissi fissando i movimenti imperfetti e quasi inesistenti di Jack..
-Lexa.. Ma tu queste cose quando le noti?- chiese Callie fissandomi.
-Durante le partite, gli allenamenti e persino nelle corse, nel riscaldamento e anche il carattere di una persone può dirti molto.- sorrisi io.. O almeno.. Era si un sorriso.. Ma un sorriso vanitoso..
-E il mio carattere, il mio modo di allenarmi e la mia corsa cosa ti dicono?- chiese lei giungendo le mani sotto il viso e facendo gli occhioni supplichevoli.
-Mi hai scambiata per una veggente?- dissi acida. Ma lei non cambiò minimamente idea e continuò a fissarmi cosi.
-Ti ho detto di no..- dissi senza piegarmi al suo sguardo insistente.
-Daidaidaidaidaidaidai!- disse lei di nuovo.
-Callie..- dissi con un rimprovero.
-Ok..- disse lei.
I nostri compagni di panchina si avvicinarono senza fare caso a noi. Pensai seriamente di aver messo ansia alla squadra da quando eravamo arrivate.. Non capivo perché però..
Ci ignorarono completamente.. E certo, a me non fece ne caldo ne freddo.. Ma vedere Callie di cattivo umore solo perché non era stata notata.. Bhe non mi andava..
Ascoltai per qualche secondo la conversazione che stavano avendo Willi e Susette..
-Non c’e che dire.. Sono molto bravi.. Cosa ne pensi Willi?- chiese lei secca.. Tenendo il tono di voce basso.. Cosi che noi non potevamo sentire.. Ma non lo tenne abbastanza basso.
Le toccai una spalla, e quando lei si girò il mio sguardo gelido le fece pentire di essersi girata.
-Sapete.. È da un po’ che siamo nella stessa squadra.. E se io non vi sto simpatica perché sono scontrosa, fredda, distaccata e anche..-
-Teme..- mi interruppe Callie.
-E a te chi lo dice che il problema sei tu?- chiese Susette.
-A.. si è vero.. Che il tuo “ragazzo”- dissi mimando le virgolette,-guarda più Callie di te.. Non pensi ci sia un motivo?- dissi con un sorrisetto arrogante stampato sulle labbra.
-Tu..- Disse lei alzandosi in piedi.
-Non mi fai paura.- dissi io fredda con il sorrisino che ancora segnava il mio viso.
-Nemmeno tu!- disse lei provocandomi ulteriormente.
-Sai Susette.. I miei nervi hanno un limite.. E tu ti stai avvicinando pericolosamente a quel limite.. E se non la smetti di fissarmi come un barboncino impaurito fissa un Dogo Argentino incazzato.. Allora il dogo ti strapperà tutto il pelo..- dissi sfidandola.
Lei si mise seduta e fissò per qualche secondo Callie che sbucava innocua dietro la mia spalla.
Intanto i giocatori stavano sudando come matti correndo dietro a quel pallone che non faceva altro che scagliarsi da una porta all’altra senza che nessuno riuscisse a fare gol.
Mancavano quindici minuti prima della fine del primo tempo, quando vidi avvicinarsi i due.. Hamburger e patatina fritta.
-Lexa e Callie.. Cambio..- disse Victoria fredda.
-Ci sono diversi modi per chiedere un cambio  lo sai?- dissi io trattenendo Callie con il cu.. Sedere incollato alla panchina.
-No non lo sapevo.- disse Victoria.
-Allora è meglio che lo impari.- dissi incrociando le braccia e appoggiando la schiena contro la panchina.
Si lo ammetto.. Sono anche arrogante.. E amo provocare le persone..
-Lexa e Callie.. Vi chiediamo il cambio.- disse Victoria, capendo che non avrei ceduto.
-Ok.- dissi alzandomi mentre Callie mi sorpassò raggiungendo la sua postazione.
-Dai ragazze!- disse Mark completamente assorbito dal gioco.
Presi posto in difesa e aspettai che la palla sorpassò la metà campo prima di innalzare il mio “muro di gomma”, che, modestamente, funzionava molto meglio del “muro di roccia” di Jack.
La palla non passò, e appena la ebbi hai miei piedi la passai lontana, direttamente a Callie.
 
 
 
Concluso!! Vi attendiamo al sequel! Ciaoooo 
Scusate per il ritardo! (Di un giorno -.- NdaLexa/3lo_). Ecco il decimo!
 
Passiamo alle recensioni:
 
 Michigan: hehe non sei l’unica ad adorare Joe (*//* Nda Callie). Ed eccoti accontentata, il capitolo è arrivato!! Buona lettura!
 
The Raindrop: diciamo che la scena tra Callie e Joe … era già fatta, ma comunque felici che ti sia piaciuta. Per Lexa e Jude, si vedrà cosa ne pensa la mia collega. Per il resto … buona lettura!!
 
Buona lettura e commentate!!
 
-Leeeeeeeexa!- disse qualcuno che aveva voglia di infastidirmi.
-Leeexaaaaaaaaa! Eddai! Svegliati!- disse di nuovo.
-C..osa vuoi?- dissi girandomi dall’altra parte.
-Hai circa.. 2 minuti per alzarti, vestirti, pettinarti e fare colazione.. Poi inizia l’allenamento.- disse ancora quella voce insopportabile.
-Caaallieeeee! Io ti uccido! Non potevi svegliarmi prima!?- dissi alzandomi dal letto in un nano secondo.
-Ma sei cosi silenziosa, e cosi tenera quando dormi!- disse lei giungendo le mani sotto il viso mentre i suoi occhi sbriluccicavano tutti!
-AAAAAAAAAAAAAAH! Adesso le prendi Callie! Anzi prima devo prepararmi.. Ma poi le prendi!- dissi vestendomi e pettinandomi in circa 10 secondi.. Avevo notato che Callie indossava la divisa.. Quindi la misi anche io.. Mi feci i miei soliti codini e mi infilai le scarpe.. Ero pronta.
TOCK-TOCK
-Avanti.-dissi finendo di farmi i codino.
-Ciao, mi hanno mandato a darti un panino con la marmellata. Siccome non ti abbiamo visto giù.- disse quella che doveva essere Celia.. La sorella di Jude.
-Non dovevi disturbarti.. Ma grazie.- dissi tentando un sorriso.
-Voleva salire Jude.. Ma non potevo permettere che sprecasse il suo tempo.. Deve allenarsi..- disse lei sorridendo.
-S-sprecare il suo tempo?!- dissi tremando..
-Oh-ho!- disse Callie dietro di me.
-Q-quindi.. Io faccio sprecare tempo vero?!- dissi stritolando il panino nelle mie mani che si sbriciolò.
-No vedi.. - disse lei indietreggiando.
-Celia.. Ti conviene andare.. Non è un buon segno quando balbetta..- disse Callie mettendosi tra noi.
Celia usci e io impazzi.
-IO NON FACCIO SPRECARE IL TEMPO A NESSUNO!- dissi sentendomi bollire.
-Hem.. Lexa..?- disse Callie fissandomi alquanto stupefatta.
-CHE VUOI?- dissi gridando ancora.
-Stai andando a fuoco?- disse correndo in bagno.
-AAAAAAAAAAAAAAAH!- gridai spegnendo in qualche modo quello strano fuoco.
-Andiamo Lexa.- disse Callie superandomi e uscendo dalla porta.
Ci recammo al piano di sotto dove tutti stavano aspettando noi.
-Scusate!- disse Callie sorridendo.
Ci guardavano in modo strano e Celia stava molto lontana da me.. Ahahahah!
-Ragazze vi abbiamo sentito gridare.. Cosa diamine stavate facendo?- chiese Mark confuso..
-Ehm..- dissi io evitando gli sguardi curiosi di tutti.. Mica potevo dire che..
-Lexa andava a fuoco!- disse Callie..
Mi spiaccicai una mano sulla fronte.. Era quello che non volevo dire!
-Woo..- disse quella specie di hamburger.
-Hai qualche problema?!- dissi fiondandomi sotto quel suo musone rotondo e immenso.
-N…o…….HO TANTA PAURA!- disse poi nascondendosi dietro Scott.
Efficace.. Una montagna che si nasconde dietro un tappetto..
-Non è possibile che tu stai in difesa!- dissi a Scott, girandomi.
-In effetti..- intervenne Jude raggiungendomi,-All’inizio.. Avevamo qualche problema.. Perché al posto di fermare la palla.. Ecco.. Lui la schivava..- dissi mentre tutti ci incamminavamo verso la spiaggia.
-Stai scherzando?- dissi fissandolo scioccata.
-No affatto!- disse lanciando un sorrisino.
-Non è possibile!- dissi lanciando una risata.
-E tu? Come hai capito qual’era il tuo posto nel campo?- chiese curioso Jude.
-Bhè..- dissi -ricordo che la prima volta che mi misi contro qualcuno per gioco ero piccola.. E quel qualcuno erano Callie e Jed.. Lui la allenava come punta già da piccoli.. Certo.. Era uno stupidissimo allenamento.. Ma è solo grazie a Jed se lei è cosi.. Comunque ricordo che mi sfidarono.. Mi dissero che se avrebbero fatto gol io sarei stata una schiappa.. E mi dissero che potevo evitarlo con tutto il mio corpo mani comprese.. Ma non fui capace di usarle.. Giocai di piedi.. E mi impegnai molto.. Certo.. Fecero gol.. E non solo uno..- dissi ridendo divertita da quel ricordo..
-Ma è da li che ho capito che il mio posto è nella difesa.. Perché io lotto contro le persone che vogliono invadere ciò che è mio.. E gli attaccanti vogliono invadere la mia porta.. E io la devo difendere.. Forse è proprio l’egoismo materiale a farmi giocare nella difesa.. Quella porta è mia.. E solo io posso fare gol!- dissi ridendo ancora.
-Bhè è una motivazione che sta in piedi!-disse Jude sorridendo.
-Forza ragazzi! Iniziamo con la corsa!- disse l’allenatrice.
Correre di prima mattina senza niente nello stomaco non era mai stato il mio sogno.. Anzi era una cosa che non avrei mai voluto fare.. Non ero una mangione come Mark, Callie.. E avevo notato che anche Scott mangiava abbastanza frettolosamente e si abbuffava.. Ma il fatto di non fare colazione mi irritava.. Soprattutto se mi era stato detto, di prima mattina, che sono una seccatura! Quel pensiero mi fece ribollire il sangue nelle vene e accelerai il passo, raggiungendo i più veloci, tra cui Callie, Nathan, Axel e Shawn.. Se non li superai era solo per il fatto che il sangue si calmò notevolmente e io tornai al mio passo polentone.
Non sono mai stata un peso per nessuno, neanche a casa mia, ero e sono tutt’ora molto indipendente.. Come poteva dire quella “Celia” che per Jude sarebbe stato uno spreco di tempo portarmi la colazione?! Nemmeno io sarei mai andata a portare la colazione a letto a qualcuno.. Chi se ne frega di quello.. Pensai.. E l’idea che qualcuno potesse portarmi a letto la colazione mi infastidiva.. Penso che avrei chiuso la porta in faccia a Jude o a chiunque altro fosse venuto a portarmi la colazione.. Il mio orgoglio a volte mi spaventava.. E anche molto.
-Bravi ragazzi!- disse Mark fermandosi di scatto.
Mi resti conto solo allora che avevamo fatto avanti e indietro.. Ma dove ero rimasta con la testa? Tutte le altre squadre erano dietro di noi.
-Ragazzi ora vi dividerete per squadre e poi si giocherà in un piccolo torneo.- disse l’allenatrice mentre i suoi colleghi annuivano dietro le sue spalle.
-La Raimon contro la Royal.. E la..- e io smisi di ascoltare fissando i volti senza nemmeno guardarli.
Ci trascinarono fino a dei campi sabbiosi.. Erano almeno 8.. Ci prendemmo quello più vicino al mare.. Cosi la brezza ci avrebbe aiutati.
 Io ero quasi convinta che ci avrebbero messo in panchina.. Invece fui sorpresa di essere richiamata in campo non appena mi fui allontanata un po’.
-Lexa!- gridò Callie agitando le braccia. Notai che era vicino al portiere.
-Prendi il posto dell’ham..- disse lei.
Fortunatamente riuscii a raggiungerla tanto in fretta da riuscire a tapparle la bocca.
-Mark?- chiesi lanciandogli un’occhiata fredda.
-Allora..-disse lui come se io non lo stessi fulminando.. In realtà non lo facevo perché c’è l’avevo con lui, ma per dirgli di muoversi.
-Prendi il posto di Jack e Callie quello di Victoria..- disse Mark indicandoci.
-Non posso crederci!- intervenne Victoria.
-A cosa non puoi credere?- chiese Callie imbambolata.
-Dobe..- sussurrai tra i denti.
-Al fatto che vi abbia scelte di nuovo!- disse incrociando le braccia al petto.
Non potendo restare li a guardare decisi di intervenire.
-Sai Mark.. Callie ed io.. Non abbiamo ancora ben capito il vostro modo di giocare.. Non è poi molto che giochiamo nella vostra squadra.. E quindi abbiamo deciso, questa mattina, che se avremmo giocato.. Ecco noi ci saremmo ritirate in panchina..- dissi seria, senza emettere segno di nessun sorriso sul mio viso.
-Ma Lex..- disse Callie fissandomi con gli occhi da cucciola, ma il mio sguardo severo la fermò.
-Ma ragazze..- disse Mark interrotto dal braccio di Harley che gli cingeva scherzosamente la testolina rotonda.
-Lasciale fare! Se una regista hai livelli di Lexa dice che per loro è meglio cosi.. Sarà la verità no?- disse trascinandoli via, mentre io feci lo stesso con Callie.
-Ma che ti prende?- disse Callie gridando inferocita verso di me.
-Come?- dissi distaccata.
-Io volevo giocare.. Volevo far vedere a tutti cosa so.. E cosa sappiamo fare!- disse sedendosi accavallando le gambe e incrociando le braccia al petto.
-Avrai..- iniziai a dire ma fui interrotta da una imitazione mal riuscita della mia voce.
-“Avrai un’altra occasione per far vedere loro chi sei!”ma questa volta non è cosi Lexa!- disse guardandomi male.
-Non mi hai ascoltata. Volevo dire che prima della fine del primo tempo ci chiameranno in campo.. Jack e Victoria sono hai nostri livelli.. Ma noi possiamo dare di più. E Mark lo sa bene.. Come il resto della squadra.. Solo che se ne devo rendere conto davvero.. Per primi Jack e Victoria.. E saranno proprio loro, che sfiniti, chiederanno il cambio.. La Royal è una squadra molto forte, certo, molto probabilmente la Raimon è più forte, ma Jack e Victoria non sono all’altezza di questa competizione..- dissi fissando i movimenti imperfetti e quasi inesistenti di Jack..
-Lexa.. Ma tu queste cose quando le noti?- chiese Callie fissandomi.
-Durante le partite, gli allenamenti e persino nelle corse, nel riscaldamento e anche il carattere di una persone può dirti molto.- sorrisi io.. O almeno.. Era si un sorriso.. Ma un sorriso vanitoso..
-E il mio carattere, il mio modo di allenarmi e la mia corsa cosa ti dicono?- chiese lei giungendo le mani sotto il viso e facendo gli occhioni supplichevoli.
-Mi hai scambiata per una veggente?- dissi acida. Ma lei non cambiò minimamente idea e continuò a fissarmi cosi.
-Ti ho detto di no..- dissi senza piegarmi al suo sguardo insistente.
-Daidaidaidaidaidaidai!- disse lei di nuovo.
-Callie..- dissi con un rimprovero.
-Ok..- disse lei.
I nostri compagni di panchina si avvicinarono senza fare caso a noi. Pensai seriamente di aver messo ansia alla squadra da quando eravamo arrivate.. Non capivo perché però..
Ci ignorarono completamente.. E certo, a me non fece ne caldo ne freddo.. Ma vedere Callie di cattivo umore solo perché non era stata notata.. Bhe non mi andava..
Ascoltai per qualche secondo la conversazione che stavano avendo Willi e Susette..
-Non c’e che dire.. Sono molto bravi.. Cosa ne pensi Willi?- chiese lei secca.. Tenendo il tono di voce basso.. Cosi che noi non potevamo sentire.. Ma non lo tenne abbastanza basso.
Le toccai una spalla, e quando lei si girò il mio sguardo gelido le fece pentire di essersi girata.
-Sapete.. È da un po’ che siamo nella stessa squadra.. E se io non vi sto simpatica perché sono scontrosa, fredda, distaccata e anche..-
-Teme..- mi interruppe Callie.
-E a te chi lo dice che il problema sei tu?- chiese Susette.
-A.. si è vero.. Che il tuo “ragazzo”- dissi mimando le virgolette,-guarda più Callie di te.. Non pensi ci sia un motivo?- dissi con un sorrisetto arrogante stampato sulle labbra.
-Tu..- Disse lei alzandosi in piedi.
-Non mi fai paura.- dissi io fredda con il sorrisino che ancora segnava il mio viso.
-Nemmeno tu!- disse lei provocandomi ulteriormente.
-Sai Susette.. I miei nervi hanno un limite.. E tu ti stai avvicinando pericolosamente a quel limite.. E se non la smetti di fissarmi come un barboncino impaurito fissa un Dogo Argentino incazzato.. Allora il dogo ti strapperà tutto il pelo..- dissi sfidandola.
Lei si mise seduta e fissò per qualche secondo Callie che sbucava innocua dietro la mia spalla.
Intanto i giocatori stavano sudando come matti correndo dietro a quel pallone che non faceva altro che scagliarsi da una porta all’altra senza che nessuno riuscisse a fare gol.
Mancavano quindici minuti prima della fine del primo tempo, quando vidi avvicinarsi i due.. Hamburger e patatina fritta.
-Lexa e Callie.. Cambio..- disse Victoria fredda.
-Ci sono diversi modi per chiedere un cambio  lo sai?- dissi io trattenendo Callie con il cu.. Sedere incollato alla panchina.
-No non lo sapevo.- disse Victoria.
-Allora è meglio che lo impari.- dissi incrociando le braccia e appoggiando la schiena contro la panchina.
Si lo ammetto.. Sono anche arrogante.. E amo provocare le persone..
-Lexa e Callie.. Vi chiediamo il cambio.- disse Victoria, capendo che non avrei ceduto.
-Ok.- dissi alzandomi mentre Callie mi sorpassò raggiungendo la sua postazione.
-Dai ragazze!- disse Mark completamente assorbito dal gioco.
Presi posto in difesa e aspettai che la palla sorpassò la metà campo prima di innalzare il mio “muro di gomma”, che, modestamente, funzionava molto meglio del “muro di roccia” di Jack.
La palla non passò, e appena la ebbi hai miei piedi la passai lontana, direttamente a Callie.
 
 
 
Concluso!! Vi attendiamo al sequel! Ciaoooo 
 
Scusate per il ritardo! (Di un giorno -.- NdaLexa/3lo_). Ecco il decimo!
 
Passiamo alle recensioni:
 
 Michigan: hehe non sei l’unica ad adorare Joe (*//* Nda Callie). Ed eccoti accontentata, il capitolo è arrivato!! Buona lettura!
 
The Raindrop: diciamo che la scena tra Callie e Joe … era già fatta, ma comunque felici che ti sia piaciuta. Per Lexa e Jude, si vedrà cosa ne pensa la mia collega. Per il resto … buona lettura!!

 
Buona lettura e commentate!!

 
-Leeeeeeeexa!- disse qualcuno che aveva voglia di infastidirmi.
-Leeexaaaaaaaaa! Eddai! Svegliati!- disse di nuovo.
-C..osa vuoi?- dissi girandomi dall’altra parte.
-Hai circa.. 2 minuti per alzarti, vestirti, pettinarti e fare colazione.. Poi inizia l’allenamento.- disse ancora quella voce insopportabile.
-Caaallieeeee! Io ti uccido! Non potevi svegliarmi prima!?- dissi alzandomi dal letto in un nano secondo.
-Ma sei cosi silenziosa, e cosi tenera quando dormi!- disse lei giungendo le mani sotto il viso mentre i suoi occhi sbriluccicavano tutti!
-AAAAAAAAAAAAAAH! Adesso le prendi Callie! Anzi prima devo prepararmi.. Ma poi le prendi!- dissi vestendomi e pettinandomi in circa 10 secondi.. Avevo notato che Callie indossava la divisa.. Quindi la misi anche io.. Mi feci i miei soliti codini e mi infilai le scarpe.. Ero pronta.
TOCK-TOCK
-Avanti.-dissi finendo di farmi i codino.
-Ciao, mi hanno mandato a darti un panino con la marmellata. Siccome non ti abbiamo visto giù.- disse quella che doveva essere Celia.. La sorella di Jude.
-Non dovevi disturbarti.. Ma grazie.- dissi tentando un sorriso.
-Voleva salire Jude.. Ma non potevo permettere che sprecasse il suo tempo.. Deve allenarsi..- disse lei sorridendo.
-S-sprecare il suo tempo?!- dissi tremando..
-Oh-ho!- disse Callie dietro di me.
-Q-quindi.. Io faccio sprecare tempo vero?!- dissi stritolando il panino nelle mie mani che si sbriciolò.
-No vedi.. - disse lei indietreggiando.
-Celia.. Ti conviene andare.. Non è un buon segno quando balbetta..- disse Callie mettendosi tra noi.
Celia usci e io impazzi.
-IO NON FACCIO SPRECARE IL TEMPO A NESSUNO!- dissi sentendomi bollire.
-Hem.. Lexa..?- disse Callie fissandomi alquanto stupefatta.
-CHE VUOI?- dissi gridando ancora.
-Stai andando a fuoco?- disse correndo in bagno.
-AAAAAAAAAAAAAAAH!- gridai spegnendo in qualche modo quello strano fuoco.
-Andiamo Lexa.- disse Callie superandomi e uscendo dalla porta.
Ci recammo al piano di sotto dove tutti stavano aspettando noi.
-Scusate!- disse Callie sorridendo.
Ci guardavano in modo strano e Celia stava molto lontana da me.. Ahahahah!
-Ragazze vi abbiamo sentito gridare.. Cosa diamine stavate facendo?- chiese Mark confuso..
-Ehm..- dissi io evitando gli sguardi curiosi di tutti.. Mica potevo dire che..
-Lexa andava a fuoco!- disse Callie..
Mi spiaccicai una mano sulla fronte.. Era quello che non volevo dire!
-Woo..- disse quella specie di hamburger.
-Hai qualche problema?!- dissi fiondandomi sotto quel suo musone rotondo e immenso.
-N…o…….HO TANTA PAURA!- disse poi nascondendosi dietro Scott.
Efficace.. Una montagna che si nasconde dietro un tappetto..
-Non è possibile che tu stai in difesa!- dissi a Scott, girandomi.
-In effetti..- intervenne Jude raggiungendomi,-All’inizio.. Avevamo qualche problema.. Perché al posto di fermare la palla.. Ecco.. Lui la schivava..- dissi mentre tutti ci incamminavamo verso la spiaggia.
-Stai scherzando?- dissi fissandolo scioccata.
-No affatto!- disse lanciando un sorrisino.
-Non è possibile!- dissi lanciando una risata.
-E tu? Come hai capito qual’era il tuo posto nel campo?- chiese curioso Jude.
-Bhè..- dissi -ricordo che la prima volta che mi misi contro qualcuno per gioco ero piccola.. E quel qualcuno erano Callie e Jed.. Lui la allenava come punta già da piccoli.. Certo.. Era uno stupidissimo allenamento.. Ma è solo grazie a Jed se lei è cosi.. Comunque ricordo che mi sfidarono.. Mi dissero che se avrebbero fatto gol io sarei stata una schiappa.. E mi dissero che potevo evitarlo con tutto il mio corpo mani comprese.. Ma non fui capace di usarle.. Giocai di piedi.. E mi impegnai molto.. Certo.. Fecero gol.. E non solo uno..- dissi ridendo divertita da quel ricordo..
-Ma è da li che ho capito che il mio posto è nella difesa.. Perché io lotto contro le persone che vogliono invadere ciò che è mio.. E gli attaccanti vogliono invadere la mia porta.. E io la devo difendere.. Forse è proprio l’egoismo materiale a farmi giocare nella difesa.. Quella porta è mia.. E solo io posso fare gol!- dissi ridendo ancora.
-Bhè è una motivazione che sta in piedi!-disse Jude sorridendo.
-Forza ragazzi! Iniziamo con la corsa!- disse l’allenatrice.
Correre di prima mattina senza niente nello stomaco non era mai stato il mio sogno.. Anzi era una cosa che non avrei mai voluto fare.. Non ero una mangione come Mark, Callie.. E avevo notato che anche Scott mangiava abbastanza frettolosamente e si abbuffava.. Ma il fatto di non fare colazione mi irritava.. Soprattutto se mi era stato detto, di prima mattina, che sono una seccatura! Quel pensiero mi fece ribollire il sangue nelle vene e accelerai il passo, raggiungendo i più veloci, tra cui Callie, Nathan, Axel e Shawn.. Se non li superai era solo per il fatto che il sangue si calmò notevolmente e io tornai al mio passo polentone.
Non sono mai stata un peso per nessuno, neanche a casa mia, ero e sono tutt’ora molto indipendente.. Come poteva dire quella “Celia” che per Jude sarebbe stato uno spreco di tempo portarmi la colazione?! Nemmeno io sarei mai andata a portare la colazione a letto a qualcuno.. Chi se ne frega di quello.. Pensai.. E l’idea che qualcuno potesse portarmi a letto la colazione mi infastidiva.. Penso che avrei chiuso la porta in faccia a Jude o a chiunque altro fosse venuto a portarmi la colazione.. Il mio orgoglio a volte mi spaventava.. E anche molto.
-Bravi ragazzi!- disse Mark fermandosi di scatto.
Mi resti conto solo allora che avevamo fatto avanti e indietro.. Ma dove ero rimasta con la testa? Tutte le altre squadre erano dietro di noi.
-Ragazzi ora vi dividerete per squadre e poi si giocherà in un piccolo torneo.- disse l’allenatrice mentre i suoi colleghi annuivano dietro le sue spalle.
-La Raimon contro la Royal.. E la..- e io smisi di ascoltare fissando i volti senza nemmeno guardarli.
Ci trascinarono fino a dei campi sabbiosi.. Erano almeno 8.. Ci prendemmo quello più vicino al mare.. Cosi la brezza ci avrebbe aiutati.
 Io ero quasi convinta che ci avrebbero messo in panchina.. Invece fui sorpresa di essere richiamata in campo non appena mi fui allontanata un po’.
-Lexa!- gridò Callie agitando le braccia. Notai che era vicino al portiere.
-Prendi il posto dell’ham..- disse lei.
Fortunatamente riuscii a raggiungerla tanto in fretta da riuscire a tapparle la bocca.
-Mark?- chiesi lanciandogli un’occhiata fredda.
-Allora..-disse lui come se io non lo stessi fulminando.. In realtà non lo facevo perché c’è l’avevo con lui, ma per dirgli di muoversi.
-Prendi il posto di Jack e Callie quello di Victoria..- disse Mark indicandoci.
-Non posso crederci!- intervenne Victoria.
-A cosa non puoi credere?- chiese Callie imbambolata.
-Dobe..- sussurrai tra i denti.
-Al fatto che vi abbia scelte di nuovo!- disse incrociando le braccia al petto.
Non potendo restare li a guardare decisi di intervenire.
-Sai Mark.. Callie ed io.. Non abbiamo ancora ben capito il vostro modo di giocare.. Non è poi molto che giochiamo nella vostra squadra.. E quindi abbiamo deciso, questa mattina, che se avremmo giocato.. Ecco noi ci saremmo ritirate in panchina..- dissi seria, senza emettere segno di nessun sorriso sul mio viso.
-Ma Lex..- disse Callie fissandomi con gli occhi da cucciola, ma il mio sguardo severo la fermò.
-Ma ragazze..- disse Mark interrotto dal braccio di Harley che gli cingeva scherzosamente la testolina rotonda.
-Lasciale fare! Se una regista hai livelli di Lexa dice che per loro è meglio cosi.. Sarà la verità no?- disse trascinandoli via, mentre io feci lo stesso con Callie.
-Ma che ti prende?- disse Callie gridando inferocita verso di me.
-Come?- dissi distaccata.
-Io volevo giocare.. Volevo far vedere a tutti cosa so.. E cosa sappiamo fare!- disse sedendosi accavallando le gambe e incrociando le braccia al petto.
-Avrai..- iniziai a dire ma fui interrotta da una imitazione mal riuscita della mia voce.
-“Avrai un’altra occasione per far vedere loro chi sei!”ma questa volta non è cosi Lexa!- disse guardandomi male.
-Non mi hai ascoltata. Volevo dire che prima della fine del primo tempo ci chiameranno in campo.. Jack e Victoria sono hai nostri livelli.. Ma noi possiamo dare di più. E Mark lo sa bene.. Come il resto della squadra.. Solo che se ne devo rendere conto davvero.. Per primi Jack e Victoria.. E saranno proprio loro, che sfiniti, chiederanno il cambio.. La Royal è una squadra molto forte, certo, molto probabilmente la Raimon è più forte, ma Jack e Victoria non sono all’altezza di questa competizione..- dissi fissando i movimenti imperfetti e quasi inesistenti di Jack..
-Lexa.. Ma tu queste cose quando le noti?- chiese Callie fissandomi.
-Durante le partite, gli allenamenti e persino nelle corse, nel riscaldamento e anche il carattere di una persone può dirti molto.- sorrisi io.. O almeno.. Era si un sorriso.. Ma un sorriso vanitoso..
-E il mio carattere, il mio modo di allenarmi e la mia corsa cosa ti dicono?- chiese lei giungendo le mani sotto il viso e facendo gli occhioni supplichevoli.
-Mi hai scambiata per una veggente?- dissi acida. Ma lei non cambiò minimamente idea e continuò a fissarmi cosi.
-Ti ho detto di no..- dissi senza piegarmi al suo sguardo insistente.
-Daidaidaidaidaidaidai!- disse lei di nuovo.
-Callie..- dissi con un rimprovero.
-Ok..- disse lei.
I nostri compagni di panchina si avvicinarono senza fare caso a noi. Pensai seriamente di aver messo ansia alla squadra da quando eravamo arrivate.. Non capivo perché però..
Ci ignorarono completamente.. E certo, a me non fece ne caldo ne freddo.. Ma vedere Callie di cattivo umore solo perché non era stata notata.. Bhe non mi andava..
Ascoltai per qualche secondo la conversazione che stavano avendo Willi e Susette..
-Non c’e che dire.. Sono molto bravi.. Cosa ne pensi Willi?- chiese lei secca.. Tenendo il tono di voce basso.. Cosi che noi non potevamo sentire.. Ma non lo tenne abbastanza basso.
Le toccai una spalla, e quando lei si girò il mio sguardo gelido le fece pentire di essersi girata.
-Sapete.. È da un po’ che siamo nella stessa squadra.. E se io non vi sto simpatica perché sono scontrosa, fredda, distaccata e anche..-
-Teme..- mi interruppe Callie.
-E a te chi lo dice che il problema sei tu?- chiese Susette.
-A.. si è vero.. Che il tuo “ragazzo”- dissi mimando le virgolette,-guarda più Callie di te.. Non pensi ci sia un motivo?- dissi con un sorrisetto arrogante stampato sulle labbra.
-Tu..- Disse lei alzandosi in piedi.
-Non mi fai paura.- dissi io fredda con il sorrisino che ancora segnava il mio viso.
-Nemmeno tu!- disse lei provocandomi ulteriormente.
-Sai Susette.. I miei nervi hanno un limite.. E tu ti stai avvicinando pericolosamente a quel limite.. E se non la smetti di fissarmi come un barboncino impaurito fissa un Dogo Argentino incazzato.. Allora il dogo ti strapperà tutto il pelo..- dissi sfidandola.
Lei si mise seduta e fissò per qualche secondo Callie che sbucava innocua dietro la mia spalla.
Intanto i giocatori stavano sudando come matti correndo dietro a quel pallone che non faceva altro che scagliarsi da una porta all’altra senza che nessuno riuscisse a fare gol.
Mancavano quindici minuti prima della fine del primo tempo, quando vidi avvicinarsi i due.. Hamburger e patatina fritta.
-Lexa e Callie.. Cambio..- disse Victoria fredda.
-Ci sono diversi modi per chiedere un cambio  lo sai?- dissi io trattenendo Callie con il cu.. Sedere incollato alla panchina.
-No non lo sapevo.- disse Victoria.
-Allora è meglio che lo impari.- dissi incrociando le braccia e appoggiando la schiena contro la panchina.
Si lo ammetto.. Sono anche arrogante.. E amo provocare le persone..
-Lexa e Callie.. Vi chiediamo il cambio.- disse Victoria, capendo che non avrei ceduto.
-Ok.- dissi alzandomi mentre Callie mi sorpassò raggiungendo la sua postazione.
-Dai ragazze!- disse Mark completamente assorbito dal gioco.
Presi posto in difesa e aspettai che la palla sorpassò la metà campo prima di innalzare il mio “muro di gomma”, che, modestamente, funzionava molto meglio del “muro di roccia” di Jack.
La palla non passò, e appena la ebbi hai miei piedi la passai lontana, direttamente a Callie.
 
 
 
Concluso!! Vi attendiamo al sequel! Ciaoooo 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Scusate per il ritardo! È che ero presa dal nuovo capitolo e non ho aggiunto questo!! Spero che mi perdonate!!(Io spero di no NdaLexa/3lo_)(Sempre carina e gentile con me -.- Nda Callie/_20fi)
 
Passiamo alle recensioni:
 
Michigan: (Finalmente qualcuno che adora anche me Nda Lexa). Per il resto … grazie Michi!! Entriamo in confidenza, possiamo? E per il Lexa al contrario, non c’è n’eravamo accorte!! Che coincidenza. Ed eccoti accontentata, il chappy 11!!
 
The Raindrop: Se l’è proprio meritata Susett. Purtroppo per lei, nessuno la ama, neppure Eric xD
Chissà, tra Jude e Lexa … ma se sarà vero, sarai la prima ad essere informata!! ^O^
Speriamo che il tuo dito fratturato guarisca presto! Ciau!
 
Toshira-chan: Prima di tutto ti ringraziamo! Fa sempre piacere ricevere commenti!! Per Victoria … bé … la mia collega ed io non la sopportiamo tanto. Ma vedremo di farla migliorare.(Grazie per il complimento! Sto diventando famosissima! Nda Callie*tutta esaltata*) Speriamo che continuerai a seguirci! A presto!

 
Ed ora buona lettura e commentate!!
 
Con un balzò raggiunsi la palla lanciata da Lexa e scattai d’impulso verso la porta avversaria. Ero cosi contenta di poter far vedere a tutti cosa sapevo fare. Accidenti, gli altri giocatori mi davano del filo da torcere con tecniche potenti. Ero riuscita a scansare diverse “scivolate micidiali” ma quando mi si parò davanti un tizio, piccolissimo, peggio di Scott con dei capelli stranissimi e gli occhi completamente bianchi, capi che c’era qualcosa che non andava.
-Grande Illusione!-  disse, dopo pochi istanti apparvero altri quattro palloni che presero a girarmi attorno e mi confusero. Un attimo dopo il tipetto era scattato via con la vera palla tra i piedi. Mi maledì mentalmente e sbattei il piede a terra, violentemente, poi parti all’inseguimento. L’avversario era ormai nella metà campo ma dovevo rubargliela assolutamente. Ma appena stavo per corrergli dietro Axel mi richiamò.
-Fermati Callie!- io mi voltai con una faccia da punto di domanda. E lui rispose.
-Ci sono i centrocampisti e i difensori, per non parlare di Mark. La porta è al sicuro.- io annuì. Lo sapevo ma c’era qualcosa che mi faceva stare a disagio.
Mentre i nostri giocatori difendevano la rete, io mi guardavo attorno. Io non capivo come facessero Jude e Lexa a capire … le cose che capivano loro, ecco.
Ci stavo pensando quando la voce di Bobby catturò la mia attenzione.
-Callie attenta!- io mi voltai e vidi la palla troppo tardi per intercettarla. E usci da bordo campo. Abbassai il capo scoraggiata, ma mi ripresi insomma! Ero tenace e non mi arrendevo facilmente.
Ma in quel momento suonò l’intervallo. Erano già passati 15 minuti? Incredibile! Non ero affatto stanca.
Ci avvicinammo alla panchina ma fui richiamata da una voce troppo famigliare.
-Che diavolo ti prende Callie? Avevi cosi tanta voglia di entrare in campo … e ora! Sei troppo distratta.- disse sgridandomi.
-Scusa Lexa.- risposi semplicemente. Poi aggiunse andando a prendere una borraccia:
-Vedi di migliorare nel secondo tempo.- io annui e basta. In fondo aveva ragione. Dovevo stare più attenta altrimenti non avrei mai segnato. Lei aveva giocato divinamente da subito mentre io …
Andai comunque a sedermi per due minuti prima di ricominciare e Susette, divisa miracolosamente dal suo Eric mi venne incontro.
-Senti ragazzina, solo perché hai sempre intorno la tua guardia del corpo non significa che ti abbia perdonata.- disse acida. Io la fissai ingenua.
-Cosa ti ho fatto? Non mi sembra di averti disturbata o altro. E chi sarebbe la mia guardia del corpo? Non sapevo di possederne una.- Lei s’infuriò subito.
-Come ti permetti! Non mentire! Lo so che sotto sotto, invece dell’angioletto ingenuo e innocuo c’è un diavoletto diabolico e malefico!- disse indicandomi e ridendo istericamente. Io non capivo, ma poi riflettei. Forse parlava di Eric. Ma io non avevo fatto niente di male.
-Solo perché ho affermato la verità dicendogli che è carino ed essendo sua amica non vuol dire che ti ho ferita. Voi dite tanto che sono io la matta, ma secondo me quella con qualche rotella fuori posto, sei tu!- dissi ridendo. Lei non ci vide più dalla rabbia. Per fortuna era scattato il secondo tempo altrimenti mi avrebbe presa per il collo.
Ripresa la mia postazione la guardai un attimo. Vidi che Willi e altri cercavano di calmarla. Poi con un fischio dell’arbitro riprese il gioco.
Era nostro il possesso palla ed eravamo Shawn ed io. La passai all’indietro a Jude, mentre Shawn ed Axel correvano assieme alla porta. Ad un certo punto Axel creò una scia dietro di se fuoco e Shawn fece lo stesso ma di ghiaccio, mentre simultaneamente gridavano calciando la palla ricevuta dal regista:
-Fuoco Incrociato!!- mentre la palla girava sempre più velocemente creando un unico tornado di ghiaccio e fuoco, rimasi incantata dalla sua bellezza ma per nostra sfortuna …
-MORSO DELLA BELVA!!- disse Joe. Apparve una gigantesca pantera nera che con un morso la parò come nulla.
Io gli corsi incontro.
-Wooow! Che parata Joeee!!- con gli occhi a forma di cuore. –Ma non era pericolosa quella tecnica?- chiesi. Ricordavo che la prima volta che l’aveva fatta si era fatto molto male, quando apparteneva alla Absolute Royal Academy.
-Era. Ci siamo allenati moltissimo, migliorando le tecniche proibite e rendendole innocue.- disse rimandando la palla a David. –Piuttosto, se continuate cosi non riuscirete mai a segnare!- disse urlandoci addosso. Axel intercettando il pallone me lo scagliò addosso prendendomi in pieno stomaco. Che male!
Fui scagliata lontano.
-Axel ma che ti prende?- dissi massaggiandomi la pancia. Lui serissimo rispose:
-Non contano gli altri, devi giocare bene, come sei capace. Non distrarti, concentrati.- io rimasi di sasso, mentre lui si allontanava dando il pallone a Joe. Aveva ragione … aveva ragione! Dovevo concentrarmi e non pensare che gli altri erano migliori di me, io ero anche meglio!! Senti una nuova forza dentro di me. Mi rialzai più energica che mai.
Cosi riprese il gioco.
La palla arrivò in difesa ma Lexa la intercettò, con il suo muro di gomma. E avendo fiducia in me, me la ripassò. Poi guardai Axel negli occhi e lui annuì.
Assieme superammo senza difficoltà la difesa della Royal, con la nuova forza data dal nostro sguardo, poi abbastanza vicini alla porta saltammo assieme e ci girammo compiendo una rovesciata doppia. Creando un gigantesco tornado, gridammo scagliando la palla -tornado verso Joe:
-ATTACCO TORNADO!- la potenza era immensa non fu nemmeno in grado di fare la sua tecnica micidiale che Joe fu spazzato via dal vento, ed il pallone entrò senza fatica.
-Evvai!!- gridarono i nostri compagni raggiungendoci in un attimo. Io ero felice, oltre ad aver eseguito quella nuova tecnica con Axel Blaze, avevo superato la mia paura, se così poteva essere definita. Ci circondarono e gridavano allegri per il goal appena effettuato.
-Grandi ragazzi!- disse Bobby.
-Formidabili! Non ho mai visto una tecnica cosi!!- aggiunse Eric. Ahahah, chissà quanto era gelosa Susette.
-Avete creato una tecnica cosi velocemente che avete sorpreso pure me.- ci disse Jude, mentre si avvicinava con Lexa, e Nathan. Era come un triangolo amoroso. Huhuhu.
-Siete stati bravissimi!- disse Mark saltandoci praticamente addosso. –Ma ora cerchiamo di sopravvivere, perché non credo che sia finita.- disse segnando gli avversari. In effetti il loro sguardo era cambiato. Era più serio. Credo che anche loro avessero sottovalutato questa partita, non mostrando tutte le loro capacità.
Tornammo ai nostri posti pronti a ricominciare.
Gli ultimi 20 minuti furono intensissimi. La Royal recuperò, non uno, ma ben due nuovi gol: uno fatto da David, grazie al “Pinguino Imperatore n°1”, e il secondo ancora da lui e altri due giocatori, che fecero la “Zona Micidiale”. Tecnica potente quella, lo posso confermare. Ma al fischio della fine il nostro risultato era in parità. Accidenti.
Era stata dura ma ci siamo divertiti. Almeno per me era stato cosi.
-Che partita ragazzi!!- dissi. Mentre andavo a prendere un asciugamano per togliermi quel sudore superfluo, fastidioso.
-Ed ora …- aggiunsi, mentre al volo mi levai la divisa, e sotto mostravo un costume, sopra rosso a strisce gialle e sotto bermuda gialli a strisce rosse.
-MARE!!!- gridai mentre mi tuffavo nell’acqua cristallina.
Poco dopo mi raggiunsero quasi tutti. Lexa era ancora fuori dall’acqua, seduta sulla spiaggia sotto l’ombrellone per non scottarsi. Che strana paura la sua, i granchi sono bestiole cosi cccarine!!
Sovrappensiero non mi accorsi di qualcuno che si avvicinava dal dietro, lo feci quando mi cacciò la testa sott’acqua per poi lasciarmi subito la possibilità di risalire e prendere una boccata d’aria pulita.
-C-chought, c-cought- sputai un’alga enorme e viscida. Che schifo! Mi girai inferocita e riconobbi la cresta rossa di Torch, sghignazzava, divertito.
-Tu! Brutta fiamma! Non dovresti spegnerti nel mare??- dissi. Poi ci ripensai assumendo un’aria concentrata. Non era stata una delle mie migliori battute.
-Ma cosa stai dicendo?- chiese il rosso, fingendo di essere interessato. Era quasi peggiore di Michael.
-Niente, niente …- dissi rassegnata. –Piuttosto, cosa volevi?- dissi aspettando esigentemente una risposta.
-AFFOGARTI!- gridò, lanciandomi uno spruzzo di acqua salata negli occhi. Poi corse via. Non lo vidi perché mi bruciavano le pupille, ma lo senti allontanarsi velocemente. Correggo: era PEGGIORE di Michael.
Usci una scappata per sciacquarmi con acqua pulita. Poi mi raggiunse Nathan.
-Hey Callie, ti va di fare una partita di beach volley?- chiese il blu.
-Certo!! Chiediamo anche a Lexa?- lui annui e ci dirigemmo verso di lei.
Stava imbambolata a guardare le onde continue di quel paradiso e Harley che tentava di insegnare a Darren il surf.
-Lexa, ti va di fare una partita a beach volley?- disse lui sedendosi accanto. Di rimando, lei girò la faccia verso di lui.
-Non saprei … -disse priva di entusiasmo. –Sono molto pigra, ma dato che me lo hai chiesto con gentilezza … accetto.- per un momento credetti che a lui gli si illuminarono gli occhi, ma fu solo un impressione che scomparve subito.
Si alzò con noi e raggiungemmo il campo.
Io mi schierai con Xavier, Mark e Nathan. Mentre nell’altra squadra c’erano Lexa, Jude, Torch ed Eric.
Giocammo per un bel po’, perché poi fummo richiamati a cena.
Il pasto di fine giornata fu consumato normalmente senza nessuna bravata o scherzo.
Quando eravamo usciti per la passeggiata notturna, avevo capito che le altre partire erano state giocate in questo modo: Epsylon vs Genesis, Gemini Storm vs Zeus, Diamond Dust vs Prominence. I risultati non gli avevo chiesti, non ne avevo voglia.
Restammo fuori per una buona mezz’ora per poi andare nelle proprie stanze.
Quella sera Lexa ed io, ci augurammo solamente la buona notte, e nient’altro.
  


Grazie ancora a Michi, The Raindrop e a Toshira-chan. Alla prossima, ciauu!! 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Salve a tutti!! Vi avvertiamo fin da subito che da oggi in poi l’aggiornamento non sarà per niente preciso. Ci dispiace ma dobbiamo fare cosi! Speriamo che continuerete lo stesso a seguire la nostra fanfic!
 
Passiamo alle recensioni:
 
Michi: Siamo sempre felici di ricevere cosi tanti complimenti da te! Puoi arrivare anche dopo due mesi che abbiamo postato il capitolo, ma devo arrivare! xD Scherziamo naturalmente. La nuova tecnica ci voleva proprio. Poi, povero Axel non lo nominiamo quasi mai. (Eppure a me piace Nda _2ofi)(A te piacciono tutti Nda3lo_) Eccoti il capitolo!
 
The Raindrop: Credo che la mia collega, leggendo questa cosa su Nathan ti scanna. Io ti ho avvertita xD Per Axel, ormai si sa com’è fatto. È stata un’illuminazione all’ultimo minuto delle tecniche proibite da renderle innocue. Ma vedo che l’idea piace. Per Torch … ci dispiace, ma siamo state cresciute cosi! xD Eccoti accontentata, il nuovo capitolo! A presto, baci

 
Ed ora buona lettura e commentate!
 
 
-Lexa!- disse Callie scuotendo il mio corpo, che, fino pochi secondi fa era immerso nel mondo dei sogni.
-Si?- risposi ormai consapevole che se non avessi risposto mi avrebbe rotto ancora per molto.. E molto tempo.
-Sai che oggi è domenica?- disse lei, e dal tono della sua voce.. Stava sicuramente ridendo.
-Si che lo so.. Ed è per questo che io voglio dormire!- dissi infilando la testa sotto il cuscino.
Qualcosa di freddo mi toccò la schiena..
-Ma che diavol..- dissi saltando in piedi.
Amavo il freddo.. Ma di prima mattina..
Era un asciugamano fradicio di acqua gelida.
-Callie!!!!- dissi aggomitolando l’asciugamano e tirandoglielo in testa.
-Andiamo a fare compere!- disse lei tirandomi in faccia un paio di pantaloncini al ginocchio di jeans chiaro, una canottiera rossa scurissima e, fortunatamente mancandomi, le all star rosse.
-Adesso frughi pure nel mio armadio?- dissi con una gamba dei miei pantaloncini che mi copriva una metà faccia.
-Shiiii!- disse lei sorridendo.
-Perfetto.. Per una volta che non avevo mia madre che mi frugava nell’armadio, cercando di infilarci qualche abito rosa.. No ora c’e Callie.. Che non solo fruga nel mio armadio.. Ma mi sceglie pure i vestiti!- dissi alzandomi e cambiandomi.
Poi andai in bagno e mi lavai la faccia e i denti. Mi diedi una spazzolata hai miei capelli e li legai di nuovo nei miei due codini.
-Quanto sei noiosa Lexa.. Te e i tuoi codini!- disse Callie quando uscii dal bagno.
-Ma sta zitta dobe!- dissi io, -Tu è tre lunghissimi anni che ti accorci sempre i capelli ma li tieni nello stesso taglio.- conclusi.
-In effetti …- disse lei
-Sta zitta e andiamo!- la spinsi fuori dalla porta.
-Ma è presto. Sono solo le otto.- disse lei pensierosa.
-E per quale motivo mi hai svegliata allora?- dissi gelida.
-E io come faccio a saperlo?- Callie mi rispose con una domanda.
-Ma forse perché.. Ma solo forse.. Perché mi hai svegliata te!- dissi trattenendo la mia ira.
-Già hai ragione.- vorrà dire che faremo un giretto per chiedere a tutti se vogliono venire.- disse lei incamminandosi salterellando.
-Ti rendi conto che sono un sacco di persone e che è domenica e siamo le uniche sveglie?!-gridai ormai esausta.
Aspettammo pochi minuti, ma poi Callie si annoio e optammo per andarci sole.
Fu lei a lasciare un messaggio su un foglio di carta rossastro, dove scriveva:
“Hey ragazzi!!!! Io e Lexa siamo andate per negozi! Siccome oggi ho sentito che sono aperti! Ci vediamo per pranzo.. O forse no! Ciao Callie.”
Questa ragazza iniziava a preoccuparmi davvero.
Ci vediamo per pranzo o no.. Non ha senso! Gridai tra me e me.. Ma dovevo avere una stranissima faccia, perché Callie mi guardava malissimo.
-Che hai Lexa?- chiese indicando il mio viso.
-Niente.. Figurati!- sorrisi.
-E allora andiamo!- disse lei trascinandomi per la maglia.
Sapeva quanto odiavo i negozi, la folla, la gente.. E le commesse che ti consigliavano. Il fatto è che quelle racchie non ti consigliavano, loro ti convincevano a prendere le cose più costose, e la gente, stupida, ci cascava.
Arrivammo che erano le nove e trentadue minuti, ma non perché eravamo andate a piedi, ma perché Callie aveva sbagliato 4 volte il bus, dicendomi che era il prossimo quello giusto.. Ma poi no, era quello dopo ancora, e quello dopo ancora.. Cosi per ogni santissimo bus!
Alla fine arrivammo, anche se io ero già esausta lei mi trascinò da negozio a negozio, dicendo mille e mille volte la frase: “per fortuna che ho tenuto via molti soldi in questi miei anni di vita!”
-Io giuro Callie, che sto per ucciderti!- dissi quando finalmente entrammo nel negozio, quello che doveva essere l’ultimo.
-Senti Lexa.. Io vorrei provare quelle scarpe in quel negozio.. Ma tra poco dobbiamo essere di ritorno, non è che mi puoi pagare queste maglie?- chiese sorridendomi.
-Si certo, vai Callie, non ho voglia di stare qui ancora per molto.- dissi spingendola via. La segui con lo sguardo finche non fu nell’altro negozio, poi andai alla cassa.
Quando arrivai la signorina mi sorrise.
-Buon..- fece lei, ma poi si perse nei miei occhi, imbambolata e anche spaventata.
A volte dimenticavo il colore dei miei occhi, perché le persone che mi stavano vicine non ci facevano mai caso.
-Porti le lenti a contatto?- chiese la signorina.
-No..- feci io abbassando lo sguardo.
-Oh, capisco.. Fanno 23 e 80 grazie.- disse lei evitando il mio sguardo.
Usci di li più veloce possibile e mi senti sollevata. Finche una bimba mi si avvicinò e mi sorrise. Ma la madre la raggiunse in pochi secondi.
-Mamma.. Guarda quella ragazza che colore degli occhi! Li voglio anche io rossi cosi!- fece lei ridendo e continuando a indicarmi.
-Non dire sciocchezze, quello è il rosso del diavolo.- disse trascinandola via.
Le sue parole mi ghiacciarono li dov’ero. “il rosso del diavolo” cosa significa?
Mi passai una mano a coprirmi gli occhi chiudendoli completamente.
Poi mi ricordai di Callie, che sicuramente aspettava i suoi soldi per pagare le scarpe.
Entrai in negozio e pochi secondi dopo una ragazzina della mia età parlò con una sua amichetta.
-Guarda quella!- disse una.
-Che occhi strani..- disse l’altra.
-Non vorrei mai averli cosi.-
-Già.. Sembrano gli occhi del diavolo.-
Poi se ne andarono.
Ma com’era possibile? Nessuno aveva mai cose del genere.. O forse io non le avevo mai ascoltate!
-Callie.. Puoi pagare che voglio andare a casa?- chiesi evitando il suo sguardo.
-Certo.. Ma stai bene?- disse lei.
-Solo mal di testa.- dissi frettolosa.
Lei pagò e poi ci precipitammo a casa con un Taxi che lei pagò per non fare un viaggio troppo lungo.
Arrivata in quella che era la mia casa ora, corsi in camera evitando gli sguardi di tutti e mi ci rinchiusi.
-Lexa? Stai bene?- chiese Callie.
-Si certo.. Ma vorrei stare sola.- dissi io gentile.
-Certo, tanto io ho una cosa da fare.- disse lei mentre sentivo i suoi passi allontanarsi.
Non avevo mai seriamente pensato che la gente potesse dire qualcosa sui miei occhi.
Non li avevo presi ne da mamma ne da papà, ma da la bis nonna della bis nonna della mia bis nonna. Una cosa che mi lasciava senza fiato.
Anche mio padre, una volta per sbaglio, si era lasciato scappare che i miei occhi erano quelli del diavolo, ma si scusò subito, infondo quel giorno lo avevo fatto arrabbiare, tagliando tutte le tende della casa.
Ma quella gente. Era mai possibile che la prima cosa che si notasse di me erano gli occhi? E cosa devo dire dei miei capelli che erano per metà blu e per metà viola?
No, la gente notava solo quello che voleva, nessuno mi aveva mai chiesto se avevo tinto i capelli, quando invece sono naturalmente cosi.. Ma la signorina mi aveva chiesto se mettevo le lenti a contatto.
-Lexa.. È ora di pranzo.- disse Callie entrando.
La fissai con occhi stanchi ma li spalancai quando vidi quello che vidi..
-Callie! Stai benissimo!- dissi sorridendo, nonostante non ne avessi alcuna voglia.
Aveva tagliato i capelli cortissimi lasciando solo una frangetta più lunga.
-Stai davvero benissimo.- dissi alzandomi per scendere a cena. Avevo appetito.
-Gli altri mi hanno detto la stessa cosa. - sorrise lei entusiasta.
-Woow!- dissi io arruffandole i capelli.
-Sai gli ho tagliati io.- disse lei vanitosa.
-Sei stata bravissima.- dissi correndo giù dalle scale.
Presi posto, come sempre, vicino a Jude e aspettai che i pasti furono serviti.
Non mangiai molto, anzi non toccai niente e Jude, che di fatto era seduto vicino a me se ne accorse.
-Perché non mangi?- chiese toccandomi d’entro.
-Non.. Non ho molto appetito.- dissi trattenendo le lacrime.
-Impossibile, dopo che Callie ti ha portata per negozi non hai fame?- disse cercando di.. Non so nemmeno io perché faceva cosi.
-Bhè..- pensai di dire quello che era successo.. Ma poi la voglia mi passò.
-è successo qualcosa durante la giornata?- chiese voltandosi verso di me. Lo intravidi con la coda dell’occhio.
-Si..- dissi io.
-Cosa?- fece lui.
-Niente di importante.- dissi e me ne tornai in camera senza toccare cibo, seguita da sussurri e domande che si chiedevano cosa fosse successo.
Andai in camera e mi lasciai cadere nuovamente sul letto.
-Sai forse ho capito.- disse Callie entrando in camera.
-Cosa hai capito?- dissi con le lacrime che mi bagnavano le guance.
-Che piangi per quello che ti hanno detto quelle ragazze. E giù tutti lo sanno. Ho detto che cosa è successo.. E si, io non ti posso capire.. Ma una persona si. Almeno credo …- disse facendo spazio a Jude che venne li davanti a me.
 Poi, Callie se ne andò.
-Quando ti ho detto che forse avevamo delle cose in comune non scherzavo.- disse inginocchiandosi davanti al mio letto.
Si sfilò gli occhiali che aveva sempre addosso, i suoi occhi chiusi mi facevano incuriosire, e quando li apri ci rimasi di stucco.
Due occhi color rosso acceso, forse anche un poco più del mio, mi fissavano comprensivi.
-Capisco ora quello che intendevi.- dissi io esterrefatta.
Non avrei mai pensato che era questo quello che Jude nascondeva sotto gli occhiali.
 
 
Terminato anche questo! Che colpo di scena alla fine, he? Alla prossima domenica!! Ciaooooo 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Salve a tutti gente!!! Siamo tornatee! Vi siamo mancate?(Io sicuramente si NdaLexa/3lo_)
 
Passiamo alle recensioni (che tanto amiamo :D)
 
 
Ninjagirl: siamo contente che hai commentato! Ma ci fa piacere che la segui già da tempo! Lexa è contenta che abbia cosi tante fan! (Io non ci avrei mai creduto, con il caratterino che si ritrova O.o NdaCallie/_2ofi) Che dire di Jude … (Alla larga, è mio!!! NdaLexa/3lo_) Io ti ho avvertita xD
Per l’ossessione a Byron, diciamo che posso capirti. Piace molto anche a me come personaggio. Grazie ancora per la recensione!! A presto!


Michi: ovviamente doveva esserci prima o poi un colpo di scena, no? (Ti confido che anchio adoro gli occhi di Jude! Però meglio non dirlo alla mia collega, altrimenti sono guai NdaCallie/_2ofi). Grazie per i bellissimi complimenti che ci fai!! A presto!
 
The Raindrop: (Perché trovi orribile il mio modo di svegliare la gente? Io lo faccio con simpatia! NdaCallie/_2ofi)(Non hai ancora visto niente -.- NdaLexa/3lo_).
Lusingate come sempre dei tuoi commenti, ed eccoti accontentata! Non abbiamo aggiornato cosi presto, ma l’importante che alla fine il nuovo chappy c’è, non credi? A presto!

 

Ed ora buona lettura e commentate!!
 
Mi dispiaceva per Lexa. Soprattutto perché era come una sorella per me. Io la gente non la capivo proprio: prendevano in giro una ragazza con due occhi, ma di un colore strano, ma a parer mio bellissimo. L’avevo sempre invidiata per quella sua particolarità che la differenziava dalla massa.
Ora che ci ripensavo mi saliva la rabbia, come osavano dirle certe cose?
Decisi di non pensarci, altrimenti sarei rimasta scocciata tutta giornata e non mi andava. Se alla fine del suo colloquio con Jude avesse avuto voglia di parlarne anche con me … bhé, succeda quel che succeda. Scesi al pianterreno dove trovai tutti, ma proprio tutti. Alcuni interessati a questa faccenda (Raimon al completo) e quelli che non sapevano nemmeno cosa fosse quell’aria di tensione che alleggiava nell’aria (le altre squadre).
Arrivata in fondo alle scale raggiunsi il divano, dove non vi era nemmeno un posto libero. Mi piazzai davanti a Jack.
-Levati.- dissi semplicemente, lui mi fissò per poi chiedermi il perché:
-Ma scusami … perché?- disse, intimorito. Non era la mia presenza ma piuttosto il suo carattere che gli faceva aver paura di tutto.
-Perché occupi troppo spazio.- poi gli presi il braccio e lo tirai di forza, spostandolo. Poi mi lasciai andare pesantemente. Poi fui sovrastata di domande.
-Ma allora, cos’ha Lexa?- chiese Axel, appoggiato al muro con le braccia incrociate.
-Come mai aveva quella faccia scura …? Più del solito.- disse Victoria, stranamente seria nei confronti di Lexa. Io intanto rimanevo in silenzio ad ascoltarli.
-Allora ci vuoi rispondere? Siamo suoi compagni e siamo preoccupati per lei!- disse Nathan perdendo lievemente la pazienza. Lo dicevo io, che vi era un …
-Triangolo!!- gridai, talmente tanto che senti dei passi veloci ai piani superiori, mentre un altro trambusto proveniente sempre da sopra richiamò la nostra attenzione e delle voci:
-Dai, Callie non ha detto niente di male.- riconobbi la voce di Jude.
-Questa volta non la passa liscia! Mollami Jude!- rispose Lexa infuriata.
-Calmati!- poi senti un botto e dei passi velocissimi giù per le scale. E la vidi. Davanti a tutti noi, e fissava me!
Io la scrutavo noncurante della fine che avrei potuto fare.
-Mi dispiace Callie, non sono riuscito a trattenerla.- disse Jude, comparendo dietro di lei.
-Rissa tra ragazze!!- gridò Torch. Lei si avvicinò pericolosamente a me e mi guardò sulla testa, in un modo un po’ strano. Ma lo capi dopo perché lo fece.
-E adesso come faccio a prenderti per i capelli?- disse, fingendo di essere disperata.
Io ripensai … i miei capelli!!
Mezz’ora prima …
Non capivo che cosa avesse Lexa. Aveva un’aria triste in volto. Ma ripensai alla mia idea. Dovevo tagliarmi i capelli. Non avevo molta voglia di andare da un parrucchiere quindi decisi di tagliarmeli da sola.
In camera nostra, c’era Lexa che voleva starsene da sola, quindi il bagno non potevo usarlo … Decisi di andare dai ragazzi. Ormai erano le 11 in punto e tutti erano svegli. Corsi di sotto e trovai solamente Bayron Love, il capitano della Zeus e altri dei suoi compagni, luridi di sudore che chiacchieravano animatamente.
-Dovete migliorarvi sulle fasce, altrimenti …- gli interruppi.
-Scusate …?- chiesi, richiamando la loro attenzione –posso usare il vostro bagno?- dissi con gli occhioni da cucciola.
Loro mi guardavano confusi.
-Perché? Non c’è l’hai il tuo?- chiese Bayron, muovendo i lunghi capelli biondi.
-Em, si … ma … vediamo, come posso spiegarvelo in modo veloce …- mentre parlavo da sola, loro mi guardavano sempre più sconvolti.
-Trovato. Lexa mi ha chiesto di stare da sola e io le ho detto di si, da brava compagna di stanza. Ma in realtà non so il vero motivo per cui lei me l’abbia chiesto, è un mistero … Per cui avendo una crisi di asocialità,si dirà cosi? Mha … il bagno non lo uso, almeno non il nostro. Posso usarlo, allora?- loro erano rimasti imbambolati. Avevo parlato troppo in fretta?
-A parte che hai allungato e non ci interessava – io arrossi lievemente – vai pure.- io gli osservai.
-Ma il motivo per cui vado in bagno non vi interessa?- dissi ingenua. Loro imbarazzati risposero in sincronia.
-Ma ti pare??- e se ne andarono di fuori. Io scrollai le spalle ed entrai in camera loro.
Raggiunsi il bagno e mi chiusi dentro, avevo portato dietro un paio di forbici ed iniziai il lavoro.
-Lo capiranno il motivo … ossi che capiranno … Almeno spero.- dissi, da sola.
I miei capelli raggiungevano appena le spalle ma ero già stufa. Dietro li tagliai cortissimi, come pure ai lati, mentre sopra lasciai un paio di millimetri in più per alzarli con il gel mentre sulla fronte lasciai un ciuffetto.
Alla fine mi guardai: stavo benissimo! Mi piacevo, avevo fatto un bel lavoro e non combinando casini! Ma il rimedio ci sarebbe stato: Lexa. A lei era sempre piaciuto tagliare i capelli. Poi usci sbattendo la porta, vidi che mancava ancora un po’ all’ora di  pranzo così decisi di uscire con gli altri.
Appena varcai la soglia e andai in spiaggia, vidi Darren ed Harley in acqua, Torch che prendeva li sole, Gazel, Jordan, Dvalin, Xavier all’ombra di un ombrellone che si rilassavano dopo una faticosa settimana di allenamento. Mentre Mark, e Axel giocavano a pallone. All’apparenza erano diversi loro: Mark solare, simpatico, buffo Axel silenzioso, malinconico, serio. Ma sotto sotto amavano entrambi il calcio allo stesso modo, e con la stessa intensità.
Come si stava bene con i capelli cosi corti! Respirava la testa finalmente!
Mi avvicinai ai pigri (per cosi dire, perché non lo eravamo per nulla) e li salutai.
-Heila ragazzi! Come mai a poltrire?- chiesi scherzosa come sempre. Solamente Torch e Jordan mi risposero mentre Gazel e Dvalin non voltarono nemmeno lo sguardo.
-Scusa ma … ci conosciamo?- disse Jordan. Io rimasi male. Ok che avevo cambiato taglio, ma non avevo cambiato pure la faccia.
-Massi, sarà un’altra ragazza che vuole un autografo dal sottoscritto.- disse Torch, facendo il figo con i suoi occhiali da sole firmati.
Poi Gazel si mise seduto sull’asciugamano e disse:
-Ragazzi, guardate che è Callie.- tutti, tranne Dvalin, sgranarono gli occhi.
-CHE COSA!- dissero in coro, attirando l’attenzione di tutti che si avvicinarono velocemente interrompendo le loro attività.
-Perché gridate tanto?- chiese Harley, dopo essersi tolto i suoi occhiali.
-Perché Jordan, e Torch non hanno riconosciuto Callie. Che si è tagliata semplicemente i capelli.- spiegò Gazel, calmissimo.
-Ma stai benissimo!!- dissero tutti. Dopo aver realizzato che ero li anchio.
-Grazie!- risposi, con altrettanto entusiasmo.
-Ma dove gli hai tagliati?- domandò Xavier, incuriosito.
-Da nessuna parte. È opera della sottoscritta.- dissi indicandomi, orgogliosa. Loro in ricambio si congratularono con me. Neanche avessi segnato il gol decisivo alla finale del mondiale. Ma li trovai comunque dolci.
Poi il Signor Veteran ci chiamò per pranzo. Tutti assieme ci dirigemmo nell’appartamento. Mentre stavo per sedermi l’allenatrice mi chiese di andare a chiamare Lexa.
-Callie …? Callie? Oh, ma, sei connessa?- disse qualcuno scuotendomi gentilmente. Mi ripresi e vidi tutti quanti che mi fissavano. Ero sdraiata sul divano.
-Cosa c’è?- chiesi tranquilla, rialzandomi.
-Eri come in trans … ti chiamavamo ma non rispondevo.- disse Shawn.
-Scusate, quando penso intensamente a qualcosa mi succede.- dissi, grattandomi la testa.
-E ti succede spesso?- chiese Lyna Shiller, sbucata all’improvviso.
-No … quasi mai. Ma capita.- dissi sorridendo. –Ma allora cosa si mangia?- chiesi, sentendo che il mio stomaco richiedeva cibo.
-Oggi abbiamo deciso di mangiare ad un Fast Food per la vostra felicità, che ne dite?- chiese inflessibile.
-Shiiiii!! Mc’Donald’s arriviamo!!!- gridai io,ripresa completamente.
Ci incamminammo e dopo 5 minuti raggiungemmo il ristorante. Era enorme. Non avevo mai visto un Mac cosi grande!!
Ci accomodammo poco dopo, affamatissimi. Arrivò una cameriera dai capelli legati in due chignon e gli occhi neri.
-Benvenuti! Desiderate?- chiese, sfogliando il block notes per le ordinazioni.
-La vedo grigia …- sussurrò Jude. Lexa prese a sghignazzare.
-Allora, 88 menu medium, con Big-mac, patatine fritte e coca cola per tutti, grazie.- ordinò la nostra allenatrice, la signorina prese nota velocemente, con la bocca leggermente spalancata.
-A-arriveranno subito … credo.- disse filando via.
-Dubito fortemente che avranno cosi tanti hamburger e bibite!- sussurrò di rimando Lexa a Jude, ridendo. Ma io possedevo un udito finissimo. Era tornata di buon’umore. Chissà che cosa si erano confidati quando erano soli ...
-Ma Lexa, come mai sei tornata di buon’umore …?- chiesi maliziosa. Fissando lei e poi Jude. Lei si voltò verso di me e rispose semplicemente:
-Non sono affari tuoi.- e prese a fare dei risolini. Accidenti solitamente non era cosi complice nemmeno con me.
Jack prese le mie difese. (Oh my Gooood!! >-<)
-Perché la tratti cosi?- disse. Io mi girai scioccata. Sapevo che quando Lexa era di buon’umore era peggio di me a far impazzire la gente.
-Perché … Barbra Streisand!! Huhuhuhuhuhuhuhuhu!!- disse cantando e muovendo le braccia, io mi unii a lei. Mi divertiva quando faceva quella battuta.
Tutti rimasero cosi: O.O, anche Jude. (non chiedetemi come!!)
Ridemmo assieme, ero felice che aveva trovato di nuovo il sorriso. Nel vero senso della parola.
Il pranzo passò in fretta, come il pomeriggio. Dopo l’abbondante pasto, miracolosamente arrivato passammo il pomeriggio a girovagare per il Paese. Era proprio un bel posto, avevamo beccato pure una bella giornata. Con il sole che splendeva ed il cielo blu.
Provammo di tutto e di più! Gli stuzzichini del posto, comprammo dei souvenir per i nostri parenti, trovammo pure un luna-park! Con auto scontri e tutto il resto.
Ci siamo promessi che prima di tornare ognuno alla propria casa, ci avremmo passato una serata. La cena arrivò in un batter d’occhio. Ci divertimmo. Lexa versione schizzata non era ancora sparita. Che ridere a cena! Alla fine della serata ci dirigemmo ognuno nelle proprie stanze a riposare ne avevamo proprio bisogno.
Lexa appena posò la testa sul cuscino ci rimase secca, mentre io ripensando alla meravigliosa giornata, mi addormentai.
 
 
Tadàaa!! Vi attendiamo alla prossima domenica!! Ciaooooo

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Eccoci tornate!!!

Le vostre adoratissime recensioni:


Ninjagirl: Grazie mille dei complimenti!! Essi! Gazel è stato l’unico a comprendere che era Callie, oltre a Dvalin. Per il Bayron e Byron per noi è uguale. Tanto si leggono nello stesso modo. Giusto? A presto!!
 
The Raindrop: è una cosa strana, è come se i loro caratteri si siano scambiati. Felici che l’idea è stata accettata! Insomma, credo che i giocatori della Zeus si siano traumatizzati non poco della richiesta di Callie. E tra Jude e Lexa … io spero in qualcosa, ma è la mia collega a decidere.
Accontentata, il 14 capitolo, ciao!!
 


Ed ora buona lettura e commentate!!
 
 
 
Quando sono di buon umore, il giorno prima.. Il giorno dopo mi sento terribilmente nervosa!
Callie lo sapeva bene, e per questo mi svegliò dolcemente.
-Lexa. Oggi ricominciano gli allentamenti. Ti andrebbe di svegliarti?- sussurra lei dolcemente.
-No che non mi va! Ma purtroppo devo farlo lo stesso!UHAA!- uno sbadiglio interruppe la mia sclerata.
Mi alzai stiracchiandomi, e ripensando al giorno precedente.
 
Capivo perfettamente i pensieri di Callie e sapevo cosa intendeva.
Sentii chiaramente la voce di Nathan che diceva:
-Allora ci vuoi rispondere? Siamo suoi compagni e siamo preoccupati per lei!- disse con un filo di impazienza nella voce. Poi segui un breve silenzio.. Quindi significava, purtroppo che Callie stava pesando, e che presto avrebbe commesso un grave err..
-..Triangolo!!- gridò lei.
Aveva già usato quella parola seguita a ruota da un amoroso!
Mi alzai “leggermente” turbata facendo un gran fracasso e camminando velocemente.
-Io la picchio fino a farle sputare anche i molari!- dissi senza gridare troppo e uscendo da camera mia. Jude in pochissimi secondi si rimise gli occhialetti strani di sempre e mi strinse le braccia da dietro, impedendomi cosi di avanzare.
-Dai, Callie non ha detto niente di male.- disse lui con tono più alto del solito.. Quindi cercava di avvisare Callie del mio arrivo.
-Questa volta non la passa liscia! Mollami Jude!- dissi infuriata strattonando un paio di volte e quando finalmente fui libera dalla sua presa mi precipitai di sotto..
Stupida Callie!
-Tuuuu!- dissi indicandola
-I-io?- di puntò il dito addosso da sola.
-No quella dietro di te!- feci io sarcastica, ma lei, dobe com’era si girò frettolosamente.
-Callie! Sto parlando con te!- dissi io trattenendo a stento un sorriso.
Ti prego dimmi che non è cosi stupida davvero! Pesai io.
 
-Cos’e la storia del triangolo?- chiesi io sedendomi sul letto a gambe incrociate e incrociando le braccia al petto.
-Ecco.. Vedi, hem..- fece lei mettendosi una mano in testa e rivolgendomi quel suo sorrisino da ebete che tanto, ma tanto disprezzavo.
-Allora?- feci io sempre meno paziente.
-T,NeJ..- disse lei frettolosamente.
-Mi dispiace per te.. Ma l’ermenepetegildo non me lo hanno insegnato a scuola.. Quindi traduci!- dissi io sempre più incazzata.
-Ma uffa però!- fece lei privando la tecnica degli occhioni dolci da cerbiatto.
-Quelli con me non attaccano. Rispondi!- dissi per l’ultima volta.
-Ok.. Tu, Nathan e Jude!- disse lei dandomi la schiena, dimenticandosi completamente che davanti a lei c’era uno specchio e facendomi una linguaccia.
-Ti ho vista.- dissi io mettendomi una mano in fronte e lasciandomi cadere sul letto.
-Imposs.. A si, lo specchio!- fece lei girandosi ridendo.
L’allenamento cominciava oggi, fortunatamente avevamo avuto una partita con tutte le squadre e quindi questo tipo di allenamento era finito.. Ora ci toccavano i passaggi e le tecniche da migliorare, da quello che aveva detto l’allenatrice.
-Non ho voglia!- dissi stiracchiandomi ancora.
-Eddai Lexa!- disse Callie stuzzicandomi con il suo tono di voce provocatorio.
-Tu. Non. Sei. Nella. Posizione. Per. Scassarmi.- dissi scandendo bene le parole.
Mi preparai e scesi per la colazione, tutte le squadre erano al loro posto. E io mi misi al mio.
Sopportavo poco le persone maleducate che sbattevano la bocca a tavola.. Ma oggi.. Oggi, era il loro giorno sfortunato. E jack, come sempre, era la mia vittima.
-Ma ti pare il modi di mangiare?- dissi gelida rivolgendogli uno sguardo glaciale.
-Hey Shawn, questo glacia più della tua difesa..- disse Scott toccandolo d’entro.
-Si..- fece distratto dal pane e marmellata che aveva nel piatto.
-Io.. Non capisco.- fece Jack.
-Ci credo con il cervellino che ti ritrovi! Ma guardati! Sei pieno di marmellata! Persino la fronte è sporca! Certo non dubito che anche la tua testa voglia contendere qualcosa, ma la marmellata non è la risposta hai tuoi problemi.- dissi gelida.
-Ma cosa ti ho fatto?- chiese lui con quella faccia tonda.
-Sei nato come prima cosa.- dissi ancora più fredda.
Senti che Mark prese fiato per dire qualcosa ma fu trattenuto da un gesto di Callie.
-Potrebbe arrivare anche a lasciare la squadra se qualcuno le da torto in certe circostanze.. E poi devi ammettere che Jack sembra un maiale.- fece lei e Mark sorrise.
Quando ebbi finito di insultare Jack mi alzai da tavola senza mangiare niente.
-Dove vai?- mi chiese Nathan alzando lo sguardo dal suo piatto.
-Fuori.- dissi allontanandomi velocemente.
Presi un pallone dalla cesta delle palle e lo appoggiai al suolo correndo a palla al piede per tutta la spiaggia, scattando a volte, altre rallentando il passo, girando su me stessa. Cercavo di mantenere il controllo di palla, anche se quando c’erano gli avversari era mooolto più difficile.
Non riuscirò mai a capire perché il giorno che segue a quando sono felice.. Bhè sono cosi.. Nervosa.. Forse perché so che non sono io quella ragazza divertente che fa ridere tutti..gridando assurdità.
O magari solo perché mi piacerebbe esserlo. Scacciai veloce quel pensiero dalla mia mente. Io andavo benissimo cosi com’ero, e niente mi avrebbe fatto cambiare.
-Hey Lexa! Ottimo il controllo di palla!- disse Mark raggiungendomi.
-Vediamo come te la cavi con un avversario!- disse sfidandomi.
-Ok..- e iniziammo a lottare per il possesso di palla.
Mark se la cavava molto bene anche fuori dalla porta.
Tornammo sudati e pieni di sabbia al ritrovo. Gli altri avevano iniziato con i passaggi.
-Sai, hai ragione, Jack non è di certo una delle persone più educate a tavola, ma in difesa mi è stato utile molte volte.. E non vorre..- lo interruppi.
-Non vorresti che la mia prepotenza lo mandasse via, e non solo perché è bravo in difesa, ma perché è tuo amico. Chiaro. Cercherò di trattenermi.- dissi andando dagli altri, ma non fui abbastanza lontana quando senti sussurrare da Jude:
-Te lo avevo detto che era brava.- disse e poi tutti corremmo verso i ragazzi che si passavano il pallone.
Formammo un cerchio composto da 88 persone, e ci passammo la palla. Alcuni si sforzavano di mandarla dall’altra parte con un semplicissimo calcio molto potente, altri usavano tecniche mostruose, e per riceverla anche, stessa cosa. Io mettevo a punto la mia mossa, muro di gomma. Funzionava perfettamente. Fino quando una mossa decisamente troppo potente, chiamata “pinguino imperatone n1” la disintegrò facendomi volare lontano. La botta mi aveva sgraffignato tutte le ginocchia e qualche gocciolina di sangue usciva.
-Chi è stato?- chiesi io.
-Io.- fece un ragazzo dai capelli argentei-azzurri o grigi.. Che diamine di colore era?!
-Di nuovo!- dissi io passandogli la palla.
Lui preparò il colpo e di nuovo la mia barriera si ruppe.
Sapevo che quella un tempo era una tecnica pericolosa, ma Callie mi aveva spiegato che non c’era nessun rischio. Io e questo David, mi aveva detto di chiamarsi cosi, ci allontanammo dal gruppo.
Mi feci balzare lontano almeno 30 volte .
Dalle mie ginocchia e dai miei gomiti usciva qualche gocciolina di sangue, il mio viso era segnato dalla sabbia innalzata dal colpo e le mie ginocchia tremavano.
-Basta!- disse Callie mettendosi tra noi.
-Vattene Callie.- dissi io rabbiosa ma senza sprecare energia.
-No, se continui cosi ti farai del male!!- fece lei.
-Ti giuro che è l’ultima.. Vero David?- chiesi io.
-Si.- fece lui ansimante.
Callie si levò e gli altri ci fissarono interessati e anche preoccupati.
Avevo saltato il pranzo assieme a David per allenarmi.
-Pinguino imperatore numero 1!- fece lui e calciò la palla che vidi arrivare.
-Ahhh!- dissi esausta e picchiando uno alla volta i piedi al suolo.
-Parete di diamante!- dissi poi esausta.
Dietro di me si alzò una parete di diamante che fermò il colpo di David senza nessuno sforzo.
Quando la palla cadde al suolo io ci fini con lei.
-Sono esausta..- dissi sospirando mentre in ginocchio cercavo di non cadere.
-Sei stata grande.- disse una voce che non avevo voglia di riconoscere.
-Grazie..- dissi sfinita.. Addormentandomi sulla spiaggia.
 
 
Terminato!! Vi aspettiamo al prossima appuntamento!!
(Bye-biiii!!Nda_2ofi_tutta_esaltata)(No comment …Nda3lo_) 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Eccoci, per farvi felici!!
 
Passiamo alle recensioni:
 
Ninjagirl: (anchio trovo David un amore!! Meglio il mio Joe però NdaCallie). Ormai Jack è il nostro bersaglio, non possiamo farci nulla xD Se ci mettiamo a pensare ad 88 persone in cerchio ci viene da ridere xD
Ecco qua il capitolo!!
 
The Raindrop: ma non lo sapevi che l’ermenepetegildo è una lingua conosciuta internazionalmente? (Mi deludi XP NdaCallie)(Dobe NdaLexa). Speriamo che guarisci in fretta dalla brutta febbre ^_^
(Grazie per la stupida >O< NdaCallie)(Dammi il cinque! NdaLexa_tutta_esaltata). La parete di diamante è una tecnica nueva di zecca! Ecco qua il 14°. A prestuuu
 
Michi: non preoccuparti, non fa niente se hai saltato una recensione! Non devi preoccuparti. (La storia del triangolo, cancellala dalla tua mente. Altrimenti ti vengo a prendere. NdaLexa) (Non ascoltarla, fa tanto la dura ma sotto sotto … HA TANTO AMORE DA DARE E RICEVERE!! ^O^ NdaCallie)
Tra Joe e Callie, ci saranno sorprese in arrivo!!! Alla prossima! Bye-biiiii ;D

 
Ed ora buona lettura e commentate!!!
 
 
-Lexa? Hey Lexa? Terra chiama Lexa!!- la chiamavo e richiamavo ma non accennava a rispondermi. Aveva fatto uno sforzo enorme producendo quella nuova tecnica dopo aver subito cosi tante volte di fila il “Pinguino Imperatore”. Era stata mitica. “Parete di diamante” si chiamava. Interessante …
Era sdraiata sul divano del pianterreno con me accanto da più di mezzora, e non le staccavo gli occhi di dosso ed un Nathan che mi continuava a dire di non infastidirla, perché doveva riposare. A quel punto io gli chiedevo il motivo, mentre lui volgeva lo sguardo da un’altra parte rispondendo:
-Sono … siamo preoccupati, non infastidirla, vedrai che fra poco si sveglia.- e se ne tornò in camera sua, aggiungendo alla fine –chiamami quando apre gli occhi.-
Accidenti che gente strana!! Poi mi balenò in mente un’idea. Per svegliarla immediatamente … hehe … a volte mi spaventavo da sola. Mi alzai, perché ero appoggiata con le ginocchia vicino a lei, e iniziai a parlare, o meglio, ad urlare.
-O mio dio!!!- presi a gridare, correndo intorno al divano. Mentre attiravo l’attenzione di alcuni presenti, che erano rimasti nell’appartamento. Tra cui Harley, Bellatrix, l’altra punta della Genesis, dagli occhi blu ed i capelli metà blu e metà bianchi, e Dvalin e altri giocatori che non avevo ancora imparato i loro nomi. Insomma 8 squadre con ognuna 11 giocatori e magari anche più … mica una cavolata.
-Che hai da gridare tanto, fratell …- chiese Harley, interrompendosi –Fratella?- disse convinto. Io lo guardai stranita. Era troppo buffo.
-Nathan!!! Jude!!!!- dissi gesticolando. Loro mi guardavano male. Era tutto programmato, se Lexa non avesse reagito, sarei andata sul pesante.
-Nathan e Jude …?- disse Dvalin incitandomi a continuare. Bellatrix intanto, non reagiva. Sapeva perfettamente che stavo per sparare una delle mie cazzate, anche il capitano della Epsylon, ma era in vena di “parlare”.
-Si, stavano …- continuai, creando tensione. –Baciando!!- A quell’ultima parola, Lexa scattò come una molla. Mentre agli altri apparve una gocciolona dietro alla nuca.
-Scusa, ma come gli hai visti?- chiese Bellatrix, scocciata. Io non risposi.
“ Io intanto fantasticando … *O* yaoi!! DOLCI ^_^ “
Lexa scuoteva le testa di qua e di la alla ricerca dei due. Poi si girò dalla mia parte, con una faccia confusa.
-Allora, dove sono??- io, sorridevo a trentadue denti.
-Vedi che esiste una vena yaoi in te?? Huhu.- continuando a ridere, lei scosse la testa. Mi sorpresi che non si staccò. Poi con mia grande sorpresa li richiamò entrambi. Non era da lei … era sotto effetto di qualche droga? Arrivarono un attimo dopo, Nathan dalla sua stanza e Jude dal piano superiore.
-Allora, ci cercavi?- chiesero insieme. Lei guardo prima il blu, poi il rasta,
-Vi siete baciati?- domando serissima. Jude rimase pietrificato a quel quesito mentre Nathan avvampava. Io le toccai la fronte cercando qualche segno di febbre,
-Ma hai bevuto? Più del solito, intendo …- lei scosto la mia mano con violenza. Era tornata al suo solito modo di fare.
-Non toccarmi.- disse gelida. Questa era la Lexa che conoscevo!
Poi si alzo in un baleno e si diresse in cucina. Con la testa peggio di un cespuglio. Con il sudore e la sabbia aveva combinato un casino. “Chissà a pettinarli … ouch …” pensai massaggiandomi.
La guardai finché non scomparve dalla mia vista poi mi rivolsi ai ragazzi.
-Chi viene con me dagli altri in spiaggia?- li guardai uno a uno, poi Dvalin cammino verso la porta, richiamandomi.
-Allora ti muovi?- disse, serio come sempre. Io lo raggiunsi saltellando. Mentre gli altri si dileguavano. Mentre camminavamo, lui non accennava a spiccicar parola, cosi decisi di rompere il ghiaccio.
-Dvalin …- dissi, pensierosa, mentre attraversavamo la strada per raggiungere gli altri. Lui non mi guardo.
-Si?- continuammo a camminare. Poi glielo chiesi. Era da tanto che mi girava in testa questa battuta e finalmente potevo farla, e vedere i risultati.
-Ti sei accorto che quando eravate più forti, vi chiamavate come Messenger, ovvero Epsylon plus?- dissi ingenuamente. Lui accenno un sorriso, che si trasformo in una risata trattenuta. Poi si volto verso di me, spingendomi contro un muretto li accanto.
-Che rimanga tra noi, chiaro?- disse tornando di nuovo serio, e allontanandosi verso la spiaggia. Io annui, correndogli dietro.
Quella spiaggia era libera, ma era enorme!! Ma per qualche strana ragione li vicino c’era un baretto: dove vendevano gelati, bibite e granite di vario genere.
Trovai subito il nostro ombrellone: era enorme, e blu. Con un fulmine che squarciava lo sfondo. Impossibile non notarlo.
Li raggiunsi ma non c’era nessuno a parte la sorella di Jude, Celia, Silvia e Nelly. “Impegnate” a prendere il sole. Andai verso di loro.
-Ragazze dove sono gli altri?- dissi, andando sotto l’ombrellone per evitare di scottarmi.
Oggi era mercoledì ed avevamo allenamento normale. Non capivo …
-Credo che …- prese parola Silvia, ma Dvalin non la fece finire. Cos’è, leggeva nella mente? Mi spaventai.
-Andiamo a cercarli.- poi mi guardò, come a dire, vieni, o preferisci stare con queste qui?
-Piuttosto vengo con te!- urlai. Lui si sorprese. E ci incamminammo tranquillamente per la spiaggia. Mentre le ragazze tornarono ad abbronzarsi. Sfaticate.
Ad un certo punto Dvalin mi convinse che se saremmo andati tutte due nella stessa direzione non avremmo combinato niente. Quindi, lui continuò per la stessa strada ed io feci retrofront.
Lui si dirigeva verso quella specie di collinetta che avevamo scoperto il primo giorno di corsa in spiaggia, era davvero un bel posticino …
 
-Ragazzi, non allontanatevi! Hey Mark! Callie?- gridò Jude, nella nostra direzione. Ma eravamo troppo lontani e intrippati nella nostra sfida.
Quello era veramente un bel luogo. La brezza marina faceva già il suo positivo effetto, e inoltre aver scoperto un posto tanto verde appena dietro la costa era una cosa molto strana! Anche gli alberi erano cambiati: dalle spoglie palme sulla spiaggia erano mutati a bestioni pieni di meravigliose foglie verdi.
Stavamo ancora correndo quando io mi fermai di colpo.
-Callie, che ti prende?- chiesi Mark. Fermandosi anche lui, e avvicinandosi. Non si era accorto, che tonto!
-Quarda davanti a noi!!- dissi indicando una specie di casetta nel bosco, piccolissima, ma proprio carina!!
-Che ci fa una baita vicino al mare?- chiese lui grattandosi la nuca. Io sorrisi.
-Non lo so, ma mi piace!!- dissi, mentre mi brillavano gli occhi. Poi la voce di Xavier, ci intimò di tornare col gruppo.
 
Stavo camminando nell’acqua, e fu un’onda leggermente più alta a risvegliarmi dai miei ricordi. Accidenti che avventura avevamo intrapreso! Dopo aver giocato la finale del mini torneo, le nostre vite erano cambiate radicalmente. Entrate nella Raymon avevamo conosciuto nuovi ragazzi simpaticissimi e sperimentato nuovissime tecniche!
Poi mi venne il magone. Se ripensavo ai Darkhydra, oltre alla mia famiglia che mi mancava molto c’era … Jed. L’avevo confidato a Lexa, un paio di notti prima, mentre ci stavamo addormentando. Ma fui convinta che non mi sentii, non mi piaceva farmi vedere triste e malinconica. A nessuna delle due piaceva farsi vedere debole …
Mi asciugai le piccole lacrime sgorgate dai miei occhi magenta e mi fermai.
-Da questa parte non c’è niente!- dissi, da sola. –Meglio che torni indietro. Se sono fortunata trovo Dvalin assieme agli altri.- dissi, e presa da questa carica corsi. Tornai al nostro appartamento, ma sorprendemente era chiuso a chiave.
“Che mi avessero abbandonata qui?” pensai intimorita “Naaa … Lexa non lo permetterebbe mai …” Mi venne un dubbio. Decisi di andare dalla parte opposto in cui ero andata io. Corsi ancora, mi piaceva farlo. L’aria che ti solleticava i capelli, i piedi che sfrecciavano da soli … avevo come l’impressione di volare.
Raggiunsi in un attimo la collina verde, ma non c’erano nemmeno li.
Senza che me ne resi conto, l’istinto mi guidò alla baita, trovata quel giorno con il nostro capitano. C’era qualcosa nell’aria, che m’incitava ad aprire quella porta e guardare all’interno.
Lo feci, fui subito li. La spinsi con insicurezza, dentro era tutto buio. Ma appena varcai la soglia delle persone tolsero con violenza delle tende che impedivano alla luce del sole di penetrare nelle finestre. E …
-Ciao Callie.- quegli occhioni viola, i capelli a spazzola verdi fluo e quella voce matura ma tremendamente famigliare. Non ci pensai e mi buttai tra le sue braccia, contenta come non mai.
-Jed!!!-
 
 
Tadannnn!! Colpo di scenaa gente!!! Alla prossima!! Baciottiiiiii

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Salve a tuttii!! Siamo tornate finalmente!! Lo sappiamo di essere “leggermente in ritardo”, ma non siamo fuggite!!
 
Passiamo alle recensioni (che ovviamente amiamo):
 
Ninjagirl: ci consideri veloci nell’aggiornare?? Che dire … grazie! (Anchio adoro le yaoi *çç* NdaCallie_tutta_sbavvosa). Jed, e il capitano dei Darkhydra. Accontentata? xD Alla prossima, baciii
 
Michi: (Smettila di ridere di noi. NdaJude_e_Nathan_scocciati)(Che belli che siete assieme *çç* NdaCallie) Meglio asciugarsi la bavetta xD Tutti possono sorprendere, addirittura uno come Dvalin. Accontentata! Alla prossimaa
 
ShailaLight: Grazie mille della recensione Shaila!! Possiamo confermare: e una storia a quattro mani. Scusaci per gli orrori di ortografia. Ti aspettiamo ai prossimi capitoli! Salutii
 
The Raindrop: (I am a good girl!! NdaCallie_accompagnata_da_Tobi)(Come no …NdaLexa) Abbiamo intuito che le yaoi non ti piacciono, hehe. Harley ci sorprende sempre e comunque. Chissà Jed che intenzioni avrà … mha … Alla prossima!

 
 
Ora buona lettura e commentate!!!
 
 
 
 
Ricordo come se fosse ieri la notte in cui Callie, sperando che io non la sentissi, mi aveva confidato quanto le mancasse la sua famiglia, la sua ex-squadra e Jed, e quando avevo sentito quel nome non potei che venirmi in mente anche a me.
-Sai Lexa,- aveva iniziato in un sussurro..-La mia famiglia mi manca molto.. Per non parlare della nostra ex-squadra, certo la Raimon è fantastica, ma Jed mi manca molto..- disse in un sospiro e poi crollò assonnata.
La mattina seguente fu l’unica mattina di un’intera vita che mi svegliai prima di Callie. Scesi svelta, ancora in pigiama, in cucina e fortunatamente ci trovai Mark già sveglio.
-Ancora in pigiama Lexa?- chiese Mark ridendo.
-Shh!- dissi io avvicinandomi -Senti Mark. La squadra ha bisogno di un allenatore sul campo, Jude è un ottimo regista..- Mark mi interruppe.
-Ma anche te lo sei Lexa!- disse alquanto confuso.
-Si ma non ha importanza. Quello che ci serve è un allenatore che ci alleni sul campo di gioco..- dissi con un ghigno stampato in faccia.
-Hai già qualcuno in mente?- chiese lui.
-Si, ma Callie non dovrà saperlo..- dissi e raccontai di Jed e delle sue potenzialità..
 
Vedere Callie avvinghiata alle spalle robuste di Jed mi fece sorridere.
-Ca..Callie! Insomma! Non respiro!- disse lui ridendo.
-Scusamiii! È che sono cosi felice!!- sorrise lei staccandosi da lui.
-Lo abbiamo notato tutti.- disse uno.. Ma quello chi era?!
-Ma cosa ci fai tu qui?- chiese lei alquanto confusa.
-Mi hanno chiamato per aiutarvi.- disse lui lanciandomi un occhiata.
-Sei stata tu!- disse lei saltandomi addosso e abbracciandomi.
-Callie mollami.. Callie!- si era avvinghiata a me e non ostante provassi a spingerla via lei non mollava.
-Callie! Mollami!- dissi dandole uno spintone un po’ più forte e lei sorridendomi si allontanò.
-Ma..- disse lei ancora scioccata.
-Sai, una notte.. Mentre pensavi che dormivo.. Ti ho ascoltata dire quanto ti mancava la testa quadra qui presente.- dissi tirando un pugno amichevole in testa a Jed.
-E quindi è venuta da me a parlare e abbiamo deciso di chiamarlo per darci una mano sul campo.- disse Mark con un sorriso che gli arrivava agli occhi.
A Callie sbriluccicavano gli occhi dalla felicità.
-Ragazzi! Come sono felice!- disse lei saltellando ovunque nella casetta.
La spinsi fuori aspettando che tutti gli altri uscissero.
-Iniziamo allora?- chiese lei senza smettere di saltare un attimo.
-Callie.. Calmati.- dissi io.
Una palla lanciata verso di noi dall’alto con una potenza enorme mi distrasse. Mi parai davanti a Callie e la presi con la pancia, se facevo i muscoli non mi succedeva niente.
-Sei migliorata allora Lexa!- disse Jed avvicinandosi.
-Si, ma non sono l’unica.- dissi passando la palla a Callie che scattò in avanti.
Jed si portò dietro di lei e quando la ebbe superata cercò di rubarle la palla.
-Faranno cosi per ore..- dissi io mettendomi seduta sulla collinetta.
-Dici davvero?- fece quello che doveva essere Areus, giocatore della zeus.
-Certo che dico davvero.. Callie è instancabile..- dissi sdraiandomi con le mani sotto la testa.
-Perché non giochi con loro?- fece ancora lui.
-Perché è inutile, io non gioco in attacco, e loro si stanno attaccando a vicenda.. E poi sarebbe proprio da stupidi.. A Callie è mancato cosi tanto..- dissi io sorridendo.
-E a te?- fece uno che non avevo la minima idea di chi diavolo fosse.. Ma siccome ero di buon umore gli risposi.
-Si, ma è giusto che adesso ci giochi lei.- dissi io.
-Lexa!- disse Callie.
-Cosa vuoi?- feci fredda io.
-Jed vuole provare a vedere se riusciamo ancora a fare la  “spirale di Hydra”!- disse lei.
-Arrivo!- dissi alzandomi. Era cosi tanto tempo che non facevo più quella mossa.
Corsi verso di loro.
Iniziammo a correre verso l’altra squadra, composta da più giocatori di varie squadre: insomma chi aveva voglia di giocare si trovava in campo.
Jed aveva il possesso di palla e ci trasmise il suo elemento, l’acqua. La passa a me e io trasmetto il mio elemento il fuoco, per ultima la passo a Callie mentre lei salta, lancio alto e lei la prende trasmettendo l’ultimo elemento.
Callie calcia la palla e insieme gridiamo: -Spirale di Hydra!- mentre Callie atterra in cielo si crea una spirale dei tre elementi, acqua, fuoco e fulmine. La palla ci passa in mezzo e ne esce un drago a tre teste, una che contiene l’elemento di Jed, l’acqua, poi il mio elemento sta su un’altra testa, il fuoco, e in fine il fulmine che sta sul’ultima testa, l’elemento di Callie. Il drago si avventa verso i nostri compagni, che in teoria dovevano schivarla. Loro si spostano e Mark si mette li davanti invocando la sua mossa.
-Mano del Colosso!- dice e un colosso s’innalza dorato nel cielo. Ma la palla passa e in teoria avremmo segnato.
Callie e Jed si battono il 5 mentre io mi allontano.
La tecnica è riuscita bene, ma Jed non giocherà con noi, lui ci allenerà solamente e quindi questa diventa inutile.
-Allora..- dissi io lasciandomi andare pesantemente per terra.
-Scommetto che siete diventate brave.. È tanto che non vi vedo.- fece Jed mettendosi seduto vicino a me.
-Ma puoi sempre vederle adesso!- disse Mark apparendo dal nulla.
-Come?- feci io.
-Facciamo una partita.- disse Mark sorridendo.
-Adesso?- dissi io quasi scioccata.
-Si!-
-Mark, io sono stravolta, ho dovuto organizzare tutto..- non fini.
-Allora domani!- fece Mark.
-Domani può andare!- dissi io accennando un sorrisino.
Mi alzai e mi diressi verso la mia stanza, stravolta.
Ero dovuta andare a cercare Jed all’aeroporto con l’allenatrice, e il viaggio di andata e di ritorno mi aveva sfinito.
Celia e Nelly avevano partecipato distanti.. L’altra invece aveva aiutato con le tende..
-Lexa! Ma dove stai andando?- chiese Mark gridando.
-A dormire!- feci io allontanandomi.
-Ma smettila! Ora noi facciamo il bagno!- disse Callie.
Mi trascinò in camera nostra a metterci il costume. Io mi sarei sdraiata sulla spiaggia e avrei dormito.. A distanza dalle altre.
Quando scendemmo in spiaggia io mi posizionai sotto quell’ombrellone gigante e mi addormentai quasi subito. Ma prima mi feci mettere chili di crema solare da Callie.. La mia pelle non era molto resistente al sole, ne al freddo.. Era diciamo, delicata..
Mi addormentai e mi svegliai solo quando il sole mi arrivava in viso disturbandomi.
Gli altri stavano giocando a pallanuoto.
-Buon giorno!- fece uno dai capelli rossi.. Doveva essere Xavier.
-Ciao..- dissi stiracchiandomi violentemente.
Lui non spiccicò parola.
-Tu sei Xavier giusto?- dissi io alquanto rimbambita.
-Si,e te Lexa.- disse lui sorridendo di nuovo.
-Si..- feci io.
-Non entri?- chiese lui.
-Aaaah.. No.. Ci sono i granchi!- dissi rabbrividendo all’idea.
-Hai paura dei granchi?!- sorrise.
-SI! Molta anche!- feci io serissima
-Ma per favore!- disse alzandosi.
-Non c’é niente da ridere.- dissi io incrociando le braccia al petto.
-Dai andiamo!- fece lui allontanandosi.
-Ci sono i granchiii!- dissi io alzandomi.
Lui entrò in acqua per riemergere qualche secondo dopo.
-Qui non ce ne sono! Dai!- fece lui
Mi avvicinai e entrai lentamente. L’acqua era magnifica.
Mi tuffai a testa e riemersi poco più in la.
Di granchi nemmeno l’ombra.
-Vedi che te lo avevo detto?- fece lui allontanandosi.
-Shiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!- fece Callie saltandomi addosso, e quasi affogandomi.
-Sei entrata! Grande Xavier!- disse sorridendogli.
Ma cosa c’entra lui? Sono io che sono voluta entrare!
Rimasi in acqua tutto il tempo, fino a quando non ci richiamarono.
Andammo in camera a fare la doccia e poi io mi asciugai i capelli. Mi persi un attimo davanti allo specchio. Mi persi nei miei stessi occhi.
-È proprio vero.. Sono come gli occhi del diavolo..- dissi immersa nei miei pensieri.
-Ma cosa dici?- fece Callie fredda, entrando in bagno.
-Niente.- dissi lasciandole il posto.
Quando ebbe finito arrivarono a chiamarci per la cena.
Pesce e riso.. Buono!
Scendemmo e cenammo tranquillamente, senza scherzi stupidi di Callie o di Scott.
Quando finimmo tornai in camera mia, mi lavai i denti e scesi di nuovo, accompagnata da Callie.
Stavano per guardare un film. 88 persone sedute su divani immensi che guardavano un film su una tele decisamente grande.
-Possiamo unirci?- chiese Callie prendendo posto sul divano.
-Certo che si!- fecero un paio di persone.
Io mi misi seduta per terra appoggiando la schiena alle ginocchia di Callie, i divani erano enormi.
-Cosa si guarda?- chiesi io
-Mhà.. Lo scoprirete..- disse Jed.
-D’accordo..- feci io sgranando gli occhi.
Ero in vestita con un paio di pantaloni di trenning nero.. Di quella stoffa scivolosa lunghi e una maglia azzurra.. Come i capelli di Nathan, delle calze nere e i capelli sciolti.
Callie aveva un paio di pantaloncini di stoffa rosa shoking e una maglia gialla limone, le calze viola e quei capelli stramaledettamente corti.
Il film iniziò ed io mi concentrai solo sullo schermo.
 
 
Cercheremo di mettere il 17° il più presto possibile. (Giurin GiurelloNdaCallie_e_Tobi) (Nooooo!! Un idiota bastava ed avanzava!!! Ma Tobi, cosa centri?? NdaLexa_confusa) (…NdaTobi).
Al sequel, ciauuuuuuuuuuuuuuuu
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Salve a tutti!!! Siamo tornate e come sempre in leggero ritardo.
 

Passiamo alle recensioni:
 
Ninjagirl: Non preoccuparti, non ci offendiamo perché non ricordi un personaggio per di più inventato xD
Siamo contente che il chappy ti piaccia ^_^ Per la gita (anche se in ritardo ^^’’) speriamo che sia andata bene!! ¨(Alla tua fanfic ho già espresso il mio parere, non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo. Grazie della risposta comunque!! NdaCallie/_2ofi).
Alla prossima, ciauuu!!
 
The Raindrop: Che dire, ci lusinghi sempre e comunque!! Che entrata in scena che ha fatto Jed xD
La scena di cosi tante persone su devi divani mi fa sempre sorridere! Ora scoprirai di che film si tratta … Hehe, curiosa?
 A presto!!

 

Ed ora, buona lettura e commentate!!
 
 
 
Quel film era strabello!!
All’inizio alcuni di noi (tra cui me) abbiamo litigato per sceglierne uno. Io optavo per qualcosa di musicale, come “Grease, Footloose, Flashdance”, ma pure “Bluesbrother o addirittura Step up”. Mentre Susett insisteva a voler vedere un film romantico e sdolcinato, come “Baciami ancora, Ghost,” e altri che non sto qui ad elencare perché mi viene la carie solo a pensarci. Naturalmente accoccolata al suo “Tesoruccio”, ma lui sembrava piuttosto annoiato dal suo comportamento. Poi c’era chi non si faceva problemi ed attendeva impaziente l’inizio del film, sommersi da montagne di popcorn e bibite gassate di ogni genere.
Insomma, alla fine le sole due che stressavano eravamo Susett ed io. Come sempre d’altronde.
Però appena era partito il film, abbiamo pensato che non era poi cosi male. Com’era ovvio parlava di calcio e si chiama: Goal!Il protagonista è Santiago Muñez, un ragazzo di origine messicanadalle qualità calcistiche straordinarie. Giunto a Los Angeles da bambino attraversando illegalmente il confine tra Stati Uniti e Messico, vive con il padre, l'anziana nonna e il fratellino. Santiago si guadagna da vivere con lavori semplici e ripone le proprie speranze di realizzazione nel calcio. Durante una partita è notato da un osservatore inglese, che gli propone di trasferirsi in Gran Bretagna per tentare l'avventura nel mondo del calcio professionistico. Nel corso delle analisi mediche per l'ingresso nel club, al fine di non essere respinto, decide di non fare cenno della forma di asma di cui soffre e per la quale è costretto, prima di ogni partita, a ricorrere ad uno spray. All'inizio non riesce a convincere l'allenatore della squadra inglese ad integrarlo in squadra. Dopo varie vicissitudini, con la fiducia dell'allenatore, decide di parlare apertamente del proprio problema. Impressionato il tecnico in modo favorevole, Santiago conquista un posto nella formazione titolare.
Io ero talmente concentrata a guardarmelo tutto che non diedi fastidio per 118 minuti di fila. Un vero record per me.
A fine serata le ciotole erano vuote come le bottiglie, stincate per l’elevata quantità di sale ingerito.
Poi eravamo filati tutti nelle proprie camere. Ora avevo capito perché Jed aveva scelto quel film.
-Insegna molte cose.- spiegò Lexa, mentre si lavava di nuovo i denti. Io la guardai, mentre ero sdraiata di pancia sul mio letto.
-Del tipo?- chiesi toccandomi i capelli. Lei alzò gli occhi al cielo, spense la luce del bagno e mi raggiunse sul mio letto.
-Sei proprio tonta … Insegna che non ci si deve mai arrendere, e che bisogna realizzare i propri sogni. Come Santiago. Lui era messicano, poi è andato illegalmente negli Stati Uniti. Si guadagna da vivere con poco, ma non smette di praticare il calcio e alla fine viene notato da un’inglese.- io la osservavo interessata. L’avevo si visto il film, ma adoravo come me lo spiegava lei. Era riassuntivo e arrivava direttamente al nocciolo della questione.
-Poi, trova un problema, l’asma, ma anche qui supera pian piano il problema. Fiducia,Tenacia e perseveranza … e alla fine è arrivato persino alla Champions. Incredibile.- disse lei, sorridendo. Io mi ripresi.
-Ma se si tratta di determinazione, e tenacia io ne ho fin troppa! Per non parlare della fiducia! Io mi fido della mia squadra e loro si fidano di me! Almeno spero!- dissi, in piedi sul letto.
-Ma sentila … allora domani dobbiamo far vedere a Jed cosa sappiamo fare e cosa abbiamo imparato di nuovo.- disse, o meglio ordinò, mentre s’infilava sotto le sue coperte e stringeva i pugni. Anchio mi ci infilai.
-Ma in realtà il mio “Attacco tornado” con Axel e la tua “Parete di diamante”, le abbiamo fatte una sola volta, e devono essere migliorate ....- biascicai io. Lei sventolò una manina, come a dire “ci penseremo poi domani …” e si addormentò. Anchio chiusi gli occhi, ed aspettai che il sonno mi prese nelle sue docili braccia.
Fu un potente raggio di sole, in pieno volto, a svegliarmi.
-Ma che diavol …- dissi mentre mi misi seduta, stropicciandomi gli occhi. Ora ricordai. La notte scorsa non avevamo chiuso le imposte e quindi il sole aveva libero il passaggio.
Mi alzai dirigendomi in bagno, mi sciacquai la faccia con l’acqua gelida per svegliarmi del tutto. Poi vidi che la sveglia segnava le 8.30 …
Era un po’ presto, per quella volta avrei lasciato dormire ancora un po’ Lexa. Chiusi le imposte, per impedire ai raggi di raggiungere anche la bella addormentata al mare.
Scesi di sotto, per fare colazione. Quel giorno ci sarebbe stata la dimostrazione per Jed.
Ricordai le parole di Mark: “La partita si farà al pomeriggio! Fatevi trovare pronti! Contro chi giocheremo, lo saprete domani!”. Chissà chi avremmo affrontato.
Quando arrivai in cucina, vidi che non ero sola: c’erano già Axel, Shawn, Silvia, Celia,  e Nelly.
Quella Nelly non mi piaceva … nono, proprio per niente.
-Buongiorno ragazzi!!- richiamai la loro attenzione, che un attimo fa era concentrata sull’abbondante colazione a base di: brioche ancora calde, con il ripieno a piacimento tra crema, cioccolato e marmellata di albicocche o ciliegia. Il caldo latte fumante e la frutta. Insomma, una pacchia!
Mi misi seduta proprio in mezzo tra Axel e Shawn. Presi due brioche con il cioccolato e il latte.
-Ciao Callie! Dormito bene?- chiese cordiale Silvia, mentre sorseggiava il suo latte cacao. Tra tutte le ragazze (oltre a Lexa e me) era la più gentile.
-Sisi, grazie Silvia!- da quel che sapevo lei aveva una cotta per Mark, ma lui non se n’era minimamente accorto.
-Come mai già in piedi a quest’ora?- chiese Nelly, mentre leggeva il giornale. Si sentiva importante soltanto perché suo padre era il direttore dalla Raimon Junior High.
Antipatica!
-Perché sono mattiniera.- risposi normalmente, senza note di disprezzo o simpatia. 
-Senti Axel, dovrei chiederti un favore …- domandai fissandolo per qualche secondo.
Lui si voltò, aspettando il mio quesito.
-Oggi, come sai abbiamo la partita di dimostrazione per Jed. Ed io ero intenzionata a fargli vedere il nostro “Attacco tornado”, ma non è perfetta. Per favore, potremmo allenarci questa mattina?- conclusi scrutandolo con il mio sguardo magenta.
-Perché mi chiedi per favore? È ovvio che dobbiamo migliorarci!- disse sorridendo. Anchio ne feci uno socchiudendo gli occhi.
Finimmo lentamente la colazione e poi andammo a prepararci, indossando le divise. Vidi che Lexa non accennava a svegliarsi.
Scesa di sotto vi trovai Axel e Shawn.
-Hey Shawn, adesso cosa fai?- chiesi mentre aprivamo la porta per uscire e raggiungere la spiaggia, ma fermandomi sulla soglia per sentire la sua risposta.
-Ho pensato di fare una leggera corsa, perché?- disse sereno.
-Mha … qualcuno dovrebbe svegliare Lexa, anche lei deve migliorare la sua tecnica micidiale. Avevo pensato che potevi farlo tu, ma dato che vai a correre …- mi interruppe.
-Di sveglio oltre a noi c’è Gazel, e altri suoi compagni. A limite puoi chiederlo a loro.- io annui.
-Vado e torno.- e filai via. Ero davanti alla loro camera e sentivo un chiacchiericcio tranquillo. Bussai.
-Avanti.- era Gazel ad avermi risposto. La camera era enorme, proprio come quella della Zeus, con 11 letti. Mi avvicinai al loro letto e mi sedetti vicino al bianco.
-Ragazzi posso chiedervi un favoruccio?- dissi, dondolando le gambe. Loro annuirono e basta.
-Fra circa … mezz’ora andate a svegliare Lexa? E se inizia a strillarvi addosso, fate qualche commento tra lei e Jude, o lei e Nathan o addirittura tra Jude e Nathan … Huhu, yaoi *//*- loro mi guardavano scioccati. Mi perdevo un po’ troppo nella mia testa.
-Allora?- conclusi, riprendendomi.
-Ok.- dissero semplicemente. Poi riparti, e raggiunsi la spiaggia dove mi aspettava Axel.
-Allora, sei pronta?- chiese con aria di sfida nei miei confronti, con la palla tra i piedi.
-Io sono nata pronta!- e cominciammo a correre verso la porta. Presi velocità, anche lui. Sfrecciavamo veloci quanto il vento. Poi appena in tempo saltammo assieme, nell’area di rigore e eseguimmo la rovesciata, ma io arrivai troppo in basso.
-Attacco torn …- gridò lui, senza terminare. Io ero tornata a terra seguita a ruota da Axel.
-Dai riproviamo.- disse lui, prendendo la palla e lanciandomela al petto. –Provaci tu, magari ci va meglio.- e tornammo a centrocampo.
Riprovammo svariate volte, ma senza risultati. Dopo il sesto tentativo lui mi guardava.
-Insomma! Non sono io che sbaglio.- risposi. –Tu salti troppo in alto!- dissi, accusandolo.
-Ma cosa dici? Sei tu che prendi poco slancio.- ripose con le mani in tasca.
-Canguro! Io non ti raggiungerò mai se fai cosi! Raggiungo solo una certa altezza! Sono brava a calcio, non nel salto in alto!- allora, lui annui.
-Io cercherò di saltare più in basso, ma tu prendi più velocità. Dobbiamo trovare un compromesso per eseguire questa tecnica.- disse calmo.
-Ok, allora rimettiamoci all’opera.- dissi con i pugni verso il cielo.
Ritentando, e ritentando, alla fine riuscimmo a farcela.
-La rovesciata che abbiamo fatto è stata grandiosa! Davvero! Il vento tra i capelli, mi pareva di volare!- dissi sventolando le braccia. Lui sorrise, con un asciugamano intorno al collo e una borraccia in mano, colma di acqua fresca.
-Anchio ho avuto quell’impressione.- poi vidi che stava arrivando qualcuno con i capelli metà blu e viola, dagli occhi rossi e in … pigiama!
-Hahahah! Lexa, perché sei in pigiama?- chiesi io, sghignazzandole rigorosamente in faccia.
-Perché hai mandato dei ragazzi della Diamond Dust a svegliarmi e non l’hai fatto tu, come ogni santa mattina?- chiese lei, trattenendo a stento la rabbia.
-Ho una spiegazione più che ragionevole. Dovevo migliorare la mia tecnica e non potevo moltiplicarmi come Naruto. Quindi ho chiesto a Gazel e alcuni suoi compagni di svegliarti. Cosi potevi allenarti anche te!- dissi io, cercando di spiegarmi.
-Non è per quel motivo.- disse, portandomi lontano dagli altri. Stava tornando Shawn. Ora alla compagnia si erano aggiunti anche Harley e Darren. Per il loro allenamento in acqua.
Li salutai per cercare aiuto.
-Ciao Shawn, Harley, Darren!- dissi, salutando con la mano e cercando di raggiungerli, ma Lexa era pronta e mi placcò.
-Il motivo è … perché hai detto di Nathan e Jude?- chiese furiosa.
-Ma perché non conosco altri metodi per svegliarti in un attimo.- risposi innocua.
-Ok, ma la prossima volta evita!- gridò, tirandomi uno scappellotto in testa. E tornò in appartamento.
Alzai le spalle, e tornai ad allenarmi. Poco dopo arrivò anche Lexa, accompagnata da Eric, Jude Mark, Xavier e Victoria. Strano, di Susett nemmeno l’ombra.
Mi salutarono tutti a parte la multicolore.
-Callie, cos’hai fatto questa volta?- chiese Eric avvicinandosi.
-Ma niente … è lei la permalosa e fa l’offesa. Le passerà come sempre d’altronde. Ormai la conosco.- lui annui.
-Tu la conosci meglio di qualunque altro. Ora scusami ma Lexa mi ha chiesto di allenarla.- e si allontanò.
Verso le 11 tornammo in appartamento per il pranzo e darci una sciacquata.
Nelly, Celia, Silvia e Susett, avevano preparato la pasta al ragù.
-Spero che nella mia porzione, Susett non ci abbia messo del veleno.- dissi preoccupata a Shawn. Lui in risposta rise.
-Ma no dai.- poi arrivò il piatto fumante e iniziammo a mangiare. Era davvero squisita, forse un po’salata ma buona.
Indossavamo già la nostra divisa. Finita la pentola stracolma di pasta (quasi tutti abbiamo fatto il bis) ci ritrovammo in spiaggia per la partita.
Noi eravamo già in campo ed attendavamo i nostri avversari. Chissà chi sarebbe sceso in campo. Mi sarebbe piaciuto fare una partita con quello sbruffone di Torch, ma pure con il freddo Gazel.
-Ragazzi!- ci richiamò Jed –ho deciso contro chi giocherete …
 
 
Contro chi giocheremo?? Credo che lo abbiate già intuito …
Al prossimo, bye-biiiiiiiiii!!


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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Scusateeee ç_ç!!
Per il tremendo ritardo!! Ma è vacanza e magari domani andiamo a Gardaland!! (Yeah! NdaCallie) (Non centra niente -.- NdaLexa).

 
Passiamo alle recensioni:
 
Ninjagirl: Ciaooo!! Prima di tutto speriamo che hai passato una buona pasqua!! Appena leggerai contro chi giocheremo vedrai che capirai tutto Silvia è l’unica che si salva, per ora. Se proverai il metodo di Callie, facci sapere se funzionerà sul serio, ok? Ci contiamo!! Comunque il film “Goal!” esiste veramente! C’è addirittura il secondo e il terzo.
Siamo contente che il chappy ti sia piaciuto!! (Per la recensione, non c’è di che!! Nda_2ofi).
A presto, ciauuu


Michi: Buona pasqua anche se in ritardoOoO!! Non scusarti, ti capiamo. I libri hanno sempre questo effetto anche su di noi xD
(Sulle mie idee, che dire … sono un genio!! NdaCallie)(Modesta .-. NdaLexa).
(Non ti conviene scherzare su questo fatto, Lexa mi ha tenuto il muso per un mese NdaCallie). Ciau ciau
 
The Raindrop: Buona pasqua pure a te!!!! Ora vedrai contro chi giochiamo, e scoprirai che non era difficile da indovinare xD
Per il film … è il primo che ci è venuto in mente ^^’’
Axel è Axel, mentre Shawn *O*
Credo che ci siamo capite ;D
(Tralasciamo il dettaglio che io non sopporto Nelly. Sotto sotto c’è un motivo ma non lo dico altrimenti SPOILER Nda_2ofi)
Alla prossima!!!

 

Ed ora buona lettura e commentate!!!
 

Ed ora buona lettura e commentate!!!
 

Ero seduta ad un tavolo bianco come la neve, circondata da bambole di porcellana, quelle che mia madre mi aveva obbligata a collezionare, anche se poi io, di nascosto, collezionavo maglie dei migliori giocatori di calcio di tutto il mondo e di tutta la storia.. Fatto sta che proprio mentre tutte le bambole sparivano. Una scossa di terremoto fece vibrare tutta la casa, mi nascosi sotto il tavolo..
Il terremoto si fermò ma io non usci da sotto il tavolo.

 

Poi delle voci presero a parlare.
-Lexa?- fece la voce fredda di Gazel.
Cosa ci faceva nel mio sogno?
-Dite che dobbiamo usare “il metodo Callie”?- fece una voce maschile diversa dalla sua
-Provo…- disse di nuovo Gazel.
-Si prova. Ma io me ne vado. Ha detto che poteva aggredirci.-
-Non fare il latt.. Se n’è già andato..-
Sentii dei passi avvicinarsi, io ero ancora sotto il tavolo.
-Senti Lexa, non vorrei allarmarti.. Ma vedi ci sono Jude e Nathan che … ballano un tango.. Nathan ha i capelli sciolti lungo la schiena e una rosa in bocca..-
-CHE COSA?!- dissi io tirandomi a sedere velocissima.
Gazel era alla destra del letto e mi guardava stranito.
-Idea di Callie.- disse semplicemente.
Ero un po’ persa nei miei pensieri. Ma poi mi ripresi.
Saltai giù dal letto m’infilai le scarpe che c’erano li e mi precipitai di sotto.
-Buon..- fece Nathan, ma non lo degnai di mezzo sguardo.
Callie, Callie, Callie. Questa è la volta che io ti ammazzo!
Avevo ancora i capelli sciolti che si muovevano liberi insieme ai miei movimenti rapidi e frettolosi. Raggiunsi poco dopo la spiaggia e vidi Callie che sghignazzava.
-Hahahah! Lexa, perché si in pigiama?- mi chiese lei sghignazzando ancora.
-Perché hai mandato dei ragazzi della Diamond Dust a svegliarmi e non l’hai fatto tu, come ogni santa mattina?- chiesi io trattenendo a stento la rabbia.
-Ho una spiegazione più che ragionevole. Dovevo migliorare la mia tecnica e non potevo moltiplicarmi come Naruto... Quindi ho chiesto a Gazel e alcuni suoi compagni di svegliarti. Cosi potevi allentarti anche te!- disse gesticolando inutilmente. Dobe …
-Non è per quel motivo.- dissi tra i denti mentre la trascinavo lontano dagli altri.
Vidi con la coda dell’occhio che Shawn,Harley e Darren stavano arrivando e capi subito che Callie voleva andare a salutarli.
-Ciao Shawn, Harley, Darren!- disse lei salutandoli con e avanzando per raggiungerli ma io la placcai appena in tempo.
-Il motivo è.. Perché hai detto di Nathan e Jude?- chiesi io furiosa.
-Ma perché non conosco altri metodi per svegliarti in un attimo.- disse lei facendo la povera bimba che prima mangia tutta la marmellata e poi nasconde le manine sporche dietro la schiena. Ma che cosa stavo andando a pensare?!
-Ok, ma la prossima volta evita!- gridai tirandole uno scappellotto in testa e tornandomene rabbiosa verso l’appartamento.
Quando ci entrai la prima cosa che feci fu quella di andare a cambiarmi. Ero uscita in pigiama!
Tornai giù in divisa. Dove avevo messo gli elastici?
Cercai ovunque, persino dove non ero stata.
-Cerchi qualcosa?- chiesa Nathan piombando all’improvviso.
-Oh, che spavento.. Si, non trovo i miei elastici, ero sicura di averli lasciti in camera.. Invece non ci sono. Il bello è che ne ho portati molti da casa..- Dissi pensando a dove li avevo ficcati, se scoprivo che era una bravata di Callie..
-Non c’è problema, te li presto io.- disse sorridendo.
-Oh, grazie.- feci io mentre lui mi faceva strada verso la loro stanza.
Andò in quello che doveva essere il suo comodino e ne tirò fuori due elastici arancioni fluo.
-Ecco tieni.. Ma comunque.. Stai bene anche con i capelli sciolti.- disse prima di andarsene.
-Grazie..- sussurrai io un pochino imbarazzata uscendo da li.
Andai in camera e mi pettina, poi mi fissai allo specchio. Era vero, non stavo cosi male con i capelli sciolti.. Ma poi la sabbia si incrostava, il sudore appiccicoso li appiccicava tutti assieme, e quindi erano molto più comodi legati.
Li legai nei miei soliti codini e scesi per prendere qualcosa da mangiare.
Al tavolo c’erano seduti Mark, Jude, Eric, Xavier e la mia “carissima amica” Victoria.
-Buon giorno Lexa!- fece Mark mentre divorava una brioche al cioccolato.
-Buon giorno a voi, Mark, Jude, Eric e Xavier!- dissi sedendomi al mio posto e prendendo una briosce.
Avevo dimenticato di salutare qualcuno? No perché sul volto della rossa c’era uno sguardo omicida. Le risposi con un sorrisino arrogante.
-Allora Lexa, pensi di allenarti ancora con David?- fece Eric bevendo dalla sua tazza, il latte contenuto.
-No, devo vedere con chi posso allenarmi, la mia tecnica ha ancora molti punti deboli, ma anche quella di David ne ha un paio, e quindi ora non mi può più aiutare.- dissi staccando un pezzo di briosce.. Mhh.. Era al cioccolato..
-Posso aiutarti io se vuoi.- fece Eric sorridendo.
-Grazie Eric.- dissi io facendo un sorriso sghembo.
-Ragazzi è meglio muoversi.. Oggi ci sarà la partita e dobbiamo allenarci molto, nessuno sa ancora contro chi giocheremo, quindi forza!- disse Mark alzandosi.
Io appoggia la mia brioche sul piccolo piattino che c’era li, come tutte le mattine e mi alzai.
-Potevi finirla la brioche.- disse Jude mentre Mark si allontanava.
-Non ho mai fame la mattina! Alzatevi che dobbiamo allenarci.- dissi io tirando Jude per il mantello.
-Ok, ho capito.- disse appoggiando il suo tè.
-Daii!- dissi continuando a tirare. Victoria era a bocca aperta mentre Xavier si affrettava alla porta di uscita.
-Lexa mi sono alzato.- dissi Jude mentre io tenevo ancora un angolo del suo mantello.
-Scusa.- dissi mollandolo frettolosamente.
-Niente.-
-Non me ne sono accorta.-
-Niente.-
-Bene.-
-Dai andiamo.- concludendo quel botta risposta imbarazzante.
-Eric?- fece Jude girandosi verso di lui.
-Si andiamo.- fece raggiungendoci. Poi uscimmo.
Ho dimenticato ancora qualcuno?
Victoria ci raggiunse correndo.
-Che persona bacata..- dissi sottovoce.
-Hai qualcosa da dire?- fece lei sbucando da dietro le mie spalle.
-No, o almeno non a te.- dissi accelerando il passo verso Mark e Xavier.
-Mark! Arriviamo!- dissi io.
Pochi secondi dopo li avevamo raggiunti.
-Eric dov’è la tua amata?- dissi io affiancandomi a lui.
-Bho!- fece sorridendo.
-È strano vedere che non sta con te.-
-Ma per fortuna ogni tanto ho un po’ d’aria!- sorrise ancora.
Arrivammo dove c’erano tutti, pure Callie. Mhh... Quanto ero arrabbiata con lei!
Tutti la salutarono, ma io no.
-Callie, cos’hai fatto questa volta?- le chiese Eric avvicinandosi a lei.
-Ma niente. È lei la permalosa e fa l’offesa. Le passerà come sempre. Ormai la conosco.- lui annui.
In questo momento vorrei avere una freccia luminosa che m’indichi con la scritta : Io sono qui!
-Tu la conosci meglio di chiunque altro. Ora scusami ma Lexa mi ha chiesto di allenarla.- mi raggiunse e ci allontanammo dal gruppo.
-L’attacco che farò adesso non è uno dei più forti della nostra squadra né di tutte quelle che abbiamo incontrato, ma devo dire che ha precisione e potenza, e non sono poi cosi semplice da respingere.- disse lui mentre appoggiava un pallone sotto i suoi piedi.
Andò di qualche metro in dietro e poi prese a correre verso di me. Quando fu abbastanza vicino disse: -Calcio a spirale!-
La palla venne come schiacciata al suolo e poi innalzata in aria, dopo di che venne calciata verso di me, facendo uno stranissimo movimento.. Una spirale.
-Parete di diamante!- dissi io pestando i piedi uno alla volta per terra.
La mia parete si alzò e la palla si fermò, non credevo fosse cosi facile.
Riprovammo e la maggior parte delle volte io riuscivo a fermare la palla.
Erano le 11 e noi venimmo richiamati nell’appartamento per mangiare e lavarci.
Il pasto non era affatto tranquillo. Jed scrutava ognuno di noi come se ci leggesse le anime, io sudavo anche stando ferma. Mi sentivo i suoi occhi puntati addosso.
Decisi che non avrei mangiato e allora mi alzai.
Andai a sedermi sul divano, tanto la rinfrescata me la ero già data.
-Dovresti mangiare qualcosa.- fece Xavier, sedendosi accanto a me.
-Non mi ero accorta che eri qui.- risposi.
-Di la c’è troppa tensione, non si respira quasi.- disse lui offrendomi quella che era una coscia di pollo avvolta nella carta.
-Grazie.- dissi io sorridendo.
Non avrei mai creduto che Xavier fosse un tipo gentile, voglio dire, non pensavo fosse uno come Gazel, o come Torch, ma nemmeno uno che si interessa degli altri, lo immaginavo più distaccato, invece se c’è un problema.. Bhé lui non si dispiace a dare una mano, o almeno da quello che mi sembrava.
-Hey Lexa perc... O scusate, non volevo interrompere.- fece freddo Nathan.
-Comunque ho osservato molti cambiamenti in Callie, devo dire che ce la sta mettendo tutta.- disse lui mangiando un’altra coscia.
-Si, è davvero in gamba.- dissi io mentre scannavo quella che un tempo era una coscia.
-Hey ragazzi!- fece Harley mentre si aggiungeva a noi.
-Ciao Harley! Allora sei pronto?- feci io sorridendogli.
-Si certo sorella, io sono sempre pronto!- dissi facendo un sorriso luminoso e socchiudendo un occhio.
-Perfetto.- dissi alzandomi per buttare la coscia di pollo. O meglio, l’osso.
Andai in quella cucina per buttare l’osso e ci trovai le.. Come posso chiamarle.. Le “cose” che cucinavano.
-Ciao Lexa!- fece Celia sorridendomi.
-Si.. Ciao Celia!- mi stavo davvero sforzando per non saltarle addosso e picchiarla fino allo sfinimento.
-Allora sei pronta per la partita?- disse Silvia girandosi mentre asciugava un piatto.
-Certo che lo sono.- dissi io sorridendole. Callie aveva proprio ragione, lei era forse l’unica che non se la tirava solo perché aveva degli amici, o il fratello, che giocavano a calcio.
-Speriamo che non perdiate.- disse Nelly.
-Callie ed io ci siamo impegnate molto, abbiamo dato tanto..- feci rivolta a Nelly.
-Si ma a volte non basta.-  fece lei girandosi verso di me
-Cosa stai cercando di dirmi? Che non siamo all’altezza forse?-
-No, solo che anche quando si da il massimo, a volte non basta.-
-Non è vero! È solo se si da massimo che si riesce in quello che si vuole! Callie ha lavorato tutta la mattina con Axel per migliorare il suo tiro, io ho lavorato con David e con Eric, e siamo andate avanti, ma tu non puoi capire. Infondo non fai altro che dire alla squadra quello che deve o non deve fare, senza mai sudare una goccia.. Quindi fammi il favore di non interferire dove non sai niente..- dissi  e uscii dalla porta.
Quelli che c’erano seduti al tavolo, o meglio quelli che erano rimasti, mi guardavano scioccati.
-Non voglio sentire una parola. E poi è ora.- dissi io a Mark.
Arrivammo in spiaggia dove Jed ci attendeva.
-Ragazzi! Ho deciso contro chi giocherete..-
Si sentiva la tensione nell’aria..
-E basta con la suspance!- fece Callie sorridendo.
-Hai ragione, giocherete contro la Chaos.- disse lui invitando con un cenno della mano la squadra.
-Come già sapete, la Chaos è un miscuglio tra due squadre, la Diamond Dust e la Prominence, dove i capitani sono nella prima squadra Gazel e nella seconda Torch, sotto accordo è stato deciso che il capitano della squadra è Torch, ma questo poco importa. Sapete bene quanto questa squadra sia forte, quindi darete il massimo. Via hai vostri posti, tra poco si inizia, il campo è il 6, quello vicino alla costa, avete trenta minuti per riscaldarvi e poi si parte.- e con questo chiuse il discorso.
-Dimmi un po’ Jude, avete già affrontato la Chaos?- chiesi curiosa.
-Si, ed è veramente forte. Tieniti pronta.- disse lui serissimo.
-Shiii non vedevo l’ora di sfidare uno di voi due, ma non avrei mai creduto che avrei potuto sfidarvi entrambi.. Nella stessa partita..- disse Callie con una voce da idiota.
-Hey Callie..- dissi avvicinandomi a lei, a Gazel e a Torch.
-Ciao bella addormentata nel bosco.- disse Torch arrogante.
-Ciao.- dissi facendo finta di niente. Ci rimase un po’ male, ma da li non la smise più di chiamarmi cosi.. E poi accennava a qualche Nathan.. Jude.. Oppure a qualche capelli blu e occhialetti.. Mentre io mi ripetevo, per tutto il “viaggio”, ovvero per arrivare al campo 6, stai calma Lexa. Respira e concentrati.. Non perdere la calma.. Non ti importa minimamente quello che dice, non dargli corda. Calmati..
Odiavo dover tenere la rabbia d’entro, ma magari mi avrebbe aiutata con la partita.. Chi lo sa.
Anche durante il riscaldamento la nostra squadra era molto tesa, nessuno si stava concentrando davvero sull’allenamento. Io non sapevo a cosa stavamo andando in contro.. Ma..
-Hey Callie..- dissi io sorridendole.
-Vedi che il buon umore ti è tornato?!- disse lei rispondendo al sorriso.
-Si avevi ragione.. Ma senti, cosa sai della Chaos?- chiesi mentre iniziammo a correre intorno al campo con passo fin troppo lento.
-Bhè so che è quella più forte, credo.. Non mi hanno spiegato molto. E so che hanno una tecnica speciale molto potente. Non so altro.- disse lei.
-Ok..- perfetto.. Non potevo attaccarmi a niente per capire il loro modo di gioco.
-Come mia ti interessa?- chiese lei.
-Che domande sono?!-
-No perché di solito aspetti e controlli di persona.-
-Si ma non conoscono niente di questa squadra.-
-Capisco!-
E continuammo a correre per tre volte intorno al campo.
Ci fermammo e scaldammo anche le braccia.
-Ok ragazzi! In campo!- fece Jed arrivando.
Mark ci richiamò in un cerchio. Come sempre io avevo preso il posto di Jack e Callie quello di Victoria.
-Bene ragazzi. Sappiamo tutti, o quasi, quanto è forte la Chaos, ma non possiamo perdere! Quindi diamo il massimo. Ce la possiamo fare!!- disse e ci allontanammo tutti.
Il fischio di inizio partita suonò.
Osservai un po’ la formazione della squadra avversaria.
Gazel e Torch sono gli attaccanti.. E quindi la loro tecnica micidiale è una d’attacco.
In porta c’era un tipo stranissimo.. Ma che era quello? Aveva una specie di maschera.. E sembrava anche pelato con i capelli solo da una parte.. Disgustoso.
Torch non aspettò molto prima di provare la prima volta a segnare.
Saltai e la presi con la pancia, il tiro era fin troppo debole, ci metteva alla prova.. Stupido ragazzino arrogante.
-Jude!- dissi alzando la palla e tirandola nella sua direzione.
Lui iniziò a correre verso la porta avversaria, quando fu li passo la palla a Eric.
Lui provò con la tecnica che aveva usato con me, ma falli, finendo in mano al portiere.
-Accidenti..- dissi io.
Troppo debole come tecnica.
Ripartirono subito e Nathan si spostò di qualche passo in avanti.
Era Gazel ora che tentava di attaccare.
Nathan, non so davvero in che modo, gli rubò la palla.
Davanti a lui si piazzo un tipo dai capelli verdi scuri e una specie di maschera.
-Scatto serpentino.- in un attimo Nathan lo aveva scartato, era forse il più veloce tra noi, anche perché lui prima faceva parte della squadra di atletica ed anche li era il più veloce, almeno cosi avevo sentito dire.
La partita continuò cosi per almeno dieci minuti.
Poi la palla venne nella nostra direzione.
Guardai Nathan di sfuggita.
Non so di preciso cosi ci prese.. Fatto sta..
Tutti e due ci voltammo dandoci di schiena e facemmo un Flick-flack ritrovandoci le postazioni al rovescio.
La palla non passo oltre.
Io tornai alla mia postazione e Nathan alla sua e nel mezzo ci battemmo il cinque.
-Grande!- disse lui.
-Grazie anche te!-
La palla andò nelle mai di Mark che con un potente calcio la mandò ad Axel e Callie.
Ma non fecero in tempo a fare la loro tecnica, perché qualcuno suonò il fine primo tempo..
Ma come? Di già?
Andammo a sederci e i nostri compagni si complimentarono con noi.
-Lexa, Nathan, questa cosa.. Quella tecnica.. Wow! Era davvero forte!- disse Callie saltandoci praticamente addosso.
-Grazie Callie!- fece lui sorridendo.
Io mi scostai ed andai a prendere da bere.
-Visto che anche te sei migliorata?- fece Jed comparendo dal nulla e facendomi sputare l’acqua che avevo in bocca e tossire quattro volte.
-Che spavento. Grazie Jed, ma non hai ancora visto niente, aspetta che Callie abbia la sua possibilità, e fidati, rimarrai scioccato.- dissi prendendo da bere.
-Hey Lexa!- disse Nathan.
-Si?-
-Vieni, Willi sta cercando il nome per la nostra tecnica.- disse lui.
Chiusi la borraccia e lo seguii.
-Che ne dite di Flick-Flack protettivo?- chiese lui toccandosi gli occhiali per tirarli su sul naso.
-Per me va bene! Nathan?- dissi io chiedendo il suo accordo.
-Si anche per me.- disse lui sorridendo.
Il fischio di secondo tempo riprese dopo.
Eravamo pronti.
Forza Callie, fai vedere a tutti chi sei e di cosa sei capace.. Puoi farcela!
 
 
Haha come siamo cattive a staccare cosii!! Be vi attendiamo al prossimo!!
Bye-biiiii ;D
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Salve a tutti!! Siamo tornate con un nuovo capitolo!!
Ringraziamo tutti coloro che leggono e chi recensisce!
 
 
Buona lettura e commentate!!





Rientrammo in campo, dopo aver udito il fischio d’inizio partita.
Il primo tempo era passato più veloce della luce. E Axel ed io non eravamo riusciti a irrompere nella difesa della Chaos. Ma anche la nostra difesa, dava del filo da torcere agli avversari.
Insomma, eravamo pari. Lexa aveva dato prova della sua abilità eseguendo non la “Parete di diamante” ma creando addirittura una nuova tecnica, il “Flick Flack difensivo”. Davvero straordinario. Ma adesso più che mai ero determinata a far vedere di cosa ero capace.
Era nostra la palla. Axel parti direttamente in attacco, ma fu bloccato da una “Scivolata di fuoco”, schivata, e subito dopo da una “Scivolata di ghiaccio”, ma passò pure questa. Avevo sentito che quella strategia, l’avevano adottata anche nella loro prima partita. Ma sapevo che non era ancora finita, anzi.
Ormai era nell’area di rigore. Prese velocità per poi creare un gigantesco mostro fatto di fuoco, saltare sulle sue mani ed eseguire un’incredibile rotazione gridando:
-Tormenta di Fuoco!!- la palla era come impazzita. Ma il portiere della Chaos fu sveltissimo. La parò come nulla.
-Tutto qui quello che sapete fare?- disse quel portiere disgustoso.
-Accidenti!- disse Axel, poi si rivolse verso di me –Al prossimo contropiede eseguiamo la nostra tecnica.- mi ordinò correndo in difesa. Io annui. E corsi indietro. Vidi che i centro campisti della Chaos presero possesso palla, mentre Gazel e Torch si scambiavano uno sguardo d’intesa, prima di partire come schegge verso la nostra porta. Nathan e Lexa, oltre ad Harley, Jack e altri giocatori non fecero in tempo ad effettuare nessuna tecnica per difendersi che furono sorpassati.
Poi i due, opposti, si alzarono in cielo. Gazel, con la gamba circondata da ghiaccio e Torch, con la gamba circondata da fuoco, poi calciano la palla, gridando:
-Ghiaccio di fuoco!!- era straordinario come ghiaccio, e fuoco potessero combinarsi in quel modo. Mark in risposta al loro attacco, gridò:
-Mano del Colosso!!- dietro di lui apparve un omone tutto d’oro. Nel primo momento la mano era resistente, ma pochi minuti dopo il “ghiaccio di fuoco” si riprese ed entro in rete. Erano passati in vantaggio! Dovevamo pareggiare per poi aumentare la distanza.
-Cavolo!- gridò Mark, rivolto al bianco e al rosso –è diventata potentissima la vostra mossa!- disse, tenendo la palla recuperata, tra le mani.
-Cosa credi, che dopo averci battuto, ci siamo depressi senza fare progressi?- rispose Torch sprezzante.
-Fa rima!- dissi indicandolo. Non ci fu nessuna reazione.
-Ci siamo allenati fino a non reggerci più in piedi ed attendendo la rivincita. Che finalmente è arrivata.-continuò Gazel, sorridendo appena arrogante. Poi tornarono ai loro posti.
-Ragazzi! Non scoraggiamoci! D’ora in poi passiamo la palla sempre a Callie, Axel o Shawn. Tentiamole tutte!!- disse Mark, con il pugno verso il cielo, aumentando il morale della squadra.
La partita riprese normale. Con qualche contrattacco da tutte due le parti. Ma il momento migliore arrivò verso la fine. Mancavano ormai 5 minuti ed eravamo bloccati allo 0-1.
Poi successe. Toccai la palla con la punta del piede, ma ero stata fermata da una giocatrice poco prima della porta: una ragazzina dai capelli blu con due fermagli gialli, e innocenti occhi blu.
-Non ti lascerò passare!!- grido lei. Io la guardai curiosa poi fermando il pallone tra le mie gambe le porsi la mano e le chiesi:
-Piacere Callie Lee!! E tu come ti chiami?- lei mi guardava stranita.
-P-piacere io sono Clara Kurakake.- e mi porse anche lei la mano. Iniziai a scuoterla fortissimo e me ne pentii.
-Scusa! Hehe.- mi scusai imbarazzata. Poi senti qualcosa colpirmi, e la vidi: una scarpa.
-Chi è quel deficiente che tira scarpe? Non sapete che è pericoloso?- dissi, prendendola per le stringhe e guardando tutti scocciata.
-Sono stata io! Chi altri senno??- disse la voce di Lexa. –Ti sembra il momento di socializzare? Stiamo nel bel mezzo di una partita!- rispose, dall’altra parte del campo.
-O senti! Ogni momento è propenso a far amicizia! Shnak!- le dissi.
-Dobe!- grido furiosa. Lei mi lanciò pure la seconda, rimanendo in calzini blu. Questa volta la schivai.
-Che tiri potenti! Dovresti giocare a baseball, non a calcio!- sghignazzai fra me e me.
In panchina …
-O Callie …- disse Jed scompigliandosi i capelli disperato. Mentre due giocatori della Royal si avvicinavano.
-Ma fa sempre cosi?- chiesi Joe, mentre David era dietro di lui.
-Dipende dai momenti …- si fermò. - A volte è anche peggio.-terminò in uno sbuffo Jed.
Joe sorrise e David si mise una mano tra i capelli argentati.
Tornando al campo …
-Allora giochiamo a calcio o preferite fare la lotta libera?- chiese Torch, con le mani sui fianchi. Mentre Lexa riprese le sue scarpe infilandosele ai piedi, seduta sulla sabbia.
-Calcioooo!!- gridai io. –E comunque è stata lei ad allungare, io mi sarei solo presentata e basta.-
-Basta. Riprendete il gioco.- ci sgrido l’allenatrice.
Il gioco riprese dalla nostra ultima azione. Ero ormai in area rigore con Axel accanto, voltai lo sguardo e vidi Jed che mi osservava e anche … Joe! Era il mio momento.
Ci lanciammo in aria, per fare la tecnica. Ci riuscimmo.
-Attacco tornado!- urlammo assieme. La palla varco la rete in un baleno.
-Abbiamo segnato! Abbiamo segnato!- gridavo io per tutto il campo. Mentre il fischio di fine partita rimbombava nell’aria.  Andai verso la panchina.
-Allora, ti basta come dimostrazione?- chiesi presuntuosa, osservando di sottecchi Joe. Jed era serio e mi rispose secco.
-Puoi fare di più.- e torno ad osservare il campo. Rimasi male. Mi allontanai abbattuta. Che cosa potevo fare di più? La mia nuova tecnica l’avevo fatta, e anche con successo. Non capivo. Andai a sedermi da sola (Strano, anzi stranissimo NdaLexa). Un attimo dopo fui accerchiata dai ragazzi.
-Che hai Callie?-chiese Jordan, inginocchiandomi di fronte a me.
-Nulla. È che Jed mi ha detto che posso fare di più.- dissi fissando a terra. Poi senti dei passi avvicinarsi.
-Certo che puoi fare di più.- disse una voce pastosa. Quando alzai lo sguardo incrociai quelli blu di Joseph.
-H-ha, ciao Joe.- dissi imbarazzata. Poi il viso di Jordan scomparve, come tutti gli altri. Eravamo soli: oddeo!!
Mi alzai per educazione. Accidenti se era alto!
-Tu puoi creare qualcosa di più potente.- disse di nuovo lui.
-Non lo so … non ne sono sicura. Quando ho fatto per la prima volta “attacco tornado”  ho percepito una strana sensazione che mi ha fatto capire che ero pronta. Ma ora non provo nulla ...- lui mi scrutava. Che bello ... Ma che cosa andavo a pensare? Arrossi.
-Senti, quella sensazione è diversa perché si tratta di una tecnica di coppia. Mentre individualmente, bé … non so descriverla nemmeno io.- sorride. –Almeno provaci, buttati. Tutti credono in te. Io compreso- disse lui.
-Ci proverò.- dissi gentile. Poi andai verso la mia squadra.
-Raimon, vi concediamo un tempo supplementare. Cercate di sorprenderci.- disse Torch. Io annui senza controbattere.
Ci ritrovammo in campo subito dopo. Questa volta la palla era dagli avversari. Con il fischio d’inizio, parti il mio conto alla rovescia, ovvero la mia ultima possibilità di far vedere di cosa ero capace a Jed.
Erano subito nella nostra parte ma Jude la rubò con facilità eseguendo la “Grande illusione”. Poi la passò a me e parti in contropiede, sola.
La sentivo. La forza della fiducia dei miei compagni nei miei confronti. Potevo farcela. Mi trovai davanti alla porta con i difensori che mi osservavano. Li avevo superati con una facilità che mi sorprese.
Poi mi ritrovai a calciare una pallonata che presto formò un mio clone, proprio cosi, ma il contrario di me: occhi neri e capelli magenta. Poi istintivamente urlai:
-Clone di Callie!- il mio clone corse incontro il portiere con espressione indifferente, mentre la palla era dietro di lei. Il portiere sicuro di pararla gridò:
-Pugno infuocato!- creandone uno gigantesco. Ma la clone, distrusse la sua tecnica buttandosi letteralmente contro dando libero il passaggio alla palla. Segnai.
-Evvai!! Il mio clone è un grande!!!- dissi. Poi Jed, con il sorriso sulle labbra, chiuse la partita.
-Ma come!- contesto Torch. Poi fui sommersa dai ragazzi. Chi mi tirava le guance, chi mi dava le mani, chi mi accarezzava un po’troppo violentemente.
Ma riuscì a svignarmela. Poi fuori dalla massa vidi Jed.
-Vedi che avevo ragione?- disse lui. Io gli sorrisi e lo abbracciai.
Poi se ne andò e mi trovai li davanti Joe. Mi avvicinai, prima che potesse farlo lui. Poi gli schioccai un bacio sulla guancia, mormorando un leggerissimo “grazie”. E me ne andai rossissima in volto. Mentre lui era rimasto scioccato dalla mia azione.



Che colpo di scena gente!! A prestoo 

 
 
 
 
  

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Scusateciiiii!!!! Siamo veramente mortificate per il tremendo ritardo! Ringraziamo tutti coloro che commentano e leggono.
Buona lettura e commentate!!

 
 
 
 
Mi lasciai cadere pesantemente al suolo dopo aver fatto i miei complimenti a Callie.
“sono sfinita..” pensai socchiudendo gli occhi. Ma prima che potessi chiuderli del tutto vidi una freccia rossissima schizzarmi davanti.
Mi alzai scioccata nel vedere che Callie stava girando in tondo, rossa in viso come un pomodoro.
-Callie?- chiesi diverse volte, poi mi vidi costretta a farle lo sgambetto per farla fermare. Si schiantò con un rumoroso suono al suolo.
-Finalmente ti sei fermata.. Perché sembra che al posto della testa hai un pomodoro?- chiesi arrogante.
-Hehe..- fece lei imbarazzata.
-Che hai fatto?- chiesi preoccupata.
-HodatounbacinosullaguanciaaJoe!- fece tutta elettrizzata.
-Ah.- dissi io scioccata.
Lei non rispose.
Ci misi un attimo. Ma poi la mia reazione fu incontrollabile.
-HAHAHAHAHAHAHA!- dissi piegandomi in due dalle risate. Avevo le lacrime agli occhi.
-Smettila Lexa!- disse lei avvampando ancora di più.
-Non.. Non ci riesco! Mi sto immaginando la scena!HAHAHAH!- caddi di schiena per il tanto ridere e mi rotolai nell’erba.
-LEXA!!- disse lei frustrata.
Mi rialzai componendomi.
-Ok ci sono..- dissi a occhi chiusi il più seria possibile.
Ma quando aprii gli occhi e vidi la sua faccia imbronciata ma ancora rossa ripresi a ridere!
-Lexa!- disse lei iniziando a rincorrermi.
-HAHA..- dissi io voltandomi in dietro.
BUMH!
Mi scontrai frontalmente con qualcuno e poi caddi all’indietro per il colpo picchiando il sedere violentemente a terra, alzai gli occhi ed era il SUO AMATO JOE.
Non ce la feci più iniziai a ridere ed avere mal di pancia.
Feci cadere la testa all’indietro dalle risate mentre Joe e Callie mi guardavano scioccatissimi.
-Mi.. Mi chiedo.. Chi sia il più rosso tra voi due!- dissi io tenendo a stento le risate.
-Oh Lexa.. Ora farai meglio a correre.. Se ti prendo!- disse di nuovo Callie, e una fiamma si accese nei suoi occhi magenta.
-Oh cavolo.- dissi io alzandomi in piedi e cercando un nascondiglio.
Notai Jude li davanti a me che stava avendo una discussione con Jed..
Mi nascosi dietro le sue spalle.
-Cosa state facendo?- chiese Jed ormai abituato a ciò.
-Judeee nascondimiiii Callie mi vuole picchiare!!- dissi io nascondendomi sempre di più dietro lui.
Lui si mise una mano in testa, esasperato.
-Lexa quello non è il mantello dell’invisibilità di Harry Potter!- disse Callie prendendomi per un codino.
-Hai hai hai!- dissi io ridendo ancora.
-Callie, la smetto promesso!- dissi io seria.
-Ok..- e mollo la presa. Entrambe tornammo da Jed.
-Finita la crisi bambinosa?- chiese lui fissandoci.
-Si fratellone!- dicemmo io e Callie all’uniscono.
-Dobbiamo parlare.- fece lui trascinandoci via.
Arrivammo dietro la porta e ci sedemmo al suolo.
-Ragazze siete migliorate un sacco, Mark ha fatto la scelta giusta, con voi la squadra non più che migliorare, sono molto fiero di voi, siete molto brave.- disse lui.
-Grazie Jed!- ancora assieme.
-Ma..- fece lui.
-Ma non ci batterai mai!- feci io alzandomi in piedi.
-Lexa non ho finito!- disse lui sorridendo.
-Tanto non ci batteresti comunque!- fece Callie.
-Hey Mark! Palla!- disse lui.
-Ecco a voi!- dissi Mark mentre ci mandava una palla.
-Vediamo!- fece Jed iniziando a correre ovunque.
Gli rubammo palla un bel po’ di volte, ma la meglio la ebbe lui.
Rientrammo sfiniti, tutti noi, Raimon e Chaos, in appartamento.
Ci abbuffammo fino ad aver mal di pancia e poi andammo a fare una doccia.
-Ragazze!- disse una voce di fuori..
-È Bayron!- disse Callie andando ad aprire. Tanto entrambe avevamo addosso il trenning, io avevo persino asciugato i miei lunghi capelli, lasciandoli sciolti la notte, se no si rovinavano.
-Giù la gente vuole vedere un altro film. Ma questa volta è d’horror. Venite?- chiese lui con un sorrisino malefico.
-Bhè ecco..- fece lei
Callie non amava i film horror, ma a me piacevano e noi dovevamo far vedere che non eravamo come Susette.
-Certo che veniamo! Non abbiamo paura!- dissi io trascinando Callie fino in fondo alle scale.
-Ma Lexa veramente io un po’ si..- disse lei sottovoce.
-Ti siedi vicino al tuo amato e se hai paura lo stringi forte forte!- risi io.
-Smettila teme!- disse lei arrossendo.
-Ciao!- fece Mark quando arrivammo in fondo alle scale.
-Abbiamo optato per questo.- disse mostrandomi il dvd.
-“Non aprite quella porta” già visto! Ma è carino, va bene!- dissi prendendo posto in mezzo a Nathan e Jude.
Il film partì e ogni tanto si sentiva un gridolino soffocato, che nessuno capiva da dove veniva, ma io lo sapevo bene.
-Buona notte!- dicemmo Callie ed io prima di tornare in camera. Callie si guardava attorno agitata.
-Callie, mettiti in testa che non c’è nessun tipo di mostro deforme che uscirà da un momento all’altro con una motosega in mano a squartarti e a mangiare le tue budella come fossero pesciolini findus!- dissi io serissima.
-Ma cosa credi? Che io abbia paura?- disse lei sottovoce.
-No, certo che no.- dissi ridendo.
Corsi in camera lasciandola da sola e poi spensi la luce del corridoio.
-Lexa!- disse lei andando a sbattere da qualche parte.
Riaccesi la luce e la vidi appiccicata al muro.
-Dai dobe, muoviti!- dissi e mi misi in pigiama.
Mi intrufolai sotto le coperte e chiusi gli occhi.
Poi un frastuono. Un mobile che si spostava.
-Cosa stai facendo?- dissi voltandomi verso Callie che stava spingendo il letto più vicino al mio, fino a che i fianchi di entrambi i letti non si congiunsero.
-E questo vuol dire non aver paura?- chiesi sarcastica.
-Ma cosa dici!! Vuol dire solo volerti tanto bene!- disse infilandosi sotto le coperte. Io spensi la lucina che avevo lasciato acceso.
-Senti Lexa.. Non è che potresti lasciare la luce accesa?- chiese lei in un sussurro.
-Certo.- riaccesi la lucina e chiusi gli occhi.
 
La mattina mi svegliarono due mani fredde.
-Callie..- dissi girandomi dall’altra parte.
-Ma io non sono Callie!- fece lei con una vociona possente.
-Si e io sono la regina Elisabetta.. Dobe smettila!- dissi girandomi e aprendo gli occhi.
-Ma come fai a sapere che sono io?- disse lei mettendo il broncio.
-Perché sei l’unica che ha il coraggio di svegliarmi alla mattina.-  dissi alzandomi in piedi.
Andai in bagno per prepararmi a scendere. Pettinai i capelli, mi lavai la faccia e mi misi un trenning blu scuro di quella stoffa orribile scivolosa e una maglietta nera.
-Andiamo a fare colazione?- dissi affamata.
-Shiiii!- gridò lei, molto probabilmente più affamata di me.
Scendemmo lentamente, cioè, lei scese molto più veloce di me, ma insomma era mattina. Mi ero scordata di fare i codini e quindi i capelli mi ballavano intorno al viso.
Per la prima volta in tutto il tempo che eravamo qui c’era una radio accesa.
-Huuu questa a Dynamite!- disse Callie canticchiando allegra, tra un boccone di briosce e l’altro, qualche strofa della canzone.
Io bevvi un buon caffè latte con 3 cucchiai di zucchero e un paio di biscotti al cioccolato.
-Hey ragazzi!- disse Nelly chiamandoci dalla cucina.
-Si?- fecero la maggior parte di noi.
-La signorina Shiller vi chiama tutti, tra trenta minuti pronti per la corsa mattutina.. In divisa!- disse Nelly chiudendosi la porta alle spalle.
-Odio le corse di prima mattina.- dissi io sorseggiando tranquillamente il mio caffè.
-Tu odi tutto e tutti di prima mattina.- fece Callie a bocca piena.
-No, non è vero.- fece io tranquillamente socchiudendo gli occhi.
Quando li riaprii notai circa 174 occhi a fissarmi, alcuni scioccati dalla mia affermazione, altri increduli.. Altri ancora solo mi fissavano.. Sapendo che quello che avevo detto non era vero.
-Embhè?- chiesi arrogante
-Lexa, ammettilo, se adesso potessi prendere una sedia e spaccare tutto lo faresti.. Vero?- chiese Nathan in fondo al tavolo.
-Si.. Forse..- dissi seria.
A tutti si spalancarono gli occhi increduli e terrorizzati mentre io tranquillamente, con un mezzo sorrisino nascosto dalla tazza, sorseggiavo il mio caffè.
Se c’era una cosa che adoravo era prendere in giro la gente cosi.
Certo dopo un po’ mi annoiavo.. Ma ora come ora era divertente.
-Lexa.. Dobbiamo preoccuparci?- chiese colui che mi aveva fatto creare la parete di diamante.
-Ma no David. Forse solo un pochino.- dissi sorridendo di nuovo.
Tutti mi lasciarono stare per il resto della colazione. Che bello. Colazione in santa pace.
 
 
 
Sperando che il prossimo aggiornamento arrivi prima … Bye-biiii ;D

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Dopo un piccolo e misero periodo (Di quanto? NdaCallie)(E io che ne so? NdaLexa) siamo tornate alla carica!!
 
 
 Buona lettura e commentate!!
 
 
 
Stranamente stavo mangiando in silenzio. E anche gli altri se n’erano accorti. Ma non ponendomi la domanda direttamente. Ma bisbigliando tra di loro.
-Chissà cos’ha Callie … è cosi silenziosa.- disse Daniel, un ragazzo della Royal dai capelli tirati all’indietro di uno strano grigio e gli occhi marroni al suo vicino, con i capelli grigi – viola, con delle cuffie e occhi grigi, mentre trincava il suo latte caldo.
Stavo ripensando alle ultime novità: a Jed che era tornato da noi, grazie a Lexa, alla mia nuovissima tecnica, “Clone di Callie”, e al bacio sulla guancia a Joseph … Ma certo! Era quello che frullandomi nella testa senza sosta, mi faceva stare buona e tranquilla al mio posto. Già il bacio, a … Joe … arrossi ricordandolo. Chissà cosa aveva pensato di me quando avevo agito.
Poi istintivamente il mio guardò si spostò verso il tavolo della Royal e lo vidi: che mi fissava. Me ne resi conto dopo, avvampai più di prima. Ormai mi sentivo esplodere e decisi di andare fuori, per prendere una boccata d’aria fresca. Lasciai lì la mia tazza, con gli urli di rimprovero di Lexa che mi seguirono finché non mi chiusi la porta alle spalle.
Prima di uscire presi la giacchetta, non so perché lo feci, ma ne fui subito contenta.
Faceva più fresco del solito, in effetti c’era aria di acqua. Quindi la misi subito, era proprio bella: era azzurra cielo fuori con l’interno rosso.
Poi mi resi conto che ero andata verso la spiaggia senza pensarci. Mi attirava la vastità di quella distesa azzurra. Aveva ragione Harley, l’oceano è proprio bello.
Anche se quel giorno a differenza di altri, il cielo era grigio il mare pareva ancora più misterioso e attirava come non mai.
Presi a camminare a bordo dell’acqua, e mi solleticava le dita dei piedi. Ero uscita senza scarpe, dalla troppa fretta. Poi infilai le mani in tasca e percepì qualcosa di piccolo quadrato, e un filo che terminava con oggetti simili a … cuffiette! Ecco dove avevo ficcato l’i-pod!!
Erano un sacco di giorni che non lo trovavo più, diciamo da quando eravamo partiti.
Lo tirai fuori e mi misi subito ad ascoltarlo. Quando ero sola mi piaceva concentrarmi solo sulla musica e nient’altro.  Lo agganciai alla felpa, sotto la giacca, e presi a fare una corsa leggera. M’infastidiva non tenere il ritmo delle canzoni, era vitale per me. Quasi, quanto giocare a calcio.
Era un'altra mia passione. Quando potevo e c’è n’era la possibilità, andavo a ballare. Spesso mi portavo dietro Lexa, anche se a lei ballare non è che le piaceva più di tanto. Sarebbe stato bello trovare una pista da ballo e scatenarsi con i nostri nuovi amici, chissà che cosa ne avrebbero pensato loro. Della mia idea, ne ero già entusiasta. Ora passava una delle mie canzoni preferite di Flashdance, “Maniac” di Michael Sembello. Mentre partiva il ritornello presi a danzare e a cantare.

- “She's a maniac, maniac on the floor 
And she's dancing like she's never danced before

She's a maniac, maniac on the floor 
And she's dancing like she's never danced before
 

 mi piaceva proprio quella canzone. La stavo ancora canticchiando quando decisi di fermarmi per un paio di minuti, per sentire la brezza marina tra i capelli. Mi sdraiai sulla sabbia umida di quella mattina, poi in un sussurro, dissi:
-Ma che diavolo mi sta succedendo …- e chiusi brevemente gli occhi.
In appartamento …
-Dove diavolo si è cacciata quella dobe?- gridava Lexa, impazzita. Correndo dall’ultimo piano, al primo e al pianterreno, mentre i ragazzi la seguivano con lo sguardo cercando di calmarla.
-Lexa cerca di tranquillizzarti. Lo sai meglio di noi com’è fatta Callie. Che a volte a questi scatti ormai si sa.- cercò di spiegare Nathan.
-No! Questo non lo accetto! Non può andarsene via cosi senza dire niente a nessuno! È proprio un’irresponsabile e, e … dobe!- ringhiò ancora lei.
-Credo che questa volta Callie l’abbia fatta grossa …- bisbigliò Torch a Gazel.
-Problemi fra sorelle.- rispose lui, a voce normale.
-Gazel, non sono vere sorelle anche se lo sembrano.- precisò Nelly. Lexa li fissò.
-Perché invece di stare qui a far niente e sparlarci dietro – disse nei confronti di alcuni –Non andiamo a cercarla?- mentre lo diceva aspettava una risposta, che fu troncata sul nascere.
-Voi non andrete da nessuna parte.- disse l’allenatrice mentre s’infilava il cappotto. –Voi rimarrete qui nel caso in cui tornasse, vado io a cercarla con il Signor Veteran.- ma Lexa scosse la testa.
-Non sono d’accordo. Pretendo di venire con voi.- poi al discorso s’introdusse Joe, che era stato in silenzio fino ad ora.
-E poi, più siamo e meglio é.- mentre lo diceva guardava Lexa, sorridendogli. Lei contraccambiò, stranamente. Lyna ci pensò su un attimo ma poi annuì.
-Allora è deciso. Gli altri rimangano qui. Prendiamo gli ombrelli e portiamo un cellulare noi, e uno voi. Nel caso tornasse fateci uno squillo.- disse, mentre uscivano dalla porta.
Tornando dall’addormentata in spiaggia …
Fu un tuono a farmi risvegliare. Apri gli occhi velocemente per dirigerli verso il cielo: c’erano dei nuvoloni nerissimi! E si era pure alzato un vento gelido.
Poi delle voci che urlavano il mio nome. Una assomigliava a quella pastosa di Joe e l’altra a quella di Lexa. Infatti li vidi poco dopo. Joe e Lexa indossavano ki-wey bianche mentre Lexa si era portata dietro un ombrello per me.
-Hey ragazzi! Che ci fate qui?- chiesi ai due. Lexa mi rispose sbraitando.
-Piuttosto saremmo noi a doverti fare questa domanda. Perché diavolo sei scappata?- chiese lei mentre Joe mi guardava. Mi metteva a disagio il suo sguardo.
-E-ecco …- cercai di dire, mentre con i piedi facevo cerchi sulla sabbia. –In realtà non sono scappata ….- cercai di giustificarmi.
-Ce lo dirai dopo in appartamento. Piuttosto tieni questo.- mi porse il mio ombrello rosso a pois bianchi. –Si sta avvicinando una tempesta.- disse lei severa scrutandomi. Io abbassai lo sguardo, mortificata. Poi un altro tuono molto più vicino mi fece spaventare, mentre una volata di aria gelida mi fece partire un brivido dalla spina dorsale alla punta dei capelli.
-Forza! Sta per piovere e non vorrei bagnarmi!- sottolineai, rivolgendomi a Lexa. Rispose: non condivideva la mia idea.
-Perché? La pioggia non ha mai ucciso nessuno..- concluse con sorriso arrogante: io non dissi niente, per ora.
-Ragazze, faccio una telefonata all’allenatrice per dirle di tornare all’appartamento.- annunciò Joe, tirando fuori dalla tasca il suo cellulare e componendo velocemente il numero.
Mentre lui era occupato, io la trascinai lontano.
-Di certo non uccide, ma purifica. Non credi Lexandra?- lo dissi cosi piano che quasi non riuscì a sentirmi. S’infastidiva quando la chiamavo con il suo vero nome. Mi guardò malissimo, in alcuni momenti non la sopportavo proprio. Ma in varie parti della giornata facevamo a botta e risposta.
Poi Joe tornò dai noi
-Tutto bene? È successo qualcosa?- chiese, notando gli sguardi in cagnesco che ci lanciavamo.
-Niente.- rispondemmo assieme. –Presto, è ora di andare.- disse Lexa, poi prese a piovere. Mentre camminavamo nessuno accennava a parlare, io compresa.
Osservavo le goccioline che cadevano sull’acqua.
Poi dopo pochi minuti eravamo di nuovo in appartamento al caldo.
-Accidenti che tempaccio!- dissi io. Poi sbucarono tutte le testoline da ogni parte: chi dalla propria stanza, chi dal divano e chi dai piani superiori.
-Callie!!- disse Mark avvicinandosi. –Ma dov’eri finita? Eravamo tutti in pensiero per te!- disse lui sorridendo come a suo solito.
-Anche Torch era in pensiero.- disse la voce di Gazel, mentre mi giravo verso il rosso, vidi che il suo colorito divenne come i suoi capelli.
-Lo eravamo tutti. Non si fanno certe cose. Nemmeno per scherzo.- mi rimproverò lui. Io sorrisi. Che carini che erano con me. E sapevo per certo che pure Lexa pensava la stessa cosa. La vidi in un angolo con ancora addosso la giacca bagnata.
-E brava la nostra Lexa, che a ritrovato Callie.- disse Bobby. Lei non lo degnò di nessuno sguardo.
-Poi sentimmo di nuovo la porta aprirsi per poi richiudersi subito dopo.
-Bravo Joseph e brava Lexa.- disse l’allenatrice sbucando dal nulla. Poi mi fissò.
-Callie, seguimi.- disse severa. Io a testa bassa lo feci, fino a ritrovarci all’ultimo piano e nella sua stanza. Era pure un piccolo studio: con scrivania e il resto. Chiusi la porta dietro di me.
-Che cosa è successo?- chiese senza troppi giri di parole, seduta sulla sua poltrona in pelle. Io la fissai. Ma perché tutti credevano che fossi scappata?
-Ma niente allenatrice. E se posso essere sincera, non capisco il motivo per cui tutti avete pensato che sono scappata.- dissi tutto d’un fiato.
-Perché sei uscita, con in arrivo una tempesta e non l’hai detto a nessuno. Le onde del mare con questo tipo di vento diventano altissime. È abbastanza valido come motivo?- domandò lei con le braccia incrociate. Io non risposi ma annui solamente. Poi mi congedò, chiedendomi di avvertire gli altri che oggi l’allenamento c’è, lo saremmo sognato.
-Ragazzi, oggi l’allenamento non si fa!- lo dissi un po’ troppo allegramente, e gli altri se ne accorsero.
-Callie, sei più strana del solito. Stamattina te ne sei andata senza motivo, adesso sei felice che non ci sia l’allenamento.- disse Shawn, confuso.
-Non dirmi che hai paura della pioggia!- disse Torch, tornando al suo solito atteggiamento che odiavo.
-Chi può dirlo … né Calliope?- bisbigliò Lexa, in modo che potessi sentirlo solo io.
La giornata passò lentamente, anche troppo. Restammo giù tutto il giorno chiacchierando e facendo giochi stupidi. Ma siccome di uscire nessuno aveva voglia, che altro si poteva fare?
Lexa quel pomeriggio fu più scontrosa del solito, non parlò nemmeno con Jude e Nathan.
Il pomeriggio, mentre stavamo guardando un documentario trovato per caso in TV, tutti ammucchiati e mezzi addormentati, mi sorse spontanea la domanda.
-Ma dov’è Jed?- era tutto il giorno che non l’avevo visto in giro.
-A detto che voleva provare qualche strategia con Bayron.- rispose Eric, mangiucchiando rumorosamente qualche patatina al chili.
Ecco perché pareva che eravamo di meno. Poi in un attacco, Mark si alzò in piedi e prese a parlare.
-Ragazzi! Jed e Bayron sono fuori a provare qualche nuova tecnica e noi siamo qui a rimbambirci? Non mi sembra giusto. Che ne dite, usciamo anche noi?- chiese lui. Naturalmente il suo buon’umore contagiò tutti. Ma quel giorno in particolare non me.
Prima di uscire, me lo chiese un’ultima volta.
-Sei sicura Callie?- disse lui, mentre chiudeva la zip della giacca.
-Già, sei sicura, Calliope?- bisbigliò ancora Lexa. Quanto odiavo quando faceva cosi.
-Sicurissima, Mark. Non mi sento troppo bene, e uscendo mi prenderei un malanno. Per questa volta passo. Infondo non credo di scordare tutto!- dissi, facendo una risata sforzata. Lui annuì, poi mi saluto con un cenno della mano e usci con gli altri.
In appartamento erano rimaste Celia, Nelly, Silvia ed io. Addirittura l’allenatrice era uscita con i ragazzi.
Ero sdraiata sul divano. Mentre sentivo le voci delle manager discutere animatamente.
-Ma cosa dite ragazze! Smettetela!- disse una Silvia alquanto alterata. Mentre delle risate rimbombavano nell’aria.
-Ma guardala è tutta rossa! Quando ti dichiarerai al tuo Evans?- chiese Nelly. Antipatica!!
-Hahah … ok, adesso la smettiamo.- aggiunse Celia.
Poi non sapendo cosa fare chiusi gli occhi, mentre le gocce sui vetri mi cullavano con il loro dolce suono.
Quando riapri gli occhi vidi un viso al contrario e mi misi ad urlare.
-Haaaaaaaaa!!!- mi alzai velocemente e quella povera vittima, capitombolò a terra.
-Haio! Ma ti sembra questo il modo di trattare chi ti sta chiamando per la cena?- disse scontroso Scott.
-Haha, scusa. Non me l’aspettavo. Adesso arrivo.- Lui corse su per le scale poi raggiunsi gli altri.
-Buonasera Callie! Alla buon’ ora!- grido allegro Mark, dal suo posto a capotavola ingurgitando enormi quantità di insalata.
-HOaWn …- sbadigliai. –Ma che noia sta ancora piovendo?- chiesi, sedendomi con i capelli spiaccicati e le lacrime dello sbadiglio ancora agli occhi.
-Purtroppo si.- rispose Axel.
Poco dopo arrivò la cena: Carne e verdure cotte. Semplice ma sostanzioso. E come dessert c’erano le fragole. Mi abbuffai di quei deliziosi frutti rossi finché non ebbi mal di pancia. Quella sera già alle 21, eravamo tutti nelle proprio stanze.
-Non hai paura. Certo come no.- disse Lexa mettendosi una mano tra i capelli. Io intanto guardavo sotto il letto e dentro l’armadio.
-Guarda che il film era “Non aprite quella porta” e non “Monster & Company”.- spiegò lei con la goccia sulla nuca.
-Meglio essere preparati.- risposi io, serissima. Non vorrei che di notte mi mangiasse gli organi interni come spiedini Findus.- poi mutai il mio sguardo da ebete a serio.
-Piuttosto, grazie per oggi …- dissi in un sussurro.
-E di cosa?- chiesi lei, non pensandoci minimamente.
-Dell’ombrello, che domande. Se non l’avessi portato l’avrebbero scoperto.- lei mi guardò arrogante.
-Di niente. Però la prossima volta vedi di informarti.- disse, mentre si stendeva sotto le coperte.
-Mi scusi.- risposi io, civettando. –E comunque, non chiamarmi più Calliope. Buona notte Lexandra. Ora siamo pari.- dissi io sogghignando.
-Ok non lo faccio più. Notte Calliope.- e chiuse gli occhi. Io m’infuriai.
-Lexaaa!!!- gridai tirandole il cuscino per poi chiudere gli occhi anchio e addormentandomi subito dopo. Sfinita da quella giornata piena di pensieri.




Finito. Scusate se il prossimo arriverà tardi. Ci scusiamo già!
Bye-biii   ;D 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Ciauu genteeee!!
Siamo tornate con un po’ di anticipo!!!!
 
 
Buona lettura e commentate!(Che palle sta frase -.- NdaLexa)(Inventane una tua allora NdaCallie)
 
 
 
-Ma che..- una luce accecante entrava dalla finestra, le tende erano rimaste aperte. Meno male che c’era il sole.. Voglio dire, a me la pioggia non infastidisce.. Ma per Callie.. Bhè è un problema. Aver paura della pioggia è una cosa tanto stupida!
-Callie.. Perché non hai chiuso le tende?- dissi assonnata.
-Perché volevo ammirare il sole!- disse lei dal bagno.
-Ma io non lo voglio ammirare.. Volevo stare ancora un po’ immersa nei miei bellissimi sogni perfetti!- dissi coprendomi la faccia con il cuscino.
-Fatti tutti di Nathan e Jude?- disse lei ridendo in modo insopportabile.
-Callie.. No!- dissi io lanciando il cuscino verso il bagno, ovviamente non la centrai, era impossibile riuscirci.
-Lexa posso accendere la radio?- disse Callie avvicinandosi al mio letto.
-Si..- sospirai.
-Grazie!!!!!!!- disse lei andando a scegliere un CD.
-Avevi detto la radio!- dissi io mettendomi seduta mentre la cascata di capelli mi cadeva ai bordi del viso.
-E cosa cambia?- chiese lei mentre armeggiava con i dischi.
-Dipende da cosa metti!- dissi alzandomi in piedi.
-Tranquilla, è un misto.- disse lei inserendo il CD e alzando al massimo.
La canzone era.. Come si chiamava?  Guardai sulla cusodia, “Calle me di Blondie”. Anche se si trattava di un CD misto, Callie aveva l’abitudine di scrivere nome e cantante di ogni singolo brano.
Non era una brutta canzone, ma era presto. E la metà di quelli che stavano in questo appartamento erano venuti a bussare alla porta.
Scendemmo poco dopo per la colazione.
-Buon giorno!- fece Callie sedendosi al suo posto.
-Buon giorno a voi.- fecero un paio di persone.
-Bhugno..- dissi in uno sbadiglio.
Mi fissarono un po’ male.
-Scusate.. Buon giorno!- feci mettendomi tranquillamente al mio posto. Presi una tazza e la riempii di caffè poi ci aggiunsi latte e zucchero e la sorseggiai piano piano.
-Buon giorno ragazzi!- fece Nelly entrando nella stanza.
Tutti salutarono, o quasi tutti.
-Vi vogliamo informare che tra una settimana ci sarà un test scolastico, per verificare se sapete almeno qualcosa di quello che avete studiato, ormai e tanto che non andate a scuola.- fece lei tornando in cucina.
-Puuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!- disse Callie sputando il latte in faccia a Bobby, che era seduto davanti a lei.
Lanciai un tovagliolo pulito a Bobby che si asciugò il viso.
-Grazie Lexa.- disse con un mezzo sorriso. Bobby era un tipo apposto, tranquillo, e quindi non mi sembrò prendersela cosi tanto.
Ma Callie non si era scusata.
-Ca..- dissi io cercandola con lo sguardo.
La ritrovai con la faccia in giù sul tavolo e le braccia che correvano lungo i fianchi.
Aura che sprigionava depressione allo stato puro. E non era l’unica. Mark era nelle sue stesse condizioni.
-Dai Callie ti do una mano io! Cosa vuoi che sia.- feci sorseggiando divertita il mio caffè.
-Sono finita!- disse lei alzandosi.
Aveva una faccia paurosa.
-Dove vai?- chiesi quasi indifferente.
-A studiare.- disse lei allontanandosi e andando verso la camera.
Quella frase mi fece strozzare con il caffè.
Iniziai a tossire disperata finche una mano amica non mi diede una mano picchiandomi sulla schiena.
-Grazie Jude.- dissi sorridendogli.
-Niente.- fece tranquillo. Nessuno a parte quei due matti sembrava essere troppo preoccupato per il test.
Mark era ancora depresso. Ma durò poco.
-Bene! M’impegnerò e ci riuscirò! Ho una strategia!- disse lui alzando un pugno al cielo.
-Quale sarebbe?- fece Harley sbucando con la sua testolina rosa.
-Studierò fino allo sfinimento!- disse tutto contento lui. A tutti gli 86 giocatori gli si formò una gocciolina in testa.
-Se questa la chiami strategia..- fece Xavier.
-Hey Jude come sei messo con le materie scolastiche?- gli chiesi mentre lui sorseggiava il suo latte fumante.
-Bene. Perché?- chiese appoggiando la tazza sul tavolo.
-Mi dai una mano?- chiesi cercando di fare gli occhioni dolci, tecnica di Callie.
-Pensavo fossi apposto.. Non pensavo avessi problemi con le materie.- disse lui fissandomi.
-Ma ineffetti, non ne ho. Ma devo aiutare Callie. E possiamo aiutare sia Mark e Callie, diciamo … assieme, cosi magari capiscono qualcosa..- dissi cercando di sorridere, cosa che mi usciva veramente male al mattino.
-Certo, iniziamo oggi.- disse lui.
-Ci stò.- e finimmo le nostre tazze di latte e di caffè.
Mi alzai pigramente dalla sedia portandomi dietro Mark e Jude e mi diressi in camera mia.
-Callie!- dissi entrando e sorprendendola sdraiata sul letto a lanciare una pallina in alto e poi a riprenderla.
-Oh, Lexa, Mark Jude..- disse lei sorridendo.
-Alzati che dobbiamo iniziare il ripasso!- dico io tirandola per la maglia.
-Ok.- si alza e ci segue fino a un tavolino. Ci mettiamo in ginocchio e Jude ci offre il suo materiale per lo studio.
-Partiamo con la matematica.- dice lui aprendo il classatore a una pagina con un sacco di numeri e lettere.
Ne indica uno molto facile, era un’equazione.
-Prendete un foglio e provate a risolverla.- dissi io dando a loro una penna.
Ci impiegarono qualche minuto ma poi ci diedero il foglio.
-Hem.. Callie..- dissi sbiancando.
-Cosa c’è?- disse lei sicura.
-Perché X equivale a 200’987?- dissi scioccata.
-Hem..- fece lei grattandosi la nuca.
-Ma anche a me è uscito cosi!- disse Mark.
Io e Jude ci mettemmo una mano sulla fronte e sospirammo.
-Torniamo indietro.- disse lui sparendo per qualche secondo fuori dalla porta.
Tornò con una lavagna immensa. Si fece aiutare da Xavier e da Joe per portarla su.
-E quella dove l’hai presa?- chiesi decisamente scioccata.
-Mhà. Non importa. Adesso concentriamoci.- disse lui appoggiando la lavagna, con i piedistalli, al muro.
-Ok.- disse prendendo in mano un gesso bianco e scrivendo una piccolissima equazione alla lavagna.
-Chi di voi sai dirmi come si risolve?- chiese lui.
-Io, credo.- disse Callie avvicinandosi alla lavagna e prendendo il gesso rosso.
L’equazione era la seguente.
 
8 + 2x = 3x - 6
E Callie la fece in modo corretto..
X = 14
 
Saltai in piedi e mi avvicinai a lei.
-E brava la nostra Callie!- dissi tirandole un pugno in testa.
 Piano piano.. Ma davvero piano, anche Mark riuscì a risolvere la sua prima equazione e poi insieme passarono a equazioni sempre diverse.
A fine giornata Jude e io eravamo sfiniti, dopo cena ci stravaccammo sul divano, io in un angolo e lui nell’altro.
-Domani cosa dobbiamo fare?- chiesi con la nausea. Solo pensarci mi faceva stare male.
-Passiamo alla geografia.- disse lui serio.
-Sempre se a domani ci arriviamo.- aggiunsi e mi misi a ridere.
-Callie e Mark sono impossibili!- disse lui ridendo.
-No aspetta! Stai ridendo come una persona normale?- dissi io tirandomi su a sedere.
Lui mi fissò, credo. Quegli occhiali erano cosi fastidiosi.
-Sai dovresti toglierli ogni tanto.- dissi io indicandoli.
-No.- fece tornando serio e mettendosi a sedere. Io incrociai le gambe e mi girai verso di lui.
-Adesso non c’e nessuno, sono tutti in sala da pranzo a mangiare. Perché non gli togli?- chiesi stortando un po’ la testa.
-Perché.. No.- disse freddo.
-Non potrai nasconderli per sempre.- disse allungando una mano a sfiorargli gli occhiali. Riuscii ad alzarli sulla fronte.
-Non c’è niente di male a far vedere le persone che si è in realtà, essere diversi, per un pregio o per un difetto, non è sempre un male.- dissi io fissandolo negli occhi.
-La gente non può capire.- disse lui distogliendo lo sguardo.
-Si lo so bene che non può capire, e se tu preferisci tenerli su, non posso impedirtelo. Ma quando sei da solo, o anche quando ci sono io, togliti gli occhiali.. Qui nessuno ti critica. Jude siamo sulla stessa barca.- dissi sorridendogli.
Lui prese gli occhiali e se li rimise.
-Hey ragazzi!- fece Mark sorridendoci seguito da Callie che rideva dolcemente.
-Grazie per oggi.- disse Mark
-Non è ancora finita- fece Jude alzandosi e dirigendosi in camera sua.
-Già fareste bene a riposare, domani c’è geografia!- dissi io mentre mi dirigevo in camera mia.
Mi addormentai subito appena toccai il cuscino. Callie e Mark mi avevano sfinito.

 
 
Terminato! Povera Lexa e povero Jude!! Con quei due matti se la caveranno? Tutto nel prossimo chappy!!
Bye-biiii ;D 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Siamo in vena di aggiornare la fic e di farvi felici!!!
 
Buona lettura e commentate!!!
 
 
 
Il mattino seguente fu sorprendentemente Lexa a svegliarmi. E non il contrario come il solito.
-Nhaa … non voglio studiare!! Oggi riposo!- dissi io, mentre mi nascondevo sotto le lenzuola. Ma lei prontamente me le tolse.
-Dai!! Prima si fa, meglio si sta!- disse Lexa, energica. Sicuramente perché avrebbe passato un’altra giornata con il “suo” Jude.
-Ma scusa, vi divertite a passare le vostre giornate con due impossibili nello studio, come Marc e me?- dissi mentre mi infilavo il trenning.
-In verità no … mha …- la precedetti.
-Ti fa piacere stare con il tuo Jude!- la scherni. Lei mi guardò male.
-No! Ci fa piacere aiutare due amici, tutto qua,- rispose lei, poco dopo mentre si pettinava i capelli. In quei giorni li lasciava sciolti, per poi bisbigliare –forse un po’ ...- ma decisi di non dar peso a questa misera confessione.
-E comunque dovresti tenerli più spesso i capelli cosi. Ti stanno bene!- poi lei, disse una cosa che mi sorprese non poco.
-Anche Nathan me l’ha detto.- confessò sognante. Io sgranai gli occhi.
-Ma sei peggio di me!! Non ti accontenti solo di Jude, ma anche di Nathan!- lei, realizzando quello che mi aveva appena detto avvampò improvvisamente.
-Ma cosa dici!!! Lasciami stare Calliee!!!- gridò, mentre mi saltò addosso, prendendomi a cuscinate. Io cercavo di svignarmela ma era impossibile.
-Ragazze? È successo qualcosa?- chiese qualcuno fuori dalla porta, mentre bussava. –Ho sentito un gran tonfo dalla cucina.- sembrava la voce di David.
Poi dopo pochi minuti riuscì a fuggire dalla presa di Lexa, apri la porta e mi nascosi dietro a David, ricoperta di piume del cuscino ormai squartato. Con la porta semi – aperta, lui guardò dentro, con una faccia confusa.
-Ma che succede?- disse. Io dietro di lui, puntai il dito verso Lexa.
-Leiii! A tentato di farmi del male fisico!!- poi lei si aggiustò la divisa, lanciò in un angolo la fodera vuota e si avviò di sotto, tranquilla.
-Mi sono sfogata.- disse semplicemente in risposta. Poi la seguimmo in cucina per colazione.
Andai spedita verso il mio posto, ma quando me ne accorsi vidi che la sedia era occupata da Dvalin.
-Da quando tutti possono sedersi dove vogliono?- chiesi io, dopo averli raggiunti.
-Vediamo … da sempre?- rispose il nero, con sguardo assente. –I posti a sedere non sono contrassegnati.- aggiunse ancora. Ora che ci facevo caso solo a pranzo e a cena ognuno era al proprio posto. Ora come ora Xavier era accanto a Jordan, Torch a Gazel, pure Lexa, Jude e Mark erano al tavolo della Royal. Poi notai un dettaglio. Tra Lexa e Joe, c’era un posticino libero. “Ma guarda te che colpo di fortuna” pensai, mentre li raggiungevo.
Appena ero abbastanza vicina Joe prese a fissarmi. Era incredibile come quel ragazzo potesse mettermi a disagio in quel modo.
-Ciao.- disse lui, mentre mi sedevo con le mani unite, in segno d’imbarazzo.
-C-ciao …- risposi io. Poi mi notarono (finalmente) anche Lexa, Jude e Mark. Già intenti a studiare geografia.
-Ciao Callie!- disse Mark energico. –Pronta per il ripasso?- chiese lui.
-Ma già adesso? Devo riempire lo stomaco prima.- mentre lo dicevo fissavo Jude e la mia compagna di stanza.
-Muoviti.- dissero entrambi. Possibile che Lexa lo avesse condizionato? M’immaginai una Lexa stile scienziata pazza che introduce un microchip nel cervello di Jude e che alla fine lo controlla con un piccolo telecomando. Decisamente viaggiavo troppo di fantasia. Presi a mangiare la mia brioche.
In quell’interminabile mezz’ora, feci colazione più piano che potessi. Cosi imparano a mettermi fretta. Potrei strozzarmi!
-Senti, quando hai finito, raggiungici in camera nostra. Ok?- disse Lexa, mentre si alzava con gli altri. Io annui a bocca piena.
-Ma come mai Jude e Lexa ti danno ripetizioni?- chiese ad un certo punto Joe.
Io mi girai verso di lui, colta alla sprovvista della domanda.
-B-bhé … diciamo che non vado molto forte nella teoria. Ma dici che ci farà fare un test di pratica? Magari sulla ginnastica …- chiesi.
-Hahah. Non credo, ma sarebbe bello, se fosse sul calcio poi ….- rispose lui, tranquillamente.
-Sarebbe favoloso!! Almeno mi tirerebbe su la media. So già che andrà male …- mi grattai la nuca, pensierosa.
-Ma se la pensi già cosi. Sii ottimista!- disse lui, poi si alzo. –Ora vado. Ci vediamo dopo Callie.- mi salutò con la mano lasciandomi sola.
Poco dopo, sali le scale due a due per raggiungere gli studiosi. E li trovai intenti a strusare con una cartina più grande di loro.
-Eccomi!- gridai, sedendomi accanto a Jude.
-Era ora. Ma abbiamo iniziato da poco. Ma dimmi, ritardataria. Qual è la capitale del’Islanda?- chiese con aria di sfida Lexa.
-Em … dov’è l’Islanda?- chiesi con un dito accanto alla bocca.
-Ma cosa ti serve sapere dove si trova?! Dimmi il nome della capitale, piuttosto!- rispose lei, sbuffando.
-Siccome sulla cartina ci sono scritte le capitali, sapendo dove si trova l’Islanda ve la direi! Ovvio, no?- risposi con nonchalance.
-Io la so, senza cartina!!- inizio ad esaltarsi Mark, alzando convulsamente la mano.
-Capitano, è ovvio che la sai, te l’abbiamo già chiesta prima.- rispose Jude, ormai scoraggiato.
-Ma qualcuno potrebbe averla scordata in questo piccolo lasso di tempo! Chiedetelo a me!!- disse ancora, con voce più alta.
-Ok, ok, ma calmati. Allora qual è questa città?- disse Lexa, rivolta al castano.
-Si chiama Reykjavík, o qualcosa del genere.- disse lui, socchiudendo gli occhi.
-Bravo Mark!- dissi io, allegra. Poi i due maestri si voltarono verso di me.
-La conosceva già lui.- dissero entrambi al limite.
-Tenete. In questo foglio ci sono presenti tutte le capitali dell’Asia, poi vi daremo quelle d’Europa, d’Africa, d’Oceania e infine, ma non meno importante, d’America sia del Nord che Latina.
Le studiammo per il pomeriggio intero. Addirittura, Mark ed io saltammo il vero pranzo e ci facemmo portare due miseri panini.
Ma alla fine del pomeriggio, dopo la mini interrogazione da parte dei due, eravamo passati con i pieni voti.
-Vi siete impegnati molto ragazzi. Bravi. Ora manca Inglese …- interruppi Jude.
-Shiii! A inglese vado bene!!- lui mi guardò, ed io mi scusai.
-Dicevo, manca inglese, e una spolverata di storia. Poi abbiamo concluso il programma che chiede l’allenatrice per il test.- disse lui.
Noi annuimmo.
Gli ultimi giorni di quella settimana di studio passarono veloce. La materia più pesante fu quella di storia. Non mi era mai piaciuta. Troppe date, troppe cose vecchie. Insomma una noia totale. Credo che per Lexa e Jude, quello fu l’allenamento più duro della loro breve vita.
Arrivammo alla domenica che non avevamo più niente da fare. Ma io, di mia iniziativa decisi di ripassare tutto quella che avevamo trattato in quei giorni.
-Callie ma che fai? Stai ancora studiando?- chiesi Lexa, apparsa dalla porta per portarmi un panino farcito con tutto e di più, per la cena. Io non le diedi retta e continuai a leggere.
La senti avvicinare.
-Ma ora basta, dai. Le cose principali le sai.- io mi voltai, interrompendo per un attimo il mio ripasso.
-Lo so, ma sicuramente arriverò domani davanti all’esame e andrò in palla.- risposi per poi tornare di nuovo, sui fogli. Lei mi guardava comprensiva.
-Ok, ma non esagerare.- poi usci dalla stanza. Mentre io prendevo il panino, lo apri per verificare se ci avevano messo quello che avevo chiesto, e per vedere se Scott non ci avesse aggiunto qualcosa di viscido o disgustoso: trovai tutto normale.
Pensai che era il caso di allontanarmi dai fogli altrimenti gli avrei unti. Ma la fame era troppo forte cosi gli diedi solo un morso ma bastò: la maionese colò sulla scrivania.
-O accidenti!- dissi mentre allontanavo il sandwich. Poi guardai i fogli ormai rovinati.
-Lexa mi uccide!!!- gridai mentre cercavo di togliere la maionese. Il risultato fu una grossa macchia, che non veniva via. Poi riflettei. C’era una cosa che potevo fare. Io avevo i fogli uguali, potevo darle i miei. Comunque erano risolti tutti quanti. Io mi sarei arrangiata come potevo.
Dopo un po’scesi di sotto. Ero stufa di stare da sola, con tutta quella cultura.
-Good evening young!!- dissi in inglese. Ma poi notai che c’era solo Torch.
-Pensavamo che dalla matta del gruppo, saresti diventata la secchiona.- commentò Torch, sdraiato sul divano mentre prendeva una manciata di caramelle.
-Sei pronto per il test di domani?- chiesi amichevole. Non avevo mai conversato con lui pacificamente.
-Carina, io sono nato pronto. E comunque sono sempre andato bene a scuola.- rispose lui ingozzandosi. Io sorrisi.
-Cosa stai guardando?- chiesi, poco interessata. Avevo solamente voglia di fare due chiacchiere.
-Un documentario sui vulcani. Davvero interessante.- rispose lui, con gli occhi rivolti allo schermo. Io annui.
Poco dopo ci raggiunsero anche gli altri. E presero a fare la lotta per il potere del telecomando.
-Dai!! Stasera c’è il mio telefilm preferito!- gridò Victoria, mentre cercava di strappargli dalle mani il telecomando.
-C’ero prima io!- grido Torch, in risposta, mentre lo stringeva tra le mani l’oggetto tanto ambito.
-C’è la partita tra Inter - Milan! A me interessa!!- disse scocciato Mark.
-Ma chissene importa delle squadre italiane! C’è quel film romantico, fatto apposta per me e il mio tesorino!- disse Susett stritolando Eric.
-A me non interessa quel film, Susett!- disse disperato lui.
-Ragazzi non potete mettervi d’accordo?- chiese scandalizzato dal trambusto, Shawn.
-Ti dico io, che sarà impossibile.- rispose Axel, con un sorrisino stampato in bocca.
-Ragazzi! Esisto anchio!!- gridai io, sotto la massa che cercava di strapparsi di mano il telecomando.
Poi mentre qualcuno lo teneva in altro, distante dagli altri, passò di li Lexa, con in bocca un biscotto al cioccolato, che lo prese e girò sul suo programma preferito, sedendosi comodamente sulla poltrona. Noi tutti rimanemmo male.
-Bhé, che avete da guardare?- chiese lei, fissandoci scocciata. Noi la guardavamo omicida, perché aveva in mano l’oggetto dei nostri desideri. Lei capi al volo.
-Non ci provate, o ve ne pentirete.- disse lei mentre guardava la TV. Ci arrendemmo. Sarebbe stato inutile combattere contro di lei. Ci accontentammo di quel maledetto programma che parlava di vampiri.
Era fissata con queste cose. A volte mi metteva i brividi.
Alla fine, l’allenatrice ci ordinò di andare a letto per far riposare i nervi per il test del giorno seguente. Ognuno andò nelle proprie stanze.
-Senti Lexa … Per i tuoi fogli …- cominciai. Lei voltò il suo sguardo subito su di me.
-Se gli hai sporcati giuro che …- non la feci finire.
-Possibile che non ti fidi mai di me? Volevo solo ridarteli. Buona notte.- mi stesi sotto le coperte, coprendo pure il viso. Fare finta di essere offesi quando lei sbagliava era un ottimo metodo.
-Eddai Callie, scusa. È che fidarsi di te, con tutti i casini che combini non è facile.- si scusò lei, toccandomi dentro. “Però, diretta” pensai tra me e me. Poi con un balzo saltai fuori dalle coperte.
-Scherzavo dai!! Speriamo che l’esame non sia troppo difficile! Buona notte Lexa!- dissi girandomi dall’altra parte.
Lei fece lo stesso, non aggiungendo altro.

 
 
 
Chissà come andrà il test! Tutto nella prossima puntataaaa
Bye-biiiiii ;D 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Aggiorniamo sempre più quotidianamente!!! Probabilmente perché sentiamo che le vacanze iniziano tra 6 giorni esatti!! Tralasciando gite e robe varie … siiiiiiiiii!!!
Vi lasciamo al capitolo!!
 
Buona lettura e commentate!!!
 
 
 
Si tornava alla normalità, come tutte le mattine fu Callie a sbattermi, nel vero senso della parola, giù dal letto.
-Che accidenti fai?- chiesi alzandomi con i capelli aggrovigliati.
-Siamo in ritardo per il test.. Cioè aspetta, tu sei in ritardo!- disse lei sedendosi sul suo letto, vestita, pettinata e pulita.
-Perché ti ostini a lasciarmi dormire cosi a lungo?- dissi alzandomi e rifacendo un pochino il letto.
-Perché.. Non lo so!- disse lei salterellando fino allo stereo.
Non ascoltai la canzone, ero troppo presa dal farmi una doccia.
Mi misi un paio di pantaloni short di jeans, una canottiera nera e le all star nere alte, con gli elastici che mi aveva dato Nathan mi feci i codini e poi mi lavai i denti. un’altra mattina senza colazione.
-Andiamo Lexa!- disse lei tirandomi per la canottiera.
Arrivammo in cucina e ci mettemmo sedute.
Avevano diviso il tavolo in diversi posti.
Ci consegnarono il test.
Io e Jude avevamo ragione, c’era matematica, storia, geografia e inglese.
Non ci misi molto a fare tutto il test, poi lo consegnai e mi andai a sedere sul divano, poco dopo, forse un minuto Jude mi raggiunse.
-Allora?- gli chiesi  io
-Mhà era facile.- disse lui sedendosi vicino a me.
Subito dopo Torch arrivò sorridendo.
Non mi sarei mai aspettata di vederlo arrivare cosi presto.
Poi arrivò Joe, quindi era vero che era bravo a scuola. Poi arrivò Nathan seguito a ruota da Xavier.
Poi non ci feci più caso presa dalle chiacchiere di tutti. Arrivarono tutti, tranne due persone. Mi affacciai e notai che Callie e Mark erano immersi nel lavoro.
-Speriamo bene..- sussurrai io.
-Vedrai che andrà benone.- fece Bobby sbucando dal nulla.
-Dici??- dissi io con lo sguardo implorante.
-Si, voglio dire, se Jude e te gli avete fatto da maestri.. Come potrebbe andare male?- chiese sorridendo.
-Spero bene..- sorrisi io di ricambio.
Passarono ancora diversi minuti, forse venti e poi le due testoline sbucarono in sala con un sorriso grande come.. Come.. Enorme!
Jude e io ci precipitammo da loro più seri che mai.
-Allora?- chiesi io
-E andata davvero bene!- dissero in coro.
Sinceramente non so cosa mi prese.. Ma so che mi ritrovai avvinghiata alle spalle di Jude a ridere dicendo..
-Sii! Ci siamo riusciti!-
Quando realizzai era troppo tardi.
Jude era di sasso, io ero divenuta un pomodoro e troppi occhi ci fissavano scioccati.
Otto squadre ci fissavano. Otto squadre mi fissavano.
Sciolsi quello che per tutti era un abbraccio, ma non per me. E mi diressi verso la porta di uscita con le guancie in fiamma.
-Oddio!- gridai quando fui abbastanza lontana che nessuno mi potesse sentire.
C’era un bel sole che mi scaldava la pelle. Le persone mi avevano vista uscire, e quindi non c’erano problemi.
O si che c’erano problemi!
-Che stupida!- dissi lasciandomi cadere di peso sulla sabbia.
-Lexa?- disse Jude avvicinandosi
-Ciao.- feci tirandomi su a sedere.
-Tranquilla non è successo niente.- disse lui sorridendomi.
-No vedi il fatto e che il mio non era un vero e proprio abbraccio, era ok.. Forse un pochino.. Ma non era niente di affettuoso.. - dissi più seria e più convinta che mai.
-Tranquilla. Anche io sono felice che i due imbranati siano andati bene nel test. Nessun problema. Dai rientriamo.- disse lui incamminandosi verso l’appartamento.
Rientrai e mi senti gli sguardi di troppe persone ancora addosso.
-Hey Lexa!- disse Susette avvicinandosi a me.
-Ciao.- dissi io alzando lo sguardo dal pavimento.
-E quindi Lexa.. Anche te hai un cuore come tutti gli atri!- disse lei con sguardo furbo.
Sarebbe stato inutile stare a dirle che chiunque ci fosse stato li al posto di Jude avrebbe ricevuto un abbraccio, perché in quel momento ero felice, allora optai per una frase che l’avrebbe lasciata li.. Senza parole.
-Certo che anche io ho un cuore come tutti, ma al contrario di loro preferisco tenermelo per me.- dissi sorridendole.
-Quindi mi stai dicendo che non ti piace nessuno? Nemmeno Jude?- disse lei un po’ delusa.
-Esattamente, io mi concentro solo su scuola e calcio.- dissi sorridendo di nuovo.
-Peccato.- disse e si allontanò a parlarne con Victoria, perfetto, in pochi minuti tutta la squadra lo avrebbe saputo.
-Hey Jude.- dissi avvicinandomi a lui.
-Scusami ancora..- dissi sorridendogli.
-Niente.- disse e si allontanò.
Sentivo uno sguardo addosso. Ma chi era?
Mi guardai in torno e poi mi accorsi da chi proveniva.
Mi avvicinai e mi misi seduta vicino a lui.
-Hey Nathan.- dissi sorridendogli e stavo per sfilarmi gli elastici arancioni.
-No, puoi tenerli. Ne ho una scatola piena.- sorrise poco convinto.
-Stai bene?- chiesi toccandogli una spalla.
-Si certo.- disse lui alzandosi.
-Ok.- feci io. Nathan di solido non era cosi freddo. Chissà cosa gli era successo.
Arrivarono presto le due, e noi dovemmo allenarci.
In spiaggia mi avvicinai a Nathan, la nostra tecnica era orribile. Dovevamo migliorarci.
-Senti Nathan.. Ti va di riprovare la tecnica?- dissi sorridendogli.
-Si certo!- sorrise sincero.
-Perfetto.- dissi io e mi avvicinai a Callie.
-Callie ci dai una mano - dissi indicando Nathan alle mie spalle -Con il Flick-flack difensivo?- sorrisi.
-Certamente. Cosi alleno anche la mia.- disse lei
-Si ma prima calcia in modo normalmente potente, senza tecniche.- dissi io sorridendole.
Ci preparammo e Callie calciò.
Flick-flack fatto e mi ritrovai al posto di Nathan.
-Flick-Flack difensivo!- dissi gridando con Nathan.
Ma qualcosa non andò. La barriera che Nathan aveva creato con il suo Flick-Flack si era rotta, facendo cosi passare la palla.
-Scusami Lexa.- disse lui rialzandosi da terra.
-Figurati.- Dissi sorridendogli.
-Pronti?- fece Callie.
-Si!- disse lui.
Ci riprovammo diverse volte, ma niente, la sua barriera cedeva.
-Si può sapere che hai?- gli chiesi inferocita.
-Scusami.. Forse dovremmo lasciare stare questa tecnica.- disse rialzandosi da terra per la millesima volta.
-No!- dissi sinceramente preoccupata.
Sapevo che era una tecnica che poteva funzionare, e lui doveva darmi una mano.
-Avanti Lexa, non ci riesco, lasciamo stare.- disse alzandosi e allontanandosi.
Se in questo momento al mio posto ci fosse stato Axel, Nathan sarebbe disteso a terra dopo una potente pallonata nello stomaco, ma io preferisco lanciare le scarpe.
Presi la mira.. PAMH!
Lo presi in testa, tanto non erano scarpe chiodate.
-Ma che?- fece lui girandosi e sorprendendomi senza una scarpa.
-Pensi che si risolvano cosi i problemi? Lasciando perdere? Si può sapere cosa ti è preso?- chiesi avvicinandomi per raccogliere la scarpa.
-Sarà geloso di Jude!- disse Callie.
Tanto la scarpa l’avevo già in mano. Mi girai e le tirai la scarpa che lei prontamente, scansò.
-Nathan, tu sei un ottimo amico, come Mark, Bobby, Jude, come Axel.. So di poter contare su di te come sulla squadra, ma se tu adesso decidi che la tecnica non si fa.. Allora ho sbagliato tutto.- dissi allontanandomi e riprendendo la scarpa.
-Riproviamo!- disse raggiungendomi.
-Callie!- dissi io prendendo posto.
-Via!- disse lei calciando il pallone.
Partimmo con il Flick-Flack.
-Flick-Flack difensivo!- dicemmo in coro.
La barriera si creò, e la palla non passò.
Fino a tardi facemmo al tecnica, con tecniche di attacco sempre più forti, fino a sfidare Axel, la palla non passò.
-E bravo Nathan!- sorrisi dandogli il 5.
-Ci siamo riusciti alla perfezione!- disse lui sorridendo.
-Basta una buona forza di volontà!- dissi andandomene verso l’appartamento.
La giornata era stata lunga e io avevo sonno. Andai a farmi una doccia. Portai gli elastici sul mio comodino, cosi non li avrei persi, non erano mica miei.
Poi scendemmo per la cena.
Riso e carne.
Quello che ci voleva.
A cena nessuno si ricordava dell’incidente accaduto con Jude. Tranne me ovviamente.
Sorrisi sicura a Nathan che era felice di esser riuscito a fare la sua tecnica.
Poi ci guardammo un documentario, non capivo bene di cosa si trattava perché stavo leggendo un libro intanto, intitolato L’ultimo vampiro, me lo aveva dato Callie, era dei Super Brividi, a lei piacevano, quando il documentario fu finito io avevo finito il libro.
Bello. Particolare.
Andammo in camera e mi misi sdraiata sul mio letto, dopo essermi messa in pigiama e essermi lavata i denti.
-Comunque, secondo me ho ragione io.- disse Callie una volta che le luci furono spente.
-Cioè?- chiesi paurosa.
-Nella nostra squadra c’è un triangolo amoroso!- disse lei gridando.
-CALLIEEEEEEEEEEEEEEEEE!- dissi io accendendo le luci e saltandole addosso pronta ad ucciderla.

 
 
 
(Credo che Callie se ne starà buona per qualche giorno. NdaLexa*tutta contenta*) (ç_ç NdaCallie*con un bernoccolo enorme in testa*)
Alla prossima, bye-biiiiiii ;D 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Eccoci tornate!! Fra quattro giorni iniziano le vacanzeeeeeeeee!! FINALMENTE! Non vedevamo l’ora! Ma ora basta divagare.
 
Buona lettura e commentate ^_^
 
 
 
Il mattino seguente, non appena fui sveglia e in piedi potei sentire le botte della sera precedente da parte di Lexa. Ultimamente era diventata troppo violenta. Persino per me, causa: certi miei commenti e scherzi, stupidi che le facevo.
Finalmente oggi avremmo ripreso ad allenarci.
Scesi di sotto. E raggiunsi il mio posto. Erano già tutti presenti e pronti a ripartire.
-Ciao Callie.- salutò Shawn, mentre beveva con una cannuccia il suo latte cacao.
-Ciau Shawn! – poi indicai il tubetto variopinto. –Ne posso un’anchio?- chiesi. Lui me ne porse subito una. Io afferrai una brioche, ci introdussi la cannuccia e cominciai a risucchiare la marmellata. Shawn mi guardava stranito. Poi ci raggiunse una Lexa, semi rimbambita (Che strano NdaCallie). Prima strizzò gli occhi per vedere cosa stessi facendo. Poi li strabuzzò.
-Ma che cavolo combini già di prima mattina?- disse, guardandomi male. Io, con le guance piene di marmellata all’albicocca alzai le spalle, per poi inghiottire.
-Stavo provando qualcosa di nuovo. Per variare.- dissi sincera. Lei si allontanò lentamente sorridendo, mentre tra i denti sussurrava,
-Shawn, sorridi e annuisci.- disse lei, come se fossi stupida. Poi tornò al suo posto, accanto a Jude. La vidi che prese subito a chiacchierare.
Mentre riprendevo a succhiare avidamente quel nettare alla frutta, ci raggiunse l’allenatrice, attirando l’attenzione di tutti.
-Ragazzi, la prima fase dell’allenamento l’abbiamo conclusa.- ci fu una domanda.
-Intende quella sul migliorarsi, e via dicendo?- chiese Gazel, poco interessato e con il braccio teneva su testa.
-Esattamente. Ora viene la parte più difficile.- prese il respiro –Ognuno di voi ha una parte fissa in questo gioco: difensore, attaccante, centrocampista o portiere.- fu interrotta.
-Io so giocare anche come libero!- disse Mark, con la faccia piena di briciole. Mi venne da ridere.
-Pure io, posso giocare sia come portiere che attaccante.- aggiunse Dvalin, tranquillamente.
-Sì, ma la maggioranza di voi è allenata per un solo ruolo. Lo scopo di questa seconda parte è di insegnarvi almeno le basi di un altro. Più specificamente in quello in cui siete più deboli.- concluse, tutto d’un fiato. Ci pensai per un attimo. Sarebbe stato divertente cambiare per una volta soltanto.
-È come farete? Se posso chiedere.- disse Xavier. L’allenatrice non tardò a rispondere.
-Sarà molto semplice. Nelle diverse squadre i giocatori verranno smistati per il loro ruolo, poi gli si comunicherà dove andranno ed infine altri giocatori, esperti nella loro posizione insegneranno ai compagni le regole basilari cosi finché ognuno non avrà imparato qualcosa di diverso dalla routine.- io ero un po’ confusa.
-Quindi se non ho capito male … prendiamo come esempio Lexa e me. Prima di tutto ci smistate nelle nostre posizioni, io attacco lei difesa. Poi ci comunicate, cosa dobbiamo imparare, io difesa e lei attacco. Ed infine scegliete dei gruppetti, diciamo da due, o più da attacco e difesa. Uno insegna all’altro cosa c’è da imparare. È cosi?- conclusi fissandoli. Lyna annui seria.
-Si ci sei arrivata tu, anche un neonato può farcela.- commentò sarcastico Torch.
-Non direi. Da quando i neonati ragionano?- chiesi, seriamente scocciata. Ma pensai che il pensiero espresso non fu dei migliori, perché tutti si misero a ridere.
-Se non sbaglio, tu ci riesci.- rispose di nuovo lui, ridendo divertito.
-Smettetela. Oggi pomeriggio tutti in spiaggia che scegliamo i gruppi. Godetevi questo ultimo giorno di pace, da domani si inizia davvero!- gridò l’allenatrice.
-Ma allenatrice, i risultati degli esami quando ce li dirà?- chiese Lexa, sbucando da chissà dove.
-Non credevo che fossi cosi impaziente Moore. Ma arriveranno stasera- noi tutti la guardammo storta. Iniziai a sudare freddo, chissà se mi era andato bene. Poi lei, prima di andarsene aggiunse:
-Diversamente da solito, oggi siete liberi di mangiare dove volete. A patto che arriviate in spiaggia per le 14.- troncò il discorso e se ne andò.
-Chissà perché ti ha chiamata per cognome.- dissi io, guardando Lexa.
-Che m’importa.- sbuffò lei.
-Che noiiia! E io che volevo iniziare già oggi l’addestramento speciale.- commentai, sbuffando.
-Guarda che non siamo a militare.- rispose Mark, intento a mangiare.
-Ma stai facendo ancora colazione tu? Piuttosto … dove andiamo a mangiare?- chiesi rivolata a tutti.
-Che ne dite di andare a mangiare quei deliziosi stuzzichini?- chiese Jack, con l’acquolina in bocca.
-Ma sono dall’altra parte della città!- disse Scott, in risposta all’amico.
-Perché non andiamo ad un Maid – café?- chiese Willi. Tutti si imbarazzarono.
-Perché siete arrossiti?- chiese Lexa. -Cosa sarà mai questo Maid – café? Non mi sembra un gran che.- disse pensierosa.
-Te lo dico io cos’ééé!!- attirai l’attenzioni, schiarendomi la voce. –è semplicemente una caffetteria a tema, sugli anime e manga. Le cameriere sfoggiano una divisa vittorianao francese, riccamente decorata con pizzi e l'immancabile grembiule! Inoltre accolgono i clienti con questa frase: Okaerinasaimase, goshujinsama!”- conclusi io, fiera.
-Tutto qui?- chiese lei. –E voi ragazzi, vi fate mettere a disagio da queste cose?- chiese lei, beffarda. Rise ad alta voce. Loro fecero gli offesi.
Glielo avevo insegnato io quel trucco.
-Scherzavo!- disse lei, con le lacrime agli occhi –Dai, adesso la pianto.- fini, riprendendo la serietà di sempre.
-Qualche altra idea?- domandò, Axel. Dopo quei 10 minuti di silenzio.
-Che ne dite di mangiare in spiaggia? È un sacco che non lo facciamo!- disse energico Jordan.
Io ne fui subito entusiasta.
-Che bell’idea!! E magari ci, anzi, mi porto lo stereo!!- presi a saltare da una stanza all’altra.
Bayron si avvicinò a Lexa …
-Ma davvero esistono stereo senza la presa elettrica?- chiese, nell’orecchio di lei.
-Credimi, le cose più strambe, Callie le possiede.- rispose con un sorriso.
-Allora forza! Andiamo a prepararci!- grido Mark.
-Un attimo capitano.- fermò il suo entusiasmo Nathan.
-Dimmi Nathan.- disse lui, osservandolo.
-Chi porta il cibo e le bevande? Di certo non cresce sulla sabbia.- domandò il blu. Mark mise le mani sotto il mento.
-In realtà di acqua c’è né in abbondanza, ma è salata, per non parlare del cibo. Ma come catturiamo i pesci e i gamberetti?- domandai io.
-Dobee!! Cosa dici, vuoi avvelenarci! Vogliamo cibo commestibile.- grido Lexa, in risposta al mio ragionamento. –Direi che ognuno porta qualcosa. Chi i panini, le bevande, l’insalata magari …- ci prese la mano.
Dopo pochi minuti fummo d’accordo. Il cibo e le bevande l’avrebbero recuperato la Zeus, la Diamond Dust e la Prominence. Tutti gli altri, liberi.
Tranne me, mi ero messa in testa di portare lo stereo e volevo farcela.
Sali in fretta e furia in camera mia, seguita a ruota da Lexa. Mi sfilai i vestiti e la biancheria per infilarmi il costume. Era tardi e dovevamo scendere a mangiare. Inoltre lo stereo era ancora sul comodino. Presi su un paio di dischi misti e li inserì nel porta CD per poi prendere una grande borsa e metterci dentro la radio e il resto.
-Allora, sei pronta?- chiese Lexa sulla soglia.
-Adesso arrivo!- dissi io raggiungendola. Corremmo cosi veloce giù dalle scale che pensai di rompermi l’osso del collo, se fossi caduta. In più il borsone pesava un sacco e Lexa non accennava a darmi una mano, Infatti era schizzata via, dicendo “Devo occupare un bel posto al sole.”  Mi lasciò in balia della pesantezza dello stereo.
Arrivai in fondo alle scale, e mi pareva che non ci fosse nessuno, ma mi sbagliavi.
Oramai lo consideravo come un angelo custode. Aveva sostituito Lexa, nel tirarmi fuori dai guai e ad aiutarmi.
-Hey Callie, vuoi una mano?- chiede gentilissimo Joe, prendendo da una parte il borsone.
-G-grazie.- sebbene mi mettesse agitazione stargli accanto mi faceva star bene quel ragazzo.
Il percorso di pochi minuti, per arrivare dagli altri non aprimmo bocca.
Non voltavo il mio sguardo magenta, ma vedevo che ogni tanto mi fissava di sottecchi.
Che carino.
Quando raggiungemmo la spiaggia trovai i ragazzi o in acqua, o sotto l’ombrellone o intenti a giocare a palla.
Appoggiammo il borsone, mi spogliai e andai spedita in acqua.
Diversamente dal solito trovai Lexa, assieme a Jude che s’immergevano a turno.
-Cosa state facendo?- chiesi, mentre nuotavo nell’acqua cristallina nella loro direzione.
-Stiamo guardando i granchi.- disse Lexa, appena riemersa dal mare.
-Ok.- poi ci pensai su. –CHE COSA STAI GUARDANDO!?- gridai io, attirando l’attenzione di tutti.
-I granchi. E non farmelo ripetere ancora.- disse immergendosi di nuovo. Poi guardai Jude.
-Come diavolo ci sei riuscito! È da sempre che ci ho provato a farglieli vedere!! Grazie Jude!!- urlai, quasi affogandolo. Me ne accorsi troppo tardi. Notai che Jude era appoggiato alla sabbia, ma sorreggeva la ragazza. Infatti appena la lasciò andare, Lexa iniziò a nuotare disperatamente verso la riva.
-Mi avevi promesso che non mi avresti mollata!!- gridava, spaventata e furiosa. Lui tentò di scusarsi.
-Ma stavo per affogare!! Scusami Lexa.- rispose lui, raggiungendola in riva. Finalmente si arrabbiava con qualcun altro. Li raggiunsi anchio.
Lei voltava lo sguardo mentre Jude era scoraggiato. Non l’avevo mai visto cosi, faceva uno strano effetto.
-Sono stata io, scusa. È che per congratularmi con lui l’ho quasi affogato e per non annegare ti ha lasciata andare per pochi secondi. Infondo, cosa faresti senza di lui?- chiesi maliziosa mentre scappavo.
-Dobeeeeeeee!- grido lanciandomi la sabbia addosso. Vidi Nathan tutto solo, seduto sul suo asciugamano mentre guardava l’orizzonte. Mi sedetti accanto a lui.
-Ciao Nathan!- dissi, io spaventandolo leggermente.
-Ciao Callie.-disse con voce malinconica.
-Possibile che sei sempre triste tu? Su, che la vita è bella!!- dissi, tirandogli una pacca sulla spalla. Lui annui, riprendendo il sorriso di sempre.
-Scusa, è che a volte mi perdo nei miei pensieri.- rispose lui.
-Capita anche a me. Un po’ troppo spesso.- ammisi, grattandomi la nuca. Poi guardai l’ora (Essì, possiedo pure un orologio che appare quando vuole xD NdaCallie). Era ora di pranzo. Sentivo un certo languorino. Mi alzai svelta in piedi richiamando gli altri.
-Ragaaaaaaaa! È ora di pranzoo, venite!!- loro ci raggiunsero subito. Mentre mangiavamo io misi su un CD.
La quarta canzone catturò la mia attenzione, che al momento era rivolta a tutt’altra persona (Hehe, chissà a chi *çç* NdaCallie).
Era una canzoncina simpatica, ma mongola. Caramelldansen.
-Ma che schifo è?- chiese, molto educato Torch, mentre si abbuffava con il panino imbottito di mortadella.
Io mi alzai in piedi e con quella stupida canzoncina presi a cantarla. La conoscevo a memoria.
-Zitto!!- gridai linciandolo con lo sguardo, mentre il ritmo prendeva il sopravvento. Tutti mi guardavano scioccati. Poi andai da Lexa e la tirai su di peso.
-Dai che piace anche a te questa da cantare!- dissi mentre la trascinavo. Lei cercava di divincolarsi in tutti i modi.
-Non è verooo!! Non ho mai sentito una canzone tanto stupida!!- disse, ma nel mentre che lei lo diceva le note la presero alla sprovvista e prese a canticchiare anche lei.
-Nooo!! Lo sai che effetto mi fa!! Stacca!!- gridava mentre canticchiava con me. Tutti ridevano a crepapelle.
Le 14 arrivarono in fretta, tra risate, chiacchiere e tanta musica.
Poi l’allenatrice ci raggiunse, chiedendoci di tornare seri, almeno per un momento.
-Ragazzi, ora vi chiamerò per nome e cognome e dovrete dirigervi dove leggete il vostro ruolo.- prese a chiamare quelli della Royal. Con occhi sognanti vidi Joe che si allontanava nella zona portieri. Poi fu il turno della Prominence, Zeus, Diamond Dust, e infine noi.
Alla fine c’erano 4 gruppi di giocatori diversi.
-Ora vi dirò le coppie con cui vi allenerete. Credo che tutti sappiate dove dovrete migliorarvi.- disse lei seria, non annuimmo.
-Lexa Moore, in attacco – la vidi sbuffare, -con Axel Blaze.- disse l’allenatrice. Vidi il biondino avvicinarsi a Lexa.
Passarono minuti ma non era ancora stato pronunciato il mio nome. Ma finalmente arrivò il mio turno.
-Callie Lee, in difesa – io sorrisi, -con Nathan Swift, in attacco.- mi voltai verso il blu. Mi girai verso Lexa. Mi fissava omicida e lessi il suo labbiale:
-N-o-n d-i-r-e s-c-e-m-a-t-e s-u d-i m-e. Compreso?- disse fra i denti lei. Io annui, alzando il pollice. Accidenti. Solo perché mi avevano messo in gruppo con Nathan, era cosi gelosa.
Il resto del pomeriggio lo passammo in spiaggia, con la musica a tutto volume. Addirittura, non era mai successo, Lyna ci concesse la grigliata in riva al mare. Tutto sommato passammo una giornata piacevole.
La sera, poco prima di salire a dormire ci riconsegnò i test. Quando me lo diete a me e a Mark, non avevamo il coraggio di guardare.
-Allora? Com’è andata?- chiesero alcuni in coro, tra cui i nostri “maestri”. Mark ed io aprimmo un sorriso talmente largo, che alcuni dei giocatori presenti sostenevano di aver visto il colore delle nostre corde vocali: Rosa! Ma io non ci credevo. Lexa mi ripeteva che ero una Dobe.
-Siete stati bravissimi a prendere 75 su 100.- disse lei, aggiustando il cuscino.
-Già!! Ma il merito non è stato solo nostro.- dissi, facendo un sorriso furbetto.
-Non serve che mi ringrazi.- disse entrando nelle coperte.
-Ma chi ti ha detto che è stato il vostro?- confessai io.
-Callie, stai scherzando, vero?- chiese lei, con una vena che pulsava in tempia.
-Ma certo! Comunque, sei gelosa che sono capitata con Nathan?- chiesi diretta.
-No, perché siamo amici.-disse con uno strano sguardo che non compresi.
-Domani s’inizia la vera sfida!!- dissi mentre chiudevo gli occhi. –Ma perché cambio ogni 3 x 2 il discorso? Mha.- risposi da sola alla mia ultima domanda.
-Gia.- fu la sua unica risposta.

 
 
 
Finito anche questo, vi attendiamo al prossimo ciauuuu ;D 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Ciao genteeeeeeee!!!
Io e la mia collega siamo esaltatissime perché domani ci consegnano la pagella ed iniziano le vacanze d’estate finalmente!!
Ringraziamo tutti coloro che leggono e soprattutto recensiscono! Ci commuovete ogni volta!! ç_ç Noi feliciiiiiiii
 
 
Buona lettura e commentate!!
 
 
 
-Sai ieri ero talmente felice che mi sono dimenticata di chiederti come ti e andato il test!- disse Callie.
-Che cosa?- feci stropicciandomi gli occhi.
-Quanto-hai-preso-al-test?- chiese scandendo bene le parole.
-Oh, il test.. Il voto pieno.- dissi io alzandomi stiracchiandomi.
-Ah, quindi.. Il 100%?- chiese lei un po’ stupefatta.
-Certo, che cosa ti aspettavi?- chiesi io.
-Bhè.. Un 90.. Punticini.. Non 100!- disse lei.
-Sisi.. Mi preparo.- e andai in gabinetto.
Quasi mi stavo scordando che ero in attacco.. Che Axel mi avrebbe spiegato quello che dovevo fare.. E che io avrei dovuto insegnare a lui.. Che cosa strana..
E Callie avrebbe insegnato a Nathan.. E lui a lei.. Cosa pensavo?!
Chi pensava ad insegnare a Jude.. Ma che pensavo?!?!?!
-HAHAHAHAHAH!- dissi in una risata isterica.
-Lexa.. Pensi di stare del tutto bene?- chiese Callie sbucando dalla porta.
-Si certo!- dissi mettendomi i pantaloncini della divisa e scendendo a fare colazione.
Mi mise seduta e mi appoggiai con i gomiti sul tavolo, cosa molto maleducata, e poi appoggiai la faccia sulle mani.
Sospirai. E ancora.
-Allora sei pronta?- chiese Nathan sbucando con la testolina azzurra vicino alla mia spalla.
-Certo.. Te?- sorrisi. Nathan mi metteva di buon umore con il suo sorriso sincero.
-Certo. Callie, sono certo che sia una brava insegnante!- disse lui.
-Si certo che lo è..!- dissi un po’ tentennante.
-Eri convinta?- disse lui.
-Si certo. Siediti qui.- dissi indicando la sedia vicino a me.
-Non è il posto di Jude?- disse esitante.
-No, Jude è di qua.- dissi indicando la sedia stranamente vuota.
-Chissà dov’è..- disse lui.
-Già.- dissi sorseggiando la mia tazza di caffè.
-La cosa strana è che del’attacco so davvero poco, e poi non deve essere bello essere un principiante negato.- disse serio.
-Eddai! Ci sono anche io!- dissi sorridendogli.
-Si è vero!- disse e mangiucchiò la sua briosce.
-Hey piccioncini.. Uno di voi ha visto Jude?- chiese Callie.
-No..- dissi trattenendo la rabbia.
-Vado a vedere.- dissi alzandomi dalla sedia, sempre ripetendomi.. Callie è un essere umano, non puoi ucciderla, perché poi vai in prigione.. E chi insegna ad Axel?
Sali svelta la scalinata.
Bussai alla porta che sapevo essere la camera di Jude.
Nessuna risposta.
Entrai speranzosa di non trovarvi nulla di.. Disgustoso o semi-nudo.
Jude era coperto fino alla fronte dalle coperte.
-Jude?- dissi avvicinandomi-
-Mhh..- era forse un sussurro?
-Jude?- richiesi avvicinandomi ancora.
-Chi.. Sei?- fece tra uno sbattere di denti e l’altro.
-Lexa.. Ti senti bene?- chiesi avvicinandomi.
-Non molto..- disse lui.
Gli toccai la fronte.
-Ma Jude! Stai bollendo! Aspetta vado a prendere dell’acqua e uno straccio.- e me ne tornai di sotto.
-Hey Mark! - dissi una volta arrivata di sotto.
-Dimmi.- sorrise lui.
-Jude non è nelle condizioni di allenarsi, penso abbia preso l’influenza e..-
Una testolina dai capelli viola scuri, e degli occhiali in testa rossi, m’interruppe.
-E come sta?- chiese Celia.. Uscendo dalla cucina.. Poteva anche tornarci.
-Se tu mi avessi lascito finire magari ti avrei anche detto come sta..- dissi io con il sangue che ribolliva.
-Dobbiamo preparare degli stracci puliti e dell’acqua.- disse lei tornando in cucina. Io la seguii.
-Lo stavo per fare!- dissi sbattendo la porta dietro di me.
-Si ma ora lo faccio io!- disse preparando una ciotolona e riempiendola d’acqua.
-E perché?- chiesi incrociando le braccia
-Perché sono sua sorella.- disse lei alzando a fatica il contenitore d’acqua.
Mi guardò come per dirmi, mi dai una mano?
-Arrangiati!- dissi uscendo e andando in saletta.
-Io vado a correre. Ci vediamo per l’allenamento.- dissi uscendo di li.
Odiavo quella ragazzina.. Ma chi si credeva. Anche io ero responsabile, certo non ero sua sorella.. Ma ero una sua amica.
Caddi pesantemente a terra dopo uno sgambetto.
-Ma che diamine..- dissi voltandomi in dietro.
-Scusami.- disse Xavier porgendomi una mano.
Accettai e lui mi aiutò ad alzarmi.
-Sembri di fretta.. Tutto bene?- chiese una volta che fui in piedi.
-Si. A dopo.- e ripresi a correre.
Arrivai a quella specie di raduna con la casetta e la superai. Andai avanti per diversi metri ancora. Se non chilometri.
Poi tornai in dietro. Quando arrivai avevano già iniziato ad allenarsi. Cavolo, Axel sarà arrabbiatissimo.
-Allora iniziamo?- chiese appena arrivai.
-Si, scusami per il ritardo.- dissi sincera,
-Nessun problema, ma non farlo più, non ho tempo da perdere.-
-Si.-
Iniziammo. Iniziai io a dire la verità, gli spiegai il vero compito del difensore.
-Il fatto e che tutti criticano il difensore quando un attaccante lo scarta, ma non è cosi facile. Noi sappiamo che dobbiamo bloccare la porta a tutti i costi, ci mettiamo tanto sforzo, alla fine sappiamo che il difensore della porta, quello vero e proprio, è il portiere, ma sappiamo che lui la palla la salva alla fine. Noi dobbiamo impedirlo.-
Insegnare le basi ad Axel era semplice, capiva tutto al volo. Ora però toccava me.
-No Lexa. Mi devi scartare, non devi girarti.- disse Axel per la millesima volta.
-Si scusami.- ci riprovammo e alla fine ci riuscii.
-Dai non è andata tanto male.- dissi ridendo.
-No, siamo a buon punto.- fece sorridendo.
Era ora di pranzo.. E poi ci sarebbe stato un po’ di riposo, fino alle 14.00
-Allora com’è andata?- chiese Callie cingendomi le spalle.
-Come vuoi che sia andata? Te piuttosto?- chiesi sedendomi al mio posto.
-Bene, Nathan impara in fretta e la sua velocità lo aiuta molto.. E anche io a detto che non me la cavo male.- disse sorridendo.
-Dai dobe, siediti che si mangia.- dissi guardando la sedia vuota vicino a me. Jude doveva stare ancora male.. Sarei potuta andare a vedere.. No, non ci sarei andata.
Celia si stava prendendo cura del suo fratellone.. Hahah.. Io mi sarei mangiata un buon pasto caldo e poi mi sarei data una lavata, per togliere questa sabbia. Che s’intrufolava ovunque.
C’era pasta asciutta e pesce. Niente male. Poi c’erano anche delle verdure.. Zucchine.. Ma le avrei lasciate perdere. Io le ignoravo mentre Callie ci si fiondava dentro.
Finito di mangiare, andai, come stabilito da me e dal mio cervello, a fare una doccia.. Ma passando davanti alla camera di Jude qualcosa mi invitò a bussare.
-Avanti.- disse la sua voce, debole.. Probabilmente per la stanchezza.
Apri piano la porta.
-Ciao Jude. Come stai?- chiesi chiudendomi la porta alle spalle.
Era ancora sotto il piumone e respirava pesantemente.
-Meglio, grazie.- disse lui.
-Senti.. Quegli occhiali faresti meglio a toglierli. Dissi aiutandolo a sfilarseli.
Cambiai lo straccio che aveva intesta. Era quasi asciutto.
-Come va l’allenamento speciale?- chiese lui.
-Alla grande, Axel è un bravo maestro, e nemmeno io me la cavo male, però adesso riposati, cosi per domani sarai pronto per l’allenamento.- dissi e uscii dalla camera.
Andai a farmi una doccia. Rilassante, e sentii tutta la sabbia che si staccava dal mio corpo appiccicoso di sudore, per disperdersi nel tubo di scarico della doccia.
Uscii di li e mi asciugai i capelli, li legai e mi misi la divisa pulita, mente mettevo da lavare quella sudicia.
Ne avevamo 3 per allenarci e 2 per le partite importanti..
Scesi di sotto dove, a quanto pare, tutti avevano avuto l’idea di farsi una doccia.
Andai in cucina.
-Celia?- chiesi entrando.
-Ciao Lexa, dimmi hai bisogno?- disse lei sorridendomi.
Se non la odiassi cosi tanto.. Magari potrei anche andarci d’accordo.. Peccato che però la detesto!
-L’acqua per bagnare lo straccio a Jude va cambiata.- dissi uscendo.
-Grazie.- disse lei in un sussurro precipitandosi di sopra.
Callie stava tranquillamente conversando con Nathan delle basi dell’attacco.
Io le lanciavo occhiate nervose.. Speriamo che non faccia stupidate…
 

 
 
 
(Speriamo che Callie non combini cavolate … NdaLexa *preoccupata*)
Alla prossima, ciauuuuuuuuuuu 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Cavolo siamo talmente gasate dalle vacanze che facciamo un casino con il computer, ci dispiace!!!
Ecco il nuovo chappy ;D
 
 
Buona lettura e commentate!!!
 
 
 
Era proprio un buon insegnante Nathan. Io in difesa non ero mai stata un granché, anzi. Piuttosto che aspettare li mezz’ora che gli avversari attaccassero, passavo io al contrattacco. Era naturale e non riuscivo a placare questo istinto.
Ma con lui era diverso. Si faceva capire perfettamente. Anche per una come me, che di comprendonio sono lentissima. Ma ora era il mio turno.
Stavo discutendo animatamente con lui.
-In teoria non è difficile e in pratica neanche. Devi solo prenderci la mano!- esclamai allegra.
-Ci proverò. Tu sei stata molto determinata ad imparare qualcosa di nuovo, ed io per ricompensare, farò lo stesso.- sorrise cordiale.
-Inoltre, con la tua velocità sei avvantaggiato. Sei quasi come il vento.- sorrisi. A lui si illuminarono gli occhi.
Mentre chiacchieravamo, con la coda dell’occhio vidi Lexa con Axel, ma mentre lui le chiariva alcuni concetti a me sconosciuti, lei ci lanciava occhiate nervose.
“Ma che vuole?” pensai subito. Nathan, accortosi che avevo spostato il mio sguardo, lo segui e incontro quello di Lexa. Notai un lieve imbarazzo che mascherò subito, nel ragazzo dai capelli blu.
Non capivo come Lexa preferisse un certo tipo di persone, come Jude: abbastanza solitarie, taciturne, serie, e soprattutto misteriose.
Ora che ci pensavo … chissà cos’era successo un bel po’ di tempo fa: quando lei si era chiusa in camera, depressa per la storia del colore dei suoi occhi. Si faceva condizionare troppo dalla gente. Poi da quando Jude era andato a trovarla era scoccato qualcosa tra di loro. Molto più vicini, amici.
Volevo scoprirlo assolutamente. Decisi che per quella giornata avrei svolto la mia missione.
-Nathan!- dissi richiamando la sua attenzione. Lui si voltò subito verso di me
-Si?- disse tranquillo. Io con fare sospettoso, mi guardavo in giro. Lui mi guardava confuso. –Cosa stai facendo?- disse, dopo un po’.
-Shh. Mi scopre cosi. Devo svolgere una missione TOP SECRET, ti do la giornata libera. Divertiti ragazzo- dissi serissima, mentre gli davo delle pacche sulle spalle e mi allontanavo. Lui era rimasto imbambolato a osservare i miei movimenti.
Avevo sentito da delle voci anonime che Jude non si sentiva molto bene e quindi, sarebbe rimasto rinchiuso in camera per tutta la giornata a riposare.
La prima fase che avrei dovuto attuare era quella di arruolare, qualcuno per il lavoro sporco, insomma. Trovai immediatamente le mie prede.
Victoria che spiegava a Gazel come comportarsi in difesa. Mi avvicinai. Lei agitava le braccia, e lui ascoltava impassibile con le braccia incrociate.
-Allora, se uno cerca di passare, devi impedirglielo assolutamente.- esclamo lei.
-Guarda che questa è la base della difesa.-  rispose lui con la gocciolona dietro alla nuca. Lei intanto, rideva istericamente. Credeva di risultare simpatica?
-Scusate?- dissi io, interrompendoli. Loro si voltarono, Gazel con il solito sguardo di ghiaccio e Victoria che mi guardava storta.
-Posso rubartela per oggi?- chiesi, indicandola. Lei si sorprese non poco.
-Mi fai un piacere.- rispose atono, poi se ne andò. Sicuramente a cercare il suo amico/nemico dai capelli rossi. Lei ci rimase male.
-Allora, cosa vuoi? Ho da fare.- disse lei, guardandomi dall’alto in basso. Che fastidio!
-Avevo un progetto fra Jude e Lexa, ma se non t’interessa …- le confidai in un orecchio, andandomene. Lei cambiò subito espressione.
-Come, cosa, quando, perché?- prese a dire velocemente. -Cos’è questa storia? C’è qualcosa fra loro?- chiese di nuovo lei, interessata.
-No. Almeno credo. È per questo che mi serve il tuo aiuto, e quello di Susett. Non avrei mai creduto di chiedervelo …- dissi. Lei ci pensò su un attimo, ma conoscevo già la sua risposta.
-Accetto, ma solo perché si parla di riunire due cuori solitari. A proposito, grande il bacio sulla guancia a Joe.- rise lei. Io avvampai.
-C-come fai a saperlo?- domandai rossa in volto.
-Callie, era un dopo partita. Ti hanno vista praticamente tutti.- rispose lei, tornando appena al suo tono acido, con me. Io annui solamente.
-Ora dobbiamo trovare l’altra scalmanata. Andiamo?- chiese, tirandomi per la manica. Non credevo che Victoria potesse diventare cosi simpatica per una questione di cuore, addirittura non suo. Mentre giravamo l’appartamento in cerca della ragazza, feci una domanda.
-E a te piace qualcuno?- chiesi ingenuamente. Lei mi mollo la parte di stoffa che teneva ancora, violentemente.
-Ma ti sembrano domande da fare? Non siamo cosi amiche, anzi non lo siamo nemmeno.- rispose lei, arrossita appena.
-Scusa ma siccome eravamo in tema … non volevo crearti fastidio.- mi scusai, accelerando il passo e chiamando a gran voce la blu. Seni un sussurro, appena percettibile.
-In effetti ci sarebbe qualcuno …- ma poi si bloccò, non appena ci si presentò davanti Susett.
-Allora? Perché sciupi cosi il mio nome inutilmente?- chiese, scrutandomi. Mentre con un sorriso più grande della sua faccia salutava Victoria.
-Ciau Vicky!!- gridò lei abbracciandola.
-Ciao Sue.- salutò di rimando lei. Vicky? Sue? O kami-sama!
-Che ci fa lei qui?- dissi indicandomi malamente.
-Ho un nome anchio. Ma non storpiarlo.- dissi sorridendo allegramente. Lei mi mandò a quel paese. Era una semplice battuta!
-Non devi essere gelosa se non hai un soprannome fashion come il nostro.- rispose, bruscamente Susett.
-Okok … ora basta ragazze. Sue, siamo in pace. Anche lei.- disse Victoria, in mia difesa. Ora mi difendeva pure? Che strana persona.
-Cosa vuole allora?- chiese ancora, ignorandomi.
-Senti “Sue”, -mimai le virgolette ~volevamo, una persona esperta nel campo del gossip. Ma se non t’interessa...- usai lo stesso trucco con Victoria, facendo finta di andarmene. Ci cascò.
-Gossip? Io sono una maga in questo campo! Se si tratta di questo, conta pure su di me.- affermò, stringendomi la mano, in segno di pace momentanea.
Pochi minuti dopo eravamo fuori, sedute su una panchina appena fuori l’appartamento.
-Allora, cosa vuoi scoprire?- chiese Sue, a gambe incrociate fissandomi.
-Voglio scoprire cos’è successo tra Lexa e Jude, quando sono rimasti in camera da soli.- dissi serissima. Ero una ficcanaso, lo ammetto. Ma non ci potevo far niente. Le due tesero le orecchie.
-Davvero sono rimasti chiusi in camera da soli?- disse Susette con gli occhi che brillavano, mentre giungeva le mani sotto il mento. Io annui convinta.
-Allora sta succedendo qualcosa. È cosi emozionante! A proposito Callie, che dolci tu e Joe!- disse Sue. Io arrossi e chiesi di non dirmelo più, altrimenti sarei evaporata. Loro annuirono divertite.
-Per prima cosa, che dobbiamo fare?- domando Vicky, seduta scomposta, con le braccia che coprivano il suo viso dal sole.
-Fare alcune domande alla carissima sorellina del Rasta-man.- sorrisi. Loro mi guardavano confuse.
-Rasta … che?- chiesero in coro.
-Jude! Ragazze, Jude! È il suo nome in codice! E ora cerchiamo Celia, lei saprà qualcosa. Andiamo!-
Raggiunta la cucina …
-Che cosa volete sapere?- disse, Celia mentre lavava i piatti e le posate del pranzo appena compiuto.
Nel quale non avevo staccato gli occhi da Lexa, facendo attenzione che non mi scoprisse.
-Se sai cosa c’è tra tuo fratello e Lexa!- disse scocciata, Sue.
-Ma io non lo so. Non vado a chiedere certe cose, addirittura private, al mio fratellone.- sbuffò lei, mentre si asciugava le mani.
-Sicuramente qualcosa è successo, perché sono molto più complici di prima. Inoltre Lexa, dopo quella chiacchierata privata, non mi ha detto niente.- dissi, pensierosa.
-Ragazze, non posso aiutarvi. Veramente.- poi se ne andò di sopra, lasciandoci li da sole.
-E ora che si fa?- chiese Vicky. Poi ci raggiunse Mark, assieme a Xavier.
-Ciao ragazze! Ma che ci fate qui? Il vostro allenamento?- chiese il castano, mentre beveva lunghe sorsate di acqua fresca, presa dal frigorifero.
-Oggi passiamo.- risposi io. –Ma Sue, tu con chi ti alleni?- chiesi fissandola.
-Dovrei con Jordan. Ma non avevo voglia oggi.- disse normalmente.
-Mark andiamo! A dopo ragazze!- saluto allegro Xavier, spintonando amichevolmente l’amico.
Scendemmo al piano inferiore, accomodandoci pigramente sui divani a disposizione.
-Callie, se devo essere sincera non sei cosi male.- disse ad un certo punto Susett.
-Io la penso allo stesso modo. È che all’inizio sai … siete arrivate e ci avete rubato il posto da titolari.- confermò Victoria sorridendomi gentile.
-Anchio lo credo, ragazze. All’inizio sembrava che foste snob, ma conoscendovi … scommetto che non sarete cosi male. In fondo l’apparenza inganna!- sorrisi allegra io.
-Si, ma azzardati a dire un’altra volta carino, al mio tesorino, e giuro che ti faccio a pezzi. Chiaro?- chiese furiosa Susett.
-Scusa, ma è la verità. Non volevo offendere o altro.- poi perse la smorfia di rabbia e mi sorprese.
-Ne che è carino? È il più bello di tutti!!- gridò lei, euforica.
-Non esagerare! Il più bello è Joe!!- risposi io, ancora più esaltata. Poi, con voce leggerissima, anche Victoria disse un nome.
-Nessuno batterà mai Harley- noi la fissammo, ma per compassione non feci commenti. Restammo ancora un po’ cosi a chiacchierare vivacemente. Poi, delle voci in sottofondo, volgemmo per pochi istanti lo sguardo verso l’orologio: 18.00! Era passata un’altra giornata!! Poco a poco, tante testoline sbucarono dall’entrata, sudate e luride di sabbia. Vidi anche Lexa, incrociammo gli sguardo. Lei mi fissò malamente, per poi incitarmi a salire con lei. Salutai al volo le ragazze per poi raggiungerla.
-Perché diavolo fai amicizia col nemico?- domando aggressiva lei, sotto la doccia.
-Non sono il nemico! Sue e Vicky sono simpatiche e …- m’interruppe.
-Ferma, ferma, ferma. Sue, e Vicky?- chiese scioccata lei, mentre sghignazzava.
-Anche a me ha fatto quell’effetto la prima volta che ho sentito quei soprannomi. Ma credimi le apparenze ingannano. Non sono cosi male quelle due.- risposi, seduta a gambe incrociate sul water. Poi spense l’acqua e senti la sua voce richiamarmi.
-Passami l’asciugamano, grazie.- mentre lei usciva e si avvolgeva negli stracci asciutti parlava,
-Ma il dubbio che mi sorge spontaneo è … Perché hai fatto amicizia con loro? Sono state loro a venire da te, o te da loro?- ma non le risposi, perché ero già scesa.
-Callie? Callie? Accidenti.- disse Lexa, mentre accendeva l’asciugacapelli a tutta birra.
-Sue! Vicky! Mi ha quasi scoperta!! Interrompiamo la missione per oggi!- dissi, tutta affannata alle due, scendendo dalle scale.
-Fai attenzione!- gridò Torch, guardandomi.
-Si ma …- comincio Vicky.
-Si ma …?- incitai a continuare.
-Si ma non interrompiamo la nostra amicizia!- esclamo Sue, vivace.
Io annui, sorridendo felice.
Arrivo la cena: patatine fritte e fettina impannata.
Mi ci fiondai dentro. Mentre mangiavo vidi Nathan, che chiacchierava con Lexa. Dopo il pasto lo raggiunsi.
-Hey Nathan! Mi dispiace averti abbandonato oggi! Non lo faccio più, promesso!- risi.
-Tranquilla, mi hanno fatto compagnia Axel e Lexa. Aiutandomi nell’allenamento dell’attacco.- sorrise lui. Poi senti una presenza dietro di me.
-E cosi hai saltato l’allenamento.- disse, la voce arrabbiata e seriosa dell’allenatrice.
Mi voltai e incrociai il suo sguardo freddo.
-Non solo cerchi di scappare, ma ora salti gli allenamenti. Questa volta passo, ma giuro Callie Lee, che è l’ultima volta.- io annui imbarazzata. Poi se ne andò.
-Hahah, hai ricevuto la ramanzina dall’allenatrice. Impiastro!- rise arrogante Torch.
Fu Lexa a chiamarmi.
-Andiamo? Domani doppio allenamento per te!- disse sorridendo. Io annui, salutando tutti i presenti e salimmo in camera.
-Allora, mi rispondi o no?- chiese dopo un minuto di silenzio da parte di tutt’e due.
-Non so a cosa ti riferisci. Notte Lexa.- risposi ghignando sotto i baffi, infilandomi sotto le coperte.
-Tu non me la racconti giusta. Notte Callie.- disse spegnendo l’ultima luce nella stanza.

 
 
 
Finito alla prossima genteeee
Bye-biiiiiiiii ;D
 
 
 
  

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Eccoci tornate! Scusate se ultimamente non aggiorneremo con frequenza ma sapete l’estate …
 
 
Buona lettura e commentate!!
 
 
 
Cosa mi stava nascondendo Callie Lee?
-Sei già sveglia a quanto pare!- disse Callie sbucando con la testolina davanti a me.
-Non ho dormito molto questa notte.- dissi io alzandomi e dirigendomi all’armadio a prendere la divisa pulita. Oggi si iniziava dalla mattina dopo colazione.. Come tutti i giorni.
-Come mai?- chiese Callie.
-Cosi.- dissi io.
Lo sapevo bene perché non avevo dormito. Sapevo che Callie mi nascondeva qualcosa.. Solo che non sapevo cosa. L’avrei tenuta d’occhio, avrebbe fatto un errore prima o poi. Sperai prima.. Non amo aspettare.
-Andiamo?- mi chiese lei.
-Si.- dissi finendo di legarmi i capelli.
Scesi di sotto e questa mattina la sedia di Jude era occupata da lui.
-Buon giorno!- fece Callie con la solita allegria di sempre.
La risposta venne da praticamente tutti.
Mi misi seduta e rivolsi uno sguardo investigatore a Jude.
-Si sto meglio.- fece lui capendomi al volo.
-Ti alleni?- chiesi prendendo del caffè.
-Credo di si, ma Celia mi ha detto, giustamente, che non devo strafare, quindi mi allenerò il minimo indispensabile.- disse mangiando un chiffer.
-Ha..- tossi.. Quanto mi costava dire che una persona aveva ragione..-Ragione..- sussurrai.
-Come?- chiese con un sorrisino infame sulle labbra.
Odio il mio orgoglio.. Avanti Lexa.. Uccidi il tuo orgoglio.. Per 2 parole.. Pochissimi secondi..
-Ha ragione!- dissi alzando troppo il tono della voce.
-Lo so.- fece lui.
Finii di mangiare e poi mi alzai prendendo posto vicino a Nathan.
-Ciao Lexa!- fece lui sorridendomi.
-Hey Nathan.- dissi con la mia tazza di caffe ancora piena.. L’avevo riempita prima di alzarmi.. Caffè-dipendente.
-Senti.. Ieri tu sei venuto con me e Axel ad allentarti..- dissi io e lui mi interruppe.
-Scusatemi se ho rallentato il vostro allenamento e mi sono intromesso.. È che non volevo..- disse lui abbassando lo sguardo.
-Ma cosa dici? Io volevo solo dirti che.. 1: non fa niente, figurati, non disturbi. E 2: perché sei dovuto venire con noi.. Che fine aveva fatto Callie?- chiesi mettendo la tazza sul tavolo.
-Non so bene cosa devo dirti..- disse lui fissandomi.
-Che ne dici della verità?- chiesi sorridendo. Nathan era un tipo sincero, non mi avrebbe mentito.
-Ok.. Callie mi ha dato.. Diciamo la giornata libera.. Perché doveva fare una missione TOP SICRET!- fece lui.
-Non ti ha detto altro?- chiesi incuriosita.
-No, solo di stare zitto perché se no lo scopriva.- disse lui.
Bene. Quindi avevo ragione, come sempre ovviamente.
-Nathan sei stato di ottimo aiuto! Ti ringrazio.- dissi alzandomi e toccandogli una spalla.
-Figurati!- disse lui sorridendo.
Con la mia tazza in mano tornai al mio posto. M’ingozzai di caffè e poi andai di fuori, dove già della gente si allenava.
-Già pronta per l’allenamento?- mi fece Susette.
-Certo!- dissi io voltandole le spalle e facendo un po’ di stretching.
-Io e Victoria abbiamo fatto amicizia con Callie.- disse lei sbruffona.
-Interessante.- dissi io sarcastica, sperando capisse.
-Davvero?- chiese lei sorpresa.
-No.- dissi fredda continuando il mio stretching.
-Oh, capisco..- fece scaldandosi i muscoli.
Ora che ci pensavo.. Anche lei era con Callie.. E quindi anche lei c’entrava.
-Senti Susette.. Mi dai una mano con gli esercizi di base? Non li ricordo bene.- Bugia bella e buona. Li sapevo e come li esercizi da fare di base.
-Certo Lexa.- disse e si mise davanti a me.
-Prima c’è questo.- disse e si mise a muovere le spalle.
Sapevo che stando cosi vicina a me non avrebbe non potuto gossippare. Quindi magari mi avrebbe detto qualcosa.. Ma so che avrei dovuto iniziare io.
“Avanti Lexa” Mi ripetevo mentalmente.. “Fai l’ochetta Lexa.. Avanti.. Trova un gossip..” Mi sforzai di pensare agli affari altrui.
-Hey Susette, che ne pensi del bacio sulla guancia che Callie a dato a Joe?- chiesi con una voce idiota.
“Brava Lexa! È cosi che si fa! Ora hai trovato un punto d‘approccio. Lei non oserà e non saprà rifiutare i gossip.” O mamma mia, parlavo da sola.
-Sono cosi carini!- disse lei smettendo per un attimo di scaldarsi.
Continuiamo..
-Anche io li trovo carini.- evviva le bugie! Io non li avevo nemmeno visti! -.-’
-Sai Lexa.. È normale che piaccia qualcuno..- fece lei scrutandomi.. Con quello sguardo.. Quello che Callie mi faceva sempre quando voleva sapere qualcosa.. Quello sguardo furbo.
-Oh..- forse iniziavo a capire qualcosa.. Ma andiamo avanti.
-Certo è normale.- continuai.
-Quindi anche a te..- disse lei sorridendo.
-Anche a me cosa?!- dissi scaldandomi.
“Ritrova la calma!”Ma perché parlavo da sola?!?!?!
-Anche a te piace qualcuno?- chiese lei.
Ebbrava la Susettina-pesciolina! Continua a parlare.
-Perché dovrebbe?- chiesi io.
-Oh.. Hem.. Ecco..- disse lei ingarbugliandosi.. Brava Pesciolina.
Si era tirata sui piedi la zappa.. Da sola!
-Sue!- disse Victoria piombando dal dietro.
Accidenti.. Cosi diventa più difficile!
-Ciao Lexa.- disse Victoria.
-Bye!- dissi io e mi allontanai.
Adoravo giocare in questo modo, anche perché vincevo sempre.
Callie vuole giocare con me.. E allora io gioco con lei.
 
L’allenamento passò veloce. Ed era già ora di pranzo.
Riuscivo a scartare Axel, con molti problemi, ma ci riuscivo.
 E lui riusciva a prendere la palla e a fermarla, metterla hai piedi e fare un passaggio abbastanza lungo da arrivare agli attaccanti, che in teoria dovevano trovarsi li.
 
-Ragazzi questo pomeriggio l’allenatrice esce con Nelly, Silvia e Celia a fare delle compere, noi inizieremo ad allenarci non appena tornano, cosi mi è stato detto.- disse Mark per poi rifiondarsi nel cibo.
Meglio, mi ci voleva un po’ di riposo.
Callie, Callie, Callie.. A che gioco stai giocando?
Qualunque esso sia vincerò io.
Giocherellai un po’ con la pasta al sugo di pomodoro.
-Lexa!- fece Darren scuotendo la mano davanti hai miei occhi.
-Si?- feci ripescandomi dai miei pensieri.
-Niente. È solo che si stava parlando e non hai reagito..- disse lui sorridendo.
-Scusatemi, ero immersa nei miei pensieri.- dissi io grattandomi una guancia. Lo facevo spesso quando ero concentrata.
-Ti capita spesso vero?- chiese Callie lanciando un’occhiatina veloce, che non mi scappò, a Susette e a Victoria e loro di rimando fissarono me.
-Che avete da guardare?- dissi provocante.
-Lexa..- fece Jed rimproverandomi.
-Che vuoi?- dissi alzandomi dal tavolo.
-Devi stare calma.. Ne abbiamo già parlato..- disse lui mangiando la sua bella spaghettata.
-Si signor so-tutto-io, quando mi direi come si fa a stare calmi con delle tipe che si lanciano occhiatine e poi ti fissano, bhè fammi un fischio!- dissi e me ne andai sul divano. Accendendo la tele e restando sul primo canale. Un documentario sui puma. Interessante.
Mi persi in mamma Lory, la mamma puma, che accudiva James, Lisi e Nity. Erano cosi carini.
-Hey tutto ok?- chiese Nathan avvicinandosi a me.
-Si..- sorrisi io.
-Che sorriso monco.- fece lui guardando lo schermo.
-Che cosa guardi?- fece pochi secondi dopo.
-Un documentario sui puma.- dissi passandomi il telecomando da una mano al’altra.
-Io andavo a correre, vuoi venire?- fece tentennante.
-Si, ottima idea.- dissi e mi alzai spegnendo il televisore.
Ero ancora in divisa, come tutti gli altri, quindi non c’era nessun problema. Uscimmo e ci dirigemmo verso la spiaggia bagnata dal mare.
-Possiamo partire?- fece lui.
-Certo che si!- dissi e iniziammo a correre.
Nathan era nella squadra da tanto tempo, ma io mi continuavo a chiedere perché in difesa, voglio dire.. Lui è sicuramente il più veloce della squadra, o uno dei più veloci, siccome era anche il più veloce nell’atletica.
-Senti Nathan, ma perché tu non giochi in attacco?- chiesi incuriosita.
-Bhò.- fece lui concentratissimo sulla corsa.
-Sei sicuramente il più veloce, averti in attacco sarebbe un vantaggio per la squadra.- dissi sicurissima di me stessa.
Nathan era rapido e agile, velocissimo.. In attacco sarebbe stato perfetto.
-Perché penso che è più divertente la difesa.- disse serio.
-Perché?- chiesi io.
-Perché non sai mai cosa ti aspetta.. Voglio dire, certo, in attacco devi dare il meglio di te stesso e devi tirare forte, e usare le tue tecniche migliori.. Ma la difesa.. Non solo devi dare tutto te stesso, ma devi anche metterci di mezzo il tuo corpo, devi saper evitare, ma anche proteggere la porta, soprattutto proteggere la porta.. Dovresti sapere come ci si sente quando si riesce a difendere la porta.- disse fissandomi brevemente.
Rallentai immersa nei miei pensieri.
-Tutto ok?- chiese fermandosi e raggiungendomi dove mi ero fermata.
-Si, scusami.. Forse correre non è una cosa che mi riesce bene.. Non oggi.- sorrisi convinta.
-Questo è decisamente meglio di quell’altro.- disse facendomi l’occhiolino.
Già.
Mi misi seduta sotto il sole cuocente e lui mi raggiunse.
-Pensi ancora a quello che ha in mente Callie?- chiese curioso.
-Si.. Un pochino.- dissi
-Certo, solo un pochino..- fece sarcastico ma ridendo comunque.
-Ok, un pochino tanto.- dissi ridendo divertita dal suo sguardo.
I suoi occhi si posarono sui miei elastici.
-Li hai tenuti?- chiese incuriosito.
-Si certo.. Non me li avevi regalati?- chiesi sorpresa.
-Sisi! E solo che non mi aspettavo li usassi.. Non sapevo.. Ti piacessero?- disse confuso.
-Si mi piacciono.. Almeno spiccano in mezzo hai miei capelli.. Un po’ come in mezzo hai tuoi.- sorrisi indicandoli.
-Già!- fece lui toccandosi la coda.
Tornammo indietro.
-Comunque mi spiace di aver rovinato il tuo allenamento.- dissi toccandogli una spalla.
-Figurati! È stato un piacere parlare un po’ con te!- disse mezzo imbarazzato.
-Ok.. Vediamo se mi batti.. Cosa quasi del tutto ovvia.- dissi sorridendo.
-Ok.. Pronti.. Partenza.. Via!- disse e partimmo a corsa.
Da subito i suoi passi veloci mi superarono, e per tutto il tragitto mi fu distante di molti metri. Era una freccia!
-Ebbravo Nathan!- dissi quando, finalmente, arrivai anche io.
-Sono veloce he?- disse lui.. Sbruffone!
-Si e anche modesto devo dire!- dissi io ridendo.
Rientrammo e ci aggiungemmo agli altri.
-Hey Lexa.. Abbiamo una sorpresa per te.- disse Mark quando io e Nathan ci infilammo nella massa.
-E cosa sarebbe?- chiesi incuriosita.
-Hehehe! Ti piacerebbe saperlo he?- fece Torch da lontano.
-Si.- dissi io e lui rise.
-Andiamo!- disse Nathan facendomi strada.
-No aspetta.. Che succede?- dissi fermandomi li dov’ero.
-Abbiamo pensato.- iniziò Jude -di farti una sorpresa, sai Callie.. Ha la lingua lunga.. E ci ha detto una cosa, e noi non potevamo rimanere li con le mani in mano.. E allora abbiamo provveduto.- sorrise.
-Devo avere paura?- dissi con una faccia, che doveva veramente fare ridere, perché tutti scoppiarono in una piena risata.
-Andiamo!- disse il blu facendomi strada.
Scendemmo in quella che era la cantina.
-E per quello che mi hai portata a correre?- chiesi io.
-Ma va! Io ci sarei andato comunque. Ti ho vista li e mi sono chiesto se magari volevi venire.- disse sorridendomi.
Aprii una porta e poi mi fece entrare. Era buia, molto buia. Quando furono tutti dentro, quindi doveva essere grande, Nathan accese la luce.
-Allora?- fecero in coro.
-Ecco..- dissi io ingarbugliata.
Davanti a me un tappeto rosso si stendeva in larghezza e in lunghezza quasi a coprire tutto il pavimento di cemento della cantina.
Un lampadario bianco era piazzato al centro del soffitto e un pianoforte nero lucido a muro era appoggiato al muro più lontano da me. Sopra di esso tutti i miei libri, pigne enormi di libri pieni di note musicali, e nell’unico spazio libero del piano una lucetta anch’essa bianca mi illuminava quello dove poi avrei dovuto appoggiare lo spartito.
-Qui diventiamo vecchi.- fece Dvalin appoggiandosi al muro.
Sentii qualcosa di caldo toccarmi una spalla.
-Allora?- fece Nathan.
-è.. Semplicemente.. Magnifico!- dissi io andando verso il piano a fissarlo da vicino.
-E allora perché non ci suoni qualcosa?- chiese Harley appoggiatosi al muro.
-Perché..- ma Callie mi rubò la parola.
-Perché dovete sapere che la nostra cara Lexa è timida!!!!- disse lei abbracciandomi da dietro.
-Callie..- dissi io arrossendo vistosamente.
-Dai Lexa! Siamo tutti amici!- disse una voce, che mai avrei voluto e creduto che avesse potuto dire queste parole.
-Cosa?!- dissi io rivolgendomi a Celia che era apparsa dietro Jude.
-Bhè nessuno ti critica qui!- fece lei sorridendomi.
-Nessuno avrà niente da criticare una volta che io avrò finito di suonare.- feci sbruffona.
-E davvero cosi.. Anche io rimango a bocca aperta.. Ogni volta che lei tocca la tastiera.- disse Callie sorridendomi.
-Callie fai scegliere un pezzo?- dissi dandole in mano una 15 di libri, quelli che contenevano i brani più belli e quelli più difficili.
-Certo!- disse lei dirigendosi verso i ragazzi.
Dopo circa un quarto d’ora tornò in dietro con due libri aperti.
-Ecco le ragazze hanno scelto questa.- disse indicandomi il brano di taylor swift -teardrops on my guitar.
-Ok.. E poi?- dissi impressionata.. 2 brani.. Che bello!
Mi indicò Angels di Robbie Williams.
Victoria si avvicinò furtivamente.
-Senti Lexa.. Io volevo chiederti.. Ho notato che ci sono anche le parole.. La sai cantare?- chiese abbassando lo sguardo.
-Devo cantarla?- chiesi io incredula. Certo la so cantare, la mia voce è bella.. Ma se avessi sbagliato?
-Se puoi.- disse lei
-Tutte e due?- dissi io.
-No, solo la prima..- dissero le ragazze.
-E perché non tutte e due?- chiese Callie.
-Come volete.- dissi e preparai lo spartito sul pianoforte.
Iniziai con i primi accordi un po’ insicuri e poi ci misi pure la mia voce..
 

-Drew looks at me, I fake a smile so he won't see
That I want and I'm needing everything that we should be
I'll bet she's beautiful, that girl he talks about
And she's got everything that I have to live withoutr-

 

Erano le prime frasi della canzone.. Sentii che tutti si avvicinavano.. Ero orami a metà canzone e non avevo ancora fatto errori.


-He's the reason for the teardrops on my guitar
The only thing that keeps me wishing on a wishing star
He's the song in the car I keep singing, don't know why I do
 
Drew walks by me, can he tell that I can't breathe?
And there he goes, so perfectly,
The kind of flawless I wish I could be
She'd better hold him tight, give him all her love
Look in those beautiful eyes and know she's lucky cause-

 
Le note e la mia voce erano molto sicure.. Non avevo paura.
 
Ed ora le ultime..
-Drew looks at me, I fake a smile so he won't see- e la canzone fini con gli ultimi accordi e 88 persone che battevano le mani per me.
 
-Bravaaa!!!!- fecero tutti e poi mi incitarono a cantare l’altra canzone.
 
Iniziai con i primi accordi di Angels..
 

-I sit and wait
Does an angel contemplate my fate
And do they know
The places where we go
When we're grey and old
'cos I have been told
That salvation lets their wings unfold
So when I'm lying in my bed
Thoughts running through my head
And I feel that love is dead
I'm loving angels instead
And through it all she offers me protection
A lot of love and affection
Whether I'm right or wrong
And down the waterfall
Wherever it may take me
I know that life won't break me
When I come to call she won't forsake me
I'm loving angels instead
When I'm feeling weak
And my pain walks down a one way street
I look above
And I know I'll always be blessed with love
And as the feeling grows
She breathes flesh to my bones
And when love is dead
I'm loving angels instead
 

 

- la cantai senza incertezze.. Per poi far correre le ultime note.. Certo era molto piu lenta della vera.. Ma era splendida.
Quando finii le mie mani vibravano dall’emozione.
Applausi a non finire e ragazzi in lacrime-.-’ oddio..
Brava brava! Dicevano tutti.
Salimmo e ci guardammo un film, ogni tanto qualcuno mi chiedeva se conoscevo quella e quell’altra canzone e se una volta la suonavo. Dicevo di si. Perché a me piaceva suonare se c’era un buon pubblico ad ascoltarmi.

 

 
 
 

 

Però, la nostra Lexa se la cava bene a cantare! (Douch… NdaCallie*che si tiene le orecchie, le quali sanguinano copiosamente)(Stronzaaa! NdaLexa *infuriata*)
Vi aspettiamo al prossimo, ciauuuuuuuu ;D 

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Eccoci quaaaa!! Siamo contente che ci sono lettrici che ci seguono! Noi commossee ç_ç
Ma ora basta indugi!
 
 
Buona lettura e commentate!!!
 
 
 
Lexa era stata magnifica al pianoforte. Ha dato il meglio di se e ne sono contenta. So di cosa è capace e questo era niente.
Dato che lei aveva organizzato l’arrivo di Jed, io avevo pensato un modo per ripagarmi anche se non c’è n’era stato assolutamente bisogno.
Che dire se non la sorpresa è riuscita perfettamente!!
Dopo quelle due melodie eravamo saliti per vedere un film qualsiasi, avevamo optato per una commedia simpatica e leggera.
Io ero sdraiata tra i corpi completamente rilassati di Mark e Xavier. Il film non era malaccio ma non mi andava di seguirlo a fondo.
Leggermente mi si stavamo chiudendo gli occhi, ero morta.
-Callie, non addormentarti!! Il film sta arrivando alla parte più bella!!- mi richiamò Lexa, accanto a Nathan, mentre mangiucchiava qualche popcorn al cioccolato incantata davanti allo schermo.
Io mugugnai appena. Quella sera non avevo nessuna voglia di guardare la TV, cosi socchiusi appena gli occhi, ma poi Morfeo mi prese nella sua docile e tranquilla mole.
Fu una docile carezza di luce a farmi svegliare. Appena riapri i miei occhi magenta notai che ero nella mia camera, sotto le coperte.
Mi girai verso la mia compagna di stanza, e la vidi addormentata. Lexa prendeva quella particolare smorfia rilassata solo nel sonno. La trovavo cosi tenera, e mi dispiaceva svegliarla. Ecco perché ogni tanto la svegliavo in ritardo: guardarla dormire mi metteva pace e tranquillità.
Ma quella mattina decisi di svegliarla civilmente e in orario.
Le andai accanto e presi a scuoterla con gentilezza per un fianco.
-Lexa … Lexa … è ora di svegliarsi.- mormorai. Lei si voltò per un attimo.
-Ancora 20 ore …- io risi. Era proprio una lazzarona.
-No, dai. Per una volta che ti sveglio in orario e civilmente.- le dissi, mentre lei apriva gli occhi rossi per fissarmi. Sorrise.
-Ok,ok. Ti fa niente passarmi la divisa. Almeno sono già pronta per uscire dopo colazione.- disse, alzandosi e stropicciandosi gli occhi, tra uno sbadiglio e l’altro.
-Ti aspetto fuori dalla stanza. Sbrigati che ho fame.- le dissi varcando la soglia.
-Ma non hai sempre fame?- chiese lei fissandomi.
-Si, ma stamattina più del solito.- risposi sbattendo la porta dietro di me.
-Ragazzina non si fa rumore già di prima mattina. Capito?- disse la voce presuntuosa, ma sinceramente allegra di Susette.
-Ciao Sue!- gridai vivace, dandole un abbraccio.  Poi sbucò Victoria da dietro.
-Buongiorno Li …- prima che potesse finire, Sue le tappo la bocca con la mano.
-Ciao Vicky!!- le dissi, in risposta. Poi notai che lei e la nera, si lanciavano occhiate complici.
-Che avete voi due?- chiesi ingenua. Loro si fissarono per l’ultima volta, e annuirono.
-Siccome noi abbiamo un soprannome fashion, abbiamo pensato di dartene uno pure a te!- esclamò Sue, elettrizzata.
-Ok, ditemi.- chiesi, curiosa di sapere come mi avrebbero soprannominata da oggi in poi quelle due pazze.
-Che ne dici di … LILI !!- dissero in coro. Io fissai prima una e poi un’altra.
-Mmmm …- pensai con le mani sotto il mento. Poi sentimmo un’altra presenza dietro di noi.
-Cosa fate imbambolate fuori dalla mia camera?- chiese Lexa, scocciata.
-Niente che ti riguardi!- rispose indispettita Susett, facendole la linguaccia. Io e Vicky sghignazzammo. Era troppo buffa quella ragazza.
-Baka …- digrigno tra i denti Lexa, poi mi guardo, -allora, vieni?- chiese infine. Prima che potessi rispondere, fui accerchiata dalle due.
-Siccome a te di Callie non t’importa, c’è la prendiamo noi!- disse Victoria trascinandomi via, e non lasciandomi il tempo di replicare. Mentre Lexa e Susett si guardavano con aria da sfida.
Appena giù in cucina, fui costretta a sedermi accanto a loro, sinistra Sue, arrivata poco prima della mia compagna di stanza e a destra Vicky.
-Allora, che ne pensi del tuo soprannome?- chiesero con gli occhi sbrilluccicanti. Io non volevo offenderle ma Callie, era già di per se un soprannome ,solo che loro non lo sapevano.
-Diciamo che è carino, ma no. Grazie mille ragazze che avete sprecato un’intera nottata per darmene uno anche a me. Ma il mio nome è perfetto.- poi sorrisi a trentadue denti alle due. Sorrisero a loro volta.
Vidi Lexa accanto a Shawn. Chissà come mai era li …
Poi riconobbi le voci di Eric, Bobby e Jude che arrivavano.
-Vado dal mio tesorino. A dopo, auguratemi buona fortuna!!- esclamò Susett, determinata. Noi la salutammo e rimanemmo sole. A dir la verità non chiacchierammo molto. Eppure io ero una di molte, troppe parole. Ad un certo momento la voce di Gazel, ci rimbombo nelle orecchie.
-Victoria, allora vieni? È mezzora che ti sto chiamando per l’allenamento.- disse lui, gelido.
-Mi chiama. Vado, augurami buona fortuna.- disse con faccia non troppo contenta. –Ciao, Lili!!- prima che potessi replicare era già sparita dalla mia vista.
Rimasi sola, con i gomiti appoggiati sul tavolo con le briciole che mi pizzicavano la pelle.
Stufa di star li, raggiunsi Shawn, Lexa, Mark e Axel.
-Ciao ragazzi!- salutai allegra come sempre.
-Ciao Callie!- risposero Shawn e Mark. Axel mi saluto con un cenno della mano e Lexa non ci fece caso.
-Come mai non mi saluti?- chiesi sorridente. Lei mi guardò male.
-Non sono in vena. E comunque il motivo lo conosci fin troppo bene.- disse, arrabbiata. Ma sapevo far arrabbiare e disperare la gente e nient’altro? Non era possibile!!
-Scusa ma non comprendo.- Io si che ero in vena di scherzare, lo ero sempre.
-O la pianti, o tornatene dalle tue amichette oche. Ok?- grido, sbattendo i pugni sul tavolo e andandosene di fuori, poi udimmo di nuovo la sua voce, -vieni Axel?- chiese, o meglio ordino. Lui alzo le spalle e la raggiunse. Io rimasi di sasso.
-Ma perché sbaglio sempre tutto?- sbuffai, sedendomi al mio solito posto.
-Sei fatta cosi, e comunque è scocciata per altro.- disse Shawn.
-Per cosa? Davvero, non ci arriverò mai da sola.- risi tra me e me.
-È per una cosa che ha detto Victoria. Almeno cosi ci ha confidato Lei.- rispose Shawn.
-Ma credi che s’arrabbia se glielo diciamo? Infondo è come se fosse un segreto.- bisbiglio appena Mark al grigio.
-Ma no capitano. L’ha sentito in diretta Callie.- che bella espressione “In diretta”, mi piace.
-Allora me lo volete dire o no?- chiesi, spazientita. Loro annuirono.
-È solo arrabbiata, anzi incazzata nera, con … come l’ha chiamata, patatina lessa? Perché ha detto che non le importava niente di te. Ma non è assolutamente vero.- disse Shawn mentre mangiava una fetta imburrata con dello zucchero.
-Ma lei lo sa che non credo alla prima persona che passa.- esclamai. Davvero era arrabbiata per una cosa del genere? -Mi sorprende sempre di più quella ragazza.- dissi, grattandomi la nuca. –Ma allora il motivo per cui mi evita?- chiesi a Shawn.
-Lo sai meglio di tutti noi. Sappiamo che è aggressiva e scontrosa come sappiamo che tu sei solare e ingenua. Fa parte del vostro Dna.- sorrise alla fine della sua spiegazione. Io annui felice.
-Allora, se fa come suo solito, tra poco le passerà. Ma con le altre due sarà arrabbiata ancor più di prima …- pensai preoccupata per Sue e Vicky. Non sapevano cosa le aspettasse. Poi mi sorse un dubbio.
-Ragazzi, ma avete visto Nathan?- chiesi io guardandomi in giro, cercando la sua chioma azzurra.
-No. È uscito molto presto, è mi ha accennato di volersi allenare subito, almeno cosi credo.- rispose Mark, riflettendo. Io lo fissai.
-Ok, allora adesso lo raggiungo. Venite con me?- domandai alzandomi, facendo strusciare la sedia e attirando l’attenzione di tutti.
-Va bene. Tanto abbiamo finito di far colazione.- disse Shawn. Mark annuì energico.
Raggiungemmo la spiaggia in un attimo. Era pieno dei ragazzi che si stavano allenando. C’era anche Nathan in compagnia di Lexa e Axel.
Io corsi nella loro direzione, dopo aver salutato Shawn e Mark.
-Lexa posso parlarti?- domandai, seria. Lei si sorprese, non usavo mai quel tono a meno che non ce ne fosse davvero bisogno.
-Ok, ma che sia veloce.- rispose secca lei. Ci allontanammo dai ragazzi di qualche metro.
-Non devi arrabbiarti per le cose che dicono Victoria e Susett.- le dissi gentilmente.
-Certo che mi arrabbio!- esclamo lei in risposta.
-Ma per quale motivo? È inutile arrabbiarsi per quelle due, sono irrecuperabili!- gridai divertita.
-Invece si che mi arrabbio, se dicono che non tengo a te si sbagliano di grosso!- ringhiò lei nella loro direzione.
-Lexa, calmati un attimo. Tu lo sai che ti considero come una sorella, vero?- lei annui. –E sai anche che mi fido ciecamente di te. Perciò io non vedo nessun motivo per cui devi arrabbiarti cosi tanto. Cerca di rilassarti e di non ascoltarle.- dissi agitando le braccia. Era veramente testarda. Se non voleva accettare qualcosa non c’era verso di farle cambiare idea.
Ma ci ero riuscita.
-Dai, devo allenarmi con il tuo amico dai capelli blu!!- urlai ridendo divertita dalla sua espressione. La trascinai di nuovo dai due.
-Sono pronta per l’ allenamento, Nathan … Nathan … Nathan …- mentre ripetevo il suo nome facevo smorfie incredibili perché vedevo Lexa piangere dal ridere.
-Ma ragazzi, non vi siete mai accorti che pur essendo giapponesi … abbiamo nomi americani?- domandai fissandoli uno a uno.  Loro scioccati non riuscivano a rispondere.
-Ma scusa, vallo a chiedere ai nostri genitori il motivo.- rispose Axel.
-Magari vanno di moda di questi tempi …- pensai ad alta voce, mentre Nathan mi trascinava via da li.
-Ora smettiamo di fare certi discorsi e cominciamo con la pratica. L’altro giorno mi sono allenato con Lexa e Axel.- mi disse, tenendo sotto braccio il pallone.
-Quindi ti sei preparato al mio programma.- chiesi, fissandolo di sottecchi. Lui annui sorridendo.
-Dai, io provo a difendere e tu ad attaccare!- gridai in sua direzione. Lui accettò.
Ci allenammo tutta mattina: lui ad attaccare ed io a difendere. Non se la cavava per niente male e mi faceva sudare, troppo.
-Anf, anf, anf …- era questo l’unico suono che si udiva da tutti, dopo quella mattinata.
Il pranzo fu sbrigativo e tranquillo. Chi chiacchierava non se ne parlava. Le energie erano riservate all’allenamento e nient’altro.
Il pomeriggio, se possibile fu anche peggio. Il sole che batteva sulle nostre nuche era fortissimo e non tirava neanche un po’ di brezza.
Ad un certo punto decisi di andare a stendermi appena sulla riva, dove le onde mi raggiungevano accarezzandomi.
-Callie! Già stanca? Non me lo sarei mai aspettato!- disse lui in tono di scherno. Non credevo che Nathan fosse cosi presuntuoso. L’avevo sempre visto tranquillo e gentile. Era vero che l’apparenza inganna.
-Dammi un attimo, sono resistente ma umana. Dai, 5 minuti, vieni qui anche te!!- dissi, picchiando la sabbia vicino a me. Lui si avvicino sedendosi.
-Allora come sono?- domando dopo un po’ di silenzio.
-Sei magnifico, e non scherzo! L’ho sempre detto che sei perfetto anche per l’attacco.- sorrisi. Lui contraccambiò. –Ed io? Come mi trovi?- domandai fissandolo.
-Si, non c’è male …- io sgranai gli occhi. –Scherzavo!! Sei proprio brava Callie!- risi assieme a lui.
Tornammo ad allenarci per il resto del pomeriggio. Passa troppo velocemente il tempo quando ci si diverte …
Dopo quella giornata tornammo a casa più presto del solito, verso le 16. Entrammo in appartamento, dove trovammo gli altri ragazzi svaccati sui divani, per riprendere fiato. Concentrati a seguire un programma sul calcio.
-Cosa state guardando?- chiesi non riconoscendo la lingua.
-Abbiamo girato su un canale italiano, e abbiamo trovato questo programma sui prossimi mondiali.- rispose Jordan, concentrato.
-Quanto mi piacerebbe parteciparvi …- sospiro Mark. Gli altri annuirono.
Poi un ragazzo alla TV catturò la mia attenzione: occhi blu, capelli castani e sorriso gentile, il capitano della squadra nazionale italiana.
-Che bello che seiii!!- gridai, spaventando tutti, dal mio scatto verso la televisione.
-Quanto vorrei capire cosa dici …- mormorai appoggiando il viso sullo schermo.
Tutti rimasero scioccati. Poi  miracolosamente allontanata dalla televisione andai a sedermi accanto a Joe. Gli sorrisi, ma lui girò leggermente il volto. Ci rimasi male ma decisi di non pensarci.
A cena eravamo tutti stanchi morti, ma la signorina Shiller, catturò ugualmente la nostra attenzione.
-Ragazzi, -comincio –voglio dirvi da subito che sono stata molto felice dei risultati che ha prodotto questo progetto. Siete stati dei giocatori che hanno dato il meglio di se. Sono molto fiera, di ognuno di voi.- prese a battere le mani. Noi ci unimmo a lei.
-Ma come mai ci sta dicendo questo allenatrice?- chiese Shawn. Credo che se non l ‘avesse posta lui quella domanda l’avrei fatta io poco dopo.
-Un motivo ci sarebbe. Non troppo felice.- costatò Lyna. –Avevo deciso di dirvelo domattina ma ormai siamo in argomento …- ci teneva sulle spine. Ora capivo quanto potesse essere fastidioso.
-Nei prossimi giorni vi lascerò fare quello che vorrete. Visitare la città? Tornare tardi? Fate come volete. Sarà come una specie di vacanza- era già passato cosi tanto tempo? –Alla fine, ognuno tornerà nel proprio Paese.- concluse. Rimanemmo in silenzio.  Nessuno escluso. Anche Jed per il breve periodo trascorso con queste squadre gli era bastato. Io istintivamente girai la testa verso Joe, lui fece altrettanto.
La cena fini tristemente, senza le solite chiacchiere allegre, ma con qualcosa di cupo che aleggiava nell’aria. A nessuno andava giù il fatto che fra pochi giorni ognuno sarebbe tornato alla propria città. Stentavo a ricordare la mia vecchia vita.
Io e Lexa tornammo nelle nostre camere trascinando i piedi. Non sapevo chi fosse la più triste, ma credo che ognuno provasse la stessa sensazione.
-Io non voglio tornare a casa.- dissi, mentre mi gettavo a peso morto sul materasso.
-Si sapeva che prima o poi si doveva tornare a casa. Ormai è cosi Callie.- spiegò Lexa.
-Ma tu non sei triste ad andartene? A lasciare le squadra, Nathan, Jude?- domandai col magone.
-Si che sono triste, ma la prendo con maturità! Non è un addio, potremo sentirci tramite le lettere e potremmo telefonargli.- disse lei.
-Ma non sarà la stessa cosa!- gridai io, già con le lacrime agli occhi. Chissà alla partenza. –Sento già la loro mancanza …- sussurrai, abbracciando il cuscino.
-Cambiando discorso … -ma io non accennavo a svegliarmi fuori. Cosi senti un cuscino arrivarmi in piena testa. –Non deprimerti cosi Callie. Non ne vale la pena.- io cercai di sorridere con successo, cancellando i rimasugli delle lacrime.
-Piuttosto vuoi sentire una cosa che ti farà piacere? Riguarda ieri sera.- disse lei sorridendo.
-A proposito di ieri sera, chi mi ha portata di sopra? Oppure ero sonnambula?- chiesi confusa.
-Sei stata portata su ...- disse, maliziosa.
-Da chi??- chiesi subito saltando sul suo letto, curiosissima di sapere il nome del mio cavaliere.
-Da qualcuno alto, dagli occhi blu e i capelli castani in una pettinatura stramba …- disse con quel suo sorrisetto.
-Non dirmi che è stato Joe!!?- dissi arrossendo vistosamente e nascondendo il mio viso dal cuscino.
-Callie sei cotta!!- rise lei, -Comunque si. All’inizio voleva portarti su il Signor Veteran ma poi si è offerto Joe, e cosi …- concluse.
-Meglio Joe!!- gridai, ancora rossissima.
-Però! Sai cosa vuoi dalla tua vita “sentimentale”!- disse mimando le virgolette. Sorridemmo allegre, riacquistando appena l’allegria, -Dai, ora dormiamo!! Ci aspettano gli ultimi giorni con i ragazzi più meravigliosi della terra.- disse lei coprendosi.
Io sorrisi per poi addormentarmi pensando a Joe.

 
 
 
 
(Joeeeeeeee!! Nda*Callie tutta triste*)(Passerà … Nda*Lexa che sta per piangere*)
Anche le nostre protagoniste non vogliono dire altro … alla prossima
Sigh, sigh … ciao ç_ç 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Salve ragazzee!! Siamo tornate! Questi capitoli ci fanno davvero piangere ç_ç
Ma ora vi lasciamo alla (triste) lettura …
 
 
Buona lettura e commentate ç_ç
 
 
 
Sapevo perfettamente che prima o dopo avremmo dovuto salutarci, ma non volevo. Non volevo andarmene, per passare la mia vita lontano da loro, già sentivo la loro mancanza.
Stupida, sono stata una stupida a illudermi che sarei rimasta con la Raimon per sempre, ma cosa pensavo?
Solo una settimana ci separava dal nostro addio. Spero che almeno questi giorni non sarebbero passati troppo veloci, volevo godermeli fino in fondo. Non voglio andarmene, mi hanno dato cosi tanto. Mi sono affezionata a tutti loro. Non voglio lasciarli.
Rimasi sveglia tutta la notte con questo pensiero in testa. Dormi solo un ora il mattino, ma niente di più. E il giorno dopo ero morta.
Stavo mangiucchiando una briosce con la nausea.
-Tutto bene?- mi chiese Celia sbucando dalla cucina. Ero l’ultima rimasta, dovevamo allenarci ancora una volta, l’ultima volta.
-Si grazie.- sorrisi io.
-Sai non ti conosco bene quanto il mio fratellone, ma quella non è di certo una faccia che sta bene.- disse lei sedendosi vicino a me e appoggiandomi una mano sulla spalla.
-Bhè..- fece io perdendo quel sorriso che avevo provato a fare.
-Perché sei cosi triste?- chiese ancora lei, mentre la sua mano era ancora appoggiata alla mia spalla.
-Perché, qui io mi sento bene, non voglio andarmene.- dissi seria io.
-Tutti qui si sentono bene, e nessuno vuole andarsene, ma tutti sapevano che prima o poi sarebbe successo, questo non vuol dire che uscite dalla squadra, vuol dire solo che tornate a casa per un po’, poi un giorno verranno tutti a cercare tutti gli altri e si giocherà una partita importante, fidati, andrà cosi.- disse lei convincente.
Non ci credevo molto, ma cercai di autoconvincermi.
-Grazie Celia.- disse alzandomi da li.
-Di niente.- disse lei mentre io me ne andavo.
Era un allenamento normale, tranne che i ruoli erano diversi.
-Odio questa cosa.- dissi io nervosa.
-Ma dai che ci si diverte!- disse Nathan toccandomi una spalla.
-Spero..- feci mettendomi in posizione.
Non pensavo che la palla arrivasse su all’attacco cosi velocemente. La presi e iniziai a dirigermi verso la porta, li ci stava …. che si allenava e Callie e Axel che facevano da difensori, era solo un allenamento cosi.. Niente di speciale.
-Nathan!- dissi io passandogli la palla. Lui scartò con facilità Callie e poi tirò, il tiro non entrò in porta ma almeno avevamo provato. Ci scambiammo un 5!
-Bravo!- dissi io tornando in giu.
L’allenamento fu lungo e praticamente tutti saltarono il pasto.
L’aria era pesante, stava per mettersi a piovere e quindi alle 15.30 rientrammo tutti in appartamento.
Callie era a terra.
-Hey Callie, tutto bene?- chiesi avvicinandomi a lei.
-No, non molto..- fece sorridendomi.
-E che hai?- chiesi impassibile
-Non ho dormito molto.. Ero un po’.. triste.- fece lei giocando con le mani.
-Capisco.- dico io guardandola.
-Anche tu non hai dormito perché eri triste?- mi guardò speranzosa.
-No.- e me ne andai. Non le potevo raccontare che non avevo dormito un accidente di niente perche ero triste.
Camminavo per i corridoi a mo’ di fantasma. Vagavo nel nulla con quello stupido detto che dice che tutte le strade portano a Roma.. Ma io non ci voglio andare a Roma!
BUMH!
Dopo essermi scontrata con qualcosa caddi rovinosamente al suolo.
-Scusami Lexa.- fece Xavier porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
-Ma tu sbuchi solo per farmi cadere? Cos’è sta storia?- dissi fredda.
-Se tu guardassi dove cammini magari..- fece lui sorridendomi.
-Ma io guardo dove cammino.- ringhiai.
-Certo quando non sei sovrappensiero.- disse arrogante.
-Tsk! Feci per ripartire per il giro turistico dei corridoi ma la sua voce mi fermò.
-Siamo tutti tristi, questa sorta di allenamento ci ha uniti tutti, e non credere che sia una passeggiata per gli altri andarsene.- fece lui filosofico.
-Cosa ti fa credere che io sia triste?- lo aggredì.
-Il fatto che hai gli occhi lucidi.- e se ne andò.
Mi toccai sotto gli occhi ed era umido.
-E solo perché mi è entrato qualcosa negli occhi!- gridai circa mezzora dopo sentendo solo una risata divertita provenire dalla camera dove era scomparso Xavier.
Non piangevo mica, io non piango. Tsk.
Ma poi dico io, quello arrivava solo per farmi cadere e dirmi le sue cose filosofiche, lui, l’uomo vissuto! Puah!
Ci pesai su un attimo e poi mi venne in mente Callie. Dovevo trovarla, sapevo dove cercarla.
Di fuori non era, lei e la sua paura dell’acqua.. O meglio, della pioggia.. Dobe.
Andai nello scantinato, nella stanzetta dove c’era il mio pianoforte c’era anche uno splendido divanetto. La trovai li.
-Callie?- chiesi incerta. La vidi ma non udii risposta.
-Callie tutto bene?- domandai ancora.
Nessuna risposta. Aveva scollegato il cervello?
-Dobe!!!!- urlai allora. Lei si girò appena e poi la vidi, una lacrima scendere dai suoi occhi.
-Perché piangi?- domandai avvicinandomi a lei.
.Non lo so.- e mi abbraccio.
Rimanemmo cosi un po’. Poi Harley ci chiamò per la cena.
-Andiamo.- dissi trascinandola di peso verso le scale.
Non avrei mai creduto che Callie mi avrebbe fatto vedere i suoi sentimenti cosi.. Era strano. La cena è stata silenziosa e svelta, poi un bel film. Non ricordo il titolo, ma parlava delle olimpiadi greche. Non male come film, ma nessuno lo stava guardando, voglio dire, era noioso.
Andammo a letto ed io mi addormentai praticamente subito stanca per la notte passata in bianco.

 
 
 
Nuuuuu! (Io odio le cose tristi >_< NdCallie)
Ci dispiace ma per i prossimi capitolo non sappiamo quanto tempo ci vorrà!
Vi aspettiamo comunque bye-biiii  

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Eccoci tornate, ma ancora per poco, purtroppo. Magari voi non lo pensate … ma noi siii!!!
Vi lasciamo al capitolo davvero kawaiii
 
 
Buona lettura e commentate!!
 
 
 
Mi svegliai il giorno dopo, ma mi sentivo triste.
Mi alzai dal letto e trascinai i piedi fino al bagno. Poi mi lavai con acqua gelata il viso, e quello mi fece riprendere del tutto, sia dalla stanchezza che dalla tristezza.
Decisi che non avrei passato questi ultimi giorni con un’emo depressa, assolutamente no. Ma avrei fatto impazzire i miei compagni.
Mi s’illuminarono gli occhi. Mi diedi una spazzolata veloce e corsi verso il mio armadio.
Mi fiondai come una furia dentro l’armadio frugando tra tutti i vestiti rimasti, creando un trambusto mai visto prima.
Ne cavai fuori una canotta lunga, con le spalle larghe a righe, tutte di diversi colori. Degli shorts di jeans chiari, leggermente strappati sulle tasche e ci abbinai le mie immancabili all star alte, di un bell’arancione fluo con i lacci blu glitterati.
Mi sentivo pronta per passare una bella giornata. Ma un ticchettio continuo sui vetri mi fece voltare.
Vidi che il cielo azzurro dei giorni scorsi non c’era più, ma era stato sostituito da quello grigio che tanto detestavo.
Impallidì da quello che vidi: stava piovendo, e anche abbastanza forte. Arretrai velocemente dai vetri e andai a sedermi sul letto, abbracciando il cuscino. Poi chiamai Lexa.
-Lexa … svegliati per favore!- le chiesi fissandola. Lei intanto, se ne stava beata sotto le coperte.
Cosi mi alzai e con il cuscino peloso che avevo in mano, cercai di soffocarla. Pian piano lei cominciava a muoversi sempre più velocemente, finché con un ultimo scatto tolse il cuscino dalla sua faccia.
Poi pian piano, come se fosse stata uno di quei vampiri che si alzano lentamente dalla propria bara per attaccare la preda, lo fece anche lei.
Il suo sguardo faceva intendere tutto il suo odio in quel momento per la sottoscritta.
-Perché diavolo hai cercato di soffocarmi …?- chiese lei tra i denti. Mentre le sue nocche strette in un pugno serrato diventavano bianche.
-S-scusa Lexa, ma …- mentre mi confessai, portai il mio dito in direzione della finestra.
Lei voltò la testa e il suo sguardo da durò, mutò in comprensivo.
-Non capisco proprio questa tua paura insensata …- disse lei mentre andava in bagno per sciacquarsi. Io la segui trotterellando.
-L’ho sempre avuta. Mi da l’impressione come se il cielo cadesse a pezzi, e credimi: non è una bella sensazione.- le raccontai. Lei rise silenziosamente, ma poi si scusò.
-Mi dispiace Callie, ma è abbastanza comico come ragiona la tua testolina bacata.- rispose lei, mentre si pettinava i capelli, e usciva dal bagno con me dietro.
Si diresse anche lei all’armadio e ne tirò fuori una canotta rossa, dei pantaloni di jeans e le all star rosse. E legò i suoi capelli nei soliti codini bassi.
-Senti chi parla di strane fobie.- commentai scherzosa io, mentre scendevamo al piano di sotto per fare colazione. –Se ti dico granchi, a cosa pensi?- domandai fissandola.
-Vediamo … mi vengono in mente i granchi?- mi disse con tono ovvio. –Dobe.- aggiunse accelerando il passo.
Arrivammo in sala da pranzo che erano presenti tutti. Il chiacchiericcio dagli ultimi due giorni era aumentato, ma non abbastanza.
Sbattei i pugni sul tavolo e presi a strillare.
-Su con la vita ragazzi!! Non deprimiamoci!! Gli ultimi giorni da passare insieme dovranno essere i migliori mai esistiti!- dissi incitandoli. Il mio umore allegro li fece sorridere.
-Callie ha ragione!- continuò Mark, -forza andiamo a divertirci!- pose le sue posate sporche e le lasciò nel lavandino poi corse di sopra a cambiarsi. Ora che ci ripensavo non avevo mai visto Mark con abiti casual, ma solo con la sua dannata divisa.
Gli altri ragazzi erano già vestiti normalmente. Quando Mark tornò, apri la bocca sorpresa: stava davvero bene!
Indossava dei jeans scuri, con una t-shirt bianca e aveva le scarpe con su un fulmine giallo, che spiccava su tutto il completo.
-Wow Mark! Dovresti stare vestito cosi più spesso!- commentai io, dandogli una pacca sulla spalla. Lui sorrise.
-Non lo faccio perché trovo i jeans tremendamente scomodi!- rispose grattandosi la nuca.
-Forza andiamo fuori!- disse lui tutto contento.
-Ma capitano sta diluviando!- dissi io, cambiando tono di voce. –Cosa pensi di fare con questo tempo?- aggiunsi.
-Qualcosa troveremo!- rispose con entusiasmo. –Forza, ognuno prenda una mantellina e usciamo!- disse. Tutti pendevano dalle sue labbra e naturalmente lo seguirono.
Io ero letteralmente terrorizzata. Ma ero stata io ad iniziare quel discorso di divertirsi, ed ora come facevo a tirarmi indietro?
Mentre stavo pensando ad una strategia mi raggiunse Joe.
-Tieni Callie.- mi disse, porgendomi gentilmente una k-way completamente trasparente. Io lo guardai scioccata.
-Di colorate non c’è n’erano, e visto come sei vestita, ho pensato che una trasparente ti avrebbe fatto comodo.- disse sorridendomi. Era cosi carino.
-Grazie mille, Joe.- dissi fissandolo in quegli occhioni blu. Lui contraccambiò per poi raggiungere il suo amico David.
Io la indossai subito, ma ero ancora impanicata. Poi Lexa mi sorprese da dietro.
-Allora Callie, sei pronta per la prova di coraggio?- chiese lei, parlando come Paolo Bonolis.
-Smettila di prendermi in giro!- risposi spintonandola.
-Cosa farai ora, vai avanti, oppure ti tiri indietro inventando una delle tue belle balle? A te la scelta.- cosi dicendo andò verso Nathan e gli altri.
-Se siamo tutti pronti direi di uscire!- gridò Mark. Ero il momento. In fondo avevo attorno il corpo un sottile strato di plastica che mi proteggeva. Sarei resistita, sperai con tutto il cuore.
Il nostro capitano apri la porta e fummo investiti in pieno da una potente ondata di aria gelida. Altro che bella stagione, sembrava inverno!
Decisi di stare in fondo alla fila, almeno se avessi avuto troppa paura nessuno, si sarebbe accorto di me.
Quando lasciai il portico la senti, come se fossi in giro nuda. Le goccioline fredde sulla mia pelle davano una strana sensazione di freschezza. Ma il terrore mi attanagliava le viscere. Ogni passo mi costava uno sforzo immane.
Camminammo un bel po’ a vuoto. Non avevamo nessuna meta e in giro non c’era anima viva. Sembrava un paese abbandonato. Con la nebbiolina e lo scroscio d’acqua, le davano un aspetto tetro. Mi vennero i brividi di freddo.
Continuammo a girovagare per il villaggio finché un tuono ci fece sussultare.
Poi l’acqua prese a cadere più forte, ma qualcosa di durò mi atterrò in testa. La presi tra le mani e mi accorsi che era grandine. Presa dal panico, mi allontanai dal gruppo e andai verso la spiaggia, per poi salire per la collina e raggiungere la stessa casa dove mi avevano fatto la sorpresa.
 
Intanto dagli altri …
-Ragazzi sta grandinando!! Forza entriamo in quella gelateria!!- gridò Mark. Era l’unico negozio aperto in quel giorno di tempesta.
Era davvero bello, sembrava uno di quei vecchi saloon Western. Non l’avevo mai notato. Inoltre avevamo a disposizione vasta scelta tra gelati, granite, frappé e altri dolciumi di cui non conoscevo il nome.
Ero ancora incantata ad osservare tutti quei gusti, quando una voce allarmata attirò la mia attenzione.
-Hei Lexa, hai per caso visto Joe?- domandò David avvicinandosi.
-Direi di no, e non dovresti farla a me questa domanda ma a Callie.- risposi guardandolo. Lui sospirò.
-Lo so, ma non si trova neppure lei. E non sappiamo dove diavolo si sono cacciati.- aggiunse.
-Fuga d’amore!- commentò malizioso Torch, ridendo a crepapelle, mentre Gazel lo guardava male.
Accidenti! Lo sapevo che era meglio se non veniva!” pensai.
-Sicuramente stanno bene. Aspettiamo che il tempo si calmi. Joe sapeva di questa gelateria e probabilmente saprà di trovarci qui. Se non arriveranno, andremo a cercarli.- disse Xavier, bevendo i suoi frullato tranquillamente seduto accanto a Jordan.
Io annui. Era la cosa migliore da fare. Tranquillizzata dall’idea di Xavier andai a scegliermi un gigantesco gelato alla vaniglia.
 
Tornando dalla fuggiasca …
Era già un po’ che stavo rannicchiata sperando che il temporale passasse. Pensavo che avrei potuto sconfiggere quella paura, mi sbagliavo. Lo scricchiolio della porta che si apriva mi fece tendere le orecchie. Qualcuno stava entrando. Che ci vivesse qualcuno? Impossibile, era piena di polvere e ragnatele. Magari era una persona che amava lo sporco … Non aveva né capo né testa il mio ragionamento.
Aguzzai l’udito e senti dei passi leggeri che venivano dalla mia parte, iniziai a spaventarmi.
Ma quando udii la sua voce, mi senti calma, rilassata.
-Callie? Sei qui?- Joe chiamava il mio nome a gran voce, mentre si girava spaesato. Mi alzai in piedi e andai verso di lui, tendendo le braccia.
-Sono qui Joe!- dissi, poi lui si girò ed io lo abbracciai istintivamente. Lui mi accolse affettuoso.
-Per favore, non lasciarmi più.- mugugnai appena. Lui sorrise. Ci sedemmo per terra, ma non mi ero ancora slacciata dalle sue braccia. Ero spaventata ed infreddolita per farlo e inoltre, era davvero piacevole stare cosi avvinghiata a lui.
-Va un po’ meglio?- domandò lui, poco dopo.
-Cosi cosà.- confessai, in uno sbuffo.
-Mi vuoi dire cos’è successo? Stavo vendendo dietro con te, poi però ha iniziato a grandinare leggermente e tu ti sei allontanata e cosi ti ho seguita.- disse lui. Era il momento della verità per Callie Lee.
-Ho reagito cosi perché … non ridere quando te lo dico.- domandai seria. Lui annui convinto. –Bé, io ho paura della pioggia.- confessai nascondendo il mio viso nel suo petto. Senti appena un risolino, e man mano che passava il tempo divenne sempre più forte. Alla fine rideva con le lacrime agli occhi. Io prima ci rimasi male, ma poi cominciai anchio. Scaricando la tensione che provavo in quel momento. Alla fine fu lui a rompere quel momento.
-S-scusa se ho riso. Ma davvero hai paura della pioggia?- chiese asciugandosi una lacrima al bordo del suo occhi sinistro.
-Non so il motivo ma fin da bambina ho sempre creduto che quando pioveva, significava solo una cosa: la caduta del cielo.- dissi arrossendo lievemente. Lui però si fece serio.
-Non devi più temere: questa è solo un’assurdità inventata dagli adulti per non farti uscire a giocare con la pioggia.- disse lui.
-Come fai a sapere che l’hanno inventata degli adulti?- domandai io fissandolo.
-Semplice: lo dicevano anche a me. Ma non sono mai riusciti a fermarmi.- rispose.
Poi mentre i miei occhi magenta incontravano i suoi blu, improvvisamente smise di piovere.
Attirati da quella sensazione, uscimmo insieme. Le gocce di rugiada creavano uno strano gioco di luci. Poi alzando lo sguardo al cielo, notai un bellissimo arcobaleno.
-LA PROSSIMA VOLTA VINCERÒ IO!- gridai con tutto il fiato che avevo in gola.
-Vieni dai, so dove trovare i nostri compagni.- cosi dicendo Joe, prendendomi per mano mi portò nel paradiso. Era una gelateria grande tre volte quella del nostro paesino.
Quando gli altri ci videro ci assalirono. Fummo sottoposti al terzo grado. Ma alla fine non successe niente. Comandai ben tre frullati ed un gelato.
La giornata si concluse in fretta. Quando fummo a casa avevo una gran fame. L’ora di cena arrivò in un batter d’occhio: c’era la pizza.
-Ragazzi che giornata!- sospirò soddisfatto Mark. Tutti gli altri approvarono.
-Chissà domani cosa ci capiterà.- commentò Shawn. Il pasto finì allegramente.
Prima di andare a dormire Joe ed io ci scambiammo un lungo sguardo, per poi augurarci buona notte.
Era stata davvero una giornata magica, in tutti i sensi. Mi addormentai felice, ma attenta alla vedetta di Lexa.

 
 
 
Chissà cosa accadrà nei prossimi giorni? Hehe
A prestuuuuuuuuuu ;D 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Tadàààà!! Eccoci di nuovo! Siamo oramai agli sgoccioli ma gli ultimi capitolo saranno indimenticabili!
 
 
Buona lettura e commentate!!
 
 
 
Vendetta. Io amo la vendetta. Mi hanno sempre accusato di essere troppo vendicativa, ma a me diverte cosi tanto.
Mi sveglia presto, prima di Callie e decisi di farle una sorpresa. Andai al piano di sotto e presi un vassoio, acciuffai una tazza di latte e cacao e ci misi un paio di cucchiaini di sale. Poi presi una Brioche vuota e ci misi del peperoncino dentro facendo un piccolo foro sotto. Nel bicchiere d’acqua che le portai ci strizzai dentro il limone e lo mescolai, poi salii in camera con il vassoio.
-Calliee!- gridai entrando.
-Sono sveglia..- si stiracchiò rumorosamente lei.
-Ti ho portato la colazione a letto Callie.- sorrisi gentilmente.
-Grazie.. Che onore!- sorrise sedendosi mentre aspettava che le adagiassi il vassoio sulle gambe.
La prima cosa che prese era la Brioche. L’addentò e un’espressione di disgusto si fece strada sul suo viso.
-Pissica!- gridava mentre con la lingua si fuori si affrettava a bere dal bicchiere d’acqua contenente il limone. La sua espressione mutò per diventare ancora più da schifo! Io trattenni a stento le risate sostituendole con un’espressione scioccata.
Poi Callie prese il latte e ne bevve un gran sorso solo dopo si rese conto che era salato. Lo sputò nel bicchiere d’acqua e limone e corse in bagno. La sentii sputacchiare mentre con l’acqua del lavandino si sciacquava la bocca.
-Dopo la sveglia di ieri sera ti saresti dovuta aspettare una piccola, se non insignificante vendetta no?- domandai mentre andavo all’armadio per estrarne dei vestiti. Fuori c’era un bel sole, che splendeva allegro nel cielo.. Il cielo azzurro.. Subito Nathan mi saltò alla mente.. Scossi leggermente il capo cercando di cacciare quel pensiero.
-Hai fatto la doccia puzzona?- mi chiese Callie mentre usciva con un asciugamano legato sopra il seno.
-Si, la puzzona sei tu, è un’ora che sono sveglia!- mi toccai i capelli ancora umidi.
-Ok, io vado a farla, poi vi raggiungo per fare colazione.- disse mentre chiudeva la porta del bagno.
Io estrassi dall’armadio una canotta bianca con una scritta gialla sulla schiena che diceva: “I‘m the best!” un paio di pantaloni corti, fino al ginocchio neri con un paio di all star bianche basse. E poi mi guardai allo specchio, mi lavai di nuovo la faccia, poi mi pettinai i lunghi capelli e li legai in due codini bassi..
-Soooono pronta!- gridò Callie uscendo dal bagno completamente vestita e prontissima!
Indossava un paio di pantaloni al ginocchio viola, una canotta gialla con stelline viola, e dei sandali arcobaleno, davvero carini. Lei e il suo modo di vestire erano sempre.. Cosi.. Non si trova un aggettivo per definirli.. Diciamo che in tanti ci avevano provato ma in pochi erano riusciti a ricopiarla con tata grazia..
Scendemmo al piano di sotto e io mi sorpresi a fissare Nathan.. Indossava un paio di pantaloni blu scuri e una maglia grigia corta sopra.
-Lexa?- mi chiese Callie divertita.
-Che c’è?- dissi riprendendomi dal mio imbambolamento..
-Lo stavi fissando!- disse lei sorridendomi maliziosa, tremendamente maliziosa.
-Io.. MA CHE COSA DICI CALLIE?!- gridai muovendo le braccia in su e in giù.
-Solo quel che vedo.- sorrise lei prima di andare a prendere posto vicino a Joe.. Vicino a Joe?! Ma che carina!
Io mi misi al mio solito posto, vicina a Jude che sorseggiava il suo solito the.
Presi una tazza di caffè e ci mischiai del latte, poi guardai attentamente lo zucchero.. Quello non era zucchero.. Lo presi e me ne rovesciai un poco sulla mano, poi con la lingua lo leccai e sentii il gusto salato.
-Callie, Callie, Callie..- sorrisi io mostrandole il vasetto di sale.
-Davvero pensavi di farmela?- domandi fissandola.
-Vedi il fatto è che io.. Diciamo che non mi piace quando TU mi fai uno scherzo.- sorrise lei arrossendo.
-Dovevi essere più originale.- misi del vero zucchero nel caffè e me lo bevvi. Era delizioso. Callie non aveva messo mano al caffè.
-Allora ragazzi! Siccome è una bella giornata cosa pensate di fare?- domandò Mark interrompendo i pensieri mattutini di tutti quanti.
-Perché per una volta non decidi tu, capitano?- domandò Foster.
-Hai ragione! Io inizierei con l’andare a fare un giretto, quel che si trova da fare si trova. Punto e stop!- disse lui mentre mangiava la sua brioche.
Lanciai un occhiata a Callie che era un pomodoro. Chi sa che cosa le aveva detto Joe per farla arrossire cosi.
-I am the best..- sussurrò Nathan che era apparso dietro di me come per magia.
-Mi hai quasi fatto prendere un colpo Nathan.- sorrisi amichevolmente.
-Scusami non volevo.- piegò un po’ di lato la testa, aveva in viso un’espressione cosi dolce.. Il caffè mi scivolò di mano cadendo rumorosamente al suolo. La tazzina si ruppe e quel poco che ne rimaneva della bevanda andò a rovesciarsi sul tappeto. E da quando c’è un tappeto?
-Accidenti.- borbottai tra me e me.
-Ti do una mano.- disse Nathan mentre ci piegavamo per raccogliere i cocci e per asciugare quella macchia enorme che c’era sotto il tavolo. Io, Lexa, mi ero distratta, io, che non mi sono mai distratta.
Mentre pulivo mi dimenticai della presenza di Nathan e mentre prendevo la spugnetta per tamponare, contemporaneamente a me lo fece anche lui, posando la sua mano sulla mia. M’imbarazzai e divenni rossa.
-S-scusami.- dissi alzandomi di colpo, dimenticandomi che sopra di me c’era il tavolo e picchiando una testata disumana.
A Nathan scappò un risolino.
Axel guardò sotto il tavolo.
-Mi sembrava che non era potuto essere un terremoto.- sorrise. Axel.. Sorrise.
-Spiritoso!- dissi massaggiandomi la testa.
-Penso che ti uscirà un bel bernoccolo!- disse Harley mentre uscivo da sotto il tavolo con la mano sulla testa.
Andai di là sul divano e mi misi seduta sul divano a gambe incrociate. Poco dopo arrivò Xavier con un asciugamano e d’entro del ghiaccio, messo dentro un sacco di plastica.
-Posso considerarti il mio angelo custode?- domandai sorridendogli mentre appoggiava il ghiaccio sulla mia testa.
-Arrivo nei momenti opportuni.- sorrise anche lui mentre prendeva posto vicino a me.
-Grazie.- sorrisi di nuovo.
Xavier era cosi freddo e distaccato ma allo stesso tempo gentile.
Strano ragazzo dai capelli rossi. Di certo era tutt’altro che l’altro ragazzo dai capelli rossi.. Torch..
Si alzò lasciandomi sola con il mo bernoccolo.
Che stupida, io non sbaglio mai. Questa maglietta non fa proprio per me.. Dannata Lise.. Quante ne mai  me l’hai regalata.. Mi porta sfiga.. Se solo quei due occhi cosi dolci non mi avessero guardata.. Ma cosa vado a pensare? È tutta colpa del bernoccolo!

Mi alzai per riportare il ghiaccio in cucina e Celia mi sorprese con un enorme sorriso.
-Ciao Lexa, ti fa ancora male?- domandò incerta.
-No, ma penso che rimarrà per un paio di giorni.- cercai di sorriderle.
-Sono certa che nessuno ci farà caso.- mi disse lei guardandomi il dietro della testa. -In fondo nemmeno si vede.- sorrise ancora.
-Meglio!- dissi io mentre tornavo in sala e accendevo la tele mentre aspettavo che tutti finissero la colazione.
-Lexa, non hai mangiato.. Ti ho portato una brioche.- mi disse Tod.
-Grazie.- sorrisi addentandola. Da quando Tod, il castoro mi parlava?
-In.. In realtà mi ha detto Nathan di portartela.- sorrise e li sorrisi anche io.
-Ringrazialo.- mangiucchiai sorridente la mia brioche mentre aspettavo impaziente che tutti finissero per uscire da questa casa.
Aspettai ancora un po’ e poi tutti si alzarono e si avviarono verso la porta, mi alzai e raggiunsi Jude.
-Ciao Lexa.- mi sorrise lui.
-Hey Jude!- gridai sorpassandolo per affiancarmi a Harley.
-Ciao Lexa!- gridò dandomi il tach.
Gli diedi il cinque sorridendo.
-Come va il bernoccolo?- domandò ancora ridendo.
-Ahahaha.. Va benissimo.. Anche se c’è ancora..- risposi mettendomi una mano sulla testa e socchiudendo un occhio per il dolore.
Quando la tolsi una pacca mi colpi proprio li.
-Fa male eh?- mi chiese quel demente di Torch ridendo.
-Ah-ah!- mi immaginai di tirare fuori una clava dalla tasca e dargliela in testa per poi chiedergli.. “Fa male eh?” ma di clave in tasca non ne avevo.
Una volta di fuori il sole mi accecò, tirai fuori dalla tasca dei pantaloni gli occhiali da sole, i ray ban wayfarer  neri con le lenti a specchio e me li sistemai sul naso. Notai che non ero l’unica a portarli. Callie indossava i miei stessi occhiali solo che erano gialli con le bacchette viola. Torch aveva un paio di ray ban aviator con il telaio dorato e le lenti a specchio. Gazel portava gli stessi di Torch solo che aveva il telaio argentato.  Jack aveva su degli occhiali tondi, come quelli di Potter, facevano appena il contorno dei suoi occhi a palla. Nathan aveva degli occhiali ray ban wayfarer arancioni fluo come il suo elastico, Harley come Nathan solo azzurri, e sopra c’erano disegnate delle onde blu scure, simpatici quegli occhiali. Susette e Victoria avevano degli occhiali da sole normalissimi, una rosa e l’altra viola. Gli altri li avevano in testa oppure non li avevano dei tutto.                                             
Sentii una gocciolina di sudore scivolare sulla tempia, ero fuori da pochi secondi e già morivo dal caldo.
I codini bassi sul collo non facevano altro che farmi colare dal caldo e quindi decisi che avrei fatto la coda alta. Sciolsi i codini e passai le mani nei capelli fino a raccoglierli in un mazzo solo, poi con entrambi i codini li legai. Mentre camminavamo sentivo la coda battere delicata sulla mia schiena, e poi qualcuno tirarla.
-Coda di cavallo.- disse Callie
-Oh Callie!- dissi scuotendo la chioma.
-Non farti tanto figa, anche se hai gli occhiali a specchio non farti vedere!- rise divertita.
Sorrisi alzando gli occhi al cielo, tanto di certo non lo poteva vedere.
-Guarda che lo so che hai alzato gli occhi al cielo.- sorrise lei.
Eravamo sulla spiaggia e ci dirigevamo verso il centro.
-Ho sentito che ci sono aperti tutti i negozi.. Un po’ di shopping non può di certo fare male! Soprattutto a certe persone!- disse Susette guardandomi e indicando il mio modo di vestire.
Lei indossava una minigonna rosa e un toppino bianco, con delle ballerine rosa anche quelle.
Mi misi a ridere lasciando cadere la testa all’indietro.
-Che c’e da ridere, io se fossi in te non riderei.- fece dando una gomitata a Victoria.
-Ma si può sapere che cosa vuoi da me?- dissi mettendo gli occhiali sulla testa e guardandola dritta negli occhi le lanciai uno sguardo gelido.
-Se vesti male non è colpa mia.- sorrise lei alzando i suoi occhiali.
-Sai una cosa? A me quello che pensi di me non me ne frega un accidente, voglio solo che tu la smetta di irritarmi, di guardarmi e persino di dire che mi conosci, perché io non voglio ricordarmi di te quando questi giorni saranno finiti, voglio dimenticarmi la tua brutta faccia e il tuo caratteraccio, e se ti va bene, è cosi, e se non ti va bene? È cosi comunque. Voglio dimenticarmi di te, fingere che tu non sia mai esistita e che non abbia fatto di tutto per rovinarmi questo periodo della mia vita.- riabbassai gli occhiali e mi misi a camminare a testa alta, aprendo un passaggio in mezzo ai ragazzi che si erano fermati a fissarmi a bocca aperta.
-Non pensi di aver esagerato?- domandò Jed fissandomi.
-Non mi fare la paternale Jed.- dissi acida.
-Come mai sei cosi acida? Pensierosa perché finisce tutto?- disse Jed prendendomi per un braccio. Strattonai scontrosa.
-Lasciami in pace. Ed ora andiamo da qualche parte?- dissi sorridendo.
-Certo!- disse Mark. Dirigendosi davanti a tutti verso il paese.
Andammo in una sala giochi, anche se non amavo queste cose mi divertii un sacco.
Feci una gara con le macchine con Shawn, poi con le moto con Scott e poi a quel gioco dove si balla e si devono seguire le frecce del colore giusto e nella direzione giusta con Callie. Vinse lei di 3 punti, ma tutte e due eravamo risultate ballerine.
Poi uscimmo di li per andare a mangiare qualcosa, ci dividemmo in diversi gruppi perché non tutti volevano andare nello stesso posto, e senza che nessuno se ne accorgesse ci dividemmo per squadra, e per la tristezza di Callie che era lontana dal suo amato Joe. Quando glielo dissi mi beccai un vassoio diritto in testa causando il doppio del dolore che già c’era
-Mi.hai.fatto.del.male!- gridai io prendendo il vassoio mentre la seguivo e lei rideva come una demente.
-Signorine! Non si corre qui dentro!- un cameriere iniziò a seguirci mentre una donna seguiva lui per chiedere il conto.
-Conga!- gridò Callie fermandosi.
Un’aura di delusione si fece strada dentro di me.
-Callie, qui non funziona!- gridai mentre la prendevo e correvamo al tavolo con il cameriere che sbuffava.
Mangiammo hamburger e patatine servite su un mega piatto e poi uscimmo di li ridendo a palla!
Ci prendemmo tutti a braccetto e raggiungemmo gli altri saltellando, tutti ci guardavano scioccati.. Ma chi se ne frega!
Mi prese un colpo quando mi accorsi di chi tenevo a braccetto alla mia destra.
Alla mia sinistra avevo Harley che rideva tranquillamente e alla mia destra Nathan mi sorrideva. Sentii le orecchie arrossire di botto.
-Sei rossa.- disse David avvicinandosi e toccandomi con l’indice una guancia.
-Ho caldo!- gridai infuriata.
-Dalla a bere a qualcuno d’altro. Ti conosco!- fece per girarsi ma io mi arrabbiai e gli saltai in spalla dandogli dei pugni sulla testa.
-Tu non mi conosciii! Io ho caldo!- gridai mentre lui rideva divertito.
-Non ti facevo cosi pensate Lexa!- gridava ancora.
-Haaa! Maledetto!- continuai a picchiarlo per ancora venti secondi buoni tra le risate nostre e quelle degli altri. Poi scesi dalla sua schiena dandogli uno schiaffetto dietro la testa e cacciandogli la lingua.
Rimanemmo a lungo in giro per il paese, prendemmo delle caramelle e dello zucchero filato, tornando a casa prima di cena.
Granchi per cena.
- I-io non ho molta fame..- dissi allontanando da me il piatto.
-Non fare la bimba.- mi disse Jude passandomi di nuovo il mio piatto.
-Non li voglio!- incrocia le braccia al petto con un’espressione imbronciata sul viso.
-Si che li vuoi.- mi disse lui.
-Ma mangiateli tu Jude!-
-Io li sto mangiando Lexa.-
-Mangia anche i miei, io mi nutro di insalata di carote per questa sera.-
-No tu mangi anche i granchi.-
-No che non li mangio.-
-Si che li mangi.-
-No.-
-Si.-
-Nooo!-
-Si!-
-No, no e ancora no!-
-Vuoi forse che ti imbocchi?-
-No idiota! Non voglio mangiarli!-
Sotto gli occhiali di Jude vidi nascere una scintilla.
-Harley, dammi una mano a tenerla ferma, e tu Nathan dammi una mano a imboccarla.- sorrise maligno mentre tutti ci fissavano scioccati.
Non mi ero accorta che vicino a Jude c’era Nathan..
Harley ridendo mi tenne ferma mentre Jude mi tappava il naso cosi che Nathan riuscisse a imboccarmi.
Quando vidi la faccia di Nathan a pochi centimetri da me non potei far altro che aprire la bocca consenziente all’essere imboccata.
-AAAAAAM!- fece Harley mentre rideva divertito.
Il mio rossore crebbe e io mi arresi.
-Li mangio, li mangio! Adesso lasciatemi.- tutti e tre si misero a ridere e io sorrisi mentalmente..
Finito il granchio, che dovevo ammetterlo, era delizioso, ognuno filò un camera sua, sotto le coperte assonnato dalla pesante giornata.
-Ammettilo che ti ha fatto piacere che era Nathan a imboccarti!- disse Callie saltando sul mio letto.
-Sta zitta. A me non fa piacere affatto che nessuno mi imbocchi.- risposi fredda.
-Come vuoi. Buona notte.- fece lei con tono sognante mentre saltava sino al suo letto.
-Notte.- mi addormentai felice.

 
 
Lexa, Lexa, cosa ci combini??
Vi aspettiamo al prossimo appuntamento, ciauuuuuuuuuuuuuuu ;D 
 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Genteeeeeeeeeeeeee!!
Siamo veramente agli sgoccioli!!
Ma speriamo che troverete “emozionanti” questi ultimi capitoli!
 
 
Buona lettura e commentate!!
 
 
 
Mi svegliai allegra. Il giorno precedente era volato, come i mesi passati d’altronde.
Mi stiracchiai pesantemente e le mie ossa scricchiolarono come quelle di un novantenne.
Mi disgustai da sola. Ma fu allora che notai il letto di Lexa, vuoto. Impazzi, e cominciai a chiamare il suo nome cercandola dappertutto.
Sotto il letto, dentro l’armadio, dentro i cassetti del comò, dentro il cesto della biancheria sporca poi passai al bagno. Dentro la doccia, dentro al lavandino e perfino nella tazza del WC, ma di lei nessuna traccia.
Cosi mi levai al volo la mia camicia da notte e misi delle salopette di jeans, corte e sotto una canottiera fluorescente arancione. E sui piedi indossai delle semplici Nike.
E scesi di corsa le scale. Quando raggiunsi la sala da pranzo vidi un sacco di ragazzi fare colazione tranquillamente, ancora con i capelli spettinati e gli occhietti di chi si è appena svegliato.
Arrestai la mia corsa e andai a sedermi accanto a Byron. Non ci avevo mai parlato troppo, ma era l’unico posto libero oltre a quello vicino a Jack Wallside. Ma non ci tenevo a stare con l’hamburger.
-Ciao Byron.- salutai, acciuffando un biscotto ricoperto di marmellata.
-Ciao Callie.- disse lui, gustando il suo latte cacao.
-Mmmm … che fai di bello?- domandai seria. Lui si voltò mezzo addormentato e scioccato.
-Faccio colazione, cosa credi?- ora ricordavo perché con lui ero stata poco: non mi sopportava. Lo capivo dal modo in cui mi rispondeva.
-Ok, scusa.- mormorai smettendo di parlargli. Continuai a mangiucchiare svogliatamente i biscotti. Lui continuò a fare l’indifferente, ma ad un certo punto esplose.
-Senti Callie, non lo so dove è andata Lexa. Ora per favore mi lasci fare colazione in pace?- domandò supplichevole.
-Scusa, e grazie.- mi allontanai prendendo l’ultimo biscotto, che rimaneva nella scatola.
-E per la precisione, ERANO MIEI!- mi gridò contro il biondino, scagliandomi addosso la scatola vuota.
Mi girai attorno. Notai Joe, David, Daniel ed altri ragazzi della Royal, ma non mi sembrava il caso di andare da loro. Poi c’erano Mark, Shawn, Axel, Jude, Harley e Scott che chiacchieravano, ma non mi andava di andare da loro. Poi vidi Gazel e Torch da soli, a mangiare. Li raggiunsi in un attimo.
Quando il rosso mi vide, gli si dipinse un ghigno divertito sul suo volto.
-Ti prego Gazel, fai che non venga da noi!!- disse Torch, gridando e strattonando l’amico. Nonostante quel chiaro invito a non andare, mi sedetti accanto a loro.
-Non capisco come fai a sopportarlo Gazel.- dissi io, fissandolo.
-Credo che sia questione di abitudine.- rispose freddo, rimanendo con lo sguardo fisso sul caffè nella sua tazza.
-Siccome non c’è la tua amichetta del cuore, ti senti dispersa e vieni da noi a fare l’elemosina?- disse Torch, facendo la vocina da bambino.
-Ma quale elemosina? Sono più ricca di te!!- dissi io, -Almeno, i miei genitori.- mi corressi.
-Ma che ne capisci tu di economia!- disse ancora Torch. Io non capi.
-Ma che c’entra l’economia in questo momento!!!- gridai chiudendo gli occhi.
-Smettetela.- disse Gazel, perdendo lievemente il suo sangue freddo. Il rosso ed io ci scambiammo un lungo sguardo d’astio per poi voltarci ognuno dall’altra parte, dandoci di schiena.
-Comunque volevo sapere dov’è finita Lexa.- dissi, io voltandomi a guardare l’albino.
-Non si era capito.- disse lui, con una gocciolona dietro la nuca.
-Sei senza speranza.- aggiunse la fiamma.
-Allora? Ne sapete qualcosa voi due?- chiesi nuovamente, sperando in una buona risposta.
-Abbiamo sentito dire da Jordan, che Nathan è uscito e Lexa le è andata dietro.- a quel punto mi s’illuminarono gli occhi.
-L-e-x-a le è a-n-d-a-t-a d-i-e-t-r-o? Ho sentito bene?- domandai scandendo bene le parole. Lui annui, poi però una strana espressione si fece largo nel suo viso impassibile.
-N-no, aspetta. Hai capito male.- cercò di convincermi ma ormai era fatta. –Nathan è andato a correre e cosi Lex …- non lo lasciai finire.
-LO SAPEVOOO!! Alla fine è cosi! Che cariniii!! Ma dove saranno? O ma che m’importa? Magari sono in un posto incantevole, romantico! - continuai cosi, mentre i due ragazzi della Chaos, si allontanavano sempre più. –Che invidia …- fu l’ultimo commento che feci pensando a Joe e a me. Arrossi.“Accidenti!
Non stavo nella pelle, attesi i due piccioncini per 20 minuti seduta sul divano.
Prima fui da sola, poi Shawn e Jordan arrivarono a farmi compagnia, ma alla fine mi senti sola lo stesso.
Arrivarono tutti sudati e pieni di sabbia. Li guardai fissa, poi scoppiai a ridere. Loro mi guardarono male.
-Sapevo che eri pazza, ma non pensavo cosi tanto.- disse Lexa col fiatone, mentre si levava del sudore dalla fronte.
-Hey Lexa, ti prendo qualcosa da bere?- domandò il blu, gentilmente.
-Grazie mille, accetto!- sorrise lei luminosa. Lui contraccambiò per poi scomparire dalla nostra vista.
Lei si sedette accanto a me, mentre io continuavo a fissarla con sguardo da ebete psicopatica.
Ad un certo punto, si voltò.
-Ma che diavolo ti prende?- domandò lei.
-Come mai eravate pieni di sabbia?- chiesi, cercando di capire la sua reazione. Lei arrossi vistosamente. Spalancai la bocca.
-LEXA!!- gridai. Lei però mi tappò la bocca.
-Shhh … non fare l’idiota, dobe di sempre.- mormorò silenziosa, guardandosi in giro. –Non è successo niente.- disse lei, leggermente giù.
-Mi sembra che ti dispiace.- commentai ridendo a crepapelle. Divenne ancor più rossa.
-Lo sai che prima o poi ti faccio venire voglia di sprofondare negli abissi dell’inferno della vergogna, vero?- sibilò tra i denti. Io annui, tranquilla.
-Sarò pronta per quella missione. Ma ora racconta che è successo?- lei però non accennava a voler dire la verità.
-Ma accidenti! Già quella volta in camera con Jude non mi hai detto nulla. Ed ora la storia si ripete con Nathan?- domandai. Lei spalancò gli occhi.
-Non hai il diritto di dire certe cose. Primo, potevi chiedermelo gentilmente invece di arruolare gente per fare il lavoro sporco. Secondo, ci sono cose che potrei non dirti? Insomma privacy.- rispose aggressiva. Poi prese e se ne andò da li. Sbuffai, incrociando le braccia e sdraiandomi sul divano.
Poi vidi Jordan, passare da li.
-Hey Jordan, che ore sono?- chiesi sorridendo.
-Ora di pranzo, vieni?- domandò aspettandomi. Lo raggiunsi con un balzo. Quando salimmo le scale per andare in cucina, vidi che Lexa era accanto a Nathan, e ridevano allegramente. Optai per sedermi accanto a Joe.
Ma quando voltai lo sguardo verso di lui, vidi che i posti a destra e sinistra erano occupati. Era come la prima volta che l’avevo incontrato, lui assieme ai suoi compagni che non mi volevano tra i piedi.
Ma ormai avevo preso una decisione, e mi diressi decisa verso di lui.
Arrivai davanti al tavolo, che tutti i ragazzi, seduti lì mi fissavano, ma salutandomi con grinta, mi sorpresero.
-Ciao Callie! Vuoi venire al mio posto?- chiese Daniel, io annui timidamente. Cosi lui si sposto più in là, ed io potei sedermi accanto a Joe.
-Ciao Callie.- disse lui dolcemente, guardandomi. Dal giorno del temporale e il nostro abbraccio non era successo più niente. Quella era la prima volta che salutava in quel modo tenero.
-Ciau Joe.- risposi sorridendogli allegra. Mangiammo chiacchierando, cioè i ragazzi chiacchierarono ponendomi qualche volta alcune domande. Mentre io fissavo con la coda dell’occhio Joe, e lui sembrava fare altrettanto.
Il pomeriggio arrivò in un baleno.
-Noi abbiamo deciso di andare in spiaggia, vieni con noi?- chiesi Joe, mentre ci alzavano dalle sedie. Mi sentivo lusingata, non mi aveva mia invitata ad andare con loro.
-V-va bene. Posso portare anche Lexa e Nathan?- chiesi. Lui rise divertito.
-Porta chi vuoi Callie.- poi sparì entrando in camera sua.
Corsi subito da Lexa, che stava aiutando cordialmente Celia e le altre ragazze e lavare i piatti.
-Lexa, vuoi venire con Joe, me e altri ragazzi in spiaggia? Porta anche Nathan. O chi vuoi, è lo stesso.- domandai timidamente.
-Grazie dell’invito, magari ci troviamo là.- concluse. Io corsi velocemente al piano di sopra a preparare la borsa per il mare.
Ci infilai dentro il mio telo colorato, la crema solare ed una materassino gonfiabile.
Poi venne il turno del costume, misi dei bermuda gialli decorati con dei quadrifogli rossi e arancioni ed il sopra tutto rosso. Poi misi velocemente le infradito, gli immancabili occhiali da sole e andai di sotto.
Li trovai tutti, tranne Lexa e Nathan.
Raggiungemmo la spiaggia, mi era mancata in quei soli due giorni. Mi ero cosi abituata a starci tutto il giorno che due giorni lontana da lei erano strani.
Posai il telo da spiaggia e poi mi sedetti, incremandomi, poi, però mi accorsi che avrei dovuto farlo anche sulla schiena. Come avrei fatto da sola?
-Callie, ti dispiace mettermi la crema sulla schiena? Sai da solo non ci arrivo.- No, stavo sognando. Joe che mi chiedeva di ungerlo? Accettai. Ne misi un bel po’ sulle mie mani e cominciai a spalmarla. La sua schiena era davvero robusta, percepivo i suoi muscoli sotto i polpastrelli. Fini in un batter d’occhio. Poi rimasi lì un po’, pensando come sarei riuscita da sola.
-Ha bisogno di una mano?- domandò poco dopo lui. Io annui meccanicamente. No, quello doveva per forza essere un sogno.
Senti la crema fredda appoggiarsi sulla mia schiena e lui che la metteva in ogni angolo a disposizione. Finito il lavoro, mi afferrò per un braccio e mi trascinò in acqua. Davvero mi sorprendeva, solitamente era cosi calmo, riservato, eppure …
Entrando in acqua senti che non era troppo calda, mi vennero i brividi. Lui si voltò da me.
-Ovvio che se stai li ferma ti vien freddo. Coraggio, raggiungiamo gli altri.- disse prendendo a nuotare energicamente verso degli scogli. Io lo segui a ruota. Sali con loro sull’enorme pietra, e aspettai che il sole mi asciugasse. Non avevo troppa voglia di entrare in mare.
Restai lì pensierosa, mentre i ragazzi si gettavano dentro con foga. Vidi che Nathan e Lexa non si erano ancora visti.
Poi ad un certo punto senti che qualcosa andava storto, i ragazzi mi avevano accerchiata completamente e mi fissavano con sguardo furbo, anche troppo.
Inizia a preoccuparmi seriamente.
-Ragazzi che vi prende?- domandai fissandoli uno ad uno. Risero all’unisono.
-Siccome te ne stai lì tutta sola, abbiamo deciso di rinfrescarti le idee …- mi disse un ragazzo dai capelli lunghi tirati all’indietro castani e gli occhi sottili. Io imbiancai: quella frase mi suonava male. Ma non ebbi il tempo di oppormi che mi avevano già caricata sulle loro spalle e si accingevano a buttarmi in mare. Cercai di divincolarmi in tutti i modi possibili, ma non demordevano.
-Lasciatemiiii!! Vi pregooooo!!- gridai muovendo braccia e gambe. Ma non ci fu niente da fare. Mi gettarono in acqua come se fossi una palla.
Senti il forte contatto con la superficie liquida. Riemersi pochi secondi dopo, e da li fu battaglia. Non davo tregua ai giovani giocatori della Royal per quel colpo basso. Il pomeriggio fu un susseguirsi di lotte, tuffi e spinte. Mi diverti veramente, ma dei due piccioncini nessuna traccia.
Quando si stava facendo tramonto, solo in quel momento abbandonammo gli scogli per tornare a casa. Percorremmo la spiaggia chiacchierando allegramente del più e del meno, fino a che un ragazzo si parò davanti a noi. Era davvero piccolo, due grandi occhioni gialli e dei capelli neri a spazzola. Aveva le braccia piene di volantini, ma questo non gli impedì di parlare.
-Salve ragazzi, posso darvi un volantino?- domandò lui. Io cercai di vedere di cosa si trattava.
-Possiamo sapere di cos’è?- chiese Gus Martin, della Royal Academy.
-Ma certo! Si tratta di una festa, al Bar Ninki. Allora, lo volete?- io glielo rubai dalle mani, scusandomi subito dopo. Cosi facendo se ne andò. Arrivammo a casa, giusto per la cena. Erano presenti tutti, anche i due che non erano venuti il pomeriggio. Andai da lei, sperando spiegazioni.
-Ciao Lexa, come fai non siete venuti?- domandai, con il volantino in mano.
-Scusa, io non ho detto che era certo che venissimo. Ti ho solo ringraziata dell’invito.- rispose lei, mangiando l’insalata di peperoni.
-Ok …- abbassai lo sguardo. –Posso almeno sapere dove siete andati di bello?- chiesi di nuovo.
-Ma certo. Nathan, io ed altri ragazzi siamo andati a fare un picnic alla baita. Hai presente?- disse lei, io annui. –Vedi che non è cosi difficile chiedere le cose alle persone. La mandai a quel paese.
-Passato un bel pomeriggio con il tuoJoe?- Il “tuo” lo sussurrò, in modo che potessi sentirlo solamente io. Arrossi, annuendo.
Poi andai a sedermi al mio posto, mangiando le diverse insalate adagiate sulla tavola. Era una cena leggera. Poi ricordai della festa.
Finito di mangiare, andai a fare la mia proposta al nostro capitano.
-Mark ho un’idea per questa sera!- dissi, avvicinandomi a lui. Alzò lo sguardo dal suo piatto pieno.
-Invece di stare a casa, possiamo andare qui.- dissi porgendoli il volantino, lui lo lesse ad alta voce:

BAR NINKI
Solo per questa sera, festa con
MUSICA e DIVERTIMENTO!
Vi aspettiamo numerosi J
Ore 21.30 – 02.00


 

Tutti rimasero sbigottiti. Mentre a me s’’illuminavano gli occhi.
-Allora?- domandai guardandolo, speranzosa.
-Direi che per stasera abbiamo un impegno.- rispose lui, io ci rimasi male, -Andiamo alla festa!- disse elettrizzato. Nella camera si creò lo scompiglio. Alcuni la trovavano una grande idea, altri accettabile mentre altri non fiatarono, probabilmente Gazel, Dvalin ed altri di cui ignoravo l’esistenza. Da quel momento in poi si creò lo scompiglio, soprattutto noi ragazze.
Io corsi subito in camera per scegliere un completo bello e comodissimo. Ma di Lexa, nessuna traccia. Feci una bella e lunghissima doccia, poi né usci con l’asciugamano legato e mi diressi verso l’armadio.
Optai per degli shorts di jeans chiaro, ed una canottiera multicolore fluorescente. Hai piedi misi delle ballerine nere, con delle decorazioni fluo. La frangetta ormai cresciuta la bloccai con una forcina glitterata. Mi specchiai a lungo, e alla fine pensai che ero pronta. Usci dalla stanza dove trovai Sue e Vicky divine, ma mai quanto me.
Susett indossava una mini in jeans, con dei leggins rossi ed un toppino nero, senza spalline. Ai piedi portava dei sandaletti neri, con un pelo di tacco. Victoria invece indossava dei pinocchietto bianchi, una canotta viola, ai piedi delle scarpe da ginnastica. Stranamente aveva i capelli sciolti senza quell’orribile cappellino. E tutte due avevano un leggero strato di trucco, composto da lucidalabbra, matita e ombretto di diversi colori.
Eravamo pronte, andammo al pianterreno. Quando scendemmo, notammo che i ragazzi erano già tutti pronti, Silvia, Celia e Nelly pure. Silvia portava dei jeans lunghi a sigaretta blu scuri, ed una camicetta a maniche corte davvero carina, color porpora che sfumava in bianco in alcuni punti. Aveva pure cambiato pettinatura, le solite mollette che affrancavano la frangetta erano sparite. Celia invece indossava una canottiera nera con le paillettes, degli shorts in stoffa nera abbastanza larghi, e degli stivaletti, infine Nelly portava un abito senza spalline e con la gonna a palloncino appena sotto il ginocchio, completamente bianco, con delle ballerine argentate. Ma c’era ancora Lexa che chiacchierava allegra con Nathan. Mi avvicinai.
-Lexa, ma non vai a prepararti?- domandai fissandola. Lei alzò il suo sguardo su di me.
-Ma cosa m’interessa. Mi vesto come sempre e basta.- rispose brusca. Ma io non volevo mollare.
-Non vuoi fare colpo?- domandai sussurrando, notai il cambiamento di espressione da parte di Nathan.
-Certo che no!- rispose lei, mandando un leggero sguardo al blu.
-Ma non vuoi nemmeno puzzare, giusto?- continuai. Lei si scandalizzò
-Puzzo?- chiesi alzandosi di scatto in piedi. Io annui. Bugia, aveva appena fatto la doccia. Ma avrei escogitato di tutto pur di vestirla per bene.
-Aspettatemi tempo due minuti per una doccia e arrivo.- cosi dicendo corse velocemente di sopra, con me alle calcagna. Arrivò in bagno, in un baleno spogliandosi in fretta e furia. Mentre lei era sotto l’acqua mi occupai personalmente di scegliere qualcosa per lei.
Torno subito dopo. Non capivo come diavolo faceva a docciarsi cosi velocemente. Quando fu davanti al letto, sgranò gli occhi.
-Per questa sera ho fatto la tua stilista personale, ma dovrai imparare a cavartela da sola d’ora in poi.- le dissi, appoggiandole la mia mano sulla spalla.
-Stai insinuando che mi vesto male?- chiese lei, rabbiosa.
-Non è che ti vesti male, ma in alcune occasioni … si.- tagliai corto io. Poi le mostrai le mie “opere d’arte”.
-Ti ho posizionato sul letto due completi, ma sta a te la scelta.- le dissi, cosi lei prese a fissarli. Nel primo avevo scelto una maglietta a maniche corte, con una scollatura a V appena accennata, di un bell’azzurro oceano, abbinata a degli shorts di stoffa nera davvero cortissimi, ed un bel paio di all star bianche.
Nel secondo invece erano dei semplicissimi jeans lunghi, con un top senza spalline di un bel verde bottiglia, ed ai piedi dei decolleté non troppo alti, anch’essi verde bottiglia.
Continuo a passare il suo sguardo dal primo al secondo, e viceversa. Ma non sembrava decidersi.
-Vediamo il primo è carino ma quei pantaloncini sono davvero sgambati, faccio prima ad andare in giro in mutande.- risi, dal suo commento. –Mentre il secondo, mi piacciono i jeans ma questi cosi e il top senza spalline, non li metto.- disse tenendo il broncio. Io continuai a fissarla, speranzosa.
-Devo per forza metterne uno dei due?- domandò ancora.
-Si, sempre che non voglia metterti la biancheria sporca o la divisa.- lei fece cenno di no con la testa. –Inoltre con un completo come questi, l’attenzione di tu – sai – chite la prendi e te la tieni.- conclusi fiera del mio lavoro.
-Ho deciso, metto il primo.- scelse sconfitta. Per una volta avevo vinto sull’imbattibile Lexa.
Quando fini di prepararsi, stava davvero d’incanto.
-Dovresti seguire i miei consigli più spesso.- commentai mentre scappavo dalla sua ira.
Quando arrivammo di sotto, tutti i presenti guardarono Lexa. Dimenticavo: prima di scendere le avevo piastrato i capelli.
Erano tutti a bocca aperta.
Le raggiunse subito Nathan, che non smetteva di fissarla incantato.
-Wow, Lexa. S-stai davvero bene.- disse lui imbarazzato.
-G-grazie.- rispose lei, arrossendo fino alla radice dei capelli.
-Finalmente ti vesti come una ragazza, Lexa.- disse tagliente Torch. Lei non reagì.
-Direi che siamo pronti. Andiamo!- disse Mark, elettrizzato. Io lo raggiunsi appena fuori dall’appartamento.
-Mark sei mai stato ad una festa?- chiesi curiosa.
-Perché?- rispose lui.
-Era per curiosità. Sembri cosi esaltato a quest’idea.- dissi io guardandolo.
-Si che ci sono già stato, ma non coi tutti voi. Sarà davvero una bella serata.- concluse.
Quando arrivammo all’entrata del bar, notammo che c’era davvero tantissima gente. Entrammo subito dopo.
Il posto era davvero grazioso: c’era una gigantesca pista da ballo con le casse e la postazione Dee-Jay in fondo, poi la zona drink anche quella grandissima: non avevo mai vista tante bibite messe insieme. Ed infine vi era una scala a chiocciola che saliva a portava ad un'altra pista da ballo al piano superiore. Mi sentivo a mio agio.
In pista non c’era ancora nessuno, chiesi l’ora ad un passante: 21.20. Mancavano giusti giusti 10 minuti all’inizio del party.
Andammo a sederci vicino al bar. Ordinammo subito qualcosa da bere, il tavolo che avevamo preso d’assalto era pieno di lattine di coca cola, fanta, sprite, acqua minerale e tantissime altre bibite gassate.
Poi pian piano l’interno prese a riempirsi di gente. Sempre di più, finché fu strapieno.
E come un fulmine a ciel sereno il Dee-Jay prese a parlare, con il microfono.
-Hei, hei, hei gente!! Io sono DJ – Ninki, e stasera vi farò divertire a ritmo di musica, ed ora … scateniamoci!!- cosi dicendo mise su il primo brano musicale di quella notte.
Era Dynamite, di Taio Cruz. Io reagì subito. Corsi verso il centro e cominciai a ballare. Quale miglior canzone per scatenarti da subito?
Nessuno mi segui, ma a nessuno piaceva ballare? Fini in poco, ed io ero nel pieno delle mie energie.
-Dai ragazzi, venite in pista??- domandai. Loro non si mossero. Poi il mio udito sent la canzone che adoravo: The Barracuda dei 5, 6, 7, 8.
Andai dietro di loro e canticchiai alcune strofe.
-B-a-rr-a-c-u-d-a
Here's a dance to do
Here's a dance that's new
The Barracuuuuuda!
- mentre cantavo, volteggiavo intorno ai ragazzi seduti ai tavoli.Cominciai a tirare Lexa, ma non riuscivo a muoverla.
Dovevo scioglierli un attimo, poi sarebbe andato tutto liscio. Pensai immediatamente a chi avrebbe potuto farlo: Mark! Tutti pendevano dalle sue labbra, che idea geniale!
Mi diressi convinta verso di lui, mentre seguivo il ritmo della canzone.
-Mark, balli con me?- gli si apri un sorriso di trentadue denti, accettò.
I nostri corpi si muovevano a ritmo perfetto, sincronizzati. Eravamo scatenati.
-Ragazzi venite a ballare con noi!- incitò lui, ed infatti tutti o quasi si alzarono in piedi e arrivarono li da noi.
Era davvero quello che sognavo da tempo, ballare con tutti i miei compagni di avventura.
Poi vedendo Silvia in un angolo, e conoscendo la sua cotta per Mark, la trascinai letteralmente in pista da ballo. Lasciandola davanti al castano.
Mi sussurrò un leggero ”grazie”. Poi tornai a danzare, energica. Ma vidi che Lexa non accennava a muoversi. La raggiunsi.
-Dai Lexaaaaaaa! Vieni a divertirtii!- gridai.
-A me non piacciono le feste.- disse guardandosi in torno.
-Smettila di brontolare qualche volta! Dai!- cosi la portai proprio sotto la cabina DJ, mentre finiva “Barracuda”, ne partì subito un’altra.
Riconobbi subito il ritmo.
-The Time, dei Black Eyed Peas!!- gridai felice. Lei sorrise appena.
-Tanto lo so che questa ti piace!- le dissi, mentre iniziavamo a cantare insieme. E pochi attimi dopo i nostri compagni ci ebbero raggiunto. La maggior parte delle canzoni furono davvero formidabili, sentimmo anche i tormentoni degli anni indietro.
Poi ad un certo punto il DJ, prese di nuovo parola.
-Questa la dedico a tutte le coppie presenti!- urlò DJ - Ninki, mentre le musiche remixate, lasciavano posto ad una di quelle lente, ma non troppo. Era di Train e la canzone si chiamava “When I look to the sky”.
Stavo per tornare a sedermi, quando qualcuno mi prese il braccio, bloccandomi. Mi voltai e vidi Joe. Era davvero serio, ma così carino.
-Callie, vuoi ballare con me?- chiese arrossendo lievemente e abbassando il suo sguardo orgoglioso. Mi fece tenerezza.
-Con piacere.- risposi afferrandolo per mano e andando verso la pista. Quando la canzone iniziò veramente, lo abbracciai e appoggia la mia testa sul suo petto. Era davvero romantico. Mentre ballavamo, notai che Lexa stava danzando con Nathan, ma mi davano una strana impressione. Stavano scherzando sicuramente, ma nello sguardo di Nathan vidi una nota di dispiacere che lo accompagnò per tutto il resto della serata.
Alla fine restammo lì finché la festa non fu agli sgoccioli, ballando tutti insieme oppure a coppiette. Insomma fu davvero divertente. Tornammo a casa che eravamo distrutti.
Aprimmo la porta dell’appartamento e non ci augurammo nemmeno la buona notte. Salimmo le scale come zombie, e non riuscimmo nemmeno a spogliarci che ci addormentammo vestite.

 
 

Ecco qua finito anche questo ^_^
Alla prossima ;D 
 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Salve a tutti!!
Siamo state via un bel po’, ma quel che conta è che siamo tornate =D
Abbiamo visto che nel scorso capitolo non ci sono state recensioni, peccato. Perché ci fanno veramente piacere.
Ringraziamo tutti e vi auguriamo una buona lettura!!
 
 
 
Il mio sonno fu molto movimentato, sudavo tantissimo e mi svegliavo ogni trenta minuti per chi sa quale motivo, so che ogni volta che chiudevo gli occhi rivedevo quella scena..
 
-Balliamo?- mi chiese Nathan sorridendomi mentre When I look to the sky di Train riempiva l’aria.
Mi senti un tantino … imbarazzata, soprattutto dalla sua mano che si allungava verso di me, ma non potevo arrossire.
-Come amici.- sorrisi e appoggiai la mia mano sulla sua. Mi tirò a se ed io misi le mani dietro il suo collo mentre lui le appoggiava sui miei fianchi.
-Come amici.- sussurrò lui. Eppure qualcosa mi sfuggiva, il suo sguardo che si sottraeva continuamente al mio, saranno stati gli occhi rossi? No, non aveva mai avuto problemi a guardarli.
-Nathan ...- sussurrai per attirare la sua attenzione.
-Si?- fidi una scintilla nei suoi occhi.
-Io, tutto apposto?- domandai incerta di cosa volessi dirgli davvero.
-Si. Certo.- mi sorrise illuminandosi.
Senza pensarci troppo appoggiai la testa sulla sua spalla e lasciai che il ritmo s’impossessasse di me.
 
 
Stuuuupida!
Ogni volta ci ripensavo. Un’amica non appoggia la testa sulla spalla di un suo amico! Ma cosa diamine facevo?
Senza che Callie se ne accorgesse scesi dal mio letto per andare in cucina, mi feci del caffè, tanto per non calmare i nervi.
-Cosa ci fai sveglia?- mi domandò Jude comparendo dalla sala e prendendo posto sul tavolo.
-Non … Non riesco a dormire.- presi un sorso di caffè bollente. -Tu invece?- domandi incerta, sapendo che probabilmente nemmeno lui riusciva a dormire.
-Dovevo parlare con te.- mi sorrise dolcemente. Io adoravo Jude, era come il mio migliore amico, anzi per me era il mio migliore amico, avevamo tante cose simili, come il carattere distaccato, i sorrisi che usciva raramente e gli occhi, soprattutto gli occhi.
-Certo parliamo.- sorrisi spostandomi dal tavolo al divano seguita a ruota da lui.
-Senti … Te lo dico in fretta e furia perché.. Mi è stato detto.. Da una fonte abbastanza affidabile, che tu provi qualcosa per me, ma più che una semplice amicizia.- Disse Jude scrutandomi.
La mia risata lo fece rimanere a bocca aperta.
-Jude!- dissi tra una risata e l’altra. -Tu sei il mio migliore amico!- sorrisi di nuovo. Poi aspettai.
-Meno male.- sorrise.
-Ci sarebbero stati problemi se questo fosse accaduto realmente? Se io avessi provato qualcosa per te?- domandi incerta della risposta, certo non ero bellissima, e avevo un pessimo carattere. Ma non ero da buttare!
-Non mi fraintendere. Ma si ci sarebbe stato un piccolo problema.- sorrise lui avvicinandosi.
-E quale?- risposi sgarbata.
-Niente che riguarda te. Riguarda solo me.- sorrise lui di nuovo.
-Mi vuoi dire cos’è o tiro a indovinare?- dissi perdendo la pazienza.
-Ora io ho sonno Lexa, se mi va ne, potremmo parlare domani.- mi sorrise poggiandomi una mano sulla testa, poi se ne andò.
Problemi …
Nella mia testa frullarono un sacco di domande senza risposta. Poi appoggiai il caffè sul tavolo e mi sdraiai su quel comodo divano, sicura che non mi sarei addormentata. E invece sbagliai.
Quando la luce del sole raggiunse la mia faccia, ero convinta di essere ancora sul divano, ma mi sorpresi essere nel mio letto.
-Ma che …- domandai più a me stessa che a Callie.
Un asciugamano fradicio mi colpi in pieno viso.
-Ti ha portato su Xavier.- sorrise lei sbucando dal nulla.
-Che?- domandai irritata precipitandomi in bagno.
-X-A-V-I-E-R T-I H-A P-O-R-T-A-T-O S-U!- scandì bene le parole lei.
-Maledetto.- sussurrai io.
-Ti ha trovata alle 5 sdraiata sul divano e ha avuto la pietà di portare tutto quel ammasso di ciccia fino in camera nostra.- sorrise lei infilandosi i pantaloncini.
-Io non sono cicciona!- gridai saltandole addosso.
-Sisi, sei come Jack!- rise lei divertita.
-Nooo! Io non sono un hamburger gigante!- dissi io di nuovo.
-Siii-
-No!- mi alzai stanca e tornai al letto lasciandomi cadere pesantemente su di esso.
-Non penserai di andare a letto vero? Svegliati!- gridava lei mentre accendeva la radio. Era Tokyo drift dei Teryaki boyz.
-Stai scherzando vero?- dissi lanciandole in cuscino in testa, con una mira impeccabile, ma non appena lo ricevette in pieno muso cadde all’indietro e una volta picchiato il sedere per terra cominciò a ridere.
La vidi strisciare verso il mio armadio e tirarne fuori dei vestiti.
-Non penserai che anche oggi io mi faccia vestire da te vero?- domandai fissandola con un sopracciglio inarcato.
Mi lanciò in piena faccia una maglietta gialla come il sole, un paio di pantaloni corti jeans e poi mi passo pure la biancheria intima.
-Non pensi che quello possa farlo da me?- domandi indicando il reggiseno che avevo appoggiato su una gamba.
-Sisi.- disse assorta dalla mia vasta scelta di scarpe. Per la maggior parte all star.. Prese le Vans grigie, dalle suole e dalle stringhe azzurre e le lanciò per terra vicino al mio letto.
-Vestiti!- mi ordinò lei.
M’infilai quella maglia che per me era orribile, indossai quei pantaloncini che per me erano osceni e mi misi quelle bellissime scarpe, mi legai i capelli in quelli che Callie definiva: “i miei continui e monotoni codini” e scesi di sotto seguita da Callie che aveva una maglia verde, dei pantaloncini cortissimi e le all dorate.
Mi sistemai vicino a Jude e mi avvicinai a lui per sussurrargli all’orecchio: -Io devo scendere al piano, quando hai finito, vieni giù, dobbiamo finire il discorso!- mi alzai, senza fare colazione e andai di sotto.
Aprii la porta e accesi la luce, poi mi diressi al pianoforte e alzai il copri tastiera.
Mi misi seduta e suonai delle note che mi venivano a momento.
All’inizio erano molto lente, quasi monotone, poi divennero più veloci e allegre, scattanti. Di nuovo lente e tragiche e poi il finale divenne veloce e tragico allo stesso tempo. Devo ammettere che questa canzone inventata mi era uscita davvero bene!
-Ok. Possiamo parlare.- mi disse Jude facendomi prendere un colpo.
-Certo.- andammo sul divanetto lì presente e ci accomodammo.
-Quello che voglio dirti è che se anche io ti fossi piaciuto. Tra noi non ci sarebbe mai potuto essere niente. Perché … Io sono gay.- mi sorrise teneramente.
-Era questo che volevi dirmi?- sorrisi calorosa.
-Si.- lui mi fissava (credo) aspettando una mia reazione negativa.
-Ho sempre voluto un amico gay!- dissi abbracciandolo.
-Quindi per te non ci sono problemi?- domandò appena lo lasciai andare.
-Ma figurati!- dissi io un po’ curiosa -Chi è la tua dolce metà?- chiesi sorridendogli con sguardo investigatore.
-Non so se posso dirtelo.- disse lui avvampando.
-Non sei obbligato a dirmi niente.- sussurrai io, sorridendogli.
-Hai ragione. E poi mi sembrava strano. Gli occhi dolci con il quale guardi Nathan..- disse, con una leggera nota maliziosa nella voce.
-Ma cosa dici?!- domandi infastidita, per chi sa quale motivo, da quella sua affermazione.
-Rilassati, non lo dico a nessuno, non è nel mio interesse.- sorrise.
-Sei davvero un grande regista.- sorrisi mentre tornavo al piano, e lui se ne andava in sala, molto probabilmente.
Ripresi a suonare qualche nota a caso, tutte queste però erano più tristi, più malinconiche.
-Ti disturbo?- la sua voce mi fece mancare il tasto che nella mia testa avevo programmato di schiacciare facendo fuori uscire dal piano una nota molto sgorbia e che non si intonava per nulla alla canzone.
-Da quanto sei qui?- domandai girandomi con un sorriso.
-Da un pochino.- rispose sorridendo calorosamente mentre si avvicinava.
-Comunque non mi disturbi Nathan, avevi bisogno?- domandai terribilmente in imbarazzo! Ma perche?
-Io volevo chiederti se nel tardo pomeriggio volevi venire con me. Cioè io andavo in barca, vieni?- mi domandò con una luce speranzosa negli occhi.
-È il pedalò?- domandai io.
-Si.-
-Perfetto. Quando vuoi andare chiamami!- gli sorrisi ancora prima di girarmi verso il piano.
-Posso rimanere ad ascoltarti?- mi chiese innocuo.
-Certo.- sorrisi e ripresi da dove avevo lasciato.
Non mi ricordavo più niente. Le note mi si confondevano in testa come quando Callie provava a svolgere le equazioni di matematica. Tutto un misto. Ma devo ammettere che non ne uscii una schifezza.
Note corte e lunghe si mischiavano per dare quel tocco d’irregolarità studiata della quale avevo bisogno. Quando la canzone smise le mani mi tremavano come non mi era mai successo, nemmeno al saggio che mi era stato imposto.
-Sei davvero brava. Sei io giocassi a calcio come tu suoni il piano sarei bravissimo.- sorrise lui illuminandomi.
-Ma tu sei bravissimo Nathan.- dissi io avvampando.
-Axel, Mark, Shawn, Jude e chissà quanti altri sono molto più bravi di me.- disse lui abbassando lo sguardo.
-Ma cosa dici? Non è vero!- mi alzai dal piano richiamando la sua attenzione.
-Tu sei il miglior difensore che io abbia mai conosciuto! Sei bravissimo Nathan!- dissi prendendolo per le spalle e scuotendolo leggermente.
-Tu sei molto più brava di me.- disse lui fissandomi.
-Io gioco a calcio da quando ne ho memoria. Tu facevi atletica ed eri il più veloce come lo sei qui, sei un grande Nathan e vedrai che in la con il tempo diventerai sempre migliore fino ad essere il più grande difensore del mondo!- gridai emozionata.
-Stai esagerando.- mi disse lui mentre il suo sorriso tornava a dipingergli il volto.
-No ... Magari un attimo!- lo trascinai per la maglietta fino in sala dove cerano tutti i componenti della Raimon.
-Pregerei di avere la vostra attenzione per un secondo.-Dissi io trionfante.
Alcuni si degnarono di alzare lo sguardo, altri semplicemente m’ignorarono.
-VORREI LA VOSTRA ATTENZIONE!- gridai allora io ma nessuno mi degno di uno sguardo.
Scesi dal tavolino alzandolo di peso.
-ASCOLTATEMIIII!- gridai io e subito tutti i loro occhi furono puntati su di me. Risistemai il tavolino e mi rimisi seduta li.
-Nathan crede di essere un pessimo difensore, voglio la vostra opinione.- dissi squadrandoli bene uno alla volta.
Subito si alzarono un sacco di complimenti, in men che non si dica Nathan era circondato dai ragazzi e dalle ragazze che gli ricordavano tutti i suoi momenti trionfali.
-Un altro lavoro per Lexa.- dissi mentre mi dirigevo in camera.
 
-Lexa … Io vado..- mi disse Nathan mentre si avvicinava alla porta. Era ormai il tramonto.
-Eccomi!- mi alzai dal divano e lo raggiunsi all’uscita.
Ci dirigemmo in religioso silenzio verso la spiaggia e una volta arrivati ci stupimmo entrambi di vedere che di pedalò non c’e n’erano più ma la sola cosa rimasta era una barchetta a remi.
-Prendiamo quella!- dissi mentre Nathan si voltava per tornare indietro.
Ci dirigemmo alla barchetta e la spingemmo verso il mare. Ci salimmo e Nathan prese a remare.
-Al ritorno remo io!- sorrisi amichevole.
-Ok.- fu la sua risposta priva di ogni sorriso.
Remò per circa cinque minuti e ci trovavamo a trenta metri dalla riva.
Nathan smise di remare e mi fissò.
-Lexa io devo parlarti …- mi disse lui fissandomi.
Non è una bella cosa.. Lexa fai qualcosa! Mi gridai mentalmente.
-Vedi il fatto è che tu ...- ma non fece in tempo a finire la frase perche mi sbilanciai di proposito in dietro cadendo in acqua.. Solo che per lo sbilanciamento la barca imbarcò acqua ed affondò, Nathan fu costretta a raggiungermi in acqua.
-Oops!- gridai mentre prendevo a nuotare verso la riva.
-Già ... Sembra quasi che tu l’abbia fatto apposta.- disse lui sorridendomi.
-Non essere sciocco!- dissi mentre affrettavo le bracciate.
Arrivammo dopo quindici minuti buoni.
Mi sdraiai sulla spiaggia stanca e lui fece lo stesso poi entrambi iniziammo a ridere divertiti.
Ci alzammo e ci dirigemmo in appartamento.
Quando arrivammo tutti ci guardarono curiosi.
-Cos ...- Bobby fece per chiedere qualcosa ma lo fermai alzando una mano.
-Non.chiedere.niente.- dissi soltanto mentre salivo per farmi una doccia.
 
 
-Lexa dormi?- mi domandò Callie saltando sul mio letto.
-Si!- gridai infuriata.
-Ok allora ti lascio dormire.- disse mentre se ne andava nel suo letto.
-Dimmi che stai scherzando e che non credevi davvero stessi dormendo..- dissi alzandomi e prendendo a ridere.
-No certo che no.- ma non mi sembrava cosi convinta. La ignorai semplicemente mentre mi rimettevo a dormire.. E questa volta davvero.
Per tutta la notte non avevo dormito per niente.. Mi ero svegliata più volte mentre un mal di testa mi attanagliava le tempie e faceva contorcere dal male..
Ripensavo che domani sarebbe stato l’ultimo giorno.. E ripensavo alle parole di Nathan.. Stupida!
-Vedi il fatto è che tu..-
Giurerei di sapere quello che stava per dire.. E la cosa mi faceva piacere.. Credo.. Ma per qualche strano motivo mi ero ritirata dalla sua confessione, ribaltandomi come una idiota, si perché era questo che ero, dalla barca..
-Già.. Sembra quasi che tu l’abbia fatto apposta.-
-Non essere sciocco.-
Anche perché la sciocca ero io.. E lui aveva ragione lo avevo fatto apposta.. Ma perché?
Scesi dal letto e andai in bagno per rilassarmi sotto il getto dell’acqua calda..
-Lexa tutto ok?- mi chiese Callie entrando in bagno.
-Si.. Tu?- domandai stiracchiandomi prima di spogliarmi.
-No.. Sono triste perché domani ce ne andiamo.. E non riesco a dormire.-
Sembrava una bimba piccola.
-Avanti Callie va a letto.. Devi dormire.-
-Neanche tu sembri star bene.. Ma lo so che anche tu sei triste.. Buona notte Lexa..- disse dirigendosi verso il letto mentre io aprivo il getto d’acqua.
Stavo male perché sarebbe finito tutto.. Ma c’era un altro motivo per la quale stavo cosi male.. Non avevo permesso a Nathan di dirmi quello che voleva.. Stupida.. Avrei rimediato. È una promessa..

 
 
 
Riuscirà Lexa a mantenere la sua promessa?
Il prossimo capitolo è l’ultimo, ma sarà diviso in due parti.
Ciaociao 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 parte 1 ***


Salve a tutti!!
Nuuu questo è il primo capitolo dell’ultimo! Ok, è un gioco di parole ma vi assicuriamo che è cosi.
L’ultimo capitolo è diviso in due parti: questo visto da Callie e l’altro visto da Lexa.
 
 
Vi auguriamo una buona letture e commentate!!
 
 
 
 
Ricordavo perfettamente le parole dell’allenatrice del giorno precedente:
“-Domani si parte.”- disse lei con fare serio e impenetrabile come al solito.”
Ero nel mio letto, e continuavo a rigirarmi. Era mattina, lo capivo dai sottili raggi del sole che filtravano dalle persiane.
La notte passata, avevo dormito beata come un angioletto, anche se questo giorno avrebbe diviso i nostri destini da quelli dei calciatori che avevamo conosciuto ed imparato ad amare.
Ero ancora sotto le coperte, e non avevo nessuna intenzione di alzarmi. Il motivo? Preparare le valige per la partenza.
Ma alla fine decisi che la cosa migliore da fare, era tenersi impegnati in qualcosa, pur di non pensarci.
Gettai con foga, le coperte a terra e mi alzai veloce come una saetta. Mi diressi verso il bagno, per fare una doccia rigeneratrice.
Mi tolsi il pigiama e filai sotto l’acqua bollente, mentre prendevo a fischiettare allegramente.
Lexa invece era solita a farsela ghiacciata la doccia, davvero una cosa fuori dal comune. Ma lei pensava la stessa cosa di me.
Mezz’ora dopo, ebbi finito e acchiappai il mio asciugamano legandolo stretto, e raggiunsi il mio armadio.
Lo apri con malinconia. Mi ripresi: non dovevo essere triste.
Scelsi degli shorts a palloncino bianchi, con una canotta verde e blu, intrecciata sul dietro e ci abbinai delle semplici scarpe di ginnastica, bianche.
Diedi una veloce pettinata, ma lasciai i capelli leggermente umidi. Erano cresciuti un sacco da quando li avevo tagliati. Ora potevo fare due minuscoli codini ai lati della testa.
Pronta e linda, presi la mia valigia, rimasta ad ammuffire per troppo poco tempo.
E con ordine, la riempi con gli abiti puliti e quelli sporchi. Lasciando in disparte, piegata con cura la divisa della Raimon.
Finito, rinchiusi la valigia lentamente, ripercorrendo i visi di tutti i giocatori che erano diventati miei amici, in quella fantastica avventura sportiva.
Non mi andava di scendere, pensai che sarebbe stato carino aspettare il risveglio di Lexa. Non dovetti attendere a lungo.
5 minuti dopo i suoi occhi rossi si aprirono, stanchi, ma lo fecero.
-Lexa, buongiorno …- sussurrai, sorridendole. Le contraccambiò debolmente, sedendosi sul bordo.
-GiorHnoooano …- mugugnò sbadigliando, e stropicciandosi gli occhi. Era buffa cosi.
Si alzò subito dopo, e prima che potessi andarle dietro, chiacchierando come mio solito disse qualcosa che mi sorprese moltissimo.
-Senti … preparami i vestiti, per favore …- cosi dicendo, chiuse la porta dietro di sé.  Mi s’illuminarono gli occhi.
Era la terza volta che me lo lasciava fare, senza obbiezioni.
Presi una canotta con spalline fini, di un bell’azzurro cielo dei pantaloni al ginocchio neri e delle scarpe alte.
Aspettai due minuti con le gambe incrociate sul letto, e poi apparve dal bagno con un viso più sveglio e pimpante.
E non come suo solito, serio e impenetrabile.
Dovevo avere un’espressione sorpresa, perché Lexa prese a ridere senza contegno.
-Perché fai quella faccia, dobe?- disse, asciugandosi una gocciolina che le colava dall’occhio destro.
-Mmm … hai un aspetto strano stamattina. Sembreresti … più felice.- commentai con occhio clinico. Lei sorrise.
-Sembro felice perché lo sono. E se faccio quello che voglio fare, lo sarò ancora di più.- disse, con gli occhi strani, quasi a cuore.
La fissavo sempre più confusa.
-Non comprendo fino in fondo. Cos’è sta storia?- domandai avvicinandomi, curiosa.
-Se ne avrò voglia te lo dirò quando sarà portata a termine.- e cosi dicendo, finito di vestirsi, usci dalla camera.
Siccome non avevo capito quasi nulla del suo ragionamento, preferii raggiungere gli altri a fare colazione. Magari con lo stomaco pieno avrei ragionato meglio.
 Scesi le scale, affamata, e trovai tutti. Che mangiucchiavano e chiacchieravano allegramente.
Decisi di sedermi accanto a Shawn, ed Axel. Era da un po’ che non comunicavo con loro.
Passando accanto al tavolo dove c’erano Susett e Victoria mi salutarono allegramente.
-Ciao Lili!!- gridarono assieme. Io le salutai, con meno entusiasmo. Cercai di passare oltre, senza far notare il nomignolo stupido che mi avevano attribuito.
Raggiunsi Shawn ed Axel, subito dopo. Mi sedetti accanto al grigio, mentre Axel non alzò nemmeno lo sguardo su di me.
-Ciao Callie.- salutò Shawn gentilmente, mangiando qualcosa di sconosciuto. Ma questo ragazzo lo trovavo sempre con qualcosa in bocca. (Non pensate maleee xD Nd2ofi)
-Ciau.- risposi io sorridendogli, vivace -Ciao Axel!-. aggiunsi ma lui non reagiva, anzi. Sembrava ancora più assorto nei suoi pensieri.
Mi voltai verso il primo.
-Ma che ha? È più silenzioso del solito.- commentai, segnandolo col pollice. Come se fosse a distanza di sicurezza. A Shawn comparve la solita gocciolona dietro alla nuca.
-Non lo so, anche quando mi sono seduto io, non si è mosso.- disse lui, fissandomi.
-Chissà cosa gli ronza per la testolina …- dissi silenziosamente.
-Come scusa?- chiese lui.
-Ninete, ninete …- sospirai, guardando il biondino giocare appena col caffè ancora nella tazza.
-Hei ciao ragazzi.- salutò improvvisamente Xavier, spaventandoci. Io caddi all’indietro con la sedia.
-Callie, tutto bene?- chiese il rosso allarmato, avvicinandosi a me e aiutandomi ad alzarmi.
-Si, solo che mi hai colto di sorpresa. Non credevo che saresti apparso cosi.- dissi ridendo.
-Impiastro!- gridò il solito Torch, in mia direzione. Mi alzai in piedi puntandogli il dito contro.
-Quando oggi partiremo, tu sarai l’unico a non mancarmi!- gridai fissandolo. Tutti si zittirono, guardandomi.
Negli occhi prepotenti di Torch, notai una nota amara che nascose subito. M’è l’ero solo immaginata?
-Non m’importa nulla di cosa pensi.- concluse lui, con astio. Io ci rimasi male. Avevamo sempre battibeccato amichevolmente, ma mai in questo modo. Tornai a sedermi, mentre le voci ripresero da dove ebbero finito. Appoggiai il viso sui gomiti, pensierosa.
-Che è quella faccia?- chiese Xavier sorridendomi, cordiale.
-Niente.- risposi leggermente brusca. Me ne accorsi. –Scusa, non volevo risponderti male.- dissi, fissandolo.
-Non c’è problema. Allora, vuoi dirci che succede?- chiese lui a quel punto. Io annui.
-Riguarda prima. Io non volevo offendere Torch in nessun modo.- dissi.
-Vai a dirglielo.- disse semplicemente guardandomi. Io sgranai gli occhi.
-Come?-chiesi, sperando di non aver capito.
-Vai da lui e diglielo. Torch sarà pure sbruffone, ma ci tiene agli amici.- disse il rosso. Accettai.
In fondo non avevo nulla da perdere, e avrei smesso di provare questo senso di colpa nei suoi confronti.
Dopo lui e Gazel, andarono di sotto. Finita la mia colazione, li raggiunsi.
Li trovai seduti sul divano, attenti a guardare la TV.
-Ciao ragazzi.- salutai debolmente. Non alzarono lo sguardo. Gazel lo faceva sempre, mentre il rosso solitamente mi fissava cercando di mettermi in imbarazzo. Ma non ci riusciva mai.
-Senti Torch, lo so che ho sbagliato a dire quella cosa.- cominciai ma non avevo ancora attirato la sua attenzione.
-In verità non la pensavo proprio.- confessai guardandolo. A quel punto i suoi occhi gialli s’impiantarono nei miei.
-E cosi tu pensi che mi abbia dato fastidio quello che mi hai detto?- disse lui, amaro. Io annuì convinta.
-Bè … non è così.- fini lui, voltando lo sguardo verso lo schermo. A quel punto lo sguardo disinteressato del bianco si voltò. Prima guardò me, e poi lui.
-Insomma Torch, smettila di fare l’idiota.- commentò aspro Gazel.
-Che diavolo vuoi tu?- urlò lui, fissandolo furioso.
-Dico solo che è la prima persona che ti chiede scusa, e tu rifiuti?- disse lui con le braccia incrociate.
Fece sfrecciare il suo sguardo sbruffone da me e il suo migliore amico, poi imbarazzato disse:
-Lasciaci soli un attimo.- disse con tono di voce bassissimo, arrossendo leggermente. Gazel alzò le spalle, sparendo un attimo dopo.
-Ti siedi o no?- chiese lui. Io feci come dice. Ci fissammo per qualche minuto in silenzio.
-Accetto.- mugugnò lui, appena.
-Come? Non ho capito.- feci io, guardandolo.
-Accetto le tue scuse.- disse ancora, arrossendo. Io sorrisi soddisfatta.
A quel punto, andò dalla stessa direzione del suo amico albino. Io allegra tornai di sopra, dove non trovai quasi nessuno.
C’erano solo le solite ragazze a lavare i piatti.
-Ciao! Dove sono gli altri?- domandai appoggiandomi al bancone, dondolando le gambe.
-Sono scesi a fare le valige. Anche Lexa.- rispose Nelly.
-Di certo Lexa non è scesa, ma salita.- ribeccai, acida.
-Scusa, ma infondo hai capito. No?- disse, presuntuosa. Io le sorrisi falsa.
Raggiunsi Lexa in camera nostra, la trovai che rifaceva le valige. Mi vide arrivare.
-Come mai hai lasciato fuori la divisa?- chiese continuando nel suo lavoro.
-Perché devo ridarla alla Raimon. Noi torneremo nei Dark Hydra.- commentai, leggermente triste. Senti la cerniera chiudersi, e la vidi voltarsi verso di me.
-Che ore sono?- domandò.
-Che noia …- dissi, subito dopo aver guardato l’orario sulla sveglia posta sul comodino. –È già quasi ora di pranzo.- sospirai, sedendomi per terra.
-Precisamente?- chiese ancora Lexa.
-Le 11.15.- risposi.
-Dai raduniamo un po’ di gente e andiamo a fare una passeggiata.- la sua idea mi piacque.
Alla fine quasi tutti vennero con noi, a fare due passi sulla spiaggia. Era una giornata di sole e faceva piuttosto caldo, ma nell’aria tirava qualcosa che faceva riflettere.
Tornammo in appartamento per il pranzo: pasta al pomodoro.
Forse per la fame o per quella occasione, il pranzo ebbe un gusto diverso dal solito.
-Che noia che oggi finisce tutto.- senti dire, da uno della Zeus.
-Già, però è stata un’esperienza davvero bella.- disse un altro. Sorrisero entrambi.
Mi concentrai nel cibo del mio piatto. Voltai lo sguardo verso tutti in quella stanza, tentando di impiantarmi i loro volti nella mia mente. Poi i miei occhi incontrarono quelli di Joe, e lì me ne resi davvero conto.
Il pomeriggio saremmo partiti, e per chissà quanto non ci saremmo più visti, magari addirittura per sempre.
Fini la pasta ed aspettai, che tutti se ne andassero dalla mensa. Preferii aiutare Silvia, Celia e Nelly a lavare i piatti. Almeno per l’ultima volta.
Lo facemmo in completo silenzio.
Finito il lavoro, andai di sopra.
-Grazie dell’aiuto Callie!- dissero in coro Celia e Silvia. Io le salutai.
Mi venne il nodo alla gola, di nuovo. Mi ero promessa di essere forte ma non ci riuscivo. Soprattutto ora che sentivo il peso della partenza sulle spalle.
Raggiunsi il mio letto, ormai sfatto senza lenzuola e altro e affondai la testa nel materasso, concentrandomi sul mio respiro.
Poi piansi. Le lacrime scendevano lente ed inesorabili senza che io potessi fare niente. Ma mi era stato insegnato che mai avrei dovuto trattenere le emozioni. Sia che esse fossero belle o brutte.
Fortunatamente fui sola per tutto il tempo. Dopo un po’ mi calmai ed a quel punto senti dei passi avvicinarsi.
-Callie, dobbiamo prendere le valige di te e Lexa.- disse il signor Veteran accompagnato da un gigantesco ragazzo della Diamond Dust.
-È ora?- chiesi, tornata in me. Ora sentivo di non essere più triste come prima.
-Si, scendi. Sono tutti in sala.- rispose il signor Veteran sparendo con le nostre valige.
Appena fui giù, gli sguardi di tutti si posizionarono su di me. Erano comprensivi, felici, tristi. Insomma un miscuglio di emozioni che mi fecero sentire ancora più vicino a loro.
Poi vidi Lexa, e mi avvicinai a lei.
-Ti senti meglio?- chiese lei, calma. Io annui. A quel punto si diresse verso il divano, e quando fu tornata, mi consegnò la mia divisa della Raymon. La fissasi seria, ed annuimmo contemporaneamente.
Andammo verso Marc, porgendo gli abiti.
-Prendi Marc, queste appartengono a voi.- disse subito Lexa, osservandolo insistente. Ma lui, scossa la testa.
-Volete dimenticarci davvero cosi in fretta?- commentò scherzoso, -Tenetele come ricordo.- Noi ne fummo assolutamente felici, le lanciammo in direzione del signor Veteran, che le infilò al volo nella valigia.
-Forza ragazzi, tutti al camioncino si va all’aeroporto!- disse l’allenatrice richiamandoci.
Tutti fissammo per l’ultima volta quell’appartamento, ormai cosi famigliare. Poi chiuse la porta con la chiave e salimmo sul camioncino. Parti in un attimo.
Il mare fuori dal finestrino man mano che proseguivamo, spariva per lasciare spazio ad un nuovo panorama.
Case, palazzi tutto grigio insomma. Raggiungemmo l’aeroporto: non c’ero mai stata. Era a dir poco immenso.
-Chiudi la bocca, altrimenti la lasci qui.- commento scherzoso Torch, come suo solito.
Io gli sorrisi, spingendolo amichevolmente.
Camminavamo lenti, cercando di sprecare tempo ma ormai eravamo qui e non potevamo fare altrimenti.
L’allenatrice ci aveva spiegato chi avrebbe preso l’aereo.
“-Jed, Callie e Lexa, voi prenderete il primo volo. Quelli dell’ex Alyus Academy, della Zeus, della Royal verranno con noi.- concluse sbrigativa.”
L’allenatrice si avvicinò con tre biglietti.
-È stato davvero un onore allenarvi, e questa specie di vacanza l’ho passata bene.- disse, cambiando leggermente carattere. –Buon ritorno a casa.- disse, stringendoci la mano ad un a uno, lasciandoci i biglietti del aereo, tra le mani. Noi le sorridemmo. Ma poi una domanda mi sorse spontanea, in merito a prima.
-Ma allenatrice, perché solo noi tre dobbiamo prendere l’aereo e non ci accompagnate voi col mitico Camioncino Inazuma?- domandai ingenua. Lexa e Jed, sia avvicinarono meglio, per sentire la risposta.
-Perché Tottori è molto lontano, e poi ci sono già pochi posti. Fatichiamo a farli stare tutti. Voi sareste di troppo.- si bloccò un attimo. Quel discorso non attaccava. Tre persone in più, non avrebbe cambiato nulla.
-Ok, ho pensato che fosse stato meglio cosi. Almeno non sarebbe diventato un addio drammatico come nei film.- sorrise di nuovo. Noi acconsentimmo.
Tutti i ragazzi che avevo conosciuto si erano avvicinati a noi.
-È stato un onore conoscervi ragazzi. Spero che un giorno ci incontreremo di nuovo, per affrontarci in una partita di calcio!- disse Marc, con un sorriso a trentadue denti.
-Lo so che il primo approccio è stato brutto, ma abbiamo cambiato idea. Ci mancherai Callie!- disse Susett abbracciandomi. Io sorrisi. Victoria fece altrettanto, con meno enfasi.
-A presto, e speriamo che non miglioriate ancora.- commentò scherzoso Shawn, accompagnato da Axel, Eric e tutti i giocatori della Raimon.
-Buon viaggio ragazzi.- dissero Xavier e Jordan con le loro rispettive squadre.
-Grazie mille di tutto! Siete stati fantastici.- risposi, in primo piano.
-Stai attenta che magari l’aereo cade!- disse Torch sghignazzando. Io risi, e mi avvicinai abbracciandolo. Era il mio nemico preferito. Lui arrossì e si spinse lontano da me, imprecando. Ma sapevo che in fondo non gli avevo dato cosi fastidio.
Poi fu il turno della Epsilon e della Diamond Dust.
-Anche se siete stati piuttosto silenziosi e imperturbabili, siete stati dei bravi compagni!- commentai. Loro si voltarono verso di me con sorriso beffardo.
-Altrettanto.- commentarono Gazel e Dvalin, all’unisono. Quando girai lo sguardo, incontrai quello di Byron.
-Ammetto che non mi sei mai stata troppo simpatica. Ma perché eri sempre stramba e troppo pazza per i miei gusti.- confessò imbronciato lui, distogliendo appena lo sguardo. Gli diedi una pacca amichevole sulla spalla sorridendogli. Infine fu il turno della Royal.
-Ragazzi, siete stati fantastici!- gridai verso tutti, annuirono sorridendo. Mi guardai in giro ma non lo vidi. Di Joseph nessuna traccia. Poi mi si avvicinò David.
-Callie, si è allontanato.- disse, segnando le vetrate. Lo vidi. –Ho sempre capito che eri la tipa giusta per Joe.- disse infine lui, mentre mi allontanavo da loro per raggiungere il mio cavaliere, dallo sguardo fiero.
Gli toccai una spalla affettuosamente, per farlo voltare.
Aveva uno strano sguardo, era triste ma dolcissimo, come non gli avevo mai visto fare.
Si avvicinò sempre più finché non fu appena sopra me. Occhi magenta in occhi blu.
Si abbassò alla mia altezza ed appoggiò le sue labbra sulle mie. Fu un tripudio di emozioni: malinconia, dolcezza, felicità. Poi ci dividemmo per mancanza di ossigeno. Arrossimmo entrambi notevolmente.
-Joe, credo, che tu, ecco … credo che mi piaci davvero tanto.- confessai fissandolo negli occhi.
-Anche tu mi piaci molto, Callie.- disse tenendomi le mani.
-Ma credo che siamo ancora piccoli per queste cose.- aggiunsi triste, ma lui non smise di guardami speranzoso.
-Lo capisco perfettamente. Sappi che ti aspetterò.- disse lui, attirandomi di nuovo a sé, per un nuovo bacio. Lo lasciai fare.
-Il primo volo del pomeriggio, per Tottori, sta partendo.- disse la voce di una donna, nel citofono.
Era ora: Jed, Lexa ed io raggiungemmo la porta che ci avrebbe allontanato da loro. Notai per caso lo sguardo di Lexa. Mi spaventai, era completamente rilassato come mai prima d’ora.
-Che è successo?- cercai di chiederle, toccandola dentro.
-Shlaidlangn …- disse incantata in un punto indecifrabile. Mi arresi, se avrebbe voluto raccontarmi la verità l’avrebbe fatto più tardi.
Ci voltammo un ultima volta, tutti gli sguardi erano puntati su di noi.
-Buon viaggio ragazzi!!- gridarono assieme sorridendo e salutandoci.
-A presto! E la prossima volta che ci scontreremo vinceremo noi, Marc!- dissi competitiva, voltandomi e correndo via verso l’aereo che ci attendeva.
In meno di due minuti fummo seduti su sedili comodi, e mentre prendevamo il volo, incontrai per l’ultima volta lo sguardo innamorato di Joe, e lessi le labbra.
-A presto.- fu l’ultima cosa che vidi prima di volare verso una nuova parte della nostra vita.

 
 
 
 
 

(Joeeeee *_* NdCallie *estasiata*)
Bene, possiamo solo dire di attendervi alla fine, ciauuu 

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 parte 2 ***


Diamo via all’ultimo capitolo della nostra fanfic!!!
 
 
Buona lettura e commentate!!
 
 
 
-Lexa? Dormi di già e sono solo due minuti che viaggiamo!- gridò Callie scrollandomi malamente.
-Io non sto dormendo dobe!- gridai aprendo gli occhi di scatto.
-Che hai fatto oggi?- mi domandò lei.
-Ma cosa pensi che abbia fatto Callie? Ero con te! Non posso di certo essere andata in piscina!- Delusione. Callie, quando faceva queste domande, faceva nascere in me una tremenda delusione. Come la delusione di quando avevo scoperto che non sarei potuta stare seduta vicino a lui durante il viaggio.
-Scusami né..- sorrise lei fissandomi interrogativa.
-Che vuoi?- domandai secca.
-La verità.. Che cosa hai fatto all’aeroporto?- mi si avvicinò finche sentii il suo alito su una guancia.
-Cosa vuoi che ti dica adesso?-
-La verità.-
-Facile a dirsi..-
-E anche a farsi..-
-Niente ho salutato.- non specificai chi, ma sapevo che lei avrebbe capito.
Chiusi gli occhi e m’immaginai di nuovo il mio momento “d’addio”.
 

-Lexa?- una voce che conoscevo fin troppo bene mi stava chiamando da dietro le spalle.
-Jude!- gridai io sorridendogli.
-è un vero peccato che tu, Callie e Jed dobbiate partire. Mi mancherete, soprattutto tu Lexa, tantissimo.- mi sorrise e mi abbracciò. Jude stava esprimendo i suoi sentimenti? Forse per la prima e ultima volta.
-Anche tu mi mancherai.- gli sorrisi e mi staccai andando a salutare tutti gli altri.
Marc mi disse che presto ci avrebbe sfidati di nuovo, e anche se non sarò davanti alla sua porta a proteggerla lui sarà felice di vedermi e di vederci, soprattutto per una bella partita di calcio.
Harley non fece ne disse molto, un tach e una risata veloce prima di salutarci.
Axel, Shawn, Bobby, Nelly e Silvia mi sorrisero e con una stretta di mano mi salutarono, o con una pacca sulla spalla.
Celia invece mi fermò.
-So che te ed io non ci siamo molto simpatiche.. Ma mancherai al mio fratellone, e una parte di te mancherà anche a me. È stato un piacere conoscerti Lexa.- mi sorrise e mi strinse la mano.
-Grazie Celia. Ci si vede.- le sorrisi ricambiando la stretta.
Girovagai ancora tra saluti e abbracci..
-Hey tu, cosa pesante! Ci si vede presto, spero.- mi girai e un David sorridente mi guardava tendendomi la mano.
-Oh si, puoi giurarci che ci si vede.. E quando succederà ti picchierò per quello che mi hai detto.. Perché me ne ricorderò brutto svampito!- gli strinsi la mano e gli sorrisi.
Mi allontanai da lui per vedere Callie che se ne andava, pensai di chiederle dove stesse andando ma mi resi conto che stava andando da Joe, quindi la lasciai perdere e mi concentrai sulla mia missione personale. Trovare il blu.
Mi guardai attorno e lo vidi ribattere in una piccola discussine sul posto al finestrino.
Mi avvicinai e gli toccai un fianco, facendogli il solletico e facendolo scattare.
-Oh sei tu!- mi sorrise e si avvicinò.
-Ciao Nathan.- dissi fissandolo.
-Ciao Lexa.- niente strette di mano. Mi allontanai e pensai.
“Potrei non rivederlo mai più, nemmeno fra anni, eppure me ne vado cosi, con questo peso sullo stomaco. Potrei non dimenticare mai quei suoi lunghi capelli, che dovevano essere morbidissimi, e quel suo viso tanto dolce da farmi sciogliere, eppure me ne vado cosi. Devo essere una scema, perché si, sto tornando in dietro.”
-Nathan aspetta!- Lo raggiunsi e quando si girò mi fiondai tra le sue braccia, davanti a occhi stupiti e a un Jude sorridente.
-L-lexa?- disse lui ricambiando l’abbraccio timidamente.
Nascosi il viso nel collo di lui e sorrisi tra me e me.
-Lexa tu mi piaci.- disse in un soffio lui.
-Cosa vuoi che ti dica adesso?- non alzai lo sguardo su di lui, tenevo gli occhi chiusi.
-La verità.- Lo sentii appoggiare la guancia sulla mia testa ed inspirare profondamente.
-Facile a dirsi..- sospirai con lui.
-E anche a farsi..- mi prendeva in giro?
-Nathan.. Possiamo anche dire che.. Si, anche tu mi piaci. E sono una sciocca perché te lo vengo a dire solo ora, quando in effetti era palese.- dissi alzando finalmente gli occhi su di lui.
-Non c’è problema.- mi sorrise.
-Hai ragione.. Che problema c’è?- feci sarcastica. -Oh si, forse che non ci vedremo mai più?!- dissi alla fine io perdendo il sorriso.
-Ma chi ha mai detto che non ci rivedremo più?- domandò lui.
-Giuuusto! Invitami alle tue nozze, e di alla sposa che voglio fare la damigella, ma che metterò i Jeans.- dissi cercando di staccarmi da lui, ma mi teneva, e la sua forza era leggermente maggiore della mia.
-Ti scriverò.- sorrise lui mentre io mi arrendevo al suo abbraccio.
-Certo.- era sarcasmo puro il mio e questo lo fece sospirare.
-Lo giuro, e ti chiamerò, e quando verrò.. Ovunque tu abiti giuro che verrò a trovarti.- poi mi baciò la fronte.
-Il primo volo del pomeriggio, per Tottori, sta partendo.- disse la donna al microfono.
Mi alzai sulla punta dei piedi fino ad arrivare alle sue labbra.
-Tottori.. Scrivimi e telefonami.- gli sussurrai prima di baciarlo a fior di labbra più e più volte, dolcemente, tristemente.. Mi sarebbe mancato, più di tutti.
-Lo giuro. Ora va che perdi il volo.- mi sorrise e mi spinse via. Lo salutai da lontano e corsi verso Callie.
Lo fissai incantata mentre mi sorrideva come solo lui sapeva fare.
-Che è successo?- mi chiese leggermente preoccupata Callie.
-Shlaidlangn..- ma che? Non ha importanza quello che dico. Il mio sguardo parlava chiaro. Nathan mi sarebbe mancato e nessuno lo avrebbe mai scoperto.
-BUON VIAGGIO RAGAZZI!- gridarono tutti in coro.
-A presto! E la prossima volta che ci sconteremo vinceremo noi, Marc!- Gridò una Callie competitiva.
Ci voltammo e tutti e tre ci dirigemmo verso l’aereo, Callie che correva frenetica, Jed ed io che camminavamo a passo spedito. Mi voltai un’ultima volta prima di salire per vedere un Nathan che mi sussurrava: “Ti scrivo.” poi salii e me ne andai chiudendo gli occhi per non guadare di nuovo verso il blu.
 
 

Il viaggio fu lungo, troppo lungo e quando arrivammo Callie venne da me a dormire la notte, come se non fosse stata abbastanza fuori casa.
Entrammo ma i miei non c’erano. Il telefono prese a squillare e senza pensarci troppo Callie alzò il telefono.
-Pronto? Casa Moore.- un sorriso le comparve sulle labbra.
-Oh thò, non ci si vede da poco più di tre ore e tu già chiami? Sei svelto ragazzo!- disse lei passandomi il telefono.
-Ciao.- sentii pronunciare quelle poche lettere al telefono e il mio cuore perse un colpo.
-Ciao.- sussurrai.
-Te lo avevo promesso.- mi disse lui.
-Allora ci conto anche per la lettera. E le lettere.- risposi seria mentre cercava qualcosa da mangiare.
-Sisi certo. Appena ho qualcosa da raccontarti, ora dovrai accontentarti delle chiamate.- lo sentii ridere al telefono.
-Siete già arrivati?- domandai io.
-No, in realtà non siamo nemmeno partiti.- sospirò pesantemente.
-Non vedo l’ora di giocare nuovamente con o contro di voi.- sorrisi al telefono, senza rendermi conto che non mi vedeva.
-Stai sorridendo?- mi chiese stupendomi.
-Perché?- sorrisi di nuovo.
-Perché sembrava. Ora ti lascio. Ciao Lexa, salutami Callie.-
-Ciao Nathan.- appesi il telefono e arrossì leggermente.
-Non ha perso tempo.- sorrise Callie.
-Hai ragione.- corremmo in camera e ci svaccammo sul mio letto. Poi molto probabilmente mi addormentai.
 
--------------
 
Passarono i mesi, ogni settimana ricevevo e inviavo una lettera. Quest’oggi ne ricevetti una con dentro la foto di tutta la squadra.
 
Ciao Lexa.
Sono ormai mesi che non ti vedo. Ci mancate e mi manchi.
Qui è sempre la solita storia. Mark si allena fino a scoppiare e tutti noi lo seguiamo a ruota.
Voi invece? Mi hai detto che non sapevi se tornare nella Dark Hydra.. Ci sei tornata? Saresti un buon acquisto per la squadra, e lo sto dicendo sinceramente.
Non ho molto tempo per scriverti perché questo pomeriggio ci troviamo ad allenarci.
Jude ti saluta come tutti gli altri, ma siccome so che siete praticamente migliori amici ho pensato di dirtelo.
Mi manchi davvero tanto e non vedo l’ora di abbracciarti.
Ciao, Nathan.
 
Questo ragazzo mi sorprendeva ogni lettera di più. Anche Callie era rimasta in contatto con Joe, si scrivevano per e-mail e sms.. Io preferivo le lettere. Presi carta e penna e iniziai a scrivere.
 
Caro Nathan,
Anche voi tutti mi mancate, te soprattutto. Anche qui ci si allena fino a scoppiare e si, sono rientrata nella Dark Hydra dopo una supplica da parte di Callie. Salutami tanto Jude e tutti gli altri.. A parte le cose.. Le due oche.. Hai capito no?!
Callie ed io stavamo giusto pensando, prima che il postino mi consegnasse la lettera, di andare a farci un giro.. Volevamo venire a trovarvi. Ma sarebbe dovuta essere una sorpresa, quindi non dirlo a nessuno. Veniamo tra un mese esatto, e contiamo molto di allenarci un’altra volta con voi. Andiamo dai miei zii, che abitano nei paraggi e che ci ospitano per due giorni. Anche io ora devo andare.
Un bacio.
Mi manchi.
Lexa.
 
 
Già Callie ed io saremmo partite. Tra un mese, per stare giù due giorni. Callie lo aveva detto a Joe cosi lui ci sarebbe stato quando noi saremmo arrivate.
Andai a dormire con Callie che era una settimana che dormiva da me. Mi infilai sotto le coperte e mi addormentai.
 
------------------------ un mese esatto dopo.------------------------------------------------------
 
-Ciao zii!- gridai entrando dalla porta.
-Oh mi piccola Oliva nera! Come stai? E tu fiorellino?- disse mia zia stropicciandoci le guancie.
Ovviamente io ero Oliva nera e Callie fiorellino.
-Bene bene..  Ma ora dobbiamo scappare.. Torniamo tra un po’. prima di cena. Poi disfiamo le valige.- trascinai fuori Callie prima che mia zia potesse obbiettare e ci mettemmo a correre verso il campo che da sul fiume. Ed eccola li, la Raimon che si allenava contro la Royal.. Combinazione casuale? Io credo di no.
-Hey Raimon, hey Royal!- gridò Callie precipitandosi giù dalla discesa.
-Ciao Callie!- Gridarono le oche e le si fiondarono addosso come un altro milione di altra gente che si precipitava verso di loro.
-Come sei cresciuta!- Disse Harley sbucando dietro di lei. Io cercavo la mia vittima. Ed eccola li.
Corsi come una dannata prima di saltargli in spalla e cominciare a picchiarlo.
-Le brutte abitudini non si perdono! Nhè Lexa?- mi domandò David che stava a prenderle sotto di me.
-Nemmeno la brutta faccia David!- gridai scendendo e stropicciandogli la guancia.
-Lexa.- voce profonda, fredda, distaccata.. Ma gentile.
-Juuude!- gli sorrisi saltandogli addosso in un abbraccio che ricambiò.
-Nathan mi ha portato i tuoi saluti.- sorrisi. -In ogni lettera.- sorrisi di nuovo.
-Non ho dubbi. Non faceva, e non fa tutt’ora, a meno di parlare di Lexa Moore.- disse spingendomi verso il blu che arrivava con le mani in tasca.
-Ciao Lexa. Sei cresciuta e cambiata dall’ultima volta che ti ho vista.- mi sorrise lui.
-Lo so. Ma anche tu..- lo guardai dal basso il alto e lui mi sorrise.
-Mi sei mancato.- lo abbracciai.
-Anche tu.- mi baciò la testa mentre con la coda dell’occhio vedevo Callie che saltava addosso Joe. Alzai lo sguardo negli occhi marroni del giovane e lo baciai dolcemente.
Jude si allontanò lasciandoci soli. Tornai ad abbracciarlo appoggiando il viso sul suo petto. Si era alzato molto durante questi mesi, mentre io ero rimasta una nanetta.
-Partiamo tra una settimana.- gli sorrisi.
-Cosi presto?- mi domandò lui.
-Si.-
-Per quanto tempo resterai via? Tornerai poi?- una domanda dietro l’altra.
-Resterò via per mesi, ma tornerò, sempre.- gli sussurrai io.
-Ok, l’importante è che torni.- mi rispose lui baciandomi la testa. Gli sorrisi e lo trascinai tra gli altri nostri amici.
 
 
Ci sono amicizie nate per durare, amicizie che muoiono sul nascere. Altre che non ci abbandoneranno mai, nemmeno dopo una litigata, nemmeno dopo che si va a stare in due paesi diversi, in due squadre diverse.. Perché se si è uniti nel cuore e nell‘anima.. Si è uniti per sempre. E io lo ero. Ero unita con il cuore e l’anima alla Raimon, Callie come me. Anche se eravamo lontane e lo saremmo sempre state, anche se li avremmo visti poche volte all’anno. Anche se adesso ci trovavamo in Francia e davanti a noi una squadra vestita di blu ci fissava con sguardo pieno di significato. Anche se una delle due perde e l’altra vince. Soprattutto se una perde e l’altra vince. Sospirai d’ansia.
-La Darck Hydra segna e con questo la partita si termina per un 4 a 3! La Raimon è stata sconfitta!- gridò l’omino al microfono.
Una stretta di mano gelida e indifferente a fine partita e una pizza mooolto calda alla fine, con mani che non solo si stringevano ma che le loro dita s’intrecciavano. Guardai Nathan per qualche secondo prima di dargli un bacio sulla guancia. Appoggiai la testa sulla sua spalla e sospirai.. Ma questa volta era di felicità.
Ed è cosi che deve essere, non sempre tutto viene per nuocere, e la lontananza non ha fatto altro che fortificare i rapporti di tutti noi.

 
 
 
Nuooooooo è finitaaaaaaaaaa!! Stiamo piangendo sulla tastiera ç.ç (Anche Lexa, da non credere O.O NdCallie)
Ringraziamo tutti quelli che ci hanno seguito e sostenuto fino alla fine! Senza di voi probabilmente questa fanfic non sarebbe mai terminata veramente!!
Speriamo di trovarvi in altre storie che pubblicheremo! Grazie davvero da

 

3lo_2ofi

Ora i ringraziamenti maggiori =D
 
Recensita da
angelofdarkness97
MICHiGAN
The Raindrop
Toshira-chan¨
Ninja girl
Shaila Light
Katy-Kaily
Sanako_Shiotani
Jo
akira99

 
Preferita da
iViRteX_SiLeNT
Katy_Kaily
KiArA97_____
The Raindrop
_Miruku_
 
Seguita da
akira99
Eugy 
Kiki Hiwatari
MICHiGAN
Selene Potter93
Toshira_Chan
 
Grazie a tutti!

BYE-BIIIIIIIII 
 

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