Lettere (d)all' Al di là

di Allein Scrive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- ***
Capitolo 2: *** 2- ***



Capitolo 1
*** 1- ***


Oggi è il 15 di Novembre. Non so che ho, ma sicuramente dipende da quello che ho appena visto. Ora sto tremando, ho il viso tempestato dalle lacrime. 

Stringo la tua mano ormai fredda e ti osservo. Hai un sorriso spento stampato sul volto, quel volto che mi ha insegnato tanto. Ho solo 10 anni e soffro perché ormai non c'è più nulla che mi renda qualcuno. 

Non puoi essere morta. 

Marika.

<>

Le tue ultime parole, dette a bassa voce, come fosse un segreto, fra me e te, sorriso e lacrima, fratello e sorella.

Oh, è arrivato pà. È distrutto, cavolo. È la prima volta che piange senza urlare, è più silenzioso del venticello che entra dalla finestra.

Ed eccola lei, la mamma. È disperata.

<>, sussurra con voce flebile. Ci crede meno di me a questa cosa.

Ti prego.

Torna con me.

 

***

 

Sono seduto in macchina, fuori c'è la campagna, vedo i nostri genitori allontanarsi man mano che raccolgono l'uva. Ho carta e penna. Sì, lo so, è da stupidi, ma lo faccio lo stesso.

Prendo la mia penna blu e strappo un foglio dal quaderno di italiano. Scuoto la testa, ma lo voglio fare. Non ho il vocabolario vicino, ancor meno qualcuno che mi aiuti.

 

"Ciao Marika.

Mi hai lasciato una settimana fa, ma io sento ancora dentro un buco. Non so se puoi capire, ma io senza di te sono niente. Sono tre giorni che dormo nel tuo letto, lì c'è ancora impregnato il tuo profumo. Non ho spostato niente, è tutto tale e quale a come stava prima che... beh, ti volatilizzassi. Ho lasciato i tuoi poster lì, sul muro, non riesco nemmeno a guardarli. Tutto in quella camera mi ricorda te, i momenti belli e brutti passati insieme. Il tuo pigiama viola è ben piegato sotto il tuo cuscino e non lo toccherò mai per nessuna ragione. Tutto ciò che sono, tutto quel che ho, la mia cultura, la mia bravura non sono frutto donatomi alla nascita. No. Devo tutto a te. Se sempre stata al mio fianco da quando sono nato. I tuoi consigli,le parole, i gesti sono tutti rinchiusi nella mia testa. Sei sempre stata il mio modello per tutto, ti ho sempre copiata, anche involontariamente. Abbiamo le stesse iniziali, per esempio, MD. Quando ascolto la musica, mi stendo sul letto e a occhi chiusi cerco di godere il suono degli strumenti, la voce di chi canta, il testo, proprio come te. Quando rifletto mi alzo in piedi e inizio a fare avanti e indietro come un automa. 

Chi mi ha insegnato a farlo? 

Tu. 

Ora, perdonami. 

Ti chiedo scusa per gli insulti, per i dolori che ti ho provocato, per le notti insonni in cui non ti ho permesso di dormire. 

Scusami per tutte le volte che ti ho lasciata perdere pensando che tu non avessi provato le mie stesse paure. 

Scusami se mi manchi e voglio che tu torni per starti vicino e sentire la presenza della mia sorella quasi sedicenne. 

Rispondimi, ti prego. 

Marco"

 

Una lacrima cade sul foglio. Lo chiudo e lo metto in una busta. Esco dalla macchina.

C'è il vento qui, allora gli affido questa lettera e spero che il mio non sia stato uno sforzo inutile.

Torno in macchina. 

<>.

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Capitolo 2
*** 2- ***


"It comes the rain again
falling from the stars"


È la mia sveglia.
Mi alzo dal letto e sbadiglio, poi guardo l'orologio. Sono le 7.00, fra un'ora dovrò già essere a scuola. Sospiro e vado a cambiarmi.
Quando torno in camera per prendere lo zaino, vedo qualcosa uscire da sotto il cuscino. 

È una busta di carta. Ho la tentazione di prenderla, poi la apro.
Spalanco gli occhi.

È la tua grafia, la riconoscerei fra mille.

Con le mani tremanti prendo la lettera per i lati più lunghi e leggo. Al diavolo la scuola, sei più importante.


"Ehi, tu.

Ho letto le tue parole e mi è venuta voglia di risponderti.
Qui da me è tutto bianco, quasi quanto i muri di casa nostra. Ti veglio sempre da quassù e ho visto come stai.
Ti manco, eh?
Ho sentito che il tizio che mi ha investita è stato arrestato per guida sotto effetto di stupefacenti. Ah, beh, meglio così.
La mamma la vedo poco, pà ancora meno.
Cos'hanno? Sono presi dal curarti? Insomma, non mi rivolgono quasi mai il pensiero.
Tu, invece, non riesci ad andare avanti e so che non puoi.
Ti ho visto piangere vicino al muro stringendo in mano la mia maglietta preferita. Sai che ti dico? Tienitela.
Ti calmi più in fretta quando hai in mano qualcosa di mio. Il pigiama mettitelo, magari ti aiuta a sognarmi.
Sii forte, Mà.


M."
 

***

Sono in classe. La maestra sta parlando con qualcuno fuori. Tutti ne approfittano per parlare, io invece decido di scrivere.

"Marika?
Sei davvero tu? Non ci posso credere! Allora era vero che ti potevo trovare nel vento!
Cavolo, mi manchi, mi manchi da morire.
Come si vive lì?
Puoi tornare?
Perché non posso più vederti?
Come hai fatto a rispondermi?
Voglio e devo saperlo.
Qui tutti ti vogliono, tutti. Parenti, prof, amici.
Sì, gli amici. Quelli con cui ti vedevo ridere, talvolta piangere, quelli a cui stringevi la mano.
C'era anche Federico lì in mezzo, non ho ancora capito perché. Era appiccicoso, non ti lasciava mai e ti abbracciava sempre...
Mi cacciavi via quando c'era lui. Al tuo funerale ha pianto e mi ha detto "l'avevamo anche fatto...", io l'ho guardato perplesso.
Ora, cosa avete fatto? Perché? Posso fare questa cosa anch'io?(1)
Rispondimi!!"


Mi alzo dalla sedia, vado alla finestra e butto fuori la lettera, la guardo fluttuare verso l'alto.



(1- Stiamo parlando di un bambino di dieci anni, quindi è ovvio che non abbia capito, ndr)

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